^^ V / . • .*■* t J ■'; > H ^ fif • -■■■•: f t ■--. Si- < \ -r ,. \* i v! I 1 1 - '•«. BIBLIOTECA ITALIANA GIORNALE LETTERATURA, SCIENZE ED ARTI COMPILATO DA VARJ LETTERATI. loMO XLI. ANNO UNDECIMO. Gcruuijo, Fcbbrajo e Marzo 1826. v«e/. SJC^ \''^' d/^e^ic(t/.\ INULA NO PRESSO 1 A Dir;EZIONE DEL CIOKNALE Coutiada del I\Jonle di Piela n." 1254 Casa Cui^llo dlriiHi^ictto al Corgu Nuovo. IMVERIALli nJiGIA. STAMI'ERIA. II prcscnte Qioriiale ^ con tutti i volnmi precedentl^ e posto sotto la salvaguardia della Lcggc , essendosi adctnpiuto a quanto cssa presaivc. BIBLIOTECA ITALIANA PROSPETTO DELLE LETTERE, ARTI E SCIENZE NELL' ITALIA r r. E M E s s o .IN FORMA DI PROEMiO all' anno XI. 1 vantaggi die alia repubblica letterana ndoiidar sogliono da quelle opere periodiche , che conume- mente diconsi Giornali , sono o2;gimai si evitlenti che superfluo lavoro assumerebbesi cliiiinque si facesse a dimostrarlo. Di taiito beneficio andiam debitoii al consigliere Dioiiisio Sallo , che in Pa- rigi al sorgere dell' amio 1 665 die principio al celcbrc Giornale del dotti. Che quali opere pro- priameute periodiche aver non debbonsi alcuni bibliograllci lavori pubblicati nel secolo XVI da Antonfrancesco Doiii , da Corrado Gesnero , dal MagliaJjecchi e da altri ; ne come tale repularsi potrebbe la BlbUoteca del patriarca Fozio , cele- berriino scrittorc del secolo IX, e il jiadre della cnlica ; scbbene cotali opere abbiano per avveutura servito , se noii di inodello , alnieno di stiuiolo a chi pel prinio inlraprese poscia una vera periodica bibliogralia. Tutta ie' plauso la colla Europa a si 4 V r> o E M I o forluiiato e bcuefico ritrovamento. Lc nazioni piu civili si fecero ad eniulare la Francia; e si fatte opere ben presto inoltipliearoiisi al segno che cosa non si agevole sarebbc il volernc tesscre vni ben ragionato eleiuo. bnperoeclve pin chiara della hice a])pariva I ntiUta che da esse alle letteie, alle arti cd alle seienzc proveniva. II Idosofo , il eritico , r erudito , il poeta , V oratore ed in line 1 nonio suidioso , sedendo tranquillamente nel suo gabi- netto , vedeva quasi in girevole scena a lui vol- gcrsi intorno nel loro nudo sembiante, cioe schiette e di ogni sovcrchio spoglie, le opere clie a niano a niano andavano nelle varie citta pubblicandosi, e le utili scopertc c le progicssioni degli studj e tiUte quelle cose insonima che nel niondo lette- rario avveuivauo (i). Sapientissimo ritrovamento, che da taluno degli scrittori di Francia venne giu- staniente inserito tra i Fasti di Lodovico il gran- de, e die fu agli antichi piii famosi popoli ignoto! E di fatto i Diurnl , gli Atd urbani ^ le Tahulos (IvaUnilce e siniili scritti da Cicerone , da Tacito , da IMinio, da Petronio e da Simmaco ranimcntati, oltre che non riferivansi a cose letterarie e scien- tiliche , non possono in alcuu niodo coUocarsi tra' giornali propriamentc detti; ne il loro uso es- scre [)otea si I'acile e comune , mancando gli antichi di (jueUaltro divino ritrovamento, la stampa (2). (i) Basiiagc nella sua prefazioae alia Storia delle opere ilol dotti dellniscc il gioniale Thcatruin circwnductile erudllionis. (2) Noi non parliamo clic cle'giornali lettcrarj e scieii- tifici ; giacclie una specie di giornali politici e civili era in nso anclie nella Grecia antica, siccome leggcsi in Platonc ed in Dcniostene. II mondo fn sempie di novellieri e di politici ripicno. S. Agostino si duole del nuniei-o dclle L'jfemeridi poUtiche che a' tempi suoL circolavano. Intorno a quest' argouiento veggasi la dotta lettcra pole- mica ilciravvocato Oius. Gaetano Martinetti Sull'originc de fogli pubblici. Roma, 1822, Salviucci, in 8." V Italia fu certamcnte ira lo colte nazioni la prima a seguire T esempio della Francia colla pub- blicazione di si falti periodica lavori. Sino dal 1668 per opera del cardinale Ricci e dcir abate Fran- cesco Nazari bergamasco ebbe in Roaia principio un Giornale de' letterati. die piu o mcuo felice- mente continue sino al 1679. ^*^ altro simile gior- nale venne pur intrapreso a Roma nel 1675 coi sussidj del celebre monsi2;nor Ciarapini, c continuo sino al niarzo del 1687. Ma questi due giornali , comeche lodatissimi, erano quasi servilmcnte rao- dellati su quello di Parigi, e di esso contenevano talvolta ben anche i soli estratti. Da cotalc servitii cmanciposei cjucllu clie nel 1710, sotto il titolo di Giornale de letterati d Italia, comincio a vedere la luce in Venezia coll'opei-a di dottissimi collabora- tori, alia testa de' quali era Tillustre Apostolo Zeno ; giacclie non giova il qui rammentare alcuni altri giornali die ad imitazione di que' di Roma vennero nel secolo XVII pubblicati in Venezia, in Fcrrara, in Parma, in Modena ed altrove (i). Qucsto e per la scelta delle matcrie e per la squisitezza della dottiina e per 1' cstensioiie degli articoli e per la schietta verita ne' giudizj e finalmente pei pregi della lingua non solo gran iiome acquistossi ed in Italia ed oltramonti, ma puo tuttora proporsi per modello a cliiunque si faccia a mancggiare simile foggia di lavori. Esso fu il jirimo giornale vera- niente italiano : esso nelle altre piu colte citta d' Italia desto una nobile cmulazionc. Ma non e iulendimento uostro di tessere la sto- ria de' giornali d' Italia: solo ci crcdiamo in debito (1) Gli autoi-i d" esso veiieto Giornale fiu-ono Apostolo Zeno, clie ebbe la parte inaggiore ne' primi 38 tomi , Bernardo Trevisano , Antonio Vallisnieri, Gio. Battista Morgagni , Lorenzo Patarol , i marcliesi Giuseppe Orsi e Scipione MafFei, di cui e la prefazione a tntta Topera nel tomo i.°, ed il P. Pier Gaterino Zeno che com])il6 2;li iiltimi lo tomi dal 1718 in avanti. 6 P R O K M T O tV acgiugnerc clic I\Iilano noii fix certamente 1 ul- tima ncl somminibtrarc allc arti ed allc scienzc tali c;iovcvolxssimi sussidj. E qui rammentare po- trenimo c la Gazzetta letteraria e la Raccolta Mi- lanese ( 1 ) *^ ^^ Scclta di opuscoli cd il Giornale Enciclopcdico ed il Caffe c gli Attl della Soclctd pa- tnotica e piu altrc opcre periodichc , die da' niag- giori noslri andarono a mauo a mauo pul)blicandosi ncl secolo XVIII. Feconda di operc periodiche fu pure la citta nostra ne' passati cinque lustri del se- colo corrcute , e beiae in cio ancora ella meritossi il titolo clie di Atene da alcuni oltramontani le fu attribuito. E qui pui'e noi rauimentar potremmo e il Giornale della Societd d incurag^iamento C il Poligrafo e il Giornale italiano e lo Spettatore e \ Appcndice alia Gazzetta e il Corriere delle Dame e il Ricoglitore e piu altr' opere si fatte , oltre quegli scritti periodici clie di una sola materia so2;liono intertenersi , cioe di medicina , di fisica , di chimica e simili. La Biblioteca Italiana^ nata nel i8i6 sotto lusin- ghieri auspicj , continue fclicemente sino al sorgere di quest' anno , presso che diretta da un sol uomo , zelante della patria letteratura, celebre pe' suoi viaggi e vantaggiosamente conosciuto per la mol- tiplice sua erudizione. Chiamato ora da altro ono- revole destino oltre i limiti dell Europa , fu da noi assunta la direzione di questo medesimo Giornale. Esso pertanto vive tuttora sotto uguali auspicj e dagli stessi collaboratori coadjuvato, ai quali pero altri nc vennero aggiunti di non ignoto nome. Ma innanzi di esporre il metodo , cui crediamo di doverci attenere, giovera il presentare un qua- dro od una sinossi delle scienze e delle arti nel- r Italia dal 1821 (epoca dell' ultimo Proemio della (i) Delhi Raccolta Milanese verso la nieta del secolo passato pubblicavasi ogni settimana un foglio in 4.° e vi si trovano cose prcgevolissime ; duro pochi anni. PA.UTE TRIMA. J stessa BiJjlioteca) sino a tutto il iSaS, in cio pre- valendoci anche dell' opera de' benemeriti nostri collaboratori. Cosi i leggitori scorgere potranno agevolmente e 1' attuale stato delle scienze e delle arti ne' nostri paesi, ed il punto onde ha T opera nostra cominciamento. E cio facendo noi non ci reputiamo gia in obbligo di tutte scrupolosaniente rammentare le opere che in questo periodo d'anni pnbblicate furono nell'Italia (che cosa troppo lunga e poco gradevole sarebbe ) , ma quelle soltanto che piu meritano d' essere alia memoria de' leggi- tori richiamate; nostra intenzione non essendo di fame un' esatta revista , ma siccome accennammo , di presentarne soltanto un quadro. PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERAL!. La Biblioteca Italiana gia sino dal 1818 nel suo Fiioiogia. Proemio avverti che la grammatica fra noi an- cora , merce di alcuni valent' uomini , cominciato avea a seguire la face della filosofia (i). II nuovo Lingua italiana. sistema de' ginnasj nel regno Lombardo-Veneto ha segnata T epoca da cui ebbe principio la vera emancipazione delle nostra scuole dai metodi an- tichi e pedanteschi. 11 fanciullo iniziato alle belle (i) Gia prima ben anche del 1796, merce delle prov- vide cure, di Giuseppe II , I' insegnajuento ginnaslale ricevuto avea nella Lombardia una novella forma. A tale oggetto stata era impressa la Grammatica ragionata del P. Francesco Soave , della quale si fecero poi tante edi- zioni. Al sig. G. M. Bossi, proposto delFinsigne basilica di S. Ambrogio, venne commessa la compilazione an- che del nuovo Vocabolario pe' ginnasj ; ma egli mori innanzi di condurre a termine il suo lavoro. Le vicende dei tempi fecero poi cadere quasi nell' oIjIjHo le beneii- che istituzioni di quell' augusto. R p n o E M I o U'ticrc lion pin canimina per un sentlero spinoso. II sistcma (IclT analisi, le tavole sinotticlie, le de- liuizioni iratlc dalla natura stessa delle cose lo avvcz/ano sino dai j^rinii dementi a disciogliere nelle lore parti Ic idee, ad esaminarne la forza e r essenza , cd insomnia a ragionare ; e quindi lo dis[u)ii2;ono dilettcvolmente ad innoltrai'si nello stu- dio delle niaterie pin elevate , e coi medesimi ge- neral! principi ad apprenderc qualsivoglia altro idionia. A tale lodevolissimo scopo tendc la Gram- matiea italiana e latina del eanonico Bellisomi (i), temporaneamente ed in via di esperimento adottata nelle scuole ginnasiali (2). Anclie le scuole ele- mentari in Lombardia cbbcro eino flal 1821 mia Granimaiica appositamente compilata dal sig. Fran- srini ( >). Ma un libro in questo generc commenda- bilissimo e degno di essere nelle mani di cliiunque ami d' iniziavsi con protitto c con diletto nel nostro idioma , e V Introdiiziune alia granmiatica italiana per n.so dclla classe scconda delle scuole elementari cspoxta da Ciovanni Qlierarduii (4) ; e di questo Ijbro ancora fu fatta onorevole menzione nella l>iI)Iioteca Italiana (5). Merita altresi d' essere ram- (i) Crammatica delle due linguc italiana e latina. Mi- lano, Pogliani, 1824, in 8." L''autore aderendo ai co- muni desiderj e couformandosi alia tenne capacita dei piccoli fanciuUi puljblico altresi un Compendio della sua opera col titolo : Introduzione alia Gratnmatica delle due lingue italiana e latina ecc. Milano, Pogliani, 182S, in 8." Questo compendio \'enne pure temporaneamente adottato nelle scuole ginnasiali di Lonibardia. {2) V. Bibl. ital. torn. 36, p. 412. (3) Grammatica inferior e della lingua italiana, compi- lata da Stefano Franscini. Milano, i8ai, Societa tipo- grafica dei Classici italiani , in 8.° Di questa Grammatica I'atte furono ben cinque edizioni , T ultima delle quali nel 1825 jjer la stessa Societa. (4) Milano, 1825, dall'I. R. Stamperia , in 8." (•'>) Tom. 38. p. 399. PA^RTE TRIMA. 9 mcntata la Grammatica clementare della lingua ita- liana clell' ab. Andrea Omezzali (i) opportunissima air esei-cizJo pratico , e di buoni esem})] corredata. Con tali sussidj anche i fanciulli delle inFime classi destinati alia gleba ed alle profession! piu laboriose o mono liberali possono ne' piu teneri anni, cioe in quell' eta in cui sono meno utili a' lor genitori , apprendere essi ancora a scri- vere correttamente e con buona sintassi. Noi me- desimi fummo testimonj del loro profitto , ed am- mirato abbiamo e lettere e relazioni ed altre scritture lodevolmente composte da figliuoli di semplici artigiani. Cosa utilissima alia morale, non meno clie alia domestica economia ! Ma opcre d'italiana filologia ancor piii impor- tanti vennero alia luce nello scorso quinquennio (2). L' Italia mancava di libri che indicassero le soitili differenze de' cosi detti wzo/zimi, e quindi la vera forza di un vocabolo posto a confronto con altri di quasi simile significazione nell' uso. A tale di- fetto comincio a supplire il Grassi col suo Saggio intoriio cii sinonimi della lingua italiana (3). Piu (i) Maiitova, 1826, Branchinl, in 8." A questo genere cU libri appartengono anche le Lezioni elementarl di lingua italiana proposte alia giovcntii da L. F. Milano, 1824, Giusti , in 12.° (2) Alle opere di filologia appartengono il Saggio di mold e gravi erroH trascorsi in tutte le edizioni del Convito di Dante , del cav. Vincenzo Monti. Milano , 1823, Classic! itallani, in 8.";, la Teoria de' Verhi italiani compilata sulle opere del Cinonio, del Pistolesi, ecc, edi- zione terza. Milano, 1826, Classici italiani, in 12.'^:; il Saggio di parallelo di voci italiane: Trattato della Icttera J e del doppio II. Milano, 1821, Pirotta, in 8." Bibl. ital. t. a3 , p. 269, e Delia lingua comunc d' Italia , ecc. di Andrea Majer. Venezia , 1822, Milesi , in i2.% intorno alia quale opera veggasi la Bibl. ital., t. 27 ■> P- ^0%. (3) Torino, 1821, Stamperia Reale, in 8." Bibl. ital. t. 23, p. 182; e Milano, 1822, Class, ital., in la." lo p R o r: M I o ancora vi snppli il bcnemex'ito al^ate Giovanni Eoniani di Casalniaggiore colla sua Tcorica e col swo Dizioiuirio gcncralc de siiioniml {\). Nou lievc servi^io presto pure alia patria tilologia il pro- fessore Angelo Pezzana , bibliotecario di Parma , coUe sue O^servazionl concernenti alia lingua ita- tiana ed a' suoi vocaholarj (2). Questo libro poti-a giovare alia nuova edizione del vocabolario della Crusca. E piu ancora giovar potra 1' opera del cavalier Monti , cioe la sua Proposta di alcune corrczioni ed aggiunte (d vocabolario della Crusca, condotta feliceuiente al tanto desiato compimento noiranno 1824. Di essa fe' piu volte ragionamento la Bihlioteca Italiana dimosuanclonc V importanza. Ma ben anco nella stessa Firenze vi fu chi con ingiuric e con inurbane espressioni tento di ofiu- scare il chiarissimo splendore clie da fjnest' opera emanava. A si fatti grossolam insulti rispose la stessa Biblioteca (3) , non gia perche ella credesse che di qualche peso fossero le ragioni de' censori, che contro di simile razza di letterati far debbesi cio die il poeta animoniva di que' dannati invidiosi: Non ragioniam di lor , ma guarda e passa ,■ nia perche iriteso avea die alto rumore nienavasi per tali scritti da coloro die suUa fede del FruUone unicamente giurano. E quando mai cesseranno nel- r Italia queste gare niunicipali? Quando mai i To- scani pcrsuadersi vorranno, die se eglino meglio dei Lombardi parlano il bello idionia , cui sin dalla culla sucdiiarono, al par di essi i Lombardi e gli altri popoli d Italia lo scrivono e maneggiano, per- che per principj e coll' educazionc I'appresero, e (1) Milano, 182.S, Silvestri, in 8.° Del Dlzionario fnrono sinora pubbllcati clue volumi, che giungono alia fine della lettera N. Bibl. ital. torn. 38, p. 202. (2) Parma, 1823, Bibl. ital. t. 35, p. 3o. 0) T. 37, p. 337. PARTE TRIMA. 1 I perche collo studio vaniio vie piii coltivandolo? (i) Vi fu aurora chi nializiosaniente scrisse clic il Monti assai nieglio operato ayrcljbe col cpnsacrarsi tutto alle Muse, anzi clie avvolgersi negli spi- nosi roveti della grammatica. Ma oltreche il Monti di bei versi ando tratto tratto regalandoci nel tempo medesimo che scriveva la Proposta, nessuno me- glio di lui potuto avrebbe e coll' autorita por freno ai pedanti , e coll' ingegno infiorare una materia trista per se stessa e nojosissima. La Biblloteca Italiana ha pm volte manifestato Vocaboiarj. i suoi voti perche finalmente apparisse alia luce uh Dizionaiio universale della lingua italiana , e con argonienti non tlispregevoli dimostro non molto potcrsi sperare quando il concilio de'Ietterati, cui per avventura ne venisse affidata la compilazione, non fosse anfizionico, Sono oggimai molti anni da che fu annunziato che di un tanto lavoro stava r Accademia della Crusca occupandosi : ma finora non un solo fascicolo , non mia lettera sola usci da quel venerando consesso ; e intanto il tempo IVon e chi 'ndietro volga , o chi I affreni. Se non che nel tempo medesimo che 1 Accademia fiorentina sta del nuovo e grande vocabolario oc- cupandosi , r Italia superiore tento di provvedere a tal bisogno almeno con parziali vocaljolarj. E cpii oltre il gia accennato de' sinonimi annoverar po- tremmo e il Dizionario etirnologico di tutti i vocahoU (i) Noi non sareino niai si indiscreti di voler assolu- tamente negare che al dialetto dell' Arno abbiano pur attinto i prirai nostri scrittori; ma nOn saremo mai per concedere ch' esso solo reputarsi debba come il fonte dell italiana favella. Intorno a quest' argomento il ca- nonico Pietro Bagnoli , professore di Letteratura greca e latina iiell' Universita di Pisa, scrisse due dotti Di- scorsi che trovansi inseriti nel Nuovo Giornalt c/e' lette- rati. Pisa, 1822 e 1823. Ma tale non e la quistioue nostra. 12 I' 11 (> F. 51 I () tisatl nellc sclcnzr, ard e mestieii chc /raggono origiiie ilal girco conipilato dal Bona villa c dal Marclii (j) e XOrtoloaico-pradco (IclT abate Lorenzo Ncsi (a) e il DizioiMiio portadlc dclla lingua itallaua del Car- dinal! (3) e \ Ortografia caciclopcdlca universale clella lingua italiaua (4) e linalniente il Vocabolario della Crusca clie si ristanipa in Bologna con aggiunte ; iritorno alia quale edizione vennero pubblicatc in (1) Di questo Vocal)olarlo usci il tomo V nel i8ai. Milano, Pirola, in 8." (2) Pavia, 1 82 5, Bizzoni , in 8.° (3) Bologna, 1823, Marsigli, in 8." Blbl. ital. torn. 3o, P- '74- Utilissiini sono all' use i vocabolarj portatili , quamlo siano da mano maestra compilati. Ma 1" Italia manca tuttora di un mannalc o dizionario compendioso , che in un sol volume contenga tutto cio di che abbisognar potrebbe lo studioso o lo scrittore senza che costretto sia, e talvolta con non piccolo smai-i-imento di tempo, a frii2;are ne' voliimiiiosi vocal^olai-j della Crusca o del- rAll)erti. L\)rtografia di Padova ed altre s'l fatte opere, come che pregiabili , moltissimo lasciano a desiderare. Noi vorremnio un vocaljolario in un sol volume che tutte comprendesse le voci italiane col corredo di qual- che esempio , coUe etimologie de' vocaboli scientifici , tecnici, niitologici e simili , con un cenuo de' vocaboli antiquati, de' neologismi e de'sinonimi, e coll' aggiunta delle piii importanti regole della gramatica e della ver- sificazione. A cotal lavoro servir potrelibe di modello il Dizionario francese di Boiste , di cui fu pnbblicata a Parigi la sesta edizione nel 1828. Eccone il titolo: Diction- naire universel de la langue franqaise , avec le latin et Its i'timologies , txtrait coinparaiif, concordance , critique et supplement des tous ses dictionnaires. Manuel encyclo- padique et de grammaire . d'ortographe , de iieux langage de nfohgie etc. Questo dizionario e un vero tesoro per la lingua francese, e consiste in un solo volume in 4.° non grosso , non incomodo a maneggiarsi. (4) Venezia , i 323-1 826^ Parolari , in 8." Biljl. ital. , t. 3o, p. 174. PARTE PKIMA. 1 3 Moclena varie opportunissime Annotazioui (i). Altri lavori di qnesto genere si stanno pur faccudo nella nostra Milano. II sig. Cairo ha gia pubhlicato due fascicoli del Dizionario universale dellAlberti, con edizione stereofeidotipa (2); e allindefesso ed cru- ditiss-imo Chcruljini doljbiamo il Vocabolario la- tino-italicino ad iiso del ginnasj (3). Non ci tratterremo a favellarc delle linguc ol- tingue antiche. tramontane , sebbene esse ancora siano nell Itaba e speciahnente nella Lombardia anche dal bel sesso coltivatissinie per testimonianza l^en ancora degli stessi stranieri (4): piiittosto ci farcmo a discorrere ()) Moclena, iSiao-iSaS, pel Vinceiizi , in 8." Fasc. I." al j° V. Bibl. ital. t. 22, p. iSa, e t. 36, p. i36. (2) Dizionario universale , critico , enciclopedico , ecc. , riveduio e corretto. Milajio, iSaS, per Luigi Cairo, in 4.° E dedicate al cav. Monti e preceduto da una prefazione critico-ragionata del sig. Francesco Antolini. (3) Vocabolario latino -iialiano per intiero nuovaniente compilato per uso degli studenti de' ginnasj. Milano, 182.5, I. R. Stamperia. Dello stesso autore vedranno fra breve la luce le opere seguenti : Vocabolario mantovano-itcdiano (si sta imprimendo). Prospetto di tutti I dicdetti parlati in Italia. I vo- luml I." e 2." contengono le Notizie storiche, lilologiche e gramaticali di ciascun dialetto italiauo , de' libri in ognun d' essi stampati, e de' loro autori , e la dimostra- zione delle principali difFerenze sussistenti fra ciascun dialetto e la pura lingua italiana, corredata di un esem- pio di buon autore per ogni dialetto. Tavole siuotti- che analoghe. — li vol. 3.° contiene il Saggio d' un di- zionario generale dei dialetti italiani. (4) Tra i libri di oltramontana tilologia pubblicati nella nostra citta nello scorso cjuint[nennio citerenio i seguenti: Prospetto nominatii-o di tutte le lingue note e dei loro dialetti. Opera del cav. Federico Adelung, tradotta e cor- redata di una nota sui dialetti italiani ( dal sullodato Cherubini). Milano, 1824, pel Biancbi e C, in 8.° — Dizionario portatile italiano-tcdesco e tedcsco-italiano ecc. 14 1' J! O V. M I O tlcllr liu^uc autichc o clottc clic ccrtaiuculc in qucsto peiiodo di tempo negletlc noii andaiono neir Italia. Ed iiicomiiiciando dall'cbraica ritcremo il Vocabolario chndco-ltaliano ed Itullano-ebraico di Francesco Fontanclla (i); indi 1' opera d' Ippo- lito Kosellini intorno ai pnnti vocali nel testo ebreo (2). Non ometteremo pure le lettere stam- pate dal signor Valeriani nell' Antologia di Fi- renze (3) circa il vero metodo di leggere ed intenderc I'ebraico: ed a chi aniasse d' occuparsi del la formazione de' caratteri ebraici possiamo pro- pone il nuovo Saggio intorno ai medesinii, pub- blicato da Giuseppe Vigevano mantovano (4). Passando ora alia lingua greca citeremo primie- ramente la grammatica pubblicata in tedesco da Augusto Mattliiae c volgarizzata con aggiunte dal sia;. Amedeo Peyron , professore di lingue orien- tali nella R. Universita di Torino (5). Qnesto libro e un vero trattato di iilologia greca , utile tanto ai giovani die ne incominciano lo studio, quanto ai dotti clie in leggendolo ne ricaveranno senza dubbio sommo vantaggio. Importante pure ci e con un' appendice di termini attenenii alia cancelleria. Mi- lano, 1822, Societa tipografica de' Classic!, vol. 2, in 8." — Grammatica delta lingua tedesca ad uso degl' Italiani con dizionario analitico tedesco-italiano di Giuseppe Recalcati, con tavole iacise in rame. Milano , iBaS, pel Pirotta, in 8." — - // Goiidar modcrno, ossia Grammatica francese ecc. di Carlo Grassini. Milano, 1825, presso Gio. Meiners, in 8.° (i) Venczia, 1824, Molinari, in 8," Bibl. ital. t. 36, p. 416. (2) La fionda di David, ossia I' antichitd ed autorita del punti vocali mi testo ebreo dtmosirata e difesa. Bolo- gna, 1823 , Sassi. (3) Febbrajo ed aprile 1822. (4) Saggio di caratteri ebraici ad uso della studiosa giovciuii. Reggio, 1824^ tipografia della Societa, in 4.", con 12 tavole. Bibl. ital., t. 38, p. 407. (5) Torino, 1023. Staniperia Keale, vol. 2, in 8." I'AIITE PRIMA. 1 5 sembrato il Corso dl studj teorico e pratlco per la lingua greca , metodicamente esposto dal sacerdote Giuseppe Crispi , professore nella R. Universita de- gli studj di Palermo (i). Gradevole riuscira ceita- mente ai dotti la dissertaziorie del cav. Mustoxidi intorno alia presente lingua dei Greci (2). In essa r autore scorrendo sulle vicissitudini alle quali la greca lingua ando soggetta, prova che quella lin- gua , la quale dall' antica libera Grecia di padre in figlio alia Grecia d' oggidi pervenne , e una ed inseparabile. E quanto alia lingua etrusca, citeremo il Vermiglioli , che forse piu d' ogni altro occu- possi di un tale studio. Pubblico egli un Saggio di congettine sulla grmide iscrizione etrusca scopertci nel 1822 (3), nel qual saggio a dir vero iioi non trovammo che la ripetizione di cio che gia erasi detto dal Lanzi intorno ad altri simili monumenti , colla sola aggiunta di alcune congetture, le quali perche ancor tioppo incerte , non possono esser tenute in gran pregio. Lo stesso signor Vermi- glioli illustro altre undici iscrizioni etrusche nella sua opera intitolata : Delia gente Veneta o Eneta^ i di cui sepolcri furono scoperti ultimamente in un ipogeo etrusco nel territorio di Perugia. Lo scopo del- r autore e di provare che detti sepolcri appartene- vano alia gente Veneta o Eueta la quale , second© Tito Livio, dovea discendere dagli antichi Trojani. II sig. Vincenzo Campanari pubblico pure una dissertazione (4), con cui tenta di spargere nuo- va luce intorno alia lingua degli Etruschi : noi (i) Palermo, 1822, Lorenzo Date, vol. 2, in 8.° (a) Alcune consulerazionl sulla presente lingua dei Greci- neH'Antologia di Firenze, marzo, 1825. (3) Pei-ugia, 1824, Baduel, in 4.° Bibl. ital. t. 36, p. 140- (4) Deli' urna con bassorili€^:o ed epigrafe di Lure trion- fatore etrusco. Dissertazione. Roma, 1825, de Romanis. Bibl, ifal. t. 4c . p. 5a. i6 r R O E M T o lasceremo ai dottl il giudicare se egli abl)ia ben colpito ncl scgiio. Intorno alia lingua slava al tempo di S. Girolamo scrisse il canonico Pietro Stanco- vich (i). Egli dopo d' averc stabilita con solidi argomenti la patria del S. Dottore nelF Istria , e non gia nella Pannonia o Dalmazia, passa a par- lare delia lingua slava; se questa cioe sia stata la medesinia che T illirica al tempo del santo , in qual luogo c se dal santo stesso si parlasse , e se 1' au- tore dell alf'abeto glagolitico o geronimiano sia il medesimo S. Girolamo. Scnza dubbio questa e un" opera assai pregiabile per la cliiarezza e pel nietodo con cui fu scritta. Cliiuderemo col ram- nientare la Rasscgria inedita delle opere che trattano delta letteratura orlentale puhbllcate in Europa dal- T anno 1816 al 1820, comunicata alia Biblioteca Italiana dal cavaliere Giuseppe De Hammer, no- stro illustre e dottissimo collaboratore (2). Classic; he- L^ CoUezionc de' Glassici italiani die nei primi '•^'>'- tre lustri di questo secolo con ardimentoso intra- prendimento venne pubblicata in Milano da una benemerita Societa tipografica , e die abbraccia i nostri piu insigni scrittori dall' originc della lingua sino al principio del XVIII secolo , desto nella penisola tutta un grandissimo ardore pei buoni studj e per la classica letteratura; c|uantunque ne la scelta degli autori fosse sempre la piii pura , nc tutte le opere state siano imprpsse con uguale iiitel- ligenza e correzione. Tale ardore nello scorso quin- quennio ando quasi oltr i dovuti conrtni progre- dcndo. Imperocche riscossi furono dalla polvere de' tariati armadj alcuni liljri di miscrabile condi- zionc , di nessun giovamento alle lettere ed alle scienze , e venuti in fama o pel solo pregio che ( 1 ) Delia patria di S. Girolamo , dottore di S. Chiesa c delta lingua slava relativa alio stesso. Venezia, 1824, in 8." Bibl. ital. t. 89, p. 328. (2) Bihl, ital. t. 38, 3 9 e 4c. PARTE PRIMA. I7 ne fecero i compilatori clella Crusca , o per le lodi onde al di la del vero sparsi fuiono da qualche scrittore di essi stranamente invaghito. A tal ge- nera appartengono il Tesoretto e il Favoletto di ser Bninetto Latini^ quantunque illustrati dall' abate Zannoni (i); e la Vita e i Fatti di Guidohaldo I da Montefeltro scritti da Bernardino Baldi, seb- bene da quell' eletto ingegno del Perticari lodatis- simi (2); e le Dicene di ser Filippo Ceffi, notajo fiorentino (3), di pochissinia importanza si per la materia , che per lo stile ; e le Cento novelle antiche , benche secondo 1' edizione del iSaS e corvette ed illustrate con note (4) , attissime ad agghiacciare r aainia de' provetti leggitoii non meno che a cor- rompere i costumi de' giovani ; e i Libri di rime italiane rati e rarissimi, di cui ci fe' dono il Ver- miglioli; ed altri si fatti rancidumi che sarebbe gran no] a il rammentare. Imperocche non tutte classiche hanno a reputarsi le opere dc' classici. Alcuni autori poi essere vogliono venerati in ra- gione della miseria del secolo in cui vissero , e le opere loro , come di Ennio diceva Quintiliano , ammirare si debbono nella guisa che nelle vecchie selvagge selve ammiransi i piu annosi alberi ad onta della rozza disposizione delle frondi e della natia steriiita ; venerabili non tanto per la bel- lezza , quanto per un tal quale sentimento di religione. E siccome male si apporrebbe chi da si fatti alberi togliere volesse il modello end' edu- carc le piante di delizioso orto ; cosi di leggier (i) Firenze, 1824, Molini, in 8." Bibl. ital. t. 36, p. i58. (2) Milano, 1 8a I, Silvestri , vol. a in 8.° Bibl. ital. t. 24, p. 289. (3) Torino, 1828, Chirio e Mina, in 8." Bibl. ital. t. 38 , p. i35. (4) Milano, i8a5, per cura di Paolo Antonio Tosi, in 8." Bibl. ital. t. 38, p. 408. ■iJ3ibl. Ital. T. XLl. a 1 a 1» 11 Q E M I C) senno ci danno prova colore che nel secolo della Tilosofia e deH' crudizione e forse nella piu lini- pida luce dell' uniaao sapere fannosi a ripro- diiire uiiseiande opcrc , nelle quali vanno raz- zolando in traccia non d' akro che di qual- che vocabolo dai conipilatori obliato. Da questo genere distin2;uersi debbono il Fiore di retto- rica di frate Guidotto da Bologna , posto nuova- mente in luce da Bartolomeo Gamba (i), libro pro2;iabile pei precetti dell' eloqueuza e scevero dagli arcaismi di popolare dialetto ; la Vita di Dante scritta dal Boccaccio (a) , con altri testi di lingua dallo stesso Gamba pubblicati ; la Leg- gendadi Tobia e Tobiolo {i) , ottimo libretto pei giovani studiosi, nel quale il benemerito editore ( r abate Vannucci ) dipartendosi dalla schiera di que' 2;ramniatici , cui tutto e aureo cio che fu scritto nel secolo XIV, ha in brevi note scevrato le voci e maniere del dire, che anco a' di nostri entrar possono nelle purgate scritture , da quelle clie ne hanno perduto ogni diritto; la nuova tio- rentina edizione della Gronica di Giovanni Villani , intorno alia quale , cd all' altra fattasi gia dalla Societa tipogralica de' Classici italiani fu nella Bi- blioteca itaUana (4) inserita una dotta giudiziosa lettera del sig. Giuseppe Todeschini ; e il Volga- rizzamcnto della Vita di S. Girolamo cmcndato con varj manoscritti , libro che puo servire di modello in questo genere di biogralie (5). (i) Venezia, 1821, AlvisopoU , in 8.° Bibl. ital. t. 24, p. 174. (2) Venezia, iSaS, Alvisopoli , iii 8." Bibl. ital. t. 40 , p. 267. (3) Milano, iSaS, RivoUa, ia 8.° Bibl. Ital. t. 39, p. 4o5. , ■ . i (4) T. 35, p. 408. (5) Rovereto, 1824, Marcliesani , in 8." Bibl. ital. t. 37, p. 272. PARTE PRIMA. 19 I tre gran padri deU'italiana letteratura ebbero pure nuove ecUzioni e nuovi commenti. Alcune ristampe del Ganzoniere del Petrarca si sono ese- guite in Livorno , in Fiienze e recenteniente in Torino, sul testo adottato dal professore Marsand nella sua splendidissima edizione. II signor Bia- gioli che non senza gloria dell' Italia va in Pa- rigi riproducendo alia luce i piu insigni nostri scrittori, pubblico nel i8ai le Rime del Petrarca corredate di un suo commento (i), nel quale parve pero a noi ancora ch' egli guardi il cantore di Laura con occhio vie piu che religioso, siccome avverti opportunamente TAntologia di Firenze (2). Ingegnoso e piu alia vera lezione confornie ci serabra il commento del signor Luigi Muzzi a quel luogo, ove iiella canzone del Petrarca a No- stradonna leggesi Con le giiiocchia della mcnte in- chine, metatora arditissinia e al buon gusto non troppo consentanea. V autore con ragioui certa- mente non dispregevoli congettura doversi leggere Con le ginocchia e con la mente inchine (3). II Boccaccio ebbe un dotto illustratore nel sig. Luigi Fiacchi (4). Questi pieno delle bellezze e dei modi del Gertaldese pel iungliissimo studio da (i) Parigi , t. a , in 3 vol. in 8.° Quest' edizione fu rlstampata iia Milano dal Silvestri. (a) Marzo, i8a3, p. 16. (3) Sopra un luogo del Petrarca. All' aw. Antonio Gherardi, lettera di Luigi Muzzi. Sta nel Nuovo Giornale de' Letterati. Pisa, luglio-agosto, 1823, p. 218. (4) Osservazioni sul Decamerone di M. Giovanni Boc- caccio con due Lezioni dette nell' Accademia della Cru- sca. Firenze, 1821, in 8.° A cjueste osservazioni ha dato motivo la bella ristampa del Decamerone fatta in Parjua da un illustra filologo negli anni i8i3-i3-i4, con an- notazloni il piii delle ^olte granunatlcali. E 1' editore di quella ristampa accolse di buon aninio le Osservazioni del Fiacchi. Rare csempio nelle contese de' letterati ! ao r I? o E 1st I (> Ini fatto sovr" csso , non si tratticne alle sole au- iiotazioni grammaticali; ma discorre sui particolari avvcnimcnti nel Decamerone esposti, su quelle costiimanze dalle nostre dififormi , e suUe piu insigiii bcllczze ond' c quell' opera doviziosamente sparsa. I\Ia ncssun Glassico italiano ebbe giammai tauti commeutatori, quanti ne vanta rAligliieri. II culto per la DUiiia Commedia sembra che oggimai de- generi in supcrstizione. L' Italia stessa non pote a nieno. di sorridere per pieta allorche vide quel poenia impresso persino negli occhi sand di Bice. II pc2;gio si e che in tanta folia di annotatori tu non sai trovare il cammin retto che alia vera intclligenza della grand' opera li conduca -, e quindi o ne esci sbalordito, o nulla badando ai commend fai ritorno a que' luoghi die il tuo stesso senti- mento ti addita bellissimi, sublimi ed in que' soli tntto ti riponi da maraviglia compreso. E ben giustissima ragione avrebbero gli stranieri di bef- larsi di noi che tuttora fra noi stessi acremente coutendiamo intorno al modo di studiare quel poema , di cui si gran vanto dassi la patria no- stra; e tanto piii se consapcvoli fossero che a' di nostri si va da taluno degl Italiani persino dis- putando a qnal gcnere di poesia esso apparten- ga (i). L'Alighieri ebbe dunque nello scorso pe- riodo d' anni per coramentatori un Golelli (2) , uno (1) Voiis voulez connakre le Dante (diceva sin da' suoi teiniii Voltaire ). Les Italiens I'appellent divin, viais c'est unc divinice cachce: pcu de gens entewlent ses oracles ; il a des comment ateurs , c'est: peut-etre encore unc raison de plus pour n'etre pas compris. Dictionn. philos. (2) lllustrazioni della Dwina Commedia , in rettificazione e supplenieiito delfcdizione Macchiavelliana di Bologna, 1 8 19, compilate da Scipione Colelli, nelle qiiali si con- futano diversi eiTori di varj espositori , fra' qnali del Dionigi, del Lombardi, del Biagioli, del BiUi, del Gin- gnene e del Vocabolario della Cnisca. Rieti, 182a, in 8.° Magiiilica promessa . cui V esito nou corrispose. PARTE PRIMA.. 21 Scolari (i), im Viala (2), un Ferruzzi (3), un Mar- chetti (4), unNardi(5), uii Micara (6) , un Bion- di (7) e piu altri, e per sino un filologo inglese (8). A tutt' i cjuali va innanzi il P. Cesari quasi corifeo. La Biblioteca italiana (9) con modi aspretti bensi , ma convincenti ha dimostrato che i Dialoghi dello scrittor Veronese anzi che spargere di luce la Di- vina Gonimedia e discoprirne le vere bellezze , tendono a rivelarne le brutture , e che si per le strane interpretazioni e si ancora pe' mal augnrati confronti coUe opere degli antichi tendono pure ad offuscare il pregio anche de' luoghi reputati gia prima e sempre bellissimi. Buon per 1' Italia che lo stile di que" dialoghi e sparso di aUre bel- lezze si fatte clie giammai non ne rimarra adescato lo studioso giovinetto, ne gli stranieri saranno si coraggiosi d'ingojarsi que confojtini di eleganza toscana! II P. Cesari e certamente benemerito del- r italiana letteratura pel suo Vocabolario ; ma lo (i) Delia plena e giusta intelligenza delta Diviiia Corn- media. Ragioiiamento di Filijjpo Scolari. Padova, 1822, tipografia deila Minerva , in 4.° Bibl. ital. t. 84, p. 44. (a) Dello studio e dell' imitazione di Dante, di Am- brogio Viala. Gagliari, 1821, dalla R. Stamperia, in 8." (3) Osservazioni sopra alcuni passi delta Diviiui Corn- media. Giorn. Arcadico t. 21, p. a36. (4) Giorn. Arcad. t. 24 , p. 109. (5) Memoria dell' Arciprete Luigi Nardi , hibliot. di Rimino , ecc. Giorn. Arc. t. 24, p. 343. (6) Di due celebri dichiarazioni di quel verso di Dante Che alcana gloria i rei avrebber d' etla. Giorn. Arc. t. 32 , p. 172. (7) Dichiarazioni de' pe/me/Zi di Dante. Purg. canto 19. Giorn. Arc. t. 23 , p. 62. (8) A comment on the divine comedy of Dante Aliglneri By .... London ( Livorno), 1823 , John Murray, gr. 8.° (9) Bellezze delta Commedia di Dante Aliglderi, Dia- loghi di Antonio Cesari P. D. O. Verona, 1824-1825, Lihanti, in 8." Bibl. ital. t. 36, p. 178, e t. 39, p. i6a. aa r R o E M I o saiebbe aiicor piu, sc non avesse alle altre sue opore indossalo un abito alia moda dei trecentisti. Clu"' ancor c;ridiomi, (inchc son vivi, seguono le costuinaiize e V aiidamento delle nazioni. E uoi dalle niani'?re nel favellarc o nello scrivere usate prcnderc possianio conosccnza delle iuclinazioni e dc' costumi de' nostri maggiori. Genus diccndi imi- tatitr puhlicos mores; cosi Seneca sciiveva, e cosi jiarlava anclie un illnstre accadeniico liorentino (i). Che 86 stoltezza sarebbe 1' apparir ora in pubblico con vestimcnti alia foggia del secolo del P. Cavalca, cosa pur ridicola debb' essere il vestire i pensieri nostri co' modi di quell' oratore o de' suoi confra- telli. Meritercbbe percio le baje ben anco delle pre- delle quel sacro oratore che a' di nostri non ri- movcndo il piede dalle orme del P. Cesari , s' av- visasse p. e. di chiamar carogna \ esangue corpo del Salvatore , perclie di tale schifosissinio vocabolo uso ser Brunetto Latini, parlando del niorto da Eliseo risuscitato (2). Ma il primo classico italiano non cbbe negli anni scorsi soltanto commenti e glose. La Divina Commedia comparve alia luce giusta la lezione del codice Bartoliniano ; e su quest' edizione la Biblioteca italiana in due ar— ticbli tocco alcune cose che sembrano aver mi- gliorato il testo cd altre che alcun dubbio lasciar possono , dimostrando il non volgar conto , in (1) Pref. al vol. II clella I parte delle Prose fiorentine. (2) ElU risuscitb la carogna d' uno huomo niorto. Tesoro, 1. a, c. 47. Eppure fiivvi gia un ser Innocente die bacuccato da ghideo sotto il nome di Natanaeli pose il Cesari so- pra Marco Tullio ( Bibl. ital. t. By, pag. i3o). E fuvvi ancora chi afFermo essere i Dialoghi del Cesari sulle hel- lezze della Commedia di Dante aureo lihro ed il migliore per rnettere addetitro, singolarmente i giovani , nelle piii riposte hellezze di quel divino poema '. ! ! Opusc. letter, di Bologna, 1825. Quatlr. I, p. 17. PARTE TRIIVIA. 23 cui essa debb' essere tenuta (i) : ma non senza ragione si dolse , die tra i codici milanesi non si fossero consultati i due assai preziosi dell' I. R. Biblioteca di Brera , V utio dc' c[uali appare scritto con un carattere dal Bartoliniano non dissomi- gliante ; e sovra di esso csercitossi con coraggio piu die femminile 1' illustre figlia del niassimo tra' poeti viventi. Passando era ai Classici posteriori al secolo di ciassici poste- que' tre priiiii gran padri delV italiana letteratnra , ■"'O'"'' rammentar dobbiamo il sig. Alessandro Paravia Jadrense per le sue Osservazioni di liiigita fat.te sopra le ullimc pocsic di Lorenzo de Bledici detto Lorenzo de' Me- il Magnifico (a). Ma Lorenzo non mai ebbe del- r opere sue un' edizione die per bellezza e ma- gniHcenza pareggiasse quella die nello scorso anno gli fu consecrata da un principe die , non nieno di lui magnifico , protegge le scienze e le arti so- vra'I bel fiume dArno (3). Due edizioni dell'Ariosto fatte furono in Firenze Ariosto. dal Molini ; ed in esse oltre il Furioso ed i cin- que canti die ne seguono la materia, contengonsi le rime, le satire e diverse inedite poesie (4). Al dottissimo professore Morali debbesi die il poema di M. Ludovico stato sia finalmente alia sua vera lezione restituito ; ed appunto ambedue queste edizioni fatte furono su quella dal Morali proposta (i) Udine, 1823, fratelli Mattiuzzi, vol. 2, in 8.° Bibl. ital. t. 34, p. 173 e 3 18. (a) Lettera al marchese Gio. Jacopo Trivulzio. Tre- viso, 1834, Andieola, in 8." Bibl. ital. t. 37, p. 266. (3) Opera di Lorenzo de' Medici detto il Magnifico. Fi- renze, 1825, Molini, co' tipi Bodoniani , t. 4, gr. in 4.° Di questa bellissinia edizione parleremo in uno dei prossimi fascicoli. (4) Firenze, 1821 e 182a, t. 5 in 8.°, ed ivi Orlando furioso., ecc. iSaS, vol. 2, in 12.° Poesie varie, 1824, un vol. in 12." Bibl. ital. t. 29, p. 309, e t. 40, p. 59. 24 PROEMIO c pul)l)licata come 1' unica da seguirsi , cioe suU' e- dizione del i532. Torq. T»ssr. -^^ iiiiglior peifeziouamento dellc future edizioui dclle operc di Torquato Tasso giovcianno certa- meute Ic Ictterc ed altre di lui prose raccolte e pubblicate dal cliiarissimo D. Pietro MazzucchcUi , ora prcl'cuo della Biblioteca ambrosiana (i), c gio- verauuo altrcsi gli scritd clie del nostro secondo Virgdio vennero di tempo in tempo pubblicati dai dotti conipilatori del Giomale Arcadico e che al pari dell anzidctte prose tratti furono dalla \)o\- vei-e degli armadj. Benemeiito del buon Torquato e della classica letteratura italiana mostrossi pure il cliiarissimo signor segretario aulico Bernardoni colle lettere e coi versi die di questo poeta , merce di lui , pubblicaronsi la prima volta per le nozze di Carlo Kramer e Teresa Berra (2). Meritano altresi d" esscre commendate le Osservazioni di G. Gave- doni sopra varie lezioni della Qerusalemme iuserite ncl Giornalc di Modcna (3). L' autore fece il suo lavoro riscontrando varj preziosi e quasi ignoti manoscritti di quel grande poema. Ma Torquato va debitorc della piu pregiabile edizione delle opere sue alia Societa tipogratica de' Glassici italiani. Essa coir opera del chiarissimo sig. dott. Giovanni Gherardini pubblico primieramente la Gernsnlemme ridotta alia migliore lezione e corredata di 2;iudi- ziosa e sobria scelta di annotazioni, non di sem- j)lice pedantesca filologia, ma di ricerche storiche e di riscontri cogli altri classici piu insigni. E cosi (i) Milano, 1823, Pogliani , ia S.'^ Bihl. ital. t. 27, p. 288. (a) Milano, 1821 , Bernardoni, in 8.° Bibl. ital. t. 22, p. 125. L' egregio editore fece poi dono alf I. R. Biblio- teca di Breia degli autografi contenenti alcuni de' suddetti componimenti poetici. (3) Memorie di religione , di morale e di kitcraUira, t. 4, p. 1 55 e 497, e t. 6 , p. 145. PARTE PRIMA. 25 noi vorrcnimo die tutte eseguite fossero le edizioni de' Classici scrittori. Imperocche , giusta 1' avviso del filosofo di Volney , noii haniio dritto all iiu- mortalita que' commentatori che miseramente nei vocaboli intertenendosi, tutlo il lor sapere ripongo- no nelle note grammaticali senz' alzarsi giamniai al bello , al sublime , alle recondite dottrine delle opere intorno alle quali stanno il lor cervello tor- mentando. Con uguale critica vennero in questa edizione riprodotte le altre piu insigni opere di Torquato, cioe Y Aininta , le Rime scelte , \e Lettere poetiche , i Discorsi del poema eroico e le Prose scelte i essendosi saggiamente omessi tutti quegli altri scritti , da' quali gran fama non venne al poeta (i). Due altre edizioni ebbe la Gerusalemme; la prima dal Silvestri (2), la seconda dal Molini (3); questa di gran lunga piii dell' akra pregiabile , ma air anzidetta della Societa tipografica tutt' e due inferiori (4). Chiuderemo col rimembrare il monumento in- nalzato alia gloria del secondo Arcliimede nostro, cioe le Meinoric e Lettere inedite finora o disperse di Galileo Galilei (5) publ)licate da quel Pico Gailiao, (i) Tutta r edizione e in cinque volumi in 8.° I primi due contengono la Gerusalemme; il 3.° i Discorsi e le let- tere; il 4° V Aminta e rime scelte; il 5.° le Prose scelte. Bibl. ital. t. Sa , p. 309, t. 35, p. 3 18, t. 87 , p. 33a e t. 40 , p. 46. (2) Milano, 1824, in i6.° Bibl. ital. t. 33, p. 189. (3) Firenze, 1824, vol. 3, in 8.° col confronto delle varianti e con note critiche sopra le medesime. Biljl. ital. t. 37, p. 192. (4) In Firenze furono pure pubblicati in un' edizione intitolata // Parnaso classico italiano , il Dante , il Pe- trarca, il Poliziano, I'Ariosto ed il Tasso. Firenze, 1821, air insegna di Pallade, in 8.° (5) jModena, 1821, per G. Vincenzi e comp., in 4.° Parte II. Bibl. ital. t. 22, p. 21. Delia parte I se ne vegga r esiratto nel t. iS."., p. 2 3o della stessa Biblioteca. 26 PnOEMIO iiovello, il cav. Giambatista Vcnturi, toltoci , non ha p;uari, dalla nioitc con gravissiino danno delle buoiic letterc e delle scienzc innanzi eke condurre potcsse a compimento tanti altri desidcratissimi suoi lavori. Gli scrittori del secolo XVIII ebbero pure diverse e prcpabili edizioni. E fra gli editori clie ad essi ancora vivolsero le loro sollccitudini , va a tutti innanzi la Societa tipografica de' Glassici italiani. Questa inanimita dal felice esito della sua prima imprcsa, si avviso di ridurre parimente in un sol corpo le opere de' piu insigni scrittori del secolo XVIII ; secolo agli antecedenti tanto superiore in ogni genere di vmuino sapere , quanto furono quelli ad csso inferiori in fdosofia , in critica ed in dot- trina (i). Questa voluminosa cdizione, assistita al pari dcir altra da uomini ne' quali tutte concorrono le forze a tanta inipresa necessarie , va oggimai al suo esito felicemente volgendo. E siccome V espe- rienza fa gli uomini maestri, cosi questa benemerita societa per se stessa avvertita de' difetti clie nella prima coUezione erano occorsi e de' miglioramenti clic nclia seconda introdmTC poteansi, non ha per- donato ne ad industria , ne a dispendio onde alia pul^hlica aspettazione dcgnamente corrispondex'e. Impcrocche del maggior numero delle opere essa non ando paga di una semplice ristampa ; ma ne fece un' edizione totalmente nuova si per 1' accu- ratezza del testo e si ancora per le moltissime cose o aggiunte o supplite. E noi non possiamo che applaudire ad un altro suo divisamento , pel quale essa astenendosi dal riprodurre tutte le opere di quegli scrittori clie trattano soltanto argomenti (i) La stessa Societa rlstampo con elegantissima edi- zloncella in 32." una Raccolta di Poeti Classic! Italiani antlclu e moderni, la cui Parte I contiene il Teatio sceko in 33 vol. La II, voL 34 al 40^ contiene finora r Orlando furioso. Cla!=icl greci e latini. PARTE pniMA. 37 di amena letteratura , ne fece una scelta giudiziosa e ristampo quelle sole coniposizioni che per co- mune sentenza dei dotti reputarsi debbono le mi- gliori. Cosi ha operate con Metastasio , con Gra- vina , con Goldoni , con Algarotti , con Alfieri e con altri non pochi ; talmente che puo con ogni asseveranza affermarsi ch' essa nella sua coUezione non ha dato luogo che al fiore dell' italiana let- teratura (i), Dopo r anzidetta CoUezione vuol es- sere rammentata la Biblioteca scelta di opere ita- liane del Silvestri, la quale racchiude altresi alcuni classic! antichi , e si estende anco a non pochi au- tori viventi. Solo sarebbe, giusta il parer nostio, a bramarsi che il Silvestri, trattandosi appunto di autori viventi , non si fosse talvolta lasciato di soverchio lusingare dall' aura del giorno (2). La greca e la latina letteratura , retaggio di questo beatissimo suolo, classico per se stesso e perennemente tale, vengono con prospero successo fra noi vie piu alimeutate. I giovinetti ne' ginnasj del regno Lombardo-Veneto , merce delle provvide ciure del Governo , succhiano sino da' primi anni anco il latte delle greche muse. Due greche Cre- stomazie , e tre Antologie latine , accomodate le une e le altre alle diverse classi ginnasiali , fu- rono in questo periodo di tempo pubblicate in Milano dair I. R. Stamperia. Una scoperta importante fu quella di tre Ser- Scoperte di Au. moni di Filone giudeo , fatta dal signor G. B. ' "' Aucher, monaco armeno nel monastero dell'isola di S. Lazzaro a Venezia. Gia non ignoravasi che le opere di Filone state erano nei primi secoli del cristianesimo tradotte dal greco in armeno : finora pero non si conosceva alcun frammcnto della , (i) Ne sono usciti finora volumi 116 in 8.° (2) La BibUoteca del Silvestri e oggimai giunta al vol. 178, in 1 6.° 28 r R O K M I o tiailuzionc armena , e poclii pezzi in lingua origl- uale ciaiio siiio a iioi pcrvenuti. Ben fortunato dee ilirsi il sig. Auclier clie htrovo tie discorsi della suddetta versione armena , e ne fe' dono al pub- blico nel 1822 tradotti in latino col testo a fronte ed acconipagnad di note ed osseivazioni die ren- dono r opera ste^sa di Filone assai pin preziosa (i). L' illustre e degnissimo prefetto della Biblioteca Vaticana monsig. Mai, die per le sue scoperte fattc a Milano ed a Roma tanta fama procacciossi , ha in un codice palimsesto ( die era gia del mo- nastcro di S. Colombano di Bobbio e die verso il XVII secolo passo alia Vaticana) rinvenuto por- zione dei libri di Cicerone De Republica (2). Egli vi trovo pure alcuni pezzi dell' antico diritto ro- mano e delle orazioni di Simmaco ; un trattato deir arte rettorica di G. Giulio Vittore ; non die alcuni frammenti di tre libri intorno all' ortografia latina di un certo L. Cecilio Minuziano : e tutto cio venne da lui unitamente pubblicato in un solo volume (3). Ad alcuno di questi frammenti fece postcriormente il ch, sig. B. Borghesi varic ed (i) PJdlonis Judcci scrmoncs tres hacteniis inediti : I et II de providentia ■ /// de ammcdibus : ex armena ver- sione antiquissima ab ipso originali textu grceco ad verbum stride exequuta, nunc primum in latinum fideliter translad per P. J. B. Aucher Ancyranum, nionachum armenum , et tloctorem Mcchitaristam. Venetiis , 1822, typis Coe- nohii PP. Armenorum in insula S. Lazari , in 4.° (2) Marci Tullii Ciceronis De republica quoR super sunt edente A. Maio. Rorase , 1822, in 8." Bibl. ital. t. 28, P- 164. (3) luris civilis antejustirdancBi reliquiae, ineditce ex cod. resrripto Bibl. Fontificicc Vaticance , curante Angelo Maio Bil). ejusdem Prajfecto. — Q. Aurelii Symmachi V. C. novcin orationum partes cum atlnotationibus. — C. Jidii Victoris Ars rcthorica. — L. Cmcilii Minutiani Apuleii gram- mntici De ortographia trium libroruin fragmenta. Romae , 1823, apud Burliffiuin, in 8.° Bibl. ital. t. 33, p. 73. 1'A.UTE PRIMA. 29 erudite osservazioni , le quali possono leggersi nel giornale Arcadico di Roma (i). E noi portia- mo opinione , clie liuscirebbe senza dubbio im- portantissima una nuova edizione di questi fram- menti, nella quale le osservazioni del sig. Bor- ghesi venissero al pioprio lor luogo collocate. Ne dee qui onimettersi la ristampa die dallo stesso monsignore veune in Roma eseguita delle opere di Frontone ecc. coUa giuuta di alcuni frammenti da lui ritrovati in un codice rescritto della stessa Vaticana (2). Quell" indefesso e dottissimo biblio- tecario si propose di pubblicare altresi moltc opere inedite , tanto sacre clie profane , ricavandole dai manoscritti della Vaticana. II prime volume di que- sta raccolta e gia uscito dalla stampa ed ha per titolo : Scrlptorum vetcnnn nova CoUectio e Vati- canis codlcibus (3). E giacche parlato abbiamo de' palimsesti , cade scoperte di cpii in acconcio di rammentare anche il professore Peyron. Peyron di cui notammo altre opere nel decorso di questo ragionamento. Egli in un palimsesto ap- partenente alia Biblioteca della R. Universita di To- rino scopri alcuni inediti frammenti del codice Teo- dosiano , clie con dotte illustrazioni vennero poscia (i) T. 22 , p. 48. (2) M. Cornelii Frontonis et M. Aurelii Imp. epistolce: L. Veri et Antonini Pii et Appiani epistolarum reliquice: fragmenta Frontonis et scripta grammatica. Editio prima Jlomaiia plus centum epistolis aucta ex codice rescripto Biblioth. PontificioR VaticancB cur. Angelo Maio Biblio- theca3 ejusdem Picefecto. Romee, iSaS^iiiS." Bibl. ital. t. 3o , p. 297. (3) Roma3 , 1828, vol. I, in 4.°, con due tavole in rame e con note. Bibl. ital. t. 40 , p. 87. Contlene que- sto primo volume diverse opere ecclesiasticlie di Padri Greci;, oltre una profuna aringa greca dell' oratore Ari- stide , contemporaneo di Frontone. Giascun' opera ha il testo greco a fronte della traduzione latina, la quale e acconipagnata da note. 30 P R O E M I O da lui pubblicati (i). Quest" opera e veramente pre- ziosa e per la proi'onda erudizione e j)er la cri- tica cou clic il sig. profcssorc sciolse le dilllcolta e tolse i dubb) che dalla lettura di que' framnienti prcsentavansi. EgU ritrovo pure iu uu altro co- dice rescritto diveisi brani delle Orazioni di Ci- cerone , che per opera sua stampati furono in Stuttgard con erudite note e con varie lezioni tratte dalle altre opere di quell' oratore (2). Noi faccianio voti perclie 1' esenipio di questi insigni bibliograli dcsti una nobilc eniulazione in tutti qucgb uomini clie alle piu doviziose libre- rie dcir Italia presedono; ma ad un tempo vor- remnio ch' eglino nou cadessero nel vizio gia da noi avvertito in alcuni editori sovercliiamente vaglii delle inezie trecentiste , cioe che dono ci facesscro di que' soli scritti da' quali alcun van- taggio puo derivare alle arti ed alle scienze (3). (i) Codicis Thcodosiani fragnienta inedita ex codice pa- limpsesto Biblioth. R. Taurinensis Athencei in lucein pro- tiilit atque illustravit Amedeus Peyron linguarum orien- talium professor. Questi frammenti trovansi pubblicati nel vol. XXVIII delle Mtmorie delta Ji. Accadeniia di To- rino a pag. 187 e seg. (a) M. TuUii Ciceronis orationwn pro Scauro , pro Tul- lio, in Clodinm fragnienta inedita : pro Cluentio,pro Coelio, pro Ccecina etc. variantes lectiones : orat'onem pro T. An- nio Milonc a lacunis restitutam : ex mcmbranis palimpsestis BibUotli. Taurinensis Athencei , edidit et cum membra- nis pariuin orationum fragmentis composuit A. Peyron in R. Taurinensis Athcnseo linguarum orient, professor etc. Stuttgardiai et Tubingae , 1824, 4." (3) A noi sembra che di raolti nianoscritti di poca importanza giacenti nelle piu voluminose Blblioteche anziche un' edizione , far converrebbe un estratto onde i dotti veggano cio die in essi si contiene , senza che costretti siano a tutti ingojarseli. Cosi operarono gl' il- kistrl accademlci francos i delle iscrlzioni e belle lettere coll' opera intitolata : Notices et extraits des manuscrits PARTE PRIMA. 3 1 Che non tutto e oro cio che nella polvere degli antichi plutei tiovasi seppellito. E gli stranieri ben pesando il valor delle cose , nou molto pregio attri- buiroiio ne pur alle cantiche Sibilline , ed alle gesta del Magno Alessaiidro dal Mai disotterrate. Noi siani anzi d' avviso ch' eglino soverchie tro- veranno aiiclie le lodi dalla Bibboteca Italiana at- tribuite al gia mentovato primo volume dei co- dici vaticani. E di fatto chi mai applaudir po- trebbe al dono ivi fattoci dell' orazione del retore Elio Aristide, miserabile parto di soilstica con- tesa ? Ne per altro- scopo la stessa Bil:)lioteca Ita- liana (i) parlando del Caime di Luigi Guidoboni a Galeazzo Maria Sforza (tristo Carme in lode di un giovane che fu ancor piu tristo principe ) ac- carezzo gli sforzi e la buona volonta del dotto editore , fuorche nella tiducia ch' egli poi snignesse le sue ricerche nelle opere manoscritte de' piu. severi scrittori greci e latini , de' quali 1' Anibro- siana e miniera inesausta : e quell' editore , seb- bene di rara modestia dotato, ha forze tali da poterne conseguire 1' intento con singolar gloria della patvia e della BibLioteca , di cui e merita- mente altro de' dottori. Ne dee credersi che si fatti codici o brani di antichi classici fossero tutti ignoti ai dottissimi uoniini che gia prima a queUa Biblioteca presedettero. Che alcuni erano ben anche ne' cataloghi registrati. Ma que' biblio- tecarj ( e tra i dottori dell' Ambrosiana accenne- remo i celeberrimi Sassi , Muratori , Oltrocchi , Branca e Bugatti ) forse credettero che colla stanipa di tali manoscritti nessuna fama si aggiuguereljbe ai loro autori, nessun vantaggio alia letteraria re- pubblica. Notissimi di fatto erano i frammenti deir ambrosiano Omero prima ancora che Mai ne dc la Blhliotheque du Rol etc. Paris, Impr.Royale, 1790 et suiv. , vol. 10. in 4.° (i) T. 36 , p. 117. Trailuzioni dal- 1' ebraico. dal grcco. 32 P R O E M I O parlasse , cd im fac simile dc' carattcri era gia coiso a penna , cd altro dclle iniiuatiue , c questo per opera del pittore Giuseppe Bossi immatura- luente rapito alle arti ed alia letteratura. N' eb- bero quindi scandalo i dotti iiiilaucsi, allorche nella stessa IMdano fu colle stampe attribuita al Blai la gloria di tale scoperta. Taut' oltre si spi- gne la poeo veggente prevenzioue ! E qui chie- dere potremmo che cosa abbiano niai guadagnato le arti e le lettere con qucUa dispendiosa edi- zioiie , in cui i frammenti delT Iliade iion otFrono pur una variante , e le tavole anzi che i costumi onierici ci rappresentano cose romane , c non de' bei tempi , nia della decadeuza ? E cliiedere al- tresi potremmo qual luce siasi sparsa sull' Odissea dair aggiunto , beuche iucdito, fanagiiioso Glossa- rio ? Noi ne appelliamo a tutti gli antiquarj , ai lilologi tutti deir universe. Passando alle nuove traduzioni nell' italiana fa- vella, noi daremo principio dalla parafiasi jjoetica dei salmi dai^idici del marchese Niccolo Grillo Cat- taneo (i) il quale, quasi non gli bastasse di con- servar ne' suoi versi gran parte dell' unzione che hanno i Salmi , uni a ciascun di essi un' affettnosa e bella preghiera in prosa tratta dalT argomento del rispettivo salmo e tutta propria a raccogliere quasi in estratto il carattere e lo spirito del di- vino cantore (2). Quanto ai volgarizzamenti dei classici si greci , che latini , non faremo che ci- tarli , senza aver di mira alcun ordine o premi- nenza veruna : avvertendo altresi i nostri leggitori , che r ommissione di alcuno non dovra reputarsi fatta a disprezzo o per non curanza, ma sibbene perche non giunto a nostra cognizione, o perche (i) Seconda ediziove riveduta, ampliata e corretta dal- t autore. Genova, 1823, Ponthenier, vol. 3, in 8.° (2) Mcmorie di rdigioiic ecc. MoJena, 1824, t. V, PARTE PRIMA. 33 involontariamente dalla memoria sfuggitoci. Ed in prinio luogo parlando delle traduzioni de' Classici greci, cjteremo \ Eschilo magistralmente volgariz- zato dal Bellotti (i); Topuscolo di Plutarco iiitorno ad Iside ed Osiride del Ciampi (2) , il quale tra- dusse altresi il volume degli opuscoli niorali in aggiunta al volgarizzamento dell Adriani. Accen- neremo cheTavv. D. Gelidonio Errante pubblico aicum frammenti di Dicearco (3), che il Mez- zanotte condusse a compimento la sua traduzione di Pmdaro , la quale pero non regge al con- fronto di quclla del Borghi (4), e che varie odi del poeta dirceo furono pur valorosamente volga- nzzate dal march. Lucchesini ed inserite nell'^^V Logia di Firenze. Rammenteremo altresi 1' Odissea di Qmero tradotta dal Pindemonte come il piu bello de volgarizzamenti che sinora veduti siansi di que- sto poema(5); ed il Discorso di Senofonte xnto^no aUe hnanze di Atene volgarizzato dal Padovani (6). Un frammento di un Elegia di Ermesianatte fii (i) Tragedie di Eschilo tradotte da Fehce BeUotti. Mi- lano, 1 82 1, Classici italiani, vol. 2, in 8.° Bibl. ital. t- a5 , p. 158. (2) Isick ed Osiride opuscolo di Plutarco Cheronese , tradouo dal greco con note filologiche ecc. dal cav. Se- bastiano Ciampi. Firenze, 1823, Piatti, in 8.° (3) I frammenti di Dicearco da Messina raccolti ed iLustrati dalP avvocato D. Gelidonio Errante de' Baroni di Vanellae Calasia. Palermo, 1822 , Lorenzo Dato, vol i." (4) Le Odi di Pindaro traduzione di G. Bor-hi Fi- renze, 1824, P. Gaselli, in 8." Bibl. ital. t. 35 ,%. 3o5. (5) Udissea di Oniero tradotta ila. Ippolito Pindemonte. Verona, 1822, in 8.° Bibl. ital. t. 82, p 3. (6) Delle finanze di Atene e de varj mezzi di accre- scerle, Discorso di Senofonte, tradotto ed illustrato da A. Padovam, prof, nell' I. R. Universita d. Pa via. Pavia , 1821 Ftm, mS.", coltesto a fronte , Bibl. ital. , t. 23, p. I 1 o. Bibl. Ital T. XLI. 3 34 P R O E M I O pnbblicato dal Negri (i) ; le Odi di Anacreonte furoiio volgarizzate dal Carissoli (2) , e da P. Costa e Giovanni Marchetri (3) ; quelle di Saffo dal ]\Iilani (4) , e le une e le altre dal Caselli (5). Le tragedie di So/ode vennero tradotte dalT An- gelelli di Bologna (6). Ma questa traduzione non ha , a parer nostro , raggiunta quella del Bellotti pnbblicata nel 181 3. Non faremo pure che sem- pliceniente indicax-e \ Erodiano del Manzi (7); i franinienti di Archcstnito del piofessore Scina (8). Lorenzo IMancini tradusse per intiero 1' lliade in ot- tava rinia (9). Egli ne aveva gia dato un saggio sino dal in 18. La Biblioteca Italiana pubblico al- cune osservazioni sulla tiaduzione del Mancini , alle (i) Frammcnto di un Elegia di Erinesiaiiatte da Colo- foiie, tradotto ed illustrato da F. Negri. Milaiio, 1822, Sonzogno, Bibl. ital. t. 33, p. i85. (2) Odi di Anacreonte tradotte dalt abate Vincenzo Carissoli. Milano, i8a5, Sonzogno, in la." Bibl. ital. t. 39, p. 264. (3) Odi di Anacreonte volgarizzate da Paolo Costa e da Gio. Marchetti. Bologna, Nobili, in 8.° (4.) Le Odi di Saffo Lesbia tradotte da Giuseppe Mi- lani. Bergamo, 1824, Mazzoleni , in 16.° Bibl. ital. t. 39, p. 32. (5) Le Odi di Anacreonte e Saffo, traduzione di Gio. Caselli. Firenze , iSaS, Ciardetti , in 8.° (6) Tragedie di Sofocle tradotte in versi italiani da Mas- slinlliano Angelelli bolognese con note e dichiarazioni ecc. Bologna, 1823, A. Nobili, vol. i.° in 4.° (7) Erodiano. Istoria dell' imperio dopo Marco, lib. VlII, dal greco in italiano recati da Pietro Manzi. Roma , 1 82 1, De Romanis, in 8." Bibl. ital. t. 36, p. 87. (8) / Franunenti della gastronomia di Archestrato rac- colti e volgarizzati da Domenico Scina. Palermo, 1823, Stamperia Reale , in 8.° Bibl. ital. t. 33, p. 60. (9) L' lliade Italiana, ovvero traduzione epica dell'lliade d Oniero , opera di Lorenzo Mancini liorentino. Firenze, 1824, Moliai. Biljl. ital. t. 36, p. 3i c 289. PARTE PRIMA. 35 quali questi rispose con sua lettera da Firenze che ventie inserita nella stessa Biblioteca, accom- pagnata da nuove critiche osservazioni , e da un pezzo del I Canto dell Iliade, tradotto pure in ottava dal Monti ; e cio onde persuadere al signor Mancini , che il giornale napoletano forse aveva a favore di lui troppo leggermente sentenziato. Varie traduzioni ebbero pure i classici latini, e Traduzioni cUi fra queste citeremo varj epigrammi di Marziale ^*""°' recati in italiano da P. M. (i), le Tristi di Ovidio volgarizzate dal Vincenzi (2)-, la Georgica e TEneide di Firgilio tradotte in verso sciolto dal Leoni e pari- mente in verso sciolto dal Pagani Cesa (3) ; Valerio Massimo volgarizzato dal Battagia (4) ; il Vellejo Patercolo dal Petrettini (5) , il quale , non solo corresse la sua edizione del i8.i3, ma volgarizzo nuovamente molti pezzi onde la versione fosse al testo latino vie meglio consentanea ; e finalmente Le Egloghe pescatorie del Sannazzaro recate in versi (i) Pavia, 1821, Torri, in 12.° Non e che un sag- gio con cui T autore tenta il giuclizio del pubblico, Bibl. ital. t. a5 , p. laa. (a) Trisdum, 0 delle Querimonie di P. Ovidio Nasone , volgarizzamento di Lodovico Antonio Vincenzi. Modena, 1821, Societa tlpog. in 8." Bibl. ital. t. 24, p. 411. (3) L' Eneide e la Georgica di Virgilio , volgarizzate in verso sciolto italiano da Michele Leoni. Pisa, i8ai,Nistri, vol. a, in 8." L' Eneide. Versione di G. U. Pagani Cesa. In 4 vo- lumi col testo a fronte. Venezia, i8ao-ai, Andreola, in 8." Bibl. ital. t. aa, p. 271. (4) Treviso i8ai, G. Trento, vol. a, in 8." Bibl. ital. t. a3, p. lai, e t. 24, p. 410. (5) Istoria romana di Vellejo Patercolo per la prima volta volgarizzata da Spiridione Petrettini corcirese , del- I'Accademia delle scienze ed arti di Padova : seconda edizione rivediita e corretta. Padova, i8ai, tipi della Minerva, in iz." Bibl. ital. t. 24, p. i3i. Tradazioni dalle linguc straniere. 36 PROEMIO italiani dal cav. Luigi Biondi (i). Al genere dei com- menti o delle illustiazioni appartencono le osserva- zioui del Nibby sopra Pausaida (2) , il ragionamento intorno ad Orazio del P. Lorenzo Ciceri (3) e \ esa- me del prof. Cianipi intorno a quel luo2;o di T. L. ove parlasi de' legati romani spediti ad Atene per trascriverne le leggi di Solone , benclie quest' opera stata sia fuori dell Italia pubblicata (4). Chiuderemo coUe beii dovute lodi alia vedova Pomba e liglio di Torino per la continuazione della loro nitida e corretta edizione dei Classici latini, ed ai fra- telli Sonzogno per la loro edizione della Collana degli antichi storici greci volgarizzad , impresa clie va favorevolmente verso il suo termine progre- dendo (5). La letteratura straniera va senipre piu diffon- dendosi specialmente nell alta Italia. Qui piu che negli altri paesi della penisola sono coltivate le liiigue d' oltramonte ; e non la francese soltanto , che nelle classi civili e coniunissima , ma la te- desca e V inglese clie qni facili e soavi suonano anche sul labbro del sesso gentile. Tante non- dinieno sono le versioni che in questi cinque aniii furono fatte particolarmente dall idioma francese , (i) Torino, 1828, Chirlo e Mina, in 8.° Bibl. ital. t. 3a , pag. 270. (2) Saggio di Osservazioni cridche geografiche , antiquarie sopra Pausaiiia, di A. Nibby. Yedi il volume I, p. 489 degli Aui dell' Accademia roinana di archeologia. (3) Ragionanieiito intorno ad Orazio Flacco ed iscrizioni latine del P. Lorenzo Ciceri. Milano, 1821, in 8.° (4) Novum examen loci liviam, de legads Romanorum Athenas missis ut exscriberent leges Solonis. Vilnce. Congr. missionis 1821, in 8° Bibl. ital. t. 26, p. loi. (5) La Biblioteca italiana ha piii volte ragionato di questa collezione. Veggansi fra le altre le Osservazioni critiche da essa fatte al prime volume deU'Erodoto vol- garizzato da Mustoxidi nel tomo 33, p. 289. PARTE PRIMA. 3/ che cosa troppo malagevole sarebbe il voleile tutte annoverarc (i). (i) Alcuni libri oltremontani furono volgarizzati non con una sola ;, ma con due ed anclie con piu versioni. Giovi r accennare le due versioni del Palazzo di Scauro , ambedue in Milano, 1' una da A. Sergent pel Giusti, r altra da F. L. pel Sonzo2;no ed ambedue nel iSaS, quella in i6.°, questa in 8° II Viaggio di Policleto , Milano, 1824, pel Giusti, vol. 6 in 16.°, e pel Sonzogno a cura del Bei'tolotti , 1824, vol. 4, in i6.° Lo stesso e pur avvenuto di alcune opere tedesche ed inglesi. Due ver- sioni ebbe la Storia della Casa d' Austria di Gugl. Coxej I'una in Brescia per Foresti e Cristiani, 1828 , in 8.°, Taltra in Milano da Paolo Erailio Canipi, 1824, pel Bettoni , in 8." Due ne ebbe la Donna del lago , poema di Walter-Scott tradotto in versi dalF originate inglese dal cav. P. Torino, 1821, Chirio e Mina, e recato pa- rimente in versi italiani dal dottore in medicina Gius. Indelicato , Palermo, 1821, Lorenzo Dato. Bibl. ital. t. aS , p. 179 5 due il Riccio rapito di Alessandro Pope; I'una dalla contessa Teresa Malvezzi , Bologna, 1822, Annesio Nobili, in 8.°; 1' altra dal S. Uzielli, Livorno, 1823, Masi, in 8.°; e due altre eransene fatte poco pri- ma, I'una da G. "Vine. Benini, 1819, Milano, Bettoni, in 8.°; r altra da Michele Leoni , Pisa, 1820, Capurro, in 1 6.° Si felice fu nell'Italia la sorte di quel Riccio! Fra le versioni delle opere inglesi meritano particolare men- zione le tragedie di Shakespeare , tradotte dal suddetto Mich. Leoni, Verona, 1821 e segg. dalla Societa tipogra- fica , in 8.% ed il Paradiso perduco di Milton, tradotto dal P. Gio. Francesco Citneo d'Ornano, Roma, 1822, Pog- giali , t. 5 in 8." Tra quelle dal tedesco , il Teatro di Kotzebue , tradotto da A. Gravisi, che si sta tuttora publilicando in Verona dalla Societa tipografica. La Bibl. ital. t. 23, p. 3, ha esposto un Saggio della traduzione ine- dita del Messia di Klopstock , intrapresa dal cav. Andrea Maffei. Noi facciamo voti perche tale traduzione sia presto coadotta al suo compimento e vegga la luce , e tanto pill, quanto che T Italia manca titttora di tui buon voliianzzamento dell' Ouicro aleaianno. 38 r u o r. M I o Se cercar volcssinio la ragioiie di tal fenomeno , cioe di tanta nioltiiiKliiie di si fiitte tradiizioai ben anco ncUa stessa Lonibardia , ove , siccome avvei'tinuno , e quasi volgiare la lingua francese, non altra addurne sapremmo fuorche quclia daila Biblioteca Italiana gia accennata ; una mira eco- nomica, potendo qui venders! le traduzioni a mi- nor prezzo deir originate , e facendosi di esse grandissinio spaccio ne' paesi oltre gli Appen- nini. IMa pui-e non possiamo a meno di dolerci che vengano talvolta affidate le versioni ad uo- niini che niancano e d' ingegno e di lena e di cognizioni per simile foggia di lavori. Che il ben volgarizzare anco dalle lingue piu facili e piii conosciute e sempre malagevole cosa , richieden- dosi nel traduttore perizia sonima in ambidue gli idiomi , e non volgare cognizione della materia di cui trattasi nell originate (i). La Biblioteca (i) La lingna greca era forse pe' Latini cio che per noi e la francese , lingua di moda. E non di meno ai Latini riesciva cosa difiicilissima il ben tradnrre dal gi-e- co, massimamente i poeti. II conte Algarotti parlando di quest' argomento, dope d' aver osservato che al facile, al copioso Ovidio, il quale diceva in versi tutto cio che a lui pareva, non riesci di ben tradnrre nel primo del jFaJCi un bel distico deirEveno che e neU'AntoIogia , cosi sogglugne : Ma il piii forte argomento della diffirolta che in tradnrre i poeti si trova grandissima , e la versione fatta due {.olte dal giudicioso e dilicatissimo Orazio di quel verso dcir Odissea IIoAAwv a'av^pujTTuv idev d'orecc nar voov tyvus. L' una e nella Poetica Qui mores hoininum multorum vidit et urbes ; L' altra nolle Epistolc multorum providus urbes Et mores hominum inspexit In amendue i luoghi cgti non ha espresso abbastanza la forza dell' i'yvo) cognovit. II ripicgo di far reggere dal vidit o daW inspexit taiito I' urljes^ quanta il moresj c in vero PARTE PRIMA. 89 Italiana ha intorno a tal sorta di tradazioni pro- ferito il suo ^iudizio , uotandoiie i difetti quau- tunque volte cadde in acconcio il farlo. A ta- luno sembro nondimeno ch'essa spinte abbia forse tropp'oltre le sue critiche, niassimamente allorche trattavasi di opere d' arti e mestieri , nelle quali piu che alia lettera suol far si attenzjone alia ma- teria (i). Ma se mai il suo scopo fu cpiello di porre con si fatta austei'ita un riparo a cotanto disordine , meriterebbe d' essere anche in tale ec- cesso commendata. Un altro lamento noi fare potremmo contra alcuni librai per la mancanza di ben ragionata sc.elta nelle opere straniere , delle quali commettono i volgarizzamenti. E cer- tamente ella e cosa per Y Italia ben poco onore- vole , che alcuni de' nostri librai gareggino non rare volte nel farci dono di romanzi , o di sif- fatte opere d' oltramonte , le cjuali ad altro non giovano che a stuzzicare il cuore ed a pascere di sogni e di chiniere la fantasia, senza recar nutri- niento alcuno all' intelletto. Grandissimo e il danno che tali opere recar possono specialmente alia gio- ventu, distraendola dagli studj piii utili e severi, e facendo si cli' ella poi scliizzinosa rifugga dai buoni da grand' uomo, e da al scntimento non so che di vaghezza. Ma quel dover prendere il vidit 0 /'inspexit in due signi- ficati , vederlo come sotto due facce, ha non so che dello sforzato ed e lontano dalla greca semplicita. E uno di quel fioretti , con che a Meissen si suol coprire un qualche pelo che faccia la vernice nella porcellana. Alg. Peasiei-i diversi. Ediz. del Palese t. VII, p. 81. (i) Una tal quale asprezza parve a noi ancora di ri- scontrare nell' articolo sixUr Chimica applicata all' agricol- tura, ecc. di Chaptal, tradotta ed illustrata da Gir. Primo. Milano, 1834, 1825, Silvestri, t. 2 in 8." Bibl. ital. t. 39, p. 409. A giustilicazione del volgarizzatore basti 1' aggiugnere che il sig. Primo meritossi Tapprovazione del cliiarissimo Giobert anche per le note e le giuiite onde la sua ^ersioue c coiredata. 40 P R O E M I O classic! italiani. Forsc gli anzidetd librai furono a tale inlrapiendinieino iiiviiad dalT inimenso lu- cro che Walter-Scott trassc da siioi roniatizi scoz- zcsi (i). Rla sara ben difficile clvc di si toitunato siiccesso godauo que' romaiizi trapiantati in un terreno cbe loro non ben si addice ne per V argo- mento, ne pei costumi, e sceveri delle original! bellezze della lingua , che e pure uno de' non mi- nori pregi dell' autore. Letteratura L' amcua Icttcratura e fra le bell' arti quella anicna. q\iq pj^ ingcntiliscc gli umani costumi. Essa col diletto deir eloquenza ne istilla le virtu , ci of- fre un nobile passatenipo nell' ozio , ci nutrisce con utili e le2;2;iadre idee la mente ed il cuore, orna di soave armonioso dire i nostri pensieri e nella societa cari ed amabili ci rende. Ma I'a- mena letteratura ha nell Italia seguito lo spirito dei tempi, ed e per cosi dire apparita coi vesti- menti proprj del secolo cui essa apparteneva. Nel seicento ( e qui parliamo massimaniente de' pro- satori ) era dessa povera di pensieri , prolissa di parole , trattone in pochi scrittori che alia sceltezza del dire accoppiar seppero il nerbo del raziocinio. Ma dappoiche la buona iilosolia addito il vero camniino del sapere e stese il suo scet- tro anche nelle region! dell' eloquenza , nauseos! divennero i lisci preparati nelle officine della ret- torica •, non piii aniaronsi i lunghi sonori pe- riodi; ai ricercati accozzamcuti di vocaboli venne anteposta la concisione e la forza de' concetti. Se non che taluno fece in cio uso di sfrenata li- ' cenza , soverchiando le regole dalla stessa lilosofia del buon gusto prescritte , e non avvertendo a cpiel savio precetto che chi vuol aver lode di (i) II lucro di Walter-Scott per un romanzo in tre volumi, edizione prima e seconda, venne calcolato nella enorme souima di 6oc,36o franchi. Bibl. ital. t. 2,5, p. 369. PARTE PRIMA. 4I buono e corretto scrittore camminar dee fra i bronchi e le spine dell a grammatica. L' arte della prosa e forse piu diflicile dell' arte di scrivere in versi , e percio i poeti precedettero i prosatori. cc In fatti ( cosi ci avverte uno scrittore filosofo ) r armonia del verso dipende principalmente da certe determinate regole , che insegna la pi-oso- dia -, r armonia della prosa dipende unicamente dalla finezza delF orecchio , da cio che si chiama gusto , che e un dono di natura e puo essere solamente perfezionato da una lunga abitudine ( e noi aggiugneremo da un indefesso studio della lingua ) , e pero sara meno diflicile ad uno scrit- tore fare un buono esametro o un endecasillabo, che un buon membretto di periodo ; come a ua pittore riesce meno diflicile mettere in prospet- tiva una strada che un paese , perche la e gui- dato dalla sesta, qui dalla sola discrezione (i). » Che pero noi non riporremo giammai fra i buoni scrittori , quanto alio stile , ne i Beccaria , ne i Filangeri , ne i Verri , ne tanti altri , sebbene il lor nome altissimo risuoni nelle scienze. Aggiu- 2;neremo bensi ch' esilino avrebbero assai me2;lio meritato delle lettere , se alia materia accoppiato avessero la squisitezza del dire , siccome fecero gli Zanotti , i IMaifei , gli Zeni , i Gozzi , i Coc- chi , gli Algarotti , ed altri a noi piu vicini. II (i) Guardici pero il cielo dal cadere nel vizio oppo- sto , cioe nella pedantei-ia ! La falsa letteratura , dice lo stesso autore , e peggiore assai dell' ignoranza. Meglio e non si miiover di laogo , che far cammino e avere smarrito la via. Tal concetto e dvo, tal altro e grazioso, ma sente del secento , e quello che peggio e , pizzica dell' oltramoa- tano : cosi predicano i piii de' nostri umanisti. Chi pone lor mente corre pericolo di fare come quel ragazzi i quali, a forza di sentirsi rimproverare ch' e parlano fuor di pro- posito , 0 non ardiscono proferir parola o altro non fanno che ripetere le scipitezze che odono dire dcd lor prete. Estetica. 4a P R O E M I O caiattere deU' odierna eloquenza essere dunque dovrebbe anclie nell' Italia conciso , schietto , ner- boruto , ma ad iin tempo corretto ed elegante. Tale c di iatto lo stile di non poche opcre piib- blicate in quest uliimo peiiodo d anni. E cominciando dai libri d arte non e piu fra noi ignota quella jKUtc dell' ideologia che va le se- grete fonti investigando , ond ha origine il diletto uelle arti imitative. I nostri piu rinomati istitutori o dettavano generali preeetti intorno all' arte del dire, non mai a tutte le arti sorelle estendendosi, ne mai sovr esse profondamente tilosofando , od alia pratica degli esempli tutta coscriveano la teoria del hello. II Gravina e lo Zanotti aveano bensi penetrato gia molto nelle regioni del bello poetico , ma ancora ridotto non 1' aveano a hen determinate norme , e talvolta smairiti eransi in ricerclie scolastiche ed in vane sottigliezze. Sparse di hei lumi lilosofici sono altresi le Ricerche intorno alia natura dello stile , opera di Cesare Beccaria ; ma lasciano a desiderare un miglior ordine nella materia ed una maggior estensione nelle applicazioni. Oltre di che lo stile dell' au- tore manca di eleganza e limpidezza, pregi che piu sono a desiderarsi in questo genere di prose (i). La Germania fu tra le colte nazioni la piima ad investigare piu addentro la sorgente del bello e del gusto , e ad additarne la teoria , cui diede il nome di Estcdca. Nell' Italia non di merio , ed anzi in Lombardia , anche prima che si avessero piu ampie contezze della letteratura alemanna , un Antonio Mussi pubblicato avea il suo epitome di poetica , in cui 1' origine e la natura del bello non nella poesia soltanto , ma in tutte le arti d imitazione, sono lilosolicamente dimostrate ed a (i) Di quest" opera fu pubblicata una nuova e bella edizioiie dalla Societa de' Glassici italiani. Milano, i8aa, in 4.° PAKTE PRIMA. 48 general! e cerd principj ridotte (i) : aureo libro, in cui se qualche cosa rimane a desiderarsi , qucsta e nello stile, forse di troppo conciso, e qiiindi non rare volte difficile ed oscuro. E gia intorno a questo medesimo argomento cinientato erasi an- che r illiistre Leopoldo Cicognara co' suoi Hagio- namenti sid Bello pubblicati in Firenze per ]\Io- lini e Landi sino dal 1808 in 4.° A questo genere di libri ci sembra che sotto r aspetto teorico appartengano gli Elementi di poesia ad uso delle sciiole compilati da Giovanni Gheiardini (2). Di essi giudico rettamente la Bi- blioteca Italiana atlermando die sotto un niodestis- simo titolo il Gherardini dato ne avea assai piu della promessa, e die mentre sembrava cK egli presentar volesse il suo libro agli studenti , non si saprebbe quanti maestri abbia 1' Italia che pie- namente lo possano intendere. Questi elementi tutta racchiudono la poetica dall origine dell arte sino al Romandcismo , ne sviluppano tdosoHcainente la na- tura, ne additano le specie , le regole, i modelli, e dispongono 1 animo del giovane a conoscere 1' es- senza di tutte \ arti ingenue ed a gustarne il bello. Non debiy essere percio maraviglia , se questo li- bro , al pari delle altre benebche novita scolastidie, desto 1 invidia de' pedanti. Piu strettamente si attenne alF argomento del- r Estedca il sig. Gio. Battista Talia , nome gia caro air italiana letteratura (3). Egli ancora diede al libro suo il modesto titolo di Saggio; ma pei molti pregi di cui va adorno , noi non esi- tiamo di chianiarlo libro stiniabilissimo , e forse (i) Poetices Epitome usui scholamm Mediolani , ex tj' pographcRO Aloys. Veladini , 1798 , in 8.° (a) Milano, 1820, Glusti , in 12° Bibl. ital. t. 22, p. 122 , e t. 23 , p. 281. (3) Venezia, 1822, Alvisopoli, iu 8." Bibl. ital. t. 28, p. 324, e t. 29 , p. 38. 44 1> R O E M I O il primo die in Italia trattato abhia appositameiite O E M I O autori put cclchri , gid compilata da Leonardo Nar- dini ( I ) *, le Lettcre critiche su varj argomenti di lingua e Ictteratiira , di Giuseppe Baibieri (2) , e le Lctterc faniigliari di celebri italiaui ftndchi e moderni , raccolte da Francesco Antolini (3). La Bibliotecp Italiana ha poco favorevolmeute giudi- cato dellc Bcllczze della letteratura italiana raccolte per cura di Gio. Battista Nicolini e di Davidc Ber- tolotti (4). E certo se congetturar debbasi dal primo volume e dall" indirizzamento dell opera , special- mente at sesso gentile , non molto abbiamo a pre- sumere intorno al buon esito della medesima. Quel brani del Malispini e degli altri anticlii nostri cronacisd o furono scelti jjcl sesso gentile in eta ancor giovinetta , e questo anzi che invogliarsene alia lettiira , ne rifuggira nauseato e schizzinoso , o diretti sono al bel sesso die gia oltrepasso il prinio liore degli anni , e questo non vi trovera un pascolo sudiciente e deporra il libro per rivol- gersi a qualche opera di utile e diletto maggiore. Tra gli anieni prosatori , e sotto tal quale aspetto tra i poligrafi, dee coWocavsWo Spettatore italiano del C Giov- Fcrri di S. Costante (5) , opera che (i) Con note ed accenti che indicano la pronunzia. Ot- tava edizione riveduta dall' autore. IMilano , i8i3, Sil- vestri, in 12." (2) Padova, 1824, Crescini, in 8.° Queste lettere non sono certamente la miglior cosa dell' autore, ed in cio conveniamo noi ancora colla Bibl. ital. t. 37, p. 3 16. Esse cio non ostante non mancano di dottrina e di garbo. (3) Corredate di grammaticaU e tipografiche annotazioni e di copiosi paralelli per la retta pronunzia ecc. Milano, 1825, Cairo, coUa stereofeiilotipia , in i6.° (4) Firenze, 1826, tipografia delle Bellezze delta let- teratura italiana, vol. i, in 12." Bibl. ital. t. 40, p. 176. L' edizione manca altresi di cjuella bellezza ed eleganza che allettar possa il sesso gentile. (5) Milano, 1822, Classici ital,, t. ^. , in o." Bella edizione. I'AIITE PRIIMA. 5 1 ci rammenta 1' Osseivatore del Gozzi , ad essa con- forme nella varieta degli argomenti , dettata da non volgare filosofia ; ma che pizzica , per cosi dire , di un affettato sendmentale , e talvolta per troppa vaghezza d' imitare i trecentist! fredda precede e poco consentanea alia semplicita ed alia chiarczza. Alia classe de' poligrafi appartiene pure lo Spetta- tore lombardo di Francesco Pezzi, opera spiritosa ed assai dilettevole per 1' amenita delle materie e per la disinvoltura dello stile e de' giudizj (i). AU' amena letteratura appartengono le Novelle j,^^^,!^ ed i Romanzi, genere di coraposizioni alia Fran- cia ed all' Italia tramandato nel secolo XIII dagli Arabi nella Spagna dominant!. Ma se i nostri an- ticlii Novellieri sommamente giovarono alia pro- pa2;azione ed all' incremento dell' italiana lingua , intitolando le loro opere alle gentili brigate , gran- dissimo fu altresi it pcricolo cui esposero il buon costume con licenziosi racconti lordandole. Meglio percio operaiono ncllo scorso secolo il Soave , r Albcrgati , il Padovani , il Gozzi ed altri , che questo genere vestendo di onesta e di un dire a' tempi nostri piu confacente, lo rivolsero alia formazione del buon costume e ad un nobile e giocondo trattenimento. Ed ottimamente pur ope- rarono que' modern! Raccoglitori , che ad oggetto d! non defraudare i giovani del frutto che trar potevasi dall' elocuzione dique'padri della lin2;ua, loro olFerirono una giucUziosa scelta di quelle poche che scevere sono da ogni immondezza. Alle piu recent! collezioni di si fatt! componimcnti va innauzi quella pubblicata in Torino dalla vedova Pomba (2). Prcgiabile e pure ed atta a forniar i (i) Milano; 182,2-24, Pirotta, vol. 6, in 8.° (2) Novelle scelte dai piu celebri autori italiani rischia- rate con note ad uso dclla gioventu. Torino, 1821, ve- dova Pomba p figli, vol. 3, in 12.° Questa e la prima parte di una raccolta intitolata : Bihlioteca classica italiana , scelta ad uso dclla gioientu. 52 P 11 O E M I O costiimi (lilcttando , la Raccolta di Novcllc Ineditc di modciui scrittori pubblicata dall' Orlandelli (i). Tra quelle di moderna coniposizione due sole meritano d' esscre commendate, II Glocolare di un auonimo inscrita nella Biblioteca Italiana (2), ed il Cualtcruzzo da Recanati di Gherardo de' Rossi , inseiita uelle Efi'emeridi Ictterarie (3). Tra que- sto genere di raccond in prosa riporsi dee II com- pagiio del passeggio campestre , operetta giudiziosa, dcgiia vcraniente d' essere compagna di clii anche nel passeggio ama di nudrir la mente ed il cuore con utUi e dilettevoli intertenimenti (4). Vieta nia giusta e 1' accusa clie dagli stranieri ci si va tuttora facendo , essere cioe 1' Italia man- cante di buoni Ronianzi in prosa ; e molte cose furono dette ondc discolpar Y Italia da tale ac- cusa. A noi pero sembra die nessuuo abbia me- glio del siguor Uzielli colpito nel segno (5). Egli osserva clie gV Italiani , riassunta la coltura della loro lingua dopo molti anni di esclusivo studio della greca e della latina, e tutti direm quasi no- driti de' classici greci e latini clie andavansi a niano a niano scoprendo , a que' soli generi si rivolsero de' quali ritrovato aveano i modelli nel- r antica classica letteratura. E siccome nessun (1) Vcnezia, 1822, vol. 2, in i6.° Leggiadra edizion- cella. (2) T. 26, p. If) I. (3) T. 11, p. 287. (4) Milano, 1821 , Class. Ital., in 8." seconda edizione. Meritano d' essere commendate anche le Novellette puliljlicate in Milano dall' I. R. Stamperia, in 8.", per istruzione ed csercizio di letiura nella seconda classe delle scuole elementari di citta negli II. RR. Stati Austriaci, accomodate alia capacita speciaimente de^ fancinlli del minuto popolo , ed opportunissinie ad istillar 1" amore per le virtii doinesticlie. (5) Considerazioni snl romanzo in prosa. Staano nel- TAntoloi^ia di Fircnze, t. 12. PA.RTE PRIMA. 53 modello del lonianzo in prosa fu a noi dai Greci e dai Latini tramandato ( che veraniente romanzi dir non si possono ne il Satirico di Petronio, ne L' asino d' oro d' Apulejo ; e d' invenzione greca bensi, ma uon de' bei tempi sono i racconti d'Elio- doro, d' Achilla Tazio, di Longo Solista, di Seno- fonte Efesio e di altri ) , cosi da que' padri nostri reputate furono inseparabili dai verso le materia die essere poteano atte all' epopeja , a cio anche allettati dalla specialissima attitudine della lingua italiana alia poesia ; e tanto piu da che 1' Ariosto dato avea si bella forma di poema al romanzo cavalleresco. Non cosi avvenne delle altre nazioni, o perche , rivoltesi piu tardi e non si ostinatamente alio studio de' classici greci e latini al lor suolo presso che stranieri , ebbero tosto una propria e distinta letteratura (cio che dei Tedeschi e degli Inglesi avvenne), o perche non sortirono una lin- gua bastevolmente armoniosa ed al verseggiare ac- concia. Ed in fatti, quanto ai Francesi, la loro lingua antipoetica , mentr' era piu d' ogn' altro idioma alle scienze lilosoliche accomodata , difficilmente piega- vasi alia melodia di Calliope. Les Francais ne feront jamais des bans poernes epiques , cosi Fenelon sen- tenziava, e scrisse in prosa il suo Telemaco, e lo scrisse nell'aureo secolo di Luigi XIV. La natura stessa della lingua fu dunque la precipua causa che spinse i Francesi a dettare in prosa quella specie di avvenimenti immaginarj che Romanzi comune- mente appcllaronsi. Per una medesima cagione la natura della lin- gua italiana al ritmo pieglievolissima , non die gli eseni])j del Pulci, del Bojardo e dell' Ariosto , avvezzarono gl' Italiani a scrivere in versi le ro- manzesche narrazioni : essciid' cglino altresi te- nacissinii di cpiclf antico insegnamento che del- r immaginazione voleva ministra la poesia , della ragione la prosa. Poca o nessuna influenza eb- bero suir italiana letteratura le favolose e rozze 54 p n o E M I o lc22;en(le m prosa clic prima del risorglmento clegli studj ottcnevano plauso ncir Italia, e romanzi pur appcllavansi; ne qucste ebbero poscia seguaci e lettori. A cio s' aggiimga Y essere stata 1" Italia ncl passato sorolo schiva di libri oltramontani , perche vaga soltanto della propria rigcnerazioue nel buon gusto. Ma poscia pel progresso degli studj e per le circostanze dei tempi, avvicinate per cosi dire le nazioni ed agcvolato il cambio delle opere d' ingegno , gV Italiani cominciarono a gustare le bcllezze di un genere di libri da essi o non ba- stevolmente conosciuto o spregiato per antica prc- vcnzione. E certamente nessuna lingua poteva me- glio della nostra a si fatto genere prestarsi per la sua stcssa pieghevolezza , per la natia sua armoniosa indole , essend' essa musica anche quando non e poesia. U csempio degli oltramontani insc- gno altresi potersi agevolmente e con felicissimo eslto rivolgersi i romanzi alio studio dell' viomo , air analisi delle passioni , alia formazione del cuorc, ed anche ad iniziare il sesso gentile ed \ giovani nel santnario della stoiia e della Idosotia. Ma per- che inai r Italia ne pure in questi ultimi tempi ebbe alcun libro che in tal genere pareggiar possa i romanzi degli oltramontani? Forse per Tunica ragione che iinora nessun Italiano veramcnte d' alto ingegno si accinse a cotanta impresa ; e quei po- chi che pur vi si cimcntarono , non altro scopo ebbero che il guadagno , non altro sussidio che penna scorrevole , fantasia sfrenata , imitazione sei"vile. Ma forse non andera guari , e questo pen- sicro dolcementc ne conforta , che uno de' nostri pill eletti ingegni dimostrcra col fatto non essere tal genere di bella letteratura solo retaggio de- gli stranieri e coif esempio aprira agf Italiani una novella , gloriosa carriera. Se non che piu che agli uomini convien forse al sesso gentile cpiesto genere di componimenti , e in cio ancova siam picnamonte d accordo coll autore PARTE PKIMA.. 55 tlelle gia citate Considerazioni. E questo bene puo ora r Italia dalle donne aspettarsi , dappoiche la coltura dello spirito e lo studio delle filosofiche discipline qui ancora costituiscono nelle due pri- marie classi non 1' infima parte della femminea educazione. Piu soggette le donne al sentimento delle passioni , piu sagaci nel seguirne gli anda- menti , piu studiose nel penetrare fra F uman cuore e trarne profitto , aver debbono , ove intendano a letteratura, una naturale inclinazione ed attitudine a quel genere di libri, il cui scopo e quello di dipignere i costumi e lo state della civile societa , della quale formano esse la parte piii soave e piii bella ; genere che non csige sempre volo d imma-~ ginazione o vigOT'e di raziocinio , ma puittosto squi- sitezza di sentimento e diligenza di osservazionc. E certo se oltramonti ci rivolgiamo, troveremo che le donne in nessun altro genere raccolsero tanti allori quanto nello scrivere romanzi (i). Di cio ne fanno fede la Fayette , la Tencin , la Riccoboni , la Cottin , la Stael , la Genlis tra le francesi; e tra le inglesi la Radcliffe , la Burney , la Edge- worth e piu altre , il cui nome altissimo risuona. Che se neir Italia la Gambara, la Colonna , la Tri- vulzia , la Molza , ed a di nostri la Grismondi , la Saluzzo , la Bandettini ed altre non poche a tanta gloria ascesero poetando ; quanto nxm sara piu agevole alia vezzosa meta della specie no- stra r ottener nome trattando in prosa argomenti ( I ) Les romaiis sont de tous les omras.es d esprit , ceiix dont les femmes sont le plus capables. L'amour qui en est toujours le sujet principal est le sentiment qu'eUes connais- sent le mieux. Il j a dans la passion une foule de nuances delicates et impcrceptihles quen general elles saisissent mieux que nous , soit parce que tamour a plus d'importance pour elles , soit parce que , plus int.eressees a en tirer parti , elles en ohservent mieux les caracteres et les effets. Ln-Harpe. Lycee , 3 part., 2 libr., 3 cap. 56 r R O E M I o d' immaginazione in un secolo assai piii cJie agli stud) poetjci dedito alia morale ed alia lilosofia, c niolto piu sc cUeno alia naturale attitiidine accop- picranno il conedo dclle virtu domestiche? Cosi i giovani e le donue d' Italia non piu scntirebl^ero il bisognu di pasccre il lor cuorc coi romanzi delle straniere nazioni; ne inesperti volgarizzatori servirebbeio in cio si facilmente 1' avidita de' li- brai ; e fors' anco cesserebbe la guerra die a si fatti libri venue dai vecchi nostri Aiistarchi di- chiarata. Lusinghiex-o preludio a' desiderj nostri sarebbe senza dubbio T Amalia della Martinetti , ronianzo tessuto con isquisitezza , e che ha per i scope quello sapientissinio d' istillare ai conjugi r amore e la concordia, fonti perenni d' ogni bea- titudine nelle faniiglie. Ma la Martinetti ha dato la prefei-enza alia lingua fi-ancese ; e noi non le per- doneremmo quest' onta , se affidati non fossinio alia proniessa da lei fatta di altr' opera scritta in ita- Ijaiio. Noi additar non sapremmo qual altro ro- manzo pubblicato siasi in questi uhinii tempi de- gno di lode , trattone forse V Ubcrto , ossia le scrate d uweriio del hiioni contadiid dell' arciprete Tecini ; libro composto con semplicita e diretto all'istruzione cd al trattenimento dc' contadini nelle lunghe sere d inverno (i). Che tali non giudi- clieremo mai ne YOriele^ne la Pianta de' sospiri , di troppo triste natura , ne i racconti del Bcrto- lotti (2) , sdolcinato nello stile , talvolta imitator (i) Edizioue seconda dall' autore ricorretta ed accre- sciiita di due nnove serate. Milano , 1823, Soazogno , vol. 2 ill 8.° Biljl. ital. t. 33, p. 408. (a) I romaazi puljblicati dal Bertolotti, il redivivo abate Cliiari , in questi ultinii anni , sono i seguenti : La calata degll Unghcri in Italia nel 900. Milano, 1823, Class, ital., in 'S." Amore e i Sepolcri, ilnd., 1824, vol. 2 in 13.' 11 rilorno dalla Russia, ibid., 1824, seconda ediz. in 18.' L' isoleiia de' cipressi, ibid. ;, 1824, in i8.° La PARTE rniMA. 57 servile degli oltramontani , ne mai pittore tie' co- stumi , nel che consistere dovrebbe il pregio di questo genere di componimenti. La poesia , arte che sovr ogni altra signoreggia , p^^^j^ che r universo comprende e che di un sol mondo non paga altri ne crea , cui abbellisce d' incantate spiagge e popola di mille genti diverse ; quest" arte divina non venne meno nelF Italia , sua seconda patria , ad onta dell' austera e fredda fdosofia che qui ancora tutto tenta di conquistare I'impero sullo spirito umano. Ed ommettendo il favellare della latina , nella quale felicemente esercitaronsi non pochi ingegni , memori della gloria raggiuuta gia dai Flaminj , dai Navageri e da tanti altri insi- gnissimi Italiani (i), darenio principio dall'epopeja. stessa col Sasso Rancio, Ibid, e terza edizione , 1824. Amove ed inganno, ed il Tappeto nero, ibid., 1824, in i8.° Forse il sig. Bertolotti si lascio iiidurre a tanto schic- clierar di romanzi dall' immenso guadagno di Walter-Scot; ma se tale fu lo scopo suo , ci displace ch' egli andato sia nelle sue speranze miseramente fallito. (i) Tante furono le poesie latine pubblicate nello scorso quinquenri'.o, clie nojoso sarebbe il rammentarle tutte. Ci appagheremo di commendare le seguenti co- me le piu pregiabili. In obitu Ant. Canovce Carmen. JiomcB, i8a3, de Romanis. Ne e autore il sig. Filippo de Romanis , del quale trovasi pui-e un'elegante epistola nel tomo i3 delle Elfemeridi letterarie di V^oma.; Jo sepJd Petrucci interamnatis eC Vincentii FugCB romani Selecta car- mina , etc. Romas, i8a2, ex typogr. Jos. Salviucci.- com- ponimenti di venusta ed eleganza ripieni. Ma tacer non dobbiamo die 1" avvocato abate Faustino Gaglluffi ci fe' dono, in questi anni ancora, di liei versi latini det- tati air improvviso. Sarebbe a desiderarsi che qual- clie esperto editore facesse la coUezione dei versi di questo poeta. Ne pur rammenteremo le infinite epigrafi latine puVibllcate in vane occasioni , e specialmente nel Regno Lomb. Veneto pel faustissimo soggiorno dell'an- gusto Monarca clic ci regge e goyerna. 58 rnoEMio Poemi epici. Qualtvo pociTii pubblicati furono , i cui autori spa- ventai- non si lasciarono ne dalla difficolta dell' im- presa . nc dai nonii di un Ariosto e di un Tasso. II Cadmo di Pietro Bagnoli , poenia die venne an- nunziaio con niagiiitico elogio come di argomento ancor intatto dalle muse italiane , del gencre cioe delle metamorfosi , ma che sgraziatamente noii lia corrisposto alia pubblica aspettazione, benche lavoro di veiiti e pill anni(i): la Moahltide del G, Gius- Franchi di Pont, poema di argomento biblico, il cui autore ci si presenta nodrito de' buoni studj e dalla - retta via quasi non mai declinante (2) : il 3Tose , poema epico di Antonio Robiola , privo non jiure di prcgi si nelT invenzione che nella tessitura e ncl verso (3). E qui facciam plauso a questi duepoeti, perclic anzi die dalla mitologia o dalla storia profana, tratto abbiano gli argonienti dalla Bibbia, fonte inesausta di sublimi immagini ed idee. II cav. A. M. Ricci pubblico in Pisa nel 1824 un poema col titolo di 5. Benedetto , in cui prende a cantare le sa£ge istituzioni di quel padre cd i vantaggi che dai cenobiti apportati furono all' umana societa. Nelle Effcmeridi letterar'ie (4) fu annunziato un poe- ma eioicomico dell'ab. Palomba, col titolo di Me- doro Coronato. L' autore ha preso per tenia la co- ronazionc dell' africano di cui tanto erasi invaghita la bella Angelica , e lo ha condotto in venti canti. E ccrto se giudicar dobbiamo dai saggio ivi inse- rito , e sommamente a bramarsi ch' egli ne faccia dono di tutto il poema. Lo stile e semiburlesco , c quale fu gia usato dai Berni nell' Orlando inna- morato e cUil Fortiguerra nel Rlcciardetto. (i) Bibl. ital. t. aS, p. 145, e t. 26, p. 3. (2) Torino, 1822, Chirio e Miiia, in 8.° Seconda edizionc rivecluta dalf nutoi-e , alia quale si unisco la morte tli Sella, cantico del medesimo. (3) Torino, 1823^ Bianco, in 8." (4) T. 6, p. 401. m versi. PARTE PRIMA. 69 Alia poesla narrativa appartengono le NoveUe Noveiie in versi; ed alcune ne furon pure pubblicate in ' questi anni. Ma dopo \ Ildegonda del Grossi non ci pare clie Y Italia avuto abbia in questo ge- nera alcun componimento meritevole d' applause. E qui non sapremmo per qual ragione i seguaci del romanticismo si usurpino come del loro pro- prio genere tal componimento , che scevero dai delirj della nuova dottrina , spira anzi classico sa- pore si nell' andameuto che nello stile. L' affermare ch' esso e romantico perche va sciolto da ogni idea mitologica , sarebbe lo stesso che il dire essere non meno romantiche molte composizioni poe- tiche de' nostri piu insigni classici antichi per la sola ragione che in esse ancora non si ravvisa mitologica idea alcuna. Ne a raffermare cotal vanto de' Koniantici varrebbe il dire che 1' Ildegonda e tratta dalla storia dei bassi tempi; giacche da quei tempi e pur tratta la materia AeW Orlando e della Qeruscdcmme. E se in queste cose soltanto consi- stesse il romanticismo , noi saremmo co' nostri av- versarj agevolmente d'accordo. Ma quale differenza fra r Ildegonda di Grossi e \ Elconora di Biirgcr e tali altre borcali fantasie, non d' altro fomcnta- trici che della popolare superstizione ? (1) Al pa- ragone dell' Ildegonda reggere non puo in alcuna guisa La Pia , la quale fu nello scorso anno ri- stampata in Firenze insieme con essa Ildegonda, e quasi di essa a confronto. Ne sapremmo per per qual ragione 1' autore , B. Sestini , 1' abbia in- titolata Leggenda romantica; perciocche dessa an- cora non ci sembra di cotal e;cnere , e meglio chiamar potrcbbesi un tessuto di versi e di frasi de' classici antichi ; chcche giudicato ne abbiano in contrario i giornali oltrappenini. (i) Veggasi intorno all' Ildegonda il ben vagionato ar- ticolo deirj;i/o/og/a , t. 9, p. 73. 6o f R O E IVt I n Toe.ia trsgica. Piu aiicora tlclla pocsia cpica obbe cultori la tragica ; sebbene qnesta sia foise di quella assai piu difiicile c perigliosa, perchc tutta ne accoppia il sublime, ed ovc quella parla agli orecchi , que- sta rappresenta all' occhio , sentiniento assai piu degli orccclii dilicato e fedele. Ed ommettendo gli autori di minor nome, daremo cominciamento dalle opere teatrali di Stanislao Marchisio (i), in- torno alia cui Saffo la Biblioteca italiana proferi schiettamente il giudizio suo , il buono distin- guendo dal mediocre , ed all' autorc le dovute lodi tributaudo (2). Gio. Batt. Marsuzi pubblico due tragedie , l' una col titolo di Regina Giovanna , r altra di Caracalla , degne d' essere annoverate fra Ic migliori de' nostri giorni (3) : una ne pub- blico Cesare della Valle, duca di Venlignano, poeta illustre , die altre tragedie gia donate avea al tea- tro italiano. Questa lia per titolo Anna Erizo (4) , e di essa ben giudico la stessa Biblioteca, af- fermando che nou lascia indilFerente I'animo del le2;2;itore, e che e scritta con uno stile italiano e purgato. Una Franccsca da Rimini fu pubblicata da Luigi Bellacchi (5) , giovane di liete speran- ze, ma che nella sua tragedia non fu ])iu felice di coloro che collo stesso argomento jireceduto r aveano. L' Almeone di Gostantino Piccioli (6) non (i) Milano, 1820-21 , Batelli e Fanfani, vol. 4, in 8." (2) Bibl. ital. t. 26, p. 43. (3) La regina Giovanna, ecc. Roma, 1821, de Ro- manis , in 8." Caracalla, ib., 1824. Poggiali, In 8." Bibl. ital. t. 87, p. 177. Intorno alia prima veggasi la leltera d'un viaggiatore lombardo inserita nelle EfFemeridi di Ro- ma, t. 7, p. 33. Di quest' autore fu annunziato un altro tragico lavoro suUa morte di Geta. (4) Torino ;, 1824, ved. Pomba , in 8.° Biljl. ital. t. 33 , p. 417. (5) Siena, 1824, Porri, in 8." Bibl. ital. t, 34, p. 122. {(>) Rimini, 1822, Grandi , in 8.° PARTE PRIMA. 6 I e tragedia che molto al popolo nostro si confaccia con si atroce ed enipia filosoHa non ediicato. Del signor Nicolini , no me gia chiaro tra' seguaci di Melpomene, fu a Firenze nel febbrajo del ]824 accolta con applausi in quel teatro della Pallacorda una nuova tragedia , Ino e Temisto. II sig. Eduardo Fabbri , Cesenate , gia autore di una Ifigeida in Aulide, pubblico due altre tragedie, la Sofonisba e la 3Iariarinc (i), adorne ambedue di non vol- gari bellezze. Non e dunque spenta negl' Italiani quella sacra favilla onde si accese tanto ardore neir anima dell' Astigiano ; ma nessuno ha tinora raggiunta la gloria di quel sommo ; forse perche gli uni troppo rivoltisi alia imitazione di lui , non ci fanno talvolta sentire che bellezze di sola re- miniscenza , e gli altri perche il loro studio piii ne' versi collocando che nell' orditura , e nella su- blimita delle idee e delle sentenze, freddi proce- dono e nojosi, benche e gli uni e gli altri qua e cola scintillanti di proprie bellezze. Queste per avventura sono le ragioni , per le cpiali taluna delle moderne nostre tragedie gran plauso ottenne suUa scena , poco o nessuno colle stampe ; e di tal altra il contrario avvenne. E forse alcuni degF Italiani cio scorgendo si vol- sero ad un genere oltremontano, cioe al roman- ticismoi perche disperavano di coguere colla tra- mantiche. gedia classica o regolare alcuna fronda d' alloro , cotante gia raccolte avendone TAlheri, il quale per altro gia ben mostrato avea all' Italia come con vera sublimita tragica trattarsi poteano anche gli avve- nimenti della moderna istoria. A cio contribui potentemeate 1' csempio del Manzoni col Carma- giiola e coW^ Adelchl^ tragedie romantiche hensi , ma (i) Forli, 1 82 I, Casali , in 8.° Intorno a queste due tragedie veggansi le suddette Fffancridi , t. 4, p. 367, e t. 8, [). 35. Tragedie ro- 62 r R O E IM 1 O sparse di uon volgari bellezze (i). Non s' avvidero pero clic cosi opcrando, anzi die far procedere la tragedia con nuovo andamento e coii maggior inte- resse, la rendevauo retrograda ed alia sua rozza origine ritraevanla. Che appunto di tbime pretta- mente romanticlie ci si presenta la tragedia nel suo nascere , vuolsi dire in quell' epoca iu cui le genti appena dalla barbaric uscite, avevano bensi una poe'sia , ma uon quelle regole o norme che poscia dettate furono dal buon gusto , dall espe- rienza e dallo ingentilirsi dc' costumi. Tale per avventura era la tragedia anche sul carro di Te- spi; e tali erano fors' anche que' prirni drannni di Eschilo , che sotto il nome di tctralogie trovansi rammentati, e che quattro successive azioui sovra un mcdesimo subbietto compiendevano. Ne lontano andrebbe dal vero chi alTermasse essere state di non dissimile natura varie tragedie de' Latini, ge- nere di poesia che in Roma non mai surse alia sublimita; altrimcnti Orazio scrivcndo a' Pisoni non avrebbe tanto raccomandate le regole dell' unita e della convenevolezza. E disccndendo agV Italiani , di generc romantico ci sembra che fossero quelle sacre rapprcsenta- zioai, delle cpiali ne' secoli XIV e XV tanto i mag- giori nostri compiacevansi , e que' drammatici com- ponimenti del XVI per la moltiplicita degli atti e delle persone intralciatissimi (2). All' epoca , in cui ringhiherra non avea ancora una letteratura, cioe a tempi non molto dal nostro XIV secolo dissomi- glianti e quindi a'primordj della poesia inglese , appartiene pure il grande Shakespeare, Yarchetlpo prediletto de' nostri romantici. 11 tragico inglese fra (i) Intorno aVCAdelchi veggasi il giuclizio della Bibl. ital. t. 33, p. 3aa, e t. 34, p. 140. (2) Di questo genere furono i dranimi di Galeotto del Carietto, scrittore del secolo XVI. Veggasi il Tiraboschi, t. 7, parte 3, p. 1224, ediz. di Venczia. PAKTE rRIMA. 63 tnille grossolani difetti provenienti dalla stessa sua educazioHe e dalla credenza di un popolo super- stizioso , e fra scene ove il bulfonesco s' avvicenda col tragico , Y viom grande cicaleggia coi Davi e coi Simoni, e reroismo e vinto dall' iibbriachezza ( i ) , splende non di meno per originarie bellczze, piu facili ad ammirarsi che ad essere imitate (2). Ed allora non e desso romantico , ma classico ; perciocche ivi appunto non si e dai principj del- r arte scostato. II sue stesso genio gli ha det- tate alcune parti , nelle quali doniina il senti- mento del bello-, e le regole non altra cosa sono fiiorche tal sentimento ridotto a sistenia. Egli lia dunque conosciuti que' principj , e , sia per istin- to , sia per riflessione , gli ha seguiti la dove ha voluto al bcllo , al sublime soUevarsi (3). La (i) Veggansi fra le altre tragedie di Shakespeare VAm- leto e GiuUttta e Romeo , ma specialmente poi la Cleo- patra , ove abbondano cotali bizzarrle ed ove Lepido , che e ubbriaco, chiede ad Antonio, che pur e ubbriaco, che aniniale sia il coccodrillo , e questi risponde : Esso ha la forma d' un coccodrillo ■■ e largo tutta la sua lar- ghezza , ed alto tutta la sua altezza. Si move co proprj orgard ; vive di cib che lo nodrisce , e quaado i snoi ele- menti si scompongono , ei gode il privilcgio della metcmsi- cosi e passa in un altro corpo. Atto 3, sc. 12,. (2) Voltaire estraendo da Shakespeare e da altri tra- gici inglesi alcuni brani di una bellezza veramente su- blime, cosi si esprime : C'est dans ces morceaux detaches que les tragiqucs anglais ont jusqu'ici excelle. Lciirs pieces, presque toutes barbares , depourvues de biensiance , d'ordre et de vraisemblance , ont cles Incurs etonnantes au milieu de cette nait. Le style est trop ampoule , trop hors de la nature, trop copie des ccrii-ains hcbreux ; mais aussi les echasses du style figure , sur lesquelles la langue anglaise est guindee, elevent I'esprit bien haut, quoique par une mar- che irreguliere. Melanges litter, t. 47, p. 277, edit, de Basic. (3) V. La-Harpe, Lycee , Introd. p. 667. Neir anno scorso fu publjlicato a Londra un libro col titolo di Cliaracter, opinions, and writings of lord 64 r R o E M I o tragetlia romantica iiacquc pcrtanto nci tempi in cui la letteratura sorgeva ap|>cna dalla barbaric o dalla corruzione , ed essa non e quiudi nuova neir Italia. IMa non ando guari die gli stcssi maggiori no- stri fattisi sull' csempio del Trissino ad imitare i Greci, s' avviarono sul retto sentiero della ragione. Che se Ic loro tragedie riescirono freddc , appunto perche troppo alia foggia de' Greci rivcsdte , erano alnieno regolari e non mostrnose. Imperocche la dilTerenza che passa tra gl imitatori dei classici e que' degli scrittori di un genere false , i quali non di nieno pel loro stesso ingeguo hanno tal- volta saputo iiell' opere loro impriniere non volgari bellezze, e questa che i prinii non si scostano si facilmente dalla ragione, e saranno bensi non caldi, non veementi o sublimi , ma non mai ridicoli o forsennati; laddove i secondi, mancando di quella vena creatrice e divina che avvivo i loro modelli, si lasciano da una fontasia srcgolata a qualsivoglia asourdita e stravaganza slrascinare. Dei prinii ab- bianio F esempio ne' petrarcheschi , dei secondi nei seguaci del Marini , e ai di nostri negl imitatori del Manzoni. Intorno a cpiesti ultimi, cioe a' romantici , ci ap- pagheremo di far un ccimo della Beatrice Tcnda , tragedia istorica di Tedaldi Fores (i). Ed astenendoci Byron. In esso vieii dimostrato che il celcbre lord, sulle cui opere giurano i nostri romantici , non nutrlva per Shakespeare una straordinaria ammirazione, e che ben sentiva sino a qual punto questo poeta avesse oiTeso il buon gusto non che le convenienze teatrali , e quanto sotto tale aspetto foss^ egli inferiore ai tragici francesi : e la Bibl. ital. gia dimostrato avea che lord Byron non era altrimcnti romantico, t. 17, p- 39. Vi si aggiugne di pill che il nobile lord non sapeva pcrsuadersi come mai de' romantici foss' egli reputato qual loro capo-scuola. (i) Milano, i8a5, Class, ital. in 8.° E qui non pos- siamo a mono di sorridcre a quelle parole dt Classici PARTE PRIMA. 65 dal favellare della strana orditura dell' azlone e di tiitte quelle stravaganze e bizzarrie che pro- prie sono di questo genere , farera solo qualclie cenno intorno alio stile. II Manzoni la dove ha voluto sollevarsi daUa bassezza, seppe far use di un dire caldo , vivissimo , si penetrante che ogni anima ne e scossa , sublime ma non ampolloso , me- tafoiico ma non aflettato od iperbolico; onde di- rebbesi eh' egli nodrito ai fonti della Grecia diviene in tali luoghi classico a suo malgrado. Aprasi ora la tragedia del sig. Tedaldi: prendiamone a sorte qualche espressione. Nella scena 8.' dell' atto i.° Agnese , la rivale di Beatrice , sente di avere smar- rito r intelletto e cosi s' esprime : Una profon- da — Piaga ha soffcrta la ration ; sbalzata — Fuor delV orbita sua , verdginosa — - Eira la meute mia . ... La stessa Agnese , atto 3.°, scena I.* avvisando Filippo , il duca , perche si mo- deri nella sua passione , gli dice di non riscal- dare un ohliqao desio nel suo petto. Nella mede- sima scena cosi Filippo spiega ad Agnese il proprio amore : d inconsolabil foco ardo e deliro — Per questa beltd vostra: il di ^ la notte^ — Nella ve- glia e nel sonno all egjo spirto — • Come un Dio italiani stampate in fronte ad una tragetUa che fa ai pu- gni coi classici. Lo stesso autore scrisse, gia sono al- cuni anni , un romanzo poetico intitolato Narcisa , del genere dei poemi di Byron; intorno al qual romanzo la Bibl. ital. sentenzio che nominarlo dopo lord Byron e una bestemniia. Egli nel 1834 publ^lico in Cremona coUa stereotipia di Demicheli-Bellini un' altra tragedia intitolata Bondelmonte , di genere parimente romantico , sulla quale fAntologia di Firenze t. 16, p. 72, proferi un giudizio breve bensi, ma austero e giusto, saggia- mente chiudendo col raccomandare proprietd e natura- lezza agli scrittori , che forniti vanno d' ingegno : due prerogative con certa originalita non facili a conci- liarsi. Bibl. Ital. T. XLI. 5 ■66 P R O E jr I o (iin Dio\ Qui I'autore si scordo tVessere roman- tico e se ne scortlo pure nella scena 7." clelV atto 2.", ove Elia fa a Filippo il scffuente augurio: Ognora Giove vi protegge coi blaiidi uinidi influssi ) Come wi Dio si presenta e mi conqidde — E questo volto e qucste hraccia io cerco — Ehbro d amore , agnnizzante , ubbriaco nelV agoiiia ! Nella scena 12.* deir atto stcsso Guido , facendo ad Agiicse i piu tristi presagi intorno alle nozze di lei con Filippo, cosi si csprime : Al rlnnovarsi — Di questo giorno , ne andrd il sol ictroso — Spezzernwio gli estinti i vnuti avelli — ■ E di iiman sangiie si empierd la terral!! Nella medesima scena Agnese dice che fecondar vuole col pianto la terra si, die le produca un qualche Vendicator. Nella scena 7.' dell atto 5.° la luua vien detta astro gentile, pallido sole della notte , simpatia di dolor ecc. ecc. Non e que- sto che un saggio dello stile del signor Tedaldi. Ora quale dillerenza vi ha mai fra cotali affetta- zioni e quelle de' piu manieiati nostri secentisti ? Nessuna certamente. Agguingasi che quaudo il si- gnor Tedaldi vuol essere semplice , cade nella piu abbietta bassezza. Siane d'csempio quel luogo della scena 3.", atto 4.° ove il Castiglione minaccia Bea- trice con quest' elegante e peregrina espressione: Si tratta della testa e non del vostro — Grado : intendete? Parole veramente tragiche e sublinii! E di siniili altre eleganze e inliorata questa po- vera Beatrice (1). Ma solleviamoci oniai da cotali (i) Abbiam divisato di non parlare che dello stile. Clie se piu oltre spingessimo le nostre osservazloni, noi faremmo or ridere, or abbrividare i leggitorl. Al tessuto corrisponde egregiamente la chiusa. Molte grida confuse e dolorose hanno annunziata la morte della sveiituratn Beatrice dnchessa di Milano. La bella Agnese di lei ri- vale giace sveauta siilla scena. Filippo, lo spietato Duca, entra smanioso chiedendo chi gli strappi dal dgUo la sanguinante testa di Beatrice . . . La vedetc? — E dove? PARTE PRIMA. 67 sconvenevolezze. A noi basri 1' avere dimostrato clie la tragedia romantica non e di recente inven- zione, e che i suoi cultori aiizi clie spignere oltrc i vied limiti il buon gusto lo fanno retrogrado , movend' eglino i passi verso le torbide sorgenti deir arte per obliquo benche agevole cammino. Dopo le commedie del Nota, del Giraud e del Pocsia comica. Marcliisio, Jjen poco ha il teatro italiano di che van- tarsi ill questo genere di drammatiche composizioni. E certo di 2;raiide sforzo e di non coniuni mezzi e d'uopo per liberare 1' italica Talia dalle unghie dei suggeritoji , capi e artlstl comici , poeti scritturati , rapsodl mimici e simile razza di co.npositori per mestiere che ti obbligand ad ingojarti uno spetta- colo roniantico , un dramnia singhiozzante , una coniraedia eunuca , una farsa da trivio e da bor- dello , o che tentano abbagliarti coll' apparato scenico , coUo sfarzo degli abiti , col fuoco delle artiglierie e col trambusto delle bande militari. II peggio si e che a cotal genere si rivolsero pure alcuni Italiani non mancanti di studio e di lo^ica per far meglio o per desistere, avidi forse piu della grazia de' comici , che della propria fama. Ci duole di dover collocare in si fatta schiera e le Produzioiil teatrall di Giovanni Panzadoro, poeta estemporaneo, leggiadro e valente (i); e qualche componimento di Augusto .Bon , aitore comico nudrito alia scuola di Talia , e che in qual- che sua commedia seppe sottrarsi all' anatema del buon gusto movendo suUe orme del veneto dimantla Riccio, uno degl' infami di lul adulator!, e Fi- lippo: Qua . , . la . . dovunque . . . siil mio sen! A queste parole Riccio rilevando da terra Agiiese , e ponen- dole una mano sid seno risponde : Su questo — Pace ed obblio , Signor, vi si promette, e giu il sipario. Chiii- dimento ingegnoso , e hella lezione di morale ! (i) EfTemeridi di Roma, t. 6, p. 339. 68 P R O E M I O Terenzio (i) ; e non pochi drammi dclle rorenti CoUczioni e massiinaniente del Giornale teatrale die si pubblica a Venezia (2). Ma il teatro italiano non mai risor2;ere potra fiu die qualdie mano benetica uoii gli i'accia dono d' un l)uoii Repcrtorio , il quale serva quasi di ca- none alle coniidie conipajinie , almeno a quelle fregiate del nome di qualdie grande mecenate. Questo sarebbe ruuico mezzo con die ricliianiare al buon gusto eziandio il pubblico , siccome in- nanzi d' ogni altra riforma propoueva Altieri. Ne ci sembra die a tale saluberrimo scopo molto gio- vato abbia il sig. Barbieri coUe sue collezioni (3), (i) TeatrO comico di Aug. Bon. MiLino, 1823, tip. di Commercio, t. 6, in 12.° Quest' autore dotato e d'in- gegno e d' esperienza potrebbe forse meglio d' ogni altro far dono all' Italia d' un buon Jlepertorio comico. Prova ne sono alcune delle sue comraedie. (2) Giornale teatrale. ossia Scelto teatro italiano, tedesco e francese. \enezia , Rlzzi e C, in 12." Ne sono gia usciti 120 fascicoli. E vin'indigesta faiTaggine di componimenti teatrali d' ogni specie con giudizj non meno indigesti. Meno soggette alia coniune depravazione sono le due Commedie del sig. Giulio Genoino, puliblicate sotto il titolo generale di Opere dranimaiiche (Napoli, 1824, Societa filomatica , in itt.°), ma fredde ci senibrano e di poco interesse si nella composizione che nell' anda- mento. La crisi del matrimonio di Luigi Pellico, Torino, 1824;, in 8."^, ha il difetto d'essere in cattivi versi; ed alia commedia italiana , che che ne pensi 1' autore, non bene si prestano nenuneno i buoni versi. II sig. Vincenzo Berni degli Antonj pubblico una commedia col titolo di Adulatore, Bologna, 1822, Nobili, in 8.°, non mancante di frizzi e di sale comico. Anche una donna bellaniente esercitossl nel genere drammatlco, la signora Speclosa Zanardi Bottloni, e nel 1822 pubblico in Parma, tip. Due, in 8.°, alcuni Componimenti teatrali. (3) IVuova Racco'ta teatrale, o sia Mepertnrio scelto ad uso de teatri italicini , compilato dal prof. Gaetano PARTE PRIMA. 69 sebbene vada egli dotato di non volgare ingegno, ed in questo genere di componimenti siasi con esito non senipre infelice egli niedesinio cimentato : perciocche nella sua scelta fu talvolta troppo ser- vile di cio die dicesi effetto teatrale , il quale variando second o il variaie dei tempi e de' costumi non sempre essere puo di norma al buon gusto ; molto meno poi quando trattasi di componimenti stranieri , il cui elletto deiiva sovente da frizzi e modi proprj soltanto della lingua in cui furono scritti, od anche da costumanze puramente patrie e tali die perdono ogni pregio in altro suolo tra- piantate. Assai merito bensi del teatro italiano la compagnia iloinagnoli-Bon al servizio del serenis- simo Duca di Modena col ricliiamare in vita le commedie del Goldoni, il pittore della natura; ed il pubblico milanese le fu nell' amio scorso giu- stamente prodigo di lodi ed applausi. E noi ancora le facciamo plauso , ma ad un tempo vorremmo eh' ella stata fosse piii parca e giudiziosa nella scelta ; essendo die non tutte le composizioni di quel padre della commedia italiana sono ugual- mente belle , e cio die piu importa , non tutte scevere di plebee laidezze e di mal costume. Sarebbe questo il luo2:o in cui discorrere anche ,, , , del melodrainmi , genere di poesia teatrale proprio tutto della sola Italia ; ma qualunque ne sia la causa , o la mancanza di biioni poeti o la tiran- nide dei cantanti e dei maestri , ben poclii com- ponimenti di qualclie pregio vantar possiamo dopo r immortale Metastasio. Fu gia detto die il senno del pubblico va col Aitn generl di secolo progrcdendo. Sembra die la fdosolia a di poe^'»- Barbieri. Milano, iSai, Pirotta, vol. 12, in 12.° Bibl. ital. t. aa, 24, 27 e 28. Fupertorio scelto conipilato dallo stesso. Milano, i8a3-24, tip. di Commercio, vol. 8, in 16.° Bibl. ital. t. 36, p. 344. Antologia di Firenze , t. 1 1 , p. 171. yd r R o E M I o nostri fatta siasi moderatrice anche delle arti clie rig;lie sono dclT inimaginazione ; ed ora di fatto dai piu anzi clie il diletto aniasi Y utile e il vero. Qiiiridi e che nel genere lirico, didascalico, pa- storale , satirico , ecc. , cioe nei minori generi di poesia , ben poclii scrittori nel passato lu- stro acquistaronsi fania. Tra questi poclii eletti collochcrenio oltre il Monti , i cui versi sono sempre sparsi d' ambrosia (i), un Ippolito Pinde- nionte, che offeri un pictoso tributo alia memoria deir insigne astronomo Gagnoli (2) , un Giovanni Rosini (3) , una Teresa Albarelli Vordoni (4) , un' Angelica Palli (5), un marchese Gargallo (6), il marchese Giuseppe Antinori (7) , Francesco Am- brosoli, il conte Paradisi ed Alessandio Manzoni. II sig. cav. Ricci ci fece dono di un grazioso vo- lumetto d' Idillii spiranti buccolica venusta , d' un tenero dramma boschereccio e di alcuni sacri com- ponimenti (8). II conte Pietro del Verme piacen- tino si esercito felicemente nel genere esopiano , e die alia luce quaranta apologi con imo stile facile ed elegante, con versi spontanei e con leg- giadre descrizioni (9). II sig. marchese Giancarlo di Negro , gia noto pe' suoi versi estemporanei , (i) Delle Poesie varie, alcunc inecUte del cav. Monti si e intrapresa una vaga ecUzioncelia clalla Societa dei Classici ital. Milano, iSaS, in i6.° . (a) Tributo ecc. Verona, 1821, Societa tip., in 8." (3) Poesie ecc. Appcndice. Poesie di Gio. Meli ridotte in italiano. Pisa, Capurro, 1821, in 16." (4) Versi ecc. Padova, 1824, Minerva, in 8." Bibl. ital. t. 35, p. 39 e 141. (5) Poesie ecc. Livorno, 1824^ Masi, in 8.° (6) Poesie di Tomaso Gargallo, marchese ecc. Pisa, 1824, Capuri-o, in 8.°, ed altrove. (7) Poesie ecc. Pisa, 1821, Capurro, in 12.° (8) Pisa, 1822, Nistri, in 16." (9) Favole, Parma, 1821, tip. Dae, in 8." piccolo. PARTE PRIMA. 7 1 voile cimeiitarsi con un difficilissimo genere , pub- blicando varj Sermoni sacri in terza rima (i). Duolci di nou poter lodare die la pia intenzione, se pure 1' intenzione valer potesse in fatto di poesia. La suppellettile delle poesie volanti va di anno in anno scemando neir Italia; segno non dubbio dei progressi degli utili studj, del che abbiamo giusta ragione di gloriarci. Ad onta di tutto cio grande e tuttora la farraggine di odi , di canzoni , diinni, di cantiche , di soiietd, e specialniente di sermoni, onde tuttora infioransi ^' imenei, le nuove messe, le inaugurazioni de' sacri pastori , le tombe dei niorti e gli avvenimenti si di beta die di triste ricor- danza. E chi niai chiudere potrebbe la bocca ai maestrini ed ai poetucci ancor poppanti, che gon- fiansi d'aria e vanno tronfj allordie porgere ti pos- sono cpialche frutto colto ne' troppo ubertosi campi deir Arcadia ? E qui viene in acconcio il ripetere cio die un nostro giudizioso italiano scrisse 2;ia a questo proposito: cc Un tempo ogni nuovo accademi- co die venisse ammesso nell' Accadeniia di Francia avea per istituto di lodare Lui2;i XIV , e nel rin- graziamento alia stessa Accademia quello di lodare il Re viveiite , il card, di Richelieu , il cancelliere Seguier , 1 accadeniico defuuto , se medesimo di rimbalzo e va discorrcndo ; il che riusci , non passarono molti anni , la piii fastidiosa cosa del mondo ad udirsi: onde fu proposto da unbclluniore di avere una volta per senipre un rin2;raziamcnto hello e fatto all' Accadeniia. In esso lasciarsi do- veano in bianco i nomi cosi dell accadeniico de- fuuto , come del nuovo da riceversi -, e cosi col mettervi soltanto a un bisogno tale o tal altro nome servir dovesse per ogni ricevimento da farsi nel tempo a venire. Che non si potrebbe fare nel- r Italia un simile provvcdimento per tuttc le feste, die con tanta solenne noja d' ogni gcntil persona (i) Geiioya, iS.iS, Pontlienier , in 4.° -72 PROEMIO si sogliono sonettizzare ? Prendere un sonetto di que' tanti che ne son fatti per le monacazioni , prenderne uno per le prime messe, uno pei dot- tori, lino per gli sposalizj , ecc; ristampar qucsto di niano in niano , il quale sarebbe la solita anti- fona da cantarsi quando ricorre quella tal festa» (i). Bligliore provvediniento ci sembra nondimeno quel- le gia da alcuni posto in uso , e nella Biblioteca Italiana gia piu volte commendato , cioe di pub- blicare in tali festevoli circostanze qualche classica I'eliquia , qualche nuova traduzione , qualche ine- dito o rare monumento , qualche cosa insomnia die air utile accoppii il dilettevole e V anieno. E cio praticare non men potrebbesi ne' sagri avvenimenti col volgarizzamento di qualche oniilia de' Padri, con qualche dotta dissertazione d' ermeneutica o di sagra ed ecclesiastica archeologia, Se non che divenuti oggimai di moda i Carmi od i Sermonl in verso sciolto, genere per se stesso difficilissinio nia ingannevole e lusinghiero , in cui tutti i mediocri ingegni credono di poter cogliere qualche fronda , perche anche a' mediocri riesce talvolta di scrivere qualche buon verso fra le cen- tinaja di pessinii e malaugurati ; questo genere appunto venne da non poclii avidamente abbrac- ciato. E taluno , quasi teniendo die i suoi lavori non fossero si facihiiente accetti al pubblico scliiz- zinoso , si avviso di vestirli ben aiico coUa splen- didezza dell'edizione e coi fregi delle tavole e delle incisioni , allettando con cio 1' occliio dei meno veg2;enti. Tra questa classe temianio che non ven- gano per awentura da taluno riposti i Carmi di Angelo Mocchetti, intitolati Dei Monumc/ui (2) , (i) Algarotti. Pensieri diversi. Opcre, T. 7, p. 116, edizione del Palese. (2) Parma, iSaS, co' tipi Bodonianl , in 4." Finora veduto non abliiamo che il Carme prmio al defiiiito Luigi Bello. E qui mentre vuoisi comraendata la Ijuona intenzione PARTE PRIMA. 78 ed il Calomero del Conte Folchino Schizzi (i), ambedue magnifiche edizioiii, di belle tavole cor- redate. Ci ha quindi peiicolo che a si fatti poeti da qualche nialigno applicar si possa cio die di Apelle si racconta ; il quale veggendo Elena di- pinta da un suo scolare tutta d' oro e di gioje adorna, lo motteggio che non sapendo egli farla bella , r avesse fatta splendida e ricca. Chiunque poiigasi ad esaminare i progressi fatri storia. a' di nostri dalla geografia, dalF antiquaria e dalla del poeta nel volgere la penna ed il cuore all' onoranze de cari esdnti , non possiamo a meno di maravigliarci come mai trattandosi di nionumenti destlnati alia peren- nita dei secoli abbia egli dato principio da un nome , che nessuno s' avvisera mai di porre tra gli splendor! dell' Italia. Noi onoriamo la memoria deir abate Eello. Uom benefico, pio , costante si nelFavversa che nella prospera fortnna, amico leale saggio, ottimo cittadino, eccellente nell' istruire la gioventii , nodrito nella la- tina classica letteratura ben meritato avea della patria sua. Ma di lui non conosciamo alcun' opera che vera- mente degno lo renda dell' immonalita. Quanti uomini, al pari di esso benemeriti , vantarsi potrebljero dalle altre citta deiritalia? Gli applausi allorche oltrepassano i confini divengono freddi ed insulsi , e cjuindi qualche giornale non senza ragione motteggio i tanti elogi fatti in morte di Bello. In que' giorni serabrava che con lui tvitta estinta si fosse la gloria di Cremona, citta d'altronde coltissima e di valent' uomini feconda. Che mai sarebbesi potuto fare di piii per un Pacciaudi , per un Lanzi , per un Morcelli , per un Pini , per un Venturi , tutti ecclesia- stic! e uomi tutti veramente europei ? Ne pero ristassi il pianto in morte del Bello. Fu di recente nella stessa Cremona , co' tipi de' fratelli Manini , da certo dott. Gio- vanni Chiosi pubblicata una Visione morale che ha per titolo la Valle de' Suicidi. Poteasi forse imaginar di peggio per onorare la memoria d'un uoni dabbene , d' un buon cristiano, quanto il fingere che I'anima di lai vada va- gando nella valle de' suicidi? (i) Milano, i8i5, Bettoni, in 4." graade. ^4 r R O E M I o cronologla, facilmente si pei'suadera essere questa forse 1 cpoca la piu fclice per glistorici, potendo eglino giovarsi di tanti sussidj de' (piali non si doviziosi andavario i niaggiori nostri. Ma i lunii della Idosolia rcso hanno ancor piu ardiio questo genere di letteratura ; licliiedendosi in chi scrive la storia , oltre un ingegno eccellente , schiettis- simo amor del vero , nessuna passione di parti , non aderenza di mecenati, profonda cognizione del cuore umano. Questo bel ramo di letteratura ha pur avuto i suoi cultori nell Italia negli auni de' quali parliamo. E tralasciando qui aucora le ristauipc , le nioltissime traduzioni dalle lingue straniere , non che i compendj , die generalmen- te dannarsi dovrebbcro come pesti della Storia, siccome saggiamente sentenzio quell' emporio di critica ed erudizione, il prof, bibliotecario Zola (i), (i) Tanti sono i compendj storici, ed altri si fatti libri pubblicati nell" Italia in questi ultimi anni, che fonnarsene potrebbe un"" appariscente Biblioteca. ]\Ia, buon Dio, qnal sorta di compendj ? II piii delle volte miserabili compila- zioni tratte a salti dalle opere piii voluminose , senza verun criterio , senza garbo , senza stile , senza alcuna guida cronologica ; plagi inverecondi, impostura ed afFet- tazione per sino ne' frontispizj. I compendj di Segar, pregiabiii perche appunto scritti da un Segur, hanno fra noi animata la vena di alciini facitori di libri che si assunsero T arduo impegno di contiuiiare it Compen- dio della storia universale di queir illustre scrittore. Ma la pill parte di tali compendj e ben lontana dal raggingnei-e i pregi dell' opera francese. Leggasi sol- tauto la Storia di Fortogallo di Davide Bertolotti , e se ne giudichi. Noa negheremo che fra quegli scrit- tori noa si trovino anche uomini di non volgar in- gegno e di vasta erudizione ; ma duolci appunto che tali uomini nittrano si poca soUecitndine per la pro- pria fama. Sembra che a' di nostri in varj paesi d" Ita- lia e specialmente nclla Toscana e nclla LomliSrdia, PA-RTE TRIMA. 76 rammenteremo la Storia antica e moderna d' Ita- lia del cav. Luigi Bossi felicemente condotta a avvenuto sia cio die de' snoi tempi racconta Voltaire. Giovera il qui trascriverne 1' intero brano : La nialkeu- reiise espece qui ecrit pour vivre , est charlatans dune autre maniere. Un pauvre homme qui n'a point de metier, qui a eu le malheur d'aller an college et qui croit savoir ecrire, va fairs sa cour a. un marchand Ubraire , et lui demande it, travailler. Le marchand Ubraire sail que la plupart des gens domicilies veulent avoir des petites hi- bliothcques , quil leur faut des abreges et des litres nou- veaux ; il ordonne a I'ecrivain un abrege de Z'Histoire de Rapin Thoyras , un abrege de THistoire de TEglise , un Recueil de ]30iis mots tire du Menagiana, un Dictioniiaire des grands hommes , ou I'on place un pedant inconnu a cote de Ciceron , et un sonnettiero d' Italic aupri^s de Vir- gile. Un autre marchand Ubraire commande des romans , ou des traductions des romans. Si vous riavez pas d'imagi- nation, dit-il a son ouvrier , vous prendrez quelques aven- tures dans Cyrus , dans Gusman d'Alfarache , dans leS Memoires secrets d'un homme de qualite, ou dune fenime de qualite , et du total vous ferez un volume de quatre centes pages a vingt sous la feuille, Un autre marchand Ubraire donne les gazettes et les ahnanacs de dix annees a un homme de genie. Vous me ferez un extrait de tout cela , et vous me rapporterez dans ti-ois mois sous le nom d'Histoire fidelle du temps, par mons. le chevalier des tres etoiles, lieutenant de vaisseau, employ^ dans les affaires etrangeres etc. (Dic- tionn. philosoph. ). Che se pure volessimo proporre quasi un modello di compendio storico , megho far non sa- premmo clie cltare il Manuale storico del tedesco Heeren; ottimo libro , vero tesoro di politica , di statistica , di erudizione e di critica. Opera piu che erculea, ed alia cui collezione non basterebbero le sale delle piii vaste librerie . e quella intrapresa in Milano dal Bettoni, in 8." col titolo di JBiblioteca storica. Essa abbracciar dovrebbe non meno che gli storici di tutti i tempi e delle nazioni tutte ! ! ! Molti volumi ne sono gia usciti , e molti lamenti fatti furono sovr'essi da quegli associati che non si appagano 76 PUOEMIO compimento (i); opera non iscevera di mende , ma di vastissinui enidizione, e talc clie in avve- iiire ncssuiio potra acciiigersi alia storia generale d' Italia scnza aver prima ad essa attinto. Lo stesso cav. Bossi stando quasi sovra 1' un piede detto pure una Storia dclla Spagna antica e modcrna (2). Opera di vasta erudizione e forse la prima che pubblicata siasi in Italia in cpiesto genere , e quella del Rampoldi col titolo di Annali musidinanl (3) , quantunque poco accurata nella lingua e nello stile. L' Istoiia di Milano del cav. Rosmini (4) risveglio un generale desiderio per una nuova edizione di quella del conte Pietro Verri , e tale desiderio fu soddisfatto (5). Ma anche la Storia del Verri pecca per non lievi omissioni e non va scevera di mende. Milano non ha ancora una storia. Lavoro di gran lena e la Storia dell antica Grecia del cav. Vincenzo Di'ago ; ma dai primi della sempllce suppellettile libraria. Blbl. Ital. t. 3a, p. 284. Ma e cosa oggimai notissima , essere stato il Bettoui felice nell' imaginare, sgraziatissimo neireseguire. (i) Milano, 1 8 2. 1 e segg., Bianclu e Giegler, t. ig, in 8." fig. (a) Milano, 1811-24, *iP' *^^ Commercio, vol. 8, in 1 2.°, con carte geograficlie e tavole in rame. Bibl. ital. t. 3o, p. 32 3, e t. 3i , p. 3ia. (3) Milano, 1822-25 , Rusconi, vol. i." al 10.", in 8.** Bibl. ital. t. 27, 3o, 32, 37 e 40. (4) Milano, 1820 e 1821, Manini e Rivolta, t. 4, in 4.°, con tav. in rame. Bibl. ital. t. 24, p. 396, t. 28, p. 3 e 145 , t. 29 , p. 3. (5) Milano, 1824, Destefanis, t. 4, in 8.", co' testi latini tradotti dal conte Bossi. Nitida e corretta edizione cui precede la vita del conte Verri, scritta dal liarone Ciistodi, benemerito editore degli Economist! italiani. II quarto volume e tutto lavoro dello stesso Barone , il quale giovandosi de' frammenti lasciatl dal conte Verri condusse la storia di Milano sino alia morte di Leo- poldo II, cioe bino al 1792. PARTE PRIMA. J-^ volumi, non isceveri di gravi mende e rldondanti di sovercliia ammirazione per nn popolo di cui Tautore mostrasi trojjpo iavaghito , conghietturare non possiamo a quest' opera quell' esito felice che pure le brameremmo (i). Lodevole impresa e degna dei nostri tempi , nei quali e divenuto generate \ use d' esporre in ta- vole da valenti arteliei intagliate i piu famosi fatti si della mitologia che della storia ( nel qual ge- nere va si bene esercitandosi quel bizzarre e fecondo ingegno del Pinelli ) e quella che vien pubblicata ad acqiia tinta col titolo di Fasti di Miluno, o quadri storici della cittd e della provin- cia di Milano (2). Francesco Rebuschini scrisse la Storia del lago di Como (3). 11 cav. Manuo die prin- cipio ad una nuova storia della Sardegna (4). Na- poli ebbe una nuova edizione della Storia di Fran- cesco Capecelatro (5). Opere commendabili e scritte con imparzialita e nioderazione sono quelle di Saverio Scrofani della Dominazione desH Stranieri ill Sicilia , e di Hosario Gregorio , Discorsi iii- toino alia Sicilia (6). L' Avvocato Fanucci scrisse la storia dei tre celebri popoli niarittimi dell' Ita- lia, Veneziani , Genovesi c Pisani (7). Non ricca di storie era la citta di Trento. A tale difetto suppli in parte il chiarissimo Barbacovi, sebbene (i) Milano, iSao-aS, Bettoni, t. i.° al 4,", in 8.° Bibl. ital. t. 25, p. 242. (2) Milano, 1821 e segg., etlitori Boccaccini e Bot- ticelli, in fogl. oblungo. Bibl. ital. t. 2.5, p. 192. (3) Milano, 1822, V. Ferrario, t. 2, in 12." Bibl. ital. t. 33, p. 35. (4) Torino, 1825, Aliana e Paravia, t. i, in 8." Bibl. ital. t. 40, p. 3. (5) Pisa, 1 82 1, Capurro, t. 4, in 8." (6) Bibl. ital. t. 27, p. 170 e t. 38, p. 322. (7) Pisa, 1817-22, Pieraccini, vol. 4, in 8.° Bibl. ital. t. 29, p. 5q e 145. 78 P R O E M I O / glunto gia oltre 1' ottantesimo aiino e da piu anni CJCCO (i). Alia storia appartiene , cpiasi spontaneo monu- niento iniialzaio da una cittii fedelissinia all' aniato suo monarca , 1' opera pubblicatasi col titolo di Fran- cesco I in Trento nelle feste di Natale del 1822 (2). Ma opera veraraente classica e tutta italiana e cpiella che va dal conte Pompeo Litta pubblican- dosi col titolo di Famiglie celebri italiane (3). Quando pensianio all' improba fatica di questo (i) Memorie storiche della citta e del territorio di Trento. Ivi, 1821, Monauni, in 8." Bibl. ital. t. 35, p. 34. (a.) Trento, i8a3, Monauni, La fogl. Bibl. ital. t. 35, p. 394. E qui non possiamo a meno di palesare i voti nostri , perche la citta di Milano che tanto si distinse in celebrando il soggiorno del medesimo Francesco I , Cesare Augusto , lo scorso anno nella pati-ia nostra , tx-amandi alia posterita un uguale monumento, in cui descritto sia tutto cio ch' essa fece in si fausto avveni- mento. Che la memoria dei fatti conservata nelle stam- pe e perenne, ma gli archi e i monumenti temporanei passano col giorno e piix non sono. La tipografia dei Class, ital. die alia luce in questa medesima circostanza la Descrizione delle feste celebrate in Milano per le nozze delle LL. AA. RR. C arcid. Ferdinando e V arciduchessa Maria Beatrice d' Este fatta I' anno delle medesiine nozze 1771 , dal celebre Giuseppe Parini , in 8.° II sig. pit- tore Gallo Gallina ha pubblicato in una bella stampa a colori il faustissimo ingresso in Milano delle LL. MM, II. RR. AA., e r augusto Imperatore e Re si e degnato d' accettarne la dedica. (?>) Milano, i82i-i8a5, G. Ferrario , in fogl. fig. Bibl. ital. t. 2a, aS, a6, ay, Sa, 38 e 40. Ne sono usciti quindici fascicoli che contengono la storia di oltre a venti delle piu cospicue famiglie d' Italia. Le tavole sono lavoro de' migliori artisti di questa citta , e consistono in monnraeati sepolcrali d' ogni genere, in medaglie , monete ed imagini ritratte spesse volte da pitture , e percio miniate con somma diligcnza. PARTE I'niMA. 79 grandiose lavoro , alle cure , alle soUecitudini , ai dispendj onde procacciar da ogni parte notizie e disegiii, noil possiamo a nieno d' ammirare il gc- neroso ardimento di un privato ; ma ad un tempo costretti siamo a compiangere la miseria dei tempi in veggendo lo scarso numero degli associati neir Italia stessa , la quale non ebbe forse mai coUe stampe un monumento piu di questo ono- revole e sublime. Anclie la Storia ecclesiastica non fn in questi storia anni obbliata -, e la Biblioteca Italiana fe' giusta- eccieiiastka. mente plauso agli editori della ristampa delle Vite de diciassette confessori di Crista del Padre Gio- vanni Pietro Maffei (i), scritte con amabile inge- nuita e degne d' essere proposte a modello in simil genere di lavori. E di ugual tempera e ancora la Vita dei Santi conjugi Zoe ed Espero e figH loro Ciriaco e Teodalo (2) , scritta da Luigi Uberto Giordani, uomo il cui uome risuona fra gl' illastri scrittori di Parma. Felicemente vanno pure pro- gredendo i Fasti della Chiesa nelle Vite. de' santi in ciascun giorno delV anno (3) , e giova sperare die lungi dallo scemarsi andera sempre piu avvi- vandosi lo zelo degli editori , animati dagli auspicj de' ragguardevolissimi personaggi, cui dedicati sono i varj volumi. Noi non abbiamo accennate clie quelle poclie storia storie che piri ci sembrarono meritevoli di men- moJerna. zione ; giacche in questo ramo ancora ci furono i mediocri ed i prezzolati facitori di libri ; ue im- presa si agevole sarebbe il tutte rammentarle (4). (i) Milano, 1821, Manini e Rivolta, in 12,.° Bibl. ital. t. 34, p. 398. (a) Parma, 1821, Paganino„ in 8." (3) Milano, 1824-1825, Bonfanti , in 8." figurato. Ne sono usciti vol. 3. (4) Meritano appena d" essere ricordatl come opera sto- rica gli Awiali d' Itcilia compilati da A. Coppi dal lySo al 8o PROEMIO Non ci siam pure intertemui intorno ai narratori dc' moderui a vveainienti , materia scabrosissima , nella quale e troppo facile il fare naufragio. Ne a parer nostro puo riporsi fra le storie veramente classiclie quella pure del Botta , la quale comeche nello stile proceda piu libera e semplice di quella d' America, si risente non di meno di una retto- rica raffinatezza nelle aringhe e nelle descrizioni, e cio che e peggio pecca di ommissioni e di legge- rezza nelle circostanze di akuni a\'^'euimenti. Essa meritossi qumdi la critica de' giornali e di autore- voli scrittori (i). La sola storia in questo genera veramente classica , e che non ha alcun' altra che la pareggi fra le moltissime pubblicate anche ol- traraonte intorno agli ultimi avvenimenti che tutta scossero FEuropa, e quella delle Campagne e de- gli assedj degl Itxdiani in Ispagna del cav. JMaggiore Vacani (2). Nulla puo imaginarsi di piii importante quanto alia materia , nulla di piii bello , di piii Bcpiisito quanto alia topografia. L' autore ebbe la gloria di vedere 1 opera sua benignamente ac- colta da S. M. f augusto nostro Imperatore e Re , non che dai serenissimi Arciduclii e da quasi tutti i Sovrani deU Europa. Le truppe italiane hanno nella storia del Vacani un monumento delle loro virtu raarziali e di cio elf elleno operar potreb- bero se per awentura dal principe o dalla patria chiamate fossero a novelle prove di valore , di fedelta e di costanza. Chiuderemo con un cenno sull' opera intitolata c moderoo. il Costume untlco e moderiio , dessa ancora alia 1796. Roma, 1824 e 1825, de Romanls, vol. i.°al 3.", in 8.° e che voglioasl scritti in coatinuazione degU Annali del celebre Muratori. Noa ci semhra che 1" autore abbia forze a tanta impresa acconce. Bibl. ital. t. 35, p. aoS. Ci) Vedi Menvorie di religione ecc. Modeaa ecc. (2) Milano, 1823, I. R. Stamperia , vol. 3 gr. in 4." con atlante in foglio. Bibl. ital. t. 39, p. 3J4. Costume antico PARTE PRIMA. storia appartenente : impresa arditissima , che ad onta dei difetti dai quali non possono si agevol- mente andare esenti le opeie di cotanta mole , for- mera niai sempre un epoca nei fasti dell' italiana ti])Ogralia. Essa s' innoltra a gran passi al suo coni- pimento. L'Asia, T Oceanica , T Africa e 1' America sono oggimai compiute. Di molto innoltrata e pme r Europa , la parte piii importante e la piu diffi- cile a ben condiirsi. II primo tomo diviso in due parti contieue la Grecia , opera tutta del con- sigliere Gironi , di cui e pur lavoro cio che concerne la Spagna ed il Portogallo. Gia piibbli- cati fmono i costumi degf Italiani dalf invasione de' barbari sino a' di nostri , opera dell' editore stesso, e gia veduta lianno la luce sei fascicoli della Germaiiia , eruditissimo lavoro del cav. Luigi Bossi. Quanto prima appariranno i costumi delta Francia , dell' Inghilterra , della Russia e de' paesi settentrionali , con die verra chiusa 1' opera tutta. Mentre alcuni associati che coll' occhio vanno piu in la de' frontispizj , non cessano d' encomiare gli avanzamenti dell ardua impresa e di mauifestare i loro voti perche qualche materia trattata sia con maggior estensioire, altri amerebbero che 1' autore nel letto di Procuste miseramente raiinicchiandosi non oltrepassasse i cento fascicoli a norma del manifesto. ]\Ia il Ferrario allorche die incomin- ciamento all opera , preveder non potea le nuove scoperte di questi ultimi anni , si fecondi di viaggi in ogni parte del globo. L' ommettere tante pere- grine ed importantissime notizie stata sarebbe turpe niancanza; f inserirle nes^U opportuni luoghi dovea necessariamente rendere 1' oj)era piu voluminosa. Chi mai ad oggetto di non dipartirsi dai prescritti limiti, consigliato avrebbe 1' editore a non preva- lersi del nuovo viaggio nel regno degli Ascanti , dellc cognizioni sul Brasile coutenute nel viaggio del principc JMassimiliano Vied-Neuwied, e delle grandiose opere di Daniel suU' Indostan e sulla Blbl. Ital. T. XLI. 6- 8a r R o E M I o Cafreria , di Humboldt e Bonpland sulF America , e di tanti alti-i rcccntissimi e dispendiosi libri di qiiesto gencre acquistati, non ha guari , dalT I. R. biblioteca di Bicra ? Chi anzi non consiglierebbe 1' editore ad aggiiignere un suppbmcnto all' opera tutta , giovandosi degli ultimi viaggi ncUa Cina, nel Tibet , nella Persia , nelle Indie Orientali ed in altri paesi ? Azione bensi vituperevole fu quella del siguor Vincenzo Batelli die stabili una tipo- gralia in Firenzc per poter ivi ristampare impu- nemente V opera del Qostitme. E gia i giornali hanno bastevoimente favellato di questa violazione di pro- prietd letteraria, ed i paesi d' oltramonte non che r Italia gridarono alio scandalo (i). II Batelli crede di potersi giustilicare alTermando che la sua e una seconda edizione ricorretta ed accresciuta. Ma gia r autore stesso , ben persuaso che in si scabroso e lungo cammino non avrebbe potuto a meno di talvolta inciampare, protestato avea, a nome ancora dei suoi coUoboratori, di volersi prevalere delle os- servazioni che nel progresso delV opera comunicate gli verrebbero dai dotti dell' Europa e di farle di pubbhco dritto al compimento dell' inipresa. Biografia. Un vastissimo campo ci si aprirebbe se entrar volessimo nella biografia: parte della storia tanto piu facile a maneggiarsi , qnanto che risguarda non gli avvenimenti di un popolo o di piu secoli , ma le azioni di un privato. E qui ancora 1' ambizione dello scrivere e del lodare e andata si oltre che non ci ha tpiasi giorno che ne' publ^lici fogli non si legga qualche ampolloso articolo di necrologia. Ne piii gli elogi funebri riserbati sono a quelle anime elette che grandeggiarono nelle virtu, o nuova via apersero alle arti ed alle scienze , od (i) Pensicrl inedili d' un vecchio stampatore-lihraio in- torno alle proprietd letterarie ed alle ristampe , ecc. Bibl. ital. t. 3 1, p. 2 5. V. anche la Mevue encyclopedique , aout 1 823 , p. 484. .' PARTE PRIMA. 83 un raggio di gloria aggiunsero alia patria, o Tuman genere colle opere loi o beneficaroiio ; ma tu vedi frondi d'alloro sparse sulle tombe d'uomiiii pres- soche ignotj , innalzate al cielo come degne di se- dere co' Galilei, co' Filangieri, co' Torquati, per- sone appena per coltura e probita note ne' confini d' un municipio. Quanto non sarebbe a bramarsi clie, siccome dell' Egitto si racconta , ogni citta deir Italia avesse un magistrato inesorabile. dal cui giudizio dipendesse 1' accordare F apoteosi ai de- funti ? (i). E tale provvidenza vorremmo che si estendesse anche ai monumenti funerei , la cui profusione e presso di noi divenuta oggimai scan- dalosa. La scultura , arte divina , destinata gia a perpetuare i grandi avvenimenti e la memoria de' pochi degni dell' immortalita , vedesi ora non rare volte prostituita agli Adoni , ai LucuUi , ai pseudo-letterati , ad uomini il cui nome giacque colla lor vita estinto. Tra le opere di biografia meritano onorevole men- zione il Codice diplomatico Colombo-cunericano pub- blicato per ordine dei Decurioni della citta di Ge- nova (2) ; il Sepolcro di Winckelmann in Trieste (3) ,• la Biografia di Antonio Canova scritta dal cav. Cico- gnara (4) ; le Memorie per servire alia vita di Dante (i) E qui non possiamo a meno di ripetere cio che contra T abuso de' superstiti neU'onorare i defunti fu gia scrltto dalla Bibl. ital. nel Proemio del 1820 (t. 17, p. 69). It I lumi del secolo e della ragione doraandano una legge suntuaria che dia al lusso de'tiinerali una direzione utile alle arti del disegno , all' abbellimento del paese , alia durata stessa della memoria di chi vuolsl onorare. " (2) Genova iSaS, Ponthenier , in 4." Bibl. ital. t. 84, p. 289. (3) Venezia, 1823, Alvisopoli, in 4." fig. Bibl. ital. t. 35j p. 25i. (4) Venezia, 1823 , Misslaglia, in 8." Bibl. i»al. t. 3i, p. 180. Tra i molti scritti intorno a Canova, merita 84 P R Q E M I O di Giuseppe Pelli ( i ) ; la Vita dl Pier Lulgl Far- nese prirno diica di Parma, del P. Ireneo Alio (2); r Elogio storico di D. Biaiica Uggeri Capece della Sornaglia, scritto da Francesco Gambara (3) ; 1' Elo- gio del C. Giarnbattista Giovio , del ])rof. Cate- nazzi (4) ; 1' Elogio storico di Pietro Rid>ini par- ' Tnigiano , scritto da Angelo Pezzana (5) ; I Elogio delV abate Bartolom. Lorenzi , scritto dal Monta- nari (6),; le Notizie storiche spettanti la vita e le opere di Lorenzo Leonhruiio insigne pittore man- tovano del sec. XVI , del Prandi (7) ; le Memo- rie di Michelangelo Bnonarotti dd nianoscritti (8) ; i Cenni intorno Cosimo I e Pietro Leopoldo , gran- duchi di Toscana , di Michele Leoni (9) ; le No- tizie storiche e critiche di fra Giacomo da Torrita, primo ristoratore dell arte musivaria nell Italia , del prof, de Angelis (10) ; le Memorie intorno alia vita del senatore Gio. Attilio Arnolfini idraulico , d' essere letta la vita che ne compilo in quattro libri Melcliioi" Missirini. Prato , 1824, in 8." (i) Firenze, iSaS , Piatti , in 8.", seconda edizione. Bibl. ital. t. 32 , p. 277. (2) Milano , Giusti , in 8.° Bibl. ital. t. 3o, p. S/. (3) Brescia, 1822, Vallotti , in 8.° Bibl. ital. t. 28, p. 40 3. (4) Con alcune letters sopra la falsita di fatto al ca- pitolo Como nell' Italia di Lady Morgan. Como, 1822, Ostlnelli, in 8.° (5) Seconda edizione, Parma, 1822, Paganino, in 8.° Bibl. ital. t. 27, p. 416. (6) Verona, 1823, Libanti , in 8." Bibl. ital. t. 32, p. 324. (7) Mantova, 1825, Caranenti, in 8." fig. Bibl. ital. t. 39, p. 199. (8) Roma, 1823, deRomanIs, in 8." Bibl. ital. t. 33, p. 281. (9) Parma, 1821, Paganino, in 8." Bibl. ital. t. 28, p. I 35. (10) Siena, 1821 , Rossi. Bibl. ital. t. aj, p. 128. PARTE PRIMA. 85 del consigliere Tomniaso Trenta (i) ; I' Elogio del card. Fontana , scintto clal prof. Cesare Ro- vida (2) ; le Notizie intorno alle opere di Gau- denzio Ferrari , pittore e plasticatore , di Gaud. Bordjga (3) ; la Vita dell architeUo Luigi Vanvi- telli , scritta da Luigi Vauvitelli di lui nipote (4) ; le Notizie intorno alia vita ed agli scritti di Siro Comi, filologo, antiqiiario e diplomatico , stese dal dott. L. Bossi (5) ; i tril^uti in morte dell' austriaco Fei-dinando III granduca di Toscana, splendidissimo proteggitore dell' arti e delle scienze (6) ; la Bio- grafia cremonese di Vincenzo Lancetti ; la Biografia delle donne illustri italiane nelle scienze e lettere , della marchesa Ginevra Cauonici Facchini (7) ; la Biografia medica piemontese , del D. Bonino (8). la Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli (9) , la Bibliografia storico-perngina del (i) Lucca, 182, 1, Bertini, in 8.° Bibl.ital. t.25 , p. 410. (a) Milano, 1822, Pogliani, in 4.° Bibl. ital. t. 26, p. 409. (3) Milano, 1821, Pirotta, in 4." Bibl. ital. t. 23 , P- 411- (4) Napoli, i8a3, in 8." Vi e aggiunta la descrizione delle reali delizie di Caserta. (5) Milano, 1821, Comraercio, in 8." (6) Antologia di Firenze, t. 14. (7) Venezia , 1824, in 8.° E preceduta da una lettera della stessa marchesa a lady Morgan in confutazione di cio che la viaggiatrice inglese discorreva contra le donne italiane. La Canonici pul^lslico pure un'importantissima lettera sulla educazioiie e direzioiie de' graiuli Coiiservatorj . Roma 1824, Gior. Arcadico vol. .23, p. i58. (8) Torino, 1824, Bianco, in 8.° Bibl. ital.;, t. 39, p. 275. (9) Napoli, Nic. Gervasi, t. 9 in 4.° con riti-atti. Nello scorso anno 1825 si e aggiunto il tomo 10, die coniiene la Biografia dei re di Napoli. Sarel)be a bra- marsi che quest" opera fosse scritta con uno stile piii elegante e con migliorc sintassi. 86 r R o E M I o VermioliuU (ij, e finalmente la Biografia universale , opera di dottissimi Francesi , die volgarizzata si pubblica in Venezia con giunte , supplimenti e correzioni. A tutte le quali opere aggiugnersi dee il Compcndio delle vite dcgV imperatori d Austria , di Giuseppina Bonomi. Necrologia. E ccrtamente in quest' ultimo periodo d' anni r Italia ha fiitto lagrinievoli perdite d' uomiiii insigni o per lettere , o per arti o per iscienze. Tali sono fi-a gli altri ed oltre quelli gia sopra mentovati, Giuseppe Carpani, leggiadro ingegno ed altro dei coUaboratori della Biblioteca Italiana ; Vincenzo Coco , versatissinio in ogni genere di umano sa- pere ; Clemente Bondi , nome alle latine ed alle italiane muse carissimo ; Antonio Ca2;noli , astro- nomo insigne; il dottor Paolo Ruffini, illustre ma- tematico e presidente della Societa italiana delle scienze; Giuseppe Biamonti , poeta ed oiatore ; Giuseppe Vernazza, dottissimo bibliografo \ An- tonio Renzi , elegante sorittore in prosa ed in versi; un Belzoni, audace ed illustre viaggiatore; un conte Giulio Perticari , angelico intelletto ; un Assemani, celebre orientalista; un conte Stratico , nome chiarissimo nella letteraria repubblica ; un conte Moscati , si benemerito della piu salutare tra le arti ; un Poli clie primeggio nella lisica (a) ; un Tambroni, nome diletto alle arti belle e al- lantiqiiaria; un Barbacovi, benemerito della giuris- prudenza e della patria erudizione ; un Vassalli- Eandi , illustre nelle matematiche e nelle Hsiche discipline; un Cotugno, medico sommo ; un Fer- gola , nome tra' matematici distinto ; un Racagni , matematico e fisico. E qui rendere dobbiamo i (i) Perugia, i8a3, Baduel, in 4." Bibl. ital. t. 34, p. 123. (2) In morte del Commend. Gius. Poli scrisse una Cantica corredata di erudite note il march. Gius, lluft'o. Napoli, 1825, Stamp. Keale in i6.° .- ■■ , , -, PARTE TRIMA.. 87 ben giusti encomj ai cliscepoli ed agli amici di cjiiesto professore , che iie spaisero di liori la tomba, ed un elegante monnmento gli alzarono nel liceo di S. Alessandro in Milano. Tiiste e il quadro necrologico che presentato abbianio, luttnose le perdite da noi fatte in si po- clii anni. Ma pure da questo medesimo quadro i giovani trarre dovrebbero eccitamento a rivolgersi con ogni ardore agli studj onde poter un giorno tergere le lagrime della comune nostra patria r Italia , e se medesimi porre ne' seggi , da' quali si bella luce sparsero que' grandi. Ne 1' Italia nianca di eletta stndiosa gioventu die a tanto onore ago- gnar potrebbe. Cio sperare ci giova specialmente nella nostra Lombardia, ove si fattamente abbon- dano i mezzi d' ogni genere d' istruzione. E a taluno de' nostri giovinetti noi francamente rivol- gere potremmo quelle famose parole dell' epico latino al giovinetto Julo : Made nova virtute puer : sic itiir ad astra. L' Italia in cp.iesto periodo d'anni ebbe ancora storU dotti scrittori di storia letteraria. In Padova fu '*"""'*• pubblicata T opera postuma del cav. Francesco Ma- ria CoUe , Storia scientifico-letteraria dello studio di Padova (i). II cav. Federico Cavriani pubblico la Storia dclle scienze , letters ed arti dei Romani dalla fondazione di Boma sino ad Augusto (2) ,• B. Gamba la Galleria dei letterati e degli artisti piit illustri delle provincie Austro-Venete (3),- il Barba- covi un Compcndio della storia letteraria d Ita- lia (4) ,• i\Ielchior Missirini le Memorie per servire (i) Padova, 1824, tip. della Minerva, in 4.° Bil)l. ital. t. 34, p. 415 e t. 38 , p. lai. (a) Mantova, i8a3, tip. Virgiliana in 8.° fig. Bihl. ital. t. 34, p. 27. (3) Venezia , 1822-24, Alvisopoli , in 8.° fig. Bibl. ital. t. 33 , p. 204. (4) Milano, 1825, Class, ital., in 8.° 88 P R O K M I O alia stoiia della romaiia Accademia di S. Luca fiiLO alia mortc. di Antonio Canova (i) ,• 1' aJjate Scina il Prospctto della stoiia Ictteraria della Sicilia uel secolo 1 8.° (a),- il cav. Maffei la Storia della let- teratura itallana dalV origine della lingua sino at secolo IQ-", dedicata a S. M. 1' imperatrice d' Austria (3) ; il prof. Francliini un Saggio sulla storia delle matemntiche (4) ,• il prof. Gazzera al- cune Osservazioni bibliograjiche letterarie intoJiio ad un operetta falsamente ascritta al Pctrarca (5). In Messina pubblicate furono le Memorie dei pit- tori messinesi e dcgli esteri die in Messina fiori- rono dal secolo 12.° al 19.° (6). II barone Ugoni scrisse Della letteratura italiana del secolo 18.'^ (7). Gianibattista Spotorno ha intrapreso la Storia Ict- teraria della Liguria (8). AntiquarJa. Sussidj della storia sono r Autiquaria , la Nu- mismatica e \ Epigrafia. II velo niisterioso onde Antichiti erano da tanti secoli coperte le cose egiziane , ven- egiziane. jjg oramai levato merce del signor Champollion il giovane. Come suole frequentemente accadere in (i) Roma, 1823, de Romanis , in 4." Bibl. ital. t. 39, p. 433. (2) Palermo, 1824, Dato, in 8.° Vol. i." Bibl. ital. t. 38 , p. 178. (3) Milano, 1824, Class, ital., t. 3, in 12.° Bibl. ital. t. 37, p. 145. (4) Lucca, 1823, Bertini, in 8." Bibl. ital. t. 35, p. 332. (5) Torino, 1823, Stamp. Reale, in 4." Bibl. ital. t. 36, p. i3i. (6) Messina, 1821, Pappalardo , in 8.° Bibl. ital. t. 3^, p. 281. Duoici di non poter collocare fra le opera degne di lode la Storia della vercellese letteratura ed arti di G. De Gregory. Tante sono le mende, di cui essa e sparsa ! (7) Brescia, 1820-22. (8) Genova, 1824, Ponthenier, vol. i." e 2." Bella edizione in 8.° Bibl. ital, t. 40, p. 289. PARTE PRIMA. 89 tutte le scoperte, ebbe il signor Champollion ben tosto i suoi oppositori ; alcuni de' quali tentarono di spargere sovra lui il ridicolo e la satira, altri di scemarne il merito e I'onore. Cosi il sig. Ricardi d'Oucglia pubblico un opuscolo intitolato JDecouverte des hieroglyphes domestiques etc. (1) nel quale scherza sul sistema del sig. Champollion. Se il Ricardi meriti V attenzione dei dotti, ne giudichi chi ha avuto il coraggio d'ingojarsi quel libro (2). II signor D. Valeriani al contrario, lasciato lo scherzo , scagliossi di fronte ed a visiera alzata contro del Champollion con due articoli stampati neU'Antologia di Firenze (3) , nei quali conchiude essere facile a vedersi die fino a tanto che gli eru- diti antiquarj si condmranno per cjuesto inestrica- bde laberinto ( cioe il sistema del signor Cham- pollion ) colla scorta dclle supposizioni , non po- tranno avere altro che dei risultamcnti chimerici e rischieranno ancora di smariinisi dentro , sciiza speranza di riuscirne maipiu. Noi pero francamente diremo che il giudizio contrario a quello del Va- leriani , gia pubblicato da varj dotti intorno alle dottrine di Champollion , e la sentenza particolar- mente pronunciata dal signor Sylvestre de Sacy , ci persuadono pienamente di quel sistema. Ad oggetto pero di csporre un idea precisa delle obbiezioni fatte dal Valeriani citeremo soltanto r inchiesta ch' ei fa a Champollion coUe seguenti parole : Chi mai lo assicura che il tcsto greco (i) Turin, 1824, in 8.° (a) II Ricardi aveva gia pubblicato in Geneva nel 1821 un' opera nella quale, parlando tlegli Ol^ellschi Costantinopolitano , Florentino e Barberini, disse che in essi e indicato il trionfo sopva gli empj ottenuto contra gli adoratori della Santissima Trinita e del Verbo Eterno sotto il regime del 6." e 7.° re d' Egitto nel VI secolo dopo il diluvio ! (3) T. II e i3. go P R O E M I o dell iscrizione di Rosctta contcnga la stessa cosa che cunUciic it tcsto dcinodco , c c.hc qiicsto sia lo stesso che il tcsto gerogltfico com ei crcde ? E iioi risponderenio, chi mai lesse 1' iscrizione di Rosetta ed ignora che nell' ultima linea greca di quel de- creto dei sacerdoti d' Egitto in onore di Tolomeo Epifane chiaramente si dichiara che un tal decreto sara scolpito in dura pietra con caratteri sacri , indigeni e greci (i)? E qiiesto fia suggcl cK ogni uomo sganni , come dice lo stesso Valeriani nei succitati articoli; nello scrivere i quali ci sembra che avrebbe po- tato omettere gli scherzi , i sarcasmi e cose si- mili , iiiutili sempre alia soluzione di qualunque siasi quistione , siccome e la poco gentile sen- tenza che V ignorariza rende tutto credibile. Meri- tano forse un si fatto rimprovero coloro che per- suasi sono del sistema di ChampoUion ? . . . . Anche il signor Michel Angelo Lanci in Roma s' avvio sulle orme del Valeriani. Nelle sue Osser- vazioui sul bassorilievo fenicio-egizio die si conserva in Carpentrasso (2) , sostiene che la scopcrta dei segni geroglilici rappresentanti suoni , e tutto il sistema della scrittura egiziana, non e che un pure sviluppamento di cio che fu ritrovato dal dottor Young in Inghilterra ; che d' altronde cjueir alfabeto va rettillcato coi metodi della lingua araba ed ebraica , e che la principale guida per determinare il suono ed il valore dei se2;ni fonetici egiziani e Mosc ; che linalmente le scoperte del ChampoUion (i) Ecco la ti-aduzione latina che ne puhblico rAmei- Ihon sino dal i8o3: Placuit hoc decreluin sculpt in co- liunna duri lapidis , et sacris et patriis eC helletncis chara- ctenbus etc. collocari. (2) Koma, 1825, BourUe, in 4." Si aj!;giunge dcllo stesso la Spiegazioiie delle due epigrafi Falm'mm del museo Capitolino ecc. non che le Illustrazioni di un KilanagUfo copiato in Egitto da S. E. il barone d' Jcksull. Koma, 182 5. PARTE PRIMA. gi tendono a contraddire alia storia dei libri sacri. Alle prime proposizioni del Lanci rispose il Cliain- pollion con una lettera stampata nel volume I delle Memoiie romane di antichitd e belle arti (i) alia quale noi mandiamo i nostri lettori ; giacche vien in essa con brevissime osservazioni piena- mente confutato il Lanci. Quanto all' accusa die le scoperte del Champollion tendano a contraddire alia storia dei libri sacri , risponderemo che S. S. medesima degnossi di approvarle siccome alia Cattolica Religione utilissime , e cio mentre il Champollion trovavasi in Roma nella primavera del 1825. Cosi gli studiosi del nuovo sistema saranno tranquilli e persuasi ch' esso non puo in alcuna parte nuocere quclla stoiia die, come dice il Lanci , sola inerlta I universale venerazione. Faremo ora alcun cenno delle opere pubblicate intorno a monumenti egiziani dal cav. Giulio di S. Quintino , conservatore del E.. museo egizio di S. M. il re di Sardegna. Dette opere sono: 1° Le- zioni archeologiche intonio ad alcuni monumenti del regio museo egiziano di Torino (2),- 2." Saggio sopra il sistema dei numcri press o gli andchi egi- ziani ; 3.° Sull uso cui erano destinati i monumenti egiziani, detti comuncmente scarabei , Lettera (3). Nel leggere queste opere apparirebbe in certa qual maniera che al cav. S. Quintino si doves- sero attribuire le principali scojjerte che nel si- stema del signor Champollion trovansi svihippate. Noi non discuteremo quest' argomento, ne da- remo sovr esso alcuna sentenza: soltanto preghia- mo i nostri lettori ad esaminare gli articoli che (i) Qnesta lettera trovasi anche nel quaderno di ago- sto, 1825 del Bulletin des sciences ecc. de Mr. le baron de Ferussac , sezioue YII. (a) Torino, 1824, in 4.° (3) Torino, iBaS, in i^.° ed in 8.° Pubblicate ad un tempo. f)2 P B O E M I O intorno a tali opere pubblicati furono in Francia dal Cliampollioii : cioe qiianto alle Lezioni archeo- losiche , vejiffasi il Bulletin des sciences, ecc. del barone ui Ferussac (i), ove sembra dimostrato che il signor S. Quintino si appropria la lista ci'o- nologica dei Faraoui della XVIll dinastia , gia pubblicata prima dal signor Champollion-Figeac ; quanto poi alle due altre opere , quella cioe sugli Scarabei e \ altra sui Nwneri , leggasi lo stesso giornale (2) , ove si vedra a clii queste nuove scoperte ed osservazioni debbansi attribuire. L' an- zidetto cavaliere spiego pure un iscrizione che vedesi sopra una niunimia del R. museo di To- rino (3). Tale spiegazione ando ugualmente sog- getta alia taccia gia fatta alle sopraccennate opere del medesimo autore, come apparisce da due articoli dello stesso giornale di Ferussac (4). Ci spiace di aver dovuto intertenerci in quistioni si disgustose; ma il nostro silenzio avrebbe potuto essere da taluno imputato a colpa. Altre opere vennero date alia luce intorno alle antichita egiziane , delle quali noi qui non farcmo che un cenno. 11 sig. Co- stanzo Gazzera pub])lic6 in Torino la Descrizione dei monumenti egizj del regio museo , ossia \ Appli- cazione delle dottrine del sig. Champollion il gio- vine (5) ; il sig. Semmola illustro una coUana egizia ritrovata nel greco sepolcreto di Cunia intorno al coUo di uno scheletro femminile (6); il marchese Malaspina ci diede un catalogo di alcune antichita (i) Febhrajo, iS^S, Sezione YII , p. 166. (3) Maggio, 1825, p. 379. (3) Torino, 1824, in 4.° (4) Settembre, 1824, p. 177, ed ottob re dello stesso anno , p. 2 So. (5) Vedi Memorie dell' Accadcmia R. di Torino, vo- lume XXIX, pag. 83 a 122 (con 12 tavole in rame ). (6) Collana Egizia iUustrata da Tonimaso Semmola , Napoli . 1820 , in 4.° PARTE PRIMA. 93 egizie, sebbene di non grande importanza, da esso raccolte (t); il sig. G. Nizzoli, cancelliere del con- solato austriaco in Egitto , comunico ( essendo in Milano nel 1824) al Direttore della Bibl. Ital. T il- lustrazione di un cubito niarmoreo della Raccolta di antichitd egiziane da lui fatta in Egitto e traspor- tata in Italia, clie venne poscia acquistata da S. A. I. il granduca di Toscana (2). Finalinente anche mons. Mai voile occuparsi di antichita egiziane. Avendo il sig. Champollion minora, mentre era in Roma nella primavera del i825, fatto il catalogo dei papiri egizj che in i5 quadri adornano una delle camere della Biblioteca Vaticana , dando altresi di un di essi la ragionata interpretazione ed indicando som- mariamente le principali notizie relative anche agli altri, r anzidetto monsignore trasporto nell italiana favella questo lavoro , scritto in francese , aggiun- gendovi qua e cola alcuna sua annotazione (3). Passate cosi in revisione le principali opera pubblicate in Italia, risguardanti T antico Egitto, ci occuperemo ora di cpielle che versano intorno ad antichita di altre nazioni. E parlando priniie- ramente degli Etruschi , diremo che Y importante opera del cav. Fiancesco Inghirami intorno ai ;in,;ci,;tA Monumenti etruschi o di etrusco nome (4) va oramai etruscbe. (1) Elenco di piii idoli ed altri oggetti di culto tratti doll' Egitto. Milano, iSaS, in 8.° (2) Bibl. ital. t. 33, p. 46, con tavola. (3) Roma, 182,5, coi tipi Vaticani , in 4.° Nella seconda parte di quest' opera monsignor Mai critica e confuta il sig. M. A. Lanci , per rillustrazione da lui fatta del hassorilievo di Carpentrasso ( da noi gia citata piu sopra ) , indicandone i plagi , le inesat- tezze e gli errori. Dignitosamente poscia riliatte le poco decenti espressioni lanciate dal Lanci in cpeir opera e contra il sig. Champollion minore e contro di esso me- desimo. Bilil. ital. t. 39, p. i38. (4) Badia di Fiesole, in 4.° fig. Sono gia usciti fascicoli 82. La Biblioteca italiaua ne parlo dilTusameute iiei tomi 2 3 e 3i. 94 PROEMIO al suo termine avvicinandosi. II slgnor Carclii- dio publjlico alrune Memorie istoiiche sidl ati- tico e moderno Telamone (i). In quest' opera egli promctte una storia di tutta \ Etruria marittima. II prof. Sebastiano Ciampi diede alia luce varie Osservazioni intorno ai moderni sistcmi sidle anti- chitd etrusche con alcune idee sail origine , uso , antichitd de' vasi dipind volgarmente chiamali ctrii- schi (2). Lo scopo deir autore e di esaminare le varie opinioni gia pubblicate intorno agli Etruschi; alcune delle quali sono interaniente a favor dei Greci come maestri degli Etruschi , ed altre in senso contrario ; e conchiude quindi che gli Etru- schi ebbero origine , lingua , lettcre ed arti indi- pendentemente dai Greci , ma dai Greci aumento presero e peifezione. II signer L. Vescovali spiego un' antica patera etrusca (3) sulla quale egli lav- visa V arrivo all Olimpo del figlio di Giove e di Alcmena ,• ed il signor conte Cardinali illustro un antico fittile etrusco da lui ci'eduto un segno votivo (4). Anche il signor P. Visconti diede in luce un Ragionamento intorno ad alcuni monumeuti fittili inediti appartenenti forse ai donativi del nuovo anno (5) ; ed il signor F. Orioli spiego una gemma etrusca del museo reale di Parigi (6). Intorno ai vasi greci, comunemente chiamati etru- grecUe/ schi , sci'isse una Dissertazione il marchese Haus gentiluomo di camera di S. M. il re delle due Sici- lie (7). Anchc il gia lodato cav. Inghirami pubblico (i) Fireiize , 1824. (2) Poligrafia Fiesolaiia, 1824, in 8." (3) Giornale Arcadico , t. 9, p. 91. (4) EtFemeridi letterarie di Roma, t. 2, p. 48. (5) Memorie roinane di andchka e belle arti. Vol. i.° Roma, 1826 , p. 14. (6) Bologna, iSaS, in 8." (7) Palermo, Stamp. Reale, 1823, in 4.° Blbl. ital. 1 t. 34, p. 3. PARTE rUIIVIA, 95 un Maglonamento sugli antichi vast fittili sepolcra- U (i), nel quale si tratta dell' uso dei vasi antichi, del si2;nillcato delle pittuie, della materia di cui sono composti i vasi , del modo di verniciaili e dipingerli e della loro varieta secondo i tempi ed i paesi. Ma chi bramasse leggere altre notizie intoi-no alia materia di cui sono formati gli antichi vasi, intorno al modo di fabbricarli , verniciarli e dipin- gerli, vegga il beir estratto che il cavaliere Luigi Bossi fcce deir opera di F. L. Hausmann intitolata: Commentatio de confectione vasojiun andquonim ficdliuTn etc. (2) , nel quale estratto esaminando egli cio che fu stampato dall' Hausmann , ag- giunse alcune sue osservazioni assai importanti, dedotte dai vai-j esperimenti da lui fatti su molti vasi antichi di terra cotta. Intorno a questo mede- simo argomento trovasi pure un articolo nella Bi~ blioteca Italiana (3) comunicato dal Ciampi. Varie opere poi furono puliblicate da diversi dotti, nelle quali sono illustrati alcuni vasi anti- chi separatamente. Cost il sig. abate Niccolo Mag- giori (4) fece la descrizione di un vaso greco che trovasi nel monastero Gregoriano di S. Mar- tino in Sicilia , le cui pittuie sono relative alia imprese d' Eixole. 11 cavalier Giovanni Gherardo de' Rossi (5) illustro alcuni vasi della raccolta di (i) Poligrafia Fiesolana, 1824, in fol. (2) L' estratto del cav. Bossi trovasi inserito nel Bi- mestre III, 1825, del Giornale di fisica ecc. che stam- pasi in Pavia. (3) T. 26, p. 1 58. (4) Osservazioni dell' abate Niccolo Maggiori intorno a un vaso greco-siculo del museo Mardniano , Palermo , Solli , 1824. (5) Vasi greci clenominati etruschi scelti nella ropiosa raccolta di S. E. il sig. duca di Blacas d'Aulps , dcscritd e brevemente illustrati dal cav. Gio. Gherardo de' Rossi. Roma, 1825, de Romanis , in 8.° 96 P R O E M I O S. E. il signor Duca di Blacas tV Aulps. Un vaso con pitture rappresentanti Ercole nel giardino delle Esperkli e Mcrcurio tiasformato in Bacco dinanzi ad alcuni satiii die stanno l^evendo , fu publjlicato dal signor Bernardo Qnaranta (1). Qnesto vaso porta un iscrizione greca la quale meglio clie dal sig. Quaranta ci senibra letta e spiegata dal pro- fessore Zannoni in un articolo da lui inserito nella Antologia di Fircnze (2). Un vasetto antico , di quelli che contenevano medicamenti , venne illu- strato dal dottor Giuseppe de Matthaiis (3). II vasetto e simile ad un altro ritrovato nel 18 14 a Taranto e pubblicato dal sig. L. A. MiUin. E giac- che parlasi di vasi antichi , non si vogliono oniet- tere le dodici lettere scritte gia dal signor conte Galeani Napione sino dal 1794 al chiarissimo sig. E. Q. Visconti intorno ad un sacrario genti- lesco e ad altri vasi efligiati d' argento sussistenti nel museo della R. Universita di Torino e da lui pubblicate in alcuni numeri del Giornale Arca- dico (4) ^ col corredo d' incisioni in rame. Cosi pure obliar non debbonsi le osservazioni fatte dal sig. Francesco Cancellieri suUa tazza di por- fido del museo Pio-Clementino (5). - ,, Ouanto alle opere intorno alia scultura degli Scultura >- . . 1 . . . . ~ antica. auticlii , citcrcmo primieraniente la nuova edizione delle Notizie della scultura degli antichi dell' abate Lanzi (6) , pubblicata dal cavaliere Inghiranii , (i) Jllustrazioni di un vaso italo-greco che si conserva nella racroka del sig. D. Pietro Luigi Moschini , opera di B. Quaranta. Napoli, iSaS , Stamp. Reale, fol. fig. (.) t. 8. (3) EfTemeridi letterarie di Roma, t. 5. p. 6a. (4) T. 20 , 21 , 23 e 26. • (5) Effemeridi letterarie di Roma, t. 3, p. 4a. (6) Seconda edizione italiana. Poligrafia Fiesolana , 1824., in 8.°, con XIX tavole in rame, e col ritratto deir ai\tore. Blbl. ital. t. 36, p. i65. PARTE PRIMA. 97 die corredolla di sue note, di tavole in rame e di alcuni cenni storici intorno alia vita del Lanzi niedesimo. II signor Pietro Pisani pubblico alcunc Memorle sii le opcre di Scidtura scoperte idtimamcnte in Selinwite (i). Una statuetta di bronzo discoperta in Cavedine venne illustrata dal signor Bartolonieo Giuseppe Stoffella della Croce (2) ; ed il sig. Aniati illustronne un altra simile rappre- sentante Apollo , corredata da iscrizione etiusca piccna (3). Due statue muliebri del Museo Vaticano venneio nuovamente prese ad esame dal sig. Fe- deiico Thiersch (4) , il quale dal loro stile antico e colla scorta dei confronti conchiude che rap- presentino ambedue Penelope , moglie di Ulisse. 11 sig. Melchiorre Missirini , prosegretario dell Ac- cademia di S. Luca , esaniinata nuovamente la fa- niosa statua dell' Apollo di Belvedere , confrontati i classici antichi, e fattosi a studiare la Storia e le circostanze de' tempi , e d" opinione che quella statua sia verosimilmente. stata eretta in onore di Ottaiiano per far meglio eterna la memoria del- VAziaco trionfo ecc. (5). Anche il sis;, professore Nibby pubblico (6) una Dissertazione relativa alia statua volgarniente detta il Gladiator moribondp , e con valide prove ricavate dagli antichi scrittori e con fine osservazioni fatte su quella statua, ci persuade cli' essa rappreseuti iuvece un de Qalli o Celd rimasto ferito nella famosa spcdizione del tempio di Delfo , e che cpiesta statua facesse parte (i) Palermo, iSaS , in 8." fig. Bibl. ital. t. 35 , pag. 3. (a) Rovereto , iSaS, Marchesani, in 8." fig. (3) Giofnale Arcadico, t. 12, p. 329. (4) Intorno due statue del museo Vaticano e suit espres- sione degli affetti nelle opere dl arte awica , Icttera cU Fe- derico Thierscli, consigliere di S. M. il re di Baviera ecc. Giornale Arcadico, t. 18, p. 63. (5) EiTemeridi di Roma, t. 9, p. 3. (6) EfTemeridi di Roma, t. 3, pag. 49. Bibl. Ital. T. XLI. 7 (j8 rROEMIO di UTi frontispizio in ad siasl voliito effigiarc la loro rotta. Assai ini[)ortanti ci semljiaroiio le Osser- vazionl sid mojiuineiitl dclle belle artl che rappre- sciitcuio Leda, del sig. Carlo Fca (i), al quale noi dobbiamo pure \ inedito opuscolo di E. Q. Vi- sconti sopra un gruppo di A])pllo e Giacinto , che egli coniunico alle Effemeridi lettcrarie di Roma (2). E giacche parlamnio qui del chiarissimo E. Q. Vi- sconti , non vogliamo ommettere \ lllustrazione da lui fatta del monunieiiti scelti borghesiani (3) teste impressa per opera del cav. Gherardo de' Rossi e di Stefano Piale sotto le cure di Vincenzo Feoli, i quali avendo ottenuto dai ligli del Visconti i manoscritti originali , si diedero \ iucarico di pub- blicarli, supplendo alle illustrazioni mancanti nel- r originale , col giovarsi in parte delle spiegazioni del Visconti medesimo pubblicate ne' Moiiiimenti gahiru, e delle Indicazioni di tutte le sculture del Palazzo e della Villa Borghese , che nel 1796 sotto la direzione del Visconti eransi pubblicate dal Lamberti. Finalniente noteremo un altra operetta inedita di E. Q. Visconti pubblicata sur un niano- scritto autografo nelle Memojie romane di andchitd e belle arti (4) , la quale ci offre la spiegazione di un antico musaico che trovasi nel museo Cliia- ramonti. Tra gli autori che illustrarono antichc statue vuol essere meritamente commendato il professore G. A. Guattani. Egli pubblico una dissertazione (5) sopra i cosi detti Fund scritU di Carrara ^ nella quale si accinge a provare die quelle tre figure sono le vere imagini di Settiniio Severo e de' tigli (i) Roma, Bourlie , 1831, in 4.° (a) T. II, pag. 2 18. (3) Roma, 1821 , de Romanis , vol. 2 , fol. grande fig. (4) Roma, 1834, vol. i, in 8." (5) Atd ddl' Accademva romana di urclieologia , i8ai, t. i." p. 3ai. - : . ... , ,, . !•. PARTE PRIMA. 99 di lui , forse come di coloro , cui quelle cave deb- bonsi ; oppure die in esse fiuono raffigurati Giove , Ercole e Bacco come dwinitd proprie a proteggere i fatlcosi lavori di quella lapidicina. II medesimo sjg. professore illustro anche un frammento di statua in basalte, rappresentante Pallade, rinve- nuto nella villa di Lucullo a Posilipo (l). Un antico Sarcofago, sopra del quale vedesi la Sarcofagi e se- sfida d' Apollo e Mai'sia , venne illustrato dal si- p°*"'- gnor Luigi Cardinali (2); ed il sig. Zannoni, di- rettore della R. Galleria di Firenze , fece a quella illustiazione alcuni importantissimi commenti non die varie correzioni (3). Tre altri Sarcofagi furono pubblicati con particolari spiegazioni. L' uno sus- siste nella chiesa cattedrale di Tortona ; Taltro, piu famoso , serve ora di fonte battesimale nella catte- drale di Girgenti , ed il terzo trovasi nella chiesa dei Padri conventuali di Messina. L' illustrazione del primo fu fatta dal sig. canonico G. A. Bottazzi (4), e dessa certamente non soddisfera gli eruditi per la strana spiegazione dei bassi rilievi die su quel Sarcofago si veggono. La spiegazione del secondo, quello di Girgenti , e dovuta al signor Rafaele Politi (5). II terzo , quello di Messina , venne posto in luce dal signor Carmelo la Farina (6). Circa il merito di questa dissertazione noi non faremo die riportare cio che leggesi rye^X Antolo- gia di Firenze (7) , cioe che su questo Saixufago e espresso in bassorilievo il ratto di Proserpina: (i) EfFeraerldi di Roma, t. 4, p. 3aa. (a) Memorie romane di antichita ecc, 1825, vol. i." ,49, con tavoLi ill rame. (3) Antologia di Firenze, t. 18. (4) Tortona, 1824, in 4.° fig. (5) Palermo, 1822, in 4." fig. Bibl, ital, , t. 3o, p. 335. (6) Messina, 182a , in 8." (7) T. i3. lOO PROEM 10 pe lo ha riconosciuto V antore : ma nclla sua espo- sizione , cJie in vero e dottissima , spcsso a nostra giudicio e caduto in errore e cio massimamente per non aver fatto i debiti confronti co' monumenti so- miglianti e per non aver ciirato le interpretazio- Tii su di essi scritte dai moderni e cclebri anti- quarj. Un antichissimo sepolcro scoperto nelle vicinanze di Corneto fa illustrato dal signer D. Carlo Fea ; ed intorno al medcsinio scrisse una lettera di appendice il sig. Vinceuzo Campanari (i). II sig. Conte Galeani Napione pubblico nelle ITcmorie delta R. Accademia di Torino (2) una sua Disser- tazione sopra un andco nionumento esistente nella chiesa cattedrale della cittd di Aosta, che secon- do il Guichenon (3) sarebbe la tomba del Conte di Savoja Toniniaso , niorto nel i233. Ma lo stesso conte Napione, dietro alcune osservazioni gia fatte dal conte di Loche, altre volte coman- dante nella citta di Aosta, conviene con esso conte che tal nionumento non possa essere di quell' e- poca , ma posteriore , ne quindi appartenente al detto conte Tommaso il quale , come sappiamo dal Della Chiesa nella sua storia di Piemonte , fu sepolto neir abazia di S. Michele della Chiusa ap- presso Avigliana. Ne omettere vuolsi la Collezione che si pubblica in Venezia dei piu pregevoli mo- , numenti sepolcrali di quella citta e dclle isole cir- convicine (4). AnticWti Progredendo cosi rapidamente nclP indicazione romane. dcllc opere risguardauti gli antichi monumenti fa'remo un cenno della lettera del signor Odoardo Gerard, professore Prussiano, sulla Basilica Giulia (i) Effemerldi letterarie di Roma, t. 10, p. 358. (2) Volume XV. (3) Vol I , p. 2.5 1. (4) Venezia, 1824, in 4.* fig. PARTE PRIMA. 10 1 ed alcitui slti del Foro Romano (i). Diversi arti- coli intorno alF origine , progressi e decadcnza del Foro Trajano in Roma vennero pubblicati dal signor Sante Viola (2) , cui dobbiam pure le 3Iemorie stoiiche di Cori (3) , citta posta sul pendio di un monte fra Sezze e Velletri poco lungi dalla via Appia. II signor Maria Musumeci illiistro r Odeo di Catania (4) ; il signor Angelo Uggeri pubblico mia Dissertazionc sulle Linee clie dividevano i posti ne sedili degli aniiteatri, teacri e circhi (5) ; ed ai signori cav. Giuliari e conte Stratico , non die al signor G. G. , dobbiamo moke importanti osservazioni intorno airAnliteatro di Verona (6). SuU Antiteatro Sutrino pubblico una lettera il signor prof. Avvocato Ruga (7) ; su quello di Pola , e sui gradi marmorei del medesimo una Dissertazionc il canonico Pietro Stancovicli (8) ; e intorno all' Anfiteatro Anconi- tano una lettera il canonico Pcruzzi nel Giornale Arcadico (9) ; e finalmente sullArco dAugusto in (1) EiFemeridi letterarie di Roma, t. i3 , p. i44> con tavola in rame. (2) Giornale Arcadico, tomi 12, i3, i5 e 16. (3) Giornale Arcadico, tomi 20, 21, 22, 23, 24 e 28. (4) Catania, 1822, tip. di La-Magna. (5) EfFemeridi letterarie di Roma, t. 12, p. 144. (6) Relazione degli scan fatti ntW anfiteatro di Verona, V anno 18 19, del cav. B. Giuliari. Verona, 1821. Topografia dell' anfiteatro di Verona , dello stesso cav. B. Giuliari. Verona, in 8." fig. Lettera concernente {anfiteatro di Verona del conte Simone Stratico al cav. Giuliari, e risposta. Verona, 1824, in 8.° Bibl. ital. t. 39, p. 268. Riflessioni suW epoca deW anfiteatro e teatro di Verona di G. C. Verona, 1824, in 8." (7) Giornale Arcadico, t. 11. (8) Venezia, 1822, in 8." fig. Biljl. ital., t. 28, p. 1^9. (<;) T, i3 , p. 109. 102 P R O E M I O Rimini (i) im Illustrazione il sig. Maurizio Bri- gheiiti colic osservazioni di Bartolomco Borglicsi. E qui vcri enconij thhiuar dobl)iamo all' iiide- fesso I'accoglitore di notizie , il signor Francesco Cancellieri , il quale nelle Effemeridi di Roma (2) puhblico una sua lettera colla relazione di Fi-ance- sco Valesio sopra lo scopriniento e la traslazione della Colonna di Antonino Pio , non che varie notizie intorno all' Obelisco solare innalzato in vece di essa uella piazza di Monte Citorio , ed intorno alia colonna di cipollino , giacente nel cortile della Curia Innocenziana (3). Ottimo divisamento fu pur quello delF architetto Antonio de Romanis di nuovamente pubblicare da lui medesimo dise- gnate le antiche terme Esquiline coll' ag2;iugnimento di tutto cio che fu scoperto dopo gli scavi fatti nel 181 1 e nel 18 14 (4). Anclie il sig. Filippo de Romanis comunico alle Effemeridi letterarie di Roma (5) una sua lettera intorno ad alcune anti- rhita scoperte a Boville , citta del Lazio posta sulla via Appia ; e diverse osservazioni furono piu" fatte intorno alle medesinie antichita dal cava- liere Giuseppe Tambroni (6). II professore Antolini pose alia luce la seconda parte della sua opera sulle (i) Riniiai, iSaS, in 8.°, con atlante. (2) T. 2, p. 214. (3) Roma, 1828, in 8.° Dello stesso sig. Cancellieri abhiamo pure due altri opuscoli intitolati , 1' uno Delle stagioni e de siti dlversi del conclave, in 8.\ BiljI. ital. 5 t. 33, p. 261 ; r altro Sopra I' origine e V uso del- I'anello piscatorio e clegli altri anelli ecclesiastici. (4) Roma, 1823, in fogl. Quest' opera avra 3o fogli tli testo e 10 tavole in ranie, non comprese alcune vi- gnette. (5) T. 12, p. 86. (6) Glornale Arcadico, t. 18 e 19: non clie le EiFe- meridi letterarie succitate, t. la, p. 3oi, PARTK PRIMA. to3 antichita di Veleja (i). II signer Brocclii tras- iTiise alia Biblioteca Italiana ana Memoria (2) intorno ai colli Iblei in Sicilia , nella qnale oltre alle osservazioni cLi storia naturale ecc , r erudito trovera varie importanti notizie sulle tre Ible die erano anticamente in Sicilia , sulle medaglie ivi coniate ecc. Anche il sig. Antonio Goppi diede alia luce una sua nota intorno alle antichita di Tindari, citta diruta in Sicilia (3), ed il sig. G. M. Capodieci pubblico in forma di dizionario un Catalogo di tutte le antichita della Sicilia, die puo servire di guida comodissima pei forestieri che in quell' isola viaggiano (4). II cav. Lodovico Linotte comunico al Giomale Antichita Ai'cadico (5) un suo articolo intorno al Porto storico-critiche. d Anzio antipo e nioderno Innocenziano , con varie riflessioni sul sistema adottato dagli antichi per la costruzione dei porti di mare. Dotta ed im- portantissima ci e sembrata la Dissertazione del sig. Filippo Barcker Webb, gentiluomo inglese (6), nella quale egli tratta nuovamente la quislione intorno al vero sito di Troja ed all' antica geo- gralia dell' Agro Trojano. Non faremo poi che semplicemente citare la Lettera storico—cridca sul- V origiiie di Montalcino del sig. Brvmacci Corsetti (7); (i) Mllano , 1822, parte seconda , in fogl. fig. Bibl. ital. t. 27, p. 3. (2) T. 26 , p. 55 e seg. (3) EfFemeridi letterarie di Roma, t. 7 , p. 120. (4) Fu stampato in Palermo col titolo di Dizionario delle anliddta esistend in Sicilia , e porta la data del 1820; ma non fu messo in commercio die nel 1821. (5) T. 23, p. 225 , con tavola in uame. (6) Bibl. ital. t. 22, p. 3oi , 23 p. 21, 24, p. 338. Questa Memoria fu scritta in Milano dall' autore nel- r anzidetto anno e venne da lui medesimo gentilmente comunicata al direttore della stessa Biblioteca. (7) Firenze 5 1822, in 8.° 104 P K O E M I O la Dissertazione del signor dottor Carlo Redaelli intorno all anrico stato del Logo dl Pusiano (i); non die le NoUzie storiche della Brianza , ch' egli sta ora piiblilicando; e finalmente la Dissertazione intorno ai Siculi ed alia foiidazione di Ancona del canonico Baluffi (2). Ed innoltrandoci cosi celere- mente, diremo die il signor Bartolomeo Borghesi inseri nell' Antologia di Firenze (3) nna bella Menioria snpra Valeria 3Iassimilla moglie dell im- pcratore Massenzio , e die il signor A. Balbi pub- blico due Dissertazioiii sopra il culto di Veiiere Ericina (4). II sig. D. Francesco Torriceni , I. R. Consigliere di Governo e Delegato della Provincia di Milano (5), pubblico nna dotta Dissertazione in cui fecesi a com- battere valorosamcnre \ opinione del coiite Mengotti il quale era d'avviso clie rOracolo di Delfo fosse una istituzione politica, intimamente connessa col go- verno costituzionale della Grecia ; nientre , secondo il parere del sig. Torriceni , saiebbe stata senipli- ceniente religiosa. Anclie il sig. F. Ambrosoli tratto lo stesso argomento. Qucsti in una Dissertazione intitolata dell Oracolo e degli Anfizioni di Delfo (6) coUa scorta di Enea Vico , ed appoggiato agli scrit- tori classici si studia di deterniinare 1 oggetto ed il carattere degli Anfizioni , conchiudendo ch' e- glino ebbero senipre 'parte nel governo , sia di buona fede, sia abusando della crcdulita del po- polo. Lo stesso si2;. Francesco Ambrosoli coniu- nico air Antologia di Firenze (7) una Memoria (i) Milano, 1824, in 8.° (a) Ancona, 1821, in 8." (3) T. 18, pag. 86. (4) Torino, 1824, in 8." (5) Milano, 1 82 1, Silvestri, in 8." Bibl. ital., t, 22, pag. i5o. (6) Milano, 1821, A. Brambilla , in 8." (7) Maggio, 1823. .; .; . i.-ir..-!, . PARTE PRIMA. Io5 in cui dimostra che le leggi delle XII tavole sono nate nel Lazio ed in Roma , e non gia venule dalla Grecia. Ingegnosa ci sembro puie I'opinione del sigaor cavalier Biondi suU' antica pittura delle nozze Aldobrandine ( J ) , cioe che T autore di quest opera belllssima ( sono sue pa- role ) avesse in mente , alloiche la dipinse , E Epi- talamlo scritto da Catidlo per le nozze dl Alanlio e di Qiulia , e che si sforzasse di ritrarre sul miiro coll einido pennello alcana parte de soavi concetti del Veronese , per quanta era concesso alia pit- tura (2). II cav. Antonio Scarpa (3) illustro un antico bellissimo elmo di ferro da lui posseduto; ed il signor G. Antonio Guattani fece una Dissertazione so[)ra un antico elmo canipano (4). Due armature di bronzo vennero illustrate dal sig. Delia Jlar- niora (5). Queste fiirono ritrovate nel 1820 negli scavi di antichissimi sepolcri nella piccola isola di S. Antioco vicina a quella di Sardegna. 11 si2;. Gras- si in una dissertazione unita alia succitata del sig. Delia Marmora e d' opinione che tali armature appartengano a popoli d' Italia alia fondazione di Roma anteriori. IMoi pero diremo francamente che questa sua opinione non ci sembra sovra solida base fondata. II cons. Gironi pubblico un Saggio intomo cd Teatro dei Qreci (6) in occasione delle indite nozze d' Adda e Borromeo. Per queste (i) Atti dell' Accademia roinana d' arclieologia , vol. I, 1821 , p. i33. ^ (2) /w, pag. 147. (3) Pavia, i8a5, Bizzoui, fol. fig. Blbl. ital., t. 89, p. 20. (4) Atd dell' Accademia roinana d' archeologia, vol. I, 1821 , p. 343. (i>) Memoria della E. Accademia di Torino, vol. XXV, pag. 107. (6) Milauo, 1822, in 4.° gr. fig. I06 P R O E M t O medesime nozze il sip;- dott. Gio, Labus stampo alcune Dissertazioni iiiedite dell' abate Stcfano Mor- celli intorno alio scrwere degli antic Id Roinani {\)\ ed a lui andiamo deljitori di un' altra inedita DissertazJoiie dello stesso einditissimo Morcelli ^vAX Apoteosi degli anticbi inijjeratori romani , in- serita nel tomo VIII delle Memorie dl Religlo- ne , ecc. di Modena. Ma giacche abbiamo fatto ceniio delle ine- dite Dissertazioni del Morcelli pubblicate per cura del dottore Labus , diremo che al niede- simo dobbiamo pure un"' altra inedita Disserta- zione dello stesso Morcelli , relativa alle citta aggregate a Roma ed al loro diritto di conferire ai forestieri la cittadinanza Romana (2). E quindi citerenio due Dissertazioni dello stesso dottor Labus ; 1' una sulla certezza della scienza anti- quaria , premessa alia nuova edizione in ottavo del rnuseo Chiaramonti , V altra sulla maniera di coprirsi il capo degli anticlii Romani (3). A lui dobbiamo altresi V illustrazione de? varj antichi rnonumenti ritrovati in Brescia (4) , mercc degli scavi che T Ateneo di quella Citta, animato dal- la Congregazione Municipale , fece eseguii'e in- torno agli avanzi degli edifizj di eta certamente romana. il professor Aldini diede alia luce una Dissertazione intorno ai musei antiquarj (5) , ed il sisnor Alessandro Lazzarini una latina Dis- sertazione (6) sui tiniinnabuli. Importantissima (i) Milano, 1822, D. G. Ferrarlo, in 8." (2) Gioniale Arcadico t. 19 , pag. 169. (3) Gioniale Arcadico j, t. 10, p 96. (4) Vi si aggiungono La relazione del prof. Rodolfo Vantini, ed alciuu cenrd su2.li scavi, del sig. L. Basiletti. Brescia, 1823 , in 4." fig. Bibl. ital. t, 35, p. 173. (5) Como , 1824, in 8." (6) Roma, 1822, vol, 2, in 8.° ■PARTE PRIMA. 107 poi ci parve la spiegazione data in luce dal prof. Peyron (i) intorno alT antico comando militate 0E20E TA OITAA che significa armi in terra, riposo ; siccome dotta la 3Iemoria- (2) del signer Stefano Piale sidle antiche romane Coord VigilL Che diremo della Dissertazione del conte Galeani Napione sui Templari e sulla abolizione del loro ordiue (3)? II sig. conte in questa sua Disser- tazione e d' avviso che i Templari fossero rei di scelleragginl enormi e dl esccrabill ncfandltd\ che quimli 1' abolizione delF ordine fosse fatta conpie- na cognizione di causa ^ e che colore i qnali vo- lessero ancora sostenere quelT ordine rinunziar debhono alia facoltd di giudlcare e sottrarsi dalla necessitd di veiiir giudicati. Ma, quanto a tali im- putazioni, gia cosi opinato avea il consigl. de Ham- mer nella sua dottissima opera Mysterium Bapho- metis revelatum, pubblicata fmo dal 18 18 alia pag. 1 del vol. VI delle Mines de VOrient^ e percio ci fa maraviglia grandissima come quest' opera sfug- gita sia al sig. Conte nella rassegna che ivi § I ei fece degli scrittori di questi ultimi tempi che ragionarono dei Templari. Non sembrera quindi strano die dimenticata essendosi la Dissertazione del consigliere Hammer , obliati pure siansi due Articoli del signor Raynouard , stampati intorno air opera dello stesso sig. consigliere nel Journal des Savans (4), ai quali noi rimandiamo lo stesso conte Galeani Napione. Anche il sig. professore G. B. Giani voile cimentarsi con argomenti di archeologia nella sua opera intitolata Battaglia del Ticino tra Annibale e Sc/pione , ossia Scoperta (i) Memorie della R. Accademia di Torino , vol. XXVII, pag. 193. (2) EfFemericU letterarie tli Roma, t. 12, , p. 29. (3) Memorie della R. Accademia di Torino, vol. XXVII, p. 290 (4) Marzo, aprile 1819, p. i5i e p. 221. 108 PROEMIO del campo di P. C. Scipione , delle vestigia del ponte sul Ticuio , del sito della hattaglia e delle tombe de'' Roman i e de' Galli in essa periti (i). Altro noL qui non faremo clie invitare i leffgitori nostri a sctirrere le Osservazioni criticlie pubblicate in- torno a quelT opera nel marzo e luglio iSaS della Biblioteca Italiana(t. 87 e 39). (l) Milano, I. R. Staniperia, 1824, in 8." fig. II sig. prof. Giani s'avviso di rispondere alia Biblio- teca italiana con un' Appendice all' opera sua ( IMilano , 1825, Pogliani, in 8.° fig.). Nell' anzidetta opera tra le incite scoperte da lui travedute ci ha quella d' iscrizioni latine in caratteri etruschi. La Biblioteca italiana espose i suoi dubbj su qne' pretesi caratteri. Ora il sig. pro- fessore aggiugne d' avere nelle sue anticaglie ritrovato anclie caratteri ed iscrizioni deW antico linguaggio in- sitbre , e ne da le figure. Tale scoperta far dee stra- biliare gli anticjuarj tutti dell' universe, non essendo a noi pervenuto alcun altro sicuro monumento insubre. Gran danno die cio avvenuto non sia iuiianzi che Bodoni pnbblicasse la sua Oraziuiie dominicale in i55 lingue, giacche quel grande tipografo prevalendosi della scoperta del sig. Giani potuto av^-ebbe aggiugnere la i56.* ! II Baretti nella Frusta letteraria cosi si esprime in- torno alle sacre antiche iscrizioni travedute dall' abate Yallarsi sopra la cassa di piombo contenente i corpi de' martiri Fermo e Rustico : Non vive forse nlcuti uoino a cui non sia ai-venuto piii volte di vedere delle cose die non son cose ... .11 sig. ah. Valiarsi in questa sua erudi- tissima dissertazione mostra d' aver molto del Johnny Blo- ckhead , vedendo in certi brutti e insignificanti segni o glii- rigori^ fatti dal caso in una cassa di piombo, delle iscri- zioni che non vi sono , e mettendosi quasi in collera con chi non le ha vedute , come le vede lui. Lo stesso Scan- nabue trasmette quindi una sua patente in carta pecora al mardi. Luigi Pindemonti di Verona, e con essa lo crea suo coadiutore per aver egli dimostrato essere pu- ramente ideali quelle iscrizioni lette ed interpretate dal- r a|j. Yallarsi. , , : PARTE PRIMA. IO9 D' una singolare menzione come lavori clie in. onore ridondario della patria nostra , de2;ne ci sembrano la niagnilica opera del dottor Giulio Ferrario intorno ai tnonumenti delT insigne Ba- silica di S. Ambrogio (i), e T erudita storia e bella ed esatta descrizione della nostra Metro- politana del signor G. Franchetti (2) intorno alia quale parleremo nuovnmente nelT articolo suir arti belle. Ottima ci sembra pure V impresa dci signori Giitenson e Knapp , di pubblicare cioe le antiche chiese cristiane di Rojna dal IV al XIII secolo (3). Varj scavamenti vennero cpia e la eseguiti Nuove scoperte, neir Italia, e diverse anticaglie vennero disep- pellite. E primieramt-nte molti furono gli oggetti d' antirhita ritrovati a Pompeja in un coUo sco- primento di edifirj importantissimi. Fra questi vuol essere particolarmente rammentato il grande edificio oblungo, scoperto nel 1828, il cui cor- tile e ornato di un portico sostenuto da 52 co- lonne. NelP uno dei passaggi coper ti fa entro nicchia ritrovata la statua della sacerdotessa Hu- machia ^ la quale, come rilevasi dair iscrizione posta sul piedistallo , fece le spese di un tale edificio. Ultimamente fu pure scoperta un' altra casa che a motivo delle sue pitture fu denomi- nata la casa del poeta drammatico. Questa per la sua comoda distribuzione , per I' eleganza delle decorazioni e pel gusto dei niobili e delle suppel- lettili e forse supcriore a tutte le altre finora di- sotterrate. Fra le pitture ond' e decorata, debbonsi notare quclla spicgata per Briseide allorcbe la mi- sera e costretta ad abbandonare Achille; F altra (i) Milano, 1825, Stamp, deirautoi-e, in 4." gr. con — tavole miniata. Di quest' opera daremo un articolo nei prossimi quatlerni. (2) Milano, i8ai, in 4." fig. Bibl. Ital. , t. 2,5, p. 22. (3) Roma, 1822, dc Romanis, no PROEMIO rappresentante Tetide col giovane AchlUe , ed una terza ove vedesi Elena rifiutata da Menelao. Leggiadrissimo dipiato pni e quello ove ua poeta od atcore va leggeiido uii manoscritto dinanzi a tre gentili dotizelle che con attenzione lo stanno ascoltando. Nella medesima occasione furono ri- trovate due belle statue; F una di marmo che da principio fa presa per F imagine di Cicerone, Taltra grande ed equcstre in bronzo die cfedesi deir imperator Nerone. Ne vogliono esser ob- bliati j resti di pubblici bagni , fra' quali uno in marmo bianco d' elegante lavoro, e grande a suffioienza per contenere 20 persone. In un' at- tigua camera erano due sofa di bronzo , un graa vaso pariniente di bronzo e diversi altri oggetti fra' quali 5oo e piu lampadi di varia forma, ecc. Anche a Castellamare, che fu fabbricata suUe rovine delf antica Stabia, furono scoperti avanzi di antichita che sembrano appartenere a Stabia stessa. In Roma nella vigna Ruftini fu disotterrato un colombario con pitture conservatissime e coa iscrizioni. Sul Foro Romano trovossi la prima colonna milliaria, centio di quel vasto impero e che era stata finora inutilmente ricercata. Vicino alia tomba di Cecilia Metella si rinvenne un bel pavimento in musaico conservatissimo ; ed un, altro simile con meandri fu ritrovato nelFarapliare una fossa diiimpetto alia piramide di Cajo Cestio. Scavandosi sulla piazza del Popolo , apparve un busto di Bacco indiano in giallo antico : presso i bagni di Caracalla ritrovossi un' anfora di terra cotta con un gran numero di lavori in oro di squisita esecuzione , come collane , brac- cialetti, orecchini , ecc. Sul Palatino si rinven- nero una camera antica, una bella statua di Minerva, mancante pero della testa e della inano destra , non die due eleganti capitelli corintj. Sulla strada Nomentana in un terreno detto Monte Calvo , a 3o miglia circa da Roma , discoprironsi PARTE rillMA. Ill gli avanzi di ua vasto edifizio , oltre quattro statue maggiori del vero, rappreseatand un Per- seo alato, un Bacco, un Satiro ed uvi Sileno , tutte di un bel lavoro e di stile grandioso , ed oltre varj busti di anticlii ed illustri perso- naggi. Nei fondi in possesso del signor canonico Colonna, a dieci miglia da Roma vicino alle Fratoccliie, si riavennero le rovine di un teatro e d' una piscina , non die diversi considerabili avanzi di antiche mara ed alcune carceri , che mostrano esservi stato un Circo. Questi monu- ment! furono dai signori de Romanis e Tambroni attribuiti a Boville , citta del Lazio posta sulla Via Appia. Anche presso Tormanei , paese non molto distante da Roma, rividero la luce tre sta- tue, Tuna di Baccante e due di Bacco, e di queste una di marmo pentelico conservatissima. Due an- ticlii pavimenti in musaico bianco e nero furono scoperti neir Agro Romano in vicinanza alia strada che conduce a Monticelli , in un fondo appar- tenente alia Chiesa di S. Maria in Via Lata. A Civita Vecchia sulla strada pubblica , in vi- cinanza di Corneto, ritrovossi un sepolcro sca- vato nel masso , ov' era un avello di pietra , che conteneva un cadavere con un elmo, due lance, una spada ed un leggiadro scudo di me- tallo con bassi rilievi di buono stile. Recente- mente cercandosi materiali di costruzione in mezzo agli avanzi di fabbriche antiche fra le mine della citta di Porto, discoprissi un edifizio die forse servi ad uso di bagni , non che una statua di Nettuno ed un' altra muliebre ecc. Finalmente in Brescia si stanno facendo tuttora grandiosi scavi, intorno ai quali abbiamo piu sopra citata la Dissertazione del dottore Labus e le Relazioni del professore Vantini e del si- gnor L. Basiletti. Ghiuderemo colP avvertire che la magnifica ediziouc di tutte Ic opere di Eunio Quirino 112 PROEMIO Visconti, il principe de' moderni antiquarj, feli- ceniente intmpresa in Milano fino dal 1818, e og- giiuai £,iiiiita pressoche al suo coiiipimetito. Gli stiuliosi delTarti belle, gli antiquarj , gli erudid ed in somma tutti gli uomitii colti essere debbono grati ai benenieriti editori che avendo in questa collezione tutte unite le opere di quel sommo scrittore , presentarono air Italia non solo , nia anche alia straniere nazioni la piu doviziosa sup- peliettile d' ogni geneie di bella erudizione. Numlsmatica. ^ Italia cbbc in quest! ultimi anni non poclie opere di Numismatica si antica che moderna. E quanto all' antica, 2;iova T incominciare dal Ne- store dei viventi coltivatori di quest' arte il sig. Domenico Scstini, che non mai stanco, ben ancora nella gia avanzata eta va pubblicando tratto tratto qualche opera sua. E primierainente cite- remo la sua nuova edizione delle Clas'tes generalcs di antica Numismatica (i). La prima edizione di quest' opera usci in Lipsia nel 1797: ma le cor- rezioni e le ag^iurite fatte posteriormente dal Sestini e da altri alia classificazione e spiegazione delle medaglie ne rendevano necessaria la ristam- pa; e questa da nessuno meglio che dallo stesso autore potevasi ben eseguire. In essa oltre il grado di rarita delle medaglie e le notizie intorno alle fiilse, non che la rettificazione delle leggende, vengono determinate anche la lingua e la qualita della scrittura a cui dette leggende appartengo- no; aggiuntevi di piu quattro tavole in rame, le quali ci presentano 1' esatta figura di quelle let- tere non possibili a stamparsi coi caratteri che comunemente si trovano nelle tipografie, Ouanto alle iscrizioni CeZti6e/e , queste nell' opera sono al (i) Classes generales , seu moneta vetus urbiiim, popu- loruin et regum online geographico et chronologico de script a ^ eclitio secunda einendatior et locupletior. Florenti«, 182 1, in 4." PiRTE PRIMA. Il3 loro proprio luogo collocate, essendosi il Sestini giovato dei caratteri, de' quali gia avea fatt'uso per la descrizione delle medaglie Ispane del conte di Wiczai da lui pubblicate sino dal 1818. Dello stesso autore sono la Descrizione delle me- daglie greche del signer Fontana di Trieste (i), non die quella di alcune del nmseo di S. A. R. il priacipe ereditario di Danimarca (2). Comunico pure il Sestini varie Dissertazioni alV Antoiogia di Firenze e sono: Y Illustrazione di alcune me- daglie di bronzo ritrovate nel 1828 sul luogo deir antica Mesembria di Tracia (3), appartenenti a Cavaro i-c di quell© contrade, che regno verso r anno 219 avanti G. C. ; una Discussione Numis- matica (4), nella quale oltre varie important! me- daglie trovansi illustrati un medaglione d' ar- gento di Eritrea della Ionia, due simili di Argo delTArgolide, ed un altro assai singolare di Ha- liartus^ citta situata vicino al lago Copaide nella Beozia ; finalmente la Descrizione (5) di nove medaglie inedite possedute dal dott. Puertas Ca- stigliano, le quali appartengono ai Tutini, popolo nuovo in Numismatica, e rammentato da Plinio che lo pone in Calabria. (i) Firenze, 182a, Piatti, in 4." fig. (3) Firenze, iSai, in 4.° (3) T. i3.° — Di questo nuovo re di Tracia , nominato Cavaro, aveva gia il sig. Carabed pubhlicato in Costan- tinopoli una medaglia pure inedita, ma piii piccola di qvielle del Sestini. II Carajjed ne aveva ritrovate trenta ad Ilismye c\\ ei crede la Cabjie di Strabone , Tolomeo e Demostene, situata sul monte Emo, ove ancora ritro- vansi alcuni avanzi di antichita. Le due meda2;lie del Sestini sono fra le trenta succitate. II titolo delf opera del Carabed e il seguente : Notice sur une medaillt ine- dite dt Cavarus roi de Thrace , par lean Carabed. Con- stantinople, 1824, imprimerie du palais de France, in 4.° (4) Antologia di Firenze, t. 14. (5) Antologia di Firenze, t. 17. Bibl. ItaL T. XLI. 8 114 r R O E M I o Dopo il signor Sestini collocheremo a bnon dritto il slgnor Bartolomeo Borglrcsi a cui taiito dee 1.1 Nuniismatica roniana. Egli neWAntologia di Firenze (i) pubblico una lettera diretta alio stesso signer Sestini , nella quale prova clie i magistrad iscritti suUe niedaglie di IMarciano- poli, di Nicopoli, non che della Mesia inferiore sono i veri Presidi o siano Propretori di quelle provincie. In varj tomi del Qloriiale Arcadico di Roma (2) pubblico col titolo di Decade I, II, III, ecc. varie osservazioni numismatiche, nelle quali si fece ad Ulustrare o corre2;gere i tipi e le lezioni delle leggende di varie niedaglie par- ticolarmente consolari , corredandole di solide prove alia storia ed ai classici appoggiate. Chi per esempio si farcia a scorrere quelle osserva- zioni di leggieri si persuadera che la testa sulla raedaglia di Magnesia nella Lidia non e gia di Cicerone, come vollero il Sanclemente ed E. Q. Visconti , oppure di Giulio Cesare come avviso il Consinery , ma sibbene di Augusto , e che la leggeiida appartiene al figlio di Cicerone, il quale ebbe gli stessi nomi del padre, e fu proconsole in quella Provinria (3) ; e si persuadera an— cora non essere gia di Attilio Regolo , siccome afifermo E. Q. Visconti, il ritratto che vedesi nel dritto di una medaglia della gente Livineja , ma bensi del Pretore Livinejo effigiato sulle mo- nete dopo la sua morte per cura del figlio nel tempo che questi era Prefetto di Roma sotto la dittatura di G. Cesare (4). Dotte pure ed (i) T. i5. (2) T. 12, i3, 14, i5, 16, 17, 18, 24, 20 e 26. Di queste Decadi fnrono stampati pochi eseinplari sepa- ratamente, che il sig. B. Borgliesi va regalando ai suoi amici e corrispoiidenti. (3) Gioniale Arcadico, t. la. (4) Idem, t. 1 3. PARTE PRIMA. I I 5 assai importanti ci sembrano le osservazioni del Boroliesi iiitorno alle medaglie consolari con- tromarcute (i); noii die le altre relative alle raonete asiatiche dal loro tipo cliiamate Cisto- fori {i). A solidi argomenti veggiam appoggiata Topinione di lui circa i tre ritratti clie vedonsi sopra alcune medaglie coniate per ordiue del prefetti della flotta di M. Antonio; i quali ritratti non sono di M. Antonio con Cleopatra e Ce- sarione figlio di G. Cesare, ovvero Antillo pri- mogenito di M. Antonio, ma sibbene , come gia giudicato avea il IMazz.olcai, di M, Antonio ed Ottavia di lui mobile e sorella di Ottaviano, al quale appartiene il terzo ritratto (3). Note- remo fiiialmente una lettera dello stesso Bor- ghesi impressa n&WAntolog'a di Firenze (4) ove egli cliiaraniente dimostra che V era Bitinica sulle medaglie battute sotto la dominazione Romana e diversa dalla Bosforiana usata dai re di quella contrada , la quale incomincio nel 467 di Ro- ma , mentre la Bitinica non puo farsi risalire oltre il 471. Indicate cosi le opere di que'' due insigni Nu- mofili, faremo uno srorrimento sulle produzioni degli altri coltivatori di si fatti studj. II sig. prof. Peyroii diede alia stampa una IMemoria intorno alle medaglie di Tarso della Fenicia (5) die hanno nel rovescio un leone con un toro o un cervo e coUa leggenda Fenicia. II cav. C B. Vermiglioli pubblico una lettera (6) intorno ad un (l) Giomale Arcadico, t. i3. (a) Idem , t. 14. (3) Idem, t. aS. (4) T. II. (5) De nummis Phoenico-Tarsensibus qui taurum. a leone prostrntum exhibetu, commentauo. Memorie della R. Ac- cademia di Torino, vol. XXV. (6) Perugia, iljaS, in 8." fig. ii6 pnoEMio Quadrante inedito ch' egli crede doversi attri- bnire agli Eretei , popoli Sabini; ma die secondo il signer Sestini (i) appartieae ai Verulani^ po- poli (leir antico Lazio. Anclie il professore Ba- rucclii illustro una medaglia greca di Caracalla appartenente a Plotinopoli della Tracia sulla riva destra delT Ebro (2) , cosi chiamata da Plotina moglie di Trajano ; e nelF istesso tempo corresse la leggenda al di sotto di una delle due teste del rovescio , la quale debb' esser letta Hadria- Tiopolls, citta pure della Tracia sulla riva sinistra del suddetto fiume (3). Ultimamente poi il mar- chese Melchiorri fece di pubblloo diritto alcune lettere inedite di Sebastiano Erizzo (4) , che versano intorno a materie di numismatica. Oltre gli anzidetti autox-i apportarono sommo vantaggio alia scienza delle medaglie antiche colle loro opere i signori Pietro ed Alessandro Visconti (5), M, Delfico (6), Tullio Monaldi (7), marchese Enrico Forcella (8), cavalier di S. Quintino (9^, (i) Antologia di Firenze , t. 17. (2) Questo &nme, Aetto Hebnis dni Latiiil, chiamavasi anche RItombiis e corrisjjonde alia Marlza d' oggigiorno. (3) Memorie dell' Accademia R. di Torino, vol. XXIX. (4) Memorie romane di antichita e belle arti , vol. I , p. 211. (5) EfFenieridi letterarle di Roma , t. 4 , p. i , e t. 6, p. 3. (6) Delia numismatica della citta d' Atri nel Piceno ecc, di Melchiorre Dellico. Teramo, 1824, fol. fig. Bibl. ital. t. 39. (7) Sopra alcune medaglie antiche inedite, lettera di Tullio Monaldi. Giornale Arcadico, t. 16, p. 56. (8) Numismata aliquot sicula nunc prinium a Mar- chione H. Forcella ec/ira. Napoli, 1824, 1114.° fig. Bibl. ital. t. 38 , p. 416. (9) Descrizione delle medaglie imperiali Alessandrine ine- dite del R. museo egiziano di Torino , del cav. Giulio di S. Quintino , in 4.° PARTE PRIMA. II7 Reynler (i), e Cardinal! (2). Di questi dottl non facciaino che semplicemente notare le produzioni onde non dilungarci di troppo nel nostro ragio- namento. Fra i coltivatori della Numismatica moderna sono da commendarsi il gia lodato signor G. B. Vermiglioli che illustro una medaglia di Malatesta Baglioni (3) ; il signor G. G. Orti che ci fece co- noscere una moneta di Antonio Scaligero, signore di Verona, ed ua^inedita tessera di G. G. Visconti, conte di Vertu, relativa alia costruzione del ponte di Borghetto sul Mincio (4) ; il sig. canonico Mo- reni che produsse una Dissertazione intorno alia medaglia di Bindo Altoviti (5) ; il sig. Monaldo Leopardi che raccolse alcune notizie sulla 7:;ecca e sullft monete Recanatensi (6) , e finalmente il signor Carlo Zardetti che nella Blblioteca Italla- na (7) pubblico una moneta inedita della regina Jolanda, ed un^altra delT imperatore Lamberto, e determino la vera sede delle monete di Be- rengario senza nome di zecca. (i) Congetture sulla citta che ha fatto battere le meda- glie attrihidte comunemente ad Hyria citta deW Apidia. Bibl. ital. t. 3o 5 p. 10 5. (2) Numi unciales cerei musei Borgiani a CI. Cardinali descripd. Boaoniae , 1822, in 8." (3) Medaglie inedite di Malatesta IV JBaglione nel mu- seo de conti Oddi di Perugia , dai suoi fasti illustrata da G. B. Vermigholi. Giornale Arcadico, t, la. (4) Lettera sopra due medaglie inedite. Verona, 1825, in 8." fig. (5) lllustrazione storico-criiica di una rarissima meda- glia ecc , del canonico IMoreni. Firenze , 1824. (6) JVotizie dd'a Zecca e dclle monete Eecanatensi . rac- colte da Monaldo Leopardi di Recanati. Ivi, j822,fogl. fig. (7) Osservazioai sopra due monete del museo Mainoni ecc. , di C. Zardetti, aggiunto al direttore dell' I. R. museo- numismatico di Milano, BiLl. ital. t. 28, p. 181. Il8 PROEM lO Epigrafia. Moltc iscrizioni furono recentemente sroperte, indi illustrate ; altre corrette e ridotte alia vera loro lezione con analoglii comenti. Ma per noii dilungarci di troppo non faremo clie appena toe- car i lavori di cjue' dotti d' Italia die a si fatto genere di studj applicaronsi. Tali sono le opere dei signori Anibrogio Balbi, genovese (i); Emanuele Antonio Cigogna (2): conte Benedetto Giovanelli (3); abate Bartolomeo Giuseppe Stof- fella dalla Croce (4); Gio. Giuseppe Orti (5): i cjuali tutti pubblicarono diverse ed important! opere intorno ad arp;omenti di epigralia. Non fa- rem pure clie seniplicemente indicare V lllustra- zione fatta dal dottor Labus deile iscrizioni cri- stiane senperte in Milano fino dal 18 13 ristau- randosi il pavimento della nostra insigne ba- silica di S. Ambrogio (6). Tra queste la piu (i) Dissertazione sopra una lapida inscritta da Silla a Venere Ericiaa ecc, scntta da Ambrogio BallDi. Tormo, 1824, Pomba, in 8.° (a) Delle iscrizioni veneziane , raccolte ed illustrate. Venezia, 1824, Vol. I, in 4.", fascicoli 1." e 2.° Bibl. ital. t. 37, p. 124. (3) Discorso sopra un iscrizione Trentina del tempo de- g'i Antonini , publ)licato dai conte Benedetto Giovanelli , podesth di Trento. Ivi , 1824, Monauni, in 8." Bilil. ital. t. 38, p. 37. (4) Illustrazione del monumcnto eretto dalla citta di Trento al suo patrono Caio Valeria Mariano : opera po- stuina deir ah. Girolanio Tartarotti , siipplita nella parte niancante dall' abate Bartolomeo Giuseppe Stoffella dalla Croce roveretano. Rovereto , 1834, in 4.° grande. (5) Sulla gente Cassia di Verona , lettera del nobile G. G. Orti. Bollettino universale ecc, di Fex'itssac, stam- pato a Yenezia , vol. I. (6) Jntorno alcuni monumenu epigrafici Cristlani sco- perti in Milano I' anno i 8 1 3 nelt insigne basilica di S. Am- brogio, dis;;ertazione epistolare del D. Gio. Labus. Mi- lano, jSaZ'r, in 4." fig. .... PARTE PRIMA. 1 1 9 singolare e una bilingue , greca cioe e latlna , relativa ad uti certo Bosso liglio di Teodoro , il cai consolato corrisponde all' anao 444 di G. C. Lo stesso sig. Labus ci diede la spiegazione di una greca iscrizione scoperta in Trieste e re- lativa a certa Lucifera (i). L' indefesso signer Bartolomeo Borghesi ])abblic6 nel giornale Ar- cadico (2) una lettera sopra una iscrizione clie appartiene a Posturaio Albino Magno , console in Roma nel 606 con L. Calpurnio Cesonino. Nel Giornale Arcadioo (3) ttovansi cinqaanta iscrizioni inedite illustrate dal signor Clemente Cardinali , il quale pubblico pure Tie centurie d^ iscrizioni anticJie da lui raccolte ed illustrate {^) :, non che una Lettera intorno ad una lapide crl- stiana (5) ; alcune Ossenazioni sopra mi antico monumentn marmoreo de'' fasti Consolari (6) ; e r Illustrazinne di alcune iscrizioni antiche Veli- terne (7). Ne crediamo di dover passare sotto si- lenzio il numeroso elenco delle navi romane compilato dallo stesso sig. Cardinali (8) , il quale giovandosi di quello gia pubblicato dal Gori e delle aggiunte e correzioni fatte posteriormente dair Agenbucchio , dal Marini e da altri , pote non poco aumentarlo , corredandolo altresi di sue osservazioni e dclla nota dei Prefetti delle diverse classi ; nota die egli pote riunire coUa scorta degli antichi monumenti scritti. (i) Antologia di Fireiize^ t. 5. (2) T. 10, p. 211. (3) T. II. (4) Bologna. A. Nobili , in 4.° (5) Roma, i8a5, de Romanis , in 4." (6) Volume I, p. 179, delle Menwrie romane d' anti- chita e belle arti. (7) Roma, 1823, de Romanis, in 4.° fig. (8) Volume I, pag. 80 delle Blemorie romane if ami- data e belle arti. I 20 P R O E M I O Varie altre Meniorie intorno le iscrizioui ri- tiovansi nel Giornale Arcadico , e souo : Ciiujue iscrizioui consolari scoperte nel 1821 in Roma e pubblicate dal slgnor Salvatore Bettl (i); L'epi- taflio greco dissotterrato nel 1823 in una vigna fuori di Porta Latina illustrato dal sig. Mcrcurj (2) ; i niarnii ernditi ed altrl monumenti principal! scoperti a Lorio sulla Via Aurelia , illustrati dal- r abate Girolamo Amati (3), il quale aveva gia nello stesso giornale pubblicata una iscrizione greca metrica proveniente dai sepolcreti della Via Appia (4) ; e finalmente alcune iscrizioni scoperte ne'contorni di Roma e nello Stato (5). E del sig. Amati vuol essere pur ncordata la Dissertazione da lui letta nelTAccademia d'Archeologia al Cam- pidoglio sopra una iscrizione greca coir ascia se- polcrale; la quale dissertazione trovasi stampata nel tomo 1.° degli Atti di quella "Accademia , pubblicato nel 182 1. Questo medesimo volume contiene una lettera del signer D. Luigi Nardi arciprete sopra una antica lapida dissotterrata negli scavi di Rimlno , la dove sussisteva gia r antico Duomo; T illustrazione di un frammento d' antica iscrizione ritrovata sul monte Pietra Demone nel territorio di Canemorto in Sabina , fatta dal cavaliere L. Biondl; ed alcune iscrizioni greclie trasraesse dalP alto Egitto al signor Nle- bhur , socio onorario della siessa accademia , il quale le illustro e fece di pubblico diritto col titolo di Inscriptlones Nubienses. L' amatore di questi studj ritrovera importanti articoli o dis- sertazioni anche nei volunu delle Effemeridl let- terarie pubblicate in Roma. Noi qui non faremo (i) Giornale Arcadico, t. 12, p. 9a. (a) Idem, t. i5, p. 171. (3) Idem, t. 24, p. 78. (4) Idem, t. i3, p. io3. (5) Idem, t. i3, p. 379. PARTE PRIMA. 121 die iiidlcarle. II sig, professore Giuseppe de Mat- thceis illustro un' antica hiplfle Faleriense (i) ; i sifiiiori marcliese G. Melchlorri e cavaliere Pietro Visconti commentarono alcune iscrizioni antiche rinvenute in gran parte suUa Via Appia (2); il sig. cavaliere Cardinali , gia sopra nominato, pubblico una lettera inedita di Gaetano Jlftglcore, nella cpiale si illustra un' iscrizione greca (3); il P. M. Antonio Brandlmnrte scrisse una lettera intorno ad una la- pide di Pompilia Anthusa delta Ancharia (4) ; ed il sig. P. Visconti fece a questa lettera alcune dotte osservazioni (5). Diverse altre iscrizioni antiche furono fatte conoscere tlal sig. D. Carlo Feci (6). Anche nelle Memorie della R. Accademia di To- rino trovansi alcune osservazioni del cavaliere di 5. Qnlntmo intorno a varie iscrizioni recen- temente scoperte fra le ruine dell' antica Libarna rammeatata da Plinio, da Tolomeo, dalP itinerario (i) Sopra un antica iscrizione Vaticaiia, lettera del prof. Giuseppe de' Matthaeis a moasig. A. Mai. EfFeme- ridi letterarie di Roma, t. 3, p. 247. (2) Silloge d' iscrizioni antiche inedite rinvenute in gran parte sidla Via Appia , corredato di qualche commento dai signori marchese G. Melchiorri e cav. P. Visconti. EfFenieridi letterarie di Roma , t 6, 7, 8, 10, 11 e la. La coiitinuazioiie di quest"" opera si trova nelle Memorie romane d' uniichita e belle arti. Vol. I, 182 5, p. 34-87. Lo stesso marchese Melchiorri illustro un" iscrizione scoperta sopra un' urna sepolcrale di marmo , che da lungo serviva di serbatojo di acqua in una vigna presso la villa Albani:ecco il titolo della dissertazione : In vete- rem Demetrii superistce inscriptionem commentariam. Romse, 1823, de Romanis, in 4.° fig. In questa dissertazione trattasi specialmente della carica di superista provata laicale e non ecclesiastica. (3) EfFemeridi letterarie di Roma, t. 8, p. 117. (4) Idem, t. 8, p. 366. (.5) Idem, t. 9 , p. 10 1. (6) Idem , t. 1 15 p. 3oo. 122 PROEM 10 d'Antonlno ecc. (i): fra tali iscrizioni leggen- dosi spesso il nome tlella fainiglia Attilia , T au- tore crede che da (|ucsta abbia avuto oriffine il nome ninderno di Antirla sostituito nel V o VI secolo all'antico di Libarna. Giavissima mancanza sarebbe il qui ommettere V illustrazione di una colonna maomcttana con iscrizione araba antica stesa dal sig. cnnte Carl' Ottavio Castiglloni gia conosciuto per la sua dottissima opera suUe nio- nete culiche delT I. R, Museo niimlsmatico di questa citta (2). Crediamo Hnalmente opportuno di citare la nuova edizione dalle opere epigrafi- che deir abate MorcclU (3) , alia quale andera unito il lessico epigratico Morcelliano , proniesso gia dal professore Schiassi di Bologna ; lessico da cui r edizione ricevera certameate pregio ed importanza. Chiuderemo col far cenno degli im- portanti scavi fatti eseguire al principio del 1824 dal sig. Duca Turlonia al cosi detto Circo di Caracalla, dove oltre diversi frammenti di sta- tue ecc. , trovossi porzione di un' antica iscri— zione, clie porta a lettere cnbitali i nomi degli Imperatori Massenzio e Roninlo figliuol suo. Una tale scoperta senibra fortemente appoggiare Topi- nione di coloro che , a motivo dclla rozza co- struzJone di un tal monurnento dinotante la de- cadenza deir arte , dnrarono faiica a crederlo opera di Caracalla , ma lo volevano anzi poste- riore. Tali furono il Panvinio che lo ha creduto del tempo di Costantino ed anche |mu tardi ; il Fabretti che lo disse opera di Gallieno ; ed il (i) Memorie dell' Accadeinia R. di Torino. Vol. XXIX, p. 143. (2) Bibl. ital. t. 38, p. 73. (3) Noi non abbiamo citato , parlaiiJo di lavori in- torno alle iscrizioni, le opere del sig. Veriniglioii siille iscrizioai etiiische, perclie ne favellanimo gia trattaado Uelle prodazioai relative alle lingne. PAPxTE rniMA. ia3 Gnattani die lo suppose costrutto in tempi ad Aureliano posteriori. A taliino de'nostri Icggitori sembrera die noi forse di troppo intertenuti ci siamo in questi tre argonienti e specialmente neW Andquaria; ma e d' uopo por mente die in cio consiste appunto la pill preziosa parte dell'eredita a noi da' mag- o;iori nostri tramandata. Che se eli oltmmontani • •■•II intraprendono dlsastrosi viaggi , e non badano a dispendio alcuno ond' iscoprire le reliqme della dassica antidiita e farne acquisto ; perdie sta- remo noi neghittosi sovr' un terreno veramente classico , qual e il nostio , e die nel suo seno racdiiiule inesauste miniere d' ogni genere di mo- numenti ? Onde presentare un prospetto di tutte quelle Eeiie art; opere risguardanti le arti belle die nel passato lustro divennero di pubblica ragione, e delle quali occorse di far parola o rpialche cenno nella Biblioteca Italiana; basterebbe, se male non ci appongliiamo, il registrarne i titoli, e citandone le pagine rimaudarvi i nostri leggitori, ove loro talenti di rinverdire la niemoria di tutto cio die intorno ad esse fu ivi avvisato. Ma questo nietodo quanturjque sulle prime ci sembrasse calzare assai bene al sunto nnstro, pure non ci torno a grade per alcnne considerazioni, die trovammo piu con- sentanee nj^li obhliiilii da noi assunti, e die ci di- stolsero dall' adottailo. Priniieramente da questa specie di catalogo non avrebbesi potuto desuniere lo stato fiorente delle nostre produzioni; giacdie per giudicarlo con fondaniento , non il vistoso numero, ma la loro quabta costituirne dee la pie- tra di paragone. Secondariamente , colT obbligare il lettore a svolgere diversi volunii onde cavarne una notizia, affacciavasi 1' omissione di que' di- licati riguardi die ogni autore debb' avere verso di qudli pe' quali scrive , procurare dovendo di alleviare loro possibilmente le fatiche delle 124 P H O E M 1 O ricerche mecHante una facile orditura di componi- niento, ed una cotnoda e bea ragioiiata dispcsi- zione si delle materie clie degU indici. In terzo luogo fiiialniente, dando un semplice elenco di operc di belle ard ci era vietato di soffermarci in alcuna di esse e di soggiungere quelle osser- vazioni che nel riandare le aniecedenti ne fossero nate, ed avremmo del pari defraudato i lettori delle notizie di alcune altre opere che o per inav- vertenza non furono accennate o posteriormente apparvero alia luce. Segueudo dunque questo disegno crediamo di awertire cli'' egli e nostro scopb nel proemio che presentiamo non gia di rinnovellare in esteso il contesto di quelle ragioni che su qualche lavoro esposte furono nella Bi- blioteca Italiana piuttosto in un modo che nel- r altro , u)a riepilogando cio che piu iinporta di conoscere, d' intrattenerci sulle piu. importanti, e discorrere sulle altre di minor memento col— r isliorarne la materia in via di spicilegio. Architcttura. Dando priucipio coir architettura , possiarao con compiacenza asserire che quest' arte utilis- sima vanta fra noi non pochi felici cultori. Fino dair epoca in che il professore architetto Pier- niarini ed il sue successore Giacomo Albertolli ne diressero il pubblico insegnamento, molti fu- rono gl' ingegni che in essa si distinsero, come ad evidenza risulta da una letters che fu pub- blicata in difesa di questa vecchia scuola stata disfavorevolmente giudicata in un opuscolo inti- tolato: Apologia di Vitravio Pollione (i). In mezzo pero agli abdi architetti che forma- ronsi tanto nella summentovata scuola, quanto neirattuale, sussiste tuttora il desiderio nostro che altre volte manifestammo di vedere maneggiata quest' arte con quella varieta di gusto, grandio- sita ed eleganza di cui e capace. Senz' entrare (i) Bibl. Ital. t, 25 J p. 414. PARTE PRIMA. 125 in lunglie disquisizioni, il clie megllo converrelibe con apposito articolo , accenneremo soltanto di volo, che veduto un moderno edificio si forma il tipo di quasi tutti gli altri. E perche non si potra in qualche fabbrica introdurre bramantesca leg- giadria , od uno stile maestoso cbe per aggetti pill risentiti e per modanatnre alquanto piu gravi produca un effetto maggiore, ed interrompa quella monotonia di decorazione ormai tutta cavata da una forma? Pochi sono que' cornicioni che vera- mente siano corrispondenti alia elevazione degli edificj. Eppure il cornicione d' una fidsbrica do- vrebbe rappresentare il cappello destinato a gua- rentirla dalla pioggia e dalle altre intemperie, ed al maggior aggetto di esso andar dovrebbero de- bitrici ie fondamenta di una majr^iore conserva- zione. Cosi, parlando delle porte, non abbiamo forse niodelli da imitare in quelle decorate con bunn gusto die costrutte furono dai nostri ante- nati , e che ci arrestano tuttora con piacere in alcune comrade , anziche limitarci ad una sem- plice guscia, ovvero a qualche esile modanatura di cui per lo piu vanno ornate quelle di nuova costnizione, le quali bene spesso sorreggono co- lonne o lesene con frontoni ? Ne vuolsi da cio inferire che Tarchitetto debba scostarsi dalle se- vere massime e dai precetti dedotti dagli auto- revoli esempj delF antichita , per darsi in braccio alia licenza ; ma si esigerebbe soltanto cli' egli cogli stessi principj movesse in traccia di nuove combinazioni, come felicemente praticarono molti cinquecentisti, e che non si astenesse specialmente dai considerare che gli usi nostri, i nostri cnmodi ed il nostro modo di convivere e di alloceiare diversihcano non poco da quelli degli antichi. Non sempre il tablino , il tempio in Antis e la basilica di Vitruvio possono essere adottati per le nostre case, pei nostri temp] e pei nostri tri- bunali , scbbene siavi taluno che pretenda doversi 126 P U O E INI I O concedere a PoUlone V assoliita preniinenza , e che proponga i dettati di liii, sicconie sacro testo da doveisi iiideclinabilmetite se2:uiie nelT ammae- strameiito delT arte edificatoiia. Lasciando intatta la venerazione che merita questo classico , la Biblioteca Italiana (i) manifesto su tal proposito ropiiiione sua, allarclie credette di non trala- sciare di ribattere alcuni argomenti, co' quali in un articolo inserito nei n." 87 e 92 della gazzetta di Milano delT anno 1821 erasi tentato di fian- cliegglare siffatte dottrine. Parve ad essa die i superstiti monuinenti dei Greci e dei Romani , non che le opere deir Alberti , del Barozzi da Vignola, di Palladio, di Serlio, dello Scamozzi e di taut' altri fossero da anteporsi al Codice Vi- truviano tuttora in alcune parti oscuro , in altre incompiuto , e quindi soggetto a nuove iuterpre- tazioni, a recenti ricerche e ad un aumento di comenti per parte degli eruditi. Una luniiuosa prova di quelT asserzione venne offerta colT annunzio, che nella stessa Biblioteca fu posteriormente inserito, delPillustrazioue di Vi- truvio per le studiose ricerche dello Stratico (2). Questo Nestore dei letterati, non ha guari toko da niorte alia lumlnosa e lunga sua carriera, spese di molte vigilie intorno a tal suo lavoro , ed e ora sperabile che le pagine vitruviane, su cui di- stillaronsi il cerebro e architetti e scienziati non (i) Sulla prcminenza di yUrwio. Amiotazioni ad un articolo ecc. Bibl. ital. t. 23 , p. 40a. (2) M. Vitru\ii Pollionis Architectura etc. o sia Archi- tctlura di M. Vitruvlo Pollione col testo emendato per mezzo dcW esame dei codici, colle esercitazionl e con note novissime di Giovanni Poleni , e i commentarj di diversi, ai quali sono ora per la prima volta aii[>iunte le studiose ricerche di Simone Stratico. Udine , 1826 , presso i fra- telli Mattiuzzi nell' ofiicina Peciliaua. Bibl. ital. t. 37 , p. 140, E uscito il priino volume. PARTE PRIMA. 127 poclii , vengano rischiarate di novella luce. Av- valorano queste speranze non solo il vasto sapere di die andava dovizioso il defuato illiistraiore ; nia eziandio le novissime note inedite del Po- leni , clie ora corredano T opera stessa , ed il ma- teriale die ha potuto raccogliere lo stesso Stra- tico merce delF ispezioiie dei codici i piu rari ed accreditati , e merce della sua diligenza e degl' infiniti lumi raccolti per T estesa sua corri- spondenza coi piu celebri dotti del trascorso se- colo. Bastera accennare di' egli per la nonage- naria sua eta trovossi in contatto col Muratori, col Malfei, collo Zanotti, con Galiani , Bottari, Ortis e molti altri di aUissimo calibro. Non ])oclie altre produzioni furono pubblicate, alcune per intero , altre a brani in causa delle associazioni, le quali teudono a giovare gli stu- diosi di architettiira , non mcno die quelli die si dedicatio alia parte ornamentale od alia prospet- tiva. Fra le piu importanti e di prolicuo studio avvisiamo die possa annoverarsi V Appendlce alle osseivazioni sue tcatrl e sidle detorazioui di Paolo Landriani , arcliitetto , pil tore scenico , membro deir 1. R. Accademia delle belle arti in Rlilano (i). La Biblioteca Italiana ne diede un estratto ^:b- bastanza esteso per quanto lo comportava la qua- lita della materia, a ben dilucidar la quale esi- gerebbonsi tavole e dimostrazioni. Lo scopo clie il benemerito autore si e proposto, sia coUe an- tecedenti e generose sue fatiche, sia colle po- steriori , fu la facilitazione dei mezzi ai pittori scenici onde disegnare in prospettiva col minor tempo possibile, e condurre i lor lavori in guisa clie vadano possibilmente scevri di que' difetti , cui ben di sovente non badano gli esecutori (i) Milano, 1824, dalf I. R. Stamperla , in 4.°, di pag. 60 con frontispizio e 8 tavole in fogl. Bibl. ital. t, 36,, p. 22. 128 P R O E M 1 O aiFascinati da£;li applausi clie loro tributansi dal- r affollato pubblico negli spettacoli teatrali. A qiiesti mezzi ha aggiunto un' altra ricerca lisguar- dante la prospettiva propria dei pittori figuristi , onde ottenere , per quanto e possil)ile , la piu tenue degradazione nelle figure dalle loro com- posizioni ; con clie ha reso iion lieve vantaggio, inctilcando cosi quelle pratiche che uon erano pun to trascurate da quel sublimi maestri, de' quali ammirlamo tuttora le tele. Con quest' opera il Landriani non fece che sempre piti confermare quella non iscarsa fama che gode di uno dei piu dotti e piu profundi architetti pittori scenici di cui si onori I'Europa, A questo proficuo lavoro ten^e dietro il signor Francesco Taccani con un suo trattato Delia pro- spettiva e sua applicazione alle scene teatrali , con nppendici risguardaiiti la costrazione di alcuni nuovi stromcnti da disegno e di varie figure geometriche. ( i ) Quantunque questa produzione dimostri quanto r autore versato sia ncUa scienza prospettioa , e si riscontrino in essa preziosi lumi •, cio nulla meno la Biblioteca Italiana nel transunto che ne diede non ha potato esimersi dal far osservare che neir applicazione delle teoriche di lui alle scene teatrali, e nelle facilitazioni da lui sugge- rite emerge la niancanza di pratica del tca- tro, onde gli fu impedito di conoscere la ragione di que' difetti da lui accennati ; la maggior parte de' quali o fa d ixopo tollerarli, o col toglierli ne risulterebbe un danno maggiore. In cio che concerne poi la spiegazione e V uso di alcuni stromenti da esso inventati per disegnare, non venne defraudato degli encom] dovutigli e per la singolarita dell' invenzione e per la facilita con cui si disegnano niolte cose in prospettiva , (i) Milauo, 1825, P. E. Giusti, vol. i, in 8." con 35 tavolo. Bibl. ital, t. 89, p. 188, e t. 40 , p. 417. PARTE PRIMA, 1 29 particolarmente merce del suo compasso d' ar- clii , che porge ( com"' egli dice ) il mezzo di de- scriverc qiudunque arco circolare seuza ricorrere al di lid centra e col solo sussidio di tre pnnti pei qiiali debba passare I' arco medesimo. \]n altra belT operetta che contiene i metodi . pratici per determinare i contorni delle ombre ordinarie , venne non ha guari pnbblicata dal signer Giovanni Astolii professore di matematica. Quest' operetta costituisce un ottimo corse pratico giovevolissimo a chinnque trovasi nella necessita di conoscere Tarte sciografica senza aver campo di estendersi nello studio del disegno e delT an:ilisi. Essa e poi confacente a preparare un plausibile corredo di preventive cognizioni a coloro che, intendendo di apprenderc tal arte nella sua to- talita, percorreranno in seguito le opere dell' esi- mio professore Bordoni e si eserciteranno nel notissimo studio delle sezioni. Air uscire del primo fascicolo contenente JOe lUustiaziom lU fahbriche di Michele Sanmicheli, disegnate cd in- «^J>''<=J> ecc cise a contorni da Ronzani *e Luciolli (i), la Bi- blioteca Italiana ne accenno il manifesto. Con esso si promette tanto la massima diligenza nelle misure , quanto tutta T esattezza ne' contorni. Nella stessa Biblioteca venne con opportuni articoli fatta piu volte menzione delle opere dei grandi concorsi premiate dalTl. R. Accademia di belle arti in Milano , pubblicate per fascicoli. Tali articoli furono piu volte sparsi di lodi, cui hanno diritto gli csperti giovani che intrapresero questo onorato lavoro, e che lo proseguono alacremente con serapre maggior impegno ed esattezza. Que- sta raccolta di soggetti di ogni genere , trattata (t) Verona, iBaS, dalla tipografia degli erccU di Marco Moroni, in fogl. Bibl. ital. t. 84, p. 117. Ne furono finora pubblicati sei fascicoli in foglio. Bibl. Ital T. XLI. 9 I 3o P 11 O E Jl I o per lo pill da giovani concorrenti si, nia dalla emulazione e dair onore del premio stimolati , forma una serie di composizioni , da ciii V inge- gnere , V arcliitetto , il pittore figurista , il j)it- tore di decorazione , il cesellatore e Y intaglia- tore possono attingere cliiare cognizioni sul buon gusto e sul bello delV arte. Quesla nostra opi- nione viene convalidata dalla giudiziosa scelta degli argoraenti , dalla circostanza per cui sono eseguiti i lavori , e dai giudizj deir I. R. Accade- niia sui lavori medesimi oud'' e corredata questa edizione. 11 mettere in luce i patrj monumenti fii niai sempre riguardata impresa d' animo gentile ; e quindi non solo quelle persona cui stanno a cuore il decoro e la fama del proprio paese ne sanno buon grado agli autori , ma gli artisti, cmuli talora degli autori medesimi , bandiscono i pregi di tali imprese ov' esse portino la divisa deir accuratezza, di una giudiziosa scelta di ese- cuzione e di un nobile disinteressamento. Cinque opere di questo gen^re vennero pubblicate nel trascorso quinquennio , fra Ic quali tengono un distinto posto la storia del nostro Duomo corre- data di 3o tavole, per Gaetano Franclietti, e / r illustrazione del sontuoso tempio della Certosa di Pavia intrapresa dai fratelli Gaetano e Fran- cesco Durelli per associazione. II primo non istan- cossi di rovistare gli armadj degli arcliivj per rintracciare il vero, non risparmio spese, consulto uomini addottrinati, ed impiego ne' grafici lavori la mano dei piu esperti artefici, onde la sua im- presa riuscisse vantaggiosa, e trovasse Taggradi- mento degli eruditi e del pubblico ; cio ch'' egli ottenne. Parlando dei secondi , gia dalla Biblio- teca Italiana encomiati, crediamo di poter senza esagerazione aggiungere ch' era d' uopo della loro dlligenza e del lor valore nelF arte per esatta- mente ritrarre T elegaaza di si nobile edificio , e PARTE PEIMA. l3l la squisitezza e copiosita di si variati ornameati; siccome per procacciare ad essi una fama nulla eravi di piu acconcio quanto V illustrazione di siflFatto monumento sparso tutto di finezza, di gusto, di preziosita , di njagnificenza. La raccolta delle migliori fabbriche e monu- menti di Milano edita dal Cavalletti fu coramen- data segnatamente per T aumento di diligenza e di accuratezza con cui progrediva. Nel retri- buire pero aU'editore la meritata lode, la stessa Biblioteca non pote a meno di rilevare die in alcune tavole rappresentanti ilDuorao, e nella cor- rispondente illustrazione egli si era giovato della beir opera teste summentovata del Franchetti. Un' altra illustrazione del nostro Duorao, di poco posteriore alT anzidetta , fu intrapresa dal sig. Ferdinando Artaria negozianle di musica e di stampe. Per una successione si rapida d' illustra- zioni sopra il medesimo argomento Fautore del- Farticolo inserito nel tomo XXX della Biblioteca Italiana non pote rattenersi dairesclamare: aiicora una descrizione del Daonio di Milano! Gio nulla di meno avend' egli considerato clie questa gran- diosa mole offre un complesso d'inesauste bellezze, porto opinione che T opera deir Artaria, sebbene posteriore alle altre, sarebbe essa ancora ricercata dal pubblico e specialmente dagli amici dell'arti belle. Contribuirono piu di tutto a farlo propen- dere per questo avviso la prefazione , alcune pa- gine di descrizione che aveva allora sott' occhio, e le tavole contenute nel i." fascicolo eseguite con diligenza , precisione e nitidezza di linee ed in- taglio dai siguori Ladislao Rupp architetto Vien- nese e Giuseppe Bramati pittore figurista mila- nese, ambidue noti per abilita nel rispettivo ge- nere di operare. II nostro Duomo, insigne monumento gotico , verra poi di bel nuovo illustrato con altri tipi e con tavole di maggiore dimensioae nelF opera l32 P R O E M I O che ha per titolo Chiese prlnclpali d'Earopa de^ dicata a S. S. Leone XII P. M. (i), e di queste a trentasei asccnde il numero die gli editori si sono proposti di pubblicare , dandoiie i pro- spetti, le piante e gli spaccati. Prescindendo dagli altri pregi onde quest' opera andera adorna , il solo riscontro die si potra instituire delle pro- porzloni , dello stile , del genere e gusto arclii- tettonico di si variati edifizj , basta a farla pre- conizzare come di grande utilita per gli stu- diosi deir arte. I primi saggi per la esecuzione della parte tipografica e calcografica , e massime per le tavole coiidotte con iscrupolosa diligenza dal gia lodato ardiitetto sig. Rupp, corrisposero air impegno assunto dagli editori ; e la Biblioteca Italiaiia ne fece i ben giusti encomj. Tornando pero suir argomento del nostro Duonio, che e del numero delle 36 Chiese , giova sperare die quest' altra illustrazioiie , se non gareggera con quella delle cattedrali di Westminster e di Co- loiila , superera almeno le antecedenti \ giacche agli editori e aperto il campo di giovarsi di esse, e d' altronde Tobbligo da loro contratto nel ma- nifesto dovrebbe assicurarci di tale risultamento. Proseguendo a far parola degP illustratori di monumenti non dobbiamo passare sotto silenzio le belle tavole die il conte Pompeo Litta ha unito alia sua opera suUe celebri famiglie itaUane, e non possiamo che applaudire alf impegno ed alle cure con cui questo illustre editore si adopera onde sempre piu crescerla di pregio e d'impor- tanza. Raccolto tutto cio che potesse contrlbuire alia formazione di una compiuta storia d' Italia siccome abbiamo gia avvertito , egli provvide anco, e giova il ridirlo, ad una parte della storia delbi arti. Gli stemmi delle famiglie , i ritratti dei piu cospicui personaggi , le medaglie ed i (i) Milano, presso gli editori e F. Anaria. Bibl. ital. t. 37 , p. 332. PARTE PRIMA. 1 33 eliversi monnmenti clie sparsi trovansi nella no- stra penisola ed oltremonti farono scopo delle diligeiiti sue indagini , ed ora disegnati ed incisi da esperti artisti corredano le sinotticlie tavole onde si compone il ragguardevole e dispendioso suo lavoro. Chi giudicare volesse del vantaggio che puo trarsene da quest' opera relativamente alia arti , dia soltanto un' occhiata al fascicolo che contiene le vicende della famiglia degli Scaligeri di Verona, e ne rimarra persuaso. Quelle tavole bastantemenJe rappresentano la foggia degli abi- gliamenti , le armature e lo stile arcliitettonico tlominante in que"' tempi: quindi un artefice clie trattar dovesse uno storico argomento pertinente a queir epoca non andrebbe errato se per vestire le sue figure si attenesse a quelle rappresenta- zioni. Un materiale recente e non meno proficuo in questo genere pel pittore , per lo statuario e per I'architetto ci venne fornito dallo stampatore Gio- vanni Zecclii colla Collezione dei monumentl sepol- crali del cimiteio dl Bologna, edita lo scorso anno in quella citta. Generalmente e noto quanto lustro ridondi a Bologna da si bella ed utile istituzione. Non ispendendo percio di molte parole diremo sol- tanto che questo cimitero e un' occasione perenne per le tre arti onde gareggiare coUe loro produ- zioni ; che il forestiero nel visitarlo vi si trat- tiene con diletto , e lo enumera fra le cose piii degne della sua curiosita ; e che sarebbe percio desiderabile che questo esempio venisse imitate dalle altre metropoli deir Italia , perche le arti belle avrebbcro un continuo alimento , la pieta de' superstiti un mezzo piu duraturo onde ono- rare le memorie e le virtu de' loro congiunti ed amici ^ e le citta un ornamento che le renderebbe piu rinomate ed illustri. Di quest' opera daremo Tavviso dcU'editore ne' successivi quaderni. i34 p n o E M I o II sig. Pinali die a puro diletto coltlva V arte edificatoria , pul)blic6 a proprie spese im suo progetto tli una Rotoiida da erlgersl in Verona sulla piazza di Bra ad uso di mcrcato delle biade, colla proposta di un altro progetto di fabbiica ad uso
  • !> oJucaz.onc. regno Lombardo-Veneto abbonda; nia tale argo- mento oltre che troppo ci distrarrebbe dal pro- postoci scopo , ci porrebbe altresi in pericolo d' incontrare 1' invidia e la malevolenza altrui pe' confronti che necessariamente saremmo co- stretti ad istituire. Parleremo dunque soltanto di alcuni de' principali istituti pubblici , premet- tendo die i privati collegi femininili ( tra' quali tiene il primo luogo quello di Lodi , preseduto dalla benemerita signora Gosway ) si per gl' in- segnamenti , die per 1' educazione morale, sono fra noi di gran lunga superiori ai maschili, e die qttesti , cioe gl' istituti o collegi maschili, tal- volta di pura speculazioue , sonosi oraniai au- mentati di tanto che sarebbe ad invocarsi una provvida mano , dalla quale venisse al lor nu- mero stabilito un limite. E quanto ai pubblici 1 58 r n o E M I o stabilimenti per Teducazione delle fanclulle, pri- nieggia tuttora nella Lombardia T I. R. Gollegio di S. Filippo ia Milano, diretto dair inclita col- tissima sigiiora contessa Delort, daina della Croce Stellata (i), e negli stati Veneti quello parimente I. e R. di Verona , diretto dalF egregia signora Arnalia Guazza, sccondati ambidue dalle benefi- che cure del Governo. Fra'' pubblici istituti di educazione maschile merita singolar menzione 1' I. Gollegio Longoni di Milano , ora teniporaneamente diretto dal si- gnor abate Mauro Colonnetti ed oggimai risorto airantico siio splendore. Gli alunni vi sono istruiti in tutte quelle discipline dalle quali vieue a co- stituirsi la religiosa , colta e civile educazione. Eglino possono quivi compiere non il solo corso ginnasiale, ma il filosoflco ancora, essendovi an- nesso anclie F altro degl' II. RR. Licei di questa citia: notabilissimo vantaggio, giacche gli alunni convivendo serapre sotto le medesime discipline si rendono atti a passare quindi alle Universita od a rivolgersi agli studj piii sublimi senza in- terrompimento o distrazione alcuna dagli studj di letteratura a quelli di lllosofia. L'' altro istituto, certamente unico nell' Italia, e F I. R. Gollegio militare di educazione pari- mente nella citta nostra. Ne e direttore il cav. colonnello Odoardo Young , al cui zelo inde- fesso , alia cui maravigliosa attitudine nelFisti- tuire i giovinetti in tutte quelle discipline die proprie sono dello stato militare, debbesi clie esso Gollegio possa oggimai proporsi come rno- dello in si fatto genere di stabilimenti. Quivi gli alunni, oltre tutte le materie appartenenti alle scuole elementari ed oltre la lingua tedesca , apprendono nella quinta classe tutto cio che agli iniziati nella milizia meglio conviensi si per (i) Bibl. ital. Proemio del i8ao, p. 90. PARTE PRIMA. iScf V esercizlo dello scrivere , giusta la professione loro , si ancora pel servi2;lo militare , per T eco- nomia, per le varie evoluzioni ecc. A tutte le quali cose a2;giiingonsi gU eserclzj ginnastici d' ogni specie: esercizj tanto dagli antichi colti- vati, e tanto giovevoli alia salute non meoo clie alio sviluppamento ed alia bella conformazione del corpo. Giocondo spettacolo e certaniente il vedere nella ridente stagioae que' giovinetti in apposito stadio slaiiciarsi al salto, alia corsa ; ar- rampicarsi e volteggiare sugli alberi, sulle coide, sulle antenne ; impuga:ir i trampoli e saltellare; correre , ballare sulla corda-, colla fionda lanciar pietre al bersaglio ; capitonicolare; tulTarsi nel- Tacqua, e far mille altri esercizj, gradevole ri- menibranza delle gare atletiche ne' circhi e negli stadj de' Greci e de' Rumani. L' Italia inancava tuttavia di un libro elementare in questo genere, e di esso le fece dono il sig. colonnello Young con una sua opera (i), in cui raccolse tutto cio che di piu importante gia scritto aveano su que- sto niedesimo argoniento i cliiarissimi Clias^ Guts- 3Iuths, Amoros ed altri. In essa gF islruttori tro- veranno le regole per ogni sorta d' esercizio , esposte con seniplicita e chiarezza e di oppor- tune e ben incise tavole corredate. E posciaclie parlato abbiamo della pubblica istruzione nella Lombardia, ommettere non dob- biamo che va pure felicemente progredendo que- st' I. R. Istituto de' sordi e muti, diretto dal- r ab. Bagutti, comeche di recente istituzione (2). (1) Ginnastica elementare, 0 sia Corso analitico e graduato degU esercizj atti a sviluppare ed a fortificare I'organizza- zione deU'uomo ecc, compilato da E. Young. Milano, 1828, Silvestri, in 8.° Bella edizione con i3 tavole in rame. (2) Intorno a qaesta specie d' istituti nieritano d' es- sere lette le Ossenazioni sull'orlgine e sui progressi del- I' arte d' istruire i sordoniiiti dalla nascita, del sacerdote 60 1' R O E M I O In esso , oltre grinsegnamenti rellgiosi, letterarj e scientifici , si somministrano agli alunni, giiista la diversita del sesso, delle indoli e delle condi- zioni, i necessarj mezzi pel disegno , per T inci- sione, per la tipografia, per le arti meccaniche e pei mestieri, non che pei lavori femminili. Negli scorsi due anni uscirono bastevolmente istrutti dieci maschi e cinque femmine ; numero al certo non dispregevole, quando si consider! che questo istituto e fra di noi pressoche nuovo. Matteo Marcacci , inserite nell' Antologia di Firenze , t. 12, e la dlssertazione suit iasegnamerUo delle arti mec- caniche da far si avere a prefer enza di qualsivoglia altra facolta ai sordo-muti allievi dell' I. R. Istituto di Geiiova. Torino, i8a3, Vedova Pomba, ia 8.° PARTE SECONDA. l6l PARTE II. SCIENZE ED ARTI MECCANICIIE. Sebhene in Italia non appariscaiio cosi fiorenti Fiiosofia. ed avveuturose , siccome altrove , le morali di- scipline; pure ci ha di quelli clie moltissimo ado- perarono onde farle progredire, siccome ne fanno non dubbia prova i saggi die da essi dati fiirono in filosofia ed in giurisprudenza dall' anno 1821 fino al presente. II Galuppi, il Feder, il Mojon, il Palazzini sono gli scrittori die ci oflVono silfatti primi saggi , di cui e d' uopo favellare. 11 Galuppi napoletano, oltre d' una logica^ presento T Italia d' un Saggio filosofico sulla critlca della conosceii- za (i), se non affatto nnovo , tale ainicno da far prova del suo sapere profondissimo nclla nietalisica , e delle arnii die si lianno per ri- vendicare la Hlosofia dai sofisnii dello Scetticismo ; poiche in esso vengono con evidentissime prove , stabiliti i grandi priucipj sulla realta dcUa cono- scenza e sulT oggc.ttivitd delle sensazioni.-, cose tanto oscure sia nelle scuole empiriche, sia nellc razionali, e sia aacora in quelle del piu perfetto trascendentalismo. Le ricerche analluclie sal cnorc lunaiio di G. G. Enrico Feder di Gottinga (2) e uu'altra opera lilo- sofica die diveane nostra per cura di un tradut- tore italiano , cui dobbiamo saper grade tanto pel nierito del lavoro , quanto per la buona (1) Saggio filosofico sulla crkica della conoscenza ecc. , di Pasquale Galuppi. Napoli , 1819, vol. i.° e 2°, in 8.° Bibl. ital. t. 39, p. 3. (a) Ricerche aiialitiche sulcuore wnano , di G. C. Eu- rico Feder, prof, di filosoJia nell'Universita di Gottinga. Ti-adnzlone dal tedesco. Brescia, Bettoni, vol. i.° e 2.°, in R.' Bibl. ital. t. a3, p. ■2.-^2. Bibl. hid, T. XLI. ' II l62 P U O E iM I O occasione eke iie porse d'investigare le leggl ed i piu profondi misterj della natura morale. In quest' opera iron si pu6 commendare abbastaiiza il seiino con cui si ragiona intorno alia volonta, e si sviluppano le idee fondamentali del piacere e del dolorc , e le varie posizioni delF animo onde classiticare tutte le passioni; sicche dessa e propriamente T anatomia del cuore umano , merc^ della quale si veggono le origini , gl' in- crementi c le direzioni di tutti gli affetti e delle tendenze tutte , senza che rimanga piu cotanto arcaiio il velo che impediva di giugnere a cosif- fatto conoscimento. II Majoii di Geneva ha compilato le leggi fisio- logiche (i) e diede in luce una Dissertazione sulla utilitd del dolore (2). II primo libro, quantunrpie foggiato piu suUe ahrui idee che su quelle del- r autore , e pregevole per V ardiraento e per la chiarezza , se non lo e senipre per la verita e per la precisione ; siccome il secondo prova lo sforzo di lui iiel sostenere un paradosso delT ot- timismo, che illude e che conf»jrta anziche per- suadere. II Palazzini poi ci reco in italiano idioma con note le Ossenazionl sulla dottriiia del c.crvello del dott. Spurzhchn (3), opera verainente utile e grade- vole, in quanto che oggidi importa somniamente (i) Leggi filosoficlie compilate da B. Mojon, terza ecli- zione. Milano, 182 1, Pirotta. Bibl. ital. t. 24, p. 265. (2) Sulla ulilltd del dolore, discorso accademico di G. B. Mojon, dottore iii medicina ed in chiriirgia , prof, onorario ecc, terza edizione. Milano , 1821, Pirotta, in 4.° ed in 8." Bibl. ital. t. 23, p. 117. (3) Osservazioni sulla dottrina del cervello , o cogidzioni deW uomo morale ed iiuellettuale fondata sopra le fwiziord del sistema nervosa, di G. Spurzlieim M. D. Con tavole in vame. Traduzione dal francese con note del D. G. Palazzini. Parte prima. Cremona, 1821, Manini, in 8.° Bibl. iial. t. aS., p. 124. PARTE SECONDA. l63 il conoscere a fondo V organo dell' intelletto , col tentare la via de piu sconosciuti fenomeni del- Tuniana natura , quali sono i misti^ ed in quanto clie i medici stessi si diedero con tutto V animo a rinnovare una parte di fisiologia e di anatomia che o erasi trasandata o andava sparsa di mille errori e di mdle dubbiezze. A codesti lavori snccedettero le opere del Ta- lia, del dottor Germaai, del Gioja e del conte Ferri da S. Costante ad accrescere la nostra sup- pellettile filosofica. Del Saggio di estedca del Ta- lia si e gia parlato nella prima parte di questo Proemio. Qui solo aggiugneremo che il Talia se non pote aspirare con esso al merito di nuove teo- rie e di novelli insegnamenti, ha cio non ostante il merito di aver riscliiarite e meglio dimostraie le antiche e le piu rare nozioni che si conoscano intorno alle varie specie della bellezza , e su tutto cio che si riferisce alia teorica del hello. U opera del dottor Germani sulT Uinana per- fezione (i) , se non riusci quale egli la promise e quale potea giustamente desiderarsi, non iscon- forta dallo sperare altri lavori dal giovine au- tore , i quail dimostrino il vivo desiderio e le forze sue nel hattere T ardua carriera delle lilo- €ofiche discipline. L' indefesso sig. Gioja e quegli che in si breve periodo ne fu largo piu d' ogn' altro della messe lilosofica. Egli pubblico gli Elementl di filoso- fia , I'ldeologla (2), VEsercizio logico sugli errori (1) DcW wnana perfezione , del dott. Giuseppe Ger- mani. Pavia, 1823, Capelli , in o."Bibl. ital. t. 3o, p. 145. (2) Elementi di fUosofia ad uso de giovonetii , esposd da Melchiorre Gioja. Terza edizione, riyeduta, corretta ed accrescinta dairautore. Milano, 1822 , Pirotta, vol. 2, in 8.' Bibl. ital. t. 26, p. 113. Ideologla esposta da M. Gioja. Milano, 1823, io23. Pirotta, vol. 2, in 8.° Bibl. ital. t. 30, p. 3i5, e 3i^ p. i85. 1 64 r K O E M I o (V i(icclogi;i e di zoologia (1) , € la Disseitnzione (\e\V ingiiiria e dei danni e relative basi di stima(a). Acquistossi fama il gia citato conte Giovanni Ferri da S. Costante col suo Spettatorc italiaiio riproducendo le sagaci osservazioni (\e\V Addison e r esempio d' una felice imitazione del La- biuyere. La pnrezza della lingua, la verita delle pratiche riflessioni , e la leggiadria dei concetti e dei sentimenti condiscono di diletto le sterili investigazioni sui caratteri morali e sulle passioni del cuore umano ; sicche nello Spettatore ita- liano abhiamo ad un tempo il filosofo che ralle- gra ed il letterato che colla piu proficua istru- zione ne ammaestra. Dopo tutte queste opeie vennero quelle del Tarnassia, deWo Scaramnzza, del cav. Tambnrlni ^ oltre varj opiiscoli di. filosofia. II Tamassia e lo Scaramuzza trattarono quasi lo stesso argo- niento ; 1' uno col suo Saggio filosofico sidla facoltd di seiitu'e (3) , e Y altro colT Esame analttico della facolta di sentire e dei fenome- 7ii della remiiiiscenza , del sogno ecc. (4) , e ad ( 1 ) Esercizio logico sugU errori d ideologia e zoologia , 0 sia arte di trar profitto dai catdii libri. Dissertazione di M. Gioja. Milano, 1824, Pirotta, in 8.° Bibl. ital. t. 36, p. 3. (2) Dell' ingiuria , dei danni, del soddisfacimento e re- lative basi di stiina avanti i tribunali ciiili. Dissertazione di M. Gioja. Milano, Pirotta, t. 2, in 8° Bibl. ital. t. 24, p. 3o5, e 25, 1). 167. (3) Saggio fisioJogico sulla facoltd di sentire delt uomo per servire d' introduzone alia scienza ideo'.ogica , del cav. Tamassia. Bergamo, 1823, Mazzoleni, in 8." Bibl. ital. I. 34, p. 342. (4) Esame analitico della facoltd di sentire, e dei fe- nomeni della reminiscenza , del sogno , del sonniloquio , d/il delirio e della pazzia , seguito da un saggio _ sull' analisi logica applicata a problenii indeterminati d' a'gcbra , di G. M. Scaramuzza. Milano, iSaS, Motta , in 8.° Bibl. ital. t. 3 1 5 p. 400. P\nTE SECOND.V. l65 ambidue (leesi lode; alTamassia, ner aver incul- cata la necessita dello studio dell' uomo fisico nei fenomeni della sensibilita onde meglio couo- scero la sua natiira razionale ne' fenomeni dello spirito; alio Scaramwcsa, per aver tentato la spie- gazione de' fatti , che nella filosofia sono i piu misteriosi ed arcani. " L' illustre cav. Tamhuriiii co' suoi Cenni sulla pcrfcttibilitd dell' umana famiglia (i) quante verita non ha esposte e dichiarate intorno al piu bel carattere delT umana natura? Egli meno entusia- sta e promettitor meno che i soverchj encomia- tori deir umana specie, ne circoscrive la perfet- tibilita colla storia e coi fatti a giusti limiti reali ; mostra ch' essa e finita, retrograda o sta- zionaria a seconda delle circostanze : talmente che mentre i veri filantropi desistere non deb- bono dal desiderarla accresciuta e migliorata quant' e possibile colla diffusione dei lumi e deir istruzione, col perfezionamento dei costumi e delle leggi , e colla pace e coir universale ar- monia dei popoli ; dee rinunciarsi alia vana lu- singa di toccarne il colmo, essendo nell' umana natura tutto limitato e fiuito , siccome lo e la perfettibilita stessa. Gli opuscoli che riguardano la Storia psicolo- gica del cane , e la particolaie ajffezio/ie (2) che ha la specie dei cani verso deirucmio, torna- rono anch' essi di utilita alio studio della filosolia (i) Cenni sulla perfettibilita dell' umana famiglia , del- r abate cav. D. Pietro Tamburini. Milano , 183 3, Fer- rario, in 8." Bibl. ital. t. 33, p. aoa. (a) Fatd per servire alia storia psicologica del cane, in occasione che si e mostrato in Bologna iin cane molto bene istruito. Bologna, i8a3 , in 8.° Della particolare affezione che la specie dei cani verso dell' uomo conserva. liagiojiamento stori(o di Gio. Bettiu Roselli. Vene7,ia, i833„ in 8.° Bilil. itaj. t. 34. p. 17. t66 p r o jt ai I o compnrata la quale pno servlre maravigliosaitiente a meglio spiegare i misterj delT altra. Finalmente le altrc opere anclie piu recenti , clie vennero in qnesti anni ad arricchire la filo- sofia, sono V Introduzione alia filosofia del pens lero di Lallebasque (i) , le Inflaenze morall dello Sche- doni (2), VEdurazio?ie fisico-morale del Pasetti (3), la Collezione del classici metafisicl di Pavia (4), e la traduzione della Stoiia delta filosofia del BuUie (5). L' introduzione alia filosofia naturale del pen- siero , senza far progredire la filosofia , ripro- dusse opinioiii e dottrine in parte singolari e meno che vere ; ma non puo d' altronde ne- garsi clie questo libro non giovi coUe molte ve- rita clie si possono ammettere in qual si voglia scuola. Lo Srhedoni coir opera delle inflnenze morali tocco le piu importanti quistioni relative alia vita morale e civile , e sebliene in esse rimanga tuttavia sospeso e dubbio Tanimo dei leggitori , non potendo cosi facilmente aderire alle idee speculative e razionali deir autore , certa cosa e non di meno clie egli nel definirle si attenne quasi sempre a quella sentenza clie ficmbra la migliore. II saggio suU' educazione (i) Introduzione alia filosofia naturale del pensiero. Opera del sig. Lallebasque. Lugano, 1824, Vanelli e Gonip., in 8." Bibl. ital. t. 89, p. 3. (a) Delle influenze morali. Opera fli Pietro Schedoni. Terza ecUzione riveduta ed ampliata di molti articoli dair autore. Modena 5 1824, tipografia camerale. Vol. 3, in S." Bibl. ital. t. 37, p. 421. (3) Saggio sull' educazione fisico-morale^ di Marco Pa- setti. Padova, 1834, Crescini, in 8." BLlil. ital. t. 38, p. 191. (4) Collezione dei Classici metafisici. Pavia, i 818-2 5, presso i collettori, in 12.° Bibl. ital. t. 38, p. 145. (5) Storia del'a filosofia moderna, di Buhl. Milano, Nervetti c Coiiip., in Ta.*", vol. Ta. VAKTE SECOND V. 1 67 ■ fislco-morale del Pasctti se don si avvlclna alle sublitni teorie della pedagngia e al metodo scien- tifico con cui la trattano gli stranieri, c pero un lodevole argomento, da cui consegue die anche agr Italiani sta a cuore la scienza dell educa- zione , base di tutte le nostre cognizioni e di tutti i sistenii suU' umana natura. La coUezione oniai voluniinosa de' Classici metafisici e una no- bile impresa di giovani egregi che tentano di ri- chiamare a vita F antico amore degli stud] filoso- fici. Essa non puo riuscire clie sommamente utile, mentre c'istruisce de' grandi pensamenti onde Car- tesio, Mallebranclic, Loclie, Condillac , Hume, Pa2;ano, De Stutt Tracy e Laromiguiere onorarono la fdosofia. La stoiia poi del Bulhe , la quale e la miglinre che si conosca presentemente , giova moltissimo a rendere anche piu fruttuosa e per- fetta quella dei sistemi comparati del celebre De- gerando •■, poiche in essa non solo ritrovasi la serie di quegli avvenimenti che preparai'ono le vicissitudini e la mutazione della filosofia, ma si rinviene benanco un' estesa analisi deile opera pin famose e moderne fino all' epoca di Kant. Questo libro puo quindi servire a un doppio scopo,ovesi usi la dovuta precauzione nelT am- mettere i giudizj che dallo storico si danno so- pra le dottrine cV egli va esponendo, cautela ch'essere vuole ben raccomandata. Ma non meno della filosofia si arricchi in qnesti pochi anni la giurisprudenza pratica e fi- losofica, civile e crlminale colle opere del Cec- caria , del Romagnosi , del Eaffaelli , del Carnii- g^nani , del Resti-Ferrari , del Pagnoncelli , del De Simoni , del Bentham , delP Azuni , del Bo- sellini , del conte Snniis e di molti altri. La Nomotesia penalc (0 del Raffaelli, sebbene cinrisprucUnza. abbia il difetto d'un linguagglo pressoche ignoto (i) Nomotesia penale, di Giuseppe FxafFaelli. Napoli, 1G20 e 1821 5 vol. I." e 2.% in 8." Bibl. ital. t. 28, p. 3o2. ] 68 ■ r R o r, M T o ed Inopportuno , cio non ostante rlnnova e di-- chiara le criminali dottrine , su cui non e mai soverchio V insistere, ed offre il qnadro di tutte quelle niaterie die la Crbninale giwispnidenza costituiscono. Anche il Carmignani aspiio e piu felicemente a questo merito co'' suoi Elemend di diritto crimliiale (i): Tordine e la chiarezza noii rneno clie la profondita del sapere, ond'e ador- no questo libro, lo raccomandano air istruzione della gioventu , ed anche alia lettura di quelli che, quantunquc istruiti, amano di veder sempre sotto nuovi aspetti la scienza clie fannosi a col- tivare. L' opera del Resti— Ferrari sui Qiudlzj crimina- li (2) non manca di molti pregi e d'importanza , sebbene abbia per iseopo iminediato la pratica. Essa e ordinata , chiara e piena di eccellenti osservazioni clie raostraiio essere il suo autore nno di colore clie alia cognizione della legge positiva associano anche la parte razionale della iilosofica giurisprudenza. L' opera del Pagnoncelli nella Lcgislazioiie penale puo risguardarsi an- ch' essa come una prova deir aniore che si ha tra noi alia scienza dei Beccaria e dei Filangeri. Essa contiene un sistema novello di dottrine pe- nali niaestrevolmentc dedotto dalle leggi e dalle istituzinni antiche, nia modellate sulle abitiidini e suIIc disposizioni delT aninio umano , le quali (i) Joannis Carmignani in pisana academia anteccsmris juris criminalis elenienta. Editio secunda. Pisis , 1819, excudebat Raynerius Prosperi. Vol. 2 , in 8." BLhl. ital. t. 22 , p. 45 e 186. (2) De giudizj criminali pel regno Lomhanlo-Veneto isti- tuiti dot Codice penale austriaco. Istrazioni teorico-pratiche deir avv. Giuseppe Resti-Ferrari , R. consigliere ecc. Mr.ntova , 1 820 , Caraaenti , vol. 3, in 8.", con un in- ilice copioso di siipi>limeato al \ oliinie 3.° Bilil. ital. t. 25 . p. 3()(). PARTE SECOND A. 1 69 devono cssere di norma nella giusta ecoiiomia dei delitti e delle pene. La base e il fondamento del diritto civile e il diritto naturale e delle genti ; ma quest' ultimo lion fu mai ne raccolto , ne messo a profitto da alcuno quanto dal De-Simoni. Questi esamino le Icggi, i costumi , le istituzioni ed i goveriii , e ne dedusse una serie di fatti clie ne costitui- scono la storia filosofica ; e quindi il suo Sag- glo cridco e filosofico (i) altro non e die la scienza empirica del diritto naturale e delle gen- ti , e la prova di tutto cio die ha insegnato la natura , e die sempre fecero gli uoniini per conformarsi alle leggi sapientissime delT eterna giustizia. La Teoria delle prove giudlziarie (2) deir illu- stre giureronsulto Bentliam, tradotta ed illustrata con note dal D. Zanibelli, e un"' opera dalla quale ci s'insegna veraniente la filosofia della giurispru- denza materiale e posltiva , qual e la procedura. In quest' opera si trovano non poclii insegnamenti originali ed ingegnosissimi sebbene non applica- bili, si veggono sviluppati i piu elevati principj intorno alia teoria delle prove , e quel che e piu vi si scorge questa teoria ridotta ad un' unita di materia e di rapporti, ed esposta con tanto dlletto d' importanti quistioni , die nulla lascia hlica economla che valga la pena d' essere letto. Non solo i re- dattori danno prova ad ogni pagina cT ignorare i primi elemend di questa scienza ^ del che, a giu- stificazione del nostro parere, diamo un ceano nella nota (i), ma, non potendo far meglio, fal- (i) Nel t. 2,7 , p. 268 si legge il seguente paragrafo : /( Qiiesto profondo scrittore ( Smith ) indico per causa >> di riccliezza la tendenza ai cambi e Ijaratti. Al)baii- " doiio le prctese antiche sorgenti della ricchezza clie " si i'olevaao un t4;mpo appoggiate ora all' agricoltura , 'I ora alle arti , ora al commercio; e sidle tracce di Locke » tento r esarae d" alcune vere sorgenti , iiidicando terra , >i travaglio , capitali. » Riflessi. Se noi dimandiamo ad un contadiuo clie cosa intende per agricoltura, egli risponde: il lavoro dell'uomo, applicato alia terra , soccorso dalle scorte ( che gli eco- nomisti chiamano capitali). In tutte le carte d'affitto .di poderi compariscono questi tre elementi distintamente e sono basi di reciproci diritti ed obl)lighi tra Taftittuario ed il proprietario. Que' trc elementi , quali fonti di ric- chezze, sono vecchi come il sole e noti come csso; at- tribuirne la scoperta a Smith o a Locke e dare pro\'a di molta innocenza per non dire nulla di piii. In fatti noi li troviarao annunciati frequentemente ne' libri del vecchio e del nnovo testamento ^ la citazione di qualche testo puo bastare : I." Travaglio. In sndore vidtus tui vesceris pane (Gen. c. 3 , V. 19 ). Propter frigus piger ararc noluit : mendicabit ergo (Estate (Prov. c. 20, v. 4). '■ PARTE SECONDA. I^S sificano i teste delle opere die preiidono ad esame, o/ide aprirsi il campo a qualche dcclamazione , del clie il lettore puo vedere un sasgio alia fine del Hoc itaque visum est milii honwn , ut comedat quis et bihat , et fnuitur Icetitia ex labore suo quo laboravit ipse sub sole (Ecclesiastes , c. 5, v. 17). Et omni homini, cui dedit Deus divitias , atque sub- stantiam , potestatemque ei tribuit ut comedat ex eis et frua- tw parte sua et Icetetur labore suo (Ibid. v. 18). 2 ." Terra. Maledicta terra in opere tuo : in, laboribus comedes ex ea cwictis diebus vitoe. tuce ; spinas et tribulos germinabit tibi ; et comedes herbam terrcE ( (jea.. c. 3 , V. 17 e 18 ). Det tibi Deus de rore coeli et de pinguedine terras abundantiam frumenti et vini (Gen. c. 37, v. 38). Considerate terram qualis sit .... Ipsa terra bona an mala .... Humus pinguis an sterilis , nemorosa an absque arboribus (Num. c. i3, v. 19-21)^ etc. Et aliud cecidit in terram bonam : et dabat fructum ascendentem et crescentem et afferebat unum triginta , unwn sexagiiita et unwn centuplum ( S. Marc. c. 4, v. 8. 3." Capital!. Vbi nan sunt boi.-es , prcesepe vacuum est: ubi autem plurimce segetes, ibi manifesta est fortitudo bovis. ( Prov. c. 14, V. 4). Qui tenet aratrum , et qui gloriatur in jaculo, stimulo boves agitat , et conwrsatur in operibus eorum , et enar- ratio ejus in fiUis taurorum (Ecclesiast. c. 38, v. 26.) etc. Numerosi testi relativi all' agricoltura ricordano che alia produzione delle ricchezze non concorre solamente la terra, ma anco tiitta la serie degli altri dementi na- turali, pioggia, calore , luce , rugiada, venti, ecc. il clie ricordiamo, perclie i redattori, stranieri alia filosofia de' libri sacri , come lo soiio alle scieiize econoiniclie , attribuiscono a Say F avere riconosciuto 1' intervento degli agenli naturali nella produzione delle ricchezze (pag. 274 del citato fascicolo ) ! ! ! Non solo poi la Scrittura santa riconosce qual fonte di ricchezze il lai'oro matcriale del corpo nell" agricoltura, nelle arti, nel commercio; ma ricorda replicatamente il lavoro dello spirito, la scienza, la perspicacia , 1" avve- dutczza , Tindustria, recononiia, e riguarda cpial fonte 176 r R O E M I o II volume deir Ideologia del Gioja. A noi basta r averne prevenuto il pubblico, ond'esso si prenda la pena di veriticare le asserzioni de' redattori di miseria T ignoranza , Tinerzia, la dappocaggine, altra massima igiiota ai suddetti redattori die ne parlaao come se fosse iiiveazloiie degli scrittori moderni. Nella citata pag. 368 i redattori continuano a dire : II Stese inoltre ( lo Smith ) una dotta confutazioiie delle " massime coramerciali e mercantili , di quelle degli ••' ecouoraisti francesi , comprovaudo contro i colbertisti '< e commerciali , che se le arti ed il coinmercio porgono » abbondantc ricchezza, non percio si doveva loro sa- " grificare I' agi-icoltura ; e diuiostro coutro gli ecouomisti » die la ricchezzr. non veniva composta dalle sole Wrrc , " ma anche dalle accennate arti e dal commercio. >> Riflessi. Nel testo antecedente T agricoltiira , le arti , il commercio non erano vcre sorgenti di ricchezze ; nel testo attuale divengono vei-e sorgenti di ricchezze Nel testo antecedente e nell' attuale le terre sono vere sorgenti di ricchezze ; perdono pero questo pregio alia pag. 279 i ecco il testo relative a Lauderdale : « Rimase inoltre difettosa la sua analisi delle sorgenti u ( delle ricchezze ) sia nel concedere questo pregio alia » terra di cui rnanca , non essendo vera sorgente che la » garanzia sociale pel garantito possesso , ecc. » Riflessi. Qui anche i ragazzi sorrideranno , giacche , senza ricordare che questa massima e conti-aria alia filosofia della Scrittura , basta il senso comune per ri- conoscerne la fallacia. Infatti , qualunque sia la garanzia del possesso, e sempre vero che se manca il lavoro, le spiche non compariscono : propter frigus pigcr arare noluit ; mendicabit ergo cestate -(Frov. c. ao, v. 4). E siccome , restando istessa la garanzia del possesso , le spiche crescono in ragione della fertilita del suolo e della perspicacia del lavoratore , essendo pari le altre circo- stanze fisiche , e vicevcrsa ; cosi bisogna rinunciare al senso comune per ridurre la sorgente delle spiche aUa sola garanzia sociale. Tutte le potenze della terra pos- sono unirsl per guarentire il possesso a chl vorra col- tivare I'Arabia deserta , ma in onta di (juesta guarentigia PARTE SECONDA. I77 suddetti ed egli cosi facendo scopriia facilmente le loro menzosne. Gli scrittori Toscani (i) continnano a parlare della libera concorrenza, della liberta del com- mercio de'grani, del danno d'una tassa sui grani esteri e simih argomenti , seguendo le pedate del nostro Verri e del loro Fabroni. Facendo non vedrete crescervi una spica. Abbiam detto essendo pari le altre circostanze fisiche, giacche nell' antico Egitto la qualita delle terre, r industria degli agricoltori, la ga- raiizia sociale eraiio le stesse tutti gli anni o possiamo supporre che tali fossero ; cio non ostante v' era fame in Egitto quando F inondazione del Nilo si alzava a sole dodici coudees , e v' era abbondanza quando giungeva a sedici. Lasciando da banda la storia e sacra e profana, diremo che tutti gli agricoltori sanno che , sebbene i Governi europei guarentiscano a ciascuno i suoi possessi, cio non ostante ora le brine di primavera , ora le piog- ge estive , ora la grandine distruggono tutti i ricolti ossia la ricchezza agraria : resta dunque dimostrato che la cognizione dei redattori sopraccitati relativamente alia produzione delle ricchezze e inferiore a quella de' bi- folchi. Nel paragrafo sopraccltato venne affermato che una sola c la sorgente della ricchezza ■' leggete ora il tomo 28.°, pag. 186, e invece d' una sola sorgente ne avrete quat- tro. 11 giornalista parlando di una sua opera dice : t> OfFerli un' analisi piu completa delle sorgenti arti- »» ficiali di ricchezza: » i.° Nella garanzia de' possessi , effetto di servigi " prestati alia societa principahnente dai primi posses- » sori ; » 2." Nel travaglioi " 3.° Neir industria che separai da quelio ; " 4.° E riconobbi irna sorgente non nei capitfili , /< che sono I' effetto, ma bensi nella previdenza econo- » mica , quarta sorgente di ricchezza. " ( a lusinghiamo che il lettore vorra dispensarci da idte- riore analisi ). (i") Antologla di Firenze , t. 14, 16, 17 e ir), Blbl. Ital. T. XLl. 12 178 P U O E M I O applauso a tali sforzi pub dcslderarsi che gli an- zitletti scrittori sepiaiio anclie il metodo di ra- gionare di Verri e di Fabroni , e, abbandonate le teoric metafisiche volgarmente note , portino nuo- va messe di fatti alia scienza, nel clie consiste il piu efficace e piu spedito modo di coiivincere. L' econoinlsta non ritrovera alcuna idea nuova nel discorso del sig. Tartini Selvatici (i); ma Tagronomo vi leggera con profitto i inetodi che si praticano in Francia nella formazione e creazione dei vini dopo i consigli di Chaptal e della Ger- vais, ed il preglo di questa Memoria consiste nel presentarli uniti con chiarezza in poche pagine. Lo scritto del Lupi sul censo niilanese (a) puo essere letto con protitto anclie da qtielli che conoscono le opere di Pompeo Neri e di Giaa Rinaldo Carli sullo stesso soggetto ; giacche il Lupi ha nnito piii documenti, e disceso a piu particolari , ha seguito con maggiore esattezza le operazioni de' coipi politici che per la formazione del censimento furono creati in IMilauo , ed ha esposto colla massima chiarezza i principj che ser- vono di base al ripartimento delTimposta i)rediale. L' anonimo auiore di un' operetta snllo stesso argomento (3) merita gli elogi che abbiamo iri- butati al sig. Lupi. Egli lo ha discusso con uguale ( I ) Dell' ntilita di estendere all' estero il commera'o dei villi toscani , e del modo di migliorarne la manifattura , Memoria di Ferdiiiando Tartini-Selvatici, Fireiize, 1825, Piatti, in 8." (a) Storia de' principj , delle massime e regole segiiite nella formazione del catasto prediale ecc, del segretario di governo Carlo Lupi , Milano, i8a5. I. R. Staiiiperia, in 8." Bibl. ital. t. 89, p. 407. (3) Memoria intorno al censimento dello Stato di Mi- lano pubb'icato nel MDCCLX e della snccessiva applica- zioiie nel MDCCLXXXV a cjiiello di Mantova. Mantova, 1823, tip. Virgiliana, in 8.° PARTE SECONDA. Ijg chiarezza e fllosofia-, se non clie ha dato risalto ad alcune modilicazioni che furoiio fatte al censi- niento milatiese del 1760, allorche venne appli- cato alia provincia di Mantova nel 1785. Ci coa- tenteremo di citaine una sola. Fu errore gravis- simo del ceiisimentn milanese il prendere per base della stiraa non la suscettibilitd fisica del suolo^ ma il suo stato attuale. Questa norma puniva I'in- dustria che con ispesa e fatica aveva migliorato un fondo, e ricompensava I'indolenza che Taveva lasciato deperire. Si sfuggi in parte qaesto in- conveniente nel censiniento mantovano, giacche fu prescritto un adequato abbonamento per le so- stanziali migliorie esegidte nel sejeruiio precedente alia niisura gerierale dal 1768 al 1774, e questo abbonamento fu calcolato in ragione del 4 per 100 annuo sul capitale valore migliorato. Qaesto fatto , oltre mille aUri , dimostra quanto sia lento il progresso delle piu luminose verita ; giacche la giusta base della stima non ottenne che una vit- toria parziale. 11 prospetto delle varie nazioui d'Europa pria stathtica. che coltivassero la statistica, dalla caduta cleirim- pero Romano sino al XVlIsecolo; i sommi van- taggi che ne trasse Venezia, la quale per la pri- ma tra le nazioni moderne conobbe T utilita di questa scienza; le migliorie introdotte neMoro Stati dai Governi esteri quando incominciarono a segulre le tracce di Venezia: tale si e il vasto campo che il signor Quadri scorre rapidamente nella sua opera (i), unendo la filosolia alFeru- dizione, esponendo con precisione i fatti , or- dinandoli secondo la lore analogia, indagandone (i) Storia della statistica dalle sue origini sino alia fine del secolo XVIII , per servire d' introduzione ad un pro- spetto statistico delle prodncie venete , di Antonio Qua- dri, Venezia, 1834, Piccotti, in 8.° Bibl, ital. t. 36 , p. 181. i8o r R O E M I o profondarnente le cagioni. Dopo la sioria T au- tore espone la teoria tlella statistica , ne dimostra di niiovo rutilita e gli elTetti, segiiendo le tracce segnate dalT aiitore delle Tavole statistiche. La lettura del primo volume fa desiderare vivamente il sccnndo, nel quale T autore proniette il Quadro statistico delle provlnc'te venete. Noi concediamo volontieri al sig. Padovani (i) il pregio della chiarezza, non potendo cor.cedergli quello della novita. luvece d' csporre le regole della descrizione statistica, egli ha inserito nella sua opera alcune idee attinte nelle scienze agia- rie ed economiche. Spargendo fuori di proposito i fiori deir erudizione letteraria , riproducendo , mentre parla d' agricoltura , la descrizione dello scudo d'Acliille fatta da Omero , e ricordando r aglio tanto detestato da Orazio, ecc. T ?utore dinientica di dirci a clie servano gli elementi di cui va in traccia la statistica. Oltre le man- canze , si scorgnno nelF opera alcnni errori di teoria e di pratica. In somma nello stato attuale della scieiiza , per lo nieno si doveva dire qual- che cosa di piu. Gli Annali di statistica (2) , giornale die co- mincio a coinparire nel secondo semestre del 1824, si fanno nieritamente distinguere si pel cri- terio con cui i redattori scelgono i niigliori articoli dai Giornali esteri , presentandoci, a cosi dire, il liore della statistica e delT economia-, si ancora per la profoiidita de' proprj articoli ch'essi vanno di mano in niano puhblicando sulle opere che compariscono in Italia e fuori, relative alia scienza die si proposero d' illustrare. (i) Delle scienze stadsticlie , Ubridodici, del professore Antonio Paclovani. Pavia , 1824, Fusi e Conip. , t. i.° in 8." BiljI. ital. t. 87, p. 21. (a) Annali di statistica, d' ernnoiuia, di viuggi e di sio- ria, Milaiio 1824-1825, in 8.' PARTE SECOND A. 151 11 conte Bevilacqua Lazise si mostra profon- daniente versato nelT ar2;omento cui prenda a di- scutere (i) : ciascnna delle sue licerche ha uno scopo , e i suoi risultamenti provano cli'egli ha sapiito conseguirlo ; il che sarebbe ancora piii evidente , se V autore gli avesse esposti in ta- belle. Crediamo quindi pregio deir opera T estrarre le seguenti notizie noii accennate a sue tempo. Stato termometrico dl Verona. Minimo , di rado ... — g ) gradi Blassimo , di rado pure -+- 28 |!^ ^ di Medio annuale .... -i- 12 \ Reaumur. Stato barometrico. Minimo, poll. 26, lin. 11 ) T\;i • o o C niisura Massuiio . . » 20 , » o > ,. „ . . Mr 5^ I dl rariai. edio ...» 27 , '' 1 1 Tfjir / Stato igrowetrico. i minima poll. 20 Pioggia annua , I inassima . . » 36 I media ...» 33 Giorni piovosi i [O » nevosi 5 Procelle violente. ... 10 Stato anemometrico . Di rado soOTiano il maestro e la tramontana ; i pill freqiienti sono il greco-levante apportatore di pioggia, di nevi e di freddo, ed il ponente cagione di burrasche e di grandini che si for- mano sul vicino Benaco. ( I ) Snggio di una stadsdca della citta di Verona , opera d' Ignazio conte Bevilacqua-Lazise. Venezia , iSaS, Pi- cotii , in 8.° l8a P R O E M I O Stato idraullco. L' Adige , clic passa maestoso in mezzo a Ve- rona, va innalzando il suo letto come tutti gli altri fiumi. L'innalzamento del letto a Rovigo e nietri 0,842 per secolo. Questo iiume forma alia sua foce neir Adriatico un banco di icoo metri, il quale progressivamente avanzandosi ha costretto r Adriatico a ritirarsi dair anno 689 sino a' nostri giorni pel tratto di 26 miglia; osservazione saggis- sima la quale dimostra die non e TAdriatico clie si ritira, ma sono le alluvioni die progrediscono. Nella provincia di Verona la velocita delT Adige e metri 8124 all' ora in isfato d'elevazione media, e metri 4686 in tempo di escrescenza. Al di sopra di Verona il carico delle bardie e dalle 10 alle i5 tonnellate; dalle i5 alle 18 \ al di sotto della citta. Discendono le bardie da Trento a Verona in 24 ore ed al piu. in 36, e da Verona giungono a Venezia nel 2.° o 3.° giorno; ma nel rimontare, dovendo far uso del- r aleggio ed evitare i frequenti bassi fondi, im- piegano dagli 8 ai 16 giorni tra Venezia e Verona, e dai 5 ai 7 tra Verona e Trento. Popolazione di Verona nel 1822. Individui 47,627 Famiglie 12,786 Matrimonj annuali adequatamente 3 10 Nascite 1,890 (i), le quali percio stanno ai matrimonj nella pro- porzione di i a 6 y, ed alia popolazione in quella di i a 29 \. Tra 100 nascite contansene 5o \ maschili , 49 -| femminili. HT • 1 1 1 S mascliili 880 , Morti nel suddetto anno < r. • i- 00 ( lemminili 009 (i) Dal I." novembre 182 i al 3o novembre 1822 furono le nascite Muminili 889 S legittime n.° 1707 ^ illegittime » i63 PARTE SECOND A. 1 83 Consumo giornaliero dl farina per testa. Individui. Masclii. Femmine Minori di 14 anni lib. met. Dai 14 ai 60 » Vecchi » 0 : 409 1 :495 0:997 0 : 332 0:997 0 : 664 Espostl dal 1814 al 1821, adequatamente air anno 336, de' quali nacquero nel Tirolo 100 erano legittimi i5 ed eccettuati 9, nessuno aveva compito il primo anno di vita. I maschi stavano alle femmine come 17 |- a Eglino furono piu frequenti ne' mesi di marzo e d'aprile, pii rari in quelli di settembre e dicembre. Mortalitd generale deglc esposti sino al 7.° anno compiuto della loro vita , nel biennio 1807 al 1808 . . . 73 ^ ^ ^ nel quinquennio 1809 al i8i3. 40 dal 1814 al 1821 25 y Di questa proporzione il i5 \ appartiene ai bambini morti neirospizio, il 10, ai bambini man- dati presso le nutrici nelie campagne. Costo giornaliero di un bambino slattato 0 no, inchiusa ogni spesa di vitto^ vestito^ amministrazione, neir ospizio lir. ital. o nella campagna lattanti . . . . » o slattati » o Costo giornaliero ( maschili » o degli esposti accolti negli } orfanotrofj f femminili » o 990 3io 160 5oo 'So 184 r R O E M I o Ospitale de' pazzi. Costo giornaliero d' un pazzo lir. r. 200. Mortalita: tli 100 pazzi niojono annualmeate 7 risanano 33 Ospitale civico. Costo giornaliero per vitto, me- dicina ed assistetiza personale di cia- scun ammalato lir. o : 826 mortalita dal 1007 al 1816 (esclusi i pazzi) 21 -;^ mortalita assuata sopra 100 cronici . . 3o mortalita assunta so[)ra 100 acuti ... 12 Le notizie statistiche di Vicenza e della sua provincia (i) sono il prodotto delle forze riu- nite di piii persone clie diria^ono i varj rami della pubblica azienda. Ciascuno ha contribuito a questa bella e faficosa impresa in ragione delle sue cognizioni , ed ha guarentito per cosi dire il titolo di quelle notizie applicanJnvi il suo nome. Tra gli azionisti die animarono quel la- voro , noi vediamo il rispettabilissinio vescovo della diocesi di Vicenza, inonsignor Giuseppe Ma- ria Per uzzi. L' opera e dedicata alT I. R. Dfdegato di quella provincia, Marc Antonio Pasqaaligo ^ altro dcgli azionisti. I collettori di quelle notizie hanno preferito, ovunque fu loro possibile, il metodo delle tabel- le, il quale, oltre di risparmlare molto discorso , agevola i confronti e rende visibili le mancanze. II lavoro statistico relativo alia citta di Vicenza e compiuto, e comprende assolutatnente quel com- plesso di notizie che costituiscono la statistica. II lavoro che ha per oggetto tutta la provincia (i) Notizie statistiche della R. citta di Vicenza: quat- tro fascicoli in 4.° grande, 1 820-1 822. Notizie statistic} i,e della provincia di Vicenza: cinque fascicoli simili, Padova, 1823-1825, dalla tipografia della Minerva. PARTE SECOND A. l85 Vlcentina non e ancora ridotto a termine, ma merita d' esserlo : i collettori per altro lianno di gia stabilite ottime basi parlando della topo- grafia e della popolazione. Allorche questo se- condo lavoro sara ultimato, noi daremo V estratto di tutta r opera. II piacere die provammo in leg piegare. (4) Memoria della Societii kaliana delle scienze vol. XIX, parte matematica. 21 f) l>ROEl\T10 sembrcra forse la scoperta fatta dallo stesso ottioo della possibilita di costruire un cannocchiale acro- matico' con semplici prismi di vetro e con un solo mezzo refringeute ( i ) : ma d' un' utilita im- mediata e scnza dubbio la sostituzione de' prismi medesiini agli specchi n^gli ottanti marini e nei ciiToli di riflessione. La difticolta principale che riniane a vincersi sta nel trovare dei pezzi di cristallo perfettamente oiuogenei ed esenti da bolle e da altre imperfezioni : percio il celebre barone di Zacli (2) proponeva di comporre cotesd prismi di lastre di vetxo riunite e di ricmpirli di qualcbe liquido traspaiente. Vedranno le per- ' sone dcir arte se questo spediente possa in pratica riuscire , e se non sia invece a temersi che le doppie superticie di ciascuna lastra , moltiplicando le riflessioni, producano piu d' una imniagine de- gli astri da osservarsi. Geodesia Dopo clie la gcografia e la topografia si sono strettaniente legate coUe matematiclie , anche la geodesia elementare, quella che serve alia niisura dei campi , delle strade , de' canali , ecc. ha fatto presso di noi notabili progressi. La costruzione degli stromenti agrimensorj e stata non poro mi- gliorata , essendosi p;eneralmente sostituiti buoni cannocchiali acromatici ai semplici traguardi , cap- pellctti lavorati in agata a quelii di ottone o di rame Sui quali si facevano girare gli aghi magne- tici , e livelli di cristallo smerigliato agli antichi livelli a tubi comunicanti. E in proporzione che si migliorano i mezzi meccanici , si perfezionano i metodi d' osservazione , e si abbandonano le cie- che pratiche degli antichi operatori, per sostituirvi i processi fondati sulV esatta geometria. Una guida eccellente in siffatti studj sara pei nostri ingegneri 1' opera pubblicata dal professore (i) Volume suddetto. (2) Correspondance nstronomique ., vol. 1 1 .. p. 244. PARTE SECONDA. 217 Bordoni (i), nella quale sono enunciate e sciolte le principal! proposizioni della geodesia elemen- tare. L' autoie ne ha ommesse le dimostrazioni al solo fine di porgere agli studiosi un' occasione di esercitare I'ingegno; ne essi , quando conoscano i principj della geometria , dureranno fadca a rin- Venirle. Diverse minute awertenze neU'uso della tavo- letta pretoriana sono di tal natura che sfuggono alle ricerche puramente geometriche , e non sono conoscinte che da coloro che hanno avuta 1' op- portuiiita di ese2;uire lunghe operazioni sul ter- reno. 11 signor ingegnere Gazzaniga avendo preso gran parte nelle operazioni censuarie della Roma- gna non ha trascurato di osservare e discutere le pratiche seguite dai piii abili fra i suoi colleghi, e di ritorno in patria le ha raccolte in un' ope- retta (2) che sara di grande vantaggio ai giovani che si occupano in simili lavori. Meritano pure d' essere conosciuti dai nostri agrimen'iori i Nuovi metodi pedometrici (3) pro-^ posti dai sig. Oronzio Cosi, cancelliere dell' Uni- versita de' R. studj di Napoli. Generalizzando il noto teorema che le quattro rette condotte dai mezzo di ciascun lato d' un quadrilatero formano iin paralleloj^rammo, che uguaglia in superficie la meta del quadrilatero stesso , egli ne ha dedotto il modo di misurare la superiicie d' un campo , pnrche sia di figura rettilinea , senza bisogno di calcolo e col solo sussidio della catena o della (i) Proposizioni di geodesia elementare del prof, An- tonio Bordoni. Milano 1828 , in 8.° (2) liegole per rendere piii spedita e piii sicura la for- mazione delle mappe mediante I' uso della tavola pretoriana, raccolte e pubblicate dall' ing. archit. Cesare Gazzaniga, geometra censuario. Pavla , 1821, in 8." (3) Nuovi metodi pedometrici di Oi'onzio Cosi. Napoli i8ai. 2l8 PROEM lO pertica agrimensoria. Alia spedita valutazione della superHcie dellc porzioni di terreno, allorche qiieste si lianno gia delineate in giuste proporzioni suUe mappe , fu riconosciuto utilissimo il tachimetro , in- gegnosa niacchinetta inventata dal sig. Gaetano Cairo (i). Qnesta invenzione, pregevole per la fa- cilita deir uso e per la precisione , ottenne distinto premio dall I. R. Istituto di Milano e fu adottata negli ulfic) dell 1. R. Giunta del Censiinento ; ma il pregio di essa potrebbe per avventura venir oscurato da quello d' un altra piii recente e piu maravigliosa immaginata per lo stesso fine da un matematico fiorentino , il sig. Tito Gonnella , della quale I'autore ha bensi accennati i principj (2), ma non ha data la compiuta descrizione. Se la naova macchina corrisponde nella pratica a quanto la teorica sembra promettere, si conseguira con essa questo risultamento die sembra a prime aspetto impossibile, cioe; che mentre una punta mobile, quale sarebbe quella d' un pantografo , percorre il contorno d' una figura qualunque , un altra punta colle2;ata coUa prima per mezzo d' un particolare congegno segnera suUa carta un rettangolo equi- valente in superficie alia figura proposta. Fin dalla meta dello scorso secolo le nazioni piu coke d'Europa gareggiarono fra di loro nelfintra- prendere estesi lavori geodetici col doppio fine di determinare la lunghezza dei gradi del meridiano, e di perfezionare le carte de rispettivi territorj ; ma questi lavori, appoggiati ciascuno a basi dif- ferenti , limanevano per la piii parte fra di loro disgiunti e slegati. Ora siamo finalmente giunti air epoca in cui le triangolazioni condotte fino ai (i) Atd della solenne distribuzione de premj d' industria fatti in Milano neW anno 1824. (a) Antologia , giornale di scvenze , latere ed arti . n." Sz. Firenze 1835. PARTE SECONDA. ^19 confini dei varj Stati si vanno avvicinando e col- legaudo a vicenda ; cosicche sperar possiamo di vedere quanto prima una continua rete trigono- metrica coprire la superHcie totale dell' Europa , e stendersi da Londra a Pietroburgo e da NapoU a Gopenaghen. E per parlare della sola Lombar- dia, la triangolazione quivi eseguita e gia posta da varie parti in contatto con quelle delle provincie Venete e degli Stati Austriaci ; mentre una serie di triangoli attraversando le alpi della Savoja va ad unirsi alia triangolazione di Francia ; un' altra pel ducato di Lucca si lega coUe misure di To- scana, ed una finalmente lungo le coste deU'Adria- tico incontra i triangoli di Romagna e quelli del regno di Napoli. Le diverse basi trigonometriche di Perpignano, di Rivoli, del Ticino, di Vienna, di Padova , del Passeriano , di Rimini e del Vul- turno sono in tal modo collegate fra loro e si servono scambievolmente di prova. La triangolazione sUccennata della Savoja era quella die presentava le maggiori difficolta , ma fu anch' essa felicemente condotta a termine cogli sforzi riuniti d' una Commissione composta di geo- grafi austriaci e piemontesi ( i ) , i quali non tras- curarouo 1' occasione di congiungere alia mirura delle distanze orizzontali la determinazione delle altezze delle principali montagne che occupano gran parte di quella elevata regione. E mentre questi lavori orografici si estendevano da quel lato fino alia sommita del monte Bianco , il colonnello barone di Welden misurava geometricamente V al- tezza del monte Rosa e decideva a favore del primo la controversia , cui avevano dato motivo (i) Notizia intorno ai lavori della classe di scienze fisi- che e inatematiche dell'Accademia di Torino nell'anno i8a3, scritta da Giacinto Careiia, nel volume a 8 delle Memorie deirAccademia medesima. aao p R o E M 1 o le osservazioni baromcthche del sig. Zumstein (i), quale dei due dovcsse riguardarsi come il piu alto monte d' Europa. Tutte queste misure e quelle di altre piu rimarchevoli somniita delle alpi si tro- vano l-accolte nellopera del succitato Colonnello (2) , nella quale alle notizie topograliche veggonsi pur aggiunte quelle che risguardano la mineralogia , la botanica, la meteorologia e la statisdca del moute Rosa e delle valli adiacenti. Moke altre livellazioni in questi ultimi auni sono state eseguite in Italia. Oltre quelle conte- nute neir opera gia da noi citata sui canali iiavi- gabili del sig. Bruschetti , ricorderenio le altezze del- le principali montagne visibili da Milano calcolate dairAstronomo Oriani (3), le elevazioni di diversi punti nei contorni di Roma determinate dalT abate Conti (4), quelle che col mezzo del barometro fu- rono stabilite nella valle di Lanzo dal conte Fran- cesetti (5) ; e linalmente la compiuta livellazione del territorio toscano , cheil padre Ingliirami lia pubblicata nella Corrispondenza astronomica del barone di Zach (6). Carte geogiaC- ^^^ ^^^^ delle triangolazioui e dei lavori topo- che. gratici dei quali abbiamo parlato si sono gia co- struite o si stanno costruendo le carte di diverse provincie d' Italia; fra le quali si distingue per la grandezza della scala , per \ esattezza del disegno e per la finezza del bulino XAtlante del mare Adria- tico discgnato ed inclso neW Istituto geografico-mili-' tare di Milano. Questo atlante e composto 1° della (i) Voyage sur le Mont-Rose par M/ Zumsteia ; negli atti deirAccaflemia suddetta , torn. 2 5. (2) Der Monte-Rosa. Line topographische unci naturhisto- rische Skizze ; herausgegebea von Ludwig Frehierni v. Welden. Wieii, 1.824, ^^ 8." Bibl. ital. vol. 35, pag. 21 5. (3) EfFeraerldi astfonom. di Milano anno i823. (4) OpuscoH astronomiri , ecc. Roma 1824. (5) Lettres sur les vallees de Lanzo par Louis Fran- cesetti, comte de Mezzenile , a Turin, 1823, in 4. (6) Yol. 6, p. 2 1 5. PARTE SECONDA. 221 carta idrografica generale in clue fogli , die rap- presenta 1' intera estensione delP Adriatico nella proporzione d' uno a cinquecenlo mila : lungo la costa e air intorno delle isole e degli scogli sono notati gli scandagli fino alia profondita richiesta alia navigazione de' inaggiori vascelli ; 2.° della carta di cabottaggio in 3o fogli e coll a scala d' uno a 176000, in cui gli accident! delle coste sono piu minutamente rappresentati e gli scandagli piu numerosi; 3.° della raccolta dun centinajo di ve- date in sette fogli , in ciascuna delle cpiali sono indicati gli oggetti i piu atti a far riconoscere da lontano il sito die esse rappresentano ; 4.° d' un fascicolo di note contenente le notizie piii impor- tanti intorno ai veiiti , alle niaree , alle correnti e di ogni altro argomento die puo interessare la navigazione. Altre carte sono uscite dallo stesso stabilimento , e fra esse quella dei contoriii di Mi- lano in quattro fogli, die un giornale tedesco (1) cliiama a ragione degna di servir d' esempio a si- mili lavori. II pubblico attende con inipazienza la carta della Toscana in quattro fogli ed alia proporzione d' uno a dugentomila, die e gia eseguita in di- segno , e di cui quel Governo granducale ha re- centeniente ordinata la pubblicazione. Questa carta si fonda sulle esatte niisure trigononietriclie prese dal P. Inghirami , e sara incisa da abili artisti. Ai forestieri che visitano le grandiose strade aperte a traverso ai gioghi della Splaga e dello Stelvio , o a quelli che ne leggono la descrizione pubblicata dagli editori de' Glassici italiani (2) , riuscira utilissima la carta topografica della Val- tellina ora uscita in luce per opera delf ingegnere (i) Zeitschrift fur Kunst , Wissenschaft und Geschichte lies Kricges 3 Kefte , Berlin, i8a5. (2) Descrizione della Valtellina e delle grandi strade di Stvhno e di Spluga. Milano, 1823, in 8.° 323 P R O E M 1 O Giuseppe Cusi. In essa troveranno delineati con precisione ed alia scala d' un centomillesimo i comiini , i villaggi, le strade , i sentieri, i liumi, i torrenti , ed in una scala dieci volte maggiore le elevazioni dei principal! paesi , delle gole e delle cime dei mond riferite al livello del mare. Non poche carte geogratiche generali (i) fu- rono pubblicate in Italia dietro la scorta de' mi- gliori geograti oltramontani , le quali per la linezza deir incisione possono sostenere il confront© de- gli original! da cui sono tratte. Solo ci rimane a desiderare die i nostri artisti tentino qualche volta di produrre carte autografe , evitando cosi il pericolo di ricopiare gli errori altrui e di accumulare 1' effetto di cpielle alterazioni che su- biscono sempre i fogli sottoposti all' impressione. E per recar fede al pubblico sull' originalita del lor lavoro , gioverebbe che nei margin! delle carte fosse indicato il sistema di projezione adot- tato , la longitudine e la latitudine geografiica dei punt! fondamentali , e la scelta delle special! co- rografie impiegate alia formazione dei loro atlan- ti. I margin! stessi e gli altri van! dei fogli po- trebbero pure essere utilmente riempiuti coUa scala delle altezze de' monti ( siccome praticossi nella poc' anz! accennata), e con altre notizie fisiche , storiche e stati-stiche atte a rendere lo studio della geografia sempre piii interessante ed istruttivo. II mxglior modello d' una opportuna distribuzione (i) NuoiO atlante di geografia moderna compllato da Carlo Rossari ad uso delle scuole ginnasiali suUe tracce de' niigliori geografi moderni , e riveduto nell' inclito I. R. Istituto geografico militare. Milano, 1824. Nuovo atlante urmersale deU'antica e moderna geo- grafia dei signori Arrowsmith , Poirson, Sotzmaan ed altri pill accreditati autori , ecc. Milano presso P. e G. Vallardi. Grande atlante universale, presso Stanislao Stucchi. PARTE SECONDA. 223 di tali notizie , e della stelta de' segni conven- zionali per esprimerle compendiosamente, si ha nella Carta degli Stati Pontificj mendionall del conte Antonio Litta , della quale ha dato la Bi- blioteca Italiana una disdnta spiegazione (i). L' Italia, teatro gia di sanguinose guerre e pa- Scienz* tria degli Eugenj , dei fllontecuccoli e di tanti ""''""• altri insignissimi capitani , riposa era tranquilla air ombra del placido ulivo. Ad essa cio noa ostante, ben anche in quest' ultimo periodo d' anni, ncn mancarono scriitori di cose militari: cosa tanto piu da notarsi, quanto che le altre nazioni ancora ben poche opere intorno a quest' argo- mento ci offerirono. Fra tali scrittori primeggia il cav. Maggiore Vacani , del quale gia parlato abbiamo , e la cui opera intorno alle Campagne degV Italiani nelle Spagne dee considerarsi non sempliceniente come una storia, ma altresi come un trattato di strategia. E di fatto il capitano ivi trovera esposta con tutt' i precetti, corredati dair esempio e dalla pratica de' piu famosi con- dottieri d'esercito, 1' arte di assediare , inve- stire e difendere le fortezze , di ben disporre, giusta le circostanze del tempo e del luogo , gli accampamenti; e vi trovera ancora e stratagem- mi di guerra e metodi pel maneggio dell' arti- gliere e insegnamenti per la mossa delle trup- pe e tutte quelle cose in sotnma che la scienza militare costituiscono. Cio poi cli« piu importa , egli vi scorgera posii in chiara luce anche gli errori si di que' capitani che ne' passati secoli guerreggiarono nelle Spagne, come ancora de'con- dottieri che diressero gli eserciti francesi ed ita- liani nelle campagne, cui P opera stessa si rife— risce; essendo che dagli altrui errori apprendere possiamo ad essere cauti e prudenti, se la sorte ci faccia per avventura in simili casi abbattere. (i) Vol. 24, p. 328. 224 p n O E M I o Dopo il cav. Vacani noi volentieri loderemrao il Generale in campo (i) del capitano Coltelli , se quest' opera , come fu gia avvertito nella Bi— blioteca Italiana , fosse tutt'' altra cosa die una traduzione ben poco felice del secondo volume delle opere di Guibert. Meglio certamente si appose il sig. Giuseppe Cridis col rivolgersi ad uno speciale argomento da pochi trattato, e non difficile a raaneggiarsi anche da chi non professi r arte della guerra. Egli nella sua Politica mili- tare (a) che , siccome avviso la Biblioteca Ita- liana , meglio sarebbesi intitolata Scienza politica applicabile all' arte della guerra , ci si presenta buon conoscitore delle cose intorno alle quali s' intertiene; ed il sue libro, comeche non isce- vero d' opinioni o fallaci o non ben dimostrate, puo non di meno ridondare a vantaggio della scienza. II sig. Domenico Cacchiatelli romano gia dal 1819 pubblicato avea un Nuo\^o sistema di for- tificaziojie , cui fu aggiunta un' Appendice nel 1822 (3). Questo libro non e che di pochi fo- gli , e puo considerarsi come un abbozzo di un' opera die grande estensione richiederebbe e lion minore lena nell' autore. Non e quindi pos- sibile il fame 1' analisi. Solo aggiugneremo che gl'intelligenti dell' arte riscontrato vi hanno qual- che errore di massima e qualche incongruenza (4). II Montecuccoli ebbe finalmente un' edizione degna di lui e degna non meno dell' Italia , ( 1 ) // Generale in campo , ossia Trattato di grande tattica, raccolfo daW opera di Cidhert e d' altri celebri autori, con i5 taiole di manovra ecc. Venezia , 1823, iu 8." Bibl. ital. t. 34, p. 419. (2) Delia politica militare , libri quatlro. Torino, 1824, Alliana, in 8.' Bibl. ital. t. 3/, p. i83, e t. 3^, p. 3i6. (3) Roma, Boiulier, gr. in foglio. (4) Antolugia ili Fireuze , u." 3i, luglio i8a5, p- 73. I'VUTE SECONDA. 22^ nierce del!e cure del sig. Giuseppe Grassi g,ia si benenierito pel suo Dizionario mllltare (i). L' Italia noil avea di quest' iuclito suo capitano che due sole cdizioni ; T una scorrettissima colla falsa data di Colonia , V altra di Milano , 1807 , per cura di Ugo Foscolo , splendida per lusso e nia- gnificenza, ina troppo dispendiosa, non iscevera da lacune , ed altresi mancante delle note dal- r autore sfesso jsW opere sue aggiunte. II sig. Grassi fere uso di tutt'' i mez/i onde ridurre le opere del Montecuccoli a quello stato medesimo in cui uscite erano dalla penua di lui, e col sussidio di sinceri e pregiabilissimi codici pote , siccome egli si espiime , riconiporre le ossa di (jucst"'im- niortale guerriero nella loro priniiiiva maesta di forme. Le sollecitudini delTeditore furono coro- nate dal suffragio di tutta T Italia. Al breve e compendioso ragguaglio de^ princi- lUica. pali argomenti di fisica, iutorno a cui occupa- rousi nou poclii Italiani nel periodo di cui stiama pennelleggiando il quadro scientifico-letterario , daremo cominciainento col fare la ben dovuta menzione d' alcuno dei libri che su tale materia ci pervennero. E primieramente troviamo per molti riguardi commendevole quello die , come opera postuma del prof. Giuseppe Racagni, vide la luce nel 1824 sotto il titolo: Fisica ui rignardo alle nuove scopcrtc ^ ecc. AIT annunzio di quest' opera gli amatori della scienza si rallegrarono ; e le spe- ranze d' avere alia line in Italii\ uii buou corso di iisica si tenevano appagate generalniente da tutti coloro die ben consapevoli erano quanto il Pxacagni si per la chiarezza delle idee , si an- cora per la copia d' ogai genere di cognizioni (i) Opere di Raiinotido Montecuccoli, corvette, accre- sciate ed illustrate da Giuseppe Grassi. Torino, 1821, Favale, vol. 2 in 4." ed in 0.° Bibl. ital. t. 34., p. 333. liibl. I ted. T. \\A. i5 i^6 r K O li M I o Jisico-matoniatitlie , fosse meiitameute iii lipu- tiizione. I\la rautore i:i fjiicsto breve suo corso cbbe unicaihente per iscopo I'istriiire nella lisica i lettori che non conoscono le matematiche dot- trine, e (luincll sostitui ai metodi seometrici "li esperiinentali e di piuo ragionamento. Ad o^n'i inodo r opera del protcssore Racagni , olt:ef;he puo servire di traccia per la compilazione del bramato cosso compiuto, e tale di sua natnra che gr intelligenli vi troveranno esposte coti n:iolta evidenza anche diverse materie die oltrepassaiio i liiniii d'una tisica elementare. Sullo stesso stile, aiizi con maggiore stuclio di evitare ogai cpii- stioiie spinosa ed ogni troppo grave difficolta , sono dettaie le Lcttere a Sofia sid/a fi ica , sulla diimica e sulla storia natarale del siii,aor Aime- Martin; il quale ha sapiito inoltre inhorarc il suo argoniento coir opportuna introduzione di graziosi episodj e di eleganti poctici componimeati. Noi ci rallegriamo che rpiesto libro, il quale in Frau- cia ebbe sei edizioni e fu onorato di comnienti scritti da uoniini d' alta fama , quali sono Dlde' lot, Fischer^ Fonrrroy, Haily ed altri molti, ve- nendo ora offerto alle coke donne d' Italia nel lor linguaggio native, sia in buone mani per- venuto tanto in rispetto della versioiie, quanto alle annotazioni. Intanto V universal desier iscopo r esame della faccilia elettrometrica rela- tiva dei conduttori di prima dasse e della fa- colta conduttrice d' alcuni liqnidi. Sempre usando r ago-magnetico qual mezzo elettro nietrico , co- inincia il nostro autore dalT investigare qual sia la relazione die passa traTenergia e la tensione degli apparati elettro-motori , e la declinazione die quella o questa induce nelT ago calaniitato, e stabilisce: i.° che Tazione sj)icgata sulle calamite 236' r r. o F i\i I o degli apparatl elcltro-motorl e direttaniente pro- pofTiiourilc alia superficie delle piastre, sc 1' am- piezza della medesinia non sia troppo diversa; a.*^ chc la tensione elettrica degU elettro-motori seinplici influisce sui fenomeni elettro-magnctici nella ragione diretta della sua energia , e clie uegli elettro-motori composti 1' effetto stesso e medio proporzionale aritmetico degli effetti die ciascun elemeuto da se produnebbe. Passando poscia ad esplorare la facolta elettro-motrice dei coiiduttori di prima classe, ogli dimostra clie ne- gli elettro-motori suddetti cresce Tattitudine clie loro compete col grado d' ossidazione , in guisa tale clie: i.° qiiando due pezzi dello stesso me- tallo r uno ossidato e V altro no , venjrano in contatto, e sempre il prime clie si pone alio state negativo, res[)ingendo la propria elettricita nel pezzo non ossidato; 2." quando i pezzi metallici sone entrambi ossidati, seinpre e elettrico ncga- tivamente il pezzo ossidato di piu; 3.° T ossida- zione puo fare die un elettro-motore occupi un posto molto superiore a quello occupato dagli akri clie nella scrie gli staniio vicini ; 4." fnial- mcntc r ossidazione puo fare in mode clie la corrente elettrica ottenuta col contatto di pezzi della stessa sostanza , sia talvolta maij'riore di qiiclla clie hassi pel contatto di elettro-motori diversi. L' influenza delle temperature sulla facolta elettro-motrice dei solidi e sulla condiittrice dei liquidi ; T influenza de' conduttori umidi sul po- tcre elettro-motore medesimo ; V influenza della qnantita di liquido clie debbesi dalf elettro attra- versare sulla prontezza del sue scorrimente ; la facolia conduttrice rispettiva di varj liquidi : queste ed altre dilicate ricerclic sono dal nostro autore intraprese e condotte con tale sagacita , die mu non dubitiamo di qualilicarlo un accor- tissimo sperimentatore. -; , - ; -? I'ARTE SECONDA.. 2^J L' e2:res:,io sig. professore Giuseppe Zamboni ha ilato in luce nel passato lustro il secondo vo- lume del suo elettro-motore perpetiio , detto impro- priamente da alcuni pila a sccco , il quale real- men te non e clie una pila a mlnitno luiudo infisso al conduttore in ragione della sua facolta igro- nietrica. In questo volume egli espone la sto- ria dei tentativi da lui fatti oude comporre con diverse sostanze V elettro-motore di cui trat- tasi, e segue cosi sino al ritrovamento dei ma- teriali piu idonei all' uopo , tanto per la dimina- zione della massa e del volume dello stromento, quanto per la luaggior efficacia sua e maggiore permanenza d' elTetti. Tali sostanze sono la carta stagnata , comunemente detta carta ) Bibl. ital. t. 27, p. 423. • :\ PARTE SECONDA. 249 euphorbia lathyris che fu sperimentato come pur- gante dal dott. Calderini nello spedal grande di Milano. II sig. prof. Brera propose una nuova spe- cie di chi/ia detta hicolorata, come ottima nelle febbri intermittenti ; ma Fespevienze fatte fino ad ora noil sono molto decisive. DalFanalisi eseguita qui in Milano dal padre Ottavio Ferrari, confer- mata poi in Francia dal Pellettier , sembra che questa corteccia non appartenga al genere cincho- na ^ ma che bensi s' avvicini molto alle auguslure. La chirurgia vanta ancora in Italia professori classici , ed assai importanti sono le opere uscite in questi ultimi cinqne anni. L' instancabile prof. cav. Scarpa scrisse una chirurgb. Memoria %yx\V ernia del perineo (i). Quest' opera per le numerose osservazioni di cni e arricchita e per le belle tavole incise dalT Anderloni me- rita d' essere studiata ed osservata da tutti i col- tivatori della chirurgia. Lo stesso sig. professore scrisse pure una lettera al sig. Maunoir sopra il taglio retto-vescicale per Testrazione della pietra dalla vescica orinaria, ed alcune riflessioni sopra lo stesso argomento in opposizione a cio che fu detto dal sig. professore Andrea Vacca Berlin- ghieri, che in varie sue memorie proposto avea un nuovo metodo di litotomla. Anche il sig. dottor Tommaso Farnese voile trattare di quest' argo- mento, e pubblico uno scritto (2) in cui si accigne a combattere le opinioni esposte dallo Scarpa contra il taglio retto-vescicale. Noi non giiidi- cheremo di tale quistione , e lasceremo alle osser- vazioni giudiziose ed esatte de' piu esperimentati (i) SuW ernia del perineo. Memoria di A. Scarpa ecc. Pavia, 1 83 1, in 4..", con 5 tavole in ranie- (2) Esame delle osseivazioni sid taglio retto-vescicale per I'csirazione della pietra dalla vescica oriiiaria, publjlicato tlal sig. cav. Ant. Scarpa ecc. di Tommaso Farnese ecc. Milano, iSaS , in 8." iSo P R O E M I O cliirurgi la decisione , se preferirsi debba il taglio retto-vescicale al taglio laterale. II sig. Carlo Birago ci diede importauti osservazioni sulT uso delle miguatte applicate air ano nelF ernie in- guinali ed addominaii incarcerate , e sopra V uso della potassa caustica applicata in diverse ma- lattie di carattere linfatico (i). II sig, Bartolo- nieo Panizza, professore d' anatomia umana presso r I. R. Universita di Pavia, pubblico una pregia- bilissima opera intitolata Aiuiotazioni anatomico- chirurgiche sul fungo midollare delP occhio , e suUa depressioiie della cateratta. II sig. dott. Carmelo Pugliati scrisse alcune esatte riflessioni sopra la pa- pilla artificiale e sopra la cateratta (2). II sig. Na- tale Catanoso olferi al pubblico varie osservazioni cliniche sulP estrazione del cristallino, nelle quali egli da la preferenza alP operazione della cate- ratta per estrazione , in confronto di quella per depressione : ma su quest' argomento sono an- cora varie le sentenze (3). II sig. Paolo Bongio- vanni, professore d'ostetricia in Pavia, pubblico le sue lezioni (4) da lui destinate alP importan- tissima istruzione delle levatrici. Una Memoria che merita d' essere letta pel bello e giudizioso (i) Compendio d' osservazioni cliniche sul vantaggio delle mignatte applicate all' ano nelle ernie inguinali e addomi- naii incarcerate, e sulla potassa caustica applicata in di- verse mcdattie di carattere linfatico , del dott. Carlo Bi- rago ecc. Mllano , 1821, in 8.° (2) Pdflessioni d' ottalmiatria pratica che concernono la pupilla artificiale e la cateratta. Discorsi due di Carmelo Pugliati. Messina, 1822. (3) Osservazioni cliniche sopra V estrazione del cristallino, precedute da qucdche cenno , sui motivi che rcndono incerta I' operazione della cateratta, e sui mezzi di riniediarvi. Opera del sig. Natale Catanoso. Messina, iBaS. (4) Lezioni d' ostetrida approbate dall' I. R. Goi'erno ad uso delle allieve levatrici, di Paolo Boagiovamii. Pavia, 1823 5 in 8." > - ■ PARTE SECONDA. 2$ I modo con cui e scritta , e per Timportanza delle operazioni clie vi sono comprese , si e quella del sig. Manfredini sopra 1' estirpazione di due pa- rotidi (i), I signori Giacomo Barzellotti, Andrea Vacca Anatomia. Berlingeri e Giovanni Rosini, professori presso rUniversita di Pisa, acquistarono tutte le opere e gli scritti del celebre Mascagni dagli eredi di lui, e. s'accinsero a pubblicare la grande anatomia, della quale ne diedero il prime fascicolo nel 1828, ed il secondo nel 1824 (2). Quest' opera clie costo al celeberrimo autore trenta e piu anni di studio, senza poterne godere i vantaggi e sentirne i me- ritati elogi, giacche acerba niorte fatalmente lo colpi , merita d' essere ammirata non solo per r esattezza delle tavole, ma ben anche per la niagnificenza dell' edizione. Onde meglio far co- noscere i pregi di tale importantissimo lavoro daremo in seguito un apposito articolo. Grandi progressi hanno fatto in Italia nel corso Geoiogia, di poclii anni tre scienze che chiamare si possono g^ogno»»» I _ ^ ^ r ^ e mineralogia. sorelle, la geoiogia, la geognosia e la mineralogia; e sembra che il gusto se ne vada sempre piu estendendo tra i nostri giov:ini studiosi : si mol- tiplicano giornalmeiite le collezioni ed i ricogli- tori; si e introdotto anche nella capitale no- stra uno spaccio di minerali , merce delle cure deir esperto signor Senoner. I gioghi piu sco- scesi delle Alpi che altre volte non sernbravano (1) Estirpazione di due parotidi. Storia di G. B. Man- fredini. Modena , 1824, in 8.° (2,) Pauli Mascagni anatomia univ. XLIV tahulis cmcis juxta archetypuni Jiominis adulti accuratissime rcprcesentata , dehinc ab excessu auctoris cura ac studio Eq. Andrece Vacca. Berlingeri, Jacopi Barzellotti, et Joli. Rosini, etc. absoluta at.- que edita. Pisis apud Nicol. Capurro, typis F. Didot col testo in f.° e colle tavole in forma atlantica , delta mo- dernamente elefantina. aSi P R O E M I o accessiblli clie agli orsl o alle capre selvaticlie, sono ora visitati sovente da arditi viaj>:e:iatorl , die si portano cola ad annnirare le piu grandi opere della natura, a considerare le catene e le diverse forniazioni delle montagne, a rico- noscere le rocce diverse , le sovrapposizioni , i diversi terreni, primitivi, secondarj , di transi- zicne, di alluvione, ecc. Si osservo nel 1821 clie la descrizione geologica della nostra penisola mancava interamente, e die pero si accumulavano per essa insensibilmente i materiali. Questi si sono nel breve periodo di cinque anni grandemente accresciuti : e per ri- guardo specialmente alia Lombardia, possiamo gloriarci di avere una bella e compiuta Descrizione geologica della provincia di Milano (i) , scritta da uno del fondatori della scienza , Tautore cioe delle Istriizioni geologicJie piu reputate, delle quali si e fatta da pochi anni in Milano una nuova edizione grandemente accresciuta. La sud- detta descrizione sara ben presto seguitata da quella di tutte le altre provincie Lombarde , die superiormente e stata ordinata all' I. R.. Istituto onde serva di base alle Statistidie delle provin- cie medesimc. II valente naturalista Brocclii, che ora viaggia nei deserti delF Egitto e della Nubia, intento ad arriccliire le scienze con nuove scoperte, molte Memorie geologiche aveva gia consegnate nella Bibliotecca Italiana avanti Fanno 182,1, ed lia continuato ancora a fornirne altre negli anni successiv^i. Oltre il suo bel libro Dello stato fisico (i) Descrizione geologica della provincia di Milano , pub- blicata per ordine dell' I. R. Governo di Lombardia da Scipioiie Breislak, ispettore de' nitri e delle polveri , membro dell' Istituto e di altre diverse Accademie. Mi- lano, 1822, dairi. R. Stamperia, ia 8,", con una carta della provincia. PARTE SECONDA. 253 del suolo dl Roma (i) die venne in questa Blblio- teca annanziato nel tomo XXIV; trovansi di liii nel XXIII una Memoria inedita sulle diverse forma- zioni di rocce della Sicilia , nel XXV le Osser- vazioni nat.urali ( pure inedite ) sulle spelonche di Adelsberg in Carniola , nel XXVII una Memoria sulle geog/iostiche relaziojii delle rocce calcarie e vulcaniche in Val di Noto nella Sicilia , e altra sopra alcuni massi di la^^a , di citi era costrutlo in Pavia V arco di Alboino ^ nella quale il dotto autore ha fatto vedere clie que' massi tratti si erano dalla pietra detta in Padova masegna , procedente dagli Eii2;anei. Altri naturalisti italiani si sono dati in questo medesimo tempo alle ricerche geologiche e mi- neralogiche, ed a quelle in generale degli esseri inorganici della naturn. QuinJi nei volumi XXVI e XXVII della stessa Biblioteca inserite veggonsi le Osservazioni geognostlclie sopra alcune localita del Virentino del valente abbate Marasclwd ^ del quale piangiamo tuttora la perdita nello scorso anno avvenuta, mentre le pin belle speranze con- cepute si erano sugli studj di lui, sulT indefesso suo zclo per Tavanzamento della scienza geologi- ca, e sulle relazioni da esso contratte coi piu ce- lebri osservatori della Germania , della Francia e deir Inghil terra. Nei volumi XXVIII e XXIX si e riferita per intero come ntilissima a questa sorta di studj la traduzione fatta dnl medesimo della Distribuzione delle rocce e classificazione geologica dei terreni , del professore G. L. Cordier^ nel vo- lume XXXI si e ammessa una di lui Memoria (inedita) sui filoni pirossenici del Vicentino , e nel XXXII si e dato luogo alle Osservazioni (i) Dello stato fisico del suolo di Roma . Memoria per servirc d' illustrazionc alia carta geognosUca di questa citta, di G. B. Brocchi, Roma, 1820, de Romajiis , in 8.°, con due tavole in ratne colorite. 254 P R O E M I O ( parimente incdite) sulle rocce pirlgene della valle dl Fiemme, del signor Bertraiid Geflini^ del sigiior Trattenero e dello stesso Pietro Maraschini. II piu solido monumento pero che questi aveva elevato alia sua gloria, e che rende ai dotti piu. dolorosa la morte di lui avveauta nel fiore del- r eta , e il bel libro da esso pubblicato ulti- mamente sulla formaziorie delle rocce del Vicen- tino (i), del quale noa si e finora fatta menzione in questa Biblioteca. Esso aniiunzia i piu grandi lumi delTautore nella scienza geognostica, le piu diligent! osservazioni , e T occliio geologico gia formate air investigazione dei procedimenti della natura nella composizione e disposizione delle rocce, dei banchi , degli strati e delle diverse sostanze minerali che concorrono alia loro for- inazione. Anche il chlmico Qaetano Rosiria ha consegnato nel volume XXXVI di cjuesto giornale uno Squar- cio dl lettera intorno ai prodottl miiieraloglcl della Valseriana e Valcamonica ; e nel XXXVIII si e inserita una Lettera geologica sui monti Veronesl del dottore Giro Polllai. Vedufo abbiamo altresi in questo periodo an Sagglo sulla giacitura dl alciuil fossill dl Genova e del cotitornl, del slgiior Canobbio (2), c altro Sagglo suite miiilere dl ratne del Dacato d' Urblao del slg. Passerl. II professore T. A. Catulla ha pubblicata una Memoiia metallurglca sulla mlaiera d Agordo ,• altra sulla sovrapposizloue delle rocce primitive e sui glaclntl dl Lonlgo o Leonedo; altra sulla presenza dl eucrlnitl In fonnazionl terziaric, (i) Sidle formazioni delle rocce del Vicentino , saggio geologico , di Pietro Maraschini. Padova, 1824, tipografia della Minerva, in 8.°, con 8 tavole in rame. (a) Saggio sidla giacitura di alcuni fosiili di Genova e 5'ioj contomijdi G. B. Canobbio. Genova, 1828 , Gra- vier , in 8 .° PARTE SECONDA. 255 altra sui terreid zoolldfen delle provincie Venete , alia quale ha fatto altresi qualche Suppllmento ; e r Itlncrario di una sua esciirsioiie net Cadoriiio e nella Carnia con aggiitnte tratte dagll scritti del Fcstari. Egli ha ancora trattato delle rocce die si crcdono inchiuse nel gres rosso e nel calcare alpino delV Alto Bellunese; uno squarcio di lettera ha prodotto suW arenaria rossa , ed altra sopra un giudlzio del Maraschini riguardante la geogaosia del Vicentino. 11 sig. Emanuele Repetti ha pigliato ad esaminare i cangiamenti che avvengono natu- ralinente nel niarmo di Carrara, ed a\iv a. Memoria ha scritta sulla solazione natnrale della silics in, seno ai terreni di natura calcare. Abbiamo anche vedute alciine Osservazioni e riflessioai sul porfido pirossenlco del Vicentino di L. Passini, amico gia e collaboratore del Maraschini. II P. D, Qregorio Bar/iaba La Via, non solo ha comunicato al pubblico le sue Osservazioni geologiche fatte nei contorni di Nicosia., nia quelle ancora fatte nella contea di Sommatino. II prof, abbate Borson di Torino non ha tralasciato di esporre nuove sco- perte e nuove osservazioni paleontografiche , mas- sime suUe conchiglie fossili e sui denti di Masto- donte, ed ha continuate con zelo le sue aggiunte alia orittografia Pedeniontana. Ne taceremo che il sig. colonnello di Welden ha pubblicato, ben- che in tedesco e fuori d' Italia, il suo Schizzo topografico storico natiircde del Monte Rosa , nel quale si fa pure qualche cenno della struttura geologica di quel monte appartenente per buon tratto air Italia. Un bel trattatello di geognosia trovasi parimente nel primo volume de^^i Elementi di Storia natnrale generale ., recentemente pubbli- cata dal prof. Gaspare Bragnatelli ., del quale si e renduto conto in questo giornale. Non potremmo abbandonare gli oggetti geolo- gici, senza fare qualche cenno delle scoperte e degli scritti del beiiemerito conte Marzari Pcncati., 256 P R O E M I O intorno specialmente alia sovrapposizione delle rocce granitiche alle calcarie e di (pielle di tran- sizione di Werner alT arenaria rossa. Di quelle scoperte si era paiiato nella Biblioteca Italiana , proemio delT anno 1821 , e si era per intero inserita una lun^a lettera del sig. Blalacarne al sig. baronc Isimbardl relativamente alle medesi- me che venivaiio ampiamente dichiarate e con- ferniate con opportune osservazioni, Un sistema di rigorosa imparzialita fece ei che fosse inse- rito nel volume XXV un estratto di lettera del sig. Parts ch di Vienna., in data del 2, a;cnnajo 1822, al sig. colonnello barone di Welden intorno le osservazioni del conte Marzari Pencati sulla posi- zione de"" gra/iiti ( sovrapposti alia calcaria) lungo il finrne Lavis in Tirolo , /ion conferniata da Leo- poldo de Bach; ne si e ricusato di dar luogo nel volume medesiaio ad una Lettera del Marzari sal- la giacitura del monte Citna d'Asta. Ma posterior- men te furono dati su quest' argomento copiosi riscliiarimenti, e nel vol. Ill delle Meinorie del- VI. R. Istitato si videro comparire due scritti del Breislak; T uno sail a giacitura. di alcane rocce por- firiticlw e granit.ose osservate nel Tirolo dal sig. conte Marzari Pencati , l' altro salle osservazioni fatte da alciini celebri geologi posteriorniente a quelle gid note del sig. conte Marzari intorno cdla giacitura de graniti nel Tirolo meridionale. Con tali scritti si e potuto scorgere con precisione a die si ri- ducano V entita ed il merito di quelle scoperte , die il Marzari in alcuni fogli volanti o frantumi di opuscoli aveva annunziate in modo die difficil- mente potevansi intendere ; e ancora piu difficil- mente raccozzarsi le idee sparse nelle osserva- zioni di lui , spesso slegate o interrotte. Egli ha tuttavia continuato dopo quelP epoca a pubblicare collo stesso metodo altri frantumi , e piu. recentemente ha riprodotto in Italia il quadiO delle diverse formazioni posto dal celebre PARTE SECONDA. 267 Humboldt alia fine del suo bellisslmo Saggio geognostico sidla glacltara delle rocce net due emisferi , corredato di moke sue important! os- servazioni , e di quelle di altri dotti geologi. Ma V Humboldt , volendo classificare le rocce componenti la corteccia del giobo secondo Tor- dine della loro rispettiva antichita , si uniformo al metodo generalmeiite seguito dai geologi , e riguardando come piu antiche le rocce sottoposte, da queste die principio e con progressione ascen- dente passo alle superior!, tinche giunse alle ultime e piu recent! formazioni clie costituiscono la superficie. II Marzari alP incontro voile in- vertere quest"' ordine naturale e scendere dall' alto al basso, nel che giudicare non sapremmo s' egli abbia renduto alcun servigio agli studios!: me- ritano pero lode le sue osservazioni e quelle specialniente che versano sulTeta relativa e sulla natura della fluidita di alcune rocce cristallizzate effervescenti, metallifere e sovente abbondanti di feldspato non vetroso. Da molt! tuttavia sareb- besi desiderato, che alia forma incomoda di grand! fogli impress! soltanto da una parte , avesse il Marzari preferita quella comune in 8.° adottata anche dair Humboldt. Veiiendo alia mineralogia in particolare, ac- cenneremo che nel vol. XXH della Biblioteca Italiana si e dato luogo ad uno scritto circa il nuovo sistcma di mineralogia del sig. Mohs , suc- cessore del celebre Werner., e nel XXXI si e anche inscrito un Cenno statistico sulle miniere delle provincie lombarde: cenno che, sebbene as- sai compendioso , puo dare qnalche idea di un genere di cognizioni intorno alle quali per opere pubblicate in addietro non se ne aveva alcuna. Un' opera importantissima per questa specie di stud) e certamente quella del conte Corniani sulle miniere d' Agordo c sui relativi stabilinieiiti Bibl. ItaL T. XLI. 17 258 1' 11 O E 51 I () metallurgicl (i). Dobbiarno anche annunziare la pubblicazione degli Elementt dl Miiieralogla del prof. Renier di Padova, del quali nou esseiulosi finora dato fuori se non che il prinio voluriie , o rintioduzione, non si e potuto aacora reiiderne coiito in questa biblioteca. Picciolo lavoro , ma pure appartenente alia geologia ed idrologla , e quelle del beneraerito prof. Maironi da Poiite sidle Fontane intermlttentl della provincia Berga- masca (2). I grandi e sovente spaventosi fenomeni che nel regno di Napoli e nella Sicilia presentansi dai monti ignivomi e loro dintorni, attrassero lino da' tempi piii antichi, o almeno fino dalT eta di Plinio il vecchio, T attenzione de' filosofi e dei naturalisti. I dotti di que' paesi sudano tuttora sopra argometiti a cio relativi : vedemmo quin- di i signori Montlcelli e Covelli , illustri fisici e chimici napoletani, steudere la Stnria dei feno- meni del Vesuvio negli anni 182 1 e 1822 (3); il prof. Francesco Ferrara scrivere una Memoria so- pra i tremuoti della Sicilia del 1823 (4), e il sig. Agatino Longo istituire ricerche isul principio motore de'' vidcani (5). 11 dottor Carlo Qemellaro (i) Dello stcihilimento delle miniere e relative fahhriche nel distretto di Jgordo, trattato storico-mineralogico-disci- plinale , di M. A. Coniiani deglL Algarotti. Venezia, 1 8a 3, Andreola 5 in 8.° fig. (2) Bergamo presso il Rlazzoleni, 1820, in 12.° (3) Storia dei fenomeni del Vesuvio awenuti negli anni 1 82 1 e 1832;, con osservazioni e sperimenti , di T. Mon- ticelli e N. Covelli. Napoli, 1823, gabinetto bibliogra- fico e tipografico, in 4.° (4) Memoria sopra i tremuoti della Sicilia in marzo 1823, deir abate prof. Francesco Ferrara. Palermo, 1823, Dato, in 8.°, con piccola mappa della Sicilia, nella quale sono indicati i vulcani ardenti. (5) Memoria sul principio motore de' vulcani , di Aga- tino Lon2;o. Palermo, 1823, Dato, in 8.° PARTE SECONDA. 2bC) lia esposta la Descrizione or'ittogiiostica di alcwii pezzi di granko e dl lava riavenuti presso la cima delV Etiia^ ed un altro Siciliano ha pubblicata una Nota sopra V eruzione di an valcano faiignso della Sicilia medesima. Le detonazioni altresi che da alcuni antii si udivano nell' isola di Meleda di- rimpetto a Ragusa , eccitarono la cnriosita di varj dotti ad indagarne le cagionl , e tra tpiesti il dottore Stulli stanipo su quell' argouiento al- cune lettcre (}). Ma r opera che compiuta fara il piii grande onore ai geologi e miueralogi italiani^ e che gia fin d'ora presenta il piu grande interessc per la copiosa erudizione, pel gran numero dclle ricer- che , delle osservazioni e delle esperienze , pei vasti lurni portati nella cristaHogralia , e pel mc- todo vantaggiosissimo con cni le materia sono trattate , e il Prodromn della muieralogia vesuviana degli stessi signori Monticelli e Covelli^ del qua- le e recenteniente uscito il primo volume (2) , gia nella Biblioteca annunziato, e del quale si attende con inipazienza la continuazione. Questo lavoro uniramente a quelii da noi accennati dei signori Breislak e Maraschini provano ad evi- denza che gV Italiani in questi studj si sono ele- vati ill livello dei dotti Francesi e di cpielle altre nazioni, che coUe opere loro la geologia, la geo- gnosia , la mineralogia portarono ad un altis- siino grado cU splendore. Giacche non mnlte sono le opere recenteniente Zoniogia pubblicate in Italia intorno a questo ramo di ( I ) Sulle detonazioni dell' isola di Meleda , lettere del dott. L. Stnlli. Kagusa, 1823, Martecchiiii , in 8."^ (3) Prodronio della mineralogia iesuviana, di T. Mon- ticelli, segretario j^erjjetuo della R. Accademia delle scienze di Napoli , e di N. Covelli, socio della stessa. Vol. I, orittognosia, con 19 tavole incise a biilino. Napoli, 1830, Trainater, in 8.", coU' atlante separato. 260 P U O E M I O storia naturale, crediam cosa opportuna il com- prenderle tutte sotto un solo articolo, senza ia- tertenerci sulle divisioni dellc classi. 11 sig. Paolo Savi scopri nel ducato di Toscana una nuova specie di salamandra detta perspi- clllata (i). Sopra le salamaiidre abbiamo pure uq' opera classica pubblicata in lingua francese dal dottore Rusconi , il quale si occupo principal- mente della storia dei lor amori (2). II sig. Giu- seppe Raddi ci reco dal Brasile molte specie di nuovi rettili che ora fanno parte del R. museo di Firenze. II sig. Raddi fu T union Italiano com- preso tra' naturalisti componenti la spedizione che, gia sono alcuni anni, si fece al Brasile. Un catalogo di molte conchiglie raccolte suUa costa Africana fu pubblicato dal sig. Forni con illustrazioni del dotto naturalista Brocchi (3). 11 profess. Camillo Ranzani di Bologna contiiiua a pubblicare i suoi elementi di zoologia, e scrisse varie osservazioni intorno ad una jena di pelo fulvo-i-osso con macchie nericce (4). Degli uc- celli dei contorni di Bassano ci diede un catalogo ragionato il sig. G. Baseggio (5) , ed il dottore Lui^i Bossi ha trattato delle malattie degcli uccelli, e ci diede il catalogo dei piii comuni nella Lom- bardia indicandoli coi nomi volgari e coi corri- spondenti scientifici (6). II sig. professore L. Me- taxa, oltre ad una monogralia dei serpenti dei contorni di Roma (7) , pubblico una lettera (i) Bibl. ital. t. aa, p. 228. (2) Amours des salamandres aquatiques etc. Milan , I 82 I , Giusti, in 4.° (3) Bibl. ital. t. 24, p. 78 e 209. (4) Opuscoli scientifici di Bologna fasc. 2 3." (5) Bibl. ital. t. 27, p. 2o3. (6) Trattato delle malattie degli uccelli ecc, del dottor Luigl Bossi. Milano, 1822, Silvesti-i , in 8." (7) Monognifia dei serpenti di Roma , e suoi contorni , del professore Luigi Metaxa. Roma, i8a3, staniperia de Romanis , in 4." PARTE SECOND A. aOl zoologica colla descrizione di alcunl animali venuti dal Cairo (i), e ci diede ancora esatte notizie di una nuova specie di scincus , di due specie di ascidia^ e d' un bruco die danneggia gli alberi fruttiferi nei contorni di Ronia (2). Al sig. Ber- nardo Angelini Veronese dobbiamo la storia del- r Ape bicorne e muraria (3) ed una Memoria sugi' insetti nocivi airulivo (4). Su tali insetti scrissero pure il sig. Tripaldi e Briganti (5). II professore Bendiscioli di Mantova espose alcuni cenni sulV Acridium italicum, e sui danni clie que- st' insetto reco nel Mantovano (6). II sig. Abate Molina americano scrisse una Memoria suUe ba- lene (7). L'ittiologia adriatica venne pubblicata da L. Naccari (8) alia quale Domenico Nardo fece varie osservazioni ed aggiunte (9). A fine di ben conoscere i progressi che in Scienza agrarla. questo breve periodo ha fatto la scienza agraria, opportunamente chiarita dai lumi della chimica , della meccanica e della storia naturale, distingue- remo i varj lavori in cinque classi , delle quali la prima sara formata dalle opere che concer- nono la scienza in generale, la seconda com- prendera i lavori fatti intorno ai cereali, la terza gli scritti sui bachi da seta e sui gelsi , la quarta la materia delle viti e la vinificazione, la qusnta varj oggetti parziali rlsguardanti spe- cialmente V agraria e la pastorizia. (1) EfFemerldi letterarie di Roma fasc. 8." (a) Effemeridi letterarie di Roma fasc. 14° (3) Bibl. ital. t. 3o, p. 374. (4) Bibl. ital. t. 3g, p. 376. (5) Giornale Enciclopedico di Napoli t. 4, anno 1820. (6) Bibl. ital. t. 39, p. 241. (7) Giornale Arcadico di Roma fasc. 40. (8) Giornale di fisica e chimica, ecc, t. 5, bim. 5.' (9) Giornale di fisica e chimica, ecc, 1824, bim. 3.° a62 PR O E M I o Coniinclaudo dalla prima etl anche dalla storia, benche parziale , della scienza medrsima , note- remo clie in Sicilia si e pubblicato il prospetto di una j^rand' opera Intorno alV origine cd ai pro- gressi dclla pastorizla e delV agrlcoltnra iic plk an- tlchl tempi in queir isola (i). Negli Atti della R. Accademia dei Georgotilj di Firenze si soiio pa- rimente inserite diverse Memorie piene di squisita erudizione dalT abate Fontani suW agrlcoltura dei Greci^ e dal celebre Giovanni Fabbroni suit agrl- coltura degli Ebrei. Tra gli scrittori doinmatici o trattatistl della scienza agraria in gcnerale citeremo il cavaliere Filippo Re ^ toho gia da varj anniaivivi, di cui si sono da un anno in circa riprodotti gli Ele- menti d^ econornia campestre (2): citeremo altresi C;li Elementi d economia rarale del profcssore Lco- poldo Trautrnann^ tradotti e corrodati di note dai professori Configliachi e Moretti {2>) ; cTedizione fiitta in Milano della Chimica applicata all' agri- coltura del celebre CJiaptal , arriccliita di note ed aggiunte dal sig. Girolamo Prima (4). Me- rita pure in questo liiogo una speciale menzione il Cafec/iismo agrario di Giro Polliai , del quale si e fatta in questo periodo una seconda edizione (1) Prospetto dell* opera intitolata: Riflessioni intorno all' origine ed at progresso della pastorizia e dell' agricol- tura in Sicilia, principiando dai sccoli eroici infino al- t epoca greca. Siracusa , 1820, Fumara, in 8." (a) Elementi di economia campestre, del cav. Filippo Ke •, seconda edizione riveduta e corredata di note da Giuseppe Rossi, Milano, 1824, Sonzogno, in 8." (3) Elementi, di economia rurale, del prof. Leopoldo Trautmann. Prima traduzlone italiana dal tedesco, con nnnotazlonl dei professori Lulgi Configliachi e Giu- seppe Moretti. Pavla, Blzzoni, vol. 3, in 8." (4) Chimica applicata all' agricoltura , del conte G. A. Cliaptal, tradotta ed lUustrata con note da Girolamo rrinio. Milano, 1824-25, vol. 2 in 8." PARTE SECONDA. a63 di moho ampliata (i). Con una seconda edizione venne parimente onorato il Prospetto dl tutti i con- cimi curopci del sig. Gaatierl (2) ; Iibro clie puo anche esso considerarsi come tecnico, riguardando uno de' principal! oggetti, anzi deTondamenti teoiici e pratici dell' agricoltura. Abbiamo anche sott' oc- elli o VIntroduzionc alio studio de' vegetabili di Nlc- colo Giuseppe de Jacquin , tradotta , illustiata ed accresciuta da Roberto de Visiani (3). Alcuni parrochi giudiziosi lianno reputato clie indegno non fosse del loro ministero V istruire nelle cose agrarie i contadini alle lor cure affi- dali •, e quindi ad imitazione del defunto parroco Decapitaui di Vigano , clie scritto aveva con molto zelo suir educazione e sulle malattie dei baclii da seta, vederamo comparire il Padrone contadino del piovano MaleiioUi di Montauto , e T Uberto , o sia le seratc d' iiiverao dei buoiii contadini , del parroco Tecini di Pergine. Con viste piu generali e pill elevate, il sig. Carlo Bosellini espose i suoi Pcnsieri sui mezzi di sostenere V agricoltura italiana. Ne ometteremo tra i libri diretti a promovere la scienza agraria in generale , il Vocabolario agro- nomico del Qagliardo (4) , opera essa pure uti- lissima agli studiosi coltivatori; e i Prlncipj pra- tici di agricoltura e di ecoitomia rurale del signor (1) Catechismo agrario , di Giro PoUini , dottore in filosofia e niediclna ecc, seconda edizione riveduta ed ampliata sulla prima , gia coronata e stampata dell' Ac- cademia d' agricoltura , commercio ed arti di Verona. Verona, i8ai, Societa tlpografica , in 8." (3) Prospetto di tutti i concimi europei corredato delle relative dilucidazioni , deduzioni e ricerche^ da Giuseppe Gautleri, I. R. ispettore generale de'bosclii del regno Lombardo-Veneto. Seconda edizione. Milano, iSaS, Sil- vestri, in 8." (3) Padova, 1824, tipografia della Minerva, in 8.°, con 10 tavole. (4) EfFemeridi letterarie di Roma, t. i3, p. 52. a^4 PR O E M I O Carlo Antonio Pezzl^ recentemeiite in Mllano pub- blicati (i). Continuano con grandlssimo ouore le opere periodiche , nelle quali si promuove o con massi- me generali o con parziali suggerimenti la scienza agraiia. Due volumi de' suoi Atti pubblico in (piesto frattempo la benemerita Accadeinia eco- nomico-agraria dei Georgofili di Firenze, ed este- samente si e ragionato di que' lavori nella Biblio- teca Italiana. Due ne ha pure pubblicati TAcca- demia di agricoltura , commercio ed arti di Ve- rona, La Societa agraria di Torino ha anch' essa continuatn la stampa de' suoi Atti , e quella al- tresi del Calendario georgico, nel quale inserite si veggono talvolta preziose Memorie, e raccolte le osservazioni pratiche piu vantaggiose. eaij. Venendo al particolare de"" cereali , noteremo da prinia essere stato tradoito ed inserito nel vol. XXIV di questa Biblioteca un erudito arti- colo del sig. L. Reynier , sgraziatamente rapito dalla niorte in eta ancor florida, sullg regioni donde il maiz , a sia grano turco , e originario. Si sono pure nei volumi XXVIII e XXXII in- serite le Notizie ( gia pria inedite ) intorno a trc nuove specie di frumento raccolte nella Mongolia cinese e mandate dal cav. Antonio 3Iaria de Salva- dori, consigliere di collegio ed impiegato nel 3Ii- nistcro di finanza in Russia. Osserveremo a questo proposito die utilissimi scritti intorno. la coltiva- zione dei cereali si trovano negli ultimi volumi degli Atti della Societa de' Georgofili, e che nel loro Orto agrario si coltivano per esperimento quelle tre specie , o varieta di frumento detto (i) Principj pratici di agricoltura e di economia rurale, necessarj ni possidentis ai fittajuoU, ai coltivatori , agli economi di cnmpagna , aggiuntoi'i un compendio di cogni- zioni utili ai hottcgai ed a chi vuole intraprendere la mer- calura. Milano^ I'dzS, Silvestri, in i^>.° gramle. PARTE SF.CONDA, 265 primaticclo o di primavera , del quale finora e stata secoiido le annate assai varia la riuscita. Si sono altresi vedute alcune importanti ricerche , tanto di quella Societa , quanto della Societa agraria di Torino, intorno le malattie del grano, e gl' insetti clie spesso le cagionano od altri danni arrecano si alle piante, che ai grani raccolti. Una Memoria e pure stata letta alFI. R. Isti- tuto italiano , e sara in breve pubblicata sul grano cornuto e sidle sue cagioni , del cav. Bossi il quale si e studiato di troncare la quistione vertente tra i signori Vauquelin e Decandolle sul- r origine animale o vegetabile di quella malattia. Ne lasceremo di accennare una bella Memoria sul tempo di mietere il grano , inserita nel Propaga- tors, che e r ultimo degli scritti pubblicati dal eel. prof. Vassalli Eandi di Torino, mancato di recente alle scienze, ed in particolare air agraria da lui indefessamente e coi proprj esperimenti prornossa in tutto il corso della laboriosa sua vita. 11 professore Biroli ha steso un Trattato econo- mico rustico del riso , ed altri ancora si sono occu- pati intorno a questa pianta che forma una delle sorgenti primarie della prosperita de' nostri paesi. Ma un nuovo oggetto si e presentato agli agronomi colla proposta coltivazione di tal pianta a secco ; e quindi nei vol.' di questo giornale 28, 29 e 33 veggonsi varj articoli siilla Coltivazione del riso secco della Cina^ esperimentata con buon success© dal cav. Clemente Rosa di Brescia. Egli ha pur dif- fuse le sementi di quel riso; e quindi alcuni de' no- stri coltivatori si sono dati a ripetere quegli espe- rimenti , che forse potranno produrre un consi- derabile vantaggio ne' paesi ov' esso manca del tutto, o scarsa al bisogno e T acqua per Tinnaffia- mento delle terre. Del riso cinese o secco ha pure pubblicato un D is corso il dott. Ignazio Lomeni (i) (1) Milano „ 1825, Silvesti-i, in 8." 266 p n o E M I o noto per la sua costante applicazione alio stu- dio teorico e piatico deir agricoltura. Non cUiu- deremo quest' nrticolo sul riso senza accen- nare che dopo il trebl)iatojo, inventato dal cav. Morosi e preniiato dall' I. R. Governo con rae- dao;lia d' oro , altro pei cereali e specialmente pel riso fa inventato, eseguito e posto alia luce con opportuna descrizione dal signor Giovanni MomUllino (i), preniiato anch'' esso con niedaglia d'argento nella distribuzione de' prenij d' indu- stria deir anno 18:24. Sebbene concernente piuttosto X economia pub- blica che non la scienza agraria , merita cio non- ostante di esserc qui rammentata vuia Memoria sidla lihertd del coniTnercio dei grani del beneme- I rito march. Cosimo Ridolfi^ diretta ad accrescere la prosperita delle campagne nella Toscana. ^ Sui bachi da seta molti scritti sono stati in e geisi. questo frattempo pnbblicati in Italia, tra i quali distingueremo 1' opuscolo del dott. Ignazio Lomeni sulV ammiidstrazione cconomica della foglla dei gelsi (2) ; e una Lettcra di Qiacomo Maria Fosca- rini al direttore della Bihlioteca Italiana sulla ma- lattia dei bachi conosciuta sotto il nome di calci^ netto ^ inserita nel volume XXII della stessa Bi- blioteca. Sulla malattia dei bachi da seta^ chia- mata il segno o calciiiaccio., aveva pure scritto il defunto parroco Dccapitani di Vigano una Me- moria , che e stata anche in questo periodo (i) Relazione del nuovo trebbiatojo pei cereali e se- gnatcmiente pel riso , inventato ed eseguito da Gio. Mon- dellino , onorato del prlvilegio di privativa dalle LL. MM. r imperatore d' Austria ed il re di Piemonte e Sar- degna. Mllano, 1828 , Soiizogno , in 8.° (2) Amministrazione eoonomica della fuglia de' gelsi nella coUivazione de' bachi da seta. Memoria del dott. Ignazio Lomeni , con appendice relativa ai gelsi ed ai bachi. Milano, 1824, Silvestri, in 8." PARTE SECONDA. 267 riprodotta, e fu gia origine di contesa con altro benenierito agronomo, ii contc Dandolo ^ mancato anch' esso ai vivi. Ne ometteremo clie in una nota inserita nel Giornale di Pavia vedemmo eccitato un sospetto sit la natura del calcinaccio in occasione di uno scritto intonio ai vcgetahili viventi siigli animali. Tra gli j^critti inseriti negli Atti delle Italiane Accadeniie meritano speciale nienzione una Nota sui bachi ottcnuti da seme proveniente da bozzoli imperfcttissimi, che ebbero buona riuscita; e una Lettcra siilla indlscreta potat.ura dei gelsi. Questi dne sciitti onoi'ano la memoria del gia lodato professore Vassalli Eandl. Ed eccoci alia quai ta classe dei lavori agrarj , viti di quelli cioe che rignardano la coltivazione delle « vinificazione. viti , e la prepaiazione e conservazione del vino. Delia coltura della Kite presso gli cmtichi Greci aveva trattato in una dotta Memoria il gia lodato L. Reynier ^ e questa venne donata alT Italia nel vol. XXVI della Biblioteca Italiana. II sig. Giu- seppe Aceibi ^ g\a diiettore della medesima, aveva pure inserito nel vol. XXX il Tentatlvo da esso fatto di una classificazione geoponica delle viti^ per sen ire di base alia descrizione di tatte le va- rietd tanto italiane die straniere. II favore con cui tale scritto fu accolto dagl' italiani coltiva- tori ha incoraggiato T autore ad estendere il suo lavoro , e quindi a pubblicare insieme col Tentativo medesimo un' opera intitolata : Delle viti italiane , ossia Materiali per servirc alia classi- ficazione^ monografia e sinonimia delle meilesinie (i). (i) Delle viti italiane 0 sia materiali per servire alia classificazione, monografia e sinonimia., preceduti clal ten' tatiio di una classificazione geoponica delle viti , di Giu- seppe Acerbi di Castel-GofFredo , direttore della Biblio- teca italiana, con diverse tavole. Milano , i8a5, Sil- vestri, in 8.* ^68 p R o E :m 1 o Molti scritti si souo pure veduti comparire in questo periodo suUa coltivazione delle viti tanto ia generale , tjuaiito in alcuni particolari distretti. Un aiticolo si e inserito nel vol. XXXVIII di tjuesta Biblioteca sii di una singolare maniera di regolare le viti , usata da molto tempo in alcane parti deU Ungheria e principalmente a Edenburgo ; e nel XXXlll si era pur dato luogo ad una let- tera sidla coltivazione delle viti nel territorio di Bellano. II parroco di Busto Garolfo, signor Carlo Raja, in un suo opuscolo ha insegnato un nuo- vo metodo di tendere le viti con fili di ferro ( i ) , e queslo metodo ha formato argomento di un preniio tra quelli accordati air industria nazio- nale , e di una sovrana patente di privativa. Nella Toscana si e agitata la quistione, se meglio fosse r allevare le viti sui pali , o non piuttosto sui pioppi o su di altre piante verdi,- ed alcune Memorie su questo argomento trovansi neir ul- timo volume degli Atti de' Georgofili. II signor Giovanni Bottari stampo una bella Memoria in Udine ?,\\\V accoppiamento delle viti ai gelsi ^ senza che scanibievolniente si nuocano (a). Nel 1824 si sono altresi pubblicate dal Vassalli alcune Spe- rienze ed osservazloni concernenti la fruttificazione delle viti e la maturazione delle live. Siccome della coltura della vite presso i Greci, cosi anche della fabbricazione del vino presso i medesimi occupato erasi il sig. Reynier; ed anche lo scritto di lui su quest' argomento venne al- r Italia comunicato nel volume XXVIl di questa Biblioteca. Nuovi metodi di vinificazione fu- rono in questo periodo suggeriti , e le van- tate invenzioni di raadamigella Gervais e del co- lonnello Burel trovato avevano in Italia non solo imitatori e seguaci , ma proniotori altresi (i) Milano, 1823, Costa, in 8.° (a) Udine, 1824, Pecile, in 8.° PARTE SECOND A. 269 zelantisslml, intentia dilTondere e migliorare quel- la pralica ; al quale proposito bastera citare i signori Grisetti e Hubcr. Ma in mezzo ad una folia di relazioni , di scritti e di opuscoli pubblicati su questa materia , con utile divisamento se n' e presentato il prosnetto nei volumi XXX e XXXII della Biblioteca Italiana , ne' quali in di- vers! articoli si sono primieramente esposti i nuovi metodl di, viniflcazione ; poi si e tessuta la Storla di que' metodi ^ e per viltimo si e fatto vedere che r apparecchio condeusatore , proposto come una novita dai Francesi , era un' antica inven- zione italiana. Un Nuovo metodo di fare il vino e stato proposto in seguito dal sig. ArtnaroU : un Saggio di Eno- logia pratica fu pubblicalo dal sig. Vincenzo Ha~ ber in un ampio volume di 840 pagine (i). II dottore Agostino Bassi di Lodi in piccolissimo opuscolo ha con maggiore utilita insegnata una Nuova maniera di fabbricare il vino a tino coperto senza V iiso di alcana macchina (2). Finalmente il canonico Pictro Stancovich ha pubblicato lo scorso anno in Mdano il suo Naovo metodo economico— pratica di fare e conservare il vino (3) ; prezioso libretto nel quale contengonsi molti esperimenti, molte pratiche osservazioni e le indicazioni al- tresi di varj strumenti e congegni , dall' autore immaginati a fine di promuovere con maggior comodo la fermentazione del vino , di conser- varne sempre piene le botti di uso giornaliero , e di non punto deteriorare la qualita del vino in occasione del suo travasamento. Ne taceremo che da un altro buonecclesiastico, il parroco/acqpo Ricci di Ontignano, fu posto in luce uno scritto (i) Saggio di enologia pratica , di Vincenzo Huber. Mi- lano, 1824., Sonzogno, in 8." fig. (2) Lodi, 1825, Orcesi , in 8.° (3) Milano, 1825, Silvestri, in 8.° fig. ■2J0 P U O E iVI I O del vino, dellc sue malattle e de' suoi rimedj. II sig. Ferdlnaiido Tartiid Selvadci ha altresi pub- biicato una Memoria sail' utditd di esteiidere al- V estero il commercio del vini toscanl , e del modo dl migliorarne la manifattura ( i ). Noteremo per ultimo die il gia lodato agronomo Lomeni ha inveutato ua nuovo pigiatore ossia una mnccliina per pigiare le live, della quale gia posta iu uso presso alcuni possessor! , ha poi espo- sta un' accurnla descrizione (2). Un pigiatore di diversa forma ed applicabile solo al Hocine o al- I'uva sgranellafa vedesi pure indicato nelF anzi- detto opuscolo dello Stancovich. Oggetti parziaii Passcrcmo ora alia quinta classe, comprendente d'agraria, ecc. y^rj oggctti parziali rclativi air agraria ed alia botanica, non meno che alia pastorizia. Daremo il primo luogo ad una Leltera dl S. Parkes su V im- piego del sale cornune ( muriato di soda ) per gli oggetd del giardlnagglo , della quale si e inserita nel vol. 27 della Bibl. Ital. la traduzlone dalV in- glese di D. B. con un cenno del traduttore sal giar- dinasgio. L' utilita del sale adoperato nell' agri- coltura come ingrasso era gia stata dal Parkes dimostrata ne' suoi Saggi chim'ici ,• ma quella pratica non riuscirebbe applicabile , se non die ai paesi ove gli agricoltori possono approfittare delle acque madri delle saline. Si e pure di re- cente pnbblicato in Milano uu Opuscolo fisico- agrononio sulla iiecessitd di costruire in tutte le proprietd rurali cisterne d' uigrasso , del prof, da Olmi , tradotto in italiano sulla seconda edizione (i) Firenze, 1828 , Piatti , in 8." (2) Macchina per la pigiatura delle uve , o pigiatore ^ del dottor Ignazio Lomeni, preniiato con medaglia d'ar- gento dair I. R. Governo di Milano nel concorso d' in- dustria delfanno 1824 presso T I. K. Istituto di scienze, lettere ed arti. Milano, 1828, Silvestri , in 8.°, con 5 tavole in rame. • ., - ■ PARTE SECONDS. 27 1 francese (i). Acceiineremo anche una Memoria del sig. Antonio Mazzarosa sul modo dl coiicimare gli ullvl colla sola plaata del luplno in fiore (2). L' oggetto (lelle cosi dctte Marcite ^ imporran- tlssimo per la Lombardia , e stato argomento di varj importaiitissiini scritti del sig. avv. Domeni- co Bcrra , cui andiamo debitori che questo ge- nera d' agricoltura , pressoche tutto proprio del nostro territorio , stato sia conosciuto anche nei paesi ove od era totalmente ignoto , o se ne aveva una nozione falsa od imperfetta (3). U libro del Berra ha dato argomento ad un lungo articolo inserito nel volume XXIX di questa Biblioteca, nella quale si e pur lasciato 1-uogo alia risposta del sig. avvocato con alcune osscrvazioui ; e cosi parimente , avendo il conte Gaetano Jllaggi pub- blicate alcune letterc sull' anterioritd del Brescianl in quel genere di coltivazione de' prad^ vennero queste inserite nel volume XXXIV coUe relative risposte dello scrittore milanese. Alcuni agronomi italiani si sono pigliata la cura di illustrare e promuovere parzialmente 1' agri- coltura de' loro distretti : quindi il sig. Valerianl ha pubblicata una Memoria sidla coltivazione delle campagne di Civitavecchia ; il generale Colletta ha esposto i suoi pensieri sidV economia. agraria della Toscana , e il sig. Salvatore Scaderi ha stesa una bella Memoria sulla rendita rurale della Sicilia. Gli Atti della Societa dei GeorgofiU e delle al- tre Socieia agrarie italiane ridondano di questi scritti , nei quali parzialmente si tratta dell' agri- coltura di ([ualche territorio. Nei volumi XXVI e XXVIII di questa Biblioteca si sono pubblicate due Meraorie inedite del valentissimo naturalista (i) Milano, 1825, Pirotta , in 8.° (2) Lucca, 1 82 1, Berini , in 8.° (3) Dei prati del Basso Milanese, detti a marcita, di Doinenico Berra. Milano, 1822, Stamp. Rcale , in 8." 27^ P R O E M I O Brocchi , r una delV aspetto della vegetazione nei contorni dl Rcgglo in Calabria, Taltra contenente la descriziotie di varie piante ritrovate siil inonte Corno , detto anche il gran sasso d Italia. II bene- merito prof. Vassalli ha indicata altresi in un opuscolo la manlera di accrescere la fertilitd dei colli e di rimcdiare ai guasti che le acque vi ca- gionaiio ; e neir ultimo volume degli Atti del- ristituto italiano trovansi le ricerche del cav. Luigi liossi sid nome e su V antica condizione dei terreni incolti., detti volgarmente Brughiere ,• scritto che puo riuscire di qualche utilita agli agronomi lombardi Altri separatamente si occuparono intorno a qualche genere particolare di coltivazione, od a qualche miglioramento degli strvimenti agrarj. Vedemmo percio una Memoria del march. Cosimo Ridolfi su di un nuovo coltro da sostituirsi alia vanga , e i Resultati delle esperienze comparative fra la vanga e il nuovo coltro del medesimn ; un opuscolo su gli aratri-coltri del prof. Taddei ; una nota sulla coltivazione del phormium tenax , detto anche lino della nuova Olanda\ altra sulla coltivazione dei tartnfi; un articolo del gia lodato dott. Bergamaschi su la doppia fecondazione di un pesco ; una Lettera delt arciprete Bernardino Ri- dolfi, sul guasto dei limoni nell' invernata ( i ) "> un nuovo metodo per gV innesti proposto dal conte Benedetto Giovanelli ,• una nota del Vassalli sud- detto sopra un mezzo di provvedere alia scarsitd della legna , ed altro scritto del niedesimo sopra la maniera di raccogliere le patate senza sradicarne le piante, e sopra V efficacia del sovescio di cpieste sulla vegetazione della cqjiapa ., ed altri parziali lavori di questo genere. 11 sig. Paolo Barbieri ha proposto in una sua Memoria t ibisco , pian- ta palustre e comune ne' contorni della cittd di (i) Bi'escia , 182 3, Vallotti , in 8." PARTE SECOND A. 270 Mantova , e precisamente V Hibiscus roseus Thore , come pinnta tigliosa da rivalizzare negli usi dome' stici colla stessa canapa. Si sono pure vedute le flescrizioni particolari di alcune piante rare pubblicate dai nostri bota- nici. II sig. Giuseppe Raddl stampo una Memoria su di alciitie specie di pero indiano , e inoltre al- cune piante nuove riporto dal suo viaggio fatto al Bnisile (i). In un catalogo di alcune piante del giardino botanico del march. Spigno si e descritta ed illustrata con una bella figura una dracoena in fiore, tanto piti degna di osservazione quantoclie poteva annoverarsi tra quelle piante dette centenarie , perche dal volgo stortamente credute non fiorire se non in capo ad un se- colo ; e questa pianta stessa apparve col suo stelo gigantesco e co' suoi fiori numerosissimi negli anni 1824-25 nel giardino della I. R. Vilia di Monza. I frutti ancora sono stati argomento di stu- diosa applicazione degl' ingegni italiani. Si e con- tinuata con onore dal sig. Gallesio la bellissima edizione della sua Pomona , libro in questo ge- nere il piu istruttivo e a! tempo stesso piacevole; dai sigg. Pizzagalli e De Gaspari si e portata a buon segno la Pomona in rilievo accompagnata d;\lla noinenclatura de' frutti rnedesimi e degli alberi ond' essi vengnno prodotti. Non si sono ne pure in questo periodo dimenti- cati gl' insetti nocivi al grano ed alle altre piante di uso economico. Oltre la riproduzione che si e fatta recentemente delF opera del prof. Barelle, gia da varj anni pubblicata su tale argomento (2^, vennero consegnate negli ultin)i fascicoli di que- sta Biblioteca una Memoria degV insetti nocivi al- V ulivo del signor Bernardino Angelini ^ e alcuni (i) Opuscoli scientiiici di Bologna, fasc. 2 3. (2) Milano , 182.5, Felice Rusconi , in 8.° BibL Ital. T. XLl. 18 274 r R O E M I o ccnni ^^iZrAcrldiuni italicum , sulla sua straordlna- ria inohiplirazione e siii. daniii die arreca alia cam- pagna del Potj^glo nella proviiicia dl Jlla/itova del prof. Beiidiscioli. Abbiamo veduto con piacere una Esortazione del dottor Fllippo Salomoni sulla necessltd di promuovcre nclla proviiicia Veronese C iiigrossameiito degli anlmali bovirii (l). Le nialattie de'buoihanno prestato argomento eterinaria. ^ yarie riceichc ed osservazioni non solo ai pro- fessor! della veterinaria , nia anche ai coltiva- tori della pastorizia in generale. 11 croups nuova rnalattia di cpiegli aniniali, e stato particohirniente descritto co' suoi metodi curativi dal Aotiov Betti di Firenze. Un nostro giovane veterinario, il si- gner Fauvct^ ha trattato per esteso della malattia ' delta comunemente la zoppina, ed ha pruposto ua limedio alia mortalitd della polleria (2); e il sig. Giulio Saiidri ha rendnto un utile servigio alia pastorizia ed airecononiia domestica, col diirondere e rendere piu facili gl' insegnamenti della zoo- jatria e i metodi curativi delle malattie de::li ani- niali col suo Manuale di veterinaria. Accenneremo ancora la pubblicazione fattasi nel 1828 delle Zoojatriclie osservazioni di Giuseppe Haidvogl sii la moltiplicazione , sal nuglioramento e su la conserva- zione degli animali domestici , con alcuni cenni sopra V utilitd e il danno per le tante specie de' cani (3J,- il trattatello di Giovanni Cros della esteriore con- formazioae del cavallo e delle principali malattie cui va soggctto (4); un altro libretto intitolato II buon governo delle hestie bovine , o sia metodo di preservarle e guarirle (5) ; e la bella Blemoria del (1) Venezia, 1824, Alvisopoli, in 8." (2) Milano, 1824, Silvestri, in 8." (3) Casalmaggiore , iSaS, Bizzoni, in 8." (4) Milano, 1024, Ciusti, in 8.° (,5) Milano, io25, Tauxburini, in 8.° I PARTE SEGONDA.. 2.j5 dott. Agostiiio Fappanl sidla coltivazione delle pecore padovane (i). II benemerito direttore di questa Biblioteca, sig. Giuseppe Acerbi , nel tomo XXVIII della medesima consep;n6 pure una sua Memorla degli effettl perniciosl delle bacclie di Melia azede- racli siigli aiiimah bovirii. Non potrebbe da questo quadro disgiugnersi Eotanica. la botanica , lo studio della quale presta un gran- dissimo ajuto ed un sostegno , per cosi dire, al- Tagraria medesima. Grandi lavori botanici si sono fatti neir Italia in questo breve periodo , tra i quali primeggia la Flora Veronese del suUodato Giro Pollini , pubblicata come Prodrorno della Flora dell' Italia settrntrionale. II prof. Moretti (clie gia nelle sue Memorie ed osservazioni lis- guardanti le scienze naturali aveva descritte le piante da aggiugnersi alia Flora Vicent.ina , in varie Decade inserite nel Giornale di tisica, chi- mica, ecc. diPavia) ha trattato con molta chia- rezza De quibusdam plantis Italics : cgli ha pure in varj articoli esposta la Si/ionimia delle specie del genere saxifraga , ed una copiosa Aggiunta ha fatta al Saggio di monografia delle specie del genere campanula indigene dell' Italia , del prof. Schaw , e di varie specie a questo ignote. Egli ha pure pubblicato un manifesto, con saggio di descrizioni, di un' opera grandiosa die comparire dovrebbe sotto il titolo di Flora Italica. Una Flora medica^ o sia catalogo ragionato delle piante medicinali, venne donata alf Italia dal dottor Antonio Alberti (2) ; opera die sarebbe riuscita niolto piii utile, se le piante fossero state distri- buite con ordine sistematico, e se T autore si fosse curato di far conoscere le divisioni dei semplici secondo le pin recenti cognizioni te- (i) Pailo\'a, i8a3, stamp, della Minerva, in 8.° fig. (2) Milaiio, 1834, Destelai'iis , in 8." fig. 276 r R O E >I I o rapeutiche. I dotti amerebbero altresi di vedervi niagigiore esattezza nelle figure. .Una Flora e pure stata pubblicata in Roma, opera postuma delP ab. vallombrosano Francesco Marattl (1). Ma le figure e le descrizioni delle piaiite piit belle che si coldvaiio in Italia , veg- gonsi raccolte in una magnilica edizione che ci vien data dal prof. Gaetano Savi sotto il titolo di Flora italiana (2). II prof. Domenico Nocca che colla cooperazione del celelire prof. Balbis pub- blicata aveva la Flora Ticinensis , ha giudicato di poter agevolare il dilettevole studio delle piante ed aprire V adito ad apprendere la botanica senza maestro con un compcndio di quelT opera (3) ; ma troppo avendo contratte e talora contorte le frasi , invcce di rendere piu facile tale ap- prendimento ai glovani, li conduce spesso per un intricatissimo labirinto. Un Prodromo della Flora Comense e stato nello scorso anno pubblicato dal prof. Comolli , e vi si veggono particolarmente descritte le piu belle piante del Lario. L' avvocato Colla di Torino , gia noto per varj scritti botanici e specialniente per una monografia del genere 3Iusa, stampata in Torino nel 1822, e per una bella raccolta di piante straniere fatte nel suo giardino di Rivoli, ha di recente pubbli- cata tale raccolta sotto il titolo: Hortus Ripidcnsis. II D. Q. B. Badaro di Laigueglia ha pure fatte di pubblica ragione le sue Osservazioni sa dverse piante della Liguria occidentale e della Sardegna,- e il chiar. prof. Domenico Viviani, approlittando delle preziose Memorie portate dalla Barberia dal suo compatriotta dottore d^lla Cella , ne ha (i) Flora Romana D. Francisci Maratti abb. Vallwn- brosani, opus posthumum. Homce, 1822, in 4.° fig. (a) Pisa, 1822 e seg. , in 4.° fig. min. (3) Clai'is rem herbariam acldiscendi absque prcBceptore, etc. Ticini, i8a3, in 8.° Vol. a. PARTE SECOND V. O.'J'J esposto un saggio sotto il titolo : Specimen Florae Libicoe. Finalmente al gia lodato sig. Raddi an- diamo altresi debitori di quaranta piante nuove provenienti dal Brasile. Esse trovansi descritte nel vol. i8.° delle Memorie della Societd Italiana. Grandi progress! ha altresi fatto lo studio delle piante cripcogame, e in particolare la micologia o, come altri scrivono , la Machetologia. II dottore Bergamasclii ha illustrati in diversi articoli i fun- ghi deir agro pavese; il dottor Zantedesdd am- piamente ha descritti quelli della provincia bre- sciana. Avendo il diligente sig. Fizzagalli pre- parate le rappresentazioni in cera dei funghi eduli e dei velenosi del nostro paese ( oggetto impor- tantissimo per la salute pubblica, e percio preso in considerazione dalT I. R. Governo e premiato con medaglia d' oro nella solenne distribuzione de' premj accordati alia nazionale industria nel- r anno 1824) il dotto P. Ottavio Ferrari, prof'es- sore di chiniica farmaceutica, ha corredata quella serie di una succinta , ma chiara ed utilissima descrizione dei funghi medesimi. Lo studio di questa parte della botanica era stato nel paese nostro alquanto trascurato , e molti lagnavansi die sino ad ora gli autori nostri altro fatto non avessero se non die trascrivere ciecamente e non sempre a proposito quello die detto avevano Bulliard ^ Fersoon ed altri autori. Siccome tra di noi moltiplicati si sono gli orti botanici e le coUezioni di piante rare, delle quali si e andie introdotto nel paese nosti'o un traffico altre volte sconosciuto ; cosi si sono altresi renduti piu frequenti i viaggi o le escur- sioni botaniclie, e si e data opera in questo modo ai progress! della geografia botanica. Si e pubblicato separatamente un Artlcolo di geografia botanica di Ciro Follini, estratto dalla sua Flora Veronese: il gia citato dottore Beigamaschi ha pur fatta di pubblica ragione una Gita botanica agli Arti e mestieri. Tecnologia. Arti in generale. 2-0 P R O E M I O Apeiiniid, cd anclie alcune Lettcre sopra varie piante (iegli Apcimlid , dei colli oltrcpadaid e dclla cam- pagna ptncsc ., da aggingiiersi ulla Flora ticinese, he piante fenerogame del colli Enganei vennero descritte ed illustrate dal slg. Glrolamo Roma- no (i). II professore Vivlani ha esposto un Sag- gio di gcografia hotanlca del cratere a baclno del medlteiranco. Finalmente non lasceremodi accen- nare la ristampa fattasi nello scorso anno in Firenze di un' opera ntilissinia, in quest'' edizione interamente refusa e quasi duplicata per 1' ag- giunta delle materie , ed e questa il Dlzionario botanico Itcdiano , die cornprende i noml volgarl itallatd , speciahnente toscaid e vernacoll delle pian- te, raccoltl da diversi autori e dalla gente di cam- jpagna, col corrlspondente latino botanico, del dott. Ottavio Taigionl Tozzettl (2). Difficile sarebbe il presentare un quadro dei progressi delle arti meccaniche presso di noi e del loro studio assistito dai lumi della tecnologia, qua- lora non si disponessero gli oggetti in un ordine sistematico , tratto dalla divisione medesima dei tre regni della natura , che le materie prime som- ministrano alle arti ed alle manifatture. Espor- remo dunque da prima alcune opera uscite in questo periodo le quali trattano delle arti in gene- rale, poi scenderemo agli oggetti particolari pro- cedenti dai tre regni, animale, vegetabile e mi- nerale , indicando anclie coUa massima brevita i lavori pill distinti nei diversi generi, e finalmente riiiniremo sotto un solo capitolo alcuni oggerti misti , clie non potrebbevo trovar sede oppor- tuua nei separati articoli della generale divisione. Annunzieremo prima di tutto la pubblicazione fattasi in questo periodo degli Elemeati dl mec- canica per uso delle scuole elemenCarl magglori del (i) Padova, 1823, 8." (2) Firenze, iSaS, Piatti , in 8.° PARTE SECONDS. 279 regno ^ e la traduzione pubblicata in Padova dal prof. L. CojifigUachi del Mai male di teaiologia di Poppe (i). Noil onimetteremo le edizioni che in Italia si sono fatte della Chimica applicata allc arti del coiite Cliaptal, tradotta ed in alcune ri- stampe corredata di note ed aggiunte ; la tradu- zione dei Saggi chimici sulle arti diverse dei si- gnori Parkes e Martin^ con note ed aggiunte del traduttore italiano , e il Dizionario di chimica e di fisica applicate alle arti^ dell' infaticabile dottor C. Pazzi (2). Air incremento generate delle arti possono an- cora contribuire le pubblicazioiii fatte dell' En- ciclopedia domestica (3) e dei Secreti concernenti le arti ed i mestieii (4). Questi libri , benclie fatti d' ordinario per solo niotivo di economica spe- culazione , possono riuscire di qualche utilita , qualora sieuo letti o consultati alT uopo con cri- tica da persone intelligenti; giacche sotto il nome di Segreti si danno talvolta prescrizionl o ricette empiriche , e quindi accordare non dovrebbesi grande fidncia ne meno a quelle delT Eiiciclo- pedia domestica, sebbene alia cnmpilaziorie di essa abbiano pigliato parte chiarissimi scrittori. Una Memoria vcdemmo pure del professor Gazzeri ^ sail utilita delle macchine iiitrodottc in alcune ma- nifatture straniere ^ che servire puo di eccita- mento alia nostra industria ; ed una nota su le applicaziuiii degli acidi solforoso e nitrico , e. del muriato di manganese alle arti. (i) Padova, 1821, in 8.°, vol. 2. (2) Milano, Fanfani, in 8.° (3) Enciclopedia domestica o raccolta di ricette, istru- zioni e metodi concernenti le arti ccc. Milano, i8a3, e segg., Giusti, vol. 6, in 12.° (4) Secreti concernenti le arti ed i mestieri. Traduzione italiana snlf ultima edizione fi-ancese, Milano, 1822, Sil- vestri , t. 2 , in 8.° iJjO P 11 O E M I O I progress! poi delle arti e delle nianifatture in generale nel regno Lombardo-Veneto vcggonsi ben indicati dngli Atti delle cUstribuzioiii dei premj d' industria ^ fattesi alternativamente dagF II. RR. Govern! di Milano e di Venezia dal 1821 fino al presente , non che dai ras.guagli e dalle descii- zioni degli osgetti di Tnanifatture e d arti mccca- niche, umtncssi alV oiiore dclla pubblica esposizione ^ tanto in occasione di quelle solenni distribuzioni, quanto nella faustissima circostanza della visita fatta da S. M. I. R. A. al Palazzo delle scicnze e delle arti nel 2:iorno a8 maoiffio 1826. Gli artisti e i nVanufatturieri sono concorsi a gara nel produrre le loro opere pill singolari; e quelle esposizioni , mentre servivano a mostrare il valore di alcuni e ravanzamento in generale deir industria, pote- vano altresi riguardarsi come una serie di.inonu- menti per la storia delle arti medesime, e di documenti che mostrano la preponderanza di al- cune , e" la perpetua direzione degl' ingegni , pro- tetti ed incoraggiaii da un illuininato governo , verso gli oggetti piii vantaggiosi alia nazionale prosperila. Mancano tuttora due opere che, da mnlti de- siderate , potrebbero riuscire sommamente van- taggiose non solo ai dotti ed agli artefici , ma anche a tutta V industriosa popolazione di questi Stati. L' una sarcbbe un libro eleinentare di tecnologia, ben ordinato, ben disposto e s'^ritto con tale chiarezza die adattare si potesse al- meno in parte alF intelligenza degli uomini vol- gari ; sarebbe 1' altra un prospetto ragionato dello stato attuale delle arti meccanirhe e dell' in- dustria in generale nelle nostre provincie , sicco- me in Francia si e f'atto per cura del dottissimo Chaptai. Siamo infonnati che da alcuno gia si da opera alia compilazione di tale prospetto che riuscire dovrebbe per se stesso utilissimo. Quanto poi agli elementi di tecnologia , ora che PARTE SECONDA. sS I rinsegnamento tlella medesima e promosso dairi.R. Governo, ora die forma uiio degli og2,t'tti piti im- portant! deir Istituto Politecnico di Vienna, era linalmente che quella nuova scienza trovasi ar- ricchita di molte opere istruttive e tra le altre di un eccellente dizionario die si pubblica in Francia, non dubitiamo die qualche Italiano vorra pure far dono alia sua patria di un libro d' isti- tuzioni tecnologiche die ouidar possano gli stn— diosi neir acquisto di si bille cognizioni : giac- che riguardare non si saprebbero gli dementi di Poppe come lavoro compiuto, ben ordinate ed acconcio alle nostre circostanze ed a' bisogni nostri. Non vedemmo per verita in questo periodo oggetti pro- •^•^ I-* 11 • 11 * cedent! dal re- scntti tecnologici suUe niatene del regno am- animale. male , trattene alcune osservazioni sulla concia e tintura delle pelli e dei cuoi , sul commercio o sulle manifatture della seta, e lore importanza, e una lettera , da prima inedita, del sig. Cle- meiite Rosa sulla ftlanda a vapore^ inserita nel volume XXXVIII di questa Biblioteca. Ma al- r incontro si sono nelle ultime esposizioni gran~ demente distinti i nostri artefici e manifatturieri per bellissirae preparazioni di marroccliini e pelli marroccliinate , di pelli lucide a guisa di specclii, per cuoi couciati alT uso di Russia, per inge- gnosa fabbricazione di scarpe e di stivali senza cu- citure, per notabile miglioramento dei guanti, ecc. I lavori di feltro vennero pure migliorati , e si e anclie introdotta T arte d' inverniciarli. CoHe jOssa si sono fabbricati denti artificiali ; e una nianifattura di coralli si e stabilita anche in Mi- lano. Nulla pero potrebbe agguagliare il merito dei nostri fabi)ricatori nei lavori di seta; gi^c- clie le produzioni loro in genere di stofi'e d'ogni qualita, fatte tanto colla seta che coi cascami della medesima , di calze, di fazzoletti , di nastri o fettucce , e i saggi delle fdature finissinie , possono garegglare con quelle di tutti i paesi , 28a P R O E M I O Tenienti il.il re gno vegetabile, ove qXiesto artifizio e pervenuto al plu alto grado di splenclore e di celebrita. Si sono altresi ve- duli bellissimi lavori in cera , e niolti animali lodevolinente impagliati , clie attestano la peri- zia dei loro preparatori. etti pro- Rioruardo ai prodotti del re2;no ve^etabile, ci- teremo una Jiota che si e veduta nel Giornale di fisica , chimica ecc. , di Pavia , sulV applicnzione del legno e della scnrza di castagiio alia tliitnra e conclatura dc' ciioi , ed altra su di una materia oleosa opportnna per essere applicnta agli orologi ed altrc macchine delicate. In varie Memorie in- serite negli Atti delle Accademie italiane si sono fatte conoscere per opera dei chimici varie ma- terie tintorie : in Milano si sono riprodotti i trat- tati di Pocrner sulle tinture , e di un chimico di Erfurt sulle materie tintorie in generale (i) , con molte a2:2:iunte di chimici e tecnolo2:i ita- liani ; e in Venezia si e ristampato qualche ma- nuale di tintura ed anche l' antico ed ottimo U- bro di tintoria ^ cogi/ominato Plicto. I nostri tin- tori frattanto hanno prodotto sete tinte in di- versi colori con piante indigene , lana tinta in nero solido senza solfato di ferro , tilati di lino e di cotone tinti in pavonazzo alT uso delT In- die , paglia e fila di sparto parimente tinte in varj colori ; i chimici presentarono lacche finis- sime , resistenti alT azione degli acidi e della calce. I nostri intarsiatori hanno sostenuto T an- tico loro onore con lavori nobilissimi di disegno , eseguiti anche con legni nazionali ; i tessitori di filo e di cotone si fecero a gareggiare con tele operate, con calico, con tele stampate ed altri (i) Poenier. Suit arte della tintura con ciiuite di Berthol- let e di Giobert ecc. Milano, i8ai, Silvestri , t. 2, in 8." • Nuoi'i processi chimici pei fabbricatori e tintori , omle cO' lorire economicamente e con ottimo effetto i casimiri , i paiv- ni , i castori ed i nanchins. Milano, 1822, Silvestri, in 8." { PARTE SECONDA. 283 lavori dl pregloialtri hannosvidato intorno alia piu facile marerazione e alia piu pronta maciulla- tiira, promossa anche con macchine artificiose , del lino e della canapa ; altri sulla fabbricazione della carta colla pao;lia e con materie del regno vegetabile in addietro trascurate; altri sulla tintura in varj colori della carta da disegno in pasta ; al- tri sui modi di ricavare niaggiori vantaggi dalla scorza del truciolo ; e finalmente in un paese , qual e il nostro, affatto mediterraneo si sono vedute quasi improvvisamente sorgere due grandi raffinerie di ziicchero. Ne lasceremo di accennare le belle imitazioni di fiori , frulti e funglii di cera in rilievo , clie tra di noi si vanno eseguendo , e che possono in qualche parte s^iovare anche ai progressi delle scienze , siccome quelle dei fiinghi servono ad illuniinare suUe qualita loro di eduli, o di nocivi o velenosi. Piu copiosa e la classe degli scritti d' arte, e Oggetti pro- fors' anche de' lavori , che hanno per oecetto o ''*°"^"^' ''^j '^*" ■' 1 i^o gno minerale. per base materie tolte dal regno minerale, come terre, pietre, metalli, ecc. Alle prime apparten- gono i cementi e le stoviglie: e quanto ai cementi, abbiamo tra le mani uu libretto Sopra una nuova scoperta stata faUa uelV arte di fahhricare , consi- stente riella manieia dl compnrre un cemento e smalto maravigliosamente teiiace e durevole per ogiii spe- cie di mutamento , simile a qucllo per qaalitd , anzi probabilmente lo stesso , usato nei loro edifizj dagli autichi (i). Ma sebbene in Italia ed ol- tremonti siasi preteso piti volte di ritrovare il cemento degli antichi , ancora si attende a pre- pararne di nuovi e a migliorarne la composi- zione. Quindi una nota vedemmo nel Giornale di Pavia su di un cemento uniiersale , e un opu- scolo stampato in Venezia sul nuovo cemento (i) Bologna, iSaa, Mavsigli, in 8.° 284 P R O E M I O o petrlficazione ardficinle di Luigi Qiuriatl (1). Qiianto alle stovi2;lie di terra , si e veduto uno dei grandi premj bieiinali dell' I. R. Istituto ita- liano , accordato ai tentativi fatti per ottenerle ecoiiomiche , solide e resistenti al fuoco , e si e anclie pubblicata una Memoiia sidle stoviglie fab- bricate con terre dd regno Loinbardo Veiieto dal premiato Gaetano Rosina (2). Intanto le nostre fabbriche nazionali sosten2;ono il loro crerlito : degrii di premio si sotio gindicati in Venezia i vasi di majolica della manifattnra delV Aglio per la novita e bellezza di alcune veraici , e le cosi dette terragl'ie all' uso inglese della fabbrica Fon- tcbasso di Treviso ; e tra di noi si souo vedute sorgere alcune fabl^riche di boctiglie ed altri vasi Ai gres ^ die battono fuoco sotto 1' acciarino ed inattaccaljili riescono agli acidi. 11 segamento delle pietre formo argnmento de- gli stud] e di varj scritti del cav. AlJlid , e ne fu fatta menzione in varj giornali, specialmente neir Arcadico. Le macchine di lui pel sega- mento furono altresi poste sotto gli occhi del pubblico nelle uhime solenni esposizioni. lutanto si continuano a lavorare coUa niag2;iore eleganza i marmi ; si tagliano e si puliscono accoucia— niente le pietre quarzose , le genuue e special- mente in Cremona i grauati ; si applica a diversi usi I'amianto, e si e iutrodotta anclie nel paese nostro una copiosa fabbricazione di vasi, di sta- tuette e di altri oggetti d' alabastro. Ma i raetalli ci richi.imano all' esame di og- getti pill copiosi ed importanti. II cav. Morosi in una Memoiia inserita nel Giornale di Pavia ha insegnato il modo di risaldare pezzi di ghisa die per qiialanqtie cagione sieno addiveiiati fessi o rotti. Altra nota vedemmo pure in quel giornale (i) Venezia, 183 5, Andreola , in 8.'' (2) Milano, 1822, I. R. Stamperia , in o." PARTE SECOND A. 285 su la maniera di tagUare V acciajo col ferro dolce. 11 prof. Giuseppe Vismura nell* anno 1824 ha presentati alT 1. R. Istitiito insieme coi relativi saggi i suoi Esperimenti della cementazione e della fusione delV acciajo , i quali per la loro novita ed importanza sotio stati con superiore approva- zione per cura dell' Istituto medesimo pubhli- cati (i). D' altra parte il prof. Antonio Crivelli^ di cui fin dalTanno 182 1 erasi stampata una bella Memoria suW arte di fabbricare le sciabole di Da— masco (2), dopo di essersi distinto anche colTin- venzione di una serratura inviolabile, ha inserito nel volume XXXIX della Biblioteca Italiana altra Memoria siilla nissuna sicurezza delle scrrature coni- binatorie ^ ed ha continuati con ardore i suoi esperimenti sulla fusione dell' acciajo e sulla ri- duzione di qnesto al grado medesimo di perfe— zrone di cpiello die ci si spedisce dalT Inghilterra. Si e pnre vediita una Mernoria del sig. Lidgl Poletti intorno la costruzione dei ponti sospesi sidle fila di ferro , oggetto die in questo momento risveglia la curiosiia e 1 attenzione universale. L' arte di costruire gli oriuoli ha anch' essa Oiluoii, k- trovato qualche scrittore, e noi abbiamo veduto "^o" '" metaiio V oriuolajo istruito nelV esercizio della sua profes- ^ """^"^ """ '"^'^' sione, di Francesco Cresp di Qinevra , tradotto dal francese e tra di noi pubblicato (3). L'astronomo cav. Francesco Caiiini ha in un sno opuscolo indicata la costruzione d' un orolo^io a pcndolo die corregga le ineguaglianze provenienti dalla varia- zione della densitd delV aria. Una nota si e pure veduta nil giornale di Pavia suW uso dello zinco nella composizione degli orologi. Ma non si potrebbero in alcun modo dimen- ticare le opera in diversi metalli eseguite dai J — _.- — ... . — J, (i) Milano, i8a5, I. R. Stamperia , in 8.° fig. (2) Idem, 182 1, I. R. Stamperia, in 8." (3) Idem, 1 8a 5, Rusconi, in 8.° 286 P R O E M I O nostri artefici, clie nelle ultime esposizloni di Mi- lano e di Venezia lianno sostenuta la riputazione da essi nicritaiiiente acquistata. Veduti si sono la- vori sqiiisitissiini in oro, in aigento, in raine, ia' ottone, i primi anclie ornati di smalii a varj colori ; pettini per uso de' tessitori, tele metalliche, lastre passate pei laminatoi ed anche baltute a maglio colla maggiore accuratezza , ecc. Sorprendenti per la loro bellezza e gareggiand colle migliori opere parigine si sono trovati i bronzi dorati delle fabbiiclie reputatissime qui stabilite dai signori Manfredini e dai signori Strazza^ Thomas e Comp. gia pill volte premiati con medaglie d'oro in Milano e in Venezia. II ferro ancora ha presentato oggetti degni di particolare attenzione, tanto nello stato di gliisa ridotta alle piu utili e piu dilicate forme, massime nella manifattura di Dongo, quanto nello stato di ferro battuto e ridotto in canne da schioppo , in acciarini, in fomelli ingegiiosi, in serrature complicate, in istrumenti cliirurgi- ci, ecc. Si sono altresi presentate nuove leghe metalliche , marglni da stampa in metallo , ele- gantissimi lavori di latta ed altri singolari ai;ti- fizj , tra i quali merita speciale menzione quello di aggiustare le canipane fesse o spezzate. Molti oroloffi di nuova o di sin^olare costrii- zione hanno accresciuto il lustro di quelle espo- sizioni; alcuni forniti di masica ed anclie a guisa di panarmonici , altri a pendolo con nuovo mo^o di battere le ore, altri a scappamento bbero ed a forza costante, altri a pendolo ad uso delfastro- nomia, altri a cariglione, altri linalmente ad oscil- lazione conica. Vicine a questi vedemmo altresi varie macchine astronomiche, e varj strumeriti di matematica e di fisica, che pur rendono grandis- simo onore a' nostri artefici, come circoli di rlfles- sione, sestanti, caunocchiali di doppia refrazione, macchine parallatiche, microscopj , pirometri , li- velli ingegaosissimi, paatografi, termoiuetrografi. PARTE SECONDA. 287 Grandi miglioramenti vedemmo pure arrecati agli strumenti che servono alle misure di superti- cie ed ai pesi: quindi campioni esatti della libbra colle sue frazioni serventi di misura, campioni del metro, misure per la costruzione delle ruote dei carri, niodelU di bilancia a ponte coa tre leve ' nel centro, bilance ad uso del commercio di- stinte per la loro grandissima sensibilita, ed un eccellente tachimetro per servire alia misura delle superHcie sulla mappa. JMa il discorso di queste maccliine insensibil- Macchine. ineiite ci ha condotto a quelle che uua classe particolare formano nella tecnolo^ia , diminuendo la mano d' opera e la fatica delT uomo in gene- rale. Queste hanno anche formato argomento di varj sciitti , tra i quali abbiamo distinte nel giornale di Pavia una nota sullo stantaffo espaii- sivo e lo stantu'ffo clastico j altra sulla manlera di promaoiere la produzinne del vapoie, e la Memoria del sig. inge2;nere Bruschetti sopra un nuovo sistema di costruzioue delle macchine a vapore. Varie mac- chine inventate furono ed esposte recentemente per dirompere il lino e la canapa, per macinare il tabacco , per turare le bottiglie , per prepa- rare meglio le paste, per trebbiare i grani, per eseguire le incisioni nel fondo de'rami, per fab- Lricare le viti mordenti, per agevolare il movi- mento de' carri ; e varj torchj sono sfati miglio- rati , come pure ridotti a niaggiore perfezione diversi strumenti rurali. Scbbene ancora non sia • tra noi molto esteso T uso del vapore che sta tuttavia per diffondersi , si sono gia vednti alcuni utili tentativi, ed anche un niodcUo di una gran- diosa macchina a vapore , destinata alia macina- zione dei tabacchi, il cui artefice ha altresi ese- guito in grande un torchio idraulico di niaravi- glioso efletto , non veduto da prima se non die neir Indiiltcrra. 288 r R O E M I o Agli oggetti provenienti dal regno minerale appartiene anclie il vetro , e rpiesto pure ha esercitato Tindustria dei nostri artedci e fabbn- caturi. Le manifatture di questo genere hanno sostenuto il loro pnbre ; si e trovato un modo facile di pieg;ire le lastre di vetro, onde fame campane di qualunque forma e grandezza ; si e riuscito a saldarle e coniporle di diversi pezzi ; e il Pizzagalli ha perfino introdotta T arte di filare il vetro, con che si formano pennacchj ed altri lavori elegantissimi delle crestaje. Oggetti niisti. Non ci rimane ora se non che V ultima classe comprendente quegli oggetti che, non potendo propriamente assegnarsi ad alcuno dei tre regni della natura, possono riunirsi sotto il titolo di ogs,etti mistl^ come sotto lo stesso titolo possono annoverarsi alcuni scritti che non si potrebbero ragionevolmente applicare ad alcuna delle materie finora indicate. Di questa natura sono per esempio una nota che trovasi ncl giornale di Pavia , sui mezzt di prevenire V iLmiditd negli appartaTnenti; le Osseivazioni chimiche suW arte di levare le macchie^ del conte Chaptal, donate all' Italia dal MoreUl{\)\ le Esperienze e i calcoli economici^ del profes. Giu- seppe Vismcaa , intorno la illumlnazione a gas estratto dagli olj e dui grassi, inserite in questa Biblioteca vol. XXIII ; il 3IigUuramento nelV arte di produne il gas illurninante per mezzo dell' olio , tradotto dull' iiiglese^ di Daniele JFilso/i\ il Fanale marittimo a lure riflettuta ed a tempi eguali occul- tatn , posto ill attivitd nei porti PontifirJ dal cav. Linotte ; e la Descrizione di macchine relative alia luce intermitteiite dei fari^ del cav. Aldini. Molte di queste macchine furono ammesse all' onore delle pubbliche esposizioni ; in queste pure tra gli oggetti misti si videro nuovi meccanismi per accendere con prontezza il lume, tentativi di .. ' (i) Milano, 1835, Silvestri, in o." PARTE SECONDA. 289 pittura aireacausto, ponti mobili, schioppi da cac- cianei quali si puo far uso promiscuo tanto della polvere ardente quanto della fulrainante ; nn nuo- vo metodo di stereotipia , altra stereotipia eco- nomica sotto il nome di stereofeidotipia, clie gia al pari della prima trovasi in attivita e progre- disce con onore; una lampada ardente sotto T ac- qua ; inchiostro della Cina fabbricato in modo da rivalizzare col cinese ; carte metalliche, for- nelli economici, strumenti musicali migliorati, ecc. Una grande fabbrica di saponi e surta in que- sto periodo in Verona, ed ha meritato i riguardi della superiore autorita da cui venne onorata di premio in Venezia e di privilegio : di essa si e fatto un cenno nel vol. XXXlll di questa Bi- blioteca. Si sono altresi veduti nelle piu recenti esposizioni degli oggetti d' industria le prepara- zioni di varj sali, solfati, muriaii, nitrati, ecc; non che varj colori estratti per la maggior parte dai minerali, come diverse preparazioni di biacca, di minio, di gialdolino, di verde-vite, di orpimen- to , prodotto anche per via secca, di azzurro ad uso di Berlino , di precipitato rosso , di azzurro di cobalto , e di verde ed azzurro in pasta ini- palpabile. Ma questi oggetti , come pure le de- scrizioni dei metodi coi quali vengoiio preparati, appartengono piu da vicino alia chimica di cui gia si sono esposti i progressi, limitati essendoci in questo quadro sommario alle sole arti mec- caniche. Ma tra le arti meccaniche quella clie tuttora Tipoer.ifia mantiensi fra noi sovr' ogni altra in fiore e la e caicograiia, stampa ; arte clie a tutti gli altri vantaggi , di cui essere puo feconda quand' entro i dovuti limiti si contenga, quello ancora accoppia grandissimo di alimentare il commercio e V industria di molte sussidiarie manifatture , siccome fu da questo giornale alcrove avvertito. E qui noi discorrere non vogliamo clie della sola Milano. Ne percio Bibl. Ital. T. XLI. h; ^gO 1' Tx O E M I O temer ci convierie die alcuno sia per accusarci di ligj o della patria nostra troppo encomia- tori. Imperocche da questo niedesirao Proemio cliiaramente risulta essere Milano in tal ramo d' industria ad ogiii altra citta dell' Italia di gran lunga superiore. Noi abbiamo ben trentatre ti- pografie , una stereofeidotipia , cioe stereotipia eco- jiomica, due calcografie di musica , molte di carte geogratiche. Fra le tipografie, oltre 1' imperiale e regia die non ha neir Italia alcua' altra die la pareggi , sia per la magnificenza del luogo , sia per la dovizia de' caratteri in tutte le lingue anche esotiche, sia finalmente per la nitida, cor- lettissima esecuzione (i), ed oltre le gia com- ruendate della Societa dei Classici italiani , del Silvestri e del Sonzogno , meritano particolare menzione quelle del Costume antico e nioderno, del Giusti, del Pirotta , del Destefanis , la tipo- grafia di Commercio e quella di Vincenzo Ferrario, tutte comraendabili per ogni pregio delF arte. E quanto a quest' ultimo ci crediam in dovere di tributargli i ben meritati elogi per la diligenza cui pone grandissima nell' esecuzione tipografica, e nel procurare a' suoi libri una forma elegante e vistosa , ma sopra tutto nella correzione , cui egli stesso attende con intelligenza non comune. I nostri tipografi non mai rivolta aveano ia addietro la loro industria a procacciarsi onore e lucro coUa stampa di buoni ed eleganti alma- nacclii die garega^iar potessero con que' d' oltra- monte. A tale difetto alcuni d' essi supplirono feli- ..►-a'' cemente in quest' ultimo periodo d' anni. La so- cieta de' Classici italiani produsse colle sue stampe la Greca scultura , la Famiglla svlzzera , il Museo iV amove, il Dono da far si alle madri ed alle spose ^ (i) L'l. R. Stamperia ha pure il corredo di una Utografia , d" una fonderia d' ogni specie di caratteri e di una grandiosa cartiera. '"■i' PARTE SECDNDA. 29 1 r Vomo ill conversazione ^ ed altri almanacclii die per brevita omettiamo; Vincenzo Ferrario il Fir- mamento , il sig. Artaria coi tipi bettouiani il llerito (lelle donne corredato tV un poemetto di Francesco Ambrosoli ; i fratelli Vallardi le Bel- Iczze dclla storia di Casa d! Austria; Niccolo Bet- toni, 1 ° JLe migliori esposizioni nelle sale di Brera ^ 2.° Delia vita e della scultura di Antonio Canova^ 3.° Pensieri di Antonio Canova sii le belle arti,- Ra- nieri Fanfani un Manuale di civiltd: i quali alma- nacchi ci si presentarono 2;raziosi nelle forme , utili e dilettevoli per la materia , vaghlssimi pei tipi, e la piu parte di belle e miniate incisioni corredati (i). A questi pregi aggiugnevasi quello delle legature, eleganti, leggiadre e di ogni sorta di fregi adorne ; essendo che Milano vanta ora non poclii legatori , i qnali se non pareggiano , sono ahneno di poco inferiori ai tanto decantati di Londra e di Parigi. Ma a meglio dimostrare il floridissimo stato Commercio li- in cui trovansi ne' paesi nostri la stampa e la cal- ""°' cografia, nulla meglio giovera quanto il segaente prospetto statistico dell anno 1824. Avremnio vo- lentieri presentato quello ancora dello scorso 1825, se le angustie del tempo e la farraggine delle stampe non ci avessero impeditci di compilarlo. (i) Anclie i tlpografi di Venezia cominciato lianno a rivolgere le loro sollecltudinl a questo ramo d' industr'ia. Abbwmo attualmente sott' occhio T almaiiacco intitolato Le belle arti in Venezia (Venezia, presso Giuseppe Oc- laudelli , coi tipi Picotti ) , che nulla lascia a dcsiderare tanto pei pregi tipografici e per 1' iniportanza della ma- teria esposta con seaiplicita , con eleganza e con intel- ligenza, cpiauto per le belle incisioni ond' o corredata. 292 P R O E M I O Stato delta starnpa e calcografia delV anno 1824 nelle provincie lombarde estratto dui catalog/ii mensiudl stainpatl. Volumi di opere impresse n." 1040500. Iinpovto clelle medesime stabilito sui prezzi desuuti dai cataloghi medesiini .... austriache lir. Co pie d' iucisioni e niusica nu- mero 143600. Essendosi calco- late sole 400 tirature (i) per ogiii capo , ed attribuito a cia- scuno il moderato prezzo di lir. 3, rjeulta un valore com- plessivo di 3) di 1900 esemplari della Gaz- zetta di Milaiio . . » di 700 esemplari del Cor- riere delle dame . » di 690 esemplari dcll'Alma- nacco reale . . . . » di 1 760 esemplari della Rac- colta delle leeiii . » CO Somma totale (2) lir. 2299758 430800 1 14000 16800 3967 i3685 19 5o 2879010 69 (i) Nel calcolare 400 tirature per ogiii ])ezzo d'in- cisione e di musica si e stabilito il minimum, essendo die per le incisiotii degli artisti piu distinti , come di Loiiglii, Aiiderloni , Garavaglia, ecc, se ne tirano varie migliaja di copie ed a prezzi molto niaggiori ; cio che pure si pratica per le carte geografiche che vengouo pubblicate dall"I. R. Istituto geogratico militare di ]Mi- lauo e da inolti aitri calcografi. (2) Non SI e teauto conto delle j^iccole produzioni in fogli volanti, ne di qnelle di cui non si trovo esposto il prezzo nel catalogo ., che pure dareljbero un risulta- niento assai rilevante. PARTE SECOND A.. 298 CONCLUSIONE. Lusinghevole e il prospetto da noi presentato ( i), Conciusione. prodigiosa T attivita delle stamperie specialmente nel Re2;ao Lombardo-Veneto. Le scienze, le arti, le lettere hanno nel passato lustro anche fra noi progredito. Le opere che in ogni genere di umano sapere pubblicate furono da tanti insigni nostri connazionali ; le collezioni accaderaiche ed i molti giornali scientific! e letterarj da noi citati in questo ragionamento fanno bastevole testimo- nianza che T ardore degli studj non va nella nostra penisola languendo , e che quindi e in- giustissima T accusa di taluno degli stranieri , sedersi ora V Italia sulF alloro degli avi inerte e sonnacchiosa (2). E tanto piu lieti andarne (i) Non tutte le materie da noi qui esposte ande- ranno a garbo d' ogni lettore. Gli articoli di grave ar- gomento, siccome sono T ^n£/^arm , V Economia pubblica, le Scienze esatte e simili , senibreranno freddi e pesanti agli amatori dell' amena letteratnra ; ma la materia di tali articoli non poteva in altra guisa esporsi. E d'uopo altresi por mente ( e cio servir dee di giustificazione nostra anche in avvenire ) che questo Giornale e di natura si fatta che somministrar dee qualche pascolo ad ogni classe di lettori. Noi ci troviamo percio nella scabrosa situazione di cui parla Orazio nelF Epistola 2.' del libro 2.° Tres mild convivcB prope dissentire videntur Quid dem? Quid non dem? Renuis tu quod jubet alter. (2) Quasi ogni cospicua citta d' Italia vanta un' ac- cademia o letteraria o scientilica. Citeremo soltanto quelle di cui si pubblicano a mano a mano gli atti. II Regno Loml^ardo-Veneto ha I'l. R. Istituto diviso in tre sezioni, r una residente in Milano , T altra in Padova , la terza in Venezia. Brescia e Treviso hanno un Ateneo ; Ve- rona ed Udine un' Accademia d' agricoltura. Modena e la sede della Societa italiana. Torino ha 1' Accademia 294 r n o F. M I o (lobLiamo , qiianto clie se calcolar si volesse 11 nu- mero delle opere in ragion di censo , Y Italia vincereljbe forse in cio la Francia e la Ger- niania , quanto elleno la superano in popola- zione. Non negherenio die fra tanta raesse pur rigoglioso sovrabhondi il loglio. Clie alienis- simi noi siamo dal vantarci delle moltiplici maldigeste cornpilazioni , le quali nulla conten- gono di nuovo , nulla di vcramente sublime; lie dei Romanzi di pretta imitazione e d' una medesima lisionomia -, ne dei tanti liljii di pe- dantesca filologia atti ad agghiacciare gV inge- gni anzi clie a spingerli a generosi intrapien- dimenti ; ne finalmente d' ogni inetto opuscolo Reale e quella d' agricoltura ; Fireaze rAt;caclemia della Crusca e quella de'Georgofili; Roma un'Accademia d'Ar- cheologia, oltre diverse minori accademie ; Napoli TAc- cademia Borbonica ed un R. Istituto d' iiicoraggiameuto; Catania TAccademia Gloenia. Sappiamo che si sta pure organizzando uu' Accademia in Bologna. E qui abbianio onimesso le niolte accademie di lielle arti e le varie societa di aniena letteratura sulle quali avremo occasione di discorrere altrove. Moltissinii sono i giornali letterarj e sclentifici die si publilicano nell' Italia. Noi ci appagheremo di anno- verare quelli del Regno Loinbardo-Veneto, omniettendo i giornali in fogli volanti. Milano ha due giornali di lettere , scienze ed arti , il liicogUtore e la Bihlioteca italiana ; due di scienze mediche , gli Aimali universali di medicina compilati dal D. Annibale Omodei , il Gior- nale critico di medicina anaUtica ecc. compilato dal D. Gio. Strambio ^ uno di Farniacia-chimica compilato da Antonio Cattaneo^ uno di Scatistica, ^'i-o,ggi ^ storia sotto il titolo di Anmill universali ; uno di Astronomia col titolo di Effeineridi, ed uno d"" Agricoltura, arti e commercio. Pavia ha un Giorna'e di fisica , cliimica e storia naturale; Treviso un Giornale sulle scienze c lettere delle Provincie Venete., Padova un Giornale dell' italiana letteratura; Ve- nezia il volgarizzamento del BolleUino universale di Fe- russac cou appendici italiane. PARTE SECONBA. 2^5 o d' ogni spazzatura di Biblioteca. Ma qual e mai quella nazione che non abbia i suoi Mevj , e che nelle opere sue vantar sempre possa pu- rissimo oro ? Noi lagnarci dobbiamo bensi dei Giornali oltramontani che parchissimi sono nel- r annoverare le opere dei nostri scrittori , si che appena qualche libro italiano , e non sempre il migliore , trovasi da essi rammentato ; laddove ogni Giornale d' Italia dassi tanta sollecitudine nel discorrere suUe opere loro , e Y Italia stessa tanto ardore nel procacciarsene gli eseraplari od i volorarizzamenti. Tale essendo lo stato delle scienze e delle arti neir Italia, ci ha chi bramerebbe che appunto in un ben costitnito giornale si avesse a discorrere di quelle opere soltanto le quali il nome italiano onorando essere vogliono distintamente cono- sciute , non nella nostra penisola soltanto , ma ancora nelle oltramontane regioni ; dovendosi le inette e le mediocri al dispregio ed air oblio dannare, nella stessa guisa che gli Spartani git- tavano nel voraginoso Apotete tutti que' bambini che cagionevoli o difettosi mostrati si fossero della persona. Ed al certo ottimo divisamento sarebbe questo ; e se la legge di Lacedemone Barbara era e crudelissiraa , santa e salutevole ne sarebbe V applicazione ai parti delF umano intelletto. Ma il territorio degli Spartani era tra angustissimi confini ristretto , laddove la repub- blica letteraria oltre i limiti dell' Europa si esten- de. A cio s'aggiugne la troppo facile propagazione delle opere merce della stampa ; arte sovru- mana , se pure di essa, come di ogni altra cosa piu sacra , si di leggieri non abusassero V arro- ganza e 1' ingordigia deir uomo. Contro di si fatte produzioni e d' uopo far uso delParmi della cri- tica , ond' impedire la diffusione dell' errore e del perverso gusto. Lo che facendo noi ci aster- remo dalla maldicenza, dalla mordacita e da tutto 296 P K O E M I O cio die oiTendere possa il carattere delle persone ; siccomc parcbi sarem pure nel lodare , onde i ragionanienti nostri non abbiano ad essere di adulazione tacciati : essendo ugaalmente vitupe- roso \o spargere di fiele le altrui azioni , o con soverchio dolciume 1' ammorbarle. Una saggia censura produce il medesimo effetto die una provvida legge di pubblica economia, merce della quale i cittadini vengano avvisati delle monete false e ch' essere debbono dal commercio sban- dite. Ne pero siamo noi ancora si prosnntuosi di immaginarci che non mai inciampare non possia- mo in qualdie abbaglio. II pretendere di non mai errare su tanto scabrosa e variata via , qual e quella in cui c' incamminiamo , sarebbe un voler troppo e pin che vimana cosa il conseguirlo. Quindi e die ben di buona voglia accoglieremo i ricliiami o le risposte degli autori censurati , quando pero le lore apologie vadano scevre di animosita ed ingiurie , e non troppo prolisse appajano. Lungi sara da noi ogni spirito di parti , e bat- tendo le orme di chi ci ha con tanta gloria verso la meta dello scorso secolo preceduti (i), espor- remo coraggiosamente il parer nostro sulle opere, qualunque ne sia V autore , . . Tros Rutulusque fuat^ nulla discrlmlne habebo ^ non avendo noi ne^ giudizj nostri die la sola verita per iscopo , o lasciandoci da questa sola guidare. Quanto al metodo die prefisso ci abbiamo , noi in ciascun Tomo daremo primieramente piu Estratti di opere in ogni genere di studj. Ne gli articoli nostri verranno limitati alle sole opere (i) I compilatori dc\ Giornale de letterau tU Firenze , 179a, t. I. Introd. pag. xxxiv. I PARTE SECONDA. 297 nuove o poste di recente alia luce; ma si esten- deranno anche alle ristampe , quando queste appajano con ispeciali note o coramenti illu- strate , o quando cio richiesto venga dair accu- ratezza o dalla magnificenza della nuova edi- zione. Ma siccome la sola Italia non sempre som- ministrar potrebbe acconcio e bastevole alimento agli studj nostri , e la repubblica letteraria , co- me gia avvertimmo , oltre i confini delF Europa si estende ; cosi in ogni volume avra luogo una Parte straniera , nella guisa appunto die si e nella stessa Biblioteca Italiana finora praticato. E cio noi faremo specialmente co' Viaggi di cui a' di nostri tanta e la copia; libri clie alT utilita quasi sempre il piu glocondo diletto accoppiano. Imperocclie V Italia quantunque stata sia tra le nazioni la prima a spingere i figli suoi sino alle piu remote contrade , e generate abbia lo scopritore d' un nuovo mondo, ora non di meno per le stesse sue circostanze e politiche e locali siede pressoclie tacita spettatrice degli audaci altrui intraprendimenti. •2.° Procureremo di far si clie gli Estratti siano compilati in guisa che ai leggitori dar possano una giusta idea delle opere; e percio di quelle di mole od importanza maggiore inseriremo quel numero di articoli che basti a ben fame con- cepire le rispettive parti o materie. Quando poi cio venga dalla materia stessa richiesto, aggiii- gneremo altresi quelle tavole od incisioni che piu saranno all' uopo opportune. 3.° Le piu utili scoperte in ogni genere di arti e di scienze verranno pure da noi annoverate , non arrossendo di trarle talvolta quasi a mutuo dagli altri piu accreditati Giornali; essendo il mondo letterario una vera Repubblica, a' cui beni tutti hanno dritto i cittadini. « Bacone di Vera- » lumio (dice il conte Algarotti ) avrebbe voluto » per r aumento delle scienze, che tra le varie a()8 P R O E M I o » unlverslta disperse qua e la in Europa stata ci 5) fosse una piu stretta unione, die tra loro non » ci e. Essendo ])ur Domeneddio il padre dei » lunii , efi^li sperava che in virtu delle dottrine » e delle illuminazioni si venisse a strignere tra 5) le compagnie degli uomini letterati quella fra- » tellanza che le regole e i voti hanno stretta y> tra gli ordini religiosi » (i). Egli soggiugne che tal unione sarebl^e ancor piu a bramarsi promuoverle e di perfezionarle. Una potrebbe » veramente dare alF altra non piccioli lumi ed » ajuti circa le differenti produzioni dei varj ■» suoli diligentemente esaminate, circa le espe- y rienze da farsi e i metodi da tenersi per ac- •» crescere i comodi deir uomo , per soddisfare la » sua curiosita •, uno dei maggiofi suoi bisogni y> per meglio andare esplorando ilmagistero della » natura. Cio si fa in part^: ma quanto ancora » non si potrebbe fare di pin? Di non lieve im- 5> pedimento al progress© delle scienze sono le y> gare nazionali , lo studio delle parti , da cui y> sono presi gli uomini ancorclie letterati. » Tutto cio vuolsi a migliore dritto applicare ai Giornali, il cui fine assere dovrebbe unicamente quello di annunziare le diCferenti produzioni dei varj suoli perche tutti ne partecipino gli stu- diosi , il buono dal cattivo o dal mediocre scer- nendo ond' alcuno non ne vada ingannato. Ma e pure vituperevolissima cosa a vedersi come tal- volta i Giornali, ben anche d' una medesima pa- tria, vadano fieramente fra loro battagliando con opposti giudizj intorno ad un' opera stessa , si che r uno abbatte cio che V altro al cielo in- nalza; del quale tristissimo costume abbiamo pur (i) Opeve ecc. Tom. vii. Peasien cliwrsi, pag. 17. EtVizione del Palese , 1792. PARTE SKCONDA. 2f)r) troppo anclie nella citta nostra igiiominiosi esem- pli. Quanto sarebbe a bramarsi clie i compilatori di si fatte opere sotto ogni cielo fossero dalP uiiico amor del vero insieme legati ! 4.° Anclie i Teatri formeranno scopo de' giu- dizj nostri , quantnnque volta un dramma , si tragico che comico , un' opera in musica od uno spettacolo pantomimico sollevandosi dalla medio- crita merid d' essere nella Repubblica letteraria colla troniba della Fama annunziato. Clie questi generi di composizioni sono pur figliuoli flelT arti belle , ed essi ancora danno splendore alle na- zioni, 5.° Nelle Appendici sotto il titolo Nccrologia si esporranno le piu importanti notizie di qne- gli uomini nelle scienze e nelle arti piii distin- ti che a mano a mano verranno dalla morte rapiti ; e dell' opere loro si aggiugnera un iu- dice , quanto per noi sia possibile , esatto. 6.° Alia fine d' ogni volume ( ed ogni volume conterra , come in addietro , tre fascicoli, e co- me in addietro sara in due Parti ed in due Aj> pendici diviso ), oltre T elenco degli articoli , sara un Indice ragionato ed alfabetico delle prin- cipali materie in esso comprese. 7." Noi ci faremo un pregio d' inserire i ma- ; nifesti clie taluno de' tipografi o degli scrittori si d' Italia che d' oltramonte credesse di dif- fondere per mezzo nostro innanzi d' intrapren- dere o pubblicare 1' opera sua , sia per renderne note il disegno , sia per procacciarsi cognizioni, materie o si fatti sussidj dagli altri dotti o let- terati. Cio da noi verra pure eseguito delle dis- sertazioni o degli articoli intorno a qualche scoperta od importante materia , siccome ancora de' componimenti poetici o degli squarci inediti di qualche insigne autore che ci venissero tras- messi. E quindi gratissimi saremo a tutti quei letterati i quali, possedendo particolari notizie 3oO PROEMIO PARTE SKCONDA. chein qnalsivoglia modo interessar possano la re- pubblica letteraria, vorranno a noi comunicarle. e sino da quest' istante noi li pre2;hiamo a farlo, e non privare il colto rubblico di quei sussidj clie dalle medesime trarrc potrebbe. Tale e il metodo clie noi proposto ci abbiamo. Dal canto nostro adopreremo ogai sforzo, di ogni dili2;enza e attenzioae fareni use onde cord- ed spondere degnamente alia pabblica aspettazione ; e giovaci quindi sperare che il dotto e cortese Pabblico vorra col favor suo incoraggiarci. R. Gthoni, F. Carlini e I. Fumagalli , Direttori ed Editori. F EBB RAJ 0 1826. M A T T I N A. .- Sera. 6 r? 2 nl •S£ V 6 'a 0 O — 1 " « a ■a 0 5 c S 2 < 2 Stato del cielo. 1) 4J 2 a 2 .11 s > Stato del cielo. poll liu. 0 poll lia. o 1 27 11,0 - o,b 0 Nebb.nuv.ser. 27 11,0 + 2,7 N Neb. nuv. ser. 2 27 11,7 + 0,6 0 Nebb. nuvolo. 38 0,0 + 3,0 SO Nebb. ser. 3 28 0,3 + 0,5 N 0 Nuv. sereao. 28 0,4 + 3,7 S 0 Nebbioso. 4 28 0,0 - 0,4 N 0 Sereno. 28 0,0 + 4,0 80 Sereno. b 28 0,0 + 0,6 NO Nuv. . . . ser. 38 1,2 + 5,0 s 0 Sereno. 1 6 28 2.6 + 0,6 N Sereno. 28 2,1 + 4.5 s 0 Ser. nebb . ' 7 28 1,8 + 0,1 8 Nuvolo. 28 I '7 + 44 s Nuv. nebb. 8 28 2,0 + 1,6 ENE Nebbia. 28 1,7 + 3,4 8 Nebbia. 0 28 c,o - 1,0 0 Nebbia. 2T 11,6 + 1,5 N E Nuv. rot. neb . 10 28 0,1 + 1,5 N Nuv. rotto. 38 0,5 + 4,« N 0 Sereno. II 28 1,0 + 0,2 E...N Sereno. 28 1,3 + 4,8 S 0 Sereno. 12 28 1,0 + 0,6 0 Sereno. 28 0,8 + b,5 S 0 Sereno. i3 28 0,0 + 1,0 N 0 Sereno. 28 0,3 + 6,3 E Sereno. 14 27 11,7 + 1,0 N Sereno. 37 11,3 + 5,^ S....0 Sereno. i5 27 11,8 + 1,5 E Sereno. 28 0,5 + 5,0 E Ser. nebb. i6 28 c,6 + 0,5 NE Nuvolo. 28 0,7 1+ 2,4 E Nu.spr.di ne. 17 28 0,3 + 1,0 SO Neve. 27 11,8 + 2,0 N Nu.ne.ue. pio. 18 27 10,0 + 1,0 NNO Neve,pioggia. 37 8,8 + 2,7 N Nuvolo. 19 27 q,4 + 2,0 0 Nuv. sereno. 37 11,7 + 6,5 8 Ser. nebb. 20 28 1,0 + 3,7 N 0 Nuv. neb. ser. 28 2,0 + ^^,0 S Ser . nebb. 21 28 1,8 + 3,6 N NO Nebb. nuv. 28 1,0 + 7,7 0* Sereno. 22 28 1,0 + 1,6 E Ser. neb. ser. 38 1,0 + 7,5 s Ser. nuv. ser. 23 28 0,8 + 3,8 E Ser. nuv. ser. 28 0,0 + 7.4 so Nuv. nebb. 24 27 8,0 + 4,6 N Pioagia. 37 8,0 + 5,5 N...0 Nuv. • . rotto. 25ii7 11,7 + 1,6 N E Sereno. 38 0,6 + 7.5 S Sereno. 26 28 1,0 + 2,3 N Sereuo. 28 1,0 + 7,8 8 Ser. nebb. 27 28 3,6 + 2,5 N Sereno. 38 2,6 + 8,3 S Sereno. 28 28 0,0 + 2,6 NO 0 Ser. nebbia. 27 10,0 + 8,5 s 0 Sereno. Altezza mass, del bar. poll. 28 liu. 3,6 Altezza mass, del terui. + 8,2 | min mec » 27 » 7,0 mini » 28 » 0,28 med ella pioggia e della neve lin lia la + 3,26 Quantita d 37,53. v^^^n ■■^■^■■l ■■^■a i^* ■ " ' ' BIBLIOTECA ITALIANA PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Voca- bolario della Crusca. Volwni tre divisi in sei parti. Milano , 1 8 17-1824, doll I. R. Stamperia , in S.° ( Vedi vol. 37, p<^g' 337 (i) di questa Biblio- teca ). — Qli esemplari in carta comune sono esau- riti : per quelli in carta velina il prezzo e di lir. 48 italiane. Si vendono dalla Societd tipografica de Clasiici italiani in contrada di S. 3Iargherita. JLje opere del Monti e del Perticari hanno sparsa tanta luce sulla quistione della lingua , che troppo vana impresa sarebbe la nostra se tentar volessimo di mettere innanzi nuove cose , raccogliendole dal campo che con si bella gloria essi percorsero : igno- bile e la lode e scarso il guadagno di chi trova po- che spiche , ov' altri pote mietere cosi abbondante (1) La pubblicazione di questo secondo articolo fii ri- tardata luiigamente , perche s' aspettava un' appendice alia Proposta : come pero la cosa va piu tarda che non pa- reva, s'e creduto non doversi diflerire piu oltre. ( Nota del Direttori. ) BiUL ItuL T. XLI. 20 304 PROl'OSTA DI ALCUNE CORREZIONI , eCC. la messe. Ne piu. sano consiglio sarebbe il nostro se volessimo con curiosa diligenza cercar qua c la alcun errore , che iii opere tli tanta mole e fra si nojose investigazioiii dovea necessariamente ricor- dar qualche volta il sonno d' Omero : e la nostra fatica sarebbe doppiamente gettata , imperocche il cav. Monti , il quale ama il vero , non perche giovi alia sua sentenza , ma perche e vero , s' occupo egli stesso a rivedere 1' opera sua , e fra non molto ne fara pubblicare le correzioni. La pubblica voce ci aft'erma che il Monti , non contento a trar protitto d' ogni utile avviso venutogli da buoni cultori del- r arte, richiamo ad esame le sue opinioni, e quan- do ne vide alcuna non rej^cere abbastanza alia prova, non cerco se la critica avesse taciuto o par- lato , ma senza remissione la condanno : esempio nobilissimo , e degno di trovar imitatori fra coloro che si pregiano di propagar la sapienza , ma questo solo curano di parere sapienti. Fu sempre consueto costume di riparare agli errori ed alle mancanze con nuove edizioni , perche in questo modo tacita e quasi non avvertita dalf amor proprio e la confes- sione de' primi torti , mentre in vece a farsi innanzi e palesar francamente i,l nostro difetto e voluto un grande coraggio e non volgare la sicurezza dell' ani- mo. Chi pero s' adopera con questa ingeuua schiet- tezza , e manifesta apertamente e senza raggiri il suo errore , provvede molto meglio al conoscimento del vero , perche non a tutti e dato possedere le nuove edizioni , e pochi possono , pochissimi vo- gliono rileggere il gia letto , e perdersi in faticosi confronti. Sia lode pertanto al Monti, se non dubito farsi accusator di se stesso , perche alia verita non venisse dalle sue parole alcun nocumento : e forse anclie questo sara un nuovo indizio del forte suo ingegno , ov' egli ne discopra qualche neo che all' oc- chio stesso dell' invidia acutissimo era sfuggito. Noi non sappiamo qnali csscr possauo i luoghi che 1' il- lustrc autore trovu bisognobi d' eiiieudazione , ma AI. VOOABOLAKIO BELLA CRUSCA. 3o5 pure di questo intimamcnte siam certi clic s'abbiano a Testringere ad alcuiie poche separate avvertcnze , e non raai dilatare alia ragioue universale dell' opera. Essa e appoggiata ai saldissinii fondamenti della iilo- solia e della critica,ne il Monti stesso , ne il Per- ticari, che pure hanno innalzato questo grande edi- fizjo , potrian ora atterrarlo : che il vero procede lentissimo , e troppe volte viene arrestato a niezzo il cammino , nia quando poi e giunto alia nieta , nessuno senza una rivoluzione di costumi e di tempi puo farlo piu retrocedere un passo. Qucste cose lungamente considerate ne fecero pen- sare che a parlar della Proposta si dovessero abban- donare le solite nianiere de' critici , dalle quali tutto quel lavoro egualmente rifugge. L'opinione del Monti e del Perticari , e diremo oramai deir Italia , sorge gagliarda sopra i ragionamenti e sopra gli esempj , ma i primi non e possibile ridmre a maggior bre- vita , e troppo sarebbe dannoso mutar forma ai se- condi , la cui odiosa sterilita pote solo esser vinta dalla forza d' un piacevole e arguto discorso. Che se alcuno amasse pur vedere ristretti in pochissimo spazio i priucipali argomenti , con cui la fdosolia c la critica diedero definita la coutroversia della lingua , ei non avra che a leggere la lettera premessa dal Monti air opera sua. Essa sola avrebbe bastato , per- clie gli uoniini addottrinati , cui sdegno di parte non turbava il giudizio , se gli facessero tutti aderenti : e se la lite avesse , per dir cosi , dovuto giudicarsi neir areopago , T autore si avrebbe forse risparniiato quel tanto carico degli esempj ch' ei dovette portare , perclie la causa ad averne sentenza giovevole si tlovea trattare avanti il tribunale del popolo e al cospetto della nazione. Noi pertanto non ci arreste- remo pur un momento ad esporre , ne come il Monti si valesse dei principj eterni della ragioue a stabi- lire il suo assunto , ne come mostiasse cogli esempj a quali incredibili errori fossero tratti uomini dot- tissimi dalla contraria opinionc. In quella vece , se 3o6 rnorosTA di alcune correzioni, ccc. r arclimento ne sia perdonato , noi ci faremo a nar- rare quali impressioni , dopo la lettura di quest' o- pora, ne restasser ncIT animo , e il nostro discorso saia apcrto e corrcnte , come fatto per abbondanza di persuasione , nella quale V uomo , seguendo il facile moviniento dclle idee, presto si abbassa alle cose pill coniuni , presto s' innalza ai concetti clie la sua mente puo inimaginare piu forti. La diversita delle lingue divide le nazioni in grandi famiglie, die resterebbero interamente barbare le une alle altre , se 1 industria e la curiosita uon varcas- sero questi termini, ed un popolo non si facesse a studiare 1' idioma dell' altro : la necessita del com- mercio , il difetto e V abbondanza stessa d' ogni terreno ravvicinarono le nazioni , ma fmche esse ri- masero attaccate al suolo in cui nacquero , iinche una calaniita generale non le snaturo, i primi grandi caratteri della loro origine si conservarono intatti: la tendenza degV ingegni , 1' apparenza de' volti e de' corpi , 1' indole e il valor de' linguaggi non sof- fersero altri cambiamenti , cho quelli prodotti cosi nel ilsico , come nel morale dalle vicende della pub- bUca civilta. Noi non parliamo ora die del linguag- gio , ma di esso ancor piu die del resto ne par certo ed irrepugnabile il ragionamento. Questo pa- trimonio comune , questa reliquia degli avi , questo lc2;ame tra i nostri padri e noi , tra noi e i nostri ligliuoli, e troppo caro e sacro, perclie se ne possa tollcrar facilmente la mutazione. Chi vorra rinun- ciare senza esservi costretto da durissima forza a (piesto segnale di riconoscimento , per cui due uo- mini die si vedono per la prima volta negli opposti confini del mondo s' abI:)racciano come fratelli , e i|uanto pill son lontani dalla patria comune, quanto da ma2;gior tempo non intesero i cari suoni dell' idio- ma nativo , con tanto maggior allegrezza si guarda- no, e avidamcnte ribevono quelle note e vecchie pa- role die la madre insegno loro a balbettare (in dalla cuua ? Soltanto una sonmia c lunga prcpouderauza AL VOCABOLARIO DELL A CRUSCA. 3o7 tli sapere e di armi puo caucellare questa impronta primitiva , quando armi e sapere con forze unite congiurano ad annientarla : che la sola sapienza non opera abbastanza sul popolo , e la forza della vit- toria esercitata sopra una nazione giunta a maggior civilta che la vincitrice , si consuma lentamente da se stessa , e i tartari possono bensi superare la grande muraglia e soggiogare una gente cento volte pill numerosa di loro , ma poi in mezzo al trionfo sono costretti a ricevere leggi , costumi , religione e persino idioma dai vinti. II desiderio di piacere ai grandi, maestro linissimo d' adulazione, o il pre- dominante momentaueo splendore d' una letteratura straniera possono per qualche tempo falsare V indole d' una lingua con forestiera mondiglia, e come all' eta de' nostri padri era in Italia lamento giustissimo che le scritture usciano quasi tutte barbaramente infran- ciosate, cosi avanti qualche secolo si gridava in Francia, che quel linguaggio era divenuto un gergo mezzo italiano. Ma questa parziale corruzione e sempre passaggiera , come le cagioni che T hanno prodotta , e viene anzi il momento che per fuggire le forme straniere si corre all' opposto eccesso , e si cacciano dalla lingua anche le voci che gia godeano d' un' antica cittadinanza : la nuova letteratura tede- sca ne mostra appiinto in alcuni de' suoi questo zelo soverchio. Ma a poco a poco le cose si rimettono nel loro stato naturale, e de' primi errori altro non resta che la memoria utile a preservarci dal danno futuro. La nazione e ancora in possesso dell' origi- naria sua lingua , e pochi e non essenziali sono i cambiamenti che 1' alternare delle sue sorti vi ha ca^ionati. Un altro caso tuttavia puo accadere nella vita lunghissima delle nazioni , e 1' Italia , che soj)ra il suo sacro terreno vide avvicendarsi tanti avveni- menti , fu spettatrice anche di questo. Noi abbiamo detto die le sole armi scompagnate dalla sapienza non valgono a inipone ad un popolo un nuoA'o 3o8 rnoposTA m alcune correzioni , ecc. lingnaggio , e qucsto veioue par si cvklcnte da non ci pcrderc jiaiolc a provailo : ma quella potenza , che non basta ad edilicare , e qualche volta anche troppa a distruggere. A' nostri tempi i popoli tanto son forti, quanto sono civili; ma chi legge le antiche storio , assiste non di rado a tioppo divei'so spctta- colo. Se vennero alio scoutro due nazioni , delle qnali per una stesse la forza , per V altra il sapere, non fii dubbioso un istaute nei rapporti della lingua r esito di quella battaglia : ma quando la civilta fu sostcnuta anche dalla forza , e vennc assalita dalla barliarie ancor piii robusta e violenta, allora le cose cambiaron d'aspetto: la guerra fu sanguinosa e lun- ghissima, le arti della pace rimasero abbandonate, r ignoranza coniincio a ditl'ondersi, e i bai'bari anche respinti trionfarono. L' assalto si rinnovo e I'opposi- zione fatta necessarianiente piu debole a poco a poco ccdclte intoro il campo alia prepotente barbaric. Ro- ma fu la piu trcmenda prova di qucsta conseguenza non evitabilc. Gran temjio dopo che piu non furono quei cittadini verximente gloriosi, stette ancora la gloria di Roma , perche ai degeneri nipoti lungamente fu scudo la memoria e la virtu de' maggiori : ma linal- mente la terra fu stanca , e f ira degli schiavi co- niincio a far tremare i signori del niondo : parve che il grido de' gladiatori , i quali morivano per trastullare quel popolo oramai inutilmente feroce , risonasse fra i ghiacci del settentrione, e parve che ad ogni grido si sollevassero a vendetta le orde dei barbari : tante e cosi foUe si gcttarono sui conlini deir iniperio roniano ! Quei termini, che quasi non erano piu protetti che dalla forza d' un nome , fu- rono presto varcati , d' ogni parte si rovesciarono verso Roma innuniorabili torme , fameliche di ven- detta e invagliitc del nostro bcl cielo , e ben tosto si dovette coinbattere non piii per far acquisto di gloria, ma per difeudore le case paterne. Tutto era disordinalo e jianroso, e la novita stessa degli aspctti e deir aiiiii rendca piu spavcntosi i uemici. Di iratto AL VOCABOLARIO BELLA CRUSCA. SoO in tratto sorgeva per veiita qualche guerriero degno di tempi nugliori e rispingeva i nemici , ma simili ai torrenti die lasciano nel ritirarsi coperto il ter- reno di sabbia e di sassi , quei barbari nella loro fuga lasciavano dietro se Tignoranza, e cosi questo bel giardino d' Italia fini con tanta sterilita da non potervi piii fruttificare il buon seme romano. L' idio- ma stesso cosi intrinseco alia nazione , cosi difficile a perdersi, venne mancando, perche ne i vinti, ne i vincitori s' intendeano scambievolmente , e si gli uni che gli altri ignoranti si abbandonavano a vi- cenda il campo , e il romano volea parlar come il barbaro e il barbaro volea parlare come il romano. Di qui confusione perpetua e corruzione d' ogni lin- guaggio. L' antica lingua inancava all' Italia , e non se n' era ancora creata una nuova. I suoi abitanti s' intendeano tra loro , perche 1' uomo trova sempre i segni per comunicar le sue idee, ma questi segni vaghi , incerti e non intesi da tutti erano troppo lontani dal formar una lingua ch' entrar potesse nelle scritture. Tante diverse favelle , tanti dialetti offri- vano ricca materia per fame una bellissima, ma fin- che questo caos di nuovi elementi fermentava , per dir cosi , n-elF ignoranza , non poteva esservi speranza di tanto : bisognava che la sapienza sempre feconda di maravJglie gettasse nuovamente la sua luce su questo squallore , bisognava che ella racquistasse a passo lento il terreno the a passo lento avcva per- duto, e allora la nazione avrebbe nel rinnovarsi rac- colto un degno frutto di tante disgrazie. Questo fu veramente il destino d' Italia , cpiando dopo il niille ella comincio a risentirsi. Non e del nostro ufficio 1' indagarne le molte cagioni , e forse esse non furono abbastanza sviluppatc da alcuno : ma questo ne pare oramai per consenso vmivcrsalc accordato , che quali e quante esse furono , dispie- garono la loro forza per tutte le regioni d' Italia con un'attivita cgualmentc distribuita. Per tutto operava la stessa potenza, e per tutto resistevano i medcsimi 3lO PROPOSTA DI ALCUNE CORREZIONT, GCC. ostacoli. Non c e qui luogo a sottili ragionamcnti e tanto meno a soHsmi : la storia presenta i suoi fatti , e contra questi non giova pugnare. II Per- ticari ha piovato in un modo invincibile che tuttc ad un tempo le parti d' Italia vennero usando que- sta nuova lingua nella stessa nianiera. E se a Na- poli, a Bologna, a Roma, e in cent' altre lontane citta , e principaljiiente in Sicilia si scriveva e par- lava dalle dotte persone in quel primo spuntare del nostro idioma, come a Firenze, che cose quest' or- goglio di volar chiamare fiorentino un linguaggio si universale? Quell' uomo eloqucntissimo uni alia forza irresistibile della sua parola una sincerita di naonu- nienti da non si poter contraddire , e sforzo cosi il campo degli avversarj trincerati dietro le vecchie lor carte. Utilissima e vittoriosa fu quella fatica , ma le dottrine del Monti e le sue son cosi cei'te, tanta e la forza della verita e della ragione, che se anche il tempo ne avesse tolte tutte ([uelle memorie , se anche dalla sola Toscana, dalla sola Firenze ne fos- sero di quell' eta pervenute scritture , non per questo se ne avrebbe induzione piii favorevole ai Fiorentini. Qui non e gia soltanto a dirsi che fu veramente cosi, ma puossi anche aggiugnerc con sicurezza ch' era im- possibile che fosse altrimenti. Nei tempi in cui la lingua italiana comincio ad usarsi nelle scritture, Fiorenza era una potcnte citta , ma la sua forza valeva piuttosto a farla te- mere dagli emoli vicini , che a renderla capace di larghe conquiste. Tutta 1' Italia andava in furore di parti , e le parti stesse si ronipevano a sanguinose fazioni : ogni piccola citta pretendeva farsi repub- blica , perche tutti volevano comandare , nissuno sapeva ubbidire : la discordia delle famiglic si tra- nmtava in guerra de' cittadini , e tutto era pieno di esigliati e di fuorusciti. Se alcuno giugneva per un momento ad afferrar il potere , la timidita lo facea tosto crudele , e la crudelta lo rendeva ancora piu timido : quindi ajuto di bande straniere , quindi ad AL VOCABOLARIO DELLA CRUSCA. 3ll ogiii tratto tumulti e battaglie, e un cambiar di ti- ranni nella loro diversita sempre eguali. I popoli accostuniati alia rapina ed al saiigue celebravano la pace doniestica col gettarsi sui discordi vicini , e i vicini per un istaute oppress! risorgeano poi a ven- detta , e i campi erano deserti , e il bestiame venia cacciato dentro le niura , e la fame aunientava 1' or- ror della guerra. Glj odj municipali s' accrescevano per lo spargimento del sangue , e piu ancora per gl' insulti clie accompagnavano le brevi vittorie : le meretrici nude correvano il pallio fin suUe porta de' vinti , e quell' aspetto intiammava gli sdegni j)iu die la memoria degli uccisi figliuoli. L' Italia in- somnia , tranne poclii paesi , era uno steccato di coiubattenti , ove ad una guerra senza gloria succe- deva una jiace senza riposo. La scarsa letteratura di que' tempi tutta ne palesa questa disastrosa niiseria, tanto ove espressaraente ne parla , clie dove intera- niente la tace. Imperocche il rozzo stile de' cronisti ben ne presento a vivi colori quei giorni di cor- rucci e di sangue , ma sotto una luce molto piu tetra ne li fecero indovinare quegli scrittori clie posti in mezzo a si continui tumulti e fra si dure battaglie parvero stranieri al loro secolo , e paurosi della tiera vista ne cercarono la dimenticanza iiegli insulsi canti d' un amor non sentito , come un infe- lice condannato cerca perdere nell' ebrieta I' idea deir imminente supplizio. La qual cosa e cosi vera ed universale clie fra tanto romore di armi Dante pote dire clie Imo al suo tempo niun Italiano aveva ancora cantate le armi : c il Boccaccio si compiacquc nella Teseide d' averc prima d' ogn altro iicl volgare latino rivolta la poesia agli affanni di Marte. A qiie- sto era venuta la nostra patria , e Fiorenza si tra- vagliava nelle fazioni , come il resto d' Italia , e piu ancora dell' altre citta era frequente a cambiar gli ordini , e a sbandire e ribandire i suoi cittadini : sicclie oramai le case de' potenti erano cangiate in altrettante fortezze , e tnttodi si veniva agli assalti , 3 12 PROPOSTA DI ALCUNE CORPxEZIONI, CCC. e si sbarravaiio i ponti, e si combattea per Ic stratle. Chi vorra credere che in questo bollore d' intestine discordie , in questa lagrinievole divisione d' Italia sorger potesse una citta qualunque , die a tutte r altre imponesse come per legge il proprio dia^^ letto ? Che a tanto e non meno si risolve la pre- tensione de' Fiorcntini. Ov' e in loro la preponde- ranza del sapere ? Ov' e il predoniinio dell' armi ? E se alcun popolo dovesse per quei tempi stimarsi eccellente sopra gli altri, perche non sarebbe questo il Bolo2;nese? Perche non sarebbe il Siciliano? Certo maggiore die a Firenze venia crescendo a Bologna e in Sicilia la civilta e la dottrina. Questa Firenze era ella una Roma da segnar 1' universo coll' alto suo nome , e riforniarne le2;2;i e favelle ? O sorsea forse cosi solenne maestra da illuminare le genti quella citta , che per poco non adorava ancora il Dio Marte , e i cui storici predicavano fabbricata Fiesole dall' astrologo Apollo ? Noi tacciamo per ri- verenza di Dante , ma sarejjbe prudente a clii vuol salire sul trono gnardare se le vesti sian nette del fango donde parti. Tre sonimi scrittori ebbe Firen- ze quando la lingua non era ancora venuta alia sua perfezione, ed a loro principalmente e dovuto, se arrivo cosi presto a tanta forza e a tal gentilez- za , che poco vi poterono aggiugnere i progressi del tempo. Rla che fa questo alia superbia de' Fio- rcntini? Se Dante, il Petrarca e il Boccaccio nascea- no in altra citta , dovea dunque da essa prender nome la lingua? E se nasceano in tre diverse citta, come avea da finirsi la controvcrsia? Dovea decidersi a sorte , o coll' armi ? O forse dovea ottencrsi la pace componendo di tre nomi un sol nome? Queste assurdita non lianno nemmeno il merito di muovere al riso. Dante e il Petrarca non hanno certamente in culla creata la lingua , e se noi cerchiamo eve essi abbiano dettate quasi tutte le immortali loro ®pere , noi veggianio che fuor di Firenze. Come AL VOCABOLARIO DELLA CRUSCA. 3l3 ilunque e perche si ardisce proclamare i lor nomi , quasi che uon fossero mai iisciti da quelle mura? Si vuol forse ti'ar merito anche dall' esiglio di Dante? Per verita quest' ultimo ardire non sarebbe sprov- veduto di buona giustizia : perocche dalla sola ne- cessita dell' esiglio fu Dante costretto ad appresen- tarsi a quasi tutti gV Italici , ne senza qiiesto egli , ch'era si sdegnoso degli uomini volgari e dei mor- nioratori di corte , avrebbe potato raccogliere quel fiore d' universale favella , che dopo tanti secoli vive ancora ed eterno vivra. Ne il Petrarca sotto questo aspetto vuolsi separare gran fatto da lui, perche le sue lunghe peregrinazioni per tante contrade , la sua frequentissima dimora ne'palagi de' Principi fece per esso cio die 1 esiglio per Dante. Nel consorzio sem- pre variato degli uomini illustri egli depose lo squal- lor del contado e le miserie municipali, e parifico alia squisitezza de' concetti la nobiha dell' idioma. Non e dunque in loro che sono a cercarsi quelle iiorcntinerie , che presso ai meno veggenti tennero luogo d' ogni discorso. 11 Boccaccio puo a prima vista parer piii favorevole a quei paradossi , ma noi a i^en considerarlo crediamo che ne sia avverso quanto que' primi. Un antico pregiudizio fondato sulla ma2;gior eccellenza di quegli scritti ne fa guar- dare il Certaldese soltanto come 1' uomo che ne rac-^ conto le astuzie de' furbi , le lascivie delle donne , r ipocrisia de' monaci , e la condizion de' gelosi : a volcr leggere queste sole novel le puo trovarsi qua e la una prevalenza del dialetto liorentino, ma guai pel Boccaccio se tutte le sue opere fossero della me- desima tempra! Tristissimo servigio gli rendono senza saperlo coloro che vorrebbero divulgare questa o|ii- nione , se non che sono gcnte di cui poco puo impor- tare il giudizio. Quell' insigne novellatore ne ofterse una maravigliosa rapprcscntazione di tutto il suo se- colo : r ignoranza e il sapere , la cortesia e la vio- Icnza , r amor fedele e la sozza libidine , la pieta rcligiosa e il disprczzo d' ogni religionc , tutte in 3 14 rnoroPTA dt alcune correzioni, ccc. sonima le virtu e tutti i vizj entrarono nel largo suo quadro , e per ogni ligiua ei voUe adoprare appro- priati colori. S' egli fosse sempre riuscito , niuno potrebbe contrastargli la palma deireloquenza, nia qnantunque per tutto il suo Decamerone egli me- riti una gran lode , bisogna pero confessare che quaiido egli s' alzo ai gravi argomenti , non cor- rispose sempre alia sua fama. Nei racconti piacevoli ei fu veramente niirabile , ma se in qucsti egli s' in- chino alquanto verso il popolare dialetto , e chiaro che lo fece per servire al dise2;no dell' opera sua , usando le arti dei drammatici , che variano il lin- guaggio secondo le persone clie conducono sopra la scena. Questa verita e manifesta a chi legge le altre novelle , ove piu patente e la volonta di conseguire r illustre favella italiana. Ne solo il Decamerone vuolsi guardare a parlar del Boccaccio , specialmente quando non si ragiona della sua fama , ma del suo stile. Le altre opere sue tanto si discostano dai modi del volgo, che anzi s' avvicinano troppo ai latini, e per soverchio sforzo di usare una lingua nobile v' e impedito ognirapeto, v'e morto ogni splendor d' elo- quenza. Di questo e certamente a biasimare il Boc- caccio , ma chi uon vede che gli fu sola cagione ad opeiare cosi il volersi separar dalla plebe cam- minando suUe orme degli antichi romani ? Dante , che gli era si pregiato maestro , il Petrarca , che gli vivea cosi amico , avevano insegnata con quale passo non timido si dovea corrcre per quella ma- gnifica strada : ma due motivi pare a noi che si opponessero al Boccaccio , perche non potesse gct- tarvisi con egual sicurezza. In tutte le arti^ quando fu raggiunta la perfezione , e facilissimo a chi si sente forte e ardimentoso Y ingegno di varcarc oltre i giusti confini , e cercar sentieri se non sicnri alnien nuovi : si vuol superar V ottimo , e tutti sanno che cosa al di la dell' ottimo resti a trovarsi. Noi non ci fermeremo a questa prima considerazione , per- che non appartiene al nostro argomcnto , e perche \L VOC\BOLARIO DELLA CRUSCA. 3l5 neir applicarla al Boccaccio bisognerebbe peitlere troppo tempo in distinzioni ed in prove , ma di queiraltro motivo die si lega intimamente al nostro discorso amianio parlare alqiiaiito a disteso. Noi cre- diamo tanto falso clie il Boccaccio guadagnasse nello stile dall' essere Fiorentino , e dall avere lungameiite vissuto a Firenze , clie anzi ne par venire da questo , se ejili neir usare in so^setti sravi la ling-ua illustre noil arrivo ne Dante, ne il Petrarca, ma corse incerto or ad ua estrenio,- ora all' altro senza fermarsi clie di rado a quel mezzo in cui sta ogni virtu. L' opi- nion nostra potra a prinio aspetto aver faccia di paradosso , ma poiche ne senibra vera , perche dovre- nio tacerla? In quel primi tempi, quaiido la sapienza avea si pochi mezzi di comunicarsi , e la lingua si veniva in tutte le parti egualmente formando, molto dovea sfuggire a clii restava senipre in Firenze. La favella illustre era cittadiria di tutte le cittd , e non avea fermo seggio in idssuna: quindi a chi volea co- noscerla intera, a chi volea col suo ingegno scegliere da ogni dialetto cio che la poteva arricchire , era forza andarla per cosi dire inseguendo, ed ascoltare come le genti di taiiti paesi significassero i loro concetti. Bisognava salire dai particolari all' univer- sale , e coir ajuto dell' oreccliio e della ragione far rigoroso giudizio. Per questa impresa mancaVa in parte al Boccaccio la materia clie si larga abbondo a Dante e al Petrarca , e fa anzi gran maraviglia , come potesse tuttavia riescire di tanta eloquenza. Lo stile del Boccaccio si compone di tre distinti elementi; della lingua clie allora si parlava dalle coke persone a Firenze , dello studio cli' ei fece in Dante , nel Petrarca e in alcuni altri , e fmalmente della lettura degli autori latini. Riccliissima era una siffatta messe quauto alle voci, ne certo puo cgli per questa parte tacciarsi di poverta : ma non delle soli voci si forma la lino;ua , clie anzi a farla sin2;olare da tutte le altre , e darle Hsouomia ed indole prO[)ria, con- corre i)iii clie ogni cosa I' andamento del discorso 3i6 rnorosTA di alcune courezioni, ccc. e la legatura dell' orazionc. II Boccaccio potea vedere in Dante e in altri scrittori clic vissero intorno a quel tempo, qnal moviuiento aniasse avere la nostra tavella: cgli doveva conoscere come si trattasscro nelle adunanze gli affari della repubblica, e piu an- cora quando usci per gli stud] e per le ambascerie dalla patria potea sentire a che norma generale si dirigessero tutti i parlari d' Italia. II suo soggiorno a Napoli gli aveva a riuscire d' assai giovamento , ma parti che in ogai tempo il Boccaccio mirasse piut- tosto air elezione e all abbondanza delle j)arole, die a studiare le altre condizioni del nostro idioma. Al che si debbe anche aggiuugere che i suoi stud] erano rivolti ad altri oggetti, ne le ambascerie ed i viaggi furono aljbastanza lunghi , e latti con quella inten- zione che fosse proficua alia lingua : della sua dimoi'a a Napoli e monumento la Fiammetta , e basta cosi. Per certo questo suo muovere per T Italia fece tanto che ajutato dalla bonta del suo ingegno pote di gran lunga soverchiare tutti coloro clie si stettero sempre dentro delle mura di Firenze : ma pure nel maneggio delle lingue tanto parve restare sotto Dante e il Petrarca , quanto nclla durata e nelF estensione de' suoi via2;2;i dee loro cedere. Non escito abbastanza dal territorio liorcntino, non abbastanza dilluso per le altre citta e nelle corti, egli che tanto odiava la lingua plebea, non arcU guardare ne' suoi vicini mo- delli , e credette andar piu sicuro , se si attenesse agli antichi scrittori di Koma , la cui fama non era piu soggetta alle disputazioni volgari , e pareagli doversi accomunare a chi sapesse imitarli. Di qui sembra a noi derivato se mokissime voci di tutta bellezza si olTrono ai Icttori delle sue operc, ma di rado lo stile ha quella perfezione che presentar si possa come esemplare. Noi aggiugniamo che questo studio del latino tanto gli nocque che ad uscir dal Decamerone e dal Corljaccio , cli' c quasi una couti- nuazione di quel suo novellarc contro le donne , tu cerchi iuvano uell' altre sue operc la vera lingua AL VOCABOLARIO DELLA CRUSCA. 817 italiana , che di tratto in tratto le stesse voci ti man- cano , e piuttosto che il Boccaccio ti sembra alle volte aver davanti la barbaric del quattrocento , o le querimonie del ludimagistro Fidentio (i). II pcr- che e da considerarsi come gli uomini qualche volta si lagnino a torto della fortuna die li perseguita , quando spesso dalle disgrazie ci vien dignita e lo sprone del bisogno ne caccia ad un altezza che al- trimenti non avremmo mai conseguita. II Boccaccio fu grande, ma se in vece di consumare la sua in- tima forza nell' ozio lungi dai tumulti e dall' armi , avesse corso anch' egli come Dante i pericoli della sua patria ; se come Dante avesse dovuto lasciai-e ogni cosa piu caramente diletta , e trafitto dalla saetta dell' esiglio , e tormentato dalle punture della rimembranza avesse dovuto errare per tutta T Italia, e cercare suUe altrui scale un alimento alia stanca sua vita, quanto maggiore sarebbe stata la sua elo- quenza fortilicata dallo sdegno e dal sentimento della conculcata virtu ? Ricco dell' esperienza e delle dottrine di Dante egU avrebbe creati nuovi miracoli con quel suo vario e potentissimo ingegno, e la lin- gua universale che d' ogni parte avrebbe raccolta ci sa- rebbe venuta crescendo anche per la sciolta orazione a cosi ampio tesoro , che non ci sarebbe convenuto insino ai nostri tempi cercar altronde , ed ahi ! forse fuori d' Italia , il linguaggio dei gentili affetti e delle animose passioni. Se non che il Boccaccio deesi lodare di quanto fece , scusare per cio che non fece : ne vuolsi dar biasimo a lui, perche malamente usino la sua auto- rita coloro che abbisognano di gran nomi per so- stenere le loro false opinioni. II Monti ed il Perti- cari hanno vittoriosamente mostrato , ch' egli pure si aggiunge al senno di Dante e del Petrarca nel (i) Leva anche alciui passo del coinmento e della vita di Daate , e la lettera a Pino de' Rossi. 3l8 PBOPOSTA DI ALCUNE CORREZIONI , eCC. proclamare la lingua illustre e nel condannare 1' or- gonlioso vanto de' Fioreiitini. ]\Ia se cio e cosi vcro clic gli avvcrsarj stessi non 1 osan negare , qual fondamcnto resta niai alia pretensione di cliiamar fiorentlna la nostra favclla :' Noi diremo anciie que- sto. Niun altro die V arroganza di Lionardo Salviati e d' alcuni pochi suoi confratelli. Finche non fu eretta I'Accadeniia della Crusca , iinclie il progetto del gran Vocabolario non empie tutte le mend , quella jattanza fu cosa di pochissimi , e non si spargeva clie a modo di lieve susurro , facile a sopirsi e interamente cessare. Le opinioui vagavano deboli cd incerte , perche mancavan d' un centro comuue , ue agevolmente si trova clii voglia senza sicui'ezza di pronto ajuto buttare la riputazione dietro le spalle. Alf incontro , quando non e piu un uomo solo che parla , ma un corpo accademico che pronuncia la sua grave sentenza , svanisce ogni pu- dore , e quelli che separati si sarebbero veduti segno delle pubbliche belle , uniti abbagliano il volgo con un gran nome , e decretano a se stessi il trionfo : quasi die la moltitudine degli erranti potesse ren- dere verita la menzogna. A quel tempo come sem- pre erano alcuni forti ingegni a Firenze, ma questi facean parte da se , ne si brigavano d' accademiclie vanita : la letteratura era disgraziatamente caduta alle mani de' retori , e fra loro primeggiava il pa- trizio Lionardo Salviati. Che si poteva sperar da costoro ? Seneca parlando dei retori greci die al suo tempo avean corrotta 1' eloquenza colle scola- stiche declamazioni , li chiama una piacevolissima razza di stolti. £ buon per noi se questo nome fosse convenuto anclie a quei Fiorentini ; ma condotti da quel loro Salviati presuntuoso come un pedante , e guasto dair adulazione , e marcito nell' invidia , essi erano intolleranti e persecutori , e gridavano in pe- ricolo la patria ogni qual volta non era riverita come un oracolo ogni loro bestemmia. Restano an- cora gli scritti insoleuti di quella coorte, e fa giii AL VOCABOLARIO DELL A CRUSCA. 3l7 maraviglia a noi , e ne fara piu ancora ai nostri nipoti il vedere die villane e liere battaglie si fa- cessero per una voce , e come si trasgredissero tutti i confiui delle quistioni letterarie , e perfino deir onesta. Infelice Torquato , nell" udire queste vergogue ogni cuore ben collocate pensa a' tuoi casi , nia noi appunto per questo avremmo taciuto il santo tuo nome , se la storia non lo avesse gia per sempre unito a quello di Lionardo Salvia ti. E questa e ben debita pena a quel Fiorentino : egli ti ha perseguitato crudelmente , ma per pocliissimi anni ; tu lo perseguiti , tu V opprimi per tutti i se- coli col la tua gloria. Ma di cio non e qui a discorrere , se non perclie r indole acerba di quei solisti ne rivela , come una opinione si stolta potesse trovar tanto favore anche fuor di Firenze , anche fuor di Toscana. Ai giorni di Dante , e gran tempo dopo di lui si voleva fio- rentina la lingua italiana , ma la pretensione era priva d' ogni forza , e sarebbe stato follia lo sde- gnarsene. Dante uso parole di savio riprensore , e questo bastava. Se alcuno parla sognando , e mo- stra credersi ricco e poderoso , perche rovesciar la cuna a questo innocente e destarlo ? L' Italia potea starsi a buon dritto non curante , e pochi andavano pur pensando die la niillanteria merita sempre castigo. Ma ben altro avrebbe dovuto essere il seutimento , quando la superbia di quel vanto fu si altaniente spiegata , e in faccia all' Italia si ardi sostenerle con tanto apparato di gravita , cli ella non avea lingua alcuna sua propria , cli' ella non possedeva una lingua universale capace delle scrit- ture , cli' ella dovea ben esser contenta , se la magna- nimita fiorentina le permetteva servirsi del suo pro- prio dialetto , die pero non avrebbe mai imparato abbastanza. Pare die luia si strana insolenza dovesse veiiir tosto severamente reprcssa, ed una volta per sempre punita. Invcce accadde quello die pur troppo nelle cose umane e frequcate a vedersi , 1 ioipudenza Btbl. Ital. T. XLI. 2 1 3l8 PROPOST,\, DI ALCUNE GORREZIONI , CCC. tenne luogo di prova. Fu ci'eduto impossibile a ne- garsi qiiello clie veniva con taiita franchezza asse- rito , e 1 Italia per poco noii fu ridotla a rappresen- tare la parte di queU' imbecille , il quale era statu persuaso ch' ei nou era piu lui. Alcuui sorsero qua e la per farsi contraddittori a tanta stranezza, ma il combattimento era di pochi scorridori dispersi con- tro una beti serrata ialange , nc quiudi si potea sperare clie toccasse la vittoria a clii aveva piu. seuuo. Uu argonaento era prontissimo , e senza en- trare iu acute disputazioni valeva a finire ogni dub- bio : bisognava imitar Diogeiie , clie passeggiando distrusiseva i solismi di Zenone contro V esistenza Co del moto , bisognava richiamare i Fiorentini a que- sto semplicissinio fatto , clie i nostri avi parlarono , e noi pure parliamo una lingua bella ed illustre. Ma a cio non fu allora pensato. II Perticari , per qnanto sappianio , fu il primo clie adopro in tutta la sua forza V argoniento di Dioi>;ene , e con que- sto solo sparse tanta evideuza , ch' e una dispe- razione il volerlo combattere. Col mostrare clie in tutta Italia in ogni tempo si parlo e scrisse una lingua nobile al par clie in Firenze , egli taglio di Tin coljio questo vilappo clie que' retori aveano con tanta cura intralciato. Una troppo gran cosa ne volcano veramente per- suadere il Salviati e que' suoi clie una nazione grande e famosa non abbia alcuna lingua propria , se non ricorre al dialetto d' una sua piccola geiite. Era ben questa gia al tempo di Platone solita usanza a quel vecclii solisti far della propria opinione una scienza , e per tutta prova addensar tenebre di cose non esi- stenti , ma dovean pure prevedere questi nuovi clie ]c fallacie s' aveano presto a scoprire , e che per vincerli non occorreva nemmeno rissarsi con loro , bastando consultare il proprio intimo sentimento e la pjana natura delle cose per trovarvi non fallibile insegnamento di verita. Una breve os- servazione mjda di argomenti e di prove poteva AL VOGABOLARIO DELLA CRUSCA. 3 1.9 basiarc. Qiiesta nazione italiana e ben famosa e magnanima, ne cede per nobilta ad alcuii altra , ma [Hire non e sola per modo , clie a parlare di lei si abbia a considerarla come divisa dal resto del moiido. Le nazioni , come gli uomiiii sono si- mili fra di se , e son diverse , e in quella stessa maniera clie a ragionar rettamente d' im uomo , si debbono conoscere anclie gli altri uomini per fame confronto e giudizio, per discorrere dei fatti d' una nazione e forza sapere come le altre a quel ri- guardo sian procedute. Abbiamo gia detto quanto il linguaggio sia intrinseco alia primitiva condizione d' un popolo , e percio rapporto ad esso e piu che mai da osservarsi nel proporre un'opinione, se le ragioni deU'analogia non le siano contrarie. Le scuole de' fi- losofi gridano che gli esempj non sono una prova , ma noi vedianio come siauo ellettivi a strascinare gli animi, e ben considerando dobJ)iamo cont'essare clie ove non siano tolti da casi troppo particolari , ma si fondino suU' universalita degli avvenimenti e delle cose appena e possibile clie ci possano trar in errore. Come dunque credere che sia avvenuto agl' Italiani quello che mai non avvenne ad altra nazione del mondo , ricevere il proprio idioma da una citta niente privilcgiata ne per armi ne per sapere ? Guardiamci intorno , e fermiamo alcun poco la mente nelle generose e sapienti nazioni die ne circondano , lasciam correre il pensiero oltre i con- iini d' Europa iin all ultime terra ov' e penetrata la civilta , e vediani una volta se c' e ombra altrove di questa arroganza municipale. Per tutto v' e una citta od una provincia ove si parla un dialetto piu puro, ma in niun Inogo fa tollerato che questa citta o quesla provincia ])retendesse d esserc sola in pos- scsso della lingua illustrc , in niun luogo si arrive a contendere si lungamente alia nazione la proprieta di un idioma universale. Che se tanto e a dirsi di popoli che furono per lo piu uniti in una famiglia , e pote- roao dalla Metropoli , come da un ccntro coniune , Sao PROPOSTA. DI ALCUNE CORUEZIOm , CCC. ricevere a poco a poco una specie di nuova edu- cazione , clie si dovra poi dire dell' Italia, la quale ne' tempi sgraziati in cui nacque la lingua era tutta lacerata in minute repubbliche , e non avea di co- mune clie le sante memorie ed il nome ? Ogni cuore trovera dcntro di se la risposta , e sempre piu cre- scera in maraviglia che la pretensione de' Fiorentini sia stata sopportata un istante. Se non che il Per- ticari , il quale in questa materia seppe e disse ogni cosa , anche qui ha prontissima la spie2;azione. Ove i Fiorentini fossero venuti a parlare con sincerita , ed avessero presentate le lore opinioni in quei ter- mini a cui era furon ridotte , niun accoglimento potean essi sperare da uomo , cui pure una scintilla rimauesse di retto giudizio. Ma se a colore man- cava la vera sapienza , perche ben disse Senofonte che mai niun solista fu ne sara sapienie ; non pero venian loro meno gli accorgimenti del discorso , che anzi a questo avendo converso ogni studio erano espertissimi nell' offuscare con difettivi sillogismi la verita , e a vendere parole per fatti e arroganza come fosse dottrina. Ora che non e piu pericoloso, e molto piacevole ad osservarsi 1' artilicio col quale il Salviati ne voile con bugiarda prova far credere che il dialetto fiorentino era veramente la sola lin- gua che servir potesse alle scritture d' Italia : egli prese una novella del Boccaccio , e la venue vol- tando in varj dialetti d' Italia , che tutti grandemente si scostavano da quel primo modello: indi adope- rando a quello stesso racconto la favella che i dotti usavano a Firenze, mostro come la novella rima- neva quella medesima che avea dettato il Boccaccio : dal che voile conchiudere , e fu da moltissimi tenuto per vero , che dunque il Boccaccio avea scritto in dialetto liorentino , questo diale;to era la sola lingua illustrc d' Italia , troppo fallava agli altri volgari per formare una l)uona favella. L' argomento era pre- suntuoso , ne mancava di sottigliezza dialettica , ma poiche s appoggiava interamente sul falso , e dure AL VOCABOLARIO DELLA CRTJSCA. 321 a pensare come g;V Italiani vi si potessero acquetare si lacilniente. II Salviati aperse uno steccato pro- mettendo armi eguali ai conibattenti , "ma questa condizioue non fu lealmente osservata , perche avcndo ogni provincia d' Italia un linguaggio per le coke persoae ed uno pel volgo, voile che Firenze sola potesse usare quel primo , e che ogii' altra citta do- vesse servirsi della lingua plebea. A mostrar buona fede doveva il Salviati usare anche pei Fiorentini il parlar delle trecche e de' merciaj , nia allora la mal- vagita della sua causa era palese, e forse I'ortolana di Mercatovecchio non avea vantaggio sopra il gon- dolier di Rialto. Del resto quel paragone non potea mai servire che ad assaggiare la di versa bonta dei dialetti d' Italia , ed al piii a mostrare qual di essi s' allontanasse meno dalla lingua illustre : che se anche si fosse provato che il liorentino vi si accostava meglio che gli ahri , non ne venia gia per conse- guente ch' ei fosse la lingua stessa : che anzi questo suo medesimo andarle vicino mostrava che n era cosa affatto distinta. Ben lo vide quel retore , e per questo scanibio i termini della quistione , e fece quel disuguale confronto. Tenendo il niodo ch' egli uso , potrebbe anche provarsi che il dialetto geno- vese , disgraziatissimo fra tutti i volgari d' Italia, forma ei solo la vera lingua italiana , giacche per certo i letterati, di cui Genova abbonda , parlano in un idioma piu bello e piii nobile che i mugnaj di Lungarno e i ferravecchi di Borgognissanti. Senza dubliio il re di Francia e que' gentili suoi cortigiani favellano un piu corretto francese die non la plebe di Normandia e di Guascogna ; ma chi per questo sogno mai di chiamar versagliese o parigina la lin- gua francese ? II Perticari con quel suo ragionare securo che in tanto calor di eloquenza mai non lo abjjandona , ridusse a nulla il fallace argomento del Salviati , e messo avanti il vero dialetto liorentino , dimostro per quanta distanza rimanesse sotto Y il- lustre favcUa. Fu dclto da uu aiitico iiiinio , che 323 PROPOSTA. DI ALCITNE CORKPZIONT , CCC. perisce due volte clii vieae ucciso colle ]iroprie sue armi , e questo fu veramente il caso del fiorenlino soiista clic vide liLorto a suo danuo quell' aip;omento in cui maaiffiormente fidava. Ne 2;li resta dit'esa con cui salvare se non il suo ingegno , almeno la sua buoua i'ede : perche unico scampo sarebbe per lui poter dire die a Firenze tutd parlano indistiuta- mente ad un modo , e questo scampo niedesimo gli e tosto troncato dalF evidenza dei fatti. Noi non vogliamo fermarci a considerare soltanto V odierno dialetto dc' Fiorentini, perche forse ne potrebbe ve- nir opposta la diversita de' tempi in cui scriveva il Salviati : uoi anzi sarenio con lui piu liberali che non si potrelibe pretendere , ne gli citeremo scrit- tori che viveano con lui , e parlano apertamente del dialetto plebeo non ricevuto nelle scritture. Egli potrebbe ancora aprirsi un rifugio , e sostenere che le sue ragioni pel tempo in cui scriveva, e per non aver usato nel confronto della novella il dialetto plebeo non erano veramente opportune , ma che neir eta del Boccaccio , eta che vuolsi precipuamente osservare , la cosa era in fatti com' ei la narrava , e per questo mettendoci nei tempi addietro , egli istitui quel memorabile paragone che avea deiinita a suo favore la causa. Questo ed altro potrebbe dire il Salviati ( che mai ciance non mancarono ai retori ) : se gli fosse mostrato che nel cinquecento e a' nostri giorni fu ed e a Firenze un dialetto plebeo inca- pace delle scritture , e tutto diviso dalla lingua dei dotti. Ma che vorra egli , o per dir meglio che po- trariuo rispondere i suoi seguaci a quegli scrittori che appunto nel secolo decimoquarto gridavano contro il vol2;are plebeo de' Fiorentini ? Sappiamo gia che cosa oppongano alle dottrine di Dante, ma qual eccezione riman loro contro il Petrarca ed il Passavanti ? E a tacere di questi , dove troveranno solismi che vagliano a ripuguare il Boccaccio ? Le sue parole fatte da noi italiane sono tutte chiare e solenni : «; Due modi abbiamo di loquela , uno rozzo AL VOCABOLARIO BELLA CRUSCA. 323 » ed incolto , eucchiato col latte , V altro coucesso » a pochi, colto, ornato , florido , figlio dello stu- » dio e deir arte , clie bene o male adoperato , e » utile o dannoso ai viventi. Reputo aduiique c col- » r animo e coUo studio doversi ogni uomo inge- » gnare di farsi eloqucnte se lion per necessita , » alnicno per utile ». Ne con minore franchezza egli spiega altro\e il proprio concetto. « 11 perche, » se di questi due modi di loquela quello die ap- j) prendiamo dalla nudrice e naturalmente rozzo e » a tutti volgare , e 1' altro che poclii di noi piu » tardi impariamo e ripulito dall arte , corretto da » leggi certe , e ornato e rifiorito dallo studio , chi » sara cosi stolto da non consentire che la loquela » colta e gentile s' abbia a preporre alia rozza ? E » s' e da preporsi , perche istromento di cose gran- » dissime , qual uomo avra si misero il cuore e la » mente da condannare chi pone ogni studio a ri- » mondare di sua rusticita il linguaggio, e farlo » secondo sua forza decoroso e venusto .'' Che noi » non abbiam gia soltanto da chiedere il cibo alle » fantesclie , o da parlare coi villani di solchi e di » buoi (i) ». Questa testimonianza del Boccaccio vale un lungo discorso , e mostra una mirabile con- seguenza che viene spontanea da tutti i ragio- namenti dei Fiorentini. Essi vollero provare che i colti Itahani parlano e scrivono nel dialetto fioren- tino , e iuvece riusci dimostrato che i colti Fioren- tini parlano e scrivono la lingua illustre italiana : dal che venue di necessita il coroUario , che tutti i volgari sono indistintaraente da riprovarsi , quando cjuello che pur si crede aver fra essi il primato, e distinto dalla lingua nobile , e va errando rozzo ed incerto secondo il capriccio della plebe , la quale confonde ogni cosa , e fu sempre nome odioso ai sapienti. E qui la revercnza del nome di Yincenzo (i) Bocc, De casibua vir. ill. 3^4 PROrOSTA DI ALCUNE COnRFZIONI , CCC. Monti non ci torra il dissent! re alquanto da una sua opinioiie intorno al volgar fiorentino : clie anzi qiianto egli c piu grande , tanto maggiore nc si fa la siciirczza a pailatgli. II Monfi in quella stnpenda sua lettera al marchese Triidzio venne a ragionare deir eccellenza del dialetto usato a Firenze , e disse che lispetto alia lingua questa citta era senza dubbio r Atene d' Italia , e paragouo al dialetto ateniese il to- scano. Quest' opinione, che ha molta apparenza di ve- rita, non pare a noi cosi vera da non doverne nascere grandissinio dubbio a chi la considera, perche troppo e diversa la condizione dei dialetti greci e degli italjani. In Grecia , come fra noi , la plebe parlo certaniente , giusta la sua natura , in modo rozzo e fuor di gramatica , e secondo le diverse regioni ebbe diversi gl' idiotisnii e le nianiere del suo linguag- gio. Ma poi quello che in Italia si fece universal- mente su tutta la sua superficie , in Grecia si opero secondo alcune grandi sue divisioni. Tutti i dialetti d' Italia concorsero alia formazione della lingua il- lustre che fu ed e sola : tutti i dialetti di Grecia sono essi medesimi una lingua illustre : i dialetti d' Italia sono incolti , irregolari e incapaci delle nobili scritture : i dialetti di Grecia sono corretti e gentili e possono alzarsi e s' alzarono alia dignita di ogni discorso. In Aristofane noi vediamo qualche volta il pretto parlare della plebe ateniese , e sanno gli scoliasti e i commentatori quanto loro costasse il poterlo intcndere e 1' accordarlo colla gramatica. Ma quando leggiamo i tre sommi tragici che pure fuor de' cori usarono il dialetto attico , non dobbiam gia ingannarci credendo che quella lingua sia di plebe e da potersi paragonare col volgar iiorentino. Essa e tutta nobile e grave com' era degno a quelle muse die cantarono la virtu e 1' amor della patria, le colpe e le disgrazie dei re e 1' inflcssibile fato. Quell'Aristodcmo del Monti ch' e cosi g;reca tragedia che Sofocle la torrebbe per sua, potria voltarsi agevolmente nel dialetto dell' Attica , ne punto le AL VOCABOLARIO DELLA CRUSC4. 3^5 verrebbe meno quella sua forte e incontaminata elo- cjuenza ,• ma die sarebbe di lei , se fosse travestita nel volgar fiorentino? Che sarebbe di noi se do- vessimo ascoltare quel maraviglioso parlamento di Aristodemo e di Lisandio guasto dalle orrende stor- piature che tutti conoscono ? Si dica pure , poiche vuol dirsi « che il toscano ed anche il fiorentino » e r eccellentissimo dei dialetti italiani , tutto brio, » tutto ricco di partiti e di voci e di modi spi- » ritosissimi » , ma non per questo si venga mai a volerlo paragonare coif attico oh' era lingua no- bile , quanto quel dialetto comune de' Greci , che par forte accostarsi pel niodo della sua formazione alia favella illustre italiana. Se non che da tutte le parole del Monti e da' ragionanienti dell' opera sua ne sembra potersi dedurre che nel fare al principio de' suoi discorsi quel paragone dei due dialetti miro piuttosto a gentilezza che a verita , o per meglio dire tenne modo di buono schermidore , che avanti r assalto saluta cortesemente quell' avversario , che in breve gli cadra ai pie senza vita. E questo fu veramente il termine della battaglia die il Monti ed il Perticari mossero all' usurpazione de' Fiorentini : alcuui pochi potranno ancora per qual- che niomento risorgere , e dibattersi audacemente fra le braccia di Ercole , ma da quelle strette non campera uomo vivo. L' Italia e gia venuta intera nel- r opinione di chi la vendico de' lunghi suoi torti , e se in a v venire alcun Fiorentino vorra rinnovare r odio deir antica jattanza , non piu verrassi a lite con lui , ma sara compianto come 1' uomo a cui Dio levo r intelletto. Questa e 1' impressione che nc resto profopda neir animo dopo la lettura delle opcre del Monti e del Perticari. Se nelle cose umane e certezza , se i buoni studj lianno principj saldi ed eterni, noi non ci siamo ingannati : la verita ne si presento cosi splendida , che pur chiudendo gli occhi avremmo potuto non vederla , non avremmo potuto negarla. 326 PROPOSTA DI ALCUNE COUREZIONI , ecc. 11 vanto tie' Fiorentini c provato bua;iardo dalT au- torita c dalla critica, dai ragionanienii e dai I'atd , dalla lilosolia c dalla storia: la loro supeiba opinione non e solo dimostrata falsa, ma si anclie impossibile ad esser vera , ne oltre quest' ultimo segno d' evi- denza possouo ari'ivare mai le sentenze degli uoniini. II pcrche sara bene che niuno per sentirsi forte ed invitto contro gli avversarj della verita e della ragione , speri mai potersi sottrarre ao;! insulti dei maligni e degf invidiosi , i quali per qucste dottrine ora universalmcnte approvate furono si acerbi a Dante e al Monti ed al Perticari. Bisogna tener alta la fronte e passare con dignita attraverso le ingiurie do' tristi : chi yorra pin sdegnarsene , quando fu udito cliiamar goffb il Rlonti , e dar al Perticari il nome di piccolo Giulio ? Clii s' adontera delle piu tetre villanie , quando si giunse a gridar Dante ub- briaco per f ira , e si disse nemico della patria e de' suoi quel santo e glorioso capo che il Boccaccio in mezzo all' ingrata Firenze avea chiamato famoso per chiara pazicnza, e per mansuetudine antica? Noi arrestiamo il discorso , perclie troppo gravi parole ne corrono al labbro; e sebbene di recente abbia cacciata fuor del fango la testa un tale , che 1' essergU villano sarebbe gran cortesia, non vogliamo che col suo nome egli imbratti le nostre scritture , ma si , che dimenticato si distrugga nella cieca sua vita. In quella vece noi risponderemo ad un gentile la- mento, che molti benevoli del Monti e del Perticari Iianno mosso con qualche' sembianza di verita : essi dicono che per fermo non e a dubitai'si che le dot- trine da loro rinnovate non siano certissime , ma poi proseguono a dire : che e questo a quello che in tanti anni potean fare due intelletti si poderosi? Iianno deHnita una quistione alia cpiale era troppo il millesimo del loro in2;egno, e intanto nelle noje gramaticali fu^gi pel ]\lonti senza vera vita un tratto di tempo, nel qual potea creare alruuo di quei nii- racoU di poesia cui ha accostumata I Italia: e lispetto AL VOCABOLARIO DELLA CRUSOA. Saj al Perticari e ancora piu grave la pcrdita , perche queste sue opere ne daniio appena la mi sura di cio die poteva aspettarsi da lui : ed ei non e piu , ed ogni speranza e ingannata , e noi guardiamo per V Ita- lia , e lion e clii pur da lontano pronietta seguirlo- Questo lamento e cortese , e per alcune parti puo parere giustissimo. Chi vorra iiegare clie dalle alte idee del Monti e del Perticari non potesse uscire in tanti anni qualche nuova niaraviglia da niostrar moko meglio 1' eccellenza di que' loro ingegni ? Ma che conseguenza vorrassi trarre da cio ? Molte vie sono alia vera gloria, e ruomo generoso sceglie per arrivarvi quella che il cuore gli mostra, o la for- tuna gli niette davanti. 11 Monti era gia circondato d' ogni splendor di poesia , e voile ottenere questo accresciniento di lode diversa : il Perticari con sif- fatti studj preparava lo stile a dettare la storia , e clii vorra riniproverare a queir onorato, se la natura lo arresto ne' primi impeti della sua bella carriera ? Ne la causa di questi due sommi ha bisogno di tali parole che sarebbero piuttosto di scusa che di difesa. Noi crediamo che qualunque opera essi avessero scritto , non avrebbero mai cosi altamente meritato dell Italia , come arrestando la mente nella quistion della lingua , e rovesciando un pregiudizio tanto dannoso. Utilissima fu veramente la loro impresa , e degna che gli stessi Fiorentini se ne professino L Italia, tranne pochissimi die stavan da se, era divisa in due grandi partiti , i quali s' allontanavano egualmente dal vero : gli uni , o fossero di Toscana o d' altronde, mettevano ogni loro studio nel vocabo- lario della Crusca, e vi attigneano una lingua senza aninia e fatta per arte una cosa municipale; gli altri, volendo esser liberi da oeni aio^o , non erano che licenziosi e usavano itn 2;ergo barbaro seuza regola lie proprieta. I primi scrivevano, come se la lingua italiana fosse gia morta , i secondi come se ibsse nata allora e mancasse tuttavia di norme certe e 3a8 PROPOSTA DI ALCUNE CORREZIONI, CCC. precise. Questa divisione d' opinioni )iasceva da uno stesso motivo, che uon e a cercaisi altrove die nclla pretensione de' Fioreiitiui : coloro chc la riconosce- vano giusta erano ridotti a riiiimciare all intimo sen- timento che pur gli avvisava essere tutta viva que- sta lingua italiana , e si vedevano notte e giorno occupati a razzolare nelle anticaglie e scambiarvi le imniondezze per gemme. Pensate or voi se potessero sollevare la testa uomini avvezzi a tenerla cliiiia in quelle ricerche. Gli altri in vece, che abborrivano una tanta usurpazione , corrcvano , come suol avvenire , air altro estremo tutti condannando gli antichi, e nul- r altra regola proponendo a se stessi che non aver regola e ogni cosa dire secondo uso , anzi secondo capriccio. La poesia ricevette men danno che la prosa da queste malvage opinioni, perche essa in Italia ha piu certo e sicuro 1' esemplare del hello , e se il poeta e veramente chiamato dalla natura , ha un ingegno animoso che non puo assoggettarsi a dottrine servili, e indovina quasi per istinto i secreti dell arte sua: ma in questa bberta egli sente il bisogno d' uno studio profondo anche nella lingua , perche la parola non gli resti impedita per difetto dell arte , e cosi passa per mezzo ai due opposti errori senza esserne otFeso. Troppo diversa era la condizione del prosa- tore al quale ordinariamente non e richiesta questa tempra d' ingegno : e noi perche sarebbe troppo lun- go ne abbastanza appartenente al nostro soggetto il voler discorrere per quali ostacoli la prosa rimanesse tanto sotto la poesia presso un popolo eloqucnte come r italiano , diremo in vece con brevita , che cio vuolsi in gran parte attribuire al non aversi mai condotta la lingua ad un giusto termine di liberta lontano egualmente dalla schiavitu e dalla licenza. Di clii scrive senza regole e lascia scorrere barbaro e lotolcnto lo stile non e da parlarsi, ma que' me- desimi che ponevano ogni cura nello studiarc la lore favella , a che si vedevan ridotti ? Noi tacciamo per un istante de' Fiorentini , ma pur troppo e vero che AL VOCABOLARIO BELLA. CRUSCA. 829 da qualche secolo il resto d' Italia era condannato ad usare una lingua per esso gia morta. Ora tutti sanno, come una lingua semplicemente acquistata collo stu- dio e non ajutata dall' uso malamente si presti ai gagliardi movimenti dell' eloquenza die ha bisogno di parole tutte pronte, tutte nostre, e che ci nascano nella mente e nel cuore insieme coi concetti che rap- presentano. Uomini grandissimi hanno ai tempi mo- derni scritto nelle lingue antiche , e se noi possiam giudicarne , di purita e d' eleganza non istanno gran fatto addietro ai loro maestri : ma invano vi si cer- cherebbe quella forza di persuasione che strascina a suo piacere gli animi, invano vi si vorrebbero quegli spiriti animosi che fanno parer vivi ed evidenti gli oggetti. II concetto dello scrittore eloquente nato nel cuore si niatura nell' intelletto , o nato nell' intelletto si riscalda nel cuore , ma ond' esso parta , e neces- sario che per venire sino a noi robusto ed effettivo esca , come vuol Dante , segriato dell interna stampa : non dee quindi trasformarsi per via , non prender abito straniero , non ritardarsi per cercar vani or- namenti. E qnesto avvien certamente , quando alcuno scrive in una lingua che non gli e viva : ogni uomo pensa nella sua propria fiivella , e in essa se ha fe- lice r ingegno , vede quasi scolpiti nel profondo della mente i suoi concetti : sicche ove possa in quella liberamente esprinierli, ne li presenta davanti come li vede egli stesso , e del pensiero puo dirsi quello che Dante del riso, ch' egli e un lume apparente di fuori secondo che sta dentro. Ma se quando Y idea c pronta ad essere significata , egli debbe arrestarsi e cercar nella memoria per che modo 1' abbia a spie- gare, se dee ricorrere ai dizionarj e agli autori, e cucire insienic quasi panni purpmei un eleganza di frasi procedcnte da lunghissimo studio , allora la virtu della parola vien meno , e troppo spesso 1' o- ratore e costretto ad esprimersi come puo, non come vuole, e intanto chi lo ascolta, ammira la vaghezza dc' suoi modi , loda la purita del suo stile , inchina 33o rnorosTA di alcune corhezioni, ccc. la sua molta sapienza, ma la pcrsuasione e lontana, r intelletto noii si muove , c il cuore non si appas- siona. Ne cio die qui e cletto in eggo , mi persegue .... Priva di amid io sono E di consign : delle leggi esperto Voi ne misteri, il mio turbato spirto Non sorprendete col timor ; se incauti Sono gli accenti miei, la coscienza Di non avere offeso alcuno, e mold Beneficad mi sapra il rimesso Animo francheggiar. Piu forte sarebbe il concetto di Beatrice alia pre- senza di Oronibello se i versi non procedessero troppo bassi : Come voi durad Ho, Michele Orombello , i padmend Delia tortura ; ma quest' alma altera Sdegnb i consigli del dolor . . . Si abbietto Non vi credeva d' infamar voi, quando Bella e onorata vi si offria la morte. E cosi il carattere di cpiesta donna, della quale ab- biamo abbastanza parlato , per la sua incostanza e per la sua poca dignita lascia freddi ed incerti gli spettatori, e non giova punto al buon efFetto della tragedia : laddove se Beatrice fosse stata piu ener- gica , se come vedova di Facino avesse avuto d' in- torno a se qualche partigiano operoso, il dramma non sarebbe forse meno storico, e il carattere di Filippo avrebbe potuto anch' esso spiegarsi piu ri- sqluto. Ma la mancanza del contrasto tolse ogni ca- lorc al componimento , e la stessa incertezza che abbjam veduta nel carattere di Beatrice si ravvisa eziandio in quello del malvagio suo sposo , il quale come non pote csscr dcscritto dagli storici , cosi non 348 BEiTPxICK TENDA, TnA.GEDI\ ISTORTCA. fu neppure ben rappresentato dal poeta. Ma oltre- che il poeta ha ne' suoi personaggi V elezione die agli storici non e data, anche gli uoniiui tenebrosi e copei'ti possoiio esser rappresentati per modo che lo spettatove se ne formi un sicuro concetto. Che se poi Filippo era un uonio senza determinato ca- rattere, un principe da nulla, siccome il Verri affer- mo, non sappiamo con quanto giudizio fosse toko a protagonista di una tragedia. Noi potremmo , segui- tando il componimento del sig. Tedaldi, recare in mezzo le prove di questo difetto che apponiamo al suo Filippo , siccome per Beatrice abbiam fatto ; ma innanzi tatto ci sprona la troppa lunghezza del tema; e crediamo inoltre che il sunto da noi presentato valga a confermare la nostra asserzione. Pero pas- sando ad Agnese, il carattere di lei, dice TAutore, nella tragedia e interamente d invenzione. Essa non si rappresenta come V arnica di Filippo , come la madre di Bianca, ma come un oggetto fantastico , wi peiso- naggio lirico che offre pmttosto le vicissitudii/i di una passionc che un indiiiduo. Ma come ognun sente che queste parole son vaghe nel loro signiiicato , cosi e vago il carattere di Agnese nella tragedia. Gli amori di quella impudica femmina con Filippo sono forse la parte pin storica in tutta la vita di quel Duca ; e poiche se ne poteva tirare un si evi- dente vantaggio , non sappiamo per qual motivo r Autore abbia fuggito di valersene. Di questa ma- niera il sJ2;nor Tedaldi ha tolto quell' unico fonte da cui poteva pur nascere un qualche interesse , e non essendovi in tutta la tragedia ne un personaggio di carattere ben deciso , ne un fatto ben certo , ne una passione determinata ed aperta , il componimento passa , per cosi dire , sotto di un velo , e Y effetto debb' esser pochissimo. Nella storia si studiano util- mente anche i Ttiezzi caratteri, e forse anzi piu util- mente dei grandi , perche 1" utilita e maggiore in quelle cose che piu di frequente s' iucontrano ; ma il teatro ( dove la brevita del tempo non lascia luogo E TANCREDI CONTE Dl LECCE , TUAGEDIA. 849 a limghe liflessioni ) non dee promettersi grandi vantaggi se non rappresenta azioiii aperte ed uomini risoluti. Del Riccio, del Gastiglione e dell' Orombello ab- biam detto di non volei' favellare, sebbene forse di quest' ultimo dovremmo dire alcun poco , per toccar ilelle liriche introdotte nella tragedia. Ma come non siamo fra quelli che credon contrario all' indole di questi gravi componimenti ogni intervento della mu- sica , cosi crediamo die dove queste poesie cantate non siano di una grande bellezza , e non servano air intimo scopo della tragedia , debbano sempre riu- scire dannose. E tali reputiamo appunto le due bal- late intiodotte dal sig. Tedaldi , prima perche la tragedia camminerebbe al suo fine senza di loro ugualmente , poi perche non hanno splendore alcuno di poesia. E questo splendore manca non di rado aaclie al resto del componimento , di che saremmo larghi di prove se altri non ci avesse gia preceduti in questa parte. Pill alti-e cose potrebbero dirsi a dimostrare ognor pill che ogni parte nella tragedia e indeterminata , e mancante di quella chiarezza e di quella evidenza clic sola pno toccar fortemente gli spettatori; e vor- remmo dire principalmente die Guido , non essen- dogli dato un carattere abbastanza energico, cade come una vittima inutile, senza che lo spettatore ben sappia se a ragione od a torto , ne per quale motivo cadesse. Ma di tutte queste cose potra far ragione ogni leggitore. A noi invece si fa debito dichiarare perche alDbiam nominata romantica la tra- gedia del signer Tedaldi , sebbene egli la nominasse istorica. Vi sono alcuniy dice egli, che invece dl prendere una talc voce (istorica) nella sua naturcde sigiu- ficazione , o per ignaranza o per malizia la coufondono con un cdtra che da alcuni c fatta oggetto dl scherno. Noi , che non crediamo degna di scherno nessuna umana invenzione, protestiamo di non avcre scam- biata questa voce per alcuna malizia , e crediamo BlbL Ital. T. XLI. 23 35o BEATRIQE TENDA , TRAGEDIA ISTORIC.V poter climostiarc eziandio clie non peccamnio in ciu d ignoranza. Storica puo essere anche una tragedia rigorosamente coniposta secondo le regolc classiche; nia una tragedia nella quale non trovasi alcuna di queste regole e necessaiiamente romantica. Storico in molta parte c anche il Tancredi di cui parlere- nio apprcsso ; e storiche , quanto la Beatrice , sono moke tragcdie dei classici : e quindi il signor Tedaldi verrebbe a introdurre una nuova distinzione fia le tragedie classiche e romantiche , separando le storico- classiche dalle storico-roinantickc. Ma non dovremmo ora niai vergognarei di questo immenso numero di parole sempre vote di cose, di cui crediamo arric- chire ogni giorno? II Tancredi del sig. Bertolotti e molto piii breve della Beatrice, cio che doveva naturalmente acca- dere , essendo 1' azione ristretta a piii angusti con- fini, e molto minore il numero de' personaggi. Atto 1° La scena e il palazzo de' re Normanni in Salerno. Elfrida ( sposa secreta di Tancredi) sola nelle sue stanze attende \ ancella Gismonda che gliene dia contezza. Gismonda arriva con dubbie no- tizie della battaglia in cui si trova Tancredi. El- frida le impone di nascondere in un tempio sotter- raneo Arrigo, picciolo liglioletto di Tancredi e di lei. Frattanto questo liglioletto e recato dalla nutrice in un ccsto di liori; e sopravvenendo il re e la re- gina , Gismonda lo porta nelle stanze di Elfrida. II re le annuncia la vittoria da lui ottenuta pel valor di Tancredi. Non per questo , dice la regina dopo la partenza del re , non per questo devi tu sperare di divenirgli mai sposa : troppa e la disparita delle condizioni ; Tancredi principe nato al trono , tu de- relitta, ignuda baml^ina raccolta da me ancor nelle fasce. Aver essa gia vietati ( sebbene indarno ) quei loro amori; non si scordi piii oltre dc' suoi divieti. Frattanto la costringe a giurare che quando sara di ritorno Tancredi non aprira il labbro jier cosa che yegga od intenda — Tancredi arriva , ed Elfrida uc E TANCREDI CONTE T)I LECCE , TRAGEDIA. 35 1 fugge lo scontro. La regina accoglie il vittorioso eroe, lo fa aibitro cli chiedcre quanto e da lei , ed csso domanda di poter favellare ad Elfrida. Venuta co- stei , Tancredi le parla amorose parole , ed essa pel dato giuramento sta miita. Tancredi se ne maraviglia , e la regina , sotto colore di scnsarla , dice ch' essa in- namorata di Ugone di Taranto a lui ha promessa la mano di sposa. Tancredi oltremodo sdegnato getta il brando , e giurando vendetta parte coUa i-egina. Atto 11° Elfrida trovasi nelle stanze della regina dove il re le ha ordinate di portarsi. Vi arriva an- che Tancredi : le scaglia alcune ingiuriose parole , e fniabnente mette la mano snl pngnale , e muori le grida , o malvagia. Elfrida allora : Dolce la morte mi fia se a me la dd Tancredi — Ti discolpa se il puoi — lo discolparmi ? si pil nan son come tu in- giusto sei. Tancredi le rimprovera ancora le nozze da lei sperate col signor di Taranto , ed essa rispon- de : Noil son io madre di Arrigo? A cpieste parole Tancredi ol^lia ogni sospetto , domanda dov e il caro figlio, e impaziente di rivederlo. Quando sara notte, gli I'isponde Elfrida , vieni nelle mie stanze : io lo porro nelle tue braccia affinche gli sii duce ed esem- pio — T' intendo , ripiglia Tancredi , vuoi liberarti del fanciullo per andarne sciolta d' ogni cura al no- vello talamo. Elfrida si duole di cjiiesta nuova diffi- denza , e finalmente gli palesa il giuramento a cui s' c legata. Allora il domandar perdono succede in Tancredi al furore : gli amanti si abbracciano , e Tan- credi giura di voler palesare le loro nozze e difen- derle innanzi a chicchesia. Elfrida lo consigHa a cer- care di guadagnarsi coi prieghi la regina e il re , i quali allora appunto arrivano. 11 re dice a Tan- credi di volerlo successore al trono , e giura di ap- pagare ogni suo clesiderio. Esso gli domanda Elfrida. Ed Elfrida sia tna , risponde il re : io stesso con- giungero le vostre destre. Parte quindi , e parte an- che Elfrida a cr.i il re impone di preparare le gem- me e i lied fiori ,• e la re2;ina rimasta sola con Tancredi 35a BEATRICE TENDA, TRAGEDIA ISTORICA ccixa indarno rimovei'lo da quelle nozze parlandogli dcirinfedelta diElfrida: esso noii le presta piu fede. Ne vale all' intento di lei il dirgli che Elfrida e una orfana deserta d' igaota stirpe , c!ie contaniincra il tiono: io, risponde, ne laveio col valore ogni raacchia. Atlo 111° NcUa sala del trono sta Elfrida con Gisnionda : il suo abbigliamento e di sposa , ma il cuore le presagisce sventure. Ne Tancredi puo con- fortarla. Giunge il re , e dicliiara Tancredi suo suc- cessore alia presenza della regina e dei grandi. Tutti gli giurano fedelta. Dopo di cio il re fassi a com- piere il matrimonio di Tancredi con Elfrida. Ferma, grida allora la regina , cosi consacri I iiicesto . . . Tancredi e a lei fratello : e come sola conscia dei natali di Elfrida , compone una favola per dar cre- denza alia sua asserzionc. Atto IF.° Romildo ( scudiero della regina ) viene ad amiunziarle che Elfrida e sparita dalla reggia , e die i piu la credon gettatasi in mare. Ad im breve rimorso succede nel cuore della regina la speranza che , morta Elfrida , potra ottener V amore di Tan- credi cui ha latto chiamare. Al suo arrivo gli ma- nifesta la propria passione per lui. Alia ripulsa e si grandc lo sdegno e il dolore della regina , che gli si avventa con un pugnale per ucciderlo. Ma, arrivato in quella il re , cssa volge in se medesima il ferro , e pria di morire palesa che Elfrida (creduta or mor- ta ) non fu sorella a Tancredi , ma si iiglia sua pro- pi'ia avuta prima delle nozze — Dietro alcune incerte notizie, si va in cerca nuovamente di Elfrida. Atto V." Elfrida in un sottcrraneo , vinta da troppo dolore , ha divisato di uccidersi. AUontana quindi la sua fedelc Gismonda sotto pretesto d' inviarla a ])reparare il modo di fuggire. Rimasta sola bacia il llglioletto Arrigo, e poi beve il veleno. Innnanti- aente soprarrivano Tancredi , il Re , Gismonda ed altri. Tancredi le annunzia quello che la regina mo- rendo ha manifestato , ed essa gli dice di ricambio che gia e vicina alia morte per 1' ingojato veleno. E TANCREDI CONTE DI LECCE , TRAGEDIA. 353 Essa muore poco clopo , e Tancredi a stento e trat- tenuto dall' uccidersi . A chiunque abbia letto il suiito di questa tragedia si fara manifesto , cli' cssa ha un doppio nodo ed una do])pia catastrofe; nianieia di tragedie die Ari- stotele biasimava ( un seguace della scuola classica non isdegneva questo giudice ) siccome scritte nel genere dell' epopea. E veramente V esperienza e la ragione c' insegnano die i mold avvenimenti pos- soiio esser piu presto descritti die rappresentati : primamente perche V epopea puo concedere ad ogni episodio una conveniente estensione, mentre la tra- gedia e uecessitata a costringerli in troppo angusti coiiHiii ; poi perche V epico puo narrare e descrivere molti fatti senza nuocere alia chiarezza e senza stan- care V attenzione de' leggitori , ma il tragico aven- do mestieri dell'azione, induce assai di leggieri con- fusione e stanchezza. Tuttavolta si leggono assai tra- gedie , principalmente modernc , ordite di questa maniera ; e poiche imparammo die dei sistcmi e vano il mover coiitesa , non danneremo la tragedia del sig. Bertolotti in quello per die forse piacera a molti altri: e verremo invece considerando, quanto questi avvenimenti sui quali ha fabbricata la sua tragedia si consentano colla ragione e coUo scopo deir arte. II nodo di questo componimento si fonda prima sul giuramento di Elfrida, poi sulla menzogna della regina intorno ai iiatali di Elfrida medesima. E ma- nifesto die la regina impone alia giovinetta il vin- colo del giuramento per poterla accusare d' infedelta a Tancredi , e metter line cosi agli aniori die sa- peva esser fra loro due. Ma non doveva conoscere la regina , ch' essa di questa maniera appcndeva a sottilissimo filo la spada che piombar le doveva , quando che fosse, sul capo ? Santissima e la fede del giuramento , ma grande e la forza ddf amore , ed onnipossente nclle anime piu gentili il desiderio 354 BEATRICE TENDA, TRAGEDIA ISTORICA di conservare intatta la fania. Pero ci si fa iucrcdi- bile il sileuzio di Elffida allorche si accor^c chc la fcde del giuranieuto dcve costarlc la pcrdita dcl- ramante; ci si fa impossibile quando cousideriamo cli' essa tacendo vedeva coprirsi d' infamia. II serbare uu giuranieuto al prezzo dclf aniore e dell' onore credianio clie sia tal prova da vincere ogni umana virtii. Aggiuiigasi the la lagione assolve Elfrida dal giiiramento , e chc per conse2;uenza il silenzio di lei lion puo produrrc alcuii buouo cffetto suiraiiimo degli s])ettatori. Aggiungasi clie Elfnda e pur linal- meiite costretla di palesaie a Tancrcdi farcano, ca- dendo in cpiello spergiuro di cui mostro tanto oirore , die per evitarlo non fuggi la taccia di sleale ed infanie. Aggiiingasi ancora clie la regina avrebbe potato tiovar qualclie via alia sua fiode meno in- certa di quella tentata col giiiramento di Elfrida , t; sara aperto clie qiiesto priino nodo non puo con- durre la tragedia a buon fine. Che se anclie dovesse credersi ragionevole il si- lenzio di Elfrida, perclie mai Y orribile acciisa data a qiiesta innoceiite fanciulla doveva trovar tanta fade ill Taiicredi ? Se Elfrida era secreta sua sposa , come poteva egli credere clie proniettesse la mano ad Ugone di Taranto ? E gia, anclie senza le nozze, il solo fanciulletto Arrigo tenea luogo di sicurissimo pegno d' eterno aniore fra loro : ed Arrigo doveva esser la jirinia parola di Tancredi per far sentire ad Elfrida la gravezza del suo tradiniento ; ed Ar- rigo doveva correre involontario sul labbro di Elfrida per togliere ogni dubbio al troppo credulo aniante. Ne alcuiio ci dira clie non e grado d' infamia di cui la storia non ci presenti gli esenipi: perocchc quelle turpitudini die 2;cttan Y uomo fra la sdiicra dei bruti non debbono neppur sospcttarsi in quella con- dizione da cui il tragico elegge i suoi personaggi. Quesle «i sembrano cose die ogni aiiinia intcnde: e quindi assai ragioiievolmente il poeta fece a se stesso la critica ponendo in bocca di Elfrida e di Tancredi le segucnti parole : / e tancredi conte di lecce , tragedia. 355 Elfrida. lo di tacer giurava.- Ella ( la regina ) a cib in astringeva. II sacro voto lo rispettai , ma in te trovar credea Un dif elisor della mia intatta fede, Non un giudice awerso. Tavcredi. Oh Elfrida! oh sposa! Ed io potei nel mio stolto furore Oltraggiar il candor di tua beU'ahna? Anzi irato il pugnal volgere al petto Che d' amor , di bonta tempio e si raro ? Ahi, di rossor mi copre il folio mio! E qui di passaggio diremo , die anche questo cam- biarsi di Tancredi in favore di Elfrida riesce troppo precipitate , e intempestivo quasi del pari che Y ira in cui venue poc' anzi coiitro di lei ; il che se non er- riamo precede dal non essersi I'Autore composto in mente un chiaro e sicuro concetto del carattere del personaggio. Quindi ad ogni scena egli pare un altro da quello die parve innanzi ; e nessuno per esempio ravvisa il Tancredi del I.° atto nelle rimbonibanti parole del giuraniento die non ricliiesto fa nel II.*^ ad Elfrida: Odami il del , m oda la terra , e m oda Tra I' orror delle tombe e V ossa ignude L' estinta schiera de' Normanni eroi. Pel sol che diede a mia vittoria il giorno , Per la notte che I' orbe atra circonda , Per gli avelli de' padri io qui lo giuro. E se il voto io mai frango , ogni uom di guerra Me vile appelli , ne piic nome io serbi Di cavalier. Io qui prometto e giuro, Che , come mia ti fe' I' amor , V amplesso Di sposa, e mia ti confermb la dolce Prole comune , il si gentil fanciullo , Cost del del, cost del mondo in faccia Te per mia sposa attesterb superbo ■■ E in ciunpo aperto , o in chiuso ag07i coif armi Lo sosterro , s' anco di mille e miUe Si drizzasser Ir lance (d petto min. 356 BEATRICE TENDA, TRACEBIA ISTORICA Noi non parliamo del valore poetico di qucsti vcrsi, o delle critiche allc quali si potrebbero sot- toporre; diciamo soltanto clie tutta questa parlata la quale gonfia e distende per diciassette versi cio che })oteva csser detto in tie o quattro , questa gratuita disfida , questo giuramento ])ei \»ivi e pei niorti, per la terra e pel cielo ci da di Tancredi un idea alia quale uon corrisponde in tiitto il resto della tragedia. Pacilicatasi poi Elfrida con Tancredi, il coniponi- niento potrebbe dirsi al suo fine. Giascuno s' imnia- gina di vederli dinanzl all' altare , e per compiere la tragedia appcna si puo presumere die la regina morra o di dolore o di ral^bia. Ma jjiacque al poeta d' introdurre la menzogua della regina stessa intorno ai natali di Elfrida. Questa mcnzogna trae seco un secondo rivolgimento di fortuna, o come sogliono dire le scuole, una secomla peripezia; perocche volge di nuovo in tristo il lieto stato di Elfrida , e la conduce a morire. Dicemmo 2;ia innanzi die questo nioltiplicarsi di casi nuoce ordinariamente al merito delle tragedie ; ed ora credianio di poter alTerniare die quclla del sig. Bertolotti sarebbe riuscita migliore s' cgli stava contento alf uuo di qucsti nodi. Se non die, dove il primo era difettoso per cosi dire in se stesso , il secondo ci sembra da biasimare pev le con- seguenze che il sig. Bertolotti gli ha attribuite. Se Tancredi ed Elfrida eran nati da una madre me- desima , cio potea senza dubbio diiarire incestuose le lore nozze , poteva spargere di amarezza tutte le passate dolcezze, ma non doveva recare queirin- nocente fanciuUa ad avvclenarsi. Quando gfinvolon- tarii incesti si credcvano testimoni delf ira del cie- lo , e come tali venivano profeteggiati , ben poteva pensarsi die Giocasta si appendesse ad un laccio, e che Eclipo si strappasse gli occhi per non veder piu la luce ne il miserando spettacolo delfincestuosa sua prole : ma sotto Y influenza di religioni e di costu- inanze diverse , quando ogni uonio ha imparato che si E TAXCREDI CONTE DI LECCE , TRAGEDI\. 357 puo essere svcntui-ati e non rei, clie ogni male e leg- giero dove non entro la colpa , perche vorrem noi suppone clie Elfrida facendosi micidiale di se me- desima, abbandoni il suo caro figlioletto, che tanto piu doveva abbisognare di lei quanto piu era infe- lice ? Sc qiialcuno ci dicesse clie la morte di Elfiida fu applandila , noi non gli negheremo credenza. Pur troppo e grande il numero di coloro i quali non san giudicare se non queir unica parte del coniponi- mento che sta loro dinanzi agli occhi : nia clii scrive per amore dell' arte, e chi ania di concorrere nella grand' opera di educare il popolo alia conoscenza del vero bello , non dee contentarsi se il popolo applande mentre il dotto non puo render ragione di quell a lode. Nel Deniofoonte del Metastasio Tiniante e rappre- sentato nella condizione niedesima di Tancredi e di Elfrida. Secondo i costumi dei tempi ai quali il dram- ma si riferisce, il poeta avrebbe potuto immaginare quello che il sig. Bertolotti immagino nella sua tra- gedia; ma egli per fuggii-e il contrasto che cio do- veva produrre colle opinioni degli spettatori, ridusse le smanie di Tiniante dentro quei limiti nei cpiali dee credersi che si conterrebbe ai di nostri un uomo assennato ; e nondimeno le sue parole ci commo- vono fortemente : Misero me ! Qual geliclo torrente Mi nana sul cor! Qual nero aspetto Prende la sorte mia ! Tante sventure Comprendo alfin : perseguitava il cielo Un vietato imeneo. Suocero e padre 31' e dunqiLe il re ? Figlio e nipote Olinto ? Dircea mobile e germana? Ahi qual funesta Confusion d' opposti nomi e questa ! Fuggi , fuggi Timante : agli occhi altrui Non esporti mai piu. Ciascuno a dito Ti mostrera. Del genitor cadente Tu sarai la ^-ergogna ■■ e quanto oh Dio ! Si parlera di te. Tracia infelice , Ecco I' Edipo tuo, D' Argo e di Tebe 358 BEATRICE TEND.\, TRAGEDIA ISTORICA Le furie in me tu rinnovar vedrai. Ah noil t! avessi mai ConosciiUa , Dircea '. . . . I nostri affetti Che orribUi memorie Saran per noi! Che moscruoso oggetto A me stesso io divengo ! Odio la luce ; Ogni aura mi spaventa ; al pie tremante Parmi che nianchi it suol ; strider mi sento Cento folgori intorno , e leggo ok Dio ! Scolpito in ogni sasso il fallo mio. Egli ill mezzo al suo furore e abbastaiiza ragio- nevole per conoscere die nol fa reo V incesto del quale non ebbe alcuna contezza : solo paventa il giudizio degli uomini die badaiio alle apparenze piu che al vero, e sentendo che gli manca la forza di abbandonare la sua sposa, sentendo die non po- trebbe giammai cessare di amar Dircea, piuttosto che vivere nel pericolo di liruttarsi d' un volontario in- cesto , desidei-a di morire. Io non mi posso Dimenticar Dircea ! Sento che I' amo. So che non deggio. In cost brevi istanti Come /ranger quel nodo Che un vero amor , che un imeneo , che un figlio Strinser cost ? che le sventure istesse Resero piii tenace ? E tanta fede ! E si dolci memorie ! ': E si lungo costume! Oh Dio, Cherinto, Lasciami per pieta .' lascia cli io muoja Finche sono innocente. Ne deir intreccio o della condotta crediamo ci abbisogni dir oltre. Quanto ai caratteri poi restrin- geremo le nostre parole alia Regina che n' e il prin- cipale, si pel soggetto e si ancora per la diligenza usatavi dall'Autore. Perocchc di Elfrida, di Tancredi e del Re ci bastera il dire che sono caratteri de- boU ed indecisi; e chiunque avra letto o la tragedia o il sunto che noi ne abbiam rifcrito se ne ftira persuaso. La Regina poi e una niadre saaturata, una E TANCREDI CONTE DI LECCE , TRAGEDIA. 359 moglie sfacciatamente impudica , una donna si rotta a libidine, die non richiesta offerisce, e per guada- gnaisi un amante sacrifica la Hgliuola ed e presta a triicidare il marito. II del , Z' averno , il mondo Tutto sparisce agli occhi miei. Tancredi lo sol veggo. Tancredi e il mio sospiro. Ei parli , ed io nuoi^a Hosmunda , il ferro O il veleno oprerb. Delitd ei chiegga ;. Pwche gli piaccia adunerb delitd. E altrove Si , Tancredi , per te d' amor mi struggo , D indomahile amor , d! amor feroce. Onor , virtii , decoro , io tutto ohblio : La tua vittima io sono ■■ o tu m uccidi O t arrendi al mio amor. Tanckedi, Del re consorte Cosl favelli? La Regina. Tu in mal punto il nomi. Un cenno aggiungi, ed ei cadra. La destra Vedrai se ferma ho nel ferir. La regge Amor e hasta. Spento lui sul soglio Sedrem congiunti. Onor mi fai, le risponde ben a ragione Tan- credi; e gli spettatori potrebbcro ancli'essi gridare: queste cose ci destano orrorc. Questa regina non e solo ima madre poco amorosa , ma una Medea che uccide i proprj ligliuoli ; non e un innamorata ma una Taide; e peggiore di Clitennestra, perche senza le arti di Egisto sagriiica alia malvagia sua passione la figlia, e sarebbe prontissima a trucidar anche lo sposo ; e insomnia un vaso di tutte le iniquita, ed opera ogni pin grave delitto per la bestiale libidine che la governa , non avendo d' intorno a se che persone pacifiche e virtuose che la consigliano al bene. Ne a cio contenta, converte in odio Taniore, e fti prova di piantar il pugnale nel petto del vir- tuoso Tancredi ; e fallendole in cio la speranza , S6o BEATRICE TENDA, TRAGEDIA ISTORICA come fuori cli senno si uccide. Questa donna che va alia tomba macchiata di tutt' i delitti, qual escmpio daia essa al popolo , se alineno in quell' estrenio momento dell' agonia non sente il peso delle grandi sue colpe , e nou dice una parola di pentiuiento ? Essa invece cosi favella al re suo consorte : lo di Tancredi in hraccio Monr bramava , ma sua amante e sposa , E tiL saresti nel sepolcro or forse. D' un infausta wtit, s armb Tancredi Contro il mlo amor, Tu salvo vivi e regna Vile a te stesso , e al mondo inutil peso. Ma inu'ta io non morrb. Sappia Tancredi Che non fu Elfrida sua sorella mai , E ch' io mentii perche disgiunto sempre Fosse da lei. Ne men pent' io , se posso Lasciar morendo lacerata I' alma Di costui che ni abborre, Ed a Romildo che piange la vicina morte di lei , risponde : Taci codardo , Dolce e il morir se vendicata io muojo. Le quali parole die sonarono altissime sulla bocca di qualche grande guerriero , e che poterono tras- portarsi talvolta anche sul lalibro di qualche illustre malvagio , perche dobbiamo vidirle da una donna che non si fa singolare dalle altre se non se in quello che piu 1' avvilisce , e che di null' altro si vendica che della sua mal corrisposta libidine ? Dair esame di ([uesto carattere della regina pos- sono assai di leggieri derivarsi moke conseguenze intorno all' efFetto del componimento , si pel teatro e si ancora per la morale , che uno scrittore non deve mai trascurare. Ma lasciamo assai volentieri die ogni lettore supplisca a quello die noi taciamo per brevita. Quanto al verseggiare, noteremo una perpetua uguaglianza di ritmo, ed una soverchia gonliezza di suono , che poi cade spesso in versi durissimi , come i seguenti : A lid , truce pensier , E TANCREDl CONTE Dl LECCE , TRAGEDIA. 36 1 sola ora io resto — Qui il re vuol cH io convenga. Ei nulla ancora — Oscuro vel la culla a Elfrida co- pre ecc. ecc. L' onda poi del cavalli; le sonanti penne dell austro che travolgono e flagellano orribilmente le navi ; la Furia che accampa colle larve d amorc nel petto della regtna , e moke altre consimili sono le fiasi tolte inopportunamente a prestanza dai lirici siccome abbiamo accennato nel principio del nostro discorso. Da queste nostre considerazioni adunquc potra raccogliersi come tutti e due questi tragici cad- dero presso a poco nei medesimi errori , avuto ri- guardo alle scuole diverse che ban seguitate. Chi poi volesse fare im cpialche confronto fra lox'O di- rebbe forse che il Tedaldi per non colorire il siio disegtio oltre il vero riusci freddo , e il Bertolotti per tema di esser freddo diede al suo argomento una tinta troppo forte e contro natura ; che il Te- daldi dilungo un tema che sarebbe stato acconcio alia brevita delle regole classiche, e il Bertolotti per seguitar queste regole affolto in troppo brevi conlini un troppo gran numero di casi e di atfetti; e piu altre cose direbbe che noi non vogUamo qui scrivere. PARTE 11. SGIENZE ED ARTI MECCANICHE. Hagionamenti critico-filosofici del professore Baldassare PoLi sulla scienza della cTaniologia in occasione die si e piibblicata dalV anno 182a all anno 1826 in Parigi la nuova opera del dottor I. F. Gall sur les fonctions dii ceiveau , et sur celles de chacune de ses parties , torn. 6. — Paris , chez Vauteur. iVXentre in Francia, in Iscozia, in Irlancla, in Inghil- terra e in Filadeltia risorgono le dottrine craniologi- clie del dott. Gall, dopo uiolti anni di dimenticanza o di silenzio ; menti'e i giornali stranieri parlano con entusiasmo degli sforzi d' un uomo , che con incredibile ostinazione d' aninio ad ogiii contrarieta superiore attende da sei Jnstri alio stabiliniento delle sue teoriche ; nientre da quest' uomo si vanno pub- blicando delle opere , che vengono tradotte ed il- lustrate, c die eccitano le accadeniie e i dotti del- r Europa a giudicarle , parrebbe segno di troppa nou curanza negl' Italiani amatori delle lilosoHclie disci- pline il dimostrarsi indiiFerenti a que' sistemi , die quantunque erronei , avrebljero gia in se tanto d' im- portanza per attrarre tutta la loro attenzione. Mossi noi pertanto dal desiderio di risparmiarci questa taccia , ora che in Parigi si e conipiuta 1' opera novella del dottor Gall sulle fiinzioni del cervello in generale , e su quelle di ciaschcduna sua parte, ci facciamo a pubblicare un csame critico-filosofico della craniologia , poiche nessun altro in Italia prima d'ora lo ha fatto (i). (i) In Italia, per cjuanto venue a nostra notizia , non si parlo del sisteiiia del dott. Gall, che assai succiatamente. RAGIONAMENTI CRITIGO-FILOSOFICI eCC. 363 Noi mostreremo dapprima iu quest' esame come nascesse , e con qual nietodo , e con quali dottrine la scienza della craniologia venisse a formarsi ; quali obbiezioni stiano contro la sua verita e la sua certezza , e quale sia Y utilita clie se ne possa ri- cavare. Quindi e che ripartendo codesto esame in tre ragionamenti , tratteremo nel prime dell' origine e dei progiessi , dclle dottrine fondamentali e del jnetodo della craniologia ; nel secondo della critica della craniologia colla ragionata discussione delle principali obbiezioni contro di essa , e delle risposte clie vi diede il suo autore ; nell' ultimo del merho della craniologia dedotto dalla novitd, dalla veritd e certezza , dall' iitilitd della scienza. Se noi non siamo da tanto di potcre rendere gradevole , quanto e importante questo lavoro, la benignita de'nostri leg- gitori sapra condonarcene il difetto per riguardo almeno al buon volere, che ne persuase ad eseguirlo. Ragionamento primo. DelV oiigiiie e de" pj-ogressi, delle dotttine fondamen- tali e del metodo della Craniologia. La craniologia , detta anche Cranioscopia o Freno- logia che ebbe a suo primo institutore il dott. Gall di Tietenbrun , e una scienza all'atto nuova e singolare e coUe sole vedute della fisiologia e delF anatomia neile EiFemeridi chimico-mediche di Milano, i8o5. ISel nuovo giornale de' Letterati di Pisa, 1806. Nel Giornale della Societa d' incoraggiamento di Milano , 1806. Nel discorso sulla cranioscopia del dottor Moreschi pub- blicato in Bologna nell' anno 1807. II Gioja nel t. i.° della sua Ideologia e Pietro Molossi in una nota della dissertazione stanipata nel 1825, sulle Idee elenientari intorno ai fcnomeni della \ita aniinale, non toccarono che leggermente e quasi per incideiiza alcuna delle filosolichc dottrine del dottor Gall. 364 K\GIONAMENTI OKITTGO-FILOSOFICI presa ncl coniplesso delle sue dottiine , e trasse , sicconie tuttc Ic altre , la sua oiigine piii die dalle favorevoli circostanze del caso , - dallo spirito inda- gatore di chi pose V animo a fondarla. Era massima degli antichi, anche per opinioui vol- gari tramandata , che le uniaue facolta avessero la lor sedc particolare nel cervello o in qualche altra parte del corpo , e che con segni esterni manifestan- dosi , potessero anche agevolmente essere discoperte. Ecco donde vennero i sistemi dcUa divinazione delle parti del corpo nella fisionomia di Lavater e di Porta , nella nictoposcopia di Cardano , nella podo- mantia e chiromantia degli antichi , nella organolo- gia e nella cranioscopia dei moderni ; sistemi tutti in quanto ai prinii di troppa pregiudicata credenza per ottenere il consentimento di una ragione illu- niinata , e di troppo entusiasmo in quanto agli ul- timi per istiniarli siccome segni i piii manifesti dei grandi progressi , che in Francia e in Inghilterra per opera dei naturalisti ha fatto la nioderna lilosofia. Ad onta pero di queste viete massime universal- nicnte conosciute , niuno avea peranco imniaginato , che le facolta uniane potessero avere una costante relazione colla forma esteriore del cranio; si che sottoponendo ad esame la varia struttura e le di- verse cavita e prominenze della testa , fosse possi- bile assegnare a ciascheduna il suo posto , e presa- girne non solo Tesistenza, ma il grado altresi del suo sviluppo e della sua energia. A tanto conccpimento si levo la mente del dott. Gall , il quale seguendolo instancabile colla traccia de' primi suoi pensieri , e in mezzo a tutti gli osta- coli gravissimi che si frapposero , onde contur- Ijarne f effetto , tento ridurlo a forma di teorica e di scienza. Dotato il dottor Gall di uno spirito per tempo penetrante ed osservatore , e posto in mezzo ad una numerosa famiglia e ad una quantita di condiscepoli e di amici , ebbe 1' agio di meditar so- pra tutte le variazioni del loro carattere , dei lore SULLA SCIENZA DELLA. CRA.NIOLOGIA. 365 talenti e delle loro inclinazioni. II fatto pero che colpi pill degli altri , siccome egli riferisce , la sua attenzione si fu quelle , che gli enioli di studio , da cui quasi sempre rimaneva vinto , erano do- tati di moldssima niemoria , e nell' istesso tempo di occhi grossi , esporgenti all' infuori. Ecco il primo istante , nel quale il dott. Gall , dietro principj , cui ebbe poscia a rigettare, s' indusse al sospetto che esistesse un qualche rapporto tra la conformazione degli occhi , e tra la facilita di appreudere della memoria. Passato in seguito il dott. Gall alle scienze della mediciua in Vienna ponendosi con aninio fervoroso alio studio della tisiologia e dell' anatomia , inco- mincio a supporre , che la forma della testa e del cranio dovesse essere diversa secondo la forma di- versa del cervello , senza che pero sognasse tampoco le altre conseguenze , onde venne a piantare dappoi la scienza della craniologia. Abbandonato egli a se stesso e alio studio della natura , ricorse spesse volte alle prime osservazioni gia fatte sopra i suoi compagni , e veggendo che essi quantunque ugualmente educati , pure sortivano dilferenti assai il carattere ed il talento , si trovo quasi necessitato alia conclusione, che sono ingenite le disposizioni nell' uomo , e che sebbene variate per successive circostanze , pure nel loro sviluppo ed esercizio dipcndono dalf organizzazione. Per mezzo di queste idee procedendo il dott. Gall colla per- severanza di molti anni a continue osservazioni , raccolse una serie di fatti analoghi e di somma importanza per formare il suo sistema , che si mise ad ispiegare in Vienna per la prima vol ta nell' anno 1796 nel corso delle sue lezioni. Desideroso egli successivamente di farlo conoscere ai dotti della Germania , in imione del dott. Spurz- heim di Longuich suo allievo e compagno nelle ana- tomiclie fatiche , nelf amio i8c5 intraprese i suoi viaggi craniologici , ncevendo da tutti i sapienti , BibL ItaL T. XLI. 24 366 R.VCIONAMENTl cniTIGO-FILOSOFICI dai niinlstri, ed anche dai Sovrani la piu benevola accoglienza ; per le quali favorevoli circostanze po- tendo ep;li visitare liberamente e con tutta la dili- genza gl' istituti di pubblica educazione , le career! de' tribunali , gli ospedali de' pazzi , i gabinetti delle universita e gli uoniini piu celebri nelle scienze e nelle arti, ebbe campo di accrescere con nuove os- servazioni Y apparato delle gia fatte coUe innume- revoli dissezioni dei cervelli , e col confronto delle statue e dei busti degli uomini piu famosi deirantichita. Mentre per tal modo andavansi divulgando in Eu- ropa anche dalle gazzette e dallo zelo de' suoi disce- poli le dottrine del dottor Gall, ebbero elleno una sorte assai diversa , cssendo per una parte acer- rimaniente sostenute e difese ; per 1' altra derise e proscritte , ed imputato essendone di materialismo e di fatalismo V autore ; a prova del che basti il ram- memorare le opere di Walther , di Metzger , di Martens, di Berk, di Biscliof, di Hessler e di Al- kermann , che contro i di lui insegnamenti furono scritte (i). Recatosi indi in Francia il dottor Gall , nelF anno 1808 , presento a quell' Istituto uu saggio delle sue scoperte; ma pare che anche questo non venisse cosi favorevolmente accolto dietro il rapporto della commissione delegata a giudicarlo. Egli per altro non si perde d' ammo , e indefesso nella fatica e nel- r osservazione , quanto pertinace ne' suoi principj , continuando nell' accumular prove per vieppiu di- mostrarli , nell' anno 18 10 pubblico finalmente in Parigi il primo volume della grand' opera dell' ana- tomia € della fisiologia del sistema nervoso (2) a cui succedettero negli anni 18 18 e 18 19 gli altri. (i) V. il Dlctionnaire des sciences medicales , torn. VII alia lettera Cra. (a) Anatomic et Physiologic dii sisteme nerveux en gene- red , et. da cervcau en particulier. Paris ,1810, 1818^1819, vol. 4.° in foglio. SULLA SCIENZA DELLA CRANIOLOGIA. 867 Ed appunto in quest' opera , tanto applaudita dai giornali di Francia (i), apparve la craniologla sotto le forme di scienza. Vasto e grandioso ne e il di- segno , ben inteso T ordine , magnilica 1' erudizione, e severissimo il i-aziocinio. II dottor Gall si pro- pone di determinare le funzioni del cervello in ge- nerale ed in particolare coUe osservazioni sulla pos- sibilita di riconoscere le varie disposizioni e i di- versi talenti degli uomini dalla forma della loro testa; e a tal uopo chiamando in soccorso tutto il sapere delf anatomia e della fisiologia , offre nel primo volume f anatomia del sistema nervoso del cervello in generale , presentando in pari tempo le funzioni degli organi scnsorj se non in una ma- niera affatto nuova, tale pero da distruggere molti errori intox-no a quelle. Indi ne' volumi successivi accingendosi all' esposizione della fisiologia del cer- vello in particolare, incomincia ad istabilire i grandi principj delle disposizioni o facolta innate , della manifestazione delle facolta per mezzo dell' orga- nismo , e pai-ticolarmente del cervello , della plu- ralita degli organi e dell' influenza del cervello sulla forma del cranio, e linalmente delf indicazione e della sede delle facolta fondamentali e primitive ; sicchc gittando in tal guisa le basi della scienza , e venendo poscia a tessere la storia dei fatti e del metodo che lo condussero alia pratica esplorazione e determinazione degli organi, gli parve vera e dimostrata la craniologia. Oltre quest' opera , alia cui formazione concorse in parte anche il dottor Spurzheim , innanzi ch' ei partisse per 1' Inghdterra , onde propagarvi le cra- niologiche dottrine , comparvero alia luce negli anni i8i5 e 1818 il nuovo Sistema fisiognomico , e le (i) V. Bibliotheque medicale 1820, i8ai. Revue Ency- clopediqtie , mars et septembre 1 8 1 9 , Journal general de la litter ature de France 18a 5. 368 RAGIONAMENTI CRITIOO-FILOSOFICI Ossewaziom sulla Frenologia (i) del sopraddetto dott. Spurzhciin , scnzache percio faccssc de' nuovi progiessi la Craniologia. lufatti niuna contraricta o cssenziale dilTerenza si ravvisa nelle tcoriche del dott. Gall e ia quelle del dottor Spurzheim ; ambedue amniettono clie il cervello e F organo deiranima, clie vi soiio piu organi, per mezzo de' quali si mani- festaiio ed operano le uniane facoha , e che il cer- vello per la forma esteriore che imprime nel cranio , allorche si sviliippa e si rinforza , oilre un mezzo di conoscere esternamente T esistenza e T encrgia di queste facolta. Tutto il merito aduuque del dottor Spurzheim , oltre quello di aver divulgata la cranio- logia neir Inghilterra e cooperate alle fatiche del dott. Gall , si ridurrebbe per una parte ad una no- menclatura novella cli facolta o di organi , la quale non e sempre esatta e precisa , e per \ altra al mag- gior numero ed al miglior ordine di questi organi con una nuova classilicazione (2). A questi lavori vennero dietro altri di non mi- nore importanza al perfezionamento della craniologia. Uno di questi si e la nuova opera del dottor Gall , pubblicata in Parigi dalf anno 1822 al 182^ in sei volumi , nella quale , quantunque non siasi variata nelle sue parti essenziali la dottrina , pure puo dirsi ( 1 ) Observations sur la FhrcBnologie ou la Pranologie , par G. Si^urzlieim M. D. Paris , i 8 1 8. — The pliisiognonucal system of D. Spurzheim , i8i5. (2) Noi non vogliamo pero con queste parole, ne il potremmo , senza taccia di temerita, per 1' ignoranza dei fatti , decidere la contestazione che e Insorta tra il dottor Gall e tra il dottor Spurzheim intorno alia parte di me- rito e di gloria che tocca a ciascuno pe' proprj lavori nella creazione e nel perfezionamento della craniologia. Direm solo col dottor Demangeon nel suo Tableau analytique et critique sur I'ouvrage du docteur Gall. Paris, io2 3,pag. 149: Sil a travaille a coups de ciseaux , il a aussi travaille a coups de scalpel. SULLA. SCIENZA DELLA CUANIOLOGIA. 369 accresciuta di fatti novelli e di piii recenti osserva- zioiii arricchita , poiche in essa da niolte risposte r autorc a' siioi avversarj , prendendo a critico esame alcune opere anatomiche e lisiologiclie modernissime , e nHutando moke opiiiioui die sarebbero in diretta opj)Osizione co' suoi principj. Gli altri lavoii poi si debbono particolarmente alia societa craniologica di Edimburgo , da cui si vanno pubblicando giornali e misccllanee di Frenologia , collezioni di busti e di teste per le piu accurate osservazioni della scienza , tal che presso la nazione scozzese si anuoverano gia , sicconie distinti Ireno- logisti, il Combe, T O' Neil , il Milligar , il Pallet, il Thurtell , I'Hubard, il Pole e lo Scott. Tra le opere pero di questi dotti , che si applicano alio studio della craniologia , merita particolar considerazione quella degli Elcmenti di Frenologia (i) di Giorgio Combe , presidente della societa frenologica ed au- tore di altri Saggi sopra la stcssa materia. L' oggetto di quest' opera si e quello di far conoscere i prin- cipj teorici e il metodo pratico della Frenologia , e gl' incrementi che vi si aggiunsero onde perfezio- narla. A questo scopo 1' autore , dopo aver premesso alcuni cenni sulla storia della scienza e sopra i suoi fondamentali principj , passa a discorrere delle fiin- zioni delle facolta , ossia degli organi ■■, indi procede ad esporre il sistema delle facolta medesime coUe divisioni del dott. Spurzheim , aggiungendovi per ultimo la descrizione cd il metodo per f uso di due istrumcnti inventati onde misurare la sede e Y esten- sione degli organi : il primo de' quali istrumenti e un compasso con una scala che misurando i gradi della sua apertura determina la sede degli organi ; il secondo e il crauiometro , approvato dalla socieui frenologica di Edimburgo , consistente in un semi- circolo mobile con due punte all' estremita dell' asse (i) Elements of Phrenoloay by George Combe. Ediinburgl". , 182+. 370 RAGIONAMENTI CRITICO-FILOSOFICI cgualmente niobili , con cui vien raccomandato e fermato alle orecchie , e che avendo al centre un jndicc , il quale si abbassa e si prolunga suUa nieta deir asse , e precisamente nel mezzo della niidolla oblungata , segna e misura la lunghezza e la lar- ghezza dcgli organi per averne la sede assoluta. Ecco come ebbe origine e come fino a' di nostri venne formandosi e crescendo la scienza della cra- niologia. Esponiamo ora le sue fondamentali dottrine ed il metodo che essa tenne nello stabilirle , onde riesca agevole il poterla giudicare. Sette sono le dottrine , ossia i principj fondamen- tali , su cui aggirasi tutto il vasto edificio della cranio] ogia : i.° Che le facolta o siano le disposizioni, i ta- lenti , le attivita ed i caratteri particolari deli' uomo, sono innate ; 2.° Che la manifestazione e 1' esercizio di que- ste facolta dipendono dalf organizzazione , e partico- larmente dal cervello ; 3.° Che il cervello , siccome organo di tutte le facolta , di tutte le inclinazioni e di tutti i senti- menti , e composto di tanti organi , quante sono queste facolta ed inclinazioni ; 4.° Che il cervello alio svilupparsi e al rinfor- zarsi de' suoi nervi opera sopra il cranio , impri- mendovi la forma , ossia il tipo di questi organi medesimi ; 5° Che per tale costante relazione del cervello col cranio si puo conoscere la sede degli organi , e quindi anche delle corrispondenti facolta e talenti dair esistenza e non esistenza delle protuberanze del cranio ; 6.° Che le facolta fondamentali , ossia gli organi fmora conosciuti , ascendono al numero di ventisette in parte comuni all' uomo ed ai bruti , ed in parte proprj esclusivamente dell' uomo ; 7.° Che per determinare e per conoscere 1' esi- stenza c il grado di attivita di questi organi e SULL.\ SCIENZA DELLA. CRANIOLOCIV. oyl necessario un metoclo particolare di esplorazione cra- mologica, che sia cledotto da buone regole teoriche e da una siciira esperienza (i). Son questi i principj fondanientali della craniolo- gia ; accenniamo ora le prove che vi si aggiiingono onde sieno poste in tntta la loro luce la pretesa ve- rita di codesta scienza. In quanto al piimo principio e uopo avvertire prima di tutto che sotto il nome di facoltd non in- tende il dottor Gall di espriniere quelle potenze e capacita mentali ed astratte dei fdosoli , per cui l' uomo pensa e ragiona , ma si bene i dwersi talcnd , le diverse atlitudini industriali , le diverse incliiiazioni e i diversi sentimenti di cui T uomo e fornito , siccome sono quelli dell' istinto della propagazione , della va- nita e dell' ambizione , dei talenti della pittura e della poesia , che sono per se stessi attivi e deter- minati lino dalla loro prima origine. Cio premesso , il dottor Gall ammette siccome in- nate queste facolta, i.° perche hanno la loro sede ed esistenza nel cervello che e dotato di una forza e di un impulso particolare , esprimenii ciascheduna facolta; 2..° perche anche nei bruti scorgonsi in- nate codeste facolta e codesti istinti ; 3.° perche i sensi e le sensazioni non possono produrne alcuna ; 4.° perche l' educazione deteriora e comprime , ov- vero dirige le facolta , senza che possa variarle o distruggerle , siccome il provano gl' istinti e le facolta (i) Del primo principio tratta il tomo i.° Sur V origine des qualites morales et cles facultes intellectuelles de I'homme. Del secondo e terzo tratta il tomo 2.° Sur torgane des qualites morales et des facultes inteUectuelles , et sur la pluralite des organes cerebraux. Del quarto tratta il tomo 3." Influence du cerveau sur la forme du crane. Degli altri poi trattano i tomi 4.° e 5." Organologie ou Exposition des qualites et des facultes fondamentales et de Icur sirge. 372 RAGIONAMENTT CRITICO-riLOSOFICI die rcsistono all' educazione per la tendcnza ad nn genere o ad un oggctto particolarc ; i caratteri pro- nuuciati dci fanciulU indipendentciiicnte dall' educa- zione, e le ahiliia dei grandi genj in certe cose, mentre sono inibecilli nolle ahie , cui vennero cdu- cati. E qui e dove il dottor Gall , per conferniare vie pill il suo assunto delle facoltd innate , confuta i sistemi di una diretta influenza del clima e del nutriincnto sulle forze intellettuali e morali , dei bi- sogni siccome sorgente d' istinti e di facolta , come pure quelli dell' attenzione di Elvezio , delle passioni della gloria, del piacere e del dolore , della vita so- ciale , onde si suppose che 1' uomo possa acquistare una particolare facolta o talento. Nel che molta si e r acutezza e moltissimo 1' orcline delle idee e de' ra- gionamenti, le quali cose danno argomento a con- cludere collo stesso dottor Gall , die siccome tutte queste circostanze interne od esterne non fanno die eccitare e sviluppare i talenti e le facolta , provando sempre la preesistenza di quelle ingenite disposizioni e forze per cui essi operano e si vanno manifestando , cosi e la natura stessa, « la quale, per mezzo delle » leggi incommutabili dell' organizzazionc , voile ri- » serbarsi se non \ unico , il primario diritto siiUa » formazione e sulf esercizio delle facolta e delle » inclinazioni degli uoniini e dcgli animali. » Rapporto al secondo principio , che le facolta ed i talenti cioe abbisognino di materiali condizioni, os- sia di organizzazionc per manifestarsi e per operare, non intende gia il dottor Gall die essi sieno percio dair organismo prodotti , poiclie allora verrebbero ad esser confuse le cause cflBcienti colle loro condi- zioni , ma si bene che , siccome fenomeni sensibili , hanno d uopo di organi cerebrali per manifestarsi. Ora le qualita morali e le facolta delf intelletto si manifestauo appunto ed operano per mezzo degli organi , i .° perche le facolta si sviluppano , crescono o si diniinuiscono a seconda che si accresce o si diminuisce lo sviluppo de' loro organi; 2.° perdie, SULLA SGIENZA DELLA CRANIOLOCIA. S^S tolto ed interrotto il rapporto tra il perfeziona- mento delle facolta e quello dell' organismo , esse si presentano in un modo straordinario ed irregolare ; 3.° pei'che le facolta si manifestano compiutamente all' intero sviluppo degli organi cerebrali ; 4.° perclie la differenza nell' organizzazione a causa del sesso produce una differenza anche nelle facolta ; 5.° per- che, data 1' eguaglianza delf organizzazione in diversi individui , sono corrispondenti ed eguali anche le loro facolta ; 6.° perche 1' organizzazione de' genitori si comunica ai figli con facolta proporzionate ; 7.° per- che la veglia , il riposo e i sogni , ossia la sospen- sione delle facolta sono senipre in proporzione della organizzazione e delle hsiche indisposizioni dell'indi- viduo ; 8,° perche tutto quello che muta , o in qua- lunque modo irrita 1' organismo , produce sensibiU. mutamenti anche nelle facolta. Se non che tra le varie parti che costituiscono il complesso dell' organizzazione , quale e quella che e veramente 1' organo delle facolta intellettuali r 11 cervello ; ecco cio che tende altresi a dimostrare il dottor Gall a piena prova del secondo fondamentale principio. 11 cervello e V organo delle facolta intellettuali , i.° perche nol sono le ossa , i ligamenti , le mem- brane , il cuore , il diaframma , i visceri esistenti ugualmente negli animali senza che abbiano i talenti e le facolta dell uomo ; 2.° perche nol sono i plessi, i ganglj , i sensi ed i temperamenti di cui si cono- scono e si determinano gli ufficj , non meno che r esistenza prima dello sviluppo delle facolta , ed anche nella loro assoluta mancanza ; 3.^ perche a misura che cresce e si perfeziona il sistema nervoso o ganglionico sino al cervello col passaggio dai zooliti ai mammiferi , e dai mammiferi all uomo , si manifestano e si mostrano anche gradatamcnte le facolta industriali e gl' istinti piii maravigliosi ; 4.° perche la manifestazione , l' energia e la durata delle facolta ne' diversi periodi della vita stanno in ragione 374 RA.GIO?TAiVrENTI CRITICO-FILOSOFICI (lello sviluppo , deir attivita o della perdita del cer- vello ; 5." perche le facolta dell' uomo e della donna presso le varie nazioni si misurano dalle forme di- verse del cervello •, 6.° perche il cervello se anclie nelle sue gravi iesioni oltre la meta per suppura- zioni , per idropisia o per ferite concorre tuttavia alle funzioni autoniatiche ed animali , e segno clie e dcstinato anche al servigio di facolta piu elevate , quali sono le intellettuali ; 'j? perche in tutti gli uoniini , in cui sia uguale il cervello , sono uguali altresi le facolta, salve le piccole e semplici modi- ficazioni ; 8.° perche nelle intellettuali operazioni e il solo cervello die soifre e si affatica \ 9.° perche , secondo 1' esperienza di tutti i tempi , si vide sem- prepiu pieno ed energico \ esercizio della mente , ove fu massimo lo sviluppo del cervello ; io.° per- che un' imperfetta organizzazione cerebrale produce corrispondenti imperfezioni nelf intelletto ; ii.° per- che rimanendo intatto il cervello ne' vizj o nelle Iesioni di altre parti , serbansi intatte e nel loro vigore le facolta dell anima ; ia.° perche irritato, compresso o viziato in qualunque modo il cervello ne vengono a soiFrire le funzioni intellettuali , ricom- parendo esse nello stato primitivo tosto die sia tolta questa conipressione o dissipato questo vizio del cervello; i3.° perche la mania, ossia 1' alterazione e il disordine delle facolta ha la sua sede nel cer- vello, essendo tutte encefaliche le malattie e le ca- gloni della morte dei pazzi. A dimostrare il terzo principio intorno alia pliira- liul degll organi tre specie di prove reca in mezzo ^ il dottor Gall , anatomiche , fisiologiche e patologiche. Le anatomiche le deduce, i.° dal maggior numero delle facolta nelf animale in ragione della maggior composizione del cervello in tutte le gradazioni de- gli esseri fino all' uomo , die dotato di un numero piu grande di cerebrali circonvoluzioni, ha anclie un numero maggiore di facolta e di talenti; 2.°dairana- logia di tutti gli altri organi che si compongono di SULLA 8CTENZA DELLA CRANIOLOCU. SjS organi particolari destinati a special! funzioni; 3.° dalle differenze eh' esistono tra la striittura del cer- vello dei diversi animali , e dalle corrispondenti dif- ferenze che si osservano nelle loro facolta. Le fi- siologiche poi le deriva i ° dall aiialogia di tutti i vegetabili e di tutti gli animali che per le varie loro proprieta hanno funzioni , parti ed organi diversi ; 2..^ dalla mancanza in certi animali e negli uomini stessi di date facolta che pur dovrebbero trovarsi in tutti ugualmente , qualora fosse unico \ organo del cervello ; if' dalle qualita e facolta differentissime iiegl' individui della stessa specie pel difi'erente grado di attivita de' loro organi ; 4.° dalla manifestazione non simultanea di tutte le facolta; 5.° dalf attivita e dair energia di una o piu facolta , mentre le altre si stanno inoperose e senza esercizio. In fine le prove patologiche le trae i.*' dalle raalattie mentali, che si curano attivando certe parti del cervello e lascian- done in riposo certe altre ; 2.° dalla parziale alte- razione per morbo di una o piu facolta , rimanendo illese le altre ; 3.° dai sogni e dal sonnambolismo in cui vegliano certi organi , quando altri sono in quiete e senza moto di azione. Dopo cio passa il dottor Gall a dimostrare il quarto principio che e il piu diflicile e il piu necessario di tutti gli altri, siccome quelle su cui poggia tutta la craniologia. II cerpello inflidsce sidla forma del cranio ; questa e la proposizione del dottor Gall ; come ed in quali casi cio avvenga , e questo il grado di dimostrazione cui egli vuole recarla. « II cervello ( sono le sue parole ) altro non e » che una membrana nervosa della grossezza di due 5) linee , ricoperta in tutta la sua estenia supcrlicie » d' una sostanza polposa o gelatinosa grigia , la 5) quale poi costituita siccome e di tanti nervi, che » si riuniscono in fasci librosi , che s' ingrossano , si » ripiega a guisa d' una guarnlzione , e formando » varie circonvoluzioni con intervalli ed i due crai- » sferi , siccome si trovano nel cranio. » 376 RACIONAMENTI CRITICO-FILOSOFICI I nervi pertanto di questa membrana cerebrate fortilicati clie sieno si protendono e si ramilicano dalla parte ia cui debbono esercitare le loro fun- zioni , e prendendo diverse direzioni , allorche sieuo interamente sviluppati, si mostrano con proniinenzc nelle varie parti del cranio , improntandolo del loro tipo e della loro forma , si clie la faccia esterna del cranio e precisamente la faccia interna del cer- vello , siccome le proniinenze delV uno sono le forme e le immagini dell' altro. A dimostrare cosi fatta influenza del cervcllo sul cranio , qnantunqne awertita 2;ia dal Laurens , dal Diemerbrocli , dal Fischer , dal Blumenbacli e da altri, era uopo convincere ch' essa si esercita fino a un certo punto in tutte le eta e in tutti gli stati ne' quali puo trovarsi 1' uomo. II dottor Gall adunque prova prima di tutto clie i bambini ricevono sul cranio le impressioni del cervcllo , pei relativi ed uniformi mutamenti dell' uno e dell' altro ; in secondo luogo clie queste impressioni si formano anclie nelf eta adulta nella quale , accrescendosi la niassa cerebrale , il cranio cede necessariamente all' allargamento di essa 5 in terzo luogo , clie all' eta matura , dopo l' in- tero svilnppo del cervello , il cranio si addensa e s' ingrossa , finclie all' approssimarsi della veccliiaja , perdendo ogni sua forza il sistema nervoso , non di- viene pero il cranio se non se piu consistente e leg- giero , non lasciand' esso alcun vuoto tra il cervello e tra la sua parte interna per effetto d una deposi- zione ossea spngnosa, la quale si forma sul tipo del cervello medesimo. D' altronde , soggiugne il dottor Gall , anclie nello stato di sanita , siccome in quello di malattia , con- tinua 1' influenza del cervello sul cranio , verifican- dosi essa anclie per riguardo agl' idrocefab , ed a quclli die solTrono delle lesioni nel cranio o delle malattie alle meningi , ed essendo nn vero errore dimostrato dal fatto e dall' cspericnza il volerla rife- rire o alf aria , o all' azione muscolarc , o a qualche altra causa accidentale ed estranea. SULLA SCIENZA DELLA CRANlOiLOGIA. 877 Se pertanto il cervello e Y organo delle facolta intcllettuali e morali ; se esso e composto di tanti organi quante sono le facolta ; se questi organi s' imprimono per mezzo della continua influenza ce- relDiale per mezzo di protuberanze sulla superlicie del cranio, sembra ovvia e necessaria la conseguenza stabilita nel quarto principio fondamentale che il cranio e la sede degli organi del cervello , e percio dalla osservazione delle varie sue prominenze e ca- vita potrannosi questi organi conoscere e dedurre. Ecco iino a qual punto di dottrina tendono gli altri principj fondamentali della craniologia , ad ista- bilire cioe per mezzo della cranioscopia la sede , la qualita , il nuniero e la denomiuazione degli organi cerebrali. A tale efifetto incomincia il dottor Gall a consi- derare la memoria , il giudizio e 1' immaginazione siccome tanti attributi o modi delle facoka fonda- mentali, e ad esporre i varj metodi ed i varj espe- rimenti ch' egli ha adoperati onde riviscirvi. In quanto alia prima opinione egli non si diparte dalla yolgare credenza che vi e un talento particolare per la musica, per la pittura , per le matematiclie e per la poesia , e che debbono percio esistere tante facolta e tanti organi particolari corrispondenti a questi talenti e a queste industrie, i quali lino ad ora ammontano al numero di ventisette secondo la tabella die verra enunciata. Rapporto ai metodi ed agli esperimenti egli ac- cenna come uso primieramente 1 anatomia di dis- sezione , Hsiologica , patologica e comparata , onde scoprire le funzioni del cervello ; secondariamente come , prese ad esame le teste degV individui dotati in grado eminentissimo di talenti naturali , come pure quelle di coloro che n' erano totalmente sfor- niti , consuhando altresi le loro abitudini , il lore carattere lino dalla prima educazione , e portando le sue osservazioni anche sulle raccolte dei cranj e dei busti dei pazzi c degl individui di diilercate uazione , Zj8 KAfclONAMENTI CRITICO-FILOSOFICI e come finalmcnte a tiitto cio aggiunse la sczione dei cervelli di moltissimi aniniali di varia specie , e clie hanno una corrispondenza cogli organi e colle facolta pill conosciute dell' uomo. Con tali mezzi pertanto egli venne ad istabilire, I." che vi sono nel cervello delle facolta veramente fondamentali ossia radicali e primitive ; 2..° che que- ste facolta primitive hanno una sede e regione di- versa nel cervello e nel cranio , giacche le facolta comuni all' uomo e ai bruti , siccome 1' istinto della propagazione , occupano le parti cerebrali comuni ed inferiori, laddove le facolta riflessive e proprie deir uomo soltanto o non ritrovansi nelle parti di cui sono destituti gli animali, ovvero stanno nelle parti anteriori e superiori del cervello ; 3.° che que- stc facolta a seconda che si soccorrono scambievol- niente o a seconda che hanno tra di loro analogia hanno anco gli organi loro piii vicini ed a maggior contatto ; 4.° che dall' esatta ispezione del cranio nelle sue prominenze e nelle sue cavita si possono distin- guere gli organi di queste facolta , indicare la loro esistenza o non esistenza , ed anche il grado della loro attivita ed energia. E qui , siccome sarebbe fa- stidiosa e superflua opera il dire per esteso tutti i fatti e le esperienze tutte che condussero il dottor Gall alia scoperta di ciaschedun organo, ci limite- remo a quello che puo essere piu atto ad attrarre r attenzione e la maraviglia nostra. Ventisette sono gli organi del dottor Gall , siccome si osserva nella seguente tabella (i) , e ciascuno • (1) i.° Instinct de la generation. 2." Amour de la progeniture. 3." Attachement , amitie. 4.° Instinct de la defense de soi-merne et de sa propriete. 5." Instinct carnassier. 6." Jtuse , finesse , savoir-faire. 7.° Sentiment de la propriete. 8." Orgiieil , fierte , hciuteur. SULLA SCIENZA DELLA. OKANIOLOGIA. Sjg di essi si considera siccome un particolare talento , un' attivita ed un istinto , merce di cui si spiegano ad una ad una le facolta intellettuali e morali delF uomo. Questi organi prima di tutti sono gV istintivi , sic- come quelli della generazione , dell' amore della prole , deir amicizia , della benevolenza , della compassione, della difesa di noi stessi , della distruzione , dell' a- stuzia , della proprieta , dell' orgoglio , della vanita , della gloria , della previdenza , della fermezza e della perseveranza. Succedono pei secondi gli organi deUa localita , della memoria o delle persone , o delle cose, o delle parole , il talento della tilologia , della mu- sica , dei colori , dei numeri e della meccanica, della poesia , dell" imitazione ; e per ultimo gli organi della sagacita comparativa , dello spirito metalisico , del hello spirito e del sentimento religioso , che costi- tuiscono r ordine delle facolta piu nobili e piii ele- vate deir intelletto. Dal che risulta che tutti questi 9 ." Vanite , ambition , amour de la gloire. io.° Circonspection , prevoyance. 11." Memoire des choses , mimoire des fails , sens des chosts , educabilite , perfectibllite. 12." Sens des localites , sens des rapports de I'espace. 1 3 .° Memoire des personnes , sens des personnes. 14.° Sens des mots, sens des noms , memoire verbals. 1 5.° Sens de langage de la parole , talent de la pJiilologie. 16.° Sens des rapports des couleurs , talent de la peinture. 17.° Sens des rapports des tons, talent de la musique. 1 8.° Sens des rapports des nombres, 19.° Sens de mechanique , talent de I' architecture. 20.° Sagacite comparative. 2.1." Esprit metaphysique , profondeur d'esprit, 22.° Esprit caustique , esprit de saillie. 2 3.° Talent poctique. 24.° Bonte , bienveillance , douceur. 2 5.° Faculte d'imiter , mimique. 26.° Sentiment religieux. 27.° Fermete , constance , perseverance. V. 1' opera del dottor Gall, tonii i.°, 2.°, 3.°, ecc. S80 RAGIONAMENTI CRITICO-FILOSOFICI organi differiscono e sono separati tra loro per la diversa loro indole e natura , e per le diverse loro fimzioni. Cotesti organi per altro hanno un' altra differcnza pel modo e pel tempo assai diversi in cui vennero discoperti , poiche il dottor Gall ebbe bisogno di replicate osservazioni per istabiliie tutto intcro T e- dilicio del loro sistema. L' organo , o isdnto della generazione che risiede nel cervelletto , trasse la sua origine dall osserva- zione di una vedova che pativa tensioni e calore dolorosissinio alia nuca grossa e prominente , e dall' a- nalogia degli animali o che mancano di cervelletto , quando sono destinati a riprodursi e a propagarsi senza 1' unione de' due sessi , ovvero che hanno lo sviluppo di quest' organo al crescere del cervelletto , e che perdono o scemano del cervelletto alia castra- zione totale o parziale. 11 secondo organo , che e quello dell' amor della progenitura , si scopri i.° coUa replicata osservazione di moke teste femminili in cui la parte occipitale superiore ed inferiore e assai piu sporgente e svi- luppata di quello che sia negli uomini ; 2.*^ colle apparenze di quest' organo e della sua sede negli animali ; 3.° col fatto di una dama che ne era man- cante , e che odiava la prole appena dopo il parto ; 4.° coir esame di venticinque e piu donne infanti- cide che aveano sviluppato pochissimo cpiest' organo ; 5.*^ con altri fatti di una donna e di una zittella, che dicevano a tutti di esser gravide , senza che lo fos- sero veramente , e non avendo che svduppatissimo 1 organo soprannnenzionato. 11 terzo organo , che e quello AaW amlcizla , che sta a mezzo dell estremita posteiiore del parietale , ed un po' piu al disopra dell' organo della progenltura , presentando due distinte prominenze anulari , o al- meno il cranio piu largo e schiacciato in cotesta parte, si rinvenne i.°colla preparazione di una testa di una dama che fu il vero modello dell' amicizia ■■, SULLA SCIENZA DELL A CRANIOLOGIA. 38 1 2° coir osservazione dell' amore , della benevolenza e della sociabilita degli animali ; 3.° dai fatti di alie- nazione mentale prodotta in certuni dal soverchio sviluppo di quest' orgaiio , e da quello di un conta- dino die impazzo tie volte per la perdita ora del fratello , ora del padre , ora della madre. II quarto organo , die e quello della difesa di se stesso e della proprietd , e die si offre con una grande prominenza o sopra o sotto 1' angolo posteriore- inferiore dei parietali , fu ritrovato i ° coll' osserva- zione di varie teste di uoniini bravi ed accattabrighe , e di altri vigliacclii e poltroni , trovandosi quest' or- gano nei prinii, siccome generalmente si ritrova in tutte le persone stiiiiate per coraggio , e nei cranj de' ladri da pubblica strada , e non nianifestandosi alcun indizio di esso ne' secondi ; 2.° coll' osserva- zione analoga ripetutamente fatta degli animali pa- citici e tiniidi , ovvero inclinati alle pugne e ai combattimenti. II quinto organo , die e quello dell' istinto carni- voro o piuttosto dell' omicidio , che si appalesa con delle prominenze piu o meno elevate iiella regione teinporale e inferiore parietale al disopra imniedia- tamente degli orecchi , fu scoperto i.° coll' osserva- zione dei cranj degli animali carnivori diflferenti da quelH degli animali frugivori ; 2.° coll' osservazione dei cranj di molti assassini , dei maniaci tendenti al suicidio , e delle persone die lianno il piacere di tormentare gli animali , di assistere agli atroci spet- tacoli , e la Barbara tendcnza di trucidare per isfogo anclie delle passioni altrui. II sesto organo , che e quello dell' astuzia e della furberia , e die giace al disopra dell' organo dell' o- micidio , sussistendo d' ordinario nelle persone die lianno la testa prominente ai lati , si e rinvenuto iiegli uomini e negli animali piu furbi ed accorti ; cd esse avendo poi per fondamcntale qualita la ten- denza a nascondere si nnita anche nell' organo del fur to. Bibl. Ital. T. XLI. 25 38a RACIONAMENTI CRlTICO-FILOSOnci II settimo organo, die c qiicllo deW isdnto afar proiH'isioni e ad acquistare , anniiiiciandosi con una pronuncnza Innga e siliiarciata nel cranio , la quale si cst(Mulo dair organo dcH' asuizia lino all esterna estrciuita dcITarco supcriore dellorbita, si conobbe in primo luogo coU osservazione dei pin appassio- nati cidpcurs che aveano rilevatissima questa parte del cranio e degli avversi al fur to , die mancavano totalinente di questa prominenza , ed in secondo luogo coli'esanie di molti sordi e muti dotati dell or- gano medesimo. L' ottavo organo , che e quello della ficrczza e deir orgoglio , formato dalle circonvoluzioni del cer- vello poste neila linca media immediataniente dietro, ovvero sopra la sonimita del capo , fu scoperto i.° coir osservazione di una testa di un mendicante di maniere siqoerbe , e caduto in miseria pel suo orgoglio , nella quale si trovo appunto la prominenza di quest' organo ; 2° con altrc osservazioni di per- sone dominate dall' orgo2;lio e divenute pazze ; 3.° coir analogia del cranio nella linea media di quegli animali che abitano luoghi elevati, e die mostrano una specie di oi-goglio lisico. II nono organo, che e quello della vanitd e del- r ambizione e die risiede a canto di quello dell' or- goglio , manifestandosi nel cranio con due grandi proniinenze , le quali si s[)argono in fuori al segniento della sfera , e die sono vicine alia jirorainenza ovale ed alluugata dell' organo dell' orgoglio , si e potato scoprire i.° coll' osservazione principalmcnte di una pazza , la quale dicevasi la regina di Francia , e la quale mcntre mancava dell' organo dell orgoglio, avca da eiasdieduna parte della testa una prominenza ro- tonda e grossissima ; 2.° coll' osservazione di molti animali che si mostrano ancli' cssi dotati dell' organo della vanita. 11 dccimo organo , che e quello della prev'idcnza e della circospczioiic , formato dalle circonvoluzioni che clcvano Ic parti superiori-postcriori dei parietali SULLA SCIENZA DELLA CRANIOLOCIA. 383 in una laterale proniinenza, e die presenta una su- perficie larghissima nella regione superiore-posteriore laterale della testa, fu ritrovato i.*' coll' osservazione
  • endioso , massime per le lontane spedizioni e per 1' arniamento delle flotte : allora si ebbe ricorso alia forza per esigere le contribuzioni die da prima erano in qualche raodo vo- lontarle. L' autore trae da cio la conseguenza essere state le finanze di Atene condotte coUa stessa incoerenza die le operazioni politiclie accompagnava. Lasclamo da parte i divlsamenti di Senofonte per migllorare quel sistenia die riducevansi principalmente a rianimare Tindustria col cliia- mare i forestieri attivi i quali pagata avrebbono una tassa^ ad abbreviare le forme de^giudizj e le procedure; a levare prestiti per l" erezioiie di opere pubbliclie ; a costruire vascelli mercantili da affittarsi ai privati ; a scavare le JJiM. hal. T. XLI. 27 J, ! 4 \ r r K N D I C E miiiiere d" argciito cd a comperare per conto pul)blico gran iinmero ili scliiavi. Accenneremo soltanto clie le li- nauze degl'i altri popoli sono assai men note die quelle di Atene e di Sparta, e che le imposte nella Grecia dovet- tero grandemente aumentarsi e non essere piu stabili , al- lorclie neir cjioca dei re Macedoni i diversi popoli furono costreiti a coiitribuire per le gnerre che dai loro protettori sostenevansi: i Tessall per esempio abliandonarono ad Ales- sandro tutte le loro rendite pubbliche. Que' popoli tutti avevano dominj nazionali , ma lo sviluppamento delle fa- zioni porto un disordine nella loro amministrazione , e non pill que"* dominj rimasero in possedimento degli abi- tanti originarj , ma furono sovente usnrpati. Impossibile riesce Findicare la quantita della raoneta circolante a quel tempi nella Grecia, e la relazione che le specie monetate avevano col prezzo delle derrate ; raro era certamente r ore e r argento nella Grecia avanti che essa entrasse in alcuna relazione colla Persia. Filippo, padre di Alessandro , ne possedeva soltanto una piccola quantita che tutte le sere collocava gelosamente sotto il suo origliei-e : a Corinto pero Geroiie, tiranno di Siracusa, cercare fece e trovo presso un mercadante tutto T oro che desiderava. Bartlidemy dice che Filippo rianimo i lavori delle miniere , e che T oro si A'ide allora in abbondanza; ma sembra assai difficile che lo scavo delle miniere abbia prodotto un cosi rapido ef- fetto , ne quell' autore ci ha indicate le fonti alle quali ha attinta quella notizia. 11 conimercio e l' industria formano 1' argomento del cap. VII. II traffico era certamente autichissimo in Corinto e in Atene , sebbene in diverse maniere si esercitasse nel- r una e nell'altra citta. Corinto, citta ricca in cui regnava il lusso, era altresi situata in mode che la navigazione ed il traffico marittimo dovevano cola concentrarsi e formarvi grandiosi depositi. In Atene trafficavano i cittadini piu di- stinti, e Soloiie , avanti di essere legislatore, era stato egli pure mercrttante : alcun pregiudizio nazionale non si oppo- neva al traffico in grande , mentre il minuto come ignobile al pari dei mestieri riguardavasi. II piii attivo traffico di Atene facevasi col mar Nero, perche di la traevansi biade, cuoi, miele, lino, schiavi ed anche legnami da costruzione: se non che alcune leggi fatte per incoraggiare il commercio , mas- sime de' grani, tendevano iu eftetto a distruggerlo , qitello PARTE STRVNIEUA. 4l5 die mancava alia consumazione di Ateiie , traevasi clall'Asia Minore, dalla Siria e dalF Egitto. L' interesse del danai-o , secondo alcuni scrittori, era di 12 per 100, e in caso di pericoli di mare giugneva sino a So;, il che basta a pro- vare, che quel tralKco non poteva svilupparsi con grande vantaggio della nazione. L' isola di Rodi avrebhe potuto diventare un centro di traffico importantissimo, ma gli an- tichi non ci hanno lasciata alcuna memoria delle sue isti- tuzioni;, ci rimangono soltanto le leggi ottime dei Rodiani, delle quali pero s' ignora 1" epoca in cui sieno state poste in vigore, e sembra che a' tempi di Dernostene non fossero ne pure conosciute in Atene. Ed eccoci air ultimo capitolo , nel quale difFusamente si ragiona dell' agricoltura. Tutti i Greci, dice T autore , ad eccezione degli Spartani e forse dei Tessali, furono agri- coltori : alcuni costumarono di abitare nelle campagne , e gli Elidi mantennero piii a lungo quel costume : i Beozj furono dair agricoltura arricchiti e ad essa dovettero forse la semplicita dei loro costumi. Gli Ateniesi a questo tran- quillo esercizio non rinunziarono con dolore , se non che ad istigazione di Pericle al cominciare della guerra del Peloponneso: molti Greci delle isole mostrarono pure una grande inclinazione alia vita campestre. Distratti ne furono molti popoli soltanto dalle guerre, dalle invasioni straniei-e, o da altre cause politiche. DelP amore dei Greci per Fagri- coltura fanno ampia prova i proverb] , tratti sovente dalle occupazioni agrarie, lo studio continuo dei loro scrittori per distruggere i pregiudizj contrarj alia coltivazione delle terre, e il gran numero di agronomi o geoponici greci , dei quali in parte ancora conserviamo le opere o i frammenti. In separato articolo trattr.si delle istituzioni relative al- r agricoltura, dei tribunali stabiliti nelle campagne onde i coltivatori non fossero dalle loro opere distratti ; della fa- cilita di vendere e di comperare, senza che queste ope- razioni sottoposte fossero ad alcuna gravezza; dei limiti posti al sequestro de' possedimenti per cagione di debiti; delle savie leggi relative ai danni arrecati alle terre o ai possedimenti i del diritto illimitato di chiuderli con recinti: ma soltanto negli ultimi tempi della Grecia si e stabilita una tassa su le derrate , e specialmente sul grano , tassa air agricoltui'a dannosa. In altro articolo si parla del mode in cui generalmente le terre erano coltivate, e si fa veder6 41 T) \rPENnioE che molti possessoi'i invigilavano su que" lavorl od ancho li dirigevano, benche ne facessei'o eseguire la niaggioi* parte dagli schiavi, il plu industrioso de' quali acquistava la confidenza del padrone , e ne diveniva T agente o il fat- tore. Ilari erano gli afFitti. I padroni 'osservavano spesso le variazioni del clima e la lore influenza su la vegeta- zionef, essi ben conoscevano che T agricoltura e T arte di secondare la natura, coslcche in ciascun luogo intorno ai vegetabili si rluniscano le circostanze ad essi favorevoli , e si allontanino possibilmente gli ostacoli die si oppor- I'ebbono alia loro prosperita. L' autore lia raccolto in que- sto luogo un numero di osservazioni fatte nell' antica Gre- cia che conferinate sono dagli agronomi moderni : forse r abitudine di destinare le terre a quel genere di coltiva- zione al quale sembravano piii adatte , ha private i Greci dei vantaggi di alternarne le produzioni , il che forma uno dcgli oggetti piii importanti della moderna agronomia. Servivansi i Greci dell' aratro , ma non conoscevano la parte davanti o le ruote che in alcuni paesi furono dai inoderni aggiunte; T aratro era munito di un vomere di ferro sino dai tempi di Esiodo. Nelte terre assai compatte si faceva uso dei mulii piix spesso pero alF aratro si ag- glogavano i buoi ; e non lien conoscendosi dovunque la teo- rica e la pratica degl' ingrassamenti, si lasciavano in qual- che luogo le terre per un anno almeno in riposo , il che dannoso riusciva non solaraente perche queir anno era perduto, ma perche si empievano i campi incolti di erbe selvatiche, dalle quali difficile era il liberarle. Degl'ingras- samenti clo non ostante si fa menzione anche nei poemi di Oinero e negli £co/iom/ci di Seno/o/ite, ma probabilmente a tempi assai plii recenti appartengono le leggi menzio- nate da SviJa per la conservazione de' letamai. Di carri a quattro ruote si fa parola ne' poemi di Esiodo , e V asse forraavasi coi legni piii duri. Da Teofrasto si puo racco- gliere che ignoto non fosse ai Greci il sovescio, massime delle piante leguminose, delle fave e dei hipini. Passa quindi 1' autore alle diverse piante coltivate dai Gi-ecl ed ai diversi modi di raccoglierle. Tengono il prime luogo i cereali ; e qui T autore pone in dubbio il fatto ac- cennato dalle anticlie tradizioni, che i Greci primitivi si nutrissero di ghiande : pone altresi in dubbio, che Ce- crope fosse F introduttore dell' agricoltura , e uou inchina PARTE STRANIERA. 417 ne pure ad animettere che la coltivazlone dell' orzo ahbia preceduto tra i Greci quella del frumento , sebbene sem- bri die T uso di poke o paste di\'erse abbia di gran lunga preceduto cjuello del pane fernientato. Per lungo tempo ebbero i Greci soltanto mulini che dalle schiave move- vansi colle liraccia ^ e nelle sole citta erano de' mercenarj die questo servigio prestavano. I Greci conoscevano niolte varieta di frumento, e cosi pure alcune varieta di spelta e diverse specie di orzo : 1' avena era di pochissimo uso e maggiormente coltivata nell' Asia minore. La cpiantita della semente era proporzionata alia cjualita ed alia natura del suolo : se ne raccoraandava pero la scelta ; si aveva cura di sotterrarla nell' atto che si spargeva, e nate che erano le piante , si rialzava intorno ad esse la terra e iu qualche luogo si rinnovava un piccolo lavoro col- I'aratro. La messe cominciava dall' orzo: e quindi i graiii appena segati si univano in muccliio, e talvolta si spruz- zavano d' acqua in mancanza della naturale umidita. Bat- tevansi le spiche , facendo scorrere gli animali su i co- voni stratificati , e non si trova nell'antichita greca vesti- gio di treljljiatoj. II grano conservavasi a' tempi di Esiodo nei vasi di terra , e Teofrasto accenna , che nei mucchi del grano mescolavasi una terra tratta dai dintorni di Olinto, che ne accresceva bensi il volume a vantaggio del vendi- tori , ma non gia la qualita alimentaria. Tra le piante legviminose coltivavano i Greci principal- mente le fave , le lenti , i ceci , i lupini e la veccia j meno assai che in tempi piit recenti, i fagiuoli e i piselli: le piante leguminose servivano altresi di foraggio pei be- stiami. L' autore rammenta ancora la coltivazione del iieno greco , deir erba medica , detta anche da Plutarco medike , e del citiso , che tutte servivano di eccellente nutrimento pelbestiami, 1' ultima massimamente per le pecore ; alcuni hanno confuso il citiso colla mcdicago arhorea di Linneo. Non sembra che gli antichi Greci si pigliassero alcuna cura per il trifoglio; in un paese naturalmente arido non vi avea vaste praterie se non die nelle montagne centrali ; negli altri luoghi mancavano le acque correnti , massime nella state , e quindi alle vacche e alle pecore sostituivansi le capre , ai cavalli gli asini , giacche questi animali nu- trivansi di foglie d'alberi e di arbusti che sit la fine del- r estate si raccoglievano. ^lo A 1' P E N D I G E Si fa inenzionc anche di alcunc plante utlli alio arti. Bastantlo 1' ulivo alia consumazionc e anche in qnalclie parte al traffico , non si coltivava alcuna pianta oleifcra , se non die foise un poco di sesamo clie serviva di ali- raento, e die piuttosto si adoperava nei sacrifizj, non altri- nienti die la semente del papavero. Antidiissima era nella Grecia la coltivazione del lino, giacdie se ne paila nei poenii di Oincro ; piii tardi fu coltivata la canapa della quale non si fa menzioiie da Tcofrasto , ne dagli antidii econoniisti greci ;, piii tardi ancora s' introdusse la pianta- gione del cotone. Qui entra Tautore a ragionare delbisso, coltivato con soUecitudine nei campi fertill delFElidei non ammettendo egli le opinioni di coloro die nei bisso credet- tero di vedere indicate il cotone , Y apocino , il filo piu iino del lino o anche la seta , ripropone il suo avviso , gia altre volte esternato , die sotto quel nome intenderc si dovessero le fdamenta, talvolta colorate die accompagnano nell'eta adulta il tronco o il collo di alc'une piante vivaci, e forse di quella di cui PUnio fa nienzione sotto il nome di Ac.nnthion. Ma noi non siamo per aderire si facihnente a qucsta congettui-a , perche non hen vediamo quali es- sere potessero qneste piante vivaci con fila o piuttosto con una lanugine colorata , e perche anche il Reyiiier confessa di ignorare interamente quale pianta fosse V Acanthion di PUnio. A noi sembra die il bisso non fosse giii una pianta di nna specie particolare , polche in questo caso non ne sarebbe stata del tutto abbandonata la coltiva- zione ; ma die alle fila piu fine , sia del lino , sia della canapa, sia del cotone, o dell" apocino o di altra pianta filamentosa, gli antichi dessero il nome di bisso ^ die gia attribuito avevano al pelo finissimo delle pinne marine. Qualche specie di lino, di canapa e di cotone, di un co- lore pill intenso nella Grecia die non nella Palestina, come scrive Plinio, emulai-e poteva il colore bruno gial- liccio o rugginoso lucido del bisso. Non. sembra che i Greci molto si occupassero nella tin- tura , e quindi trascurate veggonsi le piante tintorie j ne e ben chiaro dove il Meynier trovate abbia le prove del fatto da esso asserito, che ciascuna faniiglia avesse presso di se o trovasse nei vicinato piante coloranti, e che sovente si servissero di piante selvatiche:, citasi tuttavia uno scritto di certo Pnxamo su Tarte della tintura che si e perduto, non meno di altra sua opera intltolata il cuciiiiero greco. PARTE STR\1MERA. ^jO Alcune geiierali conslderazloiii vi si trovano inserlte su gli alheri e la loro colli vazione, e non si omette T opinione di Empedocle che gli alberi fossero esseri organlzzati dai quali le uova producessero aU'estremita dei rami , ne quella di Anassagora che la vegetazione fosse tutta neiratmosfera e che le piogge la deponessero suUa terra ; altre osser- vazioni su gli alberi tratte veggonsi da Teofrasto. Beu co- noscevaiio i Greci il vigore degli alberi selvatici , che mo- dificato veni\^a dalla coltivazioiie j potavasi Talbero ancoi-a giovine , affinche uaa forma pigliasse piii adatta alia mol- tiplicazione de' frutti e alia loro raccolta ; ma non veniva tormentato , come si fece in tempi piu recenti , affine di forzarlo a vestire forme artificiali. Parla quindi Tautore a lungo deirulivo, albero riguardato come sacro dagli Ateniesi , e protetto dalle leggi in una gran parte della Grecia ; parla delle viti coltivate ne' tempi piii remoti ed in tutte le greche provincie ( benche piu stimati fossero i vini delle isole ) , non che dei metodi gi-eci di vinifica- zione , approvati anche dai moderni^ pai'la dei lichi e della caprilicazione ; e sotto il nome di alberi fruttiferi di pic- cola o scarsa coltivazione , parla dei mandorli , dei noci , dei nocciuoli , dei pomi , dei peri , dei sorbi , dei coto- gni indicati anticamente sotto il nome di crisomeli o j^omi d' ore , dei cedri , degli aranci , dei ciliegi , dei pruni , poi degli albicocchi e dei peschi , il primo portato dal- r Africa, il secondo dalla Persia molto prima dell' eta di Teofrasto, e finalmente dei pomi granati. Egli accenna pure il lentisco produttivo del mastice , che dai Greci antichi era raastlcato, il cisto dai quale raccoglievasi il laudano, e I'astra- galo che forniva i draganti, ma queste piante non erano, come non lo sono tuttora, coltivate. Non mancavano i Greci di giardini di lusso e di altri dai quali somministravansi i legumi o gli erbaggi esculenti; ma sembra che in que' giar- dini non molto studio si prendessero dell' ordinata dispo- sizione e dell' ornameato. Tra i fiori distinguevansi le rose, il narciso , i gigli , le viole e lo zafferano ; tra i legumi i cocomeri, dei quali artiiiziosamente acceleravasi la vege- tazione, i rafani, due sole specie di cavoli, una delle quali poteva riferirsi ai nostri broccoli, le lattuche, la raalva, la portulaca o porccllana , 1' acetosella , le carote , le bar- babietole , il radicchio , le rape , i selleri , 1' aglio e le cipolle, delle quali facevasi in Grecia grandissimo uso. 420 \ P 1' F, N n I O E Tia gli arbusti, oltre le rose, educavnnsl sovonte i mirti e i lauri. Chinde 1' an to re qnesto volume, parlmido da prima dei l)estiami in genei-ale , poi degli aniinali cornuti , clie in alcune provincie fonnavano la riccliezza degli ahitanti , delle bestie lanute e delle capre , educate in gran copia sino dai piii anticlii tempi , essendo die la lana tbrmava la base principale degli aljiti dei due sessi j delle razze di- verse delle pccore , e del prezzo delle medesime e dei loro velli ; dei cavalll , degli asini e dei muli , adoperati i primi per la guerra e pei carri di lusso . gli altri for- manti la risorsa dei poveri, e molto ajiprezzati special- mente nell" Arcadia ^ dei majali , del polli e linalmente delle api. Bella al j^roposito dei cavalll, comeche non nuova , e I'osservazione che, sebbene la favola dei Centauri debba considerarsi come una cosmica allegoria , pur il colloca- mento di quegli esseri nella Tessaglia prova V anticbita deir uso ciie cola si e fatto dei cavalli e I'eccellenza delle razze di quel paese ; ma ancor piu bello e il vedere le cure dai Greci anticamente prestate alia salute dei cavalli conibinarsi con quelle die ai giorni nostri sono raccoman- date. Delia carne di majale facevano i Greci grandissimo uso : singolare pero riesce il vedere die al tempo di Ari- stotele sprezzati erano i porci nutriti colle gbiande. I galli si educavano ai combattimenti , specialmente nella Beo- zia , a Rodi ed a Calcide. L' uso grande die facevasi delle uova , numerose rendeva ne' poUai le galline ; non tras- curavasi tuttavia 1" educazione delle oclie , dei pavoni e dei piccioni : le anitre erano tuttora selvaticlie ai tempi di Aristotele. II miele f'u adoperato da prima soltanto come medicamento , poi teniie luogo dello zucchero; non si co- nosce la forma dei Greci alveari , ma questi facevansi viaggiare onde seguire da vlcino la fioritura dei climi diversi. Preferivasi il miele raccolto sul monte Imeto , e per raccoglierlo altra operazione non si faceva se non die quella di afFumicare gli alveari. La pubblicazione postuma di una parte di questo vo- lume ci rende pin dolorosa la perdita deirautore, giacclie privati siamo delle ricerclie ch' egli ci promette\ a intorno ad altri popoli antichi , e specialmente intorno agli Etrusclii ed ai Romani. P\RTE STRANIERA. 42 L BIBLIOGRAFIA. L, le opere die si pubblicano oltramoiite , e specialmeiite in Fraiicia , sono tante die cosa cliflicilisslma, efors'anche tU poco vantaggio sarebbe il fame un' esatta revisione. Noi percio non anderemo accennando die le piii impor- tanti , e quelle particolarmente che piu interessar possono gr Italiaiii , in cio pi-evalendoci talvolta anche de' Giornali stranieri piu accreditati die di mano in raano ci perverranno. Annales Islamismi , sive Tabula: synchroiiistico-chro- nologicce chalifaTitin et regiim orientis et occidends , acccdentc histoiia Turcariim , KaramanoiiLin , etc. E codicihus manuscriptis arabicis bibliotkecce regies Hauniensis composidt, lati/ic verdt , edidit D. Janus Lassen Rasmussen ^ P^'^f- dngnar. orient, in univ. Hauniensi , etc. — Haunice, iSaS, in ^°,pag. x e 134. Questo libro e diviso in due parti: la i.'ditavole cro- nologiclie ^ la 2 .' di estratti storici. Le tavole cronologidie presentano sotto la forma di quadri sinottici la storia delle dinastie musulmane dal primo anno dell' egira sine al 1020 della medesima era ( 1611 di G. C. ). Gli estratti storici sono cavati dalla storia universale compendiata da Abbon' Labbas Ahmed, ligliuolo di Yousouf, nativo di Damasco, prezioso codice della Bibiioteca di Copenaghen , die dal celebre Niebuhr fu trasportato dall' Oriente. Ma non tutte le dinastie musulmane contengonsi nelle ta\'ole del signor Kasmussen. Vi mancano, p. e., gFIsi-aeliti della Persia. C. Valerd Flacci Setud Balbi Argonauticon libros octo , ietcri novaqae Icctionnm varietate , conimcntaiiis , excursibus , tcsthnoniis , Argonautarum caudogo , in- dice nominwn, etc. edidit N. E. Lemaire , i'olumeii posterius. — Parisds^ ^ypi-^ Finn. Didot, iilo.° di 600 pagine. II primo frontispizio o froiitispizio generale ha il seguente titolo : Bibliotheca dassica latino , sive Collectin ouctoruni 422 APPENDICE classicor. latinor. cum nods et indicihus. Ncl tempo inede- simo fu puhblicato il XII ed ultimo volume di T. Livio, di mode clie il uumero dei volumi di cpiesta iiisigne col- lezione e di 74. De statu et conditione paganorum sub Imperatorihus christiauis post Coustmuinum, Snmuelis Rudigeri. — Breslati, 1826, in 8." Opuscolo di sole 85 pagiiie, ma di grande importanza. L'autore difende Costantiiio dalle imputazioni di atrocita e tirannide conti'o de' pagani; dimostra die le leggi di rigore coAcernenti il gentilesimo non ebbero principio che sotto i figli di quest' imperatore , e che tali leggi diven- nero poi severissime e crudeli sotto i susseguenti augusti , quasi per una specie di reazione contra i tentativi fatti da Giuliano per ristabilire 1' idolatria. Histoire d jingleterre , depuis Jules Cesar jusqiien 1760 , par Olivier Goldsinitli ,• continuce j'usqu'd nos jours par Charles Coote ,• traduite de V anglais par mad. Alexandrine Aragon , avcc une Notice sur la vie et les ouvrages de Goldsmith , par M. Albert MoNTEMONT. — Paris, 1826, Poytieux, t. V inS." Quest' opera assai importante formera sei volumi. II suo prezzo e di fr. 36. II quinto volume pulablicato or ora contiene il periodo di 24 anni dal 1783 al 1807. Vi si vetrgono assai bene tracciati i caratteri o ritratti di Fox , Pitt, Burke e Tippo-Saib. Gli avvenimenti della rivoluzione inglese vi sono esposti con suflicicnte estensione. Origine astronomiqne du Jeu dcs cchecs , expliquee par le Ccdendrier cgypticn, par F. Villot , etc. — Paris, 1825, Treuttel et Wiirtz , in 8.^, prix 3 £r. , 5o c. L' autore , merce delle diverse ricerclie da lui intra- prese suU' astronomia degli Egizj , ha riconosciuto che in moltissimi monumenti si riscontrano calendar] o quadri astronomici tracciati alia foggia di scacchieri. Egli in que- sta Memoria tende specialmente a mettere in luce la con- formita che passa tra il giuoco degli scacchi e le leggi cui PARTE STRA.NIERA. 420 trovansl soggette le diverse comblnazioni delle ore, de'mesi, gioriii ed anni nel trlplice calcndario eglzio : circostanza singolarissima , la quale per incontrastabili rapporti die difficilmente attribuire si potrebbero al caso , sembra con- fermare essere stata dagli antichi coiiosciuta questa specie di calendar). Histoire politique et stadsdque de Vile d Haiti, ecrite siir des documens autlientiques ct sur dcs notes coni- murdquecs par sir James Barskett , agent anglais dans Ics Antilles, par 31. Placide JusTiN. — Pa- ris , i8:i6, Brierre, in 8.°, avec carte. Pr. 8 fr. Questo liliro viene reputato come il migliore tra quelli pnbljlicati in Francia siill' antico e sul nuovo S. Domingo. I giornali fraucesi non altro vi trovano a censurare fuorcbe le troppo moltiplicate citazioni dei document! originali. Vi e inserito per intero il famoso Codice negro , documento clie era pin non si trova se non in questo libro. La carta topografica ha il merito di marcare i confini politici , sta- biliti nelle diverse epoche dalle due potenze che si dispu- tarono quell' isola dal cadere del XVII secolo sino alia fine del XVIII , non die le altre piu recenti divisioni. Annuaire historiqiie universel pour 1824 , nvec une Appendice contenant les actes publics , traites , notes diplomatiques , etc. , par C. L. Lesur. — Paris , 1825, Ylioisnier-De-places , in 8.° Liln-o die pvio considerarsi come una storia deir anno , ma che vn letto con cautela la dove parlasi di paesi posti oltre i confini della Francia. Dissertation sur le Periple de Scyllax et sur Vepoque presumee de sa redaction , par J. F. Gail fils. — Palis. Pag. 180, in 8.° Questa dissertazione e un estratto dell" opera intitolata Geographi minores , edizione greco-latina , il cui prlmo vo- lume sta per uscirc , e conterra 1 peripli d'Aunone e di 424 APPENDICE Scillace , con una versione latina, e con note variorum. L' opera intera sara una nuova edizione delhi raccolta d' Hudson, ma di moJto aumentata. Gail, il figlio, da cui fu intrapresa, ha gia diniostrato con piu altri suoi lavori quanto gli sieno famigliari le lingue anticUe. Egli e d' av- viso die Scillace , o 1' autore di qiiesto periplo , sia piu antico di Erodoto , alia quale opinione fu gia pi*oclive anclie il barone di Sainte-Croix. Ma al signor Letronne sembro ch' egli non abbla sufficientemente confutate le contrarie oplnioni ed in particolare quella del sig. Niebuhr clie attribuisce questo periplo ai tempi di Filippo (Journ. des Smmiis, few, i8a6). PARTE ITALIANA. 42$ PARTE 11. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. BIBLIOGRAFIA. Ojjete pubblicate dalle tipografie del Regno Lom- bardo-Vcneto net dicernbre del iSaS e nel gennajo e febbrajo dell anno coirente (i). De pallio metropolitarwn , dissertatio liistorico-cano- nica habita in I. R. Universitate Patavina ab Antonio Maria Calcagno S. Th. doctore juris ac historice ecclesiast. professore, etc. — Venctiis, i825, ex typ. Rizzi, in 8° di pag. i6. XT regiabile, heaclie brevissimo lavoro. L'autore, descrltta prima T antica fonna del pallio metropolitano, cui nel se- colo XIII fu sostituita un' altra piu semplice , passa a di- scorrere suU' origine di questo distiativo e candidamente confessa iioii potersene stabilire Tepoca; aggiugne trovar- sene la prima raerizione al cominciare del VI secolo , quando il pontefice Simraaco diede il pallio a Teodoro vescovo Laureacense; essere pero stati i metropolitani siiio da' primitivi tempi della Cliiesa di qualche distintivo de- corati : espone qaindi le varie opinioiii intonio al mi- stico sigaificato del pallio ; osserva ch' esse componesi (i) Noi , a uortua di clo che preiuesso abbiamo nel Proemio, non anminzieremo che le opere nelle quali ci parve di riscontrare qualche merito , cii il cui acquisto potrebb' essere conveniente agli studlosi, e quelle altre ancora , che scevere di pregi , ma portando non di meuu in fronte un titolo specioso , trarre po- trebbero in inganno i meno cauti lettori. Quelle di nessuna im- portanza , eJ auche le luediocn uon saranno da noi annunziate. 426 A P 1' K N n I C E colla lana di due agnolli canduU e senza niacchia, i quali dal Soiiimo Poiitefice beiiodetti ai 21 di geunnjo , vengono poi pasciuti in qualche monastero di vergini sin al tempo della loro tosatura ; e dalla materia e dalla cenmonia stessa della suddetta benedlzione dimostra doversi seguire la sen- tenza di coloro, i quali avvisarono essere rafiigurato dal pallio il Divin Redentore fattosi agnello in olocausto al Divin Padre ; doversi il grand'csempio imitare dal vescovo , e qiiesti non mai dimenticarsi d' essere il pastore delle anime , del qual suo minlstero e un emlilema la materia, ond' e composto il pallio. Dopo cio 1' autore dimostra noii potersi per anticliissima consuetndine conferire il pallio clie dal Sommo Pontefice , sebhene in via di toUeranza siasi accordato tal diritto anche n'l patriarchi d' Oriente , giusta il IV Concilio lateranense , e chiude col discorrere suUe prerogative de' metropolitan! di tal sacro arnese de- corati. La dissertazione e scritta con semplicitJl , chia- rezza e buon sapore del latino idioma. Ecco uno di quegli argomenti die meglio assai delle poeticlie composizioni , il pill delle volte insulse , trattare si potrebbero nelle so- lenni inaugurazloni de' vescovi e degli altri sagri pastori , siccome accennammo nel Proeinio. La Ranocchleide , pocma eroicomico del conte Luigl RiLLi Orsini , patrizio romaiio e fiorentitio y opera postuma. — Verona, 1825, Bisetti , in 12.° di pag. 120. Questo poema e scritto in ottava rima e diviso in otto canti. Lo stile e semplice , faceto , quale conviensi alia materia , e sull' andamento delle burlesclie poesie del Lalli. Raccolta di scene teatrali esegidtc o disegnate dai piii celebri pittori scenici di Blilano , parte III, fasci- cola Fill. — Milano , 1826, presso I' incisore Stanislao Stucchi, in 4.° obi. Quest' opera non dee confondersi con quella clie si sta preparando dalP egregio pittore Sanqnirico, e della quale sono gia impresse varie tavole in foglio grande. Essa non di meno e una pregiabilc collezione e non inolto costosa , clie giovar puo ai pittori di scene , ed intertenere piace- volmente la curlosita dei dilettanti dell' arti belle. PARTE ITALIANA. 4^7 Dizionario cT ogni mitologia e antichltd, volume di supplimento compilato dot prof. Felice Romani e dal dottor Antonio Peracchi. — Milano , 1826 , Fanfaiii , fascicoli 92 ?i- hecille Platone, e imbecilli tutti coloro die quel filosofo ebbero in pregio ; e veramente bisogno essere per lungo uso incalhti nel disprezzo di ogni vergogna per uscire si arditamente a cosi strana battaglia. Sccha di cento Sonetli composti dalla metd dello scorso secolo fiiio d nostri giorni. — Udine , iH 26 , j)ei fratelll i\Iattiuzzi. " Se vi sono , dice il sIg. abate Sabbadini nella sua pretazione a questo libretto, tante raccolte dei nostri an- tichi poeti, perclie si dovrh trascurare di fame una de'piii recenti' Dobliiamo pensare che noi apparteniamo ad ua secolo diverse dal loro , e che dolibiamo attingere il bello anco alle fonti che ci apersero i piii nobili ingegni nostri contemporanei. >, Ne alcuno ripugnera a queste parole; ed anzi, se la memoria non ci fa inganno, par^'cchi ebber gia colorito il disegno che troppo tardi cadde in mente al 438 APTENDICE sig, Sabbadlni. Pero quanto si trova di buono in cjuesti cento sonetti gia fu publ)licato ripetutamente in pareccliie raccolte in questa sola citta di Mllaiio; ma il x'esto (tutto quello cioe die non puo aprire alcun fonte di rrnova bel- lezza ) come non era desiderabile ne qui ne altrove , cosi non dara fortuna al libretto. VARIETA. LETTERATURA. Nu uova storia di Carlo Botta. — Si e aperta in Parigi presso il sig. Caccia , banchiere ed uno de' reggenti della banca di Francia , una sottoscrizione per le spese neces- sarie alia composizione e pubblicazione della Storia gencrale d' Italia , che il sig. Carlo Botta ha consentito di scrivere in contlnuazlone di quella del Guicciardini sino al 1789. La sottoscrizione e limitata a cento azioni di cento franchi ciascuna per anno pagabili per sei anni a cominciare dal i.° maggio prossirao venturo, epoca in cui la prima rata do- vra trovarsi estinta nelle mani del prefato sig. Caccia. II prodotto delle sottoscrizioni sara diviso in due parti. La prima di seimlla franchi annul sara rimessa a rate men- suali di 5oo franchi. Tuna al sig. Carlo Botta perche serva a permettergli di dedicarsi interamente al lavoro clie intraprendera. La seconda sara tenuta in riserbo per pro- cedere al principio della stampa dell' opera, quando questa dovra eseguirsi. Lo scopo della sottoscrizione essendo quello soltanto di procurare alia letteratura Italiana un' opera di cui essa manca, resta determinato che , rimborsate le azioni dei soscrittori, tutto il prodotto della vendita , uguahnente che la proprieta della storia per le ristampe , dovranno abbandonarsi airautore. L' opera sara composta di otto volumi almeno, in 8. grande di 5oo pagine cii-ca. Ecco il sunto degli argomenti, che formeranno la materia di questa storia. Noi gli espo- niarao coUe parole stesse del chiarissimo autore. " La continitazione delle gare ti-a Francesco I Re di Francia e PARTE ITALIANA. 409 Carlo V Imperatore , e tra i loro successorl , gare , ca- gioni di tanto sangue prlncipalmente in Piemonte e iiello stato dl Milano i le rivoluzioni di Napoli, quelle di Ge- nova, i modi usati dai Medici per istabilirsi il principato di Toscana ; Fassedio e la distruzione della repubbllca di Siena ; il concilio di Trento colle sue conseguenze : i regni di tanti somml Pontelici da Paolo III a Pio VI , Pontefici, di cui sono celebri le roemorie, come furono di gran mo- mento le azioni ; i regni ancora dei Principi di Savoja , massimamente di Emmanuel Fillberto di tanto gloriosa memoria ; i regni finalmente di Carlo e Ferdinando di Borbone in Napoli , 1' uno e V altro memorabili per utili rifoi'me ^ gl' insulti della Porta Ottomana contro Venezia, le guerre di Cipro , di Candia , di Corfii e di Malta ; quelle sorte piu tardi per le successioni di Spagna, d' Au- stria e di Polonia ; i benefizj di Maria Teresa e di Giu- seppe II nello Stato di Milanoj di Ferdinando Mediceo , di Leopoldo e Ferdinando Austriaci in Toscana , in un coUa variazione delle opinioni , delle lettere , delle scienze e delle arti formano un cumulo di cose tale die nissuno e di lui maggiore , pocbi uguali. " Importantissimi sono al certo tutti questi argomenti comeche od in parte od in complesso gia trattati da altri henemeriti scrittori. Duolci pero il leggere che 1 illustre autore ordinar vo2;lia non la materia soltanto , raa anche lo stile in mode cl' imitare , per quanto gli sia possibile , quel gran maestro del Guicciardini. Che lo stile appunto di quel grande maestro, prolisso di troppo, intralciato e ri- dondante , male si confarebbe al gusto de' tempi nostri, che vogliono concisione , semplicita , evidenza , siccome in ogni genere di scrittitre , • cosi specialmente nelle nar- razioni. E fors' anche i maggiori nostri non molto gradi- vano quella foggia di scrivere , altrimenti il Boccalini ne' suoi Ragguagli di Parnaso non avrebbe con lepida biz- zarria finto , che un certo cotale , che tre parole usate avea per dire una cosa , la quale con due potevasi espri- mere, abbia avuto dal Senato laconic© per castigo di leg- gere una volta la guerra di Pisa del Guicciardini , e che colui piuttosto che a tale lettura siasi ollerto alia pri- gionia ed alia galea. 44C> A P P F, N D I C F. Novellieri italiani tradotti in inglcse. — Per dlmostrare quantd nell' Inghilterra apprezzata sia la classica lettera- tura italiana, crediam bene di qui riferire il seguente estratto del Gioniale inglese intitolato: The Edinburg Re- view. Nel n.° 83, aprile 1825, pag. 174 si annuiizia un' opera col titolo: « I novellieri italiani, scelti dai piu rimoti tempi sino alia fine del secolo i8.° disposti in or- dine storico e cronologico, tradotti dall' italiano in inglese con note critiche e biograficlie da Tomraas Roscoe, 4 vo- luini in 8.° Londra 182 5. » La scelta vien lodata come generalmente giudiziosa, e la traduzione come quella clie riunlsce Teleganza e la fedelta. L'articolo , dopo una lunga introduzione in cui si fa anche un confronto fra T indole del novellare degl'Italiani e quello degli Arabi, vien espo- nendo alcuni cenni ed estratti dell'argomento e della elo- cuzione delle varie novelle. I primi tre volumi contengono le novelle antiche ; il 4.° quelle di Bisacciori , Colombo , Bargagli , Bottari , Capacelli , Soave , Magalotti, Lodoli, Marini, Padovanl , Sanvitale, Gozzi , ecc. A proposito di Gozzi si dice che ne' suoi racconti non si riconosce die a stento Tingegno con cui nelle opere drammatiche strap- pava gli allori dalla fronte di Cliiari e di Goldoni : il quale accoppiamento di due nomi cosi diversi poti-ebbe raeritare un' osservazione. Del resto T articolo e estremamente lu- singliiero per le lettere italiane, VI AGGI. Viaggio ad una parte centrale delta valle del Mississiin fatto da Enrico Schoolcraft. — II paese che I'autore descrive era ancora diviso da ogni incivilimento innanzi alia guerra del 1 8 12. Esso ci rappresenta T aspetto di quella contrada non che i costumi degF Indian! che 1' abitano , fra i quali e da notare il seguente. Fra i Mlamis e i Kickapoos v' ebbe gia tempo una specie di ordine d' uoniini ai quali era imposto 1' orribile ufficio di mangiare i prigionieri di guer- ra. Questa sanguinaria carica si trasmetteva per eredita e tenevasi molto pregiata ; e pare che abbla durato fin nel 1780, in cui un prigioniero fu sacrificato a Fort-Vayne con tutte le consuete solennita. Ma al presente i costu- mi si sono per mode cambiati , che non solo e distrutta PARTE 1TALIA.NA. 44l qiiesta cLisse divoratrice , ma sarebbe motive dl abborri- mento V avervi appartenuto. Viaggio intorno al mondo. — S. M. 11 Re dl Francia ha ordinato die si stampi la relazioiie del viaggio intorno al mondo esegnito negli anni iSaa-iSaS sotto il comando di M. Duperrey capitano di fi-egata, e die secondo la rela- zione fatta all" Accademia delle scienze dai slgg. Humboldt, Cuvier, Desfontaines , Cordier, Latreille, De Rossel ed Arago merita di occupare un posto distinto fra le piii belle spedizioni scientiildie eseguite dalla marina francese o da quella di qualsiasi altra nazione. II dotto giudizio de' suddetti relatori leggesi nell' opera periodica intitolata; Conncdssance des terns etc., e noi ne daremo quanto prima un estratto. BELLE ART I. Annali della Pinacoteca di Gand e della scuola moderna del Paesi Bassi. — II Belgio deve alia pittura una parte della sua gloria. M. De Bast, segretario della Societa reale delle belle arti in Gand, ha pubblicata una coUezione di opere die si fa ammirare per la grande varieta delle composi- zioni , e serve di prova die la pittura non e punto de- generata in quel paese. L' autore aggiunse alle tavole alcune brevi notlzie intorno al so2;getto rappresentato ed agli artisti ai quali appartengono ^ e cosi questo libro istruisce i lettori sulle opei-e e sulla vita dei pittori die attualmente fioriscon nel Belgio. STATISTIC A. Popolazionc della Francia. — Risulta dai pubblici docu- menti die dai 1817 al 1828 nacquero in Francia 3,458,965 masclii, e 3,246,813 femmine; donde i maschi alle fem- inine sono come 16 a i5. Ad oggetto di conoscere se forse il clima influisca su questa differenza si fece a parte 1' e- same di una trentina di dipartimenti i piii meridional!, e si e trovato die nel corso dei setle anni gla inentovati erano nati 971,819 masclii e 910,775 femmine, cioe die i masclii alle femmine erano come 16 a 1 5 in questi 442 APPENDICE tlipartimcuti del pari che in tutta la Francia. Pno qaimli coiicliiuJersi clie il maggior numero de' masclii non di- peiide dal cliiua, o almeno non ne dipende sensibilmente. Neir anno i324v'ebbero a Parigi 28,812 nascite , 22,612 raorti, 7,620 matrimouj. JUustrazioni statisticlie siiW impero britannico. — Una societa di lilantropi si e stabilita a Londra nel 1018 per cercare e conoscere il vero stato dell' Ingliilterra, e scojirire le cause secrete della mlseria in cui caddero le classi pro- duttrici della societa. Incorainciando dalla line del secolo 1 8.° continuarono le loro indagini fine a tutto il 1824, e risulto da questi calcoli che dopo il 1793, epoca in cui venne dichiarata la guerra contro la Francia , la po- polazione si e aumentata plu di un terao; che la mag- gior parte delle prodazioni di manifatture sono ora sei volte piu che non erano ; che il commercio di esporta- zione e tre volte tanto di prima , ecc, ma che questa ap- parente prosperita invece di fruttar buoni efFetti accrebbe il numero dei poveri e quello dei delitti nella stessa pro- porzione. Da quanto questa societa ha pubblicato , inda- gando le cause della trista condizione in cui trovasi il popolo inglese , si vede che il commercio della Gran Bre- tagna non presenta una somma uguale nelle importazioni e nelle esportazioni; e siccorae queste superarono sempre Ic prime di una terza parte, cosi il solo Governo, e non 1 privati poterono trarne prolitto. Un quadro delle impor- tazioni ed esportazioni dal 1817 al 1822 fa conoscere che le esportazioni furono di 3oi,2i3,ii6 lire sterline , e le importazioni non ammontarono che a 192,295,269 ^ di modo che le esportazioni superarono le importazioni di 108,917,847 lire sterline. Fraga e sue cunoskd. — Un libro del sig. Gerle scritto in tedesco con questo titolo ci fa conoscere fra le altre cose il rapido anmento della popolazione di questa capitale della Boemia. Essa nel 1828 contava 107,328 citiadmi, dei quali 86,494 cristlani, 7,808 ebrei ; i,o85 abitanti deirantica cittadella Wisse-Hrad e 12, 3 So soldati. La Bi- blloteca deU'Universita imperiale conticne i3,ooo volumi. Nouv. Ana. des voy, Nov. 1825. TARTE ITALIANS. 4^3 Snperficie deU'Africa. — II slg. Hoffmann ha calcolata assai diligenteiiieiite la suddetta superficie sopra le carte le piu accreditate , ed ha pubhlicate le seguenti niisure : Miglia quadi-ate. Millesimi di iniglio. Al nord dell' equatore Al sad deir equatore Totale . . . Airoriente del 35.™° meridlano contato dair isola del Ferro . Air occidente dello stesso me- ridiaiio 363 i65 171 104 192 663 534 269 855 3o8 026 226 240 092 763 Totale . . . 534 266 855 (*) Tiitt'i calcoli precedent! piu accreditati variavano dalle S21856 miglia quadrate lino alle 53 1 638. II sig. Hoffmann crede che le cifre 63oooo che trovansi nell' opera Precis de la geographie universelle sia un errore di stampa , e che debha leggersi 5 3 0000. Cio posto, la differenza fra questo calcolo e il sue procederebbe unicamente dalla preferenza che in certi libri suol darsi ai numeri rotondi. Eo^li me- desuno pot osserva che il suo calcolo non deve riguar- darsi come definltivo. (*) Le miglia adoperate in questi calcoli sono prohabilmente miglia gfograliche o leghe teJesclie di i5 al graclo. Un miglio lineare tedesco equivale a quattro miglia geografiche italiane o marine di 60 al grado j ed un miglio quadraco ledesco a 16 miglia quadrate icaliane. La superficie deU'Africa e dunque di miglia quadrate italiane 8 548 3i8 o di 8 548 270 secondo clie si adotta I'uno o 1' altro de'due risultamenti presentati dall'autore. La superficie intera del nostro gloLo si calcola di miglia geografiche italiane 148 349 280, 444 APPENDIOE Censo dci Romani. — II sig. Dureau de la Malle cspose alia R.Accademia di Parigi due tavole del censo de' Romania alle quali aggiunse un quadro assal importante intorno alia pro- bability della vita umana di questo popolo secondo i di- versi period! della vita. Noi crediamo bene di qui riportarlo. Tavola della probabilita deU' umana vita calcolata da Domizio Ulpiano , priino ministro d' Alessandro Severo e tratta da cib die ne riferisce Eniillo Macro. Eta. Vita futura probaljile. Da o a . . . ao amii Da 20 a ... a5 Da a5 a . . . 3o Da 3o a ... 35 Da 35 a ... 40 Da 40 a ... 45 Da 45 a ... So Da 5o a ... 55 Da 55 a ... 60 Da 60 a ... 65 3o 28 25 22 ao 18 i3 . . . : . 9 7 5 II sig. Dureau dice che qixesta tavola fu compilata sii quelle del censo (^tahidce censuales) e sui registri di nascita, di puberta , di virilita , di morte secondo le eta, i sessi, la natura delle malattie: tavole e registri che con rigorosa esattezza conservaronsi da Servio TuUo sino a Giustiniano; cio che comprende lo spazio non niai interrotto di dieci secoli. Sovra questi niille anni d' osservazione, termine piii che sufficiente , Ulpiano determina la jjroporzione della vita de' Romani in questo periodo a 3o anni. E da notarsi che i registri di Firenze diniostrano che la mortalita e tuttora la medesima in quella capitale (Archwes generales de Medecitie , mars 1826). STORIA NATURAL E. Ghiaccio nero. — M. Weddel ha incontrati nelle sue na- vigazioni alcuni grandi inassi di. ghiaccio di colore aerastro PARTE ITALIANA. 445 somiglianti alia terra. Essi erauo infatti coperti e miscliiati eziandio di terra staccatasi da cjualche riva. Questo egregio navigatore e d' opiiiioiie clie molte di quelle isolette che si dissero esistere neirOceano Atlaiitico, non fossero altra cosa che gliiacci di questa specie, i quali col tempo si saranno poi disciolti. II sig. de Kotzbue vide in vicinanza di Behring grandi estensioni di ghiacci immobili coperte di terra ed anche di arbusti. Wood ne avea veduti al nord della Nuova Zembla ( iV. Ann. des Voj., nov. 182 5 ). Scoscendiinento di terra accaduto a Scharzftls, — Quello che qui si racconta puo servire a provare che accadono dei cambiaaienti nelF interno della ten-a anche nei paesi lontani dalle eruzioni vulcaniche. II giorno 29 luglio alle ore 4 '/, pomeridiane levossi nel villaggio di Barbis nella Sassonia una grave bufera a cielo sereno. Poco stante il suolo comincio a tremare con uno spaventevole fracasso, e vi si aperse un abisso largo oltre a 120 passi, dentro al quale r occhio non vede se non grandi masse di pietre aramuc- chiate. Se vi si getta un sasso cade per lo spazio di un minuto intiero prima di toccare il fondo. E cosa verosimile che dove il terreno si e aperto vi fosse per lo innanzi una vasta cavita, e che essendo a poco a poco mancati i sostegni di quella specie di volta che la copriva , ne sia riuscito 1' a1)isso che al presente si vede. Siccome nel fondo si sente distintamente il romore dell'acqua, cosi credono al- cuni che il fiume Ruhme il qual nasce alia distanza di due leghe abbia laggiii il suo letto. Alcuni altri portano opi- nione che siavi un lago sotteri'aneo , traendone prova da parecchi altri scoscendinienti avvenuti in qvie' paesi. Intelligenza dell' elef ante. — I giornali indiani riferiscono quanto segue: Un elefante appartenente a M. Hoddam im- piegato civile della compagnia in Guyat era solito passare sopra un piccolo ponte per andare dalla casa del suo pa- drone alia citta. Un giorno essendo vi pervenuto fece gran- dissima resistenza per non salirvi, ne vi ascese se non sospinto per forza dalle percosse , e dopo averlo tentato pill volte coUa sua proboscide. Quando linalniente vi s' in- cammino e gla n' era nel mezzo, il ponte si ruppe e fele- fante e la guida precipitaron nel iiiuue , dove 1' viomo pen e r anlmale riporto una grave ferita. Siccome e noto else BibL ItaL T. XLl. 29 44^ A P PEN DICE gli elefauti non si mettoiio mai per un poiite da loro noii pouosciuto, senza scaiidaglianie prima la solicUta colla loro troinba , cosi si presume ciie T eletaiite di cwi qui si parla avesse nell' ultimo passaggio coiiosciuta la deljolezza del ponte (^Ann. des ioyagcs , oct. iSaS). A R T I E M E S T I E R I. Esposizioiu: teoricn e pratira delle cirLi e manifattnre delta Grail Brettas,na. — Fu seinpre tatto il rimprovero alf In- gUilterra di poca generosa nel far parte alle altre nazioiii di quel maravigliosi proccssi meccanici , merce dei quali essa e salita a tanta altezza nelle arti e nelle maiiifattu- re , e procaccio alle sue produzioni una decis;i preferenza in tutt'i niercati del nioiido. Mentre in Francia facevasi di pubbhca ragione il Trattato di meccanica appllcata alle arti del chiarissimo Borgnis , pub])licavasi pure un altro Trattato di meccanica del Christian, ed un' Ardiitetiura idrauHca del Prony , niuna opera usciva nel regno Bri- tannico , la quale potesse non die alle nazioni manit'at- turiere rivali far nota qualche nuova macchina iuven- tata o perfezionata , ma mirasse a giovare ai maniHittu- rieri nazionali con uno scambio reciproco di cognizioni nieccaniclie acquistate nel paese. Tanta per avventura era la gelosia dei progress! degli stranieri nelle manifattnre, clie volevasi fare un passo di meno nelle arti nazionali , anzi che , publilicandone i processi , correre il pericolo di favorire T incremento dell' industria straniera ! Questo si- lenzio pertanto che da una parte valeva in qualche modo a riserbare alia nazione inglese il primato fra i popoli manifatturieri, venne iinalmente giudicato nocevole ai prQ- gressi dell' industria propria , ed indegno di una nazione civile. A levare questa macchia dal popolo inglese sorge era un Giorgio Birkbeck , presidente dell' Istituto niecca- nico di Londra e di moke altre societa, il quale annuncia di voler paljlilicare nn' opera dando cominciamento dal mese di gennajo del 1826, la quale sara un'esposizione teo- retica e pratica delle arti e manifattnre della Gran Bret- tagna e deil' Irlanda. Uscira quest' opera per numeri set- timanali e per fascicoii mensuali composti di quattro nu- jueri ciascuno. Esibira una compiuta notizia di ciascun i'amo delle manifatture moderne ; descrivera le operazioni pPii ;uia suflicieute estensioue , e uiostrera le iiiaccliinc e' PARTE ITALIANA. ' 447 gli stromenti col mezzo di esatte incision!. Gli oggetti che saranno trattati in quest' opera saranno i seguenti : i . La costruzione delle macchine, specialmente di quelle a va- pore, dei molini ed altre; 2. Le manifatture del ferro in tutt' i loro rami ; 3. Le manifatture di cotone , come so- pra j 4. Le manifatture di seta; 5. Le manifatture di lino; 6. I lavori di miniere; 7. Le manifatture di laaa e panni; 8. Id. di calze ; 9. Id. di vetro; 10. Id. di stoviglie ed altri vasi di terra; 11. L' arte del distillatore; 12. La fabbricazione della birra; i3. Id. degli agenti e reagenti chimici; 14. L" arte del tintore; i5. La concieria e T arte di lavorare i cuoi ; 16. La fabbricazione di stroraeuti ma- tematici; 17. L' architettura civile, compresi i canali, punti , darsene , strade , ecc. ; 18. Le faljljriche d'olio, di sego, di cera e di gas; 19. La costruzione delle navi; 30. Le fabbricbe d' acciajo ed altri oggetti di metallo (lucido), compresa la fabbrica di bottoni lii Bromdegliam e di Sciieflield ; 21. La manifattura di cappelli anclie di paglia ; 22. Id. di aghi e spille ; 2 3. Id. di carta ; 34. Id. di corda; 2.5. /(/. di oroiogi ; 26. Id. di caratteri da stampa, ecc. ( The EdLnhurg Review , n." 84 , ag. ] 820. ) Campaiie. — E stato ultimamente accordata a Wa.>ingliton itna patente per una scoperta che diminuire dovi-ebbe di tre quarti o di quattro quinti 1' attual prezzo delle campane. L' apparato e seniplice e di facile costruzione : uu ti'ian- golo d' acciajo fuso in ispranghe e sospeso ad una delle due estremita. Tre niartelli di grandezza differente fissi al centro dello strumento ne percuotono la liase , merce del giuoco di un manubrio. I suoni clie si rendono da questo semplice meccaaisnio sono intensi ed aggradevoli come quelli delle migliori campane. Una specie di stru- mento da questo non niolto dissimile era in uso in Oriente , e se ne servono tuttora in qualche luogo i Greci moderni , ai quali fu dai Turclii vietato il suono delle campane. Navigazione col mezzo del gahrinisnio. — ■ II 3Iechanics Magazin di Glasgow nel suo numero del 2 3 ottobi-e fa men- zione di un progetto per far correre un vascello col mezzo del galvanismo. Secondo tal progetto i remi sarebbero alternati ed opererebbero sott' acqua. La sola difficolta cui V esecuzione potrebbe andar soggetta , consiste forse nello 44^ APPENDICE stabilU'e aeir iaterno del vascello un appai'ato di diineti- sioiii suflicieuti per alimentare di gas, col mezzo della de- composizioiie dell' acqaa del mare , un cilindro destinato a far movere i remi (Weekly JRegist. Paris, i mai 1825). Invenzione de vascelli a vapore sitssistente gia da qualchc srrolo. — Estratto di una lettera del sig. Martino Ferdiaando De Navarette al sig. De Zach , vol. 1 3 della Corrispon- c/enza astronomica, pag. 642. lo del)bo ancora dirvi una parola su d"" un' altra inven- zione spagnuola che si e fatta rivivere , cioe vascelli a vapore. Quest' invenzione fu presentata nel 1843 all' Im- peratore Carlo Y ed al principe suo figlio , divenuto poi Filippo II , da un capitano nomato Blasco de Garay. Ne venne fatto il primo esperimento con successo felice a Barcellona i ma 1' inventore ando soggetto all'invidia, e per conseguenza ebbe de' nemici e dei detrattori che ado- perarono varj sforzi per mandare a vuoto quest' inipresa , quantunque 1' autore fosse stato dall' Iniperatore ricoin- pensato. Le spedizioni cavalleresche , che questo monarca intraprese poi fuori della penisola , sotFocarono tale pro- getto, e d' allora in poi non ne venne parlato. Le notizie, i processi verbali e le prove sussistono negli archivj reali di Simancas , ed io tengo una minuta relazione di tutt' i risultamenti che se n' elibero. EGONOMIA FISIC A-A G R A R I A. Tassa pei cani. — Nei Paesi Bassi si e stabilita, comin- ciando dagli ultimi sei mesi del iSaS, una tassa sui cani. Sono esenti da quest' utile imposta , che non potra niai essere tacciata di sovercliia severita , i cani de' ciechi soc- corsi dagli stabilimenti di beneficenza ed i cani dei pastori che servono esclnsivamente alia custodia del gregge ( Bi- blioth. phystco-economiq. , genn. 1826). Macchina per battere i' grano. — ■ I giornali hanno piu volte parlato della macchina per l^attere il grano, inventata a Stockolin dal celebre Oeven. Diversi proprietarj premu- rosi d' introdurla presso di loro ne hanno domandata una descriz.ioue che noi ci alFrettiamo di dare. PARTE ITALIAN V. 44{) I covoiii ill grano si coUocano sopra una tavola di mi metro di largliezza; due cilindri scaiiiipllati traggono len- tamente le spiche sotto Tazione rapidissinia di dodici tra- vei-si in forma di laiiterna che daiino 3400 colpi ogni minuto. Tre uominl bastano per fame il servizio : vi si puo supplire con cavalli o con ])Uoi , e si pno ezlandio stabilirla sopra un corso d'acqua anche debolissimo con grande risparniio di forza. Questa macchina Jjatte in un" ora cento a cento venti covoni; essa pesa circa cinquecento chilogrammi. I sostegni in ferro fuso ed i traversi in ferro lavorato assicnrano la macchina da tutte le oscillazioni : puo essere stabilita con 600 a 900 francbi. Essa con tre operaj rende in un gloriio il lavoro di do- dici a sedici uomini ; spoglia intieramente le spiche dei loro grani , e non dcteriora ne il grano ne la paglia. Tale macchina riunisce certamente gvnndi vantaggi ^ ma bisogna confessare die e dispendiosissima, clie non si puo movere facilmente , che non conviene a tutti i luoghi, e che i piccoli possessor! non potranno giammai introdurla per la spesa , e principalmente pel slto cb' essa occnpar dovrebbe ( ia stessa, febbrajo 1826 ). Calce nocii-a all^ agricohura. — In molte circostanze si e riconosciuto che la calce per la sua proprieta caustica nuoce ai raccolti coUindebolire i terrenl sterili sii cui viene versata in troppo granue quantita. Eccitando una fermenta- zione troppo pronta sforza i vegetabili ad assorbire tutti i principj delk fecondita; di modo che i pi-atici coltivatori soglioiio dire che i terreni ingrassati coUa calce non possono arricchire che i vecchi, o coloro che sono premurosi di go- dere: ma gual a costoro! I comuni di Esneux, di Sontain, di Dolembreux e di molti altri villaggi della provincia di Liegi ne ofiFrono un importante esempio. I coltivatori di qne- sti comuni avendo veduto che Tanno successivo a quelio in cui da essi veniva sparsa la calce sui campi ottenevano i raccolti abbondantissimi in trifoglio ed in altre piante di foraggio, pensarono di spargere la calce nel 5.° o 6." anno invece del iS." o del 20.": il risultauiento fu al certo sti-aor- dinario ]>er qualche anno '-, ma in seguito que" medesimi camjii ove d" ordinario si raccogllevaao abl)ondanti ccrcali. 45o A p r E N n I c E sono stati cosi snervati clie ilopo il 1818 tUvenncra as- solutameiite sterili , ed avvi lagion di temere chc iion si possa ottenei-ne per lungo tempo ancora uaa tenue rac- coha d' erJje aitiliciali. ( Jbid. ) Riinedio contra il timschio dcgli albcri. — TuttI gl' instru- menti inveiitati per togliere il muscliio die infesta gli al- beri e nuoce alia loro prospera vegetazione, non produr- ranno niai i felici success! die si ottengono dal lavarli con acqua e calce. Quest' operazioiie fatta in novcnibre sui tronchi degli alberi li netta jjerfettamente. L'espericnza ha provato die il suo eftetto dura per cinque anni. ( Ibid. ) Intonaco per supplire alia stoppia nelle case rurali. — Un intonaco terreo proprio a snpphre la stoppia sopra le case e costruzioni rnrali e stato imniaginato dal sig. De Puy-mauvin 'di Tolosa. La spesa ne e tenuissima, 1' into- naco ha vin centimetro e mezzo di grossezza. Per ogni metro quadrato e necessario un metro cubo di terra cre- ta, un tjuarto di sabbia, 17 chilogrammi di calcina viva m pasta , e stereo di cavallo. Queste dosi pero non sono di rigore ; esse devouo variare in proporzione della tena- cita della creta , della purezza della sabljia e della qualitii della calce. Si devono fare degli esperimenti in piccolo fino a die siasi trovato die T intonaco resista al distacco delle parti ed alle crepature. E d'uopo ricoprire di pa- glia, e per prevcnire gl' incendj , collocare sull' estremitii del tetto a stoppia una piccola tavola di 8 a 10 centi- metri di larghezza per inipedire alle ceneri della paglia in- fiamniata di comunicai-e coll' estremitii del tetto , die non ha potuto essere intieramente ricoperto coll' intonaco. Si e attaccato il fuoco alia paglia die ricopriva il tetto d' una limoniera cosi formato, e non avvenne alcun Inconveniente ed il fumo non pote pur passare nell' interno (Ibid.). M E D I c I N A. Idrofobia. — I\I. Naudin , medico a Tolosa , pubblica it seguente caso d' idrofoliia. Sei persone vennero morsicate da un cane crcduto arrabbiato : non si uso nessuna pre- cauzionc , e 48 giorni dopo la morsicatura si paleso la rabbia iu uno degl' iiidividui die ue mori in due giorni. VARTE ITALIANA, 4$i L' ihtehio della sua bocca non preseilto punto le pustule delle ijuali paria il IMarochetti , ma soltanto uno stato d' iiiflaniinazione iielle glandule suliliiiguali die furono cau- terizzate senza alcnu successo. Gil altri cuitjue morsicati non avevano ancor provato nessun attacco un niese dopo la niorte del primo. ( Id. ) F I S I C A. Temperature de due anisferi. Estratio d' una Icilcnt del prof. Simoxoff ( Casaii j 1825) iiiscrita ndht Corrispondcnza astruiiomica ^ del baroue di Zach { t. 14, p(tg- 217). Dal priucipio del secolo i6.° e dair epoca della j^rima circuizioae dal capo Horn prevalse generalmente in EaropA r opinlone che la teuiperatura dell" emisfero australe fosse; pill fi-edda di quella del boreale. IMeran e BuffoQ lianno combattuta questa opinione , ma con non felice successo ; Epino la sostenne con nuovi argomenti , e Cook la cou- ferino colla scoperta delle immense masse di gliiaecio clie circondano il 2>olo australe. In fatti queste masse enormi arrivano lino al 70° grado ed in certi paraggi tino al 68° di latitudine australe. II slgnor Belingsbausen , capitano comandante la scialuppa il Wostock , sulla quale il siguor SimonoiF era imbarcato in qualita d'astronomo, nel siio vlaggio intorno al mondo non ba potuto peiietrare jiiii in la del 70" grado di latitudine australe. Nell' emisfero bo- reale air opposto , rammiraglio Tscbiscbagoff ed il capi- tano Scoresby banno raggiunto 1' 84° grado. Sotto una latitudine australe di 54" il signor Simonoflf trovo le coste della nuova Giorgia e dell" isola IMacquare! tutte piene di neve , ed In quelle vicinanze nel mese di diceinln'e, cbe corrisponde al nostro giugno , non vide mai il termometro di Reaumur oltrepassare il 4°. La natura vi sembfava morta, noil vi cresceva alcun albero e la vege- tazioue era aflatto languida^ eppure nel nostro emisfero e ad una egual latitudine il termometro in giugno arriva a 3o, e la vegetazione vi e nel massimo vigore. I Fisici hanno tentato di spiegare questa si notabile dif- ferenza di calore, attribuendola alia forma ellttica dell' or- bita della terra, in virtu della quale la distartza del sole risulta minore in inverno clic in estate, ed il sole riniane 402 A P V E N D I C E 7 giorni dl piu sulP emisfero boreale die suU" australe. Ma queste due cause dovrebliero contrihuire a moderare dal nostro lato V ardor del sole in estate ed il rigor del freddo in inverno. Ora osserva il signor SinionofF che il fenonieno snccede perfettamente all' opposto. Per esempio egli narra d'aver veduto nella nuova Zelanda, e sotto una latitudine australe di 41 gradi , gli abitanti andar quasi nudi nel cuor deir inverno, e il lermometro mantenervisi al 16°. II celebre Humbold nella sua opera suUe linee isoter- micbe, adottando un' idea proposta come un semplice sospetto dal fisico Biot, afFermo cbe la vasta superlicie del mare nell* emisfero australe esercita una grande influenza sulla tenqseratura di quella parte del glol)o , tendendo non solo a rendere meno varia la temperatura delle diverse sta- gioni, ma ancora a diminuire la temperatura media. In conferma di questa opinione il prof. Simonoff arreca le osservazioni del termometro da lui fatte a mezzodi e a mezzanotte, in dlversi punti del suo viaggio intorno al mondo , e le differenze di temperatufa die ne risultano. Bastera a noi riferir qui il medio delle tempei-ature da lui osservate nei luogbi diversi. Terraona. di R. «■ Bata. Lnogo deir oS3er\ azione. Latir. geogr. mezza- mezzo- s notte. di. (5 I 819 settem Rada S. Croce j isola Teiieriffa 0 / 28 28B + I7jO + 20,5 3°5 ottobre 5 4aE 32 i5A + 21)9 + 8,3 + 1,8 + 22,4 + i5,6 + 9,' + 2,1 0,5 0,9 0,8 0,3 dicemb. dicemb. 45 4A 55 5aA Nel mar glaciale presso le coste l820gen.reb. In alto mare. • ■ '.' . . 67 57A - C.7 + 0,1 0,8 Ingllo Eaja Matavay , iola Otaeiti 17 2gA + 16,8 + 22,3 5,5 I 82 I mnr.apr. Isolar..u1o5, pre ^boR 0 Janeiro 22 54A + 17)7 + 2^,2 6,5 Da queste medesime osservazioni si rileva die le diffe- renze delle tem))tn-aturc nel corso delle veatiquattr" ore sono PARTE ITALIANA. 453 assai niiiiori In alto mare che vlcino alle coste. Alia lati- tudine , p. es. , di 4.8° e nel soistizio d' iiiverno la tem- peratura media nell' emisfero australe risulta di 8,7 , e la difFerenza dal di alia notte non arrlva ad un intero grado. A Milano nel soistizio estivo si snole in vece avere una temperatvn-a media di 16°, ed una difFerenza fra il mas- simo e il rainimo di ben 10 gradi. NECROLOGIA. La sclenza medica ha fatto una perdlta non indifFerente nella morte del cavaliere Luigi Franks archiatro consigliere private di S. M. la dnchessa di Parma. L' ardore sommo- ch' egli. paleso mai sempre per lo avanzamento dell' arte salutare ;, gli onori insigni;, e la gran fama che si e giu- stamente acquistata nell' esercizio pratico della medesima , e nella buona condotta delle cariche luminose a lui aOidate , gli meritarono un incontrastabile diritto alia gratitudine dei seguaci d' Igea, Additeremo brevemente le cose piii notabili della sua vita, lasciando ai lettori la liberta di consultai-e i Cenni biografici esposti dal prof. Carlo Spe- ranza, per istruirsi piu diffusamente sui meriti scientific!, e suUe rare qualita d' animo di quel personaggio illustre, con tanta maestria rappresentate dalla penna di cosi hello scrittore (i). Luigi Frank nacque in Lautemburgo da onesti e civili parentis studio filosofia in Bruchsal, i principj elementari della medicina e della chirurgia in Gottinga, e passo col- r immortale suo zio Giovanni Pietro Frank all' Univer- sita di Pavia , ove consegui (2) la corona di lauro mal- levadrice autorevole de' suoi progressi, e dolce compenso alle non irUerrotte fatiche. Scelto il proprio domicilio in Mi- lano, fu eletto medico secondario di quel grande spedale, ed il principe di Khewenliidler affido ad esso la conserva- zione della propria salute. Nel primo di tali impieghi ebbe un camjio vastissimo onde manlfestare le profonde sue cognizioni , pubblicando molte importanti Memorie (1) Cenni biografici del cav. Luigi Frank ecc. detti nella ducale Universita da Carlo Speranza, professore di Terapia, ecc. Parma, iSaS, Paganino , in 8.° di pag. 48. Dai cenni niede- simi abbiamo tolte le tiotizie che ci proponiamo di dare. (2) II 10 niaggio 1787. 29* 454 APPENDICE nel Nuovo Giornale della piii recente letteratura mediro- chirurgica di Europa , di cui era uno de' principal! com- pilatori. — Penetrate le annate francesi in Milano , egli segni il principe snddetto a Firenze , ove la lettura inde- fessa de'migliori autori, la conversazione di uoniini sommi, e la pratica giornaliera accrebbero di nioko il sno sapere in ogni ramo della plu difficile e snblime di tutte le scienze. Cola r Accademia de' Georgofili giustamente stimando le produzioni di lui , il chiamo a far parte del suo nobile consesso : cola egli intraprese a piibblicare la BiUioteca medica Browniana , in cui ofFriva una serie di Memorie in favore e contra la dottrina dello scozzese. Ma credendo di non potere ivi soddisfare alle scientl- fiche sue brame, diviso di portarsl sotto altro cielo, e ad imitazione di tanti uomini illustri acquistare peregri- nando in lontane regioni nuovi luini , e rendersi cosi piii utile air umana famiglia. Da Livorno prese la via del- r Egitto , visitando di passaggio le isole di Malta e di Rodi. Lo studio e T attenta osservazione delle mala ttie cola dominanti , specialmente della peste , della dissenteria e della ottalraite, occuparono suUe prime 1' animo di Luigi. Gl' incomodi , i pericoli non valevano a sgomentarlo e distoglierlo dall' appagare le sublimi sue mii-e , e dal por- gere soccorso ai miserandi infermi di quelle contrade. Cure pero tanto pietose furono ben presto interrotte dal- r arrivo e dai felici successi dell' armata francese ; se non che , dopo la sanguinosa battaglia delle Piramidi, Luigi riconosciuto ne'suoi meriti da Monge e da BerthoHet, venne presentato al generate in capo , che lo fece medico dell' ar- mata d'Oriente, e membro di un consiglio di salute pubblica per la citta del Cairo. Allora prosegni con ogni impegno le sue indagini sulle cause, suli' indole, sul trattamento di dette malattie endemiclie e contagiose , ed acquistossi vie pill la stima dell' esercito e 1' amore degli abitanti con suggerire ottimi provvedimenti di polizia medica. Costrette le falangi francesi ad abbandonare 1' Egitto, do- vette egli pure seguire 11 comune destino; e quindi per la via di Marsiglia portossi nella seducente Parigi. Cola frequen- tava le assemblee dei medici piii dotti , gli stal^ilimenti clinici , le scuole di celebri professori ;, onde arricchire vie pill la mente di stranlere dottrine , e procacciarsi niiove cognizioni su tutto cio clie ha relazione alia puJjblica e PARTE ITALIAN!. 455 privata salute. Pero molto tempo non corse , che il desi- derio di una nuova peregrinazlone il trasse a visltare il clima dell'antica Cartagine. Ivi si occupo dello studio delle malattie predominanti; del loro coafronto con quelle del- r Egitto ; deir influsso delle vaste alluvion! , del caldo in- soiFribile , delle infuocate arene suUa salute degli abita- tori. Appagata cosi ogni sua hrama , ritorno in Europa , ed il Goveruo francese il nomino prirao medico dello spe • dal militare di Alessandria sul Tanaro , ed ispettore alia terme di Acqui. In quel luogo di sua destinazione medi- tava nuovi lavori , quando venne eletto ad archiatro di Aly , bascia di Jannina (i) , avvenimento die favoriva non poco la sua inclinazione, dandogli opportunita di scor- rere le provincie del sno Signore , onde lasciar dappertutto indubitate prove di vera esperienza nell' arte salutare. Frattanto alta sorgea la fama de' suoi meriti presso le vicine e le remote nazioni. La Societa medica di Mar- siglia , quella di Emulazione di Parigi , il reale Istituto delle scienze naturali di Napoli lo nominarono loro socio corrispondente ; e colmo di benefizj , essendo dopo alcuni anni ritornato in Francia, fu dal governo spedito medico in capo degli apedali militari , ed aggiunto al magistrate di sanlta di Corfu. Instancabile cola niostrossi in racco- gliere osservazioni e studiare la natura non che i pro- dotti del suolo , sperando di ofFrire al pubblico un lavoro di medica topografia : uno zelo ed un' attivita si grande gli meritarono di essere nominate socio, e poscia vice- presidente dell' Accademia jonica. Cangiato il governo di Corfii , e astretto il nostro vlag- giatore ad un sollecito imbarco , perdendo insieme col- r impiego i frutti di tante meditazioni e fatiche , rivide Marsiglia, ove ottenne di portare la decorazione del giglio. Di la si diresse alia cnpitale dell' impero austriaco , chia- matovi dal prlncipe de' medici lo zio suo , che degnossi di dividere seco lui il peso delle mediche cure. Ivi com- parir fece grande discernimento e somma capacita , dimo- randovi fino al momento in cui venne eletto archiatro di S. M. la duchessa di Parma (a). Cola trasferitosi , venne proclaraato socio e vice-presidente della Societa (i) Lettera di Jlij del 9 febbrajo i8o5. (2) Decreto di S. M. dato in Vienna il i.°iuaggio 1816. 456 ATPENDICE medico-chirnrglca , e niemliro dell' I. R. Societa delli* scienze, lettere ed arti di Padova , della real Accademia di scienze di Toriao. S, M. la duchessa , penetrata dallo zelo costante da esso manifestato nel corso del domi- nante tifo coutagioso , voile innalzarlo al grado di sno coiisigliere private , e poscia ispettore alia facolta me- dico-chirurgico-farmaceutica del ducale Ateneo. Di tali cariche insignito , egli non cessava mai d' impiegare la persviasiva sua influenza presso I'angusta regnante in van- taggio degli stabilimenti di pubblica beneficenza , dell' Uni- versita , dei dotti, del popolo. A Ini dobbiamo le prime esperieuze ed osservazioni suUa virtu feblirifuga del pepe; il migliore trattato suUa peste d' Egitto , a cut aggiunse il risultamento delle sue meditazioni suUa dissenteria e sulla ottalmite , diversi utili opuscoli , inseriti net piu accreditati giornali della scienza medica, cbe estendendo ovunque la riputazione dell' autore , gli procacciarono la stima degli uomini dotti, e 1' onore di vedersi aggregato alle societa ed accademie piu cospicue della colta Europa. Cosi in Parma il Frank dedicavasi con indefessa cura al bene della salute pubblica e privata, al miglioramento ed al lustro del celebre Ateneo, ai progress! della scienza , men- tre una lenta e subdola affezione dello stomaco lo spingeva al termine dell' umana e gloriosa sna carriera. Di essa af- fezione infatti mor\ dal giorno decimonono al vigesimo di maggio 1825 neir eta di anni 64, compianto dall' incon- solabile consorte, dai colleglii, dagli amici, e prima ono- rato di una visita e dei conforti dell'aitgusta sovrana Ei non e piu ; ma vive ancora nella memorla dei grati amroiratori de' pregi suoi , del sue sapere, Chiolini. programmi accademici. Programma della Societa italiana delle scienze resi- dente in Modena ai dotti Italiani. Siccome non furono presentate Memorie al concorso aperto dalla Societa con programma 9 agosto 1824, cosi ripropone essa gli stessi due problemi , cioe : I. Istkiure un ragionnto confronto tra le varie teorie sul- I'equilibrio delle volte lasciateci dagli autori piu rinomad , e scegliendo fra queste la piii consentanea alia natura del TAUTE ITALIANA. 467 problema dare un utile applicazione delta medesima alia pra- tica , esponendo con ordine e con chiarezza le regole da se- guirsi per la costruzione speciahnente del grandi archi dei pond sui fumi , e per qmdla delle cupole tanto ovuU die circolari, in niodo die si combini la robustezza di tali edi- fizj con la eleganza delle forme architettoniche , contemplando anche il caso degli archi obbliqui alle sponde del flume. II. Estendendo le ricerche sperimentali del conte Giordano Jliccati intorno ai suoni delle corde solide e delle aeree , e quelle pure del Chladny suite lamine elasdche , raccogliere un nwnero di fatti certi bastanti nella loro connessione e net loro complesso per istahilire una teoria acusuca die serva di base alia pratica musica, Le Memorie dovranno esseie inedlte , scritte in lin- gua italiana , in carattere chiaro e da una sola mano , e saranno presentate al sottoscritto socio e segretario in Modena entro tutto il mese di marzo 1828. II nome degli autori sara occulto ; ogni Memoria portera in fronte un motto e sara accompagnato da un bigUetto suggellato, con- trassegnato al di fuori dal medesimo motto, contenente al di dentro in maniera occultissima nome, cognome , patria, domicilio e professione dell' autore. 11 mancare a qualun- que delle antecedent! condizioni fa perdere il premio clie per ciaschedun argoraento sara una medaglia d" ore del valore di zecchini sessanta , e verra consegnito da quella Memoria clie nel rispettivo argomento ne sara giudicata raeritevole secondo il metodo prescritto dalle statuto so- ciale. Le dissertazioni coronate saranno pubblicate coUe stampe , e gli autori ne avranno in dono un numero suf- ficiente di copie. Quelle non premiate si conserveranno orlginali nelF archivio delP Accademia , potendo pero gli autori di esse ritirarne a loro spese una copia. Modena, 2 3 marzo 1826. Antonio Lombardi , socio e segret. R, GiRONI . Caelini e I. rvMACALU , Direttori ed Edi;ori. Milaiio , duir I. R, Stampcrla, Ossirvazioni metcnro loglche fatte all'I. R. Osservatorio di Brcra. ]M A R Z 0 1 826. Matt IN A. < Sera Stato del cielo. u c N N V 6 2 S < Ji S2 0 a V > Stato del cielo. 6 — 1 D n! Si It rt a N ° .6 poll lin. 0 poll lin. 0 I 27 11,8 + 3,5 L Sereno. 28 0,0 + 9,0 E Sereno. 2 28 0,5 + 3,8 N E Sereno. 28 0,3 + 8,6 S 0 Sereno, neb. 3 28 0,4 + 4,0 N 0 Nuv. rott. ser. 28 0,0 + 9,0 N 0 Sereno. 4 28 0,0 + 3,2 N Sereno. 28 0,0 + 9,5 0 Sereno. 5 27 11,7 + 5,0 N Sereno. 27 11,0 +10,5 0 Sereno, nebb. 6 27 11,0 + 4,« SO Sereno. 27 ij,8 + 11,8 s Sereno. 7 38 1,0 + 6,0 E Sereno. 28 c,6 + 10,5 E Sereno. 8 28 I7I + 4,6 N E Sereno, nebb. 28 1,1 + 10,4 E Sereno. Q 28 1,0 + 4,6 N Sereno, nebb. 28 0,6 +11,6 80 Sereno. 10 28 0,7 4i f),0 E Neb. nuv. ser. 28 2,0 +10,5 E* Ser. nuv. neb. 11 28 1^7 + 5,0 N Nuv. neb. ser. 28 1,1 + 9,3 E Ser. nebb. 13 28 III + 4,5 E Nuvolo. 28 3,0 + 7,0 E* Nuvolo. i3 38 3i7 + 2,0 N Sereno. 28 3,0 + 8,5 0 Sereno. 14 28 3,0 + 2,5 0 Sereno, 28 0,7 +iJ,5 S 0 Ser. nebbia. i5 27 11,7 + 5^0 0 Ser. nebhla- 1-7 9,6 +i3,3 so Ser. nebbia. 16 27 8,0 + 6,5 N 0 Nebb. ser. 27 7,0 + i3,o so* Sereno. 17 27 10,6 + 7,0 E S E Sereno. 27 n,7 +10,5 S 0 Sereno. 18 27 11,5 + 3,0 N Ser. nebbla. 27 10,0 + 10,5 0 so Sereno. iq 27 10,6 + 4,8 E Sereno. 27 8,5 + 9,^ SE Nuv. poc. spr.;| 20 27 6,2 + 6,5 EN E Nuv. pioggia. |27 5,6 + 4,5 N Piog. nuv. rott. 21 27 4.4 + 3,0 N Nuv.piovoso. |27 5,2 + 5,5 E Nu.te.piog.se, 32 27 5,8 ■¥ 3,0 0 Nuv. ser. nuv. |37 5,0 + 8,5 £ Nuvolo. 3 23 27 4i7 + 5,5 E Nuvolo. |27 4.0 + 8,8 S 0 Sereno. || 24 27 3,0 + 5,0 N NO Neb. nuv rot. 1^7 4,P + 7,0 E Po.pio.nu.rot.J 2b 27 4,6 + 5,3 N' NO Nuv. sereno. I37 5,0 + 9,3 S Sereno. 1 26 27 5,0 + 4,8 E Nebbioso. 27 5,4 + 7,0 N E Pioggia, nebb.i 27 27 5,0 + 5,0 N Piogg. piov. 27 4,8 + 7,0 N Piogg.. . piov. i 28 27 3,6 4 6,5 S Pioggia. J27 4,3 + 9,3 N Nuv. piov. I 29 27 4,5 + 8,0 0 Nuvolo. .^7 4,2 +12,6 s 0 Nliv. ser. 1 3o 27 4,2 + 7,0 0 Sereno. 1-7 5,3 +11,0 NO* Nuv. ser. i 3i 27 IO,C + 3,1 N Sereno. 1^ lOjO + 9,5 NO* Sereno. i Altezza mass, del bai-. poll. 20 lin. 3,7 Altezza mass, del t erm. + ill, 3 mil R mui! . . , . + 1,0 . . . + 7,16 Qiiantita dcUa pioagia Infce 41,916. 4^^ INDICE delte tnaterie contenute in questo tomo XLI (i). Prospetto delle lettere, arti e scienze nelF Italia dairanna 1 82 1 a tutto il 1825, premesso in forma di Proemio air anno XI. c enno storico de' giornali . , p. i PARTE I. 1,ETTERA.TURA ED ARTI LIBERAL^. Filologia " 7 Lingua italiana .■ " ivi Gramniatiche , » 8 Vocabolarj . >/ i i Lingue andclie ......;.» i3 Classici italiani " 16 Petrarca . . . " i^ Boccaccio . » ivi Dante ^ ......... i .... " 20 Classici posteriori al seco 0 XV " a 3 Lorenzo de' Medici . v ivi Ariosto i .......... i .... " ivi Torquato Tasso " 24. Galileo. . . • ..,..." 3 5 Scrittori del secolo XVIII ............... v 26 Classici greci e latini . . » ay Scoperte di Auclier " ivi — di Mai 28 — di Peyron ..." 2() (i) Nel Procmlo annunziammo die alia fine d' ogni volume ^ okre r elenco degli artlcoli, dato avremmo un indice ragionata ed alfabetico delle principal! niaterie in esso contenute: aia , considei'ate meglio le cose, ci parve die tal indice sarebbe stata assai piii giovevole e conveniente quando abhracciasse un anno iiitero, cioe tutt' e quattro i voluiui di un anno. Ci siamo quindi determinati a <]uesto partite , e nel fascicolo di diceinbre tJa- reiuo r indice ragionato c generale. 4C)0 I N D T 0 v.. Traduziom ilall' rhraico p. 32 — clal i>i-ero » Ivi — dnl latino » 35 — daVe lingne straniere " 36 Letterntura amena " 40 Estedca » 4a Prose latine " 44 Prosatori italiani " 45 Eloqiienza sacra ed ecclesiastica " 46 Poligrafia e collezioni di lettcre " 49 NovcUe » 5 1 Pomanzi " 5 2 Poesia " 57 Poeini epici " 58 Noi'elle in i'crsi » 59 Poesia tragicn " 60 Trasicdie romantiche " 61 Poesia comica " 67 Mclodranimi " 69 Altri generi di poesia " ivi Storia " 73 — ecclesiastica " 79 — modcrna " ivi Costume antico e moderno " ^o Biografia " 82 Necvolopa " 86 Storia Ictteraria " 87 Antiquaria " 88 Antichita egizinne " ivi — etriische " 93 — greclie " 94 Scidtura antica " 96 Sarcofagi e sepolcri " 99 Antichita romane " 100 — storico-criticlie " io3 Nuove scoperte " 109 Niimismatica " 1 1 ^ Ppigrafia " 1 1 ^ Belle arti " 1^3 Architetlura " 124 I'lustraziorn di edificj » 129 Ornnwenti e dccorazioni , " i>^4 I N D I C E. 461 Fittura, sadtura p. i36 Opere intorno alle arti belle » i3q Musica „ 1^8 Istrazione pubblica n 1 5 3 Scuole elementari i> iyi Istituti di educazione » 187 PARTE II. SCIENZE ED ARTI MECCA.NICHE. Filosofia p. 161 Giurisprudenza »/ 167 Economia pubblica '/ 17a Statistica [79 Matematica " 186 Geometria » ivi Analisi » 188 Meccanica »/ 191 Pubbliche costruziotii " 195 Idraulica » laj Astronomia n 307 Ottica " 2 1 5 Geodesia "216 Carte geograjiche "220 Scienza militare "22 3 Hsica "2 25 Conduttori frankliniani "241 Paragrandini " ivi Chimica • . . " 24.2 Mediciaa " 244 Materia meclica " 247 Chirurgia " 249 Anatornia " 25i Geologia, geognoua e niineralogia " ivi Zoologia "259 Scienza agraria "261 Cereali " 264 Bachi da seta "266 Viti e vinificazione "267 Oggetti parziali d' agraria. . "270 V(terinaria " 274 Jjotunica "376 462 IN DICE Arti e mesderi p. 278 Tecnologia " ivi Arti in gencrnle " ivi Oggetd provcnienti dcd regno animale " 281 . dal regno vegeUibile ......" 2,83. dal regno minerale " a83 Oriuoli , lavori in metallo , ecc v 2 8 5 Macchine « 287 Oggetti mieti ,...-..." 288 Tipografia e calcografia »< 289 Almanacchi " 290 Commercio librario "291 Conduslone " 393 PARTE I. LETTERATURA. ED ARTI LIBERALI. Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Cruse a , ardcolo secondo ed uUimo » 3o3 Beatrice Tenda , tragedia istorica di Carlo Tedcddi-Fores >/ 335 Tancredi coiitc di Lecce, tragedia di D. Bertolotd. . » ivi PARTE II. SCIENZE ED ARTI MEGCANICHE. Sulla scienza della craniologia di Gall, ragionamento primo del prof. B. Poli » 362 Ifotizie sidle tre comete die si osservano attualmente. » 39a APPENDICE. PARTE I. SCIENZE , LETTERE ED ARTI STR\NIERE. De I' cconomie publique et rurale des Grecs , par L. Beynier "396 Bibliografia "421 Annales Islamisnd " ivi C. Valerii Flacci Setini Balbi Argonauticon libros octo » ivi De Statu et conditionc pagaaorwn sub imperatorihus christianis " 4aa I N D 1 C E. 463 Histoire dt Angleterre , depiiis Jules Cesar p. 422 Origine astronomique du jeu des echecs » ivi Histoire politique et statistique de tile d'Haiti . . . » ivi Annuaire historique universel pour 1824 » ivi Dissertation sur le Periple de Scyllax ....,..» ivi PARTE II, SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. Bihliografia . — Opere pubblicate nel regno Lomb .- Veneto .» 425 De pallio metropolitarum , dissertatio " ivi La llanocchieide " 426 JRaccolta di scene teatrali " ivi Dizionario d ogni mitologia , ..." 427 Delle iscrizioni veneziane " ivi Filosojla della statistica , " ivi Monumcnti pavcsi , " ivi I Lombardi alia prima Crociata " ivi Del pittore facopo Tumicelli Veronese »/ 428 Anacreontica italiana tradotta in sette lingue ..." 429 II Clotaldo , poema " ivi Due elegie latine ,,..,.." ivi Le nozze greche ♦ ,,,.." ivi Memorie sulle pitture del Guariento . " ivi Alcuni ritratti di donne illustri " ivi Viaggio a S. Bernardino ..,.,,..» 43 1 Volgarizzamento delle 19."^ 20.* e 21.' pistole di Seneca " 43a ^ Orazione funebre del padre D. Gaetano De-Vecchi » 433 Matilde e Toledo , episodio tratto dalla Tunisiade . » 4^4 Passeggiata nel parco I. U. e riei giardini di Monza » ivi Tre lettere dell' Accademia degl' Intrepidi di Ferrara " 4^^ Tre lettere a Pietro Giordani , "4^7 Scelta di cento sonetti ....,.." ivi Varieta "438 Letteratura. — Nuova storia d' Italia di Carlo Botta » ivi Novellieri italiani tradotti in inglese " 44° Viaggi. — Viaggio ad una parte centrale della valle di Mississipi " ivi Viaggio intorno al niondo " 44^ Belle arii. — Annali della pinacoteca di Gaud . . " ivi Statistica, — Popolazione della Francia " ivi 464 APl'ENDICE. lUustrazioTU stadstiche suW impero hritannico . .p. 44a Pruga e sue curiosita <» ivi Superficie dell' Africa ./ 443 Censo del Roniani <> 444 Storia naturale. — Ghiaccio new " ivi Scoscendimento dl terra a Scharzfels "446 IntelUgenza dell' elef ante " ivi Arli e mestieri. — Arti e manifatture della Gran Brettagna " 446 Campane " 447 Navigazione col mezzo del galvanismo " ivi Invenzione de' vascelli a vapore sussistente gia da (jucdclie secolo " 448 Economia fisico-agraria. — Tassa pti cani . . . . » ivi Macchina per battere il grano " ivi Calce nociva all' agricoltura " 449 Riniedio contro il muschio degli alheri »/ 480 Intonaco per supplire alia stoppia " ivi Medicina. — Idrofobia " ivi Fisica. — Temperatura de' due endsferi »> 45 1 Necrologia. — Luigi Frank '/ 453 Progranimi accademici "456 Osservazioni meteorologiche di gennajo " 3oi — di fehbrajo " 3o2 — di marzo "458 Errori. Pag. a 5 lin. 3 Volney >/ 81 "36 Ascanti " 104 " 34 Eiiea Vlco ') 1 52 » 26 Gerli " 162, "28 Leggi filosofiche "297 "37 Veralumio Correzioni. Ferney Assanti Giambatista Vico Elli Leggi fisiologiche Verulamio Pubblicato il di 8 maggio i8a6. ( 4 JUK30 W'^ "*«*-.; s r f sm». .■«aip* ./