J p*5 ^'*>j^7*i^ tj -^^'^ :ii^-^ [f ■I. BIBLIOTECA ITALIANA O SIA GIORNALE DI LETTERATUFvA, SCIENZE ED ARTI COMPaATO DA VARJ LETTERATI. ToMo XXXI, ANNO OTTAVO Luglio , Agosto e Settembre, 1823. «^te/. SJiCi, ^^ oZ?ctr^m/A\ MILANO PRESSO LA DIREZIONE DEL GIORNALI Contrada del Monte di Pieta n." ia54 Casa Caj dirimi'ctto al Borgo Nuovo, IMPEUIALIi RJiGiA STAMl'KUlA. // prcscnte Gioriiale , con tuttl i volnmi precedcnti , e posto sotto la salvagiuirdta dclla Leggc , csscndosi adempinto a quunto cssa prescrlve. BIBLIOTECA ITALIANA Ji^l/qLLO AO'ZO. PARTE J. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. Saggio crltico storico e fiiosofico sul diritto di natura e delle gentl , e sidle successive leggi , istituti , e governi civili e politici. Opera postuma del coiisi- gllere Alberto De Simoni. Toml 4. — M'dano , 1822 , co' tipi di Giovanni Pirotta. M. ANCAVA. airitalia un' opera che colla storia ac- curatamente tessuta del diritto naturale e di quello dellc genti comprovasse agli scettici scguaci di Ob- bes r esistenza ed il potcre dcir vino e delV altio neir origiue e ne' progressi di quelle leggi immu- tabili ed eterne , clie la natura stessa per cosi dire a caratteri indelebili ha profondauiente scolpite nel cnore umano, e che gli uomini in qualsivoglia stato o circostanza tolsero sempre a norma ed a soste- gno della loro morale e delle politiche loro istitu- zioni. Emulo della gloria singolarmente de' filosofi della Gerniania, che vantano le storie di Tomasio, di Ghifens, di Gebalneur, di Rleister, di Orapteda, di Klein, di Rudiger, e non gia del solo professore Hubner, siccome vuole far credere T editore , s'ac- cinse air ardua impresa 1' infaticabile consiglierc De Simoni di sempre cara e liutuosa memoria per 4 SAGGIO CRITICO STORICO E FILOSOFICO la sua patrla , che gia da un anno ne piange la .perdita, e del suo sapere in ogni maniera giovan- dosi , tento un saggio storico critico e tilosolico sul diritto naturale e su quello delle genti , dedotto dalla sperienza de' fatti , e da una logica quanto empiiica altrettanto razionale , che ne dimostrasse lo sviluppo e Tapplicazione alle leggi, agV isdtuti cd ai governi di tutti i popoli e di tutte le nazioni. Quanto sia grande ed utile il concetto, ognnno il puo comprcndere di leggieri e dalla scarsezza di quelli clie poterono felicemente eseguirlo , e dal bene che puo tornanie alia scienza , laddove su fatti inconcussi venga stabilita; quanto poi il con- sigliere De Sinioni abbia saputo riuscirvi , noi an- diamo era a conoscerlo , proponendoci a tal uopo di spartire il suo lavoro in cio che lo prova dap- prima storico, poscia critico, e per ultimo lilosofo, onde niun pregio o nierito deir autore sia per av- ventura lasciato in dimenticanza. Volendo considerar primamente il conslgliere De Siraoni come storico , noi lo veggiamo rldurre la parte storica del diritto di natura e delle genti a sette epoche distinte, che quasi cronologicamente percorre, e con queir ordinata successione, la quale 6 propria d' una storia qualunque. La prima e quella innanzi il diluvio ; la seconda dopo il diluvio sino a Mose ; la terza quella degli Egizj , de' Caldei , de' Persiani , degl' Indiani e degli altri antichissimi popoli del mondo; la quarta quella de' Greci insino a' filosofi gentili de' primi secoli dell' era cristiana ; la quinta quella de' Romani sin dopo 1' impero di Costantino ; la sesta quella dei popoli bai'bari sino a Carlo Magno , e la settima ed ultima da Carlo Magno sino a Carlo Quinto, ed alia Repubblica di Venezia. Posto quest' ordine, sentiamo ora com' egli vada esponendo le cose che a ciascheduna epoca ripartitamente si riferiscono. Per cio che risguarda la prima epoca innanzi il diluvio , lasciaudo a parte il De Sinioui tutto quello SUL DIRITTO DI NATURA. CCC. 5 che si disse dagli eruditi sui frammenti di Sanco- niatone e sulla Gosmo«;onia Caldaica di Beroso , s' attiene alia storia di Mose , come la piii antica delle altre , e come cjuella che oltre i caratteri della sacra autenticita per esser anclie piu veridica ha le impronte della verita profana ; e stabilito quindi il principio , che il diritto naturale essendo legato coir essenza e colle facolta delV uomo , dovea esser contemporanea air uomo stesso la sua origine ed esistenza , dice che forse ad Adamo furon rive- late piimamente le leggi naturali nella proibizione di cibarsi del vietato frutto della sapienza , e che poscia venner queste trasfuse ne' suoi discendenti per mezzo di Seth e di Enos suo figliuolo, non che successivamente in tutti gli altri popoli e na- zioni che prima del diluvio popolarono il raondo, avendosi prova costante che elleno tutte riconob- bero sempre Dio qual sovrano e legislatore dell' uni- verse, idea piu che bastevole ad insegnare gli altri doveri verso la societa e verso gli uomini, e a reg- gere pacificamente le loro famiglie co' principj della ragione naturale. L'epoca seconda della storia delle leggi naturali la ritrae il De Simoni da Noe superstite al diluvio universale e rigenerator secondo deirumana specie, sia ch' egli stesso avesse immediatamente da Dio la legge naturale in sette precetti distinta , sia che per mezzo de' suoi figli e discendenti la traman- dasse alle piu tarde generazioni. In quest' epoca il De Simoni accenna percio la memoria dei figli di Noe , ma specialmente di Sem , che tra gli altri per testimonio del sacro testo si distinse di piu neir osservanza de' naturali precetti , di Abramo il pm venerando de' patriarchi per la sua virtu e in- tegrita, d'Isacco, di Giacobbe e di Giuseppe assai istruiti nel diritto di natura, e di Giobbe , di Mose, di Giosue , di Davide , di Salomone e dei Profeti , 1 di cm santi libri manifestano anclie a' profani la loro probita e sapienza nelle leggi primitive della 6 SAGGIO CRITICO STORICO E FILOSOFICO natura ■■, ed e qui dove il De Simoni ragionando piu a lungo clie d' ogui altra cosa , delle leggi , e degr istituti clvili e polidci di Mose , e del suc- cessive goveino ed istituzioni degli Ebrei , niostra clie il Decalogo ricevuto dal Divino legislatore sul Sinai era una norma morale e politica degV Israeliti, che il loro governo fu teocratico sino alio stabili- mento della monarcliia di Saulle , e che le loro leggi divine , politiclie e civili eran mirabilmente combinate co' principj di natura e co' suoi piu su- bkmi precetti. Non dimentica altresi il De Simoni in cotal luogo di asserire , die Davide nel suo sal- terio sviluppo ottime regole della legge naturale , che Salomone pieno dello spirito della sapienza di Dio superando tutti i filosoli delF Oriente, al dire di Flavio Giuseppe, detto sentenze e proverb) di etica c di teologia piu che sufficienti ad istituire un iiiusto sistema di diritto naturale , dclle genti e politico , e che il codice sacro e i libri de' Pi-o- feti presentando un cumulo di leggi savissime ap- poiigiate al diritto naturale, resero celebre la ret- ritudine e la giustlzia de' Magistrati della Giudaica Kepubblica , e felicissime le genti che ne erano governate. Entrando il De Simoni a parlare della terza epoca dimostra in primo luogo che gli Egizj colti ed il- luminati, sia nelle scienze ed arti, sia nelle leggi, mentre semevano neir isinoranza e nella barliarie 2;li altri popoli, non poteano a meno di non essere anche goveinati dai veri e genuini principj della legge naturale e della piu sana morale , siccome ne fa fede V avidita de Sapienti della Grecia nel- r istruirsi nella mistica scienza de' loro Sacerdoti , ma piu ancora le lor leggi criminali e di polizia tanto ammirate, se si prescinda dal difetto forsc di una soverchia severita e dall' abuso della pena del taglione. In secondo luogo in quanto a' Caldei , ei vuole che avessero una fonte di scienza morale ne?,li oracoli di Zoroastro , sebbeno ammettessero SUL DIRITTO DI NATURA CCC. 7 r astrologia giutliziarla tanto repugnante co' princlpj della ragione , e V influenza degli astii sugli atti deirumana liberta, siccome afferma che gli Etiopi furon meritamente celebrati dagli antichi storici per le niasslme di somma equita naturale die eser- citavano, non die per la fortezza d'animo, e per le virtu die lianno predicate. Ragionando poi dei Persiani , dopo aver fatta onorata menzione di Giro , tanto celebre per le sue conquiste , quanto rinomato pei principj del giusto e delF equo die ha profes- sati , parla della filosofia morale de' loro maghi , ossia filosofi , delle cure tenerissime che avea^ i genitori della prole , del loro odio ed abborrimento per r incesto e per V ingratitudine , e della loro civile e politica legislazione tendente al bene della societa, e al inanteniniento tra cittadini di que'' saldi vincoli d' amore e di concordia , che assicurano e rafFermano il loro vivere lieto e pacifico. Venendo indi a discorrere degPlndiani, mentre non conviene nelle lodi loro prodigate da Plinio , da Strabone e da Eusebio per la dottrina de' loro Bramini , op- posta al diritto naturale per lo spirito di vendetta che fomenta , per il suicidio che approva , e per la proniiscuita delle mogli die permette, fa conoscere ch' eglino non furon percio digiuni d' ogni giusta idea del niedesimo , avendone dieci precetti ripar- titi ne' peccati del corpo , delle parole e della volontd , ed ammettendo un Dio solo ed unico , adorato sotto allegoric! emblemi come il principio d' ogni cosa. Successivaniente tiene discorso della morale sovver- titrice del diritto di natura dei Galli e dei Celti detestabili per la brutale costumanza de' sagrificj iimani , per T enorme superstizione nel culto delle loro divinita implacabili e feroci , e per il barbaro dispotismo dompstico ne' famigliari giudizj , e delle virtu invece de' Germani , de' Catti , Cimbri , Sciti e Svevi nel serbar la data fede , la carita e la niansuetudine , 1' ospitalita e la semplicita de' piu puri costunii. Per ultimo con altri eruditi rende 8 SACGIO CRITICO STORICO E FILOSOFICO incliil)itata la saviezza de'' Cinesi nella conformita delle loro leggi e costumi , ai precetti del diritto di natura combiiiato colla politica , accennaado a tal uopo il saggio della morale di Confucio per tanti secoli inviolabilmente osservata nella China col riconoscere an Eute supremo iafinitamente per- fetto e creatore di tutte le cose, e la ragione umana come una fiaccola divina, ed un'' emanazione celeste, destinata al governo delle passioni, e coir inculcare Tamore piu tenero pei parenti , la sommessione e fedelta piu devota al principe , e V affezione degli alti^ come elemento della stessa nostra felicita ; onde a buon diritto egli conchiude essere il codice di Confucio la stessa legge naturale riscliiarita ed illuminata dalla ragione medesiraa. Procedendo oltre alia quarta epoca forse la pin luminosa per Tantichita, viene il De Simoni a tener ragionamento de' Greci , e de' loro stud] e progressi nel diritto di natura. La Grecia , egli dice, a cui passo la filosofia deir Egitto, divenne ben tosto la sede delle scienze e la niaestra delle altre nazioni , insegnandosi da' suoi sapienti i doveri delV uomo e del cittadino , ed ogni altro dettame di naturale diritto. Nella Grecia iufatti a' tempi eroici s' insi- nuarono nelT animo colla dolcezza della poesia la mansuetudine e la soavita de' costumi , siccome il provano le opere di Esiodo e di Omero : si detta- rono dai sette sapienti aforlsmi e sentenze sulla legge naturale , s' insegno da Esopo coUe favole e cogli apologhi i priucipj di morale , si fecero sa- vissime ed ottime leggi da Minosse , da Cecrope , da Licurgo, da Caronda, da Dracone e da Soione, e nacquero e si mantennero sempre gloriose le sette filosofiche ed i filosofi , die lianno poi pro- pagato la scienza della morale per tutto il mondo, come lo attestano le dottrine ed i sistemi di Pita- go ra , di Socrate , di Epicuro, di Platone e di Ze- none, e il nome dell'Areopago e delle sette Peri- patetica, Accademica, Scettica, Stoioa ed Epicurea. SUL DIKITTO DI NATURA eCC. 9 Si accennano altresi in codesta epoca rEnclilridion o manuale cli Epitteto , celebre settatore della scuola del Portico, il lilosofo Ammonio ed i suoi seguaci, come Plotino, Origene il Pagano, Porfirio, Jerocle, Sambiico , Plutarco e molti altri vissuti ne' primi secoli deir era cristiana , faceado V autore pruden- temente osservare con Biideo, clie niuno meglio di Epitteto seppe concordare le sue azioni ed il retto suo modo di vivere coUe sublimi e belle massime lasciate nel suo libro, e clie Ammonio e gli altri mentr^seguirono il tanto utile sisteraa d'un'eclet- tica filosofia , hanno contribuito moltissimo a pur- garla da opinioni erronee e malva2;e in cio die riguarda i precetti della morale. Fin qui il De Si- moni ha piuttosto ragionato della storia del diritto naturale , anziche di cpiella del diritto pubblico , a meno che non si consideri alTatto promiscua e r una e Y altra per V idea che V autore sommini- stro di cpiest' ultimo , chiamandolo Y applicazione del diritto naturale ai popoli e alle nazioni , mo- dilicata pero dalle loro circostanze fisiche e morali; ma nei cap. i5.° del tom. i.° e i6.° del torn. 2.° tratta in ispegial modo delP origine e del principio anche del diritto pubblico, e della sua applicazione ne' governi politici e civili singolarmente della Gre- cia ; sicche se da una parte codesti due capi o in- terrorapono il seguito ordinato della storia, o non sono suflficienti a tesserla completamente anche rap- porto al diritto pubblico , non sono percio meno pregevoli , in quanto tendono a riferire I'esistenza del diritto pubblico almeno necessario e primitivo sino alle prime genti del mondo che qualche idea avessero di corpi morali o di nazioni, ed a provare che nelle diverse repubbliche della Grecia, e nelle varie forme de' loro governi ora piu , ora meno si osservarono delle massime conservatrici del diritto delle genti , che furono talvolta violate dalle in- giuste gare e gelosie di Sparta e di Atene, ma piu lO SAOCIO CRITICO STORTCO E FIL030FIC0 ancora dalla politica di Filippo e dallo spirito con- qiiistatore di Alessandro. Quanto piu acciirata , altrcttanto piu estesa ed ainpia si e la storia del diritto di natura e delle genti neir epoca cpiinta , abbracciaiido il De Simoni con essa tutta la legislazione e la lilosofia de' Ro- mani relativamente al diritto di natura e delle genti, ed al governo civile e politico. Le leggi dei primi re di Roma, e quelle specialmente di Romolo e di Nunia sulla patria podesta , sul matrimonio , sul- Fagnazione nelle successioni intestate, sulj^ reli- gione, suirimmunita degli ambasciatori e sulFisti- tuzione de' Fecial! furon le prime , clie togliessero i R.omani in origine barbari e feroci alF empio co- stume delle rapine e delle rappresaglie, rendendoli amanti della giustizia si nella guerra , die nella pace. Cacciati di Roma i Tarquinj , e divenuta ari- stocratica, e poi niista la forma della Rcpubblica, si fecero da' Decemviri le famose leggi delle dodici tavole, clie al dire di Cicerone erano un emporio di fdosoHa , e per sentenza di Tito Livio la vera fonte di tutto il diritto romano, e con queste, seb- hene in gran parte rozze e difettose , si ottenne presso i dlscendenti di Romolo Tosservanza di molti principj del diritto di natura, e delle genti sulla societa conjugale, e sul divorzio, sull'autorita pa- ter-na, sulle pene ne* furti, sulla divisione de'beni intestati, sulle tutele e sulle cure, sul limite delle usure , sulla santita de' giuramenti e sul patrio culto degli Dei. Se non clie le leggi successive ed i Se- nato Consulti, il diritto Commentizio dapprima ar- bitrario ed esclusivo ne' patrizj , e poscia sancito da Augusto come legge, le formole oscure e troppo rigorose del foro, le opinioni delle sette de' giu- reconsulti autorizzati all' autentica interpretazione delle leggi, e gli editti pretorio e perpetuo, i re- scritti e le costituzioni imperiali, posCia rifuse nei codici Ermogeniano, Gregoriano e Teodosiano tol- sero ogni semplicita e chiarezza alia legisl?izione SUL DIRITTO DI NATURA CCC. I I romana, involgendola nella confusione e nel tlisor- dine, e in uii ammasso iuliiiito di leggi , di sen- tenze e di quistioui. In mezzo pero a tanta mole e a tanta incertezza si videro risplendere di soninia equita e prutlenza le leggi di Augusto snl censi- mento, sulle vigesime dell' eredita e dei legati, sul matrinionio , non poche sentenze dei giureconsulti; raolti editti pretorj , T editto perpetuo raccolto e eompilato per ordine di Adriano, ed anche le leggi di Marc'' Aurelio , che porto sul trono colla virtu ogni filosolia iiaturale, politica e civile, lasciando un moiiumento perenne del sno sapere nelV opera delle Riflessioni morali e politiclie , scritta da fi- losofo tra le cure gravissime del vasto suo impero. Ma era riserbata piuttosto clie al genio, alia vanita e alio spirito intraprendente di Giustiniano la vera riforma della giurisprudenza romana, onde acqui- stando ovunque fama e rinomanza , divenisse la legge universale di tutti i popoli e di tutte le na- zioni. Fu infatti sotto F impero di questo principe, che si compile in un sol anno il nuovo codice con- tenente tutte le costituzioni impcriali, editti e re- scritti dei tre codici Gregioriano , Ermojieniano e Teodosiano , clie si diedero in luce a profitto degli studiosi di giurisprudenza le tanto famose istitu- zioni cosi ben ordinataraeute esposte, clic comparve la grand' opera dei Digesti o delle I'andette fatta suir ordine delT editto perpetuo, e fondo ricchis^ simo di principj e di massime di giurisprudenza universale , e che finalmente si pubblicarono le novelle , ossia particolari costituzioni e decisioni di Giustiniano stesso per dar compiniento a quel corpo di legali dottrine, che e lo stesso diritto natarale fipplicato e modificato alle civili societd , isthnti e stati politici ^ e che e tuttavia una fonte purissima d' interpretazione d' equita e di ra2;ion civile pei tribunali e pei giureconsulti. Ma decaduto F Impero Romano (e qui comincia Fcpoca sesta), tolta ogni disciplina nelF amministrazione della giustizia, ed I a SVGGIO CRITICO STORICO E FILOSOFICO invase le sue floride provincie dai popoli del Nord detti barbaii^ forse dal pregiudizio e dalF orf!:oglio di chi viveva sotto il cielo avveuturoso deir Italia e della Grecia, decaddero anche le leggi romane, sebbene valessero a temperare il rigore e la ferocia di quelle de' conquistatoii. Ne e a dirsi percio die gli Unni, i Goti, i Vandali, i Longobardi, e tutte le altre nazioni dominatrici delV Europa la ritor- nassero alia prima barbarie ed ignoranza nelle no- zioni del diritto di natura, avendo essi rispettati i trattati di alleanza , adottato un diritto civile ra- gionevole, ed ua sistenia le molte volte conforme ai principj della ragion naturale, come lo provano Feditto di Ataulfo e la pieglievolezza di Alarico nel roantenere tra' Gpti il codice Teodosiano ed altre leggi romane , il codice de' Visigoti , die ri- donda delle loro dottrine, il regno di Odoacre che non ebbe il coraggio di abolirle , e le virtu di Teo- dorico die raccomandando ai siiudici ed ai maaii- strati lo studio e T osservanza del diritto romano non le modifico die per i Goti , ed infine il si- sterna di Alboino di volere innovar nulla , ma tutto conservare tra' Longobardi , il x:lie avvenne sino air epoca del re Pvotari VII e de' suoi sncces- sori , non die di Carlo Magno , il primo de' quali ordino il codice delle Longobarde leggi , e gli altri le ampliarono con aggiiuite ed addizioni trascurando affatto i codici e i libri di Giustiniano. Carlo Magno, die dopo tre secoli fece risorgere r inipero d' Occidente , e die in mezzo alia barbarie d' Europa spiego il carattere glorioso di fdosofo , di legislatore e di con([uistatore , segna T ultima epoca nella storia del De Simoni pel risorgimento, e per la coltura del diritto naturale e delle genti , perclie egli si fu die confermo ed accrebbe co'suoi capitolari le prime leggi Longobarde , die permise a' suoi sudditi di attenersi a lor grado alle leggi Romane , piuttosto che alle Francesi , e die fece ottime istituzioni spettanti al governo civile, politico SUL DIRITTO DI NATURA CCC. 1 3 ed economico cle' suoi stati , e quel clie e piu die- de origine a quel Corpo universale diplomatico del diritto delle genti, clie contiene massime e principj sui varj trattati di alleanza, di pace e di navigazione. Tutto cio non pote essere de' suoi suc- cessori, sotto il di cui debole impero si fortified il feudalismo a danno della giustizia e dei diritti della sovranita , e vernier raeno le leggi , dappri- ma tanto rispettate. Ma da qucsto tempo in poi sine al regno di Carlo V serba intero silenzio lo storico suile leggi e sui principj di diritto naturale e delle genti ; ne si ha piii 'che la narrazione di fatti e di avvenimenti del tutto politici con una viziosa digressione sulla repnbblica di Venezia e sui governo federativo, tranne pero quelle clie Tau- tore va discorrendo delle leggi della prima, e dei principj, su quali venne costituito il secondo. Dopo aver cosi in succinto esposta la parte sto- rica , spogliandola di tutte quelle narrazioni che air indole dell' argomento sono aflfatto inipertinenti, ragion vuole die si risguardi essa imperfetta e difettosa tanto per la qualita delle narrazioni stes- se, quanto per il metodo nel farle. Se le une sono scritte con istorica verita e con ampiezza di co- gnizioni e di notizie, non pongono pero sempre in luce i principj del diritto naturale e delle genti riconosciuti dai popoli e dalle nazioni , e successi- vamente applicati alle loro leggi ed istituzloni , sic- come lo scopo deir opera pur volea: se V altro sod- disfa in c[uanto richiama alia memoria i grandi av- venimenti del mondo e le gesta delle piu celebri nazioni , non e percio aflatto lodevole frammischian- do con soverchia intemperanza la storia universale a quella speciale del diritto di natura c delle gen- ti , e rendendo secondario e sempre meno impor- tante V argomento , che esser doveva il primo a trattarsi. In codesta storia poi si ricerca invano, anche implicitamente , la oygine ed i progressi di quel corpo di dottrine , e di quella seric di verita. 14 SAGCIO CRITICO STORICO E KILOSOFICO die clcvarono col volgcre degli anni il diritto na- turalc e delle genti al grado di scienza ; il clie pure potrebbesi attribuir a difetto deir autore , se non si ainasse meglio credere clie fu suo scope particolarc il dimostrare soltaiito T applicazioua deir uno e deir altro anzi che il lore perfeziona- mento. La critica , clic sviggeriscc i canoni per T inve- stigazione del vero nelle cose passate, e cbe guida lo storico nelle tenebre dei secoli per toglierlo al- I'oscurita, in cui piii che la lontananza de' tempi, r interesse, Ic opinioni e la fallacia delle tradizioni il ravvolgotio , e iin elemento troppo necessario ai caratteri della storia perclic fosse dalP autor no- stro trasandato o posto in dimenticanza ; egli si giova moltissimo di un tale snssidio nelle gravi quistioni, che nel corso della sna storia si presen- tano , e noi in cio dobbiamo essergli cortesi di tutta quella lode che si e ben meritata. E corae infatti non discorre egli da sagacissimo critico sui frani- menti di Sanconiatone, sulla Cosmogonia di Bero- so, e sulla storia di Manetone Eglzio , dichiarando clie tra queste T unica vera si e la Genesi di Mose , anche perche le altre direttamente o indirettamente da ([uella venner tolte e copiate, o si riguardi T e- poca in cui suppongonsi scritte, oppure la qualita delle dottrine che vi furono insegnate? Come non rivendica la verita del diluvio universale coir au- torevole testimouianza di Giuseppe Ebreo , di Ni- colo Damasceno, di Abidino, di Luciano, di BiitFon , e di molti profani scrittori, 1' autenticita dei libri di ]\Iose , di Giol)be e di Giosue , e la virtu di Davide contro le calunniose imputazioni del Bayle? E non e egli critico , se con giusto raziocinio prova r origine primitiva tanto contrastata dalle leggi delle dodici tavole nel successivo loro passaggio dagli Ebrei agli Egizj , e dagli Egizj ai Greci ed ai Rom;ai)i , la niaucauza iV ogui Icggc scritta nel regno di Roniolu , i buoni oostumi de' German! SUL DIRITTO DI NATURA CCC. l5 contro ropinionc di Cesare , la falsita delle accuse di Procopio contro T iniperatore Giiistiniano , e della taccia di barbarl ai popoli del Norcl, ed alle loro ieg-ffi dorainand ne' Codici dei Goti e dei Longobardi ? Moiti altii escnipj di fina critica e di somma eru- dizione si potrebbero qui trarre innaiizi a maggior vanto dcir autore ; ma basti il fin qui detto a di- mostrare , clie il De Simoni possedeva assai bene Parte della critica onde accrescere , come accrebbc con essa il pregio della sua opera considerata an- clie nel merito della storia. Veniamo ora alia terza parte delP opera del De Simoni per conoscerlo anche come filosofo. Nulla si dira in questa delle idee antiche e men die vere e precise dalT autore esposte nel capo I, torn. I snip indole e sulla natura del diritto natu- rale delle genti, ritenendo egli con Cicerone e con altri innato ed istintivo il diritto di natura (i) non dissimile dalP etica per le materie de' doveri anclie morali clie vi coniprende , ed identico col diritto delle genti , chiamando il primo la legge natarale de^ privatl fondata sulla natura dell' uomo^ ed il se- condo la legge naturale delle societd cwili e politi- die , ossia lo stesso diritto di. natura applicato alle azioni delle nazioni e dei popoli tra loro (a) ,• ne si fara cenno tampoco delle superflue quistioni clie propone , e clie tratta nel discorso di proemio, se il diritto di natura doe csistcsse andic ncllo state di perfezione naturale o teologica^ e se Dio potesse farlo diverso da quello die e prcsentemente ^ essendo ma- nifesto gia per se assai piu clie non occorra dimo- strarlo, essersi con cio P autore non eniancipato dai lilosolici pregiudizj sulle idee innate , c sull' i- stinto del giusto e delPonesto, aver se non cono- sciute , disdcgnatc irragioncvolmentc le distinzioni (i) Pag. oB, 09 e i>c , tuui. I. (2) Pag, 2c6 , toai. J, l6 SAGGTO CRITICO STORICO E FILOSOFICO che siissistoiio tra Tetica e la morale, e il diritto naturale secondo aache le idee di Gundling e di Gerhard, aver egli confuse T origine e la base del diritto di natura e delle genti che sono vera- mente comuni coi principj e colle teorie loro tanto differenli nella pratica e nelF applicazione, ed aver in fine messe in campo assai inopportunamente delle quistioni o teologiclie ed affatto estranee air indole delFargomento, o da ogni ombra di utilita per 1' ar- gomento stesso lontane ; sicche ne giova meglio , ed e assai piu convenevole per non dir cose che rechino difetto alia fama delF autore , lo esporre quanto egli penso e disse suU'esistenza del diritto naturale provata contra all' opinione dell' Obbes e dello Spinosa sul preteso stato naturale e solitario di Platone , di Locke , di Rosseau e di altri sul- r origine della proprieta civile , e del potere rea- le , sul suicidio e sul duello , non che sulle leggi e sulle costuaianze degli Egizj , dei Persiani , dei Germani , dei Chinesi , dei Greci e dei Romani , ed anche su quelle dei Goti e dei Longobardi (i), essendo piu facile in tal guisa di poter giudicare con fondaraento del suo valore filosofico. Intorno all' esistenza del diritto di natura, prova il De Simoni che egli e legato coll' intelletto , colla ragione e coll' essenza dell' uomo , e che se per avventura veggansi alterate codeste facolta, non percvo vengono mai meno i principj della legge naturale , che ne e lo sviluppo e la conse- guenza ; onde siffattamente ragionando nientre ri- prova r opinione di Epicuro, di Pirrone, di Spi- nosa e di Macchiavelli , che negarono il diritto di natura, dimostra pur l' errore di quelli che lo fon- darono o sulle istituzioni politiche , le quali il presuppongono o suU' utilita per distruggerlo e (I) Pag. 6 , 32 , 33, 42, io5 , i35, 180, 191. Tom. I , pag. 87. Tom. II , pag. 9 , 10 , II, Sa. Torn. Ill , pag, Sg c eegueati. Tom. IV ed ultimo. SVh DIKITTO DI NA.TUR\. CCC. I7 rovesciailo, coucliiudendo che la legge naturale non pno a iiieno di non esistcre per la direzione e con- servazione deir umana natura. Coti eguale criterio e discernirnento dicliiara egli poi poedca, bizzarra e romaiizesca V idea d' uno stato puramente natu- rale , isolato e selvaggio deir nomo , giusta gli strani pensamcuti di Platone , di Senofonte, di Rousseau, di Locke, di Filangieri e di altri , e se da una parte convince colla verita della storia clie vi e contraddizione in supporlo , dalFaltra non tralascia colla forza del raziocinio di provare che lo spirito di sociabilita , siccome il risultamento dei biso^ni fisici e morali delF uomo , di tutte le sue incliuazioni , afletti e passioni, e persino delle cir- costauze , tra cui anche primitivamente si sara ri- trovato , non potea a nieno di diffondersi e farsi sentire iielle prime famiglie , le quali popolarono il gloho , e poscia lo divisero in tanti popoli ed in tante nazioai ; ma non pero ei fu cosi felice ne' suoi ragionaiuenti sulP origine del diritto di })roprieta , posciache ripetendo i tanto noti argo- menti del Pullendorfio che la dichiara di, umcma istltnzionp. per non aver data la natura che V uso delle cose , e non gtd una dtstbita e jxtrticolar proprietd suite medcsimc ^ o non iscioglie la quistione vera- ijiente giuridira, o dimostra tutt' al piii il consoli- damento , la perfezione e V utilita del diritto di dominio nelio stato socicvole. In ordlue altresi alia questione sulP origine del regio potere il De Simoni all' appoggio della sto- ria , deir autorita di Aristotele , di Cicerone, di Sallustio, di Tacito e di Tito Livio , non che di niolte ed assai probabili ragioni, stabilisce per co- stante verita, che il primo ed originario sistema d' ogni governo politico si fu il monarchico , di- chiarando in cio Y errore di Rosseau e di altri politici che or la democrazia, or T aristocrazia vol- lero per forma primitiva , e riguardando affatto niptalisica ed impossibilc ad avverarsi la sognata Jnhl Itnl. T. XXXI. 2 I§ SAOCIO SrOHICO CRITICO E PILOSOFICO lepuljblica ill Platone. In tine rispetto al suiciclio e al duello satgiameate liprovn e cnndaima si Y uno die r altro , irovando il primo ripugnaiite e coii- trario ai precetti del diritto di natura, perche non puo ruomo attentaie a' suoi giorni, seuza arrogarsi mi diritto cIk; non gli compete, seiiza far onta gravissitna alT Essere Siiprenio e benefico die il tece e lo conserva, e senza niostrar debolezza e prostrazion d'anirno, ove da impeto briitale e dispe- rato si lasci trasportare a cotanto delitto ; e dichia- rando il serondo iin abiiso della ra2;ioii naturale proprio soltaiito delle selvagge nazioni , uii fan- tasma di falso oiiore e di superstizione die disoaora r intendimento umano, ed un barbaro pregiudizio mentevole delle peiie del delitto. I\Ta a tutto do qiiante savie e ben ponderate ri- flessioni non aggiiigne il De Simoni intorno alle varie leggi de'popoli, die si pone ad esaniina- re ? Cosa iiou disse egli della legge di Amasi tanto utile a bandir T ozio dair Egitto, della pena troppo severa con cui vi si puniva V adulterio , del ta- glione per la calunnia, della niorte per qualsivoglia omicidio, della poligamia, e delle nozze tra fratelli e sorelle per condannar quelle, e dicliiarar tpieste non affatto contrarie ai dettanii della natura ? E come non fu ingegnoso nel provar se non giusto , alnieno politico il castigo degF ingrati presso i Persiani , e r azione giudiziaria, die contro di essi potea proporsi, ad oggetto di mantener sempre vivo il dolce isiinto della bcncficenza senza die ne pati- sca il suo nierito ? E con cio non seppe rivendicar per una ]iarte la morale de' Chinesi dalle imputa- zioni de' suoi detrattori, commentando acutamentc 1 precetti di Confnclo e le loro piu savie leggi, e dimostvare per V altra Tingiustizia della punizione dei padri pei delitti de' figliuoli , la snperstiziosa c fanatica ipocrisia de' loro Bonzi corrnttrice d' o- gni buon costume e dei veri insegnamenti della natura !' Se non die assai piu rilevanii sono ic SUL DIRITTO ni NA.TUKV CCC. I9 considerazioni che fa V autore sulle leggi ue' Ger- maai, de' Greci, de' Romani , de' Goti e dei Lon- gobardi. Egli prova iiifatti che i Germani furon nemici deiradulterio, ponendo il marito nel diritto di uccidere egli stesso la nioglie infedele ; che I)romossero il matrimonio togUeudo la maggior parte de' civili diritti ai celibatarj , e che non permisero la poligamia se non per privilegio di nobilta; che i Greci si resero celebri ed imiiioriali singolarmente per le famosc leggi di Licurgo siiiT eguaglianza dei beni , suir economia domestica , e sulF educazione della prole, e per quelle di Soloiie, clie proibiro- no ogni schiavitu per debiti , die tolsero la pena capitale agli oziosi , ed ogiii obbligo nei ligli di alimentare i parenti trasciirati della loro educazio- ne , e che interdissero agli srostiimati e libertini ogni esercizio di pubblica adunanza o magistratu- ra ; che i Romani gettarono le prime fondamenta di una universale legislazione colle leggi tanto ce- lebrate delle dodici tavole , in cui alia sapienza di Solone e di Pitagora tutta si nni la bonta e Y u- tilita delle istituzioni di Numa e di Servio TuUo , gloriosamente poi compieadola coUa pubblicazione de' Codici di Giustiniano , che rcstano a perennc memoria e a monumento indelebile deir antica glo- ria di ([uel popolo sovrano , e doiuinatore del mon- do ; die per ultimo i Codici de' Goti e de" Longo- bardi non furon sempre barbaii e sempre rozzi , lasciando a' conquistati le proprie leggi, difendendo la debolezza del sesso colla tutela , proscrivendo la contisca, e pronmlgaiido i priiicipj della piii ra- gionevole toUeranza religiosa ; sicche se tajl leggi non poterono a meno d' essere iufette in gran parte da' vizj de" tempi , non e percio die elleno non fossero talvoka conformi ai principj di natura , e assai utili e giovevoli all' Europa , die a que' di in cosi misere circostanze si era avvenuta. Pongasi termine adunque a codesto articolo col pin vi\'o desiderio die altra pcnna iialiana einpn- ao sAGCio STORico CRiTico, ecc. dando i pochi e lievi difetti che andammo riscou- trando nelF opera del De Simoni tntta iiitera ne porga e ne dimostri in un colla storica serie dei fatti anclie la orig;ine , la formazione , i progress! e lo stato (lella scienza del diritto di natura e delle genti , perche niuna esatta cognlzione piu manchi in cio, che e la base primitiva d' ogni studio mo- rale , e il pill solido fondamento di tutta la Giu- risprudenza. DI VINCENZO LANCETTI . a3 dimostra uno de' moki sbagli ne' cjuali cadde I'Arisi, di cni si ha la Cremona liberata in tre tomi in fo- 2;lio. Faticosa e forse troppo estesa e la storia della fami2;1ia Cadolini , sebbene di recondite notizie sia ricca. Ma V articolo che in tutto questo quaderno ci pare piii osscrvabile si per Tesattczza c pel giu- dizio col quale e scritto, come pei Innii die sparge intorno alia storia di iin celebre vescovo e scrittore del secolo dnodpcimOi si c qiiello che parla del ce- lebre Sicardo , de' cui viaggi , degli soritti e delle azi'oni largamente e con scelta erudizione vi e ra- 2;ionato. Non nieno bello giudichiarao T articolo di Polidoro Caldara detto il Caravaggio, dal nome della patria (che e nella diocesi di Cremona), le cui pit- ture rammenta si con le parole del ^'asari, come con le testimonialize di pin altri scrittori. Ne' rima- nenti articoli non ci e sembrato di trovarne altro degno di particolar ricordanza che quello dei Calvi nella parte in cni e parlato del dott. Giovanni, che fn professore a Pisa , e quello dc' Cambiaghi per Finedita orazione che vi s' inserisce recitata da Cri- stoforo Canibia2;o nella dicta d"Au2:usta allapresenza dell iniperatore Federico IV iiel giugno del 1474, in favore del duca di Milano Galeazzo iMaria Sforza; la quale lautor trascrisse da un codice delFAmbro- siana. 11 quaderno iinisce con un franmiento delF ar- ticolo spettante alia faniiglia de' Camisani , che ci duole di vedere cosi tronco c imperf'etto. Gli altri nomi in questo fascicolo registrati costeranno forse maaisriore fiitica , come akra volta abljiam rilevato , perclie tratti la maggior parte dalie \ ecchie perga- mene o da simili veraci, ma incomode fonti, e non soddisferanno forse alia niaoiirior parte de'lettori, quanto i sopraccennati; lo die per altro e indispensa- bile e caratteristica qualita di questa sorta di opere. Ben confessiamo che tra codesti nomi a noi pare che parecchi avrebbero potato sopprimersi senza pre- giudizio deir opera. Ma ad un che scrive de' chiari ^4 BIOGRiVFIA. CREMONESE, CCC. iiomiiii (lella sua patria, e che deve icmere di V€- nir biasimato piu facilmente dell' averne ignorati o taciuti alcuni , clic di aver troppo scritto , clii puo stabilire un confine? 11 Mandosio, il Giovio, TAllo, il Th'aboschi stesso , e quant"' altri scrissero e scri- veraiino di siil'atte biograile locali , urtarono e do- vranuo urtare inevitabilmente in siffatto scoglio. Chi le scrive nou puo, ne deve dimenticarsi di alcuno; chi le legge ha da saper fermarsi colF occhio dove il suo gusto lo guida, e scorrer oltre sul resto che avr^ esso pure i suoi lettori , e che sarebbe sfata una g;rave mancanza non inserirvelo. at Blografia Crcmonesc , ossia Dizionario storico delle famiglie e persone per qualsivoglia titolo memora- bill e chiare spettanti alia cittd di Cremona dai tempi pill remoti fiiio all' eta nostra. Di Vincenzo Lancetti , direttore ecc. Volume III. — Milano , 1822, tipografia di Comjnercio. Un fascicolo di pag. 96 , in 4..° ± ARLAMMO gia due volte di qiiesta fatica del sig. Lancetti, in occasione die ne vennero puhblicati i due primi volumi ; e in mezzo agli elogi di cui fu trovata pur meritevole non tacemnio quelle cri- ticlie avvertenze clie ci parvero convenevoli. Appe- na uscito nelV agosto dello scorso anno il presente primo quaderno del terzo volume , col quale inco- mincia la serie de' nomi deglillustri Crenionesi d'ogni tempo comincianti con la letteia C, fummo impazienti di scorrerlo, e ei rimase vivissimo desiderio di veder- ne sollecita la continuazione. Ma un anno e oramai valicato seaza clie altro ne sia comparso, e ci duole di avere udito, che sebbene Tautore non solo tenga m pronto tutto qucsto terzo volume, ma gran parte de'seguenti, abbia presa la risoluzione di non fame altro. A dir vero la novita di aver messo fuora sol- tanto un quaderno ci avea fatto nascere sospetto che qualohe possente e se2;reta cagion vi covasse , e questa cercammo d' investi2;are , e crediamo ora di aver trapelato nella lettera circolare agli associati, che lo stanipatorc ha posto sulla coperta del qua- derno stesso : e pensiamo oggi di non ingannarci dicendo esser essa press' a poco quella cagion me- desima , di cui si fe' cenno quando parlammo del sesto fiiscicolo delle famiglie illustri d' Italia pub- blicato dal chiarissimo conte Pompeo Litta. Alcune 22 BIOGRVFIA. CREMONESE , CCC. espressioiii di qiiolla circnlare danno liiogo a snp- jjorre clie anche al sio;. Laiicetti sieiio iiiancati pa- recchi associati , forsc petclie trattasi di opera di lunga leiia e di (|ualclic dispendio , o forse per vo- lubil capricrlo , o per altro non meiio ignobil mo- tivo. Clieccliessia di cio, che noi non voglianio ap- piuar pill (he tanto, ci limiteremo a dire alciine parole sugli articoli in questo fascicolo contenuti che ne senibrano pin uotabili. Omniesso cio che sotto il cognome Caccia dice Tautore intorno alia probabile derivazione di moke l"anii2;lie si Cremonesi che Piacentine da uno stipite degU aiitichi Ronsani , argoniento che noi crediamo non pqr anco abljastaiiza ilhistrato ne dai passati , ne dai moderni archeologi, non possiamo trattenerci dal riportare il segnente proemio , col quale entra a parlare del dottore Alessandro Caccia. « Le me- » morie de'buoni, dic'egli, sono sempre il migliore » ornamento de' hbri storici ; ed e pur dolce per » uno scrittore il sentirsi destinato a conservarle. » lo conobbi di persona molti anni il dottor Ales- « sandro Caccia ; fu egli Y amico , V incoraggiator >» de' miei studj , il medico del la mia iiniiigliuola » crescente, il compagno di molti passeggi, di cui « mi ricordo ancora con riconoscenza il vantaggio. "» Quest' uomo picno di dottrina e di ci'iteiio, e assai X pulito scrittore , era di poche e non bene ordi- » nate parole. Ma V esempio suo e le azioni ave- •» vano una eloquenza assai mag2;iore che quella di » una faconda e ricca favella. Egli taceva ogni di » qualche bnona opera ed ogni cura ponea che sa- « puta non fosse. 11 suo animo era mite , il cuor » tenero , ecc. » II ragguaglio tlelle opere del dott. Caccia trovasi esposto con opportune e belle avvertenze, No'n men dili2;ente e il successivo ar- ticolo ov' e parlato di Claudio Caccia , delle sue opere e delle sue medaglie. Curioso e condito di giusta critica e V articolo del Caceta , ove T autore STAMPATOHE'tlBRAlC , eCC. I'J non che di facilitare agli artisti e a^li amatori delle belle arti Tacquisto d'un' opera ad essi importante: e cio puo esser vero, se intendasi pero non disginnto dairinteresse librario; e clie se e permesso ai Fran- cesi di ristampare le opere degl' Inglesi, degli Spa- gnoli, degl' Italian! ecc. e reciprocamente a questi le opere di quelli, dev' esser lecito anche ai Toscani di ristampare le opere dei JMilaiiesi, dei Piemontesi, dei Modenesi, dei Lucchesi ecc. e a questi le opere dei primi; e con cio viene a considerare i varj Stati d' Italia, die sono a contattornno delTaltro, e racchiusi dentro poclie leghe di cirronferenza, come se fossero divisi per lingua, per indole, per co- stnmi , per interessi e per distanza, quanto gli Ame- ricani dai Tedeschi o dai Polacchi. Oltre a cio tenta di provare die la ristampa era permessa in questo caso anclie dalP equita naturale, perdie Tautore non ne resta pregiudicato, avendo gia esaurito la sua edizione, e perdie non puo dirsi, a senso suo, ristampa propriamente quella ove sono stati* cor- retti non poclii errori, ed aggiunte alcune note, e die e inoltre d'un costo considerabilmente minore della prima. Tali sono le principali ragioni die allega in suo favore il tipografo Batelli; ma quel che e pill singolare si e die egli ha fatto cio pubblicando un voto legale emesso a favor suo dai sig. dottor Benedetto Perugini. La novita della cosa avendo fatto nascere nel sig. avvocato L. Gol- lini, uno dei nostri collaboratori, il talento di emet- tere un voto legale opposto, noi crediamo die in grazia dell' importanza delP argomento (*) e del (*) L' argomento h importante per le g'lornaliere violazioni die si fanno al diritto di proprieta degli autoii , che esser do- vrebbe sacro pei* tiuti i popoli inclviliri. Per non ditfonderci ia citazioni, uoa ne allegheremo altro esenipio , die la stampa che h stara annunziata eseguirsi in Parigi delle grandl tavole anato- iidche del celebre professore Mascagni; il quale avendo speso grandissiaio tempo , applicazione e danaro ia preparare quel- I iasijne lavoro , sewbl-ava che, se la moi-te invidioM aon 28 PENSIERI d' UN VECCHIO niodo scelto dal sig. Batelli per sostenere la sua causa, sara permesso per questa volta all' Antologia di pubblicare V acceiiiiato voto contrario. Esso e il segueute. X. (c Che Vincenzo Batelli re/ida lui servlgio eminente alia classe degh artlsti^ e in generale atico agll ama- tori dclle belle arti, sia pur tanto chiaro, quanto lo sostiene il sie. dott. Benedetto Perusiini. « Ma die sia lecito a un tipografo di appro priarsi le fatichc cC un autore straniero , e di entrare a parte cosi del henefizio die spettava interamente al proprie- tario deir opera, questo e quello die non maiidie- raniio di iiegaie gli editori milanesi; e alia loro negativa non manchera in Toscana dii presti favo- revole assenso, contro il voto dello stesso signor dott. Perugini. (c Anco questa e una delle tante questioni nelle quali non si deve avere in conto quello die si fa, ma bensi qutllo die dovrebbe farsi: o per dir mcglio non vuolsi prendere in esanie quello die si fa se non per giudicarne, e per niisurarlo snlle regnle di quello die deve farsi , e per contrapporre lascio ad essa cpj^liere il frutto delle sue tante vigilie , fosse giusto aluieno die il cogliessero i suoi legitriiui eredl ; contro la niente dei quail , aazi con loro grave pregiudizio , e abu- sando della loro buona fede, non clie con iscandalo di tutti i buoni, si intraprende in Francia da un Italiano la pubblicazione di quelle tavole , meutre una edizlone contemporanea se ne sta farendii in Pisa a pro degli eredi uiedesimi coUa direzione del celebre sig. professore Vacca, e coUe cure del beiuniiprito tipo- grafo sig. Gapurro. Del resto gli autori italiani haiino veduto tutti con piacere la privativa clie il celebre sig. Angelo IMai iia ottenuto dalla sa- viezza e dalla giustizia dei goverui per la sranipa dei libn della repubblica di Cicerone da lui recenteuieute scoperti. Essi riguar- dano questa concessione come un primo passo fatto a vantaggio della proprieta delle produzioni d ingegno , e sperano che po- tra estendersi per mezzo di convenzioni reciproche e generali a beneficio ancora di tutti gli altri. X. 2'o Pensieri d lui vecchio Stampatore-lihraio iiitoriio alle proprietd letterarie ed alle ristainpe , preceduti dal- V articolo ' e le^a: e quiiidi i corsafi della lettciaiura ( chtr tali van cliianiati e cliiamcro scinpie gli assalitori e rubatori delle ])roprieta letterarie ) coatiniieratitio , forse anclie con pill ardire , a faie le loro scorrerie, ed a pre- dare quaiido clic sia le sostanze or di questo , or di quello. Paragonati essi ai veri corsari barbere- sclii, soiio anche plu detestaliili di qnesti , perche lion esposli ai perigli , ma sicuri sempie di poter nibaie impunenieute. E sicconie , coiitiuuaiido il par.igiMie , non si e estirpato iiiai il fl:igello alFri- cauo ad oiita dei tanti claniori e piatiti delTUma- iiita , perclie sembra che le Potenze earopee non sieno ancora tutte cP un egnal sentimento o volonia sii qu'-sto punto ; cosi ne pure il flagello italiano ohe di coiitinuo colpisce le proprieta letterarie , non cessera se i Principi dAV Italia non sieno de- tcrminati a volerlo iiiterameiite distrutto , e non facciano uniti d' accordo a tavor di tutti (jucUo che ne prinii tempi della stampa praticavano a favor di poclu letterati o tipograli , ai quali gra- ziosamente accordavano privilegi csclnsivi nc loro Stati , ancorche essi letterati e tipograli fossero fo- restieri e stabiliti in altri paesi. Alto benetizio sa- rebbe questo per le lettere : esso servirebbe. ad aiiiinarle e a dare loro quello stabile conforto che in Italia non lianno mai conseguito. Metitre sono scorsi tre secoli e piir che un tal benelicio si sta sospirando da chiunque trovasi esposto alle accennate piraterie, non ancora le di- verse qiialita di queste si sono ben definite e di- stinte. Gercliero io di far cio , dando a ciascuna il suo giusto peso : imperocche egli e vero clie sono tutte dannose alle altrui proprieta, ma quali pill e ([uali ineno. i.*^ M sommo grado di letteraria pirateria pongo la ristainpa d' uii libro <:he porta la data stessa STAMPATOKE-LIBK.VIO , CCC. 33 del luogo in cui fu irnpresso la prima volta , c cosi quella dell' anno e dello stampatorc , ed e nclla stessa forma , ma con diversa qualita di carta e di caratteri, inferiori assai a quelli deiredizione originale , e di piu iinbrattato da infiniti errori si di stampa che di sense: onde il tipografo corsaro , che niiin premio ebbe a darne alT antore , e di molto si avvantaggio nelle spese della carta e del lavoro , e risparmio interamente la spe9« della cor- rezione , pone il libro ad nn prezzo molto minore di qnello della prima edizione , e, in confronto di questa, facilita lo spaccio della sua notabilmente ; pregiudicando cosi in due modi al proprietario del- r opera : neir infi^resse cioe , perclie la falsa edi- zione impedisce 1' esito della vera, e nella fama , perclie potrebbero venire attribniii a lui gli errori e di stampa e di senso , doni soltanto della pira- teria. Tali ristampe, a cui si da il nome di contraf- fazionl , ossia falsilicazioni , poco dissimili , non neir effetto , ma nella sostanza ,'* da quelle della moneta , fortunatamente in Italia sono assai rare. 2.° Non cosi le ristampe colla data del luogo in cui vengono eseguite , le qnali sono comnnissime. e tutto il giorno quasi se ne vede aununciata qual- cheduna o nelf eguale , o in piu piccola forma deir edizione prima. E lungi die il corsaro abbia riguardo ai legami di commercio che talora tieue con clii ife daaneggiato, o tenia di essere tacciato di violata proprieta altrui , e qui.idi cerchi aluieno di nascondersi sotto una delle consuete false date die lumno il qualificativo alia inacchia, indicante appunto il nascondiglio de' ladroni , egli se ne gloria anzi pubblicainente , e coir*allcttativo del buon uiercato , da cui tanti vengono in^annaii, e per esso poco s' arrestano a coiisiderare il pregio dellc edizioni , senza stimolo alcuno di riputazione , r guidato soltauto dairavidita del guadagno, sparge per tutta l" Italia il lilno deprcdato: onde per T or- dinario accade che la linLainna vicnc molto prima IJihl. ftal. T. XXXI. o 6s. PENSIEKI D UN VECCHIO esitata deiredizione originale, e da cio il proprie- tario spesso peide il coraggio di eseguirne mi'altra. E cosi comuiie questa pirateria , e se n e fatto talmente Tahito, clie coloro stessi chela commet- tono non s' avvedono che sia un male , se forse noil la tenoano anche per cosa lodevolissima. In ([uesto sarebbero quasi da assomigliarsi ai Caniiibali die, non tocchi da alcun ribrezzo, tripudiano fe- stevolmento nel niangiaie la carne uniana : tanta e la forza delF avvezzamento anche nelle cose le piu orrende ! E ben vero pero che i nostri Cannibali non fan banchetto delle membra dci letterati, o dei proprietaii delle Opere , ma si accontentano di succhiarne soltanto il sangue. n 3.° II terzo genera di pirateria , che sembra in- nocente, ma che nnoce anch' esso non poco , si e quello delle ristampe che s' inseriscono nelle Raccolte di Opere varie, le quali non sempre si vendoiio tutte unite. Anzi (juanto e piu eminente il merito di un Opera di proprieta altrui, tanto piu r ingordigia del corsaro raccoglitore trova il suo con to a ristamparne un maggior numero di copie a parte, che colla mira apparentemente onesta di accontentare il desiderio del Pubblico ofl're a tutti in vendita separata. 4.° Tien dietro alle tre suddette la pirateria renixo che ricevono; ed intanto siffatte produzioni, che per lo piu non vengono che da teste riscal- date , o di poca levatura , se non formano la ro- vina del troppo credulo compratore , recano soli- tainente a lui piu danno che protitto. T«tto cio lio dctto per ribattere il titolo di tiraiuii che > i cjuali , ordinariamcnte , s ^ggiungo io , soao quelli che piii studiano , anche per la ragione che hanno piu bisogiio degli altri. di farlo. E ne conviene si Ijene , che giugne ad assolvere e perfino a riiigraziare il Tipografo-Gorsaro per la ristampa cV eseguisce in Firenze, la quale, ei dice, gli/o- cilita V acqaisto della belU Opera clie qui in Milano si stampa, intitolata Costume antico c moderno ^ di assoUita proprieta del sig. dottore Giulio Ferrario. Ma poi., (illontanaiulosi dal suo interesse e ammet-' teiido la gitistizia anche contro di se stesso , riassume il suo voto di condarnna , e il corrobora con ua iino silloglsmo , che fa onoi-e alia mente sua ed alia sua rettitudine , ma che per nulla accetto sa- rebbe ai poco facokosi che provveder non si pos- sono deir edizione milanese , se in grazia di esso sillogismo cffettuata non venisse la ristampa fioren- tina ; indi, nel conflitto che restar possa sconsolato il Pubblico , o il Prnprietario, decide egli a favor di quest' ultimo. Ed io pure nel niio cuore decido a favore del sig. Ferrario : se non cho vorrei che aperta fosse una sicura via di mezzo da poten accontentare a un tempo e il Pubblico e il Pro- prietario. Tale vi;i ognun la vede , ma non si potra niai prendere fmo a tanto ciie non abbia esistenza la legge che accennai , concernente le proprieta let- terarie , desiderata anche dal sig. GoUini , la quale sia comune a tutta V Italia. Potrebbe essa le22:e conciliare appunto i mawgiori vantaggi del Pro- prietario col minore discapito del Pubblico. E quindi nel caso delP Opera del sig. Ferrario , o di qualun- que altra di sommo costo , non dovrebbe esserne permessa una ristampa economica senza la dichia- razione in prima del proprietario di non volerla cgli stesso eseguire, e senza un conipenso in danaro. 5S PENSIERI d' in VECCHIO o in copie, die alleggerisse alineno jti parte il ene costosissima, qnando sia alia luce, e sia ve- ramente bnona, serve sempre in qualdie modo al generale progrcsso delle lettere, perclie ognuno la puo vedere e studiare nelle pubblidie bibliote- rhe , le cpiali , com' e noto , per proprio istituto Joro cV ogni bella ed utile Opera nuova ban dcbito d' essere fornite. In favor delF impresa del sig. Fer- rario, e cosi di altre consimili , si aggiunga (cosa anche quesra sfnggita al sig. Collini ) die per le belle arti sono pi 11 utili le edizioni di lusso die le oconomidie , perclie meglio esprimere in quelle e piti al naturale rappresentar si possono per via delle incisioni e delle miniature gli oggetti die servono alio studio degli artisti e degli amatori. Inolrre al detto compenso , dovrebbero essere severamente proibite non le aa^giunte utili , o i miglioraraenti alF Opera stessa , e non le osserva- zioni critiche, ma le maligne censure di cui dicesi aver fatto uso gli Editori liorentini nella ristampa deir Opera del sig. Ferrario, obbliando essi che lo stesso sig. Ferrario sin dal principio avea prevenuto il Pubblico che in un mare si torbido e si vasto , qual e il suo lavoro, non credeva impossibile Fur- tare in qnalclie scoglio , da cui pero sperava ri- trarsi col socrorso dei dotti cli'' e2ili invocava. STAMPATORE-LIBRAIO, CCC. 3g Comnnissimo e oggidi quest' obbliar cio die hanno detto qVi autori in giustiHcazione dei loro lavori ; intorno ai quali cosi i nuovi editori , come i cen- sori in generale, dovrebbero pur sapere ch' e fa- cile cosa r awgiugnere alle invenzioni altrui, ed ancor piii facile il trovar qualche menda in Opere speciabnente volaminose, o di assai minuto studio, massiine nel principio di esse , in cui T autore non puo mai essere tauto bene afFrancato quanto lo e in progresso: di mode clie niuno poi riesce meglio di lui a ritoccare le proprie stampe , come il vediamo in niolte seconde edizioni rivedute e corrette dalla mano stessa che delT opera fu la ^reatrice ; e saper soprattutto dovri^bbero i ccu- sori, clie negli onesti petti, anzi che destarsi il livor deila satira , si spande il sentimento della gratitudine, nel considerare soltanto le lunghe ve- glie dei primi autori od editori, clirette al bene delle lettcre, non che nel vedere essere stati eglino i primi a segnar la retta via che in simili lavori segnir doveasi. Ond'e che nel caso di aggiugnere, di nii2;liorare, o di correp'orere, il riconoscente e candido editore, o V onesto scrittore qaalunque^ il fa scmpre seuza fasto e senza odio, ma con amore e modestia; e, se occorre, prende anche le difese deir Opera che cerca di migliorare. Cosi ha fatto, fra i molti altri editori che qui acceanare potrei, il dottissimo aw. Fea nella ristampa romana della Storia dclle. hclle arti del Winckelmaun. Possa questo sentimento germogliar meglio in Italia, poiche per esso soltanto e sperabilc che abbian fine quelle tante censure che si gran torto fanno non sbla- mente alle lettere, ma anche alia virtu nazionale! Le piu da invidiosa vanita e da petulante ignoranza vengon dettate; le altre , benche illustri perche scritte da pellegrini ingegni, mirando a soddisfare piuttosto alia malignita dell'animo che alia verita della coscienza, non sono anch'esse che il disonore e il vituperio della letteratura italiana. Potrebbero ^O PEN^IERI D UX VECCHIO in vece, qnali io le vonci, esser di qufsta il piu iiobile e virtuoso oinameiuo. Rispcttaudo esse le prodiizioni che lumuo un line retto , ne inirano rlie al peiK zionr.mento degli stiuli , colla calma che propria della vera dottrina, sngj^erir dovreb- bero (jueir eniende e cpie' oangiamenti che a t;ili prodnzioni si stiniassero iiecessari , od ntili; e la sterza poi nclT iiidis^nazlone usar non dovrcbbero che contro i pessimi scritti e centre gV imposto- ri, i ciarlatani e i guastaniestieri che disonorano e le Icttere e le stampe egualniente. Le censure allora rendenbbero cosi un doppio servigio ai meno ere di evidente merito, fornite di belle prefazioni, e le edizioni di Opere utili con ag^iunte nuove egual- niente utili. La privativa per gli editori basterebbe cbe durasse per quindici anni dopo -la lor mprte. Nella (piarta classe riporrei le traduzioni non dozzinali di Opere di onalrbe pregio. La privativa di dieci anni dopo la niorte dei traduttori sarebbe sufficiente. Nella quinta ed ultima, che potrebbe avere la privativa d' un quinquennio dopo la morte degli edi- tori, collocherei qualunque Opera classica abbellita di qnalche necessaria , o almen plausibile illustra- zione, e perfettamente corretta. Dico perfettamente corretta, perclie importa che i classici lo sieno in niodo distinto. non perche poco io valiiti la buona correzione anche nelle altre stampe : che anzi non crederei degne di privativa le Opere mal corrette, e vorrei che diligentemente stampate fossero anche le Opere di proprieta comune, delle quali mi son riserbato a parlare qui per ultimo. A migliaia ascendono qneste, anche escluse le hnmeritevoU di ristainpa; e tuttavia, in mezzo a tanta abbondanza, frecpienti sono le dispute, ed anco le contese tra editori, stampatori e librai : perche parte di questi, privi delle necessarie co^ gnizioni per bene scegliere, non si tosto sentono che un altro vuole stampare, o far tradurre nn'O- pera , sia bunna o cattiva, la vogliono stampare O far tradurre anch^essi; parte poi perche s'incon- trano naturalmente a scee:,liere la stcssa Opera avuta in mira da qualche lor confratello; e qnantunque dei due T nno debba essere stato anziano deiraltrt* 44 PENSIERI n' UN VKCCHIO nel determinare la scelta (percho e quasi impos- sibile che tutti e due l' abbiano detcrminata ad un' ora stessa precisa ) , e quaiituiKjue, anche per r amore della confraterriita, non die della concor- dia, il secondo dovesse cederc al primo, sono assai rari i casi che cio sia stato seguito. Onde ne av- viene che stampandosi da due la medesima Opera, ne r uno ne T altro licava per soUto un profitto corrispondente alia .spesa ed alia fatica , quando r avrebbe ricavato bene se uno solo ne avesse ese2;Hita la stampa; e questi, per diritto non men di anzianita che di onesta, dovrcbbe essere sempre il primo. Al secondo resterebbero, come dlssi, miUe altre Opere su cui far cadere la sua scelta, tutte buone e tutte, quando ne fossero ben eseg;uite l" e- dizioni, piu o meno d' un esito sempre felice. Ma forse questo a taluno non basterebbe ancora , e potrebbesi scusar© col dire non aver e^Vi sufficiente capacita da sapere scegliere un" Opera di un merito in tutto eguale a quella a cui si vorrebbe che ri- nunziasse. A cestui va risposto , che appremla me- glio la professione sua, cd allora trovera dei campi liberi da coltivare e2;li pure, ne avra piu blsogno di venire a guastare la messe degli altri che ne sanno piu di lui. Di tali guastatori Tltalia nostra non iscarseggia , e se ne trovano fino di quelli a cui non manca che un sol passo per montare sul palco dei cerre- tani a gridare i loro Annunzi tipogralici, die promet- tono cose non piu vedute, ne intese da alcun mortale, e meno poi dall' editore che ha eseguita, o prosegue ad eseguire un' impresa consimile a quella che si annunzia; la quale non solamente , dicono, rispetto alia stampa sara senza errori, e quindi purgata dai tanti corsi nelle antecedenti edizioni, e particolarmente in quella a cui mirano di far la guerra, ma inoltre rispetto al letterario conterra ripartimenti ed aggiunte di tanta sublimita da formar epoca nei fasti della letteratura italiana. STAMPA.T0RE-LIBRAIO , CCC. 4^ t tutto cio si promette sulla certezza ( immagina- ria ) di ottenere segualati e contiuui soccorsi dai pill g;raadi inget!;ni dell' Italia , de' quali poio, or- tliuariamente, ne pure uii solo si nomina, e tutto poi va a lernnnare in una impudente rodomontata. Per frenare si spaccate millanterie, da cui non pochi compratori si lasciano abba2;liare, e per to- gliere a uri tempo i tanti e il piii delle volte non solo dannosi , ma anc'ie scandalosi inconvenient! in tal proposito , snggerirei di tener dietro ai savi Regolamenti dei Riformatori dello Studio di Padft- va , clie al^empo d%lla Veneta Repubblica tutela- vano i diritti letterari , e davano anche le norme da seguirsi rispetto ai libri di proprieta comune. Intorno ai quali, quegli che per la ristampa o la traduzioiie d' un' Opera era il primo a farsi inscri- verf presso il Priore delP Universita do" librai e stanipatori ( Universita che sarebbe da desiderarsi chc sussistesse anche tra noi , e che si estendesse non sopra un solo Stato com' era il VenelfD , ma sopra tutti gli Stati delP Italia), cjuegli , dico , che era il primo a farsi inscnvere , otteneva tosto un privilegio esclusivo per dieci anni : quandoche pero r Opera fosse stata interaniente staitipata entro lo spazio di tempo determinato dagli stessi Regola- menti , e quando che Y edizione ne fosse stata commendevole , e che , trattandosi di traduzione , ([uesta pure fosse stata da commendarsi. E come poi ( questo sarebbe da aggiugnersi a que' Pvego- lamenti ) V iugordigia di voler abbracciar troppe cose, oppur misure mal prese e non corrispondenti alle proprie forze, facciano troncare, o lungamente ritardare la pubblicazione dell' Opera inscritta, con danno di altri che avrebbero potuto eseguire la stampa della medesima Opera , e con delusione inoltre del Pubblico, una multa piii o meno gran- de , secondo la qualita dell" Opera , punira il man- cator delle promesse, che verra scornato anche in faccia a lulia la colta Italia per !a manifestazione 46 PENSIKRI D' UN VCCCIIIO tlel (Iccreto che gli toj>,lic la piivativa, e clic do- vrebbe iaserirsi nei pii!)blici logli e iiei gioniali letterari. ]\Ii si potrebhe qui ojjporre, tion seiiza ragione , che tali rejiolaineuti laciU da eseguiisi in lui solo Statu com' era il vcneto , sembiaiio di quasi iiii- possibile esct uzione dovendoli estendere a tntti gli Stati dell' Italia che a vari doiiiiuii appartengono. Ma quando si voglia considerare che F opera esser questa dovrebbe non della volonta di privare per- s<5ne, ma di quella di tiitti i Priiicipi itabaiii , lual ragionerebbe chi teinesse della riuscita; ed egual- mente male chi credesse che a ricoiioscer tuito e a giudicar di tutto con rettitudine troppc persone e troppe spese si richiedessero. Rispetto alia persoiie , pochi de principali librai e stampatori di ciascmio Stato bastert-bbero per coprire le cariche dslT Uuiversita suddetta , a!la ({uale presiederc dovrebbe lui magistrato aiitorevoio, beiiche di para digniia ed onorificenza , ffual era appuiito quello de' Riforinatori dello Suidio di Pa- . — ! — rigidifolia. Biv. ■ Ewix pigmrea. Fedia campanulata. Biv. cornucopixjB. uncinata. Festura bulhosa. Biv. Festuca ciliata. — divaricata. — ovina. — rumosa. Fontanesia phyllireoides. Frankenia hirsuta. Frnxinus excelsior. Frittillaria jryrenaica. Galantlius idvalis. Galiwn capi'lare. — pallescens. Presel. — verticillatum. Lois. Genista candicans. Cupani. Guss. Geranium sanguineum. ■ striatum. • tuberosum. umbrosum. Gladiolus byzantinus. H. segetum. H. K. Glohularia alypum. Gnaphalium ambiguimi. microphyllum? staichas. Gypsopiiyla paniculaia ? Hedypnois cretica. Hedysnrwn caput galli. roronarium. creticum. ^pinosissimiun. K. Heliantlicmum regypluicum. arabicum. Funiann. — kfvipes. — lihonotis. — niloturian. — nwnmulariwn. Cav. — i'lride. Ten. Helleborine cordigera. Helleborus viridis. lieraciewn panacea. Hemiaria glabra. Ifesppris ramosrssima. Sa tristis. Jlierac'mm crinitum, Sibth. Hippocrepis ciliata. Will. . mullisiliquosa. Hordeum strictum. Hyacinthus duhiiis, Guss, . roinanus. Hyoseris lucula. radiata. Hypericum ciliatum. crispum. tomentosum, Hypochceris aracnoides. Polx\ Iberis cepeoefolia. semper florens. . umbellata. Ilex aquifoUimi. Jllecebrum echinatum^ ■ Paronychia. Inula chrythmifolia. • Heleniwn. . • montana. Iris fcEtida. lutescens. . Pseudo-acorus^ • putnila, scorpioides. • tuberosa. Isatis orientalis. Jasione montana. Koeleria Idspida. ' villosa. Lappago racemosa. Laserpitium ferulaceum, Xjathyrus odoratus. sylvestris. Lavandula stcechas, Lavatera arborea. Lavatera cretica. ' flava. hispida. trimestris. teoTitodon obovaturn. PIA.NTE DELLA. SICILIA. Leucojum autumnale, Ligustrwn vulgare. Linaria micrantha. pilosa. reflexa. reticulata. triphylla. Linum decumbens. Lithospermum purpuro-ccB] leum. rosmarini folium. Lobelia setacea. Sibth. Lonicera caprifoliuxn. — canescens. Lotus biflorus. Creticus. cytisoides. edulis. intermedins. tetragonolobui. Lupinus hirsutus. Lygeum spartum. Lysimachia nemorum^ Lythrum salicaria. thymifolia. Malope malacoides^ Mandragora officinalis. Marrubium hispanicuin . Medicago circinnata. — elegans. — helix. marina. sphatrocarpa. Bertol. scutelLata. Melica ciliata. pyramidalis. Melitotus mauritanica. messanensis. ncapolitana. Ten. Melissa altissima. Sibth. Melittis melissophyllum. Mesembriitnthemum nodiflorum. PIANTE DELL4, SIGILIA.. Mespilus monogyna. Milium ccerulescens. Mollia alsinefolia. Biv* Molucella spinosa. Morea sisyrinchium. Muscari botryoides. tnaritimum. parvifloriim. Myosotis apula. arvensis. Myrtus communis. JVarcissus serotinus. ' Tazzetta. Nepeta hirsuta. tuberosa. Neriiun oleander. Nymphcea alba. Olea latifolia. media. Ononis alopecuroides. mitissima. oligopliylla. Ten. ■ pendula. ramosissima. • Sicula. Guss. . viscosa. Onosma montana. Sibth Ophris apifera. ■ distoma. Biv. fusca. lutea. ■ myoides. • scolopax. ' speculum. tenthredinifera. Orchis acuminata. ' Brancifortii. Biv. coriophora. ensifolia. ' longicornu. maculata. papilionacea. —— pyramidalis. Orchis Robertiana, saccata. variegota. undulatifolia. Biv. Orimnum onites. smyrneum. Ornithogalwii arabicum. montanum. Cyr. nanum. Sibth. Orobus atropurpureuSi Osmunda regalis. Ostrya vulgaris. Peonia Russi. Biv. Pancratium maritimum . Panicuni cms galli, repens. Passer ina hirsuta.- Pavetta fottidissima. Periploca angustifolia^ Phleurn felinum. Sibtli. — Michelii. Phlomis fruticosa. — herbaventi. Physalis somniferd. Pier is aculeata. Pimpinella anisoides. Tragium, Bria Pinus laricio. maritima. Plantago albicans. — macrorhiza^ — maritima. triquetra. Platanus orientalis. Poa eragrostis. '— pilosa. Poly gala vulgaris. Polygonum lapathifolium. romanum. Jacq. Potentilla hirta. Poterium spinosmn. Prasium niajus. 54 PMNTE DELLA SICILIA Primula acaidis. Quercus cocci/era. Ranunculus hullatus. flabeUatus. millefoUatas. repens. -. spicatus. — ■ — trilobus. Reseda phjteuma. Rhamnus alaternus. infectorius. oleoides. Rhus dioicum. Will, er Tezera. Ricinus africanus. Rosa ruhiginosa. sempeYflorens. sempervirens. Rothoellia fasciculata. Ruhia angustifolia. Rumex spinosus. tuherosus. Saccharum cylindricum. Ravenncn. Teneriffcs. Salicornia fruticosa. Salix pedicdlata. Salsola fruticosa. oppositifolia. Salvia argentea. Clusii. ■ multifida. Sibt.h. ScJarea, viridis. Santolina maritima. Saponaria illyrica. Satureja capitata. Juliana. nervosa. Satyrlum hircinum. Scabiosa crenata. Cyr. cretica. ■ dirh^t-nmn. Scabiosa Umonifolia. rulCE folia. Scandix australis. Scilla autumruiUs. par vi flora? hyacintlioides. Scolymus grandiflorus. Scorzonera calcitrapifolia. — hirsuta. — laciniata. — undulata. T«a. Ten. Scutellaria percgrina . Seduni acre. — album. — aristatum. — cceruleutn. — rostra tuni. — rufescens. Senecio chrysanthemifoUus. — delphinifolius . — erraticus. Bertol. — erucoefolius. — rupestris. — vermis. Biv. Seriola alliata. Bir. — cretica. — glnuca. Tin. Seseli ammoides, — Bocconi. Gus9. — tortuosum. Sesleria nitida. Ten. Sideritis hrutia. Ten. Silene armeria. — fruticosa. — italica. — pseudo-atocion. Sinapis genicnlata. laevigata ? Sisymbrium amplcxicaulc. bursifoHum. Irio. pendulum. Siiun Qrrxrnm ? MANTE DELLA SICILIA. 55 Slum sicidum. Smirniuin Dioscoridis, Spr. Solarium miniatuin. Sonchus chondrilloides. maritiinus. Spartium junceum. • monospermum. . scopariiitn. scorpius. viUosum. Stachys cretica. • hirta. Staphylea pinnata. Statice cor data. ■ ' feridacea. ■ limonium. — — monopetala. oleafoUa. siniiata. Stipa juncea. pennata. • tor tilts. Succovia balearica. Tamarix africana. Taxus baccata. Teuceilun campanulatum. flavum. fruticans. poliiim, • pseudohyssopus. - • spinosum. supiniim. Thalictrum calabricum. Spr. Thapsia asclepium. Thesium httmile. Thlaspi hirtiim. luteum. Biv. perJoJiatum, sarutile. Thymbra ciliata. Thymus ticinos, fiUformis. fruticuk>sus. Bertol. Thymus serpyllum. — vulmris. ToJpis barbata. quadriaristata. Biv. Tordyliura humUe. peregrinum. Lin- Trache 'ium cctruleum. Trichonema Bulbocodium. parvifiora. purpurascens. Biv. Trifolium congestum. Guss. Cupani. Tin. elegans. Gussoni. Tia. intermedium. Guss. maritimwn. • obscurum. phleoides. spumosum. • suffocatum. unijiorum. Triglochin Barrelieri ? Trigonella littoralis. Guss. prostra'a. Dec. Trisetum flavescens. parvifiorum. Triticum uniololdes. Tu'ipa sylvestris. TussiUigo fragrans. Urtica rupestris. Guss. Faleriann ruberosa. Viburnum Tinus. Vicia atropurpurea. hybrida. leucantha. Biv. ochroleuca. Ten. po'yphylla. Viola gracilis. Sibth. — — odorata. . tricolor. Vitex agnus castus Zuppanui nodifiora. Zizyphiuf locus. 56 Analisi delle noci Americane ( Ganariurn comune Lin.) di Bartolomeo Bizio. Q, UELLA mandorla , di cui ora mi fo a descriverne la chimica composizione , la ci fu portata d' oltreniare sul finire delF anno 1821 come frutto niangiareccio , sotto il nome di noce Americana. Desiderando io fin dalle prime di conoscere il vegetabile onde proveniva , non ho , per conseguire V intento , ommessa indagine veruna. Consultai a tal uopo varj dotti naturalisti, fra' quali coloro special- mente che la botanica professano. Malgrado pero di tali ricerche rimasi lunga pezza senza niente saper di precise;' imperocche niuno vi f u , a cui nuovi non tornassero quel noccioli ^ quando finalmente , merce le investigazioni del- r illustre canonico Angelo Bellani , a cui pure ne aveva indirizzati , seppi che dessi provengono da un albero , che cresce spontaneamente nelF Indie, nell'lsole Molucche , ed Amboine, nella novella Guinea eccetera , conosciuto a Malaca sotto il nome di canari., canari Basaar, canari Bag- gea , ed intitolato da Linneo Caiiarium comune (i). Seppi in oltre che la figura di questo vegetabile si trova neWHer- hariwn Amhoinense (2) e che gli abitanti delle terre in cui alligna ne traggono da' suoi frutti T alimento loro , mangiandoseli crudi come si fa in Europa delle mandorle: se non che trovarono , che mangiati appena raccolti e in quantita non sono il cibo piu salabre, per Io che li fanno seccare , tuttoche divengano in tal caso soverchiamente oleosi , e meno piacevoli al gusto. Dessi in oltre ne spre- mono un olio rinvenuto eccellente per cuocere il pesce, ed un pane preparato assai delicato. La fatica che durai prima di avere i lumi accennati sopra ua tal frutto , ml rese certo , che la sua introdu- zione come di cosa alimentare , non pote avere altro ap- poggio , che le assicurazioni di que' che ce Io recarono , le quali certamente non potevano essere le piii gasiigate. Riputai adunque non inutile cosa, che la scienza concorresse a convalidare la fiducia gia presa , oppure a indicarci degli nsi migliori a cui forse un di poterlo destinare. (I) Vegga»i Linn. System. Veset. edit. XIIL {-) Vfog.isi tom. 3. pi. 127. ANAlilSI DELLE NOCI AMERIC\NE CCC. Sf Presi cento parti Ji queste niandorle spoglie afFatto dalle pellicole , ed acciaccate le sottoposi ad una forte pressione per separarvi r olio , cosi ho reiterato fino alia terza volta, riducendole nella seconda e terza operazione in fina pol- vere. Siccome poi per fare che T olio esca , e d' uopb die la pressione lo spinga al perimetro della massa , cosa dif- ficilissiina quando la mandorla non ne contiene piii che piccolissima quantita ; cosi ho imniaginato di stendere sot- tilmente la polvere delle nostre mandorle sopra la carta sugante in un' area circolare del diametro stesso del reci- piente in cui le assoggettava alia pressione , coprendola , e involgendola egualmente colla stessa carta, talche veniva a forniare una specie di rotella o disco sottile , e poscia altro ne faceva , e cosi successivamente finche a tutta la materia avea data una eguale disposizione. Allora, soprap- posti gli uni agli altri questi dischi, veniva a forniare una specie di cilindro , il quale entrava esattamcnte nel vaso di ferro , che doveva reggere alia forza comprimente della vite. In virtii di una tale disposizione non c' era pLu me- stieri , che la pressione per separare 1' olio dovesse portarlo alia superiicie della massa , ma eziandio in ogni punto inte- riore esso veniva tolto dalla carta che ne lo heveva appena uscito. Una tal foggia di opei-are la ho ripetuta, finche la carta che adoperava cesso di esser piii macchiata dall' olio. ]\Ierce questa maniera di operare fui certo di avere separate dalle mandorle tutto 1' olio in esse contenuto , e non poten- done rigorosamente dedurre la quantita reale dal peso del- r olio , r ho argomentata dalla materia residua , e trovai che desso ne formava il 67 per cento della mandorla stessa. Separato cosi tutto Tolio, sono proceduto all' analisi della materia residua , ed ho trovato che le cento parti di noci aniericane risultano da : Olio gi-asso. . . , Ubb. 67. 000 Zimoma „ i. 750 Amidalina ,; 1 1 . ^00 Materia amidacea . . » 7. c)5o Zucchero „ 00. 558 Comma „ 4. 570 Estrattivo „ 3. 000 Parte fibrosa „ a. 820 Perdita „ 00. gSz Totale . . . libh. ICC. ccr> 58 VNALISI DELLE NOCI AMERICANB. Le sole cose che repute degne di essere ricordate in quest' analisi si e , oltre V nmidalina di cui terro discorso fra poco , il fenomeno osservato nel trattare la sostaoza della mandorla colP acqua bollente. Prima di assoggettarla a tale oporaz.ioue I'avea gia iiifusa nelP acqua da ciaque a sei gradi di temperatura , iterando 1" operazione finclie r infuse nori si facea minimamente torbido merce il deu- tocloruro di mercurio , ue tampoco dava in fondo preci- pitato di sorte col mescei'vi un po' di soluzione di sottoacetato di piombo. Pure tuttoclie per queste cautele osservate fossi ceito che iiiente di Zimmoma potea esistere nella materia rimasa dalP infusioni , tuttavia osservai , che facendola bollire , dopo la prima decozione ( nella quale trovai quasi pretto amido ) tutte le altre erano accompagnate sempre piu da un principio che veniva precipitato dal deutoclo- ruro di mercurio, e degli acidi zolforico , nitrico, idro- clorico , acetico , ecc. cosa che mi e serabrata meritevole di una qualche attenzioae. Anzi mi e paruto di non dover •lasciare senza esame cotale materia clie accompagnava le decozioni , e rinvenni dopo alcune ricerche ch'' essa avea tutt' i caratteri delT amidalina , la quale argomentai non si fosse intteramcnte sciolta nell" acqua fredda , per la sua speciale affinita per 1' amido, come vedremo piii innanzi. Qnesto principio, c!ie nolle successive decozioni si tro- vava nel residue in maggiore quantita relativamente alPami- do , agiva cosi da far passare prontamente tutta la sostaoza ad una fermentazione putrida , la quale mi ha offerto il singolare fenomeno di dar produzione ad una materia co- lorante di un bellissimo violaceo tendente alFazzurro. Que- sto fatto non dee assolutamente esser perduto di vista , ed io mi occupero nuovamente di queste mandorle alP unico fine d" investigare , se un qualche partito trar si potesse dal mentovato colore. Dell' Amidalina. Ho preso di chiamare amidalina questo nuovo principio vegeto animale, trovato nelle noci americane, sospettando che sia della stessa natura per quello cli' esiste nelle man- dorle dulci, ed eziandio in altri semi oleosi. Per ottenerlo poi dnile accennate mandorle hasta, dopo r intiera separazione dell' olio, preparare con acqua fredda V estratto , adoperando niolta diligenza , coroe lo si fa Di sahtolomeo bizio. 5g svaporare , nel separr.rvi tutto lo zimraoma che si va coagulaodo. E quando Testratto e pervenuto a Ijuona consi- stenza , allora noa resta altro a fare che stemperarlo col meno che si pvio d' acqua fredda : i'Amidalina , ch'e poco solubile in uii tal liquido, ci rimane sotto la forma di ge- latina , la quale poi si lia alio stato concreto merce una lenta svaporazione. L' Araidalina alio stato solido veste un colore castagnino cnrico , il quale col riduria in polvere passa ad un giallo di paglia. Ponendo la sua polvere suUa lingua , questa assorbe prontamerite la scialiva , non producendovi quasi sensa- zione veruna. II suo odore e leggiero , ma afFatto particolare. Gollocata sopra un carbone acceso arde prontaiuente con Una maniera di ebullizione , esalando l" odore fetido clie danno le sostanze animali nel bruciare , e lasciandoci per ifesiduo un carbone leggiere , e facile a convertirsi in cenere. Dessa non ha azione veruna ne sopra la tintura di tor- rtaSole , ne su quella di curcuma , e il suo peso ^pecifico h niaggiore di quello delFacqua, Nel liquido teste menzionato la si scioglie tanto a fred- do , che a caldo , e la sua soluzione acquosa e -faciHssima a imputridire , imperocche la non pud essere serbata ia contatto deir aria due o tre giorni ancoi'che la tenipera- tura non sia che di 6 o 7 gradi sopra lo zero di R. senza dare un fetore insopportabile. Da questa soluzione poi viene precipitata prontamente dal deutocloruro di niercurio. I carbonati neutri non la sciolgono , avvegnache ajutati dal calorico , i sotto-carbonati T ammolliscono, e la ridu- cono in massa alquanto elastica , e distensibile , tuttoche la vl si unisca in forma di polvere. Se adoperianio poi gh alcali ptiri , dessi la sciolgono in- tieraniente , non eccettuando 1' ammoniaca, che niente in- feriore si mostra alia potassa ed alia soda. Gli acidi forti la sciolgono pur essi facilmente senza r ajuto del fuoco. Questo principio tiene molto pe' suol caratteri alio zi- monia , e all' albumina animale , ma se ne dilunga poi dal primo per essere solubile nell' acqua fredda e bollente dopo eziandio di essere passato alio stato concreto , e dall.i seconda per non essere coagulabile dal fuoco , ancorche ^ciolto in picrola proporzione £LL£ NOCI AMERICANE eCC. perdita d"' idrogene, ma soprattutto di carbonico , die com- binaiidosi all'ossigene atinosferico viene in tal nianiera tolto al liquido nieiatovato. Alcmii olj in virtii di questa chimioa azioae delP aria si condeasaiio iiitieraniente, e tali sono i COS! detti olj seccadvi , altri poi noti faniio die spessarsi sempre piii merce nuova steariiia die si forma , o come parlavano i chiinici prima del Chevreul merce una cerifl- cazione, ossia una maniera di conversione delP olio in cera. Questi camhiamenti adunque die provano gli olj per efFetto deir aria , io opino die li provino eziandio in virtii del- 1' azione elaboraiite della potenza vitale del vegetabile , e quindi 1" elaina altro non sia die Li stearina , mono ela- borata dalla vegetazione , come si osserva anco nell' eco- nomia animale, die alcuni umori separati dagli organi se- cernenti sono a tutta prima flnidissiuii , e poscia vanno gradatamente addensandosi lino ad un certo punto , di tale specie , a cagion d' esempio , e il fluido seminale. Se guardiamo alle proprieta chimiche dei due principj troviamo una si stretta relazione , che c' e forza conclu- dere non essere provvednti d' altro carattere distintivo che quello unicamente della fisica costituzione a dati gradi di teniperatura , lo die pel vero non e cosa del piii alto ri- lievo sopratlutto come si voglia por mente alle riflessioni teste recate. 63 Osservazionl micologiche ed enumerazione storica di tutti i fanghi delta provincia pavese , coi caratteri onde distinsiiere le biione dalle ree specie^ e va- rlrtd loro Sintomi deW aivrle/tame/ito ^ con i mi~ gliori soccorsi die prestar debbonsi in simdi casi, del dottor fisico Giuseppe Bergamaschi , ass'ste ite alia cattcdra di botanica neW I. R. Universitd di Pavia ( Contimtazione. Vedi tomo 2j° pag. 68 e 228, e tomo 3o.°,pag. 9a di questa Biblioteca ). 4. Boletus suaveolens. B. coriaceiis suberosus, sessilis , glaber , dimidiatus ex nivea subfuhus came stamineo fulginea , tubis longissimis sub- rufidus. Boletus suuveolens. Bull. Oiamp. p. 342, 3 10. Dcedalea suaveolens. Persoon,. Syn. 5o2. Egli e sessile, glabro, attaccato per la parte bianca, allorche giovane: la sua carne e suberosa, poco conipatta, d'uii bianco caiidido, con una lieve tinta fuli^giaosa a zone. I tubi sono lunghi ed irregolari rossigni , allorche per- fettaniente sviluppato. La superior superficie e liscia d' un bianco latteo, indi diviene zonata , fuligginosa e bruna. Cresce sopra i vecclii tronclii di salice e manda un grato odore d'anisi o di iris florentina oltreniodo penetrante. Preteadesi da taluno , darsi egli in polvere alia dose d" uno scrupolo ad una dramma. L' odore suo aromatico sembraci d'argoniento a credere essere egli stiniolante, quantunque 1" odore non debba essere un criterio sicuro nel giudicare dell" azione sua, pure sembraci, ch' esso avra potuto giovare nei casi di consunzione cbe siniulano la tisi polnionare , e non uella vera tabe, ove I'esperienza ha dimostrato non aver ancora la medicina trovato Tantidoto. Questo boleto io lo trovai piii volte in primavera sopra dei salici spogli ancora di frondi , e specialmente nei boschi intorno al Gravelonc, 64 OSSERVAZ. eCC. SOPRA. I SINTOMI VELENOSI 5. Boletus salicinus. B. subinollis sessilis, glaber suhsinuosus albidus, zonis desti- tutus , tubis albidis demwn rufis. D. C. Syn. n. 3i5. Persoon. Syn. 53o. Boletus salicmus. Bull. Champ, p. 840 , tab. 843. E coriaceo , costanteraeiite sessile , rispetto alia base , lievemente siiiuoso ai lenibi , glaljro , attaccato per la parte bianca senza zone , con tubi corti , prima bianchi , poscia rossigni. Cresce solitario , e scorgesi in inverno coniunis- simo sopra i vecclii tronclii di salice ne' luoghi stessi, ove rinviensi il precedente. 6. Boletus edulis. B. pileo pulvinato demum latissimo fuscescente vaccino: ports pallescente — albis, stipite tuberoso subventricoso reti- culato dilute rufescente drier eo ; carne immutabili. Pers. Syn. p, 5 10. D. C. Syn. n. 33o. Boletus bovinus. O. F. Muller Kleine Schriften aus der Na- ture bistoire herausgegeben von F. A. L. Goetze , p. i5, 94, t. 1,2. Boletus bovinus. Linn. Flor. svec. , p. 452. Boletus esculentus. Persoon, obs. Mycol. i. p. 2 3. Bolt. fung. 2 , p. 85. Schceffer .) fui^g- tab. i34, i35. Questo boleto e fra quelli che hanno il cappello pe- duncolato , e i tubi aderenti insieme , facili a staccarsi dal cappello. II gambo e grossissimo, carnoso, fistoloso, qual- cbe volta ventricoso alia base , internaniente biancbissimo. II cappello e largo, d'un colore ferrnginoso, inclinante al bruno , sebbene pero varia in gradazione trovandosene anco dei bianchissimi ed anco dei giallastri , non die d' una tinta vinosa sotto V epidermide , come piii volte mi accadde di osservare. La carne e bianca, i tubi ora verdognoli, or giallastri, ed anco biancbi , ma sempre assai lungbi. Cresce egli nei boschi dopo le piogge d' estate, neMuogbi non molto ombreggiati , e neir autunno da noi se ne .trova in gran copia a Carbonara, a S. Sofia. Egli e buono, e volgarmente dicesi Fungo Porcino. Fungo ferrajo. Fung fret. Fungo farieu. CSSERVAZ. SOPR\ I SINTOMI VKIiENOSI CCC. 65 7. Boletus Cyanesce/u. B. subfuhgineo cinercus , stipir.e ventricoao , pilen lato, aim/; nivea mutahUi, tiibis albulis. Bull., herb. tab. 3i 9. tab. 36o. B. conscrictus. Per soon. Syii. 5c8. II peduncolo di questo boleto e duro , carnoso, alia bas^, d' un grigio alcjuanto fuligginoso. II cappello e spesso orbiculare convesso, piix largo, die non e Inngo il gamho e dello stesso coloi^e : i suoi tubl prima sono d' un ))iaaco lateo e poscia divengono d' un bianco oscuro. La came e bianca siccoine la neve , ma cangia colore , e passa in azzurro allorche si taglia o anco graliata , colore , che si scorge anco in altre specie, che BuUiard dice esserc I'ef- fetto d' uno stravaso del sugo proprio , non riconoscibilr prima per la minntezza dei vasi die lo racchiudoao. Questo boleto io lo trovai nei boschi del Ticino , ed t bcllo il vedere , come levaia 1' epinnenide del capello in breve divien tutto del colore dell'endaco. Esso k veleiioso. 8. Boletus pereunis. B. coriiiceus teitax cinnainomeus pileo tenui zonuto velutino ut plurimum veruito. Persoon. Syn. p. 5 18. D. C. Syn. p. 324. Ic Bull. tab. 449, lig. a et tab. ao Son'erb , fung. Bav. , tab. isj. Bolt., fun^. i, fig. 87. Flor. dan. tab. io65, fig. 2. f'ulll. Bot. Paris., tab. 12. fig. 7. Boletus perennis. Batscli. Elenc. fung. cent. 1 , p. jaS , fig. 129. Boletus lateralis. Petiolatus lateralis pileo coriaceo palli.\ ora fuligginoso e rosso. II peduncolo e centrale. qualclie volfa glaliro, ordinariamente vellutato alia base, tali sono i cnratteri degli esemjjlari che io conservo ritrovati a San Datniano verso Bclgiojoso. II cappello e piano, un poco roncavo nel centre, sempre zonato , lucente ,' piaccvole nl tatto ^ ed intiero ne' suoi Icmln. La supcrficie iuferiorc c Bihl. ItuL T. X.XXJ. j *v() ospi-,tiv\z. ecc. sori;\ i. sintomi velenosi uiunit.'i di tu))i assai corti. Cresce sul suolo , e sovente sopra vecchi ti oiiclii i-adicali , ordinariameiitc solitario , e qualcbe volta riunito col picdc alarl piccolissimi , siccome di qnelli che sono oltremodo grandi , e taluno sovra imposto air altro. 10. Boletus crysaiiteron. B. mediocris , stipite subtentii medio ribicundo , ant unico~ lore lutescente , pileo pidvinato , convexo piano subto- mentoso gilvo aut jlavQ , cinerescente , carne mutabili poris majusculis. D. C. Syn. n. 335. Persoon. Syn. 5o6, jfioletus subtoinentosus. Persoon., obs. Micol. a , p. 9, syn. p. 5o6. Boletus cupretis. Schaffer. fung, t. i33. Michel gener. tab. 69, f. I. Jioletus Uvidm. Bull. fung. p. 32,3, t. 790, f, 1. Michel gener. tali. 69 , f. i . Yaria questo boleto e per la forma , e colore , e di- mensione. II suo peduncolo e gracile , cllindrico , qualclie volta agsottigliato alia base o rigonfio : ora e bruno , orr^ fnligginoso. 1| cappello orbioolare di sette a dodici centi jiietri di di;!nietro;, oia cinerogiiolo o abronzito , ]>runastro, ne' funghi nel pavese. 6- La suR carne e piu o nieiio solida , d" un coJor giallo die cangiasi tagliandola : i tiibi lunglilssimi, larghi , irrc- golari nel loro peifetto sviluppo die di leggieri staccansi dal cappello. Sorge egli solitario sul suolo , ed allora quando invec- chia fendesi il cappello in taiiti poligoni. La varieta /S non differisce dal descritto die per i tubi costantemente corti. Cresce in luogo uniido e fangoso , ed ove hannovi foglle o rami corrotti , dicesi volganneiite persiclietto. 1 1 . Boletus hispidits. B. mollis sessilis, dimidiatus : pilis rigkiis hirtus vt'tustiitc nigricans , carne crassissima , tubis finibriatis. B. hispidus. Bull. Champ, p. 35, f. 210 et Uib. 79J. Per- soon. Syn. 526. Bolet. viUosus, Hads. angl. p. 626. a. Lutcus. Bull. Variet. I, 49.3. /3. Ruler. Bull. Variet. n. 210. Bolet. lierisse dei Francesi. Egli e coriaceo , nia molle ed acquoso , costantemente sessile , attaccato da un lato : la sua superfitie superior? e coperta da riiidi villi. L' inferiore da nuuierosi tubi iiniti gli uni agli altri , ciliati alia loro sommita. La forma e semi-orbicolare , varialiile pero assai. La vai'ieta a e di un giallo rossigno superiormente , all' insotto giallo. L« varieta ^ e sanguigna , indi divien giallognola , e 1" una e 1' altra invecchiando annei'iscono. Esse si trovano sopra i trondii di quercia e di noce. 12. Boletus coriaccus. B. stipitatus perennis pileo utriusque planiusculo. Linn. Flor. Slice, p. 4S ( excluso Vaill. synoniino , quod ag. Zo- noriwn. Bull, sistit. ). Boletus coriaceus. Srhceffer. Ind. p. 84. Boletus perennis. Flor. dan. tab. 1075 , f. a. Boletus coriaceus. Stipite hrevi , pileo nmbilicato suhcompUi- nato tenui zonato sericeo , inargine intcgro , tubis bre- vissimis. Bull. hist. Cliamp. 334, plan a8 et 449^ f. 3. Trovai queslo boleto nei boschi dsl Ticiao alia Barcellu, fuorj del ponte a sinistra. Egli sta fisso ajle radici degli alberi iiiorti. £ forma to d' luia 50i^tanza aridt , coriace« . Co O'ihKKVAZ. CCC. SOPnV 1 SlNl'OMI VELENOST resistciite. II cHppello irregolarinente oadegglante piii o meno iiifossato iiel ceutro. I tiilii soiio toiti , irregolnri e ])"n aperti : il peduncolo senipre pieiio. Spesse volte il trovai unitd col cappcllo ai compagiii seiiza poterne rile- varo 11 iModo con ciii e aniiestato. lo tongo una varielii ncra , coiiie pure la fuliggiiiosa. 1 3. Boletus hepatir/is. B. sessili.^ , carne seccdentf , mollis ^ crassus , sanguineus obscuiT lobatus , tubis liberis. Boletus hepaticus. Schceffer. Fung, i, ij6, lao. Pcrsoon, Syii. 549. Boletus buglnssuin. Flor. dan t. 1034. yistuUna bui^lossoides. Bull. Cliamp. p. 3 14, t. 74, 464 et /1.97. Jjgli e uno de' piii singolari fuiighi die si conoscano- La sua sostanza e carnosa , fibrosa, rossigiia , rassomi- gliante alia carne degli animali , e per la screziatura die internamente presenta, sendjra la polpa delle liarljabietole. II suo peduncolo e laterale , corto , i suoi tubetti sono jiriina biandii, poscia d' un giallo pallido, non aderenti fra loro , siccome scorgesi nei veri boleti , per cio il signor Bulliard lo staccb dai boleti , e ne fe' il genere fistulina , al quale il sig. Persoon sostitui quello di hypodrys , die sigiiiiica crescer egli al piede delle querce , siccome a nie stesso accadde piu volte trovarlo nei boscbi del Rottone fuori P. Ticino. Da noi niangia?i allorche giovane, iinpe- rocclie coll'eta divenendo \'iscida la sua carne, indi dura, nuoce assai. Volgariuente dicesi lingua , fimg lengiia. 14. Boletus riiheolaiius. B. pileo puhiaato , fuscescente , oUvaceo , par is ce,qualibus avrantiis , stipite rubicundo redculato, subbulboso. Boletus rubeolarius , stipite reticidato , flavo , tubis cinaba- rinis. Bull. Champ, p. 3 16, tab. 100 et t. 4(^0 et %. I. Boletus tuberosus, pileo tonientoso fuscescente vixido? poris subrotundis obtusis flnvis ,• ore rnbris , stipite hasi in- crassato reticulato ., rubescente, Schrad. Spicil. p. 178. II peduncolo e giallo , ordinarianiente grosso e rigonfio alia b^se . qnalcKc volta piu piccolo ., ma cilindrico. II XE rUNCHi NEL PWSSF,. jgo cappello e orbicolare , arrlva cjualchc volia siiio a tre e quattro decimetri di b.anca. Cresce sopra i vecchi tronchi'd. quercia nel- 1 autunno. Non e buono. TO OSSEBVAZIONT eOC. SOPH \ I SIXTOMI VEI.EXOSI 17. Boletus- mglaridis. B. inagnus , pileo carnoso , suheroso , erbaceo , disco sqtia' misque umhrosis mgrescendhus , poris niagnis flexuosis , stipite crasso laterali D. C. Syn. n, 320. Persoon. Sya. p. Sai. Schcefftr. Fung. Bavar. tab. loi et 102. Flor. dan. tab. 1196. Bolton. Fung. tab. 177. /?. squamosus Huds. Flor. Angl. |i. 626. Boletus ccllulosus , acaulis squamosus subflavus , poris amplissir- mis quadrangularibus albidis. Sigt. Flor. Scot. n. p. io3a. Boletus juglajuiis , carnoso firniiusculus , stipite brevissimo , lateralis, basi tessellato . pileo diinidiato squainoso , tubis brevibus latissiinis. Bull. hist, des Champs, p. 344., t. 19. B. plnty porrus , pileo carnoso , suberoso , ochraceo-disco squamisque wnbrinis . pons maximis flexuosis , palle- scente albis , stipite crasso reticulato nigrescente. Pers. disp. Meth. fung. p. 27. Auricula flamma Malchi. Sterbeck. theat. fung. p. loS^ tab. 1 3 et 14. Cresce sppra diverse piante , ma piu sovente lo trovai sul noce. Varia molto per la forma , per il colore e per la dimensione. II peduncolo ordinariamente e laterale, assai corto, sj>egso ^ il piu sovente screpolato; verso la base ros- signo o nero. II cappello attaccato per la parte convessa, d' un giallo rosso , ordinariamente scaglioso. I suoi tubi sono corti , larghi , qualclie volta bianchi , sovente del colore del cappello. La carne e bianca e soda. Dicesi buono a mangiarsi , ma a mio parere conviene prendere delle precauzioni e mangiarne parcamente. 18. Boletus obliquatus. B. pileo corlaceo , castaneo nitido, concentrico poris minutis albis, stipite laterali nitido fusco D. C. Syn. n. 32 1. Persoon. Syn. p. 522. Ic. BuR. loc. cit. tab. 7 et 459. Jacq. Flor. austr. tab. 41. Flor. dan. 122 3. Curt. Flor. loud. tab. 224. Batsch. Fung. tab. 41 , fig. 225. Boh'Ms fucidus. Persoon. Syn. 522. Agar. Nitens. Batsch. Fung. 3, t. 41, t. 225. La carne di questo boleto e arida , coriacea e suberosa. La superficie e lucente , e come inverniciata , singolarita propria solo a lui. II peduncolo e cilindrico alquanto ber- noccoluto , brunastro. sovente sempHre , qualche volta Ne'fUNGHI NEL fAVESt. 7! tamoso alia base, ora lungo o della lunghezza della manOj inserito sul lembo del cappello die ora e bianco , ora giallastro , poscia rossigno die diviene oscuro maroiiato , fitondo uii poco sinuoso , orizzontale segnato al di sopra da zone parallele al lembo : i tubi sono prima biancbi , poscia riigginosi, Cresce egli sopra i vecchi tronchi degli dlberi. Esso non e buono. 19. Boletus Intescen,^. B. siibccpspitosus suberosus , pileo depresso suhtenui tomentoso paUido : fasciis hirsutis lutescentibus . Pers. Disp. Meth. fung. p. yoi Da taluno venne creduto questo boleto il bol. versicolor di Schcpffer e di Linneo, ma il colore costantemente aureo deir intiera pianta lo fa credere una vera sjDecie , rite- iiendo per anco lo stesso sig. Persoon quelle per semplici varieta. Ic. Scht^ffer tab. i36. Esso trovasi nei boschi di S. Leonardo sul finir di agosto ai tronchi degli alb^ri niorti. Non e buono. 20. Boletus scaber. B. pileo subrugoso opaco fuligineo-cincreo , poris pallescente albis circa stipitem depressis , stipitc atteauato squamuUs mgrescentibus. Pers. Syn. p. 5o5. D. C. Syn. n. 33. Ic. Bii'l. loc. cit. pag. 319, tab. l32, et 489, f. i. Schcpffer. Fung. Bav. tab. 104.. Qitesto boleto ordinarlamente si alza a dieci, dodici cen- timetrl , il peduncolo e pieno , cilindrico , un poco rigonfio alia base , coperto da piccioli rialzi die rassomigliano ai denti d' una gratuccia. II ca-ppello e carnoso , orbicolare , convesso , ordinarlamente di color cinerognolo o bruno. I Suoi tubi sono per lo piu biancbi , alcuna volta grigi o giallastri. E comune nelle selve. Appartiene al B. bovinus di Schcpffer ed al B. boviiim di Linn. , di cni nella Flora Suecica alia pag. 402 chiaramente dice: Stipes glaber forte viditur esse boletus bulbosus Schcpffer. E5.S0 e mangiabile , ma e lueno delicato del B. bovinus. Port resupirtata cffusa sen superne porosa , pilro plerisqw ohlitfrratf). ^2 OS'-EHVA/TONl eCC. SOPH V I SIXrOMI VELEN(k5I 2 1. Boletus mediiUt pains. Jf'tt'fen. If. ( nlliu.'i iluriis ) cffusus plaiui.^ rnistnreu.^ , .sujx'nie perfo- ratus tithuUs ohiiquis (rectisqiu-). Per.^oon.. 8yn. p. 545. Ic Jacq. Mis. el. 1 , lab. 21. Bolt, t'unn;. tab. 166, fig. a. Questo boleto e di niua valore, esseiido duro coriaceo. Esso trovasi nelle selve , unito agli alberi essiccati. Esso tale venue deiiominato , per rassoniigliare la carne sua bianchissinia alia inollica del pane. 22. Boletus mucldus. B. candulua mollis margine byssacea , poris congestis minutis, Persoon. ob. Myc. i , p. 87. Ic. Flor dan. tab. 716 f. i. Questo boleto si trova di spesso nei boschi del Ti- cino , ma noii e buoiio a mangiarsi. Un altro Ijoleto trovai uello scorso autunno 1820 alia Costa Caroliniana e mi sembra il boll, laccatus o boUet verrisse , boletus vertiiconis Bergeret. Phyt. t. 99. Sembra essere egU indigeuo della Laponia. Bulliard lo riguarda annuale , impeiocclie avendolo ritrovato in priniavera era di gia inolle , e pres^^o die nero , perduta avendo quella specie d' inverniciatnra che sembrerebbe gnarentirlo. Que- sto boleto rassomiglia al boll, dimkliatits di Thwnberg. Flor. Jap. p. 348 , f. 39. lo lo trovai col cappello orizzontale segnato da zone sopra un peduncolo centrale. II colore era oscuro , come di caffe torrefatto , al di sotto bianca- stro 5 e superiormente lucentissimo, come se fosse inver- niciato. Bulliard il chiama obliquus p. 335 , t. 469. Merulius. .LampllcB vcnoscn tumidulcB ( siiperficiales ). Pileo ut plurimum cyatiformi st.ipi.te centrali ( cantarelli ) . T. Mcrtdiiis cantharelliis . it. gregarius totus vitellitius , pileo carnoso glabra depress 0 Persoon. Syn. p. 488. Merulius cantharellus. Gmeliti. Viteliiius suaveolens pileo (se- nescentis ) excavato , margine undulata , lobato , venij subcrispis , decurrentibus , stipite terreti farcto sursum dilatato. BuU. Chatlip. t. 62 et t. 5o5, f. t. Sowerb. NE FUNGIU NKr. PAVESE. ^5 tab. 5o. Bolt. Fmig;. lab. 6a. Battar. Fang. Arimin. j>. 49 , tab. 14. Batsch. Elen. Fung. tab. 9 , 1'. Zj el tab 2 3. JV. i'iteiinns suaveolens. Merulius Haller. Persoon. Agarici et hehelle spec. Linn. Bull. Fundus ongnlosus et veluti in lacinias sectus. Vaill. Merulius cancharellus. Scopoli. FIoi-. Cam. Canthare.llus Sdiceffer. F. 2 , t. 206. Veraacolo dicesi /urago gallinaccio , gallinaccio giallo. Questa specie e di un giciUo piu o meno carico : il pe- duncolo pieno , carnoso, di dieci a dodici milliiiietri, che dilatasi poscia in un cappello irregolare prima rotondo e coavesso al lenibi , poscia sinuoso , ovdinarianiente piu prolungato da un lato che dalf altro. II di sotto del cap- pello e segnato da venature o nervosita , che rassomigliauo a lamelle. Queste piegatuie sono continuate col cappello, decorrenti sul peduncolo , una o due volte biforcate. Cre- sce in estate nei boschi, ed il trovai. piii volte nel parco di Belgiojoso dopo le piogge. I carattei-i di questo agarico o merulio sono assai sensibili , perche si possa prendere sbaglio nel riscontrarlo e confonderlo con altra specie , siccome coirog. aureus che lo rassomiglla , nia che e dan- noso. II mer. cantliarellus trovasi anco nei prati lungo i torrent! : esso nianda un gratissimo odore di pruna. Con- vien riflettere che in gioventu mangiasi con tutta sicurezza, nia allorche veccliio cagiona torniini, voniito ed altri siniili accidenti, che possono essere fa tali specialmente alle gra- cili persone , allorche ne mangino in copia. Barelle sag- giamente avverti che taluna fiata pito essere preso per giovane , sorgendo specialmente in terreno arido , impe- rocche in allora rimane picciolo ; tutta iiata pero la sua carne aridissima e coriacea rendera avvertiti. 2. Merulius hydrolypus. M. catspltosus , pileo infundibuliformi squamuloso-nigrescente , pileis cinereis nitidis , stipite cavo nigrescente. D. C. Syn. n. 345. Persoon. Syn. p. 490. Ic. Persoon et descript. tab. 3 , f , 3. Bull. tab. 468 , f. 1. «• merulius cinereus. Persoon. Svn. 490. Icon. p. 10, t. 8, f. 3 , 4. ^4 OSSERVAZIONI CCC. SOPRA I SINTOMI VELENOSI fi- Heliiella hjdro'ipus. Bull. Lerb. tab. 460, f. a. Cliamp. i» p. 292. y- Mcrulius fidigineus. Pers. Syn. 490. Questo agarico e di uii grigio nerastro, lungo da sette ad otto centimetri. II peduncolo la gioventu e fistoloso , e pieno d' acqua , e coiiiprimendolo , I' acqua sorte dal centre del cappello che e in allora orbicolare e convesso. Ben tosto si fende nel centro , e questo foro riunendosi coUa cavita sottoposta al peduncolo , forma come una tromba allungata: il cappello divien sinuoso, i suoi lembi piegansi alquanto : e bruno o nero , senza zone concen- triclie : la superficie e mnnita di nervoslta prominenti , decorrenti sopra il peduncolo; anastomizzate e biforcate,e di un grigio fuligginoso , tal altra un poco rossigne. Esso trovasi in terra a mazzi sul finire d' agosto e settembre nei boschi di quercia. Avvene vina varieta che pur noi trovammo , ed e quella che il sig. Bulliard ci da alia ta- vola 465 , fig. 2. 3. Mcrulius nigripes. M. vitelUnus pileo senescentls excavato , marine iindulato Jobato , venis suhcrispis decurrentibus , stipite farcto surswn dilatato. Gniel. Sys. nat. Linn. 2 , p. 1480 , av. 14. Agaricus cantliarelloides. Bull, Herb. tab. 5 o 5, fig. 2, tab. 5 06. Questo memlio rassomiglia al cantarello , ma noi 1' os- servammo piii volte , ed ha un peduncolo piu allungato , anzi del doppio, ed e cilindrico, costantemente nero verso il piede. II cappello tondeggiato , giallognolo , sinuoso , indi convesso , poscia concavo , col centro infossato. Cresce aH'intorno di Pavia in ogni parte, e noi lo vedemmo verso S. Pietro in Verzolo unito a mazzi al piede de' morti gelsi* Esso e cattivo. ( Sara continuato. ) APPENDICK PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE. 9iilrtn'Jd)tct! ;f. Notizie sopra gl' imp. austriaci natii- ralisti net Brasile , e sopra i risidtaU dclV opero- sitd loro ,■ estratte dalle relazioni ufficiali dell' I. R. ambasceria presso la corte dl Rio Janeiro alV I. R. minis tero degli affari esterl in Vienna , dai raggua- gli e dalle lettere dei iiaturalisti al sig. Carlo dl Schreibcrs I. R. direttore del gabinetto di storia na- turale di corte , referente della parte scientifica della spedlzione , e dopo la visita e la ricognizione degli oggetti di storia natwale inviati alia suddetta I. R. direzione del gabinetto di storia naturale di corte. Briinn , 1820 e 182a, fascicoli due., presso Giu- seppe Giorgio Trassler ( estratto ). V Jljglt e noto che S. M. I. R. per 1* aniore che porta verso le cognizioni utili e per la cura che si prende di dilatarle e nel tempo stesso per trapiantare nel suolo pa- trio i tesori naturali di rimote paiti del mondo , trovo bene di profittare dell' occasione e dell' opportunita del niatrimonio di S. A. I. la serenissima arciduchessa Leo- poldina e del di lei viaggio al Brasile , per spedirvi un nu- inero hasievole di letterati e naturalisti i quali ebbero I'in- cumbenia di percoiTere , colP assenso di S. M. fedelissima, le pill rimarohevrtli comrade del Brasile, di osservare in ^6 APPBNniCB sul sito i diversi prodotti che natura offre cola ne' «uol tre regni , di moltiplicare le osservazioni scientiiiche e di aificcliire le collezioni patrie di rarita f'oiestiere e di nuovi tesoii. S. M. assegnu cjuindl con niunificenza imperiale le som- me necessarie per tale viaggio letterario , e ne confido la direzione supi'ema unitamente a qnella dell" iiitiera spe- dizione al principe di Metternich suo ministro di stato, delle confevenze e degli affari esteri. II direttore di Sclirei- bers eblie la commissione di steiidere le necessarie istru- zioni e di essere in seguito il referente presso il principe suddetto. Le persone destinate a sifFatto viaggio scientifico furono le seguenti : il sig. Giovanni Cristiano Mikan , dottore in medicina , pubblico professore di botanica nell" universita di Praga e membro di piii societa letterarie , per la storia naturale in generale e specialmente per la botanica ; 11 sig. Giovanni Emanuele Pohl , dottore in medicina di Praga conosciuto assai vantaggiosaniente per varj scritti niinera- logici , e membro di piii societa letterarie , per la niine- ralogia; il sig. Giovanni Natterer assistente nell' I. R. gabinetto di storia naturale di cone, per la zoologi.a; il sig. Enrico Scliott, il giovane., I. R. giardinieie botanico al palazzo di Belvedere, come giardiniere; il sig. Dome- nico Soclior cacciatore ordinario di S. A. I. e R. Tarci- dnca principe ereditario , come cacciatore ajutante; e per ultimo il sig. Tommaso Ender come pittore paesista, e il sig. Giovanni Bucbberger come pittore botanico. II sig. professore Mikan e il sig. Ender s' imbarcaroao sulla fregata l' Austria , e il sig. Natterer, Schott e Sochor suir Augusta nel porto di Trieste. Ma il sig. dottore Polil e il sig. Bucbberger , per essere stati nominati piii tardi , unitamente al sig. Schiich altre volte custode degl' II. RR. gabinetti di storia naturale di corte e presentemente bi- bliotecario al servizio di S. A. I. l' arciducbessa princi- pessa ereditaria , ed al signor Frick al servizio parimente della medesima come pittore di storia naturale, dovettero imbarcarsi col seguito della serenissima arciducbessa sposa sui vascelli di linea RR. portoghesi nel porto di Livorno. Animata da eguale amore e soUecitudine per le scienze utili determinossi S. M. il re di Baviera di spedira per !o itesso viaggio due naturalisti mem]>ri della R. Accftdemia PAUTE STKA-NltUV. -Jl di Monaco , 11 signor dottore Sj^ix come zoologo , ed il sig. pi-otessore Martins come botanico , e coll' asseiiso di S. M. r imperatore , di associai-li ai nostrl naturalisli patrj. Non altrimenti S. A. I. il grauduca di Toscana si com- piacijne di spedtrvi il sig. lladi come natnralista. I due primi s' imbarcarono col sig. profcssore Mikan sull' I. tre- gata V Austria , e 1' ulciiuo col sig. D. Pohl sui RR. vascelli portoghesi. Le II. fregate Austria ed Augusta fecero vela il 9 aprile 3817 da Trieste, ma a motivo de' venti contrarj dovet- tero tutto il 10 bordeggiare T Istria , P 11 poi veniiero esse assalite da terrlbil procella, la quale ruppe il bom- prcsso air Austria e tutta la matadura all' Augusta , per cui quella dovette entrare nel porto di Pola e questa la tinello di Cliioggia a fine tli riaversi dai dauni sofferti. Du- rante la ripara/ione tlelle navi i naturalisti fecero delle escursioni ne' vicini contorni : Mikan raccolse notizie in- teressanti sn Pola, e Natterer scopri nelle paludi del Brenta e deir Adige un galibiano o laro cli' egli cliiamo L. mela- nvcepludus , due nuove sjiecie di silvie, oltre altri animali rari : Scliott rinvenne pur esso delle piante nuove e rare. II 3 T di maggio 1' Augusta lascio il porto di Chioggia , e il 17 di giugno arrivo a Giljilterra : nell' avvicinarsi a questa Natterer riconobbe il flnsso violento proveniente dall'Oceano, e vide clie il mare fecesi quasi verdescuro , mentre nel Mediterraneo era azzurro. Da quest' epoca lino a quella in cui 1' Augusta rimise alia vela Natterer e So- chor raccolsero varj animali nelle vicinanze di Gibilterra, Algeziras e Trafalgar in Ispagna. Una nuova sj>ecie di le- pre , una viverra felina, una nuova specie di calcabotto, alcune rare silvie , fra le quali la palustre , un nuovo t(n-do , non che il leucnro ossia codibianco, varie Incerte, il colubro di Rodi, alcuni gecki, la scimmia inua o silvana, varj insetti rari o nuovi specialmente coleotteri fra' quali il bracliino caustico , alrtini vermi intestinali ed altri ani- mali furono da Natterer spediti a Vienna; in tutto 10 mam- niiferi , 68 uccelli , 77 anfibj , piix di 900 insetti, piu di .3oo conchiglie e 34 vasi pieni di vermi intestinali estratti j>er la maggior parte dagli uccelli. In mancanza di cristalli adopro Natterer vasi di latta , cui fece saldar bene il co- perchio sopravvolgendovi poi una vescica, e in vece di alcool adopro rum. In questo modo .. in gran parte nuovo. ^o V r r I N t) 1 u E giunsero intatti a Vienna tutti i preparati e gli aiiitntili contenuti in detti vasi, Le escursioni fatte durante il giugno e il luglio ne' cou- torni di Gibilterra , Alge/iras e Trafalgar , accouipagnati da somnio caldo , da difetto totale di comodi, da pericoli, da niancanza di strade ecc. fecero ammalare Schott e So- chor, ma rinvigoi'ire Natterer. Schott fece esso pure varie escursioni e trovo e rac- colse inolti semi e molte piante cui esso pure mando dis- seccate a Vienna. Specie nuove da lui nominate sono le segueni i : Galium ovalifoliwn , et. gibraltn.ri.curn , lobelia serru- lata , erytkraca acutiflora , silene cheiranthifoHa , rubus ul- mifolius , echium albicans , polygonum parviflorurn , hete- ranthemis? et viscid,e hirta. Al i." settembre iSijdovette la fregata Augusta unirsi alle due uavi da linea portogliesi , il Giuvaani VI e il San Sebastiano , i quali conducevano a Rio Janeiro la R. sposa, e percio tanto Natterer , quanto Soclior e Schott parti- roao suir Augusta da Gibilterra e giunsero gli 1 1 settem- bre all" altura di Madeira e posero 1" aacora ■ alia rada di Funchal. L' Austria fece vela piii tarJi , fermossi a Malta qual- che gioruo e giuase sola e piii prontamente a Rio Janeiro il i6 luglio. II prof. JMikan somministro delle interessanti notizie sulP Istria e su Malta e poi su Rio Janeiro in se- parati scritti degli ii e 18 maggio, 16 luglio e i5 agosto. In quest' ultimo fogllo egli da notiyie relative alia quantita grandissima di piante e di animali che esistouo ne" con- torni di Rio Janeiro , e desidera il pronto arrivo di Nat- terer e degli altrl suoi compagni : in un altro foglio del 6 settembre da Mikan alcuni ragguagli relativi alia dif- ficolfa di percorrere il Brasile e di conoscerlo se non se neir iutcrvallo di varj anni, rende inteso che T I. console msso di Langsdorf posslede una collezione entomologica ]>€llissima , che i termiti e le formiche poco mauco che non distruggpssero i suoi preparati, ecc. II dott. Pohl il quale dovea a Livorno imbarcar.si sulla nave il <$. Sebasticuio introdusse una corrispondenza utile ai musei di Vienna e di Firenze; e il paesista Ender in- vio delle vediite di Pola e delle coste marittime. Natterer a Madeira non trovo che pochi uccelli in gran parte Jluropei non avcndo potato destinare ad esturbioui r.VRTK PTRANIEKA. 79 die nn glorao e mezzo. II 14 settembre a a ore ilopo raez- z.iaotte r Augusta e i vascelli poi-togliesi fecer vela pel Brasile e giunsero a Rio Janeiro il 5 di ottobre. Ai 3o novembre i naturalisti, che trovavansi tutti a Rio Janeiro, considerate cbe la partenza delle fre^ate austria- clie doveva aver Uiogo al Ijnir dj niarzo o al principio di aprile , preso consiglio dal sig. console Langsdorf co- noscitore esatto del paese , proposero a S. E. il sig. conte di Eltz imp. ambasciatore presso la corte di Rio Janeiro il loro piano di percorrere durante tal tempo la capita- neria di Rio Janeiro in tre riprese e divisl in dne colonne , e ne ottennero I approvazione. A tale scopo il sig. prof. IMikan si uni al giardiniere Scliott ed al pittore Buchber- ger, e Tassistente Natterer al cacciatore Socbor ed al D. Pobl. II paesista Endgi" si associo ai naturalisti b^varesi Spix e Martins i qnali portaronsi a S. Paolo , cplebre per le sitnazioni e le vedute pittoresche. Al sig. Conte di Scbonfeld, il quale parti di li a poco per r Iiighilterra, veniiero dai naturalisti consegnate varie casse di aniaiali vegetaljili e mnierali , le cruali giunsero coa esso lui felicemeate a Loadra :, ma varj rapporti del uiedesimi i cjuali erano stnti consegnati agl' imperial! ciani- bellaiii conti Bellegarde e Wrbna , vennero il a i marza 1818 gettati colla valigia in mare all" occasione cbe il, pacbebotto inglese , su cui trovavansi , venne arrestato e spogUato da due corsari spagnuoli, Le due colonne o caravane coadotte dal prof. jMikan e da Natterer si posero in cammino col linire di gennajo ; nia la prima dovette ritornarsene a Rio Janeiro il 1 5 marzo per la caduta da cavallo del pittore Bucbljerger , la cui vita fu in grave pericolo s la seconda parti per acqua e ando a Sapitilia e S. Joao , e dopo 3 mesi d' assenz.a fu di ritorno alia capitale con un ricco bottino di cose naturali. S. E. r ambasciadore conte di Eltz destino il professore IMikan per accompagnare siilla fregata Augusta il traspoito dei prodotti naturali raccolti , e con esso rimando il pit- tore botanico Bucbberger e il paesista Ender amendue ma- laticci. II viaggio fu felici- e tutto giunse al suo destino , cioe a Vienna, entro il 1818. Assieme alle piante dissec- cate venncrvi spedite non pocbe vive, e s8 animali pur viyi -J ma fra qucbti moriiono camniin facendo la Siinia Sqi X V i> y s T) I c ?. rotaha, la simia sabacea , lo psiuacm tirica, cine i'lrabosfe ( Orioli?) e il crocodilus sclerops. II dott. I'ohl spedi luoltc j>iaiite, pochi insetti , varie conchiglie , iia ooccodrillo v varj miiierali , alcuiii pesci , serpeiiti e semi di piante. II giardiiiiere Schott spedi esso pare varie pianle rare e nnove , e Natterer maiido vurj aniinali e vegetabili iiite- ri'ssanti. Polil e Natterer con Soclior riinasti nel Brasile si de- tcrmiiiaroiio , coIP approvazione delT laviato imperiale a fare uii viaggio della darata di i. ^Ij. ai 2 aiiiii , ed of- tenriero percio i necessarj passaporti, credeuziali e con- tanti. 11 dott. Pohl fu incaricato anclie della parte bota- nica. AU'assistente Natterer v "ine associato ua ajuto per la raccolta degl' insetti ed altri piccoli aniiiiali. II giardi- niere Scliott ebbe V incumbenza di rimanersene j)er qual- che tempo nelle vicinanze della capitale per raccogliere semi e jiiante , e per foadare nn giardino botanico dal quale poter poi spedire con maggior sicurezza in Europa le piante e i semi che se ne sarebbero ottenuti. Siffatto giardino venne eretto presso la Legazione aiistriaca , ove si ebbe piir cura di stabilire una piccola menageria onde addomesticarvi le bestie che doveauo veiiir spedite in Eu- ropa. II pittore Frick si esibi , colPassenso di S. A. I'ar- ciduchessa sposa , di supplire alia maacanza del pittore Buchberger; e Schott penso a formarsi nu allievo onde poter poi fare un viaggio in lontane provincie. Ncl novembre del 1810 giunse il pr(jfessore Mikan coi prodotti naturali in Vienna : la loro quantita e qnalita at- tiraronsi T osservazione degl' intelligenti e uieritaronsi la siiperiore soddisfazione ; il loro complesso fu il seguente: inammifcri n.° Sj , specie 2,g; uccelli n.°8io, specie 263; aiird5j n." 271 , specie 55 ; pesci n.° i33, specie 54; trpstacei n." 3o , specie 14; molluscbi e conchiglie n. 700, specie 160; vermi intestinali iiiolte ccntinaja, specie 200 e piii; animali radiati e zooiiti n." 87, specie i3; piante disseccate n." 5ooo , specie laoo; minerali n." 36i , spe- I G E sorta di scnii , frutti , anfibj , insetti , ecc. Premendo a S. S. I. R. M. die s' accrescessero senipre piu le colle- zioiii delle piaiite e degli animali vivi , si compiacque di lasciare piii a lungo il giardiniei'e Schott nel Brasile, e dei^nossi di spedire al Brasile rajutante giardiniere di corte di Hetzendorf, Scliiicht, aOinche avesse cura del trasporto delle piaiite e degli animali da Scliott e da altri raccolti. Col mezzo del Brigg Igiiiio le piante e gli animali vivi , unitamente a mold prodotti naturali iuibarcati il i8 aprile 1819, pervennero il 4 ottobi'e i8i() ben conservati nel porto di Trieste , e giunsero V 8 novembre a Vienna. Pobl continuo il suo viaggio passando per S. Pedro d'Al- cantara , Pai-acatvi do Principe , S. Lucia e Meyaponte , e giunSe nel gennajo 18 19 in Villa Boa. Strada facendo e ne' contorni di quest' ultima citta raccolse molti prodotti naturali « co' quali riempi 20 casse , cioe i5 di fossili e 5 di piante. Assai degna di riflesso e pel geognosta T os- servazione fatta dal nostro naturalista sulla pietra sabbio- niccia elastica , cioe sul quarzo pieghevole , il quale forma strati ampi , grossi e regolari da S. Joao del Key Jino a Villa Boa, cioe per piii di 200 leglie portogliesi , e la cui pieglicvolezza , dalle osservazioni di Knocb , dipende dalla niiscbia con foglioline di mica ed anche di scorlo. La sua giacitura e sopra il granito e il gneiss ; e quando giace suUo schisto micaceo vedesi questo passare in scliisto di argilla. Pohl la considera come una forniazione particolare cui cliiama col nome di scliisto di quarzo, o quarzischisto, II nostro naturalista non manco di osservarc le laverie d' oro , le qnali pero non sono ne ricche , ne abbondanti , ne istruttive. Nclla provlncia di Goyaz osservo Pobl la giacitura dei famosl cristalli di Monte , i quali vendevansi altra volta per topazj. Essi trovansi un piede sotto la terra vegetale eiitro uno strato di argilla magra gialliccia incumbente ad una pietra sabbioniccia composta di frantumi di cri- stalli , la quale giace suUo schisto d' argilla. La cava e al presente abbandonata. A norma di un foglio scrltto dal dott. Polil il 22 gen- najo 1820 da Villa Boa alia Leg^azione austriaca in Kio Janeiro , egli , dopo di aver percorso i contorni di quella citta, sarebliesi portato a S. Joao de duas Barras ilno al conflueutu dclPAraguay col Tocantin , c sarebbc ritornato rAlllE SXK\N1EK/V. 83 alia niedesima dove aveva portato altre i6 casse di pro- dotti minerali raccolti in viii s\ interessante e lungo viaggio. Natterer parti il 27 gennajo 1819 da S. Paolo , and6 ad Ypanema , poi a Porto Felice per potersi imbarcare sul Tiete, e portarsi quasi sempre per acqua nell' interno del paese ; ma per mancanza di navi e di uomiiii dovett" egli ferniarsi cola. Ivi resto varj niesi , ed in tutti que' din- torni misesi a far raccolta de' prod(^ti di cui mancava la coUezion sua. II 2 5 di luaggio 1820 ritorno a S. Paolo con Vina nuova raccolta, e da S. Paolo a Santos , da dove la spedi a Rio : eatro agosto fu essa poi imbarcata su di una nave mercantile diretta a Trieste. Natterer non per- dette pero tempo, e ritorno ad Ypanema a terminare il suo giornale , cui spedi tantosto alia Legazione austriaca uni- tamente a due altre casse di prodotti naturali. E degno di osservazione che Natterer abbia trovato insofFribile anche presso Ypanema piii il freddo die il caldo, e che a 10 -*- R. gli s' irrigidissero le dita iiello scrivere : le lunghe piogge erano a lui piii moleste d' ogni altro inconveniente od incomodo. Scbbene cpielle vicinanze sieno frequentate da serpenti velenosi e da Ijestie feroci , pure egli ne rimase sempre illeso; e ]jen si osservi cli"' egli seppe uccidere 14 gatti tigrini ( Onze ) , 2 coccodrilli , 11 serpenti boa , II serpenti a sonagli e 48 altre serpi velenose. II i5 luglio 1820 incomincio un nuovo yiaggio passando per Fachina , Curitiva, Yilla do Principe pel deserto di Lagu, poi pel lago dos Patos , e ritorno a Curitiva : egli aveva parimente deciso d'intraprendere il lungo viaggio lino dal- r anno antecedente ideato , vale a dire di scendere per acqua il Tiete , montare il Parana fino al Rio Pardo , poi inontar questo Hno a Sangueruga , ove prender terra e giungere al Rio Comapnan, sul quale imbarcarsi, scendere colla corrente nel Taquari ed entrare nel Paraguay, mon- tar questo fino al confluente di Rio dos Porrodos , poi il Cuyaba , e prender terra al porto di Cnyaba : da que- st' ultima citta passare a Villaljella di Mattogrosso , e da cola o scendere pei iiumi Guapore , Marniore , Madeira e Rio delle Amazzoni iino a Parra , oppure tornare per terra a Cuyaba , entrare nel capitanato dl Goyaz e di Ik passare a Minas Geraes , e ritornaj'e a Rio: ina le vicende politiclic 51 opposero per allora a sifFatto giaudioso di- iegtio. 84 APPENDICE Sochor fu il compagiio fedele di Natterer , ed cspresse il desiderio di eseguire con lui il lungo c disastroso viag- gio di cui si e or ora parlato. Schott fece due altri viaggi ; il prime per Campos lo coiiiincio egli il 4 di giugno 1819 e lo termino al i di ottobre, e il secoiido per Macaca incoiniaciato il aS gen- najo 382,0 , e terminato il 2 aprile dello stesso anno. Nella prima di tali^escursioni raccolse Schott varie cen- tinaja di piante per P erbai'io , 46 vive pel giardino bo- tanico, piu di 200 sorta di semi, 29 qualita di legni , varie centinaja d'insetti, alcmii serpen ti ed un coccodrillo jacare vivo. Fra le piante da Schott ti'ovate ve n'lia va- rie interessanti e nuove massime dei generi Triplari, Ru- pala 5 Dorstenia e Besleria; egli fece parimente varie osser- vazioni sulla lingua dei Puri e sui loro costumi , abiti , ecc. La seconda escursione fu da Schott incominciata il a 5 gennajo 1820, e terminata il 2 di marzo insieme al regio pittore Frick. II bottino fatto da Schott anche in questa seconda ed in akre piu brevi escursioni fu assai ragguar- devole e venne consegnato in 7 casse al Brigg che nel- r agosto parti da Rio per Trieste. Avendo S. M. aderito al desiderio di Schott di rimanere per qualch' anno ancora nel Brasile, fu deciso che, dopo altre escursioni lie' contorni di Rio Janeiro , e dopo di aver spedite tutte le piante e gli animali vivi raccolti a Rio Janeiro , potess' egli al ritornare di Pohl in Europa , associarsi a Natterer , ed eseguire con esso lui V impor- tante e lungo viaggio dal niedesimo ideato. II giardiniere Schiicht , a motive del ritardo della par- tenza del sig. tenente-colonnello Feldner , parti nel no- vembre 1819 col sig. barone di Walter destinato per la legazione di Rio, e giunse in quest' ultima capitale, dopo di essere stato a Londra e di aver posto piede a terra a Bahia e Fernambucco il 22 febbrajo 1820. Egli ha ese- guito esattamente la sua commissione presso di Schott, ha conti-ibuito ad aumentare I'erbario ed accrebbe le sue cognizioni botaniche. A seconda della relazione della Legazione , la spedizione delle piante doveva succedere nella primavera del 1821. 5oo erano gia fino dal dicembre 18 19 le piante yive rac- colte in So cassoni , per cui e da credersi che se ne sa- jrcbbc aumentato di aiolto il uuiucro al muniento del lores P\RTE STRANIERA. 85 Imliarco. Se la nave sarh abile a contenere anclip la I'ac- colta degli animali , non si manchera di spedirla essa pure ; ill qualunque caso pero il coccodrillo jacare ed il tapiro, recalato dalF arciduchessa principessa alia menageria ini- pei'iale , dovranno venir trasportati in nn colle piante in Europa. Schott , deposta T idea di piu sofFermarsi nel Bra- sile , s' inibarco infatti nel maggio 182 1 con 35 casse di PoliI e 3o alti'e di prodotti da esso lui raccolti , ed ai-rivo a Lisbona il 3 1 luglio , da dove dopo aver spedite le casse a Trieste ando a Londra , e poi per Parigi a Vienna. Di ritorno nel feblDrajo 182 1 dal suo viaggio fine al Rio delle Amazzoni e delle provincie di Para , Minas Ge- raes , ecc. il dott. Pohl s' imbarco nel seguente aprile a Rio Janeiro , conducendo seco il giardiniere Schiitt , jina coppia d" indiani BotociKli e tntti i prodotti clie trovavansi a tal epoca in Rio Janeiro , venne ad Amsterdam e per 11 Reno e il Meno a Yirzburgo, da dove per terra, pas- sando per Ratisbona , giunse nelP ottobre a Vienna. Natterer chiamato a Rio vi si trovo il i feblirajo 1821. Le circostanze politiclie gli avean tolto il mezzo di poter eseguire F ideato grande viaggio; ma spinto egli da aniore per la scienza e dal desiderio delle scoperte si decise di {^re a tntto suo riscbio il viaggio medesimo : sifFatto zelo e coraggio raeritaronsi la suprema indulgenza , cosicche S. M. I. degnossi di assegnargli i fondi necessarj per ese- guirlo : Socbor gli e compagno fedele. Le sue osservazioni e scoperte sianio sicuri die serviranno di progresso alle scienze natvirali, alle arti ed ai mestieri. Dal giugno iBai fino al finire del 182a non si avevano dirette notizie di Natterer ; vogliamo pero sperare cb' egli avra sorpassato tutte ie diflicolta e scliivato i molti pericoli cui egli deve necessariamente andare alP incontro e cio stante la sua intelligenza , sveltezza e forza , F ablDondanza dei mezzi pecuniary , 1' assistenza del bravo cacciatore Socbor e delle altre persone seco condotte , e le racconiandazioni ottenute. Se il sig. direttore di Scbreibers dara alle stanipe altri fascicoli relativi a sifFatto viaggio , non mancberemo di par- tecipare all' Italia le osservazioni di Natterer le piii im- portaiiti. Tutti i prodotti arrivati dal Brasile messi in ordine a seconda della scienza , forniano a Vienna nn museo par- ticolave. I curiosi si compiacciono di A'cdervi inlinite Ijclle 86 APl'KNDTGE cose, e i natni'allsti di vicoiioscervl moltissime varieta , molte specie e varj generi nuovi cU prodotti natural!. Oltre di cio la nienageria e i giardini imperiali ottennero un aumento in animali e vegetabili o non piii visti o assai rari. La qnantita e la qualita dei prodotti raccoiti dai na- tnralisti anstriaci nel loro viaggio al Brasile sono in com- plesso le seguenti : Regno animale. Marnmiferi: 35o esemplari di 80 specie, fra le quali 9 afFatto' nuove ^ oltre 6 esemplari di 5 specie africane eil asiatiche , e 10 esemplari di 6 specie raccoiti in Italia e in Ispagna. Uccelli: 4120 esemplari di 664 specie, fra le quali pii di 100 state poc' anzl descritte da Vieillot , Kulil , Neu- wied , Temmink, Swainson e Mikan , e pin di i5o altre non per anche descritte , da Natterer scoperte , assienie a 59 uova e molti nidi ; olti-e 10 esemplari di 5 specie di Africa e di Asia e 98 di 38 specie di Madera, d' Italia e di Spagna, fra le quali Temmink ne riconobbe 6 nuove. Anfibj : 780 esemplari di oltre 100 specie, fra le quali piu di 40 nuove; oltre 147 esemplari di 17 specie di di Madei'a , d' Italia e di Spagna. , Pesci: 817 esemplari di presso a 100 specie, oltre a 62 esemplari di 40 specie dell' Italia e del Portogallo , in gran parte nuove. Mollusclii e conchiglie : presso a 1000 esemplari di piu di 200 specie, oltre molt'' altre d' Italia e di Spagna , molte delle quali sono nuove. Crostacei: 270 esemplari di 3o specie , oltre 10 esem- plari di 3 specie del Portogallo, fra le quali molte nuove. Insetti : pi'csso a 58, 000 esemplari di almen 65oo spe- cie, oltre 1300 esemplai-i di 5oo specie d' Italia , di Spa- gna , ecc. , delle quali la meta e nuova. Vermi intestinnU. : molte 1000 di esemplari di presso 5oo specie od almeno intlividui, i quali sebbeiie apparcn- temente eguali furono trovati da Natterer in nnlmali non stati per anco sottoposti ad esame. Rudolphi ne ha gia citato un centinajo. Animali radlati e zoofiti: piu di 80 esemplari di 20 spe- cie, varie delle quali nuove. Schelctri r preparaU anrit.oinici : prof.'m a 120 pezzi. PARTE STRA.NJERA. »7 Regno vegetale. Pinnte disseccate : plu di 40,000 esemplari di presso a 6000 specie, delle quali la metk almeao e nuova ; oltre 1000 esemplari di piu di 3oo specie raccolte a Madera, in Italia ed iii Ispagna. Degno e da sapersi clie quattro delle sei piu siagolari sono state riconosciute per nuovi generi e descritte nei due priiiii fascicoli dell' opera del prof. Mikan Delectus fauncc et florcn Brasilice. Parti clelle plant e , semi e frutti: una quantita iusigne, parte disseccata e parte nell' alcool ; oltre 120 pezzi di tronchi o di rami di legai singolari. Regno niinerale. Terre e pietre , gemme e metalli. Una quantita gvande di fossili di tutti i paesi percorsi dai natui'alisti austriaci ed in ispecie dal dott. Pohl , fra i quali sono da enume- rarsi de' vaveliti , cianiti , stauroliti , scoroditi , celestini , scorili , mica in tavole della grandezza di un piede , il canellino , degli ametisti di singolar grandezza e colore , delle turmatine di 1 1 Varieta di colorito , delle euclasie , de' berilli , de" topazj si bianclii die gialli , azzurri e ver- dicci, variatamente cristallizzati ed a doppia punta, de"'cri- soberilli diversameute cristallizzati e di grandezza singolare, 118 diamanti variamente cristallizzati, platino , polvere d' oro niista ad oro cristallizzato di 3i diverse laverie , oro nella matrice , una eollezione perfetta delle rlcclie mi- niere di ferro di Ypanema , miniera di ferro magnetico ottaedra, miniera di ferro rossa in ottaedri pollicari, mi- niere di ferro rossa e bruna fibrosa , miniera di ferro lucido, mica di ferro , manganese cristallizzata , ecc. Rocce : una eollezione completa di tutte le rocce delle provincie percorse , cioe della capitaneria di Rio Janeiro, Gayaz , Minas Gei'aes , S.Paolo e Mattogrosso, fra le quali un pezzo di piii di 2 piedi in quadro della pietra elastica. Oggetti etnograficl. Armi, supellettili , utensiU, vesti, ecc, Oltre quelle del Creoli e del Portoghesi nativi, quelle pure degli aborigeni brasiliani di dieci tribii diiferenti , vale a dire dei Pari , Coroadi , Coropi , Camei , Paragrammacri , Apinagi , Co- rooi , Cajapi , Cavanti o Botocudi. 88 APPENDICE Ci credereinmo inGensibili per gli avanzaraenti dellii scienza ed iiigrad verso i piu illustri loro pi-omotori , , se noi mancassimo dall' essere gl* interpreti dei seiitimentL deir utnanita intiera verso 1' augusto iiostro Monarca , alia cui generosita ed intelUgenza debbesi Taver fatto eseguire un' opera di tanta importanza e dalla quale T Europa e fuor di dubbio T Italia, iiiasslme meridionale , poti-a col- I'aiidare del tempo trarre de' rilevanti profitti. I nomi di Mikan , Pohl Natterer e Schott godranno per T avvenire del rispetto accordato a quelli di Adanson , Tournefort , La Peyrouse e poch' altri celeb ri naturalisti viaggiatori. G. G. PARTE STRANIERA. Iiidagini intorno all'albero^ cui gli antlcld dledero il nonie dl Persea (Artlcolo inedito del sig. L. Reynier^ letLo alia Societd dl storia naturale dl Losaiina il ^ioriio 2 luglio 1823. Traduzione daW orlglnale francese ). u, N albero chiamato Persea dagli antichi faceva parte delle plante sacre clegli Egizj , e loro era utile per niolti titoli : pill tardi , cioe dopo cessata 1' importanza clie gli avea data il culto, ha conservati i vantaggi piii durevoU die gli assicurava la sua vuilita. Sotto questo doppio titolo egli e interessante di cercare sotto qual nome un tal albero sia oggidi conosciuto. La cosa sarebbe facile se una clas- sificazione qualunque de' vegetabili, fondata.sopra caratteri positivi avesse somniinistrato agli antichi i modi di farli conoscere con precisione: ma siccome essi erano privi di sifFatti metodi che tanti vantaggi procurano ai moderni , mi trovo costretto a raccogUere tutti i passi dove cssi no hanno parlato per dedurre dai loro confront! un complesso di nozioni intorno la sua forma e le sue proprieta che serviranno a farlo conoscere. Prima di me altri hanno tentato questo stesso argomento. M. Sprengel lia creduto che fosse la Cordia mixa di Linn., M. Delisle che fosse la sua Balanites /Egyptiaca , lo stesso die la Ximenia jEgyptiaca di Linn. Non parlero punto di alcuni eruditi che non avendo come i succennati il vantagglo di essere botanici lianno arrischiate delle opinioni prive di fondamento. Prima di esaminare sino a qual punto le due congetture, di cui abbiamo par- lato poc'anzl, sieno fondate, egli e bene di raccogliere tut- tocio che fu detto dagli antichi intorno la Persea , affine di poterne fare il confronto con gli alberi die oggi esi- stono nell'Egitto. Teofrasto , il pin antico dei naturalisti che ne abbiano jiarlato, ce ne lia data una specie di descrizione. Secondo lui e un albero grande e di bella forma, le cui foglie e ramificazioni lianno qualcbe somiglianza col pero; so- lamcnte die (juest* ultimo perde Ic foglie mentre T altro le conserva. La Persea porta molti frutti die maturano 96 Al'PBNDICE in ogni stagione, nia segnatamente verso i due equhiozj. Cotai frutti sono della grossezza di una piccola pera selvatica:, sono oblnnglii e di colore erbaceo; contengono uu nocciolo come le prugne, ma piu piccolo e di una sostanza nieno dura; la loro polpa e dolcissima , di sapore grato e di facile digestione. L' albero e rimaixhevole pel nnmero, la lunghezza e la grossezza delle sue radici; il sue legno e duro e sotnigliante a quello del Lotos, e se ne fanno statue, tavole ed altre mobiglie (i). Altrove egli dice che qiiest' albero ti'asportato in Grecia vi e rimasto sterile e perfnio nell' isola di Rodi , ov' egli fiorisce senza die i fiori legbino (a): ma nell' altra sua opera, die molte circo- stanze mi fanno considerare come posteriore a quella die mi ha somministrati i fatti precedenti, ci dice die cjualclie volta i frutti vi maturano senza pero acquistare la dol- cezza di quelli deU'Egitto (3). Erodoto ha altresi parlato di quest" all3ero: il suo legno, die' egli , e durissimo e serviva al suo tempo,, come quello deir Acacia , per la costruzione delle l)arche e per altri lavorl dove sifl'atta qualita di legno e necessaria (4), Dioscoride ne ha parlato pochissimo ; il suo frutto , se- condo lui, e molto salubre, e le sue foglie hanno alcune proprieta medicinali, oggetto di cui si e principalmente occupato nel suo libro, cio die spiega il suo silenzio sul resto. Ma egli e presso di lui che si trovano le prime vestigia di un errore che si e propagato in seguito. Egli dice die quest' albero primitivamente velenoso in Persia ha perduto i suoi principj deleterici per la sua traspian- tazione in Egitto dove e diventato salubre (5). Plinio ha trascurato tutte le cose buone che di questo albero aveano detto i suoi predecessori per copiare questo solo errore (6). (1) Theophr. hist, plant, lib. 4, c. 2. Suppongo die il Lotos di cui qui si tratta non sia qnello de'Lotofagi Zizyphus Lotus Desf. ma bensi il Diospyros Lotus Linn, il cui tronco acquista dimensioni niaggion. (2) Theoph. hist, plant. lib. 2, c. 3; lib. 3 , c. 5. (3) Tlieoph. de caus. plant, lib. 2 , c. 4. (4) Ilerod. lib. 2, c. 96. (5) Diosc. hist, plant, lib. I , c. iSo- (6) Vlin, hist. nat. lil). i3, c, 17. PARTE STEA.NIER\. ^1 Dlodoro e Strahone dicono die I'antlca tradizione ia E2,itto era die quest' albero vi fosse stato introdotto dal- I'Etiopia, e ne riferiscoiio l* importazlone all' epoca della spedizione niilitare di Camliise (i). Gallieno dice die il siio fiutto e gratissinio, e die il suo aroma s'avvicina a quelle della mela. Se ne faceva graa cento in Egltto (a). Plutarco narra die quest' albero e consacrato ad Iside, e die e caro perdie il suo frutto somiglia alia ligura del cuore degli uomini , e la sua foglia alia lore lingua, due organi pei quali si sente e si propaga la sapienza (3). Una legge del basso inipero proibisce il couiniercio del legno di quest' albero (4). Ateneo parla sotto il nome di Konnaros di un albero che mi pare lo stesso di questo, dietro i connotati di' egli ne da. Cresceva , die" egli , in Egitto vicino alle tombe die erano state colpite dal fulmine, la sua grandezza era mez- zana, la sua forma avvicinava quella dell olmo , era ra- niosissimo e arinato di piccole spine : il suo fogliame ei'a rotondato, di un verde pallido : porta va frutti due volte I'anno, in estate e in autunno; ognun de' quali avea la grossezza di un' oliva avente com' essa un nocciolo , ma la polpa dolcissima ^ si inangiavano crudi, ed anclie si scccavano per fame foccacce ricercatissime a Alessandria per i desevti (5). Tali sono le notizie giunte sino a noi siilla Persea. Ne emerge die quest' albero deve avere un legno duro poidie esso era inqiiegato in opere di costru- zione. Non puo dunque essere la Cordia myxa , poidie questa lia un legno bianco leggiero adoperato in Egitto agl'istessi usi ai quali in Europa si adopera quello del tiglio. La Balanites jEgyptiaca ha il legno duro, come quello attribuito alia Persea ; ma M. Delisle conviene in cio che ne ha scritto , essere quest' alljero molto raro in Egitto , non esistere che in due o tre giardini, dove senza cono- scerne alcnn nome paiticolare si chiamava Sagar el Kebli , (1) Diod. Sir. 111). I, c. 34. Str. gcogr., lib. 17. (2) Gal. de aliment, faciilt. lilj. 2. (3) Pliir. fie Iside. (4) Cnd. histin. lib. 1 1 , t. 77. (">) Allien. Deijiii. liji. 14. 92 A 1' 1' E N D I O E parole arabe clie sip;nin(ano alhcro de' pncsi siiperiori, che e quaiito dire clolla Nubia (i). Se ((uest" all)ero esisteva ill Egitto fino dai tempi in cui visscro Erodoto e Teofrasto, non si trovercbbo ova rilegato in due o tre giardini eel avrebbe mi iiome cbe si sareblie trasmesso di secolo in secolo sino a noi, e non sarebbe indicaio con una espi'es- sione vaga, chc per esser araba, dinota la sua introdu- zione posteriore all' adozione di questa lingua. Cotai mo- tivi mi sono sembrati abbastanza concludenti per noa ammettere i ravvicinamenti cbe M. Delisle lia proposti. Cosl risguardando la questione come ancora irresoluta, ho de- terminate di occuparmene. Raccoglicndo tutte le notizie cbe ci hanno lasciate gli anticbi sulla Persea troviamo cbe e un alljero della forma e della gi'andezza di un pero , il cui tronco di un legno duro puo fornire massi di una certa grossezza capaci di essere impiegati per la costruzione delle bardie del Nilo e per alti-i lavori. II suo frutto di colore erbaceo e della grossezza di una picciola pera selvatica , o di un' uliva , di un sapore dolcissirno , avente 1' abboccato dclla mela; esse contiene tin nocciolo meno solido di quello della prugna. Le foglie banno la forma di quelle del pero e un colore plu pallido. L'albero ba alcune spine e si pianta sovente in vicinanza de' sepolcri. Poicbe in Egitto ove gli alberi in generale sono rari , essendo il paese tutto in coltura o in deserti, c mancante di foreste , il legno della Persea serviva a molti lavori essen- ziali , come la costruzion delle barcbe , quest' albero dovea necessariamente csscre moltiplicato per cnra degli uomini , quindi nasce la presunzione fortissiina die T interesse lore abbia coiitinuato ad essere lo stesso (c il prova la legge del basso impero diretta a diminuirne il troppo consumo ), e cbe quest' albero dcbba esistere tuttavia in Egitto ed esservi impiegato agli stessi usi. Egli e percio fra quelli cbe vi sono comuni e non ne' giardini cbe bisogna cercarlo, eJ e appunto fra i primi cbe io' credo averlo trovato. Egli e dunque, a mio avviso , la specie di giuggiolo conosciuto sotto il nome Zizyphus Spina Chrisd posto da Linn, nel genere RlMmnus ; gli abitanti dell' Egitto gli danno il nome (i) Flore de V Eygptc art. Balanites .Egyptlaca. Nella grande opera della commissinne d'Etiitto. PARTE STRANIEKA. 9$ di Napka ; quello di Spina Christi gli fu imposto da quelle persone die assicurarono essere stata fatta la corona di Cristo co'' suoi rami. Cotal albero e della grandezza di uii pero , il porta- mento de' suoi rami e la forma delle sue foglie hanno qualche rassomiglianza con esso : il svio legno , clie e du- rissiuio , serve come quello dell' acacia Mimosa nilotica Linn, per r iiatelajatura delle Ijarche. S' impicga altresi per altre opere ove e necessaria la solidita. I suoi frutti maturano progressivaraente e sono di u^n verde giallastro, alcun poco tinti in rosso in uno de' lati: la loro fragranza e quella della mola renetta , il loro iiocciolo e di mezzana durezza. Anclie al presente si pianta spcsso quest' albero nella -yi- cinanza de' sepolcri cli' egli ombreggia ; ha delle piccole spine all'ascella delle foglie. Cosi tutte le fonue e le qua- lita principali attribuite alia Pcrsea degli antichi si ritro- \ano ne\ Napka , e il legno di quest' ultimo serve tutta via agli stessi usi. L' obbligo che ho assunto sarebbe compiuto se io non credessi interessante di gettare iino sguardo sopra le ca- gioni, per le c(uali quest' albero e stato posto dagli Egizj nel numero delle loro piante sacre , come pure sul sin- golare errore di Dioscoride e di Plinio rispetto alle pre- tese qualita velenose ch' esso ha perdute in Egitto. Da quel die ci e noto intorno al sistema religioso degli Egizj , pare die 1 astronomia e le opinioni astrologiche sulle diverse influenze degli astri abbiano formato la base del loro culto : cosi la scelta delle loro piante sacre non puo essere stata suggerita die dai rapporti delle epoche della loro esistenza colle fasi della natura , e le loro con- nessioni col corso dell' anno. Oltre di cio le cagioni della consacrazione della Persea date da Plutarco sono troppo straniere alle opinioni di questo popolo per essere ammis- sibili. Senza dubbio die in tempi assai posteriori alfepoca in cui quest' autore vivea , alcuni ignoranti settarj d'lside, imbevuti del platonismo in voga allora nelle scuole, avranno iniaginata questa spiegazione^ perche non avevano alcuna nozione dell' antlco culto dcU' Egitto ; e Plutarco die nol conosceva iiieglio degli altri avrh copiata la loro asserzione senza riflettere quanto poco essa era fondata. Ma e nella natura e non nelle astrazioni del platonismo die blsogna indagare le cagioni, per cui la Pcrsea divennc una piauta 94 A P 1' E N D I C E sacra. In mancanza di fatti positivi , come ne ebbi per ispiegare i pvegludizj contro le fave , io non daro die delle semplici congettui-e, Dopo le testimonianze degli an- tlchi rlferite di sopra , i frutti della Persea niaturavano successivamente , ma piii abbondantemeiite verso i due equinozj (i). Io ho osservata la medesinia cosa in quelli del Napka trovandosene di niatnri nella maggior parte deir anno. Quest' albero era sacro a Iside , cioe alia luna considerata sotto il punto di vista del benefico influsso di lei sulla natura , clie e costante e si manifesta. piu parti- colarmente ai due equinozj ; dietro la teologia egiziana si sarebbero forse trovate delle relazioni fra il personaggio di questa divinita e la progressiva matiirazione de' frutti di quest' albero? Io Io ripeto , questa non e che una con- gettura die io metto innanzi, senza poterla sostenere con qualche prova ; forse essa indurra altre persone a pro- porne di piu vicine alia verita. L'altro fatto, intorno al quale io ho creduto dover dare una qualche spiegazlone , e T crrorc di Dioscoride e di Plinio sullc qualita primiiivamente vclenose di quest' al- liero. Egli e probabile die sia derivato da una confusione di nomi , facile nei tempi antichi in cui non eranvi ne nomenclature fisse , ne descrizioni di specie fondate sopra caratteri positivi. Non si avevano dati certi neppure sui principj chimici dei vegetabili. Ma egli e ben no to oggldi che una pianta , avendo una qualita qualunque velenosa , non puo pill pcrderla col cangiamento di clima ; tutt' al piu il principio che la medesima contiene puo perdcre della sua intensita , il che non e acquistarne un' altra di- versa. Di piii , quantunque, dietro la testimonlanza di Dio- doro e di Strabone, quest' allicro sia venuto in Egitto dal- TEtiopia , dove Bruce trovo il Napka assai comunc (a), dai viajr'ri.atori si sa ch' esiste altresi snlle rive del Golfo Persico , e non vi da un frutto meno salubre die in Egitto. Quanto all' asserzione di questi due autori , che 1' Egitto (i) A qiieste testiinoiua!iz(^ posso apgiiicner qiiell.i della T\Ii- sclnia, dove in propositi) del riposo del settinio anno e staia fatta una eccezione in favore di quest' albeio foiidata sulla niaturazione progressiva de' suoi frutti ( Mischiia Tit. Scheviit , iisie de jure aiini septimi , c. 5 , § i ). (z) Bruce , Voy. en Abyss. ,1. 5 , c. 3. PARTE STRANIEUA. 96 dovette la Persea alia spedizion di Cambise , si pub ri- guardare come uua favola ; poiche i devastamenti de' con- qtxistatori noa arricchirono glamniai 1' agricoltura. Si ha forse bisogno d' un tale avvenimento per ispiegare come uii albei-o dall' Etiopia sia pervenuto in Egitto , passando per un paese ov' ebbero origine gli stessi Egizj , e col quale, tranne poclii inter valli, ebbero costanteniente delle relazioni ? (C)6 APPENDICE PARTE 11. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. OPERE PERIODICHE. STATI PONTIFICJ. Giornale Arcadico dl Roma^ fascicolo 5i.° OciENZE. Analisi cle' fondainenti della materia medica , di J. Borelli . Appen3ice alle Osservazioiii critiche sulla Scicnza ecoiiouiica del Gioja , di C. Boselllni ( fine ). — Storia della malattia per la quale mori il conte Giulio Perticari , di G. Tommasini. — Sagglo delF istituto clinico romano di medicina esterna , di G. Sisco. Letteratura, Osservazioiii numismatiche di B. Borghesi ( decade X ). — Novella antica inedita. — Notizie iiitorno le scavazioni dell' antica citta di Foro-Giulio. • — Iscrizioui latine , di S. Morcelli. Belle arti. Venere ferita: scultura di P. Tenerani. — Amore in riposo: scultura di R. Trentanove. — Lettere antellane sopra le opere e gli scrltti di Francesco di Giorgio Martini, architetto, pittore e scultore sanese ( lettera se- conda). "Varieta'. Lettera inedita di Aldo Manucio. — Opere del conte Giulio Perticari. — La strage degli innocenti : ot- tave. — Nuovo genere d' aiiimale mariuo scoperto dal signor Rolando di Torino. — Opuscoli scientifici del dottor F. Tantini. — ■ Sulla voce Strupo nel Sagglo intorno ai sinonimi di G. Craisi. — Osservazioiii nietcorologiclie ed idrauliche di uiarzo. PAKTB ITALIANS. 97 Effemeridi letterarl" di Roma , fasclcolo 3o,* Ero a Leandro ; poemetto di Museo , tradotto in verso italiano da Ar«drea CardinaH ( annotazione ). — Opnscolj scientifici, del uott. Francesco Tantiw ( estratto). — Elo- gio di Guglielmo Manzi , di G. G. de Rossi ( estratto ). — Deir educazioiie politica e cristiana de' figliuoli : libri tre di Silvio Antoiiiano ; nuova edizione ( estratto ). — D<»lla certezza della scieiiza antiqiiaria : dissertazione di G. La- bus ( estratto ). — Eaccolta delle piii iiisigai fabbriche di Roma' antica, per F. 5apo«Jeri, Filippo Aiuelio Viscont.i e V. Feoli: Teatro di Marcello (estratto). — La risur- rezione di Cristo coa angioli e santi: cjuadro del cav. G. B. Vicar. — Di un antichissimo sepolcro scoperto nelle viciiiaiize di Corneto : ragguaglio con tavola in vame. ■ — - Annotazioni del conte Giacomo Leopardi alia Cronacad'Eu- sebio del 1818 ( continuazione ). — Demolizione felice di una smisurata mamniella carcinomatosa , di G. Selli. — Corrispondenza medica di un paese dr^W alta Italia. Vakieta'. 1 fasti univ^ersali : opera del sig. Buret di Longchamp. ■ — Notizia di alciine raccolte epigrafiche. — Epigrafe di F. Cancellieri. — Sulla Venere iu marmo scol- pita da P. Tenerani , terzine di Orazio Carnevalmi. — ■ Bibliografia straniera di scieiize , lettere ed arti. B I B L I O G R A F 1 A. REGInO LOMBARDO-VENETO. Stnria della iiran Bretagna dal primi tempi sino ai di. noftri di Giovanni Adams , traduzione daW in- glese di Davide Bertolotti, con aggiunte in con- dnnazione del compendia della storia universale del sig. conte di Segur. Tomi 8 in ia.° con rami e carta geografica. — Milano , 1822-2^ ., presso Fusi, Stella e Compagni. I ik raccolta di storie particolari che sotto il titolo di Compendio della storia universale del "sig. conte di Segur fu BihL Ital. T. XXXI. 7 ()0 A P V E X D I C E i.itnipresa dall;i societfi Fusi , Stella e coinpagui giugiie orniai a quasi 70 vol. e si puo dir verameate una lii- bliou-ca stovica per la gioventii , la quale comprende delle ]3artl origiiiali italiane e die maiicaiio al coiupendio fVancese. Noi ahhiaino fatto ceiino della storia d' America del cavaliere Coiupagiioiii , ora dobbiaino dir qualcbe cosa della storia della Gran Bretagna dcirAdams, al quale riceve dalle aiaiii del Bertolotti una forma da potersi quasi dire aacli' essa originale. Anche questa storia manca al compendio francese del sig. Segur. II sig. Bertolotti rende ragione del sno lavoro in una breve prefazione premessa al i." tomo. Avanzando uell opera della traduzione delT Adams , s" ac- corse che quello SQrittore quanto si estende in mode eru- dite sopra la religione, le franchigie , le leggi , lescienze, le lettert- „ le arti , il coiuaiercio ecc. , altrettanto in an- gusti conlini avea ristretto il racconto degli avvenimenti politici. Scorrendo la storia dell" Hume con grande con- teatezza s' avvide il Bertolotti che l" Adams avea fedel- luente compendiato quello storico : gli fu dunque agevole di riinetteie piu al largo colle stesse parole dell' Hume i fatti troppo st'roudati dal compendiatore e di rif'erire nella stessa guisa altri fatti da lui passati in silenzio. L' Hume non arriva che all' anno 1488 , in- coi la sua storia ge- iierale coUegasi colle sue particolari deile case di Tudor e di Stuart. H Bertolotti si studio di supplire a questa lacuna coiTajuto di altri scrittori, e fortunatamente questo periodo di tempo e ricco di valenti storici dai quali il B. ha potuto attingere il meglio. Tutta dunque la parte niilitare e politica, vale a dire 6 tomi sopra 8 e nella compilazione italiana un lavoro afFatto nuovo ed eseguito nel modo che segue. Dalla conquista di Oiulio Cesare lino alia meta del regno di Enrico VIII essa presenta un ac-? curato compendio dell' Hume. Ma la religione • cattolica sbandita dalla Gran Bretagna, un re tratto al patibolo , un altro cacciato dal soglio , 1' innalzamento di una nuov-'^ dinastia e T esilio deU'antica erano argomenti , dice il B. , che troppo toccavano da vicino le severe ragioni dell' altare e del trono perche gli venisse concesso di attenersi scrupo- losameiite ad uno scrittore cfi fede di versa ed amico de' can- giamenti avvenuti nell'ordine de' regnatori. Per le quali con- siderazioni giovossi saviamente di altri storici i quali tennero il mezzo tra que' perrtoli , e prcse a gnida Lelly-Tolendal , PA.RTK ITALIA.NA. IJiJ il Sevelliiges , il Villeniain, ecc. seiiza pero dipavdrsi clal- r Hume lie' priiicipali ritratti. 11 raccoiito della cavallere- sca pd iiifelice sjiedizioiie di Cai'lo Edoardo 1" attiiise dr.l secolo di Luigi XV dal Voltaire, e quanto alia storia di Giorgio III , servissi degli aniiali dell" Aikin. la complesso qnesto lavoro e lodevole e pub con pio- fitto mettersi nelle mani noii solamente de' giovaai , ma di colore eziaiidio che vedono piu addentro nelle cose del mondo politico. II B. non aspira ad altro titolo die a qiiello d^ compilatore , e questa sua modesta pretesa e fatta per disarmare la critica piu severa. Noi poniamo since- rameiite la sua fatica fra le utili a' buoni studj e 1' im- presa de' signori Fusi , Stella e comp. fra le beiiemerite deir educazione della gioveiitii. Nuovo dizionario degli iiomini illustii neU Istoiia^dcllc scle/ize, dcllc arnil^ della polidra e dellc hclle artl dell' autore delV enciclopcdla de fiiiicudli con dlver'si ritiatti. Volume due. — Mila/io, 18:2 3, tipografia Silvestri , in 0.° Tutte le opere di questo genere sono piix o meiio iai- perfette , comiuciando dal gran dizionario storico del Mo- rerl e venendo fino alia Biograiia universale antica e mo- derna pubblicata recentemente in Parigi e riprodotta in Yenezia ; ue di tutte qneste iinpej'fezioni possono per av- ventura accagionarsi gli autori o gli editori di libri di questo genere , perche la iiatura iiiedesima di sifFatte compilazioni , attesa 1' imuiensa vastita loro noh periuette di coadurle a jierfezione , poiche T abbracciare uiv infinita di notizie di- sparate non puo essere T opera di un uomo solo, e qua^ lora anche molti coacorrano , troppo difficile riesce il riu- nire cotanti oggetti e lino tutti i nomi degni di storia, il collocarli sotto il vero loro aspetto , ed il presentarli in mode che giovare possano alia pubblica istruzione e for- inare un reiJertorio di fatti esattamente descritti per cliiun- que ne possa abbisognare. Non e dunque maraviglia se 1' autore dell' enciclopedia de' fanciulli , il quale assai leggiero mostrossi nelle altre sue compilazioni , in questa si sia fatto vedere piii else nelle ahrc frettoloso e superficiale , e raggiunto n la all/i^ no pun- lo scopo , clic foisc crasi prop-Jsto, di fiebcii-juc 1 CO A P P R ?< O I C E cioe i nomi de:;li uoiuini illustri iielT istoria delle scienze , clelle arnii , delia politica e tlelle belle arti. Apriamo il primo volume, e vediamo sotto il nonie di Aaron registrato uu medico oscuro di Alessandria , ed il derimo caliiTo della diaaslia Abbasside, ed ol^hliato il ]iri- 11)0 gi-aii sacerdote degU Ebrei coii tutti gli aitri celeljii Aronni , e qnel che e peggio ancora non troviaino Mose , ineiitre si parla di ZorO(i5fro, ili Confucio e di altri atiticiii filosofi e legislatori. AH' aiticolo Lampi si riferisce un detto di qnest' uomo , die e in bocca di tutti, e si dice cW egli era uii uegoziante , senza neppure acceniiare di (jual paese egli fosse. Sotto il aome di Ltone si parla dei Papi III e IV di questo uonie , poi si passa a Leone V , e clii e cjuesti? Egli e Leone V Arifieuo usurpatore del trono di Gostaatinopoli; di la si va di ua saho a Leon^ X , dopo si tovua a Leone T Isaurico imperatore di Costauti- nopoli , e quindi a Leone VI, ecc. Non sembra esseve stata inteuzione dell' aiitore il par- lare degli noruiui illustri viventi : ommessi vediauio quiadi i personaggi piu taiiiigerati dell' eta nostra. All' articolo Enrico si comiucia da Enrico VIII imperatore, poi si passa ad Enrico VIII re d' Ingbilterra , seguono Enrico III ed Enrico IF ic di Fraacia , tra i qaali s' iuseriscono , fuori d'ordiue certamente , un bastardo di Alfonso XI re di Castiglia , ed un llgliuolo di Giovanni I pure re di Ca- stiglia del secolo XIV , e si iinisce col prlncipe reale di Prussia morto nel 1802. Della famiglia Conzaga la quale fli tanti uoniini celebri produsse, non si accenna parti- colarinente se non Giulia , che il fanioso Barbarossa tento di rapire. Ognuno vede da questi brevi cenni , che beii lontaaa e quest' opera dal corrispondere alio scopo al quale e destinata ; puo lodarsi tnttavia 1' editore , il quale in mancanza di altre opere di questo genere die dare si potessero in iiiano ai fanciulli , questa pubblico che a lenue prezzo puo acquistarsi. Aggiunte si veggono due tavole in rame , contenenti diversi ritratti di uomini il- JuStri veramente delF antichita, della maggior parte de' quali niancano le efligie genuine. Non riprovevole e per se stesso il disegno di riunire in un gruppo le teste di diversi per- koaaggi: ma perche ire a prenderle nel Prontiuirio del Ro- \ vigbo , ic di cui figure inveniate a capriccio , screditate I iono pre-'so tutti g'i antjquarj ? Migliore avvisamento j P\ftTE IrAXIA.Ni- lOI sarebhe stato quellu di aggruppare nn egual numero di teste tolte dai monuiuenti aiitichi plii genuini , dall'/co/zo- loi^ia'del .Visconti^ per esenipio, 0 da altre opere classiche di erudizloiie. Flora Fero//e/isis, qiutm in prodromiitn florae Italioe septeiiT.rionalls cxhihet Cyrus PoUinus. Tomua se- cundtis, ram tahidis wneis. Veroiice typis et expen- sis societatis typopaphica: 182.2, in 8.° La minutissima analisi die ahbiauio fatta del i .° vol. di quest' opera fu una chiara testimonianza della stinia die noi faccianio di essa, e il volume che abbiarao per le marii e tuia nuova prova del valore del signor Pollini tanto benemerito della botanica italiana. Basti qui il dire per ora die questa flora diventa lui libro iiidispensabile per tutti coloro che voglioao studiare e conoscere le pro- duzioni vegetali dell' Italia settentrionale , vale a dire di tre quarti, e forse piii, del regno vegeial/ile di tutta Italia. Biopjafia universale antica e niodcriia , ossla storia per alfabeto della vita, pnbblica e privata di tutte le persone che si distinsero per opere , azioni , ta- lenti . virtiL e delitti. Opera aflatto nnova compilata III Francia da una societd di dotti e^l ora per la prima volta recata in italiano con a^giwite e cor- rezioni. Fol. VII e Fill — Fxnezla^ iSaS, presso Gio. Batt.ista Missiaglia. in 8.° Ecco due nuovi volumi di quest' opera . la quale pro- gredisce con non ordinaria sollecitudiue ; in uu avviso perb prenipsso al settinio ci compiaciamo di vedere annun- ziato al pubblico, die niediante il promesso supplenieato, con pill ampie misure , cou piu riposato lavoro di qtiello che permette la rapidit.a con cui prosegue la stanipa , e con una unione di iiiaggiori forze , si ;;ppagheranno le branie di coloro die piu caldi e piii riseatiti in fatto di cose patrie apponessero lacune all' opera francese naturata nel siiolo d' Italia. Quindi compiute appena alcune leltere si pubblidieranno uno o piii volumi di suppleaiento , ed in essi , come gli editor! ci assicurauo , si narrera non solo degli uoniini celebri d' Italia , ma di quegli altresi 1 02 .1 P P E ?; D I G E delle altre genti , ai (jnali noii arvisarono i conipilatoi-i francesi , o clie morlrono dopo il cnniiiicininouto di cjuesta opera grandicsa. Souo pure registrati in capo a quel volume niedesimo i nomi di alcuni autori francesi degli articoli , oltre a quelli indicati nel volume I e V, e ai nomi ed alle cifVe distintive di alcuni letterati della Francia , ^ssai vantag- giosaoiente conosciuti , vediamo con piacere acco|)piati i nomi e le sigle di alcuni illustri Italiani autori delle ag- giunte nella traduzione , tra i quali sono incliiusi quelli di alcuni esperti bililiogra!!. Le premesse dicliiarazioni ci dispensano dalT entrare nella disamina , come altra volta facemmo, di alcuni par- tlcolari articoli, giacclie alle osservazioni nostre potreblie facilmente servire di risposta e presiare congruo soddisfa- cimento il premesso supplemen;.o. Avvertirenio pure in pro- posito deir articolo ( forse piu lungo del dovere) concernente il cavaliere Francesco Giuseppe Borri milanese , impostore conosciutissimo , e di cui la mejnoria e ora afFatto scredi- tata non ineno delle sue opere, clie con tutto il rispetto do- vuto a Dehiire e ad altri illustri bibliograli , la sua Cliiave del gabinetlo non fu niai rara in Italia e trovasi comu- nemente su i muricciuoli , come in Roma direbbesi , e presso i veuditori delle quisquilie librarie , e dalla sua inutilita , anziche dalla sua I'arita dipende 1' essere quel libro in oggi poco noto. Altra necessaria avvertenza cade su la, espressione falsa o per lo meno inesatta , die il Borri termino i suoi gi^ai nel forte pontificio del pari che il suo successors CagUostro. La cosa e assai diversa , perche il Borri mori nel castello S. Angelo , ove libero gli era il girare , T occuparsi in chimiche operazioni , ed anche lo uscire talvolta, mentre il CagUostro mori miseramente in un orribile fondo di torre nella fortezza di S. Leo. Bello e ^iudiziosamente scritto e 1' articolo die concerne il plttore Giusmpe Bossi , ma laddove si dice , . che vinto daUa sua naturule inclinazione d' essere vantaggioso agli altri operse in sua cnsa scuola di pittura per erudirvi gli artist i gia provetti nelle teorie sublimi delt arte e ne' precetti del comporre , doveva pure notarsi die una cattedra o una scuola speciale di composizione era stata espressamente eretta , e ad esSo affidata dal governo. Cosi laddove si sono menzionati i teneri versi per la di lui morte pub- blicafi dn G. Calvi , non doveva ommettersi che le patrie TARTE ITALIANA. lC3 muse infinmmato avevano per i" ai'gomento medesimo 1" e- stro di G. Berchet e cli Felice Bellorti. Nell" ai-ticolo Cammillo Borgia , in vero assai niagro , si dice die di esso gioiinetto ancora , qunrido diseppe liva te- sori nell' Africa , scrisse e pubblicb graruli lodi Stefano Bor- son in qnella sua lettera al dottore AVioni. Per verita non tutti i leggitori possono essere inforniati della lettera del B9rson al dott. Allioni; ma il peggio e , die il dott. Allioni manco di vita gia da molti anni , e Cammi'lo Borgia non comincio se non dopo il 1 8 1 o i suoi viaggi nelTAfrica , ove realmente diseppelli di grandi tesori; non poteva adun- cjuc di qnesti ragioaare il J?or507Z in un' epoca , in cui esso Borgia era ancora fanciullo. INIolto migliore avvisamento sarelibe stato quelle dell' aiitore dell" articolo, se presentato ci Svesse qualche saggio delle scoperte del Borgia , delle quali si pu1)ljlic6 gia da alcuni anni lui programma assai copioso. Ripetianio ancora una osservazione, sia da noi fatta altre volte , e die vediamo generalinente trascura- ta ; die 1 diversi articoli vertenti sopra un cognome me- desimo dovrebbono essere disposti in ordine crouologico , cosicche si trovasse T articolo di Cammillo in seguito a quelle di Stefano cardinale sue zio , e non gia avanti quelli di Cesnre Borgia , di Lncrezia , ecc. Col volume VIII si giugne al fine della lettera B. In qnesto ci tratterremo soltanto un istante sopra il nome di Brun ed i suoi derivati. Vediamo nei ntimerosi articdli po- sti sotto questo tito!o trascurata come al solito la crono- logia , e premessa per esempio Maria Mn.rgherita Brun morta alia fine del secolo passato.*a molti 5rji di Capri, la costa di Posilipo, IMisene , Ciiiua, I'Averno, '» i campi elisi , come quando la luna nel suo pieno alzan- >i dosi sopra del Vesuvio , come un glohq lanciato dal >i volcano inargenta T aspetto di quella Virgiliana terra , •< non sono, no, cosi belli per certo ". Qui si calma Testro poetico del nostro geologo , e di- scende finalmente al colle tufaceo pieno zeppo di conchi- glie fossili , con avanzi di 055a wnane, di pesce e di qua- drupede die traversa la citta. In prinio luogo non sap- piamo conciliare cjuel pieno zeppo di conchiglie ecc. col limitatissimo numero di sole 8 specie da lui indicate e dove sono le ossa dei quadrupedi , die con piii riser va r autore alia pag. 83 diiama avanzi di pesd e di aniinali come se i pesci non fossero aaimali. Ma un semplice (1) D siguor Cauobbio pel- quaiito parii delle cose genovesi, conic produzioni patrie , non e genovese , beache da qualche anao \'\ eserciti !a faviiiaria. PARTE ITALTA.N\. I 35 annnnzio pub bensi destare, ma non soddisfare la cui-iosita de' naturalist! , g;ente alquanto ritrosa e quasi indiscreta massime quando loro si parla di ossa uniaae fossili. Questi avanzi di ossa uniane annunciate dal sig. Canobbio, tutte si riducono a nn sol pezzo che alia pag. 48 e dato per /' osso ileo di giovine garzone quasi intero. Ci duole di non poter avere questa rarita sotto gli occhi per ben giudi- carne, ma se dobbianio starcene alia figura clie T autore ne lia dato colla modesta dicliiarazione che non lascia niente a desiderare , diremo fraiicamente , clie questo pezzo non e ne osso ileo, ne osso. Cbe se il sig. Canobbio si osii- nasse alia difesa delle sue ossa umane, agglugneremo che esseado passati , sono ormai due aiini , per Genova , ve- demmo gli scavi che si facevano sotto i rottami di antica chiesa appuQto in un' argilla ciiieriiia , che 1' autore per la sua impei-izia ne' termini della scienza , chiama inipro- priamente tufo. Cataste d" ossa umane eran portate via da' sepolcri di quella chiesa diroccata , ch" erano appunto stati scavati in quel suolo argilloso. Ma se V estro geolo- gico del sig. Canolibio era spinto a vadcinare de ossibus istis , egli poteva averne piena contezza da' becchini di Genova, senza mischiare in questa sua ricerca i geologi. Molti fatti , che della veracita di un diluvio generate non perniettono di dubitare , sono stati in questi ultimi anni re2;istrati ne2;li annali della scienza , ma non e certo fru- gando pe' sepolcri che questi fatti sono stati raccolti. Si fatte ri>orse pregiudicano assai piii che non giovano la buona causa. Dal suo tufo conchiglifero della piazza di S. Domenico, r autore passa alia roccia calcarea del colle di Oregina con avanzi di conchigUe impastad con frantunu della stcssa roccia , che cont.iene nicchi di foladi ecc. Tanto basta per non confondere sotto la stessa formazione una roccia che uel suo sito fu rosa dalle foladi , con un deposito argil- loso formato da un' alluvione che confuse nello stesso ini- pasto i prodotti de" tre regni. Per di piii I' autore cui sem- bra ancora ignoto il valore che i geologi danno alia parola formazione , pretende che la formazione di Oregiaa ncui diversifichi dagli aggregamenti induriti con concliiglie pe- trificate delle colliiie al ponente di Torino , che per la natiira diversa de' ciottoli con dette conchigUe incassad. Si pou^a mente che questi ciottoli ne' colli torinesi sono -I 36 A-VPENn ICE serpentinosl. Ora il s'g. Canolibio poteva sapere dal signor jirofessoie Bourson da Ini citato , che questl agglomerati roncliigliferi di Toiiao non haiino foladi , e niolto meno i ciottoli di seipeiitiiio hanno nicclii di foladi , e quasi puo dirsi , vista la iiatura della pietra , cl\e noa possono averne. Al contrario in Oregina i banchi calcarei , nella loro natnrale giacitura , sono stati bucherati da' verinini litofagi. Cosa lia dunque die fare il deposito di alluvione di S. Donienico coUa loccia immobile foladifera di Ore- gina? Eppure basta aver sentore di geologia per rilevare coteste analogic o differenze di formazione comparandone i fossili , che nel caso nostro 1' autore avrelil)e trovato diversi. Non pare che Y autore si sia sentito in forze per istituire questa disamina. Meglio per lui se non si fosse nemmeno impacciato nella classificazione del Mitylus edulis e M. Uthophagus. Egli trova ragion di credere p. 34 , clie il Mitylus edulis sia stato il verme che ha bucherato la roccia di Oregina ; e si fonda , vogliam credere a torto , suir autorita del prof. Bourson di Torino che dallo stesso verme lo assicurb essere state bucherate le rocce del lit- torale mai'sigliese. Crediamo certamente che il professore Bourson lascera intatta al sig. Canobliio la gloria di avere scoperto questa nupva proprieta del Mitylus edulis di bu- cherar pietre , clie non ne ha mai bucherato in sua vita, e non puo bucherarne nemmeno in Oregina: appunto per questo fu escluso da Cuvier da' testacei Utodonii o rodi- pietre. Per di piii la figura che V autore ne pi*esenta , e che non lascia niente a desiderare , mostrando un guscio cilindrico, accusa di un errore madornale il sig. Canobbio, che non ha saputo nemmeno distinguere il genere MytiluSy di cui il guscio e pressoche triangolare , e come dice Cuvier bonihe en triangle , miscet quadrata rotundis. Non osiamo assicurare se colla stessa precisione Y autore abbia classificato il testaceo da lui creduto Mitylus Uthopha- gus, non conoscendo il pezzo descritto; e nvilia potendo rile- vare dalla tavola informe che lo rappresenta. Quanto al frutto del Plnus Pignea ( voleva dir Pinea ) nulTaltro possiamo dire se non che i frutti, e gli stessi tronchi di piante conifere in depositi di questa natura sono notissime presso i geologi ; ma a giudicai^ne dalla figura che 1' au- tore presenta di questo fiutto, non possiamo a meao di dubitare se realniente sia un frutto di Pino. PA.HTE ITALIAN.V. I.Ht Fit cerlaineiite sorpresj , come il sig. Caiiohbio dopo aver preso si grossi granchi , nella deteniiiiiazione delle sue concliiglie si conteiiti di iiidicarle con un noine, senza punto aj^'giugnei'e una sufficiente descrizioiie per rasslcu- rare la fede de'geologi, die pnr troppo egli ha nie'sso in diffidenza nella sua classiilcazione. Cosi nell' indicarci ii Buccardium spinosum , cita un sinonimo di Gualtieri , c dalla parte sua aggiugne ecc. Colla stessa precisione c' istrui- sce sopra una specie di Pinna da lui detta gigantesca, ag- giugnendo per la sua illustrazione ecc. E veramente peccato che uon abbia pure aggiunte ecc. alle analisi chimichc che dice aver fatto de"' terreni da lui descritti; era quesfu il solo luogo , dove gli ecc. tornavano in acconcio. Non segnitereino Tautore nelle sue antichita lignstiche, ben contenti di deliberarci da questo vero terreno di allu- vione che preseiita il suo srriito. Coloro che avranno la pazienza di leggerlo , e T ahilith d' intenderlo , attraverso una lingua barbara , una costruzione liizzarra, in periodi eterni ( che uno ve n' ha di 36 liaee) troveranno oltremodo indulgenti il nostro giudizio. Won possiamo amniettere la scusa che chiede il sig. Canobbio per aver osato di en- trare in una scienza che non ebbe comedo d' imparare clie sui libri. Ma sopra i libri prima di tutto bisogna ap- prendere una lingua e un modo di esprimersi. Quanto alie scuole di geologia egli poteva a suo agio frequentar quelle , nelle quali si formarono i piu grandi de' geologi italiani, le mont4GNE. GRAN DUCATO DI I OSCAN'A. Dizionarlo clella giurispradeiiza mercantile del sig. se- iiatore D. D. A. AzUNi. Seconda edizione. Tom. i.°, a.° e 3.° A-Cre Daii-Liq. — Lii'omo , 1822, dai torchi di Qlauco Masi. Esce alia luce in Toscana per la seconda ediziotie cor- retta ed accrcsciuta il dizionario universale ragionato della giurisprudcnza mercantile del senatore Azuni cosi stimato tra i moderni giureconsulti , e noi siamo bramosi non tanto per la fama dell' autore , quanto pel merito del- I" opera di far conoscere al pubblico il primo , il secondo cd il terzo ■v olnme . che gia ne fu dato di leggere. 9* l38 APPENDICE II mctodo seguito dalP Azuni nella sna opera , la ve- rita e V estensione delle sue dottiine , noii che il seiino e r intendimento in espoi'Ie ed isvilnpparle , lo readono degno e commendevole assai della «oiuuae approvazione. tl vero che in giurisprudenza non e nuovo il iiietodo de' dizionarj dopo quelli del Savary , del Baldasseroni e del Merlin , nia e -^ero altresi , clie e afFatto nuova la maniera , onde T Azuni seppe rendere il suo utile e perfetto , togliendovi per una parte tutto quello clie potea senibrare estraneo e superfluo , ed aggiugneadovi per 1" al- tra tutte quelle notizie che potean desiderarsi in sifFatta materia. Un altro argomento di tale utilita e perfezioue si deduce dair aver egli basate le sue dottrine non tanto sui fondamentali principj della ragion legale , quanto sulle di- sposizioni di tutte le leggi , e sulle costumanze ed usi deir Europa , per cui il suo dizionario e veracemente ra- gionato ed universale. La verita poi e P estensione del sape- re deir Azuni si scorge ad ogni articolo che tratta in questi tre tomi , discorrendo con criterio legale , con erudizione sempre bene applicata, dell' abbandono, dell' arresto , delle avarie e dei casi di mare tanto iafluenti ne' contratti di assicurazione , delle lettere di cambio , e della loro ac- cettazione , dei banchi , del cambio anche marittinio , del cousolato , del cabottaggio , delle baratterie e del contralj- bando cosi importanti a conoscersi nel diritto mercantile e di navigazione, e iinalmente del commercio di commis- sione dell' amministrazione , e delle azioni , del bilancio , e di molte altre materie commerciali. L' opera adunque deir Azuni , a parer nostro, attribuisce un nuovo titolo di merito alia giurisprudenza italiana in una parte , che dopo il Baldasseroni e qualche altro giuieconsnlto non vantava piu distinti uoinini che l' avessero coltivata. REGNO DELLE DUE SICILIE. Riflexsioni di ottaltniatjia pratlca che conceraono la pupilla artlficiale e la cateratta , disrorsi due di Carmelo Pugliatti ; dottor medico -chirurgico. — Messina, 1822 , in 8.°, di pag. 94. L' autore di questi due discorsi , rimpatriatosi , dopo aver pei'egrinato in paesi stranieri onde vieppiu perfezionarsi PARTE ITALIANA. 189 nella chirurgia , fn scelto all' istruzione teorico-pratica de' giovaui cliirnrgi, Alciuie giudiziose riflessioni , Sjjarse in quest! due dl- scorsi , fanno presagire ch' egli sara per distinguersi in questo dilicato ed iniportantissiino ramo della chirurgia. G O R R I S P O N D E N Z A. Stimatissimo sig. Direttore , Roma, 29 giugiid 1 82 3. XO mi sono una di quelle die nella vostra Gazzetta lU Milano non leggono per sistema che gli articoli del Glis- sons. La politica ci lega i denti , e noi altre romane non leggianio di solito che per divertirci. Di codesti articoli pero io ne salto non poclii , o perche trascritti letteral mente dalla Gazzetta di Napoli che giunge qui assai prima, o perche secchi ed ispidi come sono gli eruditi , conten- 'gono discussioni su qualche parola d" un raarmo o d' nn classico , o perche leziosi e sdolcinati novelle sentimentali ci sciorinano di pastori protestanti , che poco o nulla in- teressauo noi donne cattolico-romane. Due alti-e notiziuole devo darvi sul conto niio. La prima si e ch'io amo la musica e la pittura passionatamente ; la seconda che vo pazza pel nostro BossLni , cioe per la sua musica. Questa pazzia e cosi generate nel mondo^ che io in luogo di na- sconderla arrossirei di non avei'la. Le quali cose essendo a un dipresso cosi come ve le scrivo , sig. Direttore geu- tilissimo , dovete sapere che entrata jeri sej-a nello studio di mio marito vi trovai il n.° 170 di codesta Gazzetta giunto allora allora. Prenderlo in mano, e correre al Glis- sons fn per me una stessa cosa , siccome il darmi a leg- gerlo poiche vidi che vi si discorreva della Zoraide del mio Rossinf riprodotta costi sulle scene. Ma che ? AUe prime linee mi si accende la feumiinea bile in iscorgendo die queir articohi sentiva Tinvcterata tendonza del suo autore 140 AI>»ENDICE a deprimere il Rossini, di cui loda, nia condaiina di su- bito la sinfonia , siccome fosse uii bel die senza nome e carattere , il die io leggendo fui li li per gettare il Ibglio malagiii-ato e andarmene. Ma la cui'iosita , che V anima se- conda si vuole di iioi donne, mi riteune do v' era, e cosi fremendo e leggendo io proseguiva determinata a tutto succhiarmi T ingrato Glissons. Quando, voltata pagina , mi sorprende in leggendo una voglia di ridere lanto smisu- rata , die do in uno scoppio ; perdo T equilibrio , casco air indietro sulla poltrona di niio niavlto, ed ivi dimenan- donii , e ridendo come una pazza articolo le parole = Ah I All I Orfeo I Orfeo e Rossini! Ah I Ah I Rossini e i niira- coli ! Ah I Ah I Che pazzol = Accorrono a quelle grida le mie doane , i miei servi , il niio cane , e questo abbaja disperato , e non v' e modo d''acquetarIo. Tutta la casa e sossopra per quel benedetto veneto-lombardo Glissons. Per giunta arriva in quel punto niio marito da Monte Gitorio per certe sue carte ; colta mi crede da una sincope fa- tale ) e grida egli pure : il medico I il medico I subito I correte I correte 1 Io nv alzo allora dalla scranna ed alia ilarita del mio volto accorgendosi ognuno ch' io sto bene d' animo e di corpo > tutti si rincorano e si fanno a chie- dermi che sia stato ? Io mi trovava allora in quella sa- poritissiiua giocondita di spirito che suole succedere al riso violento e chiassoso , cagionato da un ridicolo di prima* non pill udita specie : giocondita che non si dilegua si presto , come il vedrete da questa mia. Ora volendo io soddisfare all* inchiesta di mio marito , gli diedi la gazzetta cagione di quel trambusto , e « Leggi , leggi , gli dissi , core mio, questo articolo ed astienti dal crepar dalle risa, se il puoi. >i Alfonso che ha sale in zucca , ed a molte cognizioni unisce una logica sicura, letto 1* articolo, mi disse : « Hai ragione, moglie mia. Se avessi tempo vorrei confutarlo io medesimo " . Tu ? " Io I si. L" impresa e facile, la farebbe una donna ». E qui, prese alcune scrit^ ture , se ne torno a Monte Citorio. Riinasta sola nello studio, e ripensando alle ultime pa- role di mio marito, volete mo voi credei'e, sig. Direttore umanissinio , che il capriccio mi venne di provarmi un pochino io medesima , giacche donna mi sento , e le* donne possono , come dice Alfonso mio, lottar facilniente contro questo Antirossinista , e confutarlo? Cosi fu ,€ senza porvi parti: italtana. /41 ne pppe, nh sale coco clie io prendo la penna in niano, e mi vengono di si Ijeile e si grosse ragioni che non le volendo perdere , risolvo di comnnicarle a voi col man- darvi una fonunle confutaziojie di quelT articolo , e pre- garvi ad Inserirla iiella vostra Biblioteca Italiana, alia quale inio niarito e associate. Io gli preparo con cio una gra- 7.iosa sorpresa , e gl' insegno alio stesso tempo di die sia capace una romaiia , niente niente die il marito la stuz- zidii. Ma in quanto a voi , I'iflettete di grazia die si tratta d' ai'ti lielle e d' onore letterario delT Italia , dunqne di cose non aliene dal nobile vostro instituto. Non dubito percio della gentile vostra condiscendenza , e qnindi senza piii perder tempo, certa di vincere scendo allegrainente nello steccato. Gia e piii die noto che 1" estensore di codesti Qlissons iiuinito conv e d' una penna scorrevole qnanto linda e briosa si fa leggere volontievi, ma appare di sovente ap- passionato. Innalza ed abbassa chi piu gli piace : poco o nulla si cura dell' opinione generale , perdie viiol essere singolare , e spinge la cosa al segno di preferire la niusica del napoletano Morlaccid a quella dell" europeo JRossini! Ne di cio pago suda da anni a diminnire quanto piii puo le glorie del secondo per innalzare quel primo ed altri suoi protetti. Cerca il buon uomo d' impicciolire 1' elefante non potendo ingrossare la rana , ma ad onta de' ripetuti suoi sforzi r elefante giganteggia mai sempre , e la figlia del pantano crepa piccola qual si nacque. Si ha un bel dar di lingua sul poriido per animollirlo o logorarlo. Durissimo quello si rimane , e consuma Timbelle muscolo deH'illuso leccatore. Cos! la fan.i del Rossini , cere perennius ( come dice don Settimio , maestro di gramatica di mio figlio ) a malgrado dell' invidia bavosa che le striscia d' attorno , ogni di piii s' ingagliardisce e rinfranca. Udite di grazia e colle medesime sue parole quale accusazione ridicolissima e pazza egli tragga ora in campo conti'o di questo impareg- giabile compositore. Per abbreviarne la confutazione ed usare i dritti di donna , io inframmettero alle parole del dissertatore taluna delle inie. " Detto questo , cosi egli , se e vero come e veihssimo , che il maestro Rossini desti I TRiSPOliTI DA VlV POLO ALL ALT RO DEL MONDO MUSICALS, egli e i suoi graxdi sostenitobi si rideraxno di not ed Ari!4x RAGiONE » . Quaute e quali verita in si scarse 142 APPENDICE parole ! Ci ginocherel die 1' estensore di questo articolo le disse senza avvedersi che dicesse, altrimenti taciuto si sa- rebbe , o dato avrebbe al suo articolo tutt' altro colore. Dunque e verissiino die il maestro Rossini desta i tras- porti da un polo all' altro del inondo musicale ? Giuggiole I Sa egli che cosa vuol dire cio ? E' vuol significare che il maestro Rossini ha scoperto alia perfine codesta musica. che si cerca da che si suona e si canta ; la musica che ap- paga tutti ( fuori d' un. certo gazzettiere ) ; la musica per eccellenza , stabilita e rlconosciuta col fatto a dispetto delle diver situ, dei climi , delle abitudini , de" costumi, dei tempi , de' gusti e delle mode , alle quali diver sita il nostro critico attribuisce piii sotto il noii essersi ancora potuto stabilire un hello generale in musica. Questo trasporto da un polo all' altro , vuol dire che un tal hello e stabilito , e quindi che la musica del Rossini e la musica della natura , la migliore di tutte , la veramente hellissima per chiunque dair umana natura non voglia dipartirsi per andarsi a col- locare da se in quella del mio gatto e del mio cane. Egli e altresi i^ero verissimo che i Rossinisti rideranno del suo articolo, e ne avranno ragione , come ei dice Itenissimo ; jua s' inganna poi a partito , quando chiama gli auimira- tori del Rossini i suoi grandi sosTEX'iTORr. Sostenitori ? Qui c' e errore , e non di stampa : di fatto e di senso comune. I sostenitori si danno a chi minaccia ruiaa ; ma clii posa sul sodo , e , come dice il succitato maestro di mio liglio , mole sua stat, cotestui, pari alle piramidi d'Egitto, ed al costaute Apennino non ha mestieri di sostenitori ne grandi„ ne piccoli. Si puo sostenere una gazzetta die scivoli, un' opera di valor contrastato, ma una music; che rapisce, incanta, inebria , trasporta da un polo all' altro , vi ringrazia del vostro buon uffizio , e si ride delle A'ostre protezioni, Avete grucce da vendere? Portatele agli sgangherati. Ercole si regge da se ed al)l)atte da solo 1" idra che incontra. Aggiungete che codesti sostenitori del maestro Rossini arriverebbero a battaglia vinta. L' Europa da un polo all' altro ha gia de- cisa la gran lite, ed ogni sera ne conferma la sentenza. II Rossini numera a milioni i suoi panegiristi , ma non ha che un avvocato : il suo genio , e questi lo serve a nia- raviglia. Proseguiamo coll' articolo , che ora viene il massic- cio. Attento bene , perche e qui die mi presero le ton- vulsioni di IMonio , e nacque tutto qiiello scomiiiglio. P.VRTE ITVLIVNA. 1 48 0 Cib non dimeno ci sia permesso di fare itn altra pic- cnhi osservazione ( sara colossale , ve ne prevengo ) , ed e die la sua niusica tuttochk delta maravigUosa non ciunse PER ANCO AD OPERARE LE MEBAVTGLIE DEGLI ANTICHI. Lcg- i>atuL le storie ( lio gran paura die queste storie sian fa- vole. Basta. Sentiamo.) e si vedra quali portenti operasse quell' arte » (Ho seatito dire dal suddetto^ maestro di uiio figlio , die autori di polso non ammettono codesti POR-- TEXTi , ma don Settiaiio e fuori di casa , onde su questo puato nij tacio ). " / Creel aveano infatti ragioni di te- nerla in ahissimo pregio, se Orfeo co' suoi rand (e non vel dissi io die il nostro sapiente ne verrebbe alle favole ? ) caccib la barbarie fra i Traci ( cbe ne hanuo ancora una buona dose , appnnto perche non sentono la musica del Bossini ) , e se Tirteo collo stesso mezzo accese di nobile ardore il corasgio de' Lacedemoni >>. Basta cosi. Or ditenii di grazia , sig. Direttore , vi sareste voi e sul sodo aspet- tato un'' accnsazione simile da un uomo di senno contro nn qnalunque conipositore pregiato de' nostri giorni ? Dnn- que racclamatissimo Rossini dovra scendere dal suo trono nuisicale , e diventar poco piii die un conipositore da doz- zina, perdie? Oh! Perclie stnpendissinio ! Udite, udite, e tenetevi la pancia. Perche non ha operati i portenti del maestro Orfeo e del maestro Tirteo ( die se ben mi ri- cordo , non era die un poeta ). Dove diamine va egli a cercar le sue arnii codesto nimico irrecondliabile della rossiniana superiorita ed eccellenza ? E cosi si ragiona nel XIX secolo e da un aomo di spirito ? Un paragone fra Rossini e Pergolesi , Rossini e Paesiello , Rossini e Ci- marosa , Rossini e Sacchini . . .? via ; ma Rossini ed Orfeo ? Io non vedo altro di somiglievole fra questi due (die amen- due erano artisti, ed amendue aveano le loro furie d'at- torno) dopo d' aver fatto tanti prodigi coUa loro musica^ se non die le furie del /?05.?7'rti, anziche sti'acciarlo , Io di- Vertono , Io impingtiano, e crescongli fania, allegria e quat- trini. Ma incalziamo F argoniento. Se imperfezione, man- canza del Rossini, si e il non operare le niaraviglie alia green , quale e quel conipositore , ce Io nomini il sig. cri- tico , che , compreso il suo Morlacchi , le operasse queste maraviglie da die rlsorte sono le arti in Europa ? E se non sussiste costui , perche accagionare il solo Rossini d' un difetto coniuno a tutti i suoi coUeghi ' E non c questa una 144 APPENDIGE parzlalita manifesta? Una ingiustizia solenne ? Uaa intol- lerabile prepotenza ? Ci dica il slg. critico se per tal difetto sono meno pregevoli i Leo, gli Scarlatti, i Piccini, i Sard, i Paesielli, i Gugliebni, i Cimarosi, i Zingarelli, i Majer , a' cfuali iiel lodarli egli noii appose niai si fatta accusa ? L' assenza de' portenti di greca stampa noa toglie scin- tilla di splendore a' quei sommi , e la togliera al sommis- simo Rosdni perche il gazzettiere di Milano pertinacemente , e SI da lui lontano nel cainpo delParte e della fania, lo conibatte? Ahl caro sig. Gazzettiei-e, voi credete di gettare a terra i balnardi col vuotar di Siringlie . . . Permettete cli' io vi compiaiiga , e lo faccia noii coine grande soste- nitrice del Rossini, ma come una di quelle clie vi leggono , e nel lodarvi talvolta giustaniente , tal altia non sanno capire come le diciate si grosse. Mi fa poi gran senso il vedere siccome voi nel produrre quella strampalatissima obbiezione al merito sorprendente del maestro Rossini non abbiate fatta una osservazione tanto ovvia , che la si presenta da se a chi riflette leg- gendo o scrivendo a quello che legge o clie scrive. = Essa e clie se tornassero al mondo quei due operatori clie voi citate, eglino stessi non potrebbero piu fare i portend che fecero a' aiorni lore. La ragione ne e perche per risusci- tare un niorto, e di tutta e prima necessita clie il morto esista. Cio posto , a clii volete voi clie scuota in oggi dal pelliccione la barbaric V Orfeo Rossini , se barbari non ci sono ( fuori di . . . ) laddove la sua musica si suona e si canta ? Se pero per barbaro non si voglia intendere 1' uomo straiio , cui essa non piacesse ? Poteva il Tracio cantore incivilire de' barbari perche viveva tra essi, e ve n' erano allora da pertutto , e cosi piu tardi Tirteo pote crescere cora2;gio ai Lacedemoni peixhe forse non ne avevano a sufficienza quegli eroi ; ma fuori di provarsi coi Turclii , i quail non vogliono sentire nenimeno la musica del vostro Morlacchi, non che quella del Cimarosa e del Paesiello, io non vedo Traci in Europa da incivilire , e pero che far potrebbero a questa stagione il nuovo e 1' antico Orfeo, non clie il poeta guerriero ? Pretendereste voi niai che tornassimo a inselvatichire e rimbarberire quanti sianio per mettere alia prova i taleuti e la magia, che voi ponete in dubbio del maestro Rossini? Questo e troppo. Lascia- teci quai siamo. Le armate d* oggi giorno non alibisogiiano i'.\.nTE italiaNa. 145 dl Tirtei pel" essere valorosissinie , ne TEuropa di Orfei per essere al colmo giimta della civilizzazione, la piu gentile e piacevole parte del mondo. Gli errori in cui caddero molti ai di nostri , non si tolgono colla musica , ma coir esperienza e colla ragione. Che se vi riesce di evocare il gieco Orfeo dall' Eliso , fatelo sniontare a casa vostra , e fate die vi canti un' aria di Rossini. Forse quel- r ammaasatore dei Traci rinnovera su di voi le maravis;lie d' una volta , e ci rallegreremo di una conversione che oniai, senza il ritorno del favoloso Taumaturgo, sembrar puo disperata. Devo pero dicliiarire ad onor vostro , che per rapporto alia succitata accusa contro il Rossini , voi pure confessate in progresso dell' articolo, che anche la musica de'piii famigerati coinpositori de' nostri tempi, tiu-- toche onoradssuna , non opera tali marcwiglie alia greca , e ne assegnate per causa la mancanza d' accordo fra i suoni e le parole ; accusa enormissiina alia quale sottoponendo voi le composizioui di tutti i maestri dai Greci in poi , voi venite con cio non solo a scusare il Rossini, ma a fare altresi la satira piu crudele di que' campioni delT ariuonia che tanta gloria accrebbero all' Italia, e che voi tuttodi apponete al Rossini per eclissarlo. Perdonate. Voi non sa- rete mai il niio avvocato. La logica della passione vince in voi quella della ragione , e cosi ad onta del talento e della dottrina si perdon le cause. Sostenete sempre le ragio- nevoli, e sostenetele ragionevolmente, e le vincerete tutte. Circa poi alia enorme potenza che voi assegnate all' accordo fra i suoni e le parole , al qual accordo date il merito d'aver prodotti quel portend della musica greca , vi diro che il mio don Settimio non vi crede punto, ed io meno ancora di lui, perche per esempio ne quel buon prete , ne io che so per prova clie cosa sia il partorire, arriviamo a comprendere co- me un simile accordo di suoni e di parole possa alterare sifFat- tamente il materno organismo tanto per se fermo e tenace da far abortire in teatro le povere spettatrici che incinte vi fossero entrate, ne come con un tale accordo Orfeo traesse dalla foresta i Lioni e le pantere , e dietro si menasse quel ferino codazzo di animali digiuni , e non pertanto mansueti^ meno poi come Anfione coUo stesso mezzo facesse danzar le pietre , e murasse la citta di Tebe ; e Talete scacciasse da Greta la peste , e Peone guarisse le gravi e segrete malattie, ed altre non dissimili meraviglie , dagli 146 APl'ENDICE storici vostri narrate a chi le vuol credere : e clelle quali io pill nou mi ricordo. Ma quel benedetto don Settiniio oggi non torna piu a casa, sicclie la niia erudizione vien nieno , e nfarresta in sul piii bello. Per altro ben altre sentenze vi rintuzzerel)be quel dotto, se tornasse a tempo , come a dire qaella die se gli Spartanl non fossero stati che sempUcL dilettanti, Messene non sarebhe caduta, ne la storia parlerebbe delle Termopili. Sentenza gravissima , e tutta vostra , colla quale sembrate volerci insegnare che quei valorosi prendessero Messeiie, e rispingessero i Persiaai [ler cio solo ., cbe sapevano la musica a tondo, e ne erauo ])rofc.tsori. Tante battaglie si son vinte , e tante piazze espugnate a" d'l nostri, e non da /jro/ewort di musica , die aaclie a me si poco erudrta le pajono queste vostre dot- tissime scoperte altrettante bubbole da narrarsi a' fanciulli. Io non conosco altra citta presa per musica, clie quella di Gerico , ma il fJato di colui che tutto muove scuoteva le trombe smantellatrici , e percio non alia musica , non all accordo fra i suoni e le parole si debbe quel vero pro- digio. Ma finiamola. A voi non basta che il maestro Jlos- sini abbia composto tante opere bellissime. Voi volete da lui MARAVIGLIE E FORTE!VTi da uguagUare qnelli che dite avere operati i maestri di Giecia : Ebbene. Eccovene uno , che Orfeo medesimo non fece , e fuori del Rossini, nessun altro dei valentissimi compositori che il precedettero. Ne appello alia storia vera di quest" arte, non alle favole. Egli, sentite bene, egli desto 1 trasporti del moatdo ( il piii musicale che mai si desse ) da vn polo all' alt rO. Tro- vate un portento maggiore, un portento siaiile, una ma- raviglia men contrastata, e confessata ed ammessa per iin da voi medesimo e comunicatecela con un trionfale Glissons. Frattanto io vi lascio con questa pillola in corpo , e prego il cielo che operi e vi risani. Qui Iia fine la mia confuta- zione. Ritornando ora a voi sig. direttore stimatissimo , io , " Se la domanda mia non e superlja >> oserei di nuovo supplicarvi di inserire' questa mia nel re- putato vostro giornale letterario , non giii perche il maestro Rossini abl>isogni di una amazzone di piii, ma perche primie- ramente mio marito s' abbia quella soipresa , di cui vi feel parola di sopra, poi perche il mondo che legge vegga tre cose, la prima che i! mcrito del Rossini ■ in mezzo a' suoi'^ PARTE ITALIVNA. 1 47 difettl, c!ic ogtinn vede, e nessuii nej^a, e per tal niodo straor- dinario ed einiiiente, clie quaato piii si cerca di abbattei'lo, tanto pill si soUeva ed iaattaccabile, iiidistruttiliile ed ini- pareggiabile si dimostra. ha. seconda, che gli articoli eleganti ed accorti, dalla gazzetta di Milano contro di lui scagliati, non trovano favore nemineno appo di noi iiglie di Eva, per dote ereditaria credule, disattente e leggieri. La terza, perche esseado il gran maestro Bossini, nato nello stato ro- mano , si vegga che ancora noi alibiamo amor di patria in petto, e le glorie nostre sappiamo estimare e difendere all'iiopo. Riflettendo poi che col nascere in Romagna il maestro Bossini nacque italiano, e quindi all' Italia tutta appartiene il vanto d' averlo prodotto, come, feconda madre di genj , prodnsse a" di nostri gli .4'^eri , gli Jp/'"^'^ 5 i Monti , i Volta , i Ici Grangia , i Canova , i Camoccini , i MasQagni, e tanti altri uomini Inrainosissimi per opere immortali famosi, io giudico essere dovere d' ogiii italiaaa donna il non toUerare che italiane penne le glorie d' ua italiano geuio d" ofFuscare, od inlievolire si attentino. Ne io sono lontana dallo sperare che quelFestensore d' articoli scivolanti; come qnegli che dal suo solito tenore di scrivere si scorge al nostro sesso assai ben afFetto e sempre raolto gentile e cortese con noi, vorra mia volta per fine a codesta guerra inutile , ed a lui solo dannosa , e cosl acqui- starsi ognor piii la stima e propensione di questa meta. del genere umano , ch' egli ha un bel fare e dire , ma sara sempre tutta rossinista, Addio. La moglie d'un vosiro associate. Giuseppe Acerbi , dlrettore cd cdkore. Milnno , dall! I. B. Stcanpaia. Ossen azioni meteorologidie fatte all' I. li. Osservatorio di Brera L U G L I 0 i8a3. M A T T I N A. Sera. '5 u c o N < d — < « -a g a 2 0 a Stato del cielo. m 0 6 § a N > Stato del cielo. poll . lin. 0 poll. li„. 0 I 27 9i7 +17,0 N E Nuv. rott.ser. 27 8,8 +32,0 E Ser. nebbios, 2 27 9.0 +171O 0...E Ser. nuv. 27 8,0 + 19,0 E. NO Piog. temp. 3 37 8,0 +14,5 E Nu. rott.piog. 37 7,5 + 19,5 E...0 Temp, piog, 4 37 7.2 +14,5 0 Temp, piogg. 37 8,0 + 19,5 N 0 Sereno, i b 27 9,3 + i3,o N E Ser. nebb. 37 9,0 + 19,5 0 Sereno. 1 6 27 10,0 +14,0 E Sereno. 27 9,8 + 19,6 E Ser. nebb. 7 27 9A +17,0 C Ser. nuv. aer. 27 7'7 +21,5 S Ser. nuv. 1 « 27 7.^ + 16,0 N E Ser. nebb. 27 7,0 +31,6 S E Sereno. Q 27 8,0 +16,6 N Nuv. rott.ser. 27 9,0 +30,6 0 Sereno. 10 27 io,S +16,0 N E Ser. nebb. 27 10,5 +30,0 E Sereno. II 27 11,0 + 16,0 N E Sereno. 37 10,7 + 31,3 E Sereno. 12 7,7 10,7 11,0 + 16,6 +17,0 N E 37 ]o,6 37 10,6 +22,6 +23,5 Ser. nebb. Ser. nebb. i3 37 ene Ser. nebb. S E 14 27 10,2 + J7'7 N E Ser. nebb. 27 9,2 +24,3 S E Ser. nuv. lb 37 8,8 +17,5 N Nuv.ser.piov. 37 8,5 +2.3,8 E Sereno. i6 37 8,0 +19,0 SO Ser. nuv. 37 6,4 +23,7 S Ser. temp. '■ 17 27 5,0 + ib,b N Nuv. piov. 37 7,5 + 17,5 N NO Nuv. serene, i8 37 8,8 +i3,o N 0 Sereno. 37 10,0 +20,5 N 0 Ser. nuv, se 19 27 10,5 +i3,o N Sereno. 27 11,2 +20,7 S 0 Ser, nebbio! 30 28 c,o + i5,o N E Sereno. 37 11,6 +20,4 0 s 0 Sereno, 21 37 11.7 +16,5 N E Ser. nuv. 27 10,0 +22,(1 S S E Ser, nuv. 23 27 9,0 +17,0 E Ser. nuv. 37 8,9 +20,4 S 0 Nuv. piovoS' 23 27 8,7 +14,5 0 Sereno, 27 9,0 +21,2 S 0 Sereno. 24 27 8,4 + i6,b 0 Sereno. 27 7v3 +3 1 ,0 0 Sereno. 3i) 37 8,X + ib,7 NN E Sereno, 37 8,0 + 23,0 E Ser. . , nuv. | 36 27 7>9 + i5,5 E NE Nuv.rotto. 37 7,0 + 20,5 N.E.S Nu. piog.ter 27 27 7,3 +14,5 0 Sereno. 37 7,5 +30,5 SE .. NO Se.ne.tej Sereno. 28 27 8,b + l3,r 0 S 0 Nuv. ser. 37 10,0 + 18,3 s 0 39 27 10,4 + i3,5 E Sereno. 37 10,0 + 20,2 S 0 Sereno, j 3o 37 9.8 +i5,b N E Sereno. 37 8,7 +21,0 s Nuv,rott, sej 3j 27 8,6 + 16,0 E Ser. nebbioso. 37 8,8 r +21,4 SE Nuv, tern, pio Altezjsa mass, del bar. poll. 38 lin. 0,0 Altezza mass, del term. + 34,3 | Quantita della pioag,ia lin. 5i,58. i ■49 BIBLIOTECA ITALIANA CXcjoio 7102^. — » » o- PARTj: I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. £)ei delittl e dclle pene , del march ese Cesare Beccaria ,- con V aggiunta di uii csame critico delV avvocato Aldobrando Paolini. Tomo primo. — Firenze, 1821, nella tipografia dl Luigi Pezzati , di pag. xxiii , € 294, ill 8.° Oe r anima nostra e costrctta a fremer tuttavia d' orrore e di raccapriccio alF idea di que' barbari secoli , ia ciii 1' arbitrio , la prepotenza e V in2;ia- stizia segnavano ne' codici i delitti , ed i titob di privilegio per lasciarli impiiniti , la tortura e i giudizj di Dio costituivano V ingiusto e fallace cri- terio delle prove onde condannarli , e la ferocia e r inumanita de' supplizj e delle carnificine arnia- vaii la destra vendicatrice della giustizia per pu- nirli , non possiamo a meno di noii commoverci nel tempo medesimo colle piu dolci espansioni del cuore alle lagrime di riconoscenza , onde la meno sofferente vimanita onora anclie oggidi la raemoria del suo benefattore , del vero filantropo , delF im- jnortale M. Beccaria , clie colle sue opere e coi suoi scritti ne seppe cancellare persino la ricor- nza. BibL Ital. T. XXXI. 10 r- l5o DEI DELITTI E DELLE PENE Ma se per tanto affetto noi siam cosi teneri del- r amor patrio e della gloria di questo sommo ita- liano, non vogliam peio mostrarci nemici del vero, ingiustamente pretendendo cli' ei debba aiico nei suoi errori csser venerato , non isceniando qnesti lo splendor della gua fania, ne essendo dato ad umano intelletto il giugner subito alia perfezione ; sicche per tal nostro sentimento facciam sin d'ora buona e gentile accoglienza all' esame critico del • r avvocato Paolini sulP opera dei delitti e delle pene del Beccaria , s» perche lo veggiamo alieno da ogni spirito di partito e da ogni vilipendio, onde venne da altrni imbrattato , si perche anche dove egli manca trovasi tanta moderazione , clie vale assai piu d' ogni suo difetto. Che se poi le riflessioni le quali lo accompagnano ne sembrau talvolta deboli e leggiere, e tal altra non abbastan- za ponderate e giuste , noi dichiariamo anticipata- mente die ne sara men grave V esserci ingannati di qi;ello eh'' egli abbia a dolersi della nostra in- genuita e del nostro candore. La leggerezza delF esarae critico del Paolini si scorge a prima giunta e per cio ch' egli tolse a cen- surare , lasciando a parte le materie piii gravi ed iinportanti , e piu ancora pel modo col quale in tal esame si e comportato. A tutti e noto , che il Beccaria indotto da sentimenti di dolcezza e di mansuetudine necessarj ad insinuarsi nelle leggi de' suoi tempi , ne' quali barbaramente si prodigava il sangue umano anche per i piu lievi delitti , pre- dico la pena di morte senza diritto non necessarla^ non utile ed impolidca (i). Tutti sanno , ch' egli altresi sostenne la pena del bando anche per i cit- tadini (2) , che non voile punito il furto senza vio- lenza con pena corporea , ma con servitu di lavoro (1) Vecli § XVI , pag. 5a , dei delitti e delle peae. il) S XVII , pag. 63. DEL MARCHESE CESARE BECCARIA. l5l e cF indennita (i), e die altamente riprovando il diritto di 2;razia , non ammise raai la condonazione della pena (2). Ora qneste quistioni decise nella maniera che penso V autore delT opera dei delitd e delle pene , mentre spar2;ono false dottrine an- che nelle teorie dettate dalle cattedre , sovvertono e trasmutano moki de' principj riconosciuti dalle moderne le2;islazioni , che iioi per altro stimiatno sagge e jiioderate; era adunque preciso dovere del Paolini , dache V ufficio di critico si era assunto , di discutere simili questioni a preferenza delle al- tre sulle sentenze , std sortllegj e ?,n\\o spirlto di fa- miglia , premendo assai piii il sapere se la pena di morte sia giusta e necessaria , se la pena del bando non sia quasi semprc inutile ed^ impolitica , e se la remissione della pena non venga comaudata qual- che volta dalla ragione e dal ben pubblico , an- ziclie il conoscere se le sentenze siano mcj-e nffer- mative e negative di fatti particolari^ se i sordlcaj ora immaginabili nemmanco nella stupidita del "volgo piu iguorante siano dolosi o colposi , e se lo spi- rito di famiglia estendendo V assoluto potere do- niestico potesse o no dare origiue alio stabilimento sociale ; nel qual giudizio tanto piu ci raffermiamo in quanto che si sarebbe fatto conoscere a comun prolitto ed istruzione , che il Beccaria ragionando contro la pena di morte , cadde in errori ed as- surdi incredibili supponendola derivaute da rinuii- cie e da cessioni di diritti suUa propria esistenza, e confondendo il valore assoluto e rclativo delle pene in contraddizione a se stesso , per sostituirvi il carcere perpetuo che non n' ha ne V uno ne r altro, almeno per la sufficienza del suo scopo ; che volendo egli la pena del bando pei cittadini non vide la sua inutilita tanto pei piccoli , ({uanto pei gravi delitti , ne la sua ingiustizia ed impolitica I OJS XXX, pag. 95. I (2; § XX , a pag. 72. 'f^'^ rmi DELITTX li UELLE PENE ossia ,ncl tiirl)are la pace e la c[uiete delle altre iiazioni, ossia nelF arricchiile co'vantaggi deiremi- grazlone; e die negando infine ogni diritto di 2;i'a- zia, tolse al sovrano il piu bel privilegio della clemenza , e Y esercizio di iia diritto , clie e tutto fiuo , eclie in vista della pabbljca utllita ei puo s em pre niodilicare. Oltre tutto c!o , si reude scmpre piu manifesta la leggerczza dell' esanie critico del Paoliiii o nella supcrliciale , ed anche opposta intelligenza delle parole del Beccaria , o aella sottllita veraniente so- fismatica , con die cerca talvolta di combatterle e di confutarle , del che fanno prova cliiarissima principalmente il cap. 1, pag. 145, IV, pag. 164, V, i)ag. 166 e 17^2, e cap. 1, part. 11, pag. 260 e 264 , e quelle cose cue noi audiamo era breve- mente accenuando. Coniiucia il Paolini il suo esame critico a pagina 145 dal ributtare r idea , die il Beccaria sommi- nistra delle leggi , diiamandole comUzloiii con le guah uomi.'d indlpeiidentl e isolatl si unirono in so- cietd^ e dicliiarando inapplicabile cotal definizione , sia alle leo;2;i in seuere , sia alle le^fi criniinali , 1 cui 1 autore avea toko a parlare , accumula.in poclie liuee una serie di errori, quali sono ap- jHinto tutte le supposizioni dello stato selvaggio e indipendente, della ruiuncia alF iudipendenza sel- vaggia ^ del patto o contratto sociale e della de- legazione ad una o piu persoue del potere legisla- tivo, o sia di una parte di sovranita. Se noi siani lungi dal convenire , die sia giusta la delinizione del Beccaria delle \tzz\ , uon essendo mai 2:li uo- njini vissuti propriamence selvaggi e indipeudenti , e nieno quindi con tali condizioni o leggi in so- cieta ridotti, meno possiam concedere al Paolini clie il Beccaria tal defuiizioae alle leggi criminali volesse propriamente riferire , andie nel qual caso pero , data serapre la negata ipotesi delP iudipen- denza e solitudine selvaggia , noa avrebbe cgli DEL MARCHESE CES\RE BECCVUIl. 1-53 tiitto^ il torto , potendo csser verisimile clie le ]ea:2;i pcnali , come quelle clie tanto soii iiecessarie air ordinameiito e alia conservaziono della societa civile, avesseio contiibuito a formarla , ovvero pri- ma delle altre fossero state apposte air atto costi- tutivo della niedesima. Se noii clie e ben pia grave errore di qucsto lo andar ripeteiido anche oggidi che itomiiii iiidipendentl isolatl consentiroiio (h rlauii- ciarr all' liidlpeiideiiza seivaggla e di vivere iielV im~ pero di mi solo , di pochi o di inolti sotto le coiidi- zioiii del contratto soclale in ad fn conveiiuto o po~ tea coiivenirsidi delegare ad. ana a piii persone il po- t.e.r legislatwo ecc.^ quando e certo e dalla ragione, e dalla storia comprovato , clie tutti i bisogni , tutte le inclitiazioni, afietti e tendenze dell' umana natura tennero sempre gli uomini uniti in qualclie forma di societa , e che percio essendo ipotetico ed immaginario atTatto lo stato di selvaggia indi- pendenza , viene ad esser nulla e supposta la ri- nuncia al'medesimo, nullo e sognato il patto so- ciale con ciii essa venne sancita, e nulla pur anco ed impossibile la delegazione del potere sovrano colla trasfusione e cessions dei diritti dapprima compe^- tenti* ai singoli membri della societa. Tutte .sitFatte idee vaglieggiate dal Puffendorf , dal Rosseau , dal Locke, dal Filangieri, dal Beccaria, e da molti altri politic! e moralisti o son troppo viete o troppo erronee , perche la iilosofia non debbe riguardarle come una storia di ronianzi e come tanti travia- menti, a' quali piii clie la freddezza del raziocinio , la forza delV immaginazione ha condotto. II diritto di punire , o sia il legittimo potere , che ha 1? societa d' infliggere una pena per un male passato atteso i suoi essenziali rapporti con un male certamcnte futuro, dopo la nuova anahsi del- r egregio Romagnosi e un diritto sal generis e pri- mitive , distinto da qualsivoglia altro , derivante dalla necessita e nella societa istessa radicato pel diritto , che incontrastabilmente le appartieue di l54 l^EI DELITTI E DELLE PENE esislere c cli conservarsi. Si haiiao quindi assai giu- stameute per tante assurdita le supposte cessioai , alieiiazioni e linuiicie del diritto di ditesa indivi- duale di PuU'endort e di Burlamaqui , il passaggio nella sovraiiita del diritto privato puiiitiyo gia esi- stente uello stato di natura del Locke , e percio anche la iiecessitd di difendere le minline porzlu/ti possibdi di hbcrtd messe da clasclieduii citUidino in pubblico depusito del Beccaria, siccome lo dimostra il Paolini al cap. II, pag. 149. Ma egli ? riescito poi ad ispiegar raeglio del IBeccaria e degli altri r origine e il titolo del diritto di punire ? No cer- tamente , poiche riponendo V uno e F altro nel di- ritto di difcsa iiidividucde della persona, dei beid e dci pericoU rinunciato e trasfaso pel possesso e per V aminunstrazione nella soiranitd come rappresciitante i singoli e l' universale o a quei dintti e doveri , eke nan poteanq lasciarsi a disposizione de' singoli, lia stor- tamente supposta 1.° V ideiitita del diritto di pri- vata difesa con quello di piinire , clie cambio il nome di difesa in quello di pena \ 2." la cessione, nnuncia , o delegazione ad altri di un diritto ina- lienabile e dairuomo sempre iiidivisibile ; 3." il pos- sesso e r amministrazione nella sovranita soltanto del diritto di difesa insufficiente al pieno esercizio del diritto penale , non clie la sovranita stessa rap- presentatrice ne' suoi diritti e doveri di qiielli dei singoli membri della societa che ammiiiistra e go- verna. 11 diritto di difesa individuale non ptio essere identico con quello di punire, perclie il primo nou si esercita clie per uu male presente e per una presente necessita , e dalla persona sola delTofleso, e cessa tuttavolta che non vi sia o T uno o Faltra; il secondo invece ba luogo per un male futuro e per una necessita lontana, appartiene a persona di- versa delf offeso e si esperinienta cessato il male ed il pericolo ; e manifesto pertanto che il diritto di difesa non puo essere il punitivo perche essenzial- mente diversi d' indole e di natuia ; il che tanto DEL MARCHESE CESARE BECCARIA. 1 55 pill si avvera in quanto che il diritto di difesa non potea poi trasmettersi , ne ad altri delegarsi col nome di penale senza reuderns illegittinio V eser- cizio e distriip-o-ere sM essenziali suoi attributi. 11 diritto d' individuale difesa e attaccato necessaria- nieiite ed esseiizialmente alia personal Ita delT uomo, che tiitela e die conserva ; ogni cessioiie adunque anclie niomentanea lo annienta, siccome annienta la personalita stessa, egli e evidente anclie qiiesto, cli' ei non potea alienarsi , ne ad altri essere con- ferito. 11 diritto di difesa inoltre esiste e si verifica in atto e per V oggetto al solo momento della ne- cessita , dunque scparato e diviso die sia anclie dal soggetto cui appartiene, e nullo e come non csistente. Finalmente egli non fa mai ceduto , per- clie o^ni individuo nello stato di societa lo eser- cita tuttavolta che gli giunga o tardo o inutile il soccorso della pubblica podesta; tutte le quali cose provano ad evidenza die non solo non potea ce- dersi , ne delegarsi il diritto di difesa personale , ma che neppur fu mai realraente delegato e ce- duto. E un altro grave errore per mancanza di esattezza nelle espressioni o di verlta nelle idee , il dire, che la sovranita abbia il solo possesso e r amministrazione del diritto di difesa , poiche egli non e un diritto reale qualunque per essere siffat- tamente diviso, ne puo in ogni supposto attribuire maggior faciolta , die non ispettino a clii ne ha il dominio. Per ultimo e certo, e manifestamente pro- vato , che la sovranita esiste da se , e eke i suoi diritti si derivano dalla sua essenza e natura non die dalla sua forma di esistere ; per conse2;uente e lungi assai dal vero il Paolini nel dichiararla rap- presentatrice in tal parte degli individuali diritti , assurdo al quale corser gia tutti que' politici , die alterarono o per ignoranza de' tempi o per ispirito di partito le piu luminose verita del diritto pub- blico interne. l56 DEI DELITTI E DELLE PENE Varie J\ltre critiche osservazioui va faceiulo il Paolini confro il Beccaria specialmeate siiU' indi- pendeiiza del potere giudiziario pas;. i55, cap. III. suir enienda del reo e sul valore e quantita della pena pag. 164, 172 c i85, cap. IV e VIII, sulla massima clie ogauno e figlio delle proprie- azioai , pagina 208, cap. XII, e sii' cerd principj di Ob- beslanlsmo , clie crede di potergli attribuire ( pa- gina 255 ) , ma a paier nostro anclie queste coii- siderazioni non snno di niaggior importauza o ve- rita delle antecedeuti. Se il Beccaria riconol)be nelV Indipeudeaza del poter gindiziario la maggior guarentigia dclT im- parzialita de' giudicati e della retta atnministrazione della giustizia , non ebbe in animo percio di esclu- derlo dai diritti della sovranita togliendole quel carattere di uaita e di potere centrale, clie tutta ne costituisce la forza e T essenza , ma di dimo- strare soltanto coUe pld veementi ragioni la ne- cessita di separare e dividere colla giiuisdizione de' tribuualj il suo eserclzio. Posto tutto cio, aroio- menr.a assai male il Paolini in dedurre V origine del poter giudiziario dalla cessioue del diritto in- dividuale di esser giudici delle proprie liti e dalla possibilita , clie il sovi'auo qual terzo le possa de- cidere , non sussistendo secondo il jus di natura e secondo la ragione il diritto d' esser ^xirte e giu- dice nel medesimo tempo in causa propria , deri- vando il poter giudiziario come qualunque altro maestatico diritto dalP indole e dallo scopo della sovranita stessa , ed esseudo utile quantuntjue il potesse , ciie il sovrauo deleghi questa parte di potere meramente esecutivo alle magistraturc , onde venga piu giustamente amministrato. llispetto alio scopo delle pene disse sapiente- niente il Beccaria « die il loro fine non e altro > die d'impedire il reo dal far nuovi dauni a' suoi 5> cittadini e di rimovere gli altri dal fame uguali » , ma il Paolini; sovorcliio amator della precisione, vi DEL MARCIIESE CES\F,E nECOAUIV. 1 5? viiole anclie appunto quello delT emenda del coi- pevole , die vi e sottinteso, oppure allatto secon- dario e subordinato come una misuia piuttosto po- litica e disciplinale anzi che iin oggetto primitivo della le2;2;e penale. Infatti quand' e mai die il reo si asterra da niiovi danni , se noii (piando ^a posto nella lelice iinpotenza piu morale clie lisica per- sino di concepirii, die e cpianto dire allorclie sia ve- rameiite emendaio e corretto? Ma presciudeiido an- clie da tale^riscliarimento gia antiveduto dal Paolini , perclie si dira primario scopo della pena Y enienda del colpevole, se ella ne e inv'ece Teffetto e la conseguenza, e se non pao sempre ottenersi colla pcna stessa la quale percio sarebbe inutile ed in- giiista ? Altro e die torni nieglio al hene della so^ cieta e al buon regginiento delle carceri il proporre discipline e misure , le quali tendano a corieg2;ere i traviati, e ad infondere sentimenti di moralita e di pentiniento nel loro cuore, ed altro e die debba cio essere F oggetto precipuo della punizione e del castigo : se e utile e conveniente la prima cosa, non pud giammai confondersi colla seconda necessaria e indispensabile, perclie F applicazione della pena venga legittiniata. In ordine alle pene il Beccaria stabilisce F altra iuconcussa n.assinui « die il peso della pena e la V conseguenza* di un delitto debba esser la piu ef- 3) iicace per gli altri e la meno dura die sia pos- » sibile per clii la soffre s)-, eppure il Paolini tratto se non dallo spirito di contraddizione, almeno dalla falsa intelligenza delle parole, la dicliiara non vera in speculazione e pericolosa in fatto •, ma donde mai ei toglie le ragioni per sostener F uno o F al- tro ? 11 Beccaria con questa sentenza niilF altro disse se non che la pena debbe avere il maggior valor relative , ed il miuimo assoluto , siccome conven- gono tutti i criminalist! , e non gia che la pena abbia a proporzionarsi alia sensibilita morale e lisica l58 DEI DELITTI E DELLE PENE (11 cinschedim indivicliio e clie non risguarcli la massa tlo2;li uoniiui , come (jualunqiie altra legge. ilitenute tali cose , non reggon piii le riflessioni del Paolini per iiidiirre silFatte consegaenze, e s' ei fosse stato giusto colFautore nel crederlo piu logico e piii cperente ne' suoi priiicipi , non avrehbe la taccia di cosi manifesto sragionamento. Parlando infine il Beccaria delle penc affernia, che il male della pena deve sempre eccedere il bene die nasce dal delitto , oiide da una parte non sia inefficace , e dair altra superfliia ed ingiusta ; eppnre anclie in cio il Paolini scorge V assurdo , provando clie il male ed il bene comeche due quantita omogenee renderebber la pena delF assassinio piii die efficace e proporzionata anclie col pagamento del duplo e del triplo delU vitile proveniente dal medesimo ; il clie propriamente dimostra sino a qual punto possano olTuscarsi anche le verita piii certe e lu- minose. II bene ed il male sorio due quantita omo- genee, quando si prendano a calcolo tutti gli de- menti die li costituiscono •, il supporre adunque , come fa il Paolini, che un sicariq p. e. stromento altrni d'uu omicidio pel premio di cinque zecchini ," sia abljastanza punito secondo i principj del Bec- caria con una pena pecuniaria doppia o tripla , e lo stesso che dimenticare questi dementi mede- simi , o calcolarli affatto materialmente , ed attri- buire agli altri gli errori che son nostri : il sicario che e&eguisce V altrui mandato , oltre V utile dei cinque zecchini , sente tutta la compiacenza nello sfogo della sua rabbia brutale e feroce , prova il contento di versare F altrui sangue , di cui e avido naturalmente a dispetto di tutte le leggi , e pud aspettarsi molti altri vantaggi eventuali dalla gra- zia di chi ha saputo vendicare. Improvvida adunque, e sragionatrice sarebbe la legge , che volesse im- pedire F assassinio per mandato col male di una pena pecuniaria, essendo- di tanto supsriore il bene die il sicario jiuo rij)ronieltcrsi in tutte queste DEL MARCIIESE CESARE EECCARIA. 1 59 cose. Cio provi die i piincipj di Beccaria anzi clie supporre simili assurdita prestano occasione al Pao- lini di crearle ed immaginarle pel vano piacere di contraddirvi-; il clie sarenimo condotti a credere per vero se non avessimo assai prove del suo buon volere, e delle rette sue inteiizioni ad agir ben di- versamente. Ma pill del fin qui detto deye recar maraviglia , che il Paolini se2;uendo il solito stile, tenga peri- colosa ed opposta al bene della societa la teoria cc che le azioni degli uoniini sono personali, clie » nessuno debba esser tenuto per le azioni de' suoi » parenti , e che nessuna pena rechi il minimo » danno , discredito, macchia o disonore ai parenti » del condannato, e quel clie e piu, clie senta il » mal odore delF obbesianismo in cio clie risguarda » la liberta civile riposta nel far quello che non » e contrario alle leggi , siccome una ricompensa 5) del sagrificio fatto dagli uomini di quelF azione » universale su tutte le cose , comune ad ogni » essere sensibile , e limitata soltanto dalle pro- » prie forze. » Tutto questo infatti produr deve la piu alta maraviglia , perclie la prima massima del Beccaria anzi clie togliere e distruggere quel saldi vincoli di comune interesse e di famiglia , clie egli stesso avra riconosciuti utilissimi alio scopo sociale e alF osservanza della giustizia medesima, li lascia intatti, e li conserva rJ2;uardo alle azioni buone , del di cui merito deve esser lieto e par- tecipe ogni parente, limitandoli unicamente per le cSttive , e predica un principio il piu savio ed il piu giusto , essendo prudente ed equo clie per una parte V innocenza non sia immolata ad un supposto bene dei vincoli di famiglia , e che per r altra si ponga una barriera insnperabile al con- tatto anche morale tra il reo e F innocente. La seconda massima poi dello stesso autore, dove mai suppone o in se stessa , o nelle idee e ne' ter- mini in cui e concepita ed espressa, la forza come l60 DEI DELITTI E DELLE PENR niisura dei dirittl naturali , o i1 dirltto omnium in omnia di Obbes ? Iii essa si paria di ua' azioiie uni- versale def^li eiiti scusihili sopra tutte Ic cose li- mitata dalle proprie foize , e qiiindi forse della sognata comunionc primitiva di Puirendorf e di altri , in ciii V uso e il dominio hanno per fonda- mento relTettiva, materialc e iisica occupazioue , e conseguentemente il lor limite uelle proprie forze? E d'altronde clii mai ignora che F Obbes',, atteso lo stato di continua guerra in cai pose la societa , voile dominante in essa il diritto del piii forte , quando il Beccaria tutt' al piu lo avrebbe imma- ginato nello stato di naturale indipendenza , e per- cio non mai nel civile consorzio sussistente ed eser- citato ? II creder pertanto clie sia obbesiana questa massinia e una vera calunnia die vien fatta alia purezza dcUe dottriiie del Beccaria , clie in tal rapporto torna a sommo nostro vauto il dire pu- rissime e degne di venerazione. Che si dira poi delle altre osservazioni criticlie fdtte alle pagine 167, 162, 166, ao3 , 217 e 253 smW inappellabilitd delle sent.enzc^ e sulla loro natiira ed essenza , sulF inesatteiza delle espressioni usate dal Beccaria nel chiamar la car cere la sempllce cu- stodia d' wi cittadino finche sia giudicato reo , sul- 1' esser egli pivi lilosofo clie giureconsulto allorclie considera V interpretazione delle leggi come il ri- sultato di una haona o cattiva logica del giudice , suir inutilita della legge proibitiva della delazione delle armi, e sail' improprieta de' termini nel dire clie alcuni delitd distruggoiio immcdiatamente la so- cieta ^ 0 c/ii la rappresenta ^ se in tutte (pieste non si scorgc clie la sottigliezza e la fatilita , ovvero la mancanza di quel grave ragionare clie possa ren- derle degne di attenzione ? Le sentenze primiera- mente il Beccaria le vuole inappellabili ne' magi- strati pejT r indipende\iza del potcr giudiziario anche dair oracolo sovrano , senza escluder forse il bc- neficio delPappello da uu tribunale all' altro ; le DEL MARCIir.SE CESARE BECCARIA. l6l dicliiara poi sempre alTermative, o ne2;ative di fatti particolari in qiianto che anclie nel siipposto di un' assoluzione per difetto di prove o dei giudizj civili die tendon sempre a negare, o attribuire ua diritto qualunque , almeno iniplicitamente ammet- tono e negano un fatto speciale. In secondo laogo chiamando egli in genere la caicere custodia del cittadino iinche non sia giudicato colpevole, lascia luoc;o a tutte le idee necessarie al trattauiento de^li ^ . . ' . . . . ^ inquisiti , e al miglioramento possibile delle car- ceri perclie le leggi sieno umane e giaste; in terzo luogo additando da filosofo le cause clie possono contribuire alia falsa interpretazione delle leggi , insegna al giureconsulto i niezzi di prevenirle e ripararle; in quarto luogo dlsapprovando come inu- tile, improvvida, c vessatrice la legge proibitiva della delazione delle armi , mentre iioa distrugge r utile esempio dell' esperienza nostra a*lui sco- nosciuta , fece forse gran bene nelle circostanie de' suoi tempi , ne' quali era necessario invocare piu forti e severe misure ,-onde impedire la fre- c[ucnza tanto dannosa degli omicidj e delle ferite ; finalmente il dire che alcuni delitti non distruggono immediatamente la societa , o clii la rappresenta , pcrche la inassa del cittadini non pad fislcamente an- nicntarsl da nn privato delltto , e la forza juorale della niedesima non pud che da se stessa distruo:s;ersi c rangiarsi , e lo stesso che intender le parole in un sense affatto materiale ed opposto alia mente deirautore, che ha abbastanza senno per non vo- lerlo , ed e lo stesso che rigettar la distinzione iisata tuttavia da ogni criminalista dei delitti pub- blici o privati secondo che immediatamente o me- diatamente soltanto lianno peroggetto la distrnzione della societa, o di chi ne e il rappresentante. Sic- che, per quanto si disse e si e provato sinora, non pare temerita il confermarci nella prima opinione, che r esame critico cioe del Paolini sembra accom— pagnato talvolta da criticlie osservazioni leggiere, 162 DEI DELITTI E DELLE PENE, CCC. e men die ponderate , e tal altra erronee ed as- surde. Non possianio pero a lode del Paolini stesso sorpassare con ingiusto silenzio quel clT ei tanto saggianiente espose alle pag. lyS , 187, 218, ecc. per diniostrare V ingiustizia della distinzione delle pene per le prerogative della nascita e della no- hilta , la sicurezza delT impunita nel soverchio ri- gore della pena , T origine gotica , e il danno del sistema feudale , e delle primogeniture , c la vera misura dei delitti riposta nel danno sociale : tutte queste cose, clie il Paolini ha pro\ate e rischiarite co' sentinienti delPautore, ma pin ancora con pro- prie dottrine, ne compensano assai dei difetti die nelle altre ne avvenne di scorgere e ritrovare; per il clie forte lusinga e in noi , die veggendo egli in tal modo osservata la piu scrnpolosa imparzia- lita tanto nelle lodi , quanto nelle censure , non avra dis^ara la verita die vennc per noi esposta. 1 63 Mormmetiti etruscld o di etrusco nome dlsegnati , in- clsi^ illustratl c puhblicatl dal cav. Francesco In- GiiiRAMi. — Badia Fiesolana^ 1821 al iSaS, dal torchj deir antore. In 4." fig. col. — Sono pub- blicatl 26 fascicoli. — In Mllano si riccpono le associazionl dalla Societd tipografica Fusi , Stella e Comp. in coiitrada di S. Marghcrita. I ( Articolo II. ) N un articolo da noi pubblicato fino dal settembre 182 1, facendo menzione di quest'' opera , csami- naninio alcuna delle serie clie. vengoiio in essa se- parataniente trattate ; riservandoci in allora a par- lare del rimanente dtlF opera stessa cpiando fosse questa nuiggiormente inoltrata. Ora pertauto che piu. di XX fascicoli sono comparsi alia luce ci fac- ciamo un dovere di riprendere il nostro lavoro. Come fii fatto nel i.° articolo darenio una scorsa alle diverse serie component! T opera medesima ri- portando per estratto le varie opinioni delU Inghi- rami sui monument! da lui publjlicati ed a2:iriun- 1 n gendo quelle osservazioni cue la risirettezza di un semplice articolo ci permetterh di fare. Incominceremo pertanto dalla serie I clie tratta delle urnc etvusche. Noi abbandonammo il nostro autore dopo la spiegazione della tav. II non es- sendo in allora V ilkistrazione della tav. HI uscita per intiero dai torchj. Rimandando percio il nostro lettore a cpianto fu da noi detto relativamente a ([uelle due tavole ed alia spiegazione dei monu- nienti su di esse rappresentati , lo intratterremo adesso della tav III e delle se clie il giovine die segue il cavallo spie- gar si dcbba pel servo , die gli anticlii credevano avessero gli estinti, e die la figara d' orrido aspetto (i) Questa asserzione viene dall' Inghiranii appoggiata parti- colarmente ad un' urnetta esisteate nel museo Peiuzzi all'Antell.T, sulla quale si vede una di tali larva involta nel manto , e se- dente sopra un cavallo che e gia alzato dal piano inferiore piu che al ginocchio di altre due figure ammantate, una delle qunii seuibra volerlo ritenere per la briglia. DEL CA.V. PRANCESCO INGIIIRA.MI. 1 69 cond lit trice del cavallo non sia gia il genio malo , nia bensi Mercurio infero che accompagnava le anime dei trapassati , tenendo in mano il maglio qual iatromcnto di niorte indicante per qual mezzo egli conduce le anime dalF una alF altra vita. L' urna cineraria della tav. VIII ha un bassorilievo il di cui so2;getto e il medesimo che il precedente con alcune poclie variazioni. Invece del servo ha il Mercurio infero che segue il cavallo. E siccome questo I\Ierc!.irio e alquanto diverse dal surriferito portando le ali in entrambe delle quali vedesi uu occhio ; cosi il nostio autore va minutamcnte discor- rendo diesso, dando dilTusamente ragione delT oc- chio sulle ali non solo, ma ben anche della mostruosa forma del naso e delle orecchie e delle di lui se- tolose e ferine 2;ambe. La figura che conduce il cavallo in questo bassorilievo e una donna alata la quale tiene in mano una face rovesciata. Viene questa interpretata per una delle Furie infernali i di cui nliz) furono , giusta il parere delT Inghirami, alternati e confusi con quelli del I\Iercurio infero. La tavola IX ci presenta il bassorilievo della parte anteriore di un' urna cineraria , non che le sculture dei laterali della raedesima. Incomincia il nostro autore Y illustrazione di questa tavola collo stabilire per cosa costante, che le urne piu antiche fra le \'olaterrane S(jno quelle , che oltre le sculture nella parte anteriore ne hanno anche sui lati , siccome e Turna pubblicata su questa tavola. Par- lando poscia del bassorilievo anteriore ci avverte cssere questo alterato in modo dalle fratture da lasciar ben poco indizio delle figure rappresenta- tevi. Non ostante pero il considerabil 2;uasto a cui ando soggctto questo monumenro, F Inghirami vide su di esso una quadriga nella quale si scorgono due figure , F una delle quali maschile con u:i resto di panneggiamento attaccato al braccio destro e F al- tra femminile colle ali al tergo non solo , ma an- che alia testa. Un' altra fij-ura acefala e colle ale IfO MONUMENTI ETRUSCIII, eCC. ai pietli precede i cavalli , vicino ai quaili il sip;. Ingliiranii vide i resti di iin serpente. Egli o[>ina fjuiridi die siavi rappresentato il ratto di Proser- pina , ritenendo die il panneggiamento attaccato al braccio destro della figura virile ( die cliiama Plutone ) sia il restante inutilato della donzella rapita. La donna alata ai liandii di Plutone la sjiiega per una Furia die governa la quadriga, e la iigura die precede i cavalli vien ravvisata per Mercurio, die assiste Plutone nella sua discesa alF inferno. Quanto al serpente die sta vicino ai cavalli egli dice colla scorta di Claudiano, die allorche Plutone rapi Proserpina calcava coi destrieri Encelado ge- mebondo sotto il peso della Sicilia e ne ollendeva le membra colle ruote del carro •, talche quel gi- gante faceva ogni sforzo per libei'arsene gettando serpenti perclie ritardassero il corso del carro stigio. Bisogna confessare die la spiegazlone qui data dal iiostro autore a questo mal concio avanzo dianticliita e ingegnosa. Sarebbe pero necessario osservar bene il nionuniento onde accertarsi se veramente vi po- teva essere la terza figura nella quadriga ad onta che non ne sia rimasta neppure la traccia , come confessa Y autore medesimo. Oltre alT essere sin- golare la circostanza delle tre figure in vina sola quadriga , noi diremo , die guardando V incisione ci sembra die il panneggiamento apjiartonga alia figura virile esistente e che non siavi luogo a sup- poi'vene una terza. Soggiungeremo altresi essere non troppo facile il provare die questa figura virile possa essere Plutone, stante la totale mancanza della folta barba colla cjuale veniva sempre rappresen- tata quella divinita presso gli anticlii. Cosi , strana cosa ci e sembrata quella di vedere la figura , delta Furia dal nostro autore , colle ali al terg-o cd anclie alia testa. Noi ignoriamo se una tale singolarita sia confermata da altri esempj : dubitiamo pero fortemente che questa volta il sig. Inghirami abbia ben esaminato il raonumeuto. NelP incertezza quindi DEL CAV. rRANCESCO INGIIIRAMI. T"! se veramente su questo bassorilievo siavi rappre- sentato il ratto di Proserpina , non entreremo a tUscutere se meglio abbia riflettuto il Viscoiiti al- lorclie (lisse , chc questo argomento, iino dei piii ripetuti nella scultura degli anticbi sarcofagi , sia adattato alT occasioue di giovani doiine defuiite , le quali come Proserpina si figuravano da Piutone rapite; onpure se con questa favola non gia venne indicate il passaggio delT anima da questo alFaltro mondo ; ma pinttosto se sotto la figura di Piutone fu effigiato il Dio Sole al momento che si unisce alia Corona Austi-ale, ossia a Proserpina , e nel tempo che e per tornare con essa all' inferno , ossia a riscaldare col suo dominioT emisfero inferiore, ecc. Nei due lati delT urna vede il nostro autnre Aido- neo re dc' JMolossi col Cerbero in uno , e Teseo con un Centauro legato nelF altro. E siccome V Ingbi- ranii e d' opinione che Piutone signirtcando il Sole discendente nei segni inferior! dello zodiaco nei sei raesi d' inverno, ra2;2;iun2;e la corona col notne di Proserpina e seco tramonta ; cosi anche la fa- vola di Aidoneo e Teseo ha uno stesso rapporto emblematico allusiyo al Sole jemale. 11 lettore potra vedere nelT opera in cpial maniera tntte queste opinioni vengono dal nostro autore sviluppate. Ivi scorgera la relazione che hanno Proserpina, Li])era ed Arianna colla corona; V allusione che ti'ova di Teseo e Piutone colT equinozio autunnale, del cane di Aidoneo o del Cerbero colla discesa del Sole nelle infernali regioni e per conseguenza quella delle anime che lo segulvano, e tinalmente perche il Centauro indichi il luogo per cui passa Piutone o Teseo , ossia il Sole, cioe T inferno , e qnal re- lazione quindi possano tntti questi oggetti avere con un' urna cineraria. Sareb])e per noi troppo lungo il voler passar in dettaglio su tutte queste osser- vazioni : ci bastera percio Y avere qui judicata la di versa maniera colla quale V Inghirami spicga quesra conosciutissima fvwola. 17a MOTSrtlMENTI ETRUSCITt, eCC. Sulla tavola X vodesi una mostniosa figura vi- rile barbata inunila di tntte Ic membra umane ed avente di piu una lunga coda di pesce, con uaa figura umana clie gli sovrasta , o per meglio dire die e da quella trasportata. Con questa scultura r artefice indico , secondo il nostro autore, Tanima neir imminente passnggio alle sfere celesti per la porta equinoziale di pnmavera , fingendola personifi- cata in una ninfa transitante pel linme celeste, che dicesi Y Eridano indicate dal mostro niarino. E in questo luogo pare die 1" Ingliirami siasi accorto che il lettore non si facilmente avrebbe potato convincersi di quel perfetto accordo die pur egli crede di trovare tra la rappresentazione della scul- tura e la sua allusione alle celesti costellazioni , ed il rapporto prestabilito tra queste e Ip stato delle anime dopo la morte del corpo : tema, come egli dice , opportunamente adattato ad ornare un sepolcro. . Passa percio a sviluppare parzialmente la sua opinione relativamente alia figura detta piii sopra Eridano , provando die rappresentato questo sulle urne cinerarie non ad altro allude die al fiume celeste. Ed a questo proposito parla della caduta di Fetonte iielT Eridano citando particolar- mente il sarcofago pubblicato non e molto dal cli. Zannoni ove una tal favola vedesi figurata. Opponen- dosi quindi alia spiegazioue finora data sopra un tale argomento , si appoggia per nnovamente interpre- tarlo al sistenia astronomico, e colla scorta di Nonno dimostra die il fulminato Fetonte altro non e die la costellazione deU'Auriga celeste iiel suo tramontare air equinozio di primavcra e cadente nell' Eridano, fiume die e pur iiel cielo. Al tramontar delF Au- riga sorge dair opposto orizzonte la costellazione dello scorpionc ed in quel mentre Y Eridano ha preceduto il cader deir Auriga Fetonte. Anche il Cigno celeste si leva al tramontar dclT Auriga e poclii giorni dopo il comparir del Cigno, nelF ora die tramonta r Auriga, si levano le Pleiadi o siano DEL C\V. FRANCESCO INGIIIR\iMI. 1 78 Eliadi ecc. Veggasi nelF opera lo sviluppo cli tutta questa interpretazioue ed in qual modo il nostro autore vada gradatamente alia conclusione da lui data die V artefice greco del sarcofago sopra indi- cato pote colla caduta di Fetonte indicare noii solo il passaggio deir anima al soggiorno delle sfere oclesti come fece F artefice etrusco colF Eridano personilicato in atto di poitare F anima personili- cata pure in una ninfa; ma anclie piu felicemente accennare colla caduta di Fetonte il tempo del passaggio delF anima del defuuto al cielo. Sulla tavola XI vcdesi un liore in mezzo a due pesci, e la XII ci presenta due laterali di urne diverse so- pra F uno dei quali avvi scolpito uu fiore, e sul- F altro dipinto in rosso un ornaniento indicato dal nostro autore slccome una pianta e dei fusti che portano delle foglie. Questi oggetti ed altri simili espressi suUe piccole urne cinerarie hanno secondo F Ingliirami un significato relativo ai religiosi prin- cipj del paganesimo. Trova quindi la ragione per cui uno di questi laterali sia piuttosto dipinto clie scolpito, e perclie la dipintura sia in rosso anziche in altro colore. Tutte qucste cose sono dalF Ingliira- mi appoggiate a passi di anticlii scrlttori; talclie il nostro lettore potra ricorrere alF opera qualora desideri di cliiarirsi sopra lo sviluppo di tale ar- gomento. Noi ci accontenterenio di dire clie se oi- nati di simil 2;enere suUe urne cinerarie avevano sempre un significato (come disse il nostro autore spiegando la tavola IV), il velo clie a noi ne copre la loro mistenosa allegoria non ci pare per anco Icvato. La tavola XIII rapnresenta due laterali di urna sulF uno dei quali si vede un se2;no clie il nostro autore confessa per ora inesplicabile , e sulF alrro avvi espressa una porta cliiusa. L' allegoria di cpie- sto segno niateriale viene dal nostro autore messa in cliiaro colla tavola XV seguentc, e la quale noi passeremo a brcveaicnte csamiuare. Sul bassorilievo 1^4 M0?CU1\TENTI ETRUSCill, eCC. di quest' tirnetta vedesi un giovaue eqiiestre che appoggia il piede destro sopra una. specie di ber- retto e da la niano destra ad una lignra mulie- bre, seguita da aUre due figure, Tuna dclle quali semlnM maschile. Dictio dclla ligura a cavallo scoige r laglilranii un simbolo indicante, com' egli crede, una porta. Ritiene il nostro autore che il giovane equestre sla lo spirito del morto neir urnetta ci- neraria racchiuso , e clie fatto eroe passa fra le aninie iinmortali al mcritato destino. II prendere cli' e2;li la coUa mano la donna pare clie indichi o il suo arrivo in qualche luogo dando la mano in segno di amicizia, oppure la partenza porgendo la mano per congedarsi. Quanto al simbolo della porta (clie a noi pero non sembra abbastanza chiaro ) ecco come ragiona il nostro autore. Omero avea gia immaginato die vi fossero dueporte, una delle quali ai mortali era aperta, e V altra agli ini- mortali soltanto. Maggiori scliiarimenti poi diedero su di cio Porfirio , Numenio e Cronio coll' inse- guarc , clie in cielo indicavansi due punti distant! fra di loro , V uno australe V all.ro borale , ossia r uno al cancro e i'altro al capricorno, e clie cjuivi secondo Platone e gli anticlii teologi furono imma- s^inate le due porte per una delle quali , quella cioe del cancro come a noi pin vicina, sceiidevano le anlme e quindi risalivaao dalla parte australe per quella di capricorno , come la piu elevata. Vorrebbe quindi il nostro autore tirare la conse- guenza clie quel simljolo da lui creduto una porta 8al bassorilievo di quest' urna, indichi T eroe fatto immortale , clie ha gia superato il passaggio di quella porta australe o del capricorno per la quale si passa fra i numi. II darsi quindi scambievolmente la mano , come dice il nostro autore , indica se- parazione o congedo delF eroe die varcando V an- tro del niondo si accomiata dalle iiiufe Najadi e se ne va al cielo accompagnato dal genio di sua scoria espresso fors3 dalla figura virile die teraiina DEL CAV. FR.VNCESCO INCITIRAMI. 1--5 il' bassorilievo. Confessa pero il sic;. Ins^liirami di serbar su di poiche se ingiusta e animosa, non gingneva a fe- » rirlo, e se ragionevole, serviva a correggerlo, aven- 53 do egli defeienza costante per i consigli sensati. » Belle sono pure le osservazioni dellA. su la mo- derazione colla quale il Canova si tenne umile nellc sue glorie; e di fatto , se gli onori servono ad ineb- briare, nessuno, come egli dice, poteva correre un tal rischio piu del Canova ricolmo di tante distin- zioni, die la storia dcUe arti difficilmente ne puo contare di maggiori in un sol uomo riunite. Belle e ginste sono pure le lodi date alia sua beneficenza, per cui lutte le sue pensioni e i suoi guadagni erano regolarmente assegnate al sostegno di acca- dcmie, a pensioni mensuali di giovani allievi, a pre- mj annuali , a sovvenimenti agli artisti povcri e alle loro famiglie impotenti. Le ultime pagine di questa biografia sono con- sacrate alia memoria dei protettori di Canova, degli amici e corrispondenti suoi , e dcgli scrittori che trattarono del Canova e delle sue opere, lui vivente. Si chiude quest' operetta colF esame rapido del pro- blema, se Canova giugnesse alia greca eccelleuza, in quale parte la adeguasse , e per qual modo si alzasse egli su o;li scultori che comparvcro in Italia ne' secoli di Giulio e di Leone. \S A. e d' avviso , che quantunque Canova possa non avere raggiunta 1(34 BIOGRAFIA Dl ANTONIO CANOVA. r eccellenza dei greci maestri, egli e noncUmeno il solo linora clie abbia cio osato con non comune fortuna; e che allorquando non si tratto d' imiia- zione, ma di cose veramente originali , produsse tali opere da onorare assai giustamente il suo se- colo , il che massiine si ravvisa in quelle , delle quali non trovasi indicazione veruna nelle opere deir antichita. Seguono: i." II catalogo cronologico completo delle opere del Canova; 2° Un saggio delle sue lettere familiari ; 3.° La storia della sua ultima malattia, scritta dal dott. Paolo ZanruiiL II prinio scritto, cioe il catalogo delle opere, fu pubblicato vivente an- cora quel erand' uomo , aflinche non gli venisse attribuito il nierito di opere non sue, e non fosse indotta in errore la posterita su falsi supposti, resi autorevoli dal suo silenzio. Alia fine di questo ca- talogo si fa un riassunto delle sue opere di scul- tura compiute , dal quale si raccoglie che egli scolpi oltre 100 statue di tutto tondo , e in tutto 176 opere di scultura. Sono pure in quel catalogo annoverate le opere di pittura in numero di ven- tidue, e tutti que'lavori a un dipresso furono ese- guiti nel corso soltanto di trent' anni incirca. Le lettere familiari, gia in parte impresse in Ve- nezia in picciolo numero di esemplari nello scorso mese di giugno in occasione di nobili nozze pado- vane , servono a confermare quello die nella vita si e accennato , chs il suo stile nello scrivere fn sempre ingenuo e semplicissimo, ([uantunque le sue lettere risentano di certa gradazione progressiva nella eleganza del dire. La Mcmoria del dott. Zan- ninl, letta air Ateneo Veneto, non puo die riuscire di moltissimo interesse a tutti coloro che insensi- bili non sono al nome ed alia gloria di quel sommo artista , e scritta ci sembra con molto sentimento e molta eleganza. Con qneste parole chiude il me- dico la sua relazione : « Cosi partiva il Ca/iova, e » seco recava in partendo Famore di tutti, il piaiito » deir Italia e I' animirazione dell' uuiverso. 5) 155 Ideologla espnsta da Melcldorre Gjoja^ autore del trattato del inerito e delle ricoinpense. — Milano , coi tipi dl Qio. Pirotta , tonu 2, novemhre 1822 e gennajo iSaS, di pag 624, in 8.° Lir. 6. { se- condo estratto. Vedlne il prbno nel toino 30.*^, pa- giiia 3i5 ). Parte i." Origini delle sensazioni. i° yyniGiNi esterne. Le sensazioni provenienti dai cinque sensi non bastano a spiegare i fenomeni dello spirito : dire che tutte le iiostre Idee si debbono solamente ai scnsi^ e dire die le statue di Canova si debbono alle sole cave di Carrara. Per rendere sensibile la sua proposizione, P au- tore adduce una tabella di confronto composta di due colonne ; nella 1/ vengono citati gli aniraali lie' quali primeggia un qualclie sense particolare, nella 2/ si adducono le superiori qualita intellet- tuali di cui P uomo e fornito; per esempio alcune bestie possegg mo una vista piii estesa , piii acuta, pill mobile di quella delT uomo ; eppure P uomo solo ha inventato il disegno , la pittura, la scol- tura , ecc. ; gli uccelli hanno P oreccliio sensibilis- simo al canto , ma la musica e opera csclusiva della mente umaiia ; si dica lo stesso di tutti gli altri sensi e delle relative arti, delle quali non trovan- dosi traccia negli animali , e cosa evidente clie alle sole sensazioni esteriori non possono essere attribuite. Put P uomo s' in golf a nelP oceano delle sensazioni , mono progredisce nella carriera delle scienze ed alP opposto ..*... E un' idea pazza P attribuire le differenze iiitel- lettuali alia differente struttara del tatio , idea clie proposta da Anassa2;ora venue riprodotta da piu naturalisti moderni. Infatti gli animali clie danno segno di tatto piu delicato, sembrano i zoofiti e lo6 IDEOLOOIA. ESPOSTV principalmente gll aiiemoni di mare : ora in que- st! aniinali non si scorge la piii lieve traccia di intclligenza. La furljeria della volpe, la perspi- cacia e la scnsihilita del cane liamio forse qiial- che proporzione colle loro zampe ? Lc formichc so- no , dopo r uonio , la popolazioiie piii incivilita della terra; clo non ostante qiiesti insetti non danno segno di quclla delicatezza di tatto clie osservian^iO in altre specie. GV individui umani privi di niani e di piedi eseguiscono co' loro moncherini cose sor- prendenti, e non solo acqnislano esatte nozioni delle distanze , ma giungoao alle idee del bello , del glusto , deir onesto, idee clie rimangono stra- niere agli animali del piii delicato tatto forniti. La storia letteraria s' alza contro F idea di Buffon clie misura i gradl dell' intclligenza nclV etd matura dai mod delle mani nella prima infanzia ; e per verita , piu uomini celebri furono nella prima eta soggetti a malattie clie li condannarono a penoso e conti- nuo stato d' inattivita e di languore, come lo pro- vano le biografie di Malebranclie , Boerhave , Fon- tenelle , Pope , Voltaire , Lientand , ecc. 2.° Origini interne. I semi de' diversi vegetabili posti nello stesso terreno ed alia stessa esposizione si sviluppano in diverso tempo e presentano foglie, liori e frutti diversi. Ciascnno attribuisce questa differenza a cause interne preesistenti clie la filo- sofia e costretta ad ammettere senza sapere spie- garle , e clie essa talvolta addita colla parola or- ganizzazione. A cause interne debbonsi pure attri- buire in s^ran parte i diversi genj , le inclinazioni , le tendenze delle varie specie animali ; si sviluppa nella tigre la ferocia , nella gazzella la timidezza benclie vivano entrambe in mezzo alio stesso grup- po di circostanze esteriori. Cliiedere la ragione per cui il Colombo e amoroso, la talpa stupida, il ca- ne perspicace, e cliiedere la ragione per cui il sale cristallizzandosi presenta de' tubi, il nitro de' pri- smfj r allume degli ottacdri, ccc.-, insomma biso^na DA MELCniOnRE GIOJA. iB"' animettere inclinazioni primitive negli esseri sensi- bili, come bisogna ammcttore forme primitive negli esseri iiianimati. Allorclie Locke paragono le aiiime umane a tavole rase o a carte bianche , iudilTi-renti a ricevere qualiinque scrittura, suppose clie la ca- lamlta potes?e attrarre con facilita ugnale il ferro, il mercurio od altro metallo. Dalla falsa idea di Locke nacqne il falso sistema d' Elvczio , il quale de' dlversi, stati Intellettuali e morali ne accagiono Id sola cdacazione. E siccoine V illustre Darwin con un corredo ri- spettabile di fatti desunti dalla Storia naturale, prc- tende die alia sola esperienza personale od alV istrii- zione d^ genitori debbansi attribiiire tutte le idee, le affezioni, le Industrie degli animali , percio T A. per distrnggere piu agevolmcnte questa opinione , presenta in una lunga tabella di confronto i nioti de' vegetabili , relativi agli alimenti, alia conser- vazione, agli amori, ecc. e quelli degli animali e ne fa riconoscere V identita in piu specie. Ora siccome i moti de' vegetabili non si possono attribuire ad esperienze personali ne air akrui istruzione , percio sembra clie lo stesso si debba dire de' moti ani- mali , consegnenza probabile clie diviene certa in quelle specie clie nascono dopo la inorte de loro genitori., e clie appeua nate ne imitano le abitudi- ni , come lo prova la storia de' mirmicoleoni ^ de' galiHsesti , delle mosclie elimere , delle vespe solitarie, ecc. Si sviluppa neir anirao della madre T affezione verso la prole nel tempo stesso clie si sviluppa il latte nel suo seno o clie giunsc V ovo a maturita. Questa affezione , clie in alcnne specie cresce al puuto da spingere Li madre incontro alia morte , non puo essere attribuita a viste di futuro iXJ/itag- gio , giacche la madre viene abbandonata dalla prole quando questa non abbisogna piu di lei, od ella stessa la caccia da se, cambiando T amore in odio , come succede in piu specie feroci. Sembra l88 IDEOLOGIV ESPOSTA (luuque esagerata T idea die liduce tutte le affezloni inorall a spetanze e timoH , idea clie uscita dalla scnola di Locke e di Elvezio , fu riprodotta dal cliiarissimo P. Verri. Del resto , difendeiido Y azione delle cause in- terne cliianiate is tint I , V autoie ammette i.° Che le operazioiii di piii aiiimcdi non soiio disgiuiite dalla cognizione di quel che fanno; cosi il ragno ricucisce la sua tela ne' fori clie vi scorge senza rifarla interamente ; V uccello ripara il nido precisamente al luogo eve fu lacerate; il mirmico- leone racconcia il suo imbuio di sabbia , allorche vi e stata fatta qualclie breccia ecc. 2." Piu specie auimali s' istruiscono da loro stcsse nel corso della Inro vita , ovvero col soccorso dclV liomo , ed aggiungono al capitate istiiitivo ed ereditario wi capitale acquisito e propria; proposi- zione die non pu6 essere nej^ata fuorche da que' dot- tissimi solitarj clie non videro gianimai i balli deir orso ; quindi anclie i ragazzi sanno che gli iiccelletti novizzi sono meno ditfidenti degli uccelli vecclii , e piu facilmente cadono ne' lacci de' cac- ciatori ; e le donnicciuole riescono giornalniente a far ripetero ai loro usignuoli delle ariette ben di- verse da quelle die risuonano ne' bosclii , senza ricordare i tanti servigi die i cani ammaestrati ren- dono prontamente al loro padrone ad un semplice gesto non naturale od altro segno di conv'enzione. I varj movimenti, le diverse direzioni , i frequenti rimbalzi , i momentanei arresti , le precipitose di- scese d' un sasso die rotola da una rupe , dipendono da una proprietci inercnte e coiniiue a tutti i corpi, la gravita , e dalle diverse resistenze degli oggetti che incontra nel suo passaggio. I varj movimenti degli animali dipendono da istinti cpmuni a cia- scuna specie, e dair azione degli oggetti in mezzo a cui vivono. Cio che distingue i moti degli esseri animati da quelli degli iuanimati , si e D.l MELCniORRE CIOJA. 189 I." Che la ripetizione degli stessl inotl genera negli esseri animati facilita a lipioduili , il clie equivale a risparniio di forze. 2.° Gli esseri animati ricordano piu o meno i moti successi e le relative sensazioni , il clie serve a regolare la loro condotta ; percio se il sasso di- sceso dalla rupe precipita nel fiume che le scorre a'picdi, air opposto il quadrupede giunto alio stesso luo^o ritorna indietro , ed ora prende la strada a destra sperando di ritrovaryi la sua compagna, ora s' allontana dalla sinistra temendo d' incontrarvi il sue iiemico. Ricordanza di sensazioni piacevoli o dolorose ; Previsione di sensazioni siniili ; Soelta de' mezzi per isfuggirle o procacciar- sele sono tre elementi clie si combinano coi varj istinti delle specie anlmali : in alcune questi de- menti si trovano al grado niinimo , e i moti di esse differiscono poco da quelli del sasso che scende dalla rnpe ; in altre quegli elementi giungono a gradi piu. o meno elevati , e i moti di esse mo- strano V ombra di quell' inteUigenza die spleude im~ mensamente nelV uomo. Dire con alcuni pedanti che le bestie sono unica- mente dirette da cieco istinto ^ e confessare di non avere mai veduto i balli dell' orso o i giuochi del cane. Parlando della specie umana Tautore adduce piii fatti per dimostrare che si danno impulsi interni primitivi si particolari agU individui che coraiini alia specie. 1. L'uomo, benche dotato di raziocinio, non lascia d' essere animale. Ora e innegabile che e natnrale alia tigre la crudelta , al castoro Tindustria, alFele- fante il discernimento, alia sciniia T imitazione, alia volpe r astuzia , alia gazza il furto , ecc. Sembra che si possa dire lo stesso degli uomini : alcuni nascono con disposizioni per V eloquenza, altri per la poesia, questi per le matematiche, quelli per iqO IDEOLOGIC ESrOSTA le art! , come nascono gli uccelli colle. ali per vo- lare , i pesci colle pinne per nuotare, le api fera- niine per generarc, le api neiitre per iavorare , ecc. Le circostanze esteriori presentano al genio il de- stro per isvilupparsi, ma noii lo creano , come pre- tence Elvezio. 11 salicc vcgeta in terreno uinido , il gelso in terreno ascintto , ma non e il terreno che crci la specie del salice e del gelso . . . cpiindi r autore stabilisce le seguenti proposizioni: I .° L' abilitd in un' arte non si pud dcsnmere dalla perfezione del senso cfC clla esige,- 2° Si danno talenti speciali in onta delle imper- fezioni di sensi corrispondenti ,• d)." Si danno sommi talenti in un genere e somma incapacitd iiel restante ,• 4.'' Lc grandi abilitd si fanno strada cd appa- riscono in bnta delle circostanze esteriori; 5° La maggior parte di quelli che riuscirouo ec^ cellenti in qualche ramo d arti o di scienze ^ non eb' hero maestri ; 6.° II genio si sviluppa pria e in onta dell' edu- cazione ,• 7.° Le migliori edacazioni danno i piu iafelici prodotti , allorclie trovano ostacolo nelle inclinazloni naturali ,• 8.° Piti uomini celebrl destinati alio studio della giurisprudenza , alia professione ccclesiastica , alle ca- riche dello Stato^, seguirono la loro naturale inclina- zione per le scienze , per la poesia , per le arti , in onta degli sforzi de' loro parenti , in onta della pro- spettiva delle ricchezze , in onta delle suggestioni della vanitd. II. L' autore riconosce negli animi umani qnattro bisogni , impulsi o pruriti prlmitivi e comuni. i.° Bisogno di conoscere. U animo e avido di cognizioni, come lo stomaco d'alimenti; ne e prova la ciiriosita che e genera le e costante come la fame. Si scorge nel ragazzo il bisogno di conoscere, come si scorge quello di nsoyersi. L' intelletLo umano si DA MELCniORRE GIOJV. I91 volge , per cosi dire , clal lato da cul £;li vengono le cognizioni, come le piante si volgono dal lato da oiii viene loro la luce. Fu la curiosita , fa il biso2;no di colmare T immenso vuoto delTignoranza vunana die fomeiito Tastrologia giudiciaria per tanti secoli. 0..° Blsogno dl sterna. L'animo abbisogna di stima, quasi direi , come i polmoni abbisogiiano di aria ; ne e prova il ragazzo clie la ricerca pria clie ne conosca i vantaggi ; ne e prova Y adiilto clie la vuole anco da quelli clie non possono fargli ne bene, ne^male; ne e prova il dotto del quale e state detto clie 1" amore della stima e V ultima ca- micia di cui egli si spoglia. E sebbene i vantaggi sociali di cui suole essere feconda la stima , ne accrescano il desiderio, e fnori di dubbio clie per conseguirla si fanno sacrifizj di roba e di quicte. L' uomo tende ad estendere Y idea della propria persona nelF altrui animo , come la pianta tende ad estendere le radici xic' terreni circostanti .... 3.° Bisogno di potere. L' animo e avido di po- tere , unico mezzo per cseguire i suoi desiderj , come le piante serpeggianti sono avide di appoggi. Da segno di questa avidiia il bambino con gridi imperiosi , il ragazzo con insolenze verso i suoi uguali, il padrone colV abituale acrimonia verso i servi. II piu mescliino funzionario pubblico vuole estendere la sua giurisdizione ; il piu piccolo fat- tore sa comraettere sopercliierie ; anclie i men- dicanti vogliono un cane per farsi obbedire. Lo Spartano si Hero della sua liberta comandava di- spoticamente agli lloti ; TAteniese che predicava r uguaelianza suUa piazza , aveva scliiavi nelle case e ne' poderi Dal bisogno costante di stima e di potere risulta ad evidenza essere una chimera Y amore deW uguagliaiiza , predicato dai filosoli dello scorso secolo , .e clie , posto per base alle costituzioni politichc , divenne fontc di niille guai. Nell' uomo iga IDEOLOGIA ESPOSTA non y*" ha amor delF uguaglianza , ma amore delta snpcrloritd. 4.° Bisogiio dl sociabilltd clie ci e commie con piu specie animali, gU individui delle quali dalla loro perfezione decadono se vivono isolati. Mille notissimi fenomeni dimostrano indistriittibile il ger- me di questo blsogno ; quindi ciascuao preferisce la compagnia alia solitudine ; a ciascuno e doloroso rodio e cara TafFezione anche delle persoiie infe- rior! ; i piaceri crescono d' intensita , gustati in mezzo de' nostri simili , e scema il peso de' nostri affanni in ragione delle persone che ci attestano il loro compatimento ; quindi ottiene la comune ap- provazione tutto cio che promove la quiete , la sicui'ezza, la prosperita sociale; ed e oggetto d' odio o di sprezzo tutto cio che la scema o la conturba ; quindi ci gode V animo alia vista delle altrui azioni utili, magnanime , generose, anche quando non ne siamo partecipi; ed air opposto , al racconto di disordini sociali , benche successi in tempi e luo- ghi da noi distanti , proviamo sensazioni consimili a quelle che prova un uomo cui siauo slogate le ossa. Alia produzioue di questi fenomeni non con- corre la speranza ne il timore , come pretende la scuola di Locke e di Elvezio. L' abitudine di soddisfare gli anzidetti bisogni deir animo li rende esigenti al punto da cagionarci dolore se non li secondiamo , come V abitudine di prendere tabacco ne rende insopportabile la pri- vazione. E sebbene il sentimento de' vanta^gi sociali unen- dosi air azioue delf aliitudiue vivifichi gli accennati bisogni e ne estenda le ramificazioni , pure fa d'uopo sempre ammettere \\i\ priinitlvo interiio imp also ^ co-' me negli alberi piu maestosi fu d' uopo ammettere un primo germe da cui provenucro. DA MELCHIORRE GIOJA. I()3 Seconda parte. — Anomalie delle sensazioni. L' aiitore adduce copiosa serie di fatti per dimo- strare le variazioni clie vengono prodotte nelle sen- sazioni dalle cause fisiche , cioe dalla costituzione e siioi modi di esistere , dalla salute e dalle ma- lattie , dair eta e dalla temperatura atmosferica , ossia dal clima. Affine di rendere T argomento piu sensibile, Tau- tore ha costrutto delle tabelle di confronto , nelle qiiali da un late si scorge V attivita accresciuta , dair altro T attivita scemata di ciascim senso sotto la varia azione delle cause siiddette. Volendo sciogliere V influsso del clima dalle ob- biezioni clie gli mossero contro piu scrittori cele- bri , r autore tenta di provare identita tra i cam- biamenti clie suljiscono i vegetabili e i cambiamenti clie subiscono gli animali trasportati in climi di- versi. L' autore diniostra clie i climi alterano si nei vegetabili , che negli animali le epoclie della ge— nerazione , V indole delle abitudini , le qualita delle razze, la durata della vita , ecc. Terza parte. — Leggl delle sensazioni. Questa parte e destinata a spiegare I. La distinzione de' varj stiraoli in generali e particolari ; II. Le condizioni clie si richieggono per la loro azione piu o meno intensa , piu o meno distinta; III. Le leggi di Simpatia per cni una sensazione nclla parte A ne produce un' altra nella parte B talvolta molto distante e afFatto diversa ; IV. Le leggi con cui i moti rauscolari e sensuali simultaneaniente o successivamente prodotti agevo- lano la loro riproduzione. L' autore non si scosta dalle note teorie di Darwin fuorclie nella legge delT abitudine ; egli adduce piu casi iie' quali si scorge essere false il principio comunemente ammesso dai fisiologi clie 194 IDEOLOGIA ESPOSTA la ripetizione della sensazioiie ne diminidsce I' in- tensitd, Quarta parte. — Ceiitrl delle sensazioni. Dopo d' avere dimostrato clie i nervi soiio per cosi dire i canali ordinarj delle sensazioni, e che il cervello e la sede in cui queste si uniscono e si trasformano in affezioni o in idee, T autore espone e discute le norme niateriali clie i tisiologi-ti propo- sero come misure delle aflezioni e delle intelligenze animali. « CAl uomtni abbisognano di quantttd materiall e sensibdl per rappresentare le cose immateriall , o che si sottraggono aW immediato giadizio de' sensi; quindi furono inventati gl' igrometri per misurare 1 umi- dita, gii eudiometri la salubrita dell' aria, gU elet- trometri V elettrjcita , ecc. I fisiologi andarono in traccia di norme matcriali per rendere visibiii al- r occhio i diversl gradi d'intelligenza clie si osser- vano nelle varie s[tecie animali. Platone, le cui idee furono ripetute da Bicliat, Riclierand, Vircy, soguo clie i gradi della stnpidezza potessero essere rap- presentati dalla lunghezza del collo , cioc dalla distanza tra il cervello ed il cuore. Riclierand, ri- cordando un' osservazione di Tacito, il quale rimarco ]negli anLiclii Panonj corpi grandi e corti ingegni , pretese clie Y inteUigenza fosse in ragione inversa deW cdte.zza corporea^ per consegnenza, siccome Ales- sandro aveva bassa statura , percio i nostri nani di Milano dovrebbero essere i piu gran genj , idee matte clie la volgare esperienza smente giornal- mente. Egli e per altro utile che i giovani le co- noscano, onde non lasciarsi illudere (\3\V apparentc legolartd clie presentano. Noi non seguiremo T autore in questa discussione, e diremo solacnente che nientre egli inclina a sup- porre clie alle diverse afFezioni delT animo corri- spondano diversi organi cerebrali, pure confessa die molte ragioni addotte dal dottor Gall noii provano questa tesi. DA MELCIIIORRE GIOJA. 1C)5 Ecco alciine rngloui del dottor Gall; le obbic- zioni die gli oppoue V autore sono nelle note. « I." Tutti gli uomini, dice Gall, c tutti gl' in- » dividui dclla niedcsima specie di animali sono in » ffetierale formati sill medesiino modello: in cpiale 5) niodo potrcbbc sussistere tanta dilTerenza nelle » facolia de2;li uni e degli altri , se esse non fossero » clie il risultato d' un solo organo possediito ugual- » mente da tutti ? (i) » 2.° GFindividui della stessa specie, per esem- D pio gli uomini , non posseggono giammai tutte le » facolia al medesimo grado ; eppure semljra clie >j le facolta dovrebbero essere uguali, se il medc- » simo oro-ano fosse incaricato di nianifestaile. lii 3) qual modo Y aninia fornita dello stesso strumento » potrebbe esternare una facolta in niodo squisito , » e tal akra in niodo ottusissimo ? (2) X 3." Le facolia delT aniiiio e dello spirito non si » manifcstano siniultaneainente nel medesimo grado, » ma vi sono facolta e inclinazioni convenevoli a » ciascuna eta, il die non potrebbe essere se non » esisiesse die un solo organo. (3) » 4.° Uno studio , lango tempo continnato sul » medesimo oggetto , ci stanca ; ma cambiando (i) Con cnlamite fogglate suUo stesso uiodello voi potete sosteneve pesi cliversi , e colla stessa calaniita ora I'lspingerete tin rorpo ed ora lo avvicinerete secondo che gli volgerete il polo amico o nemico. Tutti gli stoiiiaclii non sono formati suUo stesso modello , eppure quante differenze nelle digesiioni V (2) In qual modo ? Nel tnodo stesso che il niio stomaco di- gerisce benissimo i>na specie di cibi e malissiiuo nn' altra : nei jnodo stesso che la mia glotta produce con facilita de' suoni gravi e con sommo stento degli acuti. (3) Non potrebbe essere"^. Mi volete voi regalar cinque gambe , perche essendo bambino non faceva che due passi in un niinuto , luentre attualmente ne fo dieci V Cresce forse il nuniero delle luie mam , allorche cresce il numero delle sonate ch' io riesco ad rseguire con esse ? — Quando eravate ragazzo, appena riu- srivate a scrivere, poscia disegnaste , quiudi dipingeste, attual- mente iucidete , cucite, tirate di spada ecc: tutte qurste abilita sono diveise, eppure le vostre maiii noa si Bono molliplicate. 196 IDEOLOGIA. ESPOSTA >> r oggetto dello studio , il nostro splrito riprende » nuove forze. Ora se il cervello non fosse che iia » solo organo esecutore di tutti gli atd deirauimo 5> e dello spirito , in qual modo un nuovo oggetto 3) non accrescerebbe la fatica invece di procurare » sollievo ? ( I ) » 5.° I sogni confennano la pluralita degli organi » cerebrali , giacclie il sogno non e che uno stato 3) d' azione d' uno o di molti organi , raentre gli y> altri sono assopiti; e il sogno e tanto piu coni- » posto, quanto piu sono gli organi svegliati (2). » 6.° Non sarebbe possibile di concepire i feno- ■>■> meni del sonnambolisnio, se il cervello non fosse » che un solo organo , e non la riunione di piu » organi , destinati ciascuno ad una particolare fa- 3) colta (3). (i) E una legge fisiologica che un organo esaiisto dall' azione d' uno stimolo possa essere eccitato da un altro. Quando siete sazio di vivande , non siete voi aocora senslbile al catfe ? (2) Quakinque organo e suscettibile di luoto , di sentimento di nutrizione ecc, ed e noto che queste qualita possono esistere separatamente , come lo dimostrano le paralisie parziali- Ora dall' esser attiva una sola di queste qualita nello stato di para- ]isia , avremo noi diritto di dire che vi sono tre organi nello stato di salute ? Quaudo sono raffreddato sono sensibile al ta- bacco di Spagna,nonai dicci altri tabacchi coniuui: mi regale- rete voi dieci nasi quando sara cessato il reuuia? La mia gamba e suscettibile di 100 moti diversi: eseguisco attualmente uno di questi moti assai male; direte voi che per eseguire gli altri mi sono necessarie gambe 99? Se Gall vorra essere conseguente, egli dovra ammettere piu niilioni di organi , giacche di piu milioni di idee e suscettibile il nostro ammo. (3) Si puo paragonare il pensiero nello stato di sonno ad un lume collocate in una lanterua chiusa. Se in questa lanterna non v' ha alcun foro , 1' oscurita e . to- tale, ossia il dormience e perfettamente assopito. Se vi sono dei fori qua e la , dei raggi scapperanno e renderauno visibili al- cuai oggetti. I pensieri del sonnambnlo simili ai suddetti raggi agiscono sopra alcuni muscoli , e in forza delle associazioui abituali , li inducono ad eseguire le operazioni che ci sorprendono ne' son- namboli. DA MELCHIORRE GIOJA.. 1 97 » ^.^ Le pazzie parziali o monomanie non sa- » rebbero possibili se T animo non. possedesse die ■ » uii solo organo. Ora 1' esperienza ci fa vedere » die talvolta la nianifestazione d' una sola facolta ,» e alterata , mentre le altre tutte compariscono ;» in istato perfetto ; alle volte al contiario tutte » le facolta delf animo e dello spirito souo alterate, » eccettuata una sola (i). » Qitinta parte — Prodotti iiitellettuali e moralL Nelle parti antecedenti abbiamo osservato , per cosi dire , i liioghi donde provengono i materiali del pensiero , le vaiietd che in questi si scorgono, le leggi die seguon neW introduzioiie ^ finalniente la situazione delle fahhriche in cui vengono elaborati. Volendo esaminare i prodotti di tpieste fabbri- .die, cioe le' comhinazioni ideall e sentimentali che dalle primitwe sensazioni rlsultano c le circostanze che le accornpagnano ^ T autore prescnta riuniti gli ef- fetti die compariscono nell' animo in occasione delle modificazioni corporee , e gli eftctti die si scpr- gono uel corpo , in occasione delle modificazioni Aggiungete o togliete la tempera ad uno sti-imiento , c cio ora in tutto ed ora in pai'te , e lo renderete abile ad alcuni usi e inabile ad altri. Comunicate o togliete la virtu della calamita ad un feri'o , e gli darete o gli toglierete la facolta di muovere e trarre a se le particelle ferree unite alle particelle d' altri me- talli. — Nel sonno il cervello acquista per cosi dire o perde la tempra, perde od acquista la virtu niagnetica ecc. Per comprendere in qualche modo i fenouieni del sonnambo- " lismo non abbiamo dunque bisogno di piii organi, (r) Ercovi un telescopio peifettissimo : se non che sopra la I lente obbiettiva v' ha una maccliia nera. Tutti gli opgetti che si H presentano fuori di questa macchia , compariscono quali soao,e 'l quelli soli clie trovansi dirimpetto alia macchia, ne rimangono alterati. Steudete il nero sopra tntta la lente olsblettiva lasclando lu- cida una sola i>arte : tutti gli oggetti sembreranno offuscati , ad eccezione di quelli che si troveranno dirimpetto alia parte lucida. Sembra dunque che si pofrebbe spiegare auche le monoma- nie sen/a ammettere moltipliclta d' oreani. inbL Ital. T. XXXI. 1 3 198 IDEOLOGIA ESPOSTA (leir animo ; cjuindi dimostra che le cause clie pro- ducono anonialie nelle primitive sensazioni, le pro- diicoiio pur anco nelle loro combinazioni ideaii e 1110 rali. Una tabella divlsa in due colonne , continuata per 5o pagine circa, presenta le quattro segnenti serie : I." Fenonieni fisici e fenomeni intellettuali ; 2,° Fenomeni intellettuali e fenomeni fisici ; 3.° Fenomeni fisici e fenomeni morali ; 4.° Fenomeni morali e fenomeni fisici. Per valutare questa parte delf opera , che sem- bra la pin faticosa, il lettore dovra esaniinare , se vi sia j.° Scelta ne' fatti della stessa specie; 2° Corrispondenza tra i fatti di specie diverse; 3,° Analogia nelT esposizione ; 4.° Evidenza ne' risultati. Sesta parte — Teorla del piacere e del dolorc. I. Osservazioni criticlae sulle definizioni del pia- cere e del dolnre , sensazioni sempUci che non possono essere definite. II. Confutazione delFidea del conte Pietro Verri il quale fa consistere il piacere nella raplda cessa- zione del dolore. L' autore stabilisce le seguenti proposlzioni: 1° Si- danno dolori die cessaiio rapldamciite senza piacere ; 2.° Si danno piaceri contigui senza intervallo di precedente dolore^ 3.° Data la stessa situazione di corpo ed' animo, il piacere cambia d'' indole secondo la qaalitd delV og- getto esteriore che lo produce , il che e vero anche ne' piaceri intellettuali e morali. III. E dunque falsa Y idea di Locke e di Mon- taigne, i quali non riconoscono azione nel piacere. IV. Confutazione degli stessi scrittori i quali prc- tendouo die V unico motore delV uomo sia il dolore. DA MELCHIORRE GIOJA. I{)f) « II motore principale deiruomo si e la speranza , dice rautoie. Ora linche esistera senso coniune suUa terra , si riguardera la speranza come vin sentimento piacevole , come il balsamo della vita , come una forza morale clie sostiene e conserva le forze fisi- che , mentre il dolore le abbatte e le distrug2;e. II piacere della speranza supera ordinarianiente di alcnni gradi il piacer reale : placer sperato e jnag" gior die ottenuto. U uomo occupato vagheggia e pregmta, per cosi dire, il piacere clie conseguira co' suoi lavori : il fabbro pensa al vino che tran- guggera co' suoi compagni air osteria; la giovine al beirabito clie le procurera un marito; il commer- ciante al cocchio clie lo strascinera sulle pubhliclie strade , e lo faia distinguere dalla tiirba pedestre. AUorche air animo del Petrarca si presentava la co- rona di cai doveva essere cinto iiel Campidoglio , e lo animava ad accrescere e pulire i suoi lavori, credete voi clie si trovasse in istato di dolore o di piacere? I sintomi del dolore non sono i canti, non il sorriso , non V allegrezza : ora la storia ci dice clie i martiri sorridevano alF apparecchio del martirio , vi andavano con allegrezza, caiitavano in mezzo alle tiamnie, animati dalla caldissima e bea- tificaute idea della felicita celeste. AU'opposto I'uomo clie si sottomette al ferro cliiriirgico , per essere li- berate dai dolori della pietra, non canta, non sor- ride , non presenta una tisonoraia animata e gio- viale. » Dopo d' avere esposto a lungo le varie sorgcnti de' piaceri e de' dolori , 1' autore presenta le solite tabelle di confronto per dimostrare gli efifetti del piacere e del dolore sui seguenti oggetti : bellezza, sonno, digestione , forze fisiclie , salute, disposi- zione alle malattie, durata della vita, felicita, fa- colta intellettuali , affezioni sociali. Con serie co- piosa di fatti opposti e clie si schiariscono a vi- cenda , 1' autore cerca di provare che la generositd, la baiitd ^ la magnanimltd non sono figlle del dolore^ ma del piacere. poo IDEOLOGIC ESl'OSTA. Settima parte. — Teoria delle passioni. La teoria generale delle passioni saia semprc arida, qualiin(|ue metodo si sec;iia nelF esporla : r autore ha teiitato d' ammorbidirla con tratti di storia e di poesia. Eg!i considera le passioni nelle loro cavise, nelle loro specie, ne' loro eiletti sui valori sociali e suUe facolta dell' animo. Cli uoniini f'orniano giornalmente AeWe false eqna- zioni per T influsso d' una passione o d' un'altra, cioe accrescono imniensaniente o scemano quel prezzo medio , clie gli uoniini disappassionati sog;]iono Hs- sare alle cose. Orazio ci mostra sino a qual segno r amore puo alterare i lapporti tra i rispetdvi va- lori degli oggetti , ne' seguenti versi: cc Can^eresti tu mai del ricco Achemene » I regni tutti e Z' arabe dovizie » La fertil Frigia e I' oro di Bitiiiia » Con un criii di Licinia , » Quand' ella il collo inclina a baci fervidi » O con facil rigor nega e desidera » Le sien rapiti , o ver quando sua bocca 3) Bacio improvviso scocca ? » Scorrendo rapidamente per le varie passioni , r autore accenna le false equazioni di ciascuna. Svolgendo T influsso delle affezioni sulle idee e delle idee sulle ailezioni, T autore non dinientica le predilette tabelle di confronto. Ottawa parte. — Teoria delle facolta dclV animo, Gli iimori entrati nel germe ne svolgono le ra- dici e il fusto, si cambiano in fiore ed in frutti. A questiprodotti concorre 1' azione del germe, giacche, supposti gli stessi umori , si lianuo prodotti diversi da germi differenti. Le sensazioni provenlenti dai sensi esterni e in^ terni , giunte al cervello , sviluppano le affezioni e le idee, si cambiano in amori o in^odii, produ^ cono verita o crrori. A questi prodotti concorre Dl MELCHIORHE GIOJ\. 201 r azlone delT animo come concorre Y azione del germe alia pioduzione de' frutti. Finche restiamo nella sfera delle sensazioni, non, rltroviamo traccia d'attivita-, T animo e passivo nel ricevere le sensazioni come la cera nel ricevere gV impronti. Tracce d' attivita si scorgono ne' fcnomeni della memoria, delT immaginazione , delT attenzione , del giudizio. Infatd I .° La memoria e una forza pin o mciio attiva • giacclie produce neir animo quelle sensazioni che ven^ono prodotte da2;li oggetti esteriori : un cane mi si e avventato; io ho preso un bastone, gli ho applicato due o tre bastonate e il cane si e dato alle gambe ; lo stesso cane mi si avventa di nuovo; io stcndo la mano al bastone, e il cane senza aspet- tare d' essere percosso , si da alia fnga. La me- moria ricorda al cane il dolore sofferto e produce in quella macchina animale gli stessi rffetti che pro- diisse la percossa. Ora chiunque riconosce azione nella percossa ; conviene dunque riconoscere azione iiguale nella memoria. V ha di piu.: le sensazioni prodotte nelV or- dine A, B^ C, Z>, E^ F^ hanno una tendenza a ricomparire nelF ordine stesso-, e un fatto dimostrato dair esperienza. Ora F esperienza dimostra pure die secondo le persone a cui rac -ontiamo nn fatto, so- gliamo alterare quelF ordine, e invece di comin- ciare della circostanza A, cominciamo da i^, saltia- mo scientemente da E ^ B^ ovvero da D ad A. Bisogna dunque riconoscere una forza esteriore che vince quella tendenza , come bisogna riconoscere una forza che vJnce la gravita , allorche F acqua sale invece di discendere. 2.° L' immaginazione e ana forza piu a juenn at- tiva , e per lo piu, atlirissima. E no to che F im- maginazione dilteriscc dalla memoria in cio che questa c una pittura fedele delle sen<;azioni rice- vute, mentre quella suole alterarle , disgiungerle , 2C'2 IDKOLOGIA. ESPOSTA. associarlc , forniarne 2;i-uppi dilTereiiti , c fiiiitasmi tali (la siiperare T intensita delle sensazioni reali. I fantasmi della posterita, deir oiiore , dclla divinita possono iadurci e iiidussero talvolta a linunciare ai piaceri piu vivi , ad assojigettarci alia vita piii peuosa ed agire sulla nostra macchiua coa una forza uguale a cpiella degli oggetti esteriori , e talora niago-iore. 3. i' attenzlone e una foTza put o meiio attiva. Infatti le idee delle qualita d' un corpo si piescu- tano riunite alF animo , e, per cosi dire, si strin- gono e aderiscoiio insieme , come le particelle del ferro & attaccatio e aderiscono alia calami ta. Voi non potete pcnsare alia rosa senza vedere tosto comparire alia mente e il fiore e le foglie e il gambo e le spine ecc. Ora e un fatto die 1' attenzione innoltrandosi, per modo di dire, nelF atmosfera delle accennate qua- lita, puo e suole considerarne una sola di esse cd annullare nello spirito tutte le altre. Ora, se per staccare dalla calaraita le varie par- ticelle del ferro in niodo clie ne rimanga una sola, e necessaria una forza estrinseca , fa d' uopo puie riconoscere una forza neir attenzione, allorche dalle frammiste qualita d'uno o piu oggetti, una sola ne estrae e la fa scopo a' suoi riflessi. Provano dunque le forze delT attenzione : i.° La vinta adesione delle qualita d'un corpo; 3.° L'annullata azione delle qualita non esaminate; 3.° L' accresciuta intensita della qualita esami- nata. Infatti T attenzione rende le sensazioni piu chiare , piu vive , piu distinte , e ci fa conoscere ne' corpi piii qualita di cui i sensi non ci avevano awertiti. Quest' ultimo riflesso ci autorizza a paragonare la forza delF attenzione a quella del telescopio e del microscopio , i quali ci fanno conoscere og- getti infinitamente lontani od infinitamente piccoli, e clie senza di essi ci sarebbero rimasti etemamente ignoti. DA MELCHIORRE GIOJA.. 2C5 E siccome non si pud cotifondere Y occliio col telescopio , ne col microscopio , cosi non si deve confondere 1' attenzione coi sensi esterni e interni. Siccome la diversa perfezione de' microscopj e de' telescopj ci fa conoscere una diversa somma di oggetti, cosi i divcrsi gradi d! attenzione ^ dl ad sono SJLScettlbill gll uoniini e gll anlmcdi , dcbbono essere riguardad come una dclle cause delle loro diffcreiize intellcttuali. Si coniincia dunque ad intendere la ragione per cui pill specie animali, benche ci uguaglino e tal- volta ci superino nella perfezione di questo o di quel senso ed anclie di tutti , pure ci sono infe- riori nelle cognizioni: s^ inten.de la ragione per cuL un cieco , un sordo , un muto giunge ad idee a cui i bruti non giunsero giammai ; in quelle stato d' imperfezione sensuale Tuomo conserva una forza d' attenzione di cui i bruti non sono suscettibili. Basta osservare V eterna mobilita degli uccelli e delle sciniie per accorgersi clie il loro animo noix e cnpace di quelT attenzione che fermandosi sopra un solo oggetto ne avviva, ne anima le sensazioni, le crea e le feconda. 4.° II g'mdlzlo c una forza pia 0 meno attlva. II giudizio e quella facolta per cui veniamo a scoprire nelle cose i rapporti d' uguaglianza o ineguaglianza , d' analogia o dilTerenza , di cause e d' effetti. Ora i rapporti delle cose non si presentano immediata- mente da loro stessi, non sono un risultato diretto deir azione de'nostri sensi. Per iscoprirli fa d' uopo che r attenzione passi da un primo oggetto ad un secondo , da questo ad un terzo , ecc. e A^ada e venga piu volte , e per cosi dire si rifletta dairuno alfaltro ( il che le ha procurato il nome di riflessio- ne ) e li paragoni ora sotto un aspetto ed ora sotto uu altro , onde conoscere fuialmente le loro rela- zioni. Allorche Newton vedendo cadere un porno da un albero , dimando a se stesso , se le leggi della gravita terrestre sono slnuli o dlsslniili dalle leggi della gravita solare , uou ottcnue lu risposta dai a04 IDEOLOGIA. ESi>OSTA CCC. siioi scnsl , ma da nillle atti delF attenzione e del giudizio, soccorsi dal calcolo piu astruso, risultato felice non de' sensi , ma delle accennate facolta. Ticko-Bralie aveva raccolto mille osservazioni sulle distanze dc' pianeti , siille celeriia , ecc. , ma noa erano percio note le lep;o;i astronomiche. Tiitti que- st! fatti somministrati dairosservazioiie aspcttavano d'essere vivificati dal genio di Keplero , il cpiale dovette instituire mille confronti , esegnire mille calcoli, riconosccrne Tinsussistenza , iatraprenderne de'nuovi, sudare 17 anni, meditando notte e giorno per giungere finalraente alle leggi clie portano e meritano di portare il di liii noma. La differenza tra V attenzione e il giudizio si e la seguente : Y attenzione esamina ad uno ad uno tutti i pezzi d' una maccliina per riconoscerne le individuali qualita; il giudizio esamina tutti i pezzi riuniti per riconoscerne le corrispondenze e Y ef- fetto totale. 1/ uomo clie giudica , puo essere pa- ragonato air uomo che , dalla cima d' una torre , vede simultaneamente tutti gli oggetti sparsi sopra vasto orizzonte ; Y uomo die attende , li vede ad uno ad uno successivamente nella pianura. Le tracce d' attivita clie si scorgono ne' fenomeni della memoria, dell'immaginazione, delF attenzione, del giudizio, sono esse eftetti di piu forze distinte, ovvero modificazioni d'una forza sola? La quistione e indifFerente , a giudizio delF autore. Qualunque pero siano le forze cui del)bansi at- tribuire i suddetti fenomeni, e fuori di dnbbio che non si possono spiegare colle leggi organiche finora note. I movimenti delle idee che succedono nel- r animo d' nn uomo occupato del piu facile pro- blema di matematica, non hanno analogia coi mo- vimenti del sangue , colle secrezioni delle glandole, coir irritabilita delle fibre , col corso degli umori. Crediamo che quanto abbiamo detto basti per far conoscere le opinion! principali dell' autore, e il metodo con che le espone. 205 PARTE 11. SCIENZE ED ARTI MECCANICHE. Memorie delV I. R. Istituto del regno Lombardo-Ve- neto. Volume prima. Anal 1812 e i8iiS. — Milano , 1819. daltl. R. Stamperia .1 in 4." fig. — Si vends da Fusi , Stella e C. Memorie di chirurgia. Storia di una viatrice amputata, di Cio. Batt. Palletta. c. (ON questa storia il chiarlssimo autore ha voluto di- mostrare die la recisione deli'utero, non discostato dalla sua sede naturale, non e sempre letale per 1' eniorrao;!^ , ne impossibile per la difficolia d' estrarlo dalla parte della vagina, come fu sempre riputato. Una donna, gia madre piu volte, fu ricevuta nello spedal di Rlilano per iscoli sierosi e sanguigiii dipendenti da un sarcoma ulcerato che pendeva dalla cervice dell'u- tero entro la vagina; e siccome eravi a teniere ch' egli non si fosse gia incanclierito , od almeno die fosse disposto a divenirlo, e non essendovi febbre ne emaciamento , si penso di sradicare il sarcoma, comprendeudo il collo del- i'utero, come Osiander insegna. Si servi egli a tal uopo di una tanaglietta fatta a foggia di due cucdiiaj senza congiunzioue, e 1' introdnsse in va- gina nel modo stesso di un forcipe; ma siccome lo sti'o- mento abbandonaya la presa , dovette percio afFerrarlo coUa mano, e, trattolo in basso, incominclo alia parte superiore ad incidere la vagina con una forbice curya e lunga , indi continue a staccarla in giro al sarcoma , ora col coltcllo falcato , ora colla forbice suddetta. Gli servi va di guida , per portare il tagliente , una certa durezza che incontraya colle dita sempre teuute in situazione, la quale 2 06 MEMORIE DELL' I. R. ISTITUTO clurezza fu dall' autore creduta esser la base del sarcoma. La donna sopporto coraggiosamente 1' operazlone , ne per- dctte sangue gran fatta. Esaminato il pezzo reciso in piesenza del signor Mon- tca;gia e degli allievi, si vide con sorpresa un coi"po liscio, rotondetto, per ogni parte illeso, da cui vegetava il sar- coma, die tosto fu riconosciuto per I'ulero cavato per intiero , le cui trombe vedevansi recise rasente il fondo di esso , ed in basso non vi rimaneva vestigio di vagina. II sarcoma altro non era che vm aumento moiboso del parencliima dell' utero. La donna, dopo tre giorni dall' o- perazione, niori coi sintomi di una generale e lenta in- liammazione membranosa, come I'avvero I'autopsia; la qual flogosi^ a delta deir autore, preesisteva gia prima dell" ope- razlone. Prosegue quiiidi col dire , che se ne' fasti della chirurgia non trovansi esempj d' uteri estirpati dalla loro sede na- turale , non pochi se ne leggono di niatrici procidenti state felicemente amputate, e cita Berengario da Carpi che ne fece, e ne vide a fare^, e la storia del Wrisberg di una donna a cui dalla mammana fu reciso 1' utero estratto in un colla placenta , ed un' altra del Fasula di un utero gra- vido e procidente , che al sortir della testa del feto si sqnarcio in tutta la sua lunghezza. Termina 1' autore la sua storia col dire , che non essendo la raatrice vuota provveduta di vasi talmente ampj da produrre un' emorragia non coercibile; che i suoi nervi non essendo in tanta copia, ne squisitamente senzienti come in tempo della gestazione ; che non avendo essa rapporto diretto coUe facolta accordate agli altri organi necessarj al mantenimento della vita, si pub conchiudere a buon dritto, che I'estrazione della medesima non e sempre le- tale. Dello spasimo della faccia, di Giambattista Palletta, L' autore ingenuamente confessa che le cagioni di questo luorbo tormentoso sono per lui tanto oscure, come lo sa- ranno ancora per molti altri , per cui egli non azzarde- rebbe a proferire su di esse alcuna conghiettura ; e di- chiai-a che le opinioni di Fotherglll , Sauvages , Volger ed altri non sono sostenute da sufficieuti prove su cui si possa fondare un retto giudizio. Distingue la prosopalgia ill acuta e cronica, e cita due casi per eseinpio della DEL REGNO LOJIBATIDO-VENETO. 2C7 prim.T, in cui il morbo assali repentinamente , e ripete- vasi tanto di spesso e con tal forza, die i pazienti, sotto il parossismo, gettavano alte gritla, si contorcevauo stra- namente e turbavansi in loro tutte le facolta intellettuali. Sojjpraggiunse febbre ardentissima, con polsi diiri e pieni, rossore al viso , agitazione universale ecc. Invano si el)l)e ricorso ad, aljbondanti e ripetuti salassi, e ad altii rimedj debilitanti, poiche , sopraggiunto il delirip, ambi mori- rono in otto giorni. TI sangue fa sempre veduto cotenno- sissiino. I cadaveri non fui'ono sparati per riljuto dei parent!. La croniica e la piii ordinaria, e quella di cui i pra^ tici hanno . generalmente parlato; molesta per niolti anni ad intervalli piu o mono lunghi; e si rinnovano i paros- sismi ne' tempi umidi , speciahnente ventosi e procellosi. Cita due casi in cui la recisioue del nervo produsse una breve tregua al dolore , ed e quindi d'' opinione clie la recisione possa essere utile ove I'afFezione sia puraiuente locale , e clie coll' operazione si possa in qualche guisa distruggere la sede del male: ma se, come opina Lentin, nel morbo di cui si tratia , la sua sede si deve stabilire iiella midoUa allungata, certamente non si avra motivo di sperare alcun vantaggio dalla semplice recisione. II signor Palletta trovo eflicace la distruzioue del nervo col cautero attuale, la cicuta internamente , e le unzioni alle parti circondanti I'orbita coU' unguento mercuriale avvalorato con poco olio di succino. Coir unzione sola, e coUe pillole di cicuta guari tre soggetti a prosopalgia recente; su due donne iniplego con molto profitto lestratto di giusquiamo coniljinato coi fieri di zinco sublimati. Non crede pero 1' autore clie la pratica da lui tenuta sia sempre per corrispondere, e stima priTdente cosa I' indagar la causa del male , se sia reumatica , artritica, erpetica, cancerosa , o simpatica d" altre afFezioni , e concbiude essere dessa una malattia non ancora ben conosciuta , difficile da guarirsi , e che noa vi e nessun metodo sicuro, tanto piu clie dall' andamento del male e dal vario efFetto delle medicine par clie risulti non essere sempre il dolore spasmodlco della stessa indole. Sill taglio ipogastrico per I' estrazionc della pietra dalla vescica orlnaria , di Antonio Scarpa : con fig. Dopo i perfezionamenti di Mery^ Cheselden, Morand , ed altri, il metodo laterale riinase iiivariabilmcnte quale 2C8 MERrOPxIE dell' I. R. ISTITUTO cl venae da essi trasmesso ; e i moderni chirurglii altro non fecero clie modificare i vecchi stromeiiti e proporne dei nnovi. Lo stesso pero non avvenne del tap^lio ipoga- strico , poiciie, dall' epoca di Rousset e di Doui^lass fino a cjnella di frate Cosimo, non solo s'inventarono nuovi stromenti, ma si fecero altresi delle variazioni al processo stesso. La pratica pero di quest'' ultimo non va esente da alcune iniperfezioni , la correzione delle quali forma il soggetto di questa Memoria. Frate Cosimo, scoperta la linea bianca , impiantava il suo trots-quarts histouri rasente il pube , ora per un terzo , era per la meta di tutta la lunghezza dello stromento , secondo 1' eta e la grossezza delle pareti addominali ; quindi, traendo fuori dallo stromento la lama delbistori, incideva la linea bianca ; ma una tale incisione rinsciva sempre angusta e non sempre bastante da introdurre il bistori lenticolare col quale prolungava T incisione; percio una tale manovra era stentata, aspra e pericolosa, sia a motivo dello stromento, sia per la compatta sostanza clie s' incideva , sia per Y inclinazione cli"" era d' uopo dare al perforatore ed alia profondita cui doveva essere spinto; inoltre, la lama del bistori, tratta per arco di cerchio, piuttosto clie tagliare , premeva e stracciava soltanto 1' apo- neurosa: quindi il signor Scarpa penso di sopprimere il suddetto stromento e di far uso di un bistori convesso , mezzo pill facile, piii spiccio ed anche piii sicuro per quello che spetta il preservare da offesa. il peritoneo , poiche, incisa che siasi per alcun tratto Taponeurosa, s' introduce sotto di essa una tenta scanalata e vi s" incide sopra. Un altro perfezlonamento e il seguente: egli ha osser- vato essere cosa facile che , tenendo rialzata la vescica colla sonda a dardo di frate Cosimo , e penetrando in essa col bistori, I'apice della sonda cessi di far punto d'ap- poggio e di sospensione , e quindi spunti fuori la sonda ste»sa dall'esterna ferita, e la vescica, cessando d' essere sospesa , nascondasi sotto al pube , per cui riesce mala- gevole 1' incisione della vescica stessa. Onde evitare co- desto inconveniente, il signor Scarpa consiglia, sospesa che sia la sommita della vescica per mezzo dello specillo portante il dardo , di cominciar T incisione della pai*ete anteriore di essa con un bistori convesso , e non col I I DKL REGNO LOMBA.RDO-VENETO. 209 curvo, come faceva fi-ate Cosinio, non lungo lo specillo, ma una liiiea e mezzo circa sotto del puiito di perfora- zione del dardo ; e accio cpiesta incisione venga fatta pa- ralella all'asse longitudinale della vescica, egli ha coUocato nella concavita della sonda una larga guida, i margini della quale sono bastantemente rilevati sull' esterna super- ficie della sonda stessa, da potersi riconoscere al tatto attia verso la jiarete anteriore della vescica prima d'inci- derla. Egli inculca pur anco di non introdurre la fettuccia di tela sfilata tanto profondamente da farla penetrare in ve- scica, poiche anche senza di cio, lo scolo delle orine per r esterna ferita si fa completamente, e d'altronde, questo corpo straniero si oppone al coalito deUa ferita della vescica stessa. Termina il signor Scarpa la sua Memoria col dimostrare che il precetto generale di estrarre la pietra dal di sopra del pube ogni qualvolta essa sia tanto grossa da occupar molta parte o tutta la capacita della vescica e soggetto ad eccezione, imperocche le membrane della vescica ri- dotte grosse, dure e coriacee per la lenta iniiamniazione in esse destatasi dal lungo soggiorno della pietra , rendono difficile e pericolosa Toperazione, e inoltre v' e grave so- spetto che, invece d' assumere quelle la salutare intiamma- zione adesiva , siano piuttosto prese dalla spuria e lenta flogosi ulcerativa. Quindi egli e d' opinione che , ove si tratti di pietra enormemente grossa, accompagnata da stil- licidio continue di orine torbide, fetenti, da febbriciattole d'irritazione , ricorrenti, con dimagramento ;, sia prudente consiglio di astenersi dairoperazione, onde non abbreviar la vita deir infermo. Dei filonl plrossenicl del Vlccjituio, Blcmoiia dl P. Ma- RASCIIINI. Ill the mean time no greater impediment to the pro- gress of that knowledye of wldch we are in search can he contrived^ than that of assuming a certain regulated order ^ founded on imperfect and limited^ or on prejudiced observations. — Mac Culloch. Tran- sact, of the geolog. society , vol. Ill , p. 2.. I ?T una Memoria letta nel 1821 alia Sccleta Filomatlca di Parigi , die I'u puljblicata nell' anno segnente ( Journ. de phys. Mars., e Bibl. ital. gingno e luglio 182,2), avea lasciato travedere la mia opinione ( non destituta di prove le pill convinceiiti, ne iiuova in geologia), die le recce pirosseniche, generalmente parlando, non potevano nella provincia vicentina aver riempiuto per colate , nella ina- niera delle lave de' vulcani attuali , le valli formate ante- cedenteaiente da cause straniei-e all'esplosione, ma die piut- tosto doveano essere state innalzate dal basso all'alto per sol- levamento, allorquando la materia in fusione tentava di aprirsi un passaggio , rompendo per una forza plutonica e dislocando le rocce preesistenti. Di fatto io non poteva concepire una ragione sufficiente , merce di cui si fossero aperte tante fenditure nelle differenti formazioni, per atten- dere le colate superiori che dovevano insinuarvisi susse- guenteniente , senza die alcuna ne sia a mia cognizione , almeno nei terreni meno recenti , che sia stata riempiuta di sostanze d'origine evidentemente iiettuniana: e parevami an- cora pill inconcepibile che un'eruzione accaduta, verbigra- zia , in Tirolo avesse avuto il potere di sormontare le gole delle montagne , che a riflessibile altezza lo dividono dal Vicentino , per iscorrere sul pendio opposto a line di for- marvi porzione delle colline inferiori, senza lasciare nelle gole medesime verun indizio del suo passaggio, Sembrandomi che questa materia fosse siiscettibile d' uno svilnppaaiento al quale iiou poteva assoliUameate prestarsi DEI FILONI PIROSSENICI DEL VICENTINO. 211 una ineraoila generale snlla provincia , divisal fin d' allora lU occuparmene circostanziataiiiente al mio riuipatrio , rau- nando quel fatti clie potessero contrihuire a mettere in evidenza I'esposta opiuione , ed avea gia coniinciato per tale oggetto le mie corse niontanisticlie , allorche il caso mi fece leggere nella gazzetta di Venezia ( Supplimento al u.° 54, 28 aprile 182 3) una nota , in cui da uno del pill dotti geologi die V Italia vanti , s' inipngnano tutte afFatto le mie idee sul proposito. La riputazione giusta- mente acquistatasi dal sig. consigliere Marzari Pencati, po- tendo far credere che a lui dessi vinta la causa, se atten- dessi per rispondergli, d' aver posto termine alle luie escur- sioni die richiedono ancora 11011 poco tempo , mi deter- minai di scegliere tralle mie note alcuni de" fatti piu lu- niinosi , entrando in cpialclie sminuzzamento sui filoni pi- rossenici che avvalorano , a parer mio , la teoria dei sol- levamenti. E certo , e ne ho gia fatto cenno al trove, che am- itiettendo un riempimento successivo di liloni prodotto da colate , bisogna supporre che preesistessero nelle rocce, che furono posteriormente riempiute, alcnne fenditure nelle quali la materia in fusione abliia potuto insinuarsi e consolidarsi. 3VIa se queste fenditure, che per opinione di qualche geologo, dovettero talvolta prolungarsi dal terreno terziario a quello del talco scistoideo , formando gigantesdii cunei vulcanici die attraversino dall' alto al basso f orizzontale forinazion se- condaria, avend tutti la loro base alia superficie del siiolo ; se queste fenditure , dice , esistevano avanti che le colate vi s' internassero, donde avviene che esse non furono riem- piute, ainieno nella parte loro inferiore , dai conglomerati prodotti da' frammenti delle differenti rocce , che nello scompagmamento si dovettero in qualche parte fratturare , e dai terreni mobili arenacei, argillosi o marnosi, che soiio proprj dei terreni secondarj di quasi tutte le eta? Donde avviene poi ancora che i frammenti , che pur talvolta sono inviluppati nelle parti laterali dei filoni pirossenici , ap- partengano unicamente alia roccia istessa , franimezzo alia quale la materia fusa si apri il passaggio, senza die vi si osservi mai traccia di altre rocce d' origine posteriore ? Donde avviene finalmente che questi medesimi fram- menti si trovino invilnppati soltanto nelle parti laterali, e aoii siauo piuttosto stati straacinati 3I basso dalla prima 21-2 DEI FILONI nUOSSENICI materia pirossciiica clie entro nelle fenditure? Qaesti dubbj noil uii senibrauo di fiicile soluzioiie , giacclie se si vo- lesse aiichc supporre die le feiiditme non siaiisi formate se non per ristringimento all" epoca delle rispettive con- solidazioni , oltre che non sarebbe facile a concepirsi la ragione per cui le ditforenti forinazioni si determinarono a lasciare un vuoto continuato , prolungato sempre nella medesima direzione , a line di aprire un adito facile al riempimento , non si saprebbe neppure spiegar in qua! niodo il fluido che teneva in dissoluzione sia chimica, sia nieccanica , le sostanze che fonnarono successivamente e ad epoche different! le forniazioni posteriori, non v' ab- bia lasciato , riempiendole, un deposito di sostanze analo- glie a quelle che forinano gli strati superior! inmiediati. Se non e dunque si facile, come puo parere a prima vista, il dare vina soddisfacente soluzione della supposi- zione d' un riempimento dalF alto al basso per ispiegare Y origine dei filoni pirossenici , resta adesso a vedere , se sia piu consono alia ragione il credere che questo riempi- mento abbia avuto luogo dal basso all' alto per Turto d'una materia tluida che, sollevandosi per una causa qualunque, cercava d' aprirsi un passaggio lacerando e dislocando gli strati superiori che ne inipedivano la libera uscita. Gli strati diversamente inclinati , rotti , contorti , rovesciati, che non e raro di rinvenire in vicinanza de" filoni, sembrano favorire intieramente quest' opinione , la quale e posta an- cora in uiaggiore evidenza da quel filoni che, attraversando in parte una roccia , non eljbero la forza di giungore fino alia superficie della medesima , e degli altri clie dopo aver presa una direzione approssimantesi alia perpendico- lare nella parte inferiore, inqjrovvisamente diventano oriz- zontali , come se 1' urto del soUevamento, non avendo po- tuto contLnuare la frattura degli strati per aprir F adito alia materia fusa di risalire , abbia avuta tuttavia la forza di sollevare alcnno d' essi al punto del contatto per la- sciar luogo alia stessa materia fusa d' insinuarvisi. Dovrei prima d' entrare in materia dimostrare 1" incon- grnenza d' un' altra supposizione ( intorno a cui parimente eniise un sentimento contrario al mio il dotto geoiogo ciie impugno la mja Memoria ) , relativa alle differenti epoche nelle quali le tocce d' origine ignea perveiinero a coprire differenti formazioni , pretendendo egU di restringerle a due PEL VICENTINO. 2X3 solameiite , la prima anicriore al raetassite , e la seconda posterioie alia creta , mentre io ho avanzato , clie le eje- zioni poteroiio aver avuto luogo in ogni tempo inclifFe- rentemente ; ma siccome nel riportare i fatti die com- pi'ovano il sistema dei sollevameiiti mi cadera sovente in acconcio di render cento di qualclie iilone die , apertosi un passajigio sino alia superiicie d" una formazione , noii trovando ulteriori impedinienti , vi dilFuse la materia so- prablioiidaiite die in segnito il railVeddamento consolido ; percio rimetto il lettore a cio die allora diro sul pro]50- sito. II talco scistoideo o lo steascisto (i) e frequentemente tagliato da filoni pirossenlci die lo attraversano in ogni direzione. Arduini lo aveva di gia osservato , ne avea po- tuto sjjiegare in altro modo un tale fenomeno die ricor- rcndo ad una forza plutonica ( Saggio di Litogonia , ediz. di Venezia pag. i58). In qual altra maniera elFettivamente potrebbesi render ragione di tanti fatti die si osservano continuamente nel Vicentino , e nominatamenie nelle due valli deirAgno e del Leogra? Mi limitero a parlare soltanto di alcuni tra que' fatti die servono a provare il mio as- sunto. Due liloni quasi parallel! intersecano il talco sci- stoideo nella contrada dei Grandi a Recoaro , ed in un taglio verticale praticato nella roccia si vedono diiaramente innalzarsi; ma progredendo , il dirupo naturale die rende impossil)ile 1' avvicinarvisi , i cespugli die sorgono dagPin- terstizj degli strati , ed i frammenti die li ricoprono e che impediscono d' esaminarll da lontano , non lasciano luogo a poter conoscere in qual maniera essi terminino; ma che essi terminino efFettivamente prima di attingere al limite della formazione, cio si vede con tutta T evidenza se si ascenda piu .in alto , mentre piu non se ne scorge ia- dizio yeruno. (i) Talco scisioldeo e non micascisto io diiamo la roccia fon- damentale del Viceatino , perclie il compoueute principale della roccia e talco e uon nnca , sia essa quarzifera o no : perclie il mica vi e raro ■, ne si puo considerarlo clie come sostanza ac- cidentale : )ierclie finalmente i tipi o i saggi clie ne ho veduti iifl uiiiseo di storia naturale di Pai-igl , e nelle collezioui parti- colari dei sigaori Cordler e Biongniart sono aflatto aaaloghi a <|iu-lii dclle uostre montagne. JJiOl. Ital. T. XXXI. 14 214 DEI FILONI I'lUOSSENICI Scendendo alquanto nella vlcina contra da del Moliiio di sotto , da UQ altro Jilone perpendicolare si scorgera. stac- carsi visihilmente un esile liloncino che scostasi sempre piu dal basso all' alto, e sembra aazi clie un terzo lilone il quale vi si avvicina sotto un angolo di circa 76 gradi , potrebbe , se i lavori della strada non lo irapedissero , vedersi piii abbasso congiuiito al primo. Nella medesima localita , non molto lontani da questi si osservano due altri filoni die s' intersecano ad angolo acuto : il pi'imo piu antico s' era alzato quasi perpendicolarmente e di gia consolidato , allorcbe un novello soUevamento di materia, volendosi scbiudere un passaggio nella medesima roccia, apr'i una nuova fenditura nel talco scistoid>?o cbe si disloco e fece in conseguenza cangiare di sito la parte su- periore del rotto filone. La roccia pirossenica cbe usciva successivamente , formo allora un filone attraversante , e la materia , non avendo la forza di sollevarsi piu oltre , arrestossi del tutto non raolto Innge dal primo filone, come si puo veder facilmente. L' ispezione di questo fatto mostra evidenteniente cbe il secondo filone non si puo conside- rai'e se non come posteriore , giaccbe le pareti o salbande che lo separano dal talco scistoideo , lo separano del pari superiormente ed inferiormente dal filone atti-aversato. L' unione di questi tre fatti cbe mi sono limitato a de- scrivere , e cbe esistono in un piccolo tratto di terreno , mi semljra atta a convincere ancbe i piii increduli della teoria dei sollevamenti. EfFettivamente come potrebbesi spiegare in altra maniera 1' esistenza dei filoni cbe termi- nano prima di arrivare alia superficie ? In qual maniera potrebbero essi essere stati riempiuti dalle colate superiori ? E se le coJate superiori empierono quelli cbe vanno ad unirsi nel profondo , in qual maniera la roccia , cbe era tagliata da fenditure le quali si riunivano al basso , pote essa so- stenersi isolata senza sprofonaarsi ? Ed a questo proposito : come potevano sussistere fes- sure parallele agli strati? In qual modo poterono esse ve- nir riempiute dalle colate superiori? Eppure gli ammassi stratiformi sono frequenti \ io mi contentero di citarne qualcuno solamente , e tra questi quello cbe si osserva nella valle deir Orte sopra Staro , quello cbe e a nudo vicino alii Giorgetti, e quello che si puo vedere presso i Gisbenti nel comune di Valli : ttitti e tre facilmente DEL VICENTINO. 2l5 riconosciijili , e ve ne aggiungero uu qnarto piu ancora tlegli altri interessante per luettere la cosa nel pieno suo Inme. E questo nclla valle degli Storti , poco lungi da Recoaio , ove un lilone perpendicolare vicino sembra di- ciferare la maniera in cui questi amiuassi strauficati si formarono per sollevamento , iiientre ivi sembra appunto esser probalDile die la materia spinta dal basso , giunta a quel luogo, noii aveiido potuto per una causa qualunque salire piii in su, abbia soUevati gli strati, evi abljia ver- sata frammez7.o la sostanza pirossenica fluida. Non occorre dunque esitare ad anunettere , per la spiega- zione di questi fenomeni , la sola teoria che pub essere sod- disfacente : teoria che , per dirlo di passaggio , ideata nel 1740 da Lazzaro Moro valente geologo italiano , fu ridotta in sistema da Hutton , cpmprovata dalle luminose sperienze di James Hall , abbracciata dai principali geo- gnosti europei, e dimostrata non da ragionamenti solamente clie il pill delle volte conducoiio a false conseguenze , ma da fatti incontrastabili osservati nei due niondi , i quali contribuirono a senipre plii corroborarla. Ma non tutti i filoni terminarono prima di toccare la euperiicie. Spesse volte sormontarono il talco scistoideo , che solo allora esisteva, ed alia maniera delle bocche igni- vome attuali versarono sulle parti laterali la materia che usciva in istato fluido. Non riportero che due soli fatti a giustiiicazione di cio. Nella Val Calda questa materia ejettata attinge ad una sorprendente altezza , e peryiene quasi iino alia sommita del Xon. Nella A-alle del Prak ( ambedue queste localita sono poco distanti da Recoaro , F una a sinistra , r altra a destra dell'Agno ) si sollevo parimente la ma- teria pirossenica sopra il talco scistoideo •, e per lasciare un indizio durevole de'la sua origine , furono in pari tempo eruttati cenere e rapilli, su' quali essa si adagio contempora- neauiente. Sono questi rapilli e questa cenere , che fornia- rono una roccia analoga all" antica arenaria, o gres rosso ( old red sandstone degringlesi ) , che come si sa non ha alcun rapporto col gres rosso ( roth-todte Liegendes de'Tedeschi) d origine a quello di gran lunga posteriore. Cosi vediamo nei vulcani attuali la lava scorrendo, coprire le ceneri ed i rapilli clie nelle eruzioni medesirae uscirono dalla bocca che trovasi in azione. ^l6 DEI FILONI mROSSENICI Nella j>rima tlcllc indicate localita non e a dir vero evidente la sovrapposizioiie del metassite alia roccia in que- stione , sel^bcne la sonimita del nionte coperta da strati di C£uest' arenaria o gres , indichi abbastanza clie esso la ricopre ; ma il fatto e di tutta evidenza nella Valle di Prak , ove questa roccia , e la calcarea argillosa antica , sovrnpposte alia roccia pirossenica vanno alternando. ]\]a se nella Val Calda puo restar dul)bio il ricoprimento, vi sono per lo contrario alcuni filoni clie comprovano, se pure cjuesto sistema avesse bisogno di prove iilteriori , viemmaggiormente T idea d'un sollevamento. Allorche I'urto della materia rompeva il talco scistoideo per uscir fuori , i frammenti della roccia die andava frangendosi , cadevano sulle parti laterali della lava pirossenica, e vi s' invilup- parono, formandone come, una specie di breccia, quale si osserva nelle parti laterali del lilone, e continua sine al punto in cui la sostanza fusa, non trovando piii ostacoli, si allargo suUa roccia preesistente. E pero notabile che il talco scistoideo non si e mai modiiicato ne' luoghi di contatto. Tra gli ammassi, die usciti dai filoni formarono colline da se, io non esito a mettere anche le rocce metalli- fere, e le agatifere della Valle de' Zuccanti e del Tretto. Selibene il dotto autore della nota die diede origine a qnesto scritto, neghi assolutamente la possibilita che queste rocce possano appartenere ad un' epoca anteriore ai terreni terziarj ; tuttavia malgrado la stima die a lui professo , mi faro lecito di osservare: i.° Clie nessun geologo si e mai inimaginato di attri- buire ai filoni ed agli ammassi metalliferi, esclusone il ferro idrato, un' origine postei-iore alia creta; die cio sembra assolutamente contrario a tutte le osservazioni die furono fatte, e che, seppnr fosse vero die si trovassero nei ter- reni terziarj , questi ammassi non potrelsbero aver avuto ajtra origine che la plutonica. In effetto se questi filoni fossero stati formati per riempimento dall' alto al basso in un' epoca posteriore alia creta , donde avvien' egli che nei terreni terziarj , propriamente detti , mai non se ne rin- venga alcuno? Tuttavia e certo che le rocce piu o meno argillose , che formano geneialmente questi terreni , do- vettero andar soggette a piii frequenti ristringimenti die non le rocce secoudarie, e die le aperture ne dovevano DEL VICENTINO. 2I7 ugualmente venir riempiuie. Ma se per lo contrario una forza sotterranea li ha alzati, essi poterono penetraie anche nelle rocce sovrapposte , die per akro non soiio terzia- rie , mentre la calcarea in cui penetrarono i filoni e gli ammassi metalliferi del Montenaro e dcll'epoca secoiidaria, ed appartiene, per quello cli'lo credo, alia prima calcarea grigia, o all' alpina. a.° Osservero insecondo luogo , die I'idea di supporre agatifere le sole rocce amigdalari dei terreni terziarj e intieraraente destituta di fondamento. Effettivaniente il si2;nor Trettenero arricchi la mia coUezione di esemplari della roccia pirossenica del Prak , tali da pi-ovave die e essa senza duhl)io anteriore al nietassite in cui si rinviene la calcedonia. Ma a die cercare prove maggiori nel pro- posito , quando posso citare le rocce amigdalari d' Oberstein a giustificazione del mio assunto ? Chi non conosce le IdcUc agate di quella localita? Tuttavia quel terreno vien posto nella forniazione interniediaria dal signor Cordier , e gli altri geologi die riianno visitato, lo preteadono, clii pri- mitive, chi intermediario , e clii secondario ; ma nessuno si e mai immagiuato di supporlo terziario. 3.° Presupi^osto poi die le localita contenenti filoni me- talliferi nel Vincentino siano d' un' epoca posteriore al me- tassite, cio tant' e tanto non dlstruggerdihe in conto al- cuno il mio sistema sulla successione delPazione ignea in tuttl i tempi , corainciando dalla consolidazione del talco scistoideo , e continuando sino ai piii moderni terreni ter- ziarj , giacche in tal caso non ayrei comniesso se non un errore di osservazione die mi oliljligherebbe a cambiare di posizione relativa quel terreno nella mia distriliuzione geologica, senza per altro apportare verun cangiamento nella teoria, Cio premesso , resta a vedere se sia presumibile die le rocce pirossenidie metallifere ed agatifere della Valle de' Zuccanti possano mai appartenere ad un' epoca terziaria. In una Memoria pubblicata nel giornale della letteratura italiana nel iSio, io aveva detto che , intevnandosi nel monte Trisa coi lavori delle miniere , si pervenne ad una calcarea, oltre alia quale non progredirono i lavori. Nel tempo in cui io scriveva la confusione delle pietre calcaree ei'a estrema in geologia e singolarmente in Italia , nfe io presi allora cura di riconosccre a quale forniazione essa al8 DEI FILONI PIROSSENICI potesse appai'tenere , ne potrei dlrlo aJosso con sicurezza , stante die la gallei-ia non e piu pralicabile; non creJerei pero mal die alcuiio si dovesse immaaiinare ch' essa po- tesse essere per lo meno eqaivalente alia creta. Cio die posso asserire , si e die e certameiite piu antica della calcarea di Civillina , del Cengio , del Moatenaro e del Monte del Castello di Pieve ; posciadie la disposizione della calcarea specialmente al Castello di Pieve e tale die, se si supponesse die per una causa qiialunque la roccia pirossenica su cui e accollata, venisse a maiicare , neces- sariamente essa precipiterebbe al basso : tanto 1' inclina- zione della medesima e forte verso di quella^ lo die sein- brami dimostrarne la posteriority (i). Ma questa incliiiazione della calcarea e essa una soprapr posizione decisa ? lo credo di si; confessero tuttavia che non chiamandomi intieramente soddisfatto da questo fatto iinico , 111' interessai di vedere se mi fosse possibile di rinve- nirne qualclie altro, e le mie ricerclie furono non ha guari (i) fi riuscito in questi uliimi glorni al mio giovirie amico sig. Lodovico Pasini , che si e dedicate da non molto tempo agli stud] geologic!, a' quali ha tutta I'attitudiue aiigurabile onde sperarne rapidi progvessi , di rinvenire nella Valle dei Tessai-i, nn poco superioinieiite alle case di questo nome , una sovrap- posizione evideute della roccia pirossenica di Trisa ad una calcarea divisibde faciimente in fiaiuaienci irregolari , che iaumi- dita manda un odnre argilloso e che si attacca alia lingua , di colore bianchiccio volgente al grigio e al grigio giallognolo , molto analoga a quella in cui fu scavata la Galleria Arduini in Varolo per penetrare alia roccia pirossenica metallifera di quella localita, Questa calcarea ha moiti rapporti ed e probabilniente identica con quella che fu trovata altre volte all' estremita della Galleria di Trisa di cui ho parlato nella niia Memoria geologica sui contorni di Schio. Essa sembra essere un membro della forraazione della prima calcarea gi'igia ( alpina ) che forma la niassiraa parte de' contermiuanti monti situati all' ovest , sebbene vi si presenti sotto aspetri pni o meno differenti. La roccia pi- rossenica della Valle de' Zuccanti sarebb' essa forse contempo- ranea al terreno della calcarea alpina, di maniera che ne fosse in parte ricoperta , ed in parte la ricopnsse? Non ho avuto il tempo sinora di seguitare per lungo tratto una tale formazione per riscliiarare questo dubbio; accennero tuttavia che il sig. De Buch nel suo ultimo viaggio in Tirolo ha osservato un fatto analogo , avendo trovato a' Canzocoli il grauito ricoprentc una calcarea identica con quella che lo ricopre a Prcdazzo, DEL VICENTINO. 219 coronate dal piii fellce successo. Segueiido la roccia piros- senica nelle sue difFei'enti niodificazioni nella Valle del Kilaro , in qnella de" Zuccanti, in Vai-olo ed oltrepassata la sommita, disceiidendo nella Valle di Retassene die separa Civillina da Scandolara, alia parte die riguarda rAgno , ritrovai die continuava la roccia medesima , marcando in qualche luogo 1" indizio della sovrapposlzione , sebbeii con- fusa, d" nn' arenaria, Passato TAgno , la Valle delle Gia- rette continua nella medesima direzione, e vi si segue ugualmente la roccia pirossenica in maniera clie puo dire die continuava anclie nella valle delP Agno donde fu asportata allorciie quella formossi. Quivi le modilica- zioni deila calcarea , divenuta piii o meno granosa , piii o meno mnrmorea, die nel Botro passo passo s'inconti'a, lasciano A'edere die la calcarea stessa deve essere in contatto immediato colla roccia pirossenica; ed efFettivamente ascen- dendo , si arriva al punto in cui la si vede cacciarsi sotto alia calcarea modilicata die la ricopre. Mi si permetta di ripetere anclie in questa circostanza , die la roccia ignea mostra del pari in questo luogo di essersi fatto strada per soUevamento; posciadie non si po- trebbe concepire altro motive delle modificazioni della so- vrastante calcarea , se non il violento calore , cui ando soggetta al momento dell' esplosione :, essendo naturale che se il deposito calcareo avesse avuto luogo dopo il raffredda- mento, non si presentereblie in maniera differente da quella die si osserva nei depositi ordinarj fatti nei terreni d" ori- gine nettuniana. Stabilito con questi fatti il sistema dei soUevamenti nel Vicentino, e distrutta I'opinione d"un rierapiraento dall' alto al basso , che non pub aver avuto luogo se non parzial- mente, vengo ad avere in pari tempo dimostrato come abbiano operato le rocce di origine ignea all" epoca in cui non si dilatarono se non framraezzo o superiormente al talco scistoideo. Mi resta adesso ad esaminare in qual ma- niera si siano esse comportate allorciie di gia esistevano o tutte o in parte le rocce secondarie. La prima grande formazione secondaria si e il metassite, o quell arenaria die e conosciuta generalmente sotto il nome di gres del carbon fossile, sebbene questa sostanza che si considera come il tipo della formazione , non ne faccia mai la inassa principale, ma sj^esso vi si trovi in esili strati, 220 DEI FILONI PIROSSENICI e non iafrpqnenteinente vi manchi affatto. Ora nel nietas- site rinveii2;onsl filoiii clie 1' attraversaiio; io m' accoiiteii- tero tF iiidicanie due solanieiite. II primOj, uscendo dal tal- co scistoideo, vi si proluiiga ev^deatemente soUa strada che da Recoaro conduce a Pianalto ; la modificazione sof- ferta dall' arenaria al coiitntto e il solo fatto die nieriti d' essere meazioiiato in cjuesta locallta, la roccia pii'ossenica essendo analoga alle altre sinora accennato. II secoudo illoue visiliile nel monte di Marmalaita sopra la contrada della Pieti-a nel coinune di Valli , forma cosi come al Prak , un lianco sovrapposto al talco scistoideo da cul e diviso per mezzo d' uno strato di gres rosso antlco com- posto di frammenti rotolati di scisto siliceo , d' un trappo a s^rana iacliscerniljile ed a frattura terrosa , e di foglie di talco scistoideo confusaniente raescolate, con cemento argil- loso; la roccia pirossenica di questo banco merita riflesso in grazia dell' olivina indecoiiiposta che contiene e per I'aspetto suo basaltoideo ; essa si alza in filoni nel metas- site che vi e sovrapposto e che di gia preeslsteva. Qiiesti filoni non oltrepassano la formazione di metassite. Una calcarea grigia che succede al gres ( pev non par- lare de'piccoli strati calcarei e niarnosi che vi alternano), costituisce la seconda grande formazione secondaria clie io considero equivalente alia calcarea alpina, e che forma pa- recchi nionti di riflessibili altezze. Questa calcarea preesi- steva alle rocce ignee che si apriroao un passaggio attra- verso alia medesima frangendola e dislocandola. II fatto e visibile nella valle degli Storti , e 1' ho gia indicato nella niia Memoria sul Vicentlno, dietro una lettera che il mio aniico Trettenero me ne scrisse a Parigi. Ma slccome in cjuel tempo non credeva di dover diffondermi a provare sol- levamenti che mi sembravano chiari per se medesimi, cosi io aveva ommesso alcune circostanze che fanno al mio caso e che non manco ora di accennare. La roccia piros- senica, soUevandosi in filone dal talco scistoideo, s'incontro nella calcarea, che le e qui immediatamente sovrapposta ( mancandovi per una causa accidentale il metassite , clie tuttavia si rinviene nelle vicinanze), la ruppe, ed insi- nuandosi nelle fenditure irregolari, ne invest! un grosso ammasso che si modifico in marmo nero verdognolo , ecc. Un filone regolare viciiao modifico ugualnieate la calcarea DEL VICENTINO. 221 laterale , ma non pervenne clie appena alia superficic , e fini prima lU sorger oUre. Non ripetero qnauto altrove ho gia detto sulla modiiica- zione analoga della calcarca della stessa fovmazione clie si trova nella valle delle Giarette, allorclie parlai delle recce metallifere ed agatifere della valle de' Zuccanti; mi Ijasta in qnesto momento il fame nii semplice cenno. La terza grande foi'mazione del Vicentino si e quella del secondo gres rosso e del gres screziato ( rothe-todte Liegendes , e Buiitersandstein dei Tedeschi); questo e il gres a cui sono snbordinati il gesso , ed in qualche loca- lita , ma non nella nostra provincia, ch' io sappia, il sal gemma. Neppur esso manca di filoni pirossenici prodotti ugualmente clie i precedenti dal basso all' alto. Uno solo che merita d' essere raiiimemorato per la svia singolarita, ne sara da me riportato ; esso vedesi nella valle di Sa- rentale sotto i cam]5i dei Carbonati nel comune di Valli. Ivi la roccia pirossenica sbuca dalla parte inferiore ^ e s' in- nalza a non molta altezza, ove si vede terminare decisa- mente; sembra che la forza dell' esplosione sia stata for- tissima, ed abbia operato nel tempo in cui il gres era an- cora alio stato pastoso, o non per anco consolidato, at- tesoche gli strati vicini sono irregolarmente contorti, senza esser rotti, mentre i superior! hanno una direzione quasi orizzontale , come si osserva anclie negl' inferior! in di- stanza dal filone, che loro sono afFatto parallel!. Non ho potuto slnora studiare abbastanza due forma- zioni delle quali non s! conosce che da poco tempo con precisione la posizione geologica e delle quali , sebbene ne apparisca con certezza I'esistenza in parecclii luoghi, nulla d! meno non ho segulta la successione per lungo tratto coUo SGopo di determinarne ! rapport! colle rocce ignee. Sono queste la seconda calcarea grigia ( Muschelkalk ) ed un gres argilloso clie la ricopre ( Quadersandstein). Quest! due terren! evidentemente piii modern! della calcarea al- pina e del gres screziato , con cui troppo spesso sono stat! confusi , si lasciano vedere sul monte Spitz , ed il primo singolarmente forma un banco potente al sasso della Lim- pia , a Rovegliana , ed al Tretto. lliservandom! a parlarne quando aljbia hea conosciute le loro relazioni colle altre rocce , passero oltre cd esaminero ora ! fenomeni die 322 nEI riLONI PIROSSENICI nresenta la calcarea del Jura, o per inegllo dire la calcarea clie gli e equLvalente. Una roccia ordiiiai-iainente d'aspetto cristallino, talvolta subgraiiulare , ma sovente , e nelle alte montngne principal- mente , di aspetto tutt" aflatto granu'are, disseminata di ca- veniucce tappezzate da cristalli di calce carbonata primitiva, forma tra noi la calcarea clie occupa il sito di quella del Jura, e solamente nei colli inferior! , e dove nessuna forza ignea sembra aver operato , si presenta essa compatta, a frattura scagliosa , avente i caratteri ordinarj di questa calcarea, in cui per altro mai non rinvenni gri(iti, sebbene ne siano queste considerate il fossile caratteristico. Slamo debitor! al signor De Bucli d' una bcUa Memoria su questa roccia cbe occupa anche una gran parte delle alte monta- gne dair Eisacli sino al confine del Tirolo nieridionale, e clie egli ci fece conoscere non essere altro clie una Dolomia. Le osservazioni da questo valente geologo fatte sul por- fido rosso clie le sta sottoposto ; la struttura irregolare ed in merlatura delle montagne di Dolomia;, e la presenza della magnesia solamente nella varieta granulare , die fu cer- tamente modificata dal violento calore sotterraneo, mentre la varieta compatta ne e affixtto priva , lo determinarono a stabilire, die il porfido sottoposto fu quello appunto che la soUevo, cbe formo monti cosi singolari, e che ne fece sparire in tutto o in parte la stratillcazione. lo non posso die riferirmi a quanto egli ne lia detto ( Botbe von wnd fur Tirol. August. 1832), e sebbene il porfido rosso mancbi affatto in tutte le localita del Vicentino da me visitate , non esito pero a credere die una causa simile abbia anclie qui prodotto simili effetti. Cio cbe il sig. De Bucb osservo nella parte superiore della Dolomia, si rinviene parimenie nella nostra provincla, intendo dire d' alcuni ammassi di porfido qua e la sparsi, e sovente, come a Fongara, sulla Rasta ed in Frajecb , formanti montagne proprie. Questo porfido diversifica dal primo per la mancanza quasi assoluta del quarzo ( cbe tuttavia qualclie volta si vede in quello di Fongara), e per la presenza del pirossenio. Donde vien' egli questo porfido? II cbiaro autore suppone cb' esso sia un prolungamento del porfido inferiore die soUevandosi , Avenue al giorno per le fenditure cbe si apri nella roccia : ma non ne rinvenne , come pare , decisi filoni. Regna la stessa confusione aiicbe DEL VICENTINO. 223 fra noi, so pure non si voglia consklerare come il reskluo (Vun gi-aude lilone, quello die forma parecclii mouticelli isolati tra lo Spitz e le Castellare , sino al di sopra di Fongara. lo aggiungero mi fatto decisive per indicare la contem- poraneita di qnesta formazioiie con quella della Dolomia. Sopra i prati di Bagiiioccliio, verso il coUe denominato il piano della Fugazza, die divide il Vicentino dal Tirolo raeridionale, esiste un banco di poriido die s'insinua evi- dentemente nel calcare magnesiano; questo poriido e a pasta di petroselce con rari cristalli di feldspato. Ma per tornai-e alle I'occe pirossenidie , diro che il poriido di Fongara diventa talvolta nero basaltoideo , e che 1 filoni di i-occia pirossenica esistono in parecchi luoghi di Recoaro, di Valli, di Ena e d'Arsiero; non faccio che accennarli, perche ne ho gia parlato nella mia Meraoria a sufficienza. Mi resta adesso da far menzione della piu moderna delle forma zioni secondarie , ossia della creta alia quale soltanto il valente geologo mio antagonista ha ricorso per adagiarvi sopra tutte le rocce d' origine ignea posteriori al tempo in cui si formo il nietassite. Ecco V epoca in cui veramente si osservano con frequenza i riemnimenti di valli anterior- mente formate;, ma cio non toglie che vi si scorgano al- tresi filoni ed ammassi stratiformi. Non parlero dei llloni che s'incontrano quasi ad ogiii passo ; mi contentero di citare due ammassi, che si possono osservare facilmente in vicinanza a Valdagno; il primo forma uno strato fram- mezzo alia creta nel bosco di Leoni un poco al di sopra della valle della Cengia ; il secondo , che potrebbe anohe essere una continuazione del primo , viene ricoperto dalla creta nella valle del Rio in faccia al molino delle Conche. Si noti che io chiamo creta, con Buckland e con altrl geognosti, la calcarea scagliosa compatta , che ne e un equivalente in parecchie localita del Vicentino. Mi permetto ancora, prima di por termine a qitesta ma- teria, di rimarcare chela sola roccia d' origine ignea con- temporanea e superiore alia creta, che siasi finora osser- vata nel Vicentino, si e il basalte, che qualche rara volta nei terreni terziarj passa alia mimosite , e piii ancora di rado alia gallinace. Ommettero di parlare di jjroposito dei terreni terziarj; il signer Marzari vide il basalte alternare 224 ^'^^ FILONI PIROSSENICI DEL VICENTINO. ill qnesta formazione colla calcai-ea pareccliie yoke ; ed io mi ripoi-to a qnanto ne ha gia detto il prof. Claro Giuseppe Malacarne ( Biblioteca ital. t, 12, pag. 71, e se2;g. ) 5 tanto piii die cio non forma soggetto di di- scussione coll' apprezzatissimo mio oppositore. Le cose dette sin qui mi semlsrano mettere in chiara luce che in tutti i tempi e in tutte le forniazioni, la forza de"" fnoclii sotterranei die solleyo una materia fusa, rimase in attivita , e che io ho avuto conseguenteraente ragione allorche conchiusi che i vulcani ( doveva dire le ejezioni plutoniche) furono costantemente in attivita dairepoca della formazione del talco scistoideo sine alle ultime formazioni calcaree ( i ). (i) Ci facciamo ua pregio di annunciare a' nostri leggitori averci il henemerito signer Marascliini , autore della precedente Memoria, ragguagliato con sua lettera del giorno 8 agosto iSaS d' essere riuscito a trovare evidente e nettissima la sovr.ipposi- zione del calcare niagnesiaoo al Quadersaiidstciri , e di questo al Muschelkalk ( calcare conchiglifero ) e al Euiitersandsteiii ( are- naria screziata o Gres bigarre); egli si sta occupando di vinve- nirne esempj in altre localita del Vicentino per generalizzarae il fatto in apposita Memoria Egli ci ha poi con altre sue suc- cessive prevenuto ulreriormente die sta raunando niateriali d' altra Memoria sulla manifesta sovrapposizione in quelle localita Vicen- tine del Jurakalkstein {calcare del Jura) al Muschelkalk e al Quadersandsteiii; come ci annuncio pure che , avendo veduto la lettera che il prelodato beaemeritissinio geologo conte Marzari- Pencati ha pubblicato teste diretta all' Accademia reale della scienze di Parigi , egli vi ha trovato un motive novello di di- vergenza d' opiiiione in proposito di quella roccia calcarea del Vicentino denominata sopra luogo Scaglia, die il IMarzari ascrive a' terreui terziarj propriaaiente detti , mentre il IMaraschini non la ritiene, come anche , se bene gliene ricorda, la Scnglia degli Euganei , die come una semplice modificaaione della creta. Or tutti questi fatti e queste ulteriori promesse non possono, a pa- rcr nostro , se non intereseare moltissimo i geoguosti d' Italia. ( IVota deir Editore. ) 225 Dlscorso intorno ad ArcJiimede^ delV abate Domenico Scina'. — Palermo 1828, nella Reale stamperla. di pag. 11 6 in 8.° c. (ON" niolta chiarezza, con ornato stile, e, cio clie piii injporta, con piena conoscenza del soggetto , e dettato r Elogio d' Aixliimede die qui annunciamo. E sebbene del- I'illustre siracusano abbiano giii trattato con profonda eru- dizione il Mazzucchelli , il Montucla^ il Tiraboscbi ed al- tri autori di cbiaro nome , pure 1' opuscolo del sig. Scina si legge con piacere e non senza profitto. L'autore, premesso un breve cenno sulla vita d'Archi- niede tratto dalle poche notizie clie ce ne sono rimaste , entra a parlare delle opere sue mateniatiche , delle quali si studia di dare una qualche idea, valendosi talvolta per rendersl piii cbiaro delle espressioni couipendiose clie sorn- ministrano i simboli algebrici. In questa esposizione egli sa tenere un giusto mezzo fra la cieca ammirazione di alcuno per tutto cio che sente d' antico , e V ingrato dis- prezzo di alcuni altri per quelle prime e vivissime scin- tille di genio dalle quali eljbero origine tutte le moderne invenzioni. Solo da questa lodevole moderazione sembra clie il sig. Scina si sia alcun poco allontanato laddove ( pag. 48 ) , dopo aver mostrata la convenienza di premettere nell' istru- zione della gioventu lo studio della geometria de2;li anti- clii a quello deila recente analisi, soggiunge le seguenti parole. " La geometria degli anticlii dareljbe una ma- >i ravigliosa tempra ai loro teneri intendimenti , e facen- y> doli pill gagliardi, atti li renderebbe alia carriei-a delle >i severe scienze. Gli atleti non si educano nelle mollezze » di Sibari e di Capua, ma nelle faticbe del circo e dello >» studio .... per buona fortuna V Italia non lia niai » posto in oblio la geometria degli anticlii , e pare die tt gi.a si corregga il gusto, tornandosi agli anticlii geoinetri » anco presso quelle nazioni die,, vestendo la geometria >> di formule e d" equazioni , la spogliarono de' suoi natu- " rali oi'namenti, evidenza e sodezza. » 226 DISCOHSO Quest' accusa noii e nuova , e gia prima dello Sciiia aveva scritto il Palcani, « Coiicedcro ai novell.i geometi-i » la gloria di coiidurre i loro discepoli agiataniente e per V via facile e piana, ma duolini clie abbiano preso a fa- >/ vorir la pigrizia , ne so bene se quest! giovani che » tanto delicatamente si costumano^ e quasi formansi alia » mollezza , vorranno poi scorrere il difficil cainpo delle >i scieiize matematiche. Nou usciroiio certamente gli atleti >/ da Seplasia e da Capua ; uii' iucrediliile pazienza delle }) fatiche, e uii lungo uso della lotta e del corso gli educo t) alle vittorie ed alle palme ; i teneri e dilicati.^ noii che » le percosse degli avversarj , iion avrebbero soiferto il >» sole e la polvere dello stadio. >> Pare veramente che chi scrisse qneste frasi ed accagiono la modenia analisi d' essere un ajuto della pigrizia ed uii cieco meccanismo atto ad agevolare le diraostrazioni a sca- pito dell'evidenza e della sodezza de'raziocinj non ponesse iiiente alia iina metafisica che servi sempre di scorta ai calcoli de' nostri somml analisti , o confondesse e mettesse in un fascio le "bpere di quel sommi con tanti sciagurati Corsi e Compendj di matematica che da piu d un secolo inondano rEuropa,e contro de' quail a gran ragione de- claniava il sullodato Moiitncla. Ma se r uso delle formule algebriche nulla toglie all'e- videnza delle dimostrazioni , esso e d' altra parte un ne- cessario sussidio alle forze dell' uniana niente ( che come tutte le cose umane hanno ancor esse i loro limiti ) me- diante il quale i geometri hanno potuto raggiungere tante recondite verita , che erano inaccessibili al puro e nudo raziocinio. Perche nell' int'anzia della navigazione gli anti- chi senza bussola e senz' altri stromenti scorrevano il Me- diteri'aneo e costeggiavano i lidi dell' Africa, chiameremo noi timidi ed infingardi o meno istrutti i Colombi ed i Cook che s' armarono di tutti i presidj della scienza e deir arte, prima d' affrontare i piu remoti e perigliosi mari ? Le mirabili invenzioni meccaniche d' Archimede , delle quali ci e rimasta memoria , offrono argomento al signor Scina di nuove ed erudite investigazioni. Pare a noi che egli sia passato un poco leggermente sopra la quistione degli specchi, col mezzo de' quali, stando all' asserzione di alcuni storici de' bassi tempi , avrebbe Archimede in- cendiate le navi de' Romani , che stringevano d' assedio INTORNO AD ARCIIIMEDE. 227 Siracnsa. Non poclii erudid entrarono nella clisamina di questo fatto, e pesaiido i passi dei suddetti storici , e fa- cendone rilevare le incongruenze sparsero non pochi dubbi Sulla verita di esso. II sig. Scinh si accontenta di dire che y> leggendo i pezzi die ci restano di Anthemio di Tralles, II e i racconti di Tzetze e dello Zonara es\i e certo die » lo speccliio di Aixliiniede era un seginenlo di una co- II noide parabolica comjjosto di piii specchi piani a sei " lati die si potevano niovere in ogni senso , ed era si- " tuato pei'pendicolare al piano deir equatore , affiache " potesse destare la fiamma in tutto il tempo die il sole " ristava sopra T orizzonte , siccome e stato gia dimo- " strato , e brugiai'e un oggetto cosi da lontano come da " Ticino >i e solo concede die si possa dubitare se questo congegno sia stato realniente usato ad incendiare la llotta di Marcello. Queste sono le poche dlflicolta che abbianio incontrato scorrendo 1' opuscolo del sig. Scina. Sareiumo stati assai piu prolissi se avessimo voluto riferire tutti quei passi , che ci sono sembrati specialmente lodevoli e che hanno niaggiormente fennata la nostra attenzione. Ci limitereiiio percio a trascrivere la conclusione dell' opera nella quale r autore ricapitolando le cose esposte, mette in chiarissimo lume le mirabili scoperte che assicurarono al noma d'Ar- chimede gloria :^d imniortalita. " Dotato essendo in si larga copia d' intelligenza , avendo^ con questa inventato scienze novelle,edi molto avanzato quelle che gia erano , dovea il suo nome colle scienze venire alia posterita,-e insieme colle scienze, che il cielo non voglia , potra solamente perire. Fu egli che , lo stato riguardando in cui era la geometria, vide il punto verso cui era dirizzata , gli sforzi che avea ella fatto per ar- rivarlo, gli ostacoli che ne T aveano iuipedito , e all' i- scrivere aggiungendo il circoscrivere imniagino un metodo novello , colla cui guida la condusse dove braniava di giungere senza guastare la sua sodezza , usando de' suoi stessi principj , e conservandole i naturali suoi pregi , evidenza e sevei'ita. Grande in fatto , ma inutile fatica aveano sino allora durato i geometri per misnrare la su- periicie del ccrchio e dell' ellisse , ed Arcliiniede iscrivendo e circoscrivendo Tuna e T altra , qnanto meglio si potea, riduce per la prima volta a coiiosciute misuie. Anzi di 328 DISCORSO cio noil pngo si avaiiza a quatlrar la parabola, e spingen- dosi aiicora piu in la va gli spazj apprezzando , che dalla spirale si chindono , le proprieta di questa cnrva, che ancora non era stata contemplata da' geometri , innanzi recando. Si affaticava del pari la geometria intorno a'corpi regolari , e poclii rapporti conoscea tra la piramide e il prisma , tra il cono e il cilindro, Di cio si accorge Arclii- mede , e pronto niisura la superlicie e la solidita della sfera tutta , e di ogni sezione, i piu belli rapporti ci manifesta tra la sfeVa, il cilindro ed il cono. Queste sue invenzionl, che bastavano sole a render chinrissimo presso la posterita qualunque geometra , non appagarono del tutto Archimede, il quale va altri solidi inimaginando , che dalla rivoluzione si nascono delle curve coniclie , e suUe coaoidi e sferoidi nuove e inaspettate verita c'insegna, e nuovi addita e nurabili rapporti tra quelle conoidi , e i coni. e i cilindri. Ma in tutte queste speculazioni , che onorano r uniano intendimento , il nietodo riluce e 1' andamento del suo spirito, che coll' ajuto de' soli e semplici elementi della scienza, e questi in niille guise combinando scopre nuovi campi di geometi'iche i-icerche, e tanto lungi precede, che di una niente ci senibra a quella degli uomini supe- riore. Non possono fare a ineno gli stessi moderni , che tanto rumore levano coUe loro formole, di guardarlo con aminirazione allorche tra le linee e le figure geometriche avviluppate ci niostra le progressioni ed i numeri. L' arit- metica notazione de'Greci, ch'era povera e limitata, aai- plia ne' libri a Zeusippo , e meglio distende nell" Arenario , le progressioni quando aritmetiche , quando geometriche , ora de'quadrati di queste , e ora di terzo ordine il prime in somma mirabilmente riduce. " Ma che piii? Si avanza in altre nuove regioni di mate- matico sapere cercando i centri di gravita , e da queste regioni discende per un sentiero tutto geometrico alle cose fisiche. I principj svolge e palesa , su cui fondasi 1' equi- lilDrio de" solidi e quello de' fluidi , o pure dei corpj , che in questi galleggiano. Dlchiara cosi la teorica della leva, e delle niacchine allora in uso f, da a vedere perche i corpi , i quali si tengono a galla quando sono inclinati , ristanno o rovesciano , o pure la diritta loro posizione ri- pigliano : specula in sonima scicnze novelle , e crea le uieccaniche. Ne percio lascia di coltivare la scienza del INTORNO AD AUCHIMEDE. 22() clelo. Misura 11 raggio della terra, e il dianietro apparente del sole , osserva i punti de' solstizj , e i moli de' corpi celesti in piccola sfera riduce e presenta. Quante fatiche I Quaute scoverte da un sol uomo I Come potra per vec- chiezza la gloria marcire del suo nome I Da'suoi libri sono stati educati i moderni , ne' suoi metodi i germi si trovano de' novelli calcoli , dietro la sua gnida avanzati e spazlati si sono i nostri niatematici ne' campi da lui per la prima volta additati al saper geometrico. Lui ricorda la leva e ogni alt.ra potenza meccanica , lui i corpi , che a' fluidi soprastanno , e da' suoi dettami prende ragione la costru- zione de' vascelli , e la loro stabilita sul mare. La stessa astronomia lui ricorda nel calcolo delle comete , e nel jjroblema di Replero , perclie in quello della cjnadratura si giova della parabola , e in questo del rajiporto che corre tra la superficie dell' ellisse e quella del cerchio circoscritto , che sono ambidue invenzioni di Archimede. E se la sua gloria e venuta tanto piu in iiore , quanto piii sono le scienze a grandezza salite, andra di niano in mano piu chiara la sua fama sonando, quanto piii lo spi- rito umano si rechera a perfezione, e le scienze fatte piu comuni e volgari in maggior pregio saranno ne' tempi avvenire. >i Non si potrebbe dire dl piu se d'altri che di Archimede si dovesse tener parola , e pure ci resta ancora a nio- strarlo pronto , come egli fu , nell' inventar macchine ed ordigni in favor delle arti , e del viver civile ; immagino egli la chiocciola, la puleggia mobile, 1' asse nella ruota, e tanti altri begli ed utilissimi macchinamenti , che furono con istupore riguardati dalla sua eta, e da lui come cose materiali tenuti tanto a A'ile , che ebbe a sdegno il descri- verli. Pare che la natura abbia riunito in un sol uomo varie ragioni d' ingegni , e quelle in particolare , che qua e la di quando in quando ci mostra e produce. Non ci rechera quindi maraviglia , se il solo Archimede difende Siracusa , se colle sue invenzioni respinge Marcello e le truppe di costui, se per terra e per mare arresta il volo delle aquile romane. Tanto egli e vero che la scienza e r ingegno vale talora piii delle armi e degli armati. Ma questo viomo , Siciliani, fu nostro, nacque sul nostro suolo, visse sotto questo cielo. La prima volta che mi avvicinai a Siracusa , mi balzava il cuoire nel petto ricordando, che JJcOL lud. T. XXXI. 1 5 aoO DISCOKSO INTORNO AU AUCIIIMEDE. qncsta terra faiiiosa per taute vetustc nienioric era stata . calcata da Archimecle , guartlaiijo 11 mare ed il porto, in cui erano state atterrite e respiiite le navi romane , c sulle spoiide dell' Anapb' liiirando il papiro, pianta die avea le. foglie apprestato , suUe quali aveva scritto Ar- cliiiiicde. Saranno clunqiie vane per noi tarite gloriose ri- cordanze ? Sara dunque vana per noi la memorla di un uonio , clie e stato orriahiento e decoro non. die di Sicilla, ina della terra? Imitiamone le virtu, gli studj , pccnpan- doci con assiduita delle severe scienze, oriore e tldizla deir umano intelletto , inostrlanio die gl" iiigegni siciliani non sono ancora spenti , e die nella hella Trinacria , la quale e stata scmpre feracc ,di valenti uoniini , possono anclie ora nasccre decli ArdiimedL. » \y\ 'Jtiuio 201 Memorla sidle stopiglle fahhrlcate con teire del regno Lombardo-Vencto da Gaetano Rosin A. — Milano, 1822, dair I. R. Stamperia, in 8.°, dl pag. 63. j Si lende da Fusi , Stella e C. ^ ; VcuESTA Memoria colla quale V autore accoinpagno gli ' esemplari delle stoviglie da lui fabbricate con terre rin- venute nel regno nostro, le qnali meritaronsi il preniio di Jire italiane i5oo proposto a talc scopo dall'I. R. Isti- tuto col programma del 29 maggio 1819, mei-ita di essere dal colto ed agiato pubblico conosciuta piii che non si e , e cio non tanto per stiniolarlo a prestar mano efficace al- r autore a fine d' intraprendere una fal^brica in grande •delle stoviglie anzidette, quanto per renderlo inteso di al- cune osservazioni iniportanti cli'' essa contiene. Parleremo per priiiio deilo scopo priniario deH' opera, cioe della fab- (Jjricazione delle stoviglie, e passerenio da poi ad accennate le osservazioni dell' autore che ci sembrarono dcgne di rimarco. ; Dopo di avere il sig. Rosina parlato dell'argilla q dplla jtselce, dcUa loro miscela , aflinita , ecc. in particolaie , e djelie terre in generate , passa ad accennare i niolteplici siti del regno, ne" quali egli rinvenne un' argilla atta allc stoviglie ^ quindi egli pa,rla in disteso di sole sei da lui specialniente esaminate e corrispondcnti ai saggi da lui presentati air I. R. Istituto. La prima di sifFatte terre esiste nel territorio di Lurago Marinone , proyincia di Como , al luogo detto il Qregone ; la seconda in qnello di Briosco , provincia di Milano , al luogo detto le Fornaci : la terza in quello di Valambrosia , provincia dl Milano , at luogo detto le Torrette; la quarta in quello di LefFe , provincia di Bergamo , sul coUe detto la Cerida ; la quinta in quello tU Ceno , provincia di Bergaqio, a,lla colliua detta di Bb; la sesta in quello di "Vicenza ai Tretti, la quale serve t(a gran temjjo per la faljbi'icazione delle pipe c dcUa terraglia. Tutte silTatte terre furonp dal sie. Rosina descritte e poi sottoposte all' analisi chiipica ; egli avyerte perp ", o'- no a aver e rigorosamente calcolato le mifti^qh fi'azipnl ,^non esi(^(ido taiuo rigpre ncccsifiriQ per qifello. clie flee i^perm aSa MEMORll SULLK STOVIGLIE CCC, lo sfOvigUajo. » Stimiamo utile il presentare i risultati delle snddette aiiallsi in uno specchio , aflinclie se ne possa di volo fare il coiifronto. II numero delle terre si riferisce a quello, col quale ne accennaimno poc' aiizi la situazione. Parti costituenti delle terre analizzate. Numero delle terre. II. III. IV. V. 19 17 47 41 18 26 5 6 5 5 3 3 3 2 100 100 YI. Acqua ed acido car- bonico Silice AUumlna Magnesia Calce Ferro .,..».... Perdlta . . . 20 38 25 a 5 17 46 i5 3 7 9 3 Somma . 43 12 5 7 9 3 19 37 28 7 4 3 Volendo profittare delle terre suddette per fame stovi- glie e bene mischiarle con parte di quella delle stoviglie cotte : poiche in allora si ritiran meno , screpolano piu difBcilmente e si disseccano piu presto. Qnalora pero T ag- giuuta dell'argilla cotta e soverchia , in allora la tenacita della pasta si diminuisce , la modellazione fassi difficile, i vasi riescono poco solidi e i liquidi ne trapelano facil- mente. Si aggiugne la terra cotta polverizzata all' altra gia ridotta coU' acqua in polta liquida , s' impasta per molto MEMORIA SULLE STOVIGLIE eCC. 233 tempo assleme , e si lascia stagionare per qualclie mesa ed anclie un anno , affinclie diventi piu unita , piu mor- bida , piu maneggevole e piii facilmente riducibile alia forma. Durante sifFatto intervallo le terre si combinano meglio , le sostanze solforose e bituminose si decompon- gono e la massa fassi piu omogenea : non si dee per altro tralasciare d'innaffiarla di quando in qnando; e, prima di adoprarla al tornio , ridurla alia dovuta consistenza , bat- terla piii volte con bastoni di ferro , co" piedi o colle mani ed impastarla per ogni verso affinclie diventi tenace , dut- tile ed uniforme. Qui r autore descrive 11 metodo e le cautele da usarsi nel far disseccare e poi cuocere 1 vasi; indi tratta delle vernici e della necessita di ben comporle ed applicarle. Egli loda quella fatta di litargiiio ed arena silicea , maci- nata ed usata nella maniera ordinaria ; avverte clie le ver- nici silicee senz'aggiunta di piombo si vetrificano piii dif- licilmente e vetrificate tolgono la permeabilita alle stovi- glie, o , per dire piii chiaramente , oppongonsi alia cottura della stovlglia sottoposta. Se 11 fuoco non e violento la vernice silicea non si vetrifica bene, rimane frlabile e si stacca facilmente. I vasi del sig. Roslna presentatl erano uguali almeno se non superiori a quelli di Biella. Noi non seguiremo 1' autore 11 quale passa a parlare del vasi fattl di gres , ossia creta renosa ( cretarena'^ ), deir uso della torba, della lignite di Valgandino ecc. ; ma faremo cenno di qualche osservazione particolare sparsa In quest' operetta , la quale merita di essere conosciuta. II sig. Roslna nel polverizzare raniianto vide che questo s' inumidiva e che tale umettazione cresceva colP aggiunta deir arglUa. Tale fenomeno gli fece sospettare la presenza della potassa , ed egli ve la scopri infattl coll' idroclo- rato di platlno. La polverizzazlone pertanto dell' amianto misto allargilla col diminuire la coesione della potassa col- r amianto rese quella suscettibile ad assorbire 1' acqua contenuta nell' aria. Al i-ovescio 11 qnarzo polvei'izzato ed esposto all' aria s' indura e torna col tempo ad avere una consistenza quasi pletrosa , dopo cioe di averne assorbito fino ad un terzo almeuo del suo peso , nella quale circostauza non manda ^34' SULLE STOVICLIE eCC. il quarzo esalazione alcuiia di gas, e Tacqua si solidifica con lui. Dobhiamo rendere iiitesi i docimasti, i metallurghi e gll artigiani che il sig. Rosina e giunto a comporre de'cvo- ginoli i quali resistono all' azione del vetro di piombo , sono sufficientemente compatti, non si alterano alia forza pene- trante dell' idroclorato di ferro ivi fuso , sono inalterabili alle replicate fusioni dell' oro , argento , rame ., ghisn ecc. efinal- mente sono molto opportuni alle analisi chimiche. Fatta hollire delia cenere della lignite di Valgandino, nc ottenne T autore circa il lo per loo di solfato di po- tassa , il quale puo essere vantaggiosameute impiegato in varie manifattnre , e particolarniente con vernici da ter- raglie e stoviglie , come pure nella composizione del ve- tro colorato , ecc. Tale e il contenuto della Memoria del sig. Rosina stata giustamente premiata : de-^ideriamo che il medcsimo con- tinui ne' suoi lavori chimici e metallurgio.i e che i ricchi gli prestino Tajuto necessario onde mettere in esecuzione, e a vantaggio reale del regno , i suoi ritrovati. 2.6b APPENDICE. PARTE I. SCTENZE, LETTERS ED ARTI STRANIERE. ^abrbiufjCl' etc. ossia Aiinall dell I. R. I^tituto poli- teadcodl Vienna. T. III. — Vienna., 1822 ., press o Carlo Gerokl , in 8/', con fig. {V. i toini 28.° pag. 85, e 3o.° pag. 99 di questa Bihliotcca ). III. Sopra la legge dell' increinento del calore lie' siti profondi , e sopra i fenomeai della volcanita che i'i hanno relazione. DeW editore consigliere Prechtl ( Coiitinuazione e fine dell' estratto ). ,M 31. i_JA. dhiiostrazlone tla nol data, la quale potrebbe A'enir trattata aiicbe con fonnole niatematiche , coiitie neuna uaturale e sodJisfacente spiegazloae del fenomeni volcaiiici nella terra. Per T azioiie dell" aria e specialineiite del va- pore acqneo formasi a grandi profoiidita un focolare I'o- vente , il quale col coacorso dell' acqua e in istato di produrre tutti gli eiFetti che appartengono alia volcanita. La prodigiosa elasticita dei vapori acqnei ne e la causa , ed e per questi die non solo ven^oiio i tetti dei pozzi ( delle cave ) spezzati e sollevati , ma eruttate ne vengono ben anco dalle piii basse fondamenta dellc montagne pri- inigenie le masse petrose alterate dall' acqua infocafa o rigettate col yapore acqueo. 236 A P V E N D I C E 2 2. Allorche il graiilto e il gneiss , II quale cuopre la teri'a ando Jisseccandosi , vi si formarono delle fenditure e spaccature , delle quali le piu piccole vennero riempiute di sostanze die vi penetrarono dall' alto o dai lati , e le piu grandi e profonde formarono il focolare dei fenomeni volcanici. Secondo il Hostro autore il periodo del dissec- cauiento delle masse grauitiche costitui il primo e piii grande periodo della volcanita , la quale si espaiise in numerosi focolari su tutta la superficie della terra. La Inngbezza c la direzione di tali spaccature (2 3) Jetermi- narono la situazione e la direzione Uei volcani , sebbene coir andar del tempo molte delle medesime fossero state coperte o riempiute. La rotazione della terra fece si che le spaccature si aprlssero dal Nord al Sud , siccome suc- cpsse alle Cordilliere, mentre le montagne poriiriticbe e i coni basaltici sieguono lateralmente la direzione delle spac- cature maggiori. Da cio si vede die tanto le niaterie erut- tate dai volcani , quanto quelle di cui trovansi riempiute , non sono (24) prodotte per via secca , ma bensi per via umida , dalla temperatura cioe dell' acqua sorpassante in alcuni casi il grado dell' ignizione : ed e dalla difFerenza della temperatura , e dalla quantita dell' acqua e della massa che, a circostanze eguali^ lo stesso volcano rigetto ora rocce porfiritiche , ora scorie , ora melma infocata , induratasi all' aria e cangiatasi in basalte, ora melma smi- nuzzolata ( polvere volcanica ) con vapori acquei , ora melma piu fluida , ed anche acqua bollente e soli vapori acquei , ecc. In questo modo si fa ragione (aS) tanto ai nettunisti che ai volcanisti , sebbene la veritci propenda piu dalla parte dei primi. Le masse fluidificate «p.e. il basalte lianno una forma piu o meno cellulare , qualora la melma dall' interno del focolare innalzata e tenace , cioe contiene meno acqua , e se esce dalla boccn con una temperatura pill alta a motivo del rcipido suo innalzamento e getto ; co- sicche la massa tenace nell' indurarsi , a seconda della te- nacita sua, ottiene una temperatura piii 0 meno superiore all' 80 -*- R. , e le bolle del vapore acqueo contenute vanno formando le cavita sotto la periferia indurata, Se la melma vol- canita e per lo contrario assai fluida e vien piii lentamente sollevata dal pozzo volcanico , cosicche ad una temperatura minore di 80 -+- R. venga rigettata dalt apertura giii semi- secca , in tal caso prendera essa una forma compatta . poiche PARTE STR^NIERA.. 237 non si potranno , col mezzo oe' vapor i acquei , forinare nella medesima le bolle durante il disseccameruo. A secondii del fill qui detto pub ritenersi che i hasalti traforatl e cel- lalari vennero sollevati da un azione volcanica assai violenta , € cosi parimente varie delle lave recenti, mentre i basalti compatd, ai quali in tale rigiiardo appartengono anclie le sostanze porfiritiche , nol farono che col mezzo di un azione pill lenta e men forte. Se si supponga che una melnia molto tenace trovantesi nella prima delle due menzionate circostanze , arrivi come prodotto scoriiforme alt apertura del pozzo vol- canico , e che col mezzo di una piu violenta eruzione , e dello sprigionamento di molti vapori acquei venga piii rapidamente in alto spinta, cosicche giunga alia bocca del pozzo con una temperatura superiore di molto al grado dell' ebulUzione , in allora le bolle di vapore acqueo , a motivo di una forza d' espansione prepondcrante , cagioneranno lo stritolamento della melma tenace indurata , la quale sotto forma di pol- vere volcanica verra scagliata da ogni banda. Qualora poi , durante una eruzione e contemporaneamente ad una suffi.- ciente quantita di acqua , lo sprigionamento de vapori acquei nel focolare profondo e abbondante , in tale circostanza ven- gono essi spinti in alto , parte dalla massa riempitiva che sorbolle e parte dalla forza di espansione della medesima , superiore sovente d' assai alia coinpressione dell' atmosfera , e , mentre essi in masse considerevoli rapidamente conden- sansi e forman nubi , producono spesse volte e tuoni e lampi siccome d' ordinario succede neW atmosfera (i). I vapori acquei che a temperatura aha entrano nell' atmosfera e vi si condensano rapidamente , compajono luminosi a motivo del rapido sprigionamento e della rapida irradiazione del calorico nel modo istesso deW aria rapidamente espansa o compressa. Consimili vapori acquei liuninosi ed infocati veggonsi talvolta sollevarsi dal mare, allorquando ha luogo una repentina eru- zione volcanica al suo fondo. » 2,6. Da cio conchiude il sig. Prechtl che il vero foco- lare del volcani glace nelle montagae primigenie , poiclie la profondita delle formazioni secondarie e troppo piccola per poterlo essere. Dal granito e dal gneiss formarousi le (i) La teoria del temporale che vi ha relazione io la ho spie- gata nel giornale di, Gehlea, [. VIII, 1809, p. 297. Pr. 238 Al'TENDICE masse porfirlticlio , dallo schisto di mica e cloritico , dal- r orniblenda , tlallo scliisto d" ornLbleuda e di argilla pri- mi2;enia i basaiti, ecc. Eo,!! e incliaato a crcdei'e che T or- uihleiida e lo schisto d' ornibleada sieno mica e scliisto micaceo trasmutati dal i'noco , ecc. 27. La melina basaltica sottoposta ad un' alta tempera- tura col lento suo rafFi-eddarsi alia Ijocca del volcano d;i occasione aU'acqua conteautavl di deporre le sostanze sel- ciose, per cui vi si formano oliviiii, augiti e zeoliti; ma questi hanno tempo di formarsi in cristalli piu grossi entro 11 cratere ove il fuoco volcanlco uon sia giunto a riget- tarli e la massa siasi assai lentamente raffreddata , e com- pajoiio poi ad una nuova eruzione. Lo zolfo ha la sua origine dalle piriti sulfuree delle montagne pi-lmigenie e secondarie decomposte dall' acqua mailna, per cui,atem- peratura elevata , forraasi del sal di Glaubero e del rau- riato di ferro , o coll' acqua del gas idrogeno solforato , il quale soUevatosi coi vapori muriatici e solforici , e decom- posto da questi ultiini , depone dell' acqua e dello zolfo alia Ijocca del cratere. 28. Siccome il fondo del focolare volcanico giace nelle montagne primigenie , percio puo succedere che le materie rigettate , cioe i porlidi e i basaiti trovinsi piii al basso della calce di traasizione ed anche al di sopra delle for- mazioni terziarie. 20. Col raancar dell' acqua non si da eruzione volcanica. Se pero il mare ha una comunicazione diretta col cratere in modo die questo venga rienipiuto, in simil caso si di- xiiinuisce e poi cessa ben anche il fuoco volcanico ; percio sotto il mare non possono darsi volcani durevoli , ed ^ presumibile che la niaggior parte di questi, siasi per I'azioiie di quello estinta, 3o. Nei volcani osservasi sovente una perlodicita: 1 ia- tervallo della cessazione dalla eruzione dipende da ottura- uiento delle strade di comunicazione col mare cagionato dalla lava medesima , la quale viene soveate rigettata dal mare , e vi cagiona vapori ed ebullizione dell' acqua. L' eruzione susseguente suol essere piii violenta quanto piu grande fu l' inter vallo di qaiete , e quanto piii T apertura euperiore nell'ultima eruzione si diminui. II Picco di Te- nerifFa non tramanda eruzioni, ma soltanto vapori acquel perclie la temperatura iiou vi arriva ad un alto gi-ado. PARTE STR.VNIER'V. sSq 3 1. Col rinnovarsi ilelle eruzioni la parte iuferiore del pozzo volcanico si tlllata senipre piii , e percio vavj vol- cani sono in case di durar migliaja d' amii. Qnalora (ja) tra i diversi pozzi o ciepacci die terminano nel focolai-e volcanico " due s' incontrino angolarmente tie quali t uno sia chiuso alt alto , e I' altro per la pressione de vapori abhia un uscita , ed uno od amendue abbiano affluenza condnua di acque , in tal caso la pressione dei vapori nel pozzo chiuso preine /' acqna entro il pozzo aperto e la fa soUevare. » La diOicolta del concorso di tali circostanze ci spiega la ra- rita del fenomeno , il quale per altro si osserva tuttora nelle infnocate sorseiiti di Gayser nell' Islanda. 33. Alcuni volcani cessarono noa pel riempimento dei pozzi, ma per mancanza di acque; percio le inoadazioni e le procelle piii violente di mare, ed anche una pressione straordiuaria dell" atmosfera sono in istato di rlsvegliare de' volcani assopiti , cagionar terremoti ed accelerare le eruzioni. L" autore fa osservare clie siccome " i basalti contengono del sal marino , percio i volcani che li rigettarona e tutti quelli che sussistono debbono essere stati nodriti dal- r acque ; dal che si pub conchiudere che I' attivita loro ascri-^ vere si dee a cpie' tempi , ne' cpiali molte parti basse del con~ tinente erano coperte dalV acque marine. » I terremoti non sono, secondo Prechtl , che eruzioni volcaniche arrestate ed inceppate verso la periferia. 34. Fu supposto da alcuni geologi die la terra fosse air epoca della sua forniazione in uno stato di fluidita igiiea e die siasi raflPreddata a poco a poco , supponendo pure che la temperatura plu elevata , che riscontrasi nel- r interno delta terra , debbasi all' incandescenza tuttora eslstente del suo nucleo. II nostro autore rigetta questa ipotesi. Og?ii raffreddaniento , die' egli, ha luogo o per mezzo della dilatazione del colore tnediante il suo traducimento ad altri corpi di minor temperatura, oppujc per mezzo d'irra- diazione del colore verso questi. Qualunque perb siasi I' al- tezza della temperatura dell' atmosfera , dee nullamcno tro~ varsi ad una qualche altezza dell' atmosfera una piii o meno hassa e costante temperatura , al di Id della quale non e pill possibile il traducimento di un calore maggiore ; in Cjuella guisa che di prescnte la temperatura di o" R. all' altezza di 2800 tesc non pub esser causa di raffreddamcnto per I' infe- rinre temperatura di ic" 0 2.0" E. della superpcie della terra. 240 APPENDICE Anche col mezzo dell' irradiazione del calore non puo darsi ua rafFreddamento dnrevole, giacche il calorico che entra nell' atmosfera co' vapori acquei vi ritorna sotto forma di rugiada e piogoiia. L' irradiazione nel vuoto non ha luogo se non se colla reazione di mi corpo dotato di temperatm-a piii bassa. Supposto poi che il calore siasi comunicato anche alia luna , questa, a calcoli fatti dal nostro autore , non si sarebbe riscaldata che di 1° R. e la terra non sarebbesl rafFreddata che di — R. 10 35. Onde spiegare altramente il raffreddamento della terra suppone il sig. Breislack (Geologie torn. i.°) che il calorico il quale da prima agiva manifestamente durante la tempc- ratura piu alta siasi comhinato e reso latente nelle diverse sostanze ave.nti con esso affinitd , e in tal modo siasi ope- rato un lento raffreddamento della terra , ed egli suppone che in tale circostanza svilupparonsi diver si gas ai quali deb- besi per la maggior parte la formazione dell" atmosfera. Con- tro tale supposizione hanno luogo due obbiezioni decisive. a) In tutto il dominio della chimica non si conosce al- cun fenomeno , nel quale il calore si combini con qualche corpo e diventi latente , se non se nei casi ne quali i corpi solidi diventano meno compatti o passano in uno stato di li- quidita o da questo in quello di gas. Per I'opposto, fuori di questi casi di cangiamento di forma di uno stesso corpo, non si conosce combinazione chimica alcuna nella quale prodii- casi freddo e nemmeno in quelle il cui prodotto e un corpo considerabihncnte meno compatto del producente , come per esempio nella formazione de' sali metallici. Non e pertanto ammissibile , ed e contrario a tutte le sperienze che i corpi, i quali agirono scambievolmente durante I' igneo loro lique- facimento ( siccome vuole il signor Breislack ) , col subire nuove comhinazioni in istato solido , abbiano potato appro- priarsi il calorico che da prima aveva il potere di conser- vare la temperatura loro alio stato di fusione. b) L' assorbhnento di tale considerabile quantita di ca- lore non e quindi presumibile che all' occasione della forma- zione delle sostanze vaporose e gasifonni da sostanze in pria solide. Nondimeno la considerazione seguente mostra che quest!' azione e ben lontana daW operarlo ; ed eccola. II peso dell' atmosfera terrestre ascende a 9,757,440 bilioni di lib- brc aW incirca : a norma del valore che durante I'accensione PARTli STRANIERA. 24I del fosforo si sviluppa , la quandta di quello die contiensi in una lihbra di gas ossigeno fa squagUare presso a 40 Ub- bre di ghiaccio ; consegiientemente , in proporzione del calore speciflco , quello di una libbra di gas azoto nc fa squagUare 42 libbre: percib adunque una libbra di aria atmosferica contiene tanto calore quanta e necessario per la fusione di libbre i\.S. G di ghiaccio. Tutto pertanto il calore latente del- t aria ( non contato quello che appartiene ai corpi origi- nariamente solidi ) sarebbe in istato di squagUare circa 444,987,440 bilioni di libbre di ghiaccio , ossia di portare fino all' ebulUzione , cioe all' 80° R., 333,700,000 bilioni di lib- bre di acqua, ossia di cangiare in vapore 61,340,000 bi- lioni di libbre di acqua dal 0° R. all' 80° R. II peso di tutta I acqua del mare , calcolata 55,ooo,ooo di 'miglia cu" biche di 2283 tese ciascuno , monta a <),'j 00,000,000 di bi- lioni di libbre. Conseguentemente tutto il calore combinato coll' atmosfera non e in istato di portare dal 0° R. al iirado di ebulUzione che — -- ossia — dell' acqua marina . 9780 29 ' owero di trasmutarne dal 0.° R. in vapori di 80.° R. 190 -^ Jl calore latente dell' atmosfera e adunque tanto lontano dal poter portare ad una temperatura vicina alia ignizione la massa terrestre , che non giunge nemmeno a cangiare in vapori se non se una piccola parte dell' acqua del mare , ed anzi di far crescere la temperatura di questi di soli 2 . — di grado R. Egli e bensi vero che il sig. Breislack suppone che I' atmosfera siasi formata prima dell' acqua , e che questa sia stata una combinazione del gas ossigeno e del gas idrogeno separatosi dall' atmosfera ; ma siffatta circostanza non v in- fiuisce per nulla , da che quel calore il quale dovette ve- nir impiegato per la formazione di quel due gas , al loro combinarsi e formarsi in acqua divento nuovamente libera , e non si ebbe in conseguenza diminuzione di temperatura. Un risuhato egualmente insufficiente ottiensi qualora si paragona la quantita del calor latente dell' atmosfera colla corrispondente grandezza della massa della terra rovente , nel caso che supporre si voglia che il calor della terra sia concorso urdcamente alia formazione dell' atmosfera senza contar l' acqua formatasi da poi. Giusta wio sperimento a tale scopo istituito una libbra di mattoni perfettainente 242 APPENDICE roveiUe fece innalzarc di 10" R. la tcmpcratnra di iG lihbrc iidcqua, e in coiiseguenza pott innalzare 2. libbre di acqua dalht teinperaiura di o a quella di 80° B. la quale corri- sponde ad o,a5 di calore specifico. Consegncnteincnte il ca- lore combinato coW atinosfera e in istaio di arroventarc 25,670,000 bilioiii di libbre di una massa consiinile di terra o pietra. Ma questo arroventamcnto della terra noii s' iiinol- trerebbe piu di piedi 33. 9 entro il suo seno ossia rion sorpasserebbe ■ del suo seinidiainetro , e noii super erehbe la 200,000.""^ parte della terra, risultato troppo iasignificante per poterne dedurre qualche raffreddameiuo di tutta la massa terrestre. Se r etiJeuza delle conseguenze e T aggiustatezza dei calcoli valessero a diinostrare la verita dell" assunto e la verisimiglianza dei supposti , la Memoria di ciii femmo r cstiatto 11011 dovrebl^e andar soggetta a dubbj e ad op- posizioni; nia noi dobljiamo osservare che la evidenza del calcolo e soveiite lontaiia dair associarsi ali' evidenza die cercaiio il lisico, il cliimico e il niiiieralogo. Iiiviteremo ■pertaiito qnesti ultinii ad investigare lo premesse , i sup- posti e le coiidizioni acceniiate dair illnsire antore, ava- lutarle coiidegiiaineiite e ad associarle alle conseguenze dedotte dall' auTore medesimo o ad altre die per avven- tura enianar ue potessero. Ad ogni moda la Memoria del sig. Prechtl dee meritarsi la piii seria disamiiia dei nettu - nisti e dei volcanisti, e 11011 puo a meiio di essere accetta ai. uiiaeraloglii istrutti , spassionati ed ingenui. G. G. I PARTE STUA.NIERA.. 240 Esquisse dime monographie da genre Aconitum , par M. Ch. Seringe ^ mernbre de plusiears Socletcs sa- vantes. Vol. 4 avec 2 pL — Geneve y,clj£?: Vauteur. N. I EI, mentre che taiiti botanic! non si occnpano clie troppo a trasforniare seinplici varieta in altrettante specie, doiide emerge la necessita per essi di crearne ogni gioriio di nuove 5 merce i cai'atteri momentanei di cui si sono ser- "viti per stabilirle, il signor Seriiige si applica a togliere quanto puo sifFatte specie dubliiose che ingoinbrano i libri e rendono ad ogni istante piii spinoso lo studio della scienza; e cio perche per forinar quelle specie hanno dovHto prescindere dalle forme essenziali e costanti che costituiscono le specie x-eali. Egli si e fatto a trattare „ dietro le norme che si e prefisso , il genere Aconitum , ch'era composto di i5 specie ai tempi del Wildenow , che fu portato a 28 dal De Candolle ed accresciuto in pochi anni d'iutervallo iino al numero di 107 dal signor Kei- clienbach. E hen sicuro che il prodigioso accrescimento fatto da quest' ultimo non poteva eseguirsi che a spesc di una moltitudine equivalente di varieta. M. Seringe in questo lavoro che noi annunciamo ha rldotte le spe- cie di tal genere a 23, e loro ha subordinate come va- rieta le forme diverse che ciascuna di esse prende , e i nomi che loro furono dati dai botanici che ne formarono delle specie. Una riforma cosi considerabile incontrera senza dubbio delle opposizioni: parra p. e. difficile a pid di un botanico di considerare Z' aconitum septentrionale come una varieta del lycoctonum. Ma M. Seringe nou propone la sua opinione che sotto il titolo modesto di abozzo ( esquisse ) e non come xxn lavoro che egli consi- deri terminato. Egli invita anzi i naturalisti a comuni- cargli le loro osservazioni e a proporgli i loro dulibj. Polriinao nascere da siffatte corrlspondenze delle nuove indagini che forse coadurranno T autore a ristabilire al- cune delle specie ch' egli Via cancellate , e da un altro conto egli avra reso un ottinio servigio togliendo la mol- litudiue delle specie nomiuali di cui em iugomJjrato questo 244 APPENDICE gcncrc. M. Seriiige, coUaboratore di M. De CaadoUe nelPro- dronius chc si accinge di dare alia luce fra poco , e piu a portata di ogui aliro per rendere importanti servigi alia scienza. II suo proprio erbario , qiiello assai piu coasiderabile di M. De Candolle e la sua immensa bi- blioteca; gli erbarj degli altri Ijotanicl della Svizzera e il giardin botanico di Giaevra gli sono aperti. Tanti modi di coiifronto iielle mani di un naturalista die ba gia date prove di saperseiie servire , promettono opere utili pei progressi della botanica. II siguor Seringe ha di- Tiso il geuere Aconkum in quattro gruppi , gli anthera , i fycoctonu/n, i coininerum ed i napellus. E la forma segna- tameate dell' elmo clie li stabilisce : prende i caratteri principali delle specie nella forma de'petali superiori die formano il cappuccio (cuculli) e nella conforniazione delle foglie. Non si puo al«bastanza Incoraggiare rautore a con- tiniiare le sue fatlche su quel generi sopra tutto ne' qiiali si e piii fatto seiitire I'abuso della eccessiva moltiplica- zioue delle specie. L. Reynier. 245 PARTE 11. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. OPERE PERIODICHE. REGNO LOMBARDO-VENETO. Qiorncde dl fisica^ chimica, storia tiatnrale, medicina ed arti, del professori Pietro Configliachi e Ga- spare Brugnatelli di Pavia. — Bimestre II. Parte pribia. K luOvO metodo per Tallacciatura delle arterie, del dot- tor Massiiniliano Rigacci. ■ — Gita botanica agli Apen- nini Bog,lelio e Lesime , del dottor Giuseppe Bergamaschi ( line). — - Memoria prima sui teri"eni zoolitifei-i delle Pro- viiicie Venete posteriori alia formazione dei terreni iii- terniediarj , del prof. T. A. Catullo. — Sopra un' orina lattea , articolo di lettera di Bartolomeo Bizio. ■ — Esaine fisico-chiiuico di uii" orina nera. — Sopra 1' inscrizione continua de" cerclii ne' poligoai e delle sfere nei solidi : eser- cizio geonietrico elementare del prof. A. Lotteri. — • Ana- lisi delle acque minerali di Carlsbad , e scoperta degli acidi fosforico e fluorico , dell" allumina e della stronziana come loro costituenti , del sig. Berzelius. — Delia diffe- renza fra il calorico ordinario latente e specifico ed il calorico delle spontanee espansioni in lamine , e dell' in- fluenza di questo nel determinare la capacita dei corpi , di Auibrogio Fusinieri. — De quibusdani plantis Italiae : decas sexta : del prof. Giuseppe Morettl. — Suir acido che si ottiene colla distillazione a fuoco nudo della trementina : BibL hal. T. XXXI. 16 ^46 A P 1' K jS D 1 G E osservazioiie pratica del farmacista Giuseppe Pessina. — Descrizione del funghi della Provincia Bresciana, di Gio- vanni Zant.edeschi ( continuazione ). Paete segonda. I. Progressi delle scienze naturali, Estratto delle radunanze deir I. R. Istituto di scienze , lettere ed arti in Milano. — Cometa calcolata da Enke nel 1820. — • Nota sulia salsedine deir acqua del mare. — Nuovo metodo di preparare Tio- duro di carbone, del prof. Gioacliino Taddei. — Estratto di una Memoria intorno alP azione de' liori sulP aria , e sul loro calore proprio, di T. Saussure. — Notizie geografi- che. — Analisi della pietra di paragone. — Case d'avve- lenamento per sublimato corrosivo ciirato con polvere di glutine. — Ceniento universale. — SulP uso degli olj essen- ziali odorosi per prevenire la mufFa , del dott. Mac Culloc. — Conservazione de' preparati anatomic! , del dott. Macart- ney. — Osservazioni lueteorologiclie del primo triniestre. Idem, bimestre III. Parte prima. Memoria sul terreni zoolltiferi delle Provlncie Venete , del prof. T. A. Catidlo ( fine ). — - Memoria sulla resina anime etiopica, e sulla courbaril d' America , dl Domenico Paoli. ■ — Sopra le llnee unlformemente illuminate: Me- mq^-ia del prof. Antonio Bordoni. — Osservazioni Intorno ai fenomeni die presentano le punte elettrizzate, di C. J. Lehot. — Di alcune proprleth del mercurio e del retro, di Angelo Bellani. — Rlcerclie fislche sulle pro- prieta e le funzloni del slstema nervoso negli animal! vertebrati : Memoria del signor Fourens ( estratto ), — ■ Annotazionl agli Elemeuti di meccanica ed Idrnulica del professore Yentviroli , del professore Antonio Bordoni. Parte segonda I. Progressi delle scienze naturali. Sopra un acldo del cobalto, di L. Gmelin. — Sulla liquefazione del gas , del slg. Faraday. — Nuovi I'eattivi per gli acldl e gli alcali, e nuovo colore azzurro per le arti. ^ — Acnlte , nuovo mine- rale. — SulP esalazione e Passorblmento dell" azoto nella resplrazlone, e ricerche sul calore animale. — Notizie del PARTE ITALI.VNV. 247 "viaggl nelle region! polari. ■ — ■ Sulla compressihllita del- Tacqua, e sopra alcuae conseguenze die possoiio deri- varne. — Nuove scoperte elettriche. — Esperienze sin- golari eseguite coa il caiinello e il caloi'imotore di Hare. — Purificazione delPolio di trementiiia, e nuovi rimedj contro il vernie solitario. — Sulla duttilita del vetro, di J. Deur- cliar. — Mezzo di prevenire gli eiTetti dell' umidita negli appartameati. — Preservative contro le esalazioni insa- lubri. II. Libri nuovi. Memoria suU' idrocele del cordone sper- matico, del prof. Antonio Scarpa. — Saggio di osserva- zioni sul taglio-retto vescicale della pietra dalla vescica orinaria, del prof. A. Scarpa. — Elementi dei conici, del prof. Giuseppe Lampugnani. — Bulletin genei'al et uni- A'ersel des annonces et des nouvelles scientifiques, pul^lie sous la direction de M. le baron de Ferussac. III. Prenij. Memoria di medicina del dott. Lnigi EiniUani premiata dalla Societa italiana delle scienze residente in Modena. — Societa di Flora. Osservazioni meteorologiche del secondo trimestre. GRAN DUCATO DI TOSCANA. Antologia di Firenze fascicolo 27.° Delia strada nuova da Nizza a Sarzana : Memoria di G. L. Bixio di Genova. — Rime di F. Petrarca col co- inento di G. Biagioli. — La pieta : cantica di G. B. Ni- colini. — M. Atti Plauti comoedije: tonio 2,.° — • Rlflessioni suUe colonie in generale e in particolare su quelle clie si converrebbero alia Francla , del sig. Malte-Brun ( estratte dagli aiinali di Yiaggi ). — Lettera di Costanzo Gazzera intorno alle opere di pittura e di scultura esposte nel pa- lazzo della R. Universita di Torino Testate del 1820. — Dello scrivere degli antichi Romani : Dissertazioni del- r abate S. A. Morcelli. — Alcune osservazioni suUa teoria eccitabilistica del controstimolo , del dott. Em. Basevi. — • Storia dei Francesi , di Simondo de Sismondi, parte terza. • — INI. T. Ciceronis de re publica : traduzione italiana ( continuazione ). — Orazione in morte di Antonio Ca- nova. Ill obitum A. Canovae carmen Philippi de Romanis. In morte di A. Canova , canto funebre di Gio. Rosini. In 24B APPENDICE morte cll A. Canova , stanze di Averardo Genovesi. ■ — De A'ita Caroli Magni et RolancU , historia J. Turpino tributa. ■ — Comnouimeiiti teatrali , di Speciosa Zanuardi Bottioni. ■ — Geogralia moderna universale, di G. R. Pagnozzi: \o\. 2.° — Delle antiche leggi della Scandinavia ( estratto dal- r Edinburgh Review ). — I. R. Accadcniia dei georgofili , adunanza del 16 marzo. ■ — Lettera seconda del prof. Gaz- zeri intorno alia meccanica della materia del cav. Leo- poldo Nohili. — Edizione di Marco-Polo per opera della Societa di geografia di Parigl ( estratto dagli Annali di "viaggi ). — Lettera del conte Leopoldo' Cicognara sopra un modello di monumento attriljuito a Canova. — Edippo nel bosco delf Eumenidi , tragedia di G. B. Niccoliru re- citata per la prima A^olta al teatro della Pergola la sera del 17 marzo. — Osservazioni meteorologiclie di febbrajo. Idem , fascicolo 28.° Della strada nuova da Nizza a Sarzana ( continuazione ), — Oriele o lettere di due amanti , di Defendente Sacchi. U isoletta de' cipressi , romanzo di Davide BertoJotti. Bi- blioteca amena ed istruttiva per le donne gentili. — Delle antiche leggi della Scandinavia ( conclusione ). ■ — Delle fabbriche e delle scnole di New-Lanarck in Iscozla , e del sig. Owen proprietario direttore. — Riflessioni sulle co- lonic in generale ecc. ( conclusione ). — Prelezione agli stud] di niedicina pratica per T anno scolastico 1823, letta dal dottor Angelo Nespoli prof'essore di clinica interna nel- r I. R. arcispedale di S. M. Nuova. — Saggio di estetica di G. B. Talia. — Ristampa dell' opera intitolata Costume antico e moderno. — La morale e la politica d' Aristotile : traduzione francese del prof. Thurot ( programma ). — Costruzioni geometriche dell' orologio solare sopra un piano qualunque, di Gio. Astolfi. ■ — Osservazioni naeteorologiche di marzo. Idem , fascicolo 29." Della letteratura italiana nella seconda meta del secolo 1 8.° opera di Camillo Ugorii. ■ — Esame delle opinioni di Say , Sismondi e Mahhus sugli effetti risultanti dair in- veuzione delle macchine e dell' accuraulazioiie dei capitali PARTE ITALIANA. 249 ( tradotto dair Edinburgh Review ). — Societa fonnata per la diffusione del metodo di reciproco insegnaniento : pro- cesso verbale della solenne adunanza del 27 gennajo 1823. — Che le leggi delle dodici tayole non vennero dalla Grecia, di F. AinhrosolL — De' marmi statuarj trovati fra le ruiae delle antiche terme di Massaciuccoli : lezione di Giulio di Sanquintino. — Memoria , nella quale si ram- raenta all' Italia uiv anteriorita die le si deve in fatto d' educazione. — • Bilslioteca amena ed istruttiva per le donne gentili ( conclusioiie ). — Galleria Pviccardiana di- pinta da Luca Giordano , pubblicata dal marchese Fran- cesco Riccardi Vernaccia, incisa da Lasiaio figlio sui disegui di V. Gozzhii. — Dei paragrandini del prof. Tliolard, Me- moria "del proposto Beltrami. — Alcune osservazioui sulla teoria eccitabillstica del controstimolo ( continuazione ). — Voyage dans Tinterieur du Bresil fait par ordre de S. M. le roi de Baviere dans les annees 1817, 18, 19 etao, par le D. Spix et le D. Mastius. — Viaggi del prof. Giuseppe Raddi al Brasile (annunzio). — I. R. Accadeniia dei Georgolili, adunanze del 20 aprlle e del 16 maggio. — Apologia dei secoli barbari , del P. Costantino Battiiii , servita. Necrologia. Antonio Renzi. — Notizie geograficlie. ■ — ■ Osservazioui meteorologiche di aprile. Idem , fascicolo 3o.° Suir andamento della via Emilia di Scauro. — Del viag- gio in Terra Santa fatto e descritto da ser Mariano da Siena nel secolo iS.", codice inedilo. — Philippi Redditi ex- hoitatio ad Petruni Medicena in niagnanimi sui parentis Laurentii imitationem ex codice laurenciano. — Saggio dei dialoghi iilosolici d' Orazio i?;iceZ/ai.- testo di lingua inedi to , pubblicato dal canonico Domenico Moreui in Firenze. — — Istoria del giuri , del sig. Aignan ( conclusione ). — Ode olimpica I : versione del marchese Cesare Lucchesini . — Rapporto generate sullo stato agronomico e politico, della Scozia ( conclusione ). — • Notizie suir impero di INIarocco ( estratto dal giornale dei viaggi ed archivj geografici del 19.° secolo). — Dialoghi di Luciano intorno ai Nu- mi , tradotti in latino da Livio Guidolotto , e puhblicati dal prof. Luigi de Angelis. Su la Foutebranda di Siena : 25o APPENDICE lettera del suddetto de Angelis. Elogio storico di Guglielmo della Yalle, scritto dal niedesimo prof, de Angelis. — Osser- vazioni concenienti alia lingua italiana ed a' si»)i vocaboli, di Angelo Pezzaiia. — lUustrazioiii della Divina Comine- dia , di Scipione Colelli. — Osservazioni iiitorno alle cir- costanze che influirono sullo stato delle classi de' lavoi-a- tori , di Gio. Barton. Ricerche iiitorno alle cause del pro- gressive abbassamento del lavoro ne'nioderni tempi del sud- detto Barton (articolo estratto dagli Annali di legislazione). — Alcune osservazioni suUa facolta conduttrice della paglia e sul paragrandine del sig. Tliolnrd, del dott. Em. Basevi. • — Lettera sul paragrandine. — II riccio rapito di Pope , tradotto in italiano da S. UziellL — Sopra una nuova nia- niera per rappresentare le coordinate dei pianeti nel mo- vimento elittico , di Giiiliano Frullani. ■ — I. R. Accademia dei Georgofili , adunanza dell' 8 giugno. — Raccolta delle orazioni criminali e civili dell' aw. Lorenzo CollinL (manife- sto). — Storia della scultura, dal suo risorgimento in Italia fino al secolo di Canova , del conte C/cognara.- nuova edi- zione riyeduta dalP autore , in 7 volumi in 8.°, clie s' in- traprende dai fratelli Giachetti tipografi di Prato. — Notizia sul sepolcro di Jacopo Sansovino. — Notizia di quattro mo- numenti punici scoperti a Cartagine. — Osservazioni me- teorologiche di maggio. Idem , fascicolo 3 1 .° Lettera sull' isola di Scio e sulla vita letteraria del Co- ray. — Carmina homerica llias et Odyssea a i-Iiapsodorum in- terpolationibus repurgata etc., d'l Kicurdo Payne Knight. ■ — • Suir istituto de' sordi-muti di Genova. — Novelle di Ge- raldo Giraldi, firentino. — Biografia universale antica e moderna : edizione di Venezia. — ■ Lezioni elementari di archeologia , di G. B. Vermiglioli. — Traduzione francese della repubblica di Cicerone. — Di Marco Polo e degli altri viaggiatori veneziani piii illustri, dissertazione del P. Zurla. — Nuovo sistema di fortificazione , di Domenico Cacchiatelli. ■ — Geografia moderna ecc. , di G. R. Pagnozzi Yol. 3." — SulP era Bitinica ; lettera di Bartoloraeo Bor- ghesL ■ — . Storia della pittura in Italia , di B. A. A. ( ar- ticolo estratto dall* Edinburgh Review ). — Discorso suHo PARTE ITALIANS. 25 I Studio filosofico delle lingue. — Dell' umana perfezione , del dott. Germani. — Riflessioni svillo stato sanitario delle niaremnie senesi. — Lettei-a sul paragrandine. — Premio aggiudicato dalla Societa italiana alia Menioria di patologia fisico-medica del dott. Lnigi Eniilianl. — • Programma del- r I. R. Accademia della Crnsca pel premio quiiiquennale. — Osservazioni nieteorologiche di giugao. ST AT I PONTIFIC J. Giornale Arcadico di Roma (^tomo i8,°, aprile ^ mag- gio e giugiio 1823 ). Collaboratori del Gioniale Arcadico. SciENZE. Osservazioni sull' uso interno dell' olio di cro- toii tiglium , del prof. Francesco Tantini. — Conipendio delle singolari vicende risgnardanti le vaccinazioni esegui- tesi per un decennio nel comiiiie di Paliano dal dottor Giuseppe Tonelli. — • Alcune osservazioni d' agricoltura , del prof. Orazio Valeriani. — Sul confronto dei circuit! elcttrici col circuit! niagnetici , del cav. Leopoldo Nohili. ■ — Sopra un nuovo apparato per esperimeatare il magne- tismo della luce , di Pietro Prandi , con un rame. — Delle azioni general! de' rimedj , ed in particolare dell' irritativa : prolusione del prof. Fulvio Gozzi. • — Considerazioni sopra ! due sistemi ottici dell' emissione « delle ondulazioni ap- plicati ai fenomeni della diffrazione della luce , del prof. Saverio Baiiocci. — Notlzie sopra poche piante da ag- giungersi al Prodromo della Flora roniana, di Elisabetta Fiorini. — Lettera , inedita , di Gio. Battista Pasieri pe- sarese intorno le miniere di rame del ducato d' Uibino. — Osservazioni sulla preparazione della cliinina , della cinconina e de' loro solfat! , d! Pietro Perelti , professore aggiunto di farmacia neU'Universita della sapienza. — Su le febbri biliose : opera dal dott. Domenico Meli. — • Del- r anticbissima origine dell' italiani ostetricia e dei molt! illustr! medic! d' Italia clie dettero opera al suo incremento e lie sostennero la gloria : prolusione dello stesso. — So- pra il giuramento d'Ippocrate: discorso del dottor Sta- nislao Crottanelli. aSa A 1' V E N D I C E LetteRATORA. Osservazloni numismatidie di Baitolomeo Sorghesi: decade X. — Tnlorno due statue del museo va- ticano , e snlT espressione degli afl'etti nclle opere dl arte antica : lettera di Fedonco Thierscli , coti un rame. — Elo- gio del conte Filippo Sevei'oli , teaente maresciallo ecc. , dell' abate Tommaso Torrigiani. — Ad Foriunam ob disces- sum Aloysii Biondi. V. C : ode. — Iscrizioni pregevoli sco- perte recenteniente. — Luciani samosatensis deorum dia- log! decern a Livio Cnidolocto urbinate selecti , probati ac latine redditi ; ab Aloysio de Angelis in Bibl. seneii. nunc primum detecti , publicique juris facti. — Se le citta aggregate a Roma potessero conferire a' forestieri la loro cittadinanza : dissertazione accademica , inedita , delPabate ^tefano A. Morcelli , con varie annotazioni del dott. Gio. Labus. ■ — Philippi Timotbei Salvettl de patria Clemea- tis XIV. — Elogio storico di Gio. Santi , pittore e poeta , padre del gran RafFaello di Urbino. : — Lettera dell' abate Francesco Cancellieri sopra la statua di Mose del Buona- rotti , con la biblioteca mosaica. — Due elegie di TibuUo recate in terza rima italiana da Francesco Benedetti Fore- stieri. — Delia coramedia : ti'attato del commendatore D. Pietro de' Principi Odescalchi. • — • De la certitude de la science de I'antiquite : dissertation du docteur Jean La- bus. — Versi latini dell' aw. Francesco Guadagni. — In- torno alcune stanze del conte Carlo Pepoli. • — Di un antico tenipio scoperto nell' isola di Corfii. — Intorno alcunl ediCcj riconosciuti dell' antica citta di Boville : lettera del cav. Giuseppe Tambroni, coij rami. Belle arti. Lettere antellane , 3.^ e 4.=> sopra le opere e gli scritti di Francesco di Giorgio Martini , arcbitetto , pittore e scixltore sanese , del prof. Giuseppe Del Rosso. Varieta'. In niorte di Antonio Canova : discorso di Luigi Cardinali. — Versi latini di Luigi Crisostonio Fernizzi in morte del conte Giulio Perticari. — Pomj^a aspirante, di Ulric-Schenk di Berna, — Iscrizioni latine dell" al:>ate Zan- noni. — Elogio storico del cav. D. Domenico Cotugno , deir abate Angelo Antonio ScoUi. — Raccolta d' opuscoli del conte Giulio Perticari. — Estirpazione d' una epulide cancerosa alia mascella inferiore , del prof. Giorgio Re- gnoli. — Lettera di Luigi Biondi con uno squarcio della sua ode in morte del conte Giulio Perticari tradotto al- r improvviso in latino dall' avvocato Faustiao Gagliuffi- — PARTE ITALIANA.. 253 Eloglo latino e italiano del padre Antonmarla Grandl, vlcen- tino , vicario generale della congregazione di S. Paolo , del padre Antonio Cesari. ■ — Dei i-iti nuziali degli antidii romani : dissertazione di monsignor Floriano 3Iah>ezzL Cain- }>Gggi. — Spiegazione fatta dalFabate Zaruioni delle sigle ® A novate in una iscrizione greca. — ■ Necrologia del dott. Antonio Rosa, urbinate. — • Ossei'vazioni nieteorologiclie ed idrauliche di aprile, maggio e giugno. Effemeridl letterarie di Roma, tomo ii.° {aprile, maggio € giugno 1828 ). Di Bruto e dell' usura , dissertazione oraziana di Luigi il/artore//i (annotazione air OpziiTo/o e al Trottato dell' usura del medesinio autore). • — Elogio storico di Gio. Santi, pittore e jjoeta, padre del gran Raffaello di Urbino (estratto). — Silloge d' iscrizioni antiche inedite illustrate dal niarchese G. Melchiorri e cav. Pietro Visconti ( continuazione ). — Per la morte di Antonio Canova, Carmen ^ di Filippo De- Romanis , colla traduzione in verso sciolto di Giacomo Ferretti. — Sui niarmi di Antonio Canova: Versi di Mel- chior Missirini ( estratto ). — In morte di Antonio Ca- nova : Discorso di Luigi Cardinali. — Di un monumento sepolcrale scolpito dal cav. Lahoureur. • — Intorno alia scoperta dell' anticliissiiuo sepolcro tarquiniese ; lettera di appendice di Vincenzo Canipanari. — Istoria di un' allac- ciatura dell'iliaca esterna, e riflessioni sviU' allacciature teui- porarie delle grandi arterie, di Andrea Vacca Berlinghieri ( estratto ), ■ — Annotazioni del conte Giacomo Leopardi alia Cronaca di Eusehio pubblicata nel 1818 ( continua- zione). — Opere di Giuseppe Parini, prose e versi. Poesie e prose di Luigi Lamberti. Prose e versi di Ugo Foscolo. — Sopra un viaggio da Bologna a Napoli: Lettere tre ( origi- nale). — De casibus Caii Gernianici conjngiscjue Agrippinae: commentarius a Raphaele Tl/oscenaie ( Annotazione, con ta- vola in rame ). — Discorsi intorno la Sicilia, di Rosario di Cregorio ( estratto ). ■ — Dell' estimo censuario , ossia del Catasto dei fondi rustici: Memoria di Orazio Valeriani ( originale ). • — Vincentii M. Marsi, elegia de podagra ad Plioebum: ejnsdem epigrammata varia (originale). — Di lui gruppo di Apollo e Giacinto , illustrazione inedita di Eiinio Quiriuo Visconti (originale). — Dell' autichissima ^54 APPENDICE origine deiritallana ostetricia , e di molti nostrl medici d' Italia che dettero opera al suo iacreniento: prolnsioiie di Donienico Meli, dottor ecc. (estratto). — Jo. Baptistaj Vici opuscula a Carolo Antonio De Bosa collecta et evul- gata (Mcmoria). — ■ Riflessioni sopra un punto del sistema del signer Mascagni, lette nell' Accademia dei Lincei dal dott. Gio. Battista Bomha ( estratto ). — Luciani samosa- tensis dialogi deorum decern e graeco in lat. translati a Li- vio Cuidolocro , edlti ab, Aloys. De Angelis (estratto). — Iliade di Oniero volgarizzata da Michele Leoni libro I , II e III (estratto). — Delia protomoteca capitolina: Memoria del cav. Pietro Visconti ( originale ). • — Gualteruzzi da Recanati : novella del cav. Gio. Gherardo De Rossi. — Iscrizioni antiche, raccolte dalP avv. Carlo Fea. — Let- tera dell" abate Fi'ancesco Cancellieri sopra la statua del Mose del Bixonarotti, con la biblioteca mosaica ( estrat- to ). — • Per Lilla, vezzosa cagnoletta mvifFola: canzonetta di Salvatore Viale di Bastia ( originale ). — Interpreta- zione di due luoghi di Dante, di Lnigi Crisostomo Ferruzzi ( annotazione ). — Oriele, o lettere di due araanti pub- blicate da Defendente Sacchi (dialogo ). Varieta'. In Mariam Yirginem et Genitricem Dei san- ctissimam elegia Nicolai Ciampitd. • — Threni Jeremiaa pro- phetae elegiaco versu a A. Isaia Calasanctiani expositi. — Iscrizione ed epigramnia dell' ab. Francesco Cancellieri al nuovo cardinale D. Placido Zurla. — Bibliografia straniera di scienze , lettere ed artl. — Notizia sui bassorilievi clie adornano il fregio del nuovo e piii magniflco braccio ag- giunto da Pio VII al Museo Pio-Glementino inventati ed eseguiti dal cav. Massimiliano Lahourear. • — Ad juvenem amicum, cui non satis cognita virtus Dominicus Cimarose: ode alcaica di Sebastiano Santucci. • — Nuove osservazioni sulla via Appia, di Carlo Fea. — Su la Fontebranda di Siena rammentata da Dante: lettera di Luigi De Angelis. — .ffirumna} neapolitanae anni 1822,: epistola Francisci De Amaro. • — Epigrafe e versi del marchese di Villarosa pel cardinalato dello Zurla. — Brevi Memorie del fu marcbese D. Fancesco Montino Borboii del Monte, raccolte da Teo- filo Betti. — Delle lodi di S. Apollinare niartire e pri- mo vescovo di Ravenna: orazione di Agostino Peruzzi. — De vita Caroli Magni et Rolandi bistoria, Turpino tribu- ta. — Alti-e escavazioni a Boville sulla via Appia. — PA.KTE ITALIaNA. 255 Per la morte del cav. D. Domenico Cotugno : ottave di Salvntore Gnaccarini. — II n^so del dott. Antonio Gna- dagnoli d'Arczzo : sestiue del medesimo. — Carattaco : poenia drammatico scritto sul modello della tragedia greca antica da Guglielmo Mason, dall' inglese recato in verso italiano da I. T. Mathlas , inglese. — Quattro sonetti in morte di Canova. — Poesie di Girolanio Ord: edizione accresciuta. — Elenco delle dissertazioni die si leggono neir Accademia fisico-mateniatica dei Lincei per 1* anno 1823. — Iscrizioni incise iu pietra che sono alio studio del cav. Gio. Batt. Vicar, in menioria delle visite fattegli da diversi sovrani. ■ — Programma del premio quinquen- nale dell' Accademia della Crusca. • — Prospetto di tin' o- pei-a deir abate Francesco Cancellieri suUa basilica di Saa Paolo. BIBL 10 GR AFI A. REGNO LOMBARDO-VENETO. Stojia naturale e medica delV Jsola di Corfu , di Carlo BoTTA , autore della Stona delV indepeiidenza d'A- merica. Seconda cdiztorie. Mllaiio , i8a3 , per Gio- vanni Silvestri , di pag. 3oo , in i6." Lir. 2. 60. J—iGLl e questo uno scritto dal Botta compilato nella sua gioventu, e del quale rari essendo era gli esemplari, il Silvestri si e fatto soUecito di far precedere la pubblica- zione a quella della Storia dell' independenza degli Stati Uniti d' America , che intende di ofFrire ben presto agli associati della sua Biblioteca scelta. Con ottimo avvisa- mento il librajo ha premesso a quest' operetta alcune no- tizie intorno alia vita ed agli altri scritti dell' autore. Due sono le parti di questo lavoro ; nella prima si tratta del clima e delle produzioni natui'ali dell'isola; nella seconda delle malattie che hanno regnato nello spe- dale militare di Corfu nel secondo semestre dell' anno 1798. Ci arresteremo a fare alcun ceuno della prima, siccoine 256 APPENDICE d' interesse piu geaerale, lasciando la cura ai medici dl esaminare con frutto la pai^e nosologica. Trattasi in quella prima parte della situazione geografica deir isola di Corfii , del suo suolo montuoso e del car- bonate di calce sparso talvolta di pezzi di inanno erratici , die forma la maggior parte di quelle montagiie ; di alcuni pezzi di pietra calcare ingemmati di cristalli spatosi, di altri pezzi petroselciosi coperti da una incrostatura cal- care, della piccola elevazione di quelle montagiie, e dei grossi sassi staccati, che trovansi su le piii alte cime; di alcune vene di quarzo die scorrono dentro la pietra cal- care; della inclinazione di tutto il suolo delP isola A^erso la parte settentrionale , dal che trae V autore argomento ad escludere la supposizione , che nei tempi renioti T isola fosse unita al vicino continente , e staccata ne fosse per la violenza di un tremuoto , o per le soprahbondanti acque del raare. Viene in seguito a ragionare della scar- sezza delle acque , e quindi accenna i diversi torrenti e descrive le principali fra le fontane di acque dolci. Le principali sono quella del Cardaccio, altra delta Crissida, della quale annovera pure le piante che nascono all" iii- torno; altre ininori danno origine ad utili ruscelletti, die servono a fertilizzare il suolo air intorno , dove alcuni immaginarono plantati i faraosi giardini di Alcinoo. II fiume deir isola detto Messongi, nel quale forse si ricovero il naufrago Ulisse , scorre da mezzodi a setten- trione e mette capo nel canale di Corfu, dodici miglia lontano dalla citta. Molte sorgenti oltre quella di Crissida, dette le Benizze , si versano da quella striscia di monti , eve ha origine il fiume, e grande utilita arrecano agli abi- tanti , e il paese in cui scorrono rendono amenissimo. Non trovasi qvxasi alcuna villa la quale non abbia una sorgente dolce e pura; una di queste scaturisce dalle ruine del tempio famoso di Giove Cassiopeo. Considerando tuttavia la picciolezza delF isola, che non ha piu di 160 miglia di circuito , il naturalista non puo a meno di non rimanere sorpreso dell' abbondanza relativa di queste acque dolci , giacche quelle che scaturiscono da queste montagne maritti- nie, sono in vma proporzione assai maggiore di quella che d' ordinario scaturisce in una medesima superficie dalle mon- tagne continentali ( Scriviamo continentali anche a costo di far torto alia lingua , peiche nou e chiara , ne esatta la PARTE ITALI.VNA. 267 distinzloiie die si fa dall' autore di montagne marittime e terrestri ). Nou senibra egll contento ne della ipotesi clie le acque marine trapelino nelle viscere dell' isola, e poscia si feltrino aU'insii per il calore del sole, ne di cfviella ipotesi o finzione poetica che i fiumi del continente, ina- bissandosi nella terra e passando sotto al mare vadano per un sifone ricnrvo a dare origine alle fontane dell' isola. Egli crede piuttosto che quel fenomeno derivi dall' essere i fianchi e la base delle isole perpetuamente circondate dalle acque del mare, cosicche inzuppate ne riniangono la terra, F arena, le pietre, e che qnindi le acque pio- vane assorbite dalla superficie dell* isola, che esce fuori dalle acque marine , arrivate al limite tra la parte infe- riore ed umida e la superiore e secca non potendo piu discendere , qua e la penetrando e pervenendo di nuovo alia superficie sgorghino nelle diverse fontane. Si parla pure del gesso che incrosta grandi massi di terra arenosa indurita ( sarebbe mai questa una specie di arenaria o di gres ? ) gesso luciJissimo e trasparente cristallizzato ia lamine romboidali , la superficie delle quali vedesi gareg- giante come le piume del collo di una coloml^a. II gesso trovasi in alti-i luoghi dell' isola, ma con una cristallizza- zione piii confnsa. Presso le Benizze trovansi sfasciumi di rocce , i quali altro non sono se non massi di breccia calcare. Di questa breccia adoperata dagli isolani ad uso di maciae T autore riconosce due specie, 1' una primitiva, fatta forse quando nelle acque si trovavano immersi i suoi elementi , con ciottoli non rotondati , 1' altra secondaria composta dai frantumi delle rocce maggiori di ciottoli calcari di varia grandezza, mescolati di sassolini selciosi. Anche nei massi di pietra calcare veggonsi incastrati qua e la raramente sassolini di quarzo e di petroselce. Una specie di marga calcare alia quale e mescolata in poca quantita 1' allumina , forma • in generale il terrene deir isola, che noi vorfenmio in questo luogo non confuse coUa terra vegetalnle, o sia coll' /i;im!(5 propriamente detto, prodotto dalle reliquie della scomposizione delle sostanze organiche , anziche , come egli dice, delle sole vegetabili. Quella terra e assai fertile , e qui 1' autore si stende a parlare della Corcirese agricoltura, delle piante domestiche e selvatiche, spesso stranamente mescolate , cosicche si iiitralciano i rami degli ulivi e de'cipressi, e in mezzo a58 APPENDICE alle elcl ed alle querce gialleggiano le dorate melaraiice; della trascuranza degli edilizj rurali , delle piantagioni di alhcri finttiferi, e della maacanza di artefatti verzieri ; del j)oco fruniento die nell' isola si raccoglie, dell' abboa- danza all" incontro del giano turco % della diversa qualita delle live e dei vini , della negletta coltiv'^azioiie dei pomi di terra, e finalmeate del priiicipale prodotto deirisola, cioe deir olio clie si ricava dalle ulive , e dei daimi che la freqnenza stessa degli oliveti produce. Belle sono le osservazioiii su la supposta mortale iuiniiclzia tra la quer- cia e Tulivo; su le diverse specie delle ulive nell isola di Corfu, cioe sottili , grosse , mirtadi o niirtee, sui peri- coli a cui quegli alberi vanno suggetti , e su T efFetto priucipalmeiite dei venti di tramoatana non dissiniile da qnello dei venti caldi dell' Ostro ; su le estati di Corfu , e su le piogge leggiere, le quali danno luogo al nasci- iiiento di grandissima copia di insetti ; su P alterno rac- colto delle ulive in quell' isola ; sul vizioso niodo di co- gliere que'frutti, che non si staccano mai dai rami se non passato il momento della loro perfetta maturazione , e quindi si lasciano cadere e soggiornare lungo tempo su r nmido terreno ; iinalmente su la maniera clie nsano quegli isolani nel cavare 1' olio dalle loro ulive. Al propnsito delle ulive nota I'autore alcuni uccelli che passano nell' isola e se ne cibano, come i tordi e le tor- tore; non vecUamo pero come in questo luogo siasi accea- nato il passaggio delle quaglie, giacche si torna ai vege- tabili e si parla della coltivazione del guado , non che della maniera di procedere per ricavarae il colore e ti- gnerne le lane: ma qui pure si torna alia zoologia , e si accenna la qualita delle pecore delle isole , \e di cui lane non sono di molta finezza , assai lunghe pero di pelo non ricciuto , ma molto disteso: assai opportune e il ragiona- mento , che si inti'oduce su i pascoli , su le erbe che "vi si trovano e su i prati artiliciali di Onol>richi, che formare si potrebbono. Parlasi quindi del Pinus silvestris crescente su di alcune montagne, dopo di che 1" autore entra di proposlto a trattare ex professo del clima dell' i- sola , del calore che rare volte oltrepassa il grado a8 di Reaumur, del freddo che non s' innoltra d'ordiiiario in maniera siffatta da produrre il diaccio, delle stagioni che a Corfii riduconsi a due, cioe Testate e Tinverno, PARTE ITALIANA. 2.S() confondendosl questo coH'autunno, quella colla priiiiaverai e piu di tutto dei venti , del piu frequente e piii costaiite , die e d' ordinario lo scirocco del levante portatore di qualche nuvola , del greco d' ordinario sereno e gagliardissimo , della tramontana piii fredda , ma meno procellosa , del maestro sereno e freddo , del ponente apportatore di freschezza e di vita, del garljino incostante, dell' ostro, molesto ancora piu dello scirocco, dei venti irregolari, delle loro cagioni e delle loro proprieta. Le ixltime pagine di questa parte sono destiuate a de- scrivere la citta di Corfii, la sua popolazione, le marem- me vicine, e lo stato di saluljrita di quella situazione ; per ultimo si parla dello spedale militare , dei difetti delle infermerie , delle malattie alle quali sono suggetti gli abi- tanti, tra le quali la piii comune e il cancro nelle maai- melle. Un cenno si fa pure dei medici di quel paese , le quali cose tutte debbono rlferirsi all" epoca in cui 1" autore vi si trovava. Noa chiuderemo questo breve cenno del- r opera senza notare che 1' autore si mostra molto istrutto nelle anticliita e assai versato nella lettura d' Omero e degli antichi classic! greci , specialraente la dove parla degli orti di Alcinoo , dell' antica Ghersopoli , della fonte di Nausicae ecc. Nella parte seconda si annoveraiio le malattie dall' au- tore osservate nella seconda meta deir anno 1798 , cioe delle febbri continue e delle intermittenti, della dissenteria e della diarrea , della idropisia , delle emorragie , delle convulsion!, delle enfiagioni delle parotidi, della itterizia, del vajuolo e dei dolori reumatici. Leggianio con piacere che un solo caso di vajuolo comparve nell' ospedale, e che quella malattia nella citta non esisteva, non aveva esistito poco da prima , ne ha esistito da poi. Conchiude egli , che il periodo del suo soggiorno in Corfu fu per cosi dire quello del regno delle astenie. Compendio della storia delV astronomia dettato dal marchese di Laplace^ tradotto nel volgare italiano da Antonio Cattaneo chimico-farmacista , maestro privato di economia rurale ecc. — Milano , i8a3, stamperia Brambilla , di pag. 120, in 8.° Lir. 2. Questo compendio non e che il libro V delP esposizione dei sistema del mondo del celebre Laplace, secondo la quinta 260 APPENDICE edizione recenteniente fatta di cjtiel lavoro. L' autore cre- dette clie qucsta parte storica dcU' opera sua potcsse cs- sere a portala di ua maggior nuniero di leg APPENDICE iieir aniiata. Veiiezia , Battaggia, dl pag. io3 , in 8.°, con vame. Lir. i. Cop. looo. Smilax salsaparilla ad luem veneream debellandam parvi iacienda : dissertatio , auctore Francisco Canielli. Padova, Pcuada. Gratis. Cop. 200. Soiieiti pel- le nozze Emo-Capodilista e Maldiua. Padova, stamperia del Seminaiio , di pag. 10, in 16.° Gratis. Cop. i5o- Spiegazione pastorale ordinata per gli Evangelj, delP abate D. Francesco Molena. Tonio p.." Venezia , Parolari , di pag, 3i8 , in 8." Lir. 2. 40. Cop. 935. Stabilimento (dello) delle miniere e relative fabliriclie nol distretto di Agordo : trattato storico , niineralogico, di- sciplinale , di M. A. Corniani degli Algarotti. Venezia , Andreola , di pag. 477, in 8." Lir. 5. 2,5. Cop. 5oo. Storia degp inipcratori roniani di Crevier ; e del Basso Impero , di Le Beau. Vol. 6." Venezia , Alvisopoli , di pag. 260, in 12." Lir. 2. 5o. Cop. 2000. ■ naturale di Buffon prosegiiita e ordinata in ogni parte dei tre rcgni della natura. Venezia , Parolari , vol. 16.° e 17.°, di pag. 282, con 32 rami, e pag. 187. Lir. 4. 80 couiplessivamente. Cop. 1000. Testaniento ( nuovo ) del nostro signor Gesu Cristo , se- condo la volgata , tradotto in lingua italiana e con an- notazioni dicbiarato da monsig. Antonio Martini. Vol. 26.°, di pag. 336 , in 8.° Lir. 2. 5o. Cop. 200. Vantaggi (dei ) dalla cattolica religioue derivati alia geo- gralia e scienze annesse : Dissertazione dell' em. cardi- nale Placido Zurla , con annotazioni. Venezia, Picotti , di pag. 62 , in 8." Lir. i. 2 5. Cop. 1000. Versi in morte del dottor Tommaso Clielli , di Giorgio Zuariin. Padova, stamperia della Minerva, di pag. 48, in 8." Lir. i. Cop. 5oo. Vite (le) degli uomini illnstri di Flutarco. Vol. 1 1.* Udine, Mattiuzzi , di pag. 3o3, in 16.°, con due rami. Lir. 2. 78. Cop. i5oo. Visite al santissimo Sacramento per ogni giorno del mese, del ])eato Alfonso de' Liguori. Venezia , Curti, di p. 178, in 12.°, con I'ame. Cent. 75. Cop. 5oo. al sautissiiiio Sacramento ed a Maria santissima per ogni giorno del mese, del beato Alfonso de' Liguori. Udine, Miirero 5 di pag. 167, iu ia,° Cent. 75. Cop. 360. I'AnXE ITA.LIAN.V. 377 Incisioni. cp ijln Altare della B. Vergine del tnoiite Berico di VIcenza , di- segnato ed inciso da Marco Nalle. Vicenza, ]Nalle. Gen- tesimi 10. Cop. 3oo. Deposizione ( la ) dalla croce : cjuadro della collezione di Francesco Pertusati di Milano , dipinto da Paolo Caliari; ed inciso da Vincenzo Brunelli. Vicenza, Zamboni. Cen- tesimi 10. Cop. 3oo. Felice ( Santi ) e Fortunato primi protettori di Vicenza , disegiiati ed incisi da Gio. Lago. Vicenza , Nalle. Raccolta de' piii sceiti oi'nati che si trovano spa*i nella regia citta di Venezia , disegnati da Gaclo SiinonetU ed incisi da Marco Prospermia alunni delT T. R. Accademia veneta di belle arti. Vol. 6." Venezia, Prosperini, in 4.% con 4 tavole. Lir. i. aS. Cop. 20c. In carta velina , lir. I. 75. Cop. 60. P I E M O N T E. Publii Ovidli Nasonis opera omnia ex recensione Petri c Burmanni. Tomus sextiis. — Angiistoe Taurinorum ex typis vidaoe Pomha et ftlioriim iSaS. M. Attl Plaiiti Comoedioe , qiice extant^ ex recensione F. H. Bothe. Tomus tertlus. — Augustoe Tauri- norum ex ty^pis viduce Pomha etc. C, Velleii Patercull quce extant opera ex recensione Davldis Ruhtikend. Tomus secundus. — Augustoe Taurinorum etc. Ecco tre grossi volumi della bella collezione dei Classici latini , che si pubblicano in Torino dalla vedova Poaiba e figli. In un avviso agli associati , preniesso al volume terzo del Plauto, gli editori fanno osservare la soUecitu- dine, colla* quale hanno pubblicati i volumi XXII , XXIII e XXIV di essa collezione, e la esattezza colla quale hanno adempiute le loro promesse, tanto relativamente alia cor- rezione dei testi e delle note , ed alia bellezza dei carat- teri e della carta, quanto riguardo al premio proposto ai primi 5oo associati , ed aH'impegno assunto di pubblicare costantemente un volume al mese. Noi lodammo altra volta la tipografica esecuzione, ed era non possiamo die fare Bibl. IiaL T. XXXI. i8 270 APPEND ICE applaiiso alia sollecitudine degll editori , tanto piii che pubblicando iti quesranno maggior numero di voluini , si propongono di rienipiere la lacuna prodotta dalla pubbli- cazione di soli nove volumi neir anno scorso , cagionata da imprevedute circostanze. Altro avviso ti-oviamo premesso al volume XXII del- rintera collezione, die e il VI dell' Ovidio, del quale ci disponiamo oi-a a fare parola. In que«to pure vediamo una novella prova della buona fede e diligenza degli editori niedesimi, perche essendo occorsa una oniissione nell' ul- tima annotazione ai Fasti , affine di ripararvi hanno ag- giunto a questo volume un foglietto di ristampa colle op- portune correzioni. Questo pero, secondo T avviso, dovrebbe inserirsi tra le pagine 438 e 441 del volume dei Fasti , e invece troviamo che porta il numero paginale 45 1 , laonde o vi ha errore nel numero della pagiua medesima, o nella prescrizione portata nelF avviso. Nel VI volume di Ovidio, il di'cui testo, come gia si disse i viene esposto fedelmente come e stato ridotto da Pietro Burmanno , contengonsi i cinque libri delle cose tristi. A ciascuna elegia sono premessi gli argomenti di antica mano , comodissimi per chi legge , e gia abbiamo altrove parlato del merito delle note gramaticali non solo , ma alcune altresi di critica erudizione. Piene sono pure alcune di esse di assai dottrina , e quelle massime del- r Einsio che accompagnano la pistola IX del libro II. Molta dottrina ha sviluppato altresi il Burmanno nelle note alia pistola IX del libro IV di quelle scritte dal Ponto , che pure in questo volume si contengono. Su la fine del volume si sono inserite alcune Elegie di moderni poeti relative aA Ovidio ; V nna. dnW Einsio indiritta al cele- bre Tuano su I' esilio del poeta , V altra su lo stesso argo- mento scritta da Pietro Burmanno a Teodoro di Velthuisen; finalmente alcuni versi di Giulio Cesare Scaligero, nei quali si fa parlare il poeta esule ad Augusto. , Quattro commedie contengonsi nel tomo III di Plauto , il Soldato glorioso , la Mostellaria , la Persa , e il piccolo Cartaginese. II testo, come altrove notammo, viene ripor- tato esattamente quale e nella edizione del Bothe. Le note sono, giusta al solito copiose, ed alcune atte a rischiarare il testo di uno scrittore, che pub riguardarsi talvolta come uno dei piii oscuri. Degae specialmente di lode per la 1>\RTE ITALIANA. 279 critica erudlzione ci sono sembrate quelle sogglunte ai vers. 376 e laSy del Soldato gloJ^so. Al piccolo Cartagi- nese ecu opportuno avvisamento si sono soggiunti alcuni ■versi,che trovansi rsgistrati nelle antiche edizioni. Prezzo deir opera sarebbe stato tuttavia lo esporre nelle note cri:^ tiche, o almeno il ricercare come aggiunti si fossero quei "versi , se in via di enienda , o piuttosto , come senibra assai probabile , di varia lezione , giaccbe tanto in questi , come nel testo medesimo trovasi la conclusione o la frase finale della romana commedia , cioe 1' invocazione degli applausi. Giovera avvertire in proposito del piccolo Cartaginese , che questa f u , forse la sola coaimedia di Terenzio, rap- presentata in Roma nel secolo XVI, e sotto il pontificato giprioso di Leone X. Si pub ragionevolmente supporre , che questa si trovasse la piii accomodata ai nostri costu- nii , e che essa abbia non poco contribuito a far risor- gere tra gl' Italiani il gusto dell'antica commedia , sgrazia- tamente ne' tempi della barbaric obbliato , e ricomparso soltanto mostruoso nel prinio rinnovamento delle rappre- sentazjoni drammatiche. II tomo che ora si pi'esenta del Vellejo Patercolo non e che il tomo II della edizione del Hunkenio, nel qiiale qnel dotto filologo , dopo di avere adornato il testo nel primo volume con copiose sue annotazioni a pie di pagina, rac- colse a parte tutte le annotazioni di molti altri eruditi , che prima di esso illustrato avevano quello storico. II primo volume , gia dagli editori Torinesi pubblicato, formava il IX di tutta la collezione , ed essi rimasti erano in sospeso su la pubblicazione del secondo^ dubbiosi se quel volume potesse venire da tutti gli associati aggradito , e gelosi al- tronde di non incorrere la taccia di moltiplicare anche inutilmente i voluini. Esplorarono per cio il parere dcgli associati e dei dotti d' Italia , e dalls maggior parte rice- vettero in risposta che da tutti desideravasi la pubblica- zione di queste annotazioni aggiunte , giacclie con questo solo veniva ad essere compiuta T edizione Runkeniana. Solleciti adunque di fare cosa grata agli eruditi , e di ren- dere sempre piii decorosa la collezione loro , non tarda- rono a pul:tj)licare questo volume , e siccome il Velleio Patercolo del Runkenio gia da essi pubblicato non portava alci\na nota nel frontlspizio , che diibbio l.-isciasse d^Ua aSo APl'ENDICE pubblicazione di un secondo volume , si fecero ansiosi gli editori stessi di unire a questo volume uii frontispizio volante da sostituirsi al primo , col quale viene quello co- stituito il volume primo dell' opera , mentre il secondo e quello clie ora si pubblica. Queste note poste sotto il titolo di annotaziom di varj interpreti, e quelle massime cbe a Giusto Lipsio, al Bur- ma nno ., al Boeder o , si Grutero ed aW Einsio appartengono, sono ripiene della piii squisiia erudizlone, e vi si veggono pure rifuse per intero quelle contenute nelle Osservazioni del Gronovio ed in altri libri separatamente stampati in- dependentemente da quelli , die sono perpetuamente col- legate col lesto Vellejano. In seguito a quelle di varj interpreti trovansi le note di Andrea Scotto intorno alle colonie, cbe pure riguardare si debbono come una preziosa aggiunta; queste pero non concernono tutte il solo Patercolo , ma ancbe Sesto Giulio Frontino. A tutte quelle note si soggiugne un indice assai vantaggioso , ed ancbe 1' indice degli autori, che nelle note medesime vengono emendati o illustrati. Ci congratuliamo adunque non tanto coi laboriosi edi- tori , quanto coi dotti d' Italia , cbe questa edizione pro- gredisca colla eguale nitldezza e correzione, ed ancbe con tutta la soUecitudine cbe desiderare si potrebbe. CORRISPONDENZA. Al sig. Dlrettore della Blblioteca italiana. Firenze , 3 giugno i8a3. H< letto nel volume d' aprile 1' articolo sul mio Turpino. Ho piacere cbe non sia stata disapprovata la mia idea di dare all' Italia un' edizione di questo libro , dai piu creduto immaginario. Nel farvi quelle illustrazioni noa mi son proposto di scrivere un' enciclopedia Turpi~ nesca , nia di accenuare 1' uso che puo farsi di questi li- bri , ne' quali senza essere apologisti de' secoli barbari, si puo trovare pascolo per cbi si ricorda cbe noi siauio i successori non direttamente di Augusto e de' tempi inigliori. PARTE ITALIANA. 281 ma di quelli di monsig. Turpino , e che non bisogna sal- tare quest' anello. II metodo proposto in quell' articolo non era conveniente per me che capitolo per capitolo voUi notare qiiello che mi pai've a proposito senza mettervi grand' importan/a. In quanto al credere che 1' Orgagna abbia inteso di dij^ingere quella visione del monaco sici- liano , mi e sembrato molto probabile perch e sitrattad'ua campo santo , dove fino dalia sua fondazione si fa la festa de' morti , istituita, come credesi, in seguito di quella vi- sione ; e si canta la messa appunto li sotto a quel quadro o a quella rappresentazione della visione suddetta. Nep- pure ho inteso di dire che tutti i grandi artisti abbiano adottato sempre i costumi del tempo loro ; giacche dissi spesso essere accaduto , intendendo specialmente di quelli pill antichi ; ^d in fatti da Giotto fino al secolo erudite di Leon X veggiamo per lo piu i costumi del tempo anche negli argomenti antichi. Ma per cio che spetta alia Cena di Leonardo , il mio tema era di dire ch' egli seguito il costume ricevuto non a' tempi suoi , ma quello quasi di- rei di convenzione nel rappresentare quel soggetto ; e c 6 dissi per difenderlo dall' accusa di non aver conservato iil costume antico di stare a tavola. lo mi lusingo ciie facendo un poco meglio attenzione a quella mia idea , Tautore del- r articolo si trovera d" accordo con me. Per la stessa ragioae sopra indicata ho dato a stamparsi la copia del codice contenente la presa di Narbona e Carcassona ecc. fatta da Carlo Magno , romanzo anche questo sul fare di quello di Turpino ; ma forse piu macchinoso e con piii intreccio ; lo credo inedito , ma me ne assicurero. Vi faro delle os- servazioni cosi in punta di penna ; e sarb contento di dare ad altri occasione di fare di piii e meglio ; perche questa in sostanza debb' essere la principal mira di chi riproduce cose rare o inedite , d' involarle cioe alia perdita o all' oblio , perche poi tutti ne profittino e le considerino per que' lati che possono presentare. II fare diversaniente affaccia la pretensione di non voler nulla la- sciare agli altri da fare , ne da pensare ,• si corre rischio di riempire di borra de' grossi tomi o per guadagnare o per imporre. Intanto mi creda pieno di rispetto e di stima Suo Divotiss." obblig." serv.* Sebastiano Ciar/ini, 382 APTENDICR NOTIZIE LETTERARIE. Premio qninquennale di scudi mille foiidato dalla munificenza di S. A. I. e R. Ferdinando Terzo grniidtica di Toscana , come apparisce dal titolo XXIV delle Costituzioni dell' I. e R. Accademia della Crusca: il qual titolo e del seguente tenore: a OEftEf/TEiTENTE alia sovraita volonta manifestata alt Acca- demia con rescritto del iq novembre 1 8 14 mforno al premio da distribitirsi ^ ed in seguito delle mtinificenti ulterlori dispo- sizioni pnrtecipate alia medesima con i rescritii de' f e 19 gennajo 1819 essa Accademia e autorizzata ad annunziare , essere stabVito un premio di scudi mille per aggiudicarsi da lei ogni cinque anni ad un opera italiana, che alia pluralit.a dei voti degli accademici residenti sia riconosciuta per una produzione di merito singolire ( cioe che all' importanza della materia jiniica purita ed eleganza di stile ) , e degna di esser propost.a a sua Altezza iniperiale e r'eale pel consegui- mento del detto premio. Si ammettono al concorso le opere italiane manoscritte e in istampa inviate all' accademia dai loro autori , purche la pubblicazione delle stampate abbia avuto effttto nel quin- quennia che precede il concorso. Intorno al modo e alle cnndizioni richieste neVe opere da presentarsi, e incaricata I' Accademia di formare un pro- gramma da sottoporsi, prima di pubblicarlo , all' approvazione sovrana. La prima distribuzione del premio e fissata pel marzo del 1820, Se I' Accademia non trovi fra le opere presentate al con- corso alcuna che sia di merito singolare, e tale da poter conseguire I' intero premio, pub div'iderlo fra due opere da lei riputate migliori. E se non giudica esservene alcuna me- ritevole di premio , differisce la distribuzione di esso all' anno successivo. In virtii delle quali sovrane dlsposizioni T I. e K. Ac- cademia della Crusca pubblica , ottenutane la regia ap- provazione, H seguente PARTE ITALIANA. a83 Prosramma. "— ^— "— Giuseppe Acerb j , direttore ed editore. I. Sono ammesse al concorso del iSaS Opere italiane ■ nianoscritte e stanipate , si in prosa , e si in verso. < II. Le opere manoscritte debbono essere nette , e di carattere bene iiitelligibile, e quelle ia Istampa coaipiuta- mente pubblicate dentro il qninquennio , che incomiuciato ^ dair anno 1819 inclusive, terniinera a tutto il dicembre del 1823. III. Non si ammettono al concorso altri volgarizzamenti, che i provenienli dal greco e dal latino. '* lY. Tutte le Opei-e si manoscritte, come in istampa, inviate al concorso, divengono proprieta dell' Accademia. Si pernlette agli autori delle manoscritte di estrarne copia a loro spese , fattane prima istanza all' Accademia. V. Le opere debbono rimettersi al segretario dell' Ac- cademia franche di porto a tutto il di 3 1 dicembre del correute anno 1823. Se ne pervenissero spirato detto termine , saranno custodite dall'Accademia per restituirsi ai loro autori; perocche non si ammettono giustificazioni sul ritardo. VI. Possono i concorrenti celare il loro nome. Ia questo caso debbono porre in fronte delle loro opere un motto, e questo ripetere sopra una polizza sigillata , den- tro alia quale avranno scritto il loro nome. Le polizze si aprono solo quando T opere che accompagnano , siano premiate. Diversamente, si abbruciano. YII. Restando premiate opere manoscritte , debbono queste farsi stampare dai loro autori prima che essi ne riscuotano il premio. Nella stampa delle medesime non possono farsi variazioni di nessuna sorte , se prima noa siano sottoposte al giudizio dell' Accademia. Firenze , 10 giugno 1823. V. Francesco del Furia, Arciconsolo. Gio. Batista Zannoni, Segretario. Milano , dalV I, R. Stamperia, J Osservazioni meteorologiche fatte a IV L R. Osservatorio di Brera. A G 0 S T 0 1823. M A T T 1 N A. < S E R / Stato del cielo. 'a C N < O — V J3 " 2 ^ z N C V g — U < i 0 c Stato del cielo. 6 u ^ 0 XI V 6 N > V 11 poll . lia. a poll . lin. 0 I 27 q,o + ib,6 0 Nuv. rotto. 27 10,0 + J0,0 s 0 Ser. nnv. ser. 2 27 10,8 + 14,5 N 0 Si'reno. 27 10,5 +22,0 0 Ser. nuv.ueb. 3 27 io,S + iS,8 N Sereno. 27 io,r + J2,8 S E Sereno. 4 27 10,0 + 17,0 N E Serf no. 27 9.5 +23,() £ Sereno. 5 27 9,2 + 19,0 E Nebb. ser. 27 8,8 + 23,4 £ Piov.nnv.ser. 6 27 8,7 + 1(1,7 0 fe.pio.nu.rot. 27 8,^ +20,5 M £ Nuv. ser. 7 27 8,8 + 17,5 N Nuv ser. nuv. 27 8,9 +2 1,5 S 0 Nebbioso. 8 27 9,0 + i5,5 N 0 -Sfreno. 27 9,0 +22,0 N Ser nuv. 9 27 9,0 +16,0 N Te.pio.nu.rot. 27 9,c + 20,7 S 0 Sereno. 10 ^7 9,« +14,5 N 0 Sereno. 27 11,0 + 21,0 0 Sereno. n 28 0,0 +14,5 N Sereno. 27 11,2 +20,5 0 Sereno. 12 27 11,2 + i5,o N E Sfreno. 27 10,3 +21,7 E Sereno. Ij 27 10,0 + 16,0 S Sereno. 27 9,0 +2 3,0 0 Sereno. 14 37 9,f^ + 18,4 S E Nfbb ser. 37 8,0 +22,0 SO Sereno. iS 27 7,S +A7 + i5,o N E Nuv. ser. 27 8,5 +20,5 a E Nuv. sereno. i6 27 9,7 N E Nuv. ser. 27 9,0 +-iO,5 £ Nuv. rotto. '7 27 9,0 + i6,5 N E Nuvolo. 27 9,5 +20,7 E Nuv. rotto. i8 27 10,5 + lt>,0 E Ser. nuv. 27 10,^ +20,4 E Ser. nebbioso. 19 27 11,4 +14,5 N Sereno. 27 11,2 +21,4 N E Sereno. ao 27 11,0 +i5,5 N E Sereno. 27 9,^ +21,5 S Sei-eno. 21 27 8,9 +17,0 N E Nuv.tem.piog. ,27 8,0 +20,5 E Ser. nuv. ser. 22 27 9,0 + 14,0 N Sereno. !27 10,0 +20,6 S Sereno. a3 27 11,0 +i3,8 N Sereno. 27 10,8 + 21,0 0 Ser nebb. 24 27 11,4 + i5,5 N Sereno. 27 11,2 +22,0 E Sereno. 2l> 27 11,6 + i5,o N Sereno. 27 ii,r +22,7 S Sereno. 26 27 11,0 + i5,8 N 0 Sereno. 27 10,7 + 23,A S E Sereno. 27 27 10,4 +i6,c N Sereno. 27 10,^ +2 3,2 S Ser. . . temp. 28 ^7 11,0 + 17,5 N E Ser. nuv. ser. 27 10,7 + 23,2 E Sereno. To 27 27 10,7 10,8 + I7,« + 17,3 N N Ser. nuv. ser. Sereno. 27 10,2 +j3,o +23,5 E S Sereno. Sereno. 27 10,8 61 27 10,9 + 18,0 N Ser. nuv. ser. 27 10,2 +23,5 s 0 Ser. neb. nuv. Altezza mass, del bar. poll. 28 lin. 0,0 Altezza mass, del t erm. + 23,6 + 1 3,8 " -^ /• " /,J . . . + 18,93 Quantita della pioggia lin. 9,68. 285 BIBLIOTECA ITALIANA ^dh&^im& A 026. PARTE!. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. Delia Tanisiade poema eroico di Giovanni Ladislao FiJih'ER, e d wi suo episodio tradotto dal cav. Andrea Maffei. N. lELT.A. Tunislade e cantata quella impresa di Carlo Qulnto , che forse rcco air umanita il mag- giore vantaggio: poiche allora non si tratto soltanto della conquista d una citta scellerata, e della libe- razione di ben ventimila schiavi cristiani, ma ven- ne assicnrato in que' combattimenti di mare e di terra, che Italia, e piu tardi Europa tutta non servirebbero ai barbari. Quella vittoria tronco gli ardinienti del pirata Gliereddino Barbarossa , che meditava occupare d' un primo passo la Sicilia e il Regno di Napoli , e sfrenato all' ambizione con- citava i popoli alTricani ad armaisi e seguirlo. Ne puo dirsi , quanto irreparabile danno sarebbe ve- nuto air Europa, se Carlo V non dissipava Y ar- mata del fiero corsaro. Noi Italiani, che saremmo stati prima e vicina preda a que'barbareschi , non possiamo dubitare , che magnanima e gloriosa non fosse F impresa di Carlo , la quale a tutte le Blbl. Ital. T. XXXI. 19 a86 DELL A. TUNISIADE POEMV EROICO nazioiii , che si pregiano della loro civilta , parra sempre degno argoniento d' un' Epopea. Ne air animo reiigioso del Patriarca di Venezia Giovanni Ladislao Pirker poteva occorrere sog- getto piu conveniente ; perche se bello e a'' mi- nistri del tempio salnieggiare al Dio della pace, de- coroso e pur anche cantare il Dio degli eserciti, quando a quella pace non si puo arrivare die per la strada delle battaglie. Assai lungo sarebbe il nostro discorso, se avessimo proposto di aprire ai lettori le insigni bellezze di questo poema , ma la Biblioteca Italiana non puo occuparsi di opere stra- niere , se non quando vengono tradotte al nostro bello idioma. Basti dire in j^enerale , che tutta la Germania consent! a lodare altamente la Tunisiade, e a riguardarla come una riccliezza della nazione: la poesia vi apparisce nella piena sua magnilicenza, e i versi vanno si di2;nitosi ed alteri, che raolti vollero dire essere il Pirker per questa parte su- periore al Klopstok , al Goethe ed al Voss , che pur nella bellezza degli esametri soverchiarono ogni altro tedesco. II cavaliere Andrea Maffei invaghito da tanta armonia, sospese alcun poco la sua felice versione del Messia per darne tradotta la morte di Matilde: dilicato episodio, che senza parere novissimo fara pia a lagrimare ogni anima che ha intelletto di amore. E a questo episodio e volta V intenzione delle nostre parole , le quali vogliono , ove loro liesca , niostrare, com'' egli nasca spontaneo nel poema , e lo ajuti. A CIO fare noi abbiamo pensato di offerire tra- dotti i brevi argomenti dei dodici canti , e per- che in essi potrebbe spiacere il trovare uniti senza saperne il perche Maometto, Saladino , Attila, Ce- sare , Scipinne e alrri tali famosi , ne forza pre- mettere, ([uale macchina abbia introdotta il poeta. Essa desto in Lamagna grande romore, come suol avvenire delle cose novissinie , e corsero quasi DI GIOVANNI LAD1SLA.0 PIRKER. 287 eguali le voci della lode e del biasimo. Noi clie noil osiamo aderirci ne alle prime, ne alle seconde, in quella voce riferiremo le parole proprie con che r autore spiego il suo divisamento {Archivio dl geografia, di storia, di politica e d" arte militare, N.' 120 e 124.). Qiiesta cognizione e necessaria an- che al pieno intendimento delF Episodic. « Siccome un poema eroico senza maraviglioso , senza collegamento delle cose naturali colle sopran- naturali , e quindi senza la cosi detta macchina non puo ottenere il noma d'Epopea, cosi avendo T an- tica perduto la sua applicazione, ne soddisfacendo alcuna delle nuove , resta ancora da sciogliere il diflicile problema di trovarne una conveniente alia novella Epopea. L' antica macchina Omerica e senza contrasto, in ispecie neiriliade, la piii eccellente, ne alcuna delle nuove V agguaglia: che anzi piu tardi di lui non riesci ad alcuno servirsene con tanta felicita. Pe' suoi tempi , ne' quali un nobilis- simo sentimento eroico s' accoppiava alia semplicita de' costumi e ad una fanciullesca schiettezza , i suoi Dei erano pienamente appropriati a rappresen- tarsi in unione cogli uomini. NelT Iliade il Cielo aperto , e Troja co'' suoi contorni fanno una sola grande scena , ove i nostri occhi maravigliati ora si volgono air alto Olimpo, con tutte le sue splen- deuti apparenze , ed ora alia soggetta terra ravvi- vata dal tumulto delle battaglie. Quegli Iddii sono r ideale delF umaua forza e bellezza , e se come womiui essi pensano e agiscono , questo appunto apre il circolo magico, uscendo del quale vengono a toccare rumanita, questo appunto li rende i numi della poesia. Per un' idea piu sublime della Divinita i linffuassi non hanno parole. » Virgilio , che viveva pu'i tardi in un secoio piu ralhnato , e formava involontariamcnte anclie gli eroi delP antichita ad imagine di quei del suo tempo , non sapeva pin come bene metterli in atto iusieme a'suoi Dei. II teatro e fuori di Itiogo, aSS DELL\ TUNISI.VDE P0EM4 EROICO r Olimpo e sparito dietro scure nuvole lungi dal vero suo posto , e il facile e vivo commercio tra gli eroi del cielo e della terra e svanito. Nelle poe- sie moderne essi non possono piu comparire sen- za diventare ridicoli. In queste noi vediamo in- trodotti Esseri piii sublimi, ai quali contrastano i piti riprovati. II Milton e il Rlopstock hanno fatto il possibile per rendere attivi gli Angeli e i De- mon) nel regno della poesia , nia il niondo ha gia giudicato con clie poca fortnna. Quegli Esseri stanno troppo alto o troppo basso in confronto deir umana natura , e niancando loro la necessaria individuazione , la fantasia non puo tenerli li fer- nii-, e dipinti anclie co"' pid vivari colori , impalli- discono tosto di nuovo , e privi di consistenza si dilfguano come nuvole minaccianti sulla sera il tempoiale, che ora accese dal lampo, ora indorate dal sole cadente spariscono. Ancor meno si pote- rono trapiantare neir Olimpo fatto deserto gli Dei settentrionali , che ci resteranno sempre stranieri , o le fredde imagini allegoriche, perche manca ad esse una forma precisa. 5> Dopo r inutile meditare d' nn anno, nn passo della prima lettera ai Corinti (Cap. XV, vers. 24.) ha in .ne svegliate le idee, secondo le tpiali ho cercato disporre la macchina del mio poema. Quel passo, dopo che Paolo ha parlato del modo della risurrezione, dice cosi : Poi sard la fine ^ quando egli ( Cristo ) avrd rimesso il regno in man di Dio Padre , dopo cli egli avrd ridotta al niente ogni si- gnoria, ed ogni podestd e potenza: e nel versetto 26. II n mico , che sard disti-utto V ultimo , e la morte. Le signoiie, le podesta e potenze, di cui egli parla , souo qualche cosa , che si oppone al regno di Dio , poiche il nimico che sara distrutto V ul- timo, e la morte, e prima di lei debbono perir que' nemici. Ma chi son essi ? Nella lettera ai E.0- mani ( Cap. VIII, vers. 38. ) si legge: lo son persuaso che ne morte , ne vita , ne angeli , ne principati , ne DI GIOV4NNI LAD1SLA.O PIRKER. 289 podestd , lie cose preseiiti , ne cose fitUire , iioii po- tranno separarci daW amore di Dio. Qui sono chia— raniente contrasseg,nati gli Angeli (caduti), i prin- cipati e le podesta, che agiscono come ininiiche. Da cjueste avverte guardarsi TApostolo nella lettera a quelli d' Efeso (Cap. VI, vers. 10, i3.): Fratelli miei , fortificatevi nel Signoj'e , e nella forza della sua possanza :' vestite tutta V armatura di Dio per- poter dimorar ritti e fermi contro le insidie del Diavolo , con- ciossiacosache not 110:1 abbiamo il cornbattimento contro a sangue e carne^ ma contro a' principati ^ contra alle podestd , contro a rettori del rnondo e delle tcnebre di questo secolo^ contro gli spiriti maligni ne'' luoghi celesti. 11 Supremo dominatore del mondo e da Cristo medesimo coutrassegnato in questo senso ( Giov. Cap. XII, vers. 3i. ) : Ora si fa giudizio sul mondo : ora il priiicipe di questo mondo e cac- ciato fuori. Cosi quel passo mi condusse sempre piu avanti , e i materiali per la mia fabbrica mi vennero di per se stessi alle mani. II Principe delle tenebre viene cacciato e incatenato nelV abisso per mille anni ( Apos. Giov. XX , vers. 2. ) : quindi egli giaceva fuori della mia veduta ; ma io co- me poeta , non come iuterprete , vidi quello che fugge ai sensi , lo spazio supeiiore delT aria po- polato da innumerabili spiriti , ai quali potrebbe applicarsi quel passo agli Efesj (Cap. Ill, vers. 10): AccioccJie sia data a conoscere d prmcipati ed alle podestd ne liioghi celesti per la Chiesa la molto va- lid sapienza di Dio. Essi vanno cola dalT interno vuoto della terra , che nella creazione s' era for- mato secondo la legge della forza centrifuga, dal- r abisso loro ordinario soggiorno. Siccome la totale distruzione e loro annunziata soltanto col novis— simo giorno , in conseguenza dopo un tempo deter- minato, cosi potrebbero non esser tutti egualmente cattivi , e a quelli che furono senza loro colpa ignoranti, ai deboli , e non indurati, che non vis- sero nella religione cristiana , festerebbe ancora 290 DELLA. TITNISIADE POEMA r.ROICO im mezzo di accostaisi niag2;iormente , come per una via di salute alTeterno re2;no di luce mediante il riconoscimento del meglio , che a loro come a spiriti indagatori sta aperto uel cuore e nelle azioni del veio Cristiano. la questo mio guardare io riconobbi gli spiriti delF anticliiia , che tuttoia continuo giuoco delF erroi'e e delle passioni , clie sulla terra gli menarono, come bamliini, ne felici, ne pienamente miseri , mi venivauo incontro con quella prccisa fisonomia che avea disegnata la storia. Tra loro erano for'ti, posscnti nature, e sic* come le fiamme della guerra avvampavano avanti i miei occhi per la liberazione de" Cristiani in Tu- nisi, cosi io li vidi muovere a quella volta, e ado- perarsi , come nn tempo soleano , in quanto privi della vita terrena , potevano Inspirando consigli mostrarsi attuosi tra i vivi. Non altrimenti gli Dei d' Omero agirono sopra gli Eroi. Io li vidi a bat-- taglia fra loro, e vivissima vita nell'aria, e su per la terra. II regno della fantasia, Cui il sensibile greco avea popolato, non era vuoto di nuovi abi- tatori, a cui interessarci dopo che gli antichi Dei erano tornati alia lor patria. » Dopo queste ingegnose parole del poeta noi met- tiamo tosto £.li ar^omenti dei dodici canti. Canto peimo. Introduzione. Un messo annunzia air Imperatore , che la flotta de' nemici muove verso Barcellona. Nello stesso tempo Muleis Hassan sbandito re di Tunisi viene a siqiplicarlo di patrocinio. — Pre- ■ghiera vespertina delT Imperatore nel Duomo di Madrid. — Visione deir Imperatore nella quale il suo antenato Rodolfo gli svela gli arcani del regno degli spiriti , e gli annunzia la vittoria. — Grido di Rodo*lfo nel centre della terra. r>t giovan??! ladtslao pirker. 29 1 Canto secondo. Le caverne dentro V Etna. — Maometto vi aduna le sue torme di spititi, e gU stimola ad opporsi ostilmente ai Cristiani ; ciononostante dal centro della terra si slanciano Alessandro magno , Cesare, Annibale e Saladino per mettersi dalla parte del- r Imperatore. Maometto chiama dallo spazio invi- sibile dell'aria anche Attila in ajuto. — L' Impe- ratore convoca ancor nella notte le Corti , e va con Muleis Hassan verso Barcellona. — Notturno sbarco de' Corsari , e saccheggio. Canto ti;rzo. Una parte del navilio si unisce avanti Barcel- lona. — Vien primo il Doria, poi Lodovico di Por- togallo, finalmente Ruiter cogli Olandesi. — L'al- tra parte si raduna presso le coste d' Italia a Porto Venere. — Imbarco degli Italiani e de' Tedeschi. — Catalogo delle truppe tedesche. Loro partenza. Notte. — Maometto incita il corsaro Abdul ad at- taccare la nave di Sarno , clie gli veleggia dietro. Sarno preso. — Si conglangono i rinforzi di Roma. — Arrivo a Napoli. — Si unisce conduceudo le forze di Napoli il figlio del Vicere Toledo , la cui consorte Matilde rapita dai Corsari e a Tuiiisi. — Partenza per Cagliari. Canto quarto. Arrivo deir Imperatore a Barcellona. — Imbarco, e partenza. — Gli spiriti esciti dal centro della terra tumultuano nel seno dell' Etna. — Eruzione della lava. — Burrasca. -^— Mattina. — La flotta ne- mica e a fronte delP imperiale. — Gli spiriti si avvicinano. — Maometto li precorre verso V Afri- ca. — Gli altri restano. — 11 Doria domanda al- r Imperatore la battaglia e il comando di essa. — Alessandro vuol persuadere 1' Imperatore ad as- sumere egli stesso il supremo comando ; questi 202 DELLAi TUNISIA.DE POEMA EROICO resiste. — Battaf!;lia navale. — La flotta nemica dap- principio e superiore. — Cesare move il Doria a (liviclerla. — U nemico navilio clistratto. — Sarno liberate. — Annibale airaspetto del signorejigiaate Romano si mette dalla parte di Airaddiao , e s' af- fretta air aiitica sua patria. — Partenza verso Tu- nis!. C\NT0 QUINT O. Per via si congiunge la squad ra di Malta. — Mi- nacciosi fuochi di guardia suUe coste dell' Affrica. — Arrivo avanti Buschatter ( Utica ) , poi al pro- montorio di Cartagine , e a Goletta. — L' Impera- tore manda due navi di esploratori a riconoscere i luoo^hi da sbarco. — E annuiiciato ad Airaddino r arrivo de' Cristiani. — Ei corre verso Goletta. — Maometto lo incita a far distruggere una delle navi d' esploraziou<5. — Egli cliiama sopra cio i suoi duci a consiglio, e s' affretta a tornare a Tunisi. — Saladino muove verso il castello posto sulla rupe avanti Tunisi , ove gli scliiavi cristiani giacciono incatenati , e mosso dal loro tormento mostra ad Ugo , fido servo di Matilde , la via di salvarli. — Curd. (i). Canto sesto. L'Jmperatore scioglie il consiglio di guerra. — ■ Si arma. — Sbarco. — Sua parlata air esercito sbar- cato. — Ordine dell' esercito. — Dragutte , in cui potere e Matilde , si appressa coir antiauardia. — Primo incontro — Lichtstein n.ette in fuga i ne- mici. — Attila stimola Dragutte a tornar a slidare il capitano nemico a duello. — Toledo se gli op- pone. — Si feriscono scambievolmente , e vengono divisi. — I Maltesi battono coi cannoni dalla parte di mare la posizione nemica , approdano , e colla cavalleria di Lichtstein cacciano V avanguardia. (i) Qucsto canto quinto e il piu ricco di bella ,e vera poesia. DI GIOVANNI LADI3LA0 PIRKER. 298 Airaddino , clie viene a soccorreiia , e strascinato con lei. — L' accanipamento cristiano costrutto an- cor nella notte sul liio2;o , ov' era stara Cartao;ine. — L' Imperatore fra' suoi guerrieri s'addormenta. — Arminio co' suoi spiiiti se gli avvicina , e gli an- nunzia la sua vittoria di la dal mare. — 1 guer- rieri accendono i fuoclii, cucinano i cibi e ce- nano. — Curd notifica a Toledo la salvezza di Ma- tilde. — Attila muove il Sinam a gettarsi sopra raccampamento de' Cristiani. — Molti Cristiani uc- cisi. — Arduino si sacrifica. — Rogendorf generate deir artiglieria fa fuoco coi cannoni sopra i ne- mici. — Salis insegue i fuggenti coi cacciatori ti- rolesi e gli vien fatto onore da Carlo. Canto settimo. Mattina. L' Imperatore sulle ruine di Cartagine. — Maometto ed Attila colle loro schiere eccitano nel cedrifero bosco di Zafiano iin serpente gigan- tesco ad impedire i Cristiani nella costruzione delle trjncee. — Molti da lui sono nccisi. — L" Impera- tore s' affretta a soccorrerli. — Regolo. — II ser- pente ucciso dair Imperatore. — Le trincee sono fabbricate contro Goletta. — Sarno cogli Italian! guernisce le prime trincee. — Alba come messag- giero di pace di Tunisi. — ]\latilde. — Ugo gli fa conoscere i preparativi per lo scampo di lei. — ■ Si comincia a battere Goletta. — Caldo eecessivo. — Salech attacca le trincee degli Italiani. — Sarno e indotto ad escire dalle trincee, uccide Salecli , nia egli pure e ucciso da una palla. — I suoi guer- rieri tornano col suo cadavere combattendo. Canio ottavo. L' Imperatore consola i guerrieri di Sarnn , ed or- dina per vie coperte di avvicinare maggiormente le trincee alia fortezza. — Ugo ajuta Matilde a fuggire e viene strascinato in catene nelle carceri del castello. — Matilde nella grotta delT Oliveto i94 BELLA TUNISIADE POEMA EROICO sente i tlolori del vicino parto. — Cornelia. — In- quietudine di Airaddino. — Maometto eccita F eu- nuco ]\Iemi tj ialleii;iarlo colla danza, e i giiiochi di ver2;iiii Circasse , ma inutilmente. — Airaddino ordina a Tobacco d' assaltare le trincee degli Spa- gniioli. — Gli Spagnuoli superati fuggono. — L'lm- peratore avvisato da Cesare corre in ajuto, e gli inimici sono respinti. — Anclie Arminio e allonta- nato dallo sgnardo del Romano. — Tobacco si uc- cide. — Airaddino s' avanza pel bosco degli olivi. - — Toledo con Curd diretti verso la grotta alia vista de' nemici tornano nel campo , ove 1' Iniperatore fa appunto la rassegna. — Qnesti manda il Lichtstein con un' eletta di gente a prendere d' assalto i trin- cieramcnti del monte, e s' avanza con una parte deir esercito contro il nemico. Canto nono. Maometto ed Attila spingono avanti in fretta i nemici. — Attacco di Airaddino nel bosco degli olivi. — Gli Spagnuoli cedono. — Mendoza li riconduce air attacco. — Egli e ferito. Garzia Lasso gli mena in ajuto la sqnadra de'cavalieri. — I trincieramenti del monte sono presi d' assalto. — Airaddino co- manda di rinnovar la battaglia. — Maometto mette Garzia Lasso in gran rischio , da cui lo salva T Im- peratore. — Morte di Matilde. — Toledo penetra nella grotta e. vi trova T esanime sposa. — Gagliarda pugna air ala sinistra deir esercito. — Orsini il condottiere romano cede, pure Alba colla cavalle- ria gli viene in soccorso e sforza Airaddino a ri- tirarsi. — L' iniperatore viene alia grotta, e con- duce al campo Toledo. Canto decimo. Alessandro rivela a Cesare il motivo del suo nulla adoprarsi. — Annibale esorta il Sinam ad inchiodare Y artiglieria grossa de' Cristiani. — fllao- metto s' alTretta con Attila e le sue torme verso Dl GIOVANNI LAHtSLAO riRKER. 295 r ihtcf rio dbir Etiopia e(^ e(*cita il Samo (i) ad an- nientare col siio liato di fuoco V esercito cristiano. — Giaffar assalta le trincee dcg,li Olaiulcsi e dei Portoghesi ed iuchioda alcuni pezzi d' artiglieria. — ■ Duello. — Don Lodovico uccide GiafFar. — Sinam viene in ajuto de'snoi. -— Fiera raischia. — 11 Samo si appressa , ma viene respinto da un immortale* — II terremoto , il tuOno e le tempeste infuriano* — Tra questi orrori V Iniperatore comanda di pren- dere d' assalto Goletta. — Ritirata del nemico. — Si comincia a battere per Y ultima volta Goletta. — Annibale allontana con astuiia Cesare. Le truppe ordinate de' Cristiani si cacciano avanti, — Goletta e presa d' assalto. > Canto undecimo. Notte. — Airaddino pensa al siiicidio. — Maometto gli mette in cnore di uccidere gli schiavi cristiani. — Sinam lo distoglie dalla sua determinazione. — Gli abitanti di Tunisi sono disarmati. — Saladino rouove il rinegato Medelino a sciorre i ceppi des^li schiavi cristiiini. ■ — Melanconia dell" Imperatore. — Colloquio con Eberstein, cui palesa la sua risolu- zione di finire la vita nella solifudine. Toledo ri- prende coraggio. — Mattina«. — ' Solennita della Comunione. Ricouciliazione degli spiriti ncmici. — Sepoltura degli uccisi. — Marcia deir esercito verso Tunisi. Airaddino di la s' avvicina coir esercito. — L' attacco e dilTerito al giorno seguente. — Egli manda Abu-Sa-id ad assaltare alle spalle il campo de' Cristiani. — Ugo fugge dal carcere e porta al- r Imperatore le notizie degli schiavi cristiani. Canto DuoDEciiiio. Mattina. — L' imperatore da il segno dell' at- tacco. — Salis rende vano lo stratagemma di Abu- Sa-id, e lo Ticdide — Ordine di battaglia dei (1) Vcnto. ■' -^ i^'-^'^ fun-. ■....::. , .. 2g6 DELLA TUNISIADE POEMA EROICO Cristiani. — L' Imperatore tien loro uii discorso, e li conduce contro i nemici. • — Gli spiriti sono allonta- nati dalla battag;lia. — Primi attacchi. — Fuoco vivo della grossa artiglieria. — Attacco. — Dra- gutte ucciso da Toledo. — Battaglia geiieiale. — Toledo ucciso da Airaddino. — I nemici si cac- ciano avanti e circondano Del Guasto , clie facendo un quadrato si difende. — U Imperatore gli viene in ajuto e ferisce Airaddino. — Ultima mortale miscliia. — Fuga de' Turchi. — Ugo trova il sue ucciso padrone , e lo seppellisce nella grotta del bosco al fianco della sposa. — L' antiguardia pe- netra nella citta. — L' Imperatore arriva alle porta ove gli Anzinni gli vengono incontro. — Libera- zione degli schiavi Cristiani. — Ingresso in Tunisi. Si veda ora quanta dolcezza derivo alia nostra lingua dal Canto nono il Maffei. Le fnlminee pupille alza Toledo A! suo dolce Signor , die giusto e pio Miserando I' angosce di quel petto Gli diffonde per entro una dolcezza Di balsamo celeste. Egli s' accampa Col suo popol fedele a la marina , E come a la quiete , al riposato Porto ne le procelle della vita Si rivolge a la rape , ove soggiorna L' amorosa sua luce. Cost quando Inopinato turbine conibatte Presso la fine de' lunglii travagli L' atterrito nocchier , mentre I' orrendo Fiotto sul capo suo mormora e rugge , ' E il fremito dell' onde , e la paura Della morte lo preme , egli s' affi.ssa Coll' ultima speranza al luminoso Faro, che d' immortal face alimenta Cura notturna a' naufraghi navih. Alii ! che I' ultima stilla delV amaro Calice la dolente anco non bevel E r altissimo tuon de' bellicosi r DI GIOVANNI LADISLiO PIRKER. 397 Concavi bronzi , e il sonito dell' arini , E il fremir de cavalli, e le incessanti Scorribande , die intronano le mute Latebre della rupe non per anco Sgomentano I' estrema ora mortale Alia misera donna ; e non per anco Delle durme ferod il giuramento , L' ululato de' vinti , e I' indistinto Gemito de' cadenti e de' morenti , La conduce a tremar per ogni vena ; A la stiipida pietra , a le deserte Volte delta spelonca ella palesa Da mortal non udlta il suo dolore. Occulta alia pieta dell' amoroso Vecchio , la sconsolata ivi ripara Sulla vile gramigna , e la circonda H profondo silenzio della notte. Alto duol, tema e disperanza , d petto Duramente le scempiano e n aggelano Ogni fibra , ogni moto. Ella sovente Disviene e cade , e piii dolor I' assale Nella veglia de' sensi. Oh chi soccorre La dolorosa in questo ultimo pianto ? Ed ecco per I' oscuro antro librarse La superbia di Eoma , I' animosa Madre de' Gracchi. II solido macigno L.a ricevette permanendo unito , Come riceve nitido cristallo Raggio di sole. La grand' ombra inchina Al costei miserabile lamento , E sbigottita i vaghi occhi rigira Sperando , ivi traesse un qualcheduno Pietoso e soccorrevole ; ma vana f^a speranza tomb : mute del giorno Erano I' opre , la citta remota , Derelitta la selva. Ella , siccome Magnanima , ed avvezza alle sciagure , Le ginocchie raddoppia , e risostiene L' amato capo omai grave di morte. Ma quella oppressa di subita doglia Spone dal grembo il faticoso incarco ; E cosi vinta nel dolor com' era , 2gS DBLJiA TUNISI\nE POEMA EKOICO Al petto ansio lo preinc, ed in devoio Atto composta il Trino-uno invocando La sacra vi riversa onda liistrale. Allor di pill profonde orme di niorte La travagUa il dolor : le moribonde Luci solleva , e I' Angela di Dio Dall affannata wnanita la scioglie. Piit e pin lento a lei palpita il core, E gia posa e quieta. Ella sospesa Sovra I' ali d' amor , pria die il gran volo All' amplesso divin la ricongiunga, Volge I' ultimo sguardo cdla terrena Career e , ond' esce allegra pellegrina : E vede ed ode sn la fredda spoglia II digiuno fanciul , che vanamente Chiede gemendo il fonte della vita Dalla squallida poppa. A quella vista Piove dirotto dalla madre il pianto , Ma pianto di dolcezza. Oh te beata ! Questo succiso tuo germe gentile Dilatera le benedette foglie Nei giardini di Dio , fatto immortnle Di bellezza impassibile. Soave Come raggio di sera infra I' esangui Braccia tramonta , e la seconda vita Tutto lo innova di celesti rai. Cost divampa ropldo I' asfalto, A cui della morente esca trapassa Poca favilki a suscitar le forze Del sopito elemento: indi siccome Duo chiare onde gemelle , d' una fonte Derivate pur anzi, ed avviate Per diverso cammino alia discesa , Precipiti dall! alto si devolgono Gill per lo clivo , che fiorito e verde Educb tra' filari il fontaniere , E gorgogliando celeri s' affrettano A riunir le due linfe divise ; Cost la rinnovata alma del figUo O dolcezza inejfubile ! i' aggiunge Alia pia genitrice e la consola Di saluto e di bacio. Inehbriata DI GIOVANNI LADISLAO PIRKER. 299 Jl suo tenero nato ella raccoglie , E com astro die il bruno aer secando Rompe la notte d' improvvisa luce, Velocissima vola a le guerriere Tende del suo fedel , che la penosa Fronte nel cavo delle man chiadca. Del sospiroso al fianco ella s asside , E in lui riguarda, e come la governa La rimembranza dell' amove antico Del brevissimo riso e lungo pianto Che da lui la divise , il cor le trema Con sussulto nel petto : allor I' amato Capo ricigne e in caro atto d' amore L' innocente portato alza ed oppone All' abbraccio paterna. A quella scossa Raccapriccia Toledo in un crudele Presentimento ,• che d' orror lo stringe 1! appressar delle scioltc anime care. E mentre intenerito il pargoletto Gli dipende dal collo , e /' accarezza Guancia a guancia premendo , quella pia Con angelica voce apre al conforto Di quel misero il cor : Teco di Dio Venga la pace. Omai I' ora e vicina , Che indivisi n asgiunge , e che spirata La generosa vita , a piii felici Secoli mi consegni , ove lie morte Ne furor di fortuna ne divide ; Ove V ultima lagrima ristcigna AW imiana miseria ; ove te solo, Te solo omai la tua Matilde aspetta. Cost piangendo a' cari occhi tergea Le lagrimc scorrenti , e ribaciava Fervida il caro volto. Alfin si chiude Tutta dell' immortale infra le braccia , E pill bella raggiando in suo salire China il fulgor delle divine ciglia Alia valle , onde muove , e si dilegua , Come baleno che la notte insolca. Dalla rape Cornelia la seguia Coll' acume degli occhi. A lei le palme Protcndea lazriniando e lamcntava 30O DELL\ TUNISIADE POEMA EROICO. Cost nel pianto: ai colpi di. sventiira Fui segno un tempo. II forte ariimo opposi Nella morte de'figli, e de' grandi Avi Nohilltai I' esemplo. Arsi in desio , Che la madre de' Gracchi infra le prime Prima ai futuri secoli vcnisse Cinta d' immortal luce, e il popol mio Me pur viva onorb : Lassa ! ma quanto Quanta maggiorl le costei sciagure ! Pur derelitta in orrida spelonca Cieca di spaventose ombre notturne II Divin Redentore e la sicura Stella, che la governa , il suo confurto E I' aniore in che vive , e la sua meta Una vita miglior .... misera , oh come Sviata errai le tue Same vestigie. Pill soave di mesta arpa notturna Che nei silenzi delle cose innalza MoUissimo di sua voce il laniento Mormorar per le cpiete aure s' udio: Su ti leva , o Cornelia ! Verra tempo , Che a te pur sonera per le beate Piagge lo squillo dell' Eterno Amore. Come roseo mattiao in Oricnte Poggia la peregrina, e si tranquilla ' Nei tornienti di luce , onde rifulge Presso I' empiro V armonia d' un astro Che del raggio di Dio piii s' innamora, Questi versi italiani vanno pari agli esametri tede- sclii in bellezza; ed a noi basta aver detto sol questo; perche una tal lode all' Italia parra somma pel Piiker, parra grandissima pel Maffei alia Ger- mania. Gosi venga satisfatto un nostro desiderio , clie crediamo coniune ad ogni gentile persona. Se la versione del Messia non permette al Maffei di darei intero questo poema, gli piaccia almeno tra- durne tutta la storia dell" infelice Matilde. Sara caro a tutti gF ingegni pietosi seguire la misera per tanta ostinazione di avversita , e piangere e patire con lei nel piu bel fiore degli anni travolta dai I DI GIOVANNI LADISLA.O PIRKER. 3o t piii dolci sentimenti della vita, a quei casi duris- simi, e noil meritati. Ben avra deposto ogni uniano senso colui die potra ascoltarne il rapimento ir- reparabile eenza commiioversi fin alF iiitimo cuore: e gia sul priucipio della nairazione vedendo col- locata la scena di tanta sventura fra i boschetti d' aranci della Calabria , lodtua ogiiuuo V ardficio deir alto poeta , e in quella delizia di luoglii si fermera a meditare con profonda tristezza , quanto poco pesino le nostra sorti suUa bilancia delTUni- verso , e come la natura resti lieta e tranquilla fra tanti dolori e si continue agitazioni deiruomo. UlOl. lial. T. XXXI. 20 3oa Momimenti etruschi o di etrusco nome disegnati , in- cisi^ illustrati e piihblicati dal cav. Francesco In- GHIRAMI. — Badia Fiesolaria ^ 182 1 al iSaS, dai torch] deir autore. In ^S' fig. col. — Sono pub- blicad 26 fascicoli. — In Milano si ricevono le associazioni dalla Societd tipografica Fiisi , Stella e Comp. in contrada di S. JIargherita. ( Articolo III. ) X ASSEREMO ora a discorrere della serie II e della quale non abbiamo clie fatto un cenuo nel primo articolo. Trattasi in questa seconda serie dei dischi coriiu- nemente detti Patera, e le quali in vece vengouo dal nostro autore chiamate Specchi mistici. Iiicomin- cia e2;li la illustrazione della tav. I col rapidamente scorrere le principal! opere die parlano delle patera etrusche, citando cosi per la prima quella del Demp- stero De Etruria regali, poscia il Museum Etruscum del Gori, il Saggio di lingua etrusca del Laazi , non clie la raccolta del Contucci pubblicata col titolo di Patere etrusche del museo Kircheriano. Parla in seguito del Biancani, il quale, come dice il nostro autore , colF idea di fare dei confront! onde 2;iungere a conoscere F indole e V uso di si fatti monumenti e spiegarne poscia con piu certezza i so2.getti clie vi si coutengono , cerco di avere notizie e dise2;ni di taFi anticlii disclii con animo di pubblicarne una collezione con illustr^zioni. Noa fu pero al Biancani l)astante quanto restogli di vita per mandare ad etletto il suo meditato progetto e '1 iavoro intrapreso rimase incdito a Bologna. L" emi- ncntissimo cardiriale Bor2:ia fece pure disegnare ed incidere 1 disclii da Ini raccolti nel suo museo di Velletri , e spedinne le tavole al Lanzi , die gia \ MONUMENTI ETRUSCHI CCC. 3o3 troppo vecchio non pote scrivere che pochi arti- coli , i quali verraano alia luce per cura del suo successore nella carica T abate G. Zannoni. Anche il greco Stelio Prossalendi, segretario della Uni- versita di Corfu , penso di corapiiare una raccolta di disegni di siraili dischi e pubblicarla con illu- strazioni : ma una tale opera resto imperfetta per la immatura di lui morte. Finalmente il professore Schiasai, dietro le istanze del nostro autore e del- r antiquario francese L. A. Millin, pubblico nel 1814 la sua opera sulle patere degli antichi com- pilata sulle schede lasciate dal Biancani in Bolo- gna, ed unendovi il letterario carteggio dello stesso Schiassi tenuto col succitato Prossalendi. Siccome pero tutte queste opere non danno un complete lavoro su questa materia, cosi il nostro autore, spinto particolarmente, come egli dice, dallo Schiassi, penso di accingersi a compiere una tale raccolta. Per tale uopo fu prmcipale sua cura di ammassare quanti dist'gni di antichi dischi pote avere si editi che inediti , onde cosi mettersi in grado di darne alia luce una serie di gran lunga maggiore delle sin qui pubblicate. Dopo tutto cio passa 1' Inghirami a parlare del disco manubriato rappresentato sulla tav. 1, facendo osservare die simili dischi venivano dagli antichi chiusi espressamente nei sepolcri per alcune religiose loro superstlzioni e conchiudendo che la ligura muliebre , alata e con un pileo sulla testa , graffita su questo bronzo sia una Nemesi. Sulla tavola II vedesi un disco manubriato tutto li- scio , dal quale prende motivo il nostro autore per esaminare il nome, V uso e'l significato dei dischi manubriati, ai quali si era finora dato il nome di patere , quasi che ad uso di sacritizj fossero stati adoperati: mentre invece, come egli e d'opinione, jchiainar si devono Specchi mistlci. Da percio una Tapida occhiata a quanto fu scritto dai principali antiquarj sopra simili monumenti considerati come patere o come dischi manubriati. Ed iiicoraiaciando 304 MONUMENTI ETRUSCIII CCC. tlal Clatti, riconosciuto per il piu. antico scrittore intorno a questi dlschi , da lui chiimati coperchj di urne cinerarie , va gradatamente scorrendo le opere degli altri die trattarono di tal materia , quali sono il Montfaucon, il Causeo, il Gasali, il Begero, il Fabretti , il Buonarotti , il Foggini , il Bonaniii , il Winckelmann , il Passeri , il Gori , il Lanzi , il Millia e hnalinente il Vermiglioli e lo Schiassi, con- chiudendo die, dopo di avere esamiiiate le opere di tutd questi dotti, dovettc persuadersi die il nonie di patere ai disclii manubriati fu dato interamente ad arbitrio e senza prove. Soggiunge poscia nou potersi egualmente sostenere V opinione di coloro che gli hanno creduti uteiisili sacritidali: ma die si debbano finalmeiite diiamare Specchl misticl. E siccome questa nuova denominazione potrebbe noa cosi facilmente essere accettata dopo die scrittori i piu accreditati pensarono diversamente : cosi il nostro autore per vie piu accrescere fiducia al sue scritto ed alia sua opinioue preiide brevemente ad indicare ed esaminare le vere patere degli antichi onde in tal maniera dimostrare quanto mal con- venga il ncme loro ai dischi manubriati, e quanto male fu a questi appropriato cio che delle pateie sacrificiali ci lasciarono scritto gli antichi, sui nio- numenti dei quali vedonsi si sovente rappresentate. Noi non seguiremo il nostro autore in questa sua disamina ; diremo soltanto die giuste ci sembrano le ragioni da lui addotte onde conchiudere che specchi piuttosto che patere debbansi chiamare tali dischi manubriati. Questa diversa denominazione pero non e affatto nuova, giacche il nostro autore niedesimo ci confessa nella illustrazione della ta- vola IV che altri sospettarono gia , che alcuni di tali disclii non fossero patere, nia specchi, e fra questi parti'colarniente il dotto Akerblad scrisse in fine della sua dissertazione sopra alcune laminette di bronzo , che molti di que' dischi con manico , volgarniente detti patere ; etrusche, potevauo esserp DEL CAV. FR\NCE?CO IKGHIRAMI. 3c5 speech! sotterrati con belle donne in fresca eta de- funte. Prose»i;ue il nostro autore la illustrazione della tavola IV coll' indagave la specie e la qualita precisa di questi specchi per quindi passare a co- noscerne Tuso. Ed in pnnio luogo egli e d'opinione die siffatti specchi non possano essere di quelli che portavansi per ornamento nelle sacre pompe; op- pure degli altri tenuti dai devoti avand le statue di Giunone e Minerva, a motivo della figura con- vessa della magginr parte di essi e della loro pic- colezza , e stanteche non troverebbesi ragione , per la quale specchi serviti per usi tali doves- sero poi chiudersi nei sepolcri. Cosi pure esclude che possano essere di quelli olTerti nei tempj alle Divinita, giacche come trae da un passo di Plinio, sembra che tali specchi fossero d' argento e non di bronzo. Quand' anche poi fossero stati donati di bronzo alle divinita nei tempj , come mai si po- trebbero attualmente ritrovare fra' cadaveri nei se- polcri? Ne crede il nostro autore che simili spec- chi con simboliche figure dalla parte opposta ve- nissero usati dalle donne nelle loro tolette , onde spente poi in fresca eta fossero chiusi con esse nei sepolcri, come disse TAkerblad; giacche in questo caso se ne dovea pur trovare qualcheduno anche d' argento, nella stessa guisa die ne' sepolcri si tro- varon collane , smaniglie ed altri ornati muliebri d'ogni sorta. Eppure fra tanti ritrovati nei soli se- polcri di Volterra neppure uno e d' argento ; ab- benche gl' ipogei nei quali si rinvennero invece quei di bronzo appartenessero a facoltose faraiglie, come vien provato non solo dalle iscrizinni dal Lanzi interpretate , ma ben anche dai molti orna- menti muliebri e virili sia in oro , che in gem- me , che tutti raccolti trovansi nei jMuseo Volter- rano. Sembra inoltre che gli antichi riponessero colle ceneri dei cadaveri nelle urne quegli orna- inenti pin preziosi che i defunti aveano indosso : ma che non costuraassero di porre gli arnesi della 3o6 MONUMENTI ETRU80HI ecc. loro toletta. Escludendo intine qualunque uso pro- fano di questi specchi, va gradatamente dimostrando che specchi niistici possaao dirsi,perche spettanti a' misteri. E qui pure non accompagneremo il no- stro autore nelle ricerche che fa e sulla forma sempre rotonda di questi specchi, e sopra T avere essi una superficie lucida , noii che sugli oriiati del manico o del disco, che sono per lo piii dalla parte lucida e convessa, e finalmente suir essere tali dischi sempre di bronzo e corredati di manico. Potransi nelT opera leggere i lunghi ragionamenti su tali diversi punti dal nostro autore pubhlicati , e quindi conoscere le conclusioni che ne trae a majigior lume delle sue opinioni ; siccome nelF i- stesso tempo il nostro lettore avra campo di esa- minare le differenti illustrazioni delle figure rap- presentate sui varj dischi gia pubhlicati da altri e che dal nostro autore vengono con nuova inter- pretazione riprodotti. Troppo lungo sarebbe il vo- lerci intrattenere di tutto minutamente: per lo che; passeremo alia serie III, la quale tratta dei bronzi etruschi. Noi indicammo gia le varie osservazioni dal nostro autore fatte su quanto fu scritto intorno alia moneta etrusca di Volterra e sulla origine dei tipi nelle antiche monete di Roma e di Volterra e di altre citta e particolarmente sul tipo del bifronte imberbe pileato rappresentante Mercurio e non gia, come alcuni vollero , Giano. Nel capltolo III del ragionamento I prosiegue Y Inghirami le sue ricer- che intorno alle diverse notizie spettanti alia storia di Volterra, e le qiiali combinano colla sua moneta. Incomincia egli dalF esaminare un Dupondio che conservasi nel niuseo di Volterra, su di cui vedesi un capo bifronte pileato ed imberbe nel dritto, ed un delfino nel rovescio. E d' opinione il nostro au- tore che la ragione di questo delfino possa nascere dallo stesso principio che fece apporre neir ante- rior parte il Mercurio bifronte e diede motivo alia rappresentazione del rostro di nave in piu monete, DEL CAT. FRANCESCO INGHIRAMI. So/ okie quelle di Roma, clie indichi cioe il commer- cio niarittimo. Ne a cio oppoiiesi la storia di Vol- terra, la quale, come bea dimostra il nostro au- tore , fu assai grande nella commerciale influenza sul I\Iar Tirreno. E siccome poi alcuni scrittori cre- dettero clie il delfino sulle raoiiete di Volterra si- gnilicasse la metamorfosi dei Tirreni trasformati da Bacco in quel pesce ; cosi egli vi si oppone coUa scorta del Lanzi il quale penso che il delfino fosse indizio di citta marittima, soggiungendo di piu il nostro autore clie quel delfino non e che una so- stituzione al tridente , attributi 1' uno e V altro di Nettuno egualmente che lo sono di Mercuiio il ca- duceo e T imberbe bicipite. E quindi di opiuione, che la grossa moneta quadrata dell' I. E.. Galleria di Firenze ( di cui presenta il disegno sulle ta- vole I e II), la quale ha il caduceo da una parte ed il tridente dalF altra, appartenga a Volterra es- sendo il tridente posto iiivece di Nettuno e '1 ca- duceo in luogo del bifronte Mercurio. Ma se Tasse librale , continua T Inghirami , ha il tipo del del- fino , r altre sue parti hanno talvolta la clava, la luna, oppure la seraplice epigrafe. Ora la clava, dice egli, corrobora il giudizio gia dato, clie nella parte opposta il bifronte sia JMercurio piuttosto che Giano, col quale Ercole ( di cui la clava e simbolo ) non ebbe mai relazione : ma sibbene con Mercurio e specialmente per la protezione del coramercio, del- r agricoltura e della navigazione , venendo tutto cio provato coll autorita de' piio. accreditati autori antichi. La luna bicorne poi che si ravvisa in qual- che rovescio di moneta Volterrana viene dal nostro autore reputata, giusta T opinione del Lanzi, come simbolo di porto : ed una tale spiegazione sembra altresi confermata dal vedersi la luna in altre mo- nete che ai porti etruschi appartennero, come Po- pulonia e Vetulonia. Si oppone poscia al succitato Lanzi il quale voiTebbe anche supporre che la luna stiUe monete di Volterra sia simbolo di moneta 3o8 MONUMENTI ETRUSCHT CCC. italiana per la figura cnrva clie descrlve la linea del nionti Appennini, e conchmde colU asserire essere piu seniplice e assai piu probabile il snpporre clie i Voherrani senipre inteuti al commercio abbiano voluto rappresentare nelle monete, clie ne sono il priiicipale strnmento , Mercurio e ^1 delfino, e la liina come indizj di navigazioni e di porto,dacui traevano i piu grandi vantaggi. Dopo di cio tratta il nostio aatore delle anti- chita etrusi lie relative alia moneta di Volterra, ed esaiiiina rorigiiie e T antichita di Giano indagando particolarmente se sia Giano dcita etrusca, come voile il Gori , oppure se incominciato il suo regno tra gli antichi Latini esteso poi anche lo abbia neir Etruria, come crede il marchese Maffei , o fi- nalinente se questo Giano non essendo ne etrusco ne latino sia invece, siusta V asserzione del Guar- nacci, lo stesso clie Noe , alludendo a lui la faccia bifronte, per avere cioe veduto il mondo veccliio ed il nuovo dal diluvio purgato. 11 lettore potra neir opera delF Ingliirami scorrere il di lui ragio- namento sopra le tre suddette opinioni, e compren- dera cosi come niai dopo un lungo e studiato di- scorso arrivar possa a concliindere , die Giano sia lo stesso die Jonio, nome generico di un popolo proveniente dalF Asia , e non esser quindi inveri- simile il congetturare die il nome di Giano possa indicare il capo di qualche anticliissiraa colonia jonica, die dalF Asia porto religione e costumi in Italia. Diffondesi poscia il nostro autore nel cercare di dimostrare die questo Giano fosse quello die portasse in Italia il culto di Belo , gia da qualche secolo divinizzato in Siria col nome di Saturno : per cui anzi il signor Ingliirami e intimamente persuaso clie venendo Giano dall'Asia sia precisamente par- tito dalla Canatide o antica Siria , ove fu poi la Fe- nicia. Questo Giano pure, prosiegue il nostro au- tore, porto in Italia le prime arti, quasi contempo- raneamente alFepoca nella quale vennero diffuse in DEL CAV. FRANCESCO INGHIRAMI. 809 Grecia : per eni, egli dice , sono a Giano contem- poranei e '1 primo Pelasgo e Trittolemo e Geleo ed Anlizione. Per la qual cosa nello stesso modo che i Greci dissero avei'e Pelasgo rlcevuto Cerere in sua casa , cioe aver da essa imparato le regole di seminare le biade ; cosi anclie di Giano raccontossi che, ricevuto Saturno in ospizio, avesse da lui le istruzioni merlesime; lo che pare significar voglia in un caso e nelP altro , che introducendo costoro presso i loro popoli Y agricoltura ecc. la spacciassero derivata da un Dio per vie piii accreditarla. E siccom&. gP inventori di cose utili alia societa umana furoilo venerati ed adorati come Dei ; cosi anche Giano apportatore in Italia di molte utili invenzioni venne divinizzato. Non dee quindi recar Kicraviglia , continua il nostro autore, se in Italia fu col tempo confuse Giano collo stesso Saturno , dando cioe alP uno , che non ne fu che semplice sacerdote , le attribuzioni che alP altro soltanto potevano, come divinita, appartenere. Fu detto in- fatti che Giano avesse due facce , perche Saturno medesimo fu rappresentato bicipite come c' inse- gna Sanconiatone per mezzo di Eusebio. Cosi pure venne Giano distinto col nome di padre e parte- cipo in Italia de£i;li onori , dei titoli e degli attri- buti che in Asia si davano al Sole , sotto i nomi di Arione, di Oro , di Belo, ed anche di Apollo, poiclie Saturno, che ebbe i nomi stessi , fu confuso, come c' insegna Dupuis , col Sole medesimo. Cosi Giano presede al tempo , nella stessa guisa che simbolo del tempo fu Saturno, il quale venne te- nuto , secondo Dionigi d' Alicarnasso, per P uni- versa natura, mentre anche Giano fu detto il mondo da Varrone, e il caos da Ovidio. Crede quindi il nostro autore di poter conchiudere che P aver tra- scurata una tale analogiia tra Giano e Saturno fu .... * . , . . causa che si quistionasse poscia a giorni nostri se il Giano dei Latini fosse lo stesso che il Fanete , il Metis, il Protogono, PEricapeo dei Greci, come 3lO MONUMENTI ETRUSCIII eCC. vollero alcuni, o se piuttosto sia stato un Dio tutto proprio dei Latiiii, itlolatrato ad imitazione di Mer- curio , come altri hanno sostenuto. Parlando final- mente il nostro autore deir epoca nella quale que- sto Giano venne in Italia, dice non esser impro- babile la snpposizloue die egli dalF Asia passasse in Italia nel XXIII secolo del mondo, giusta i calcoli del Petavio, fondando il suo regno nel La- zio. Trae quindi dal fin qui detto la conseguenza che Giano non sia mai stato tenuto dalV antichita italica per nume speciale degli Etrusclii : ne che fra essi in particolare abbia fondate colonic, e die il bicipite degli Etruschi rappresentato particolar- mente sulle monete di Volterra non possa essere reputato Giano. Non nega pero il nostro autore die si possa al piu inferire che Giano , Nume attenente ai Latini, fosse noto anclie al restante dell Italia, e per conseguenza agli Etruschi. Riprende dopo tutto cio il nostro autore Targomento relativo alle monete , e conchiude colP asserire die il Giano segnato nelle monete di Roma fu sempre baibato e non mai coperto di verun cappello , mentre il Mer- curio bicipite della moneta etrusca e sempre pi- leato ed imberbe: e die dalla confusione di queste monete ne venne la conseguenza di credere die Giano fosse talvolta rappresentato giovane ed im- berbe , e talvolta provetto e barbato. Confessa in line il nostro autore che se credette , appoggiato ad antichi monumenti e scritti e figurati , di rico- noscere Mercurio nel bifronte della moneta Volter- rana , non osa poi innoltrarsi a cercare la ragione di quello strano modo di rappresentare tale divi- nita, persuaso essendo non bastare per poterla co- noscere il rintracciala colla scorta delle relative dot- trine die ci sono fino al presente note (i). (\) II nostro autore pern, riuasi pentito di questa ingenua sua dichiarazione , si sforza in uno dei capitoli seguenti di voler dare uua ragione (ipotetica come egli ben dice) del bifronte DEL GAV. FRANCESCO INCHIRAMI. 3l I Nel capitolo seguente passa il nostro autore a discorrere deir epigrafe etrusca doUa inoneta Vol- terrana confermando Y opinione del Lanzi e del- r Eckhel clie quelle col nome di Velatri siano di Volterra e non di Velletri, come alcnni hanno pri- ma creduto. E qui termineremo questo forse troppo lungo discorso sopra Giano e la sua origine, e lo termineremo non senza qualche incertezza se le molteplici congetture e le varie osservazioni pub- blicate so tale argomento dall' Ingliirami siano plau- sibili e convincenti in mode da non lasciar piu dubbio In proposito. Con un quarto ed ultimo articolo daremo un' oc- chiata anche alia serie IV che tratta degli edifizj etruschi, non che alia serie V relativa ai vasi fit- tili, facendo altresi un breve cenno sul merito delle incisioni clie accompagnano quest' opera. deir Asse Volterrano: che rioe il Mercurio sia dl doppio capo perclie fovse copiato da un Erma ove i capi solevano aver due volti. Questa opinione non ci geiubi'a abbastanza dimostrata, e van-i nieglio il confessare per ora coUe parole dette poco prima dal nostro autore inedesinio , di non sapere , cioe , qual bizzarra allegoria ti volesse ascondere dagli antichi nella strana unione di due capi umani. 3l2 Stor'ia della Spagna antica e moderna^ del cav. Lnlgl Bossi , ccc. Milano ^ 1821 e 1822, dalla Upografia di Commerclo. Toml 3, 4, 5 e 6, in 12.° Articolo II. c, loNTiNUANDo il cli. cavalicr Bossi il suo dotto lavoro , e attenendosi preferibilmente a quanto sullo stesso argoniento hanno ne' scorsi anni pub- blicato i signori Depping e Masdeu, ci ofl're nei quattro voliimi clie anniinciamo un ampio. campo di osservazioni. Tiattandosi pero di opera di qual- che mole, non giunta per anco al suo termine, noi ne esporremo rapidaniente il contenuto, a soddi- sfazione de' lettori , e noteremo qua e la cio die piu singolare ci e sembrato , tanto a titol di lode die di ceiisura. II terzo volume, die conta 455 facce, comprende le vicende della penisola sotto il Romano impero dai tempi di Augusto sino alia invasione de'Goti, e da questa sino alia caduta delF Impero. AUe no- tizie politiclie , le quali T eruditissimo autore ri- schiara sempre con ample e dotte ricerclie e con le testimonianze delle iscrizioni e delle medaglie, unisce quelle pur anco spettanti agli uomini illu- stri , alle scienze ed alle arti , die in ciascun pe- riodo e sotto ciascuno imperatore fiorivano nelle Spagne , e frequenti occasioni ritrova di rilevare le inesattezze dei cltati piu favoriti autori , non die talvolta del Mariana, e d' altri , tra i quali pero non troviamo nominati giammai ne lo spagnuolo Beutero, di cui si ha una buona traduzione italiana, ne r italiano Gonestagio die , rispetto alia Lusita- nia, merita qualclie onorevole ricordanza, ne il fran- cese Verdier. E ben vero die essendo scrittori que- sti di troppo antica data , non molto giovamento avrebbe potuto ritrarne. II vuoto die il Depping STORIA DELLA Sl'AGNA eCC. 3l3 lascio tra Marco Aurelio e Caracalla, e tra Cara- calla ed Onorio ha il nostro autore egregiameate siipplito. Ma ciascuna epoca , die e quanto dire ciascun regno di que' tanti Augusti da Ottaviano lino a Massimo, tratta egli con nietodo, a parer nostro, troppo eguale e monotono, e frastaglia con quelle perpetue sue osservazioni critiche , che fi- nisce per indurre il lettore ad una straordinaria stanchezza ; tanto e vero che non sempie la ric- chezza delle cognizioni e la diriltura del giudizio bastano a far bello un libro , ma si la sveltezza , r ordine e rarmonica varieta delle pard. Dicemnid altra volta nuocere al diletto, che da quest' opera si ha ragione di attendere la sovrabbondante eru- dizione da un lato e la rapidita del comporla dal- r altro , e questo non possiamo a meno di non ri- petere , si rispetto al presente , come rispetto ai successivi volumi. Delia sopraccennata uniformita e monotonia si hanno le prove ad ogni capitolo, pe- rocche dappertutto, avvertita la successione deir uno air altro regnante, e cio che per essi nella Spagna fu fatto, si annoverano gli Spagnuoli illustri di quel periodo, si illustrano i monumenti di quellaeta, si cercano le antichita cristiane dei tempi, e cosi si precede di capitolo in capitolo , ampliando e criti- cando il Depping e il IMasdeu, e interrompendo ne- cessariamente il lilo istorico ad ogni istante. Quanto alia sovrabbondanza delF erudizione , ella risulta dal contesto de2;li stessi capitoli, e dal ripetere e ri toe- care alcune materie gia particolarmente avvertita, ove di essi nel proseguimento del volume imprende a trattare appositamente. Nel capitolo secondo, per mode d' esempio , discorre sulla supposta introdu- zione del CristianesiniO nelle Spagne ai tempi di Claudio , ne parla nel quarto ai tempi di Tito e di Domiziano, nel quinto sotto il regno di Trajano^ nel sesto in quello di Commodo, nelF ottavo in quel di Gallieno , nel nono ai tempi di Dioclezia- uo , nel decimo sotto Costantiao , ecc, e questo 3l4 STORIA DELIA SPACNA CCC. argomento della cristiana antichita della Spa^na for- ma poi la materia esclusiva del capitolo decimose- sto , ove e costretto di richiamare dal piii al liieno quanto aveva di gia notato. Gosi dicasi rispetto alle arti, agli studj , ai costumi ed agli uoraini insigni. Ma le nozioni storiche si succedoao con tanta esattezza e fedelta, die per questo lato nou sapremmo ab- bastanza lodare il dottissimo autore. Nessuna vi- cenda e dimenticata, nessun fatto o generale della penisola , o parziale di alcuna sua provincia, e la diligenza che adopera intorao ai tempi che duro la romana potenza in quelle contrade e quella stessa che dobbiamo giustamente esaltare rispetto aU'epoca tleir invasione e stabilimento de' Goti, e rispetto ai diversi periodi di que'nuovi monarchi. La parte storica di questo terzo volume tinisce con la raorte di Enrico avvenuta V anno 483. Ma con essa ap- pena si giugne alia meta del volume , ove succe- dono sette capitoli, che contribuiscono ad illustrare i secoli descritti nella parte storica. Sebbene sieno queste le gia avvertite digressioni che, a nostro giudizio , in luogo di una storia ci presentano un ricco mosaico, la cui stessa ricchezza diventa mo- lesta e pesante , pure vuolsi a gloria dell' autore indicare rapidamente gli oggetti, sui quali versano ie dotte sue descrizioni, accio si vegga non aver egli nulla negligentato. Egli tratta dunrjue nel ca- pitolo decimoquarto del governo e della ammini- strazione civile e niilitare della Spagna sotto il Ro- mano iaipero, e, premessa la divisione territoriale airepoca di Ottaviano Augusto, esamina le diverse condizioni delle varie citta, tutte le varie magi- strature ne riutraccia, le pubbliclie rendite fa co- noscere con particolari indagini, e finisce col de- scriverne le milizie , e T influenza di esse , e le cariche ed onori che riportarono gli Spagnuoli dalla romana munificenza e accortezza. Nel capo decimo- quinto gli antichi religiosi culti di que' popoli va 4iscorrendo , derivaati in graa parte dalla teogonia DEL C\V. LUICI UOSSI. 3l5 greca, e la gerarchia, e i sacerdotali collegi, stru- menti e vestimenta descrive, per poi coacliiudere qual fosse allora la religione degli Spagiiuoli. Nel successivo capo parla con isquisita e accoucia eru- dizione del Cristianesimo, che essi di mano in niano andarono abbracciando, de' primi lor martiri, dello zelo die ne mostrarono, del famoso concilio Illi- beritano ai tempi di Costantino, e della divisione religiosa di quelle provincie, non trascurando ne il diritto metropolitano , ne le eresie , massima- mente quelle di Priscilliano , ne V eBFetto della nuova religione sui pubblici e privati costumi ; le quali cose tutte con opportuna critica va ragio- nando e di ottime prove munendo. Da cio passa nel capitolo deciniosettimo a pardcolarizzar sui costumi, generalmcnte cori'otti anche nel clero net primi secoli del Cristianesimo della Spagna , e i varj immorali e indecenti spettacoli accenna ivi praticati a quelF epoca, terminando co'riti da essi usati ne'funerali. Alia storia letteraria serve il de- ciniottavo capo, ove dopo alcune generali osser- vazioni in pi'oposito, tocca le scienze de' Cristiani e la loro poesia, e trova pressoche nuUe si le une che r altra , tanto piu che Y ignoranza del clero , com' ei rileva, era istraordinaria; parla di poi del monumenti delle belle arti , cioe scolture , edilizj d' ogni nianiera , terme , vie pubbliche e pitture , e i pochi grand' uomini , ossia i piu celebri che possano esse vantare in quel breve periodo registra, senza curarsi di quanto puo in contrario proporre il chiariss. abate Lampillas, ch' egli non ha mai fi- nora consultato. Relativi alia pubblica economia sono i capi decimonono e ventesimo : perocche in essi deir agricoltura , della navigazione, del commer- cio , e delle monete prirnameate e trattato , indi delVindustria , delle manifatture e dello scavo delle miniere: suUe quali materie ridotte ai singoli loro ogoietti discorre non meno dottamente che erudi- tamente, secoado il solito. Fiaisce il valurae coUa 6lb STORIA. DELL.V SPAGNA eCC. spiegazione delle varie tavole incise, che lo ador- nano, nelle quali soprattutto importaiiti riescoiio i numismi, che in quei primi cinque secoli delT era volgare gli antiquarj trovarono reiativi ai regnanti delle Spagne. Se eutiar si volesse nelle considera- zioni speciali , cui naturalmente conducono alcuni tratti qua e la sparsi sopra diversi generi di argo- menti , rispetto ai quali potrebbesi per avventura dar luogo a critiche osservazioni , noi prolunghe- remnio di troppo il presence articolo. Riserbandoci adunque di ridnrle tutte in pochissinie parole, colle quali porremo fine , giacche dal piu al meno la stessa occasione presentano i successivi volumi, ci affretteremo ora ad esporre senza piu cio che que- sti conten2;ono. Poco pivi di due secoli contiene la storia nel quarto volume descritta. Essa parte dagli ultimi fatti del re goto Enrico, e finisce con lo stabili- mento degli Arabi al principio del secolo ottavo. Belle ed utili osservazioni vi sono premesse intorno alle nazioni gotiche ed al nazionale carattere loro. I regni di Alarico , di Genserico , di Teodorico , di Amalarico, di Teode, di Teodigiselo, di Agila, di Atanagildo, di Liuva , di Leovigildo, di Reca- redo, di Liuva II, di Vitterico, di Gundemaro , di Sisebuto, di Suintila, di Sisenando , di Ghintila, di Tulga, di Cindesointo , di Recesointo, di Vamba, di Ervigio, di Egica e di Vitiza, vi sono progres- sivamente narrati. Tra essi quelli di Leovigildo, di Recaredo e di Vamba presentano il piu grande in- teresse. La trista condotta di Vitiza produsse la con- giura di Giuliano, e questa la prima invasione degli Arabi nella Spagna. Anche un tal periodo vedesi egregiamente trattato. Sospesa in questo luogo la narrazione storica, passa Fautore, giusta il raetodo adottato, a parlare di tutte le altre circostanze, qualita , costumi e studj , di cui mostrammo di so- pra la serie parlando del terzo torao. A noi pare che in questa parte , la quale non cessa di essere DEL CAV. LUIGI BOSSI. Si/ importante e hen trattata, quella clic alia storia tlcl Cxistianesimo e relativa, e T altra die spetta ai inonumenti delle arti ^ sieno le piu accurate e le piu giudiziose. II tomo cpnnto estende le sue storiche narrazioai dal principio delF ottavo secolo fiuo alia meta del duodecimo, che e tutto il periodo della occupa- zlone della Spagna fatta dai Mori sino alia venuta degli Almoadi. E questo il tempo in cui la Spagna venae divisa in varj stati o regni. Le guerre che vi ebbero a sostenere i discendenti degli antichi monarchi, e clie i Mori, divisi ancli' essi in due fazioni, si fecero a vicenda, e quelle che essi pro- vocarono alia Francia, e die diventarono argomeuto di ccleberrimi romanzi e poemi, che oggi pure sono tanto cercati e letti, vi si trovano comprese. I regni di Pelagio, di Favila, e di Alfonso il cat- tolico nclle Asturie, e i fatti de' Saraceni ai tempi di lui, quelli di Froila, di Aurelio, e del secondo Alfonso , quelli di Alfonso il Casto , che debb' es- sere il Marsilio o Marsilione de'nostri romanzieri, di Kamiro , di Ordogno , e speciahnente di Alfonso il grande, qufili di Carzia, del secondo Ordogno, del sccoiido Froila, di Sgucio Abarca , di Alfonso IV, del secondo Ramiro , di Ordogno 111, di Sancio Crnsso, di Kan)iro III, dei tre VeremoiAli , del quinto Alfonso, di Sancio di Navarra, di Ferdi- nandt) re di Leone e Gastijilia, di Sancio e d'Al- fonso suoi figli, di Sancio e di Pietro re d'Aragona, e quelli iinahnente di Alfonso re di Castiglia , della prode Urraca d'Aragona, e dei due Alfonsi marito e liglio di lei, di Alfonso re ed imperatore, e del teivo Ramiro d'Ar igona , formano la pane storica degli Spagnu li di quelT epoca. Essa trovasi inter- secata dalle imprese de' Mori , tra i quali primcg- giano Alajor, Aiza , iVbderamo da noi conosciuto sotto il uonie di Miramoliao, Mauregaco, Abualito, Abdalla e pochi altri; e dalle istituzioni delle di- verse contce di Aragona , di Barccllona, di Castiglia JJibl. luiL T. XXXI. 21 3l8 STORI/V DELLA SP\GN\ CCC. e sinuli, clie poscia convertiroasi in separate mo- narcliie. Tramezzo a cosiffatti raccond V autore non dimentico T i'liroduzione del rito Mozarabico , la fondazioue di Compostella in onor di S. Gia- como , i Concilj clie ivi ed in Oviedo si celebra- rorio , le riforme ecclesiasticlie , ed altri oggctti , sui quali giusta it suo metodo, e poi costretto di ritornare negli articoli successivi. lUustro soprat- tutto le imprese del famoso Cid , tioe di Roda- rico, il terrorc de^ Mori, e la vittima delF aulica invidia. Ne' tre ultimi capi di questo volume il chia- rissimo autore espone varie giudiziosissime osserva- zioni sullo stato della Spagna durante il dominio de'Mori, suUe leggi, sulla religione e sui costunii, e finalmente sulla navigazione, commercio, indu- stria, arti e scienze, inserendo alcune tavole rap- presentanti i piu insigni edifizj clie vennero cola elevati a queir epoca. Noi non possiarao fermarvici sovra, altrimenti saremmo obbligati di ncn finire assai presto, come desideriamo, per passare al com- peudio del sesto volume. Questo e T antecedente, sia perclie i monumenti fossero piii sicuri e meglio ordinati, sia perclie r autore vi abbia adoperata maggior diligenza ed affezione, sono a parer nostro assai piu lodevoli degli akri o almeno assai piii interessanti. Comincia il volume dalla venuta in . Ispagna degli Almoadi , fazione di Mori contraria agli Almoravidi, i (juali dopo aver superato in Africa il parti to regnante vennero pure ad abbatterlo ne' paesi di conquista in Europa. Codesto passaggio avvenne T anno ii5o deir era v( Igare. L' epoca della totale espulsione lie Mori dalla penisola e qliella cui giugne 1' enun- ciate volume, il qual comprende per conseguenza la storia di circa due secoli, e nou altro contiene che storia, intersecata pero dalle criticlie osserva- zioni, e dalle notizie contemporanee spettanti sopra tutto alia religione, clie il cliiarissimo autore, a norma del metodo dapprima adottato , voile non DEL CAV. LUIGI BOSSI. 3l9 tlisgiungere giammai dall' ordine cronologico. E questo uiio cie' piu importanti perio Ji della storia spagnuola , ed e pure de' meglio trattati , come di- ceiumo. Al^bastanza trattenuti ci siamo ne' tonii precedent! ad esporre uudamente, e troppo secca- inente, a vero dire, i singoli capi loro, per qui seguitare con egual metodo. Ma ne V offerire un ragionato compendio sia del tutto insieme, sia di alcun frammento del presente volume ci sembra convenire, trattandosi di cose meramente storiclie. E ben vero che in quel modo die incontrammo talvolta o alcuni fatti esposti con qualche singola- rita non facilmente ammissibile , ovvero anclie da altri autori taciuta, o alcuni pareri atTatto parti- colari , ne sempre forse i migliori , cosi, e assai piu sovente , ammirammo e la molta diligenza nella ricerca del vero, e la nioltissima dottrina ed eru- dizione , che non possono mancare giammai nelle scritture del nostro cliiarissimo cavalier Bossi, come da ogni sua opera si rende manitesto. Che se , o il dettare a un tempo medesimo diversi, e per ma- teria disparatissimi libri, o il desiderio di giugnere rapidainente alia meta, senza pero trascurare nessun liore che suUa via gli si alFacci, o Fopportunita di palesare alcune opinioni non dalT argomento latte necessarie, non lo avessero nella storia di Spagaa indotto ne'varj diietti, do' quali noii abbiamo taciuto uel primo articolo , ne possiamo dissimulare anche nel presente, noi crederemmo che come la storia di Spagna del cav. Bossi e ora la migliore die si abbia in Italia, cosi sarebbe essa una delle piu pregevoli produzioui che dalla feconda sua penna sieno uscite. Con tutto cio non dubitiarao che essa non debba reggere al confronto di qua- lunque altra scritta da non spagnuolo autore , e die non possa vantarsi di aver prevcnuto su tutti i puuii il lavoro analogo , di cui si pubblico re- ceutemeule il prograniuia m Francia. Sao Memorie dell' I. R. Istituto del regno Lombardo-Vc- jieto. Volume II. Annl 1814-1815. — Milano , 182 1, dull' I. R. Stamperia., in ^." fig. {^Si veiide da Fusi , Stella e C). Oi continua al principio tli questo volume Tistona deir I. R. Istituto, e si premette la notizia delle dissertazioni accademiche lette nelle adunauze degli auni soprindicati. Per comodo de' lettori nostri di- stribuiremo i titoli di queste dissertazioni sotto le loro classi respettive, affiuche veggaao essi in ua quadro la somma dei lavori di questo corpo scien- tifico. Alle scienze naturali si riferiscono una Memoria del prof. Renier di Padova sopra VAttuda costolata madrcporige/ia , nuova specie di polipi da esso sco- perta neirAdriatico; altra Memoria del dottore VJ/a/- zari presentata dal socio Palletta sii la pellagra; altra di Giuseppe Racagni sopra i vetri dioitrici coniposti di due semicilindri , inventati dal sig. Gallaiidt de Chevreux ; la esposizione di alcune esperienze re- lative alia dilatazione dei corpi di Angela Bellani; alcune ricerclie su la velocita della luce di Daniele F/anccsconi; le osservazioni di Giambattista Monteg- gia su la possiliilita di conuinicare la sifilide col mezzo dell' innesto vaccino preso da un individno alTctto di quel morbo ; un Saggio fisiologico del me- desinio sopra P uso delle mammelle nei masclii; un Poemetto in versi sciolti di Benedetto Del Bene su r olio di Cafreria; alcune Osservazioni del sullodato professore Renier su la fosforescenza delle acque dei mari; la Descrizione di un nuovo apparecchio per ottenere con facilita cd economia F acido muriatico liquido puro di Lnigi Brugnatelli ,■ la Descrizione geologica dcHa col Una di Arona di Scipione Brei- slak .; le Osservazioni di G. B. Monteggia sopra r evento inaspettato di diversi puerpcrj : cpiellc di MEMORTE dell' I. R, ISTITUTO eCC. 3a t Clnva?ini. Aldlnl sii Y rippliciizione della leva idrau- lica a diverse nuiiiifattme ; alcuue niiove rii eiche intorno il diaspi-o ed altie pietie pieziose di Liiigi Bossi, scritte in occasionc deir opera pubblicata dal defunto Hagcr sopra una pietra preziosa dclla veste pontificale di, Aroiine^ altre ricerrhe di Sciplone Brei- slak 3U la illununazione delle acque del mare; altre di G. B. Brocchi sopra i vetri azzurri degli autichi, che egli riconohbe non altrimenti die quelli del nioderni colorati col cobalto; le Osservazioni sol- stiziali fatte con un circolo moltiplicatore di tre piedi di diametro da Barnaba Oriani^ le Ricerche di Angela Cesaiis sopra i principj ai quali si ap- poggia la costruzione dei cannocchiali Galileani astronomic! e terrestri ; una Memoria su la chimica costruzione del gas oliofacente di Luigi Brugnatclll; altra di Sclpione Breislak su T ori^ine- della terra, nella quale si esaminano le idee proposte dal si- gner Smitlidson Tennant su quelF argomento , giii- dicate un'applicaziohe piuttosto ingegnosa die ve- risimile delle teorie di Davy:, altra su F angina di petto di Qiovannl Battista Monteggia ; altra sopra la spinta degli arclii di un ponte obbliqno alia sponde di un fiume di G. B. Venturl. Queste tutte appartengono alF anno 1814: al seguente la Memo- ria sul freddo prodotto dalla evaporazione di An- gela Bellani; altra sopra la teorica delle mine di Antonio Caxcianino ; alcune Osservazioni su la emi- Crazioue degli ucrelli di Carlo Amorctti; le Osser- vazioni di Tommaso Faniesi su V estrazione di un calcolo formatosi su la glandola sabmascellare ; una M-emoria di Sripione Breislak sul raffreddamento e consolidamento avvenuto nel nostro globo ; altra sn r attrazione molecolare di Giuseppe Racagid ,• altra di Pietro Coiifigliachi sopra diverse specie di vipere; una seconda Memoria sopra il moto oscillatorio delle fabbvidie di Angela Ccsaris; le Osservazioni del Breislak sopra la formazione delle pietre silicee; quelle di Giovanni Brignoli sopra Saa MEMORIE DELL I. R. ISTITtTTO diverse piautc credute nnove, le quali conosciute cratio da2;li anticlii. La storia, rantifjiiaria, la letteraiia criidizione, e la storia o anche la pratica dellc arti t'onnarono pure argonieiito delle dissertazioiii lette air Isfituto. la molte adiinanze Luigi Bossi trattenne i suoi col- leglii su le porpore e su le niaterie tintorie degU antichi; in molte adnnanze li trattenne pure Bassia- no Carmiiiatl col sesiuito della sua Memoria su i sue- cedanei da darsi ai principal'i rimeilj , clie ci vengono dalle due Indie; G. B. Vcntiirl espose un dotto rag- guaglio dei sistemi di fortificazione iutrodotli in Ita- lia nella prima meta del secolo XVI ; Carlo Amor etti continuo la lettura di una sua Memoria sopra alcuni monumenti falsi addotti in prova di fatti veri, ed un compendio presento della storia milanesc nei tempi del dominio de Viscouti e degli Sforza] lesse pure il seguito deir apologia del viaggio di Maldouadoj Carlo Rosmiid presento la prefazione alia sua storia intorno alle militari iraprese e alia vita di Guiii Giacomo Trii alzio , e ne lesse alcuni capitoli ; Giu- seppe Lon.gJii continuo la lettura del suo trattato su Teccellenza della incisione in ranie, e il ristretto lesse altresi della vita di Michelangiolo Buoiiarrotl\ Francesco Veiiini continuo parimente la lettura del suo Saggio su la poesia lirica, e Vinccnzo Monti quella della Feroniade; Danicle Francesconi nuove quistioni propose intorno a Raffaello d'Urb'uio^ alle quali data avevauo occasione le osservazioni pub- blicate dai signori Morelli e Boscoe ^ e varj passi illustro di autori greci, relativi ad invenzioni di geometria e ili aritmetica ; Vlncenzo Malacarne al- cune notizie storiche espose intorno alia vita di fra Saba da Castlgllone ,• altra ne propose Giuseppe. Bossi intorno al vero tipo dell' arte della pittura ; Liiigi Bossi presento un elenco di varie frasi e voci raccolte in autori classici italiani, le quali raancano ne' dizionarj , e cosi pure un Saggio della sua ver- sione di Qiiinto Calabro. ■ni:L TiECNO LOMnA.RDO-Vr.KETO. 323 Esaminate fnioiio altrcsi ia questo biennio e piesentate in analisi al corpo scientifioo diverse ojiere degl' ingegni taiito italiaiii, quanto stranieri. Ccsare Arid coniunico la relazione Jelle 0[)ere pub- blicate dai membri componenti la sezione dell' 1. R. Istituto in Verona, e Francesco Curlini il laggLiagUo dei lavori scientifici e letterarj delle due classi del- r Istituto niedesimo. Un ragguaglio diede pure Sci- pioiie Breislak deW o^exa. del socio ^/'occAi intitolata conchiologia fossile suhapennina , e un estratto della relazione storica del viaggio del signer Humboldt nelle regioni equatoriali; Ermenegildo Pint rendette conto di un' opera intitolata: Dleii^ la nature et la loi del cav. di Saint Aignan^ Luigi Bossi del com- mentario pubblicato dal Mcdacarne su le opere e su le vicende di Giorgio Biandrata^ cosi pure di due opere pubblicate da Lodovico Costa, cioe il Cartario Tortonese e una Cronaca inedita di Tor- tona; Carlo Anioretti dell' arte di governare i baclii da seta , pubblicata dal Dandolo , e di un opera del signor Heind sul modo di educare i bachi da seta air aria libera, come pure di nno scritto di Qia- cinto Carena su i serbatoj artificiali delle acque pluviali; Francesco £arliui una relazione espose del nuovo catalogo delle stelle fisse del Fiazzi; Carlo Rosmini raccolse le notizie dell' eloa;io di Damiano Priocca scritto dal prof. Buckeron ; Giuseppe Morosi diede pure un ragguaglio di un' opera del cav. No- hili su la natura del ierro : G. B. Palletta quello di un' opera del prof. Mores^i della struttura piu nascosta delF uretra e del glande reCtntemente sco- perta i finalmente Bassiaiio Carminati su V opera del dott. Giovanni Maria Zecchinclli su T angina di petto e su le morti repentine. Angelo Cesaris riferi pure r esarae di una maccliina presentata dalT ot- tico Consonni atta a misurare la forza refrattiva dei corpi diafani. Segue la notizia delle dissertazioni lette nelle radunaiize deir I. R. Istituto sedente in Padova 3a4 MEMORIF DETX' I. R. I8TITUTO nc^Vi anni 1 1? 14-15, della (juale 11011 farrianin pa- rola , esseiidu slaltt fitio dalT i8i5 puMjIiiaio in I'adova il piospetto di quelle lettiire. Vieiu: in apprcsho 1111 limj£,o v. Iumi iiilcso cUijiio del celcl)ie Jiirujio Moiclli scriito da A/t^c/o Zcndii/ii. Coiilonnaiuloci iioi al sistcnia adotiati) in propo- sito del primo volume, coiniiir.iercino da (pu-lle Memorie, rhc alia Iclteratiira , alia ("rtniizionc, alle arti o anclie alle srienze morali o politiche ajipar- icncoiio, riserbandoci in ahri ariicoii a parlare di (pielle die concernono le scienzc lisidie e mate- iiialiche. Si prescntano tra Ic piiintr alcuni renin 811 la vera deHnizione del i'aaatisino di Piciro Ttun- /)iiriiii , louiiiiiicati per estratto, nci (jiiali , esaini- iiaie le cause lifei( he e morali clic concorrono a prodiirrr iiej^li aiiiini quel risc-aldainento clie (ana- lismo si appclla, si riserba alia parte secouda la giusta sua delinizione, come quella pure de" suoi caratleri , siiitouii ed elletti , quiiidi alciine belle osservazioni lilologiclie di Jacupo Morclli. sopra le descrizioiii di sialue dettate da Calliatrato. Comincia egli dal notare il costume di alcuni Greri solisti di descrivere particolarmente opere d'arte, rap- prcseutaiiti immap.iui di dei, Ji eroi, di virtu o di vizj, o azioui maravijiliose o vere o riiiie clie esse tossero ; ed osserva pure che questi vissuti net tempi posteriori alia piu I'clice coltiua delle letteic, studiaroiisi ad imiiazione dei piu auliclu solisti di accoppiarc Karte del dire alia filosofia, e in qual- che modo ai buoni studj vantagp^io arrecarono, sebbene perduti di vista p;li antichi maestri ogiii disciplina da poi di male in peg^io declinasse. Le ilescrizioni die ci rimanp;ono, ridiiconsi a quelle di CalLisLralo^ dei due Filoxtniti, di. Lihanio^ e di Inwno^ e servono per lo piu alia varia erudizioiie rdativa alia n)itolop;ia, alia storia, alT anliquaria ed alle arti del dise<;no. Lodevole cerviniente era roggetto die que' dotti proponevansi ; siccomc pure jlU antichi e priiicipali DW, VT.O'SO I.OMr.ABno-VTENETO. 3^5 poeti rrrrc'i e latini l)clla trovarnno I' idea *li Ae- scriverc partitameiite i lavon darif. come (J/rwro^ Kiindo e Vir'/dio frcero fleji^li, hcurli
  • opportiina- mente giustiticati dall' accusa data loro e poscia ri- trattata dallo sciiltore Falconet, rbe scritfo avcs- sero di cose alia pittura ed alia scultura pftrtinenti, senza punto intendersi di quelle arti. Alolto si e deito ancora contra le descrizioni di Fdostrato^ die il Daneae Baden nel 1792 si h stndiato di difen- dere, e contra la reputazione di Callistrato un se- vere giudizio pronunzio il Winrhelmanii nella pre- fazione alia sua stovia dell' arte, dicendo che vediiia non aveva pnr una delle statue descritte, e che quelle descrizioni Catte sembravano per impicr.iolire le nostre idee; abbenche al Falconet sembrato fosse lo stesso Callistrato piu intelligente di scul- tura, che i due Fdostrutl di pittura. Anche i! ce- lebre Heyne persuaso mostrossi , che Calliitrato vedute non avesse le starue des'^ritte, c lo chiamo solo mirabile artefice degli ornamenti e dei Icno- cinj dell' orazione. Entra qui in materia il Morrlli. e dice che ad esso non spetta 1 investigare. (\t\\nir» CfdUstralo di scul- tura s" intendcsse, ma imprende a far conosccrc 326 MEMORTK PFIX' I. R. TSTITUTO Calllstnato per tjiiaato ad uomo di lettcre e buono scrittore si aspetta ; soggiugiie pure , che il testo delle sue descmioj[ii, benclie da valenti critici cor- retto, e viziato tuttora nelle stampe da false le- zioni V laonde puo alia di lui estimazione 2,iovaie il ritornarlo per mezzo di codici manoscritti alia natia sincerita. Incerto e quando vivesse e qual uomo fosse Cal- listrato; non era certo lo statuario conosciuto sotto questo nome, e forse era quel solista che nomi- , nato viene con lode da Plut.arco^ massime per To- spifalita nelF isola di Negroponte esercitata. Non puo egli credersi contemporaneo di Platarco mede- simo, ma puo bensi reputarsi autore delle descri- zioni, e dubbio e ancora se gli altri sofisti descrittori, come i due Fllostratl, Lihanio ed Imerio preceduto avessero, o posteriori fossero ai due p;-imi, come Y Heyne asseri , senza pero addurne alcuna prova. Lodollo tuttavia quello scrittore , perclie il comune sermone accomodare seppe con arte maravigliosa alle cose delTarte, e ne coinmeudo specialiuente la descrizione delle due statue di Cupldo. Strano e adunque che \\ Jacobs scolaro AeW Heyne ne abbia censnrato Fingeguo come digiuno e sterilissimo , e, puerile ne a!)bia appellato lo stile. II Bacco e la Medea bastano a far vedere il giadlzioso accorgi- mento di Calllstrato^ il quale ha conservata una espressione conforme al sembiance dell'uno e del- Taltra presso JEnripide. Tredici statue soltanto abbiamo da quel sofista descritte, due di Cupula^ una di Bacco, opera in- signe di Prassitele, una Baccante di Scopa , V Occa- sione di Lislppo, un Satlro^ Orfeo su V Elicona^ Memnone la^tlopia, Escidapio ^ nn. Centaaro ^ Medcct ed nn Indlano : lavoro di altra mano si reputa la descrizione della pittura di Atamante furioso, die viene in seguito alle accennate. h'Aldo Maiiuzio fu il primo che quelle descrizioui pubblico neiranno i5o3 colle opere di Lucia/to^ c.con queste pure DET, TIEONO I.OMBARDO-VENETO. 827 romparvcro in altro edizioni (li quel secolo e dei siissegucnti in Fircnzc ed iu Venezia ; in Parigi cd in Lipsia si agpuusero alle opere dei due Filo- stratl. Si estende qui il dottissimo Morelli a lagio- nare del pregio e dei difetti di quelle edizioni, ed anche di quella dell' Olearlo che la migliore repu- tavasi. Que' difetti studiaronsi di emendare il Ja- cobs e r Heyne^ il primo nelle sue esercitazioni e nella biblioteca tedesca di Gottinga , il secondo in un programma accademico pubblicato a Gottinga nel 1801; migliore riuscita sarebbe T opera lore, se fosseio stati muniti di buoni codici a penna, e })er questo Francesco Giovcuini Bast Assiano non solo si servi delle annotazioni inedite di Enrico Valcsio ad esso comunicate dal celebre Vdoison^ ma con- sulto ancora due codici manoscritti della biblioteca resiia di Parigi. Rarissimi pero sono i codici delle desciizioni di Callistrato^ e appena si conoscono 1 due citati, altri delle bililiotechc di Firenze e di Monaco, ed uno di Venezia spettaute altre volte alia libreria dei BE. Giovanni e Paolo. Descrive il Morelli questo codice del secolo XIV, nel quale le descrizioni suddette trovansi come un'aggiunta, non osservata in addietro da coloro che que' codici illustrarono. Leggesi in questo luogo un passo, che riuscire dee agli eruditi dolorosissimo, perclie con- tiene il voto di quelT insigne filologo, che alcuno per onore delle greche lettere in nuova luce pro- ducesse il /^esto intero di Callistrato ^ alia quale impFcsa giovato avrebbe non poco il codice vene- ziano , e sembra che egli stesso disegnasse di ac- cingersi a quel lavoro , o fors' anche intrapreso lo avesse. Intanto egli in questa preziosa dissertazione espone le varie lezioni da quel cqdice raccolte, e con questo grandissimo servi2;io ha certamente ren- duto alia erudizione , ed a chiunqne fosse per ac- cignersi ad adornare la nnova edizione desiderata. Noi ne arrecheremo solo alcuni esenipi , dai quali risulfa chiaramente di quanto il testo possa 328 MEM0T5IK PELL' T. U. TSTITUTO con quelle varianti migliorarsi. Nella versionc del- r Oleario stainpato erasi, clie il peplo di Orfeo scendeva per lo dorso fino al tallone ; il veneto codice lo fa scendere soltanto al malleolo , cioe alia noce o alia caviglia del piede. Nella descri- zione della Occasioned dice CaUtstrato che lo seal- tore Lisippo coiisulto anclie la ragione, con cui giudicare dovcvasi e spiegare qneir opera; V Oleario aveva tradotto, che qiialunque persona intelligente deir arte attribuire doveva a quelF opera aache la lode della erudizione. L' aspetto di Escidapio detto nel codice veneto non ornato con affettazione, ma purissinio e benigno, era stato dalT OZra/io tradotto in occhio medico c grazloso. 11 Cupldo poi di Pras- sltele posto sotto il n." XI dicevasi nelle precedenti edizioni e nelle versioni talmente conformato nel bronzo , come se le membra a maggiore sforzo muovesse; il veneto manoscritto porta che confor- mato era si fattamente, come se in parte mostrasse di piegarsi , m parte mutato animo, diretto fosse ad uno sforzo. Nella descrizione medesima si era tradotto, che credere potevasi partecipe del moto queir immoto bello , e il codice veneto esprime invece che immobile essendo quel 2;arzone parte- cipe sembrava del moto. Piii gravi errori incorsi erano nella descrizione di Medea, nella quale scritto si era, che vedere potevasi unapletra in parte spirante il furore dagli occhi, in parte di tetra guardatura, non senza che una certa ansieta appa- risse ; che Medea deliberava al tempo stesso V in- telletto turbato commoventlo e i costiimi alia fero- cia volgendo, cosicche trapassaudo i limiti della carita naturale verso i figli , dopo empia strage passava a ragionare di amore. Piu rettamente il veneto coilice dice, che quelf immagine varj af- fetti esprimeva, che Medea marmorea e il furore por- tava negli occhi, e con tetro occhio riguardava, e intenerita mostravasi lino alia mestizia ; che tra se stessa consigliavasi , didiitando di tornai« a sani DEL REGNO LOMBA.RDO-VENETO. 829 sentimenti, e irritando al tempo stesso la propria indole al furore , cosicche ai suoi fini rirerendo i termini stabiliti dalla natiira dopo Y iniqua uccisione passava a tenere il linguaggio , die ai genitori con- vengono verso i Tigliuoli. Nel Bacco finalmente , giacche cpiesti esenipj bastano a far conosoere il pregio altissimo di quelle eraende, leggevasi che di Dedalo vedevansi opere tali , le quali la fede superavano, cosicche creduto si sarebbe che con alcune macchine opere mobili costrutte avesse, e per forza dell' arte fosse stato costretto il bronzo a presentare I'aspetto degli umani sentimenti; ma che la mano di Prassitcle formava opere piena- mente spiranti. La traduzione del codice veneto porta, che se credere deesi il miracolo cretese, Dedalo costruiva opere die colle macchine si rauo- vevano, e Toro sforzava a rappresentare gli umani sentimenti-, die la mano poi di Frassitele opere deir arte formava onninamente spiranti. Su ia line di questa bella dissertazione osserva Faiit-ore, che r arte critica, rignardante specialmente F emenda- zione di opere antiche , come tanti altri pregevoli stud] rinacque al rifiorire delle lettere e delle arti iieila nostra Italia; che vi fiori per lungo tempo quasi privativamente, e con si felice successo, che gli stranieri da noi la appresero, e che il comin- ciamento di questa disciplina deesi principalmente al Petrarca. Rammenta pure il MoreUl gF illustri critici italiani editori, illastratori o comnientacori dt i classici greci e latini, che in Italia coinpar- vero dopo la dilFusione della stampa. Non senza dolore si leggeraimo Ic ultima linee, ncllc quali si deplora, che ora scarso presso di noi rimangu il numero de' coltivatori di quella bellissima parte i\\ letteratura, che tcnde alio scopo importante di avere i libri degli antichi, sinceri e ac:2;iustataniente pnbbhcati. 330 MEMOUIE dell' I. R. ISTITUTO Sa^s;io storico su la iiweiizione del sostefini a coiica € parte del ccmali navigcd)ili , dl Slnionc Stvatlco. Benche la materia cli cui si tratta, sembri di sua natura straniera a questa classe, ahbiaino giudicato tuttavia il dovere fare menzione di questo estratto, perche tutto si riferisce alia storica erudizione, ed alia gloria dell' arte italiana. I sostegni a conca e porte inservienti alia navi- gazione dei canali derivati dai fiiimi e dai laghi, e correnti- per piani di diverse elevazioai, soiio oggetti di maraviglia, massime nella citta e nei contorni di Milano, dove frequenti se ne veggoiio gli esempj , e dove i canali forraano uao dei priu- cipali elementi della nazionale prosperita. Col mez- zo soltanto di quegli sostegni si mantiene V acqiia alPaltezza necessaria per la navigazione , ed anche per la regolata dispensa deir acc[ua medesima per le irrigazioni; si evitano in oltre i pericoli delle cadute, e si mantiene la coraunicazione dei uiouti stessi col mare. Siccome delle altre umane invenzioni, cosi an- che di questa si sono imraaginate origini favolose, non conoscendosene con certezza i principj , lo Zendrinl modestamente espresse la sua opinione , clie il primo sostegno a conca , almeno nel vene- ziano, fatto fosse neir anno 1481 da certi fratelli Dionigi e Pietio Domenico detti maestri da orologio diViterbo; dubita pero 1' autore della Memoria, o sia non intende in qual modo prima d' allora si facesse il passaggio delle bardie, e dalle parole stesse dello Zendruii si raccoglie che incerti era- no que' maestri nella loro operazione , giacclie preveduta non avevano nella prima loro doman- da ai magistrati la necessita dello scaricatore. For- se que' maestri . altresi proposero i due modi di chiusa , cioe la travata stabile per il caso delle piene del Brenta , e la chiusa delf argine a piano inclinato^ della quale potcvausi levare le travri. DEL REGNO LOMB/iLllDO-VENETO. 33 1 Osserva a questo proposito T auto re, clie Tartifizio delle cliiuse a piano inclinato nuovo non era total- mente, ne poteva dirsi su2;2,erito dalla rozzezza dei tempi, perche anche il gran canale della Cina clie scorre per la lunjihezza di 3oo leghe, e munito di cliiuse costrutte nel modo medesimo. Queste servivano e servono ottimamente a rendere meno difficile e pericolosa la navigazione; e se migliori sono i sostegni a conclie e porte, sono altresi molto dispendiosi nella loro costruzione e nella loro ma- nutenzioue, e un ins^egnere americano detto FuMoji ha grandeniente commendato T artilizio di quelle prime cliiuse, proponendo di munire i battclli di ruote , o di farli asccndere per mezzo di maccliine sopra i piani inclinati. Passa egli quiudi a mostrare che i sostegni a conca e porte non furono perfezionati se nou verso la fine del secolo XV, e descritti veggonsi nel libro di Leone Alherti , de re aedificatorla , il di cui testo pero, scorretto in quasi tutte le edizioni e traduzioni, debb' essere riformato su la edizione originale, giacche tra le altre cose in luogo di valvis si e stampato erroneamente vallls. Non puo dii'si tuttavia clie VAlbertl fosse il primo inventore di (^uegli sostegni, sebbene il primo fosse a parlarne avanti T introduzione della stampa; egli ne scrive anzi come di cosa gia nota e praticata. Quel libro pero fu presentato nelT anno 1452 dalf^Z^^m al papa Nicola V^ cioe ventotto anni avanti F epoca della costruzione di un sostegno fatta dai fratelli di Vitcrbo^ dei quali parla lo Zendrini. Qligliorossi poi Fartifizio dc' sostegni a conca nei tempi a noi piu vicini; si introdussero allora le conclie binate, le conclie accollate, le conclie a qiiadrupla mano di porte, e il Dctanconrt in Francia propose persino il modo dl serbare Facqua in un recjpiente vicino alia ccnra per trarla di la con maccliina, e riem- pire la conca al caso di una barca ascendeute, e 332 MEMORIE dell' I. R. ISTITUTO di recupcrarla (juitKli ncllo stesso recipieiite al caso tlella discesa del iiaviglio. Molti strauieri ed Italiani aricora asserirono, clie Leonardo da Vinci appioiittasse delF esein[)io del sostegiio di Stra , che e quello apputito accenuato dallo Zendrini , per ordinare e duigere il compi- niento e V unione dei canali di Milano neir anno 1497. Conosceva certamente il Vinci al pari del- VAlberti V artifizio di cliiudere i fiuini colic porte doppie, poste alia estremita del tratto di canale proporzionato alia lunghezza delle barche ; forse letto aveva anche il libro AcWAlberti medesimo stampato nel 1485 -, ma egli miglioro col sue in- gegno la semplice idea ([aW Alberti esposta , e or- dino i sostegtii all' uso , che aacora dopo tre interi secoli si conserva. Una notizia , -la quale prova die i sostegni a conca e poite conosciuti erano molto prima , tro- vasi nella vita del duca Filippo Maria Visconti^ scritrada Pier Candido-Decembrlo^ uella quale si acccuna che quel principe medito la formazione di un canale da Ahbiateg;rasso a Viirevano , nel quale le acque ascendessero per mezzo delle mac- chine , le quali conche sono appellate. II Filippo if/rtria mori neir anno 1447, vale a dire assai prima che Y Albcrti presentasse il sue libro al Papa, e contemporaneo di quel duca era pure il Decembrio. i^nche nella Storia del canale del Mezzoiiionio del- o VAndreossi si narra che gli Olandesi lino dalF anno i2o5 avevauo costruita sul fiume Sparna una chiusa a doppie porte piane e non poste ad angolo verso la corrente. L'invenzione dei sostegni a conche e porte guido ad operazioni prodigiose nella formazione dei ca- nali navigabili. 11 canale del mezzodi nella Francia attiaversa un paese moiituoso per la lunghezza di cinquanta leghe, e porta dalT Oceano alia sounnita deir altezza con diciotto di que' sostegni, con altri quarantotto porta dalla somuiita al Mcditerranco ; DEL REGNO LOMBARDO-VENETO. 333 di ffiie' sostegni alcuni sono semplici, altri doppi, e quello di Fonserane e ottuplo. A gloria deir Italia puo notarsi, clie immaginato fu dai due Italiani Aiidreossi e Richetd^ ed illustrato venue con niolca dottrina dal geuerale Aiidreossi ^ il quale giustamente onorare voile uno de' suoi antenati inventore ed esecutore della maggior parte di quell' opere. Notlzia di una traduzione latiiia scoiiosciata fatta dal cardinale Fietro Bcmbo delV orazioiie di Gorgia inturno al rapimento di Elena ^ delV ah. Jacopo Morelli. Gredera alcuno, dice lautore, che inutile sia il ranimentare un' operetta sconosciuta di un uomo , che per piu opere latine ed italiane , in prosa e in verso scritte , acquistossi grandissima celebrita; ma vantaggioso riuscira certamente per coloro che amassero di conoscere, quali fossero i prinii studj di (piel grand' uonio , per quali vie egli progre- disse, e quali avvertenze nello esercitarvisi usasse. II Bembo ansioso di apparare le greche lettere , re- cato erasi a Messina alia scuola di Costantino La- scaris , giacche in questo solo riconosceva il pregio di essere natio di Cosiantinopoli, e quindi di essere bene istrutto nella lingua e nella prouunzia, di avere in oltre gia inse2;nato puhblicamente in I\Iilano e in Napoli , e di avere nella prima di queste citta pubblicata la sua grammatica greca. Veauto quindi in poclii mesi capace di ben tradurre dal gieco , occupossi il Bembo nel fare traduzioni latine , e Torazione di Gorgia appunto e una di quelle, che in ([uel primo periodo esegui. Di questa una copia trovossi in Bologna in un codice raiscellaneo scritto da certo Fietro Vizaiii nelT anno 1492, e di la la fece trascrivere il Morelli. Osserva egli, che saggiamente il Bembo in quella versiotie s' intertenne , perclie Y orazione di autore antico e celebre sopra conosciutissinio argoniento , non era stata niai ne in greco, ne in latino pub- blicata, e come primizia degli studj suoi dedicolla Bibl. ItaL T. XXXI. 22 334 MEMoniE dell'' i. n. istituto al Vicere di Sicilia Ferdliiando di Acug/ia, protettore delle lettere , e coUettore di antichi moniimenti; ne vota lascio di iVutto quella dedicatoiia, perche la vita v' iiiseri di Gorgia medesimo. Accorda anche il yil/o7i- delfi questi mammiferi , cioe a doppia mati'ice , perche considerasse egli il sacco ventrale come un secondo utero , o perche conoscesse clie il loro utero e in due parti di- viso in guisa die puo dirsi duplicato. Egli ignora il mode, onde i feti appena nati entrano nel sacco e riescono a prendere in bocca i capezzoli delle mammelle per suc- chiarne il latte; tutti gli altri sanno che vi entrano per- che la mad re ve li pone , e prendono in bocca i capez- zoli delle popjje guidati dall' istinto , o dalle sensazioni che a far cio sospingono anche gli altri neonati mammi- feri. Del rcsto non ci sembra verisimile, che i p'^rti deb- bano stare attaccati alle poppe per qualche settimana , fin- tanto che gia addivenud grandicelli. e capaci di camminare, la madre di tempo in tempo li lascia uscire del sacco : essi dimorano bensi nel sacco ventrale finche abbiano acqui- stato forze sufficienti per reggersi sulle proprie estremita: ma prendono in bocca i capezzoli delle mammelle quando sentono il bisogno di alimentarsi , e non pendono conti- nuameute da essi = Gen. i ." Didelfo , -i." Dasiuro , 3.° Peramele , 4.° Isodonte , 5.° Cescoe , 6.° Falangista , 7.° Petauro , 8.° Issiprino , 9.° Almataro , 10. ° Fascolarto , 11." Fascolomo. Ordike quarto. Rodltori. Mammiferi unguicolad non mar- supiali ', le ciii estremita anteriori non fuiiscono con vere mani e le cui mascelle lianno soltanto due sorta di deiiti , incisivi cioe , e molari. Famiglia i.' Trachiodonti. Incisivi inferiori piii o meno aguzzi neir estremita , mascellari a corona tubercolosa e distinta dalla radice; clavlcole compiute. Gen. 1° Mar- motta , 2.° Criceto, 3." Topo , 4.° Idromo , 5." Merione, dell"' abate camillo ranzani. 877 6." Dipo , 7.° Scojattolo , 8." Tamia , 9.° Pteronio , / 10. ° Chironio , 1 1 .° Spalace , 12.° Batiergo. Faniiglia 2." Elasmodonti. Iiicisivi inferiori per lo piii troncati alP estreinita , niolari risultanti dall' unioiie cU la- iiiine , ed a corona non tubercolosa , ma bensi fornita di linee o fasce smaltine die P attraversano , non distinta dalla parte radicale. = Sez. I. Con clavicole compiute. Gen. I." Pedete , 2.° Miosso , 3." Echinio , 4.° Lemuio, 5.° On- datra , 6.° Castoro. = Sez. II. Con clavicole non com- piute. Gen. I." Istrice , 2.° Coendo , 3.° Lepre , 4.° La- gomo , 5.° Idrochero , 6." Cavia , 7.° Cloromo , 8.° Ce- logeno. Ordine quinto. Sdentati. Mammiferi unguicolati senza denti incisivi. Famiglia i.' Tardigradi. Denti canini e niolari; testa qviasi rotonda : poppe due al petto : dita inviluppate nel'a pelle sino alle unghie ; qneste eccessivaniente lunglie , com- presse, adunche, aguzze ed inferiormente canalicolate. Gen. I." Bradipo , 2.° Colepo. Famiglia 2..' Cingolati d' Illiger. Niun canino; moiti mo- lari con radice indistinta ; testa lunga , ristretta ; tronco coperto da una corazza quasi ossea. Gen, unico , Dasipo. Faniiglia 3.' Vermilingui d' Illiger. Lingua vermiforrae, as- sai lunga ed estensiliile; o niun dente o soltanto molari, ecc. Gen. i.° Oritteropo , 2.° Formicliiere , 3." Manide. Ordine sesto. Pachidermi. IMamraiferi forniti di 4 estre- mlta , ungulati , non ruminanti , privi di clavicole, con pelle densa , coriacea , poco pelosa. Si nutrono di vege- tabili , e quindi i loro molari sono quali abbisognano per tritnrare questa sorta di cibo : i canini assai gi-andi di al- cune specie sono piuttosto di difeS^ , clie strunienti per la masticazione. Famiglia i .' Pvohoscidei. Naso prolungato in una pro- bosclde quasi cilindrica , assai lunga ;, zanne grosse e Inn- gl\c piantate nelT osso interiiiascellarc ; niun incisivo nella mascella inferiore, niun canino in ambe le mascelle ; 5 dita compiute in tutti i pledi. Gen. unico , Elefante. Famiglia 2.° Pachidermi ordinarj, Proboscide o nulla o breve ^ non piii di 4 dita ne' piedi, ne ineno di 2. Gen. j .' Ippopotamo, 2.° Potco, 3." Fascocbero , 4.° Dicotile , 5." Ilinoceronte , 6.° Iracc , 7.°»Tapiro. 378 EtEMENTI VI ZOOLOOIA Famiglia 3." Solipedi. Proboscide nulla, un solo dito compiuto ed una sola uiigliia in tutti i piedi. II labbro su- perioie grande e rigonfio forma il cosi detto chiloma: le rnascelle sono fornite d' incisivi : lo stoiuaco e semplice. Gen. unico , Cavallo. Ordine SETTIMO. Ruminanti. Mammiferi ungulati, nei quali naturalmente e non per viziata struttura ha luogo la runiinazione. I caratteri delle faniiglie e de' generi giiidano, secondo il nostro autore , a conoscere i mammiferi com- presi in quest' ordine , quando ci occorra di vederli in tempo , in cui non ha luogo la funzione suddetta. Egli descrive brevemente la disposizione e T aspetto interno delle 4 cavitk component! lo stomaco dei ruminanti ; e scendendo poscia a parlare del modo in cui la runiinazione si eflettua , e delle strade , cui percorrono i cibi solidi prima e dopo di essa , espone le due contrarie opinioni dei signori G. Cuvier e Toggia senza pronunziare su cio il suo giudizio. Ci sembra che dalle osservazioni ed espe- rienze istituite a questo riguardo dal chiarissimo professor Home si possa ora a dritto conchiudere , che l' opinione di Cui-ier merita di essere ndottata a preferenza dell' altra. Famiglia i." Anomiomeri. Senza corna, canini alineno nelia mascella superiore. Gen. i.* Cammello. Home ne ha atten- tamente esaminato lo stomaco , e pel primo e giunto cosi a spiegare il bellissinio e curioso meccanismo , in virtu del quale i canmielli e 1 dromedarj suppliscono al difetto d' acqua quando viaggiano per deserti , in cui le sor- genti sono assai rare. La porzione cellulare della prima cavita dello stomaco in detti animali , secondo Home , serve alio stesso ufficio , cui adempie la seconda cavita nei ru- minanti cornuti. Quando il cammello beve , V azione di un cingolo muscolare apre V orifizio della seconda cavita nei tempo stesso che dirige I' acqua in essa; e quando le celle di questa ne sono piene , l' acqua scorre nella strut- tura cellulare della prima, poscia si efFonde in tutta la cavita. Mentre il bolo ruminato e spinto di nuovo alio stomaco , una particolar fascia muscolare contraesi con tal forza , che non solo apresi 1' orifizio della seconda ca- vita , ma agendo suU' apertura della terza , la porta in su nella seconda , e in questa maniera diverse liste musco- lari , cl>e separano gl' intepstizj delle cellule , sono ser- rate insieme e costituiscono un canale nei centro della I I dell' abate CAMILLO RANZANl. SjCf seconda cavita , che noa coniunica in nessun modo colle cellule lateral! suddette , e per cui il bolo ruininato passa direttamente dalFesofago nella terza cavita. Dunque la se- conda cavita non riceve il cibo solido ne prima, ne ilopo la rnniinazione : essa e destinata a coiiservare in istato naturale Tacqua bevuta, clie il cammello a sno taleuto spinge nella porzione cellulare delta prima cavita , quando av- vene bisogsio pel bagnamento e rammollimento dei cibi solidi , che devono essere rimandati in bocca per la ru- minazione. Facciasi confronto tra le suesposte brevi no- zioni tolte dall' opera di notomia comparativa di Home , ed il seguente passo , in cui il prof. Ranzani c' istruisce sulla struttura dello stomaco del cammello, e crfme possa questo auimale rimanere senza bevanda per niolti giorni consecutivi. // rwnine, dice T autore, ha in essi ( cammelli ) due appendici , nelle quali o da iin apparecchio glanduloso si separa quasi di continuo un flado per natura sua quasi si- mile aW acqua , ovvero si pub durante qualche tempo con- servare incorrotta I' acqua bevuta con inolta fretta , forse espressamente , perche non potendo entrar tutia nella doccia , una porzione ancora ne venisse versata entro il rumine. Quest' acqua poi o sia prodotta e separata a soltanto con- servata net rumine, basta ai cammelli, perche possano rima~ nersi senza bere molti giorni di seguito. Se dovessimo mo- strare ad uno ad uno gli errori aiinunziati nel passo ora citato, usciremmo dagli angnsti coniini , entro i quali e forza di limitarci ; quindi esortiamo gli uomiiii iiitelligeuti a considerare le nozioni su questo oggetto da noi breve- mente al legate , donde comprenderanno , se non tutte , almeno le principali incongruenze di proposito ammesse dal sig. prof. Ranzani, e quanto ei sia liniitato nelle co- gnizioni zoulogichp = Gen. a." Auchenia , 3.° Muschio. Famiglia 2.' Ditteroceri. Corna copertQ di pelie, almeno allorche spuntano fiiori, e durante il primo accrescimento. Gen. i.° Cervo, 2.." Cammellopardo. Famiglia 3.' Coleoceri. Parte ossea delle corna ascosa entro una guaina formata da una lamina piit o nieno grossa di sostauza comunemente detta cornea ; niun ca- nino in ambe le mascelle. Gen. i ." Antilopa: l' autore am- niette questo genere quale lo stabill Pallas , e si attiene alia divisione dello stesso proposta da Blainville. Gen. a.* Egionomo ( le capre e le pecore di Linneo e di akri 38o ELEMENTI DI ZOOLOGIA. , CCC. autori), 3." Bne : aclotta il genere 5ue stabilito da Limico dividendolo in due sezloni distinte , ed equlvalenti ai due sottogeneri di Blainville. ORDiNfE OTTAvO. CeUicei. Mammlferi privi di estremita posteriori. Famiglia i.' Cetacei erbivori. Denti o di piu sorte , o almeiio non semplicemente conici ," fori esterni delle na- rici non aventi T ufficio di lasciare uscire T acqua en- trata in ])occa in un col cibo. Setole lunghe attonio alia bocca; due poppe al petto. Gen. i.°Manato, a.° Alicore iVlUiger, 3." Ritina di Steller. Famiglia a.* Cetacei carnivori. Denti o nulli , o tutti co- nici ; narici dirette all' alto , ed aventi 1' ufficio di mandar fuori r acqua soverchia entrata in bocca in un col cibo ; niuna setola ; due poppe ventrali. = Sez. 1. Testa die ha con tutto il corpo la proporzione ordinaria. Gen. i ." Del- fino, 2." Ceratodonte di Brisson. = Sez. II. Testa eccessi- vamente grande. Gen. i.° Fisetere , 2.° Balena. ArPENDlCE. Monotremi. Premesse alcune cose guardauti la storia della classificazione di qiiesti aniuiali , egli con- viene coi signox'i G. Cuvier e Desmartes di annoverarli tra i niammiferi , e ne adotta i due geneii , Echidna di G. Cuvier, e Ornitorinco di Blwncabach. , ( Sarii continuato, ) 1 381 APPENDICE. PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE. Rassegna hibllografica delle migliori opere stampate in Parigl ed in altre cittd della Francia nel mese di febbrajo iSaS, di Carlo Pougens ^ membro del- V Istituto di Francia e delle principali dotte societd d' Eui'opa. J. N questo mese si soiio pubblicati tra llbri nuovi , rl- stampe , opuscoli, ecc. , n,° 408. Educazione. Tableaux du cours de lecture mnemonique du chei'alier Qeor- CERET , malcre de pension d. Paris. In folio ( L'auteur , Lefehvre ) , fr. 3. ( Questi quadri sono al numero di 26. II modo adottato dal sig. Geoi'i^eret mi sembra eccellente. Di tutte ie nostre facolta iiitellettuali la raemoria e qiiella che e piii suscet- tibile di educazione. La si puo diminuire od accrcscere. Noi abbiamo di gia ua bonissimo saggio di mnemonica del mio coiifratello alFAccademia di Monaco , il sig. ba- rone dAretin. ) ISTORIA , AnTIQUARIA. Recherches pour servir a I'histoire de I'Egypte , pendant la domination des Grecs et des Romains, tirees des inscriptions grecques et latines , relatives a la chronologic , a tetat des Bibl. lud. T. XXXI. 25 38a APPENDICE arts, aux usages civils et religieux de ce pays, par 31. Le- TFONNE de llnstltut. In 8." figure {Boulland, Tardieu, rue du BatLoir S. Andre , n." i a ). (Opera eccelleute. II sig. Letronne, uno de' piu giovani nostri accademici , adotto via genere di erudizione , die s' avvicina alia filosolia assai piu die non fanno colore die si occupano per professione d' indagini fdosofidie. ) ^ GEOGRAPIA , VlAGGI. Atlas portatif et complet du royaume de France , contenant les qiiatre-vlngt-six cartes des departemens precedees d'une carte generate , par Xav. Girard ex-geographe des pa- stes, et JioYER. In 8." (^ Dondey Dupre) , fr. 24. ( Gli autori di questo atlante collocarono a fronte di ciasdieduna carta un foglio di testo , die comprende la descrizioae delle principali clUa, delle loro aiitichita, delle curiosita naturali , delle grancU manifatture. Vi si trovano altresi prezlose ed esatte descrizioni intorno la natura del suolo , le sue produzioni, l' agricoltura , i fiurai , i ca- nali, ecc, Vi s' indicano il numero degli abitanti, la distanza tra le principali citta , i tribunali , i capo-luoghi di pre- fettura o di vice-prefettui-a ecc. Questo coiiiodo ed eccel- leute lavoro termiiia con una tavola alfabetica delle citta , borghi e comuni di cui si e parlato nel testo. — Si pro- pone di pubblicare subito un altro atlante della Fran- cia sopra una scala niolto piu considerabile, del signor Eugenio di Branville e L. A. Paulmier. Questo atlante coiuposto di 90 fogli , del formato grand' aquila , sara diviso in trenta fascicoli ( Eugenio di Branville , contrada di Crenelle, n.° 3 , au gros caillou; L. A. Paulmier, con- trada di Yaugirard , n." 90. ). Prezzo di ciascun fascicolo, in carta ordinaria , carte colorite , fr. la. Idem, carta velina rasata e carte colorite , fr. 1 5. Les jeunes voyageurs en France , histoire amusante destinee a t instruction de la jeunesse , contenant ce que la France presente de plus curieux,par Mad. de Flesselles. Vol. 4, in 18.° fig. (P. Blanchard) , fr. 6. (Libretto aggrade vole ed utile nello stesso tempo, sotto alcuni rapporti. Imitazione del giovane Anacarsi del fu Barthelemy. Del rimanente questa compilazione fa onore al discernimento ed al gusto di niadama Flesselles. ) rARTK STRANIERA. ^83 Lettres sur la Suisse accornpagnees de vues dessinees d'aprcs nature, par Villeneuve , puhliees et lithographiees par Q. Engelman , directeur de la societe Uthographique de Mulhausen. In fol. , livr. premiere {Engelmann) , fr. 8. Idem , papier de la Chine , fr. lo. ( Una delle niigliori opere litografiche che siansi pub- blicate daU' origine in poi. ) La Grece ou description topographique de la Livadie , de la Moree et de I'Archipel , contenant des details curieux sur les moeurs et usages des habitans de ces contrees , par G. B. Depping. Vol. 4, in i8.% cartes et figures {Ferra jeune ) /r. lo. ( Ricerche fatte con gusto : il sig. Depping non dice che cio che fa di bisogno , e qnesto e a mio parere la migliore nianiera di dir bene. ) SCIENZE. Planches anatomiques du corp hamain , executees d'apres les dimentions naturelles , accornpagnees d'un texte exphcatif par Antommarcui , puhliees par le comte de Lasteyrie , editeur. In folio , format atlantique , premiere lii>raison (Comte de Lasteyrie), fr. a 5. (Quest' opera e un capo lavoro di litografia. lo lo credo di prima necessita per quelli che si applicano alio studio deir anatomia , della chirurgia , della niedicina , ed anche per coloro die coltivano 1' arte del disegno. L' editore , il sig. conte di Lasteyrie , e uno degli nomiui piii puri cIi' io conosca : la di lui fortuna , le di lui veglie sono esclusi- vamente consacrate all' uraanita ed al progresso dei lunii scientiiici. ) Histoire et description du Museum d'histoire naturelle , ouvrage redige d'apres les ordres de I' administration du Museum, par M. Deleuze. Premiere partie , in 8 ." fig. ( Royer au jar din du Roy ). ( Questo volume e oniato del piano e dei punti di vista del giardino , delle gallerie e del serraglio. Opera aggra- devole e nello stesso tempo utilissima a tutti quelli che amano la storia naturale, e che ne coltivano i diversi rami. M. Deleuze scrive benissimo. Noi gU siamo debitori di una \ 384 A.PPENDICE elegante traduzione degli Amori delle piantc , poema in- glese da tutti conosciuto. ) Traite de I'association dome stiqiie et agricole , par Charles FouRRiER. Vol. 2, in 8.° (^Bossange pere Mongu), fr. i5. ( L' intera opera forinerk cinque o sei volumi. Egli sara frequentemente consultato dai capi d' amministrazione e dai proprietarj agricoli. ) Comparaison des trois charnies , par Charles Pictet. In 8." fig. (^ Paschoud) , fr. i. 8o. ( Chiarissima teoria di un' utile invenzlone. M Pictet attualmente a Giiievra e uno dei piincipali coiiTpllatori della Biblioteca universale, altre volte Biblioteca britannica. ) Lettres sur la miniature , par Mansion eleve d'Isabey. In 12.° fig. (^L'auteur , rue des fosses Montmartre , n" 10. Le Ja^ net), fr. 4. ( Lo studio della natura e la contemplazione dei capi d' opera dell' arte senza dubbio valgono meglio di tutte le teorie. NuUadiineno se e permesso di derogare da que- sto prinoipio , lo e a favore dell' opera del sig. Mansion , uno de' niigliori allievi del celebre nostro Isabey. ) Nouvelle invention Uthographique de M. Aloys Senefelder ■ portefeuille Uthographique , ou recueil de sujets de divers genres , desines ou imprimes sur planches Uthographique s nouveUement inventees. Plan. 12 , in folio ( Treuttel et Wurtz, Senefelder, rue Servanda ni , n." S ) , fr. 3. ( Le pietre litografiche ordinariamente presentano due inconvenienti molto gravi : i .° il loro volvime ed il loro peso ne rendono il trasporto ed il maneggio difficile ; a.° esse sono soggette a rompersi sia per 1' azione del torcliio , sia per il troppo freddo o il troppo caldo. II sig. Luigi Senefelder, uno dei primi inventori della lito- grafia , ha tentato di rimediare a questi due inconvenienti , sostituendo alle pietre impiegate finora delle tavole com- poste d' una lama nietallica ricoperta d' una intonacatura pietrosa. Queste novelle tavole sono nel medesimo tempo piix piccole, piii leggiere, piii solide e meno costose delle pietre litografiche ordinarie. Egli ha fatto altresi costruire un nuovo torchio portatile appropriato all' uso delle tavole . rVr.TE STR\TSriERA. 385 litogi'afiche. Resta oi'a a sapei'si se questa intonacatura pietrosa non sara soggetta alle screpolature. Musee royal publie par Henri Laurent. Livr. 39 et 40 ou derniere (Laurent, rue neuvc des Mathurins , n.° 2.0). Prix des 40 livraisons , fr. 1920,- fig. avant la lettre , fr. 3840. ( Questa niagnlfica collezlone fntta da artlsti di primo I'aiigo ed ora conipleta forma il segnito alia raccolta in- titolata Museo Francese o Museo Napoleone , pubblicato dal fu sig. Robillaid in quattro voluini , o ottanta fascicoli in foglio a 48 franchi 3840 ; avanti lettera a fr. 96 , 7680. ) Memoire sur les precedes les plus convenables pour reniplacer le cuivre par le bronze dans la fabrication des medailles , par A. Depvy Maubin , directeur adjoint de la monnoye des medailles. In 8 .° ( Eyron ). (Questo piccolo scritto e utilissimo; trovanvisi dei grandi mezzi di perfezionamento per la fabbricazione delle me- daglie. ) Nouveau traite sur le jeu de billard , ou regies generales et particulieres pour toutes les parties du jeu de billard les plus usitees tant en France quen Italic , precede des pre- miers principes pour I'execution de ce jeu , par M. Bou- VARD amateur. Six tableaux , in folio ( G. C. Hubert ) , /,-. 5. ( II niigliore trattato sul giuoco del bigliardo die siasi pubblicato sino al presente. ) Deux-cent nouveaux problemes recreatifs du jeu des dames a la polonaise d'une difficulte progressive et propres a fortifier les amateurs , avcc leurs solutions , par Laurent CoMMARD amateur. In 12.° fig. ( GuiUaume ) , fr. 5. ( Buona opera , e che si puo rassomigliare pel giuoco della dania , al trattato degli scacchi del nostro celebre maestro di musica Filidoro. ) Belle lettere. Grammaire de la lungue armcniennc , oil I'on expose les principes et les regies de cette langue d'apres les meilleurs grammairi-cns et les autenrs originaux., et suivant les usages 38^) APPENDTCE particuUers de I'idiome Haikini , par J. Cli. Cirbied , ar- minien , professeur de langue armenienne a I'ecole royale et speciale des langue." orientales de la bibliotheque du Roy. In 8.° (^ Ei'erarr. , Barrois aine),fr. 3o. ( Noi possecliaiuo gia uii lionissimo dizionario armeno del sig. Villotte, stampato a Roma nel 1714 , in foglio. Avanti il sacerdote Mescopus questa lingua , la di cui let- teratura e piii i-icca di quelle die si pens! , non avea ne gramniatica regolare, ne caratteri fissi. Gli orientalisti sono molto divisi sul merito della grammatica di Cirbied. ) Lettres de madame de Coulanges et de Ninon de Lenclos , accompagnees de notices biographiques et de notes expli- catives suivies de la. coquette vengee , par Ninon Lenclos. In ia.° ( Chaiimerot J.), fr. a. 5o. (Qiiesto volume fa parte d' una raccolta intitolata: Col- lezione epistolare delle donne celebri del secolo di Luigi decimoquarto , che deve formare dieci volurai in i3.°) Quelque chose et beaucoup de riens, on mes pensees , par M. d'ETALLEViLLE. In 18.° {F. C. Dentil). ( Titolo bizzarro , e 1' opera corrisponde molto bene al titolo; taluno si crede leggiero perche si trova superiiciale , ma non e slcuramente la medesima cosa. ) Pensees de Shakespeare, suivies de quelqaes scenes de ses tragedies. In i8.° { Maccarthy ). ( Opera aggradevole. Noi abbiamo gia dei pensieri ca- vati dalle notti di Young e dalle tombe di Hervey , ele- gantemente starapate in piccolo fonuato dallo stainpatore Haass. ) Teatro. (Euvres de Rotrov. Vol.5.' et dernier , in %.° (Th. Desoer), prix de 5 volumes , fr. 35 ; papier velin , fr. 70. ( Questa edizione e purissima e completa. L*" editoi'e ha aggiunto a Venceslao di Rotrou , uno dei padri del teatro francese , la medesima com media ritoccata e corretta da Marmontel. Si sa che Le Kain fece a Marmontel il brutto scherzo di restituire alia rappresentazione il testo originale e di sostituirlo alle correzioni dell' Accademico francese. PARTE STR\NIERA. 38? Noil fu male die la vanita del sig. cli Marmontel ricevesse questo piccolo sniacco ; aiidava punito delle sue eterne ripetizioni , sul successo delle sue novelle in Europa , gra- ziose dicerie e nulla piu. ) Chefs d'oeuvres du tliedtre Suedois. In 8.° ( Ladvocat ). ( Questo volume die contiene i migliori drammi di Leo- pold, di Gyllenborg e di Lendegien fa parte della raccolta intitolata : Chefs d'ccuvres des theatres etrangers. lo credo questa raccolta , die si continua con successo , utillssima ai giovaiii attori dranimatici. ) Diciassette pezzi teatrali , di cui due tragedie die non furono rappreseiitate, una coininedia, tre opere comiche, nove vaudeville , due melodrammi. lo distinguero solamente i seguenti : Fielding , com^die en un acte et en vers, par M. Mei^nichet , lecteur du Roi representee siir le theatre francais. In 8." ( Ladvocat ). ( Deir interesse , dei tratti aggradevoli, facilita nel dia- logo. ) Leicester on le chateau de Kenihvorth , opera comique en trois actes , par MM. Scribe et Mellesfille , musique de M. AuBERT , representee sur le tJiedtre de I'opera co- mique. In 8.° { Duvernois ) , fr. a. 5o. ( Soggetto cavato da uno dei romanzi di Walter-Scott , miniera inesauribile pel teatro. ) Le chevalier d'Eon ou une heure de meprise. Vaudeville en un acte , par MM. Simomis et S. Marc , representee sur le theatre du gymnase draniatique. In 8.° {Chaigneau), fr. I. 5o. ( Povera niadamigella d' Eon I ella non sospettava nern- meno di divenire un giorno il soggetto di un Vaudeville. ) Quanto ai melodranirai io ne parlo molto di rado , il loro successo e senipre obbligato. Romanzi. Undici romanzi. Cio e ben poco per febbrnjo. Egli e vero die questo e il mese piii breve dell" anno : io distin- guero i seguenti : 388 Ari'ENDICE Han d'Islande. Vol. 4 in 12.° {Rue de I'Arbre-scc, n.' aa), fr. 10. ( Questo romanzo ha molto successo , cio die accusa il cattivo gusto del pubblico , perche non ofFie die nii tes- suto di bizzai-re avvemure, delle scene da carnefice . . . . , stile debole. ) Per la singolarlta del fatto io faro menzione qui del romanzo intitolato: Andrina ou les deux Orphelins , par mad. Zoe Michaud , couturiere. Vol. 2 in 12.° (JJauteur , rue des deux partes S. Sauveur , n." 20 ). (Sono di gi.i dnque o sei mesi die qui si pubblico un romanzo aggradevolissimo composto da una portinaja , il fatto era vero e lo verificai io medesimo. Lo scorso mese noi avemmo un romanzo composto da una cuciniera , il mese venturo io spero un romanzo da una lavandaja. Se e la mia , fatto riflesso die io ho la debolezza d' essere ricercato in punto di bella biancheria , stimero cosa pru- dente di congedarla. ) P\RTE STR.V"NTr,n\. 889 Invito a prender parte ne.lle misure barometriclic (Idle altezze (i). I N" un" epoca nella quale 1' ardore per tutto cib die serve a conoscere viemmeglio la nostra alsitazione planetare e cresciuto cotanto, e in cui lontani viaggi A'engono intra- presi dal ghiacciato Nord all' infocato Sahara , dee cer- tamente essere di sorpresa a qualuncjue spregiudicato os- servatore T essere noi niancanti di quelle stesse cognizioni del proprio paese , che , raccolte con ogni cura , posse- diamo alibondantemente degli antipodi nostrl. Noi cono- sciamo lelevazione delle Cordilliere , del Cancaso e del- r Himalaya, e sovente non sappiam nemnieno a quale pro- foadita sotto il nostro sogglorno rompa il inare gli schiu- mosi suoi fiotti. I metodi per determinare le longitudini e latitudini geo- grafiche sonosi in questi ultiuii tempi niirahilmente perfe- zionati , e col mezzo de' medesimi una gran quantita di punti della superficie del nostro globo vennero immuta- bilmente fissati , mentre per lo contrario il nuraero delle misure accertate delle altezze e tnttora tanto insignificante, che r idea di vedere in dettaglio rappresentate gralica- mente le elevazioni della terra sopra la sferoide acrjuea (1) Sebbene T inserzione del presente invito nella nostra Bi- bliotcca sia riuscita troppo tardi, abbiamo non di nieno creduto vantaggioso il rendere colla traduzione letterale del uiedesinio intesa T Italia di quanto si e operato e si sta pure operando nella Prussia , e di quai niezzi siensi cola servitl i fisici per la determinazione delle altezze barometriclie ; opera7:ione qiiesta la quale fu gia esegnita presso noi da Volta, daOriani, da Plana, da Cariini , da Welden e da molti altri insigni astvonomi, nia- teniatici e fisici viventi , e che forma tnttora parte dei lavori di alcun d' essi , Sf-gnatamente nelle due specole di JNhlano e di Padova. Se qoalche dotto Italiano braaiera coucorrere nelle viste del sig. niaggiore di Ocsfeld , vena esso senz' alcun dub- bio reso da lui );iartccipe ilei lavori gia eseguiti <• da eseguirsi su questo soggetto nella Prussia p nelle regioni conteniiine alia medesima. ( V Eclitore ) 300 APPENDICE die la cu'conda colla precisione clie ne conosclanio per una gran parte i confinl orizzontali, non pno presentarsi che come un liove prejagio o sentore dell' avvenire. Osservazioni di tal sorta dlventano piii opprinieuti pel motivo che, dopo la latitudiue, gli e appunto I'elevazLone quella clie esercita la piu decisa influenza su tutti gli es- seri organic!, dalF uomo fine alia piii abbietta foniiazione animale e vegetale , e la cui cognizione costituisce di so- vente qiieir elemento , il quale soniministra le piu soddi- sfacenti conclusioni sopra dei fenomeni, i quali , coasiderati dal lato solo della posizione geografica, sono inesplicabili. Ai tempi in cui viviamo non crediamo necessario di riportare ulteriori dimostrazioni della importanza dell" ar- gomento. Anche per entro ai confini ne' quali T influenza snddetta e meiio riconoscibile esercita essa mediatamente , cioe per mezzo della dipendenza in cui trovansi gli accidenti atmo- sfericl verso lei , un" azione secondai-ia e ricca di risulta- nienti su tutti gl' indivldui animati. Qnantunque non dob- biamo , rispetto alia nienoma parte del tutto ove osserva- zioni tranquille sotto il favor delle leggi possono prosperare, immaginarci di potere per ora con tai mezzi penetrare neirofficina delle meteore, nondimeno il meteorologo, per via della stretta connessione esistente tra la contigurazione della sujierficie della terra e la fluttuazione dell" oceano atmosferico , otterrii un mezzo di piii per ricondurre a principj fissi i fenomeni locali de' suoi dintorni, ed a noi rimane almeno la soddisfazione di avere , per quanto po- temmo , promossa la coltivazione di ua campo , che di- verra un giorno ferace per la posterita. Se a tutto cio si aggiunge il vantaggio che portan sem- pre seco le ricerclie interessanti il proprio paese , certo si e che siff'atto argomento non potra a meno di non me- ritarsi la piii viva compartecipazione presso que' tutti , i quali nutrono in ciiore un amor vero per la lisica. Penetrati dell' importanza di tali viste ci permettiamo noi di aspirare ad ottenere col tempo I'operosita di quelli, i quali capaci si sentono di trasformare il loro interessa- niento in un' azion viva colla quale appoggiare un' impresa, il cui scopo tende a far viemiiieglio conoscere la forma del patrio nostro suolo. Tanto meno esposti ci crediam noi al riiiuto in quantoche per lo scopo geografico , r.^RTE STRVNIERV. 891 geognostico e meteorologico non si ha hisogno della tanto difficile livellazione geodetlca , tna bensi solo del liarome- tro ridotto all' atiuale sua perfezione eJ attentaiuente os- servato. Preghianio pertanto tatti quelli ai quail e noto il sommo pregio di codesto seuiplice istromeiito , e clie a vantaggio di tale oggetto capaci si sentono di fare un lieve sagritizio de' loro comodi , di onorare di una grata accoglienza le idee seguenti. La Germania settentrionale , dalP Ercinia e dalla mon- tagiia del Fichtel , minerifera, e de' Giganti aU'ingiii, offre coil poclie eccezioiii una pianura , la quale e intersecata soltanto da catene di alture e di coUine insignilicanti: essa pertanto e piii di qualsiasi altro tratto di paese adattata alle osservazioni barometriclie di corrispoadenza , massime clie dessa e continata al Nord da un mare , il quale e in inimediata e manifesta coumnicazione coll" Oceano , e pre- senta alle sue cosle de" punti , ove 1' interesse del com- mercio scoprir seppe Taltezza media dell'acqua tanto dif- ficile a riconoscei'si pel flnsso e il riflusso. Se pertanto , mentre da noi con opporiuni stronienti eseguisconsi delle osservazioni esatte , una quantita di accurati osservatori su diversi punti del paese intermediario determlnera lo stato del liaronietro ad un* istessa ora , cliiaro apparisce clie , inoltiplicate sufficientemente sifFatte osservazioni , potra venire fissata Taltezza de" luoglii con una precisione eguale a quella clie ottiensi dal calcolo dello stato medio del ba- rometro piii anni osservato. II vantaggio piii durevole di una tale opera , e nello stesso tempo lo scopo primario clie avemmo di vista , gli e quello di tissare una quantita di punti esattamente de- terminati ed utilissimi al fisico,al geografo ed al geogno- sta nelle loro escursioni fra le regioni montane , cosicclie egli potra in a v venire riportare tanto i suoi luoghi di os- servazione che le cime de'monti al livello del mare. Con cio alcuni important! layori degli andati tempi e molte isolate misurazioni ottengono il loro pieno valore , e pos- sono, combinati con quanto si fa di presente e si fara in avvenire , formare un tutto omogeneo. Ma anche al di la di sift'atto scopo egli e facile a ve- dersi che , qualora la rate sara suflicientemente grande e la durata del tempo dell' osservazioiie non molto breve . 892 ArrENDICE anche la nieteorologii ne trarra profitto , giacchc si po- trauiio di leggieri e visil)ilmente riconoscere la conterapo- raneita o la successiva propagazioiie delle oscillazioni della conipressioiie delT aria. Per questi ed altrettali motivl sarehbe da desiderarsi che esistessero faiitori del nostro progetto anclie in que' luoglii , i quali non soao in istretto senso situati nell" anzidetta piaiiiira , ma pavtecipano sol- tanto al destino meteorico de' loro confratelli per via degli strati superiori delP atmosfera. Non vogliamo certamente occultare che alcune cose ec- cellenti anclie a questo riguardo si son gia fatte , massi- mamente in cio che riguai'da le determinazioni delle al- tezze relative. Ma egli e appunto suU' altezza del mare che la pluralita dei dati vacilla, e qualor pure alcuni dei luo- ghi non aljbisognassero di nuove misurazioni , non si as- serira nondimeno da veruno , che la rinnovazione delle operazioni debba essere del tutto invitile , senza contare poi che scolpar non si potrebbe alcuno di trasandare una occasione , alia quale senza difficolta connettere si puo un oggetto di si anipie relazioni. Siffatta occasione ci si presenta adesso. Incaricato dalla R. Accademia delle scienze di qui , e benevolentemente appoggiato dalla viva partecipazione del sig. professore Erman , intrapvendero io al finire del venturo maggio uii viaggio a Kiixhaven, e cola alio scopo di determinare piix esattamente 1' altezza del mare da Berlino osservero il barometro e gli stromenti ausiliarj al medesimo per 14 giorni continui 8 volte al giorno , dalle 8 ore antimeri- diane cioe iino alle 10 della sera ogni due ore. II signor niaggiore di Oesfeld , alia cui attiva cooperazione dee que- st' impresa una gran parte della presente sua estensione, si prese T incarico di fare le osservazioni in Berlino in conipagnia del sig. luogotenente Bergliaus. Anche il signor D. di Chamisso si e unito con noi e partira per Greifswalde per osservare alia costa del mare orientale 1' andaniento del barometro nello stesso tempo , dalle quali osservazioni non solo determinata verra 1' altezza di Berlino in con- fronto a due grandi superficie acquee , ma potra ben an- clie venire stal)ilito e deciso il valore da darsi alle misu- razioni liaroiuetriche a cosi grandi distanze. Noi siamo tutti egualinente provvcduti di eguali termometri d'eleva- zione della fabbrica di Pistor, e speriamo percio, in vista PARTE STRVNIERA. S^^ della nniformita degli stromenti unitameiite all" altra co- struzlone annessavi , di dare alle misuiazioiii quella sicu- rezza che al presente puo con diritto aspettarsi dalle inede- siiiie. La liducia iielle nostre disposizioni posta dai slgnor professore Erman, delle cui aniichevoli istruzioni piu volte godenuiio , ci fa sperare di torre da ogiii vilterior duljliio 1' elevazioae di Berlino , e iiutriamo ben anche il desiderio di veder uniti a noi altri amatori della ipsometiia e della nieteorologia , aflinclie le nostre or era esternate vedute canginsi in un risultato felice. Non abbiamo certamente la vista di caricare i nostri collaboratori del peso di otto giorni di osservazioni, nias- sime die per alcuni di lore , anche volendolo , non po- trebbero eseguirle. Noi desideriamo soltanto che , durante il nostro soggiorno di 14 giorni presso il mare, facciansi quat- tro o cinque osservazioni sicure , e sebbeue racconiandiamo preferibilniente , qualora lo peruietta il tempo , di fare le osservazioni alle 8 del mattino , alle 12, cioe a mez- zogiorno , alle a (i) pomeridiane ed alle 8 della sera, lasciamo nonthmeno a piacere la scelta dei tempi fissati nelle osservazioni da farsi a Kuxhaven , purche siano di- visi alquanto simmetricamente e contengano almeno una osservazione eseguita al meriggio. E per non essere di ostacolo alia buona volonta , crediam pure che chi noia avesse altro tempo da poter consagrare alle osservazioni suddette, in case di necessita, possa destinare per le ine- desime dell' altre ore. Chi d' altronde e in istato di fare piii di quanto desideriamo , potra aggiungere alle prime due altre osservazioni, perciocche non potendosi far molto di buono debl)' essere di legge inalterabile il somministrare piuttosto poclic e buone che molte e disavvedute osser- vazioni. Per cio che concerne alle osservazioni medesime, il no- stro voto si e quello di conoscere oltre gli stati del ba- rometro , anche la temperatura del medesimo e quella deir aria. Gr igvometri sono in generale degli stromenti troppo individuali per fornire de" risultati di confronto. Chi pero senza di cio e assuefatto ad osservarli puo col- legare tali osservazioni colle altre , giacclie esse servono (() V lia niotivo di credere che iiivece di 2 dir &i dtbba 4. ( £' editor e ). 394 APPENUICK senipre piii o meno a sonimiaistraie ia dati Inoghi cle:;Ii schiarj.neiiti suflficienti. Se si facessero tali osservazioni coir igrometro <.U Daniel , avremmo maggiori motivi di gra- titndiae. Egli e finaliiieiite dal lato meteorologico della nostra iinpresa di una iinportanza speciale , die si conosca lo stato generale delF atmostera di ciascun Inogo , e fac- ciam percio prieghi affiache assieme alle osservazioni an- zidette con poche parole vengano accennate la direzione e la forza del vento , V aspetto del cielo , la presenza degli accidenti meteorici fortuiti, come pioggia, gragnuola, tem- porale , ecc. La boiita e la costruzione degli stromenti e tanto varia, e dall' altro canto tanto necessaria P esatta loro conoscenza per la giiista estiniazione dei risultati , die non possiamo trattenerci dall' ofFrire ai compartecipi della nostra inipresa alcune particolari considerazioni su di esse. NeH'osservare un barometro a sifone si dee dalla scala ad- ditare il materiale del medesinio , e la qualita della niisura e delle sue divisiorii , e cosl pure trattando del Nonio dovrannosi indicare le parti dell' unita di misura clie mo- stra , ossia la relazioiie tra le sue division! e quelle della scala; ne dimenticar si dovrebbe il niodo col qnale ese- guisce la lettura al piii possibilmente esatta e sicura degli errori di parallasse. Stime a semplicc misura di occhio noil si possono ammettere. Se la lettnra non puo aver luogo die da una sola parte , sara bene connettervl lo stato nonnale dello stromento , e converrebbe pure assi- curarsi del giusto calibro della canna. Trattandosi di barometro da vaso, bisogna , oltre i gla detti, riconoscere i dati relativi alia scala ed al nonio , e quelli in ispecie die riflettono la correzione del livello e della capillarita. Se la composizione dello stromento non permettesse la misurazione diretta dell' una sopra 1' altra superficie , il die per altro desideriamo die si faccia , in tal caso si dovrebbe riconoscere la grandezza del diametro delle canne e del vaso , almeno relativa , per conoscerne lo stato normale in cui il livello inferiore corrisponde collo zero. Siccome la correzione della capillarita puo eseguirsi dallo stromento e si eseguisce spesso ( lo die vien rico- nosciuto assai facilmente col confronto del loro stato con quello di un barometro a sifone ) tanto nell' apparato in cui venirono osservati ambedue i livelli, che nell' altro in PARTE STRANIERA. 3g5 cul si niLsura soltanto il superiore , cioe col raccorciaie la scala, percio pregliiaino cl'iiidicare la presenza e Tasseiiza di tale circostaiiza. E neir ultimo caso dovremmo coao- scere la grandezza deir azioiie della capillarita, e, qualora non la si conoscesse , ne alcun barometro a sifone ne in- dicasse la maniera di conoscerla , il dato aliiieao della gratidezza del diametro della caiina. Preghiamo per iiltinio istaiitemeiite di coniunicarci clii sla il fabbricatore dello stromento, e se la coirezioiie pel livello e per la capillarita sia stata o non stata eseguita nelle osservazioni inviateci sullo stato del liarometro. Dalla correzione del calore, trattandosi deirannesso stato di ua termonietro fermo, non ne parlianio , e pregliiamo espres- samente di non eseguirla. I baroiiietri a falso-sifone , presso i quali il livello ia- feriore oscilla in una palla, i quali nel tempo stesso sono provvisti soltanto al di sopra , e ordinariainente di una cattiva scala per leggere e riconoscere le division!; e cosi pure gli stromenti , i quali fuor delle parti necessarie con- tengono degl" inutili giocolini , che notano da se lo stato, die sono stati mal fusi ecc. , debbonsi ad ogni mode rigettare. Parlando dei teniiometri , della di cui idoneita l" osser- "vatore debli' essersi in 2;enerale convinto , preglinmo di foruirci solo il dato di quale dei metodi usitati sia diviso r intervnllo tra i punti del gelo e della eljoUizione , e re- lativamente alia determinazione della temjieratura delTaria raccomandiamo di scegliere un sito il piii possiliihuente ri- parato dalla irradiazione del calore e da altri nocivi inilussi. Affincbe poi le eseguite misurazioni ottengano un uso comune , egli e necessario che ciascun osservatore faccia conoscere T altezza precisa del livello inferiore de) suo stromento sopra un qualche oggetto del suo soggiorno, il quale sia irremoviVnle , facile a trovarsi , ed accessibile a tutti. A tal uopo sono adattati specialmente i monumenti pubblici, la sola delle arginature, i ponti, la base di pub- bliche e grandi fabljriciie , come chiese, torri, ece. , mas- sime qualora avessero di gia servito all' uso medesimo. II lastrlcato delle sirade e delle plazze non dee servire a cio se non se quando e perfettamente orlzzontale (i). (i) Per Berliiio il sig. luogoteneute B.ergliaus g' incarica del- r interessaiitissimo lavoro di eseguirne le livellazioni. 396 APPENDICE Sebbene slaiiio noi ben lontani dal supporre nei com- partecipl della nostra iuipresa una tale niancanza di co- gnizione degli strotnenu , e niolto meno una tale disatten- zione nel trattarli , quanta senibri doversi sospettare dal dettaglio dclle sovraenunciate misnre di precauzione ; e sebl^ene anzi sia ferniamente da aspettarsi clie^ atteso I'in- teressamento clie T oggetto nostro influir dee in ciascuno , veri'anno da loro evitate le sorgenti degli errori si addi- tate, die fortnite (i), cio non di meno non potenimo noi a vera per cosa superflua 1" aver brevemente toccato cio che puo dare un valor vero ad osservazioni di tal fatta , e cio tanto per mostrare agli aniici nostri lo zelo , col quale procurar vogliamo alia nostra intrapresa un van- taggio durevole , quanto pure per dar loro nelle mani lo staglio , col quale misurare e giudicar potranno il debito nostro e le nostre operazioni, Codeste richieste sono d' altronde piu pesanti al sentlrle che neir eseguirle , e noi viviamo nella speranza clie nes- suno, il quale nutra piacere ed abbia forza per le opera buone , s' arretrera per cio dal concorrervi. Chiudianio quest' invito colla preghiera di darci presto notizia sulle prese deterniinazioni da clie 1' eseguimento della cosa va d' akronde sottoposto a lunghe operazioni , e r epoca del principio s' avanza senipre piuttosto piii presto clie piii tardi -. a tal uopo noi desideriamo che ce se ne dia preventivaniente un breve cenno al fine di ri- conoscere il numero de' nostri cooperatori , ma proniettianio pure di render partecipi a suo tempo i nostri assaciati della vera epoca iissata pel principio e la durata, la quale non oltrepassera certo le tre settimane , non clie di altre difFerenti notizie ; e siamo parimente intenzionati di distri- buire , per coniodo degli osservatori , delle tavole stani- pate, le quali contengano le colonne necessarie, tanto per le osservazioni in proposito , quanto per le annotazioni. Rimpetto al considerevol numero degli amici della ipso- metria , suUa cui attivita possiamo preventivaniente con certezza contare , siamo assicurati contro un risultato af- fatto negativo del nostro incoininciamento ; qualora poi vi si aggiungano altri socj , saremo in istato di tirare una (1) Fra queste debbesi in ispeeie compi-endere la jiosizione uon perpeiidicolarc del bai'ometro, o per dir meglio della scalu. PARTE STRA.NIERA. 897 rete sulla Germania settentrionale e le regionl confinanti per una estensioiie mai piii eseguita , e potreiiio da poi per mezzo di una cooperazione comune fondare stabil- inente un' opera tanto interessante per la fisica e la geo- grafia. Terminate le osservazioni, veri'anno messi da noi in or- dine al piii presto possibile i risultati e ridotti ad un corpo solo, affinche ciascuno riscontrar possa cio che fu il frutto de' comuni sforzi , il clie formera con tanto maggior ra- gione la nostra pi'ima e pivi lieta sollecltudine , in quanto die, col conuxnicarii ai rispettivi collaboratori , troveremo la pill bella occasione di scaricarci di una parte dei do- veri, cui pel possente loro ajuto prestatoci, ci siamo per sempre addossati. Berlino , il 21 marzo i8a3. Di Oesfeld , Maggiore Dirigente la sezione trigonometrica delio stato maggiore R. prussiano. Poggendorff, stud, di filos. Liudenstrasse , n." 3a. JJibl, Ital. T. XXX [. 398 APrENDICE 0 tS3 > W CO CO 0 i s 0 1 Fenomeki atniosferici particolari. Stato del cielo, Sereno. Bello. Misto. Torbido. Pioggia. Neve. Temporale. Gragnuola. 0. Forza mezzoforte forte tempesta. 1 \ > a I -2 [ « 6 ( 2 ^ § ; i 1 Tekmc di Reaum., Fa Fermato col barometro •+. plus — minus. Baeometeo. Pollici, linee parigine. y •<;->o 1 J s ««S r •onjotg PARTE IT\LIAN\. 899 PARTE 11. SCIENZE, LETTERS ED ARTI ITALIANE. OPERE PERIODICHE. REGNO LOMBARDO-VENETO. Clornale di fisica , chimica , storia naturale , medi- ciiia ed arti , del professorl Pietro Configliachi e Gaspare Brugnatelli di Pavia, Bimestre 4.° Parte prima. OoPRA le linee uniformemente illuminate : Memoria del prof. Antonio Bordoni ( fine). — Di alcune proprieta del mercurio e del veti"o : Memoria di Angelo Bellani (fine). — Descrizione anatoniica di un muscolo particolare annesso air occhio umano , del dottor Giuseppe Poggi. — SuU'uso della pila nella cura de"" calcoli della vescica , dei signori Prevost e Dumas. — Cenni sui progressi dell' ottica , e nuova maniera d' illuminazione de' fari. — Scoperta del- 1' iodio nell' acqua minerale di Sales , provincia di Vo- ghera. — Nota per servire di appendice alia Memoria suUa resina anime e sulla courbariL , del conte Domenico PaolL Parte seconda. I. Progressi delle scieiize naturali. EfFetti del magnetisnio terrestre sopra la precipitazione dell' argento uell'atto della formazione dell' albero tli Diana. — Esperieuze sulle re- lazioni die esistono tra il calorico e il uiagaetis>up , del sig. Muray, ■ — • Osservazioni sopra lo sviluppo de' poteri 400 APPENniCE magnetlci ia particolari circostanze. — Nuove importaiiti maniere di produrre i fenomeni oerstediani, del sig. Bec- querel, — Sui corpi grassi e suUa saponificazione dei nie- desimi. — Analisi cliiinica dello spato quadrangolare (^ta- bular spar ) , del sig. Hose. — Esperienze e osservazioni suir iiidaco. — Sopra un grosso pezzo d' amlira trovato neir isola della Provvidenza. — • Elementi corretti della celebre cometa detta di a cor to periodo , o di Eucke. — Sui grandi fenomeni atmosferici e terrestri occorsi nel iSaa. — Sui latte dell' all^ero della vacca (Palo de vaca), de' signori Boussingault e Mariano de Pdvero. — Sopra la partecipazione della massa terrestre ai processi meteoro- logici, del prof. Melnedie. • — Ulterior! notizie sulla licjue- fazione di alcuni gas ottenuta dal sig. Faraday, — Nuovo liquido scoperto nella cavita di alcuni mineral! , del dottor Brewster. II. Libri nuovi. Proposizioni di geodesia elementare , di Antonio Bordoni. — Saggio sulla giacitura di alcuni fos- sil! d! Genova e suo! contorni, di G. B. Canobbio. — II fabbricatore delle vernici e dei mastici, del dottor Giorgio Dreme. III. Premj. Concorso per il premio di mille iiorini , mo- neta metallica, pel progetto di un ponte da costruirsi sui Danubio presso Vienna. BIB LIO GR AFI A. REGNO LOMBARDO-VENETO. Esame analitico della facoltd di sentire, e del feno- . meni della reniiniscenza^ del so gno ., del sonniloquio ., ■ del dellrio e della pazzia seguito da im saggio suir analisi logica applicata a problemi indetermi- nati d' algebra di G. 31. Scaramuzza. — Milaiio^ 1828 , dai torch} di Gaetano Motta. Oe e folle e volgare pregiudizio il dar sentenza del merito e del valore dei libri dalla loro mole e dal loro volume, e pero savio consiglio e ragionevole avvedi- mento T affermare , che non puo essere altrimenti di I PARTE ITALIANA. 401 quello del signer Scaramuzza, quando in un opuscolo di trentuna pagine pretende egli istituire un esame analitico della facolta di sentire , dei I'eiionieiii della rcminiscenza , del sogno, del sonniloqulo, del delirio e della pazzia, non die dare un saggio suU'analisi logica applicata a problenii indeterniinati di algebra , onde a tutta ragione dal solo frontispizio si ha a teraere assaissimo , die non venga vero quel famoso detto di Orazio = parturient montes, nascetur ridiculus inus = sicconie airuopo il dimo- strera questo breve articolo. Incouiinciando a discorrere della parte filosofica , pri- niierameiite lo Scaramuzza piii die d'inesattezza di espres- sioni sarebbe da riprendersi per fallacia di idee, allorche nel n.° i.° donianda come il pensiero la piii eletta modifi- cazione della nostra esistenza si cangi e si sviluppi nello stato di sensazione .. di reminiscenza , di intendiinento , di raziocinio , di appetito , di sogno , e tnlora di delirio e di pazzia , poiche nientre tutte queste cose sono per se stesse essenzialmente distinte , non e die il niaterialista il qual vegga il pensiero trasformato nella sensazione, e r Inesperto delle cose Ulosoficlie die ignori le distinzioni fatte da tutti i filosofi, onde non vengano niai cosi stra- naraente confuse. Ma prescindendo anco da cio , e da quaiito potreblje rilevarsi intorno a quello die 1' autore espose sul uieccanismo, con cui i nervi trasjiortano le sen- sazioni al cervello , non possiamo serbar silenzio sulle altre singolarissime idee , die egli signilica intorno al cervello , ed alia natura del fluido nerveo , intorno alle idee ed alle facolta, ed infine ai sogni e agli altri fenome- ni dei sonniloquj e della pazzia. Lo Scaramuzza al n.° 9.° dice clie qualora si volesse sup- porre il cervello una glandola per cui mezzo si separa ilal sangue un etere , un fluido ancor piii sottile ddl' aura elet- trica destinato al movimento de' nen>i , si avrehbe sempre un aggregate di molccole ,• ma quanto e vera quest' ultima proposizione, altrettanto e strana, bizzarra, e veramente matta la prima supposizione. L"anatomia e la fisiologia insegnano die il cervello e tutt' altro die glandola, e die le sue funzioni non sono quelle di secernere alcun fluido , essendo la sede e il punto centrale dell' uiiiana sensibilita, ed e certo die dal saiigue non petrel iber sepa- rarsi die gli olemcuti costitiuivi dol medcsimo„ qualuiiqiie 402 APPENDICE ne fosse la forma sottile ed invisibile ; perleche piuttosto che correre a tanta follia e meglio die convenga T au- tore neir ipotetica esistenza di qualche fluido, affatto sco- nosciuto , siccome fanno i sostenitori del fluido nerveo e degli spirit! animali. Al n.° 25 tentando poi egli di provare che niuna idea pub esser nelt anima se non e simultanea ed accompagnata con un movimento serisorio; e che T attenzione ^ la coriteni- plazione, la riflessione e la reminiscenza non sono die C ef- fetto deW azione deW anima sulla porzione del sensorio per tenere piii litngo it movimento , e risvegliarne degli altri a quello associati , mentre coiisacra 1" erroiieo principio , che tutte le idee anche iiiorali ed astratte vengono immedia- tamente dai sensi , parrebbe correre ( il che non si crede ) alle niassime del niaterialismo , alterare e sfigurare la vera indole delle nostre facoltk , e riprodurre le brillanti , ina false e romanzesche ipotesi del Bonnet e del Robinet , che riponevano 1" attenzione ed altri atti della mente nelle reazioni dell' anima snl movimento delle fibre. Queste cose non abbisognano di maggior diniostrazione , quando a tutti e noto , che co' raovimenti delle fibre spiegandosi r origine e la formazione delle idee, non che T esercizio delle facolta, e inutile lo spirito e 1' anima , ne puo am- niettersi sostanza semplice ed attiva senza accusar la na- tura di contraddizione e di disordine, moltiplicando gli esseri senza bisogno e senza necessitk. Lo Scaramuzza altresi non e piii felice in ragionare di quanto lo siagiastato, dichiarando ai n.' 3i, Sa 1 sogni idee ed associcizioni prodotte da movimenti nelle interne parti del sensorio che F ardma non pub paragonare siccome nella veglia; i sonniloquj ed il sonnambolismo movimenti interni vivaci come quelli della veglia su cui V anima fa le stesse operazioni , che in essa suole eseguire^ la pazzia, il deli- rio e la demenza tanti movimenti che sorpassano quelli della veglia , a si confondono con essi ora piii ora meno con- tinuamente, o ad inter valli; poiche in tutte queste cose ognuno e costretto ravvisare o vane parole e gratuite asserzioni, ovvero errori contraddetti dal fatto e dalla ra- gione; sono parole e gratuite asserzioni allorche senza tam- poco dimostrarlo, si ripongono i sogni, i sonniloquj, i son- namboli e la pazzia medesima in movimenti interni del sen- sorio non paragonati dall' anima come nella veglia , oppure PARTE ITALIANA. ij.o3 da quelll dlssimlli , ed aiiche maggiori; sono poi errori, allorche tali fenonieni si collocano iii movimeati , che non possono aver luogo, e di cui iioii si sa la causa o la con- tinuazione , ne si lascia in essi travedei'e i rapporti che ha r anima per produrli, o pel- cessare dal loro coafroiito e paragone onde sitTattamente alterarli. Sia prudente filo- sofo il signor Scaraniuzza , e non creda di avere in tal modo aaalizzati dei fenomeni i di cui fatti sono 1' oggetto tuttavia delle meditazioni de' piu grandi uomini , e le di cui cagioni vengono sinora espresse col nome di misterj di densissimo velo ricopei'ti. Questi brevi cenoi dimostrano , clie se e imposslbile in vin piccolo opuscolo lo spiegare tante materia, quanta voleva il signor Scaranmzza , e ben facile il dlssemmarv^i tanti errori , qnanio anclie in opere voluminose veggiamo soventi volte accunuilati. Venendo ora a quanto concerne V algebra , molto sarebbe a dirsi, se tutte si avessero a sottoporre a diligente esame le asserzioni delF autore clie si riscontrano principalmente nella prima parte di quest' appendice. Primieramente si potreblie convenire con esso lui clie quando si usa il metodo sintetico , cioe si discende dalle generali alle particolari proposizioni , quest' ulti me sono nelle prime contenute: ma si dovrebbe soggiugiiere clie questo non e piu vero , quando usando invece il metodo analitico si sale dalle particolari alle generali. In seguito si potrebbe negargli che tutte le questioni debbano presentare tutti i dati necessarj alia sco- perta delle verita , perche se si considerano dal lato di chi le enuncia , certamente per difetto dell" uomo possono questi enunciati essere mancanti o soprabJjondanti : se si considerano, avuto riguardo alle verita per se stesse, non tutte sicuramente sono tali clie sempre da uoi possano rinvenirsi i dati necessarj gia mentovati , essendovi neceS" sarianiente un ordine di verita che trascende I' wnano intel- letto. Quello pero che ne fece sorpresa e quel raettere in un fascio alcune verita morali di gran peso con altre que- stioni di fisica o d'aritmetica. E nolo che per avviamenti afFatto diversi noi dobbianio investigare questi due generi diversi di verita: che le scienze morali sono cosi distinte dalla scienza delle quantita, che il volere argomentar nelle une alio stesso modo che nelPaltra e un esporsi a manife- sto pericolo di fallacia : che certe verita taiito intercssanti 404 APPENDIOE perl'uomo, come le dvie riferlte dairautore, cioe la natura spirituale dell' umana mente e 1' imputabilita delle umane azioni , vengono per nostra buoiia sorte da noi conosciute con altri niezzi piu sicuri che non e quel ragionamento , il tjuale , come or ora vedremo, non ha troppo felicemente assi- stito anche il sig. Scaramuzza nelle sue ricerche aritmetiche. Per dire qualclie cosa di queste ricerche considerianio il prinio problema , nel quale si domandano tre numeri tali che il qnadrato dell' uno eguagli la somma dei qua- drati dcgli altri dtie. Noi dobbiamo confessare di non veder troppo chiaro il filo de' ragionamenti tenuti dal sig. Sca- ramuzza nella sua soluzione. Esaminianione le conseguenze. Egli trova che i tre numeri domandati debbono stare fra loro come i nvimeri 3 , 4, 5 : qui facciasi una distinzione. Se r autore non intende di dire se non che per un caso particolare tre numeri , i quali stanno fra loro nei sud- detti rapporti godono della indicata proprieta , egli ha piena ragione , giacche essendo x un numero qualunque si ha r equazione identica ( 3 X )^ -t- ( 4 X )' = ( 5 X- )' Ma sarebbe egli mai che credesse non potere altrimenti verificarsi la proprieta, se non in tre numeri che tengono fra loro 1 suddetti rapporti? Noi abbiamo forte ragione di so- spettarloj perche egli enunciando la questione nella prima pagina domanda i rapporti che DEBBONO avere le ra- dici ecc. Se "cosi e, 1' autore ha grossolanamente errato , essendoci infiniti altri casi di numeri , che godono della men- tovata proprieta, e non hanno fra loro i rapporti dei nu- meri 3, 4, 5. Siano per un prime esempio i numeri 5, la, i3, per un secondo i numeri 8, j5, 17, e per altri esempj infiniti si consulti la formola nota neU'analisi indeterminata (p' — ff y -^ ( ^p^y = (p' -^ 't y dando a p e q valori qualsivogliano. I due problemi seguenti presentano nella soluzione come essenziale il principio da noi or ora trovato vizioso. Che diremo del quarto problema? Noi protestiamo di non intender molto cio che si domanda , e cio che si conchiude. E noto che neir analisi indeterminata 1' equazione x" -t- fZ = y' si scioglie in numeri razionali colle due formole d — m^ d -+n m» X = ; y = 3 m 2 m dando ad m valori qualsivogliano. PARTE ITALIANA. 4o5 Noi passiamo sotto silenzio i problemi sui cubi, a 'cui potrebbero applicarsi consiclerazioni analoghe alle precedent! fatte sui quadra ti : esortando il sig. Scaramuzza alio stu- dio deir analisi , e ranimentandogli quel detto di Socrate ch' egli stesso iiidirizza ai giovani , e col quale da fine alia sua appendice. Delle sostitazioni e del fedecommessi secondo i principj generali del Codice civile universale austriaco^ e del Diritto romano, di Antonio AscoNA. — Milano^ 1828, co' tipi di Q. Pirotta, di p. xii e 248, in 8.°, lir. 1. 5o. La materia delle sostituzioni e dei fedecommessi ora so- verchiamente estesa ed arljitraria nel romano diritto a sostegno de' testamenti, dei privilegi deU'agnazione , e del lustro e decoro delle famiglie , ora troppo severamente con- dannata e proscritta dal cessato Codice francese a pro della libera contrattazione collo svincolo della proprieta , ed ora dal Codice civile austriaco soltanto ridotta a' suoi veri rapporti di giustizia e di politica utilita , merlta d' essere attentamente studiata , sia perche in quistioni intricatissime e quasi sempre involuta , sia perclie a false interpretazioni agevolmente conduce , tuttavolta cbe ad esame rigoroso non somniessa , seguiti pluttosto che lo spirito della legge , cbe dee regolarla , le antiche legali dottrine, onde venne confusa e sovvertita. Se tutto cio torna gia a lode dell'Ascona, die di cosi importante ma- teria tolse a ragionare, non per questo intera lode gli e dovuta anco pel niodo con cui I" ba trattata. Dopo aver date I'Ascona le preliminari nozioni suU' o- rigine delle sostituzioni e dei fedecommessi, passa a tener discorso della sostituzione in genere, e delle varie sue specie, volgare, reciproca e compendiosa , non ciie del fedecommesso puro o condizionale , semplice , graduale , particolare, universale, reciproco , compendioso e di fa- niiglia, distinguendo tutti i caratteri die nell' uno o nel- I'altro si ravvisano, e sviluppando sempre col confronto delle leggi roniane tutto quello die la legge austriaca in- torno a tali argomenti ba disposto, non cbe pareccbie qui- stioni, cbe in essi possono insorgere e veriJicarsi. Ma se in cio ragion vuole cbe debito elogio si comparta alFau- tore, massinie per I'estensioiie della dottrina, die in siffatte 4c6 APPENDICE cose lo appalesa assai esperto ed istruito , ne e forza del pari il non tacer que' lievi difetti , che per avventura vengono sott' occliio a clii noii iscorra superlicialmente il suo libro. II prirao riguarda V ordiiie e la disposizione delle ma- terie che potevaa meglio esser collocate , ed unite come una regolar successione d' idee pur voleva non seguendo niaterialniente quello della legge, e come elleno per se stesse air uopo si presentavanof, quindi piuttosto die ve- derle sparse anche confusarnente in un capitolo unico diviso poi in varj parngrafi non hen connessi fra loro , pareva assai piii opportune il dividerle, dopo le prelimi- nari nozioni, in due parti, la prima delle sostituzioni di- rette , e delle loro specie , la seconda delle sostituzioni fe- decommissarie considerate j ." nella loro indole , essenza e natura; a." nelle varie specie e distinzioni de'fedecommessi; 3." nei diritti , e negli obhlighi che ne derivano ; 4.° nelle forme necessarie per istituirli ; 5.° nei modi con cui si sciolgono e si estinguono : siccome pero sifFatto ordine puo come particolare opinlone considerarsi, cosi quanto siam Inngi dal dichiai-arlo il migliore, altrettanto siam fermi nei desiderio, che fosse anche diverse quello del nostro autore. II secondo difetto si scorge nella superficialita e nella leggierezza, con cui quasi sempre trovansi esposti i prin- cipj delle leggi romane ed austriache, accontentandosi r autore il piu delle volte della semplice e nuda loro ci- tazione come puo in moltissimi luoghi osservarsi; il che pare assai disconveniente a chi tolse a dilucidare i punti conformi o difFerenti delle une e delle altre^ e a far co- noscere le mire dell' austriaco legislatore colle dottrine e coll' istiuiZLone ( i ) . L' ultimo difetto poi , che forse dei primi e anche peg- giore , quando si miri alF utilith del libro , si e che egli vedesi ad 02;ni momento avviluppato di frivole e nojose quistioni , die nei presente sistema di legislazione non possono nemmeno immaginarsi , e che in ogni modo in piu acconcia maniera potean essere trattate. Valga alia prova r esempio delle seguenti : Se la sostituzioae fatta per il caso che I' erede non voglia adire I' ereditd si estenda (i) Vcgg. la prefazione a pag. xii. PARTE IT\LIANA. 407 ancfie a quello in cui nol possa ? Qnistione letteralinente decisa dal § 60 5 del CocUce austriaco = 5e si repristini la sostitiLzione volgare per la restituzione in intero dal mi- nore ottenuta nell' adizione dell' ereditd? Quistione ogg'i giorno impossibile, daclie tali restituzioni in intero sono total- mente sconosciute. = Se la legittiina possa aggravarsi di fe^ decominesso , e se il silenzio del legittimatario lo renda valido ed operativo? Quistione anche questa quasi impossibile, o perclie la legge proibisce troppo chiaramente ogni peso di legittima , e la toglie subito col generale principio, che ognuno pub rinunciare anche al diritto della niedesima = ■Se il diritto di diseredazione ammesso per titolo di prodiga- lita dal diritto romano fosse da leggi posteriori abrogata e dalla nov. 112 singolarmente di Giustiniano ? Quistione quanto oziosa ed inutile , altrettanto piana per la disere- dazione officiosa del nostro legislatore : infine se il fedecom- messo possa farsi con parole di raccoinandazione di desiderio o di preghieral Quistione parimente inutilissinia, perche pill che alia corteccia , al senso ed al significato loro si fissa la mente. II modo poi col quale sifFatte e consimili quistioni vennero discusse e definite e troppo vieto, e conforme alio stile vizioso degli anticlii pratici , perche non debba porsi in dimenticanza : in questi tempi noa e r autorita e le citazioni che si pongano snlla bilancia della giustizia, ma il solo rsziocinio del giureconsulio fi- losofo che la faccia preponderare. Quello pero die torna a discolpa deirAscona si e , che egli segue quasi sempre la opinione piu ragionevole e piii librata , mostrando con cio , che nella pratica giurisprudenza e versato. Dopo queste cose poniamo terraine al dir nostro facendo voti che , banclita la troppo venerata antichita delle glosse e delle citazioni, fiorisca, ed al maggior lustro che per lui si possa si sollevi il senno legale non tra V inimensa fa- lange dei libri pratici , con cui I' ignoranza inipone alia cecita de"" clienti , nia collo studio di que' pochi glurecon- sulti filosofi, che neirampiezza delle generali teoriclie, e nello spirito della legge giustamente compreso ed analiz- zato, insegnano a disciogliere con acume d' ingegno e con forza di penetrazione ogni piii inviluppata c[uistione che possa mai presentarsi. 4o8 APPENDICE II fiore dell' arte delV Intaglio nelle stampc con sin- golarc studio raccoUe dal sig. Lui^i Qaudio. — P«- dova, i8i3, dalla tip. delta Minerva, in ^° fig. Non saprenmio abbastanza commendare il costume in- trodotto da prima ti-a i Veneti dal celebre Morelli , e die coiniiicia anche ad estendersi tra di noi , di pubblicare in occasioiie di nozze illustri qualche utile opei'etta , qual- che scritto importante o curioso, invece di cjuella folia di vei'si inutili , coi quali inondavansi i conviti nuziali e le citta tutte alle quali gli sposi appartenevano. Bellissimo troviamo quindi Tavvisamento dell' abate Mar sand ., di cui la piu sontuosa tra le edizioni delle rime del Petrarca rendera il noaie sempre carissimo alia italiaua lettera- tura , di pubblicare in occasione delle nozze Gaudio , sotto il titolo di Fiore deW arte dell' intaglio , un catalogo delle stampe piu rare , raccolte con grandissimo impegno e con non lieve dispendio dal padre dello sposo. Non e questa, slccome I'autore accenna nella introdu- zione, una collezione di tutte le stampe di ciascun mae- stro e di ogni scuola; questa e una raccolta parziale,, conforme al genio, adattata alio studio, proporzionata alle forze di un prlvato, la quale non si arresta ne pure alle primizie dell' arte , non si limita ad un maestro o ad una scuola, ma contlene i soli capi lavori degli eccellenti maestri, e piii degli antichi, che dei moderni. Una simile collezione non puo essere composta di un gran nuniero di stampe , e tale e quella del Gaudio , il quale cercando le stampe piu rare , e volendone le prove piii squisite , non picciola cura adopero inolto tempo ed una spesa rag- guardevole. Essa tuttavia per la scelta acconciamente fatta e diventata ormai tanto celebre , die da essa puo dirsi ac- cresciuto novello ornamento alia citta di Padova. II Marsand nello illustrare questa collezione ha segnita la divislone piu naturale, quella cioe delle varie sciiole, e da prima ha reglstrato le stampe che alia scuola tedesca appartengono , poi quelle della italiana, della fiamminga , della francese e per ultimo della inglese. Di esse tutte egli lia descritto il subbietto , I'ordine della composizione, il nome del plttore o disegaatore, dal quale la starapa fu tolta, la nianiera delF intaglio , la misura precisa indicata coi poUici e collelinee, linalmente la qualita della prova , PARTE ITALI\NA. 4O9 i peculiari suoi distintivi , e lo stato della coiiservazione. Ad ogiii scuola ha preniesso un bi'eve cenno storico sopra il suo cominciamento ed il suo progresso, ed aaclie alcane esatte notizie di ciascheduno iatagliatoie. Ci basta di ayere iadicato il nietodo daU'antore seguito, senza eiitrare a dare alcun sunto dei numerosi articoli di questo libio, e senza esaminare partitaiiiente i giudizj portati intorno alia opere d" intaglio , i quali pero vediaiuo ricavati da esso per la niaggior parte da' uiigliori libri tecnici su questa materia , dagli scritti di JVatclet, di Ru- ber e Most, di Heinecken, di Striitt , di Evelyn, dall' opera intitolata le peintre graveur , stainpata recentemente in Vienna in ventun volunii in 8.°, e non dubitiamo cli' egli abbia molto profittato anche degli avvertiuienti del nostro abate Zani. L' edizione e assai bella , fatta con molto lusso e nel solo numero di centoventi esemplari; a c.ascuna scuola e premesso il ritratto di alciino dei capi della medesima , e questi sono intagliati a gvanito dal sig. Lidgi Rados. Sono essi i ritratti di Alberto Durero , di Marcantonio Raimondi, di Luca di Leida , di Glacomo Callot e di Gugliehno Woollett. Elenco delle opere stampate e piibhlicate in Mdaiio e sue provincie nel mese di agosto 1823. Ape (!') italiana , anno 2° volume a.° Milano , Bettoni, quaderni 14.° e iS." di pag. 80 complessivamente. Lir. i al quaderno. Copie aSo. Batracomioinachia (la) di Oinero. Traduzione libera di Leo- poldo Boldi. Milano , Manini , di pag. 28 , in 8.° Cent. 76. Biblioteca italiana. Milano , I. R. Stamperia di Governo , quaderno 91.° luglio. Lir. 24 all' anno , Copie 800. • scelta di opere italiane antiche e moderne. Vol. 139 e • i3o, I .° e 2..° delle tragedie di ^ittoi-'io Al fieri. Milano, Silvestri , di pag. 944 complebsivaniente. Lir. 6. 5o. Copie 2000. portatile latina , italiana e francese. Vol. 28.° con- tenente la Basviliana , di Vincenzo Monti; Y Invito a Lesbia, di Lorenzo Mascheroni; I sepolcri, di Ugo Fo- scolo , e d' Ippolito Pindeinonti ; I Sermoni di Gaspare Gozzi; II mattino, il mezzo giorno , il vespro c la notte di G. Parini. Milano, Bettoni, di pag. 266, in 16.° Lir. 1. 5o per gU associati. Copie i5oo. 4IO APPEND ICE Catechismo elementare de' fanciuUi clie si fa nella quare- sima, cli monsignor Carena. Milaao, Motta , di pag. io8 , ill 13, ° Cent. aS. Copie 3ooo. Cimitero (il) del villaggio. Caiito , del conte Bartoloiueo Secco-Suardo. Bergamo, Mazzoleui , di pag. Si, in 4.° Lir, 3. 5o, Copie 200. Comenti di Epugispe Dermogine alia difesa di Angelo Bel- laiii della lettera supposta del conte Volta al slg. Mar- zari 5 coa osservazioni di X. Z. Milano. Pirotta, di pa- giae 40 , in 8." Cent. 86. Copie 5oo, Compendio della storia. universale aatica e raoderna del conte di Segur. Vol. yS." e 76.% 2.° e 3." della Storia deir Inipero Ottomano conipilata dal cav. Compagnoni. Milano , presso la Societ.a tipogralica de' Classic! italiani , Fusi , Stella e Comp. , di pag. 386 e aSo , in 18. ° con rami. Lire 3 al volume. Copie 35oo. Compendio della storia dell' astronomia dettato dal mar- cliese di Laplace , tradotto da Antonio Cattaneo. Mi- lano, Brambilla, di pag. ii5, in 8.° Lir. 2. Cop. ySo. Condotta (della) delle acque secondo le vecchie , interme- die e vigenti legislazioni nei diversi paesi d' Italia. Ti'at- tato di G. Domenico Romagnosi. "Vol. 3.° Milano, Ner- vetti , di pag. 876, in 8.° Lir. a. 94. Copie 1000. Descrizione funebre e cerimoniale del conclave ecc. Mi- lano, Tamburini e Valdoni , di pag. 40, in 8." Cent. 38. Copie 5oo. Donn (i) non han tort. Milano, Borsani, di pag. 129, in 12.° Lir. I. 35. Copie 1000. Dictionnaire abrege des sciences medicales redige a Paris par une partie des coUaborateurs du grand diction- naire etc. Tome 7.' , seconde partie. Milano , Bettoni , di pag. 307, in 8.° Lir. 3. Copie i5oo. Dizionario di chirurgia pratica , opera di Samuele Cooper. Traduzione dalP inglese. Milano , Giusti , quaderno 6.% in 8.° Lir. 34 per 12 quaderni. Copie 1750. della favola o raitologia universale. Milano, Batelli e Fanfani , quaderni 5i.° e 52.% di pag. 48 e 40, con rami. Lir. 4. 91 complessivamente. Copie a 000. Discorso sulla storia universale , di monsignor Bossuet , dal principio del mondo lino alPimpero di Carlomagno; colla continuazione scritta da lui medesimo dall' anno 800 fino alia nascita del Delfino. Milano , Yincenzo Ferrari, vol. a, di pag. 614, in ia.°Lir. 5. Cop. iSoo. PARTE ITALIANA. 4II Discorso del dottor Basevi intorno ai paragraniUni , coir ag- giunta di esperimenti ed osservazioni di Pietro MoLossi. M llano , Manini, di pag. 29, in 8." Cent. 60 Cop, 5oo. Difesa della lettera supposta del conte Volta al sig. Mar- zari, con una digressione suUa pretesa utilita dei para- grandini , di Angelo Bellani. Milano , Manini , di pa- gine 29 , in 8.° Gent. 60. Copie 5oo. Disegni di piu sermoni sul vangelo. Tomo 2.° Conio, Pa- squale Ostinelli , di pag. 463, in 8.° Lir. 2. Copie ySo. Epistola pastoralis ad clerum et populum niantuanum. Mi- lano , Lamperti , di pag. 10 in 4.° Gratis. Copie 65o. Esaltazione ( per 1' ) delP illustris." e rev." monsignor Luigi Tosi air insigne sede vescovile di Pavia. Milano , Bet- toni , di pag. 16, in 4." Gratis. Copie 5oo. Favoleggiatori italiani (i), ossia raccolta delle inigliori favole scritte o recate in italiano. Milano , Batelli e Comp. , distribuzione 21.", di pag. 98, in i6.°, con 6 rami. Lir. I, 1 5. Copie i5oo. Firenze e Roma e le solitudini delP eremo , delle carceri d' Assisi , deir Arvernia , dei Camandoli e di Yalle Om- brosa. Opera deir abate G. B. Fertua di Soresina. Lodi , Orcesi , di pag. 88 , in 8." Lir. i. Copie 700. Geografia compendiosa per uso della gioventu , di G. Gold- smith. Tradnzione del cav. Luigi Bossi. Seconda edizione milanese notabilmente accresciuta. Milano, Pietro e Giu- seppe Vallardi, di p. 184, in 12.% con rami. Lir. 2. 5o. Copie 1000. Geschichte und Gedichte uber das schamser Thai, die Yia Mala , den neuen Strassen-Bau ecc. M. ConratU V. D. M. Andeer. Como, Ostinelli, di pag, 16, in 8.° Gratis. Copie 200. Iconografia greca , di Eunio Quirino Visconti , tradotta dal dottor Gio. Labus. Milano , Destefanis , qnaderno 5.% di pag. 64, in 8.° con rami. Lir. 4. 70. Copie 700. Idea del sacerdozio e del Sagrilicio di Gesii Cristo , coUa spiegazione delle preghiere della messa. Opera tradotta dal francese. Terza edizione , i-iveduta e correita sul- r origiuale. Yol. i .° Lodi, Oi-cesi, di pagiiie 186, in 8.° Lir. 1. So. Copie 186. Inipossibilita fisico-chimica del paragrandine anallticamente diraostrata. Memoria di Giuseppe Cerini. IMilauo , Yisaj , di pag. 29 , in 8.° Cent. 40. Copie 3co. 412 APPENDICE Istoria civile del regao di Napoli, di Pietro Giannone. Mi- lano , Fusi, Stella e Coinp. Vol. 4.° e 5.° di pag. 4.74 e 482. Lir. 11. 13 complessivamente. Copie looo. Lettera pastorale al clero ed al popolo della citta e dio- cesi di Pavia. Milano , Lainperti , di pag. 1 1 , ia 4.° Gratis. Copie 700. Manuale del giai'diniere pratico ecc. del coiite Filippo Re. Terza edizione con rami. Milano , Silvestri, di pag. i 36 , in 8.° Lir. 11. 75. Copie iSoo. Maria Vergine al cuore de' suoi divoti per nove giorni precedent! la solennita della sua gloriosa assunzione in cielo. Cliiari , Telaroli , di pag. 35, in i6.° Gratis. Copie 3oo. Memoiia intorno al censimento dello State di Milano pula- blicata nel 1760 e della success! va sua applicazione nel 1785 a cjuello di Mantova. Ivi, Caranenti , di pag. 110, in 8.° Lir. i. aS. Copie 45o. Notti ( le ) cristiane alle catacombe dei martiri , corre- date di note ed iscrizioni del cav. Foiitana. Casalmag- giore , Bizzari , di pag. 804, in 8." Lir. i. 40. Copie 200. Ode per le nozze di Silvio Damioli e Marianna Pellegrini. Brescia, Foresti e Cristiani , di pag. 16, in S." Gratis. Cop. 200. • per le nozze Chiappa dei niarchesi Malaspina. Mi- lano , Borsani , di pag 8 , in 4.° Gratis. Copie 3oo. del cav. Vincenzo Monti in risposta ad alcuni versi della contessa Costanza Perticavi sua figlia. Milano , Fusi, Stella e Comp. , di pag. 11 , in 1 6.° Copie 3oo. Orazione funebre del defunto Francesco Ponti , priore dei confratelli del SS. Sacramento , recitata nella chiesa di santa Maria Assunta 11 20 maggio 1823. Chiari , Tela- roli , di pag. 33 in 8.° Cent. 56. Orlando ( T ) furioso di Lodovico Ariosto ornato di 5oo tavole in rame , inventate , disegnate ed incise da Fi- lippo Pistrucci. Milano, Bettoni, quaderno iS." di pa- gine 58, in 8.° Lir. 3. 75. Copie. loco. Osservazioni sulla risposta del conte Volta al sig. Mar- zari , presidente dell' Ateneo di Treviso , intorno ai pa- i-agrandini. Milano, Brambilla , di pag. 13, in 8." Cent. 40. Copie 5oo. Paragrandini (dei) ragionamento del prof. G. A. Majoc- chi. Milano, Pirotta , di pag. 14, in 13.° Copie 5oo. Proposizione di geodesia elenientare di Antouio Bordoai. PARTE ITALIA.NA. 4l3 Milano , Giusti , di pag. 1 1 a , in 8° con rami. LIr. 3, Copie 5oo. Quadro geografico-fisico-politico-storico di tutti i paesi e popoli del inoiido, Milano, presso T editore Carlo Ber- toni , quaderni igS.', 194.° e igS.", dl pag. 48 coni- plessivamente. Lir. i. 80. Cop. 53o. Raccolta ( scelta) di noinanzi. Vol.41.'', 7.° dei Capi scoz- zesi di Gio, Porter. Versione di Angiola Peracchi. Mi- lano, Batelli e Fanfani , di pag. 245^, in 18. ° Lir. i. 5o. Copie 1000. dei viaggi dope qxielli di Cook. Vol. 99 ."j 3.° del viaggio al Brasile negli anni i8i5, 1816 e 1817 del principe Massimillano di Wied-neuwied. Milano, Sonzo- gno , di pag. 262, in 12.° con rami. Lir. 3. Cop. j5o. Rebus ( do sex) sic dictis non naturalibns , dissertatio inau- giiralis , auctore Josepho Serhelloni. Milano , Giusti , di pag. 42, in 8." Gratis. Copie 120. Regole ed osservazioni sulla lingua alemanua, le quali gene- ralmente non si rinvengono nelle grammatiche , raccolte dal dott. Alessandro Morari. Milano, Fusi, Stella e Comp. , di pag. 96 , in 8.° Lir. i. 5o. Copie 1000, Repertorio scelto ad uso dei teatri d' Italia, compilato dal prof. Gaetano Barbieri. Vol. . . Milano , Nervetti , di pag. 3ii,in i6.° Lir. 2. 14. Copi^^ ySo. Rime di Dante. Rovetta , Fantoni , di pag. 102, in 4.° Gratis. Copie 48. Risposta al cosi detto Parergo epigrafico dell' abate An- drea Borda , e nuove osservazioni fatte sopra un'iscri- zione dello stesso dal prof. Antonio Padovani. Pavia , Fusi e Comp. , di pag, 24 , in 4.° Gratis. Copie 200. Rituale dell' istituto salesiano per la vestizlone e profes- sione religiosa delle sorelle della Visitazione di Santa Maria, Milano , Pogliani. Gratis. Copie 5oo. Sedi ( delle ) e cause delle malattie anatomicamente inve- stigate da Gio. B. Morgagni , libri cinqne. Prima ver- sione italiana , di Pietro Maggesi. Vol. i.° Milano, Ru- sconi , di pag. 292 , in 8." Lir. 2. 96. Copie 1000. Sermoni di Giuseppe Zanoja, architetto. Milano, Rivolta, di pag. 54, in 8.° Lir. i. Copie 7S0. Spiegazione del dilettevole giuoco del jjallone. Milano , Pirola , di pag. 4, in 8.° Gratis. Copie Soo. Stabllimento Lombard! per la cura particolare de' pazai Bihl. Ital T. XXXI. aZ 414 APl'ENDICE ill Milaao. Ivi. Destefaiils , di pag. 8 , in 8." Craiis. Copie 600. Stoiia di Giulietta e Romeo ; aggiuntavi la dcscrlzioae di due quadri del sig. Hayez sullo stesso argomento , di D. B. Milano, Fusi , Stella e C. Cent. 70. Cop. 760. Teatro scclto italiano autico e nioderno. Vol. i8.°, 6." delle Opere dranimatiche di Pietro Me^astasio. Milano , Fusi , Stella e C.,di pag. aSa in .32.° Lir. a , 72,. Cop. iSoo. Tonibe (le) ed i nionumenti illustii d'' Italia. Milano, Bet- toni, quaderno 4.°, di pag. 24 in 4.° con rami. Im\ 5. Cop. 5oo. Tragedie di Yittorlo Alfieri d' Asti. Edizione stereotipa. Cremona, Demicheli e Bellini. Vol. i." e 2.°, di pag. 3,5o e 247, in 16.° Lir. 3. 6 complessivamente. Cop. 2000. Vangelo (il) di tutte le domeniche spiegato dal preposto parroco Antonio Lnigi Decarli. Vol. 3." Milano, Manini, di pag. 435 in 8." Lir. 4, 56. Cop. 22 5c. Versi in morte di Giuseppe Viganoni, esimio cantante. Bergamo, Sonzogni, di pag. 17 in 8." Gratis. Cop. 200. Vocazione di S. Luigi Gonzaga alia compagnia di Gesii. Opera scenica del P. Nicolo Tolomei. Milano, Rusconi, di pag. 84 in 12." Cent. 5o. Cop. 2000. Zelmira , dramma per musica da rappresentarsi nel teatro Riccardi la fiera del 1823. Bergamo, Mazzoleni, di pag. 5a in ia.° Lir. 1. Cop. 6bo. Musica. Adagio e tema con varlazioiii per viola con accompagna- mento d' orchestra, composti da Alessandro Jiolta. Mi- lano, Ricordi. Lir. 4. 5o. Aria = Pensa che omui resistere = nell' opera Bianca e Falliero del maestro Bossini, ridotta per solo cembalo. Milano, Ricordi. Lir. 3. Biblioteca di musica moderna contenente le migliori pro- duzioni de' maestri piii rinomati deil' eta nostra. Clas- se I." , quaderni 7.* e 8." — Classe 3." , quaderni 6.° e 7.° — Classe 4.', quaderni i3.° e 14." — Classe 5.', quaderni ii," e 12.* — Classe 6.', quaderni 9.° e lo.' Milano, Ricordi. Lir. 3, 44 al quaderno j per gli asso- ciati, Lir. 2. 3o. Caccia (la), gran rondo per lira o chitarra sola, com- posto da Mauro Giuliani, Milano, Ricordi. Lir. i. 5o. TARTE ITALIANA. 4l5 Euterpe, ossia Raccolta del piu applauditi pezzi delle opere e balli moderiii , ridotti per piano-forte a quattro mani da Francesco MirechL Milano , Ricordi. Introduzione nell' opera Bianca e Falliero del maestro Ros- sini, ridotta per cembalo. Milano, Ricordi. Lir. 2. 20, — e polacca per piano— forte, composta da Giuseppe Trom~ betta. Milano , Ricordi. Lir. 2. So. Marcia di Cherubini, variata per chitarra o lira da Mauro Giuliani. Milano, Ricordi. Lir. i. So. Ore ( le ) d' Apollo , opera periodica contenente una rac- colta di pezzi musicali per chitarra. Parte jirima. Opera terza. Milano , Ricordi. Lir. 3. Pot-pourri nazionale romano per lira o chitarra sola, com- posto da Mauro Giuliani. Milano, Ricordi. Lir. 2. 60. Scena ed aria = Ah. se posso ai figli ancora = nell' opera Elisa e Claudio del maestro Mercadante. Milano, Ricordi, Lir. I. 80. Terzetto e quintetto nell' opera Elisa e Claudio del mae- stro Mercadante. Milano, Ricoi-di , Lir. 3. Trio per due violini e violoncello composto da Giovanni Romerti. Milano, Bertuzzi. Lir. 3. So. Variazioni con introduzione e polacca sopra 1' aria = Men- tre vol = del maestro Pacini nell' opera la Veatale, per piano -forte, composte dal maestro Giuseppe Bianchi. Milano, Giuseppe Antonio CaruUi. Lir. 3. (sei grandi) per lira o chitarra sola, composte da Mauro Giuliani. Milano, Ricordi. Lir. i. So. Incisioni. Apollo e lemuse; Rafaele Mengs dipinse , Carlo Dellarocca incise. Mibno , presso Antonio Tenenti. Lir. 10. Carte geografiche N.° S contenenti Y AlTrica , 1' America meridionale , 1' Asia , il regno di Galizia e il regno dei Paesi Bassi. Milano , Rossari. Cent. 48 ciascuna. Cronologia storico-universale dalla piii rimota antichita fino al presente. Milano , incis. Stuechi. Lir. 4. 60. Inverno ( 1' ). Cremona , presso Giuseppe Bottara. Raccolta di scene teati-ali eseguite o disegnate dai pivi ce- lebri pittori scenici in Mdano. Ivi , incis. StuCchi, qua- derno 20.° Lir. 2. So in nero. Lir. 3. So a colore. — d' antichita greche e romane ad uso degli artisti , disegnate ed incise da Giuseppe Bignoli. Milano, presso. Tautore, quaderno 7.', in 4.° Lir. a. 4l6 API'ENDICE Elenco delle opere stampate e pabbllcatc in Venezia e sue provincic nel mese dl agosto 1823. Ainmoaiacac (de) liquida: proprietate Erainenagoga, auctore Francisco Nisato. Padova , staniperia della Minerva , di pag. 16, in 8." Gratis. Copie 100. Avvenimenti ad una moglie cristiaiia , dell' abate CAo. Piva. Venezia, Battaggia , di pag. t;6, in 32.° Cent. 40. Co- pie 3 000. Bellezza della storia d' Italia , opera del sig, Gintud , tra- dotta clal francese. Tomo 3.° Verona , Bist;s;i , di pa- gine 208 , in 8." con due rami. Lir. 2. Copie 5oo. Biblioteca germanica di lettcre , arti e scienze , dei prof. liidolfi , Brera e Confi.gliachi. Vol. 5.°, biniestre di niag- gio e giugno 1823. Padova, stamperia del Seminario , di pag. 192 , in 8." Lir. 20 all' anno. Copie 3oo. Biblioteca Canoviana. Tomo II, quaderni 3. Venezia, Pa- rolari , di pag. 188, in 8." Lir. 2. 7. coniplessiva- mente. Copie ^So. Biografia universale antiea e luodenia , tradotta dal fran- cese con aggiunte e correzioni. Vol. X. Venezia, presso G. B. Missiaglia, dalla tipografia Alvisopoli , di pag. 471, in 8.° Lir. 6. Copie 1200. Canzone dell' Abate Uljaldo BregoUni, trevigiano in laude di Jacopo Riccati. Treviso , Trento , di pag. 12, in 8.* Gratis. Copie 60. Carmen Petri Peruzzi. De Jesu Cliristo in cffiluni ascendente. Udine, Yendrame, di pag. 22 , in i 6." Gratis. Copie 200. Catalogo dei liliri che tro vansi al negozio dei frateUi Matiiuzzj in Udine. Ivi , Pecile , di pag. 56, in 1 6.". Copie 2 3co. Cerenioniale del coni.:lave , ossia nietodo Che si pratica neir elezione del somnio pontcfice. Venezia , Curti , di pag. So , in 8.* Cent. 7^. Copie 5 00. Commedia (la divina) di Dante Alighieri col commento del P. Baldassare Lombardi. Vol, 3." Padova , stamperia della Minerva, di pag. 846, in 8." Lir. 8. -jS. Copie i5oo. Commentario dag. '6, in 8." Lir. 12 all" anno. Cop. 3oo . — teatrale , ossia scelto teatro inedito italiano , fran- cese e tedesco. Quaderni 88." e 89.° Yenezia , Rizzi , di pag. 1 35 e 112. Cent. yS al quaderno. Cop. 700. Hahnemanni ( in ) medicinani honiosopaticani actio atqiie animadversio , auctore Francisco Avonio. Padova , stam- peria della Minerva, di pag. 32, in 8.° Gratis. Cop. i5o. Inno per la laurea conseguita in uiedicina dal giovane Fran- cesco Cortese. Treviso, Trento , di pag. 8, in 8." Gratis. Cop. 60. Institutioniun canonicarum libri tres ad usum seminarii Neap., auctore Julio Laurentio Selvagio. Venezia , Rosa. Volunii 3, di pag. 757, in 12.' Lir. 6. Cop. i5oo. Institutioncs niedicinae practicse eniendataj atqne adauctae Cura Valeriaui Aloysii Brera. Tractatus primi febriuai sitnplicium doctrinani exhilicntis ., auctore Joan. Baptista Burserio. Vol. L Part. I. Padova, staniperia del Semi nario , di pag. 226, in 8.° Lir. 3. 70. Cop. io5o. Introduzione alia volgar poesia , in due parti divisa dal P. G. B. Bisso , con aggiunte e correzioni. Pmssano , Remondini, di pag. 36c, in 12.° Lir. i. 5o. Cop. 3ooo. JiTventus Gymnasii Patavini episcopalis e morilnis et pi'o-' gressu in Uteris censa exeunie anno scliolastico 18a 3. Padova , stamperia del Seniiiiario , di pag. 1 2 , in 4. Gratis, Cop. 3 00, ^20 A P P ]•: N D I O E IMnsjazziiio IctlciMilo. Quailonio 4.*^ Troviso , PaliioUo . ili pap. 48 , ill 8." Cent. So. Cop. aSo. INlaria alia cfoce . elec;ia Litina cU Francesco Bonoino re- cata in vcrsi da Angelo Dalmistro. PaJova , stamperia del Seiiiinario , di pap;. 29 , in 8." Gratu. Cop. aoo. Memori.i sull" orlgiiie, injivandimento e decaden/.Ji del coin- mercio di Yenezia . • di L. Casarini. Venezia , Picotti , di pag. "I , in 8." Cop. 400. Note al Piscorso di Giuseppe Bianclietti . lotto in Treviso aU'occasione clic qucirAteneo dedico il luisto di Antonio Canova. Treviso, Trento , di pag. 2^, in 8.° Cent. 40. Cop. 3oc. Oraxione paneglrica di S. Girolamo ^liani. del R. D. Paolo Mii- rarL Yen., Andreola, di pag. 56, in 8." Cent. -S, Cop. ySo. di Gii'olanio Datraiigia pei funerali del sacerdote Luigi Trevisan. Yei'ona , Libnnti , di pag. 80 , in 4.* Cent. 5c. Cop. Son. Observatio clinico-patliologica poritonitidis in pucro scro- plinloso , oratio ah Alexandro Maximo Sietincich. Pa- do va , stamperia della Minerva, di pag. 16, in 8." Gratis. Cop. ico. Oniaggio a Liiigia Boccalmdati Gn/zuoli , accademica fdnr- monica di Bologna . di Lnia;! Duodo. Udine , Peciie , di pag. 18, in 12.° Gratis. Cop. icc. Opere di Buffon (le) nuovamente ordinate ecc. dal conto di Laccpcde. Vol. 34.° Yenezia , presso G. B. Missiaglia . di pag. 637, in 8." Lir. 10. 83, compresa la 2.3.' di- strllmzione di tavole. Cop. loco. Priucipj di arcliitettnra civile di Francesco ^filizia. Terza edizione Aeneia . riveduta , emendata ed accrescinta di figure disegnatc ed incise in Ronia da Gio. Battista Ci- priani seuese. Bassano , Reinondini. Vol. 1 .'^ al 3.*^. t'i pag. 852 , in 8.° Lir. 12. ic. Ragionamento storico di Gio. Bctt'ui Roselli vicentiuo , della particolare alVezioue die la specie dei caui verso del- r uomo conferva. Yenezia, Picotti , di pag. 22 , in 8." Lir. 1. Cop. 4CC. Rime (quarte) bernesche per h lanrea mc- liio-chirn-gica di Pietro Lovadina. Treviso, Tienio.di pag. 12, in 8.° Gratis. Cop. icc. ■ gravi di Antonio Cesari P. 0. con pochi versi la- tini. Yerona , Libanti , a spese dell' autore, di pag. 298 , in 8.' Lir. 2. Cop. 5oc. VARTF 1T\I.I\N\. 421 Rls|V>sta ilcU" all. Francesco f'iUnnii al Dlalogo pubblicato coniro di luL nella Biblioteca Itnliaua. Veiiezia , Moli- nari, di pag. 28, ia 4.' Cent. -5. Copie 400. Storia del Testamento veccliio e nuovo con spiesazioni estratte da santi padri. Teuezia , Rosa. Tonii a iu uii sol volume, di pag. 5ii, in 8." con lignre. Cop. 3ccc. ■ ecclesiastica del cardinale Agostino Orsi. Yenezia , Picctti. Tol. 6.* e ?•* di pag. 388 e 349 , iu li.'LLr. 3 al volume. Cop. i6co. degrimperaiori rouiaai dt Oaier e del Basso impero. di le Been. Vol. -." Yeuezia. Alvisopoli , di pag. 2-a , in 12.", con rame. Lir. 2. 5c. Cop. 2ccc. Suppliehe divote di nn cnor peaitenie a S. Margarita di Cortona. Yeuezia, Baglioni , di pag. 48, in 8." Gratis. Cop. 5cc. Spiegazione pastorale ordiuata degli Evangeli , dell" abate Fraucesco ATo.'ena. Yol. 3." Yenezia, Pai'olari . di p. Sao, in 8.° Lir. 3. 7a. Cop «)-5. Teatro di Kolzebiie . conipletamente tradotto ed accomo- ' l5 lo steiso » se st.essu « «7 >• 19 turmatine » turmaline » lOl " 16 premesso '■ proraesso » au) » 10-11 puo dire si puo dire » ^43 » 36 conto » canto ■• a 5 7 ■• 20-ai gareg[;iante •• gatlpgglaiile • 27.) » 1 3 Tereiiiio '• Plauto 4^5 INDICE delle materie conteruite in questo XXXI volume. PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. c . . Ojcc/f> sul diritto di natura c delle genti ecc, di Alberto Vc SjKOyi.pig, 3 Biogrufa eremoitese, di yin a85 Storia delta Spagna antica e moderna , del cav, Luigi Bosst. Tom. 3." al 6.° (3..° estratto. V. il I.° nel vol. XXX, pag. 3a3 J . » 3ia Memorie dell' I. li. Istituto del regno Lombardo-Veneto. Tomo a." (est) atto delle Memorie di letteratura e scienze morali. V. P estratto del i." tomo nel vol. XXIX, pag. 180 ) . . • • . >• 3ao PARTE II. SCIENZE ED ARTI MECGANICHE. Cutalogus plantarum qu. JahrbiJcber etc. Aiinali dcli'I. S. Tslituto politecnico di Vienna. Tomo 3.° ( Continuazione. V. i vol. XXVII, pag. a 55 , XXVIII, pag. 85 , e XXX , pag. 99 ; „ Sopra la Irgge dell' incremento del colore ne' siti profondl, e sopra i fenoiiteni della nolcanita , del cunsig. Prkchtl (fine dell'estratto) » Xfquisse d'une monographie du genre Aconitum, par M. Ch. Serisce » Sassegna bibliografica delle migliori opere stampale in Francia net mese di febbrajo i8:i3 ( V- il vol. XXX, pag. ■j.bo ). . ... Invito a prender parte nelle misurazioni barumetriche delle altezze » PARTE 11. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITAJLIANE. OpERE PERIOVICHE ..... Giornale Arcadico di Soma, quaderno 5i.° . Idem , tomo i8.°, ossia quad. 52.°, 53.° e 54.° Effemeridi letter arie di Roma, quad. 3o.° . Idem, tomo 1I.°, ossia quad. 3 1 % 32,° e 33.° Giornale di fislca , chimica , ecc. di P. CONFicLtt TELLi , di Pavia , bimestre a. ° . Iilem , bimestre 3." ..... Idem , bimestre 4.° ..... Antologia di Firenze , quaderno a.j,° . Idem, quad, 28.° ..... Idem, quad. 29.° ..... Idem , quad. 3o.° ..... Idem , quad. 3 1 ." . . . . BtTSLIOGRAFIA . . .... Bcgno Lombardo-Veneto .... Storia della gran Bretagna dai primi tempi si compilata da Dnvide Bertolotti . Nuovo dizionario degli uomini illustri Flora veronensis , di Ciro PotLifii. Tom. II. ( V. tomo nei vol. XXVII, pug. 364, e XXVIII, pag. 58 e 338; » Biografia universale antica e moderna. Vol. 7.° ed 8.° . i> Idem , vol, 9.° , , . , , . . . w Storia naturale e medica delP isola di Corfii , di Carlo Botta >• Compendio della Storia dell' astronomia dettato dal marchese di Laplace, tradotto da Antonio Cattaweo . . . >■ Muit jours il Vinise , j'ar Antoine QvADRt . . . « di 75 ivi 243 38i 38q 96 ivi 25l 97 35a 24S 246 399 247 248 ivi 249 25o nostri , I'estratto del i,° ivi 99 loi ivi 261 255 aSg 263 I N D I C E. 427 Istoria Idem nel mese di luglio ....... y> a6S Idem nel mese di agosto ....... v 4^9 Elenco delle opere stampate e pubblicate in Venelia e sue pro- vincie nel mese di maggio . . . . . • »ll8 Idem nel mese di giugno . . . . • • »' Ia6 Idem nel mese di luglio , ..•••. x aya Idrrn nel mese di agosto .,.*••.» 4^^ Ducato di Genova . . . • • . . • »l33 Saggio sulla giacifira di alcuni fussili di Genova e suoi contorni, di G. B. Canobeio j> ivi Gran Ducato di Toscana . . . . . . . » 187 Dizionnrio della giurisprudenza mercantile , di A. Azvm. Vol. i.° al 3.° » ivi Le Odi ismiche di Pii/daro. Traduzione di Giuseppe JBoRCHl » 42a Piemonte . . . . . . . . , . » 277 Puhlii Ovidii NAsonis opera omnia. Tomo 6.° . . . » ivi M. Atti Plauti comasdite. Tomo 3.° . . . . . » ivi C. Velleii Paterculi etc. Tomo a.° . • . • . jt ivi Regno delle due Sicilie ......•» l38 Riflessioni di ottalmiatria pratica , di Carmelo PvctlATTi ■ » i^i CORRJSTOf/DESZA . . . . . ■ . • • » l39 Ijettera da Roma in difesa della musica del maestro Sossini criticata dalla Gazzelta di Milano .....,» ivi Lettera di Sebastiano CiMiri intorno alia Cronaca di mons. Turpino » aSo NOTIZIE LETTERARtE ......... 3.S3. Programma deW Accademia della Crusca per un premio di mills scudi » ivi Errata-corrige ........." 4^4 Tavota meteorologica di luglio ..«•••>' 148 Idem di agosto ........." 284 Idem di settembre .....••••» 4*8 Giuseppe Acerb j , dlrettore ed editore. Milano , dalV I. R. 'Stamperia. Osservazioni meteorologiche fattc all' I. R. Osservatorio dl Br era S E T T E M B R E 1823. A. < S E R i I. Stato del cielo. c ^ is < S 0 a I- '"■*"" s Stato del cielo. 0 « s < a « 6 1 I N > V ^1 poll. lia. 0 poll . Hn. 0 I 27 10,9 + i7'4 0 Ser. nnv. ser. 27 11,6 +22,6 E Ser. nebb. 2 27 IM +ib,b N Serepo. 27 11,4 +22,2 S E Seieno. 6 27 11,2 +16,4 N E Sereno. 27 10,5 +22,6 S S<-reno. 4 27 10,3 +17,0 0 Nebb. ser. 37 II,C +23,6 0 Nf bb. Sereno, 5 28 0,0 + 16,6 NN 0 Sereno. 1 1,2 +22.5 .S E Sereno. 6 27 10,8 +16,4 N N E Sereno. 27 10, c +22,.5 .S C) Sereno. 7 27 9,3 + 1710 N 0 Nebb. ser. nu. 27 8,1 +31,8 so Sereno. 8 27 8,0 + 17,0 SE..E Nuv.teai.piog. 27 10,0 +18,0 E Nuv. ser-eno. 9 27 11,0 +12,5 EN E Sereno, |27 10,9 +17,4 N E Sereno. lO 27 10,7 +ii,b N Sereno. I27 10,0 + I8.4 S E Sereno. II 27 10,8 +12,5 N N E Sereno. [27 1 i,r +19,0 N E Sereno. 12 28 0,0 + 14,5 E Nuv. ser. I28 0,6 +19,6 E Sereno. i3 28 0,3 + 14,0 N E Nebbiuso ser. 27 11,7 + 19,0 E Sereno. 14 27 11,5 +14,3 N E Sereno. 27 10,7 +19,6 0 Sereno. lb 27 10,0 + i5,3 N Nuv. sereno. I27 9,2 +3 1,4 S G Nuv.rotto. i6 27 8,6 +17.0 E Nuv. ser. 127 8,4 +19,8 E Temp, piogg. ^7 27 8,3 +iV N N E Nuv. jMOVOSO. 27 f),3 +16,0 N Nuv. piovoso. i8 27 10,0 +14,8 N NE Piogjiia nuv. 1^7 1I,C +i5,8 NN E Nuv. pioggia. 19 27 11,7 +14,5 0 Pio.pr. iiu.pio. 27 11,- + 17,8 N N 0 Nuv. sereno. 20 27 10,7 +14,0 N Nuv. ser. r27 9,8 +19,0 N E Ser. nuv. ser. 21 27 9'0 +14,5 N Nuv. sereno. (27 8,0 + 18,8 S Ser. nuv. tern. 22 ^7 7:4 +14,3 N E Ser. neb. nuv. 127 4,6 +18,3 N E Nuv.. tern. pio. 23 27 3,2 +11,4 0 Ser.niiv. '37 4,8 + 16,0 E Ser. nuv. pio. j 24 27 6,8 + 9/3 s 0 Nuv. neb. ser. I127 8,2 + 16,0 S Sereno. | Sereno. ! 2b 27 10,0 + 8,8 N Sereno. '27 10,2 + ib,8 N.. E 26 27 9,7 + IO,C N 1 Sereno. 27 8,6 + 16,0 S Sere, 10. ■ 27 27 8,0 +10,5 N NO Sereno. 27 rr,o + 16,8 E Sereno. | 28 27 8,2 + 11,3 N NO Sereno. 27 <'.,! + 17,0 S 0 Ser. nebhioso. 29 37 8,5 +14,0 s Piovoso nuv. 27 7'f' + i7iC> E Nuv. pioggia. 3o 27 7,2 + i3,8 N E Nuv.uebb.rot. 27 7,6 +J7'0 SO NuVi sereno. Altezza mass, del bar. poll. 28 lin. c,6 Alcezza mass, del t erm. + 23,6 . . + 9,6 . . . + i6.do Qiiantita del la pioggia lin. 35,33. r.-^>'-< fMJf *jj*^