1. '^r^ ^ \. W£j<^ .^i ^^^ a:^^;- BIBLIOTECA ITALIANA o SIl GIORNALE LETTERATURA,SCIENZE ED ARTI COMPHATO DA VARJ LETTERATI. ToMo LXVI. ANNO DICIASSETTESIMO. Aprlle, Maggio e Giugno i832. MILANO PRESSO LA DIKEZIO.NE DEL GIORNALE. 1MI>ERIALE niiCIA feTAMPElllA. II prcsente Giornale^ con tutti i voliuni precede iiti., ^ posto sotto la salvaguardia dclla Leggc , esscndosi adempiuto a qiiauto essa prescrivc. BIBLIOTECA ITALIAN! PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERAL!. Memorie spetlantl alia storia della Calcograjia, del commend, conte Leopoldo Cicognara. — Prato , l83i, per i fratelli Giachetti, in 8.°, di png. 262, con 18 tavole in foglio. Prezzo ital. lir. 10. — In Milano si vendc da Paolo Emiho Qiusti stampatore € librajo in S. 3Iarglieiita , e da Gio. Sihestri stam- patore c librajo agli scalini del Duomo 11° 994 (Ardcolo 2° ed ultimo. V. il tomo 65.°, qiiaderno di marzo p." p.° pag. 290 di questo Giornale). Carte da Giuoco. B elle, dilettcvoli ed importanti sono pure le inda- gini del sig. coute Cicognara nella seconda parte del- r opera sua, sulle carte da giuoco. Clie queste indagini ancora appartengono alia vera storia della calco2;ralia, specialmcnte delTitaliana, e sotto uii' apparenza di fri- volita somministrar possono qualclie lume, e non dub- bie notizie intorno allorigine ed ai pro2;ressi dell' arte. Per le quali ragioni quest' ar2;omcuto ebbe pure va- lorosi scrittori e in Italia e oltranioiite, i quali sono dall'autor nostro nel suo proemio rammentati. Ma dee tra le favole riporsi \ opinione di alcuni , cioe <;lie le carte da giuoco state siano dai Lidii iuventate, qiiand'erano egliuo dalla ianie tribolati; che di esse 4 MEMOKlt SrETTAMl J,I.I. V STORIA trovisi invcnzione in Erodoto, e che servissero cli pia- cevole trastullo andic ai Grcci cd ai Romani. Ovidio die viciie aiinovcrando tutt i sollazzi e i giuoclii tiitti drir cia sua dato avrcljbe di questo ancora cjiialclic iiidizio se conosciuto Favesse, o se ne' piu anticlii scrit- tori riscontrata ne avesse memoria alcuna. Esso fu bensi da' viaggiatori trovato in uso presso i Cinesi e presso gli Arabi. Pero non anderebbe lontano dal vero I hi trasportato lo diccsse in Europa dagli Arabi con- (jiiistatori dclle Spagne e della Siciba. ISIc niaravigliarci dobbianio, se que' nicdesimi popoU, da' quali ue se- coli dcir oscurita conservati ci vennero i semi d'ogai innauo sapere , abbiano seco loro recato cotal giuoco ancora, che sotto la forma di trastullo nascondere po- tea grandi allegoric. Del che somministrar potrebbe non irragionevole congettura il vocabolo Naibi, con cui gli Spagnuoli chiamarono anticamente le carte da giuoco , vocabolo d' origine totalmente orientate. E Naibi venjiono esse denominate anche nella cronaca di Giovanni Morelli , nella Storia Fiorentina di Ei- cordano IMalcspini, ncl Morgante del Pulci, e persino ne' Sermoni latini di S. Bernardino , e nella Somma teologica di S. Antonino vescovo di Firenze. Puo dunque conchiudersi che le carte da giuoco diven- nero europee sino dal 710 in Ispagna, dal 781 in Lingnadoca, dair842 in Italia, in tutti qucsti paesi recate dagli Arabi a niano a mano che andavano essi colle loro conquiste inoltrandosi. Se non che inutili ricerrhe imprenderebbe forse chiunque nelle memo- rie degli Arabi indagar volesse la prima origine o gl' inventori di si fatti giuochi. Ci basti dunque il sapere che quel popolo ne faceva piacevole trastullo molto prima che conoscimi fossero in Europa. Essi pero ebbero da principio poco lavorevole accoglienza nelle Spagne e nella Francia , dove trovarono ben tosto oj)posizione e contrasti nelle discipline de've- scovi e nelle leggi ancora de' regnanti. Non cosi nel- I'lialia; poiche qui ad onta de' divieti penetrarono nelle aule de' prdati e de' principi, e ben ancora ncllc sacre joliiudini de' chiobtri. DEI.LV C4TC0CRAFTV. 5 Molfo 81 disputa dagli scrittori intorno al signili- cato. ai giuorhi ed alie allegoric delle carte, e I'an- tor nostro ne riferiscc le disparate opinioni. Nou crediamo pero di doverci soffermare su quest' argo- mento , che a troppo lunga disaniina ci porterebbc. Ma giovaci collautor niedesimo il ranimentare , che le carte da giuoco , siccome di tutte le arti avvenne , pas- sando e diffondendosi tra varj popoli, I'uno dair al- tro per indole, per costunianze, per religione diverso, ricevettero svariate forme ed allegoric. Di tali alle- goric avvenne, dice opportnnamente I'autore, cio che di cpiel genere d'architettura che chiamasi impropria- mente gotica , « ma che fu portata in Europa dopo la decadenza dell' Impero Romano dagli Arabi ; la quale , nel diramarsi , prese varieta di carattere se- condo la varia indole dei popoli , mostrandosi pi a gigantesca in Ispagna , piu svelta e leggiera in Fran- cia , piu ardita e ingegnosa in Inghilterra, piii ricca in Germania , e piu analoga alia greca architettura in Italia. » Siccome poi, non senza grande probabi- lita, vuolsi che il giuoco delle carte, al pari di cpiello degli scacchi, divenuto fosse in Europa un giuoco militare , di cui facevasi uso negli accampamenti a sollazzo delle oziose milizie ; cosi all' autor nostro scmbra doversi preferire V opinione del Bullet , il quale ne riferiscc 1' allegorico svnso alia cavalleria dominante a' tempi, in cui fu esso giuoco in tutta la Francia introdotto. Secondo tale opinione , i quattro colori rappresenterebbero le quattro quadriglie dei Carousels^ e i cuori significherebbero il coraggio dei combattenti , \e picche , le armi offensive, i qnadii , le armi difensiie, ossia gli scudt, i fioji, la fertilitd de'pascoli, col che s' indicherebbero i foraggi, della cavalleria , di cui componevansi in gran parte a que' tempi gli eserciti. Ma quest' ultima opinione serabra all' autor nostro un po' stiracchiata ; paren- dogli che coi fiori piuttosto alludersi potesse alle corone, colle quali si cingeano le fronti de' vincitori. Ne le Dame apparirebbero seuza verun proposito 6 MSMORIK SFBTTANTI ALLA STORIA introdotte in un giiioco guerriero; perciocclie a que' tempi la galantcria avca tloiniaio grandissimo, e le belle c Icggiaiire donne aniniavano Tardore dc' com- batteiiti, e nolle loro zulTc niischiavansi ardimentose. Fin qui dclle carte. Quanto poi al giuoco del Ta- rocco, non dissimilc dal quale era anticamente in uso nclla penisola nostra il giuoco detto della Trappola, pill vasto e piu ameno ci si apre il campo delle al- legoric. La piu ingegnosa e fors' anche meno improba- bile spicgazione ci senibra quella del Gibelin. Questo scriitore ci presenta nelle carte del Tarocco un libro egiziano, in cui tutta viene da lui ravvisata la pro- fondissinia sapienza dell' Egitto. Secondo questa ipo- tesi , potrebbe per avventura alTeimarsi che i Tarocchi siano stati essi ancora recaii in Europa dagli Arabi, i quali in coniinuo contatto e per commercio e per doniinazione cogli Egizj , appreso forse ne hanno da questo popolo il giuoco , ed insieme ad altre anti- chissime costunianze il conservarono. Quando amniet- tere si voglia tale opinione , ne verra pure per con- seguenza, che se le imagini delle cose servivano di caratteri a piu vetusti popoli, non pntra a queste vo- lanti paginette pur negarsi nn mistico e piaccvole velame di recondita sapienza. II Gibelin pertanto fa derivare il norac Tarocchi da Tar, via, cammino, e da Bos, JRo , Rog, reale, e letteralmente lo spiega Cammino reale della vita , nel quale tutti esposti sono Tuno dopo I'altro i varj stati della vita degli uomini. Colla norma di si fatto principio vien egli spiegando tutta la serie del giuoco. Tale spiegazione ripetuba poi in un Almanacco impresso a Cremona nel 1814 per cura del dottissimo nionsignor Antonio Dragoni, lu eon gran favore accolta. Pero credianio di far cosa vC leggltori nostri piarevole ed istruttiva col qui ri- portarla come trovasi neU* opera del signor Coju- mcndatore esposta. « Le carte emblematiche dei Tarocchi essendo XXI prcscntarono subitamente 1' idea suggerita dalla Lgi- ziana dottrina, che fu in seguito tanto cara a Pitagora, DELLA CALCOCniFIA. J essentlo il 3 numero perfetto e il 7 numero mistlco per eccellenza. Quindi e che That perche il suo li- bro o quadro della creazione e della vita contenesse tutte le possibili perfezioni, e fosse misterioso per eccellenza , lo compose di tre classi d' imagini , che notavano le tre prime eta del ]\Iondo , 1' eta d' ore , quella d' argento , e la terza di bronze , e ciascuna classe delle imagini rappresentar quindi doveva in sette divisioni, quale una maggior perfezione, e quale un piu profondo misticismo. XXI. Prima e principale imagine esser dunque do- veva il 21 , cioe il Mondo .prima figura del secolo d'oro. Neir uovo, simbolo della creazione , sta Iside, idea del tempo col peplo in capo ; a' quattro angoli sono le quattro stagioni dell' anno , Aqnila ossia Pri- mavera, Leone o Estate, Bue o Autunno, Genio o Inverno, che da' moderni non e meraviglia che fosser presi per quattro segni evangelici. XX. II Giudizio ^ un uomo e una donna fanciulli, die spuntano dalla terra alia voce di Osiride, la quale comanda alia materia , c gli anima col fuoco simbolo della Creazione. XIX. II Sole , anima di tutto il creato presso ogni popolo della terra. XVIII. La Luna, da cui cadono le lagrime d' Iside, che ogni anno gontiando il Nilo feconda le campagne egiziane, allorche il Sole avvicinasi al Gancro che vedesi nel Nilo. I due cani che abbajano alia Luna presentano un' ulteriore allegoria, che ciascuno del volgo spiega uuiformeniente. XVII. / sette pianetl , anticamente conosciuti , e la Canicola, o la Stella per eccellenza; ed Iside che air alzarsi della Canicola versa le sue lagrime, allude alia rigenerazione della natura. XVI. II castello di Pluto , o la casa per eccellenza. Ma la moderazione essendo prima dote d'ogni eccel- lenza, il castello pieno d'oro cade precipitoso, e i >uoi adoratori soccombono sotto il suo peso. Lezione di gran moralita per gli avari. 8 MEMORIK SrETTANTI ALLA fTORIA XV. Tifone detto il dlavolo fratello d'Iside e di Osiride. Qui il cattivo principio, ossia il principe del male, il gran genio delle tenebre, origine delle disgrazie, cliiude il secol d'oro, e nicna a cjuello deir argento. XIV. Apre Teta dell' argento il genio della Tem- pcrariza, die mescendo acqua e vino insegna la ne- cessita di domar le passioni. XIII. Questo numero sempre funesto e consacrato alia morte che miete le teste, XII. II genio della Prudenza. Chi e prudente cam- mina col pie sospeso. Chi raai lo avrebbe detto a Mercurio , che alia tine dei conti la sua prudenza doveva cangiarsi in un appeso? Nel giuoco delle Blincliiate da noi veduto, e anche in alcuni de' giuo- chi di Tarocco non trovasi pero fatta una tal nieta- morfosi. XI. La Forza sbrana il Leone, simbolo della terra incolta e deserta. Principio delTAgricoltura necessa- ria, quando nel secolo d' argento la terra non fu piu spontanea, come in quello d'oro. X. La ruota della fortnna. Scimie, cani, conigli che salgono, pur troppo ci dicono, che la cecita della Dea non accoglie di preferenza il merito e I' ingegno. IX. II Saggf.o o il Filosofo colla lanterna in niano, cerca invano la Giustizia ed Astrea. VIII. La Giustizia sta per aljbandonar la terra ed aprire cosi le porte al secolo di bronzo. VII. Osiride su di uu carro trionfole, simbolo delle guerre proprie nel secolo di bronzo. VI. II Matrimoiiio. Amore unisce 1' onore e la ve- rita. Necessita di legame e di leggi in un secolo in ciii la licenza vagando per tutto, fu necessario co)l- uduLu prohibere vago , dare jura maricis. V. 11 Jerufante o gran Sacerdote, ora il Papa. Col triphce 7'a«, ossia segno per eccellenza. Neces- sita di stabilir^ la gerarchia sacerdotale. IV. Re. Necessita dell'ordine sociale e deH'autorita. HI. La Rciiiua. DELLA CA.LOOCR.VFIA. g II. La graa Sacerdotessa o Papessa. E notq come non fosse precluso nelTantico ordine sacerdotale il vincolo del matrimonio, e cjuindi successivaniente per abuso si e data questa denoniinazione secondo il vario carattere della prima dignita ecclesiastica. La dissero altrimenti t orgoglto de' poteiitl , poiche fu posta tal- volta in suo luogo una Giunone coi pavoni, siccome si vide posto il Glove in luogo del Papa. I. II Giocolatore , che colla verga fa prodigi, esso e detto Pagad o Bagat, cioe arbitro della fortuna. Di fatto questo nome, che nulla significa nelle nostre lingue Occidentali , e appunto Orientale , e Pag si- gnirica capo , padrone , signore , e Gad Fortuna , ed il giocatore si raffigura come un arbitro della sorte colla bacclietta di Giacobbe, o colla verga dei JMagi. O. Zero, il Matto, Mat, privo di cervello. Questa carta non ha numero, ma pero essa completo I'Alfa- beto sacro di That, e corrisponde al Tan che vuol dire compimento o perfezione. Puo nominarsi anche lo Zero, della mistica nuuierazione, e lo Zero, che da se nulla vale, tanto poi serve a far valere gli altri nuraeri. Questo Blat in un sacco dietro le spalle tiene i suoi difetti, ma il rimorso sotto figura di una tigre lo arresta. Questo mistico Zero alludera forse alia scienza umana che, secondo gf ignoranti pero, non e che stoltezza e vanita. Questo libro venne anche in antichissimi tempi ampliato, reso plu misterioso, e piu confornie agli oracoli e agli enigmi, e le distinzioni delle quattro classi, in cui erano divise quelle popolazioni, nobili o militari, sacerdoti, agricokori, mercadanti ed artisti trovarono luogo nel libro di That, ciascuna delle quali ebbe immagini, tessere, o numeri; e cosi il mistico sette ebbe Tassoluto primato in quel libro per eccel- Icnza misterioso, e le sue immagini significative fu- rono dieci volte sette, ossia 77 numeri per eccellenza niisteriosissimi , ai quali aggiungendo il Jllatto , che come fu detto, e lo Zero del calcolo diviaatorio, lO MEMOniE JPETTANTI ALLA 5T0RIA complctnsi il numero del mazzo cli Tarocchi uni\'er- salmente conosciuto, e coniposto di 78 carte. Li quat- tro nuovi segni introdotti nel libro di That furono Spade, Coppc, Bastonl, e Denari. La spada contras- scgno anche cjui la prima classc de'nobili e militari, la potcnza regia, la vittoria, e le sue conseguenze; e nel linguaggio mistico la verita scoprivasi coUa spada. Le coppe o tazze di cui facevasi uso nelle divinazioni e nei sacrilicj indicarono il sacerdozio, o la seconda classe. 11 bastone ossia la niazza d'Er- colc o il serpente di Osineo, niostro le arti delPagri- coltura. L'oro fu il segno delle arti e del commercio, ed era il talisniano o Tamuleto del giuoco die veniva consultato piu di ogni altro segno. II XVIII e il XIII de' Tarocchi presagivano eventi funcsti : nelle spade Tasse era di buon augurio, le coppc erano indizio di felicita, i bastoni indicavano mescolanza di bene e di male , e \ oro o la moneta dinotava ricchezza. Questi segni gia per loro stessi emblematici e niiste- riosi uniti ai misticissimi Tarocchi, con tante e sva- riate loro combinazioni, provocavano facilmente oc- casione di risposta agli Oracoli, che i Magi, i Sapienti o Sacerdoti sapevano interpretare come decreti del destino; la quale interpretazione a poco a poco di- venne il retaggio delle donnicciuole , ed ora divide fra queste ed anche fra qualche eletta matrona il diritto di presagire le uniane avventure. E non e rado che sia talvolta ritroso Morfeo de'suoi papaveri con qualche damina elegante , che incolpa delle spine e delle veglie moleste T infausto augurio , clie nella tarda sera le presagirono sul tavoliere le fallite com- binazioni delle solitarie pazienze. » Ne le simboliche rappresentazioni del Tarocco ri- stettero ne'soli coullni dell'antica sapienza; ma dap- poiclie il gusto per le allegorie invalse i generi tutti deU'umano sapere, e persino i santuarj della Chie- 83 ; le carte ancora di questo giuoco modellaronsi ad ogni specie d' insegnamento , per tal modo 1' utile al dilcttevole accoppiando. Quindi serviron elleno alia DELLA CALCOCRAFIA. 11 geografia, al blasone, alia morale e per sino alle scienze piu sublimi : del qual genere di carte "veg- gonsi ne' gabinetti e nelle biblioteche diversi esem- plari si a niiniatura che a stampa. Ne debb' omettersi die le allegorie oltrepassarono talvolta i giusti con- fini con satiriche allusioni ; perciocche un mazzo fu in Bologna colpito daU'anatenia del Legato pontificio. II lusso ancora e la magnificenza concorsero a ren- dere preziosissinie quelle carte. Perciocche ne' secoli XIII e XIV ed anche piu tardi da niano maestra mi- niate presentavansi quale omaggio a' grandi perso- naggi , e qual leggiadro dono nuziale agli iliustri sposi. E a tale proposito 1' autore ne riporta un mazzo antichissimo, da lui veduto nella patria nostra presso la signora contessa Aurelia Visconti Gonzaga, e ne da il fac simile. Questo magnilico mazzo dipinto da Marziano da Tortona apparteneva a Filippo Maria Visconti duca di Milano, che acquistato avealo per mille e cinque- cento ducati d' oro dal sue Segretario , siccome il Decembrio ci avvisa. II ch. sig. Gaetano Cattaneo , Direttore di quest' I. R. Gabinetto numismatico , ed archeologo distintissimo , ne fece un' esatta e bella descrizione , che dall' Autor nostro venne pressoche letteralmente riportata. II sig. Commendatore ci da ancora il fac simile e la spiegazione di altri preziosi mazzi. Tali sono quello che conservasi nel gabinetto del marchese Giorgio Trivulzio in Milano e che e relativo alia giurispru- denza; quello impresso a Vcnezia nel 1491 e posse- duto dalla marchesa Busca Serbelloni parimente in Milano; quello del gabinetto del sig. Teodoro Correr a Venezia; un giuoco blasonico , pubblicato a Vene- zia nel 1682; le carte da giuoco che conservansi nel gabinetto del marchese Durazzo in Genova, un antico giuoco da Tarocchi posseduto dal nostro me- desimo Autore, che tre diversi esemplari ne conserva; le carte da giuoco comunemcnte dette del Mantegna. Cosa pero non si agevole sarebbe il seguirlo in tutte le critiche ed erudite sue disamine sulle diverse specie la MIMORIF. JPETTAXTI Air. V STORTV de* gluoclu di carte, sulle varie loro allcgorie, «ugli artel'ici loro , siil comniercio clie se ne facea gran- dissimo , siiU' anzidetto giuoco del Mantegna , chia- mato impropriamente giuoco de' Tarocchl : diriamo impropriamen^e , perclie giusta T avviso dclT autor nostro, le carte ond' e coinposto servirono a tntt' al- tro 02:;s;etto, e perche ci ha molto a dubitare ch' esse opera siano veramcntc del franco e classico bulino di queir intagliatore , sebbene e il loro stile, e il dialetto con cui scritti vi sono i nomi delle figure , le dimostrino veneto lavoro o padovano. Concliiudere bensi dobbianio clie Tarte di costruire od incidere carte da giuoco ascendono a ben piu remota origine di quella che accordar si vorrebbe , e die dagli esami dal sig. Conte si attcntamente fatti su tanti giuochi emerge bellissima luce , merce della quale si potra forse un giorno stabilire con data sicura la vera origine dell' intaglio sia in legno , sia in rame. Ma cio che sembra non potersi piii porre in dubbio, si e la fabbrica che di tali carte antichissima sussisteva in Venezia , prima anzi delle epoche che dagli scrit- tori soglionsi stabilire intorno alia loro introduzione. Perciocche sussiste un decreto del Veneto Senato colla data deir ii ottobre 1441, tendente a colpire i con- traffattori e la clandestina introduzione di immagini e Carte da Ziigar depentc e stamplde. Questo decreto non altro scopo aver potea certamente, se non quello di favorire lo smercio delle carte che intagliate tanto in Icgno quanto in rame imprimevansi a Venezia. Ora se all' epoca del decreto gia tanto fioriva in Ve- nezia r arte dell' imprimere cotali carte , convien dire che molto prima sussistesse quivi la pratica e dell' in- taglio e deirimpressione. Non e quindi cosa impro- habile che coUe carte da giuoco riempiere si possa fmalmente la troppo grande laguna , che incontrasi tra le stanipe de' fratelli da Cunio colla data del 1284 e il famoso S. Cristoforo segnato col 1428. Per tal modo r arte avrebbe una storica concatenazione scnz' inter- rompimcnto alcuno , e 1' Italia un valido argoniciilo pel 5U0 primato nelParte. DELL A. CALCOGilA.riA. 1 3 Litografia e Siderografia. Pochissimo c' interterremo nella Parte terza , la quale versa sulla litografia e sulla siderografia. Per- ciocche della prima di quelle due invenzioni ragio- nato abbianio noi ancora e a lungo con un partico- lare articolo nel tomo 49.° del nostro Giornale. Ora lietissinii ne andiamo in veggendo come le idee del- I'illustre Autore siano alle nostre perfettamente con- formi. Perocche egli ancora giudica utilissinia que- st' invenzione per ogni sorta di tabelle , di compar- timenti , di scritture , di note musicali , per ogni impressione di fac simile, per tutti gli studj elemen- tari , e per altre somiglianti cose , ma alienissima fmora dallo emulare non die raggiugnere 1' eccellenza delle accurate e belle stanipe condotte in rame e a bulino , ne pero si econoniica ne si agevole quanto alia pratica , com' erasi da prima sperato. Le quali asserzioni pesano oggimai suU' esperienza, ed hanno a favor loro le moke litografie che prodotte furono di storiche composizioni , e che sebbene da mani inaestre disegnate , non corrisposero all' aspettazioue ch' erasene conceputa. Assai piu importante, e per se stessa utilissima sarebbe la recente scoperta fattasi in Inghilterra dai signori Perkins e Fairmans, cioe \a siderografia , col qual greco vocabolo esprimesi 1' arte d' incidere in ferro od in acciajo, se pure potess' ella estendersi oltre i contini delle piccole stampe. Tale scoperta « consiste ncl modo di rendere 1' acciajo duttile e niollc quanto Y oro ed il rame ; ritornandolo poi senza la menonia akerazione di forma alia massima durezza dopo d' essere stato intagliato. L' incisore riceve dalle niani del sig. Perkins una laminetta d' acciajo resa moUe e adatta ad essere intaiiliata a bulino con quel maggior grado di tinczza e di facilita , a cui fcia mai pervenuto 1' inta2;lio il piu lino sul rame. Compiuto il lavoro e restituita la lamina incisa al sig. Perkins, egli la rende della piu rigida tempra 14 MF.MORIE iriTTANTI ALL A. STORli di cui sill Buscettivo questo metallo. » Con si fatis operazione si ha priinieramente il vantage;io che in liiogo di ducniila esemplari, che al piu trarsi sogliono da una himina in lame , bea diecimila se ne hanno da qucste in acciajo. Ma la mirabile scoperta ando piu oltre ancora. Perocche fu trovato il modo di moltiplicare le laniine stesse , giusta 1' originaria loro forma : « cosicche d' una e medesima stamp a trarre se ne possono a centinaja di migliaja in tutte le capitali d' Europa ad un medesimo tempo, se vogliasi, conscrvando T iden- titica originalita. >• Cio si pratica col metodo seguente: « Indurita cost ( sono parole dell' autore, al quale ci siamo strettamente attenuti in questo e neirante- cedente paragrafo), siccome abbiamo esposto, la la-^ niina d' acciajo, viene preparato un cilindro dello 6tesso metallo in dimension! proporzionate , il quale rendesi moUe, affinche girandolo sul piano della la- mina mediante uno strettojo singularmente costrutto, possa ricevere in rilievo sulla superficie tutto cio che il bulino aveva gia prima nella lamina segnaio in incavo. Restando quindi questo cilindro nel suo giro coir incisione identilica originale rilevata e tagliente quanto la punta acutissima dei bulini che servirono ad aprire i solchi sul piano della lamina , vicne esso pure indurito coUa piu rigida tempera e reso atto air uso a cui e destinato. Infatti adattando di bel nuovo il cilindro nello strettojo cogli artificj a cio preparati, serve ad imprimere ed incidere lo stesso soggetto quante volte si voglia su d' una lamina d' ac- ciajo ammoUito o di rame o di altro metallo (jua- lunque , ripctendolo anche su varie Limine a piacere c secondo il bisogno. » — Con si fatta pratica 02;ni lamina diventa un perfetto fac simile dcU' originale inciso nella prima lamina ; questo vicne a moltipli- carsi con seric infinita , e le copic che se ne trag- gono , non eccettuate le opere della maggior pcrfc- zione , si possono avere al jirczzo niodcsimo che ora costano le piii inlcriori incise a bulino sul ramc. DELLi. CALGOCraFlA.. 1 5 It perfezionamento poi delle macchine giunse al punto di potere uella medesima stanipa produrre simulta- neamente il doppio eftetto die producoiio 1" incavo del bulino e il rilievo del legno. Stupende cose si «ono fatte e ei vanno tuttora facendo con questo me- todo. In alcune stainpe di piccolissima diraensionc la finitezza e tale , che non crederebbesi poter giu- gnere a tanto perfezionamento la mano dell' uomo. Ci fa quindi maraviglia come nella patria nostra , in cui venne si tosto introdotta la litografia , nessun tentative fatto siasi finora di quest' altra invenzione ben piu nobile, piu splendida e piii gloriosa. Ma senz' avvedercene noi gia forse troppo a lungo trattenuti ci siamo in quest' opera; e nondimeno piu oltre cose rimarrebbero a riferirsi. Ne per 6 col no- 8tro discorso inteso abbiamo d' affermare che tutte in essa siano esaurite le materie. Clie tale non fu lo scopo dcir autore. Egli, siccome avvertimmo sia dal principio, non altro intese clie di esporre i pro^ legomeni di cio clie altri piii ampiamente far potrebbe. a Sappi ( cosi egli dice al lettore nel conchiudere il 6UO libro ), sappi che io non ho detto la meta di quello che importa a quest' arte, che veramente vuole tutto un uomo il quale non intrapreada di voler fare altra arte che qucsta. » i6 Opere delV abate Antonio Meneghelli, P. O. nelVI. R. Un'wersitd di Padova c socio di varie illustri Acca- dernie. Volumi set, in 8." — Padova, l83o-3i, coi tipi della Minerva^ I. .1 professore Meneghelli , nome noto e carissimo a tutti i cultori tlelle scienze e delle lettere ed a quelli Bingolaimeiite clie sanno apprezzare bonta e cortesia, dopo avere in varj tempi varie operetta pubblicato, avvisossi di tntte I'accoglierle in una sola edizione, amando , com' egli dice , prima di passare fra i piu di riunire la sua ifamigliuola per darle 1' ultimo addio e per difenderla in qualche guisa dalla obblivione. Colle quali candide parole egli subito si raccomanda alia benevolenza dei lettori; poiclie in vece di pori-e in campo il voto della nazione, il consiglio degli amici od altre ragioni di tal fatta, di cui il pubblico, fioUecito soltanto del merito intrinseco delle opere, niente si cura , adduce il motive piu giusto e piu onesto clie desiderare si possa. Questa edizione, die esce alia luce cogli accurati c nitidi tipi della pata- vina Minerva, si compone di sei volumi di circa 3oo pagine per ciascheduno; e del loro coutenuto ora ci proponiamo di dare un breve ragguaglio ai nostri lettori. II 1.° volume, oltre Ic prefazioni degli editori e dell'autore che sono acconce e brevissime, comprende gli elogi di Vittorio Alfieri, di Paolo Paruta, di An- drea Navagcro, di Giammaria Ortes , di Gian Vin- cenzo Gravina , di Paolo Segneri e di Francesco Ghcrardelli , e la vita di Melchiorre Cesarotti. Nel- Telogio deir Alfieri lautore si applica con particolare diligenza ad esporci le circostanzc fra cui nacque e si educo quel sommo, la condizione nella quale trovo \ Ic lettere e le arti in Italia e soprattutto Parte dram- niatica, i nictodi da csbo scguiti e le vie battute per OPERE Dl A. MENEGHELLl. 17 eiuogere a tanta clma di eccellenza e di gloria; e ci e forza dire die Icggendo quel componimento meglio apprendiamo com' egli lece , clie cio clie fece. Ci piac- que pero siiigolarmente Y osservazione clie fa il Me- neglielli clie Y imniortale Astigiano , come Omero , trasse da se stcsso ogni regola ed ogni precetto , e che senza Aristotele trovo pensieri, affetti , disegni e caratteri degni del coturno. Perocche se FAlfieri osservo le regole senza apprenderle, e se anzi iu tale osservauza dimostro rigore per noii dire scrupolo, questo esempio , trattandosi di un si grand' uomo, divieue classico , e luminosamente confernia quclla verita clie le regole tanto derise c spregiate ai di nostri , come fossero ceppi e pastoje , iion sono in orjgine clie un primo insegnamento, una ispirata nor- ma , di cui la natura privilegia i maggiori ingegni , e che fa d" uopo notare e convertire in precetd per guida ed istruzione dcgl' ingegni minori, Paolo Pa- ruta veneziano, al dire del nostro autore , fu pro- fondo politico e storico veritiero, iion ottimo scrit- tore : come altri pretcndono , non fu seguace del Macchiavelli, lie precursore del Montesquieu, ma e de2:no di essere terzo fra cotarito senno : difficili ma- gistrature e gravi legazioni sostenne per la patria. 11 viniziano Ortes fu valente ecoiiomista e buon me- taHsico, sebbene talvolta si facesse insejrnatore e so- stenitore di strane e false dottriiie. Navajrero inaiu- stameutc trasandato dal Gorniani coltivo con sommo onore le letterc latine e riusci in quelf idioma esimio oratore ed elegante poeta; mandato dalla repubblica di Venezia ambasciatore in piu regni osservo atten- tamente citta e costunii , e seppe ton mirabile per- spicacia spiare nei sccrcti della natura e iielle tenebre dell' anticliita. Francesco Gherardelli parmigiano fu un uomo speccluato per indole e per tostumi, aman- tissimo degli studj , e successivamente gesuita , pro- fessore a Parma, e maestro privato : non fece clie .versi, che furono lodati quaudo uscirono alia lure. Giovanni Vincenzo Gravina abbruzzese acquistos&i il BibL ItaL T. LXVI. 2 1 8 Ol'ERE DI A. MENEGHELLl. doppio vanto di profondo giuiisconsulto e di fervi- dissinio zelatore c ht'orniatore degli studj poetici ; sopratttitLo bcncmerito delF Italia j)er averle procu- rato il flietastasio. Pailando del gran Segneri, die far poteva il nostro autore sc non die ridire cose gia note e divulgate? Poteva pero e doveva ridirle clo- quciitemcnte; die a paver nostro soltanto colla elo- quenza puo essere un clocjucnte degnaniente enco- jniato : nia il huon Blencghelli neninicno in cfuesto caso voile abbandonarc il suo placido stile , il sue piano e tranquillo ragionarc. Finalmente nella vita del Cesarotti (che cosi piacque al nostro autore inti- tolare questo coniponimcnto, probabilnicnte per amore di varieta ) egli concede lodi senza line alle prose ed ai versi, alia letteratura ed alia filosofia di quelle srrittore. Noi die veneriamo sinceraniente il noma del Cesarotti vorrenimo die lodi sitlatte si liiiiitassero alia vasta di lui dottrina ed alia lettcraria c iilologica di lui erudizione, e die si osservasse un prudente silcnzio sul rimanente; poiclie in lilosofia ed in pocsia diffuse principj e lascio esenipli die ci congratulianio coir Italia di vedcre dimenticati, e fondo una scuola die f'ortunataniente e ormai deserta. II secondo volume, come il prinio, tutto si com~ pone di elogi e di vite; e sono in esso lodati Pelle- grino Gaudenzi forlivese, die sorti dalla natura egre- gie doti, die mori assai giovanc e che compose versi e prose die non gli sopravvissero; Giuseppe Fossati vencto, die fu probo avvocato ed autore di parecchie erudite Alemoric c di alcune mediocri poesie ; Bar- tolonimeo Bevilacqua asolano, die il nostro autore ci presenta qual bcnenicrito ibndatore e direttore delle Scuole pubbliclic die furono a Venezia sostituite a quelle dei Gesuiti, die I'u eleQ:antc scrittore latino e die seppe m fisica con diligenza e con perspicacia es[)erimcntarc; ed Antonio Dona veneto, die viene commciulato come un giovane pregevole per coltura di spirito, per integrita di cuore e per ingenua nio- destia. £ si lianno pure in questo volume le notizie Ol'EKE lil A. MENEGIIELLI. ig del patrizio vcneziano Francesco Gritti , clu" niostro quanto poteva il siio nativo dialetto e die arguto la- voleggiatorc c novclliere leggiadrissimo seppe condirc i suoi versi vencziani colle grazie pid squisitc della poesia e renderli profittevoli con giusti dettanii di morale e con gravi sentence lllosoliche; del cavaliere Carlo Rosmini roveretano , rinomato per niolti prege- voli lavori tilologici c biogradci , e per una Storia di Mdano die fn in varj modi giudicata; del Jxarone Girolamo Trevisan padovano, clie lufiizio sostenne di procuratore del re presso il trihunale d' Appello di Venezia e die la lode acquistossi dintcgcrrimo nia- gistrato e d'oratore eloqnente, e fmalmente di Vin- cenzo Giaconi onest'uomo e valente incisore. Trovasi anche in questo volume una Vita di Tito Livio, della cui pubblicazione non sapemnio scorgere la ragion sufficiente , ed un Discorso sul Caiiova die ci parve veramente una scrittura di assai lieve momento in mezzo alle tante altre die sulle esimie qualita c sugli imniortali lavori di quel sommo scultore furono da dottissiiiii uomini dettate, Noi non vogliamo dire die tutti quelli die od elogi od onorevoli mcnzioni ot- tcnncro in questi due volunii, di silTatte solenni te- stimonianze fossero meritevoli ; poiclie alcuni non furono die buona gente die coltivarono con amore gli studj, ma die non seppero gianimai uscire della mediocrita ne alcuna cliiara memoria lasciarono di se; non riguardando pero questi componimenti dal lato della letteraria loro inqjortanza e della cfficacia degli eseiJipi die intendono di ollrirci , noi applau- diamo di buou cuore all' oniaggio die 1' ottinio Me- neghelli voile renderc alia sdiietta e modesla virtu. II terzo volume comprcndc un Saggio sul Cauzo- niere del Petrarca , un altro Saggio sulla iilosolia della Grecia e del Lazio , e due Ragionamcnti sulle cause remote, e sulla preseiite efficacia della poesia. II Saggio sul Canzoniere
  • ta< cy]}jls1:ov ovv. rjv * ots $£ t)A9-£V tn'i rbv TpiTOV, ii^tcnq avSMy^^Tiuxv c<.i nuXxi too ^ocvirov, v.cct dvecr/) 6 rf&voxw? vsavix; , xat t^xvepM^-r^ v) 'Jo^a tov XpiGT^u {Miscell. C. 124. P. Super.). PASSIONIS D. N. J. 0. 43 croce e il titolo, ed uno de' sacri chiodi ; confes- sando insieme che non e eguahnente incontrastabile se Ic spine dclla sacra corona sicno state donate, come alonni si avvisano, dalla stessa Iniperatrice. Nel Conientario solo per incidenza si fa parola della lancia che apri il costato del Salvatore, poiche questa non e tra le reliquie della basilica della Santa Croce; bensi tra quelle che si custodiscono nella ba- silica Vaticana. Essa da Costantinopoli fu spedita a Roma ; e la Biblioteca ambrosiana possiede il greco autografo della lettera che scrisse il sultano Baja- zette II, I'anno 1492, a papa Innocenzio VIII, al- lorche gli spediva in dono la suddetta lancia , ed impetrava favore pel suo fratello Zizim , condotto prigione a Roma. La punta pero della lancia , che da prima fu recata a Gerusalemme , poi a Costanti- nopoli, indi a Venezia e per ultimo a Parigi, quivi era e custodita nella Santa Cappella, insieme alia Co- rona di spine, e ad un grosso pezzo della Croce, che sant' Elena , come fu detto , avea spedito al figlio Costantino (V. Butler, mag. 3). Particolari dispute souo istituite dalf autore intorno i sacri chiodi rinvenuti, secondo il parere gia espres- so , nel sepolcro del Redentore. Egli prova colla te- stimonianza di gravi scrittori, che Elena dono pure a Costantino due chiodi; f uno de' quali fu posto nel ricco diadema che quegli portava ne' giorni i piu solenni , e un altro nel freuo del suo cavallo , onde fosse come uno schermo sicuro ne' pericoli della bat- laglia. II citato Codice ambrosiano suppone die piii di un cliiodo si fosse posto nel freno , poiche cosi riferisce la cosa : « La piissima Elena andava ncila mente ravvolgendo , che mai far dovesse de' chiodi (a lei presentati)? e la sapienza di Dio le suggeri il pensicro di profittarne per la salute dell' eta future; e chiamato a se un uom fcdele c perito, gli ordino di prendere que' chiodi e di formarne il morso della briglia del cavallo su cui sedeva il principc: c cio, diceva , sara un arme possentc contro tutt' i nemici , 44 r)E sEssORiANis pRiciruis nr.i.iQiiis e nn p»'n;no di vittoria per T iniperante (*). » E vc- ramente ci narra san Gregorio di Tours, lib. i de Gloria Mart., c 6, clic fossero due i chiodi posti nel freno del cavallo di Costantino, Ma poiche, sic- come airorma I'autore , due altri chiodi ritcnne Elena prcsso di se per meglio assecondare la sua pieta ; nasce spontanea la quistione, se dunque i sacri chiodi sicno in niaggior nunicro di tie ; e la quistion me- desinia avrebbe gia luogo nella supposizione del Codice ambrosiano e di S. Gregorio di Tours, che due ne fossero nel freno del cavallo. II nostro au- tore e d'avviso die quattro debbano essere i veri chiodi della Passione di Nostro Signore; perciocche, come osserva rAckeniiann {Archceolog. Bib. cap. Ill, num. 255), la dove tratta della crociKssione quale costumavasi da'Romani, e assai verisiniile, che a' pa- zienti non si conticcasse 1' un piede suU' altro con un chiodo unico , siccome scorgiamo nelle odierue immagini del Crocifisso, ma che 1' un piede fosse dair altro separato , e ambidue affissi alia crocc con chiodo particolare. E veramente san Cipriano , par- lando della crocifissione, dice che vcnne conticcato im chiodo per ciascun piede. Ora san Cipriano potea aver veduto il supplizio di quelli che si configgevano sulla croce, poiche questo supplizio, per rispetto alia Passione di Gesii Cristo, comincio ad essere proibito da Costantino il Grande nel ventesimo anno del suo re- gno. In conferma di cio moke altre testimonialize gra- vissime, antiche nonmeno che recenti, si arrecano dal- I'autore, il quale altresi appella a niolte vetustissime (*) H oi ^EolfiXaqrirri 'EAeVo ttoXXyiv (ppoyrioa ^r/jv , tI TOvr\mi rmc, -/^Xoui; • ■/) $i tov ^bou coCpix VTrifiaksv tyiv iidvonxv avr^i ToC TTOiYiaai {juTYiplccv Tcctq }iaXXov<7a.i^ yevaa'ii • v.ou jj.e- TXKa.X£c:ijj.svYi uvopoc ttkjtov vial iniuTr\jj.^v05ta diiiideate la fincstra ovale prohuigasi quells 5a LEziONi ni risiOLOcii catcncUa iTossicini, la quale ilee coraunlcare le vijjrazloni al lahcriiito. Oltraccio il snono propagasi alia menibian.i clie cliimle la faiestra rotoiida e a! laliprinto stesso col mezzo dcir aria acchinsa nclla cavita del timpano, la quale e rinnovata )ier mezzo dclla tromba eiistacliiana. Pero la tromba enstachiana, oltre rufficio di rinnovellar I'aria della cavita del tinqiano , puo cousiderarsi come una via ausi- liaria alle viiirazionl sonore. Le cellette mastoidee, secondo rautore, sono destiiiate a dare maggior anipiezza alia ca- vita del timpano. Alia catenella d' ossicelli si assegnano due uflicj, rnno gia accennato di propagare le vibrazioni so- nore, r altro di accomodare il grado della tenslone della memlirana tinqiauica alfiutensita del snono. La n)en)brana vestibolare o die cliiude la finestra ovale, e la membrana cocleare o chiudente la finestra rotonda sono atte al par della tlmpanica alle vibrazioni, e sono manifestamente de- stinate a trasmettere le viljiazioui sonore al nervo acustico. Kcl labirinto avvi Tacqna detta del Cotugno , che ha qnal- c.he influenza nelf udito, e senilDra che faccia nelT oreccliio lo stesso ndicio che adempie neU'occ'.iio T umore acquoso. Nel labirinto avvi tre parti, il vestiljolo, i canali semicir- colari e la luniaca o coclea , e tntte tre queste parti pre- stano sede al senso delf udito, perclie sii tutte tre si espande il nervo acustico, die e 1" organo immediato dell" udito. Da fine alia lezione con un cenno sui difetfi;, vizj e malattie dcU'orecdiio. Nella lezione 77.^ si espone la continuazione de seiisi animali , de'quali rimangono Todorato^ il gusto e il tatto. Yiene il primo T odorato. Avvi certe molecole che hanno la facolta d' impressionare 1" organo olfattorio, e di eccitare una sensazione che non e tatto , e da la cognizione di una ]>roprieta de' corpi indipendentemente dal piacere o dal j>onente od occasionale dei sogui. La cagione prossima od elliciente e la rinnovazione, durante il sonno, de' movimenti sensorj cerebrali^ cui possono succedere I'azione d' uno o piii organi sensorj esterni e varj movimenti animali. Varieta di sogno e il sonnambulismo, nel quale si eseguiscono operazioni proprie di chi veglia. Analogo al sonnamlmlismo e 1' incubo, in cui I'nomo sentesi come oppreiso da un fantasima pauroso, e quasi ridotto alia sofFocazione senza potersi liberare con acconci movimenti. Gl ipocondriaci e le istericlie sogllono esserne trambasciate, e suol dipendere da difficile o scompigliata digestlone. La lezione e terminata con ua breve esame del sonno degli animali invernanti, « del sonno delle piante. Rispetto al 6o l.E7,I0NI DI nSIOLOCtA sonno tie' vegeta";ili n Noi stabiliamo, dice il Martini (p. 565), che le piante ofTrono uiio stato somigliante al sonno degli ani- mali. ma non pari. Se vogliasi definire il sonno feriazione de!la vita anlmale, non crediamo che si possa assegnarc il sonno alle piante: perocche, come abbiauio diniostrato favellando del sentire, tutti i nioviaicnti de'vegeiabili si possono assai bene spiegare, senza aver ricorso ad alcun sentimento. Anzi il sentire sareblje rinscito daanoso alle piante: perocclie sarebbero condannate a provar dolore, senza poterne pro- pulsar la cagione. Converrii dnarjue interpretare altrimeiiti il sonno delie piante. Si dica cosi : II sonno de' vegetaVjili e una interrnzione de'nioviiiienti nianifesti. La cagion pros- sima del sonno delle piante e, secondo il nostro giudizio, la stessa clie qnella del sonno degli animali. Le piante sof- frono perdue ^ debljono ripararle: le riparaiio specialmente per mezzo della nutrizione: qiiesta funzione a certi periodi si accresce : per antitesi debbono intermettere altre fun- zioni : principalmente i movimenti delle parti esterne , qnali sono i flori e le foglie. » Noi farem line con una breve osservazione intorao al pensanieuto dal cbiarissimo Martini manifestato sul sonno de' vegetaljili. Aflerma egli essere il sonno de' vegetabili somigliante al sonno degli animali, ma non pari, e lo de- finisce un' interruzione di movimenti inanifesti. A compren- dere con ])iu chiarezza I'argoniento giovami il distinguere il sonno delle foglie dal sonno de' liori. Molte foglie so- prattutto composte al giugnere della notte prendono una posizione diversa da quella che a\eano nella giornata. Cotal fenomeno piacfjue a Linneo di appellare sonno: pero dal name in fuori non ba veruna somiglianza col sonno degli animali. Imperocche le foglie nel sonno non sono punto rilasciate come sono gli articoli degli animali, ma tese e contratte : ed era sono strettamente applicate 1' una contro I'altra per la pagina superiore, sicclie due foglie sembrano formarne una sola, come nel sonno connivente, e nel sonno raddoppiante , ora si roversciano verso terra formando quasi ima foggia di cappello come nel sonno uuuiiente, ora in assai altri modi. Non veggo poi come si fatto cambiamento di posizione ofFerto dalle foglie al giungere della notte possa qualificarsi interruzione di movimeiui nianifesti : ne donde possa arguirsi che la cagione prossima del sonno delle piante sia la stessa die quella del sonno de^li aninia'i. Le stcsie DI LORENZO IVIARTINI. 6 1 conseguenze nol inferiremo, laddove torremo a contemplare il sonno de' fiori. Giuiita T epoca della fioritura, la niaggior parte de' fiori si schiudono a cjualunqne ora del giorno ; ma molti apronsi e chindonsi ad ore determinate. Linneo appello veglia il tempo clie il tiore rimane aperto, e sonno qnello in cai sta cliiuso. Cosi la maggior parte de' fiori coniposti detti seniiflosculosi s' aprono ossia vegliaiio nelle prime ore del mattino, e si cliiiidono ossia dorraono verso il mezzodi o poco dopo, il giglio turco {IJccmerocallis fnlva) veglia dalle cinrjne del mattino fino alle sette od otto po- nieridiane, molti s' aprono all' annottare , e chiudoasi ai primi albori. Havvi de' fiori detti meteorici, perche sentono 1' influenza delle meteore •, non si scliiudono qnando il cielo e annuvolato, e si chiudono airavvlcinarsi della pioggia. Tali sono le piii delle composte , e la Calendula piovosa in ispecie , la quale vuolsi non si schiuda nel mattino, quando dee plovere nella giornata. Le quali osscrvazioni agglunte a quelle clie offrono le foglie, e soprattutto I'epoca in cui appare il sonno delle foglie, il piegarsi di esse verso la luce , r osservare erette le foglie delle piante dei paesi caldi, ove la luce e vivace, pendenti nelle regioni setten- trionali ove e fioca, e il chiudersi di molte foglie ne' giorni nubili o procellosi , e molti spcrimenti di varj celebri bo- tanici hanno reso manifesto, clie in cotali fenomeni ha la luce un' influenza capitale, ma non saprebljesi precisare di qual maniera ella adoperi. C, P. 63 Delia Pazzia, Sagglo tcorico-pratlco dl Gio. Battista Fantonetti dottore in mediciaa , membra dcllc FacoUd di Pcuia e dl Torino , ccc. — Mllano , i83o, tlpografia Lampato , in 8.°, di pag. 304. Lir. 3 itallane. I mpresa perigliosa diremo clie ha assunto il sig. dottore Fantonctti pubblicando quest' opera, che c il frutto degli studj da lui fatti sui casi di pazzia che gli oc- corscro nel private esercizio della medicina durante il lasso di diciassette anni. Sembrerebbe in fatti, che lion avcndo mai assistito a stabilimenti di pazzi non lasci supporre una bastante csperienza su questo ge- nere particolarc d' inferniita. Ma alia niancanza di pratica puo supplire talvolta lo studio giudizioso dei niigliori trattatisti, e 1' autore 1' ha scritta perche gli •c parve che forse non senza vantaggio si potesse y> ancora metter mano ad un' opera che in se rac- j^ chiudesse i migliori possibili teoremi intorno alia » pazzia, teoremi die fondassero in su la struttura » e in su le funzioni degli organi pci quali si ap- » palesano le operazioni dclla incnte , in sulle nia- » niere con cui le cause lisiche e morali arrivano 3) ad opcrare in ou di essi orgaiii , in sulle niorbose » mutazioni, preternaturali deviainenti, alterazioni, y^ pervertimenti in luie che avvengono in essi organi » e in risguardo ai loro risukanienii. E la quale opera y> in oltre recasse in un raccolti precetti gcnerali di y> nietodo curativo , e regole e norme pei parziali y> casi che naturalmente scaturissero da quei teore- y> mi, e fossero rintVanrati colle pruove di fatti. » Una tale opera nianca alT Italia, la quale essendo stata la prima a produrre buone opere su la pazzia e aiiisto che ora di nuovo si scuota aUcscmpio de- gli stranier: che ci si danno per maestri. II dottore Fantonctti pero non annunria il suo scritto che col DBLLA PA2Z1A, CCC. 63 oiodesto titolo di Saggio , col mezzo del quale ma- nifesta le propria idee intorno al difficile argomeuto della pazzia , e ripete voti , che noi faccianio con liii , aflinchc gli arridano occasioni di poter nieglio csercitarsi su questo soggetto onde possa poi essere abilitato da masigiori fatti a dare a questo suo Sag- gio la dovuta esteusione. L' opera e divisa in cpattro capi. Nel primocapo, detinita la pazzia, T autore fa indagini per iscoprire la di lei sede e natura , come nasca e come si divi- da ; nel secondo tratta delle cagioni che la produ- cono; nel terzo descrive la di lei apparizione, T an- damento , il termine-, e nclT ultimo accenna la cura die meglio le si conviene. Noi anaiizzeremo il primo capo onde far conGscere come I'autore si faccia a investi2;are f essenza della nialattia. Poclie parole spenderemo su gli altri. Dope aver parlato della difficolta di offrire una l)uona delinizione della pazzia perchc non ci e date di penetrarne e di riconoscernc la vera e genuina essenza, e dopo aver esaminati gli errori nei quali a questo riguardo sono caduti Areteo, Pinel, Esqui- rol, Sauvages, Borsieri , Chiarugi , ecc. , il sig. dott. Fantonetti si fa a detinire la pazzia k cjuel qualun- y> que alteramento , pervertimento , o sviamento che » dir si vogiia negli atti della facolta , per cui si 5j opera il confronto ed il discernimento degli og- » getti e dei soggetti, sicche cssi atti che pure con V una certa attivita si cseguiscono, si allontanino » dalla ordinaria maniera the retta si ritiene, e tale i) condizione anormale duri cronica, ed essenzialmentc y> non accompagnata da febbre , e con piu o meno » chiari periodi. » E vuole che non si confonda colla pazzia T amcnsia , la fatuita , la stolidezza , pcrche gli pare che questc nialattie « consistano nell' essere ^' g'i organi delle facolta intcllettuali nonabili, non » proporzionati, nella generalita , a quei movimcnti >j che importa per y loro eseguiscano per deter- i) minare I"anin:a ^ -rcpzioni ed ai pronti ra- »> ziocinj. il 64 DFXLiV rAZZI\, L' autore pnssa quindi a rintracclarc la iiatiira o r essenza della pazzia. E siccome le operazioni della nientc ( clic provengono dalT anima ) sono quelle die niostrano pcrvcrtimcnto, sviamento, cosi rgli opina chc dcbbansi rivolsere le invcstijrazioni snl sistenia nervoso , in ispccie su T apparato encefalico, clie e r istromento corporeo o materiale , per mezzo del quale Taninia manit'esta i suoi attributi, le sue pro- prieta , le sue potenzc. E vuole clie la pazzia pro- ceda da un' « anorniale condizione al tutto fisica , i) ossia dinamico-or2;anica, e non psicologica , e coii- » sista in un pervcrtiniento, sviamento, iiregolaritii, » disordine , anormalita delle azioni materiali del- 5> r apparato encefalico, per la parte clie esso, come » stromcnto dell' aaima , ha nelle opei-azioni dcll'in- » telletto. 5) Siccome per conoscere 1' anormalita delle azioni dcir apparato encefalico importa considcrare la sua struttura, le sue azioni e le sue funzioni, cosi F au- tore fa brevi parole intorno alle inedesime. Egli porta opinionc che la materia bigia sia soprapposta alia bianca pcrclie cosi compone forse una specie di pila, dalla quale si svolge il fluido nerveo iiecessario per le operazioni e le funzioni del sistema nervoso, e vuole clie i nervi si debbano dividere in tre ordi- ni , attribuendo al primo ordine 1' uflizio di arrecare ad ogni parte F energia vitale, al secondo quello di servire agli atti della volonta, e al terzo quello di trasportare le impressioni al cervello. II signor dottor Fantonetti abbraccia Y opinionc clie le fimzioni pertinenti alia sensibilita ed alia iutelligenza spettino interamcnte alia sostanza midol- lare , della quale v' lianno speciali parti destinate appositamente alle diverse alTezioni fisiclie e morali. E non ricoiiosce nelle azioni e uclle funzioni degli organi interni die una maniera di movimento, sicclic gU sembra chc si possa con ragionevolezza coudiiu- dere: i.'' che la materialita delf idea delForgano scn- 9orJo non sia chc una specialc guisa di movimento SAGGIO DI G. J?. FANTONETTI. 65 delle intinie Tibrille, o molecole integrant! clie lo compongono; 2.° che una volta che Ic molecole inte- grant! o tibrille abbiano esegnita una data maniera d! niovimento, possono in alcune condizioni rinnovare que! movioient! senza che succeda I'impressione degli esterni oggetti che in prima lo suscitarono ; 3.° che in esse (ibrillc non puo succedere a uno stesso tempo piu di una maniera d! movimento, e che quindi perche queste maniere di movimenti vengano para- gonate, confrontate, ed accozzate, e manifestate vi vuole un centro comune a cui pervengano. E questo centro comune e il midollo allungato, il quale c dair autore ritenuto il centro della sensibilita , il coor- dinatore dclla intelligenza , ossia delle operazioni material!, nierce le quali I'anima riesce in grado di manifestare le sue facolta. Riducendosi la materialita dell' idea, o percezioue, com'e stato dctto di sopra , ad un inlimo movimento delle fibrille o delle molecole integrant! che com- pongono lo stromento niateriale delTanirna, ne viene I." che le dette tibrille o molecole possono essere spinte con istraordinaria forza a pigliare una maniera di movimento o di positura, e che questo tal movi- mento o positura puo essere mantenuta si a lungo che non possano eseguire altra maniera di movimento c durino in quella. Quindi un'impressione forte, per poco di solidita e di resistenza che abbia la fibrilla o la molecola dellorgano, imprime a quest' ultima una cotalpiega, una cotale disposizionc, per cui essa inchina anziche ad ogn' altra alia guisa di movimento o positura in cui venne gettata e intrattenuta , la quale talvolta dura anche cessata la cagione che la produsse; a.° oj)pure accade che per lo alterarsi , o mutarsi alcun che nella organica strnttura di esse fibrille o molecole, o per lo cessarvi od alterarvis! di una o di piu di quelle tante condizioni che abbi- sognano al compimento delle loro esatte funzioni , sieno rese stentate e inette a determinate maniere BibL ItaL T. LXVI. 5 66 DEJLLA PAZZIA , di movimento, ovvero anche a tutte le maniere di esso. Dai quali alteramcnti ne deve in appresso ve- nire disoidiiie, irregolarita nclla formazione , nella relazionc, ncll associazionc delle diverse idee, dalle quali ne conseguita nccessarianiente irregolarita, disor- dine, coiifiisioue di raziocinj, akeramento nei movi- menti dinotanti 1' inipulso della volonta , i quali per essere dair abitudine legati ai raziocinj vogliono in- tervenire scnza clic n' ahbia parte , o ne sia al fatto r intelligenza e la volonta razionale. E sicconie questi alteramcnti possono avvenirc in tanti c svariati punti dcir apparecchio nervoso, in tante gradazioni ed in tanta svariata estensione, e ancora per infinite e svariate condizioni complicarsi tra loro, se ne ricava di quanto svariate dcbbano essere le maniere di pervcrtimento, di svianienti, di anornialita negli atti della intelligenza, e eon quanta varieta d' indizj c di fenonieni si debbano appalesare. La prima delle sopra nominate specie di pcrverti- mento poi , al lungo andare , trapassa nclla seconda perche un organo, una libra clie dura a lungo o si mantiene pin o nieno di continuo in un solo movi- mento trovandosi in uno stato, che non e suo nor- male, non puo non sollrirne , e dopo un certo spazio di tempo non debb' essere piu atta alia naturale sua maniera di operare, e i pazzi debbono per conse- guenza dare nclla scempiataggine e nella fatuita. E siccomc le condizioni clic sono necessarie perche un organo ricsca abile e proporzionato alle opcrazioni alle quali e destinato, sono parecchie, allorquando si altera alcuna delle medesime, il die puo accadere per infinite combinazioni ed accidenti, non puo non succedere die i diversi parziali organi che so- no nel rervello non pervertisoano, diano in anor- malita d' isvariata maniera, sicche 1' uno si rinvenga ridotto alTun modo di stato anorniale , T altro alPal- tro, e cosi i due diversi stati anormali, o perverti- meuti accennati di sopra possano essere in essi or- gani ill pari tempo, coniplicaiidosi tra di loro. SAGGIO Dl G. B. FANTONETTI. 67 L* autore accemia quindi i feiionieni c gli acci- dent! cagionati dagli accidenti ed anormalita encefa- hche sopra indicate, dividendoli i° in quelli die concernono i sensi interni; a.° in quelli che si atten- gono alle llicolta deU'intelletto ; 3/ in quelli die ris- guardano gli organi locomotori e soggetti alia vo- lonta; 4." in quelli die appartengono idle azioni ed alle funzioni , die i fisiologi cliiamano della vita ve- getativa, e da per ultimo il seguente ripartimento della pazzia: Genere. 1." Pazzia parziale o monomania. Pazzif molteplice o polimania. Specie. I.* Con disordine attivo negli orgaiii volou- tarj e locomotori, per cni la persona minac- cia nocumento a se ed agli ahri (fnrihonda). 2^ Con disordine attivo, o passivo neo^li organi volontarj e locomotori, per cui la persona non minaccia nocumento nc a se , ne agli altri (quieta). 1 .* Con disordine attivo ncgli organi volon- tarj e locomotori, per cui la persona minaccia nocumento a se ed agli altri (furibonda). 2.* Con disordine attivo o passivo ne-di organi volontarj e locomotori , per cui la pe°r- sona non minaccia nocumento ne a se, ne agli altri (cjuieta). 3^ Con disordine passivo in alcuni or^'ani volontarj e locomotori indipendentemente dal- la volonta (paralitica). 4.'' Con disordine attivo in alcuni organi volontarj e locomotori , passivo in altri , e per cui la persona minaccia nocumento a se ed agli altri ( mista furibonda). 5.^ Con disordine attivo, in alcuni organi volontarj o locomotori , passivo in altri , e per cui la persona non minaccia ne a se ne agli altri ( mista quieta ). come neir antecedente. 68 DELLA I'AZZIA, Dalle cose fin qui esposte puo ognuno vedere quali siano i principal! pensamenti del signer dottor Fantonetti intorno alia maniera colla quale si alte- rano le facolta intellettuali , e com' egli si faccia a rintracciare 1' essenza della pazzia. Laudabili sono i suoi sforzi per chiarire la cagione prossima di tale rnalattia. Ma la natura di questa si lascia poi vera- niente conoscere meglio da noi avendo letto il Saggio di questo dotto? E certo che la cagione prossima della pazzia devesi riccrcarc nel sistema nervoso, e specialmente nell' apparato encefalico , il centro delle sensazioni esterne ed iuteine , 1' organo delle facolta intellettuali ; ma chi ha riconosciuto come si eseguiscano le funzioni del cervello? Le operazioni di questa viscera sono legate colla sua organizzazio- nc; ma le nostre cognizioni sono ancora cosi imper- fette che nulla sappiamo dire di piu. Quante non sono infatti le contraddizioni dei fisiologi e dei pa- tologi? e quante volte Tocchio non sa scoprire alte- razione di sorta alcuna nel cervello dei pazzi, mentre in vece la patologia ha dimostrato ogni parte del cervello alterata, suppurata, distrutta senza che siavi stato il minimo disordine negli ofl'icj mentali? Puo bene il metatlsico analizzare le facolta intel- lettuali ; ma non e per anco indicato quali sieno i cangiamenti che le impressioni di un oggetto fanno nascere su la fibra nervea, come qucsie si propaghino al cervello, quale sia la moditicazione che quest' organo subisce nel percepirla, come ne venga fatta conscia r anima , ecc Per conseguenza non vuolsi ritenere per una verlta dimostrata il movimento fibrillare, che il signor dottor Fantonetti considera come la materialita dell' idea. Inoltre 1' autore non espresse in che propriamente consista questo movimento , e noi ignoreremmo se ad ogni idea corrisponda un movi- mento fibrillare particolare , come csso movimento abbia luogo in una maniera normale anche quando e alterata , suppurata , distrutta ogni parte delT ence- falo senza che siano lese le facolta intellettuali, come SACGIO Dl C. B. FANTONETTI. 69 sia morboso non iscorgendosi nel cervello alcuna alterazione. Non sappiamo poi intendere come una fibrilla nervea che ha gia escguita una data maniera di movimento possa di bel nuovo rinnovarlo senza che succeda T impressione che ha prodotto la porima voka. Pare a noi che il movimento fibrillare sia a collo- carsi nel novero delie supposizioni , delle ipotesi. E poiche le operazioni del cervello e dell' anima rimangono ancora avvolte in densa oscurita , non pos- siamo pretendere di conoscere come le fiicolta intel- lettuali si alterino , ed in che realmente consista la essenza della pazzia. Ignorandone la cagione prossima non la possiamo ben definire, e percio il ch. Fan- tonetti ci perdonera se mentr'egli condanna le defi- nizioni dateci dagli autori che lo hanno precediito, noi non troviamo esattissima la sua. Avremmo bra- mato di non vedere esclusa la demenza con tutte le sue gradazioni, e T idiotismo. Tutti coloro che hanno prestato assidua cura ai mentecatti osservarono, che le varie specie della pazzia ammesse dagli scrittori si succedono le une alle altre, e alternano spesso tra di loro nel medesimo individuo , il che palesa esistere tra esse un certo nesso, una certa dipendenza. La mania, a cagion d'esempio, succede alia malin- conia , questa appare al declinare di quella : tanto r una quanto 1' altra terminano nella demenza , la quale soventi volte altema colla mania , ecc. Questi passaggi di una forma di pazzia nell' altra non sono repentini ; ma si fanno a poco a poco , onde si puo conchiudere con un autore moderno , che tutte le sovra menzionate specie di pazzia non procedono che da diflerenti gradi di un medesimo stato mor- boso. Che se Georget ha escluso dairalienazione mentale Tidiozia perche questa malattia e congenita, e il pill spesso dipende da viziosa conformazione del cervello, gli si puo rispondere che anche la ca- teratta congenita debb'essere studiata insieme alia cateratta accidentale, che il lal^bro leporino. la spina 70 T)F,r.LA rA77,TA, bifida, scbbenc vizj di coufonnazione , debbono aver posto in una classificazione metodica, tra le malat- tie dclle labbra c dclla midolla spinale. Pare quindi, chc saggiamcnte operasscro Pincl, Esquirol, Rhus, Spurzlieim, Foville e i molii altri comprendendo ncl trattato della pazzia anclie la dcmenza c 1 idio- zia, e che quindi possa esserc modificato il riparti- nicnto chc il signer Fantonetti fa di questa nialattia. Nel capo secondo 1' autore tienc discorso delle ca- gioni della pazzia, le quali vengono da csso divise in predisponcnti ed occasionali, e queste ultime in meccaniche, fisirhe, fisico-chimico-dinamiche, in nio- rali ed intcllettuali, cd in patologiche. Non v'ha dubbio essere necessario di conosccre le cause pre- disponcnti ed efiicienti della pazzia, e la nianiei'a loro di operare tanto per bene stabilire la diagnosi, qiianto per la prognosi , e per 1' opportune c pro- porzionato metodo curative e profilatico. E nientre riteniamo per assioma, che senza la predisposizione non si cade in pazzia, ci dispiace di vedere che f au- tore insista sul movinicnto bbrillare come su di una vcrita dimostrata, dove stabilisce la predisposizione '(in un' attitudine, in un inchinnmento nelle fibrille 5> di uno o pill organi, o parti deU'apparato encefa- M liro, in una soverchia loro arrcndevolezza, picghc- 5) volczza o mobilita a lasciarsi vincere e donnnare » da questa anziche da quella forza impellente a nor- >> ma delle particolari relazioni ed attenenzc, e per » cui s'arrendano, pieghino, durino, o ricadano di 5) leggieri in quella positura, o in quella maniera di )) movimcnto, cui tale forza o potenza le riducono , » ovvero esse fibrille diano in talc condizione , per 5) cui difcttino piii o nieno nella sensibiliia, o sieno ■» ridotte stentate od inette, o non pin proporzionate 5> alio oj)crazioni che loro spettano siccome stroiiienti :» niatcriali deU'anima. » Talc predisposizione poi o c ingenita, o si va prcparando dal clima, dal mode di vivcre, da particolari abitudini , dalf educazione, da sostanzc incdiramentose, da niorbose condizioni , da sopprcssioiic e cltano I' esemplo della cometa del i533, che si credeva essere la stessa che quella del 1661, ma che non fu riveduta nel 1790-, qui ;-3 DBLLE GOMIiTE pero per 1' oiiore deirastionomia era necessario il premet- tere die prliiia delT event.o il Mechain in Francia e l' Gi- bers in Gerniania avendo preso ad esauiinare la supposia identita delle due comete , I'avevano dichiarata insussisten- te , cosicclie nel 1789 il ritoriio non era piu aspettato. II capitolo V tvatta de\le Perturbazioni, ed e hrevissimo, uon essendo quest' argomento accessibile alia maggior parte del Icttori. Dopo aver di nuovo fatto cenno della couieta d' Halley e delle sue perturbazioni , parlano gli Autori di tjuella del 1770, clie il Lexel trovo moversi in un' orbita cUittica non molto eccentrica con un tempo periodico di 5 anni e luezzo. Questa conieta non era stata veduta prima ue lo fu dappoi, la qual apparizione e disparizione si spiega per mezzo delle conslderabili perturbazioni alle quali ando soggetta passando in due epoclie diverse assai vicina al pianeta Giove. Dimostro il eel, Laplace ( Mecan. Gel. T. IV, p. 2a6 ) che la distanza perielia della cometa di Lexel avanti T anno 1767 doveva essere di cinque volte JI seraidiametro dell' orbita terrestre ; che passando in queir anno presso Giove, la distanza perielia diuiinui e si ridusse a soli ''/s del seraidiametro stesso e la cometa si rese allora a noi visibile ; e die accostandosi di nuovo al suddetto pianeta nel 1779 , la distanza perielia torno a crescere e sali a 2 semidiametri ed un terzoi sicche noi non la rivedreico piii, se nuovi accidenti cambiando un' al- tra volta la sua orliita non V avvicinano alia nostra terra. II capitolo YI versa sulla Grandezza e riiorno delle co- mete, e in esso si ricordano prima di tutto quelle che in tempi rimotissimi si raostrarono in tanta intensita di luce da cambiare , al dir degli storici, la nottc in giorno , ed oscurare i raggi del nascente sole. Si parla poi della vol- nare ed antica opinioue , rinnovellata da cpialche moderno scrittore, della connessione che si vorrebbe trovare fra le comparse delle grandi comete e gli avvenimenti che le accompagnarono •, e qui si ricorda di nuovo la cometa del 1680, e si vuole che T Halley abbia criato attrilniendole una rivoluzione di Sjo anni, meiUre ne hn una di 8800. Ma intorno all' incertezza di questi lunghissimi period! dedotti da un piccol arco osservato vcggasi cio che s' e detto piii sopra. " Nel 18 15, proseguono gli autori , comparve una pic- cola cometa veduta per la prima volta dal cclebie Gibers dell' ANNO i83a. 7^ il di 6 niaggio, il quale conobbe dalle sue osservazioni che la rivoluzione di questa conieta era di circa yS anni. E molto sorprendente clie sulle comete prima osservate nessuna se ne trovi ideritica con quella di Olbers. " Ma anche di questo fenoineno si trovera probabilmeiite la causa nelle perturbazioni planetarie, nel calcolo delle quali sa- rebbe a desiderarsi che si occupasse alcuao de' valenti ma- teraatici die sonosi gii dedicati a siiiiil genere di ricerche. II YII capitolo coutiene la succitata Meiiioria delPOlbers Su la probabilita che una cometa urtar possa contro la terra od aivicinarsi molio ad cssa, tradotta dall' origiiiale ledesco ; noi abbiamo altre volte parlato di questo scritto , clie aveva dato origiiie alle straue asserzioni di alcuni gior- nalisti , i quali volevano ad ogui costo clie quel celebre astronomo avesse predetto un prossimo urto d' una co- nieta colla terra. Ripeteremo dunque die nel corrente anno e verso la line di ottobre la cometa detta di Biela si avvicinera moltissimo all' orblta della terra ( non alia terra ) in raodo da non esserne distante piii di 5 senjidiametri. terrestri, e faremo di nuovo avvertire clie per orbita della terra s' intende la strada o la traccia nello spazio lungo la quale si muove ; e che nel momento in cui la cometa la interseca , la terra si trova ad una distauza dal punto d' intersecazione maggiore della meta della distanza del sole da noi. II capitolo Mil porta il titolo Su le due co- mete deW anno liJSa, ma poiclie alia cometa di Biela c consecrato il capitolo IX, il titolo dell' VIII pare che avreb- be dovuto essere Delia cometa d'Encke. Coinunque sia, i dati dei calcoli in esso esposti sono tratti da una IMemoria dair Encke mcdesiiuo inserita nelle Notizie astronomiclie ( Astronomische Nachrichtea ) die si pubblicano dal si- gner Scluimaclier , ai quali i compilatori hanno prcmesso alcune notizie storidie. " II celeljre cercatore di comete Pons scopri il 26 no- verabre 18 18 in Marsiglia una piccola cometa, che I' Encke col mezzo de' suoi calcoli riconobbe pel priino giriire in- torno al sole nello spazio di 1208 giorni. Questo risultato del calcolo fu trovato perfettamente d'accordo coUe osser- vazioni , e fu ben tosto riconosciulo che la nieilesinia co- meta era stata tre altre volte osservata , cioe negli anni 1786, 1793 e i8o5: venae ben anclie osservata nei sus- seguenti anni i8:i2, i835 e 1828, e i"u sempre trovata nei luoghi del cielo ad essa dalla tcoria assei!;nati, NcU' anno 8o DELLE COMETE i8aa queeta comet.i, a motivo dclla sua posizione nieridio- nale, non era visibile nel nostro emisferoi fu pei'6 osservata da Rumker nella nuova specola eretta a Paramatta nella Nuova Olanda , ov' era pur visiljile ad occhio nudo ". Anche nell' attuale ritorno gli abitatori delP emisfero boreale dovevano essere privati della vista della cometa ; infatti dall' Eflemeride annessa all' opuscolo facilmente si rileva die nel priucipio delFanao, iii cui era elongata dal sole di piu di 60 gradi , la sua distaaza rettilinea si dal sole che dalla terra era piu del doppio maggiore della distanza del sole stesso da noi , e percio noQ poteva ri- cevere e traiiiandare una quantita sufficiente di luce per renders! visibile ; nei niesi successivi fino al corrente mag- gio la distanza in linea retta dalla terra e dal sole ando diminuendo, ma diminui in pari tempo anche I'elongazione in modo che tramontando era sempre immersa nella luce del crepuscolo ; allorche poi , passata la congiunzione , escira dai raggi solari dall' altra parte, la sua declinazione australe fatta maggiore dell' altezza dell' equatore , la to- gliera di vista alle zone boreali per renderla visibile neir altro emisfero. II fenomeno piu interessante osservato nelle successive comparse di questa cometa si e che i suoi elementi vanno soggetti a variazioni crescenti col tempo, e che principal- mente s' accelera il tempo del suo periodo , il quale nelle ire rivoluzioni contenute fra 1' anno 1786 ed il 1795 ri- sulto per un medio di giorni 1208,11a; nelle sue rivolu- zioni fra il 1796 ed il i8o5 fu di giorni 1207,879 , e nelle quattro fra il i8o5 ed il 3819, di 1207,424. L' ipo- tesi piu naturale per ispiegare questo fenomeno e quella die attribuisce 1' osservata accelerazione alia resistenza deir etere , e di questa abbiamo gia parlato in piii luoghi di questa Biblioteca. Gli elementi dell'orbita nelle vicinan- ze del passaggio pel perielio del corrente hanno , che il sig. Encke ha trovato mettendo in computo tanto la resi- stenza suddetta , quanto le perturbazioni planetarie , sono : Passaggio pel perielio i832 maggio 3,99098 tempo medio astronoiuico a Parigi Longitudine del perielio 157° 21' 2 ,4) dall'equinoz. med. Longitud. del nodo discend. 334 32 5 ,2 j del4 maggio 1 83a. Intlinazione dell'orbita i3 a a 12 ,3 Angolo dcir eccentricita 87 43 6 ,3 Moto medio diurno 1071509393. dell' ANNO l832. 8l Di qiu facllinente si deduce T eccentriclta 0,8454335, e ritenendo die il moto medio sia il sidereo e noii il ti-opi- co, si Iia il semiasse inaggiore 3,222217. Nel capitolo IX gli autori parlano, come s' e detto, della cometa di Biela, riferiscono gli elementi , qui sotto tra- scritti, giusta i calcoli del sig. Damoiseau per I'apparizione del corrente anao : Passaggio pel perielio i832 noveinbre , 27,4808 tempo medio civile a Parigi Longitudiae del perielio 109° 56' 45" Loagitudine del nodo discendente 248 la 24 Inclinazione i3 i3 i3 Eccentricita 0,751748 Semiasse maggiore 3,53683 ; e dopo aver ludicata la quantita deiravvicinamento all'orbita terrestre negli aani i8o5, 1826 e i832, nella persuasioae di far cosa grata al pubblico e specialniente agli astroaomi osservatori , aggiungoiio un' eflfemeride da essl nuovamente calcolata di giorao in giorno e colla precisione dei minuti secondi , la quale riunita a quella dell'altra cometa gia piibblicata dal prof. Encke chiude il preseme volume. Ma ad una piii facile intelligenza delle posizioni relative della terra e tlelle due comete servono le due tavole iucise, delle quali si da la spiegazioiie nel capitolo X ed ultimo, la queste tavole si e supposta T orbita della terra circola- re , e si e fatto il raggio di 5o millimetri. L' orljita elittica delle comete segnata con linee punteggiate si deve imma- ginare inclinata al piano della tavola di circa 13°, essendo dalla linea dei nodi indicata T intersczione dei due piaai. Nelle due figure ombreggiate della tavola I vieae rappre- sentata T apparenza della cometa d' Encke nei giorni 7 e 3o novembre 1828 , quale fu osservata dal sig. Struve astronomo di Dorpat col gran rifattore di Fraunliofer. Da esse si rileva cbe il puuto piii luminoso del nuclco noa combinava col centro di figura. II sig. Leopoldo del Re trattando brevemente il medesi- uio argomento delle due comete periodiche, risale al tempi del Newton , e con ornato sdle espone la storia delle sco- perte di lui e de' suoi successori intorno al moto delle comete. a L' opera immortalc del Newton, egli dice, dei Priiicipj uiatematici della lilosolia naturale coutcneva in se i germi delle plu grandi scopcrte lie' tempi j)ostcriori UibL IiuL T. LXVI. • 0 62 DELLE COMETE fatte ; na per la complicnta sintesi die ne avvolgeva le principali verita , non furono queste apprez/ate al loro giiisto valore clie quasi 5o aiini dopo. Conosciiita e climo- strata 1' insusslstenza de^ vortici di Cartesio , e nierce i grandi progress! fatti nell' aiialisi e nel calcolo iniinitesl- male, si fa solo in grado di ben comprendere le dottrine trattate nel libro de' Principj , promoverle e portare ad una jjerfezione maggiore qnelle die vi si trovavano appena indicate. Cosi avvenne die poco innanzi la meta del secolo decorso da tre grandi geonietri Clairaut , d'Alenibert eJ Eulero quasi ad un tempo fu aggredito il diflicilissiuio problenia de' tre corpi. In seguito , e per la circostaiiza che gia fin dal 1787 rlcercavasi in cielo dagli astrononii la coiiieta di Halley, si occupo il prelodato Clairaut nella applicazione della sua soluzione del problema de'' tre corpi ai movinienti delie couiete, onde ottenere il valore dei perturbanienti cagionati nelle orbite conietarie dalle azioni de'pianeti. Per rispetto poi alia snddetta cometa Tautore si limita a riferire n che in seguito d' immense calcolazioni il suddetto geometra ne fisso il passaggio al perielio pel 4.° o 5." di dell'aprile 1759, e che qiiesto accadde efFetti- vamente nel la al i3 marzo dello stesso anno: che la sensiljile differenza tra i risultamenti dclla tcorica e quelli della osscfvnzione provenne principalmente dall' azione in quel tempo ignota ed al certo esercitata dal nuovo pianeta scoperto poscia nel 1781 dalF Herschel, dalla imperfezione inevitaliile de'metodi di approssimazione allora usati , e dal non piccolo numcro delle quantita trascurate nelle operazioni aritmetiche, gia per se sole loastanti a stancare tpialiinque piii infaticabile cnlcolatore. >/ JNla due altre cause inlluirono forse piu che quelle qui accennate nell' allonta- nare il calcolo dall' osservazione^ la prima gia avvertita dal Laplace (Expos, du systeme du monde ), sta nel valore della mabsa di Saturno usata dal Clairaut che differisce no- tabilmente da quella che fu stabilita dappoi ; la secoada poi potrebb' essere la resistcnza dell'etere, la quale, come ab- biam gia veduto, produsse un efl'etto analogo sulla cometa periodica deU'Encke. Venendo poi a parlare di quest" ultimo astro, il sig. Del Re si crede u nell' obbligo di attribuire alia specola napoletana la lode di esservi stato rinvenuto , nel ritorno del ii^25 fin dal 20 luglio a prefercnza di tutie le altro d' Italia cd andie di oltrc A!pi, » Infiuti per DFLl' ANNO l832. 83 j-ispelto all' Italia , la cometa d" Encke (a osservata rego- laruiente a Milano il di 7 agosto, a Torino i! di 11 , a Firenze il 14 ed a Padova il 23 ; e per rispetto ai paesi oltramontani , sel)bene il sig. Beniamino Valz la vedesse a Nimes il di i3 Inglio, non la osservo regolarmente die il 2,7. II nostro autore presenta ancli" esso una piccola ef- femeride della cometa calcolata di cincjne in cinque giorni ed in gvadi e minuti ; e dalT esame e confronto delle po- sizioni in essa assegnate alia cometa con i liioglii del cielo ne' quali trovasi il sole, deduce die in qnesta riapparizione non sara dessa visibile affatto in Europa , o lo sara sol- tanto per pochi giorni verso la meta di maggio, passando la stessa alia fine di questo mese neiraltro emist'ero ove sara visibile in gingno. Passando ora all" altra cometa , procnra anche il sig. Del Re di dissipare i timori sparsi nel pubblico per la pre- nnnciata sua apparizione, e noi amiamo di qui ripetere le sue stesse parole, se niai con cio die abbiamo gia detto non ci fossimo spiegati con sufficiente chiarezza. t< Annunziossi dagli astronomi di questa cometa il ritorno pel 1 832, aggiungendo essere questa nel numero di quelle la di cui orhita passa molto vicino aU'eclittica. Ho segnato il vocabolo orbita perche nelT interpretazione di esso con- siste r equivoco pel quale con poca ragione fu da taluno asserito die la cometa di Biela nel i832 doveva quasi imbattersi nella terra. La piu leggiera nozione d'astronomia era per altro sufficiente a far avvertire la gran difFerenza clie intercede fra distanza di orbite o de' sentieri percorsi da due inobili , e distanza de' corpi medesimi che le per- corrono, la quale e, come vedesi, variabilissima ad ogni islante , attesa la gran rapidiia con cui vanno neH'immensita dello spazio gli astri in moto nel cielo. Ma la distanza delle orbite ancor essa e soggetta a variare, potendo accorciarsi ed aumentarsi a seconda delle attrazioni vicendevoli dei pianeti. E supposto pure die le due orbite s' interse:;asse- ro , vi sarebbe una remotissima e quasi infinitesima pro- babilita d' inrontro de' mobili die le scorrono nelf iiimien- sita de' cieli, poidie dovrebbe avverarsi die I'uno e raltio corpo celeste nell'istante medesimo al punto d'intcrse- zione si rattrovasse. » Anche della cometa di Biela trovasi nell'opuscoio una piccola effemeride , dalla quale deduces! die la minima sua distanza da noi avra luogo nel 2 3 84. DKLLE COMETE otto1)re, e non sara minore di c,537 di quella della terra dal sole. i< Tenuto adiintjue presente , egli dice, la picco- lezza della conieta ia cjnistioiie e che nel i<^26 ci si offe- riva nel campo del caniioccliiale cjual teiiuissima nelinlosita, seml^ranii poter asserire die sara molto se nell' autunno tli (jiiest' anno la vedremo ad occliio nudo, e con le so- lite acconipagnature di siHatte nehnlosita planetarie : seb- bene sia nolo, ed e stato ultiniamente confermato dal fatto, clie le distanze dal sole e dalla terra non bastino a far arguire della cjnantita di luce con la quale si potra ren- dere a noi visihile un di tali astri, dipendendo questa visibilita in gran parte da estranee cagioni , ed ancora dallo stato particolare delP atmosfera. » In ua opuscolo da divulgarsi nel pnbljlico era opportunissima questa av- vertenza , giacclie non apparendo alcnna delle comete j^redette con Ince tale da renders! visibili ad occliio nudo, non avrebbe niancato il volgo di attribuirne la colpa ad errore de' cali'.oli astronomici , i quaii se son infallibili allorclie trattasi di staljilire colle sole leggi della nieccanica la posizione che in un dato tempo debbono occupare nel cielo quegli astri , il cui corse e conosciuto , lasciano poi inolta incertezza allorclie si vuole per via di confronti asse^nare Y intensita di luce die avra un pianeta od una cometa in una data distanza dal sole , o quella che potra tramandare a noi il sole stesso allorche sia o in tutto od in parte eclissato. Poco ci arresteremo, per non ripetere le cose gia dette, sulla brevissima Wcmoria del sig. Olbers , la quale anch'essa contiene le EfFemeridi delle comete d'Encke e di Biela , e gli elementi di quest' ultima giusta le ricerche delle per- turbazioni istituite dal sig. Damoiseau. L' autore a questo proposito , nell' atto che ritiene per esattissinio il calcolo analitico dell' astronomo francese, si mostra poco soddisfatto deir ElTemeride da esso data nella Conoscenza de" tempi per J'anno i83o. « Pare, die' egli , che questo gran calcolatore presti jjoca o niuna attenzione a tali triviali calcoli, poi- die anche la sua ElTemeride per la cometa di Encke del 182.5 era sbagliata. » IMolto iuteressanti sono i confronti che 1' Olbers fa della luce delle due comete nelle precedenti apparizioni, sui quail qu.Tuto alia prima egli fonda la speranza che verso la line d'nprile e il princlpio del corrcute niaggio, trovaadosi DTLL ANNO l<>o2. oo prpsso il pci'iello possa ac({uistar taata Ince ila rendersi visibile coi forti cannocchiali anclie in mezzo al crepu- scolo , masslmameiite negU osservatorj meridioiiali d' Eu- ropa. Rispetto alia seconda egli osserva die la sna nebu- losita e molio sottlle, e piccolissiiuo il suo nacleo , che nelle passate apparizioni noti si e potiita vedere che 60 giorai prima o dopo il perielio , e che per cio dllTicilmente sara visibile anche col soccorso de' telescopj prima della meta di settembre. Yeniamo per ultimo alia Notizia data dal signor Arago nell' Annuaire de Paris, la quale contiene i segueiiti para- grafi. Sezione I, § i. Notizie preliininari suit cUisse e sulla parabola: ^ 2. Cosa e una cometa? S 3. Naiura delle orhite comedche, eleimmii delle comete : § 4. Sul mezzo di ricono- scere se una cometa appare per la prima volta , o se e statu antiraniente veiluta : ^ 5. Cometa del ijSg (d'Halley ).- § 6> Cometa del 1770 ( detta di Lexell): § 7. Cometa a breve periodo (diEncke): ^ 8. Cometa di 6 anni ^/^ ( di Biela ): § r) dell' effetto della resistenza dell'eure sul cammino delle comete: ^ \o La futura cometa ( di Biela) potra forse mo- dificare notabilmente il corso delle stagioni nell' anno 1882? ^11. Sulla costituzione fisica delle comete. Nebulosita, nucleo^ coda. Sezione 11^ ^ i. Una cometa pub eUa venire ad urtare la terra od un altro pianeta? § 2. Pud egli supjmrsi che delle comete siano mat cadute nel sole o nelle stelle? % 3. La terra pub forse passare a tr aver so della coda d una cometa ? Quali sarebbero sul nostro globo le conseguenze di un. tale avvenimento? La nebbia secca del 1783 e quella del i83i furono forse prodotte dalla coda d'una cometa? ^ 4. II dilmio fu occasionato da una cometa? ^ 5. La Siberia ha ella provato in altri tempi un rcpentino cambiamento di clima per I' influetiza d'una cometa? ^ C. E necessario ricorrere all' azione d" una cometa per ispiegare il clima rigido dell' America settentrionale^ § 7. La depressione del suolo in una parte considerubde del- l Asia e stata prodotta dalT urto d'una cometa? ^ 8. La luna e forse stata una cometa .''§9.7 nuovi pianeti Cerere, Pallade, Giunone e Vesta sono forse i frammenti d'un grosso pianeta daW urto d' una cometa ridotto in pezzi ? Avendo noi gia abbastanza a lungo ragionato delle co- mete considerate dal lato astronamico, ossia delle clrcostanze de' loro movimenti, vcrrenio ora eslraendo dalle notizie J)6 BTLLE COMETC tlel sif^nor Arago alcnno del passi piu importaiiti die si riferiscono alle circostanze fisiclie di qucsti astri. E prima di uuto giovera coa Ini avveriire die per rispetto alia cometa d'llalley, che deve ritoniare nel i835, noa doli- bi.imo attendercL di vcdere ne la cometa horre.ndce. ma- ^mluilinis dell' a'ano i3o5, ne quella lunga coda clie nel 1456 abbracciava i due terzi delF iatervallo fra T oriz- zonte e io zenit, e neppure una cometa splendente siccome cfuella del 1682,; giacche come 1' autore avverte in una nota al ^ 5 della i.^ Sezione, si ha niotivo di credere che descriveiido le loro orbite immense, le coniete ad ogiii rivoluzione perdano o in tutto o in parte la loro atmo- sfera vaporosa. Sulla fine del ^9 parlando il signor Arago della resistenza dell' etere cerca di rischiarare una propo- slzione che sembra uq paradosso, cioe che 1' effetto di essa sia di accelerare e non di ritardare il moto delle co- mete. " Ladifficolta, egli dice, sparisce tosto che si riflette che I'efFetto inimediato dell' azioiie d'un mezzo resisteate, essendo una diminuzione nella forza tangenziale, si viene per esso a diminuire il rapporto tra la forza centrifuga e 1' attrattiva, il che equivale , quanto alle circostanze del moto, ad ua aumento di quest' ultima forza. Egli e bea vero che un corpo costretto a percorrere una data curva in virtu d'un primitivo impulso si moverebbe piu lenta- mente in un mezzo resistente clie non nel vuoto; ma il caso e assai diverse pe'corpi celesti, i quali noa essendo tratte- nuti suUa loro orbita che dalle forze da cui sono anlmati, escono dalle tracce di essa, tosto che sono cambiati i rap- porti dalle forze medesime. ^^ Intorno alia nebulosita ed alia coda delle comete il signor Arago ri porta un fatto che puo spar^ere molto lume sulla natura della materia che le coni- pone. L' Evelio aveva gia annunciato che il dlametro reale delle nebulosita aumenta a niisura che le comete s'allon- tanano dal sole ^ il Pingre osservo ancli'csso che mentre la coda delle comete non comincia a mostrarsi che quando s'accostano al sole, la capigliatura o nebulosita che le cir- conda sembra al contrario diminuire. Ora la cometa d'Encke ha dato 1' occasione di porre questo fatto in piena evidenza. Ecco il prospetto delle variazioni a cui nell' apparizione nel 1828 ando soggetto il diametro reale delle nebulosita di questa cometa. Date. 1828 28 ottobre y uoveml)re 3o novembre Y ilicembre 14 dicembre 24 dicembre Duimetri realL espressi in raggi terrestri. 79 65 3o ao II 3 dell' AXXO \oo2. nj Distanze cleila coinera dal sole. 1,4617 1,32 17 0,9668 0,8473 0,7285 0,5419 Fra le quistioni che si promovono iiitorno alia natura dclle coinete una delle capitali e di sapere se esse sono Iiiminose per se stesse, o se si veggono unicamente percbe riflettano come i pianeti i vaggi solari. La qiiistione sarebbe decisa se qnesti corpi presentassero una fasC;, ma il nostro autore mette in dubbio le osservazioni f'atte dal Cassini suUa conieta del 1744 e le piu recenti del signer Caccia- tore fatte su quella del 18 19. Le moderne ricerche dei fisici sulle proprieta della luce ofFrono un nuovo mezzo d'investigazione ; essi haano scoperto che la luce quando e riflcssa sotto certi angoli si distingue per aicune pro- prieta speciali della luce diretta. Ebbeae, alcuae tracce di tale proprieta sono state riconosciute all' Osservatorio di Parigi nella luce della coda della succennata cometa, le quali pero hanao bisogno d' essere confermate da ulte- riori osservazioni. Inutili sembreranno a non poclii gli sforzi che il nostro autore va facendo per persuadere i suoi lettori che la co- meta di Elela tagliaudo 1' eclittica non alterera la fornia della strada yjercorsa dalla terra, che quella del 181 1 non fa la causa dell' alta temperatura che si e riseutita in quell' an- no ^ che quella del 1668 non produsse I'epidemia nella razza dei gatti, che fu osservata in Westfalia, ecc; e T au- tore stesso dichiara che per 1' onore delle scienze e della iilosofia moderna si sarebbe volentieri dispensato dal pren- dere sul serio queste bizzarve opinioni , se non ne avesse riconosciuta la necessita. u Prestate, egli dice, un sol momento orecchio ben anche in queste riunioni che so- glionsi ciiiamare il gran mondo , ai lunghi discorsi a cui le annunziate coniete danno argomento, e decidete poi se ci possiamo gloriare della pretesa difFusione di lunii che tanti ottiaiisti si conipiarciono di riconoscere come il di- silntivo caratteristico del nostro secolo. Quant' a nie mi 88 DrXl.E COMKTF. sono gia dn grna tempo spogliato di tale jllnsione. Sotto la veniice lirillante e superficialc di cul gli stud] pnra- mente letterarj del nostii collegi rivestiscono quasi unifor- memeiite tutte le classi della socicta si trova quasi sempre una ignoranza perfetta di qucsti bei fenomeni , di qncste grandi leggi della natura die sono la migUore difesa contro i pregiudizj. •> Terminerenio questo lungo articolo esponendo coUa mag- gior brevita jjossibile, e senza aggiungere alcuria nota le risposte che I' autore da ai curiosi quesiti che si e propo- sti nella sezione secoada. Che una cometa venga ad urtare la terra non e cosa irapossibile , ma la probaliilita di ua tal evcnto e rimotissima. Che una cometa periodica avente una distanza periella assai piccola , come per esempio quella del 1680, venga col corso de' secoli a cadere nel sole e cosa non solo probabile ma certa , dovendo la re- sistenza delT atmosfera solare diminuire ad ogni ritorno la distanza suddetta ; ma ad un simile accidente noa pu6 attribuirsi, come faceva il BufFon , la formazione della terra e degli altri pianeti. Dall' incontro della coda d' una cometa non fu certamente prodotta la nehbia secca che nella state dell' anno 1788 coperse una gran parte d' Eu- ropa ; perche una cometa non puo rimanere che per bre- vissimo tempo in vicinanza della terra. L' avvicinaniento o r urto d' una cometa non puo vender ragione dei depo- siti di corpi marini che scopronsi suUe piii alte montagne : la regolarita della disposizione e la perfetta conservazione di tali corpi escludono qunlunque causa subitanea e vio- lenta. Lo stesso dicasi degli animali fossili ritrovati nella Siberia. La Russia e la Persia presentano un fenomeno geografico molto straordinario , consistente in una regione d' oltre cento miglia quadrate d' estensione la quale trovasi di alcune centinaja di piedi piii depressa che il livello dell'Oceano. Si voile spiegare questo fenomeno per mezzo delP urto d'' una cometa contro la terra:, ma la spiegazione piii naturale e quella data dal Baron d' Humbold ne' suoi frammentl asiatici , il quale immagina che il sollevaraento avvenuto dcUe immense masse componenti le montagne del Tibet, dell' Armenia e del Caucaso abbia prodotto un corrispondente sprofondamento nei terreni intermedj. Am- mettendo la possibility , che una cometa passando vicina alia terra ne divenga un satellite , 1' autore osserva ciio dell' ANNO l832. 89 per rispetto alia nostra Inna la mancanza quasi totale iV un' atmosfera die la clrcondi ci induce a credere die tale non sia stata la sua origine. I nuovi piaiieti Cerere , Pallade, Giunone all'opposto si mostrano accompagnati da ua' assai densa atmosfera , e qnesto stato sembrerebbe favorevole alia siipposizioiie che fossero stati originati dallo scoppio del nucleo d' una conieta , divisa in varj frammenti. « Qnesta teoria, dice il sig. Arago , e molto ingegnosa , ma disgraziataniente un fatto capitale h venuto a distrug- gerla : Vesta non ha otTerto finora alcuna traccia di at- mosfera ! Ora qual e la causa die avrebbe potuto disere- dare questo pianeta della parte die gli era dovuta nella divisione della nebulosita della cometa generatrice ? QO Delia sTnittura degU organ i clcmcntari nelle Pinnte, e (idle loro funzloui nclld vUa vcgctabile , del cav. I). VlFlANi, profcssorc dl hotanica c storia iiatarale nella R. Univcisitd dl Genova , ccc. — Gcnova , i83t , dcdla tipogtrifia Gravier, in 8.°, di pag. 864, con 8 tavole in raine. Prezzo 12 frnnchi. In JlJilano si vende presso Lidgi dl Giacomo Pirola , dirimpetto air I. B. Tcatro alia Scala. — Ardcolo tci-zo ed ultimo. Vedl il tomo 65.°, quadenio di febbrajo p° p.\ pog. 194 di questo Giornale. X er qnanto T antore propenda ad accomnnare alle piante le lei^gi geaerali deU'animale economia , noa crede percio doversi trascorrere a riconoscere lo stesso sistema di se- crezioni in questi esseri seinplicissiml, dove Tanatomia noa riesce a scoprire ne organi secerneati , ne serbatoj o "veicoll particolari de' succhi preparati. Le sue osservazionL fatte principalmente sopra niolte piante resiuose e lattigi- nose, sostenute da ])Uone figure, diaiostrano che i vasi descritti da Malpighi come vasi proprj , non sono realmente che interstizj del parencliima, ne' quali il succhio esalato dalle estremita e hen anche dalle tuniche de' vasi dell' or- dito e delle trachee si va raccogliendo, e scorre a foggia di vaso la densita della corteccia , per la quale talvoUa si scarica. La prima alterazione nella composizione elemen- tare del succo, a suo avviso , muove dalle trachee, e da queste sotto 1' influenza di farze vitali, proprie a ciasche- duna specie, prosiegue ne' vasi delTordito; in ultimo i succhi stillatl negP interstizj piu superficiali della corteccia, col concorso dell' ambienie compiono quella serie di cam- hiamenti per cui vengono distinti sotto la denominazlone di succhi proprj. Nel corso di questi cambiamenti le piii volte il loro colore e la loro densita ne vengono alterati; jna a suo avviso fu falsa 1' idea di aflisarsi in questo ca- rattere per riconoscere i succlii proprj , che ve n' hanno in moltissime specie di scorrevoli afl'atto e limpidissimi, i quali pei cambiamenti sofferti nella loio chimica compo- sizione non meritano meno questo nomc. Queste progres- sive alterazioni nella composizione elementare del succhio. DKLLA. STRUTTURA DKGLI ORGAN! CCC. 9 1 le qnali giunte all' estrenio giado corrispontlono ne' loro effetti ad una vera seciezione, sono dalP autore confermate per mezzo delle analisi fatte da cliimici piii acci*editati del succliio, esaniinato a diversi periodi d' eta dl una pian- ta , e in diverse parti di essa. E conseatono a queste analisi le sue anatomiclie osservazioni ; itnperciocclie gli venne fatto talvolta di veder tinto di un leggiero colore rossiccio il succo die circolava ne' vasi spirali della Parictaria; co- lore clie veniva di mano in niano rinforzando verso I'e- sterno. Anche i vasi spirali del Clielidonio gli offrirono lo stesso fenoineno, tranne la diflerenza di colore particolare a queste due specie. A proposito di succhi proprj ci aspettavamo che I'au- tore prendesse a discutere le osservazioni del professore Schultz di Berllno (i) sopra i vasi del lattice, da Ini os- servati nella corteccia, e i singolari movimenti clie in questi vasi si eseguiscono, Forse il professore Yiviani non ehjje notizia di questa scoperta die a lavoro finite, e forse ben anche, partecipando su questo punto nell' avviso giu- stamente autorevole del professore Ainici , non accordo a' trovati dello Sclniltz quel tanto di novita die loro fu accordata in Francia. A dir vero la circolazione del succo ne da Malpighi, ue da Grew, ne da Duliamel fii supposto aver luogo con tanta semplicita e in quel sense die invano il sig. Scliultz si afFatica di combattere si a lungo (2). Se que' sommi fisiologi atnmisero che il succo dalle trachee passava nella corteccia, e da questa disce.ideva iiella ra- dice, si erano pero cosi solennemente spiegjui intorno alle mntazioni che in essi succlii si operavano in questo tra- getto, che per l' efFetto finale le tenevano in conto di vere secrezioni. L'espressioni di Rlalpighi (3) intorno a questi canibianienti nella natura del succo , che delatus a fistulis ligneis adhuc crndii.s .... proportionales fermentorum recipit miscelas .... concoquitur in foUis , ... in horizontalibus utri- cnlis . . . , e pin abbasso ob aqua et acre respiraiionis ma- teriani reripit. sono si chiare e patenti che avrebbero po- tuto risparmiare al sig. Schultz gran parte di quella con- futazlone. Ugualmente a torto e iniputato all' anatoniico (i) Biblioteca italiana, febbrajo l83a, p. 268. (3) V. Allgenieine botaaische Zeitung, i83l, n. lO. (3) N. Malpighi, AnatoiHCS rlantaruia , p. i5. 02 DEI.I.A STUUTTl'U.V DF.GI.I OROANI itallano ill aver confiiso sotto lo stesso nome e sucrlii proprj e sncchi vitali : egli clie il primo fece coiioscere e descrisse le fibre della corteccia vdsorum modo perforata , come distinti al tatto da vasl del legno e da vasi proprj, quibus Inc , vel resiiia funditur (i); ed e appnnto per cjuesti vasi clie giusta Malpighi gemevan latte, pe' quali il succo dalla corteccia discende nella radlce , del pari clie per questi pretesi nuovi vasi del lattice ( fosse nuovo almeno ii nome ) secondo Schultz il est possible , et pent etre doit- on dire certain que toute la masse du sue .... premie une direction descendante vers la. ^acine (2). Del rimaiiente questi vasi del lattice sono a. lungo de- scritti dal professore Viviaai sotto il nome di vasi dell' or- dito, di cui sono certamente il proseguimento : notate fu- rono dallo stesso le lore coraunicazioui co' vasi spirali, e dichiarate le miuazionl progressive, che si operano nel succo clie per essi discorre. E se sta la dottrina del pro- fessore Viviani sul conto de' succhi proprj , non sara pos- sibile al signor Schultz di fissare il punto in cui questo sue nuovo sistema di vasi comincia e dove finisce ; e peggio ancora se pretendera stabilirne il carattere dalla natura de' sncchi che trasportano. Quanto alle boUe di gas trasportate da torrenti vorticosi del lattice ci senibra di vederli chiaramente descritti dal nostro autore nel picciuolo della foglia del Chelidonio (p. 1 1 5 ) , e poco dopo nello stelo della Parietaria, de' quali egli diede una rappresen- tanza nella fig. 3 della tav. V. Ma egli contempio sotto altri punti di veduta questi fenomeni, e voile per a v Ven- tura abbandonare questa discussione al professore Aniici , nella quale aveva questi date tante prove di valore a van- taggio della scienza. Una resplrazione senza il concorso dell' aria (cap. XX ) che ne fornlsca la parte vitale^ sembra un paradosso con- traddetto dalla universale credenza. Eppure di questa pre- venzione avemnio di che liberarci nella lettura di questo capitolo , trascinati, per cosi dire, da' ragionamenti dell' au- tore de' quali ecco un breve sunto. La respirazione in tutto 11 retrno vivente e subordinata a quella funzione che dicesi assimilazione ;, in quanto che concorre con essa a far passare (1) I^Ialpiglii Plant, idea. (2) Bibi. iiniv. t. XXXVI, pag. 199. ELEMENTARI NELLE PIA.NTE, eCC. 98 le sostanze fornite dalla nutrizione per si fatto cambia- iiiento nella loro composizione elementare, clie ia ultimo si atFanno alia iiatura de' coriji de' quali sono destinate a far parte. Sotto questo punto di veduta generale 1' ossige- nio , neir ordinaria respirazione , non e, a parlare esatta- meiJte, introdotto ne' polmoni, qualuiique sia la loro forma per far parte delle materie assimilate, ma bensi per isca- ricare il sangue del carbonio eccedeiite, e per servire di veicolo a questo carbonio, onde venga con questo artilizio esalato. Ora per consenso di tutti i chimlci il carbonio e I'elcmento predomiuante fra tutti qnelli che entrano nella compositione delle piante. Nella fibra legnosa princlpal- luente che ue forma la parte piii pesante di molto sover- cliia gli altri due elemeuti, de' quali ella e costituita. Quindi 11 maglstero della respirazione , contemplato nel regno ve- getabile nel suo scopo finale , deve tendere ad accumulare e conservare quelle stesso elemento, die per una opposta tendenza doveva essere espulso nella respirazione degli animali. Ora nulla di piii ammirabile della semplicita dei mezzi impiegati dalla natura per giugnere a questo intento. 11 carbonio per la sua insolubilita incapace ad essere as- Borbito , diventa solubile nelT acqua, combinandosi in qua- lita di acido carbonico, coll' ossigenio ; e si sa nou meno dair esperienza die dalT osservazione , die 1' acqua impre- gnata di acido carbonico e il migliore de' nutrimenti, anzi jndispensabile per sostenere la vita vegetabile. Le pareti de' vasi stessi pe' quali si muove questo fluido nutritive esercitano le funzioni di organo secernente: Tacido carbo- nico e decomposto; il carbonio in gran parte e impiegato nella formazione della fibra legnosa \ il rimanente combi- nato coU'ossigenio rimasto in liberta, e coU' idrogenio for- nito dair acqua, concorre in quella triplice combinazione, nella quale in diverse proporzioni ogni prodotto vegetabile puo essere decomposto. Nel passaggio di queste sostanze gasose alio stato solido v' ba uniforme svolgimento di quanto liasta di calorico per renderci conto di quella ugua- glianza di temperatura che si sostiene nelle piante indi- pendentemente da quella dell' ambiente. Sono dunque con questo semplicissimo e a un tempo ammirabile magistero adempiute tutte le condizioai della respirazione nelle piante senza introduzione d'aria, e senza il bisogno di ammettere in esse organi analoghi a' polmoni. 94 I)ELI,,V STnUTTUUA DEGLI ORGANI I llinitl prescrltti a questo articolo ci inettono nella necessita di scorrere rapidissimaniente sulle iiulagini fatte dalP autore per discntere le difl'erenze tra le piaiite moao- COtiledoai e dicotiledom (cap. XXI). Negli stcssi primordj della vegetazioiie gU assorbimeiiti coloriti gli appalcsarono due opposte cofrenti del succo, iino da' cotiledonl disceii- dente verso la radichetta, T altra da questa ascendente verso la gemmetta {plumula)-^ quest' ultima corrente segue piu particolarmente l''asse del tronco, ed e ad essa aflidato lo svolgimeuto della pianta ia lunghezza. Tanto lia lnogo nelle due famiglie, se non che nelle dicotiledoni lo strato legnoso clie alia line di ogni vegetazione viene a tramet- tersi tra la uiidolla e la corteccia obbliga il succo disceu- dente a portarsi alTesterno, onde di nuovi strati legnosi ne viene annual mente aumentato il diametro del tronco. E particolare osservazione delF autore clie T aumento in lun- ghezza, in alcune piante monocotiledoni , prosiegue per piu anni , da poi clie 1' irrigidimento e la densita cuL e ginnta r esterna zona del tronco impedisce ogni sviluppo in gros- sezza. In questo caso Taumento di fibre legnose che s' in- terpongono fra le centrali , si riduce a! solo efTetto di au- nientare il peso specillco del legno di questi tronchi; e trovo questa maniera di svolgimento in quelle piante dico- tiledoni, tra le quali nierita essere ricordato il Rubus frU' ticosus , che per piu anni prosieguono a slungare il loro tronco senza che ne venga punto aumentato verso la liase il diametro. Cio supposto, ne conseguita che il raetodo recentemente suggerito dal sig. De Candolle (i) per deter- niinare T eta degli alberi , in tutti questi casi debbe tro- vnrsi in fallo. L' autore insiste a pin riprese , sostenuto da continue osservazioni , nella necessita di aiumettere nella parte mi- dollare o parcnchimatosa delta pianta, qualunqne sia la sua sede, Torigine e la prima orditura di ogni svolgimento. Con questo egli viene a restiiuire alia midolla tutta quella importanza che suIT autoriia degli antichi le aveva asse- gnato Linneo. Da questa dottrina egli trae 1' illustrazione di un passo di Plinio finora male inteso, che dice: niidulla^ sive ilia ii'alis anima ante se temlit longUudincin iinpeUeiis, quancUu nodi pervia patet fistula ; cum vero repercussa juxta (I) Notice sur la longevity dcs jubres. Bibl. luiiv. , uiai i83.'.. ELEMENTAIU NELLE PIANTE, CCC. g5 nodes, hcEc vacatur in vita gemma. Hist. nat. XXVII, cap. II. L'autore, dopo aver osservato die qiiesto passo puo aversi per conimentario cli quel jx-firpx //.iXiarot t,'irr/.ov cli Teofra- sto De Cans. PI. V., vi riconosce epilogata la teorica de' nodi viCali del sig. Turpln. Neir ultimo capitolo Tautore, contemplati in iscorcio i fenomeni delta vita vegetativa, trova che tntti concordemente coaferniano la teorica da Ini in questa sua opera esposta. E ci piace di vederne colare come altrettanti coroUarj 1' esito di tante s|:)erienze e osservazioni fatte da Hales, da Duliamel, da Knight, da Petit-Tliuars e da Dutrocliet. Ne sono dimenticate quelle die giornalmente ci forniscono le praticlie delf agricoltiira; per cui quest' arte riflette a un tempo la piii viva luce sulla scienza , e da essa a vi- cenda e ad ognl passo chiarita e sostenuta. Finiremo ri- portando uno squarcio dell'autore, dal quale si vede con quale originalita ed estensione di vedute abljia contemplato il suo argoinento : ti In questa teorica non v' lia d'nopo ammettere nuove " formazioni di vasi al principio di ogni vegetazione, ne •/ di aprire nuove e inconcepil^ili comunicazioni tra il pro- " dotto delle vegetazionl die lianno preceduto e quello die » si va formando ; perciocche tutte le parti dell' ordito dal II quale ogni svolginiento prende le iiiosse sono di lore " natura vascolari, e percio tutte in corrispondenza tra " loro. Col procedere della vegetazione le trachee die in " origine comunicavano co' vasellini dell' ordito divenendo » legnose , finiscono per rimanersi isolate; nia tale e la II disposizione delle parti canibiate in legno die i vasellini " dcir ordito die attraverso le fibre legnose trapelano non II sono punto impediti dal partecipare ne' moviaienti del " suciliio; onde si vanno slungando, e si dispongono a " quelle forme vascolari, die piii dicliiarate si luostrano " nella nuova vegetazione. Al primo muover di questa i " succlii trovansi sulla via die delibono scorrere nel torno " della nuova vita; e la pianta riprende I'esercizio di sue II luuzioni , come le riprendono quegli aniiiiali , die an- II ntialmente escono dal loro periodico letargo. " In conseguenza di questa dottrina nn albcro sccolare " porta seco il prodotto di cento periodi di vegetazioni , " il quale prodotto puo essere rappresentato da cento piante •■' anuue, ciaschcdiina delle quali avrejjjje foniito la sua 96 DF.LL\ STBUTTUK.i DKCLI OUGAM e.CC. II quota cll parfe legnosa clie ha servlto di appoggio e iVi " sclielctro a quelle clie di niaiio in iiiauo le sono snccc- " dute. Cosi ne' Polipi coralliferi clie tra gli aiiimnli son " qnelli che statino piii presso alle piante , la vita si va " via via spegaendo nelle parti inferiori clie servoii ili II base alle nuove pioduzioni. In alcune conchiglie a guscio II piano ogni anno questo guscio si aumenta di una I'alda, " per cui il nuniero di queste falde corrisponde agli anni II di vita dell' animale. In quelle a guscio a coccola ogni '/ anno aumentano di un ordine le spire del loro nicchio. II Tanto e vero die le stesse leggi governano lo svolgi- II mento degli esseri viventi; benclie sotto svarjatissiuie II apparenze ne resti velato agli occlii del volgo T anuui- II rabile maglstero. >» X. Nel primo degli articoli co' quali si e reso conto in que- sta Biblioteca ( gennajo i83a, pag. 47 ) dell' opera del prof. Viviani , fu detto che pr^ndevasi ad esporre in breve il suo sistema anatomlco e iisiologico , facendone quel pregio clie dair aatorita di un provetto ed insigne botanico quale egli e veniva richiesto; ma soggiungevasi non pretendersi con cio che le sue opiuioni fossero ainniesse senza esame, ed anzi fortemente si eccitava lo zelo de' botanici, pei-clie fossero sottomesse al piii severe giudizio. Alcuni dislinti l)Otanici italiani corrisposero a tale eccitamento , ed invia- rono alia Direzione di qnesto Gi()rnale le osservazioni da cssi fatte inlorno al sistema del prof. Viviani, alle qiiali sic- come fu fatto di quelle clie servirouo ad esso di eacomio, si accordera luogo nel prossinio fasclcolo delta Biblioteca Italiana, aflinche la verita , die e lo scopo cui dejijiouo inirare le faticlie degli scienziati, scaturir possa dal libero conilitto dclle luuane opinioni. 97 APPENDICE. PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED AKTI STRANIERE. Sir Edward Seawards Narrative , ecc. Relazione del iiaufragio di sir Odoardo Seaward, e dclla scopcrta di alcune isole nel mare de Caraibi cJie ne furono la conscgnenza , col ragguaglio di molti notabili ed intcressantissimi aweidinend dclla vita di lui^ dal- V anno 1733 al 1749" H tutto dcsunto dal suo pro- pria giornalc e pubhlicato da inadamigella Giovanna Porter. — Londra , 1 83 1 , vol. 3 , in 8." (2.° Estratto). N . J-^el primo estratto lasciammo sir Seaward e sua moQ;Iie ill atto tl' imbarcarsi per la Giauiaica. Giiinti a Kingstown scrivono novelle di sc alia famiglia : al tempo stesso Sea- ward inaiida in Iiigliilterra 40000 lire sterline perclie s'iucassino nel pubMico erario. Appareccliiata ogni cosa pel ritorno nella sua isola , e pel trasporto degli opcraj e de' inateriali necessarj a riparare il nanfragato vascello , egli compera una geoletta (schooner) di cui aflida il coman- do al luugotenente Drake. Ei si provvede inoltre di quanto occorre per istal)ilire una piccola colouia. Indi, ottenuta dal governatore della Giauiaica una comniissione di capi- tano comandante , riparte , seco conducendo alcuni artieri colle loro famiglie, e alcuni ncgri d' ambo i sessi, col patto, clie fu per lui stabilito in legge fonJamentale nella sua isola, die dopo una schiavitii di sette anni ricuperato avrebbersi la liberta. Seaward restituitosi alia sua isola, non in altro si oc- cupa che nel dissodarne le tcrrc e nel costruire tutto cio di che abbisoguar poteano i suoi coloni. Kacconcio e il \ascello e parte per la sua meta. La geoletta fa piii viaggi a Kingstown, e ne ritorna provveduta di qiianto richiedesi Bibl. Ital. T. LXVI. 7 a'S A 1' 1' E N D I C B per la colonia ; e questa, merce delle cure e della genero- sita del foutlatore , va prestamente crescendo. Seaward e sua mogUe scrivono ai lor congiunti cli'eglino disposti sono ad accogliere tutti cjnelli die amassero di farsi loro consort! : poclii niesi dopo vedonsi con gioja arrivare Giacomo Seaward che ammogliato erasi con una sorella d'Elisa. Quest! son provveduti di buona abitazione. Gia- como si da tutto al commercio die poco a poco si stabilisce neirisola, ove alcunl vasceill cominciano ad approdare. Sea- ward istesso celebra parecchi inaritaggi : se non che mentre ogni cosa va prosperando , sente non men della moglie il desiderio di rivedere per poco la patria e gli anilci. S' iin- barcano dunque per la Giamaica, e di la per T Inghilterra il giorno 26 di luglio del 1736, tre anni circa dopo averla abhandonata. Hanno felice la navigazione 5 ma arrivati a Londra, il tumulto di questa citta cagiona in loro quell' in- jjrato senso di sbalordimento , die e naturale in persone da piu anni usate ad una quasi totale solitudine. Seaward desideroso di ottenere dal re la conferma del pos- sesso delle isole, cul ha iniposto il propiio nome , ne co- noscendo a chi megllo rivolgersi in Londra, s' indirizza a Perry , capo della casa di commercio a cui aveva egli conse- gnati i suoi fondi, per sapere come comportarsi per con- seguire 1' intento. L' assenza della corte e de'ministri gl im- pedisce di poter fare alcun passo : intanto egli e la moglie s'occupano del loro vestiario, essendo del tutto inetti air uso gli abiti che avevano trasportato. Madama Seaward mosti-a a case ad una modista un pezzo de' drappi tessuti in oro , trovati nella caverna delF isola. La donna che noa aveva mai veduto nulla di si bello, ne domanda un sag- gio ; ma la prudenza suggerisce a Seaward di rlcusarglielo. Intanto al principio di settembre Tomicidio del capitano Porteus , ucciso dalla plebaglia di Edimburgo , richiamato nvendo a Londra il ministro Walpole , Perry ne ottiene un' udienza per Seaward. « Perry (dice il nostro viaggia- tore ) mi diede una carta che servir doveami per essere introdotto presso il ministro, e mi parlo ne' seguenti ter- mini: — Seaward, abborrisco anch' io non men di voi I'arte di brigare e di corrompere , sotto qualunque forma si ma- scheri, ma se volete die questo foglio non vi torni del tutto a vuoto, fate c osi: Una moneta d'argento al portinajo, un'altra all' uomo d' guardia nel \estiboIo, e una mezza PAUTE STRA.N1ERA. ^f) ghinea al fante die v' iiitroJurra al segretario. Quanto a. quest' ultimo , non vl scordate, preseiitandogli la carta , di fargli passare in mano una coppia di ghinee diligeutemente incartocclate , e di soggiungere : Si conipiaccia di farle avere a coloro die mi I'ecero qua introdurre. — Ritenni a memo- ria la lezione , e ringraziai Perry cordialmente della pre- inura ch'' egli avea per me dimostrata. " Seaward giovandosi di tale lezione, dopo varie difiicolta giunge linalmente colie diiavi d' oro sino al gabinetto di sir Roberto Walpole;, il niinistro. Ma le sue proposizioni sgrazlatamente vengono con mal garbo rifiutate. Alia fine dopo varie ripetute istanze del tutto scorac;giandosi , e per- suaso die nulla piii ottcrrebbe s'appiglla al partito di ri- nunziarvi , cliecclie glie no costi. S' apparecchia perci6 a partire da Londra per visitare nei Glocestershire i suoi parenti. « II lunedi, 4 di ottobre ( cosi egli strive), eravamo oc- cupati de' nostri preparativi [)er incamminarci ad Awbury, quando una dama richiese di niadaina Seaward, e ci t'u anaunziata lady Sundon. II nonie ci era ignoto ; nondimeno Elisa la fece pregare perclie salisse, e Taccolse con quella facile cortesia e con quella dignita ciie accompagnano seni- pre un cuor semplice e retto. Dopo alcnni preamboli in ceriiuoniali , lady Sundon fu soUccita di annunziarci esser ella a noi venuta per ordine della regina , la quale, saputo avendo die inadauia Seaward possedeia un drappo , od uu tessuto in oro, di cui non s' era veduto altro uiigliore in Europa , incaricata aveala d'acquistarlo a qualunque con- dizione, quando trovato Tavesse del prcgio corrispondente alia fania. " Sorrise Elisa, e pigliando la parola: milady, disse , la cosa non avverra cosi : ben io saro fortunatissima se S. M. vorrainmi perinettere di oft'erirle alcuni pezzi di tes- suto d'oro o qualsivoglia altro oggetto die io possegga. — Temo , ripiglio la gran dama, clie la regina non possa ac- cettare un dono da madama Sea^vard. — E se cosi e, sog- giunse mia moglie, qnesta sarebbe in vita mia la prima volta che proverei dispiacere di non essere qualche cosa di pill di madama Seaward. " Dopo un momcnto di silenzio , lady Sundon chiescci il pemiesso di vedere il drappo di cui si trattava; e subito 'e ne fu presentato uno de' piu ricchi e piii belli, Vcduta ia ICO APPENDICE perfezion del lavoro e la rlcchezza del tessuto stupi, ne cel6 la sua meraviglia ; die anzi ci disse che il drappo era veramente degno di una regiiia. Lasciai in qnesto inentre le due donne ; le quali mi parvero Van Taltra d"accordo , stanteche ritoruato dopo iin' ora le trovai impegnate in iin interessante coUoquio. Mia moglie , dotata di un gusto sicuro e di un coiioscere dilicato, colto avea quest' occa- sione per fare a lady Sundon un breve racconto del nostro naufragio, del nostro primo stabilimento nelf isola, e per parlarle del dcsldcrlo che nutrito avevamo di ottcuer dalla corona la cessione di quelle isole ond' a coloro che avevamo ivi staliilito, dar guarentigia di conservare le loro terre e le abitazloni loro, aggiungendo che defraudati nella ])rama eravamo sul punto di partire onde per quanto era da noi assicurare il ben cssere della colonia, indipendentemente dal soccorso della Maesta Sua. Ella nel suo racconto non tralascio di rammentare gli sforzi nostri per condarre i negri alia cognizione del vero Dio ed a santificare la festa. Lady Sundon , buona e pia donna siccome ell' era , ascolto con vivo piacere queste cose , e da noi accomiatandosi ci lascio promessa che nulla avrebbe lasciato afiinche la re- gina accettasse il dono di madama Seaward, » Partitasi, c' Intertenemmo a lungo intorno ad una visita tanto per noi singolare, e ne traemmo argomento di speranza che questo incidente fosse stato dalla Provvidenza peruiesso per far riuscire a buon esito un divisamento, nel quale le vie uraane e i nostri tentativi aveano fallito. » Ed eccoci al raartedi ritornar lady Sundon apporta- trice alia mia moglie della consolante novella che la regina volea riceverla il prossimo giovedi : e soggiunse esser ella una Dama d' onore presso Sua IMaesta , e che sarebbesi incaricata di presentare in persona mia moglie alia regina, e ch' ella niedesinia condotta V avrebbe in una carrozza di corte. Chiesi licenza di ritirarrai, e lasciai le due donne insieme. Allora lady Sundon si fece a discorrere sulle piu minute circostanze della presentazione : non ci fu alcun punto dl femminile acconciamento e d' eiiclietta che non venissc discusso. l\Ia una cosa rimaneva assai dilicata siilla quale aniava ella d' informarsi. " Qnal e la condizlone di sir Seaward? la rlchiese : E forse, come penso, un negoziante' — Lo era, rispose mia moglie, ora non lo e piu^ ha addossato i suoi alfari al PARTE STRANIERA. lOI fratello, e gode attualmente di grande fortuna. — Mi sarehbe stato caro, aggiiinse lady Suiidoa, che fosse fregiato d' ua titolo, qualunque poi fosse. — Noa ha fiaora che quello di capitano comaudaate delle isole Seaward; posso mostrarx i la sua commlssioae segnata dal Governatore della Giaaiai- ca. — Tanto basta, ripiglio la dama d' onore , vado lieta di questa circostanza, la quale non vi sara inutile per la vostra presentazioae, quando pure non vi potesse giovare a qualche uopo maggiore. " II giorno segueate Seaward d' ordlne del Ministro recasi a Ini alle dieci ore antimeridiane. i> II secretario, continua egli , mi ricsvette con istraordi- narla cortesia, fui senza iadugio introdotto nella biblioteca , nella quale se non trovai il JMinistro , questi pero non tardo a venirvi. »» Seaward, godo assai di rlvedervi, mi disse entrando, sedetevi, e parleremo del vostro afFare. — Con una carta delle Indie Occidentali alia manO;, mi chiese che gli mo- strassi la situazione di quelle isolette, per le quali io sol- lecitava una cessione dalla Corona. " Dope avere indarno fissati gli occhi sulla carta. — Non le trovo indicate, ripiglial , ed in queste posizioni non vedo altro fuorche le isole Seranhas. — Gli mostrai allora la latitudine esatta delle isole Seaward : quanto alia lon- gitudine, essa e incerta perclie non ancora verificata da osservazioni. — Bramo di conoscerne I'estensione, ed io gli feci di esse la niiwlior descrizione che mi fosse possibile. <> Or bene, signore, mi disse, parliamo col cuore in mano, se otteneste la bramata cessione quali sarebbero poi davvero le vostre intenzioni ' — Gli ripetei quanto gli aveva esposto 1* altra volta , ma egli crollo il capo ac- cennando di dubitarne. " Non mi torna strano, sir Roberto, gli dissi allora , che rlcusiate credenza alle mife intenzioni scevere d'ogni inte- resse: cio non ostante vi dissi il vero, e consento a cedere interamente 11 privilegio delle rendite che provenir potreb- bero da quelle isole a chiunque fosse noininato a riceverle , richiedo soltanto che questa sia onorata persona. Ecconii pronto anche a pagare alia Corona la somma che si cre- dera convenevole. — Bene, bene, continuo egli, m'avveggo che sentite la forza dell' argomento , arswnenttun ad res , e voglio cogliervi in parola. Ma, soggiunse; e chi stimera il valore di quel possedimenti'' — ?*Ii affido a voi, ripigliai ; 1 02 AprrNDTCii: pero senibram'i convcniente clie si stal)illsca un pria- cipio come base, sn cm stabilirc la stima. — Siete nato fatto per cssere diploinatico , riprese il Ministro, ma in grazia, mi fareste il favore di spiegarmi die cosa inten- diate per principio? — Non ne conosco alcuiio die si possa beae adattare al caso nostro; ma, poiche non ci ha di meglio, potremmo servirci della stessa propor/ionc adottata , or son tre anni, per le terre cedute alia prin- cipessa Carlotta nelle isole di San Cristoforo. — In fatti , soggiiinse egli, vi pub da cosa a cosa essere qiialche rap- porto. Ma come conoscere V estensione del terreno ? — Ecco, signore, la mia idea: si e tracciato un disegno delle isole, e comnnqne lavoro di fretta potra servirci in questa occasione ; io amerei anzi die fosse unito alia patente die sollecito. — Seaward, rispose il Ministro, sarete soddisfatto. IM' e caro di potervi giovare or che mi sono accertato da me stesso di non aver a fare con un avventuriere: percio ecconii pronto a servirvi. 11 nilo Segretario da qui a poco verra da vol, a nome della Corona, e tutto sara in baona rcgola spedito. — Ringraziandonelo, osai esternargli il desiJerio di potergli un giorno dar prova della mia rico- nosccnza. Egli mi saliito in silenzio; ed io partii. " Ritornato a casa, ebbi a niaravigliarmi del cangiato contegno del Blinistro, ne sapeva indovinarne il motivo : pure cond)iude\a , poiche la cosa e fatta , e fatta in modo oncsto, poco viionta in qual guisa cio sia avvcnuto. " Non molto ando die madama Seaward fu prescntata alia reglna : dal racconto dell' autore si srorge come un tal passo fosse un secolo fa un negozio ben piu grave che non e al prescnte, comeche in un paese die non aveva adottato i cerimoniali della corte di Luigi XIV. t> I due pezzi di drappo , dice Seaward, stati erano piegati in un Inviluppo di raso bianco, senza togliervi le ciiriosissime carte nelle qnali trovavansi involti allorche fnrono da noi scoperti nella caverna: ponemnio T involto snl davanzale della carrozza. Mia nioglie dissenii nelTatto di andarsene: Non essere sopra pensiero per me: io mi bonto tranqiiilla e sicura sotto la protezione di questa egregia donna. Lady Sundon voile ch'' ella montasse per la prima in caiTOZza, ed io porsi ad ambcdue la mano. » Elisa ritornb a tre ore: e la ricevetti a braccia aper- te. — Caro Odoardo, esclamo , eccoci ancora insieme. — Parlanii della regina, angelo mio. Che fu del vostro PARTE STRANIERA. ic3 colloquio' — A maraviglia , sebbene in grandi cerimoniart. Arrivate al palagio fammo I'lcevute da nn gentiluomo di servigio, che ne scorto siao airantlcamera. L' involto fit posto sopra una tavola di marino. Dopo alciini minuti eiitro una dama, a cui lady Sundon mi presento come la moglie del capitano Seaward. La dama presemi a mano per con- durmi, menti'e la mia arnica (che ben credo di poteria cosi chiamare) mi segulva al fiance. In tal guisa fui intro- dotta in una camera ove la regina trovavasi assisa. — Co- raggio, mi suggeri a Ijassa voce la dama che mi conduceva: poi lasciando cadere la mia mano , saluto con bel garbo la regina e dissele: Ho Tonore di presentare a Vostra Maesta la moglie del capitano Seaward. — Siate la ben venuta , madama Seaward, disse la regina, mi riesce grato di ve- dervi qui, — • Ed io mi chiamo fortunata, replicai , di godere la presenza della nostra Augusta Sovrana: la ricor- danza di questo glorno mi durera cara per tutta la vita. ProfFerite appena queste parole, lady Sundon mise tra le mie braccia 1' involto-, ed io, giusta le istruzioni datemi , m' accostai alia regina, piegai un ginocchio, e deposi a' suoi piedi il drappo dicendo : Se Vostra Maesta giunge a tanta degnazione d' accogliere questo debole triljuto dalle mani della sua piit devota serva , cio stampera un senso della pill profonda commozione nel mio cuore. » Brava, bravissima Elisa, Tinterruppi io, lady Sundon non sarebbesi in miglior guisa comportata. — Caro Odoardo, soggiunsemi la moglie, ella m' aveva dettate le parole; nondimeno io veramente provava in cuore quanto espri- ineva col labbro. ■ — Non ne dubito menomamente , mia cara: ma continua il raccontof, m' e grave d'averti cosi di subito interrotta , e con cio hai una prova bella e buona ch' io non ho mai abitata la corte. — Sua Maesta. pro- segui mia moglie, mi rispose lienignamente : accetto di buon grado il dono che mi ofTerite, e mi compiaccio di dare cosi un contrassegno di stima ad una donna die Iia saputo egregiamente contenersi nella prova che ne lio fatto. — Lady Sundon mi prese allora per la mano, e mi rialzo, perche I'inaspettata cortesia m'avea fatta dimen- tica di me stessa. Indi salutammo la regina che ci avea fatto segno che potevamo ritirarci , ed obbedimmo, avendo riguardo di non rivolgere ad essa le spalle, pel rlspetto che aver debbcsi alia presenza della sovrana, sino a che fnmmo fnor della camera. »• 104 ArPKNDICE Pochi giorni ilopo lady Suudoii cliiede iiuovMmentc d> niadnnia Seaward per condnrla uel sno appartaiuenlo al palazzo , ove sijciava di piocurarle una secoiida visita alia regina. — La vostra Elisa ha del celeste, disse ella al sigiioi* Seaward, col quale si trattencva da sola a solo ^ questa donna ha un non so che di diverse dalle altre clie ho veduto finora. La i*egiiia s' e forte compiaciuta della sua avvenenza e della dignita de'suoi modi: io nou dubito cli' ella desiderera di vederla prima del nostro ritorno dal palazzo-, ma non avendone plena sicurezza, non ne parlero innanzi tempo alia niia amabile amica per non crearle in cuore una speraiiza die dovesse poi tornar vana. — " Lady Sundon mi cliiese in segnito (continua Seaward) se conchiuso avessi cio che spettava alia cessione delle iiiie isole : Ic risposi che la cosa erasi concertata il giorno innanzi, e che sperava che I'atto sarebbe stato senza ritardo presentato a Sua Maesla , che dovea lirmarlo come reg- gente. — Per ora, mi disse ella, ho un segreto da conli- darvi. La regina non fu pienamcnte soddisfatta di certa persona nelF occasione del vostro aflare ; ella ha anzi ad essa parlato in modo perentorio, ed a questa sola circostanza andate debitore della felice riuscita. Voi sapete ora a chi dobbiate esserne riconoscente ^ pcro non gittate i vostri denari a fUvore di colore che persuadervi vorrcbbcro, doversi da voi alia loro mediazione e non ad altro ascriverne il huon successo. La regina risepjie il tntto^ commendo alta- mente le vostre massime e la vostra condotta. II Ministro s' e innasprito in udirc da Sua Maesta le sue risoluzioni ^ s'e ritirato lasciando intravedere il suo conturljamento ; ma poiche non vorra correr pericolo dello sdegno della regina , nulla avete a temere da lui. In qucsto punto so- praggiimse mia moglie, die pose fine alia conversazione: ed io condussi le donne alia carrozza .... " Alle otto ore ritorno la mia Elisa, tutta giuliva: aveva pranzato con lady Sundon e coUa veneraljile
  • > Elisa tocca profondamente da questa prova di bene- volenza d' una regina d' Inghilterra resistere non sajjeva ad un tal quale sentimento di vanita in ricordandosi T acco- glienza avuta al palagio reale. Ma non istette guari a ri- tornare in se stessa ; e dopo avere espresso un sentimento si naturale in sifFatta occasione : Dio solo, mi disse , ha in mano sua il cuor di tutti : Ijen ml sta ch' io umilll il mio davanti a lui prima ch' esso sia preso ne' laccl della va- nagloria. Deh ! come sostener potrei il timore che Iddio da noi ritraesse la sua faccia ! >> Poco dopo madama Seaward e richlamata al palagio per chiudere il racconto coU'ordine di condurre seco (che cosi placque alia regina ) il cagnolino che rappresento si belia parte nel frangente del naufragio. La regina presa ognor piu di ammirazione per questa amabile donna le dicliiara il desiderio che il marito di lei si presenti ad un solenne ricevimento del mattino, soggiungendole ch' egli introdotto vi sareljhe da lord Harrington, e invitandola altresi ad accompagnarlo e ad aspettarc presso lady Sundon il com- pimento dclla cerimonia. Giunto il di prefisso, ecco gll sposi Seaward, acconcia- mente abbigliati , recarsi al palagio , ove bello sarebJDC stato 1 assistcre al segucnte spcttacolo. " Lord Harrington trattomi in disparte (e Seavard che narra ), domandomnii se io sapessi a che mirasse la regina nel farmi a lei presentare. — Ad onorarmi , gli risposi, con una bonta ch'io non avea ragione di prometternii, e troppo godrei se mi fosse dato di farle nota la mia riconosccnza. — Pill lieta foriuna ancora aspettarvi dovete, dissemi il gentil- uomo , se pur non vo stranamcnte errato : cio non ostante piacciavi ch'io v'avvisi che quando la regina vi presentera 106 AVPENDICE la niano, vol vi Jovete accostare la vostra allc la])l>ra, ple- gando a terra uq ginoccljio; ne vi dimcnticate di rinianervi atteggiato cos'i, sino a die ella noii s'allontani da voi •, in line cliecche vi coniandi, fatelo tosto senz'esitare. Mes- somi poi il bracclo sotto il mio, m' introdusse diccndomi: or possiamo entrare. — Nuixierosa era raduuanza, coinposta di nobili e di officiali die servivano nella marina o nel- Tarmata terrestre: erano tutti raccolti in giro intorno a Sua Maesta •, e questa era assisa allorche entrammo ncl saloiie. Dopo alcuni monienti ella si levo : parecchi le furono presentati prima di me, e a tutti porse hen podie parole. Era la sir Rol^erto Walpole, il Ministro , die ravviso subito il BUG umilissimo servitore: appressossi al nobile ba- rone clie mi avea introdotto e gli disse non so die cosa a liassa voce scaza averne altra risposta die ua sorriso. II Ministro pero mi fece un cenno grazioso , e ritorno al posto. >/ Ed ecco la mia volta. Lord Harrington mi prese per mano , e mentre ci avanzavamo nel circolo , la regina mi guardava fisso. Pareva die ella si studiasse di riconoscere una persona, di cui avea poc' anzi udito parlare a lungo. Ho Tonore, disse il nobile lord, di presentare a Vostra Maesta il capitano Odoardo Seaward, il quale ha ricevuto dal Governatore della Giamaica una commissione per co- mandare una piccola isola nei paraggi spagnnoli. II Non ci siete persona nuova , disse la regina, ed io mi valgo di questa occasione per darvi testimonianza die sono soddisfattissima di quanto avete adoperato a pro ed onore di Sua Maesta. Ella avanzo la luano , ed io mi comportai a norma della datami lezione. In quel punto vidi splendere una spada nelle niani della mia augiista Sovrana : ella me ne pose la lama sulla spalla, e pronunzio con grazia tutta sua propria queste parole. Sir OdoarJo, alzatevi. A queste parole due persone rimasero come dal fulmine col- pite, sir Roberto Walpole ed io. Vero e ch' io era allora si fattamente assorto ne' mlei affetti da non poter osser- A'are gli atti altrui : ma cio mi fu poscia narrato da lord Harrington, il quale mi soggiunse die mentre la regina parlava , il Ministro guardava a dritta , a sinistra tutto confuso, non senza grande piacere d'una parte degli astanti. Nondlmeno da quelf esperto cortigiano ch' egli era, non perdette tempo, e accostandosi a me: Sir OdoarJo Seaward, disse, pigliandomi la mano, permettete die mi congratuli con voi del favore che Sua Maesta vi Iia compartito. PARTE STHAOTERA. IO7 " Terminata la ccrimonia, il nobile Barone ml prevenne die la sua carrozza era presta per ricondurmi a casa; ma avverti che forse avrel desklerato di veder prima lady Seaward che era nel palagio. Non saprei esprimere la gio- conda impressione che fecero in me queste parole , lady Seaward, proferite da lord Harrington. Noa ho rossore di confessar questo sentiniento, giacche esso scaturiva piii tosto dal nobile orgoglio di vedere onorata la mia Elisa che da alcim pensiero di rimbalzo sopra di me, per ri- guardo all' onore poc' anzi conferitomi. » Lord Harrington mi condusse a lady Sundon. Dopo una mezz' ora , Elisa comparve appoggiata sulle braccia dell' arnica. La regina aveva desiderato di vederla nel suo privato appartamento e di annunciarle di bocca propria il favore che m' aveva accordato. All'entrare nella camera della regina. Sua Maesta verso di lei avanzandosi, le avea detto con un beniguo sorriso: Lady Seaward , ho il piacere di vedervi. — Elisa la stette mirando con sorpresa, ma senza poter parlare. — Ho aggiunto un bravo cavaliere al no- stro elenco , ripiglio la regina, nella persona di vostro ma- rito, e mi sono riserbata il piacere di darvene io stessa la notizia. — II cuore della mia cara Elisa fu troppo profon- damente commosso : i sentiment! ch' ella provava in quel punto erano tali die le toglievano la forza di esprimerli: ma tosto signoreggiandoli , cadde ai piedi di Sua Maesta , esclamando : II mio eccellente marito ! Ah ! la Maesta Vo- stra m' ha colmata di gioja col 8ul)limare ed onorar mio marito. — La regina la rialzo colla sua usata bonta: pian- geva Elisa, ma di riconoscenza e di gioja. " La mia Elisa era troppo temprata ai modi della na- tura , perche sottomettersi potesse alle costumate forme del mondo. Quando fu alia soglia della porta , volo tra le mie braccia, e sfogando gli affetti in sino a quel punto infrenati, tutta senza ritegno si sciolse in lagrime. Le due dame presenti a qucsto spettacolo , conoscitrici siccome erano del cuore nmano, s' astennero dal frastornarlo. Pas- sat! alcuni istanti , ella si riinise nel primiero stato. Ora sto meglio, disse sorridendo, miei cari e buoni amici , coa- donate alia mia rusticita questa debolezza. — Amabile figlia della nntura , replico lady Sundon , piacesse al cielo die Ic donne tutte fossero a te somialianti ! " io8 \ r V E N D I C E Uehcr den FreyJuifcn von Vcncdig , ccc. — Sal Porto- franco di Venezia, considcraf.o sotto il rapporto del commcrcio maritdrno dell' Anxtria , in gcnerale , con iin prospetto comparativo dello stato dell' indnstiia nella Gran Bretagna, nella Francia e neW Austria , di Carlo Giuseppe Czoernig. — Vienna, i83i, prcsso Carlo Gerokl, in 12.° di pag. x c sSa. I 1 nome del slg. Carlo Giuseppe Czoernig non c nuovo nel nostro gioriiale. Noi altre volte tributate abbiamo le bcii dovnte lodi a quest' egregio e dotto alenianno, par- lando della sua Descrizione topografico-storico-staListica di Meiclieiihcrg , e commendandone 1' ordine delle niaterie, r accuratezza delle notizic;, ringenuita, lo stile (1). Iiide- fesso nello studio della pabblica economia, ben anco tra le gravose ed ardue sue incumbenze, va tutto cio itiedi- tando e raccogliendo die in si fatta materia gli avviene di trovare di piu utile o piu adatto all' attuale stato della iiazionale industria. CUe pero all* occasione del solenne aprimento del Porto-franco di Venezia egli , coll' opera che annunziamo, fecesi a pubblicare le sue osservazioni su questo couimerciale avvenimento , intorno a' cui effetti si varie e talvolta si contrarie sentenze furono proferite. II suo scopo per tanto e quello di porgere a' lettori con die proferire un convenevole e ben ragionato giudizio su tale avveni- mento, loro esponendo i rapporti tutti sotto de' quali es- ser dee considerato il Porto-franco di Venezia. L' opera c in dieci capitoli distinta. L'autore (cap. i.°) comincla da una descrizione della festa die fu celebrata in Venezia in si solenne circostanza, e nella quale a lui sembrava die ricliiamate fossero in vita le splendide e liete feste die un di celebravansi da quella citta deU'Adria regina. Da cio prende egli occasione (cap. 2.") di far conoscere con un succinto ragguaglio storico i rap- porti fra la nuova istituzione e le antecedenti commerciaii condlzioni di Venezia : espongonsi quindi (cap. 3.°) le spe- ciali attribuzioni, ossia i rapporti del veneto Porto-franco (i) Biblioteca Italiana t. 57.°, quaderno di febbrajo i83o, p. 2o5. PARTE STRANIERA. IO9 coir odierno stato delle cose, Moltisslmo pero Importava rindagine dei rapporti coll'avvenire, onde congettarar si potesse quale ne sarebbe il risultaiuento , quali vantaggi cioe sarebbero per derivarae. A quest' uopo conveniva innanzi tutto riljattere le obljiezioni che coiitro di tale provvedimento gia promosse furono , o potrebbero tuttora promoversi. Tale e 1' argomento del cap. 4.." Questi van- taggi, de' quali parlasi ne' cap. 5." e 6.°, risguardano la citta di Venezia e la Lonibardia. L'autore si fa a discor- rere il cominercio di Venezia cogli Stati marittimi d' Eu- ropa, non c!ie col Levante ov' ella conservarsi seppe il principal suo mercato ad onta delle commerciali vicissi- tudini. Imperoccbe Smirne e tuttora il pin grande em- porio del conunercio di Levante : Trebisonda comincia a riacquistare 1' antica sua importanza , da che i progressi degli eserciti russi tengono in freno le barbariche orde, che prima tarbavano la sicurezza del commercio della Persia e della Bucaria: Odessa va ogni giorno divenendo una piazza piu importante. La Grecia stessa, se finalmente dato le fosse di godere de' vantaggi del suo suolo, strignere potrel)be con Venezia mercantili rapporti di grandissimo vantaggio per ambldue i paesi. Venezia poi possede fab- briche di orificei-ia , di vetri , di drappi, di inanifatture di seta, ecc. , i cui prodotti danno luogo a considerevoli esportazioni. A vie meglio poi confermare la favorevole influenza che il Porto-franco di Venezia esercitar potrebbe su tutta la nazionale econoniia dell' austriaco impero , l'au- tore imprende a chiarire una dilBcolta che di leggieri ua- scere potrebl)e; e quindi dimostra che la benefica sovrana conccssione e in perfetta armonia col sistema che quanto alia mercantile legislazione , ed alia politica connnerciale trovasi presso noi in vigore. Ma deU'economico stato di un paese aversi non puo una giusta e convenevole idea , se prima non se ne faccia il paiagone collo stato degli altri paesi , che sotto questo riguardo raeritano maggior attenzione. Quindi e che l'au- tore nel cap. 7.° ci da I'abbozzo dei rapporti d' industria della Gran Bretagna; e nell' 8." di quelli della Francia j e passa poi ad esporre lo stato de' medesinii rapporti ncir austriaco impero, cap. 9.° Finalmente alia piena di- niostrazione de' vantaggi die derivar possouo a tutto I'im- pcro austriaco colla libcrta di coinuiercio accordata alia no A P 1' E N D 1 G E citta dl Venezia , era pur cruopo dimostrare che da questa istituzione noa proviene danno alcuno alle manifatture ed ai niercantili interessi di tutto lo Stato. Clie anzi e questi e quelle, secondo il nostro autore, ricevono col Porto- franco di Venezia e spaccio, e vigore , e incoraggiainento. Ci sendjra che questo semplicissimo sunto bastevole sia a dare a' leggitori nostri una giusta idea del libro che an- nunziamo. E noi ancora siamo d' avviso che per ben giudi- care de' vantaggi che dal Porto-franco di Venezia derivar potrebbero non al solo regno Lombardo-Veneto , ma a tutta I'Austriaca monarchia , ristringersi non conviene a' tempi nostri , ma e d' uopo spingere le idee nell' avvenire. Per- ciocche certe istituzioni per se stesse sagge e benefiche raggiugnere non possono pienaraente lo scopo se non collo scorrere del tempo , e collo spianarsi delle difBcolta del presente. Taluno bramato avrebbe che il sig. Czoernig in vece d' intertenersi sullo stato mercantile delP Inghilterra, della Francia e dell' Austria, ci avesse fatto ampiamente conoscere con tavole statistiche 1" attuale stato dell' indu- stria e del commercio di Venezia , giovandosi delle notizie ch' egli sul luogo stesso procurarsi potea. Ma oltracche tali notizie non mancano nell' opera , e da notarsi ancora che si fatte tavole costretto forse avrebbero I'autore a deviare dal precipuo suo intento facendo un' opera di particolare statistica anzi che di semplice rapporto od interesse com- raerciale. PARTE ITALIAN A. 1 I I PARTE 11. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. LETTERATURA E BELLE ARTI. Sagglo di lino spogUo filologico, dell' abate Giuseppe Brambilla. — Como , i83i, dalla stamperia di C. Fietro Ostinelli, un volume in 8.° di pag. 254. Prezzo lir. 4 austr. In llilano si vende da Gio. Firotta in contrada di S. Radegonda , e da altri principali libiai. W on sara meraviglia se qualche osservatore pazlente tro- verh nello SpogUo del sig. Brambilla alcuni errori od abbagli risguardanti il precise significato di certe voci o frasi ch' ei v' ha registrate. Nessuno di quaati lo han preceduto coa silTatti lavori ha potuto essere si diligente e si fortunato da fuggire al tutto questa censura •, ne la fuggira forse nessuno di qnanti verranno dopo di hii. II suo libro per altro sara senipre un buon testimonio dell' amore ch' ei porta alia lingua italiana ^ e reca un trihuto di fatlca , ne infrattuosa per certo , ne ignobile ai compilatori del voca- bolario nazionale. — Per dire cosi in generale la nostra opinione sopra questo libro, saremuio tentati di rimpro- verare al sig. Brambilla un soverchio amore di certe fl'-ganze , contrarie alio spirito filosoiico de' nostri tempi. Sia pur vero clie T Ottimo commcnto ne soraministri un esempio del verbo ubbondare in significato di arricchire , far ricco ; ma diremo noi dunque : Dopo la strada dello Stelvio il passaggio de' viaggiatori non alibonda piii la citta di Como ? ovvero : Dopo clie il Capo di Buona Speranza lu vinto, il comniercio non abbondo piu Yenezia? — Non ignoriamo per altro che uno Spoglio non e un Yocabola- rio, ma solo un sussidio, una parte di materiale proposta ai Vocabolaristi , il cui giudizio poi deve scernere 1' utile e il buono dall' inutile e dal cattivo. Ed a questo diremmo che si limitasse anclie T intendimcnto del 812. Brambilla 112 APPENDIGE se non fosse qncll.i sua prefazione, nella quale lia voluto con isuulio si manifesto far mostra del frutto ch' egli ha raccolto dal suo inodo di studiare nci Ijuoni scrittori. Quella prosa e ridondante di elcganzc ; nia quelle eleganze non fanno una holla piosa. II sig. Braniljilla parlaiido di coloro (e sono poclil certamente ai di nostri) che tcngono a vile lo studio della lingua , donianda : JVon sanno essi che le precipue fontane degU error i di razlocinio scaturiscono a punto , per sentenza di Locke , dal non conoscer la propriela tie' vocaholi e daW abusarne ? Ma gli sara probabilmentc risposto , che la precipua cagione per la quale niolti in Italia non conoscono la propiieta de' vocajjoli, e ne abu- sano, procede appunto dal troppo amore di quelle ele- ganze , delle quali egli ( piu assai che di proprieta ) si e fatto maestro (i). Queste eleganze possono essere cercate e trovate da molti ; ma non souo molti per lo contrario coloro che sap- piano da se medesimi coaoscere il valore proprio e preclso d' ogni vocaljolo : perclie a questo e necessaria una mente logica ed un corredo non comune d' idee nette e ben de- finite. Noi pertanto preghiamo il sig. Brambilla aflinche , volgendo il suo ingegno a questa parte , piu degna de' nostri tempi , voglia cooperare al vero restauramento del patrio idioma per mezzo della lilosolia. Ed un' altra pre- ghiera vorremmo fargli sopra certe parole severe , anzi acerbe del suo lil^ro ,, contro uno scrittore ch' egli non puo certamente spregiare. Si ricordi il sig. Brambilla che anche al Foscolo fu riuiproverato con gran romore di avere male intesa una voce latina : ma intanto che una misera greggia gridava al debolo latinista , il Foscolo spiego 1' ali del po- tente suo ingegno e si colloco ad un' altezza alia quale piii non poterono giungere i deboli sguardi de' suoi censori. (l) Avevaiuo gla scrltto questo ai-ticolo quando ci venne alia uiaui un V(^lunie pubblicato in cjuesti giorni dalla tipografia De- stefanis col titolo Appendicc e corrczlonl al Vocabolario della Crusca ed al DizioJiario enciclopcdico d''Albcrti di ViUanuova e ad ogni altro lessico italiano. Questo volume, per ([uanto abbiam potuto vederne in alcuni riscontri , k fatto sulla Proposta del Monti e col sussidio deiriiidice che il sig. Souf.iui ne lia conipilato. Delia 6iia iitilita uou accadc paiiai'e ., touoaccndosi i I'rtiri della Froposta. PARTE ITAHANA. Il3 Sag^lo (it poesle alemanne recate in versi italiaid da Antonio Bellati. Edizione niiovissima. — Jllilnno, 1882, per Antonio Fonfana^ in 12° di pcig. xiii € 320. Prezzo itul. lir. 3. Varietd Icttcrarie o Saggi intorno ulle costumanze , alle arti , agli nomini e alle donnc illnstri d Italia del secolo presente , di Dcfendentc Sacchi. — Mi- lano , 1802, presso Ant. Fortnnato Stella e figU , coi dpi Nervetti , vol. 1 in itP di pag. 488. Frez- zo lire 4. Siamo stati Iiingamente dubbiosi sopra questl volnmetti del signor Sacchi , a cagioae jiriiicipalinente di due luoghi nei quali egli allude al nostro Giornale coa parole di sdegao e di minaccia : perocche le lodi clie noi avessimo date a quest' opera potevaa essere attribaite a timore , le censure a livore; e cost il nostro giudizio, qual die si fosse, ve- niva a ]3erc1ere di necessita ogni fede. Ora vedendo inse- rito qualcuno di quest! Inoglii nel Nuovo rico^liiore da chi forse vorrejjlje accendere una di quelle battaglie nelle quali gl'ingegni italiani si sono gia tante volte e dissipati e av- viliti, crediaaio di dover lasclare ogni dubjjiezza, e roni- pere un silenzio clie potrebb' essere varlamente interpretato. Abbiaino qnalclie volta dsssentito dal signor Sacclii, e dis- sentianio anclie al presente da alciine opinioul espresse da lui in questl volunii. Se ci siamo ingannati, egli n' lia cliiara- nienle ammoniii di non essere troppo corrivi al sentenziare, proclaniando la niiseria del nostro ingegno. Se poi siamo trascorsi a qualclie parola o irrlverente od acerba , egli ce n'' lia pagati a dovizia, cliiamaudoci mosclie e tafani. Noi sia- mo certi di non avere mai detto altrettanto di lui, ne mai il diremo; prima perclie lo sdegno non ci potra vincer mai tanto da fame credere die questi nomi si possano dare con giusti- zia al signor Sacchi ; poi perche uoa crederemmo di poter trovare ai di nostri chi volesse ascoltarci parlando dei miscri e delie inosche. — La toUeritnza (scrive il signor Sacclii) mi pare uno dei hisogni imocati ilall' inciiiliinento: e pero noi tollv?rianjo di essere chiamati coi nomi giiidettii i quali d' altra parte non ci possouo increscere . se non in quanto ci siano daii a ragione ; e contro i rlmpruveri Jiii'L iLal. T. LXVI. 8 114 APT EN DICE giusti e inginsto ogni risentimento. Per quanto altri stiini di tlover credere diversninente, noi possiauio afTerinare che nessuiio ci viiice nel diniJare del nostro in2,egno e del nostro giudizio. Qtiindi non siamo lenti a creilere (juando il signor Sacchi protesta che gli abbiamo fatto dir cose che noil sognb neppure ; ma protcstiamo alia nostra volta anclie noi che ravrem fatto per non avere Ijen intese le sue parole , non raai per mala fede o per foga di mor- dere , com' egli dice. In questo noi speriamo clie il bnoii giudizio del signor Sacchi vorra concedere che , dopo le cose premesse, nluno pub essere gindice piii competente di noi: e come al prcsente, cosi anche in tutte le occasioni avvenire, non intendiamo di ribattere veruna accusa , faor quella di mala fede per la quale in Italia le dispute let- terarie si convertirono gia troppo spesso in contese scan- dalose e in nimicizie crudeli. A noi certo non sarebbe facilmente assentito il parlar di concordla, il dir die I'ltalia Iia bisogno ben d' altro che di letterarie animosita : ma a clii si maravigliasse di questo nostro discorso risponderemo con alcune parole tolte da uno de' piii l)ei libri italiani de' nostri tempi (i). L' autore aveva nella sua giovinezza ( com' cgli medesimo dice) esercitata acerbanieiite una let- teraria conlesa. Inviando poi ad un amico il suo nuovo lavoro, ne domandava egli stesso un libero e franco giudi- zio, e I'assicurava che non sentireblDe da lui veruna risposta o scortese o inurbana, dicendo : " Quand'' era in parte " idtr uom da quel che or sono io potea pur, bene o male, " pensare a tal modo. Ma ora che la virile eta nella qual » sono, ad altri jiiii gravi e piii generosi pensieri m' in- >> vita, delie pedantesclie quistioni assai diversamente penso, " e di tutte le quistioni mi sforzero ne di pensare ne di 'I rispondere pedantescamente. » Dopo di cio , possianio adempiere assai brevemente al- r uficio di giornnlista rispetto alle Varieta letterarie del signor Sacchi, dicendo: clie in si gran numero di argo- menti d' ogni maniera da lui trattati, non sarebl^e quasi possibile essere in tutto pienamente d'accordo con luij nia che nondimeno la copia delle sue cognizioni e la sua ca- pacita come scrittore non si potrejibero conoscere ed ap- prezzarc dalle altre sue opere cosi Ijene come da qucsti olizione o disnsanza della servitii prediale : la regolare amiiiiiiistrazione della giustizia confoniie a leggi deteraiinate , e 1' istituzione della cavalleria (i). Questa singolare istituzione ebl)e per fine d' inspirnre e nutrire r onore , e promosse la lealia , la cortesia , la liberalita , la giustizia ; le quali virtii coi loio beiiefici efl'etti vinsero i pochi iiiali die qnalche abuso della cavalleria pote pro- durre. II valor personale era il foudameiito della cavalleria; e pero essa dovette decadere principalmente dopo die r invenzione delle armi da fuoco agguaglio il deloole e il forte sui campi delle battaglie. AUora lo spirlto di caval- leria lascio luogo ad iin successore piii degiio. II carattere di cavaliere si converti per gradi in quello di gentiluomo; il quale e cosi proprio della societa europea nei secoli XVI e XVII. coine T altro distingue da tutte le altre eta i secoli precedenti. All' ultimo , dopo la meta del secolo XVII anclie questo carattere di gentiluonio , die dir si po- treljbe disceso da quello di cavaliere, si venne a poco a poco estinguendo. Fin qui noi siamo venuti compendiando T ultimo cnpl- tolo della beir opera del slg. Ilallam, intitolato Condizione della societa in Europa nd medio evo. Questo capitoln e diviso in due parti : nella prima delle quali 1" autore descrive il continuo decadimento della societa pel volgere di sei secoli dopo la rovina ilelT impei'io romano: nella seconda considera le cagioni die la lecero a poco a poco (l) U Hallam annovera fra queste caj;ioni di miglior.uiiento morale aiidic la propagnzimie di certe opiiuoid reIienetrare nella gente piii bassa i frutti di tali lumi, noi non faremmo niente che mal convenisse al nostro carattere, e potremnio recare al nostro regno quel giovamento clie dilliciUnente puo avere da verun' altra parte di coloro che I'abitano. " La nccessita poi di fondare accademie dove i saggi vogliano e possano mettere in coinune le utili loro osservazioni e scopertc i di promuovere il buon costume e consociarlo coUo studio e colPamore delle lettere e delle scienze i di eleg- gere maestri dotti , graziosi e ben costamati ; di coltivare la ragione ed il cuore degli allievi piii che la memoria ■, servono di conchiusione a questo discorso , non elegante, non clocjuente , ma tale nondimeno che dopo settant^ anni pi coiisldcrnzioni PARTE IT.VLIANA. J 27 alle quail questa scritiura potrebbe dar luogo sono molte e varies e noi aljbiamo cercato con questo conipendio di metterne ianaiizi ai nostri lettori que' luoghi clie nieglio possono suscitarle. Coasiderino sopra tutto come siano lenti i progressi del genere umauo, e come sia vergognoso lasciare die le verita utili all' universale possano di secolo in secolo essere ripetute ed apparir sempre nuove. II Regno anirnale tratto dalle migllorl opere comin- ciando dalle tre seguend:, i.° Istorla natarale del Colibri, degli Uccelli mosca, dclle Galbule e dei Promeropi di G. B. Audebert e di L. P. Vieillot; 2.° Istoria naturale dei Pesci di G. Ciivier e Va- lenciennc ; 3.° Isturia naturale dei Mammiferi di Fed. Cuvier c Gcoffroy di Saint Hilaire^ con tavole in Tame miniate. Antonio Locatelli editore. — J/i- lano, i83o-i032, P. Andrea I\Iolina , in foglio. Pubblicati 7 fascicoli. Prezzo di ogni fascicolo lir. 6 ital., in rngione di cent, qo ogni tavola degli uc- , celli e dei pesci, dei cpiadrnpedi cent. 7c, " cd ogni foglio di. stumpa cent. 20; Ic copertine gratis. Le associazioni si ricevono in Jllilano prcsso I editore Antonio Locatelli , cont. del Gesii n.^ 1 283 ,• da P. A. Molina^ cont. de' Bossi h.° I756, e dai piin- cipali libraj ; alt Estero , da tutti i distributori del Manifesto d associazione. L'annunzio di quest' opera e alcune osservazioni intorno al priino fascicolo che ne era stato pubblicato , diedero argomento ad un articolo gia inserito in questa Biblioteca Italiana torn. 59.°, pag. 118 (luglio i83o). II prosegnlmento della pubblicazione dell' opera stessa ci ha linora soltanto somuiinistrati due fascicoli della storia naturale dei coli- bri, ecc, tre della storia naturale dei pesci, contenenti ciascuno sei tavole ; due della storia naturale dei niaiiimi- feri contenenti ciascuno otto tavole. 11 testo die accoiiipa- gna le tavole serve, quanto a" colibri ed ai mammiferi, a darci la descrizione degli oggetti Jigurati uelle tavole stesse •, quanto a' pesci non serve iinora die a narrarci la storia deir Ittiologia. Dall'csame de' nuovi fascicoli che ora si anuunziano, noi abbiaiuo avuto occasionc di coufermarci laS APPENDICE in quel giudizio, che rispetto all' opera del s'ignor Locatellt abbiamo pronunziato allorache ne comparve il fascicolo primo i e pero iiuovamente la racconiamUamo al pubblico favore. Viiolsi infatti iacoraggiare il Locatelli nella magni- fica ed utile sua iatrapresa •, vuolsi premiarlo delT avere aiiche tra noi condotta a notabil grado di perfezione quel- r arte economica di rappreseiitar gli aniniali co'loro natu- rali coloramenti, che tra gli straiiieri e spiiita ad un' ec- celleiiza verameute ammirabile. D'altra parte la difFusione di uii' opera in cui si al vivo sono rappresentati gli esseri del pill no])il i-egno della natura , noii potra a meno di riuscire molto prolicua a' cultori delle scienze naturali , e contrihuire a quel propagarsi e crescere dell' amore delle medesiiiie clie tra noi si desidera. Imperocche quelle im- niagini riscuoton lo spirito , lo fanno desideroso di notizie relative agli esseri che rappresentano, lo itjforniano della portentosa loro varieta , e cosi vien tratto agli studj della natura, aliueno per prenderne quella cognizione clie nel- I'attuale civilta e indispensabile ad ogni colta persona. * Opuscoll ill CldriLTgia del cnv. prnf. Antonio Scarpa vol. III. — Pavia, 1882, tip. Bizzoiii. Ragguaglio sulla Neuralgia cubito-digltale, die da piu anni affligge il signor cav. Domenico Viviani , celebre prof, di botanica e di storia naturale nella R. Universita di Genova j con alcune osservazioni e riflessioni sopra questa malattia. Epistola. De Gangllis nervoruui, deque origine et essentia nervi Iniercostalis , ad illustrem viruui Heniycum Weber Anatomicum Lipsiensem. Epistola altera. De Gangliis , deque utriusque ordinis nervorum per universuin corpus distributione ; ad illustrem virum Henrycum Weber Anatomicum Lipsiensem. Esame com[)arativo del sistema arterioso di ambedue gli arti inferiori nel cadavere di un uomo, il quale 27 anni fa era stato da nie operato d'aneurisma popliteo ^nelfarto destro col metodo Hunteriano. Perclie la legatura teniporaria della grossa arteria di ua arto, onde ottenere la cura radicativa tlelTaneurisuia , sia stata rigiiardata talvolta siccome niancante di efl'ctto. Memoria sulT aneurisma dctto per anastomosi. Cura di un ginocchio curvato indentro in una ragazza di tenera eta. V A R I E T A. ARGHEOLOGIA. ^ntichita messicane. Lettera del signor Alessandro Le- noir (*). — Le aatichita piu o meno di recente nel Messico scoperte corainciano a svegliare vivamente la cariosita dei dotti, ad onta de' grandi interessi politici, che d' ordinario 6ono ben lontani da quelli della scienza. — Occupandoini, insienie ad altri antiquarj , iiitorno agli avaazi dei luonu- tuenti die scoperti furoiio nelle citta di Palenca e di Mitia , credo di dover intertenere il publilico su di una nuova collezione provenuta dal Messico ed appartenente al signor Franck , valente disegnatore Questa collezione, posta. in ordine da pochi giorni , merita 1' attenzione di colore che rivolti hanno i loro studj alia storia degli antichi po- poli , e ricercano i nionunienti per rischiarare de' fatti , clie senza di tale sussidio rimarrebbero seaipre incerti a luotivo della lontananza de' tempi. lo non iguoro che, secoudo ogni probabillta, i monu- nienti di Palenca e quelli di Messico formano due serie d'antichita del tutto fra loro distuite; perciocclie le prime erano al tempo di Montezuma gia vere antichita pe'Messicani stessi, e sembrerebbe aucora che eglino gia fin da quell' e- poca perduta ne avessero ogni memorial laddove le secon- de, quelle cioe propriamente dette di Messico, sarebbero infinitamente piii nioderne. Ad onta pero di questa dlstin- zione ol)liliare non conviensi , clie una grande analogia puo o dee sussistere tra queste due serie di antichi mo- luimenti, qualunque siasi lo spazio del tempo che li divide. Le tradizioni in un lungo scorrere de' tempi cangiando na- tura sul medesimo luogo , conservano nondimeno forlglnaria (*) Di buon auimo riportiamo fjufsta lettera, perrhe le anticliita. dtrlle qiiali in essa trattasi ci sembraiio importantissinie non solo per la loro stessa natura, iiia aucora per la luce die sjiargere jiotrebbero sutPipocesi da uoi riportara in fjueato medesimo gior- nale^ toni. 63.^, pag. 3f)2, relativaiuente alia )iroveaieiiza iie''priiui abitaturi del Messico: easa irovasi inscrita uel Journal dcs Arti^ Mcs , ccc. Paris, io32, ri.° y, ^jo^- 1-5. Blbl. huL T. XLVI. 0 l3o V A 11 I E T a'. impronta. Clie sc il Messico, siccouie ora il fatto stcsso c' induce n credere, eljl)e relazioiii co'popoli dcirEgiito e del- r India , prima della scoperta t'attane dagli enropei nel iS." secolo , dcbbonsi ne" suoi monnnienti ritrovarc i tipi del- I'antica Palenca, per rjuanto qnesti essere possano anteriori. Ho creduto necessario questo prcaniLolo per giustillcare le opinioni die potrei esporre conformi alle mitologie iii- diane od cj^iyie, delle quali senil)ra die luolti idoli ixicssi- cani siauo iinitazioni o ripetizioni. II nnmero degli oggctti messicani posseduti dal signer Franck siipera il dugeiito. Essi non itieno di quclli su"' quali suol generalmente discuiersi , provano die i popoli delPan- tico e del nuovo coatinenie ebbcro fra loro non solo semplici coiminicazioni , ma ancora relazioni dirette. — La piu parte di tali oggetti fu scoperta ne'dintorni di Messico e tratta dalle tonibe degli anliciii IMesslcani. Vi si osservano basso-rilievi, grande qnantita di idoli, statuette, aniuleti e vasi in terra cotta al sole ed al forno, flauti, zam- pogne, tronibette, e zufoli d'ogni specie ed in ogni tuono. Tra le cose d' una inaggiore iiiqjortanza ho particolar- niente ammirato una testnggine di grandezza naturale assai bene lavorata in diaspro verde con punti bianchi e grigii ua basso-rilievo in pietra vulcanica , die mi sembro essere im nionumento astrouomico e ad un tempo niitologico: csso secondo la niitologia egizia rappresenterebbe il Die Bertuccio o Sclnimia in atto dl gettarsi sul Genio del male: un grandiio, od il segno del cancro e scolpito sulla grossezza dclla pietra. II Dio Scimmla vedesi spesso rap- presentato sui monumentl del Messico, dell'India e dell'Egitto. Un manoscritto in carta d' agave, pubblicato dal signer di Humboldt, ci presenta quest' animale nella medesima anzidetta posizione ed accompagnato da geroglifici iadicanti le epocbe dell' anno, in cui questo segno escrcita la sua influenza sulla terra e ne' cieli : e un' imagine del sole. Esso appare liccamente vestito, e porta sulla testa un' ac- conciatura con enorme pennaccUIo in piunie rosse e bian- che. Qucsti colori uell'antico linguaggio figurativo distiu- guono gl' Iddj ed i Re dagU altri uomini. Egli tiene nel- I'una niano una coppa, al di sopra della quale e la figura del sole: I'altra mano e stesa ed aperta, col che indicasi Lt benigna di lui influenza. Questo Dio inessicano lia qualche analogra con quello dell' India , che sotto il nome di Aiiou- rnar, re delle Scimmic, somuiinistro a Wisclmou-Raaia - ton V \ K I F, T A . I O X die vincere il Gcrilo del male. Esso pareggia aiicora il ci'Ieljre Ccrcopiteco , sioibolo dell' accjuario, die i sacerdoii cgizj inostra\'ano nella pompa isiaca , raagniflcamente vesti- to , e leiieate la coppa nell' luia mano. II segno del can— cro, ond' e accompagnata la Sciinmia sul basso-rilievo del signer Franck, dlnota il retrograde inovimento del sole. Ho ugnalmente amiuirato un idolo del Dio della gnerra, Tescalipiica , od il Marte niessicano : esso e iigurato con un ehno adorno di magnifico pennacchio, e colle ali al dorso , nel niodo stesso che suol rappresentarsi il Tempo, certauiente ad oggetto di esprimere T agilita e jirontezza 6iia nel vincere. A Tescalipuca vien dato un fratello di nonie Tlilalocli: essi erano talmente Tnuo aH'altro uniti, che tutto dividevansi fra loro il potere della guerra : uguali in forza e sempre fra loro concordi venivano da' Messicani riguardati come ideatici, e talvolta insieme confondevansi. Quest'intima unlone e qui figurata da una piccola statua che rappresenta il nnme assise sur un soglio in atto di tenere un'arnia nelfuna mane, uno sonde ncU'altra, e portante suUa parte sinistra del petto la testa del fratello scolpita in riiievo. Qucsti due personaggi uniti al Die supremo VitzlipuJtzi , distriljutore della possanza creatrice e direttore della conservatrice , formano una triade. II signer Franck possede piu stacue rappresentanti 1" unione del due frateili. Altri idoli non mono curiosi rappresentane la dea Tozi, nome che suona nostra gran madre. Quest' era la CiJDele de'Messicani: vedesi o assisa o in piedi, tenendo sovra 1' uno de' suoi bracci un bambinello, o portando due fanciulli, ciascuno sovra 1' un braccio. II nostro viaggiatere pos- sede piu idoli di qnesta deita in terra rossa e bigia. Dee notarsi che se ne trovano di semiglianti in alcune tombe de'Galli ne'nostri dipartimenti, massime negli anti- chi tumuli, che sorgoue alia foggia di ua cone come quelli de' Messicani. Qneste antiche figure sono parimente in terra cetta , e spesso accompagnate da una piccola statua del Dio Mercurio, che ivi trovasi come protettore e conduttore delle anime. lo tengo una di queste galliclie delta madri, che assomigiiar si possono a quelle che il signer Franck riporto dal Messico: essa fu trovata presso la porta di Medoc nel 1783. lo credo che quest' idolo, indicate da qualche scrittore sotto il nome di Dea-madrc , di matres , marronue, coVpiali titoli i Romani qualificavano le Parchc, lion allro sia che Mania, dca inft-riiale, madre dc;ili dii Lari. 1 J2 V \ R I E T A . Un oggctto ili qucsta coUezionc pur importantJssiino e ua vaso in terra rossa, contenciite ossa iimane calcinate dal fiioco. Fra gli avanzi vi lio riconosciuta una porzione del cubitus ; la qual cosa serve di conferma a cio clie dalla storia riportasi sull'uso dei Messicani di abbruciare nei funerali i cadaveri de' loro monarchi. — Una serie di og- getti parimente di noa piccola importanza consiste in flauti, zufoli, trorabette , ecc. I flauti e gli zufoli sono conservati si bene clie trarre se ne possono ancora dei suoni: ne ho fatto la prova su molti, e mi avvenne d'os- servare che combinati erano in modo d' imitar il canto degli augelli, da essi per la loro stessa forma rappresentati: cio che far potrebbe supporre che i cacciatori del Messico se ne servissero per uccellare. Ho sofliato in uno di tali zu- foli rappresentante una clvetta, e ne ottenni tosto il grido lugubre di questo notturno augello. Le zampogne sono forate come le nostre , ed lo ne trassi differenti suoni : le trombette, adorne di sculture nel gusto degli ornamenti etruschi, s' assomigliano d'assai per forma e per grandezza a quelle de' nostri fanciulll. Fra le molte e diverse pipe in terra cotta , coperte d' una rossa vernice , se ne trova una ricchissiraa : essa rappresenta un personaggio nudo, harbuto ed accosciato, che ne forma il corpo. Questa figura, d'un carattere sel- vagglo nella fisonomia e nelle forme, e nondimeno perfet- tamente modellata ed eseguita : sembra quasi assidersi sul cammino della pipa di faccia al fumatore : appoggia le mani sulle cosce : le sue gambe , sollevantisi al dinanzi , s'allungano sul tubo, il quale consiste in un prolunga- mento della parte sessuale. E qui notar conviensi una ge- nerale dilFerenza tra le egizie rappresentazioni e le raes- sicane. Le prime, in gran numcro, secondo lo scopo o signi- ficato loro, non curansl punto della decenza e del pudore: al contrario nelle altre e specialmente in quelle di Palenca tali sentimenti sono accuratamente rispettati. Quanto alia pipa di cui qui trattasi , essa potrel)be forse e convcne- vohnente rappresentare una delta della medicina-, percioc- che i sacerdoti del Messico onde risanare da certe malattie presentavano all' ammalato una pipa da loro delta divina, ed empiutala di piante aromatiche, a lui davanla a fumare una o piu volte, secondo I'intensita della malattia. Finalmente lio veduto in qucsta collezionc coltcUi o lame di produzionc vulcanica, taglienti al pari di quelle di ferro: V A R I E T A. I 33 coU'una ill queste lame ho tagliato nn pezzo dl legno, £ nolo clie i sacerdoti del Messico ne' loro sacrilicj di vittlme umane servivansi di coltelli di sifTatta specie " BELLE ART I. JDescrlzione degli argomenti delle pitture a huon fresco da eseguirsi nella cupola di S. Sebastinno in Milano, — Discor- rere noti sapremmo di cjueste dlpiiiture senza manifestare ad un tempo la piu alta riconoscenza all' uom benemerito che le promosse , e tutti somministro generosamente i mezzi con cui eseguiile. Facendoci anzi interpreti dell"' animo di tutt' i buoni teniamo per certo ch' eglino pure concorre- ranno ne' medesimi nostri sentimeiiti. Possa I' esemplo di lui essere d' eccitamento ad altre pie e doviziose persone , delle quali la patria nostra abbonda ! Di cio nutriamo la piu lieta speranza , da che venae si splendidamente fra noi ravvivato lo zelo de' nostri maggiori pel culto e per 1' abbellimento della casa del Signore. Ottimo poi fu il consiglio dell'egreglo benche Incognito nostro concittadino, nello scegliere cloe per la dlvisata opera il tempio del martire Sebastiano, altro de' patroni di questa patria; niouumento bellissimo della pieta de' nostri avi che con esso sclolscro il voto nella peste del 1576, disegno del celebre Pellegrino Pellegrini^ di forma rotonda , d' ordine jonico, con niagnifica ben compartita cupola. Ne a parer nostro poteva egli meglio apporsi , che col commetterne il disegno e 1' esecuzlone 2I sig. professore Agostino Gomerio, menibro di quest' I. R. Accademia, che gia in piii luoghi die bella testimonianza del valor suo nel dipignere a buon fre- sco , e non ha guari fra noi nell' elegante e restaurata chiesa di S. Satiro. Laonde ora che mettersi dee mano all' opera, gia dal pittore compiuti essendo i preliminari studj ed i grandiosi cartoni, e gia per cura del Consiglio nostro munlcipale costruendosi i palchi , crediamo di far cosa ai lettori nostri non disaggradevole col presentar loro suc- cintaniente quasi 11 programma di si importante lavoro, attenendocl alio schizzo che ci venne fatto di attentamente osservare. La cupola e in otto spicchl dlvisa , ciascuno dell' altezza dl milanesi braccia 19 e di larghezza braccia 10. Sotto ad essa e il tamburo compartito In sedici campi, i quali divisl sono da otto fuiestre praticate sotto il ceatro di ciascuno de' suddetti spicchi. 1 34 V A R I E T a\ Nenli sp'icchl psscre clehbono efliglati i quattro Dottori di Santa Chiesa , e alternamcnte con essi i quattro Van- gclisti , gli niii e gli altri assisi : saggia e hen concepnta idea , ila cui traggesi argomento magnifico del pari che siiblinie per la successlva rappresentanza de' plii augusti niisteri di nostra religione. AI di sotto saranno varj an- geli in atto d' espriniere i dettati e le gesta onde quel Dottori e que' Vangelisti illustrarono la Cliiesa. Piii sotto nel tamburo e lateralmeute alle iinestre grandeggeranno otto Profeti ed otto Sibille della diuiensioiic di circa sei braccia milanesi. Di faccia alia porta maggiore e dunque rappresentato il gran poniefice e dottore Gregorio I in atto di profonda me- ditazione ; egli tien sulle ginoccliia un grosso volume : lo Spirito Santo, ivi pure rappresentato, gl' ispira gli alti concetti, onde le opere di lui appajono ripiene. DalF un lato e dair altro del pontefice e un angelo genuflesso in sembiantc d' amniirazione ; l' uno d' essi tiene la croce pontificale. Al basso due altri angeli colle sguainate spade si avventano contro dell' eresia , la quale comeche vinta e atterrata slancia contr' essi , in atto di rabbia e in uno coUa fiaccola ferale, i proprj scritti, nel mezzo de' quali e un serpente , simljolo del veleno clie in essi s' asconde. Un angelo col turibulo e colla navicella sta in attitudine franca e tranquilla ; imagine della Chiesa ciie su salde fondamenta posando non teme di crollo o rovescio : tre altri angioletti sono da sbigottimento compresi , mentre nn quarto guarda con occhio di couipiacenza T abbattuto mostro. • — Corrispondono nel tamburo il profeta Geremia e la Sil)illa samia : quegli in mesto e pietoso aspetto sta implorando dal Signore il perdono al popolo d'lsracle^ questa accosta al labbro una foglia d'alloro, e tiene la fronte al cielo rivolta, quasi gia seaia 1' entusiastlco efFetto deiralloro, cli' ella masticar solca innanzi di proferire i vaticinj. ISello spicchio alia destra di S. Gregorio e S. Gio- vanni vangelista in estasi rapito : alia sua manca un angelo sorregge una tavoia su cm glace un volume : alia destra di lui sono due aitri angeli , V nno de' quali scherza col- I'aqr.ila-, 1' altro vorrebbe , ma non osa, toccare il serpe, die la testa dal sacro calice innalza^ imagine dell' esalta- zione di Gesii Cristo , giusta le parole dello stesso Van- gelista 5 €t SLciu Moyses exaltavit serpentem in dcsato , iia V A R I E T A^ . I oa exahari oportet fiVnun hominh. S'xaihoW poi e quasi argomenti della predicazione di Giovanni sono i due augeli, I'uno as- siso con fiaccola nella ilestra mano, e patera nella sinistra, indizio dell' amor divino j I' altro genuflesso che tien pure neir una mano la fiaccola , mentre coll' altra sorregge la niassa delle nubi , sulle quali posa il Santo , indizio della carita verso il prossimo. Sotto di quest' angelo un altro se ne ravvisa che al popolo rivolto tien aperto il volume deir Apocalisse indicandone antore il medesimo vangelista : nell' aria sono tre altri angeli in attitudine di osservare e di stendere pergamene. — Nel campo del tamburo il profeta Zaccaria tiene fisso lo sguardo sulle sacre pagine; mentre la SibJlla persica , vergine dagli occhi azzurri e dolci , e dalla chioma bionda e ondeggiante, canta 11 venturo Mes- sia : a pie di lei giacciono perle e concbiglie, dovizie del mare persico, sulle cui sponde ella soggiornava. Segue S. Ambrogio adorno delle pontifical! vesti della chiesa milanese. Egli, deposta la penna e in maestoso sembiante, sta compartendo la benedizione al popolo : alia sinistra di lul , un angelo sostiene ginoccliioai la tavo- letta sulla quale il Santo scrivere soleva: un altro lo guarda con grand' attenzione. Alia destra un angioletto strigne un fascio di vergati fogli , simbolo delle moltiplici opere del Santo. Al di sotto e un angelo simboleggiante la Clilesa: egli e assise e sta ponendo aromi nell incensiere ; un altro parimente assiso tiene il pastorale : piu sotto un angelo scosso dal suono delle divine parole del Santo cessa dallo scrivere volgendosi ad ammirarlo, mentre un altro vien mostrando a varj angioletti le sublimi di lui scrittu- re ; 1' uno di questi tiene nelle mani la mltra. L" artista coHa tranquillita die spirar dee la dipintura di questo spiccbio studiossi di porre sotto I'occhio degli spettatori la quiete , a cui il santo ridusse la Chiesa milanese, a que' tempi da luttuose turbolenze agitata. — Nel tamburo e rappresentato il profeta Isaia , che sta di notte tempo scrivcndo i coUa fjuale circostanza alludesi all' indefesso e costante suo operare. La Sibilla libica poggiata ad un sasso cd in attitudine di chi dorme fa nella tristczza del volto palese I'alfanno cb' ella sente pei dolorosi avveni- .'uentl della passione di Gesii Cristo , i quali a lei preseu- tansi in sogno od in una visione. II vangelista Marco sta le profezie confrontando con na suo dcttato : alia destra di lui un angioletto co"U I 36 V A R I F. T a', occhi fissi sul libro tiene un calamajo : a manca tre ang'io- letti sclicrzano col Iconc. Al di sotto na grand' angelo slan- ciasi fuori delle nuvole strigneiido una bandiera bianca, nel cui campo e una croce I'ossa ; simbolo della risurrezione del Redentore , intorno alia quale sciisse quest' apostolo vangelista : a' lati dl lui sono due angeli : 1' un d' essi ac- cenna essersi avverata la profezia ; T altro tiene una per- ganiena , su cui leggesi : Fax tibi Marce Evangelista nieus. Yarj angioletti sori'eggono le nubi , altri presentansi con fogli tra le uiani. — Nel tamburo, Ezecliiello in niinaccioso sembiante annunzia la distruzione di Gerosolima. La Sibilla ellespontica cessando dallo scrivere e voltasi al sole nascente si copre coll' una mano gli occbl dal torrente di luce ab- barbagliati i imagine della nascita del Salvatore, che porto la luce della verita dissipando le teneljre dell^ idolatria. Accanto di Marco h S. Girolamo che sospende la penna onde consultare la Bibbia die appoggiata vedesi sur un angioletto, e al cielo si rivolge perche ispirati gli vengano alti concetti e convenevoli al divino argomento su cui sta rneditando. Tre angioletti in vezzosa attitudlne sorreggono il libro su cui egli scriveva : un altro contemplar sembra i subliml pensieri clie dal volto di lui quasi traspirano. Al di sotto alcuni angioletti scherzano col leone ; altri all'aspetto di quella fiera mostransi paurosi : questi atteata di porre sul proprio capo il cappello cardinalizio; quegli spiega in aria il volo strignendo la tromba, simbolo della tuba deir universale giudizio , della quale il Santo sempre imaginavasi di udire il tremendo squillare. — Nel tamburo, Gioele, gravidi gli occlii , e stanco dal leggere piega un rotolo. La Sibilla delfica accompagna col suono della lira il suo profetico canto. Vedesi quindi S. Luca. Egli dal volume su cui stava scrlvendo il vangelo volgesi ad un angelo che gli presenta una pergamena: alia destra di lui un angioletto si trastulla col bue: al di sotto un angelo dispiega un rotolo colla leg- genda: Fuit sacerdos magnus, mentre un altro colla manca lo abbraccia, e colla destra fa puntello alle nubi: piu abbnsso e un angioletto coU'incensicre, allusione alio stabi- limento della prima Clilesa : varj altri angioletti m diverse attitudini servono quasi di compimento alia pittorica com- posizione. — Nel tamburo e il profeta Giona, che postosi al sole sta attendendo la distruzione di Ninlve, da lui per divino ordino annunziata. La Sij)illa frigia in sembiante V A R I E T a'. i37 severo e dignltoso presentn gli oracoll da lei stessa vergati; Tancora che le sta all'uno dei lati dinota la citta di Aaeira, cioe di Ancora, presso la quale supponesi seduta, S. Agostino ci si presenta con tre aiigeli di faccia , die staniio in atto di leggere gli scritti di lui, mentr'' egli va loro svolgendo le materie de' suoi ragionamenti: al disotto tre altri angeli cantano le glorie del santo : un altro in attitudine di meditazione ci rimembra la suhliuiita degli argomenti che Agostino venne nelle sue opere svolgendo: compiono questa parte della composizione tre angeli-, I'uno de' quali sorregge un volume, gli altri due tengono gli episcopali distintivi , cioe la niitra e il pastorale. — Nel tamburo e Amos, clie sebben semplice e rozzo pastore viene da un raggio della divina luce animato a vaticinare. La Sibllla tiburtina accenna col dito un grandioso disco di viva luce folgorante^ perciocche e fama cb' ella in siffatto disco mostrasse un giorno ad Augusto la Vergine Maria col divino figliuolo. S. Matteo espresso vedesi nel successive ed ultimo spic- chio. Egli e tutto da maraviglia compreso alfapparire di un angelo che in aria libratosi lo invita a scrivere sulla na- scita e sulla morte del Redentore: gli stanno a lato due anglolettii I'uno d' essi sorregge il libro del vangelo di lui, r altro sta contemplando lo Spirito Santo, che parla aU'orecchlo di S. Gregorio efligiato nel vicino spicchio: al di sotto tre angeli cantano il Gloria in excelsis Deo ; e ancor piu sotto, altri angeli dispiegando le fasce bamboleggiano intorno alia cuUa del Salvatore. — Nel tamburo e il pro- feta Daniele avvivato da celeste ispirazione. La vecchia Sibilla cuniana si volge dispettosa al vento che le agita le vesti , e scompiglia i fogli su" quali sta ella scrivendo. Da questi pochissinii cenni potranno i leggitori nostri rilevare non solo la chiarezza deH'argomento e la grandio- sita della composizione, ma ancora la convenevolezza delle parti, e la reciproca loro connesslone col tutto: il mistero della Redenzione predctto da' Profeti , operatosi in Gesii Cristo, dagli Apostoli annunziato a tutte le genti , dai Pa- dri della Cliiesa discusso e splendidamente esposto e pro- pugnato. A R T I E M E S T I E R I. Carta ad iiso di quella che fuhbricasi nella Cina. — La Socieia d' incoraggiaiuento a Parigi aveva proposto come 1 38 V A n I r. T a'. soggctto tli prenilo la fabbrlcazione if una rarla ad imita- zione della carta cinese, e che tntte avesse le qualita ili qiiella che proviene dall" Asia. II sig. Delapierre giniito era a fabl)ricare una carta, la cni apparenza era sodclisfacente, ma clie mancava dello qualita della cinese. I sigg. Kempfer e Dnlialde avevano indicata la bronssonctin , specie di canna (^b(imhoti), come il vegctabile da cni somminlstravasi la materia prima della carta de' Clnesi. Jl sig. Delapierre ebbe su di cio qnalche dubbio: ma la Societa avendogli proca- rato un pezzo di canna di Cajenna simile a qnclla della Cina, egli dopo alcuni tentativi plu non dubito ciie la carta cinese costrntta fosse colia pasta dclle fibre di sifFatfa canna triturata. L' ispezione delle pitture cinesi rappresentanti la fabljricazione di tale carta, ed un' opera tecnologica cinese su quest' oggetto con numerose figure, che si trova nella bibliotcca del Re, ne lo convinsero appieno. Egli di fatto pervenne, con semplici procedimenti , a convertire \\ bani- boii in pasta e fabbricarne una carta che pressoclie tutte aveva le qualita della carta asiatica. Trattavasl uondimeno dL sostituire alia cnnna cinese de' vegetabili coniuni ne' paesi nostri. Cio fa 1' oggetto dolle indagini del sig. Delapierre, il quale ha successivamente convertito in carta la Melica ccerulea, che cresce in abbondanza uelF isola del Reno; le scorze deir olmo e diverse specie di canne. Tutte queste sostanze hanno somministrato una carta d'una uotabile morbidezza e finezza : ma quella formata colV Arundo pltrag- mites , o canna delle nostre marenime, scmbro riunire al piu alto grado la finezza della pasta, la flessibilita, lo stato sctoloso e morbido delle carte cinesi. I tentativi hanno dimostrato ciie gingnere non si potea al proposto fine co' mezzi di fabbricazionc delle carle ordinarie, e ch' era tV uopo ricorrere al metodo di cui usano i Cinesi per la disseccazione. Questo metodo consiste nell' applicare le fo- glie appena uscite dalla forma ed appena sprcmute, ad una parete di mattoni rivestita di stucco, e riscaldata al di dietro. Coll' applicare poi queste foglie ad una tavola liscia , di marmo, riscaldata al di sotto il sig. Delapierre rlusc'i perfcttamente nell' intento suo. Le carte da lui espo- ste , c fabbricate sia con canne, sia con altrc sostanze , o coUa loro mlstione o colla canna di Cajenna, sono d'un'ec- cellente qualita , secondo anchc la testimonianza del sig. Chardon , uno de' nostri primarj inclsori in ranie. Qiiesta peraeyeianza, c qucsti sl'orzi si felici furoii ricouipcusati V A R I E T a". 139 (Villa Society , la qnalc aggimlico al sig. Delaplerre 11 jn-e- mio di tremila fiaiichi da lei destiiiati per la scoperta della proposta falibricazione (Dal Journ. des Artisies , etc. Paris , i832 , n." 9 ). Noi abbiamo di jjuoti animo riferito tale scoperta spe- rando die alcuni de' nostri cliiniici ed artieri ri volcano I'indiistria e i tentativi loro sul medesiino oggetto , ora specialuiente die nella penisola nostra si fa aache nelle arti del disegno tanto iiso della carta cosi delta clnese , a noi proveniente o direttamente dalla Cina o da qualciie fabbrica d' oltratuonte. i STORIA NATURALE. Associazione di storia naturale per azioni di 100 fr. (38 fl. 10 kr.) da pagarsi dopo di avere ricevuto gli o^gelti di storia naturale a scelta, che ammorUano al lalore delle azioni prese. — L'unico scopo di questa associazione, alia quale s'invitano a prendere ]5arte i naturalisti e direttori di Mnsei, e tutte le persone die coIti^■ano le scienze naturali, e di combinare alia niaggiore difFnsione dello studio di storia naturale nell' Italia anclie de'vantaggi particoiari per ogni cultore del iiieJesimo. i.° Ogni azione e di 100 franclii annul, e T azionlsta ha Tobbligo di pagare egnale somina per tre anni consecutlvi. 2." Gli azlonistl pero non devono fare alcuna antlci- pnzlone in danaro, e sborseranno soltanto al nioaiento die rlceverauno gli oggetti da loro scelti dai cataloglii del sot- toscritti ( nel modo che a loro verra successivamente indi- cate ) la somma al pagamento della cjnale hanno contratto r obbllgo sottoscrivendo T azione. Essi saranno qulndi per tutta la somma die annnalmente pagano ricompensati ( a proporzlone del numero delle azioni ) con 02;getti di storia naturale. Nel cataloglii e Indlcato 11 valore degli oggetti disponiblli, dal quale sebbene gia minore di qucllo die si pratlca nolle liste dei venditori d'oggetti di storia naturale, si fara nuUadimeno in favore degli azlonistl la diminuzlone della terza parte del prezzo lissalovi. 3." Le persone die vorranno acquistare minor numero d oggetti potranno prendere una mezza-azione di So frandii (19 fl. 10 kr. ) cgualmente obbligatorla per tre annl con- secutlvi senza antictpazione di danaro, ed in loro favore si fara 11 dilValco della c|uarta parte del prezzo stabilito noi catalot>lii. 140 VARIETA. 4.* Gil opgctt'i die per T anno i83a si offrono agli azJonisti sono niinerali , rocce, concliiglie marine fliiviatili e teiTcstri viventi e fossili, coleotteri, piante discccate e semi. I caialoglii delle raccolte , suddivise nelle qnatiro sc- y.ioni (botanica, conchiliologia, entomologia, mineralogia ), contengono renumerazione degli oggetti disponiblli per I* an- no venture. Gli azionisti potranno procacciarsi i medesimi dai librai sottonominatl ('*') ai quali i sottoscritti hanno dato in comniisslone lo sniercio, riservandosi pero la distrlbuzione dei supplementi i quali si pubblicheranno alia fine d'ogni anno, essl conterranno T indicazione degli oggetti disponi- bili acquistati durante I'anno percorso, e saranno rimessi gratultamente agli azionisti. 5." Chi prende due azionl potra dare per il valore della quarta parte delle medesinie oggetti di storia naturale in cambio, e clii prende tre azioni per la terza parte del valore. Per elTettuare questi cambi gli associati dovranno inviare ai sottoscritti i cataloghi die contengono i nomi, il numero degli eseniplari d'ogni specie, ed il valore degli oggetti die liaiino disponiblli, per fame la scelta. 6.° L' azionista lia il diritto a scegllere dai cataloghi gli oggetti die desidera ed i quali , secondo i prezzi in essi stabiliti , ammontano al valore delle sue azioni , e si fara a suo vantaggio, come si e detto, la dimlnuzione del prezzo ; intemlesi pero ch' egli nclla lista degli oggetti desiderati , oltre V agglunta per il jirezzo diminitito a suo favore, dovra indicare un numero d' oggetti almeno ecce- dente il doppio del valore delle sue azioni, perdie nel caso die per molte richleste della stessa specie, questa non fosse plu dlsponibile, si possa supplire con altra dal- I'azionista medeslmo Indicata. Gia nei cataloghi die ora si vanno pubbllcando , gli associati troveranno di ccrto da fare scelta sufTlcientei ma potranno ancora essere plix sod- disfatti negli anni susseguenti , ne' quali s' impiegheranno je somme ricavate dalle azioni per fare raccogliere ne'viaggi (•) Firenze. Giov. Ricoi-di e romp.; Vernli e romp. - Franco- forte s. M. \!f'^i'Y. - Linne. Cornion e Blanc. — Lipsia. Gul. Hai-tel. - Londra. G. B. Bailliere. - Milano. L. Dumolard e figlio ; Gio. Meiners e figlio. - Morlena. Geaiin. Vincenzi c romp. — Padova. Zamliercari - iVrii;:. F. G. Levrault; Treiittel e Wurtz. — Parma. Filip. Cannignani. — Torino. Gius. Bocca. — Vicuna. C Scliauniburg e conip.; Fedr. \ o\ke. — Zurie^o, Orell FihsII e coiiip. VAKIETA. 141 gli oggetti des'iderati dagli associati. Si dirigeranno tali viaggi, ollre lo scopo principale di perliistrare le contrade e le isole appartenenti e limitrofe all'Italia, anche secondo i desiderj espressi degli associati, e si daia loro , previo avviso, ogni qnalvolta si andni perlustrando qualche pacse a fine di raccogliere oggetti di storia naturale. g." Si avvertono quindi colore die vorraniio prendere azioni per quelle sezioni di storia naturale, delle quali presentemente non si hanno oggetti disponibili , die per niez/o di viaggi ed estese relazioni i sottoscritti avrauno ogni cura di soddisfare negli anni susseguenti alle loro indiieste , inforniati die ne siano previamente. io-° Finaluiente sono pregati quelli che vorranno favo- rire 1' associazione, d' iscriversi quanto prima andie ia vista del loro vantaggio, perdie alia prima distribuzione degli oggetti si dovra dare la preferenza agli azionisti die si sono iscritti sino alia fine del mese di luglio i833. Qixest" Associazione di storia naturale die , oltre lo scopo sovraccennato, agevola andie a tutti i cultori di storia na- turale, e princlpalmente a' uieno agiati, I'acqnisto di oggetti ben deteruiinati ed a loro scelta per compiere le loro rac- colte , e per se stessa unica nel suo genere. Giova quindi sperare die sara coronata dal plii felice esito, e non con- fusa con quelle iniprese nelle quali , anche anticipando il danaro , resta 1' incertezza quando e quali oggetti si rice- veranno in compenso. CZe schedule d' associazione cU storia naturale per azioni dovranno dirigersi indistintuinente o all' una o all' altro dei sottoscritti.) Gius. De Ckistofori e Prof. G. Jak. (Milano, contrada del Durino n° 42 8. J Ecco il titolo e come e diviso il catalogo. Catalogus rerwn natural iwn in museo nostra exstantium, coni- plectens odwnbratioaem Oryctognosiae et Geognosiae atque Prodroniwn Fauna3 et Floraj Jtalice superioris. Questo catalogo si divide in quattro sezioni: i.° Bota- nica; 2.° Condiigliologia; 3." Entomologiai 4." Mineralogia: ogni sezione si suddiviile in due parti, sisteuiatica e descrit- tiva; questa e corredata di tavole litografidie. 11 prezzo dclla scconda parte d'ogiii sezione e delle tavole litografiche non sorpasscrii qucllo die vicn« stabilito per la prima parte. I42 V A U I F, T A . Frezzo per la prima parte d' ogtd scziuiip. Prima sezLone {Botanica), fr. 4, cent. 5o. (fl. 1. Icr. 43). — Gli azioiiisii ed associati ai catalog!»i riccveranno insieme a questo catalogo gratnitament<; la lista ilci semi. Seconda sezione (^Coiiclii'^lio!og,ia). II catalogo di qiiesta sezione divides! in tre fascicoli : il prime coiiipreade ie concliiglie terrcstri e flaviatili, il sccondo ie fossili, il tcrzo Ie marine viventi. Prezzo del primo fascicolo cent. 5o (kr. la) — -^g'* azionisti ed associati ai cataloglii si dara con questo fasci- colo come giunta appartenente alia seconda parte di qiiesta. sezione Ie frasi delle specie da noi riputate nnove. Questa ginnta vendesi sotto il titolo Mantissa in secundani paneiti fasc. I., separatamcnte pel prezzo di cent. 35. Terza sezione. {Eiuoniologia). Qnesto catalogo e pure suddiviso in diflcrcnti piii o nieno voluminosi fascicoli : il primo contiene i coleotteri e il prezzo e fr. 4. (fl. i. kr. Sa). Quarta sezione. (Jlineralogia). Dividesi ii catalogo in difTerenti fascicoli ; nei primi e contenuta T enuinerazione della raccolta dei mlocrali , negli aliri la sistematica distri- Ijuzione delle parziali raccolte topograticlie delT Italia. — Prezzo del primo fascicolo fr. 3. cent. 48. ( fl. i. kr. 20). I prezzi dei fascicoli, die non sono aucora pu|j])licati , verranno regolati per i cataloglii delle dillerenti sezioni ia ])roporzione di quelli , die furoao stablliti per i fascicoli suindicati. La prima parte dei catalojhi d" ogni sezione contiene la sistematica enumerazione delle specie comprese nelle nostre raccolte , con particolare indicazlone di quelle die sono iuiligene nelT Italia. La seconda parte serve di compimento alia prima ed jnsieme ad essa aiibraccia il Prodromo della Fauna e Flora, e la Descrizione orittognostico-geognostlca dell' Italia supe- riore. — Essa comprende oltre la descrizione delle specie tla noi nominate e Ie loro figure date nolle annesse tavole litograficlie, anche Ie frasi di quelle specie die trovansi iiclle nostre ed in tante altre raccolte senza essere state iiiai descritte, conosciute dai natnralisti soltanto per tradi- zione , ed il cui numero di giorno in giorno, a vera con- fusione della scienza, s'aumenta smisuratamente. La deter- niinazione di >[ueste specie divionc aucora piu diilicile per la loro talvolia iaestricabile sinoniiiiia; non e cosa rara die la stcssa specie, seuza csscre descritia, porii diUcrciiti V A R I E T a'. 1 43 uorni Ja differenti autori, die contemporancamcnte la danno per nuova scoperta. — Questa seconda parte conterra pure tutte le osservazioni , che ci fa agevolo di raccogliere intorno alia distribuzione geografica degli animali e piante neir Italia superiore, e queste iavestigazioni si coUegano alia sua descrizione geognostica •, inoltre vi sarauno lievi , ma forse non aftatto inutili cemii , che verseranuo intorno all'uso di alcune produzionl natiirali , che si fa nell' eco- nomia rurale , nelle arti e nella scieiiza niedica. Atteso le nostre forze e i nostri mezzi , non potremo dare die un semplice abljozzo e rudiniento della Fauna, Flora, e Descrizione geognostica delfltalia boreale^ basti se cio serve a mani piu abili delle nostre come materiale per l.iasare I'edi/izio, che soltanto, ^iova ripeterlo, j'^r la coo- perazione di moiti, che la storia naturale coltivano in Italia, potra erigersi e portarsi a sempre maggiore perfezione. Le persone che si associano ai cataloghi di tutte le quattro sezioni avranno il ril^asso del a 5 per cento, e questo vantaggio sara loro calcolato allorche riceveranno la seconda parte del catalogo di ogni sezione. — Ci rego- leremo col nuniero delle copie della seconda parte e delle tavole litografiche secondo il nuiiiero degli associati, ed intendesi che soltanto per essi il prezzo di questa parte e delle tavole non sorpassera il prezzo stabilito per la prima. Crediamo opportuno di dare questo avvertimento a coloro, che acquistano i nostri cataloghi sistematici e desiderassero di avere anche i descrittivi per T acquisto de' quali e necessario di associarsi. Presso i librai anzidetti e dai medesimi sigg. De Cristo- fori e Jan si ricevono le associazioni anche alle seguenti opere. Compendio dell' opera del barone Cuvier: le Regne Animal etc. Irodotto d(d francese , aggiuiitMi V enunierazioiie metodica dei gencri. Descrizione dei generi degli animali e delle piante apparte- nenii alia Fauna e Flora deW Italia superiore. Florilegio botanico , che comprende gli elemcnti di Botanica in 40 leUere. R. Gino.vi, F. C.iitLiA-i, I. Fvmagalli e G. Buvgnatelli , direttori ed cditori. Pubblicato il di 3o inaggio jo3; Osservazioni meteorologlche fatte all' I. R. Osse) vatorio dl Brera APRIL E i832. M A. T T I N A. Sera. . ,J — 1 -^ 0 ^ — " 6 5^ i. 0 6 6 entrar con iidanza in questa schiera operosa, e dar mano all' impresa alia quale s' e accinta. Pero anche noi osiamo far prova delle dcboli nostre forze , e correre questo aringo per quanto \ ingegno e gli studi ci potran consentire: e dopo avere in diverse occasion! applicate partitaniente a varie opere mo- derne quelle dottrine die ci parean migliori e piu acconce al bisogno delle lettere italiane, ora sopra questo libro dell' Andres abbiani voluto ridurle ad una qualche unita. Della quale fatica, se altro frutto non potrem conseguire , questo almeno osiamo spe- rarne, che si fara manifesto per quali motivi ab- biam qualche volta censurate le produzioni di alcuni scrittori, del cui ingegno saremmo dolenti di esser tennti dispregiatori. Gia nel fascicolo precedente abbiamo esposte le massime principali che dovrebbero al parer nostro servire di norma alia Critica, ed essere fondamento a quelle novita letterarie delle quali e stato gia da gran tempo sentito il bisogno , ma per le quali ne pare poi che siasi fatto ancor poco. Ora, come ab- biamo promesso , ci sforzeremo di applicarle al libro J DO IPPLICAZIONE DI ALCUWI PRINOIPJ ecic di corona, che haxino gempre tra le dita i luusulmani. DI A. B\KATTA. IjS curiosita di sentire cio die 1' autore avrebbe saputo pro- durre a loro discolpa : nia egli ha amato meglio di man- darne ad altra occasione la trattativa. Non intendiamo pero che il nostro disseatire sopra certi anicoli da' sentimenti dell' autore panto tolga al pregio grandisslmo ia cui sciiiettamente teniamo la sua relazioue. Certamente noa abbiamo potuto partecipare nella sua so- verchia tenerezza per ogni turchesca istituzione, noi che insieme a tutta Euiopa applaudiamo alle sublimi e savie mire del nuovo legisiatore dell'impero ottomaoo Mahomud, che teadouo ad accomunare alle immense popolazioni de' suoi Stati quelle salutari civili istituzioni, clie sono e fu- rono sempre la base di ogni pubblica e privata prosperita. Forse la situazione dell' autore in Costantinopoli (i) come avviene in ogni viaggiatore, ebbe molta parte ne' suoi giudizj talvolta appassionati. Egli ebbe frequenti oc- casioni per conoscere e trattare da vicino personaggi di- stinti, e pote conversare nella scelta societa di quella capitale , dove le persone attenenti al governo hanno gia deposto nella riforma quella irsuzie ottomana , che gli avrebbe renduti meno accetti ad un europeo. Del riraanente tutta la sua relazioue e sparsa di giudiziose riflessioni i lo stile e animate e spesso ha una tinta poelica. La lingua non nianca di eleganza e di decoro. W. (l) II cav. Bai'atta combattfe volontario nel celebre sbarco fatto »ulle coste delP Africa dalla flotta di S. M. il Re di Sardegna , onde egli fu insignito deU'ordine Cavalleresco de' SS. Maiirizio e Lazzaro. In seguito patso u\ Coitantinopoli attaccato alia leja- lione Sarda. 176 Saggio di poesie alemanne recate in versi italiani da Antonio Bellati. — Milano, i832, per Antonio Fontana, in i6.°, di pagine xix e 320, al prezzo di lire S ital. i^on sapremmo donde cominciar meglio I'annunzio di questo bel libro, die dal trascrivere la versioue della canzone di Schiller intitolata La musa tedesca. Non I'etade felice (TAugusto Alia musa Teutonica arrise^ Non a lei generoso sorrise Medlceo potente favor. Non nodrilla con tenera cura , Non recolla la fama sull' ale , Non ai rai di favore reale Dispiegati ha in lor pompa i suoi Jior. Dal pill grande tra i figli alemanni , Fm dal trono del gran Federico Senza un guardo propizio ed amicOf Senza aita sprezzata n'ando. Ben a dritto al figliuol d'Alemagna Batta il core nel petto piii altera ; Con orgoglio dettato dal vera Senta, ch,' egli il sua merto creb. Pill sublime, de' Bardi alemanni Sale a volo I' altisstno canto , II furor che I' inspira e piii santo , Suole a fiotti piii pieni sgorgar. Ingrossando in sua propria pienezza , Scaturendo dal fondo del core , Di precetti non soffre il rigore , Osa i servi ritegni sprezzar. Una volta soleva dirsi che i Greci si crearono tutta intiera la propria letteratura ; e sel credettero i Greci medesimi. A poco a poco si scopersero poi i fili che annodano la coltura greca con quella deU'antichissimo Oriente; e fu veduto che il fondamento della poesia de: Greci, come quelle delle filosotiche lore dottrine , I sagcio di poesie alemanne. 1-7 trovavasi nelle nazioni delFAsia e delle Indie fiorite prima di loro : sicclie poi quel la Minerva cli esce della testa di Giove gia grande ed armata rvmase una pura itivon/.ionc dci poeti , senza riscontro ve- runo nel mondo. Nondimeno la poesia tedesca , per ("^sere quasi lutta sentinientale, puo piu credibilmente arrogarsi la lode che Schiller le attxiliuisce; e chinn- qne leggera questo volume di che il signor Bellati presenta T Italia, vi trovera di leggieri una inspira- zione e quasi un' aura tutta nazionale, una tisonomia, se cosi e lecito esprimersi, che distingue i poeti ale- iiianni da quelli di Grecia e di Roma, ed anche da quelli dcllc altre nazioni moderne. Pure anche fra queste poesie alcune si fondano sopra abitudini e crcdenze antiche del popolo, dalle quali i poeti hanno tolta non solo Tinspirazione, ma parte eziandio delle imagini e dei concetti; le quali abitudini e credenze annodandosi di necessita (come quelle dei Greci) con altre di generazioni piu an- tiche, risalgono ai tempi delle primitive emigrazioni, e potrebbero forse aprir la via n trovare sorgenti straniere di una gran parte delle moderne poesie ale- manne. Avvi un' ercdita di pensieri, di sentimenti e d' imagini , che passa di generazione in generazio- ne, di paese in paese per legge naturale, e talvoha anche all' insaputa di que' medesimi che ne sono al possesso : e il ricusarla sarebbe spesso dannoso, non di rado sarebbe anche impossibile. Questa nostra osservazione non tende ne a ginsti- ficare qnello spirito d'imitazione al quale dopo il secolo XV si abbaudonarono i nostri poeti , e coi nostri anche (£uelli d' alcune altre nazioni europee , ne a diminuire la lode dovuta ai poeti alemanni; ma vuole piuttosto col loro esempio liberare i gio- vani italiani da un errore in cui molti sono caduti rhpetto nW ojiginalitd nella poesia. L' originalita vuol essere nazionale piu che individuale , e sopra tutto hisogua guardarsi dallo s(and3iarla coU.i s'uigolantd; perrhc il porta che per farsi siiigolare dagli allri tioa Bibl. Hal. T. LXVI. 1^ i -y SACC.IO DI rOESIE ALIMANNP. ranlnio cliiusi) alle inspirazioiii die p;li posson venire cliigli oggetti oncre circoiidato, diventa di ncccssita o parolajo o strariiero: c nel priino easo le sue pio- (luzioni sotio iin sopraccarico inulile alia patria lette- ratiua ; nell' altro possono snaturarla , c per fuggire la taccia dell' inutilita , diventare ( letterariamente) dannose. Noi perlanto invitiamo la gloventu itallana desi- derosa e capace di coopcrare al riniiovamento della patria poesia, a considerare in questo voliinie come sia vero che i poeti alemanni si aearonu 11 loro me- rito; e come la pienezza a ciii crehbe in poclii lustri la loro poesia sia scatiirita dul forido del loro ctiore. Noi la preghiamo a considerare , die quanto piu que- sti poeti si distinguono dagli altri antichi e nioderni , tanto pill si somi^lian fra loro; noa gia per quella Lassa e prosastica imitazione che ripete gli altrui concetti, ma per quella impronta conume die nasce daU'essersi tutti inspirati alia medesima fonte, al- Tamore del proprio paese. — Coloro pertanto die gettansi ad imitarc i Tcdeschi vanno errati noii nie- *^ . . . no di quelli die in altre eta studiavan Omero, Vir- gilio , Orazio, Tibullo per arriccliirsi dei loro con- cetti, e far tesoro d'imagini, di siniilitudini , di lo- cuzioni eleganti. Noi pure abbianio al pari delle altre, e fors' andie piu di molte altre nazioni moderne , un tesoro di antiche tradizioni dalle quali potra sca- turire una poesia veranieute italiana , die imprima alle creazioni dei nostri ingegni una iisonomia na- zionale, non pure di stile, ma di concetti e di sen- timento, qual si ravvisa nei poeti alemanni. Abbiamo inoltre un poeta , di cui i popoli moderni non pos- 6011 vantare il maggiore, che aperse un'altissima scuola di poesia nazionale, di quella poesia che sola e degna di essere culta e [)regiata anche in una eta illuniinata dalla filosolia e datasi a promovere il vero. E guar- dando alia storia della nostra letteratura , all esilio di quel grande maestro che aperse in Italia la nobile «cuola prcdetta, ed ai tempi nci quali essa si clause, DI A. BELLATI. 1-9 dobbiamo forse doleici di quelle stesse cagioni per le quali il poeta alemanno vorrebbe quasi invidiaici. Certo il Gran Federico avrebbe potuto e dovuto pro- teggere la poesia del proprio paese; e il laniento di Schiller, ed anche i riniprovcri di Klopstok sono giu- stissinii, principalniento in quauto che quel monarca prepose la letteratura francese alia nazionale: nia fu veramente fortunata la poesia italiana perche le soj- rise il potente favor Mediceo? Noi non crediamo che questo errore ingonibri oggimai piu la mente di nes- 6ua italiano: ma tutti sentono la necessita di riaprire la grande scuola dell' Alighieri, e di stringersi intorno a lui, e invidiargli Tesilioela procellosa fortuna da cui emerse si grande e glorioso piuttostoche la quiete e le ricchezze di quanti vissero poscia nei tempi dei mecenati e dei protettori. Qui vorrebbe forse dime qualcuno, che dope T e- sempio del Varano, dellAlFieri e del Monti, non po- clii dei nostri si volsero alia scuola dell' Alighieri; ne per questo si e veduto fiaora sorgere una vera poesia italiana. E noi brevemcnte rispondiamo, che i piu audarono a quella scuola senz' avere abbastanza considerato in che fosse riposta la sua vera eccellenza. Ma di queste cose s' e parlato gia tanto , che il ri- toccarle dev' essere o senza necessita o senza frutto; e qui basta averne fatto quel cenno che richiedeva Toccasione. Perocche sentiamo che ad alcuni , ai quali non pajono troppe le cento traduzioni di Virgilio e di Omero, gia riescono gravi alcune poche versioui dair inglese e dall alemanno, c ne tremano come se i traduttori facessero opera da sovvertire la patria letteratura. Noi in vece ringrazianio il sig. Bellati che ha tolta questa nobil fatica di tradurre un bel saggio della moderna poesia alemanna , non gia per aprire un nuovo campo ai pocd-spigolatori , ma si piuttosto per mettere innanzi alia nostra gioventix I'e- sempio di un monumento poetico innalzato senza il sussidio della greca mitologia. e senza mettere a ruba i poetigreci c latini; per iucoraggiare con quest' esenipio l8e S\CC10 DI POliSIE AI.IMWNF, colore the sono dotati di fantasia n di ciioic, alia j;lo- riosa tiia iioii le2;2;icra fatica di suscitare una pocsia veramente nazionalc. Conic poi per gran tempo con- trall'ecero a qnesta nobilo inipresa coloro elic, nou content! di cerearc ( come Schiller diocva ) la forza dei Romani e la bellezza dei Greci, vollero traspor" tarci alle leggi , alia nsanze , alia religione di quel popoli tanto divisi da noi ; cosi le contraffecero ai nostri tempi coloro die sujiposero indigene delT Italia qnelle tradizioni e qnelle abitudini sulle ([nali i Te- tleschi fondarono molte loro lodate ercazioni: ma il disinganno oggimai e venuto a impedire che si possa mai pin rinnovare nessuno di qiiesti contrarj errori. Anche i Tedeschi imitarono scrvilmente i Greci, ed ebbero anch' essi nn' eta in cui i poeti andarono tutti perduti dietro T antica mitologia (i). Anch essi, dopo aver conosciuta la vanita di quella scuola, git- taronsi ad imitare gf Inglesi e i Francesi ; poi solo piu tardi, solo in tempi vicinissimi ai nostri vollero e seppero forsi nazionali. II nome dell' Alighicri fu invocato allora piii volte al di la dai monti, mentre r Italia voleva rigenerarsi imitando \ Ossian o folleg- giando nelle adunanze d'Arcadia. Finalmente ci prese ver2;ogna di quel lungo traviamento , e fu riaperto il volume della Divina Conimedia; ma I'abitudine di studiar negli autori le parole soltanto , e nidi altro mai che le parole , impedi alia maggior parte di leggervi quelT alta poesia che le nazioni stranierc avevan saputo trovarvi. Quindi non e meraviglia no che alcuni , guardando solo alle vane c nojose imi- tazioni, siansi levati contro la scuola Dantesca; ne che dopo tanto studio nella Divina Commedia si trovi ancor necessario d' invitare la gioventu italiana alia vera imitazione di Dante: intorno al quale argomento non sarebbe forse ne inutile , ne indegno de' nostri critici lo scrivere un qualche discorso. (i) Yeggasi iatorno a cio il snnto delT opera di W. Meazel sulla Poesia tedesca , iqserito in cjiiesto Giornsile , ■^ol. 6/^.:, pag. 20. lit A. llFI.LATl. 18 1 iMoi preglilnmo colore ai quali forso pnna die oi siaiii dilungati olticmodo dal libro del sig. Bellati , di considerare che nella nostra eta un volume di poesie liriclie strauiere tradotte non puo avere nes- smia importanza , se non ill quanto sia acconcio a promovcre in qualsivoglia itianiera la nostra. Del resto non e da tacere come il sig. Bellati ha sapiito eleggcr si bene dalla gran messe delle poesie tede- sclie. e fii in 2;enerale cosi fclice nelle traduzioni , che il suo libro potra le2;gersi con diletto e con frutto anclie di chi 11011 vorra soUevarsi a (pielle considera- zioiii die noi siani Venuti accennando. — Alcune di queste poesie si potrebbero dir dcstinate a conservare la parte poctica ddle antiche tradizioni e credenze del popolo : alcune altre sono un' emanazione tntta partirolare del scntimento degli scrittori , e tendono d' ordinario a far pin miti i costumi , a proniovere la virtu. Una modestia die onora grandeniente il sis;. Bellati non cli ha consentito di a2;q;iun2,ere a qnesto volume qualcuna delle animose canzoni dl Teodoro Korner-, con die la corona della nioderna pocsia alemanna sarebbe potuta dirsi compiuta. Ma di sillatta modestia noi siamo tentati di dolerci cjuatido consideriamo cio die v' ha in queslo volume di pi»i vicino agli ardimcnti e alia forza di quelle poesie die r cgregio traduttore voile evitare. — Un guauto 6 caduto nell arena fra la tigre e il lione. Ciinegonda la nobile donzella JiivoUa a un tratto al cavalier Dclorge , II Se tanto e il vostro amor, come, ad ogn ora , » GU disse motteggiando , mi giurate , y> Di Ja toglitte il guanto e a me il recate. » E il cavalier si parte e come il lampo NeW arena terribile disccnde Con ferrtio piede , e da qaelC arduo campo Con intrepida mano il guanto prende. E dame e cavalier guardanlo , il core Tocco da maravi^lia e da terrore, Col guanto ei riede impertuvbato , e stiona La sun lode nel dir d' ogni persona. ll^l SACCIO ni POESIF. A^FM.\^"Nt Ma r altera donzdla acco^lie il forte Con un tenero sguardo ebbro (Tamore, Quasi (ilea : Vicina e la tua sorte. Ei iC innanzi alia bella apptna e giunto Le getta il guanto in faccia , alto diceruh : li Da voi grazie, o donzdla, io non pretendo. » E t abhandona in quello stesso punto. E neW Inno della Vittoria si solleva ancor incglio air altezza dclla vera lirica , e nianc2;gia assai bene le strofe delle nostre canzoiii italiane : La guerra inghiotte il fiort Dt prodi. O Tclamonio , e tu cadesti ; Ma eterna e gloriosa la memoria Di te , del tuo valore Tia die nei canti della Grecia rcstl : Torre eri in giierra , e mastro di vittoria ; E tua , e tua la gloria Se fur salvi gli Achei, quando le navi Ardeano ; e a te si forte e saggio diede Questa il destin mercede ! Pace alle spoglie tue ! Nulla tu davi Ai Teucri ; tu dalla tua forza estinto Cadesti. Aid! V ira ognora i forti ha linto. ]Ma ill vece di 02;ni altra ritazioiie ci piare (ii tra- scrivere il canto di Ebert intitolato II Setteiitrioue cd il Mczzoglorno. Un Cantore , serena la mente , Dalle tppide sponde del mare, Dall' azzurro suo cielo ridente Alle jiordiche terre passb. E alia prima cittade venuto Voile un inno sposare alia cctra ; Ma il concento del molle liuto Mai gradito ad ognuno suonh. La tua Musa perclie si smarrita ? Perche I' inno si molle susurra? Quasi lentn fuggisse la vita , Mormorantc qual fosse un ruscel. Sc ruggir col hone non sai , Ne mugghiar sai coK onda del mare. No die caro il tuo canto giammni Non sara sotto il nordico del. nr X. r.Fi.i.ATt. i83 Si ristette il cantore pensoso , Verso il del nubilnso guardb , Ed a celeri passi sdegnoso Alia cara sun patria tomb. — Un Cantore , serena la mente. , Dalle ripide baize dell' Alpe Dal suo del nebuloso ed algente Air E^perkhe terre passb. E innalzar la Canzone guerriera Voile ardito nell' aule siipcrbe ; Ma il concento dell' arpa severa Duro ed aspro ad ognuiio suonb. Qtial hone riiggendo a die vai? A die iniigghii qual onda del mare ? Ah! cost non d alletti piii mai , Armonia no codesta non e. Se non sai come ptacida auretta Mormorar , qual concento di sfere , A partir col tuo canto t'affretta , Non e questa contrada per te. Jl Cantore udi , bieco lo sguardo , Alia cara sua patria volb ; Ne del mar mai piii il nordico Bardo Alle tepide sponde tomb. Trovansi nel volume del sig. Bellati parecchie poe- sie che al pari di questa potiebijcro comprovare la sua molta attitudine e felicita nella malagevole im- presa di traduire in bei versi italiani le profonde creazioni della fantasia alenianna : ma noi abbiani dato a questa la pieforenza perche ci parve che, insieme con qucUa di Schiller gia riferita, possa dar materia di utili considcrazioni ai lettori. 11 sig. Bel- lati poi premise alle poesie da lui tradotte una bre- ve , ma giudiziosa notizia della vita dell autore ; quindi ad ogni composizionc aggiunse alcune note opportune a'chiarirla ed a faine meglio conoscere i pregi : e cosi con questo solo volume ha posto un monumento non dubbio della sua poetica facoka , della sua erudizione e del suo gusto. I.^- La Sacra Blbbia di Vcncc , giusia la quinta cdlzione del sig. Dbach , con atlante e carte iconogiaficlie , correduta di nuove illuslrazioni ermenetitiche e scien^ tificlie per cura del prof. Baitolomeo Catena, dot- tore Bibllotecario dell Ambrosiana. — J'esto. Vol. II ( V dell' opera). — Milano , 1882, presso Ant. Fort. Stella e figli , co' tlpi di Gius. Bernardoni di Giovanni , in 8." (*). Ignorantia Scripturarum, ignorantia Christi est. S. Hieron. Prol. in Isaiani. Q, ,uesto volume contiene il Levitico, i Nlimcri ed il Deuteronoinio : a ciascuno de' quali llbri e premessa una Prefazioiie , ia cui si espongono T etiniologia ^ r analisi del libro stesso , noii die le notizie e le controversic che lo lisguaidano. Con esso compiesi dunque il Pentateuco. Noi non faccianio che annun- ziailo, perche impossibile cosa ci riescirebbe il vo- lerne dare un sunto ; e perche gia del metocio, cui si attennero gli cditori nella coiiipilazione di que- st' opera , non niciio che del volgarizzamento del Martini da essi adottato, e delle note ernicneutiche, erudite e critiche di cui vollero corredarla , ragio- nato abbiamo a lungo nel tomo 6i.°, febbrajo ]83i, pag. i57 di questo medesimo giornale. L'edizione progredisce dunque felicementc. Sem- bra anzi ch'essa quanto va piu progredcndo, acquisti nuovi pres^i, quindi un diritto vie piu grande alia pubblica benemerenza; c quasi direbbesi che il signor professor Catena dispieghi vie maggior lena, quanto va pill nel suo lavoro innoltrandosi. Tante sono le nuove disainine, tanfi gli eruditi e critici comenti , (*) Quest'' opera esce )ier fascicoli , ciascuno al prezzo di lir. 3 austr. coiTispondeati ad ital, lir. i. 74. Ogni volume coutiene 5 fa«dcoU, LA SACRA BIBEIA DI VENCE , CCC. l«l> tanta la dottrina dedotta anche da' piu recend e piii accroditati scrittori , tante in somma le giunte delle quali corredarnc seppe il testo ! Per le qnali cose non csitiamo ad affermaie ch cssa cosi sin al suo fine piogredendo non solamente riescira degnissima del- r Italia nostra e del Ubro per eccellcnza, nia portera eziandio il vanto sovra tutte le edizioni clie di sif- fatto genere pubblicate furono nel niondo cattolico. Del die gratissimi essere dobbiamo aH'anzidetto be- nemcrito sig. Professore. Perciocche egli non appena ascritto all' insigne CoUegio de' Dottori Bibliotecarj deir Anibrosiana , si accinse coraggiosamente a questo lavoro , seguendo T esempio degli illustri suoi aute- cessori e se tiitto sommettendo alle discipline dell im- mortal Cardinale e nostro Arcivescovo Federico Bor- roniGo, il quale nell' atto niedesimo di dedicare alia patria la grande Biblioteca da lui fondata , stabili die i Dottori di essa del tutto ed unicaniente dediti fos- scro a produrie opere specialmente d' erudizione, ad illustrare codici ed a procurare nuove e piu accurate edizioni delle opere in addietro stampate. Cosi pra- ticarono , per non parlare de' piu anticlii Dottori, e un Muratori , e un Oltrocclii , e un Branca, e uu Amoretti, e un Mai, e un IMazzucclielli e tanti al- tri , e non ha guari \ egregio Dottore e Prefetto Bentivoglio colla sua dotta ed accuratissima edizione delle Epistole di Cicerone. if56 PARTE II. SCIENZE ED ARTI JMECCANICIIE. Lezlonl due sal Cholera morbus lette dal prnfessorr. Brov^sais nella clinica dell' ospitale Val dc Grace a Parigi. — Milano , io32, per Gio. Silvestri (*^). C Otnndo qnrste due lezioni a figurare sul giornali politici di Francia , jiotevano correre ed essere aiiclie nieglio ri- cevute delle taate assurde niclensaggini die si vanno spac- ciando intonio alia Inttuosa nialattia die devasta TEiiropa. Ma da die le vediamo tradotte coUo scopo di spargere fra noi i fondaiiienti di una ciira rni^ionnta e nuova , non an- dranno foise senza frntto le avvertenze die ci accingiamo di inettere sott' ocdiio ai leggitori italiani , persuasi die nella circostanza di esser noi aiicora intatti dal niorbo , a niente fredda , e senza prevenzione od attrito di opinioni possiamo porre a scandaglio i fatti e le sentenze, ed i ri- snltaiiienti fin qui consegnati nella storia di esso niorbo , coUa fiducia di scernere quel poco di vero die traspare dal tanto orpeliamento die ne lo vela. A qnesto titolo fa- cendoci noi a discorrere di una malattia die ancor non e cadnta sotto le nostre particolari ricerdie, speriamo non sorgera alcuno a didiiararci inconipetenti a gindicarne. Si propone il professore Broussais dl esaminare: il modo di sviluppo della malattia ; la predisposizione e la deter- minazione j I'invasione; i sintomi caratteristici;, il corsoj (*) Avevamo gia coinpiuto il nostro estratto delle due lezioni 8u questa traduzione , che ci si aniiunciava d' altronde fatta sul teste riveduto dal sig. Broussais , quando ci capito nelle mani una seconda traduzione del sig. dottore Ncrvati di Pavia e stam- pata dal Bizzoni, la quale in niolti pnnti ci parve ridotta a piii corretta e giudiziosa iezione, e liberamente compendiata. Noi co- gliamo roccasione per rendere la dovuta lode al prelodato signor dottore Novati , il quale volendo pur far conoscere agr Italian! le dottrine brossesiane sul cholera morbus, ha saputo con finissinio accorginiento coprire od eliniinai'e molce cose che sfigurano nel testo francese. LEZIONI nUE SUL CHOLERA MORBUS, CCC. l8^ la nocroscopia ; la natiira delia malattia; il proiiostico; la cLira. Bisogiia dire clie il Professore improvvisasse e non jpggesse le due lezioni , poiclie siamo sicuri che ove le avesse almeno rivedute, siccome afFenna il manifesto dello stainpatore , non le avrebbe lasciate coiTere si neglette e si disuguali dalle altre sue scientifiche pvoduzioni. Faccia- nioue una breve analisi. Modo di sviluppo della malattia. L' autore accenna 1' opinione di alcuni medicl che pre- tendevano di aver osservato in varj paesi del nord e del- Y est della Germania, niostrarsi il grippe precursore del cholera morbus ( il grippe e una sorta di catarro polmonale spasmodico , simulante in cjualcbe modo 1' ipertosse ) , ed aspettavano il cholera a Parigi per cio appunto, che un anno prima cola eras! mostrata queir afFezione catarrale. Noi lasceremo dire a que' signori, nfe ci afFanneremo per questo sul timore di essere visitati dal cholera asiatico. Gia da due aniii osserviamo serpeggiante il grippe in Milano e nelP agro lombnrdo, e siamo ancora immuni dal flagello del cholera. D' altronde anche il nostro autore non sembra prestare molta fede all" istoria del grippe , massime sotto forma epidemica. E pero non lascia di farei avvertire , come alcun tempo prima della comparsa del morbo in Pa- rigi gP intestini dlvenissero tanto irritabili da dover esclu- dere anche le minime frazioni di tartaro stibiato per la cura delle pneumoniti, mentre per lo addietro ei-a tolierato in Inrga dose e con molto successo. 1 lettori famigliari coUe dottrine brossesiane qui avranno gia qualche sentore della gastro enterite ; e che diranne la scuola controstimolistica italiana? (i) Noi ci limiteremo anche a questo riguardo di (l) Per Broussais e per la sua scuola T intolleranza del tartaro stibiaro indica siirgente la flogistica diatesi degf intestini; pel con- trnstiuinlisra in vcce h niotivo di credere la diatesi infianuiiatoria aB'atto esiinta. Sialfuno, clie alfaltro questa intolleranza impone di abbandonare il fannaco ; colla differenza pero che Broussais persevera nel nietodo antiflogistico , e lo modifica , e lo attiva rome uieglio P esige la flogosi ; il controstimolista in vece da di niaiio agli stimoli, e precede per una via tutta opposta, gLacchfe li lualato clie non regge al controsrimolo deve per necessita mo- srrar tolleranza ]~ier lo stimolo ! ! ! Quanta contraddizione desunta dai iiiedesinii fatti ! Cos! pur trop]"io accade in ogni cosa, e mas- »mie in metlioina, quando lui einplrisnio illusorio detta faliaci in- diwioni in vece di osservazioni imparziali e sincere. icSo tF.ZTONi nrE ^xn. ciiqlkha Monnrs, far osserv.nre, c!ie fieqiientissime sono pure a' nostrl ni.1- l.iti le irritazioni gastro-cntcriclie, e Torse in iiessiin tempo come nella slate passata si niostio fia noi si ricorronte il cholera accidentale, sporadico^, e noii per questo fummo nttaccati dalP epideinia , ne la teiiiiamo vicina. Ci narra r aiitore die lo svilnppo del morbo in Parigi fa repentino^ sparso simultaneaniente fra il popolo niinuto d'' ogni qnar- tiere , e si pote nemmen sospettare V individuo die il re- casse dair Ingliilterra. D'altronde i piiniissiml casi di cho- lera fiirono osservati alT ospitale di Gros-Caillou in amma- lati clie vi decnmbevano per altre nialattie. Qaesto fatto gettercblie un gran velo su ie opinioiii dei coiitagionisti^ se non si considerasse j^er 1' altra jjarte, essere quasi im- possiljile di venire perfettamente in cliiaro del priino ani- malato di cholera in una citta si popolosa come Parigi , inassime se T individuo appartenesse alia classe meno agiala. D' altronde la distanza da Parigi a Londra non e poi tale dal toglierci ogni dubbio , clie una nialattia, per pronta die sia al propagarsi , non possa essere pervenuta in quella capitale incubante e senza lasciar tracce del suo passaggio ne" |iaesi interposti. Si noti per altro die a Calais mostrossi il cholera circa lo stesso tempo, ed ognun vede di quanto peso potreblv essere questo fatto per asserire, die il inorbo sia cola jjervenuto da Londra, ed aljl^ia poi progredito lino a Parigi. Comunque sia la cosa , I'autore, die appena tocca di volo la quistione del contagio , ania di restarsi indeciso tra V opinione degP irifezio/iisu e quella de' contagioiiisti , avvegnadie non ci nasconda die << quando si e chlaniato » per un colerico in una casa , si e quasi certo di tro- " varne due o tre o quattro il doinani, o il giorno dopo . . . " e in piani diversi ed in famiglie diverse , il cui genere » di vita non e uguale. » Riponiamo queste sue stesse parole, perclie vengano interpretate da quclli fra i nostri leggitori die amano di trarre dai fatti le debite conseguenze. Predisposizione e detenninazioiie. Non saprenuiio dissentire dalT opinione dell'autore, die e pur quella di tutti i uiedici, essere le indigestion!, gli ec- cessi nel lievere e le cose tutte die possono provocnre ir- ritazioni gastro-enteriche, sicconie i vermi, il terrore, Tabuso della venere , ecc, cause predisponenti al cholera ( Noi vi aggiungeremo la perfrigerazione , P abuso de" gelati e de frutti acquosi c frcddi, delle quali cagioai- die soiio for*e DI BROUSSAIS. 1S9 le plii pfedispoiienti , 1' autore non ne in parola). Conve- iiiaiiio altresi die i vecchi , i convalescent! e le persone state rovinate da improprj trattamenti, ruassime stimolanti, ill altre precedent! nialattie , serbino ana predisposizioae pin iiiarcata al cholera. Ma che da queste cagioni istesse possa essere determinato il cholera asiatico; clie s'abbiaa dire che un bevoae per essersi ubljiiacato od un gbiottone per aver fntto una corpacciata abbiano dovnto snbire per cio solo il morbo di cui si tratta, non sapremmo in verua niodo acconsentirvi. Clie se T autore non ha preteso di af- ferniario, perche scanibio le cause predisponenti coUa ca- gione prossima o determinante ? Non e questo un confon- dere evidentemente il nostro cholera sporadico coU'epideniia asiatica ? La causa determinante non puo essere che quel priucipio arcano sui generis che passa da individuo ad in- dividuo in un modo sconosciuto e con cio finisce ogni nO' stra nozione su la determinazione della malattia. Iwasione. La triplice divisione anatoinica del tiiho gastro-enterico faceva gia distinguere al sig. Broussais tre modi d'invasione deile malattie intestinali; ora cgli riconosce lo stesso an— damento di cose per riguardo al cholera. O si appalesano coliche leggerissinie con iscariche di ventre facili e spon- tanee di materie fecali, susseguite da diarrea lattiginosa, rassomigliante alia decozione di riso , di orzo od alia sola— zione'di amido . tinta talvolta di bile, nia frammista a fioc- chi nnicosi (diarrea caratteristica del cliolera), ed allora I'invasione ha iuogo priniamente pei crassi mtestini. O gli ammaiati sentono de' borborigmi dolorosi per qualche tem- po, ai quali s' associa poi la diarrea accennata, ed e negli intestini tenui che s' annida il cholera. O fmalmente prinio a mostrarsi e il voniito, indi i sintomi piocedono dall'alto al basso, e si diramano per cosi dire da un centro alia periferia , in tal caso il morbo invase per lo stomaco e duodeno. Qnesta sottile distinzione quadra molto all' autore, e sara fors'anche stata gustata dagli scolari, i quali amano di avere il pane spezzato in mano^ e di vedere la scienza in movimentof, ma non sapremmo ben dire se i pratici ed i patologi glieja nieneranno buona. I pratici perche rav- visano nel tubo intestinale continuazione ed omogeneita di tessuti, e sogliono riscontrare che le flogosi non si curano dellc distinzioni topograjjche dcgli anatomici. I patologi lyO LEZIONI DUE SUL CHOLERA MORBUS, perclie gli chiederanao se la necroscopia ha poi sempre rive- lato la ginstezza di questi esordiali couipartiineati del niorbo ne' colerosi passati a inorte noa ciirati. Perocclie in essi appimto lo stato patologico del tubo gastro-enterico deblje apparii-e tal quale lo lascio il morljo, e senza alcuna ad- dizioae delle tante impressioni che avvengono per iuipro- prio trattamento. E clie diranno essi poi qiiando iidraiino da lui, che " sulla superficie interna del canalc intestinale, >> dopo di aver fatta sortire la grande quaniitii di llnido » contenutovi, si vedeva la mcdibruna uiucosa di un rosso » palUdo, ma dell'istcsso colore per tutta la sua esiensione (') " II sig. Broussais venne , cogli accennati tre modi d' iii- vasione del cholera , accostandosi alia sua favorita opinione che vedremo poi f'ra poco dichiarata^, nia non pote passare tutt'allatto sotto sllenzio un altro mode, clie si pronuncia senza alcnn sintonio intestinale, e colle sole forme uior- hose di una innervazione sregolata e sopita. Egli ammise pertanto quella maniera d' invasione clie si manifesta su i centri nervosi. Ma nel fare a se stesso la domanda se in questo caso sia stato veramente il sistema nervoso prima- luente atFetto, inclina a credere 11 contrario, e pensa che una irritazione gastro-enterica non sentka , ne accusata dal- rauimalato puo aver diramato TafFezione alia sostanza ce- reliro-spinale. Cosi egli taglia il nodo gordiano ;, poiche quando si amniette la possihilita di un'atFezione maggiore non awerUta elTettrlce di altra aftezione secondaria gravis- sima, palese e primeggiante, benche non si tolgano , si rimovono tutte le difiicolta della scienza. E se poi taluno sostenesse al signor Broussais che la sua affezione gastro- enterica non e che un fenomeno dipendente dalla lesione dei centri nervosi primamente attaccati dal cholera, che potre!)be egli opporre di piii convincente per la sua opi- nione ? . . . . Noi chiederemo fra poco qual caso ahbia egli fatto de' centri nervosi nelle sue ricerche necroscopiche. Sintomi ca ratteristici. Descrltta 1" invasione, poteva iinplicitamente rltenersi enunciata la sintouiatologia caratteristica del morl)o. Qui jjero entriaino in pariicolari jiiu ampi sullo spettacolo lu- guhrc e fatale die oflre il coleroso : ne snprcmmo biasi- marnc il proposito, ove il qiiadro ci venissc delincato con uiano veramente maestra. DI BROLSSAIS. I9I L'antore distingue tre serie di sintomi caratteristici: quclli die r ammalato istesso accusa per le interne sensazioni clie jirova i cjnelli clie il medico osserva nelP esame deU'esterno aspetlo del uialato; e quelli die risnltano dalla natura delle evacuazioni. L' ammalato annuncia uno scompiglio in tutta la per- sona ^ si lagna di ardore all' epigastrio, di oppressione ec- cessiva di forze , d' impotenza al movere il tronco, di co- liche , di 2;ranchi dolorosi , di angosce precordiali, e uoi crediamo die il malato non tacera pure il freddo marmoreo e r agghiacciamento die prova massime negli arli , dal quale seinbra Tautore voler prescindere. Tutti questi sin- tomi sono da esso lui riportati all'unica sorgente dell'irri- tazione gastro-enterica, la quale si propaga con reazione luorbosa sopra la midolla spinale ed i muscoli del dorso. I siatomi apparent! airesterno aspetto dell'amnialat.o noti sono meglio tracciati. Appoggiando 1' autore con molta lena su la composizione particolare della faccia, sull'indole della voce e della loquela e sulla retrazione degli ocdii c' indica lo stato di agonia del coleroso, e cio bastava, senza intro- durre nel quadro la grossolana imagine di due occhi tirati indktro nelle orbite da due fill. Rimarca il rapido dimagra- mento , il colorito atro livido della pelle cii' cgli chiama cianosL , la nuUita dei polsi, ed appena accenna die le estre- inita e T alito sono iVeddi, come se il rafiVeddamento en- trasse per poco nella sintomatologia del coleroso , e non fosse uno degP indizj della gravezza del male ! Eppure la cianosi essendo, anclie per di lui sentenza , prodotta dalla cessazione e sommo arenamento della circolazione del sau- gue , non dox'eva apparirgli disgiunta da quel freddo mar- moreo e cadaverico, che tutti gli scrittori di cholera hanno notato. Noi diremo di volo che anche i nostri contadini abitatori delle risaje, quando sono travagliati da feljbri periodiche mostrano uno stato di cianosi durante il freddo febbrile , che non e molto dissimile da quello che ci di- pinge Tautore. Egli poi che ci prepara alia cura lisiologica del cholera doveva qui entrare in qualche disamina piii speciale su la classificazione de' sintomi, doveva dirci qualL fossero i rapporti simpatici , quali gli esseaziali , quanta parte vi prendesse il sistema innervante o sensitivo , e quanta ne derivasse dal sistema irrigatore ; dirci insomnia qnanto la fisiologia poteva suggcrirgU a titolo di fondare una cura lisiologica. 192 LEZIONI DUE SUL CHOLERA MORBUS, La terza serie de' sintonii die egli voile decUirre sepa- rataiiiente dalla natiira delle evacuazioai da Inogo ad una ripetizioue di principj che annoja. Non ce I'aveva gia egli sciiiccherata qnella evacnazione caratteristica di un liquido somigliante ad una soluzione di rlso, d'orzo, ecc. nella quale consiste tutta la serie che ci viene ordinando? Eppure egli ama d' insistere su questo punto per dirci die Ijisogna ijicttere piii attenzione alia natura delle evacuazioni die ui dolori , e cio n perclie in quelli ammalati , i quali noa " hanno quasi avuto colidie, podiissinio il grandiio, si " dovettero trarre i priini sejini caratteristici della ma- " lattia dalla natura delle evacuazioni. " Al die taluno potrebbe rispondere: ed in altri ammalati ne' qnali si mo- stro nesmno sconcerto di corpo , e caddero estinti cof?ie coZ- piti da fulmine si dovette riconoscere il cholera beuche non si osservasse la evacuazioiie caratteristica. Per qaanto siasi atfaticato il sig. Bronssais per diplngerci il cholera conducendoci e riconducendoci con infinite ripe- tizioni siiUa descrizlone de' sintomi per lo spazio di pa- gine diciassette almeno, noi troviamo die non ha gran fatto oltrepassato le nozioni cheCelso, or son mille ed ottoceuto auni , ci trasmise in due sole penncllnte. Ci si permetta di riportare a coiifronto del testo bros- sesiano la stessa pittura di Celso n Nam simul et dejectio " et vomitus est, prceterque iiaec inflatio est, intestiiia tor- " quentur, bills supra, iiifraque erumpit, primuin aquae »/ simdis , deinde ut in ea recens caro lota esse videatur, » interditni nlba nonnumqnam nigra , vel varia . . . saepe » etiam crura manuscjue contraiiuntur , urget sitis , anima " deficit, quibus concurreniibus non iniruiu est si subito " quis moritur. >> Ora se V evacuazione di fhiido lattigi- noso e simile al decotto di riso e veramente caratteristica, chi non direbbe che anche ai tempi di Celso fosse cono- sciuto il cholera asiatico alT udire menzionata la dejezione di bile biancastra e di vario colore ? Pare die il cholera sporadico non ofl"ra T eguale fenomeiio, almeno per quanto abbiamo potuto osservare. Corso della malattia. Parlando del corso spontaneo della malattia dicliiara Tau- tore, che abbandonata a se riesce sempre niortale, al piii tardi entro tre giorni , e talvolta anche in due o tre ore. Si noti pertanto la insuflicienza della forza niedicatrice delU m BROussAis. 193 natnra contro uii iiemico lU forza enunenteineiite supcrio- I'e. E pero siccome viene il cholera per 1' ordinario o bene o male curato , cosi fa un corso varlo, e piu o meno vaa- taggiosaniente modificato dai presidj dell' arte a cui sta su- Ijordinato. L'autore lia duncjue creduto di considerarlo sotto Taspetto dei metodi curativi principal! che sono adottati in Europa , e come fosse per anticipare le sne terapeuti- che vedute ci avvisa essere in uso pel cholera tre sorta tli cure: Ciira stiinolante, cura ecleuica, cura fisiologica. La cura stimolante , die gl' Inglesi pei primi adottarono nelle loro colonie asiatiche non la crediamo gia desunta , come vnole V autore , dalle teoriche browniane , perciie il sistema di Brown in nessun paese ebbe meno seguaci che in Ingbiherra; la reputiamo dettata in parte da Side nam , e tolta in parte ancora dalle praticbe empiricbe degli Asia- tic! , i qnali abituati come sono alle sostanze irritant! e stiniolanti mal reggerebbero forse al metodi debilitanti ed antirtoglstici die no! sogliamo profondere. Ad ogni niodo sappiamo dalf autore , che tal cura modifica da principio la malattia; ma terribile e ancora la mortalita per essa , sebbcne si presen^ano alcuni esempi di crisl felici. Esse atte- stano le risorse delta natura. Qui non comprendiamo bene la concordanza del fatto. La natura . die e gia succumbente per la superiorita del male essenzialmente mortale , trova poi delle risorse quando e assalita con iniproprio tratta- mento ' E puo avervi ancor crisi felici quando tutto cospira alia maggior rovina del tessuti? II sig. Broussais concilia quest! fatt! colla sua teorica della riviilsione. Ma s' egl! e vero che le rivulsionl lienefiche s! operano da stiuioiazioni lontane , derivanti da lung! la flussione delle parti infiam- niate , ci spieghi come nel caso di cholera possano avve- nire rivulsion! salutarl inducendo stimolazioni energiche e violente six la parte stessa cb' egli giudica iufiammata, sic- come a V viene praticando la cura stimolante , vale a dire innondando il tubo gastro-enterico con vino, punch, e rimedj incendiarj d'ogni sorta? Per nostro avviso un solo caso di guarigione ottenuta con tali mezzi prova o la fal- lacia deir asserzione che il cholera asiatico e scnipre mortale, o la erroneita delle teoriche brossesiane su la rivulsione. 11 metodo eclectico , misto , quello che viene seguito da persone erudite, ma pusillanimi e timidc ( cosi V autore ) i.alva maggior quantita di inalati, ma non e il metodo piy, BibL ItaL T. LXVI. i3 lf)4 LEZIONI DUE SUL CHOLERA MORBUS, sicuro. Confessa egll perb clie questo e il nietodo della maggioranza dei mcdici parigini , e qiiesta niaggioranza di suilVagi noi vogUanio supporla proiiuuclata dalla coiuuiie esperienza. II nietodo eclttdco , siccome iiidica respressio- ne, consiste appuiito nel trascegliere que' presidj die liaiino t'oniito migliori risnltaiiienti, avnto rigiiardo alle circostanze ed ai bisogni delT araiiialato , non die ai siutomi ed alle fasl del male. Non sappiamo quindi intendere come s'ab- blano a qiialificat-e per timkli e pusilUinimi que' med'ici die procedono coa tale divisamento. I medici eclettici non ri- nnnciano senza dnbbio al salasso eve i sintomi lo inipon- 'rano, ma non sanno rinunciare al calore ove trovino ag- gliiacciamento , promovono le evacuazioni se il canale di- gestive e ripieno e vuol essere alleggeritoj provocano la reazlone ove manca, procurano di calmare ove eccedano gli spasmi ed i movimenti disordinati, curano insomnia co' pvecetti generali della medlcina razionale, senza nep- pure rinunciiire a quel sensato empirismo , per cui non di rado la medicina ottiene degl' insperati successi. Yedremo die alia {me del conto andie il sig. Broussais procede tal- volta col metodo eclettico benclie lo condanni altamente. La ciira fisiologica , die e quella dell' autore , e die il traduttore delle due lezioni dicliiara ragionata e nuoi-a, guarlsce, a lor dire, il maggior numei-o degli amnialali in imchi giorni, e senza altre gravl conseguenze. Consiste la medesima neW uso intcrno di rimedj ammollienti e refrigc- ranti , ed estcrnaniente cogU eccitanti proporzionati alia su- sccttibilUa del malato. Noi farenio piii tardi le nostre glose a questa cura ; intanto converremo coll' autore , che una malattia senza corso determinato , e colla ordinaria ten- denza alia morte deve correre sort! diverse, secondo i di- vers! nietodi cuiativi ai quali sara sottoposta. Necroscopia. Broussais considera la necroscopia sotto tre aspetti : in quelli die niorirono dal cholera senza soccorsi ; in quelli clie cbbero ritardata la morte dalle cure medidiei in quelli die dovettero succumbere per gastro-enteriti consecutive. Ne' prinii osservo injettato il <:ervello e piu ancora le mcningi, poco siero ne' ventricoli. Osservo secchez.za e rossore nella gola, lo stomaco indicante i segni di grave raorhoso processo , nero , rossastro. Trovo die ne' bevoni umssiuiCj 0 ne' mangiatori la mucosa di quel visccre c DI BROUSSAIS. 195 rammollita ; il tenue intestine molto injettato, I quali in- dizj cU flogosi sono bensi assai nieno apparenti in que' ca- claveri ne' quali vieue riscontrata soinnia abbondanza del fluido caratteristico che i colerosi evacuano per vomito o per secesso ; nia , ce lo assicura egli , la tinta flogistica esiste sempre did principio alia fine del canale iniestinale. La vescica e ristretta e vuota. Rilevo ne' second! flemmassie ancor piu decise perclie, ritenuto il lualato piu lunganiente in vita, ebbe campo la nialattia di stampare orine piu profonde ne' tessuti gastro- enterici. Quindi si pote x-imarcare clie in alcuni tratti 1' in- fiaiiiniazione , la cancrena e lo sfacelo avevano potuto pe- netrare tutto lo spessore delle pareti intestinali. Negli ultimi riscontro ancor piia prouuuciate le dette al- terazioni patologiche , esulcerata la menibrana mucosa in- testinale, eufiati i p'anglj mesenterici. Quando erasi cacciato sangne appariva il cervello mcno injettato, ma i suoi ven- tricoli contenevano maggior quantita di siero, segnatamente allorche avevano predoininato i sintomi cefalici. II cuore era ingorgato di sangue spesso ed atro nel suo piarenclii- ma, ma non mostrava indizio di flogosi ( Ciii sa come egli trovasse il cuore ne' cadaveri di quelli die perirono come colpiu dal fu Inline , appunto per la cessazione repentina della circolazione del sangue?). La vescica in vece dies- sere ristretta e vuota come ne' casi precedenti appariva di- latata e rieinpiuta di orina. I muscoli , i polmoni , il pe- ritoneo presentavano nulla di rimarchevole. Ma il fegato , la cistifellea , la milza, i reni entrano essi per nulla nella sfera della malattia? L' autore gli ha dimenticati nelle sue necroscople , e quel che e peggio vi ha dimenticati i centri nervosi ( midolla spinale e gran simpatico ) pei quali egli aveva ammesso uno de' modi d' invasione del cholera. Ne potrebb' egli dire d' averci soddisfatti col pochissimo che ci addusse intorno alio stato patologico del cervello. Egli non ci ha descritto che lo stato delle meningi e degli emisferi cercbrali, trasandando i centri nervosi che sono eituati alia base , e che sono forse gli organi generator! della innervazione. Perche non estese le sue ricerche su la midolla spinale a cui doveva rivolgersi per farsi Imona ragioue della immol)ilita del tronco. e de' granchi doloro- sissimi soli'erti dngli ammalati? Tcrche non iscandagliaro il gran simpatico a cui tloveva rimandarlo la uiedicitia IC)6 LEZIONI DUB SUL CHOLERA MORBUS, fisiologica atline di trovar spiegazione delle angosce inor- talL die gli ammalati provano anclie incli|)enileatemente dal v'omito; spiegazione della cessazione del circolo del sangne nan ricavata dallo stato patologico del cuorej spiegazione dell' aggliiacciamento delle carni , della cia~ nosi, ecc? Egli abiiissimo lisiologo non poteva ignorare di quanta iniportanza fosseio quelle rlcerclie, avesse anche luirato a sostenere sempre la sua gastra-entcrue. Ed ove non avesse potuto scoprir cosa riniarclievole , doveva dir- celo, e non lasciarci nel desiderio di tanti cliiarinienti. Non ci faremo a contrastare rautenticisa delle sue osser- vazioni necroscopiclie, segnatamente risguardanti il canale digestivo; lasceremo a' suoi colleglii il pensiero di oppor fatti a fatti , ragioni a ragioni •, uia non possiamo a nieno di non esprimere la nostra mevaviglia nel rifleltere clie t^^ un lato Broussais ci fa vedere e toccare con mano la ga- stro enterite, la cancrena c lo sfacelo del canale intesti- nale; e dalT altro anatomici e patologi di alia fama, posti ne'le niedesiiiie di lui circostan/.e , osservando gli stessi fatti, dlchiarano non riscontrarsi ne' cadaveri alciin indi- zio costante di tanta flogosi intestinale a cui si possa rife- rire la causa prossima di una morte si rapida ed accoin- pagnata da sinlomi si spaventevoli. JVatura della inalattia. Benclie sia omai cliiara a' nostri leggitorl la natura del cholera dopo i tanti preparativi che il sig. Broussais ci ha tessuti per la sua gasiro - enterite , non vogliamo lasciare di qui trascrivere le stesse parole colle quali egli viene a definire la natura del morbo^ iniportando sommamente di seguitarlo dappresso , onde intendere i suoi divisanienti per la cura che sara per proporci. Egli a^lunque epiloga in tal modo. i> 11 cholera e una infiamniazione generate V della membrana interna del canale di.gestivo , la di cui J/ causa prossima e incognita nel mentre che noi conoscia- »/ mo e possiamo calcolarne le cause predisponenti e deter- " minanti. La e questa cosa di molto vantaggio e di molta i» importanza, avvegnache se non possiamo sempre evitare »» le cause primarie , possiamo almciio il piii sovente al- w lontanare le secondarie. " Con questa dichiarazione ha egU voluto alludere al trattamento fisiologico? Vorrebh'egli darci ad iutendere , che allontanando le cause secondarie, qiaelle che ci hauno niesso nella disposiziqne di coiiirarr« DI BROUSSAIS. J()J il cliolera, si pervlene a distruggere gli effettl della causa primaria , di quella causa o principio arcano, sui generis, che costitulsce il niorbo specifico a cuL si da il nome di cholera epidemico' Cio non sapremmo in veruii modo ac- cordare. Acconsentiamo per altio che 1' alloiitanamento delle cause predisponenti possa essere di altissimo momento quanto alia cura profilattica , al preservax'si cioe dall' a- zione niortifera del principio colerico. Fronostko. Qual pronostico puo farsi di una malattia che abban- donata a se corre mal seinpre mortalel n Essa e curabile a »» differenti gradl , secondo il metodo che le si oppone. >» Sappiamo di piii che gP indivldui sani dapprima, curati a tempo , facilniente guariscono ; che i giomni risanano meglio de' vecclii , i coraggiosi meglio de' timicli ; aiizi de timorosi nessuno si salva. Cosi V autore. Con sua buona pace noa osiamo sperare si facilmente curabile il cholera, se Parigi conta olire le 20,000 vittime ; ne tampoco crediamo all' as- serzione che nessuno si salvi de' timorosi. Sarebbe ella tenuta per buona la scajjpata del medico il quale dopo aver dicliiarato che il malato risanerebbc facilmente, si scu- easse coi parenti delf estinto col dire : e niorto perche ha avuto paura ? Per avviso di Broussals deve anche variare il pronostico secondo i tratti del tubo digestlvo che furono primamente colpitl dal morbo. La cholcrina, specie di diarrea , che do- niina contemporaneamente al cholera e che V autore pre- tende costituisca 11 primo grado del cholera medesinio, si frena sopra it piii gran muntro degl' individui :, piii difficile, benche non sempre. e la guarigione della malaitia quando comincia dallo stomaco. Se il male ebbe 11 primo sviluppo ne'tenui Intcstinl, cio non aggrava gran fatto 11 pronostico. Ma gravissima e la malutlia quando alia sfrenata diarrea si consocla 11 granchlo , T affanno ed 11 dolore nelT addomine , vale a dire quando e manifesto 11 cholera. Ne sta qui tutto il pericolo. IMolti amnialati , superata la violenza del male , soccumbono per alTezionl consecutive , che sono figlie della cura instituita. Per tal modo le pretese febbri tlfoidee clie si riscontrano in Parigi , e clie si disscro compagne del cholera in Aieniagna , In Polonia , in Levante ed in Russia , altro non sono, asserisce P autore, clie gastro-enteriti pro- lungate da improprlo trattamento. Egli assicura che nelle I9<> LEZIONI DUE SUL CHOLERA MORBUS, sue sale non se ne vedono : raa ncgli ospeilali ove si tol- scro gU ainmalati dallo storilimento col /xi/ic/j, coll'acqua- vite o con altrl stimoli attlvissimi il niaggior nuinero soc- comlie dope essere stati dai niedici cnranti dichiarati guariti dal cholera, A cio risponderanno i niedici parigirii die noa adottarono la cura fisiologica, pel cjnali gravissima e Tac- cusa die il sig. Broussais loro accocca. Cura. Al gia acccnnati nietodl ciirativi , stimolante, eclettico e fisiologlco, agginnge qui i"" autore il nietodo antico, die gli' sembra stato dettato tinlla niedicina umorale die domino nel medio e\o , e fii professata dal Bocrhave e dal Gauhio nel sccolo passato. Qiiesto nietodo die consiste in far be- vere dell' acqua per eliniinare il liqnido che morbosamente si raccoglie nel canale digeativo,e nel calmaie poscia coi narcotici 1' it ritazione e gli spasiini nervosi, lo tioviarno perfettamente ennnciato da Celso. Egli e press' a poco il nietodo die i 'buoni pratici usano ancora nel cholera spo- radico ; ma nelT attuale epidemia non ha offerto , al dir dell'aatore, risnltamenti aljliastan/a rilevanti. Da cio ne vennero gli altri metodi stiino'ante ed eclettico , e per r imperfezione anche di questi creo 1' autore il nietodo Jisiologico, Del metodo stimolante egli non fa molte parole, avendo gia indicato come gnarisce podie persone, e lascia conse- gnenze gravissime nel canale castro-cnterico da espiarsi poi nelia coavaiescen/a. Del nietodo eclettico ne discorre pin a lungo , perdie , siccome abbiamo gia osservato , e il metodo della maggioranza de'inedici die professano in Parigi. Con esso si pratica, al dir di Broussais, una cura a bilico , ondeggiante , la quale ora innalza, ora ahbassa t azione vitale. Quindi, riscaldare gli ammalati qnando sono ralFred- dati ed asfuici co' bagni o vapori caldi , con fregagioni di sostanze aromatiche e stimolanti, con copertnre di lana^ con bevande piu o meno calde e sudorifere ^ rianiniarli, ove siano sfiniti con qualclie stimolo interno, coll' etere per esempio , coll' acetato di amnioniaca , colle tintnre al- cooliclie ; calmare la nausea, il vomito , la diarrca sfrenata, il dolore , il grancliio coll' oppio sotto varie forme ; mo- derare l' eccessiva reazione , togliere la congestione cere- brnle, sciogliere l' ingorgamento sanguigno al cuore col salasso o colle sanguisughe , sono queste le praticiie dei DI BUOUSSAIS. IQC) medici pusillanimi die si atteiigono al trattamento ecletti- co, ondesgiante, le risulcanze del quale sono un po migUori, ma non meno spiacaoli. L' autore condanna altamente gli emetici ed i piirganti , clie si danno talvolta coif idea di evacuare il liquido albumiaoso clie inoiida il canale dige- stive-, pill, scariche si f anno , ei dice, piii cresce il hisogno di queste (i). Deride iaoltre alcuni medici inglesi e po- lacchi i qnali in una maniera ancor piii hizzarra accozzaiio siniLiItancameate i piirganti per evacuare, gli astringenti per restringere , gli siiinolaati per confortare. Veniamo fuialmente alia cura iisiologica; a quella cura clie farebbe prodigi, ove i medici concordeniente I adotcas- serQ : cura fondata sulla osservazione del modo di agire del mezzi atdvi die si oppongono al inorbo , e sui risultanienti della necroscopia. Prendiamola dunque a diligente esame. Prima ch' egli fondasse la cura lisiologica , anche il sig. Broussais atterrito dal niarnioreo freddo delle carni de' cole- rosi , prestava bevande calde » non gia 1' infusione di ca- " momilla , io non aveva quest' eccesso di audacia , ma " infusione di malva » (2). Noi sfidianio anche i piu calo- rosi pnrtigiani della scuola brossesiana a trovar mode di assolvere il loro antesignano dalla sconvenevolezza di questo eccesso d' audacia ! L' ardente desiderio die gli ammalati esprimevano per 1' acqua fredda, e piii ancora la sezione di due o tre cadaver! , da cui appariva morir vittlraa i colerosi di una generale infiammazione intestinale, fecero die il Professore s' avviasse per opposta strada ( Si noti die in altro luogo aveva egli dichiarato , che nel cholera la morte dipende speciahnente da difetto di circolazione). Venne egli adunque nella detenninazione di sostituire alle hevande calde il ghiaccio , non gia slccome erasi esibito in Germania unito a copiose bevande^ ma solo, ingliiottito in pezzetti , e senza bevere per quanto e possibile. Pe- rocche assicura essere pericoloso di riemjnere il tubo alimen- tare di liquidi acquosi quando predomina il vninito e la diar- rea ; e piii vomitare gli ammalati quanto piu bevono, (1) In im articolo estratto dalla Gazzette medicale ^ il sig. dott. Novad riporta la pratica celebrata da tanti altri medici di Pai'igi, nella quale fiiiura T ipecacuana come sovrano rimedio per arre- »taie subitameiite la diarrea non che il voiiuto se esiste. A clii di qiiesti siguori dobbiamo prcstar fede ? .... (2) II tfsto dice guimauve , cioe altoa. aco LEzroxi due sul choleha morbus, E pero onde farsi una chiara idea del niodo con cni adopera pel ghiaccio trascriveremo qui le stesse parole dell' autore. tt Quando gli ammalati sono ia preda a copiose eva- II coazioai loro ingiungo di pigliar solo ghiaccio e trala- V sciare per quanto e possibiie I'uso di qualnnque bevanda. » Qiiesti ammalati da prima prendono il ghiaccio con de- » lizia. Osservate clie quando ne cominciano Y uso essi n lianno la lingua fredda , il polso quasi estinto, T esterno » del corpo raflVeddato , con atroce ardore nella gola e » nello stomaco. Ebbene ! nientre sono in questo state >> prendono il gliiaccio con piacere. Quando voi vedete la » lingua venir rossa, la pelle colorarsi e perdere la tinta >> azzurra , allora potete sospendere I'uso del ghiaccio j » in vece puo concedersi una bevanda qualunque. »» E qui e tutta la cura interna. Egli non saprelibe surro- gare altra cosa al ghiaccio : nulla vale quanto questo mez- zo; r acqua fredda e ghiacciata non lo supplisce che iai~ perfettamente. Per tal modo , asserisce egli , il cholera si riduce tutt' al piii in una gastro-enterite con moderata rea- zioiie fihbrile. E noi soggiungereino , che stando le cose del cholera in questi termini si puo ben dire davvero, che egli e una malattia che facilmente si guarisce , ed a buon mercato. Del resto 1' autore non ammette alcuna be- vanda calda , che allorquando 1' ammalato comincia ad avere appetito-, " allora, ei dichiara, gli accordo un quarto " di brodo luiigo , che lo rianima in una maniera sorpren- » dente e lo si vede guarire. " Di questi prodigi con un quarto di brodo lungo era ancor muta la storia dell' arte , e se sono veri bisogna ben confessare che 1' economia non e ultimo merito della cura Csiologica ! Ma la cura fisiologica interna viene a compllcarsi al- quanto allorche 1' ammalato coleroso e in istato convulsive. Premesse le cacciate di sangue, ove le evacuazioni non sono plii cosi abbondanti , e gl' iiitestini non sono piu ripieni della materia collerica, e v' abbia soltanto un po' di gor- gogliamento, e 1' ammalato abbia il basso ventre addolen- tato , granclii , mal essere, agitazione, questa e, secondo il nostro autore, 1' epoca de' clisteri narcotici. Ippocrate avrebbe gridato a' suoi allievi : badate , P occasione e fu- gace , afTrettalevi ad agire nel cholera ; il sig. Broussai* insegna in vece di coiuiaciare dalle cinque alle sei gocce DI BROUSSAIS* 201 tli laudaiio in mezzo clistere , e di non progredire che a poco a poco sino alia dose della 40 gocce. Lo diranno i iiiedicL die lianno cnrato il cholera , se 11 brossesiaao coa- siglio sia migliore delT ippocratico. Le pratiche esterne sono aseai coatraddittorie nella ciira fislologlca. Ora le fregagioni vengoao disprezzate come pregiudizj venntici dallo settentrioiiei ora soao commendate come mezzi efficaci per impedire la congestione cerebrale. Ora si loda 1' utilita del calore esterno , dei bagni a vapore su r estremita delle praticlie calefacienti , ora si predica Topposto. « Ho verificato, cosi Tautore, nella mia prati- " ca, che i colerosi senza essere riscaldati nell' esterno » ritornavano alia vita piii o nieno rapidamente, secondo »/ r iutensita della malattia col solo soccorso del ghiaccio w e delle bevande fredde in poca cjuantita. " E poco pri- ma aveva dichiarato clie " il calore e niolto utile senza « dubbio ; ma deve particolarmente applicarsi alle estre- »/ niita inferiori. " Cosi pure ora celebra i topici moUitivi, ora i narcotici ; e quel clie e peggio raccomanda che si stimoli esternamente , intanto che si calma , si debilita, si controstimola col gliiaccio internamente: come se I'unita vitale sopportasse due stati opposti nella maccliina animale; come se il sistema nervoso a cui si riferiscono tutte le impressioni recate sulf organlsmo viveiite non le riportasse ad un centro comune :, come se il caldo ed il fieddo , lo stimolo ed il controstimolo fossero conciliabili fra di loro! II sig. Broussais cerchera qui ancora di appoggiare tanta contraddizione colla speciosa teoria delle revulsioni. Ma ammettentio anclie tutte le supposizioni gratuite che da Ippocrate a noi sonosi spacciate intorno alia possibilita di iciiiamare la flussione ove si fa agire uno stimolo, in qual uogo avverra la revulsione nel caso nostro? Alle estremita nferiori , ove lo stimolo del calorico applicato si fa sen- lire , oppure sul cauale digestivo, ove in grazia del freddo col gliiaccio introdotto accorre il calorico per legge lisica a metlLTsi in equilibrio' L' esperimento della mano immersa nella neve e riscaldantesi, dopo esiratta, fino anclie alT in- riatmuazione, farebbe sospettare una gran revulsione vitale nella parte raffreddata. ]\Ia sarebbe possibile che nel cho- lera, esicndo la reazloiie vitale quasi annicliilata, il ghiaccio vimesse elleitlvamente la temperatura vitale. AUora sospen- deudo r andamento della liogosi i;^istro-entericn si direbbe 202 LF.ziONi Dun ?UL ciioLKUA Monnus , appuiito die inedicasse ntilmente 1' ammalato. Ma a die pro- posito jioi anilare stimolando le estromita? Qnclla reaziotie clie si siiscita dal calore o ilal senapisnio o dal vescicaiite, noil irradiera ella sul caiiale digest! vo per toglierlo da quello stato dl riposo vitale in cui si miro a trarnelo col ghiaccio? Clie se il lualato si trovasse nella iiiopia vitale; se per di- tetto di reazioiie convenisse stimolarlo, eccitailo, scuoterlo dallo sbalordinieiito in cui giace, e per conseguenza si avesse a praticare le strofinazioiii , i vapori caldi , le sti- molazioni esterne, qual beneficio, domanderemo noi, fara il gliiaccio interaaniente , die agisce in sense opposto, dimi- nuendo cioe la possibilita del risorgimento ? Adunque puo ben darsi il caso , die 1' use del giiiaccio conduca a lode- vole rimltamento, e puo darsi die il calore esterno e le applicazioni stimolanti in altri casi siano utilissimi; ma noii sara iiiai coirusare simultaneamente di questi niezzi die un medico fisiologo potra vantarsi di fondare un nietodo sopra r osseivazione deli azione e de^^U efffUi de mezzi caratwi che noi opponiamo alia malattia. Tntti i presidj finora accennati non bastereljjjero per combattere direttamente T infiammazione ; le emissioni di sangue sono indispensabili quanto P uso del ghiaccio. L' au- tore avendo riscontrato molte dillicolta di ottener sangue dal salasso , ricorre con buon esito alle sanguisughe , le quali ove non diano subito sangue, ne rendono poi in gran copia coirajuto de' cataplasnii emollienti. Quindi san- guisuglie dappertutto ove si sviluppa flogosi o minaccia di congestione; sanguisughe all' epigastrio o sii tutto il basso ventre pe' sintomi ordinarj del cholera; sanguisughe al petto se v' abbia complicazione di un attacco polmonale; sanguisughe al capo ove la congestione si faccia al cervello. In qucsto caso, intanto che il sangue scola dall'alto e si impone il ghiaccio sul capo, vuole che alle estremita inle- riori s'abbiano ad applicare cataplasmi senapizzati, diri- gervi i Ijagni a vapore, fare dcgli stroplcciamenti dall' alto al basso, u e per tal modo stimolare 1' ammalato onde " impedire la congestione cerebiale. » Le quali stimola- zioni, se abliiano ad aggiungere od a detrarre della utilita della cacciata di sangue, lasceremo che il dica ogni pra- tico assennato. E qual proporzione, qual misura daremo poi alle emis- sioni sanguigne? Trarremo noi sangue quanto se ne pno Di BROussAis. ao3 cavare, o aiidremo gnai-dinghl per non mettere il ma- lato in uno stato d' impoienza vitale ? luiiteremo la pra- tica del distinto suo collega , il quale n ha ottenuto note- » voli vantaggi faccndo cacciare una o due once di sangue >; ogni ora? n Egli ci lascia nella difiicolta di interpretare le sue intenzioni. Dichiara pero, die ne' casi di amnaalati iiUierainente raffreddati , o caduti in sincope in seguito al sa- lassi e che il polso manca, e non si pub ottenere sangue, u il il medico fisiologo puo dare anche uno stimolo, per esempio I) dell'acqua di Seltz in cucchiajate, hen inteso che abhia » del ghiaccio a sua disposizione per annullarne T efFetto » se lo stoniaco venisse di .troppo stimolato. ( ! ) -^ questo passo confessiamo che la cura lisiologica ci parve, se non ragionata, ahiieno nuova. Osianio neppur credere che a tanto giiinga la pusillaniniita di Broussais, al quale potremmo i-ivolgere quelle parole che ('e/5o proferiva ad EncistralO pretcndente di curare il cliolera con tre gocciole di vino: si veliementem infirmitatein adjuvari posse putavit , erravit. Chi poi si scandalezzasse dciraruniettere uno stimolo, dap- poiche r autore ha sferzato si vigorosamente i pratici brovvniani ed eclettici, trovera bene una piii ingenua ritrat- tazione in queste sue parole: n cosi, voi lo vedete, non » escludo niente, assolutamente niente, ma sottometto tutti » 1 mezzi alia prova della osservazione fisiologica. " Non e qui divenuto eclettlco anche I'autore? Non confessa egli implicitamente in questa sua ritrattazione , che non si puo fondare pel cholera una cura generale, ma che bisogna far scelta dei mezzi curativi a norma de'casi, delle persone, de'luoghi, della intcnsita del male, degli elTetti osservati , delle complicazioni, e dclle circostanze tutte che avvilup- pano raumialato? L' autore non ha lasciato di decantare le maraviglie del suo mctodo iisiologico. Da prima perdeva uno sopra cinque, poi ando per gradi migliorando la sua fortuna, talche non cbbc piu d' un mono sopra trenta o quaranta malati. A Aero dire, ove ne' di lui calcoli entrassero ammalati tutti di cholera, dovrcmmo ringraziare I'Altissimo d'averci accor- dato rontro quel tremendo flagello un sicuro rifugio nella scuola lisiologica. Ma sgraziatamente la cosa corre altri- nicnti. 11 sia;nor Broussais comprendc evidentemcnte tutti i casi di diarrea o <\i cholenna, nel qnadro del cholera,, onde non possiamo ancora abbandonarci a tanta speranza. Ciie se valesse il prestar fcdc ai miracoli, dovrcmmo dire die il 204 r.EzioNi nrr. sul cuolera Morbus, signer BaiUy e piii fortunato del professore tli Vnl tie Grace, mentre assicnr.i die potenilo colpire il cholera nel sno prinio periodo, il cli lui inetodo noii ha mai fallito (i). E si die questo inetodo, salvo la concordanza per le saii- guisiighe air epis;astrio , e condotto con precetti di tutta opposta natiira. Perocclie coiisiste in tenere il malato bea caldo ill letto :, dopo applicate le sanguisuglie mantciurc sul ventre cataplasm! ammollienti e caldi; bevere largamcnte infusione legt^erissima, calda di tiglio, di malva, di camo- milla, o di nielissa. Le quali cose noi leggendo non sap- piamo poi a clii prestar fade, e restiamo nella fondata dubbiezza che o non sia, come si pretende , appartenente al cholera quella indisposizione che s' intende di debellare da que' signori sotto il noma di cholerina , o die i fatti sleno alterati da qiiello spirito di vanagloria, die pur troppo acceca anclie i grandi uomini. E quando par fosse die il signor Broussais potesse vantare miglior fortuna degli altri medici di Parigi per la cura del cholera spiegato, noi non vi troveremmo che un giusto risultamento delle felici circostanze in cui egli e posto. Nell' ospitale di Vol de Grace non si raccolgono che soldati , indlvidai tutti giovani , ben nutriti, ben ailoggiati , sceveri per I'ordioario da patemi d'animo, obbedienti , e sorvegliati in modo, che al primo apparir del male ricevono i piu pronti soc- corsi. Negli altri ospedali alTopposto, ove si ricovera il popolo iiiinuto, s'adiinano vecchi , miserabili , acciaccosi d'ogni sorta, individiii rovinati dalla crapnia, dalla venere, o dalle privazioni, iiialati che riinasero senza soccorsi ne' primi moinenti della invaslone dal morbo, e che arrivano air ospitale appena in tempo per esalarvi T ultimo fiato. E pretonderebbe il signor Broussais che i medici degli altri ospedali raggiungcssero i di lui snccessi? E in tanta dispa- rity di casi pretendereblse di mettere a merito della medi- cina fisiologica la maggioranza delle guarigioni di cliolera , quando egli stesso ha dichiarato, che gP individui robusti, i giovani, quelli che ricevono soccorsi prontamente, i coraggiosi , ecc. , gnariscono meglio degl' individui che si trovano in condizioni opposte'' La nostra dlflidenza in me- rito ai gloriosi successi , die si vantano da alciini pratici di Parigi, auinenta poi singolarmente considerando le tante (i) Wdi la Nota del detto iticdiro tradoita dal sigii'ir dottor Koi-ati al scguito delle lezioni di Broussais pag. 48. t)I BR0U8SAIS. 205 niigliaja di vittime c!ie colse il cholera in quella capitale, e riflettendo airanJameato del inorbo, che fu eguale fra i Parigini, come fra gUAlemanni, i Russi, ed i popoli dell Asia. Ora che alibiamo analizzato le due lezioai facciamo uq po'alcune domande a noi inedesiml. La cnra die Broussais ci venne dettando e dessa veraiaente ra^ionata? Come dirlo, se la troviamo flnttuante in tante coatraddizionii se e de- dotia dalP idea esclusiva dclla gasiro-eiUerite ; se in vece della bnona logica iadiutiva viene predicata con quel ton trunchant quel croyez nioi sitr parole che e proprio di chi fida troppo su il proprio valore, e disprezza 1' altrui ? E dessa nuoca? non sapremmo accordarlo. II ghiaccio , le sangiiisughe, i salassi, i foinenti narcotici, 1' uso deH'oppio per clistere , gli stimoli esterni, o per dirli alia sua ma- niera, revulsivi furono, nelle varie regioni d' Eiiropa col- pite dal cholera, presidj usati prima di lui, e da medici Bognanti per nessun conto la niedicina fisiologica. E quella una cura che si possa dire veramente fisiologica? questo tltolo non le appartiene per nessun verso. Won e fisiologica quanto ai principj teoretici da'quali ededotta, perche con- trasta con quanto ci rivela la fisiologia sul conto dei tes- suti e delle funzioni intestinali, sul conto dell" importanza di una flogosi per decidere una morte cosi violenta senza I'esito ordinario dello sfacelo o della cancrena; perche procede piuttosto colle teoriche della patologia , die con quelle che si desuraono dalle leggi della vita j perche tra- scura ogni ricerca ed ogni pensiero sn 1' innervazione , che e senza dubbio il prime elemento vitale compromesso dalia cr.gione distruggitrice costituente il cholera. Non e fisiologica quanto alia pratica , perche i mezzi adoperati non soddist'ano pienamente ai primi bisogni di una vita urgen- temente minacciata •. perche qnesti mezzi non sono calcola- ti , che per deprimere , annientare ;, o disturbare la reazione vitale, in vece di dirigerla, proteggerla e talvolta anche provocaria ; perche insonmia il sig. Broussais vuole dominare a suo talento la natura, ed il medico veramente fisiologo sa di non poter essere che debole ministro della luedesima. Concludiamo pertanto, clie le due lezioni non si meri- tavano Tonore di due o tre tradnzioni italiane sirnultanea- niente prodotte , e tanto meno poi si potevano presentare a niodello pei medici italiani , i quali non sono poi acco- fetuniaii a lasciarsi abljacinare dai presticj della fama, co- Uiunque per altri tltuli ben lucritata. De Filippi. acf) APPENDICE, PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE. Voyage aux Regions eqidiioxiales. Viaggio allc Re- gloni eqnlnoziall del ntiovo contliiente , fatto dal IT()9 id 1804 da' signori Alcssandro D Humboldt ed Amatu RoNPLANV, con adand gcograjici e fisici. — Rclazione storica^ vol. 3.° — Scconda parte della sesta dlstrUmzione. — Parigi, J. Smith, e Londra, Dulau e camp, ecc, i83i. Articolo primo. D, 'a che a singolare beneficio delle lettere e delle sclenze ebbe origine Tarte delT imprimere i libri, nessuii' opera venue giammai pubblicata, die piii di qnesta cliiamarsi possa niagoiiica e grandiosa. E cio alFermando eccettuai* nou voglianio nenniieno le gigantesclie reali coUezioni dell'lsti- tuto d'Egitto, del Museo BrasUiense de' signori Martins e Spix, delle celeberrime Vedute d'Oriente e relative opere del Daniel, e di quelle altre delle quali va piii fastosa la tipografia. Imperocche alia publjlicazione del Viaggio de' si- gnori d' Humboldt e Bonplaud concorsero gareggiando le scienze e le arti pressoclie tutte , e vi concorsero tutta sfoggiando Taccuratezza e possanza loro : grande, perenne monumento dagU antori suoi innalzato alia gloria del nuovo niondo ed alia loro propria rinonianza ! Ma quest' opera considerarsi nou dee come nn'ordinaria relazioue, o come uu semplice dilettevole rncconto di av- veature, interrotto da qualclie particolare e curiosa notizia intorno a' paesi dal viaggiatore trascorsi. Clie aiizi e dessa per la sua propria natura uii' opera emineniemente scien- tiiica, nella quale il prunario suo autore, il sig. d' Hum- boldt, uomo di tauto e si futto sapere clie supera , quasi APP. PARTE 6TRANIERA. 307 direniino, V umana cret-leiiza, offre i rlsultaiuenti delle sue generall osiiervazioni sui paesi da lui visitati, spesso di- scendeuclo a profoude discussioni intorno ad importantissimi oggetti della storia , dell' antiqnaria, della fisica, deli'astro- nomia, della geografia, della poUtica, della statistica e di tutte le diverse parti delle scienze naturali (i). INlale non- dimeno si apporrebbe chi giudicasse clie a' soli scienziati essere dejjba lecito I'accostarsi a quest' opera. Perciocclie essa a (jualsivoglia classe di non incolti leggitori presenta pure non poclii luoglii di universale iniportanza e di grade- volissimo studio intorno all' aspetto della natura , ai grandi fenomeni della fisica generale, alle diverse produzioni della terra, all' influenza de'climi, alio stato e alle costumanze de' popoli ed a moltissimi altri argomenti. A conferniar le quali parole noi ora movcndo dall' ultima annunziata di- stribuzione, ci faremo a trascegliere alcune delle parti , die pill adatte ci seuil^rarono ad eccitare la curiosita di que' lettori , a' quali per avventura troppo grave fosse o sover- chio I'avvolgersi nelle scientifiche discussioni. E cio farerao tanto pill di buon animo, quanto che raltissinio, benche ragionevole, prezzo di quest' opera ha fatto si clie pocliis- sinii esemplari siano di essa alia penisola nostra pervenuti: opera che fatta senibra per le sole librerie de' piu doviziosi, e per le sole piu grandi e piii cospicue biblioteclie. I vo- lumi finora pubblicati sono ventisette, tra" quali diciassette in gr. foglio e dieci in 4.° gr. , con i3oo tavole eseguite colla massima diligenza e squisitezza (2). (l) Sotto di ua tale aspetto, cioe dell' aspetto pui'amente scien- tifico , gia si e della, stessa opera ragionato ue' touii 3.° p. 614 ; 4.° p. 126, 3aa e 5oi ; e 5.° p. i35 di questo Giornale. (a) A vie nieglio diinostrare f importanza e la graiidiosita di quest' opera, di cui trovasi uu magnilico escmplare nell' I. R. Bi- blioteca di Brera , crediaiiio bene di qui accennarue le parti finora pubblicaie. Qiieste sono : I." Sciggio sulla i:cogrcfia delle piajite ( I vol. in ^."y piii aru- piameute esjiosio in iiii' oj era latiiia sotto il titolo di J'lolegomena de distniutloiie feogra^/dca plantaruiii secundum (oeli tcmpcrieiii et tdtitudiiiein moiitium; in una iMemoria sui rajjporti nwnerici tra le diverse lauiiglie de' vegetabili e f intera niassa de' faneros,auii , e sui cai'atteri indicanti la distribuzione delle forme vegetali sotto di ciascun clima; e finaluiente quanto aWa. fisonoiida delle piante iu una Menioria inseriia nel 2.," volume dei Quadri della natura. 2° riante equinoziali (a vol. in fog.") del sig, Bonphuid. ao8 APPENDICE E priinieramente rammentar cotiviene che i signorl d' Humboldt e Bonpland partirono dal porto dclla Corogna il 5 giugno del 1799, e che dopo una permanenza di nove giorni alle isole Canarie giunsero a Cumana il 16 luglio. Fatto quindi uq lungo soggiorno in questa citta ed 3." Moriografia delle lletzie c clelle Melastome (a vol. iu fog.°) del sig, Bonpland. 4.° FainigUa delle Mimosacee , ed altre Piante leguminose ( I vol. in fog." ). 5.° Graminacee rare deW America equiaoziale (l vol. in fog."). 6." Nova genera et species vlantaru'n ( 7 vol. in fog.' che contengono 700 tavole). Qiiesti 14 voliinii di Botanica desrrittiva, i rui iiltimi 9 furono compilati dal sig. Kuntb, coiTJspoudente della iVancese 11. Acca-^ deniia delle scieuze , e secondo direttore del Giardino botanica di Berlino , souo coiTedati di figure incise sui bei disegni del sig. Tuqiin. 7,° Osservazioni di ZooloL'ia e cTAnatomia comparata ( a vol. 8.° Raccolta di osservazioni astronomiche , con una livellazione harometrica e geognostica delle CordigUere delle Andes , jiubblicata da' signori d' Humboldt ed Oltnianiis ( a vol in 4-° )• La parte geognostica trovasi piii ampiameute sviluppata nel Saggio sul giu" cimcnto delle rocce ne' due eiitisferi. 9.° Quadro fisico delle Rcgiwii equinoziali. Tutte le osservazioni relative al mngnctisiuo terrcstre trovausi esposte nclle giunte al terzo voluiui- poc' anzi pubblicato della Relazione storica. Cio poi che risgu.irda la Climatologia ^ o la distribuzioue del calore alia super- ficie del globo, iu separatamente trattato dal sig. d'' Humboldt nella sua Meinoria sulle Lince isoterine. 10." Veduta delle Cordii^liere , e Monumenci de' popoli indigent deW America ( 3 vol. in fog." ). Ii.° Siiggio politico sulla Nuova-Spagna (a vol, in 4.' con un Atlante geografico c fisico ). 12.'" Saggio politico suW isola di Cuba (2 vol. in 8.°), al quale trovasi aggiunta una I\Icmoria sulla geografia astrononiica delle Auiille, e sui uiezzi con cui pertVziouare le Tavole di pusi~ ziom , ecc, 13." Relazione storica del viaggio alle regioni equinoziali del nuovo contincntc ( linora 3 vol. in 4.°: al toiale conipimento ^ questa Relazione non manca che il solo vol. 4.°) con un Atlante geografico e fisico. II prezzo complessivo di tutte queste parti finora pubblicate, colle tavole a rolori ed in carta vel., i' di circa fr. 10,760. Delia Relazione pubblicasi pure un edizione in 0.", gia ne sono usciU J 3 NHjlunii. PARTE STRANIERA. 2CA) in Caracas, eJ esamiaati i circonvicini paesi, traversaio- no , al priacipio del 1800, le Llanos (lande, immense e solitarie pianure, steppes) tlella provincia di Venezuela e giunsero al Rio Apuro ed airOrenoco, del quale segui- rono r immenso corso nella jirima meth dell' anno, ascea- dendo neir interno dell' America meridionale sino alle sue sorgenti ed a quelle di Rio Negro presso i confini degli Staii del Brasile. Di ritorno nel luglio aile Llanos di Ve- nezuela fecero un ultimo soggiorno a Cumana ; quindi imbarcatisi il 24. novembre per f Havana giunsero all' isola di Cuba, dove si trattennero sino al marzo del 1801. Qui comincia il volume terzo della Relazione storica , della quale fa parte I'anzidetta distribuzione solo I'anno scorso pubblicatasi ; e da questo medesimo punto ayranno prin- cipio gli estratti nostri. I signori d' Humboldt e Bonpland (lib. 9.°, cap. aS.") dopo il soggiorno di un niese ad Angostura, capitale della Guiana spagnuola, passarono nella notte dell' 11 luglio 1801 per r ultima volta 1' Orenoco , grande fiume dell' America meridionale, il cui corso era per I'addietro pressoche ignoio. Lungo, nojoso e lentissimo fii il loro viaggio a traverso le Llanos, tra 1' Angostura e Nuova-Barcellona , eccessivo il calore per la riverberazione del suolo pri\'o di vegetabili. Al confluente dell' Apuro e dell' Orenoco (i), presso la montagna di Sacaima incontrarono un coltivatore fraucese cite vivea fra le sue gregge in una perfetta iso- lata solitudine. Questo buon uomo credeva cbe le politiche rivoluzioni del vecchio mondo, e le guerre cbe ne furono la conseguenza non d' altra causa provenissero , fuorcbe dalta lunga opposizione de' frati dell' Osservanza. Giunti ap- pena nelle Llanos di Nuova-Barcellona (2) passarono la prima notte presso un altro Francese che gli accolse colla pill amabile ospitalita. Egli era nativo di Lione; abbando- nato avea sin dalla prima gioventu il suo paese, e punto non sembrava curarsi di cio clie al di la dell'Atlantico av- veniva , o come ivi assai sdegnosamente dicesi dell'Europa, ildC ahra parte del gran mare. Essi videro il loro ospite (i) Nrlla Colombia al 6° 47' di lat. S. e 70' di luQg. Merid. di Pavigi. (3) Nuova Barcellona giace sulla costa del mare delle Antille uella Colombia al 10° 5' di kt. e 67,3' di long. nibl. ItaL T. LXVI. , 14 aiO APPENDICE intento a conguignere grossi pezzi di legname col mezzo d' una coUa impaniante detta pi.ayca. Questa sostanza di cui servonsi i falegnami dell' Angostura somiglia alia ini- j;liore colla die traggasl dal regno animale. Essa si trova gia prcparata tra la scorza ed il midollo d'nna pianta della famiglia delle Combretacee {Conihretwn Guayca). c Fa ina- raviglia (dice d' Himiholdt ) rabljorulanza con cui questa materia viscosa vieii colando dai rami sarmentosi del Ve- juco dl Guayca. Cosi sotto i tropici trovai nello stato di purezza ed in pavticolari organi disposto cib che sotto la zona temperata non pno ottenersi che col mezzo dell' arte. " I due viaggiatori giunsero il i3 luglio al villaggio del Cari, che e la prima delle missioni caribe dipendenti dai frati deW Osservanza del collegio di Piritu , ossia De pro- paganda fide di Nuova-Barcellona. Eglino , giusta la consue- tudine , soggiornarono nel convento , cioe nella casa del parroco, muniti essendo delle raccomandazioni de' vescovi e del guardiano delle missioni dell'Orenoco. Imperocche dalle coste della Naova-California sino a Valdivia e sino air imboccatura del Rio de la Plata, sovra un'estensione di diecimila leghe , vincere si possono tutte le ditiicolta d' un lungo viaggio di terra, quand' ottenuta siasi la prote- zione del clero americano. « II potere (cost avverte d' Hum- boldt) che quest! corpi esercitano nello stato e troppo Jjene stabilito, pcrche essere possa a lungo soverchiato da nn nuovo ordine di cose. " L' ospite fu loro cortese del piu affabile accoglimento , ad onta dl quella un po' impor- tuna curiosita, che negli aljitanti delTAmerica meridionale destasi sempre all'aspetto di uno straniero non ispagnuolo. Essi trovarono piu di 5oo Caribi nel villaggio di Cari, piii altri nelle missioni de' dintorni. Cosa al certo curio- sissima a vedersi, un popolo cioe gih nomade di origine aatica, e forse il primitivo dell' America , di recente at- taccato al suolo, e per la sua forza iisica e naturale di- verso da tutti gli altri Indian! ! t< In nessun' altra parte (dice d' Humboldt) ho veduto un' intera razza d' uoinini piii sviluppata (dal 5 pledi 6 poUici ai 5 piedi lo pollici ) e di statura piii colossale. Gli uomini , e cio e assai co- mune in America , sono piii coperti che le donne. Queste non portano che il giuijuco o perizoina, sotto la forma di benderella : gli uomini hanno tutti il corpo dalle brac- eia sino alle anche avvolio in un pezzo di tela di colore I'ARTE STR^iNIERA. 211 azzuiTo-carico e quasi nero. Qiiesto panneggiainento e cosi ainpio die qnaiido verso la sera la temperatura si abbassa, 1 Caribi coproiisi coa esso una deile spalle. Siccome poi lianiio il corpo tinto d' onoto ( specie di manteca nericcia clie traesi dalla Bixa Orellana ) , cosi le lore grandi cor- ]>oratnre d'^nii rosso di rame , e pittorescamente panaeg- giate senibrano da lungi , per qaell' immense planure at- reggiandosi , altrettante antiche statue di bronzo. II taglio de' capelli degii uomini appare sommamente caratteristico: essd e quelle de' monaci o de' cberici. La fronte e rasa in parte ; cio clie sembrare li fa grandissimi : portano una densa ciocca di capelli tagliati in cercliio , la quale non comincia che assai da vicino alia sommlta del capo. Tale somiglianza che i Caribi hanno coi monaci, non e gia una consegnenza del loro vivere nelle missioni. Ne essa pur debbesi , come falsamente fu asserito, al desiderio cbe dai natii nutresi d' imitare i lor padroni, i padri di S, Fran- cesco. Le tribu che conservarono la loro selvaggia indi- pendenza, tra le sorgenti del Carony e del Rio Branco , si distinguono per questo medesimo cerqiiillo cle frailes, che alTepoca stessa della scoperta dell' America gia dai primi storici spagnuoU attribuivasi ai popoli della razza cariba. Tutti gli uomini di questa razza che ci avvenne di vedere, sia navigando sul Basso-Orenoco, sia nelle missioni di Pi- ritu, difFeriscono dagli altri Lidiani, non solamente per la loro svelta statura, nia ancora per la regolarita delle loro fattezze. Essi hanno il naso men lungo e meno stiacciato , i pomelli delle gote meno salienti, la fisonomia meno mon- gola. I loro occhi, plii neri di quelli delle akre orde delle Guiana, annunziaiio inteHi2;enza e quasi direbbesi abitu- dine alia riflessione. I Caribi hanno gravita ne' loro modi, ed annunziano nel loro sguardo qualche cosa di tristo; ca- ratrere che incontrasi presso la piii parte de' primitivi abi- tanti del nuovo-mondo. L'espressione di severita che pre- sentasi ne' loro lineamenti, viene singolarmente anmeu- tata dalla mania ch' essi hanno di tignersi le sovracciglia col succo A\ carulo , d' ingrandirle e congiugnerle insieme: spesso imprimono di nere macciiie il loro corpo ond'ap- parire plii feroci. I magistrati del comune, i governador e gli alcaldes, che soli hanno il diritto di portare lunghe canne, vennero a visitarci. Fra essi ci avea de' giovani iudiani dai diciotto ai venti anni, giacche la scelta non 2ia APPENDICE dipcnde cl»e dalla volonta del missionario. Craiidissima era la maraviglia nostra nel trovare fra' Caribi dipinti d'oioto quelTaria d'importanza, quel niisnrato contegno, (jue'freddi e disdegnosi modi die talvolta iacontransi tra le persone del basso popolo nelT antico continente. Le donne caribe 6ono meno robuste e piii briitte degli uomini. Esse sop- portano quasi sole tutto il peso de' domestici , non meno che de' campestri lavori : ci ciiiesero con insistenza delle spille, die in mancanza di tasclie ponevano sotto il labbro inferiore : sogliono forarsi la pelle in uiodo die la testa della spilla riuiane neiriaterno della bocca. Quest' e un'abi- tudine cb' elleno conservato iianno dal primitivo e selvag- gio loro stato. Le giovinette sono tinte di rosso, e trattone cio die ne copre il gnajuco, totalmeiite nude. Fra i difFe- renti popoli dei due mondi 1' idea della nudita non e che nn' idea relativa. In qualclie parte dell'Asia non e pur ad «na donna permesso di mostrare la punta delle dita , nien- tre un' Indiana di razza cariba non crede d' essere nuda allorclie porta un guajuco della lungbezza di due pollici : e questa medesima benderella riguardasi come una parte dell'abito meno necessaria, di quello che lo sia il dipinto che copre la pelle. Uscire dalla propria capanna senz' es- sere tinto d'oraofo, sarebbe un peccare contro di tuite le regole della decenza canba. " Questi Caribi od Indiani delle niissloni di Piritu discen- dono da un popolo die per le sue guerresche e mercantili imprese ebbe grande influenza sul vasto paese che dall'E- quatore estendesi sino alle coste settcntrionali. Pero la loro lingua e la j)iu diffusa in questa parte del niondo. Le loro stesse tradizionl indicar sembrano che anticlie comunica- zioni sussistessero fra le due Americhe. E qui importantl osservazioni ci si presentano dall' autore tratte da' monu- menti e dai costumi , dalle quali non poca luce spargesi 6u' primitivi popoli del Nuovo-ftlondo. La bella nazione de' Caribi non occupa ora che una piccola parte del paese ch'ella abitava all' epoca della scoperta dcll'America. Le crudelta degli Europei la fecero totahnente sparire dalle Antille e dalle coste del Darien ; ladJove sommessa al governo delle missioni formo popolosi villaggi iielle pro- vincie di Nuova-Barcellona e della Guiana spagnuola. La loro toiale popolazione e di circa 40000 individni di razza pura , cioe non mista d'altre razze americaiie. Tra questa fAUTE STRANIERA. 2l3 ra/.za il llngnaggio delle donne difFerlsce da quello degll iiomini, anomnlia che pure incontrasi, benclie in piu stretti limiti presso altre nazioni delFAmerica. Di questo, direin- mo fjiiasi fenomeno morale, attribuir vnolsi in parte la causa air isolamento in cui vivono le donne, e per cui elle creansi particolari locuzioni, che dagli uoniini non si vogliono adottare. Cicerone ( cle Orat. , I. 3, c. 12) gia osservato avea die le antiche forme del dire conservansi a preferenza nella bocca delle donne , perclie la loro stessa posizione nella societa le rende meno soggelte a quelle vicissitudini delia vita (a que' cangiamenti di luogo e di occupazione ) che presso gli uomini tendono ad alterare la prunitiva purlta della lingua. Ma il sig. d' Humboldt a queste ragioni un'altra ne aggiunge e particolarissima , giacche V anzidetia causa non bastcrebbe a spiegare il troppo grande e mirabile contrasto die presso i Caribi incontrasi nella lingua dei due sessi. "Si e creduto (dice egli) di trovaria nelT uso barbaro che questi popoli aveano di uccidcre i prigiouieri maschi, e di condurre in servitu le donne dei vinti. I Cnribi facendo la loro invasione nelTAr- cipelago delle piccole Antille, vi giunsero come un" orda di guerrieri , non come una colonia dalle sue famiglie ac- compagnata. La lingua delle donne formavasi a mano a mano che da" vincitori contraevansi alleanze colle donne straniere. Nuovi elementi, vocaboli dalle voci caribe distinti si trasmettevano ne'ginecei da generazione in generazione , su' quail pero la struttura, le combiuazioni, le forme graniaticali della lingua degii uomini esercitavano la loro influenza. AUora in una piccola riunione d'individui face- vasi cio che troviamo in tutto il complesso de' popoli del Nnovo-Continente : una totale disparita di vocaboli a lato di una grande analogia nella struttura onde caratterizzate sono le lingue americane , dalla baja d' Hudson siuo alio stretto di Magellano ; direbbersi quasi materie difFerenti rivestite di forme analoghe. Quando rammentare si voglia che questo fenomeno abbraccia da un polo all'altro tutto un lato del nostro pianeta , quando si consider! che le graduazioni sussistono ne' rapporti grarnaticali ( nei generi appiicati alle tre persone del verbo , ne' raddoppiamenti , ne' frequentativi , ne' duali ) , non si saprebbe bastevolmente esprimcre la maraviglia in veggendo presso una si notabile 214 APPENDIOB jiorzicne Jfll'' uniaiia specie una tendfiiza imilbniie alio svilnppamento dell' intelletto e della lingua " (iV 11 dialotto delle doune carilje , proveniente, come veduto abliiamO;, dalle Antille coiiticne duncpie gli avanzi d' una lingua esiinta. Ma qual e mai questa lingua? Ecco cio che ci e tuttavia ignoto, giacche tutte le ipotesi finora esposte intorno a si fatta quistione fondansi sovra un' imperfettis- sima coivjscenza dcgl' idiomi a tal nopo confrontati. La dorninazione che i Caribi ebbero per buigo tempo sovr' una gran parte del continente, e la memoria della lore antica grandezza ispiraiono l(5ro un sentimento di dignita e di nazionale supremazia , che mostrasi nelle maniere e ne' discorsi loro : Noi soli siamo un popolo (dicono essi pro- verbial mente ) ; gli altri uomini (equili) sono fntti per scr- virci. Tale disprezzo de' Caribi pe' loro anticiii nemici e spinto si oltre , che il sig. d' Humboldt vide un fanciullo di dieci anni sbufFare di rabbia allorche scntivasi chiamare Cahro o Cavero. Non di ineno egli non mai veduto avea individuo alcuno di questa sciagnrata nazione che ha dato il suo nonie alia citta di Cabruta , e che dopo una kinga resistenza fu dai Caribi pressoche interamente sterniinata. E qui r autore osserva che da per tutto , e presso le orde semiselvagge e nella piii incivilita parte dell' Europa in- contransi cotali inveterati odj , si fatti nonii di popoli ne- iriici , che T uso passar t'ece nelle lingue non nieno che le piu crudeli ingiurie. I due viaggiatori introdotti furono da'missionarj in varie capanne indiane, ove 1' ordine ed una somma proprieta regnavano. Ma essi videro con ribrczzo i tornienti a'quali le niadri caribe sommettevano i loro bambini con benderelle di cuojo e di cotone ond' ahernaniente ingrossare la carne di quegl' innocenti dalla chiavicola de' piedi sine al di sopra delle cosce. Indarno que' buoni religiosi, senza cono- scere punto il nome e le opere di Rousseau, tentavano d' opporsi a tale sistema di fisica educazione. L' uomo (l) II sig. d' Huiuboldt cbbe la fortuna di ottenere uu mano- scvitto conrenente 1' esrratto che il padre Sebastiano Garcia ha fatto della Gramatlca de la lengua Caribe di-l P. Fernando Xirue- nes. Tale prezioso uianoscritto ha servito alle ricerche che il «ig. Vaier , e pin i". recenie sovr' un piano assai piu vasto , il «ig. Giigl. d' Hunibftldt , fratello del viaggiatore , fecero intorno alia stnittnra delle lingue anicricane. PUITF. STRANIERA. ai5 nsclto dai boschi , clie noi credianio si semplice ne' suoi costnmi, non e altrimenti docile allorche trattasi del suo abbigliamento e delle idee ch' egll si e forniato della l)clta e della convenevolezza. D'altronde fece non piccola sorpresa (al signer d' Hnniboldt) 11 vedere die il tonnento ciii soni- niettonsi que' poveri fanciulli e die sembrerebbe dover in- terroinpeie la circolazione del sangue , punto noa aftievo- lisce il mos-imento miiscolare. Non ci lia razza d' uouiini piu robusii ed alia corsa piii leggier! quanto i Caribi. Si grande poi e lo spirito d'ordine e di sominissione ciie regna nelle missioni caribe, die un viaggiatore durerebbe fatica a credere d'essere tra canibali. Questo vocabolo americano tli significazione un po' dnbbia e die probabilmente deriva dalla lingua d' Haiti o da qnella di Portoricco, passo nelle lingue d'Europa, dope la line del i5.° secolo, come sino- nimo d' antropofago. Pietro d' Anghiera e forse il primo scrittore die un tale significato dia al noma di Canibale : Edaces hunianaruin carnium , dice egU nella terza decade delle si}€ Oceanidie, novi anthropophagi, quos dixinius C.aribes alias Canibales appellari. Pero il signer d" Humboldt in piu d' un luogo dell' opera sua ci raminenta die i voca- boli Caribi e Canibali non sono die amerlcani epiteti allusivi alia vigilanza, alia forza ed anclie alia superiorith dello spirito di un popolo, il quale comedie decaduto dal suo primitivo potere , non di nieno per si fatte prerogative distin.nuevasi. Se corum lingua , Charaibi , hoc est magnce sa- pienticB K'iros vocantes, lascio scritto il Vespucci. Debb' anzi notarsi die all'arrivo dei Portogliesi i Brasiliani davano ai loro magi il nome di Caraibi ; e notarsi debbe ancora , die i Caribi della Parima erano iieirAmerica i popoli piii viaggiatori; e forse alcuiii individui di questa vagabonda nazmne rappresentavano quella parte niedcsima che ua tempo i Caldei nell' antico coatinente. Ne vuoisi con cio ncijare die i Caribi come conquistatori commesse non ab- biano nelle Antilie crudeha e violenze; ma e d' uopo pur concedere che si fatte violenze e crudeha esagerate furono dai primi viaggiatori, i quali non prestavano fede se non ai popoli per autica inimicizia a' Caribi avversi. Tutt' i missionary di Carony, del Basso-Orenoco e delle Llanos dfl Cari affermano die i Caribi sono per avventnra i po- poli meno antropofagi nel Nuovo-Continente. n Ben si vede (dice d' Humboldt) che Paccanimento e la disperazione , 2 1 6 A r p r X D 1 c E con ciii uncsti iiifelici Caribi vediui furono difenJersi contra gli S|iagiiiioli , allordie nel i5o4 da iin decreto reale di- chiarati fin'ono scliiavi, contribiiir dovette alia rinonianza che fu loro data di ferocia. <> II sig. d' Humboldt si niostra poco favorevole al celebre nostro Colondio : egU asscrisce che I' la prima idea d'incrudelire contro di questa nazione, e di privarla della sua liberta e de' suoi naturali diritti a lui debbesi, die partesjgiando colle opinioni del i5.° secolo noii sempre si umano niostravasi, come nel i8.° fu detto per odio contro de' suoi detrattori. Le stesse donne cnrlbe in quelle sanguinose zuft'e, dopo la morte de' loro mariti, si difesero si disperatamente che t'u detto formar elleno una popola- zione OiAinazoni, siccome lo stesso P. d'Anghiera riferisce.» Bcllo e a leggersi tutto cio che risguarda il governo di quelle missioni, il carattcre e le costumanze de' Caribi e la loro indole ])en aliena da quella bruialita , della quale fnron eglino imputati da'primi Conquistiulores. u Noi fummo sorpresi (dice d'HumboIdt) nel nostro soggiorno nelle mis- sioni caribe in veggendo la facilita colia quale i giovani indiani di i8 o ao anni , allorclie sono educatl all' incum- ])enza di'Alguacil o di liscal, vanno perorando dinanzi al comune per ben due ore. L' intouazione della voce , la gravita del contegno , il gesto clie accompagna la parola , tutto annunziava un popolo incjegnoso e suscettivo d' un alto grado d' incivilitnento. Un frate francescano, che ab- bastanza conosceva il cariI)o per potere talvolta predicare in questa lingua, osservar el fece come ne' discorsi degl' In- diani i periodi erano lunglii e numerosi senz'essere giam- mai intricati od oscuri. Particolari flessioni del verbo indi- cano tosto la natura del reggimcnto , secondo ch' esso e animato od inanimato, da una cosa sola comprendendosi plnralita di oggetti. Piccole forme annesse (sujjixa) hanuo la (jualita di ben accordare il sentimento^ e qui come in tutii gl' idiomi formati da un naturale sviluppamento , la chlarezza nasce da quel regolatore istinto, ciie ne' diversi stati della barbaric e della cultura caratterizza I'uniana intelligenza. Ne' giorni di festa , dopo la celebrazione della IVIessa , 1' intero comune si raccoglie dinanzi la chiesa. Le giovinette depongono a'pi'di del missionario fasci di legna, mais , banane ed altri commestibili , de'quali pub egli aver hisogno per la sua casa. Nel tempo medesimo il go\rrna- clor, il Jiscul e gli altri ufficiali del municipio, tutti di razza TARTP. STR.VNIERA. 217 indiann, esortano i natii al lavoro, regolano le occupazioni alle quali rivolaersi debl^oiio nella settimana , correggono i neghittosi e ( convicne pur dirlo ) flagellano cnitlelmente gli indocili: i colpi di bastone ricevuti sono colla stessa impas- sibilita colla quale vengono dati. Quest! atti di giustizia distributiva sembrano Ijea liinghi e ben frequent! a' viag- giator! che traversano le Llanos per recars! da Angostura alle coste. Sarebbe a bramars! che tal! pane corporal! ini- poste non fossero dal prete nelT atto di scendere dall' alta- re : ne vederlo vorrebbesi assistere alia punizione degli uomin! e delle donne in alaito sacerdotale : ma quest' abnso, o, se cosi vuolsi , questa mancanza di convenevolezza na- sce dal priucipio sul quale fondasi il bizzarro governo delle mission!. II poter civile il piii arbitrario e strettamente le- gato ai dirltti che dal parroco esercitans! nel piccolo co- niune ; e sebbene ! Caribi non siano altrimenti canibali e bramcrebbesi di vedcrli trattati dolcemente e con indul— genza f, non di meno si comprende di leggieri che alcuni niezzi un po' energici sono talvolta necessarj per niante- nere la quiete in una societa nascente. » Nol ci siamo forse un po' troppo a lungo intertenuti sulla bella nazione de' Caribi , perclie fu dessa la prima in cui incontrato siasi Cristoforo Colombo allorclie spinse i suoi primi jjassi nel Nuovo-Mondo; perche fu dessa una nazione bellicosa e per lungo tempo dominante , perche ne' suoi lineament! e nella sua fisica costituzione ci pre- senta ie tracce d'un'origine stranlera, e finalmente perche innanzi il viaggio del d"IIumboklt se ne parlava come d'una razza estinta. Egli ancora ne ragiona quindi a lungo, ed aggiugne ghe << s' egli e vero che la piii parte de'selvaggi, siccome dimostrarsi sembra dalle loro lingue, da'loro miti cosmogonici, e da moltissimi altri indizj , non sono ciie razze degradate, avanzi al comune nanfragio sfuggiti , dop- piamente importa T indagare le tracce per le quali questi avanzi sospinti furono dall'uno all'altro emisfero. » Talnno maravigliarsi potrebbe come mai la pubblicazlone di questo famosissimo viaggio sofTerto abbia cotante inter- rnzioni sicche ginnto ancor non sia al sue compimento. Cosa pero ingiustissima sarebbe il volerne impittare 1' il- lustre autore. Perciocche chiunque facciasi a considcrare la natura di questa si grandlosa opera, all' esegnimento ed alia pubblicazlone della quale non presto mano alcun aio APPENDICE governo, ncorgera bcu tosto le infinite ilifTicoIta, coritro delle quali fu d'an-jo lottare, e non potra a meno cramtnirar Kt straordinaria perscveranza , colla quale il sig. d'Hmnlioldt vincere e progredir seppe nelle varle fasi, per cos'i dire, del sno ardiinentoso intraprendimento. Ne in qnesti inter- valli si stette egU inoperoso. Clie anzi pnbblico piu altre opera scientifiche, ebbe ed esegni diplomatiche coinmis- sioni di grande importanza e fece iin viaggio di oltre a 4800 leglie neir impero russo. E di quest' altro e piu re- cente viaggio noi parleremo appunto nel prossiino fascicolo innanzi di passare alia contlnuazione di quello da lui fatto nel niiovo mondo. rAKTE STRANIER.V. Sir Edward Seawards Narrative , ecc. Relatione del nanfragio di sir Odoardo Seaward, e della scoperta di alcune isole nel mare de Caraibl che ne furono la consrgueiiza , col ragguaglio di niolti notabili ed interessantissimi avvenimenti della vita di lui, dal- V anno it33 al 1740: H tutto desunto dal suo pro- prio giornale e puhblicato da madamigella Giovanna Porter. — Londra, i83i, vol. 3, in 8.° {Estratto 3.° cd ultimo. Vedi questo medesimo tomo 66.°, aprile p.° p.°, pag. 97 ). Oir OcloarJo ond'impiegare i suoi capitali compera il bel tenintento di Hartland nel Glocestershire. Dopo d'aver pas- sati alcnni mesi nel seno della sua famiglia , e d'aver in- dotto lui ecclesiastico , il sig. Rowley, ed nn medico, il sig. Gordon, ad accompagnarlo, riparte colla sua moglie e colla sua sorella IMaria, la quale poco dopo da la mano di sposa al loro amico, il capitano Drake. Essi giungono alle isole Seaward, nel i'j2>'j , e vi sono con giubilo ac- colti. Tutto cola continuato avea a prosperare , e molto esteso erasi il comniercio. Sir Odoardo sotto la direzione di un ahile ufficiale die venuto era a visitar 1' isola , in- traprende la costruzione di varj forti : poi per T interesse della colonia fa colla moglie un vlaggio a Portobello ; ma nc riporta nn esito infelice. Eglino arrestati sono dagli Spa- gnuoli e ritenuti in istretta yirigione. Finalmente ottengono la liberta e fanno ritorno all" isola. Ivi conducevano una vita felice e tran Tutto cib die in quest' occasione io dlr posso ad onore del Diica, si e ch' egli serbo il silenzio iiientr' io pailava, e che per hen due o tie volte cangio di colore: ma il tutto fini colla segiiente fredda risposta : — Sir Odoar- do, ve Io ripeto, la cosa e fattn , e la piazza debb' essere consegnata senza indugio alia Corona di Spagna. Voi ri- ceverete 10,000 lire d' indennith , come gia vi dissi. Ma percbe mai siete voi cosi importune in quest' aftare? L' i- sola di Batan fu di gia abbandonata, e non meno abbando- nati furono tutti gli altri punti iiella convenzione compresi, trattone i vostri aliliomiuevoli scogli. — Se tale (risposi) e la vostra sentenza , Milord Duca, io con vostra permis- sione prendero da voi congedo. — -^g^^ alzossi e mi sa- lute: io pure presi il mio cappello , ma colla roedesima disposizione in cui trovasi un uomo che nell' atto di ab- bandonare il suo antajronista gli dice : Signore ci rivedrenio. » Dope cli' elibi ahbaudonato il ministro, Io spirito niio era talmente assorto clie nulla io vidi sino al momento in cui giunsi al mio all^ergo. L'ecceliente mia consorte atten- deva con ansieta il mio ritorno. Ella lesse ne' miei occhi Io sgraziato esito del mio coUoquio: pero nulla mi disse , ma coiidottomi ad una sedia s' assise al mio fianco strin- gendo la mia mano nelle sue; poi alzossi e prese il suo fazzoletto e con esso asciu^ommi la fronte. Io allora sentii a i^oco a poco il mio sangue circolar piii dolcemente. — Caro Odoardo ( mi disse ella ) se fosse in potere della tua Elisa di renderti felice in ogni cosa , tu non soffriresti tanto. — Oh! amor mio, cio e troppo , replicai: vedere le nostre genti trattate come cani, ed abbandonate agli Spa- gnuoli come vili arraenti, senza sicurezza alcuna, senza la minima stipulazione ! — Si, amico mio ( rispose ella dolcemente), si, e una cosa crudele, e punto non mi ma- raviglio che tu ne sii cosi sdegnato e quasi oppresso. ]\la , mio caro Odoardo ( continiio essa strignendomi la mano ) , esaminiamo freddamente cio sn di die fondasi il tuo cordoglio. Concedo che al prinio istante questo colpo scmbrarti dee spaventoso; ma osserviamo un po' piii da vicino. Quanto al torto die alia Corona far pub 1' abban- dono di quelle isole , a lei spetta il pensarci, mio Odoar- do : quanto all' onta ed alia perdita che personalmente ti risguardano, sono sicura essere cio la tua pena minore. ^t-niain ora agli abitanti. Tuo fraiello e in Ingliiltcrra colla sua famiglia: Drake e ricco , ed io sono persuasa ch' cgii 223 APPENDICE eara bea coiitento d' abbandonare un posto , die piii noii gli ofTre sicarezza alcuiia: Van Keiiipeii, tu lo sai, ha detto nella sua ultima lettera, che avea rintenzioae di I'itoi'nare ad Amsterdam: il dottor Gordon ha guadagaalo molto da- naro: 11 signer Rowley ne Iia pur fatto passare in Ingliil- terra: tutti i nuovi mercanti personalmente sono per noi stranieri. Che se parli degli altri abitaati , quelli clie hai trovati schiavi e che hai posti in liljerta, non meno clie tutti coloro che venuti sono a stabilirsi sotto i uostri au- spicj guadagnarono molto danaro per poter vivere agia- tameate, qaand'ariche privati venisscro delle loro terre e delle abitazioni loro. Tutti costoro , niio caro Odoardo ( continuo ella ) , sono in istato di procacclarsi da se me- desimi la loro fortuna , ed io ten<;o per fernio clie nessuno di essi sara cosi afllitto del cangiamento che gli attende, quanto tu lo sei per amor loro. Ci fu un tempo in cui io pure sentito avrei e con te diviso il cordoglio , allor quando lo staljilimento era, per cosi esprimermi, il ligliuo- letto nostro , ma ora non e piii il case. Tutti i coloai sono ricclii, e se costretti sono a cangiare di paese , trovansi altresi in istato d' assicurarsi la loro sorte al pari di noi; non hanno pel suolo quelF attaccamento che tu conservi ; ritroveranno ben presto un' altra patria e saranno felici. — Essa allora passando il suo braccio intorno al mio coUo iini dicendo : Se e la volonta di Dio, caro mio Odoardo, nelle misterlose dispensazioni della sua provvidenza, che le nostre isole divengano nuovamente un deserto (e cosi di- cendo essa piangeva), se e la volonta sua, spero che noi sapremo rassegnarci; e la tua Elisa si sforzera d'essere il tuo paradiso sulla terra, '/ Io fui vinto e commosso sino al fondo dell' anima : la sua bonta , i ragionameati suoi mi confusero. ]\la il mio augelo tuteiare sempre liberavami in tal modo dai tormenti e dalle pene inseparabili dalla vita. II conturbato mio spi- rito sentiva ben tosto la dolce influenza della mia Elisa: le sue consolazioni erano come I'olio che gettato sul mare calma subito la violenza de' flutti. " Sir Odovardo accetta il compenso di 10,000 lire, e lo mette a disposizione del capitaiio Drake pei bisogni degli abitanti delle isole Seaward: dopo d'aver date a quest' uopo tutte Ic opportune disposizioni , ritorua ad Martland end' ivi chiudere in pace i suoi giorni colla sua Elisa. PVRTE ITALIANA. 2a3 PARTE 11. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALTANE. LETTERATURA E BELLE ARTI. Biografia universale andca e moderna , ossia storia per alfabeto dclla vita puhblica e privata di tutte le persons die si disdnseio per opere , azioni , ta- lenti, virtu e delitti: opera affatto nuova compilata in Francia da una Socictd di dotti , ed ora per la prima volta recata in italiano con aggiunte e cor- rezioni. Volumi LXIV e LXV ( ultimo ). — Ve- nezia, i83i, presso Qio. Battista lllissiaglia, tipo- grafia Molinari, in 8.°, di pag. 4-7 ^ 458. Lir. 6 ital. al volume. In Milano si vende dai principali librai. X iu volte dl quest' opera volnminosa parlammo nella nostra Bibiioteca, e se proponemnio talvolta alcuae osser- vazioiii , e noil risparmiammo alcune piccole censure, fatto lo abliiamo al solo fine di veder 1' opera migliorata , cor- retta veramente nei luoglii in cui 1' originale abbisognava di cjualclie emendazione , accresciuta neglL articoli , ne' quali i coiupllatori fraacesi mostrati eransi o digiuni di notizie, o troppo parclii di lodi , o anclie ingiusti verso alcuni il- lustri Italiani, e renduta iu questo inodo sempre piii degna d'essere jjresentata airitalia. Pin non revocammo ad esame alcuno dei volumi pubblicati dopo il XXXIII ( V. pag. 274 del uostro tonio 47.°, quaderno di agosto 1827 ) appuato perche ci parve di vedere alcun frutto ottenuto da' nostri suggerimenti , e lasclauimo ciie tranquillamente contiauasse e volgesse al suo teruiine 1' edizione di un' opera per se stessa importantissima, tanto piii che grande fiducia ci ispiro un avvlso contemporaneo alia pubblicazione del vo- lume LII del testo francese e ripetuto in fronte al XLV nel quale solennemeute promettevasi un supplimento nl- r opera , in cui sarebbonsi corretii gli errori, rettificati i 224 APPENDICE fatti, rlempiute le lacuae, e s'invitavano perfino i dottl d' Italia a concorrere al pcrfezioiiamento di questo nuovo indispeiisabile lavoro. Yedendo pero in oggi pubblicati gli ultimi due volnnii della Biografia , reputiamo nostro dovere il parlarne, prima di tutto per far coaoscere agli studiosi, die quest" opera grandiosa in mezzo ad immense spese e faticlie e stata felicemente portata al suo compimento ; poi per fame coaoscere randamento mlgliorato , e linal- mente per annunzlare al publolico la proinessa , ed inco- raggiare I'editore e i Ijenemeriti collaboratorl alia stanipa del desiderate sapj)limento. II primo di qncstl due volumi compreade gli articoli dalle lettere WINDH fino a ZAMBRI ; il secondo , cioe il LXV col quale si cbiude il Dizionario , comincia con ZaJhet e iinisce con Zyrliii. La tradnzione ci senibro in genera le lodevole e meno infetta clie non ne' primi volu- mi da francesisml : non potemmo poi clie aiiimirare nel LXIV la diligenza dei biograli francesi e degli editori ita- liani rlguardo ai numerosi IVolfil dotti, letterati , o artisti. Nondimeno ci fece qualche stupore il non vedere tra le numerose opere del medico Ohio Worm o Wormio annun- ziate le sue lettere latine, che sono del maggiore interesse per la scienza e la erudizione, e forniano un grosso volume in 8.% stampato a Copenhagen, e riprodotto piii d'una volta nella Germania. Ne potemmo senza dolore veder omesso il nome di uno de" non numerosi botanici italiani dello scorso secolo, il Y.Falgenzio Witman, che fu tra i primi a risve- gliare nel paese nostro il gusto di quella scienza utilissima. — Non si leggera certamente senza interesse il lungo articolo concernente il capitano Giovanni Wesley Wright , ridondante di notizie aneddote, non mai finora da alcuno vediite ne in- tese , sebbene tutta la relazione , accompagnata perpetua- niente dalle testimonianze di altri compagni di sciagure, del capitano e di persone di loro natura sospette, stesa si niostri con qualciie spirito di partito. — Ben tratteggiato e pure il modo mansueto di scrivere del teolo:;o controversista Wueneric o Venerico , che avrebbe potuto servir di norma a tutti quei numerosi autori che si avvisarono di aftastel- lare argomenti contro il potere e la condotta dei Papi. Da qneir articolo impariamo altresi clie quelle scriitore dalla tcologale di Treveri passo alia sedc vescovile di Ver- celli , il che forse sfuggi a cWi con molto studio sforzussi PARTE ITALIANA. 220 d'impinguape la storia letteraria vercellose , iutrotluceiitlovi ancora gran copia di nomi stranieri. — Alia diligeiiza somma del sig. Gley dobbiamo le notizie , e quelle spe- cialmente delle opere del baroiie Wulfen, iiaturalista poco conoscinto fnori della Germania , e in esse troviamo cli' egli non solo scritta aveva una dissertazione sul tnarmo con- chiglifero della Carinda , probalillinente sulla liiniachella iridata o opolizznnte di Bleyberg , ma ancora aveva intra- preso alciine descrizioni zoologiche spettanti ai lidi delFA- driatico , che perb non ben sappiamo , se anteriorl o po- steriori riesclte sarebbero a quelle del celebre nostro Olivi^ ne se siano state conosciute dal valentissinio Prof. Jlenier, niancato da poco tempo ai vivi. — Conciso e scritto con ingeniiith e T articolo del sig. De Stassan , risguardante il generate Wurmser; non vi si tace ne pure la geaerosita con cui quel prode guerrlero avverti Bonaparte delle traine che alia di lui vita tendevansi nclla Romagna, piii chia- ramente esposte nella recente opera di Norrins : sarebbe desiderabile che colla stessa imparzialita fossero scritti tutti 2;li articoli della Biografia^ nei quali si tratta di per- sone conosciute nella storia della rivoluzione francese. — • Bellissimo e pieno di preziose notizie troveranno i filologi e gli eruditi il Inngo articolo , in cui si illustrano la vita e le opere numerose di Daniele Wyttenhacli , steso con somnia di- ligenza dal sig. Stapfer ■. e ci fa maraviglia come i Francesi, gelosissirai di rivendicare alia patria loro gli uoniini piii di- stinti in qualunque genere , non abbiano tenuto conto della frase genere Gullica, inserita nel diploma di laurea in filosofia, conceduto nell'anno 1827 daU'Universita di Mar-r burgo a Giovanna Wyttenhacli, nipote, poi moglie di Da- niele. Gi lusinghiamo di non vedere omesso nel supplimentv> sotto la lettera W il nome di Winipeare , uomo dottissimo, pieno di rara erudizione e pubblicista zelante pe' diritti deir uomo : iiori ai nostri giorni in Italia, fu grandemente pregiato dal eel. cav. Delfico , e in Italia e nella lingua nostra pubblico la maggior parte delle sue opere impor- tantissiine. Nella lettera X degai di molta lode si troveranno gli articoli concernenti il eel. Cardinale Ximenes ( in cui soltanto si sarebbe bramato qualche piii lungo discorso intorno alia famosa sua Bihhia Foliglotta , della quale noa ai accenna ne pure la data, dell' edizioue ), ed il matematica mbL Ital. T. XLVI. j5 226 Al'VKNUICK Leonardo Ximcnes , clie tanto onoro 1' Italia nostra co' suoi scritti e co' suoi lavori ulraiilici. — La lettera Y non presenta per lo piii se non die nomi di principi o personaggi cinesi o arabi tanto ilella Persia, quanto tli'll'E- gitto , della Barberia e della Spagna; ma vi si vedraniio con piacere le memorie dl Anna Yearsley , venditrice di latte fino all' eta di a8 anni, die divento poscia poetessa di gran nome , e scrisse varie opere dramniaticiie e ro- mantidie, e mori solo nel 1806; e non si leggera senza qnaldie interesse, die Guglielmo Young, nato nella Domi- nica , stampo la lielazione di un suo viaggio d' Italia , di cui tirate furono 10 soli esemplari pe' di lui amici ; e die il celebre agronomo Arturo Young, comlncio la sua carriera col rovinare a forza di prove un piccolo podere paterno, del quale la madre vedova fu costretta a rito- gliergli P amministrazione, ed un aUro die piglio in ap- presso e di cui non pote pagare T aflitto , e che finalniente non giunse a migliorare un terreno ingrato , e dovette de- sistere dal tentare nuove sperienze che troppo care gli costavano •, pure gli riusci di spargere in Ingliiltcrra , ed in gran parte deli' Europa le sue cognizioni popolari di agraria e di economia rurale, e pubblicare piii di 44 opere, tra le quali alcune iniportantissime , come quelle sulT et/a- cazione de'porci, snlla libera esportazione dei grani, sullo stato delle terre incolte della Gran Bretagna , sulla cosiru- zione dcgli ovili , suW miUta di valersi delle terre incolte a sostentamenio dei poveri, sul valore progrcssivo delle monvte detenninato dal prezzo dei proJotd agricoli , la guida del- V affitinjuolo per appigionare e coltivare le terre, ecc. Nella lettera Z assai commendevoli troverannosi gli ar- ticoli Zabaglia , Zaccaria Francesco Antonio, \l contc Zago, celebre idraulico vicentino, die scrisse aocora sulln grotta dl Costoza, Zamagua, e Bartolonieo Zamherti , supposto autore di un Isolario in versi, e reputato percio identico col cosi detto Burtolaineo Da li sonetti, il cui libro, da noi vedmo, fu cerlamente stampato la prima volta senza data al principio del secolo XVI. Non chiuderen)o pero qtiesto volume senza soggiugnere alcune brevi osservazioni suir articolo dello Zaccaria gia menzionato. Priina di tutto non sono registrate tutte le sue opere : mancano 1 suoi viaggi letterarj d' Italia , scritti in latino; non sono accen- nate le htttuzioni Anliqitario-Laptdarie: non esattamente ti PARTE ITALIANA. 227 indicano le Istituzioni JVumismatiche, modellate nelP ordine e uel titolo suUe Lapidarie , e cjnello die e piii strano , dopo di essersi registraie opere di storia letteraria , di diplomatica , di biografia , di antiquaria e simili , si sog- giiigae die la moggior parte di tali pubblicazioni polcmiche (per verita tutt'altro die pokmlche) furono scritte in latino^ il die non e vero, come vero non e iie pure die lo stile di quello scrittore fosse pia elegante e pienu in latino che non in italiano. Questi abbagli dei compilatori francesi potevano con facilita correggersi dagii editori italiani ; ma questi non avrebbero dovuto certamente lasciar correre nella lore traduzione quel passo in cui si dice da prima che forse lo sale del Zaccaria pecca per eccesso delle formole di lode e delle ridondanze , e si soggiugne tosto che non se ne dee far caso , perche e difetto coniune negli scrittori W Italia ! Editori Veneti , mostrate alcun poco di patria carita alnieno nel supplimento ! Nel volume LXV notati abbiamo , come degni d' osser- vazione e di lode, gli articoli die riguardano i letterati bergamasclii deila faraiglia Zanclii , quelli della fiimiglia veiieta Zunetti, benche da' veneti qualciie cosa di piii po- teva dirsi della sua preziosa raccolta d'anticliiia; e i due Zanobi, cioe Sostegno , e Zanobi del Jlosso, vedendosi col- locato fuori di luogo , cioe sotto la lettera S , Zanobi da Strata V amico del Boccaccio. Ma in quell' articolo ci ca- giono qualciie niaraviglia il leggere che 1' arcivescovo Tur- pino era stato ininiera inesausta d epopea, di romanzi e di ballate da Dante fino aW x\r\osto , non sapendo noi che Dame abbia mai pigliato da quel rozzo cronichista alcuna idea delle sue poesie. Curioso e pure l' articolo di Stefano Zannovich; se non che a Milano si lianno notizie di quel- I'impostore, che forse qualche dilicato riguardo non avra permesso di pubblicare in Venezia, come ne pure ch'egli fu quasi cagione di una guerra tra il paese nostro e V O- landa. Ben trattati sono gli articoli dei due Zanoni, Giacomo ed Antonio, botanico il primo, agronoii'.o il sccondo , e dalla Biografia impariamo die il primo nato era a Alontec- cliio nella Lombardia, eve ora non si conosce alcun vil- laggio di questo nome. Belli sono gli articoli riguardanti Gian Pietro e Francesco Maria Zanotti; bellissimo quello die contlene le Weniorie delF idraulico Bernardo Zendri- 7u',' pieni di eriidizione quelli ia cui si illustrano i veaeU 228 Ari'ENDICE ■vlaggiatorl Zcni, scrltti finalmcnte con niolta dottrina i lunghi articoli rignardanti i due Zenoni , T uno di Eloa , Taltro di Cizio , bcnche nel primo si potreblie dcsideiare maggior ordine e maggiore cliiarezza , e nel secondo una pill liljera esposizione del sistema filosofico degli stoici. IMalgrado pero lutte le critiche osscrvazioni die varie volte si sono fatte , e clie ancora far si potreljhero su quest' opera , forz' e riconoscere ch' essa e ancora la piix grandiosa , la piii coinpluta , la piu utile che si aljbia in questo genere, e clie grande servigio hanno reuduto i veneti edltori all' italiana letteratura colla sollecita loro pubbllcazione della Biografia universale. Vi sara qualclie errore di nome o di data , qualche fatto non esattamente riferlto , qualche citazione non ben certa , qualclie carattere equivoco , ma qncsta sara ancora nel suo genere 1' opera piii ampia e piu perfetta. Con un disegno assai meno vasto conceputi furono il Dizionario storico del Moreri che ebbe numerose edizioni, e fu in varie lingue tradotto, il Dizionario storico inglese del Barrow , quello del Marchand e del Cliaufppie , quello di Cliaudon e Delandine , per non parlare di quelli del Ladvocat, del Feller e di altri minor!, e pure tutti ridondano d' errori , talvolta grossolani , di inesattezze, di omissioni. Questa e dunque la Biografia alfabetica piii conipiuta , piu doviziosa che finora abbia veduta la luce ; e quella in cui gli articoli sono trattati con maggiore estensione , e talvolta anclie con giudiziosa crilica ;, e quella linalmente cui hanno posto niano i piii illustri lette.ati della Francia e di altre nazioni , e che e stata in qualche parte impinguata anche dai traduttori e da altri lotterati italianl. Augnriamo quindi agli onesti e benc- meriti editori 1' esito piii felice clie compensi le loro fatiche p il grave dispendio da essi per la pubblicazione di questa grandiosa opera sostenuto , e non dubitianio che paghi riesciranno i nostri voti , molto piii, se appagando gli editori stessi i voti di niolti , si accingeranuo con solleci- tudine a disporre il promesso supplimento che rendera r opera scevra di niende ed in ogni sua parte compiuta, piix onorevole quindi e vantaggiosa a tutta la italiana let- teratura. PARTE ITALIVNA. 229 Trllmto cll riconoscenza e d amore rcso air onorata memoria di E. E. Champollion il mlnore da Ip- polito RosELLiNi. — Fisc , 1 83 2, ca caratteri di F. Didot, in 4.° gr. Ippolito RoseUinl fa dal Gran Duca Lcopoklo eletto a capo della Coiiiniissloae toscana clie accompagnar dovea il celebre GlianipoUioii nelT Egitto e nella Nubia. Gia con Iiil legato per antecedente amicizia e quasi direbbesi per simpatia di studj , aiido sempre piu strignendosi di cuore alP uoui graade , quaalo piii ne conosceva e le belle doti deiranimo, e la somma dottrina e 1* ingegno perspicacis- simo e raro. II Rosellini con questo Tributo tesse I'elogio deir estinto CliampoUion, e il dolor suo disfoga , quasi suUa toinba di lui collagrimando. Giovanni Francesco Champollion nacque a Figeac nella Guienna Tanno 1790, Senibra clie in lui quasi inaato fosse I'amore per le antichita dell' Egilto ; perciocche ancor gio- vinetto dilettavasi di raccogliere, come nieglio poteva, no- zioni suUe cose di quel celebre paese e di puerilmente disegnarle sui libri stessi, de' quali usava nella scuola stu- dianJo le umane lettere. Passato al liceo di Grenol^le ap- plicossi a si fatti studj col massimo ardore , di inodo che neir eta di sedici anni presentare pote a quell' Accademia di science e di arti il progetto di un' opera intorno all' Egitto sotto la dominazione de' Faraoni. Recatosi poi a Parigi si fece uditore degl' illustri Langles e Silv. di Sacy profes- sori, il primo della lingua araba , T altro della persiana : ina rlvolse specialmente i suoi studj alia lingua copta, come alia cluave col cui mezzo penetrar nelle antichita deir Egitto. Merce di essa pervenne a scoprire quasi com- piutamente nella bilingue iscrizione di Rosetta il sistema grafico degli Egizj. Di venti anni fu eletto a professore di storia ed a secondo prefetto della Bililioteca di Grenoble. Nel 1 8 14 pubblico in due volumi il suo primo lavoro col titolo I'Egitto sotio i Faraoni. Giovandosi poi della grande relazione dei dotti che accompagnato aveano 1' esercito francese in Egitto , scrisse 1' opera intorno alia Scriuiira geratica degli H^iziani, die fu pubblicata nel 1821. In essa convenendo co' piii cliiari scriitori clie preceduto lo aveano egli ancora avvisava che i caratteri grro^Ufiri si- gnificassero non lettere, ma idee e scntimeuti , e die i 23o APPENDICK segni geraticl non fosscro che scmplici modificazionl de'ge- roglifici, e che quindi si gU uni che gU altri coiisiderarsi dovessero come ideografici. Ma guari non ando cli' egli s'avvide di si fatto generalissimo abbaglio, e contempo- raneamente col dott. Young riconobne , essere quelle due specie di scritture semplici spgni di lettere o caratteri alfa- betici ; e piu oltre progredendo dell' inglese scopritore, molti segni ne raccolse ed espose. Veggasi la sua lettera al Dacier intorno al geros.lif(ci fonelici degli Egizj , alia quale trovasi unite un alfabeto , col cui mezzo leggere si potessero tutt' i nomi dei Greci e dei Roman! che iscritti trovansi ne' monument! dell' Etrltto. Per questa sua scoperta ottenne egli grande fama presso tutti gli eruditi; e maggior nome ancora allorche il suo sistema estese a tutta Tegiziana mitologia ed a tntte le gramaticali forme della lingua, che dngli aaticlii Egizj par- lavasi, evidentemente dimostrando in piii Memorie da lai lette al R. Istitnto di Parigl , clie i caratteri geratici pro- cedevano dai geroglifici per abbreviamento di forme; che dai geratici derivava quella semplire e piii speditiva forma di scrivere , delta demotica od epifitolografica ; e che nelle egiziane iscrizioni adoperavansi non i soli caratteri alfabe- tici, ma simultaneamente anche i simholici e i figiirativi. A tanta e si luminosa sapienza fe' plauso ben anche il dott. Young, di buon aninio la palma cedendo alio scopritor francese. Tali IMemorie riimite poi in un sol corpo vcn- nero pubblicate a Parigi nel 1824 col titolo di Compendia del sistema geroglifico degli antichi Egiziani. Ma. fra tanti applausi muta non si stette 1' invidia. Perciocche la nuova dottrina tutti rovesciava i malfondati e Hficj degli arclieo- logi intorno alia misteriosa scrittnra degli Egizj , tiuti di- mostrandone fallaci o fantastici i sistemi. Lo CI\ampollion anzi che avvilirsene seppe, quasi nuovo Colombo, vincere le opposizioni che al progresso do' suoi discbprimenti frap- ponevansi. II Governo Francese gli presto sussidj e favori. Pero abbisognando di originaii monumenti con cui confer- mare ed estendere le sue dottrine, pote recarsi a Torino, ed ivi esaminare a tutto suo agio quella regale coUezione di egiziane antichita. Ivi fu largo e cortese de' suoi tesori a tutti que' dotti che ne lo richiedevano ; ed ivi imprese a ricomporre la serie delle dinastie d'Egitto, comparand© i figiirati autentici monumenti cogli nvanzi della scritta FARTE ITALTAKA. 33 I tracHzIone, e spargendo di nuova luce la storia di quel celeberrimo paeso. Frutto di questi snoi studj , sebbene non totahnente maturo, furono le due lettere, che intorao al torinese Mnseo iiititolo al suo mecenate, il Dnca di Blacas. Nel tempo medesimo avea dato inano al Panteone Egiziano, opera di grandissima lena intorao ai mitologici personaggi deH'antico Egitto tratto dai monunienti ; opera ch' ei ripiese dopo il suo viaggio ia Egitto, rua che non pote condiirre a compimeiito. Per ciira dello stesso Duca di Blacas ebbe lo Cliampol- lion da Carlo X un' altra ancor piu onorevole incumbenza, quella cioe di recarsi a Livorno per fare la stima e la rlcognizione della doviziosa raccolta clie ivi trovavasi di aaticliita egiziane , e che poi passb a Parigi. Ia quell oc- casione strinse amicizia coll' autore deU'Elogio, di cui qui diamo il sunto, e poscia con Ini viaggio nella Bassa— Italia, visitando i Miisei, e tutto raccogliendo cio che a' suoi studj riferirsi potea. latanto il Re di Francia lo elesse a prefetto del Mnseo egizio che con regale niuuificenza stabilirsi dovea nel palazzo del Louvre. Ma a meglio chiarire e perfezionar il nnovo sistema d' uopo era resaminare sul luogo stesso le iscrizioiii, le pittnre e i grandiosi avanzi dell' antico Egitto. Cio appunto mancava, perche il ritrovamento dello Ciiampollion fosse di evidente autenlicita corredato. Venne quindi comhiiiata la spedizione Gallo-Toscana, della quale si e gia discorso in questo medesimo Giornale ( tomo 56.% quaderno di novembre 1829, pag. 137). Non ci faremo a ragionare suH' esito felicissimo di questa spedizione j perciie parlarne dovremo all'apparire dell' opera che la ris- guarda , e che fu da noi nel tomo 64.°, quaderno di no- vembre i83i, pag. 202 ancora annuaziata sotto iltitolo, I Monumenti Jell Egitto e delta Nuhla (*). L' illustre francese fu di ritorno a Parigi sul principio del i83o. Immense furono le acclamazioni cli' egU riporto pe' nuovi tesori che seco recava. Quel R. Istituto lo ascrisse tra' suoi membri ordiuarj. II Re Luigi Filippo lo creo Professore di lingua e antichita egiziane al Collegio di Francia. Ne pero le politiche incertezze e le difficolta dei tempi lo trattennero (*) Siamo avvertiti che gia pronte sono le prime parti di quest' o- prra, le quah coininccranno ad eisere pubblic.ite fra brevisjimo lempo. 23a APPENDICE dal consecravsl tutto ngl' inercmentl della nuova scienza ; iierclocche compose tosto la Gramuiatlca cgizio-geroglifica. E gia stava egli ordinando 1' anzkletta opera, inentre lo stesso facevasi ia Toscana, ginsta le stahilite norme tra le due Coimnissioiii , qnaiido fu dalla niorte colpito nella notte del cinque dello scorso iiiarzo. (^ueste notizio, delle quali nol dato noii abblamo clie nn suato semplicissimo, sono dal sig, Roselliai esposte con tutta qucUa efFusione d'affetti, ond' egli tutto seniivasi vivamente comniosso per T immatura perdita del maestro, deiramico, del compagno ne'viaggi, deU' uom grande : vero trlbato di riconoscenza e d' auiore ! Della vita c degll scrlttl del chiarlssitno professore Giaiiantoido Piccinelli, discorso del dottor Gioicumi Palazzint. — Bergamo^ io3t, dalla tipografia Crescini , in 4° g>\ Gianantoiiio Piccinelli nacque a Scanzo , villaggio della provmcia di Bergamo, nelT ottobre del 1754 da una fami- glia in cui pareva die passata fosse in retaggio Tarte me- dica. Studio i principj della notomia e della chirurgia nello spedale di Bergamo : ma accx)rtosi ben tosto die troppo niescliina era la niesse cir egli raccogbere potea da qncglt insegnamenti , veane a Milano verso il 1772, quivi tratto specialmente dalla fama del chirurgo Bernardino Rloscati ;; e quivi fe' gran progress! nella scienza si che in questo spedal maggiore ottenne nel 178 i T incumbenza di secondo cliirurgo e di preparatore anatomico. Fu iaureato nelP Uni- versitu di Padova. Primi frutti de' suoi studj e della pra- tica sua farono alcune Memorie di' ei pubblico colle stam- pe. Bergamo lo richiamo nel 1785 nominandolo professore niaggior cbirurgo di quelio spedale. Egli fu il ^ero rifor- matore della chirurgia bergomense , la quale cola trovavasi in que' tempi barocca e tapina , e piii die akrove jjregiudi- cata ed invilita ; cosi si esprime Tautoi-e del Discorso. Nnovi incariclii e ben meritati onori ebbe il Piccinelli dal 1794 nl i8i7', nel corso de' cjuali anni venne egli pubblicando varj lavori intorno alia scienza cui professava, alcuni suoi proprj, altri tolti d* oltramonte e fatti per liii italiani. Ma in maggior numero sono le scritture che di lui rimangono PARTE ITALIANA. 233 inedlte , tra le qiiali meritano tV essere speclalmente ricor- date le lezioiii cli' egli reclto dalla cattedra pel corso di trenta e piu anni. 11 priino dell'agosto i83i fu 1' ultimo de' suoi giorni. Ebbe lode d' uomo benelico e di felice operatore. Tale e il sunto del DIscorso del sig. dottor Palazzini. Egli nel tessere la vita del defunto professore venne altresi analizzamlo i metodi e le opere dl lui, senza punto tacerne i difetti o la debolezza la dove gli parve ciie il lavoro non totalmente corrispondesse al nome del Piccinelli : sin- cerlta difficile ad incontrarsi negli encomiatori ; ma nel suo dire qualche cosa ei lascia a bramare , cjuanto a' pregi deir elocuzione. * Opere iiiedite e rare dl Vincenzo Monti. Volume pri- ino. Prose. — Milano , i832, presso la Societd de- £^li editori degli Annali universali dclle scienze e del- I indastria, in 8.° di pag. xv e 844, oltre lindice. Prezzo d' associazione , ital. lir. 6. 67, Ur. j. 54 aust. CoUezione delle opere classiche italiane del secolo 18.° — Jlldano , ]832, dalla Societd tipografica de' Clas- sici italiani , in 8.°, tomi 184, i35e i36 ed ul- timo , contenenti la Raccolta di operette filosoficJie e filologirhe , e la Raccolta di poesie lirichc: in dono agli associati all' intera collezione. * La Georgica di P. Virgilio Marone , tradotta in terza riina dcd marchese Luigi BiONDl^ romano. — Torino, 1802, tipografia Chirio e Mina , in 8.", di pag. 200. Vocabolario piemontese-italiano , di llichele Ponza da Cavunr. — Torino, i83o, dalla stamperia re ale y in H." , fascicoli i.^rtZ 7.° A- Mai. Prezzo dei me- desimi , cent. 20 al foglio , Ur. 8. 40 ital. In Mi- lano si vendc da L. Nervettl e comp., stampatori librai . corsia del Duomo. • a34 APPENDICK Per le Nozze JfflaH Agosd dl Belluno. — Padova , l832, coi tipi delta Minerva, in 4.", pag. xlvii, con tavolc. L' avvocato Dalla Libera cU Patlova, volemlo festeggiare le nozze che coiigiungono due illnstrl famiglie di Belluno, Miari ed Agosti, avvisossi di pu!)l)licare un dlalogo che teniie o s' iinmagino di teaere con due speccliiati ecclesia- Sticl di que' dintorni : nel quale ragiotiaudo dei lieai e del mali delle montagne e del piano, si fa agevolniente strada a discorrere sulia bellezza dei moiiti hpllaiiesi, suUe me- morie storiche di cui soiio ricchi , sni fatti che vi accad- dero, e sui loro aatichi e moderni abitatori. Per tal niodo il sig. Dalla Libera seppe con facile ed elegante stile sten- dere una piacevole scrittura , in cui molte erudite notizie e mille leggiadre cose si coniprendono riguardanti agU sposi ed alle loro famiglie, ai fasti loro domestici, ai luo- ghi che abbelliscono della loro presenza , ai loro parent! ed amici. A noi piacque questo gentile componimento del sig. Dalla Libera , poiclie ci sembra che tenga il giusto mezzo tra le insipide poesie con cui tuttavia si vogliono accompagnare gli sposi all' altare, e gli opuscoU di stranio e svariato argomento che ad essi talvolta si sostituiscono. — ■ I quali opuscoii non sempre bene scelti ne acconci all uopo forniano alcune volte coll' ojigetto per cui sono pubblicati i pill bizzarri contrasti del inondo , come a noi avvenne una volta di vedere stampato per nozze una dissertazione sui riti fnnerali degli anticiii , ed un' altra volta una Me- moria sui feti mostruosi. Inoltre il componimento del nostro avvocato non puo dubitare di trovar dovunque liete e fe- stive accoglienze, perche non essendo ne un romanzo, ne una storia, ne un panegirico, ne una satira , ne una poesia romantica , ne una prosa classica non puo temer di scontrarsi con alcuna di quelle fiere antipatie che molti Sentono per talano dni generi indicati. Questo grazioso libretto impresso con nitidissimi tipi e anclie adorno di una tavola lilografica rappresentaute una bella villa della fauiiglia Agosti. PARTB ITALIANA. a35 DelT amore dl Dante Alighieri e del ritratto di Bea- trice Porlinari, r.omentario primo di Melchior Mis- STRiNi. — Firenze, i832, pei torchi di Leonardo Ciardetti , in 4.° Delle Memorie di Dante Alighieri e del sua Mauso- leo in S. Croce, comentario secondo , edizione terza per gli stessi tipi. II primo di qnesti due letterarj lavori del signer Mel- chior Missirini e dedicato al Commendatore Leopoido Ci- cognara, ed ha per snbbietto riilustrazione di due antiche tavolette , gia spettanti ad una patrizia faraiglia, in una delle quail e ritratto Dante nelFeta di forse circa ventisei o ventisette anni , e nelPaltra e efTigiata Beatrice di Folco Portinari parimente in eta giovanile. Queste per benignita de' fati caddero sotto gli occhi dell' illustratore, e da lui acquistate vennero poscia da professori delf arte pittoresca e da prodi letterati di Firenze attriliuite a pittori del quat- trocento. Comincia egli le sue illustrazioni colT asserire quanto 1' amore contribuisse in Dante Alighieri , gia predi- sposto dalla natura a grandi cose, ad infiammargli Tanimo di un sacrofuoco, ad inn.ilzargli lo intelletto, a renderlo uoino sublime e straordinario. Colla scorta delle Rlemorie di Giovanni Boccaccio ci fa poscia sapere come s' ap- prendesse un'amorosa fiamma in due cuori si adolescent!, mentre Beatrice figlia di Folco Portinari toccava quasi I'ottavo anno, e Dante era del pari ancor fanciuUo", come da quel giorno che questi ricevette con tanta afFezione 1' immagine di lei nelT animo suo , la serbo si profonda- niente scolpita clie ad essa consacro finche visse i suoi pensieri, i suoi voti, gli studj e le rime. Ma benche I'iin- niagine di Beatrice, come scrive il niedesimo Dante, gli fosse una baldanza che lo traea a sua posta, iiondimeno era virtu si nobile , che non sofTeiia che amore lo reg- gesse senza il fcdele consiglio della ragione ; afFermando che il solo suo saluto spegneva in esso ogni pravo senso, e gli alimentava nel seno una fiamma di carita e di jier- dono. Da quesla castimonia di affetti , quasi trascendente I'umana fralezza , f illustratore piglia argoraento per riba'- tere Timpudenza del Venturi, fra gli ultimi espositori del poeta, il quale oso di spargere di ridicolo, e profanare 91 puri e dilicati sentimenti. Sponendo poscia U definizione a36 AprENDTcn clie deir idcntico atnore Jl Dante ci ha Lisclato Torqnato Tasso , cioe amore clie puo chiatnarsi lUvino per auticipa- zioae, perclie ne gulda a Dio pel raggio tlella diviiiitii clie in donna risplende , passa a far conoscere i modi poetici con ml le sante e pure immagini di esso vennero da Dante vestite. Ma noi non segniremo piu oltre T autore nelle sue dotte osservazioni e preziose notizie intorno al- r epoca della intempestiva niorte di Beatrice, intorno le antecedenti visionl del poeta, e intorno ai maravigliosi ef- fetti che successivainente prodnsse un fuoco si sacro, il quale in sostanza creo col nioto iafaso nella grand" anima di lui la felice ristorazione dell'uinano sapere , fe' nascere gigante a un tratto la lingua italiana, ispiro un nuovo carme ricco di tutta la sapienza umana e divina, e quindi la causa ne fa gridata altamente heneinerita deU'umanita e civilta europea. E prendendo pluttosto a confrontare i tratti caratteristici delle bellezze di quella men donna assai che diva, espressi in amorosi versi del suo amatore , coi lineamenti del litogratico ritratto ond'e corredato il comento, investigheremo se qaesti a quelli corrisuondano. Prima pero di procedere a questa disamina ci e d' uopo di fare una dichiarazione , ed e che non muoviamo dubbio alcuno suir amicizia che stringeva Dante con Giotto e Oderigi d'AgoblMo; oltre alcuni passi della Divina Commedia Taffer- mano le preziose notizie che V ilUistratore attinse dal Boc- caccio, da Leonardo Bruni d' Arezzo , dal Baldinucci da Gubbio, dal Cellini e da Benvenuto da Imola. Aniniettia- mo non uieno che Dante disegnasse e che un ricordo lasciasse ( nierce dell' esercizio del disegno ) sopra una certa tavoletta dell' inimagine delP idolo suo, bella come un angelo cK era veniUa nella mentc mla , com' egli lascio scrittoi conveniamo ben di buon grado altresi coU'egregio spositore clie i disegni di Dante, linclie furono conoscluti dovettero essere la norma del dipintori che a ritrarne la Beatrice s'accinsero; ma discorse le rime descrittive del poeta e portato un attento esanie sul disegno litografico tratto dagli antichi dipinti da lui acquistati, ci occorre di osservare che nel ritratto di Beatrice non troviamo indicate le ciglia che il poeta cosi ci describe : e il cigUo pulito c bran talche diplnto pare ; di piii ci pare esser 1' occhio si spento, si adombrato e in un severo da non ravvisare quel raggio d' amore che ti coJpisce anco colla sola lettura dei versi : < PARTE ITALIANA. ^3/ Dagli occhi della mia donna si muove Un lume si gentil, che dove appare Si veggion cose , ch' uom non pub ritrarre Per loro altezza, c per loro essere nuove: E par che dalle sue luci si muova Una spirto sowe, e pien d' amore Che va dicendo all' anima = sospira ! = Dagli occhi suoi gettava una lumiera La qual pareva uno spino infiammato. Non ispiageremo piii oltre le nostre osservazioni sopra altri minuti partlcolari; ma perche snll' animo de' leggitori nostrl non apparisca forse soverchia la sottigliezza delle nostre indaginl, ed aver noi tentato di scoprlre il pela neir ovo , ci troviamo costretd a soggiungere clie nel ri- tratto di Dante ci sembra , prendendo norma dalle gene- vali proporzioni , essere V iricassatura deir occhio protratta in liingo piu del dovere, giacche se F eguale distanza deve correre tra essa e 1' atiaccatnra dell' orecchio, ognun vede che quest' ultima parte sarebbe posta fuori di luogo. Meno poi acconsentiamo clie Dante qui abbia i lineamenti della gioventu , imperocche si ofirono in modo si risentito che a prima giunta lo si giudicherebbe un uomo che dalla virilita declini verso il tramonto della vecchiezza. Tutto cio noi diclarao pel puro intendimento di far conoscere il giudizio a cui ci condusse la vista di questi ritratti ; ne colle nostre osservazloni intendiamo di menomamente de- trarre la preziosita al Cimelio posseduto daU'esimio illustra- tore, che anzi raolti pregi ragguardevoli lo caratterizzano per un giojello dell' antica scuola liorentina •■, e lo stesso possessore in certa guisa conviene nel nostro discorso col dire che il merito artistico , I' epoca , la singolariUi e 1' im- portanza di quello che rappresentano richiedevano una inci- sione accurata per farne degna comunicazionc al mondo. Del resto noi poniamo ben di buon grade in un canto i litografici lavori di cui al)biamo favellato per bearci nel ritratto di Beatrice fatfo dalTillustratore; egli e si evidente, condito con tanta erudizlone, descritto con tanto lepore , ch'c giuoco forza il lasciarsi sedurre, e parteggiare per ua sentimento con tanta leggiadria enunciato. 11 commentario secondo , impresso per la terza volta, risguai-dante le IMcmorie di Dante e il suo Mausoleo eretto \n S. Croce di Fireiuc porta in fronte duedediche, 1' una a38 APPENDICB ad uii caKlo zelatore del culto deirAlighien, PietroManni, professore di medicina , direttore deU'Accademia ostetrica in Roma, membro ordinario resideiite de'Liiicei, e socio di moke altre italiane ed estere Accademie, ecc; T altra ai Toscani per aver generosaniente coa spoiitanee oblazioni contribuito all' erezioae del moimmento. Quest' altra illii- strazione del Missirini e composta di 3^ pagine, moke delle quali fiiroiio da lui consacrate a mostraie gli sforzi fatti per lunglie eta dai Fiorentini onde cancellare 1' oltraggio deU'esiglio softerto da un lore compatriota che visse nella fama avvenire, e a ciii andarono debif.ori di una gran parte della lore gloria. In fatti il memorabile decreto iirmato dalla repubi)!ica fiorentina il giorno () agosto 1378, con CLii fa posta publilica cattedra ordinata ad esporre i sublimi e reposti sensi della Divina Commedia, avvero le profezie che trovansi sparse in mokissimi passi di essa. Ne solo in Firenze questo fu fatto ad esaltazione dello Alighieri, ma in Pisa, in Piacenza, a Wilano e Venezia, E perche il poema di Dante fu detto saero, com'egli stesso lo noniino, comprendendo gli ardui misteri della teologia e una brama ardentissima di distruggere ogni abuso che oltraggi la santitii della religioiie , percio il comento di Dante fu letto ne" templi , onore singolarissimo, end' e che il Boccaccio lesse nella ciiiesa di S. Stefano, e cosi gli altri espositori era in una cliiesa, era in altra le loro interpretazioni declamaroao. DalP elegante scritto del mo- derno illustratore copiosissimo appare il numero dei dotti e scienziati che senza interruzione occuparonsi a dichiarare i versi di Dante, ad lllustrarne la vita e le opere e bea da tanti fu proclamato il divino portento di sapere, ua genio di creatrice ispirazione, il severo iilosofo , il critico verace ed ardente della virtu, dell' ordine , della chiarezza e prosperita italiana. Ragguardevole non meno risulta il numero degli artefici che si valsero delle di lui omeriche concezioni. NoL ci ristaremo dal qui tutte enumerare le nlteriori notizie che ricavansi da si nohile scrittura, in- torno le reiterate istanze fatte dalla repubblica liorentina col mezzo di distintissinii personaggi onde ottenere da Ra- venna e in seguito da Leon X le ceneri del divino poeta; non discorreremo delle onorate memorie di quadri, di mi- niate pergamene, di busti, di statue erette in onore di ua esule cotanto illustrci taceremo della cura che pose Firenze PAKTE ITALIANA. 289 per conservare una tradizione di tutto ci6 ch' ebbe una immediata, e aache lontana relazione con quel grand' uo- ino, come il sasso sn cui si assise, la casa da lui abitata, il sito dei di lui poderi, lo stenmia suo gentilizio. Se cio facessimo, non lo comportereblje F indole di questo gior- nale, e non lo consentirebbe il pensiero di forse distogliere taliino dal procnrarsi una lettura piia utile, qnale si e quella delle nobili faticiie del Missirini. Progredendo dim— que in questo nostro divisamento diciamo che a si fatte notizie da noi toccate di volo conseguita qnella dello splea- dido mausoleo die venne innalzato in S. Croce. Gia Fi- renze non aveva mai cessato di alimentare il pensiero e la fiducia di vederlo eretto nel suo seno, si die I' idea venne riprodotta ancora nelT anno 1803. Fin allora non avendo potnto aver luogo il progetto pel continuo mescersi delle puljbliche vicende ne' diilicili tempi scorsi , una sdiiera di gentili e generosi fiorentini si pro- pose nel i8a8 di dar ad esso finalmente compimento sul disegno die gia era stato eseguito nel 1802 da un valo- roso architetto toscano mentre intendeva al compiuto con- seguimento dell' arte sua nella sede delle arti. Iniiamniati i promotori si volsero con eloquenti e calde parole alia largliezza delTaninio de' loro concittadini e dei Toscani tutti, loro ofTerendo la gloria di concorrere con opportune sovvenzioni aU'cseguiniento di si bella impresa. Avendo si nobili inviti destnto grnnde commovimento in tutti gli animi ben fatti ed una amliiziosa esultazione di cooperare all' adempiniento del proposto progetto, si ottennero i mezzi a cio conducenti, e 1' opera venne allegata (previa F ap- provazione della scelta datasi da quell' ottinio e niuniti- cente principe ) a Stefano Ricci scultore fiorentino. Questi imprese diviatamente i modelli; ed aveva appena il grande lavoro avuto incorninciamento die gia la faniigerata niusa del conte Liopardi lo celelirava con alto slancio di bella fan- tasia. II degno artefice rispose a si alto subbietto , e fece che il luonumento si coniponesse dell' urna , della persona di Dante, sedente sulla stessa, e di due statue allegori- die poste in piedi sul basamento, e rappresentanti 1' una r Italia in atto d' invitare le genti ad onorare 1' altissimo poeta ; 1' altra la poesia che in atto dolente s' abbandona sulTurna del vate, ove e aperto il libro della Divina Com- media. 2^0 APPENDICK II inausoleo si sublima, cosi dice 1' illu3tratore, piraml- dalmeute per beu quattordici braccia, e le figure vestono una grandezza di sei braccia avvantaggiate. Sorge nel marmo liuiense di seconda qualita ( ne vi e oinmcsso 11 perche siasi questa preferita) e nel gran basamento di esso leggonsl le seguenti note, dettate dal chiarissimo cav. Gio. Battista Zaiinoal, e scolpite a caratteri doratj. DANTI • ALIGHIERIO TVSCI HONORARIVM • TVMVLVM A MAJORIBVS • TER. FRVSTRA • DECRETVM ANNO • M • DCCC • XXIX FELICITER • EXCITARVNT. Qui chiuderemo le nostre parole col dovuti elogl all' esten- sore di queste Meiiiorie, e col dire che sebbeiie la parte concernente 11 nioanraento noa vada corredata dl una stampa che graficamente indlchl 1' invenzione del tutto artlstico e la rispettlva composizione dl ciascuna llgura, cio nuUaineno la descrizione che ce ne ha data , e si viva e si bene espressa , che non solo supplisce ad una stampa o ad un litografico disegno , ma lo renderebbe inutile se mai vi fosse. * Saggio sngli amori dl Torquato Tasso , e sidle cause della sua prigionia , di Giovanrd RosiNi. — Pisa , i832. , prcsso Nicola Capurro , inS.°, di pag. 102. * Torquato Tasso, commedia storica di Gio. RosiNi^ ■ — Fisa, 1802, presso Nicola Capurro, in 8.°, di pag. 76. Discorsi letd nclV I. R. Accademia di Belle Arti in Venezia per la distribuzione de' premj deW aiiua i83i. Pel Picotti. Questo libretto che ognl anno esce alia luce cello stessQ tltolo e che percio appnnto sembrerelibe al priiiio aspetto lion dover accattarsl molta attenzioue , c a nostro avviso di molto niaggiore importanza di i della terra, per detestarle: e Galileo splego le all a dl- " scovrirci le meraviglie del Glelo, per meriiarie. " Ainpio retaggio iiel nome loro vi toccu : ma le anti- " che glorie, solo coile nuove glorie si tmelano. La co- " scieiiza della patria graiidezza vi coinaiii.la riaiiovare le " prove della douiestica celebrita. » La piazza di S. Marco in Fenezia coiisidcrata come moniimento cl arte e di storia , opera di Antonio QuADRi , segretario delV I. R. Governo di Vene- zia , ecc. , con XFI tavole in ranie. — Fcnezia , l83i, dalla tipografia di Commercio. Aastr. lir. 20, con tavole miniate lir 40 (*). Non e la prima volta clie in questi nostri fogli volgianio il discorso siiUe opere di cjuesto egrogio autore , giacclie oltre quelle da lui publjlicate di ecoiiomia politica , della (*) Non sara discaro ai nostri lettori se qui diamo T eleiico delle opere piibblicate dallo stesso sig. Qiiadri. Esse portano i segLienfi tltoli : Memoria di econouiia politica^ premiara nel 18 ig dal C. R. Istitiuo di scienze , ecc, in 8.°, prima edizione , Padova 1819: eeconda edizioae, Veiiezia 1820. Austr. lir. 3. Otto giorni a Venezia. Parte I. Oggetti principali da vedersi in Venezia, in 16. °, con rami, edizioui tre. Venezia, 1821, 1824 e i83o. Lir. 8. Idem. Parte IL Couipendio della Storia Veneta , con la serle di tutti i Dogi, in 16,° Prima edizione. Venezia, 1823. — Seconda edizione , cou aggianta di alcuni costumi veneziani , incisi in rame , e di un breve racconto sulla vita e uiorte del generale Carmagnola, Venezia, 1826. Lir. 7. Qiiattro giorni a Venezia. — Mdano, 1827, in 1 6." Lir. 5. Huit jours a Venise, ou Objets Ics plus i-emarquables dans Venise ec dans les iles adjacentes. Venise, 1823, in 16.° — • Se- conde edition, ornee du portrait de Canova, de la gravure du uioniimeut qui lui a ete eleve, et de quelques vues de la ville. Venise, 1828, Lir, 8. Abrege de PHistoire de la Republique de Venise , depuis son origine jusqu'a sa cliute en 1797; et table chronologique de touts les doges : ornee de gravures des costumes venitiens. Ve- nise, i83i, in 16.° Lir. 7. Storia della statistica, |)er servire d' Luroduzione ai Prospetto statistico delle Provincie Venete. Venezia, 1 824, in 16.° cou carta topogralica. Lir, 6, PVKTF. IT.M.IAKA. 0^5 Storia (T Italia, ilolla storla particolare tTi Venezia , e di Statistioa delle proviiicie Yenete , ha eglL gia fatto prece- dere alia presente itii' altra dell' cgual tcnore e formato, corredata da Z|.8 tavole. latendiamo di parlare del Canal gvande di Venezia die sei've d' introdiizione alia piazza di. S. Marco, e tende ad appareccliiare 1' osservatore alia vista di cjuella piu splendida magnificenza . facendolo passare, cosl si esprlme I' antore , c\:\ir a nticamera del Paradiso. la fatti non ci e forestiero che , giunto in Venezia , noii inarclii le ciglia per la sorpresa , sia die pervenga in piazza ]ior la gran volta dell' orologio alio sbocco di Merceria o jier Tatrio della scala maggiore del Regie Palazzo, o per r]naluncjne altro accesso. Colla descrizione e coi tipi del Canal grande intese il signer Quadri a preparargli una gnida clie lo condncesse grado grado a si grata sensazione. Par- vegli acconcio il disporre "die nel visitare i tanti edificj oade ridonda qnella niagica citta, si prenda principio dal giro del canal grande nella maniera appnnto che fu da liii indicata, compiuto il quale si ragginnga la sponda del .1/0/0 della PiazzetCa per ivi ]30sto il piede a terra , rivol- gere V attenzione su cjuanto in quel recinto presentasi ia beir ordine disposto. Qneste sedici tavole che formano la coniinuazione e il complmento del giro da lui ideato, ci offrono in esatta prospetti\a incise a contorni quelle scene d'incanto die soglionsi per ultime rlserbarsi anco sui teatri, accio ti rimangano piia a lunge impresse. Queste poi trovansi unitaniente agli oggetti piu impor- tanti descriite nel teste con quel condiniente che invita il leggito?-e a tutte discerrerle, perclie alle notizie storiche vanno intrecciate in bel mode le artistidie, e si le una che le altre sono stese con uno stile nobile e disinvolte. Cosi e a noi avvennte. I soggetti delle tavole sono la pianta generate, il mole della piazzetta, il palazzo dncale , la Prospetto statistico delle Provincie Venete. Venezia, 1826, con carta geojirafica del regno Lombardo-Veneto. Lir. 4. Atlante statistico di 83 tavole sinottiche relative al siiddetto Prospptto. Venezia, 1 827, in 4.° Lir. 6. Le dieci epoclie della storia d' Italia antica e nioderna. INIilano, 1826 e 1827, Rusconi, in 16.° Pubblicaci due vokuui, clascuno lir. 3. 11 Canal grande di Venezia, con 48 tavole in foglio. Venezia, 1828. Lir. So. Con tavole miniate lir. 100, 2j^G 4 p r e ^' d I c e bMsilif.i tli S. Marco, la tone delT Orologio , le procur latie vecchie , la ijuova l"abl)rica , il lato di S. Giminiauo t|nnl era nel secolo passato, la facciata posteriore tlella niiova falilirica, le procnratie nuove, il campanile di S. Marco, la loggia adjacente , la biblioteca antica, il luolo verso la zccca , la pala d'oro, e i tre pili di bronze. Nella con- clnsione del teste, di che sono accompagnate (jneste vedute, r a more coniinciando dal X secolo sino al XIX, passa ce- lereineate in vivista le diverse epoche di origine, di flori- dezza , di decadimento e di successive vicende delle arti Venete ; da in segnito uii breve siinto della storia e dei costitini di quel paese , institnisce un breve paragone tra \eaezia e Roma sail' uso delle ricchezze, e chiude con ua cenno degU ultimi uomini della repubblica, e della sua caduta. Da quanto abbiamo detto conchinderemo che qiiesta operetta ha T impronto del diletto e del vaataggio, scopo che deve prefiggersi ciascun autore accio le sue produzioni tornino raccomandate ed accette. Rdccoltu di Vedute di Trieste c suoi contorni. — Ve- nezia, iiJ3i, dalla preiniata litografia di Giuseppe Deye , in 4.° per lungo. Di buon animo annunziamo questa collezione, la (juale ci da bella testimonianza de' progress! della litografia in Veaezia. Ottiino poi fu il divisamento di rivolgere qnest'arte alia prospettira rappresentazione de' paesi •, perche elia a tale pratica si presta assai piii volentieri che agli storici argomcnti; e di siHfatto genere sono appuiito le piu belle impression! litografiche clie ci pervengono d' oltramonte. S C I E N Z E. Prove Filosofico-Politiche in difesa del Cristianesimo a disinganno dei moderni Materialisti, tratte dagli avveniinenti seguiti in Europa dal cadere del secolo XVIII fino al presente anno in confntazione del- T opera intitolnta le Philosophe Republicain , etc. T. I. — Venczia, i33i, Antoiielli, in 8.°, dip. xvi > e 238. I'lr. 3 aust. U opera sard divisa in due volurni. L' anno 182 i esci alia luce in Francia coUa data di Fi- ladelfia un' opera intitolata; Le Philosophe JlepubUcain , che I'AKTK ITAMA.NA. 3^7 tent6 dj propagare in tutta rEnropa il grIJo della rivolta per erigere sn le mine delP altare e dt-l troiio una re- pul)blica ateisiico-democratica. Stati esseiidone per crdine governativo contiscati gli esemplari , perclie T opera troppo impudentementp teadeva a sovvertire ogni ordine civile , fa dessa al di la deiratlantico ristampata. Sebbene quest' opera c'inspiri orrore alia sola nianiera con cui si annunzia; tutta- via non possiamo a nieno di non attestare la nostra stima al cliiarissimo nionsigiior Alessandro Stagni espositore dl S. Scrittura nella insigne cattedrale di Udine, clie coiifuto lo sfrontato ateista, insegiiendolo passo passo, e percio dividendo Topera sua ia qnattordici capitoli, qiianti sono quelli in cui e divisa la suddetta produzioiie. Da qiiesto metodo, clie sern- bra il piii acconcio in genere di confutazione , ognun vede JI motivo die indusse 1" autor nostro a mettere in canipo spesse volte gli stessi argomenti specialmente dedotti dalla turpe macchia ond' e segnato in fronte il materialista, dalle evidenti contraddizioni in cui si ravvolge tentando sostenersi su I'apparenza delle virtu e da una serie di fatti i piii incontrasta!)ili , die T esito miserando ci rappresentano delle antiche e delle attuali rivoluzioni. Tali sono gli ar- gomenti dl' egli s\olge sotto varj aspetti, e die soli do- vrebhero bastare a disinganno del moderni materialisti. GIL altri argomenti che attinse dai sacri fonti, niirabilmente cospirano al disingnjino se non del materialisti , almeno di coloro die trovansi in pericolo d' essere travolti nel tor- rente deir empleta. A tale scopo giova moltissimo la ma- schia e robusta cloquenza dell'autore, la quale risulta noa soltanto dalla forza del raziocinio e dalla scelta dello stile, delle frasi e dei concetti pienamente conforme alia gran- dezza deirargomento, ma ancora dalla vera carita ond' e aniniato, e dal voto ardente cli' ei tratto tratto soUeva per la pace dei popoli. Perciocche questa noa pub essere conservata, se Y ordiae non si conservi posto dalla dlvina Provvidenza s\ nelT eccleslastica , che nella civile societa. Effetto di questo zelo si potrebbe cblamare una tal quale difettosa abbondanza di cui non si avveggono talvolta i piii celebri scrittori. II nostro apologista nel primo capitolo coljjisce di fronte I'autore della sovraccitata opera, il qunle se potesse prevalere incendierebbe tutta la terra, poirhe i suoi pensieri sono trame, la sua pnrola e loscandaJo, il sua soffi.o e I'incendio, Quindi 248 APPEiKDICE niui tciue til csporlo alia vista di iiitto il nionJo: revaler si vide a riiina dei rcgni e degl' iniperi. Le criitiane potenze perb fedeli agli m\isi di una prowulenzn (livina , che rovescia i consigli degli empl , vegtiuno incesicin- trmente su qiiesto grande partito , . . per. preveiiire i progressi delta sciagura unU'ersale: il che forma T oggetto dei piii fervidi voii al suddito fedele , che agli aliri lasciando la cnra di esaminare, quale sia la forma di governo piii coa- venevole alia felicita dei popoli, rispetta e venera la re- guaate antorita, che ha sempre la sua sorgciite nclla coscienza per I' obb'igazione, che essa irnpone di ohbcdire. Qiiesio prin- cipio, die, fondato sul Vangelo, rassicura sul irono il ]iotere, destramente si combina dall'autore coll' alira mas- si ma : che fa necessaria una podesta supcnore a qitella dcl- f uomo sU'sso per far piegare la {olonta. di tutto un popolo sono la volonta di un uomo so!o (pag- 80). Senibra da tiuto il contesto , che coUe parole soito la iolonta intenda fgli di esprimere sotto V autoritd , poiche, sebbene il sud- dito non possa avere giammai un motivo Icgittimo di sot- trarsi alia snprenia autorith, potreI)be nascere pero una cir- tostanza, bicconie avvenne al tempo degli Apostoli, in cui ci conveiiga di obbedire a Dio piuttosto che all' uomo. L' autore onde provare, quanio necessaria sia la podrsta sovrana alia societd , fra gli altri argomenti , che dcriva dalle conseguenze funestissime che seco porta I'attentato contro il potere dei sovrani , ci mette sott'occhio un esem- pio della S. Scrittura (cap. Ill, pag. 98 ). Un Levita insulta puhhlicamente alia sua nazione ed alia suprema Divinita, insiicuendo un culto idolatra : la ragione che ci rende la diiina Scrittura, e "die in quel tempo non vi era Re ia Israele, ed ognuno faceva cio che gli piaceva " Jud. 18, v. i. ]Ma questa clausula ci da a conoscere piuttosto I'epoca, che la ragione di qnel culto idolatra :, e percio non si leg- gono al luogo citato le parole " cd ogiuino faceva cio che gli piaceva " , le qnali si trovano aggiunte ad un' al- tra storia su la fine del sacro volume per indicarci ancora la diversa forma di governo che allora sussisteva , quando i Giudei, sebbene non soggetti a sovrana autorita, erano PARTE IT-VLIANA. 249 poio cini loro capi si bene regolaii, clie la tlivina Scrlt- tura ne fa nn magiiitico elogio. Jntl. c. 2 , v. 7. Del rcsto la licenza de' Giudei si manifesta in tutte le forme die suhi la loro repnbblica; e la serie che ne derive delle piu grnndi sciagnre serve pinttosto a confermare la mas- sima generale ad evidenza dimostrata dal cliiarissimo au- tore : die t' uomo vivendo in societd dee vivere necessaria- mente nella dipendenza , soggetto cioe alle regnanti autorita. Una prova di qnesta verita ci jjoteva essere sommini- strata dalla storia non solo dei Cristiani , nia ancora de Gindei, i quali in ogni modo venivano eccitati dal profeta Geremia e dal prefetto Godolia a prestare il dovuto oraag- gio al re de' Caldei , che pur avea distrutta la loro citta ed inceadiato il loro tenipio: anzi i Giudei medesimi, che schiavi vivevaiio in Baliilonia insieme al loro ultimo re Sedecia , pregavano ed esortavano i fratelli di Gerusalemme a prepare anclTessi per NalDuccodonosorre e per Baldassarre, onde vivere lunganiente sotto la loro protezione. Bar. c. i, V. II. La fedelta de' Giudei sotto il giogo delle nazioni straniere fu soninianiente ammirata da Alessandro e dai re della Siria e dell'Egitto, che ne traevano un grande profitto per la tranquillita dei loro popoli. Cosi la nostra Keligione, che per divina istituzione e fondata su Tobbli- go che ci inipone di rendere a Dio cio che e di Die, ed a Cesare cio che e di Cesare, durera sino alia fine dei secoli sotto qualunque forma di governo, fosse questa ben anco opera del piii feroce ateismo. II nosiro apologista si fa quindi a direttainente confutare il Filosofo Repulil)licano colle stesse parole di lui, che suo nial grado esprimono il relinioso sentimento della nostra natura. Di qui nascono le contraddizioni ch'egli agli atei rin- faccia, quando ci parlano e con tanta enfasi di benefcenza, di aiusiizia , di probita , di legge naiurale , di morale , ed anche di divinitd. Siccome lo scopo degii atei nelf esclndere la so- stanza spirituale tende a cancellare Tidea di un Dio creatore, per foniiare della materia una stupida divinita indififerente si al bene, che al male; cosi I' autore dopo di aver provata la verita di un Essere supremo, che ci vieue attestata dal- rintero Universe, libra cloquente aperto agli occhi di tutto il genere umano , passa a dimostrare co' piu solid! argo- menti : che ci ha nell'uomo, oltre il corpo ormnizzato. una sostanza spirituale. Ma forse troppo ardua potrebbe senibrare 2v)U A PPENDICE ad alciino rimpresa cli'ei si assmise, di fare! cioe conoscore, che I'uonio il piii rozzo, il piii brutalc, il sek-a^'^io men illu- minato possiede Ratwahnente , e senza meno badarvL una sitbli- missima teoria della meccnnica, ddla politica, dtlla j^iustizia, della virtu in generate (cap. I, pag. 19). Alle vaste cognizioni, die ci forniscono ogni genere d'argomenti a confutazione dei inodenii niaterialisti , si ac- coppia nel nostro aiUore una profonda perspicacia nello scoprire i inezzi, de'quali giovaisi a difesa dei loro sisie- mi. Essi sconvolgono tntte le regole dell'' umana certezza, anzi che ricouoscere fatti decisivi per la religione, e pro- dncono a quest' oggetto motivi di duhbio, ciie , se fossero auimessi, ci sforzerebbero a negare Tesistenza nou solo di Dio, ma ancora della materia e di noi stessi , condu- cendoci ad un pirronismo universale. Cosi la ragione, che sola vuole esercitare il sue impero, si confoode e si perde, e invano cercherebbe un rifugio nelf antorita, qnando non trova in se medesima il motive di credere. Ora il nostro zeiante apologista ponendo una base cosi solida , su cuL si appoggia il ragionciole osseqiiio della nostra fede nelle cose clie non possiamo comprendere, rigetta la taccia di credulita e di cieca obbedienza contro gli stessi increduli, che si lasciaao trascinare dalPautoriia dei loro maestri, senza avere esaminate le pro\-e della nostra religione, e le ragioni del partito che abbracciarono (cap. \ ). Per otteuere un compiulo trionfo contro il Filosofo rc- pubblicano d' uopo era mostrare non solo I'assurdita del iiiateriali>mo, ma ancora la verita della religione, clie e lo scopo principale a cui giunse felicemente il chiarissiiuo autore , mettendo in piena luce i dommi della fiitura vita, e provando nello stesso tempo quanto siano essi neces- sarj a mantenere 1' ordine e la pace nelle civili societa (cap. II). Ma siccome le bestemmie degli atei sono lan- clate non tanto contro la religione in generale , quanto contro la religione cristiana; cosi tutto egli si occupa e si diffonde nel dare una giusta idea del nostro Dio, e nel descrivere la divina origine e il rapldo luaraviglioso pro- gresso della nostra religione, die dntinatc: principnlmenie a condurci alia felicita del cielo ci procura nel.o stesso tempo la vera felicita di cui goder si possa su questa terra (cap. IV). Parlando pero della religione cristiana, ottinio consiglio sa- rebbe stato V esporre con maggiore accuratez/a il priacipio. PiRTE ITALIANA. aSl c!ie stabilisce cosi: La religione , che non pub salire per linea retta fino al momaito clella creazione , non e opera di Dio ma invenzione degli uomini ; il che e verissimo, se la sostanza se ne consideri in que' due grandi precetti die risguardano I'amore di Dio e del prossimo; ma pu6 dirsi, cl'.e allora soltanto incomincio ad essere Crisdana , quaado alia salvezza del genere uiuaao necessaria diveaae la fede nel divino Redeatore. L' alitor nostro onde conftitare grincreduli, che, ingrati al beneficlo della redenzione, noa vogliono nelPuomo nulla considerare che dia un indizio di degradazione prlniitlva di sua natura, si fa a provare il domma della colpa originale, disveiandone quasi il mistero con un esenipio clie tende- rebbe ad insinuarci una massima perniciosa e nuliamente vera, che un Dio giusto possa punire 1' uonio innocente. Chiomasi foise, egli dice, ingiuslo il Sovrono che punisce I'infedelta del suddno ne' suoi figli nncora, btnche inaocenti, privandoli de2.ll onori e della dignitd a cul gli ai^eva innalzati per un tratto di straordinnria munificenza? ( pag. 126.) Ben iontani per altro dal pretendere una pienissima di- mostrazione di tutte le verita che 1' ateo rigetta, soiiima- mente ammlriamo la saggia e giudiziosa condotta del aostro apologista nelT estendersi in quelle cose che eraao piu dirette alio scopo proj^jostosi; toccando leggermente alcune altre, sicconie sono per cagion d"eseuipio i pregi e i van- taggi della storia sacra e profana , e delle vite dei Santi, e la benefica influenza della stessa religione riguardo alle scienze ed alle arti. Cosi il dotto scrittore ogni sforzo ado- pera, e nulla ommette che possa ritrarre gli uomini dalle tre vie poUtirhe che il filosofo ateisiico loro propone : la prima e il libertinaggio; la seconda e la lettura dei libri infetti di ateismo; la terza e Tabbandono e Toblivione di tutti gli esercizj del Cristianesinio (cap. VI). E massinia- mente contro il libertinaggio mise egli in campo tutta la forza del raziocinio e della eloquenza, dandoci una perfetta nozione della liberia, accio laniore della liberta medesima, che diretto dalle leggi diviene I'origine delle piii alte virtu, non abbia a confondersi colla sfrenata licenza ( capit. \ II ). Forse non fu tanto felice nel darci le definizioni della i?e//- gione e della Virth, della Super stizione, AeW' Eniusiasmo e del Funaiismo. Per limltarcl ad ua solo eserapio, la Religione, egli dice, e un giusto e salutare titnore fondato su I'importante aSa APPEND ICE niotiin (li sjnnccrc a Dio , una ragione^ole. pnmuin ili jv'n- tcrgli. Till semplice e |)iu cluara ci sembra la nozioae , die altri ci ofFroiiO della Rcligione niedesima , die e: « il culto^ romaggio, e la sominissione, che ogni creatnra ra- gionevole dee al suo Dio Creatore nella uianiera die que- sti vnole e prescrive. » Donde sicgiie , die 1' uomo al cospetto di Dio non pno essere virtuoso senza la Religione, ne rcligioso senza la fede , ia forza della quale la distin- 7ioae , dal nostro autore e da inolti altri adottata . fVa la virtii morale e la virtu cristiaiia, fra la religione naturale e la religione rivelata altro non e die una pura teoria , per non dire una vana cliiniera , dte non puo aver luogo fra noi , nia die realmente infliiisce nel sistema dei nio- derni jiseudo-filosofi, che si Insingano di poter esser vir- tuosi e religiosi senza essere Cristiani (cap. V, p. 171 e sego cap. VI, p. 198). La storia e Tesperienza ci niostrano qiianio sleno peri- colose le ipotesi , che soglionsi introdurre nella dottrina della fede e dei costumi , la cui verita e necessariamente connessa colla storia delle divine rivelazioni. Tale e T ipo- tesi che stnbilisce 1' illustre antore dove paria dei peccato d' orisine : n altronde, ee^li dice, 1' immortalita , 1' impero assoKuo snlle passioni ed ii diritto alia beatitiuline sovran- naturale non erano la dote ed il premio dovnto alia unia- nita 'I pag. 126. Ma Tuomo deve essere considerato, qnale sorti dalle mani del suo Creatore, non solamente giusto e santo, ma ancora con una naturale invincibilc tendenza alia vita, all' immortalita^ alia beatitndine. Quindi egli avca in conscguenza della sua creazione da Dio niedesimo rice- vuto quel diritto, di cui non pote essere spogliato se non in castigo del commesso peccato. Lo stesso deve dirsi di tutta la di lui posterita. Del resto quell" ipotesi jiotrebbe riguardarsi come una massima certa , purche non oltrepassi i confini della possibilita, non potendo negarsi che Dio avrebbe potuto creare I'uomo, senza infondergli quel de- siderio illimitato die lo spinge continuamente alia beala immortalita. Da un tale principio pero , che c puramente ipotetico, non puo dedursi una conseguenza che ne escliida r ipotesi, riducendo il principio alia pratica, come fa il diiarisslmo autore , che tosto sojrgiunge: " onde in castigo della disubbidienza di Adamo poteva Iddio senza ingiu- stizia spogliare lui ed i suoi discendenli di quei privilegi P.VRTR ITALIANA. 253 puramente gratnlti die loro aveva impartito. " E cib rlscliiara con nil esempio, che sopra abbiaino apportato. Cosi dalle ipotesl si derivano fnnestissime conseguenze, una delle qiiali si e : che possa Iddio punire la disubbidienza di Adanio ne' snoi figli ancora bcnche innorenti; donde sianio indotti a credere, che sia possibile lo stalo di natiira pura; e quindi , che sieno non solo naturali , ma ancora inno- cenli e nella lore oiiguie e nei loro efFetti le iaclinazioni della nostra corrotta natura; e finalmente, che debba rico- noscersi una Religione naturale, una Religlone rivelata , una morale filosofica , una morale Cristiana , una beatitu- dine naturale, ed una beatitudine sovrannaturale : vane ed inutili distinzioni, che uon hanno alcun appoggio , clie neir imaginazione degli uomini , che tante altre cliimere e faiitnsimi inventarono a danno della morale Evangelica, che non puo separarsi dalla morale filosofica, essendo una sola la morale, siccome una sola e la verita, ossia un solo e il Sii:nore , una sola e la fede , un solo e il battesimo , un solo e il culto re.ligioso;, che Dio stabili per essere adorato in ispiriro e verita. Un ahro piii grave disordine che seco por- tano quelle ciiimeriche distinzioni , puo essere T indlfferenza in materia di religione, piaga profonda del secol nostro , che va sempre piii dilatandosi non solo fra 1 protestanti , nia ancora fra gii stessi cattolici, molti dei quali riguar- dano con uno spirito di pirronismo le verita. piii preziose della nostra fede, amando di rigettarle nella classe delle umane opinioni , oude non essere costretti a riformare quelle teorie, che sostengono con tanto calore e con tanto in:pegno. L' errore da principio non e geloso ; ma volon- tieri si associa colla verita per mezzo di quelle vane e ciiimeriche ipotesi e distinzioni^ che tendono a confondere le massime del Vangelo colle o[nnioni libere, ed a met- tere ruomo in uno state d' indifTerenza, accio da se stesso risolva e decida, non potendo in questo stato risolvere o decidere , che in favore del partito piii favorevole alle sue particolari inclinazioni, che altro non e che il partito del- r errore e della menzogna. Finalmente volendo porre un termine all'esame di que- sto volume, ci crediamo in dovere di protestare, che nel- Tesporre sovr'esso le opinioni nostre non da altro motivo spinti fnmmo che da una ferma persuasione di rendere cioe piii sinceia c piit gradita la nostra testimonianza intoruo 354 Al'PENDICK ai pregi che abbiamo accennati dl un' opera certameiite commeiidevole e per le verita piii importanti in essa sviluj)pate e difese a trionfo della nostra Religione , e per git ellicaci rimedj die ci somminisira contro delle piii einpie dottrine. L' antica Morale Filosofia esposta quanto alia pcripa- tetica dallo Zanotti , alia stoica e pitagorica da varj Greci ,• aggluntavl la dellneazion.e dl quella dl Ja- copo Stellliil. Opera racculta e puhbllcuta per cura dl Qlandomenico Romagnosi. — 3Illa/io , i83i, per Vinceiizo Fen-ario, in 12.°, di pag. 242. Prezzo llr. 2. 5o ital. Delia morale filosofia, delle varie sue scnole, de' suoi dogmi, delle sue vicende, parecclu scrittori si sono occu- pati con erudizioae e dottrina e tra noi , e presso altre colte nazloni. II sig. Roimv^nosi , compreso dal seatimento della importanza e dignita di questa parte delTiimano sa- pere, ba volute farU conoscere in via plu positiva^ noa riferendo, come i piii hanno fatto, i diversi sistemi, ma gli autentici monumenti origiiiali de' medesimi poaendo in- nanzi a chiunque desideri solidamente istruirsi. Avendo noi scorso questo volume non abbiamo potuto non fare alcune osservazioni , che qui brevemente espo- niamo colla speranza die riusciranno grate a parecchi de' nostri leggitori, e che non saranno dallo stesso dottis- simo editore disapprovate. Sono circa settant' anni, dacche Francesco Maria Zanotti^ uno de' piu begli ornamenti della letieratura italiana di que' tempi , pubblico il suo Tratiato della filosofia morale seconJo i principj de' peripatetici. Qaella dello Stellini pub- hlicata in Padova nelT anno 1768 in quattro grossi volumi in ottavo rimase quasi ignota al puliblico perciie scritta in un arduo latino. A qitell' epoca V attenzione generale de' nostri era rivolta alia filosofia morale del Muratori ; e quan- tunque per la piu parte coloro che prestavansi alia lettura di queir opera si dolessero di trovarla per piu rispetti defatigante, non preferirono per cio qnella dello Zanotti. Questa aazi cadde in diinenticanza ^ e 1" aitra conserve an- cora qua e la estimatori. Qaella dello Zanotti non era che dl una scuola antica : quella di Muratori era usuale. PARTE IT.VLI.VN.V. 255 La sclenza della morale e una scienza di sentimento e di ragione : essa e fondata noii solamente sopra un fatto, di ciii tiitti gli uomiiii sono testimonj a se medesimi, nia sopra un tal fatto, che per crearc persnasioae dee pre- sentarsi a ciasclieduno con forme semplicissime e chiare di modo, clie ogni piii volgare ingegno , non diremo ia se lo accolga , ma al primo annunzio lo riconosca domi- nante in se stesso, indipendentemente da ogni imbarazzo di definizioni, di distinzioni e di teorie , in una parola, d' idee complesse od astratte •, e clie con ugnale prontezza per la sola esposizionc ne intenda e senta la giusta ap- plicabilita. Per cio la scienza delta morale e la scienza di tutti e di ciascunoi e qnesta particolare qualita speciiican- done la condizione ne determina !a fortuna. Queste condi- zioni si esigono per la pratica comune e pei credent! al solo sentimento. ]Ma volendo convincere anche I'intendi- mento cio non basta. Conviene alle massime dar un appog- gio e niunirle con un tornaconto ossia con motivi accertati. In questo suo Trattalo intanto lo Zanoui ci ha presea- tato, come dice il sig. Romugnosi , un qnadro compiuto della peripatetica filosotia, raffazzonata alquanto della pla- tonica. In quanto alia stoica, miglior compendio, dic'egli, non trovasi del ilaiiuale di L'pitteto ; ed lia ragione. Pure in questo Manacde non si precede per dichiarazione di prin- cipj die preparino alia persnasione , ma per la sola pre- sentazione di massime o di precetti da raccomandarsi alia mcmoria sotto la riverenza dell' autorita. Ad ogni frase si vorrebljero scliiarimenti, se quelle idee crear debbono la persnasione propria, come abljiamo detto, della scienza morale. Ne sieno di esempio i primi tre articoli per noa dilungarci soverchiamente. Epitttlo incomincia cosi : I ° Di quante cose vi sono al inondo certune da noi di- pendono , certe altre no. Dipendenti da noi sono L'opinione , I'appetenza, il desiderio , I'avversione, e in somma tiate quelle die sono opere nosire. — Clii e iniziato alcun poco nella buona ideologia pno egli consentire in qnesta volgare dot- trina? Non dipendenti da noi sono il corpo, la robu, , gli onori, la dignita e tutto cio infine , die non e opera nostra. — Qnante distinzioni qui non occorrono ? 2.° Le cose die ubhiamo in nostro potere, di loro natura sono libere , poderose , a niuno ostacolo o impedimento sog- gtite : ma quelle die non abbiamo in poter nostro , sono a56 APrENDICF- deboli , sch'une , sottoposce a impedimenlo , stranierc. — Ecco un ascctisuio stoico, il qual nietic in imbaraz/o 1' iatelletio ; e non puo quietarlo. Tutto TelTetto ultimo noii pno essere che uno spaveato delf aiiiaio. — Viene la concUisioue. 3.° Awerti dunqiie che se lu prendi per libcre quelle cose che di natura sono schiave , e le straniere per proprie , ti sentirai impedito , uffLitlo , turbato : accuserai gli Dei e gli uomini. Ma se terrai solamente per tuo cib c/i' e tuo , e cib che e straniero per istraniero , corn e realmente, nessuno ti fara violenza , nessuno faratti ostacolo ■• 7ion avrai a ripren- dere od incolpare veruno ; nulla farai contra tun voglia ; nes- suno ti nuocera; non avrai nemico alcuno, perciocchi: niuna cosa nocevole ti awerra. — Sara conviato di qiiesta con- cliisione clii lo sara stato delle premesse. Del rimaaeiite non ci ha forse alciin articolo di questo Manuale , che non abbia bisogno d' illiistrazione o di rettilicazione per poter essere ammesso conveuientemente e con frntto nella meute di na giovine. L'antipenultimo anicolo di questo Manuale plenamente giustifica il nostro giudizio. Fino a questo articolo il po- Vero Epitteto avea delirato stoicnmente: qui il buon senso voleva farlo filosofare di buoa garbo ; ma egli si e imba- razzato. Ecco Tart. 76. IL prima e piii iniportante trattato della filosojia e suit uso delle dottrine, p. e. , sul mentire, IL secondo e suite proic, €. g., perche non si dee mentire. IL terzo e quello che rin- forza e distingue siffatte prove: a cagion d'eseinpio , d'onde i'iene che una tal cosa sia prova? che cosa e una prova? una conseguenza? una repugnanza? una verita? una falsitd? Laonde il terzo trattato e necessario pel secondo , e // secondo pel primo. Ma il priino e quello die piii iinporta , e a cut dobbiamo attenerci. E noi intanto facciamo tutto altrinienti. Ci arrestiumo nel terzo , e intorno ad esso spendiamo tutto lo studio seuza pigLiarci pcnsiero alcuno del primo. Di qua viene die noi mentiamo , e tutta volta ahhiamo in promo il come provare che non bisogna mentire. — Era questa la logica degli stoici ? Se alcuno ci dice die non intendiamo le cose pel loro verso, abl)ia la bonla di osservare die ci da vinta la causa. II buon maestro si fa iniendere anche dallo scolare di grosso cervello. Noi faremo grazia alia scuola pitagorica degli altissi- ini sensi , di cui , dice il signor Jioniagnosi , erasi falU P\RT15 ITALIAN V. 25? proclaniatrice, convcnendo clie la dottrhia cU essa nulla serlii ne deir orgoglio dispiuatore de' peripateticl , ae delia fa- natica acerbita degli stoici. Ammettiaiu pure ch' essa pre- setita diinensioni gigantesche , come il sig. Jloinagnosi le cliia- ma, perciocdie si attacca all' ordiae universale, e si lissa nel ceatro di qnella iuimensa unita, cli' egli cliiama on- iiipossente , poiche comprendente tutto, e tutto veiiendo a sussistere in essa e per essa. Kisguardando intanto T og- getto delle cure del sig. Roniagnosi in puljblicar questo li- bro come limitato a dare nn quadro autentico delle anti- che dottrine morali , avrenuuo desiderato die non avesse omesso di aggiungere quelle della scuola ebraica , giacclie al perspicace suo ingegno noa poteva sfuggire un' aper- tissima verita ; ed e questa, clie prima di essere noi di- scesi a riferirne la ispirazione a piii aha origine , esse aveano per assaissiml rlspetti giusto diritto di cittadinanza iiella repubblica filosofica. Intanto il sig. Roniagnosi . segncndo rosservazione clie lo spirito wnano suole nel principio ben incamminarsi , nel mezzo travuire , e nel fine ritornare avvednto al buon sentiero, aU'an- ticliissima dottrina morale dei Pitagorici conglungeudo nel suo pensiero quella di Jacopo Scelliai , per qnanto pare a noi, ci guida alia conclusione pratica, clie dunc^ne la iilosolia morale debb' essere trattata sulle tracce presentate dalio StelUni, della cui dottrina esibisce una breve delineazione apologetica in luogo di quel Prospetto , clie sulT inconiin- ciare il corso delle sne Lezioni quel valentuomo puljblicato avea, e clie neila intenzione del sig. Itoinagnosi sarebbe stato assai bene in confronto dell' opera dello Zanotti. Se non clie a giustiiicare quella conclusione noi avremmo creduto ne- cessario premettere come fatti certissimi, primieramente clie il sistema dello Stellini sia identico col pitagorico; in secondo luogo clie il sistema dello Siellitd contenga non solo una indicazione in astratto de' veri fonti della morale filosofica, ma quella precisa dicliiarazione degli univoci principj fondamentali , clie il comuii seuso iu coiicreto e imperiosauiente condotto ad ammettere , e clie un facile ragionaniento diiuostra ad ocinuiio applicabile a tutte lo particolari azioni umane , qualunque esse sieno. La prima di queste due quistioni e tutta dell' interesse del sig. Roina- gnosi , e dipende dalla particolare sua maniera di opiiiare dietro un esaiiie comparativo dei due sisteuii : la sccouda Bihl. hid. T. lAVI. 17 200 Al'PENDlCE c lU nil iiitercsse generale , perciocche ha per riscontro comparativo a quanto ha scritto lo Stellini tutto cio die gU stiidj posteriori sulla natura dell' uomo e delle sue af- fezioiii lianno fortunataniente potuto dettarci. Ed appunto a questo proposito , noi in altra occasione parlando del- r opera dello SrcUini su quanto ne magnilicava il Valcriani al chiarissiiro Stracico , crcdemnio di limitare a piu giusti teniiini le laudi dovnte alio Stellini (i) ,• ed altra volta ci faceinmo arditi ad additare , siccome a noi pareva , piu certi, e piu positivi e plix determinati principj della morale filosofia, e piu sicuraraente ed universalmente applicabili alia direzione ed alia estiaiazione delle umane azioai ; principj che la forza della verita presto o tardi rendera dorainanti , e i soli die possano dare il natural suo carattere alia mo- rale filosofia, ed assicurarle Tonore di vera scienza. II vero sistema della scienza morale , sugli accennati principj ca- ratterizzato bastanteraente in questa prima parte del se- colo XIX da due nostri Italiani, consente con quelle dello Stellini , come quello della fiorente fisica consente coi felici jndovinamenti del Bacone. Ma Tespressione di quel vero sistema e la conseguenza di una ragione piu coltivata , di una critica piu fina^ di una piu maturata ideologia , sor- gente dalla cognizione piu estesa e piu accertata dell' uomo, della sua costituzione , de' suoi bisogni, de' diritti e doveri suoi , e dalla eguaglianza dei bisogai , dei diritti e do- veri de' suoi simili. Le quali cose dopo I'eta dello Stellini poste in chiarissinio lume da ingegni acutissimi, sono oggi tratte ad essere espresse con formule univoche , e con no- roenclatura purgata da ogni ambiguita e dubbiezza. Ne se invidia a' viventi noa trae ad adulare i morti, puo vedersi ragione di porre per capo-scuola della vera scienza morale il professor padovano, a meno di proclamare il Visconte di Verulamio per capo-scuola della moderna fisica. Ecco adanque come la filosofia morale , in cui gli uomini per si lungo tempo hanno balbettato, e giunta feliceraente a potere perfezionarsi. Quando il sig. Bomagnosi ci dice die nei precetti pratici della vita eli antichi erano cTaccordo, e che le dissidenze non si manifestavano che nelle aide accademiche , con cio (i) V, Biblioteca Italioiia , tomo Sc", quadcrno di luaggio i8a8 , pag. 257. PARTE ITALIANA. 269 egU medeslmo conferma la trista vei'ita, clie la scienza mo- rale non deve agli antichi altro die del tentativi d' incerto effetto. La forza del precetti praticl dipende dalle verlta dei priiicipj da cui soao dedotti ; e i soli principj sono quelli die costituiscono la scienza. C e forza dunque di- stinguere tra la scienza della morale filosofia , e i snoi pratifi dettati. Aristotile tento di comporre un corpo di scienza in quanto che stabili de' principj , e ne dedusse pre- cetti pratici. IMa egli nel ragioiiare sui principj noa ecce- dette i limiti delle probabilita •, ed abbiamo veduto die il suo conipendiatore , lo Zanotd , si e didiiarato indifFerente sul punto se Aristotile ahbia colpito il vero o no. Ne' mo- nunienti stoici e pitagorici, che il sig. Romagnosi ci pre- senta, non abbiamo su e glu che dettati pratici, ora ridotti a pure sentenze , ora parzialmente ragionati , e lontani tutti dal costituire un corpo di scienza , e tutti egualmente di- scendenti da principj probabili : meutre la sola scienza puo dare la persuasione, e crearne I'abito •, perciocche per essa sola Tuomo sente le ragioni e i veri modi di opera- re i ne puo sottrarseae. Noii avendo lo Stellini individuate caratteristicamente il vero principle fondamentale della scienza morale , e dunque provato che non puo conside- rarsi per capo-scuola , come a taluni place di predicarlo •, e che la volumiaosa sua opera , lodata da tanti e letta da pochissimi , non e in sostanza die un tentativo di piu, ma non bastevole quanto ai progressi , e molto nieno quanto al pertezionamento della filosofia morale. * II Ccnsimento Milanese^ opera del dottor Natale CoTTA MoRANDiNi, aiUove dei Principj inlorno alle assicurazioiii marittime , maestro privato di legge e membro della facoltd polidco-legale residente prcsso I' I. R. Universitd di Pavia. — Milaiio , i832, Bettoni e Comp. Vol. 3, in 8.°, di pag. 1289 com- plessivamente. Prezzo lir. 18 austr. Bella edizione. Ciortiale agrario toscano , Humeri XVIII., XIX e XX. Tom. V, trimestri 2.°, 3.° e 4.° del io3i. Dovendo render conto ad un tempo delle cose contenute ill tre numeri del Giornale agrario verrcmo , nel farnc discorso. a coUegare le piu allini tra loro , e ia prinio 26o ArPENDICE luogo quelle die particolarmente riguardano 1' agricoltura toscaaa. I compilatorl del giornale avendo fatto qua e la per la Toscaua delle g'lte ilirette , com'essi dicono, a co- noscei- nieglio T agricoltura delle diverse provincic , e a contrarre co' priticipali possidcnti e agricoltori di utili e dolci leganii , ne danno relazione in due scparati artlcoli. I quali si leggono assai volentieri e per V iiuportanza delle cose clie vi sono descritte circa i niiglioranieiiti die parecchi industri possidenti e agricoltori seppero introdurre ncUa coltura de' lore fondi , e per il merito stesso della narrazioiie dettata com'ella e da uoniini pieni di dottrina, di zelo e di filantropia, ed animata di tal brio clie al vivo dipinge le bellezze del giocondo paese toscano. Incomin- ciaron essi dal visitare la villa di Montefalcone , proprieta del cav. Amerigo degli Albizzi , situata sulla gliirlanda di coUinette die dividono il val d'Arno inferiore dalla val di Nievole, e dal palude di Bientina, e quindi la tenuta del Poz:;o , spettante al marcliese Pucci , ancli' essa situata in que' diiitornl 5 ed ebjjero ad ammirarvi bellissime colture ed Industrie , e massinie magnifici bosclii opportunamente allevati in un terrene sterile e ingrato. Vennero poscia a Pugnano, villa posta a'pie' del monte Pisano , di proprieta del cav. Roncioni , il quale oltre alle eccellenti pratiche agrarie introdotte nella coltivazione del nionte e del piano , oltre a' grandiosi stabilimenti eretti per Tallevamento dei haclii da seta e per la trattura della seta , seppe anclie (giovandosi delle abjjondanti e perenni sorgenti d' acqua clie gli somminlstrava il inonte Pisano ) ridurre a praterie un intero podere , onde provvede al manteniniento di una mandra composta di sedici bellissime vacclie svizzere e di due tori. In appresso visitarono un fondo del sig. Tighe , in vicinanza della citta di Pisa, ed ammirarono come an- cli' egli rluscisse , benclie con diversa inJusiria , a mante- nere una cascina nel suo possedimento. La quale industria del Tighe principalmente consiste nell' aver trovato , e nel miglior modo saputo coltivare, tal varieta di patate, piu d' ogai altra confacente al clima e al suolo de' contorni di Pisa, e dalla quale egli trae larga materia di sostenta- niento per il suo bestiame (i). E poiclie stiamo discorrendo (i) Vedi r estratto di una Memoria del sig. Ti2,1ic snpra rjuesta varieta di patate nel toni. 60.", pag. 107, ii5 delk Bibl. italiaiia. PARTE ITALIAN A.. :26f delle indnstrie Iiitese a procurar coploso nutriinento adatto a'bestiami, alFiiie dl poterne maiitenere in huon nume- ro , e cosi oltie al godere de' loro frutti , attendere col conclme che se ne raccoglie al progressive migliorameiito de' fondi , faremo qui menzione di un discorso del conte Fieri ( inserito nel num. XX ) suUo stabilimento agrario del sig. Leckie , eretto da non molti auni in S. Cliimento , a i3 uiiglia da Sieua. Infatti principale scopo del Fieri si e di dimostrare come il sig. Leckie , vinceiido ogni sorta di didicolta , e applicando in singolar modo la sua indu- stria airaccrescimento de'foraggi , abbla mirabllmente av- vantaggiata la coadizione di quella tenuta , benche per la massima parte arida e nelle pnrti Ijasse domlnata dagli acqultrinl. Seguitando a render conto delle corse agrarie de' com- pilatori del Giornale toscano , dlremo com" essi si sieno successivamente recati alia visita di un podere de'signori Vai , detto il Molinaccio , situato nella valle del Blsenzio. Premendo pero ai medesimi conipilatori , dopo di aver fatto conoscere a' loro associati lo stato dell' agricoltura in una delle piii fertili pianure della Toscana , di far loro conoscere anche quello di alcune delle montagne toscane , s' iadlrizzarono per la via di Bologna con animo di per- correrla sino al confine e di esplorarne le adjacenze al manco lato. Due proprieta del sig. Zanobi de' Rlcci ser- virono ad essi dl tipo dell' agricoltura locale , cioe la fat- toria detta de' Leoiu sul colle , e quella detta le Cascine sul monte. Se dalle relazloni de' compilatori del Giornale agrario si raccoglie coa quanto zelo parecclii esperti coltivatori toscani contribulscano al miglloramento della patria agri- coltura , rilevasi poi , parte dalle relazioni stesse , parte da altri articoli inseriti in quel Giornale , come taluni vi si adoprino apprestando altrui un' adattata agraria Istru- zione. Gia in altro sunto del Giornale agrario si e fatto plauso in questa Blblioteca (torn. 60°., pag. 114) al conte Mastiani per aver egli in«inuato ai proprieta rj di tenere in ogni fattoria un pezzo di terra a proprio conto, nel quale sieno seguiti i migliori^ e piii ragionati metodi di coltura. Ed ora dobbiamo lodare il marchese Fucci , che nel poc' anzi mentovato suo podere di Pozzo usa appunto tenere per proprio conto de' campi niodelU ., nei quali eseguire 262 APPENDICE le tliverse faccende rusticall con buonl metoill , e mo- stranie i resultall ai coloni. Dell' istituzione in Toscana dl una scuola teorico-pratica d' agricoltura , progettata dal iriarcliese Ridolfi, se n' e parlato a parte nella Biblioteca italiana ( marzo 1882 )•, e alcnni articoli a tale istitu- zione relativi si trovano ne' numeri del Giornale agrario ch' ora si annunciano. Tra gli altri ve n' ha uno deglt Editori degli Annali universali di agricoltura di Milano , e poiclie in esso si accennano ed encomiano le conversa- zioni agrarie clie usano tenere in valle di Greve i migliori campagnoli del circondario, cosi il sig. Lapo de' Ricci ne prende occasione per far conoscere alcnni oggetti ultima- mente trattati in sifFatte conversazioni. Le praticiie agrarie di varie parti della Toscana , e fra r altre delia comunlta di Colle nella val d'Elsa, e della provincia di Monte Anilata , diedei'o argomento ad altri articoli inserlti nelT agrario Giornale. Fra i soggetti clie inoltre vi son trattati a particolar vantaggio dell' agricoltura toscana possiam nominare i seguenti ; Qual metodo si pra- tichi per la collar a del grano turco nella val d'Elsa morta, Meuioria del sig. Bonajutl con dotte aggiunte del marcliese Ridolfi i Intorno alia vangatura ddle fave nei contorni di Firenze, Memoria del sig. Bellncci : Sulla coltivazione delle viti, Osservazione dei sigg. Bellucci , Bindi , e dei compila- tori del Giornale. La coltivazione delle viti e antichissima ia Toscana, e vi e sommamente propagata, ma non per- cio esente da inconvenienti (i). Tra gli altri clie sono iadicati nelle suddette osservazioni , uieritano particolar inenzione que' relativi alia vangatura , esposti dal sig. Bel- lucci , e clie danno niotivo a' compilatori di fare le seguenti giudiziose rlflessioni. i< Bisogna certamente ammettere col sig. Bellncci che adottato una volta il sistema di vangare le viti, bisogna vangarle spesso, per impedire che le loro barbe profonde periscano, come accade, al pulhilare delle barboliae superficiali , con le quali la pianta succia ben (i) Ad infervorai'e sempre piu i Toscani alia coltivazion della vite , ora s'agglunge la spei-anza di peter sraerciare LI loro vino aU'estero, e siuo in America, da clie si e trovato cli'esso vegge bene alia navigazione , come gia e 8tato annunziato altre volte nel Giornale agrario toscano, e con nuove prove si annimzla anche in uno de' fascicoli di mi ci stiamo orcupando. PARTE ITALTANA. 263 altro e ben mnggior sugo clie con le plu basse. Riilotta la vite a quesle sole , ella perisce dove la vaiiga gliele recida, come inevitabilmente succede. II vangar di rado e dunque il peggio die possa farsl ; e clu non vanga spesso meglio e die non vanghi del tutto. " II far scelta delF uno piuttosto die dell' altro partlto dee dipendere dalla natura del suolo , a norma della quale in alcuui luoghi potra convenire di conservare alle viti le barbe superliciali , ia altri le profonde. Ecco qual pratica si segue in uu podere a noi conosciuto, dove Ic vili si coltivano con singolar diligenza, e da un fondo piano, sabbioso e in passato sterilissimo , si raccolgono in abbondanza uve sceltissime e prelibate. Perche tal fondo e di sua natura sabljioso e sterile, ma piu superficialmente die a certa profondita, importa per doppio motivo di conservare alle viti die vi son poste le barbe profonde anziche le superficiali , giac- che quelle oltre al distendersi in niiglior terreno trovano anclie nella state tal proplzia frescura die a queste in tutto e negata. Quindi le viti non solo vi si vangano ogni anno in primavera , ma ogni due anni si scoprono al piede sino ad una profondita un po' niaggiore di quella a cui arriva la vanga , e diligentemente si recidono le barbe che loro crescono dintorno, coprendole poscia siccome prima j la quale pratica fu dall' esperienza diraostrata utilissima, e cliiaro ne apparve il danno quando si voile tralasciarla. Le suddette viti, oltre all' esser vangate ogn' anno in primave- ra, si zappano iiell' agosto , la quale operazione estiva troviamo lodata dal Bellucci , ma biasimata dal Bindi, il quale vorrebbe die il terreno clrcostante alle viti non si vangasse o zappasse che in primavera ; noi possiamo pero assicurare che la zappatura estiva apporta alle viti sud- dette un manifesto e sicuro vantaggio , e togliendo l' erbe loro cresciute di sotto,e disponendo il terreno ad assorbir le rugiade che gia nell'agosto si fanno abbondanti. Disappro- va il Bellucci che il terreno interposto ai filari si coltivi a grano ed altri cereali, e loda che non vi si semini cosa al- cuna ; siccome per altro egli insiste altresi fortemente perche un filare si tenga discosto dalf altro piu die non si suole, cosi ognun vede che seguendo V uno e l' altro precetto grande scapito ne verrebbe da troppa estension di terreno lasciata incolta. Nel podere summentovato gli spazj che sono tra filare e filare si coltivano alternativamente un anno a 264 A r p E N n I c E cercali, nn nnno a legumi, e per modo clie clascun filare da una baiida abbia la vegetazion de'legnml, dall' alti'a tjuella de'cereali, col qual nietodo, senza lasciare infruttuoso il terreao , si evitano quasi tntti quegli eftetti contrarj alia prosperita dcUe viti die derivano dal coltivarlo. Parecchi impoi'lanti articoli rclativi ad animali , clie ri- guardano I'economia rurale, leggonsi nci numeri del Giof- nale agvario clie abbiamo preso ad esaminare. Parleremo ill priino luogo di alcuni cenni del marchese Ridolfi snl iiiontone del Dongola , animal pregevole per le notal/ili dimensioni a cai perviene , e perche si coiiteata di un A'itto frugale , ed anzi si ciba dc' rosumi degli altri animali, e delle piante nieno appetite dalla pecora comune; ma clie ha pero lo svantaggio d''essere rivestito di un pelo ruvido e fragile, quindi non atto alia filatura. II marcliese Ridolfi giudico utile esperimento 1' accoppiarlo alle pecore comuni, giacclie , dic'egli, se ne potrel^be ottenere una prole clie ancor scrbasse un vello non disprcgial)ile ; potrebbe dar figlle di crescinta corporatura , e piu abbondanti di latte deir ordinario, potrebbe somministrar figli clie destinati ad essere immolati per vitto umano fossero di miglior gusto deir agnello comuae e inaggiormente pesanti ; finalmente potrebbe uscirne una progenie men delicata , piii sobria , e clie meglio delle pecore coniuni sopportasse gli strapazzi dei guardiani , V insalubrita di certe pasture. Le prime prove fatte dal marcliese Ridolfi , die son quelle di cui rende conto , gia dimostrano come le espresse speranze sieno ben fondate •, le successive sue osservazioni intorno a questo soggetto ci saranno del pari da lui coraunicate, come pur quelle die ora e in grade di istituire sopra le capre del Tlilbet ( essendo divenuto possessore di un ma- schio e d' una femmina d' animali di tal sorte) le quali capre sorprendono per 1' abbondantissima ed estremamente delicata lanugine, che loro cade dalT epidermide frammi- sta ed intricata tra I'irsuto vello. II sig. Bonajiiti discorre in un sno ariicolo delle capre nostrali per additare un compenso ( di cni T esperienza gli provo Tutilita) in virtii del quale senza bandirle per sem- pre si possano conservare i boschi, cui sono, com'e noto, oltremoflo intVste. Egli propone a tutti i possidcnti dei boschi d" alto fusto di stare, ogni cent'anni, almeno quin- dici o venti senza capre, cbo in questo frattenipo le piante PARTE ITALIANA. 265 novelle crescono a tale altezza , cui la capra noii puo pervenire afliii di roderne le giovani messe. Alloatanate appena le capre da' bosclii voglionsi questi " smarrare , od aliiieno succidere tutti i cespugli e sterpi che sono stati incapocchiti dai niorso delle niedesime ", quindi coa allre cure facilitare e proniuovere il crescimento delle piante novelle. Altii aniaiali iiocivi all' agrlcoltura sono 1 piccionl va- ganti , e se si abbiano a tollerare od a proscrivere , e quistioiie gia piii volte agitata nel Giornale agrario , alia conclusion della quale vien ora con un suo ultimo arlicolo il sig. Lambruschini ( Bibl. ital. , t. 64, p. a 38). Giacche, die' egli , considerando quanto fu detto da alcuni a favor de'colombi, il provvedimento di obbligare a tener cliiusi i colombi in due stagioni dell'anno, e permettere in qual- che tempo la loro liljera uccisione a chi n' e danneggiato, e provvedimento proposto dai fautori medeslini de' piccio- ni , e per conseguenza piacerebbe a tutti , noi ( dopo aver proclaniato quali sieno le vere esigenze di una rigorosa giustizia ) non possiamo non riguardare questo compenso come un prime passo utile , come un mezzo di concilia- zione , come una transazione di equita , che calmera ab- bastanza i reclami de' possidenti senza urtare i padroni delle colombaje. Egli percio vorrebbe die il libero vagare de'colombi fosse vietato dai i.° marzo a tutto giugno, e dai i.° ottobre a tutto novembre. Cosi i danni di questi voraci granivori sarebbero quasi del tutto impediti , e i loro beneficj , qualunque essi slano, sussisterebliero intierl. Nei mesi diliberta, conchiude il Lambruschini, i colombi dovrebbero essere rispettati ■, nei mesi di prlgionia ogni Colombo vagante dovrebbe riguai'darsi come uccello salva- tico , come animale danneggiatore , che potesse essere uc- ciso , come si uccidono i passeri , i topi, le formiche. II sig. Tempi propone e discute la quistione se nel coutorni di Pisa e in altri terreni leggieri si potessero con vantaggio sostituire i cavalli ai buoi pei lavori della terra. In un breve articolo viene esposto come per con- siglio del dott. Schivan il bestiame attaccato dalla pustola maligna o carbonchio si curi mediante 1' applicazione suUa parte malata di un forte decotto di scorza di qucrce , ap- plicazione che dee di frequcnte rinnovarsi. II l)estiame dicde inoltre argoniento ad una Mcmoria del sig. Lapo 266 APPENDIOE lie' Riccl quant' e al trafl'ico , e .1 due Memoric del niar- cliese Kklolfi quant" e al niantenimento del nicdesimo. Kac- comanda il Ridolfi nella sua prima Memoria ( e diuiostra i mezzi acconci a mettere debitamente in pratica) Tusanza degli Svizzeri d' allevare senza latte i vitellaml destinati al macello,onde utilizzare aitrimenti con uiaggior vantag- gio il latte dclla madre : quelli non si lascino dunque pop- pare clie per poclii giorni , onde appena approlittlno del jirimo latte ad altri usi poco adattato , e deterininino col succhiamento il maggior possibile afilusso alle mammelle. Nella seconda Memoria si occupa a far conoscere i perfe- zionamenti introdotti presso gli agronomi piii intelligenti ed istruiti per provvedere al nutrimento del hestiame adulto , combinando colla massima econoniia tutta quella sempllcita , die deve sempre accompagnare ogni rustica faccenda , afrincbe possa divulgarsi e durare. Fatta atten- zione che nel modo comune di nutrire il bestlame avviene che delle materie lore anmilnistrate , parte sieno evacuate non digerite, come accade di niolti semi, parte mal dige- rite , vien a raccomandare que' metodi per cui s" ottiene clie veramente dalle materie alimentari ritraggasi il massi- nio profitto. Con gran ragione , die' egU , adoprano coloro clie i semi tutti dei quali biadano i loro animali fanno prima triturar dalla macina, che le radici e i foraggl onde gli uutrono trinciano minutamente non solo, ina cuocono o fan rinvenire o miscliiano , e ciie regolano i pasti dei loro animali per niodo che tra l' uno e 1' altro passi un tempo sufliciente per la digestione. Quindi viene ad enco- miare l' uso delle cosi dette composte , le quali non sono clie un mlscuglio di tutte quelle cose che tempo per tempo possono destinarsi per vitto al bestiame, e riferisce le prove ed i computi che dimostrano T utilita di mantenerio coa un sifFatto genere di nutrimento. Parecchie notizle sparse nel Giornale agrario dimostrano come si difFonda e perfezioni in Toscana V iudustria delPal- levamento de' baclii da seta. Una lettera su quest'argomento scritta al marchese Ridolfi dal direttore della di lui bigat- tiera di Bibiani,ci fa conoscere come esseiidogli stato pre- scritto di consegnare ai contadini non il seme de' bachi ( la cui covatura non sogllon condurre con le debite dili- genze), ma i baclii stessi gia svegli dalla seconda dormi- tura, egli abbia saputo assegnarne a ciascuno la giusta rAr.TE ITALIANA. 267 quantita pvoporzionata a qnella copia di seme clie gli si com pete va. Quanto alle sete e noto in commercio die quelle tinte in nero a Firenze prinieggiano sulle sete tinte in altri paesl, e il sig. Scoti ha potuto, col mezzo di opportuni esperimenti fatti a sua istanza , convincersi , che e pregio delle sete toscane, almeno d' alcune , come per esempio parte di quelle del Valdarno superiore, e non del nero che vi si applica sopra , o d'altra causa, s' elle acquistano nna tinta si bella. Pervenne in appresso a conoscere donde dipende 1' attitudine delle indicate sete toscane a vestirsi di un si liel nero , ed anche a trovare il modo di confe- rirla a molte che naturalmente non 1' hanno. Quindi asse- risce che anche nelle tratture dell' aha Italia, e piu facil- mente nelle piu ))elle , come le fossombronesi , le herga- masche , le piemontesi , si potrebbe facilmente introdurre questo miglioramento delle sete. Poiche siamo entrati a parlare delle applicazioni alle arti , riferiremo cio clie di notabile su questo argomento incontrasi negli annunziati fascicoli del Giornale agrario toscnno. II sig. Andreini che altre volte si occupo della chiaritura deir olio , riseppe che a Llvorno s" inq^iega il cotone per ottener tale effetto , e fattane prova ebbe a persuaders! deir utilita di questa pratica. Vide che per uso private r operazione puo farsi con la massima semplicita prepa- rando il cotone in canestri di vimini, introdotti nelle solite conche o cilindri della chiaritura , e versandovi V olio dal vaso col quale si leva dal tinello del frantojo ; e cosi beu tosto ottiensi T olio tauto chiaro e puro , quanto con gli altri metodi addiviene soltanto dopo due o tre mesi di riposo. Una lettera suU" arte del carbonajo in aggiunta alTarti- colo gia pubblicato su questo argomento ( Bibl. ital., t. 64, p. aSq ) fa conoscere i risultati di alciuie esperienze del sig. Giobert , eseguite sopra legnami estremamente dlsec- cati, quali sottomessi ad una temperatura costantemente elevata , quali ad una bassa e non mai interrotta tempe- ratura. II carbone ottenuto coi due processi da egual sorta e quautita di legname in di qualita eguale , ma la copia di quello avuto dalla combustione lenta fu di gran lunga magciore della copia dell' altro. 268 ArrENDicr, Si annunzin in uii succinto articolo die 11 caloi'c occor-> rente per cuocere il gesso, in modo da spiegar poi le mi- gliori e piu ricercate proprieta nell'arte edilic.atoria , si e di pochissimo superiore a quello occorrente per mantener Facijua in ehollizione. Qixesta iinportante scoperta e dovuta al sig. Payen , ed egli la espone nel suo Corso di chimica elenientare ed industriale di cui , come abljiamo anuunziato in uno del precedeiiti fascicoli , si e coiiiinciato a pubblicar la traduzioiie in Verona. In ua altro articoletto ci viene insegnato a Ilberare 11 vino tanto dal gusto e dall' odore di botte , quanto dal sito di niufFa , coll'agitarlo con piccola dose di buon olio d'oliva. Come con la gramigna preparisi una piacevole hevaada ce io addita il Giornale agrario con le seguenti parole : " Dopo la raccolta delle radici di gramigna esse debbon lavarsi, tagliarsi a pezzetti e lasciarsi seccare con- servandole dappoi in luogo asciutto , ventilato ed immune da cattivi odori. Per preparar la bevanda in quistione si iTiacina o si acciacca la detta radice diseccata , e si tratta questa sostanza come T orzo nella manifattura della birra. Alia decozione di gramigna deve unirsi un poco di Inppolo e di lievito di birra, ed il miscuglio si terra a fermentare in luogo caldo. II liquore si perfezionera cosi e potra vo- lendo esser posto in bottlglie ove diverra spumante come la birra. Sara piu o meno forte secondo che saremo stati piu o meno generosi nella quantita di gramigna dirimpetto a quella dellacqua adoperata per fame la decozione ". Altre utili applicazioni ricordate ed esposte nel Giornale agrario , son quella dell' odor delle aringhe salate per espellere i cimici e le pulci , quella del cotone cardato per rimedio delle scottature , quella del sal comune asperso sulle ta- gllature delle piante nocive per impedire clie ripuUulino. Alcune altre IMemorie conteniite negli annunziati numeri del Giornale agrario saranno da noi ricordate semplice- mente col riferirne il titolo : Sulle scritte e disdette coloni- che : Sulla cassa di risparmio di Firenze ; Risposta del sig. Guicciardini alle osservazioni del sig. Lomeni relative alia macchina ammostatrice ; Metodo sempLice per asc.ius.are i terreni pahidosi del marchese Ridolii ; Intorno ai poponi e cocomeri d' Egitto ; JVotizie agraric di Figline ; Prezzi correii- ti ., ecc. Dobbiamo pero con qualcbe particolar cenno aa- nunziare un curiosissinio fatto di cui leggesi la descrizione PARTE ITALIANA. 269 nel Glornale agrailo , x-elativo a certe uve attaccate dalla cuscnta. Non solo si e osservato la cuscuta vivere e pro- sperare a sole spese dell' nva , senza mantenere alcuaa diretta cotnanicazione col siiolo , ma parve anclie dalf at- tento esanie del fatto doversi concladere , cli' ella si sia co' proprj semi svolta dalT nva raedesima su cni continuo a vegetare. Leggesi pure nello stesso Giornale I'estratto di una IMemoria del sig. Bonafous , premiata dalla R. So- cieta d' agricoltura in Parigi , intorno ad alcuni riraedj per liberare i campi dalla suddetta pianta parassita. Era gia steso il precedeiite articolo iatorno ai numeri 18, 19 e 20 del Giornale agrario, quaado ne giunse il nnmero ai ( trimestre i." i832), del quale non vogliamo tralasciare di porgere una benclie succinta notizia. Inco- minclando da quelle cose die sono come un seguito di altre trattate ne' citati numeri precedenti , e di cui venne pur fatta da noi menzione , nominerenio una lettera del cav. Bardini, ed un' altra del sig. Carmignani , intorno al progetto del marchese Ridolfi della fondazione di un istituto teorico-pratico d' agricoltura ; un' aggiunta del sig. Tiglie alia Memoria sopra una nuova varieta di patate : e due lettere , una del marchese Ridolil ed una anonima, intorno alia quistione proposta dal marcliese Tempi circa il sosti- tuirel cavalli ai buoi nella coltura de' terreni lejigieri. — La descrizione di un nuovo orecchio da coltri diede mate- ria ad un' importante Memoria del sig. Lambruschini, clie e quegli stesso die lo immagino. Gia conosciuto e lodato dagli agronomi e il coltro Ridolfi , e ne sono descritte le forme e le utilita cosi nella Biblioteca agraria ( torn. 3.°, pag. 38) come nel Giornale di fisica chimica (dec. II, vol. VII, pag. 246). Un tale coltro, coU'aggiurita dell' orec- chio inventato dal Lambruschini , e colle modificazioni necessarie per adattarvelo, e proclamato qual coltro che non Jia rivali. — II sig. L. Ricci da la descrizione di una mangiatoja portatile per le pecore;, e ragiona intorno all'uso dell' istrumento agrario detto bidcnte , che riguarda oppor- tnno per la zappatnra delle piante , e particolarmente delle viti ne' terreni sassosi , preferendogli pero la vanga se le zappature voglionsi eseguire in luoghi piani , e dove il terreno sia profondo. — Si torna nnovamente ( vedi Bibl. ital. , torn. 64.°, pag. 244) sail' argomento de' gelsi a prato , e poiche il sig. Bonafous diede alle stampc . d' ordine J.-0 APPENDICE della R. Societ;i d' agricoltura di Torino, uii Saggio sopra i gelsetl , e sopra una nuova specie di gelso , dellbero il sig. Lambruscliini di riprodurre per iiitero un tal saggio neli'agrario Giornale. La nuova sorta di gelso die il sig. Bonafous trovo piii acconcia d' ogni altra ( potendo pro- pagarsi per barbatelle ) alia coltura a prato , e quella clie Perrottet porto in Enropa dalle Fillppine , e Poiret gia prima avea nomiiiata latifolia ; ora pero il sig. Bonafous propone di nominarla cucullata. — II sig. Baroni tiea di- scorso del codogno Chinese ( Cydonia sinensis ) pianta ap- portatrice di un frutto grosso , vistoso , olezzante, ma di sapor acido stitico e , qnando sia crudo , in niun tempo mangereeeio. II Ridolfi c' iuforma in una nota , come ua tal codogno cotto a fette, dopo la compiuta sua maturanza, in acqua zuccherata, e servito caldo in tavola, riesca gra- tisslmo. Fuvvi tra noi clii impiego questo frutto ( die gia da alcuni anni si raccoglie negli orti botanico e agrario di Pavia ) a fame un composto simile alia cotognata , e I'esito ne fu soddisfacente. — Altri articoli contenuti uel citato numero del Giornale agrario sono i seguenti : Me- glio un cattivo podere die una buona pigione ; Sulla ma- lattia dei niajali deita panico ; Sulla spedizione del vino to- scano alle regioni oUremarine ; Sulla coltura dei poponi , dei cocomeri e delle zucche d' Egitto ; Notizie agrarie di Frgline ; Prezzi correnti, ecc. Trattato medico filosofico sop? a I allenazione mentale di Filippo Pinel , menibro della Ijegioii d' oiiore , dell Istitiito di Francia , ecc. Prima versions ita- liana sidla seconda edizioiie francese , di Costantino Vaghi, dottore in medicina e chirurgia: aggiuntivi alcuni cenni storici intorno la vita e le opere del- V autore. — Lodi , i83o, dalla tipografia Orcesi , un volume in o.° grande , di pag. 400, con due tavole in rame. ti Trasportare da una ad altra favella le opere eccellenti deir umano ingegno e il maggior benelicio clie far si possa alle lettere ; perclie sono si poche le opere perfette , e la invenzione in qualunque generc e tanto rara, die se cia- scuna dcUe nazioni modernc volesse appagarsi dellc riccliez- zc sue proprie , sarebbe oguor povera i c il commercio PARTE ITALIAN A. 2.JI de' pensleri e quello che ha piii sicuro profitto. " Coll' egi- da di questo giiistissimo detto di madama di Sthael , il sig. dott. Vaghi ricopre innanzi tutto la sua traduzione. Noi pero gli chiederemo di pennetterci una riflessione t la quale e , se di vero cio possa applicarsi alia versioae di un libro che conta gia quarant'aniii di vita (i), e coa- cerne un punto delle mediclie scienze , che fece ancora progress!, siccome ne fanno piena testimonianza le eccel- lenti opere posteriorniente pubblicate? In appresso se Topera di Pinel porta i caratterl impressi del vero sapere ; e hasata suit esperienza e suW osservazione di molti anni, sue destino era il produrre la piii felice e compleia rivoluzione in uno dei piii importanti rami di medicina , ed immensi vantaggi per r uinanita ( pag. 3 ) i se essa fissa un' epoca gloriosa e jiuova in cui le malattie mentali furono dalla culla ove mi- seramente giacevansi all' ultimo grado di perfezione condotte ed elevate da Pinel in un niodo tutto nuovo , tutto som- mo (pag. la), senza farci di essa detrattori , che per certo non manca di pregi , dimanderemo ancora perche gl' Italiani in si lungo spazio di tempo non ebber mai pensato a recarla nella loro lingua e farsela cosi propria? Egli ci vuole ben essere un motivo , e un motivo forte. Forse che i raedici della nostra penisola al paro di alcuni altri di altre nazioni non ebbero per puro oro quanto di lucclcante loro in essa si appresento. Basta in fatto leggere le opere periodiche niediche di quei tempi per chiarirsi della verita di questa deduzione. E qui a rinfrancare il nostro dire noi recheremo il giudizio datone da un celebre medico e scrittore. n Benlgne lector ! Pervolve Pinelii de maniis opus, detrahe casus nonnullos practices, quos in curriculo liujus operis grato cum animo in usum duxi , et die dein si quod reliquum est , non magis cum fabulis milesiis , quam cum opere medico convenlat ? Nimiruni omnia inordinate Pinelius scribens basim rerum medicarum , anatomiam scilicet pathologicam plane neglcxit , aetiolo- giam pliysicam vix per transennam tetlgit , ac maleriae medicae infamiae fere notam inussit. Adde contemptum quo de plerisque antecessoribus suis loquitur , adde silen- tium, quo classicum de maniis scriptorem Lorry, praeterit, (i) La prima edizione dell' opeiH di Pinel ora tradutta usci r anno i~')i -^ la seconda apparve ael i8cy. 2-2 \PPENDICE adde jactantinm , qua se veluti in fimdatoreiii doctrlnae niaiiianiin erigere conatur, etc., et jiidicium nieum liaud nimis iiivenies severum " (i). E di vero chl sgonibra del tutto la mente di prevenzione legge il Traltalo delle aliciiazioni mcntali di Pinei non pu6 non sottoscriversi a cjuesta sentenza. Limitandoci noi a quanto concerne 1' ita- liano nostro Chiaruggi ci facciamo le maraviglie, perche il traduttore prese non abl^ia le difese di lui dalT ingiusto morderlo die Pinel fa, tanto piu die Cliiarnggi , Lory c Greding furono quelli die speciaimente colle opere lore fatte di puljblica ragione spianarongli la via , e tolsero dalln culla in cut misercunente giacevaiio le malauie mentali. n Scorrere »; mai sempre le strade per altri calcate, parlar della foUia » in genere con un tuono dogniatico , considerare in seguito V la follia in particolare , e ritornare ancora a questo or- V dine scolastico di cause, di diagnosdco , di pronostico , di » indicazioni da soddisfare, egli e il difetto die si riscon- » tra in Chiaruggi. Lo spirito di investigazione si palesa " poco nella di lui opera se eccettuasi una centuria di >/ osservazioni die pubhlico, ma pochissime in fra queste " possono dar luogo a delle concludenti induzioni: " Cosi Pinel. Se in un' opera niedica il servar giusto ordine e diiarezza, il non gittarsi a vano specolare , e il riferire r osservato come naturalmente si presenta , il metter mano per quanto e posslbile all' anatomia patologica, sono difetti degni di censura, e da far gittare il disprezzo suU'autore, a tutta ragione Chiaruggi si merita il biasimo di Pinel, il quale per non peccare con lui , nel suo Trattato di cui te- niam discorso con minor ordine nel complesso segue la stessa via, e fa pur princlpio dal ricordare le cause (a), passa alia diagnosi annoverando i caratten fisici dcW alienazione raentale , e stabiiendo la distmzione delle diverse specie di alienazione (3); ferma le indicazioni curative da soddisfare favellando della polizia interna e delle regole da seguirsi negli stahilimenti consacrati agli alienad (4) , e mostrando i Ri- sultati dell' esperienza antica e modcrna sul trattamento me- dico degli alienad ; infine viene al pronostico coi risultati di osservazioni, e costruzione delle tnvolc per scrvire a deierminare (i) 3. Franck Praxeos nied. etc. (2) Sezione prima. (3) Sezione II e III. (4) tJe^iioae IV c V. PARTE ITALIANA. 278 il grado di probabilka della guarigione deglL alienati^ i Casi iiicurabdi di alieiiazionc a niotUo del vizj di conforniazione , o per altre cagioiu (i). Noa israania di erigerci in ceii- sori 5 clie non ci crediam da tanto , ci indusse a rom- pere qnel sileiizio clie tanto ci e caro , lua solo T auior del vero e della patria. Noi non in piccol conto abbiamo I'opere di Pinel, e nei tanti casi di nianie, die il lunga Gsercizio di nostra professiono, e diverse particolari circo- stanze ci appresentarono, confessiamo esserci forse pei primi giovati deJle osservazioni pratiche che il suo Trattato suite alicnazioni mentali racchiude , ma non possiamo patire che per alzar se stesso ingiustaniente egli conculclii autori si fatti die per piii rispetti la sua stessa stima si njeriterebbero. Noi speriamo che il sig. dott. Vaghi non sara per pigliare in mala parte queste osservazioni che osamuio avanzare, da che noi siamo persuasi che colle pin rette intenzioni egli si fece T apoJogista dell' opera di Pinel , e ne esegui la traduzione. Anzi lidando interamente nella rettitndine sua , noi lo pregheremo ad iscusarci , se scorgendo in lui non poca disposizione alio scrivere bene , e in complessa trovando buona la sua versione, ci permettiamo di racco- mandargli che ad altre piii importanti opere rivolga la penaa e T iagegno suo, e ad un tempo procuri di e\itaro nello stile ogui maniera die troppo senta del francese. Anlmadversiones in constltutioncm morborum stationa- riani cjusque cum sideruni laboribus nccessitadiucm , auctore Franc, nob. ab Hilden brand, mcdlcinou doctore , artis oculaiice magistro , praxeos medlcoc , patliologioe, thcrapiceque specudis in celeb. Univcis. Vindobonensi professuje P. O. etc. — Vindobonce , i83i, impensis J. Q. Hcubneri, typis viduce Anto- nii Strauss, in 8.°, di pag. 80. Osscivnzioni intorno cdle epidemic stazionarie , sunto compilato dal dottorc Corkeliani , prof, ordin. di patologia ge/ieralc c materia medica^ ecc. — Pavia^ i83i, presso PicLro Bizzoni. Lo scopo di questa operetta die abbiamo sott' occhia in un al sunto datoci dal sig. prol'essore Corneliani, viene (i) Sezione VI e VII. BibU Ital T. LXVl 58 ■2-4 A. P 1' E N U I c; E chiaraniente dallo stcsso atitore messo innanzl colle scguenti parole: « Tustat jam temjias , ut conteinptis deliriis astro- logicis, ajtenia Sulerum systeinatis Solai-is super nostrurn orbem jura, evitleiitissiniam eoriim super terrigeaas pote- stateni , Astrologiae proiiide (slricto sensu vocis) in cloctri- iiis nieJicis necessitatein viiidicemns, atque contra frivolas sciolorum injurias tueamnr, an recte feceriin, sequi deci- dant judices. » E noi di Jjuon grado lie rimettiauio ad essi il sentenziare. Alcoolato per la scabbia^ nnovo ritrovato del C. F. Giuseppe Marenesi, dedicato ai novelll figli dlp- pocrate. — Bergamo, i83i, dalla stainperia Cie- scini, in 4.°, di pag. 19. Questo nuo\'o ritrovato consiste in una soluzlone alcoo- lica di sabadiglia , suiflsagria ed elkboro ; sostanze lutte gia note quali aiitipsoriche , e d' 0(>;ni uianiera state adoperate, siccome ne fa prova il segueate pa&so del Dictionnairc iibrege des sciences mtdicnles (art. Gale, t. i5, png. 100); "La STAPH!" SAIGRE, le tabac , la GEVADILLE , Teupliorbe, I'EL- LEBORE, la cigue 5 TalCOOL, ecc. ... 011 procure la gue- rison de la gale, non sans occasioner souveat de vives doleurs , et une forte inflammation de la peau. Toutes ces substances ont etc combinees de milie manieres, et cliaque ini'decin a revendique la gloire eplieiiiere de I'invention d'une formule particuliere. " II perche non era sicuramente prezzo delP opera Taver voluto a questa produzione mendi- care mecenaii illustri cui prodigare I' inceitso deW adulazione. Quantunque altri potrebbe chiedere al sig. Marenesi, in qual conto percio tenga egli i suoi wnici niedici e chirurghi, a quali V lia nella seconda pagina intitolata ? La cagione pol die indusse il sig. Marenesi a studiare questo mtoi-o farinaco ( pag. 8 ) si e clie « gia da qualclie tempo gli pareva abbisognare un rimedio per la scabbia assai piii energico, meno ributtante e scevro di tutte quelle conseguenze funeste che sogliono conseguitare una tera- peutica di una lualattia cotaiito contagiosa, molesta e schifosa. » Egli adunque ignorava la mcdicina gia possiede cotal rimedio, il quale consiste nella soluzione del cloruro di calce , che gia da qualche anno con tutto il piix pronto e felice successo si adopera. II iiostro signer farmacista PARTE ITALIANA. 2jS sententia pure che 1' opinione della preseuza deiracaro nella rogna qual causa di essa « iioa lasci piu oltre a desiderare oade possa essere coufermata <>, e quiudi ignora altresi clie ai di nostri v' ha aiicora de' furti oppositori, e die Biett ed altri medici cercaroiio invano quell' insetto. V A R I E T A. r O E S I A. F. oesia lalina del Gagliuffl. — In occasione die venue aggiudicata dall'Accademia delle scienze di Parigi la graade iiiedaglia in oro al professore B. Mojoa pel suo felice ritrovato deirinjezione placentale, il cbiarissimo professore ed ellenlsta Gagliuffi scrisse in Parigi questi due bellissimi disiici. Benedicto Mojoni medico clarissimo. Quod, duce te , superat recreata puerpera mortem, Invento plausit Franca Minerva tuo. Gaude , liaud invideo, plausu sed coascia sparsae , Ecce quod invideain ;, mens tua gaudet opis. Lutetiae Parisiorum calendis maii. MDGCCXXXII. Gagliujffi. ARCHEOLOGIA E BELLE ART!. Pompcja. — La casa di Fauno, notissinia a tutti coloro che visitarono Pompeja , e una delle piii grandi e splen- dide abitazioni della citta risorta. Le arti belle vi fe- cero a aiano a mano preziose scoperte. IMusaici, bronzi , ornamenti d' oro , pietre incise passarono snccesslvamente dalle sue deserte camere nelle sale del Museo di Napoli, Nuovi tesori vennero , non ha guari , sulle tenebre con- quistati. Questi consistono in quairro niusaici di natural colorito che per la diniensione e bellezza loro, e per T ini- portanza de' soggetti vincere sembrano di molto cio che in si fatto genere ci fu dalF anlidnta trasraesso, e bea anche il famoso musaico di Palestrina col quale tre del nuovi hanno nondimeno una singolare analogia. Tre di essi musaicl collocati sovra la soglia delle ca-- mere contigue al giardino, hanno in tutto veutitre pahni 276 V xi U I E T a'. napoletani tU luiighezza sopra tlue e mezzo di altezza: rappresentano il corso del Nilo con ua iiuvolo d' uccelli accpiatici , con tutte le piante proprie del luogo , c fra questc il papiro , e con diversi animali anfibj , tra' quali il coccodiilio , la rana , il serpcnte , ed il niostruoso ip- popotamo che colla gola spalancata esce dal fondo dclle acqne. Tale scopcrta , degna di tutta Tattenzione degli ar- cheologi , e importantissima ancora pel pittore e pel na- turalista i e qaesti specialuiente trovare vi puo la solti- zione di varj scientilici proljlemi, die daU'antica sapienza avviluppati furono in ingegnose o profoude allegoric , di cui la nostra non lia peranco penetrato il mistero. Notarsi dee die il padi-one di questa casa nutriva un slngolar gusto per gli animali j giacclie i umsaici trovati presso di lui precedeiiteniente e gia conosciiui , rappre- sentano, per la piii parte, pesci , oclie , colonibi e per sino gatti. Queste varie pitture d' animali formano da se sole un particolar gabiuetto del R. Museo di Napoli. II quarto musalco , recentemente dissotterrato , ha nove palml e mezzo di altezza sopra dicianaove di lunghez:3a. £sso e contornato da una specie di ornatissima cornice , ed e al pari degli altri tre bello e ricco, sebliene tutt'altro siane il soggetto. — - Sovra di un fondo bianco e liscio e rappresentata una battaglla , le cui figure hanno circa tre paiuii e mezzo di altezza. Un cavaliere magnificamente armato alia greca mostrasi in attitudiiie di combattimento : il suo elmo giace a' piedi del cavallo ; per cio la testa del cavaliere nuda ci si presenta , giovane e marziale. II suo Jjraccio tuttavia alzato ha in quel punto trafitto con un giavellotto un nemico guerriero, die con grande sentimento di dolore cade sovra del proprio cavallo, gia questo ancora abbattuto da un colpo e nuotante nel sangue. Gli abiti , le armi , tutti gli ornamenti di questa seconda figura an- nunziare sembrano un Persiano : la capellatura del suo capo p acconciata alia persiana, die dalla testa le si rivolge sotto il mento. Le figure ond' e circondata, che sono a lei somi- glianti per gli abiti e per 1' acconciatura del capo, sem- brano in attitudine di compiangere un duce , e imprcssa portano §ul loro viso I'espressione d' un profondo ram- inarico. Tutte le teste vi si distinguono per un indivi- Juale carattere •, dal che ridonda varieta alia dipintura. }a p^nj parte yeggonsi armi , cavalli , g^errieri uiorti ^ V A R T r, T A . 277 morlboncVi; e fra le bandiere de' fuggcntl barbari se ne pre- senta una cli rosso colore e cogl' indizj di un gallo, a cui le ingiurie del tempo noa perdonarono che il capo e la cresta : tatto il restaate e svaaito. II lato , ov' e il vincitore, non e s\ bene conservato. II vincitore stesso, una parte del suo cavallo e molti dei suoi soldati trovansi piii o meno iiialconci dal tempo. D' altronde e da notarsi , die tutto gia stato era restaurato dagli artefici della stessa Pompeja. — ■ Gli anticjuarj napo- letani ravvisarono in qnesta mischia la battaglia del Gra- nico , quale ci viene descritta nel primo libro d'Arriano. Eglino riscontrata banno altresi una mirabile soraiglianza tra r eroe macedone cd il volto del vittorioso cavaliere. Tuttl poi sono d' accordo intorno alia bellezza di que- st'opera. II professoi'e Quaranta sta di essa preparando una descrizlone con relativo intaglio disegnato dal profes- sore Marsigni. (/. D. A.) ARTI EELLE. Disesno della Statua colossale decretata da A^ovaresi in onore del He Carlo Enanuele III. Sculnira di Pompeo Marches!, — Milano , i83a, litografia Vassalli, in fogl.° elefantino. — Non pill adatta epigrafe apporsi potea in fronte alia bella descrizione del disegno di qnesta statua di Eaianuele il grande, quanto qiiella die vi leggiamo iscritta e che e tratta dalle Memorie storiclie della R. Casa di Savoja del marchese Costa de Bouregard : La vie de ce Prince fut itne suite non interronipue d'utiles travaux et de srandes choses faites avec de petits moyens. E di fatto « Carlo Emannele ( cosi con " tutta verita scrive il coltissimo autore delP anzidetta de- " scrizione). Carlo Emannele III eblie dalla stima de' po- " poli stranieri, dalla gratiLiidlne del suo il co2:noine di » Grande. La posterita glielo conserve ancbe ne' tempi " ne' quali 1' Augusta Casa di Savoja, abbandonata la cu- " stodia delle Alpi soverchiate dalla prepotenza marziale, " vivea tra i fidi Sardi alle speranze di qnesta parte d' I- » talia, attendendo cbe i snccessi dell' iiomo corrompessero " le ispirazloni del genio , e riconducessero 1' Enropa ad " eqnililjrato scompartimento. — ConsuUa le storie o le " tradizioni : non sai se pin ti debba ammirare del valore " di Carlo Emannele o della sua civile prudenza ; non " sai se niejilio e":li iiovernasse iili eserciti o la naz'.one. a^S varieta'. " Quella sua perfezione di senno congiunta a prodezze " fornisce ridcn di ottimo Re, piii presto immagiiiata clie '/ ravvisata nelle gesta di cpianti sortirono sigaoria di po- » poli. " II caratteie del grande Emanuele ci senilira ia cjueste parole miraliilineate espresso. Ma i Novaresi speclalmente sperimentarono le patenie sollecitndiai del magnanimo Emannele. Perciocclie venuti nppena in dominio di lui fra le molte altre sue beneficenze quella eglino riconobbero singolarissima , per la quale a spese del benelico principe fn dato corso alle acque d'ua pestilente stagno, coaseguenza d'inutile opera militare dagli Spagnuoli costrutta , e per la quale restituita venue la loro patria al suo cielo ed alia salubrita sua. Tale atto di sovrana bcneficenza stato era dai Novaresi consagrato sino dal 1765 con marmorea iscrizione del ceiebre Guidone Ferrario. l\Ia questa reggere non pote alle politicbe vicen- de. I Novaresi non niai immemori de' benelicj , ond'Ema- nuele III, piii clie Re padre della loro patria , aveagli ri- colniati, decretarono la restituzione del monumento , e volontarj sovvennero di cbe innalzare al monarca guerriero e ad un tenqjo veramcnte filosofo una statua colossale in marino di Carrara, nllogandoue la scultura all' egregio no- stro professore cavaliere Marcbcsi. II grande Emanuele vedesi qui espresso nel suo vero carattere d' intrepido e provvido capitano ne' cimenti della guerra , e di soinmo principe nelle arti della pace. Sul volto di lui appnre quelT augusta maesta clie concilia aniore e venerazione. Egli , riposta appena la spada nella guaina , 9ta in atto di rivoigere le sue paterae soliecitudini a fa- vore de' popoli a lui soggetti , tenenJo nell' uua mano un rotolo; col che si allude alle sapientissime leggi da lui emanate ed ai benefici suoi provvedimenti in pro de' No- varesi. L' egregio scultore ha dato alia disegnata imagine una mossa pacifica si , ma dignitosa , imponente, quale ad un si gran principe convenivasi. Non discostandosi poi dalle impostegli prescrizioni ha procurato di conservare nelle vest! e ne' regali e sacri distintivi quelle fogge clie pro- prie erano de' tempi cui appartlene 1' azione, modihcandole pero coi precetti dell' arte, colla convenevolezza e col de- coro, onde 1' opera sua riescisse di corretto stile, siccome i di nostri richiedono. V A R I E T A . 279 Nota sull' insegnamento delle artl del disegno. — L'istru- zione degli artisti ( siccome e noto ) incominciare snolsi dal disegno delle linee : si passa qiiindi al raetodo con cui per mezzo delle ombre fignrare le convessita e le concavita, e finalmente all' uso de'colori, se Tartista es- sere dee pittore, od alia pratica del modellare in argilia , se trattasi d' un iniziato alia scultura. Qaesto metodo, lun- ghissimo in apparenza e fors'anche loglco di troppo, venne talvolta oppngnato come fondandosi tutto sovr'astrazioni assai diflicili pe' principianti. Una discussione di si fatto genere ebbe , noa ha guari , luogo nella classe di belle arti a Ginevra. II signor dottor C. Mnller vi lesse la se- guente Nota, clie noi ancora ben volentieri qui riportiamo, perclie ci dipinge assai bene i costumi del popolo napole- tano , e piii ancora perche ci fa conoscere una curiosa esperienza sull' insegnamento delle arti del disegno. Alle osservazioni (cosi disse 11 signor MuUer) clie ven- nero fatte sul mlgllor metodo con cui insegnare il disegno, mi fo lecito d'aggiugnere alcune parole intorno ad un' espe- rienza da me pratlcata in Italia. A Napoli io sogglornava contiguamente ad un giovane scultore penslonario del re di Prussia. Un giorno lo trovai di trlstlssimo umore. Seppi che un giovane da lui condotto da Roma pe' secondarj lavori dell' arte sua era appena sptrato per uno sbocco di sangue. II signor Schadow (cosi nomavasi il pittore) disperava di potere in Napoli procurarsi un individuo adatto a sottcntrare al giovane romano abile cotanto in si fatto genere di lavoro. Io clie per ben due anni mi era particolarmente dedicate a conoscere e studiare Tinfimo popolo del pacse, e che a quest' uopo mi era spesso in- tertenuto fra' lazzaroui^ gli feci coraggio e Io pregai per- che m' accompagnasse al Largo del Castello , Inogo a questi signori carissimo. Ivi varj e numerosi gruppi ne trovammo in anlmata conversazione all' Intorno della fontana P.Iedina, della cui frescura sogliono godere. Essl mi saiutarono tutti come una verclila loro conoscenza : ma questa volta cereal di Stefano , garzoncello della loro classe di circa tredici anni , che mi avea spesso accompagnato ne" mlei piccoli viaggi a piedi. Ben tosto lo trovammo sdrajato sotto il sno panlere, onde difendersi dai raggi d' un sole ardente. Gli proposi d" entrar qual domestico nella casa di un mio ami- co, e di servirlo cosi fedelmente come ser\ito avea me sSo V A R I E T A. stesso : Hccett6 glojosamente. Siccomc poi egll , al pari di tnita cotale classe di popolo, far sapcva la cucina alia napolctana , cosi tosto suggeri al sno nuo\ o padrone di comperare de' macclieroni , del pesce e de' broccoli :, riempie di tali provvigioai il sue paiiiere, clie poi colloco sulla sua bella testolina , e si inise in cammino per raggingnerci. II sig. Scliadow gli chiese sc prima recare non si volesse slla propria casa per prendere le cose sue. A tale dimanda io c Stefano tvattenerei non potemmo dal ridere. " Dove andare, Eccellenza? (disse Stefano) Noi passeremo dinanzi alia mia abitazione : finora io dormiva senipre sovra gli scaglioni della chiesa di San Ferdinando , e meco porto ogni mia fortuna , il mio paniere. '/ Finalmente entro nella casa dell' amico mio. Prima clie cadesse il giorno, egli appreso avea a perfezione 11 sue servire , conosceva tutte le per- sone della faniiglia e ben accetto era a ciascuno. II Dope tre giorni mi recai dal sig. Schadow. Egli non era in casa, ma vi trovai Stefano, nello studio di lui , assiso a terra in una posizione clie mi face maraviglia. Egli sollazzavasi nel modellare una mano da una statua , mano di complicatissima posizione clie da lui non vedevasi se non in prospettiva: gia condotto avea pressoclie a coni- pimento il suo lavoro con una perfezione clie mi sorpre- se. Ma un momento dopo la sorpresa del sig. Schadow fu ancor piii grande. Questi cominciato avea dal dare a Stefano qualche lezione del modo di preparare Targilla pe' modelli. II piccolo lazzarone nulla avea inteso al vedere que' tratti di matita , cjuella carta , e sopra tutto quelle linee ch' egli invano cercava negli oggetti oiid' era circon- dato. Costui senza muovere una parola profitto dell' assenza del suo maestro per porsi di slanclo al modellare comin- ciando da cio die ci ha di piix difficile, dalla mano umana. II sig. Schadow s' accorse ben tosto che Stefano avea un singolar ingegno per la scultura : si fece quindi un dovere di dirigerlo, per incoraggiarlo e spingerlo innanzi. Piii tardi egli rivolse su di lui 1' attenzione delT Accademia deceit studj , ossia delle belle arti. Stefano vi entro da prima come allievo , ed ora e uno de' primarj professori di quel superbo istituto il quale non ha alcuno che Io pareggi in Europa. » Si potrh rispondere che il giovane lazzarone era uno di quegli esseri distinti che dotati sono d' un geiiio V A R I E T a'. a8i straorcVmario per Tarti belle, uno di rinegll uominl che dalla natura non prodnconsi se non raraiuente, e die Tir- regolaie manicra con cui egli innalzossi in qnesta sfera non prova nulla per gli altri. Ebbene tutt' altrimenti avviene. » II sig. Scbadow ed io , ugualmente maravigliati per s\ fatta anomalia , e curiosi di conoscere il merito degli stud] oidinarj , formanimo una piccola scnola di giovinetti dai dieci ai dodici anni, cbe da Stefano i-accolti furono senza scelta alcuna nella strada , ed a' quali da principio fti d' uopo dare alcune monete per attraraeli. Noi li po- nemmo a ritrarre prlmieramente da' modelli , poi dalla natura, ed eglino stessi runTaltro a vicenda prestavansL a niodelli. Tuttl fecero rapidi progress! : il lavoro dlvenne per essl un piacere, e ben alieni dall' esigere danaro as- sediarono lo studio del sig. Scbadow , onde trovarvi la loro fdvorita occupazione. Alia fine di due niesi comin- ciarono a ritrarre da' modelli disegnati. Dapprima erano costoro come Stefano, nulla ne comprendevano, le linee senibravano loro una cosa insipida e strana ; ma dopo quindici giorni avevano il colpo d' occhio sommamente si- curo, e le loro matite raoveansi con meravigliosa rapidita e giustezza suUa lavagna e piix tardi sulla carta. Eglino v' aggiunsero ben tosto la nitidezza ed il finito , di modo cbe nel decorrere di soli tre mesi pervenuti erano ad un punto, cui gli allievi col metodo ordinario erano ben lungi dal ragglugnere dopo un esercizio di ben tre anni. " Yenne poi T altro esperimento. Altrettanti di que' pol- troni da Stefano raccolti nella strada furono riuniti a forza di danaro- in una nnova scuola, ove noi cominciam- mo dai modelli disegnati a matita , e poi da' modelli in rilievo. Quale fatica , quale noja per questi ragazzi e per Boi ! Eglino non solo non fecero progresso alcuno , nia nulla intesero di cotal lavoro, ed a stento impararono a servirsi delia matita. Era questo un metodo soverchiamente astratto per quelle giovani fantasie napoletane , per quel figliuoli della natura. Fu d' uopo pagarli ogni volta, o dar loro de' maccberoni per attrarneli i, e nondimeno la nostra scuola alia flue d' un mese rimase deserta. » Cio cb' io vidi , l' esperlenza cbe feci io stesso sotto il 40.° grado di latitudine con un popolo tuttor fancinllo , privo bensi di civilth . ma picno d' intelligenza e dotato d' un natural genio fcr la pocsia e per 1' aiti belle , non a8a V A n I E T a'. mi setlure pcro al segno di sostenere die ua ugual metodo sarebbe buouo e presso di noi nel settentrione applicabile. Parnii cio non ostante clie fame potrebbesi resperimento fra una piccola popolazione soinniauiente iiicivilita per legffi, per istrnzione e per costumanze, quand'ancbe noa venisse cio praticato se noii per istal)llire il principio , doversi cioe i metodi modilicare secondo i climl ed i paesi, Iti ogni caso la plastica , la ripetizione delle umane forme, come ci viene dalla natura prtseatata , mi sembra alia natiira stessa piu vicina e conforme di quello che lo sia il discgiio. Essa di fatto presso tutti i popoli sviliippossi prima delP arte : sarel)be mai cpiesto un indizio di quello che noi praticare dovremmo nelf iusegnamento? Ecco cio die noa oserei decidere. " Osservazioni oil' opera del prof. Viviani Intorno agli organi elementari delle piante (i). — Ci e veauta alle mani I'opera del sig. Viviani , nella quale abbiam veduto impugnate molte opinioni de' piii autorevoli liotanici , e sostenuto co- me base di nil novello sistema botanico, che il pareachima delle piante sia vascolare e non cellulare. Ci siamo afFret- tati di ripetere gli esperimenti , dai quali il sig. Viviani trasse in parte le pruove del nuovo sistema; ma dessi non corrisposero faiora alf aspettazione die era sorta in noi dalle cose da lui esposte. Non vogliamo percio porre ia dubbio la ^erita delle medesime , ma nondimeno osservia- mo che esse non dimostrano inncgabilmente la natura va- scolare del parenchima , poiche cio che per esse ai suppo- sti vasi di questo si attnbulsce , potrebbesi con miglior ragione ai meati tracellulari del inedesimo attribuire. Quindi noi prendiamo ad esaminare la questione relatlva alia na- tura cellulare o vascolare del pareachima indipendentemente dair esito degli esperimenti suddetti. Che il parenchima delle piante vascolari sia cellulare e non vascolare, in qualunque epoca di suo svolgiment9 si osservi, vien dimostrato dall esame di uno stesso or- gano fatto comparativamente nelle piante suddette e nelle cellulari , e dalle varie apparenze sotto ie quali si presenta il parenchima stesso esaniiuato al microscopio. (i) Vedi il precedente fascicolo (U questa Bibliorfci Italiaiia (aprile i832 ) a pag. 96. VARIETA.'. 283 II concorso dl cellule, indipendenteniente da qualsiasi sorta di vasi nelP organizzazione delle piante cellulari, e talmente manifesto, che alcuiie tra queste ( p. e. le Care semplici ) non oIlVoiio nella composizione de' diversi loro organi , come soiio la radice, il caule, i rami, le foglie, ecc, che semplici cellctte o tnbi chinsi alle loro eslremita, ed articolati gli uni sopra gli altri. Nella sezione trasversale in fatti degli accennati organi non si scorge die una sola imboccatura segnata da una linea circolare corrispondente al taglio delle pareti del tubo. Altre piante ceUnlari piu composte ( p, e. le Caulinie , le Care composte, ecc), in luogo di semplici tubi arti- colati , presentano nella struttura de' loro organi fonda- nientali diverse serie di tubetti lassaraente tra loro con- ginnti •, ed il taglio orizzontale di queste parti fa vedere tante imboccature , quanti sono i tubetti clie concorrono a formarle. Queste imboccature sono, come nel caso delle Care semplici, contornate da filetti corrispondenti al taglio delle pareti di ciascun tubo, ed il loro insieme presenta una specie di rete a maglie piu o meno angolose, a nor- ma della maggiore o minor pressione che sofFrono le pareti dei tubi stessi. Niun altro organo s' intromette nella for- mazione di questa reticella , e staccati questi tubetti gli uni dagli altri ( cio che si ottiene agevolmente ) , si scom- pone la rete in tanti circoletti formati dal taglio delle pareti dei rispettivi tubi, come e nel caso delle Care semplici. Tutta la difFcrenza percio di struttura tra il filetto che circonda il tubo delle Cure semplici , e quello che foggiato a maglia circoncia i tubi delle Care composte e delle Cau- linie, consiste nelTessere il primo scmplice, ossla formato dal taglio di una semplice membrana, il secondo doppio, formato cioe dal taglio di due membrane riunite. Cio che si e detto del taglio orizzontale dei tubetti, che semplici od aggregati costituiscono i diversi organi fondamentali delle suddette piante, ha pur luogo nel taglio verticale, astrazion fatta dalle diverse forme sotto cui presentansi le spaccature. Appareuze affatto simili banno luogo nella sezione del parenchima delle piante cosi dette vascolari ,,ed inutilmente s' afTaiicherebbe colui che yolesse trovare anche nelle piii minute particolarith argomenti di differenza. Per convin- cersi di cio non si ha che a consnltare le figure 2.' e 3^.* a84 V A R I E T .\\ delle tavole dell' Amici , nnncsse alle sue Osscrvazioni mi- croscopichc , nella prima delle quali e rappresentato II ta- glio orizzontale del caale della CanUnia fragilis, nella se- coiida uno spicchio della sezione orizzontale del caule del- r AUsnia plaiitago. Ora se i liletti die segnano le maglie formate dalla se- zione orizzontale del caulc della Caulinia fragilis non sono altro che le pareti troncate dei tubi o delle cellette die ne compongono 1' intera massa , perche dovranno esser va- si , giusta r avviso del prof. Viviani , que'filetti che for- niano un' identica rete nel taglio trasversale del caule del- r Alisinn plantago ? Perche T istessa economia non dovra governare esseri tanto tra loro simili e sopra uno stesso tipo modellati? Forse 11 sig. Viviani dira essere cosa indi- screta il voler dalla struttnra di queste piante cellnlari prender norma pel resto del regno vegctabile. Al die si potrehbe rispondere esser ben altro arbitrio il voler de- diirre qnest' istessa struttnra, conr egli ha fatto, dagli es- seri i piu perfetti del regno animale. Ne vale il dire che 1' idea d' organizzazione e talmente legata con quella di sistema de'vasi, che, 1' una senza I'al- tra e nome vuoto di senso ( op. cit. pag. 87 ) ; giacche si verrebbe in tal modo ad escludere dal regno organico tutte le piante cellular!, nelle quali il Viviani stesso ha negato la presenza de'vasi, dicendole mancanti di vero legno, perche prive dell' organo ( i vasi ) destinato a cernerlo (pag. 200). Ma sia pure il parenchima delle piante vascolari , prima die il corso della vegetazione lo abbia alterato, un intrec- cio di vasellini , come vuole il prof. Viviani, e siano gU spazj circoscritti da questi vasi non chiusi da membrane, ma aperti e tra loro comunicanti ; come spieghera egli in questo supposto le varie apparenze di ajuole esagone o rettangolari sotto le quali si presenta il parenchima? Ap- parenze che a nessun anatomico sfuggirono , e che egli stesso ha si bene descritte e delineate? Qnesta apparenza di ajuole esagone , dice il sig. Viviani pag. 73, del pari che il loro progresso , a cagione dell' au- niento delle parti, in ajuole rettangolari allnngate, si mo- strera ugualmente , ossia che si supponga essere i lati di queste figure formate da fdi o vasellini che formino la ma- glia ad ajuole aperte , o bensi che queste figure esngone V A R 1 E T a'. 285 o rettangolari slano le facce o pareti di vuote cavita cir- coscritte da queste forme , pereke in questo caso sarebbe la sezion delle pareti stesse die presenterebbe delle dette forme 1' apparenza. Questo e quaiito ci siamo proposti di rettificare nel pre- eente articolo , guidati dai fatti , ed appoggiati alle stesse spiegazioni die ne da V autore. Se si esamina al microscopic uno spicdiio del tronco di piaata monocotiledone tagliato nel senso orizzontale (V. Vi- vianl tav. i, fig. I. ), si vede sparsa sulla superficie della sezione una specie di rete forniata da filetti sottill ed opa- clii, le cui maglie, di forma press' a poco esagona, vanno gradatamente ristringendosi in corrispondenza dei vasl spi- rali e della periferia dello spiccliio medesimo. Si spacdii verticalmente lo stesso tronco ( ivi fig. II. ) e si vedrii clie gli spazj esagoni definiti dai filetti della uiaglia della sezione orizzontale corrispondono precisamente ( pag. 77 , lin. 8 ) ad altri spazj longitudiuali , che lianno la forma di ajaole rettangolari alkingate , tracciati da filetti parallel! perfetla- uiente simili a quelli della sezione orizzontale. Cio posto , se i filetti che contornano le ajuole longitu- diuali e rettangolari sono , come vuole il sig. Yiviani , i vasellini deirordito, se gli spazj o le ajuole sono aperte, venendo nella sezione orizzontale del tronco questi vasel- lini trasversalmente recisi, dovra presentarsi la superficie della sezione istessa tutta gremita di punti o forellini, noa pill grandi del diametro dei supposti vasellini o filetti, disposti press' a poco come gli angoli delle maglie segnate dalla rete orizzontale sopra descritta. E questi punti o fo- rellini , corrispondenti aile boccucce di ciascun vasellino verticale , dovranno trovarsi isolati come lo sono i vasel- lini stessi, giacdie le comunicazioni trasversali (pag. 78) sono rarissime specialmente nelle piante monocotiledoni , nellc quali ogni traccia di filjra trasyersale sembra quasi che scompaja. Sotto tale apparenza appunto si presentano anche ad occhio nudo i forellini delle trachee ( V. Viviani tav. i , fig. I, e tav. 8, fig. I a, e fig. 8 a, 6), le cjuali sotto forma di filetti longitudiuali o paralleli , piu o meno tra lore discosti, attraversano la. massa parenchimatosa del caule. Ora niente di tutto questo si rileva nella sezione oriz- yoflijle sopra descritta , ed iii vece di puati o foruUiai ^86 Y A K I E T a'. isolad vedesi all' iiicontro una specie di rete a niaglie esa- goae. Da die diinque derivano i filetd trasversali die compoiigoiio la maglia e die s' espandoao sulla superficie della sucUletta sezione ? I filetti, dice Taucore a pag. 76, die formaiio la maglia esagona della sezione orizzontale, sono gU orli dei filetti paralleli clie tntta segnano longitudinalinente la spaccatura verticale. — Ci sembra die il sig. Vivinni nel dar cjuesta spiegazione si dimostri non del tutto coerente a'suoi principj. Infatti se i filetti della maglia esagona della sezione oriz- zontale sono gli orli dei filetti paralleli die tutta segnano longitudinalmente la spaccatura verticale, le ajuole o gli spazj esagoni circoscritti dagli stessi filetti dovranno es- sere le boccucce dei iiletti o vaseJlini verticali trasversal- niente troncati. E sicconie qneste ajuole o boccucce cor- rispoudono precisamente ( pagina 77 , linea 8 ) alle ajuole rettangolari allungate della sezione verticale, il lunie od il diametro dei filetti o vasellini verticali sara rappresen- tato da queste ajuole rettangolari medesime. Per cui sosti- tuendo al nome dl fiietto o vasellino adottato dal Viviani, quelio di tabetto o canaletto adottato da tutti i fisiologi, avremo 1' espressione del Viviani ridotta alia seguente : i filetti die formano la maglia esagona della sezione oriz- zontale sono gli orli dei tubetti e canaletti paralleli die tntta segnano longitudinalmente la spaccatura verticale. Cio die sarebbe lo stesso die il dire die la maglia orizzontale esagona e formata dalla sezione delle pareti di vuote ca- vita circoscritte da questa forma. E questo e appunto quelio die ha luogo nella struttura ccllulare del parencliima delle piante vascolari, e che patentemente riscontrasi nel taglio trasversale dei tubetti die costituiscono il caule delle Care composte, delle Caulinie , ecc. Quelio die si e detto delle piante monocotlledoni e pure applicabile alle piante dicotiledonl , come v' ha un insigne esempio nel taglio orizzontale e verticale del Chclklonium niajus egregiameute rapjiresentato nelle tavole citate del- I'Amlci alle figure 3o e 3i. E questo raglonamento non e apjJicabile soltanto al tessuto di maglie allungate, ma an- die a quelio di maglie rotondate od esagone , essendo quelio di questo una pretta modificazione al dlr anclie dello stesso Yiviani. La struttura cellulare del parenchima e talmente mani- festa in alcune piante quantunque vascolari , die lo stesso V A. R I E T a'. 287 Yiviani non pote far a nieno di animettere in esso un bI- steina di cellette. Fernianieiit.e attaccato pero a' snoi prlncipj , riferi questa strattura ad iiii' alterazione dell' ordito stesso che , a suo avviso , ha sempre luogo nel corso della vegetazione. Per cui tutta la discordanza delle opinioni sta nell' essere egU risalito, come pretende, alia struttura primordiale del pa- reucliimai laddove i proinotori del sisteina cellulare Tlianno scorto a periodo avanzaio di sno svolgimento ( pag. laS). Secoado il processo indicate dalf autore nella trasfor- mazione dell' ordito in tessuto cellnlare (pag. 120), ve- nendo abolita ogai traccia d'organizzazione, e tolte le co- ninnicazioai tra i vuotl dell' ordito stesso, non si sa com- prendere come possa snssistere ancora la vita nelle parti per SI fatta raanieia disorganizzate, e come i sughi proprj possan per esse ctiscorrere , non avendo egli assegnato a cjnesti umori, secretl dai vasellinl deU'ordito, altra strada che qnella degl' interstizj dell' ordito medesiuio. Ma supposto che avvenga una tale trasformazlone, qnal sara 1' epoca d'esaminare il parenchima delle piante per rinvenire il suo ordito prima che in tessuto cellnlare si trasformi , se nessuno , dal Comparetti in fuori, giunse mai a vederio, e se gli stessi Brongniart e Mirbel, che seguirono il gernie dal momento della sua comparsa nell'ovetto sino al suo perfetto sviluppo, non videro altro che cellette? ERRATA-CORRIGE. Tomo 65.° Pag. 46 lot. 3 Couti leggl Corti " 49 36 N II 26 ] " 57 195 „ 29 32 ) Keiser « Kieser a» IVJ >■ 37 k » 199 » 24 ) J* 68 " i mapgiore » minore » 123 » 3 Bose » Rose Tomo 66. 0 It 121 " 27 A Giacomo Ma, rietti " A Giac R. Gmoxi, F. Cahliki, I. Fvmagalli e G. Bevgnatelli , diretcori ed editori. Pubbl." il di 3 luglio i83a. — Milano , daW J, R. Stamperia. Osscrvazionl mcteorologlche fattc all' I. R. Osscivntorio dl Brcra. ^^^ ^^l^H m^^Bi ^^^^gm M A G G I 0 i832. 31 A T T I N A. S E n \. 3 '5 N d 2 1 0 c -5 -' 0 6 II u , Slate del cielo. d S — 1 'S Si i i a 0 c ■;:: 0 ~ N > State del cielo. p.>ll IlU. 0 poll. Illl. I 27 5,4 [4. 5,0 N Serene. 27 <>'; +14,0 N e Sereno. 1 27 6,7 1+ 7,.^ S E S Niivulo. 27 5,8 +12,0 N E N Nuv. pioggia. i 0 27 8,5;+ 5,8 0 Scieno. 27 9.0 +i5,5 S S E Serene. 4 27 9-'^ + 9,.) N E Nuvolo. 27 9,5 +12,5 N E N Nuv. pioggia. b ~i'i '■^7 9-.9 •*• 9,-3 0 Serene. 27 ir,2 28 0,5 +iG,u N Serene. j 28 1,0 + 8,5 N N E Serene. +i5,6 s s 0 Serene. j n 27 11,5 +10,(3 NE Serene. 27 10,8 +i6,5 N 0 Serene. 1 « 27 10,5 +10,5 N Sereno. 27 9»5 +17,5 SOS Serene. f) 27 8,0 + 12,0 0 Serene. 27 7,5 +17,5 SOS Ser. venle. | lO 27 G,.. + 12,5 N 0 N Nuvolo. 27 6,8 +i4,o S ES Nuv. -sente. I I 27 7,8 + 7,0 N E N Pioggla. 27 7,6 +11,5 SS E Nuvolo. 12 27 (3,5 + 6,5 N 0 ^u^olo. 27 6,0 +i5,5 S 0 Serene. .5 27 7,3 + 7,4 E Nuv. pioggia. 27 5,8 + 10,0 S E Nu\ele. • 4 27 5.7 + 7,0 N E Nuvolo. 27 5,6 +i5,5 s es Sereno. lo 27 6,8 + 8,5 S £ S Nuvolo. 27 6,S +10,5 N N E Nuv. pioggia. t i(; 27 7,5 + 6,5 S 0 Nuv. pioggla. 27 7,8 +10,0 S 0 Ninolo. '7 27 7:9 + 8,4 N E Nuvolo, 27 7,5 + I'{,0 s 0 Ser. temp. piog. | .8 27 9-4 + 6.5 N 0 N Serene. 27 9-,7 +'4,o 0 Serene. I.J -in 1 1,0 + 8,7 N E Nuvolo. 27 11,0 +14,0 0 Serene. ■20 27 11,8 -7,5 N E Serene. 27 11,5 + i4,5 SOS Serene. " ( 21 28 0,5 + 9,0 N E Nuvolo. 28 0,3 +i5,5 so Nuv. ser. 2 2 27 10,5 + 9,5 N E Sereno. 27 11,0 +16,5 SOS Sereno. j 2;) 27 + 1 1,0 N N E Sereno. 27 9,0 +17,0 so Nu\olo. 2I 27 q,5 +lo,o N E N Nuvolo. 27 i[,3 +17,0 N E N Nuvolo. 2;^) 27 11,0 + 10,0 E Sereno. 27 10,5 +18,0 N 0 K Nuvolo. i 2G ■^7 9'0 +11,7 N 0 Nuv. pioggia. 27 9,0 "*"'7'7 NEK Nuvolo. ■^7 27 7,0 + xo,o S E S Nuv. pioggia. 27 7,0 + 16,7 SOS Nuvolo. 28 27 8,5 + 10,0 N 0 Nuvolo. 27 7,5 + 17,^ s Nu\olo. '•^9 27 9,^' +10,0 N E Nuvole. 27 9,6 +17,0 N E N Sereno. 00 27 10,2 + io,o N E Serene. 37 10,0 +17,0 E Sereno. 01 27 9,0 + 10,5 N E Serene, 27 9."-' +17,4 N JV E Ser. veulo. Allczza iiiiiss. del bar. poll. 28 liii. i, e AUciza mass, del icrin. + 18,0 iiiiniina 4 minima . . . . + 5,o |. 8q media + i3>o* ,. or, ., S Quantitil della piog gia liute i8,32. 1 iaHflB ■i^i^ ■MBMM AoanBc a.aaBBii 289 BIBLIOTECA ITALIANA Citii/qwo A062,. PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. Siiir iiso da far si dclla Storia nelle lettere e nelle ard. Ardcolo I. L ia Storia die gli uomiiii riguardano qual guidatrice dellavita, e qual niaestra di civile e politica sapien- za , adcnipie questo gravissimo uffizio richiamando i tiascorsi tempi c ponendo sotto gli occhi in verace ed accurata mostra i fatti clie avvennero , le gloria clie furoiio, i generosi ed i prodi che amarono il genere umano come fosse una cara famiglia alle no- bili loro cure aflidata , ed i vili e malvagi che lo conculcarono, e lo contaminarono qual razza infame e dannata. Per tal modo la storia ripara alia brevita della vita, ammaestrando i vivi colla esperienza degli ostinti, e per essi traendo dai tesori dell' antichita cio che ncl rapido loro passaggio sulla terra noii hanno tempo di acquistare. Le lettere e le arti, il cui unico scopo quello si e di riprodurre nelle in- cantevoli loro rappresentazioni quanto di bello si trova nel mondo tisico e uel morale, non possono non collegarsi con intimo nodo alia storia, e non giovarsi del maraviglioso spettacolo ch' cssa offre delle preterite eta donate di una seconda vita, dello strano e spesso doloroso contrasto di virtu e di vizj , di niiscria e di grandczza , di fortune c di dolori , e Bibl. leal. T. LXVI. 19 a0O SULl'uSO da IARSI DEI. la STORIA delle sorgenti copioslssiine di ogni manicra di affetti e di cscmpli di ogni soi'.a die dal j)assato si possono derivare a diletto e a documento dei prcsenti. Per- cio esse o coi lirici numeri. o coUe epopee, o coi dramini, o col pennello, o coUo scarpello, o coi cori di Polinnia, o con quelli di Tersicore si adoprano continuamente a rapprosentarc variamente disposti, ordinati, tratteggiati qn^gli avveiiimenti clie la storia semplice e severa schicttamente espone. Ora addi- viene opera degna dei sinceri zelatori del pubblico bene, come quel la die ha una stretta connessione col niiglioramento dei rostumi c col nazionale dc- coro, r investigare da qual principio siano guidati i letterati e gli artisti nelL> scelta dei fatti che vogliono rappresentare ed a qual fine siano da essi ordinate le loro invenzioni e composizioni. Ma senibra che generalniente parlando questo principio e questo tine non siano tra noi ne con pieno e comune accordo convenuti, ne con certezza determinati; onde le let- tere e le arti traendo dalla storia i soggetti delle loro imitazioni alcuna volta, e quasi per accidente, i desideiati eftetti producono, ma il loro vero generale ed utile scopo non si r;tggiuuge ; e le genti minori in tanta varieta di norine e di lavori , come dietro a scorte nial fide, vanno errando confuse c scorate. Per le quali cose alcuae riflessioni noi vogliamo cspor brevemente su tale argomento. Per determinare con criterio logico quale scelta far debbano i letterati e gli artisti tra gl' infiniti e svariatissimi fatti che la storia presenta , fa d'uopo innanzi ad ogni altra cosa determinare come si mo- difichi Tuffizio della stoiia, quancl essa dal proprio e naturale suo magistero si trasmuta nella palestra delle arti , ed i suoi avvenimenti dapprima narrati con aha ed austera disciplina divengono subbietto di carmi c di rapprescntazioni. Ora s' e vero, come pure e verissirao e non rivocabile in dubbio da alcuno che sia intero al giudicare e al sentire, che Tunico •copo delle Icttere e delle arti e U riproduzione NELLE LETTERE E NELLE ARTI. ^9! della bcllczza , noi non credlamo di andar lungi dal •egno pensando che luffizio precipuo della storia , SEKVA;iIONl INTOHNO Al AOCAUULAHJ cose pari quella lint^ua abbia inaggior pregio in cui le parole soiio piu uuinerobe; giaccbo una vera ric- chezza della lingua fbrniasi da quelle sole parole clic da chi parla o scrive venir possano propriameute e acconciymentc iisatc. Ill sctte paragrall si suddividc quel capo, ed il primo versa sulle parole dl li/igue siranlere, niolte delle quali col cambio delle cose si sono a poco a poco uella lingua nostra introdottc, e per lunga cit- tadinanza, come dice I'autore, talmente affratellate che appena possono da altrc originarie distinguersi ; e queste non potrebbonsi ragionevoluiente sbandire dai nostri vocabolarj. Preniessa una breve menzione di alcune voci straniere, adottate dal Redl e da altri anche piu antichi nostri scrittori , passa 1 autore iu rassegna altre allatto straniere che a torto furono dai lessicograti introdotte e che dovrebbero onninamente escludersi , come asub, magraphe tem'id , arabe o ebraiche in origine, il ragii per intingolo, il male- scio che e pretto il malaise dei Francesi , il verda- diero spagnuolo , ecc. , e varj barbarismi incipient! dalla letteia K, conservati reli2:iosamente dal Cesar i, onde non defraudare i Gristiani del Kytie , tanto solo quanto unito aW Eleison. — Le parole latine formano argouiento del § II. Ben contento il Carena che dalla lingua del Lazio molto ritragga litaliana di lei pri- mogenita, si duole che molte voci, in cambio di no- tarsene la latina derivazione, sieno portate a dirittura come latine nei Vocabolarj, come calibe , comizio , cute, foro^ retore , ecc, 2;iacche non meno latine sa- rebbero pane, cino , cibo , vita, ecc, e altronde tro- vansi ne' Vocabolarj stessi parole latinissime , come quia, ubi, inccdere , conspicere, ignoscere , perficere , ecc, che forse vi sono registratc a torto. Queste egU vuole che si lascino al Vocabolario latino, e mostra che se quelle voci trovansi in alcune pregevoli scrit- ture italiane, vi si intruscro o per istudio di bre- vita onde risparmiare le citazioni, o per la maggiore fomiliarita cho altrc volte si aveva col latino , motivi DEL LA LINGUA ITALIANA. 3o3 che abbastanza noii giustificano 1' inserzioiie di quelle voci nei iiostri Dizioiiarj , ne la formazione di un lingnaggio , che F autore cliiama bahelico. Egli ha forse ragione in niassima , ma alcuni lo tacceranno di troppo rigore, e certo e che il latino giova molte volte a sussidiare \ italiano, e dal latino possono trarsi ancora molti sussidj per la piu opportuna no- nienclatura delle cose naturali, il che formava argo- mcnto di molte pagine nel Discorso annunziato sul principio di cptesto articolo. — Versa il § III suUe parole d incerta o di perduta significazione : tra le prime si uotano allichisare , zazzeato e zacconato , non interpretate ne pure dal Varchi , chionna , cu- besso , fordano , frassiigno , ed altre gia morte o per- dute da piu di due secoli , laonde si potrebbe dar loro, come dice T autore, quasi a corpi senz''anima, onorevole scpoltiira. — Seguono nel § IV le parole e frasl antiche e disusate, e gli idiotismi: si espone il voto che le prime, come aggrattare , aggucffare , ciam- bra e cigolo , e boce eboto, e ginggiare egranne, e grazzire , e onestura, e paraula, epighertd, e vilume, e bdtd, e santd, ed altre moUe deW antica disusata italiaidtd, vengano rilegate al piu ai glossarj parziali degli antichi classici che le adoperarono , ma non intruse nei Vocabolarj della lingua. Quanto agli idio- tismi, con bella osservazione si fa vedere non esatta la spieii;a7,ionc datane nel Vocaholario in cui si dice ridiotismo lizio nel parlare a Jiello scrivere della plebe o degli idioti, mentre da un esempio tratto dal Sal~ \:iiu risulta esser qiiello ^XvLltosio proprietd di lingua; ma gli j(/io^:^mi cattivi, inutili, strani o equivoci dei quail si allegano alcuni esempi, come non sarebbero da imitarsi, cosi pure in sentenza dell' autore non sono nemmeno da registrarsi. — Nel § V si ragiona delle pa- role di ortogiafia viziosa od inutilmente variata, delle storpiature e de2:li anagrammi. — Nel VI delle parole hurlesche, ditirainbiche , malamcnte composte , jonadat- tiche, onoinatopec. Cattive lezioni e storpiature die ttei Vocabolarj s* incontrano , sono, per es. , aigua per 304 OSSEUVAriOM intouno ai vocabolarj acqua , albitro per arbltro , alimento per clemcnto , aibintio per laberinto , cusoiie per caglonc , cclloria per cervello, giiagnclo per vangclo, inscmbrc per i/i- sicme, valentrc per valcnte, ecc. ; ortoj^ralie viziosc arnbcdul, anibcduo , o arnbiduo, o amboduo, aineiulua, arnendu/u , amc/tdm i, tuttaduc , cntrambo ^ trarncndue o tramcnditi, o traine/idunl, e siniili. Iliprovevole 6 pure ne' Vocabolarj nostri la copia eccessiva di inutili siiioniini, che si ravvisa priiicipalmente alle voci aria ed albero, e cosi qualclie strana variazione, come ([uella di nottola in nott.olo , e quindi in piplstrello , vlspistrcllo , I'ilpistrello, ecc. Gli aiiagramml si lormano coUa trasposizione delle Icttcre onde si compone un vocabolo, e quindi bituro, capresto, cofaccla per fw caccia , ordlngo , pr'ip.ta per pietra , punga per pitgna e simili , tutti giojelli che senza danno potrebbero torsi dal Vocabolario, non meno che le varie inutili ortogralie bombero , bomere e botnero per vomere, e altre somiglianti. Lo stesso e da dirsi di alcuni modi hurlescJii perche strani ed irregolari ; tali sono le voci boccaccesche ^^q/bZo , efisolofo, e trusoricrc-, ecc; e di carte frasi parimente giocose, che in senso troppo ge- nerale pigliate furono talvolta dai lessicograll: lo stesso di certe scherzose locuzioni di antichi autori , di certi giuochi di parole , come clnquadca per ispada , ciri- qaantiaggliie e inagnificagglue , e pallonissimo per gon- fio pill dun pallone, e taglissimo , ecc. Voci di strana forniazionc , e quindi da rigettarsi , sono inferini" forme ^ lettericidio ; di ibrida costruzione perche tolte da diverse lingue, insettologia e moltinortuo ai quali sembrano piii propriamente da sostituirsi cntoniologia e poliiwinio. Jonadatdche diconsi le parole inintelli- gibili, le di cui prime lettere o sillabe sono di vo- caboli noti , come tegolo per tcologo , arciconiglio per urciconsolo : le onomatopee sembrano essere quelle voci primitive che hanno uu I'ondamento nella natura e servirono alia formazione di moke parole , ma per- fezionate furono dal linguaggio articolato; ma cosi ini- ' pcrfetLc iioa dovevano nei Vocabolario registrarsi, bELLA LINGUA ITALIANA. 3o5 come era era , era era , baa ban , e gnno o miao , donde si fecero crociarc, gracidare , crocidarc , abba- jaic, miagolare c i loro sustaritivi; airuso delle quali non puo tlaie il Vocaljolario alcana autorita, e quindi possono al dire dell' autore risguardarsi come monete d' oro prive tiittora del niarchio del principe. — P^g* giori delle storpiature burlesche sono le voci e frasi di gcrgo furbcsco , chiamatc ad esame nel § VII ; dis- scro i soli turfauti per ascondere talora la loro ne- quizia, gesso per vino, grascia per moneta , bracco per birro , calcosn per strada , gonzo per contadiiio , stcfano in vece di stomaco, mandar a Bada per uc- cid^e, affugar nclla canapa per impiccare, e cose simili; ma si flitte parole non servono punto ad ar- ricchire , ma piuttosto a deturpare la lingua ; ad esse possono foisc aggiugncrsi le frasi proverbiali appli- cate nel Vocaholario alia parola morire, come andare a babboriveggoli , a Volterra , a ingrassare i petron- cianl, a rincalzar i cavoli , dar bcccare a' polll del prctc , dare o fare i tratli , trarre le citoja , scac- chiare , ecc. ; e quelle poste per sinonimi di ucci- dere , mandar a cena cogli angioll , fare la festa ad alcuno o ripiegarlo , allc quali frasi I'aufore non ac- corda ne pure la qualilioazione di modi bassi, ma le vuole eliminate o rimaudate, qnando ci fosse, al Vocabolario dell infima iudiaiiud. — Segue un' Appeu- dicc al capo I sugli ace end c sidle letter e raddoppiate , nella quale s' iudicuio i casi iii cui i primi sono neces- sarj , e si mostrano gli ciVctti delle seconde nel distin- gucre alcune parole e nel fame nascere alcuna nuova. Eccoci al capo s^condo in cui si tratta delle defiid- zioni. — Si premette un dotto preambolo sidle defini- zioni in gc/iere, c sit quelle in particolare conccrnentl allc scicnze nataruli; e ([ui al rimprovero clie si faceva dalf alitor del Discorso, citato da noi in principio, delle Irasi tropjio nci Vocabolarj frequenti - sorta di pianta ~ specie di pesce , ecc. , si ag2,iugnc la censura giustissima dei laconismi, pure non infrequenti - ani- mal nolo ~ erba nota - slruincnto nolo - parole inutili , IlibL Ital. T. LXVI. ac 3o6 088ERVAZIONI IN TORNO AI VOCVISOL.VKJ clic lasciauo sovcnte il desiderio dolla dclinizioiie , perche una cosa iiota a inolti iioii lo c a (juello die la cerca ncl Dizionario. — Si aggiungono esenipi otti- niamente scelti, dai quali cliiaio apparisce clie di al- cune voci si e maggionncnte estcsa la s])iegaziouc , ma non quanto liastava a darnc una cliiara idea , confondendosi spcsso con altre cose diversissimc. D un' erha si dice sohanto die si alza poco dalla terra, di altia die /a U fiore giallo e rosseggiante , della faifalla die c un iermlcello die ha talc di car- tdagine , della lasca die e un pesce dacqua dolce la cui came e molto sana. Va ora e distingui la farfalla da una vcspa , I'anguilla dalla trota, e siniili. Seguono altri esenipi di delinizioni pigliate nei botanici e negli zoologi dai piu rcccnti Icssicisti, le quali o lidondano troppo di parole tecniclie, o sono troppo lunglie e minute, e tuttavia difettose: tali sono quelle del souco^ Ae\ gelso , del /nococo die si potrebbe confondcre col gatto, col quale nulla ha di comune, ecc. : lo stesso puo dirsi di varie descrizioni anatoniidie , le quali Lenche giuste talvolta , inopportune ricscono in un Vocabolario, e spesso iuintelligibili a clii non e del mestiere, come avviene all' articolo pcsce , mcglio , bendie non esattamente , indicato nelle anticlie cdi- zioni. Peggio ancora cainniina la cosa in alcune voci conccrnenti le arti belle, come inusaito , laarc, e particolarmente levare la vernice dai rame, nei quali moke notizie si contengono inutili alia maggior parte de' leggitori, e non si rischiara punto I'idca dell'og- getto clie si vorrebbe dcscritto o delinito. Saggianiente gli Accademici della Crusca avevauo da principio sta- bilito die le deOnizioni I'ussero brevi quant' era pos- sibile, e spiegassero seniplicemente la natura della cosa -, ma da questa rcgola si alloutanarono i moderni editori del Vocabolario, diventato oramai, dice accon- ciamente I'autore , Jielle enciclopedlche loro mani un disudle sunto di ogni dizionario opeciale. La defini- zione di un vocabolo , soggiugne lo stesso , puo te- ncrsi come una risposta a dii cliiedc chc cosa abbia DELL\ LINGUA ITALIANA. Soj ad iutendersi per quel cotalc vocabolo, la donianda pero dee supporsl fatta relativamente a cosa che atr», »i di a quel punto del cielo rhe vcrtiralmiiite gli lovrastai, Dli;LL\ LINGUA ITALIANA. 3o9 tli quelle die fmono al Carcna suggerite dalla sua moderazione. Chi puo I'cggcrc, per es., o ainieno trat- tenersi dal riso, al vcdete amniessa Tesistenza di ser' pend con due teste; cavata la biacca dal piombo che noa ne contiene; confuso il canimello col droinedario; confusi i cetaeei coi pesci ; il cristallo formato per agghiacciamento dell acquets secondo la credenza degli antichi, inutile a iifei"irsi ; i crostacei detti pesci ar- mati\ il delfino toko dai cetaeei e collocato tra' pesci? Incomprensibile poi e I'idea che si vuol dar del dra- gone, tradotto qucsto per un pesce e paragonato alio scarafaggio ; piena d' errori la dichiarazione della fo- glia: le gallozze confuse colle galle e riservate agli alberi da ghiande , quando crescono su di altri ed anche su le erbe e jrli arbusti : il srillo confuso collo scarafaggio; obbliati i caratteri degl'insetti; le lepadi collocate nelle specie delle univalve, che niai non for- marono specie; la manteca fatta col lardo ; il miele detto soltanto liquor dolcissimo , nolo, e non indicate come fattura delle api; i niolluschi posti insieme agli infusorj ; il muschio non accenuato se non come materia odorifcra nota , il che vale quanto dir nulla ; il nicchio fatto albei2;o di pesci , dei quali alcuno non vive nelle conchiglie ; 1' oro detto piu tenac.e di tutti i metalli , mentre e soltanto il piu duttlle; rottone detto ramc alchimiato ^ il che nulla siguifica; il piombo detto metallo impcrfetto; il polipo o polpo , posto tra i pesci; la quercia detta solo cdbero noto ; mal caratterizzato il rettile; la robbia che si fa tingcrc specialmente in nero ; il sapone composto di ciilcina e cenere ; lo scarafaggio che e uu colcottcro , (mio simile alia piat- tola che c un ortottcro ; data alia talpa una lunga e mobile proboscide; il tonno onorato dal solito laco- nismo: pesce noto; la torba confusa coUa torbida delle acque de' fiumi; la vcnturina di qualuuquc sorta posta fra le genimc ; il vino liquor noto; la voipe animal noto ; la zelamina pietru di diversi colori ; lo zinco semimetallo , ora che il vocabolo di semimetallo e bandito da tutti i mmeralogi . . . Qucste sono cose in- sopportabili nei libri , ovc tanti vanno a cercare le 3lO OSSEUVAZIOXI INTORNO AI VOCAHOr, Ar.T prime idee delle cose, e questc ed altre molte man- canze, veggonsi dal Carcna diligentemente supplite o emendate. Versa il capo tcrzo dell' opera siigll cscmpl. A que- sto pure si preniettc un prcambolo , nel quale si la vedere la sconvenevolczza di molli csenipi de' nostri voeabolarj , sia perclie tutti si sono voliui per sistc- ma pigliare dagli scrittori app'rovati, per lo piu an- tichi , ed ogni esempio fn reputato biit)no purclie contenesse la voce desiderata; sia pcrche negli esempi si atfastellarono sinonimi noa imitabili, come peccue per pccco , asstito per stato , creo o cjio per credo , e simili, e molte di queste voci introdotte furono soltanto per la iiecessita della rinia ; sia iinalmente perche si voile scioccamente e senza alciin criterio negli esempi lussuregglare. Quindi s' intrusero in essi le pill grandi stranezze anche in fatto di scienze e d'arti, come a dire che \\ friunento dopo alcune se- minature si niuta in scgale, che il sesso feminineo e esecrabile , ecc. Passa quindi Tantore all' esame di diverse qnalita e categoric di esempi, c nel § i.° registi'a gli esempi inutlli, che sono pur molti ; nel 2." gli esempi udli ommessi , sui quali pcro non fa se non che un breve cenno; nel 3.° gli esempi non corrispondcntl al vero significato della parola dichia- Tata , e di qucsti molti se ne riferiscono e fare se ne potrebbe una ancor piu copiosa; nel 4." gli esempi che iiicidcntemciite contengono cose crronec , come le hestie che s arrabbiano veggendo di di o di notte T om- hra loro neltacqua, le genti di alcune isole cndiitc come montord, il poter della luna nel inclagraiio ^ il lione che sta cogli occhi aperti anche dorinendo , e passeggia quando ha la febbre^ il vino mischiato con acqua che inebria piu tosto che non fa il puro, la pantera arnica di tutti animali^ il paone che ha te- sta di serpentc e bocca di diavolo , e mille stranezze e falsita intorno ai scgni celcsti , al rigogolo, al ba- silisco, ccc. ; nel 5.° ed ultimo Iinalmente gli esempi osceni , dci quali alcuno non prescnta I'autore, per- che non s' alzi , com' egli dice , un lezzo piu che DELLV LINGUA ITALIANA. 3 II caprlno, ma gia alciini per Incidenza rammentati eransi nei jjaragrafi i ." e ^J'' Da questo breve simto ognnno puo vedere di quanta importanza , di quanta fatica e di qual merito sia questo lavoro, e quanto debbano esser grati al Ca- reiia tutti i letterati, c niassime i naturalisti italiani, sebbene da alcuno siaglisi fatto rimprovero per cssersi egli troppo divagato fuori delle scienze naturali, che formavano il priniario oggetto e quasi Tunico scopo della sua impresa , c per non aver in taluna delle sue definizioni osservata quanto potea bramarsi quella sua massima, certamente giustissiaia, c\\q in wi Vocabola- rio di lingua comiine, una volgare chiarezza e prefiribile ad una dotta oscuritd. Fuvvi ancora clii trovo alcune censure, le quali forse potevano risparmiarsi, perclie di poco o niun momento; ma questi non pose mente alle moke, tra le quali alcune gravissime, clie si pote- vano aggiugnere e che si soiio omesse, non ben sa- premmo se per uno studio di brevita o per qualsiasi altro sentimcnto. Addurremo qui un solo esempio, for- se sfuggito al diligcntissimo Carena. Nel Dizionario della lingua italiana all' articolo Tornasole da prima si confonde questo colle cosi dette pezze di levante , poi si dice che la tintura che viene d' Olanda o di Lione , e fatta dai frutti del girasole , mentre in vece traesi da alcuul licheni, speciahiiente dal lichen pavella. Si cliiude il prezioso libro del Carena con una lettera inedita del eel. baronc Vernazza sulV uso del segno y, o sul cosi detto i lungo, del quale quell" uo- mo dotto non faceva mai uso luoriche nel fiancesc. Belle osscrvazioni trovansi certamente in c{uesta let- tera, e s[)iacevole ricsce che la sua tarda pul^blica- zione non abbia permesso di vederla a quel gram- matico che tra noi si avviso di scrivere, non sempre con sano giudizio, un libro suUa lettera / e sul doppio i. II Vernazza pero conchiude col non lodare ne riprendere chi ado[)era il segno y , ch'egli riguarda come inutile , e di questa licenza vcdesi avere ap- profittato anche il Carena, che scrisse costantemente vocabolarj , csempj\ ecc. 3l2 Thr.snnriis Pattum , Florrsque docTnriim , qui cum in Tlieologia , Vim in PhilosopJda olbn clarucnint, hoc est Dicta, Seiitentice ct Exempla ex SS. Pcilribiis probatissimisquc Scriptoribus collecta et per locos communes distribiita , cura et opcre plurimorum re- bus sncris addictorum, etc. — Mediolajii, 1827-31, apud A. F. Stella et filios , coi tipi di Giuseppe Bernardoni di Gio., fasc. 56.° {in dono agli asso- ciati). Vol. 9, in 8.*^ Prezzo lir. 5". 47 austr. ( lir. 5o ital. ). Collcctio Selecta SS. Ecclesice Patrum, etc-, quae Pa- risiis inccepta, ct postmodum interrupta; nunc, ac- curantibus nonnuUis sacrce cruditionis cultoribus , continuatur. — Vol. VIII , Pars I. Chrysostomus ( Patres quarti Ecclesice sceculi ). — Mediolani , 1 832 , typis Antonii Fontana, in 8.° Si pubblica per fa- scicoli , ciascuno de quali contiene non meno di 200 pagine, al prezzo d^ austr. lir. 1. Corso di eloqncnza sacra, ossia Bihliotcca scelta del Padri delta Chiesa greca e latina, di M. N. G. CuiLLON, prof, di sacra eloquenza, ccc. ., era per la prima volta tradotta dal greco , dal latino e dal francese , da una socictd di ecclcsiustici. — Milano , io3c-3i-32, per Angela Bonfanti, in 8.° Esce per fascicoli , a cent. 20 austr. il foglio : si e pubblicata la parte prima del tonio VI. Tutta V opera consi- stcrcl in 26 volunii , ciascuno di '60 fogli circa. V_iol fasclcolo 56." compiesi rcdizloiie del Tliesaurus Patrum in cinque volunii distinta, ed intitolata alTcmi- ncniissimo cd ottinio nostro Pastorc, Noi parlato ne abbiamo nel t. 47.°, agosto 1827, di questo Giornale, pag. 285, dimostrando si la natura die T iniportanza deir opera, ed aggiugnendo ch' essa ridondar non potea che a grande vantaggio dc' paroci, dci sacri oratori, dei tcologi tuui, a' quali prescnta un' anipia inessc dc' piu bci frutti dc jjadii c dottori dclla THESAURUS PATRUM , CCC. 3lS Chicsa , scnza clie siano eglino costretti a svolgere vohiminose edizioni. Anche alia seconda prcgiahilissima edizione triba- tate abbiamo le beii dovutc lodi nel t. 58.°, giugno i83o, [>. 387, plaudendo al tipografo Fontana per la bella, conioda ed accurata sua edizione, e pel divisainento suo di staiiipare le opere de' Saiiti Padri nel testo latino: nella lingua cioe ch' essere dovrebbe al clero faniigliarissima, anzi che neU'italiana versio- ne. Qui non altro aggiugnerenio , se noxj che que- st' edizione va progredendo foliceniente e riportando i suffragi e le lodi de' pin dotti e distinti eccle- siastici. Lentaniente progredisce il Corso dl Eloqiienza sacru, ne sapienimo per qual ragione. Che bello e di somnia importanza ue sembra il lavoro dell antor francese, e meritevole certamcnte d' essere e couosciuto c stii- diato dal colto Clero italiano. Noi percio innanzi di dar oontezza di questa versione far vogliaino qualche cenno dell' opera originale , alcune cose altre&i toc- cando che all' eloquenza de' Santi Padri pur appar- tengono, e die nondinieno non furono ne daU'un edi- tore ne dagli altri discussc. Nella quale disamina ci gioverenio specialmente dellc dotte osservazioni del sig. Raynouard (") risguardauti questo mcdesimo ar- gomcnto. Gia sino dal 1669, volendosi oiFerire i vcri mo- delli della sacra eloquenza, pubblicata erasi in otto volunii in foglio la Bibllothcca Patrian conciorialoricu In essa il Vangelo di ciascuna festa trovasi spiegato coi varj passaggi de' Padri si greci che latini. Ne fu autore il P. Conibetis , il quale ne prese \ idea da una collczione fatta da Alcuino per ordine di Carlo- magno ed inipressa in quattro grossi volunii a Lione Tanno i5o8, col titolo di Blbliotlieca Jiomilianiiii ct sermonum priscorum Ecclcsue Patnim, l\Ia sgrazia- tamcnte cgli non fece uso d'alcun disccrnimento, (*) V. il Journ. dcs Savum A. loJo.^ p. 18, 348 e ifSi. 3l4 THBSAUnUS PATHUM, COC. appagato essendosi d' ammassare nell' oper.i sua im- mensi c moltiplici juateriali. Nc secoli XVI e XVII pnbblicate furono alcuiie altre , ma poco pregevoli collezioni di simil gcnerc, col titolo di Spicilegia , di Polyanthea^ di Flojcs doctoium, di A/ithologia sacra, di Pensieri c Sentimeiiti de' SS. Padri, ecc. II sig, di Beauvais , veseovo di Scncz , concepi 1' idea di fin- conoscere i Sand Padri sotto il rapporto dell' elo- quenza : e iiomo , siccome egli era, distinto per le sue oratorie composizioni, potuto avrebbe condiirre a felice esito tale suo divisamento. Ritiratosi al iiiontc Valeriano , dopo d' essersi diniesso dal vescovato , consecrar voile gli ultimi suoi anui a questo genere di apostolica carriera. Egli formo dutique il piano deir Orator Sacer^ ossia della Biblioteca del predica- tore, che con ordine metodico contener dovea i nu- merosi argomenti , su' quali con tanto zelo e valore trattato aveano i saiiti oratori , dalla Gcnesi sino aU' Apocalisse , dal prime concilio di Gerusalomme sino a quello di Bourdeaux, teniitosi I'anno 1624, dair epistola di S. Barnaba sino agli scritti di S. Carlo Borromeo inclusivamente. Per compiere ri vasto in- traprendimento avea egli assunti a collaboratori varj dottisslmi uomini \ ma 1' opera per gli avvenimenti della rivoluzione rimase fatalmente interrotta. E qui ommetterc uon debbesi che dal 1758 al 1762, divenutc esscndo di moda le opere distinLc col titolo di portatili, apparve in nove volumi una Biblioteca portatde dc Padri : non era dessa in cerlo qual modo che un compendio delT opera del P. Geil- lier. Dopo questi lettcrarj intraprendimcnti diretti a spargere la cognizione dellc opere de'Santi Padri, il sig. ab. Guillon consecro al medesimo oggetto il suo ingegno e gli studj suoi con grande coraggio, e con incredibile forza e perseveranza, si che destata erasi nel colto pubblico quclla giusta e lieta aspettazione che fu dair esito felicemcnte coronata. Ma egli nel lar conoscere le numerose c diverse opere de" padri della Chiesa ebbe speciahnentc di mira Teloquenza. Pero THESAURUS TATRUIVI , CCC. 3l5 in im (llscorso prelinilnare espone francamente I'uti- litii die risultare gli parve dal suo disegno , e di- mostra die prima del cristianesinio 1' eloquenza non era die nn' arte , ma die trasportata poi nella Ghiesa onde parlar quivi in nome del Signore, divenne ua incarico angnsto , il quale ridiiede die « il predi- catore forlilidu il suo ministcro e Fingcgno suo con tutto cid che sostenerli possa e renderli venerandi : il suo niinistero, dandogli la commendazione de' suoi proprj csempi; il suo ingegno, poggiandolo sovra uno studio ben profondo de' principj e de' modelli die dair oratoria vengono alia propria di lui emula- zione somministrati. » Da cio egli conchiude die ci ha dunque una rettorica ed un' eloquenza proprie am- bedne della predicazione , sebbene gli dementi co- muni siano all' arte della parola. Ma r abate Guillon caratterizzando i sacii oratori non ce li presenta come tutti ugualmente perfetti : egli conviene anzi coraggiosamente nella veracita di alcuni de' rimproveri die loro vennero fatti. « E perclie mai (cosi egli parlando de' SantiPadri latini) vorremo noi dissimularc die generalmente il loro stile s'allontana dalla purith del secolo d'Augusto; die quello di Tertulliano e di ferro ; che San Ci- priano risentesi talvolta dell' africana ampoUosita e durezza ; die S. Agostino e Sant'Anibrogio sembrano aver troppo riteuuto della rettorica professione cui dati ei-ansi-, che in Lattanzio trovasi una facility dc- generante in mollezza ; die S. Leone e S. Gregorio papa sacrilicato hanno troppo di sovente ai difetti del secolo loro; che S. Pietro Grisologo non nierita tutta quella qualilicazione, di cui fu onorato; e che fra' Greci moderni , S. Crisostomo , ammirabile in tutto il restante , ama d' espandersi in un' asiatica ridondanza, die tratto tratto lo rerfde dilTuso e sner- vato ? » Dee pero notarsi die i Santi Padri per la piit parte studiato aveano sotto i retori de' loro tempi. S. Gio. Crisostomo stato era discepolo di Libanio ; S. Gre2;orio Nazianzeno C S. Basilio incontrati eran^i 3l6 THESAURUS PATRUM , CCC. con Giuliano alle scuole cVAtene. Pero il Pension ebbc a dire « die questi grandi iiomiai, i (jnali im- trivano idee piu alte delle connini regole d cloqncn- za , si conforraavano al gusto dci tempi , onde la parola del Signore ascoltata fosse con dilctto, e Ic verita della Keligione potcssero piii facihiicnte insi- nuarsi. m Da tutte le quali premesse chiaramente risiika (e tale e pur la conseguenza che Tab. Guillon ne trae) dovere una scelta degli eloqiienti passi che s' incou- trano nelle opere de' Santi Padri , essere utilissima alle persone che per gusto, o per la condizion loro fame volessero uno studio coineche profondo: « Ab- breviandoli (dice egli) voi toglietc loro tali difetti : lore non lasciando che le lor proprie bellczze , per le quali innalzansi oltre ogni confronto, voi ne for- mate i primi de' classici nostri. v Con qucsta sen- tenza Tautore da ragione del titolo di Uibllotcca scelta de Sand Padri con cui annnnziar voile la sua collezione. Egli ha in quattro classi distinto le opcre de' Padri della Chiesa : i.° gU Apostolici, quolii cioe che vissero piii vicino ai tempi degli Apostoli , e la cui eta termina col cominciare del sccolo terzo. 11 nome di apostolici fu loro dato sino da' primi tempi del cristiaiiesimo : di loro opere sussiste un gran numero, e vuolsi ch' clle formino i piu antichi e piu preziosi monumenti della fede , della morale e della disciplina cristiana ; e di fatto ha sino al secolo di S. Girolamo sussistita la pratica di leggerle nelle chiese; 2.'' i Padri apologisti, i quali ne' tempi stessi delle pcrsecuzioni proclainarono le piu coraggiose e le piu sagge difese del cristiancsimo ; 3.° i Padri dommatici , quelli i cui discorsi e le cui opere trat- tano specialmente della fede c della morale vange- lica; 4.° finalmente i Padri controversi, ossia quelli che scrissero all' epoca in cui le controversie romin- ciavano a prevalerc suU" cloqucnza , della quale die S. Bernardo tuttavia utili modelli nel sccolo XII. Tale c il piano di questa collezione. THESAURUS PATRUM, GCC. ZlJ L'ab. Guillon ha corredato T opera sua di squi- sita sacra erudizlone relativa allc varie epoche della Cliiesa , ed ai Padri de' quali ci da i fiori dell' elo- quenza : ma un altro bellissinio servizio ha pur egli prestato alia stessa sacra eloquenza , indicando per- petuamente le iiuitazioni che da' predicatori francesi fatte fiuono de' Santi Padri : genera di erudizione fors'aiiche piu utile dell' altro succennato, e che tutto a' moderni tempi appartiene. Noi avremmo anzi amato che gli editori nostri imitato Tavessero, qiiantunque volte si fosse loro prescntata qualche simile imita- zione degl' italiani predicatori. Taluno pero bramato avrebbe che l' ab. Guillon , sebbeue non abbia egli intrapresa lui' opera di controversia , fatto si fosse in alcune note a difendere que' primi Padri della Cliiesa dalle imputazioni delle quali furono bersa- glio , e massime da quelle del Barbeyrac , dirette pressoche tutte contra la loro morale e forse sinora non bastevolmente confutate. E sarebbe stato pure a bramarsi che il dottissimo autore corredata avesse la sua Biblioteca co' passa^gi de' varj scrittori pagani, da' quali i Padri trassero talvolta idee od espressioni : altro genere d' erudizione che a' giovani ecclesiastici riuscito sarebbe e dilettevole e vantaggioso. Che che pero ne sia di queste osservazioni, 1 opera dclf abate Guillon e per se stessa utilissima , unica poi nel ge- nere suo; e 2;li editori milanesi hanno ben meritato della sacra eloquenza col riprodurla in italiano. Wa posciache toccato abliiamo questo per la sua stessa natiua importantissimo argomento, ci sia per- messo di riferire alcune osservazioni tratte dai discorsi del mcdcsimo ab. Guillon c dalle dissertazioni del sig. Raynouard ; le quali esscre potranno certamente utili a que' giovani ecclesiastici che avviarsi vorrebbero suUa predicazionc. Tali osservazioni iutitolar vogliamo: Costumanze rchtdve alia predicazionc de'^li aiuichi Padri della Cliiesa. Se rintracciar volessimo le cause che la piu pos- scnte influenza cbbcro suU' ingeguo de' Santi Padri ► 3l3 JTHESAUnUS PATRUiM, CCC. e sui mirabili effctti . della loro predicazioiie, punto non esiterenmio ad indicaiue come le piu possenti r intimo loro coiiviacimeato dellc verita del cristia- nesimo, e rineiVabilc speranza d'otceiiere iu una vita senza line le ricompeiise del loro zelo e del sacrifizio di se stcssi pel bene della Religione. « La Chiesa di X Gesu Cristo (cosi scrivea S. Girolamo allorche an- » nunciava le sue idee intorno ad una Storia ecclcsia- V stica, da Gesd Cristo sino a' euoi temj)i), la Chiesa » di Gesu Cristo crebbe per le persceuzioni; pel saii- » gue de' martiri acquisto le sue corone. Da chc pro- » tctta dai principi cristiani aumento in possanza ed » iu ricchezze, venue iu virtu diminuendo. » Pero senza qui rammentare il nome de' celebri sacri scrit- tori clie col loro sangue suggellarono la credenza e le massime €11' eglino ne lor discorsi e nelle opera lore professavano , siccome fecero un Ireneo, un Giustino , un Cipriano , ecc. , bastera il dire che le persecuzioui lungi dalV abbattere il coraggio, diveui- vano pel sacro oratore efficacissimi mezzi di eloquen- za, il siio animo inliammaudo di superno invincibilc ardore. Noi non ne citeremo die uu esempio solo. S. Ignazio vescovo d Autiochia , scelto al martirio e condotto a Roma per subirvi la morte, temendo che i Cristiani di questa citta tentar volessero di sottrarlo al supplizio, cosi loro scrive : « Se voi mi » amate d'uua vera carita, permetterete che vada a X goderc del mio Iddio. Giammai non avro una piu » favorevole occasione di riunirmi a lui . . . . ne voi » ancora avrete gianuuai T onore d" uu' opera piu » bella : tratiasi di uon istigare contro di me il Si- » guore. Se di me non parlate, se ve ne rimarretc » tranquilli , io andero a lui : al contrario abban- » donandovi ad una falsa compassioue per questa » miserabile carne voi rieatrar mi fate nella » carriera mortale. Ah 1 potete voi procurarmi uu y> maggior bene, quando Taltare e gia inualzato.'' .... » Voi non portaste gianuuai iuvidia ad alcuno; non » iuvidiaicini Uunque la mia fclicita uoa ultra THESAURUS PATRUM , CCCi SlQ » cura abbiate die di ottenernii coUe vostre preghiere » il coraggio che nr abbisogna per resistere agli >» ailetti inlcrni e respignere gli estei'ni , ond' io es- » sere possa vescovo non colle parole soltanto, ma V coir operc aiicora Ho scritto alle Chiese, e a M tutte partecipo che m' incanimino alia morte lieta- » niente , purche voi non vi poniate ostacolo » Vi scongiuro ; non vogliate amarmi al di la del » couvenevole e del giusto. Che io vada a servire » di pascolo ai leoni ed agli orsi , sara questo un a camniino piu breve per giugnere al cielo: io sono » il frumento del Signore ; possa essere macinato dai » denti dellc bestie onde diveuir un pane degno » d' essere olTerto a Gesu Cristo ! . . . . Mi divorino » pure tutL' iutero ! . . . . Io non vi comando, come » iare Io potevano Pietro e Paolo : essi erano apo- » stoli. Che mai sono io , se non un uomo condan- » nato dagli uomini.'' Essi crano liberi, io sono tut- » tora uno schiavo Ma diverro il liberto di x> Gesu Crislo; allora risorgero alia vera liberta. . . . . » Voglia il Signore ch' io gioir possa delle bestie che » mi sono pieparate, che ardend le trovi ed avide » della loro pretla. . . . ! Perdonatemi , io conosco cio » che nicglio a nie conviensi Che venga io » consuniato dalle fiamme ; che muoja della lenta e » crudele nioite della croce ; che fatto sia a brani » dalle tjgri e dai leoni airaniati; che disperse siano » le niie ossa, schiacciate le mie membra, tritato il » niio corpo ; che tutt' i denioni sfoghino su di me » la loro rabbia, io pronto sono a sopportarc lieta- » mente i supplizj tuLti, purche dato mi sia di go- » deie in Gesu Cristo Se giunto presso di voi » mi lasciassi mai intimorire da' preparamenti del :» supplizio , sostenete voi stessi il mio coraggio. » D' una cosa sola vi sov venga, cioe che a voi scrivo u in (juest' ora, nclla cpiale mi e dato di scrivcrvi » in una piena hberla di spiiito, c ad altro non » aspiraudo che alia morte. » I 620 THESAURUS PA.TRUM, CCC. "Tali sono i pensieri, tali i scntimcnti con cui i sacri oratori innalzavaiio la voce alia subliiuiia (lelfclo- cjucnza, e niassime allora quamlo lingegiio loro stato era da preliminaii studj disposto e t'ccondato; del <[uale sussidio niancanti noii craiio i Padri dclla Cliie- sa. Pcrciocchc quelli clie perorarono o scrisscro con esito piu felicc, eiano coUi in ogni gcnerc di bella Ictteratnra, e sovente di profonda erudizione dotati. Eglino fatti aveano i loro studj nellc piu celcbri scuole di que' tempi, cd alcuni coltivate aveaiio le Dlasc ancora e si le greche clic le latine. Tfcrtiuliano paria di S. Ireneo vescovo di Lione come d'un prodi- gio di erudizione o di sapienza. Ireneo di fatto letti avea tutti i Olosoli c i poeti tutti deiranticliita, c di questi studj giovandosi avea saputo spargere di bcgli ornamenti le astruse e ingrate niaterie , suUe quali versano talvolta i suoi sernioni : fu professore in Ni- comedia; e Costantino lo clesse a maestro del figliuol 8U0 Crispo Cesare. Grande fama ottenne pure S. Ci- priano nel foro a Cartagine, ove fu altresi maestro d' eloquenza. S. Agostino di lui parlando dice ch' egli il modello presentava dei tre generi d' eloquenza, ed in prova di cio divcrsi brani riporta de' sermoni di lui. S. Gregorio , vescovo di Nissa , S. Ambrogio , S. Ai»;ostiho insegnata aveano 1' eloquenza nelle piu celcbri scuole : quest' ultimo alTerma che la lettura de' poeti stata eragli di sommo giovamento. S. Gian Crisostomo acquistossi gran nome ad Antiochia nella forense carriera: S. Gregorio di Nazianzo frequento con S. Basilio le faniose scuolo d'Atene, e quando gia disponcvasi ad ablxindonare questa citta, glr Ate- niesi tentarono di trattener4o proponendogli uija cat- tedra d'elocjucnza. II piu celebre discorso di S. Basilio il grande , vescovo di Cesarea , e quello da lui a' gio- vani diretto intorno all' utllita ch' eglino trarrc po- trebbero dalla lettura dc' libii prolani. S. Girolamo studio le greche e le latine lettere in Roma , ove fra gli altri ebbe a maestro il retore Vittorino , cd il cclcbrc grauiuiatico Donate, il coaicutatorc di Viigilio THESAURUS PATRUM , CCC. 321 e tli Terenzio ; poscia intraprcse piu viaggi , scorse per le Gallic e per le provincie dell' Asia minora, visito i dotti, raccolse libri a Costantinopoli, udi le lezioni di S. Gregorio Nazianzeno. Bellissima testi- nionianza della sua profana erudizione ei ci pre- senta la dove parlando dei tre passaggi de' greci poeti riferiti da S. Paolo senz' indicarne il nome, ci av- verte che il vers. 12 del cap. I dell' epistola a Tito intorno ai Cretensi e tratto da Epimenide ; che il vers. 28 del cap. XVII degli Atti degli Apostoli e preso da Arato; e che altrove I'Apostolo ha espresso un pensiero , in cui e la traduzione d" un verso di Menandro. Ma senza piu oltre trattenerci in queste disamine agli eruditi notissime, ci e d' uopo il con- cliiudere che la letteraria istruzione della piu parte de' Padri della Ghiesa fu una delle cause per le quali eglino si valorosi mostraronsi uell' eloquenza : impor- tante avviso a' giovani nostri predicatori 1 Gli antichi sacri oratori erano pure avvivati dagli straordinarj applausi , e dalle acclaniazioni, onde ve- niva spesso interrotto il loro discorrere, e in essi uno stimolo producevasi di santa emulazione. Imperocche il pill delle volte parlavano all' improvviso; ed i Ser- moni uscivano loro dal labbro quasi momentanee e splendide ispirazioni. Erano dessi il piu delle volte costretti a parlare per abbondanza di cuore; perche dediti ogni giorno alia preghiera , e gran parte del tempo consumando negli altri doveri del loro pio niinistero, jiiu non aveano momento alcuno per com- porre cd alia memoria raccomandare cio che al po- polo dir doveano. E di fatto non pochi Sermoni dei Santi Padri ad evidenza ci dimostrano , ch' eglino abbandonarsi soleano all' ispirazione del momento , e che una circostanza non preveduta dava talvolta una diversa e nuova direzione a' sentimenti loro ed alia loro eloquenza. S. Gio. Crisostonio cosi in uno de' suoi discorsi rammenta agli uditori la commozionc della vigiha. « lo piu ratl'rcnar non potca lardore , end' era I'anima Biid. Ital. T. LXVl. 21 3:23 THESAIJUUS PATRUM , CCC. x> inia (livorata, cd i ciii trasporti collo niic stcsse » parole raddoppiavansi. Ma sovra di voi cader dec » i'accusa: i vostri ap[)lausi e le straordinarie vostrc » acclamazioni mi traevano appunto in silTatti devia- 35 mcnti. II mio zelo in2:randendosi coll allliiciiza e » col sempre progressivo ardore de' niici ascoltanti, » ha soverchiato tutt' i limiti ; c cedendo al piacere » che da voi nell' udirnu diinostravasi , abbandonato » mi sono, malgrado di me stesso, a tutta la fecon- » dita del so2;getto. ■» S. Agostino istruiva un giorno dalla cattedra il siio grcgge , quando si avvide die uno de' capi de' Mariicliei entrato era improvvisa- mente nella cliiesa : abbandonando tosto il soggetto su cui discorreva , fassi a perorare con ogni nerbo d'eloquenza contra i principj di quel settario. II Ma- nicheo ne fu si commosso e tnrbato che all' istante in cui il vescovo d' Ippona discendeva dalla cattedra , ei getto a' piedi di lui, riconobbe ed abbjuro I'errore cui sino a quel punto erasi abbandonato (*). Quest' ar- tificiosa digressione di Agostino ci rammenta 1' im- provvisa e terribile invcttiva di Cicerone contro di Catilina ; se non che il sagro oratore ottenne tosto queir esito, che dalT orator romano non fu conseguito. Tale abitudine di perorare all improvviso nelle chiese cristiane data avrebbe origine alia tachigralia, se quest' arte non avesse gia da Inngo tempo sussi- stito. Perciocche era cosa ben convenevole e naturale (■") Sembra che gli antichi pulpiti cU tnarmo, conosciuti sotto il nome di'amboni, e che sussistono in molte delle primitive basiliche cristiane, siano somiglianti alle antiche tribune , nelle quali gli oratori niuoversi potevano libera- mente e quasi cauiminare. Tale anipiezza del pulpito, e tale liberta di niovimenti giovar potevano sommamente al sacro oratore neir enfasi del suo perorare. « Queste anticlie cattedre ( dice un illustre autore ) sono d' un gusto ben piu nobile di cjuella specie di scatola di legno sospesa nelle nostre chiese parrocchiali da cui sorge un uoino che si curva , si agita, e sembra niuoversi a stento in uno spazio si circoscritto. » THESAURUS PATRUM , CCC. 333 die i Cristiani procurasscro cli fermare le fuggitive parole che i clommi esprimevano della fede, le mas- sime della morale e le pie regole cui eglino la loro condotta sommcttere doveano. Ora tralasciando di qui riferire i numerosi testi che 1' uso avverano della tachigrafia presso i Grecl ed i Romani , esporremo soltanto aicuue dclle prove che ci vengono dalla storia ecclesiastica somministrate. Alia fine del terzo secolo S. Genesio d'Arles, ado- perato , giovane ancora , nella militare amministra- zione della provincia , fatto erasi espertissinio in quest' arte propria tutta dell' incumbenza sua , la quale consisteva nel pareggiare la rapidita della mano e delle cifere a quella della pronunciazione del discorso de' suoi superiori. — II poeta Prudenzio , facendo r elogio del martire S. Cassiano, ci fa sapere che questi fu tratto a morte dai discepoli, ai fjuali inse- guava lo scrivere e la tachigrafia , la cui arte ci viene da lui cosi definita : Verba nods brevibiis comprehendere cuncta penitus Rapdmque pwicds dicta prcepedbiis sequi (*). S. Gregorio di Naziauzo nel discorso ch' ei pronun- zio innanzi di abhandonare la cattedra di Costanti- nopoli , dopo d'aver dato 1' addio a tutto cio che avea di piii caro , al tempio , agli ecclesiastici , ai fedeli , ai poveri, cosi soggiugne : « Addio, voi che » amate i mici scrmoni , genti alfollatc , delle quali » briliar vedo i lurtivi stiletti , che le mie parole » incidevano. » Ne dee gia credersi che soltanto presso le chiese d' Oriente fosse in uso sitTatto genere di applausi e di acclamazioni. Cio pure praticavasi nelle chiese occidentali ; del che una bella testimonianza ci si offre nelle epistole di Sidonio ApoUinare. Questi cosi scriveva al papa Fausto : « Allorche tu predicavi a 5> Lione , io ti applaudiva costantemente , e le mie >j acclamazioni accompagnarono i tuoi discorsi sino (*) Peri Steplianoiij Hymn. IX. 3a4 THES.UHUS l'\TnUM. CCC. » al totalc smarrimcnto della voce. » S. A2;ostino an- cora parlando dcllc picdiclic di S. Aiiiljr()|;i() , alle cjiiali rostanteinciue iiitervetiiva, cosi esclania : « Oil 5> mio Dio ! Cio da nio praticavasi per csamiiiarc se » relocpienza di liii coiiispondesse alia sua grandc » rcputazionc, e se i suoi discorsi dc2ni losscro degli » applausi die venivano loro dal popolo tributati. » I\Ia indegna o disconvenevole cosa sarcbbe il volere siflatto uso della primitiva cliiesa, uso che diuo all- elic iiel medio evo, 2;iiuli{ar colle idee del decoro e ben anclie delle seniplici religiose coiivenevolezze clie dagli odierni costumi iiispirate veniiero nelle cliiese iiostre. Impeiocche i prinii Crisiiani allor qiiando rominciarono a raccogliersi in pie adiuianze, gia ac- costumati erano a manifestare con applausi le coni- iiiozioni dalle qnali agitati sentivansi negli spettacoli, iielle politiche assemblee , nel senate e ne' templi. Hitirati in segreto recondito Iiiogo per coniunicarsi la fede , aniniarsi alio zclo , e al niartirio disporsi , avvenir non potea die i loro santi trasporu ed il santo sacrilicio della loro propria vita nou si niani- f'estassero splcndidamentc con segni caratteristici ed evidenti. Qnando poi la cliiesa ottenne linalnientc il diritto o la permissione di liberamente professare il culto ne' templi cristiani, dovea al certo avveiiire che I'entusiasmo, con cui accolti ed ascoltati erano i sacri oratori, inirabilmente contribuisse ad attrarre proseliti d'ogni condizione. Gli astanti o ad alta voce o col battere delle mani espriinevano I'adesione loro ai principj e alle massiiric die 1' oggctto I'orniavano de' Sermoni. Tali pubbluhe acclaniazioni die a di iiostri sarebbero un trivolo e indecente omaggio, in- degno del r ora tore uon iiieno die degli ascoltanti, era in que' tempi una costumanza utile e lodevole, perclie adatta a dillondere e lar radicare la lede e la vangelica dottrina. L'ab. Guillon parlando di S. Gre- gorio Nazianzeno cosi ci avverte : « Da lui stesso ap- prendiamo die i pagani e gli eretici accorrcvano in folia alle sue prediche, come ad una sorgeutc dacqiia THES\URX'S PATRUM, CCC. 025 viva; chc per lulirlo sforzavansi le balaustre dalle cjuali chiiiso era il SaiUuario doner egli parlava , o clie r aminirazione prorompeva in plaiisi e griJa ; clie spesso le prediche di lui venivano scritte nel luogo stesso , perclie meglio licordare e nieglio dif- fondere si potessero. » II Crisostomo ancora in niolte delle sue oniilie ci da chiarissima testinionianza di tali acclamazioni. Nella sesfa , siil destino, cosi leg- gesi : « Eccovi cio che sul piincipio del mio dire ho » stajjilito ( nan m liiterrompcte cd vostri applausi ) ; fi nelle ingiustizie a cui aiidiam soitoposti, riceverc y> non possiamo alcun altro male se non quello che » ciascuno a se stesso procaccia. » Qiiesta, diremmo quasi, crucciosa esclaniazioae non in intenompcte ecc. ^ riferita nel testo niedcsinio del discorso, diuiostra non solo che i fedeli applaudivano all'oratore, nia ancora che sillatte interruzioui venivano dai tachi- grali trasportate nelle loro scritture. Ne all' oratorc questi soli oniaggi si tributavano, ma talvolta se ne rendeva la ragione e quasi giustilicavansi , gridando: sentenza ortodossa veramente ortudossa ! (*) Rla chiu- dere non vogliamo quest' articolo senza riferire ui\ altro documento di tali apj)lausi , tratto da una pre- dica di S. Ao;ostino che non In dall' ab. Guillou citata. II vescovo d Ippona nel serm. XLV ( de Temp. ) di- pingeudo con vivissimi colori la passione dell'aniore, ed improvvisamente interrotto dalle acclamazioni e dagli applausi di tutti gli ascoltanti , cosi fecesi ad esclamare : x Ciii come essi (i Padri) servir vuole di niodello a' proprj tempi, co- minciar dee dalTimitarli. Che se colle parole nostra ritornar volessimo sulla Bibliotcca scelta, aggiugne- remmo che oltre i brani da noi riferiti moltissimi altri se ne potrel>bero scegliere e con essi comporre un preziosissimo volume, chc da se solo lormerebbe un hello ed utile mannale di sacra eloquenza , sic- come il signor Raynouard opporturiamente consiglia. E noi hrameremnio che a silVatto lavoro i loro studj pur rivolgessero gl' italiani editori. Noi data ne ab- biamo la traccia. Esso e opportunissimo riescirebbe pe' giovani iniziati al pergamo, e circolar farebbe nella lettei-atura nostra le oratorie bellezze sparse nella Biblioteca scelta, e nolle voluminosc opera de' Padri della Chiesa. 327 PARTE 11. SCIENZE ED ARTl MECCANICHE. Opuscoll dl cldrurgia dl Antonio Scarpa , professorc emerito e dlrettore della facoltd medica deW I. R. Uidversitd di Pavia, cavaliere deW insigne ordine austriaco di Leopoldo , socio della R. Accademia delle scienze di Parigi, di Londra, di Berlino, di Stokohn , ecc. Vol. III. — Pavia , i832, nellct tipografia Bizzoni , in 4.° di pfig- 1 28 , con una ta~ vola incisa in raine. Prezzo ital. lir. 8. Oiamo certi di fare cosa grata ai nostri lettori pub- blicando un breve estratto delle materie contenute in questo terzo volume di opuscoli chirurgici del celeber. Scarpa (^) , sicche da quel poco che per noi sara detto si comj)renda aliiieno V importanza delle dottiine in esso esposte dal cliiar. antore , e tutti con noi si uniscano in far voti , perclie il Moderatore delle vite degli uomini voglia per lungo tempo an- cora conservarci quella dello Scarpa, a splendore della nostra Italia ed a vantaggio della scienza, per r incremento della quale ne il crescere degli anui , ne gV incomodi di salute, ne i gravi incarichi pos- sono impedire che egli continuaniente si adoperi. Compongono il libro le seguenti sette Meniorie , la prima e Tultima delle quali veggono per la prima volta la luce, le altre gia sparsamente pubblicate in varj fascicoli degli Annali Universali di Medicina , ora rivedute ed ampliate , furono dalT autore in un sol corpo raccolte e riprodotte. (*) I due primi volnrai fiiiono j)ubblicati in Pavia presso il Bizzoai ratiuo i8i5. 328 oruscoLi di cnmuRoiA l.° RaggiiagUo dclla Neuralgia cuhito-dlgitcdc , die da pen aiini ajftigge il sig. cnval. Domcnico Vuiaid , cclebre profcssore di botanica e di storia iiatnnde nella R. Universitd di Genoim ; con alcune Osser- vazioni e Riflessioni sopra questa malattioi. II dotto professore e bcnenierito delle scicnze na- tiirali , sig. caval. Doinenico Viviani, dopo tre anni di patimenti per Neurcdgia cubito-digitale nell' avan- I/raccio sinistro , c dopo il niun prolitto tiatto da varie sorta di cataplasmi, unzioni, frizioni, non om- niesse Ic mcrcuriali ed altre medicaturc , siil prin- cipio di giugno 1827 si porto a Pavia , ad oggetto di avere il parere dell' aiitore unitamente a quello dei professoii Cairoli e Panizza , se vi fosse da ri- porre speranza di guarigione nella efficace chirurgia , quale unico ed estremo riinedio. La reiterata asser- zione del nialato die le nenraViche fitte insoijievano sempre dalla superlicie palmare del carpo , e di la si propagavano soltanto in basso alle dita mignolo ed anulare, giammai all' insu verso il gomito , fece nascere la lusinga che il nervo ulnare fosse viziato soltanto dal carpo alle due ultime dita : tanto piu che se il professore avea I'aninio, all' ingresso del parossismo , di comprimersi poco sopra della super- licie palmare del carpo, sopprimeva o rintuzzava la violenza del neuralgico tormento. Fu dunque deciso di cimentare il troncamento del nervo ulnare al di sopra del punto di irradiazione de' spasmodici dolori; la quale operazione, con esportazione anche di una porzione del nervo per la lungliezza di cinque linee , fu coUa niassima accuratezza , in presenza dell' au- tore , eseguita dal professore Cairoli assistito dal professore Panizza. Nell' atto del troncamento del nervo il mala to provo una scossa nelle due dita mi- gnolo ed anulare, cui succedette immediatamentc in ambedue queste dita la perdita di senso e di moto ; passo tranquillamente il restante del giorno e parte della notte, ma sgraziatamente dopo quindici ore DI ANTONIO SCARPA. 829 (lair operazioiie i-icoinparve colla medesima forma cd intcnsita di prima il neuralgico parossismo. La pia- ga , nella quale era avvenuta corruzione gangrenosa , ando in un nicse circa a completa cicatrizzazione, continuando pero la solita ricorrenza de' ncuralgici insulti , come se il nervo non fosse stato troncato, II caso ora riferito diede luogo all' autore di portare alrunc importantissime riflcssioni sopra la Neuralgia in generale, e distingncrne due specie, nella prima delle qnali il troncamento del nervo sopra della sede, dalla quale emanano le dolorose irradiazioni , e un mezzo pronto e sicuro di guarigione, perclie la ma- lattia deriva da causa locale manifestaj circoscritta , ed a portata d'essere rimossa dalla niano del chirur- go , mentre nella seconda il taglio del nervo e di niuna utilita, giacche il male procede da ignota ca- gione, sfuggevole ai nosfri sensi ed alle anatomiclie I'icerclie. E cio stabilito passa Fautore a dire di cia- scuna specie in particolare. La prima, denominata da Chanssier Anomaln, trae origine ora da un tubercoletto duro, assai doloroso, che formasi spontaneamente nella sostanza di qualche filamento nervoso sottocutanco o di tal altro nervo dei piii prossimi alia superljcie del corpo ; ora da puntura di alcuno di codesti filamenti nervosi , sus- seguita da dura rugosa cicatrice; ora da un corpo straniero penetrato nella sostanza del nervo; ora in fine da una forte e profonda contusione. Per le quali patologiche circostanze il nervo, come rilevasi dalle anatomiclie ricerche , trovasi alterato solamente nel luogo della loro sede , ma sopra e sotto bene orga- nizzato e sano. Laonde si comprende die, da qua-" lunque di queste cause la neuralgia proccda, il tron- camento del nervo sopra del luogo male alTetto, non puo non essere die un mezzo pronto e sicuro di guarigione. Ed affine di vieppiu confermare questo articolo di pratica cliirurgia, aggiunge Tautore varj casi interessanti di neuralgic , prodotte da ciascuna delle acccnnate casiioni, c felicernente curate. Termina poi di parlarc della Neuralgia Anomala con accenuare 33o OPUSCOLI DI CIIIRURGIA la raolta afflnita clie essa tiene colla Oilontalffia, sia che si riguardi Tessenza del male ed i leaoiiieni cho da essa ne derivano, ovvero il inodo piu efficace di curarla radicalmente. La seconda specie di neuralgia si e quclla clie dal sopraccitato Chaussier dicesi Essenziale o Lcgittima , la quale differisce sotto varj rapporti dalla prima. La Neuralgia essenziale fa sempre mostra di se nel punto in cui il nervo viziato e piu prossimo che altrove alia superlicie del corpo. Questo puuto , da cui per intervalli partono e si propagano Ic tormen- tose fitte, non presenta alia vista, ne al tatto al- cun duro tubcrcolo, nluna cicatrice, niuiia irrego- larita di superficie sulla pelle clie lo ricopre, il qual tegumento non mostra alcun cambiamento di colore, alcun indizio di uiorbosita , tranne una sc[iiisitissima seusibilita al piii lieve contatto. I laceranti dolori nella neuralgia essenziale non sono remittenti , come nel- \ anomala, ma intermittend , talvolta a piii giorni e settimane. Insorgono per lo piu senza causa manifc- sta, e del pari senza discernibile causa scompajono. La essenziale neuralgia inline resiste alFazione di 02;ni farmaco sinora conosciuto , non die ad osni qualunque piu cnergica operazione di chirurgia. Siccome iiiuna percettibile alterazione di struttura organica si riscontra colle anatomico-patologiclie ri- cerche in tutto il tratto di nervo colpito da neuralgia essenziale, pare si possa con ragionevolezza inferire die la causa predisponente di cotesto tormentoso male, non altrimenti che xm\l epilessia simpadca, consista nella pervertua indole e nella sregolata azione di cjncl sottile clemento inerente alia polpa nervosa di tale o tal altro nervo , per 1' interposizione del quale sottile elemento il consenso e la reciprocity di scnsazioni e di movimenti intrattiensi in istato naturale e sano fra le singole parti del corpo animale ed il comune sensorio. Ora poi die si sa per accurate spericnze fatte dal professore Panizza in prcsenza delV autore, che nella composizione dei nervi spinali i lilamenti che partono dalla radice spinule posCeriore scrvono DI ANTONIO SCARPA. 33 1 escluslvnmente al senso , e quelli che traggono ori- gine dalla radice a/iteriore al moto, sembra che tanto nella neuralgia essenziale , quanto nell' epilessia sim- palira, siano affetti i iilanienti destinati al senso a preferenza di quelli che servono al moto , quantun- que uiisti ed intrecciati insieme nel tronco e nelle diraniazioni del ncrvo viziato. E poiche egli e niolto simile al vero , che tanto la neuralgia essenziale , quanto la epilessia simpatica, procedano dalla sorgente poc' anzi accennata, ne viene di conseguenza , non essere la neuralgia essenziale^ propriamente parlando , che una epilessia simpatica imperfetta o parziale , in cui Tairezione nervosa non ascende a tanto verso il cervello quanto fa 1' aura epilettica fino ad opprimere i sensi, ma cambiata in doglia atrocissima si arresta a certo tratto della parte ammalata. II modo d'incominciamento del parossismo neuralgico e dell' insulto epilettico, la possibilita di prevenii-e o reprimere assai volte col laccio si Tunc che Taltro , la niuna alterazione del polso in ambe- due , il partire I'aura epilettica c la neuralgica iitta dal punto il piu superficiale che il nervo male afletto percorre , la resistenza di queste malattie a tutti i pill energici rimedj interni cd esterni sinora cono- sciuti, il passaggio dell' una forma morbosa nelfaltra, costituiscono altrettanti punti di relazione , i quali mostrano abbastanza la grande affinita di essenza fra questi due mali. Dalla considerazione inoltre che in questi casi il male non si limita al punto del nervo da cui trae principio, ma invade e colpisce in tutta, o almeno nella massima estensione il nervo male affetto, sen- zache sia possibile di precisare il punto ove finisce, ne viene che in questa seconda specie di neuralgia non si puo riporre nel troncamenlo del nervo alcuna fiducia di guarigione. In conferma della quale verita si riportano varj ciisi di neuralgia essenziale^ massirae faciale risguardata a giusto titolo siccome il tipo di questa crudelc malattia , in cui Toperazione accennata riusci di niuii giovamcuto. Per cio poi che riguarda 33a oruscoLi di oniRui;GT\ rinsufficienza del troncamcnto del nervo uliiarc per la 2;nariglone della neuralgia cnbuo-dlgilale csscnzlale, ne e una prova sulliciente il ril'crito caso del profes- sore Viviani; nel quale crede Tautorc clie ([uaiuran- che il nervo fosse stato a piii riprcsc troncato dal carpo air avanbraccio , e pur anco nclla rc2;ione del cubito, e quasi sin all' origine sua dallo spinal niidol- lo, il risultamento sarebbe stato eeualmente iulbliLe. Ne maggiore hducia in casi di neuralgia esseiiziale deve riporsi nel caustico a preferenza del cohello, poiche nel protessore Viviani la ferita , imuiediata- mente dopo I'operazione, fu presa da corruzionc gangrenosa con successiva perdita di sostanza , e tut- tavia eio nulla valse a rendere Tesito piu lavorevole. I molti rimed) di varia indole e taluni di opposta azione fra di loro^ stati suggeriti per curare radical- mente la neuralgia essenziale, conferniano vieppiii r imperfezione dell' arte a questo rigiiardo. Tutt' al piu ottiensi diminuzione delF atrocita dei dolori e maggiore intervallo tVa i parossismi dall' uso di al- cuni antispasmodici , e specialniente del muschio col- r estratto d' oppio e di lielladonna ; non giovando i quali , si possono tentare i mercuriali a larga dose. Talvolta la natura colle proprie sue forze , dopo un lasso di tempo piu o men lungo , sempre pero di alcuni anni, ha saputo in alcuni affetti da neuralgia essenziale mitigare il male, e, se non dissiparlo del tutto, almeno renderlo piu tollerabile : la qual epoca felice sventuratamente non e ancora comparsa a fa- vore del benemerito professore Viviani , come risulta dal transunto di una lettera del medesimo die mette fine alia Memoria. Oltre a molte altre importanti cognizioni patologi- che e pratiche che si possono attingere a quest' opu- scolo , importantissimo e poi il vantaggio che pure se ne ricava , di saper cioe precisare , quando per la cura della neuralgia convenga o no ricorrerc al troncamcnto del nervo; onde non accade di dire di che interesse grandissimo deve riuscire questo scritto ai coltivatori dell' arte salutare. DI ANTONIO SCARPA. 333 2. Dc Gangllls nervorum , deque origine et essentia nerd Iiitercostalis , ad illustrcm virum Henry cum Wcher, anatomicum Lipsicnsem^ Epistola. SiiUa struttura e sull use dei jianglj 1' autore si tlichiara tuttora dell' opinione eniessa nella sua opera, staiii[)ata I'aniio 1779, Anuotat. Anatom. Liber pri- mus, etc. II ganglio tanto semplice, quanto coniposto altro non c che un coniplesso di sottili filamenti ner- vosi , riei qiiali si risolvono i tronchi die vi pene- tnino , i quali lilanicnti in varie guise fra di lore roi]2;iunti si ricompongono in tronchi , che sotto di- viTsi angoh vedonsi uscire dalla meta o dalla estre- niita inferiore del ganglio medesimo. E poiche nel ganglio composto entrano nervi provenienti da pa- recchie distinte oii2;ini, cosi cpiasi per meccanica nccessita avviene che i tronchi nervosi, i cpiali sor- tono dal ganglio medesimo, contengono ciascuno nella loro con^posizione tilamenti dei varj nervi che vi entrarono. Grande e il vantaggio che per Cjuesto modo pro- viene alia composizione del sistema del nervo inter- costale. Perocche non solamente il tronco di cjuesto nervo , nia anclie i singoli rami che ne derivano contengono filamenti di tutti i nervi spinali che con- corsero alia composizione dell' intercostale, coll' ag- giunta del quinto de' cerebrali e del vago. Quindi necessarjanicnte le diramazioni inferiori del nervo splancnico , quali sono cjuelle che appartengono al l)asso della pelvi, sono piu composte delle superiori, essendo il risultato degli stami di ciascuno de' nervi spinali, del vidiano e del vago. La quale cognizione serve alia spicgazione di niolti fenomeni niorbosi , specialmente de' visceri del basso ventre. llcstava tuttavia oscuro agli anatomici lo spiegare, pcrche il nervo intercostale , prodotto dai nervi spi- nali destinati al moto muscolare volontario, poco dopo la sua origine uscito dallo speco vertebrale , da motore si canibi in nervo senziente , non soggetto alia volonta. Dopo die dalle accuratissime sperienze, lattc dal prolcbsorc Panizza sopra animali a siuigue 504 OPUSCOLI Dl CHinURCI.V freddo c a sangue calilo, risuho esscre fuori crogni tluhbio, chc dellc due radici, di cui si coiiipoue cia- sciui ncivo spiiiale, Vantaiore serve al nioto muscolarc volontario, la jwstenurc al senso (la qiial distinzione in nervi motorj e seiizicntl rnostra Tautoie non ap- partenerc soltanto ai nervi spinali, ma essere propria anche de' cerebrali, e non ritrovarsi ganglj se non fra i nervi senzienti), fu cura deir autore di occiiparsi in ricerearc ne' cadavcri , sc il neivo intercostalc tragga origine dalle radici spinali posteiioii o dalle antcriori. Ed essendosi ritrovato clie manifestainente le origini del nervo intercostalc vengono dalle radici spinali posteriori^ riniane cliiaranicnte spiegato, essere il nervo intercostalc per origine ed essenza nn nervo scnziente, dcstinato ad apportare ai visceri la sensi- bilita ed a mantenere in essi la vita organica ; e percio, quantunque nato da' nervi spinali, non essere soggetto air inipero della volonta. Ciascuno di leggieri coniprende quanta luce sparga sidla scienza fisio-patologica un tale anatomico ritro- vamento, a cui devono cedere le ipotesi per la spie- gazione del fenomcno sin qui imaginatc. 3. De Gangliis , deque utriiisque ordinis nervorum per universiun corpus distribulionc , ad dlusLrem viruni Henry cum Weber ^ anatondciim Lipsiensem, Epi- stola altera. Nella lettera antecedente avea stabilito I'autore chc i ganglj , semplici o composti , non si ritrovano se non fra i nervi al senso ed alia vita organica desti- nati. La quale [)roposizione viene dalla prima parte di questa seconda lettera messa in piu chiara luce e conf'ermata. Se in fatti parlasi de" nervi spinali, non si ritrovano ganglj se npn nella radice posteriore destinata al senso. Se trattasi del grande nervo inter- costalc, tuiti gli anatoniici satuio che i mold ganglj composti, i quali occorroiio tra le diramazioni visce- rali di f[uesto nervo, appartengono all' ordine de' nervi senzienti. Lo stcsso deve dirsi di quelli tra i nervi cerebrali che sono al senso soruti. DI ANTONIO SCAKPA. 335 Con molta pcrspicacia e trattata questa prima parte tlella Icttera, ed i cultori tlelF anatomia e della fisio- logia vi ritroveranno importanji dilucidazioni, delle quali troppo lungo sarebbe if volere partitamente discorrere. Quanto alia distribuzione per tutto il corpo de' varj ordini del sistema nervoso , clie forma la seconda parte di questa Icttera, stabiliscc Tautore essere legge costante die i nervi composti di lilamenti jnotori e scnzlenti insieme riuniti spettano alle parti soggette ai cenni della voloata, mentrc le altre sono di nervi scnzicnd appena fornite. Due serie poi si distinguono di nervi composti da filamenti niotorl e senzienti , Y una di tutti i nervi spinali , Y altra di alcuni cerebrali. La prima serie di nervi composti si dilYonde a quasi tutte le parti del corpo; e questi nervi com- posti spinali distribuendosi ai muscoli , loro sommi- nistrano lo stromento del moto volontario e Y ele- mento insieme della scnsibilita e della vita organica. Avvieue poi che i nervi composti spinali portandosi quasi per tutto il corpo separano dai motori i fda- menti senzienti; i quali andando alia cute nella su- perlicie del corpo vi costituiscono I'organo del tatto. La seconda serie di nervi composti, formata da alcuni nervi motori , e da altri senzienti cerebrali , insieme congiunti e frammisti fuori del cranio , ha lo stesso ufficio de' composti spinali, di servire cioc neir egual modo a' muscoli volontarj situati intorno al caj^o. E quanto all" organo del tatto nella cute della laccia, alia quale non giungono nervi spinali, c desso costituito da Idauienti senzienti del par cpiinto, liberi c disgiunti da' motori del settimo. La terza serie di nervi non composti , oltre i de- stinati alia costruzione dell' organo del tatto, costi- tuita da soli nervi senzienti, e distribuita alle parti non soggette al cenno della volonta, c formata prin- cipalmente dalle tliramazioiii delf intercostale, di cui I'autorc ha discorso nella lettera prima. Del resto , nei composti nervi spinali e cerebrali Tintrccciata loro struttura non e di ostacolo, perclic 336 OPUSCOLI Dl ClURUUGIV ciascun ordine di nervi panitiuncnte adoinpia ni pro- prj ull'izj; siccome j)rov;mo gli h[)eiimenLi I'iiui siigli animali , in cui tagliando la ladice spiiialc antciiorc viene tosto abollto il nioto voloiuario lestando illcso il sciiso , c vicevcisa tagliando la ladice posteriorc. Lo ciic ijmauc piue da alcuni fatti patologici confermato. 4. Esaine cnmparadvo del slstcma arter'ioso di amhe- dite gli arti infcrlori ncl cadavere di wi iiomo , il quale, 1-^ anni prima, era stalo dall autore operato d anenrisma popUtco nell arto desCro col metodo Hiuilcriano. Airoggctto di scmprc piu coiifermare Tutilita del inctodo Huuteriaiio per la ciira dcircsterno anen- risma, e di far toccare, per cosi dire, con niano la niaestria della natura, ajutata dall' arte, nel conipen- sare le perdite e metterc in opera ua insolito pro- cesso conservatore dclla circolazione e della vita di tutto Tarto operato, nialgrado la legatura e Tottura- mento della principale sua arteria, istituisce I'autore im esatto confronto tra il sistcnia arterioso dell arto destro , stato operato 2^ anni prima, d'anenrisma popliteo in certo Giuseppe Fiorini , di cui si parla nelr Osservazione i in calce all' opera dell' autore suir Anenrisma , ed il sistema arterioso dell' arto sini- stro corrispondente sano del medesimo soggetto. Esaminato lo stato delle arterie femorale superfi- ciale , femorale profoiida, articolari superiori cd infe- jiori del ginocc/do , interne cd esterne nell arto stato operato , e iattone il relativo confronto con quelle del sano , si dcducono alcuni interessanti corollarj , dai quali rilevasi principalmente il vantaggio di al- ]acciare , in case di anenrisma d' uno degli arti , I'arteria in distanza dal sacco aneurismatico , senza tema che percio alcuna parte delf arto abbia ad es- sere defraudata dalla giusta quantita di sangue. Non puossi rivocare in dubbio clie, dopo la legatura della principale arteria d' un arto, i tronclii arteriosi late- rtdi ed i rami maggiori , minori e minimi di essi , dilatansi ed acquistaao uii dianietro di gran lunga DI ANTONIO SCARPA. 337 niaggiore lU quelle che aveano precedentemente alia legatura, come rilevasi auche dallo stato del sistema arterioso nel Giuseppe Fioriiii dalT autore esaminato. 5. Perche la legatura temporaria della grossa arteria dl un ano, onde oUenere la cura radicat'wa del- V aneurisma , sia stata riguardata talvolta siccome mancante di effetto. In pill kioghi della Memoria pubblicata suUa le- gatui-a delle grosse arterie degli arti, indi nell'Ap- pendice all opera suU' aneurisma , e per ultimo nel- Topuscolo precedente avea I'autore insegnato che in generale la legatura dell' arteria principale di un arto, ancorche produca il piu perfetto otturamento dell' ar- teria allacclata, non e mai da tanto di sopprimere le anastomosi che naturalmente esistono fra i vasi late- rali ed il tronco arterioso principale, dal di sotto della legatura tin all' ingresso nel sacco aneurismati- co ; ma che picciolo essendo I'urto di quel filo di san- gue che rigurgita nel tronco arterioso principale sotto della legatura , non puo ostare alia formazione del tromho. Questa verita e ora comprovata da fatti della pill grande autenticita, caduti sotto I'osservazione dei signori professore Cairoli, dottore Kruch e pro- fessore Rlorigi ; nei quali casi la comparsa delle pul- sazioni sotto della legatura, stata levata nel quarto giorno, non fu una prova che la legatura non avesse prodotto il coalito dell' arteria : perciocche dopo al- cuni giorni di applicazioni fi'edde sul Sacco Aneu- rismatico le pulsazioni cessarono e la guarigione fu completa. Per le quali cose Tautore opina che in parecchi casi , non riflettendo a quanto era stato da lui avvertito, e stando alia sola presenza delle pul- sazioni , sia stata replicata la legatura di qualche tronco arterioso senza necessita. L^indizio certo che la comparsa delle pulsazioni dipcnda in qualche caso da straordinario urto di qualche vaso laterale, e non , scritta dal bar. Cuvier, in parte da notizie sparse in varj glornali scientifici francesi. Noi verrem citando le Meinorie conte- nute in qnesti ed altri giornali , in cui 1' Humboldt lia (i) Le osservazioni magnetiche furon uno de'' principali soggetti di occupazione del signor Huaiboldr durante il suo viaggio , e diedero argoniento ad una sua JMenioria inserita negli Ann. de (him. et dc pliys. torn, 44, pag. 23 1. II suo zelo nel raccogliem sifFatte osservazioni fu pure opportunajiiente assecondato e iniitato da altri. E nV frutto clie una linea di osservazioni corrispoudenti ciiTa le orarie magnetiche variazioni si stenda da Parigi sino a Pekin, ove per tali osservazioni fa costruito ( senza materiaU di ferro ) un edifizio simile a quelli che gia trovansi stabiUti a Pa- rigi , Berlino, nei sotterranci di Freyberg, a Pietroburgo, a Kasan e Nirolaefl' in Crimea. Dal 2 novembre 1838 sino al 5 inaggio i83o, mentre facevansi a cinque epoche convenute osser- vazioni in Asia e in Europa, facevansi pure dal signor Boussin- gault a Mannato in America sul pendio orientale della Cordiliera di Choco nella provincia di Antioquia ( lat. bor. 5° 27'). — H sig. Humboldt espose airAccademia delle scienze pur anche il rac- conto di osservazioni circa P intension della luce e i coloramenti deir aria fiitte nello scorso agosto a IrktusU, in Asia, a Beriino , ed agli Stati Uniti, in occasione degli straordinarj feuomeni di cui si discorse anche in questa Biblioteca Italiana ( toiu. 65.", pa;:. 117). II signor Humboldt gll attribuisce a rilVazioiii straordi- narie cd intlessloni de' raggi sol;u-i causate da una particolar con- dizione di densita degli aiti strati delP atmosfera (2) Queste iion si limitano alle sole scienze naturali, ma si pstendono anche ad argomenti cstranei alle medesime , e ne siano prova alcLine osservazioni dalP Humboldt comunicate all'Accade- mia delle scienze intorno alle rifre indichr , etl al loro valorr di poiizione. 342 A r r F. N D I C E trattato dlstosnniente c'.e' soggetti clie ijni appoiia si nccen- nano; avvertasi pure aver egli gia puhblicato un' opera apposlta ill due voluiui iatorno alia geologia e cliinatologia asiatica. II sigiior trilnnibolclt s" inibnrcb a Nischni-Nowgorod sul Volga per discendere a Casan ed alle mine tartare di Bol- gari, antica residenza dc' Tiniuridi. Di la attraversando Perm , recossi ad Ecaterinebiirgo sul pendio asiatico- del- rUralo, vasta catena coiiiposta di niolte Urate di nionti quasi parallele, le cui piii alte cime arrivano appena a 14 o 1 5 00 metri, ma die, siccome TAude, scgulta la direzlone di un medesimo meridiano, dalle foriiiazioni ter- ziarie vicine al lago Aral sino alle rocce di grunstcin vicine al mar glaciale. Un niese incirca fa impiegato dnirilnailjoldt a visitare le parti centrali e settentrionali delT Uralo , se- gnalate per dovizia di alluvioni contencntl oro e platino, le luiniere di malacliite di Goumechefslioi, la gran montagna niagnetica di Blagodad , e i famosi deposit! (giseinens) di topazio e berillo di Moursinsk. Presso Nischni Tagilsk, regione comparabile al Choco deirAmerica del sud, fu trovata itna pepita di platino pesante piu die 8 diilogram- mi. Da Ecaterinelonrgo il viaggiatore si rivolse per la via di Fioumen a Tobolsk su 1' Irtlsdi , e quindi , passando per Tara e per la steppa di Baraba, die certi insetti della famiglia delle tipule, die assai vi abl)ondano, rendon temuta niediaote le loro punture, ne venne a Barnaoul sullc rive dell'Olji al pittorico lago di Koliwan ed alle ric- die miniere d'argento di Scblangenberg, di Biddersk e di Sirianofski , situate sul pendio sud-ovest deirAltai , la cui cima piii alta , detta da' Calmucdii Ijictou (montagna di Dio ) od Alastou ( montagna pelata ), e di recente esplorata dal botanico Bungc, ginnge quasi all' altezza del Picco di TenorifFe. Le miniere di Koliwan fVuttano oii;ni anno piii di 76000 marchi d'argento. Da Riddersk volgendosi al sud verso il fortino d' Ust-Kamenogorsk i viaggiatori, pas- sando Bourklitarminsk, giunsero alia frontiera della Son- garia cliinese; ottcnner anclie il perniesso di valicarla afliii di visitare il posto mongollo di Baty Kboni-lMnilakliou , punto assai centrale dell'Asia (al nord del lago Dzaizang), die dalle dcterminazioni cronometriciie deiriluiidjoklt risulta a 82° di longitudine, e percio situato quasi sul meridiano di Patna e di Kataiandou. Faccndo ritorno da Klioni-IMailakhou PARTE STR.VXIERA. 840 ad Ust-Kamenogorsk i viaggiatori videro suUe rive solita- rie della Bonkhtarma , Inngo niio spazio maggior di 5ooo metrl , il graiiito diviso in snoli pressoche orizzontali , e disteso sur uno schisto i cul strati soao in parte in- clinati di 85% in parte aflatto verticali. Dal fortino di Ust-Kamenogorosk camnilnaron lungo la steppa dell' orda media de' Kirghisi , passando Semipolatlnsk, Omsk,quindi la llnea de'Cosacclii dell' Ischim e del Tobol, affine di per- venire all' Uralo nieridionale. Qnivi, in vicinanza di Miask, ed in uno spazio poco esteso, furon trovate, sotterra appena poclii pollici, tre pepite d' oro native, due delle quali pe- santi 38 marchi e la terza 48 ^/a (i). I viaggiatoi'i venner lungo r Uralo meridionale sino alle belle cave di diaspro verde vicine ad Orsk, laddove la pescosa riviera del Jaik ronipe la catena dall'est aH'ovest; quindi si volsero ad Oren- bnrgo, la qnal cltta, coineche si lontana dal mar Caspio, trovasi gia ad un livello iaferiore a quel dell'Oceano, come risulto dalle misure barometricbe fatte durante un intero anno dai sigaorl Hofaiann ed Ilelmersen ; poscia alia famosa nii- niera di sal gemma d'lletzki, situata nella steppa della piccola orda de' Kirgliisi ; al capo luogo dei cosacclii d'Ouralsk, i quali nmniti di uncini alFerrano con le mani, tuffandosi . di nottetempo nell'acqua, degli storioni lunghi da 4 1/2 a 5 piedi:, alle colonic tedesche del governo di Saratow sulla riva sinistra del Wolga, al gran lago salato d'Elton, nella steppa de' Calmucchi, e per la via di Sarepta , bella colo- nia de' fratelli IMoravi, ad Astracan. I precipui intenti di questa escursione al mar Caspio erano , 1' analisi chimica delle sue acque da esegnlrsi dal signor Rose, l' osservazione delle altezze barometriclie corrispondenti di Oreuburgo , Sarepta e Casan , e la raccolta de' pesci di quell" interno mare a pro della grand' opera su' pesci de' signori Cnvier e Valenciennes. Infatti il museo di storia naturale del Giar- dino delle Piante rlcevette dal signor Elirenberg piii di 3o specie del mar Caspio, e di varj fiumi della Russia euro- pea ed asiatica; i pesci del lago Baikal sono stati richiesti dal signor Humboldt. D'Astracan i viaggiatori ritornarono a (l) E proliahile clie T oro de'popoli Sciti, tauto aumiirato da' Greet , si ttaesse dalle alluvioni dell' Uralo , e si trovasse forse a c[ue' teiujil a pocliissinia distauza dalla sujicrllcie terrestre , cd anclie qua c la disscmiuato su tal su^erGcic. 344 APPENDICE Mosc.i passantlo T istmo clie separa il Don ed il Wolga , e il paese Jei Cosacchi del Don, Woroneje e Tonla. In occasione di que^ta spedizione , fatta in principio del Inglio 1829, avvenne riniportante scoperta dei diamanti deirUralo, di cui slam debitori al conte di Poller, ed al signer Schmidt , giovane mlneralogo della scuola di Frey- berg, che da Nischni-Nowgorod in poi avevano accompa- gnato il signor Humboldt. Certe analogic geognosticlie tra le formazioni del Brasile e dell' Uralo , e il conoscere come in regioni lontanissime della terra si trovino egualmente associate certe sorta di minerali, aveano suscitata nel si- gner Humboldt, come pure nel signor d' Engelliardt, pro- fessore di mineralogia a Dorpat, la ferma persuasione che avessero a trovarsi diamanti ne' terreni d'alluvione auriferl e platiniferi dell' Uralo, come in quelli del Clioco e della Sonora. II signor Humboldt erasi raolto caldamente appli- cato a questa ricerca, insieme a' signori Rose e Schmidt, sin da quando giunse ad Ecaterinebnrgo , esamlnando con la lente i residui delle lavature ; ma le sue indagini furono infruttuose, e lo scoprimento del diamante fatto dal conte di Poller e dal signor Sclimidt, avvenne sul pendio euro- peo dell' Uralo , 8 leglie al nord-est di Bissersk, nelle al- luvioni di Krestowosdvijenski ; e gla da tre giorni essi eransi dlssociati dalla spedizione ne' contorni di Kouchwa e di Tourinsk, per passare il dosso della catena centrale, e far ritorno a Perm. II signor Humboldt ha presentato aU'Accademia , a pro- prio nome ed a nome del suo compagno dl viaggio signor Gustavo Rose (i), molti minerali raccoiti nel viaggio me- desimo, tra cui ve n' ha di rarissimi , o la composizion de'quali era sinor rimasta al tutto sconoscluta, quali sono V aecliinite , che e, second© Berzelius , un titanato di zir- conia ; i\ pirocloro di Miask, ch' e un titanato di calce con ossido di cererio , la quale sostanza non era per anco stata trovata clie dal signor Wohler nella clanlte sparsa di zir- coni di Crlstiania in Norvegia; la pirojlllue di Beresow, silicate d' allumina con acqua , il quale si gonfia alia (l) Questo chiinico Iia pubblioato nel Bullettino della Soc. Imp. tie' naturalist! di IMosca (n." 11, an. I) una Menioria sui minerali cristallini che si trovano nelle miniere di pLitino e d' oro deir Uralo, PARTE STUANIERA. 34^ fiamma animata ilnl cannello, la cnl analisl vcnne escguita dalTabile chiuiico di Mosca sigiior Herrmann; la gahnite di Kyscluini nelF Uralo centrale ; la cancrinite che ba. certe relazioiii con la lazulitc, e scoatrasl ne' monti Ihnen , in una roccia di eleolite ivi molto diffusa ; bei cristalli di dioptaso deila grande steppa de'Kirghisi delPorda media alle falde della collina d'Altyn-Tube ; questo mlnerale fu pero recenteniente scoperto anche sul pendio occidentale deir Uralo ; finalmente due nuove combinazioni di tellurio della uiinicrn di Sawodinski , al piede sud-est dei monti Altai, poco lungi dalla frontiera cliinese. II tellurio era sine ad ora in Asia sconosciuto. Ma il signor Rose ha trovato che il mineral nietaliico di Sawodinski , stato con- fuse col solfuro d' argento di color molto chiaro, contiene due sostanze diverse: il telluro d'argento composto di 62,4a argento, 36,92. tellurio e 0,24 ferro, cioe di un atomo di tellurio e d' un atomo di argento; ed il telluro di piombo composto di 1,28 argento, 60, 35 piombo, e 38,37 tellurio. Qnesti minerali di tellurio d"Asia son qnindi al tutto nella composizion lore diversi da' tellurj auriferi di Nagyag in Transilvania (i). II signor d' Humboldt ha pure recato aU'Accademia 1' an- nunzio di un gran lavoro del signor Rose intorno all' oro de' filoni , e de' terreni d'alluvione dell' Uralo, catena di monti che sul suo dosso possiede terreni d'alluvione auri- feri e platiniferi , dal 53.^ fino alquanto di la del 6i.° grade di latitudine. II sig. Rose trovo sul pendio asiatico deirUralo, dell'oro pressoche puro , composto di 99,34 oro, 0,14 ar- gento, 0,43 rame , e o,o5 ferro, e conseguentemente piu puro che quello di Giron e di Bucaramanga in Colombia, analizzato dal sig. Boussingault; ma fra' saggi recati dall'Altai da' filoni di Sirianovvski, il signor Rose trovo dell'oro native argentifero, composto di 60.49 ^^ ^^'^ ^ 38,79 di argento. 11 sig. d' Humboldt ha ben anche esposto aU'Accademia il sito lavoro intorno a'slsteml delle montagne tlell'Asia interna, a' volcani che ne' tempi storici furonvi attivi, anche versande lave (2), ed al grande avvallamente dell' ovest dell' Asia, (1) La Menioria del siguor Rose sopra i due nuovi luineralj di telluric dell'Altai, trovasi Inserita iiegli Annali di fisica e clii- inica tedeschi (torn. 28), e francesi ( toui. 45). (2) Le Memorie relative a qiicsti argomenti sono inserite ne^W Arinales de c/tii/i, et dc physique torn. 45. 346 ArPENDICE del quale awallamento il mar Caspio e il lago Aral son la parte piii bassa (la snperficie del primo e ili fjS, e quella del secondo dl 62 metri inferiore al iivcllo dcl- r Oceano ) , ma che giasta le nuo\'e misure Ijaromelrlclie de'sigaori Hoffmnii, Helmerscii , Ilimiboklt e Rose, si di- stende molto lungi neirinterno delle terre , sino a Saratow sulWolga, e sino ad Oreiiburgo sul Jaik, e verisimilmeiite anclie al sud-est sino al corso inferiore del Silioun ( Jaxar- tes) e deirAmou (Oxus de' geograli antichi ) (i). Questa concavitii deirantico niondo e una region-cratcre , come sono snlla superficie lunare le niaccliie dette Ipparco ed Archimede; e la formazione di un tale incavo senilira aver intima relazlone col sol'.evamento del Caucaso, doll' alti- piano della Persia, e di quell' enoraie corpo nioatagnoso che vien slgnificato col nonie molto vago ed improprio d'alti-piano dell'Asia centrale, sui limiti dolla Songaria Chinese, e della steppa de'Kirgliisi. Ad Ust-Kamenogorsk, a Semipolatinsk ed a Orenburgo arrivano tutte le cara- vane dall' interno, e in questi luoghi il sig.IIumboKlr.ado- perossi a raccogliere da'Tartari, da'Bouckhari, e da' Tach- kendi degritlnerarj e delle inforniazloni rispetto alle con- trade prossime al lor paese. I viaggi a Thourian, Akson, Khoten, Jerkend e Kacheiuir sono alquanto rari, ma Kacli- gar, il paese situate tra TAltai e il jiendio scttentrionale de' IMonti-celesti , Gonldja sulle rive dell' 111 ( liiogo d' esi- glio de' grandi della corte e de'ministri chinesi ), Khokand, Boukhara e Samarkand sono visitati attualmente di spesso da' mercanti e commessi viaggiatori, di razza asiatica, stabiliti nella Siberia meridionale. < Non ci e dato di tener dietro al signor d'llamboldt nella sposizione de' suoi ragguagli geografici , che si collegano a quelli che i signori Abel Remusat e Klaproth sepper trarre dalla profonda cognizione delle opere di statistica chinesi e mantchou. Direra tiUtavia come la parte media dell'Asia non componendo ne un imniane nodo di monti, ne un alti-piano continue, sia traversata dall' est all' ovest da qnattro grandi sisterai dl monti, che ebber forte inflnenza sopra le migrazioni de' popoli e il loro stato sociale. Tali ,sono I'Altai che in niun modo e collegato da una (i) Tale avvallamento h ripartlto in varj Jjacini , ivrigati da acque di non rapido corso, che li rendouo fccoadi. P.VRTE STR\X1ER4.. 847 catena continnata ( il fnvoloso Alghidin Tsano dcllc nostra carte), nella steppa ile' Kirgliisi , alia catena deU'Uraloj i INIonti-celestl ( Tliinn-clian, ]\loLiz-tn{;h o IMonssoar de' Tar- tar!, il cui punto culiniaante e il Boklida-oola o Bogdo ), tra la Songaria e la Piccola o piiittosto Alta-Boukhavia ; il Knenliin o Koulkoun tra rAlta-Bonkliaria ( il paese di Kacligar, Jerkeiid e Klioteii ) e il Tubet; fjiialmente I'Hi- maiaya clie e il piii niagnifico ed esteso di tiuti. Tra (jiiesti sistemi il terzo e il quarto sono per cosi dire conciiinti e conliisi ne' graiidi nodi delle inontagne di Badaklichan , del Piccolo-Tubet e di Kacligar. Al di qua dei 69."'" e 70.""^ gradi di longitndine v'lia una sola catena, quella dellHindou- klio, che s' abbassa rapidamcnte verso Herat, e si riaiza di nuovo piu all'ovest nel \uIcano del Demavend. Dal- I'alti-piano dell' Iran, il quale ov'e piu esteso (da Tehran a Chyraz ) conserva iin' altezza media di i,3oo nietri , la catena dell' Hindou-kbo, biforcandosi a modo de'filoni, invia verso 1' Indostan e il Tubet due i\ami o piuttosto due squarciature , suUe quali solievaronsi 1' Himalaya ed il Kuenlun. Lo spazio intermedio in cui giacciono il Katclii , il Tubet ed il paese di Ladak , e an alti-piano pressoche continuo , attraversato da un reticolato di piccole catene , la dlrezione e T origine delle quali ricbiamano pure alia mente gli svnriati fenomeni della formazion de'filoni. Tra Kachemir, Ladak e Badakhcban , nel meridiano di Attok, 1' Himalaya fonnar semln-a un solo grande ammasso col Hindou-kho, il Kuenlun ed il Tsoungling. Quest' ultimo si prolunga col nome di Bolor da sud a nord ; conginnge ad angolo retto i due grandi sistemi di monti dei Kuen- lun o Tubet settentrionale e del Mouz-tagli , cbiude qual muro all'ovest Talti-piano della Piccola od Alta-Boukliaria, ed e tal catena di niontagne , analoga a quella dell' Uralo anclie per direzione , clie, sccondo le idee ingegnose del signor Elia di Beaumont (i) , appartengono ad un' eta relativa dilTerentissima da cpiella de' sistemi pin o meno paralleli all' equatore. Niun' altra parte del mondo, non ec- cettuata TAIlVica lueridionale, possiede un si vasto cumulo dl terre, eretto a tanta altezza , siccome I'Asia intcriore, dal Kacliemir e da' laglii sacri del Tuljet, sino alia nevosa (i) Vcd. Bihl. Itai. toui. 62.*, pag. 264. 348 A P P E N n I C E catena del Kingkhan. L' asse principale JI tal rialzamento, gia probaj^ilmente formato innaazi all'eruzion delle catone uscite di fenditure volte dall' est all'ovest, e diretto dal sud-ovest al nord-est. In quesr obliqna direzlone s' iiicoii- trano gl' immensi e sublimi alti-piani di Gobi, del Taa- gout , del Khonkban-noor , delle ssorgenti del Jenisei , della Selenga e deirAmore ; nia questi alti-piani non riempiono, come in mode vago snpponsi, tuita TAsia mezzana , tra il 36° e 5o° dl latitudine. Le produzioni e le manieie di coltura della Piccola-Bonkbaria, quelle de'paesi disseminati di lagbi, tra i Monti-celesti e I'Altai, provano clie nella media Asia o centrale, a Test del meridiano di Fyzabad o d'Attak, stendonsi vaste regioni men elevate di sopra al livello deir Oceano di quello cbe il sieno , nell' intenio del- I'Europa, le piannre della Bavieia, del cantone di Berna, 0 della Spagna. II sig. d' Humboldt trovo cbe tutto il ter- reno , il quale dalle falde dell' Altai si dlstende sino alia Songaria cbinese, non giunge cbe a 3 00 ovvero 35o metri d' altezza assoluta ; tuttavia questo terreno e non po(;o centrale , poicbe da esso sino al mar glaciale ed al golfo di Bengala v' banno egualmente settecento legbe (da a 5 al grado ), e sino al mar Nero o al mar del Giappone 8 a 900 legbe. Da cbe si moltiplicano le niisure barometri- cbe precise , svaniscono a poco a poco molte false idee rispetto alia configurazione del suolo , desnnte da couside- razioni vagbe dl climatologia e d' idrogralia , e sparse in forme dogmatiche nei nostri trattati di geografia. Contemplata cosi in generate la costituzione geologica dellAsia, il signor d'Humboldt passa ad esaminare quanto sin ad ora, secondo gl' itinerarj e I'opere cliinesi e mant- chou , si sa di cerlo intorno a' fenomeni de' vulcani ancora attivi neir interno dell'Asia e a gran distanza dalle coste, 1 pill notablll punti sono i vulcani di Pecban e di Hot- cheou , e la solfatara di Oroumtsi , cbe s' incontrano sul pendio settentrionale e meridionale della catena nevosa del Mouz-tagh o dei Montl-celesti , i contorni del lago Alakoul , e le spaccature di Kbobok donde si fa raccolta di sal ammoniaco. II volcano Pecban ( detto anebe Hocban o Agbie, mon- tagna dl fuoco), situato sul 42,°, a5' ovvero 42°, 35' di latitudine , e quello di cui V eruzione , avvenuta nel setti- mo secolo di nostr'era, e meglio coiiiproyata. Le relazioni PAIITE STRANIERA.. 849 die parlano di questa eruzion cU lave i Sul pendio nieri- dionale de' Monti-celesti , lungi 178 leghe dal volcano Pechan, scontrasi un altro volcano attivo, che e quello di Tourfaii o di Hotcheon, volcano della citta del fuoco, della quale veggonsi tuttor le rulne 3 leghe distante da Tourfan. II signer Abel Remusat nella sua Istoria di KIlo- ten e nella lettera al signor Cordier ha gia parlato di questo volcano. " N' esce ogni giorno una fiamma simile a quella d' una fiaccola. -' Al nord-ovest della solfatara d'Ouroumtsi , lungi da essa 78 leghe, e in una pianura vicina alia riviera di Kobok, ergesi un colle , le cui fen- diture sono caldissime e sparse di croste di sal ammo- niaco. Una montagna conica che si solleva nel lago Ala- kou! , e che giusta le relazioni di Boukhares raccolte ad Orenburgo, gi.i un tempo vomito fuoco i le sorgenti caldc 35o A 1' V F. N D I C E nll'cst, 11 haratro trOny}>6 dal (luale sorte im vento calJo di strnoidinaria forza; iulhie i terreiuoli fieijuentisshiu tr.i i l.nghi Balcliaclii, Alakoul e il pentlio nieridionale del Monti-celesti , si collegano a' feaoiueni da noi stati rapi- damente descritti. II signor d' lIiiml)oIdt opina clie il grande avvallainento dcH'Asia , di ciii TAral e il Caspio sono le parti piii basse, abbia forsc intUne relazioai coa 1' ovigine e la posizione di volcaui si discosti dalT Oceano. La notaljile circostaiiza della prossimlta del mare ovuuc|ue i volcani soao aiicora in attivith , seinbra men dipeiidere dall' azioa cliijiiica del- racr[na, clie dalla coafignrazioae della crosta ossidata del gioljo , e dalla miaor resisteiiza die uclle vichianze de' ba- cilli marlttimi le masse soUovate oppongono a' fluidi ela— stici, ed alio sgorgo dclle materie fuse dell' iiiterno del nostro pianeta. Yeri fenomeni volcanici possono far coni- 2')arsa ovnnqne, come neir antico paese degli Eleiiti, e a Toiufan s'aperse lung! dal mare, per opera d' anticlie rivolnzioni, nna fenditiira nella corteccia del snolo. Nou j>er altro i volcani attivi son di rado lontani dalle coste , se non perche dove I'eruzioae non pote farsi sul declivio di masse contineatali verso un baciao marittimo, fa me- stieri il concorso di straordiaarissime circostaaze oade si eftettuasse una comunicazioae permaaeate tra V iaterao del globo e r atmosfera , e per foraiare aperture le quali , si- luili a sorgeati termali iateraiitteati, versaao, in vece di acqua, e gas e terre ossi'late e liquefatte , ossia lave. II signor d'lluniljoldt prescato airAccademia lo scliizzo di una carta che diiaostra la direzioae de' quattro graadi si- stemi di nioati dell' Asia ceatrale , e il terreao vulcanico che s'estende dal peadio meridioaale de' Moati-celesti a Test de' picclu di Bogdo sino al lago Darlai. Essa e la prima suUa quale troviasi iadicati i volcani delT iaterao, e le altezze del suolo al di sopra del livello dell' Oceano. Quanto al clima dell'Asia il signor d'Hiimboldt ne teaue discorso dinaazi airAccademia comiaciaado dal riflettere, clie la base d' ogai climatoiogia e la cogaizion precisa delle iaeguagliaaze della siiperlicie d' an coatiaeate. Seaz' essa si ascriverebbe ad elevazioae del suolo cio cli' e 1' efi'etto d' altre cause agenti nelle basse regioni sul piegamento delle linee isoterme, considerato rispctto ad una superlicie curva al par di quella dcir Oceano. Blovcndo dal nord-est PARTE STRANIERA. 35 I doll'Enropa verso il nord dall'Asia , oltre il 46** ovvero 5o° di latitudine, si trova contemporaneaniente diminuzione dclla temperatura media deU'aano, e piu inegual distri- Ijuzione di tal temperatura tra le diverse stagioni. L' Europa ha conligurazioii sinuosa , di tratto in tratto ristretta , ed e uu prolitngaiueato deU'Asia a modo di pe- aisola , come e la Bretagna, paese di dolcissimi inveriii e d' estati poco ardenti , rispetto alia Francia. L' Europa riceve come venti predominami i venti d'ovest, i quali per le parti occidentali e centrali soa venti di mare, cioe correnti state in contatto ad acque la cui superficial tem- j>eratura , tra i 45° e 5o° di latitudine, non scende nep- pure in inverno disotto ai 9° centigr. Risente T Europa inoltre 1' influenza di una larga zona tropicale terrestre, die e cjuella d'Afl'rlca e d'Arabia, zona die per I'irradiazion fiolare l)en altrimenti riscaldasi clie non farelsbe un'acquea superficie similiiiente situata, e la quale coU' opera di cor- renti ascendent! rovcscia masse d'aria calda sn' paesi posti piu al nord. AUri vantaggi , non stati sinora per anche ben valutati , son per F Europa considerata nella sua ge- neral conligarazione , e come prohingamento occidentale deU'Asia, il suo minore ed ineguale distendimento verso il nord, e la sua direzione obhliqua dal sud-ovest al nord- est Cosi locata rimpetto al golfo die s'aprono tra' gliiacci polari le calde acque del Gulf-Stream, ne son le coste , almeu per le due terze parti occidentali, cioe nella por- zione propriamente peninsulare , bagnate da uii mare li- bero ; ma nel suo terzo orientale, ov' ella slargandosi si congiunge all' Asia, assume tutto il carattere del clima di questo continente. 11 continente deU'Asia si stende dall' est all' ovest oltre il paraUeio di 70° per uno spazio tredici volte piu lungo cbe r Earo()a. Le sue coste settenirionali toccano ovunque non solo il limite invernale de' gliincci polari , ma anclie il loro limite estivo, fatta eccezione in alcuni punti , e durante una brevissima porzion dell' anno. I venti dinord, la forza de' ([uali non e moderata da catena alcuna di monti ne'piani aperti, all' ovest del meridiano del lago Baikal sino al 5^° di latitudine, ed all' ovest del meridiano di Bolor sino al 40°, atlraversano campi di gliiaccio coperti di neve , i quali per cosi dire prolungano il continente sino al polo. D' altra parte TAsia nou appresenta all' irradiazione 6i>2 APlMiNDICK solare clie una scarsisslmn porzion ;ir.R\. SS/ volume con nn catalogo delle niigliori carte gcografiche nioderne. II secontlo volume contiene una serie di atti ed ofllcj diploinatici , die servono quasi di esemplari o modelii per lo stile delle composizioni in materia politica , ossia pe' varj so2.i;etti de'qnali si e trattato nel primo volume. Esse e ill cinque sezioni distinto. La i.^risguarda gli atti pub- blici da un governo emanati ; la 2.* gli atti e gli oflicj clie si riferiscono alle negoziazionl propriamente dette ; la 3.^ gli atti e gli officj relativi al carattere pubblico de- gli ageiiti diplomatic!; la 4.^ la corrispondenza de'sovrani fra di loro ; la 5." le composizioni miste , cioe i processi verbali, i certificati di vita, le segnature, i passaporti ecc, e iinalmente le cifre . delle quali si danno varj modelll , con esempi di dispacci in cifra , e de'medesimi dlciferati. Quest' opera presenta dunque grandissimi sussidj a cbiun- que niettersi voglia sulla nobile carriera della diplomazia: scienza, la quale comeclie non fosse agli antichi ignota , pure non mai formato avea presso di loro un sistema , e sotto tale aspetto puo come nuova considerarsi. Imperocclie essa non coniincio a presentare un so2;getto di studj e d" inda- gini so non dalle paci di Vestfalia e di Utrect e dal nii- nistero del cardinale di Richelieu ; da die 1' iniportanza del commercio e il sue iiuovo andamento dopo la scoperta deir America e del Capo di Bnona Speranza , le innova- zionl de' protestanti die cotanto influirono sulla bilancia politica, la rispettiva influenza degli Statl, gli uni contro degli altri , ed il loro comune pericolo riguardo alle po- tenze preponderant! obbligarono i governi ad intertenere continue negoziazioni col mezzo si di stabili aajenti , clie di ministri straordinarj. Quest' opera puo altresi conside- rarsi come un adatto prolegomeno alle grandi collezioni diplomatiche di Dumont^ Barbeyrac , Kocii , Schoel , ecc. Jahrhuclicr dcr Ijlteratiir; cine: Annnlr. della lettcra- tufa. Cinquantesiinosettijiio tamo, 1802. gciuiajo^ feh" brajo e marzo. — Vicunn , presso Carlo Gcroltl , un volume in 8.", di jniginc 261! e 38. Le moltc materle, cui ci fu d* nopo conccder luogo nella Sihliotecu Italiann obbligaronri ad onioitore i gia preparati artlcoli su' precedenti tomi di qucsti AnnnlL Non e dunque 35S> APPr. NDICE che noa li riconoscianio degnissiini d' esscro nnmmzintl al pubblico •, clie anzi, miraiulo alia varieta dcgli nrgomenti, al- rimportanza loro , allc meditate eJ esteslssiine analisi dello opere di letteratura d' ogni nazione, non dnbitiamo di aii- noverare questo gioniale tedesco tra i piii distlnti d'oggidi. Pero, lo ripetianio, se alcuni tomi di esso jiassarono da noi non acceanati, ne fii causa T impossibilita di abbrac- ciar tutto in cjuesti nostri fogli , che a molti argnnienti s' estendono , c qualche circostanza avventizia che nella ne- cessity della scelta ci consiglio di tralasciare or 1' ima or I'altra materia. Ecco pero il contenuto deil'nnnnnclato LVII tomo. Art. I. Vi si legaje un'aiialisi clie il cele])re consigliere De Hammer fa del terzo tomo dell' opera tedesca del mag- giore Antonio De Prokesch intitolntn : Eimcmhranze sul- VEgitto e suU'Asia minore. Questo tomo e stato pubblicato in Vienna lo scorso anno i83i. Dei primi dne hanno par- lato gli AnnciJi stessi ai tomi XLIX e L. In tre sezioni e diviso; nelle quali si contiene un viaggio a Troja, il gior- nale d' un viaggio da Smirne a Costantinopoli passando per Sardi e Brusa, e un viaggio dalle isole del priiicipe a Smirne per Cizico, il monte Ida, Adramitti e Pergamo. ]\Iolte ed importanti notizie fuiora sconosciute vi riscontra il De Ham- mer, il quale acconijingna la sua diligentissima analisi con assai erudite osservazioni. Art. II. Verte sui primi dne librl dcU' opera: Viaggi e ricerche in Crecin del dottor Brondncd. Questi viaggi sono divisi in otto libri : sono arricchiti di disegni e di dcscri- zioni di alcuni monumenti di greco stile iiuovamente sco- pertJ , e di una revista critica sopra tutto cio die da Pau- sania fino ai nostri giorni e stato fatto in slmll genere. Brondsted ha scritto quest' opera in tedesco e 1' ha dedi- cata al re di Daaimarca. Moke lodi vengonle trilmtate , e se ne aspetta il compimento presagendosi tale da appa- gare il piu rigido erudito e interessare ogni aluo colto leggitore. Art. III. Con questo il consigliere De Hammer termina i suoi cenni sulla nota opera della descrizion dell' Egitto , e sopra altre descrizioni di viaggi a que' paesi citate ue' precedent! tomi. Yarii errorl specialmente d'erudizione va egli qua e la annotando e correggendo, merce delle sue vaste cojrnizioni nella letteratura oricntalc. PAKTE STR.VNIERV. 35r) Art. IV. Rendesl conto delle due prime parti finora nscite di una descrizione di viar^gi in Italia e altrove del sig. A. Di Rennenkampf. II modesto e iliusorio titolo : Contorni de- sunti da iin mio libro di scliizzi , non lascerebbe congettu- rare ne 1' argomento , ne il nierito di quest" opera tedesca. Ma il snnto e i varii saggi che ne ofFre il giornnle giusti- ficano r idea che esso ce ne da , cioe di una produzione in cui insieme colla scieutifica esattezza doraina la vivacita e I'amenita delT invenzione : cosi che serabra qhe Tautore assuma due ben diversi caratteri, ne si saprebbe decidere qual gli sia pin connaturale. Si desidera la terza parte, con cui dee compiersi 1' elegante e istruttiva narrazione. Art. V. Annunzia la JVuoi'a efposizione del fcnomeni e delle le^gi delta vita organica di G. R. Trevirano. Quest' opera, anch' essa in tedesco come le precedenti , sara divisa in due volumi, dei quali finora e comparso il primo. E dessa il risultamento di limo;hi studil e delle odierne co^nizioni. II professor Littrow nel renderne conto, ce la presenta come un' opera atta a promovere la scienza , ricca d' im- portantissinie viste , profondamente e con molta esattezza condotta , e ( cosa ch' egli dice rara in Germania ) stam- pata con molto pregio tipografico. Art. YI. Si niettoao a confronto tre romanzi , uno de' tempi antichi, il secondo del medio evo , il terzo di mo- derna data ; e sono i .° Le pastorali di Longo , o Dafni e Cloe ; traduzione in frnncese di Giacoino Amyot riveduta ed emendata da Paolo Lui^i Courier; z° Racconti inediti di mille e una notti , estratti daW originate arabo da Giuseppe De Hammer ; tradoui in francese da G. S. Trebutien : opera che serve di sequela alle diverse edizioni delle mille e una notti-, 3.° A^ostra Donna di Parigi di Vittore Hu^o , in fran- cese. Questo terzo romanzo fu pubblicaio a Brusselles nel i83r. /'In queste tre opere , dice il giornale (p. i23, linea terza e scgg. ) , non solo contiensi il libro mitologico della classica eta , del meraviglioso medio evo , e della recente scuola romantica , ma al tempo stesso si ha ia esse il regolo dell' anticliissima cultura e del gusto degU KUeni , non die di cjuella degli Arabi ne' tempi di mezzo, e de' moderni Francesi. >' Le riflessioni dell'anonimo scrit- tor dell'articolo continuano nello svilnppo del triplice con- front© , e mostrano un dottissimo uomo che ha ben pene- trato addentro nell' argomento. I tratti che riferisconsi del I 36o A p r F. N n I c E romanzo di Vittore Hugo sono tnii da occitnro nnrlic ne' pill nlicni dalla lettura tic" roinaiizicri la tentazione tli pre- scriversi una eccezione alia regola, tanta c Pevulenza, Tia- genuith e la grazia ili ciii sono cotiiati. Art. VII. Verte sulla vita di Belisaiio scritta in inglese da lord ]Mahon , e stanipata nel 1829 a Londra. II sig. De Hammer osserva die la vita di Belisarlo fu ben trattata qua! soggetto romanzesco dranimatico , o pittoresco, ma die ( tranne gli articoli ne"dizlonarj biogrniici ed en- ciclopedici) fii soltanto dal Gibbon con ispirito e criterio storico descritta ; die per altro anche dal Gil)l)on non pote il soggetto con tanta estensione considerarsi, qnanto in una monografia , qual si e la vita coiiipilatane da lord Mahon. II critico alemanno, lodato 1* inglese biografo, e niostrate le sorgenti a cul attinse le notizie , nota alcnne oijinioni nelle ([uali egli va da lui discordante. Disscnte da lord Malioii che pensa essere stato Belisario germanico di nazione^ tro\'a inconcludente V argomento con ciii egli vorreljbe stabilire die il suo protagonista fosse di nobile e ricca famiglia: addita una plauslliile origine della nota favola intorno a liii divulgatasi. Bello e poi il paralielo die istituisce tra lo stato niilitare dell' impero d'oriente al tempo di Giusti- niano, e lo stato militare dei Tnrdii sotto gli Ottomani. Art. VIII. E un' analisi dell' opera tedesca del dottore Eisendedier suU' origine , lo svikippo e il perfezionamento del diritto civile ncIT antica Roma, la quale preceduta da una prefazione di Pleeren , fn pubblicata nel 1829 in Am- burgo. L'autore lia divisa la trattazione in dodici aziotii. Nelle prime sei cerco di provare come in origine la forma di governo in Fioma era aristocratica, e come i patrizj soli, e non i plebei, aveano nei prlmi secoli la prerogativa di cittadlni. Nelle altre sei attende a niostrare il graduato svi- luppo del diritto civile rispetto alia pkbe , e la lotta in- sorta tra questa e i patrizj al principio del quarto secolo e durata sino alia fine del secolo quinto, epoca in cui sottentro una compiuta deraocrazia. II prospetto die di quest' opera ci si ofFre dal giornale tedesco , ci persuade essere ella di somma i'mportanza , e specialmente per le nuove idee die si spargono sopra un argomento die cre- dcrebbesi forse da alcuni picnamcnte dilucidato ed csaurito. Art. IX. Continuazioue dell' analisi e delT esame della traduzionc in ispagnuolo della storia della Iclteratura i PARTE STRANIER.V. 36l spagnnola di Boutcawok , fatta con aggiunte da Giosufe Go- mez de la Cortina e Niccolo Hngalde e Mollinedo. Art. X. S'aggira sopra cinqne opere clie servono ad il- lustrare alcuni punti storici intorno alia Geraiania nel me- dio evo. Art. XI. Si da notizia d" an saggio di poesie tedesclie postume di Massimiliano di Sdienkendorf stampato a Ber- lino nel iSSa. Di tutte le forme di poesia, dice il giornale , die la lirica fu la meno coltivata perche la ineno amata a' nostri di ; e forse vnol parlar della sola Germania. Ne trova la causa parte nella scarsezza di buoni poeti Uriel , e nel numero stral)occlievole dei cattivi, parte nella frivo- lezza e nella tendenza del pubblico al nieraviglioso , al variato , a cio die diletta i sensi. Questa circostanza e bea un danno per la letteratura, poiche il trasandare la poesia lirica reca con se anche il decadimento dell' epica e della drammatica , secondo il £;;iornale stesso. Le composizioni di Sdienkendorf ci vengono delineate come dettate da uno spirito eniinenteniente poetico : laonde e da compiangersi la morte del loro autore. Tre parti costituiscono la rac- colta : la prima, intitolata Vita e amor e , contieae poesie di vario argomento; la seconda e intitolata P atria , e com- prende soggetti patrii \ la terza ha il titolo Fede , e abbrac- cia terai religiosi. Art. XII. Snlle canzoni del barone Giuseppe Cristiano di Zedlitz intitolate : Corone funehrl (Jodtenkranze) , seconda edizione accresciuia, del i83i. II giornalista si occupa di palesare V insussistenza delle tre principali criticlie che , tra le altre , furon fatte al poeta dopo la prima edizione de' suoi canti. Fu accusato cioe : i." di avere arbitrarlamente scelto i caratteri, senza alcuno scopo meditato; a.° di non aver fatto campeggiare alcuna idea dominante; 3." di aver ge- nerate niediante la contemplazione della caducita di ogni grandezza un senso di avvilimento contrario all' elevazione di spirito cli'egU erasi proposto. Da tutte tre qneste tacce vien r autore e purgato e messo a canto ai piii distinti lirici tedeschi. Art. XIII. Si da notizia della pubblicazione del carteggio tra il poeta danese Baggesen , Carlo Leonardo Rcinliold e Federlco Enrico Jacobi. Questa raccolta epistolare comincia dairanno 1791 e lermina col 1800, anno in cui Baggesen 36a APPENDICE si rec6 a Parigi per dimorarvi coll.i moglle e coi filica. I Vandeesi niostraronsi sul principio imiani e compassio- nevoli coi vinti , nia csasperati dalla I'crita de' nemici di- vennero poi ancb' essi non meno crudeli e barbari. Essen- dosi impadroniti di Macbccoul, piccola citta della Brcttagna, PARTE ITALIANA. 365 vi truciilarono molti di qnegli ahitanti ; e lo stesso fecero ill [Ah. akri Inoi;lu. Alcuui tie' soldati repuhblicani die loro caddero nelle maiii , furoiio sotterrati vivi iino alia cintura, indi mozzaio loro ua oreccliio, o il naso , o una mano, o lui braccio^ poi straziati in altro modo liiiclie spirassero. " Con qiu'sta medesiina forza e cliiarezza di stile il sig. Papi descrive le grandi imprese di quelT uomo clie ia se solo I'accolse ed estinse quel taniulto di passioni , quella lotta d' interessi di ciii la gnerra della Yaudea rappresea- tava soltanto una piccola parte : e lontano da ogni vilta , da ogiii atlulazione , da ogni eccesso sa conciliarsi la fede di storico veritiero e conscienzioso , mentre si acquista di- ritto alia faiiia di egregio scrittore. II sue stile ha tutta r energia e tutto il fuoco d' un contemporaneo : il suo giu- dizio e pncato e tranquillo come quelio dei posteri. Noa esce in decianiazioni rettoriche , in apologie, in sarcasmi , in ammirazioni indegne della storica gravita e della filosofia dei nostri tempi. Lo spirito del suo libro si arguisce assai bene dalT epigrafe cli' ei tolse da T. Livio : Ai'ide ruendo ad Ubertaiem , in ser^iiutein delapsi sunt : e i fatti ch' egli racconta giListllicano pienamente la scelta di questo motto. Versl nnacrcontlci , tradazione dallo spagrmolo di Giuseppe Gazzino. — Milcmo , i832 , dcdla tipo- grafia Manini. Avremnio desiderato die il signor Gazzino avesse indlcati gli autori di queste poesie^ giacclie per essere credute spa- gnuole lianno liisogno almeno di qnesta prova. Supponen- dole poi cjuali il frontispizio le dice, potra domandarsi al signor Gazzino, perche iion voile tradurre nemiuanco una sola poesia die desse indizio della sua origine , ed avesse in se una qualche traccia del carattere nazionale. Molta facilita e diiarezza , ed una evidente disposizione a quella poesia sempllce c popolnre ch' e si meriianiente lodata al- lordie non degeiiera a farsi triviale , sono doti delle quali il signor Gazzino ( iioi lo crediamo ancor giovine) noa deve far getto consacrandole ad Ainore farfalla od a Doride. Qnalora poi non gli piaccia di soUevarsi a maggiori argo- menti , non sara inutile forse favvisarlo che dove la iiia- tciia non lia prcgio in se stcssa bisogua die glielo acquisti la squisilezza del lavoro. 366 A r PEN DICE / Fcnomcni o le Apparerize cclestl d Arato Solitano , void dal greet in esamclri latlul da M. T. Cicerone co' supplenicnd del Grozio , cd altri fiammcnU ecc. : il tittto voUo in cndecasdlabi itnliani per Urbano Lampredi. — Napoli, i83i, dalla stainpcria del Fibreno. Abbiamo qui un'' opera della cui boiita ed importanza non occorre parlare; ed uu tradattore die uaisce ad ua gusto sqnisito le cogiiizioai e la diligenza necessaria a bene iaterpretarla. Perocclie il Latnpredi non e solamente egregio scrittorc di verso e di prosa , ne pose 1" ingegno soltanto alle lettcre amene ed alle dottrine morally ma professo , come e noto, le scienze piii austere , e si spinse addentro nella cognlzione delle alte leggi che governano il mondo. Senza di cio potrebbe qualcuno meravigliarsi come per cercare un dilettoso soUievo e ristoro agl' incomodi deir etii egli abbla potuto darsi a tradurre cotesto libuo. La versio- ne e sopra tutto lodevole per quella diligenza costante con cui il ch. traduttore ha saputo attenersi al si\o metodo breve insieiiie e fedele. / sette Re di Roma cd i dodici Ccsari; e I sette Salmi penitenziaii di Davide, opere di D. Gio. Ant. ScAzzoLA R. prof, emerito alessandrino. — Ales- sandria., i82() e i83o, dalla dpografia Panizza. Perclie questi Idjri ci siano pervenuti un po' tardi non tralasceremo di annunziarli a chi non ne avesse per anco notizia. L' autore ci parve piii felice nello scriver latino che neir italiano ; e pero il volumetto risguardante la sto- ria romana vuol essere di preterenza raccomaadato. Di ogni Re e di ogni Cesare e qui compendiata la vita in un sonetto , che poi e quasi sempre vinto dalla versione ciie gli sta a fronte in distici latini. Alle poesie seguitano molte anuotazioni storiciie, dalle qnali apparisce la non ordinaria erudizione dell' autore. In questo volume trovansi anche alcune versioni latine d' altre poesie; e la vita del- r autore medesimo che noi trascrlviamo siccome saggio del suo latino: Urbe ab Alexandri me accepit Roinula tellus ; AdscUumque Scholce me tenucre Fice, TAUTE ITALIANA. 36/ Grammaticam docui , Musanim ct Apollinis artes , Et vis facundl quanta sit eloquii, ItallfB ancipiti ast longo in discriniine renini Bis patriiini liqui, bis peiiique solum. Me tristi morbo hie pressit fortuiia magistrum ; Ast morbo tristi nunc mild parta quies. Nunc lego, nunc scribe, script a ct monumenta relijiquo, Quanwis heu ! prima sint peritura die ! Frammeiid dc.lla Mcssiade dl Amcdeo Klopstock tratd da una Versione inedit.a del Cav. Andrea 3Iaffei, con un discorso di AcJidle Blanri. — 3Iilano, i832, presso A. F. Stella e figli, tlpogr. Nervetti, in 12.°, di pag. 94. Lir. 2 austr. {itaL lir. i. 74). II sig. Aclulle Mauri scrittore noto e pregiatissiino pel 6110 chiaro e colto intcUetto e per la non comune elegaaza del sno stile , per festeggiare le nozze del celebre suo amico Andrea Mallei , pubblico tre frammenti della Mes- •iade del Klopstoch da quel dotto Cavaliere volgarizzati, e dedicolli alia Sposa , giustamente pensando die altri fiori non potevano esserle si cari e graditi come quelli die lo ingegno dello sposo suo produsse ed educo. II sccoiido di quesii tre frainmeati , come gli altri due bello di quella fresca e fragrante poesia, per cul il nome del Maffei sali tant'alto da non piu temere ne il tempo, ne Tinvidia, fu stainpato nel t. 23.° di questo niedesiiiio giornale. AgU clettisslini versi premise il sig. Mauri un discorso , in cui niolte importanti notizie comprendonsi , die al Klopstock ed alia Wessiade riguardano. Ed in primo luogo ci fa egli conoscere cpial fosse la condizione dciriUustre poeta e quale la vita , quali ne fossero i casi e quali i costumi, e cosi sap- piamo che nato a Quedlinluirgo nel 1724, niori in Aml)urgo nel i8o3 , die inaritossi due volte nel 1754 e nel 1791 » die abbraccio lo stato ecclesiastico, che dopo varie vicende nel 175 1 ebbe onorata accoglienza ed una pensione di 400 scudi da Federico IV Re di Danlmarca , die fu uomo spcccliiato per eccellenza d* ingegno e per bonta di cuore , non vile, non adulatore , ma sempre pio , affabile, bene- volo, di scmplici costumi e di modi sdiiettissimi. Poscia ci va maiio a mano dicendo quale ai tempi del Klopstock fosse la condizione dclla letteratura alcmaniia , e como 368 A 1' 1' E N D I C K fliieeta nessnuo scrlttore coutasse fra' suoi die fosse e cliia- luar si potessc verauieiitc iiazionale; clie il Klopstock fii mosso a coltivarc la ijoesia dalla lettnra del Paradiso yiev- diito di G. Milton e dalle Notti di 0. Young, dalle (jualL opere la prima torse gli pose nella mente il primo gcrine della ]\lessiade, e la seconda lo educo a qucir astrazioiie coatemplativa che forma uno de' caratteri piu evidenti del 8UO poema. Ed a questo volgendo il discorso , il sig. Maiui espone alcune sue osservazioni pieiie di erudizione e di crlterio estetico sulla grandezza dell' argomento della Mes- siade, e diniostra che trovansi in questo taiitl inisteri, tauti alFetti, taute maraviglie da rendere il prodigioso avveni- mento della Redeuzione iu singolar modo adatto a trasmu- tarsi in ua' alta e magnilica rappresentazione poctica. La quale trasmutazione fu con sublime niagistero opcrata dal Klopstock , die non lasciando costringere il proprio con- cetto dalle preoccupazioni della scuola e sottraendosi colla sua virtii all' inlluenza del suo secolo compose un poema eminentemeute religioso e cristiano << in cui stanno raccolti quel fatti straordinarj die congiungono con niisticlie aiiella il cielo alia terra , quelle inirabili verita che furono au- tenticate dalla luce di cosi solenni prodigi, 1' esordio della intera rinnovazione delf uman genere ed il nuovo patto giurato da Dio cogli uomini. " Ma in mezzo a tauta luce non dee credersi die la Messiade sia un perfetto compo- nimento ; e sebbeiie il sig. Mauri per buone ragioni iion consenta alia Stael, la quale pensa che il Klopstock non avrebbe dovuto aggiungere dieci canti a quelle che rap- presenta I'azione principale, cioe la iiiorte del Salvatore, e parla di essi come di un' appendice inutile o per lo meno inopportuna , crede pero che due accuse possano muoversi al poeta, I'una di avere coi trovati della fantasia e cogli artiflzj delFarte, se non alterata interamente , svi- sata almeno ed infarcita di circostanze arbitrarie e faiita- stiche la verita dei fatti augusti che tolse a rappreseutar nel poema i 1' altra che molte dottrine evangelidie vi siano frantese ed allontanate dalla vera loro significazione , ed oltre a cio afFerma esser difetto generale a tutti quel canti i discorsi lunghi, e meno die liaqridi uel concetto e nella cspressione. Per altra parte sono singolari e bellissimi prcgi della Messiade la magistrale evidenza con cui sono delincati i personaggi iu essa introdoLti, clic pur sono PARTE TTALIANA. 869 jnfiniti , angeli, apostoli , doiine amorose, semplici fetleli , sacerdotl venali , codardi jiolitici , gindici venduti; la crea- zione di caratteri original! e capaci di destare afFetti inii- sitati e vivissiini ; la ricchezza di episodj di ogni genere i e sopra tiitto la varieta e la copia del colorito poetico, die recliera ancor niaggior niaraviglia qnando si peiisi die il Klopstock scriveva in una lingua quasi nuova e non ancor temperata alPartificio di quel verso. Per tutti questi ]")regi non dubita il nostro Mauri di asserire die la Rles- siade << non tenie Tinvidia del confronto con veruno del pill celebraii poemi epici nioderni; " il qual giudizio pero non ci sembra cosi fondato e sicuro da potersi senz'altri esami seguire. Dalle epiclie passa il nostro autore a trat- tare delle poesie liriclie del Klopstock, e niostra com' egli anche in questo secondo aringo seppe cogliere le piu no- bili palnie. n Le odi di Klopstock, dice il sig. ]\Iauri , sono lodatissime in Alemagna e pub dirsi di esse die ab- ]:iiano a' poeti lirici tedesclii aperta e segoata quella via die r Herder poi e lo Schiller , e 11 Burger e il Kleirt e il Koriier e il Gotlie sparsei'o di tante corone. Esse ponno distinguersi in odi religiose, nazlonali e di gentile argo- iiiento. Le prime risplendono di tutta la magnificenza delle immaglni biblldie , e respirano tutta la soavita del senti- inento cristiano. Le seconde riboccano di alti pensieri pieni di .energia e di fuoco : le ultiiiie sono la espressione delia grazia piu scbietta, dell' afl'etto piii ingenuo. " Di qucste tre classl il RLauri parla divisamente f, e circa alie odi re- ligiose egli tragge pel suo poeta una lode dalla stessa censiira tli Mad. di Staol, la quale dice « cbe sarebbe difficile cstrarre da esse alcun verso da potersi citare come una sentenza staccata » •, giustamente osservando die qnando si fa troppo caso delle sentenze,la ]3oesia fassi amnianie- rata e diventa creatrice amlii/.losa delF effetto qualunque sia , e die innanzi tutto vuolsi esaminare qual etFetto de- rivi dalla intcra comnosizione, e come ne sia colpito 1" in- telietto e Taninio commosso. Fra le odi eroticlie ridondano del scntimento jiiii dilicato e gentile e sono ricclie di quella jioesia die da una vera e vcemente passione deriL Ital. T. LXVl. :24 3-0 A 1' r L N U I C R Kingamente per guarire di qnella infelice e non coriisposta passione. Fin:ilmente le oJi nazionali fiirono dai Klopstock dettate col nobile intento di riniiimare nei Tedeschi la liaiiima deiramor patrio e di risvegliare in essi una giusta indigna- zione contro di chi voleva piivarli di quel 2,nni bene die i popoli lianno nello splendore e nclla indlpendenza dclle loro letterc e delle loro arti. Quindi egli si volse a cantare le glorie anticlie della Gennania e tutte le circostanze piii notablli dclla vita gucrresca indipendcnte errabonda di quei liarbari e indouiati guerrieri ^ a dcscrivere con elegnntissimi versi le arti loro, i loro costumi , e persino i loro giuo- clii e i loro diporti; e a dare alia poesia tedesca una nuo- va mitologia tolta, per cosi dire, a prestito dalla Scan- dinavia. i< E noto ( riportiamo qui le parole del signor IMauri ), e nolo il carattere austero della religione di Thor, di Hela , di Odino : religione accomodata all' indole di uomini die aliitavano in paesi disgraziati dalla natura , nc' paesi delle nebbie perpetue , de' furiosi aquiloni , del ghiacci eterni , e die nella guerra concliiudevano tulta la gloria e tutta la beatitudine della vita. — II nostro poeta introdusse piii volte nelle sue odi questa mitologia che spesso adopero in un niodo , a cosi dir , troppo dotto , ina da cui seppe ben anco derivare talvolta una gran ric- chezza di poesia, additando specialmente le relazioni che esistono fra gli dei del seltentrione , e T aspetto della ter- ribile natura a cui essi presiedono. » Con queste parole a noi sembra che il valoroso Mauri abbia voluto accennare un' idea profonda , la quale bene sviluppata e ben cora- presa potrebbe somministrare un principio con cui pro- nunziar un piu retto e piii posato giudizio sulle A'arie dottrine , per le quali la moderna letteratura si divide e si conturba, ed un modo di conciliare gli opposti partiti e di farli tutti in una sola sentenza convenire. Con questo rngionaniento il sig. Achille IMauri diede una hella prova del sno ingesjno, e porse un bell' esenipio da imitare. Perocche se a tutte le opere che dagli stranieri paesi a noi vengono tradotte si premettessero discorsi scritti con eguale intendimento e gi'avi di egual senno e tli eguale erudizione , adequataniente si conoscerebbero le circostanze nelle quali le opere stesse furono pubblicate cd i fini a cui furono rivolte, e quindi meglio potrebbero i letton secondare collaninio le intenzioni degli auiori," e PARTE ITALIAN A. 87! pill agevolmente porsi nelle orme loro, e discernere per quali vie e con quali avvedimeiiti raggiansero le mete prefisse , e potrebbero quindi con piti sicuro foadameato dar senienza suUe loro produzioni, noa gia ragionaado secondo idee generali e sistematiche , ma consideraudole ia relazione ai tempi ed ai luogiii , alle circostaaze politiche e moiali delle ri^pettive nazioni , e soprattutto ai climi , ai costuinl ed alia religioue. Per tal modo, a nostroavviso, cesserebljero le diverse sciiole dal garrire senza intendersi e senza giovarsi , ed i popoli lasciando di contendere sul nierito comparative delle dottrine dai loro sapient! inse- gnate , e di contrastarsi 1' uuo all' altro una certa premi- nenza privativa, clie in una repubblica liberissima , com'e la letteraria, non si puo ne immaginare , ne pretendere, starehbero contenti all' avere ciascbeduno una letteratura propria, accomodata alia sua indole, alle sue abitudini , ai suoi esemplari, e quindi veramente nazionale. Manfredo, pnemn drnmmatico di lord Byron, tradu- zione in cersi di Marccllo Mazzoni. — Milano , i8i2, da Fldcido Maria \ isaj , in 8.° di pag. 91 al prezzo di lir. i . 5c. Lo scrittore di quest' articolo deve al sig. Mazzoni quel poco cb' ei sa d' inglese : e di qnesta sua , ejnalunque siasi, cognizione vuole ora valersi a parlare dell' annunciato vol- garizzduiento •, sicuro clie ne gli elogi potranno da' leggitori attriliuirsi a cieca venerazione, tratlaadosi di un lavoro gia lodato da molii, ne le censure sarauno dal sig. Maz- zoni recate a invidia od a nial animo, cbe in tante cagioni di gratitudiae e di afl'ezione non potrebbero senza iufamia aver luoi;o. Che se dove gli altri finora versarono soltanto il dolce della lode, noi frammiscbieremo alcun poco T a- maro dcUa criiicn , aggiungerenio per altro ad ogni nostra asserzione quelle ragioni cbe poterono indurci a pronun- ciarla : e dove I'egregio traduttore giiidicbera cbe noi ci siamo ingmuati, gia vogliamo fin d' ora avere p'.r certa la sua sentenza ; dove in vcce gli parra cbe le nostre os- servazioiii sian giuste, la lode e tutta propria di lui cbe in quesii sludi ci e stato e ci sara sempre maestro. — Del resto non trattasi qui d' investigare se il sig. Mazzoni abbia dirittaniente inteso il suo teste i ma soltanto di ^22 A r P E N D I G E tercnre se la sua trailuzione ne trasmetta scmprc in nioilo cliiaro e preciso i concetti ne' le^j^itori. Ncl tesio uiio Spirito dice a INIanfredo: « Ven!!;o clalla niia " climora cdillcata nella iinhe dal icnto del crcpuscolo (i). " Clii vorrelibe in italiano il lento del crcpuscolo , auziclie i versi del traduttore : Quel zcffiro die a I' cdha Bacia le prime rose ? Poco dopo un altro Spirito dice : n Monte Bianco e il " nionarca delle niontagnc; esse lo coronarono gia da graii " tempo sopra un trono di rocce , in un abito di nubi , •' con un diadema di neve. Intorno al suo fiance s' atten- " gone le foreste ; la valanga e nella sua mano (a). » lie de I' Alpi e 3Ionbicinco ; a lui d' eterne Jntatte nevi corondr la testa L'aspre, ond' e cinto intorno, alpi fruterne. Sovra un trono di rupi erge la cresta, E dal nemhoso ammanto altera hrilla, Mentre il fianco gl' imbruna atra foresta : La fr entente valanga in man gli oscilia, ecc. Anche qni non crediamo clie alcuno vorra far rimprovero al sig. Mazzoni d' avere sostituita 1' idea delle nevi eterne intatte , all' espressione gid da gran tempo del testo ; ne d' avere dipinta fremcnte e oscillante la valanc;a nella mano di qnesto enorme scettrato. Se il concetto parra a molti strano pinttosto clie grandiose, la colpa non e del tradut- tore •, e quel poco ch' egli v' ha aggiunto del suo e tutto proprio, tutto dentro i limiti dell' iuuuagine originale. Una sola cosa vogliamo notare , ed e la parola creifa ,■ la quale in questo luogo e una metafora, e cost il Monljianco viene ad cssere qui paragoaato nel tempo stesso ad un re e ad un galio. Qnalclie dulolilo di maggior momento ci lia lasciato ncl- r auuno il soliloquio di Manfredo sul IMonte Yergine. Egli (i) Which the breath of twilight builds. (2) Mont Blanc is the monarch of mountains , They crowiicl him long ago On a throne of rocks ^ in a robe of clouds With a diadem of snow. Arovnd his waist are forests braced. The Avalanche in. his handt PARTE ITALIANA. 3-3 Veile uscir vana la speranza die aveva posta negli Spiriti , c dice : OIl mille fiate Stolto chl fida in sovrumana possa! Sorgon come harriera a lei clinanzi Le scorse etadi, e se infrangibil notte Fria non le intomba , a I' avvemr I' arcana Cortina alzar non euro. Ora quest! versi, uei qnali Manfredo pronnncia una sen- tenza generate, poscia ne fa di subito una particoLire ap- plicazione al suo proprio caso , ci riescono alcun poco oscnri. II testo dice con maggiore naturalezza : /< lo non i> confiilo pill in sovrwnano soccorso. Esso non lia potestii » sul passato ; e in qiianto al future, io non ne cerco , fin- u che il passato non sia ingolfato nelL' oscurita (i). <> Poco dopo, Manfredo snll' orlo di ua precipizio , vede clie potrebbe con un solo passo metter fine alia travaorliata sua vita , e niaravigliandosi ciie in tanto desiderio di mo- rire egli non sappia spiccare quel salto, esclama : V' ha un poter che ratlienmi , e una sciagura Fa ognor del viver mio. Cosi il sig. Mazzoni. Ma forse dovrebbe dirsi : E fa mio destino ch' lO viva (2): peroccbe o poco o nulla direbbe un infellce desideroso di morire, dicendo che v'ha un potere il quale fa una sciagura del viver suo. In questo raedesimo soliloquio, Manfredo, invidiando un' aquila die tratta a suo taleuto il vano del cielo, e pa- ragonando quella immensa liberta con quella specie di scliia- vitii alia quale gli pare di essere incatenato , soggiunge secondo il sig. INIazzoni : E noi che osiam nomarne arbitri e donni , Noi semi-polve e semi-del, del pari Inetli alle cadute e ai voli arditi , Facciam , ecc. E quest! versi;, e quelli che vengono appresso splegano con grande felicita uno de' luoghi piu oscuri del dramma, (1) I lean no wore on super-humaii aid.. It hath no power upon the past, and for The future , till the past be gulfd in darkness , It is not of my search. (2) There is a power upon me which withholds And makes it my fatality, to lis-e. 3-4 • APPENDICK uno di que' Inoglii nei qiiali e senza tinbblo grnn loJe 11 saper essere letteralmcnte fcdcle , c trarne, come fa il si- gnor Mnzzoni, bella poesia italiaiia. Solo duhitiamo se quella frase inettt alle cadute sia al)liastanza cliiara. II teste dice alike unfit to sink or soar ; e il seiiso ci pare che sia: Inetti del pari e all' abbassarci e alV innalzarci da noi medcsiini. L' uomo e pur troppo atto alle cadute! e Manfredo neila sua coscienza lo sa : nia il fiero sno spirito si duole sen- tendo ch' esse non e capace di sprofondaisi del tutto. Non si dubita dunque della intelligenza deile parole, che sono cbiarissime ; ma solo se le parole della versione ritraggano coUa necessaria cbiarezza il concetto del testo. Una consi- mile osservazione facciamo sopra tin altro luogo di questo niedeslmo soliloquio. Manfredo risoluto di precipitarsi dal- I'altnra ove trovasi , soUeva agli aperti cieli lo sguardo e da loro T estremo saluto. Neiraberrazione della sua rnente pur gli rimane un qualclie senso del vero e dell' onesto i e gU pare che la bellezza dei cieli gli rlmproveri il suo perverse consiglio : ma, incapace oramai di ritrarsi , osti— nandosi nella sua disperazione, nega che quella bellezza sia stata fatta per lui; volendo rinunclare T eredita a cui il Creatore lo ha sortito , tenta levarsi la taccia d' ingrato che gia gli piomba sul cuore , affermando che Dio noa penso pnnto a lui nel creare quelle bellezze (i). I*Ia forse non pu6«Sabbastanza raccogliersi questo concetto dalle pa- role del sig. Mazzoni : Addio per scmpre , Aperti cieli, addio. Su me lo sguardo Si minaccioso non vibrate. latest Voi non foste per me. Se mai in conseguenza di questi nostri dubbj paresse a qualcuno di dover credere che questa scena sia stata poco feliceniente tradotta dal sig. Mazzoni , noi stessi vogliaino trarlo d'inganno trascrivendo i versi coi quali essa finisce. — Un cacciatore s' e accostato a Manfredo e lo lia persuaso a discender con lui da que' greppi. Maravigliosa e 1' evi- denza con cui il Byron dcscrisse quella discesa; ma il tra- duttore gareggia assai nobilmente col suo testo: Or mi segui - Piii fitte ognor si fanno Le nubi - andiam. Sul mio braccio ti reggi - (1) y* fvere not luraiit for me. PARTE ITALIANA. 3-5 Or Sill bastoii — Qui avanza il piecle € ahbranca Per iin istante quell' arbusto — Or clammi , Signor , la mwica , e con la destra attiend Saldo alia zona che mi cinge il fianco. — Cosi — canto - sta hen, — segui — fra un ora Del casolar guadagnerem la suglia. A loco onde spiccar piu fermo il passo , Ed e una frana che solcb il torrente. Presto verrem — Di cacciator tu avresti Ben trattati i perigli — A me t' affida. E noi, sebbene il nostro voto non e abbastanza autorevole per poter dire al sig;. IMaz/oni = Affidatevi a noi =, noa dubitiamo pero di afferinare ch' egli tratta e A'ince assai bene tutti i pericoli nei quali s' incontra un traduttore del Byron. In generale ci pare che il poeta inglese somigli nello stile assaissimo a Pindaro in una qualita a cui un tra- duttore debbe prestare diligentissima attenzione. Aniendue quest! poeti sono oscuri e difficili a intendersi ( lasciamo le allusioni di Pindaro a cose ed a fatti conosciuti da po- chi e non di rado impcrfettamente ) per una certa o sot- tigbezza o stravaganza d' imuiagini e di pensieri nella quale si compiacciono troppo. Quando noi ci facciaaio a leggerli la prima volta, ci pare quasi sempre che anche il loro stile tenga dalle immagini e dai pensieri iin abito artiliciato e stravagante: studiandoli poi con niaggiore attenzione tro- vianio che non di rado e lo stile e il concetto ci riescono molto piix semplici e naturali che non avevanio creduto: o se il pensiero continua a parerne fuori dell' ordinario ed oscuro, dobbiamo pero confessar quasi sempre che I'espres- sione in se stessa e seiiiplice e chiara; e die, a volere si- gnificar quell' idea , non si potevano forse adoperare parole di maggior evidenza e semplicita. La fantasia di amendue questi poeti, la quale (per usar un' espressione del Byron) e in loro un Creso di ideate forme , fa piovere dalla loro penna pensieri sopra pensieri , sicche a rigettarne i so- vrabbondanti dovrebbero durare non minore fatica di quella che fanno i piii per trovarli : dalle immagini nascono loro le immagini con tanta faciliia , che Pindaro paragona I'uficio del poeta nelle sue creazioni a quello di un arciero che trae fuori le frecce dalla piena faretra. Di qui poi avvie- ne che il pensiero princlpale sia qualche volta appo loro 3-6 APPENDICE sopraccaricnto d'inimafrini accessorio; perclie neirabhondanzn tlelle riccliezze c difllriie temperaisi dalla profiisioiic , dif- licilissimo poi e T accorgersi d'aver troppo fatto, dove il fare noia e costato fatica di sorta: e da tale sovraMioii- danza le creazioni di qncsti poeti pig;liaao qnalclie volta uii' apparenza di cose artificiate e stravaganti , piii spesso riescono di malagevole intelligenza. Tnttavolta se noi pren- diaiuo a coiisiderare di per se ciascnna di qiieste imma- gini , il cui coniplesso lia semliianza d''oscnro, le troviamo quasi sempre signilicate con evidenza e sempliciiii. Chi toglie pertaiito a tradarre qualcuno di qnesti poeti , non potendo ( seiiza mancare alia fedelta ) tralasciarne veruna idea , debbe guardarsi prlncipalmeiite dall' accrescerne il numero , poi deblje aver cura di conservare per quaiito e possi])iIe la semplicitii delle singole espressioni. Perocche contrafTacendo al primo di quesli avvertimenti coiiverti- rebbe I'abbondanza in rlprovevole prodigalita •, contrafFa- ceodo al secoiido falsificlierebbe il carattere del sue testo, ed aggiungeiido alia difficolth del pensiero andie quella dello stile, stancherel^be per tropjia fatica i lettori. Ora ci e parso clie in generale il signer Mazzoni aljbia sentita 1' importanza di qneste dottrine; e come sicnrissinio neir afferrare i concetti del sno j^oeta , e padrone della lingua in cui lo voltava , fece una traduzione fedele e cliiara ad un tempo. E per tutti gli esempi clie noi po- tremmo addurne ci basti il trascrivere qui il princlpio dcl- r iauo cantato dagli Spirlti intorno al troao di Ariiuane: Gloria al tremendo principe De I' acre e de la terra , Che scvra I' onde e i turhini Temiito inccde .. e serra Lo scettro de frementi Indomiti eJementi , Che al caos primier rilomano A un cenno di terror. Jlapira — e al mar la suhita Procella il ciel confonde : Parla - e spezzata wuola JVel tuono a lui risponde ; Guarda - e clal guardo mille Escon di sol faville ; Movesi — e il mondo squarciano. Trenmoti distruUor, PARTE ITALIANA.. Z'J'J Ma clopo questa lode die nessuno vorra negare al signer Mazzoni , cl sara conceduto di dire clie qnalclie volta egli lia voluto senza necessita esornare la sua traduzione. II cac- ciatore dice a Manfredo : " Tu mi sembri uno di quel capi i> le cai tnrrite rocce guardano suUe soggette vallee » (i). E il sig. Mazzoai : Uno se' tu di que' possenti duci Oade V ardiie castdla , iiicoronando II vertice de greppi , alle sopposte Vallee faiino cipiglio. Lo stesso cacciatore poco dopo invita Manfredo ad as- saggiar del sno vino, dicendo: Esso e dJ antic a vendcmmia (a); e qnesta espressione e nel tempo medesinio poetica e chiara. II signer Mazzoni ha voluto adornaria con una metafora , dicendo: Un generoso Vin di moke vendemmie : e con cio, al parer nostro , ha readuta anfibologica la frase ( perche di molte vendemmie potrebbe dirsi anche un vino raccolto da molti vigneti); e T iia fors' anche troppo no- bilitata per essere attrilDiiita ad un montanaro cacciatore. Per questa ragione niedesima non vorremmo approvare intieramente Taver fatto dire al cacciatore: Entro lor soglie ( dei signori ) Jo spinsi appena il pit;; perb che stile Di mia vita non e venir sovente 11 brivido a discior lie le mie vene A la fiamma ospital de V ample sale Per molta selva crepitante , in giro Co' vassalli mescendo a lieta cena: dove il testo potrebbe tradnrsi : ti lo conosco appena le M lore soglie ■■, il modo della mia vita non mi guida se non >» di rado laggiii a scaldarmi intorno agli ampj focolari " di quelle antiche sale, tracannando coi vassalli (^3). " (1) Whose castled crags look o'er the lower valleys. Si viiol no- tare pcri) che r imiuajiine delle torri clie fan. cipiglio si trova in qualche altro poenia dfl Byron. (2) 'Tis of an, ancient cintage. (5) / only know their portals ; ■' My way of life leads tiie but rarely down To hasck by the huce hearths of those old hals, Carousim: with the vassals. 3^3 A P I' E N D I G K Perocclie gli ampi focolari delle antichc sale sono un'imrnn- gine rcale e propriissiin.i de' tempi feinlali ; mcntre la inolta selva crepitantc apparterrebbe piiutosto alia poesia lii Vir- g'lio, e noil porta seco T iiiiprouta ne LlclPeta , ne del luo"'o al qiia,Ie si rlferisce , ne del personaggio die parla. E poiche abbiam toccato di questa dilTerenza da poeta a poeta, noi porrem fine a queste nostre osservazioni con dne noterelle clie cl vengoao suggerite dall' ultima scena del dramma. Ivi Manfredo dice alio Spirito: La mia vita e nella sua ullinia ora (i): e 11 sig. Mazzoui traduce: Eslrema peiule L' ora del viver rnio. Pill sotto , quando le Furie gia sono spni-ite, I'abate del monnstero, che vorreljlje ricoiiciliare Manfredo con Dio , gli dice ; Preaa — fosse pur solo col pensiero — ma non mo- rir cost (2). E il sig. Mazzoni : .... All innalza un caldo voto al cielo , Deh almen lo innalza del pensier su I ale , Ma non morir cosi! Dove a noi pare die T idea dell' cstrema ora pendente sia men nuova della vita cU" e nella sua ultima ora; e che il voto innalznto sull' ale del pensiero sia piii pomposo e piii nsitato dai nostri poeti , ma pero meno semplice e meno conforme alia poesia del nord di quel : prega - fosse pur solo col pensiero. A molti parranno minnzie indegne d' at- tenzione : il sig. Mazzoni si persuadera forse che di queste minuzie si compone in gran parte il carattere del poeta ch'e(!;li ha tolto a tradurre ; egli a cui piacque di conser- vare nell' efficace lore semplicita le parole : Ma non morir cosi. A dire pertanto in breve quel che ne pare di questa versione , noi la stimiamo uno dei lavori piii diligenti e pill felici dei nostri giorni , un bel saggio di inolte liellis- «ime traduzioni che il signer IMazzoni dark certamente al- 1' Italia, se non si stanca di battere questa via. Qualclie ridondanza di epiteti, qualciie ripetizione di parole e di frasi , qualclie soverchia austerita di ritmo che puo di leg- gieri degenerare in gonfiezza , sono mende che 1' esercizio dello scrivere toglie facilmente da se: e quando il signer ( 1 ) ^fy life is in its last hour. (3) Prof - albeit but in tlioucht - hut die not thus. PARTE ITALIANA. 3^9 Mazzonl si llberi tia qncste niende saraniio seuza dubblo jjerfette le sue traduzioiii. Egli ha cominciato, secondo r usanza del forti , da una delle piu difficili iinpresei e poiclie n' e riuscito si bene, quanto non possiamo aspet- tarci da lui allorche discendera, avvalorato dall' esercizio , a combattere In un' arena meno pericolosa? Ora dovremmo forse trattare la quistione recentemente agitata da due coltl e ingegnosi scrittori , ponendo a con- fronto il Faust del Gotlie con qnesto Manfredo. Noi noa diremo col ch. traduttore del lirici ledesclii , die 1' opera del Byron, posta a riscontro col Faust, diventi una debole e fredda imkazione , e non vorremmo nemmeno sottoscri- vere a tutte le ragioni, per altro erudite e ingegnose, colle quali egli si sforza di giustificare la sua asserzione. In quanto al sapere se il Byron in questo suo dramnia sia stato o no imitatore del Gothe , giovera il tradnr qui una lettera ch' egli scriveva nel giugno del 1820 a IM. Murray iiiviaii- dogli un articolo in cui il poeta alemanno lo accusava ap- punto d' imitazione. « lo non lessi mai il suo Faust, per- » che non conosco il tedesco : ma nel 1816 Mattco Monk » Lewis me ne tradusse in Coligny viva voce la mag2;ior » parte, e mi fece naturalmcnte una forte iinpressione. » Lo Sceinbach per altro e il Jumfrou e qualclie altra cosa » hanno contribuito molto piu del Faust a fanni scrivere » il Manfredo. Tuttavoha la prima scena e quella del Faust » sono soniigliantissime. >> Vocabolario reggiano itallano. — JReggio , i832i , tipografia Toneggiani e comp. , fasclcolo i.° e 2.° {A - Can) , pag. 160. Prezzo cent. 80 al fascicolo. E opera nata nel Seminario-Collegio di Reggio per cura dei sacerdoti D. Gio. Denti e D. Gio. Alai , e riuiasta cola manoscritta ben sessant' anni a solo pro dei convittori di quel seminario. Oggi essa vede la luce per cura di un anonimo il quale Tamplio a segno da presentare (a giu- dicarne dai fascicoii sin qui pubblicati) forse ottomila voci regginne tradotte nella lingua illustre della nazione. La protesta colla quale il compilatore chiude la prelazioncella di questo dizionario assolve noi non Reggiani dal portar giudizio sul merito di questo lavoro. Ripeteremo pero aa- che qui cio die gia altrove dicemmo, cioe che la prima , 38o A r r K N n 1 n R la vera, I'esscnziale ntilita dei cUzioiinrj di dialotto c.on- siste nel prcsentare agli stiicliosi la vcrsione italiaiia dclle voci vernacole rnppreseiitanti gU oggotti proprj delle arti e dei tre regni della natiiia o le coml)inazioiii ideolciclie allc (jnali siflatti oggetti vengoao spigiicndo T ingegtio deir uomo. Vocnbolario piemontesc - italiano di Michele PoNZA , da Cavoiir. — Torino^ io3o-32, stampcrla rcalc , fascicoli i.° al 7.° (A—Jllai), pag- 602. Frezzo del seltc fasciculi lir. 8. 40. Ecco il settimo Dlzionario del dialetto piemontese clie, dopo quelli del Voplsco , del Pipiuo , del Capello , del Zalli, del Znlli-Bailale , e del Ponza compendiato , viene oggi regalaudo alia sua patria il sacerdote D. Micliele Ponza tiitto dedito alia luiona istitiizione della giovcntu, per la quale egli lia di gia pnbbllcato noii poclii altri utili lavo- ri (*). In fronte al libfo vedesl un angioletto 11 quale annaffia una pianticella gia rigogliosa , cio che di prima giunta spiega lo scopo che V autore s' ha preiisso nel pubblicare questa sua opera. Di faito nella sola lettera A asserisce 1' autore d'aver aggiunte i5oo voci che non esi- stono ne' dlzionarj antecedenti ;, la quale non e certamente poca ricchezza, e deve senza dubbio tener raccomandata la sua fatica a tutti gli studios! del Plemonte e inanimir r autore a proseguire coragglosamente nel suo assunto. Noi ci congratulianio di cuore con questa bellissima regione (*) Credianio di far cosa grata ai nostri lettori accenuando qui il titolo di tali opere. Inviainento al comporre iicUa lingua italiana , approvato dalla R. Direzionc delle scuole ( di Torino), e seguito da uii Dizloiiario piemontese italiano. — Torino, 1826, per Gliiringlitllo e comp. , a vol. , in 12.° , di pag. 224. Delia Grammntica della lingua italiana , lihri quattro. — Torino , 1828, per Gliiiingbello e comp., I vol., in 12.°, di pag. 266. Graininatichetta della lingua italiana ad uso delle scuole della lin- £ua italiana stahilite nella R. citta di Torino. ■ — Torino, i83o , 2ier Gaetano Balbino , I vol., in 12.°, di pag. i52. Prezzo 80 cent. L'Annotatore degli errori di lingua. — Torino e Siisa, i83o e i8.3i , 4 fascicoli, in 8.°, di pag. 457 in complesso. Prezzo di turti i 4 faicicoli lir. 5. 85. PARTE ITALIVNA. 38 I d' Italia vedendo con quanto aniore essa abhia dato raodo a qiiattro autori di venir via via ])erfezionaiido qiiesto Utilissimo mezzo d' istriizione , e cio in quel niedesimo tratto di teiiipo in cni altri paesi italiani o non seppero suscitare neppnr uno a sonimitiistrarlo , o coll' aldjandono in cni ne lasciarono i primi tentativi tolsero altrui il cuore di venirli riducendo a perfezione. Serie degU scritti imprcssi in dialctto vcneziano , com- pilata cd illiistrata da Bartolonimeo Gamba , giun- tevi alcune odi di Orazio , tiadotte da Fietro BiissoUii. — Venezia ^ i832, dalla tipografia d'A\- visopoli , un vol. in i6.°, di pag. 276. Con questa opera erudlta a un tempo ed amena il cli. autore fa qnel dono niedesimo a' suoi nazionali die r insigne Galiani faceva mezzo secolo fa ai suoi Partenopei. Quaniunque alle rispettive popolazioni siano piii partico- larmente consacrate cosi questa serie degli scritti veneziani come quella dei napoletani, cio non pertanto ambo questi libri riescono di non poca utilita anclie a tutti qucgii altri Italiani i quali nello studio dei carmi e dei lingua^gi ver- nacoli sanuo trovar materia da infiorare e arriccliire la poesia e la lingua illustre della iiazione. Questo nuovo lavoro del signer Gamlja, esteso con nietodo bibliografico e con ordine cronologico , presenta la serie di quelle scrit- ture clie gli e riuscito di rinvenir pubblicate nel dialetto veneziano dal secolo 12.° fnio a' nostri giorni. L' opera incomincia quindi dal favellare di parecchie iscrizioni di quel secolo, e cliiudesi coUa notizia di quell' esimio lavoro del Dizionario veneziano di Giuseppe Eoeiio. Ad ogni se- colo e premessa una dotta relazione dello stato in cni venne la letteratura vcrnacola durante il niedesimo. Nella enumerazione di questi scrilti pero 1' autore avverte clie ha dcliberatamente omesso tutte quelle brevi poesie die soglionsi diiamare di circostanza, e delle quali ha infi- nita riccliezza il vernacolo veneziano. Un esatto indicc no- minale degli autori inento\'ati nell' opera ne facilita Tuso al lettore, e pro\a a prima vista die, dal siciliano in fuori , nessun altro dialetto italiano piio vantarci di pos- sedere tanti scriltori quanti nc possicde il veneziano. 38a A r 1' E N D I c E Questa bell' opera del sig. Gamba non e punto inferiore alle moke altre per le qiiali suona gia si cliiaro il suo nome nella repubblica delle lettere. Si veggono in ossa rettilicatl varj errori di storia letteraria , fVa cui quello prcso dal Quadrio e dal Fantuzzi allorclie scrissero clie Bartolomeo Boccliini avea steso le sue poesie in dialetto bergamasco , mentre que'' snoi stranil)otti del Zan Muzzina sono scritti in vernacolo veneziano. — Ognuno conosce la bella ParoJia d' una delle piii celeljri canzoni del Petrarca fatta da Maffeo Yeniero colla sua Strazzosa. Tutte le edi- zioni che se ne fecero sin qui riusclrono sommaniente scorretie. In questo libro il ch. autore la riporta ridotta a niolto mlglior Iczlone , del che gli porse agio un codlce della Marciana. — Qua e la riporta altresi il cli. autore varj squarci di poesie e di prose venete assai interessanll, e spesso anclie alcune poesie di autori viventi, fra le qunli ci e seinbrata beliissima la Satira alia virtu di Volerio Da Pos. Noi non possianio clie tril)utar lode al cli. autore per questo lavoro con cui ba si Ijellanieute illustrata una parte pochissimo nota della storia letteraria veneziana^ e solo ci dispiace ch'egli abbia appostatamente escluse dal suo lavoro tutte quelle poesiucce volanti delle qnali dicemmo piu ad- dietro. I componimentl di questa specie pare a noi che tornino spesso utilissiini cosi alia storia delle nuitazioni che vanno giornalmente accadendo nei dialetti viventi , come anche a serbar memoria de'fatti storici locali d' ogni genere. E vero che il dialetto veneziano conta buon nu- mero di scrittori in ogni secolo le cui opere possono in qualche parte soccorrerci in que' due scopi: nia per un lato gli scrittori d' opere di conto non essendo soiiti sco- starsi dal linguaggio degl' imniediati loro antecossori , e cosi come fanno gli scrittori nella lingua illustre della na- zione, andando anch' essi ritrosi nelT amuiettere le voci recentemente introdotte nel dialetto , lasciano a clii scrive poesie di clrcostanza e opericciuole volanti, e suol essere di piii larga coscienza in questo proposito, la cura di pre- sentarci ne' proprj scritti piii certi indizj del trasmutarsi giorualiero del dialetto; e per 1' altro lato in queste scrlt- turette della giornaia, nascenti dal conttitto delle opinion! del momento , e delle quali non senq)re e non da tutti e antiveduta la fiitura influenza, poste ch'elle siano ad esame, suol trovarsi quella nienioria iniparziale delle vicende d' un I'MITE ITALI.VNA. 383 paese la quale rarissima incontriamo negli storici cU pro- tessione. Fra le storie maggiori e queste die diremmo quasi-istorie de' fatti d' un paese corre a nostro avviso quella stessa diversita die s'osserva tra le parole di uomini contendenti fra loro di cbeccliessia a niente preparata da cio , e quelle di altri i qiiali vengaao a contesa in snl su- bito e senza quasi saperlo; le parole di que' priiiii cos\ ad offesa come a ditesa ponderate, sfudiate, appena porgono modo al pm accorto coaof=citore del cuore umano di pur travedere da qual banda peada la ragione •, il parlar dei secondi in vece, tiUtoche riesca tratto tratto piu ruggito die favella , in brevi istanti lascia ricoiioscere dii s' alibia il torto fra' due. Oltraccio noi leggiamo in questa bell' opera del ch. antore die la IMarciana possiede ricchissima coUe- zione di siffatte operetta nt-Ue quali al dialetto veneziano trovansi commisti ancbe il feltrino, il bergaiiiasco , il Ve- ronese, il vicentino, il grecliesco, lo sdiiavon veneto ecc, e siccome questi dialetti non vantano quelle opere di lena di die e si ricco il dialetto veneziano, cosi alaieno per la conoscenza di quelli sarebbe utile la notizia di tutte quelle operette le quali in niancanza di meglio darehbero par contezza de' varj stadj percorsi da que' niedesiini dia- letti. II ch. antore non avra discaro die noi accenniamo come potrebbero forse aggingnersi alle tante notizie delle opere vencziane die presenta il suo libro ancbe quelle delle Rime di Benedetto Buccella stampatesi in Padova nel 1594', della commedia di Giovanni Briccio intitolata Pantalone imbertonao della quale piii ristanipe furono fatte in Venezia , in Vi- terbo , in Trevigi e in Milano dal 1620 al 1671^ delle Poesie venezinne die stanno nel Camtrotto di Girolanio Brusoni stampatosi in Ycnezia del 1646; ojiere tutte onde e fatta menzione negli ScriUori d' Italia del Mazzuccbelli ^ e fors' anco la notizia delle opere del Cestari e di qualclie altro. Ablienclie non sia entrato nolle mire del cb. autore il dar di proposito notizia delle opere die tuttora rinian- gono inedite , e delle quali e riccliissimo il dialetto vene- ziano , pure sjiesse volte egli ne favella qua e la per r opera sua doitissimainente e con utile grande degli stu- diosi della vernacola letteratura •, fra i quali inanoscritti «i e taro di poter qui annunziarc a' nostri lettori cbe si j'uo 384 APrENDICE oggidl annovei'.ire perfettamente compiuto anclie nn bellis- siiiio laelice italiano-veiicto tlol Diziouario venc/inuo di Giuseppe Boerio \ iiitlice clie , stampato , renJereljlie dop- piameiite giovevole qiicU" ottiino dizionario , e farchhe co- imuii a tutti gl'Italiaiii le nioUissime c importauti dottriiie contenute in quel libro sotto le varie voci veneziaiie. Air opera del s'lgnoi- Gamba tengono dietro venticjiiattro Odi di Orazio, tradotte liberaiiieiite in verso e dialetto veneziaiio da Pietro Bnssolin. II soinmo Tragico italiano disse gia ch' ei niisurava la grandezza dei letteratl e per consegnenza aaco dell' opere loro soltanto dal maggior utile die arrecassero agli uomiiii ; specie di misura die a ognuno parra esattissima qnalora e' si rifletta clie in quell' u- tile e pur coinpeaetrato anche il diletto il quale nella nostra valie di lagrime nessuno contrasterk clie nou arrechi la sua bella e buona porzione d' utilita , o ch' e' ci sia porto cosi pretto e schietto , o cli' ei si faccia appo noi introdutlore di piu importauti principj. Nella scaia di sif- fatta misura possono quiudi occupar qualclie grado anclie le buoue versioni vernacole delle opere graadi dei grandi scrittori , giacclie quelle versioni tcndono a dilFondere sem- pre jiiii la cognizione dei loro originali , e con essa aiico il grandisslmo utile di che quelli son fonte nella lunana societa. Non sempre l' improba poverta detto al Lirico ve- nosino que' debolissiini pensieri in versi molto eleganti clie gli riuiprovero il grande Astigiano: bene spesso e pensiero e stile sono in lui da tuti'altro clie da s'.lFatto riuiprovero. Pareccliie delle odi tradotte dal sig. Bussolln sono di questo ultimo genere, come la seconda dell' epodo e la terza del libro terzo le quali , insieme con quelle poste a pagg. aaS, 22,7, 243, 245 5 268 ^ci parvero assai fellceiucnte tradotte. Lcttera intorno alia Cattcdrale di Paiia, scrkta dal Marchese Mjlaspjna di Sannazabo al sig. N.*** A.^** a Roma e da qucsli qui pnhhlicata. — Mi- lano , 1832, dalla Socictd tipografica dc' clasiicc itnlia/d, in 8° Per rimettere in plena luce la celebre Area di S, Ago- stino, clie in Pavia conservavasi nella chiesa di S. Pietro in cielo d' oro , e die dopo I'abolizione di tpiella diiesa giaceva scomposta e neglctta in disconveiie\ olc liiogo , lu PARTE ITALIANA. 385 detei'aiiaato die costrutta fosse una nuova magnlfica cap- pclla nol duomo e c!ie ivi foss'ella decorosamente coUocata. Ora daU'attonta lettura di quest' opuscolo, prolisso anzi die chiaro cd elegante , rilcviamo clie 1' autore risponde o linge di rispondere ad una lettera , affermar noii sa- preuiuio se vera o supposta , di un suo aiiiico di Iloma , die, siccome egli dice, ridiiesto ne lo avea, se verainente erasi ideato d' intraprcndere lavori in qiiella Cattedrale tali da impcdire o almeno da rcndere assai piii dijfficlli e dispen- diosi i proi^ressi di quel tempio con forme rcgolari ed analO' gild al violio gia innalzato , e s'egli a tal uopo stato ne fosse consultato. Al die risponde , esscre verissimo il fatto, non esservi pcro egli ne col consiglio, ne coll'opera intervciiuto ; ma die ridiiestoue , proposto avreblje die il nionuiiiento si collocasse in piu opportnno luogo , desu- Kiendoio dal modcllo di riforma di quella Cattedrale, da Ini medesimo ideato. Due ci senibrano le ragioni per Ic quali 1' autore in tal niodo risponde. La prima, pcrclie la cappella die per tale coUocauiento si sta ora costruendo e decisamente in disso- nanza del disegno suibilito o di qualsivoglia altro regolare piano della stessa cattedrale: la seconda, perclie talt nuova cappella prcsenta un ben maggiore ostacolo ai futuri pro- gressi del tempio, al quale dar non potrebbesi compimento scnza distruggere o sinovere I' opera, e gettare cosi al vento le spese die certamente non lievi si sarebbero per essa incontrate. Egli e per tanto d'avviso die il piu adatto luogo pel collocamento dell' Area essere dovea verso ilfondo della nave di mezzo del braccio dcstro della croce , non to- gliciidosi cosi r opportunita di conlinuare ed anche senza verun dauno delle giii fatte spese perfezionare il tempio , quaiido tavorevole coUo scorrere degli anni se ne presen- tasse r occasione. Alia dillicolta poi de' mezzi , die mag- giori ricliiedfvansi per T esecuzione di tale progetto , op- ])one die la dcbita prudcnza richledeva di riconoscerc pri~ ma con ponderalo esame le circostanze tutte die nd esso ri-. ferisconsi, e die d'altronde gli ubiianti die sentono rfiai {olenlieri iin tale divisainento che porrebbe ostacoli a soiiti- nuare la fabbrica con forme regolari ed analoghe ai piani udottatl , opeiando allrimeuti concorrerebbcro anzi liiii facil- mente a summinisLrarc mezzi onde otlcncre I' iniiMo di porrc in vencrazione I' area ciLuUl , scnza discupilo. dell' altro di JUL Itul. T. LXV[. 25 386 AIM'BNDICE ]>otere col tempo progredire neW amplidzhrie ddla loro cat- tedrale, tecondo , ccc. Noi Tin qui non possianio die convenire coU' autore. E di fatto qiialunque giiiuta o restaurazione fare si vojlia ad UR ediricio, debb"" essere couforme all" edificio stesso, co- iiieche noil sia questo condotto a compimeiito : il fare al- trimenti e un assurdo , ua errore , che noa polra iiiai es- sere per qualsivoglia ragione giustlHcato. Ne varrebbe il dire clie 1' edilicio per la grandiosita stessa del suo disegao noa potrh giammai essere perfezionato. E chi niai leggere pub ueU'avvenire? Chi uiai oserebbe presagire cio die far potrebbero i posteri, o se le circostanze dei tempi sa- raniio seinpre coatrarie a' magnifici divisamenti de' niaggiori? Clii mai trent' anni ia adJietro asseverar potea die il duo- mo di Milano stato sarebbe a'di nostri spinto pressodie al suo perfetto compimento? E il magnifico Gian Caleazzo Visconti neiratto di porre la prima pietra a questo tempio ed a quello della Certosa di Pavia, lusingavasi fors' egli di vederli compiuti innanzi die dalla morte troncati fosscro i suoi giorni ? Non potevasi , forse quell' Area con assai niinore dispendio coUocare in alcana delie gia sussistenii cappelle della cattedrale ocl in altro tempio della medesima Pa via 5 o meglio ancora nella stessa diiesa ov' anticamente conservavasi T area e dcUa quale, siccome ci venue riferi- to , proposta erasi la restaurazione? Che die siasi pero delle opposizioul delT autore e de futuri destiai di quel duomo , noi gratlssimi slanio a dii promovendo quest' opera ritolse dalle tenebre un si pre- zioso monumento del sacro cnlto e dell'arti belle. DolevacL anzi die nessuno de' patrizj Pavesi rivolto non avesse mai sinora il pensiero a tale provvedimento. Ora il fedele venerar potra le reliquie del grande Agostiuo tratte dal- r oblio e in condegno luojio collocate: l' antiquario poi e r artista avranno di die fare bellissimo soggetto de' loro studj in quella insignlssima area ;, su cui celebri scrittori ragionarono, e le cui sculiure chiariscono un' epoca che nella storia dell' arti sara seropre famosa. Che agevole cosa e il dar consigli- ma non lo e uguahnente 1' operare e meno ancora lo e il vincere gli ostacoli die per avventura al ben operare si opponessero (*). (') Ci k gradevoHsslraa cosa 1' annunziave che quest' insigne monumento del secolo XIV verra per iniero pubblicato co'disegai r.VUTE ITALIANS. 887 Sarebbe questo il luogo ia cui esporre il parer nostro intoruo al ciisegno ed agli oniamenti della cappella die sta costrnendosi. Ma verra lorse una piu opportuna occasione, ill ciii ragioiiarne tjiii convenevolmente. Intanto se lecito ci fosse r espone un'idea nostra, diremmo semlirarci che ineglio apposti si sarehbero i promotori di quest'' opera coir ordinare ch' ella condotta fosse con un disegno con- forme od aiialogo alio stile del uionumento stesso. Noi non entrerenio a ragionare sul modello di riforma clie intoruo a quel tempio viene nello stesso opuscolo dal- rautore ripctendosi-, pet quale modello il tempio che dal primo suo arcliitetto Cristoforo Rocchi fu ideate con croce latiiin assumerebbe quella d' imperfetta croce greca. Tale disamina troppo ci allontanerebbe dall' incarico nostro. Pure convenire non possiamo coU' autore , ov'egU dice che la cattedrale di Pavia e una di quelle grandiose fabbriche che segnano il passaggio dallo sale gotico al greco-romano , nulla scorgendovisi;, a parer nostro, ne dell' uno ne dell'altro stile, e risultandone anzi un tal quale mescuglio di complicato e trito nelle sue parti , e qnlndi una iisonomia di tutt' altro carattere. Pero noi saremmo quasi per dire che la cattedrale di Pavia e una di quelle grandiose fabbriche che segnaao innanzi tempo la decadenza dell' arte dopo il primo suo risorgimento. Per le quali ragioni saremmo altresi d'avviso che non convenga il contlnuaria ne secondo il suo primi- tivo disegno, ne secondo alcun mO(/eZ/o di n/orma, sebbene fosse questo non d' un arcliitetto dilettante, ma d' insignis- simo maestro nell' arte. Si conservi dunque intatto ossia come ora trovasi. Esso al pari di tantl altri imperfetti mo- nnmenti glovera a mostrare le vicende dell' architettura , e il gusto e il carattere dei tempi. Rivolgasi piuttosto il pen- siero alia costruzione di una nuova cattedrale con disegno se non piii graudioso, almeno piu convenevole ai progress! *]eir arte , e die minorl sforzi e minor dispendio ricliieg- ga , siccome praticato venne in Bologna , ed altrove. e coll intaglio di Ccsare Ferrari , e colle illusn-azioni del dot- tore Defeudente Sacclii. L' opera vedra la luce in due distribu- zioni , al jirezzo , la priiua di lir. 6 austr. , la seconda di lir. 4- La prima uscira nel prossiiuo agosto , P akra due niesi dopo. il prodotto c destinato a vantaggio della restaurazione. e ricostru- zioue dello steeso nioimniento : ottiiuo consi^lio ! Le associazioni «i riccvono in Pavia dal librajo Valerio Fuji c Cojup. e nelle altre citta da' priucipnli librai. 888 A p r F. N I) I r. E * Costumi del sccoli XIII , Xiy e. XV , ncavrtfi. dai pin autcntici manumcnti di pittura e dl scultura , con un testa storico e descriliivo , dl Camilla Bun- iiard. Prima tradiizionc it(diana dl C. Zardetti. — 3Iil(ino , i83i, tij>ografui c calcogntfia di Ra- lueri Faniatu , in 4." grande, con fig. a colari. Si puhblica per fascicoli , ciascuno al prczzo di llr. 6 ital. , finora iie sona uscitl fascicoli due. Intorno alia fondazione delU Accademia di belle arti in Ravenna e ad un suo Regolamento d' istrnzione. Lcttcre due del conte Alessando Cappi , segretario dl delta Accademia. Seconda impressione con ag~ giunte delV autore e con rame. — Ravenna^ i83i, per Roveri e GoUina. Solcnne distribuzione de' premj ed csposizione dclV an- no 1 83 1 nelt Accademia provinciale di belle artl in Ravenna. — Ravenna., io32, presso A. Roveri e figli. L'Antologia ili Firenze Cno dal settembre 1829 a png. 129 ha tril)ntato i ben dovuti ologi al sig. cardinale Agostino Rivarola ed a nionsignore De IMedici Spada, per ojjera de' quali P Accademia raveiinate di belle art! ebbe con- cetto, nascimento e decoro. Col qui ora ripetersl per noi im breve cenno intorno a quell' utile istituzione, non fac- ciamo clie preniettere una notizia necessaria onde raggua- gliare i leggitori nostri degli atti posteriori che furono publjlicati da quell' ora florido Istituto. Dacclie nel 1817 fu Ignazio Sarti , bolognese, eletto ia prnfessore di disegno del Gollegio ravennate, nacque nel- Tanimo di monsignore Lavinio De Medici Spada, allora "Vicelegato in quel coniune, ill vedere stabilita un' Accademia di belle arti con principale intend) mento di veder uiiglio- rare i niestieri e le arti niannfattrici. Avendone scritto di conformita al cardinale Rivarola die gia reggeva quella provincia, e clio in allora trovavasi in Roma legato a la- tere, accolse quel porporato con tutto il favore ii progctto, c diede tosto al prclato le piii ample facolta ondc fosse eseguito. Per disegno ideato c per le opere dirottc dal professorc Sarti, uon clie per la cooperazione dci Deputati I'.VUTF IT\I.IAN.\. 389 tVi fjnel Collepio, tli cnl e capo il c.-iv. Fedcrico Rnsponi , in poco tempo si vide sorgere con licU' ordine arcliitetto- nico, in una parte del fabljricato annesso al detto Collegio, e gia destinato ai rnstici scrvigi , la scde deir Accademia stessa. Miraljile c 1' artifizio con cni il valcnte arcliitetto seppe trar partito dalle anticlie esistenti costriizioni. Tutto v' e natnralc, seinplice, spontaneo e fatto come a dire di ])ianta. La lettera die il conte Cappi, segretario Hi cjneirAc- r.ademia, ha imliritta al sig. Tommaso Minardi, bolognese, professore dell' Accademia di S. Luca a Roma, ha per sub- bietto il ril'erimento dell'origine e delle snsseguenti dispo- sizioni die furono impartiie per tale istitnzione. Essa va corrcdata di una stampa a contorni , da cui si puo avere una norma, per quanto spetta alia facciata, delT adottato disegno pel faldiricato. Dalla relaziorie risulta die I'ardii- tetto Sarti ha saputo provvedere non solo all' esteriore decorazione caratteristica del luogo, ma eziandlo all' interna distribnzione inlroducendo tntti que' coniodi ch'erano ri- chiesti dall' uso deU'editicio. Eretto il falibricato, monsignore De IMedici Spada consiglio il Gomune a far acquisto di ottimi esemplari onde render proficni i precetti di archi- tettura , di ornamenti, di figura si in dipinto die in pla- stica , non che d' incisione, rami tutti in cui i giovani vengono per istitnto ammaestrati. II consigliere ebbe la compiacenza di vedere adottato quanto aveva snggerito, c di veder iiuitato a gara il pro]irio esemplo da' suoi con- cittadini, i quali depositarono i migliori quadri che pos- sedevano. Per tale generoso patrio sagrificio la Pinacoteca di quclla nascente Accademia vanta in oggi piii di seicento quadri consacrati all' istrnzione ed alia ciiriosita de' fore- stieri. Dalla lettera stessa raccolgoasi i nomi dei donatori ; ma cio die ancora contribui ad accrescere qnella snppel- lettile, fu il concorso dclla generosith di signori ^ di artisti ravennati e forestieri , e di personajgi illiistri che hnnno voluto dimostrare il favor loro a si lodcvole impresa. Tra la schiera dei nobili conlribnenti distinguesi il Gran Duca di Toscana il quale si compiacqiie di presentarc quel- r Accademia di due freschi gessi della Yenere Wedicea e deir Apnlline. Ma tutto cio non bastava ancora per io scopo die il Consiglio comunale si era prefisso; per eccitarc quindi una sicura emulazionc isiitui de' pvemj da distribuirsi ogni anno a quelle opere clic , prc\iu csanic, yenisscio 3^0 A r 1' K N n I c e giiuVicate pii meritevoli; e eiccome il motore principale cU quella istituzioiie hi il niiglioraiiiento de' iiiesticri, cost per regolaiDcnto accailomico venne onlinato die premj pur fosscio destinati jicr gli artcficl tlella Ravennate provincia. Di questi premj d' incoraggianiento, alciuii soao annuali e consistono in tre nieilaglie (.rargoato;, altri sono trieniiali e sono tre metlaglle croro da accordarsi a quegli aitieri clie prescnleranno all' Accadenila il miglior lavoro. Con altra lettera il scgietario conte Gappi informa il slg. C. P. Yiessicnx , direttore del giornale dell" Antologia di Firenze intorno il Regolamento norniale per le pension! biennali da corrispondersi in Roma a que' giovani , clie dopo aver preseiitati i loro lavori corredati da autorevoli testimonianze, comprovanti esser opere delle loro niani, e dopo aver conseguito almeno due volte nn distinto yiremio accademico suVjiscono un esperimento d'invenzioni innanzi a queir Accademia e danno non dubbie prove di riuscire valenti nelle rispettive arti. II giovane pensionato nei due •anni in cui stanzia in Roma a spese del coniune , deve adempiere a due connnissioni, ne puo ottenere la seconda se prima a giudizio delT Accademia non abbia con lode soddisfatto air antecedente. Questa consiste il primo anno nel copiare esattaniente , per risguardo all' arcliitetto , nn ediflcio autico, al pittore un quadro classico, alio scultore una statua o un gruppo parimente antico^, e fuialmenie in un rintaglio per V incisore. Rispetto alia secouda , tranne 1' incisore cui viene allogata la copla in disegno di un fiuadro classico, si prescrive a ciascnno rispettlvamente nella propria arte I'esecuzione di un soggetto d' invenzione trascelto dal Consiglio Accademico. Conipito il secondo anno, ciascuno ha 1' obbligo di ripatriare e depositare le proprle opere nell' Accademia onde formarne una raccolta. Durante la dimora in Roma i pensionati sono posti sotto la sorvcglianza dell' Accademia di S. Luca , dalla quale ritirano di quadrimestre in quadrimestre un attestato che determina i progress! del loro lavoro, e la loro buona e rnorale condotta : in vista di questo il Comune spedisce al giovane la quota che quadrimestralmcnte gli compete. I saggi eseguiti dal pensionati restano in proprieta del co- mune e sono esposti nell' Accademia con Icggenda portante i nomi degli autori , I'anno in cui furono eseguiti e il doine di chi era in quell' anno gonfalonicrc, Tal c la base parti: ITALIAN \. 89! del Regolamcnto die con saggia avvedutezza fu compilato dft queir Accademia. Se ci e cosa pero iiitonio cui si possa permettere un' osserva^ione, ci seinbra esser quella deli' ob- bligo imposto all'incisore, il quale potreblje compierlo a nostro avviso seaza spatriare, giacclie trattandosi, pel pri- mo anno, di ua rintaglio di una stampa, e nel secoiido dl un disegno di un quadro classico, possono ambidiie qnesti eseniplari pi'ocacciarsi nel proprio coraune. Cliecclie ne sia pero saranno sempre da commendarsi e la institu- zione , e Tamore e lo spiiito onde furono aniniati que' cit- tadini , siccorae pure non dublij saranno i frutti ch' essi raccoglieranno dai loro nobili e generosi sforzi. Gia nel i83o ebbe incomiucianiento la solenne distribuzione del preinj colla esposizione delle opere degli artisti, dei dilet- tanti e degli artigiani^ ed il priitiordio gia ofFeri a' Rave n- nati argomento di aprir I'aninio a liete speranze. Dagli atti riferibili alia medesima solennita tenutasi nel 1 83 1, cbe abbiamo sotto gli occhi , si scorge appieno clie la emulazione va producendo ottimi risnltamenti sia in que' giovani cbe in cpiella Accademia alle arti belie vi sono educati , come negli artigiani della provincia. Molte furono le prodnzioni dei primi esposte e premiate , e uiolti del pari i lavori de' secondi in metallo prezioso, in acciajo, ill legno e in ogni sorta d' industria. Nel porgere queste notizie non possiamo esimerci dalP anuunziare con com- piacenza, cbe tra le opere degli artisti nella classe di ar- cbitettonica invenzione ammiravasi un progetto per la falj- brica dell' Ateneo da erigersi in Forli nella strada lungo il corsoi questo era stato eseguito dal sullodato professore Sarti a tenore di un programma , ed aveva conseguito a jireferenza di molti altri ronore del premio della niedaglia d' oro dair Accademia tlei Filergiti di detta citta dietro il voto in iscritto dell' Accademia di belle arti di Venezia I'anno i83o. Ci spiace di non poter qui inserirne la de- scrizione della pianta. degli spaccati e della facciata, per- che troppo ci dilungberemmo dal nostro proponimento. Bastera solo accennare cbe dalla descrizione medesima ne risulta una piania egregiamente dlstrilniita , ed una ileco- razione si interna clie esterna confacente all' use cui e destinato I'edifizio. D'altra parte noi andiamo persuasl cbe nel dar opera alia erezione di s\ magnifico fabbricato i velativi disegnl diverranno di pubblita ragione pel mezzo deir intafflio. 392 A r r r. N n I c r. II proccsso vcrbale doll' ndunaiiza straordinaria tonntasi dal consi|;lio accadciiiico di belle aiti in Uavoiina per giiulicare i lavori degli nluuni e degli artigiani clJe toii- corseio al premio amiuale dil i83i, e preoeduto dal discorso del contc Alessandro Capjii. Con esso egli tolse a provvedcre della deJjita fania il piltore Luca Longhi ravomiate, il di cni merito con espressione iiiciio clic dubbia era stato oirtiscato da messer Giorgio Vasari e da' Ijiogrnfi clie a lui snccedettero. I'reziose riescono le noti/ie die ci d;i intorno a quel valente artista col diinostrare le due maiiiere die segni nelle luolie ojjere die ha lasciate , cioe alqiianto greterclie vanno si lungi dal vero nel mo- strarsi della cattolica fede cotanto nemici , e nel considcrar- la come un tessuto d' assurdita e di pratiche superstiziose. Cio vien egli facendo con gravissimi argomenti e con un dire ittcalzante bensi e persuasive, ma animato sempre da quella carita chc il vero carattere costituisce del filosofo cristiano. Nel secondo opuscolo intitolato all' Italiana Giovcntii lo stesso autore dimostra in clie veramente consista 1' uraana felicita , e per quali mezzi possa ella conseguirsi. La som- ma del suo dire riducesi alia seguente sua conclusione : « lo vi ho fatto vedere , amata gioventu , die gl' insegnamenti della religione cristiana sono in tutto conformi alle nostre brame , ai nostri bisogni, alle voci di natura , ai dettati della ragione, e die nieglio d' ogni filosofia ne conduce alia fe- licita cui ci addita e ci raostra in niodo chiaro dicendone apertamente in die ella consista. Niente ella afferma di strano o di ributtante , nulla esige di troppo arduo o d'im- possibile , approva i nostri desiderj ed appetiti , e viene solo in nostro ajuto per moderarli e dirigerli. " Le idee contenute in queste parole ci sembrarono ne' sette capi , de' quali componsi 1' opuscolo , egregiamente discusse , di- mostrate ed esposte. Calendario gcorgico della Eeale Societd Agraria di I'orino per r anno hlscstile i832. — Torino , tip 0- grafia Cliirio e Mina in via di Po , in 8.° II sig. Matteo Bonafous incrocio le capre del Tibet con quelle dell' Italia , ed osservo che tutti i meticci chc ne 394 Ari'BNDICE ITOVPnnc-ro niostrano naa lann<;inc nnaloga a r|uella tlolle Tibetanc. Fece accoppiaie una I'ciumina di Stambocco (ca- ]3ra Ibex ) con iin Ijecco Tiljetano. II geiierato di sesso feiimiinino rassoiuiglia alia niadre nelle corna nodose, nelle orecchie ritte , nella vivacita e ncl modo. di fischiare : e rassomiglia al padre nel colore , iiella qualita del pelarue, ne' tubercoli vellosi penzolanti sotto il collo. II professore Florio inacsto ad occhio uii poUone d' uu Lauro Rosa ( nerlum Oleander) a iiore doppio e rosco, sopra una planta della stessa specie^ ma a iiori seinplici e bianchi. L' uno de' germogli niori , e 1' altro agguaglio i due rami. I fiori dei rami siii quali non erasi fatto V in- nesto e percio prima bianchi, si tinsero di un color roseo c rimasero seniplici, mentre I'altro raiiio ianestato presento fiori doppi e di un colore roseo uniforme. Qui e oggetto di maraviglia clie I'innesto abbla trasmesso la sua influenza fiui rami non innestati relatlvamente al colore e non alia doppiatura dei fiori. II dottore Carena, rappresentante il Protomedicato in Carinagnola , fece margotto a tacca su piante di diverso genere : ne fece a spacco o ad ungliia : ed osservo cbe le niargotte a tacca barbicarono assai piu compiutamente. II cavaliere Quaglia propone di valersi dell' argilla per ridurre in fornielle o inotte la segatura del legno, ad og- getto di coa)bu5tibile. II professore Lavini e d'opinlone clie le crisalidi dei filugelli debbano raccogliersi, disseccarsi, ridursi in polvere finissima, unirsi alia polvere delle moresche per eccitare la vegetazione de' seminati a frumento. II signor Luciano , veterinarlo , riguarda come nocivo r uso dell' erba frcsca a' cavalli sani clie oltrepassarono la dentizione : considera detta erba come un purgante , e percio utile nelle afiezioni flogistiche od in una massima predisposizione alle medesime. La clcoria doiuestlca e me- glio ancora la selvatica, godono precipuamente di elGcacia purgante. E tuttavia da avvertire clie la cicoria giunta a maturita diventa irritante. , II commendatore marchese Lascaris espone la coltivazioue r<"j,cvoH su qaesta importaiuissuna materia diveniiero im-~ ji'rjctti, altcse le i'ariuzloni poriale non ha guari dai go- \erni del raino T.ombardo-Vcncto c del Piemonte net sistemu 398 APPENDICE inonetario; c noii posslamo non conimcntlarc il modo con cui Ciili lui ooailolto qucsto tiMtiato , come noii clul)Itiauio cli aUcrniarc cl»e sani esso per riescii-e dl vautagjrio non tanto a quelli die iiupreiidono lo studio delle opciazioni dl cam- bio, qnaiito, tnassiine nella paite pratica , a colore die vi si trovano giii applicati di professione. Solo in alcuni par- ticolari non consentiamo col Bariola; ed avroninio poi desi- derato dove maggiori spiegazioni, dove maggior compinieuto. E primauiente ne se\i)bra die una nozione assai neces- saria in qnesta materia, e dal Barlola allatto pretermessa, fosse qiiella sul pari intrinseco del caml)io, potendosi da sift'atta nozione opportimamente e fondataniente dedurre come vengano a derivare le diverse variazioni in aumento ed in diminuzione nei prezzi dei cambj. Compendioso di troppo abbiani trovato il paragrafo sulle cause di dette variazioni ; die comunquemente per noi si convenga derivar tali cause dall' abbondanza o dalla scar- sezza delle lettere di canibio e del danaro, pure una pin ampia indicazione dei niotivi die possono influire a questa abbondanza o scarsezza , ed una definizione dell'azione di tali motivi nel concrete dei camlij pareva altaiuente cliia- jnata dal soggetto. Non potremmo poi convenire colP autore die fra gU ele- mcnti necessarj per la formazlone dei ragguagli siano da annoverare le operazioni di aritmetica e le regole di con- giunzione, non esscndo queste elcnienti nia bensi niczzi materiali per far uso degli elcmenti reali , die sono le monete elfettive o di conto correnti nci paesi e raflVontate fra loro. Nel corso delle operazioni di cambio non si e parlato delle piazze fuori d'Europai e non si e pure parlato di Stocolma , di Malta, ccc. ; come per la piazza di Berlino non si e fatto motto dell' uso speciale di quella piazza di computare colia maggior parte delle piazze di Gernia- nia i cambj ad un tanto per cento di sconto. Del rimanente presumiamo che il Bariola nella compi- lazione del suo trattato siasi alquanto giovato del Nuoi'o corso universale de cambj venuto alia luce in Trieste per la tipografia di G. Marenigh , nel 1826, essendoci caduti sott'occliio diversi paragraii , nei quali non solo la defini- zione della cosa , ma il modo materiale di defniirla e per- fettamente ugunle. PARTE ITALIAN.V. 899 Mantiale universale di mediclna tcorica c pirtdca del dottoT Giuseppe Mattjiey , medico primario e pro- fessorc pubhlico di medicina teorica e di clinica mcdica ncllo spcdalc di Viterho , e mcmbro di varie societd scientifichc. Vol. I. - Gener aspettarsi da chl dlchiara di non pretendere afFatto al tl- tolo di scrlttore profondamente versato nella cognlzione della lingua Ma non e soltanto suUa insufficienza dello stile e della dizione per potere degnamente com- porre quest' opera die lo debbo chiedere antlclpato per- dono al lettore. In clo amo sperare cb' egli me lo conce- derh. , perclie non c' e di mia colpa se non facclo meglio di quel clie posso fare. Niuno e tenuto all' impossUiile, >' Non A-olendo noi andare col nostro autore piii per le luuglie, diremo in breve clie 1' altra cosa di cui cliiama scusa, e di essersi permesso di usare parole e locuzloni che non istanno registrate ncl codlce venerabile della Cini- sca. Ma cblederenio noi , da clii gia dlchiaro di non sapcr bene scrlvere puossl pretendere stretta attenenza al fruUo- ne ? Yolendo dunque stare alle confession! deU' autore noi alia stretta del conti n' avremmo ua Manuale unUersale di medicina scrltto da chl a mala pena possiede le prime linee di qiiesta scienza, e non sa come conviensi esporle. Ma lascianio le cose generali e venlamo al particolare , ed anzi alia prima parte del Manuale universale , clie in questo primo volume abblamo, e cb' e 11 prospetto sto- rico della medicina. Sufiiciente ordine , e certa quale esat- tezza rinvlensl nella sposlzione della materia ; ma pare a noi che sarebbe stato necessarlo, che mentre si rlcor- dano i divers! sistemi medic! e si fan conoscere le basi lore, si facessero par senipre conoscere gll errori che nella proscrizlone ed all' obllo 11 trassero , non niai pero giudicando 1* un prlncipio alia fiaccola dell' altro. Rlcor- deremo pol al slg, Mattliey che la plla d! Volta ora co- munemcnte componsi di lamine d! rame e di zlnco in- sieme saldate , e non di dischi di zinco e di argento tra- mezzatl da ugu.aU dischi di cartone. In chl pol assume il carattere di storlco 1' Imparziallta rlesce essenzlale, e questa per mala sorte parcl lasclata da banda ove sl parla degli avversarj di Brown , della dottrina del controstimolo , e della nuova dottrina medica Italiana. Cosi non saprenimo se altrl possa di legj;ieri sottoscrlvere alia sentenza " che lo produzioui coalro Brown c la sua dottrina hanno teniato 4o6 APP. PARTE IjJALIANA. invano tli distniggerla , perche i suoi prlncipj fondamentali veri come la natura sono indestruttihili (pag. 429). " Vera- niente singolare ci pare ia appresso il segnente tratto. /< E clii sa che razza dl mal governo , di strage e di niassacro de' suoi {di Rasori) belli ed originali pensamenti avrebbe fatto il forraicajo degli scioli in medicina , se di quella preziosa inerce derclitta non si fossero impadroniti uomiiii di rinomanza splendlda e di altisslrao ingegno per trafficarla a vantaggio dell' umanita. Lode sia a quei be- nemeriti , e sovra tutti ad altro mio concittadino, ami- ce, e un di veneiato maestro, il celebratlssimo prof. Gia- corao Tommasini, il quale prendendo a tutela quell' orfana trascurata, e prosegnendo la sua incominciata educazione, e questa perfezionando con pensieri non altro che Italo- luedici la ridusse a nuova dottrina medica italiana (p. 432). »* E non saprebbe forse troppo di parzialita , per non dire di smisurato spirito di partito , la segucnte proposizlone , che »< la dottrina del controstimolo e sua figlia la nuova dot- trina medica italiana hanno fatto cangiar faccia alia me- dicina con una rivoluzione di principj e di idee quanto straordinaria ed inaspettata altrettanto gloriosa e profitte- vole? " (pag- 436 ). Gli Alemanni infine aggiugneranno dal canto lox'O essersi il sig. Matthey ingannato nel credere che la dottrina omiopatica unltamente alia setta dei medici filosofi della natura tenga il dominio della sclenza nelle contrade loro (pag. 447)- — Noi ci siamo limitati a questi pochi cenni perche ci parvero bastanti per mostrare veri- tiere le proposizioni da noi sopra emesse , e perche esti- miamo gla anche di soverchio protratto il prcsente articolo. VARIETA. BIBLIOGRAFIA. Di alciini falli dl stampa che si trovano in edizioni riputatisxime. Lettera nl sig. Angela Sicca. l\ vol, signer Angelo, si celebre e si valente nelParte tipografica , non dispiacera forse sapere quanto in proposito di stamps, non ha niolfo, a me accaddc. Vi e nolo il V A R T r. T A . 407 crecllto grnnde in cui sono tenute nel fatto della correzione le stampc del Comino uiiiversalmente, e lo studio die ci niettevano i diligeiitissimi Volpi aflinche senza mende uscis- sero i libri die imprimeva quell' accnratissimo stampatore. Or credereste vol die talvolta non vi lasciassero correre di grossi strafalcioiii ancor essi ' Eccoveae uno arciJjestiale in cui m'avvenni nella ristarapa delle opere di Tacito tra- dotte dal Davanzati , la quale , assistita da loro , usci dal tordii cominiani nel 178 5. Nella prima di quelle tre let- tere die si leggono dietro alle postille ond' egli corredo la sua traduzione, ha il seguente passo alia face. 653. « Ba- >> stereljbe adunque dirgli come Lizio di Valbona a messer " Rinieri daCalvoli: Messere, per cortesia fate i fatti vo- II stri , Ilia non ischernite la nostra. >> Or dii potrcbbe raccapezzare il senso di quest' ultime parole ' Qui non havvene alcuno. lo congetturai da principio die per errore si fosse stani- pato la nostra in vece di li nostri ; die a quel inodo se ne caverel)be pur qualche senso , e varrebbe i fatti nostri: con tutto cio io non poteva capacitarmi die ad occhi cosi veggenti com' erano quelli de' Volpi non fosse venuto fatto di scorgere ne Tuno, ne I'altro di que' due luoghi essersi posta una lettera in vece d' un' altra. Io dunque me ne stava dubbioso; e voleva accertarmene. II Davanzati tra- dusse, come sapete, il primo libro degli Annali di Tacito fin dair anno i5f)5, e, fattolo stampare I'anno appresso dal Marescotti , lo indirizzo a Baccio Valori con la lettera or accennata. Elibi ricorso pertanto a quel libriccino: ina in esso niente ritrovai di cio ch' io cercava. La lettera c' e, ma con lezione niolto dlversa. Ivi il detto passo si legge a questo modo : « Basterebbe adunque dire a lui come " disse Lucio di Valbona a messer Rinieri da Calvoli : >i Messere , per cortesia acconciate i fatti vostri , ma non " isconciate li aitrui : e non dite male delle belle Donne , " die voi non conoscete. " Voi sapete altresi die il Da- vanzati, dopo quel primo saggio , prosegui il suo lavoro, e nel 1600 con le stampe di Filippo Giunti diede alia luce VImperio di Tiberio Cesare , indirizzando al medesiino Valori anchc questo con la lettera stessa. ma ritoccata qua e la, e in piii d'un luogo rifatta. Io voUi consultare anche questo libro; ne il feci inutilmente: il passo teste accennato si legge ivi cosi : u Basterebljc adunque dirgli come Licio 408 V A R I E T a\ »» dl Valbona a messer Rinleri tla Calvoll : Mcsscrc, per »» cortcsia fate i fatti vostri, ma non isconciate li altrui j ►' lodafc la lingua vostra, nia non ischcrnite la nostra. »» Neir eJizione die di poi fece il Nesti delle opere di Ta- cito , clie tutte avea giix tiadotte il Davanzati , quella let- tera fu ricopiata dal libro dell' Imperio di Tiberio : ma, per essersi saltata inconsideratamente una riga, ne fnrono omuiesse le parole li altrui; lodate la lingua iostra, ma non ischernite , le quali ci vogliono a reintegrare il periodo e compirne il senso : e qnesto passo cosi storpiato , com' e neir edlzioue del Nesti, leggesi anclic nella ristampa cUc delle dette opere fece il Comino. Pare quasi incrcdiblle cbe i due fratelll Yolpi tanto ocu- lati , i quali s' erano prefissi di ripurgare T opera dagl'in- nunierabili errori ond' era stata rlempita dal Nesti , ed avevano (come dice Giann' Antonio nella lettera dedicato- ria ) " aguzzate le clglia per toglierne via ogni uiaccbia , " procedendo a rilento e con attenta circospezione a gnisa » di vlandante cbe per paese sospetto e pieno d' insidie » camniini " , vi lasciassero tuttavia , senza punto avve- dersene, una storpiatura di questa fatta(i)? Ed e tanto pill da farsene maraviglia se si considera cbe questo ac- cadde loro piii d'una volta. Una magagna simile si ritrova eziandio in tre delle edi- zioni cominiane delle lettere di Annilial Caro. II terzo tomo di quelle lettere fu compilato da Anton Federigo Segbezzi e fatto imprimere dletro agli altrl due stampatisi nell' anno antecedente. Leggete in quel volume la lettera del Tolomel contra 1" uso delle signorie , e vi troverete verso la fine questo periodo (2,) : " Minor male snrebbe forse usar qucsti " termini quando V uom si vuol doler d' un signore , cbe w quando lo vuol lodare, e lo vuol ringraziare^ percbe se N io li diro: vostra signoria ni ha fatto un gran torto, po- » tro allora interpretare cbe non e la vostra potenza ; e » COS! in qualcbe parte ollendcro manco voi , incolpandone »' la vostra fortuna. >i Diteini per vostra fe, cavate voi un buon senso da qucste parole? Bensi lo caverete ricorreudo (1) Ci Ui lasciata akresi nelP iiiiprossione reiuondinlana , nella quale furono aggiunti i suppiiuienti del Broticr con la tradiizionc di Rafaele Pastori. (2) Nella detta etli/ione ata alle face. 124 e ia5. V A R I E T A . 409 alia prima edizlonc che delle lettere del Tolomcl fcce il Giolito nel 1647 in 4.", nella quale si Icgge; n potro allora >/ intei'pretar che noii e la vostra natura clie m' ha fatto w qucsto torto , ma la vostra potenza ecc. » Ma nella ri- stampa fattane in 8." tlallo stesso Giolito tre anni appresso furono inavvertitamente lasciate ftiorl quelle parole non e la vvslra natura die mi ha fatto questo torto, ma: per la qual ommissione si fa dir ivl all' autore il contrarlo di cio ch' egli avea detto : e questo strafalcione fu poi rlpetuto e nelle posteriori impressioni del Giolito, e in quelia fat- tasi dal Niccolini nel i559, ^ P^'" ^^^^ tre volte nelle let- tere del Caro impresse dal Goraino; ne i signori Volpi se n'avvldero mai. Anche all' oculatezza di monsignor Bottarl il quale tanto si adopero nel ridurre a piix sana lezione parecchi de' vec- chi testi di nostra lingua , sfuggi piii d' una volta alcuno degli *rrori di cui li aveva imbi-attati i" ignoranza o la sba- dataggine de' copisti e degl' impressori. In prova di cio io, per cagione di breyith, ne adduiTo soltanto quel luogo del Dialogo di S. Gregorio, nel quale si parla di Probo ve- scovo di Rieti. Ivi nell' edizione di Roma , procurata dal Bottari, io leggo (lib. IV, cap. XII): /< Venuti gli medici " delle contrade , al toccare del polso coguobbero e dissero >t che tosto doveva finire. E come fu Tora^ diceya Io ve- n nerabile vescovo sollecito della consolazione de' medici e w.deU'onore del padre, pregogli clie dovessero salire in " sul palco del suo vescovado , e cenare , e riposarsi in- »/ sieme col suo padre vecchio. " Alio stesso modo io leggo altresi nelP edizione di Stefano da Pavia della quale si valsero gli AccadcmicI della Crusca nella compllazio.ae del loro Vocaliolario. Or egli apparisce assai chiaramente essere qualche vJzio in quelle parole E come fu I'ora, diceva la venerabile vescovo ; primieraraente perche non si vede spe- ciilcato cio di che era venuta I'ora •, in secondo luogo per- che non e fatto verun cenno di quello clie il vescovo di- cesse ; e finalmente perche in un periodo cosi fatto ha fallo di costruzione. II male sta in quel verbo diceva, il quale non puo ivl aver luogo. C16 presupposto, se io con- sidero che nelle vecchie scritture il segnacaso trovasl spesso congiunto col nome al quale appartiene, e in oltre che in molte di esse le due lettere n ed u tanto si rassomigliano, che r occhio assai facilmentc puo rcstarnc inganuato e 410 V A r. I E T A. . pioliar Tnii.T per Taltra, io scorgero niaiilfcstamoiite che ivi iiial si lesse dtceua e che avevasi a leggere di cena ; che a quosto modo tutto e racconcio : coa cio sia che c veugasi ad indicare clie Tora era qaella della cena ; e tolgasi di la im vcrbo che ivi sci-via d' imbarazzo; e restituiscasi al periodo la sua rcgolarita. E cosi fatta lezionc e siiggerita altresi da cio clie vi segulta , e in oltre confermata dalla veiieta stampa del Torresano del 1497, e da quella dell'Ar- rivaljene del i5i8. Bisogna liea credere che difHcil arte sia qaella del corregger la stampa ; dappoiche magagne di qiiesta natura noa si scoprono talvolta ne men da quelli che pur hanno occhi di liiice. Or che voglio io inferire da cio? Questo, signer Sicca, che il huon corrector delle stampe dee far quelle che late voi(i), star sempre in suU'avvisoi sempre tcmere die possa restar nel testo qualche menda noti osservata, da poi che s' e ripassato, tornarci sopra un' altra volta, ed esamlnarlo ancora di nuovo, e con I'acldoppiata attenzione. Guardisi egli poi ne' casi dubbj di emendare per con- gettura. Io vi ho accennato di sopra come congetturai da prhicipio che nella lettera del Davanzati si dovesse correg- ger quel passo il quale si legge storpiato uell' edizione del Gomino e del Nesti. Presuppongasi die in una nuova edi- zione assistita da me io mi fossi arrischiato a correggerlo nel modo che gia vi dissi, senza pigliarmi altra briga : avrei restituita a quel passo la lezioae sua genuina {^2.) ? A volere ottener quosto, avrei dovnto fare ben altro. Avrei dovuto ricorrere al!e prime edizioni; confrontarne varie V una con 1' altra , discoprire donde fosse nato Io sbaglio , e con questo sicuro mezzo saldarvi la piaga che s' era fatta. O questo si che e buon modo di correggere i luoghi vi- ziati : anzi e I'unico, secondo cli"' io penso, da praticarsi in simili casi ; che il correggere di fantasia e per conget- tura e cosa di troppo pericoio, e non di rado allontana piu che mai il testo dalla sua primitiva lezione. (l) Le stampe della Minerva souo delle piii coiTette ch'' esista- no : e il nirrito n'' lia il sig. Sicca al quale e aiTidata la direzioiie di (juella riputatissima stamperia. (a) Anzi me ne sai^ei vie piii discostato ; perciocche oltre al- Taverlo lascLito manchevole couiVra, v' avrei aiterato anche cio clie vl stava bene. V A R I E T A . 41 f Nientedimeno lo confcsso esscrvi qualclie caso ia ciu si emenda dovutamente anche con far uso soltanto della ra- gione: ed e allora qnando evidentemente apparisce e donde il fallo deriva, e come dee esaer corretto. Se, per cagione d'esempio, io prendo il Tesoro di Ser Brunetto Latini della rarissima edizione di Treviso del 1474, e ne scorro il primo capitolo del libro prime, io m'imbatto in qneste parole : i< Questo niio libro . . . e come un' arme di mele It tratta da diversi fiori. » Qui certamente fa preso uno sbaglio; perciocche Varme aon ha pnnto che fare col mele. Vorrete voi correggerlo? In vece di arine scrivete nrnia. Queste due voci arnia ed anna qnanto alia loro scrittura hanno tanta couformita ( massime ne' vecchi testi a penna no' quali trovansi per lo piu legate le lettere 1' una coa I'altra), che se voi scriverete arnia ^ e dalla letlera i to- glierete via il punto , vi verrii fatto arma : e al contrario se scriverete arma, e sopra la terza stanghetta della lettera m metterete un punto, leggerete non piu arma, ma arnia. Ora domando io : e eali cosa straiia che in un vecchio Codice o siasi ommesso un punto, o se non ci fa oramesso, non vi si scorga piu ? Nel testo a penna adoperatosi quando fu impresso quel libro si lesse dunque arma in vece di arnia, e cosi si stampo. Ma, direte voi: e perche stam- possi arme e non arma ? Perche la voce arma e una di quelle che da' grammatici sono denominate di doppia uscita, e pero sta in arbitrio nostro lo scrivere o arma o arme , come a noi meglio aggi-ada. Qui dunque manifestamente si vede e donde e derivato l' errore , e cio che dee farsi a restituirvi la vera lezione ^ ed a conseguir questo non e d' uopo d' altro che di attenersi al proprio giudizio. Di questi en-ori da potersi emendare per congettura tro- vasene uno d' una specie ail'atto nuova pressoche in tutle le edizioni da me vedute della Manna dell' anima del P. Segneri. Sotto il di 20 di giugno leggevisi verso il fine del secondo paragrafo: « Tn di qual numero sei? cavi male n dal bene, o dal bene male? " Qui senza dubbio e state preso un abbaglio; esscndoche tanto vale il cavar male dal bene , quanto il cavnr dal bene male ■■ e maravigliomi che un error tale siasi lasciato in tante stampe senza che se n' accorgano i correttori. E cosa evidcnte che il fallo deriva dair essersi collocato fuori del luogo suo proprio 1' uno di que' due dal, e che o il primo avrcbbe ad esser posto ^.12 V A U I K T A . clavnntl alia voce male , o il sccondo davanti alia voce bene Ncl primo modo si Icggerebbe : cart dal male bene, o dal bene male? e nel secondo: ccni male dal bene, o bene ilal male? e tanto nell' na niodo, quanto ncll'altro se ne ca- verebbe un buoa senso. lone corressi lo sbaglio nell' edi- zione parmense del Pnganino, la quale ha il merito di cssere una delle piu accurate: ma esso era stato corretto anche prima da Giacomo Monti in una bruttisslnia edi- zione fattasene in Bologna da lui, la quale allora io non conosceva, ed in cui m' avvenni posteriormente. Or, poiche siamo in sul correggere per congettura, rai cliiederete voi forse: in qual conto terresti tu un' opera d' insigne scrittore, la quale a noi pervenuta malconcia e corrotta quanto inai si puo dire , fosse stata di poi da letterati non men gludiziosi die dotti corretta a forza di cons;ettare, perche altramente non si poteva , con cio sia die non si rinvenisse verun libro ne a penna, ne a stampa abbastanza Imono, il quale potesse loro esser utile in cosi diflicile impresa? Io terrei questa in quel conto medesimo in cui si suol tenere un dipinto di Rafaele o del Correggio il quale, danneggiato dall' ingiurie del tempo, sia stato di poi ristorato egregiamente da mano maestra. Un' opera tale non sarebbe per avventura del tuito quale usci dalla penna deir autor suo : ma non lascerebbe per questo d' essere ima cosa pregevole e bella. Or non pin, signer Sicca sti- matissimo i die forse anche troppo vi avro nojato. Cara- mcnte v' abbraccio , e m' offero a' vostri comandi. Di Parma, 26 gingno i832. Di voi , pregiat." signorc , \ Ob!)l.° ed aff." servitoic Michele Colombo. ETNOLOGIA. Notiz'ie risgnnrdnnti i natii dclla Nuova-Gninea. — Dal Ma- les!, gli abitanti delle grandi isole conosciute sotto la*vaga denominaziono di Nuova-Guinea, chiamansi tanah papiiah, ( Papons ) od il popolo della terra a capclli increspati. Essi li suppongono cannibali. Ora (cosi afierma il signor Gngl. Marsden in una sua Blemoria letta alia 11. Societa Aslatica) siccome l' antropofagia sussiste a Sumatra ed alia Nuova- Zelanda,e probabile ch' cssa sia pure praticata in qualche distretto della terra deTapo«5j cd a questo proposito egli V A R I E T A . 410 riporta le segnentl circostanzc : 1\ Northumberland , nav'iglio della coinpagnia dclle Indie, getto Tancora nel niarzo del 1783 in an scno che senibra essere la Baja delle acque dolci del Danipier, a 2" 26' di ktitudine sad , sulla costa della Papuasla. EgU dal libro di Lock, o giornale di bordo, tuttora inedito , pote trarre quanto qui segue : Speditasi una lancia per iscoprire una sorgente, il sao eqaipaggio fa intimorito da un gran numero di natii sparsi sul lido, e ritorno a bordo senz' aver toccato terra. Airindomaae una seconda lancia fu spedita con varj doni pe' natii, ma una parte del suo eqaipaggio venne tracidata. Dope oltre a due anni tre niarinai del medesinio eqaipaggio, die da' natii erausi riservati in vita senza recar loro alcun male, furono dal suddetto naviglio tratti in liberta , e fecero al capitano il segaente rapporto. II La baja in cni entro il Northumberland , cblamasi dai natarall Braou. I cadaveri de' trucidati marinai servirono di pasto : ma nessano venne ucciso di coloro che furono presi. I capi se li divisero per fame degli schiavi. I Fapous mangiarono non meno i cadaveri dei uiorti in consegnenza delle ferite , che degli uccisi ncU' azione. Costoro hanno r abitudine di tagliarne a franimenti le membra , di farle boUlre in vasi di terra : divorano poi cotali carni senza che siano in alcun mode preparate o condite. Delle ossa co- struiscono punte di frecce, giavellotti ed ami. I cranj ser- vono di arnesi per contenere acqua. » Da tali notizie risulta , essersi male apposti i filosofi che pretescro di negare I' antropofagia: essi sostennero un' idea assurda. La vendetta e pei popoli vicini alio stato di natura il primo bisogno del lor istinto animale. Ora ne' pill minuti racconti degli antichi viaggiatori , in Marco Polo per gl' Indian!, in Tlicvet per gli abitanti del Brasile ed in niille altri vedesi che T antropofagia e an costume primordiaJe : affermar anzi possiamo che questa terribile sete di vendetta e il primario bisogno a soddisfirsi per un guerriero della Nuova-Zelanda e che essa 6 quotidlana. I Pcipous f al dire de' prigionieri europei , abbondano sommaniente di un pane, cli' essi chiamano toyo: si nu- triscono di pcsce , di larvc di insetti,e mangiano persino i pidocchi della loro testa. L'acqua che bevono c rossastra: il lor liquorc piu favorito e il toddy, o vino di palma. II pacsc e popoloso, scbbeae ogni popolazione si dia ad 414 VARIF. TA. una gueiTa la piu accannita coU'lntento di fare degli schiavl. La loro rcligione tienc qualclie cosa dell' islamismo; la loro lingua e la malcse. I Papous delle coste obbediscono ad uu radja. ( Trans. dcUa Rcale Socieid Asiatica , vol. 3 , part. 1." pag. laS. ) Esposizione del prodottl delV industria e degli oggetti di Belle Arti de rcgj Stati del Piemonte. 11 Piemonte , comeche ferace d' ingegni ad ognl bell' arte attissimi , vantare non pote per lungo tempo quella suc- cessione d' insigiii artefici di cui vanno fastosi gli altri paesi d' Italia. Imperocche questo paese, siccome il Lanzi osserva « per la sua situazione e paese guerriero^ e se ha il merito d'avere al resto d' Italia piotetto T ozio ne- cessario per le belle arti , ha lo svantaggio di non aver niai potuto proteggerlo durevolmente a se stesso. » Non- dimeno la R. Casa di Savoja sino dal risorgere dell' arti invito ed accolse alia sua corte se non i grandi maestri die nelle varie scuole della penisola fiorivano , almeno i primi loro allievi, e sparse per tal modo i germi die piii tardi prosperameute fiuttarono. Che gia al prlncipiare del secolo XVII era in Torino una rlcca coUezione di pitture e disegni, alia cui custodia presedeva un pittore di corte, ed a cui attignere poteano i giovani studiosi -, e gia sino dal 1 652 i professor! delle bell' arti in Torino cominciato aveano a costituirsi in una societa ch' ebbe il nome da S. Luca , e die poscia quello assunse di Accademia Tori- nesc. Essa venne poi nel 1736 ridotta a miglior forma e a tutte le arti del disegno estesa, sotto la direzione del torinese Claudio Beaumont, pittore di bella rlnomanza: da queir epoca prese il titolo di Reale Accademia. Ebbe qulndi nuovi e piii provvidi regolamenti nel 1778, e merce delle benefiche cure di que' Regnanti accrescluta di pro- fessor! , di stipendj , d' ajuti d' ogni genere , gareggia og- gimai colle plu famose d' Italia. "La pittura , dice lo stesso celebre scrittorc della storia nostra plttorica, la pittura oggldi da ])elle produzioni in Torino quante, dopo Roma, in non molte capltali d' Italia •, Tardiltettura , la statuaria , la maestria in bronzi, quante in podiissime. " Ma siccome a risvcgliarc gl' ingegni c ad acccndeic Temulazione, vero fomiie d' ogni hello opcrare, nulla piu V A R I E T A*. 4l5 giova , (juanlo iiii solciine pubblico concorso ia cnl esposte veggansi le piii pregiabili produzioni de" nostri simili, del quale, diremnio quasi, nobile artifizio ci diedero il primo esempio i Greci, in ogni geiiere dMstituzione maestri: cosi ?a Sacra Maesta del Re Carlo Felice saggiamente ordinate avea che ogni terz'anno, al ricorrere del 20 maggio, epoca a' buoni Piemontesi carissiaia, in cni il Re Vittorio Ema- nuele^ correndo il 18 14, restituito a tulti i suoi popoli rientro in Torino, avesse luogo nelle sale del R. Castello del Valentino una generale esposizione dei prodotti d' in- dustria de' R. Stati , ingiugnendo altrcsi che ad accrescerne rornamcnto ammessi pure vi fossero gli oggetti di belle arti. Tale esposizione avvcnne per la prima volta nel maggio del 1829: e I'esito dimostro quanto provvido stato fosse il regio divisamento , e quanto gli Stati del Piemonte ab- bondassero di begli ingegni in ogni genera di produzioni. La beneiica instituzione ebbe nuovi e splendidi incoraggia- nicnti dal regnante Carlo Alberto, emulatore delle virtii di Carlo Felice : talmcnte clie nell' esposizione dello scorso maggio apparvero in chiarissima luce i progressi che le arti e meccaniche e liljerali fatto aveano nel primo passato triennio. Vuolsi pero qui aggiugnere che il principal pro- motore di si saggia istituzione l"u il sig. marcliese Agostino Lascaris di Yentimiglia , vicepresidente della R. Camera, e personaggio ragguardevolissimo non pe' suoi natali sol- tanto, discendendo egli, siccome e fama, da quel Lascaris che annoverato leggiaiiio tra gli augusti bizantini , ma an- cora per ingegno , per coltura , per gli onori , de' quali trovasi nieritamente insignito, e per le multiplici e cospi- cue cariche che sono a lui alfidatc. Ne egli solamente collo zelo o col solo consiglio favorisce tale istituzione, ma bea anco colla privata sua muniiicenza la promove ed alimenta. L' esposizione, siccome gia acceunato abbiamo, risguarda specialmente gli oggetti d' industria , e solo per questi de- stinati sono i preuij , consistenti in medaglie d'oro, d' ar- gento e di rame. Le arti belle non vi servono dunque che d' ornamento e decoro. Dee pero notarsi che di esse ancora ci ha una particolare esposizione con concorsi a preroj nelle scuole di quella florida Accademia (i). Se non che in (l) Di gvande sufsidio saia ai cultori delle aiti del disegno in Torino la doviziusa R. Gallcria^ reaa juiLblica dalle patcrne cure 4l6 V A R I E T a'. qnesta gcnorale e piu soloiiue esposizlonc Ic nrtl belle appajono in tutta la loro piii niagnlfica pompa, c faiino colle art! d' industria ora nn contrasto curioso, oi- uii gra- dcvole accordo. Gli oggetti delP aitl c meccanichc e libe- ral! che coiiiparvei'o nell' esposizione dello scorso niaggio trovansi aiiiiunziati in un catalogo iinpresso a Torino coi tipi Chirio e JMina , in 8." Semplicissima ne e la descri- zione, cpianto bastar potea per la retta conoscenza degli oggetti; percio non corredata di critiche o d'osservazioni, onde pill libero ne fosse il gludizio od il sentiinento degli studiosi e degli spettatorl. Nondimeno le descrizioni degli oggetti d' arti belle sono talvolta ravvivate da brani poetici ingegnosamente scelti e adatti a chiarirne la composizlone. Non ci soU'ermeremo su' moltissimi oggetti d' inditstria , de' quali prcsentare noa potremmo clie una nuda nomen- clatura , essend' eglino di condizione si fatta , che averli converrebbe sotto gli occlu , quando si volessero partita- niente descrivere. Solo aggiugnerenio che degni special- iiiente di attenzione ci sono sembrati i.° due fogli di stampa eseguita colla macchina inglese , attitalmente in iiso nella tipografia del sig. Giuseppe Pomba in Torino: il foglio piu grande e stampato in due volte , il piii piccolo in una volta sola da ambedue le parti: se ne stampano dieci fogli in ogni minuto ; 2.° varj oggetti, cioe vasi, piatti , tazze e simili di porcellana, alcuni de' quali riccamente dorati, altrl diplnti a paesaggi , della fabljrica de' signori Dorth , Richard e comp. in Torino; 3." un Musicografo del signer Maseru , ossia una maccliina fatta a guisa di piano-forte , colla quale tutto cio che si suona , rimane scritto ncl tempo stessoi e la musica cosi scritta si ripete per mezzo del sottoposto pantofano, dal quale ripetesi ben anc'ic qualsi- voglia altra composizione muslcale. Una particolarita che brameremmo di vedcre pienamente adottata anche nel!e nostre esposizioni, si e quella che ravvisammo negli osgetti commestilnli , che si iinportanti di S. ]>I. Cailo Alberto, alia fonnazione e direzioiic tiella quale fu non ha guar! nominato il signer niarcliese Roberto d'Azeglio ( fratello del cavalieve , di cui nniniirati ajibiaaio 1' annc; scorso neir esposizione di Brera i bei diplnti) ed uomo quant'' aliri niai cortese e gentile , delle arti poi iutellii^eiatissiiuo e degli artelici favoreggiatore esluiio. V A R I E T A*. 41^ sono per la domestica economia , e nella numerosa colle- zione cU alberi , arbusti e piante tanto usuali , quanto di lusso , esotiche, ed ora fatte o clie vanno facendosi indi- gene. Tale collezione appariva vagamente disposta nel cor- tile. Tra' cominestibili poi distinguevansi farine di patate, agriimi , confetti d' ogni specie, biscottini di Novara , un forniaggio dell' aipe detto gniyere , ecc. Un bel campo ci si aprirebbe in cui lietamente discor- rere , degli oggetti di belle arti ragionando , se cio dalla condizione di questo giornale ci fosse permesso. Pero noa faremo che accennarne alcuni tra que' molti che ci parvero meritevoli di particolare attenzione. Nella quale nostra di- samina non ci dipartiremo dalla pratica da noi altre volte usata : esporremo cioe non un giudizio da maestri, che a tanto non agogniamo , ma l' impressione hensi che tali oggetti lasciarono nel pubblico ; giovandoci dalle osserva- zioni che senza spirito di parti o prevenzione facevansi a mano a mano dai piu colli spettatori , e ad un tempo ben guardandoci da quelle soverchie lodi , le quali se dal- r una parte lusingano Tamor proprio de'meno assennati artefici, dall'altra infastidiscono il lettore, die in esse rav- visa una putente mendicata adulazlone: sistenia a' di nostri sciaguratamente in trod otto. II sig. Pietro Rigliini espose quattro dipinture, cioe due paesi di grande dimensione, eseguiti per la Galleria reale, una piccola marina pel sig. marciiese Falletti di Barolo , e la Vittoria dall' esercito Piemontese riportata sotto gli ordini del generalc Colli , contra de' Francesi . ai posti di Raus , d'Autione, ecc, il la giugno I7<)3 , gran quadro ad olio pel signor marchese Lascaris di Ventimiglia. Si noto che questo pittore fece rapidi progressi dalla passata a que- st'altra esposizione, avend' egli nelie sue time acquistata forza maggiore. Yedere non si potrebbero acque piu al vero coiifornii , cieli piu belli, maggior varieta nelle fra- sche. Le sue ligure sono piene di brio; gli animali vi appa- jono ritratii con naturalezza non comune. Ma questo dipinto produrrebbe un effetto ancor piii grande, se negli animali stessl non meno die nelle altre ligure si ravvisasse un po' pill di lucidezza. Questo giovane pittore ail un si distinto inerito accoppia una niodostia sinG;oIarc. Sarebbe a brauiarsi che la sovrana munilicenza supplendo nlia scarsezza del mezzi di lui lo ponesse in istato di passare a Roma ed Bibl. ItaL T. LXVL -2^ 41 8 v A n 1 E T a'. ivi perfezionarsi stutliando 1 Claiulio di Lorena eil i Pous- sin. Noa tomiamo di andarne errati afl'ennando cli' egli di ritorno poi in patria contraslerebbe a' suoi erauli la palina in questo genere di pittura. Francesco Mensi d''Alessandria si distinse per dne di- pinti grandi al vero , cioe un'Agar nel deserto ed il ri- tratto della signora contessa Caselli con una hambina. Que- st'ultimo gia stato era esposto a Firenze , ove riscosse gli applausi d'ogni colta persona. II Mensi nel iSaS concorse alia R. Accadeniia pel posto di pensionario a Roma. Non r ottenne , ed altro giovane eblie su lui la preminenza. TSeW ultima esposizlone i lavori del competitore vennero per universale consenso giudicati di gran lunga inferior! a qnelli del Mensi : prova non diibbia clie o gli Accademici scelti a gindicare non si attennero alia debita imparzialit.a, o quest" ultimo, forse per soverchia timidezza, si smarri nel cimento. II cav. Ferdlnando Storello , torinese, ma resldente a Parigi, trasmise un gran paese tratto dal vero ne' monti Pirenei. Se qnesto non e il piii bel lavoro di lui, e per lo meno uno de' migliori che usciti siano daila mano sua. "Vi si ravvisa il fare salvatoresco ed una felice imita- zione del Ruisdaal nelle cascate d' acqua. Esso foriuar po- trebbe non ignobile ornamento nella R. Galleria. II cav. Ferdinando Cavalleri, torinese, ma residente a Roma, ed ivi direttore de' pensionarj sardi, trasmise I'ef- figie d'una giovane d'Albano, piii di mezza figura , di grandezza naturale, vestita alia foggia di quel paese. Qnesta dipintnra produsse un vero incantesimo per I'azione in ciii la giovane e presentata e per la naturalezza die spira dalla testa di lei. Con ispirito e diligenza condotti sono gli abiti e gli accessor] tutti. Quest' opera fu eseguita per ordine di S. M. il Re Carlo Alberto, il quale prima an- che di ascendere al trono sussidiato avea di mezzi il gio- vane pittore : asceso al trono , beneiicarlo voile con una generosa pensione di fr. 4000. Un bel quadro nel genere del Domenicbino per la com- posizione delle figure, e del Poussin per il pacsaggio fu presentato, ad esposizione gia inoltrata , dal signor Fietro Ayres di Savigliano. Esso rappresenta il Divin Maestro die accoglie i bambini giusta quel passo del Vangelo : iimite panulos venire ad nw : dipinto ad oho per coniinissione V A R I E T A . ^ I () del signor marcliese Falletti cU Barolo, coa figure niinori di an quarto del vero: coinposizloae ben ordiaata, jnu- tiai pieai di grazia, teste ed estremita dipinte coa garljo, nulla d" esagerato, buon colorito. Solo bramato sarebbebi un maggior numero di figliuolettl, e c!ie si vedesse loro quasi iuipedito il passo per giugnere al Redentore, sicconie porta i'evangelico testo. L'Ayres e forse il piu insigae tra'' pittorl clie in Torino distinguansi e le sue* opere fare potrebbero di se inostra nobilissima anclie nelle esposizioni di altre cospicue citia d' Italia. Se non il primo, uno certaincnte de' migliori dilettanti pieniontesi e il sig. niarchese Roberto Zapparelli d'Azeglio. Egli espose alcuni ritratti, tra"* qua U prinieggia quello di sua consorte, nella dimensione in cui solevansi dipignere da Gerardo Douw, alia cui finitezza gia molto il sig. niar- chese accostasi. Presento ancora una sceua tratta dalla no- vella Maria e Tonlotto del conte Cesare Balbo , ed un quadro di storia, il conte Camiagnola condotto a morle. L' azione di quest' ultimo dipinto e jiresa dal momento, in cui il Carmagiiola raccomanda la moglie e la figlia al duca Gon- raga. 11 pittore attenendosi all'esempio dell' Hayez dipartk dalla verita storica colT introdurvi troppa luce, nientre noa ignorasi clie il Caruiagnola fu decapitato al sorgere della notte. Con una niaggiore oscurita dato sarebbesi alia scena un tuono piu lugubre e piu coiumo\ente. Per tal modo divenute sarebbero piu opaclie le sfarzose vesti di alcuni de' circostanti attori ; la quale avvertenza tanto piu impor- tava . quanto cbe la moglie e la figlia del Conte appajono forse con troppa ricc'hezza vestite per quella si luttuosa e si terrlliile circostanza. Bla quanti bei pregi si possono a cotale nienda opjtorre ? Una savia e ben ragionata couipo- sizlone ad onta d' una niohitudine di figure : sonima es[)res- sione in ogni testa, ed in tutti gli atteggiamenti , fra" quali deguissimo e di particolare attenzione quello del Conte, della sua consorte e del Doge: un uiirabile colorito, un' inii- tazione vera d' ogni oggeito, una esiiuia correzione nel di- segno. Nondimeno ci senibra die Tin gusto ancor piii grande e nii:;liore armonia e soavita si ravvisi nel quadro di Maria e Toidouo ; quadro di genere, 1' unlco die esposto siasi di 51 fatta natura, ma di soninio effetto. Tl sig. marcliese Ferdinando di Breiue, erede delPingegno e delle virtii dell'ilhistre suo genitore i! conte di Sartirana, 420 V A n 1 E T A . nome non ignoto ncUa patria nostra . espose tre clipintnre , tra le qiuili degnlssinia di particolare attenzione senibro una cascata d'acijna al momento in cui 11 sole tramonta dietro le montagne , e tuttora illuinina con debole luce le vicine Iialze ed il punto da cui disceade. Fra le diverse ojiere del sig. conte Gesare di Benevello due specialmente distinguevansi: un leoncino softocato dal serpente Boa, dalle cui enonni spire tenta invano di svol- gersi, dipinto a olio, grande al vero , con bell' elFetto di neliljja f, ed nn gran paese parimente ad olio, rappresen- tante Morton die gnidato da paggi va in traccia di Burley presso la caverna di Linklater. L' azione e tratta dal ro- iiianzo di Gualtiero Scott , i Paritani di Scozia. Se questo nol)ile artlsta frenar sapesse la fervida sua imaginazione, e condurre le opere sue con maggiore diligenza , teniam per certo che divcnir potreblje somuio specialmente nel genere de' paesaggi animati da episodj o da storici avvenimenti. Lo scultore Carlo Canigia , d'Alessandria , residente in Roma e discepolo del Finelli , niando una copia in maruio della Maddalena del Canova , eseguita per ordine del sig. niarchese Lascaris. II modo lodevolissimo, di cui egli ha dato prova con quest' opera , lascio un vivo desiderio per- che da copista divenga scultore originale. Le opere del cavaliere Migliara , desso ancora Alessan- drino . far pure doveano di se bellissima apparizione; e la fecero eminentemente. Fra le altre attraeva in particolar modo gli sguardi del pubblico quella rappresentante i le- gati del concilio di Basilea nell' atto che presentano ad Amedeo VIII 11 decreto , con cui questi e eletto alia cat- tedra di Pietro : dipinto ad olio, per ordine di S. M. il Re Carlo Alberto che co'' modi i piix onorevoli gli attesto pill d' una volta 11 sovrano suo aggradimento. La M. S. gli confer! poscia la Croce del Merito civile con un' annixa pensione di fr. 6oo. Anche la figliuola di lui Teodohnda espose nn quadretto prospettico ad olio, rappresentante la ducliessa della Valliere nel convento di Chaillot, per com- missione del sig. B. Ferrero. Gli elogi che se ne udivano, nascere fanno In noi il desiderio clie 1" egregia giovinetta ernare pur voglia di qualclie sua opera la prossima esposi- yione in questo I. K. Palazzo delle arti e delle sclenze. II sig. proiessore Gio. Battista Biscarra , primo pittore di S. M. , fra le altre sue opere espose un gran quadro ad VA.KltTA. 42 1 olio con figure piu grninU del vero. Esso rapprpsenta Acliille in Sclro : pregevole coniposizione con bel disegno e con buon colonto speclalmeute in alcuni griippi i ma die lascLa qualche cosa a desiderare nelle attitudini : le teste non tutto presentano quel bello ideale che proprio era de" Greci. Ottimo divisamento fa quello di esporre dne dipinture del torinese Francesco Barrera morto nel 1785. Questo pittore poco conosciuto anche in patria , ben uieritava d'esserlo. Cio appuuto si ottenne coll' esposizione di due suoi quadri , rappresentanti, Tuno Enea, Didone ed Asca- nio , niezze figure di grandezza naturale ad olio , e Taltro Enea, Didone ed Acate, dipinto come sopra , appartenenti ambidne al sig. avvocato Antonio Gattino. Egli elibe a maestri il Battonl ed il Mengs , e In quest! due quadri scorgesi il fare dell' uno e delF altro , massinie nel colorito: quanto pero al disegno ed all' espressione studiavasi d' i- niitare Guido e Carlo Dolci. La sig. contessa Ottavia Masino di Monibello esposc varie opere , tra le quali primeggiava un quadro rappre- sentante Erminia che assistita da Vafrino fascia le ferite di Tancredi, figure grandi al vero, dipinto ad olio. Questo quadro se e quel mcdesimo die dalla nobile pittrice fn nel 1839 inviato al concorso di Milano, convien dire clie da lei stato sia in piii parti corretto e migliorato : tanie sono le lodi che ora ne ottenne ! Questa dania occupa a buon diriito il primato fra le piemontesi dilettanti (i). Dal sig. Gioachino Serangeli romano, professore nell'Ac- cademia torinese , fu esposta una Carita Romana , quadro ad olio con figure grandi al vero. Quest' opera fu da hii eseguita , gia sono alcuni anni, per ordine di S. M. il Re Carlo Felice. Vi si scorge la maniera del Serangeli, gi.a in Milano per altre sue oj^ere conosciuta , la quale risentcsi sempre dello stile del francese suo maestro, il celebre David. II sig. Michele Cusa, regio pensionario a Roma, trasmise una sua copia del dipinto di KatVael'.o, la Deposizione nel (l) Fra le diletfaiiti fece pui-c onorevoli; couiparsa la sic,. Bianca Moyon , nata Milesi, gia nostra coucittaiUna , e da qualolie aniio fattasi gpQOvese jier fclici nozze. Ella es)iosp due fpiadri ad olio : il ritrattn del cav. Alberto Nota , e qiu-llo del defunto attore Francesco RisUetti. nie^ze fiiiiu'e, si"'iiidi al vero. 4^2.2 V A R I E T A . Sepolcro , die conservasl nel palazzo Borghesl. Essa e grande come I'originalei tliscgnata poi beuissiino, e dipinta con tiiite clie a iiiaraviglia iiiiitano la vetusta di quelle del suo ti|50 : piacqne sommameiite. II cavaliere Gio. Battista De-Guljernatis , die ai pregi di profoiido economista , e di letterato in ogni genere di belle discipline distintissiino , accoppia quello ancora di esimio artista, presento nicuni suoi disegni ad acqiierello ; tra' quali specialmente qnattro attrassero la puljljlica ainini- razione, estratti dal suo portafoglio di un viaggio all" Oro- pa, a Varallo ed alia strada del Sempione.'E qui hello e ii ranimentare die quest' egregio cavaliere dopo d'aver so- stenute lumiuose cariclie, e di si fatta natura die mcrce di esse era cosa agevole Taccumular ricchezze, non usci inai dalle angustie del niodestissimo suo patrimonio. Conosciuto da tutti pel suo ingeguo, e per la sapienza e integriia sua ottenne Tanno scorso il piii nobile guiderdone di tanta virtix : fu insignlto dell' ordine de' SS. Maurizio e Lazzaro e di quello del merito civile, e fu inoltre addetto all' au- gusta persona del Re coll' incarico di ardiivista segreto. II sordo-muto Pietro Mosca di Rosazza ( prov. di Biella) trasmise da Roma un gran quadro ad olio con figure grandi al vero , rappresentante IMassinissa ferito alia battaglia di Clipjiea: una copia del gruppo superiore della IMadonna di Foligno, opera di Raffaello , fu pure trasmessa dalla stessa citta da Andrea Miglio pensionato dal collegio Caccia. Queste due opere ci danno il piu lieto presagio di cio die nn giorno i due giovani artistl divenire potrebbero. Fra i non podii ritratti esposti dal sig. Aureliano Mossotti di Novara , allievo , come lo e pure il Mensi , del profes- sore Benvenuti, altissime lodi riscosse quello i-appresentante r cffii^ie deir ingpgnere Antonio Melcbioni, per la rassomi- glianza, pel colorlto, e per la non coinuae naturalezza deir atteggiamento. Col saggio da noi qui riferito intorno alia torinese espo- slzione ci sembra che i leggitori nostri potranno formarsi una convenevole idea de' progressi die le belle arti vanno facendo ne* regj Stati del Piemonte. Ma fra le tante e mol- tiplici opere bellissimo era a vedersi il corredo de' lavori che presentati furono dalla numerosa scliiera di nobili di- lettanti. Ciie la cultura dell' arti belle gran pregio aggiugne certamente ai natali ed alle dovizie, e turpissima cosa e V A R I E T a'. 423 r impoltronire tra gli agi e la volutta; nobilissima il vla- cere 1' ozio maneggiaado la matita ed il penaello. L'afBiienza degU spettatorl fa sino all' ultimo giorno graii- dissiina. L' esposizione venne per ben due volte onorata dalla presenza del reguante Carlo Alberto, e due volte lo fii pure dai principi dell' aui;usta di lui casa. La Maesta Sua e gli altri Principi ancora degnaronsi di inanifestare la piena loro compiacenza e d'animare gli arteiici coa ogni genera d'incoraggiamenti. P 0 L E M I C A . Osservazioni siilla Risposta del sig. Isacco Reggio inserita neW AppewUce della Gazzetca di Milano , n." 170 intorno al- t esame fatto dalla Biblioteca Jtaliana dell' opera inlilolata : Versione poetica eseguita sidl' original testo ebraico, ecc. — Se la lode , perche uon degenerl in adulazione , debb' essere col vero couibinata ; 1' elogio da noi fatto alia Versione poetica d' Isaia del sig. Isacco Reggio non puo essere al- trimentl sospetto per alcune mende die creduto abbiamo di dover in essa censurare. Pero 1' autore avrebbe dovuto riconoscere la sincerita del nostro esame anziche contro di noi corrucclarsi in modo, che ci lascia in forse, se ritrat- tare da noi delibansi le lodi piattosto die le censure. INIa intatto rinianga come trovasi il nostro esame ; giacche ne confutato, ne intlebolito venne dalla risposta, o direm raeglio dalla prolissa lamentazione che 1' autore verso da ua animo stranamente esacerbato. Per lo che abbiamo anzi un motivo di attribulre ad una tal quale inavvertenza e non gia a mala fede le inesatte di lui citazioni. E primieramente egli ci fa dire in termini assolati : che nelle versioni dei profeii la poesia non pub avere un esito cosi felice come la prosa. Questa proposizione nel nostro articolo si trova tem- perata cosi: " Se lecito ci fosse argomentare dall' indole di questa versione, saremmo costretti a confessare che la poesia ecc. " Donde ognun vede , che nulla si detrae al ine- rito delle altre poetiche versioni , che furono pubblicate dei Salmi, e masslme dei Treni , della Cantica e del libro di Giobbe. Per altro queste luedesime versioni ( che piu propriamente si chiamerebljero parafrasi) servono pure a comprovare sotto un generale aspetto la nostra tesi ; pe- rocche esse tutti gl' indizj ci rappresentano di quella li- berta, di cui la poesia non puo far senza , e la quale non 424 V A n I n T a'. hene si associa colla fedele e scrupolosa csattezza di una semplice versione. L'aiUore si lagaa e nello stesso tempo fa le maraviglie, perclie sopra il siio collo porre si voglia uii duro giogo di scliiavitu, siccomc rilevar ciede dalle segueiiti parole: « Que- sta impresa ( di svolgere letteralnienie il testo oiiginale ) avrehbe avuto un esito piii felice , sc il traduttore si fosse attenuto all! aiuorita di S. Girolamo , hi cui K'er.uoiie facilita la retta imdligeiiza del teslo originale. » Ma noi lo rimande- remo al citato articolo piegandolo ad esaminarlo con occliio piu lucido e piit tranqnilio ; c!ie dolce gli sara e piu granule la niaraviglia in leggendo il peasiero nostro cosl conceputo : « Ma Tardua impresa a cui si accinse avrebbe avuto un esito assai piu felice, se non di rado si fosse attenuto al- 1' autorita di quel niedesimi interpreti e massime di San Girolamo , Ja cui versione , fatta ( meglio forse detto sa- rebbesi esaminata ) sul testo ebreo , puo alle cognizioni delle liugue bibliclie e delle antichita giudaicbe aggiungere un altro efllcace sussidio , onde facilitare la retta intelli- genza del testo originale. >> E in cio convengono non i cattolici soltanto, ma i pro- testanti ancora. Per questa ragione appunto 1" eruditissimo Rosenmiiller non lia alcima dillicolta di premettere al suo commentario d' Isaia un proemio col titolo: iVoti£/a mferpre- tuni , quibus in hac vaticinioruni Isuice explicatioiie usi swnus. Sicconie poi Tautore si adonta nel vedere preferita alia sua poetica la prosaica versione di S. Girolamo 1, credianio far cosa grata al lettore col riferire il giudizio die il ci- tato protestante fece in lode di questa versione, giudizio che non puo essere certamente sospetto: « Queniadiiioduni inter graecos sacri ordlnis Patres Origenes, ita inter latinos Hieronymus princeps fuit sacrae Scriptures interpres. Quum enim linguarum liebraste, clialdeaj, grecas et laiinee peritus asset, interpretationibus grwcis , quae in Origenis Hexaplis erant, uteretur, eruditos Judajos consuleret , graecorum latinorunique scriptorum commentarios legeret, iis sane subsidiis instructus erat ( il senso di queste parole e pie- namentc conforme al nostro articolo ) , quae ad codiceni divJnum rite explanandum necessaria sunt Nemo tamen facile existimabit, eum vltiorum cxtitisse expertem. " Quest' ultime parole furono da noi riferite onde togliere d' inganno il lettore , se uiai dalla risposta al nostro esaiue V A R I E T a'. 425 inJotto si fosse a credere, clie il cardinal Bellarmino eel il Papa Cleinente YIII non abliiano aviito in grande stima la Volj;ata. E qui lia giustanicnte luogo la nostra maravi- glia ncl vedere, die I'auiore della Risposta a proposito del mcrilo mlrinseco dclla Vulgata adduce soltanto alcune osser- vazioni dello stesso Bellarmino e del Papa Cleniente sii gli errori ( accidental! jjero e non toccanti la regola della lede e de' costumi ) di cui essa pure non va scevera. Finalmente la Risposta del signor Reggio cl oflre nuovi e Ijelllssiini principj eniienentici , tra' qnali nierita tutta la nostra animirazione il segnente: die la Versione ed il Testo ebniico nun sono la medesinia cosu. Noi siamo grati all'autore per la scoperta di questa verita ; e in segno della nostra gratitudine gli farenio piir uota un' altra verita, cioe: clie r espressione della Volgata conviene perfettamente con quella del sacro Testo nei Inoghi da noi citati, trattone uno o due passi, clie parimente riportanuno: giacclie non fu nostro divisaniento di preferire la Volgata al testo ori- ginario, o di fame uu pieno coufronio, o molto meno di conlondere Tuna colfaltro, siccome P autore vorrebbe far credere a quelle persone clie per avventnra letto non avessero il nostro articolo. Imperocche maravigliarci noa dobbiaino se elleno leggendo la sola risposta da lui inse- rita nella Gazzetta , non si diano alcuna pena di confron- tarla colle nostre osservazioni , col solo mezzo del quale confronto venire potrebbero alia cognizione della verita , V unica scorta del nostro esarae, Del resto noi bramato avremmo che il signor Reggio fatto si fosse a rispondere a mano a mano e direttamente alle censure da noi fatte ne' varj brani della sua versione, e specialniente a quelle clie risguardano il cap. Sa, v. 9 e 10 delle profezie d' Isaia , e piii ancora a quelle sul V. 14 del cap. 7, e sul v. 20 del cap. 8 dello stesso profeta. E quanto al suddetto verso 14 del capo 7, noi ci appelliaino alia sua vasta erudizione ebraistica per deci- dere se trovisi interprete alcuno clie ne' sei luoglii ( e non crediamo di piii) di tutto il vecchio Testamento ne' quail e adoperata la voce halmd , non osponga quella voce jier vergine propriamente detta, e se quindi la sua interpretazio- ne non sia veramente talmudica : ci appelliamo poi alia sua logica per riconoscere se tale non sia il contesto del passo protetico; e questa logica siauio noa meuo costretti a J ^2C) V A R I E T .V'. invocarla, la clove egli con una astrazione troppo annto- mica sembra dividere la predizione sacra dal siio adempi- ineuto. MEDICIKA. Cholera morbus. II Cholera morbus, di S. Petit-Senn. Ginevra , i83i. — Non ci ba dubbio che cogii scritti finora pubblicati sul clwlera , (ave potrebbesi un ben grosso volume , un volnme simile a cjuelli in foglio che un tempo costruivansi d' im- niane peso: cbe se le cose vanno cosi progredendo, non nndera gnari cbe i libri sn quest' argomento empiranno lino de' piu ampli scafFali delle publilicbe biljlioteche. Ma convien pur dirlo, noi avremn\o per tal modo una l)en triste coUezione d'ancor piu tristi volumi. II signor Petit- Senn, fra tante pagine lugubri ba creduto bene d' inserire alcuni versi , i quali produrranno in esse, se cosi vuoisi , quasi 1' efFetto d'un'oa5i nel mezzo di un immenso ed ando deserto. In que' versi pero non incontransi ne bisuniti, ne canfore, ne salassi , ne alcun' altre di siffatte cose; ma e forse questo il loro piu gran difetto, almeno se si risguar- di al bnon esito del libro. A' di nostri , ed ella e cosa ben naturale, al solo spaventevole nome di cholera, le sbigottite menti aspettansi qualcbe specifico, od una nuova ricetta cbe possa finalmente ammettersi come Tunica o la piii sa- Intevole: a clo solo esse tendono e sospirano. Noi siamo qnindi d' avviso clie se il signor Petit-Senn ne avesse pubblicata alcuna o buona o cattica , avrebli' egli certa- mente incontrato un maggior numero di lettori. Ma neir annunziare quest' opera vogliamo per le suddette ragioni i leggitori nostri avvertire die non piii ritorneremo sul tristissimo argomento del diolera ; almeno finclie non ci si presenti qualcbe produzione cbe sulle altre eminen- temente si distingua, o cbe ci faccia il si desiderato dono di uno specifico o d' un rimedio, coiruso del quale svanir possa ogni nostro timore. TECNOLOGIA. Tipo^rnfta inglese. — II libro cbe stato sia giammai im- presso nella piii grande dimensione, apparira a Londra in quest' anno. Esso ba per titolo: Panteone degU Eroi in- gleii. Ogni pagina avra quatlro tese di altezza e due di V A R 1 E T A . 427 Iar<^liezza : 1 caratterl avraiino la climensione 11*1111 mezzo jjiede. La stainpa di quest' opera veranieate gigantesca si ese£;ulsce col mezzo d'una inacchina a vapore: ed in vece clell'iachlostro nero si adopera una vernice d'oro. Non se ne imprinieranno die solo cento esemplarii e questi destinati sono a servire d'ornamento alle principali Biblioteclie del- r Inghilterra {Mem. encycl. — Le Temps, a 8 ftvr, 182a). BIBLIOGRAFIA. Semhra clie 1' istruzione vada vie piu estendendosi verso le regioni polari. Abbiamo altre volte avvertito die 1' Islanda fu letterata ad nn' epoca , in cui TEuropa usciva appena dalla barbarie : era tutto si tenta per ricondurvi il gusto degli studj. La biblioteca di Reclceaveck possede 5,i2() volunii die posti sono a disposizione del pubbllco. Ad Olgord , nella parte settentrionale dell'isola, si sono riu- niti 858 voluini. A Tliorsbaun, in una delle isole del Fe- ro, la pubblica biI)lioteca conta gia 1,678 volumi. Final- niente il tristisslmo paese del Greenland non sara piii del tutto sprovveduto delie consolazioni della lettnra : vi si e date prlncipio ad una piccola collezione di libri. II signor Giorgio jMackenzie vi ha fatto i primi doni, a'quali il Re della Daniaiarca ha poscia aggiunti 55 volumi; il catalogo ne annovera in tutto 82, cio die non e poco per un tal paese;, moltissimo poi per coloro die lo visitano. Non sa- rebbe cosa d'ogni interesse priva I'avere la nota delle opere riguardate come utili per sino negli estremi limiti del mondo abitabile {Edimb. journal of natur and geograph science'). R. GiBONi, F. Carlini, I. FvMAGALLT c G. Brvgnatellt , direttori ed editori. Fubbllcato 11 di a6 luglio iSSa. Milano f dull' I, R. Stamperia. 4i8 I N D I C E delle materie contouutr in qiLcsto tomo LXVf. PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. IrjL emorie spettanti alia Storia della Calcografin , tli L. Cicognara (2.° ed ultimo estratto). Carte da giuo- co , Utografia e siderografia pJig- 3 Opere di A. MeneghelU " 16 Dell' origine , progressi e stato attnalc di ogni lettera- tura, di G. Andres (articolo i.°) " a 3 Applicazione di alcuni principj di critica letteraria all o- pera suddetta deW Andres (^articolo z.") ...... » 14^ Deir elocuzione , di P. Costa » i63 Costantinopoli net i83i, di A. Baratta (2.° estratto) » 168 Saggio di poesie alemanne ; traduzione di A. Bellati . » I'jO La Sacra Bibhia di Vence , corredata di nuove illustra- zioni dagli editori italiani (^articolo 3.°) " 184 Sull'uso da far si della Storia nelle lettere e nelle arti (articolo i.°) "289 Osservazioni intorno at Vocabolarj della lingua italiana , di G. Carena " 299 Thesaurus Patruni , Floresque Doctorum ( articolo a ." ed ultimo ) " 3 1 3 Collectio selecta SS. Ecclesics Patrum , etc, (articolo 2..") » ivi Corso di eloquenza sacra, ossia Bihlloteca scelta del Padri della Chiesa, di G. Guillon (articolo 3.°) . v ivi Costumanze relative alia predicazione degll antichi Pa- dri della Chiesa » 317 PARTE II. SCrENZE ED ARTI MECGANICHE. De Sessorianis prcecipuis Passionis D, N. J. C. rcliquiis commentarius L. De Corrieris " 39 Lezioni di fisiologia di L. Martini (5.* estratto) . . » 5o Della pazzia, saggio teorico-pratico di G. B. Fantonetti » 62 Cenni storici e teoretici sulle comete , e particolarmente su quelle del i832, di L. Re, Olbers, Arago, ccc. » jZ I N D I C E. 439 Delia strutlura degli organi elementari nelle piante , e dellc loro funzioiii nclla vita vegetabile , di D. Vi- viani ( 3.° ed uldtno estratto ) pag. 90 OssenHizionl all' opera suddeita. Delia struttura , ecc. " 28a Lezioni due sul Cholera morbus, di Broussais ..." 186 Opuscoh di chirurgia, di A. Scarpa ti ia.j APPENDICE, PARTE I. SCIENZE, LETTEEE ED ARTI STRANIERE. Sir E. Seaward' s Narrative, ecc. Relazione del nau- fragio di O. Seaward (a.° estratto) " 97 Idem ( terzo ed ultimo estratto ) "219 Veber etc. Sul portofranco di Venezia, di C. G. Czoernig >» 108 Voyage au regions equinoxiales , par A, De Humboldt et A. Bonpland. — Relazione storica (i.° estratto) » 206 Viaggio di A. De Humboldt all' Uralo e all' Altai . . » 840 Guide diplomatique, par C. De Martens »/ 354 Jahrbuclier etc. Annali della letteratura " 357 PARTE II. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITA.L1A.NE. Agraria. — Calendario georgico della R. Societa agra- ria di Torino . . " ^gS Giornale agrario toscano »/ a59 Arti belle. — Delia potenza del genio nelle belle arti » 24a Discorsi letti nelt I. R. Accademia di belle arti in Venezia • " ^4° Accademia di belle arti di Ravenna, di A. Cappi » 338 Lettcra intorno alia cattedrale di Pavia, del M. Malaspina " ^84 La piazza di S. Marco in Venezia , di A. Quadri » 244 RaccoUa di vedute di Trieste e contorni " 246 Costumi dei secoli i3.°, 14.° e i5.° " ^88 Arti e mestieri. — Indirizzo agli artisti di ogni genere » 3()S Bibllografia. — Seric degli scritti impressi in venezia- no, di B. Gamba " ^96 Economia puhblica. Commercio. — II ccnsiniento mila- ncse , di N. Cotta Morandini » 259 400 I N D I C E. II Cambista, di L. Bariola pao-. 3g6 Fdolopa. — Saggio di uno spoglio filologico , di Q. Bramhilla „ m ApiietuUce e corrczioni al Vocabolario dtlla Crusca, ecc. » 1 1 2 Vocubo'ario pieinontese-italicmo , di M. Ponza. . . » 3 80 Vocabolario rrggiano-italiano » Sjn Fdosofa. • — L'aniica morale filosojla, raccolta per cura di G. D. liomagnosi " 384 Diceosina , ossia Filosojia del giiisto e deW onesto , di A. Genovesi ; 366 Frammenti delta Messiade di Klop stock , tradoiti da A. Maffei >i 367 1 sette Re di Roma, ecc, di G. A. Scazzola. . . » 366 La Georgica di Virgilio , tradotta da L. Biondi. . » 233 Manfredo , poena drnmmatico di Byron, traduzione in versi di M. Mazzoni >/ 871 Torquato Tasso , commedia storica di G. Rosini , » 240 Versi anacreontici di G. Gazzino » 365 Poligrafia. — Collezione dede opere classiche italiane del secolo i8.° >; 233 Opere inedite e rare di V. Monti » ivi Miscelkmea pel fanciulli , giornale " 122 Varieta letterarie , di D. Sacchl " 1 1 3 Per le nozze Miari Agosti » 284 Rcligione. — Prove flosofico-politiche in confutazione del Philosophe republicain , di A. Stagni . ..." 246 Ragionamenti sui dispareri tra cattoitci e incrcduli, di G. Pmanwnti » 892 Delia felicita e dei mezzi di conseguirla , di G. Pinuinonu " ivi 1 N D I C E. 43 I Storia , Biografia. — Biografia universale antica e mo- derna {articolo uUiino) pag. aaS Comincntivj dcl'a Rivoluzione francese, di L. Papi. » 363 Delt amore di Dante AUghieri , di 31. Missirini . . » 235 Delle Memorie di Dante Jlighieri, di M. Missirini » ivi Delia vita e degli scritti di G. A. Piccinelh, di G. Falazzini >/ a3a Sa^gio sugli amori di Torquato Tasso , di G. Rosini » 240 L'Europa nel medio evo , di A. Hallani " ii5 Elogio funebre di 31. Castelnuovo vcscovo di Como , di D. Ceresola " ^^.i Tributo di ricoiioscenza e d' amore alia memoria di E. E. Champollion , di J. Eosellini .; 229 Storia naturale. — II regno animale: editore A. Locatelli » 127 VARI£TA\ Archeologia. — Antichita me s si cane , di A. Lenoir. . " 129 3Iusaici quattro scoperti a Pompeja " 278 Arti belie e mesderi. — Descrizione degli argomend delle pitture a biion fresco da eseguirsi nella cupola di S. Sebastiano in 31ilano da A. Comer io ..." i33 Disegno dclla statua colossale decrttata dai Novaresi in onore di Carlo Emanuele III, scultura di P. Marchesi " 277 JVota sull insegnamento delle arti del disegno ..." 279 Esposizione del prodotti dtW industria e delle belle arti a Torino " 4H Carta ad uso di quella che fabbricasi nella Cina . » i3j Tipografia inglese "426 Bibliografia. — Di alciini falli di stampa in edizioni riputatissime , di 31. Colombo "406 Biblioteche nelle regioni polari " -i-^? Errata-corrige "287 Fisica. — Osscn-azioni meteorologiche di aprile ..." 144 . ■ - . . maggio. . . » 288 ' • giugno ..." 43a Medicina. — • II Cliolera-morbus , di S. Petit-Senn. » 426 Poesia. — Distici due latini di F. Gagliuffi, in lode di B. Mojon "275 Storia naturale. — Notizie risguardanti i natii dtlla A'uoK>a Guinea "413 Jssociazione di storia naturale, di De Cristofori c Jan » 1 3y Osscnmzionl mctcorologlchc fattc. all' I. R. Osscrvatorio di Brcra. -^^■a MHH^HI ^MM^iH 011^ ^^^^ G I U G N 0 1 852. M A T T I N A. B3 N < Sera. 3 ■3 6 " 2 Ci _ Stato del ciclo. d u — ■ CJ ^ 0 u if - 2 '^4 Stato del ciclo. poll A'"- 1 " poH liii. 0 I 27 b,D +10,0 N E Nuv. pioggia. 27 8,0 + i1,5 N 0 Nuv. pioggia. 2 27 7,8.f./i,o N E Pioggia. 27 7:0 +j4,g N E N Pioggia. ,1 V 6,7 +i5.o N Nuvolo. 27 6,0 +i4,o N N E Pioggia. 4 27 S.5l+ir),o SES Nuv. pioggia. -/ 5,4 4.14,5 N E Nuv. pioggia. ~6 27 6,0 + U->,0 N N E Xiivolo. 27 6,i) +14,0 SES Nuv. pioggia. 27 7:« +i5,5 N E Nuvolo. 27 8,5 +i5,o N N E Nuvolo. 7 27 9iO +i4,o E Niivolo. 27 8,5 +t4,o E Nu\olo. « 27 9'^ + r5,5 N 0 Nuvolo. 27 9' 7 +i4,7 S 0 Nuvolo. [) 27 9.« +i5,5 N N E Nuvolo. 27 9,5 +i4,7 SSO Sereno. lO 27 9^2 +i4,b 0 Nuv. pioggia. 27 8,5 +i5,5 s 0 Sereno. 1 1 27 95C' +14,5 N 0 Sereno. 27 8,8 +16,0 S Sereno. 12 27 9'" •^16,0 N E Sereno. 27 8,7 +16,5 S S E Sereno. 10 i4 27 «,D + iG,o NN E Sereno. 2T 7^5 + 17,5 N ON Nuvolo. "^7 ?'" + i5,o N 0 Nnvolo. 27 7^7 +17,0 s 0 Nuv. pioggia. IS 27 8,1) + iC,o -t-i 6,5 SSO Sereno. 27 8,0 +'7o7 S 0 Sereno. 1 iG 27 8,5 E Nuvolo. 27 8,0 +17,5 S E Nuv. pioggia. 1 17 27 8,0 +12,5 SOS Sereno. = 7 8,2 +17,6 s 0 Sereno. uS 27 9:^ +i5,5 N E Sereno. ^7 9i" +17.7 S 0 Sereno. 19 27 10,5 + 16, (J E Sereno. 27 10,0 +17,5 S 0 Sereno. 20 27 IO,D H-16,5 N 0 Sereno. 27 g''^ + 17,7 N N 0 Nu\olo. 21 27 8,5 + 16,5 N 0 Sereno. 27 7,^^ +18,0 0 Nuvolo. 22 27 7'° +17,0 E Sereno. 27 6,5 +18,0 0 Nuv. pioggia. 23 27 6,8 + 17,0 N 0 Sereno. ^7 7,« +19,5 N N E Sereno. 24 27 9.7 +ib,7 s s E Sereno. 27 9i^ +i8,o N 0 Sereno. 2.S 27 8,6 +i7,o|n n o[ Serene. 27 8,0 + 19,0 S 0 Sereno. 2G 27 8,0 + 17,5, N E Sereno. 27 8,7 + 17,5 E Sereno. 27 27 9iO + lG,5 NO N Sereno. 27 8,5 + 1 8,0 N N 0 Sereno. 28 27 10,0 +i5,7| N Sereno. 27 10,5 + 17,0 SSO Sereno. 2() 27 1 1,0 + i6,oiN N E Sereiio. 27 1 1.5 + 17,5 N 0 Sereno. .:)o 27 i.,5 +10,7 N Sereno. 27 9,« + 18,0 0 Sereno. Allcz^a mass. (Id Lar. poll. 27 lin. it 5 Allezza mass, del term. + 19,5 minima "27 " 3 1^ 4> gia ininima . . . . + 10,0 media + i5„82 J ' Quaalita della piog liaee 3i,56. Jts-- ■Jl>-i^ k^Wil^