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BIBLIOTECA ITALIANA
o SIl
GIORNALE
LETTERATURA,SCIENZE ED ARTI
COMPHATO
DA VARJ LETTERATI.
ToMo LXVI.
ANNO DICIASSETTESIMO.
Aprlle, Maggio e Giugno
i832.
MILANO
PRESSO LA DIKEZIO.NE DEL GIORNALE.
1MI>ERIALE niiCIA feTAMPElllA.
II prcsente Giornale^ con tutti i voliuni precede iiti., ^
posto sotto la salvaguardia dclla Leggc , esscndosi
adempiuto a qiiauto essa prescrivc.
BIBLIOTECA ITALIAN!
PARTE I.
LETTERATURA ED ARTI LIBERAL!.
Memorie spetlantl alia storia della Calcograjia, del
commend, conte Leopoldo Cicognara. — Prato ,
l83i, per i fratelli Giachetti, in 8.°, di png. 262,
con 18 tavole in foglio. Prezzo ital. lir. 10. — In
Milano si vendc da Paolo Emiho Qiusti stampatore
€ librajo in S. 3Iarglieiita , e da Gio. Sihestri stam-
patore c librajo agli scalini del Duomo 11° 994
(Ardcolo 2° ed ultimo. V. il tomo 65.°, qiiaderno
di marzo p." p.° pag. 290 di questo Giornale).
Carte da Giuoco.
B
elle, dilettcvoli ed importanti sono pure le inda-
gini del sig. coute Cicognara nella seconda parte del-
r opera sua, sulle carte da giuoco. Clie queste indagini
ancora appartengono alia vera storia della calco2;ralia,
specialmcnte delTitaliana, e sotto uii' apparenza di fri-
volita somministrar possono qualclie lume, e non dub-
bie notizie intorno allorigine ed ai pro2;ressi dell' arte.
Per le quali ragioni quest' ar2;omcuto ebbe pure va-
lorosi scrittori e in Italia e oltranioiite, i quali sono
dall'autor nostro nel suo proemio rammentati. Ma
dee tra le favole riporsi \ opinione di alcuni , cioe
<;lie le carte da giuoco state siano dai Lidii iuventate,
qiiand'erano egliuo dalla ianie tribolati; che di esse
4 MEMOKlt SrETTAMl J,I.I. V STORIA
trovisi invcnzione in Erodoto, e che servissero cli pia-
cevole trastullo andic ai Grcci cd ai Romani. Ovidio
die viciie aiinovcrando tutt i sollazzi e i giuoclii tiitti
drir cia sua dato avrcljbe di questo ancora cjiialclic
iiidizio se conosciuto Favesse, o se ne' piu anticlii scrit-
tori riscontrata ne avesse memoria alcuna. Esso fu
bensi da' viaggiatori trovato in uso presso i Cinesi e
presso gli Arabi. Pero non anderebbe lontano dal vero
I hi trasportato lo diccsse in Europa dagli Arabi con-
(jiiistatori dclle Spagne e della Siciba. ISIc niaravigliarci
dobbianio, se que' nicdesimi popoU, da' quali ue se-
coli dcir oscurita conservati ci vennero i semi d'ogai
innauo sapere , abbiano seco loro recato cotal giuoco
ancora, che sotto la forma di trastullo nascondere po-
tea grandi allegoric. Del che somministrar potrebbe
non irragionevole congettura il vocabolo Naibi, con
cui gli Spagnuoli chiamarono anticamente le carte da
giuoco , vocabolo d' origine totalmente orientate. E
Naibi venjiono esse denominate anche nella cronaca
di Giovanni Morelli , nella Storia Fiorentina di Ei-
cordano IMalcspini, ncl Morgante del Pulci, e persino
ne' Sermoni latini di S. Bernardino , e nella Somma
teologica di S. Antonino vescovo di Firenze. Puo
dunque conchiudersi che le carte da giuoco diven-
nero europee sino dal 710 in Ispagna, dal 781 in
Lingnadoca, dair842 in Italia, in tutti qucsti paesi
recate dagli Arabi a niano a mano che andavano essi
colle loro conquiste inoltrandosi. Se non che inutili
ricerrhe imprenderebbe forse chiunque nelle memo-
rie degli Arabi indagar volesse la prima origine o
gl' inventori di si fatti giuochi. Ci basti dunque il
sapere che quel popolo ne faceva piacevole trastullo
molto prima che conoscimi fossero in Europa. Essi
pero ebbero da principio poco lavorevole accoglienza
nelle Spagne e nella Francia , dove trovarono ben
tosto oj)posizione e contrasti nelle discipline de've-
scovi e nelle leggi ancora de' regnanti. Non cosi nel-
I'lialia; poiche qui ad onta de' divieti penetrarono
nelle aule de' prdati e de' principi, e ben ancora
ncllc sacre joliiudini de' chiobtri.
DEI.LV C4TC0CRAFTV. 5
Molfo 81 disputa dagli scrittori intorno al signili-
cato. ai giuorhi ed alie allegoric delle carte, e I'an-
tor nostro ne riferiscc le disparate opinioni. Nou
crediamo pero di doverci soffermare su quest' argo-
mento , che a troppo lunga disaniina ci porterebbc.
Ma giovaci collautor niedesimo il ranimentare , che le
carte da giuoco , siccome di tutte le arti avvenne , pas-
sando e diffondendosi tra varj popoli, I'uno dair al-
tro per indole, per costunianze, per religione diverso,
ricevettero svariate forme ed allegoric. Di tali alle-
goric avvenne, dice opportnnamente I'autore, cio che
di cpiel genere d'architettura che chiamasi impropria-
mente gotica , « ma che fu portata in Europa dopo
la decadenza dell' Impero Romano dagli Arabi ; la
quale , nel diramarsi , prese varieta di carattere se-
condo la varia indole dei popoli , mostrandosi pi a
gigantesca in Ispagna , piu svelta e leggiera in Fran-
cia , piu ardita e ingegnosa in Inghilterra, piii ricca
in Germania , e piu analoga alia greca architettura
in Italia. » Siccome poi, non senza grande probabi-
lita, vuolsi che il giuoco delle carte, al pari di cpiello
degli scacchi, divenuto fosse in Europa un giuoco
militare , di cui facevasi uso negli accampamenti a
sollazzo delle oziose milizie ; cosi all' autor nostro
scmbra doversi preferire V opinione del Bullet , il
quale ne riferiscc 1' allegorico svnso alia cavalleria
dominante a' tempi, in cui fu esso giuoco in tutta la
Francia introdotto. Secondo tale opinione , i quattro
colori rappresenterebbero le quattro quadriglie dei
Carousels^ e i cuori significherebbero il coraggio dei
combattenti , \e picche , le armi offensive, i qnadii ,
le armi difensiie, ossia gli scudt, i fioji, la fertilitd
de'pascoli, col che s' indicherebbero i foraggi, della
cavalleria , di cui componevansi in gran parte a
que' tempi gli eserciti. Ma quest' ultima opinione
serabra all' autor nostro un po' stiracchiata ; paren-
dogli che coi fiori piuttosto alludersi potesse alle
corone, colle quali si cingeano le fronti de' vincitori.
Ne le Dame apparirebbero seuza verun proposito
6 MSMORIK SFBTTANTI ALLA STORIA
introdotte in un giiioco guerriero; perciocclie a que'
tempi la galantcria avca tloiniaio grandissimo, e le
belle c Icggiaiire donne aniniavano Tardore dc' com-
batteiiti, e nolle loro zulTc niischiavansi ardimentose.
Fin qui dclle carte. Quanto poi al giuoco del Ta-
rocco, non dissimilc dal quale era anticamente in uso
nclla penisola nostra il giuoco detto della Trappola,
pill vasto e piu ameno ci si apre il campo delle al-
legoric. La piu ingegnosa e fors' anche meno improba-
bile spicgazione ci senibra quella del Gibelin. Questo
scriitore ci presenta nelle carte del Tarocco un libro
egiziano, in cui tutta viene da lui ravvisata la pro-
fondissinia sapienza dell' Egitto. Secondo questa ipo-
tesi , potrebbe per avventura alTeimarsi che i Tarocchi
siano stati essi ancora recaii in Europa dagli Arabi,
i quali in coniinuo contatto e per commercio e per
doniinazione cogli Egizj , appreso forse ne hanno da
questo popolo il giuoco , ed insieme ad altre anti-
chissime costunianze il conservarono. Quando amniet-
tere si voglia tale opinione , ne verra pure per con-
seguenza, che se le imagini delle cose servivano di
caratteri a piu vetusti popoli, non pntra a queste vo-
lanti paginette pur negarsi nn mistico e piaccvole
velame di recondita sapienza. II Gibelin pertanto fa
derivare il norac Tarocchi da Tar, via, cammino, e
da Bos, JRo , Rog, reale, e letteralmente lo spiega
Cammino reale della vita , nel quale tutti esposti sono
Tuno dopo I'altro i varj stati della vita degli uomini.
Colla norma di si fatto principio vien egli spiegando
tutta la serie del giuoco. Tale spiegazione ripetuba
poi in un Almanacco impresso a Cremona nel 1814
per cura del dottissimo nionsignor Antonio Dragoni,
lu eon gran favore accolta. Pero credianio di far cosa
vC leggltori nostri piarevole ed istruttiva col qui ri-
portarla come trovasi neU* opera del signor Coju-
mcndatore esposta.
« Le carte emblematiche dei Tarocchi essendo XXI
prcscntarono subitamente 1' idea suggerita dalla Lgi-
ziana dottrina, che fu in seguito tanto cara a Pitagora,
DELLA CALCOCniFIA. J
essentlo il 3 numero perfetto e il 7 numero mistlco
per eccellenza. Quindi e che That perche il suo li-
bro o quadro della creazione e della vita contenesse
tutte le possibili perfezioni, e fosse misterioso per
eccellenza , lo compose di tre classi d' imagini , che
notavano le tre prime eta del ]\Iondo , 1' eta d' ore ,
quella d' argento , e la terza di bronze , e ciascuna
classe delle imagini rappresentar quindi doveva in
sette divisioni, quale una maggior perfezione, e quale
un piu profondo misticismo.
XXI. Prima e principale imagine esser dunque do-
veva il 21 , cioe il Mondo .prima figura del secolo
d'oro. Neir uovo, simbolo della creazione , sta Iside,
idea del tempo col peplo in capo ; a' quattro angoli
sono le quattro stagioni dell' anno , Aqnila ossia Pri-
mavera, Leone o Estate, Bue o Autunno, Genio o
Inverno, che da' moderni non e meraviglia che fosser
presi per quattro segni evangelici.
XX. II Giudizio ^ un uomo e una donna fanciulli,
die spuntano dalla terra alia voce di Osiride, la
quale comanda alia materia , c gli anima col fuoco
simbolo della Creazione.
XIX. II Sole , anima di tutto il creato presso ogni
popolo della terra.
XVIII. La Luna, da cui cadono le lagrime d' Iside,
che ogni anno gontiando il Nilo feconda le campagne
egiziane, allorche il Sole avvicinasi al Gancro che
vedesi nel Nilo. I due cani che abbajano alia Luna
presentano un' ulteriore allegoria, che ciascuno del
volgo spiega uuiformeniente.
XVII. / sette pianetl , anticamente conosciuti , e
la Canicola, o la Stella per eccellenza; ed Iside che
air alzarsi della Canicola versa le sue lagrime, allude
alia rigenerazione della natura.
XVI. II castello di Pluto , o la casa per eccellenza.
Ma la moderazione essendo prima dote d'ogni eccel-
lenza, il castello pieno d'oro cade precipitoso, e i
>uoi adoratori soccombono sotto il suo peso. Lezione
di gran moralita per gli avari.
8 MEMORIK SrETTANTI ALLA fTORIA
XV. Tifone detto il dlavolo fratello d'Iside e di
Osiride. Qui il cattivo principio, ossia il principe
del male, il gran genio delle tenebre, origine delle
disgrazie, cliiude il secol d'oro, e nicna a cjuello
deir argento.
XIV. Apre Teta dell' argento il genio della Tem-
pcrariza, die mescendo acqua e vino insegna la ne-
cessita di domar le passioni.
XIII. Questo numero sempre funesto e consacrato
alia morte che miete le teste,
XII. II genio della Prudenza. Chi e prudente cam-
mina col pie sospeso. Chi raai lo avrebbe detto a
Mercurio , che alia tine dei conti la sua prudenza
doveva cangiarsi in un appeso? Nel giuoco delle
Blincliiate da noi veduto, e anche in alcuni de' giuo-
chi di Tarocco non trovasi pero fatta una tal nieta-
morfosi.
XI. La Forza sbrana il Leone, simbolo della terra
incolta e deserta. Principio delTAgricoltura necessa-
ria, quando nel secolo d' argento la terra non fu piu
spontanea, come in quello d'oro.
X. La ruota della fortnna. Scimie, cani, conigli
che salgono, pur troppo ci dicono, che la cecita della
Dea non accoglie di preferenza il merito e I' ingegno.
IX. II Saggf.o o il Filosofo colla lanterna in niano,
cerca invano la Giustizia ed Astrea.
VIII. La Giustizia sta per aljbandonar la terra ed
aprire cosi le porte al secolo di bronzo.
VII. Osiride su di uu carro trionfole, simbolo delle
guerre proprie nel secolo di bronzo.
VI. II Matrimoiiio. Amore unisce 1' onore e la ve-
rita. Necessita di legame e di leggi in un secolo in
ciii la licenza vagando per tutto, fu necessario co)l-
uduLu prohibere vago , dare jura maricis.
V. 11 Jerufante o gran Sacerdote, ora il Papa.
Col triphce 7'a«, ossia segno per eccellenza. Neces-
sita di stabilir^ la gerarchia sacerdotale.
IV. Re. Necessita dell'ordine sociale e deH'autorita.
HI. La Rciiiua.
DELLA CA.LOOCR.VFIA. g
II. La graa Sacerdotessa o Papessa. E notq come
non fosse precluso nelTantico ordine sacerdotale il
vincolo del matrimonio, e cjuindi successivaniente per
abuso si e data questa denoniinazione secondo il vario
carattere della prima dignita ecclesiastica. La dissero
altrimenti t orgoglto de' poteiitl , poiche fu posta tal-
volta in suo luogo una Giunone coi pavoni, siccome
si vide posto il Glove in luogo del Papa.
I. II Giocolatore , che colla verga fa prodigi, esso
e detto Pagad o Bagat, cioe arbitro della fortuna.
Di fatto questo nome, che nulla significa nelle nostre
lingue Occidentali , e appunto Orientale , e Pag si-
gnirica capo , padrone , signore , e Gad Fortuna ,
ed il giocatore si raffigura come un arbitro della
sorte colla bacclietta di Giacobbe, o colla verga dei
JMagi.
O. Zero, il Matto, Mat, privo di cervello. Questa
carta non ha numero, ma pero essa completo I'Alfa-
beto sacro di That, e corrisponde al Tan che vuol
dire compimento o perfezione. Puo nominarsi anche
lo Zero, della mistica nuuierazione, e lo Zero, che
da se nulla vale, tanto poi serve a far valere gli altri
nuraeri. Questo Blat in un sacco dietro le spalle tiene
i suoi difetti, ma il rimorso sotto figura di una tigre
lo arresta. Questo mistico Zero alludera forse alia
scienza umana che, secondo gf ignoranti pero, non
e che stoltezza e vanita.
Questo libro venne anche in antichissimi tempi
ampliato, reso plu misterioso, e piu confornie agli
oracoli e agli enigmi, e le distinzioni delle quattro
classi, in cui erano divise quelle popolazioni, nobili
o militari, sacerdoti, agricokori, mercadanti ed artisti
trovarono luogo nel libro di That, ciascuna delle quali
ebbe immagini, tessere, o numeri; e cosi il mistico
sette ebbe Tassoluto primato in quel libro per eccel-
Icnza misterioso, e le sue immagini significative fu-
rono dieci volte sette, ossia 77 numeri per eccellenza
niisteriosissimi , ai quali aggiungendo il Jllatto , che
come fu detto, e lo Zero del calcolo diviaatorio,
lO MEMOniE JPETTANTI ALLA 5T0RIA
complctnsi il numero del mazzo cli Tarocchi uni\'er-
salmente conosciuto, e coniposto di 78 carte. Li quat-
tro nuovi segni introdotti nel libro di That furono
Spade, Coppc, Bastonl, e Denari. La spada contras-
scgno anche cjui la prima classc de'nobili e militari,
la potcnza regia, la vittoria, e le sue conseguenze;
e nel linguaggio mistico la verita scoprivasi coUa
spada. Le coppe o tazze di cui facevasi uso nelle
divinazioni e nei sacrilicj indicarono il sacerdozio,
o la seconda classe. 11 bastone ossia la niazza d'Er-
colc o il serpente di Osineo, niostro le arti delPagri-
coltura. L'oro fu il segno delle arti e del commercio,
ed era il talisniano o Tamuleto del giuoco die veniva
consultato piu di ogni altro segno. II XVIII e il XIII
de' Tarocchi presagivano eventi funcsti : nelle spade
Tasse era di buon augurio, le coppc erano indizio
di felicita, i bastoni indicavano mescolanza di bene
e di male , e \ oro o la moneta dinotava ricchezza.
Questi segni gia per loro stessi emblematici e niiste-
riosi uniti ai misticissimi Tarocchi, con tante e sva-
riate loro combinazioni, provocavano facilmente oc-
casione di risposta agli Oracoli, che i Magi, i Sapienti
o Sacerdoti sapevano interpretare come decreti del
destino; la quale interpretazione a poco a poco di-
venne il retaggio delle donnicciuole , ed ora divide
fra queste ed anche fra qualche eletta matrona il
diritto di presagire le uniane avventure. E non e
rado che sia talvolta ritroso Morfeo de'suoi papaveri
con qualche damina elegante , che incolpa delle spine
e delle veglie moleste T infausto augurio , clie nella
tarda sera le presagirono sul tavoliere le fallite com-
binazioni delle solitarie pazienze. »
Ne le simboliche rappresentazioni del Tarocco ri-
stettero ne'soli coullni dell'antica sapienza; ma dap-
poiclie il gusto per le allegorie invalse i generi tutti
deU'umano sapere, e persino i santuarj della Chie-
83 ; le carte ancora di questo giuoco modellaronsi ad
ogni specie d' insegnamento , per tal modo 1' utile al
dilcttevole accoppiando. Quindi serviron elleno alia
DELLA CALCOCRAFIA. 11
geografia, al blasone, alia morale e per sino alle
scienze piu sublimi : del qual genere di carte "veg-
gonsi ne' gabinetti e nelle biblioteche diversi esem-
plari si a niiniatura che a stampa. Ne debb' omettersi
die le allegorie oltrepassarono talvolta i giusti con-
fini con satiriche allusioni ; perciocche un mazzo fu
in Bologna colpito daU'anatenia del Legato pontificio.
II lusso ancora e la magnificenza concorsero a ren-
dere preziosissinie quelle carte. Perciocche ne' secoli
XIII e XIV ed anche piu tardi da niano maestra mi-
niate presentavansi quale omaggio a' grandi perso-
naggi , e qual leggiadro dono nuziale agli iliustri
sposi. E a tale proposito 1' autore ne riporta un mazzo
antichissimo, da lui veduto nella patria nostra presso
la signora contessa Aurelia Visconti Gonzaga, e ne da il
fac simile. Questo magnilico mazzo dipinto da Marziano
da Tortona apparteneva a Filippo Maria Visconti duca
di Milano, che acquistato avealo per mille e cinque-
cento ducati d' oro dal sue Segretario , siccome il
Decembrio ci avvisa. II ch. sig. Gaetano Cattaneo ,
Direttore di quest' I. R. Gabinetto numismatico , ed
archeologo distintissimo , ne fece un' esatta e bella
descrizione , che dall' Autor nostro venne pressoche
letteralmente riportata.
II sig. Commendatore ci da ancora il fac simile e
la spiegazione di altri preziosi mazzi. Tali sono quello
che conservasi nel gabinetto del marchese Giorgio
Trivulzio in Milano e che e relativo alia giurispru-
denza; quello impresso a Vcnezia nel 1491 e posse-
duto dalla marchesa Busca Serbelloni parimente in
Milano; quello del gabinetto del sig. Teodoro Correr
a Venezia; un giuoco blasonico , pubblicato a Vene-
zia nel 1682; le carte da giuoco che conservansi
nel gabinetto del marchese Durazzo in Genova, un
antico giuoco da Tarocchi posseduto dal nostro me-
desimo Autore, che tre diversi esemplari ne conserva;
le carte da giuoco comunemcnte dette del Mantegna.
Cosa pero non si agevole sarebbe il seguirlo in tutte
le critiche ed erudite sue disamine sulle diverse specie
la MIMORIF. JPETTAXTI Air. V STORTV
de* gluoclu di carte, sulle varie loro allcgorie, «ugli
artel'ici loro , siil comniercio clie se ne facea gran-
dissimo , siiU' anzidetto giuoco del Mantegna , chia-
mato impropriamente giuoco de' Tarocchl : diriamo
impropriamen^e , perclie giusta T avviso dclT autor
nostro, le carte ond' e coinposto servirono a tntt' al-
tro 02:;s;etto, e perche ci ha molto a dubitare ch' esse
opera siano veramcntc del franco e classico bulino
di queir intagliatore , sebbene e il loro stile, e il
dialetto con cui scritti vi sono i nomi delle figure ,
le dimostrino veneto lavoro o padovano. Concliiudere
bensi dobbianio clie Tarte di costruire od incidere
carte da giuoco ascendono a ben piu remota origine
di quella che accordar si vorrebbe , e die dagli esami
dal sig. Conte si attcntamente fatti su tanti giuochi
emerge bellissima luce , merce della quale si potra
forse un giorno stabilire con data sicura la vera
origine dell' intaglio sia in legno , sia in rame. Ma
cio che sembra non potersi piii porre in dubbio, si
e la fabbrica che di tali carte antichissima sussisteva
in Venezia , prima anzi delle epoche che dagli scrit-
tori soglionsi stabilire intorno alia loro introduzione.
Perciocche sussiste un decreto del Veneto Senato colla
data deir ii ottobre 1441, tendente a colpire i con-
traffattori e la clandestina introduzione di immagini
e Carte da Ziigar depentc e stamplde. Questo decreto
non altro scopo aver potea certamente, se non quello
di favorire lo smercio delle carte che intagliate tanto
in Icgno quanto in rame imprimevansi a Venezia.
Ora se all' epoca del decreto gia tanto fioriva in Ve-
nezia r arte dell' imprimere cotali carte , convien dire
che molto prima sussistesse quivi la pratica e dell' in-
taglio e deirimpressione. Non e quindi cosa impro-
habile che coUe carte da giuoco riempiere si possa
fmalmente la troppo grande laguna , che incontrasi tra
le stanipe de' fratelli da Cunio colla data del 1284 e
il famoso S. Cristoforo segnato col 1428. Per tal modo
r arte avrebbe una storica concatenazione scnz' inter-
rompimcnto alcuno , e 1' Italia un valido argoniciilo
pel 5U0 primato nelParte.
DELL A. CALCOGilA.riA. 1 3
Litografia e Siderografia.
Pochissimo c' interterremo nella Parte terza , la
quale versa sulla litografia e sulla siderografia. Per-
ciocche della prima di quelle due invenzioni ragio-
nato abbianio noi ancora e a lungo con un partico-
lare articolo nel tomo 49.° del nostro Giornale. Ora
lietissinii ne andiamo in veggendo come le idee del-
I'illustre Autore siano alle nostre perfettamente con-
formi. Perocche egli ancora giudica utilissinia que-
st' invenzione per ogni sorta di tabelle , di compar-
timenti , di scritture , di note musicali , per ogni
impressione di fac simile, per tutti gli studj elemen-
tari , e per altre somiglianti cose , ma alienissima
fmora dallo emulare non die raggiugnere 1' eccellenza
delle accurate e belle stanipe condotte in rame e a
bulino , ne pero si econoniica ne si agevole quanto
alia pratica , com' erasi da prima sperato. Le quali
asserzioni pesano oggimai suU' esperienza, ed hanno
a favor loro le moke litografie che prodotte furono
di storiche composizioni , e che sebbene da mani
inaestre disegnate , non corrisposero all' aspettazioue
ch' erasene conceputa.
Assai piu importante, e per se stessa utilissima
sarebbe la recente scoperta fattasi in Inghilterra dai
signori Perkins e Fairmans, cioe \a siderografia , col
qual greco vocabolo esprimesi 1' arte d' incidere in
ferro od in acciajo, se pure potess' ella estendersi
oltre i contini delle piccole stampe. Tale scoperta
« consiste ncl modo di rendere 1' acciajo duttile e
niollc quanto Y oro ed il rame ; ritornandolo poi senza
la menonia akerazione di forma alia massima durezza
dopo d' essere stato intagliato. L' incisore riceve dalle
niani del sig. Perkins una laminetta d' acciajo resa
moUe e adatta ad essere intaiiliata a bulino con
quel maggior grado di tinczza e di facilita , a cui
fcia mai pervenuto 1' inta2;lio il piu lino sul rame.
Compiuto il lavoro e restituita la lamina incisa al
sig. Perkins, egli la rende della piu rigida tempra
14 MF.MORIE iriTTANTI ALL A. STORli
di cui sill Buscettivo questo metallo. » Con si fatis
operazione si ha priinieramente il vantage;io che in
liiogo di ducniila esemplari, che al piu trarsi sogliono
da una himina in lame , bea diecimila se ne hanno
da qucste in acciajo.
Ma la mirabile scoperta ando piu oltre ancora.
Perocche fu trovato il modo di moltiplicare le laniine
stesse , giusta 1' originaria loro forma : « cosicche
d' una e medesima stamp a trarre se ne possono a
centinaja di migliaja in tutte le capitali d' Europa ad
un medesimo tempo, se vogliasi, conscrvando T iden-
titica originalita. >• Cio si pratica col metodo seguente:
« Indurita cost ( sono parole dell' autore, al quale
ci siamo strettamente attenuti in questo e neirante-
cedente paragrafo), siccome abbiamo esposto, la la-^
niina d' acciajo, viene preparato un cilindro dello
6tesso metallo in dimension! proporzionate , il quale
rendesi moUe, affinche girandolo sul piano della la-
mina mediante uno strettojo singularmente costrutto,
possa ricevere in rilievo sulla superficie tutto cio che
il bulino aveva gia prima nella lamina segnaio in
incavo. Restando quindi questo cilindro nel suo giro
coir incisione identilica originale rilevata e tagliente
quanto la punta acutissima dei bulini che servirono ad
aprire i solchi sul piano della lamina , vicne esso
pure indurito coUa piu rigida tempera e reso atto
air uso a cui e destinato. Infatti adattando di bel
nuovo il cilindro nello strettojo cogli artificj a cio
preparati, serve ad imprimere ed incidere lo stesso
soggetto quante volte si voglia su d' una lamina d' ac-
ciajo ammoUito o di rame o di altro metallo (jua-
lunque , ripctendolo anche su varie Limine a piacere
c secondo il bisogno. » — Con si fatta pratica 02;ni
lamina diventa un perfetto fac simile dcU' originale
inciso nella prima lamina ; questo vicne a moltipli-
carsi con seric infinita , e le copic che se ne trag-
gono , non eccettuate le opere della maggior pcrfc-
zione , si possono avere al jirczzo niodcsimo che
ora costano le piii inlcriori incise a bulino sul ramc.
DELLi. CALGOCraFlA.. 1 5
It perfezionamento poi delle macchine giunse al punto
di potere uella medesima stanipa produrre simulta-
neamente il doppio eftetto die producoiio 1" incavo
del bulino e il rilievo del legno. Stupende cose si
«ono fatte e ei vanno tuttora facendo con questo me-
todo. In alcune stainpe di piccolissima diraensionc
la finitezza e tale , che non crederebbesi poter giu-
gnere a tanto perfezionamento la mano dell' uomo.
Ci fa quindi maraviglia come nella patria nostra ,
in cui venne si tosto introdotta la litografia , nessun
tentative fatto siasi finora di quest' altra invenzione
ben piu nobile, piu splendida e piii gloriosa.
Ma senz' avvedercene noi gia forse troppo a lungo
trattenuti ci siamo in quest' opera; e nondimeno piu
oltre cose rimarrebbero a riferirsi. Ne per 6 col no-
8tro discorso inteso abbiamo d' affermare che tutte
in essa siano esaurite le materie. Clie tale non fu
lo scopo dcir autore. Egli, siccome avvertimmo sia
dal principio, non altro intese clie di esporre i pro^
legomeni di cio clie altri piii ampiamente far potrebbe.
a Sappi ( cosi egli dice al lettore nel conchiudere il
6UO libro ), sappi che io non ho detto la meta di
quello che importa a quest' arte, che veramente vuole
tutto un uomo il quale non intrapreada di voler fare
altra arte che qucsta. »
i6
Opere delV abate Antonio Meneghelli, P. O. nelVI. R.
Un'wersitd di Padova c socio di varie illustri Acca-
dernie. Volumi set, in 8." — Padova, l83o-3i, coi
tipi della Minerva^
I.
.1 professore Meneghelli , nome noto e carissimo a
tutti i cultori tlelle scienze e delle lettere ed a quelli
Bingolaimeiite clie sanno apprezzare bonta e cortesia,
dopo avere in varj tempi varie operetta pubblicato,
avvisossi di tntte I'accoglierle in una sola edizione,
amando , com' egli dice , prima di passare fra i piu
di riunire la sua ifamigliuola per darle 1' ultimo addio
e per difenderla in qualche guisa dalla obblivione.
Colle quali candide parole egli subito si raccomanda
alia benevolenza dei lettori; poiclie in vece di pori-e
in campo il voto della nazione, il consiglio degli
amici od altre ragioni di tal fatta, di cui il pubblico,
fioUecito soltanto del merito intrinseco delle opere,
niente si cura , adduce il motive piu giusto e piu
onesto clie desiderare si possa. Questa edizione, die
esce alia luce cogli accurati c nitidi tipi della pata-
vina Minerva, si compone di sei volumi di circa 3oo
pagine per ciascheduno; e del loro coutenuto ora ci
proponiamo di dare un breve ragguaglio ai nostri
lettori.
II 1.° volume, oltre Ic prefazioni degli editori e
dell'autore che sono acconce e brevissime, comprende
gli elogi di Vittorio Alfieri, di Paolo Paruta, di An-
drea Navagcro, di Giammaria Ortes , di Gian Vin-
cenzo Gravina , di Paolo Segneri e di Francesco
Ghcrardelli , e la vita di Melchiorre Cesarotti. Nel-
Telogio deir Alfieri lautore si applica con particolare
diligenza ad esporci le circostanzc fra cui nacque e
si educo quel sommo, la condizione nella quale trovo
\ Ic lettere e le arti in Italia e soprattutto Parte dram-
niatica, i nictodi da csbo scguiti e le vie battute per
OPERE Dl A. MENEGHELLl. 17
eiuogere a tanta clma di eccellenza e di gloria; e ci
e forza dire die Icggendo quel componimento meglio
apprendiamo com' egli lece , clie cio clie fece. Ci piac-
que pero siiigolarmente Y osservazione clie fa il Me-
neglielli clie Y imniortale Astigiano , come Omero ,
trasse da se stcsso ogni regola ed ogni precetto , e
che senza Aristotele trovo pensieri, affetti , disegni
e caratteri degni del coturno. Perocche se FAlfieri
osservo le regole senza apprenderle, e se anzi iu
tale osservauza dimostro rigore per noii dire scrupolo,
questo esempio , trattandosi di un si grand' uomo,
divieue classico , e luminosamente confernia quclla
verita clie le regole tanto derise c spregiate ai di
nostri , come fossero ceppi e pastoje , iion sono in
orjgine clie un primo insegnamento, una ispirata nor-
ma , di cui la natura privilegia i maggiori ingegni ,
e che fa d" uopo notare e convertire in precetd per
guida ed istruzione dcgl' ingegni minori, Paolo Pa-
ruta veneziano, al dire del nostro autore , fu pro-
fondo politico e storico veritiero, iion ottimo scrit-
tore : come altri pretcndono , non fu seguace del
Macchiavelli, lie precursore del Montesquieu, ma e
de2:no di essere terzo fra cotarito senno : difficili ma-
gistrature e gravi legazioni sostenne per la patria.
11 viniziano Ortes fu valente ecoiiomista e buon me-
taHsico, sebbene talvolta si facesse insejrnatore e so-
stenitore di strane e false dottriiie. Navajrero inaiu-
stameutc trasandato dal Gorniani coltivo con sommo
onore le letterc latine e riusci in quelf idioma esimio
oratore ed elegante poeta; mandato dalla repubblica
di Venezia ambasciatore in piu regni osservo atten-
tamente citta e costunii , e seppe ton mirabile per-
spicacia spiare nei sccrcti della natura e iielle tenebre
dell' anticliita. Francesco Gherardelli parmigiano fu
un uomo speccluato per indole e per tostumi, aman-
tissimo degli studj , e successivamente gesuita , pro-
fessore a Parma, e maestro privato : non fece clie
.versi, che furono lodati quaudo uscirono alia lure.
Giovanni Vincenzo Gravina abbruzzese acquistos&i il
BibL ItaL T. LXVI. 2
1 8 Ol'ERE DI A. MENEGHELLl.
doppio vanto di profondo giuiisconsulto e di fervi-
dissinio zelatore c ht'orniatore degli studj poetici ;
sopratttitLo bcncmerito delF Italia j)er averle procu-
rato il flietastasio. Pailando del gran Segneri, die far
poteva il nostro autore sc non die ridire cose gia
note e divulgate? Poteva pero e doveva ridirle clo-
quciitemcnte; die a paver nostro soltanto colla elo-
quenza puo essere un clocjucnte degnaniente enco-
jniato : nia il huon Blencghelli neninicno in cfuesto
caso voile abbandonarc il suo placido stile , il sue
piano e tranquillo ragionarc. Finalmente nella vita
del Cesarotti (che cosi piacque al nostro autore inti-
tolare questo coniponimcnto, probabilnicnte per amore
di varieta ) egli concede lodi senza line alle prose
ed ai versi, alia letteratura ed alia filosofia di quelle
srrittore. Noi die veneriamo sinceraniente il noma
del Cesarotti vorrenimo die lodi sitlatte si liiiiitassero
alia vasta di lui dottrina ed alia lettcraria c iilologica
di lui erudizione, e die si osservasse un prudente
silcnzio sul rimanente; poiclie in lilosofia ed in pocsia
diffuse principj e lascio esenipli die ci congratulianio
coir Italia di vedcre dimenticati, e fondo una scuola
die f'ortunataniente e ormai deserta.
II secondo volume, come il prinio, tutto si com~
pone di elogi e di vite; e sono in esso lodati Pelle-
grino Gaudenzi forlivese, die sorti dalla natura egre-
gie doti, die mori assai giovanc e che compose versi
e prose die non gli sopravvissero; Giuseppe Fossati
vencto, die fu probo avvocato ed autore di parecchie
erudite Alemoric c di alcune mediocri poesie ; Bar-
tolonimeo Bevilacqua asolano, die il nostro autore
ci presenta qual bcnenicrito ibndatore e direttore delle
Scuole pubbliclic die furono a Venezia sostituite a
quelle dei Gesuiti, die I'u eleQ:antc scrittore latino e
die seppe m fisica con diligenza e con perspicacia
es[)erimcntarc; ed Antonio Dona veneto, die viene
commciulato come un giovane pregevole per coltura
di spirito, per integrita di cuore e per ingenua nio-
destia. £ si lianno pure in questo volume le notizie
Ol'EKE lil A. MENEGIIELLI. ig
del patrizio vcneziano Francesco Gritti , clu" niostro
quanto poteva il siio nativo dialetto e die arguto la-
voleggiatorc c novclliere leggiadrissimo seppe condirc
i suoi versi vencziani colle grazie pid squisitc della
poesia e renderli profittevoli con giusti dettanii di
morale e con gravi sentence lllosoliche; del cavaliere
Carlo Rosmini roveretano , rinomato per niolti prege-
voli lavori tilologici c biogradci , e per una Storia
di Mdano die fn in varj modi giudicata; del Jxarone
Girolamo Trevisan padovano, clie lufiizio sostenne di
procuratore del re presso il trihunale d' Appello di
Venezia e die la lode acquistossi dintcgcrrimo nia-
gistrato e d'oratore eloqnente, e fmalmente di Vin-
cenzo Giaconi onest'uomo e valente incisore. Trovasi
anche in questo volume una Vita di Tito Livio, della
cui pubblicazione non sapemnio scorgere la ragion
sufficiente , ed un Discorso sul Caiiova die ci parve
veramente una scrittura di assai lieve momento in
mezzo alle tante altre die sulle esimie qualita c sugli
imniortali lavori di quel sommo scultore furono da
dottissiiiii uomini dettate, Noi non vogliamo dire die
tutti quelli die od elogi od onorevoli mcnzioni ot-
tcnncro in questi due volunii, di silTatte solenni te-
stimonianze fossero meritevoli ; poiclie alcuni non
furono die buona gente die coltivarono con amore
gli studj, ma die non seppero gianimai uscire della
mediocrita ne alcuna cliiara memoria lasciarono di
se; non riguardando pero questi componimenti dal
lato della letteraria loro inqjortanza e della cfficacia
degli eseiJipi die intendono di ollrirci , noi applau-
diamo di buou cuore all' oniaggio die 1' ottinio Me-
neghelli voile renderc alia sdiietta e modesla virtu.
II terzo volume comprcndc un Saggio sul Cauzo-
niere del Petrarca , un altro Saggio sulla iilosolia
della Grecia e del Lazio , e due Ragionamcnti sulle
cause remote, e sulla preseiite efficacia della poesia.
II Saggio sul Canzoniere
ta< cy]}jls1:ov ovv. rjv * ots $£
t)A9-£V tn'i rbv TpiTOV, ii^tcnq avSMy^^Tiuxv c<.i nuXxi too ^ocvirov,
v.cct dvecr/) 6 rf&voxw? vsavix; , xat t^xvepM^-r^ v) 'Jo^a tov
XpiGT^u {Miscell. C. 124. P. Super.).
PASSIONIS D. N. J. 0. 43
croce e il titolo, ed uno de' sacri chiodi ; confes-
sando insieme che non e eguahnente incontrastabile
se Ic spine dclla sacra corona sicno state donate,
come alonni si avvisano, dalla stessa Iniperatrice.
Nel Conientario solo per incidenza si fa parola
della lancia che apri il costato del Salvatore, poiche
questa non e tra le reliquie della basilica della Santa
Croce; bensi tra quelle che si custodiscono nella ba-
silica Vaticana. Essa da Costantinopoli fu spedita a
Roma ; e la Biblioteca ambrosiana possiede il greco
autografo della lettera che scrisse il sultano Baja-
zette II, I'anno 1492, a papa Innocenzio VIII, al-
lorche gli spediva in dono la suddetta lancia , ed
impetrava favore pel suo fratello Zizim , condotto
prigione a Roma. La punta pero della lancia , che
da prima fu recata a Gerusalemme , poi a Costanti-
nopoli, indi a Venezia e per ultimo a Parigi, quivi
era e custodita nella Santa Cappella, insieme alia Co-
rona di spine, e ad un grosso pezzo della Croce, che
sant' Elena , come fu detto , avea spedito al figlio
Costantino (V. Butler, mag. 3).
Particolari dispute souo istituite dalf autore intorno
i sacri chiodi rinvenuti, secondo il parere gia espres-
so , nel sepolcro del Redentore. Egli prova colla te-
stimonianza di gravi scrittori, che Elena dono pure
a Costantino due chiodi; f uno de' quali fu posto nel
ricco diadema che quegli portava ne' giorni i piu
solenni , e un altro nel freuo del suo cavallo , onde
fosse come uno schermo sicuro ne' pericoli della bat-
laglia. II citato Codice ambrosiano suppone die piii
di un cliiodo si fosse posto nel freno , poiche cosi
riferisce la cosa : « La piissima Elena andava ncila
mente ravvolgendo , che mai far dovesse de' chiodi
(a lei presentati)? e la sapienza di Dio le suggeri
il pensicro di profittarne per la salute dell' eta future;
e chiamato a se un uom fcdele c perito, gli ordino
di prendere que' chiodi e di formarne il morso della
briglia del cavallo su cui sedeva il principc: c cio,
diceva , sara un arme possentc contro tutt' i nemici ,
44 r)E sEssORiANis pRiciruis nr.i.iQiiis
e nn p»'n;no di vittoria per T iniperante (*). » E vc-
ramente ci narra san Gregorio di Tours, lib. i de
Gloria Mart., c 6, clic fossero due i chiodi posti
nel freno del cavallo di Costantino, Ma poiche, sic-
come airorma I'autore , due altri chiodi ritcnne Elena
prcsso di se per meglio assecondare la sua pieta ;
nasce spontanea la quistione, se dunque i sacri chiodi
sicno in niaggior nunicro di tie ; e la quistion me-
desinia avrebbe gia luogo nella supposizione del
Codice ambrosiano e di S. Gregorio di Tours, che
due ne fossero nel freno del cavallo. II nostro au-
tore e d'avviso die quattro debbano essere i veri
chiodi della Passione di Nostro Signore; perciocche,
come osserva rAckeniiann {Archceolog. Bib. cap. Ill,
num. 255), la dove tratta della crociKssione quale
costumavasi da'Romani, e assai verisiniile, che a' pa-
zienti non si conticcasse 1' un piede suU' altro con
un chiodo unico , siccome scorgiamo nelle odierue
immagini del Crocifisso, ma che 1' un piede fosse
dair altro separato , e ambidue affissi alia crocc con
chiodo particolare. E veramente san Cipriano , par-
lando della crocifissione, dice che vcnne conticcato
im chiodo per ciascun piede. Ora san Cipriano potea
aver veduto il supplizio di quelli che si configgevano
sulla croce, poiche questo supplizio, per rispetto alia
Passione di Gesii Cristo, comincio ad essere proibito
da Costantino il Grande nel ventesimo anno del suo re-
gno. In conferma di cio moke altre testimonialize gra-
vissime, antiche nonmeno che recenti, si arrecano dal-
I'autore, il quale altresi appella a niolte vetustissime
(*) H oi ^EolfiXaqrirri 'EAeVo ttoXXyiv (ppoyrioa ^r/jv , tI
TOvr\mi rmc, -/^Xoui; • ■/) $i tov ^bou coCpix VTrifiaksv tyiv iidvonxv
avr^i ToC TTOiYiaai {juTYiplccv Tcctq }iaXXov<7a.i^ yevaa'ii • v.ou jj.e-
TXKa.X£c:ijj.svYi uvopoc ttkjtov vial iniuTr\jj.^v05ta diiiideate la fincstra ovale prohuigasi quells
5a LEziONi ni risiOLOcii
catcncUa iTossicini, la quale ilee coraunlcare le vijjrazloni
al lahcriiito. Oltraccio il snono propagasi alia menibian.i
clie cliimle la faiestra rotoiida e a! laliprinto stesso col
mezzo dcir aria acchinsa nclla cavita del timpano, la quale
e rinnovata )ier mezzo dclla tromba eiistacliiana. Pero la
tromba enstachiana, oltre rufficio di rinnovellar I'aria della
cavita del tinqiano , puo cousiderarsi come una via ausi-
liaria alle viiirazionl sonore. Le cellette mastoidee, secondo
rautore, sono destiiiate a dare maggior anipiezza alia ca-
vita del timpano. Alia catenella d' ossicelli si assegnano due
uflicj, rnno gia accennato di propagare le vibrazioni so-
nore, r altro di accomodare il grado della tenslone della
memlirana tinqiauica alfiutensita del snono. La n)en)brana
vestibolare o die cliiude la finestra ovale, e la membrana
cocleare o chiudente la finestra rotonda sono atte al par
della tlmpanica alle vibrazioni, e sono manifestamente de-
stinate a trasmettere le viljiazioui sonore al nervo acustico.
Kcl labirinto avvi Tacqna detta del Cotugno , che ha qnal-
c.he influenza nelf udito, e senilDra che faccia nelT oreccliio
lo stesso ndicio che adempie neU'occ'.iio T umore acquoso.
Nel labirinto avvi tre parti, il vestiljolo, i canali semicir-
colari e la luniaca o coclea , e tntte tre queste parti pre-
stano sede al senso delf udito, perclie sii tutte tre si espande
il nervo acustico, die e 1" organo immediato dell" udito. Da
fine alia lezione con un cenno sui difetfi;, vizj e malattie
dcU'orecdiio.
Nella lezione 77.^ si espone la continuazione de seiisi
animali , de'quali rimangono Todorato^ il gusto e il tatto.
Yiene il primo T odorato. Avvi certe molecole che hanno
la facolta d' impressionare 1" organo olfattorio, e di eccitare
una sensazione che non e tatto , e da la cognizione di una
]>roprieta de' corpi indipendentemente dal piacere o dal
j>onente od occasionale dei
sogui. La cagione prossima od elliciente e la rinnovazione,
durante il sonno, de' movimenti sensorj cerebrali^ cui possono
succedere I'azione d' uno o piii organi sensorj esterni e varj
movimenti animali. Varieta di sogno e il sonnambulismo,
nel quale si eseguiscono operazioni proprie di chi veglia.
Analogo al sonnamlmlismo e 1' incubo, in cui I'nomo sentesi
come oppreiso da un fantasima pauroso, e quasi ridotto alia
sofFocazione senza potersi liberare con acconci movimenti.
Gl ipocondriaci e le istericlie sogllono esserne trambasciate,
e suol dipendere da difficile o scompigliata digestlone. La
lezione e terminata con ua breve esame del sonno degli
animali invernanti, « del sonno delle piante. Rispetto al
6o l.E7,I0NI DI nSIOLOCtA
sonno tie' vegeta";ili n Noi stabiliamo, dice il Martini (p. 565),
che le piante ofTrono uiio stato somigliante al sonno degli ani-
mali. ma non pari. Se vogliasi definire il sonno feriazione de!la
vita anlmale, non crediamo che si possa assegnarc il sonno
alle piante: perocche, come abbiauio diniostrato favellando
del sentire, tutti i nioviaicnti de'vegeiabili si possono assai
bene spiegare, senza aver ricorso ad alcun sentimento. Anzi
il sentire sareblje rinscito daanoso alle piante: perocclie
sarebbero condannate a provar dolore, senza poterne pro-
pulsar la cagione. Converrii dnarjue interpretare altrimeiiti
il sonno delie piante. Si dica cosi : II sonno de' vegetaVjili
e una interrnzione de'nioviiiienti nianifesti. La cagion pros-
sima del sonno delle piante e, secondo il nostro giudizio,
la stessa clie qnella del sonno degli animali. Le piante sof-
frono perdue ^ debljono ripararle: le riparaiio specialmente
per mezzo della nutrizione: qiiesta funzione a certi periodi
si accresce : per antitesi debbono intermettere altre fun-
zioni : principalmente i movimenti delle parti esterne ,
qnali sono i flori e le foglie. »
Noi farem line con una breve osservazione intorao al
pensanieuto dal cbiarissimo Martini manifestato sul sonno
de' vegetaljili. Aflerma egli essere il sonno de' vegetabili
somigliante al sonno degli animali, ma non pari, e lo de-
finisce un' interruzione di movimenti inanifesti. A compren-
dere con ])iu chiarezza I'argoniento giovami il distinguere
il sonno delle foglie dal sonno de' liori. Molte foglie so-
prattutto composte al giugnere della notte prendono una
posizione diversa da quella che a\eano nella giornata. Cotal
fenomeno piacfjue a Linneo di appellare sonno: pero dal
name in fuori non ba veruna somiglianza col sonno degli
animali. Imperocche le foglie nel sonno non sono punto
rilasciate come sono gli articoli degli animali, ma tese e
contratte : ed era sono strettamente applicate 1' una contro
I'altra per la pagina superiore, sicclie due foglie sembrano
formarne una sola, come nel sonno connivente, e nel sonno
raddoppiante , ora si roversciano verso terra formando quasi
ima foggia di cappello come nel sonno uuuiiente, ora in
assai altri modi. Non veggo poi come si fatto cambiamento
di posizione ofFerto dalle foglie al giungere della notte possa
qualificarsi interruzione di movimeiui nianifesti : ne donde
possa arguirsi che la cagione prossima del sonno delle piante
sia la stessa die quella del sonno de^li aninia'i. Le stcsie
DI LORENZO IVIARTINI. 6 1
conseguenze nol inferiremo, laddove torremo a contemplare
il sonno de' fiori. Giuiita T epoca della fioritura, la niaggior
parte de' fiori si schiudono a cjualunqne ora del giorno ;
ma molti apronsi e chindonsi ad ore determinate. Linneo
appello veglia il tempo clie il tiore rimane aperto, e sonno
qnello in cai sta cliiuso. Cosi la maggior parte de' fiori
coniposti detti seniiflosculosi s' aprono ossia vegliaiio nelle
prime ore del mattino, e si cliiiidono ossia dorraono verso
il mezzodi o poco dopo, il giglio turco {IJccmerocallis fnlva)
veglia dalle cinrjne del mattino fino alle sette od otto po-
nieridiane, molti s' aprono all' annottare , e chiudoasi ai
primi albori. Havvi de' fiori detti meteorici, perche sentono
1' influenza delle meteore •, non si scliiudono qnando il cielo
e annuvolato, e si chiudono airavvlcinarsi della pioggia.
Tali sono le piii delle composte , e la Calendula piovosa
in ispecie , la quale vuolsi non si schiuda nel mattino,
quando dee plovere nella giornata. Le quali osscrvazioni
agglunte a quelle clie offrono le foglie, e soprattutto I'epoca
in cui appare il sonno delle foglie, il piegarsi di esse verso
la luce , r osservare erette le foglie delle piante dei paesi
caldi, ove la luce e vivace, pendenti nelle regioni setten-
trionali ove e fioca, e il chiudersi di molte foglie ne' giorni
nubili o procellosi , e molti spcrimenti di varj celebri bo-
tanici hanno reso manifesto, clie in cotali fenomeni ha la
luce un' influenza capitale, ma non saprebljesi precisare di
qual maniera ella adoperi.
C, P.
63
Delia Pazzia, Sagglo tcorico-pratlco dl Gio. Battista
Fantonetti dottore in mediciaa , membra dcllc
FacoUd di Pcuia e dl Torino , ccc. — Mllano ,
i83o, tlpografia Lampato , in 8.°, di pag. 304.
Lir. 3 itallane.
I
mpresa perigliosa diremo clie ha assunto il sig. dottore
Fantonctti pubblicando quest' opera, che c il frutto
degli studj da lui fatti sui casi di pazzia che gli oc-
corscro nel private esercizio della medicina durante
il lasso di diciassette anni. Sembrerebbe in fatti, che
lion avcndo mai assistito a stabilimenti di pazzi non
lasci supporre una bastante csperienza su questo ge-
nere particolarc d' inferniita. Ma alia niancanza di
pratica puo supplire talvolta lo studio giudizioso dei
niigliori trattatisti, e 1' autore 1' ha scritta perche gli
•c parve che forse non senza vantaggio si potesse
y> ancora metter mano ad un' opera che in se rac-
j^ chiudesse i migliori possibili teoremi intorno alia
» pazzia, teoremi die fondassero in su la struttura
» e in su le funzioni degli organi pci quali si ap-
» palesano le operazioni dclla incnte , in sulle nia-
» niere con cui le cause lisiche e morali arrivano
3) ad opcrare in ou di essi orgaiii , in sulle niorbose
» mutazioni, preternaturali deviainenti, alterazioni,
y^ pervertimenti in luie che avvengono in essi organi
» e in risguardo ai loro risukanienii. E la quale opera
y> in oltre recasse in un raccolti precetti gcnerali di
y> nietodo curativo , e regole e norme pei parziali
y> casi che naturalmente scaturissero da quei teore-
y> mi, e fossero rintVanrati colle pruove di fatti. »
Una tale opera nianca alT Italia, la quale essendo
stata la prima a produrre buone opere su la pazzia
e aiiisto che ora di nuovo si scuota aUcscmpio de-
gli stranier: che ci si danno per maestri. II dottore
Fantonctti pero non annunria il suo scritto che col
DBLLA PA2Z1A, CCC. 63
oiodesto titolo di Saggio , col mezzo del quale ma-
nifesta le propria idee intorno al difficile argomeuto
della pazzia , e ripete voti , che noi faccianio con
liii , aflinchc gli arridano occasioni di poter nieglio
csercitarsi su questo soggetto onde possa poi essere
abilitato da masigiori fatti a dare a questo suo Sag-
gio la dovuta esteusione.
L' opera e divisa in cpattro capi. Nel primocapo,
detinita la pazzia, T autore fa indagini per iscoprire
la di lei sede e natura , come nasca e come si divi-
da ; nel secondo tratta delle cagioni che la produ-
cono; nel terzo descrive la di lei apparizione, T an-
damento , il termine-, e nclT ultimo accenna la cura
die meglio le si conviene.
Noi anaiizzeremo il primo capo onde far conGscere
come I'autore si faccia a investi2;are f essenza della
nialattia. Poclie parole spenderemo su gli altri.
Dope aver parlato della difficolta di offrire una
l)uona delinizione della pazzia perchc non ci e date
di penetrarne e di riconoscernc la vera e genuina
essenza, e dopo aver esaminati gli errori nei quali
a questo riguardo sono caduti Areteo, Pinel, Esqui-
rol, Sauvages, Borsieri , Chiarugi , ecc. , il sig. dott.
Fantonetti si fa a detinire la pazzia k cjuel qualun-
y> que alteramento , pervertimento , o sviamento che
» dir si vogiia negli atti della facolta , per cui si
5j opera il confronto ed il discernimento degli og-
» getti e dei soggetti, sicche cssi atti che pure con
V una certa attivita si cseguiscono, si allontanino
» dalla ordinaria maniera the retta si ritiene, e tale
i) condizione anormale duri cronica, ed essenzialmentc
y> non accompagnata da febbre , e con piu o meno
» chiari periodi. » E vuole che non si confonda colla
pazzia T amcnsia , la fatuita , la stolidezza , pcrche
gli pare che questc nialattie « consistano nell' essere
^' g'i organi delle facolta intcllettuali nonabili, non
» proporzionati, nella generalita , a quei movimcnti
>j che importa per y loro eseguiscano per deter-
i) minare I"anin:a ^ -rcpzioni ed ai pronti ra-
»> ziocinj. il
64 DFXLiV rAZZI\,
L' autore pnssa quindi a rintracclarc la iiatiira o
r essenza della pazzia. E siccome le operazioni della
nientc ( clic provengono dalT anima ) sono quelle die
niostrano pcrvcrtimcnto, sviamento, cosi rgli opina
chc dcbbansi rivolsere le invcstijrazioni snl sistenia
nervoso , in ispccie su T apparato encefalico, clie e
r istromento corporeo o materiale , per mezzo del
quale Taninia manit'esta i suoi attributi, le sue pro-
prieta , le sue potenzc. E vuole clie la pazzia pro-
ceda da un' « anorniale condizione al tutto fisica ,
i) ossia dinamico-or2;anica, e non psicologica , e coii-
» sista in un pervcrtiniento, sviamento, iiregolaritii,
» disordine , anormalita delle azioni materiali del-
5> r apparato encefalico, per la parte clie esso, come
» stromcnto dell' aaima , ha nelle opei-azioni dcll'in-
» telletto. 5)
Siccome per conoscere 1' anormalita delle azioni
dcir apparato encefalico importa considcrare la sua
struttura, le sue azioni e le sue funzioni, cosi F au-
tore fa brevi parole intorno alle inedesime. Egli porta
opinionc che la materia bigia sia soprapposta alia
bianca pcrclie cosi compone forse una specie di pila,
dalla quale si svolge il fluido nerveo iiecessario per
le operazioni e le funzioni del sistema nervoso, e
vuole clie i nervi si debbano dividere in tre ordi-
ni , attribuendo al primo ordine 1' uflizio di arrecare
ad ogni parte F energia vitale, al secondo quello
di servire agli atti della volonta, e al terzo quello
di trasportare le impressioni al cervello.
II signor dottor Fantonetti abbraccia Y opinionc
clie le fimzioni pertinenti alia sensibilita ed alia
iutelligenza spettino interamcnte alia sostanza midol-
lare , della quale v' lianno speciali parti destinate
appositamente alle diverse alTezioni fisiclie e morali.
E non ricoiiosce nelle azioni e uclle funzioni degli
organi interni die una maniera di movimento, sicclic
gU sembra chc si possa con ragionevolezza coudiiu-
dere: i.'' che la materialita delf idea delForgano scn-
9orJo non sia chc una specialc guisa di movimento
SAGGIO DI G. J?. FANTONETTI. 65
delle intinie Tibrille, o molecole integrant! clie lo
compongono; 2.° che una volta che Ic molecole inte-
grant! o tibrille abbiano esegnita una data maniera
d! niovimento, possono in alcune condizioni rinnovare
que! movioient! senza che succeda I'impressione degli
esterni oggetti che in prima lo suscitarono ; 3.° che
in esse (ibrillc non puo succedere a uno stesso tempo
piu di una maniera d! movimento, e che quindi
perche queste maniere di movimenti vengano para-
gonate, confrontate, ed accozzate, e manifestate vi
vuole un centro comune a cui pervengano. E questo
centro comune e il midollo allungato, il quale c
dair autore ritenuto il centro della sensibilita , il coor-
dinatore dclla intelligenza , ossia delle operazioni
material!, nierce le quali I'anima riesce in grado di
manifestare le sue facolta.
Riducendosi la materialita dell' idea, o percezioue,
com'e stato dctto di sopra , ad un inlimo movimento
delle fibrille o delle molecole integrant! che com-
pongono lo stromento niateriale delTanirna, ne viene
I." che le dette tibrille o molecole possono essere
spinte con istraordinaria forza a pigliare una maniera
di movimento o di positura, e che questo tal movi-
mento o positura puo essere mantenuta si a lungo
che non possano eseguire altra maniera di movimento
c durino in quella. Quindi un'impressione forte, per
poco di solidita e di resistenza che abbia la fibrilla
o la molecola dellorgano, imprime a quest' ultima
una cotalpiega, una cotale disposizionc, per cui essa
inchina anziche ad ogn' altra alia guisa di movimento
o positura in cui venne gettata e intrattenuta , la
quale talvolta dura anche cessata la cagione che la
produsse; a.° oj)pure accade che per lo alterarsi , o
mutarsi alcun che nella organica strnttura di esse
fibrille o molecole, o per lo cessarvi od alterarvis! di
una o di piu di quelle tante condizioni che abbi-
sognano al compimento delle loro esatte funzioni ,
sieno rese stentate e inette a determinate maniere
BibL ItaL T. LXVI. 5
66 DEJLLA PAZZIA ,
di movimento, ovvero anche a tutte le maniere di
esso. Dai quali alteramcnti ne deve in appresso ve-
nire disoidiiie, irregolarita nclla formazione , nella
relazionc, ncll associazionc delle diverse idee, dalle
quali ne conseguita nccessarianiente irregolarita, disor-
dine, coiifiisioue di raziocinj, akeramento nei movi-
menti dinotanti 1' inipulso della volonta , i quali per
essere dair abitudine legati ai raziocinj vogliono in-
tervenire scnza clic n' ahbia parte , o ne sia al fatto
r intelligenza e la volonta razionale. E sicconie questi
alteramcnti possono avvenirc in tanti c svariati punti
dcir apparecchio nervoso, in tante gradazioni ed in
tanta svariata estensione, e ancora per infinite e
svariate condizioni complicarsi tra loro, se ne ricava
di quanto svariate dcbbano essere le maniere di
pervcrtimento, di svianienti, di anornialita negli atti
della intelligenza, e eon quanta varieta d' indizj c
di fenonieni si debbano appalesare.
La prima delle sopra nominate specie di pcrverti-
mento poi , al lungo andare , trapassa nclla seconda
perche un organo, una libra clie dura a lungo o si
mantiene pin o nieno di continuo in un solo movi-
mento trovandosi in uno stato, che non e suo nor-
male, non puo non sollrirne , e dopo un certo spazio
di tempo non debb' essere piu atta alia naturale sua
maniera di operare, e i pazzi debbono per conse-
guenza dare nclla scempiataggine e nella fatuita. E
siccomc le condizioni clic sono necessarie perche un
organo ricsca abile e proporzionato alle opcrazioni
alle quali e destinato, sono parecchie, allorquando si
altera alcuna delle medesime, il die puo accadere
per infinite combinazioni ed accidenti, non puo
non succedere die i diversi parziali organi che so-
no nel rervello non pervertisoano, diano in anor-
malita d' isvariata maniera, sicche 1' uno si rinvenga
ridotto alTun modo di stato anorniale , T altro alPal-
tro, e cosi i due diversi stati anormali, o perverti-
meuti accennati di sopra possano essere in essi or-
gani ill pari tempo, coniplicaiidosi tra di loro.
SAGGIO Dl G. B. FANTONETTI. 67
L* autore accemia quindi i feiionieni c gli acci-
dent! cagionati dagli accidenti ed anormalita encefa-
hche sopra indicate, dividendoli i° in quelli die
concernono i sensi interni; a.° in quelli che si atten-
gono alle llicolta deU'intelletto ; 3/ in quelli die ris-
guardano gli organi locomotori e soggetti alia vo-
lonta; 4." in quelli die appartengono idle azioni ed
alle funzioni , die i fisiologi cliiamano della vita ve-
getativa, e da per ultimo il seguente ripartimento
della pazzia:
Genere.
1."
Pazzia
parziale
o
monomania.
Pazzif
molteplice
o
polimania.
Specie.
I.* Con disordine attivo negli orgaiii volou-
tarj e locomotori, per cni la persona minac-
cia nocumento a se ed agli ahri (fnrihonda).
2^ Con disordine attivo, o passivo neo^li
organi volontarj e locomotori, per cui la
persona non minaccia nocumento nc a se ,
ne agli altri (quieta).
1 .* Con disordine attivo ncgli organi volon-
tarj e locomotori, per cui la persona minaccia
nocumento a se ed agli altri (furibonda).
2.* Con disordine attivo o passivo ne-di
organi volontarj e locomotori , per cui la pe°r-
sona non minaccia nocumento ne a se, ne
agli altri (cjuieta).
3^ Con disordine passivo in alcuni or^'ani
volontarj e locomotori indipendentemente dal-
la volonta (paralitica).
4.'' Con disordine attivo in alcuni organi
volontarj e locomotori , passivo in altri , e
per cui la persona minaccia nocumento a se
ed agli altri ( mista furibonda).
5.^ Con disordine attivo, in alcuni organi
volontarj o locomotori , passivo in altri , e
per cui la persona non minaccia ne a se
ne agli altri ( mista quieta ).
come neir antecedente.
68 DELLA I'AZZIA,
Dalle cose fin qui esposte puo ognuno vedere
quali siano i principal! pensamenti del signer dottor
Fantonetti intorno alia maniera colla quale si alte-
rano le facolta intellettuali , e com' egli si faccia a
rintracciare 1' essenza della pazzia. Laudabili sono i
suoi sforzi per chiarire la cagione prossima di tale
rnalattia. Ma la natura di questa si lascia poi vera-
niente conoscere meglio da noi avendo letto il Saggio
di questo dotto? E certo che la cagione prossima
della pazzia devesi riccrcarc nel sistema nervoso,
e specialmente nell' apparato encefalico , il centro
delle sensazioni esterne ed iuteine , 1' organo delle
facolta intellettuali ; ma chi ha riconosciuto come si
eseguiscano le funzioni del cervello? Le operazioni
di questa viscera sono legate colla sua organizzazio-
nc; ma le nostre cognizioni sono ancora cosi imper-
fette che nulla sappiamo dire di piu. Quante non
sono infatti le contraddizioni dei fisiologi e dei pa-
tologi? e quante volte Tocchio non sa scoprire alte-
razione di sorta alcuna nel cervello dei pazzi, mentre
in vece la patologia ha dimostrato ogni parte del
cervello alterata, suppurata, distrutta senza che siavi
stato il minimo disordine negli ofl'icj mentali?
Puo bene il metatlsico analizzare le facolta intel-
lettuali ; ma non e per anco indicato quali sieno i
cangiamenti che le impressioni di un oggetto fanno
nascere su la fibra nervea, come qucsie si propaghino
al cervello, quale sia la moditicazione che quest' organo
subisce nel percepirla, come ne venga fatta conscia
r anima , ecc Per conseguenza non vuolsi ritenere
per una verlta dimostrata il movimento fibrillare,
che il signor dottor Fantonetti considera come la
materialita dell' idea. Inoltre 1' autore non espresse in
che propriamente consista questo movimento , e noi
ignoreremmo se ad ogni idea corrisponda un movi-
mento fibrillare particolare , come csso movimento
abbia luogo in una maniera normale anche quando
e alterata , suppurata , distrutta ogni parte delT ence-
falo senza che siano lese le facolta intellettuali, come
SACGIO Dl C. B. FANTONETTI. 69
sia morboso non iscorgendosi nel cervello alcuna
alterazione. Non sappiamo poi intendere come una
fibrilla nervea che ha gia escguita una data maniera
di movimento possa di bel nuovo rinnovarlo senza
che succeda T impressione che ha prodotto la porima
voka.
Pare a noi che il movimento fibrillare sia a collo-
carsi nel novero delie supposizioni , delle ipotesi.
E poiche le operazioni del cervello e dell' anima
rimangono ancora avvolte in densa oscurita , non pos-
siamo pretendere di conoscere come le fiicolta intel-
lettuali si alterino , ed in che realmente consista la
essenza della pazzia. Ignorandone la cagione prossima
non la possiamo ben definire, e percio il ch. Fan-
tonetti ci perdonera se mentr'egli condanna le defi-
nizioni dateci dagli autori che lo hanno precediito,
noi non troviamo esattissima la sua. Avremmo bra-
mato di non vedere esclusa la demenza con tutte le
sue gradazioni, e T idiotismo. Tutti coloro che hanno
prestato assidua cura ai mentecatti osservarono, che
le varie specie della pazzia ammesse dagli scrittori
si succedono le une alle altre, e alternano spesso
tra di loro nel medesimo individuo , il che palesa
esistere tra esse un certo nesso, una certa dipendenza.
La mania, a cagion d'esempio, succede alia malin-
conia , questa appare al declinare di quella : tanto
r una quanto 1' altra terminano nella demenza , la
quale soventi volte altema colla mania , ecc. Questi
passaggi di una forma di pazzia nell' altra non sono
repentini ; ma si fanno a poco a poco , onde si puo
conchiudere con un autore moderno , che tutte le
sovra menzionate specie di pazzia non procedono
che da diflerenti gradi di un medesimo stato mor-
boso. Che se Georget ha escluso dairalienazione
mentale Tidiozia perche questa malattia e congenita,
e il pill spesso dipende da viziosa conformazione
del cervello, gli si puo rispondere che anche la ca-
teratta congenita debb'essere studiata insieme alia
cateratta accidentale, che il lal^bro leporino. la spina
70 T)F,r.LA rA77,TA,
bifida, scbbenc vizj di coufonnazione , debbono aver
posto in una classificazione metodica, tra le malat-
tie dclle labbra c dclla midolla spinale. Pare quindi,
chc saggiamcnte operasscro Pincl, Esquirol, Rhus,
Spurzlieim, Foville e i molii altri comprendendo
ncl trattato della pazzia anclie la dcmenza c 1 idio-
zia, e che quindi possa esserc modificato il riparti-
nicnto chc il signer Fantonetti fa di questa nialattia.
Nel capo secondo 1' autore tienc discorso delle ca-
gioni della pazzia, le quali vengono da csso divise
in predisponcnti ed occasionali, e queste ultime in
meccaniche, fisirhe, fisico-chimico-dinamiche, in nio-
rali ed intcllettuali, cd in patologiche. Non v'ha
dubbio essere necessario di conosccre le cause pre-
disponcnti ed efiicienti della pazzia, e la nianiei'a
loro di operare tanto per bene stabilire la diagnosi,
qiianto per la prognosi , e per 1' opportune c pro-
porzionato metodo curative e profilatico. E nientre
riteniamo per assioma, che senza la predisposizione
non si cade in pazzia, ci dispiace di vedere che f au-
tore insista sul movinicnto bbrillare come su di una
vcrita dimostrata, dove stabilisce la predisposizione
'(in un' attitudine, in un inchinnmento nelle fibrille
5> di uno o pill organi, o parti deU'apparato encefa-
M liro, in una soverchia loro arrcndevolezza, picghc-
5) volczza o mobilita a lasciarsi vincere e donnnare
» da questa anziche da quella forza impellente a nor-
>> ma delle particolari relazioni ed attenenzc, e per
» cui s'arrendano, pieghino, durino, o ricadano di
5) leggieri in quella positura, o in quella maniera di
)) movimcnto, cui tale forza o potenza le riducono ,
» ovvero esse fibrille diano in talc condizione , per
5) cui difcttino piii o nieno nella sensibiliia, o sieno
■» ridotte stentate od inette, o non pin proporzionate
5> alio oj)crazioni che loro spettano siccome stroiiienti
:» niatcriali deU'anima. » Talc predisposizione poi o
c ingenita, o si va prcparando dal clima, dal mode
di vivcre, da particolari abitudini , dalf educazione,
da sostanzc incdiramentose, da niorbose condizioni ,
da sopprcssioiic e cltano I' esemplo della
cometa del i533, che si credeva essere la stessa che
quella del 1661, ma che non fu riveduta nel 1790-, qui
;-3 DBLLE GOMIiTE
pero per 1' oiiore deirastionomia era necessario il premet-
tere die prliiia delT event.o il Mechain in Francia e l' Gi-
bers in Gerniania avendo preso ad esauiinare la supposia
identita delle due comete , I'avevano dichiarata insussisten-
te , cosicclie nel 1789 il ritoriio non era piu aspettato.
II capitolo V tvatta de\le Perturbazioni, ed e hrevissimo,
uon essendo quest' argomento accessibile alia maggior parte
del Icttori. Dopo aver di nuovo fatto cenno della couieta
d' Halley e delle sue perturbazioni , parlano gli Autori di
tjuella del 1770, clie il Lexel trovo moversi in un' orbita
cUittica non molto eccentrica con un tempo periodico di
5 anni e luezzo. Questa conieta non era stata veduta prima
ue lo fu dappoi, la qual apparizione e disparizione si
spiega per mezzo delle conslderabili perturbazioni alle quali
ando soggetta passando in due epoclie diverse assai vicina
al pianeta Giove. Dimostro il eel, Laplace ( Mecan. Gel.
T. IV, p. 2a6 ) che la distanza perielia della cometa di
Lexel avanti T anno 1767 doveva essere di cinque volte
JI seraidiametro dell' orbita terrestre ; che passando in
queir anno presso Giove, la distanza perielia diuiinui e si
ridusse a soli ''/s del seraidiametro stesso e la cometa si
rese allora a noi visibile ; e die accostandosi di nuovo al
suddetto pianeta nel 1779 , la distanza perielia torno a
crescere e sali a 2 semidiametri ed un terzoi sicche noi
non la rivedreico piii, se nuovi accidenti cambiando un' al-
tra volta la sua orliita non V avvicinano alia nostra terra.
II capitolo YI versa sulla Grandezza e riiorno delle co-
mete, e in esso si ricordano prima di tutto quelle che in
tempi rimotissimi si raostrarono in tanta intensita di luce
da cambiare , al dir degli storici, la nottc in giorno , ed
oscurare i raggi del nascente sole. Si parla poi della vol-
nare ed antica opinioue , rinnovellata da cpialche moderno
scrittore, della connessione che si vorrebbe trovare fra le
comparse delle grandi comete e gli avvenimenti che le
accompagnarono •, e qui si ricorda di nuovo la cometa
del 1680, e si vuole che T Halley abbia criato attrilniendole
una rivoluzione di Sjo anni, meiUre ne hn una di 8800.
Ma intorno all' incertezza di questi lunghissimi period!
dedotti da un piccol arco osservato vcggasi cio che s' e
detto piii sopra.
" Nel 18 15, proseguono gli autori , comparve una pic-
cola cometa veduta per la prima volta dal cclebie Gibers
dell' ANNO i83a. 7^
il di 6 niaggio, il quale conobbe dalle sue osservazioni
che la rivoluzione di questa conieta era di circa yS anni.
E molto sorprendente clie sulle comete prima osservate
nessuna se ne trovi ideritica con quella di Olbers. " Ma
anche di questo fenoineno si trovera probabilmeiite la causa
nelle perturbazioni planetarie, nel calcolo delle quali sa-
rebbe a desiderarsi che si occupasse alcuao de' valenti ma-
teraatici die sonosi gii dedicati a siiiiil genere di ricerche.
II YII capitolo coutiene la succitata Meiiioria delPOlbers
Su la probabilita che una cometa urtar possa contro la terra
od aivicinarsi molio ad cssa, tradotta dall' origiiiale ledesco ;
noi abbiamo altre volte parlato di questo scritto , clie
aveva dato origiiie alle straue asserzioni di alcuni gior-
nalisti , i quali volevano ad ogui costo clie quel celebre
astronomo avesse predetto un prossimo urto d' una co-
nieta colla terra. Ripeteremo dunque die nel corrente anno
e verso la line di ottobre la cometa detta di Biela si
avvicinera moltissimo all' orblta della terra ( non alia terra )
in raodo da non esserne distante piii di 5 senjidiametri.
terrestri, e faremo di nuovo avvertire clie per orbita della
terra s' intende la strada o la traccia nello spazio lungo
la quale si muove ; e che nel momento in cui la cometa
la interseca , la terra si trova ad una distauza dal punto
d' intersecazione maggiore della meta della distanza del
sole da noi. II capitolo Mil porta il titolo Su le due co-
mete deW anno liJSa, ma poiclie alia cometa di Biela c
consecrato il capitolo IX, il titolo dell' VIII pare che avreb-
be dovuto essere Delia cometa d'Encke. Coinunque sia, i dati
dei calcoli in esso esposti sono tratti da una IMemoria
dair Encke mcdesiiuo inserita nelle Notizie astronomiclie
( Astronomische Nachrichtea ) die si pubblicano dal si-
gner Scluimaclier , ai quali i compilatori hanno prcmesso
alcune notizie storidie.
" II celeljre cercatore di comete Pons scopri il 26 no-
verabre 18 18 in Marsiglia una piccola cometa, che I' Encke
col mezzo de' suoi calcoli riconobbe pel priino giriire in-
torno al sole nello spazio di 1208 giorni. Questo risultato
del calcolo fu trovato perfettamente d'accordo coUe osser-
vazioni , e fu ben tosto riconosciulo che la nieilesinia co-
meta era stata tre altre volte osservata , cioe negli anni
1786, 1793 e i8o5: venae ben anclie osservata nei sus-
seguenti anni i8:i2, i835 e 1828, e i"u sempre trovata
nei luoghi del cielo ad essa dalla tcoria assei!;nati, NcU' anno
8o DELLE COMETE
i8aa queeta comet.i, a motivo dclla sua posizione nieridio-
nale, non era visibile nel nostro emisferoi fu pei'6 osservata
da Rumker nella nuova specola eretta a Paramatta nella
Nuova Olanda , ov' era pur visiljile ad occhio nudo ".
Anche nell' attuale ritorno gli abitatori delP emisfero
boreale dovevano essere privati della vista della cometa ;
infatti dall' Eflemeride annessa all' opuscolo facilmente si
rileva die nel priucipio delFanao, iii cui era elongata dal
sole di piu di 60 gradi , la sua distaaza rettilinea si dal
sole che dalla terra era piu del doppio maggiore della
distanza del sole stesso da noi , e percio noQ poteva ri-
cevere e traiiiandare una quantita sufficiente di luce per
renders! visibile ; nei niesi successivi fino al corrente mag-
gio la distanza in linea retta dalla terra e dal sole ando
diminuendo, ma diminui in pari tempo anche I'elongazione
in modo che tramontando era sempre immersa nella luce
del crepuscolo ; allorche poi , passata la congiunzione ,
escira dai raggi solari dall' altra parte, la sua declinazione
australe fatta maggiore dell' altezza dell' equatore , la to-
gliera di vista alle zone boreali per renderla visibile
neir altro emisfero.
II fenomeno piu interessante osservato nelle successive
comparse di questa cometa si e che i suoi elementi vanno
soggetti a variazioni crescenti col tempo, e che principal-
mente s' accelera il tempo del suo periodo , il quale nelle
ire rivoluzioni contenute fra 1' anno 1786 ed il 1795 ri-
sulto per un medio di giorni 1208,11a; nelle sue rivolu-
zioni fra il 1796 ed il i8o5 fu di giorni 1207,879 , e
nelle quattro fra il i8o5 ed il 3819, di 1207,424. L' ipo-
tesi piu naturale per ispiegare questo fenomeno e quella
die attribuisce 1' osservata accelerazione alia resistenza
deir etere , e di questa abbiamo gia parlato in piii luoghi
di questa Biblioteca. Gli elementi dell'orbita nelle vicinan-
ze del passaggio pel perielio del corrente hanno , che il
sig. Encke ha trovato mettendo in computo tanto la resi-
stenza suddetta , quanto le perturbazioni planetarie , sono :
Passaggio pel perielio i832 maggio 3,99098 tempo medio
astronoiuico a Parigi
Longitudine del perielio 157° 21' 2 ,4) dall'equinoz. med.
Longitud. del nodo discend. 334 32 5 ,2 j del4 maggio 1 83a.
Intlinazione dell'orbita i3 a a 12 ,3
Angolo dcir eccentricita 87 43 6 ,3
Moto medio diurno 1071509393.
dell' ANNO l832. 8l
Di qiu facllinente si deduce T eccentriclta 0,8454335, e
ritenendo die il moto medio sia il sidereo e noii il ti-opi-
co, si Iia il semiasse inaggiore 3,222217.
Nel capitolo IX gli autori parlano, come s' e detto, della
cometa di Biela, riferiscono gli elementi , qui sotto tra-
scritti, giusta i calcoli del sig. Damoiseau per I'apparizione
del corrente anao :
Passaggio pel perielio i832 noveinbre , 27,4808 tempo
medio civile a Parigi
Longitudiae del perielio 109° 56' 45"
Loagitudine del nodo discendente 248 la 24
Inclinazione i3 i3 i3
Eccentricita 0,751748
Semiasse maggiore 3,53683 ;
e dopo aver ludicata la quantita deiravvicinamento all'orbita
terrestre negli aani i8o5, 1826 e i832, nella persuasioae
di far cosa grata al pubblico e specialniente agli astroaomi
osservatori , aggiungoiio un' eflfemeride da essl nuovamente
calcolata di giorao in giorno e colla precisione dei minuti
secondi , la quale riunita a quella dell'altra cometa gia
piibblicata dal prof. Encke chiude il preseme volume. Ma
ad una piii facile intelligenza delle posizioni relative della
terra e tlelle due comete servono le due tavole iucise,
delle quali si da la spiegazioiie nel capitolo X ed ultimo,
la queste tavole si e supposta T orbita della terra circola-
re , e si e fatto il raggio di 5o millimetri. L' orljita elittica
delle comete segnata con linee punteggiate si deve imma-
ginare inclinata al piano della tavola di circa 13°, essendo
dalla linea dei nodi indicata T intersczione dei due piaai.
Nelle due figure ombreggiate della tavola I vieae rappre-
sentata T apparenza della cometa d' Encke nei giorni 7 e
3o novembre 1828 , quale fu osservata dal sig. Struve
astronomo di Dorpat col gran rifattore di Fraunliofer. Da
esse si rileva cbe il puuto piii luminoso del nuclco noa
combinava col centro di figura.
II sig. Leopoldo del Re trattando brevemente il medesi-
uio argomento delle due comete periodiche, risale al tempi
del Newton , e con ornato sdle espone la storia delle sco-
perte di lui e de' suoi successori intorno al moto delle
comete. a L' opera immortalc del Newton, egli dice, dei
Priiicipj uiatematici della lilosolia naturale coutcneva in
se i germi delle plu grandi scopcrte lie' tempi j)ostcriori
UibL IiuL T. LXVI. • 0
62 DELLE COMETE
fatte ; na per la complicnta sintesi die ne avvolgeva le
principali verita , non furono queste apprez/ate al loro
giiisto valore clie quasi 5o aiini dopo. Conosciiita e climo-
strata 1' insusslstenza de^ vortici di Cartesio , e nierce i
grandi progress! fatti nell' aiialisi e nel calcolo iniinitesl-
male, si fa solo in grado di ben comprendere le dottrine
trattate nel libro de' Principj , promoverle e portare ad
una jjerfezione maggiore qnelle die vi si trovavano appena
indicate. Cosi avvenne die poco innanzi la meta del secolo
decorso da tre grandi geonietri Clairaut , d'Alenibert eJ
Eulero quasi ad un tempo fu aggredito il diflicilissiuio
problenia de' tre corpi. In seguito , e per la circostaiiza
che gia fin dal 1787 rlcercavasi in cielo dagli astrononii
la coiiieta di Halley, si occupo il prelodato Clairaut nella
applicazione della sua soluzione del problema de'' tre corpi
ai movinienti delie couiete, onde ottenere il valore dei
perturbanienti cagionati nelle orbite conietarie dalle azioni
de'pianeti. Per rispetto poi alia snddetta cometa Tautore si
limita a riferire n che in seguito d' immense calcolazioni
il suddetto geometra ne fisso il passaggio al perielio pel
4.° o 5." di dell'aprile 1759, e che qiiesto accadde efFetti-
vamente nel la al i3 marzo dello stesso anno: che la
sensiljile differenza tra i risultamenti dclla tcorica e quelli
della osscfvnzione provenne principalmente dall' azione in
quel tempo ignota ed al certo esercitata dal nuovo pianeta
scoperto poscia nel 1781 dalF Herschel, dalla imperfezione
inevitaliile de'metodi di approssimazione allora usati , e
dal non piccolo numcro delle quantita trascurate nelle
operazioni aritmetiche, gia per se sole loastanti a stancare
tpialiinque piii infaticabile cnlcolatore. >/ JNla due altre cause
inlluirono forse piu che quelle qui accennate nell' allonta-
nare il calcolo dall' osservazione^ la prima gia avvertita
dal Laplace (Expos, du systeme du monde ), sta nel valore
della mabsa di Saturno usata dal Clairaut che differisce no-
tabilmente da quella che fu stabilita dappoi ; la secoada poi
potrebb' essere la resistcnza dell'etere, la quale, come ab-
biam gia veduto, produsse un efl'etto analogo sulla cometa
periodica deU'Encke. Venendo poi a parlare di quest" ultimo
astro, il sig. Del Re si crede u nell' obbligo di attribuire
alia specola napoletana la lode di esservi stato rinvenuto ,
nel ritorno del ii^25 fin dal 20 luglio a prefercnza di
tutie le altro d' Italia cd andie di oltrc A!pi, » Infiuti per
DFLl' ANNO l832. 83
j-ispelto all' Italia , la cometa d" Encke (a osservata rego-
laruiente a Milano il di 7 agosto, a Torino i! di 11 , a
Firenze il 14 ed a Padova il 23 ; e per rispetto ai paesi
oltramontani , sel)bene il sig. Beniamino Valz la vedesse a
Nimes il di i3 Inglio, non la osservo regolarmente die
il 2,7. II nostro autore presenta ancli" esso una piccola ef-
femeride della cometa calcolata di cincjne in cinque giorni
ed in gvadi e minuti ; e dalT esame e confronto delle po-
sizioni in essa assegnate alia cometa con i liioglii del cielo
ne' quali trovasi il sole, deduce die in qnesta riapparizione
non sara dessa visibile affatto in Europa , o lo sara sol-
tanto per pochi giorni verso la meta di maggio, passando
la stessa alia fine di questo mese neiraltro emist'ero ove
sara visibile in gingno.
Passando ora all" altra cometa , procnra anche il sig. Del
Re di dissipare i timori sparsi nel pubblico per la pre-
nnnciata sua apparizione, e noi amiamo di qui ripetere
le sue stesse parole, se niai con cio die abbiamo gia
detto non ci fossimo spiegati con sufficiente chiarezza.
t< Annunziossi dagli astronomi di questa cometa il ritorno
pel 1 832, aggiungendo essere questa nel numero di quelle
la di cui orhita passa molto vicino aU'eclittica. Ho segnato
il vocabolo orbita perche nelT interpretazione di esso con-
siste r equivoco pel quale con poca ragione fu da taluno
asserito die la cometa di Biela nel i832 doveva quasi
imbattersi nella terra. La piu leggiera nozione d'astronomia
era per altro sufficiente a far avvertire la gran difFerenza
clie intercede fra distanza di orbite o de' sentieri percorsi
da due inobili , e distanza de' corpi medesimi che le per-
corrono, la quale e, come vedesi, variabilissima ad ogni
islante , attesa la gran rapidiia con cui vanno neH'immensita
dello spazio gli astri in moto nel cielo. Ma la distanza delle
orbite ancor essa e soggetta a variare, potendo accorciarsi
ed aumentarsi a seconda delle attrazioni vicendevoli dei
pianeti. E supposto pure die le due orbite s' interse:;asse-
ro , vi sarebbe una remotissima e quasi infinitesima pro-
babilita d' inrontro de' mobili die le scorrono nelf iiimien-
sita de' cieli, poidie dovrebbe avverarsi die I'uno e raltio
corpo celeste nell'istante medesimo al punto d'intcrse-
zione si rattrovasse. » Anche della cometa di Biela trovasi
nell'opuscoio una piccola effemeride , dalla quale deduces!
die la minima sua distanza da noi avra luogo nel 2 3
84. DKLLE COMETE
otto1)re, e non sara minore di c,537 di quella della terra
dal sole. i< Tenuto adiintjue presente , egli dice, la picco-
lezza della conieta ia cjnistioiie e che nel i<^26 ci si offe-
riva nel campo del caniioccliiale cjual teiiuissima nelinlosita,
seml^ranii poter asserire die sara molto se nell' autunno
tli (jiiest' anno la vedremo ad occliio nudo, e con le so-
lite acconipagnature di siHatte nehnlosita planetarie : seb-
bene sia nolo, ed e stato ultiniamente confermato dal fatto,
clie le distanze dal sole e dalla terra non bastino a far
arguire della cjnantita di luce con la quale si potra ren-
dere a noi visihile un di tali astri, dipendendo questa
visibilita in gran parte da estranee cagioni , ed ancora
dallo stato particolare delP atmosfera. » In ua opuscolo
da divulgarsi nel pnbljlico era opportunissima questa av-
vertenza , giacclie non apparendo alcnna delle comete
j^redette con Ince tale da renders! visibili ad occliio nudo,
non avrebbe niancato il volgo di attribuirne la colpa ad
errore de' cali'.oli astronomici , i quaii se son infallibili
allorclie trattasi di staljilire colle sole leggi della nieccanica
la posizione che in un dato tempo debbono occupare nel
cielo quegli astri , il cui corse e conosciuto , lasciano poi
inolta incertezza allorclie si vuole per via di confronti
asse^nare Y intensita di luce die avra un pianeta od una
cometa in una data distanza dal sole , o quella che potra
tramandare a noi il sole stesso allorche sia o in tutto od
in parte eclissato.
Poco ci arresteremo, per non ripetere le cose gia dette,
sulla brevissima Wcmoria del sig. Olbers , la quale anch'essa
contiene le EfFemeridi delle comete d'Encke e di Biela , e
gli elementi di quest' ultima giusta le ricerche delle per-
turbazioni istituite dal sig. Damoiseau. L' autore a questo
proposito , nell' atto che ritiene per esattissinio il calcolo
analitico dell' astronomo francese, si mostra poco soddisfatto
deir ElTemeride da esso data nella Conoscenza de" tempi per
J'anno i83o. « Pare, die' egli , che questo gran calcolatore
presti jjoca o niuna attenzione a tali triviali calcoli, poi-
die anche la sua ElTemeride per la cometa di Encke del
182.5 era sbagliata. »
IMolto iuteressanti sono i confronti che 1' Olbers fa della
luce delle due comete nelle precedenti apparizioni, sui
quail qu.Tuto alia prima egli fonda la speranza che verso la
line d'nprile e il princlpio del corrcute niaggio, trovaadosi
DTLL ANNO l<>o2. oo
prpsso il pci'iello possa ac({uistar taata Ince ila rendersi
visibile coi forti cannocchiali anclie in mezzo al crepu-
scolo , masslmameiite negU osservatorj meridioiiali d' Eu-
ropa. Rispetto alia seconda egli osserva die la sna nebu-
losita e molio sottlle, e piccolissiiuo il suo nacleo , che
nelle passate apparizioni noti si e potiita vedere che 60
giorai prima o dopo il perielio , e che per cio dllTicilmente
sara visibile anche col soccorso de' telescopj prima della
meta di settembre.
Yeniamo per ultimo alia Notizia data dal signor Arago
nell' Annuaire de Paris, la quale contiene i segueiiti para-
grafi. Sezione I, § i. Notizie preliininari suit cUisse e sulla
parabola: ^ 2. Cosa e una cometa? S 3. Naiura delle orhite
comedche, eleimmii delle comete : § 4. Sul mezzo di ricono-
scere se una cometa appare per la prima volta , o se e statu
antiraniente veiluta : ^ 5. Cometa del ijSg (d'Halley ).- § 6>
Cometa del 1770 ( detta di Lexell): § 7. Cometa a breve
periodo (diEncke): ^ 8. Cometa di 6 anni ^/^ ( di Biela ):
§ r) dell' effetto della resistenza dell'eure sul cammino delle
comete: ^ \o La futura cometa ( di Biela) potra forse mo-
dificare notabilmente il corso delle stagioni nell' anno 1882?
^11. Sulla costituzione fisica delle comete. Nebulosita, nucleo^
coda. Sezione 11^ ^ i. Una cometa pub eUa venire ad urtare
la terra od un altro pianeta? § 2. Pud egli supjmrsi che
delle comete siano mat cadute nel sole o nelle stelle? % 3.
La terra pub forse passare a tr aver so della coda d una
cometa ? Quali sarebbero sul nostro globo le conseguenze di un.
tale avvenimento? La nebbia secca del 1783 e quella del i83i
furono forse prodotte dalla coda d'una cometa? ^ 4. II dilmio fu
occasionato da una cometa? ^ 5. La Siberia ha ella provato in
altri tempi un rcpentino cambiamento di clima per I' influetiza
d'una cometa? ^ C. E necessario ricorrere all' azione d" una
cometa per ispiegare il clima rigido dell' America settentrionale^
§ 7. La depressione del suolo in una parte considerubde del-
l Asia e stata prodotta dalT urto d'una cometa? ^ 8. La
luna e forse stata una cometa .''§9.7 nuovi pianeti Cerere,
Pallade, Giunone e Vesta sono forse i frammenti d'un grosso
pianeta daW urto d' una cometa ridotto in pezzi ?
Avendo noi gia abbastanza a lungo ragionato delle co-
mete considerate dal lato astronamico, ossia delle clrcostanze
de' loro movimenti, vcrrenio ora eslraendo dalle notizie
J)6 BTLLE COMETC
tlel sif^nor Arago alcnno del passi piu importaiiti die si
riferiscono alle circostanze fisiclie di qucsti astri. E prima
di uuto giovera coa Ini avveriire die per rispetto alia
cometa d'llalley, che deve ritoniare nel i835, noa doli-
bi.imo attendercL di vcdere ne la cometa horre.ndce. ma-
^mluilinis dell' a'ano i3o5, ne quella lunga coda clie nel
1456 abbracciava i due terzi delF iatervallo fra T oriz-
zonte e io zenit, e neppure una cometa splendente siccome
cfuella del 1682,; giacche come 1' autore avverte in una
nota al ^ 5 della i.^ Sezione, si ha niotivo di credere che
descriveiido le loro orbite immense, le coniete ad ogiii
rivoluzione perdano o in tutto o in parte la loro atmo-
sfera vaporosa. Sulla fine del ^9 parlando il signor Arago
della resistenza dell' etere cerca di rischiarare una propo-
slzione che sembra uq paradosso, cioe che 1' effetto di
essa sia di accelerare e non di ritardare il moto delle co-
mete. " Ladifficolta, egli dice, sparisce tosto che si riflette
che I'efFetto inimediato dell' azioiie d'un mezzo resisteate,
essendo una diminuzione nella forza tangenziale, si viene
per esso a diminuire il rapporto tra la forza centrifuga e
1' attrattiva, il che equivale , quanto alle circostanze del
moto, ad ua aumento di quest' ultima forza. Egli e bea
vero che un corpo costretto a percorrere una data curva
in virtu d'un primitivo impulso si moverebbe piu lenta-
mente in un mezzo resistente clie non nel vuoto; ma il caso
e assai diverse pe'corpi celesti, i quali noa essendo tratte-
nuti suUa loro orbita che dalle forze da cui sono anlmati,
escono dalle tracce di essa, tosto che sono cambiati i rap-
porti dalle forze medesime. ^^ Intorno alia nebulosita ed alia
coda delle comete il signor Arago ri porta un fatto che puo
spar^ere molto lume sulla natura della materia che le coni-
pone. L' Evelio aveva gia annunciato che il dlametro reale
delle nebulosita aumenta a niisura che le comete s'allon-
tanano dal sole ^ il Pingre osservo ancli'csso che mentre
la coda delle comete non comincia a mostrarsi che quando
s'accostano al sole, la capigliatura o nebulosita che le cir-
conda sembra al contrario diminuire. Ora la cometa d'Encke
ha dato 1' occasione di porre questo fatto in piena evidenza.
Ecco il prospetto delle variazioni a cui nell' apparizione
nel 1828 ando soggetto il diametro reale delle nebulosita
di questa cometa.
Date.
1828 28 ottobre
y uoveml)re
3o novembre
Y ilicembre
14 dicembre
24 dicembre
Duimetri realL espressi
in raggi terrestri.
79
65
3o
ao
II
3
dell' AXXO \oo2. nj
Distanze
cleila
coinera dal sole.
1,4617
1,32 17
0,9668
0,8473
0,7285
0,5419
Fra le quistioni che si promovono iiitorno alia natura
dclle coinete una delle capitali e di sapere se esse sono
Iiiminose per se stesse, o se si veggono unicamente percbe
riflettano come i pianeti i vaggi solari. La qiiistione sarebbe
decisa se qnesti corpi presentassero una fasC;, ma il nostro
autore mette in dubbio le osservazioni f'atte dal Cassini
suUa conieta del 1744 e le piu recenti del signer Caccia-
tore fatte su quella del 18 19. Le moderne ricerche dei
fisici sulle proprieta della luce ofFrono un nuovo mezzo
d'investigazione ; essi haano scoperto che la luce quando
e riflcssa sotto certi angoli si distingue per aicune pro-
prieta speciali della luce diretta. Ebbeae, alcuae tracce
di tale proprieta sono state riconosciute all' Osservatorio
di Parigi nella luce della coda della succennata cometa,
le quali pero hanao bisogno d' essere confermate da ulte-
riori osservazioni.
Inutili sembreranno a non poclii gli sforzi che il nostro
autore va facendo per persuadere i suoi lettori che la co-
meta di Elela tagliaudo 1' eclittica non alterera la fornia
della strada yjercorsa dalla terra, che quella del 181 1 non fa
la causa dell' alta temperatura che si e riseutita in quell' an-
no ^ che quella del 1668 non produsse I'epidemia nella
razza dei gatti, che fu osservata in Westfalia, ecc; e T au-
tore stesso dichiara che per 1' onore delle scienze e della
iilosofia moderna si sarebbe volentieri dispensato dal pren-
dere sul serio queste bizzarve opinioni , se non ne avesse
riconosciuta la necessita. u Prestate, egli dice, un sol
momento orecchio ben anche in queste riunioni che so-
glionsi ciiiamare il gran mondo , ai lunghi discorsi a cui le
annunziate coniete danno argomento, e decidete poi se
ci possiamo gloriare della pretesa difFusione di lunii che
tanti ottiaiisti si conipiarciono di riconoscere come il di-
silntivo caratteristico del nostro secolo. Quant' a nie mi
88 DrXl.E COMKTF.
sono gia dn grna tempo spogliato di tale jllnsione. Sotto
la veniice lirillante e superficialc di cul gli stud] pnra-
mente letterarj del nostii collegi rivestiscono quasi unifor-
memeiite tutte le classi della socicta si trova quasi sempre
una ignoranza perfetta di qucsti bei fenomeni , di qncste
grandi leggi della natura die sono la migUore difesa
contro i pregiudizj. •>
Terminerenio questo lungo articolo esponendo coUa mag-
gior brevita jjossibile, e senza aggiungere alcuria nota le
risposte che I' autore da ai curiosi quesiti che si e propo-
sti nella sezione secoada. Che una cometa venga ad urtare
la terra non e cosa irapossibile , ma la probaliilita di ua
tal evcnto e rimotissima. Che una cometa periodica avente
una distanza periella assai piccola , come per esempio
quella del 1680, venga col corso de' secoli a cadere nel
sole e cosa non solo probabile ma certa , dovendo la re-
sistenza delT atmosfera solare diminuire ad ogni ritorno la
distanza suddetta ; ma ad un simile accidente noa pu6
attribuirsi, come faceva il BufFon , la formazione della
terra e degli altri pianeti. Dall' incontro della coda d' una
cometa non fu certamente prodotta la nehbia secca che
nella state dell' anno 1788 coperse una gran parte d' Eu-
ropa ; perche una cometa non puo rimanere che per bre-
vissimo tempo in vicinanza della terra. L' avvicinaniento
o r urto d' una cometa non puo vender ragione dei depo-
siti di corpi marini che scopronsi suUe piii alte montagne :
la regolarita della disposizione e la perfetta conservazione
di tali corpi escludono qunlunque causa subitanea e vio-
lenta. Lo stesso dicasi degli animali fossili ritrovati nella
Siberia. La Russia e la Persia presentano un fenomeno
geografico molto straordinario , consistente in una regione
d' oltre cento miglia quadrate d' estensione la quale trovasi
di alcune centinaja di piedi piii depressa che il livello
dell'Oceano. Si voile spiegare questo fenomeno per mezzo
delP urto d'' una cometa contro la terra:, ma la spiegazione
piii naturale e quella data dal Baron d' Humbold ne' suoi
frammentl asiatici , il quale immagina che il sollevaraento
avvenuto dcUe immense masse componenti le montagne
del Tibet, dell' Armenia e del Caucaso abbia prodotto un
corrispondente sprofondamento nei terreni intermedj. Am-
mettendo la possibility , che una cometa passando vicina
alia terra ne divenga un satellite , 1' autore osserva ciio
dell' ANNO l832. 89
per rispetto alia nostra Inna la mancanza quasi totale
iV un' atmosfera die la clrcondi ci induce a credere die
tale non sia stata la sua origine. I nuovi piaiieti Cerere ,
Pallade, Giunone all'opposto si mostrano accompagnati da
ua' assai densa atmosfera , e qnesto stato sembrerebbe
favorevole alia siipposizioiie che fossero stati originati dallo
scoppio del nucleo d' una conieta , divisa in varj frammenti.
« Qnesta teoria, dice il sig. Arago , e molto ingegnosa ,
ma disgraziataniente un fatto capitale h venuto a distrug-
gerla : Vesta non ha otTerto finora alcuna traccia di at-
mosfera ! Ora qual e la causa die avrebbe potuto disere-
dare questo pianeta della parte die gli era dovuta nella
divisione della nebulosita della cometa generatrice ?
QO
Delia sTnittura degU organ i clcmcntari nelle Pinnte,
e (idle loro funzloui nclld vUa vcgctabile , del cav.
I). VlFlANi, profcssorc dl hotanica c storia iiatarale
nella R. Univcisitd dl Genova , ccc. — Gcnova ,
i83t , dcdla tipogtrifia Gravier, in 8.°, di pag. 864,
con 8 tavole in raine. Prezzo 12 frnnchi. In JlJilano
si vende presso Lidgi dl Giacomo Pirola , dirimpetto
air I. B. Tcatro alia Scala. — Ardcolo tci-zo ed
ultimo. Vedl il tomo 65.°, quadenio di febbrajo
p° p.\ pog. 194 di questo Giornale.
X er qnanto T antore propenda ad accomnnare alle piante
le lei^gi geaerali deU'animale economia , noa crede percio
doversi trascorrere a riconoscere lo stesso sistema di se-
crezioni in questi esseri seinplicissiml, dove Tanatomia
noa riesce a scoprire ne organi secerneati , ne serbatoj o
"veicoll particolari de' succhi preparati. Le sue osservazionL
fatte principalmente sopra niolte piante resiuose e lattigi-
nose, sostenute da ])Uone figure, diaiostrano che i vasi
descritti da Malpighi come vasi proprj , non sono realmente
che interstizj del parencliima, ne' quali il succhio esalato
dalle estremita e hen anche dalle tuniche de' vasi dell' or-
dito e delle trachee si va raccogliendo, e scorre a foggia
di vaso la densita della corteccia , per la quale talvoUa
si scarica. La prima alterazione nella composizione elemen-
tare del succo, a suo avviso , muove dalle trachee, e da
queste sotto 1' influenza di farze vitali, proprie a ciasche-
duna specie, prosiegue ne' vasi delTordito; in ultimo i
succhi stillatl negP interstizj piu superficiali della corteccia,
col concorso dell' ambienie compiono quella serie di cam-
hiamenti per cui vengono distinti sotto la denominazlone
di succhi proprj. Nel corso di questi cambiamenti le piii
volte il loro colore e la loro densita ne vengono alterati;
jna a suo avviso fu falsa 1' idea di aflisarsi in questo ca-
rattere per riconoscere i succlii proprj , che ve n' hanno
in moltissime specie di scorrevoli afl'atto e limpidissimi, i
quali pei cambiamenti sofferti nella loio chimica compo-
sizione non meritano meno questo nomc. Queste progres-
sive alterazioni nella composizione elementare del succhio.
DKLLA. STRUTTURA DKGLI ORGAN! CCC. 9 1
le qnali giunte all' estrenio giado corrispontlono ne' loro
effetti ad una vera seciezione, sono dalP autore confermate
per mezzo delle analisi fatte da cliimici piii acci*editati
del succliio, esaniinato a diversi periodi d' eta dl una pian-
ta , e in diverse parti di essa. E conseatono a queste analisi
le sue anatomiclie osservazioni ; itnperciocclie gli venne
fatto talvolta di veder tinto di un leggiero colore rossiccio
il succo die circolava ne' vasi spirali della Parictaria; co-
lore clie veniva di mano in niano rinforzando verso I'e-
sterno. Anche i vasi spirali del Clielidonio gli offrirono lo
stesso fenoineno, tranne la diflerenza di colore particolare
a queste due specie.
A proposito di succhi proprj ci aspettavamo che I'au-
tore prendesse a discutere le osservazioni del professore
Schultz di Berllno (i) sopra i vasi del lattice, da Ini os-
servati nella corteccia, e i singolari movimenti clie in
questi vasi si eseguiscono, Forse il professore Yiviani non
ehjje notizia di questa scoperta die a lavoro finite, e forse
ben anche, partecipando su questo punto nell' avviso giu-
stamente autorevole del professore Ainici , non accordo
a' trovati dello Sclniltz quel tanto di novita die loro fu
accordata in Francia. A dir vero la circolazione del succo
ne da Malpighi, ue da Grew, ne da Duliamel fii supposto
aver luogo con tanta semplicita e in quel sense die invano
il sig. Scliultz si afFatica di combattere si a lungo (2). Se
que' sommi fisiologi atnmisero che il succo dalle trachee
passava nella corteccia, e da questa disce.ideva iiella ra-
dice, si erano pero cosi solennemente spiegjui intorno alle
mntazioni che in essi succlii si operavano in questo tra-
getto, che per l' efFetto finale le tenevano in conto di vere
secrezioni. L'espressioni di Rlalpighi (3) intorno a questi
canibianienti nella natura del succo , che delatus a fistulis
ligneis adhuc crndii.s .... proportionales fermentorum recipit
miscelas .... concoquitur in foUis , ... in horizontalibus utri-
cnlis . . . , e pin abbasso ob aqua et acre respiraiionis ma-
teriani reripit. sono si chiare e patenti che avrebbero po-
tuto risparmiare al sig. Schultz gran parte di quella con-
futazlone. Ugualmente a torto e iniputato all' anatoniico
(i) Biblioteca italiana, febbrajo l83a, p. 268.
(3) V. Allgenieine botaaische Zeitung, i83l, n. lO.
(3) N. Malpighi, AnatoiHCS rlantaruia , p. i5.
02 DEI.I.A STUUTTl'U.V DF.GI.I OROANI
itallano ill aver confiiso sotto lo stesso nome e sucrlii
proprj e sncchi vitali : egli clie il primo fece coiioscere
e descrisse le fibre della corteccia vdsorum modo perforata ,
come distinti al tatto da vasl del legno e da vasi proprj,
quibus Inc , vel resiiia funditur (i); ed e appnnto per cjuesti
vasi clie giusta Malpighi gemevan latte, pe' quali il succo
dalla corteccia discende nella radlce , del pari clie per
questi pretesi nuovi vasi del lattice ( fosse nuovo almeno
ii nome ) secondo Schultz il est possible , et pent etre doit-
on dire certain que toute la masse du sue .... premie une
direction descendante vers la. ^acine (2).
Del rimaiiente questi vasi del lattice sono a. lungo de-
scritti dal professore Viviaai sotto il nome di vasi dell' or-
dito, di cui sono certamente il proseguimento : notate fu-
rono dallo stesso le lore coraunicazioui co' vasi spirali, e
dichiarate le miuazionl progressive, che si operano nel
succo clie per essi discorre. E se sta la dottrina del pro-
fessore Viviani sul conto de' succhi proprj , non sara pos-
sibile al signor Schultz di fissare il punto in cui questo
sue nuovo sistema di vasi comincia e dove finisce ; e
peggio ancora se pretendera stabilirne il carattere dalla
natura de' sncchi che trasportano. Quanto alle boUe di gas
trasportate da torrenti vorticosi del lattice ci senibra di
vederli chiaramente descritti dal nostro autore nel picciuolo
della foglia del Chelidonio (p. 1 1 5 ) , e poco dopo nello
stelo della Parietaria, de' quali egli diede una rappresen-
tanza nella fig. 3 della tav. V. Ma egli contempio sotto
altri punti di veduta questi fenomeni, e voile per a v Ven-
tura abbandonare questa discussione al professore Aniici ,
nella quale aveva questi date tante prove di valore a van-
taggio della scienza.
Una resplrazione senza il concorso dell' aria (cap. XX )
che ne fornlsca la parte vitale^ sembra un paradosso con-
traddetto dalla universale credenza. Eppure di questa pre-
venzione avemnio di che liberarci nella lettura di questo
capitolo , trascinati, per cosi dire, da' ragionamenti dell' au-
tore de' quali ecco un breve sunto. La respirazione in tutto
11 retrno vivente e subordinata a quella funzione che dicesi
assimilazione ;, in quanto che concorre con essa a far passare
(1) I^Ialpiglii Plant, idea.
(2) Bibi. iiniv. t. XXXVI, pag. 199.
ELEMENTARI NELLE PIA.NTE, eCC. 98
le sostanze fornite dalla nutrizione per si fatto cambia-
iiiento nella loro composizione elementare, clie ia ultimo
si atFanno alia iiatura de' coriji de' quali sono destinate a
far parte. Sotto questo punto di veduta generale 1' ossige-
nio , neir ordinaria respirazione , non e, a parlare esatta-
meiJte, introdotto ne' polmoni, qualuiique sia la loro forma
per far parte delle materie assimilate, ma bensi per isca-
ricare il sangue del carbonio eccedeiite, e per servire di
veicolo a questo carbonio, onde venga con questo artilizio
esalato. Ora per consenso di tutti i chimlci il carbonio e
I'elcmento predomiuante fra tutti qnelli che entrano nella
compositione delle piante. Nella fibra legnosa princlpal-
luente che ue forma la parte piii pesante di molto sover-
cliia gli altri due elemeuti, de' quali ella e costituita. Quindi
11 maglstero della respirazione , contemplato nel regno ve-
getabile nel suo scopo finale , deve tendere ad accumulare
e conservare quelle stesso elemento, die per una opposta
tendenza doveva essere espulso nella respirazione degli
animali. Ora nulla di piii ammirabile della semplicita dei
mezzi impiegati dalla natura per giugnere a questo intento.
11 carbonio per la sua insolubilita incapace ad essere as-
Borbito , diventa solubile nelT acqua, combinandosi in qua-
lita di acido carbonico, coll' ossigenio ; e si sa nou meno
dair esperienza die dalT osservazione , die 1' acqua impre-
gnata di acido carbonico e il migliore de' nutrimenti, anzi
jndispensabile per sostenere la vita vegetabile. Le pareti
de' vasi stessi pe' quali si muove questo fluido nutritive
esercitano le funzioni di organo secernente: Tacido carbo-
nico e decomposto; il carbonio in gran parte e impiegato
nella formazione della fibra legnosa \ il rimanente combi-
nato coU'ossigenio rimasto in liberta, e coU' idrogenio for-
nito dair acqua, concorre in quella triplice combinazione,
nella quale in diverse proporzioni ogni prodotto vegetabile
puo essere decomposto. Nel passaggio di queste sostanze
gasose alio stato solido v' ba uniforme svolgimento di
quanto liasta di calorico per renderci conto di quella ugua-
glianza di temperatura che si sostiene nelle piante indi-
pendentemente da quella dell' ambiente. Sono dunque con
questo semplicissimo e a un tempo ammirabile magistero
adempiute tutte le condizioai della respirazione nelle piante
senza introduzione d'aria, e senza il bisogno di ammettere
in esse organi analoghi a' polmoni.
94 I)ELI,,V STnUTTUUA DEGLI ORGANI
I llinitl prescrltti a questo articolo ci inettono nella
necessita di scorrere rapidissimaniente sulle iiulagini fatte
dalP autore per discntere le difl'erenze tra le piaiite moao-
COtiledoai e dicotiledom (cap. XXI). Negli stcssi primordj
della vegetazioiie gU assorbimeiiti coloriti gli appalcsarono
due opposte cofrenti del succo, iino da' cotiledonl disceii-
dente verso la radichetta, T altra da questa ascendente
verso la gemmetta {plumula)-^ quest' ultima corrente segue
piu particolarmente l''asse del tronco, ed e ad essa aflidato
lo svolgimeuto della pianta ia lunghezza. Tanto lia lnogo
nelle due famiglie, se non che nelle dicotiledoni lo strato
legnoso clie alia line di ogni vegetazione viene a tramet-
tersi tra la uiidolla e la corteccia obbliga il succo disceu-
dente a portarsi alTesterno, onde di nuovi strati legnosi
ne viene annual mente aumentato il diametro del tronco. E
particolare osservazione delF autore clie T aumento in lun-
ghezza, in alcune piante monocotiledoni , prosiegue per
piu anni , da poi clie 1' irrigidimento e la densita cuL e ginnta
r esterna zona del tronco impedisce ogni sviluppo in gros-
sezza. In questo caso Taumento di fibre legnose che s' in-
terpongono fra le centrali , si riduce a! solo efTetto di au-
nientare il peso specillco del legno di questi tronchi; e
trovo questa maniera di svolgimento in quelle piante dico-
tiledoni, tra le quali nierita essere ricordato il Rubus frU'
ticosus , che per piu anni prosieguono a slungare il loro
tronco senza che ne venga punto aumentato verso la liase
il diametro. Cio supposto, ne conseguita che il raetodo
recentemente suggerito dal sig. De Candolle (i) per deter-
niinare T eta degli alberi , in tutti questi casi debbe tro-
vnrsi in fallo.
L' autore insiste a pin riprese , sostenuto da continue
osservazioni , nella necessita di aiumettere nella parte mi-
dollare o parcnchimatosa delta pianta, qualunqne sia la
sua sede, Torigine e la prima orditura di ogni svolgimento.
Con questo egli viene a restiiuire alia midolla tutta quella
importanza che suIT autoriia degli antichi le aveva asse-
gnato Linneo. Da questa dottrina egli trae 1' illustrazione
di un passo di Plinio finora male inteso, che dice: niidulla^
sive ilia ii'alis anima ante se temlit longUudincin iinpeUeiis,
quancUu nodi pervia patet fistula ; cum vero repercussa juxta
(I) Notice sur la longevity dcs jubres. Bibl. luiiv. , uiai i83.'..
ELEMENTAIU NELLE PIANTE, CCC. g5
nodes, hcEc vacatur in vita gemma. Hist. nat. XXVII, cap. II.
L'autore, dopo aver osservato die qiiesto passo puo aversi
per conimentario cli quel jx-firpx //.iXiarot t,'irr/.ov cli Teofra-
sto De Cans. PI. V., vi riconosce epilogata la teorica de' nodi
viCali del sig. Turpln.
Neir ultimo capitolo Tautore, contemplati in iscorcio i
fenomeni delta vita vegetativa, trova che tntti concordemente
coaferniano la teorica da Ini in questa sua opera esposta.
E ci piace di vederne colare come altrettanti coroUarj
1' esito di tante s|:)erienze e osservazioni fatte da Hales,
da Duliamel, da Knight, da Petit-Tliuars e da Dutrocliet.
Ne sono dimenticate quelle die giornalmente ci forniscono
le praticlie delf agricoltiira; per cui quest' arte riflette a
un tempo la piii viva luce sulla scienza , e da essa a vi-
cenda e ad ognl passo chiarita e sostenuta. Finiremo ri-
portando uno squarcio dell'autore, dal quale si vede con
quale originalita ed estensione di vedute abljia contemplato
il suo argoinento :
ti In questa teorica non v' lia d'nopo ammettere nuove
" formazioni di vasi al principio di ogni vegetazione, ne
•/ di aprire nuove e inconcepil^ili comunicazioni tra il pro-
" dotto delle vegetazionl die lianno preceduto e quello die
» si va formando ; perciocche tutte le parti dell' ordito dal
II quale ogni svolginiento prende le iiiosse sono di lore
" natura vascolari, e percio tutte in corrispondenza tra
" loro. Col procedere della vegetazione le trachee die in
" origine comunicavano co' vasellini dell' ordito divenendo
» legnose , finiscono per rimanersi isolate; nia tale e la
II disposizione delle parti canibiate in legno die i vasellini
" dcir ordito die attraverso le fibre legnose trapelano non
II sono punto impediti dal partecipare ne' moviaienti del
" suciliio; onde si vanno slungando, e si dispongono a
" quelle forme vascolari, die piii dicliiarate si luostrano
" nella nuova vegetazione. Al primo muover di questa i
" succlii trovansi sulla via die delibono scorrere nel torno
" della nuova vita; e la pianta riprende I'esercizio di sue
II luuzioni , come le riprendono quegli aniiiiali , die an-
II ntialmente escono dal loro periodico letargo.
" In conseguenza di questa dottrina nn albcro sccolare
" porta seco il prodotto di cento periodi di vegetazioni ,
" il quale prodotto puo essere rappresentato da cento piante
•■' anuue, ciaschcdiina delle quali avrejjjje foniito la sua
96 DF.LL\ STBUTTUK.i DKCLI OUGAM e.CC.
II quota cll parfe legnosa clie ha servlto di appoggio e iVi
" sclielctro a quelle clie di niaiio in iiiauo le sono snccc-
" dute. Cosi ne' Polipi coralliferi clie tra gli aiiimnli son
" qnelli che statino piii presso alle piante , la vita si va
" via via spegaendo nelle parti inferiori clie servoii ili
II base alle nuove pioduzioni. In alcune conchiglie a guscio
II piano ogni anno questo guscio si aumenta di una I'alda,
" per cui il nuniero di queste falde corrisponde agli anni
II di vita dell' animale. In quelle a guscio a coccola ogni
'/ anno aumentano di un ordine le spire del loro nicchio.
II Tanto e vero die le stesse leggi governano lo svolgi-
II mento degli esseri viventi; benclie sotto svarjatissiuie
II apparenze ne resti velato agli occlii del volgo T anuui-
II rabile maglstero. >» X.
Nel primo degli articoli co' quali si e reso conto in que-
sta Biblioteca ( gennajo i83a, pag. 47 ) dell' opera del prof.
Viviani , fu detto che pr^ndevasi ad esporre in breve il
suo sistema anatomlco e iisiologico , facendone quel pregio
clie dair aatorita di un provetto ed insigne botanico quale
egli e veniva richiesto; ma soggiungevasi non pretendersi
con cio che le sue opiuioni fossero ainniesse senza esame,
ed anzi fortemente si eccitava lo zelo de' botanici, pei-clie
fossero sottomesse al piii severe giudizio. Alcuni dislinti
l)Otanici italiani corrisposero a tale eccitamento , ed invia-
rono alia Direzione di qnesto Gi()rnale le osservazioni da
cssi fatte inlorno al sistema del prof. Viviani, alle qiiali sic-
come fu fatto di quelle clie servirouo ad esso di eacomio,
si accordera luogo nel prossinio fasclcolo delta Biblioteca
Italiana, aflinche la verita , die e lo scopo cui dejijiouo
inirare le faticlie degli scienziati, scaturir possa dal libero
conilitto dclle luuane opinioni.
97
APPENDICE.
PARTE I.
SCIENZE, LETTERE ED AKTI STRANIERE.
Sir Edward Seawards Narrative , ecc. Relazione del
iiaufragio di sir Odoardo Seaward, e dclla scopcrta
di alcune isole nel mare de Caraibi cJie ne furono
la conscgnenza , col ragguaglio di molti notabili ed
intcressantissimi aweidinend dclla vita di lui^ dal-
V anno 1733 al 1749" H tutto dcsunto dal suo pro-
pria giornalc e pubhlicato da inadamigella Giovanna
Porter. — Londra , 1 83 1 , vol. 3 , in 8." (2.° Estratto).
N .
J-^el primo estratto lasciammo sir Seaward e sua moQ;Iie
ill atto tl' imbarcarsi per la Giauiaica. Giiinti a Kingstown
scrivono novelle di sc alia famiglia : al tempo stesso Sea-
ward inaiida in Iiigliilterra 40000 lire sterline perclie
s'iucassino nel pubMico erario. Appareccliiata ogni cosa
pel ritorno nella sua isola , e pel trasporto degli opcraj
e de' inateriali necessarj a riparare il nanfragato vascello ,
egli compera una geoletta (schooner) di cui aflida il coman-
do al luugotenente Drake. Ei si provvede inoltre di quanto
occorre per istal)ilire una piccola colouia. Indi, ottenuta
dal governatore della Giauiaica una comniissione di capi-
tano comandante , riparte , seco conducendo alcuni artieri
colle loro famiglie, e alcuni ncgri d' ambo i sessi, col
patto, clie fu per lui stabilito in legge fonJamentale nella
sua isola, die dopo una schiavitii di sette anni ricuperato
avrebbersi la liberta.
Seaward restituitosi alia sua isola, non in altro si oc-
cupa che nel dissodarne le tcrrc e nel costruire tutto cio
di che abbisoguar poteano i suoi coloni. Kacconcio e il
\ascello e parte per la sua meta. La geoletta fa piii viaggi
a Kingstown, e ne ritorna provveduta di qiianto richiedesi
Bibl. Ital. T. LXVI. 7
a'S A 1' 1' E N D I C B
per la colonia ; e questa, merce delle cure e della genero-
sita del foutlatore , va prestamente crescendo.
Seaward e sua mogUe scrivono ai lor congiunti cli'eglino
disposti sono ad accogliere tutti cjnelli die amassero di farsi
loro consort! : poclii niesi dopo vedonsi con gioja arrivare
Giacomo Seaward che ammogliato erasi con una sorella
d'Elisa. Quest! son provveduti di buona abitazione. Gia-
como si da tutto al commercio die poco a poco si stabilisce
neirisola, ove alcunl vasceill cominciano ad approdare. Sea-
ward istesso celebra parecchi inaritaggi : se non che mentre
ogni cosa va prosperando , sente non men della moglie il
desiderio di rivedere per poco la patria e gli anilci. S' iin-
barcano dunque per la Giamaica, e di la per T Inghilterra
il giorno 26 di luglio del 1736, tre anni circa dopo averla
abhandonata. Hanno felice la navigazione 5 ma arrivati a
Londra, il tumulto di questa citta cagiona in loro quell' in-
jjrato senso di sbalordimento , die e naturale in persone
da piu anni usate ad una quasi totale solitudine.
Seaward desideroso di ottenere dal re la conferma del pos-
sesso delle isole, cul ha iniposto il propiio nome , ne co-
noscendo a chi megllo rivolgersi in Londra, s' indirizza a
Perry , capo della casa di commercio a cui aveva egli conse-
gnati i suoi fondi, per sapere come comportarsi per con-
seguire 1' intento. L' assenza della corte e de'ministri gl im-
pedisce di poter fare alcun passo : intanto egli e la moglie
s'occupano del loro vestiario, essendo del tutto inetti
air uso gli abiti che avevano trasportato. Madama Seaward
mosti-a a case ad una modista un pezzo de' drappi tessuti
in oro , trovati nella caverna delF isola. La donna che noa
aveva mai veduto nulla di si bello, ne domanda un sag-
gio ; ma la prudenza suggerisce a Seaward di rlcusarglielo.
Intanto al principio di settembre Tomicidio del capitano
Porteus , ucciso dalla plebaglia di Edimburgo , richiamato
nvendo a Londra il ministro Walpole , Perry ne ottiene
un' udienza per Seaward. « Perry (dice il nostro viaggia-
tore ) mi diede una carta che servir doveami per essere
introdotto presso il ministro, e mi parlo ne' seguenti ter-
mini: — Seaward, abborrisco anch' io non men di voi I'arte
di brigare e di corrompere , sotto qualunque forma si ma-
scheri, ma se volete die questo foglio non vi torni del
tutto a vuoto, fate c osi: Una moneta d'argento al portinajo,
un'altra all' uomo d' guardia nel \estiboIo, e una mezza
PAUTE STRA.N1ERA. ^f)
ghinea al fante die v' iiitroJurra al segretario. Quanto a.
quest' ultimo , non vl scordate, preseiitandogli la carta , di
fargli passare in mano una coppia di ghinee diligeutemente
incartocclate , e di soggiungere : Si conipiaccia di farle avere
a coloro die mi I'ecero qua introdurre. — Ritenni a memo-
ria la lezione , e ringraziai Perry cordialmente della pre-
inura ch'' egli avea per me dimostrata. "
Seaward giovandosi di tale lezione, dopo varie difiicolta
giunge linalmente colie diiavi d' oro sino al gabinetto di
sir Roberto Walpole;, il niinistro. Ma le sue proposizioni
sgrazlatamente vengono con mal garbo rifiutate. Alia fine
dopo varie ripetute istanze del tutto scorac;giandosi , e per-
suaso die nulla piii ottcrrebbe s'appiglla al partito di ri-
nunziarvi , cliecclie glie no costi. S' apparecchia perci6 a
partire da Londra per visitare nei Glocestershire i suoi
parenti.
« II lunedi, 4 di ottobre ( cosi egli strive), eravamo oc-
cupati de' nostri preparativi [)er incamminarci ad Awbury,
quando una dama richiese di niadaina Seaward, e ci t'u
anaunziata lady Sundon. II nonie ci era ignoto ; nondimeno
Elisa la fece pregare perclie salisse, e Taccolse con quella
facile cortesia e con quella dignita ciie accompagnano seni-
pre un cuor semplice e retto. Dopo alcnni preamboli in
ceriiuoniali , lady Sundon fu soUccita di annunziarci esser
ella a noi venuta per ordine della regina , la quale, saputo
avendo die inadauia Seaward possedeia un drappo , od uu
tessuto in oro, di cui non s' era veduto altro uiigliore in
Europa , incaricata aveala d'acquistarlo a qualunque con-
dizione, quando trovato Tavesse del prcgio corrispondente
alia fania.
" Sorrise Elisa, e pigliando la parola: milady, disse ,
la cosa non avverra cosi : ben io saro fortunatissima se
S. M. vorrainmi perinettere di oft'erirle alcuni pezzi di tes-
suto d'oro o qualsivoglia altro oggetto die io possegga. —
Temo , ripiglio la gran dama, clie la regina non possa ac-
cettare un dono da madama Sea^vard. — E se cosi e, sog-
giunse mia moglie, qnesta sarebbe in vita mia la prima
volta che proverei dispiacere di non essere qualche cosa
di pill di madama Seaward.
" Dopo un momcnto di silenzio , lady Sundon chiescci
il pemiesso di vedere il drappo di cui si trattava; e subito
'e ne fu presentato uno de' piu ricchi e piii belli, Vcduta ia
ICO APPENDICE
perfezion del lavoro e la rlcchezza del tessuto stupi, ne cel6
la sua meraviglia ; die anzi ci disse che il drappo era
veramente degno di una regiiia. Lasciai in qnesto inentre
le due donne ; le quali mi parvero Van Taltra d"accordo ,
stanteche ritoruato dopo iin' ora le trovai impegnate in
iin interessante coUoquio. Mia moglie , dotata di un gusto
sicuro e di un coiioscere dilicato, colto avea quest' occa-
sione per fare a lady Sundon un breve racconto del nostro
naufragio, del nostro primo stabilimento nelf isola, e per
parlarle del dcsldcrlo che nutrito avevamo di ottcuer dalla
corona la cessione di quelle isole ond' a coloro che avevamo
ivi staliilito, dar guarentigia di conservare le loro terre e
le abitazloni loro, aggiungendo che defraudati nella ])rama
eravamo sul punto di partire onde per quanto era da noi
assicurare il ben cssere della colonia, indipendentemente
dal soccorso della Maesta Sua. Ella nel suo racconto non
tralascio di rammentare gli sforzi nostri per condarre i
negri alia cognizione del vero Dio ed a santificare la festa.
Lady Sundon , buona e pia donna siccome ell' era , ascolto
con vivo piacere queste cose , e da noi accomiatandosi ci
lascio promessa che nulla avrebbe lasciato afiinche la re-
gina accettasse il dono di madama Seaward,
» Partitasi, c' Intertenemmo a lungo intorno ad una visita
tanto per noi singolare, e ne traemmo argomento di speranza
che questo incidente fosse stato dalla Provvidenza peruiesso
per far riuscire a buon esito un divisamento, nel quale
le vie uraane e i nostri tentativi aveano fallito.
» Ed eccoci al raartedi ritornar lady Sundon apporta-
trice alia mia moglie della consolante novella che la regina
volea riceverla il prossimo giovedi : e soggiunse esser ella
una Dama d' onore presso Sua IMaesta , e che sarebbesi
incaricata di presentare in persona mia moglie alia regina,
e ch' ella niedesinia condotta V avrebbe in una carrozza
di corte. Chiesi licenza di ritirarrai, e lasciai le due donne
insieme. Allora lady Sundon si fece a discorrere sulle piu
minute circostanze della presentazione : non ci fu alcun
punto dl femminile acconciamento e d' eiiclietta che non
venissc discusso. l\Ia una cosa rimaneva assai dilicata siilla
quale aniava ella d' informarsi.
" Qnal e la condizlone di sir Seaward? la rlchiese : E
forse, come penso, un negoziante' — Lo era, rispose mia
moglie, ora non lo e piu^ ha addossato i suoi alfari al
PARTE STRANIERA. lOI
fratello, e gode attualmente di grande fortuna. — Mi sarehbe
stato caro, aggiiinse lady Suiidoa, che fosse fregiato d' ua
titolo, qualunque poi fosse. — Noa ha fiaora che quello
di capitano comaudaate delle isole Seaward; posso mostrarx i
la sua commlssioae segnata dal Governatore della Giaaiai-
ca. — Tanto basta, ripiglio la dama d' onore , vado lieta
di questa circostanza, la quale non vi sara inutile per la
vostra presentazioae, quando pure non vi potesse giovare
a qualche uopo maggiore. "
II giorno segueate Seaward d' ordlne del Ministro recasi
a Ini alle dieci ore antimeridiane.
i> II secretario, continua egli , mi ricsvette con istraordi-
narla cortesia, fui senza iadugio introdotto nella biblioteca ,
nella quale se non trovai il JMinistro , questi pero non
tardo a venirvi.
»» Seaward, godo assai di rlvedervi, mi disse entrando,
sedetevi, e parleremo del vostro afFare. — Con una carta
delle Indie Occidentali alia manO;, mi chiese che gli mo-
strassi la situazione di quelle isolette, per le quali io sol-
lecitava una cessione dalla Corona.
" Dope avere indarno fissati gli occhi sulla carta. —
Non le trovo indicate, ripiglial , ed in queste posizioni non
vedo altro fuorche le isole Seranhas. — Gli mostrai allora
la latitudine esatta delle isole Seaward : quanto alia lon-
gitudine, essa e incerta perclie non ancora verificata da
osservazioni. — Bramo di conoscerne I'estensione, ed io gli
feci di esse la niiwlior descrizione che mi fosse possibile.
<> Or bene, signore, mi disse, parliamo col cuore in
mano, se otteneste la bramata cessione quali sarebbero
poi davvero le vostre intenzioni ' — Gli ripetei quanto
gli aveva esposto 1* altra volta , ma egli crollo il capo ac-
cennando di dubitarne.
" Non mi torna strano, sir Roberto, gli dissi allora , che
rlcusiate credenza alle mife intenzioni scevere d'ogni inte-
resse: cio non ostante vi dissi il vero, e consento a cedere
interamente 11 privilegio delle rendite che provenir potreb-
bero da quelle isole a chiunque fosse noininato a riceverle ,
richiedo soltanto che questa sia onorata persona. Ecconii
pronto anche a pagare alia Corona la somma che si cre-
dera convenevole. — Bene, bene, continuo egli, m'avveggo
che sentite la forza dell' argomento , arswnenttun ad res ,
e voglio cogliervi in parola. Ma, soggiunse; e chi stimera
il valore di quel possedimenti'' — ?*Ii affido a voi, ripigliai ;
1 02 AprrNDTCii:
pero senibram'i convcniente clie si stal)illsca un pria-
cipio come base, sn cm stabilirc la stima. — Siete nato
fatto per cssere diploinatico , riprese il Ministro, ma in
grazia, mi fareste il favore di spiegarmi die cosa inten-
diate per principio? — Non ne conosco alcuiio die si
possa beae adattare al caso nostro; ma, poiche non ci ha
di meglio, potremmo servirci della stessa propor/ionc
adottata , or son tre anni, per le terre cedute alia prin-
cipessa Carlotta nelle isole di San Cristoforo. — In fatti ,
soggiiinse egli, vi pub da cosa a cosa essere qiialche rap-
porto. Ma come conoscere V estensione del terreno ? —
Ecco, signore, la mia idea: si e tracciato un disegno delle
isole, e comnnqne lavoro di fretta potra servirci in questa
occasione ; io amerei anzi die fosse unito alia patente die
sollecito. — Seaward, rispose il Ministro, sarete soddisfatto.
IM' e caro di potervi giovare or che mi sono accertato da
me stesso di non aver a fare con un avventuriere: percio
ecconii pronto a servirvi. 11 nilo Segretario da qui a poco
verra da vol, a nome della Corona, e tutto sara in baona
rcgola spedito. — Ringraziandonelo, osai esternargli il
desiJerio di potergli un giorno dar prova della mia rico-
nosccnza. Egli mi saliito in silenzio; ed io partii.
" Ritornato a casa, ebbi a niaravigliarmi del cangiato
contegno del Blinistro, ne sapeva indovinarne il motivo :
pure cond)iude\a , poiche la cosa e fatta , e fatta in modo
oncsto, poco viionta in qual guisa cio sia avvcnuto. "
Non molto ando die madama Seaward fu prescntata
alia reglna : dal racconto dell' autore si srorge come un
tal passo fosse un secolo fa un negozio ben piu grave
che non e al prescnte, comeche in un paese die non
aveva adottato i cerimoniali della corte di Luigi XIV.
t> I due pezzi di drappo , dice Seaward, stati erano
piegati in un Inviluppo di raso bianco, senza togliervi le
ciiriosissime carte nelle qnali trovavansi involti allorche
fnrono da noi scoperti nella caverna: ponemnio T involto
snl davanzale della carrozza. Mia nioglie dissenii nelTatto
di andarsene: Non essere sopra pensiero per me: io mi
bonto tranqiiilla e sicura sotto la protezione di questa egregia
donna. Lady Sundon voile ch'' ella montasse per la prima
in caiTOZza, ed io porsi ad ambcdue la mano.
» Elisa ritornb a tre ore: e la ricevetti a braccia aper-
te. — Caro Odoardo, esclamo , eccoci ancora insieme.
— Parlanii della regina, angelo mio. Che fu del vostro
PARTE STRANIERA. ic3
colloquio' — A maraviglia , sebbene in grandi cerimoniart.
Arrivate al palagio fammo I'lcevute da nn gentiluomo di
servigio, che ne scorto siao airantlcamera. L' involto fit
posto sopra una tavola di marino. Dopo alciini minuti eiitro
una dama, a cui lady Sundon mi presento come la moglie
del capitano Seaward. La dama presemi a mano per con-
durmi, menti'e la mia arnica (che ben credo di poteria
cosi chiamare) mi segulva al fiance. In tal guisa fui intro-
dotta in una camera ove la regina trovavasi assisa. — Co-
raggio, mi suggeri a Ijassa voce la dama che mi conduceva:
poi lasciando cadere la mia mano , saluto con bel garbo
la regina e dissele: Ho Tonore di presentare a Vostra Maesta
la moglie del capitano Seaward. — Siate la ben venuta ,
madama Seaward, disse la regina, mi riesce grato di ve-
dervi qui, — • Ed io mi chiamo fortunata, replicai , di
godere la presenza della nostra Augusta Sovrana: la ricor-
danza di questo glorno mi durera cara per tutta la vita.
ProfFerite appena queste parole, lady Sundon mise tra le
mie braccia 1' involto-, ed io, giusta le istruzioni datemi ,
m' accostai alia regina, piegai un ginocchio, e deposi a' suoi
piedi il drappo dicendo : Se Vostra Maesta giunge a tanta
degnazione d' accogliere questo debole triljuto dalle mani
della sua piit devota serva , cio stampera un senso della
pill profonda commozione nel mio cuore.
» Brava, bravissima Elisa, Tinterruppi io, lady Sundon
non sarebbesi in miglior guisa comportata. — Caro Odoardo,
soggiunsemi la moglie, ella m' aveva dettate le parole;
nondimeno io veramente provava in cuore quanto espri-
ineva col labbro. ■ — Non ne dubito menomamente , mia
cara: ma continua il raccontof, m' e grave d'averti cosi di
subito interrotta , e con cio hai una prova bella e buona
ch' io non ho mai abitata la corte. — Sua Maesta. pro-
segui mia moglie, mi rispose lienignamente : accetto di
buon grado il dono che mi ofTerite, e mi compiaccio di
dare cosi un contrassegno di stima ad una donna die Iia
saputo egregiamente contenersi nella prova che ne lio
fatto. — Lady Sundon mi prese allora per la mano, e
mi rialzo, perche I'inaspettata cortesia m'avea fatta dimen-
tica di me stessa. Indi salutammo la regina che ci avea
fatto segno che potevamo ritirarci , ed obbedimmo, avendo
riguardo di non rivolgere ad essa le spalle, pel rlspetto
che aver debbcsi alia presenza della sovrana, sino a che
fnmmo fnor della camera. »•
104 ArPKNDICE
Pochi giorni ilopo lady Suudoii cliiede iiuovMmentc d>
niadnnia Seaward per condnrla uel sno appartaiuenlo al
palazzo , ove sijciava di piocurarle una secoiida visita
alia regina. — La vostra Elisa ha del celeste, disse ella al
sigiioi* Seaward, col quale si trattencva da sola a solo ^
questa donna ha un non so che di diverse dalle altre clie
ho veduto finora. La i*egiiia s' e forte compiaciuta della
sua avvenenza e della dignita de'suoi modi: io nou dubito
cli' ella desiderera di vederla prima del nostro ritorno dal
palazzo-, ma non avendone plena sicurezza, non ne parlero
innanzi tempo alia niia amabile amica per non crearle in
cuore una speraiiza die dovesse poi tornar vana. —
" Lady Sundon mi cliiese in segnito (continua Seaward)
se conchiuso avessi cio che spettava alia cessione delle
iiiie isole : Ic risposi che la cosa erasi concertata il giorno
innanzi, e che sperava che I'atto sarebbe stato senza ritardo
presentato a Sua Maesla , che dovea lirmarlo come reg-
gente. — Per ora, mi disse ella, ho un segreto da conli-
darvi. La regina non fu pienamcnte soddisfatta di certa
persona nelF occasione del vostro aflare ; ella ha anzi ad
essa parlato in modo perentorio, ed a questa sola circostanza
andate debitore della felice riuscita. Voi sapete ora a chi
dobbiate esserne riconoscente ^ pcro non gittate i vostri
denari a fUvore di colore che persuadervi vorrcbbcro, doversi
da voi alia loro mediazione e non ad altro ascriverne il
huon successo. La regina risepjie il tntto^ commendo alta-
mente le vostre massime e la vostra condotta. II Ministro
s' e innasprito in udirc da Sua Maesta le sue risoluzioni ^
s'e ritirato lasciando intravedere il suo conturljamento ;
ma poiche non vorra correr pericolo dello sdegno della
regina , nulla avete a temere da lui. In qucsto punto so-
praggiimse mia moglie, die pose fine alia conversazione:
ed io condussi le donne alia carrozza ....
" Alle otto ore ritorno la mia Elisa, tutta giuliva: aveva
pranzato con lady Sundon e coUa veneraljile > Elisa tocca profondamente da questa prova di bene-
volenza d' una regina d' Inghilterra resistere non sajjeva ad
un tal quale sentimento di vanita in ricordandosi T acco-
glienza avuta al palagio reale. Ma non istette guari a ri-
tornare in se stessa ; e dopo avere espresso un sentimento
si naturale in sifFatta occasione : Dio solo, mi disse , ha in
mano sua il cuor di tutti : Ijen ml sta ch' io umilll il mio
davanti a lui prima ch' esso sia preso ne' laccl della va-
nagloria. Deh ! come sostener potrei il timore che Iddio da
noi ritraesse la sua faccia ! >>
Poco dopo madama Seaward e richlamata al palagio
per chiudere il racconto coU'ordine di condurre seco (che
cosi placque alia regina ) il cagnolino che rappresento si
belia parte nel frangente del naufragio. La regina presa ognor
piu di ammirazione per questa amabile donna le dicliiara
il desiderio che il marito di lei si presenti ad un solenne
ricevimento del mattino, soggiungendole ch' egli introdotto
vi sareljhe da lord Harrington, e invitandola altresi ad
accompagnarlo e ad aspettarc presso lady Sundon il com-
pimento dclla cerimonia.
Giunto il di prefisso, ecco gll sposi Seaward, acconcia-
mente abbigliati , recarsi al palagio , ove bello sarebJDC
stato 1 assistcre al segucnte spcttacolo.
" Lord Harrington trattomi in disparte (e Seavard che
narra ), domandomnii se io sapessi a che mirasse la regina
nel farmi a lei presentare. — Ad onorarmi , gli risposi, con
una bonta ch'io non avea ragione di prometternii, e troppo
godrei se mi fosse dato di farle nota la mia riconosccnza. —
Pill lieta foriuna ancora aspettarvi dovete, dissemi il gentil-
uomo , se pur non vo stranamcnte errato : cio non ostante
piacciavi ch'io v'avvisi che quando la regina vi presentera
106 AVPENDICE
la niano, vol vi Jovete accostare la vostra allc la])l>ra, ple-
gando a terra uq ginoccljio; ne vi dimcnticate di rinianervi
atteggiato cos'i, sino a die ella noii s'allontani da voi •,
in line cliecche vi coniandi, fatelo tosto senz'esitare. Mes-
somi poi il bracclo sotto il mio, m' introdusse diccndomi:
or possiamo entrare. — Nuixierosa era raduuanza, coinposta
di nobili e di officiali die servivano nella marina o nel-
Tarmata terrestre: erano tutti raccolti in giro intorno a
Sua Maesta •, e questa era assisa allorche entrammo ncl
saloiie. Dopo alcuni monienti ella si levo : parecchi le
furono presentati prima di me, e a tutti porse hen podie
parole. Era la sir Rol^erto Walpole, il Ministro , die ravviso
subito il BUG umilissimo servitore: appressossi al nobile ba-
rone clie mi avea introdotto e gli disse non so die cosa a
liassa voce scaza averne altra risposta die ua sorriso. II
Ministro pero mi fece un cenno grazioso , e ritorno al posto.
>/ Ed ecco la mia volta. Lord Harrington mi prese per
mano , e mentre ci avanzavamo nel circolo , la regina mi
guardava fisso. Pareva die ella si studiasse di riconoscere
una persona, di cui avea poc' anzi udito parlare a lungo.
Ho Tonore, disse il nobile lord, di presentare a Vostra
Maesta il capitano Odoardo Seaward, il quale ha ricevuto
dal Governatore della Giamaica una commissione per co-
mandare una piccola isola nei paraggi spagnnoli.
II Non ci siete persona nuova , disse la regina, ed io mi
valgo di questa occasione per darvi testimonianza die sono
soddisfattissima di quanto avete adoperato a pro ed onore
di Sua Maesta. Ella avanzo la luano , ed io mi comportai
a norma della datami lezione. In quel punto vidi splendere
una spada nelle niani della mia augiista Sovrana : ella
me ne pose la lama sulla spalla, e pronunzio con grazia
tutta sua propria queste parole. Sir OdoarJo, alzatevi. A
queste parole due persone rimasero come dal fulmine col-
pite, sir Roberto Walpole ed io. Vero e ch' io era allora
si fattamente assorto ne' mlei affetti da non poter osser-
A'are gli atti altrui : ma cio mi fu poscia narrato da lord
Harrington, il quale mi soggiunse die mentre la regina
parlava , il Ministro guardava a dritta , a sinistra tutto
confuso, non senza grande piacere d'una parte degli astanti.
Nondlmeno da quelf esperto cortigiano ch' egli era, non
perdette tempo, e accostandosi a me: Sir OdoarJo Seaward,
disse, pigliandomi la mano, permettete die mi congratuli
con voi del favore che Sua Maesta vi Iia compartito.
PARTE STHAOTERA. IO7
" Terminata la ccrimonia, il nobile Barone ml prevenne
die la sua carrozza era presta per ricondurmi a casa; ma
avverti che forse avrel desklerato di veder prima lady
Seaward che era nel palagio. Non saprei esprimere la gio-
conda impressione che fecero in me queste parole , lady
Seaward, proferite da lord Harrington. Noa ho rossore di
confessar questo sentiniento, giacche esso scaturiva piii
tosto dal nobile orgoglio di vedere onorata la mia Elisa
che da alcim pensiero di rimbalzo sopra di me, per ri-
guardo all' onore poc' anzi conferitomi.
» Lord Harrington mi condusse a lady Sundon. Dopo
una mezz' ora , Elisa comparve appoggiata sulle braccia
dell' arnica. La regina aveva desiderato di vederla nel suo
privato appartamento e di annunciarle di bocca propria
il favore che m' aveva accordato. All'entrare nella camera
della regina. Sua Maesta verso di lei avanzandosi, le avea
detto con un beniguo sorriso: Lady Seaward , ho il piacere
di vedervi. — Elisa la stette mirando con sorpresa, ma senza
poter parlare. — Ho aggiunto un bravo cavaliere al no-
stro elenco , ripiglio la regina, nella persona di vostro ma-
rito, e mi sono riserbata il piacere di darvene io stessa
la notizia. — II cuore della mia cara Elisa fu troppo profon-
damente commosso : i sentiment! ch' ella provava in quel
punto erano tali die le toglievano la forza di esprimerli:
ma tosto signoreggiandoli , cadde ai piedi di Sua Maesta ,
esclamando : II mio eccellente marito ! Ah ! la Maesta Vo-
stra m' ha colmata di gioja col 8ul)limare ed onorar mio
marito. — La regina la rialzo colla sua usata bonta: pian-
geva Elisa, ma di riconoscenza e di gioja.
" La mia Elisa era troppo temprata ai modi della na-
tura , perche sottomettersi potesse alle costumate forme
del mondo. Quando fu alia soglia della porta , volo tra le
mie braccia, e sfogando gli affetti in sino a quel punto
infrenati, tutta senza ritegno si sciolse in lagrime. Le due
dame presenti a qucsto spettacolo , conoscitrici siccome
erano del cuore nmano, s' astennero dal frastornarlo. Pas-
sat! alcuni istanti , ella si riinise nel primiero stato. Ora
sto meglio, disse sorridendo, miei cari e buoni amici , coa-
donate alia mia rusticita questa debolezza. — Amabile figlia
della nntura , replico lady Sundon , piacesse al cielo die
Ic donne tutte fossero a te somialianti ! "
io8 \ r V E N D I C E
Uehcr den FreyJuifcn von Vcncdig , ccc. — Sal Porto-
franco di Venezia, considcraf.o sotto il rapporto del
commcrcio maritdrno dell' Anxtria , in gcnerale , con
iin prospetto comparativo dello stato dell' indnstiia
nella Gran Bretagna, nella Francia e neW Austria ,
di Carlo Giuseppe Czoernig. — Vienna, i83i,
prcsso Carlo Gerokl, in 12.° di pag. x c sSa.
I
1 nome del slg. Carlo Giuseppe Czoernig non c nuovo
nel nostro gioriiale. Noi altre volte tributate abbiamo le
bcii dovnte lodi a quest' egregio e dotto alenianno, par-
lando della sua Descrizione topografico-storico-staListica di
Meiclieiihcrg , e commendandone 1' ordine delle niaterie,
r accuratezza delle notizic;, ringenuita, lo stile (1). Iiide-
fesso nello studio della pabblica economia, ben anco tra
le gravose ed ardue sue incumbenze, va tutto cio itiedi-
tando e raccogliendo die in si fatta materia gli avviene
di trovare di piu utile o piu adatto all' attuale stato della
iiazionale industria. CUe pero all* occasione del solenne
aprimento del Porto-franco di Venezia egli , coll' opera che
annunziamo, fecesi a pubblicare le sue osservazioni su questo
couimerciale avvenimento , intorno a' cui effetti si varie e
talvolta si contrarie sentenze furono proferite. II suo scopo
per tanto e quello di porgere a' lettori con die proferire
un convenevole e ben ragionato giudizio su tale avveni-
mento, loro esponendo i rapporti tutti sotto de' quali es-
ser dee considerato il Porto-franco di Venezia. L' opera
c in dieci capitoli distinta.
L'autore (cap. i.°) comincla da una descrizione della
festa die fu celebrata in Venezia in si solenne circostanza,
e nella quale a lui sembrava die ricliiamate fossero in vita
le splendide e liete feste die un di celebravansi da quella
citta deU'Adria regina. Da cio prende egli occasione (cap. 2.")
di far conoscere con un succinto ragguaglio storico i rap-
porti fra la nuova istituzione e le antecedenti commerciaii
condlzioni di Venezia : espongonsi quindi (cap. 3.°) le spe-
ciali attribuzioni, ossia i rapporti del veneto Porto-franco
(i) Biblioteca Italiana t. 57.°, quaderno di febbrajo i83o, p. 2o5.
PARTE STRANIERA. IO9
coir odierno stato delle cose, Moltisslmo pero Importava
rindagine dei rapporti coll'avvenire, onde congettarar si
potesse quale ne sarebbe il risultaiuento , quali vantaggi
cioe sarebbero per derivarae. A quest' uopo conveniva
innanzi tutto riljattere le obljiezioni che coiitro di tale
provvedimento gia promosse furono , o potrebbero tuttora
promoversi. Tale e 1' argomento del cap. 4.." Questi van-
taggi, de' quali parlasi ne' cap. 5." e 6.°, risguardano la
citta di Venezia e la Lonibardia. L'autore si fa a discor-
rere il cominercio di Venezia cogli Stati marittimi d' Eu-
ropa, non c!ie col Levante ov' ella conservarsi seppe il
principal suo mercato ad onta delle commerciali vicissi-
tudini. Imperoccbe Smirne e tuttora il pin grande em-
porio del conunercio di Levante : Trebisonda comincia a
riacquistare 1' antica sua importanza , da che i progressi
degli eserciti russi tengono in freno le barbariche orde,
che prima tarbavano la sicurezza del commercio della
Persia e della Bucaria: Odessa va ogni giorno divenendo
una piazza piu importante. La Grecia stessa, se finalmente
dato le fosse di godere de' vantaggi del suo suolo, strignere
potrel)be con Venezia mercantili rapporti di grandissimo
vantaggio per ambldue i paesi. Venezia poi possede fab-
briche di orificei-ia , di vetri , di drappi, di inanifatture
di seta, ecc. , i cui prodotti danno luogo a considerevoli
esportazioni. A vie meglio poi confermare la favorevole
influenza che il Porto-franco di Venezia esercitar potrebbe
su tutta la nazionale econoniia dell' austriaco impero , l'au-
tore imprende a chiarire una dilBcolta che di leggieri ua-
scere potrebl)e; e quindi dimostra che la benefica sovrana
conccssione e in perfetta armonia col sistema che quanto
alia mercantile legislazione , ed alia politica connnerciale
trovasi presso noi in vigore.
Ma deU'economico stato di un paese aversi non puo
una giusta e convenevole idea , se prima non se ne faccia
il paiagone collo stato degli altri paesi , che sotto questo
riguardo raeritano maggior attenzione. Quindi e che l'au-
tore nel cap. 7.° ci da I'abbozzo dei rapporti d' industria
della Gran Bretagna; e nell' 8." di quelli della Francia j
e passa poi ad esporre lo stato de' medesinii rapporti
ncir austriaco impero, cap. 9.° Finalmente alia piena di-
niostrazione de' vantaggi die derivar possouo a tutto I'im-
pcro austriaco colla libcrta di coinuiercio accordata alia
no A P 1' E N D 1 G E
citta dl Venezia , era pur cruopo dimostrare che da questa
istituzione noa proviene danno alcuno alle manifatture ed
ai niercantili interessi di tutto lo Stato. Clie anzi e questi
e quelle, secondo il nostro autore, ricevono col Porto-
franco di Venezia e spaccio, e vigore , e incoraggiainento.
Ci sendjra che questo semplicissimo sunto bastevole sia
a dare a' leggitori nostri una giusta idea del libro che an-
nunziamo. E noi ancora siamo d' avviso che per ben giudi-
care de' vantaggi che dal Porto-franco di Venezia derivar
potrebbero non al solo regno Lombardo-Veneto , ma a tutta
I'Austriaca monarchia , ristringersi non conviene a' tempi
nostri , ma e d' uopo spingere le idee nell' avvenire. Per-
ciocche certe istituzioni per se stesse sagge e benefiche
raggiugnere non possono pienaraente lo scopo se non collo
scorrere del tempo , e collo spianarsi delle difBcolta del
presente. Taluno bramato avrebbe che il sig. Czoernig
in vece d' intertenersi sullo stato mercantile delP Inghilterra,
della Francia e dell' Austria, ci avesse fatto ampiamente
conoscere con tavole statistiche 1" attuale stato dell' indu-
stria e del commercio di Venezia , giovandosi delle notizie
ch' egli sul luogo stesso procurarsi potea. Ma oltracche tali
notizie non mancano nell' opera , e da notarsi ancora che
si fatte tavole costretto forse avrebbero I'autore a deviare
dal precipuo suo intento facendo un' opera di particolare
statistica anzi che di semplice rapporto od interesse com-
raerciale.
PARTE ITALIAN A. 1 I I
PARTE 11.
SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE.
LETTERATURA E BELLE ARTI.
Sagglo di lino spogUo filologico, dell' abate Giuseppe
Brambilla. — Como , i83i, dalla stamperia di
C. Fietro Ostinelli, un volume in 8.° di pag. 254.
Prezzo lir. 4 austr. In llilano si vende da Gio.
Firotta in contrada di S. Radegonda , e da altri
principali libiai.
W on sara meraviglia se qualche osservatore pazlente tro-
verh nello SpogUo del sig. Brambilla alcuni errori od abbagli
risguardanti il precise significato di certe voci o frasi ch' ei
v' ha registrate. Nessuno di quaati lo han preceduto coa
silTatti lavori ha potuto essere si diligente e si fortunato
da fuggire al tutto questa censura •, ne la fuggira forse
nessuno di qnanti verranno dopo di hii. II suo libro per
altro sara senipre un buon testimonio dell' amore ch' ei
porta alia lingua italiana ^ e reca un trihuto di fatlca , ne
infrattuosa per certo , ne ignobile ai compilatori del voca-
bolario nazionale. — Per dire cosi in generale la nostra
opinione sopra questo libro, saremuio tentati di rimpro-
verare al sig. Brambilla un soverchio amore di certe
fl'-ganze , contrarie alio spirito filosoiico de' nostri tempi.
Sia pur vero clie T Ottimo commcnto ne soraministri un
esempio del verbo ubbondare in significato di arricchire ,
far ricco ; ma diremo noi dunque : Dopo la strada dello
Stelvio il passaggio de' viaggiatori non alibonda piii la citta
di Como ? ovvero : Dopo clie il Capo di Buona Speranza
lu vinto, il comniercio non abbondo piu Yenezia? — Non
ignoriamo per altro che uno Spoglio non e un Yocabola-
rio, ma solo un sussidio, una parte di materiale proposta
ai Vocabolaristi , il cui giudizio poi deve scernere 1' utile
e il buono dall' inutile e dal cattivo. Ed a questo diremmo
che si limitasse anclie T intendimcnto del 812. Brambilla
112 APPENDIGE
se non fosse qncll.i sua prefazione, nella quale lia voluto
con isuulio si manifesto far mostra del frutto ch' egli ha
raccolto dal suo inodo di studiare nci Ijuoni scrittori. Quella
prosa e ridondante di elcganzc ; nia quelle eleganze non
fanno una holla piosa. II sig. Braniljilla parlaiido di coloro
(e sono poclil certamente ai di nostri) che tcngono a vile
lo studio della lingua , donianda : JVon sanno essi che le
precipue fontane degU error i di razlocinio scaturiscono a
punto , per sentenza di Locke , dal non conoscer la propriela
tie' vocaholi e daW abusarne ? Ma gli sara probabilmentc
risposto , che la precipua cagione per la quale niolti in
Italia non conoscono la propiieta de' vocajjoli, e ne abu-
sano, procede appunto dal troppo amore di quelle ele-
ganze , delle quali egli ( piu assai che di proprieta ) si e
fatto maestro (i).
Queste eleganze possono essere cercate e trovate da
molti ; ma non souo molti per lo contrario coloro che sap-
piano da se medesimi coaoscere il valore proprio e preclso
d' ogni vocaljolo : perclie a questo e necessaria una mente
logica ed un corredo non comune d' idee nette e ben de-
finite. Noi pertanto preghiamo il sig. Brambilla aflinche ,
volgendo il suo ingegno a questa parte , piu degna de'
nostri tempi , voglia cooperare al vero restauramento del
patrio idioma per mezzo della lilosolia. Ed un' altra pre-
ghiera vorremmo fargli sopra certe parole severe , anzi
acerbe del suo lil^ro ,, contro uno scrittore ch' egli non puo
certamente spregiare. Si ricordi il sig. Brambilla che anche
al Foscolo fu riuiproverato con gran romore di avere male
intesa una voce latina : ma intanto che una misera greggia
gridava al debolo latinista , il Foscolo spiego 1' ali del po-
tente suo ingegno e si colloco ad un' altezza alia quale piii
non poterono giungere i deboli sguardi de' suoi censori.
(l) Avevaiuo gla scrltto questo ai-ticolo quando ci venne alia
uiaui un V(^lunie pubblicato in cjuesti giorni dalla tipografia De-
stefanis col titolo Appendicc e corrczlonl al Vocabolario della Crusca
ed al DizioJiario enciclopcdico d''Albcrti di ViUanuova e ad ogni
altro lessico italiano. Questo volume, per ([uanto abbiam potuto
vederne in alcuni riscontri , k fatto sulla Proposta del Monti e
col sussidio deiriiidice che il sig. Souf.iui ne lia conipilato. Delia
6iia iitilita uou accadc paiiai'e ., touoaccndosi i I'rtiri della Froposta.
PARTE ITAHANA. Il3
Sag^lo (it poesle alemanne recate in versi italiaid da
Antonio Bellati. Edizione niiovissima. — Jllilnno,
1882, per Antonio Fonfana^ in 12° di pcig. xiii
€ 320. Prezzo itul. lir. 3.
Varietd Icttcrarie o Saggi intorno ulle costumanze ,
alle arti , agli nomini e alle donnc illnstri d Italia
del secolo presente , di Dcfendentc Sacchi. — Mi-
lano , 1802, presso Ant. Fortnnato Stella e figU ,
coi dpi Nervetti , vol. 1 in itP di pag. 488. Frez-
zo lire 4.
Siamo stati Iiingamente dubbiosi sopra questl volnmetti
del signor Sacchi , a cagioae jiriiicipalinente di due luoghi
nei quali egli allude al nostro Giornale coa parole di sdegao
e di minaccia : perocche le lodi clie noi avessimo date a
quest' opera potevaa essere attribaite a timore , le censure
a livore; e cost il nostro giudizio, qual die si fosse, ve-
niva a ]3erc1ere di necessita ogni fede. Ora vedendo inse-
rito qualcuno di quest! Inoglii nel Nuovo rico^liiore da chi
forse vorrejjlje accendere una di quelle battaglie nelle quali
gl'ingegni italiani si sono gia tante volte e dissipati e av-
viliti, crediaaio di dover lasclare ogni dubjjiezza, e roni-
pere un silenzio clie potrebb' essere varlamente interpretato.
Abbiaino qnalclie volta dsssentito dal signor Sacclii, e dis-
sentianio anclie al presente da alciine opinioul espresse da
lui in questl volunii. Se ci siamo ingannati, egli n' lia cliiara-
nienle ammoniii di non essere troppo corrivi al sentenziare,
proclaniando la niiseria del nostro ingegno. Se poi siamo
trascorsi a qualclie parola o irrlverente od acerba , egli ce
n'' lia pagati a dovizia, cliiamaudoci mosclie e tafani. Noi sia-
mo certi di non avere mai detto altrettanto di lui, ne mai il
diremo; prima perclie lo sdegno non ci potra vincer mai tanto
da fame credere die questi nomi si possano dare con giusti-
zia al signor Sacchi ; poi perche uoa crederemmo di poter
trovare ai di nostri chi volesse ascoltarci parlando dei
miscri e delie inosche. — La toUeritnza (scrive il signor
Sacclii) mi pare uno dei hisogni imocati ilall' inciiiliinento:
e pero noi tollv?rianjo di essere chiamati coi nomi giiidettii
i quali d' altra parte non ci possouo increscere . se non
in quanto ci siano daii a ragione ; e contro i rlmpruveri
Jiii'L iLal. T. LXVI. 8
114 APT EN DICE
giusti e inginsto ogni risentimento. Per quanto altri stiini
di tlover credere diversninente, noi possiauio afTerinare
che nessuiio ci viiice nel diniJare del nostro in2,egno e del
nostro giudizio. Qtiindi non siamo lenti a creilere (juando
il signor Sacchi protesta che gli abbiamo fatto dir cose
che noil sognb neppure ; ma protcstiamo alia nostra volta
anclie noi che ravrem fatto per non avere Ijen intese
le sue parole , non raai per mala fede o per foga di mor-
dere , com' egli dice. In questo noi speriamo clie il bnoii
giudizio del signor Sacchi vorra concedere che , dopo le
cose premesse, nluno pub essere gindice piii competente di
noi: e come al prcsente, cosi anche in tutte le occasioni
avvenire, non intendiamo di ribattere veruna accusa , faor
quella di mala fede per la quale in Italia le dispute let-
terarie si convertirono gia troppo spesso in contese scan-
dalose e in nimicizie crudeli. A noi certo non sarebbe
facilmente assentito il parlar di concordla, il dir die I'ltalia
Iia bisogno ben d' altro che di letterarie animosita : ma a
clii si maravigliasse di questo nostro discorso risponderemo
con alcune parole tolte da uno de' piii l)ei libri italiani de'
nostri tempi (i). L' autore aveva nella sua giovinezza
( com' cgli medesimo dice) esercitata acerbanieiite una let-
teraria conlesa. Inviando poi ad un amico il suo nuovo
lavoro, ne domandava egli stesso un libero e franco giudi-
zio, e I'assicurava che non sentireblDe da lui veruna risposta
o scortese o inurbana, dicendo : " Quand'' era in parte
" idtr uom da quel che or sono io potea pur, bene o male,
" pensare a tal modo. Ma ora che la virile eta nella qual
» sono, ad altri jiiii gravi e piii generosi pensieri m' in-
>> vita, delie pedantesclie quistioni assai diversamente penso,
" e di tutte le quistioni mi sforzero ne di pensare ne di
'I rispondere pedantescamente. »
Dopo di cio , possianio adempiere assai brevemente al-
r uficio di giornnlista rispetto alle Varieta letterarie del
signor Sacchi, dicendo: clie in si gran numero di argo-
menti d' ogni maniera da lui trattati, non sarebl^e quasi
possibile essere in tutto pienamente d'accordo con luij nia
che nondimeno la copia delle sue cognizioni e la sua ca-
pacita come scrittore non si potrejibero conoscere ed ap-
prezzarc dalle altre sue opere cosi Ijene come da qucsti
olizione o disnsanza della servitii prediale :
la regolare amiiiiiiistrazione della giustizia confoniie a leggi
deteraiinate , e 1' istituzione della cavalleria (i). Questa
singolare istituzione ebl)e per fine d' inspirnre e nutrire
r onore , e promosse la lealia , la cortesia , la liberalita ,
la giustizia ; le quali virtii coi loio beiiefici efl'etti vinsero
i pochi iiiali die qnalche abuso della cavalleria pote pro-
durre. II valor personale era il foudameiito della cavalleria;
e pero essa dovette decadere principalmente dopo die
r invenzione delle armi da fuoco agguaglio il deloole e il
forte sui campi delle battaglie. AUora lo spirlto di caval-
leria lascio luogo ad iin successore piii degiio. II carattere
di cavaliere si converti per gradi in quello di gentiluomo;
il quale e cosi proprio della societa europea nei secoli
XVI e XVII. coine T altro distingue da tutte le altre eta
i secoli precedenti. All' ultimo , dopo la meta del secolo
XVII anclie questo carattere di gentiluonio , die dir si po-
treljbe disceso da quello di cavaliere, si venne a poco a
poco estinguendo.
Fin qui noi siamo venuti compendiando T ultimo cnpl-
tolo della beir opera del slg. Ilallam, intitolato Condizione
della societa in Europa nd medio evo. Questo capitoln e
diviso in due parti : nella prima delle quali 1" autore
descrive il continuo decadimento della societa pel volgere
di sei secoli dopo la rovina ilelT impei'io romano: nella
seconda considera le cagioni die la lecero a poco a poco
(l) U Hallam annovera fra queste caj;ioni di miglior.uiiento
morale aiidic la propagnzimie di certe opiiuoid reIienetrare
nella gente piii bassa i frutti di tali lumi, noi non faremmo
niente che mal convenisse al nostro carattere, e potremnio
recare al nostro regno quel giovamento clie dilliciUnente
puo avere da verun' altra parte di coloro che I'abitano. "
La nccessita poi di fondare accademie dove i saggi vogliano
e possano mettere in coinune le utili loro osservazioni e
scopertc i di promuovere il buon costume e consociarlo coUo
studio e colPamore delle lettere e delle scienze i di eleg-
gere maestri dotti , graziosi e ben costamati ; di coltivare
la ragione ed il cuore degli allievi piii che la memoria ■,
servono di conchiusione a questo discorso , non elegante,
non clocjuente , ma tale nondimeno che dopo settant^ anni
pi
coiisldcrnzioni
PARTE IT.VLIANA. J 27
alle quail questa scritiura potrebbe dar luogo sono molte
e varies e noi aljbiamo cercato con questo conipendio di
metterne ianaiizi ai nostri lettori que' luoghi clie nieglio
possono suscitarle. Coasiderino sopra tutto come siano
lenti i progressi del genere umauo, e come sia vergognoso
lasciare die le verita utili all' universale possano di secolo
in secolo essere ripetute ed apparir sempre nuove.
II Regno anirnale tratto dalle migllorl opere comin-
ciando dalle tre seguend:, i.° Istorla natarale del
Colibri, degli Uccelli mosca, dclle Galbule e dei
Promeropi di G. B. Audebert e di L. P. Vieillot;
2.° Istoria naturale dei Pesci di G. Ciivier e Va-
lenciennc ; 3.° Isturia naturale dei Mammiferi di
Fed. Cuvier c Gcoffroy di Saint Hilaire^ con tavole
in Tame miniate. Antonio Locatelli editore. — J/i-
lano, i83o-i032, P. Andrea I\Iolina , in foglio.
Pubblicati 7 fascicoli. Prezzo di ogni fascicolo lir. 6
ital., in rngione di cent, qo ogni tavola degli uc-
, celli e dei pesci, dei cpiadrnpedi cent. 7c, " cd ogni
foglio di. stumpa cent. 20; Ic copertine gratis. Le
associazioni si ricevono in Jllilano prcsso I editore
Antonio Locatelli , cont. del Gesii n.^ 1 283 ,• da
P. A. Molina^ cont. de' Bossi h.° I756, e dai piin-
cipali libraj ; alt Estero , da tutti i distributori del
Manifesto d associazione.
L'annunzio di quest' opera e alcune osservazioni intorno
al priino fascicolo che ne era stato pubblicato , diedero
argomento ad un articolo gia inserito in questa Biblioteca
Italiana torn. 59.°, pag. 118 (luglio i83o). II prosegnlmento
della pubblicazione dell' opera stessa ci ha linora soltanto
somuiinistrati due fascicoli della storia naturale dei coli-
bri, ecc, tre della storia naturale dei pesci, contenenti
ciascuno sei tavole ; due della storia naturale dei niaiiimi-
feri contenenti ciascuno otto tavole. 11 testo die accoiiipa-
gna le tavole serve, quanto a" colibri ed ai mammiferi, a
darci la descrizione degli oggetti Jigurati uelle tavole stesse •,
quanto a' pesci non serve iinora die a narrarci la storia
deir Ittiologia. Dall'csame de' nuovi fascicoli che ora si
anuunziano, noi abbiaiuo avuto occasionc di coufermarci
laS APPENDICE
in quel giudizio, che rispetto all' opera del s'ignor Locatellt
abbiamo pronunziato allorache ne comparve il fascicolo
primo i e pero iiuovamente la racconiamUamo al pubblico
favore. Viiolsi infatti iacoraggiare il Locatelli nella magni-
fica ed utile sua iatrapresa •, vuolsi premiarlo delT avere
aiiche tra noi condotta a notabil grado di perfezione quel-
r arte economica di rappreseiitar gli aniniali co'loro natu-
rali coloramenti, che tra gli straiiieri e spiiita ad un' ec-
celleiiza verameute ammirabile. D'altra parte la difFusione
di uii' opera in cui si al vivo sono rappresentati gli esseri
del pill no])il i-egno della natura , noii potra a meno di
riuscire molto prolicua a' cultori delle scienze naturali , e
contrihuire a quel propagarsi e crescere dell' amore delle
medesiiiie clie tra noi si desidera. Imperocche quelle im-
niagini riscuoton lo spirito , lo fanno desideroso di notizie
relative agli esseri che rappresentano, lo itjforniano della
portentosa loro varieta , e cosi vien tratto agli studj della
natura, aliueno per prenderne quella cognizione clie nel-
I'attuale civilta e indispensabile ad ogni colta persona.
* Opuscoll ill CldriLTgia del cnv. prnf. Antonio Scarpa
vol. III. — Pavia, 1882, tip. Bizzoiii.
Ragguaglio sulla Neuralgia cubito-digltale, die da piu anni
affligge il signor cav. Domenico Viviani , celebre prof, di
botanica e di storia naturale nella R. Universita di Genova j
con alcune osservazioni e riflessioni sopra questa malattia.
Epistola. De Gangllis nervoruui, deque origine et essentia
nervi Iniercostalis , ad illustrem viruui Heniycum Weber
Anatomicum Lipsiensem.
Epistola altera. De Gangliis , deque utriusque ordinis
nervorum per universuin corpus distributione ; ad illustrem
virum Henrycum Weber Anatomicum Lipsiensem.
Esame com[)arativo del sistema arterioso di ambedue gli
arti inferiori nel cadavere di un uomo, il quale 27 anni
fa era stato da nie operato d'aneurisma popliteo ^nelfarto
destro col metodo Hunteriano.
Perclie la legatura teniporaria della grossa arteria di ua
arto, onde ottenere la cura radicativa tlelTaneurisuia , sia
stata rigiiardata talvolta siccome niancante di efl'ctto.
Memoria sulT aneurisma dctto per anastomosi.
Cura di un ginocchio curvato indentro in una ragazza
di tenera eta.
V A R I E T A.
ARGHEOLOGIA.
^ntichita messicane. Lettera del signor Alessandro Le-
noir (*). — Le aatichita piu o meno di recente nel Messico
scoperte corainciano a svegliare vivamente la cariosita dei
dotti, ad onta de' grandi interessi politici, che d' ordinario
6ono ben lontani da quelli della scienza. — Occupandoini,
insienie ad altri antiquarj , iiitorno agli avaazi dei luonu-
tuenti die scoperti furoiio nelle citta di Palenca e di Mitia ,
credo di dover intertenere il publilico su di una nuova
collezione provenuta dal Messico ed appartenente al signor
Franck , valente disegnatore Questa collezione, posta.
in ordine da pochi giorni , merita 1' attenzione di colore
che rivolti hanno i loro studj alia storia degli antichi po-
poli , e ricercano i nionunienti per rischiarare de' fatti ,
clie senza di tale sussidio rimarrebbero seaipre incerti a
luotivo della lontananza de' tempi.
lo non iguoro che, secoudo ogni probabillta, i monu-
nienti di Palenca e quelli di Messico formano due serie
d'antichita del tutto fra loro distuite; perciocclie le prime
erano al tempo di Montezuma gia vere antichita pe'Messicani
stessi, e sembrerebbe aucora che eglino gia fin da quell' e-
poca perduta ne avessero ogni memorial laddove le secon-
de, quelle cioe propriamente dette di Messico, sarebbero
infinitamente piii nioderne. Ad onta pero di questa dlstin-
zione ol)liliare non conviensi , clie una grande analogia
puo o dee sussistere tra queste due serie di antichi mo-
luimenti, qualunque siasi lo spazio del tempo che li divide.
Le tradizioni in un lungo scorrere de' tempi cangiando na-
tura sul medesimo luogo , conservano nondimeno forlglnaria
(*) Di buon auimo riportiamo fjufsta lettera, perrhe le anticliita.
dtrlle qiiali in essa trattasi ci sembraiio importantissinie non solo
per la loro stessa natura, iiia aucora per la luce die sjiargere
jiotrebbero sutPipocesi da uoi riportara in fjueato medesimo gior-
nale^ toni. 63.^, pag. 3f)2, relativaiuente alia )iroveaieiiza iie''priiui
abitaturi del Messico: easa irovasi inscrita uel Journal dcs Arti^
Mcs , ccc. Paris, io32, ri.° y, ^jo^- 1-5.
Blbl. huL T. XLVI. 0
l3o V A 11 I E T a'.
impronta. Clie sc il Messico, siccouie ora il fatto stcsso
c' induce n credere, eljl)e relazioiii co'popoli dcirEgiito e del-
r India , prima della scoperta t'attane dagli enropei nel iS."
secolo , dcbbonsi ne" suoi monnnienti ritrovarc i tipi del-
I'antica Palenca, per rjuanto qnesti essere possano anteriori.
Ho creduto necessario questo prcaniLolo per giustillcare
le opinioni die potrei esporre conformi alle mitologie iii-
diane od cj^iyie, delle quali senil)ra die luolti idoli ixicssi-
cani siauo iinitazioni o ripetizioni.
II nnmero degli oggctti messicani posseduti dal signer
Franck siipera il dugeiito. Essi non itieno di quclli su"' quali
suol generalmente discuiersi , provano die i popoli delPan-
tico e del nuovo coatinenie ebbcro fra loro non solo
semplici coiminicazioni , ma ancora relazioni dirette. —
La piu parte di tali oggetti fu scoperta ne'dintorni di
Messico e tratta dalle tonibe degli anliciii IMesslcani. Vi si
osservano basso-rilievi, grande qnantita di idoli, statuette,
aniuleti e vasi in terra cotta al sole ed al forno, flauti, zam-
pogne, tronibette, e zufoli d'ogni specie ed in ogni tuono.
Tra le cose d' una inaggiore iiiqjortanza ho particolar-
niente ammirato una testnggine di grandezza naturale assai
bene lavorata in diaspro verde con punti bianchi e grigii
ua basso-rilievo in pietra vulcanica , die mi sembro essere
im nionumento astrouomico e ad un tempo niitologico:
csso secondo la niitologia egizia rappresenterebbe il Die
Bertuccio o Sclnimia in atto dl gettarsi sul Genio del
male: un grandiio, od il segno del cancro e scolpito sulla
grossezza dclla pietra. II Dio Scimmla vedesi spesso rap-
presentato sui monumentl del Messico, dell'India e dell'Egitto.
Un manoscritto in carta d' agave, pubblicato dal signer
di Humboldt, ci presenta quest' animale nella medesima
anzidetta posizione ed accompagnato da geroglifici iadicanti
le epocbe dell' anno, in cui questo segno escrcita la sua
influenza sulla terra e ne' cieli : e un' imagine del sole.
Esso appare liccamente vestito, e porta sulla testa un' ac-
conciatura con enorme pennaccUIo in piunie rosse e bian-
che. Qucsti colori uell'antico linguaggio figurativo distiu-
guono gl' Iddj ed i Re dagU altri uomini. Egli tiene nel-
I'una niano una coppa, al di sopra della quale e la figura
del sole: I'altra mano e stesa ed aperta, col che indicasi Lt
benigna di lui influenza. Questo Dio inessicano lia qualche
analogra con quello dell' India , che sotto il nome di Aiiou-
rnar, re delle Scimmic, somuiinistro a Wisclmou-Raaia - ton
V \ K I F, T A . I O X
die vincere il Gcrilo del male. Esso pareggia aiicora il
ci'Ieljre Ccrcopiteco , sioibolo dell' accjuario, die i sacerdoii
cgizj inostra\'ano nella pompa isiaca , raagniflcamente vesti-
to , e leiieate la coppa nell' luia mano. II segno del can—
cro, ond' e accompagnata la Sciinmia sul basso-rilievo del
signer Franck, dlnota il retrograde inovimento del sole.
Ho ugnalmente amiuirato un idolo del Dio della gnerra,
Tescalipiica , od il Marte niessicano : esso e iigurato con
un ehno adorno di magnifico pennacchio, e colle ali al
dorso , nel niodo stesso che suol rappresentarsi il Tempo,
certauiente ad oggetto di esprimere T agilita e jirontezza
6iia nel vincere. A Tescalipuca vien dato un fratello di
nonie Tlilalocli: essi erano talmente Tnuo aH'altro uniti,
che tutto dividevansi fra loro il potere della guerra : uguali
in forza e sempre fra loro concordi venivano da' Messicani
riguardati come ideatici, e talvolta insieme confondevansi.
Quest'intima unlone e qui figurata da una piccola statua che
rappresenta il nnme assise sur un soglio in atto di tenere
un'arnia nelfuna mane, uno sonde ncU'altra, e portante
suUa parte sinistra del petto la testa del fratello scolpita
in riiievo. Qucsti due personaggi uniti al Die supremo
VitzlipuJtzi , distriljutore della possanza creatrice e direttore
della conservatrice , formano una triade. II signer Franck
possede piu stacue rappresentanti 1" unione del due frateili.
Altri idoli non mono curiosi rappresentane la dea Tozi,
nome che suona nostra gran madre. Quest' era la CiJDele
de'Messicani: vedesi o assisa o in piedi, tenendo sovra 1' uno
de' suoi bracci un bambinello, o portando due fanciulli,
ciascuno sovra 1' un braccio. II nostro viaggiatere pos-
sede piu idoli di qnesta deita in terra rossa e bigia.
Dee notarsi che se ne trovano di semiglianti in alcune
tombe de'Galli ne'nostri dipartimenti, massime negli anti-
chi tumuli, che sorgoue alia foggia di ua cone come quelli
de' Messicani. Qneste antiche figure sono parimente in terra
cetta , e spesso accompagnate da una piccola statua del
Dio Mercurio, che ivi trovasi come protettore e conduttore
delle anime. lo tengo una di queste galliclie delta madri,
che assomigiiar si possono a quelle che il signer Franck
riporto dal Messico: essa fu trovata presso la porta di
Medoc nel 1783. lo credo che quest' idolo, indicate da
qualche scrittore sotto il nome di Dea-madrc , di matres ,
marronue, coVpiali titoli i Romani qualificavano le Parchc,
lion allro sia che Mania, dca inft-riiale, madre dc;ili dii Lari.
1 J2 V \ R I E T A .
Un oggctto ili qucsta coUezionc pur importantJssiino e
ua vaso in terra rossa, contenciite ossa iimane calcinate
dal fiioco. Fra gli avanzi vi lio riconosciuta una porzione
del cubitus ; la qual cosa serve di conferma a cio clie dalla
storia riportasi sull'uso dei Messicani di abbruciare nei
funerali i cadaveri de' loro monarchi. — Una serie di og-
getti parimente di noa piccola importanza consiste in
flauti, zufoli, trorabette , ecc. I flauti e gli zufoli sono
conservati si bene clie trarre se ne possono ancora dei
suoni: ne ho fatto la prova su molti, e mi avvenne d'os-
servare che combinati erano in modo d' imitar il canto
degli augelli, da essi per la loro stessa forma rappresentati:
cio che far potrebbe supporre che i cacciatori del Messico
se ne servissero per uccellare. Ho sofliato in uno di tali zu-
foli rappresentante una clvetta, e ne ottenni tosto il grido
lugubre di questo notturno augello. Le zampogne sono
forate come le nostre , ed lo ne trassi differenti suoni :
le trombette, adorne di sculture nel gusto degli ornamenti
etruschi, s' assomigliano d'assai per forma e per grandezza
a quelle de' nostri fanciulll.
Fra le molte e diverse pipe in terra cotta , coperte
d' una rossa vernice , se ne trova una ricchissiraa : essa
rappresenta un personaggio nudo, harbuto ed accosciato,
che ne forma il corpo. Questa figura, d'un carattere sel-
vagglo nella fisonomia e nelle forme, e nondimeno perfet-
tamente modellata ed eseguita : sembra quasi assidersi sul
cammino della pipa di faccia al fumatore : appoggia le
mani sulle cosce : le sue gambe , sollevantisi al dinanzi ,
s'allungano sul tubo, il quale consiste in un prolunga-
mento della parte sessuale. E qui notar conviensi una ge-
nerale dilFerenza tra le egizie rappresentazioni e le raes-
sicane. Le prime, in gran numcro, secondo lo scopo o signi-
ficato loro, non curansl punto della decenza e del pudore:
al contrario nelle altre e specialmente in quelle di Palenca
tali sentimenti sono accuratamente rispettati. Quanto alia
pipa di cui qui trattasi , essa potrel)be forse e convcne-
vohnente rappresentare una delta della medicina-, percioc-
che i sacerdoti del Messico onde risanare da certe malattie
presentavano all' ammalato una pipa da loro delta divina,
ed empiutala di piante aromatiche, a lui davanla a fumare
una o piu volte, secondo I'intensita della malattia.
Finalmente lio veduto in qucsta collezionc coltcUi o lame
di produzionc vulcanica, taglienti al pari di quelle di ferro:
V A R I E T A. I 33
coU'una ill queste lame ho tagliato nn pezzo dl legno, £
nolo clie i sacerdoti del Messico ne' loro sacrilicj di vittlme
umane servivansi di coltelli di sifTatta specie "
BELLE ART I.
JDescrlzione degli argomenti delle pitture a huon fresco da
eseguirsi nella cupola di S. Sebastinno in Milano, — Discor-
rere noti sapremmo di cjueste dlpiiiture senza manifestare
ad un tempo la piu alta riconoscenza all' uom benemerito
che le promosse , e tutti somministro generosamente i mezzi
con cui eseguiile. Facendoci anzi interpreti dell"' animo di
tutt' i buoni teniamo per certo ch' eglino pure concorre-
ranno ne' medesimi nostri sentimeiiti. Possa I' esemplo di
lui essere d' eccitamento ad altre pie e doviziose persone ,
delle quali la patria nostra abbonda ! Di cio nutriamo la
piu lieta speranza , da che venae si splendidamente fra
noi ravvivato lo zelo de' nostri maggiori pel culto e per
1' abbellimento della casa del Signore.
Ottimo poi fu il consiglio dell'egreglo benche Incognito
nostro concittadino, nello scegliere cloe per la dlvisata opera
il tempio del martire Sebastiano, altro de' patroni di questa
patria; niouumento bellissimo della pieta de' nostri avi che
con esso sclolscro il voto nella peste del 1576, disegno del
celebre Pellegrino Pellegrini^ di forma rotonda , d' ordine
jonico, con niagnifica ben compartita cupola. Ne a parer
nostro poteva egli meglio apporsi , che col commetterne il
disegno e 1' esecuzlone 2I sig. professore Agostino Gomerio,
menibro di quest' I. R. Accademia, che gia in piii luoghi die
bella testimonianza del valor suo nel dipignere a buon fre-
sco , e non ha guari fra noi nell' elegante e restaurata chiesa
di S. Satiro. Laonde ora che mettersi dee mano all' opera,
gia dal pittore compiuti essendo i preliminari studj ed i
grandiosi cartoni, e gia per cura del Consiglio nostro
munlcipale costruendosi i palchi , crediamo di far cosa ai
lettori nostri non disaggradevole col presentar loro suc-
cintaniente quasi 11 programma di si importante lavoro,
attenendocl alio schizzo che ci venne fatto di attentamente
osservare.
La cupola e in otto spicchl dlvisa , ciascuno dell' altezza
dl milanesi braccia 19 e di larghezza braccia 10. Sotto
ad essa e il tamburo compartito In sedici campi, i quali
divisl sono da otto fuiestre praticate sotto il ceatro di
ciascuno de' suddetti spicchi.
1 34 V A R I E T a\
Nenli sp'icchl psscre clehbono efliglati i quattro Dottori
di Santa Chiesa , e alternamcnte con essi i quattro Van-
gclisti , gli niii e gli altri assisi : saggia e hen concepnta
idea , ila cui traggesi argomento magnifico del pari che
siiblinie per la successlva rappresentanza de' plii augusti
niisteri di nostra religione. AI di sotto saranno varj an-
geli in atto d' espriniere i dettati e le gesta onde quel
Dottori e que' Vangelisti illustrarono la Cliiesa. Piii sotto
nel tamburo e lateralmeute alle iinestre grandeggeranno
otto Profeti ed otto Sibille della diuiensioiic di circa sei
braccia milanesi.
Di faccia alia porta maggiore e dunque rappresentato il
gran poniefice e dottore Gregorio I in atto di profonda me-
ditazione ; egli tien sulle ginoccliia un grosso volume : lo
Spirito Santo, ivi pure rappresentato, gl' ispira gli alti
concetti, onde le opere di lui appajono ripiene. DalF un
lato e dair altro del pontefice e un angelo genuflesso in
sembiantc d' amniirazione ; l' uno d' essi tiene la croce
pontificale. Al basso due altri angeli colle sguainate spade
si avventano contro dell' eresia , la quale comeche vinta
e atterrata slancia contr' essi , in atto di rabbia e in uno
coUa fiaccola ferale, i proprj scritti, nel mezzo de' quali
e un serpente , simljolo del veleno clie in essi s' asconde.
Un angelo col turibulo e colla navicella sta in attitudine
franca e tranquilla ; imagine della Chiesa ciie su salde
fondamenta posando non teme di crollo o rovescio : tre
altri angioletti sono da sbigottimento compresi , mentre
nn quarto guarda con occhio di couipiacenza T abbattuto
mostro. • — Corrispondono nel tamburo il profeta Geremia
e la Sil)illa samia : quegli in mesto e pietoso aspetto sta
implorando dal Signore il perdono al popolo d'lsracle^
questa accosta al labbro una foglia d'alloro, e tiene la
fronte al cielo rivolta, quasi gia seaia 1' entusiastlco efFetto
deiralloro, cli' ella masticar solca innanzi di proferire i
vaticinj.
ISello spicchio alia destra di S. Gregorio e S. Gio-
vanni vangelista in estasi rapito : alia sua manca un angelo
sorregge una tavoia su cm glace un volume : alia destra
di lui sono due aitri angeli , V nno de' quali scherza col-
I'aqr.ila-, 1' altro vorrebbe , ma non osa, toccare il serpe,
die la testa dal sacro calice innalza^ imagine dell' esalta-
zione di Gesii Cristo , giusta le parole dello stesso Van-
gelista 5 €t SLciu Moyses exaltavit serpentem in dcsato , iia
V A R I E T A^ . I oa
exahari oportet fiVnun hominh. S'xaihoW poi e quasi argomenti
della predicazione di Giovanni sono i due augeli, I'uno as-
siso con fiaccola nella ilestra mano, e patera nella sinistra,
indizio dell' amor divino j I' altro genuflesso che tien pure
neir una mano la fiaccola , mentre coll' altra sorregge la
niassa delle nubi , sulle quali posa il Santo , indizio della
carita verso il prossimo. Sotto di quest' angelo un altro
se ne ravvisa che al popolo rivolto tien aperto il volume
deir Apocalisse indicandone antore il medesimo vangelista :
nell' aria sono tre altri angeli in attitudine di osservare e di
stendere pergamene. — Nel campo del tamburo il profeta
Zaccaria tiene fisso lo sguardo sulle sacre pagine; mentre
la SibJlla persica , vergine dagli occhi azzurri e dolci , e
dalla chioma bionda e ondeggiante, canta 11 venturo Mes-
sia : a pie di lei giacciono perle e concbiglie, dovizie del
mare persico, sulle cui sponde ella soggiornava.
Segue S. Ambrogio adorno delle pontifical! vesti della
chiesa milanese. Egli, deposta la penna e in maestoso
sembiante, sta compartendo la benedizione al popolo : alia
sinistra di lul , un angelo sostiene ginoccliioai la tavo-
letta sulla quale il Santo scrivere soleva: un altro lo
guarda con grand' attenzione. Alia destra un angioletto
strigne un fascio di vergati fogli , simbolo delle moltiplici
opere del Santo. Al di sotto e un angelo simboleggiante
la Clilesa: egli e assise e sta ponendo aromi nell incensiere ;
un altro parimente assiso tiene il pastorale : piu sotto un
angelo scosso dal suono delle divine parole del Santo cessa
dallo scrivere volgendosi ad ammirarlo, mentre un altro
vien mostrando a varj angioletti le sublimi di lui scrittu-
re ; 1' uno di questi tiene nelle mani la mltra. L" artista
coHa tranquillita die spirar dee la dipintura di questo
spiccbio studiossi di porre sotto I'occhio degli spettatori
la quiete , a cui il santo ridusse la Chiesa milanese, a
que' tempi da luttuose turbolenze agitata. — Nel tamburo
e rappresentato il profeta Isaia , che sta di notte tempo
scrivcndo i coUa fjuale circostanza alludesi all' indefesso e
costante suo operare. La Sibilla libica poggiata ad un
sasso cd in attitudine di chi dorme fa nella tristczza del
volto palese I'alfanno cb' ella sente pei dolorosi avveni-
.'uentl della passione di Gesii Cristo , i quali a lei preseu-
tansi in sogno od in una visione.
II vangelista Marco sta le profezie confrontando con
na suo dcttato : alia destra di lui un angioletto co"U
I 36 V A R I F. T a',
occhi fissi sul libro tiene un calamajo : a manca tre ang'io-
letti sclicrzano col Iconc. Al di sotto na grand' angelo slan-
ciasi fuori delle nuvole strigneiido una bandiera bianca, nel
cui campo e una croce I'ossa ; simbolo della risurrezione
del Redentore , intorno alia quale sciisse quest' apostolo
vangelista : a' lati dl lui sono due angeli : 1' un d' essi ac-
cenna essersi avverata la profezia ; T altro tiene una per-
ganiena , su cui leggesi : Fax tibi Marce Evangelista nieus.
Yarj angioletti sori'eggono le nubi , altri presentansi con
fogli tra le uiani. — Nel tamburo, Ezecliiello in niinaccioso
sembiante annunzia la distruzione di Gerosolima. La Sibilla
ellespontica cessando dallo scrivere e voltasi al sole nascente
si copre coll' una mano gli occbl dal torrente di luce ab-
barbagliati i imagine della nascita del Salvatore, che porto
la luce della verita dissipando le teneljre dell^ idolatria.
Accanto di Marco h S. Girolamo che sospende la penna
onde consultare la Bibbia die appoggiata vedesi sur un
angioletto, e al cielo si rivolge perche ispirati gli vengano
alti concetti e convenevoli al divino argomento su cui sta
rneditando. Tre angioletti in vezzosa attitudlne sorreggono
il libro su cui egli scriveva : un altro contemplar sembra
i subliml pensieri clie dal volto di lui quasi traspirano.
Al di sotto alcuni angioletti scherzano col leone ; altri
all'aspetto di quella fiera mostransi paurosi : questi atteata
di porre sul proprio capo il cappello cardinalizio; quegli
spiega in aria il volo strignendo la tromba, simbolo della
tuba deir universale giudizio , della quale il Santo sempre
imaginavasi di udire il tremendo squillare. — Nel tamburo,
Gioele, gravidi gli occlii , e stanco dal leggere piega un
rotolo. La Sibilla delfica accompagna col suono della lira
il suo profetico canto.
Vedesi quindi S. Luca. Egli dal volume su cui stava
scrlvendo il vangelo volgesi ad un angelo che gli presenta
una pergamena: alia destra di lui un angioletto si trastulla
col bue: al di sotto un angelo dispiega un rotolo colla leg-
genda: Fuit sacerdos magnus, mentre un altro colla manca
lo abbraccia, e colla destra fa puntello alle nubi: piu
abbnsso e un angioletto coU'incensicre, allusione alio stabi-
limento della prima Clilesa : varj altri angioletti m diverse
attitudini servono quasi di compimento alia pittorica com-
posizione. — Nel tamburo e il profeta Giona, che postosi
al sole sta attendendo la distruzione di Ninlve, da lui per
divino ordino annunziata. La Sij)illa frigia in sembiante
V A R I E T a'. i37
severo e dignltoso presentn gli oracoll da lei stessa vergati;
Tancora che le sta all'uno dei lati dinota la citta di Aaeira,
cioe di Ancora, presso la quale supponesi seduta,
S. Agostino ci si presenta con tre aiigeli di faccia , die
staniio in atto di leggere gli scritti di lui, mentr'' egli va
loro svolgendo le materie de' suoi ragionamenti: al disotto
tre altri angeli cantano le glorie del santo : un altro in
attitudine di meditazione ci rimembra la suhliuiita degli
argomenti che Agostino venne nelle sue opere svolgendo:
compiono questa parte della composizione tre angeli-, I'uno
de' quali sorregge un volume, gli altri due tengono gli
episcopali distintivi , cioe la niitra e il pastorale. — Nel
tamburo e Amos, clie sebben semplice e rozzo pastore
viene da un raggio della divina luce animato a vaticinare.
La Sibllla tiburtina accenna col dito un grandioso disco di
viva luce folgorante^ perciocche e fama cb' ella in siffatto
disco mostrasse un giorno ad Augusto la Vergine Maria
col divino figliuolo.
S. Matteo espresso vedesi nel successive ed ultimo spic-
chio. Egli e tutto da maraviglia compreso alfapparire di un
angelo che in aria libratosi lo invita a scrivere sulla na-
scita e sulla morte del Redentore: gli stanno a lato due
anglolettii I'uno d' essi sorregge il libro del vangelo di
lui, r altro sta contemplando lo Spirito Santo, che parla
aU'orecchlo di S. Gregorio efligiato nel vicino spicchio: al
di sotto tre angeli cantano il Gloria in excelsis Deo ; e ancor
piu sotto, altri angeli dispiegando le fasce bamboleggiano
intorno alia cuUa del Salvatore. — Nel tamburo e il pro-
feta Daniele avvivato da celeste ispirazione. La vecchia
Sibilla cuniana si volge dispettosa al vento che le agita
le vesti , e scompiglia i fogli su" quali sta ella scrivendo.
Da questi pochissinii cenni potranno i leggitori nostri
rilevare non solo la chiarezza deH'argomento e la grandio-
sita della composizione, ma ancora la convenevolezza delle
parti, e la reciproca loro connesslone col tutto: il mistero
della Redenzione predctto da' Profeti , operatosi in Gesii
Cristo, dagli Apostoli annunziato a tutte le genti , dai Pa-
dri della Cliiesa discusso e splendidamente esposto e pro-
pugnato.
A R T I E M E S T I E R I.
Carta ad iiso di quella che fuhbricasi nella Cina. — La
Socieia d' incoraggiaiuento a Parigi aveva proposto come
1 38 V A n I r. T a'.
soggctto tli prenilo la fabbrlcazione if una rarla ad imita-
zione della carta cinese, e che tntte avesse le qualita ili
qiiella che proviene dall" Asia. II sig. Delapierre giniito era
a fabl)ricare una carta, la cni apparenza era sodclisfacente,
ma clie mancava dello qualita della cinese. I sigg. Kempfer
e Dnlialde avevano indicata la bronssonctin , specie di canna
(^b(imhoti), come il vegctabile da cni somminlstravasi la
materia prima della carta de' Clnesi. Jl sig. Delapierre ebbe
su di cio qnalche dubbio: ma la Societa avendogli proca-
rato un pezzo di canna di Cajenna simile a qnclla della
Cina, egli dopo alcuni tentativi plu non dubito ciie la carta
cinese costrntta fosse colia pasta dclle fibre di sifFatfa canna
triturata. L' ispezione delle pitture cinesi rappresentanti la
fabljricazione di tale carta, ed un' opera tecnologica cinese
su quest' oggetto con numerose figure, che si trova nella
bibliotcca del Re, ne lo convinsero appieno. Egli di fatto
pervenne, con semplici procedimenti , a convertire \\ bani-
boii in pasta e fabbricarne una carta che pressoclie tutte
aveva le qualita della carta asiatica. Trattavasl uondimeno dL
sostituire alia cnnna cinese de' vegetabili coniuni ne' paesi
nostri. Cio fa 1' oggetto dolle indagini del sig. Delapierre,
il quale ha successivamente convertito in carta la Melica
ccerulea, che cresce in abbondanza uelF isola del Reno;
le scorze deir olmo e diverse specie di canne. Tutte queste
sostanze hanno somministrato una carta d'una uotabile
morbidezza e finezza : ma quella formata colV Arundo pltrag-
mites , o canna delle nostre marenime, scmbro riunire al
piu alto grado la finezza della pasta, la flessibilita, lo
stato sctoloso e morbido delle carte cinesi. I tentativi hanno
dimostrato ciie gingnere non si potea al proposto fine
co' mezzi di fabbricazionc delle carle ordinarie, e ch' era
tV uopo ricorrere al metodo di cui usano i Cinesi per la
disseccazione. Questo metodo consiste nell' applicare le fo-
glie appena uscite dalla forma ed appena sprcmute, ad
una parete di mattoni rivestita di stucco, e riscaldata al
di dietro. Coll' applicare poi queste foglie ad una tavola
liscia , di marmo, riscaldata al di sotto il sig. Delapierre
rlusc'i perfcttamente nell' intento suo. Le carte da lui espo-
ste , c fabbricate sia con canne, sia con altrc sostanze , o
coUa loro mlstione o colla canna di Cajenna, sono d'un'ec-
cellente qualita , secondo anchc la testimonianza del sig.
Chardon , uno de' nostri primarj inclsori in ranie. Qiiesta
peraeyeianza, c qucsti sl'orzi si felici furoii ricouipcusati
V A R I E T a". 139
(Villa Society , la qnalc aggimlico al sig. Delaplerre 11 jn-e-
mio di tremila fiaiichi da lei destiiiati per la scoperta
della proposta falibricazione (Dal Journ. des Artisies , etc.
Paris , i832 , n." 9 ).
Noi abbiamo di jjuoti animo riferito tale scoperta spe-
rando die alcuni de' nostri cliiniici ed artieri ri volcano
I'indiistria e i tentativi loro sul medesiino oggetto , ora
specialuiente die nella penisola nostra si fa aache nelle
arti del disegno tanto iiso della carta cosi delta clnese , a
noi proveniente o direttamente dalla Cina o da qualciie
fabbrica d' oltratuonte.
i
STORIA NATURALE.
Associazione di storia naturale per azioni di 100 fr. (38
fl. 10 kr.) da pagarsi dopo di avere ricevuto gli o^gelti di
storia naturale a scelta, che ammorUano al lalore delle azioni
prese. — L'unico scopo di questa associazione, alia quale
s'invitano a prendere ]5arte i naturalisti e direttori di
Mnsei, e tutte le persone die coIti^■ano le scienze naturali,
e di combinare alia niaggiore difFnsione dello studio di
storia naturale nell' Italia anclie de'vantaggi particoiari per
ogni cultore del iiieJesimo.
i.° Ogni azione e di 100 franclii annul, e T azionlsta
ha Tobbligo di pagare egnale somina per tre anni consecutlvi.
2." Gli azlonistl pero non devono fare alcuna antlci-
pnzlone in danaro, e sborseranno soltanto al nioaiento die
rlceverauno gli oggetti da loro scelti dai cataloglii del sot-
toscritti ( nel modo che a loro verra successivamente indi-
cate ) la somma al pagamento della cjnale hanno contratto
r obbllgo sottoscrivendo T azione. Essi saranno qulndi per
tutta la somma die annnalmente pagano ricompensati ( a
proporzlone del numero delle azioni ) con 02;getti di storia
naturale. Nel cataloglii e Indlcato 11 valore degli oggetti
disponiblli, dal quale sebbene gia minore di qucllo die si
pratlca nolle liste dei venditori d'oggetti di storia naturale,
si fara nuUadimeno in favore degli azlonistl la diminuzlone
della terza parte del prezzo lissalovi.
3." Le persone die vorranno acquistare minor numero
d oggetti potranno prendere una mezza-azione di So frandii
(19 fl. 10 kr. ) cgualmente obbligatorla per tre annl con-
secutlvi senza antictpazione di danaro, ed in loro favore
si fara 11 dilValco della c|uarta parte del prezzo stabilito
noi catalot>lii.
140 VARIETA.
4.* Gil opgctt'i die per T anno i83a si offrono agli
azJonisti sono niinerali , rocce, concliiglie marine fliiviatili
e teiTcstri viventi e fossili, coleotteri, piante discccate e
semi. I caialoglii delle raccolte , suddivise nelle qnatiro sc-
y.ioni (botanica, conchiliologia, entomologia, mineralogia ),
contengono renumerazione degli oggetti disponiblli per I* an-
no venture. Gli azionisti potranno procacciarsi i medesimi
dai librai sottonominatl ('*') ai quali i sottoscritti hanno dato
in comniisslone lo sniercio, riservandosi pero la distrlbuzione
dei supplementi i quali si pubblicheranno alia fine d'ogni
anno, essl conterranno T indicazione degli oggetti disponi-
bili acquistati durante I'anno percorso, e saranno rimessi
gratultamente agli azionisti.
5." Chi prende due azionl potra dare per il valore
della quarta parte delle medesinie oggetti di storia naturale
in cambio, e clii prende tre azioni per la terza parte del
valore. Per elTettuare questi cambi gli associati dovranno
inviare ai sottoscritti i cataloghi die contengono i nomi,
il numero degli eseniplari d'ogni specie, ed il valore degli
oggetti die liaiino disponiblli, per fame la scelta.
6.° L' azionista lia il diritto a scegllere dai cataloghi
gli oggetti die desidera ed i quali , secondo i prezzi in
essi stabiliti , ammontano al valore delle sue azioni , e
si fara a suo vantaggio, come si e detto, la dimlnuzione
del prezzo ; intemlesi pero ch' egli nclla lista degli oggetti
desiderati , oltre V agglunta per il jirezzo diminitito a suo
favore, dovra indicare un numero d' oggetti almeno ecce-
dente il doppio del valore delle sue azioni, perdie nel
caso die per molte richleste della stessa specie, questa
non fosse plu dlsponibile, si possa supplire con altra dal-
I'azionista medeslmo Indicata. Gia nei cataloghi die ora si
vanno pubbllcando , gli associati troveranno di ccrto da
fare scelta sufTlcientei ma potranno ancora essere plix sod-
disfatti negli anni susseguenti , ne' quali s' impiegheranno
je somme ricavate dalle azioni per fare raccogliere ne'viaggi
(•) Firenze. Giov. Ricoi-di e romp.; Vernli e romp. - Franco-
forte s. M. \!f'^i'Y. - Linne. Cornion e Blanc. — Lipsia. Gul.
Hai-tel. - Londra. G. B. Bailliere. - Milano. L. Dumolard e figlio ;
Gio. Meiners e figlio. - Morlena. Geaiin. Vincenzi c romp. —
Padova. Zamliercari - iVrii;:. F. G. Levrault; Treiittel e Wurtz. —
Parma. Filip. Cannignani. — Torino. Gius. Bocca. — Vicuna. C
Scliauniburg e conip.; Fedr. \ o\ke. — Zurie^o, Orell FihsII e coiiip.
VAKIETA. 141
gli oggetti des'iderati dagli associati. Si dirigeranno tali
viaggi, ollre lo scopo principale di perliistrare le contrade
e le isole appartenenti e limitrofe all'Italia, anche secondo
i desiderj espressi degli associati, e si daia loro , previo
avviso, ogni qnalvolta si andni perlustrando qualche pacse
a fine di raccogliere oggetti di storia naturale.
g." Si avvertono quindi colore die vorraniio prendere
azioni per quelle sezioni di storia naturale, delle quali
presentemente non si hanno oggetti disponibili , die per
niez/o di viaggi ed estese relazioni i sottoscritti avrauno
ogni cura di soddisfare negli anni susseguenti alle loro
indiieste , inforniati die ne siano previamente.
io-° Finaluiente sono pregati quelli che vorranno favo-
rire 1' associazione, d' iscriversi quanto prima andie ia
vista del loro vantaggio, perdie alia prima distribuzione
degli oggetti si dovra dare la preferenza agli azionisti
die si sono iscritti sino alia fine del mese di luglio i833.
Qixest" Associazione di storia naturale die , oltre lo scopo
sovraccennato, agevola andie a tutti i cultori di storia na-
turale, e princlpalmente a' uieno agiati, I'acqnisto di oggetti
ben deteruiinati ed a loro scelta per compiere le loro rac-
colte , e per se stessa unica nel suo genere. Giova quindi
sperare die sara coronata dal plii felice esito, e non con-
fusa con quelle iniprese nelle quali , anche anticipando il
danaro , resta 1' incertezza quando e quali oggetti si rice-
veranno in compenso.
CZe schedule d' associazione cU storia naturale per azioni
dovranno dirigersi indistintuinente o all' una o all' altro dei
sottoscritti.)
Gius. De Ckistofori e Prof. G. Jak.
(Milano, contrada del Durino n° 42 8. J
Ecco il titolo e come e diviso il catalogo.
Catalogus rerwn natural iwn in museo nostra exstantium, coni-
plectens odwnbratioaem Oryctognosiae et Geognosiae atque
Prodroniwn Fauna3 et Floraj Jtalice superioris.
Questo catalogo si divide in quattro sezioni: i.° Bota-
nica; 2.° Condiigliologia; 3." Entomologiai 4." Mineralogia:
ogni sezione si suddiviile in due parti, sisteuiatica e descrit-
tiva; questa e corredata di tavole litografidie. 11 prezzo dclla
scconda parte d'ogiii sezione e delle tavole litografiche non
sorpasscrii qucllo die vicn« stabilito per la prima parte.
I42 V A U I F, T A .
Frezzo per la prima parte d' ogtd scziuiip.
Prima sezLone {Botanica), fr. 4, cent. 5o. (fl. 1. Icr. 43). —
Gli azioiiisii ed associati ai catalog!»i riccveranno insieme
a questo catalogo gratnitament<; la lista ilci semi.
Seconda sezione (^Coiiclii'^lio!og,ia). II catalogo di qiiesta
sezione divides! in tre fascicoli : il prime coiiipreade ie
concliiglie terrcstri e flaviatili, il sccondo ie fossili, il tcrzo
Ie marine viventi.
Prezzo del primo fascicolo cent. 5o (kr. la) — -^g'*
azionisti ed associati ai cataloglii si dara con questo fasci-
colo come giunta appartenente alia seconda parte di qiiesta.
sezione Ie frasi delle specie da noi riputate nnove. Questa
ginnta vendesi sotto il titolo Mantissa in secundani paneiti
fasc. I., separatamcnte pel prezzo di cent. 35.
Terza sezione. {Eiuoniologia). Qnesto catalogo e pure
suddiviso in diflcrcnti piii o nieno voluminosi fascicoli :
il primo contiene i coleotteri e il prezzo e fr. 4. (fl. i. kr. Sa).
Quarta sezione. (Jlineralogia). Dividesi ii catalogo in
difTerenti fascicoli ; nei primi e contenuta T enuinerazione
della raccolta dei mlocrali , negli aliri la sistematica distri-
Ijuzione delle parziali raccolte topograticlie delT Italia. —
Prezzo del primo fascicolo fr. 3. cent. 48. ( fl. i. kr. 20).
I prezzi dei fascicoli, die non sono aucora pu|j])licati ,
verranno regolati per i cataloglii delle dillerenti sezioni ia
])roporzione di quelli , die furoao stablliti per i fascicoli
suindicati.
La prima parte dei catalojhi d" ogni sezione contiene la
sistematica enumerazione delle specie comprese nelle nostre
raccolte , con particolare indicazlone di quelle die sono
iuiligene nelT Italia.
La seconda parte serve di compimento alia prima ed
jnsieme ad essa aiibraccia il Prodromo della Fauna e Flora,
e la Descrizione orittognostico-geognostlca dell' Italia supe-
riore. — Essa comprende oltre la descrizione delle specie
tla noi nominate e Ie loro figure date nolle annesse tavole
litograficlie, anche Ie frasi di quelle specie die trovansi
iiclle nostre ed in tante altre raccolte senza essere state
iiiai descritte, conosciute dai natnralisti soltanto per tradi-
zione , ed il cui numero di giorno in giorno, a vera con-
fusione della scienza, s'aumenta smisuratamente. La deter-
niinazione di >[ueste specie divionc aucora piu diilicile per
la loro talvolia iaestricabile sinoniiiiia; non e cosa rara
die la stcssa specie, seuza csscre descritia, porii diUcrciiti
V A R I E T a'. 1 43
uorni Ja differenti autori, die contemporancamcnte la danno
per nuova scoperta. — Questa seconda parte conterra pure
tutte le osservazioni , che ci fa agevolo di raccogliere
intorno alia distribuzione geografica degli animali e piante
neir Italia superiore, e queste iavestigazioni si coUegano
alia sua descrizione geognostica •, inoltre vi sarauno lievi ,
ma forse non aftatto inutili cemii , che verseranuo intorno
all'uso di alcune produzionl natiirali , che si fa nell' eco-
nomia rurale , nelle arti e nella scieiiza niedica.
Atteso le nostre forze e i nostri mezzi , non potremo
dare die un semplice abljozzo e rudiniento della Fauna,
Flora, e Descrizione geognostica delfltalia boreale^ basti se
cio serve a mani piu abili delle nostre come materiale per
l.iasare I'edi/izio, che soltanto, ^iova ripeterlo, j'^r la coo-
perazione di moiti, che la storia naturale coltivano in Italia,
potra erigersi e portarsi a sempre maggiore perfezione.
Le persone che si associano ai cataloghi di tutte le
quattro sezioni avranno il ril^asso del a 5 per cento, e
questo vantaggio sara loro calcolato allorche riceveranno
la seconda parte del catalogo di ogni sezione. — Ci rego-
leremo col nuniero delle copie della seconda parte e delle
tavole litografiche secondo il nuiiiero degli associati, ed
intendesi che soltanto per essi il prezzo di questa parte
e delle tavole non sorpassera il prezzo stabilito per la
prima. Crediamo opportuno di dare questo avvertimento
a coloro, che acquistano i nostri cataloghi sistematici e
desiderassero di avere anche i descrittivi per T acquisto
de' quali e necessario di associarsi.
Presso i librai anzidetti e dai medesimi sigg. De Cristo-
fori e Jan si ricevono le associazioni anche alle seguenti
opere.
Compendio dell' opera del barone Cuvier: le Regne Animal etc.
Irodotto d(d francese , aggiuiitMi V enunierazioiie metodica
dei gencri.
Descrizione dei generi degli animali e delle piante apparte-
nenii alia Fauna e Flora deW Italia superiore.
Florilegio botanico , che comprende gli elemcnti di Botanica
in 40 leUere.
R. Gino.vi, F. C.iitLiA-i, I. Fvmagalli e G. Buvgnatelli ,
direttori ed cditori.
Pubblicato il di 3o inaggio jo3;
Osservazioni meteorologlche fatte all' I. R.
Osse)
vatorio dl Brera
APRIL
E
i832.
M A. T T I N A.
Sera.
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— 1
-^ 0
^
— "
6
5^ i.
0 6
6
entrar con iidanza in questa schiera operosa, e dar
mano all' impresa alia quale s' e accinta. Pero anche
noi osiamo far prova delle dcboli nostre forze , e
correre questo aringo per quanto \ ingegno e gli
studi ci potran consentire: e dopo avere in diverse
occasion! applicate partitaniente a varie opere mo-
derne quelle dottrine die ci parean migliori e piu
acconce al bisogno delle lettere italiane, ora sopra
questo libro dell' Andres abbiani voluto ridurle ad
una qualche unita. Della quale fatica, se altro frutto
non potrem conseguire , questo almeno osiamo spe-
rarne, che si fara manifesto per quali motivi ab-
biam qualche volta censurate le produzioni di alcuni
scrittori, del cui ingegno saremmo dolenti di esser
tennti dispregiatori.
Gia nel fascicolo precedente abbiamo esposte le
massime principali che dovrebbero al parer nostro
servire di norma alia Critica, ed essere fondamento
a quelle novita letterarie delle quali e stato gia da
gran tempo sentito il bisogno , ma per le quali ne
pare poi che siasi fatto ancor poco. Ora, come ab-
biamo promesso , ci sforzeremo di applicarle al libro
J DO IPPLICAZIONE DI ALCUWI PRINOIPJ
ecic di corona, che haxino gempre tra le dita i luusulmani.
DI A. B\KATTA. IjS
curiosita di sentire cio die 1' autore avrebbe saputo pro-
durre a loro discolpa : nia egli ha amato meglio di man-
darne ad altra occasione la trattativa.
Non intendiamo pero che il nostro disseatire sopra certi
anicoli da' sentimenti dell' autore panto tolga al pregio
grandisslmo ia cui sciiiettamente teniamo la sua relazioue.
Certamente noa abbiamo potuto partecipare nella sua so-
verchia tenerezza per ogni turchesca istituzione, noi che
insieme a tutta Euiopa applaudiamo alle sublimi e savie
mire del nuovo legisiatore dell'impero ottomaoo Mahomud,
che teadouo ad accomunare alle immense popolazioni de'
suoi Stati quelle salutari civili istituzioni, clie sono e fu-
rono sempre la base di ogni pubblica e privata prosperita.
Forse la situazione dell' autore in Costantinopoli (i)
come avviene in ogni viaggiatore, ebbe molta parte ne'
suoi giudizj talvolta appassionati. Egli ebbe frequenti oc-
casioni per conoscere e trattare da vicino personaggi di-
stinti, e pote conversare nella scelta societa di quella
capitale , dove le persone attenenti al governo hanno gia
deposto nella riforma quella irsuzie ottomana , che gli
avrebbe renduti meno accetti ad un europeo. Del riraanente
tutta la sua relazioue e sparsa di giudiziose riflessioni i lo
stile e animate e spesso ha una tinta poelica. La lingua
non nianca di eleganza e di decoro.
W.
(l) II cav. Bai'atta combattfe volontario nel celebre sbarco fatto
»ulle coste delP Africa dalla flotta di S. M. il Re di Sardegna ,
onde egli fu insignito deU'ordine Cavalleresco de' SS. Maiirizio
e Lazzaro. In seguito patso u\ Coitantinopoli attaccato alia leja-
lione Sarda.
176
Saggio di poesie alemanne recate in versi italiani da
Antonio Bellati. — Milano, i832, per Antonio
Fontana, in i6.°, di pagine xix e 320, al prezzo
di lire S ital.
i^on sapremmo donde cominciar meglio I'annunzio
di questo bel libro, die dal trascrivere la versioue
della canzone di Schiller intitolata La musa tedesca.
Non I'etade felice (TAugusto
Alia musa Teutonica arrise^
Non a lei generoso sorrise
Medlceo potente favor.
Non nodrilla con tenera cura ,
Non recolla la fama sull' ale ,
Non ai rai di favore reale
Dispiegati ha in lor pompa i suoi Jior.
Dal pill grande tra i figli alemanni ,
Fm dal trono del gran Federico
Senza un guardo propizio ed amicOf
Senza aita sprezzata n'ando.
Ben a dritto al figliuol d'Alemagna
Batta il core nel petto piii altera ;
Con orgoglio dettato dal vera
Senta, ch,' egli il sua merto creb.
Pill sublime, de' Bardi alemanni
Sale a volo I' altisstno canto ,
II furor che I' inspira e piii santo ,
Suole a fiotti piii pieni sgorgar.
Ingrossando in sua propria pienezza ,
Scaturendo dal fondo del core ,
Di precetti non soffre il rigore ,
Osa i servi ritegni sprezzar.
Una volta soleva dirsi che i Greci si crearono tutta
intiera la propria letteratura ; e sel credettero i Greci
medesimi. A poco a poco si scopersero poi i fili che
annodano la coltura greca con quella deU'antichissimo
Oriente; e fu veduto che il fondamento della poesia
de: Greci, come quelle delle filosotiche lore dottrine ,
I
sagcio di poesie alemanne. 1-7
trovavasi nelle nazioni delFAsia e delle Indie fiorite
prima di loro : sicclie poi quel la Minerva cli esce
della testa di Giove gia grande ed armata rvmase
una pura itivon/.ionc dci poeti , senza riscontro ve-
runo nel mondo. Nondimeno la poesia tedesca , per
("^sere quasi lutta sentinientale, puo piu credibilmente
arrogarsi la lode che Schiller le attxiliuisce; e chinn-
qne leggera questo volume di che il signor Bellati
presenta T Italia, vi trovera di leggieri una inspira-
zione e quasi un' aura tutta nazionale, una tisonomia,
se cosi e lecito esprimersi, che distingue i poeti ale-
iiianni da quelli di Grecia e di Roma, ed anche da
quelli dcllc altre nazioni moderne.
Pure anche fra queste poesie alcune si fondano
sopra abitudini e crcdenze antiche del popolo, dalle
quali i poeti hanno tolta non solo Tinspirazione, ma
parte eziandio delle imagini e dei concetti; le quali
abitudini e credenze annodandosi di necessita (come
quelle dei Greci) con altre di generazioni piu an-
tiche, risalgono ai tempi delle primitive emigrazioni,
e potrebbero forse aprir la via n trovare sorgenti
straniere di una gran parte delle moderne poesie ale-
manne. Avvi un' ercdita di pensieri, di sentimenti e
d' imagini , che passa di generazione in generazio-
ne, di paese in paese per legge naturale, e talvoha
anche all' insaputa di que' medesimi che ne sono al
possesso : e il ricusarla sarebbe spesso dannoso, non
di rado sarebbe anche impossibile.
Questa nostra osservazione non tende ne a ginsti-
ficare qnello spirito d'imitazione al quale dopo il
secolo XV si abbaudonarono i nostri poeti , e coi
nostri anche (£uelli d' alcune altre nazioni europee ,
ne a diminuire la lode dovuta ai poeti alemanni;
ma vuole piuttosto col loro esempio liberare i gio-
vani italiani da un errore in cui molti sono caduti
rhpetto nW ojiginalitd nella poesia. L' originalita vuol
essere nazionale piu che individuale , e sopra tutto
hisogua guardarsi dallo s(and3iarla coU.i s'uigolantd;
perrhc il porta che per farsi siiigolare dagli allri tioa
Bibl. Hal. T. LXVI. 1^
i -y SACC.IO DI rOESIE ALIMANNP.
ranlnio cliiusi) alle inspirazioiii die p;li posson venire
cliigli oggetti oncre circoiidato, diventa di ncccssita o
parolajo o strariiero: c nel priino easo le sue pio-
(luzioni sotio iin sopraccarico inulile alia patria lette-
ratiua ; nell' altro possono snaturarla , c per fuggire
la taccia dell' inutilita , diventare ( letterariamente)
dannose.
Noi perlanto invitiamo la gloventu itallana desi-
derosa e capace di coopcrare al riniiovamento della
patria poesia, a considerare in questo voliinie come
sia vero che i poeti alemanni si aearonu 11 loro me-
rito; e come la pienezza a ciii crehbe in poclii lustri
la loro poesia sia scatiirita dul forido del loro ctiore.
Noi la preghiamo a considerare , die quanto piu que-
sti poeti si distinguono dagli altri antichi e nioderni ,
tanto pill si somi^lian fra loro; noa gia per quella
Lassa e prosastica imitazione che ripete gli altrui
concetti, ma per quella impronta conume die nasce
daU'essersi tutti inspirati alia medesima fonte, al-
Tamore del proprio paese. — Coloro pertanto die
gettansi ad imitarc i Tcdeschi vanno errati noii nie-
*^ . . .
no di quelli die in altre eta studiavan Omero, Vir-
gilio , Orazio, Tibullo per arriccliirsi dei loro con-
cetti, e far tesoro d'imagini, di siniilitudini , di lo-
cuzioni eleganti. Noi pure abbianio al pari delle altre,
e fors' andie piu di molte altre nazioni moderne ,
un tesoro di antiche tradizioni dalle quali potra sca-
turire una poesia veranieute italiana , die imprima
alle creazioni dei nostri ingegni una iisonomia na-
zionale, non pure di stile, ma di concetti e di sen-
timento, qual si ravvisa nei poeti alemanni. Abbiamo
inoltre un poeta , di cui i popoli moderni non pos-
6011 vantare il maggiore, che aperse un'altissima scuola
di poesia nazionale, di quella poesia che sola e degna
di essere culta e [)regiata anche in una eta illuniinata
dalla filosolia e datasi a promovere il vero. E guar-
dando alia storia della nostra letteratura , all esilio di
quel grande maestro che aperse in Italia la nobile
«cuola prcdetta, ed ai tempi nci quali essa si clause,
DI A. BELLATI. 1-9
dobbiamo forse doleici di quelle stesse cagioni per
le quali il poeta alemanno vorrebbe quasi invidiaici.
Certo il Gran Federico avrebbe potuto e dovuto pro-
teggere la poesia del proprio paese; e il laniento di
Schiller, ed anche i riniprovcri di Klopstok sono giu-
stissinii, principalniento in quauto che quel monarca
prepose la letteratura francese alia nazionale: nia fu
veramente fortunata la poesia italiana perche le soj-
rise il potente favor Mediceo? Noi non crediamo che
questo errore ingonibri oggimai piu la mente di nes-
6ua italiano: ma tutti sentono la necessita di riaprire
la grande scuola dell' Alighieri, e di stringersi intorno
a lui, e invidiargli Tesilioela procellosa fortuna da
cui emerse si grande e glorioso piuttostoche la quiete
e le ricchezze di quanti vissero poscia nei tempi dei
mecenati e dei protettori.
Qui vorrebbe forse dime qualcuno, che dope T e-
sempio del Varano, dellAlFieri e del Monti, non po-
clii dei nostri si volsero alia scuola dell' Alighieri;
ne per questo si e veduto fiaora sorgere una vera
poesia italiana. E noi brevemcnte rispondiamo, che
i piu audarono a quella scuola senz' avere abbastanza
considerato in che fosse riposta la sua vera eccellenza.
Ma di queste cose s' e parlato gia tanto , che il ri-
toccarle dev' essere o senza necessita o senza frutto;
e qui basta averne fatto quel cenno che richiedeva
Toccasione. Perocche sentiamo che ad alcuni , ai quali
non pajono troppe le cento traduzioni di Virgilio e
di Omero, gia riescono gravi alcune poche versioui
dair inglese e dall alemanno, c ne tremano come se
i traduttori facessero opera da sovvertire la patria
letteratura. Noi in vece ringrazianio il sig. Bellati
che ha tolta questa nobil fatica di tradurre un bel
saggio della moderna poesia alemanna , non gia per
aprire un nuovo campo ai pocd-spigolatori , ma si
piuttosto per mettere innanzi alia nostra gioventix I'e-
sempio di un monumento poetico innalzato senza il
sussidio della greca mitologia. e senza mettere a ruba i
poetigreci c latini; per iucoraggiare con quest' esenipio
l8e S\CC10 DI POliSIE AI.IMWNF,
colore the sono dotati di fantasia n di ciioic, alia j;lo-
riosa tiia iioii le2;2;icra fatica di suscitare una pocsia
veramente nazionalc. Conic poi per gran tempo con-
trall'ecero a qnesta nobilo inipresa coloro elic, nou
content! di cerearc ( come Schiller diocva ) la forza
dei Romani e la bellezza dei Greci, vollero traspor"
tarci alle leggi , alia nsanze , alia religione di quel
popoli tanto divisi da noi ; cosi le contraffecero ai
nostri tempi coloro die sujiposero indigene delT Italia
qnelle tradizioni e qnelle abitudini sulle ([nali i Te-
tleschi fondarono molte loro lodate ercazioni: ma il
disinganno oggimai e venuto a impedire che si possa
mai pin rinnovare nessuno di qiiesti contrarj errori.
Anche i Tedeschi imitarono scrvilmente i Greci, ed
ebbero anch' essi nn' eta in cui i poeti andarono
tutti perduti dietro T antica mitologia (i). Anch essi,
dopo aver conosciuta la vanita di quella scuola, git-
taronsi ad imitare gf Inglesi e i Francesi ; poi solo
piu tardi, solo in tempi vicinissimi ai nostri vollero
e seppero forsi nazionali. II nome dell' Alighicri fu
invocato allora piii volte al di la dai monti, mentre
r Italia voleva rigenerarsi imitando \ Ossian o folleg-
giando nelle adunanze d'Arcadia. Finalmente ci prese
ver2;ogna di quel lungo traviamento , e fu riaperto
il volume della Divina Conimedia; ma I'abitudine di
studiar negli autori le parole soltanto , e nidi altro
mai che le parole , impedi alia maggior parte di
leggervi quelT alta poesia che le nazioni stranierc
avevan saputo trovarvi. Quindi non e meraviglia no
che alcuni , guardando solo alle vane c nojose imi-
tazioni, siansi levati contro la scuola Dantesca; ne che
dopo tanto studio nella Divina Commedia si trovi
ancor necessario d' invitare la gioventu italiana alia
vera imitazione di Dante: intorno al quale argomento
non sarebbe forse ne inutile , ne indegno de' nostri
critici lo scrivere un qualche discorso.
(i) Yeggasi iatorno a cio il snnto delT opera di W.
Meazel sulla Poesia tedesca , iqserito in cjiiesto Giornsile ,
■^ol. 6/^.:, pag. 20.
lit A. llFI.LATl. 18 1
iMoi preglilnmo colore ai quali forso pnna die oi
siaiii dilungati olticmodo dal libro del sig. Bellati ,
di considerare che nella nostra eta un volume di
poesie liriclie strauiere tradotte non puo avere nes-
smia importanza , se non ill quanto sia acconcio a
promovcre in qualsivoglia itianiera la nostra. Del
resto non e da tacere come il sig. Bellati ha sapiito
eleggcr si bene dalla gran messe delle poesie tede-
sclie. e fii in 2;enerale cosi fclice nelle traduzioni ,
che il suo libro potra le2;gersi con diletto e con frutto
anclie di chi 11011 vorra soUevarsi a (pielle considera-
zioiii die noi siani Venuti accennando. — Alcune di
queste poesie si potrebbero dir dcstinate a conservare
la parte poctica ddle antiche tradizioni e credenze
del popolo : alcune altre sono un' emanazione tntta
partirolare del scntimento degli scrittori , e tendono
d' ordinario a far pin miti i costumi , a proniovere
la virtu. Una modestia die onora grandeniente il
sis;. Bellati non cli ha consentito di a2;q;iun2,ere a
qnesto volume qualcuna delle animose canzoni dl
Teodoro Korner-, con die la corona della nioderna
pocsia alemanna sarebbe potuta dirsi compiuta. Ma
di sillatta modestia noi siamo tentati di dolerci cjuatido
consideriamo cio die v' ha in queslo volume di pi»i
vicino agli ardimcnti e alia forza di quelle poesie
die r cgregio traduttore voile evitare. — Un guauto
6 caduto nell arena fra la tigre e il lione.
Ciinegonda la nobile donzella
JiivoUa a un tratto al cavalier Dclorge ,
II Se tanto e il vostro amor, come, ad ogn ora ,
» GU disse motteggiando , mi giurate ,
y> Di Ja toglitte il guanto e a me il recate. »
E il cavalier si parte e come il lampo
NeW arena terribile disccnde
Con ferrtio piede , e da qaelC arduo campo
Con intrepida mano il guanto prende.
E dame e cavalier guardanlo , il core
Tocco da maravi^lia e da terrore,
Col guanto ei riede impertuvbato , e stiona
La sun lode nel dir d' ogni persona.
ll^l SACCIO ni POESIF. A^FM.\^"Nt
Ma r altera donzdla acco^lie il forte
Con un tenero sguardo ebbro (Tamore,
Quasi (ilea : Vicina e la tua sorte.
Ei iC innanzi alia bella apptna e giunto
Le getta il guanto in faccia , alto diceruh :
li Da voi grazie, o donzdla, io non pretendo. »
E t abhandona in quello stesso punto.
E neW Inno della Vittoria si solleva ancor incglio
air altezza dclla vera lirica , e nianc2;gia assai bene
le strofe delle nostre canzoiii italiane :
La guerra inghiotte il fiort
Dt prodi. O Tclamonio , e tu cadesti ;
Ma eterna e gloriosa la memoria
Di te , del tuo valore
Tia die nei canti della Grecia rcstl :
Torre eri in giierra , e mastro di vittoria ;
E tua , e tua la gloria
Se fur salvi gli Achei, quando le navi
Ardeano ; e a te si forte e saggio diede
Questa il destin mercede !
Pace alle spoglie tue ! Nulla tu davi
Ai Teucri ; tu dalla tua forza estinto
Cadesti. Aid! V ira ognora i forti ha linto.
]Ma ill vece di 02;ni altra ritazioiie ci piare (ii tra-
scrivere il canto di Ebert intitolato II Setteiitrioue cd
il Mczzoglorno.
Un Cantore , serena la mente ,
Dalle tppide sponde del mare,
Dall' azzurro suo cielo ridente
Alle jiordiche terre passb.
E alia prima cittade venuto
Voile un inno sposare alia cctra ;
Ma il concento del molle liuto
Mai gradito ad ognuno suonh.
La tua Musa perclie si smarrita ?
Perche I' inno si molle susurra?
Quasi lentn fuggisse la vita ,
Mormorantc qual fosse un ruscel.
Sc ruggir col hone non sai ,
Ne mugghiar sai coK onda del mare.
No die caro il tuo canto giammni
Non sara sotto il nordico del.
nr X. r.Fi.i.ATt. i83
Si ristette il cantore pensoso ,
Verso il del nubilnso guardb ,
Ed a celeri passi sdegnoso
Alia cara sun patria tomb. —
Un Cantore , serena la mente. ,
Dalle ripide baize dell' Alpe
Dal suo del nebuloso ed algente
Air E^perkhe terre passb.
E innalzar la Canzone guerriera
Voile ardito nell' aule siipcrbe ;
Ma il concento dell' arpa severa
Duro ed aspro ad ognuiio suonb.
Qtial hone riiggendo a die vai?
A die iniigghii qual onda del mare ?
Ah! cost non d alletti piii mai ,
Armonia no codesta non e.
Se non sai come ptacida auretta
Mormorar , qual concento di sfere ,
A partir col tuo canto t'affretta ,
Non e questa contrada per te.
Jl Cantore udi , bieco lo sguardo ,
Alia cara sua patria volb ;
Ne del mar mai piii il nordico Bardo
Alle tepide sponde tomb.
Trovansi nel volume del sig. Bellati parecchie poe-
sie che al pari di questa potiebijcro comprovare la
sua molta attitudine e felicita nella malagevole im-
presa di traduire in bei versi italiani le profonde
creazioni della fantasia alenianna : ma noi abbiani
dato a questa la pieforenza perche ci parve che,
insieme con qucUa di Schiller gia riferita, possa dar
materia di utili considcrazioni ai lettori. 11 sig. Bel-
lati poi premise alle poesie da lui tradotte una bre-
ve , ma giudiziosa notizia della vita dell autore ;
quindi ad ogni composizionc aggiunse alcune note
opportune a'chiarirla ed a faine meglio conoscere i
pregi : e cosi con questo solo volume ha posto un
monumento non dubbio della sua poetica facoka ,
della sua erudizione e del suo gusto.
I.^-
La Sacra Blbbia di Vcncc , giusia la quinta cdlzione
del sig. Dbach , con atlante e carte iconogiaficlie ,
correduta di nuove illuslrazioni ermenetitiche e scien^
tificlie per cura del prof. Baitolomeo Catena, dot-
tore Bibllotecario dell Ambrosiana. — J'esto. Vol. II
( V dell' opera). — Milano , 1882, presso Ant.
Fort. Stella e figli , co' tlpi di Gius. Bernardoni di
Giovanni , in 8." (*).
Ignorantia Scripturarum, ignorantia Christi est.
S. Hieron. Prol. in Isaiani.
Q,
,uesto volume contiene il Levitico, i Nlimcri ed il
Deuteronoinio : a ciascuno de' quali llbri e premessa
una Prefazioiie , ia cui si espongono T etiniologia ^
r analisi del libro stesso , noii die le notizie e le
controversic che lo lisguaidano. Con esso compiesi
dunque il Pentateuco. Noi non faccianio che annun-
ziailo, perche impossibile cosa ci riescirebbe il vo-
lerne dare un sunto ; e perche gia del metocio, cui
si attennero gli cditori nella coiiipilazione di que-
st' opera , non niciio che del volgarizzamento del
Martini da essi adottato, e delle note ernicneutiche,
erudite e critiche di cui vollero corredarla , ragio-
nato abbiamo a lungo nel tomo 6i.°, febbrajo ]83i,
pag. i57 di questo medesimo giornale.
L'edizione progredisce dunque felicementc. Sem-
bra anzi ch'essa quanto va piu progredcndo, acquisti
nuovi pres^i, quindi un diritto vie piu grande alia
pubblica benemerenza; c quasi direbbesi che il signor
professor Catena dispieghi vie maggior lena, quanto
va pill nel suo lavoro innoltrandosi. Tante sono le
nuove disainine, tanfi gli eruditi e critici comenti ,
(*) Quest'' opera esce )ier fascicoli , ciascuno al prezzo di lir. 3
austr. coiTispondeati ad ital, lir. i. 74. Ogni volume coutiene 5
fa«dcoU,
LA SACRA BIBEIA DI VENCE , CCC. l«l>
tanta la dottrina dedotta anche da' piu recend e piii
accroditati scrittori , tante in somma le giunte delle
quali corredarnc seppe il testo ! Per le qnali cose
non csitiamo ad affermaie ch cssa cosi sin al suo fine
piogredendo non solamente riescira degnissima del-
r Italia nostra e del Ubro per eccellcnza, nia portera
eziandio il vanto sovra tutte le edizioni clie di sif-
fatto genere pubblicate furono nel niondo cattolico.
Del die gratissimi essere dobbiamo aH'anzidetto be-
nemcrito sig. Professore. Perciocche egli non appena
ascritto all' insigne CoUegio de' Dottori Bibliotecarj
deir Anibrosiana , si accinse coraggiosamente a questo
lavoro , seguendo T esempio degli illustri suoi aute-
cessori e se tiitto sommettendo alle discipline dell im-
mortal Cardinale e nostro Arcivescovo Federico Bor-
roniGo, il quale nell' atto niedesimo di dedicare alia
patria la grande Biblioteca da lui fondata , stabili die
i Dottori di essa del tutto ed unicaniente dediti fos-
scro a produrie opere specialmente d' erudizione, ad
illustrare codici ed a procurare nuove e piu accurate
edizioni delle opere in addietro stampate. Cosi pra-
ticarono , per non parlare de' piu anticlii Dottori, e
un Muratori , e un Oltrocclii , e un Branca, e uu
Amoretti, e un Mai, e un IMazzucclielli e tanti al-
tri , e non ha guari \ egregio Dottore e Prefetto
Bentivoglio colla sua dotta ed accuratissima edizione
delle Epistole di Cicerone.
if56
PARTE II.
SCIENZE ED ARTI JMECCANICIIE.
Lezlonl due sal Cholera morbus lette dal prnfessorr.
Brov^sais nella clinica dell' ospitale Val dc Grace
a Parigi. — Milano , io32, per Gio. Silvestri (*^).
C
Otnndo qnrste due lezioni a figurare sul giornali politici
di Francia , jiotevano correre ed essere aiiclie nieglio ri-
cevute delle taate assurde niclensaggini die si vanno spac-
ciando intonio alia Inttuosa nialattia die devasta TEiiropa.
Ma da die le vediamo tradotte coUo scopo di spargere fra
noi i fondaiiienti di una ciira rni^ionnta e nuova , non an-
dranno foise senza frntto le avvertenze die ci accingiamo
di inettere sott' ocdiio ai leggitori italiani , persuasi die
nella circostanza di esser noi aiicora intatti dal niorbo , a
niente fredda , e senza prevenzione od attrito di opinioni
possiamo porre a scandaglio i fatti e le sentenze, ed i ri-
snltaiiienti fin qui consegnati nella storia di esso niorbo ,
coUa fiducia di scernere quel poco di vero die traspare
dal tanto orpeliamento die ne lo vela. A qnesto titolo fa-
cendoci noi a discorrere di una malattia die ancor non e
cadnta sotto le nostre particolari ricerdie, speriamo non
sorgera alcuno a didiiararci inconipetenti a gindicarne.
Si propone il professore Broussais dl esaminare: il modo
di sviluppo della malattia ; la predisposizione e la deter-
minazione j I'invasione; i sintomi caratteristici;, il corsoj
(*) Avevamo gia coinpiuto il nostro estratto delle due lezioni
8u questa traduzione , che ci si aniiunciava d' altronde fatta sul
teste riveduto dal sig. Broussais , quando ci capito nelle mani
una seconda traduzione del sig. dottore Ncrvati di Pavia e stam-
pata dal Bizzoni, la quale in niolti pnnti ci parve ridotta a piii
corretta e giudiziosa iezione, e liberamente compendiata. Noi co-
gliamo roccasione per rendere la dovuta lode al prelodato signor
dottore Novati , il quale volendo pur far conoscere agr Italian!
le dottrine brossesiane sul cholera morbus, ha saputo con finissinio
accorginiento coprire od eliniinai'e molce cose che sfigurano nel
testo francese.
LEZIONI nUE SUL CHOLERA MORBUS, CCC. l8^
la nocroscopia ; la natiira delia malattia; il proiiostico; la
cLira. Bisogiia dire clie il Professore improvvisasse e non
jpggesse le due lezioni , poiclie siamo sicuri che ove le
avesse almeno rivedute, siccome afFenna il manifesto dello
stainpatore , non le avrebbe lasciate coiTere si neglette e
si disuguali dalle altre sue scientifiche pvoduzioni. Faccia-
nioue una breve analisi.
Modo di sviluppo della malattia.
L' autore accenna 1' opinione di alcuni medicl che pre-
tendevano di aver osservato in varj paesi del nord e del-
Y est della Germania, niostrarsi il grippe precursore del
cholera morbus ( il grippe e una sorta di catarro polmonale
spasmodico , simulante in cjualcbe modo 1' ipertosse ) , ed
aspettavano il cholera a Parigi per cio appunto, che un
anno prima cola eras! mostrata queir afFezione catarrale.
Noi lasceremo dire a que' signori, nfe ci afFanneremo per
questo sul timore di essere visitati dal cholera asiatico. Gia
da due aniii osserviamo serpeggiante il grippe in Milano e
nelP agro lombnrdo, e siamo ancora immuni dal flagello
del cholera. D' altronde anche il nostro autore non sembra
prestare molta fede all" istoria del grippe , massime sotto
forma epidemica. E pero non lascia di farei avvertire ,
come alcun tempo prima della comparsa del morbo in Pa-
rigi gP intestini dlvenissero tanto irritabili da dover esclu-
dere anche le minime frazioni di tartaro stibiato per la
cura delle pneumoniti, mentre per lo addietro ei-a tolierato
in Inrga dose e con molto successo. 1 lettori famigliari coUe
dottrine brossesiane qui avranno gia qualche sentore della
gastro enterite ; e che diranne la scuola controstimolistica
italiana? (i) Noi ci limiteremo anche a questo riguardo di
(l) Per Broussais e per la sua scuola T intolleranza del tartaro
stibiaro indica siirgente la flogistica diatesi degf intestini; pel con-
trnstiuinlisra in vcce h niotivo di credere la diatesi infianuiiatoria
aB'atto esiinta. Sialfuno, clie alfaltro questa intolleranza impone
di abbandonare il fannaco ; colla differenza pero che Broussais
persevera nel nietodo antiflogistico , e lo modifica , e lo attiva
rome uieglio P esige la flogosi ; il controstimolista in vece da di
niaiio agli stimoli, e precede per una via tutta opposta, gLacchfe
li lualato clie non regge al controsrimolo deve per necessita mo-
srrar tolleranza ]~ier lo stimolo ! ! ! Quanta contraddizione desunta
dai iiiedesinii fatti ! Cos! pur trop]"io accade in ogni cosa, e mas-
»mie in metlioina, quando lui einplrisnio illusorio detta faliaci in-
diwioni in vece di osservazioni imparziali e sincere.
icSo tF.ZTONi nrE ^xn. ciiqlkha Monnrs,
far osserv.nre, c!ie fieqiientissime sono pure a' nostrl ni.1-
l.iti le irritazioni gastro-cntcriclie, e Torse in iiessiin tempo
come nella slate passata si niostio fia noi si ricorronte il
cholera accidentale, sporadico^, e noii per questo fummo
nttaccati dalP epideinia , ne la teiiiiamo vicina. Ci narra
r aiitore die lo svilnppo del morbo in Parigi fa repentino^
sparso simultaneaniente fra il popolo niinuto d'' ogni qnar-
tiere , e si pote nemmen sospettare V individuo die il re-
casse dair Ingliilterra. D'altronde i piiniissiml casi di cho-
lera fiirono osservati alT ospitale di Gros-Caillou in amma-
lati clie vi decnmbevano per altre nialattie. Qaesto fatto
gettercblie un gran velo su ie opinioiii dei coiitagionisti^
se non si considerasse j^er 1' altra jjarte, essere quasi im-
possiljile di venire perfettamente in cliiaro del priino ani-
malato di cholera in una citta si popolosa come Parigi ,
inassime se T individuo appartenesse alia classe meno agiala.
D' altronde la distanza da Parigi a Londra non e poi tale
dal toglierci ogni dubbio , clie una nialattia, per pronta
die sia al propagarsi , non possa essere pervenuta in quella
capitale incubante e senza lasciar tracce del suo passaggio
ne" |iaesi interposti. Si noti per altro die a Calais mostrossi
il cholera circa lo stesso tempo, ed ognun vede di quanto
peso potreblv essere questo fatto per asserire, die il inorbo
sia cola jjervenuto da Londra, ed aljl^ia poi progredito lino
a Parigi. Comunque sia la cosa , I'autore, die appena tocca
di volo la quistione del contagio , ania di restarsi indeciso
tra V opinione degP irifezio/iisu e quella de' contagioiiisti ,
avvegnadie non ci nasconda die << quando si e chlaniato
» per un colerico in una casa , si e quasi certo di tro-
" varne due o tre o quattro il doinani, o il giorno dopo . . .
" e in piani diversi ed in famiglie diverse , il cui genere
» di vita non e uguale. » Riponiamo queste sue stesse
parole, perclie vengano interpretate da quclli fra i nostri
leggitori die amano di trarre dai fatti le debite conseguenze.
Predisposizione e detenninazioiie.
Non saprenuiio dissentire dalT opinione dell'autore, die e
pur quella di tutti i uiedici, essere le indigestion!, gli ec-
cessi nel lievere e le cose tutte die possono provocnre ir-
ritazioni gastro-enteriche, sicconie i vermi, il terrore, Tabuso
della venere , ecc, cause predisponenti al cholera ( Noi vi
aggiungeremo la perfrigerazione , P abuso de" gelati e de
frutti acquosi c frcddi, delle quali cagioai- die soiio for*e
DI BROUSSAIS. 1S9
le plii pfedispoiienti , 1' autore non ne in parola). Conve-
iiiaiiio altresi die i vecchi , i convalescent! e le persone
state rovinate da improprj trattamenti, ruassime stimolanti,
ill altre precedent! nialattie , serbino ana predisposizioae
pin iiiarcata al cholera. Ma che da queste cagioni istesse
possa essere determinato il cholera asiatico; clie s'abbiaa
dire che un bevoae per essersi ubljiiacato od un gbiottone
per aver fntto una corpacciata abbiano dovnto snbire per
cio solo il morbo di cui si tratta, non sapremmo in verua
niodo acconsentirvi. Clie se T autore non ha preteso di af-
ferniario, perche scanibio le cause predisponenti coUa ca-
gione prossima o determinante ? Non e questo un confon-
dere evidentemente il nostro cholera sporadico coU'epideniia
asiatica ? La causa determinante non puo essere che quel
priucipio arcano sui generis che passa da individuo ad in-
dividuo in un modo sconosciuto e con cio finisce ogni nO'
stra nozione su la determinazione della malattia.
Iwasione.
La triplice divisione anatoinica del tiiho gastro-enterico
faceva gia distinguere al sig. Broussais tre modi d'invasione
deile malattie intestinali; ora cgli riconosce lo stesso an—
damento di cose per riguardo al cholera. O si appalesano
coliche leggerissinie con iscariche di ventre facili e spon-
tanee di materie fecali, susseguite da diarrea lattiginosa,
rassomigliante alia decozione di riso , di orzo od alia sola—
zione'di amido . tinta talvolta di bile, nia frammista a fioc-
chi nnicosi (diarrea caratteristica del cliolera), ed allora
I'invasione ha iuogo priniamente pei crassi mtestini. O gli
ammaiati sentono de' borborigmi dolorosi per qualche tem-
po, ai quali s' associa poi la diarrea accennata, ed e negli
intestini tenui che s' annida il cholera. O fmalmente prinio
a mostrarsi e il voniito, indi i sintomi piocedono dall'alto
al basso, e si diramano per cosi dire da un centro alia
periferia , in tal caso il morbo invase per lo stomaco e
duodeno. Qnesta sottile distinzione quadra molto all' autore,
e sara fors'anche stata gustata dagli scolari, i quali amano
di avere il pane spezzato in mano^ e di vedere la scienza
in movimentof, ma non sapremmo ben dire se i pratici
ed i patologi glieja nieneranno buona. I pratici perche rav-
visano nel tubo intestinale continuazione ed omogeneita di
tessuti, e sogliono riscontrare che le flogosi non si curano
dellc distinzioni topograjjche dcgli anatomici. I patologi
lyO LEZIONI DUE SUL CHOLERA MORBUS,
perclie gli chiederanao se la necroscopia ha poi sempre rive-
lato la ginstezza di questi esordiali couipartiineati del niorbo
ne' colerosi passati a inorte noa ciirati. Perocclie in essi
appimto lo stato patologico del tubo gastro-enterico deblje
apparii-e tal quale lo lascio il morljo, e senza alcuna ad-
dizioae delle tante impressioni che avvengono per iuipro-
prio trattamento. E clie diranno essi poi qiiando iidraiino
da lui, che " sulla superficie interna del canalc intestinale,
>> dopo di aver fatta sortire la grande quaniitii di llnido
» contenutovi, si vedeva la mcdibruna uiucosa di un rosso
» palUdo, ma dell'istcsso colore per tutta la sua esiensione (') "
II sig. Broussais venne , cogli accennati tre modi d' iii-
vasione del cholera , accostandosi alia sua favorita opinione
che vedremo poi f'ra poco dichiarata^, nia non pote passare
tutt'allatto sotto sllenzio un altro mode, clie si pronuncia
senza alcnn sintonio intestinale, e colle sole forme uior-
hose di una innervazione sregolata e sopita. Egli ammise
pertanto quella maniera d' invasione clie si manifesta su i
centri nervosi. Ma nel fare a se stesso la domanda se in
questo caso sia stato veramente il sistema nervoso prima-
luente atFetto, inclina a credere 11 contrario, e pensa che
una irritazione gastro-enterica non sentka , ne accusata dal-
rauimalato puo aver diramato TafFezione alia sostanza ce-
reliro-spinale. Cosi egli taglia il nodo gordiano ;, poiche
quando si amniette la possihilita di un'atFezione maggiore
non awerUta elTettrlce di altra aftezione secondaria gravis-
sima, palese e primeggiante, benche non si tolgano , si
rimovono tutte le difiicolta della scienza. E se poi taluno
sostenesse al signor Broussais che la sua affezione gastro-
enterica non e che un fenomeno dipendente dalla lesione
dei centri nervosi primamente attaccati dal cholera, che
potre!)be egli opporre di piii convincente per la sua opi-
nione ? . . . . Noi chiederemo fra poco qual caso ahbia egli
fatto de' centri nervosi nelle sue ricerche necroscopiche.
Sintomi ca ratteristici.
Descrltta 1" invasione, poteva iinplicitamente rltenersi
enunciata la sintouiatologia caratteristica del morl)o. Qui
jjero entriaino in pariicolari jiiu ampi sullo spettacolo lu-
guhrc e fatale die oflre il coleroso : ne snprcmmo biasi-
marnc il proposito, ove il qiiadro ci venissc delincato con
uiano veramente maestra.
DI BROLSSAIS. I9I
L'antore distingue tre serie di sintomi caratteristici: quclli
die r ammalato istesso accusa per le interne sensazioni clie
jirova i cjnelli clie il medico osserva nelP esame deU'esterno
aspetlo del uialato; e quelli die risnltano dalla natura delle
evacuazioni.
L' ammalato annuncia uno scompiglio in tutta la per-
sona ^ si lagna di ardore all' epigastrio, di oppressione ec-
cessiva di forze , d' impotenza al movere il tronco, di co-
liche , di 2;ranchi dolorosi , di angosce precordiali, e uoi
crediamo die il malato non tacera pure il freddo marmoreo
e r agghiacciamento die prova massime negli arli , dal
quale seinbra Tautore voler prescindere. Tutti questi sin-
tomi sono da esso lui riportati all'unica sorgente dell'irri-
tazione gastro-enterica, la quale si propaga con reazione
luorbosa sopra la midolla spinale ed i muscoli del dorso.
I siatomi apparent! airesterno aspetto dell'amnialat.o noti
sono meglio tracciati. Appoggiando 1' autore con molta lena
su la composizione particolare della faccia, sull'indole della
voce e della loquela e sulla retrazione degli ocdii c' indica
lo stato di agonia del coleroso, e cio bastava, senza intro-
durre nel quadro la grossolana imagine di due occhi tirati
indktro nelle orbite da due fill. Rimarca il rapido dimagra-
mento , il colorito atro livido della pelle cii' cgli chiama
cianosL , la nuUita dei polsi, ed appena accenna die le estre-
inita e T alito sono iVeddi, come se il rafiVeddamento en-
trasse per poco nella sintomatologia del coleroso , e non
fosse uno degP indizj della gravezza del male ! Eppure la
cianosi essendo, anclie per di lui sentenza , prodotta dalla
cessazione e sommo arenamento della circolazione del sau-
gue , non dox'eva apparirgli disgiunta da quel freddo mar-
moreo e cadaverico, che tutti gli scrittori di cholera hanno
notato. Noi diremo di volo che anche i nostri contadini
abitatori delle risaje, quando sono travagliati da feljbri
periodiche mostrano uno stato di cianosi durante il freddo
febbrile , che non e molto dissimile da quello che ci di-
pinge Tautore. Egli poi che ci prepara alia cura lisiologica
del cholera doveva qui entrare in qualche disamina piii
speciale su la classificazione de' sintomi, doveva dirci qualL
fossero i rapporti simpatici , quali gli esseaziali , quanta
parte vi prendesse il sistema innervante o sensitivo , e
quanta ne derivasse dal sistema irrigatore ; dirci insomnia
qnanto la fisiologia poteva suggcrirgU a titolo di fondare
una cura lisiologica.
192 LEZIONI DUE SUL CHOLERA MORBUS,
La terza serie de' sintonii die egli voile decUirre sepa-
rataiiiente dalla natiira delle evacuazioai da Inogo ad una
ripetizioue di principj che annoja. Non ce I'aveva gia egli
sciiiccherata qnella evacnazione caratteristica di un liquido
somigliante ad una soluzione di rlso, d'orzo, ecc. nella quale
consiste tutta la serie che ci viene ordinando? Eppure egli
ama d' insistere su questo punto per dirci die Ijisogna
ijicttere piii attenzione alia natura delle evacuazioni die ui
dolori , e cio n perclie in quelli ammalati , i quali noa
" hanno quasi avuto colidie, podiissinio il grandiio, si
" dovettero trarre i priini sejini caratteristici della ma-
" lattia dalla natura delle evacuazioni. " Al die taluno
potrebbe rispondere: ed in altri ammalati ne' qnali si mo-
stro nesmno sconcerto di corpo , e caddero estinti cof?ie coZ-
piti da fulmine si dovette riconoscere il cholera beuche non
si osservasse la evacuazioiie caratteristica.
Per qaanto siasi atfaticato il sig. Bronssais per diplngerci
il cholera conducendoci e riconducendoci con infinite ripe-
tizioni siiUa descrizlone de' sintomi per lo spazio di pa-
gine diciassette almeno, noi troviamo die non ha gran fatto
oltrepassato le nozioni cheCelso, or son mille ed ottoceuto
auni , ci trasmise in due sole penncllnte.
Ci si permetta di riportare a coiifronto del testo bros-
sesiano la stessa pittura di Celso n Nam simul et dejectio
" et vomitus est, prceterque iiaec inflatio est, intestiiia tor-
" quentur, bills supra, iiifraque erumpit, primuin aquae
»/ simdis , deinde ut in ea recens caro lota esse videatur,
» interditni nlba nonnumqnam nigra , vel varia . . . saepe
» etiam crura manuscjue contraiiuntur , urget sitis , anima
" deficit, quibus concurreniibus non iniruiu est si subito
" quis moritur. >> Ora se V evacuazione di fhiido lattigi-
noso e simile al decotto di riso e veramente caratteristica,
chi non direbbe che anche ai tempi di Celso fosse cono-
sciuto il cholera asiatico alT udire menzionata la dejezione
di bile biancastra e di vario colore ? Pare die il cholera
sporadico non ofl"ra T eguale fenomeiio, almeno per quanto
abbiamo potuto osservare.
Corso della malattia.
Parlando del corso spontaneo della malattia dicliiara Tau-
tore, che abbandonata a se riesce sempre niortale, al piii
tardi entro tre giorni , e talvolta anche in due o tre ore.
Si noti pertanto la insuflicienza della forza niedicatrice delU
m BROussAis. 193
natnra contro uii iiemico lU forza enunenteineiite supcrio-
I'e. E pero siccome viene il cholera per 1' ordinario o bene
o male curato , cosi fa un corso varlo, e piu o meno vaa-
taggiosaniente modificato dai presidj dell' arte a cui sta su-
Ijordinato. L'autore lia duncjue creduto di considerarlo sotto
Taspetto dei metodi curativi principal! che sono adottati
in Europa , e come fosse per anticipare le sne terapeuti-
che vedute ci avvisa essere in uso pel cholera tre sorta
tli cure: Ciira stiinolante, cura ecleuica, cura fisiologica.
La cura stimolante , die gl' Inglesi pei primi adottarono
nelle loro colonie asiatiche non la crediamo gia desunta ,
come vnole V autore , dalle teoriche browniane , perciie il
sistema di Brown in nessun paese ebbe meno seguaci che
in Ingbiherra; la reputiamo dettata in parte da Side nam ,
e tolta in parte ancora dalle praticbe empiricbe degli Asia-
tic! , i qnali abituati come sono alle sostanze irritant! e
stiniolanti mal reggerebbero forse al metodi debilitanti ed
antirtoglstici die no! sogliamo profondere. Ad ogni niodo
sappiamo dalf autore , che tal cura modifica da principio
la malattia; ma terribile e ancora la mortalita per essa ,
sebbcne si presen^ano alcuni esempi di crisl felici. Esse atte-
stano le risorse delta natura. Qui non comprendiamo bene
la concordanza del fatto. La natura . die e gia succumbente
per la superiorita del male essenzialmente mortale , trova
poi delle risorse quando e assalita con iniproprio tratta-
mento ' E puo avervi ancor crisi felici quando tutto cospira
alia maggior rovina del tessuti? II sig. Broussais concilia
quest! fatt! colla sua teorica della riviilsione. Ma s' egl! e
vero che le rivulsionl lienefiche s! operano da stiuioiazioni
lontane , derivanti da lung! la flussione delle parti infiam-
niate , ci spieghi come nel caso di cholera possano avve-
nire rivulsion! salutarl inducendo stimolazioni energiche e
violente six la parte stessa cb' egli giudica iufiammata, sic-
come a V viene praticando la cura stimolante , vale a dire
innondando il tubo gastro-enterico con vino, punch, e
rimedj incendiarj d'ogni sorta? Per nostro avviso un solo
caso di guarigione ottenuta con tali mezzi prova o la fal-
lacia deir asserzione che il cholera asiatico e scnipre mortale,
o la erroneita delle teoriche brossesiane su la rivulsione.
11 metodo eclectico , misto , quello che viene seguito da
persone erudite, ma pusillanimi e timidc ( cosi V autore )
i.alva maggior quantita di inalati, ma non e il metodo piy,
BibL ItaL T. LXVI. i3
lf)4 LEZIONI DUE SUL CHOLERA MORBUS,
sicuro. Confessa egll perb clie questo e il nietodo della
maggioranza dei mcdici parigini , e qiiesta niaggioranza di
suilVagi noi vogUanio supporla proiiuuclata dalla coiuuiie
esperienza. II nietodo eclttdco , siccome iiidica respressio-
ne, consiste appuiito nel trascegliere que' presidj die liaiino
t'oniito migliori risnltaiiienti, avnto rigiiardo alle circostanze
ed ai bisogni delT araiiialato , non die ai siutomi ed alle
fasl del male. Non sappiamo quindi intendere come s'ab-
blano a qiialificat-e per timkli e pusilUinimi que' med'ici die
procedono coa tale divisamento. I medici eclettici non ri-
nnnciano senza dnbbio al salasso eve i sintomi lo inipon-
'rano, ma non sanno rinunciare al calore ove trovino ag-
gliiacciamento , promovono le evacuazioni se il canale di-
gestive e ripieno e vuol essere alleggeritoj provocano la
reazlone ove manca, procurano di calmare ove eccedano
gli spasmi ed i movimenti disordinati, curano insomnia
co' pvecetti generali della medlcina razionale, senza nep-
pure rinunciiire a quel sensato empirismo , per cui non di
rado la medicina ottiene degl' insperati successi. Yedremo
die alia {me del conto andie il sig. Broussais procede tal-
volta col metodo eclettico benclie lo condanni altamente.
La ciira fisiologica , die e quella dell' autore , e die il
traduttore delle due lezioni dicliiara ragionata e nuoi-a,
guarlsce, a lor dire, il maggior numei-o degli amnialali
in imchi giorni, e senza altre gravl conseguenze. Consiste la
medesima neW uso intcrno di rimedj ammollienti e refrigc-
ranti , ed estcrnaniente cogU eccitanti proporzionati alia su-
sccttibilUa del malato. Noi farenio piii tardi le nostre glose
a questa cura ; intanto converremo coll' autore , che una
malattia senza corso determinato , e colla ordinaria ten-
denza alia morte deve correre sort! diverse, secondo i di-
vers! nietodi cuiativi ai quali sara sottoposta.
Necroscopia.
Broussais considera la necroscopia sotto tre aspetti : in
quelli die niorirono dal cholera senza soccorsi ; in quelli
clie cbbero ritardata la morte dalle cure medidiei in quelli
die dovettero succumbere per gastro-enteriti consecutive.
Ne' prinii osservo injettato il <:ervello e piu ancora le
mcningi, poco siero ne' ventricoli. Osservo secchez.za e
rossore nella gola, lo stomaco indicante i segni di grave
raorhoso processo , nero , rossastro. Trovo die ne' bevoni
umssiuiCj 0 ne' mangiatori la mucosa di quel visccre c
DI BROUSSAIS. 195
rammollita ; il tenue intestine molto injettato, I quali in-
dizj cU flogosi sono bensi assai nieno apparenti in que' ca-
claveri ne' quali vieue riscontrata soinnia abbondanza del
fluido caratteristico che i colerosi evacuano per vomito o
per secesso ; nia , ce lo assicura egli , la tinta flogistica
esiste sempre did principio alia fine del canale iniestinale.
La vescica e ristretta e vuota.
Rilevo ne' second! flemmassie ancor piu decise perclie,
ritenuto il lualato piu lunganiente in vita, ebbe campo la
nialattia di stampare orine piu profonde ne' tessuti gastro-
enterici. Quindi si pote x-imarcare clie in alcuni tratti 1' in-
fiaiiiniazione , la cancrena e lo sfacelo avevano potuto pe-
netrare tutto lo spessore delle pareti intestinali.
Negli ultimi riscontro ancor piia prouuuciate le dette al-
terazioni patologiche , esulcerata la menibrana mucosa in-
testinale, eufiati i p'anglj mesenterici. Quando erasi cacciato
sangne appariva il cervello mcno injettato, ma i suoi ven-
tricoli contenevano maggior quantita di siero, segnatamente
allorche avevano predoininato i sintomi cefalici. II cuore
era ingorgato di sangue spesso ed atro nel suo piarenclii-
ma, ma non mostrava indizio di flogosi ( Ciii sa come egli
trovasse il cuore ne' cadaveri di quelli die perirono come
colpiu dal fu Inline , appunto per la cessazione repentina
della circolazione del sangue?). La vescica in vece dies-
sere ristretta e vuota come ne' casi precedenti appariva di-
latata e rieinpiuta di orina. I muscoli , i polmoni , il pe-
ritoneo presentavano nulla di rimarchevole. Ma il fegato ,
la cistifellea , la milza, i reni entrano essi per nulla nella
sfera della malattia? L' autore gli ha dimenticati nelle sue
necroscople , e quel che e peggio vi ha dimenticati i centri
nervosi ( midolla spinale e gran simpatico ) pei quali egli
aveva ammesso uno de' modi d' invasione del cholera. Ne
potrebb' egli dire d' averci soddisfatti col pochissimo che
ci addusse intorno alio stato patologico del cervello. Egli
non ci ha descritto che lo stato delle meningi e degli
emisferi cercbrali, trasandando i centri nervosi che sono
eituati alia base , e che sono forse gli organi generator!
della innervazione. Perche non estese le sue ricerche su
la midolla spinale a cui doveva rivolgersi per farsi Imona
ragioue della immol)ilita del tronco. e de' granchi doloro-
sissimi soli'erti dngli ammalati? Tcrche non iscandagliaro
il gran simpatico a cui tloveva rimandarlo la uiedicitia
IC)6 LEZIONI DUB SUL CHOLERA MORBUS,
fisiologica atline di trovar spiegazione delle angosce inor-
talL die gli ammalati provano anclie incli|)enileatemente
dal v'omito; spiegazione della cessazione del circolo del
sangne nan ricavata dallo stato patologico del cuorej
spiegazione dell' aggliiacciamento delle carni , della cia~
nosi, ecc? Egli abiiissimo lisiologo non poteva ignorare di
quanta iniportanza fosseio quelle rlcerclie, avesse anche
luirato a sostenere sempre la sua gastra-entcrue. Ed ove
non avesse potuto scoprir cosa riniarclievole , doveva dir-
celo, e non lasciarci nel desiderio di tanti cliiarinienti.
Non ci faremo a contrastare rautenticisa delle sue osser-
vazioni necroscopiclie, segnatamente risguardanti il canale
digestivo; lasceremo a' suoi colleglii il pensiero di oppor
fatti a fatti , ragioni a ragioni •, uia non possiamo a nieno
di non esprimere la nostra mevaviglia nel rifleltere clie t^^
un lato Broussais ci fa vedere e toccare con mano la ga-
stro enterite, la cancrena c lo sfacelo del canale intesti-
nale; e dalT altro anatomici e patologi di alia fama, posti
ne'le niedesiiiie di lui circostan/.e , osservando gli stessi
fatti, dlchiarano non riscontrarsi ne' cadaveri alciin indi-
zio costante di tanta flogosi intestinale a cui si possa rife-
rire la causa prossima di una morte si rapida ed accoin-
pagnata da sinlomi si spaventevoli.
JVatura della inalattia.
Benclie sia omai cliiara a' nostri leggitorl la natura del
cholera dopo i tanti preparativi che il sig. Broussais ci ha
tessuti per la sua gasiro - enterite , non vogliamo lasciare
di qui trascrivere le stesse parole colle quali egli viene a
definire la natura del morbo^ iniportando sommamente di
seguitarlo dappresso , onde intendere i suoi divisanienti
per la cura che sara per proporci. Egli a^lunque epiloga
in tal modo. i> 11 cholera e una infiamniazione generate
V della membrana interna del canale di.gestivo , la di cui
J/ causa prossima e incognita nel mentre che noi conoscia-
»/ mo e possiamo calcolarne le cause predisponenti e deter-
" minanti. La e questa cosa di molto vantaggio e di molta
i» importanza, avvegnache se non possiamo sempre evitare
»» le cause primarie , possiamo almciio il piii sovente al-
w lontanare le secondarie. " Con questa dichiarazione ha
egU voluto alludere al trattamento fisiologico? Vorrebh'egli
darci ad iutendere , che allontanando le cause secondarie,
qiaelle che ci hauno niesso nella disposiziqne di coiiirarr«
DI BROUSSAIS. J()J
il cliolera, si pervlene a distruggere gli effettl della causa
primaria , di quella causa o principio arcano, sui generis,
che costitulsce il niorbo specifico a cuL si da il nome di
cholera epidemico' Cio non sapremmo in veruii modo ac-
cordare. Acconsentiamo per altio che 1' alloiitanamento
delle cause predisponenti possa essere di altissimo momento
quanto alia cura profilattica , al preservax'si cioe dall' a-
zione niortifera del principio colerico.
Fronostko.
Qual pronostico puo farsi di una malattia che abban-
donata a se corre mal seinpre mortalel n Essa e curabile a
»» differenti gradl , secondo il metodo che le si oppone. >»
Sappiamo di piii che gP indivldui sani dapprima, curati a
tempo , facilniente guariscono ; che i giomni risanano meglio
de' vecclii , i coraggiosi meglio de' timicli ; aiizi de timorosi
nessuno si salva. Cosi V autore. Con sua buona pace noa
osiamo sperare si facilmente curabile il cholera, se Parigi
conta olire le 20,000 vittime ; ne tampoco crediamo all' as-
serzione che nessuno si salvi de' timorosi. Sarebbe ella
tenuta per buona la scajjpata del medico il quale dopo
aver dicliiarato che il malato risanerebbc facilmente, si scu-
easse coi parenti delf estinto col dire : e niorto perche ha
avuto paura ?
Per avviso di Broussals deve anche variare il pronostico
secondo i tratti del tubo digestlvo che furono primamente
colpitl dal morbo. La cholcrina, specie di diarrea , che do-
niina contemporaneamente al cholera e che V autore pre-
tende costituisca 11 primo grado del cholera medesinio, si
frena sopra it piii gran muntro degl' individui :, piii difficile,
benche non sempre. e la guarigione della malaitia quando
comincia dallo stomaco. Se il male ebbe 11 primo sviluppo
ne'tenui Intcstinl, cio non aggrava gran fatto 11 pronostico.
Ma gravissima e la malutlia quando alia sfrenata diarrea si
consocla 11 granchlo , T affanno ed 11 dolore nelT addomine ,
vale a dire quando e manifesto 11 cholera. Ne sta qui tutto
il pericolo. IMolti amnialati , superata la violenza del male ,
soccumbono per alTezionl consecutive , che sono figlie della
cura instituita. Per tal modo le pretese febbri tlfoidee clie
si riscontrano in Parigi , e clie si disscro compagne del
cholera in Aieniagna , In Polonia , in Levante ed in Russia ,
altro non sono, asserisce P autore, clie gastro-enteriti pro-
lungate da improprlo trattamento. Egli assicura che nelle
I9<> LEZIONI DUE SUL CHOLERA MORBUS,
sue sale non se ne vedono : raa ncgli ospeilali ove si tol-
scro gU ainmalati dallo storilimento col /xi/ic/j, coll'acqua-
vite o con altrl stimoli attlvissimi il niaggior nuinero soc-
comlie dope essere stati dai niedici cnranti dichiarati guariti
dal cholera, A cio risponderanno i niedici parigirii die noa
adottarono la cura fisiologica, pel cjnali gravissima e Tac-
cusa die il sig. Broussais loro accocca.
Cura.
Al gia acccnnati nietodl ciirativi , stimolante, eclettico
e fisiologlco, agginnge qui i"" autore il nietodo antico, die
gli' sembra stato dettato tinlla niedicina umorale die domino
nel medio e\o , e fii professata dal Bocrhave e dal Gauhio
nel sccolo passato. Qiiesto nietodo die consiste in far be-
vere dell' acqua per eliniinare il liqnido che morbosamente
si raccoglie nel canale digeativo,e nel calmaie poscia coi
narcotici 1' it ritazione e gli spasiini nervosi, lo tioviarno
perfettamente ennnciato da Celso. Egli e press' a poco il
nietodo die i 'buoni pratici usano ancora nel cholera spo-
radico ; ma nelT attuale epidemia non ha offerto , al dir
dell'aatore, risnltamenti aljliastan/a rilevanti. Da cio ne
vennero gli altri metodi stiino'ante ed eclettico , e per
r imperfezione anche di questi creo 1' autore il nietodo
Jisiologico,
Del metodo stimolante egli non fa molte parole, avendo
gia indicato come gnarisce podie persone, e lascia conse-
gnenze gravissime nel canale castro-cnterico da espiarsi
poi nelia coavaiescen/a. Del nietodo eclettico ne discorre
pin a lungo , perdie , siccome abbiamo gia osservato , e il
metodo della maggioranza de'inedici die professano in
Parigi. Con esso si pratica, al dir di Broussais, una cura a
bilico , ondeggiante , la quale ora innalza, ora ahbassa t azione
vitale. Quindi, riscaldare gli ammalati qnando sono ralFred-
dati ed asfuici co' bagni o vapori caldi , con fregagioni
di sostanze aromatiche e stimolanti, con copertnre di lana^
con bevande piu o meno calde e sudorifere ^ rianiniarli,
ove siano sfiniti con qualclie stimolo interno, coll' etere
per esempio , coll' acetato di amnioniaca , colle tintnre al-
cooliclie ; calmare la nausea, il vomito , la diarrca sfrenata,
il dolore , il grancliio coll' oppio sotto varie forme ; mo-
derare l' eccessiva reazione , togliere la congestione cere-
brnle, sciogliere l' ingorgamento sanguigno al cuore col
salasso o colle sanguisughe , sono queste le praticiie dei
DI BUOUSSAIS. IQC)
medici pusillanimi die si atteiigono al trattamento ecletti-
co, ondesgiante, le risulcanze del quale sono un po migUori,
ma non meno spiacaoli. L' autore condanna altamente gli
emetici ed i piirganti , clie si danno talvolta coif idea di
evacuare il liquido albumiaoso clie inoiida il canale dige-
stive-, pill, scariche si f anno , ei dice, piii cresce il hisogno
di queste (i). Deride iaoltre alcuni medici inglesi e po-
lacchi i qnali in una maniera ancor piii hizzarra accozzaiio
siniLiItancameate i piirganti per evacuare, gli astringenti
per restringere , gli siiinolaati per confortare.
Veniamo fuialmente alia cura iisiologica; a quella cura
clie farebbe prodigi, ove i medici concordeniente I adotcas-
serQ : cura fondata sulla osservazione del modo di agire del
mezzi atdvi die si oppongono al inorbo , e sui risultanienti
della necroscopia. Prendiamola dunque a diligente esame.
Prima ch' egli fondasse la cura lisiologica , anche il sig.
Broussais atterrito dal niarnioreo freddo delle carni de' cole-
rosi , prestava bevande calde » non gia 1' infusione di ca-
" momilla , io non aveva quest' eccesso di audacia , ma
" infusione di malva » (2). Noi sfidianio anche i piu calo-
rosi pnrtigiani della scuola brossesiana a trovar mode di
assolvere il loro antesignano dalla sconvenevolezza di questo
eccesso d' audacia ! L' ardente desiderio die gli ammalati
esprimevano per 1' acqua fredda, e piii ancora la sezione
di due o tre cadaver! , da cui appariva morir vittlraa i
colerosi di una generale infiammazione intestinale, fecero
die il Professore s' avviasse per opposta strada ( Si noti
die in altro luogo aveva egli dichiarato , che nel cholera
la morte dipende speciahnente da difetto di circolazione).
Venne egli adunque nella detenninazione di sostituire alle
hevande calde il ghiaccio , non gia slccome erasi esibito
in Germania unito a copiose bevande^ ma solo, ingliiottito
in pezzetti , e senza bevere per quanto e possibile. Pe-
rocche assicura essere pericoloso di riemjnere il tubo alimen-
tare di liquidi acquosi quando predomina il vninito e la diar-
rea ; e piii vomitare gli ammalati quanto piu bevono,
(1) In im articolo estratto dalla Gazzette medicale ^ il sig. dott.
Novad riporta la pratica celebrata da tanti altri medici di Pai'igi,
nella quale fiiiura T ipecacuana come sovrano rimedio per arre-
»taie subitameiite la diarrea non che il voiiuto se esiste. A clii di
qiiesti siguori dobbiamo prcstar fede ? ....
(2) II tfsto dice guimauve , cioe altoa.
aco LEzroxi due sul choleha morbus,
E pero onde farsi una chiara idea del niodo con cni
adopera pel ghiaccio trascriveremo qui le stesse parole
dell' autore.
tt Quando gli ammalati sono ia preda a copiose eva-
II coazioai loro ingiungo di pigliar solo ghiaccio e trala-
V sciare per quanto e possibiie I'uso di qualnnque bevanda.
» Qiiesti ammalati da prima prendono il ghiaccio con de-
» lizia. Osservate clie quando ne cominciano Y uso essi
n lianno la lingua fredda , il polso quasi estinto, T esterno
» del corpo raflVeddato , con atroce ardore nella gola e
» nello stomaco. Ebbene ! nientre sono in questo state
>> prendono il gliiaccio con piacere. Quando voi vedete la
» lingua venir rossa, la pelle colorarsi e perdere la tinta
>> azzurra , allora potete sospendere I'uso del ghiaccio j
» in vece puo concedersi una bevanda qualunque. »»
E qui e tutta la cura interna. Egli non saprelibe surro-
gare altra cosa al ghiaccio : nulla vale quanto questo mez-
zo; r acqua fredda e ghiacciata non lo supplisce che iai~
perfettamente. Per tal modo , asserisce egli , il cholera si
riduce tutt' al piii in una gastro-enterite con moderata rea-
zioiie fihbrile. E noi soggiungereino , che stando le cose
del cholera in questi termini si puo ben dire davvero,
che egli e una malattia che facilmente si guarisce , ed a
buon mercato. Del resto 1' autore non ammette alcuna be-
vanda calda , che allorquando 1' ammalato comincia ad
avere appetito-, " allora, ei dichiara, gli accordo un quarto
" di brodo luiigo , che lo rianima in una maniera sorpren-
» dente e lo si vede guarire. " Di questi prodigi con un
quarto di brodo lungo era ancor muta la storia dell' arte ,
e se sono veri bisogna ben confessare che 1' economia non
e ultimo merito della cura Csiologica !
Ma la cura fisiologica interna viene a compllcarsi al-
quanto allorche 1' ammalato coleroso e in istato convulsive.
Premesse le cacciate di sangue, ove le evacuazioni non sono
plii cosi abbondanti , e gl' iiitestini non sono piu ripieni
della materia collerica, e v' abbia soltanto un po' di gor-
gogliamento, e 1' ammalato abbia il basso ventre addolen-
tato , granclii , mal essere, agitazione, questa e, secondo
il nostro autore, 1' epoca de' clisteri narcotici. Ippocrate
avrebbe gridato a' suoi allievi : badate , P occasione e fu-
gace , afTrettalevi ad agire nel cholera ; il sig. Broussai*
insegna in vece di coiuiaciare dalle cinque alle sei gocce
DI BROUSSAIS* 201
tli laudaiio in mezzo clistere , e di non progredire che a
poco a poco sino alia dose della 40 gocce. Lo diranno i
iiiedicL die lianno cnrato il cholera , se 11 brossesiaao coa-
siglio sia migliore delT ippocratico.
Le pratiche esterne sono aseai coatraddittorie nella ciira
fislologlca. Ora le fregagioni vengoao disprezzate come
pregiudizj venntici dallo settentrioiiei ora soao commendate
come mezzi efficaci per impedire la congestione cerebrale.
Ora si loda 1' utilita del calore esterno , dei bagni a vapore
su r estremita delle praticlie calefacienti , ora si predica
Topposto. « Ho verificato, cosi Tautore, nella mia prati-
" ca, che i colerosi senza essere riscaldati nell' esterno
» ritornavano alia vita piii o nieno rapidamente, secondo
»/ r iutensita della malattia col solo soccorso del ghiaccio
w e delle bevande fredde in poca cjuantita. " E poco pri-
ma aveva dichiarato clie " il calore e niolto utile senza
« dubbio ; ma deve particolarmente applicarsi alle estre-
»/ niita inferiori. " Cosi pure ora celebra i topici moUitivi,
ora i narcotici ; e quel clie e peggio raccomanda che si
stimoli esternamente , intanto che si calma , si debilita,
si controstimola col gliiaccio internamente: come se I'unita
vitale sopportasse due stati opposti nella maccliina animale;
come se il sistema nervoso a cui si riferiscono tutte le
impressioni recate sulf organlsmo viveiite non le riportasse
ad un centro comune :, come se il caldo ed il fieddo , lo
stimolo ed il controstimolo fossero conciliabili fra di loro!
II sig. Broussais cerchera qui ancora di appoggiare tanta
contraddizione colla speciosa teoria delle revulsioni. Ma
ammettentio anclie tutte le supposizioni gratuite che da
Ippocrate a noi sonosi spacciate intorno alia possibilita di
iciiiamare la flussione ove si fa agire uno stimolo, in qual
uogo avverra la revulsione nel caso nostro? Alle estremita
nferiori , ove lo stimolo del calorico applicato si fa sen-
lire , oppure sul cauale digestivo, ove in grazia del freddo
col gliiaccio introdotto accorre il calorico per legge lisica a
metlLTsi in equilibrio' L' esperimento della mano immersa
nella neve e riscaldantesi, dopo esiratta, fino anclie alT in-
riatmuazione, farebbe sospettare una gran revulsione vitale
nella parte raffreddata. ]\Ia sarebbe possibile che nel cho-
lera, esicndo la reazloiie vitale quasi annicliilata, il ghiaccio
vimesse elleitlvamente la temperatura vitale. AUora sospen-
deudo r andamento della liogosi i;^istro-entericn si direbbe
202 LF.ziONi Dun ?UL ciioLKUA Monnus ,
appuiito die inedicasse ntilmente 1' ammalato. Ma a die pro-
posito jioi anilare stimolando le estromita? Qnclla reaziotie
clie si siiscita dal calore o ilal senapisnio o dal vescicaiite,
noil irradiera ella sul caiiale digest! vo per toglierlo da quello
stato dl riposo vitale in cui si miro a trarnelo col ghiaccio?
Clie se il lualato si trovasse nella iiiopia vitale; se per di-
tetto di reazioiie convenisse stimolarlo, eccitailo, scuoterlo
dallo sbalordinieiito in cui giace, e per conseguenza si
avesse a praticare le strofinazioiii , i vapori caldi , le sti-
molazioni esterne, qual beneficio, domanderemo noi, fara il
gliiaccio interaaniente , die agisce in sense opposto, dimi-
nuendo cioe la possibilita del risorgimento ? Adunque puo
ben darsi il caso , die 1' use del giiiaccio conduca a lode-
vole rimltamento, e puo darsi die il calore esterno e le
applicazioni stimolanti in altri casi siano utilissimi; ma noii
sara iiiai coirusare simultaneamente di questi niezzi die un
medico fisiologo potra vantarsi di fondare un nietodo sopra
r osseivazione deli azione e de^^U efffUi de mezzi caratwi che
noi opponiamo alia malattia.
Tntti i presidj finora accennati non bastereljjjero per
combattere direttamente T infiammazione ; le emissioni di
sangue sono indispensabili quanto P uso del ghiaccio. L' au-
tore avendo riscontrato molte dillicolta di ottener sangue
dal salasso , ricorre con buon esito alle sanguisughe , le
quali ove non diano subito sangue, ne rendono poi in
gran copia coirajuto de' cataplasnii emollienti. Quindi san-
guisuglie dappertutto ove si sviluppa flogosi o minaccia
di congestione; sanguisughe all' epigastrio o sii tutto il
basso ventre pe' sintomi ordinarj del cholera; sanguisughe
al petto se v' abbia complicazione di un attacco polmonale;
sanguisughe al capo ove la congestione si faccia al cervello.
In qucsto caso, intanto che il sangue scola dall'alto e si
impone il ghiaccio sul capo, vuole che alle estremita inle-
riori s'abbiano ad applicare cataplasmi senapizzati, diri-
gervi i Ijagni a vapore, fare dcgli stroplcciamenti dall' alto
al basso, u e per tal modo stimolare 1' ammalato onde
" impedire la congestione cerebiale. » Le quali stimola-
zioni, se abliiano ad aggiungere od a detrarre della utilita
della cacciata di sangue, lasceremo che il dica ogni pra-
tico assennato.
E qual proporzione, qual misura daremo poi alle emis-
sioni sanguigne? Trarremo noi sangue quanto se ne pno
Di BROussAis. ao3
cavare, o aiidremo gnai-dinghl per non mettere il ma-
lato in uno stato d' impoienza vitale ? luiiteremo la pra-
tica del distinto suo collega , il quale n ha ottenuto note-
» voli vantaggi faccndo cacciare una o due once di sangue
>; ogni ora? n Egli ci lascia nella difiicolta di interpretare
le sue intenzioni. Dichiara pero, die ne' casi di amnaalati
iiUierainente raffreddati , o caduti in sincope in seguito al sa-
lassi e che il polso manca, e non si pub ottenere sangue, u il
il medico fisiologo puo dare anche uno stimolo, per esempio
I) dell'acqua di Seltz in cucchiajate, hen inteso che abhia
» del ghiaccio a sua disposizione per annullarne T efFetto
» se lo stoniaco venisse di .troppo stimolato. ( ! ) -^ questo
passo confessiamo che la cura lisiologica ci parve, se non
ragionata, ahiieno nuova. Osianio neppur credere che a tanto
giiinga la pusillaniniita di Broussais, al quale potremmo
i-ivolgere quelle parole che ('e/5o proferiva ad EncistralO
pretcndente di curare il cliolera con tre gocciole di vino:
si veliementem infirmitatein adjuvari posse putavit , erravit.
Chi poi si scandalezzasse dciraruniettere uno stimolo, dap-
poiche r autore ha sferzato si vigorosamente i pratici
brovvniani ed eclettici, trovera bene una piii ingenua ritrat-
tazione in queste sue parole: n cosi, voi lo vedete, non
» escludo niente, assolutamente niente, ma sottometto tutti
» 1 mezzi alia prova della osservazione fisiologica. " Non
e qui divenuto eclettlco anche I'autore? Non confessa egli
implicitamente in questa sua ritrattazione , che non si puo
fondare pel cholera una cura generale, ma che bisogna
far scelta dei mezzi curativi a norma de'casi, delle persone,
de'luoghi, della intcnsita del male, degli elTetti osservati ,
delle complicazioni, e dclle circostanze tutte che avvilup-
pano raumialato?
L' autore non ha lasciato di decantare le maraviglie del
suo mctodo iisiologico. Da prima perdeva uno sopra cinque,
poi ando per gradi migliorando la sua fortuna, talche non
cbbc piu d' un mono sopra trenta o quaranta malati. A
Aero dire, ove ne' di lui calcoli entrassero ammalati tutti
di cholera, dovrcmmo ringraziare I'Altissimo d'averci accor-
dato rontro quel tremendo flagello un sicuro rifugio nella
scuola lisiologica. Ma sgraziatamente la cosa corre altri-
nicnti. 11 sia;nor Broussais comprendc evidentemcnte tutti i
casi di diarrea o <\i cholenna, nel qnadro del cholera,, onde
non possiamo ancora abbandonarci a tanta speranza. Ciie
se valesse il prestar fcdc ai miracoli, dovrcmmo dire die il
204 r.EzioNi nrr. sul cuolera Morbus,
signer BaiUy e piii fortunato del professore tli Vnl tie Grace,
mentre assicnr.i die potenilo colpire il cholera nel sno
prinio periodo, il cli lui inetodo noii ha mai fallito (i).
E si die questo inetodo, salvo la concordanza per le saii-
guisiighe air epis;astrio , e condotto con precetti di tutta
opposta natiira. Perocclie coiisiste in tenere il malato bea
caldo ill letto :, dopo applicate le sanguisuglie mantciurc
sul ventre cataplasm! ammollienti e caldi; bevere largamcnte
infusione legt^erissima, calda di tiglio, di malva, di camo-
milla, o di nielissa. Le quali cose noi leggendo non sap-
piamo poi a clii prestar fade, e restiamo nella fondata
dubbiezza che o non sia, come si pretende , appartenente
al cholera quella indisposizione che s' intende di debellare
da que' signori sotto il noma di cholerina , o die i fatti
sleno alterati da qiiello spirito di vanagloria, die pur
troppo acceca anclie i grandi uomini. E quando par fosse
die il signor Broussais potesse vantare miglior fortuna
degli altri medici di Parigi per la cura del cholera spiegato,
noi non vi troveremmo che un giusto risultamento delle
felici circostanze in cui egli e posto. Nell' ospitale di Vol
de Grace non si raccolgono che soldati , indlvidai tutti
giovani , ben nutriti, ben ailoggiati , sceveri per I'ordioario
da patemi d'animo, obbedienti , e sorvegliati in modo,
che al primo apparir del male ricevono i piu pronti soc-
corsi. Negli altri ospedali alTopposto, ove si ricovera il
popolo iiiinuto, s'adiinano vecchi , miserabili , acciaccosi
d'ogni sorta, individiii rovinati dalla crapnia, dalla venere,
o dalle privazioni, iiialati che riinasero senza soccorsi ne'
primi moinenti della invaslone dal morbo, e che arrivano
air ospitale appena in tempo per esalarvi T ultimo fiato.
E pretonderebbe il signor Broussais che i medici degli altri
ospedali raggiungcssero i di lui snccessi? E in tanta dispa-
rity di casi pretendereblse di mettere a merito della medi-
cina fisiologica la maggioranza delle guarigioni di cliolera ,
quando egli stesso ha dichiarato, che gP individui robusti,
i giovani, quelli che ricevono soccorsi prontamente, i
coraggiosi , ecc. , gnariscono meglio degl' individui che si
trovano in condizioni opposte'' La nostra dlflidenza in me-
rito ai gloriosi successi , die si vantano da alciini pratici
di Parigi, auinenta poi singolarmente considerando le tante
(i) Wdi la Nota del detto iticdiro tradoita dal sigii'ir dottor
Koi-ati al scguito delle lezioni di Broussais pag. 48.
t)I BR0U8SAIS. 205
niigliaja di vittime c!ie colse il cholera in quella capitale,
e riflettendo airanJameato del inorbo, che fu eguale fra i
Parigini, come fra gUAlemanni, i Russi, ed i popoli dell Asia.
Ora che alibiamo analizzato le due lezioai facciamo uq
po'alcune domande a noi inedesiml. La cnra die Broussais
ci venne dettando e dessa veraiaente ra^ionata? Come dirlo,
se la troviamo flnttuante in tante coatraddizionii se e de-
dotia dalP idea esclusiva dclla gasiro-eiUerite ; se in vece
della bnona logica iadiutiva viene predicata con quel ton
trunchant quel croyez nioi sitr parole che e proprio di chi
fida troppo su il proprio valore, e disprezza 1' altrui ?
E dessa nuoca? non sapremmo accordarlo. II ghiaccio , le
sangiiisughe, i salassi, i foinenti narcotici, 1' uso deH'oppio
per clistere , gli stimoli esterni, o per dirli alia sua ma-
niera, revulsivi furono, nelle varie regioni d' Eiiropa col-
pite dal cholera, presidj usati prima di lui, e da medici
Bognanti per nessun conto la niedicina fisiologica. E quella
una cura che si possa dire veramente fisiologica? questo
tltolo non le appartiene per nessun verso. Won e fisiologica
quanto ai principj teoretici da'quali ededotta, perche con-
trasta con quanto ci rivela la fisiologia sul conto dei tes-
suti e delle funzioni intestinali, sul conto dell" importanza
di una flogosi per decidere una morte cosi violenta senza
I'esito ordinario dello sfacelo o della cancrena; perche
procede piuttosto colle teoriche della patologia , die con
quelle che si desuraono dalle leggi della vita j perche tra-
scura ogni ricerca ed ogni pensiero sn 1' innervazione ,
che e senza dubbio il prime elemento vitale compromesso
dalia cr.gione distruggitrice costituente il cholera. Non e
fisiologica quanto alia pratica , perche i mezzi adoperati non
soddist'ano pienamente ai primi bisogni di una vita urgen-
temente minacciata •. perche qnesti mezzi non sono calcola-
ti , che per deprimere , annientare ;, o disturbare la reazione
vitale, in vece di dirigerla, proteggerla e talvolta anche
provocaria ; perche insonmia il sig. Broussais vuole dominare
a suo talento la natura, ed il medico veramente fisiologo sa
di non poter essere che debole ministro della luedesima.
Concludiamo pertanto, clie le due lezioni non si meri-
tavano Tonore di due o tre tradnzioni italiane sirnultanea-
niente prodotte , e tanto meno poi si potevano presentare
a niodello pei medici italiani , i quali non sono poi acco-
fetuniaii a lasciarsi abljacinare dai presticj della fama, co-
Uiunque per altri tltuli ben lucritata. De Filippi.
acf)
APPENDICE,
PARTE I.
SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE.
Voyage aux Regions eqidiioxiales. Viaggio allc Re-
gloni eqnlnoziall del ntiovo contliiente , fatto dal
IT()9 id 1804 da' signori Alcssandro D Humboldt
ed Amatu RoNPLANV, con adand gcograjici e fisici.
— Rclazione storica^ vol. 3.° — Scconda parte della
sesta dlstrUmzione. — Parigi, J. Smith, e Londra,
Dulau e camp, ecc, i83i.
Articolo primo.
D,
'a che a singolare beneficio delle lettere e delle sclenze
ebbe origine Tarte delT imprimere i libri, nessuii' opera
venue giammai pubblicata, die piii di qnesta cliiamarsi
possa niagoiiica e grandiosa. E cio alFermando eccettuai* nou
voglianio nenniieno le gigantesclie reali coUezioni dell'lsti-
tuto d'Egitto, del Museo BrasUiense de' signori Martins e
Spix, delle celeberrime Vedute d'Oriente e relative opere
del Daniel, e di quelle altre delle quali va piii fastosa la
tipografia. Imperocche alia publjlicazione del Viaggio de' si-
gnori d' Humboldt e Bonplaud concorsero gareggiando le
scienze e le arti pressoclie tutte , e vi concorsero tutta
sfoggiando Taccuratezza e possanza loro : grande, perenne
monumento dagU antori suoi innalzato alia gloria del nuovo
niondo ed alia loro propria rinonianza !
Ma quest' opera considerarsi nou dee come nn'ordinaria
relazioue, o come uu semplice dilettevole rncconto di av-
veature, interrotto da qualclie particolare e curiosa notizia
intorno a' paesi dal viaggiatore trascorsi. Clie aiizi e dessa
per la sua propria natura uii' opera emineniemente scien-
tiiica, nella quale il prunario suo autore, il sig. d' Hum-
boldt, uomo di tauto e si futto sapere clie supera , quasi
APP. PARTE 6TRANIERA. 307
direniino, V umana cret-leiiza, offre i rlsultaiuenti delle sue
generall osiiervazioni sui paesi da lui visitati, spesso di-
scendeuclo a profoude discussioni intorno ad importantissimi
oggetti della storia , dell' antiqnaria, della fisica, deli'astro-
nomia, della geografia, della poUtica, della statistica e di
tutte le diverse parti delle scienze naturali (i). INlale non-
dimeno si apporrebbe chi giudicasse clie a' soli scienziati
essere dejjba lecito I'accostarsi a quest' opera. Perciocclie
essa a (jualsivoglia classe di non incolti leggitori presenta
pure non poclii luoglii di universale iniportanza e di grade-
volissimo studio intorno all' aspetto della natura , ai grandi
fenomeni della fisica generale, alle diverse produzioni della
terra, all' influenza de'climi, alio stato e alle costumanze
de' popoli ed a moltissimi altri argomenti. A conferniar le
quali parole noi ora movcndo dall' ultima annunziata di-
stribuzione, ci faremo a trascegliere alcune delle parti , die
pill adatte ci seuil^rarono ad eccitare la curiosita di que'
lettori , a' quali per avventura troppo grave fosse o sover-
chio I'avvolgersi nelle scientifiche discussioni. E cio farerao
tanto pill di buon animo, quanto che raltissinio, benche
ragionevole, prezzo di quest' opera ha fatto si clie pocliis-
sinii esemplari siano di essa alia penisola nostra pervenuti:
opera che fatta senibra per le sole librerie de' piu doviziosi,
e per le sole piu grandi e piii cospicue biblioteclie. I vo-
lumi finora pubblicati sono ventisette, tra" quali diciassette
in gr. foglio e dieci in 4.° gr. , con i3oo tavole eseguite
colla massima diligenza e squisitezza (2).
(l) Sotto di ua tale aspetto, cioe dell' aspetto pui'amente scien-
tifico , gia si e della, stessa opera ragionato ue' touii 3.° p. 614 ;
4.° p. 126, 3aa e 5oi ; e 5.° p. i35 di questo Giornale.
(a) A vie nieglio diinostrare f importanza e la graiidiosita di
quest' opera, di cui trovasi uu magnilico escmplare nell' I. R. Bi-
blioteca di Brera , crediaiiio bene di qui accennarue le parti
finora pubblicaie. Qiieste sono :
I." Sciggio sulla i:cogrcfia delle piajite ( I vol. in ^."y piii aru-
piameute esjiosio in iiii' oj era latiiia sotto il titolo di J'lolegomena
de distniutloiie feogra^/dca plantaruiii secundum (oeli tcmpcrieiii et
tdtitudiiiein moiitium; in una iMemoria sui rajjporti nwnerici tra le
diverse lauiiglie de' vegetabili e f intera niassa de' faneros,auii , e
sui cai'atteri indicanti la distribuzione delle forme vegetali sotto
di ciascun clima; e finaluiente quanto aWa. fisonoiida delle piante
iu una Menioria inseriia nel 2.," volume dei Quadri della natura.
2° riante equinoziali (a vol. in fog.") del sig, Bonphuid.
ao8 APPENDICE
E priinieramente rammentar cotiviene che i signorl
d' Humboldt e Bonpland partirono dal porto dclla Corogna
il 5 giugno del 1799, e che dopo una permanenza di
nove giorni alle isole Canarie giunsero a Cumana il 16
luglio. Fatto quindi uq lungo soggiorno in questa citta ed
3." Moriografia delle lletzie c clelle Melastome (a vol. iu fog.°)
del sig, Bonpland.
4.° FainigUa delle Mimosacee , ed altre Piante leguminose ( I
vol. in fog." ).
5.° Graminacee rare deW America equiaoziale (l vol. in fog.").
6." Nova genera et species vlantaru'n ( 7 vol. in fog.' che
contengono 700 tavole).
Qiiesti 14 voliinii di Botanica desrrittiva, i rui iiltimi 9 furono
compilati dal sig. Kuntb, coiTJspoudente della iVancese 11. Acca-^
deniia delle scieuze , e secondo direttore del Giardino botanica
di Berlino , souo coiTedati di figure incise sui bei disegni del
sig. Tuqiin.
7,° Osservazioni di ZooloL'ia e cTAnatomia comparata ( a vol.
8.° Raccolta di osservazioni astronomiche , con una livellazione
harometrica e geognostica delle CordigUere delle Andes , jiubblicata
da' signori d' Humboldt ed Oltnianiis ( a vol in 4-° )• La parte
geognostica trovasi piii ampiameute sviluppata nel Saggio sul giu"
cimcnto delle rocce ne' due eiitisferi.
9.° Quadro fisico delle Rcgiwii equinoziali. Tutte le osservazioni
relative al mngnctisiuo terrcstre trovausi esposte nclle giunte al terzo
voluiui- poc' anzi pubblicato della Relazione storica. Cio poi che
risgu.irda la Climatologia ^ o la distribuzioue del calore alia super-
ficie del globo, iu separatamente trattato dal sig. d'' Humboldt
nella sua Meinoria sulle Lince isoterine.
10." Veduta delle Cordii^liere , e Monumenci de' popoli indigent
deW America ( 3 vol. in fog." ).
Ii.° Siiggio politico sulla Nuova-Spagna (a vol, in 4.' con
un Atlante geografico c fisico ).
12.'" Saggio politico suW isola di Cuba (2 vol. in 8.°), al
quale trovasi aggiunta una I\Icmoria sulla geografia astrononiica
delle Auiille, e sui uiezzi con cui pertVziouare le Tavole di pusi~
ziom , ecc,
13." Relazione storica del viaggio alle regioni equinoziali del
nuovo contincntc ( linora 3 vol. in 4.°: al toiale conipimento ^
questa Relazione non manca che il solo vol. 4.°) con un Atlante
geografico e fisico.
II prezzo complessivo di tutte queste parti finora pubblicate,
colle tavole a rolori ed in carta vel., i' di circa fr. 10,760. Delia
Relazione pubblicasi pure un edizione in 0.", gia ne sono usciU
J 3 NHjlunii.
PARTE STRANIERA. 2CA)
in Caracas, eJ esamiaati i circonvicini paesi, traversaio-
no , al priacipio del 1800, le Llanos (lande, immense e
solitarie pianure, steppes) tlella provincia di Venezuela e
giunsero al Rio Apuro ed airOrenoco, del quale segui-
rono r immenso corso nella jirima meth dell' anno, ascea-
dendo neir interno dell' America meridionale sino alle sue
sorgenti ed a quelle di Rio Negro presso i confini degli
Staii del Brasile. Di ritorno nel luglio aile Llanos di Ve-
nezuela fecero un ultimo soggiorno a Cumana ; quindi
imbarcatisi il 24. novembre per f Havana giunsero all' isola
di Cuba, dove si trattennero sino al marzo del 1801. Qui
comincia il volume terzo della Relazione storica , della
quale fa parte I'anzidetta distribuzione solo I'anno scorso
pubblicatasi ; e da questo medesimo punto ayranno prin-
cipio gli estratti nostri.
I signori d' Humboldt e Bonpland (lib. 9.°, cap. aS.")
dopo il soggiorno di un niese ad Angostura, capitale della
Guiana spagnuola, passarono nella notte dell' 11 luglio 1801
per r ultima volta 1' Orenoco , grande fiume dell' America
meridionale, il cui corso era per I'addietro pressoche
ignoio. Lungo, nojoso e lentissimo fii il loro viaggio a
traverso le Llanos, tra 1' Angostura e Nuova-Barcellona ,
eccessivo il calore per la riverberazione del suolo pri\'o di
vegetabili. Al confluente dell' Apuro e dell' Orenoco (i),
presso la montagna di Sacaima incontrarono un coltivatore
fraucese cite vivea fra le sue gregge in una perfetta iso-
lata solitudine. Questo buon uomo credeva cbe le politiche
rivoluzioni del vecchio mondo, e le guerre cbe ne furono
la conseguenza non d' altra causa provenissero , fuorcbe
dalta lunga opposizione de' frati dell' Osservanza. Giunti ap-
pena nelle Llanos di Nuova-Barcellona (2) passarono la
prima notte presso un altro Francese che gli accolse colla
pill amabile ospitalita. Egli era nativo di Lione; abbando-
nato avea sin dalla prima gioventu il suo paese, e punto
non sembrava curarsi di cio clie al di la dell'Atlantico av-
veniva , o come ivi assai sdegnosamente dicesi dell'Europa,
ildC ahra parte del gran mare. Essi videro il loro ospite
(i) Nrlla Colombia al 6° 47' di lat. S. e 70' di luQg. Merid.
di Pavigi.
(3) Nuova Barcellona giace sulla costa del mare delle Antille
uella Colombia al 10° 5' di kt. e 67,3' di long.
nibl. ItaL T. LXVI. , 14
aiO APPENDICE
intento a conguignere grossi pezzi di legname col mezzo
d' una coUa impaniante detta pi.ayca. Questa sostanza di
cui servonsi i falegnami dell' Angostura somiglia alia ini-
j;liore colla die traggasl dal regno animale. Essa si trova
gia prcparata tra la scorza ed il midollo d'nna pianta della
famiglia delle Combretacee {Conihretwn Guayca). c Fa ina-
raviglia (dice d' Himiholdt ) rabljorulanza con cui questa
materia viscosa vieii colando dai rami sarmentosi del Ve-
juco dl Guayca. Cosi sotto i tropici trovai nello stato di
purezza ed in pavticolari organi disposto cib che sotto la
zona temperata non pno ottenersi che col mezzo dell' arte. "
I due viaggiatori giunsero il i3 luglio al villaggio del
Cari, che e la prima delle missioni caribe dipendenti dai
frati deW Osservanza del collegio di Piritu , ossia De pro-
paganda fide di Nuova-Barcellona. Eglino , giusta la consue-
tudine , soggiornarono nel convento , cioe nella casa del
parroco, muniti essendo delle raccomandazioni de' vescovi
e del guardiano delle missioni dell'Orenoco. Imperocche
dalle coste della Naova-California sino a Valdivia e sino
air imboccatura del Rio de la Plata, sovra un'estensione
di diecimila leghe , vincere si possono tutte le ditiicolta
d' un lungo viaggio di terra, quand' ottenuta siasi la prote-
zione del clero americano. « II potere (cost avverte d' Hum-
boldt) che quest! corpi esercitano nello stato e troppo
Jjene stabilito, pcrche essere possa a lungo soverchiato da
nn nuovo ordine di cose. " L' ospite fu loro cortese del
piu affabile accoglimento , ad onta dl quella un po' impor-
tuna curiosita, che negli aljitanti delTAmerica meridionale
destasi sempre all'aspetto di uno straniero non ispagnuolo.
Essi trovarono piu di 5oo Caribi nel villaggio di Cari,
piii altri nelle missioni de' dintorni. Cosa al certo curio-
sissima a vedersi, un popolo cioe gih nomade di origine
aatica, e forse il primitivo dell' America , di recente at-
taccato al suolo, e per la sua forza iisica e naturale di-
verso da tutti gli altri Indian! ! t< In nessun' altra parte
(dice d' Humboldt) ho veduto un' intera razza d' uoinini
piii sviluppata (dal 5 pledi 6 poUici ai 5 piedi lo pollici )
e di statura piii colossale. Gli uomini , e cio e assai co-
mune in America , sono piii coperti che le donne. Queste
non portano che il giuijuco o perizoina, sotto la forma di
benderella : gli uomini hanno tutti il corpo dalle brac-
eia sino alle anche avvolio in un pezzo di tela di colore
I'ARTE STR^iNIERA. 211
azzuiTo-carico e quasi nero. Qiiesto panneggiainento e cosi
ainpio die qnaiido verso la sera la temperatura si abbassa,
1 Caribi coproiisi coa esso una deile spalle. Siccome poi
lianiio il corpo tinto d' onoto ( specie di manteca nericcia
clie traesi dalla Bixa Orellana ) , cosi le lore grandi cor-
]>oratnre d'^nii rosso di rame , e pittorescamente panaeg-
giate senibrano da lungi , per qaell' immense planure at-
reggiandosi , altrettante antiche statue di bronzo. II taglio
de' capelli degii uomini appare sommamente caratteristico:
essd e quelle de' monaci o de' cberici. La fronte e rasa in
parte ; cio clie sembrare li fa grandissimi : portano una
densa ciocca di capelli tagliati in cercliio , la quale non
comincia che assai da vicino alia sommlta del capo. Tale
somiglianza che i Caribi hanno coi monaci, non e gia una
consegnenza del loro vivere nelle missioni. Ne essa pur
debbesi , come falsamente fu asserito, al desiderio cbe dai
natii nutresi d' imitare i lor padroni, i padri di S, Fran-
cesco. Le tribu che conservarono la loro selvaggia indi-
pendenza, tra le sorgenti del Carony e del Rio Branco ,
si distinguono per questo medesimo cerqiiillo cle frailes, che
alTepoca stessa della scoperta dell' America gia dai primi
storici spagnuoU attribuivasi ai popoli della razza cariba.
Tutti gli uomini di questa razza che ci avvenne di vedere,
sia navigando sul Basso-Orenoco, sia nelle missioni di Pi-
ritu, difFeriscono dagli altri Lidiani, non solamente per la
loro svelta statura, nia ancora per la regolarita delle loro
fattezze. Essi hanno il naso men lungo e meno stiacciato ,
i pomelli delle gote meno salienti, la fisonomia meno mon-
gola. I loro occhi, plii neri di quelli delle akre orde delle
Guiana, annunziaiio inteHi2;enza e quasi direbbesi abitu-
dine alia riflessione. I Caribi hanno gravita ne' loro modi,
ed annunziano nel loro sguardo qualche cosa di tristo; ca-
ratrere che incontrasi presso la piii parte de' primitivi abi-
tanti del nuovo-mondo. L'espressione di severita che pre-
sentasi ne' loro lineamenti, viene singolarmente anmeu-
tata dalla mania ch' essi hanno di tignersi le sovracciglia
col succo A\ carulo , d' ingrandirle e congiugnerle insieme:
spesso imprimono di nere macciiie il loro corpo ond'ap-
parire plii feroci. I magistrati del comune, i governador e
gli alcaldes, che soli hanno il diritto di portare lunghe
canne, vennero a visitarci. Fra essi ci avea de' giovani
iudiani dai diciotto ai venti anni, giacche la scelta non
2ia APPENDICE
dipcnde cl»e dalla volonta del missionario. Craiidissima era
la maraviglia nostra nel trovare fra' Caribi dipinti d'oioto
quelTaria d'importanza, quel niisnrato contegno, (jue'freddi
e disdegnosi modi die talvolta iacontransi tra le persone
del basso popolo nelT antico continente. Le donne caribe
6ono meno robuste e piii briitte degli uomini. Esse sop-
portano quasi sole tutto il peso de' domestici , non meno
che de' campestri lavori : ci ciiiesero con insistenza delle
spille, die in mancanza di tasclie ponevano sotto il labbro
inferiore : sogliono forarsi la pelle in uiodo die la testa
della spilla riuiane neiriaterno della bocca. Quest' e un'abi-
tudine cb' elleno conservato iianno dal primitivo e selvag-
gio loro stato. Le giovinette sono tinte di rosso, e trattone
cio die ne copre il gnajuco, totalmeiite nude. Fra i difFe-
renti popoli dei due mondi 1' idea della nudita non e che
nn' idea relativa. In qualclie parte dell'Asia non e pur ad
«na donna permesso di mostrare la punta delle dita , nien-
tre un' Indiana di razza cariba non crede d' essere nuda
allorclie porta un guajuco della lungbezza di due pollici :
e questa medesima benderella riguardasi come una parte
dell'abito meno necessaria, di quello che lo sia il dipinto
che copre la pelle. Uscire dalla propria capanna senz' es-
sere tinto d'oraofo, sarebbe un peccare contro di tuite le
regole della decenza canba. "
Questi Caribi od Indiani delle niissloni di Piritu discen-
dono da un popolo die per le sue guerresche e mercantili
imprese ebbe grande influenza sul vasto paese che dall'E-
quatore estendesi sino alle coste settcntrionali. Pero la loro
lingua e la j)iu diffusa in questa parte del niondo. Le loro
stesse tradizionl indicar sembrano che anticlie comunica-
zioni sussistessero fra le due Americhe. E qui importantl
osservazioni ci si presentano dall' autore tratte da' monu-
menti e dai costumi , dalle quali non poca luce spargesi
6u' primitivi popoli del Nuovo-ftlondo. La bella nazione
de' Caribi non occupa ora che una piccola parte del paese
ch'ella abitava all' epoca della scoperta dcll'America. Le
crudelta degli Europei la fecero totahnente sparire dalle
Antille e dalle coste del Darien ; ladJove sommessa al
governo delle missioni formo popolosi villaggi iielle pro-
vincie di Nuova-Barcellona e della Guiana spagnuola. La
loro toiale popolazione e di circa 40000 individni di razza
pura , cioe non mista d'altre razze americaiie. Tra questa
fAUTE STRANIERA. 2l3
ra/.za il llngnaggio delle donne difFerlsce da quello degll
iiomini, anomnlia che pure incontrasi, benclie in piu stretti
limiti presso altre nazioni delFAmerica. Di questo, direin-
mo fjiiasi fenomeno morale, attribuir vnolsi in parte la
causa air isolamento in cui vivono le donne, e per cui
elle creansi particolari locuzioni, che dagli uoniini non si
vogliono adottare. Cicerone ( cle Orat. , I. 3, c. 12) gia
osservato avea die le antiche forme del dire conservansi
a preferenza nella bocca delle donne , perclie la loro stessa
posizione nella societa le rende meno soggelte a quelle
vicissitudini delia vita (a que' cangiamenti di luogo e di
occupazione ) che presso gli uomini tendono ad alterare
la prunitiva purlta della lingua. Ma il sig. d' Humboldt a
queste ragioni un'altra ne aggiunge e particolarissima ,
giacche V anzidetia causa non bastcrebbe a spiegare il
troppo grande e mirabile contrasto die presso i Caribi
incontrasi nella lingua dei due sessi. "Si e creduto (dice
egli) di trovaria nelT uso barbaro che questi popoli aveano
di uccidcre i prigiouieri maschi, e di condurre in servitu
le donne dei vinti. I Cnribi facendo la loro invasione nelTAr-
cipelago delle piccole Antille, vi giunsero come un" orda
di guerrieri , non come una colonia dalle sue famiglie ac-
compagnata. La lingua delle donne formavasi a mano a
mano che da" vincitori contraevansi alleanze colle donne
straniere. Nuovi elementi, vocaboli dalle voci caribe distinti
si trasmettevano ne'ginecei da generazione in generazione ,
su' quail pero la struttura, le combiuazioni, le forme
graniaticali della lingua degii uomini esercitavano la loro
influenza. AUora in una piccola riunione d'individui face-
vasi cio che troviamo in tutto il complesso de' popoli del
Nnovo-Continente : una totale disparita di vocaboli a lato
di una grande analogia nella struttura onde caratterizzate
sono le lingue americane , dalla baja d' Hudson siuo alio
stretto di Magellano ; direbbersi quasi materie difFerenti
rivestite di forme analoghe. Quando rammentare si voglia
che questo fenomeno abbraccia da un polo all'altro tutto
un lato del nostro pianeta , quando si consider! che le
graduazioni sussistono ne' rapporti grarnaticali ( nei generi
appiicati alle tre persone del verbo , ne' raddoppiamenti ,
ne' frequentativi , ne' duali ) , non si saprebbe bastevolmente
esprimcre la maraviglia in veggendo presso una si notabile
214 APPENDIOB
jiorzicne Jfll'' uniaiia specie una tendfiiza imilbniie alio
svilnppamento dell' intelletto e della lingua " (iV
11 dialotto delle doune carilje , proveniente, come veduto
abliiamO;, dalle Antille coiiticne duncpie gli avanzi d' una
lingua esiinta. Ma qual e mai questa lingua? Ecco cio che
ci e tuttavia ignoto, giacche tutte le ipotesi finora esposte
intorno a si fatta quistione fondansi sovra un' imperfettis-
sima coivjscenza dcgl' idiomi a tal nopo confrontati. La
dorninazione che i Caribi ebbero per buigo tempo sovr' una
gran parte del continente, e la memoria della lore antica
grandezza ispiraiono l(5ro un sentimento di dignita e di
nazionale supremazia , che mostrasi nelle maniere e ne'
discorsi loro : Noi soli siamo un popolo (dicono essi pro-
verbial mente ) ; gli altri uomini (equili) sono fntti per scr-
virci. Tale disprezzo de' Caribi pe' loro anticiii nemici e
spinto si oltre , che il sig. d' Humboldt vide un fanciullo
di dieci anni sbufFare di rabbia allorche scntivasi chiamare
Cahro o Cavero. Non di ineno egli non mai veduto avea
individuo alcuno di questa sciagnrata nazione che ha dato
il suo nonie alia citta di Cabruta , e che dopo una kinga
resistenza fu dai Caribi pressoche interamente sterniinata.
E qui r autore osserva che da per tutto , e presso le orde
semiselvagge e nella piii incivilita parte dell' Europa in-
contransi cotali inveterati odj , si fatti nonii di popoli ne-
iriici , che T uso passar t'ece nelle lingue non nieno che le
piu crudeli ingiurie.
I due viaggiatori introdotti furono da'missionarj in varie
capanne indiane, ove 1' ordine ed una somma proprieta
regnavano. Ma essi videro con ribrczzo i tornienti a'quali le
niadri caribe sommettevano i loro bambini con benderelle
di cuojo e di cotone ond' ahernaniente ingrossare la carne
di quegl' innocenti dalla chiavicola de' piedi sine al di
sopra delle cosce. Indarno que' buoni religiosi, senza cono-
scere punto il nome e le opere di Rousseau, tentavano
d' opporsi a tale sistema di fisica educazione. L' uomo
(l) II sig. d' Huiuboldt cbbe la fortuna di ottenere uu mano-
scvitto conrenente 1' esrratto che il padre Sebastiano Garcia ha
fatto della Gramatlca de la lengua Caribe di-l P. Fernando Xirue-
nes. Tale prezioso uianoscritto ha servito alle ricerche che il
«ig. Vaier , e pin i". recenie sovr' un piano assai piu vasto , il
«ig. Giigl. d' Hunibftldt , fratello del viaggiatore , fecero intorno
alia stnittnra delle lingue anicricane.
PUITF. STRANIERA. ai5
nsclto dai boschi , clie noi credianio si semplice ne' suoi
costnmi, non e altrimenti docile allorche trattasi del suo
abbigliamento e delle idee ch' egll si e forniato della l)clta
e della convenevolezza. D'altronde fece non piccola sorpresa
(al signer d' Hnniboldt) 11 vedere die il tonnento ciii soni-
niettonsi que' poveri fanciulli e die sembrerebbe dover in-
terroinpeie la circolazione del sangue , punto noa aftievo-
lisce il mos-imento miiscolare. Non ci lia razza d' uouiini
piu robusii ed alia corsa piii leggier! quanto i Caribi. Si
grande poi e lo spirito d'ordine e di sominissione ciie regna
nelle missioni caribe, die un viaggiatore durerebbe fatica
a credere d'essere tra canibali. Questo vocabolo americano
tli significazione un po' dnbbia e die probabilmente deriva
dalla lingua d' Haiti o da qnella di Portoricco, passo nelle
lingue d'Europa, dope la line del i5.° secolo, come sino-
nimo d' antropofago. Pietro d' Anghiera e forse il primo
scrittore die un tale significato dia al noma di Canibale :
Edaces hunianaruin carnium , dice egU nella terza decade
delle si}€ Oceanidie, novi anthropophagi, quos dixinius
C.aribes alias Canibales appellari. Pero il signer d" Humboldt
in piu d' un luogo dell' opera sua ci raminenta die i voca-
boli Caribi e Canibali non sono die amerlcani epiteti allusivi
alia vigilanza, alia forza ed anclie alia superiorith dello
spirito di un popolo, il quale comedie decaduto dal suo
primitivo potere , non di nieno per si fatte prerogative
distin.nuevasi. Se corum lingua , Charaibi , hoc est magnce sa-
pienticB K'iros vocantes, lascio scritto il Vespucci. Debb' anzi
notarsi die all'arrivo dei Portogliesi i Brasiliani davano
ai loro magi il nome di Caraibi ; e notarsi debbe ancora ,
die i Caribi della Parima erano iieirAmerica i popoli piii
viaggiatori; e forse alcuiii individui di questa vagabonda
nazmne rappresentavano quella parte niedcsima che ua
tempo i Caldei nell' antico coatinente. Ne vuoisi con cio
ncijare die i Caribi come conquistatori commesse non ab-
biano nelle Antilie crudeha e violenze; ma e d' uopo pur
concedere che si fatte violenze e crudeha esagerate furono
dai primi viaggiatori, i quali non prestavano fede se non
ai popoli per autica inimicizia a' Caribi avversi. Tutt' i
missionary di Carony, del Basso-Orenoco e delle Llanos
dfl Cari affermano die i Caribi sono per avventnra i po-
poli meno antropofagi nel Nuovo-Continente. n Ben si vede
(dice d' Humboldt) che Paccanimento e la disperazione ,
2 1 6 A r p r X D 1 c E
con ciii uncsti iiifelici Caribi vediui furono difenJersi contra
gli S|iagiiiioli , allordie nel i5o4 da iin decreto reale di-
chiarati fin'ono scliiavi, contribiiir dovette alia rinonianza
che fu loro data di ferocia. <> II sig. d' Humboldt si niostra
poco favorevole al celebre nostro Colondio : egU asscrisce
che I' la prima idea d'incrudelire contro di questa nazione,
e di privarla della sua liberta e de' suoi naturali diritti a lui
debbesi, die partesjgiando colle opinioni del i5.° secolo noii
sempre si umano niostravasi, come nel i8.° fu detto per odio
contro de' suoi detrattori. Le stesse donne cnrlbe in quelle
sanguinose zuft'e, dopo la morte de' loro mariti, si difesero
si disperatamente che t'u detto formar elleno una popola-
zione OiAinazoni, siccome lo stesso P. d'Anghiera riferisce.»
Bcllo e a leggersi tutto cio che risguarda il governo di
quelle missioni, il carattcre e le costumanze de' Caribi e
la loro indole ])en aliena da quella bruialita , della quale
fnron eglino imputati da'primi Conquistiulores. u Noi fummo
sorpresi (dice d'HumboIdt) nel nostro soggiorno nelle mis-
sioni caribe in veggendo la facilita colia quale i giovani
indiani di i8 o ao anni , allorclie sono educatl all' incum-
])enza di'Alguacil o di liscal, vanno perorando dinanzi al
comune per ben due ore. L' intouazione della voce , la
gravita del contegno , il gesto clie accompagna la parola ,
tutto annunziava un popolo incjegnoso e suscettivo d' un
alto grado d' incivilitnento. Un frate francescano, che ab-
bastanza conosceva il cariI)o per potere talvolta predicare
in questa lingua, osservar el fece come ne' discorsi degl' In-
diani i periodi erano lunglii e numerosi senz'essere giam-
mai intricati od oscuri. Particolari flessioni del verbo indi-
cano tosto la natura del reggimcnto , secondo ch' esso e
animato od inanimato, da una cosa sola comprendendosi
plnralita di oggetti. Piccole forme annesse (sujjixa) hanuo
la (jualita di ben accordare il sentimento^ e qui come in
tutii gl' idiomi formati da un naturale sviluppamento , la
chlarezza nasce da quel regolatore istinto, ciie ne' diversi
stati della barbaric e della cultura caratterizza I'uniana
intelligenza. Ne' giorni di festa , dopo la celebrazione della
IVIessa , 1' intero comune si raccoglie dinanzi la chiesa. Le
giovinette depongono a'pi'di del missionario fasci di legna,
mais , banane ed altri commestibili , de'quali pub egli aver
hisogno per la sua casa. Nel tempo medesimo il go\rrna-
clor, il Jiscul e gli altri ufficiali del municipio, tutti di razza
TARTP. STR.VNIERA. 217
indiann, esortano i natii al lavoro, regolano le occupazioni
alle quali rivolaersi debl^oiio nella settimana , correggono i
neghittosi e ( convicne pur dirlo ) flagellano cnitlelmente gli
indocili: i colpi di bastone ricevuti sono colla stessa impas-
sibilita colla quale vengono dati. Quest! atti di giustizia
distributiva sembrano Ijea liinghi e ben frequent! a' viag-
giator! che traversano le Llanos per recars! da Angostura
alle coste. Sarebbe a bramars! che tal! pane corporal! ini-
poste non fossero dal prete nelT atto di scendere dall' alta-
re : ne vederlo vorrebbesi assistere alia punizione degli
uomin! e delle donne in alaito sacerdotale : ma quest' abnso,
o, se cosi vuolsi , questa mancanza di convenevolezza na-
sce dal priucipio sul quale fondasi il bizzarro governo delle
mission!. II poter civile il piii arbitrario e strettamente le-
gato ai dirltti che dal parroco esercitans! nel piccolo co-
niune ; e sebbene ! Caribi non siano altrimenti canibali e
bramcrebbesi di vedcrli trattati dolcemente e con indul—
genza f, non di meno si comprende di leggieri che alcuni
niezzi un po' energici sono talvolta necessarj per niante-
nere la quiete in una societa nascente. »
Nol ci siamo forse un po' troppo a lungo intertenuti
sulla bella nazione de' Caribi , perclie fu dessa la prima
in cui incontrato siasi Cristoforo Colombo allorclie spinse
i suoi primi jjassi nel Nuovo-Mondo; perche fu dessa una
nazione bellicosa e per lungo tempo dominante , perche
ne' suoi lineament! e nella sua fisica costituzione ci pre-
senta ie tracce d'un'origine stranlera, e finalmente perche
innanzi il viaggio del d"IIumboklt se ne parlava come d'una
razza estinta. Egli ancora ne ragiona quindi a lungo, ed
aggiugne ghe << s' egli e vero che la piii parte de'selvaggi,
siccome dimostrarsi sembra dalle loro lingue, da'loro miti
cosmogonici, e da moltissimi altri indizj , non sono ciie
razze degradate, avanzi al comune nanfragio sfuggiti , dop-
piamente importa T indagare le tracce per le quali questi
avanzi sospinti furono dall'uno all'altro emisfero. »
Talnno maravigliarsi potrebbe come mai la pubblicazlone
di questo famosissimo viaggio sofTerto abbia cotante inter-
rnzioni sicche ginnto ancor non sia al sue compimento.
Cosa pero ingiustissima sarebbe il volerne impittare 1' il-
lustre autore. Perciocche chiunque facciasi a considcrare
la natura di questa si grandlosa opera, all' esegnimento
ed alia pubblicazlone della quale non presto mano alcun
aio APPENDICE
governo, ncorgera bcu tosto le infinite ilifTicoIta, coritro delle
quali fu d'an-jo lottare, e non potra a meno cramtnirar Kt
straordinaria perscveranza , colla quale il sig. d'Hmnlioldt
vincere e progredir seppe nelle varle fasi, per cos'i dire,
del sno ardiinentoso intraprendimento. Ne in qnesti inter-
valli si stette egU inoperoso. Clie anzi pnbblico piu altre
opera scientifiche, ebbe ed esegni diplomatiche coinmis-
sioni di grande importanza e fece iin viaggio di oltre a
4800 leglie neir impero russo. E di quest' altro e piu re-
cente viaggio noi parleremo appunto nel prossiino fascicolo
innanzi di passare alia contlnuazione di quello da lui fatto
nel niiovo mondo.
rAKTE STRANIER.V.
Sir Edward Seawards Narrative , ecc. Relatione del
nanfragio di sir Odoardo Seaward, e della scoperta
di alcune isole nel mare de Caraibl che ne furono
la consrgueiiza , col ragguaglio di niolti notabili ed
interessantissimi avvenimenti della vita di lui, dal-
V anno it33 al 1740: H tutto desunto dal suo pro-
prio giornale e puhblicato da madamigella Giovanna
Porter. — Londra, i83i, vol. 3, in 8.° {Estratto
3.° cd ultimo. Vedi questo medesimo tomo 66.°,
aprile p.° p.°, pag. 97 ).
Oir OcloarJo ond'impiegare i suoi capitali compera il bel
tenintento di Hartland nel Glocestershire. Dopo d'aver pas-
sati alcnni mesi nel seno della sua famiglia , e d'aver in-
dotto lui ecclesiastico , il sig. Rowley, ed nn medico, il
sig. Gordon, ad accompagnarlo, riparte colla sua moglie
e colla sua sorella IMaria, la quale poco dopo da la mano
di sposa al loro amico, il capitano Drake. Essi giungono
alle isole Seaward, nel i'j2>'j , e vi sono con giubilo ac-
colti. Tutto cola continuato avea a prosperare , e molto
esteso erasi il comniercio. Sir Odoardo sotto la direzione
di un ahile ufficiale die venuto era a visitar 1' isola , in-
traprende la costruzione di varj forti : poi per T interesse
della colonia fa colla moglie un vlaggio a Portobello ; ma
nc riporta nn esito infelice. Eglino arrestati sono dagli Spa-
gnuoli e ritenuti in istretta yirigione. Finalmente ottengono
la liberta e fanno ritorno all" isola. Ivi conducevano una
vita felice e tran Tutto cib die in quest' occasione io dlr posso ad onore
del Diica, si e ch' egli serbo il silenzio iiientr' io pailava,
e che per hen due o tie volte cangio di colore: ma il
tutto fini colla segiiente fredda risposta : — Sir Odoar-
do, ve Io ripeto, la cosa e fattn , e la piazza debb' essere
consegnata senza indugio alia Corona di Spagna. Voi ri-
ceverete 10,000 lire d' indennith , come gia vi dissi. Ma
percbe mai siete voi cosi importune in quest' aftare? L' i-
sola di Batan fu di gia abbandonata, e non meno abbando-
nati furono tutti gli altri punti iiella convenzione compresi,
trattone i vostri aliliomiuevoli scogli. — Se tale (risposi)
e la vostra sentenza , Milord Duca, io con vostra permis-
sione prendero da voi congedo. — -^g^^ alzossi e mi sa-
lute: io pure presi il mio cappello , ma colla roedesima
disposizione in cui trovasi un uomo che nell' atto di ab-
bandonare il suo antajronista gli dice : Signore ci rivedrenio.
» Dope cli' elibi ahbaudonato il ministro, Io spirito niio
era talmente assorto clie nulla io vidi sino al momento in
cui giunsi al mio all^ergo. L'ecceliente mia consorte atten-
deva con ansieta il mio ritorno. Ella lesse ne' miei occhi
Io sgraziato esito del mio coUoquio: pero nulla mi disse ,
ma coiidottomi ad una sedia s' assise al mio fianco strin-
gendo la mia mano nelle sue; poi alzossi e prese il suo
fazzoletto e con esso asciu^ommi la fronte. Io allora sentii
a i^oco a poco il mio sangue circolar piii dolcemente. —
Caro Odoardo ( mi disse ella ) se fosse in potere della
tua Elisa di renderti felice in ogni cosa , tu non soffriresti
tanto. — Oh! amor mio, cio e troppo , replicai: vedere le
nostre genti trattate come cani, ed abbandonate agli Spa-
gnuoli come vili arraenti, senza sicurezza alcuna, senza
la minima stipulazione ! — Si, amico mio ( rispose ella
dolcemente), si, e una cosa crudele, e punto non mi ma-
raviglio che tu ne sii cosi sdegnato e quasi oppresso.
]\la , mio caro Odoardo ( continiio essa strignendomi la
mano ) , esaminiamo freddamente cio sn di die fondasi il
tuo cordoglio. Concedo che al prinio istante questo colpo
scmbrarti dee spaventoso; ma osserviamo un po' piii da
vicino. Quanto al torto die alia Corona far pub 1' abban-
dono di quelle isole , a lei spetta il pensarci, mio Odoar-
do : quanto all' onta ed alia perdita che personalmente
ti risguardano, sono sicura essere cio la tua pena minore.
^t-niain ora agli abitanti. Tuo fraiello e in Ingliiltcrra colla
sua famiglia: Drake e ricco , ed io sono persuasa ch' cgii
223 APPENDICE
eara bea coiitento d' abbandonare un posto , die piii noii
gli ofTre sicarezza alcuiia: Van Keiiipeii, tu lo sai, ha detto
nella sua ultima lettera, che avea rintenzioae di I'itoi'nare
ad Amsterdam: il dottor Gordon ha guadagaalo molto da-
naro: 11 signer Rowley ne Iia pur fatto passare in Ingliil-
terra: tutti i nuovi mercanti personalmente sono per noi
stranieri. Che se parli degli altri abitaati , quelli clie hai
trovati schiavi e che hai posti in liljerta, non meno clie
tutti coloro che venuti sono a stabilirsi sotto i uostri au-
spicj guadagnarono molto danaro per poter vivere agia-
tameate, qaand'ariche privati venisscro delle loro terre e
delle abitazioni loro. Tutti costoro , niio caro Odoardo
( continuo ella ) , sono in istato di procacclarsi da se me-
desimi la loro fortuna , ed io ten<;o per fernio clie nessuno
di essi sara cosi afllitto del cangiamento che gli attende,
quanto tu lo sei per amor loro. Ci fu un tempo in cui
io pure sentito avrei e con te diviso il cordoglio , allor
quando lo staljilimento era, per cosi esprimermi, il ligliuo-
letto nostro , ma ora non e piii il case. Tutti i coloai sono
ricclii, e se costretti sono a cangiare di paese , trovansi
altresi in istato d' assicurarsi la loro sorte al pari di noi;
non hanno pel suolo quelF attaccamento che tu conservi ;
ritroveranno ben presto un' altra patria e saranno felici. —
Essa allora passando il suo braccio intorno al mio coUo
iini dicendo : Se e la volonta di Dio, caro mio Odoardo,
nelle misterlose dispensazioni della sua provvidenza, che le
nostre isole divengano nuovamente un deserto (e cosi di-
cendo essa piangeva), se e la volonta sua, spero che noi
sapremo rassegnarci; e la tua Elisa si sforzera d'essere il
tuo paradiso sulla terra,
'/ Io fui vinto e commosso sino al fondo dell' anima : la
sua bonta , i ragionameati suoi mi confusero. ]\la il mio
augelo tuteiare sempre liberavami in tal modo dai tormenti
e dalle pene inseparabili dalla vita. II conturbato mio spi-
rito sentiva ben tosto la dolce influenza della mia Elisa:
le sue consolazioni erano come I'olio che gettato sul mare
calma subito la violenza de' flutti. "
Sir Odovardo accetta il compenso di 10,000 lire, e lo
mette a disposizione del capitaiio Drake pei bisogni degli
abitanti delle isole Seaward: dopo d'aver date a quest' uopo
tutte Ic opportune disposizioni , ritorua ad Martland end' ivi
chiudere in pace i suoi giorni colla sua Elisa.
PVRTE ITALIANA. 2a3
PARTE 11.
SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALTANE.
LETTERATURA E BELLE ARTI.
Biografia universale andca e moderna , ossia storia
per alfabeto dclla vita puhblica e privata di tutte
le persons die si disdnseio per opere , azioni , ta-
lenti, virtu e delitti: opera affatto nuova compilata
in Francia da una Socictd di dotti , ed ora per la
prima volta recata in italiano con aggiunte e cor-
rezioni. Volumi LXIV e LXV ( ultimo ). — Ve-
nezia, i83i, presso Qio. Battista lllissiaglia, tipo-
grafia Molinari, in 8.°, di pag. 4-7 ^ 458. Lir. 6
ital. al volume. In Milano si vende dai principali
librai.
X iu volte dl quest' opera volnminosa parlammo nella
nostra Bibiioteca, e se proponemnio talvolta alcuae osser-
vazioiii , e noil risparmiammo alcune piccole censure, fatto
lo abliiamo al solo fine di veder 1' opera migliorata , cor-
retta veramente nei luoglii in cui 1' originale abbisognava
di cjualclie emendazione , accresciuta neglL articoli , ne' quali
i coiupllatori fraacesi mostrati eransi o digiuni di notizie,
o troppo parclii di lodi , o anclie ingiusti verso alcuni il-
lustri Italiani, e renduta iu questo inodo sempre piii degna
d'essere jjresentata airitalia. Pin non revocammo ad esame
alcuno dei volumi pubblicati dopo il XXXIII ( V. pag. 274
del uostro tonio 47.°, quaderno di agosto 1827 ) appuato
perche ci parve di vedere alcun frutto ottenuto da' nostri
suggerimenti , e lasclauimo ciie tranquillamente contiauasse
e volgesse al suo teruiine 1' edizione di un' opera per se
stessa importantissima, tanto piii che grande fiducia ci
ispiro un avvlso contemporaneo alia pubblicazione del vo-
lume LII del testo francese e ripetuto in fronte al XLV
nel quale solennemeute promettevasi un supplimento nl-
r opera , in cui sarebbonsi corretii gli errori, rettificati i
224 APPENDICE
fatti, rlempiute le lacuae, e s'invitavano perfino i dottl
d' Italia a concorrere al pcrfezioiiamento di questo nuovo
indispeiisabile lavoro. Yedendo pero in oggi pubblicati gli
ultimi due volnnii della Biografia , reputiamo nostro dovere
il parlarne, prima di tutto per far coaoscere agli studiosi,
die quest" opera grandiosa in mezzo ad immense spese e
faticlie e stata felicemente portata al suo compimento ;
poi per fame coaoscere randamento mlgliorato , e linal-
mente per annunzlare al publolico la proinessa , ed inco-
raggiare I'editore e i Ijenemeriti collaboratorl alia stanipa
del desiderate sapj)limento.
II primo di qncstl due volumi compreade gli articoli
dalle lettere WINDH fino a ZAMBRI ; il secondo , cioe il
LXV col quale si cbiude il Dizionario , comincia con
ZaJhet e iinisce con Zyrliii. La tradnzione ci senibro in
genera le lodevole e meno infetta clie non ne' primi volu-
mi da francesisml : non potemmo poi clie aiiimirare nel
LXIV la diligenza dei biograli francesi e degli editori ita-
liani rlguardo ai numerosi IVolfil dotti, letterati , o artisti.
Nondimeno ci fece qualche stupore il non vedere tra le
numerose opere del medico Ohio Worm o Wormio annun-
ziate le sue lettere latine, che sono del maggiore interesse
per la scienza e la erudizione, e forniano un grosso volume
in 8.% stampato a Copenhagen, e riprodotto piii d'una volta
nella Germania. Ne potemmo senza dolore veder omesso il
nome di uno de" non numerosi botanici italiani dello scorso
secolo, il Y.Falgenzio Witman, che fu tra i primi a risve-
gliare nel paese nostro il gusto di quella scienza utilissima. —
Non si leggera certamente senza interesse il lungo articolo
concernente il capitano Giovanni Wesley Wright , ridondante
di notizie aneddote, non mai finora da alcuno vediite ne in-
tese , sebbene tutta la relazione , accompagnata perpetua-
niente dalle testimonianze di altri compagni di sciagure, del
capitano e di persone di loro natura sospette, stesa si niostri
con qualciie spirito di partito. — Ben tratteggiato e pure
il modo mansueto di scrivere del teolo:;o controversista
Wueneric o Venerico , che avrebbe potuto servir di norma
a tutti quei numerosi autori che si avvisarono di aftastel-
lare argomenti contro il potere e la condotta dei Papi.
Da qneir articolo impariamo altresi clie quelle scriitore
dalla tcologale di Treveri passo alia sedc vescovile di Ver-
celli , il che forse sfuggi a cWi con molto studio sforzussi
PARTE ITALIANA. 220
d'impinguape la storia letteraria vercellose , iutrotluceiitlovi
ancora gran copia di nomi stranieri. — Alia diligeiiza
somma del sig. Gley dobbiamo le notizie , e quelle spe-
cialmente delle opere del baroiie Wulfen, iiaturalista poco
conoscinto fnori della Germania , e in esse troviamo cli' egli
non solo scritta aveva una dissertazione sul tnarmo con-
chiglifero della Carinda , probalillinente sulla liiniachella
iridata o opolizznnte di Bleyberg , ma ancora aveva intra-
preso alciine descrizioni zoologiche spettanti ai lidi delFA-
driatico , che perb non ben sappiamo , se anteriorl o po-
steriori riesclte sarebbero a quelle del celebre nostro Olivi^
ne se siano state conosciute dal valentissinio Prof. Jlenier,
niancato da poco tempo ai vivi. — Conciso e scritto con
ingeniiith e T articolo del sig. De Stassan , risguardante il
generate Wurmser; non vi si tace ne pure la geaerosita
con cui quel prode guerrlero avverti Bonaparte delle traine
che alia di lui vita tendevansi nclla Romagna, piii chia-
ramente esposte nella recente opera di Norrins : sarebbe
desiderabile che colla stessa imparzialita fossero scritti
tutti 2;li articoli della Biografia^ nei quali si tratta di per-
sone conosciute nella storia della rivoluzione francese. — •
Bellissimo e pieno di preziose notizie troveranno i filologi e
gli eruditi il Inngo articolo , in cui si illustrano la vita e le
opere numerose di Daniele Wyttenhacli , steso con somnia di-
ligenza dal sig. Stapfer ■. e ci fa maraviglia come i Francesi,
gelosissirai di rivendicare alia patria loro gli uoniini piii di-
stinti in qualunque genere , non abbiano tenuto conto della
frase genere Gullica, inserita nel diploma di laurea in
filosofia, conceduto nell'anno 1827 daU'Universita di Mar-r
burgo a Giovanna Wyttenhacli, nipote, poi moglie di Da-
niele. Gi lusinghiamo di non vedere omesso nel supplimentv>
sotto la lettera W il nome di Winipeare , uomo dottissimo,
pieno di rara erudizione e pubblicista zelante pe' diritti
deir uomo : iiori ai nostri giorni in Italia, fu grandemente
pregiato dal eel. cav. Delfico , e in Italia e nella lingua
nostra pubblico la maggior parte delle sue opere impor-
tantissiine.
Nella lettera X degai di molta lode si troveranno gli
articoli concernenti il eel. Cardinale Ximenes ( in cui
soltanto si sarebbe bramato qualche piii lungo discorso
intorno alia famosa sua Bihhia Foliglotta , della quale noa
ai accenna ne pure la data, dell' edizioue ), ed il matematica
mbL Ital. T. XLVI. j5
226 Al'VKNUICK
Leonardo Ximcnes , clie tanto onoro 1' Italia nostra co'
suoi scritti e co' suoi lavori ulraiilici. — La lettera Y
non presenta per lo piii se non die nomi di principi o
personaggi cinesi o arabi tanto ilella Persia, quanto tli'll'E-
gitto , della Barberia e della Spagna; ma vi si vedraniio
con piacere le memorie dl Anna Yearsley , venditrice di
latte fino all' eta di a8 anni, die divento poscia poetessa
di gran nome , e scrisse varie opere dramniaticiie e ro-
mantidie, e mori solo nel 1806; e non si leggera senza
qnaldie interesse, die Guglielmo Young, nato nella Domi-
nica , stampo la lielazione di un suo viaggio d' Italia , di
cui tirate furono 10 soli esemplari pe' di lui amici ; e
die il celebre agronomo Arturo Young, comlncio la sua
carriera col rovinare a forza di prove un piccolo podere
paterno, del quale la madre vedova fu costretta a rito-
gliergli P amministrazione, ed un aUro die piglio in ap-
presso e di cui non pote pagare T aflitto , e che finalniente
non giunse a migliorare un terreno ingrato , e dovette de-
sistere dal tentare nuove sperienze che troppo care gli
costavano •, pure gli riusci di spargere in Ingliiltcrra , ed
in gran parte deli' Europa le sue cognizioni popolari di
agraria e di economia rurale, e pubblicare piii di 44 opere,
tra le quali alcune iniportantissime , come quelle sulT et/a-
cazione de'porci, snlla libera esportazione dei grani, sullo
stato delle terre incolte della Gran Bretagna , sulla cosiru-
zione dcgli ovili , suW miUta di valersi delle terre incolte a
sostentamenio dei poveri, sul valore progrcssivo delle monvte
detenninato dal prezzo dei proJotd agricoli , la guida del-
V affitinjuolo per appigionare e coltivare le terre, ecc.
Nella lettera Z assai commendevoli troverannosi gli ar-
ticoli Zabaglia , Zaccaria Francesco Antonio, \l contc Zago,
celebre idraulico vicentino, die scrisse aocora sulln grotta
dl Costoza, Zamagua, e Bartolonieo Zamherti , supposto
autore di un Isolario in versi, e reputato percio identico
col cosi detto Burtolaineo Da li sonetti, il cui libro, da
noi vedmo, fu cerlamente stampato la prima volta senza
data al principio del secolo XVI. Non chiuderen)o pero
qtiesto volume senza soggiugnere alcune brevi osservazioni
suir articolo dello Zaccaria gia menzionato. Priina di tutto
non sono registrate tutte le sue opere : mancano 1 suoi
viaggi letterarj d' Italia , scritti in latino; non sono accen-
nate le htttuzioni Anliqitario-Laptdarie: non esattamente ti
PARTE ITALIANA. 227
indicano le Istituzioni JVumismatiche, modellate nelP ordine
e uel titolo suUe Lapidarie , e cjnello die e piii strano ,
dopo di essersi registraie opere di storia letteraria , di
diplomatica , di biografia , di antiquaria e simili , si sog-
giiigae die la moggior parte di tali pubblicazioni polcmiche
(per verita tutt'altro die pokmlche) furono scritte in latino^
il die non e vero, come vero non e iie pure die lo stile
di quello scrittore fosse pia elegante e pienu in latino che
non in italiano. Questi abbagli dei compilatori francesi
potevano con facilita correggersi dagii editori italiani ; ma
questi non avrebbero dovuto certamente lasciar correre
nella lore traduzione quel passo in cui si dice da prima
che forse lo sale del Zaccaria pecca per eccesso delle formole
di lode e delle ridondanze , e si soggiugne tosto che non
se ne dee far caso , perche e difetto coniune negli scrittori
W Italia ! Editori Veneti , mostrate alcun poco di patria
carita alnieno nel supplimento !
Nel volume LXV notati abbiamo , come degni d' osser-
vazione e di lode, gli articoli die riguardano i letterati
bergamasclii deila faraiglia Zanclii , quelli della fiimiglia
veiieta Zunetti, benche da' veneti qualciie cosa di piii po-
teva dirsi della sua preziosa raccolta d'anticliiia; e i due
Zanobi, cioe Sostegno , e Zanobi del Jlosso, vedendosi col-
locato fuori di luogo , cioe sotto la lettera S , Zanobi da
Strata V amico del Boccaccio. Ma in quell' articolo ci ca-
giono qualciie niaraviglia il leggere che 1' arcivescovo Tur-
pino era stato ininiera inesausta d epopea, di romanzi e di
ballate da Dante fino aW x\r\osto , non sapendo noi che
Dame abbia mai pigliato da quel rozzo cronichista alcuna
idea delle sue poesie. Curioso e pure l' articolo di Stefano
Zannovich; se non che a Milano si lianno notizie di quel-
I'impostore, che forse qualche dilicato riguardo non avra
permesso di pubblicare in Venezia, come ne pure ch'egli
fu quasi cagione di una guerra tra il paese nostro e V O-
landa. Ben trattati sono gli articoli dei due Zanoni, Giacomo
ed Antonio, botanico il primo, agronoii'.o il sccondo , e
dalla Biografia impariamo die il primo nato era a Alontec-
cliio nella Lombardia, eve ora non si conosce alcun vil-
laggio di questo nome. Belli sono gli articoli riguardanti
Gian Pietro e Francesco Maria Zanotti; bellissimo quello
die contlene le Weniorie delF idraulico Bernardo Zendri-
7u',' pieni di eriidizione quelli ia cui si illustrano i veaeU
228 Ari'ENDICE
■vlaggiatorl Zcni, scrltti finalmcnte con niolta dottrina i
lunghi articoli rignardanti i due Zenoni , T uno di Eloa ,
Taltro di Cizio , bcnche nel primo si potreblie dcsideiare
maggior ordine e maggiore cliiarezza , e nel secondo una
pill liljera esposizione del sistema filosofico degli stoici.
IMalgrado pero lutte le critiche osscrvazioni die varie
volte si sono fatte , e clie ancora far si potreljhero su
quest' opera , forz' e riconoscere ch' essa e ancora la piix
grandiosa , la piii coinpluta , la piu utile che si aljbia
in questo genere, e clie grande servigio hanno reuduto i
veneti edltori all' italiana letteratura colla sollecita loro
pubbllcazione della Biografia universale. Vi sara qualclie
errore di nome o di data , qualche fatto non esattamente
riferlto , qualche citazione non ben certa , qualclie carattere
equivoco , ma qncsta sara ancora nel suo genere 1' opera
piii ampia e piu perfetta. Con un disegno assai meno
vasto conceputi furono il Dizionario storico del Moreri che
ebbe numerose edizioni, e fu in varie lingue tradotto, il
Dizionario storico inglese del Barrow , quello del Marchand
e del Cliaufppie , quello di Cliaudon e Delandine , per non
parlare di quelli del Ladvocat, del Feller e di altri minor!,
e pure tutti ridondano d' errori , talvolta grossolani , di
inesattezze, di omissioni. Questa e dunque la Biografia
alfabetica piii conipiuta , piu doviziosa che finora abbia
veduta la luce ; e quella in cui gli articoli sono trattati
con maggiore estensione , e talvolta anclie con giudiziosa
crilica ;, e quella linalmente cui hanno posto niano i piii
illustri lette.ati della Francia e di altre nazioni , e che e
stata in qualche parte impinguata anche dai traduttori e da
altri lotterati italianl. Augnriamo quindi agli onesti e benc-
meriti editori 1' esito piii felice clie compensi le loro fatiche
p il grave dispendio da essi per la pubblicazione di questa
grandiosa opera sostenuto , e non dubitianio che paghi
riesciranno i nostri voti , molto piii, se appagando gli
editori stessi i voti di niolti , si accingeranuo con solleci-
tudine a disporre il promesso supplimento che rendera
r opera scevra di niende ed in ogni sua parte compiuta,
piix onorevole quindi e vantaggiosa a tutta la italiana let-
teratura.
PARTE ITALIVNA. 229
Trllmto cll riconoscenza e d amore rcso air onorata
memoria di E. E. Champollion il mlnore da Ip-
polito RosELLiNi. — Fisc , 1 83 2, ca caratteri di
F. Didot, in 4.° gr.
Ippolito RoseUinl fa dal Gran Duca Lcopoklo eletto a
capo della Coiiiniissloae toscana clie accompagnar dovea
il celebre GlianipoUioii nelT Egitto e nella Nubia. Gia con
Iiil legato per antecedente amicizia e quasi direbbesi per
simpatia di studj , aiido sempre piu strignendosi di cuore
alP uoui graade , quaalo piii ne conosceva e le belle doti
deiranimo, e la somma dottrina e 1* ingegno perspicacis-
simo e raro. II Rosellini con questo Tributo tesse I'elogio
deir estinto CliampoUion, e il dolor suo disfoga , quasi
suUa toinba di lui collagrimando.
Giovanni Francesco Champollion nacque a Figeac nella
Guienna Tanno 1790, Senibra clie in lui quasi inaato fosse
I'amore per le antichita dell' Egilto ; perciocche ancor gio-
vinetto dilettavasi di raccogliere, come nieglio poteva, no-
zioni suUe cose di quel celebre paese e di puerilmente
disegnarle sui libri stessi, de' quali usava nella scuola stu-
dianJo le umane lettere. Passato al liceo di Grenol^le ap-
plicossi a si fatti studj col massimo ardore , di inodo che
neir eta di sedici anni presentare pote a quell' Accademia
di science e di arti il progetto di un' opera intorno all' Egitto
sotto la dominazione de' Faraoni. Recatosi poi a Parigi si
fece uditore degl' illustri Langles e Silv. di Sacy profes-
sori, il primo della lingua araba , T altro della persiana :
ina rlvolse specialmente i suoi studj alia lingua copta,
come alia cluave col cui mezzo penetrar nelle antichita
deir Egitto. Merce di essa pervenne a scoprire quasi com-
piutamente nella bilingue iscrizione di Rosetta il sistema
grafico degli Egizj. Di venti anni fu eletto a professore di
storia ed a secondo prefetto della Bililioteca di Grenoble.
Nel 1 8 14 pubblico in due volumi il suo primo lavoro col
titolo I'Egitto sotio i Faraoni. Giovandosi poi della grande
relazione dei dotti che accompagnato aveano 1' esercito
francese in Egitto , scrisse 1' opera intorno alia Scriuiira
geratica degli H^iziani, die fu pubblicata nel 1821. In
essa convenendo co' piii cliiari scriitori clie preceduto lo
aveano egli ancora avvisava che i caratteri grro^Ufiri si-
gnificassero non lettere, ma idee e scntimeuti , e die i
23o APPENDICK
segni geraticl non fosscro che scmplici modificazionl de'ge-
roglifici, e che quindi si gU uni che gU altri coiisiderarsi
dovessero come ideografici. Ma guari non ando cli' egli
s'avvide di si fatto generalissimo abbaglio, e contempo-
raneamente col dott. Young riconobne , essere quelle due
specie di scritture semplici spgni di lettere o caratteri alfa-
betici ; e piu oltre progredendo dell' inglese scopritore,
molti segni ne raccolse ed espose. Veggasi la sua lettera
al Dacier intorno al geros.lif(ci fonelici degli Egizj , alia
quale trovasi unite un alfabeto , col cui mezzo leggere si
potessero tutt' i nomi dei Greci e dei Roman! che iscritti
trovansi ne' monument! dell' Etrltto.
Per questa sua scoperta ottenne egli grande fama presso
tutti gli eruditi; e maggior nome ancora allorche il suo
sistema estese a tutta Tegiziana mitologia ed a tntte le
gramaticali forme della lingua, che dngli aaticlii Egizj par-
lavasi, evidentemente dimostrando in piii Memorie da lai
lette al R. Istitnto di Parigl , clie i caratteri geratici pro-
cedevano dai geroglifici per abbreviamento di forme; che
dai geratici derivava quella semplire e piii speditiva forma
di scrivere , delta demotica od epifitolografica ; e che nelle
egiziane iscrizioni adoperavansi non i soli caratteri alfabe-
tici, ma simultaneamente anche i simholici e i figiirativi. A
tanta e si luminosa sapienza fe' plauso ben anche il dott.
Young, di buon aninio la palma cedendo alio scopritor
francese. Tali IMemorie riimite poi in un sol corpo vcn-
nero pubblicate a Parigi nel 1824 col titolo di Compendia
del sistema geroglifico degli antichi Egiziani. Ma. fra tanti
applausi muta non si stette 1' invidia. Perciocche la nuova
dottrina tutti rovesciava i malfondati e Hficj degli arclieo-
logi intorno alia misteriosa scrittnra degli Egizj , tiuti di-
mostrandone fallaci o fantastici i sistemi. Lo CI\ampollion
anzi che avvilirsene seppe, quasi nuovo Colombo, vincere
le opposizioni che al progresso do' suoi discbprimenti frap-
ponevansi. II Governo Francese gli presto sussidj e favori.
Pero abbisognando di originaii monumenti con cui confer-
mare ed estendere le sue dottrine, pote recarsi a Torino,
ed ivi esaminare a tutto suo agio quella regale coUezione
di egiziane antichita. Ivi fu largo e cortese de' suoi tesori
a tutti que' dotti che ne lo richiedevano ; ed ivi imprese
a ricomporre la serie delle dinastie d'Egitto, comparand©
i figiirati autentici monumenti cogli nvanzi della scritta
FARTE ITALTAKA. 33 I
tracHzIone, e spargendo di nuova luce la storia di quel
celeberrimo paeso. Frutto di questi snoi studj , sebbene
non totahnente maturo, furono le due lettere, che intorao
al torinese Mnseo iiititolo al suo mecenate, il Dnca di
Blacas. Nel tempo medesimo avea dato inano al Panteone
Egiziano, opera di grandissima lena intorao ai mitologici
personaggi deH'antico Egitto tratto dai monunienti ; opera
ch' ei ripiese dopo il suo viaggio ia Egitto, rua che non
pote condiirre a compimeiito.
Per ciira dello stesso Duca di Blacas ebbe lo Cliampol-
lion da Carlo X un' altra ancor piu onorevole incumbenza,
quella cioe di recarsi a Livorno per fare la stima e la
rlcognizione della doviziosa raccolta clie ivi trovavasi di
aaticliita egiziane , e che poi passb a Parigi. Ia quell oc-
casione strinse amicizia coll' autore deU'Elogio, di cui qui
diamo il sunto, e poscia con Ini viaggio nella Bassa— Italia,
visitando i Miisei, e tutto raccogliendo cio che a' suoi studj
riferirsi potea. latanto il Re di Francia lo elesse a prefetto
del Mnseo egizio che con regale niuuificenza stabilirsi dovea
nel palazzo del Louvre. Ma a meglio chiarire e perfezionar
il nnovo sistema d' uopo era resaminare sul luogo stesso
le iscrizioiii, le pittnre e i grandiosi avanzi dell' antico
Egitto. Cio appunto mancava, perche il ritrovamento dello
Ciiampollion fosse di evidente autenlicita corredato. Venne
quindi comhiiiata la spedizione Gallo-Toscana, della quale
si e gia discorso in questo medesimo Giornale ( tomo 56.%
quaderno di novembre 1829, pag. 137). Non ci faremo
a ragionare suH' esito felicissimo di questa spedizione j
perciie parlarne dovremo all'apparire dell' opera che la ris-
guarda , e che fu da noi nel tomo 64.°, quaderno di no-
vembre i83i, pag. 202 ancora annuaziata sotto iltitolo,
I Monumenti Jell Egitto e delta Nuhla (*). L' illustre francese
fu di ritorno a Parigi sul principio del i83o. Immense
furono le acclamazioni cli' egU riporto pe' nuovi tesori che
seco recava. Quel R. Istituto lo ascrisse tra' suoi membri
ordiuarj. II Re Luigi Filippo lo creo Professore di lingua
e antichita egiziane al Collegio di Francia. Ne pero le
politiche incertezze e le difficolta dei tempi lo trattennero
(*) Siamo avvertiti che gia pronte sono le prime parti di quest' o-
prra, le quah coininccranno ad eisere pubblic.ite fra brevisjimo
lempo.
23a APPENDICE
dal consecravsl tutto ngl' inercmentl della nuova scienza ;
iierclocche compose tosto la Gramuiatlca cgizio-geroglifica.
E gia stava egli ordinando 1' anzkletta opera, inentre lo
stesso facevasi ia Toscana, ginsta le stahilite norme tra le
due Coimnissioiii , qnaiido fu dalla niorte colpito nella notte
del cinque dello scorso iiiarzo.
(^ueste notizio, delle quali nol dato noii abblamo clie
nn suato semplicissimo, sono dal sig, Roselliai esposte
con tutta qucUa efFusione d'affetti, ond' egli tutto seniivasi
vivamente comniosso per T immatura perdita del maestro,
deiramico, del compagno ne'viaggi, deU' uom grande :
vero trlbato di riconoscenza e d' auiore !
Della vita c degll scrlttl del chiarlssitno professore
Giaiiantoido Piccinelli, discorso del dottor Gioicumi
Palazzint. — Bergamo^ io3t, dalla tipografia
Crescini , in 4° g>\
Gianantoiiio Piccinelli nacque a Scanzo , villaggio della
provmcia di Bergamo, nelT ottobre del 1754 da una fami-
glia in cui pareva die passata fosse in retaggio Tarte me-
dica. Studio i principj della notomia e della chirurgia nello
spedale di Bergamo : ma accx)rtosi ben tosto die troppo
niescliina era la niesse cir egli raccogbere potea da qncglt
insegnamenti , veane a Milano verso il 1772, quivi tratto
specialmente dalla fama del chirurgo Bernardino Rloscati ;;
e quivi fe' gran progress! nella scienza si che in questo
spedal maggiore ottenne nel 178 i T incumbenza di secondo
cliirurgo e di preparatore anatomico. Fu iaureato nelP Uni-
versitu di Padova. Primi frutti de' suoi studj e della pra-
tica sua farono alcune Memorie di' ei pubblico colle stam-
pe. Bergamo lo richiamo nel 1785 nominandolo professore
niaggior cbirurgo di quelio spedale. Egli fu il ^ero rifor-
matore della chirurgia bergomense , la quale cola trovavasi
in que' tempi barocca e tapina , e piii die akrove jjregiudi-
cata ed invilita ; cosi si esprime Tautoi-e del Discorso. Nnovi
incariclii e ben meritati onori ebbe il Piccinelli dal 1794
nl i8i7', nel corso de' cjuali anni venne egli pubblicando
varj lavori intorno alia scienza cui professava, alcuni suoi
proprj, altri tolti d* oltramonte e fatti per liii italiani. Ma
in maggior numero sono le scritture che di lui rimangono
PARTE ITALIANA. 233
inedlte , tra le qiiali meritano tV essere speclalmente ricor-
date le lezioiii cli' egli reclto dalla cattedra pel corso di
trenta e piu anni. 11 priino dell'agosto i83i fu 1' ultimo
de' suoi giorni. Ebbe lode d' uomo benelico e di felice
operatore.
Tale e il sunto del DIscorso del sig. dottor Palazzini.
Egli nel tessere la vita del defunto professore venne altresi
analizzamlo i metodi e le opere dl lui, senza punto tacerne
i difetti o la debolezza la dove gli parve ciie il lavoro
non totalmente corrispondesse al nome del Piccinelli : sin-
cerlta difficile ad incontrarsi negli encomiatori ; ma nel suo
dire qualche cosa ei lascia a bramare , cjuanto a' pregi
deir elocuzione.
* Opere iiiedite e rare dl Vincenzo Monti. Volume pri-
ino. Prose. — Milano , i832, presso la Societd de-
£^li editori degli Annali universali dclle scienze e del-
I indastria, in 8.° di pag. xv e 844, oltre lindice.
Prezzo d' associazione , ital. lir. 6. 67, Ur. j. 54 aust.
CoUezione delle opere classiche italiane del secolo 18.°
— Jlldano , ]832, dalla Societd tipografica de' Clas-
sici italiani , in 8.°, tomi 184, i35e i36 ed ul-
timo , contenenti la Raccolta di operette filosoficJie
e filologirhe , e la Raccolta di poesie lirichc: in
dono agli associati all' intera collezione.
*
La Georgica di P. Virgilio Marone , tradotta in
terza riina dcd marchese Luigi BiONDl^ romano. —
Torino, 1802, tipografia Chirio e Mina , in 8.",
di pag. 200.
Vocabolario piemontese-italiano , di llichele Ponza
da Cavunr. — Torino, i83o, dalla stamperia re ale y
in H." , fascicoli i.^rtZ 7.° A- Mai. Prezzo dei me-
desimi , cent. 20 al foglio , Ur. 8. 40 ital. In Mi-
lano si vendc da L. Nervettl e comp., stampatori
librai . corsia del Duomo. •
a34 APPENDICK
Per le Nozze JfflaH Agosd dl Belluno. — Padova ,
l832, coi tipi delta Minerva, in 4.", pag. xlvii,
con tavolc.
L' avvocato Dalla Libera cU Patlova, volemlo festeggiare
le nozze che coiigiungono due illnstrl famiglie di Belluno,
Miari ed Agosti, avvisossi di pu!)l)licare un dlalogo che
teniie o s' iinmagino di teaere con due speccliiati ecclesia-
Sticl di que' dintorni : nel quale ragiotiaudo dei lieai e del
mali delle montagne e del piano, si fa agevolniente strada
a discorrere sulia bellezza dei moiiti hpllaiiesi, suUe me-
morie storiche di cui soiio ricchi , sni fatti che vi accad-
dero, e sui loro aatichi e moderni abitatori. Per tal niodo
il sig. Dalla Libera seppe con facile ed elegante stile sten-
dere una piacevole scrittura , in cui molte erudite notizie
e mille leggiadre cose si coniprendono riguardanti agU
sposi ed alle loro famiglie, ai fasti loro domestici, ai luo-
ghi che abbelliscono della loro presenza , ai loro parent!
ed amici. A noi piacque questo gentile componimento del
sig. Dalla Libera , poiclie ci sembra che tenga il giusto
mezzo tra le insipide poesie con cui tuttavia si vogliono
accompagnare gli sposi all' altare, e gli opuscoU di stranio
e svariato argomento che ad essi talvolta si sostituiscono. — ■
I quali opuscoii non sempre bene scelti ne acconci all uopo
forniano alcune volte coll' ojigetto per cui sono pubblicati
i pill bizzarri contrasti del inondo , come a noi avvenne
una volta di vedere stampato per nozze una dissertazione
sui riti fnnerali degli anticiii , ed un' altra volta una Me-
moria sui feti mostruosi. Inoltre il componimento del nostro
avvocato non puo dubitare di trovar dovunque liete e fe-
stive accoglienze, perche non essendo ne un romanzo, ne
una storia, ne un panegirico, ne una satira , ne una
poesia romantica , ne una prosa classica non puo temer
di scontrarsi con alcuna di quelle fiere antipatie che molti
Sentono per talano dni generi indicati.
Questo grazioso libretto impresso con nitidissimi tipi e
anclie adorno di una tavola lilografica rappresentaute una
bella villa della fauiiglia Agosti.
PARTB ITALIANA. a35
DelT amore dl Dante Alighieri e del ritratto di Bea-
trice Porlinari, r.omentario primo di Melchior Mis-
STRiNi. — Firenze, i832, pei torchi di Leonardo
Ciardetti , in 4.°
Delle Memorie di Dante Alighieri e del sua Mauso-
leo in S. Croce, comentario secondo , edizione terza
per gli stessi tipi.
II primo di qnesti due letterarj lavori del signer Mel-
chior Missirini e dedicato al Commendatore Leopoido Ci-
cognara, ed ha per snbbietto riilustrazione di due antiche
tavolette , gia spettanti ad una patrizia faraiglia, in una
delle quail e ritratto Dante nelFeta di forse circa ventisei
o ventisette anni , e nelPaltra e efTigiata Beatrice di Folco
Portinari parimente in eta giovanile. Queste per benignita
de' fati caddero sotto gli occhi dell' illustratore, e da lui
acquistate vennero poscia da professori delf arte pittoresca
e da prodi letterati di Firenze attriliuite a pittori del quat-
trocento. Comincia egli le sue illustrazioni colT asserire
quanto 1' amore contribuisse in Dante Alighieri , gia predi-
sposto dalla natura a grandi cose, ad infiammargli Tanimo
di un sacrofuoco, ad inn.ilzargli lo intelletto, a renderlo
uoino sublime e straordinario. Colla scorta delle Rlemorie
di Giovanni Boccaccio ci fa poscia sapere come s' ap-
prendesse un'amorosa fiamma in due cuori si adolescent!,
mentre Beatrice figlia di Folco Portinari toccava quasi
I'ottavo anno, e Dante era del pari ancor fanciuUo", come
da quel giorno che questi ricevette con tanta afFezione
1' immagine di lei nelT animo suo , la serbo si profonda-
niente scolpita clie ad essa consacro finche visse i suoi
pensieri, i suoi voti, gli studj e le rime. Ma benche I'iin-
niagine di Beatrice, come scrive il niedesimo Dante, gli
fosse una baldanza che lo traea a sua posta, iiondimeno
era virtu si nobile , che non sofTeiia che amore lo reg-
gesse senza il fcdele consiglio della ragione ; afFermando
che il solo suo saluto spegneva in esso ogni pravo senso,
e gli alimentava nel seno una fiamma di carita e di jier-
dono. Da quesla castimonia di affetti , quasi trascendente
I'umana fralezza , f illustratore piglia argoraento per riba'-
tere Timpudenza del Venturi, fra gli ultimi espositori del
poeta, il quale oso di spargere di ridicolo, e profanare
91 puri e dilicati sentimenti. Sponendo poscia U definizione
a36 AprENDTcn
clie deir idcntico atnore Jl Dante ci ha Lisclato Torqnato
Tasso , cioe amore clie puo chiatnarsi lUvino per auticipa-
zioae, perclie ne gulda a Dio pel raggio tlella diviiiitii
clie in donna risplende , passa a far conoscere i modi
poetici con ml le sante e pure immagini di esso vennero
da Dante vestite. Ma noi non segniremo piu oltre T autore
nelle sue dotte osservazioni e preziose notizie intorno al-
r epoca della intempestiva niorte di Beatrice, intorno le
antecedenti visionl del poeta, e intorno ai maravigliosi ef-
fetti che successivainente prodnsse un fuoco si sacro, il
quale in sostanza creo col nioto iafaso nella grand" anima
di lui la felice ristorazione dell'uinano sapere , fe' nascere
gigante a un tratto la lingua italiana, ispiro un nuovo
carme ricco di tutta la sapienza umana e divina, e quindi
la causa ne fa gridata altamente heneinerita deU'umanita
e civilta europea. E prendendo pluttosto a confrontare i
tratti caratteristici delle bellezze di quella men donna assai
che diva, espressi in amorosi versi del suo amatore , coi
lineamenti del litogratico ritratto ond'e corredato il comento,
investigheremo se qaesti a quelli corrisuondano. Prima pero
di procedere a questa disamina ci e d' uopo di fare una
dichiarazione , ed e che non muoviamo dubbio alcuno
suir amicizia che stringeva Dante con Giotto e Oderigi
d'AgoblMo; oltre alcuni passi della Divina Commedia Taffer-
mano le preziose notizie che V ilUistratore attinse dal Boc-
caccio, da Leonardo Bruni d' Arezzo , dal Baldinucci da
Gubbio, dal Cellini e da Benvenuto da Imola. Aniniettia-
mo non uieno che Dante disegnasse e che un ricordo
lasciasse ( nierce dell' esercizio del disegno ) sopra una
certa tavoletta dell' inimagine delP idolo suo, bella come
un angelo cK era veniUa nella mentc mla , com' egli lascio
scrittoi conveniamo ben di buon grado altresi coU'egregio
spositore clie i disegni di Dante, linclie furono conoscluti
dovettero essere la norma del dipintori che a ritrarne la
Beatrice s'accinsero; ma discorse le rime descrittive del
poeta e portato un attento esanie sul disegno litografico
tratto dagli antichi dipinti da lui acquistati, ci occorre di
osservare che nel ritratto di Beatrice non troviamo indicate
le ciglia che il poeta cosi ci describe : e il cigUo pulito c bran
talche diplnto pare ; di piii ci pare esser 1' occhio si spento,
si adombrato e in un severo da non ravvisare quel raggio
d' amore che ti coJpisce anco colla sola lettura dei versi :
<
PARTE ITALIANA. ^3/
Dagli occhi della mia donna si muove
Un lume si gentil, che dove appare
Si veggion cose , ch' uom non pub ritrarre
Per loro altezza, c per loro essere nuove:
E par che dalle sue luci si muova
Una spirto sowe, e pien d' amore
Che va dicendo all' anima = sospira ! =
Dagli occhi suoi gettava una lumiera
La qual pareva uno spino infiammato.
Non ispiageremo piii oltre le nostre osservazioni sopra
altri minuti partlcolari; ma perche snll' animo de' leggitori
nostrl non apparisca forse soverchia la sottigliezza delle
nostre indaginl, ed aver noi tentato di scoprlre il pela
neir ovo , ci troviamo costretd a soggiungere clie nel ri-
tratto di Dante ci sembra , prendendo norma dalle gene-
vali proporzioni , essere V iricassatura deir occhio protratta
in liingo piu del dovere, giacche se F eguale distanza deve
correre tra essa e 1' atiaccatnra dell' orecchio, ognun vede
che quest' ultima parte sarebbe posta fuori di luogo. Meno
poi acconsentiamo clie Dante qui abbia i lineamenti della
gioventu , imperocche si ofirono in modo si risentito che
a prima giunta lo si giudicherebbe un uomo che dalla
virilita declini verso il tramonto della vecchiezza. Tutto
cio noi diclarao pel puro intendimento di far conoscere il
giudizio a cui ci condusse la vista di questi ritratti ; ne
colle nostre osservazloni intendiamo di menomamente de-
trarre la preziosita al Cimelio posseduto daU'esimio illustra-
tore, che anzi raolti pregi ragguardevoli lo caratterizzano
per un giojello dell' antica scuola liorentina •■, e lo stesso
possessore in certa guisa conviene nel nostro discorso col
dire che il merito artistico , I' epoca , la singolariUi e 1' im-
portanza di quello che rappresentano richiedevano una inci-
sione accurata per farne degna comunicazionc al mondo.
Del resto noi poniamo ben di buon grade in un canto i
litografici lavori di cui al)biamo favellato per bearci nel
ritratto di Beatrice fatfo dalTillustratore; egli e si evidente,
condito con tanta erudizlone, descritto con tanto lepore ,
ch'c giuoco forza il lasciarsi sedurre, e parteggiare per ua
sentimento con tanta leggiadria enunciato.
11 commentario secondo , impresso per la terza volta,
risguai-dante le IMcmorie di Dante e il suo Mausoleo eretto
\n S. Croce di Fireiuc porta in fronte duedediche, 1' una
a38 APPENDICB
ad uii caKlo zelatore del culto deirAlighien, PietroManni,
professore di medicina , direttore deU'Accademia ostetrica
in Roma, membro ordinario resideiite de'Liiicei, e socio
di moke altre italiane ed estere Accademie, ecc; T altra
ai Toscani per aver generosaniente coa spoiitanee oblazioni
contribuito all' erezioae del moimmento. Quest' altra illii-
strazione del Missirini e composta di 3^ pagine, moke delle
quali fiiroiio da lui consacrate a mostraie gli sforzi fatti
per lunglie eta dai Fiorentini onde cancellare 1' oltraggio
deU'esiglio softerto da un lore compatriota che visse nella
fama avvenire, e a ciii andarono debif.ori di una gran
parte della lore gloria. In fatti il memorabile decreto
iirmato dalla repubi)!ica fiorentina il giorno () agosto 1378,
con CLii fa posta publilica cattedra ordinata ad esporre i
sublimi e reposti sensi della Divina Commedia, avvero le
profezie che trovansi sparse in mokissimi passi di essa.
Ne solo in Firenze questo fu fatto ad esaltazione dello
Alighieri, ma in Pisa, in Piacenza, a Wilano e Venezia,
E perche il poema di Dante fu detto saero, com'egli stesso
lo noniino, comprendendo gli ardui misteri della teologia
e una brama ardentissima di distruggere ogni abuso che
oltraggi la santitii della religioiie , percio il comento di
Dante fu letto ne" templi , onore singolarissimo, end' e che
il Boccaccio lesse nella ciiiesa di S. Stefano, e cosi gli
altri espositori era in una cliiesa, era in altra le loro
interpretazioni declamaroao. DalP elegante scritto del mo-
derno illustratore copiosissimo appare il numero dei dotti
e scienziati che senza interruzione occuparonsi a dichiarare
i versi di Dante, ad lllustrarne la vita e le opere e bea
da tanti fu proclamato il divino portento di sapere, ua
genio di creatrice ispirazione, il severo iilosofo , il critico
verace ed ardente della virtu, dell' ordine , della chiarezza
e prosperita italiana. Ragguardevole non meno risulta il
numero degli artefici che si valsero delle di lui omeriche
concezioni. NoL ci ristaremo dal qui tutte enumerare le
nlteriori notizie che ricavansi da si nohile scrittura, in-
torno le reiterate istanze fatte dalla repubblica liorentina
col mezzo di distintissinii personaggi onde ottenere da Ra-
venna e in seguito da Leon X le ceneri del divino poeta;
non discorreremo delle onorate memorie di quadri, di mi-
niate pergamene, di busti, di statue erette in onore di ua
esule cotanto illustrci taceremo della cura che pose Firenze
PAKTE ITALIANA. 289
per conservare una tradizione di tutto ci6 ch' ebbe una
immediata, e aache lontana relazione con quel grand' uo-
ino, come il sasso sn cui si assise, la casa da lui abitata,
il sito dei di lui poderi, lo stenmia suo gentilizio. Se cio
facessimo, non lo comportereblje F indole di questo gior-
nale, e non lo consentirebbe il pensiero di forse distogliere
taliino dal procnrarsi una lettura piia utile, qnale si e
quella delle nobili faticiie del Missirini. Progredendo dim—
que in questo nostro divisamento diciamo che a si fatte
notizie da noi toccate di volo conseguita qnella dello splea-
dido mausoleo die venne innalzato in S. Croce. Gia Fi-
renze non aveva mai cessato di alimentare il pensiero e
la fiducia di vederlo eretto nel suo seno, si die I' idea
venne riprodotta ancora nelT anno 1803.
Fin allora non avendo potnto aver luogo il progetto pel
continuo mescersi delle puljbliche vicende ne' diilicili tempi
scorsi , una sdiiera di gentili e generosi fiorentini si pro-
pose nel i8a8 di dar ad esso finalmente compimento sul
disegno die gia era stato eseguito nel 1802 da un valo-
roso architetto toscano mentre intendeva al compiuto con-
seguimento dell' arte sua nella sede delle arti. Iniiamniati
i promotori si volsero con eloquenti e calde parole alia
largliezza delTaninio de' loro concittadini e dei Toscani
tutti, loro ofTerendo la gloria di concorrere con opportune
sovvenzioni aU'cseguiniento di si bella impresa. Avendo
si nobili inviti destnto grnnde commovimento in tutti gli
animi ben fatti ed una amliiziosa esultazione di cooperare
all' adempiniento del proposto progetto, si ottennero i mezzi
a cio conducenti, e 1' opera venne allegata (previa F ap-
provazione della scelta datasi da quell' ottinio e niuniti-
cente principe ) a Stefano Ricci scultore fiorentino. Questi
imprese diviatamente i modelli; ed aveva appena il grande
lavoro avuto incorninciamento die gia la faniigerata niusa
del conte Liopardi lo celelirava con alto slancio di bella fan-
tasia. II degno artefice rispose a si alto subbietto , e fece
che il luonumento si coniponesse dell' urna , della persona
di Dante, sedente sulla stessa, e di due statue allegori-
die poste in piedi sul basamento, e rappresentanti 1' una
r Italia in atto d' invitare le genti ad onorare 1' altissimo
poeta ; 1' altra la poesia che in atto dolente s' abbandona
sulTurna del vate, ove e aperto il libro della Divina Com-
media.
2^0 APPENDICK
II inausoleo si sublima, cosi dice 1' illu3tratore, piraml-
dalmeute per beu quattordici braccia, e le figure vestono
una grandezza di sei braccia avvantaggiate. Sorge nel
marmo liuiense di seconda qualita ( ne vi e oinmcsso 11
perche siasi questa preferita) e nel gran basamento di esso
leggonsl le seguenti note, dettate dal chiarissimo cav. Gio.
Battista Zaiinoal, e scolpite a caratteri doratj.
DANTI • ALIGHIERIO
TVSCI
HONORARIVM • TVMVLVM
A MAJORIBVS • TER. FRVSTRA • DECRETVM
ANNO • M • DCCC • XXIX
FELICITER • EXCITARVNT.
Qui chiuderemo le nostre parole col dovuti elogl all' esten-
sore di queste Meiiiorie, e col dire che sebbeiie la parte
concernente 11 nioanraento noa vada corredata dl una
stampa che graficamente indlchl 1' invenzione del tutto
artlstico e la rispettlva composizione dl ciascuna llgura,
cio nuUaineno la descrizione che ce ne ha data , e si viva
e si bene espressa , che non solo supplisce ad una stampa
o ad un litografico disegno , ma lo renderebbe inutile se
mai vi fosse.
* Saggio sngli amori dl Torquato Tasso , e sidle cause
della sua prigionia , di Giovanrd RosiNi. — Pisa ,
i832. , prcsso Nicola Capurro , inS.°, di pag. 102.
* Torquato Tasso, commedia storica di Gio. RosiNi^
■ — Fisa, 1802, presso Nicola Capurro, in 8.°,
di pag. 76.
Discorsi letd nclV I. R. Accademia di Belle Arti in
Venezia per la distribuzione de' premj deW aiiua
i83i. Pel Picotti.
Questo libretto che ognl anno esce alia luce cello stessQ
tltolo e che percio appnnto sembrerelibe al priiiio aspetto
lion dover accattarsl molta attenzioue , c a nostro avviso
di molto niaggiore importanza di i della terra, per detestarle: e Galileo splego le all a dl-
" scovrirci le meraviglie del Glelo, per meriiarie.
" Ainpio retaggio iiel nome loro vi toccu : ma le anti-
" che glorie, solo coile nuove glorie si tmelano. La co-
" scieiiza della patria graiidezza vi coinaiii.la riaiiovare le
" prove della douiestica celebrita. »
La piazza di S. Marco in Fenezia coiisidcrata come
moniimento cl arte e di storia , opera di Antonio
QuADRi , segretario delV I. R. Governo di Vene-
zia , ecc. , con XFI tavole in ranie. — Fcnezia ,
l83i, dalla tipografia di Commercio. Aastr. lir. 20,
con tavole miniate lir 40 (*).
Non e la prima volta clie in questi nostri fogli volgianio
il discorso siiUe opere di cjuesto egrogio autore , giacclie
oltre quelle da lui publjlicate di ecoiiomia politica , della
(*) Non sara discaro ai nostri lettori se qui diamo T eleiico
delle opere piibblicate dallo stesso sig. Qiiadri. Esse portano i
segLienfi tltoli :
Memoria di econouiia politica^ premiara nel 18 ig dal C. R.
Istitiuo di scienze , ecc, in 8.°, prima edizione , Padova 1819:
eeconda edizioae, Veiiezia 1820. Austr. lir. 3.
Otto giorni a Venezia. Parte I. Oggetti principali da vedersi
in Venezia, in 16. °, con rami, edizioui tre. Venezia, 1821,
1824 e i83o. Lir. 8.
Idem. Parte IL Couipendio della Storia Veneta , con la serle
di tutti i Dogi, in 16,° Prima edizione. Venezia, 1823. — Seconda
edizione , cou aggianta di alcuni costumi veneziani , incisi in
rame , e di un breve racconto sulla vita e uiorte del generale
Carmagnola, Venezia, 1826. Lir. 7.
Qiiattro giorni a Venezia. — Mdano, 1827, in 1 6." Lir. 5.
Huit jours a Venise, ou Objets Ics plus i-emarquables dans
Venise ec dans les iles adjacentes. Venise, 1823, in 16.° — • Se-
conde edition, ornee du portrait de Canova, de la gravure du
uioniimeut qui lui a ete eleve, et de quelques vues de la ville.
Venise, 1828, Lir, 8.
Abrege de PHistoire de la Republique de Venise , depuis son
origine jusqu'a sa cliute en 1797; et table chronologique de
touts les doges : ornee de gravures des costumes venitiens. Ve-
nise, i83i, in 16.° Lir. 7.
Storia della statistica, |)er servire d' Luroduzione ai Prospetto
statistico delle Provincie Venete. Venezia, 1 824, in 16.° cou
carta topogralica. Lir, 6,
PVKTF. IT.M.IAKA. 0^5
Storia (T Italia, ilolla storla particolare tTi Venezia , e di
Statistioa delle proviiicie Yenete , ha eglL gia fatto prece-
dere alia presente itii' altra dell' cgual tcnore e formato,
corredata da Z|.8 tavole. latendiamo di parlare del Canal
gvande di Venezia die sei've d' introdiizione alia piazza di.
S. Marco, e tende ad appareccliiare 1' osservatore alia vista
di cjuella piu splendida magnificenza . facendolo passare,
cosl si esprlme I' antore , c\:\ir a nticamera del Paradiso. la
fatti non ci e forestiero che , giunto in Venezia , noii
inarclii le ciglia per la sorpresa , sia die pervenga in piazza
]ior la gran volta dell' orologio alio sbocco di Merceria o
jier Tatrio della scala maggiore del Regie Palazzo, o per
r]naluncjne altro accesso. Colla descrizione e coi tipi del
Canal grande intese il signer Quadri a preparargli una gnida
clie lo condncesse grado grado a si grata sensazione. Par-
vegli acconcio il disporre "die nel visitare i tanti edificj
oade ridonda qnella niagica citta, si prenda principio dal
giro del canal grande nella maniera appnnto che fu da
liii indicata, compiuto il quale si ragginnga la sponda del
.1/0/0 della PiazzetCa per ivi ]30sto il piede a terra , rivol-
gere V attenzione su cjuanto in quel recinto presentasi ia
beir ordine disposto. Qneste sedici tavole che formano la
coniinuazione e il complmento del giro da lui ideato, ci
offrono in esatta prospetti\a incise a contorni quelle scene
d'incanto die soglionsi per ultime rlserbarsi anco sui teatri,
accio ti rimangano piia a lunge impresse.
Queste poi trovansi unitaniente agli oggetti piu impor-
tanti descriite nel teste con quel condiniente che invita il
leggito?-e a tutte discerrerle, perclie alle notizie storiche
vanno intrecciate in bel mode le artistidie, e si le una
che le altre sono stese con uno stile nobile e disinvolte.
Cosi e a noi avvennte. I soggetti delle tavole sono la pianta
generate, il mole della piazzetta, il palazzo dncale , la
Prospetto statistico delle Provincie Venete. Venezia, 1826, con
carta geojirafica del regno Lombardo-Veneto. Lir. 4.
Atlante statistico di 83 tavole sinottiche relative al siiddetto
Prospptto. Venezia, 1 827, in 4.° Lir. 6.
Le dieci epoclie della storia d' Italia antica e nioderna. INIilano,
1826 e 1827, Rusconi, in 16.° Pubblicaci due vokuui, clascuno
lir. 3.
11 Canal grande di Venezia, con 48 tavole in foglio. Venezia,
1828. Lir. So. Con tavole miniate lir. 100,
2j^G 4 p r e ^' d I c e
bMsilif.i tli S. Marco, la tone delT Orologio , le procur
latie vecchie , la ijuova l"abl)rica , il lato di S. Giminiauo
t|nnl era nel secolo passato, la facciata posteriore tlella niiova
falilirica, le procnratie nuove, il campanile di S. Marco,
la loggia adjacente , la biblioteca antica, il luolo verso la
zccca , la pala d'oro, e i tre pili di bronze. Nella con-
clnsione del teste, di che sono accompagnate (jneste vedute,
r a more coniinciando dal X secolo sino al XIX, passa ce-
lereineate in vivista le diverse epoche di origine, di flori-
dezza , di decadimento e di successive vicende delle arti
Venete ; da in segnito uii breve siinto della storia e dei
costitini di quel paese , institnisce un breve paragone tra
\eaezia e Roma sail' uso delle ricchezze, e chiude con ua
cenno degU ultimi uomini della repubblica, e della sua
caduta. Da quanto abbiamo detto conchinderemo che qiiesta
operetta ha T impronto del diletto e del vaataggio, scopo
che deve prefiggersi ciascun autore accio le sue produzioni
tornino raccomandate ed accette.
Rdccoltu di Vedute di Trieste c suoi contorni. — Ve-
nezia, iiJ3i, dalla preiniata litografia di Giuseppe
Deye , in 4.° per lungo.
Di buon animo annunziamo questa collezione, la (juale
ci da bella testimonianza de' progress! della litografia in
Veaezia. Ottiino poi fu il divisamento di rivolgere qnest'arte
alia prospettira rappresentazione de' paesi •, perche elia a
tale pratica si presta assai piii volentieri che agli storici
argomcnti; e di siHfatto genere sono appuiito le piu belle
impression! litografiche clie ci pervengono d' oltramonte.
S C I E N Z E.
Prove Filosofico-Politiche in difesa del Cristianesimo
a disinganno dei moderni Materialisti, tratte dagli
avveniinenti seguiti in Europa dal cadere del secolo
XVIII fino al presente anno in confntazione del-
T opera intitolnta le Philosophe Republicain , etc.
T. I. — Venczia, i33i, Antoiielli, in 8.°, dip. xvi
> e 238. I'lr. 3 aust. U opera sard divisa in due volurni.
L' anno 182 i esci alia luce in Francia coUa data di Fi-
ladelfia un' opera intitolata; Le Philosophe JlepubUcain , che
I'AKTK ITAMA.NA. 3^7
tent6 dj propagare in tutta rEnropa il grIJo della rivolta
per erigere sn le mine delP altare e dt-l troiio una re-
pul)blica ateisiico-democratica. Stati esseiidone per crdine
governativo contiscati gli esemplari , perclie T opera troppo
impudentementp teadeva a sovvertire ogni ordine civile , fa
dessa al di la deiratlantico ristampata. Sebbene quest' opera
c'inspiri orrore alia sola nianiera con cui si annunzia; tutta-
via non possiamo a nieno di non attestare la nostra stima
al cliiarissimo nionsigiior Alessandro Stagni espositore dl
S. Scrittura nella insigne cattedrale di Udine, clie coiifuto lo
sfrontato ateista, insegiiendolo passo passo, e percio dividendo
Topera sua ia qnattordici capitoli, qiianti sono quelli in cui
e divisa la suddetta produzioiie. Da qiiesto metodo, clie sern-
bra il piii acconcio in genere di confutazione , ognun vede
JI motivo die indusse 1" autor nostro a mettere in canipo
spesse volte gli stessi argomenti specialmente dedotti dalla
turpe macchia ond' e segnato in fronte il materialista,
dalle evidenti contraddizioni in cui si ravvolge tentando
sostenersi su I'apparenza delle virtu e da una serie di fatti
i piii incontrasta!)ili , die T esito miserando ci rappresentano
delle antiche e delle attuali rivoluzioni. Tali sono gli ar-
gomenti dl' egli s\olge sotto varj aspetti, e die soli do-
vrebhero bastare a disinganno del moderni materialisti. GIL
altri argomenti che attinse dai sacri fonti, niirabilmente
cospirano al disingnjino se non del materialisti , almeno di
coloro die trovansi in pericolo d' essere travolti nel tor-
rente deir empleta. A tale scopo giova moltissimo la ma-
schia e robusta cloquenza dell'autore, la quale risulta noa
soltanto dalla forza del raziocinio e dalla scelta dello stile,
delle frasi e dei concetti pienamente conforme alia gran-
dezza deirargomento, ma ancora dalla vera carita ond' e
aniniato, e dal voto ardente cli' ei tratto tratto soUeva
per la pace dei popoli. Perciocche questa noa pub essere
conservata, se Y ordiae non si conservi posto dalla dlvina
Provvidenza s\ nelT eccleslastica , che nella civile societa.
Effetto di questo zelo si potrebbe cblamare una tal quale
difettosa abbondanza di cui non si avveggono talvolta i piii
celebri scrittori.
II nostro apologista nel primo capitolo coljjisce di fronte
I'autore della sovraccitata opera, il qunle se potesse prevalere
incendierebbe tutta la terra, poirhe i suoi pensieri sono trame,
la sua pnrola e loscandaJo, il sua soffi.o e I'incendio, Quindi
248 APPEiKDICE
niui tciue til csporlo alia vista di iiitto il nionJo: revaler si vide a riiina dei rcgni e degl' iniperi.
Le criitiane potenze perb fedeli agli m\isi di una prowulenzn
(livina , che rovescia i consigli degli empl , vegtiuno incesicin-
trmente su qiiesto grande partito , . . per. preveiiire i progressi
delta sciagura unU'ersale: il che forma T oggetto dei piii
fervidi voii al suddito fedele , che agli aliri lasciando la
cnra di esaminare, quale sia la forma di governo piii coa-
venevole alia felicita dei popoli, rispetta e venera la re-
guaate antorita, che ha sempre la sua sorgciite nclla coscienza
per I' obb'igazione, che essa irnpone di ohbcdire. Qiiesio prin-
cipio, die, fondato sul Vangelo, rassicura sul irono il
]iotere, destramente si combina dall'autore coll' alira mas-
si ma : che fa necessaria una podesta supcnore a qitella dcl-
f uomo sU'sso per far piegare la {olonta. di tutto un popolo
sono la volonta di un uomo so!o (pag- 80). Senibra da
tiuto il contesto , che coUe parole soito la iolonta intenda
fgli di esprimere sotto V autoritd , poiche, sebbene il sud-
dito non possa avere giammai un motivo Icgittimo di sot-
trarsi alia snprenia autorith, potreI)be nascere pero una cir-
tostanza, bicconie avvenne al tempo degli Apostoli, in cui
ci conveiiga di obbedire a Dio piuttosto che all' uomo.
L' autore onde provare, quanio necessaria sia la podrsta
sovrana alia societd , fra gli altri argomenti , che dcriva
dalle conseguenze funestissime che seco porta I'attentato
contro il potere dei sovrani , ci mette sott'occhio un esem-
pio della S. Scrittura (cap. Ill, pag. 98 ). Un Levita insulta
puhhlicamente alia sua nazione ed alia suprema Divinita,
insiicuendo un culto idolatra : la ragione che ci rende la
diiina Scrittura, e "die in quel tempo non vi era Re ia
Israele, ed ognuno faceva cio che gli piaceva " Jud. 18, v. i.
]Ma questa clausula ci da a conoscere piuttosto I'epoca,
che la ragione di qnel culto idolatra :, e percio non si leg-
gono al luogo citato le parole " cd ogiuino faceva cio
che gli piaceva " , le qnali si trovano aggiunte ad un' al-
tra storia su la fine del sacro volume per indicarci ancora
la diversa forma di governo che allora sussisteva , quando
i Giudei, sebbene non soggetti a sovrana autorita, erano
PARTE IT-VLIANA. 249
poio cini loro capi si bene regolaii, clie la tlivina Scrlt-
tura ne fa nn magiiitico elogio. Jntl. c. 2 , v. 7. Del
rcsto la licenza de' Giudei si manifesta in tutte le forme
die suhi la loro repnbblica; e la serie che ne derive delle
piu grnndi sciagnre serve pinttosto a confermare la mas-
sima generale ad evidenza dimostrata dal cliiarissimo au-
tore : die t' uomo vivendo in societd dee vivere necessaria-
mente nella dipendenza , soggetto cioe alle regnanti autorita.
Una prova di qnesta verita ci jjoteva essere sommini-
strata dalla storia non solo dei Cristiani , nia ancora de
Gindei, i quali in ogni modo venivano eccitati dal profeta
Geremia e dal prefetto Godolia a prestare il dovuto oraag-
gio al re de' Caldei , che pur avea distrutta la loro citta
ed inceadiato il loro tenipio: anzi i Giudei medesimi, che
schiavi vivevaiio in Baliilonia insieme al loro ultimo re
Sedecia , pregavano ed esortavano i fratelli di Gerusalemme
a prepare anclTessi per NalDuccodonosorre e per Baldassarre,
onde vivere lunganiente sotto la loro protezione. Bar. c. i,
V. II. La fedelta de' Giudei sotto il giogo delle nazioni
straniere fu soninianiente ammirata da Alessandro e dai
re della Siria e dell'Egitto, che ne traevano un grande
profitto per la tranquillita dei loro popoli. Cosi la nostra
Keligione, che per divina istituzione e fondata su Tobbli-
go che ci inipone di rendere a Dio cio che e di Die,
ed a Cesare cio che e di Cesare, durera sino alia fine dei
secoli sotto qualunque forma di governo, fosse questa ben
anco opera del piii feroce ateismo.
II nosiro apologista si fa quindi a direttainente confutare
il Filosofo Repulil)licano colle stesse parole di lui, che suo
nial grado esprimono il relinioso sentimento della nostra
natura. Di qui nascono le contraddizioni ch'egli agli atei rin-
faccia, quando ci parlano e con tanta enfasi di benefcenza,
di aiusiizia , di probita , di legge naiurale , di morale , ed anche
di divinitd. Siccome lo scopo degii atei nelf esclndere la so-
stanza spirituale tende a cancellare Tidea di un Dio creatore,
per foniiare della materia una stupida divinita indififerente si
al bene, che al male; cosi I' autore dopo di aver provata
la verita di un Essere supremo, che ci vieue attestata dal-
rintero Universe, libra cloquente aperto agli occhi di tutto
il genere umano , passa a dimostrare co' piu solid! argo-
menti : che ci ha nell'uomo, oltre il corpo ormnizzato. una
sostanza spirituale. Ma forse troppo ardua potrebbe senibrare
2v)U A PPENDICE
ad alciino rimpresa cli'ei si assmise, di fare! cioe conoscore,
che I'uonio il piii rozzo, il piii brutalc, il sek-a^'^io men illu-
minato possiede Ratwahnente , e senza meno badarvL una sitbli-
missima teoria della meccnnica, ddla politica, dtlla j^iustizia,
della virtu in generate (cap. I, pag. 19).
Alle vaste cognizioni, die ci forniscono ogni genere
d'argomenti a confutazione dei inodenii niaterialisti , si ac-
coppia nel nostro aiUore una profonda perspicacia nello
scoprire i inezzi, de'quali giovaisi a difesa dei loro sisie-
mi. Essi sconvolgono tntte le regole dell'' umana certezza,
anzi che ricouoscere fatti decisivi per la religione, e pro-
dncono a quest' oggetto motivi di duhbio, ciie , se fossero
auimessi, ci sforzerebbero a negare Tesistenza nou solo
di Dio, ma ancora della materia e di noi stessi , condu-
cendoci ad un pirronismo universale. Cosi la ragione, che
sola vuole esercitare il sue impero, si confoode e si perde,
e invano cercherebbe un rifugio nelf antorita, qnando non
trova in se medesima il motive di credere. Ora il nostro
zeiante apologista ponendo una base cosi solida , su cuL
si appoggia il ragionciole osseqiiio della nostra fede nelle
cose clie non possiamo comprendere, rigetta la taccia di
credulita e di cieca obbedienza contro gli stessi increduli,
che si lasciaao trascinare dalPautoriia dei loro maestri,
senza avere esaminate le pro\-e della nostra religione, e
le ragioni del partito che abbracciarono (cap. \ ).
Per otteuere un compiulo trionfo contro il Filosofo rc-
pubblicano d' uopo era mostrare non solo I'assurdita del
iiiateriali>mo, ma ancora la verita della religione, clie e
lo scopo principale a cui giunse felicemente il chiarissiiuo
autore , mettendo in piena luce i dommi della fiitura vita,
e provando nello stesso tempo quanto siano essi neces-
sarj a mantenere 1' ordine e la pace nelle civili societa
(cap. II). Ma siccome le bestemmie degli atei sono lan-
clate non tanto contro la religione in generale , quanto
contro la religione cristiana; cosi tutto egli si occupa e si
diffonde nel dare una giusta idea del nostro Dio, e nel
descrivere la divina origine e il rapldo luaraviglioso pro-
gresso della nostra religione, die dntinatc: principnlmenie a
condurci alia felicita del cielo ci procura nel.o stesso tempo la
vera felicita di cui goder si possa su questa terra (cap. IV).
Parlando pero della religione cristiana, ottinio consiglio sa-
rebbe stato V esporre con maggiore accuratez/a il priacipio.
PiRTE ITALIANA. aSl
c!ie stabilisce cosi: La religione , che non pub salire per
linea retta fino al momaito clella creazione , non e opera
di Dio ma invenzione degli uomini ; il che e verissimo, se
la sostanza se ne consideri in que' due grandi precetti
die risguardano I'amore di Dio e del prossimo; ma pu6
dirsi, cl'.e allora soltanto incomincio ad essere Crisdana ,
quaado alia salvezza del genere uiuaao necessaria diveaae
la fede nel divino Redeatore.
L' alitor nostro onde conftitare grincreduli, che, ingrati
al beneficlo della redenzione, noa vogliono nelPuomo nulla
considerare che dia un indizio di degradazione prlniitlva di
sua natura, si fa a provare il domma della colpa originale,
disveiandone quasi il mistero con un esenipio clie tende-
rebbe ad insinuarci una massima perniciosa e nuliamente
vera, che un Dio giusto possa punire 1' uonio innocente.
Chiomasi foise, egli dice, ingiuslo il Sovrono che punisce
I'infedelta del suddno ne' suoi figli nncora, btnche inaocenti,
privandoli de2.ll onori e della dignitd a cul gli ai^eva innalzati
per un tratto di straordinnria munificenza? ( pag. 126.)
Ben iontani per altro dal pretendere una pienissima di-
mostrazione di tutte le verita che 1' ateo rigetta, soiiima-
mente ammlriamo la saggia e giudiziosa condotta del aostro
apologista nelT estendersi in quelle cose che eraao piu
dirette alio scopo proj^jostosi; toccando leggermente alcune
altre, sicconie sono per cagion d"eseuipio i pregi e i van-
taggi della storia sacra e profana , e delle vite dei Santi,
e la benefica influenza della stessa religione riguardo alle
scienze ed alle arti. Cosi il dotto scrittore ogni sforzo ado-
pera, e nulla ommette che possa ritrarre gli uomini dalle
tre vie poUtirhe che il filosofo ateisiico loro propone : la
prima e il libertinaggio; la seconda e la lettura dei libri
infetti di ateismo; la terza e Tabbandono e Toblivione di
tutti gli esercizj del Cristianesinio (cap. VI). E massinia-
mente contro il libertinaggio mise egli in campo tutta la
forza del raziocinio e della eloquenza, dandoci una perfetta
nozione della liberia, accio laniore della liberta medesima,
che diretto dalle leggi diviene I'origine delle piii alte virtu,
non abbia a confondersi colla sfrenata licenza ( capit. \ II ).
Forse non fu tanto felice nel darci le definizioni della i?e//-
gione e della Virth, della Super stizione, AeW' Eniusiasmo e del
Funaiismo. Per limltarcl ad ua solo eserapio, la Religione,
egli dice, e un giusto e salutare titnore fondato su I'importante
aSa APPEND ICE
niotiin (li sjnnccrc a Dio , una ragione^ole. pnmuin ili jv'n-
tcrgli. Till semplice e |)iu cluara ci sembra la nozioae ,
die altri ci ofFroiiO della Rcligione niedesima , die e: « il
culto^ romaggio, e la sominissione, che ogni creatnra ra-
gionevole dee al suo Dio Creatore nella uianiera die que-
sti vnole e prescrive. » Donde sicgiie , die 1' uomo al
cospetto di Dio non pno essere virtuoso senza la Religione,
ne rcligioso senza la fede , ia forza della quale la distin-
7ioae , dal nostro autore e da inolti altri adottata . fVa la
virtii morale e la virtu cristiaiia, fra la religione naturale
e la religione rivelata altro non e die una pura teoria ,
per non dire una vana cliiniera , dte non puo aver luogo
fra noi , nia die realmente infliiisce nel sistema dei nio-
derni jiseudo-filosofi, che si Insingano di poter esser vir-
tuosi e religiosi senza essere Cristiani (cap. V, p. 171 e
sego cap. VI, p. 198).
La storia e Tesperienza ci niostrano qiianio sleno peri-
colose le ipotesi , che soglionsi introdurre nella dottrina
della fede e dei costumi , la cui verita e necessariamente
connessa colla storia delle divine rivelazioni. Tale e T ipo-
tesi che stnbilisce 1' illustre antore dove paria dei peccato
d' orisine : n altronde, ee^li dice, 1' immortalita , 1' impero
assoKuo snlle passioni ed ii diritto alia beatitiuline sovran-
naturale non erano la dote ed il premio dovnto alia unia-
nita 'I pag. 126. Ma Tuomo deve essere considerato, qnale
sorti dalle mani del suo Creatore, non solamente giusto
e santo, ma ancora con una naturale invincibilc tendenza
alia vita, all' immortalita^ alia beatitndine. Quindi egli avca
in conscguenza della sua creazione da Dio niedesimo rice-
vuto quel diritto, di cui non pote essere spogliato se non
in castigo del commesso peccato. Lo stesso deve dirsi di
tutta la di lui posterita. Del resto quell" ipotesi jiotrebbe
riguardarsi come una massima certa , purche non oltrepassi
i confini della possibilita, non potendo negarsi che Dio
avrebbe potuto creare I'uomo, senza infondergli quel de-
siderio illimitato die lo spinge continuamente alia beala
immortalita. Da un tale principio pero , che c puramente
ipotetico, non puo dedursi una conseguenza che ne escliida
r ipotesi, riducendo il principio alia pratica, come fa il
diiarisslmo autore , che tosto sojrgiunge: " onde in castigo
della disubbidienza di Adamo poteva Iddio senza ingiu-
stizia spogliare lui ed i suoi discendenli di quei privilegi
P.VRTR ITALIANA. 253
puramente gratnlti die loro aveva impartito. " E cib rlscliiara
con nil esempio, che sopra abbiaino apportato. Cosi dalle
ipotesl si derivano fnnestissime conseguenze, una delle
qiiali si e : che possa Iddio punire la disubbidienza di
Adanio ne' snoi figli ancora bcnche innorenti; donde sianio
indotti a credere, che sia possibile lo stalo di natiira pura;
e quindi , che sieno non solo naturali , ma ancora inno-
cenli e nella lore oiiguie e nei loro efFetti le iaclinazioni
della nostra corrotta natura; e finalmente, che debba rico-
noscersi una Religione naturale, una Religlone rivelata ,
una morale filosofica , una morale Cristiana , una beatitu-
dine naturale, ed una beatitudine sovrannaturale : vane
ed inutili distinzioni, che uon hanno alcun appoggio , clie
neir imaginazione degli uomini , che tante altre cliimere e
faiitnsimi inventarono a danno della morale Evangelica, che
non puo separarsi dalla morale filosofica, essendo una sola
la morale, siccome una sola e la verita, ossia un solo e il
Sii:nore , una sola e la fede , un solo e il battesimo , un solo
e il culto re.ligioso;, che Dio stabili per essere adorato in
ispiriro e verita. Un ahro piii grave disordine che seco por-
tano quelle ciiimeriche distinzioni , puo essere T indlfferenza
in materia di religione, piaga profonda del secol nostro ,
che va sempre piii dilatandosi non solo fra 1 protestanti ,
nia ancora fra gii stessi cattolici, molti dei quali riguar-
dano con uno spirito di pirronismo le verita. piii preziose
della nostra fede, amando di rigettarle nella classe delle
umane opinioni , oude non essere costretti a riformare
quelle teorie, che sostengono con tanto calore e con tanto
in:pegno. L' errore da principio non e geloso ; ma volon-
tieri si associa colla verita per mezzo di quelle vane e
ciiimeriche ipotesi e distinzioni^ che tendono a confondere
le massime del Vangelo colle o[nnioni libere, ed a met-
tere ruomo in uno state d' indifTerenza, accio da se stesso
risolva e decida, non potendo in questo stato risolvere o
decidere , che in favore del partito piii favorevole alle sue
particolari inclinazioni, che altro non e che il partito del-
r errore e della menzogna.
Finalmente volendo porre un termine all'esame di que-
sto volume, ci crediamo in dovere di protestare, che nel-
Tesporre sovr'esso le opinioni nostre non da altro motivo
spinti fnmmo che da una ferma persuasione di rendere cioe
piii sinceia c piit gradita la nostra testimonianza intoruo
354 Al'PENDICK
ai pregi che abbiamo accennati dl un' opera certameiite
commeiidevole e per le verita piii importanti in essa
sviluj)pate e difese a trionfo della nostra Religione , e per
git ellicaci rimedj die ci somminisira contro delle piii
einpie dottrine.
L' antica Morale Filosofia esposta quanto alia pcripa-
tetica dallo Zanotti , alia stoica e pitagorica da varj
Greci ,• aggluntavl la dellneazion.e dl quella dl Ja-
copo Stellliil. Opera racculta e puhbllcuta per cura
dl Qlandomenico Romagnosi. — 3Illa/io , i83i,
per Vinceiizo Fen-ario, in 12.°, di pag. 242. Prezzo
llr. 2. 5o ital.
Delia morale filosofia, delle varie sue scnole, de' suoi
dogmi, delle sue vicende, parecclu scrittori si sono occu-
pati con erudizioae e dottrina e tra noi , e presso altre
colte nazloni. II sig. Roimv^nosi , compreso dal seatimento
della importanza e dignita di questa parte delTiimano sa-
pere, ba volute farU conoscere in via plu positiva^ noa
riferendo, come i piii hanno fatto, i diversi sistemi, ma
gli autentici monumenti origiiiali de' medesimi poaendo in-
nanzi a chiunque desideri solidamente istruirsi.
Avendo noi scorso questo volume non abbiamo potuto
non fare alcune osservazioni , che qui brevemente espo-
niamo colla speranza die riusciranno grate a parecchi
de' nostri leggitori, e che non saranno dallo stesso dottis-
simo editore disapprovate.
Sono circa settant' anni, dacche Francesco Maria Zanotti^
uno de' piu begli ornamenti della letieratura italiana di
que' tempi , pubblico il suo Tratiato della filosofia morale
seconJo i principj de' peripatetici. Qaella dello Stellini pub-
hlicata in Padova nelT anno 1768 in quattro grossi volumi
in ottavo rimase quasi ignota al puliblico perciie scritta in
un arduo latino. A qitell' epoca V attenzione generale de'
nostri era rivolta alia filosofia morale del Muratori ; e quan-
tunque per la piu parte coloro che prestavansi alia lettura
di queir opera si dolessero di trovarla per piu rispetti
defatigante, non preferirono per cio qnella dello Zanotti.
Questa aazi cadde in diinenticanza ^ e 1" aitra conserve an-
cora qua e la estimatori. Qaella dello Zanotti non era che
dl una scuola antica : quella di Muratori era usuale.
PARTE IT.VLI.VN.V. 255
La sclenza della morale e una scienza di sentimento e
di ragione : essa e fondata noii solamente sopra un fatto,
di ciii tiitti gli uomiiii sono testimonj a se medesimi, nia
sopra un tal fatto, che per crearc persnasioae dee pre-
sentarsi a ciasclieduno con forme semplicissime e chiare
di modo, clie ogni piii volgare ingegno , non diremo ia
se lo accolga , ma al primo annunzio lo riconosca domi-
nante in se stesso, indipendentemente da ogni imbarazzo
di definizioni, di distinzioni e di teorie , in una parola,
d' idee complesse od astratte •, e clie con ugnale prontezza
per la sola esposizionc ne intenda e senta la giusta ap-
plicabilita. Per cio la scienza delta morale e la scienza di
tutti e di ciascunoi e qnesta particolare qualita speciiican-
done la condizione ne determina !a fortuna. Queste condi-
zioni si esigono per la pratica comune e pei credent!
al solo sentimento. ]Ma volendo convincere anche I'intendi-
mento cio non basta. Conviene alle massime dar un appog-
gio e niunirle con un tornaconto ossia con motivi accertati.
In questo suo Trattalo intanto lo Zanoui ci ha presea-
tato, come dice il sig. Romugnosi , un qnadro compiuto
della peripatetica filosotia, raffazzonata alquanto della pla-
tonica. In quanto alia stoica, miglior compendio, dic'egli,
non trovasi del ilaiiuale di L'pitteto ; ed lia ragione. Pure in
questo Manacde non si precede per dichiarazione di prin-
cipj die preparino alia persnasione , ma per la sola pre-
sentazione di massime o di precetti da raccomandarsi alia
mcmoria sotto la riverenza dell' autorita. Ad ogni frase si
vorrebljero scliiarimenti, se quelle idee crear debbono la
persnasione propria, come abljiamo detto, della scienza
morale. Ne sieno di esempio i primi tre articoli per noa
dilungarci soverchiamente. Epitttlo incomincia cosi :
I ° Di quante cose vi sono al inondo certune da noi di-
pendono , certe altre no. Dipendenti da noi sono L'opinione ,
I'appetenza, il desiderio , I'avversione, e in somma tiate quelle
die sono opere nosire. — Clii e iniziato alcun poco nella
buona ideologia pno egli consentire in qnesta volgare dot-
trina? Non dipendenti da noi sono il corpo, la robu, , gli
onori, la dignita e tutto cio infine , die non e opera nostra.
— Qnante distinzioni qui non occorrono ?
2.° Le cose die ubhiamo in nostro potere, di loro natura
sono libere , poderose , a niuno ostacolo o impedimento sog-
gtite : ma quelle die non abbiamo in poter nostro , sono
a56 APrENDICF-
deboli , sch'une , sottoposce a impedimenlo , stranierc. — Ecco
un ascctisuio stoico, il qual nietic in imbaraz/o 1' iatelletio ;
e non puo quietarlo. Tutto TelTetto ultimo noii pno essere
che uno spaveato delf aiiiaio. — Viene la concUisioue.
3.° Awerti dunqiie che se lu prendi per libcre quelle cose
che di natura sono schiave , e le straniere per proprie , ti
sentirai impedito , uffLitlo , turbato : accuserai gli Dei e gli
uomini. Ma se terrai solamente per tuo cib c/i' e tuo , e cib
che e straniero per istraniero , corn e realmente, nessuno ti
fara violenza , nessuno faratti ostacolo ■• 7ion avrai a ripren-
dere od incolpare veruno ; nulla farai contra tun voglia ; nes-
suno ti nuocera; non avrai nemico alcuno, perciocchi: niuna
cosa nocevole ti awerra. — Sara conviato di qiiesta con-
cliisione clii lo sara stato delle premesse. Del rimaaeiite
non ci ha forse alciin articolo di questo Manuale , che non
abbia bisogno d' illiistrazione o di rettilicazione per poter
essere ammesso conveuientemente e con frntto nella meute
di na giovine.
L'antipenultimo anicolo di questo Manuale plenamente
giustifica il nostro giudizio. Fino a questo articolo il po-
Vero Epitteto avea delirato stoicnmente: qui il buon senso
voleva farlo filosofare di buoa garbo ; ma egli si e imba-
razzato. Ecco Tart. 76.
IL prima e piii iniportante trattato della filosojia e suit uso
delle dottrine, p. e. , sul mentire, IL secondo e suite proic,
€. g., perche non si dee mentire. IL terzo e quello che rin-
forza e distingue siffatte prove: a cagion d'eseinpio , d'onde
i'iene che una tal cosa sia prova? che cosa e una prova?
una conseguenza? una repugnanza? una verita? una falsitd?
Laonde il terzo trattato e necessario pel secondo , e // secondo
pel primo. Ma il priino e quello die piii iinporta , e a cut
dobbiamo attenerci. E noi intanto facciamo tutto altrinienti.
Ci arrestiumo nel terzo , e intorno ad esso spendiamo tutto
lo studio seuza pigLiarci pcnsiero alcuno del primo. Di qua
viene die noi mentiamo , e tutta volta ahhiamo in promo
il come provare che non bisogna mentire. — Era questa la
logica degli stoici ? Se alcuno ci dice die non intendiamo
le cose pel loro verso, abl)ia la bonla di osservare die ci
da vinta la causa. II buon maestro si fa iniendere anche
dallo scolare di grosso cervello.
Noi faremo grazia alia scuola pitagorica degli altissi-
ini sensi , di cui , dice il signor Jioniagnosi , erasi falU
P\RT15 ITALIAN V. 25?
proclaniatrice, convcnendo clie la dottrhia cU essa nulla serlii
ne deir orgoglio dispiuatore de' peripateticl , ae delia fa-
natica acerbita degli stoici. Ammettiaiu pure ch' essa pre-
setita diinensioni gigantesche , come il sig. Jloinagnosi le cliia-
ma, perciocdie si attacca all' ordiae universale, e si lissa
nel ceatro di qnella iuimensa unita, cli' egli cliiama on-
iiipossente , poiche comprendente tutto, e tutto veiiendo a
sussistere in essa e per essa. Kisguardando intanto T og-
getto delle cure del sig. Roniagnosi in puljblicar questo li-
bro come limitato a dare nn quadro autentico delle anti-
che dottrine morali , avrenuuo desiderato die non avesse
omesso di aggiungere quelle della scuola ebraica , giacclie
al perspicace suo ingegno noa poteva sfuggire un' aper-
tissima verita ; ed e questa, clie prima di essere noi di-
scesi a riferirne la ispirazione a piii aha origine , esse
aveano per assaissiml rlspetti giusto diritto di cittadinanza
iiella repubblica filosofica.
Intanto il sig. Roniagnosi . segncndo rosservazione clie lo
spirito wnano suole nel principio ben incamminarsi , nel mezzo
travuire , e nel fine ritornare avvednto al buon sentiero, aU'an-
ticliissima dottrina morale dei Pitagorici conglungeudo nel
suo pensiero quella di Jacopo Scelliai , per qnanto pare a
noi, ci guida alia conclusione pratica, clie dunc^ne la iilosolia
morale debb' essere trattata sulle tracce presentate dalio
StelUni, della cui dottrina esibisce una breve delineazione
apologetica in luogo di quel Prospetto , clie sulT inconiin-
ciare il corso delle sne Lezioni quel valentuomo puljblicato
avea, e clie neila intenzione del sig. Itoinagnosi sarebbe stato
assai bene in confronto dell' opera dello Zanotti. Se non clie
a giustiiicare quella conclusione noi avremmo creduto ne-
cessario premettere come fatti certissimi, primieramente
clie il sistema dello Stellini sia identico col pitagorico; in
secondo luogo clie il sistema dello Siellitd contenga non
solo una indicazione in astratto de' veri fonti della morale
filosofica, ma quella precisa dicliiarazione degli univoci
principj fondamentali , clie il comuii seuso iu coiicreto e
imperiosauiente condotto ad ammettere , e clie un facile
ragionaniento diiuostra ad ocinuiio applicabile a tutte lo
particolari azioni umane , qualunque esse sieno. La prima
di queste due quistioni e tutta dell' interesse del sig. Roina-
gnosi , e dipende dalla particolare sua maniera di opiiiare
dietro un esaiiie comparativo dei due sisteuii : la sccouda
Bihl. hid. T. lAVI. 17
200 Al'PENDlCE
c lU nil iiitercsse generale , perciocche ha per riscontro
comparativo a quanto ha scritto lo Stellini tutto cio die
gU stiidj posteriori sulla natura dell' uomo e delle sue af-
fezioiii lianno fortunataniente potuto dettarci. Ed appunto
a questo proposito , noi in altra occasione parlando del-
r opera dello SrcUini su quanto ne magnilicava il Valcriani
al chiarissiiro Stracico , crcdemnio di limitare a piu giusti
teniiini le laudi dovnte alio Stellini (i) ,• ed altra volta
ci faceinmo arditi ad additare , siccome a noi pareva , piu
certi, e piu positivi e plix determinati principj della morale
filosofia, e piu sicuraraente ed universalmente applicabili alia
direzione ed alia estiaiazione delle umane azioai ; principj
che la forza della verita presto o tardi rendera dorainanti ,
e i soli die possano dare il natural suo carattere alia mo-
rale filosofia, ed assicurarle Tonore di vera scienza. II vero
sistema della scienza morale , sugli accennati principj ca-
ratterizzato bastanteraente in questa prima parte del se-
colo XIX da due nostri Italiani, consente con quelle dello
Stellini , come quello della fiorente fisica consente coi felici
jndovinamenti del Bacone. Ma Tespressione di quel vero
sistema e la conseguenza di una ragione piu coltivata , di
una critica piu fina^ di una piu maturata ideologia , sor-
gente dalla cognizione piu estesa e piu accertata dell' uomo,
della sua costituzione , de' suoi bisogni, de' diritti e doveri
suoi , e dalla eguaglianza dei bisogai , dei diritti e do-
veri de' suoi simili. Le quali cose dopo I'eta dello Stellini
poste in chiarissinio lume da ingegni acutissimi, sono oggi
tratte ad essere espresse con formule univoche , e con no-
roenclatura purgata da ogni ambiguita e dubbiezza. Ne se
invidia a' viventi noa trae ad adulare i morti, puo vedersi
ragione di porre per capo-scuola della vera scienza morale
il professor padovano, a meno di proclamare il Visconte
di Verulamio per capo-scuola della moderna fisica. Ecco
adanque come la filosofia morale , in cui gli uomini per
si lungo tempo hanno balbettato, e giunta feliceraente a
potere perfezionarsi.
Quando il sig. Bomagnosi ci dice die nei precetti pratici
della vita eli antichi erano cTaccordo, e che le dissidenze
non si manifestavano che nelle aide accademiche , con cio
(i) V, Biblioteca Italioiia , tomo Sc", quadcrno di luaggio
i8a8 , pag. 257.
PARTE ITALIANA. 269
egU medeslmo conferma la trista vei'ita, clie la scienza mo-
rale non deve agli antichi altro die del tentativi d' incerto
effetto. La forza del precetti praticl dipende dalle verlta
dei priiicipj da cui soao dedotti ; e i soli principj sono
quelli die costituiscono la scienza. C e forza dunque di-
stinguere tra la scienza della morale filosofia , e i snoi
pratifi dettati. Aristotile tento di comporre un corpo di
scienza in quanto che stabili de' principj , e ne dedusse pre-
cetti pratici. IMa egli nel ragioiiare sui principj noa ecce-
dette i limiti delle probabilita •, ed abbiamo veduto die il
suo conipendiatore , lo Zanotd , si e didiiarato indifFerente
sul punto se Aristotile ahbia colpito il vero o no. Ne' mo-
nunienti stoici e pitagorici, che il sig. Romagnosi ci pre-
senta, non abbiamo su e glu che dettati pratici, ora ridotti
a pure sentenze , ora parzialmente ragionati , e lontani tutti
dal costituire un corpo di scienza , e tutti egualmente di-
scendenti da principj probabili : meutre la sola scienza
puo dare la persuasione, e crearne I'abito •, perciocche per
essa sola Tuomo sente le ragioni e i veri modi di opera-
re i ne puo sottrarseae. Noii avendo lo Stellini individuate
caratteristicamente il vero principle fondamentale della
scienza morale , e dunque provato che non puo conside-
rarsi per capo-scuola , come a taluni place di predicarlo •,
e che la volumiaosa sua opera , lodata da tanti e letta da
pochissimi , non e in sostanza die un tentativo di piu, ma
non bastevole quanto ai progressi , e molto nieno quanto
al pertezionamento della filosofia morale.
* II Ccnsimento Milanese^ opera del dottor Natale
CoTTA MoRANDiNi, aiUove dei Principj inlorno alle
assicurazioiii marittime , maestro privato di legge e
membro della facoltd polidco-legale residente prcsso
I' I. R. Universitd di Pavia. — Milaiio , i832,
Bettoni e Comp. Vol. 3, in 8.°, di pag. 1289 com-
plessivamente. Prezzo lir. 18 austr. Bella edizione.
Ciortiale agrario toscano , Humeri XVIII., XIX e XX.
Tom. V, trimestri 2.°, 3.° e 4.° del io3i.
Dovendo render conto ad un tempo delle cose contenute
ill tre numeri del Giornale agrario verrcmo , nel farnc
discorso. a coUegare le piu allini tra loro , e ia prinio
26o ArPENDICE
luogo quelle die particolarmente riguardano 1' agricoltura
toscaaa. I compilatorl del giornale avendo fatto qua e la
per la Toscaua delle g'lte ilirette , com'essi dicono, a co-
noscei- nieglio T agricoltura delle diverse provincic , e a
contrarre co' priticipali possidcnti e agricoltori di utili e
dolci leganii , ne danno relazione in due scparati artlcoli.
I quali si leggono assai volentieri e per V iiuportanza
delle cose clie vi sono descritte circa i niiglioranieiiti die
parecchi industri possidenti e agricoltori seppero introdurre
ncUa coltura de' lore fondi , e per il merito stesso della
narrazioiie dettata com'ella e da uoniini pieni di dottrina,
di zelo e di filantropia, ed animata di tal brio clie al vivo
dipinge le bellezze del giocondo paese toscano. Incomin-
ciaron essi dal visitare la villa di Montefalcone , proprieta
del cav. Amerigo degli Albizzi , situata sulla gliirlanda di
coUinette die dividono il val d'Arno inferiore dalla val di
Nievole, e dal palude di Bientina, e quindi la tenuta del
Poz:;o , spettante al marcliese Pucci , ancli' essa situata in
que' diiitornl 5 ed ebjjero ad ammirarvi bellissime colture
ed Industrie , e massinie magnifici bosclii opportunamente
allevati in un terrene sterile e ingrato. Vennero poscia a
Pugnano, villa posta a'pie' del monte Pisano , di proprieta
del cav. Roncioni , il quale oltre alle eccellenti pratiche
agrarie introdotte nella coltivazione del nionte e del piano ,
oltre a' grandiosi stabilimenti eretti per Tallevamento dei
haclii da seta e per la trattura della seta , seppe anclie
(giovandosi delle abjjondanti e perenni sorgenti d' acqua
clie gli somminlstrava il inonte Pisano ) ridurre a praterie
un intero podere , onde provvede al manteniniento di una
mandra composta di sedici bellissime vacclie svizzere e di
due tori. In appresso visitarono un fondo del sig. Tighe ,
in vicinanza della citta di Pisa, ed ammirarono come an-
cli' egli rluscisse , benclie con diversa inJusiria , a mante-
nere una cascina nel suo possedimento. La quale industria
del Tighe principalmente consiste nell' aver trovato , e
nel miglior modo saputo coltivare, tal varieta di patate,
piu d' ogai altra confacente al clima e al suolo de' contorni
di Pisa, e dalla quale egli trae larga materia di sostenta-
niento per il suo bestiame (i). E poiclie stiamo discorrendo
(i) Vedi r estratto di una Memoria del sig. Ti2,1ic snpra rjuesta
varieta di patate nel toni. 60.", pag. 107, ii5 delk Bibl. italiaiia.
PARTE ITALIAN A.. :26f
delle indnstrie Iiitese a procurar coploso nutriinento adatto
a'bestiami, alFiiie dl poterne maiitenere in huon nume-
ro , e cosi oltie al godere de' loro frutti , attendere col
conclme che se ne raccoglie al progressive migliorameiito
de' fondi , faremo qui menzione di un discorso del conte
Fieri ( inserito nel num. XX ) suUo stabilimento agrario
del sig. Leckie , eretto da non molti auni in S. Cliimento ,
a i3 uiiglia da Sieua. Infatti principale scopo del Fieri si
e di dimostrare come il sig. Leckie , vinceiido ogni sorta
di didicolta , e applicando in singolar modo la sua indu-
stria airaccrescimento de'foraggi , abbla mirabllmente av-
vantaggiata la coadizione di quella tenuta , benche per la
massima parte arida e nelle pnrti Ijasse domlnata dagli
acqultrinl.
Seguitando a render conto delle corse agrarie de' com-
pilatori del Giornale toscano , dlremo com" essi si sieno
successivamente recati alia visita di un podere de'signori
Vai , detto il Molinaccio , situato nella valle del Blsenzio.
Premendo pero ai medesimi conipilatori , dopo di aver
fatto conoscere a' loro associati lo stato dell' agricoltura
in una delle piii fertili pianure della Toscana , di far loro
conoscere anche quello di alcune delle montagne toscane ,
s' iadlrizzarono per la via di Bologna con animo di per-
correrla sino al confine e di esplorarne le adjacenze al
manco lato. Due proprieta del sig. Zanobi de' Rlcci ser-
virono ad essi dl tipo dell' agricoltura locale , cioe la fat-
toria detta de' Leoiu sul colle , e quella detta le Cascine
sul monte.
Se dalle relazloni de' compilatori del Giornale agrario
si raccoglie coa quanto zelo parecclii esperti coltivatori
toscani contribulscano al miglloramento della patria agri-
coltura , rilevasi poi , parte dalle relazioni stesse , parte
da altri articoli inseriti in quel Giornale , come taluni vi
si adoprino apprestando altrui un' adattata agraria Istru-
zione. Gia in altro sunto del Giornale agrario si e fatto
plauso in questa Blblioteca (torn. 60°., pag. 114) al conte
Mastiani per aver egli in«inuato ai proprieta rj di tenere
in ogni fattoria un pezzo di terra a proprio conto, nel
quale sieno seguiti i migliori^ e piii ragionati metodi di
coltura. Ed ora dobbiamo lodare il marchese Fucci , che
nel poc' anzi mentovato suo podere di Pozzo usa appunto
tenere per proprio conto de' campi niodelU ., nei quali eseguire
262 APPENDICE
le tliverse faccende rusticall con buonl metoill , e mo-
stranie i resultall ai coloni. Dell' istituzione in Toscana
dl una scuola teorico-pratica d' agricoltura , progettata dal
iriarcliese Ridolfi, se n' e parlato a parte nella Biblioteca
italiana ( marzo 1882 )•, e alcnni articoli a tale istitu-
zione relativi si trovano ne' numeri del Giornale agrario
ch' ora si annunciano. Tra gli altri ve n' ha uno deglt
Editori degli Annali universali di agricoltura di Milano ,
e poiclie in esso si accennano ed encomiano le conversa-
zioni agrarie clie usano tenere in valle di Greve i migliori
campagnoli del circondario, cosi il sig. Lapo de' Ricci ne
prende occasione per far conoscere alcnni oggetti ultima-
mente trattati in sifFatte conversazioni.
Le praticiie agrarie di varie parti della Toscana , e fra
r altre delia comunlta di Colle nella val d'Elsa, e della
provincia di Monte Anilata , diedei'o argomento ad altri
articoli inserlti nelT agrario Giornale. Fra i soggetti clie
inoltre vi son trattati a particolar vantaggio dell' agricoltura
toscana possiam nominare i seguenti ; Qual metodo si pra-
tichi per la collar a del grano turco nella val d'Elsa morta,
Meuioria del sig. Bonajutl con dotte aggiunte del marcliese
Ridolfi i Intorno alia vangatura ddle fave nei contorni di
Firenze, Memoria del sig. Bellncci : Sulla coltivazione delle
viti, Osservazione dei sigg. Bellucci , Bindi , e dei compila-
tori del Giornale. La coltivazione delle viti e antichissima
ia Toscana, e vi e sommamente propagata, ma non per-
cio esente da inconvenienti (i). Tra gli altri clie sono
iadicati nelle suddette osservazioni , uieritano particolar
inenzione que' relativi alia vangatura , esposti dal sig. Bel-
lucci , e clie danno niotivo a' compilatori di fare le seguenti
giudiziose rlflessioni. i< Bisogna certamente ammettere col
sig. Bellncci che adottato una volta il sistema di vangare
le viti, bisogna vangarle spesso, per impedire che le loro
barbe profonde periscano, come accade, al pulhilare delle
barboliae superficiali , con le quali la pianta succia ben
(i) Ad infervorai'e sempre piu i Toscani alia coltivazion della
vite , ora s'agglunge la spei-anza di peter sraerciare LI loro vino
aU'estero, e siuo in America, da clie si e trovato cli'esso vegge
bene alia navigazione , come gia e 8tato annunziato altre volte
nel Giornale agrario toscano, e con nuove prove si annimzla
anche in uno de' fascicoli di mi ci stiamo orcupando.
PARTE ITALTANA. 263
altro e ben mnggior sugo clie con le plu basse. Riilotta
la vite a quesle sole , ella perisce dove la vaiiga gliele
recida, come inevitabilmente succede. II vangar di rado e
dunque il peggio die possa farsl ; e clu non vanga spesso
meglio e die non vanghi del tutto. " II far scelta delF uno
piuttosto die dell' altro partlto dee dipendere dalla natura
del suolo , a norma della quale in alcuui luoghi potra
convenire di conservare alle viti le barbe superliciali , ia
altri le profonde. Ecco qual pratica si segue in uu podere
a noi conosciuto, dove Ic vili si coltivano con singolar
diligenza, e da un fondo piano, sabbioso e in passato
sterilissimo , si raccolgono in abbondanza uve sceltissime
e prelibate. Perche tal fondo e di sua natura sabljioso e
sterile, ma piu superficialmente die a certa profondita,
importa per doppio motivo di conservare alle viti die vi
son poste le barbe profonde anziche le superficiali , giac-
che quelle oltre al distendersi in niiglior terreno trovano
anclie nella state tal proplzia frescura die a queste in tutto
e negata. Quindi le viti non solo vi si vangano ogni anno
in primavera , ma ogni due anni si scoprono al piede sino
ad una profondita un po' niaggiore di quella a cui arriva
la vanga , e diligentemente si recidono le barbe che loro
crescono dintorno, coprendole poscia siccome prima j la
quale pratica fu dall' esperienza diraostrata utilissima, e
cliiaro ne apparve il danno quando si voile tralasciarla. Le
suddette viti, oltre all' esser vangate ogn' anno in primave-
ra, si zappano iiell' agosto , la quale operazione estiva
troviamo lodata dal Bellucci , ma biasimata dal Bindi, il
quale vorrebbe die il terreno clrcostante alle viti non si
vangasse o zappasse che in primavera ; noi possiamo pero
assicurare che la zappatura estiva apporta alle viti sud-
dette un manifesto e sicuro vantaggio , e togliendo l' erbe
loro cresciute di sotto,e disponendo il terreno ad assorbir
le rugiade che gia nell'agosto si fanno abbondanti. Disappro-
va il Bellucci che il terreno interposto ai filari si coltivi a
grano ed altri cereali, e loda che non vi si semini cosa al-
cuna ; siccome per altro egli insiste altresi fortemente perche
un filare si tenga discosto dalf altro piu die non si suole,
cosi ognun vede che seguendo V uno e l' altro precetto grande
scapito ne verrebbe da troppa estension di terreno lasciata
incolta. Nel podere summentovato gli spazj che sono tra
filare e filare si coltivano alternativamente un anno a
264 A r p E N n I c E
cercali, nn nnno a legumi, e per modo clie clascun filare
da una baiida abbia la vegetazion de'legnml, dall' alti'a
tjuella de'cereali, col qual nietodo, senza lasciare infruttuoso
il terreao , si evitano quasi tntti quegli eftetti contrarj alia
prosperita dcUe viti die derivano dal coltivarlo.
Parecchi impoi'lanti articoli rclativi ad animali , clie ri-
guardano I'economia rurale, leggonsi nci numeri del Giof-
nale agvario clie abbiamo preso ad esaminare. Parleremo
ill priino luogo di alcuni cenni del marchese Ridolfi snl
iiiontone del Dongola , animal pregevole per le notal/ili
dimensioni a cai perviene , e perche si coiiteata di un
A'itto frugale , ed anzi si ciba dc' rosumi degli altri animali,
e delle piante nieno appetite dalla pecora comune; ma clie
ha pero lo svantaggio d''essere rivestito di un pelo ruvido
e fragile, quindi non atto alia filatura. II marcliese Ridolfi
giudico utile esperimento 1' accoppiarlo alle pecore comuni,
giacclie , dic'egli, se ne potrel^be ottenere una prole clie
ancor scrbasse un vello non disprcgial)ile ; potrebbe dar
figlle di crescinta corporatura , e piu abbondanti di latte
deir ordinario, potrebbe somministrar figli clie destinati ad
essere immolati per vitto umano fossero di miglior gusto
deir agnello comuae e inaggiormente pesanti ; finalmente
potrebbe uscirne una progenie men delicata , piii sobria ,
e clie meglio delle pecore coniuni sopportasse gli strapazzi
dei guardiani , V insalubrita di certe pasture. Le prime
prove fatte dal marcliese Ridolfi , die son quelle di cui
rende conto , gia dimostrano come le espresse speranze
sieno ben fondate •, le successive sue osservazioni intorno
a questo soggetto ci saranno del pari da lui coraunicate,
come pur quelle die ora e in grade di istituire sopra le
capre del Tlilbet ( essendo divenuto possessore di un ma-
schio e d' una femmina d' animali di tal sorte) le quali
capre sorprendono per 1' abbondantissima ed estremamente
delicata lanugine, che loro cade dalT epidermide frammi-
sta ed intricata tra I'irsuto vello.
II sig. Bonajiiti discorre in un sno ariicolo delle capre
nostrali per additare un compenso ( di cni T esperienza gli
provo Tutilita) in virtii del quale senza bandirle per sem-
pre si possano conservare i boschi, cui sono, com'e noto,
oltremoflo intVste. Egli propone a tutti i possidcnti dei
boschi d" alto fusto di stare, ogni cent'anni, almeno quin-
dici o venti senza capre, cbo in questo frattenipo le piante
PARTE ITALIANA. 265
novelle crescono a tale altezza , cui la capra noii puo
pervenire afliii di roderne le giovani messe. Alloatanate
appena le capre da' bosclii voglionsi questi " smarrare ,
od aliiieno succidere tutti i cespugli e sterpi che sono
stati incapocchiti dai niorso delle niedesime ", quindi coa
allre cure facilitare e proniuovere il crescimento delle
piante novelle.
Altii aniaiali iiocivi all' agrlcoltura sono 1 piccionl va-
ganti , e se si abbiano a tollerare od a proscrivere , e
quistioiie gia piii volte agitata nel Giornale agrario , alia
conclusion della quale vien ora con un suo ultimo arlicolo
il sig. Lambruschini ( Bibl. ital. , t. 64, p. a 38). Giacche,
die' egli , considerando quanto fu detto da alcuni a favor
de'colombi, il provvedimento di obbligare a tener cliiusi
i colombi in due stagioni dell'anno, e permettere in qual-
che tempo la loro liljera uccisione a chi n' e danneggiato,
e provvedimento proposto dai fautori medeslini de' piccio-
ni , e per conseguenza piacerebbe a tutti , noi ( dopo aver
proclaniato quali sieno le vere esigenze di una rigorosa
giustizia ) non possiamo non riguardare questo compenso
come un prime passo utile , come un mezzo di concilia-
zione , come una transazione di equita , che calmera ab-
bastanza i reclami de' possidenti senza urtare i padroni
delle colombaje. Egli percio vorrebbe die il libero vagare
de'colombi fosse vietato dai i.° marzo a tutto giugno, e
dai i.° ottobre a tutto novembre. Cosi i danni di questi
voraci granivori sarebbero quasi del tutto impediti , e i
loro beneficj , qualunque essi slano, sussisterebliero intierl.
Nei mesi diliberta, conchiude il Lambruschini, i colombi
dovrebbero essere rispettati ■, nei mesi di prlgionia ogni
Colombo vagante dovrebbe riguai'darsi come uccello salva-
tico , come animale danneggiatore , che potesse essere uc-
ciso , come si uccidono i passeri , i topi, le formiche.
II sig. Tempi propone e discute la quistione se nel
coutorni di Pisa e in altri terreni leggieri si potessero con
vantaggio sostituire i cavalli ai buoi pei lavori della
terra. In un breve articolo viene esposto come per con-
siglio del dott. Schivan il bestiame attaccato dalla pustola
maligna o carbonchio si curi mediante 1' applicazione suUa
parte malata di un forte decotto di scorza di qucrce , ap-
plicazione che dee di frequcnte rinnovarsi. II l)estiame
dicde inoltre argoniento ad una Mcmoria del sig. Lapo
266 APPENDIOE
lie' Riccl quant' e al trafl'ico , e .1 due Memoric del niar-
cliese Kklolfi quant" e al niantenimento del nicdesimo. Kac-
comanda il Ridolfi nella sua prima Memoria ( e diuiostra
i mezzi acconci a mettere debitamente in pratica) Tusanza
degli Svizzeri d' allevare senza latte i vitellaml destinati
al macello,onde utilizzare aitrimenti con uiaggior vantag-
gio il latte dclla madre : quelli non si lascino dunque pop-
pare clie per poclii giorni , onde appena approlittlno del
jirimo latte ad altri usi poco adattato , e deterininino col
succhiamento il maggior possibile afilusso alle mammelle.
Nella seconda Memoria si occupa a far conoscere i perfe-
zionamenti introdotti presso gli agronomi piii intelligenti
ed istruiti per provvedere al nutrimento del hestiame
adulto , combinando colla massima econoniia tutta quella
sempllcita , die deve sempre accompagnare ogni rustica
faccenda , afrincbe possa divulgarsi e durare. Fatta atten-
zione che nel modo comune di nutrire il bestlame avviene
che delle materie lore anmilnistrate , parte sieno evacuate
non digerite, come accade di niolti semi, parte mal dige-
rite , vien a raccomandare que' metodi per cui s" ottiene
clie veramente dalle materie alimentari ritraggasi il massi-
nio profitto. Con gran ragione , die' egU , adoprano coloro
clie i semi tutti dei quali biadano i loro animali fanno
prima triturar dalla macina, che le radici e i foraggl onde
gli uutrono trinciano minutamente non solo, ina cuocono
o fan rinvenire o miscliiano , e ciie regolano i pasti dei
loro animali per niodo che tra l' uno e 1' altro passi un
tempo sufliciente per la digestione. Quindi viene ad enco-
miare l' uso delle cosi dette composte , le quali non sono
clie un mlscuglio di tutte quelle cose che tempo per tempo
possono destinarsi per vitto al bestiame, e riferisce le prove
ed i computi che dimostrano T utilita di mantenerio coa
un sifFatto genere di nutrimento.
Parecchie notizle sparse nel Giornale agrario dimostrano
come si difFonda e perfezioni in Toscana V iudustria delPal-
levamento de' baclii da seta. Una lettera su quest'argomento
scritta al marchese Ridolfi dal direttore della di lui bigat-
tiera di Bibiani,ci fa conoscere come esseiidogli stato pre-
scritto di consegnare ai contadini non il seme de' bachi
( la cui covatura non sogllon condurre con le debite dili-
genze), ma i baclii stessi gia svegli dalla seconda dormi-
tura, egli abbia saputo assegnarne a ciascuno la giusta
rAr.TE ITALIANA. 267
quantita pvoporzionata a qnella copia di seme clie gli si
com pete va.
Quanto alle sete e noto in commercio die quelle tinte
in nero a Firenze prinieggiano sulle sete tinte in altri
paesl, e il sig. Scoti ha potuto, col mezzo di opportuni
esperimenti fatti a sua istanza , convincersi , che e pregio
delle sete toscane, almeno d' alcune , come per esempio
parte di quelle del Valdarno superiore, e non del nero
che vi si applica sopra , o d'altra causa, s' elle acquistano
nna tinta si bella. Pervenne in appresso a conoscere donde
dipende 1' attitudine delle indicate sete toscane a vestirsi
di un si liel nero , ed anche a trovare il modo di confe-
rirla a molte che naturalmente non 1' hanno. Quindi asse-
risce che anche nelle tratture dell' aha Italia, e piu facil-
mente nelle piu ))elle , come le fossombronesi , le herga-
masche , le piemontesi , si potrebbe facilmente introdurre
questo miglioramento delle sete.
Poiche siamo entrati a parlare delle applicazioni alle
arti , riferiremo cio clie di notabile su questo argomento
incontrasi negli annunziati fascicoli del Giornale agrario
toscnno.
II sig. Andreini che altre volte si occupo della chiaritura
deir olio , riseppe che a Llvorno s" inq^iega il cotone per
ottener tale effetto , e fattane prova ebbe a persuaders!
deir utilita di questa pratica. Vide che per uso private
r operazione puo farsi con la massima semplicita prepa-
rando il cotone in canestri di vimini, introdotti nelle solite
conche o cilindri della chiaritura , e versandovi V olio dal
vaso col quale si leva dal tinello del frantojo ; e cosi beu
tosto ottiensi T olio tauto chiaro e puro , quanto con gli
altri metodi addiviene soltanto dopo due o tre mesi di
riposo.
Una lettera suU" arte del carbonajo in aggiunta alTarti-
colo gia pubblicato su questo argomento ( Bibl. ital., t. 64,
p. aSq ) fa conoscere i risultati di alciuie esperienze del
sig. Giobert , eseguite sopra legnami estremamente dlsec-
cati, quali sottomessi ad una temperatura costantemente
elevata , quali ad una bassa e non mai interrotta tempe-
ratura. II carbone ottenuto coi due processi da egual sorta
e quautita di legname in di qualita eguale , ma la copia
di quello avuto dalla combustione lenta fu di gran lunga
magciore della copia dell' altro.
268 ArrENDicr,
Si annunzin in uii succinto articolo die 11 caloi'c occor->
rente per cuocere il gesso, in modo da spiegar poi le mi-
gliori e piu ricercate proprieta nell'arte edilic.atoria , si e
di pochissimo superiore a quello occorrente per mantener
Facijua in ehollizione. Qixesta iinportante scoperta e dovuta
al sig. Payen , ed egli la espone nel suo Corso di chimica
elenientare ed industriale di cui , come abljiamo anuunziato
in uno del precedeiiti fascicoli , si e coiiiinciato a pubblicar
la traduzioiie in Verona.
In ua altro articoletto ci viene insegnato a Ilberare 11
vino tanto dal gusto e dall' odore di botte , quanto dal
sito di niufFa , coll'agitarlo con piccola dose di buon olio
d'oliva. Come con la gramigna preparisi una piacevole
hevaada ce io addita il Giornale agrario con le seguenti
parole : " Dopo la raccolta delle radici di gramigna esse
debbon lavarsi, tagliarsi a pezzetti e lasciarsi seccare con-
servandole dappoi in luogo asciutto , ventilato ed immune
da cattivi odori. Per preparar la bevanda in quistione si
iTiacina o si acciacca la detta radice diseccata , e si tratta
questa sostanza come T orzo nella manifattura della birra.
Alia decozione di gramigna deve unirsi un poco di Inppolo
e di lievito di birra, ed il miscuglio si terra a fermentare
in luogo caldo. II liquore si perfezionera cosi e potra vo-
lendo esser posto in bottlglie ove diverra spumante come
la birra. Sara piu o meno forte secondo che saremo stati
piu o meno generosi nella quantita di gramigna dirimpetto
a quella dellacqua adoperata per fame la decozione ". Altre
utili applicazioni ricordate ed esposte nel Giornale agrario ,
son quella dell' odor delle aringhe salate per espellere i
cimici e le pulci , quella del cotone cardato per rimedio
delle scottature , quella del sal comune asperso sulle ta-
gllature delle piante nocive per impedire clie ripuUulino.
Alcune altre IMemorie conteniite negli annunziati numeri
del Giornale agrario saranno da noi ricordate semplice-
mente col riferirne il titolo : Sulle scritte e disdette coloni-
che : Sulla cassa di risparmio di Firenze ; Risposta del sig.
Guicciardini alle osservazioni del sig. Lomeni relative alia
macchina ammostatrice ; Metodo sempLice per asc.ius.are i
terreni pahidosi del marchese Ridolii ; Intorno ai poponi e
cocomeri d' Egitto ; JVotizie agraric di Figline ; Prezzi correii-
ti ., ecc. Dobbiamo pero con qualcbe particolar cenno aa-
nunziare un curiosissinio fatto di cui leggesi la descrizione
PARTE ITALIANA. 269
nel Glornale agrailo , x-elativo a certe uve attaccate dalla
cuscnta. Non solo si e osservato la cuscuta vivere e pro-
sperare a sole spese dell' nva , senza mantenere alcuaa
diretta cotnanicazione col siiolo , ma parve anclie dalf at-
tento esanie del fatto doversi concladere , cli' ella si sia
co' proprj semi svolta dalT nva raedesima su cni continuo
a vegetare. Leggesi pure nello stesso Giornale I'estratto
di una IMemoria del sig. Bonafous , premiata dalla R. So-
cieta d' agricoltura in Parigi , intorno ad alcuni riraedj per
liberare i campi dalla suddetta pianta parassita.
Era gia steso il precedeiite articolo iatorno ai numeri
18, 19 e 20 del Giornale agrario, quaado ne giunse il
nnmero ai ( trimestre i." i832), del quale non vogliamo
tralasciare di porgere una benclie succinta notizia. Inco-
minclando da quelle cose die sono come un seguito di
altre trattate ne' citati numeri precedenti , e di cui venne
pur fatta da noi menzione , nominerenio una lettera del
cav. Bardini, ed un' altra del sig. Carmignani , intorno al
progetto del marchese Ridolfi della fondazione di un istituto
teorico-pratico d' agricoltura ; un' aggiunta del sig. Tiglie
alia Memoria sopra una nuova varieta di patate : e due
lettere , una del marchese Ridolil ed una anonima, intorno
alia quistione proposta dal marcliese Tempi circa il sosti-
tuirel cavalli ai buoi nella coltura de' terreni lejigieri. —
La descrizione di un nuovo orecchio da coltri diede mate-
ria ad un' importante Memoria del sig. Lambruschini, clie
e quegli stesso die lo immagino. Gia conosciuto e lodato
dagli agronomi e il coltro Ridolfi , e ne sono descritte le
forme e le utilita cosi nella Biblioteca agraria ( torn. 3.°,
pag. 38) come nel Giornale di fisica chimica (dec. II,
vol. VII, pag. 246). Un tale coltro, coU'aggiurita dell' orec-
chio inventato dal Lambruschini , e colle modificazioni
necessarie per adattarvelo, e proclamato qual coltro che
non Jia rivali. — II sig. L. Ricci da la descrizione di una
mangiatoja portatile per le pecore;, e ragiona intorno all'uso
dell' istrumento agrario detto bidcnte , che riguarda oppor-
tnno per la zappatnra delle piante , e particolarmente delle
viti ne' terreni sassosi , preferendogli pero la vanga se le
zappature voglionsi eseguire in luoghi piani , e dove il
terreno sia profondo. — Si torna nnovamente ( vedi Bibl.
ital. , torn. 64.°, pag. 244) sail' argomento de' gelsi a
prato , e poiche il sig. Bonafous diede alle stampc . d' ordine
J.-0 APPENDICE
della R. Societ;i d' agricoltura di Torino, uii Saggio sopra
i gelsetl , e sopra una nuova specie di gelso , dellbero il
sig. Lambruscliini di riprodurre per iiitero un tal saggio
neli'agrario Giornale. La nuova sorta di gelso die il sig.
Bonafous trovo piii acconcia d' ogni altra ( potendo pro-
pagarsi per barbatelle ) alia coltura a prato , e quella clie
Perrottet porto in Enropa dalle Fillppine , e Poiret gia
prima avea nomiiiata latifolia ; ora pero il sig. Bonafous
propone di nominarla cucullata. — II sig. Baroni tiea di-
scorso del codogno Chinese ( Cydonia sinensis ) pianta ap-
portatrice di un frutto grosso , vistoso , olezzante, ma di
sapor acido stitico e , qnando sia crudo , in niun tempo
mangereeeio. II Ridolfi c' iuforma in una nota , come ua
tal codogno cotto a fette, dopo la compiuta sua maturanza,
in acqua zuccherata, e servito caldo in tavola, riesca gra-
tisslmo. Fuvvi tra noi clii impiego questo frutto ( die gia
da alcuni anni si raccoglie negli orti botanico e agrario
di Pavia ) a fame un composto simile alia cotognata , e
I'esito ne fu soddisfacente. — Altri articoli contenuti uel
citato numero del Giornale agrario sono i seguenti : Me-
glio un cattivo podere die una buona pigione ; Sulla ma-
lattia dei niajali deita panico ; Sulla spedizione del vino to-
scano alle regioni oUremarine ; Sulla coltura dei poponi , dei
cocomeri e delle zucche d' Egitto ; Notizie agrarie di Frgline ;
Prezzi correnti, ecc.
Trattato medico filosofico sop? a I allenazione mentale
di Filippo Pinel , menibro della Ijegioii d' oiiore ,
dell Istitiito di Francia , ecc. Prima versions ita-
liana sidla seconda edizioiie francese , di Costantino
Vaghi, dottore in medicina e chirurgia: aggiuntivi
alcuni cenni storici intorno la vita e le opere del-
V autore. — Lodi , i83o, dalla tipografia Orcesi ,
un volume in o.° grande , di pag. 400, con due
tavole in rame.
ti Trasportare da una ad altra favella le opere eccellenti
deir umano ingegno e il maggior benelicio clie far si possa
alle lettere ; perclie sono si poche le opere perfette , e la
invenzione in qualunque generc e tanto rara, die se cia-
scuna dcUe nazioni modernc volesse appagarsi dellc riccliez-
zc sue proprie , sarebbe oguor povera i c il commercio
PARTE ITALIAN A. 2.JI
de' pensleri e quello che ha piii sicuro profitto. " Coll' egi-
da di questo giiistissimo detto di madama di Sthael , il
sig. dott. Vaghi ricopre innanzi tutto la sua traduzione.
Noi pero gli chiederemo di pennetterci una riflessione t
la quale e , se di vero cio possa applicarsi alia versioae
di un libro che conta gia quarant'aniii di vita (i), e coa-
cerne un punto delle mediclie scienze , che fece ancora
progress!, siccome ne fanno piena testimonianza le eccel-
lenti opere posteriorniente pubblicate? In appresso se Topera
di Pinel porta i caratterl impressi del vero sapere ; e hasata
suit esperienza e suW osservazione di molti anni, sue destino
era il produrre la piii felice e compleia rivoluzione in uno
dei piii importanti rami di medicina , ed immensi vantaggi
per r uinanita ( pag. 3 ) i se essa fissa un' epoca gloriosa e
jiuova in cui le malattie mentali furono dalla culla ove mi-
seramente giacevansi all' ultimo grado di perfezione condotte
ed elevate da Pinel in un niodo tutto nuovo , tutto som-
mo (pag. la), senza farci di essa detrattori , che per
certo non manca di pregi , dimanderemo ancora perche
gl' Italiani in si lungo spazio di tempo non ebber mai
pensato a recarla nella loro lingua e farsela cosi propria?
Egli ci vuole ben essere un motivo , e un motivo forte.
Forse che i raedici della nostra penisola al paro di alcuni
altri di altre nazioni non ebbero per puro oro quanto di
lucclcante loro in essa si appresento. Basta in fatto leggere
le opere periodiche niediche di quei tempi per chiarirsi
della verita di questa deduzione. E qui a rinfrancare il
nostro dire noi recheremo il giudizio datone da un celebre
medico e scrittore. n Benlgne lector ! Pervolve Pinelii de
maniis opus, detrahe casus nonnullos practices, quos in
curriculo liujus operis grato cum animo in usum duxi ,
et die dein si quod reliquum est , non magis cum fabulis
milesiis , quam cum opere medico convenlat ? Nimiruni
omnia inordinate Pinelius scribens basim rerum medicarum ,
anatomiam scilicet pathologicam plane neglcxit , aetiolo-
giam pliysicam vix per transennam tetlgit , ac maleriae
medicae infamiae fere notam inussit. Adde contemptum
quo de plerisque antecessoribus suis loquitur , adde silen-
tium, quo classicum de maniis scriptorem Lorry, praeterit,
(i) La prima edizione dell' opeiH di Pinel ora tradutta usci
r anno i~')i -^ la seconda apparve ael i8cy.
2-2 \PPENDICE
adde jactantinm , qua se veluti in fimdatoreiii doctrlnae
niaiiianiin erigere conatur, etc., et jiidicium nieum liaud
nimis iiivenies severum " (i). E di vero chl sgonibra
del tutto la mente di prevenzione legge il Traltalo delle
aliciiazioni mcntali di Pinei non pu6 non sottoscriversi a
cjuesta sentenza. Limitandoci noi a quanto concerne 1' ita-
liano nostro Chiaruggi ci facciamo le maraviglie, perche il
traduttore prese non abl^ia le difese di lui dalT ingiusto
morderlo die Pinel fa, tanto piu die Cliiarnggi , Lory c
Greding furono quelli die speciaimente colle opere lore fatte
di puljblica ragione spianarongli la via , e tolsero dalln culla
in cut misercunente giacevaiio le malauie mentali. n Scorrere
»; mai sempre le strade per altri calcate, parlar della foUia
» in genere con un tuono dogniatico , considerare in seguito
V la follia in particolare , e ritornare ancora a questo or-
V dine scolastico di cause, di diagnosdco , di pronostico , di
» indicazioni da soddisfare, egli e il difetto die si riscon-
» tra in Chiaruggi. Lo spirito di investigazione si palesa
" poco nella di lui opera se eccettuasi una centuria di
>/ osservazioni die pubhlico, ma pochissime in fra queste
" possono dar luogo a delle concludenti induzioni: " Cosi
Pinel. Se in un' opera niedica il servar giusto ordine e
diiarezza, il non gittarsi a vano specolare , e il riferire
r osservato come naturalmente si presenta , il metter mano
per quanto e posslbile all' anatomia patologica, sono difetti
degni di censura, e da far gittare il disprezzo suU'autore,
a tutta ragione Chiaruggi si merita il biasimo di Pinel, il
quale per non peccare con lui , nel suo Trattato di cui te-
niam discorso con minor ordine nel complesso segue la stessa
via, e fa pur princlpio dal ricordare le cause (a), passa
alia diagnosi annoverando i caratten fisici dcW alienazione
raentale , e stabiiendo la distmzione delle diverse specie di
alienazione (3); ferma le indicazioni curative da soddisfare
favellando della polizia interna e delle regole da seguirsi negli
stahilimenti consacrati agli alienad (4) , e mostrando i Ri-
sultati dell' esperienza antica e modcrna sul trattamento me-
dico degli alienad ; infine viene al pronostico coi risultati di
osservazioni, e costruzione delle tnvolc per scrvire a deierminare
(i) 3. Franck Praxeos nied. etc.
(2) Sezione prima.
(3) Sezione II e III.
(4) tJe^iioae IV c V.
PARTE ITALIANA. 278
il grado di probabilka della guarigione deglL alienati^ i Casi
iiicurabdi di alieiiazionc a niotUo del vizj di conforniazione ,
o per altre cagioiu (i). Noa israania di erigerci in ceii-
sori 5 clie non ci crediam da tanto , ci indusse a rom-
pere qnel sileiizio clie tanto ci e caro , lua solo T auior
del vero e della patria. Noi non in piccol conto abbiamo
I'opere di Pinel, e nei tanti casi di nianie, die il lunga
Gsercizio di nostra professiono, e diverse particolari circo-
stanze ci appresentarono, confessiamo esserci forse pei primi
giovati deJle osservazioni pratiche che il suo Trattato suite
alicnazioni mentali racchiude , ma non possiamo patire che
per alzar se stesso ingiustaniente egli conculclii autori si fatti
die per piii rispetti la sua stessa stima si njeriterebbero.
Noi speriamo che il sig. dott. Vaghi non sara per pigliare
in mala parte queste osservazioni che osamuio avanzare,
da che noi siamo persuasi che colle pin rette intenzioni
egli si fece T apoJogista dell' opera di Pinel , e ne esegui
la traduzione. Anzi lidando interamente nella rettitndine
sua , noi lo pregheremo ad iscusarci , se scorgendo in lui
non poca disposizione alio scrivere bene , e in complessa
trovando buona la sua versione, ci permettiamo di racco-
mandargli che ad altre piii importanti opere rivolga la
penaa e T iagegno suo, e ad un tempo procuri di e\itaro
nello stile ogui maniera die troppo senta del francese.
Anlmadversiones in constltutioncm morborum stationa-
riani cjusque cum sideruni laboribus nccessitadiucm ,
auctore Franc, nob. ab Hilden brand, mcdlcinou
doctore , artis oculaiice magistro , praxeos medlcoc ,
patliologioe, thcrapiceque specudis in celeb. Univcis.
Vindobonensi professuje P. O. etc. — Vindobonce ,
i83i, impensis J. Q. Hcubneri, typis viduce Anto-
nii Strauss, in 8.°, di pag. 80.
Osscivnzioni intorno cdle epidemic stazionarie , sunto
compilato dal dottorc Corkeliani , prof, ordin. di
patologia ge/ieralc c materia medica^ ecc. — Pavia^
i83i, presso PicLro Bizzoni.
Lo scopo di questa operetta die abbiamo sott' occhia
in un al sunto datoci dal sig. prol'essore Corneliani, viene
(i) Sezione VI e VII.
BibU Ital T. LXVl 58
■2-4 A. P 1' E N U I c; E
chiaraniente dallo stcsso atitore messo innanzl colle scguenti
parole: « Tustat jam temjias , ut conteinptis deliriis astro-
logicis, ajtenia Sulerum systeinatis Solai-is super nostrurn
orbem jura, evitleiitissiniam eoriim super terrigeaas pote-
stateni , Astrologiae proiiide (slricto sensu vocis) in cloctri-
iiis nieJicis necessitatein viiidicemns, atque contra frivolas
sciolorum injurias tueamnr, an recte feceriin, sequi deci-
dant judices. » E noi di Jjuon grado lie rimettiauio ad essi
il sentenziare.
Alcoolato per la scabbia^ nnovo ritrovato del C. F.
Giuseppe Marenesi, dedicato ai novelll figli dlp-
pocrate. — Bergamo, i83i, dalla stainperia Cie-
scini, in 4.°, di pag. 19.
Questo nuo\'o ritrovato consiste in una soluzlone alcoo-
lica di sabadiglia , suiflsagria ed elkboro ; sostanze lutte gia
note quali aiitipsoriche , e d' 0(>;ni uianiera state adoperate,
siccome ne fa prova il segueate pa&so del Dictionnairc iibrege
des sciences mtdicnles (art. Gale, t. i5, png. 100); "La
STAPH!" SAIGRE, le tabac , la GEVADILLE , Teupliorbe, I'EL-
LEBORE, la cigue 5 TalCOOL, ecc. ... 011 procure la gue-
rison de la gale, non sans occasioner souveat de vives
doleurs , et une forte inflammation de la peau. Toutes ces
substances ont etc combinees de milie manieres, et cliaque
ini'decin a revendique la gloire eplieiiiere de I'invention
d'une formule particuliere. " II perche non era sicuramente
prezzo delP opera Taver voluto a questa produzione mendi-
care mecenaii illustri cui prodigare I' inceitso deW adulazione.
Quantunque altri potrebbe chiedere al sig. Marenesi, in
qual conto percio tenga egli i suoi wnici niedici e chirurghi,
a quali V lia nella seconda pagina intitolata ?
La cagione pol die indusse il sig. Marenesi a studiare
questo mtoi-o farinaco ( pag. 8 ) si e clie « gia da qualclie
tempo gli pareva abbisognare un rimedio per la scabbia
assai piii energico, meno ributtante e scevro di tutte quelle
conseguenze funeste che sogliono conseguitare una tera-
peutica di una lualattia cotaiito contagiosa, molesta e
schifosa. » Egli adunque ignorava la mcdicina gia possiede
cotal rimedio, il quale consiste nella soluzione del cloruro
di calce , che gia da qualche anno con tutto il piix pronto
e felice successo si adopera. II iiostro signer farmacista
PARTE ITALIANA. 2jS
sententia pure che 1' opinione della preseuza deiracaro nella
rogna qual causa di essa « iioa lasci piu oltre a desiderare
oade possa essere coufermata <>, e quiudi ignora altresi clie
ai di nostri v' ha aiicora de' furti oppositori, e die Biett
ed altri medici cercaroiio invano quell' insetto.
V A R I E T A.
r O E S I A.
F.
oesia lalina del Gagliuffl. — In occasione die venue
aggiudicata dall'Accademia delle scienze di Parigi la graade
iiiedaglia in oro al professore B. Mojoa pel suo felice
ritrovato deirinjezione placentale, il cbiarissimo professore
ed ellenlsta Gagliuffi scrisse in Parigi questi due bellissimi
disiici.
Benedicto Mojoni medico clarissimo.
Quod, duce te , superat recreata puerpera mortem,
Invento plausit Franca Minerva tuo.
Gaude , liaud invideo, plausu sed coascia sparsae ,
Ecce quod invideain ;, mens tua gaudet opis.
Lutetiae Parisiorum calendis maii. MDGCCXXXII.
Gagliujffi.
ARCHEOLOGIA E BELLE ART!.
Pompcja. — La casa di Fauno, notissinia a tutti coloro
che visitarono Pompeja , e una delle piii grandi e splen-
dide abitazioni della citta risorta. Le arti belle vi fe-
cero a aiano a mano preziose scoperte. IMusaici, bronzi ,
ornamenti d' oro , pietre incise passarono snccesslvamente
dalle sue deserte camere nelle sale del Museo di Napoli,
Nuovi tesori vennero , non ha guari , sulle tenebre con-
quistati. Questi consistono in quairro niusaici di natural
colorito che per la diniensione e bellezza loro, e per T ini-
portanza de' soggetti vincere sembrano di molto cio che
in si fatto genere ci fu dalF anlidnta trasraesso, e bea
anche il famoso musaico di Palestrina col quale tre del
nuovi hanno nondimeno una singolare analogia.
Tre di essi musaicl collocati sovra la soglia delle ca--
mere contigue al giardino, hanno in tutto veutitre pahni
276 V xi U I E T a'.
napoletani tU luiighezza sopra tlue e mezzo di altezza:
rappresentano il corso del Nilo con ua iiuvolo d' uccelli
accpiatici , con tutte le piante proprie del luogo , c fra
questc il papiro , e con diversi animali anfibj , tra' quali
il coccodiilio , la rana , il serpcnte , ed il niostruoso ip-
popotamo che colla gola spalancata esce dal fondo dclle
acqne. Tale scopcrta , degna di tutta Tattenzione degli ar-
cheologi , e importantissima ancora pel pittore e pel na-
turalista i e qaesti specialuiente trovare vi puo la solti-
zione di varj scientilici proljlemi, die daU'antica sapienza
avviluppati furono in ingegnose o profoude allegoric , di
cui la nostra non lia peranco penetrato il mistero.
Notarsi dee die il padi-one di questa casa nutriva un
slngolar gusto per gli animali j giacclie i umsaici trovati
presso di lui precedeiiteniente e gia conosciiui , rappre-
sentano, per la piii parte, pesci , oclie , colonibi e per
sino gatti. Queste varie pitture d' animali formano da se
sole un particolar gabiuetto del R. Museo di Napoli.
II quarto musalco , recentemente dissotterrato , ha nove
palml e mezzo di altezza sopra dicianaove di lunghez:3a.
£sso e contornato da una specie di ornatissima cornice ,
ed e al pari degli altri tre bello e ricco, sebliene tutt'altro
siane il soggetto. — - Sovra di un fondo bianco e liscio e
rappresentata una battaglla , le cui figure hanno circa tre
paiuii e mezzo di altezza. Un cavaliere magnificamente
armato alia greca mostrasi in attitudiiie di combattimento :
il suo elmo giace a' piedi del cavallo ; per cio la testa del
cavaliere nuda ci si presenta , giovane e marziale. II suo
Jjraccio tuttavia alzato ha in quel punto trafitto con un
giavellotto un nemico guerriero, die con grande sentimento
di dolore cade sovra del proprio cavallo, gia questo ancora
abbattuto da un colpo e nuotante nel sangue. Gli abiti ,
le armi , tutti gli ornamenti di questa seconda figura an-
nunziare sembrano un Persiano : la capellatura del suo capo
p acconciata alia persiana, die dalla testa le si rivolge sotto
il mento. Le figure ond' e circondata, che sono a lei somi-
glianti per gli abiti e per 1' acconciatura del capo, sem-
brano in attitudine di compiangere un duce , e imprcssa
portano §ul loro viso I'espressione d' un profondo ram-
inarico. Tutte le teste vi si distinguono per un indivi-
Juale carattere •, dal che ridonda varieta alia dipintura.
}a p^nj parte yeggonsi armi , cavalli , g^errieri uiorti ^
V A R T r, T A . 277
morlboncVi; e fra le bandiere de' fuggcntl barbari se ne pre-
senta una cli rosso colore e cogl' indizj di un gallo, a cui
le ingiurie del tempo noa perdonarono che il capo e la
cresta : tatto il restaate e svaaito.
II lato , ov' e il vincitore, non e s\ bene conservato.
II vincitore stesso, una parte del suo cavallo e molti dei
suoi soldati trovansi piii o meno iiialconci dal tempo.
D' altronde e da notarsi , die tutto gia stato era restaurato
dagli artefici della stessa Pompeja. — ■ Gli anticjuarj napo-
letani ravvisarono in qnesta mischia la battaglia del Gra-
nico , quale ci viene descritta nel primo libro d'Arriano.
Eglino riscontrata banno altresi una mirabile soraiglianza
tra r eroe macedone cd il volto del vittorioso cavaliere.
Tuttl poi sono d' accordo intorno alia bellezza di que-
st'opera. II professoi'e Quaranta sta di essa preparando
una descrizlone con relativo intaglio disegnato dal profes-
sore Marsigni. (/. D. A.)
ARTI EELLE.
Disesno della Statua colossale decretata da A^ovaresi in onore
del He Carlo Enanuele III. Sculnira di Pompeo Marches!,
— Milano , i83a, litografia Vassalli, in fogl.° elefantino. —
Non pill adatta epigrafe apporsi potea in fronte alia bella
descrizione del disegno di qnesta statua di Eaianuele il
grande, quanto qiiella die vi leggiamo iscritta e che e tratta
dalle Memorie storiclie della R. Casa di Savoja del marchese
Costa de Bouregard : La vie de ce Prince fut itne suite non
interronipue d'utiles travaux et de srandes choses faites avec
de petits moyens. E di fatto « Carlo Emannele ( cosi con
" tutta verita scrive il coltissimo autore delP anzidetta de-
" scrizione). Carlo Emannele III eblie dalla stima de' po-
" poli stranieri, dalla gratiLiidlne del suo il co2:noine di
» Grande. La posterita glielo conserve ancbe ne' tempi
" ne' quali 1' Augusta Casa di Savoja, abbandonata la cu-
" stodia delle Alpi soverchiate dalla prepotenza marziale,
" vivea tra i fidi Sardi alle speranze di qnesta parte d' I-
» talia, attendendo cbe i snccessi dell' iiomo corrompessero
" le ispirazloni del genio , e riconducessero 1' Enropa ad
" eqnililjrato scompartimento. — ConsuUa le storie o le
" tradizioni : non sai se pin ti debba ammirare del valore
" di Carlo Emannele o della sua civile prudenza ; non
" sai se niejilio e":li iiovernasse iili eserciti o la naz'.one.
a^S varieta'.
" Quella sua perfezione di senno congiunta a prodezze
" fornisce ridcn di ottimo Re, piii presto immagiiiata clie
'/ ravvisata nelle gesta di cpianti sortirono sigaoria di po-
» poli. " II caratteie del grande Emanuele ci senilira ia
cjueste parole miraliilineate espresso.
Ma i Novaresi speclalmente sperimentarono le patenie
sollecitndiai del magnanimo Emannele. Perciocclie venuti
nppena in dominio di lui fra le molte altre sue beneficenze
quella eglino riconobbero singolarissima , per la quale a
spese del benelico principe fn dato corso alle acque d'ua
pestilente stagno, coaseguenza d'inutile opera militare dagli
Spagnuoli costrutta , e per la quale restituita venue la
loro patria al suo cielo ed alia salubrita sua. Tale atto
di sovrana bcneficenza stato era dai Novaresi consagrato
sino dal 1765 con marmorea iscrizione del ceiebre Guidone
Ferrario. l\Ia questa reggere non pote alle politicbe vicen-
de. I Novaresi non niai immemori de' benelicj , ond'Ema-
nuele III, piii clie Re padre della loro patria , aveagli ri-
colniati, decretarono la restituzione del monumento , e
volontarj sovvennero di cbe innalzare al monarca guerriero
e ad un tenqjo veramcnte filosofo una statua colossale in
marino di Carrara, nllogandoue la scultura all' egregio no-
stro professore cavaliere Marcbcsi.
II grande Emanuele vedesi qui espresso nel suo vero
carattere d' intrepido e provvido capitano ne' cimenti della
guerra , e di soinmo principe nelle arti della pace. Sul
volto di lui appnre quelT augusta maesta clie concilia aniore
e venerazione. Egli , riposta appena la spada nella guaina ,
9ta in atto di rivoigere le sue paterae soliecitudini a fa-
vore de' popoli a lui soggetti , tenenJo nell' uua mano un
rotolo; col che si allude alle sapientissime leggi da lui
emanate ed ai benefici suoi provvedimenti in pro de' No-
varesi. L' egregio scultore ha dato alia disegnata imagine
una mossa pacifica si , ma dignitosa , imponente, quale ad
un si gran principe convenivasi. Non discostandosi poi dalle
impostegli prescrizioni ha procurato di conservare nelle
vest! e ne' regali e sacri distintivi quelle fogge clie pro-
prie erano de' tempi cui appartlene 1' azione, modihcandole
pero coi precetti dell' arte, colla convenevolezza e col de-
coro, onde 1' opera sua riescisse di corretto stile, siccome
i di nostri richiedono.
V A R I E T A . 279
Nota sull' insegnamento delle artl del disegno. — L'istru-
zione degli artisti ( siccome e noto ) incominciare snolsi
dal disegno delle linee : si passa qiiindi al raetodo con
cui per mezzo delle ombre fignrare le convessita e le
concavita, e finalmente all' uso de'colori, se Tartista es-
sere dee pittore, od alia pratica del modellare in argilia ,
se trattasi d' un iniziato alia scultura. Qaesto metodo, lun-
ghissimo in apparenza e fors'anche loglco di troppo, venne
talvolta oppngnato come fondandosi tutto sovr'astrazioni
assai diflicili pe' principianti. Una discussione di si fatto
genere ebbe , noa ha guari , luogo nella classe di belle
arti a Ginevra. II signor dottor C. Mnller vi lesse la se-
guente Nota, clie noi ancora ben volentieri qui riportiamo,
perclie ci dipinge assai bene i costumi del popolo napole-
tano , e piii ancora perche ci fa conoscere una curiosa
esperienza sull' insegnamento delle arti del disegno.
Alle osservazioni (cosi disse 11 signor MuUer) clie ven-
nero fatte sul mlgllor metodo con cui insegnare il disegno,
mi fo lecito d'aggiugnere alcune parole intorno ad un' espe-
rienza da me pratlcata in Italia. A Napoli io sogglornava
contiguamente ad un giovane scultore penslonario del re
di Prussia. Un giorno lo trovai di trlstlssimo umore. Seppi
che un giovane da lui condotto da Roma pe' secondarj
lavori dell' arte sua era appena sptrato per uno sbocco
di sangue. II signor Schadow (cosi nomavasi il pittore)
disperava di potere in Napoli procurarsi un individuo
adatto a sottcntrare al giovane romano abile cotanto in si
fatto genere di lavoro. Io clie per ben due anni mi era
particolarmente dedicate a conoscere e studiare Tinfimo
popolo del pacse, e che a quest' uopo mi era spesso in-
tertenuto fra' lazzaroui^ gli feci coraggio e Io pregai per-
che m' accompagnasse al Largo del Castello , Inogo a questi
signori carissimo. Ivi varj e numerosi gruppi ne trovammo
in anlmata conversazione all' Intorno della fontana P.Iedina,
della cui frescura sogliono godere. Essl mi saiutarono tutti
come una verclila loro conoscenza : ma questa volta cereal
di Stefano , garzoncello della loro classe di circa tredici
anni , che mi avea spesso accompagnato ne" mlei piccoli
viaggi a piedi. Ben tosto lo trovammo sdrajato sotto il sno
panlere, onde difendersi dai raggi d' un sole ardente. Gli
proposi d" entrar qual domestico nella casa di un mio ami-
co, e di servirlo cosi fedelmente come ser\ito avea me
sSo V A R I E T A.
stesso : Hccett6 glojosamente. Siccomc poi egll , al pari di
tnita cotale classe di popolo, far sapcva la cucina alia
napolctana , cosi tosto suggeri al sno nuo\ o padrone di
comperare de' macclieroni , del pesce e de' broccoli :, riempie
di tali provvigioai il sue paiiiere, clie poi colloco sulla
sua bella testolina , e si inise in cammino per raggingnerci.
II sig. Scliadow gli chiese sc prima recare non si volesse
slla propria casa per prendere le cose sue. A tale dimanda
io c Stefano tvattenerei non potemmo dal ridere. " Dove
andare, Eccellenza? (disse Stefano) Noi passeremo dinanzi
alia mia abitazione : finora io dormiva senipre sovra gli
scaglioni della chiesa di San Ferdinando , e meco porto ogni
mia fortuna , il mio paniere. '/ Finalmente entro nella casa
dell' amico mio. Prima clie cadesse il giorno, egli appreso
avea a perfezione 11 sue servire , conosceva tutte le per-
sone della faniiglia e ben accetto era a ciascuno.
II Dope tre giorni mi recai dal sig. Schadow. Egli non
era in casa, ma vi trovai Stefano, nello studio di lui ,
assiso a terra in una posizione clie mi face maraviglia.
Egli sollazzavasi nel modellare una mano da una statua ,
mano di complicatissima posizione clie da lui non vedevasi
se non in prospettiva: gia condotto avea pressoclie a coni-
pimento il suo lavoro con una perfezione clie mi sorpre-
se. Ma un momento dopo la sorpresa del sig. Schadow
fu ancor piii grande. Questi cominciato avea dal dare a
Stefano qualche lezione del modo di preparare Targilla
pe' modelli. II piccolo lazzarone nulla avea inteso al vedere
que' tratti di matita , cjuella carta , e sopra tutto quelle
linee ch' egli invano cercava negli oggetti oiid' era circon-
dato. Costui senza muovere una parola profitto dell' assenza
del suo maestro per porsi di slanclo al modellare comin-
ciando da cio die ci ha di piix difficile, dalla mano umana.
II sig. Schadow s' accorse ben tosto che Stefano avea un
singolar ingegno per la scultura : si fece quindi un dovere
di dirigerlo, per incoraggiarlo e spingerlo innanzi. Piii
tardi egli rivolse su di lui 1' attenzione delT Accademia
deceit studj , ossia delle belle arti. Stefano vi entro da prima
come allievo , ed ora e uno de' primarj professori di quel
superbo istituto il quale non ha alcuno che Io pareggi in
Europa.
» Si potrh rispondere che il giovane lazzarone era
uno di quegli esseri distinti che dotati sono d' un geiiio
V A R I E T a'. a8i
straorcVmario per Tarti belle, uno di rinegll uominl che
dalla natura non prodnconsi se non raraiuente, e die Tir-
regolaie manicra con cui egli innalzossi in qnesta sfera non
prova nulla per gli altri. Ebbene tutt' altrimenti avviene.
» II sig. Scbadow ed io , ugualmente maravigliati per
s\ fatta anomalia , e curiosi di conoscere il merito degli
stud] oidinarj , formanimo una piccola scnola di giovinetti
dai dieci ai dodici anni, cbe da Stefano i-accolti furono
senza scelta alcuna nella strada , ed a' quali da principio
fti d' uopo dare alcune monete per attraraeli. Noi li po-
nemmo a ritrarre prlmieramente da' modelli , poi dalla
natura, ed eglino stessi runTaltro a vicenda prestavansL
a niodelli. Tuttl fecero rapidi progress! : il lavoro dlvenne
per essl un piacere, e ben alieni dall' esigere danaro as-
sediarono lo studio del sig. Scbadow , onde trovarvi la
loro fdvorita occupazione. Alia fine di due niesi comin-
ciarono a ritrarre da' modelli disegnati. Dapprima erano
costoro come Stefano, nulla ne comprendevano, le linee
senibravano loro una cosa insipida e strana ; ma dopo
quindici giorni avevano il colpo d' occhio sommamente si-
curo, e le loro matite raoveansi con meravigliosa rapidita
e giustezza suUa lavagna e piix tardi sulla carta. Eglino
v' aggiunsero ben tosto la nitidezza ed il finito , di modo
cbe nel decorrere di soli tre mesi pervenuti erano ad un
punto, cui gli allievi col metodo ordinario erano ben lungi
dal ragglugnere dopo un esercizio di ben tre anni.
" Yenne poi T altro esperimento. Altrettanti di que' pol-
troni da Stefano raccolti nella strada furono riuniti a
forza di danaro- in una nnova scuola, ove noi cominciam-
mo dai modelli disegnati a matita , e poi da' modelli in
rilievo. Quale fatica , quale noja per questi ragazzi e per
Boi ! Eglino non solo non fecero progresso alcuno , nia
nulla intesero di cotal lavoro, ed a stento impararono a
servirsi delia matita. Era questo un metodo soverchiamente
astratto per quelle giovani fantasie napoletane , per quel
figliuoli della natura. Fu d' uopo pagarli ogni volta, o dar
loro de' maccberoni per attrarneli i, e nondimeno la nostra
scuola alia flue d' un mese rimase deserta.
» Cio cb' io vidi , l' esperlenza cbe feci io stesso sotto
il 40.° grado di latitudine con un popolo tuttor fancinllo ,
privo bensi di civilth . ma picno d' intelligenza e dotato
d' un natural genio fcr la pocsia e per 1' aiti belle , non
a8a V A n I E T a'.
mi setlure pcro al segno di sostenere die ua ugual metodo
sarebbe buouo e presso di noi nel settentrione applicabile.
Parnii cio non ostante clie fame potrebbesi resperimento
fra una piccola popolazione soinniauiente iiicivilita per
legffi, per istrnzione e per costumanze, quand'ancbe noa
venisse cio praticato se noii per istal)llire il principio ,
doversi cioe i metodi modilicare secondo i climl ed i paesi,
Iti ogni caso la plastica , la ripetizione delle umane forme,
come ci viene dalla natura prtseatata , mi sembra alia
natiira stessa piu vicina e conforme di quello che lo sia
il discgiio. Essa di fatto presso tutti i popoli sviliippossi
prima delP arte : sarel)be mai cpiesto un indizio di quello
che noi praticare dovremmo nelf iusegnamento? Ecco cio
die noa oserei decidere. "
Osservazioni oil' opera del prof. Viviani Intorno agli organi
elementari delle piante (i). — Ci e veauta alle mani I'opera
del sig. Viviani , nella quale abbiam veduto impugnate
molte opinioni de' piii autorevoli liotanici , e sostenuto co-
me base di nil novello sistema botanico, che il pareachima
delle piante sia vascolare e non cellulare. Ci siamo afFret-
tati di ripetere gli esperimenti , dai quali il sig. Viviani
trasse in parte le pruove del nuovo sistema; ma dessi non
corrisposero faiora alf aspettazione die era sorta in noi
dalle cose da lui esposte. Non vogliamo percio porre ia
dubbio la ^erita delle medesime , ma nondimeno osservia-
mo che esse non dimostrano inncgabilmente la natura va-
scolare del parenchima , poiche cio che per esse ai suppo-
sti vasi di questo si attnbulsce , potrebbesi con miglior
ragione ai meati tracellulari del inedesimo attribuire. Quindi
noi prendiamo ad esaminare la questione relatlva alia na-
tura cellulare o vascolare del pareachima indipendentemente
dair esito degli esperimenti suddetti.
Che il parenchima delle piante vascolari sia cellulare
e non vascolare, in qualunque epoca di suo svolgiment9
si osservi, vien dimostrato dall esame di uno stesso or-
gano fatto comparativamente nelle piante suddette e nelle
cellulari , e dalle varie apparenze sotto ie quali si presenta
il parenchima stesso esaniiuato al microscopio.
(i) Vedi il precedente fascicolo (U questa Bibliorfci Italiaiia
(aprile i832 ) a pag. 96.
VARIETA.'. 283
II concorso dl cellule, indipendenteniente da qualsiasi
sorta di vasi nelP organizzazione delle piante cellulari, e
talmente manifesto, che alcuiie tra queste ( p. e. le Care
semplici ) non oIlVoiio nella composizione de' diversi loro
organi , come soiio la radice, il caule, i rami, le foglie, ecc,
che semplici cellctte o tnbi chinsi alle loro eslremita, ed
articolati gli uni sopra gli altri. Nella sezione trasversale
in fatti degli accennati organi non si scorge die una sola
imboccatura segnata da una linea circolare corrispondente
al taglio delle pareti del tubo.
Altre piante ceUnlari piu composte ( p, e. le Caulinie ,
le Care composte, ecc), in luogo di semplici tubi arti-
colati , presentano nella struttura de' loro organi fonda-
nientali diverse serie di tubetti lassaraente tra loro con-
ginnti •, ed il taglio orizzontale di queste parti fa vedere
tante imboccature , quanti sono i tubetti clie concorrono a
formarle. Queste imboccature sono, come nel caso delle
Care semplici, contornate da filetti corrispondenti al taglio
delle pareti di ciascun tubo, ed il loro insieme presenta
una specie di rete a maglie piu o meno angolose, a nor-
ma della maggiore o minor pressione che sofFrono le pareti
dei tubi stessi. Niun altro organo s' intromette nella for-
mazione di questa reticella , e staccati questi tubetti gli
uni dagli altri ( cio che si ottiene agevolmente ) , si scom-
pone la rete in tanti circoletti formati dal taglio delle pareti
dei rispettivi tubi, come e nel caso delle Care semplici.
Tutta la difFcrenza percio di struttura tra il filetto che
circonda il tubo delle Cure semplici , e quello che foggiato
a maglia circoncia i tubi delle Care composte e delle Cau-
linie, consiste nelTessere il primo scmplice, ossla formato
dal taglio di una semplice membrana, il secondo doppio,
formato cioe dal taglio di due membrane riunite. Cio che
si e detto del taglio orizzontale dei tubetti, che semplici
od aggregati costituiscono i diversi organi fondamentali
delle suddette piante, ha pur luogo nel taglio verticale,
astrazion fatta dalle diverse forme sotto cui presentansi le
spaccature.
Appareuze affatto simili banno luogo nella sezione del
parenchima delle piante cosi dette vascolari ,,ed inutilmente
s' afTaiicherebbe colui che yolesse trovare anche nelle piii
minute particolarith argomenti di differenza. Per convin-
cersi di cio non si ha che a consnltare le figure 2.' e 3^.*
a84 V A R I E T .\\
delle tavole dell' Amici , nnncsse alle sue Osscrvazioni mi-
croscopichc , nella prima delle quali e rappresentato II ta-
glio orizzontale del caale della CanUnia fragilis, nella se-
coiida uno spicchio della sezione orizzontale del caule del-
r AUsnia plaiitago.
Ora se i liletti die segnano le maglie formate dalla se-
zione orizzontale del caulc della Caulinia fragilis non sono
altro che le pareti troncate dei tubi o delle cellette die
ne compongono 1' intera massa , perche dovranno esser va-
si , giusta r avviso del prof. Viviani , que'filetti che for-
niano un' identica rete nel taglio trasversale del caule del-
r Alisinn plantago ? Perche T istessa economia non dovra
governare esseri tanto tra loro simili e sopra uno stesso
tipo modellati? Forse 11 sig. Viviani dira essere cosa indi-
screta il voler dalla struttnra di queste piante cellnlari
prender norma pel resto del regno vegctabile. Al die si
potrehbe rispondere esser ben altro arbitrio il voler de-
diirre qnest' istessa struttnra, conr egli ha fatto, dagli es-
seri i piu perfetti del regno animale.
Ne vale il dire che 1' idea d' organizzazione e talmente
legata con quella di sistema de'vasi, che, 1' una senza I'al-
tra e nome vuoto di senso ( op. cit. pag. 87 ) ; giacche si
verrebbe in tal modo ad escludere dal regno organico tutte
le piante cellular!, nelle quali il Viviani stesso ha negato
la presenza de'vasi, dicendole mancanti di vero legno,
perche prive dell' organo ( i vasi ) destinato a cernerlo
(pag. 200).
Ma sia pure il parenchima delle piante vascolari , prima
die il corso della vegetazione lo abbia alterato, un intrec-
cio di vasellini , come vuole il prof. Viviani, e siano gU
spazj circoscritti da questi vasi non chiusi da membrane,
ma aperti e tra loro comunicanti ; come spieghera egli
in questo supposto le varie apparenze di ajuole esagone o
rettangolari sotto le quali si presenta il parenchima? Ap-
parenze che a nessun anatomico sfuggirono , e che egli
stesso ha si bene descritte e delineate?
Qnesta apparenza di ajuole esagone , dice il sig. Viviani
pag. 73, del pari che il loro progresso , a cagione dell' au-
niento delle parti, in ajuole rettangolari allnngate, si mo-
strera ugualmente , ossia che si supponga essere i lati di
queste figure formate da fdi o vasellini che formino la ma-
glia ad ajuole aperte , o bensi che queste figure esngone
V A R 1 E T a'. 285
o rettangolari slano le facce o pareti di vuote cavita cir-
coscritte da queste forme , pereke in questo caso sarebbe
la sezion delle pareti stesse die presenterebbe delle dette
forme 1' apparenza.
Questo e quaiito ci siamo proposti di rettificare nel pre-
eente articolo , guidati dai fatti , ed appoggiati alle stesse
spiegazioni die ne da V autore.
Se si esamina al microscopic uno spicdiio del tronco di
piaata monocotiledone tagliato nel senso orizzontale (V. Vi-
vianl tav. i, fig. I. ), si vede sparsa sulla superficie della
sezione una specie di rete forniata da filetti sottill ed opa-
clii, le cui maglie, di forma press' a poco esagona, vanno
gradatamente ristringendosi in corrispondenza dei vasl spi-
rali e della periferia dello spiccliio medesimo. Si spacdii
verticalmente lo stesso tronco ( ivi fig. II. ) e si vedrii clie
gli spazj esagoni definiti dai filetti della uiaglia della sezione
orizzontale corrispondono precisamente ( pag. 77 , lin. 8 )
ad altri spazj longitudiuali , che lianno la forma di ajaole
rettangolari alkingate , tracciati da filetti parallel! perfetla-
uiente simili a quelli della sezione orizzontale.
Cio posto , se i filetti che contornano le ajuole longitu-
diuali e rettangolari sono , come vuole il sig. Yiviani , i
vasellini deirordito, se gli spazj o le ajuole sono aperte,
venendo nella sezione orizzontale del tronco questi vasel-
lini trasversalmente recisi, dovra presentarsi la superficie
della sezione istessa tutta gremita di punti o forellini, noa
pill grandi del diametro dei supposti vasellini o filetti,
disposti press' a poco come gli angoli delle maglie segnate
dalla rete orizzontale sopra descritta. E questi punti o fo-
rellini , corrispondenti aile boccucce di ciascun vasellino
verticale , dovranno trovarsi isolati come lo sono i vasel-
lini stessi, giacdie le comunicazioni trasversali (pag. 78)
sono rarissime specialmente nelle piante monocotiledoni ,
nellc quali ogni traccia di filjra trasyersale sembra quasi
che scompaja.
Sotto tale apparenza appunto si presentano anche ad
occhio nudo i forellini delle trachee ( V. Viviani tav. i ,
fig. I, e tav. 8, fig. I a, e fig. 8 a, 6), le cjuali sotto
forma di filetti longitudiuali o paralleli , piu o meno tra lore
discosti, attraversano la. massa parenchimatosa del caule.
Ora niente di tutto questo si rileva nella sezione oriz-
yoflijle sopra descritta , ed iii vece di puati o foruUiai
^86 Y A K I E T a'.
isolad vedesi all' iiicontro una specie di rete a niaglie esa-
goae. Da die diinque derivano i filetd trasversali die
compoiigoiio la maglia e die s' espandoao sulla superficie
della sucUletta sezione ?
I filetti, dice Taucore a pag. 76, die formaiio la maglia
esagona della sezione orizzontale, sono gU orli dei filetti
paralleli clie tntta segnano longitudinalinente la spaccatura
verticale. — Ci sembra die il sig. Vivinni nel dar cjuesta
spiegazione si dimostri non del tutto coerente a'suoi principj.
Infatti se i filetti della maglia esagona della sezione oriz-
zontale sono gli orli dei filetti paralleli die tutta segnano
longitudinalmente la spaccatura verticale, le ajuole o gli
spazj esagoni circoscritti dagli stessi filetti dovranno es-
sere le boccucce dei iiletti o vaseJlini verticali trasversal-
niente troncati. E sicconie qneste ajuole o boccucce cor-
rispoudono precisamente ( pagina 77 , linea 8 ) alle ajuole
rettangolari allungate della sezione verticale, il lunie od
il diametro dei filetti o vasellini verticali sara rappresen-
tato da queste ajuole rettangolari medesime. Per cui sosti-
tuendo al nome dl fiietto o vasellino adottato dal Viviani,
quelio di tabetto o canaletto adottato da tutti i fisiologi,
avremo 1' espressione del Viviani ridotta alia seguente : i
filetti die formano la maglia esagona della sezione oriz-
zontale sono gli orli dei tubetti e canaletti paralleli die
tntta segnano longitudinalmente la spaccatura verticale. Cio
die sarebbe lo stesso die il dire die la maglia orizzontale
esagona e formata dalla sezione delle pareti di vuote ca-
vita circoscritte da questa forma. E questo e appunto quelio
die ha luogo nella struttura ccllulare del parencliima delle
piante vascolari, e che patentemente riscontrasi nel taglio
trasversale dei tubetti die costituiscono il caule delle Care
composte, delle Caulinie , ecc.
Quelio die si e detto delle piante monocotlledoni e pure
applicabile alle piante dicotiledonl , come v' ha un insigne
esempio nel taglio orizzontale e verticale del Chclklonium
niajus egregiameute rapjiresentato nelle tavole citate del-
I'Amlci alle figure 3o e 3i. E questo raglonamento non e
apjJicabile soltanto al tessuto di maglie allungate, ma an-
die a quelio di maglie rotondate od esagone , essendo
quelio di questo una pretta modificazione al dlr anclie
dello stesso Yiviani.
La struttura cellulare del parenchima e talmente mani-
festa in alcune piante quantunque vascolari , die lo stesso
V A. R I E T a'. 287
Yiviani non pote far a nieno di animettere in esso un bI-
steina di cellette.
Fernianieiit.e attaccato pero a' snoi prlncipj , riferi questa
strattura ad iiii' alterazione dell' ordito stesso che , a suo
avviso , ha sempre luogo nel corso della vegetazione. Per
cui tutta la discordanza delle opinioni sta nell' essere egU
risalito, come pretende, alia struttura primordiale del pa-
reucliimai laddove i proinotori del sisteina cellulare Tlianno
scorto a periodo avanzaio di sno svolgimento ( pag. laS).
Secoado il processo indicate dalf autore nella trasfor-
mazione dell' ordito in tessuto cellnlare (pag. 120), ve-
nendo abolita ogai traccia d'organizzazione, e tolte le co-
ninnicazioai tra i vuotl dell' ordito stesso, non si sa com-
prendere come possa snssistere ancora la vita nelle parti
per SI fatta raanieia disorganizzate, e come i sughi proprj
possan per esse ctiscorrere , non avendo egli assegnato a
cjnesti umori, secretl dai vasellinl deU'ordito, altra strada
che qnella degl' interstizj dell' ordito medesiuio.
Ma supposto che avvenga una tale trasformazlone, qnal
sara 1' epoca d'esaminare il parenchima delle piante per
rinvenire il suo ordito prima che in tessuto cellnlare si
trasformi , se nessuno , dal Comparetti in fuori, giunse mai
a vederio, e se gli stessi Brongniart e Mirbel, che seguirono
il gernie dal momento della sua comparsa nell'ovetto sino
al suo perfetto sviluppo, non videro altro che cellette?
ERRATA-CORRIGE.
Tomo 65.°
Pag.
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diretcori ed editori.
Pubbl." il di 3 luglio i83a. — Milano , daW J, R. Stamperia.
Osscrvazionl mcteorologlche fattc all' I. R. Osscivntorio dl Brcra.
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Allczza iiiiiss. del bar. poll. 28 liii. i,
e AUciza mass, del icrin. + 18,0
iiiiniina
4 minima . . . . + 5,o |.
8q media + i3>o*
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Quantitil della piog
gia liute i8,32.
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289
BIBLIOTECA ITALIANA
Citii/qwo A062,.
PARTE I.
LETTERATURA ED ARTI LIBERALI.
Siiir iiso da far si dclla Storia nelle lettere e nelle ard.
Ardcolo I.
L
ia Storia die gli uomiiii riguardano qual guidatrice
dellavita, e qual niaestra di civile e politica sapien-
za , adcnipie questo gravissimo uffizio richiamando i
tiascorsi tempi c ponendo sotto gli occhi in verace
ed accurata mostra i fatti clie avvennero , le gloria
clie furoiio, i generosi ed i prodi che amarono il
genere umano come fosse una cara famiglia alle no-
bili loro cure aflidata , ed i vili e malvagi che lo
conculcarono, e lo contaminarono qual razza infame
e dannata. Per tal modo la storia ripara alia brevita
della vita, ammaestrando i vivi colla esperienza degli
ostinti, e per essi traendo dai tesori dell' antichita
cio che ncl rapido loro passaggio sulla terra noii
hanno tempo di acquistare. Le lettere e le arti, il
cui unico scopo quello si e di riprodurre nelle in-
cantevoli loro rappresentazioni quanto di bello si
trova nel mondo tisico e uel morale, non possono
non collegarsi con intimo nodo alia storia, e non
giovarsi del maraviglioso spettacolo ch' cssa offre delle
preterite eta donate di una seconda vita, dello strano
e spesso doloroso contrasto di virtu e di vizj , di
niiscria e di grandczza , di fortune c di dolori , e
Bibl. leal. T. LXVI. 19
a0O SULl'uSO da IARSI DEI. la STORIA
delle sorgenti copioslssiine di ogni manicra di affetti
e di cscmpli di ogni soi'.a die dal j)assato si possono
derivare a diletto e a documento dei prcsenti. Per-
cio esse o coi lirici numeri. o coUe epopee, o coi
dramini, o col pennello, o coUo scarpello, o coi cori
di Polinnia, o con quelli di Tersicore si adoprano
continuamente a rapprosentarc variamente disposti,
ordinati, tratteggiati qn^gli avveiiimenti clie la storia
semplice e severa schicttamente espone. Ora addi-
viene opera degna dei sinceri zelatori del pubblico
bene, come quel la die ha una stretta connessione
col niiglioramento dei rostumi c col nazionale dc-
coro, r investigare da qual principio siano guidati i
letterati e gli artisti nelL> scelta dei fatti che vogliono
rappresentare ed a qual fine siano da essi ordinate
le loro invenzioni e composizioni. Ma senibra che
generalniente parlando questo principio e questo tine
non siano tra noi ne con pieno e comune accordo
convenuti, ne con certezza determinati; onde le let-
tere e le arti traendo dalla storia i soggetti delle
loro imitazioni alcuna volta, e quasi per accidente, i
desideiati eftetti producono, ma il loro vero generale
ed utile scopo non si r;tggiuuge ; e le genti minori
in tanta varieta di norine e di lavori , come dietro
a scorte nial fide, vanno errando confuse c scorate.
Per le quali cose alcuae riflessioni noi vogliamo
cspor brevemente su tale argomento.
Per determinare con criterio logico quale scelta
far debbano i letterati e gli artisti tra gl' infiniti e
svariatissimi fatti che la storia presenta , fa d'uopo
innanzi ad ogni altra cosa determinare come si mo-
difichi Tuffizio della stoiia, quancl essa dal proprio
e naturale suo magistero si trasmuta nella palestra
delle arti , ed i suoi avvenimenti dapprima narrati
con aha ed austera disciplina divengono subbietto di
carmi c di rapprescntazioni. Ora s' e vero, come pure
e verissirao e non rivocabile in dubbio da alcuno
che sia intero al giudicare e al sentire, che Tunico
•copo delle Icttere e delle arti e U riproduzione
NELLE LETTERE E NELLE ARTI. ^9!
della bcllczza , noi non credlamo di andar lungi dal
•egno pensando che luffizio precipuo della storia ,
SEKVA;iIONl INTOHNO Al AOCAUULAHJ
cose pari quella lint^ua abbia inaggior pregio in cui
le parole soiio piu uuinerobe; giaccbo una vera ric-
chezza della lingua fbrniasi da quelle sole parole clic
da chi parla o scrive venir possano propriameute e
acconciymentc iisatc.
Ill sctte paragrall si suddividc quel capo, ed il
primo versa sulle parole dl li/igue siranlere, niolte
delle quali col cambio delle cose si sono a poco a
poco uella lingua nostra introdottc, e per lunga cit-
tadinanza, come dice I'autore, talmente affratellate
che appena possono da altrc originarie distinguersi ;
e queste non potrebbonsi ragionevoluiente sbandire
dai nostri vocabolarj. Preniessa una breve menzione
di alcune voci straniere, adottate dal Redl e da altri
anche piu antichi nostri scrittori , passa 1 autore iu
rassegna altre allatto straniere che a torto furono dai
lessicograti introdotte e che dovrebbero onninamente
escludersi , come asub, magraphe tem'id , arabe o
ebraiche in origine, il ragii per intingolo, il male-
scio che e pretto il malaise dei Francesi , il verda-
diero spagnuolo , ecc. , e varj barbarismi incipient!
dalla letteia K, conservati reli2:iosamente dal Cesar i,
onde non defraudare i Gristiani del Kytie , tanto solo
quanto unito aW Eleison. — Le parole latine formano
argouiento del § II. Ben contento il Carena che dalla
lingua del Lazio molto ritragga litaliana di lei pri-
mogenita, si duole che molte voci, in cambio di no-
tarsene la latina derivazione, sieno portate a dirittura
come latine nei Vocabolarj, come calibe , comizio ,
cute, foro^ retore , ecc, 2;iacche non meno latine sa-
rebbero pane, cino , cibo , vita, ecc, e altronde tro-
vansi ne' Vocabolarj stessi parole latinissime , come
quia, ubi, inccdere , conspicere, ignoscere , perficere , ecc,
che forse vi sono registratc a torto. Queste egU
vuole che si lascino al Vocabolario latino, e mostra
che se quelle voci trovansi in alcune pregevoli scrit-
ture italiane, vi si intruscro o per istudio di bre-
vita onde risparmiare le citazioni, o per la maggiore
fomiliarita cho altrc volte si aveva col latino , motivi
DEL LA LINGUA ITALIANA. 3o3
che abbastanza noii giustificano 1' inserzioiie di quelle
voci nei iiostri Dizioiiarj , ne la formazione di un
lingnaggio , che F autore cliiama bahelico. Egli ha
forse ragione in niassima , ma alcuni lo tacceranno
di troppo rigore, e certo e che il latino giova molte
volte a sussidiare \ italiano, e dal latino possono
trarsi ancora molti sussidj per la piu opportuna no-
nienclatura delle cose naturali, il che formava argo-
mcnto di molte pagine nel Discorso annunziato sul
principio di cptesto articolo. — Versa il § III suUe
parole d incerta o di perduta significazione : tra le
prime si uotano allichisare , zazzeato e zacconato ,
non interpretate ne pure dal Varchi , chionna , cu-
besso , fordano , frassiigno , ed altre gia morte o per-
dute da piu di due secoli , laonde si potrebbe dar
loro, come dice T autore, quasi a corpi senz''anima,
onorevole scpoltiira. — Seguono nel § IV le parole e
frasl antiche e disusate, e gli idiotismi: si espone il
voto che le prime, come aggrattare , aggucffare , ciam-
bra e cigolo , e boce eboto, e ginggiare egranne, e
grazzire , e onestura, e paraula, epighertd, e vilume,
e bdtd, e santd, ed altre moUe deW antica disusata
italiaidtd, vengano rilegate al piu ai glossarj parziali
degli antichi classici che le adoperarono , ma non
intruse nei Vocabolarj della lingua. Quanto agli idio-
tismi, con bella osservazione si fa vedere non esatta
la spieii;a7,ionc datane nel Vocaholario in cui si dice
ridiotismo lizio nel parlare a Jiello scrivere della plebe
o degli idioti, mentre da un esempio tratto dal Sal~
\:iiu risulta esser qiiello ^XvLltosio proprietd di lingua;
ma gli j(/io^:^mi cattivi, inutili, strani o equivoci dei
quail si allegano alcuni esempi, come non sarebbero
da imitarsi, cosi pure in sentenza dell' autore non sono
nemmeno da registrarsi. — Nel § V si ragiona delle pa-
role di ortogiafia viziosa od inutilmente variata, delle
storpiature e de2:li anagrammi. — Nel VI delle parole
hurlesche, ditirainbiche , malamcnte composte , jonadat-
tiche, onoinatopec. Cattive lezioni e storpiature die
ttei Vocabolarj s* incontrano , sono, per es. , aigua per
304 OSSEUVAriOM intouno ai vocabolarj
acqua , albitro per arbltro , alimento per clemcnto ,
aibintio per laberinto , cusoiie per caglonc , cclloria
per cervello, giiagnclo per vangclo, inscmbrc per i/i-
sicme, valentrc per valcnte, ecc. ; ortoj^ralie viziosc
arnbcdul, anibcduo , o arnbiduo, o amboduo, aineiulua,
arnendu/u , amc/tdm i, tuttaduc , cntrambo ^ trarncndue
o tramcnditi, o traine/idunl, e siniili. Iliprovevole 6
pure ne' Vocabolarj nostri la copia eccessiva di inutili
siiioniini, che si ravvisa priiicipalmente alle voci aria
ed albero, e cosi qualclie strana variazione, come
([uella di nottola in nott.olo , e quindi in piplstrello ,
vlspistrcllo , I'ilpistrello, ecc. Gli aiiagramml si lormano
coUa trasposizione delle Icttcre onde si compone un
vocabolo, e quindi bituro, capresto, cofaccla per fw
caccia , ordlngo , pr'ip.ta per pietra , punga per pitgna
e simili , tutti giojelli che senza danno potrebbero
torsi dal Vocabolario, non meno che le varie inutili
ortogralie bombero , bomere e botnero per vomere, e
altre somiglianti. Lo stesso e da dirsi di alcuni modi
hurlescJii perche strani ed irregolari ; tali sono le voci
boccaccesche ^^q/bZo , efisolofo, e trusoricrc-, ecc; e di
carte frasi parimente giocose, che in senso troppo ge-
nerale pigliate furono talvolta dai lessicograll: lo stesso
di certe scherzose locuzioni di antichi autori , di certi
giuochi di parole , come clnquadca per ispada , ciri-
qaantiaggliie e inagnificagglue , e pallonissimo per gon-
fio pill dun pallone, e taglissimo , ecc. Voci di strana
forniazionc , e quindi da rigettarsi , sono inferini"
forme ^ lettericidio ; di ibrida costruzione perche tolte
da diverse lingue, insettologia e moltinortuo ai quali
sembrano piii propriamente da sostituirsi cntoniologia
e poliiwinio. Jonadatdche diconsi le parole inintelli-
gibili, le di cui prime lettere o sillabe sono di vo-
caboli noti , come tegolo per tcologo , arciconiglio per
urciconsolo : le onomatopee sembrano essere quelle
voci primitive che hanno uu I'ondamento nella natura
e servirono alia formazione di moke parole , ma per-
fezionate furono dal linguaggio articolato; ma cosi ini- '
pcrfetLc iioa dovevano nei Vocabolario registrarsi,
bELLA LINGUA ITALIANA. 3o5
come era era , era era , baa ban , e gnno o miao ,
donde si fecero crociarc, gracidare , crocidarc , abba-
jaic, miagolare c i loro sustaritivi; airuso delle quali
non puo tlaie il Vocaljolario alcana autorita, e quindi
possono al dire dell' autore risguardarsi come monete
d' oro prive tiittora del niarchio del principe. — P^g*
giori delle storpiature burlesche sono le voci e frasi
di gcrgo furbcsco , chiamatc ad esame nel § VII ; dis-
scro i soli turfauti per ascondere talora la loro ne-
quizia, gesso per vino, grascia per moneta , bracco
per birro , calcosn per strada , gonzo per contadiiio ,
stcfano in vece di stomaco, mandar a Bada per uc-
cid^e, affugar nclla canapa per impiccare, e cose
simili; ma si flitte parole non servono punto ad ar-
ricchire , ma piuttosto a deturpare la lingua ; ad esse
possono foisc aggiugncrsi le frasi proverbiali appli-
cate nel Vocaholario alia parola morire, come andare
a babboriveggoli , a Volterra , a ingrassare i petron-
cianl, a rincalzar i cavoli , dar bcccare a' polll del
prctc , dare o fare i tratli , trarre le citoja , scac-
chiare , ecc. ; e quelle poste per sinonimi di ucci-
dere , mandar a cena cogli angioll , fare la festa ad
alcuno o ripiegarlo , allc quali frasi I'aufore non ac-
corda ne pure la qualilioazione di modi bassi, ma
le vuole eliminate o rimaudate, qnando ci fosse, al
Vocabolario dell infima iudiaiiud. — Segue un' Appeu-
dicc al capo I sugli ace end c sidle letter e raddoppiate ,
nella quale s' iudicuio i casi iii cui i primi sono neces-
sarj , e si mostrano gli ciVctti delle seconde nel distin-
gucre alcune parole e nel fame nascere alcuna nuova.
Eccoci al capo s^condo in cui si tratta delle defiid-
zioni. — Si premette un dotto preambolo sidle defini-
zioni in gc/iere, c sit quelle in particolare conccrnentl
allc scicnze nataruli; e ([ui al rimprovero clie si faceva
dalf alitor del Discorso, citato da noi in principio,
delle Irasi tropjio nci Vocabolarj frequenti - sorta di
pianta ~ specie di pesce , ecc. , si ag2,iugnc la censura
giustissima dei laconismi, pure non infrequenti - ani-
mal nolo ~ erba nota - slruincnto nolo - parole inutili ,
IlibL Ital. T. LXVI. ac
3o6 088ERVAZIONI IN TORNO AI VOCVISOL.VKJ
clic lasciauo sovcnte il desiderio dolla dclinizioiie ,
perche una cosa iiota a inolti iioii lo c a (juello die
la cerca ncl Dizionario. — Si aggiungono esenipi otti-
niamente scelti, dai quali cliiaio apparisce clie di al-
cune voci si e maggionncnte estcsa la s])iegaziouc ,
ma non quanto liastava a darnc una cliiara idea ,
confondendosi spcsso con altre cose diversissimc.
D un' erha si dice sohanto die si alza poco dalla
terra, di altia die /a U fiore giallo e rosseggiante ,
della faifalla die c un iermlcello die ha talc di car-
tdagine , della lasca die e un pesce dacqua dolce la
cui came e molto sana. Va ora e distingui la farfalla
da una vcspa , I'anguilla dalla trota, e siniili. Seguono
altri esenipi di delinizioni pigliate nei botanici e negli
zoologi dai piu rcccnti Icssicisti, le quali o lidondano
troppo di parole tecniclie, o sono troppo lunglie e
minute, e tuttavia difettose: tali sono quelle del souco^
Ae\ gelso , del /nococo die si potrebbe confondcre col
gatto, col quale nulla ha di comune, ecc. : lo stesso
puo dirsi di varie descrizioni anatoniidie , le quali
Lenche giuste talvolta , inopportune ricscono in un
Vocabolario, e spesso iuintelligibili a clii non e del
mestiere, come avviene all' articolo pcsce , mcglio ,
bendie non esattamente , indicato nelle anticlie cdi-
zioni. Peggio ancora cainniina la cosa in alcune voci
conccrnenti le arti belle, come inusaito , laarc, e
particolarmente levare la vernice dai rame, nei quali
moke notizie si contengono inutili alia maggior parte
de' leggitori, e non si rischiara punto I'idca dell'og-
getto clie si vorrebbe dcscritto o delinito. Saggianiente
gli Accademici della Crusca avevauo da principio sta-
bilito die le deOnizioni I'ussero brevi quant' era pos-
sibile, e spiegassero seniplicemente la natura della
cosa -, ma da questa rcgola si alloutanarono i moderni
editori del Vocabolario, diventato oramai, dice accon-
ciamente I'autore , Jielle enciclopedlche loro mani un
disudle sunto di ogni dizionario opeciale. La defini-
zione di un vocabolo , soggiugne lo stesso , puo te-
ncrsi come una risposta a dii cliiedc chc cosa abbia
DELL\ LINGUA ITALIANA. Soj
ad iutendersi per quel cotalc vocabolo, la donianda
pero dee supporsl fatta relativamente a cosa che atr», »i di a quel punto del cielo rhe vcrtiralmiiite gli lovrastai,
Dli;LL\ LINGUA ITALIANA. 3o9
tli quelle die fmono al Carcna suggerite dalla sua
moderazione. Chi puo I'cggcrc, per es., o ainieno trat-
tenersi dal riso, al vcdete amniessa Tesistenza di ser'
pend con due teste; cavata la biacca dal piombo che
noa ne contiene; confuso il canimello col droinedario;
confusi i cetaeei coi pesci ; il cristallo formato per
agghiacciamento dell acquets secondo la credenza degli
antichi, inutile a iifei"irsi ; i crostacei detti pesci ar-
mati\ il delfino toko dai cetaeei e collocato tra' pesci?
Incomprensibile poi e I'idea che si vuol dar del dra-
gone, tradotto qucsto per un pesce e paragonato alio
scarafaggio ; piena d' errori la dichiarazione della fo-
glia: le gallozze confuse colle galle e riservate agli
alberi da ghiande , quando crescono su di altri ed
anche su le erbe e jrli arbusti : il srillo confuso collo
scarafaggio; obbliati i caratteri degl'insetti; le lepadi
collocate nelle specie delle univalve, che niai non for-
marono specie; la manteca fatta col lardo ; il miele
detto soltanto liquor dolcissimo , nolo, e non indicate
come fattura delle api; i niolluschi posti insieme agli
infusorj ; il muschio non accenuato se non come materia
odorifcra nota , il che vale quanto dir nulla ; il nicchio
fatto albei2;o di pesci , dei quali alcuno non vive nelle
conchiglie ; 1' oro detto piu tenac.e di tutti i metalli ,
mentre e soltanto il piu duttlle; rottone detto ramc
alchimiato ^ il che nulla siguifica; il piombo detto
metallo impcrfetto; il polipo o polpo , posto tra i pesci;
la quercia detta solo cdbero noto ; mal caratterizzato
il rettile; la robbia che si fa tingcrc specialmente in
nero ; il sapone composto di ciilcina e cenere ; lo
scarafaggio che e uu colcottcro , (mio simile alia piat-
tola che c un ortottcro ; data alia talpa una lunga e
mobile proboscide; il tonno onorato dal solito laco-
nismo: pesce noto; la torba confusa coUa torbida delle
acque de' fiumi; la vcnturina di qualuuquc sorta posta
fra le genimc ; il vino liquor noto; la voipe animal
noto ; la zelamina pietru di diversi colori ; lo zinco
semimetallo , ora che il vocabolo di semimetallo e
bandito da tutti i mmeralogi . . . Qucste sono cose in-
sopportabili nei libri , ovc tanti vanno a cercare le
3lO OSSEUVAZIOXI INTORNO AI VOCAHOr, Ar.T
prime idee delle cose, e questc ed altre molte man-
canze, veggonsi dal Carcna diligentemente supplite
o emendate.
Versa il capo tcrzo dell' opera siigll cscmpl. A que-
sto pure si preniettc un prcambolo , nel quale si la
vedere la sconvenevolczza di molli csenipi de' nostri
voeabolarj , sia perclie tutti si sono voliui per sistc-
ma pigliare dagli scrittori app'rovati, per lo piu an-
tichi , ed ogni esempio fn reputato biit)no purclie
contenesse la voce desiderata; sia pcrche negli esempi
si atfastellarono sinonimi noa imitabili, come peccue
per pccco , asstito per stato , creo o cjio per credo ,
e simili, e molte di queste voci introdotte furono
soltanto per la iiecessita della rinia ; sia iinalmente
perche si voile scioccamente e senza alciin criterio
negli esempi lussuregglare. Quindi s' intrusero in essi
le pill grandi stranezze anche in fatto di scienze e
d'arti, come a dire che \\ friunento dopo alcune se-
minature si niuta in scgale, che il sesso feminineo e
esecrabile , ecc. Passa quindi Tantore all' esame di
diverse qnalita e categoric di esempi, c nel § i.°
registi'a gli esempi inutlli, che sono pur molti ; nel
2." gli esempi udli ommessi , sui quali pcro non fa
se non che un breve cenno; nel 3.° gli esempi non
corrispondcntl al vero significato della parola dichia-
Tata , e di qucsti molti se ne riferiscono e fare se
ne potrebbe una ancor piu copiosa; nel 4." gli esempi
che iiicidcntemciite contengono cose crronec , come le
hestie che s arrabbiano veggendo di di o di notte T om-
hra loro neltacqua, le genti di alcune isole cndiitc
come montord, il poter della luna nel inclagraiio ^ il
lione che sta cogli occhi aperti anche dorinendo , e
passeggia quando ha la febbre^ il vino mischiato con
acqua che inebria piu tosto che non fa il puro, la
pantera arnica di tutti animali^ il paone che ha te-
sta di serpentc e bocca di diavolo , e mille stranezze
e falsita intorno ai scgni celcsti , al rigogolo, al ba-
silisco, ccc. ; nel 5.° ed ultimo Iinalmente gli esempi
osceni , dci quali alcuno non prescnta I'autore, per-
che non s' alzi , com' egli dice , un lezzo piu che
DELLV LINGUA ITALIANA. 3 II
caprlno, ma gia alciini per Incidenza rammentati
eransi nei jjaragrafi i ." e ^J''
Da questo breve simto ognnno puo vedere di quanta
importanza , di quanta fatica e di qual merito sia
questo lavoro, e quanto debbano esser grati al Ca-
reiia tutti i letterati, c niassime i naturalisti italiani,
sebbene da alcuno siaglisi fatto rimprovero per cssersi
egli troppo divagato fuori delle scienze naturali, che
formavano il priniario oggetto e quasi Tunico scopo
della sua impresa , c per non aver in taluna delle sue
definizioni osservata quanto potea bramarsi quella sua
massima, certamente giustissiaia, c\\q in wi Vocabola-
rio di lingua comiine, una volgare chiarezza e prefiribile
ad una dotta oscuritd. Fuvvi ancora clii trovo alcune
censure, le quali forse potevano risparmiarsi, perclie
di poco o niun momento; ma questi non pose mente
alle moke, tra le quali alcune gravissime, clie si pote-
vano aggiugnere e che si soiio omesse, non ben sa-
premmo se per uno studio di brevita o per qualsiasi
altro sentimcnto. Addurremo qui un solo esempio, for-
se sfuggito al diligcntissimo Carena. Nel Dizionario
della lingua italiana all' articolo Tornasole da prima
si confonde questo colle cosi dette pezze di levante ,
poi si dice che la tintura che viene d' Olanda o di
Lione , e fatta dai frutti del girasole , mentre in vece
traesi da alcuul licheni, speciahiiente dal lichen pavella.
Si cliiude il prezioso libro del Carena con una
lettera inedita del eel. baronc Vernazza sulV uso del
segno y, o sul cosi detto i lungo, del quale quell" uo-
mo dotto non faceva mai uso luoriche nel fiancesc.
Belle osscrvazioni trovansi certamente in c{uesta let-
tera, e s[)iacevole ricsce che la sua tarda pul^blica-
zione non abbia permesso di vederla a quel gram-
matico che tra noi si avviso di scrivere, non sempre
con sano giudizio, un libro suUa lettera / e sul
doppio i. II Vernazza pero conchiude col non lodare
ne riprendere chi ado[)era il segno y , ch'egli riguarda
come inutile , e di questa licenza vcdesi avere ap-
profittato anche il Carena, che scrisse costantemente
vocabolarj , csempj\ ecc.
3l2
Thr.snnriis Pattum , Florrsque docTnriim , qui cum in
Tlieologia , Vim in PhilosopJda olbn clarucnint, hoc
est Dicta, Seiitentice ct Exempla ex SS. Pcilribiis
probatissimisquc Scriptoribus collecta et per locos
communes distribiita , cura et opcre plurimorum re-
bus sncris addictorum, etc. — Mediolajii, 1827-31,
apud A. F. Stella et filios , coi tipi di Giuseppe
Bernardoni di Gio., fasc. 56.° {in dono agli asso-
ciati). Vol. 9, in 8.*^ Prezzo lir. 5". 47 austr. ( lir.
5o ital. ).
Collcctio Selecta SS. Ecclesice Patrum, etc-, quae Pa-
risiis inccepta, ct postmodum interrupta; nunc, ac-
curantibus nonnuUis sacrce cruditionis cultoribus ,
continuatur. — Vol. VIII , Pars I. Chrysostomus
( Patres quarti Ecclesice sceculi ). — Mediolani , 1 832 ,
typis Antonii Fontana, in 8.° Si pubblica per fa-
scicoli , ciascuno de quali contiene non meno di
200 pagine, al prezzo d^ austr. lir. 1.
Corso di eloqncnza sacra, ossia Bihliotcca scelta del
Padri delta Chiesa greca e latina, di M. N. G.
CuiLLON, prof, di sacra eloquenza, ccc. ., era per la
prima volta tradotta dal greco , dal latino e dal
francese , da una socictd di ecclcsiustici. — Milano ,
io3c-3i-32, per Angela Bonfanti, in 8.° Esce per
fascicoli , a cent. 20 austr. il foglio : si e pubblicata
la parte prima del tonio VI. Tutta V opera consi-
stcrcl in 26 volunii , ciascuno di '60 fogli circa.
V_iol fasclcolo 56." compiesi rcdizloiie del Tliesaurus
Patrum in cinque volunii distinta, ed intitolata alTcmi-
ncniissimo cd ottinio nostro Pastorc, Noi parlato ne
abbiamo nel t. 47.°, agosto 1827, di questo Giornale,
pag. 285, dimostrando si la natura die T iniportanza
deir opera, ed aggiugnendo ch' essa ridondar non
potea che a grande vantaggio dc' paroci, dci sacri
oratori, dei tcologi tuui, a' quali prescnta un' anipia
inessc dc' piu bci frutti dc jjadii c dottori dclla
THESAURUS PATRUM , CCC. 3lS
Chicsa , scnza clie siano eglino costretti a svolgere
vohiminose edizioni.
Anche alia seconda prcgiahilissima edizione triba-
tate abbiamo le beii dovutc lodi nel t. 58.°, giugno
i83o, [>. 387, plaudendo al tipografo Fontana per
la bella, conioda ed accurata sua edizione, e pel
divisainento suo di staiiipare le opere de' Saiiti Padri
nel testo latino: nella lingua cioe ch' essere dovrebbe
al clero faniigliarissima, anzi che neU'italiana versio-
ne. Qui non altro aggiugnerenio , se noxj che que-
st' edizione va progredendo foliceniente e riportando
i suffragi e le lodi de' pin dotti e distinti eccle-
siastici.
Lentaniente progredisce il Corso dl Eloqiienza sacru,
ne sapienimo per qual ragione. Che bello e di somnia
importanza ue sembra il lavoro dell antor francese,
e meritevole certamcnte d' essere e couosciuto c stii-
diato dal colto Clero italiano. Noi percio innanzi di
dar oontezza di questa versione far vogliaino qualche
cenno dell' opera originale , alcune cose altre&i toc-
cando che all' eloquenza de' Santi Padri pur appar-
tengono, e die nondinieno non furono ne daU'un edi-
tore ne dagli altri discussc. Nella quale disamina ci
gioverenio specialmente dellc dotte osservazioni del
sig. Raynouard (") risguardauti questo mcdesimo ar-
gomcnto.
Gia sino dal 1669, volendosi oiFerire i vcri mo-
delli della sacra eloquenza, pubblicata erasi in otto
volunii in foglio la Bibllothcca Patrian conciorialoricu
In essa il Vangelo di ciascuna festa trovasi spiegato
coi varj passaggi de' Padri si greci che latini. Ne fu
autore il P. Conibetis , il quale ne prese \ idea da
una collczione fatta da Alcuino per ordine di Carlo-
magno ed inipressa in quattro grossi volunii a Lione
Tanno i5o8, col titolo di Blbliotlieca Jiomilianiiii ct
sermonum priscorum Ecclcsue Patnim, l\Ia sgrazia-
tamcnte cgli non fece uso d'alcun disccrnimento,
(*) V. il Journ. dcs Savum A. loJo.^ p. 18, 348 e ifSi.
3l4 THBSAUnUS PATHUM, COC.
appagato essendosi d' ammassare nell' oper.i sua im-
mensi c moltiplici juateriali. Nc secoli XVI e XVII
pnbblicate furono alcuiie altre , ma poco pregevoli
collezioni di simil gcnerc, col titolo di Spicilegia , di
Polyanthea^ di Flojcs doctoium, di A/ithologia sacra,
di Pensieri c Sentimeiiti de' SS. Padri, ecc. II sig, di
Beauvais , veseovo di Scncz , concepi 1' idea di fin-
conoscere i Sand Padri sotto il rapporto dell' elo-
quenza : e iiomo , siccome egli era, distinto per le
sue oratorie composizioni, potuto avrebbe condiirre
a felice esito tale suo divisamento. Ritiratosi al iiiontc
Valeriano , dopo d' essersi diniesso dal vescovato ,
consecrar voile gli ultimi suoi anui a questo genere
di apostolica carriera. Egli formo dutique il piano
deir Orator Sacer^ ossia della Biblioteca del predica-
tore, che con ordine metodico contener dovea i nu-
merosi argomenti , su' quali con tanto zelo e valore
trattato aveano i saiiti oratori , dalla Gcnesi sino
aU' Apocalisse , dal prime concilio di Gerusalomme
sino a quello di Bourdeaux, teniitosi I'anno 1624,
dair epistola di S. Barnaba sino agli scritti di S. Carlo
Borromeo inclusivamente. Per compiere ri vasto in-
traprendimento avea egli assunti a collaboratori varj
dottisslmi uomini \ ma 1' opera per gli avvenimenti
della rivoluzione rimase fatalmente interrotta.
E qui ommetterc uon debbesi che dal 1758 al
1762, divenutc esscndo di moda le opere distinLc
col titolo di portatili, apparve in nove volumi una
Biblioteca portatde dc Padri : non era dessa in cerlo
qual modo che un compendio delT opera del P. Geil-
lier. Dopo questi lettcrarj intraprendimcnti diretti a
spargere la cognizione dellc opere de'Santi Padri, il
sig. ab. Guillon consecro al medesimo oggetto il suo
ingegno e gli studj suoi con grande coraggio, e con
incredibile forza e perseveranza, si che destata erasi
nel colto pubblico quclla giusta e lieta aspettazione
che fu dair esito felicemcnte coronata. Ma egli nel lar
conoscere le numerose c diverse opere de" padri della
Chiesa ebbe speciahnentc di mira Teloquenza. Pero
THESAURUS TATRUIVI , CCC. 3l5
in im (llscorso prelinilnare espone francamente I'uti-
litii die risultare gli parve dal suo disegno , e di-
mostra die prima del cristianesinio 1' eloquenza non
era die nn' arte , ma die trasportata poi nella Ghiesa
onde parlar quivi in nome del Signore, divenne ua
incarico angnsto , il quale ridiiede die « il predi-
catore forlilidu il suo ministcro e Fingcgno suo con
tutto cid che sostenerli possa e renderli venerandi :
il suo niinistero, dandogli la commendazione de' suoi
proprj csempi; il suo ingegno, poggiandolo sovra
uno studio ben profondo de' principj e de' modelli
die dair oratoria vengono alia propria di lui emula-
zione somministrati. » Da cio egli conchiude die ci
ha dunque una rettorica ed un' eloquenza proprie am-
bedne della predicazione , sebbene gli dementi co-
muni siano all' arte della parola.
Ma r abate Guillon caratterizzando i sacii oratori
non ce li presenta come tutti ugualmente perfetti :
egli conviene anzi coraggiosamente nella veracita di
alcuni de' rimproveri die loro vennero fatti. « E
perclie mai (cosi egli parlando de' SantiPadri latini)
vorremo noi dissimularc die generalmente il loro
stile s'allontana dalla purith del secolo d'Augusto;
die quello di Tertulliano e di ferro ; che San Ci-
priano risentesi talvolta dell' africana ampoUosita e
durezza ; die S. Agostino e Sant'Anibrogio sembrano
aver troppo riteuuto della rettorica professione cui
dati ei-ansi-, che in Lattanzio trovasi una facility dc-
generante in mollezza ; die S. Leone e S. Gregorio
papa sacrilicato hanno troppo di sovente ai difetti
del secolo loro; che S. Pietro Grisologo non nierita
tutta quella qualilicazione, di cui fu onorato; e che
fra' Greci moderni , S. Crisostomo , ammirabile in
tutto il restante , ama d' espandersi in un' asiatica
ridondanza, die tratto tratto lo rerfde dilTuso e sner-
vato ? » Dee pero notarsi die i Santi Padri per la piit
parte studiato aveano sotto i retori de' loro tempi.
S. Gio. Crisostomo stato era discepolo di Libanio ;
S. Gre2;orio Nazianzeno C S. Basilio incontrati eran^i
3l6 THESAURUS PATRUM , CCC.
con Giuliano alle scuole cVAtene. Pero il Pension
ebbc a dire « die questi grandi iiomiai, i (jnali im-
trivano idee piu alte delle connini regole d cloqncn-
za , si conforraavano al gusto dci tempi , onde la
parola del Signore ascoltata fosse con dilctto, e Ic
verita della Keligione potcssero piii facihiicnte insi-
nuarsi. m
Da tutte le quali premesse chiaramente risiika (e
tale e pur la conseguenza che Tab. Guillon ne trae)
dovere una scelta degli eloqiienti passi che s' incou-
trano nelle opere de' Santi Padri , essere utilissima
alle persone che per gusto, o per la condizion loro
fame volessero uno studio coineche profondo: « Ab-
breviandoli (dice egli) voi toglietc loro tali difetti :
lore non lasciando che le lor proprie bellczze , per
le quali innalzansi oltre ogni confronto, voi ne for-
mate i primi de' classici nostri. v Con qucsta sen-
tenza Tautore da ragione del titolo di Uibllotcca
scelta de Sand Padri con cui annnnziar voile la sua
collezione. Egli ha in quattro classi distinto le opcre
de' Padri della Chiesa : i.° gU Apostolici, quolii cioe
che vissero piii vicino ai tempi degli Apostoli , e la
cui eta termina col cominciare del sccolo terzo. 11
nome di apostolici fu loro dato sino da' primi tempi
del cristiaiiesimo : di loro opere sussiste un gran
numero, e vuolsi ch' clle formino i piu antichi e piu
preziosi monumenti della fede , della morale e della
disciplina cristiana ; e di fatto ha sino al secolo di
S. Girolamo sussistita la pratica di leggerle nelle
chiese; 2.'' i Padri apologisti, i quali ne' tempi stessi
delle pcrsecuzioni proclainarono le piu coraggiose e
le piu sagge difese del cristiancsimo ; 3.° i Padri
dommatici , quelli i cui discorsi e le cui opere trat-
tano specialmente della fede c della morale vange-
lica; 4.° finalmente i Padri controversi, ossia quelli
che scrissero all' epoca in cui le controversie romin-
ciavano a prevalerc suU" cloqucnza , della quale die
S. Bernardo tuttavia utili modelli nel sccolo XII.
Tale c il piano di questa collezione.
THESAURUS PATRUM, GCC. ZlJ
L'ab. Guillon ha corredato T opera sua di squi-
sita sacra erudizlone relativa allc varie epoche della
Cliiesa , ed ai Padri de' quali ci da i fiori dell' elo-
quenza : ma un altro bellissinio servizio ha pur egli
prestato alia stessa sacra eloquenza , indicando per-
petuamente le iiuitazioni che da' predicatori francesi
fatte fiuono de' Santi Padri : genera di erudizione
fors'aiiche piu utile dell' altro succennato, e che tutto
a' moderni tempi appartiene. Noi avremmo anzi amato
che gli editori nostri imitato Tavessero, qiiantunque
volte si fosse loro prescntata qualche simile imita-
zione degl' italiani predicatori. Taluno pero bramato
avrebbe che l' ab. Guillon , sebbeue non abbia egli
intrapresa lui' opera di controversia , fatto si fosse
in alcune note a difendere que' primi Padri della
Cliiesa dalle imputazioni delle quali furono bersa-
glio , e massime da quelle del Barbeyrac , dirette
pressoche tutte contra la loro morale e forse sinora
non bastevolmente confutate. E sarebbe stato pure
a bramarsi che il dottissimo autore corredata avesse
la sua Biblioteca co' passa^gi de' varj scrittori pagani,
da' quali i Padri trassero talvolta idee od espressioni :
altro genere d' erudizione che a' giovani ecclesiastici
riuscito sarebbe e dilettevole e vantaggioso. Che che
pero ne sia di queste osservazioni, 1 opera dclf abate
Guillon e per se stessa utilissima , unica poi nel ge-
nere suo; e 2;li editori milanesi hanno ben meritato
della sacra eloquenza col riprodurla in italiano.
Wa posciache toccato abliiamo questo per la sua
stessa natiua importantissimo argomento, ci sia per-
messo di riferire alcune osservazioni tratte dai discorsi
del mcdcsimo ab. Guillon c dalle dissertazioni del sig.
Raynouard ; le quali esscre potranno certamente utili a
que' giovani ecclesiastici che avviarsi vorrebbero suUa
predicazionc. Tali osservazioni iutitolar vogliamo:
Costumanze rchtdve alia predicazionc
de'^li aiuichi Padri della Cliiesa.
Se rintracciar volessimo le cause che la piu pos-
scnte influenza cbbcro suU' ingeguo de' Santi Padri
►
3l3 JTHESAUnUS PATRUiM, CCC.
e sui mirabili effctti . della loro predicazioiie, punto
non esiterenmio ad indicaiue come le piu possenti
r intimo loro coiiviacimeato dellc verita del cristia-
nesimo, e rineiVabilc speranza d'otceiiere iu una vita
senza line le ricompeiise del loro zelo e del sacrifizio
di se stcssi pel bene della Religione. « La Chiesa di
X Gesu Cristo (cosi scrivea S. Girolamo allorche an-
» nunciava le sue idee intorno ad una Storia ecclcsia-
V stica, da Gesd Cristo sino a' euoi temj)i), la Chiesa
» di Gesu Cristo crebbe per le persceuzioni; pel saii-
» gue de' martiri acquisto le sue corone. Da chc pro-
» tctta dai principi cristiani aumento in possanza ed
» iu ricchezze, venue iu virtu diminuendo. » Pero
senza qui rammentare il nome de' celebri sacri scrit-
tori clie col loro sangue suggellarono la credenza e
le massime €11' eglino ne lor discorsi e nelle opera
lore professavano , siccome fecero un Ireneo, un
Giustino , un Cipriano , ecc. , bastera il dire che le
persecuzioui lungi dalV abbattere il coraggio, diveui-
vano pel sacro oratore efficacissimi mezzi di eloquen-
za, il siio animo inliammaudo di superno invincibilc
ardore. Noi non ne citeremo die uu esempio solo.
S. Ignazio vescovo d Autiochia , scelto al martirio
e condotto a Roma per subirvi la morte, temendo
che i Cristiani di questa citta tentar volessero di
sottrarlo al supplizio, cosi loro scrive : « Se voi mi
» amate d'uua vera carita, permetterete che vada a
X goderc del mio Iddio. Giammai non avro una piu
» favorevole occasione di riunirmi a lui . . . . ne voi
» ancora avrete gianuuai T onore d" uu' opera piu
» bella : tratiasi di uon istigare contro di me il Si-
» guore. Se di me non parlate, se ve ne rimarretc
» tranquilli , io andero a lui : al contrario abban-
» donandovi ad una falsa compassioue per questa
» miserabile carne voi rieatrar mi fate nella
» carriera mortale. Ah 1 potete voi procurarmi uu
y> maggior bene, quando Taltare e gia inualzato.'' ....
» Voi non portaste gianuuai iuvidia ad alcuno; non
» iuvidiaicini Uunque la mia fclicita uoa ultra
THESAURUS PATRUM , CCCi SlQ
» cura abbiate die di ottenernii coUe vostre preghiere
» il coraggio che nr abbisogna per resistere agli
>» ailetti inlcrni e respignere gli estei'ni , ond' io es-
» sere possa vescovo non colle parole soltanto, ma
V coir operc aiicora Ho scritto alle Chiese, e a
M tutte partecipo che m' incanimino alia morte lieta-
» niente , purche voi non vi poniate ostacolo
» Vi scongiuro ; non vogliate amarmi al di la del
» couvenevole e del giusto. Che io vada a servire
» di pascolo ai leoni ed agli orsi , sara questo un
a camniino piu breve per giugnere al cielo: io sono
» il frumento del Signore ; possa essere macinato dai
» denti dellc bestie onde diveuir un pane degno
» d' essere olTerto a Gesu Cristo ! . . . . Mi divorino
» pure tutL' iutero ! . . . . Io non vi comando, come
» iare Io potevano Pietro e Paolo : essi erano apo-
» stoli. Che mai sono io , se non un uomo condan-
» nato dagli uomini.'' Essi crano liberi, io sono tut-
» tora uno schiavo Ma diverro il liberto di
x> Gesu Crislo; allora risorgero alia vera liberta. . . . .
» Voglia il Signore ch' io gioir possa delle bestie che
» mi sono pieparate, che ardend le trovi ed avide
» della loro pretla. . . . ! Perdonatemi , io conosco cio
» che nicglio a nie conviensi Che venga io
» consuniato dalle fiamme ; che muoja della lenta e
» crudele nioite della croce ; che fatto sia a brani
» dalle tjgri e dai leoni airaniati; che disperse siano
» le niie ossa, schiacciate le mie membra, tritato il
» niio corpo ; che tutt' i denioni sfoghino su di me
» la loro rabbia, io pronto sono a sopportarc lieta-
» mente i supplizj tuLti, purche dato mi sia di go-
» deie in Gesu Cristo Se giunto presso di voi
» mi lasciassi mai intimorire da' preparamenti del
:» supplizio , sostenete voi stessi il mio coraggio.
» D' una cosa sola vi sov venga, cioe che a voi scrivo
u in (juest' ora, nclla cpiale mi e dato di scrivcrvi
» in una piena hberla di spiiito, c ad altro non
» aspiraudo che alia morte. »
I
620 THESAURUS PA.TRUM, CCC.
"Tali sono i pensieri, tali i scntimcnti con cui i sacri
oratori innalzavaiio la voce alia subliiuiia (lelfclo-
cjucnza, e niassime allora quamlo lingegiio loro stato
era da preliminaii studj disposto e t'ccondato; del
<[uale sussidio niancanti noii craiio i Padri dclla Cliie-
sa. Pcrciocchc quelli clie perorarono o scrisscro con
esito piu felicc, eiano coUi in ogni gcnerc di bella
Ictteratnra, e sovente di profonda erudizione dotati.
Eglino fatti aveano i loro studj nellc piu celcbri
scuole di que' tempi, cd alcuni coltivate aveaiio le
Dlasc ancora e si le greche clic le latine. Tfcrtiuliano
paria di S. Ireneo vescovo di Lione come d'un prodi-
gio di erudizione o di sapienza. Ireneo di fatto letti
avea tutti i Olosoli c i poeti tutti deiranticliita, c di
questi studj giovandosi avea saputo spargere di bcgli
ornamenti le astruse e ingrate niaterie , suUe quali
versano talvolta i suoi sernioni : fu professore in Ni-
comedia; e Costantino lo clesse a maestro del figliuol
8U0 Crispo Cesare. Grande fama ottenne pure S. Ci-
priano nel foro a Cartagine, ove fu altresi maestro
d' eloquenza. S. Agostino di lui parlando dice ch' egli
il modello presentava dei tre generi d' eloquenza, ed
in prova di cio divcrsi brani riporta de' sermoni di
lui. S. Gregorio , vescovo di Nissa , S. Ambrogio ,
S. Ai»;ostiho insegnata aveano 1' eloquenza nelle piu
celcbri scuole : quest' ultimo alTerma che la lettura
de' poeti stata eragli di sommo giovamento. S. Gian
Crisostomo acquistossi gran nome ad Antiochia nella
forense carriera: S. Gregorio di Nazianzo frequento
con S. Basilio le faniose scuolo d'Atene, e quando
gia disponcvasi ad ablxindonare questa citta, glr Ate-
niesi tentarono di trattener4o proponendogli uija cat-
tedra d'elocjucnza. II piu celebre discorso di S. Basilio
il grande , vescovo di Cesarea , e quello da lui a' gio-
vani diretto intorno all' utllita ch' eglino trarrc po-
trebbero dalla lettura dc' libii prolani. S. Girolamo
studio le greche e le latine lettere in Roma , ove fra
gli altri ebbe a maestro il retore Vittorino , cd il
cclcbrc grauiuiatico Donate, il coaicutatorc di Viigilio
THESAURUS PATRUM , CCC. 321
e tli Terenzio ; poscia intraprcse piu viaggi , scorse
per le Gallic e per le provincie dell' Asia minora,
visito i dotti, raccolse libri a Costantinopoli, udi le
lezioni di S. Gregorio Nazianzeno. Bellissima testi-
nionianza della sua profana erudizione ei ci pre-
senta la dove parlando dei tre passaggi de' greci poeti
riferiti da S. Paolo senz' indicarne il nome, ci av-
verte che il vers. 12 del cap. I dell' epistola a Tito
intorno ai Cretensi e tratto da Epimenide ; che il
vers. 28 del cap. XVII degli Atti degli Apostoli e
preso da Arato; e che altrove I'Apostolo ha espresso
un pensiero , in cui e la traduzione d" un verso di
Menandro. Ma senza piu oltre trattenerci in queste
disamine agli eruditi notissime, ci e d' uopo il con-
cliiudere che la letteraria istruzione della piu parte
de' Padri della Ghiesa fu una delle cause per le quali
eglino si valorosi mostraronsi uell' eloquenza : impor-
tante avviso a' giovani nostri predicatori 1
Gli antichi sacri oratori erano pure avvivati dagli
straordinarj applausi , e dalle acclaniazioni, onde ve-
niva spesso interrotto il loro discorrere, e in essi uno
stimolo producevasi di santa emulazione. Imperocche
il pill delle volte parlavano all' improvviso; ed i Ser-
moni uscivano loro dal labbro quasi momentanee e
splendide ispirazioni. Erano dessi il piu delle volte
costretti a parlare per abbondanza di cuore; perche
dediti ogni giorno alia preghiera , e gran parte del
tempo consumando negli altri doveri del loro pio
niinistero, jiiu non aveano momento alcuno per com-
porre cd alia memoria raccomandare cio che al po-
polo dir doveano. E di fatto non pochi Sermoni dei
Santi Padri ad evidenza ci dimostrano , ch' eglino
abbandonarsi soleano all' ispirazione del momento , e
che una circostanza non preveduta dava talvolta una
diversa e nuova direzione a' sentimenti loro ed alia
loro eloquenza.
S. Gio. Crisostonio cosi in uno de' suoi discorsi
rammenta agli uditori la commozionc della vigiha.
« lo piu ratl'rcnar non potca lardore , end' era I'anima
Biid. Ital. T. LXVl. 21
3:23 THESAIJUUS PATRUM , CCC.
x> inia (livorata, cd i ciii trasporti collo niic stcsse
» parole raddoppiavansi. Ma sovra di voi cader dec
» i'accusa: i vostri ap[)lausi e le straordinarie vostrc
» acclamazioni mi traevano appunto in silTatti devia-
35 mcnti. II mio zelo in2:randendosi coll allliiciiza e
» col sempre progressivo ardore de' niici ascoltanti,
» ha soverchiato tutt' i limiti ; c cedendo al piacere
» che da voi nell' udirnu diinostravasi , abbandonato
» mi sono, malgrado di me stesso, a tutta la fecon-
» dita del so2;getto. ■» S. Agostino istruiva un giorno
dalla cattedra il siio grcgge , quando si avvide die
uno de' capi de' Mariicliei entrato era improvvisa-
mente nella cliiesa : abbandonando tosto il soggetto
su cui discorreva , fassi a perorare con ogni nerbo
d'eloquenza contra i principj di quel settario. II Ma-
nicheo ne fu si commosso e tnrbato che all' istante
in cui il vescovo d' Ippona discendeva dalla cattedra ,
ei getto a' piedi di lui, riconobbe ed abbjuro I'errore
cui sino a quel punto erasi abbandonato (*). Quest' ar-
tificiosa digressione di Agostino ci rammenta 1' im-
provvisa e terribile invcttiva di Cicerone contro di
Catilina ; se non che il sagro oratore ottenne tosto
queir esito, che dalT orator romano non fu conseguito.
Tale abitudine di perorare all improvviso nelle
chiese cristiane data avrebbe origine alia tachigralia,
se quest' arte non avesse gia da Inngo tempo sussi-
stito. Perciocche era cosa ben convenevole e naturale
(■") Sembra che gli antichi pulpiti cU tnarmo, conosciuti
sotto il nome di'amboni, e che sussistono in molte delle
primitive basiliche cristiane, siano somiglianti alle antiche
tribune , nelle quali gli oratori niuoversi potevano libera-
mente e quasi cauiminare. Tale anipiezza del pulpito, e
tale liberta di niovimenti giovar potevano sommamente al
sacro oratore neir enfasi del suo perorare. « Queste anticlie
cattedre ( dice un illustre autore ) sono d' un gusto ben
piu nobile di cjuella specie di scatola di legno sospesa
nelle nostre chiese parrocchiali da cui sorge un uoino che
si curva , si agita, e sembra niuoversi a stento in uno
spazio si circoscritto. »
THESAURUS PATRUM , CCC. 333
die i Cristiani procurasscro cli fermare le fuggitive
parole che i clommi esprimevano della fede, le mas-
sime della morale e le pie regole cui eglino la loro
condotta sommcttere doveano. Ora tralasciando di qui
riferire i numerosi testi che 1' uso avverano della
tachigrafia presso i Grecl ed i Romani , esporremo
soltanto aicuue dclle prove che ci vengono dalla
storia ecclesiastica somministrate.
Alia fine del terzo secolo S. Genesio d'Arles, ado-
perato , giovane ancora , nella militare amministra-
zione della provincia , fatto erasi espertissinio in
quest' arte propria tutta dell' incumbenza sua , la quale
consisteva nel pareggiare la rapidita della mano e
delle cifere a quella della pronunciazione del discorso
de' suoi superiori. — II poeta Prudenzio , facendo
r elogio del martire S. Cassiano, ci fa sapere che
questi fu tratto a morte dai discepoli, ai fjuali inse-
guava lo scrivere e la tachigrafia , la cui arte ci
viene da lui cosi definita :
Verba nods brevibiis comprehendere cuncta penitus
Rapdmque pwicds dicta prcepedbiis sequi (*).
S. Gregorio di Naziauzo nel discorso ch' ei pronun-
zio innanzi di abhandonare la cattedra di Costanti-
nopoli , dopo d'aver dato 1' addio a tutto cio che
avea di piii caro , al tempio , agli ecclesiastici , ai
fedeli , ai poveri, cosi soggiugne : « Addio, voi che
» amate i mici scrmoni , genti alfollatc , delle quali
» briliar vedo i lurtivi stiletti , che le mie parole
» incidevano. »
Ne dee gia credersi che soltanto presso le chiese
d' Oriente fosse in uso sitTatto genere di applausi e
di acclamazioni. Cio pure praticavasi nelle chiese
occidentali ; del che una bella testimonianza ci si
offre nelle epistole di Sidonio ApoUinare. Questi cosi
scriveva al papa Fausto : « Allorche tu predicavi a
5> Lione , io ti applaudiva costantemente , e le mie
>j acclamazioni accompagnarono i tuoi discorsi sino
(*) Peri Steplianoiij Hymn. IX.
3a4 THES.UHUS l'\TnUM. CCC.
» al totalc smarrimcnto della voce. » S. A2;ostino an-
cora parlando dcllc picdiclic di S. Aiiiljr()|;i() , alle
cjiiali rostanteinciue iiitervetiiva, cosi esclania : « Oil
5> mio Dio ! Cio da nio praticavasi per csamiiiarc se
» relocpienza di liii coiiispondesse alia sua grandc
» rcputazionc, e se i suoi discorsi dc2ni losscro degli
» applausi die venivano loro dal popolo tributati. »
I\Ia indegna o disconvenevole cosa sarcbbe il volere
siflatto uso della primitiva cliiesa, uso che diuo all-
elic iiel medio evo, 2;iiuli{ar colle idee del decoro e
ben anclie delle seniplici religiose coiivenevolezze clie
dagli odierni costumi iiispirate veniiero nelle cliiese
iiostre. Impeiocche i prinii Crisiiani allor qiiando
rominciarono a raccogliersi in pie adiuianze, gia ac-
costumati erano a manifestare con applausi le coni-
iiiozioni dalle qnali agitati sentivansi negli spettacoli,
iielle politiche assemblee , nel senate e ne' templi.
Hitirati in segreto recondito Iiiogo per coniunicarsi
la fede , aniniarsi alio zclo , e al niartirio disporsi ,
avvenir non potea die i loro santi trasporu ed il
santo sacrilicio della loro propria vita nou si niani-
f'estassero splcndidamentc con segni caratteristici ed
evidenti. Qnando poi la cliiesa ottenne linalnientc
il diritto o la permissione di liberamente professare
il culto ne' templi cristiani, dovea al certo avveiiire
che I'entusiasmo, con cui accolti ed ascoltati erano
i sacri oratori, inirabilmente contribuisse ad attrarre
proseliti d'ogni condizione. Gli astanti o ad alta voce
o col battere delle mani espriinevano I'adesione loro
ai principj e alle massiiric die 1' oggctto I'orniavano
de' Sermoni. Tali pubbluhe acclaniazioni die a di
iiostri sarebbero un trivolo e indecente omaggio, in-
degno del r ora tore uon iiieno die degli ascoltanti,
era in que' tempi una costumanza utile e lodevole,
perclie adatta a dillondere e lar radicare la lede e la
vangelica dottrina. L'ab. Guillon parlando di S. Gre-
gorio Nazianzeno cosi ci avverte : « Da lui stesso ap-
prendiamo die i pagani e gli eretici accorrcvano in
folia alle sue prediche, come ad una sorgeutc dacqiia
THES\URX'S PATRUM, CCC. 025
viva; chc per lulirlo sforzavansi le balaustre dalle
cjuali chiiiso era il SaiUuario doner egli parlava , o
clie r aminirazione prorompeva in plaiisi e griJa ;
clie spesso le prediche di lui venivano scritte nel
luogo stesso , perclie meglio licordare e nieglio dif-
fondere si potessero. » II Crisostomo ancora in niolte
delle sue oniilie ci da chiarissima testinionianza di
tali acclamazioni. Nella sesfa , siil destino, cosi leg-
gesi : « Eccovi cio che sul piincipio del mio dire ho
» stajjilito ( nan m liiterrompcte cd vostri applausi ) ;
fi nelle ingiustizie a cui aiidiam soitoposti, riceverc
y> non possiamo alcun altro male se non quello che
» ciascuno a se stesso procaccia. » Qiiesta, diremmo
quasi, crucciosa esclaniazioae non in intenompcte ecc. ^
riferita nel testo niedcsinio del discorso, diuiostra
non solo che i fedeli applaudivano all'oratore, nia
ancora che sillatte interruzioui venivano dai tachi-
grali trasportate nelle loro scritture. Ne all' oratorc
questi soli oniaggi si tributavano, ma talvolta se ne
rendeva la ragione e quasi giustilicavansi , gridando:
sentenza ortodossa veramente ortudossa ! (*) Rla chiu-
dere non vogliamo quest' articolo senza riferire ui\
altro documento di tali apj)lausi , tratto da una pre-
dica di S. Ao;ostino che non In dall' ab. Guillou citata.
II vescovo d Ippona nel serm. XLV ( de Temp. ) di-
pingeudo con vivissimi colori la passione dell'aniore,
ed improvvisamente interrotto dalle acclamazioni e
dagli applausi di tutti gli ascoltanti , cosi fecesi ad
esclamare : x Ciii come essi (i
Padri) servir vuole di niodello a' proprj tempi, co-
minciar dee dalTimitarli. Che se colle parole nostra
ritornar volessimo sulla Bibliotcca scelta, aggiugne-
remmo che oltre i brani da noi riferiti moltissimi
altri se ne potrel>bero scegliere e con essi comporre
un preziosissimo volume, chc da se solo lormerebbe
un hello ed utile mannale di sacra eloquenza , sic-
come il signor Raynouard opporturiamente consiglia.
E noi hrameremnio che a silVatto lavoro i loro studj
pur rivolgessero gl' italiani editori. Noi data ne ab-
biamo la traccia. Esso e opportunissimo riescirebbe
pe' giovani iniziati al pergamo, e circolar farebbe
nella lettei-atura nostra le oratorie bellezze sparse
nella Biblioteca scelta, e nolle voluminosc opera de'
Padri della Chiesa.
327
PARTE 11.
SCIENZE ED ARTl MECCANICHE.
Opuscoll dl cldrurgia dl Antonio Scarpa , professorc
emerito e dlrettore della facoltd medica deW I. R.
Uidversitd di Pavia, cavaliere deW insigne ordine
austriaco di Leopoldo , socio della R. Accademia
delle scienze di Parigi, di Londra, di Berlino, di
Stokohn , ecc. Vol. III. — Pavia , i832, nellct
tipografia Bizzoni , in 4.° di pfig- 1 28 , con una ta~
vola incisa in raine. Prezzo ital. lir. 8.
Oiamo certi di fare cosa grata ai nostri lettori pub-
blicando un breve estratto delle materie contenute
in questo terzo volume di opuscoli chirurgici del
celeber. Scarpa (^) , sicche da quel poco che per noi
sara detto si comj)renda aliiieno V importanza delle
dottiine in esso esposte dal cliiar. antore , e tutti con
noi si uniscano in far voti , perclie il Moderatore
delle vite degli uomini voglia per lungo tempo an-
cora conservarci quella dello Scarpa, a splendore
della nostra Italia ed a vantaggio della scienza, per
r incremento della quale ne il crescere degli anui ,
ne gV incomodi di salute, ne i gravi incarichi pos-
sono impedire che egli continuaniente si adoperi.
Compongono il libro le seguenti sette Meniorie ,
la prima e Tultima delle quali veggono per la prima
volta la luce, le altre gia sparsamente pubblicate in
varj fascicoli degli Annali Universali di Medicina ,
ora rivedute ed ampliate , furono dalT autore in un
sol corpo raccolte e riprodotte.
(*) I due primi volnrai fiiiono j)ubblicati in Pavia presso
il Bizzoai ratiuo i8i5.
328 oruscoLi di cnmuRoiA
l.° RaggiiagUo dclla Neuralgia cuhito-dlgitcdc , die da
pen aiini ajftigge il sig. cnval. Domcnico Vuiaid ,
cclebre profcssore di botanica e di storia iiatnnde
nella R. Universitd di Genoim ; con alcune Osser-
vazioni e Riflessioni sopra questa malattioi.
II dotto professore e bcnenierito delle scicnze na-
tiirali , sig. caval. Doinenico Viviani, dopo tre anni
di patimenti per Neurcdgia cubito-digitale nell' avan-
I/raccio sinistro , c dopo il niun prolitto tiatto da
varie sorta di cataplasmi, unzioni, frizioni, non om-
niesse Ic mcrcuriali ed altre medicaturc , siil prin-
cipio di giugno 1827 si porto a Pavia , ad oggetto
di avere il parere dell' aiitore unitamente a quello
dei professoii Cairoli e Panizza , se vi fosse da ri-
porre speranza di guarigione nella efficace chirurgia ,
quale unico ed estremo riinedio. La reiterata asser-
zione del nialato die le nenraViche fitte insoijievano
sempre dalla superlicie palmare del carpo , e di la
si propagavano soltanto in basso alle dita mignolo
ed anulare, giammai all' insu verso il gomito , fece
nascere la lusinga che il nervo ulnare fosse viziato
soltanto dal carpo alle due ultime dita : tanto piu
che se il professore avea I'aninio, all' ingresso del
parossismo , di comprimersi poco sopra della super-
licie palmare del carpo, sopprimeva o rintuzzava la
violenza del neuralgico tormento. Fu dunque deciso
di cimentare il troncamento del nervo ulnare al di
sopra del punto di irradiazione de' spasmodici dolori;
la quale operazione, con esportazione anche di una
porzione del nervo per la lungliezza di cinque linee ,
fu coUa niassima accuratezza , in presenza dell' au-
tore , eseguita dal professore Cairoli assistito dal
professore Panizza. Nell' atto del troncamento del
nervo il mala to provo una scossa nelle due dita mi-
gnolo ed anulare, cui succedette immediatamentc in
ambedue queste dita la perdita di senso e di moto ;
passo tranquillamente il restante del giorno e parte
della notte, ma sgraziatamente dopo quindici ore
DI ANTONIO SCARPA. 829
(lair operazioiie i-icoinparve colla medesima forma cd
intcnsita di prima il neuralgico parossismo. La pia-
ga , nella quale era avvenuta corruzione gangrenosa ,
ando in un nicse circa a completa cicatrizzazione,
continuando pero la solita ricorrenza de' ncuralgici
insulti , come se il nervo non fosse stato troncato,
II caso ora riferito diede luogo all' autore di portare
alrunc importantissime riflcssioni sopra la Neuralgia
in generale, e distingncrne due specie, nella prima
delle qnali il troncamento del nervo sopra della sede,
dalla quale emanano le dolorose irradiazioni , e un
mezzo pronto e sicuro di guarigione, perclie la ma-
lattia deriva da causa locale manifestaj circoscritta ,
ed a portata d'essere rimossa dalla niano del chirur-
go , mentre nella seconda il taglio del nervo e di
niuna utilita, giacche il male procede da ignota ca-
gione, sfuggevole ai nosfri sensi ed alle anatomiclie
I'icerclie. E cio stabilito passa Fautore a dire di cia-
scuna specie in particolare.
La prima, denominata da Chanssier Anomaln, trae
origine ora da un tubercoletto duro, assai doloroso,
che formasi spontaneamente nella sostanza di qualche
filamento nervoso sottocutanco o di tal altro nervo
dei piii prossimi alia superljcie del corpo ; ora da
puntura di alcuno di codesti filamenti nervosi , sus-
seguita da dura rugosa cicatrice; ora da un corpo
straniero penetrato nella sostanza del nervo; ora in
fine da una forte e profonda contusione. Per le quali
patologiche circostanze il nervo, come rilevasi dalle
anatomiclie ricerche , trovasi alterato solamente nel
luogo della loro sede , ma sopra e sotto bene orga-
nizzato e sano. Laonde si comprende die, da qua-"
lunque di queste cause la neuralgia proccda, il tron-
camento del nervo sopra del luogo male alTetto, non
puo non essere die un mezzo pronto e sicuro di
guarigione. Ed affine di vieppiu confermare questo
articolo di pratica cliirurgia, aggiunge Tautore varj
casi interessanti di neuralgic , prodotte da ciascuna
delle acccnnate casiioni, c felicernente curate. Termina
poi di parlarc della Neuralgia Anomala con accenuare
33o OPUSCOLI DI CIIIRURGIA
la raolta afflnita clie essa tiene colla Oilontalffia, sia
che si riguardi Tessenza del male ed i leaoiiieni cho
da essa ne derivano, ovvero il inodo piu efficace di
curarla radicalmente.
La seconda specie di neuralgia si e quclla clie dal
sopraccitato Chaussier dicesi Essenziale o Lcgittima ,
la quale differisce sotto varj rapporti dalla prima.
La Neuralgia essenziale fa sempre mostra di se nel
punto in cui il nervo viziato e piu prossimo che
altrove alia superlicie del corpo. Questo puuto , da
cui per intervalli partono e si propagano Ic tormen-
tose fitte, non presenta alia vista, ne al tatto al-
cun duro tubcrcolo, nluna cicatrice, niuiia irrego-
larita di superficie sulla pelle clie lo ricopre, il qual
tegumento non mostra alcun cambiamento di colore,
alcun indizio di uiorbosita , tranne una sc[iiisitissima
seusibilita al piii lieve contatto. I laceranti dolori nella
neuralgia essenziale non sono remittenti , come nel-
\ anomala, ma intermittend , talvolta a piii giorni e
settimane. Insorgono per lo piu senza causa manifc-
sta, e del pari senza discernibile causa scompajono.
La essenziale neuralgia inline resiste alFazione di
02;ni farmaco sinora conosciuto , non die ad osni
qualunque piu cnergica operazione di chirurgia.
Siccome iiiuna percettibile alterazione di struttura
organica si riscontra colle anatomico-patologiclie ri-
cerche in tutto il tratto di nervo colpito da neuralgia
essenziale, pare si possa con ragionevolezza inferire
die la causa predisponente di cotesto tormentoso male,
non altrimenti che xm\l epilessia simpadca, consista
nella pervertua indole e nella sregolata azione di cjncl
sottile clemento inerente alia polpa nervosa di tale o
tal altro nervo , per 1' interposizione del quale sottile
elemento il consenso e la reciprocity di scnsazioni
e di movimenti intrattiensi in istato naturale e sano
fra le singole parti del corpo animale ed il comune
sensorio. Ora poi die si sa per accurate spericnze
fatte dal professore Panizza in prcsenza delV autore,
che nella composizione dei nervi spinali i lilamenti
che partono dalla radice spinule posCeriore scrvono
DI ANTONIO SCARPA. 33 1
escluslvnmente al senso , e quelli che traggono ori-
gine dalla radice a/iteriore al moto, sembra che tanto
nella neuralgia essenziale , quanto nell' epilessia sim-
palira, siano affetti i iilanienti destinati al senso a
preferenza di quelli che servono al moto , quantun-
que uiisti ed intrecciati insieme nel tronco e nelle
diraniazioni del ncrvo viziato.
E poiche egli e niolto simile al vero , che tanto
la neuralgia essenziale , quanto la epilessia simpatica,
procedano dalla sorgente poc' anzi accennata, ne viene
di conseguenza , non essere la neuralgia essenziale^
propriamente parlando , che una epilessia simpatica
imperfetta o parziale , in cui Tairezione nervosa non
ascende a tanto verso il cervello quanto fa 1' aura
epilettica fino ad opprimere i sensi, ma cambiata in
doglia atrocissima si arresta a certo tratto della parte
ammalata. II modo d'incominciamento del parossismo
neuralgico e dell' insulto epilettico, la possibilita di
prevenii-e o reprimere assai volte col laccio si Tunc
che Taltro , la niuna alterazione del polso in ambe-
due , il partire I'aura epilettica c la neuralgica iitta
dal punto il piu superficiale che il nervo male afletto
percorre , la resistenza di queste malattie a tutti i
pill energici rimedj interni cd esterni sinora cono-
sciuti, il passaggio dell' una forma morbosa nelfaltra,
costituiscono altrettanti punti di relazione , i quali
mostrano abbastanza la grande affinita di essenza fra
questi due mali.
Dalla considerazione inoltre che in questi casi il
male non si limita al punto del nervo da cui trae
principio, ma invade e colpisce in tutta, o almeno
nella massima estensione il nervo male affetto, sen-
zache sia possibile di precisare il punto ove finisce,
ne viene che in questa seconda specie di neuralgia
non si puo riporre nel troncamenlo del nervo alcuna
fiducia di guarigione. In conferma della quale verita
si riportano varj ciisi di neuralgia essenziale^ massirae
faciale risguardata a giusto titolo siccome il tipo di
questa crudelc malattia , in cui Toperazione accennata
riusci di niuii giovamcuto. Per cio poi che riguarda
33a oruscoLi di oniRui;GT\
rinsufficienza del troncamcnto del nervo uliiarc per
la 2;nariglone della neuralgia cnbuo-dlgilale csscnzlale,
ne e una prova sulliciente il ril'crito caso del profes-
sore Viviani; nel quale crede Tautorc clie ([uaiuran-
che il nervo fosse stato a piii riprcsc troncato dal
carpo air avanbraccio , e pur anco nclla rc2;ione del
cubito, e quasi sin all' origine sua dallo spinal niidol-
lo, il risultamento sarebbe stato eeualmente iulbliLe.
Ne maggiore hducia in casi di neuralgia esseiiziale
deve riporsi nel caustico a preferenza del cohello,
poiche nel protessore Viviani la ferita , imuiediata-
mente dopo I'operazione, fu presa da corruzionc
gangrenosa con successiva perdita di sostanza , e tut-
tavia eio nulla valse a rendere Tesito piu lavorevole.
I molti rimed) di varia indole e taluni di opposta
azione fra di loro^ stati suggeriti per curare radical-
mente la neuralgia essenziale, conferniano vieppiii
r imperfezione dell' arte a questo rigiiardo. Tutt' al
piu ottiensi diminuzione delF atrocita dei dolori e
maggiore intervallo tVa i parossismi dall' uso di al-
cuni antispasmodici , e specialniente del muschio col-
r estratto d' oppio e di lielladonna ; non giovando i
quali , si possono tentare i mercuriali a larga dose.
Talvolta la natura colle proprie sue forze , dopo un
lasso di tempo piu o men lungo , sempre pero di
alcuni anni, ha saputo in alcuni affetti da neuralgia
essenziale mitigare il male, e, se non dissiparlo del
tutto, almeno renderlo piu tollerabile : la qual epoca
felice sventuratamente non e ancora comparsa a fa-
vore del benemerito professore Viviani , come risulta
dal transunto di una lettera del medesimo die mette
fine alia Memoria.
Oltre a molte altre importanti cognizioni patologi-
che e pratiche che si possono attingere a quest' opu-
scolo , importantissimo e poi il vantaggio che pure
se ne ricava , di saper cioe precisare , quando per
la cura della neuralgia convenga o no ricorrerc al
troncamcnto del nervo; onde non accade di dire di
che interesse grandissimo deve riuscire questo scritto
ai coltivatori dell' arte salutare.
DI ANTONIO SCARPA. 333
2. Dc Gangllls nervorum , deque origine et essentia
nerd Iiitercostalis , ad illustrcm virum Henry cum
Wcher, anatomicum Lipsicnsem^ Epistola.
SiiUa struttura e sull use dei jianglj 1' autore si
tlichiara tuttora dell' opinione eniessa nella sua opera,
staiii[)ata I'aniio 1779, Anuotat. Anatom. Liber pri-
mus, etc. II ganglio tanto semplice, quanto coniposto
altro non c che un coniplesso di sottili filamenti ner-
vosi , riei qiiali si risolvono i tronchi die vi pene-
tnino , i quali lilanicnti in varie guise fra di lore
roi]2;iunti si ricompongono in tronchi , che sotto di-
viTsi angoh vedonsi uscire dalla meta o dalla estre-
niita inferiore del ganglio medesimo. E poiche nel
ganglio composto entrano nervi provenienti da pa-
recchie distinte oii2;ini, cosi cpiasi per meccanica
nccessita avviene che i tronchi nervosi, i cpiali sor-
tono dal ganglio medesimo, contengono ciascuno nella
loro con^posizione tilamenti dei varj nervi che vi
entrarono.
Grande e il vantaggio che per Cjuesto modo pro-
viene alia composizione del sistema del nervo inter-
costale. Perocche non solamente il tronco di cjuesto
nervo , nia anclie i singoli rami che ne derivano
contengono filamenti di tutti i nervi spinali che con-
corsero alia composizione dell' intercostale, coll' ag-
giunta del quinto de' cerebrali e del vago. Quindi
necessarjanicnte le diramazioni inferiori del nervo
splancnico , quali sono cjuelle che appartengono al
l)asso della pelvi, sono piu composte delle superiori,
essendo il risultato degli stami di ciascuno de' nervi
spinali, del vidiano e del vago. La quale cognizione
serve alia spicgazione di niolti fenomeni niorbosi ,
specialmente de' visceri del basso ventre.
llcstava tuttavia oscuro agli anatomici lo spiegare,
pcrche il nervo intercostale , prodotto dai nervi spi-
nali destinati al moto muscolare volontario, poco
dopo la sua origine uscito dallo speco vertebrale ,
da motore si canibi in nervo senziente , non soggetto
alia volonta. Dopo die dalle accuratissime sperienze,
lattc dal prolcbsorc Panizza sopra animali a siuigue
504 OPUSCOLI Dl CHinURCI.V
freddo c a sangue calilo, risuho esscre fuori crogni
tluhbio, chc dellc due radici, di cui si coiiipoue cia-
sciui ncivo spiiiale, Vantaiore serve al nioto muscolarc
volontario, la jwstenurc al senso (la qiial distinzione
in nervi motorj e seiizicntl rnostra Tautoie non ap-
partenerc soltanto ai nervi spinali, ma essere propria
anche de' cerebrali, e non ritrovarsi ganglj se non
fra i nervi senzienti), fu cura deir autore di occiiparsi
in ricerearc ne' cadavcri , sc il neivo intercostalc
tragga origine dalle radici spinali posteiioii o dalle
antcriori. Ed essendosi ritrovato clie manifestainente
le origini del nervo intercostalc vengono dalle radici
spinali posteriori^ riniane cliiaranicnte spiegato, essere
il nervo intercostalc per origine ed essenza nn nervo
scnziente, dcstinato ad apportare ai visceri la sensi-
bilita ed a mantenere in essi la vita organica ; e
percio, quantunque nato da' nervi spinali, non essere
soggetto air inipero della volonta.
Ciascuno di leggieri coniprende quanta luce sparga
sidla scienza fisio-patologica un tale anatomico ritro-
vamento, a cui devono cedere le ipotesi per la spie-
gazione del fenomcno sin qui imaginatc.
3. De Gangliis , deque utriiisque ordinis nervorum per
universiun corpus distribulionc , ad dlusLrem viruni
Henry cum Weber ^ anatondciim Lipsiensem, Epi-
stola altera.
Nella lettera antecedente avea stabilito I'autore chc
i ganglj , semplici o composti , non si ritrovano se
non fra i nervi al senso ed alia vita organica desti-
nati. La quale [)roposizione viene dalla prima parte
di questa seconda lettera messa in piu chiara luce e
conf'ermata. Se in fatti parlasi de" nervi spinali, non
si ritrovano ganglj se npn nella radice posteriore
destinata al senso. Se trattasi del grande nervo inter-
costalc, tuiti gli anatoniici satuio che i mold ganglj
composti, i quali occorroiio tra le diramazioni visce-
rali di f[uesto nervo, appartengono all' ordine de' nervi
senzienti. Lo stcsso deve dirsi di quelli tra i nervi
cerebrali che sono al senso soruti.
DI ANTONIO SCAKPA. 335
Con molta pcrspicacia e trattata questa prima parte
tlella Icttera, ed i cultori tlelF anatomia e della fisio-
logia vi ritroveranno importanji dilucidazioni, delle
quali troppo lungo sarebbe if volere partitamente
discorrere.
Quanto alia distribuzione per tutto il corpo de' varj
ordini del sistema nervoso , clie forma la seconda
parte di questa Icttera, stabiliscc Tautore essere legge
costante die i nervi composti di lilamenti jnotori e
scnzlenti insieme riuniti spettano alle parti soggette
ai cenni della voloata, mentrc le altre sono di nervi
scnzicnd appena fornite. Due serie poi si distinguono
di nervi composti da filamenti niotorl e senzienti , Y una
di tutti i nervi spinali , Y altra di alcuni cerebrali.
La prima serie di nervi composti si dilYonde a
quasi tutte le parti del corpo; e questi nervi com-
posti spinali distribuendosi ai muscoli , loro sommi-
nistrano lo stromento del moto volontario e Y ele-
mento insieme della scnsibilita e della vita organica.
Avvieue poi che i nervi composti spinali portandosi
quasi per tutto il corpo separano dai motori i fda-
menti senzienti; i quali andando alia cute nella su-
perlicie del corpo vi costituiscono I'organo del tatto.
La seconda serie di nervi composti, formata da
alcuni nervi motori , e da altri senzienti cerebrali ,
insieme congiunti e frammisti fuori del cranio , ha lo
stesso ufficio de' composti spinali, di servire cioc
neir egual modo a' muscoli volontarj situati intorno
al caj^o. E quanto all" organo del tatto nella cute
della laccia, alia quale non giungono nervi spinali, c
desso costituito da Idauienti senzienti del par cpiinto,
liberi c disgiunti da' motori del settimo.
La terza serie di nervi non composti , oltre i de-
stinati alia costruzione dell' organo del tatto, costi-
tuita da soli nervi senzienti, e distribuita alle parti
non soggette al cenno della volonta, c formata prin-
cipalmente dalle tliramazioiii delf intercostale, di cui
I'autorc ha discorso nella lettera prima.
Del resto , nei composti nervi spinali e cerebrali
Tintrccciata loro struttura non e di ostacolo, perclic
336 OPUSCOLI Dl ClURUUGIV
ciascun ordine di nervi panitiuncnte adoinpia ni pro-
prj ull'izj; siccome j)rov;mo gli h[)eiimenLi I'iiui siigli
animali , in cui tagliando la ladice spiiialc antciiorc
viene tosto abollto il nioto voloiuario lestando illcso il
sciiso , c vicevcisa tagliando la ladice posteriorc. Lo
ciic ijmauc piue da alcuni fatti patologici confermato.
4. Esaine cnmparadvo del slstcma arter'ioso di amhe-
dite gli arti infcrlori ncl cadavere di wi iiomo , il
quale, 1-^ anni prima, era stalo dall autore operato
d anenrisma popUtco nell arto desCro col metodo
Hiuilcriano.
Airoggctto di scmprc piu coiifermare Tutilita del
inctodo Huuteriaiio per la ciira dcircsterno anen-
risma, e di far toccare, per cosi dire, con niano la
niaestria della natura, ajutata dall' arte, nel conipen-
sare le perdite e metterc in opera ua insolito pro-
cesso conservatore dclla circolazione e della vita di
tutto Tarto operato, nialgrado la legatura e Tottura-
mento della principale sua arteria, istituisce I'autore
im esatto confronto tra il sistcnia arterioso dell arto
destro , stato operato 2^ anni prima, d'anenrisma
popliteo in certo Giuseppe Fiorini , di cui si parla
nelr Osservazione i in calce all' opera dell' autore
suir Anenrisma , ed il sistema arterioso dell' arto sini-
stro corrispondente sano del medesimo soggetto.
Esaminato lo stato delle arterie femorale superfi-
ciale , femorale profoiida, articolari superiori cd infe-
jiori del ginocc/do , interne cd esterne nell arto stato
operato , e iattone il relativo confronto con quelle
del sano , si dcducono alcuni interessanti corollarj ,
dai quali rilevasi principalmente il vantaggio di al-
]acciare , in case di anenrisma d' uno degli arti ,
I'arteria in distanza dal sacco aneurismatico , senza
tema che percio alcuna parte delf arto abbia ad es-
sere defraudata dalla giusta quantita di sangue. Non
puossi rivocare in dubbio clie, dopo la legatura della
principale arteria d' un arto, i tronclii arteriosi late-
rtdi ed i rami maggiori , minori e minimi di essi ,
dilatansi ed acquistaao uii dianietro di gran lunga
DI ANTONIO SCARPA. 337
niaggiore lU quelle che aveano precedentemente alia
legatura, come rilevasi auche dallo stato del sistema
arterioso nel Giuseppe Fioriiii dalT autore esaminato.
5. Perche la legatura temporaria della grossa arteria
dl un ano, onde oUenere la cura radicat'wa del-
V aneurisma , sia stata riguardata talvolta siccome
mancante di effetto.
In pill kioghi della Memoria pubblicata suUa le-
gatui-a delle grosse arterie degli arti, indi nell'Ap-
pendice all opera suU' aneurisma , e per ultimo nel-
Topuscolo precedente avea I'autore insegnato che in
generale la legatura dell' arteria principale di un arto,
ancorche produca il piu perfetto otturamento dell' ar-
teria allacclata, non e mai da tanto di sopprimere le
anastomosi che naturalmente esistono fra i vasi late-
rali ed il tronco arterioso principale, dal di sotto
della legatura tin all' ingresso nel sacco aneurismati-
co ; ma che picciolo essendo I'urto di quel filo di san-
gue che rigurgita nel tronco arterioso principale sotto
della legatura , non puo ostare alia formazione del
tromho. Questa verita e ora comprovata da fatti della
pill grande autenticita, caduti sotto I'osservazione
dei signori professore Cairoli, dottore Kruch e pro-
fessore Rlorigi ; nei quali casi la comparsa delle pul-
sazioni sotto della legatura, stata levata nel quarto
giorno, non fu una prova che la legatura non avesse
prodotto il coalito dell' arteria : perciocche dopo al-
cuni giorni di applicazioni fi'edde sul Sacco Aneu-
rismatico le pulsazioni cessarono e la guarigione fu
completa. Per le quali cose Tautore opina che in
parecchi casi , non riflettendo a quanto era stato da
lui avvertito, e stando alia sola presenza delle pul-
sazioni , sia stata replicata la legatura di qualche
tronco arterioso senza necessita.
L^indizio certo che la comparsa delle pulsazioni
dipcnda in qualche caso da straordinario urto di
qualche vaso laterale, e non , scritta
dal bar. Cuvier, in parte da notizie sparse in varj glornali
scientifici francesi. Noi verrem citando le Meinorie conte-
nute in qnesti ed altri giornali , in cui 1' Humboldt lia
(i) Le osservazioni magnetiche furon uno de'' principali soggetti
di occupazione del signor Huaiboldr durante il suo viaggio , e
diedero argoniento ad una sua JMenioria inserita negli Ann. de
(him. et dc pliys. torn, 44, pag. 23 1. II suo zelo nel raccogliem
sifFatte osservazioni fu pure opportunajiiente assecondato e iniitato
da altri. E nV frutto clie una linea di osservazioni corrispoudenti
ciiTa le orarie magnetiche variazioni si stenda da Parigi sino a
Pekin, ove per tali osservazioni fa costruito ( senza materiaU di
ferro ) un edifizio simile a quelli che gia trovansi stabiUti a Pa-
rigi , Berlino, nei sotterranci di Freyberg, a Pietroburgo, a
Kasan e Nirolaefl' in Crimea. Dal 2 novembre 1838 sino al 5
inaggio i83o, mentre facevansi a cinque epoche convenute osser-
vazioni in Asia e in Europa, facevansi pure dal signor Boussin-
gault a Mannato in America sul pendio orientale della Cordiliera
di Choco nella provincia di Antioquia ( lat. bor. 5° 27'). — H
sig. Humboldt espose airAccademia delle scienze pur anche il rac-
conto di osservazioni circa P intension della luce e i coloramenti
deir aria fiitte nello scorso agosto a IrktusU, in Asia, a Beriino ,
ed agli Stati Uniti, in occasione degli straordinarj feuomeni di
cui si discorse anche in questa Biblioteca Italiana ( toiu. 65.",
pa;:. 117). II signor Humboldt gll attribuisce a rilVazioiii straordi-
narie cd intlessloni de' raggi sol;u-i causate da una particolar con-
dizione di densita degli aiti strati delP atmosfera
(2) Queste iion si limitano alle sole scienze naturali, ma si
pstendono anche ad argomenti cstranei alle medesime , e ne siano
prova alcLine osservazioni dalP Humboldt comunicate all'Accade-
mia delle scienze intorno alle rifre indichr , etl al loro valorr
di poiizione.
342 A r r F. N D I C E
trattato dlstosnniente c'.e' soggetti clie ijni appoiia si nccen-
nano; avvertasi pure aver egli gia puhblicato un' opera
apposlta ill due voluiui iatorno alia geologia e cliinatologia
asiatica.
II sigiior trilnnibolclt s" inibnrcb a Nischni-Nowgorod sul
Volga per discendere a Casan ed alle mine tartare di Bol-
gari, antica residenza dc' Tiniuridi. Di la attraversando
Perm , recossi ad Ecaterinebiirgo sul pendio asiatico- del-
rUralo, vasta catena coiiiposta di niolte Urate di nionti
quasi parallele, le cui piii alte cime arrivano appena a
14 o 1 5 00 metri, ma die, siccome TAude, scgulta la
direzlone di un medesimo meridiano, dalle foriiiazioni ter-
ziarie vicine al lago Aral sino alle rocce di grunstcin vicine
al mar glaciale. Un niese incirca fa impiegato dnirilnailjoldt
a visitare le parti centrali e settentrionali delT Uralo , se-
gnalate per dovizia di alluvioni contencntl oro e platino, le
luiniere di malacliite di Goumechefslioi, la gran montagna
niagnetica di Blagodad , e i famosi deposit! (giseinens) di
topazio e berillo di Moursinsk. Presso Nischni Tagilsk,
regione comparabile al Choco deirAmerica del sud, fu
trovata itna pepita di platino pesante piu die 8 diilogram-
mi. Da Ecaterinelonrgo il viaggiatore si rivolse per la via
di Fioumen a Tobolsk su 1' Irtlsdi , e quindi , passando
per Tara e per la steppa di Baraba, die certi insetti
della famiglia delle tipule, die assai vi abl)ondano, rendon
temuta niediaote le loro punture, ne venne a Barnaoul
sullc rive dell'Olji al pittorico lago di Koliwan ed alle ric-
die miniere d'argento di Scblangenberg, di Biddersk e di
Sirianofski , situate sul pendio sud-ovest deirAltai , la cui
cima piii alta , detta da' Calmucdii Ijictou (montagna di
Dio ) od Alastou ( montagna pelata ), e di recente esplorata
dal botanico Bungc, ginnge quasi all' altezza del Picco di
TenorifFe. Le miniere di Koliwan fVuttano oii;ni anno piii
di 76000 marchi d'argento. Da Riddersk volgendosi al
sud verso il fortino d' Ust-Kamenogorsk i viaggiatori, pas-
sando Bourklitarminsk, giunsero alia frontiera della Son-
garia cliinese; ottcnner anclie il perniesso di valicarla afliii
di visitare il posto mongollo di Baty Kboni-lMnilakliou ,
punto assai centrale dell'Asia (al nord del lago Dzaizang),
die dalle dcterminazioni cronometriciie deiriluiidjoklt risulta
a 82° di longitudine, e percio situato quasi sul meridiano di
Patna e di Kataiandou. Faccndo ritorno da Klioni-IMailakhou
PARTE STR.VXIERA. 840
ad Ust-Kamenogorsk i viaggiatori videro suUe rive solita-
rie della Bonkhtarma , Inngo niio spazio maggior di 5ooo
metrl , il graiiito diviso in snoli pressoche orizzontali ,
e disteso sur uno schisto i cul strati soao in parte in-
clinati di 85% in parte aflatto verticali. Dal fortino di
Ust-Kamenogorosk camnilnaron lungo la steppa dell' orda
media de' Kirghisi , passando Semipolatlnsk, Omsk,quindi
la llnea de'Cosacclii dell' Ischim e del Tobol, affine di per-
venire all' Uralo nieridionale. Qnivi, in vicinanza di Miask,
ed in uno spazio poco esteso, furon trovate, sotterra appena
poclii pollici, tre pepite d' oro native, due delle quali pe-
santi 38 marchi e la terza 48 ^/a (i). I viaggiatoi'i venner
lungo r Uralo meridionale sino alle belle cave di diaspro
verde vicine ad Orsk, laddove la pescosa riviera del Jaik
ronipe la catena dall'est aH'ovest; quindi si volsero ad Oren-
bnrgo, la qnal cltta, coineche si lontana dal mar Caspio,
trovasi gia ad un livello iaferiore a quel dell'Oceano, come
risulto dalle misure barometricbe fatte durante un intero anno
dai sigaorl Hofaiann ed Ilelmersen ; poscia alia famosa nii-
niera di sal gemma d'lletzki, situata nella steppa della piccola
orda de' Kirgliisi ; al capo luogo dei cosacclii d'Ouralsk,
i quali nmniti di uncini alFerrano con le mani, tuffandosi .
di nottetempo nell'acqua, degli storioni lunghi da 4 1/2 a
5 piedi:, alle colonic tedesche del governo di Saratow sulla
riva sinistra del Wolga, al gran lago salato d'Elton, nella
steppa de' Calmucchi, e per la via di Sarepta , bella colo-
nia de' fratelli IMoravi, ad Astracan. I precipui intenti di
questa escursione al mar Caspio erano , 1' analisi chimica
delle sue acque da esegnlrsi dal signor Rose, l' osservazione
delle altezze barometriclie corrispondenti di Oreuburgo ,
Sarepta e Casan , e la raccolta de' pesci di quell" interno
mare a pro della grand' opera su' pesci de' signori Cnvier
e Valenciennes. Infatti il museo di storia naturale del Giar-
dino delle Piante rlcevette dal signor Elirenberg piii di 3o
specie del mar Caspio, e di varj fiumi della Russia euro-
pea ed asiatica; i pesci del lago Baikal sono stati richiesti
dal signor Humboldt. D'Astracan i viaggiatori ritornarono a
(l) E proliahile clie T oro de'popoli Sciti, tauto aumiirato da'
Greet , si ttaesse dalle alluvioni dell' Uralo , e si trovasse forse
a c[ue' teiujil a pocliissinia distauza dalla sujicrllcie terrestre , cd
anclie qua c la disscmiuato su tal su^erGcic.
344 APPENDICE
Mosc.i passantlo T istmo clie separa il Don ed il Wolga ,
e il paese Jei Cosacchi del Don, Woroneje e Tonla.
In occasione di que^ta spedizione , fatta in principio del
Inglio 1829, avvenne riniportante scoperta dei diamanti
deirUralo, di cui slam debitori al conte di Poller, ed
al signer Schmidt , giovane mlneralogo della scuola di Frey-
berg, che da Nischni-Nowgorod in poi avevano accompa-
gnato il signor Humboldt. Certe analogic geognosticlie tra
le formazioni del Brasile e dell' Uralo , e il conoscere come
in regioni lontanissime della terra si trovino egualmente
associate certe sorta di minerali, aveano suscitata nel si-
gner Humboldt, come pure nel signor d' Engelliardt, pro-
fessore di mineralogia a Dorpat, la ferma persuasione che
avessero a trovarsi diamanti ne' terreni d'alluvione auriferl
e platiniferi dell' Uralo, come in quelli del Clioco e della
Sonora. II signor Humboldt erasi raolto caldamente appli-
cato a questa ricerca, insieme a' signori Rose e Schmidt,
sin da quando giunse ad Ecaterinebnrgo , esamlnando con
la lente i residui delle lavature ; ma le sue indagini furono
infruttuose, e lo scoprimento del diamante fatto dal conte
di Poller e dal signor Sclimidt, avvenne sul pendio euro-
peo dell' Uralo , 8 leglie al nord-est di Bissersk, nelle al-
luvioni di Krestowosdvijenski ; e gla da tre giorni essi
eransi dlssociati dalla spedizione ne' contorni di Kouchwa
e di Tourinsk, per passare il dosso della catena centrale,
e far ritorno a Perm.
II signor Humboldt ha presentato aU'Accademia , a pro-
prio nome ed a nome del suo compagno dl viaggio signor
Gustavo Rose (i), molti minerali raccoiti nel viaggio me-
desimo, tra cui ve n' ha di rarissimi , o la composizion
de'quali era sinor rimasta al tutto sconoscluta, quali sono
V aecliinite , che e, second© Berzelius , un titanato di zir-
conia ; i\ pirocloro di Miask, ch' e un titanato di calce con
ossido di cererio , la quale sostanza non era per anco stata
trovata clie dal signor Wohler nella clanlte sparsa di zir-
coni di Crlstiania in Norvegia; la pirojlllue di Beresow,
silicate d' allumina con acqua , il quale si gonfia alia
(l) Questo chiinico Iia pubblioato nel Bullettino della Soc.
Imp. tie' naturalist! di IMosca (n." 11, an. I) una Menioria sui
minerali cristallini che si trovano nelle miniere di pLitino e d' oro
deir Uralo,
PARTE STUANIERA. 34^
fiamma animata ilnl cannello, la cnl analisl vcnne escguita
dalTabile chiuiico di Mosca sigiior Herrmann; la gahnite
di Kyscluini nelF Uralo centrale ; la cancrinite che ba. certe
relazioiii con la lazulitc, e scoatrasl ne' monti Ihnen , in
una roccia di eleolite ivi molto diffusa ; bei cristalli di
dioptaso deila grande steppa de'Kirghisi delPorda media
alle falde della collina d'Altyn-Tube ; questo mlnerale fu
pero recenteniente scoperto anche sul pendio occidentale
deir Uralo ; finalmente due nuove combinazioni di tellurio
della uiinicrn di Sawodinski , al piede sud-est dei monti
Altai, poco lungi dalla frontiera cliinese. II tellurio era
sine ad ora in Asia sconosciuto. Ma il signor Rose ha
trovato che il mineral nietaliico di Sawodinski , stato con-
fuse col solfuro d' argento di color molto chiaro, contiene
due sostanze diverse: il telluro d'argento composto di 62,4a
argento, 36,92. tellurio e 0,24 ferro, cioe di un atomo
di tellurio e d' un atomo di argento; ed il telluro di piombo
composto di 1,28 argento, 60, 35 piombo, e 38,37 tellurio.
Qnesti minerali di tellurio d"Asia son qnindi al tutto nella
composizion lore diversi da' tellurj auriferi di Nagyag in
Transilvania (i).
II signor d' Humboldt ha pure recato aU'Accademia 1' an-
nunzio di un gran lavoro del signor Rose intorno all' oro
de' filoni , e de' terreni d'alluvione dell' Uralo, catena di
monti che sul suo dosso possiede terreni d'alluvione auri-
feri e platiniferi , dal 53.^ fino alquanto di la del 6i.° grade
di latitudine. II sig. Rose trovo sul pendio asiatico deirUralo,
dell'oro pressoche puro , composto di 99,34 oro, 0,14 ar-
gento, 0,43 rame , e o,o5 ferro, e conseguentemente piu
puro che quello di Giron e di Bucaramanga in Colombia,
analizzato dal sig. Boussingault; ma fra' saggi recati dall'Altai
da' filoni di Sirianovvski, il signor Rose trovo dell'oro native
argentifero, composto di 60.49 ^^ ^^'^ ^ 38,79 di argento.
11 sig. d' Humboldt ha ben anche esposto aU'Accademia il
sito lavoro intorno a'slsteml delle montagne tlell'Asia interna,
a' volcani che ne' tempi storici furonvi attivi, anche versande
lave (2), ed al grande avvallamente dell' ovest dell' Asia,
(1) La Menioria del siguor Rose sopra i due nuovi luineralj
di telluric dell'Altai, trovasi Inserita iiegli Annali di fisica e clii-
inica tedeschi (torn. 28), e francesi ( toui. 45).
(2) Le Memorie relative a qiicsti argomenti sono inserite ne^W
Arinales de c/tii/i, et dc physique torn. 45.
346 ArPENDICE
del quale awallamento il mar Caspio e il lago Aral son
la parte piii bassa (la snperficie del primo e ili fjS, e
quella del secondo dl 62 metri inferiore al iivcllo dcl-
r Oceano ) , ma che giasta le nuo\'e misure Ijaromelrlclie
de'sigaori Hoffmnii, Helmerscii , Ilimiboklt e Rose, si di-
stende molto lungi neirinterno delle terre , sino a Saratow
sulWolga, e sino ad Oreiiburgo sul Jaik, e verisimilmeiite
anclie al sud-est sino al corso inferiore del Silioun ( Jaxar-
tes) e deirAmou (Oxus de' geograli antichi ) (i). Questa
concavitii deirantico niondo e una region-cratcre , come
sono snlla superficie lunare le niaccliie dette Ipparco ed
Archimede; e la formazione di un tale incavo senilira aver
intima relazlone col sol'.evamento del Caucaso, doll' alti-
piano della Persia, e di quell' enoraie corpo nioatagnoso
che vien slgnificato col nonie molto vago ed improprio
d'alti-piano dell'Asia centrale, sui limiti dolla Songaria
Chinese, e della steppa de'Kirgliisi. Ad Ust-Kamenogorsk,
a Semipolatinsk ed a Orenburgo arrivano tutte le cara-
vane dall' interno, e in questi luoghi il sig.IIumboKlr.ado-
perossi a raccogliere da'Tartari, da'Bouckhari, e da' Tach-
kendi degritlnerarj e delle inforniazloni rispetto alle con-
trade prossime al lor paese. I viaggi a Thourian, Akson,
Khoten, Jerkend e Kacheiuir sono alquanto rari, ma Kacli-
gar, il paese situate tra TAltai e il jiendio scttentrionale
de' IMonti-celesti , Gonldja sulle rive dell' 111 ( liiogo d' esi-
glio de' grandi della corte e de'ministri chinesi ), Khokand,
Boukhara e Samarkand sono visitati attualmente di spesso
da' mercanti e commessi viaggiatori, di razza asiatica,
stabiliti nella Siberia meridionale. <
Non ci e dato di tener dietro al signor d'llamboldt nella
sposizione de' suoi ragguagli geografici , che si collegano a
quelli che i signori Abel Remusat e Klaproth sepper trarre
dalla profonda cognizione delle opere di statistica chinesi
e mantchou. Direra tiUtavia come la parte media dell'Asia
non componendo ne un imniane nodo di monti, ne un
alti-piano continue, sia traversata dall' est all' ovest da
qnattro grandi sisterai dl monti, che ebber forte inflnenza
sopra le migrazioni de' popoli e il loro stato sociale.
Tali ,sono I'Altai che in niun modo e collegato da una
(i) Tale avvallamento h ripartlto in varj Jjacini , ivrigati da
acque di non rapido corso, che li rendouo fccoadi.
P.VRTE STR\X1ER4.. 847
catena continnata ( il fnvoloso Alghidin Tsano dcllc nostra
carte), nella steppa ile' Kirgliisi , alia catena deU'Uraloj
i INIonti-celestl ( Tliinn-clian, ]\loLiz-tn{;h o IMonssoar de' Tar-
tar!, il cui punto culiniaante e il Boklida-oola o Bogdo ),
tra la Songaria e la Piccola o piiittosto Alta-Boukhavia ;
il Knenliin o Koulkoun tra rAlta-Bonkliaria ( il paese di
Kacligar, Jerkeiid e Klioteii ) e il Tubet; fjiialmente I'Hi-
maiaya clie e il piii niagnifico ed esteso di tiuti. Tra (jiiesti
sistemi il terzo e il quarto sono per cosi dire conciiinti e
conliisi ne' graiidi nodi delle inontagne di Badaklichan ,
del Piccolo-Tubet e di Kacligar. Al di qua dei 69."'" e 70.""^
gradi di longitndine v'lia una sola catena, quella dellHindou-
klio, che s' abbassa rapidamcnte verso Herat, e si riaiza
di nuovo piu all'ovest nel \uIcano del Demavend. Dal-
I'alti-piano dell' Iran, il quale ov'e piu esteso (da Tehran
a Chyraz ) conserva iin' altezza media di i,3oo nietri , la
catena dell' Hindou-kbo, biforcandosi a modo de'filoni,
invia verso 1' Indostan e il Tubet due i\ami o piuttosto
due squarciature , suUe quali solievaronsi 1' Himalaya ed il
Kuenlun.
Lo spazio intermedio in cui giacciono il Katclii , il
Tubet ed il paese di Ladak , e an alti-piano pressoche
continuo , attraversato da un reticolato di piccole catene ,
la dlrezione e T origine delle quali ricbiamano pure alia
mente gli svnriati fenomeni della formazion de'filoni. Tra
Kachemir, Ladak e Badakhcban , nel meridiano di Attok,
1' Himalaya fonnar semln-a un solo grande ammasso col
Hindou-kho, il Kuenlun ed il Tsoungling. Quest' ultimo
si prolunga col nome di Bolor da sud a nord ; conginnge
ad angolo retto i due grandi sistemi di monti dei Kuen-
lun o Tubet settentrionale e del Mouz-tagli , cbiude qual
muro all'ovest Talti-piano della Piccola od Alta-Boukliaria,
ed e tal catena di niontagne , analoga a quella dell' Uralo
anclie per direzione , clie, sccondo le idee ingegnose del
signor Elia di Beaumont (i) , appartengono ad un' eta
relativa dilTerentissima da cpiella de' sistemi pin o meno
paralleli all' equatore. Niun' altra parte del mondo, non ec-
cettuata TAIlVica lueridionale, possiede un si vasto cumulo
dl terre, eretto a tanta altezza , siccome I'Asia intcriore,
dal Kacliemir e da' laglii sacri del Tuljet, sino alia nevosa
(i) Vcd. Bihl. Itai. toui. 62.*, pag. 264.
348 A P P E N n I C E
catena del Kingkhan. L' asse principale JI tal rialzamento,
gia probaj^ilmente formato innaazi all'eruzion delle catone
uscite di fenditure volte dall' est all'ovest, e diretto dal
sud-ovest al nord-est. In quesr obliqna direzlone s' iiicoii-
trano gl' immensi e sublimi alti-piani di Gobi, del Taa-
gout , del Khonkban-noor , delle ssorgenti del Jenisei , della
Selenga e deirAmore ; nia questi alti-piani non riempiono,
come in mode vago snpponsi, tuita TAsia mezzana , tra
il 36° e 5o° dl latitudine. Le produzioni e le manieie di
coltura della Piccola-Bonkbaria, quelle de'paesi disseminati
di lagbi, tra i Monti-celesti e I'Altai, provano clie nella
media Asia o centrale, a Test del meridiano di Fyzabad
o d'Attak, stendonsi vaste regioni men elevate di sopra al
livello deir Oceano di quello cbe il sieno , nell' intenio del-
I'Europa, le piannre della Bavieia, del cantone di Berna,
0 della Spagna. II sig. d' Humboldt trovo cbe tutto il ter-
reno , il quale dalle falde dell' Altai si dlstende sino alia
Songaria cbinese, non giunge cbe a 3 00 ovvero 35o metri
d' altezza assoluta ; tuttavia questo terreno e non po(;o
centrale , poicbe da esso sino al mar glaciale ed al golfo
di Bengala v' banno egualmente settecento legbe (da a 5
al grado ), e sino al mar Nero o al mar del Giappone 8
a 900 legbe. Da cbe si moltiplicano le niisure barometri-
cbe precise , svaniscono a poco a poco molte false idee
rispetto alia configurazione del suolo , desnnte da couside-
razioni vagbe dl climatologia e d' idrogralia , e sparse in
forme dogmatiche nei nostri trattati di geografia.
Contemplata cosi in generate la costituzione geologica
dellAsia, il signor d'Humboldt passa ad esaminare quanto
sin ad ora, secondo gl' itinerarj e I'opere cliinesi e mant-
chou , si sa di cerlo intorno a' fenomeni de' vulcani ancora
attivi neir interno dell'Asia e a gran distanza dalle coste,
1 pill notablll punti sono i vulcani di Pecban e di Hot-
cheou , e la solfatara di Oroumtsi , cbe s' incontrano sul
pendio settentrionale e meridionale della catena nevosa
del Mouz-tagh o dei Montl-celesti , i contorni del lago
Alakoul , e le spaccature di Kbobok donde si fa raccolta
di sal ammoniaco.
II volcano Pecban ( detto anebe Hocban o Agbie, mon-
tagna dl fuoco), situato sul 42,°, a5' ovvero 42°, 35' di
latitudine , e quello di cui V eruzione , avvenuta nel setti-
mo secolo di nostr'era, e meglio coiiiproyata. Le relazioni
PAIITE STRANIERA.. 849
die parlano di questa eruzion cU lave i Sul pendio nieri-
dionale de' Monti-celesti , lungi 178 leghe dal volcano
Pechan, scontrasi un altro volcano attivo, che e quello di
Tourfaii o di Hotcheon, volcano della citta del fuoco,
della quale veggonsi tuttor le rulne 3 leghe distante da
Tourfan. II signer Abel Remusat nella sua Istoria di KIlo-
ten e nella lettera al signor Cordier ha gia parlato di
questo volcano. " N' esce ogni giorno una fiamma simile
a quella d' una fiaccola. -' Al nord-ovest della solfatara
d'Ouroumtsi , lungi da essa 78 leghe, e in una pianura
vicina alia riviera di Kobok, ergesi un colle , le cui fen-
diture sono caldissime e sparse di croste di sal ammo-
niaco. Una montagna conica che si solleva nel lago Ala-
kou! , e che giusta le relazioni di Boukhares raccolte ad
Orenburgo, gi.i un tempo vomito fuoco i le sorgenti caldc
35o A 1' V F. N D I C E
nll'cst, 11 haratro trOny}>6 dal (luale sorte im vento calJo
di strnoidinaria forza; iulhie i terreiuoli fieijuentisshiu tr.i
i l.nghi Balcliaclii, Alakoul e il pentlio nieridionale del
Monti-celesti , si collegano a' feaoiueni da noi stati rapi-
damente descritti.
II signor d' lIiiml)oIdt opina clie il grande avvallainento
dcH'Asia , di ciii TAral e il Caspio sono le parti piii basse,
abbia forsc intUne relazioai coa 1' ovigine e la posizione
di volcaui si discosti dalT Oceano. La notaljile circostaiiza
della prossimlta del mare ovuuc|ue i volcani soao aiicora
in attivith , seinbra men dipeiidere dall' azioa cliijiiica del-
racr[na, clie dalla coafignrazioae della crosta ossidata del
gioljo , e dalla miaor resisteiiza die uclle vichianze de' ba-
cilli marlttimi le masse soUovate oppongono a' fluidi ela—
stici, ed alio sgorgo dclle materie fuse dell' iiiterno del
nostro pianeta. Yeri fenomeni volcanici possono far coni-
2')arsa ovnnqne, come neir antico paese degli Eleiiti, e a
Toiufan s'aperse lung! dal mare, per opera d' anticlie
rivolnzioni, nna fenditiira nella corteccia del snolo. Nou
j>er altro i volcani attivi son di rado lontani dalle coste ,
se non perche dove I'eruzioae non pote farsi sul declivio
di masse contineatali verso un baciao marittimo, fa me-
stieri il concorso di straordiaarissime circostaaze oade si
eftettuasse una comunicazioae permaaeate tra V iaterao del
globo e r atmosfera , e per foraiare aperture le quali , si-
luili a sorgeati termali iateraiitteati, versaao, in vece di
acqua, e gas e terre ossi'late e liquefatte , ossia lave.
II signor d'lluniljoldt prescato airAccademia lo scliizzo di
una carta che diiaostra la direzioae de' quattro graadi si-
stemi di nioati dell' Asia ceatrale , e il terreao vulcanico
che s'estende dal peadio meridioaale de' Moati-celesti a
Test de' picclu di Bogdo sino al lago Darlai. Essa e la
prima suUa quale troviasi iadicati i volcani delT iaterao,
e le altezze del suolo al di sopra del livello dell' Oceano.
Quanto al clima dell'Asia il signor d'Hiimboldt ne teaue
discorso dinaazi airAccademia comiaciaado dal riflettere,
clie la base d' ogai climatoiogia e la cogaizion precisa delle
iaeguagliaaze della siiperlicie d' an coatiaeate. Seaz' essa
si ascriverebbe ad elevazioae del suolo cio cli' e 1' efi'etto
d' altre cause agenti nelle basse regioni sul piegamento
delle linee isoterme, considerato rispctto ad una superlicie
curva al par di quella dcir Oceano. Blovcndo dal nord-est
PARTE STRANIERA. 35 I
doll'Enropa verso il nord dall'Asia , oltre il 46** ovvero 5o°
di latitudine, si trova contemporaneaniente diminuzione
dclla temperatura media deU'aano, e piu inegual distri-
Ijuzione di tal temperatura tra le diverse stagioni.
L' Europa ha conligurazioii sinuosa , di tratto in tratto
ristretta , ed e uu prolitngaiueato deU'Asia a modo di pe-
aisola , come e la Bretagna, paese di dolcissimi inveriii
e d' estati poco ardenti , rispetto alia Francia. L' Europa
riceve come venti predominami i venti d'ovest, i quali
per le parti occidentali e centrali soa venti di mare, cioe
correnti state in contatto ad acque la cui superficial tem-
j>eratura , tra i 45° e 5o° di latitudine, non scende nep-
pure in inverno disotto ai 9° centigr. Risente T Europa
inoltre 1' influenza di una larga zona tropicale terrestre,
die e cjuella d'Afl'rlca e d'Arabia, zona die per I'irradiazion
fiolare l)en altrimenti riscaldasi clie non farelsbe un'acquea
superficie similiiiente situata, e la quale coU' opera di cor-
renti ascendent! rovcscia masse d'aria calda sn' paesi posti
piu al nord. AUri vantaggi , non stati sinora per anche
ben valutati , son per F Europa considerata nella sua ge-
neral conligarazione , e come prohingamento occidentale
deU'Asia, il suo minore ed ineguale distendimento verso
il nord, e la sua direzione obhliqua dal sud-ovest al nord-
est Cosi locata rimpetto al golfo die s'aprono tra' gliiacci
polari le calde acque del Gulf-Stream, ne son le coste ,
almeu per le due terze parti occidentali, cioe nella por-
zione propriamente peninsulare , bagnate da uii mare li-
bero ; ma nel suo terzo orientale, ov' ella slargandosi si
congiunge all' Asia, assume tutto il carattere del clima di
questo continente.
11 continente deU'Asia si stende dall' est all' ovest oltre
il paraUeio di 70° per uno spazio tredici volte piu lungo
cbe r Earo()a. Le sue coste settenirionali toccano ovunque
non solo il limite invernale de' gliincci polari , ma anclie
il loro limite estivo, fatta eccezione in alcuni punti , e
durante una brevissima porzion dell' anno. I venti dinord,
la forza de' ([uali non e moderata da catena alcuna di monti
ne'piani aperti, all' ovest del meridiano del lago Baikal
sino al 5^° di latitudine, ed all' ovest del meridiano di
Bolor sino al 40°, atlraversano campi di gliiaccio coperti
di neve , i quali per cosi dire prolungano il continente sino
al polo. D' altra parte TAsia nou appresenta all' irradiazione
6i>2 APlMiNDICK
solare clie una scarsisslmn porzion ;ir.R\. SS/
volume con nn catalogo delle niigliori carte gcografiche
nioderne.
II secontlo volume contiene una serie di atti ed ofllcj
diploinatici , die servono quasi di esemplari o modelii per
lo stile delle composizioni in materia politica , ossia pe'
varj so2.i;etti de'qnali si e trattato nel primo volume. Esse
e ill cinque sezioni distinto. La i.^risguarda gli atti pub-
blici da un governo emanati ; la 2.* gli atti e gli oflicj
clie si riferiscono alle negoziazionl propriamente dette ;
la 3.^ gli atti e gli officj relativi al carattere pubblico de-
gli ageiiti diplomatic!; la 4.^ la corrispondenza de'sovrani
fra di loro ; la 5." le composizioni miste , cioe i processi
verbali, i certificati di vita, le segnature, i passaporti ecc,
e iinalmente le cifre . delle quali si danno varj modelll ,
con esempi di dispacci in cifra , e de'medesimi dlciferati.
Quest' opera presenta dunque grandissimi sussidj a cbiun-
que niettersi voglia sulla nobile carriera della diplomazia:
scienza, la quale comeclie non fosse agli antichi ignota , pure
non mai formato avea presso di loro un sistema , e sotto
tale aspetto puo come nuova considerarsi. Imperocclie essa
non coniincio a presentare un so2;getto di studj e d" inda-
gini so non dalle paci di Vestfalia e di Utrect e dal nii-
nistero del cardinale di Richelieu ; da die 1' iniportanza
del commercio e il sue iiuovo andamento dopo la scoperta
deir America e del Capo di Bnona Speranza , le innova-
zionl de' protestanti die cotanto influirono sulla bilancia
politica, la rispettiva influenza degli Statl, gli uni contro
degli altri , ed il loro comune pericolo riguardo alle po-
tenze preponderant! obbligarono i governi ad intertenere
continue negoziazioni col mezzo si di stabili aajenti , clie
di ministri straordinarj. Quest' opera puo altresi conside-
rarsi come un adatto prolegomeno alle grandi collezioni
diplomatiche di Dumont^ Barbeyrac , Kocii , Schoel , ecc.
Jahrhuclicr dcr Ijlteratiir; cine: Annnlr. della lettcra-
tufa. Cinquantesiinosettijiio tamo, 1802. gciuiajo^ feh"
brajo e marzo. — Vicunn , presso Carlo Gcroltl ,
un volume in 8.", di jniginc 261! e 38.
Le moltc materle, cui ci fu d* nopo conccder luogo nella
Sihliotecu Italiann obbligaronri ad onioitore i gia preparati
artlcoli su' precedenti tomi di qucsti AnnnlL Non e dunque
35S> APPr. NDICE
che noa li riconoscianio degnissiini d' esscro nnmmzintl al
pubblico •, clie anzi, miraiulo alia varieta dcgli nrgomenti, al-
rimportanza loro , allc meditate eJ esteslssiine analisi dello
opere di letteratura d' ogni nazione, non dnbitiamo di aii-
noverare questo gioniale tedesco tra i piii distlnti d'oggidi.
Pero, lo ripetianio, se alcuni tomi di esso jiassarono da
noi non acceanati, ne fii causa T impossibilita di abbrac-
ciar tutto in cjuesti nostri fogli , che a molti argnnienti
s' estendono , c qualche circostanza avventizia che nella ne-
cessity della scelta ci consiglio di tralasciare or 1' ima or
I'altra materia.
Ecco pero il contenuto deil'nnnnnclato LVII tomo.
Art. I. Vi si legaje un'aiialisi clie il cele])re consigliere
De Hammer fa del terzo tomo dell' opera tedesca del mag-
giore Antonio De Prokesch intitolntn : Eimcmhranze sul-
VEgitto e suU'Asia minore. Questo tomo e stato pubblicato
in Vienna lo scorso anno i83i. Dei primi dne hanno par-
lato gli AnnciJi stessi ai tomi XLIX e L. In tre sezioni e
diviso; nelle quali si contiene un viaggio a Troja, il gior-
nale d' un viaggio da Smirne a Costantinopoli passando per
Sardi e Brusa, e un viaggio dalle isole del priiicipe a Smirne
per Cizico, il monte Ida, Adramitti e Pergamo. ]\Iolte ed
importanti notizie fuiora sconosciute vi riscontra il De Ham-
mer, il quale acconijingna la sua diligentissima analisi con
assai erudite osservazioni.
Art. II. Verte sui primi dne librl dcU' opera: Viaggi e
ricerche in Crecin del dottor Brondncd. Questi viaggi sono
divisi in otto libri : sono arricchiti di disegni e di dcscri-
zioni di alcuni monumenti di greco stile iiuovamente sco-
pertJ , e di una revista critica sopra tutto cio die da Pau-
sania fino ai nostri giorni e stato fatto in slmll genere.
Brondsted ha scritto quest' opera in tedesco e 1' ha dedi-
cata al re di Daaimarca. Moke lodi vengonle trilmtate , e
se ne aspetta il compimento presagendosi tale da appa-
gare il piu rigido erudito e interessare ogni aluo colto
leggitore.
Art. III. Con questo il consigliere De Hammer termina
i suoi cenni sulla nota opera della descrizion dell' Egitto ,
e sopra altre descrizioni di viaggi a que' paesi citate ue'
precedent! tomi. Yarii errorl specialmente d'erudizione va
egli qua e la annotando e correggendo, merce delle sue
vaste cojrnizioni nella letteratura oricntalc.
PAKTE STR.VNIERV. 35r)
Art. IV. Rendesl conto delle due prime parti finora nscite
di una descrizione di viar^gi in Italia e altrove del sig. A.
Di Rennenkampf. II modesto e iliusorio titolo : Contorni de-
sunti da iin mio libro di scliizzi , non lascerebbe congettu-
rare ne 1' argomento , ne il nierito di quest" opera tedesca.
Ma il snnto e i varii saggi che ne ofFre il giornnle giusti-
ficano r idea che esso ce ne da , cioe di una produzione
in cui insieme colla scieutifica esattezza doraina la vivacita
e I'amenita delT invenzione : cosi che serabra qhe Tautore
assuma due ben diversi caratteri, ne si saprebbe decidere
qual gli sia pin connaturale. Si desidera la terza parte,
con cui dee compiersi 1' elegante e istruttiva narrazione.
Art. V. Annunzia la JVuoi'a efposizione del fcnomeni e
delle le^gi delta vita organica di G. R. Trevirano. Quest' opera,
anch' essa in tedesco come le precedenti , sara divisa in
due volumi, dei quali finora e comparso il primo. E dessa
il risultamento di limo;hi studil e delle odierne co^nizioni.
II professor Littrow nel renderne conto, ce la presenta
come un' opera atta a promovere la scienza , ricca d' im-
portantissinie viste , profondamente e con molta esattezza
condotta , e ( cosa ch' egli dice rara in Germania ) stam-
pata con molto pregio tipografico.
Art. YI. Si niettoao a confronto tre romanzi , uno de'
tempi antichi, il secondo del medio evo , il terzo di mo-
derna data ; e sono i .° Le pastorali di Longo , o Dafni e
Cloe ; traduzione in frnncese di Giacoino Amyot riveduta ed
emendata da Paolo Lui^i Courier; z° Racconti inediti di
mille e una notti , estratti daW originate arabo da Giuseppe
De Hammer ; tradoui in francese da G. S. Trebutien : opera
che serve di sequela alle diverse edizioni delle mille e una
notti-, 3.° A^ostra Donna di Parigi di Vittore Hu^o , in fran-
cese. Questo terzo romanzo fu pubblicaio a Brusselles nel
i83r. /'In queste tre opere , dice il giornale (p. i23,
linea terza e scgg. ) , non solo contiensi il libro mitologico
della classica eta , del meraviglioso medio evo , e della
recente scuola romantica , ma al tempo stesso si ha ia
esse il regolo dell' anticliissima cultura e del gusto degU
KUeni , non die di cjuella degli Arabi ne' tempi di mezzo,
e de' moderni Francesi. >' Le riflessioni dell'anonimo scrit-
tor dell'articolo continuano nello svilnppo del triplice con-
front© , e mostrano un dottissimo uomo che ha ben pene-
trato addentro nell' argomento. I tratti che riferisconsi del
I
36o A p r F. N n I c E
romanzo di Vittore Hugo sono tnii da occitnro nnrlic ne'
pill nlicni dalla lettura tic" roinaiizicri la tentazione tli pre-
scriversi una eccezione alia regola, tanta c Pevulenza, Tia-
genuith e la grazia ili ciii sono cotiiati.
Art. VII. Verte sulla vita di Belisaiio scritta in inglese
da lord ]Mahon , e stanipata nel 1829 a Londra.
II sig. De Hammer osserva die la vita di Belisarlo fu ben
trattata qua! soggetto romanzesco dranimatico , o pittoresco,
ma die ( tranne gli articoli ne"dizlonarj biogrniici ed en-
ciclopedici) fii soltanto dal Gibbon con ispirito e criterio
storico descritta ; die per altro anche dal Gil)l)on non pote
il soggetto con tanta estensione considerarsi, qnanto in una
monografia , qual si e la vita coiiipilatane da lord Mahon.
II critico alemanno, lodato 1* inglese biografo, e niostrate
le sorgenti a cul attinse le notizie , nota alcnne oijinioni
nelle ([uali egli va da lui discordante. Disscnte da lord Malioii
che pensa essere stato Belisario germanico di nazione^ tro\'a
inconcludente V argomento con ciii egli vorreljbe stabilire
die il suo protagonista fosse di nobile e ricca famiglia:
addita una plauslliile origine della nota favola intorno a
liii divulgatasi. Bello e poi il paralielo die istituisce tra
lo stato niilitare dell' impero d'oriente al tempo di Giusti-
niano, e lo stato militare dei Tnrdii sotto gli Ottomani.
Art. VIII. E un' analisi dell' opera tedesca del dottore
Eisendedier suU' origine , lo svikippo e il perfezionamento
del diritto civile ncIT antica Roma, la quale preceduta da
una prefazione di Pleeren , fn pubblicata nel 1829 in Am-
burgo. L'autore lia divisa la trattazione in dodici aziotii.
Nelle prime sei cerco di provare come in origine la forma
di governo in Fioma era aristocratica, e come i patrizj soli,
e non i plebei, aveano nei prlmi secoli la prerogativa di
cittadlni. Nelle altre sei attende a niostrare il graduato svi-
luppo del diritto civile rispetto alia pkbe , e la lotta in-
sorta tra questa e i patrizj al principio del quarto secolo
e durata sino alia fine del secolo quinto, epoca in cui
sottentro una compiuta deraocrazia. II prospetto die di
quest' opera ci si ofFre dal giornale tedesco , ci persuade
essere ella di somma i'mportanza , e specialmente per le
nuove idee die si spargono sopra un argomento die cre-
dcrebbesi forse da alcuni picnamcnte dilucidato ed csaurito.
Art. IX. Continuazioue dell' analisi e delT esame della
traduzionc in ispagnuolo della storia della Iclteratura
i
PARTE STRANIER.V. 36l
spagnnola di Boutcawok , fatta con aggiunte da Giosufe Go-
mez de la Cortina e Niccolo Hngalde e Mollinedo.
Art. X. S'aggira sopra cinqne opere clie servono ad il-
lustrare alcuni punti storici intorno alia Geraiania nel me-
dio evo.
Art. XI. Si da notizia d" an saggio di poesie tedesclie
postume di Massimiliano di Sdienkendorf stampato a Ber-
lino nel iSSa. Di tutte le forme di poesia, dice il giornale ,
die la lirica fu la meno coltivata perche la ineno amata
a' nostri di ; e forse vnol parlar della sola Germania. Ne
trova la causa parte nella scarsezza di buoni poeti Uriel ,
e nel numero stral)occlievole dei cattivi, parte nella frivo-
lezza e nella tendenza del pubblico al nieraviglioso , al
variato , a cio die diletta i sensi. Questa circostanza e bea
un danno per la letteratura, poiche il trasandare la poesia
lirica reca con se anche il decadimento dell' epica e della
drammatica , secondo il £;;iornale stesso. Le composizioni
di Sdienkendorf ci vengono delineate come dettate da uno
spirito eniinenteniente poetico : laonde e da compiangersi
la morte del loro autore. Tre parti costituiscono la rac-
colta : la prima, intitolata Vita e amor e , contieae poesie di
vario argomento; la seconda e intitolata P atria , e com-
prende soggetti patrii \ la terza ha il titolo Fede , e abbrac-
cia terai religiosi.
Art. XII. Snlle canzoni del barone Giuseppe Cristiano
di Zedlitz intitolate : Corone funehrl (Jodtenkranze) , seconda
edizione accresciuia, del i83i. II giornalista si occupa di
palesare V insussistenza delle tre principali criticlie che ,
tra le altre , furon fatte al poeta dopo la prima edizione
de' suoi canti.
Fu accusato cioe : i." di avere arbitrarlamente scelto i
caratteri, senza alcuno scopo meditato; a.° di non aver
fatto campeggiare alcuna idea dominante; 3." di aver ge-
nerate niediante la contemplazione della caducita di ogni
grandezza un senso di avvilimento contrario all' elevazione
di spirito cli'egU erasi proposto. Da tutte tre qneste tacce
vien r autore e purgato e messo a canto ai piii distinti
lirici tedeschi.
Art. XIII. Si da notizia della pubblicazione del carteggio
tra il poeta danese Baggesen , Carlo Leonardo Rcinliold e
Federlco Enrico Jacobi. Questa raccolta epistolare comincia
dairanno 1791 e lermina col 1800, anno in cui Baggesen
36a APPENDICE
si rec6 a Parigi per dimorarvi coll.i moglle e coi filica.
I Vandeesi niostraronsi sul principio imiani e compassio-
nevoli coi vinti , nia csasperati dalla I'crita de' nemici di-
vennero poi ancb' essi non meno crudeli e barbari. Essen-
dosi impadroniti di Macbccoul, piccola citta della Brcttagna,
PARTE ITALIANA. 365
vi truciilarono molti di qnegli ahitanti ; e lo stesso fecero
ill [Ah. akri Inoi;lu. Alcuui tie' soldati repuhblicani die
loro caddero nelle maiii , furoiio sotterrati vivi iino alia
cintura, indi mozzaio loro ua oreccliio, o il naso , o una
mano, o lui braccio^ poi straziati in altro modo liiiclie
spirassero. "
Con qiu'sta medesiina forza e cliiarezza di stile il sig.
Papi descrive le grandi imprese di quelT uomo clie ia se
solo I'accolse ed estinse quel taniulto di passioni , quella
lotta d' interessi di ciii la gnerra della Yaudea rappresea-
tava soltanto una piccola parte : e lontano da ogni vilta ,
da ogiii atlulazione , da ogni eccesso sa conciliarsi la fede
di storico veritiero e conscienzioso , mentre si acquista di-
ritto alia faiiia di egregio scrittore. II sue stile ha tutta
r energia e tutto il fuoco d' un contemporaneo : il suo giu-
dizio e pncato e tranquillo come quelio dei posteri. Noa
esce in decianiazioni rettoriche , in apologie, in sarcasmi ,
in ammirazioni indegne della storica gravita e della filosofia
dei nostri tempi. Lo spirito del suo libro si arguisce assai
bene dalT epigrafe cli' ei tolse da T. Livio : Ai'ide ruendo
ad Ubertaiem , in ser^iiutein delapsi sunt : e i fatti ch' egli
racconta giListllicano pienamente la scelta di questo motto.
Versl nnacrcontlci , tradazione dallo spagrmolo di
Giuseppe Gazzino. — Milcmo , i832 , dcdla tipo-
grafia Manini.
Avremnio desiderato die il signor Gazzino avesse indlcati
gli autori di queste poesie^ giacclie per essere credute spa-
gnuole lianno liisogno almeno di qnesta prova. Supponen-
dole poi cjuali il frontispizio le dice, potra domandarsi al
signor Gazzino, perche iion voile tradurre nemiuanco una
sola poesia die desse indizio della sua origine , ed avesse
in se una qualche traccia del carattere nazionale. Molta
facilita e diiarezza , ed una evidente disposizione a quella
poesia sempllce c popolnre ch' e si meriianiente lodata al-
lordie non degeiiera a farsi triviale , sono doti delle quali
il signor Gazzino ( iioi lo crediamo ancor giovine) noa
deve far getto consacrandole ad Ainore farfalla od a Doride.
Qnalora poi non gli piaccia di soUevarsi a maggiori argo-
menti , non sara inutile forse favvisarlo che dove la iiia-
tciia non lia prcgio in se stcssa bisogua die glielo acquisti
la squisilezza del lavoro.
366 A r PEN DICE
/ Fcnomcni o le Apparerize cclestl d Arato Solitano ,
void dal greet in esamclri latlul da M. T. Cicerone
co' supplenicnd del Grozio , cd altri fiammcnU ecc. :
il tittto voUo in cndecasdlabi itnliani per Urbano
Lampredi. — Napoli, i83i, dalla stainpcria del
Fibreno.
Abbiamo qui un'' opera della cui boiita ed importanza
non occorre parlare; ed uu tradattore die uaisce ad ua
gusto sqnisito le cogiiizioai e la diligenza necessaria a bene
iaterpretarla. Perocclie il Latnpredi non e solamente egregio
scrittorc di verso e di prosa , ne pose 1" ingegno soltanto
alle lettcre amene ed alle dottrine morally ma professo ,
come e noto, le scienze piii austere , e si spinse addentro
nella cognlzione delle alte leggi che governano il mondo.
Senza di cio potrebbe qualcuno meravigliarsi come per
cercare un dilettoso soUievo e ristoro agl' incomodi deir etii
egli abbla potuto darsi a tradurre cotesto libuo. La versio-
ne e sopra tutto lodevole per quella diligenza costante con
cui il ch. traduttore ha saputo attenersi al si\o metodo
breve insieiiie e fedele.
/ sette Re di Roma cd i dodici Ccsari; e I sette
Salmi penitenziaii di Davide, opere di D. Gio. Ant.
ScAzzoLA R. prof, emerito alessandrino. — Ales-
sandria., i82() e i83o, dalla dpografia Panizza.
Perclie questi Idjri ci siano pervenuti un po' tardi non
tralasceremo di annunziarli a chi non ne avesse per anco
notizia. L' autore ci parve piii felice nello scriver latino
che neir italiano ; e pero il volumetto risguardante la sto-
ria romana vuol essere di preterenza raccomaadato. Di
ogni Re e di ogni Cesare e qui compendiata la vita in
un sonetto , che poi e quasi sempre vinto dalla versione
ciie gli sta a fronte in distici latini. Alle poesie seguitano
molte anuotazioni storiciie, dalle qnali apparisce la non
ordinaria erudizione dell' autore. In questo volume trovansi
anche alcune versioni latine d' altre poesie; e la vita del-
r autore medesimo che noi trascrlviamo siccome saggio del
suo latino:
Urbe ab Alexandri me accepit Roinula tellus ;
AdscUumque Scholce me tenucre Fice,
TAUTE ITALIANA. 36/
Grammaticam docui , Musanim ct Apollinis artes ,
Et vis facundl quanta sit eloquii,
ItallfB ancipiti ast longo in discriniine renini
Bis patriiini liqui, bis peiiique solum.
Me tristi morbo hie pressit fortuiia magistrum ;
Ast morbo tristi nunc mild parta quies.
Nunc lego, nunc scribe, script a ct monumenta relijiquo,
Quanwis heu ! prima sint peritura die !
Frammeiid dc.lla Mcssiade dl Amcdeo Klopstock tratd
da una Versione inedit.a del Cav. Andrea 3Iaffei,
con un discorso di AcJidle Blanri. — 3Iilano, i832,
presso A. F. Stella e figli, tlpogr. Nervetti, in 12.°,
di pag. 94. Lir. 2 austr. {itaL lir. i. 74).
II sig. Aclulle Mauri scrittore noto e pregiatissiino pel
6110 chiaro e colto intcUetto e per la non comune elegaaza
del sno stile , per festeggiare le nozze del celebre suo
amico Andrea Mallei , pubblico tre frammenti della Mes-
•iade del Klopstoch da quel dotto Cavaliere volgarizzati,
e dedicolli alia Sposa , giustamente pensando die altri fiori
non potevano esserle si cari e graditi come quelli die lo
ingegno dello sposo suo produsse ed educo. II sccoiido di
quesii tre frainmeati , come gli altri due bello di quella
fresca e fragrante poesia, per cul il nome del Maffei sali
tant'alto da non piu temere ne il tempo, ne Tinvidia,
fu stainpato nel t. 23.° di questo niedesiiiio giornale. AgU
clettisslini versi premise il sig. Mauri un discorso , in cui
niolte importanti notizie comprendonsi , die al Klopstock
ed alia Wessiade riguardano. Ed in primo luogo ci fa egli
conoscere cpial fosse la condizione dciriUustre poeta e quale
la vita , quali ne fossero i casi e quali i costumi, e cosi sap-
piamo che nato a Quedlinluirgo nel 1724, niori in Aml)urgo
nel i8o3 , die inaritossi due volte nel 1754 e nel 1791 »
die abbraccio lo stato ecclesiastico, che dopo varie vicende
nel 175 1 ebbe onorata accoglienza ed una pensione di 400
scudi da Federico IV Re di Danlmarca , die fu uomo
spcccliiato per eccellenza d* ingegno e per bonta di cuore ,
non vile, non adulatore , ma sempre pio , affabile, bene-
volo, di scmplici costumi e di modi sdiiettissimi. Poscia
ci va maiio a mano dicendo quale ai tempi del Klopstock
fosse la condizione dclla letteratura alcmaniia , e como
368 A 1' 1' E N D I C K
fliieeta nessnuo scrlttore coutasse fra' suoi die fosse e cliia-
luar si potessc verauieiitc iiazionale; clie il Klopstock fii
mosso a coltivarc la ijoesia dalla lettnra del Paradiso yiev-
diito di G. Milton e dalle Notti di 0. Young, dalle (jualL
opere la prima torse gli pose nella mente il primo gcrine
della ]\lessiade, e la seconda lo educo a qucir astrazioiie
coatemplativa che forma uno de' caratteri piu evidenti del
8UO poema. Ed a questo volgendo il discorso , il sig. Maiui
espone alcune sue osservazioni pieiie di erudizione e di
crlterio estetico sulla grandezza dell' argomento della Mes-
siade, e diniostra che trovansi in questo taiitl inisteri, tauti
alFetti, taute maraviglie da rendere il prodigioso avveni-
mento della Redeuzione iu singolar modo adatto a trasmu-
tarsi in ua' alta e magnilica rappresentazione poctica. La
quale trasmutazione fu con sublime niagistero opcrata dal
Klopstock , die non lasciando costringere il proprio con-
cetto dalle preoccupazioni della scuola e sottraendosi colla
sua virtii all' inlluenza del suo secolo compose un poema
eminentemeute religioso e cristiano << in cui stanno raccolti
quel fatti straordinarj die congiungono con niisticlie aiiella
il cielo alia terra , quelle inirabili verita che furono au-
tenticate dalla luce di cosi solenni prodigi, 1' esordio della
intera rinnovazione delf uman genere ed il nuovo patto
giurato da Dio cogli uomini. " Ma in mezzo a tauta luce
non dee credersi die la Messiade sia un perfetto compo-
nimento ; e sebbeiie il sig. Mauri per buone ragioni iion
consenta alia Stael, la quale pensa che il Klopstock non
avrebbe dovuto aggiungere dieci canti a quelle che rap-
presenta I'azione principale, cioe la iiiorte del Salvatore,
e parla di essi come di un' appendice inutile o per lo
meno inopportuna , crede pero che due accuse possano
muoversi al poeta, I'una di avere coi trovati della fantasia
e cogli artiflzj delFarte, se non alterata interamente , svi-
sata almeno ed infarcita di circostanze arbitrarie e faiita-
stiche la verita dei fatti augusti che tolse a rappreseutar
nel poema i 1' altra che molte dottrine evangelidie vi siano
frantese ed allontanate dalla vera loro significazione , ed
oltre a cio afFerma esser difetto generale a tutti quel canti
i discorsi lunghi, e meno die liaqridi uel concetto e nella
cspressione. Per altra parte sono singolari e bellissimi
prcgi della Messiade la magistrale evidenza con cui sono
delincati i personaggi iu essa introdoLti, clic pur sono
PARTE TTALIANA. 869
jnfiniti , angeli, apostoli , doiine amorose, semplici fetleli ,
sacerdotl venali , codardi jiolitici , gindici venduti; la crea-
zione di caratteri original! e capaci di destare afFetti inii-
sitati e vivissiini ; la ricchezza di episodj di ogni genere i
e sopra tiitto la varieta e la copia del colorito poetico,
die recliera ancor niaggior niaraviglia qnando si peiisi die
il Klopstock scriveva in una lingua quasi nuova e non
ancor temperata alPartificio di quel verso. Per tutti questi
]")regi non dubita il nostro Mauri di asserire die la Rles-
siade << non tenie Tinvidia del confronto con veruno del
pill celebraii poemi epici nioderni; " il qual giudizio pero
non ci sembra cosi fondato e sicuro da potersi senz'altri
esami seguire. Dalle epiclie passa il nostro autore a trat-
tare delle poesie liriclie del Klopstock, e niostra com' egli
anche in questo secondo aringo seppe cogliere le piu no-
bili palnie. n Le odi di Klopstock, dice il sig. ]\Iauri ,
sono lodatissime in Alemagna e pub dirsi di esse die ab-
]:iiano a' poeti lirici tedesclii aperta e segoata quella via
die r Herder poi e lo Schiller , e 11 Burger e il Kleirt e
il Koriier e il Gotlie sparsei'o di tante corone. Esse ponno
distinguersi in odi religiose, nazlonali e di gentile argo-
iiiento. Le prime risplendono di tutta la magnificenza delle
immaglni biblldie , e respirano tutta la soavita del senti-
inento cristiano. Le seconde riboccano di alti pensieri pieni
di .energia e di fuoco : le ultiiiie sono la espressione delia
grazia piu scbietta, dell' afl'etto piii ingenuo. " Di qucste
tre classl il RLauri parla divisamente f, e circa alie odi re-
ligiose egli tragge pel suo poeta una lode dalla stessa
censiira tli Mad. di Staol, la quale dice « cbe sarebbe
difficile cstrarre da esse alcun verso da potersi citare come
una sentenza staccata » •, giustamente osservando die qnando
si fa troppo caso delle sentenze,la ]3oesia fassi amnianie-
rata e diventa creatrice amlii/.losa delF effetto qualunque
sia , e die innanzi tutto vuolsi esaminare qual etFetto de-
rivi dalla intcra comnosizione, e come ne sia colpito 1" in-
telietto e Taninio commosso. Fra le odi eroticlie ridondano
del scntimento jiiii dilicato e gentile e sono ricclie di quella
jioesia die da una vera e vcemente passione deriL Ital. T. LXVl. :24
3-0 A 1' r L N U I C R
Kingamente per guarire di qnella infelice e non coriisposta
passione. Fin:ilmente le oJi nazionali fiirono dai Klopstock
dettate col nobile intento di riniiimare nei Tedeschi la liaiiima
deiramor patrio e di risvegliare in essi una giusta indigna-
zione contro di chi voleva piivarli di quel 2,nni bene die
i popoli lianno nello splendore e nclla indlpendenza dclle
loro letterc e delle loro arti. Quindi egli si volse a cantare
le glorie anticlie della Gennania e tutte le circostanze piii
notablli dclla vita gucrresca indipendcnte errabonda di quei
liarbari e indouiati guerrieri ^ a dcscrivere con elegnntissimi
versi le arti loro, i loro costumi , e persino i loro giuo-
clii e i loro diporti; e a dare alia poesia tedesca una nuo-
va mitologia tolta, per cosi dire, a prestito dalla Scan-
dinavia. i< E noto ( riportiamo qui le parole del signor
IMauri ), e nolo il carattere austero della religione di Thor,
di Hela , di Odino : religione accomodata all' indole di
uomini die aliitavano in paesi disgraziati dalla natura ,
nc' paesi delle nebbie perpetue , de' furiosi aquiloni , del
ghiacci eterni , e die nella guerra concliiudevano tulta la
gloria e tutta la beatitudine della vita. — II nostro poeta
introdusse piii volte nelle sue odi questa mitologia che
spesso adopero in un niodo , a cosi dir , troppo dotto ,
ina da cui seppe ben anco derivare talvolta una gran ric-
chezza di poesia, additando specialmente le relazioni che
esistono fra gli dei del seltentrione , e T aspetto della ter-
ribile natura a cui essi presiedono. » Con queste parole a
noi sembra che il valoroso Mauri abbia voluto accennare
un' idea profonda , la quale bene sviluppata e ben cora-
presa potrebbe somministrare un principio con cui pro-
nunziar un piu retto e piii posato giudizio sulle A'arie
dottrine , per le quali la moderna letteratura si divide e
si conturba, ed un modo di conciliare gli opposti partiti
e di farli tutti in una sola sentenza convenire.
Con questo rngionaniento il sig. Achille IMauri diede una
hella prova del sno ingesjno, e porse un bell' esenipio da
imitare. Perocche se a tutte le opere che dagli stranieri
paesi a noi vengono tradotte si premettessero discorsi
scritti con eguale intendimento e gi'avi di egual senno e
tli eguale erudizione , adequataniente si conoscerebbero le
circostanze nelle quali le opere stesse furono pubblicate
cd i fini a cui furono rivolte, e quindi meglio potrebbero
i letton secondare collaninio le intenzioni degli auiori," e
PARTE ITALIAN A. 87!
pill agevolmente porsi nelle orme loro, e discernere per
quali vie e con quali avvedimeiiti raggiansero le mete
prefisse , e potrebbero quindi con piti sicuro foadameato
dar senienza suUe loro produzioni, noa gia ragionaado
secondo idee generali e sistematiche , ma consideraudole ia
relazione ai tempi ed ai luogiii , alle circostaaze politiche
e moiali delle ri^pettive nazioni , e soprattutto ai climi ,
ai costuinl ed alia religioue. Per tal modo, a nostroavviso,
cesserebljero le diverse sciiole dal garrire senza intendersi
e senza giovarsi , ed i popoli lasciando di contendere sul
nierito comparative delle dottrine dai loro sapient! inse-
gnate , e di contrastarsi 1' uuo all' altro una certa premi-
nenza privativa, clie in una repubblica liberissima , com'e
la letteraria, non si puo ne immaginare , ne pretendere,
starehbero contenti all' avere ciascbeduno una letteratura
propria, accomodata alia sua indole, alle sue abitudini ,
ai suoi esemplari, e quindi veramente nazionale.
Manfredo, pnemn drnmmatico di lord Byron, tradu-
zione in cersi di Marccllo Mazzoni. — Milano ,
i8i2, da Fldcido Maria \ isaj , in 8.° di pag. 91
al prezzo di lir. i . 5c.
Lo scrittore di quest' articolo deve al sig. Mazzoni quel
poco cb' ei sa d' inglese : e di qnesta sua , ejnalunque siasi,
cognizione vuole ora valersi a parlare dell' annunciato vol-
garizzduiento •, sicuro clie ne gli elogi potranno da' leggitori
attriliuirsi a cieca venerazione, tratlaadosi di un lavoro
gia lodato da molii, ne le censure sarauno dal sig. Maz-
zoni recate a invidia od a nial animo, cbe in tante cagioni
di gratitudiae e di afl'ezione non potrebbero senza iufamia
aver luoi;o. Che se dove gli altri finora versarono soltanto
il dolce della lode, noi frammiscbieremo alcun poco T a-
maro dcUa criiicn , aggiungerenio per altro ad ogni nostra
asserzione quelle ragioni cbe poterono indurci a pronun-
ciarla : e dove I'egregio traduttore giiidicbera cbe noi ci
siamo ingmuati, gia vogliamo fin d' ora avere p'.r certa
la sua sentenza ; dove in vcce gli parra cbe le nostre os-
servazioiii sian giuste, la lode e tutta propria di lui cbe
in quesii sludi ci e stato e ci sara sempre maestro. —
Del resto non trattasi qui d' investigare se il sig. Mazzoni
abbia dirittaniente inteso il suo teste i ma soltanto di
^22 A r P E N D I G E
tercnre se la sua trailuzione ne trasmetta scmprc in nioilo
cliiaro e preciso i concetti ne' le^j^itori.
Ncl tesio uiio Spirito dice a INIanfredo: « Ven!!;o clalla niia
" climora cdillcata nella iinhe dal icnto del crcpuscolo (i). "
Clii vorrelibe in italiano il lento del crcpuscolo , auziclie i
versi del traduttore :
Quel zcffiro die a I' cdha
Bacia le prime rose ?
Poco dopo un altro Spirito dice : n Monte Bianco e il
" nionarca delle niontagnc; esse lo coronarono gia da graii
" tempo sopra un trono di rocce , in un abito di nubi ,
•' con un diadema di neve. Intorno al suo fiance s' atten-
" gone le foreste ; la valanga e nella sua mano (a). »
lie de I' Alpi e 3Ionbicinco ; a lui d' eterne
Jntatte nevi corondr la testa
L'aspre, ond' e cinto intorno, alpi fruterne.
Sovra un trono di rupi erge la cresta,
E dal nemhoso ammanto altera hrilla,
Mentre il fianco gl' imbruna atra foresta :
La fr entente valanga in man gli oscilia, ecc.
Anche qni non crediamo clie alcuno vorra far rimprovero
al sig. Mazzoni d' avere sostituita 1' idea delle nevi eterne
intatte , all' espressione gid da gran tempo del testo ; ne
d' avere dipinta fremcnte e oscillante la valanc;a nella mano
di qnesto enorme scettrato. Se il concetto parra a molti
strano pinttosto clie grandiose, la colpa non e del tradut-
tore •, e quel poco ch' egli v' ha aggiunto del suo e tutto
proprio, tutto dentro i limiti dell' iuuuagine originale. Una
sola cosa vogliamo notare , ed e la parola creifa ,■ la quale
in questo luogo e una metafora, e cost il Monljianco viene
ad cssere qui paragoaato nel tempo stesso ad un re e ad
un galio.
Qnalclie dulolilo di maggior momento ci lia lasciato ncl-
r auuno il soliloquio di Manfredo sul IMonte Yergine. Egli
(i) Which the breath of twilight builds.
(2) Mont Blanc is the monarch of mountains ,
They crowiicl him long ago
On a throne of rocks ^ in a robe of clouds
With a diadem of snow.
Arovnd his waist are forests braced.
The Avalanche in. his handt
PARTE ITALIANA. 3-3
Veile uscir vana la speranza die aveva posta negli Spiriti ,
c dice :
OIl mille fiate
Stolto chl fida in sovrumana possa!
Sorgon come harriera a lei clinanzi
Le scorse etadi, e se infrangibil notte
Fria non le intomba , a I' avvemr I' arcana
Cortina alzar non euro.
Ora quest! versi, uei qnali Manfredo pronnncia una sen-
tenza generate, poscia ne fa di subito una particoLire ap-
plicazione al suo proprio caso , ci riescono alcun poco
oscnri. II testo dice con maggiore naturalezza : /< lo non
i> confiilo pill in sovrwnano soccorso. Esso non lia potestii
» sul passato ; e in qiianto al future, io non ne cerco , fin-
u che il passato non sia ingolfato nelL' oscurita (i). <>
Poco dopo, Manfredo snll' orlo di ua precipizio , vede
clie potrebbe con un solo passo metter fine alia travaorliata
sua vita , e niaravigliandosi ciie in tanto desiderio di mo-
rire egli non sappia spiccare quel salto, esclama :
V' ha un poter che ratlienmi , e una sciagura
Fa ognor del viver mio.
Cosi il sig. Mazzoni. Ma forse dovrebbe dirsi : E fa mio
destino ch' lO viva (2): peroccbe o poco o nulla direbbe un
infellce desideroso di morire, dicendo che v'ha un potere
il quale fa una sciagura del viver suo.
In questo raedesimo soliloquio, Manfredo, invidiando
un' aquila die tratta a suo taleuto il vano del cielo, e pa-
ragonando quella immensa liberta con quella specie di scliia-
vitii alia quale gli pare di essere incatenato , soggiunge
secondo il sig. INIazzoni :
E noi che osiam nomarne arbitri e donni ,
Noi semi-polve e semi-del, del pari
Inetli alle cadute e ai voli arditi ,
Facciam , ecc.
E quest! versi;, e quelli che vengono appresso splegano
con grande felicita uno de' luoghi piu oscuri del dramma,
(1) I lean no wore on super-humaii aid..
It hath no power upon the past, and for
The future , till the past be gulfd in darkness ,
It is not of my search.
(2) There is a power upon me which withholds
And makes it my fatality, to lis-e.
3-4 • APPENDICK
uno di que' Inoglii nei qiiali e senza tinbblo grnn loJe 11
saper essere letteralmcnte fcdcle , c trarne, come fa il si-
gnor Mnzzoni, bella poesia italiaiia. Solo duhitiamo se quella
frase inettt alle cadute sia al)liastanza cliiara. II teste dice
alike unfit to sink or soar ; e il seiiso ci pare che sia: Inetti
del pari e all' abbassarci e alV innalzarci da noi medcsiini.
L' uomo e pur troppo atto alle cadute! e Manfredo neila
sua coscienza lo sa : nia il fiero sno spirito si duole sen-
tendo ch' esse non e capace di sprofondaisi del tutto. Non
si dubita dunque della intelligenza deile parole, che sono
cbiarissime ; ma solo se le parole della versione ritraggano
coUa necessaria cbiarezza il concetto del testo. Una consi-
mile osservazione facciamo sopra tin altro luogo di questo
niedeslmo soliloquio. Manfredo risoluto di precipitarsi dal-
I'altnra ove trovasi , soUeva agli aperti cieli lo sguardo e
da loro T estremo saluto. Neiraberrazione della sua rnente
pur gli rimane un qualclie senso del vero e dell' onesto i
e gU pare che la bellezza dei cieli gli rlmproveri il suo
perverse consiglio : ma, incapace oramai di ritrarsi , osti—
nandosi nella sua disperazione, nega che quella bellezza
sia stata fatta per lui; volendo rinunclare T eredita a cui
il Creatore lo ha sortito , tenta levarsi la taccia d' ingrato
che gia gli piomba sul cuore , affermando che Dio noa
penso pnnto a lui nel creare quelle bellezze (i). I*Ia forse
non pu6«Sabbastanza raccogliersi questo concetto dalle pa-
role del sig. Mazzoni :
Addio per scmpre ,
Aperti cieli, addio. Su me lo sguardo
Si minaccioso non vibrate. latest
Voi non foste per me.
Se mai in conseguenza di questi nostri dubbj paresse a
qualcuno di dover credere che questa scena sia stata poco
feliceniente tradotta dal sig. Mazzoni , noi stessi vogliaino
trarlo d'inganno trascrivendo i versi coi quali essa finisce. —
Un cacciatore s' e accostato a Manfredo e lo lia persuaso
a discender con lui da que' greppi. Maravigliosa e 1' evi-
denza con cui il Byron dcscrisse quella discesa; ma il tra-
duttore gareggia assai nobilmente col suo testo:
Or mi segui - Piii fitte ognor si fanno
Le nubi - andiam. Sul mio braccio ti reggi -
(1) y* fvere not luraiit for me.
PARTE ITALIANA. 3-5
Or Sill bastoii — Qui avanza il piecle € ahbranca
Per iin istante quell' arbusto — Or clammi ,
Signor , la mwica , e con la destra attiend
Saldo alia zona che mi cinge il fianco. —
Cosi — canto - sta hen, — segui — fra un ora
Del casolar guadagnerem la suglia.
A loco onde spiccar piu fermo il passo ,
Ed e una frana che solcb il torrente.
Presto verrem — Di cacciator tu avresti
Ben trattati i perigli — A me t' affida.
E noi, sebbene il nostro voto non e abbastanza autorevole
per poter dire al sig;. IMaz/oni = Affidatevi a noi =, noa
dubitiamo pero di afferinare ch' egli tratta e A'ince assai
bene tutti i pericoli nei quali s' incontra un traduttore del
Byron.
In generale ci pare che il poeta inglese somigli nello
stile assaissimo a Pindaro in una qualita a cui un tra-
duttore debbe prestare diligentissima attenzione. Aniendue
quest! poeti sono oscuri e difficili a intendersi ( lasciamo
le allusioni di Pindaro a cose ed a fatti conosciuti da po-
chi e non di rado impcrfettamente ) per una certa o sot-
tigbezza o stravaganza d' imuiagini e di pensieri nella quale
si compiacciono troppo. Quando noi ci facciaaio a leggerli
la prima volta, ci pare quasi sempre che anche il loro stile
tenga dalle immagini e dai pensieri iin abito artiliciato e
stravagante: studiandoli poi con niaggiore attenzione tro-
vianio che non di rado e lo stile e il concetto ci riescono
molto piix semplici e naturali che non avevanio creduto:
o se il pensiero continua a parerne fuori dell' ordinario ed
oscuro, dobbiamo pero confessar quasi sempre che I'espres-
sione in se stessa e seiiiplice e chiara; e die, a volere si-
gnificar quell' idea , non si potevano forse adoperare parole
di maggior evidenza e semplicita. La fantasia di amendue
questi poeti, la quale (per usar un' espressione del Byron)
e in loro un Creso di ideate forme , fa piovere dalla loro
penna pensieri sopra pensieri , sicche a rigettarne i so-
vrabbondanti dovrebbero durare non minore fatica di quella
che fanno i piii per trovarli : dalle immagini nascono loro
le immagini con tanta faciliia , che Pindaro paragona I'uficio
del poeta nelle sue creazioni a quello di un arciero che
trae fuori le frecce dalla piena faretra. Di qui poi avvie-
ne che il pensiero princlpale sia qualche volta appo loro
3-6 APPENDICE
sopraccaricnto d'inimafrini accessorio; perclie neirabhondanzn
tlelle riccliezze c difllriie temperaisi dalla profiisioiic , dif-
licilissimo poi e T accorgersi d'aver troppo fatto, dove il
fare noia e costato fatica di sorta: e da tale sovraMioii-
danza le creazioni di qncsti poeti pig;liaao qnalclie volta
uii' apparenza di cose artificiate e stravaganti , piii spesso
riescono di malagevole intelligenza. Tnttavolta se noi pren-
diaiuo a coiisiderare di per se ciascnna di qiieste imma-
gini , il cui coniplesso lia semliianza d''oscnro, le troviamo
quasi sempre signilicate con evidenza e sempliciiii. Chi
toglie pertaiito a tradarre qualcuno di qnesti poeti , non
potendo ( seiiza mancare alia fedelta ) tralasciarne veruna
idea , debbe guardarsi prlncipalmeiite dall' accrescerne il
numero , poi deblje aver cura di conservare per quaiito e
possi])iIe la semplicitii delle singole espressioni. Perocche
contrafTacendo al primo di quesli avvertimenti coiiverti-
rebbe I'abbondanza in rlprovevole prodigalita •, contrafFa-
ceodo al secoiido falsificlierebbe il carattere del sue testo,
ed aggiungeiido alia difficolth del pensiero andie quella
dello stile, stancherel^be per tropjia fatica i lettori.
Ora ci e parso clie in generale il signer Mazzoni aljbia
sentita 1' importanza di qneste dottrine; e come sicnrissinio
neir afferrare i concetti del sno j^oeta , e padrone della
lingua in cui lo voltava , fece una traduzione fedele e
cliiara ad un tempo. E per tutti gli esempi clie noi po-
tremmo addurne ci basti il trascrivere qui il princlpio dcl-
r iauo cantato dagli Spirlti intorno al troao di Ariiuane:
Gloria al tremendo principe
De I' acre e de la terra ,
Che scvra I' onde e i turhini
Temiito inccde .. e serra
Lo scettro de frementi
Indomiti eJementi ,
Che al caos primier rilomano
A un cenno di terror.
Jlapira — e al mar la suhita
Procella il ciel confonde :
Parla - e spezzata wuola
JVel tuono a lui risponde ;
Guarda - e clal guardo mille
Escon di sol faville ;
Movesi — e il mondo squarciano.
Trenmoti distruUor,
PARTE ITALIANA.. Z'J'J
Ma clopo questa lode die nessuno vorra negare al signer
Mazzoni , cl sara conceduto di dire clie qnalclie volta egli
lia voluto senza necessita esornare la sua traduzione. II cac-
ciatore dice a Manfredo : " Tu mi sembri uno di quel capi
i> le cai tnrrite rocce guardano suUe soggette vallee » (i).
E il sig. Mazzoai :
Uno se' tu di que' possenti duci
Oade V ardiie castdla , iiicoronando
II vertice de greppi , alle sopposte
Vallee faiino cipiglio.
Lo stesso cacciatore poco dopo invita Manfredo ad as-
saggiar del sno vino, dicendo: Esso e dJ antic a vendcmmia (a);
e qnesta espressione e nel tempo medesinio poetica e chiara.
II signer Mazzoni ha voluto adornaria con una metafora ,
dicendo:
Un generoso
Vin di moke vendemmie :
e con cio, al parer nostro , ha readuta anfibologica la frase
( perche di molte vendemmie potrebbe dirsi anche un vino
raccolto da molti vigneti); e T iia fors' anche troppo no-
bilitata per essere attrilDiiita ad un montanaro cacciatore.
Per questa ragione niedesima non vorremmo approvare
intieramente Taver fatto dire al cacciatore:
Entro lor soglie ( dei signori )
Jo spinsi appena il pit;; perb che stile
Di mia vita non e venir sovente
11 brivido a discior lie le mie vene
A la fiamma ospital de V ample sale
Per molta selva crepitante , in giro
Co' vassalli mescendo a lieta cena:
dove il testo potrebbe tradnrsi : ti lo conosco appena le
M lore soglie ■■, il modo della mia vita non mi guida se non
>» di rado laggiii a scaldarmi intorno agli ampj focolari
" di quelle antiche sale, tracannando coi vassalli (^3). "
(1) Whose castled crags look o'er the lower valleys. Si viiol no-
tare pcri) che r imiuajiine delle torri clie fan. cipiglio si trova in
qualche altro poenia dfl Byron.
(2) 'Tis of an, ancient cintage.
(5) / only know their portals ;
■' My way of life leads tiie but rarely down
To hasck by the huce hearths of those old hals,
Carousim: with the vassals.
3^3 A P I' E N D I G K
Perocclie gli ampi focolari delle antichc sale sono un'imrnn-
gine rcale e propriissiin.i de' tempi feinlali ; mcntre la inolta
selva crepitantc apparterrebbe piiutosto alia poesia lii Vir-
g'lio, e noil porta seco T iiiiprouta ne LlclPeta , ne del luo"'o
al qiia,Ie si rlferisce , ne del personaggio die parla.
E poiche abbiam toccato di questa dilTerenza da poeta
a poeta, noi porrem fine a queste nostre osservazioni con
dne noterelle clie cl vengoao suggerite dall' ultima scena
del dramma. Ivi Manfredo dice alio Spirito: La mia vita
e nella sua ullinia ora (i): e 11 sig. Mazzoui traduce:
Eslrema peiule
L' ora del viver rnio.
Pill sotto , quando le Furie gia sono spni-ite, I'abate del
monnstero, che vorreljlje ricoiiciliare Manfredo con Dio ,
gli dice ; Preaa — fosse pur solo col pensiero — ma non mo-
rir cost (2). E il sig. Mazzoni :
.... All innalza un caldo voto al cielo ,
Deh almen lo innalza del pensier su I ale ,
Ma non morir cosi!
Dove a noi pare die T idea dell' cstrema ora pendente sia
men nuova della vita cU" e nella sua ultima ora; e che il
voto innalznto sull' ale del pensiero sia piii pomposo e piii
nsitato dai nostri poeti , ma pero meno semplice e meno
conforme alia poesia del nord di quel : prega - fosse pur
solo col pensiero. A molti parranno minnzie indegne d' at-
tenzione : il sig. Mazzoni si persuadera forse che di queste
minuzie si compone in gran parte il carattere del poeta
ch'e(!;li ha tolto a tradurre ; egli a cui piacque di conser-
vare nell' efficace lore semplicita le parole : Ma non morir
cosi.
A dire pertanto in breve quel che ne pare di questa
versione , noi la stimiamo uno dei lavori piii diligenti e
pill felici dei nostri giorni , un bel saggio di inolte liellis-
«ime traduzioni che il signer IMazzoni dark certamente al-
1' Italia, se non si stanca di battere questa via. Qualclie
ridondanza di epiteti, qualciie ripetizione di parole e di
frasi , qualclie soverchia austerita di ritmo che puo di leg-
gieri degenerare in gonfiezza , sono mende che 1' esercizio
dello scrivere toglie facilmente da se: e quando il signer
( 1 ) ^fy life is in its last hour.
(3) Prof - albeit but in tlioucht - hut die not thus.
PARTE ITALIANA. 3^9
Mazzonl si llberi tia qncste niende saraniio seuza dubblo
jjerfette le sue traduzioiii. Egli ha cominciato, secondo
r usanza del forti , da una delle piu difficili iinpresei e
poiclie n' e riuscito si bene, quanto non possiamo aspet-
tarci da lui allorche discendera, avvalorato dall' esercizio ,
a combattere In un' arena meno pericolosa?
Ora dovremmo forse trattare la quistione recentemente
agitata da due coltl e ingegnosi scrittori , ponendo a con-
fronto il Faust del Gotlie con qnesto Manfredo. Noi noa
diremo col ch. traduttore del lirici ledesclii , die 1' opera
del Byron, posta a riscontro col Faust, diventi una debole
e fredda imkazione , e non vorremmo nemmeno sottoscri-
vere a tutte le ragioni, per altro erudite e ingegnose, colle
quali egli si sforza di giustificare la sua asserzione. In quanto
al sapere se il Byron in questo suo dramnia sia stato o
no imitatore del Gothe , giovera il tradnr qui una lettera
ch' egli scriveva nel giugno del 1820 a IM. Murray iiiviaii-
dogli un articolo in cui il poeta alemanno lo accusava ap-
punto d' imitazione. « lo non lessi mai il suo Faust, per-
» che non conosco il tedesco : ma nel 1816 Mattco Monk
» Lewis me ne tradusse in Coligny viva voce la mag2;ior
» parte, e mi fece naturalmcnte una forte iinpressione.
» Lo Sceinbach per altro e il Jumfrou e qualclie altra cosa
» hanno contribuito molto piu del Faust a fanni scrivere
» il Manfredo. Tuttavoha la prima scena e quella del Faust
» sono soniigliantissime. >>
Vocabolario reggiano itallano. — JReggio , i832i ,
tipografia Toneggiani e comp. , fasclcolo i.° e 2.°
{A - Can) , pag. 160. Prezzo cent. 80 al fascicolo.
E opera nata nel Seminario-Collegio di Reggio per cura
dei sacerdoti D. Gio. Denti e D. Gio. Alai , e riuiasta cola
manoscritta ben sessant' anni a solo pro dei convittori di
quel seminario. Oggi essa vede la luce per cura di un
anonimo il quale Tamplio a segno da presentare (a giu-
dicarne dai fascicoii sin qui pubblicati) forse ottomila voci
regginne tradotte nella lingua illustre della nazione. La
protesta colla quale il compilatore chiude la prelazioncella
di questo dizionario assolve noi non Reggiani dal portar
giudizio sul merito di questo lavoro. Ripeteremo pero aa-
che qui cio die gia altrove dicemmo, cioe che la prima ,
38o A r r K N n 1 n R
la vera, I'esscnziale ntilita dei cUzioiinrj di dialotto c.on-
siste nel prcsentare agli stiicliosi la vcrsione italiaiia dclle
voci vernacole rnppreseiitanti gU oggotti proprj delle arti
e dei tre regni della natiiia o le coml)inazioiii ideolciclie
allc (jnali siflatti oggetti vengoao spigiicndo T ingegtio
deir uomo.
Vocnbolario piemontesc - italiano di Michele PoNZA ,
da Cavoiir. — Torino^ io3o-32, stampcrla rcalc ,
fascicoli i.° al 7.° (A—Jllai), pag- 602. Frezzo
del seltc fasciculi lir. 8. 40.
Ecco il settimo Dlzionario del dialetto piemontese clie,
dopo quelli del Voplsco , del Pipiuo , del Capello , del
Zalli, del Znlli-Bailale , e del Ponza compendiato , viene
oggi regalaudo alia sua patria il sacerdote D. Micliele Ponza
tiitto dedito alia luiona istitiizione della giovcntu, per la
quale egli lia di gia pnbbllcato noii poclii altri utili lavo-
ri (*). In fronte al libfo vedesl un angioletto 11 quale
annaffia una pianticella gia rigogliosa , cio che di prima
giunta spiega lo scopo che V autore s' ha preiisso nel
pubblicare questa sua opera. Di faito nella sola lettera A
asserisce 1' autore d'aver aggiunte i5oo voci che non esi-
stono ne' dlzionarj antecedenti ;, la quale non e certamente
poca ricchezza, e deve senza dubbio tener raccomandata
la sua fatica a tutti gli studios! del Plemonte e inanimir
r autore a proseguire coragglosamente nel suo assunto.
Noi ci congratulianio di cuore con questa bellissima regione
(*) Credianio di far cosa grata ai nostri lettori accenuando qui
il titolo di tali opere.
Inviainento al comporre iicUa lingua italiana , approvato dalla R.
Direzionc delle scuole ( di Torino), e seguito da uii Dizloiiario
piemontese italiano. — Torino, 1826, per Gliiringlitllo e comp. ,
a vol. , in 12.° , di pag. 224.
Delia Grammntica della lingua italiana , lihri quattro. — Torino ,
1828, per Gliiiingbello e comp., I vol., in 12.°, di pag. 266.
Graininatichetta della lingua italiana ad uso delle scuole della lin-
£ua italiana stahilite nella R. citta di Torino. ■ — Torino, i83o ,
2ier Gaetano Balbino , I vol., in 12.°, di pag. i52. Prezzo 80 cent.
L'Annotatore degli errori di lingua. — Torino e Siisa, i83o e
i8.3i , 4 fascicoli, in 8.°, di pag. 457 in complesso. Prezzo di
turti i 4 faicicoli lir. 5. 85.
PARTE ITALIVNA. 38 I
d' Italia vedendo con quanto aniore essa abhia dato raodo
a qiiattro autori di venir via via ])erfezionaiido qiiesto
Utilissimo mezzo d' istriizione , e cio in quel niedesimo
tratto di teiiipo in cni altri paesi italiani o non seppero
suscitare neppnr uno a sonimitiistrarlo , o coll' aldjandono
in cni ne lasciarono i primi tentativi tolsero altrui il cuore
di venirli riducendo a perfezione.
Serie degU scritti imprcssi in dialctto vcneziano , com-
pilata cd illiistrata da Bartolonimeo Gamba , giun-
tevi alcune odi di Orazio , tiadotte da Fietro
BiissoUii. — Venezia ^ i832, dalla tipografia d'A\-
visopoli , un vol. in i6.°, di pag. 276.
Con questa opera erudlta a un tempo ed amena il
cli. autore fa qnel dono niedesimo a' suoi nazionali die
r insigne Galiani faceva mezzo secolo fa ai suoi Partenopei.
Quaniunque alle rispettive popolazioni siano piii partico-
larmente consacrate cosi questa serie degli scritti veneziani
come quella dei napoletani, cio non pertanto ambo questi
libri riescono di non poca utilita anclie a tutti qucgii altri
Italiani i quali nello studio dei carmi e dei lingua^gi ver-
nacoli sanuo trovar materia da infiorare e arriccliire la
poesia e la lingua illustre della iiazione. Questo nuovo
lavoro del signer Gamlja, esteso con nietodo bibliografico
e con ordine cronologico , presenta la serie di quelle scrit-
ture clie gli e riuscito di rinvenir pubblicate nel dialetto
veneziano dal secolo 12.° fnio a' nostri giorni. L' opera
incomincia quindi dal favellare di parecchie iscrizioni di
quel secolo, e cliiudesi coUa notizia di quell' esimio lavoro
del Dizionario veneziano di Giuseppe Eoeiio. Ad ogni se-
colo e premessa una dotta relazione dello stato in cni
venne la letteratura vcrnacola durante il niedesimo. Nella
enumerazione di questi scrilti pero 1' autore avverte clie
ha dcliberatamente omesso tutte quelle brevi poesie die
soglionsi diiamare di circostanza, e delle quali ha infi-
nita riccliezza il vernacolo veneziano. Un esatto indicc no-
minale degli autori inento\'ati nell' opera ne facilita Tuso
al lettore, e pro\a a prima vista die, dal siciliano in
fuori , nessun altro dialetto italiano piio vantarci di pos-
sedere tanti scriltori quanti nc possicde il veneziano.
38a A r 1' E N D I c E
Questa bell' opera del sig. Gamba non e punto inferiore
alle moke altre per le qiiali suona gia si cliiaro il suo
nome nella repubblica delle lettere. Si veggono in ossa
rettilicatl varj errori di storia letteraria , fVa cui quello
prcso dal Quadrio e dal Fantuzzi allorclie scrissero clie
Bartolomeo Boccliini avea steso le sue poesie in dialetto
bergamasco , mentre que'' snoi stranil)otti del Zan Muzzina
sono scritti in vernacolo veneziano. — Ognuno conosce la
bella ParoJia d' una delle piii celeljri canzoni del Petrarca
fatta da Maffeo Yeniero colla sua Strazzosa. Tutte le edi-
zioni che se ne fecero sin qui riusclrono sommaniente
scorretie. In questo libro il ch. autore la riporta ridotta a
niolto mlglior Iczlone , del che gli porse agio un codlce
della Marciana. — Qua e la riporta altresi il cli. autore varj
squarci di poesie e di prose venete assai interessanll, e
spesso anclie alcune poesie di autori viventi, fra le qunli ci
e seinbrata beliissima la Satira alia virtu di Volerio Da Pos.
Noi non possianio clie tril)utar lode al cli. autore per
questo lavoro con cui ba si Ijellanieute illustrata una parte
pochissimo nota della storia letteraria veneziana^ e solo ci
dispiace ch'egli abbia appostatamente escluse dal suo lavoro
tutte quelle poesiucce volanti delle qnali dicemmo piu ad-
dietro. I componimentl di questa specie pare a noi che
tornino spesso utilissiini cosi alia storia delle nuitazioni
che vanno giornalmente accadendo nei dialetti viventi ,
come anche a serbar memoria de'fatti storici locali d' ogni
genere. E vero che il dialetto veneziano conta buon nu-
mero di scrittori in ogni secolo le cui opere possono in
qualche parte soccorrerci in que' due scopi: nia per un
lato gli scrittori d' opere di conto non essendo soiiti sco-
starsi dal linguaggio degl' imniediati loro antecossori , e
cosi come fanno gli scrittori nella lingua illustre della na-
zione, andando anch' essi ritrosi nelT amuiettere le voci
recentemente introdotte nel dialetto , lasciano a clii scrive
poesie di clrcostanza e opericciuole volanti, e suol essere
di piii larga coscienza in questo proposito, la cura di pre-
sentarci ne' proprj scritti piii certi indizj del trasmutarsi
giorualiero del dialetto; e per 1' altro lato in queste scrlt-
turette della giornaia, nascenti dal conttitto delle opinion!
del momento , e delle quali non senq)re e non da tutti e
antiveduta la fiitura influenza, poste ch'elle siano ad esame,
suol trovarsi quella nienioria iniparziale delle vicende d' un
I'MITE ITALI.VNA. 383
paese la quale rarissima incontriamo negli storici cU pro-
tessione. Fra le storie maggiori e queste die diremmo
quasi-istorie de' fatti d' un paese corre a nostro avviso
quella stessa diversita die s'osserva tra le parole di uomini
contendenti fra loro di cbeccliessia a niente preparata da
cio , e quelle di altri i qiiali vengaao a contesa in snl su-
bito e senza quasi saperlo; le parole di que' priiiii cos\ ad
offesa come a ditesa ponderate, sfudiate, appena porgono
modo al pm accorto coaof=citore del cuore umano di pur
travedere da qual banda peada la ragione •, il parlar dei
secondi in vece, tiUtoche riesca tratto tratto piu ruggito die
favella , in brevi istanti lascia ricoiioscere dii s' alibia il
torto fra' due. Oltraccio noi leggiamo in questa bell' opera
del ch. antore die la IMarciana possiede ricchissima coUe-
zione di siffatte operetta nt-Ue quali al dialetto veneziano
trovansi commisti ancbe il feltrino, il bergaiiiasco , il Ve-
ronese, il vicentino, il grecliesco, lo sdiiavon veneto ecc,
e siccome questi dialetti non vantano quelle opere di lena
di die e si ricco il dialetto veneziano, cosi alaieno per
la conoscenza di quelli sarebbe utile la notizia di tutte
quelle operette le quali in niancanza di meglio darehbero
par contezza de' varj stadj percorsi da que' niedesiini dia-
letti.
II ch. antore non avra discaro die noi accenniamo come
potrebbero forse aggingnersi alle tante notizie delle opere
vencziane die presenta il suo libro ancbe quelle delle Rime
di Benedetto Buccella stampatesi in Padova nel 1594', della
commedia di Giovanni Briccio intitolata Pantalone imbertonao
della quale piii ristanipe furono fatte in Venezia , in Vi-
terbo , in Trevigi e in Milano dal 1620 al 1671^ delle
Poesie venezinne die stanno nel Camtrotto di Girolanio
Brusoni stampatosi in Ycnezia del 1646; ojiere tutte onde e
fatta menzione negli ScriUori d' Italia del Mazzuccbelli ^ e
fors' anco la notizia delle opere del Cestari e di qualclie
altro.
Ablienclie non sia entrato nolle mire del cb. autore il
dar di proposito notizia delle opere die tuttora rinian-
gono inedite , e delle quali e riccliissimo il dialetto vene-
ziano , pure sjiesse volte egli ne favella qua e la per
r opera sua doitissimainente e con utile grande degli stu-
diosi della vernacola letteratura •, fra i quali inanoscritti «i
e taro di poter qui annunziarc a' nostri lettori cbe si j'uo
384 APrENDICE
oggidl annovei'.ire perfettamente compiuto anclie nn bellis-
siiiio laelice italiano-veiicto tlol Diziouario venc/inuo di
Giuseppe Boerio \ iiitlice clie , stampato , renJereljlie dop-
piameiite giovevole qiicU" ottiino dizionario , e farchhe co-
imuii a tutti gl'Italiaiii le nioUissime c importauti dottriiie
contenute in quel libro sotto le varie voci veneziaiie.
Air opera del s'lgnoi- Gamba tengono dietro venticjiiattro
Odi di Orazio, tradotte liberaiiieiite in verso e dialetto
veneziaiio da Pietro Bnssolin. II soinmo Tragico italiano
disse gia ch' ei niisurava la grandezza dei letteratl e per
consegnenza aaco dell' opere loro soltanto dal maggior
utile die arrecassero agli uomiiii ; specie di misura die a
ognuno parra esattissima qnalora e' si rifletta clie in quell' u-
tile e pur coinpeaetrato anche il diletto il quale nella
nostra valie di lagrime nessuno contrasterk clie nou arrechi
la sua bella e buona porzione d' utilita , o ch' e' ci sia
porto cosi pretto e schietto , o cli' ei si faccia appo noi
introdutlore di piu importauti principj. Nella scaia di sif-
fatta misura possono quiudi occupar qualclie grado anclie
le buoue versioni vernacole delle opere graadi dei grandi
scrittori , giacclie quelle versioni tcndono a dilFondere sem-
pre jiiii la cognizione dei loro originali , e con essa aiico
il grandisslmo utile di che quelli son fonte nella lunana
societa. Non sempre l' improba poverta detto al Lirico ve-
nosino que' debolissiini pensieri in versi molto eleganti clie
gli riuiprovero il grande Astigiano: bene spesso e pensiero
e stile sono in lui da tuti'altro clie da s'.lFatto riuiprovero.
Pareccliie delle odi tradotte dal sig. Bussolln sono di questo
ultimo genere, come la seconda dell' epodo e la terza del
libro terzo le quali , insieme con quelle poste a pagg. aaS,
22,7, 243, 245 5 268 ^ci parvero assai fellceiucnte tradotte.
Lcttera intorno alia Cattcdrale di Paiia, scrkta dal
Marchese Mjlaspjna di Sannazabo al sig. N.***
A.^** a Roma e da qucsli qui pnhhlicata. — Mi-
lano , 1832, dalla Socictd tipografica dc' clasiicc
itnlia/d, in 8°
Per rimettere in plena luce la celebre Area di S, Ago-
stino, clie in Pavia conservavasi nella chiesa di S. Pietro
in cielo d' oro , e die dopo I'abolizione di tpiella diiesa
giaceva scomposta e neglctta in disconveiie\ olc liiogo , lu
PARTE ITALIANA. 385
detei'aiiaato die costrutta fosse una nuova magnlfica cap-
pclla nol duomo e c!ie ivi foss'ella decorosamente coUocata.
Ora daU'attonta lettura di quest' opuscolo, prolisso anzi
die chiaro cd elegante , rilcviamo clie 1' autore risponde
o linge di rispondere ad una lettera , affermar noii sa-
preuiuio se vera o supposta , di un suo aiiiico di Iloma ,
die, siccome egli dice, ridiiesto ne lo avea, se verainente
erasi ideato d' intraprcndere lavori in qiiella Cattedrale tali
da impcdire o almeno da rcndere assai piii dijfficlli e dispen-
diosi i proi^ressi di quel tempio con forme rcgolari ed analO'
gild al violio gia innalzato , e s'egli a tal uopo stato ne
fosse consultato. Al die risponde , esscre verissimo il
fatto, non esservi pcro egli ne col consiglio, ne coll'opera
intervciiuto ; ma die ridiiestoue , proposto avreblje die il
nionuiiiento si collocasse in piu opportnno luogo , desu-
Kiendoio dal modcllo di riforma di quella Cattedrale, da
Ini medesimo ideato.
Due ci senibrano le ragioni per Ic quali 1' autore in tal
niodo risponde. La prima, pcrclie la cappella die per tale
coUocauiento si sta ora costruendo e decisamente in disso-
nanza del disegno suibilito o di qualsivoglia altro regolare
piano della stessa cattedrale: la seconda, perclie talt nuova
cappella prcsenta un ben maggiore ostacolo ai futuri pro-
gressi del tempio, al quale dar non potrebbesi compimento
scnza distruggere o sinovere I' opera, e gettare cosi al vento
le spese die certamente non lievi si sarebbero per essa
incontrate. Egli e per tanto d'avviso die il piu adatto
luogo pel collocamento dell' Area essere dovea verso ilfondo
della nave di mezzo del braccio dcstro della croce , non to-
gliciidosi cosi r opportunita di conlinuare ed anche senza
verun dauno delle giii fatte spese perfezionare il tempio ,
quaiido tavorevole coUo scorrere degli anni se ne presen-
tasse r occasione. Alia dillicolta poi de' mezzi , die mag-
giori ricliiedfvansi per T esecuzione di tale progetto , op-
])one die la dcbita prudcnza richledeva di riconoscerc pri~
ma con ponderalo esame le circostanze tutte die nd esso ri-.
ferisconsi, e die d'altronde gli ubiianti die sentono rfiai
{olenlieri iin tale divisainento che porrebbe ostacoli a soiiti-
nuare la fabbrica con forme regolari ed analoghe ai piani
udottatl , opeiando allrimeuti concorrerebbcro anzi liiii facil-
mente a summinisLrarc mezzi onde otlcncre I' iniiMo di porrc
in vencrazione I' area ciLuUl , scnza discupilo. dell' altro di
JUL Itul. T. LXV[. 25
386 AIM'BNDICE
]>otere col tempo progredire neW amplidzhrie ddla loro cat-
tedrale, tecondo , ccc.
Noi Tin qui non possianio die convenire coU' autore. E
di fatto qiialunque giiiuta o restaurazione fare si vojlia ad
UR ediricio, debb"" essere couforme all" edificio stesso, co-
iiieche noil sia questo condotto a compimeiito : il fare al-
trimenti e un assurdo , ua errore , che noa polra iiiai es-
sere per qualsivoglia ragione giustlHcato. Ne varrebbe il
dire clie 1' edilicio per la grandiosita stessa del suo disegao
noa potrh giammai essere perfezionato. E chi niai leggere
pub ueU'avvenire? Chi uiai oserebbe presagire cio die
far potrebbero i posteri, o se le circostanze dei tempi sa-
raniio seinpre coatrarie a' magnifici divisamenti de' niaggiori?
Clii mai trent' anni ia adJietro asseverar potea die il duo-
mo di Milano stato sarebbe a'di nostri spinto pressodie al
suo perfetto compimento? E il magnifico Gian Caleazzo
Visconti neiratto di porre la prima pietra a questo tempio
ed a quello della Certosa di Pavia, lusingavasi fors' egli di
vederli compiuti innanzi die dalla morte troncati fosscro
i suoi giorni ? Non potevasi , forse quell' Area con assai
niinore dispendio coUocare in alcana delie gia sussistenii
cappelle della cattedrale ocl in altro tempio della medesima
Pa via 5 o meglio ancora nella stessa diiesa ov' anticamente
conservavasi T area e dcUa quale, siccome ci venue riferi-
to , proposta erasi la restaurazione?
Che die siasi pero delle opposizioul delT autore e de
futuri destiai di quel duomo , noi gratlssimi slanio a dii
promovendo quest' opera ritolse dalle tenebre un si pre-
zioso monumento del sacro cnlto e dell'arti belle. DolevacL
anzi die nessuno de' patrizj Pavesi rivolto non avesse mai
sinora il pensiero a tale provvedimento. Ora il fedele
venerar potra le reliquie del grande Agostiuo tratte dal-
r oblio e in condegno luojio collocate: l' antiquario poi e
r artista avranno di die fare bellissimo soggetto de' loro
studj in quella insignlssima area ;, su cui celebri scrittori
ragionarono, e le cui sculiure chiariscono un' epoca che
nella storia dell' arti sara seropre famosa. Che agevole cosa
e il dar consigli- ma non lo e uguahnente 1' operare e
meno ancora lo e il vincere gli ostacoli die per avventura
al ben operare si opponessero (*).
(') Ci k gradevoHsslraa cosa 1' annunziave che quest' insigne
monumento del secolo XIV verra per iniero pubblicato co'disegai
r.VUTE ITALIANS. 887
Sarebbe questo il luogo ia cui esporre il parer nostro
intoruo al ciisegno ed agli oniamenti della cappella die sta
costrnendosi. Ma verra lorse una piu opportuna occasione,
ill ciii ragioiiarne tjiii convenevolmente. Intanto se lecito
ci fosse r espone un'idea nostra, diremmo semlirarci che
ineglio apposti si sarehbero i promotori di quest'' opera
coir ordinare ch' ella condotta fosse con un disegno con-
forme od aiialogo alio stile del uionumento stesso.
Noi non entrerenio a ragionare sul modello di riforma
clie intoruo a quel tempio viene nello stesso opuscolo dal-
rautore ripctendosi-, pet quale modello il tempio che dal
primo suo arcliitetto Cristoforo Rocchi fu ideate con croce
latiiin assumerebbe quella d' imperfetta croce greca. Tale
disamina troppo ci allontanerebbe dall' incarico nostro. Pure
convenire non possiamo coU' autore , ov'egU dice che la
cattedrale di Pavia e una di quelle grandiose fabbriche che
segnano il passaggio dallo sale gotico al greco-romano , nulla
scorgendovisi;, a parer nostro, ne dell' uno ne dell'altro stile,
e risultandone anzi un tal quale mescuglio di complicato e
trito nelle sue parti , e qnlndi una iisonomia di tutt' altro
carattere. Pero noi saremmo quasi per dire che la cattedrale
di Pavia e una di quelle grandiose fabbriche che segnaao
innanzi tempo la decadenza dell' arte dopo il primo suo
risorgimento. Per le quali ragioni saremmo altresi d'avviso
che non convenga il contlnuaria ne secondo il suo primi-
tivo disegno, ne secondo alcun mO(/eZ/o di n/orma, sebbene
fosse questo non d' un arcliitetto dilettante, ma d' insignis-
simo maestro nell' arte. Si conservi dunque intatto ossia
come ora trovasi. Esso al pari di tantl altri imperfetti mo-
nnmenti glovera a mostrare le vicende dell' architettura , e
il gusto e il carattere dei tempi. Rivolgasi piuttosto il pen-
siero alia costruzione di una nuova cattedrale con disegno
se non piii graudioso, almeno piu convenevole ai progress!
*]eir arte , e die minorl sforzi e minor dispendio ricliieg-
ga , siccome praticato venne in Bologna , ed altrove.
e coll intaglio di Ccsare Ferrari , e colle illusn-azioni del dot-
tore Defeudente Sacclii. L' opera vedra la luce in due distribu-
zioni , al jirezzo , la priiua di lir. 6 austr. , la seconda di lir. 4-
La prima uscira nel prossiiuo agosto , P akra due niesi dopo.
il prodotto c destinato a vantaggio della restaurazione. e ricostru-
zioue dello steeso nioimniento : ottiiuo consi^lio ! Le associazioni
«i riccvono in Pavia dal librajo Valerio Fuji c Cojup. e nelle
altre citta da' priucipnli librai.
888 A p r F. N I) I r. E
* Costumi del sccoli XIII , Xiy e. XV , ncavrtfi. dai
pin autcntici manumcnti di pittura e dl scultura ,
con un testa storico e descriliivo , dl Camilla Bun-
iiard. Prima tradiizionc it(diana dl C. Zardetti.
— 3Iil(ino , i83i, tij>ografui c calcogntfia di Ra-
lueri Faniatu , in 4." grande, con fig. a colari. Si
puhblica per fascicoli , ciascuno al prczzo di llr. 6
ital. , finora iie sona uscitl fascicoli due.
Intorno alia fondazione delU Accademia di belle arti
in Ravenna e ad un suo Regolamento d' istrnzione.
Lcttcre due del conte Alessando Cappi , segretario
dl delta Accademia. Seconda impressione con ag~
giunte delV autore e con rame. — Ravenna^ i83i,
per Roveri e GoUina.
Solcnne distribuzione de' premj ed csposizione dclV an-
no 1 83 1 nelt Accademia provinciale di belle artl
in Ravenna. — Ravenna., io32, presso A. Roveri
e figli.
L'Antologia ili Firenze Cno dal settembre 1829 a png. 129
ha tril)ntato i ben dovuti ologi al sig. cardinale Agostino
Rivarola ed a nionsignore De IMedici Spada, per ojjera
de' quali P Accademia raveiinate di belle art! ebbe con-
cetto, nascimento e decoro. Col qui ora ripetersl per noi
im breve cenno intorno a quell' utile istituzione, non fac-
ciamo clie preniettere una notizia necessaria onde raggua-
gliare i leggitori nostri degli atti posteriori che furono
publjlicati da quell' ora florido Istituto.
Dacclie nel 1817 fu Ignazio Sarti , bolognese, eletto ia
prnfessore di disegno del Gollegio ravennate, nacque nel-
Tanimo di monsignore Lavinio De Medici Spada, allora
"Vicelegato in quel coniune, ill vedere stabilita un' Accademia
di belle arti con principale intend) mento di veder uiiglio-
rare i niestieri e le arti niannfattrici. Avendone scritto di
conformita al cardinale Rivarola die gia reggeva quella
provincia, e clio in allora trovavasi in Roma legato a la-
tere, accolse quel porporato con tutto il favore ii progctto,
c diede tosto al prclato le piii ample facolta ondc fosse
eseguito. Per disegno ideato c per le opere dirottc dal
professorc Sarti, uon clie per la cooperazione dci Deputati
I'.VUTF IT\I.IAN.\. 389
tVi fjnel Collepio, tli cnl e capo il c.-iv. Fedcrico Rnsponi ,
in poco tempo si vide sorgere con licU' ordine arcliitetto-
nico, in una parte del fabljricato annesso al detto Collegio,
e gia destinato ai rnstici scrvigi , la scde deir Accademia
stessa. Miraljile c 1' artifizio con cni il valcnte arcliitetto
seppe trar partito dalle anticlie esistenti costriizioni. Tutto
v' e natnralc, seinplice, spontaneo e fatto come a dire di
])ianta. La lettera die il conte Cappi, segretario Hi cjneirAc-
r.ademia, ha imliritta al sig. Tommaso Minardi, bolognese,
professore dell' Accademia di S. Luca a Roma, ha per sub-
bietto il ril'erimento dell'origine e delle snsseguenti dispo-
sizioni die furono impartiie per tale istitnzione. Essa va
corrcdata di una stampa a contorni , da cui si puo avere
una norma, per quanto spetta alia facciata, delT adottato
disegno pel faldiricato. Dalla relaziorie risulta die I'ardii-
tetto Sarti ha saputo provvedere non solo all' esteriore
decorazione caratteristica del luogo, ma eziandlo all' interna
distribnzione inlroducendo tntti que' coniodi ch'erano ri-
chiesti dall' uso deU'editicio. Eretto il falibricato, monsignore
De IMedici Spada consiglio il Gomune a far acquisto di
ottimi esemplari onde render proficni i precetti di archi-
tettura , di ornamenti, di figura si in dipinto die in pla-
stica , non che d' incisione, rami tutti in cui i giovani
vengono per istitnto ammaestrati. II consigliere ebbe la
compiacenza di vedere adottato quanto aveva snggerito, c
di veder iiuitato a gara il pro]irio esemplo da' suoi con-
cittadini, i quali depositarono i migliori quadri che pos-
sedevano. Per tale generoso patrio sagrificio la Pinacoteca
di quclla nascente Accademia vanta in oggi piii di seicento
quadri consacrati all' istrnzione ed alia ciiriosita de' fore-
stieri. Dalla lettera stessa raccolgoasi i nomi dei donatori ;
ma cio die ancora contribui ad accrescere qnella snppel-
lettile, fu il concorso dclla generosith di signori ^ di artisti
ravennati e forestieri , e di personajgi illiistri che hnnno
voluto dimostrare il favor loro a si lodcvole impresa. Tra
la schiera dei nobili conlribnenti distinguesi il Gran Duca
di Toscana il quale si compiacqiie di presentarc quel-
r Accademia di due freschi gessi della Yenere Wedicea e
deir Apnlline. Ma tutto cio non bastava ancora per io scopo
die il Consiglio comunale si era prefisso; per eccitarc
quindi una sicura emulazionc isiitui de' pvemj da distribuirsi
ogni anno a quelle opere clic , prc\iu csanic, yenisscio
3^0 A r 1' K N n I c e
giiuVicate pii meritevoli; e eiccome il motore principale cU
quella istituzioiie hi il niiglioraiiiento de' iiiesticri, cost per
regolaiDcnto accailomico venne onlinato die premj pur
fosscio destinati jicr gli artcficl tlella Ravennate provincia.
Di questi premj d' incoraggianiento, alciuii soao annuali e
consistono in tre nieilaglie (.rargoato;, altri sono trieniiali
e sono tre metlaglle croro da accordarsi a quegli aitieri clie
prescnleranno all' Accadenila il miglior lavoro.
Con altra lettera il scgietario conte Gappi informa il
slg. C. P. Yiessicnx , direttore del giornale dell" Antologia
di Firenze intorno il Regolamento norniale per le pension!
biennali da corrispondersi in Roma a que' giovani , clie
dopo aver preseiitati i loro lavori corredati da autorevoli
testimonianze, comprovanti esser opere delle loro niani, e
dopo aver conseguito almeno due volte nn distinto yiremio
accademico suVjiscono un esperimento d'invenzioni innanzi
a queir Accademia e danno non dubbie prove di riuscire
valenti nelle rispettive arti. II giovane pensionato nei due
•anni in cui stanzia in Roma a spese del coniune , deve
adempiere a due connnissioni, ne puo ottenere la seconda
se prima a giudizio delT Accademia non abbia con lode
soddisfatto air antecedente. Questa consiste il primo anno
nel copiare esattaniente , per risguardo all' arcliitetto , nn
ediflcio autico, al pittore un quadro classico, alio scultore
una statua o un gruppo parimente antico^, e fuialmenie in
un rintaglio per V incisore. Rispetto alia secouda , tranne
1' incisore cui viene allogata la copla in disegno di un
fiuadro classico, si prescrive a ciascnno rispettlvamente
nella propria arte I'esecuzione di un soggetto d' invenzione
trascelto dal Consiglio Accademico. Conipito il secondo
anno, ciascuno ha 1' obbligo di ripatriare e depositare le
proprle opere nell' Accademia onde formarne una raccolta.
Durante la dimora in Roma i pensionati sono posti sotto
la sorvcglianza dell' Accademia di S. Luca , dalla quale
ritirano di quadrimestre in quadrimestre un attestato che
determina i progress! del loro lavoro, e la loro buona e
rnorale condotta : in vista di questo il Comune spedisce al
giovane la quota che quadrimestralmcnte gli compete. I
saggi eseguiti dal pensionati restano in proprieta del co-
mune e sono esposti nell' Accademia con Icggenda portante
i nomi degli autori , I'anno in cui furono eseguiti e il
doine di chi era in quell' anno gonfalonicrc, Tal c la base
parti: ITALIAN \. 89!
del Regolamcnto die con saggia avvedutezza fu compilato
dft queir Accademia. Se ci e cosa pero iiitonio cui si possa
permettere un' osserva^ione, ci seinbra esser quella deli' ob-
bligo imposto all'incisore, il quale potreblje compierlo a
nostro avviso seaza spatriare, giacclie trattandosi, pel pri-
mo anno, di ua rintaglio di una stampa, e nel secoiido
dl un disegno di un quadro classico, possono ambidiie
qnesti eseniplari pi'ocacciarsi nel proprio coraune. Cliecclie
ne sia pero saranno sempre da commendarsi e la institu-
zione , e Tamore e lo spiiito onde furono aniniati que' cit-
tadini , siccorae pure non dublij saranno i frutti ch' essi
raccoglieranno dai loro nobili e generosi sforzi. Gia nel
i83o ebbe incomiucianiento la solenne distribuzione del
preinj colla esposizione delle opere degli artisti, dei dilet-
tanti e degli artigiani^ ed il priitiordio gia ofFeri a' Rave n-
nati argomento di aprir I'aninio a liete speranze.
Dagli atti riferibili alia medesima solennita tenutasi nel
1 83 1, cbe abbiamo sotto gli occhi , si scorge appieno clie
la emulazione va producendo ottimi risnltamenti sia in
que' giovani cbe in cpiella Accademia alle arti belie vi sono
educati , come negli artigiani della provincia. Molte furono
le prodnzioni dei primi esposte e premiate , e uiolti del
pari i lavori de' secondi in metallo prezioso, in acciajo,
ill legno e in ogni sorta d' industria. Nel porgere queste
notizie non possiamo esimerci dalP anuunziare con com-
piacenza, cbe tra le opere degli artisti nella classe di ar-
cbitettonica invenzione ammiravasi un progetto per la falj-
brica dell' Ateneo da erigersi in Forli nella strada lungo
il corsoi questo era stato eseguito dal sullodato professore
Sarti a tenore di un programma , ed aveva conseguito a
jireferenza di molti altri ronore del premio della niedaglia
d' oro dair Accademia tlei Filergiti di detta citta dietro il
voto in iscritto dell' Accademia di belle arti di Venezia
I'anno i83o. Ci spiace di non poter qui inserirne la de-
scrizione della pianta. degli spaccati e della facciata, per-
che troppo ci dilungberemmo dal nostro proponimento.
Bastera solo accennare cbe dalla descrizione medesima ne
risulta una piania egregiamente dlstrilniita , ed una ileco-
razione si interna clie esterna confacente all' use cui e
destinato I'edifizio. D'altra parte noi andiamo persuasl cbe
nel dar opera alia erezione di s\ magnifico fabbricato i
velativi disegnl diverranno di pubblita ragione pel mezzo
deir intafflio.
392 A r r r. N n I c r.
II proccsso vcrbale doll' ndunaiiza straordinaria tonntasi
dal consi|;lio accadciiiico di belle aiti in Uavoiina per
giiulicare i lavori degli nluuni e degli artigiani clJe toii-
corseio al premio amiuale dil i83i, e preoeduto dal
discorso del contc Alessandro Capjii. Con esso egli tolse
a provvedcre della deJjita fania il piltore Luca Longhi
ravomiate, il di cni merito con espressione iiiciio clic
dubbia era stato oirtiscato da messer Giorgio Vasari e da'
Ijiogrnfi clie a lui snccedettero. I'reziose riescono le noti/ie
die ci d;i intorno a quel valente artista col diinostrare le
due maiiiere die segni nelle luolie ojjere die ha lasciate ,
cioe alqiianto greterclie vanno si lungi dal vero nel mo-
strarsi della cattolica fede cotanto nemici , e nel considcrar-
la come un tessuto d' assurdita e di pratiche superstiziose.
Cio vien egli facendo con gravissimi argomenti e con un dire
ittcalzante bensi e persuasive, ma animato sempre da quella
carita chc il vero carattere costituisce del filosofo cristiano.
Nel secondo opuscolo intitolato all' Italiana Giovcntii lo
stesso autore dimostra in clie veramente consista 1' uraana
felicita , e per quali mezzi possa ella conseguirsi. La som-
ma del suo dire riducesi alia seguente sua conclusione : « lo
vi ho fatto vedere , amata gioventu , die gl' insegnamenti
della religione cristiana sono in tutto conformi alle nostre
brame , ai nostri bisogni, alle voci di natura , ai dettati della
ragione, e die nieglio d' ogni filosofia ne conduce alia fe-
licita cui ci addita e ci raostra in niodo chiaro dicendone
apertamente in die ella consista. Niente ella afferma di
strano o di ributtante , nulla esige di troppo arduo o d'im-
possibile , approva i nostri desiderj ed appetiti , e viene
solo in nostro ajuto per moderarli e dirigerli. " Le idee
contenute in queste parole ci sembrarono ne' sette capi ,
de' quali componsi 1' opuscolo , egregiamente discusse , di-
mostrate ed esposte.
Calendario gcorgico della Eeale Societd Agraria di
I'orino per r anno hlscstile i832. — Torino , tip 0-
grafia Cliirio e Mina in via di Po , in 8.°
II sig. Matteo Bonafous incrocio le capre del Tibet con
quelle dell' Italia , ed osservo che tutti i meticci chc ne
394 Ari'BNDICE
ITOVPnnc-ro niostrano naa lann<;inc nnaloga a r|uella tlolle
Tibetanc. Fece accoppiaie una I'ciumina di Stambocco (ca-
]3ra Ibex ) con iin Ijecco Tiljetano. II geiierato di sesso
feiimiinino rassoiuiglia alia niadre nelle corna nodose, nelle
orecchie ritte , nella vivacita e ncl modo. di fischiare : e
rassomiglia al padre nel colore , iiella qualita del pelarue,
ne' tubercoli vellosi penzolanti sotto il collo.
II professore Florio inacsto ad occhio uii poUone d' uu
Lauro Rosa ( nerlum Oleander) a iiore doppio e rosco,
sopra una planta della stessa specie^ ma a iiori seinplici
e bianchi. L' uno de' germogli niori , e 1' altro agguaglio i
due rami. I fiori dei rami siii quali non erasi fatto V in-
nesto e percio prima bianchi, si tinsero di un color roseo
c rimasero seniplici, mentre I'altro raiiio ianestato presento
fiori doppi e di un colore roseo uniforme. Qui e oggetto
di maraviglia clie I'innesto abbla trasmesso la sua influenza
fiui rami non innestati relatlvamente al colore e non alia
doppiatura dei fiori.
II dottore Carena, rappresentante il Protomedicato in
Carinagnola , fece margotto a tacca su piante di diverso
genere : ne fece a spacco o ad ungliia : ed osservo cbe le
niargotte a tacca barbicarono assai piu compiutamente.
II cavaliere Quaglia propone di valersi dell' argilla per
ridurre in fornielle o inotte la segatura del legno, ad og-
getto di coa)bu5tibile.
II professore Lavini e d'opinlone clie le crisalidi dei
filugelli debbano raccogliersi, disseccarsi, ridursi in polvere
finissima, unirsi alia polvere delle moresche per eccitare
la vegetazione de' seminati a frumento.
II signor Luciano , veterinarlo , riguarda come nocivo
r uso dell' erba frcsca a' cavalli sani clie oltrepassarono la
dentizione : considera detta erba come un purgante , e
percio utile nelle afiezioni flogistiche od in una massima
predisposizione alle medesime. La clcoria doiuestlca e me-
glio ancora la selvatica, godono precipuamente di elGcacia
purgante. E tuttavia da avvertire clie la cicoria giunta a
maturita diventa irritante. ,
II commendatore marchese Lascaris espone la coltivazioue
r<"j,cvoH su qaesta importaiuissuna materia diveniiero im-~
ji'rjctti, altcse le i'ariuzloni poriale non ha guari dai go-
\erni del raino T.ombardo-Vcncto c del Piemonte net sistemu
398 APPENDICE
inonetario; c noii posslamo non conimcntlarc il modo con cui
Ciili lui ooailolto qucsto tiMtiato , come noii clul)Itiauio cli
aUcrniarc cl»e sani esso per riescii-e dl vautagjrio non tanto
a quelli die iiupreiidono lo studio delle opciazioni dl cam-
bio, qnaiito, tnassiine nella paite pratica , a colore die vi
si trovano giii applicati di professione. Solo in alcuni par-
ticolari non consentiamo col Bariola; ed avroninio poi desi-
derato dove maggiori spiegazioni, dove maggior compinieuto.
E primauiente ne se\i)bra die una nozione assai neces-
saria in qnesta materia, e dal Barlola allatto pretermessa,
fosse qiiella sul pari intrinseco del caml)io, potendosi da
sift'atta nozione opportimamente e fondataniente dedurre
come vengano a derivare le diverse variazioni in aumento
ed in diminuzione nei prezzi dei cambj.
Compendioso di troppo abbiani trovato il paragrafo sulle
cause di dette variazioni ; die comunquemente per noi si
convenga derivar tali cause dall' abbondanza o dalla scar-
sezza delle lettere di canibio e del danaro, pure una pin
ampia indicazione dei niotivi die possono influire a questa
abbondanza o scarsezza , ed una definizione dell'azione di
tali motivi nel concrete dei camlij pareva altaiuente cliia-
jnata dal soggetto.
Non potremmo poi convenire colP autore die fra gU ele-
mcnti necessarj per la formazlone dei ragguagli siano da
annoverare le operazioni di aritmetica e le regole di con-
giunzione, non esscndo queste elcnienti nia bensi niczzi
materiali per far uso degli elcmenti reali , die sono le
monete elfettive o di conto correnti nci paesi e raflVontate
fra loro.
Nel corso delle operazioni di cambio non si e parlato
delle piazze fuori d'Europai e non si e pure parlato di
Stocolma , di Malta, ccc. ; come per la piazza di Berlino
non si e fatto motto dell' uso speciale di quella piazza
di computare colia maggior parte delle piazze di Gernia-
nia i cambj ad un tanto per cento di sconto.
Del rimanente presumiamo che il Bariola nella compi-
lazione del suo trattato siasi alquanto giovato del Nuoi'o
corso universale de cambj venuto alia luce in Trieste per
la tipografia di G. Marenigh , nel 1826, essendoci caduti
sott'occliio diversi paragraii , nei quali non solo la defini-
zione della cosa , ma il modo materiale di defniirla e per-
fettamente ugunle.
PARTE ITALIAN.V. 899
Mantiale universale di mediclna tcorica c pirtdca del
dottoT Giuseppe Mattjiey , medico primario e pro-
fessorc pubhlico di medicina teorica e di clinica
mcdica ncllo spcdalc di Viterho , e mcmbro di varie
societd scientifichc. Vol. I. - Gener
aspettarsi da chl dlchiara di non pretendere afFatto al tl-
tolo di scrlttore profondamente versato nella cognlzione
della lingua Ma non e soltanto suUa insufficienza
dello stile e della dizione per potere degnamente com-
porre quest' opera die lo debbo chiedere antlclpato per-
dono al lettore. In clo amo sperare cb' egli me lo conce-
derh. , perclie non c' e di mia colpa se non facclo meglio
di quel clie posso fare. Niuno e tenuto all' impossUiile, >'
Non A-olendo noi andare col nostro autore piii per le
luuglie, diremo in breve clie 1' altra cosa di cui cliiama
scusa, e di essersi permesso di usare parole e locuzloni
che non istanno registrate ncl codlce venerabile della Cini-
sca. Ma cblederenio noi , da clii gia dlchiaro di non sapcr
bene scrlvere puossl pretendere stretta attenenza al fruUo-
ne ? Yolendo dunque stare alle confession! deU' autore noi
alia stretta del conti n' avremmo ua Manuale unUersale
di medicina scrltto da chl a mala pena possiede le prime
linee di qiiesta scienza, e non sa come conviensi esporle.
Ma lascianio le cose generali e venlamo al particolare ,
ed anzi alia prima parte del Manuale universale , clie
in questo primo volume abblamo, e cb' e 11 prospetto sto-
rico della medicina. Sufiiciente ordine , e certa quale esat-
tezza rinvlensl nella sposlzione della materia ; ma pare
a noi che sarebbe stato necessarlo, che mentre si rlcor-
dano i divers! sistemi medic! e si fan conoscere le basi
lore, si facessero par senipre conoscere gll errori che
nella proscrizlone ed all' obllo 11 trassero , non niai pero
giudicando 1* un prlncipio alia fiaccola dell' altro. Rlcor-
deremo pol al slg, Mattliey che la plla d! Volta ora co-
munemcnte componsi di lamine d! rame e di zlnco in-
sieme saldate , e non di dischi di zinco e di argento tra-
mezzatl da ugu.aU dischi di cartone. In chl pol assume il
carattere di storlco 1' Imparziallta rlesce essenzlale, e questa
per mala sorte parcl lasclata da banda ove sl parla degli
avversarj di Brown , della dottrina del controstimolo , e
della nuova dottrina medica Italiana. Cosi non saprenimo
se altrl possa di legj;ieri sottoscrlvere alia sentenza " che lo
produzioui coalro Brown c la sua dottrina hanno teniato
4o6 APP. PARTE IjJALIANA.
invano tli distniggerla , perche i suoi prlncipj fondamentali
veri come la natura sono indestruttihili (pag. 429). " Vera-
niente singolare ci pare ia appresso il segnente tratto.
/< E clii sa che razza dl mal governo , di strage e di
niassacro de' suoi {di Rasori) belli ed originali pensamenti
avrebbe fatto il forraicajo degli scioli in medicina , se di
quella preziosa inerce derclitta non si fossero impadroniti
uomiiii di rinomanza splendlda e di altisslrao ingegno per
trafficarla a vantaggio dell' umanita. Lode sia a quei be-
nemeriti , e sovra tutti ad altro mio concittadino, ami-
ce, e un di veneiato maestro, il celebratlssimo prof. Gia-
corao Tommasini, il quale prendendo a tutela quell' orfana
trascurata, e prosegnendo la sua incominciata educazione,
e questa perfezionando con pensieri non altro che Italo-
luedici la ridusse a nuova dottrina medica italiana (p. 432). »*
E non saprebbe forse troppo di parzialita , per non dire di
smisurato spirito di partito , la segucnte proposizlone , che
»< la dottrina del controstimolo e sua figlia la nuova dot-
trina medica italiana hanno fatto cangiar faccia alia me-
dicina con una rivoluzione di principj e di idee quanto
straordinaria ed inaspettata altrettanto gloriosa e profitte-
vole? " (pag- 436 ). Gli Alemanni infine aggiugneranno dal
canto lox'O essersi il sig. Matthey ingannato nel credere
che la dottrina omiopatica unltamente alia setta dei medici
filosofi della natura tenga il dominio della sclenza nelle
contrade loro (pag. 447)- — Noi ci siamo limitati a questi
pochi cenni perche ci parvero bastanti per mostrare veri-
tiere le proposizioni da noi sopra emesse , e perche esti-
miamo gla anche di soverchio protratto il prcsente articolo.
VARIETA.
BIBLIOGRAFIA.
Di alciini falli dl stampa che si trovano in edizioni
riputatisxime. Lettera nl sig. Angela Sicca.
l\ vol, signer Angelo, si celebre e si valente nelParte
tipografica , non dispiacera forse sapere quanto in proposito
di stamps, non ha niolfo, a me accaddc. Vi e nolo il
V A R T r. T A . 407
crecllto grnnde in cui sono tenute nel fatto della correzione
le stampc del Comino uiiiversalmente, e lo studio die ci
niettevano i diligeiitissimi Volpi aflinche senza mende uscis-
sero i libri die imprimeva quell' accnratissimo stampatore.
Or credereste vol die talvolta non vi lasciassero correre
di grossi strafalcioiii ancor essi ' Eccoveae uno arciJjestiale
in cui m'avvenni nella ristarapa delle opere di Tacito tra-
dotte dal Davanzati , la quale , assistita da loro , usci dal
tordii cominiani nel 178 5. Nella prima di quelle tre let-
tere die si leggono dietro alle postille ond' egli corredo la
sua traduzione, ha il seguente passo alia face. 653. « Ba-
>> stereljbe adunque dirgli come Lizio di Valbona a messer
" Rinieri daCalvoli: Messere, per cortesia fate i fatti vo-
II stri , Ilia non ischernite la nostra. >> Or dii potrcbbe
raccapezzare il senso di quest' ultime parole ' Qui non
havvene alcuno.
lo congetturai da principio die per errore si fosse stani-
pato la nostra in vece di li nostri ; die a quel inodo se
ne caverel)be pur qualche senso , e varrebbe i fatti nostri:
con tutto cio io non poteva capacitarmi die ad occhi cosi
veggenti com' erano quelli de' Volpi non fosse venuto fatto
di scorgere ne Tuno, ne I'altro di que' due luoghi essersi
posta una lettera in vece d' un' altra. Io dunque me ne
stava dubbioso; e voleva accertarmene. II Davanzati tra-
dusse, come sapete, il primo libro degli Annali di Tacito
fin dair anno i5f)5, e, fattolo stampare I'anno appresso
dal Marescotti , lo indirizzo a Baccio Valori con la lettera
or accennata. Elibi ricorso pertanto a quel libriccino: ina
in esso niente ritrovai di cio ch' io cercava. La lettera c' e,
ma con lezione niolto dlversa. Ivi il detto passo si legge
a questo modo : « Basterebbe adunque dire a lui come
" disse Lucio di Valbona a messer Rinieri da Calvoli :
>i Messere , per cortesia acconciate i fatti vostri , ma non
" isconciate li aitrui : e non dite male delle belle Donne ,
" die voi non conoscete. " Voi sapete altresi die il Da-
vanzati, dopo quel primo saggio , prosegui il suo lavoro,
e nel 1600 con le stampe di Filippo Giunti diede alia
luce VImperio di Tiberio Cesare , indirizzando al medesiino
Valori anchc questo con la lettera stessa. ma ritoccata qua
e la, e in piii d'un luogo rifatta. Io voUi consultare anche
questo libro; ne il feci inutilmente: il passo teste accennato
si legge ivi cosi : u Basterebljc adunque dirgli come Licio
408 V A R I E T a\
»» dl Valbona a messer Rinleri tla Calvoll : Mcsscrc, per
»» cortcsia fate i fatti vostri, ma non isconciate li altrui j
►' lodafc la lingua vostra, nia non ischcrnite la nostra. »»
Neir eJizione die di poi fece il Nesti delle opere di Ta-
cito , clie tutte avea giix tiadotte il Davanzati , quella let-
tera fu ricopiata dal libro dell' Imperio di Tiberio : ma,
per essersi saltata inconsideratamente una riga, ne fnrono
omuiesse le parole li altrui; lodate la lingua iostra, ma non
ischernite , le quali ci vogliono a reintegrare il periodo e
compirne il senso : e qnesto passo cosi storpiato , com' e
neir edlzioue del Nesti, leggesi anclic nella ristampa cUc
delle dette opere fece il Comino.
Pare quasi incrcdiblle cbe i due fratelll Yolpi tanto ocu-
lati , i quali s' erano prefissi di ripurgare T opera dagl'in-
nunierabili errori ond' era stata rlempita dal Nesti , ed
avevano (come dice Giann' Antonio nella lettera dedicato-
ria ) " aguzzate le clglia per toglierne via ogni uiaccbia ,
" procedendo a rilento e con attenta circospezione a gnisa
» di vlandante cbe per paese sospetto e pieno d' insidie
» camniini " , vi lasciassero tuttavia , senza punto avve-
dersene, una storpiatura di questa fatta(i)? Ed e tanto
pill da farsene maraviglia se si considera cbe questo ac-
cadde loro piii d'una volta.
Una magagna simile si ritrova eziandio in tre delle edi-
zioni cominiane delle lettere di Annilial Caro. II terzo tomo
di quelle lettere fu compilato da Anton Federigo Segbezzi
e fatto imprimere dletro agli altrl due stampatisi nell' anno
antecedente. Leggete in quel volume la lettera del Tolomel
contra 1" uso delle signorie , e vi troverete verso la fine
questo periodo (2,) : " Minor male snrebbe forse usar qucsti
" termini quando V uom si vuol doler d' un signore , cbe
w quando lo vuol lodare, e lo vuol ringraziare^ percbe se
N io li diro: vostra signoria ni ha fatto un gran torto, po-
» tro allora interpretare cbe non e la vostra potenza ; e
» COS! in qualcbe parte ollendcro manco voi , incolpandone
»' la vostra fortuna. >i Diteini per vostra fe, cavate voi un
buon senso da qucste parole? Bensi lo caverete ricorreudo
(1) Ci Ui lasciata akresi nelP iiiiprossione reiuondinlana , nella
quale furono aggiunti i suppiiuienti del Broticr con la tradiizionc
di Rafaele Pastori.
(2) Nella detta etli/ione ata alle face. 124 e ia5.
V A R I E T A . 409
alia prima edizlonc che delle lettere del Tolomcl fcce il
Giolito nel 1647 in 4.", nella quale si Icgge; n potro allora
>/ intei'pretar che noii e la vostra natura clie m' ha fatto
w qucsto torto , ma la vostra potenza ecc. » Ma nella ri-
stampa fattane in 8." tlallo stesso Giolito tre anni appresso
furono inavvertitamente lasciate ftiorl quelle parole non e
la vvslra natura die mi ha fatto questo torto, ma: per la
qual ommissione si fa dir ivl all' autore il contrarlo di cio
ch' egli avea detto : e questo strafalcione fu poi rlpetuto
e nelle posteriori impressioni del Giolito, e in quelia fat-
tasi dal Niccolini nel i559, ^ P^'" ^^^^ tre volte nelle let-
tere del Caro impresse dal Goraino; ne i signori Volpi se
n'avvldero mai.
Anche all' oculatezza di monsignor Bottarl il quale tanto
si adopero nel ridurre a piix sana lezione parecchi de' vec-
chi testi di nostra lingua , sfuggi piii d' una volta alcuno
degli *rrori di cui li aveva imbi-attati i" ignoranza o la sba-
dataggine de' copisti e degl' impressori. In prova di cio io,
per cagione di breyith, ne adduiTo soltanto quel luogo del
Dialogo di S. Gregorio, nel quale si parla di Probo ve-
scovo di Rieti. Ivi nell' edizione di Roma , procurata dal
Bottari, io leggo (lib. IV, cap. XII): /< Venuti gli medici
" delle contrade , al toccare del polso coguobbero e dissero
>t che tosto doveva finire. E come fu Tora^ diceya Io ve-
n nerabile vescovo sollecito della consolazione de' medici e
w.deU'onore del padre, pregogli clie dovessero salire in
" sul palco del suo vescovado , e cenare , e riposarsi in-
»/ sieme col suo padre vecchio. " Alio stesso modo io leggo
altresi nelP edizione di Stefano da Pavia della quale si
valsero gli AccadcmicI della Crusca nella compllazio.ae del
loro Vocaliolario. Or egli apparisce assai chiaramente essere
qualche vJzio in quelle parole E come fu I'ora, diceva la
venerabile vescovo ; primieraraente perche non si vede spe-
ciilcato cio di che era venuta I'ora •, in secondo luogo per-
che non e fatto verun cenno di quello clie il vescovo di-
cesse ; e finalmente perche in un periodo cosi fatto ha
fallo di costruzione. II male sta in quel verbo diceva, il
quale non puo ivl aver luogo. C16 presupposto, se io con-
sidero che nelle vecchie scritture il segnacaso trovasl spesso
congiunto col nome al quale appartiene, e in oltre che in
molte di esse le due lettere n ed u tanto si rassomigliano,
che r occhio assai facilmentc puo rcstarnc inganuato e
410 V A r. I E T A. .
pioliar Tnii.T per Taltra, io scorgero niaiilfcstamoiite che ivi
iiial si lesse dtceua e che avevasi a leggere di cena ; che
a quosto modo tutto e racconcio : coa cio sia che c veugasi
ad indicare clie Tora era qaella della cena ; e tolgasi di la
im vcrbo che ivi sci-via d' imbarazzo; e restituiscasi al
periodo la sua rcgolarita. E cosi fatta lezionc e siiggerita
altresi da cio clie vi segulta , e in oltre confermata dalla
veiieta stampa del Torresano del 1497, e da quella dell'Ar-
rivaljene del i5i8. Bisogna liea credere che difHcil arte
sia qaella del corregger la stampa ; dappoiche magagne di
qiiesta natura noa si scoprono talvolta ne men da quelli
che pur hanno occhi di liiice.
Or che voglio io inferire da cio? Questo, signer Sicca,
che il huon corrector delle stampe dee far quelle che late
voi(i), star sempre in suU'avvisoi sempre tcmere die
possa restar nel testo qualche menda noti osservata, da
poi che s' e ripassato, tornarci sopra un' altra volta, ed
esamlnarlo ancora di nuovo, e con I'acldoppiata attenzione.
Guardisi egli poi ne' casi dubbj di emendare per con-
gettura. Io vi ho accennato di sopra come congetturai da
prhicipio che nella lettera del Davanzati si dovesse correg-
ger quel passo il quale si legge storpiato uell' edizione del
Gomino e del Nesti. Presuppongasi die in una nuova edi-
zione assistita da me io mi fossi arrischiato a correggerlo
nel modo che gia vi dissi, senza pigliarmi altra briga :
avrei restituita a quel passo la lezioae sua genuina {^2.) ?
A volere ottener quosto, avrei dovnto fare ben altro. Avrei
dovuto ricorrere al!e prime edizioni; confrontarne varie
V una con 1' altra , discoprire donde fosse nato Io sbaglio ,
e con questo sicuro mezzo saldarvi la piaga che s' era fatta.
O questo si che e buon modo di correggere i luoghi vi-
ziati : anzi e I'unico, secondo cli"' io penso, da praticarsi
in simili casi ; che il correggere di fantasia e per conget-
tura e cosa di troppo pericoio, e non di rado allontana
piu che mai il testo dalla sua primitiva lezione.
(l) Le stampe della Minerva souo delle piii coiTette ch'' esista-
no : e il nirrito n'' lia il sig. Sicca al quale e aiTidata la direzioiie
di (juella riputatissima stamperia.
(a) Anzi me ne sai^ei vie piii discostato ; perciocche oltre al-
Taverlo lascLito manchevole couiVra, v' avrei aiterato anche cio
clie vl stava bene.
V A R I E T A . 41 f
Nientedimeno lo confcsso esscrvi qualclie caso ia ciu si
emenda dovutamente anche con far uso soltanto della ra-
gione: ed e allora qnando evidentemente apparisce e donde
il fallo deriva, e come dee esaer corretto. Se, per cagione
d'esempio, io prendo il Tesoro di Ser Brunetto Latini
della rarissima edizione di Treviso del 1474, e ne scorro
il primo capitolo del libro prime, io m'imbatto in qneste
parole : i< Questo niio libro . . . e come un' arme di mele
It tratta da diversi fiori. » Qui certamente fa preso uno
sbaglio; perciocche Varme aon ha pnnto che fare col mele.
Vorrete voi correggerlo? In vece di arine scrivete nrnia.
Queste due voci arnia ed anna qnanto alia loro scrittura
hanno tanta couformita ( massime ne' vecchi testi a penna
no' quali trovansi per lo piu legate le lettere 1' una coa
I'altra), che se voi scriverete arnia ^ e dalla letlera i to-
glierete via il punto , vi verrii fatto arma : e al contrario
se scriverete arma, e sopra la terza stanghetta della lettera
m metterete un punto, leggerete non piu arma, ma arnia.
Ora domando io : e eali cosa straiia che in un vecchio
Codice o siasi ommesso un punto, o se non ci fa oramesso,
non vi si scorga piu ? Nel testo a penna adoperatosi quando
fu impresso quel libro si lesse dunque arma in vece di
arnia, e cosi si stampo. Ma, direte voi: e perche stam-
possi arme e non arma ? Perche la voce arma e una di
quelle che da' grammatici sono denominate di doppia uscita,
e pero sta in arbitrio nostro lo scrivere o arma o arme ,
come a noi meglio aggi-ada. Qui dunque manifestamente si
vede e donde e derivato l' errore , e cio che dee farsi a
restituirvi la vera lezione ^ ed a conseguir questo non e
d' uopo d' altro che di attenersi al proprio giudizio.
Di questi en-ori da potersi emendare per congettura tro-
vasene uno d' una specie ail'atto nuova pressoche in tutle
le edizioni da me vedute della Manna dell' anima del P.
Segneri. Sotto il di 20 di giugno leggevisi verso il fine del
secondo paragrafo: « Tn di qual numero sei? cavi male
n dal bene, o dal bene male? " Qui senza dubbio e state
preso un abbaglio; esscndoche tanto vale il cavar male dal
bene , quanto il cavnr dal bene male ■■ e maravigliomi che
un error tale siasi lasciato in tante stampe senza che se
n' accorgano i correttori. E cosa evidcnte che il fallo deriva
dair essersi collocato fuori del luogo suo proprio 1' uno di
que' due dal, e che o il primo avrcbbe ad esser posto
^.12 V A U I K T A .
clavnntl alia voce male , o il sccondo davanti alia voce bene
Ncl primo modo si Icggerebbe : cart dal male bene, o dal
bene male? e nel secondo: ccni male dal bene, o bene ilal
male? e tanto nell' na niodo, quanto ncll'altro se ne ca-
verebbe un buoa senso. lone corressi lo sbaglio nell' edi-
zione parmense del Pnganino, la quale ha il merito di
cssere una delle piu accurate: ma esso era stato corretto
anche prima da Giacomo Monti in una bruttisslnia edi-
zione fattasene in Bologna da lui, la quale allora io non
conosceva, ed in cui m' avvenni posteriormente.
Or, poiche siamo in sul correggere per congettura, rai
cliiederete voi forse: in qual conto terresti tu un' opera
d' insigne scrittore, la quale a noi pervenuta malconcia e
corrotta quanto inai si puo dire , fosse stata di poi da
letterati non men gludiziosi die dotti corretta a forza di
cons;ettare, perche altramente non si poteva , con cio sia
die non si rinvenisse verun libro ne a penna, ne a stampa
abbastanza Imono, il quale potesse loro esser utile in cosi
diflicile impresa? Io terrei questa in quel conto medesimo
in cui si suol tenere un dipinto di Rafaele o del Correggio
il quale, danneggiato dall' ingiurie del tempo, sia stato di
poi ristorato egregiamente da mano maestra. Un' opera tale
non sarebbe per avventura del tuito quale usci dalla penna
deir autor suo : ma non lascerebbe per questo d' essere
ima cosa pregevole e bella. Or non pin, signer Sicca sti-
matissimo i die forse anche troppo vi avro nojato. Cara-
mcnte v' abbraccio , e m' offero a' vostri comandi.
Di Parma, 26 gingno i832.
Di voi , pregiat." signorc ,
\ Ob!)l.° ed aff." servitoic
Michele Colombo.
ETNOLOGIA.
Notiz'ie risgnnrdnnti i natii dclla Nuova-Gninea. — Dal Ma-
les!, gli abitanti delle grandi isole conosciute sotto la*vaga
denominaziono di Nuova-Guinea, chiamansi tanah papiiah,
( Papons ) od il popolo della terra a capclli increspati. Essi
li suppongono cannibali. Ora (cosi afierma il signor Gngl.
Marsden in una sua Blemoria letta alia 11. Societa Aslatica)
siccome l' antropofagia sussiste a Sumatra ed alia Nuova-
Zelanda,e probabile ch' cssa sia pure praticata in qualche
distretto della terra deTapo«5j cd a questo proposito egli
V A R I E T A . 410
riporta le segnentl circostanzc : 1\ Northumberland , nav'iglio
della coinpagnia dclle Indie, getto Tancora nel niarzo del
1783 in an scno che senibra essere la Baja delle acque
dolci del Danipier, a 2" 26' di ktitudine sad , sulla costa
della Papuasla. EgU dal libro di Lock, o giornale di bordo,
tuttora inedito , pote trarre quanto qui segue : Speditasi
una lancia per iscoprire una sorgente, il sao eqaipaggio
fa intimorito da un gran numero di natii sparsi sul lido,
e ritorno a bordo senz' aver toccato terra. Airindomaae
una seconda lancia fu spedita con varj doni pe' natii,
ma una parte del suo eqaipaggio venne tracidata. Dope
oltre a due anni tre niarinai del medesinio eqaipaggio, die
da' natii erausi riservati in vita senza recar loro alcun male,
furono dal suddetto naviglio tratti in liberta , e fecero al
capitano il segaente rapporto.
II La baja in cni entro il Northumberland , cblamasi dai
natarall Braou. I cadaveri de' trucidati marinai servirono
di pasto : ma nessano venne ucciso di coloro che furono
presi. I capi se li divisero per fame degli schiavi. I Fapous
mangiarono non meno i cadaveri dei uiorti in consegnenza
delle ferite , che degli uccisi ncU' azione. Costoro hanno
r abitudine di tagliarne a franimenti le membra , di farle
boUlre in vasi di terra : divorano poi cotali carni senza che
siano in alcun mode preparate o condite. Delle ossa co-
struiscono punte di frecce, giavellotti ed ami. I cranj ser-
vono di arnesi per contenere acqua. »
Da tali notizie risulta , essersi male apposti i filosofi
che pretescro di negare I' antropofagia: essi sostennero
un' idea assurda. La vendetta e pei popoli vicini alio stato
di natura il primo bisogno del lor istinto animale. Ora ne'
pill minuti racconti degli antichi viaggiatori , in Marco
Polo per gl' Indian!, in Tlicvet per gli abitanti del Brasile
ed in niille altri vedesi che T antropofagia e an costume
primordiaJe : affermar anzi possiamo che questa terribile
sete di vendetta e il primario bisogno a soddisfirsi per un
guerriero della Nuova-Zelanda e che essa 6 quotidlana.
I Pcipous f al dire de' prigionieri europei , abbondano
sommaniente di un pane, cli' essi chiamano toyo: si nu-
triscono di pcsce , di larvc di insetti,e mangiano persino
i pidocchi della loro testa. L'acqua che bevono c rossastra:
il lor liquorc piu favorito e il toddy, o vino di palma.
II pacsc e popoloso, scbbeae ogni popolazione si dia ad
414 VARIF. TA.
una gueiTa la piu accannita coU'lntento di fare degli schiavl.
La loro rcligione tienc qualclie cosa dell' islamismo; la
loro lingua e la malcse. I Papous delle coste obbediscono
ad uu radja. ( Trans. dcUa Rcale Socieid Asiatica , vol. 3 ,
part. 1." pag. laS. )
Esposizione del prodottl delV industria e degli oggetti
di Belle Arti de rcgj Stati del Piemonte.
11 Piemonte , comeche ferace d' ingegni ad ognl bell' arte
attissimi , vantare non pote per lungo tempo quella suc-
cessione d' insigiii artefici di cui vanno fastosi gli altri
paesi d' Italia. Imperocche questo paese, siccome il Lanzi
osserva « per la sua situazione e paese guerriero^ e se
ha il merito d'avere al resto d' Italia piotetto T ozio ne-
cessario per le belle arti , ha lo svantaggio di non aver
niai potuto proteggerlo durevolmente a se stesso. » Non-
dimeno la R. Casa di Savoja sino dal risorgere dell' arti
invito ed accolse alia sua corte se non i grandi maestri
die nelle varie scuole della penisola fiorivano , almeno i
primi loro allievi, e sparse per tal modo i germi die piii
tardi prosperameute fiuttarono. Che gia al prlncipiare del
secolo XVII era in Torino una rlcca coUezione di pitture
e disegni, alia cui custodia presedeva un pittore di corte,
ed a cui attignere poteano i giovani studiosi -, e gia sino
dal 1 652 i professor! delle bell' arti in Torino cominciato
aveano a costituirsi in una societa ch' ebbe il nome da
S. Luca , e die poscia quello assunse di Accademia Tori-
nesc. Essa venne poi nel 1736 ridotta a miglior forma
e a tutte le arti del disegno estesa, sotto la direzione del
torinese Claudio Beaumont, pittore di bella rlnomanza:
da queir epoca prese il titolo di Reale Accademia. Ebbe
qulndi nuovi e piii provvidi regolamenti nel 1778, e merce
delle benefiche cure di que' Regnanti accrescluta di pro-
fessor! , di stipendj , d' ajuti d' ogni genere , gareggia og-
gimai colle plu famose d' Italia. "La pittura , dice lo stesso
celebre scrittorc della storia nostra plttorica, la pittura
oggldi da ])elle produzioni in Torino quante, dopo Roma,
in non molte capltali d' Italia •, Tardiltettura , la statuaria ,
la maestria in bronzi, quante in podiissime. "
Ma siccome a risvcgliarc gl' ingegni c ad acccndeic
Temulazione, vero fomiie d' ogni hello opcrare, nulla piu
V A R I E T A*. 4l5
giova , (juanlo iiii solciine pubblico concorso ia cnl esposte
veggansi le piii pregiabili produzioni de" nostri simili, del
quale, diremnio quasi, nobile artifizio ci diedero il primo
esempio i Greci, in ogni geiiere dMstituzione maestri: cosi
?a Sacra Maesta del Re Carlo Felice saggiamente ordinate
avea che ogni terz'anno, al ricorrere del 20 maggio, epoca
a' buoni Piemontesi carissiaia, in cni il Re Vittorio Ema-
nuele^ correndo il 18 14, restituito a tulti i suoi popoli
rientro in Torino, avesse luogo nelle sale del R. Castello
del Valentino una generale esposizione dei prodotti d' in-
dustria de' R. Stati , ingiugnendo altrcsi che ad accrescerne
rornamcnto ammessi pure vi fossero gli oggetti di belle arti.
Tale esposizione avvcnne per la prima volta nel maggio
del 1829: e I'esito dimostro quanto provvido stato fosse
il regio divisamento , e quanto gli Stati del Piemonte ab-
bondassero di begli ingegni in ogni genera di produzioni.
La beneiica instituzione ebbe nuovi e splendidi incoraggia-
nicnti dal regnante Carlo Alberto, emulatore delle virtii di
Carlo Felice : talmcnte clie nell' esposizione dello scorso
maggio apparvero in chiarissima luce i progressi che le
arti e meccaniche e liljerali fatto aveano nel primo passato
triennio. Vuolsi pero qui aggiugnere che il principal pro-
motore di si saggia istituzione l"u il sig. marcliese Agostino
Lascaris di Yentimiglia , vicepresidente della R. Camera,
e personaggio ragguardevolissimo non pe' suoi natali sol-
tanto, discendendo egli, siccome e fama, da quel Lascaris
che annoverato leggiaiiio tra gli augusti bizantini , ma an-
cora per ingegno , per coltura , per gli onori , de' quali
trovasi nieritamente insignito, e per le multiplici e cospi-
cue cariche che sono a lui alfidatc. Ne egli solamente collo
zelo o col solo consiglio favorisce tale istituzione, ma bea
anco colla privata sua muniiicenza la promove ed alimenta.
L' esposizione, siccome gia acceunato abbiamo, risguarda
specialmente gli oggetti d' industria , e solo per questi de-
stinati sono i preuij , consistenti in medaglie d'oro, d' ar-
gento e di rame. Le arti belle non vi servono dunque che
d' ornamento e decoro. Dee pero notarsi che di esse ancora
ci ha una particolare esposizione con concorsi a preroj
nelle scuole di quella florida Accademia (i). Se non che in
(l) Di gvande sufsidio saia ai cultori delle aiti del disegno in
Torino la doviziusa R. Gallcria^ reaa juiLblica dalle patcrne cure
4l6 V A R I E T a'.
qnesta gcnorale e piu soloiiue esposizlonc Ic nrtl belle
appajono in tutta la loro piii niagnlfica pompa, c faiino
colle art! d' industria ora nn contrasto curioso, oi- uii gra-
dcvole accordo. Gli oggetti delP aitl c meccanichc e libe-
ral! che coiiiparvei'o nell' esposizione dello scorso niaggio
trovansi aiiiiunziati in un catalogo iinpresso a Torino coi
tipi Chirio e JMina , in 8." Semplicissima ne e la descri-
zione, cpianto bastar potea per la retta conoscenza degli
oggetti; percio non corredata di critiche o d'osservazioni,
onde pill libero ne fosse il gludizio od il sentiinento degli
studiosi e degli spettatorl. Nondimeno le descrizioni degli
oggetti d' arti belle sono talvolta ravvivate da brani poetici
ingegnosamente scelti e adatti a chiarirne la composizlone.
Non ci soU'ermeremo su' moltissimi oggetti d' inditstria ,
de' quali prcsentare noa potremmo clie una nuda nomen-
clatura , essend' eglino di condizione si fatta , che averli
converrebbe sotto gli occlu , quando si volessero partita-
niente descrivere. Solo aggiugnerenio che degni special-
iiiente di attenzione ci sono sembrati i.° due fogli di stampa
eseguita colla macchina inglese , attitalmente in iiso nella
tipografia del sig. Giuseppe Pomba in Torino: il foglio piu
grande e stampato in due volte , il piii piccolo in una
volta sola da ambedue le parti: se ne stampano dieci fogli
in ogni minuto ; 2.° varj oggetti, cioe vasi, piatti , tazze
e simili di porcellana, alcuni de' quali riccamente dorati,
altrl diplnti a paesaggi , della fabljrica de' signori Dorth ,
Richard e comp. in Torino; 3." un Musicografo del signer
Maseru , ossia una maccliina fatta a guisa di piano-forte ,
colla quale tutto cio che si suona , rimane scritto ncl tempo
stessoi e la musica cosi scritta si ripete per mezzo del
sottoposto pantofano, dal quale ripetesi ben anc'ic qualsi-
voglia altra composizione muslcale.
Una particolarita che brameremmo di vedcre pienamente
adottata anche nel!e nostre esposizioni, si e quella che
ravvisammo negli osgetti commestilnli , che si iinportanti
di S. ]>I. Cailo Alberto, alia fonnazione e direzioiic tiella quale
fu non ha guar! nominato il signer niarcliese Roberto d'Azeglio
( fratello del cavalieve , di cui nniniirati ajibiaaio 1' annc; scorso
neir esposizione di Brera i bei diplnti) ed uomo quant'' aliri niai
cortese e gentile , delle arti poi iutellii^eiatissiiuo e degli artelici
favoreggiatore esluiio.
V A R I E T A*. 41^
sono per la domestica economia , e nella numerosa colle-
zione cU alberi , arbusti e piante tanto usuali , quanto di
lusso , esotiche, ed ora fatte o clie vanno facendosi indi-
gene. Tale collezione appariva vagamente disposta nel cor-
tile. Tra' cominestibili poi distinguevansi farine di patate,
agriimi , confetti d' ogni specie, biscottini di Novara , un
forniaggio dell' aipe detto gniyere , ecc.
Un bel campo ci si aprirebbe in cui lietamente discor-
rere , degli oggetti di belle arti ragionando , se cio dalla
condizione di questo giornale ci fosse permesso. Pero noa
faremo che accennarne alcuni tra que' molti che ci parvero
meritevoli di particolare attenzione. Nella quale nostra di-
samina non ci dipartiremo dalla pratica da noi altre volte
usata : esporremo cioe non un giudizio da maestri, che a
tanto non agogniamo , ma l' impressione hensi che tali
oggetti lasciarono nel pubblico ; giovandoci dalle osserva-
zioni che senza spirito di parti o prevenzione facevansi a
mano a mano dai piu colli spettatori , e ad un tempo
ben guardandoci da quelle soverchie lodi , le quali se dal-
r una parte lusingano Tamor proprio de'meno assennati
artefici, dall'altra infastidiscono il lettore, die in esse rav-
visa una putente mendicata adulazlone: sistenia a' di nostri
sciaguratamente in trod otto.
II sig. Pietro Rigliini espose quattro dipinture, cioe due
paesi di grande dimensione, eseguiti per la Galleria reale,
una piccola marina pel sig. marciiese Falletti di Barolo , e
la Vittoria dall' esercito Piemontese riportata sotto gli ordini
del generalc Colli , contra de' Francesi . ai posti di Raus ,
d'Autione, ecc, il la giugno I7<)3 , gran quadro ad olio
pel signor marchese Lascaris di Ventimiglia. Si noto che
questo pittore fece rapidi progressi dalla passata a que-
st'altra esposizione, avend' egli nelie sue time acquistata
forza maggiore. Yedere non si potrebbero acque piu al
vero coiifornii , cieli piu belli, maggior varieta nelle fra-
sche. Le sue ligure sono piene di brio; gli animali vi appa-
jono ritratii con naturalezza non comune. Ma questo dipinto
produrrebbe un effetto ancor piii grande, se negli animali
stessl non meno die nelle altre ligure si ravvisasse un po'
pill di lucidezza. Questo giovane pittore ail un si distinto
inerito accoppia una niodostia sinG;oIarc. Sarebbe a brauiarsi
che la sovrana munilicenza supplendo nlia scarsezza del
mezzi di lui lo ponesse in istato di passare a Roma ed
Bibl. ItaL T. LXVL -2^
41 8 v A n 1 E T a'.
ivi perfezionarsi stutliando 1 Claiulio di Lorena eil i Pous-
sin. Noa tomiamo di andarne errati afl'ennando cli' egli di
ritorno poi in patria contraslerebbe a' suoi erauli la palina
in questo genere di pittura.
Francesco Mensi d''Alessandria si distinse per dne di-
pinti grandi al vero , cioe un'Agar nel deserto ed il ri-
tratto della signora contessa Caselli con una hambina. Que-
st'ultimo gia stato era esposto a Firenze , ove riscosse gli
applausi d'ogni colta persona. II Mensi nel iSaS concorse
alia R. Accadeniia pel posto di pensionario a Roma. Non
r ottenne , ed altro giovane eblie su lui la preminenza.
TSeW ultima esposizlone i lavori del competitore vennero
per universale consenso giudicati di gran lunga inferior! a
qnelli del Mensi : prova non diibbia clie o gli Accademici
scelti a gindicare non si attennero alia debita imparzialit.a,
o quest" ultimo, forse per soverchia timidezza, si smarri
nel cimento.
II cav. Ferdlnando Storello , torinese, ma resldente a
Parigi, trasmise un gran paese tratto dal vero ne' monti
Pirenei. Se qnesto non e il piii bel lavoro di lui, e
per lo meno uno de' migliori che usciti siano daila mano
sua. "Vi si ravvisa il fare salvatoresco ed una felice imita-
zione del Ruisdaal nelle cascate d' acqua. Esso foriuar po-
trebbe non ignobile ornamento nella R. Galleria.
II cav. Ferdinando Cavalleri, torinese, ma residente a
Roma, ed ivi direttore de' pensionarj sardi, trasmise I'ef-
figie d'una giovane d'Albano, piii di mezza figura , di
grandezza naturale, vestita alia foggia di quel paese. Qnesta
dipintnra produsse un vero incantesimo per I'azione in
ciii la giovane e presentata e per la naturalezza die spira
dalla testa di lei. Con ispirito e diligenza condotti sono
gli abiti e gli accessor] tutti. Quest' opera fu eseguita per
ordine di S. M. il Re Carlo Alberto, il quale prima an-
che di ascendere al trono sussidiato avea di mezzi il gio-
vane pittore : asceso al trono , beneiicarlo voile con una
generosa pensione di fr. 4000.
Un bel quadro nel genere del Domenicbino per la com-
posizione delle figure, e del Poussin per il pacsaggio fu
presentato, ad esposizione gia inoltrata , dal signor Fietro
Ayres di Savigliano. Esso rappresenta il Divin Maestro die
accoglie i bambini giusta quel passo del Vangelo : iimite
panulos venire ad nw : dipinto ad oho per coniinissione
V A R I E T A . ^ I ()
del signor marcliese Falletti cU Barolo, coa figure niinori
di an quarto del vero: coinposizloae ben ordiaata, jnu-
tiai pieai di grazia, teste ed estremita dipinte coa garljo,
nulla d" esagerato, buon colorito. Solo bramato sarebbebi
un maggior numero di figliuolettl, e c!ie si vedesse loro
quasi iuipedito il passo per giugnere al Redentore, sicconie
porta i'evangelico testo. L'Ayres e forse il piu insigae
tra'' pittorl clie in Torino distinguansi e le sue* opere fare
potrebbero di se inostra nobilissima anclie nelle esposizioni
di altre cospicue citia d' Italia.
Se non il primo, uno certaincnte de' migliori dilettanti
pieniontesi e il sig. niarchese Roberto Zapparelli d'Azeglio.
Egli espose alcuni ritratti, tra"* qua U prinieggia quello di
sua consorte, nella dimensione in cui solevansi dipignere
da Gerardo Douw, alia cui finitezza gia molto il sig. niar-
chese accostasi. Presento ancora una sceua tratta dalla no-
vella Maria e Tonlotto del conte Cesare Balbo , ed un quadro
di storia, il conte Camiagnola condotto a morle. L' azione
di quest' ultimo dipinto e jiresa dal momento, in cui il
Carmagiiola raccomanda la moglie e la figlia al duca Gon-
raga. 11 pittore attenendosi all'esempio dell' Hayez dipartk
dalla verita storica colT introdurvi troppa luce, nientre noa
ignorasi clie il Caruiagnola fu decapitato al sorgere della
notte. Con una niaggiore oscurita dato sarebbesi alia scena
un tuono piu lugubre e piu coiumo\ente. Per tal modo
divenute sarebbero piu opaclie le sfarzose vesti di alcuni
de' circostanti attori ; la quale avvertenza tanto piu impor-
tava . quanto cbe la moglie e la figlia del Conte appajono
forse con troppa ricc'hezza vestite per quella si luttuosa e
si terrlliile circostanza. Bla quanti bei pregi si possono a
cotale nienda opjtorre ? Una savia e ben ragionata couipo-
sizlone ad onta d' una niohitudine di figure : sonima es[)res-
sione in ogni testa, ed in tutti gli atteggiamenti , fra" quali
deguissimo e di particolare attenzione quello del Conte,
della sua consorte e del Doge: un uiirabile colorito, un' inii-
tazione vera d' ogni oggeito, una esiiuia correzione nel di-
segno. Nondimeno ci senibra die Tin gusto ancor piii grande
e nii:;liore armonia e soavita si ravvisi nel quadro di Maria
e Toidouo ; quadro di genere, 1' unlco die esposto siasi di
51 fatta natura, ma di soninio effetto.
Tl sig. marcliese Ferdinando di Breiue, erede delPingegno
e delle virtii dell'ilhistre suo genitore i! conte di Sartirana,
420 V A n 1 E T A .
nome non ignoto ncUa patria nostra . espose tre clipintnre ,
tra le qiuili degnlssinia di particolare attenzione senibro
una cascata d'acijna al momento in cui 11 sole tramonta
dietro le montagne , e tuttora illuinina con debole luce le
vicine Iialze ed il punto da cui disceade.
Fra le diverse ojiere del sig. conte Gesare di Benevello
due specialmente distinguevansi: un leoncino softocato dal
serpente Boa, dalle cui enonni spire tenta invano di svol-
gersi, dipinto a olio, grande al vero , con bell' elFetto di
neliljja f, ed nn gran paese parimente ad olio, rappresen-
tante Morton die gnidato da paggi va in traccia di Burley
presso la caverna di Linklater. L' azione e tratta dal ro-
iiianzo di Gualtiero Scott , i Paritani di Scozia. Se questo
nol)ile artlsta frenar sapesse la fervida sua imaginazione, e
condurre le opere sue con maggiore diligenza , teniam per
certo che divcnir potreblje somuio specialmente nel genere
de' paesaggi animati da episodj o da storici avvenimenti.
Lo scultore Carlo Canigia , d'Alessandria , residente in
Roma e discepolo del Finelli , niando una copia in maruio
della Maddalena del Canova , eseguita per ordine del sig.
niarchese Lascaris. II modo lodevolissimo, di cui egli ha
dato prova con quest' opera , lascio un vivo desiderio per-
che da copista divenga scultore originale.
Le opere del cavaliere Migliara , desso ancora Alessan-
drino . far pure doveano di se bellissima apparizione; e
la fecero eminentemente. Fra le altre attraeva in particolar
modo gli sguardi del pubblico quella rappresentante i le-
gati del concilio di Basilea nell' atto che presentano ad
Amedeo VIII 11 decreto , con cui questi e eletto alia cat-
tedra di Pietro : dipinto ad olio, per ordine di S. M. il
Re Carlo Alberto che co'' modi i piix onorevoli gli attesto
pill d' una volta 11 sovrano suo aggradimento. La M. S.
gli confer! poscia la Croce del Merito civile con un' annixa
pensione di fr. 6oo. Anche la figliuola di lui Teodohnda
espose nn quadretto prospettico ad olio, rappresentante la
ducliessa della Valliere nel convento di Chaillot, per com-
missione del sig. B. Ferrero. Gli elogi che se ne udivano,
nascere fanno In noi il desiderio clie 1" egregia giovinetta
ernare pur voglia di qualclie sua opera la prossima esposi-
yione in questo I. K. Palazzo delle arti e delle sclenze.
II sig. proiessore Gio. Battista Biscarra , primo pittore
di S. M. , fra le altre sue opere espose un gran quadro ad
VA.KltTA. 42 1
olio con figure piu grninU del vero. Esso rapprpsenta
Acliille in Sclro : pregevole coniposizione con bel disegno
e con buon colonto speclalmeute in alcuni griippi i ma die
lascLa qualche cosa a desiderare nelle attitudini : le teste
non tutto presentano quel bello ideale che proprio era
de" Greci.
Ottimo divisamento fa quello di esporre dne dipinture
del torinese Francesco Barrera morto nel 1785. Questo
pittore poco conosciuto anche in patria , ben uieritava
d'esserlo. Cio appuuto si ottenne coll' esposizione di due
suoi quadri , rappresentanti, Tuno Enea, Didone ed Asca-
nio , niezze figure di grandezza naturale ad olio , e Taltro
Enea, Didone ed Acate, dipinto come sopra , appartenenti
ambidne al sig. avvocato Antonio Gattino. Egli elibe a
maestri il Battonl ed il Mengs , e In quest! due quadri
scorgesi il fare dell' uno e delF altro , massinie nel colorito:
quanto pero al disegno ed all' espressione studiavasi d' i-
niitare Guido e Carlo Dolci.
La sig. contessa Ottavia Masino di Monibello esposc
varie opere , tra le quali primeggiava un quadro rappre-
sentante Erminia che assistita da Vafrino fascia le ferite
di Tancredi, figure grandi al vero, dipinto ad olio. Questo
quadro se e quel mcdesimo die dalla nobile pittrice fn
nel 1839 inviato al concorso di Milano, convien dire clie
da lei stato sia in piii parti corretto e migliorato : tanie
sono le lodi che ora ne ottenne ! Questa dania occupa a
buon diriito il primato fra le piemontesi dilettanti (i).
Dal sig. Gioachino Serangeli romano, professore nell'Ac-
cademia torinese , fu esposta una Carita Romana , quadro
ad olio con figure grandi al vero. Quest' opera fu da hii
eseguita , gia sono alcuni anni, per ordine di S. M. il Re
Carlo Felice. Vi si scorge la maniera del Serangeli, gi.a in
Milano per altre sue oj^ere conosciuta , la quale risentcsi
sempre dello stile del francese suo maestro, il celebre
David.
II sig. Michele Cusa, regio pensionario a Roma, trasmise
una sua copia del dipinto di KatVael'.o, la Deposizione nel
(l) Fra le diletfaiiti fece pui-c onorevoli; couiparsa la sic,. Bianca
Moyon , nata Milesi, gia nostra coucittaiUna , e da qualolie aniio
fattasi gpQOvese jier fclici nozze. Ella es)iosp due fpiadri ad olio :
il ritrattn del cav. Alberto Nota , e qiu-llo del defunto attore
Francesco RisUetti. nie^ze fiiiiu'e, si"'iiidi al vero.
4^2.2 V A R I E T A .
Sepolcro , die conservasl nel palazzo Borghesl. Essa e
grande come I'originalei tliscgnata poi beuissiino, e dipinta
con tiiite clie a iiiaraviglia iiiiitano la vetusta di quelle del
suo ti|50 : piacqne sommameiite.
II cavaliere Gio. Battista De-Guljernatis , die ai pregi
di profoiido economista , e di letterato in ogni genere di
belle discipline distintissiino , accoppia quello ancora di
esimio artista, presento nicuni suoi disegni ad acqiierello ;
tra' quali specialmente qnattro attrassero la puljljlica ainini-
razione, estratti dal suo portafoglio di un viaggio all" Oro-
pa, a Varallo ed alia strada del Sempione.'E qui hello e
ii ranimentare die quest' egregio cavaliere dopo d'aver so-
stenute lumiuose cariclie, e di si fatta natura die mcrce di
esse era cosa agevole Taccumular ricchezze, non usci inai
dalle angustie del niodestissimo suo patrimonio. Conosciuto
da tutti pel suo ingeguo, e per la sapienza e integriia sua
ottenne Tanno scorso il piii nobile guiderdone di tanta
virtix : fu insignlto dell' ordine de' SS. Maurizio e Lazzaro
e di quello del merito civile, e fu inoltre addetto all' au-
gusta persona del Re coll' incarico di ardiivista segreto.
II sordo-muto Pietro Mosca di Rosazza ( prov. di Biella)
trasmise da Roma un gran quadro ad olio con figure grandi
al vero , rappresentante IMassinissa ferito alia battaglia di
Clipjiea: una copia del gruppo superiore della IMadonna
di Foligno, opera di Raffaello , fu pure trasmessa dalla
stessa citta da Andrea Miglio pensionato dal collegio Caccia.
Queste due opere ci danno il piu lieto presagio di cio die
nn giorno i due giovani artistl divenire potrebbero.
Fra i non podii ritratti esposti dal sig. Aureliano Mossotti
di Novara , allievo , come lo e pure il Mensi , del profes-
sore Benvenuti, altissime lodi riscosse quello i-appresentante
r cffii^ie deir ingpgnere Antonio Melcbioni, per la rassomi-
glianza, pel colorlto, e per la non coinuae naturalezza
deir atteggiamento.
Col saggio da noi qui riferito intorno alia torinese espo-
slzione ci sembra che i leggitori nostri potranno formarsi
una convenevole idea de' progressi die le belle arti vanno
facendo ne* regj Stati del Piemonte. Ma fra le tante e mol-
tiplici opere bellissimo era a vedersi il corredo de' lavori
che presentati furono dalla numerosa scliiera di nobili di-
lettanti. Ciie la cultura dell' arti belle gran pregio aggiugne
certamente ai natali ed alle dovizie, e turpissima cosa e
V A R I E T a'. 423
r impoltronire tra gli agi e la volutta; nobilissima il vla-
cere 1' ozio maneggiaado la matita ed il penaello.
L'afBiienza degU spettatorl fa sino all' ultimo giorno graii-
dissiina. L' esposizione venne per ben due volte onorata
dalla presenza del reguante Carlo Alberto, e due volte lo
fii pure dai principi dell' aui;usta di lui casa. La Maesta
Sua e gli altri Principi ancora degnaronsi di inanifestare
la piena loro compiacenza e d'animare gli arteiici coa
ogni genera d'incoraggiamenti.
P 0 L E M I C A .
Osservazioni siilla Risposta del sig. Isacco Reggio inserita
neW AppewUce della Gazzetca di Milano , n." 170 intorno al-
t esame fatto dalla Biblioteca Jtaliana dell' opera inlilolata :
Versione poetica eseguita sidl' original testo ebraico, ecc. — Se
la lode , perche uon degenerl in adulazione , debb' essere
col vero couibinata ; 1' elogio da noi fatto alia Versione
poetica d' Isaia del sig. Isacco Reggio non puo essere al-
trimentl sospetto per alcune mende die creduto abbiamo
di dover in essa censurare. Pero 1' autore avrebbe dovuto
riconoscere la sincerita del nostro esame anziche contro di
noi corrucclarsi in modo, che ci lascia in forse, se ritrat-
tare da noi delibansi le lodi piattosto die le censure.
INIa intatto rinianga come trovasi il nostro esame ; giacche
ne confutato, ne intlebolito venne dalla risposta, o direm
raeglio dalla prolissa lamentazione che 1' autore verso da ua
animo stranamente esacerbato. Per lo che abbiamo anzi un
motivo di attribulre ad una tal quale inavvertenza e non
gia a mala fede le inesatte di lui citazioni. E primieramente
egli ci fa dire in termini assolati : che nelle versioni dei
profeii la poesia non pub avere un esito cosi felice come la
prosa. Questa proposizione nel nostro articolo si trova tem-
perata cosi: " Se lecito ci fosse argomentare dall' indole
di questa versione, saremmo costretti a confessare che la
poesia ecc. " Donde ognun vede , che nulla si detrae al ine-
rito delle altre poetiche versioni , che furono pubblicate
dei Salmi, e masslme dei Treni , della Cantica e del libro
di Giobbe. Per altro queste luedesime versioni ( che piu
propriamente si chiamerebljero parafrasi) servono pure a
comprovare sotto un generale aspetto la nostra tesi ; pe-
rocche esse tutti gl' indizj ci rappresentano di quella li-
berta, di cui la poesia non puo far senza , e la quale non
424 V A n I n T a'.
hene si associa colla fedele e scrupolosa csattezza di una
semplice versione.
L'aiUore si lagaa e nello stesso tempo fa le maraviglie,
perclie sopra il siio collo porre si voglia uii duro giogo di
scliiavitu, siccomc rilevar ciede dalle segueiiti parole: « Que-
sta impresa ( di svolgere letteralnienie il testo oiiginale )
avrehbe avuto un esito piii felice , sc il traduttore si fosse
attenuto all! aiuorita di S. Girolamo , hi cui K'er.uoiie facilita
la retta imdligeiiza del teslo originale. » Ma noi lo rimande-
remo al citato articolo piegandolo ad esaminarlo con occliio
piu lucido e piit tranqnilio ; c!ie dolce gli sara e piu granule
la niaraviglia in leggendo il peasiero nostro cosl conceputo :
« Ma Tardua impresa a cui si accinse avrebbe avuto un
esito assai piu felice, se non di rado si fosse attenuto al-
1' autorita di quel niedesimi interpreti e massime di San
Girolamo , Ja cui versione , fatta ( meglio forse detto sa-
rebbesi esaminata ) sul testo ebreo , puo alle cognizioni
delle liugue bibliclie e delle antichita giudaicbe aggiungere
un altro efllcace sussidio , onde facilitare la retta intelli-
genza del testo originale. >>
E in cio convengono non i cattolici soltanto, ma i pro-
testanti ancora. Per questa ragione appunto 1" eruditissimo
Rosenmiiller non lia alcima dillicolta di premettere al suo
commentario d' Isaia un proemio col titolo: iVoti£/a mferpre-
tuni , quibus in hac vaticinioruni Isuice explicatioiie usi swnus.
Sicconie poi Tautore si adonta nel vedere preferita alia
sua poetica la prosaica versione di S. Girolamo 1, credianio
far cosa grata al lettore col riferire il giudizio die il ci-
tato protestante fece in lode di questa versione, giudizio
che non puo essere certamente sospetto: « Queniadiiioduni
inter graecos sacri ordlnis Patres Origenes, ita inter latinos
Hieronymus princeps fuit sacrae Scriptures interpres. Quum
enim linguarum liebraste, clialdeaj, grecas et laiinee peritus
asset, interpretationibus grwcis , quae in Origenis Hexaplis
erant, uteretur, eruditos Judajos consuleret , graecorum
latinorunique scriptorum commentarios legeret, iis sane
subsidiis instructus erat ( il senso di queste parole e pie-
namentc conforme al nostro articolo ) , quae ad codiceni
divJnum rite explanandum necessaria sunt Nemo
tamen facile existimabit, eum vltiorum cxtitisse expertem. "
Quest' ultime parole furono da noi riferite onde togliere
d' inganno il lettore , se uiai dalla risposta al nostro esaiue
V A R I E T a'. 425
inJotto si fosse a credere, clie il cardinal Bellarmino eel
il Papa Cleinente YIII non abliiano aviito in grande stima
la Volj;ata. E qui lia giustanicnte luogo la nostra maravi-
glia ncl vedere, die I'auiore della Risposta a proposito del
mcrilo mlrinseco dclla Vulgata adduce soltanto alcune osser-
vazioni dello stesso Bellarmino e del Papa Cleniente sii
gli errori ( accidental! jjero e non toccanti la regola della
lede e de' costumi ) di cui essa pure non va scevera.
Finalmente la Risposta del signor Reggio cl oflre nuovi
e Ijelllssiini principj eniienentici , tra' qnali nierita tutta la
nostra animirazione il segnente: die la Versione ed il Testo
ebniico nun sono la medesinia cosu. Noi siamo grati all'autore
per la scoperta di questa verita ; e in segno della nostra
gratitudine gli farenio piir uota un' altra verita, cioe: clie
r espressione della Volgata conviene perfettamente con
quella del sacro Testo nei Inoghi da noi citati, trattone
uno o due passi, clie parimente riportanuno: giacclie non
fu nostro divisaniento di preferire la Volgata al testo ori-
ginario, o di fame uu pieno coufronio, o molto meno
di conlondere Tuna colfaltro, siccome P autore vorrebbe
far credere a quelle persone clie per avventnra letto non
avessero il nostro articolo. Imperocche maravigliarci noa
dobbiaino se elleno leggendo la sola risposta da lui inse-
rita nella Gazzetta , non si diano alcuna pena di confron-
tarla colle nostre osservazioni , col solo mezzo del quale
confronto venire potrebbero alia cognizione della verita ,
V unica scorta del nostro esarae,
Del resto noi bramato avremmo che il signor Reggio
fatto si fosse a rispondere a mano a mano e direttamente
alle censure da noi fatte ne' varj brani della sua versione,
e specialniente a quelle clie risguardano il cap. Sa, v. 9
e 10 delle profezie d' Isaia , e piii ancora a quelle sul
V. 14 del cap. 7, e sul v. 20 del cap. 8 dello stesso
profeta. E quanto al suddetto verso 14 del capo 7, noi
ci appelliaino alia sua vasta erudizione ebraistica per deci-
dere se trovisi interprete alcuno clie ne' sei luoglii ( e non
crediamo di piii) di tutto il vecchio Testamento ne' quail
e adoperata la voce halmd , non osponga quella voce jier
vergine propriamente detta, e se quindi la sua interpretazio-
ne non sia veramente talmudica : ci appelliamo poi alia sua
logica per riconoscere se tale non sia il contesto del passo
protetico; e questa logica siauio noa meuo costretti a J
^2C) V A R I E T .V'.
invocarla, la clove egli con una astrazione troppo annto-
mica sembra dividere la predizione sacra dal siio adempi-
ineuto.
MEDICIKA.
Cholera morbus.
II Cholera morbus, di S. Petit-Senn. Ginevra , i83i. —
Non ci ba dubbio che cogii scritti finora pubblicati sul
clwlera , (ave potrebbesi un ben grosso volume , un volnme
simile a cjuelli in foglio che un tempo costruivansi d' im-
niane peso: cbe se le cose vanno cosi progredendo, non
nndera gnari cbe i libri sn quest' argomento empiranno
lino de' piu ampli scafFali delle publilicbe biljlioteche. Ma
convien pur dirlo, noi avremn\o per tal modo una l)en
triste coUezione d'ancor piu tristi volumi. II signor Petit-
Senn, fra tante pagine lugubri ba creduto bene d' inserire
alcuni versi , i quali produrranno in esse, se cosi vuoisi ,
quasi 1' efFetto d'un'oa5i nel mezzo di un immenso ed ando
deserto. In que' versi pero non incontransi ne bisuniti, ne
canfore, ne salassi , ne alcun' altre di siffatte cose; ma e
forse questo il loro piu gran difetto, almeno se si risguar-
di al bnon esito del libro. A' di nostri , ed ella e cosa ben
naturale, al solo spaventevole nome di cholera, le sbigottite
menti aspettansi qualcbe specifico, od una nuova ricetta
cbe possa finalmente ammettersi come Tunica o la piii sa-
Intevole: a clo solo esse tendono e sospirano. Noi siamo
qnindi d' avviso clie se il signor Petit-Senn ne avesse
pubblicata alcuna o buona o cattica , avrebli' egli certa-
mente incontrato un maggior numero di lettori.
Ma neir annunziare quest' opera vogliamo per le suddette
ragioni i leggitori nostri avvertire die non piii ritorneremo
sul tristissimo argomento del diolera ; almeno finclie non
ci si presenti qualcbe produzione cbe sulle altre eminen-
temente si distingua, o cbe ci faccia il si desiderato dono
di uno specifico o d' un rimedio, coiruso del quale svanir
possa ogni nostro timore.
TECNOLOGIA.
Tipo^rnfta inglese. — II libro cbe stato sia giammai im-
presso nella piii grande dimensione, apparira a Londra
in quest' anno. Esso ba per titolo: Panteone degU Eroi in-
gleii. Ogni pagina avra quatlro tese di altezza e due di
V A R 1 E T A . 427
Iar<^liezza : 1 caratterl avraiino la climensione 11*1111 mezzo
jjiede. La stainpa di quest' opera veranieate gigantesca si
ese£;ulsce col mezzo d'una inacchina a vapore: ed in vece
clell'iachlostro nero si adopera una vernice d'oro. Non se ne
imprinieranno die solo cento esemplarii e questi destinati
sono a servire d'ornamento alle principali Biblioteclie del-
r Inghilterra {Mem. encycl. — Le Temps, a 8 ftvr, 182a).
BIBLIOGRAFIA.
Semhra clie 1' istruzione vada vie piu estendendosi verso
le regioni polari. Abbiamo altre volte avvertito die 1' Islanda
fu letterata ad nn' epoca , in cui TEuropa usciva appena
dalla barbarie : era tutto si tenta per ricondurvi il gusto
degli studj. La biblioteca di Reclceaveck possede 5,i2()
volunii die posti sono a disposizione del pubbllco. Ad
Olgord , nella parte settentrionale dell'isola, si sono riu-
niti 858 voluini. A Tliorsbaun, in una delle isole del Fe-
ro, la pubblica biI)lioteca conta gia 1,678 volumi. Final-
niente il tristisslmo paese del Greenland non sara piii del
tutto sprovveduto delie consolazioni della lettnra : vi si e
date prlncipio ad una piccola collezione di libri. II signor
Giorgio jMackenzie vi ha fatto i primi doni, a'quali il Re
della Daniaiarca ha poscia aggiunti 55 volumi; il catalogo
ne annovera in tutto 82, cio die non e poco per un tal
paese;, moltissimo poi per coloro die lo visitano. Non sa-
rebbe cosa d'ogni interesse priva I'avere la nota delle opere
riguardate come utili per sino negli estremi limiti del mondo
abitabile {Edimb. journal of natur and geograph science').
R. GiBONi, F. Carlini, I. FvMAGALLT c G. Brvgnatellt ,
direttori ed editori.
Fubbllcato 11 di a6 luglio iSSa.
Milano f dull' I, R. Stamperia.
4i8
I N D I C E
delle materie contouutr in qiLcsto tomo LXVf.
PARTE I.
LETTERATURA ED ARTI LIBERALI.
IrjL emorie spettanti alia Storia della Calcografin , tli
L. Cicognara (2.° ed ultimo estratto). Carte da giuo-
co , Utografia e siderografia pJig- 3
Opere di A. MeneghelU " 16
Dell' origine , progressi e stato attnalc di ogni lettera-
tura, di G. Andres (articolo i.°) " a 3
Applicazione di alcuni principj di critica letteraria all o-
pera suddetta deW Andres (^articolo z.") ...... » 14^
Deir elocuzione , di P. Costa » i63
Costantinopoli net i83i, di A. Baratta (2.° estratto) » 168
Saggio di poesie alemanne ; traduzione di A. Bellati . » I'jO
La Sacra Bibhia di Vence , corredata di nuove illustra-
zioni dagli editori italiani (^articolo 3.°) " 184
Sull'uso da far si della Storia nelle lettere e nelle arti
(articolo i.°) "289
Osservazioni intorno at Vocabolarj della lingua italiana ,
di G. Carena " 299
Thesaurus Patruni , Floresque Doctorum ( articolo a ."
ed ultimo ) " 3 1 3
Collectio selecta SS. Ecclesics Patrum , etc, (articolo 2..") » ivi
Corso di eloquenza sacra, ossia Bihlloteca scelta del
Padri della Chiesa, di G. Guillon (articolo 3.°) . v ivi
Costumanze relative alia predicazione degll antichi Pa-
dri della Chiesa » 317
PARTE II.
SCrENZE ED ARTI MECGANICHE.
De Sessorianis prcecipuis Passionis D, N. J. C. rcliquiis
commentarius L. De Corrieris " 39
Lezioni di fisiologia di L. Martini (5.* estratto) . . » 5o
Della pazzia, saggio teorico-pratico di G. B. Fantonetti » 62
Cenni storici e teoretici sulle comete , e particolarmente
su quelle del i832, di L. Re, Olbers, Arago, ccc. » jZ
I N D I C E. 439
Delia strutlura degli organi elementari nelle piante , e
dellc loro funzioiii nclla vita vegetabile , di D. Vi-
viani ( 3.° ed uldtno estratto ) pag. 90
OssenHizionl all' opera suddeita. Delia struttura , ecc. " 28a
Lezioni due sul Cholera morbus, di Broussais ..." 186
Opuscoh di chirurgia, di A. Scarpa ti ia.j
APPENDICE,
PARTE I.
SCIENZE, LETTEEE ED ARTI STRANIERE.
Sir E. Seaward' s Narrative, ecc. Relazione del nau-
fragio di O. Seaward (a.° estratto) " 97
Idem ( terzo ed ultimo estratto ) "219
Veber etc. Sul portofranco di Venezia, di C. G. Czoernig >» 108
Voyage au regions equinoxiales , par A, De Humboldt
et A. Bonpland. — Relazione storica (i.° estratto) » 206
Viaggio di A. De Humboldt all' Uralo e all' Altai . . » 840
Guide diplomatique, par C. De Martens »/ 354
Jahrbuclier etc. Annali della letteratura " 357
PARTE II.
SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITA.L1A.NE.
Agraria. — Calendario georgico della R. Societa agra-
ria di Torino . . " ^gS
Giornale agrario toscano »/ a59
Arti belle. — Delia potenza del genio nelle belle arti » 24a
Discorsi letti nelt I. R. Accademia di belle arti in
Venezia • " ^4°
Accademia di belle arti di Ravenna, di A. Cappi » 338
Lettcra intorno alia cattedrale di Pavia, del M.
Malaspina " ^84
La piazza di S. Marco in Venezia , di A. Quadri » 244
RaccoUa di vedute di Trieste e contorni " 246
Costumi dei secoli i3.°, 14.° e i5.° " ^88
Arti e mestieri. — Indirizzo agli artisti di ogni genere » 3()S
Bibllografia. — Seric degli scritti impressi in venezia-
no, di B. Gamba " ^96
Economia puhblica. Commercio. — II ccnsiniento mila-
ncse , di N. Cotta Morandini » 259
400 I N D I C E.
II Cambista, di L. Bariola pao-. 3g6
Fdolopa. — Saggio di uno spoglio filologico , di Q.
Bramhilla „ m
ApiietuUce e corrczioni al Vocabolario dtlla Crusca, ecc. » 1 1 2
Vocubo'ario pieinontese-italicmo , di M. Ponza. . . » 3 80
Vocabolario rrggiano-italiano » Sjn
Fdosofa. • — L'aniica morale filosojla, raccolta per cura
di G. D. liomagnosi " 384
Diceosina , ossia Filosojia del giiisto e deW onesto ,
di A. Genovesi laS
Matemaiica. — Opuscoli matematici e fisici "892
Medicina. — Alcoolaio per la scabia, di G. Marenesi » 274
Animadversiones in constitutionem morborum statio-
nariam , F. ab Hddenbrand '/ a/S
Osservazioni iivorno alle epidemie stazionarie . . . » ivi
Mawiale universale di medicina, di G. Matthey. . » 899
Trattato medico flosofico sopra I' alienazione men-
tale , di F. Pinel, traduzione di C. Vaghi . . . » 270
Pirateria libraria. — A Giacinto Marietti, lettera di
G. Borgid » 121
Poesia. — / fenomeni o le apparenze celesti d'Arato ,
in endecosillabi di U. Lampredi >; 366
Frammenti delta Messiade di Klop stock , tradoiti da
A. Maffei >i 367
1 sette Re di Roma, ecc, di G. A. Scazzola. . . » 366
La Georgica di Virgilio , tradotta da L. Biondi. . » 233
Manfredo , poena drnmmatico di Byron, traduzione
in versi di M. Mazzoni >/ 871
Torquato Tasso , commedia storica di G. Rosini , » 240
Versi anacreontici di G. Gazzino » 365
Poligrafia. — Collezione dede opere classiche italiane
del secolo i8.° >; 233
Opere inedite e rare di V. Monti » ivi
Miscelkmea pel fanciulli , giornale " 122
Varieta letterarie , di D. Sacchl " 1 1 3
Per le nozze Miari Agosti » 284
Rcligione. — Prove flosofico-politiche in confutazione
del Philosophe republicain , di A. Stagni . ..." 246
Ragionamenti sui dispareri tra cattoitci e incrcduli,
di G. Pmanwnti » 892
Delia felicita e dei mezzi di conseguirla , di G.
Pinuinonu " ivi
1 N D I C E. 43 I
Storia , Biografia. — Biografia universale antica e mo-
derna {articolo uUiino) pag. aaS
Comincntivj dcl'a Rivoluzione francese, di L. Papi. » 363
Delt amore di Dante AUghieri , di 31. Missirini . . » 235
Delle Memorie di Dante Jlighieri, di M. Missirini » ivi
Delia vita e degli scritti di G. A. Piccinelh, di G.
Falazzini >/ a3a
Sa^gio sugli amori di Torquato Tasso , di G. Rosini » 240
L'Europa nel medio evo , di A. Hallani " ii5
Elogio funebre di 31. Castelnuovo vcscovo di Como ,
di D. Ceresola " ^^.i
Tributo di ricoiioscenza e d' amore alia memoria di
E. E. Champollion , di J. Eosellini .; 229
Storia naturale. — II regno animale: editore A. Locatelli » 127
VARI£TA\
Archeologia. — Antichita me s si cane , di A. Lenoir. . " 129
3Iusaici quattro scoperti a Pompeja " 278
Arti belie e mesderi. — Descrizione degli argomend
delle pitture a biion fresco da eseguirsi nella cupola
di S. Sebastiano in 31ilano da A. Comer io ..." i33
Disegno dclla statua colossale decrttata dai Novaresi
in onore di Carlo Emanuele III, scultura di P.
Marchesi " 277
JVota sull insegnamento delle arti del disegno ..." 279
Esposizione del prodotti dtW industria e delle belle
arti a Torino " 4H
Carta ad uso di quella che fabbricasi nella Cina . » i3j
Tipografia inglese "426
Bibliografia. — Di alciini falli di stampa in edizioni
riputatissime , di 31. Colombo "406
Biblioteche nelle regioni polari " -i-^?
Errata-corrige "287
Fisica. — Osscn-azioni meteorologiche di aprile ..." 144
. ■ - . . maggio. . . » 288
' • giugno ..." 43a
Medicina. — • II Cliolera-morbus , di S. Petit-Senn. » 426
Poesia. — Distici due latini di F. Gagliuffi, in lode di
B. Mojon "275
Storia naturale. — Notizie risguardanti i natii dtlla
A'uoK>a Guinea "413
Jssociazione di storia naturale, di De Cristofori c Jan » 1 3y
Osscnmzionl mctcorologlchc fattc. all' I. R. Osscrvatorio di Brcra.
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