M ■'' y: BIBLIOTECA ITAIvIANA O SIV. GIORNALE DI LETTERATURA,SCIENZE ED ARTI COJIPILATO DA VARJ LETTERATI. ToMO LXVIII. ANNO DICIASSETTESIMO. Ouobre, Novembre c Dicembre i832. MILANO iloWifr'A.LE RKCIA. STAMPEKIA, Jl presente Gloriiule^ con tutti i volumi precedenti^ e posto sotto la salvagimrdia delict Legge , essendosi adempiuto a quanto essa prcscrive. BIBLIOTECA ITALIANA PARTE I LETTERATURA ED ARTI LIBERAL!. Scriptorum vcterum nova collectio e vaticanis codicibus cdita ab An^elo Maio bibllothccce Vaticanos prcefccto. — Romce, 1802, typis vaticanis. Vol. VI, in 4.° (1). >C.uesto che ora annunziamo e il sesto degli ampj volnmi della collezione vaticiina degli antichi scrittori pubblicati per la prima volta da nionsignor Mai a be- nehcio della religione e delle lettere. I soggetti che m esso coutengonsi sono tutti biblici o ecclesiastici; ed essendo diviso indue parti, presenta nella prima le cose scritte in greco, e quelle scritte in latino nella seconda. II famoso Teodoro Antiockeno ^ detto ancora Mopsuesteno dalla sua sede vescovile di Mopsnest.ia nell'Asia minore, occupa quasi tutta la prima parte del volume co' suoi greci cominentarj sopra i dodici profeti minori noa accompagnati da versione latina. Seguono alcuni squarci di altre opere del medesimo autore egualmente in greco , i quali furono raccolti da Leonzio Bisantino, e che non conoscevansi sinora che per la traduzione latina pubbin atane dal Tor- riani. In fine apparisce la seconda disputa soitanto, essendo gia nnta la prima, benche imperfettamente, del lilosofo Teoriano con Nerscte patriarca generale (i) Vedi Bibl. Ital. torn. 40.°, ottobre iSaS, pag. 87 i torn. 47.°, agosto e seiteiubre 1827, pag. 161 e 3i3i torn. 52.°, novembre 1828, pag. aaS^ e torn. 64.°, no- veuibre i83i , pag. J45. 4 SCRIPTOnUM VETERUM NOVA COLLECT! O degli Armeni , colla versione latina del medesimo editore, il quale vi ha iiggiunto un supplimento alia prima disputa , ed alcuni estratti dell epistole del summentovato patriarca Nersete. Sine dair anno 1825 quando apparve alia luce il primo volume di questa vaticana collezione , vi si lessero inserite alcune parti del suddetto commentario di Teodoro Andocheno , e moko si parlo di lui nella prefazione dell' editore, die si riserbo di pubblicare il rimanente a tempo piu opportuno in un altro dei susseguenti volumi. Fedele alia sua promessa egli ha voluto sdebitarsene ora col pubblico , e nel modo il pill largo e compiuto, riunendo in questo volume tutte quelle parti che del medesimo aiitore aveva gia publ)licate autecedentemente, onde nella sua in- tegrity sia meglio conosciuto. Condiscepolo ed aniico di S. Qioan Crisosionio , onorato col nome di poll" store e di magna per la sua moltiplice e vasta dot- triua , interprete felicissimo delle sacre scritture, il 3Iopsuesteno non e andato sempre scevero da impu- tazioni e da errori sino a piizzar di eresia presso alcuni. Egii fioiu nel IVsecolo, il piii glorioso e ve- ramente aureo per le sacre lettere, coltivate e pro- mosse in quel tempo dal maggior numero dei piu illustri Padri e scrittori. 1 suoi commentarj sopra i dodici profeti minori , che ora per la prnna volta escono interi alia luce , vennero letti dall editore in due diversi codici vaticani , de' quali il membra- naceo piu antico, piu compiuto e meglio conservato passo recentemente dalla biblioteca de Colonuesi alia Vaticana. Ne soli questi due sono i manoscritti esi- stenti € noti che hanno serbato alia posterita le opere di Teodoro j poiche altri n' esistono a Vienna, a Ve- nczia, ecc, e tutti sono diligentemente indicati dal- r editore, benclie niuno prima di lui ne abbia niai intrapresa la stampa. Che tali commentarj appartengano realmente al fa- moso vescovo di Mopsuestia e noii ad altri , e di- mostrato evidentemente colla piu sana e dotta critica e VVTICAXIS CODICIBUS. 6 nel discorso preliminare tanto del I.° die di qiicsto VI volume. Quali poi nc sieno i pi'eg;i , tutti quei die couobbero il niaiioscritto iii qualiinqiie tempo antico o modcrno , Ji dichiarano graadissirai e di somma importanza. Imperocche rautore abbiacciando colla sua niente tutta i'estensione dei sacii vaticinj d' oeini 2:enere , li confronta e li rischiara a vicenda ~ o , . , , . facendo servire gli uni agli altn, conncttendo i pro- feti minori coi niaggiori, e principalmente coi salmi davidici die ha pure dducidati con iiieravigliosa fe- licita. Qniiidi iielle sue spiegazloni apparisce seiiipre dotto , acuto e facile seiiza abuse di fantasia. Non ci ha dubbio pero die spesso mostrasi soverchiamente attaccato all'istoria, ed alieno dalle allegoiie e da ogni altro senso che non riferiscasi alle cose e alle persone delT antico Testamento. Percio la sua sobrieta neir applicare quelle profezie a Gristo e alia sua Chiesa , fu gia biasimata da molti, e non viene certo approvata dal med<^simo editore che lo loda, e lo riprende secondo die merita. Ne' profeti specialniente minori egli non vede ordinarianiente die cose rela- tive alia schiavitu e alia liberazione degli Ebrei: osa asserire che agli uomini dell' antico Testamento erano affatto ignote le persone del Figlio e dello Spirito Santo. Per lo die apparve non senza ragione sospetta una tal nianiera d interpretare le Sacre carte, e fii giudicata piii atta a favorire le idee de' Giudei che quelle de' Cristiani. I\Ia con tutte queste mende ed accuse , i conimentarj di Tcodoro sopra i profeti minori sono assai pregevoli e degni della pubblica luce, cui iinalmente vengono consegnati dal bene- merito nionsignor Mai. La seconda disputa del fdosofo Teoriano con Ker- sete, patriarca generale degli Armeni, ha principio da una lettera delT imperatore Emanuele Comneno , che tanto amava di prender parte nella quistione di teo- logia. Fu munita di questa lettera la spedizione del «.ummentovato Teoriano e di Atinano diretta dal me- desimo imperatore al patriarca suddetto; e bcnche nel 6 SORirTORUM VETERUM >'OVA COLLECTIO codice vaticano apparisca ripetuta tanto a\anti la prima clie avanti la scconda disputa , non fii pero pubblicata da Leunclavio editore della prima disputa sino dair anno i5-8, perche non leggevasi nel suo imijerfetto codice. Non mancando essa d'interesse, ed esscndo atta a far subito conccj)ire un' idea di siffaLte dispute, leggesi con piacere alia testa della presente cdizione. Segue una lunga lettera di risposta del pa- triarca; nella quale, accadute gia le conferenze di cui da conto , giustifica se stesso e la Chiesa ar- ttiena delle accuse loro addossate , e fa la sua inge- nua professione di fede , specialmente intorno alia Trinita e airincarnazione di Cristo. Altre lettere im- portantissime deH'imperatore e del patriarca armeno siccome ancora del bisantino vengono in seguito, dalle quali apparisce sempre piii chiaro lo spirito di quelle discettazioni che suscitarono molto claraore in Orieute verso la fine del secolo XII. Finalmente segue la lunga disputa di Teoriano cogli Armeni e coi Sirj Giacobiti, che e bellissima giunta di storia ecdesiastica. II principio della seconda parte del volume offre le opere diverse dei varj Attoni , due de' quali fu- rono vescovi di Vercelli e faltro cardinale tra il X e r XI secolo. La biografia di costoro pei tempi te- nebrosi in cui vissero, rmiane ancora oscura, ad onta delle cure e delle ricerche di alcuni eruditi. Egli e certo pero die i vescovi Vercellesi di questo nome furono due; T uno seniore, il quale visse tra il IX e il X secolo, poiche era vecchio nelf anno 946, conV egli stesso dichiara nel suo testamento che leg- gesi prima di ogni altra cosa; Taltro juniore, il quale scrisse molti sei'moni sacri, e f oscurissimo PoZi^j^ico dopo il X secolo , accaduta gia la morte del papa Silvestro II , come chiaramente dimostrasi dalf edi- tore. Varj di questi scritti erano gia stati consegnati alle stampe antecedentemente •, ma in modo assai scorretto ed incompiuto , come rilevasi specialmente da quel barbaro, inusitato e poco intelli2;ibile scritto conosciuto sotto nome di Poliptico o Perpendiculare It VATIC-VNI? COniCTBUS. 7 'cmisistente in una specie di ccnsura fie' suoi tempi , I'elativa principalment^ ai potenti ed ai principi d'al- lora, di cui riprende altaniente Tanibizione e gli altri \'izj. Diciotto sono i discorsi datici dal Mai; dodici de' qnali inediti totalmente, come inedita ancora era la prima scrittura del Poliptico, poiclie soltnnto la seconda si conosceva. E meraviglia come i dotti ec- clcsiastici Vercellesi non avessero tinora compito I'edi- zione di questo loro famoso Attone lasciata imperfetta dal canonico Buronzio. Viene in scguito il Capitolare , ossia na epilogo o estratto de' sacri canoni scritto daU'altro Attone, cardinale di S. Marco, per uso dei preti della sua Chiesa. II commentario alle profezie di Osea di Remigio Antisiodorense , il quale tiori nel IX secolo, e oppor- tunamente agginnto a questa edizione. Imperocche , essendo gia editi nella Biblioteca de' Padri gli altri commentarj del medesimo autore sopra tutti gli altri profeti niinori, colla mancanza di questo solo sopra di Osea per esscrsi servito quell' editore di un co- dice mutilo ed incompiiito, bene a ragione supplisre oi'a il Mai a tale mancanza pubblicando quest' altro commentario di Remigio tratto da im antico codice Taticano piu conservato ed intero, e contrapponendo cosi r interprete latino al greco Teodoro. Segue una breve ma interessante esortazione a' preti attribuita al papa Eutichlano , che dovrebbe aggiungersi agli altri scritti , i quali vanno sotto il nome del mede- simo pontefice. Apparisce inoltre un epilogo di utili avvertimenti al clero tratto dal medesimo codice va- ticano , die non indica pero nulla ne dell' autore , ne del libro dal quale fu raccolto. Le tre dissertazioni o diatribe: De Attonihns , De Capitularibns e De pcenitentiali romano non sono an- tirhe quantunque inedite: esse appartengono ad un erudito e djligente scrittore del secolo XVIII, del quale il nostro editore non determina il nome, e percio rimangono anonime. Opportunamente pero inserite sono in questa edizione pei molti lumi che 8 SCRirTORUM VETERUM NOVA. COLIECTTO sparixono sopra gli an tori e gli argomenti del volume. II manoscriLto conservasi nellak mcdcsima bihiioteca Vaticana. II 3Ial promette in nota di voler pubbli- care in appresso altre tre simili diatribe inedite di Leone Allacci suo predecessore De Nice.ds, De Pld- lonibus e De Theodoris^ sebbene il nianoscritto non esista nclla Vaticana, essendo stato da lui letto altro- ve. Sennono alcuni opuscoli inediti del nnovo dottore di S. Chiesa S. Pier Dnmiani: precede la relazione di un suo via2;2;io in Francia al fiimoso monastcro di Cluny in Borgogna inviatovi dalla Santa Scde Eomana per liberare quei monaci Benedettini dalle usurpazioni del Vescovo di Macon. L' autore della relazione fu compagno del santo uomo , il quale era <>;ia veccliio quando intraprese quel viaggio con feli- cissinio snccesso. II secondo e V esposizione del Ca- nonc dclla Messa, il qual manoscritto , benclie assai pregcvole , e tutcO steso dal santo dottore , resto inedito sinora e sconosciuto quasi generalmente. II terzo e una collezione di cose evangeliche, teologiche e morali estratte dagli opuscoli del Dainiani per cura di un suo discepolo. Egli e gia noto che nell' edi- zione delle opere del santo dottore procurata dal Caetatd csiste una simile collezione reiativa unica- mente alle cose del Testamcnto veccliio ; ed ora per cura del Mai coniparisce alia luce anche V altra re- iativa al Testamento nuovo, trovandosi riunite ambe- due in un antico codice vaticano. Oltre tutto cio trovasi sulla fine del volume un nuovo libro isto- rico di Pietro Diacono scrittore e cronista casinense assai noto. Argomento di qucsto libro e la vita e la niorte dei santi del mouastero di Monte Ca- sino : De ortu et obita justorutn ccenobii Casinensis. II manoscritto conservasi nella Vaticana , ed e steso a imitazione dell" altro del mcdesimo autore sopra gli uomini illustri dcllo stesso monastero , che fu pub- blicato, sono gia molti anni. L'erudizione, la sem- plicita ed il candore di questo scrittore appariscono esiiberantemente in questa come in tutte le altre E VA.TICANI9 CODICIBUS. 9 opcre sue. Cliiude finalmente il volume nn prege- vole opuscolo inedito di Agostino Faliero , cardinaie e Ycscovo di Verona, diretto airimmortale Federico Borromeo, altro degnissimo cardinaie di S. Cliiesa , il cni titolo e De occnpationibiis diacono S. R. E. Cnrd'inaU dlonis. Questo manoscritto esistendo in altro biblioteclic , oltre la Vaticana, era state gia cono- sciuto e letto da molti altri che ne flinno onorata menzione, tra' quali anche il Tiraboschi'; ma cio non ostante era rimasto sempre inedito. Noi credianio di non dover linire qncsto artlcolo senz' a2:<^inn2;ervi Tannunzio che munsis;. J/^/i avendo dovuto ultimamente riprodurre alle stampe il prime volume della sua Collezione vaticana, ne ha tolte alcune parti per inserirle piii opportunamente in altri volumi onde fossero meglio riunite, come, ex. gr. , ha fatto del Teodoro Mopsaesteno ^ riunendolo tutto nel VI volume. In compenso ha creduto di aggiun- gere al primo volume molte altre cose inedite piu. acconce per quel volume e non meno interessanti ; f[uali sono: i." frammenti diciotto della perduta Teo- fania di Eusebio: 2.° lui aumento quasi del doppio al commento dello stesso Eusebio a S. Luca; 3.° un largo squarcio del trattato Pasquale scritto da Euse- bio a Costantino, il quale lo fece tradurre in latino e distribuire a tutte le chiese; 4.° giunte alle cpii- stioni evan2;eliche di Eusebio : cose tutte non mai stampate per lo innanzi, come dalla prefazione pa- gina xxxv^; 5." il discorso di un vescovo (probabil- meute di S. Audoeno o di S. Eb2;io) a Clodoveo II re fanciuUo di Francia del secolo VII ; 6.° i 2;randi squarci di dritto civile anteriore a Teodosio, non che a Giustiniano gia pubblicati dal Mai: e parimente le orazioni di Simmaco , la rettorica di Giulio Vit- tore coll ortograiia di I\Iinuziano e quattro grandi tavole paleo2;ratiche. Questo primo volume con tante novita non puo dunque considerarsi come una sem- plice ristam.pa; ed e indispensabile a chi voglia pos- sedere compita la Collezione vaticana degli antichi ftorittori tratti dai codici vaticani. \o Le fabbriche prlncipali di Pisa ed alcune vediite della stessa cittd intagliate da Ranierl Gfassi , incisors pisano, con indice e descrizione delle tavole. — Pisa, 1 83 1, presso Ranieri Prosperi , in foglio. Prezzo itul, lii\ 32. 60. M. oke non sono le fabbriche di Pisa die dirsi possano veramente belle e niaravigliose; nondinieno alcune delle principali souo si nuove e di tale sin- golarita dotate , che poche ancora bastano per dare a quella citta una rinomanza sovra tant' altre nella peiiisola nostra e piu vicche e piu grandi. Pero nulla imaginarsi potrebbe di piu vago , di piu sorprendcnte qnanto Taspetto, o per cosi dire il colpo d ocxhio ch' esse prcsentano riunite siccome sono sovr' una sola e medcsima piazza di forma re2;olare , nobilmente lastricata a grandioso passeggio , tutte isolate e di- stant! tutte in modo che sotto qualsivoglia punto di vista godere puossi del loro vario e sublime aspetto. La prima di esse e il Duomo, sontuosissima chiesa di pianta regolare a croce latina , divisa in cinque navate pel lungo, e tre per traverso. Essa e cosi dc- scritta daH' editore di quest' opera: « Tre porte nella fronte danno accesso alia chiesa; ed al primo entrarvi colpiscon lo sguardo 2c8 colonne, 24 delle qnali di maggior mole sorreggono la navata di mezzo che si eleva con molta maesta: sono d' ordine corintio, altc circa 17 braccia compresa la base e il capitello ; e procedono dalle cave dell' Elba e del Giglio. Le altre delle navate inferiori hanno i3 braccia di altezza, e sono di marmi piu assai pregiati , cioe di granito orientale, di bardiglio, di cipollino, e per tmo al- cuna ve n ha di breccia afTricana. I capitelli sono, o corintj o compositi, quasi tutti antichi ed eseguiti con molta maestria. La nave di mezzo e coperta a soffitta intagliata in legno a rosoni e riccamente fre- giata d' oro. Le navi laterali sono a volta. e vi sono praticate logge o gallerie che girano intorno a tutta L£ FABBRJCIIE PRIT^CIPALI DI PISA. I I la cliieea, restando aperto ad arcate il ijran mnro the divide la nave di mezzo Dove s'in- x;rociccliiano le due braccia dell' edificio s' innalzan da terra quattro piloni a sostener la gran cupola di forma elittica, il cui pavimento e lavorato a mosaico di rare pietre composto-, ma nell' altre parti del tem- pio e lastricato da lucide tavole di marmo bianco , ordinatamente scompartite da liste di marmo ceruleo. La maggior lunghezza della chiesa presa tlalla linea del muro della porta maggiore alia parete della tribuna e di braccia tiorentine 162 ^ (11 braccio (lorentino si divide in soldi 20 , e corrisponde a metri 0.583 ) , uguali a piedi inglesi oil. La larghezza totale dellc cinque navate braccia 55 -|, o piedi inglesi ic6. 6, di cui braccia 23 formano la nave di mezzo, la quale e alta braccia 5^. La lun£,liezza poi della nave trasversale e braccia 124, comprese le tribune ; la larghezza da muro a muro braccia 3o y, di cui la nave di mezzo e braccia 14 ^. Le pareti clie lateralmente chiudono il tempio sono scompartite da 12 altari che corri- spondono ad 02;ni terzo intercolunnio , tutti di bcl marmo luncnse , disegnati in gran parte dal rinoma- tissimo Buonarroti. Fra un altare e 1 altro sono pila- stri incastrati di rincontro alle colonne coi capitelli compositi e coUa cornice che fa il giro di tutto il tempio, al quale dan luce cento finestre con vetri per lo pill coloriti. » Noi qui bramato avremmo che Y au- tore in vece di additarci la corrispondcnza de' piedi in2;lesi colle braccia Horentine , indicata ri avesse piuttosto la corrispondenza in metri. Per tal modo avrebb' egli fatt' uso di una misura piu inteliigibile , perche piu comunemente a' di nosui adottata. L' autore ragionando poi della facciata : « Essa (dice) e adorna di 58 colonne, distribuite in cinque ordini che formano come quattro loggiati funo sopra deir altro, e che gradatamente diminuendosi tino alia sommita del frontespizio, se appien non soddisfanno Fintelletto, appa^ano pero Tocchio e danno all' edi- ficio una beir aria di novita. Nel prim' ordine sei alte colonne incassate nei pilastri , e due pilastri la Lis rABBRICHE PBINCIPALI DI PISA. quadrati negli angoli sostengono con buona slmmetrin sette arcate che voltauo in semicercluo : nel secondo ordine diciotto colonne eguali , ma di minor gran^ dezza delle prime, co' due pilastri sngli angoli so- stengono diciannove arclii piii piccoli, ed altrettante formano il terzo; colla differenza che dieci di esse vanno diminuendo in altezza, secondo Tinclinazione dei piani, lin quasi al semplice capitello. Nove co- lonne se ne contano al quarto, le quali non piombano sulle sottoposte, e sette nelT ordine quinto che de- gradano anch' esse per costituire il frontespizio trian- golare , che supera in altezza gli altri due mezzi frontespizj indicanti le navi minori. » Segue poi la descrizione dclle statue e dcH" altrc sculture di cui c ornato il tempio, fatte da eccellenti arteBci. Lo stesso autore parlando di tutto Y estcrno di questa gran chiesa cosi conrhiude : « In ijne altre lapide antiche e moderne si vedono allogate intorno air esterna parete, la quale corrisponde appieno alia magnificenza della facciata, non solo perche tutta e egualmente costrutta di pregiati marmi nazionali e stranieri , ma perche e decorata nelT elevazione da tin riparto simmetiico di due continuati ordini di pilastri addossati ; e nella parte eminente che indica ia nave ma2;giore, da una vaga ordinanza di colonne annesse al muro, con archi che voltano sui capiielli e reggono il tetto ; il che unito alle cornici ed altre modanature intagliate con buon gusto antico produce beliissinio elfetto, » Abbiani creduto bene di qui riferire le parole stesse che si leg2;ono nella descrizione , trattandosi di una delte piii celcbri e maestose basilirhe, opera
  • cn accoitu dagli studiosi dell' arte. Egbno potranno in essa vedere come la piu grande maestria architetto- nica sussistesse anche a que' tempi ne' quali Parte non era insegnata con cotanta ponipa di precetti e d' e- sempi, e come allora loss' ella piu originale e piii grandiosa che a' di nostri. BibL iLid. T. LXVIII. 2 < i8 Pci monumenti storici del Friidi. Discorso tenuto nel- tAccademia dl Udine il di 3 glngno i82>2 dal vi~ cesegretario prof. D. Jacopo Pi bona. — Udine, l8'i2, peifratelli Mattiuzzi, tipografia PecWe, in 8.° Come dcbbansi scrivere le storie particolari delle cited e delle provincie dell Italia. G ion questo ragionamento il professore Pirona eccita rAccademia di Udine a rivolgere i suoi studj alia patria istoria, a provvedere die non si sperdano i documenti die la comprovano, ed a cooperare per tal modo al disegno da lui concepito di raccoglierli ed ordinarli. Egli comincia coll' osservare die fra le terre italidie il Friuli non e inferiore ad alciina per illustre origine e per faniose vicende ; cpiindi ricorda rapidamente i mutamenti, le rivokizioni, le invasion! a cui fu soggetta, i meniorabili fatti di cui fu scena, e le vestigia die v'impressero e le memorie die vi lasciarono i dominatori romani , i duchi longobardi , i patriarchi d'Aquileja; conipiange la dispersione delle carte e la perdita dei monumenti die sorsero sotto queste varie signorie, i quali in gran parte perirono nella distruzione e piii ancora nella riediticazione delle citta friulane; afferma pero die tuttavia rimangono importanti reliquie e di carte e di marmi e di bronzi tanto nei pubblici arcliivj qiianto nelle private col- lezioni ; rammenta inline ailAccademia die la sua stessa istituzione le impone I'obbligo di vegliare suUa conservazione di questi avanzi preziosi e di contri- buire in tal guisa all'esecuzione del progetto da lui formato : « perocclie ( cosi conclude il chiarissimo » Pirona) io mi sono proposto di adunare, coordi- 5) nare, trascrivere, paragonare, ridurre a vera le- 5) zione tutte le cronaclie, memorie, aneddoti, di- ■» plomi ed ogni altra cosa al mio subbietto perti- » nente che mi verra fatto di poter trar fuori dai » ripostigli e dalla polvere; e pubblicare colla stampa » quei codici inediti che piu nieritevoli sono di PlI MONUMENTI STORICI DEL FRIULI. jg » vedere la luce; e indicare appo cui trovinsi quelli » che si possotio utilmente consultare noa onesta- » mente stampare, e compilare un repertorio ragio- y> nato dell' edite cose e delle inedite in guisa die » lo storico abbia tutta la sua suppellettile sott' oc- » chio, e nulla gli resti a cercare , nulla a indovi- » nare, ma solo a disceniere ed abbellire. = Ma per » erigere questo mouumento, per isciogliere questo » voto, onorevoli Accademici, noi abbianio bisogno » della vostra coopeiazione. Assisteteci col consiglio, » coll'autorita, coU' opera, Comunicateci i vostri lumi, » le vostre meniorie, i vostri docunienti. Ajutateci » ad apiire i ripostigli delle dimestiche aiitichita. » Rendeteci cortesi e propensi i vostii congiuuti , i » vostri conoscenti , affinche ci aflidino senza tenia » il geloso deposito dei loro codici. Proteggeteci in- » fine contro la scutica dei pedanti che trovano tutto » male, e che non fanno mai niente di bene. » Oue- sto ragionamento, che dal principio al tine spira^'vi- vissimo amore di patria, nierita un distinto encomio per le splendide idee che vi si trovano espresse, pel caldo affetto da cui sono queste animate e per lo stile elegante che le abbellisce. A eosi utile divisa- mento, a cosi nobile impulso conispose I'Accademia, come risponder devono gli animi gentili ai generosi consigli: essa voile che a sue spese fosse stampato il discorso , e ne invio una copia ai piu chiari let- terati della citta e della piovincia di Udine , invi- tandoli con acconce parole a concorrere colle loro cognizioni e colle loro ricerche all' impresa pro'ret- taia dal Pirona. In questa guisa operando, TAccade- nna di Udine si rese eminentemente benemerita della patria e dei buoni stud] ; e per diuiostrare quanto sia ingenua e giusta questa lode, e di quanto rilievo sia loggetto da cui muove, vogliamo ora qui esporre alcune considerazioni che da qualrhe tempo andiam volgendo neiranimo suH'argomento di cui si tratta. Le storie partjcolari delle citta e delle provincie, sebbene si credano da molti dirette soltanto ad ap- pagare la curiosita od a lusingare TorgogUo, e quindi 20 PEI MONUMENTI si reputino opere vane, inconcludenti e nojose, pure in se stesse nn soninio pregio ed una reale inipor- tanza racchiudono. Perche esse ia primo luogo ser- vono a cluarire i fatti domestici, e ad illustrare quei luoghi e quegli uoniini che piu sono da noi cara- mente diletti ; in secondo luogo giovano a guaren- tire i nostri interessi e porgono armi validissime per difendere il diritto contro I'usurpazione e I'arbitrio, e finalmente somministrano materiali preziosi per com- pilare I'istoria generale dclle rispettive nazioni. E questi utilissimi risultamenti , meglio che dalle altre, si ottengono dalle storie particolari delle citta e delle provincie dell Italia : le quali sortirono quasi tutte sorti diverse, ed ebbero separati reggimend e proprj signori: cosicche chi i loro annali discorre trova in essi avvenimenti, che furono o anello o principio o fine della gran serie delle italiane vicende, trova gravi documenti di civile e politica sapienza , e trova so- prattutto tratti maravigliosi e prove inaudite di quel sentire intero e prepotente che forma il carattere distintivo del medio evo italiano. La speciale condi- zione in cui a quest' epoca si trovarono le citta no- stre da una speciale impronta ed un valor singolare ai loro annali. Altrove le istorie particolari delle citta si limitano per solito a narrarne le origini , a de- scriverne gli usi , le costumanze , le prerogative , ad esporne gli ordinamenti municipali , e lasciano alle istorie generali il racconto delle militari e delle po- litiche vicende, le quali necessariamente si congiun- gono, o per meglio dire si confondono con quelle dei regni. a cui le citta stesse appartennero. Ail in- contro in Italia le citta sino alia fondazione dei prin- cipati ebbero un governo proprio e per se stesse costituito, furono quindi lungamente indipendenti , gareggiarono tra loro di potenza e di ricchezza, talvolta dovettero difendere la loro liberta contro stranieri neniici, e se furono non Ji rado sventurate e desolate, furono pero sempre feconde di prodi e se- gnalati per eccelsi fatti: onde il complesso delle loro istorie forma scnz'akro i'istoria generale deU'Italia. STORTCI PEL KRIULT. 2 1 Ma perche le istorie particolari ottengaiio pieua Fede , e non vi sia liio2;o a dubitare che in esse il racconto degrillustri fatti sia un vanto municipale piuttosto che una testinionianza del vero, fa di me- stieri che i loro autori ricorrano a quelle fonti da cui 02;ni storia si attigne, e che ne forniscono nel tempo stesso i materiali e le prove. Le quali fonti sono principalmente le antiche croniche , i pubblici documenti, i privati archivj , le tradizioni locali ed i monuinenti. Ora nel far uso di questa suppellettile Vuolsi adopcrare inHnita pazienza nel cercare, nel- Tesaminare, nel paragonare, acutissima perspicacia nel valutare e nelT ammettere i fatti e nel determi- narne le relazioni e liniportanza; vuolsi alcana volta far ricorso al cuore , aflinche Y affetto sostenga nel- I'ardua inipresa e conforti nelPincresciosa investiga- zione, senza pero perniettere che oltre questo ufBcio trascorra , e turbi co' suoi moti la tranquilla opera della ragione , ed alcun' altra eziandio vuolsi far ri- corso air inimaginazione per volare merce delle sue ali per aniplissimi spazj , ed abbi'acciare disparati oggetti , ed avvicinarli e congiungerli , e fare che gli uni spargano luce sugli altri e si chiariscano a vicenda, senza pero allentare ad essa soverchianiente il freno, aflinche il soccorso non si converta in danno e r estese vcdute in povere illusioni ; vuolsi soprat- tutto por mente alle regole logiche ed ermeneutiche per trarne vui tilo die giiidi sicuramente gli animi incerti e trepidanti nei labirinti, nelle oscurita, nelle dubbiezze di ogui sorte che in si fatti lavori s in- contrano. Di tali requisiti certamente ogni scrittore d' istorie esser deve fornito : ma piu degli altri deb- bono esserlo gli scrittori delle istorie particolari ; i quali comunemente sono mossi ad applicarsi a cosi aridi studj dalf amore della terra nativa e da un gentile desiderio d' illustrarla ; e cjuesti sentiment! sono per la stessa loro natura inclinati a quanto sembra soddisfarli ed arrendevoli fiicilmente ad ogni apparenza , ad ogni seduzioue , ad ogni piii lontana speranza. Onde in tal caso lo storico deve porsi in 2a I'EI MOXr^EVTI guartlia contro se stesso, e tale prefiggersi un ri- pore trargomenti e di prove che ne rinianga cliiuso I'adito al sincere e prudente dubitare del pari che al diffidare maligno. Ma non basta cli'egli osservi per se medesimo tutte queste avvertenze , ed in questa guisa guarentisca la propria credenza e T al- trui; e necessario altresi ch' egli palesi le ragioni del s'uo convincimento, che le raccolte testimonialize manifesti , e che costringa cost gli altri a persua- dersi della sua esattezza e della sua buona fede. In questo modo le istorie particolari delle citta e dcUe provincie si fanno capaci di adeinpiere ad uno dti piu important! loro ufficj qual e quello di fornire le notizie piu recondite e peregrine agli annali dclle nazioni e di costituire i loro piu sicuri fondamenti; ed in questo modo gli scrittori potranno valcrsene con fiducia e con utilita nella compilazione delle istorie generali. Ritenuto pertanto che la sostanza delle istorie par- ticolari esser debba dedotta da fonti legittime e note , e trattata con diligenza paziente e con fcrmo ed imparziale criterio, ora alcune brevi osservazioni esporremo suUa forma di esse ovvero sulla qualita delle parole e dello stile che devono i loro autori adoperare. E prima d' ogni altra cosa, a noi sembra che questa forma esprimer debba il carattere del tempo e della gente a cui la storia riguarda, e dar quindi a divedere che lo scrittore seppe sperimen- tare e sentire piuttosto 1' influenza del secolo di cui scrisse che cjuella del secolo in cui scrisse. Ora sic- rome le istorie delle citta nostre comuneniente ab- bracciano il periodo che scorre d.illa cessata barba- ric al secolo XVI, cosi attinte dalla lingua di quel tempo saranno le parole , pure , schiette , efficaci , non fiacche , leziose, fucate ; e lo stile procedera vi- goroso ed assoluto, composto all'antica severita piut- tosto che inliorato delle moderne eleganze. Perocche si usa un leggiadro ed opportune artifizio e si ag- giugne evidenza ai racconti e luce ai quadri che si tratteggiano , se riferendosi le azioni, gli affetti, le 5T()R!CI DEL FRILLT. 2.3 costumanze, i consis;!! dei padii nostri si fa parlare air istoria quell istessa favella ch'essi parlarono; e come quelli furono liberi e seniplici , cosi forte e franco sia lo stile di questa. Di piu noi vorremmo che le istorie delle citta italiane non abboadassero di ragionamcnti morali e di fjlosoliche discussioni. Era quella un eta di prodi in cui le raenti erancj ancora restie, ed impctuoso e bollente era il cuore; allora sommo pregio reputavasi 1' operar fortemente, lieve il cautaniente ragionare , e quando si presen- tava un' occasione di segnalarsi al valore od una messe quaUmque- di gloria, i nostri anticlii la co- glievano avidaniente sdegnosi di ogni riflessione e d' ogni peritanza , sfidatori dei pericoli e dei ciraenti , prodiglu dcir anima per la causa a cui si facevana devoti. Oltre a cio le profonde riflessioni , i calcoli politici , le sottili investigazioni sulle cause e sugli effetti , sulla forza e sul diritto , sui governi e sulle leggi possono diflicilmente trovar luogo in lavori ri- stretti fra brevi conBni nei quali trattasi di fatti tal- volta scarsi e spesso tenui ed uniformi. Per couce- pire questi alti pensieri e d'uopo che 1' ingegno abbia un vasto campo ed aperto , in cui possa spaziara liberamente ed elevarsi quanto occorre per dominare gli uomini e gli avveniinenti, e per discoprirne le intime e celate relazioni e le reciproclie iaflucnze. Tali in conclusione noi vorremmo che fossero le istorie delle citta italiane; che si scorgesse in esse una sembianza, e quasi ne uscisse un eco del tempo a cui si riferiscono: qiiindi schiette , sobrie e vere parole, stile risoluto , pieno di nerbo e sgombro di massime e di argomenti dottrinali , al piu qualche breve sentenza che scoppi da se nel contrasto dcL fatti , come nei tempi nostri gloriosi sferravansi i colpi nelle contese dei prodi. Queste istorie particolari, secondo il concetto che sianio andati nella nostra mente formando, apporte- rebbero senza dubbio somma utilita e squisiti e no- bili diletti •, e so non c' illude un pensiero che da gran tempo abbiamo fitto nell" animo , potrebbeio 24 PEI MONUMENT! formarc un valido riparo alia tendenza che da qual- che tempo hanno gT Italiani a scriver ronianzi ; i quali negli ultinii anni si sono in tal guisa e cosi rapidamente moltiplicati che difficile sarebbe tiovar nella natura lisica e nella morale un altro adeqnato esenipio di si pronta e si fastidiosa fecoudita. Non vogliamo ora certamente porre ad esame 1' utilita vera che da questo genere di hbri pno ritrarsi, ne dar sentenza sulla natura del piacere che procacciano, poiche non e questo il luogo a cio fare opportuno, e noi non abbiamo autoraa suQiciente a si grave o^iudizio. Ma certamente se il vantagpiio dei romanzi con quello dell' istoria si confronta, cessa da se ogni niotivo di contendere, ed ogni qnestione addiviene inutile e indecente. Perocche nessuno , che non abbia ]a mente rotta al farneticare , sognera giammai di formar paragone tra la realta e la Hnzione , tra le gravi lezioni dell' istoria ed i capricci dell immagi- nazione ; e se questo confronto si facesse , sarebbe un indegna profanazione delle cose piu sante , sa- rebbe un insulto vituperoso a cio che havvi nel mondo di pin reverendo , la verita e la sapienza. Egli e vero che lo scopo dei ronianzi dev' essere r istruzione morale dei lettori; e che le piii brillanti fantasie, i colori piu vaghi , le pin comnioventi im- magini sono adoperate per ispirar nel loro cuore r odio della colpa e Tamore della virtu: ma e vero altresi che la mancanza della verita si oppone il piii delle volte al conseguimento di cjuesto scopo , e se quando T aninia scossa ed aninialiata da que' racconti, da quegli artilizj, da quel mcutito apparato di vicende e di dolori comincia ad agitarsi e ad abbandonarsi air impressione che si vuole produrre , se allora uu pensiero in essa furtivamente s' insinua che le ram- menti la falsita di quei casi e la vanita di quelle illusioni, allora 1' anima stessa quasi sdegnando di onorar la menzogna con veri e caldi sentimenti e presta a riaversi e tosto si ralfredda , oude al chiu- dersi del libro I'incanto si dilcgua ed il tempo ed il fiuuo dclla lettutrt souo del pari perduti: laddoye STOHICI DEL FRIULI. 25 le lezioni cleiristoria durano quanto la meitioria dei fatti , sono costanti ed inalterabili come Y istessa ve- rita , ed ogni successiva riflessione , ogni paragone tra gli eseinpi dell' istoria e quelli della vita , tra 1' esperienza dei trapassati e la propria noa serve clie a vienimeglio confermarla ed avvalorarla. E del diletto parlando , nori v' e dubbio che ua diletto a quello dei romanzi superiore recar devono le istorie particolari delle citta nostre , nelle quali si fa la rivista di mille avvenimenti e di niille og- getti se non allatto diversi fra lore ed in se stessi iniportanti , certo pero svariati e di sommo rilievo per r influenza ch' ebbero sulle nostre sorti ; ed ia cui la successione dei tempi , il mutamento degU ordini civili e politici, le dominazioni crollate, le repubbliche sorgenti , la superba fortuna che si ride delle armi e dei consigli, e la virtu magnanima e geuerosa che pur della fortuna si ride e la vince t'ormano una cojMOsa e niagniHca varieta , che si ri- duce ad una bella e splendida unita , ordinandosi e distribuendosi ne' grandi quadri che rappresentano le vicende di genti a noi congiunte per nonie , per sangue, per favella- Vuolsi pero concedere che le istorie narrando i fatti come accaddero e narrandoli con scmplici e gravi parole producono un diletto che alcune volte e tenue , lento , uniforme ; e che air incontro i romanzi alterandoli ed inventandoli eziandio a seconda delf immaginazione degli autori ed ornandoli con ogni genere di prestigi e con ogni maniera di lenocinj producono un piacere sempre vivo e sempre rinnovellato di dolci sensi e di giocondi peusieri. Ma questa differenza non e che relativa, e non proviene che dall indole e dalle inclinazioni dei letLori ; poiche i bene veggenti ed illuminati terranno sempre qualunque istoria in maggior pregio che i piu leggiadri rumauzi, e (juesti saranno prefcriti soltanto da coloro che ritrar vogliono dalla lettura quegli stessi frivoli e vani piaceri di cui vanno in traccia nella stupida loro vita. E quand' anche 1' accennata Uiil'erciuu lotbe reule cd assulutu, sarebJ^e tolta da a6 TEI MONUMENT! queir ititima soddisfazione, dalT incredibile diletto che prova ognuno leggendo la storia della patria , o delle citta die sono con uoi legate col vincolo della co- mUne lingua e della nazionale fraternita Come 1' oc-> chio si epre disioso alia vista dei luoghi nativi e saluta con imo sguardo festive il suo sole, le sue stelle , i suoi canipi, cosi I'anima accoglie avida- iriente la voce de' preteriti tempi ed il racconto dclle gesta degli avi; tie havvi gentile armonia che si gradita ci giunga , ne narrazione favolosa die tanto ci allctti e ci rapisca come 1' udire ricordati con onore iielle istorie i nomi die noi stessi portiamo o quelli dei nostri amici e concittadini, e F apprendere "Con quali armi , con quali fatichc, con quai sacri- fizj sia stata salvata la terra che ci sostiene e ci nutrisce , e con quali consigli siansi fondati i governi ed i civili ordiiiamenti , e con cpiai prove memo- rande di valore, di sapienza, di virtu abbiano i mag- giori traniandato ai posteri traditi e deserti tal pa- trimonio di gloria , che la guerra della fortuna e deir invidia non pote ancora distruggere. Che se questo bello e generoso diletto non potesse essere dalla nostra eta scioperata ed immemore adequata- mente sentito e valutato ; tuttavia le istorie partico- lari delle citta nostre , quando fossero scritte secondo le prefisse regole , gioverebbero senza dubbio a di- stogliere gritaliani da quel meschino amor delle fa- vole da cui sembrano oggi dominati, ed a richiamarli al santo e nobile culto della verita: cio che sarebbc un gran passo verso il perfezionamento morale: poiche la verita , prima luce del moudo ed immediata si- gnificazione del pensiero d'Iddio, costituisce la base della moralita, somministra f alimento alia ragione , e stabilisce i due gran punti dell' umana carriera quello da cui partiamo e qiiello a cui siamo avviati. E lo stcsso sentimento, il quale pure signoreggia gli uomini con si forte e violento potere , non e in ultima analisi che un' arcana verita cosi intimamente riposta nell' umana natura ed in tal guisa trasmutata nei principj e nellc Icggi di questa ch" e meglio «TORIGI DEL FRIUtl. 27 ?;entira dai mod del cuore che intesa cogli argomenti ■dalla mente: onde chi vuol correggere questo sen- tiniei/to, quando sia giiasto , deve ricondurlo alia sublimi origini ed all" eterne di Ini norme , le quali poi per un sapiendssimo ordinaincnto si apprendono air uoino dalle ispirazioni della bellezza. E poiche nelle riforme devesi procedere per gradi ed aver ri2;)iardo alle inclinazioni dominanti , che nou possono in un istante esser vinte o modilicate, quindi per un" akra ragione noi crediamo che le istorie delle citta italiane esser possano un' opportuna sosd- tuzione ai romanzi e costituire un genere di lette- ratura quasi nuovo ed accomodato al genio de' tempi nostri: la quale ragione in cio consiste che in si fatte istorie possono trovar luogo quelle tenui noti- zie, quelle specificate descrizioni, quella minutaglia insomnia di accidenti , di circostanze , di particolarita che forma il piu grato condimento de' moderni rac- conti e la piu cara delizia de' moderni leggenti. Perocche questo minuto particolareggiare che nou si conviene alia rigida e grave disciphna delle istorie generali , bene in vece si affa a quelle che le origini e le vicende di una sola citta descrivono; nella stessa guisa che nelle vite degl'illustri personaggi non solo non si biasima, ma desiderasi anzi e si loda T accu- rata narrazione dei loro casi , dei loro godimenti , dei loro disgusti e pertino delle loro vesti e delle loro abitudini , sebbene tali minuzie non siano am- messe nelle istorie di cui le gesta dei personaggi medesinii fanno parte. E questi specificati racconti , oltre air uniformarsi al gusto presente ed al conve- nirsi al carattere delle istorie di cui trattiamo , gio- vano altresi ad accrescere il diletto de' lettori : poi- che, come dicemmo, un'intima e piena soddisfazione proviene dallo studio delle cose patrie; onde in questo apprendiamo con mcraviglia e con trasporto quelle lievi e minute notizie che altrove ci lasciano freddi e nojati. E quando riniontiamo ai primi secoli della nostra civilta, volentieri osserviamo le primizie dei nostri privilcgi , dei nostri costumi , dei nostri riti ; :i8 PEI MONUMENTI STORICI DEL FRIULt. e lictamente visltiamo i tempj , i fori , gli alberntii degli avl , etl assistiamo ai loro consigli , alle loro cerimonie , alle loro mense , ai loro 2;iuochi ; e con ammirazione e reverenza veggiamo i maggion antiar cinti cli cuojo e d'osso, ne i figli far paura, na- scendo , ai genitori , ne le case vuote di faniiglia ^ ne le matrone contigiate o dipinte ; e cjuesti esempi deir antica bonta si fanno talvoka radici di ottiini affetti; e 1' onibra dell'estinta grandezza eccita un senso vivo ed un* enudazione se non produttiva cd operosa, bella almeno , cupida, animosa. Non inten^ diamo gia clie si abbia in questa guisa a formare una specie d' istorici panorami : bensi pensiamo die le jstorie delle citta italiane trar potrebbero abbel- limento e decoro da queste particolareg^iate narra- zioni , quando pero vi fossero introdotte con giusta raoderazione e fossero dettate con sobria eleganza. Pertanto, se alia debole nostra voce e lecito espri- mere un ardente voto die formiamo nel cuore, noi preghiamo, e la pi'egbiera vaglia mille, die gV Ita-» liani abbandonino quella, se non ontosa e riprove- vole , certo oziosa ed infeconda cura dei romanzi ! Che non logorino ill cosi frivoli studj il loro inge-^ gno , cli' e il bellissimo degli umani ingegni , il no-* bile loro orffoelio , e somma ed unica lode ! Che si applichino coif istoria patria, die ne rintraccino i documenti , die ne disvelino le bellezze ! Che ritor- nino per tal via alia scuola della verita , a quella scuola die purifica i sentimenti, die rassoda le mend, die perfcziona la morale e la civilta! A noi intanto gode r animo die dair ultima contrada deiritalia ( ed ultima la diciamo per la geogralica sua posizioiie ) sia sorto un tale escmpio die possiamo alle altre pro- porre come nobilissimo e degno d' imitazione ; ne ci resta die bramare , die al progetto corrisponda r esecuzione e die i risultamenti dei ben divisati studj dclTAccademia d" Udine e del professore Pirona riescano tali da poter cssere con pari encomio ri- cordati. Memorie storico-diplomatiche appartenenti alia cittd ed ai Marchesi di Saluzzo ^ raccolte dallavvocato Delfino Midctti saluzzese ^ e pnbblicate con addi- zioni e note da Carlo Muletti. Tomo V. — • Sa~ lazzo , i83r , /jer Z>o/72e/zico Lobetti-Bodoni, in 8.° dl pog- 428, con figure. OpiiscoU concernenti alia storia di Saluzzo di Giovanni Ciacomo de Fia , di Bernardino Orsello e di Gio- vanni Lodovico ViVALDO. — Saluzzo, Domenico Lobetti-Bodoni tipografo , in 8.° Notizie int.orno all origine ed al progresso dclV arte tipografica in Saluzzo date dal profcssore Costauzo Gazzeha, segretario della R. Accademia delle scien- ze. — Saluzzo, i83i, tipogiafia Lobetti-Bodoui, di pagine 2 1 , in 8.° G Jm akra volta ci rallegrammo coi Saluzzesi perche sortiti abbiano copiosi ilkistratori delle loro notizie patiie, e rendenuno akresi coiito dei primi quattro volumi delle Memorie storico-diplomatiche , (*) stese giii da trent'auni dalTavvocato Delfino 3Iuletti e pnb- blicate dal suo figliuolo con copiose aggiunte e cor- lezioni. Vedemmo la storia di Saluzzo condotta in que' primi volumi fino all' anno 141 6, in cui quella citta trovavasi sotto il doniinio di Lodovico /, nono nella serie di que' marchesi. II quinto volume coniin- cia col libro XIII della storia, che progredisce dal- r anno 1416 fino al 1475-, segue tosto il XIV, in cui la storia anzidetta si continua iino all' anno 1604 sotto il dominio del decimo niarchese Lodovico II. A questi due libri e premesso un avviso, nel quale si rende ragione delle copiose giunte e di alcunc variazioni al tcsto fatte dall'editore pel ritrovaniento di nuovi docunicnti e manoscritti risguardanti quellu storia , e la pubblicazione fattasi di alcune reccnti (*) Biblioteca italiana , tonio 62,,°, giugao i83j , pag. 3i8. 3o MEMOUIE STORIGO-DIPLOMA.TieiIE eCC. scritture: giunte e variazioni die piu abboixdanti liescoao in questo volume, perche da clotti per- sonag"^i fu V editore stesso arricchito di materiali , ed ottenne fra gli altri due manoscritti del defunto professore Vincenzo 3Ialacarne, tanto benemerito delle cose antiche di Saluzzo. In uno di quesd trattavasi ap- punto del favore e deirincreniento che ebbero verso il tinire del XV secolo le scienze, le arti e le lettere sui colli Saluzzesi merce dei lumi e della generosita del detto marchese Lodovhco II , giustameate appellate il grande. Si accenna pure in quell' avviso ai leggi- tori la lagnanza proposta da alcuni ( e che noi pure fummo gia tentati di mettere innanzi), perche la storia di una sola citta e di piccola signoria siasi renduta pressoche uguale di mole alle piu famose della romaiia repubblica, o del reame di Francia. Non si risponde per verita a questa obbiezione; ma si dice soltanto che si e voluto presentare uii abbondevo- llssima collezione di chiariti sinceri docwnenti, dai quali possa trarsi una storia popolare (vocabolo che non bene intendiamo), ed elegante, come da taZuno pur si vorrebbe. E a questo pioposito e da notarsi, come da quell' avviso impariamo, che la storia non e ancora compiuta , e che si promette il tonio sesto nel quale essa sara eondotta lino all' anno 1648; si premettera una breve notizia intorno alia vita ed alle opera dell'autore della storia, e si soggiugne- ranno due indici, Funo cronologico dei documenti riferiti, l altro alfabetico delle cose piu notabili. In questo volume, che abbiamo scorso rapidamente, trovauuno lo stesso andamento, lo stesso stile, da noi osservati nei volumi precedenti, la stessa fre- quenza di documenti originali riferiti per intero, che sovente imbarazzano il testo e il lilo della storia, e che si sarebbero potuti acconciamente raccogliere in un codice diplomatico posto in fine dell opera come da altri vedesi praticato, se forse non servisse di scusa agli editori il titolo di Memorie sLorlco-diplo- matiche, per cui si e creduto d' inchiudere molti MEMOUIE STORICO-DIPLOMATICHE CCCt 3 1 diplonii nelle Memorie stesse. E siccome que' documenti appartengono in gran parte alia media, o piuttosto airinfmia latiniia, cosi noi vorremmo che I'eclitore nelle sue interpretazioni di alcuni vocaboli avesse uiu sovente consultato il Clossario del Du Cange. Egli non si sarebbe per tal niodo date pene inu- tili; non sarebbesi imbarazzato sul vera senso della voce platellas; non avrebbe fatte !e niaraviglie, come nella camera meglio addobbata , o di parata del castello di Saluzzo si trovasse una certa panca , die poteva anch' essere una specie di trono; non avrebbe dubitato sul senso delle parole: I'wellatores , variis, domicelle, ecc. , e riguardo all' ultima di c^ueste avrebbe forse sentito diversamente. Veggonsi pero belle giunte fatte daU'editore al libro XIV , massime intorno la celebre apertura del Monviso, alia grotta di quel colle, alia strada della valle del Po , ed in- torno alle prime s'ampe di Saluzzo ed alia lettera- tura saluzzese del secolo XV. A questo volume vanno unite, come ai precedenti, alcune tavole litografiche, il ritratto cioe del marchese Lodovico II ^ il di lui sepolcro, Margherlta di Foix marcliesana di Saluzzo con un suo bambino, Margherlta di Eoussy , altra marchesana, colle sue dami^elle, tratte Tuna e T altra lappreseritazione da quadri antichi , e le monete di Lodovico /, di Lodovico II, e di MargJierita di Foix, in numero di 16, con due sisiiHi, I'uno g-rande, raltro piccolo, del primo e del secondo Lodovico. Quelle tavole sono assai bene delineate , e lodevole ne e pure 1' esecuzione, sebbcne a quella del sepolcro, plena di niinutezze, non era forse ben adatto il metodo lito- gralico. La stampa di questo, come degli altri yo- lumi, fa onore al tipografo, il cui casato ricorda un nome caro alle lettere ed insigne per tutte le eta venture nella storia della tipografia italiana. Saremmo quasi per dubitare che studio particolare dcU'editore fosse quello di impinguare questi volumi di Memorie Saluzzesi, perche ai volumi 3.° e 4.° gia eransi aggiunti gli opuscoli di Gio. Giacomo De 3a MEiTORlE STORTCO-DIPLOMATICHE ecc. Fia, e dl Bernardino Orsello intorno 1' eccidio cli Saluzzo deiranno 1841, ed il memorabile assedio del 1487, e qnesti veggonsi di nuovo ristainpati per intero nel volume 5.° Inoltre vi si e inchiusa la let- tera del professor Gazzera, portante le Notizie in- torno alia origine ed ai progressi dell' arte tipografica in Saluzzo. Questi sono i due opuscoli registrati in capo a quest' articolo dopo il volume 5.° della storia. Delle relazioni importanti (\e\ De Fia e (\() t! qualclie tempo clie si e introdotto V uso nelle opere storiche di sopraccaricarle di una massa enorine di cosi detti dociimenti in prova di cio die si e as- serito : e piu che questi docuniend sono vecchi e barbari , piu da cert' uni si pregia il fatto , confon- dendosi il titolo di benemerenza a favor di quest' uso coi laboriosi editori de" varj Codici che abbianio, ne' quali si e fatta rarcolta diplomatica di inemorie d' ogni fatta e di molti paesi. Dicesi da alcuni che lo scrittore di storia non creando egli nulla , ma pu- ramente riferendo le cose da altri narrate , chi lo ascolta, cioe chi legge le sue narrazioni, megiio che alle sue parole, amera sempre di accertarsi sopra testimouianze irrefragabili. Certo e che chiuiique fac- ciasi a dare una storia , dclla quale non sia egli contemporaneo, debb' ogni studio suo ed ogni atten- zione rivolgere ad esaniinare scrupolosamente cio che nana, ad assicurarsi della veracita deg-li scrittori a cui si affida, a giudicare del loro carattere, della loro fede e scienza, perciocche seguendoli assume egli stesso la guarentigia di cio die afferm a o ne2;a. Ne ha poi da permettere mai che s' alzi dabbio sulla sua buona fede , ed armarsi dee di un severo cri- terio per non essere illuso. E questa una delle parti piu essenziali di chi scrive la storia. Per cio giovauo e le citazioni e le allegazioni di testo , e qualclie volta lendesi necessaria eziandio alcuna discussione. Ma prese le anzidette disposizioni, pare a noi che lo scrittore di opere storiche debba provvedere an- che alia propria dignita , a cui farebbe non dubbio oltraggio , se temesse di dover essere sospettato o di negligenza o di temerita. Di tale maniera hanno usato gli storici antichi, i cjuali hanno bensi alf op- portunita avvertito come seguivano certi vecchi au- tori, dai quali lasciata erasi memoria de' fatti , di cui essi intendevano di rinfrescare la ricordanza al tempo loro-, ma non pensarono mai ad accumular documenti alia foggia di certi moderni per procacciarsi creden- za, ed a quella specialmente usata dal sig. Datta e da altri. E quanti non ne avrcbbc e dovuto e potuto ^O STOHIA DE PHIXCIPI DI SAVOJ\ accumulare, per via d' esempio , Diodoro Sindo nfella sua Bddioteca Storica? G!i amatori d' anticap;!ie por* rebbonsi di buon grado in ginocchio dinanzi a quella J3iblioteca^ e devotamente vi effonderebbero sopra \ a- Tiima , se in proporzione avessero i voUmii, in cui sarebbonsi contenute tante niemoiie in ogni gergo e lingua , quante al proposito sarebbero occoise. ]Ma gli uomini di acnlo senso e di svelta ragione sarebbero stati contenti di quella enorme giunta.*' E che avreb- bero pensato di Diodoro , dappoiche si bassamente avess'egli medesimo sentito di se ? Per lo che cre- diamo, che come in altri rispetti ha preso ad iniitare Diodoro Sicido , in questo singolarniente siasi compia- ciuto d'imitarlo Tautore della Storia d America, opera italiana, la quale presentemente ocriipa al di la del- I'Atlantico i letterati degli Staii-Uniti Settentrionali; e quietate che sieno le politiche effervescenze delle repubbliche nuove e del Braslle , chiamera cola na- turalmente V attcnzione di chi in quelle parti colti- vera i buoni studj. Se ci avea opera, che grande giunta di documenti avesse potato coinportare , era senza dnbbio quella d'America. E non veggiamo noi che sulle due miserabili quistioni dalT egoismo mu- nicipale tra noi eccitate, una sul luogo della nascita del Colombo, Taltra sulla parte che puo avere avuto il Vespucci ncUa scoperta d'America, quistioni per la dio grazia di niuna importanza, e gia dal buon senso decise, a poche pagine di testo, documenti si sono aggiunti sproporzionatamente sovrabbondanti ? L' au- tore della Storia d'America ha fatto giustizia primie- raniente a se stesso quando ha avvisato che di tutli i fatti csposti ha buon fondamento , quantunque non abbia ne citato, ne allegato ; ed lia con cio ancora rispettato i suoi leggitori, i qnali giusto era che dubitando, a' fonti ricorressero, ov era stato T autore. Citare de" docu- menti pei passi che appartengono alia quistione, cio sta in regola: recare per esteso tanta massa di documenti non e che lasso di carta , di stampa e di tempo. Ma cio che in cjuesto argomento sembra a noi de- gno dcir attcnzione de' letterati, massirae neiresame DEL RVMO DI ACAJ\, Ccr. ^l generico della qnistlone , si e , che noti e per anco sciolto il problema piincipale, che con molfo fer- voie si a2;itava tra noi prima della discesa de'Fran- cesi , e che i clamori delle novita piii pressanti fe- cero sospendere. II problema e questo, se i documenti sieno atti a provare la storia, o non piuttosto la sto- ria sia qiiella che prova i documenti , osservandosi nell' esame intervenire alternatamente Tuna e Taltra influenza. E comnnque tale quistione forse mal si apponga ad ogni fatto, a' principali cosi strettamente e necessariamente conviene , che ad evidenza risulta essere nel proposito pienamente essenziale; e d'aitra parte sovente cadersi in petizione di principio, atte- nendosi all' una o all' altra delle conchisloni ; ne po- tersi aver rifugio che in un inevitabile pirronismo. Ci ha dunqne assai pericolo che la pratica , di cui abbiamo Hn qui ragionato, procacci agli scrittori una jmputazione di ciailatanismo. Ma noi non fiiremo questo rimprovero al slg. Datta. Noi teniamo per innocente la sua intenzione ; 1' oc- casione del suo fatto e quella che suscito ildubbio: dubbio tanto piii forte, quanto che codesti suoi do- cumenti non presentano in sostanza che una massa informe di lurida barbarie , cpiale potevaao dare i tempi e gli uomini a cui appartengono , e che la sola necessita rendendo importanti, rimangono abba- stanza onorati da una semplice menzione. Qui hanno bisogno deir indul2;enza del Pubblico , obbligato ad acquistarli senza necessita e senza vantagglo alcuno (i). (l) Os^erveraano forse i lejjgitori che cio cVie 1' autore ciel preseute estratto Teniie dicemlo rispetto alia quirtione se convenga jl riferire i documenti ori- ginaii che ^ervono di fondamento alia storia , non e in armonia con cio che un altro de' nostri Collaboratorl in cjiie.to slesso fascicolo ( pagina 3o) nel rendere conto dtlle Memoria storico-Jiplomatiche di Siiluzzo iVn-e intorno alia puhblicazione di documenti silfjtti. I Direttori dtlla Eiblioteca Jtalinna non si a5sumeranno 1' incarico di porre in concordia quest! due dotti scrittori , amando e£;lino in vece di lasciar libcro il canipo alia discusiione onde dal con- flitto delle opinioni piu fjcilmente emerga la veriia. Sc pero dovessero esporre il toro particolar sentimento, si accoiterebbero pin volentieri al giudizio deir autore dell' estratto sulle anzidette Memorie , specialmente allorche trat- tiii di codici inedili, e cbc col umpo potrcbbero andare smarriti. ( iVo.'a dei Direttori. ) 4a PARTE 11. SCIENZE ED ARTI MECCANICHE. Lezioni di F'lsiologia di Lorenzo Martini. — Torino , 1826-1831. Tomi 12 in 8." Lir. 80 ital. — Tu- mi X, XI e XII ( 6.° ed ultimo estratto. ). Vedi it torn. 66. °i qiiaderno d aprile p.° p."^ pag. 5o di que- sto Giornale. VJonslderati a parte a parte i fenomeni della vita ani ma- le, viene il prof. Martini a fayellare di qnella meravigliosa operazione e sublime, onde la natura coiiserva le specie senza conservar griiidividui^ intendo dire della geiierazione. Nella lezioue LXXXII e ragionamento deli' apparato geni- tale inascolino prima nell' uomo , poi negli aiiimali , iudi delle funzioni genitali maschili. Nella LXXXIII e divlsato r apparato genitale femminino tanto nella donna che negli animali. L' autore prende poscia a contemplare le fnnzioai genitali, che sono proprie del sesso donnesco , dando co- niinciamento dai mestrui: adduce i fenomeni che precedoao e accompagnano il flusso menstruo , e ne indaga I' indole. La lezione LXXXIV ha per argomento la gravidanza. Espone cio che ragguarda la gravidanza, indi il feto, il parto, il puerperio, T allattamento , la superfetazione. Favellando della mola si fa a dlscutere se dessa snpponga atto gene- rativo come reputo infra gli altri lo Zacchia, o no. II no- stro autore s' avvisa di no, non trovando necessita di am- mettere 1' atto genitale a spiegare la mola. Dessa per av- ventura non e che una congerie d' idatidi , le quali ponno svilupparsi in parti, ove non avvi influenza d' umore pro- lifico. Altre volte potrebbe essere un tumore poliposo , e niuna cosa osta che si sviluppi un poUpo nell'utero senza previa venere. Faremo pero por mente, che 1' osservazione non ha disvelato nella vera mola cosa che somigliasse alle idatidi ; e ammettendo un' analogia di testura fra la mola € il polipo , la tenace aderenza de' polipi al loro punto LKZIONI Dl nsiOLOGI.V CCC. 4S tl' appicco non semlira conciliarsi colle facilita onde si spic- caoo le mole dell' utero. Arroge il facile riprodursi de' po- lipi , cio die non osservasi intervenire nelle mole. Avvi poi due osservazioni, le quali rendono assai verisimile clie la inoia sia un falso germe : la prima e che non si videro mai uscire vera mole, ne mai si rinvennero nell' utero delle vergiiii e delle veccliie; la seconda che soventi volte le mole ofFrono i caratteri d' un germe ; poni esempio coa- stano delle membrane ingrossate e comecarnose, le quali costituiscono tutta la massa ; talora rinviensi nel ceutro dclla massa carnosa un vote, da cui sembra sia uscito o svanito per qualsivoglia cagione 1' emljrione. La lezioue LXXXV prende a contemplare la generazione, misterio ta- le, esclania 1' autore , che tutti gli altri vince con immeuso intervallo. Espongonsi le principal! ipotesi escogitate dagli autori, determinandosi innanzi tutto le classi , cui si ponao riferire le varie teorie immaginate sulia generazione. Desse sono due , cioe occasionnlisino e prestubilisnw, E avviso de- gli occasionalisti , clie molccole organiclie venendo ad as- sociarsi o meglio combinarsi tra loro in una determinata maniera prodacono un corpo vivente. Sentenza de' presta- bilisti si e, che i corpi viventi posseggono in se la facolta d' ingenerare individui somiglianti a loro. La classe dei prestabilisti si parte in due ordini: o i." dlfendesi la pre- formazione individuale od evoluzione o palingenesi, suppo- nendo che i viventi al^biano in se il gernie della propria specie, sicche i generati sono edotti dai generantl^ o 2..° la preformayJone generica od epigenesi sostenendosi che noa esiste il germe gia formato ma che si forma , e formasi pel concorso di materiali procedenti dai generanti. Tocca r autore i moltiplici pensamenti de' filosoJi su tale argo- mento dall' epoche piii remote fino a noi, aggiugnendo la propria opinione. Ragiona poi della somiglianza de' generati a' generator! e della megalantropogenesia, cioe arte di pro- creare prole leggiadra e robusta. Nella l^one LXXXVI fa- vellasi del sesso , esamiaandosi la different infra il maschio e la femina relative agl' intiml tessuti , agli umori, agli or- gani in generate, al grado d' incitabilita , alle facolta intel- lettuali , alle tendenze morali. Quivi con una digressione to- glie a celebrare assai donue italiche famose nelle lettere, nelle scienze o nella palestra dell' armi dai quattordicesimo secolo al nostro. Ai Yeronesi pero riescira increscevole 44 LEzioNi m risioLOGiv ruclire accennata come padovana la signora Teresa Albri- relli-Vordoni, autrice di vaghissiini sermoni, la quale nacquej e vive tintora in Vei-ona. Con tale digressione conferma 1' antore il sno assnnto « die il bel sesso noa e fatto per natura a quelle discipline, clie addomandano gagliardia e costanza di raziocinio , ardimento d'aniiiio, vi^oria di hraccia. " U eta viene investigata nella lezione LXXXVII , conipiendosi di tal guisa la storia delf uomo fisico. L'autore definisce le eta « periodi della vita , i quali sono distiati fra di loro per matazioni naturali e spontance. " Discor- dano i filosofi nel dar il nuniero delle eta. II Martini colla piii parte di essi ne amniette sette die sono T infanzia, la puerizia o fanciullezza, Tadolescenza o puberta, la gioven- tu, la virilita, la veccliiaja , la decrepitezza. Nella lezione LXXXVIII e ragionamento del Tempernmento , deW Idiosin- crazia, della Coniplessione , deW Abito del corpo. Addotte le varie definizioni del teiiiperamento date dagli autori o discus- se , ago-iunge la propria seguente: " i temperamenti sono lo precipue differenze tanto fisiclie quanto inorali , die si os- servano nella specie umana. " Amniette tre temperamenti s I." il temperamento sangnigno •, 2° il temperamento gastro- epatico , diviso indue sottospecie, energico cioe e mobile i 3." il tem|5eramento linfatico-cellulare. II temperamento ga- stro-epatico energico corrisponde al bilioso degli antidiii il eastro epatico mojiile al melancollco; il linfatico-cellulare al fleinmatico. Dal die si scorge , die la divisione dt-lT antore consente in essenza con quella degli anticlii. Prende a di-. visare i temperamenti , esponendo i caratteri si fisici che niorali di ciascuno. Cliiamasi idiosincrazia un ]iecnliar mo- do d' incitabilita , per cui un dato individuo da una data potenza od almeno da pochissime viene incitato in una maniera affatto diversa dal generale degli uomini , indipen- dentemente dalla rispondenza che esiste tra il grado d'' in- citabilita ed il grado di dette potenze. Costituzione o coni- plessione e il gi^do di gagliardia di uno o piu individui. L'autor nostro Annette quattro costituzioni, I'atletica, la moderata, ladilicata, la torpida. Prossimo alia costituzione ^ r abito del corpo, ch' e la condizione sua, quale si ma- nifesta all' occhio, indipendentemente da ogni sua azione. Sei abiti annovera il Martini, il cretinico , T apopletico , 41 tisico , il rachltico, il pletorico , il cachetico. Argomento alia lezione LXXXIX costituiscono le varieta della specie DI LOKEISZO MARTINI. 4S wnana relalivt ai clinii. Freinesse nozioui general! geogra- liclie, si aniioverano le variela de'popoli, le razze umaiie, aggiugnendo considerazioiii suUe iiieclesime. La lezione XG e consacrata alT abiiudine. Yieii defiuita f aljitudine per quel inodo di esistere , clie i corpi viventl contraggoiio , tlappoiclie per qiialclie tempo o continnainente o a certi iiitervalli rlanovarono gU stessi atti vitali. Distingue i' abi- tudine da cio clie appeilasi aljito ^ accenna i varj noiiii dati air abitudiue ?, favella delT influenza dell' abitudiue suUe varie parti, e soprattutto snlle tacoitii nientali , sulle tea- denze inorali, sulle inalattie. Dimanda su qual sistema eser- ciii un' inmiediata influenza 1' al^itudine ? E risponde the Tabitudine opera su tutto T organismo ; clie neirorgaiiismo degli animali c'entrano i nervi, i quali hanno la precipua parte uegli eil'etti dell' abitudine f, ma non possono consi- derarsi come stromento esclusivo. Discute> se 1' abitudine sia volontaria o no^ e se puo appellarsi una seconda na- tura. Avverte clie il medico nell' esercizio dell' arte sua debb' avere sommo rispetto all' abitudine ; e chiude la le- zione dando precetti relativi all' abitudine , tanto per cio che raggiiarda al fisico die alia mente e al cuore. — Tutte le parti die costituiscono tin corpo organizzato amicamente cospirano e tendono alia conservazione del tutto. Laonde quaudo una parte vieiie in qualdie inodo incitata, le altre ]nh o meno ne sentono 1' influenza. Cosi fatta corrispon- denza nomasi simpatia o connessioiie diiiamica , ossia cor- rispondenza dei movimenti vitali, che e 1' argomento della lezione XGI. Definita la connessione dinaniica ; ricordati gli autori che ne hanno favellato , Ipocrate , Rega , Tissot , Eartiiez, Hunter, Creve, Dumas; accennate le varie specie di connessione dinamica, simpatia , sinergia , antitesi o an- tagonisino ; proposte alcune proprie denominazioni; avver- tito che le vai'ie specie di connessione dinamica soventi volte si confondono; addotti piii esempli di connessione dinamica, riduce a pochi principj general! cio tutto che pertiene ai fenonieni della connessione dinamica. Imprende quindi a deterniinare qual sia lo stromento della simpatia. Poiclie la vita e una, e tutti i fenonieni vitali voglionsi attribuire ad un solo principio, la simpatia pure deesi ese- guire per un solo ministro. II piii de' fisiologi ebbcro per tale il sistema nervoso; per6 Whvtt attribuisce la parte principale al cervello, Scarpa a' gang]), Bichat ammetteado ^6 LEZIONI DI FI5IOLOGI.4 tkie class! di simpatie come avea fatto due vite, sonm)Ptte air encefalo le sinipatie della vita animale, a' gaaglj quelle della vita or<^aaica. Opinioae dell' antore e la segnente : « Lo strumeato della comiessione diiiainica si e il sistema nervoso: ciascuna parte di lai ha la sua efficacia. L' encefalo e nel suo totale e nel suo coniune sensorio iia pur la sua. I gan> Si fatta detiaizione e consentanea al pen- samento deU'autore, il quale ai soli animali accorda 1" istinto come dotati di sensibilita , negandolo alia piante al tutto insensibili. Noi pero , lasciando la questione se i vegetajjili sieno al tutto destituiti di sentimento, reputiamo non po- tersi negare ad essi 1' istinto , questo benelico e preveggente governatore, cui la natura ha accordato ad ogni essere vivente dall' uomo al polipo, al monade, dalf adansoaia , dal cedro del Libano, airumile mosco, al tartufo. E pero piacerebbeci megllo definir I' istinto per un interno impulso, per una determinata tendenza a certe cose accordata dalla natura agli esseri org.inici senza necessita di esterne cagioni. Avendo noi investigato si fatto fenomeno a f. 149 e seguenii del nostro Saggio di osservazioni e di sperienze salla vegeta- zione degli aiberi, reputiamo non al tutto vano Taddurne un brano in conferma del nostro peiisamento. " Non mi ricorda d' aver letto , che ad altri sia intervenuto vedere questo singolare fenomeno , che il margine superiore d' una circoncisione generi radici, e F inferiore rami o gemme le- gnose ad onta clie ambedue siano sepolti nel terreno. Ben mi e nota un'ipotesi imuiaginata a dar ragione di cio che of- frnno tutto di !e radici e le rame di moltissimi vegetabili: \ale a dire che esposte all" aria le radici si adornano di rami, c questi sepolti, si vestono di radici. Si e supposto DI L0REX20 MART^I. 47 pertatito esistere in ogni parte della pianta germl raniosi e germi radicali, e si aggiunse svilnpparsi i primi quando I'organo e a contatto dell' atniosfera , i secondi qiiaado coperto di terra. Pero cotale ipotesi non mi pare atta a dare splej^azione del fenomeao su descritto. Perclie da am- ])edue i margini noa sono spuatate radici, se ainbedue eraao sepolti nel suolo ? lo lio dato un cenno di quelio die sento rispetto a cio nelle niie Considerazioni intonio al caratteri die si \'Ogliorio distintm delle piante dugU atiimaU. Sono d'avviso doversi tal fenomeno a quella legge , cui la natnra assog2;ett6 tutti i viventi pel loro lien essere, e clie cliiamasi Isiint.o. Quei clie conoscono T economia vege- tale sanno e gii strettissimi rapporti clie passano fra rami e radici, e i loro reci]iroci bisogai. E pero, dove sia in- terrotta la comunicazione di quelli con queste, si sforzano a vicenda rinnovaria, anilDedue pel proprio nieglio. Ed ecco la ragione cade snl margine snperiore spuntarono radici per porre i rami in comunicazione col snolo, e sul margine inferiore rami soltanto , aflinclie le radici corau- nicassero coiratniosfera. Ecco perclie togliendo un anello di scorza, ovvero atterrando un tronco sorgono dal ceppo e dalle radici molti polloni; perclie in fine nelle circonci- sioni sia cosi sensibile la direzione dei cercini e del bitor- zoli verso il basso, onde rinnovare la comunicazione delle rair.e colle radici. •> Tornando alTautore, el ricorda gli scrlttori clie tratta- rono delfistinto; espone i fenomenl piii conspicui dell'istinto nell' uomo e nei Ijruti : avverte esservi scrittori cbe ne- gano I'istinto, fra i quali il Darwin. L'autore sta fra quelli die ammettono I'istinto, avvertendo pero, che e stato inolto esagerato; prende poi a diiarire le differenze fra I'istinto e l' intelletto. Entrando nella disamina dell' istinto assevera n esser proprio degli esseri sensibili, dunque le piante non aver istinto, e se si venisse a provare die Tab- biano, esser dotate di coscienza, perche I'istinto apparte- nere all' animo. " Secondo il Martini e 1' istinto la base della moralita, e vuol essere stiidiato dal medico e dal filosofo. Nel duodecimo ed ultimo tomo sono esposte tre lezloal , cioe le XCIII , XCIV , XCV , oltre I'indlce generate con giuute. La XCIII prende a contemplare la inorte. Si addu- cono i diversi sens! dati al termine morte , indi le varie deiinizioni , delle quali la migliore a iioi parve la seguente: ^8 LEZIOXI m nsiOLOGlA n cessazione perenne della vita. " Tocca le varie specie di uiorte, e la dottrina del Bichat snlla niorte. Favella delle cngioni , dei prodromi, degl' indizj di vera inorte, non che della necrotomia o sezione del cadavere o autopsia cadaverica. Ragiona dei niutamenti cni soggiace il corpo morto ; aggingnendo considerazioni onde provare , che la tnorte ne dover iiispirare spavento, ne volersi senza giusta cafioae provocare. Tennina la lezioae con iin cenno suc- cimo snlla mortalita. La polarita viene partitamente iuvesti- gata nella lezioiie XCIV. Le generalita sa tale dottrina , gia presa in disatnina altrove , vengono iterate a nieglio conoscere i peusaiiienti degli scrittori die spiegarono la vita CO* poteri elettro-dinatnici. Viene applicando la dot- trina aile singole funzioni , elaborazione degli alinienti, assorbimento , azione del sistema irrigatorio, respirazione , secrezione , niitrizione e temperatnra vitale, azione nervosa e muscolare, sonno, generazione, ingegni e passioui. Fa fine con un esanie critico di cosi facta dottrina, conchiu- dendo assennatamenle , che a spiegare i fenomeni della vita jecondo la polarita, convien fare una violenza alia nostra ra^^ione, cio clie come scrive il Dnmas, e un gran criterio per dnbitar della verita del sistema. Non e piii saggio di- visamento alibracciar quella ipotesi,che e piu seniplice, e se non convince spiega almeno gli effetti in un mode pro- babile ? L' ultima lezione discorre d''un''altra maniera d'in- dat^are i fenomeni della vita collo sparare animaii viventi , cioe delle ih'isezioni. Espone un Inngo estratto della Memo- ria del D.. Lund coronata dalT universith di Copenhagen, ripetenlo il proprio instruttivo compendio gia pahblicato nel dizionario periodico di medicina e aggiugiiendovi al- cune riflessioni. Propone quindi I'instituzione d'una societa, per avviare i fisiologi alia meta cni teadono, cioe a cono- scere il sublime maaiisterio delle funzioni. Nell' indice ge- nerale ha 1' autore inserite alquante giunte , delle quali le piu rilevanti sono quelle die risguardano le scoperte e osservazioni dei chiarissimi Lippi e Panizza. Peccato ! che qui, come in tutti i precedent! volnnii, Incoutrisi un'infiiiita d'errori tipografici e strafalcioni cosi fatti, che soventi volte a gran fatica coniprendesi il pensamento deir autore! Finalmente in altra giunta risponde a un no- stro articolo inserito in uno de' precedenti estratii , nel quale abbiamo afFermato oppostaniente al Martini, che non DI LORENZO MARTINI. '4g ammettinmo punto la teniperatura vitale delle piante. EgU pertnnto alFenna : « lo mi fo a credere, clie qnesta sia uaa delle verita piii diinostrate nella fisioloj^ia. >> Tuttavolta ei non ailduce verano speriinento die attest! essere la tem- peratiira vitale delle piante una delle verita piii dlniostrate yiella fisiologia. E termina la sua scrittura dicendo: <> Del resto chi puo igaorare die la teniperatura e meno rigorosa dove vi soao vegetabili? Come mai spiegare questo feno- iiieno, se non si ammette che essi svolgono calore? Noi dniique coutinueremo ad ammettere la teniperatura delle piante? Pero die la teniperatura ataiosferica sia meno ri- gorosa ove sono vegetabili, noi reputiamo pensamento al tutto erroneo. Lasciando stare gli argomenti, che T ottica ne fornisce a provare, die ove sono piu vegetabili ivi la teniperatura dell'aere debb' essere menocalda; la sola tra- sj)irazione delle piante ne ofFrj di cio una prova irrepu- gnal)ile. Niuno ignora die la piu parte della linfa delle piante si elimina per traspirazione ; e sappiam dalF Halles , dal Duhamel, dal Bonnet, dal Senebier, dal Saussure quanto immensa sia tale traspirazione. Laonde il rapido passaggio di cotanto liquido alio state aeriforme a tutto dispenclio del calore atmosferico debb' essere fonte rileyaa- tissima di frescura. C, P. BILL Ital. T. LXVIII. Sail invenzlone de sostegid a conca e de canali a de- rtvazione intermedia. i^redesi comunemente die moderni siano i due grandl e luniinosi ritrovati die servono di base fondamentale all at- tuale sistenia di artificiale navigazioae , il sostegno a conca cioe, e V intermedia deriiazione a strbatoi. Lo Zendrini attribui 1' invenzione del sostegno a conca ad ingegneri viterbesi, i cjnali nell' anno 148 i il posero in uso sul Bren- ta; r asserzione di quel valente uomo fu ammessa dagli ficrittori die gli succederonoi ma piu recentemente Bru- schetti diiiiostro che la conca di Viarenna in Milano e an- tecedente , e die ne furono autorl gl' ingegneri ducali Fi- lippo da Modena e Fioravanie da Bologna (i). Gli stranieri istessi credono die V importantissima ed utilissima inven- zione del sostegno a conca e dovuta agl' Italian!; quest'opi- nione e si onoievole per la bella patria nostra che proviamo non piccolo riiicresciniento di doveila contraddire ; pure pensando die 1' amore di verita dall' aniore di patria noa deve essere depresso , e die questo in verun iiiodo noa deve impedire die tolte siano le non fondate creden/.e comeclie lusinghevoli , esporremo candidameiue i fatti che air indicata opinione s'oppongono; inoltre faremo osservare che quantunque 1" intermedia derivazione a serbatoi fosse probabilmente sconosciuta agli Europei antichi, non lo era gia agli antichi Cinesi. Un canale di grande nadgazione altre volte esisteva tra il Mediterraneo e TEritreo; Erodoto , Diodoro Siculo , Strabone, PllniO;, Tolomeo il geografo ed alcuni scrittori arabi ne fanno cenno. Secondo Erodoto , Neco figlio di Psammitico Re d' Egitto fu quegli che ne intraprese lo scavamento. La larghezza del canale bastava pel libero i)assac"Tio di due trinmi di fronte ■, la sua lunghezza tra- ' "^ . . ■ 1- • • 1- • scorrevasi in quattro giornate di navigazione; egli sortiva dal Nilo poco al disopra di Bubasto , ed univasi al mar (i^ Istoria de.i progetti e delle opere per la navigazione interna del Milanese , di Giuseppe Bruschettl. — Milano , 1821, in 4.*, a peg. 12. 5ULL* INVEX7,rOXF CCC. 5l Ko9so in vicinanza di Putamo. Infelice fii l' esito delT in- tiapresa di Neco, e ventisei mila nomlni perirono scavando i! canale. Dario riassnnse in seguito gli abhandonati lavori, ma Diodofo, Slraboiie e Pliiiio concordano nelF affennare die iniuili farono i suoi tentativi. A Toloraeo secondo fu riservata la sorte di ridurre a compimento questo canale i clie poi fii ristaurato daTrajano, secondo alcuni , oppnre da Adriaiio , secondo altri. Gli Arabi lo ripararono di bel nnovo 1' anno 689 dell''era volgare ; ma cesso d' essere na- vigabile dopo T anno 76a, epoca in cui il Califo Almansore ordino al suo governatore in Egitto di farlo cobnare per pnnire la ribellione de' Medinesi , a cui era di molta ntilita. Dalle vestigia ancora esistenti di questo canale rilevasL die serpcggiava sopra un piano dolcemente inclinato verso I'Eritreo, e die ne' due suoi estremi il pelo d'acqua do- veva essere assoggettato a variazioni periodiclie assai rimar- chevoli. Alia foce le ditFerenze di livello dipendevano dalle maree ed erano poco minori di due metri ; all' imbocca- tura ascendevano talvolta sino ad otto o dieci metri , e derivavano dalle notissinie periodiclie alterazioni del Nilo. L'accennata circostanza locale si sarebbe opposta invinci- bilmente alia regolare navigazione non solo , ma anclie alia sussistenza del canale senza V invenzione di un artificio capace di arrecare 1" opportune riinediof, in fatti la grande elevazione dell'acqua, in certi tempi, avrebbe cagionato tali velocita da sconvolgere fondo e sponde, e da mettere il canale in so'jquadro se P acqua avesse potiito scorrere sbrigliata. A domare un tal inipeto distruttore senza im- pedire la navigazione non scorgesi nel caso contemplato altro artificio valevole fuordie quelio de' sostegni a conca. Avvegnaclie tanto i sostegni a cateratta semplice, quanto quelli a piano inclinato sarebbero stati compintameute inef- ficaci i i primi perche evidentemente non conciliabi'i col libero e pronto passaggio di navi e barcbe a grande por- tata ; i secondi perche non servono per loro essenza se non quando P altezza di caduta e costanie, oppnre quando Paltezza del pnnto piix alto non varia come avviene ap- punto negli fcha cinesi, e ne' sostegni usati sui canali di piccola navigazione. II canale in quistione ricliiedeva almeno due sostegni a conca, uno alia foce d' ordinaria altezza e P altro alT im- boccatura : quest' ultimo doveva essere ad un solo salto 5a SULL INVENZIONE ed a grancle caduta, a simigliaaza de' sostegnl che I'inge- gaere Meda aveva immaginato pel caiiale di Paderno , op- pure a simiglianza di qnelli die ora esistono nel Belgio ed in Olaiida, come per esempio la conca di Bonzingne sul canale tra Ypres e N'ieuport, la cui cadnta totale e di meti'i sei e quattro decimetri. Sarebhe stato altresi utile che OTiiiina delle due conche avesse avuto tanto aell'alto, quanio al basso doppie porte angolarl cogli angoli rivoUi in senso o\3posto, come con ottimo efFetto snolsi di pre- sente praticare all' estremita di alcuni canali che o deri- vano , o shoccano in nn tiuine soggetto a notevoli varia- zioni di livello. Dal sin qui detto concludere si potrebbe die i sostegni a conca farono efFettivamente impiegati snll' antico canale egiziano , quand' anclie non esistesse testimonianza scritta da antichi amori i ma Diodoro Sicnlo ci toglie qualunque dubbio a questo riguardo : « Nel processo de' tempi, dice » egli (lib. 1, cap. 3), Tolomeo secoixdo diede T ultima >» niano all' opera del canale, e face costruire con somma » niaestria , in luogo opportuno , un certo ingegno il quale i> aprivasi quando passare si voleva e poi chiudevasij >/ r eflPetto ottimamente corrispose al disegno. II canale » chiamasi Tolomeo dal suo autore, ed ove entra in mare » v' e una citia detta Arsinoe. " Alcuni supposero che Diodoro accennasse un sostegno sem|ilice a cateratta, od nno a piano indinato; ma questa interpretazione non e ammissiliile per le ragioni gia addotte, e perche non con- corda con quanto T autore asserisce — La sominu inaesfria COIL cui divisato fu I' iiisegrio che allcrnndvnmtnte apr vasl e chiudevasi. — L (ffeito ouimamente corrisponilenf cot dise- gno. — ' sono tali espressioni che nel cnso contenqdaio in verun modo attribuire si possono ad aliro che ad un so- stegno a conca. Tolomeo, per superare gl' indicati gravisslmi ostacoli che si opponevano all' attivazione del canale, ha potuto ritrarre grandi sussidj dalla in allora fiorente sciiola d' A- lessandria, si fecomla di chiari unmini, ed alia quale ap- partennero e T insigne Jcrone , e f ingegnosissimo Ciesibio, inventori, 1* uno della foniana che porta il suo nome e della eolipila a roiazione, che considerare si puo come la prima e la piu semplice delle macdiioe a vapore, Taltro della tromba aspirante, del mantice ciliadnco e deU'argano. Dli' S06TEGNI A CONGA CCC. 53 Cio clie Neco e Dario non conseguirono, fu ottenuto da Toloineo merce 1' invenzioiie del sostegno a conoa , clie fa di tale efTicacia da penuetiere posterionnente la libera navigazione del canale , sotto il dominio de' Romani e sotto cjnello degli Arabi , ogni volta die il governo voile prov- vedere alio spnrgo ed alia niaautenzione del canale mede- simo Se poi i Romani non iniitarono uti si luminoso esenipio in altre provincie del loro impero, causa ne fii r indole loro essenzialmente marziaie, per cui nelio stabi- lire delle vie di comnnicazione guiJati erano da viste pu- ramente niilitari , e poco cnravansi di promovere il com- mercio e 1' indnstria. Ne' secoli bassi finalmente la caligine deila barbarie spense la niemoria del sostegno a conca insieme con qaella di moltl altri prodotti deirantico in- civiiimento. L' esistenza di molti fra i canall che solcano oggidi il territorio di colte nazioni, e contribuiscono non poco alia prosperita loro economica ed industriale, dipende dall' Jn- Venzione de"" serbaioi artificiali , cost chiamansi certi laghetti artefatti entro alcnne valli ad oggetto di dare aiiinento ad un canale a due declivj , nel case in cui fra le due estre- mita esistesse un'altura che fosse d' uopo di sorpassare. In Europa i due piu antichi canali conosciuti di questo genere sono, primamente, il canale di Briare tra i fiumi Senna e Loira , incominciato I'anno i6o5 ed eseguito sotto la direzione delT ingegncre Crosnier; in seconilo luogo, qnello molto piu grandioso di Linguadoca, intrapreso da Riqnet, per congiungere il Rlediterraneo coirOceano, ed il cui eseguimento ebbe principio I'anno i668 coU' assi- stenza di Andreossi ingegnere italiano. IMolto tempo prima pero nella Cina esisteva un canale del medesimo genere, ed e il gran canal Yun-liang-bo che e ancora il maggiore di tutii. Un gran lago posto tra alti monti, da cui scaturiva altre volte un fiiime, somministra al canale le acque ali- mentatrici ; a qnesto effetto i CinesL chiusero T imbocca- tura del fiuine; ed avendo traforato un monte fecero pas- sare le acque per qnella nuova apertura, da cui parte ua tronco di canale che conduce le acque suddette ad una mezza giornata di distanza sino ad nn tempio clilamato tempio del parti-ncqua ; ivi poi incominciano i due graa rami del canale, 1' uno de' quali s' incammina verso setten- trione , T altro verso mezzogiorno. II celebre Marco Polo 54 sull'invemzione fa cenno dl questa grande opera, ina in ua inodo alqnanto oscuro. L' iadicazioiie data dal viaggiatore veneto fu poi chiarita ed ampliata dagli scritti dei missionarj Duhalde, Magaillans e Mai-tiiii e ricoiifermata dalla descrizione de' canali della Cina die 1' illastre orientalista Klaproth de- sunse dagli antori nazionali, e die inseri negli Annates des voynaes ( febbrajo 1827). II padre Martini paria con ammirazione di qnella colossale intrapresa idraulica de* Ci- nesi e la considera come la piii pregevole cosa di questo eenere die esista al mondo. E pero da notarsi die un si favorevole concetto scemasi non poco in vista della imper- fezione singolare dei sostegni a piani inclinati die ritrovansi snl caaale in quistione, imperfezione per tanto tempo nian- tenuta dalla ben nota immobilita dell' incivilimento cinese. II padre Magaillans da una curiosa descrizione della nianovra die usasi quando una barca deve passare pel mag- giore degli t:ha o sostegno di quel canale. « Quando una w barca e giunta al piede del sostegno, dic'egli, quattro y> o cinque cento uomini od anche un maggior numero , » posti parte a destra parte a sinistra del canale , tirano » simultaneamente la barca col mezzo di moke corde at- » taccate alia prora; nel tempo istesso alcuni argani posti » sui grossi muri di pietra viva del sostegno cooperano » alia manovra. Altre funi maggiori sono avvolte a grosse >» colonne per ritenere la barca nel caso in cui acciden- » talmente si rompessero le indicate corde. II moto in » principio e lento, ma va poi gradatamente accelerandosi, >> il suono d'un timpano e le grida concord! dei lavoratori » scrvono loro d' indicator! : cosi la barca in breve tempo " giunge alia sommita del piano inclinato. Scendono le " liardie con grande celerita, ma altresi con molto peri- » colo; durante la discesa sono ritenute da molte funi at- )> taccate alia poppa, die si rilasciano uguaUnente d'ambe >> le parti \ contemporaneamente varj uomini armati di " periidie uncinate dirigono la barca e 1' impediscono di » urtare coniro i muri ed i pilastri del sostegno. " Ponendo a confronto la penosa, pericolosa e costosissima manovra usata ne' sostegni cinesi, col giuoco facile, spe- dito, sicLiro ed econoinico de' sostegni a conca meglio scorgesi il grandissinio pregio di questi uhiini. Lode immortale sia dunque attribuita a quebeuemeriti Itallani i qnali, se])bene non possano considcrarsi come primi inventori , pero nel de' sostegni a conca ccc. 55 quinJicesiino secolo Fianno sapiuo colla foi-za del loi'o in- gegno fipro lurre uii si mii-al)ile ritrovaaieiito di ciii Li barlj.irie de' secoli aiiteriori aveva cjnasi coinpiiitaiuente distrutta ogiil inemoria. I nostri aiitenati furoiio e vero maestri all' Earo|ia d' ar- tificiale navigazione, come lo furono di tntti gli altri rami dell' architettura idraiilica, ma ora coaviea confessare clie altri popoli e specialmeute gl' Iiiglesi ci sorpassano per la grandiosa estensiotie clie seppero dare all' interna navi- gazione, la quale combinata col sistema delle strade a ro- taje formo sul loro snolo un mirabile intreccio che contribui net modo 11 piu sorprendente a favorire 1' attivita del loro commercio a cui e intimamente congiunto lo stato fiorente della loro industria : cercliiamo adunque di ragginngerli e di sorpassarli se far si pno. Non trascuriamo le strade a rotaje, ma soprattutto poniamo mente ai canali di piccola navigazione sinora presso di noi negletti. Essendo carattere loro distintivo di attenersi alle minime dimension! , ed alle conformazioni le piii semplici e le piu economiche , eJ avendo individnalmente uno scopo limitato e per cosi dire locale, sarebbero fra le opere di pubblica iitilita le piii convenevoU per servire d' oggetto alle speculazioni di pri- vate societa, e ad addestrarle a piii ardimentose intrapre- se, cosicctie a poco a poco emnlare potessero quelle che ia Ingliilterra prodnssero gli efTetti inopinati, quasi portentosi che formano giustameate rammirazioue delle altre nazioni. D' altronde i canali di piccola navigazione, congiunti coi maggiori . diventano ramificazioni vivificanti atte a som- niinistrare loro alimento e vigoria. 56 APPENDICE. PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE. Journal of an expedition. — Giornale d' una spcdi- zione intrapresa colV intento d' esaminare il cor so € V imboccatura del Niger, ossia Relnzione dun vinggio sii questo fiume da Yaouria sino alia sua imboccatura , di Riccardo e Giovanni Lander. Lon- dra 1 832, e Parigi, colla traduzione francese di viadaina Luigia Sw. Bclloc, loSa, torn. 3, in 8.°, con una carta geografica ^ e con figure. Articolo I. J.1 niisterioso velo ond'era coperta 1' interior parte clelPAfrica Va di giorno in giorno sqnarciandosi, merce dello zelo e della perseveranza d' intrepidi viaggiatori. Le portentose relazioni degli Arabi sono ora svanite come altrettanti fantasmi: i cors-i delle grandi acqne, le interminahili catene di nionii, i laghi imniensi, ricettacoli e sorgenti d'iminensL fiunii, i tanti e si niaravigliosi racconti di esaltate fantasie pill oggimai non sussistono clie sulle carte tO|D0gra/icIie, e nelle antiche narrazioni piii roiuaazesclie clie probaljili o veritiere. La citta stessa di Tenibociou, qnesto si fanioso emporio del centro dell'Afiica, questa terra beata die fu tanto discussa ed a cui tendevano le mire de' nioderni geografi, e oggimai apparsa nella sua pienissima luce. Teiuljoctou non e piu clie una miserabile unione di tugurj, senza nuira che la difendano , in ardentissima pianura coperta dalla polvere del deserto, senz'acqna, senza verdura, senz' oni- bra : essa non e piii una delle maraviglie del coiitinente APP. PARTE STRANIERA. Sy arricano (i). A' d\ nostrl per tanto non il solo contorno di questa parte dell' aiitico moiido ci si presenta sotto la sua vera fisoiiomia •, ma anche gl' infocati , gl' inaccesslbili ed inospiti paesi delT interno ci oflrono preziosa messe di nnovi e sicuri documenti per la topografia, per T aspetto fisico delle terre, per la condlzioae politica, religiosa e morale di popoli, die prima stati noa eraao da alcua Europeo visitati (a). Clie se pongasi mente all' immanita de' pericoli e dei disastri, cni fannosi incontro i generosi che sifFaiti viaggi iiitraprendono, quanta essere non debbe la maraviglia nostra, quanta verso di loro la nostra riconoscenza' Per- ciocche ricliiedesi cU' eglino innanzi di porsi in cammino facciano il sacriliclo della propria vita, convinti die contra nn grado di probabilita pel ritorno , venti ce ne ba ]ier la morte i del cbe Umnosa testimonianza ci lasciarono e Rlungo Park, e Laing e Cl-ipperton, e i nostri Belzoni e Broccbi e tauti altri celeberri.m viaggiatori: e d' uopo alibandonarsi alia pill grossolaqa indigesta nutritura di legumi, di radici, di carne d'elefanti, di pantere, di zebre e di altri sifFatti aniniali ; carne cbe non puo sempre ottenersi col daoaro o col caa'.bio, ma cbe spesso procacclar conviensi cacciando col facile: e d' uopo d' una salute ferrea, d' un tempera- mento die resista alle subitanee variazioni di trenta gradi di temperatura, e a' pestilenziali miasmi die esalano SI dalla terra semispaccata pel calore, e si ancora dalle paludi arse da! sole, da un sole di fuoco; cbe resista inol- tre a noiti gliiacciate, alia noja delle solitudini , al totale abbandono del mondo nel mezzo di perlide nazioni : e d' uopo iinalmente trascinar seco ed armi per imporre ad una moltitudaie di capi vilissimi col forte, arroganti col de- bole, emercanzie ed oggetti d'ogni genere onde saziare la cupiuigia de'piccoli innnmerevoli despoti , cbe vendono i passaggi ad altissimo prezzo, e degli ipocriti sacerdoti del (1) Veggasi il tomo 59.°, agosto looO, di questo Gioniale pag. 2l3 e seog. (2) Grandi cliiariiuenti sulla topogi'alia e srlla rondizione di questa parte del mondo ha pure recato il signer J. B. Douille coUa relazione del siio viaggio al Congo ed airinteruo deU'Africa equiaoziale , fatto negii aiini 1828, 1829 e i83o, che fu non liA giiari pubblicaio a Pai-igi, c di cui dovremo piue ragionare. 58 APPENDICE feticismo che mercanteggiano la possente loro pfotezione ^ senza della quale i viaggiatori male reggerebbersi in mezzo a genti riella piu assurda superstizioqe immerse (i). Dal segiteafe l^rano della relazioae de' fratelli Lander, sul cul viaggio imprender dobbiamo a dlscoi'rcre, potra di leggieri giudicarsi della pertinacia , direm quasi, di cui eglino ar* marsi dovettero per condurre a compimento la loro spedi- zione: n Sebbene assai di rado ne parliamo^ nondimeno fummo pressoche sempfe piu o meno indisposti nel corso del penoso nostro viaggio. A dirlo in breve , pochl giorni erano trascorsi dopo il nostro sbarco a Badagry , e di gia noi cominciavamo a sentire i perniciosi effetii del clima africano, ed a provare un grado di languidezza, die dal piu ardentc entnsiasmo non seuipre potea superarsi. E cosa quasi inutile 1' aggiugnere ciie spesso il nostro coraggio veniva meno sotto 1' influenza di quel prepotente avversa- rio : non avtvamo alcun mezzo per resistere a' suoi assalti contro della nostra costituzione. " A' quali incomodi aggin- gnersi debbono le fatiche, le privazioui e i disastri d'ogni genere , onde i due fratelli furono pressoche sempre ac- compagnati. Nessun geografico argomento ando forse piu soggetto ad ipotcsi o discussioni, quanto quello risguardante il fiume I^iger^ detto da' natii o moderni Africani Dhioliha, o Quorra. Tanta fu da' piu remoti tempi sino a' di nostri la varieta nelle opinioni de' piu dotti geograii intorno al corso eel air imboccatura di questo fiume! Erodoto, il padre della storia, viene nella sua geografia dell* Africa raccontando che pill giovani Nasamonii ( popolo che soggiornava al nord dell* Africa suUa costa del Mediterraneo ) partiti dal- TEgitto viaggiarono tenendo una direzione occidentale sino a clie giunti ad un fiume largo e di coccodrilli rlpieno , che scorreva verso il sole levante, condotti furono da' natii ad una considerevole citta posta sulle sponde di quel fiume. Ora il signer Luogot. Colonnello Leak in una lunga Memoria, da lui letta alia Societa geografica di Londr.i nella prima radunanza dell' inverno scorso , s'avviso di sostenere che il fiume cui giunsero que' giovani viaggiatori (i) Veggasi il quadro che di qupati medesimi pericoli e antivc- dlmenti trovasi nel tome 24.° de'Nouv. Annales des Voyoi^es ctc.^ par MM. Eyries^ Larenaudiere et Kloprotk. PARTB STRANIERA. 5o i; appunto il Niger, e che la cltth alii quale condotti furono essere noa potea clie Temboctou. Ma ad una si reinota epoca , siccome quella lo e di Erodoto , di circa cinc(ue secoli prima dell' era cristiana, epoca in cai il Nilo nella sua maestosa grandezza attraeva rattenzione degli scrittori contemporanei, dovea naturalmente concliin- dersi che il fiuine da' Nasamonii incontrato, disceadente secondo essi dall' ovest , andasse a congiugnersi con uno de'snperiori rami dello stesso gran fuime d' Egitto. Di la provenne il prirao errore , da Erodoto promnlgato, cioe che il Niger fosse una delle plu recondite sorgenti del Nilo. Strabone pochissimo parla del Niger: molto ne ragiona Flinio, il quale lo fa scorrere nella bassa Mauritania per deserti di sabbia , ma in fine conformandosi ad Erodoto lo congiugne col Nilo, e ne forma un solo e medesimo fiume. Mela, il pill avveduto degli antichi geografi , dopo d' aver fatto scorrere il Niger dall'ovest all' est, candidamente con- fessa che giunto che sia questo fiume nel centro dell'Africa piu aversene non puo notizia alcuna. Tolomeo fu il primo che disciolta abbia I'immaginaria unione del Niger col Nilo: ma troppo vaglie presentansi le sue idee sul corso del primo di que' due fiumi, e sembra anzi ch'egli di piii fiumi un solo ne fornii. Col disciogliersi del romano impero divennero ancor pill incompreusibiii le opuiioni intorno al misterioso finme. Sembrava bensi che gli Arabi , da' quali tutto occupavasi il nord dell'Africa, erranti per abitudine, soniministrar potessero piii esatte e piii numerose notizie; pure eglino non furono piu felici de' loro predecessori. Perciocche diedero al Nilo ed al Niger una medesima sorgente , sup- ponendo che nientre I'uno si getta al nord nel Mediterra- neo;, r ahro traversando I'intero continente metta foce per r ovest neirOceano atlantico, da essi appellato mare tene- broso: per distinguere poi I'uno dall' altro davano al Niger il nomc di Dlilo dci IVegri. Finalmente i viaggi e le marittime scoperte de'Portoghesi nel secolo XV recata avendo gran luce alia topografia del- 1 Africa, nascere pur fecero la speranza che cliiarire si potesse cio che fin a quell' epoca stato era nelle teuebre avvolto. Eglino tutt'intenii ad accrescere le loro conquiste neli India, e costretti a seguire quasi passo passo le coste del contiiieute africano^ vi fondarono successivaniente piu 6o APPENDICE emporj , donde le loro indagini si estesero alle parti in* terne. Nondimeno ne le loro corrispondenze co'natii del Senegal e del regno di Gainbia, ne le r.oninnicazioai loro ben anco con Temboctou furono sufficienii a distrnggere r errore il quale si perpetno quindi in tutte le loro carte: venne anzi comunemente alibracciata V opinione del grana- t€se Leone Africano, versato quant'altri uiai nella letteratura orientale. Questi faceva non altrimenti scorrere il Niger verso r ovest. Pero la sua opinione non in altro differiva da quelia degli Arabi , fuorclie nella sorgente , ch' ei col- locava air ovest di qucUa del Nilo. Egli considerava il Niger come l^emissario d' un gran lago sitnato al sud di Bornou, donde discendere lo faceva all' ovest siao alTOceano atlantico. Tale opinione fu in parte abbracciata da due celeberrimi geografi francesi dello scorso secolo , i signori De Lisle e d'Anville, ina essi ancora non furono piii felici nel determlnare il vero corso del fiume. Tale era lo state delle cognizioni intorno al Niger, quando nel 1788 venne a Londra istitiiita una Societa geografica al solo oggetto di estendere le scoperte neU'Africa. Da queir epoca ebbe principio una nuova era e luminosa ne' progress! della geograiia in quel continente. II j^riino e principale scopo di tale Societa fu il gran proi)lema sul corso e sulT imboccatura del Niger. Venne percio promesso un premio a chi pel primo giugnerebbe a scioglierlo. E pel primo presentossi I' americano Giovanni Ledyard, uomo d'un coraggio straordinario, avidissimo di avventure, indurito alle faticlie ed ai disastri di lunghi e perigliosi viaggi , perciocclie aveva egli accompagnato il capitano Cook nel giro del mondo. II Ledyard parti nel- r anno stesso 1788 coif intento di penetrare neU'Africa per I'Egitto, e di traversar quindi il continente alia lati- tudine del Niger. RLi giunto al Cairo cd ivi altaniente ir- ritate per la tardanza della carovana , coUa quale porsi dovea in cainmino , si avvili , si scoraggio, e con una rapida nialattia die fine alia splendida sua carriera- Egli tutta nutriva I' audacia per le grand! iniprese ; pure man- cava della pazienza, e questa e neU'Africa la piii essenziale qualita per un viaggiatore. Dopo il Ledyard parti nel 1789 il signer Lucas col medesimo intento, e la geografia dell'Africa merce di lui fece qualche progresso: nia egli non peuetro die a cinque PARTE STRANIERA. 6 I cJornate tia Tripoli ; e forse ti-oppo facilraente afiidandosi nlle asserzioni de' mercanti del Fezzan die del corso del Ni'^er una relazioiie si fatta, die dalle receiiti scoperte non vetine in alcun modo confei-mata. La Societh rivoUe allora le sue attenzioai alia costa delFovest, siccome queila die pei- penetrare sino al Niger magj^iori facilita ofFeriva, die Tripoli e TEgitto. A tale impresa s'accinse pel prinio nel 1 79 1 il maggiore Hougliton, die state essendo per piu anni console inglese a Marocco famigliarissimo erasi fatto col carattere e coU'idioma degli Arabi. Egli rimonto il finine Gambia sino ai limiti del gran deserto , ma spo- gliato e derelitto dai mercanti mauri co' quali erasi unito cesso di vivere a Jarra. Per tutte le qnali cose erano vaglie ancora e poco sod- disfacenti le notizie intorno al corso del Niger, non essen- dosene da alcuno de' moderni viaggiatori ancor raggiuuta la riva. L' onore di spignere quasi a compiniento si peri- gliosa e si diflicile impresa era riserbato ad unoScozzese, al celebre Mungo Park. Cestui munito e di coraggio e di cognizionl, specialmente in niedicina, e di tutte le qualita die piii giovar possoao a clii viaggia per I'Africa, ofleri nel 1795 i suoi servigi alia Societa africana. Le sue oflerte furono accettate. Egli seguendo la via additata dal maggiore Hongliioii rimonto la Gambia, e giunse a Medina. Cola abbandonando il finme risali ancor piit al nord, e traverso la Falelinie, provincia tributaria del Senegal, presso di Fatteconda. Avendo pur traversato il Senegal ed oUrepas- sato Kc'inmou, giunse a Jarra ove trovo le ultime tracce del maggior Hongbton. Lasciando Jarra rivolse il suo cam- iiiino al sud sud-est , e dopo d'aver soiferte grandi diili- colta e crudeli privazioni, a motivo delle guerre de'natii, giunse fiualniente al tanto sospirato Niger, e scorrere lo vide dair ovest aU'est. Da Seso ei continuo il suo viaggio, lungo le rive del fiume sino a Silla , ove trovandosi slinito per le faticlie e privo d' ogni mezzo con cui progredire, si risolse al ritorno: rag2,iuiise quindi nuovamente la Gandjia per una via piii diretta di queila die tenuta avea iieiran- dare, ed arrive in Ingliilterra uel 1797. Egli a SlUa, che nelle odierne carte trovasi circa al 14° di lat. N. ed al 1° 3o' di long. E. (meridiano di Parigi ) e di cui deter- niino la posizione a tluecento miglia geograficbe da Tein- J)octou raccolse molte notizie;, di modo die una parte del corso del Nitrer fu fiaalmente sulle carte deli.ieata , giusta 6a ArPENOIGE le |3ersonali osservazioai d'un moderno viaggiatore. M. P,iugnere il termine della sua impresa : /< per lo meno (diceva egli) moriro nel Niger. » Qneste ultime parole furono fatalmente profeticlie. Egli soggiacque non air influenza del clima, nia ad un fortuito avvenimento. Dalle notizie die se ne ebbero, confermate poi da Riccardo Lander, risulta die lo sventurato viaggiatore, passamlo col suo navigiio dinanzi alia citta di Boussa circa al 10°, 20' di lat. N. e 3°, 5o' di long. E., assalito da' natii peri nel fiume. Tale fu 1' esito del primo tentativo die il governo inglese fatto avea per iscoprire il corso del Niger. Dopo la scoperta di M. Park non altre notizie si ebjjero sul corso del Niger, se non quelle dal capitano Clapper- ton riferite nel suo viaggio a Sackntoa T anno 1824; giac- clie le spedizioni fatte negli aniii di mezzo per ordine tlel Governo inglese dal capitano Tuckey e dal maggiore Peildie riuscirono pressoche infruttuose. II cap. Clapperton visilato cli ebbe il regno di Bornou , ove passando per Tri[)oli accompagnato avea il maggiore Denhani ed il dotiore 64 APPENDICE OnJney, giunse a Sackaton. Ivi ehb'egli la prima notizia che il finnie scorreva al snd e gettavasi nel mare a runda. ]\lnnito cli tale scoperta e di piu altre notizie sulla parte dell'MVica da kii traversata ritorno in Inghilterra. II favo- revole atcogliiiiento che ricevnio avea da Bello , sultano de'-Fe./ai, determino il Governo inglese a commettergli una nuova spedizione. Egli per tanto riprese il viaggio ia conipagnia del capitano Pearce e del dott. Morrison, amlii- dne nfiiciali dplla marina reale. Ma di qnesta spedizione il solo Riccardo Lander doinestico del Clapperton pote ri- vedere T Ingliilterra. Il cap. Pearce ed il dottore Morrison morirono poclii giorni dopo il loro arrivo a Badagry , citta posta in vicinanza del golfo di Guinea, donde cominciar doveasi il divisato viaggio pel continente. II Clapperton col solo Riccardo Lander arrivo poco dopo a Wowou, citta sltuaia a non niolte miglia dal Niger, circa al 0°, 5o' di lat. N. e 3°. 35' di long. E. : di la passo a Boussa ov'era morto M. Park. Ma egii avea la piu grande ripugnanza a discendere il iiume , e non ne fece mistero al Lander; perciocclie teneva per ferino che chiunque attenterebbesi a tale intraprendimento soggiacerebbe agli assalti de'natii, e raggiugnerne non potrebbe F indooccatura : traverse dun- que il fiunie Coumie, al di sotto di Boussa, ma appena giunto a Snckatou nel regrto di Sondaii cesso di vivere. Riccardo Lander, resi gli ultimi doveri al signore ed aniico sue, dopo infinite sciagure con pericolo della propria vita, raggiunse Badagry e di la fece ritorno alia patria , seco recando le carte del Clapperton. Con questo viaggio determinate ven- nero le posizioni di Boussa e di Yaouria , e con esso de- terminaio pur venne per approssimazione il corso del fiuine tra queste due citta, dal grado di lat. N. in circa 10% ao', al 11", 1.5'. Al tempo della secoada spedizione del Clapperton , un altro inglese, il magglor Laing, penetro da Tripoli sino a Temboctou. Egli gia scampato avea dagli assalti d' una banda di Touariclii ( popolo errante clie abita il deserto) e partito da Temboctou ritornava a Sego , quando fu inu- manamente ucciso da un mercante niauro, che assoldato aveasi a guiJa. Ignorasi tuttora il destino delle sue carte, ch'essere pur dovrebliero di non piccola importanza. Frat- tanto la Francia, emala dell' Ingliilterra in ogni gonere d'in- traprcndimenti non istavasi ciieta od inoperosa. Essa ancora vaniava una Societa geografica, il cui scopo era specialmente PAUTE STRANTEUA. 65 queilo di spignere le ricerche sino al centro dell' Africa. Qaesta Societa proposto avea lui premio a quel Francese clie pel priino parteiido dalla Senegainbia , paese delle coste occklentali deU'AtVica, giugiierelilje a Temboctou. E la co- rona tocco al coraggioso, airiiuj)erteiTito signor Caillie, del cni viaggio parlato abljiarao a lungo nel tomo Sg.", agosto i83o, di questo giornale. Ci fa anzi niaraviglia come il dotto scrittore deWIntroduzione al gioniale de'fratelli Lan- der noil faccla clie appena e quasi di fuga un cenno del viaggiator francese. Taato puo dunque negli uomini anche i piu colli quella che cliiamasi gelosia di patria o di na- zione ! Imperocclie il signor Caillie ancora ci die molte ed iiU]5ortanti notizie sovra ralto o superior corso del Dliioliba o Niger su cui navigo per un mese e sui popoli da lui lunghesso visitatl , e sul piegare die questo fiume poco oltre a Temlioctou vien facendo verso il sud , sebbene gli abitanti avvisassero cli' esso al di la di Haoussa congiugnesi col Nilo, Al)biaiii creduto bene di premettere questa, direiiiino quasi, compendiosa narrazione storica delle notizie che aveansi del Niger, onde i leggitori nostri vedessero quanto gia tentato erasi sul corso del tnisterioso fiume , quanto diffi- cile fosse il condurre a buon termine Tardimentoso intra- prendimento , e quanto siasi alle anteriori relazioni dai fratelli Lander aggiunto. Nel che fatto non abbiamo che quasi seguire passo passo cio clie nell' anzidetta Intioda- zione contiensi. Ora il piu brevemente ciie ci sia possibile riferiremo il sunto del viaggio de' due fratelli , e lo rife- rireaio con accuratezza tanto maggiore , quanto che in altro articolo (tomo 63.°, agosto i83i, pag. 253) sparse ave- vamo qualclie dubbio sulla veracita della scoperta , a cio indotti dalla non chiara esposizione di qualclie foglio d' ol- tramonti; giacche solo da poclii giorni ci e pervenuta la tanto desiderata edizione del giornale di questo viaggio. Incerte erano tuttavia, siccome vedemmo, le notizie che aveansi sul corso del Niger , quando al governo inglese piacque di spedire Riccardo Lander coir ordine di scendere pel liume da Boussa sino al mare, ed a quest' intento lo muni delle relative istruzioni e di moltlssimi oggetti si di inedicina clie di mercanzia e di arreui d' ogni genere , coi quali procacciarsi 1' amicizia dei principi e degli abitanti pe' cui paesi avrebb' egli dovuto passare. Riccardo as- sunse a compagno il suo minor fratello Giovanni, uomo Bibl. I Lai. T. LXVIII. 5 66 APPENDICE d'imaginazione naturalmente viva, educate piu del fratello nelle scienze e nelle lettere ; e die pote qnindi arriccliire la relazione con iniportanti e gradevoli osservazioni. I due fratelli partirono da Plymuih il 9 gennajo del i83o sopra un vascello mercantile che recavasi al capo Coast-Castle, principale emporio inglese nella Guinea, suUa costa d'Oro, dove giunsero il aa febbrajo. Quivi ebbero la buona ventura iV incontrarvi certo Pascoe , vec- chio neTO, e la moglie di lui , ed xxa altro negro ancora detto Djoddie , cbe accompagnato aveano il Clapperton , alia cui spedizione trovavasi pure addetto Riccardo Lander. Essi li presero al lore servizio, e lo stesso fecero di altri due negri Ibrabim e Mina, natii del Bornou , che assai bene conoscevano le costumanze inglesi , e la lingua par- lavano del paese d' Haoussa. Cola vennero con ogni cortesia accolti da quel comandante Giorgio Maclean, e con lui recaroosi a lar visita al comandante del forte Anamaboo , il sio-nor Hutchinson, dal quale ebbero pure la piii gene- rosa ospitalita. " Hutchinson ( cosi essi dicono ) vive nel Buo castello d' Africa come un barone de' tempi feudali, trattone pero la barbarie e 1' ignoranza. Perciocclie i raf- finati godunenti della civiita e ben anche del lusso pene- trarono nella dimora di lui , sebbene sia essa circondata di selvawffi, ne T armonioso suono d' una voce femminile risve^li giammai o ben raramente T eco ne' vasti di lui Rppartamenti. II suo stendardo di seta, il suo castello a merli, i fedeli suoi vassalli, la splendida sua ospitalita e per sino lo stesso suo isolauiento , queste e simili altre circo- stanze richiamano i costumi ed il genere di vita d' un veccb.io siguore iuglese ad una delle piii importanti epoclie deir istoria nostra : ed il coraggio , lo spirito cavalleresco di questo gentiluomo sono perfettamente in armonia con si fatte rimembranze. II signor Hutchinson abita da piii anni sulla costa: egli appartiene al piccol numero di coloro che visitarono la capitale degli Ascanti: ivi soggiorno per otto niesi, nel corso de' quali fece piu che ogn' altro europeo ampia conoscenza de' costumi, delle usanze, dei progetti di questa originale, guerriera ed intraprendente nazione. » Postisi di nuovo in mare , dopo un breve soggiorno ad Accra, il piix salubre degli emporj inglesi sulla costa oc- cidentale deU'Africa , niessi fnrouo a terra il 21 di marzo a poca distanza dalla citta di Badagry , alia quale giunsero uavigaudo prima sopra un braccio del fiume Las,os ; bel PARTE STRANIERA. 67 nappo tl' acqua soniigliante ad un lago in miuiatura , le cixi sponde soao vagameiite oinbreggiate da alberi d' una Iji'illaiite verdnra , e traversaiido poi una niagnifica pia- nura , ove recansi spesso a pascolare cervi , autilopi e bufali. Qui cominciano le avventure de' due fratelli , e questo puo quindi considerarsi come il primo punto del loro viaggio. Perciocche da Badagry , posta circa al 6° 48' di lat. N. e 1° 5' di long. E., spingendo una linea sino a Yaouria, circa all' 11° 20' di lat. N. e 3.° 55' di long. E., si avrebl)e la traccia del loro cauunino verso il nord ; e da Yaouria lungo il Niger, il quale da Rabba sino a Ka- cnnda, e di lii a Kirri fa un arco di circa 3° 32' discen- dendo sino ai capo Forinoso del golfo di Guinea circa al 4° 3o' di lat. N. e 3° 55' di long. E., si avrebbe pari- mente la traccia della loro navigazione sino all' inibocca- tura del fiume. Dal clie risnlta clie il loro viaggio presen- terebbe la figura d' un angolo di circa 160 niiglia geogra- fiche , il cui vertice sarebbe la citta di Yaouria , e J il punto estremo del lato niinore verrebbe determinate dalla citta di Badagry, quello del lato piu lungo, dal capo Formoso. Lungbesso il cammino sino a Badagry i viaggiatori ac- compaguati furono da un gran numero d'nomini, di doane e di fanciulli, che dietro di essi facevano uno spavente- vole scliiamazzo. " Noi ( dicono eglino ) non poteuimo da principio comprendere se quelle grida fossero segni di sod- disfazione o di disgusto, d' aramirazione o di sclierno ; ma lien tosto avemmo la prova cbe quest' ultimo sentimento prevaleva. II nostro vestire di fatto era estremamonte o^rot- tesco: consisteva in un cappello di pagiia piu ampio di un parasole , in una tunica rossa alia foggia de' musul- niaiii, in una stretta cintura , negli stivali, ed in volu- miuosi pantaloni alia turca. Un si straordinario alDbiwIia- niento poteva al certo far ridere di tutto caore queste genti. Esso cagionava loro immoderati access! di niotteggio; • ma le piu modeste tra le donne, le quali bramavano di non recarci alcun imbarazzo, volgevansi da un lato per nascondere il sorriso , da cui difendersi non poteano. » Del resto, ricevevan eglino i piu distinti contrassegni di rispetto dai Negri ne' quali a mano a mano incontravansi , alzandosi qnesti , salutandoli e per sino cadendo in ginoc- chio. Giunti Cnalmente al luogo destinato loro per allo^- gio mandaroao al re un messaggiero onde annunciara;li jl dcsiderio ch' essi nutrivauo di farsli una visita ncl di 68 A P P E N D I C E segnente: farono cU fatto ammessl all' ora indicata , le nove del mattino. II re o capo, Adouly di iiome , il re del re, dal quale altri quattro re o capi dipendono , se ne stava sopra di due cofani assiso in un piccolo appartameato di canoe [bainbou) dalle cui pareti peudevano inosclietti, sciabole , alcune vecchie e sdrucite onibrelle e due code di cavallo destinate a scacciare le mosche e gli altri in- setti. A pie di lui giaceva aggruppato uno de' piii vene- randi e vecchi suoi sudditi che stava fumando con una pipa di smisurata lunghezza: eragli in ginoccliio all' uno de" fianclii Laiitcrno il suo primogenito, 1' erede presun- tivo, giacche 1' eticlietta non perniette che alcun giovane assidersi possa in presenza del proprio genitore. L' ac- cogliinento fu freddo e nullamente cortese : il re sem- brava assorto da profonda tristezza; sicche accolse coa indifferenza ben anche i doni che gli furono presentati. I Lander seppero da poi eh' egli erasi appena rimesso da una crudele uialattia , e che i suoi piu prodi gnerrieri , e tra questi i due suoi fedelissimi capitaui Bombani e Poser (de'quali parlasi nel giornale del Clapperton ) stati erano niessi a morte con inudita ferocia dai Lagos i piii fieri tra' suoi nemici : alle quali sciagure aggiugnevasi che la casa sua , nella quale insieme ad un grande ammasso di pol- vere conservavansi i doni a lui fatti dal Clapperton , dai niercanti europei e dai mercanti di schiavi , preso avendo accidentalaiente fuoco , saltata ei-a ia aria con orrendo scoppio e con danni imniensi. Di ritorno alia loro abitazione ebber eglino le corapli- mentose vlsite de' primarj della citta. Ma il vero ed unico scopo di costoro era la speranza di ottenere qualche doao e specialmente del rhwn, che ha quivi grandisslma at- trattiva per ogni classe di persone. Che in tutte qneste regioni nulla pareggiar potrebbe la passioae de' natii per le bevande spiritose , le quali sono da essi apprezzate in rat'ioue dell' elFetto inebbriante. I due viaggiatori furono tutto il glorno tormentati da una folia di mendicanti , la cui importunita era in sommo grado disgustosa e nauseante: Tecclii a grossa testa ed a grosso ventre , donne a pelle floscia , ad orecchie scliiacciate ( e queste erano le piii distinte bellezze della citta ) succedevansi senz' alcuna in- teiTuzioue e con insofFeribile schiamazzo. L' etichetta per raccogliiuento di tali assordanti dame e de' loro cavalieri coiibisLcya nel riJere smodataiueute, nel gridare, ncl battere PARTE STUtVNIER.V. (if) a conllmie riprese il proprio pugno contra quelle del ben vciiato , nello scrosciare delle clita ( atti che repntaasi come la pill grande testimoniauza delT africana puliiezza ) , ed in oltre nel prodigar riverenze , porre le niaui con so- lenne gravita suUa testa e sul petto , far continuamente doni , ossequiose niorfie , bnfl'onerie, strisciarsi e adiilare. Tale fu il penoso trattenitnento cui i due viaggiatori si dovettero piii volte sottoporre. E da notarsl die Riccardo era d' indole severa e dal ri- dere alienissimo. « S' imngini dunque ( cosi egli s' esprime ) la iigura ch' io faceva nel rappresentare la parte del buf- fone dal mattino alia sera, senz' alcuna voglia di sollaz- zarmi , soffocato sotto 1" ardor di nn sole che mi abbrucia tutto il corpo, e da alia niia pelle la sembianza d' una carta pecora diseccata. » Tra le piu scliifose cerimonie fe notabile quella, per cui uno de' messaggieri del re di Jenna, che presentatosi ai due viaggiatori e ricevuto da essi un bicchiero di rhum ne slancio il primo sorso dalla propria bocca in quelia d' un suo compagno, e questi a lui Io I'i- mando con uguale pulitezza. II suolo di Badagry consiste In uno strato di bella sabbia blancastra sopra d'un fondo di terra argillosa. I natii col- tivano T ignamo e il grano di Turcliia, ma nudrisconsL specialmente di pesci. 1 dintorni producono in abbondanza aranci^ limoni, noci di cocco, banane , ecc. La classe piu agiata possede capre, montoni , polli ed altre bestie di picciola statura originarie del paese. II re stesso e pastore e ad un tempo macellajo. Quand' ha bisogno di danaro fa uccidere uno de' bovi del suo armento , e Io vende pub- blicamente al mercato. Fertilissimo ne e il terreno. Che pero se fare si potesse in modo che gli abitanti scuotes- sero r innata loro infingardaggine , il paese giugnerebbe ben presto al piu alto grado di prosperlta e di rlcchezza. Perciocche la vegetazione vi prospera spontaneamente e con un lusso maraviglioso e sempre verdeggiante. Le abi- tazioni costrutte sono di bambou e ricoperte con foglie di palma. Esse contengono piii appartamenti , se cosi chiamare si possono gl' interni di puzzolenti , insalubri e miserabili capanne, tutti al pian terreno: alcune sono rotonde, altre presentano una forma quadrilunga : lianno tutte un' amena corte coltivata a limoni e ad altre piante fruttifere; e certo e bello il vedere la proprieta ed il buon gusto che re- gnano in questi piccoli viali. L" abito de' natii, si dell' ua VO APPENDICE sesso che deir altro , consiste generalmente tutto in una specie di tunica piu o meno lunga, costrutta con tela di cotone , aperta sullo stomaco e stretta ai fianclii con una henda. Talnno pero de personaggi piu. distinti appariva adoi'no d' una berretta , d' ua turbante e di un grau pezzo di bambagino di fabbrica inglese, gettato sul destio omero , e ritenuto sotto il Ijraccio sinistro. II re in una visita che fece ai due viaggiatori era da due uoinini portato sovra una specie di barella, e per aljiti avea una caniiscia in- glese, un mantello spagnuolo, un turljante e de'sandali: tre giovinetti T acconipagnavano semiaudi. Qaesti T uno dope r altro coUocaroosi a' piedi del lor signore : 1' uno d' essi teneva una lunga sciabola , 1' altro una pistola, il terzo una bisaccia piena di tabacco. Quivi ancora come in altri paesi dell'Africa equinoziale doniina 1' uso di liniare i denti anteriori , aguzzandoli a punta. La poligamia vi e comunissima presso i piii agiati. Del resto, trattone il rispetto pe' vecchi , nessuna virtu regna in questi paesi. II libertiaaggio, la prostituzione , Tipocrisia, la menzogna , il ladroneccio , 1" insaziabilita costitniscono il distintivo carattere degli abilanti. « Se noi (dice Riccardo ) incontrato avessimo un sol uomo virtuoso , ne proclameremmo il fatto con grande compiacenza: sgra- ziatamente cosi non avvenne : trovato non abbiamo presso il re , come presso 1' ultimo de' suoi sudditi, se non egoisino e avidita. » La religione consiste presso alcuni poclii ia un' ombra di maomettanismo j ma il re e la piii parte del popolo professano il piii strano e ridicolo feticisnio , che ingiunge sacrificj umani , il culto de' demonj ed altre ab- bominevoli praticlie. Grandissima difficolta durar dovettero i due fratelli per ottenere da Adouly la permissione di continuare il viag- gio. Costui non altro andava lor rispondendo, se non che le strade erano in pessimo state, ue bastevolmente sicure. D' altronde una parte del popolo vedeva i loro progetti con occhio ostile •, ed i capi di quest' opposizione tentavano di svegliare il re a fierissima gelosia contro de'bianchi. Finalinente Adouly die loro licenza di partirc , ma noa accordo questa grazia se non ad un prezzo enorme. Pe- rocche costretti furono a saziare 1' avidita di lui con na- merose mercanzie, ed a prometterne molt' altre ancora di rnaggioi' prezzo. Le sue dimande erano insazialiili e stra- vaganti. ( Sara continuaio. ) PARTE ITALT4N1. P ARTE II. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. LETTERATUBA E BELLE AUTI. Atti delV I. R. Accadcmia delle belle arti in Milano. — Discorso del slg. Ignazio Fumagalll f. f. di Pro- fessore Segretnrio dclV I. R. Accadeinia , letto nella grande aula dell I. R. Palazzo delle scleiize ed arti in occasione della solenne dlstribuzione de' premj fattasi da S. E. il sig. Conte Di Hartig, Govema- torc delle proiincie Lombarde, il giorno \'6 seUembre 1 83 2. — MUano, dull I. R. Stamperia. i rima dl reader conto degli Atti dell' Accademia nostra, abbiain come in altre occasioni nel precedente fascicolo presentato una rivista delle opera onde gli artisti si na- zionaii die stranieri arricchirono T esposizione che suol aprirsi al pujjblico dopo la solenne dlstribuzione dei premj; non volendo ritardare ai leggltori una ragionevole notizia de' lavori piu distinti, intorno ai quali erano gia per le itiani di tutti non pochi opnscoli ed articoli di giornali politici e letterarj. Neiradempiere adesso a questo uificio, al discorso del Segretario che diamo intiero , faremo pre- cedere alcnni cenni sui saggi premiati nei piil)blici con- corsi , omettenJo di favellare delle copiose prodnzioni dei giovani aiiuini delTAccademia stessa die fnrono rimeritati nelle gare ininori: e lo facciamo con pena , die dolce ne sarebbe il qni ricordare molti no:ni di quelli che si bene risposero agl' insegnamenti ed alle care degli ottimi istitu- ton , e fanao sperare a questo nostro paese una crescente e liuulnosa snccessione di artisti. Per concorso di Architettura era proposto un lasto spe- cial per una popo'osa citta, sujjiciente pel ricovero di i5oo inalati deW uno e delC akro sesso. Sempre grande e il nu- mero dei concorrenli a questo ramo, e non meno di qnat- tordici si presentaiono a questo paragone: I'argomento per 'Jl APPENDICE se medesimo di una cosi universale importanza sonimini- strava uii impnlso, giacclie ovnnque presentansi edificj di questo genere, ed un uiodello gia illustrato dal Desgodetz, e in cui tutti i comodi soiio comhinati colla magnificenza, potevasi consultare nella patria nostra. Fra il numero dei concorrenti tre singolarraente parvero riunire maggiori pregi, e contrastaronsi Innga pezza quella palma die dopo piu squlsito esame tocco al sig. Angela Pisoni milanese, allievo deir I. R. Accademia. II soggetto per la Fittura portava San Pietro che sgrida Anania alia presenza degll ApostolL In questo argomento non era si agevole il trovato di qualche nuovo partito che accontentasse dopo il maraviglioso arazzo tessuto sul di- segno di RafFaello •, ma pare die questo terribile paragone lungi dallo sconfortare abbia viemmeglio eccitato i giova- jiili ingegni alia prova. Sette furono i concorrenti, ne mai questo premio , dacclie fa istituito ne attrasse un numero maggiore. Ciascun quadro aveva diritto ad una porzione di lodi, fosse pel disegno o per la composlzione , quale per r espressione , quale pel colorito; ma tre specialmente occuparono T attenzione dei giudici , e ciascuno di questi avrebbe potuto conseguire la distinzione del premio, se tra il buono non fosse stato mestiere di scegliere il mi- gliore , e tale venne giudicato quello del sig. Pietro Sala, milanese , per avere in complesso riuaito un raaggior nu- mero di pregi. Due soli concorrenti ebbe la Scultura: dovevasi rappre- sentare in bassorilievo la poetessa Saffo nella casa di Eu- ticliio cantando alia presenza dell'ospite e de' convitati. Se la pittura olTerse nel concorso un contrasto di merito, in questo pareggiavasi talmente che la Conimissione esami- natrice accordando il premio al sig. Gaeiano Manfredini bolognese, allievo dell'Accademia, non pote esimersi dal- r invocare un pi-emio straordinario pel sig. Giuseppe Croff, milanese, e premio che T I. R. Ooverno, avuta notizia di una lotta s'l onorifica, non esito ad accordare. Anche nel concorso dell' Incisione due candidati otten- nero i medesirai onori : il signor Tommaso Baggio , geno- vese, per una statnpa tratta da un quadro di scuola leo- nardesca , rappresentante la Vergine col Bambino , e il sig. Giuseppe Cozzi milanese, gia allievo dell'Accademia, e gia ufBciale incisore addetto all' I. R. Istituto topografico PARTE ITALlATfA. ^3 militare, per altra rappresentante Francesca da Rimini, tratta da na qnndro del sig. Bezzaoli, accademico di Fi- renze. Nella prima venne lodata la nitidezza del taglio; nella seconda si valntarono le maggiori difficolta snperate nel rendere la varieta delle stofl'e e dei diversi accessor). Qnanto al concorso del Disegno di iigura, ne spiace di confessare clie di tre concorrenti, nissuno fa giudicato meritevole della corona. II soggetto in vero sarebbe stata un'ardua prova anco pei piii provetti disegnatori: tratta- vasi di rappresentare Aij,rippina cite dopo la morte di Ger- manico suo sposo di ritorno a Roma ne niostra le ceneri al popolo per vendicarsi di Pisone, vile ministro del di lui av- velenumenio. II ramo ornamentale clie tra noi coltivato con si felice successo forma un titolo di nostra gloria , non presento quest' anno quel numero di concorrenti clie le prove an- teriori facevano aspettare. Vero e bensl che 1' argomento lascia indecisi, se pertenga piuttosto all' architetto che al semplice ornatista^ tale si e quello di ornare a tutta ele- ganza la mensa, il ciborio ed i gradini di un altare. Dei due candidati, il sig. Giovanni Dottesio di Cressogno, pro- vincia di Como, ailievo dell' I. R. Accademia , fu distinto col prenilo per piii felice composizione. Se qui rimaneva qualclie desiderio, era pero larganiente compiuto nei mol- tiplici saggi esibiti dagli allievi tanto in via di concorso , quanto di esercizio durante 1' anno. II valore di moiti gio- vani die frequentano una scuola divenuta ormai celebre in tutta r Italia indusse gl' istruttori a proporre pei pic- coli concorsi alcuni temi che in anni addietro furono sta- biliti pei premj maggiori. E in fatti un ricco candelliere a due lumi per la forma gentile e per la proprieta ed ele- ganza degli ornamenti, eseguito dal sig. Luigi Baj ^ mila- nese, poteva stare a confronto de' piii bei lavori che fu- rono rimeritati con niedaglie d'oro. /( Chiamato dall' uflicio mio a preludere con alquante parole a questa gioconda solennita, non ebbi questa volta ad esitare nella scelta d' un argomento che convenga alia splendidezza di queste corone e alia dignita di questo con- sesso. Gia ne fate voi medesimi indizio dall'insolita sicurta colla quale a voi mi presento senza T inqitieta trepidazione che per lo piii si suole riniproverarmi, Un nuovo coraggio 74 ArrENDTCF. mi viene dalla coscienza di adempire uii debito per me sacro e soave, dalla certezza clie la mia voce trovera uii eco ne' vostri cuori favellandovi di un cospicno perso- naggio die voi tutti avete coaosciuto ed ammirato, cliiaro egnalmente per virtu e per sapere, dotto e raodesto , re- ligioso e caro ad ogni ceto, il Cav. Luigi Gastiglioni , I. R. Giambellano di S. M. I. e R. e per cincjue Instri egregio Presidente deirAccadeniia nostra. Ne col ram men- tare la grave perdita che abbiamo fatto io temo di fane- stare la letizia di questo giorno sacro alia gloria delle nostre arti ('''). Pno ella mai tornar dolorosa ad alcuno la me- moria deiruomo dabbene? E forse ufficio tristo e malin- conioso quello di celebrar la virtii e di ofFrirle pnbblica- mente una corona? Se qualcbe cosa di uiesto e d' ingrato potra mescersi in questo debito che paghiamo ad un perso- naggio che ha si ben meritato di noi, cio sara solamente la mia insuflicienza a tessergli un elogio eguale alle sue virtii e det Seguono i programmi dei grandi concorsi , di cui ne abbiaiiio fatto un cenno, poi T estratto dei giudizj delle (*) La funzioue preseduta da S. E. il signer Conte di Hartig-» Governatore della Lorubardia, venne onorata deir eccelsa pre" senza delle LL. AA. il Serenissimo Arcidiica Vicere e la Sere" nissima Arciducliessa Viceregina, e v'' intervennero T Eminentig- ginio Cardinale Arcivescovo ed i priucipali personaggi di Corte e Stato SI civilj clie militari. Bibl. Ital. T. LXVIII. 6 82 APPENDICE comttiissloni tanto sui grand! , quanto sul niinori concorsi A qtiesto tien dietro I' indicazione delle opere esposte , e finahnente cliiudonsi questi atti coll' elenco del lueinbrl della stessa I. R. Accademia. Caii Plinil secundi Hisloria naturalls ex rccensione J. Hardidni et rccendorutn adnotadonibus . Tom. If^, V. et VL 31. Tidlii Ciceronis opera ex recensione Christ. Godofr. SchiUzii addids commentards . Tom. XIII. p. Virgil'd Maronis opera ex recensione Clir. Qotd. Heyne recentioribus Wunderlichii et Rnhkopfii curis illustrata. Tom. III. — Jugiistce Taurinoram, i83i et i832, ex typis Josephi Pomba , in 8.° Gil scrittori sin qui indicati formano i volumi di questa importance collezione dal tonio XC inclusivanieiite sino al XCIV. La storia naturale di Plinio era stata riprodotta dal Pomba, secondo il testo deWArduino, ed illustrata colle note de' pill recenti e piu celel5ri naturalisti. La terza parte della storia di Plinio contiene dunque, per saggio avvisainento de- gli editor! , tutta la zoologia del celeberrimo Ciivier, Illustrata con note e dissertazione del signor Ajasson de Grandsagne. Comprende !l volume i libri IX, X e XI della storia del naturalista romano : ma dopo il decimo trovas! una bellis- sima dissertazione su gli uccelll notturni del Cuvicr , e dopo r undecinio altra lunga e dottissima lucubrazione dello stesso Cuvier su i dent! degli animal!, die si e riprodotta in fraa- cese per comodo degli editor! e fors'anche de' leggitori, i quali per questo mezzo sono piii cert! di avere 1' opera originale dello scrittore pariglno. Lasciando di tener dietro all' ordine della collezione, annunziamo in seguito al quarto anche il quinto della Storia naturale d! Plinio, che per imprevedute circostanze erasi dovuto stampare dopo il sesto, senza alcuno sconcerto nella consecuzione de' volumi. Come nel quarto s! erano inserite le cose zoologicbe del celebre Cuvier, cosi nel quinto si e trasfusa in gran parte la botanica del Desfon- taines, socio deU'Accademia delle scienze e professore di quella facolta nel giardino reale delle piante in Parigi. Gli editor! seguirono sempre YArduino neU'adornamento del testo, non obbliando tuttavia le emeudazioui aggiunte PARTE ITALIANA. 83 dal nostro Rezzonico e dal Brotier ; ponendo quindl a con- tribuzioae il Dcsfontaines e i piu recenti botanici, noii omiiiisero le cose notabili die trovansi in altri spositori anticlii, come Pincinno , Scaligrro, Salinasio , ecc, come ne pure le osservazioni del Dalecainpio, del CLusio e del Bodeo^ quelle coateume nella recente storia della botanica , e ia qiialclie Flora iiioderaa, come quella della Provenza del cliiar. Gerard. Coatengoosi m questo voKune i libri XII, XIII, XIV, XV e XVI della Storia naturule di FUnio ; ma al dLiodecimo sono aggiimte dodici importanti dissertazioni, tra le quali distinte ald^ianio la secoiida degli alberi laai- geri dei Seri^ la terza delfelaao, la quarta del pepe e dello zenzero, la seltima delle varie specie di nardo e del maiabatro, Tottava deiralbero delT iuceaso, e I'uadecima dei miro'.jalani. Due dissertazioiii souo pure aggiunte al li- bro XIII Pliiiiano, la prima dei loii , la seconda dei cidsi degli atiticlii; al XIV e anuessa una nota enologica su i vini pill pregiati dell'anticbita. II libro XV e pure accompagnato da due dissertazioui su Tulivo e su la sua coltivazione i il XVI da due altre dissertazioui, la prima delle quali imjiortautissima versa su le querce degli antichi. Riferiamo il sesto volume Pliuiano, benche pubblicato avanti il quinto , e ia questo pure si cominua la parte botanica per cura del gia lodato Desfontaines. Quattro libri pliuiaiii contiene questo volume , cioe dal XVII iaclusiva- nieate al XX. Otto dissertazioui vediamo aggiunte al XIX, tra le quali una curiosa su lo sparto, altra non meno ini- portante su le lattuglie degli anticlii, ed altre due su gli asparngi, su i rafani, su le lirassiclie o le verze . su i napi, ecc. Alia fine pure del XX trovasi una bella disser- tazione su 1' oppio. Nel volume XCI della collezione troviamo la continua- zione delle opere di Cicerone sul testo emendato dello Schutz , e questo ne e il volume XIII, contenente la seconda parte O il secondo volume delle opere filosolicbe. Dopo un breve avviso al leggitore, nel quale si rende conto delle ma:2;giori cure clie questo volume ha richieste per essere il testo piu scorretto, e molti passi dello scrittore piu oscuri , laonde dillicile riusci ancbe 1' applicazione delle note; vc- gousi riferiti per iatero i tre libri di Tullio de IVi^itura Deorum , al primo de' quali sono premessi alcuni frammenti del terzo , tratti da Lattanzio ; poscia alcuni estratti della 84 APPENDTCE prefazione del Kreuzer, sul principio della quale si accenna che da un falsario fu pabblicato in Bologna nelTanno 181 1 nil siipposto libro IV de Nntura Deoriirn, la qnale frode pei-6 fu scopeina e palesata al pubhiico nella prefazioae aU'edizioae di Oxford dell'anno i8i3. Seguono i due libri de Divinadone, e qnello de Fato , al quale si soggiungono due framinenti, traiti da Aulo Gellio e da Macrobio. A tiitd que' iibri soao premessl gli opportuni sominarj , die niolto contribniscono al rischiarainento delle niaterie in essi contenute. L' ultimo volume de' surrlferiti e il tomo III del Virgilio, secondo 1* edizione del Hejne , e le piii recent! cure del Wunderlicluo e del Rahkopf. In questo contengonsi 1 Iibri dell' jC/iejc/e dal VI sino al XII, poscia trovansi i piccoli ]-)oem^tti o come in latino chiamansi poematia di Virgilio, cioe la Fulce , la Ciri o Cirina , i versi indicati col nome di Cataleca o posti in serle numerica; la Copa, scritta forse in derisione di una A'ecchia frequentatrice delle ta- verne, e il Moreto , specie di idillio scritto sopra una vi- va nda rusticana , nella quale entravano 1' aglio , I'apio, la ruta , il coriandro, una pianta bulbosa, forse la cipoUa, e vi si asrgiugnevano cacio, olio ed aceto , con die forse costituivasi una specie della nostra insalata. A tutti questi poemetti e premesso un dotto proemio , e in quello della Fulce si fa vedere che quello scherzo poetico fu anche iiegli anticlii tempi riguardato come un parto dell' ingegno giovanile di Virgilio; e siccome il testo di quel poemetto era a noi giunto sommamente scorretto, cosi alia tine si e aggiunta una probabilc resdtuzione del medesimo, colla nota dei passi interpolati, che vi si contrassegnano con caratteri italici. Nel proemio della Ciri si fa vedere, clie selibene tra gli ppuscoli di Virgilio volgarmente essa si riferisca , tut- tavia non e ben certo che Virgilio ne sla I'autore: al- cuni persino voUero attribuiria a Catullo. Cosi nel proemio dei versi detti catalecta , si fa vedere che non solo per mezzo de'Iiljraij ma ancora coll' autorita de' grammatici fiirono sino dagli anticlii tempi reputati virgiliani; e in quello premesso al poemetto intitolato Copa, non tanto si parla della sua genuinita, quanto dell'argomento tuttora controverso di quel componimento. Anche il poemetto in- titolato Moreto , benche di sapore tutto Virgiliano , da al- cuiii fu attribnito a Partenio, da altri a Settimio Sereno, e PARTE ITALIANA. 85 tnolto 91 d'lsputo ancora su la etimologia di quel nome , die probabilinente deriva dal vocabolo trito. Del rimaiaeiite questi ciiiqae volniiii, tutti a lui di presso di eo Sol che tu gli apra il lampeggiar d'un riso. E faccia al mondo fede Di tua sfrenata formidabil' ira Italia un di reina , or serva e doma ; Chianii indarno mercede Sotto il flagel che la tua destra gira, L' antica donna di province, Roma. II latino idioma Di barbarico error suoni commisto ; E I' alma Astrea pe'nostri doki canipi Fuggitiva orma stanipi 91 9a APPENDICE ( Colpa uno sguardo tuo livido e tristo )} E piit d' onore avvampi Altri sotto la gellda Calisto Che noi d Italia figU ove piii suole Diffonder larga luce il vivo sole. Fur se ndnistra e donna Degli umani splendori ognun te chiama, E alia tiia rota, o Dea, drizza tinttnto, Jo sola in treccia e in gonna Spregio I'alto favor che il mondo hrama, Ed i fulmini tuoi nulla pavenio ■■ Crucciati pur, gia spento Hai tu stessa la tema entro il cor mio,, E spento la doJcissima speranza. Forse uno spirto avanza Quaggiii che non t'adori, e son qucll'io Che gia bieca in sembianza Ti vidi quando Aprile a me fiorio , E I' occhio acuta della mente intesi Nella tua luce, ed a sfidarii appresi. E dove alto disdegno Or t' infiammasse all' ultima vendetta Fer me , possente Diva , inerme sei : Ogni tuo ricco pegno Fresto rn hot tolto , ogni cosa dUetta Hai dipartita gia degli occhi miei. Si cli io pur non potei Vestir le piume a' mici povcri carmi Di cui pietosa cura ancor mi grava, Ond' io lassa ! sperava Alia futura eta chiara mostrarnii ; Ma tu rapida e prava Contra il mio vol tuttc impugnnsti I'armi. Ora ogni varco all' ira tua disserra ; Che per uso e men aspra antica guerra, Cost sperto nocchitro Da' suoi vcrdi anni a sostenere avvezzo II minaccioso tempestar dell onde Benche nemico e fiero Contra gl'insorga il vento, ed cd dassezzo Lungi Io sbalzi dalle amate sponde, Ed or sua nave affonde , PARTE ITALIANA. ^3 Or la rilevi insino al del superno , Ein proda e in poppa e d'ogni via tassaglia^ Tal die I' arte non iciglia, Del rotto legno ancor siede al governo, E il mar die lo travagtui Quasi per vtcdiiausanza el prcnde a schcrno; Che la tcmpesta ond' e baiiuto e afiiitto Non gli offende giammai L' aninio invilto. Bendie sii nata umile Ed oscura ten vada , e non. vestita D' iin abito kggiadro e pellegrino , Canzon , prendi camrnino Quanta concede la tua poca vitUf E a qualunque latino Vedrai per via selvaggia o per florita Di di'io pur vivo, e ancor die m'ahhia oppressa^ Non pud Fortuna a me toglier me stessa. Novelle urbane eel alcune Poesie ell Feelciico Fede- RiGo Vlnizinno. — Fenezia, io32, per Giuseppe Gattei, in 8." Quando si rallentarono i commerci di Yenezia col Le- vaiite e ne furono i capltali in gran parte impiegati nel- r acqiiisto di campi in Terrafernia , ai giovani clie si ralle- gravano per veder giungere i prodoui dei nuovi possedimenti solevano rispondere i severi padri : un tempo approdavano dinaiizi alle nostre case vascelli carichi delle merci delFAsia e dell'Africa, ed ora in vece arrivano cestella di friuti e di ova da Padova e da Trevigi. In cjnesto tenore all' incirca noi parlar possiamo della nostra leiteratiira : un tempo si pnhblicavano splendide odi , magniliche epopee, faconde orazioni, istorie gravissime;, ora canzonette, romanzi, no- velle. Con queste parole non intendiamo signilicare die anche in siffatti generi far non si possano belle e lodevoli prove, ma pc-ro queste prove saranno sempre iuconcludenti e scarse d'utilita e di gloria; soprattutto se questa gloria si consideri come il sull'ragio concorde di piii genti e di piu secoli, e non come un romore od un \'ento clie venga or quinci or quindi , e nuiti nome secondo il lato da cui spira. Fra coianta fatuita voile pure essere centesimo o inillesimo il BJguor Federigo. Perocche , lasciate da parte le poesie 94 JIPPENDICE sulle quail devesi gettar uno sguardo e passar tosto, le no- velle formano uao di quel libri die noii rpcando ne decoro all' autore ne vantaggio agii aUri, noii si sa compreiidere per qnal motivo sieiio stauipati. Clie se Tantore ci dicesse che tale fu il piacer buo, noi gli rispooderemmo clie ia clo non fece beae, poiclie sifFatti piaceri che goduti in particolare sono leciti ed onorati, acqnistano ben altro ca- rattere qaando si vuole die il pubblico ne sia a parte. Che se egli ci adducesse resempio di Gaspare Gozzi , noi gli rlspondereiiimo ancora , che le novelle di qnesto non de- vono essere considerate quai componimenti separati e come tali imitate. Perocche quel sommo luminare delia veneta letteratnra ordi un'ampia tela, di cui sono fila acconce ed elettissime e favole e novelle e dialoghi e sogni e let- tere e quante dicerie uscir poterono da una mente gravida, qnant'altro fosse mai, di dottrina e di senno^ percio quelle novelle sono invenzioni concepite per nascondere sotto leg- giadri veli alciine verita che discopeite e nude avrebbero irovato men facile e men festivo accogliinento, sono scrit- ture condite dai sali piii vivaci ed infiorate colle piu schiette eleganze della lingua nostra , sono specialmente j)arti di un tutto ideato con alto intendimento e diretio a due nohilissimi fini, alia riforma cioe del costume sempre iiisidiato e guasto dai vizj e dalle vicende che gli fanno guerra, ed alia riforma dello stile che al tempo del Gozzi cominclava a corrompersi per opera dei novatori. Ora nes- suno forse di sifFatti pregi adorna le novelle di cui par- liamo : sono scritte con buono stile, ma prive di ogni peregrina leggiadria e di ogni rara ed originale venusta non aggiungono alcuna ricchezza alT immenso tesoro che in tal genere possediamo; non ofTendono la reita morale, nia nemmeno la giovano^ perche lasciano il cuore come prima freddo ed indilFerente senza commovimento e senza ispirazione; scrvono a riempiere qualche stanca e vuota ora , ma nello stesso modo che cio puo farsi con mllle altri passatempi. Le quali cose abbiam voluto dire perche non si confondano le ragioni e le mire dei sapienti e de- gli scioperati ; e perche il venerando nome di Gaspare Gozzi non s' intrometta a scusare la miseria di certe (iabe, clie solo possono esser degnameate apprese dalle balie per acquietare con essi le querule vigilie e le impazienti voglie dei lore fanciulli. PARTE ITALIANA. gS Corografia dell' Italia dl G. B. Eampoidi, Volume primo^ fascicolo primo. Ahaccna — Assa. — Milano ^ 1 832 , in 8.° ^n , per Antonio Fontana , di pag. xil c i36 « due colonne, col ritratto. Lir. 2 austriache {lir. I. 75 italiane). Tutta V opera sard compresa in due tomi, al prezzo di cent. 22 ital. al foglio di pag. 16. Questa Corografia, secondo le parole del tipogi-afo ecU- tore, noa e una semplice descrizioue ile' luoglii , secondo die il noiiie siio indicliereblje, ma una minata nolizia di tutto cio die serve a far conoscere pienauiente V Italia antica e nioderna , la sua storia naturale e civile j, le sue vicende generali e particolari (die comprese sarebbero nella Sto- ria civile ) , le produz.ioni del suolo ( die riferite gia sa- rebbero nella naturale), le arti , le gnerre (die pure for- uiereljbero argoniento della storia), e quant' altro in somraa si ricbiederebbe alia perfetta cognizione di un paese. Come utilissima si propone adunqne quest" opera;, clie annunziata viene come si fatta da trovar una speciale accoglienza dal publilico in tempi, ne' quali il filosofo , il poeta , lo storico, il romanziere, tutti ricercano inforniazioni minute e distia- te , tutti tendono a riprodnrre nelle opere loro un' imma- gine vera e precisa dei luoglii, dei tempi, delle usanze, delle quali occorre loro di far menzione. Si accenna per ultimo cbe per fare di questo libro una Enciclopedia ita- liana, oltre la menzione, spesso in esso occorrente, dei personaggi piii illustri ne' nostri annali, converrebbe ag- giugnere una Biografia italiana , die I'autore ha gia com- pilata e die si pubblidiera cogli stessi tipi in eguale forma. Segue un' Idea dell' opera, nella quale vien essa raccoman- data particolarmente agl' Italiani , massime die da molti non e questa belia patria in ogni sua parte conosciuta, e sovente e nial descritta dagli stranieri e dai nazionali stessi, die frettolosamente percorrono le principali citta e i luoghi maggiormente rinomati, senza avere bea osservate le raa- raviglie d' ogni bell' arte e le portentose particolarita na- turali. Yolle quindi l' autore presentare un Dizionario geo- gratico di tutte le citta, di tutti i borghi, villaggi e ca- sali, mari, laglii , fiumi e torrenti , mouti, colli e valli, ])orti e seni di mare, ancoraggi , piagge, promontorj , isole c scojj,li, palazzi , vie e piazze, villc e giardiiii, iusereadovi g6 APPENDICE notizie relative alia statistica , a' prodotti della natura ed alle relazioni commerciali ; in oltre cenni storici del pre- clari avvenimenti si pollticl die militari, il numero degli abltantl, 1' indole loro, i loro costunii, onde si scoprano i loro giusti pregi non die i loro difetti. Soggingne Tautore d' avere cogli occhi proprj riconosciuto tutto cio die fassi ad esporre , visitata avendo la niaggior parte dell' Italia, e appoggiato essendosi nel rimanente alle asserzioni dei plii accreditati scrittori delle cose italiane si anticlii die moder- ni; e die una Corografia giovar puo sommamente a meglio intendere Virgilio e Dante ne' loro sublimi poemi, a giistare con niaggior profitto gli animaestramenti di PUnio, di Diodo- ro, di Polibio, di T. Livlo , di Sallustio, e a ricavare p^ii com- pinta istruzione dagli Ai.nali del Muratori. Opportunamente su la fine T autore si raccomanda all' indulgenza de' leggi- tori , attesa la moltiplicita degli articoli inseriti nell' opera sua , e niodestamente non osa asserire die non vi siano occorsi errori di fatto o di tempo , ed anche omtnissioni. Promette per ultimo un indice de' nomi latini , e la gia accennata hiografia degli uoinini illustri d' Italia, giacche d' ogni scienza e d' ogni arte maestri furono sempre gli Italiani. Premesse queste avvertenze , non puo dubltarsi die 1' ope- ra non venga favorevolniente accolta dalla niaggior parte dei connazionali nostri , die amano di ben conoscere il loro paese. Non per detrarre pero al merlto generale del libro, ne per iscoraggiar 1' autore e T editore da quest' impresa grandiosa per se stessa , ma bensi per anlmare il signor Rampoldi , die noi conosclamo diligentissimo , a mostrarsi sempre piii accnrato nelle sue descrizioni , soggiugniamo alcune leggiere osservazioni , die ci occorsero nello svol- gere rapidamente qnesto prinio fascicolo. Sotto il titolo di Ahadia si rammenta un piccolo villaggio della provlncia di Como^ ma siccome questo viene nel- Tarticolo medesimo ripetntamente nominato /a i?a(//a , cosi non si sarebbe forse do\uto ommettere in questo luogo il villaggio assai piii importante , detto la Badia, non lungi da Rovigo, il quale pure originariamente sara stato nomi- nato Ahadia. — Nell'articolo Acheronte si richiama al pen- siero la supposizione de" poeti e de' mitologi , che presso quel piccolo lago , poco distante dal promontorio di Miseno e dalle rovine di Cuma , se ne stesse il battelliei*e Caronte PARTE ITALIANA. 9^ occnpato a trasportare all' opposta sponda i trapassati in una amena piannra , cliiamata Campl Elisi; poi si soggingne, clie quel Ijatti-Hiere ^ ordinariamtnte vecchio , non traspor- tava alcun cadavere senza essere pagato da prima. Questo fareblje siipporre, die nella niitologia fossero diversi Ca- ronti e tra cjuesti alcano non veccliio. Si soggiugne nello stesso articolo , che quel lago , detto oggidi di Fusaro o di Coluccio , non serve ad altro uso che a macerare la canapa ed a nutrirvi del pesce che riesce molto grasso e saporlto : due cose che sono in aperto contrasto, per- che la macerazione di quel vegetabile impedisce che i pcsci prosperino , e per questa ragione in molte acque e vietata. — Troviamo V articolo Acqua aceiosa , fonte salu- tare posto nelle vicinanze della vigna di Papa Giulio presso Roma, che si dice purgativa , benclie dai chiinici non si ammetta cio che ivi e asserito vale a dire che tanto questa qualica, quanto 11 suo sapore, derivar possano dalla pozzo- lana. Ma siccome sotto Tarticolo Acetosa (non Accetosa) sono noiuinati due casali negli Stati Roniani, il cui nouie deriva appunto da una scaturigine d'acqua acidula che trovasi nelle loro vicinanze, seaibra che si sarebliero potnti riunire que- sti due articoli e porsi 1' uno dietro T altro , senza molti- pllcare di troppo gli articoli deW Acquci. — Sovente nelle descrizioni delle acque e delle sorgenti si parla dell' odore solforoso e puzzolente , e solforosa si asserisce V Acqua puzza presso Sermoneta f, ma doveva avvertirsi, che quell' odore non sempre proviene dal solfo conginnto alTossigeno, ne quindi pareggia quello dello solfo ardente, ma pin spesso deriva dal solfo congiunto all'idrogeno, ed e simile a qiiello deir ova fradice. Cosi nelf articolo AeW Acqua aci- dula di Napoli, die pure tramanda odore di solfo, poteva notarsi, che si vende in quella capitale sotto il nome di Arqua solfcgna. — In proposito deW Acqua fosciana, che trovasi nella provincia di Garfagnana , si dice che nell' ana- lisi vi si scopre una porzione di 5eZe/i;fe calcare , ma que- st' ejjiteto riesce importiino, perche altro non e la selenite se non che gesso specolare o solfato di calce. — Esatto pnre non e il dire, che V Acqua pisciarelU sgorgando da qnattro sorgenti in una camera , forma in altra un bacino lariio come una peschiera: cosi nel seguente articolo del- V Acqua pisciiuoria crediamo semplice errore di stampa la dove si dice ch' essa contiene un poco di scde Espoin, die £ibl Ital. T. LXVIII. 7 C)'> APPENDICE scrivere dovevasi di sale di Epsom. — In proposlto della suddetta Acqua puzza , si dice che quelle acque producono ill certi Inoglii una specie di concrezione o crosta die coure I'alveO;, come se fosse un acquidotto o una botte , talmenteche dicesi Fiunie coperto ; ma die e pericoloso it passarvi sopra poiche quelle ardficiuli croste roinponsi con facilita. Quelle croste possouo heasi noniinarsi eventuali o jn!j;anuatrici, ma non mai artlficiali. ISon intendiamo pure nello stesso articolo cio die voglia dirsi la pdllcosa grassa di queste acque solforose , in vece di che doveva forse staui- parsi pelUcola , che pero grassa non potrebbe dirsi , ben- clie serva a curare la rogna e la stizza de' cani. La frase che condene un poco di sale epsom , c\\e doveva dirsi di Epsom o catartico , viene pure ripetuta in proposito del- V Acqua Santa nelle vicinanze di Palermo. — Finalmente non intendiamo come V Acqua scassahudello ., che scaturisce nel territorio di Pozzuoli , sia al paluto selenitosa , ed abbia per chi la beve il sapore di brodo di cappone , die non e certo selenitoso. - — NeU' articolo Acqua zolfa esatto nou e il dire, die le radici e i rami di moke piante acquati- che, formanti varie isolette natanti nelle paludi presso la via Tiburtina , ridotie sieno quasi alio stato di petrifica- zione , giacche que' frammenti vegetabili non sono se non che coperti da una crosta tartarosa, che e quella stessa clie forma le concrezioni, cui si da il nome di confetti di Tiicli. Cosi non e esatto il dire nelT articolo Acque negre , che quelle acque stanno in sito elevatissimo , 1376 metri sopra del liveilo dell' Adrlatico, dopo che si e annunziato scendere quelle acque dal Monte Baldo sino all' Adige. Le acque correnti non istannosi giammai, e converrelibe indi- cate il punto in cui esse trovausi tanto elevate sopra il liveilo del mare. Esatto non e pure il dire che il nome delle Acque rosse , che trovansi su la strada del monte SpUiga , deriva dalla qualita delle rupi per cui scorrono , inassime soggiugnendosi tosto , die quelle acque hanno la proprieta di tignere di tal colore tutta la china che trascor- rono. • — Neir articolo Accpuidotto si asserisce che Roma sola auticamente ne aveva nove, e nel successive articolo Acqui- doiti di Roma si nota che Frontino ne indicava nove in quella citth e Aurelio Vittore undid : un niaggior numero aucora ae rammenta nella sua opera T erudiio Fubrctti. — PARTE ITALIANA. 09 Che rAdriatico scorra ( o passi ) fraiiiezzo all' Italia ed air Illirio per circa 33o miglia, puo faciliueute auuiiettersi, 111a noil sapreimiio come per ceato altre passi i/i mezzo a lidi iuiliaiii ^ niassinie dopo le piii receiiti politiche deuiar- cazioai: cosi uou sapreinmo facilmente aaiiiiettere iiello stesso articolo , clie le isole situate luiigo il litorale del- ristria e nel Quarnero sieiio tra quelle die apparteugono nil' Italia. — II luoate Agnano , situate nel territorio di Pisa, e nolo ai botanici per varie piante rare ciie vi si trovano, e noa solaiuente pe' suoi rari arbusd, non co- niiini in altre parti d' Italia. — Un importante articolo versa su VAgricoUura: raa non ben intendiamo come possa asserirsi , die la Sicilia e la Magna Grecia furoiw cerra- mente le prime in Europa ad essere coltivate, tanto piu die si parla in appresso de' popoli dell' Asia approdali per la via del mare, dei giganti , dei ciclopi , dei lestrigoni , i quali poterono bensi formare coll' agricoltura un vincolo sociale , lua forse trovarono le terre gia coltivate. Non e veto ne pur quello die vien detto nello stesso articolo . die gli ohraniontani cioe qualilicliino d' indolenza gli abitanti delle caiiipagne italiaiie, giacche quel riraprovero puo ca- dere soltanto su qualdie parte dell' agro roiuano , e le let- tere del sig. di Chateauneuf , e le opere di Arturo Youn ta •, il di cui piu bello ornaniento e il magnifico Ponte » di Carignano che la sovrasta. » Chi mai in Milano, dove scrive il signor Rampoldi, non sa die questa strada di Ge- nova non e realmente dentro Genova, e non e punto stra- da, a meno che questo nome non voglla darsi a tutte le passeggiate? Qnanto al ponte di Carignano che ne fa il piu belt ornamento , basta il dire che ne resta a piu di un terzo di miglio di distanza ; e che un ponte che sovrasta I'Acqua- sola , sito assai elevate , e tanto ridicolo quanto a dire un ponte che sovrasta il Duomo di Wilano. ti AcQVE STATIELLE. Jcijc'^/ , citth . . . presso la sjionda set- » tentrionale del Bormida. Essa e rinouiata pe' suoi ba- « gni caldi sulfurei , conosciuti fino a' tempi de' Roniani » col nome di AqiifB statiellce. » Ci ha qui una mancanza, e forse a un tempo un errore. Ammesso, cio che e tuttora dubbioso, che i bagni caldi detti da' Romani ^'^hcb 5mf/f/Za; fossero nudriti da quelle sorgenti , che anche a' di nostri colano dentro le mura di Acqui , 1' autore ha commesso una grave mancanza , tacendo il rinomatissimo stabilimento de' Bagni caldi moderni siiuati a un buon miglio di di- stanza da Acqui, non snlla sponda settentrionale , ma bensi meridionale della Bormida. Se poi , come e assai proba- bile, le sorgenti impiegate a' bagni moderni erano quelle stesse che gli antichi chiamarono Aqum statiellce, in allora e errore 1' averle poste suUa sponda settentrionale del flu- me. Non sappiamo poi per quale ragione egli sia trascorso nel dire che sulla fine del secolo XVIII il popolo del cir- condario d'Acqui mantenne un avanzo di fcrocita lig,ure. Egli poteva sapere da Tito Livio clie 1' ultimo avanzo della in- dipendenza italiana fu, contro i Romani, sostcnuto in Li- guria , e poteva ugualmente sapere dal Wuratori e dalla PAHTF. ITALT\X\. 103 storia Jelle crociate, clie il primo raggio della civilizza- eione europea brillo in Liniiria. AgrO sADAZIO. II sigiior Rampokll ignora , clie olire la regione degli Stati roinani die anticamente aveva cpiesto nome, v' era un Agro sabazio in Liguria , di cui quella parte die denominavasi Vadn sahatia , divenne celeljre nel- r antica geografia per essersi qui ritirato M. Antonio dopo la battaglia di INIodena. Per far conoscere questa regione egli noa aveva die a copiare nno sqnarcio di lettera di Brute a Cicerone, datata da2;li accainpanienti di Tortona , nella quale questo sito impeditissimus ad iter faciendum e COQ laconica esattezza tratteggiato. Alassio. Questa piccola citta situata in nna spiaggia aperta a venti i piu tempestosi e cambiata dall'autore ia nna stazione di biion anrorazaio con un cantiere per la co- struzione delle piccole navi. E uon v' e otnbra di vero nel- r asserire che n la citta metropoli ( intende Genova ) ab- " bia sempre inipedito che vi si fabbricasse un porto mi- » gliore di quello di Genova per le grosse navi, anclie di " quelle di fila con portata di cento e piii cannoui.') Basti il dire che essendo ormai cessata 1" influenza della metropoli, Alassio rlmane e rimarra sempre senza porto, per ia ra- gione che il sito di quella spiaggia nol comporta. Questi falsi ragguagli non posson piii sopportarsi dappoiche la ma- gnifica strada aperta da Nizza a Genova conduce il viag- giatore in faccia di tali luoghi. Anche in mancanza di questa, alio scrittore della Corografia d' Italia uon doveva essere ignoto quel ]iasso di Strabone che dice essere aperta e senza porti tutta quella marina che tra il porto di Luni e quello di Monaco si protende. E attinta alia stessa sorgente la pesca del corallo nel seno di Alassio , che non ne ha mai prodotto, ed e tale da non poterne produrre giaminai. Albenga. Questa citta della Riviera di Ponente e posta dalTautore in rn'a nl Mediterraneo , mentre ne e distante almeno di un miglio. Dice che produce in ahbondanza cn- napa e uli^i; ed e appunto il solo luogo della Riviera di Ponente, ove T ullvo scarseggia , per la ragione che la va- sta pianura che le si apre innanzi , tutta coltivata a ce- reali e vigneti ;, e csposta a venti boreali , che sceiidoii dalle alte montagne che ha a fronte. E data per Colonia roniann, e nol fu mai. Tra' suoi aatichi inonumeati I'au- tore riporta ua ponte di otto arcaie sul Centa ; e il Ceata 104 APPENDICE scorre forse a nn miglio di distanza da qnesto ponte : nh v' ha docnnicato storico die faccia sapere cjaando il flume ha cessato di scorrere sotto questo ponte. Si aggiugae per ultimo che fosse anticamente un buon porto di marc, e gli antichi geografi ci dicono che nol fu, e non pote esserlo. Tale e V esattezza con cui vien fatta conoscere una delle pill antiche citta d' Italia posta sulla graade strada che di Francia mette a Genova! Aloe. Non ci attendevamo in una Corografia di trovare articoli a parte per le piaute piu cospicue del suolo ita- liano; ma giacche il signer Rampokli ha fatto grazia a questa bella specie , ci duole ch' egli , traviato dal nome vernacolo, abbia confuse V Agave americana, specie ormai divenuta indigena in Italia, se tuttavolta non le appartiene di origine, colPAloe die impiegasi nella medicina come pur- ge nte , e appartiene a' climi equatoriali ^ e non si vede ia Italia che negli orti botanici. E poi falsa affatto 1" idea di' egli da di questa pianta da hii cambiata in un arhusto che s innalza a 20 e 3o piedl in forma di piramide da ogni parte coperto di fiori: ella si riman sempre senza tronco , e tutte le sue foglie prorompono dalla radice: se non che quando e in sul fiorire mette in pochi mesi un lungo e nudo stelo, che alia sua estremita si carica di fiori. Alfe. Da qual lingua ha uiai preso il sig. Rampokli 1' eti- mologia della voce Alpe per dirci che deriva dalle quasi inmimerevoli sue vette , dalle perenni bianche nevi e dagli eterni ghiacci. E non e nieno da notarsi la sua cronologia , clalla quale pote rilevare le marine alluiioni che nel tratto di miriadi di secoli inondarono le italiane pianure. La deno- itiinazione di marmorca massa e marmorea giogaja con cui replicatnmente qualifica le alpi, e inesatta, oSsia die egli intenda parlare al volgo o ai geologi. Quanto al loro pria- cipio e al loro prolungamento nell" Apenniuo , non com- jDrendiamo com' egli aljbia potuto passarsi dalP esporre le opinioni che sopra questo punto avevano gli anticlii geo- grafi , non solo perdie di queste egli avrebbe avuto fre- cjuentemente a giovarsi per 1' intelligenza de' passi di que- sti scrittori dov'essi parlano di montagne ; ma ben anclie perche le loro opinioni sopra questo argomento sono piii giudiziose di quel che generalniente si crede , e osiamo aff'ermare che nulla di meglio e stato finora esposto dai nioderai. Noa riesca pertanto discaro al signer Rampoldi I'ARTE 1T.\L1.\NA. IC5 che noi esponiamo qui per la prima volta alcnne os" servazionl che la lettnra degli anticlii geografi da noi fatia in I'accia de"" laoglii da loro mentovati ci ha siig- gerito. Al sistema geografico degli anticlii sopra questa catena di monti diedero norma le opinioni di Polibio e di Strabone , che realmente visitarono la Liguria prima di acciiigersi alia compilazione de' loro scritii. II pfimo di questi stabilisce il monte Vesulo (Monviso) come il piu naturale , e a via tempo il piu solenne confine tra le Alpi e I'Apennino. Dal Monviso ha il Po le sue sor- genti , e dalle sue vette tutto puo scorgersene il corso at- traverso T Italia superiore. E realmente questa montagna trovasi in quel punto os'e le Alpi si biforcano, e il loro ramo orientale senza punto essere interrotto si prolunga nell'Apennino. E dessa e per la sua altezza, e per la sua giacitura la sola fra tutte le vette alpine , che puo a un tempo scorgersi dalle opposte sponde dell'Apennino. Per le sue forme plramidali e scoscese I'abbiamo potuta ravvisare dalle alture del monte Fasce presso Genova , e ben anche da quelle del Mesco, promontorio che si alza a picco a 3i5 metri dal livello del mare a 45 miglia a levante di Ge- nova. Strabone, che assai piu tardi di Polibio scrisse ia Roma il suo libro De situ orbis , prolungo le Alpi lino ai monti frapposti a Genova e Savona: e intese con questo cambiamento mettersi d' accordo coUe opinioni che sopra r estremita della catena delle Alpi e dell' origine delfApen- nino avevano adottato gli scrittori romani e senibra fos- sero divenute volgari. luiperciocclie i Romani ne' loro fre- quenti tragitti pel niare Tirreno e Ligustico , vedendo ap- parire a ponente sul loro orizzonte niarlno quella stessa giogaja irta di piramidi nevose , clie tante volte si era presentata al loro sguardo nelP Italia superiore , la chia- niarono A!pe inarktima. Di fatto quest' enorme massa di monti che sorgendo dal litorale frapposto a Nizza e Sa- vona s' innalza nella regione de' Liguri Vogienni (Viosenne) e nel coUe di Tenda , veduta in iscorcio dall' alto mare rimpetto alia Spezia , apparisce a foggia di un' isola , che per la distanza da cui e osservata , e il grande abl>assa- inento cui giugne la giogaja tra Genova e Savona , sembra staccata a/Fatto dall'Apennino. Non intendiamo qui di fare Strabone piu dotto ch' egli no« era in iscienze di fresca dataj ma egli e certo singolare che appunto tra Geuoya lo6 ilPPENDICE e Savona sconipaja il granito e le altre rocce nelie quail trapassa che haiino taiita parte nella costituzione geologica alpina, e cominci quel sistema calcareo che puo dirsi for- mare il nncleo di tutto I'Apennino. E perche il signor Ranipoldi non si dia a credere che quanto abbiam detto su questo pniito sia vaua erndizione; senza uscire dalla Liguria intendiamo di fame 1' applica- zione a migliore intelligeiizn di un passo di Tito Livio, che rignarda 1' antica Snpo o Savona de' nostri tempi. Ben- che da tutto il contesto di quel racconto si scorga chiaro intendersi dallo storico romaao a parlare della citta che ha pressoche serbato intatto il suo nome fino a' tempi no- stri , pure per essere stata da lui qualificata col nome di Oppidwn alpinum tanto e bastato perche il Durero , per dotto che fosse in cose antiche , ne abbla trasportato il sito su per le alture dell' Apennino. E ci duole di veder prender doppia parte in questo errore rerndltissimo scrit- tore della Storia letteraria della Liguria, il P. Spotorno, che trasporta la citta ScU'O di Livio al di la di S. Remo nelle Alpi inarittinie ; come se per trovare le Alpi marittime degli scrittori romani, si avesse a cercarle al di la di S. Remo. Eppure era facile il comprendere clie nel loro sistema geo- grafico , e in quel loro stile di disegnare a grandi tratti le regioni della terra ad essi note, il nome di alpino non era limitato alle sole vette, ma da loro esteso a tutta la massa che dalla base all' apice componeva la giogaja. Quindi vediamo dato da Virgilio il nome di alpino al poggio di Monaco che si specchia sul mare. Piii tardi Flavio Vopisco chiamo alpina Albenga clie siede presso al lido. E piii tardi ancora Liutprando disse Genova situata nelle alpi Cozzie. Ma ormai basti di quest' argomento sul quale quel tanto che possiamo aver detto di soverchio pel conto del signor Rampoldi , vogiiam credere non sara perduto alTatto per r antica geografia della Liguria. Apennino. Rimettendoci a quanto abbiam gia detto sul conto deU'Apennino nell' articolo precedente, aggiugneremo che la sua composizione geologica poteva essere assai pid esattaraente tratteggiata a grandi masse, e con mcno di- spendio di parole che non e stato fatto dal sig. Ratupoldi. Troviam poi inesatto quanto egli ci dice intorno alia sua temperatura ; cioe clie nell'Apennino dell'alta Italia la neve doinina dal seitembre al lu"Vo dell' anno seguente , ma nella PVnTE ITALIANA. IO7 bassa Italia soltanto da novembre a giu^no. Ora in diverse parti deirAjJennino , die nell' Italia siipeiiore sovrasta la riviera di Geneva , la neve non vi si niantiene clie circa a tre niesi dell' anno. Le viti e con essa i cereali sono senza punto d' interruzione coltivatl dal litorale di Sa- vona fino al dorso settentrionale dell' Apennino , che de- cliina ne' colli del l\lonferrato. All' opposto nelle alte vette €ui si frequente s' innalza qnesta catena nell' Italia meri- dlonale , per un esempio, il Gran Sasso, la Majella e il monte Amaro negli Abruzzi , il monte Mileto nel Sannio, il monte Pallino nelle Calabrie , la neve vi fiocca da set- tembre ad aprile dell' anno seguente, e vi si niantiene graa parte delF anno. Non pare che il sig. Rampoldi abbia av- vertito die la temperatura gencralniente iadicata dal grado di latitudine , e sempre subordinata all' altezza delle mon- tagne, alia loro distanza dal mare e ad altre circostanze di giacitura. Finiamo qui la revista degli articoll di quella parte del primo fascicolo della Corografia dell' Italia del sig. Ram- poldi che riguarda la Liguria. Se realniente , come noa possiam dubitare , 1' amore e la gloria del bel paese die egli iniprende a far conoscere e illiistrare e il solo scopo di qnesta sua egregia impresa, non gli riuscira discaro, ci giova il crederlo, che noi animati degli stessi sentimenti , in prova dell' interesse che prendiamo ne' suoi lavon , gli ofFriamo il triJDUto delle nostre osservazioni sopra una parte d' Italia che e ad nn tempo nostra patria , e soggetto coii- tlnuo di nostre ricerche. Prof. Domenico Viviani. Poesie di Luigi Carrer. — Padova^ i832, coi t.ipl della Mineiva , in S°, di pag. 1 09. Prezzo aust. lir. 3. In Milano si vende da Gio. Pirotta in cou- trada di S. Radcgonda. Di quasi tutte queste poesie abbiamo parlato in altre occasioni , tributando all' ingegno ed alia coltura del ch. autore una lode ch' egli e sicnro ogglmai di sentir sempre ripetere e fiirsi maggiore ognl qual volla vorra regalare al- r Italia qualche sua nuova produzione. I versi del sig. Carrer lianno quella malinconia naturale e meditativa clT e stata cara mai sempre, e oggldi pare quasi richiesta come ne- cessario eleiueiito della poesia : di che altri in Italia e fuori I08 APPENDICE lianno indagate gia varle cagloni. A noi bastera qui notnre clie la malincoiiia onde piacciono tanto i versi del signor Carrer non e seniplicemeiite aniorosa^ ed a qnesta circo- stanza attribuiamo la graiide potenza ch' essa ha di tras- fondersi ne' leggitori. Fra le nuovc poesie di questo volume v' ba ua Inno alia Terra pieno di qnesta dolce ed efficace nialinconia , e ridondante di forti e generose inspirazioni espresse con nobilta degna di tutta lode. II poeta, grate ai doai die la Terra gli da, grato alia stanza cb'essa gli apparecchia dopo la morte , intuona un inao di riconoscenza. Liingo le sonanti Ripe cT Anasso vorticoso , e I' ample JRoveri del Montello , alia dolce oinbra Delia vite paterna e dell' ulivo M' addormentai fanciullo. Erami a fronte De' Collalto la rocca , e il combattuto Ponte^ da' corridori ungheri e franchi Con vicenda mortal ripreso ed arso Pill volte in pochi lustri ; e la sperai Cantarti , o Terra , con piii lieto verso ! Jndarno fu la mia speranza! Oh care Memorie del prim anni ! oh miei perduti Alberghi ! oh sotterrate ossa dell' avo , Lunge dal pianto dei nepoti ! Ed ora , Fatto ramingo di raminghi padre, Ttrren certo non ho , tranne quel solo Che tra i vulgari tumuli e le croci Serba il fral della madre, e aspetta il mio. Peroccbe niun' altra speranza, niun altro conforto gli l*e-jta , tranne la conteniplazione dell' nniverso. Qual dull' ardua prora , Lungamente suW onda esercitato , Jl navigante verdeggiar ti mira Lontana ; tale al mio pensier tu splendi Maravigliosa or ch' to ti canto, e V alma Plena di te veloci e calde Invia Immagini alia mente. E tale , o forse Pill bella , al cenno creator porgevi Jl capo fuor dalle divise spume ; Ne ancor scotea V arbor ea chioma il bosco All' impeto de' venti , ancor non era PARTE ITALIANA. lOQ Nata la rosa a imporporar le valli. Ma come venue ad incordrarti un priino ■Raggio di sol, la resohda gleba Di vegetanti innumerahll prole Espose al giorno , e fa V esca secura Ai non nati aniniaU , e un infitdto Delle nari diletto e delle ciglia Apparecchlato all' uomo ; ed ei la fronte Ancor levata non uvea, ne scosso All impulso divin prendea le belle Uniane forme il fecondato lima. Sorse V uom quindi , e mansueto e pio II dente astenne dalla helm, e visse Pago f/e' doni tuoi : fatto cogli anni Dell armi amico e di ferire esperto , Prima la scare insanguinb net tori, E da/r ara soUratte a se fe' pasta Le criienti reliquie ; indi, vol-endo Anni e deliiti, le fraterne vene Ruppe secure e al geniior la gola ; E rea chiamb necessita la guerra , Dritto la forza , ed abbelli coi lauri L empie conquiste e immortalb coi carmi. Ma 11 poeta non vaole come archeologo o naturallsta andar cercando riposti oggetti dl ammirazione e di lode: A me basti la vista, onde mi beo , Delle zolle dipinte , e il non eguale Cammin de monti frn le nubi^ e mentre Era le grcggi m' assido e le capanne , E portato dai zeffiri m' arriva Dolce aWorecchio il suon delta zampogna, Cantar mi giova a quel concento i casti Abbracciamenti delle piante , e i parti ■ . Olezzanti del Maggio , o della state La biondcggiante copia , a dell' autunno Le purpuree vendemmie e le carole ! Ne se il verno le selve e gli aid mordi Dl nevi aggrava , e fa sotto le rote Strider i laglii congdati e i fiumi , Tace la lira , e al raggio della fiamma , Che il cammin lambe e irdiepidisce it loco , Tento rustici carmi, o i tuoi ripeto , no APl'ENDIGE EJvetico Bione I E chi m accusa Di cantar note cose, e leggi imponc Al libero estro , die noii guarda al volo Di chi precorse , ma per lad campi Spazia securo, e a se forma soggetto Dell' immenso creato ? Una e la guida De' carmi, il core! E tale era ai pas sati^ Qual a me venne , irreqiaeto e vago , Pronto aW ire eallepaci, e claW aspetto - Finpito di quel bel, che in tutte parti Vige diffuso e in lui si ripercote , E i sopiti desir sveglia e gli affetti. E la Terra puo somminlstrare uiatena di poesia e di lode in ogiii stagione , aache qnando nel verno par ch'essa dorraa inerte sotto il velo dei nembi e delle nevi. Ma chi sotto il giocondo italo cielo Canta nevi e torreiiti? Ah! ben s' addice Alia Nordica musa , e del pensoso Bardo o del Druido insangumaio all' arpa La selvaggia armonia che le foreste Empie di cupa maravigUa ; o dove Scarsa luce dispensa all' Esquimale II sol che obliqiw guarda. Ei sidle nude Jiocce scavb la sua capanna, e il cibo Colla renna ha comune e la bermicla Sulla squallida landa. Assidua notte Da sterd alba seguitata incombe A quel povero lido , e smorta luce Guizza su e giii pel lubrico terreno , Lambendo i muschi e i pallidi licheni , Sola dovizia onde il selvaggio esulti. II poeta pei'taiito, couie lo inspirano il cielo ed il suola a cui fa sortito, si volge a caatare la Prima vera e la State colle bellezze e coi doai di che soao ricclie. Alia vista dei campi su cui oadeggiaa le messi egli esclaraa : Abbla rispetto A quelle spicht il turbine e la pioggia , Sc crescono ai mendichi ; e quando sorde Sien le orecchie mortali, o tum'ascolta, Tu almeno , o Terra! I doni tuoi contendi All' uoin che V arche scellerate unpingua, Su cui veglia , verace Argo , con cento I'AUTE ITALLVNA. Ill Sempre deste pupille il Lucro ingordo , Che le fame frnterne ( orrendo a dirsi! ) Medita, e il pianto delle genti implora. Eqiia di beni dispensiera , ad ogni Gente assegnb conveniente cibo , Onde si pasca , la prudente inaiio Di Chi sill tronco sterile del duolo Innestar seppe il benedeuo ranio Delia speranza. E r Antunno susclcator di begli estri delta ancli' esso al nostro poeta molti bei versi pieni di passioiie e di vita. Ma su questa Terra die sotto ogni clima e in ogni sta- gione e si ricca dispensiera di beni abita 1' uonio che rompe si spesso a guerre ed a stragi fraterne , e per insazlabile cupidigia mette in pericolo la vita, e converte in fieri stro- luenti di morte i doni della naiura. Pero il poeta conchiude: Verrd niai di , die di nutrir ti slanchi I duri ospiti tuoi? Fatta ritrosa, O Terra , renderai falsa la speme Di chl a lungo t' offese, onde il nepote Dell' aio scellerato espii la colpa ? Quest' inno intanto accetta e il cor devoto Di eld, nato sul mar, anzi che i regni Delle tcmpeste e la citta fatnosa Ov ebbe culla , le tue lodi in dolci Versi a cantar s dita. Apriini, o Terra, Bciiisno il seiio allor che a te mi chiami L"" ultimo fato. Un qualche ramo illeso Dalla celeste folgore si serbi Al dormieute nostro capo. E s' anco Munchino I'ombre al mio sepolcro e i fLori, Non sia che manchi il tuo pianto, o Corinna! Amabile la faccia di pallore , Al conscio lume delle stelle , qtiando Tra I' ombra e il sonno le superbie iimane E gli odii han tregua, e sidle tombe canate In lagrime il dolor si disacerba , liiposo pregherai alle deserte Ossa del vate , ed ei sotto la Terra Oggi cantata trovera riposo. Una sola cosa noi ci perinettiamo di notare in tjuest' In- no. 11 bignor Carrer parlando delle minierc del ferro e /I2 APPENDICE dell' oro ha, se non erriamo, vokito seguitar troppo Tusanza tlegU altri poeti ripeteii'.lone le coiisuete invettive. Gia troppi hanno imprecato ai trovatori del ferro e dell' oro , ai primi clie valicaroao i mari ed i monti; gia troppi haiiao detto c!ie il Creatore disgiunse colle montagne e coi mari le nazioiii : e il poeta filosofo , quale il sig. Carrer ha di- ritto di essere nomiiiato , non dovrebbe accrescere il nu- mero di quests vane declamazioni che perturliano il giu- dizio de' leggitori. Sarebbe degno oggimai che i trovatori di quelle arti senza le qiiali il moiido sarebbe un deserto, e scoiiosciuta 1' idea del genere urnano , e vocabolo igiioto qnello di umana famigUa , trovassero appo i poeti la do- vuta riconoscenza. Ne la poesia pnnto ne scapiterebbe i nemmanco quella poesia sentimentale e nielancoiiica della quale il sig. Carrer si cotnpiace. Perocche, dopo avere lodate queste graiidi invenzioni , in vece di annoverarne gli a]5usi, sarebbe argomento afFettuoso, e compianto degno dell' eta nostra 1' enuiiierare i moltissimi benl che son de- stinate a produrre, e dai quali per I'errore o per la ma- lizia di pochi tutta I'uujana famiglia e tenuta lontana. E la cetra del sig. Carrer sarebbe pur degna d' intuoiiare ijuesta nobile elegia ! / Mowimcntl dcll'Egltto e della Nubia dlsegnati dalla Spedizione sclenUfico-letteraria tuscana in Egitto ; distribiiid in ordine di materie , interprctati cd illu- strati dal dottor Ippolito Rosellini , direUurc della spedizione , professore di lettcre , storia e andclutd orientale nelU I. e R. Universitd di Fisa , membro ordinario dell'Isdtnto d' archeologia e corrispondente di varie Accademie dEiiropa. Opera pubbUcata sotto gli auspicj di S. A. I. e R. il Granduca di Tusca- na, ecc. — ' Pisa, 1882 , presso Niccolo Capurro e C. CI c;ode r animo di poter aiinunziare essere incominciata la pubblicazioue di questa grandiosa opera, clie per dispo- sizione di S. A. I. e R. il Granduca di Toscana e resa di facile acquisto anche ai nieno facoltosi , calcolato essendone il prezzo sul solo costo della semplice esecuzione. Riser- bandc'ii a teuerne piu luago discorso, diauio intauto 1' e- stratto del aianifesto: PARTE ITALIANA. Il3 *( II manifesto italiano-fiaiicese pubbllcato nell' ottobre dell'aiiao scorso proiuetteva la prima dispensa di questa graad' opera pel niese di gennajo dell* anno presente. Ma il doloroso avveniineiuo della morte del CliampoUion ha ritardato di parecclii niesi il principio della pulihlicazione, " Gli editori Niccolo Capurro e conip. si compiacciono era di annunziare al puliblico la comparsa della prima dispensa ( coinposta di lo tavole atlantiche e un volume di pag. 36o, con due tavole litograliclie annesse), e di prevenirlo clie quest' opera, rimasta necessarianiente aRi- data alle sole cure del direttore della Spedizione scientifico- letteraria loscana in Egitto sig. prof. Ippoiito Rosellini, Verra eseguita sullo stessissimo piano indicato gia nel primo manifesto ('*') : conierra le niedesime materie si del testo die delle tavole; conformissima sara 1' edizione , e i patti delfassociazione saranno pure gli stessi : solamente non si fara un' edizione francese del testo, come si promise nel primo annunzio. >) Era stato avvertlto nel jirimo manifesto che delle tavole una parte sareblie stata incisa in rame , ed un'altra ese- guita in litograda. Ora e stato giudicato plu conveniente e piii utile alia migliore esecuzione del lavoro , di rinun- ziare affatto alia litografia per le grandi tavole atlantiche, le quali saranno tutte accuratissimamente intagliate in rame. " Questo considerevole miglioramento nelT esecuzione del- r opera non poriera alterazione veruna al prezzo gia sta- Ijilito; ma pero di questo benefizio goderanno solamente coloio che si saranno associati fino al comparire della quinta dispensa inclusivamente. Dopo quest' epoca il prezzo di assoclazione crescera di quattro franchi per ogni dispen- sa, e gli editori assicurano die, anclie con questo auniento, r opera vien rilasciata a basso prezzo, come ognuno potra giudicare daU'esame della sua bella esecuzione. " La quantita e 1' importanza delle materie contenute ia quest' opera, e il desiderio che ne hanno manifestato tutte le pill celebri accademie e i piu rinomati sapienti di tutta Europa, renJono superfluo di aggiunger discorsi per ac- crescerne la gia grande aspettativa. Si ripeteranno soltanto le cose essenziali per confermare quanto si era gia detlo intorno alia distribuzione , all' esecuzione ed ai patti. (*) V, Biblioteca italiaua toiiio 64.''i novcmbre i83i., pag. a5a. Bibl. Ital, T. LXVill. 3 114 APPENDICE " L' opera, die ha per iscopo di svelare al mondo pre- seate la storia politica, le dottrine , la religione , i riti , le nsanze civili e doiiiesiiclie, le arti, I'indnstria e il com- niercio dell' atjtichissimo EgittOj, sara dedicata a S. A. I. e R. il Granduca di Toscana. E sara divisa in tre parli : » La prima parte trattera della Storia fiiio dalle piii aii- tiche epoclie , risuscitata e dimostraia coi monumenti ori- ginali e contemporanei. Comiiicera col far conoscere i veri rltratti e le fogge del vestire dei Faraoni e dei re greci d'Et^itto, e continuera colla rappresentazione delle coti- qniste sui popoii d' Africa e d'Asia, intorno ai cjuali si conosceraiiiio cose molto importanti e totaliiiente ignote. " Tutto qnesto inaspettato tesoro di notizie storiclie sara esposto in ordiiie cronologico , cominciaiido dai tempi aa- teriori ad Abramo, lino al regno di Cesarione liglio di Gialio Cesare e di Cleopatra i e Cjuindi flno a Geta e Caracalla. I) Si comprendera in qnesta parte la descrizione topogra- fica dei monnmenti dell'Egitto e della Nubia, dichiarando di ciascheduno 1' epoca, I'antore e il cuZo locale; e ricom- ponendo nel loro ordine sintetico e di localita, tutti qnei sogtretti clie erano stati separati per distribuirli e ordi- narli secondo la ragione delle luaterie alle quali si rife- riscono. " La seconda parte conterra lo Stato civile delP Egitto , con tutte le particolarita che a questo vasto soggetto ap- partengono, quali furono noverate nel primo manifesto, eve pero lo Stato civile era indicato come prima parte. » Qnesta sezione si terniinera coll' esposizione dell' arte e delle cerimonie dell' inibalsamatnra dei cadaveri , e fara conoscere i riti praticati dagli Egiziani nel deporre e ca.- stodire i morti nei sepolcri. >> La terza parte sara consacrata a far conoscere la dot- trina generale della Religione egiziana, le forme particolari d'jlle divinita colle loro attribnzioni, e le cerimonie del culio si generale ciie locale. » Apparterranno a qnesta terza parte le rappresentazioni astrunomirfic e mistiche , simboleggianti le piu occnlte dot- trine deir egiziano sacerdozio. » Tutti quest! soggetti saranno contenuti in circa 400 ta- A'ole in forma di grande-atiante, iniagliate con molta cnra sotto r iuuuediata direzione del sig. prof. Paolo Lasinio figlio. PARTE ITALIANA. Il5 y> Una terza parte inclrca cli queste tavole sara diliTen- teaiente colorita a pertetta iiiiitazione ilegli original!. n II pittore sig. Giuseppe Aagelelli , uno dei disegnatori della Spcclizione, ha la cura di sorvegliare alia t'edelta del carattere e alia correzioiie dei disegni , e tutti cjnesti la- vori (dei quali e gia proiita una terza parte) si eseguiscono sotto la continua ispezioae e risponsabiliia dell' autore deir opera sig. prof, llosellini. " II testo si coniprendera in circa lo volnmi in grancle ottavo di oltre 3oo pagine 1' uno, con tavole litograliclie annesse , e con caratteri esotici , gt-roglifici , copti , arabi , thraicl , greci, secondo roccorrenza. Faranno parte di que- sto testo tutti quei lavori lilologici, che son necessari ad inse^nare la lincrua e la scrittnra dezli Egiziani, ed a win- stilicare rinterpretazioue clie si dara nel corso dell' opera alle iscrizioni gerogliliche. » L'edizione sara in 8.% impressa in carta velina, ca- rattere lettura nuovo , di Didot, e con inchiostro soprafli- no di Parigi. » L' opera sara distribuita in circa 40 dispense , com- posta ciasclieduna di 10 tavole tra nere e colorite. '/ L'edizione si teriniuera in tempo uon rainore di quattro anni, e non maggiore di cinque ^ cominciando dall' ottobre del presente anno i83a •, e si daranno le dispense a in- tervalli non iwinori di un mese , ne maggiori di tre raesi. " II prezzo di ciascuna dispensa di 10 tavole e iissato a 20 franchi ( lire toscane 24 ) per coloro soltanto che sa- raano associati lino al coniparire della sesta dispensa. Da quest' epoca in poi il prezzo di ogni dispensa sara di frau- c!ii 24 (lire toscane 28 e soldi 16). " I 10 volumi del testo saranno compresi nel prezzo as- segiiato alle taiole , dimodociie tutta 1' Opera di 40 dispense (testo e tavole) non oltrepassera gli 800 franchi, e 960 per i non associati al coniparire della sesta dispensa. " II testo sara dis])ensato per volume, o mezzo volume , secondo clie verra richiesto dalla pubblicazioae delle tavole. >f Ciasclieduna dispensa sara pagata al uioiiieuto della con- segna , e le spese di porto e dazio saranno a carico dei della interminabile eternita. n Cosi il cliiarissinio segre- tario Cesare Arici incomincia la sua nnova relazione , die poi con bella e afrettnosa eloqnenza procede compiangendo la niorte di dne illiistri accadeinici, Gaetano Fornasini e Stefano Giacomazzi. E sifFatto principio torna opportnno anche a noi , c!ie da questi conirnentarj anniiali sianio avvisati della rapida ed incessante fuga del tein|)o; e forse una senza bnon frntto I'avremo trascritto per qnelli al- nieno fra i nostri leltori , ai quali I'esperienza non avesse per anco abbaslanza insegnato quanto gli anni sinn brevi rispetto a quel molto ch' e necessario di apprendere per trarsi faori della schiera volgare. Bisognereljbe che ogni citta avesse un eletto drappello di persone consacrate alio studio delle lettere e delle scienze, dal cni esempio la gioventia fosse Jnvitata a impiegare utilmente i piii begli anni della vita; un drappello di persone colte e stndio^e, che ogni anno arricchisse la patria di nuove prodnzioni intellettuali , ogni anno desse qualche piibblico esempio di venerazione e di stinia verso il sapere e Tingegno. Di tanto si puo vantare principalmente fra noi la citta di Brescia i e qnestl Commentarj deH'Ateneo ne fanno certa e onorevole testimonianza. E bello, nel volnuie che ora annnnziamo, veder ne' discorsi dell" egregio Presidente si- gner Girolanio Monti, con quanta cura qnelTAteneo si stiidii di conservare la gloria delle lettere e delle arti italiane temperando 1' amore delle utlli innovazioni colla necessita di conservar viva la venerazione dei nostri grandi letterati ed artisti, per non traviare dal sentiero della per- fezioue , per non perdere il nostro carattere nazionale. PARTK ITALIAN,!. ily E bello nella relazlone dell' illnstre segretari'o conoscere come r iiigegno degli accademici , consacrandosi aaclie quest' aaiio ad argomenti gravi e Importanti, coltivasse iifl tempo stesso la purita e la gentilezza della nostra poesia e della nostra lingua, e cosi senza perdere punto dl qiiello die abbianio ereditato dagli avi cooperasse al lodevole intento di appareccliiare tempi migliori a quel che ver- i-anno dopo di noi. E qnesta Relazione dell'Arici e anclie per se stessa nn bel lihro, scritto con molta chiarezza d'idee, con nobile semplicita di stile, con amore evidente clelle lettere e della gloria italiana. Senza qnesto amore le lettere e le arti non progrediscono , e nessuna produzione deU'ingegno fe perfetta ; e sopra tutto non e possibile senza di esso trasfondere nella gioventu quel sentimento di emii- lazione e
  • ' PXKTE ITALIA iVV. I If) Prezzo per gU nssociati cent. 40 , per i nan asso- ciad cent. 55 (*). II signer de Ci-istofori , geiitilnomo milanese, zelanto amatore tlella miueralogla e delle altre scienzc natmr,li, e il signer Jan dotto vio»nncse, venvito agU stipendj di S. M. la Diichessa di Parma in qaalita di professore di Botauica , insienie si congiunsero ad nna assai ragguarde- vole e, come leggiam nel Programma, nel suo gpnerc anica, scientifica impresa , alia quale si riferiscono i varj sovre- spressl annanzj. « I comuni nostri lavori, dicon essi, haiino per solo scopo il contribnire , quanto dipende da noi , a niaoigiore diramazione delle nozioni di storia natnrale, prin- cipalmente nell' Italia, nostro comune soggiorno. L' arai- chevole nostra rlunione e basata snlTamore dolla scienza die ci infianima agli stessi studj , e coUegati strettamenie per eguale lirama ed aniiclzia corriamo unanimi verso la meta prefissaci ., cio che abbiamo volnto accennare colla scelta del motto : amice conjurant » che si legge dinanzi alle opere annnnziate. A questa protesta , plu volte con altri termini ripetnta da' due amici natnrnlisti, noi accor- diamo interamente la nostra fede ; e facciamo plauso al- 1' opportnnita del mezzo che scelsero afiln di conscgnire il noljile scopo in essa indicato. II qnal mezzo consiste nel- I'apprestare economicamente , a chi li desideri, oggetti di storia natnrale, accompagnandoli di opere che li illustrino, che erudiscano intorno alia scien/a che ne tratta, che in ge- nerale ne parlino, ma in particolare conslderiao qnelli che sono proprj di queste nostre contrade , cloe delT Italia (*) I Caralnohl si vendono in Milano, da L. Duniolard e liglio., e da Gio. Meiuers e fi:;lio. — In Firenze , da Gio. Ricordi e C. , «• da Veroli e C. — la Fraiicoforre sul Meno, da Jaeger. — In Lione, da Cornion e Blanc. — In Lipsia , da Gul. Hin-rel. — ■ la Londra, da G. B. Eailliere. — In Modena, da Gemin. Viacenzi e C. — In Padova, da Zambeccari. — In Parigi, da F. G. Le- vraiilr, e da Trciutel e Wuvtz. — In Parma, da Filip. Caruii- gnani. — In Torino, da Gins. Bocca. — In Vienna, da G. Sclianiubni-g e C c da Federico Volke. — In Zurigo, da Orell, Fiiesli e C. Lp scliednle d' assoriazione di stovia natnrale per azioni >]o- vraiinn dirigersi indistinlamonle o al sig. Giuseppe dc (aistolori o al sig. prof. G. Ian in IMilaiio, cout. del Durino, n.° -p.S. 120 APPENDICE superiore. E gia dal comodo a chlunqae apprestato dl pro- cacciarsi o determinati oggettl attenenti alia storia natnrale, o compiute raccolte de' niedepiml , qual relativa a certe regioni , quale a certi usi , chi non vede niiraljilmeiite agevolarsi lo studio e il progresso di quella scienza ? JNe nicntre noi lodiamo le iadustri collezioni di cose natu- rali alcuno siavi il quale opponga, che la natura vuolsL studiare ne' campi stessi della natura e non ne'musei, noti negli erbarj , ecc. , dove solo si scorgono oggetti morti ia luogo di viventi , oggetti minuti in vece di grandiosi , e per lo raeno isolati e non corredatl di quegli acconipagna- rnenti die ne significano 1' essere e le relazioni. L' un mezzo di studiar la natura e preferibile, niuno e die ii nicglii , ma spesso non praticabile-, I'altro gli serve di suppliaien- to, e a molt'altri nieriti intriaseci aggiunge il pregio ine- stimabile di esser presto ognora a dii voglia giovarsene, e di porger gli oggetti gia scientificamente denominati, gia metodicamente distribuiti. Atteso i quali vantaggi^ die dalle collezioni delle naturali cose derivano, ne avviene die i Sovrani si pregino di fregiarne sontuosamente le loro re- sidenze , e se ne muniscano gl' istituti di pubblica istru- zione, e i professor! e gli amatori delle varie naturali di- scipline se le procaccino a decoro de' loro privati alberglii; e le collezioni de' piii famosi in quella scienza , cui gli oggetti in esse contenuti si riferiscono, si conservano e tramandano alia posterita con ccrta sorta di venerazione. Noi pensiam dunque die V impegno assunto dai signori De Cristofori e Jan di somniinistrare oggetti di storia na- tnrale, o spartiti o congiunti in raccolte, sarh apprezzato e lodato da quanti amano fra noi il progresso degli utili studj i e die i direttori degli stabilimenti scientifici, e quelli die gia sono presl al bello delle cose naturali , sa- ranno solleciti ad approfittarne. I primi somministreraono a' loro alunni un mezzo, per cui gli studj di storia natn- rale cui sono obbligati non riescano sterili e nojosi , ma aniniati e fruttiferi. 1 secondi o gia posseggono qualclie raccolta dl storia naturale , e saranno lieti di poterla col proposto mezzo render compiuta ; o non per anco pos- seggonla , e solo accontentansi dell' ammirar le bellczze che in questo suolo italiano la natura ci profonde si libe- ralinente d'intorno, e questi , provvedendosene , appren- deranno come il lorq^ aftetto alle naturali applicazioni r.\nTE ITA.I.T\X.\. liit poi^sa clivenir piu efficace, cjiiando col railnnnr gli oggetti ?.niinirati , e contcMiiplarli assiduaniente e da vicino, essi remlano matiifeste quelle altre loro elette heliczze, che na- scoiidonsi a clu li dcgni soltnnto di sgnardi jiasseggiei'i. Ora e tempo die per noi si parii di rpielle opere che tlni signori De Cristofori e Jan si puhblicano a corredo della loro impresa , e coir iiitento di renderia piu frnttiio- sa. Era necessario pnbl)licnre i cataloglii degli oggetti di ciii facevasi esibizione a' ciiltori delle scienze natiirali ^ ma poiclie tra qnesti oggetti particolarmente comprendonsi tiitti qiu'Hi, o gran parte di quelli, die spettano alle comrade settentrionali d' Italia, cosi opportiinamerite 1 detti catalo- glii t'arono adattati , e mniiiti di aggiiuite, alio scopo di esporre la Storia natnrale delle contrade medesime. Siccome poi ne' cataloglii conveniva seguire un ordine scientifico , vollero i signnri De Cristofori e Jan far conoscere ai loro associati e corrispondenti quello da essi prescelto con opere apposite, le qiiali servano come d' introduzione a' cataloglii siuliletti. Qiiindi nell' atto che colla pubblicazione di un. catalogo di certa classe di oggetti naturali se ne fa da essi esibizione a' naturalisti , si pnbblica insieme un trat- tato relaiivo a' medesimi , il quale dimostra i principj della loro distribnzione , ed un opuscolo che contiene la descri- zione de' loro generi ; quanto alle specie non se ne da la descrizione a meno che non trattisi di specie ntiove. Gli oggetti che i signori De Cristofori e Jan esibiscono pel 1 832, od a scelta . o gia costituiti in raccolte, sono piante e semi, conchiglie, coleotteri ,. minerali e rocce. Quindi quattro sorte ossia sezioni di cataloglii, un di bo- tanica . un di conchiliologia, un di entomologia , un di ttii- neraIo!;ia, a norma de' programmi gia inseriti nel quaderno di aprile anno corrente di questa Blblioteca ital. (torn. 66.% P-ig- 1.39 )• Ne' cataloglii di minerali, di piante, di coleotteri, di conchiglie floviatili e terrestri che abbiamo sott'ocdiio, trovauiiiio tale abbondauza e varieta di oggetti (con giusta proporrione tra i piii e meno importanti ) , che dimostrano la validita delle forze con cui i signori De Cristofori e Jan si sono accinti alia loro impresa . e come sieno in grado di rendere soddlsfatto chi vorra della loro opera approtittare. Del catalogo delle piante e pubblicata la prima parte , e comprende piii che 12,000 specie diverse tutte duplicate 132 ArrENDICE e tlisponibili. Ecco come a proposito della Campanula Hat- nerii essi ne annuncino una nnova specie cU silene , d'l cui si propongono di occuparsi nella parte seconda. o Le roc- ce calcaree delle niontagne dette Grignc , clie vicino a Mandello stanno a specchio dell' ameno lago di Lecco, sono fregiate di questa hella e singolare campaiinia ; ivi e par- ticolarmente sul Canipioae abita iiisieine ad essa una delle pill leggiadre piante italiane, la quale co' suoi bellissimi fiori di colore rosso-porporini tempera e rallegra V aridita dell'alta sua cima. Questa rara e bellissima pianta appar- tiene al genere silene. Noi non sapremmo renderla piii in- teressante e pregevole agli occlu dei botanoiili, se non che decorandola col nome dell' Augusta consorte del sere- nissimo Principe inclito mecenate degli studj di storia naturale, al cui nome e dedicnta la campanula abitante la stessa uiontagna. Ecco la frase della Silene Elisabetlia;. Nob. floribus pednnculatis solitariis aut in racemo geminis, rarius tres cum axillari , petalis obcordatis crenulatis, coronula e fills quatuor petalorum limbo ndnntls ; calycibus fructus in- flatis decemstriatis glanduloso-pilosis ; ccipsula trigona ; /o/J;5 lanceolatis ciliatis •, caidinis pubescentibus radicalibus sub- glabris. » Del catalogo delle concliiglie e piibblicato il primo fa- sclcolo della prima parte. Esso raccliiude le terrestri e fluviatili , delle quali sono lnbietto cli loi- ragio- nauiento f'ecero altrcsi il sig. C. Riccl ed i sigaori Taddei e Rt'pcttl la liljerta inJustriale , 1' influenza del sistema delle dogane snll' eserc'izio liljero dell' industria , ed il sistema proibitivo qual mezzo di pubblica prosperita. — E perche la scienza agraria possa con tutta facilitix a bene degli uomini estenilersi, mostrava il sig. Aw. Ccipei come gioverebbe la fondazione nelle provincie di istitnti di essa ne' quali uomini zelanti e probi si raccogliessero ad ammaestrare i iigH de' possidenti vicini ; e i principj teoretici fosscro rin- francati coUa pratica nelle tenute sperimentali non man- canti dclle opportune fnbbriche ed opificj atti a incuufaUurare i prodotd grcggi. Concludeva finaltnente col far voti , per- che anclie in Toscaaa, siccome praticasi in altri Stati, venissero esposti ogni triennio almeno i prodoUi dell' agri- coltura , dell' indiistria e dell' educazione popolare col conferlre ai bencmeritl lodl e guiderdoni. Intorno la convenlenza di incoraggire F industria manlfatturiera parlo il signor Cav. Bcirlotta , e sostenne che la massima dei sistenil direui a preferire le nianifattnre e le arti georgicbe a danno delle altre indnstrie operano sempre direttamente contro 1' ob- Jjietto ciie si propongono , ed arrecano indirettamente dannoi a quel genere speciale d' indnstrla clie vorrebbesi proiiio- vere ; mentre il sig. Tartml-Salvadci faceva vedere essere errore di economia politica quello di una popolazione che dassi per la massima parte a un solo genere di trallico , quando questo divenlr puo o gia divenne comune ad altre nazioni. II perche quanto piii le Industrie posson soggia- cere al capriccio della moda o cangiar di stanza , tanto esser deve maggiore la premura delF accorto speculatore di non perder di mira quelle costantemente jjroiicue , per- che universalinente e di necessita adoperate. Al quale lo- devole scopo collimano molte Memorie di tenia totalmente cainpestre e in attenenza alia Toscana, dal sig. Rcpetti rlcordate e gia state soggette di accadeaiico intrattenimento. Tre relazionl poi vi si leggono dei segretarj delle corri- spondenze signori JarUid-Salvatlci e Taddei; dalle quali spe- cialmente ricogliesi, che la Societa agraria di Nuova-Yorlc di receucissima instituzione pabblica un suo giornale ; e die un altro degno di molto encoinio piglio a dar fuori nei regno di Napoli il sig. Jlafaclc Pcpe col tltolo di CioratUe nud. itui. T. Lxviir. o l3o APl'ENDICB economico rusdco ad uso di Molise ; il quale servir dee ai coltivatori inesperti e poveri , essendoclie ragricoltnra vi e trattata piu qual arte che come scienza. Esso contiene le scoverte, i buoai principj e le nuove sperienzc colla con- veniente istruzione per applicarle al clima ed al suolo del Sanzio. Seguesi a mano a mano il coloiio ne!le faccende sue campestri in ogni stagione ed ia ogni maniera di lavo- ro, spargendosi cosi nella campagna i benefizj della scienza agraria ridotti a tal forma , che ognuno possa riconoscere, apprezzare ed approfittarne. II sig. Bonafoux fece alcuni tentativi per nutrire i ba- chi da seta colla Camelina ossia Myagrum sativum, e semlira che se ne possa sperar bene. Finalmente dal riferito dai due segretarj non e dubbio essere moltiplici e profittevoli le relazioni delTAccademia cogli altri istituti di ugual sorta, e co' personaggi e dotti nella scienza agraria e sue aflini. Prolusione letta il 3 dicembre 1826 dal sig. marchese C. Pddolfi Vicepresidente. — L' illustre georgofilo s' intrat- tiene a considerare T indole e la tendenza de' passati la- vori accademici, onde cavarne profitto e norma pe' futuri. Per pill motivi estimavasi che all' acido urico si dovesse la proprieta fertilizzante degli uratl del commercio •, ma alcune prove fatte e ripetute dal sig. dottore CldarenU e da altri persuaderebbero essersi pigliato abbaglio, poiche urine senz' acido urico come son quelle degli animali er- bivori servirono a comporre un ottimo miscnglio fertiliz- zante, cui pure si diede, benche al tutto impropriamente, il nome di urato. Quindi importa piii che mai il rintrac- ciare in che veramente consista il principio fertilizzante degli urati del commercio, dacche per le ragioni sovrad- detle si potrebbe congetturare , che alcun altro principio od altra combinazione di principj sia nelle urine e cui pertenga in grado eminente la vlrtii quasi specifica di ope- rare la prospera vegetazione delle piante. Di alcune osservazioni economico-agrarie relative all' Italia superiore. Memoria del Vicepresidente marchese Ridolfi. Av- viandosi egli da Firenze a Ferrara, quanto piu procedeva nel cammino tanto piu vedeva aumentarsi la feracita del suolo, ma Parte agricola meno avanzata, T industria sempie pill inceppata, e cio specialmente per un sistcma di aHitti oltre ogni dire gravoso ; col quale poi alia piii bassa pianu- ra s'associano per aticc uiali iisici del suolo. I quali guai se I'ARTE ITALIANA. l3l noil iiiag|i;'iori non minori senza dubbio erano ancorn oltre il Po e I'Adige. Piu prospere cose appalesavaasi nel Pa- dovaiioi il cui risor:j;iiiiento data dalla caduta della citta regiiia dei mari. Piii iimaiizi la provincia viceiuina presenta una georgica maggiorniente accurata , ed ua' aminiiiistra- zione rustica meglio intcsa die noa nei luoglii gia percorsi. Eccelleate e per liii nuovo parve al sig. niarcliese il nietodo ivi ill uso di ringiovaiiire le veccliie viti troncandone il fiisto e separandone it fiuo dclle burbe laterali onde affidare a ciascuna di queste un huono innesto. Sonuiia gli semliro pure la cura per la coitivazione dei gelsi nei sid pedeaiontanii poiclie nella piii bassa pianura e gran novero di prati irrigntorj e di risaje assai bene condotte. Con si fiorita vegciazione, colla pingnezza del bestiame fa il piu triste coutrasto la misera condizion del villico , il quale alberga ill inconiodi abituri o nelle stalle in un alle bestie ; cibasi di sola polenta di maiz , si macera nelle risaje , e sotto la sferza di un sole bruciante niiete il pane die non maiigia , sl)rama la sete con acque impure, ed impaziente aspeita la fresca sera die venga a spegnere 1' ardore del giorno , mentre neU'una e nelTaltra trova il germe di quelle febbri , die riduconlo ambulaiite cadavero , ed andie al sepolcro portanlo. Dietro il die il sig. uiarcliese Ridolp, riproverebbe il sistema delle culture in grande , poiche priva il colono d'immensi vantaggi provenienti dal coni- plesso di parecclii minimi guadagni; e mentre allarga forse il campo alia scienza, ristringe i limiti delT arte. D' altra jiarte colP asslcurare 1' interesse del proprietario sminuisce quelle del pubblico; finalmente mentre fa semplice 1' ani- niinistrazione e le faccende campestri , intorpidisce e in- ceppa r ingegno e 1' industria del villico. Giugnendo a Desenzano ammira un prodigio d' agricoltura, che da una crosta terrosa sa ricavar tesori , de' quali il gelso ne e la principal sorgente. /< E ben s'impara ( cosi il sig. uiar- cliese Ridolli ) la cultura del gelso in quesii distretti , ed iinparatala ben si vede che essa e di molto mal conosciuta tra noi. " Ne iiiinure tnaraviglia destarono in lui le grandiose bigattiere di Cliiari , di Salcio , di Treviglio e Cassano. II territorio poi tra Brescia e Milano, eccettuati i luoglii a questa citta prossimi , non offri al toscano georgolilo " quella feracita tanto naturale in altri punti della Louibar- dia specialniente per rispeito ai cereali. 11 die pare a lui 1 3a APPENDICE dipenda dalla strnttura imperfetta degli strnmenti arator], e dal niodo di adoperarli , jjiuttosto clie dalla qiialita del suolo. Egli vnolsi pero avvertire die la cultiira a maggiori braccia d' uomini , e senza il soccorso degli aaimali in am- pissimi campi , come sono i nostri , mal puossi ptaticare , prima perclie noii vi sarebbero persone a suflicienza , poi per I'imniensa spcsa che accagionerebbe. S'arresta il geor- gofilo viaggiatore alle porte di Rlilano per ripigliare altra volia la narrazione sua. Rapporlo del sig. professore G. Gazzeri siilla proposta estrazione in grande del solfato di magnesia dalle acque inadri nelle saline deli' isola d' Elba , letto neW adunanza degli 8 marzo 1829. — Vero sale d' Epsom era cjnello die il si- gner Pandolfini Barhieri mandava all' Accademia siccome ritratto dalle accjne madri or accennate, niisto pero ad un pocliino d'idroclorato di magnesia, per cni non e dnb- bio die per via d' ulteriore raflinamento otterrebbesi il sol- fato di magnesia bastantemente pnro per gli usi medici , e non inferiore in conto alcuno r.l migliore del coinmercio. E siccome le necessarie operazioni non esigerebbero die una spesa mediocrissima , pare al sig. Gazzeri die non si possa niettere in dnbbio 1' ni.ilita economica della pro])osta estra- zione. La quale utilita diverrebbe ancora maggiore se a questa si unisse altresi la fabbricazione del sottocarbonato di magnesia e della magnesia canstica , clie si potrebbero avere non solo dalla decomposizione del solfato di magne- sia gia preparato, ma direttaiiiente dalle stesse acque madri con maggior facilita ed economia. Di alcune erronee interpretazioni che si danno alia li~ berth industriale. Memoria del sig. Comm. Lapo De liicci , letta nell' adunanza ordinaria degli 8 marzo 1829. — Poco avveduiamenie , scrive il sig. De Jlicci , fu dato il nome di liberta all' esercizio libero delle facolta industriali , men- tre piuttosto si sarebbe dovuto dire rispetto alle proprieta. La qual piu glusta denominazione avrebbe cangiato Tin- dole di tutte le questioni die vennero tractate per rispetto ad essa liberta industritUe , e conciliando le vedute di tutti troncato avrebbe ogni disparere, e risparmiato quel tempo die e stato da uomini stimabili prodigato in varie dispute. E cio ampiamente ei poscia prova, e ne fa appbcazione ai rispettivi casi die succeder possono. DelC applicazione dell' economia polilica alia giurisprudenza. Lezione di turno del sigiior dot tore Giuseppe Giusti, letta rAUTE ITALTAXA. I 33 ncU* adunanza ordmaria del di 14 giugno 1829. — Noa ci ha dnbbio che dalP applicazione dell' una all'altra scienza le uriiane cognizioni iniiiiensameiite vantaggiarono f, ove perd la scienza applicata porti il carattere di scienza si- cura e precisa. II ])erclie 1' economia politica |iotendo ag- giiignere a tanto, 1' applicnzione sua alia scienza della legis- lazione ed alia ginrisprndenza spargera in questa una luce vera, e servira loro di guida infallibile che ne dirigera I'andamento e le operazioni per la felicita e prospefita individuale e sociale. Ma egli e niestiero che da prima la scienza economica niondi se stessa di quei sistenii , che producono un dissenso ed una scissura di opinioni bea anco sn certi snoi principj fondaiiientali fra qnelli che la coltivano e la professano. Cio c quanto il signor Giusd nell' iniroduzione vien discutendo , proponendosi in ap- presso di sciogliere le seguenti quosiioni: « Qnali sono i principj delT economia politica clie attraverso le moderne dispute possono riguardarsi come concordati e inconcussi'' " — " Qual e il vantaggio che la ginrisprndenza puo riti- rare dali' applicazione di tali princi|)j ? " Mi'inorin di turno del sig. Ferdiiinndo Tartini-Salvatici letta all' adunanza ordinaria del z ngosio 1839. — Concerne que- sta un viaggio fatto in Gern\ania dalTautore, e special- inente il belle esempio di rafiinamento delle razze lanigere e dei prodotti die ne consegnono avvenuto in Prussia. Imperocche dalT istante che il governo prussiano tolse gli anticiii vincoli a quel ramo d' indnstria territoriale , e ia grazia di una libera concorrenza si iinpedi il monopolio delle lane indigene; dalF istante die i greggi diretii dal sapientissimo agronomo A. Tliaer fornirono il prime nio- dello del piii accurato allevamento , gli abitanti de'la Prussia sonosi con tale zelo applicati alia pastorizia , che oggidi contansi in quel regno intorno a 10,000,000 capi di be- stiame lanuto, che posson dare 200,000 quintali di lana si buona , che per alcuni rispetti viene preferita alia fa- migeratissima delle Spagne. E I' autore un saggio ne offriva all' accadeinia ; ammirabile anche percio che quella lana rinviensi aflfatto priva di quella untuo^ita e di quel cattivo colore che di solito ha la lana , e die non si toglie senza grave difficolta , poiclie in Prussia suolsi pargare suUo stes- so animale con replicati lavacri prima di tonderla; dove nelle Sjiagne e ucgli altri sili si usa lavarla dope recisa dalla pecora. 1 34 Al'PENDICE A'cuni cenni suW agricollura clelt Impero di Marocco. Le- zione di Jacopo Crnberg di Hemsb , ecc. — II sig. cav. Gra- berg di ritorno dalle cocenti arene dell' Africa sotto qnesto rnodesto titolo arriccliiva gli Atti dell' Accademia dei Geor- gofili, di cui e socio corrispoadente , di copiose impor- tanti indagini sull' attnale stato fisico-politico-agrario del- V antica Mauritania Tingltana. Fecondissimo e per sua natura il suolo di questa regione : 1' agricoltore noii paga alio Stato pill della quarantesinia parte delTauiiuale pro- dotto; nessun diritto feudale concede ai grandi 1' autorita di appropriarsi 1' utile dominio delle terre ; la classe dei pastori e degli agricoli non e grivata di parziali augherie, ne costretta a servitu personali ; il clima e salubre e nieno ardente di quel che credesi per la geografica posizione ; non mancano fiuini , torrenti e rivi per la irrigazione : nondimeno nell' impero di Marocco I'arte agraria sta per immensita di spazio indietro della nostra. Del che qual ne sia la causa subito scorgela clii conosce 1' indole del governo, i costuml dei Maomettani, I'apatia lore, 1' avi- dita e i capricci di uno sciame di despoti, i quali collegati al capo deir impero , arrestano , opprimono , distruggono ne' Mauri ogni specie d' industrla sino dalla sua nascita. Sei elogi di accademici defunti rinvengonsi inoltre ia questo volume , cioe di Lui.gi Fiacchi , scritto dal cav. Franc. Fngliirami; di Pletro Ferroni, dal M. C Hidolfi ; del dott. Francesco Chiarcnd , dall' aw. Aid. PaoUni ; del conte Girol. Bardi , prof. Francesco Focacci e prof. OitoAiiano Targioni Tozzeiti. , da E. Repetti. Chiudesi il presence volume co! Rnpporto della deputazioiie sul glwlizio delle Meniorie venule al concorso sugl' innestl. Delle quattro Memorie presentate nessuna fu trovata me- ritevole dello stabilito premio : ire per non avere come si ricliiedeva atteso ai dati del problema e per alcune er- ronee asserzioni scientifichej, e 1* ultima americana, in lingua inglese, per la mancanza delle condizioni legali , coa cui giunse all' Accademia. Pdflessioni cridche sullo stato attuale della chirurgia italiana , ecc. , del dottor L. Pacini , profcssore di notomla net R. Liceo di Lucca. — Lucca, i833. La Gazzetta medica di Parigi del i83o si avviso di ri- portare un aiticolo di scnttore auoiiimo , soinmamenle PAI'.TE I'TXLIXSX. I 35 itisultante lo stato attnale della mcdicina italiana ; artlcolo pieno d\ fiilsith e d'aliliagli. II professore Pacini di Lncca caldo d'ainor patrio , zelaiite e felice cultore dell' arte sa- liUare si adopero coa successo a sosteuere iiell' opuscolo die annunciamo il decoro e la digaita della chinirgia presso di noi , mostrando in quaato fiore essa si trovi in Italia. Sebbene poi siasi egli studiato di iisar moderazioue e tol- leranza oiide far tacere quel nobile sdegno die destarsi suole neir aiilmo di cliinnqae sentesi adoiitato; non lascia pero di rintnzzare assai bene le cose false , travlsate o malevoli delT anonimo parigino. Qneste riflessioni critiche tendoiio a dimostrare i pro- gress! che fia fatto la diirargia italiana in qnesti ultimi tempi; e piii particolarinente in cio che verte sulla fistola lacrimale , la cateratta, la trichiasis, 1' esofagotomia , T er- niotomia, le fratture , la cura del morbo celtico , 1' aneu- risma , la litotritia , I'amputazione , le piagbe , ecc, Nel far risnitare con docunienti palmari la priniazia della dii- rnrgia italiana snila francese , egli ha egregianiente rag- giunto lo scopo a cui mirava col suo libro. B. Mojon, Lezioni sal cholcra-morbus dettate al Collegia di Fran- cia dal professore F. Magendie. Tradiizione. — Mi- la no , l8o2, dalla tipografia de' Classici italiajii , in 8.° • — Puhblicate 6 lezioni , e saranno 8 circa. Prczzo delle 6 pubblicate in 5 fascicoli lir. 2. 8o ital. V A R I E T A. P 0 E S I A. n. 'i un improwiso di Luigi Cicconi. — La celeste ispira- zione istantanea di nn ingegno alto, immaglnoso, passio- nate e veloce , die recasi pronto a trattare nel canto con numerl non pensatl qnalunqne argomento proposto , e fe- noineno tanto sorprendente , che Cicerone lo dice magna- nima audacia. Allora veramente il poeta pno chiamarsi invaso e rapito fuori delle umane condizioni ; allora ei crea, contempla. l36 ^' A R I E T A*. anima e dipinge kloll igiioti , nuove fantasie . specie ini- provvise , e hellezze spiritali e intellette. L' nomo assume senibianza tU una specie di divinita, che desta veiierazioiie e meraviglia , come le cose sacre. Qiiesto pregio e lanto cospicno che lo stesso Tullio nella diviiiazione o nelle TnscLilane noa teme di dirlo dimostrazione della divinita delTaiiima nostra: Ec^o Poetain , grave plerumqiif; Carmen, sine coelesti aliqiio mentis instinctu, putem. fundere? = Aique etiam ilia conciiaiio declarat vim in awmis esse divinani. Fra le anticlie nazioni privilegiate di questo dono ml- rabili fiirono la greca e la latiua. I Greci perclie possessor! della perennp civilta di molti secoll tutti dottissimi : perclie popoli d' indole viva, ar- dente, creatrice : dominati dalla fantasia e dal ciiore : al- teri della dignita degli uomini piu sapienti della terra : lieti di una plaga mitissima , di un snolo fecondo : pieni la mente e Tanimo dell' inenarrabile armonia della loro lingna : ed emulati alle prove generose di solenni letterarj pericoli. I Latini perche finalmente eredi del senno e dell' ele- ganza greca: snperbi della lore forza e potenza : tratti alia grandezza delle idee dalla maesta del loro irapero, alia novita de' concetti dalla varieta delle loro vicende : edncati anch' essi alia soavita, nitore, evidenza , copia e decoro di una lingua magnifica , e anch' essi, come i Greci, fatti beati di una teogonia poetica , e adorna di brillanti e sapienti immagini. Per tali condizioni ainbedue queste genti nella grazia e nella pompa del canto improvviso si segnalarono. Benche nella Grecia il canto improvviso possa dirsi antico quanto la poesia stessa, avendosi da Erodoto, che il medesimo Omero tessea versi subitamente, obbedendo come al dettato di un Nume i nondimeno dopo il Meonio cantore quest' arte ebbe splendido incremento. Lode somma di famoso in quest' arduo cimento consegui quell' antipatro Sidonio, che accrebbe il numero delle mu^e coUa sventurata Saffo: quan- tunque sulle testimonianze di Callistrato e di Atcneo ei fosse stato dal severo Siuionide preceduto nello stesso por- tentoso esperimento. Ne meno ottennero celebrita in questa prova del genio inspirato Boeto di Tarsi e Licinio Archia, se le lodi at- tribuife a quest' ultimo da Cicerone voglionsi avere in conto tli verita. til noto pol come presso i Latlni Ovidio Nasone, e il mcdesinio Angusto Ottavinno , secondo Svetonio, e T impe- ratore Adriano, ginsta Spaiviaao, e parecchi altri dt-ttas- sero versi iinprovvisi con aurea felicita. Ma ossia clie anclie le cose esiiuie coll' uso destano fa- stidio, ossia clie T nmano ingeiino volto a salire , come deila tiatnra del fnoco, tende alio scopriineato di tentativi sempre piii dillicili e maravigliosi, 1' arte deiriinpi'ovvisare appo quelle nazioni iiiedesime divenae cimento quasi obvio e vulgare. Fii percio conoscinta la necessita d' indagare nnove maraviglie, di lanciarsi a piii scoscese eininenze delTarte, di levare la mente ad una regione piii sal)lime, e d' iiifiammare il cuore di perturbazioiii piu veemenii e tremende : P ainabiUta e 1' incanto di bea tessnta canzone, la grazia di una gioconda dipintura, il volo di un'ode, Tordine e T ordire di un carine , come die questi compo- nimeiiti venissero dettati da una vena spontanea e felice , non satisfecero piii all' aninio e alia mente. Lo spiendore , la lotizia, il sorriso onde la musa colora e abbellisce la sapienza piii non rapi I' ammirazione e i plausi , anclie co' i:)fonti e istantanei modi di un cantare non meditato: perduto il diletto, si perde I' utile ; e la non curanza e la noja estinsero la magia de' subiti cantori, e resero muti i tentri. Ma se la moltitndine de' mediocri si scora2;gi6, i prinu campioni dell' arte trassero anzi bnnn ardimento dai motteggi de' critici , e dalia fredilezza universale, per raddoppiare i loro slorzi , onde restaurare di piii eccelsa glori.'* il canto improvviso. Tentarono percio piu dilFicile aringo: si avven- turarono ad una nuova prova, e alia piii sublime, e prova- ronsi a corre estemporaneamente il prime alloro del Parnaso. Dico clie si oflersero a lessere la tragedia : 1' urto e Timpeto, come dice 1' immortale Parini, degli affetti tre- mendi di quest' azione ; il cieco avvolgersi de' casi della medesima, e gli orrendi precipizj de' regi , onde va cam- iiiinando il cotorno, poriarono sugli animi intorpiditi la percossa del fulmine: le nienti si eressero : una sacra (jain- nia invase i petti: si fremette : si gelo : si piatise: e la Subita arte de' versi spontanei Ca rlnovata. Si ritrae da Plutarco, il divino Esc'.iilo aver declamato tragedie estemporanee: e scrive Strabone die Diogene Tar- sense eziandio azioni trngiclie, sopra proposti argomeati > l38 V A R I K T a'. come per afllato di un DIo, intreccio^ sviluppo *. e simil- mente Lticano prodnsse tragedie iinprovvise ardenti di quel sno fnoco generoso, clie poi gli tonio in tanta ruiiia : fra le cpiali tragedie non pensate suoiia ancora gi'ande la fauia del sno Orfeo. L' Italia nostra pur anche ha percorso tutii qiiesti stadj nel canto inspirato. Essa , madre di ogni alta e leggiadra cosa: institntrice dell' eiiropea civilta, pel retaggio deil'arti greclie , per la clemenza del suo cielo, per la sua potente forza crentrice , per gli animi suoi paratissimi a tutte le discipline dell' imitazione , deil'inspirazione , per la siibli- niita della sua prisca grandezza e delle sue seguenti s ven- ture, per lo attrito indotto nella sua grande vitalita da' suoi fortunosi accident!, e per 1' infinita armonia , volubilita, efiicacia , vigoria e pompa del suo bellissimo idioma, che meglio die ogni altra lingua moderna dimostra, come in soavi modi meglio T aria si percota articolando voci pittrici de'pensieri; 1' Italia a prefetenza d' ogni altra piii culta moderna gente vendico per se il vanto ambizioso di det- tare versi estemporanei cmnli de' modi pensati. Rammen- tare i Ceroni, i Feroiii , i Perfetti, i Gianni e cento altri esimj in quest' ardimento e cosa oziosa ; che le loro me- lodic eccheggiano ancora nelle itale aure, e gli orecchi dalla rimen^.ljranza ne sono tuttavia beati. Ma questa gloriosa dilettazione , che rallegrava i severi 07J della patria , con ogni beatitndine del viver nostro passo. Oh dolci serali cimenti dell' ingegno italiano ! Oil deliziose ville letiziate dal canto subitaneo ! Oh dotte gare nobllissime, quanto v' invidiano gli aninii riposati 1 Nuove , in^enti e sconosciute calatnita tutto funestarono, contami- narono ! E T Italia gih parteggiante, gia discorrente ad af- fetti smisurati, gia percossa da mali terribili, fu insensibile alle piane, tranquille afTezioni : ebbe pur essa bisogno di pill gagliardi commovimenti anche nelle arti del piacere : percio Rossini ebbe fama colossale : percio lo Sgricci uni- versa lode usurpo. Dico che la tempesta de' tempi reco anche fra noi nel canto improvviso la tragedia. Luigi Cicconi, anconitano, cimentasi pur esso a questo agone: in Roma si produsse co' primi saggi del suo fervido ingegno, e riscosse planso. Lo udi la Sicilia, ove gia nac- que la tragedia stessa , ne egli si moslro inJegno delle ombre di Bione e Teocrito. r i, R I E T A . IO() Ulriinainpnte fe venuto ncU'Atene dell" Italia , la bella Fireiize, a procUirre esenipio del siio valore. Nella prima prova suIIa cacciata del diica di Atene, se noii ottcnne pieni sulfragi , nioki lo comiuendarono di prontezza e fa- coiidla: nel secondo cimento sopra Lodovico il Moro si merco lode da una corona sceltissima di persone cospicne per dignita, per dottrina , per gcntilezza. Ove si fosse ricliiesto al Cicconi il piano di nn azione iilata colla piu pesata filosofia , con una prndenza ed eco- nomia alfieresca, con una locuzione, senipre grande , stretta , terribile quale alia tragedia si conviene, con caratteri stu- diati profondaniente, e niai non isinentiti, con un intieccio bene ordiio e ineglio sclolto, e con una caiastrofe da farti gelare per timore, per raccapriccio , per amaritudine; questa domanda sarebbe stata indiscreta, e lo stesso poeta dovea essere facllmente assolto qua ado non vi avesse cor- risposto. Ma le pretese delf onesta udienza farono limitate, ragionevoli, e tali die si poteano compiere da un poeta estemporaneo: e percio egli satisfece al comun voto. Qnando la conoscenza delle diflicolta da doversi viucere, e la ra- gionevolezza si appagliino di vive pittnre, di sentenze forti e accomodate al tenia: di cori armoiiiosi e iminaginosi: di Un inviluppo verosimiie: di aOetti ben sentiti e bene espressi , e di una locuzione felice e nobile •, questi pregi spiego il Cicconi, e con questi consegui quel plauso clie gli dee accrescere 1' animo per cogliere , con uno studio costante e con assiduo esercizio , maggiori e piii splendid! allori. ' Melchior Missirini. BO TAN IC A. Generosi atti e grandiose istituzioni a pro delta Botanica generica e medicinale. Del Guaco come riinedio pii cholera. ■ — La Compagnia delle Indie promove con reale munifi- cenza gli studj botanici. II giardino botanico ch' essa voile istituito a Calcutta non ha pari in tutto il mondo. Situato sulle rive del Gange, gira per ben due leglie di circuito, e n' e assai fecondo il terreno. II dott, Wallich , che ne lia la direzione, e provveduto di tutti i mezzi acronci ad arricchirlo, ed a cio consacra o.o;ni sua sollecitudine. Trecento quarantacinque sono le persone addette al giardino •, racco- glitori sparsi in ogni parte delT India inviano ad esso semen- ti , piante vive e secche. £ fornlto di ana bella biblioteca , 140 V ii r. 1 E T a'. e qnattorctici disegnatori vanao cont'inuamente anmentflri- done la collezione dci disegni colorati , clie certaiiiente e una delle piu coinpinte e belle che si conoscaiio. Questi disegni sono di gran dimensione e di rara perfezione (i). La Conipagnia ha prima d' ora distrilinito una graa parte de' suoi erbarj a' i:)rincipali botanici d'Europa. Adesso poi , afline di renlere piu utili tutti qnelli clie si trovavano ammassati ne' suoi niagazzini , e stati raccoki, cominciando daila sua origine in poi, per opera de' snoi agenti nelP In- dia , ne fece dono alia Societa Linneana di Loadra. Qiiesta societa , della qnale sono niembri tutti i botanici dell" In- ghilterra, possiede, oltre parecdii erbarj particolari , an- che I'erbario di Linneo (base dell' attiiale botanica nomen- clatLira ) , a lei lasciato dal beneiuerito Sinitli sno fondatore e prcsideote. Qniiidi la Societa Linneana ne diviene uno de' pnnti central! delle collezioni botaniclie del niondo. Qnanto alia flora dell' India orientale e anche a sapersi che il dott. Wight, imitando 1' attlvita del suddetto bota- nico della compagnia dell' Indie , dott. Wallich , e la gene- rosita di questa compagnia, ha deliberato di distribuire, per mero profitto della scienza , a' botanici le collezioni da lui , per proprio use, fatte nella suddetta regione (a). Una Societa e stata da non molto tempo istitaita a Lon- dra , che con grandissimo zelo e con amplissimi mezzi si applica alia botanica medicinale, ossia ad estendere e pro- movere la scirnza di quelle sostanze vegetahili che possono aver iiso di medicinali. II re d' Inghiherra e patrono della Societa; S. M. rimperatore d'Aasiria , i re di Prnssia e di Svezia , e molt' altri Sovrani ed altissimi personaggi, ne sono uiembri ; e se i privati socj sparsi per ojini dove le contribniscono notizie intorno a' vegetahili medicamen- tosi delle regioni in cui risiedono o viaggiano , i suddetti Potentati si adoprano a beneficio di essa con generosi do- nativi di erbarj contenenti saggio delle piante native ne' proprj dominj , oppnre delle piii sontnose opere botaniche ne' medesimi pubblicate, e di piii vi si adoprano col far servire i mezzi diplomatici alle tanto estese e necessarie (I) Notizie estratte da ima lettera del sig. Leschenault al prof, de Jiissieu, in data 3o novemhre 1819 ^ e riferite nel Diet. Class. d''ffist. riatur. arc. Jardin de Botariique . (3) Notizie estratte da iin ariicolo del sig. De Candolle inserite nella Biblioilieque Univcrselk aout i832 , f. 430i Y A. R I E T A . 141 cnrrlspondenze Jella stessa Societh. Nol abbiatno sott' oc- cliio i tiiscorsi d'aiino in anno, in nna solenne anniversaria seJuta, stati letti alia uiedico-botanica atiunanza dal suo prcsklente conte Sianliope (i); i qnali ci f;inno conoscere e il prospero andninento dclla Sotieia , e le peregrine no- tizie die le sono soiiinrmisirate inioriio a piante niedicinali non solo d'Enropa, ma anclie di lontanissimi paesi,niolte delie qnali non sono per anciie usate tra noi. Ne prende- remo per saggio alciini cenni intorno alle virtii del vege- tabiie detto guaco , die i pubblici fogli recentemente de- caniarono come capace a debellare quel tremendo cholera, ch" e divenuto il flagello d'Enropa. II sncco del guaco e un provaco antidoto contro il morso del serpente a sonagli e d'altri serpi velenosi (a)i tanto cbe Mutis, tidando ne' suoi soccorsi , fa si arriscbiaio di concedere die da un pittore del suo se2,uito si facesse, innanzi a Zea e ad altri nata- ralisti, r esperiniento di lasciarsi mordere da un serpe crediuo velenosissinio per mosirar poi come il gnaco ne rendesse vani gli effetti. Secondo le relazioni mandate dal sig. IMalJonado di Cuba alia Socicia medico-botanica il E;naco possederebbe molte altre virtii, olire qnella gia mentovata, e tanto per esse egli e soUecito di procacciarsene , die impiega ogni anno cinqne acri di terra afline di coltivarvelo. Egli scrive die riai'Lisione acquosa di foglie di gnaco riesce di sonimo vantnggio ne' casi di diarrea , e cbe tre persone, col pren- derne internamente la decozione, e coll' adoperarla pep? bagno , ricnpeiarono in cortissiino tenijjo I'liso delle mem- bra, gia da sette od otto mesi perdnto, da dne di essi per reiimatisnio , dall' aliro per paralisia. Aggiunge cbe il guaco fu trovato molto utile anclie nella cura delle febbri ; (1) bi queste sediite si distiibiiiscDao due premj , cioe una uiedanlia d' oro ed uua d'argeiito. Quella d'argento fu nel 1B29 aggiudicata al professore Frescobaldi di Firenze per le importauti notizie di cul accouipagno Terbario donato alia Socieia dal Gran- duca cli Toscana. (2) Due sono le piante volgarmeate indicate col nome di cuaco , entraiube deila fauii^iia delle siuaoteree. Una c la Mikaiiia cuaco di Humboldt e Boupland {Plant, equin, 2, p. 84, tab. ic5), I'alira e la Spilaiit/ies ciliata di Kuntii (Nov. gen. et spec, plant. AiiicT. vol. ■^ , p. 208); il vero antidoto al veleno de' serpi e dato , giusto la couiunc opinione , dalla prima, giusto quella dd •i;inor GuiUcmin, dalla secoiida. V- Diet, class, d' Hist, imtur, torn, y, p. 553, art. Guaco. 1 4* VARIETA. la qual eomma di Tirttl render ci possono moko credibile cli' esso ea;fegiaaiente convenga a repiiiuere gli effetti del morbo cholerico. AGRICOLTURA. Stato dell' agricoltura in Crimea ed al Kamtscatka. — Uii viaggiatore die fu lungo tempo in Crimea, e clie visito specialmente in Europa tutt' i paesi coltivati a vigna , as- oicura die il commercio de' viai tra la Tauride , Amburgo e r Ingbilterra puo collo scorrere degli aniii divenire no- taliilissiaio. I progress! die vi si faano coUa coltivazioiie de' vigneti sono sommameiite degni d' osservazione. I viai forti del sud della provincia potrebbero snrrogarsi al vino di Porto: il /vo/.our, vino particolare della Crimea, trovar deve facilissimo spaccio. Nel i83i la penisola prodiisse 600,000 vidros (9,600,000 bottiglie ) di vino die fu nelia totalita sua venddto-, e per quest' anno attendesi una rac- colta d' un milione di vidros. I Tartari stessi cominciato lianno a darsi alia coltura ; il prezzo delle terre si fa sem- pre niaggiore. Varie specie di diligenze , assal comode , stahilirsi debbono nella Tauride nel corso di questo mesa (g'"g"o)-. Mentre il mezrodi della Russia prende un si rapido aumento^ il nord ben anclie nelle provincle piii riniote innoltrasi con energia sempre crescente sul cammino del- r inciviliuiento. Nel porto di San Pietro e San Paolo al K^intscalka le varie classi d' abitanti , clero , mercanti e inilitari , si sono uniii ed hanno sottoscritto per una con- siderevole somuia destinata a formare un fondo per 1' in- troduzione dell" agricoltura. II piano fu sottomesso al go- verno , e nella primavera del i83i i lavori erano gia incominciati. Nel 3o d' aprile il governatore, accompagnato da tutto il popolo di Pctropawloski , si reco ai campi in lavoro , a 40 versie dal porto , sulle S[)onde del fiume "Watslia presso Sturoi-Ostrog. Nel primo di niaggio si canto il Tc-Deuin ne" campi , ove seminato erasi il grano. II servizio divino fu celebrato nel mezzo d' un deserto cinto da alte montagiie : lagrime di commozione bagnarono que' soldii cbiamati per la prima volta ad accogliere le messi, ad arriccliire e far germogliare uuove colonic, nuovi gruppi il' uomini. Tali coiiquiste , che noa costano sangue, sono le sole veie, le sole sicure, U uniche realmente belle. V A R 1 E T A . 1^0 NECROLOGIA. Antonio Scarpa e P.arnaba Oriani. L' Italia lia peicUito in pochi giorni cine de' suoi piii gi'an Inmi, ckie uomiiil di fama ciiropea. li primo e Anto- nio Scarpa, grande anatoinico, cliirurgo espertissimo; egli fn per lunga serie d' anni professore nella Ticiiiese Univer- sita , dove pnlsblico varie opera iiuportantissime : cesso di vivere in Pavia il 3i di ottol^re in eta ottaageaaria. Un nostro collaboratore conserva le piu esatte notlzie intorno alia vita ed alle opere.dello Scarpa, in parte a lui confidate dairilhistre defunto , in parte da Ini raccoite da antentici documeati ritrovati fra le carte dello stesso. Egli intende di pnbblicare qneste preziose IMeniorie nel nostro Gioraale. Nella prima parte, che sara inserita ael fascicolo di novembre, s' esporranno le notizie risguardanti la vita del defunto : nella seconda si parlera delle sue opere anatomicbe : nella terza delle cliirurgiche; con esanie delle line e delle altre non disgiunto da coiisiderazioni intorno alia condizione della notomia o della clururgia a' tempi in cui venivano la prima volta pnliljlicate. L'altro lame mancatoci e Barnaba Oriani, instancabile osservatore, e ricercatore profondo nelle teorie astrononii- clie, il primo a stabilire T orbita del Pianeta Urano^ ed a determinare le pertnrbazioni degli altri nuovi pianeti. La sua Trigononietria sftroidica e opera classica , e tale che sola sarebbe bastata a procacciargU la fama di uno de' piii grand! uiatematici d' Europa. Egli e morto ottuagenario il la di qnesto mese di no- vemljre, lasciando afflittissimi gli amici suoi e tutti gli ammi- ratori del profondo suo sapere e delle bellissime doti del- I'animo suo. Noi stiamo ora raccogliendo le memorie della vita di lui, e tutto cio die concerue i suoi lavori , oude tesserne la biogralJa. Eirata-Corrlge. — Tonio 67.° Pug. 390 lin. 36 la sinistra leggi al/a la sinistra "408 • 7 Gabriclc » Gal.riele ilcdici Jl. Gino.vr, F. Carlixt, I. Fvmagalli e G. Brvgsatelli , direiiori ed alitori, Pubblicato il di i(^ novembre )832. Ossej vazioni meteor ologlche fatte all' I. R Osscrvatorio di Eic 0 T T 0 B R E 1802. M A T T 1 N A. 0 < Sera. 5 O a M 6 — 1 CJ "^ 5 21 - 2 3 - • - 0 Stato del cielo. d ~ 0 0 - - d ■i I Slate del cielo lin. 1 0 pull li... 0 ■ I 28 0,71+1 1,0 N N E Ser. uuvolo. 28 0,0 + 16,5 s Sereno. 2 27 11,8 + 1 1,6 N E Sereno. 27 I 1,0 + 16.5 SSE Sereno. 0 27 10,8 + 10,0 N N E Sereno. "7 io.,5 +16,5 ss 0 Sereno. 4 27 10,7 +1 1,5 N E Ser. nuvolo. 27 10,6 + 13,3 NO Sereno. b 27 1 0,5 + to,/j NE Sereno. 27 9.8 + '5,'t s 0 Sereno. G 27 9^5 + 12,0 E Nuv. pioggia. 27 9,2 +i4,5 N Piogg. nuv. 1 7 27 8.b + !.'), 5 N- E N Nuv. pioggia. 27 q,o +i5,6 N E Ser. nuv. 8 2*7 9^5 + 10,0 S E S Nuvolo. 27 q,o +14,6 N E Ser. nuv. 9 27 8,7 +10,7 SE Nuvolo. 27 8.5 +10,8 NE Pioggia. lem 10 27 10,4 + 9,0 S E S Nuv. ser. nebb. 27 1 1,0 +i5,6 S 0 Sereno. 1 1 28 0,7 + 7^7 N E Sereno. 28 0,8 + 1 5,0 s 0 Sereno. 12 28 1,0 + 7,5 N N E Nuv. ser. 28 0,5 +i5.5 0 Sereno. 15 2'7 10,7 + 8,0 N Ser. nei)b. 27 9,5 +i4,5 so Sereno. 1 4 27 8,0 + 9P N N E Ser. nuv. 27 q,o +13,0 N 0 Sereno. lb 27 9,3 + 7,4 E Sereno. 27 9,S +i4,o S Sereno. i6 27 11,5 •>• 6,5 N E N Nuvolo. 27 10,7 +11,7 E Ser. nuv. '7 27 10,7 + 5,0 N N E Ser. nuv. 27 10,5 +11. 5 s 0 Sereno. i8 27 "i7 * 4,7 N 0 NuAolo. 28 0,0 +11,5 N 0 N Ser. nuv. '9 28 0,0 •^4,5 N N E Sereno. 27 1 1,5 +12,0 s .s 0 Sereno. uo 27 "/. -4,^ N NO Sereno. 27 11,8 + 12, .1 0 Sereno. 21 28 1,0 + 4,7 N N E Ser. nuv. 28 0,7 +12,5 N E Sereno. 22 28 1,6 + 8,0 N NE Nuvolo. 28 1,5 +12,5 S 0 Sereno- 20 28 1,5 + 7,0 N E Nuvolo. 28 1,0 +12,5 SSE Sereiio. 2/, 28 I,D -^ 4,6 N 0 Sereno. 28 1,0 +12,0 SOS Sereno. 2b 28 ',4 + 4,4 N E Sereno. 28 'v +11,5 S E Sereno. 2G 28 5,0 + 6,5 E Nuv. ser. 28 5,5 + 10,5 S E S Sereno. 27 28 1.7 + 5,0 N ON Nuvolo. 28 0,7 +10,5 N 0 Ser. uuv. 28 28 0,0 + 5,0 N EN Nuv. nebb. 28 0,0 + 9,^ N E Nuvolo. 29 27 "^7 + 6,5 N NE Nuv. pioggia. 28 0,0 + 9,5 SOS I'iugg. nuv. .)0 27 11,6 + 4,7 0 Nuv. ser. 27 11,0 +1 1,3 s s 0 Sereno. 01 28 0,4 + 4,0 NE Sereno. 28 0,0 +11,7 S SE Nuvolo. Allezza mass, del bar. poll. 28 lin. 5 5 Allezza mass, del term. + i6,5 minima >; 27 » 8 0 minima . . . . + 0,0 media "27 >; 1 1 ii media + io,5 QitaiiliUi della plo^ gia linec 24,6;. =m lij, CI a. .Tirramjia jau,«,i«. ■" ' I4i> BIBLIOTECA ITALIANA I hoi^mmtX' A062. PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. Collana degli antlchi storici greci i>olgarizzati (*). — Milano , coi tipi di Paolo Andrea Molina. — / due Filostrati — Eunapio - Frisco - Paasaiiia — Tiici/- dide - Erodoto - Polibio - Strabone. JLie Muse che diedero il nome ai libri di Erodoto non inspirarono con pari amore tutte le altre produ- zioni dei Greci ; ne la eapienza di Tucidide , ne le (*) Sono pubblicati i seguenti volumi, che montano a 78, il cut iiuporto per Pedizione in 8.° ^ di lir. 458. 4<) ital. ; per I'edizione in 4.*" lir. 783. 80. Ditd e Darete , etorici dclla guerra trojana , traduzione del cav. Compagnoni. Vol. unico, in 8. Lir. 6. l5 ital. Diodoro Sicido. Biblioteca storica, tradotta dai euddetto. VoL 7. Lir. 35. 47. Flavio. Anticluta e guerre giudaiche , tradotte dall'' Angiolini. Vol. 7. Lir. 33. 95. Senofonte, Ciropedia tradotta dal Regie. Vol. 2. Lir. 6. 67. Storie greche , dal Gandini. Vol. unico. Lir. 4. 3a. Opuscoli, tradotti da varj. Vol. a. Lir. 8. 98. Dione Cassio. Storie romane coll' aggiunta dell' Epitome di Sifili- no , tradotte dal Viviani e dal Bossi. Vol. 5. Lir. 3a. 67. Polieiio, Stratagemini, tradotti dal Carani. Vol. unico. Lir. 5. a5. Erodiano. Vita degl' Imperatori dopo Marco , tradotte dal Dlanzi. Vol. unico. Lir. 3. 90. Dionii^i d? Alicarnasso. Antichita romane , tradotte dal Mastrofini. Vol. 3. Lir. 16. a5. ■ Opuscoli, tradotti da varj. Vol. a. Lir. 11. 74. Erodoto. Le nove muse, tradotte dal Muatoxidi. Vol. i." al 3.° Lir. a I. 92. Bibl. Ital. T. LXVIIL lo 146 COLLANA. DEGLI ANTICHI giazie di Senofonte si trovano in tutti i volumi degli altri scrittori di che si compone questa Collana. Con tutto cio si puo dire che qiianto piu essa va proce- dendo verso il suo fine, tanto piu fa manifesta la propria importanza ; perclie oltre alia molta e varia dottrina ch essa contiene , ci niette innanzi im nota- bile esempio di fjuanto possano suUe lettere e sugl' in- gegni i mutabili casi delle nazioni. E certo, fra Ic molte considerazioni che all'aspetto della nuova Collana sor- gon neli* animo , questa ci pare di gran momento , che Erodoto, Tucidide e Senofonte sono i soli scrittori contemporanei alia gloria dei Greci; e ch'essi, come di tempo , cosi anche di pregio , stanno molto al di 80pra di tutti gU altri. Donde potrebbe conchiudersi che i grandi scrittori sorgono solo di mezzo aUe grandi azioni: e che per conscgucnza a restaurare le lettere di un popolo , i metodi d' istruzione e T opera dei letterati non sono sempre sufficient!. A molte altre considerazioni di tal natura puo dar materia questa Collana i le quali noi tralasciamo per dir brcvemente Plutarco. Vite degli uomini illustri, tradotte dal Pompei. Vol. i." al 7." Lir. 56. 78. I* Opuscoli morali, tradotti dall' Adi'iani. Vol. 6. Lir. 36. 55. Polihio, Le Storie, tradotte dal Kohen. Vol. I." al 5." Lir. 84. 25. Storici viiiwri. Trattati diversi, tradotti da vavj. Vol, i.* al 4.° lir. 21. 80. Arriano. Stoi-ie eulla spedizione d' Alessandro , tradotte dal Ma- strofini. Vol. unico. Lir. 5. ^S. Opuecoli , tradotti da varj. Vol. unico. Lir. 8. 75. Pausania. Descrizione delki Grecia, tradotta dal Ciampi. Vol. i.° al 3." Lir. 28. 85. Jfollodorn. Biblioteca , tradotta dal Compagnonl. Vol. unico. Lir. 5. 80. Strabone. Geografia , tradotta dair Ambroeoli. Vol. i." e a.' Lir. 21. 1 3. / due Filostrati. Le Opere , ti'adotte dal Laiicetti. Vol. i." e a.° Lir. i3. 65. Procopio. La Storia segreta e gli edifizj , tradotto dal Compagnoni. Vol. unico. Lir. 6. 28. Tucidide. Guerre del Peloponneao , tradotte dal Manzi. Vol. i.° e a.° Lir. i3. 10. Appiano, Storie romane, tradotte dal Mastrofini. Vol. 3. Lir. 18. 98. STORICI GRECI VOLGARIZZATI. 1 47 di quali autori sia stata accresciuta da che non nc ab- biamo flitta parola (V. il t.° 46.°, maggio 1827, p. 161 ). II sig. Vjncenzo Lancetti che nel 1828 publ^lico il priino volume delle opere dei due Filostrati , ha com- piuto ncllo scorso aiino il suo lavoro dandone fuori il secondo. Al primo di questi volumi ( la vita di Apol- lonio Tianeo scritta da Filostiato il vecchio) precede un proeinio del traduttore, dov' egli tocca la quistione se Apollonio fu un impostore o un sapiente ,• e se la vita die ne scrisse Filostrato e un romanzo o una storia. Con parole brevissinie , ma pur con buone ragioni, U signer Lancetti sosticne essere state Apol- lonio clii accrcditasse appo la mol- titudine i suoi pretesi prodigi. Qualunque poi siasi r opinione che aver si debba intorno aUa storica vo- rita di cpiesto volume di Filostrato, crediamo che tutti si accorderanno a riconoscerlo piacevolissimo , tauto che sareblje diflicile cominciarne la Icttura , e non continuarla sino alia fine. Esso e inoltre utihssimo a ben conoscere alcime parti della dottrina pitagorica , c di tutta generaknente la filosolia orientale : oltreche serve di tcmjio in tempo a chiarire la storia dcgl' iin- peratori da Neroue lino a Nerva; e contienc parec- chie regole bclUssime di pruden/a tanto per la vita privata , quanto pel pul>l)lico rcggimeuto degli Stati. Ne cosi dilettevoU , ne forse cosi istruttive ci pa- jono Ic Vite del Sofisti e le Storie dcgli Eroi comprt so nel second© volume : piu" da amendue quelle srrit- ture si raccolgono parcccliie notizic impoi tanti , e l5o COLLANA DEGLI ANTICin vi s' incontrano qua e la alcune pagiae scritte con qaella semplicita naturale e graziosa che noi moderiii abbianio un tt-iiipo sprcgiata , cd ora vononimo forse, ma noa sappiamo imitare. Delle Vite diremo di qui a poco : rispetto alle Storle de^li Eroi sono un eser- cizio rettorico piuttostoche un' opera o filosotica o stoiica propriamente detta. Vi s'imparano alcune tradi- zioni clie forse non sono altrove, alcune interpretazioni ingegnose o bizzarre di antiche poesie e di mitolo- giche invenzioni che pur sono degne di essere cono- sciute ; ma indarno vi si cerca un' erudizione sicura e conseguente , uno studio di cose gravi fatto con gravita di lilosofo. I fonti deUe notizie e opinioni ivi raccolte sono ignoti o di poca i'ede ; e 1* esposizione e per frammenti , non collegati da ncssiui principio comime , fuor quello d' una sotistica vanita di accre- cUtare tradizioni diverse dalle oineriche intorno alia gaerra di Troja cd a' suoi personaggi piu illustri. Un Fenicio approdato alia spiaggia di Elennte si abbatte in un vignajuolo, il quale si vanta di saperc il vero delle cose trojane, pcrche vive in grande amicizia con Protesilao, morto gia sotto le mura di Troja ai tempi della spedizioue dci Greci , ma poi ritornato in vita per itn arcano del Fato clie 1' autore non voile spiegarci. II Fenicio s' intrattienc col viguajuolo, e lo prega di dirgU quanto ha intcso da quel rinato ; di che I'ospite lo soddisla assai volcnticri: c questi raccond supposti di Protesilao e tolii in gran parte dai pocti cichci e dai commenti dei solisti, tendono in geacrale a mosti-are che le cose di Troja non furono panto quali ci vcngono descritte da Omero e dagli altri poeti»piu conosciuti. Questo li])ro non era stato inai tradotto nella nostra lingua ; e pero con buon consiglio il sig. Mohna penso di arricchirne la sua Collana; e il sig. Lancetti com- pie questo discgno deU' editore con una versione fe- dele ed elegante per modo che non verra forse mai dcsiderio d' una seconda. AUc Storle degll Erui tengono dietro le Immagini e i KUrattl , opere anch' esse dei due Filosti'ati ; e STORICI GRECI VOLGARIZZATI. 101 sono o descrizioni di qiiadri , o ( come I* He^Tic so- stiene ) sposizioni di alcimi soggetti in servigio di chi volesse trarnc niatrria di qiiadri: poi vengono nello stesso volume le Statue di Callistraio. Ma di queste operettc dove la fatica dei traduttori (i) e gravissi- ma, e T utiliia di chi legge e assai scarsa, noi non faremo parola; percli(^ la molta materia ci sprona. I pretesi niiracoli di Apollonio Tianeo furono , ee- condo alcmii , descritti da Filostrato per contrapporli a quelli di Gesu Cristo; e questa intenzione fu pos- sible, per quaiito essa debha parere oggidi e ridi- cola ed empia. Essa per altro non apparisce in nes- siin Inogo del libro , in nessuna aperta espressione su cui si possa far ("ondamento ; e perd tutto rimane dentro i contini d'una semplice congettura. Ben altri- inenti si comportd Eunapio nelle sue Vite dei Filo- sofl , nelle quali assali direttamente i Cristiani e la !or reljgione , ed csaltd i suoi tilosoli pagani , il loro sapere e le loro virtu con evidente intenzione di ri- chiamare a quelli la yenerazione del mondo che gia tutto inchinavasi alia dottrina di Gesu Cristo. A' suoi tempi il Grisiiancsimo avea resistito anche alia guerra clic gli mosse T ingcgno di Giuliano ; e perd i lautori deir antica religione lottavano colla rabbia di clii com- batte per una causa gia disperata sull' estr/gmo con- fine di un cainpo intieramente perdnto. Al dire per- tanto di Eunapio cpell* Apollonio di cui si e parlato fu non filosofo , ma quasi mediatore fra gli Dei e gli iiomini ,• il quale emulando la filosofiii pitagorica , una ne mostid piii dUina, piii efficuce c sublime: e la vita chc Filostrato ne scrisse in piii liliri era da chiamare piuttosto soggionio d' un Dio in mezzo agli iiomini. Di Hiolti ahri iilosoii poi ci raccoata infiaiti prodigi con puerile ammirazione : ogni loro discorso e , al (i) La traduzioiio delle Statue e del sig. Filippo Mei*- curi : cjuella delle prime sei Imimigini e della signora Pe- irettini : le altre ( fuor solamcnte la XV) sono trndotte dal sig. Laacetti. l5;J COLLANA DEGLI ANTICIII parer 6uo , eloquente , ogni loro motto gli sembra degno di essere tramandato alia postcrita. E ne* Gri- stiani in vece , e nella loro dotlriiia par die non vegga se non impostori e nialvagi, e cose degne di lui v3- lano disprezzo. Noi non intendianio per questo di unirci a coloro che vorrebbero condannare il libro di Eunapio all* oblio , e nemmanco a quelli die dalle cose predette pigliano argomento per fare le mera- viglie o del bud debole ingegno o della sua molta cmpieta. Di mente ordinaria piuttosto che eingolare e da credere veramente che fosse Taiitore di queste vite , le qiiaU non hanno niai ne impcto d' eloquenza , ne grazia di stile ; e spesse volte mancano inoltre della necessaria chiarezza , cosi nelle idee come neU' espres- sione. Ma empio non lo diremo perche seguito di buona fcde la religionc in cui era stato cresciuto ; ne sotto il titolo dell' empieta vorremmo sbandir qiicsto libro che serve alia storia della filosofia e ci rappre- senta lo stato del paganesinio in quegli ultimi tempi della sua esistenza e della sua lotta contro la rcligione cristiana. cc Queste Vite , dice il Cousin , ci addimesti- cano cogli uomini d*una scuola e d'un tempo molto lontano. Non dobbiamo gridare contro le superstizioni d' Eunapio, perch' esse non appartengono a lui solo, nia a tutto il suo secolo. Non dobbiamo dimenticai'e che se da una parte il suo fanatismo e la sua parzia- lita storica impongono alia critica nioderna la neces- sita di procedere con molta cautela, le somministrano pero nuove ed importanti notizie .... Noi perdoniamo ad Eunapio se la sua voce e amara e spesso anche ingiusta-, perche essa e la voce di im vinto: e la situazione cU quest" uomo del quarto secolo, di que- sto amico di Oribazo e di Crisanzio, obbligato a na- scondere la sua fede nell' oscuro asUo di una societa segreta ; di im uomo i! quale si ritira da un mondo ch' egli non sa comprendere , abbandonandolo alle rivoluzioni ed ai ]jarbari; questa situazione ha in se qualchc cosa da cui siamo couimossi anche dopo quin- dici secoli, e diffonde un interesse singolarc sopra STORICI GnEGI VOLGA.RIZZATI. 1 53 questo piccolo libro chc un vecchio saoerdote pa- gano , dotato di imo spirito ordinario , compose in oiiorc di alcuni letterati suoi contoniporaiiei , rirnasti i'cdcli , al pari di lui , ad una religioae e ad una li- losolla chc spiravano. » Forse in queste parole v* ha im po' troppo di quell' cntusiasmo od almeno di quelf aiiiore , con cui un uomo d'ingegno suole parlare dcgli autori e dei lihri coi quali ahnienta la sua nobile inclinazione alio studio; e bastava scusare Eunapio dalla taccia di cmpio , senza volerci quasi costringere ad avere com- passionc de* snoi errori e dclla sua sconlkta: ma pur crediamo chc questi brevissinii cenni dell' iUustre pro- fessore francese valgano meglio di un lungo discorso a nietterci in grado di ben giudicare Eunapio. Rispetto poi agli elTctti che alcuni han temuto dal suo libro, meritercbbe di essere qui trascritta quasi inticra la bella prefazione che il sig. Tompiaseo premise a questa sua traduzione. « Quest' Eunapio non diventa cgli un apologista dclla legge divina ch' egli abborre , un te- stimonio irrecusabile di cio che sarebbe divenuto il niondo, se questa legge non era? Se i dotti piu ce- Icbri , se i sacerdoti piu pii , se i primi magistrati dclla rcligione d' Eunapio erano discesi a quel grado di stupidezza di spirito chc egli cosi ingenuamentc descrive , or che immaginare del rcstante degh uo- mini ? » Eimapio ( continua ])oi a dire ) non dipingc ]o stato di un' anima sola (che pur sarebbe gia cosa di grandc importanza ) , ma dipinge tutta una credcn- za, tutto un secolo, la condizione di niilioni d'uomini, ima rivoluzione , i cui elTetti vivranno eterni couie r anima dcH' uomo. « Pochi documenti ci riniangono di cpiel tempo nel quale essa rivoluzione fu attuata, e comincio a trapassare dagli spuiti nci costumi: ma tra questi documenti un de' piu onorevoli alia bene- lica apparizione del cristianesimo , de' piii cliiari in- sieme e do' meno sospetti, gli c questo libro d' Eu- napio. » l54 COLLANA DEGLI ANTICHI a Ma Eimapio (proscgne dicendo il sig. Tommaseo) accusa la nuova religione di crudclta e di rapine cora- messe in suo nome. — Ebbene? I prinii Cristiani lo attestavano , ne piangevano anch* essi .... AH' onore della religione basta die la sua Icgge le abbia chia- raniente condannate ; che abbia posto gli uoraini in istato di sentirc evidcntcniente la contraddizione del bene con gli abusi del bene; clie le piu ford parole clie siauo uscite mai dalla bocca del suo fondatorc, ella le abbia serbate as,!' ipocriti. » Gia in qualche altra occasione noi abbiamo detlo , co- me la prima cura di una buona educazionc dovrcbbe rivolgersi a formare negli allievi una mente logica; 60I0 sicuro preservative contro il mal influsso dei libri cattivi; solo mezzo di rendere a un tempo stesso e piu pronti e piii grandi i biioni effctti dei buoni libri. Ed coco in qucsta prefazione del sig. Tommaseo una testimonianza assai cli^ara, c quasi djremmo un com- mento a quelle nostre parole : ecco di qual maniera un uomo di meutc logica , un uomo al^ituato a leggere non gia per credere , ma per meditai'e , ci vien di- mostrando che un libro dicliiarato empio e scellerato dal cardiniile Sirlet, puo in vece leggersi con buon profitto anche sotto il rispetto della religione. Noi facciamo voti aQin( he la gioventiV italiana si persuada dell* im]3ortanza cU procedere con buon ordme negli stud); dclla necessita di fornh'si di quelle cognizioni fondamentali , di que' principj di raziocinio , senza dei quah essa potra creder molto (e forse con molto danno private e pubbhco ), ma non per altro saper cosa alcuna con quella scienza che sola e giovevole. Proseguendo frattanto a parlare d' Eunapio , le biografie ch' egli ci ha tramandate dei filosoli del suo tempo, sebbene povere e quasi ignude d' ogni ornamento, rie- scono (ciii le consider! tutte insieme) non solamente istruttive , ma anche dilettevoli. Perocche rappresentano quasi una famigUa d' uoniini colti e ingegnosi , una co- lonia di persone sopravvissute , se cosi e lecito espri- raersi, al loro secolo, e custodi di una dotirina che uon STOHICI GRECI VOGARIZZATT. 1 55 aveva piu fondamento nel mondo , ma che noi per altro dobbiamo conoscere se non voglianio avcre una notizia impeiretta dclla sroiia dcllo spirito iimano. II sig. Tomniasco ha ti'adotte queste biogralie con una dUjgenza di che poclii forsc avrebbero degnato il povero Eunapio ; e cosi gl' Itahani potranno 'eggere moho utihneiite anche dal lato dello stile questo U- bro , che nel testo ha bensi qualche modo fehce , qualche espressione improntata deUa venusta greca , ma in gencrale va contorto e peggio che disadorno. Non e da credere pero che il traduttore , per giun- gere a questo fine, abbia dato ai pensicri d'Eimapio un abito affatto diverse dal loro proprio ed originale; quando anzi il sig. Tommaseo ha volute essere fe- delissimo , tanto che fra le molte sue note alcune risguai'dano « il riscontro di certe frasi greche con » certe frasi itaUane allatto simili non solo granima- » ticalmcnte , ma Im nella loro etimologica radice e » nella sostanza ideologica. » Difficile e laticosa nia- niera di ti-adurre; ma degna che raolti la imitino, e dalla quale soltanto V uficio del traduttore pud essere noliilitato. Lc ottocento aimotazioni scritte dal sig. Tommaseo sopra cento pagine di tcsto parraimo troppe a parec- chi; e noi medesimi confessiamo che alcune ci par- vero, se non inutili, tali almeno da potersi tralasciare scnza scapito de' leggitori , se non altro , per evitare il pericolo che il troppo gran nuinero non li scoraggi dal meditare intorno a quelle che sono veramente importanti. E tali noi cliiamiamo quelle soltanto che tendono a chiarire , ammendare , suppUre il libro tra- dotto in cio che veramente ne costituisce la materia e la sostanza fondamentale : e quanto piu queste rie- scono numerose, tanto piti vorrenin.o che il com- mcntatore si fosse temperato in tutte le altre. Del resto r Eunapio tradotto dal sig. Tommaseo , e le dotte e ingegnose sue note ( aala&ciandone anche quelle che noi giudicheremmo sovercliie ) possono veramente fiirci tonosccrc lo stato della lilosofia e del paganeshno 1 56 COLL ANA DKGLI ANTICHI ai tempi di quello scrittore ; e queeto e scnza duhbio un servigio di gran momento che il ch. traduttore ha prestato agli studiosi. Di questa guisa egli lia col- locato fra le opcre piu importanti della Collana un libro che forse vi starebbe inosservato e quasi come fiioii di hiogo se fosse capitato a tutt' altre mani. A chi era volesse domaadarne qual dilFcrenza si trovi fra le vite d' Eunapio e quelle dei due Filostrati gia da noi mentovate, risponderem bievemente: Quella che trovasi fra 1' arte sotistica e la filosolla. Vero e bene che la filosolia di que* tardi pagani non fu so- lamente falsa , ma in gran parte anclie vana e pue- rile; nondimcno v' ha sempre una notabile differenza fra la storia d* uomini datisi a mcditare sulla propria anima, e quella di persone intente solo a far pompa di concetti improvvisi c di ornate parole. I primi , anchc quando traviarono, anche quando fecero di- scendcre la filosolia agl' inlimi suoi gradi , pur si csercitarono sempre intorno a cose di qualche rihe- vo, c se ahro bene non fecero mantennero viva tra gli uomini la nobile c necessaria ricerca del vero: gli alti'i furono miscri sempre , miscri anche quando raggiimscro tutto lo splendore a cui potesse mai sor- gcre la loro arte; e per quanto dipendeva da loro degradarono la nazione e la mente dell' uomo. E de- gno d' esser compianto un po|iolo i cui maestri versano in quella cieca sapienza che insegnavano i filosofi d' Eunapio ; nondimcno vediamo che se in quelle scuole si metta un raggio di luce , le menti abituate aUo studio di cose importanti potranno quando che sia giovare alia nazione diffondendovi la notizia del vero : ma dalle scuole dei sofisti chi mai puo uscirne coir animo consolato da qualche buona speranza ? come puo sor2;ere la nazione se quelle scuole non si chiudono , sc quelle menti traviate e invilite in cosi miseri studi , non si volgono ( confessando la vanita di tutta la loro sapienza) a cose affatto diverse? Non- dimcno le vite dei Filostrati e quelle d' Eunapio , prcsc insieinc , servono assai bene a studiare la STORICI CRF.CI VOLGARIZZATI. iS/ storia dello spirito umano; e perche le biografie sono sempre piacevoli a leggersi non dubitiamo di affer- mare clic da qucsti voluini potranno gli studiosi ri- trarrc iin" utile istruzione conginnta con niolto diletto. In uno stcsso voliune colle vite d' Eunapio pub- blico jl signer Rlolina anche le Cronuche dello stcsso autore e le Istorie di Prisco. Le prime furono tra- dotte da Spiridione Blandi , uomo di molto saperc e di lino gusto che la morte ci ha rapito in questi ultiini tempi : la versione deUe seconde e opera in parte del cay. Pietro Manzi , in parte del signor Giuseppe Rossi , a cui la nuova Collana e gia debi- trice til altri lavori nei quali vanno del pari la dili- genza ed il buon giudizio. Cotcsto Prisco fu trace di nazione ; vissc ai tempi di Teodosio il giovine, e fu di professione retore e sotista. Teodosio lo mando ambasciadore a quel terribile Attila chc tra'suoi Sciti vantavasi erede deUa spada di Marte , e fra' Cristiani fu detto flagcllo di Dio : e la descrizione di cpiella ajlil)asceria con poche altre cose e quanto ci fu con- scrvato di cjuesto scrittore. Ma per quanto sia pic- colo questo frammento , meritava nondimeno di essere registrato neUa raccolta degli storici greci, siccome quello che ci somministra alcune notizie che invano si cercherebbero altrove. E quando egli ci dipingc da ima parte gli Sciti desiderosi di guerra per modo che il superbo loro monarca non ha bastcvole auto- lita a contcncrli ; dall' altra i Romani tanto atterriti , che non credono vergognosa la pace comperata a prezzo di triljuti e d" inique condizioni: cpiando egU ci rapprescnta il campo di Attila simile ad una immensa citta , con que' fieri suoi soldati , induriti ad ogni fa- tica , ad ogni intemperie ; noi pensando alia pompa deUa corte impeiiale , alia mollezza , alia corruzione , all' avvilimento di tutti coloro alio cui maui era com- niessa la dilesa dclP antica aloria romana, scntiamo ile , le cose che gli potevano ablnsognare nella prossima apertura delle scuole. \icino ad entrare nel quinto lustro di sua eta non senza trepidazione diede principio alle sue lezioni anato- miche in lingua latina , con grande concorso della scola- resca , e di non poche dotte persone , delle quali abbon- dav^a ed abbonda tuttora la nobile citta. Ne dubbio fu il buon successo : perocche sin da principio si lodarono la chiarezza dell' esposizione , 1' ordinamento delle cose pro- poste , r esattezza delle anatomiclie preparazioni. E piu d' una volta utlimmo dire dallo Scarpa, che egli era debi- tore a quel prirai applausi di quel fuoco che lo animo successivamente a sostenere ogni piii ardua fatica per 1" in- cremento delle scienze da esso professate. Sulla line dell" anno scolastico avendo esill fatta conoscere ia ristrettezza e 1" inopportunita del locale per le anatomi- clie dimostrazioni, S. A. S. Francesco III, nella sua innata generosita , ordino che nel recinto del civico spedale fosse tosto eretto dai foudameati un teatro anatomico colle 1 88 CENNl SULL\ VITA E SULLE OPERE annesse stanze per le dissezioni e per la conservazlone dei preparati anatomici e patologici ; if quale edifizio perfetto ill tutte le sue parti ed utilissiino fu con mirabile celerita condotto a compimento. Essendo non molto dopo mancato di vita il sig. Olivier chirurgo in capo dell' ospedale militare di Modena e del reggimento Guardie al servizio del Duca, fu a questo im- piego promosso, per motu propria di S. A. S. , il giovane professore Scarpa, cui piacqne molto il nnovo incarico per- che ofFrivagli 1' opportunita di comprovare coi fatti a' suoi discepoli, per quanto un ospedale militare il permette, le dottrine che andava spiegando nella scuola delle chirurgiche instituzioni. In questa raedesima occasione il nostro pro- fessore , sempre intento a giovare alia studiosa gioventii , si addosso altresi 1' incarico di dare ogn' anno un corso di opei'azioni chirurgiche sul cadavere. Intorno a cjuest' epoca il di lui collega cav. prof. Rosa si occupava di alcune ricerche sul sangue, ed in particolar modo dei maravigliosi fenomeni che ofTre la trasfusione del sangue dall' arteria di un animate nella vena di un altro; per Tesecuzione della quale operazione il detto pro- fessore aveva ricorso alia perizia e destrezza anatomica dello Scarpa , come leggesi nel libro del Rosa intitolato Lettere fisiologiche. Correva Tanno ottavo dacche lo Scarpa sosteneva Fono- revole incarico di professore di notomia e di chirurgia teorico-pratica, quando pervenne in Modena la tristissima' nnova della morte di S. A. S. Francesco III avvenuta nella di lui Villa di Varese. Ercole III che gli fu successore credette nella sua sa- viezza di dover fare delle modilicazioni e delle riforme nella puhljlica amministrazione , e di conseguenza anco neir Universita degli studj. Dall'indole di queste stesse mo- dilicazioni prese motivo il professore Scarpa di chiedere al Principe la grazia di poter fare un viaggio in Francia ed in Inghilterra, ad oggetto di iconoscere lo stato delle scienze, che professava, pre?so quelle coltissime nazioni. Ottenutane la permissione, il professore Scarpa parti im- mediatamente alia volta di Parigi. Arrivato in cjuella citta non gli fu di poco giovamento I'essere gia da cinque anni appartenente alia Societa Reale di medicina in qualita di luembro forestiero, per cui gli fu tosto accordato Tonore DEL CAV. ANTONIO SCARPA. 189 di assistere alio sedute di quel dotto consesso, composto dei primarj medici e cliiriirgi di quella vasta capitale , e gli fu aperto Tadito ai grandi spedali ad approfittare della opportunlta di conoscere qnanto eravi di piii squisito nella inallora moderna pi-adca della cliiiurgia. Conobbe Wenzel il padre, espertissimo operatore di cateratta per estrazione, ed assistette assai volte noii senza animirazione aUe di lui operazioni. II segretario della R. Societa, sig. Vicq-d'Azyr, tutto iiitento in quei giorni a far delineare e dipingere le sue tavole sul cervello , si compiacqiie non solo di offrirgli r intervento all' ospedale della Carita , dove egli conduceva i suoi lavori , ma ben anco di somministrargli i niezzi di rettificare e completai-e alcune anatomiche ricerche ed os- servazioni che proponevasi lo Scarpa di comunicare alia R. Societa. Per singolare combinazione viveva tuttora in decrepita eta certo sig. Henry , il qnaJe aveva servito in qualita di chirnrgo la principessa d' Orleans, moglie del duca Fran- cesco III, ed era sin dalla gioventu stato Taniico intinio del celebre frate Cosimo. La ricliiesta fatta dal professore Scarpa al vecchio chirurgo Henry, e la comune spettanza al servizio della Corte di Modena ebliero tal forza sul- r animo del frate Cosimo , che egli voile fare un' ecce- zione in favore del professore modenese , ammettendolo alle operazioni di litotomia che di spesso praticava nel proprio ospizio; favore cl\e era negato non solo ad ogni forestiere , ma eziandio ad ogni francese. Per mezzo del sig. Vicq-d'Azyr , gia stretto grandemente in amicizia col professore di Modena, ebbc qixesti Faccesso presso il si- gner Tiphesne, inventore di un appareccliio per raddriz- zare i piedi torti congeniti; sulla felice rinscita della quale intrapresa 1' autore aveva presentato all' Accademia R. di medicina disegni e storie non dubbie. Pero il professore Scarpa non pote ottencre dal signor Tiphesne intorno al segreto clie egli conservava della sua arte altra risposta a' suoi quesiti , fuorche la seguente , cioe che le parti del nostra corpo sono suscettive di essere tratte in ogni senso , purche cib si faccia per gradi insensibili, talche non rechino sensihile molestia alV infcnno. Qnesti pochi cenni liastarono al nostro professore, perclie si fncesse con ragionevolezza a congotturare fra se stesso, quali potessero essere i mezzi conducenti ad ottencre reffftto poc'anzi accennatoi le quali 190 CENNI SULLA VITA E SULLE OPERE congetture si cambiarono poscia, per via di sperienze, in altrettante verita, come apparira a suo luogo nella recen- sione delle di lui opere. Nella seduta del 12 giugno 1781 lesse nella R. Societa di medicina il sunto delle sue anatomiclie annotazioni sul- I'organo immediato dell' odorato e sui nen'i accessor] al- I'organo stesso procedenti dal quinto dei cerebrali, corre- date dai rispettivi disegni. Codesta comunicazione diretta ad ampliare la sfera delle anatomiclie cognizioni fu regi- strata nel processo verbale della seduta. In altra delle successive adunanze partecipo alia R. So- cieta il caso da esso osservato di aneurisma delFarco del- r aorta, il quale si era fatto strada fuori del petto attra- verso la prima costa e la sommita dello sternof, la quale osservazione fu indi inserita nel volume della Societa per Tanno 1780-1781. Trovavasi a quel tempo in Parigi il cav. Alessandro Bramljilla al seguito di S. M. I'lmp. Giusepjie II. Il signor Braml)illa, il di cui carattere benefico non si smenti niai, sempre disposto a promovere le scienze chirurgicbe e sem- pre tenero del nome italiano , accolse con molta afFabilita il giovane professore Scarpa, e gli diede contrassegni non dubbj sin da principio, e maggiori ancora in seguito, della particolare di lui afl'ezione. Durante il di lui soggiorno in Parigi si compiaceva di condurlo seco a visitare i piti grandi stabilimenti per Tinsegnamento della chirurgia, e di averlo seco nelle lungbe conversazioni ch' egli teneva cogli uo- mini dell'arte piu celebrati inallora. Nel partire da Parigi il cav. Brambilla fece sentire al professore di Modena che egli non si sarebbe dimenticato di cercare tntti i mezzi per niigliorare la di lui sorte. AH'approssimarsi del verno il professore Scarpa si tras- porto in Lcndra. La prima di lui cura si fu di axT^icinare i due Hunter ed il capo inallora della scuola cliirurgica d' Inghilterra , il sig. Pott, dai quali celebratissimi maestri fu accolto con moltva gentilezza e benignita. Entrando egli nel gabinetto anatomico di Guglielmo Hunter fu compreso dalla piu er DEL CVV. ANTONIO SCVKPA. I9I procumrsi una simile suppcllettlle. Quella parte poi tli tutta la collezione, clie avea per oggetio I'uiero gravido era nel suo genera delle pin perfette, se si ecccttui cio die ri- guardava la decidua rejlexa , iiitorno alia quale lo Scarpa noa trovo diniostrazione di sorte alc'una in quelle prepa- razioni , e della quale ebbe sempre quest' opiiiione , die altro non fosse se non se un prodotto deirimniaginazione. " 111 tauta dovizia tli preparati ( lascib sciilto il Prvfes- f> sore) egli e poi da rimarcarsL die poco o nulla si trova >/ in riguardo della lina disaniina del sistenia nervoso, e » degli organi dei sensi ; la quale nobilissima pai-te di II umana notomia non s'insegna in Loiidra con eguale ac- II curatezza die le altre parti di questa scienza. »/ La parte pratica della notomia , nella quale lo Scarpa era meno esercitato che nelle altre , si era quella della injezione a mercurio del sisteina linfatico assorbente. Pro- fiito egli dei comodi della scuola Hunteriana, die gli ven- nero graziosamente offerti , e dell' assistenza del signor Cruisckanhks , ajutante di Guglielmo , uomo versatissimo in questa parte di anatomiche amministrazioni, e di rpiella del signor Scheldoji , distinto maestro di notomia in Lon- dra. Conosciuti pero gli artifizj e le diligenze die si ri- cliiedono per eseguire queste operazioni , non tardo lo Scarpa a perfezionarsi anco in cpesta parte importantissima delle anatomidie esercitazioni. Fece ivi delle assai belle in- jezioni di rasi linfatici , delle quali alcune porto seco in Ita- lia , che esistono tuttavia a pubblico vantaggio nella scuola di Pavia, ed alcune altre in Francia, per inter[iosizione di Vicf{-d"Azyr , furono depositate nella scuola di Cliaranton. II genio sulilinie di Giovanni Hunter, personaggio che il nostro professore assai spesso consultava , gli fu di grande giovamento colFinspirargli certo ardore verso le piu astruse ricerche e lo scoprimento di nuove verita nella umana economia mediante la notomia comparativa , di che egli aveva sott' occhio la prova , contemplando a parte a parte la vasta collezione di preparazioni di zootomia , di cui Giovanni Hunter era I'antore ed il possessore. Olti'e tutto cio seppe profittare delle puljbliche lezioni , che si da- vano da questi due gi*andi uomini in notomia si umana die comparativa , in chirurgia , in ostetricia segnatamente da Guglielmo Hunter. Quest' ultima , al dire del nostro professore, vi era insegnata con mirabile precisione , tanto teoricamente , quanto praticamente. 192 CENNI SULLA. VITA E SULLE OPERE Per clo poi che epetta alia pratica della cliirurgia, il nostro giovane professore fisso la sua attenzione principalmente su quella di Pott , siccome risulta da alcnni scritti da esso lasciati relativi al viaggio che fece ia Fj-ancia ed in In- gliilteiTa. In alcune pagine di codesti scritti si legge la dif- ferenza che egli aveva rimarcata fra la cliirurgia francese e r inglese , e vedesi notato che a ijue' tempi T uso dei topici rimedj, non che delle ordinarie medicature , era piu semplice in Inghilterra che in Francia; oltre di che vi avea piu di circospezione nelle diagnosi , meno di preci- pitazione nell' operare , piu di nettezza e di ventilazione nelle sale , piu di accuratezza e di prontezza nel servizio dei malati. Vi si trova inoltre confermato dalla sperienza quanto Pott aveva scritto intorno alia cura della eifosi paralitica dei fanciulli ; non cosi cjuanto egli avea lasserito sui vantaggi della collocazione delP arto inferiore snl lato esterno ed in flessione per la cura della frattura della gamha. Perciocche in questa posizione della gamha , malgrado le piu grandi percauzioni , i rohusti muscoli estensori del piede a poco a poco fanno che i due pezzi delPosso rotto formino angolo fra di loro nella sede della frattura ; quindi di necessita la tibia ne rimane per sempre angolare ed incurvata. Esempio , soggiunge egli, da unirsi a parecchi altri , nei quali la pratica smentisce la teorica , in appa- renza la piu razionale. Non fu del pari contento dell' uso che inallora vi si faceva nella litotomia del Gorgeret di HawHiis panciuto nell' ajJice e poco o nulla tagliente , e giudico sin d'allora meritare questo stromento una riforma per essere a livello del semplice coltelio o del blstorino nascosto del frate Cosimo. In quelle c(irte si duole il nostro professore di non aver potuto trarre in Londra alcun prolitto intorno a quella parte di cliirurgia , che ha per oggetto le malattie degli ocelli , perciocche in quell' epoca i chirurgi inglesi non se ne occupavano er-professo , al contrario dei fran- cesi ; motivo per cui Wenzel il padre faceva assai spesso in Inghilterra delle lucrose escursioni. La qual cosa ver- rebbe confermata da rjnanto ne scrisse poscia il signor Travers (i) ove dice, che la prima opera di proposito (i) Vfd. la Prcfazione all' Opera intitolata Treatise on some practical points relating to the diseases of the eye. DEL CAV. ANTONIO SCARPA. ig3 sulle malattle ilegli occhi , la quale fissasse V attenzione dei chirnrgi inglesi , e si proponesse per testo ai giovani studiosi della cliirurgia ocvillstica , si fosse quella del pro- fessore Scarpa. Non vuoisi qui omuiettcr*, die a queU'epoca cade il ritrovaineiito della amputazione secondo il metodo di Alanson , mentre si coatinuava tuttavia in Francia ad amputare conservando poco o nulla di tegumenti. E fu ceriamente lo Scarpa il primo a praticare questo metodo in Italia al di lui ritorno. Sulla fine della state si disponeva il professore Scarpa a partire da Londra, quando fu sorpreso dal catarro rus- so , raalattia contagiosa, la quale peragro tutta T Enropa, e die lo mise in pericolo grande di vita. Finita la con- valescenza fece ritorno a Parigi , e dopo breve soggiorno in quella capitale prese la via di Mompellieri, dove trovo assai poco d' approiittare , a motlvo della recente perdita di parecchi di quegli illustri professori. Quindi se ne parti poco dopo , e lungo il litorale del Mediterraneo venne a Geneva , e valicato I'Apennlno si restitui a Modena pochi giorni prima del riaprimento delle scuole , corapiuti ap- punto due anni di assenza. Non ando guari dopo il di lui ritorno in Modena die ricevette lettera dal cav. Brambilla, colla quale gli noti- ficava, die qualora egli fosse disposto ad aljbandonare il ser- vizio di Rlodena , la cattedra di notomia nella I. R. Uni- Versita di Pavia gli sarelibe conferita collo stipendio di 400 zecchini, colla indennizazione delle spese del viaggio, e col pagamento altresi deiralloggio. Queslo inas]-)ettato invito, qnantunque onorifico e lucroso, angustlo grandemente 1' animo del professore si perche gli veniva proferto poco dopo die egli aveva proiittato delle grazie sovrane, si perclie prevedeva, die dimandando la dimissione non poteva evitare facilmente la taccia da lui forteniente abl)orrita d'ingratitudine non meno presso il Duca die presso ogni ordine di persone. Inoltre couipia- cevasi egli non poco della dimora in qtiella citta , die lo aveva accolto giovinetto ed ascritto nel nuniero de' suoi cittadini, e die egli amava al pari, se non piii, della pro- pria sua patria. Prese quindi il solo partito die gli con- veniva , quello cioe di rassegnare a S. A. S. , per mezzo del sue ministro di Stato, la lettera poa'anzi accennata, soggiungendo die egli era disposto di rinunciare aH'offcrta, BiOl. Ital. T. LXVIII. i3 194 CENNI SULLA. VITA E SULLE OPEUE onde dare all'A. S. S. una verace testimonianza della sua gratitudine pei ricevuti beneficj , e che teneva nell' aniino cjuesta dolce speranza che I'A. S. noa avrebbe isdegnato di continuargli il bene della sovrana di lei protezione e clemenza. Rispose il Duca , ricevere in buon grado i riconoscenti e devoti sensi del professore , ma non volar porre alcun ostacolo a' suoi vantaggi^ essere anzi conveniente, entrasse in un campo piu vasto di quello che Modena gli poteva offerire , e pertanto con rincrescimento bensi , ma con aniino benevolo , permettergli si assentasse da quella Uni- versita. E queste stesse espressioni S. A. S. replico al no- stro professore con infinita benignita nell' atto die egli si presento per prendere congedo. Compiuto, come di dovere, in quell' anno il corso delle lezioni (durante il quale arricchi i suoi insegnanienti di un'ampia descrizione ed ostensione dei vasi linfatici assor- benti , mediante copiose e iinissime injezioni a mercurio di pressoclie tutto il sistema di questi vasi ^ la quale ac- curatsssima ostensione , di cui fecero menzione i j'ubblici fogli , ebbe luogo pria della pubblicazione del Prodromo e dell' opera di Mascagni ), il professore Scarpa si trasferi in Milano, onde umiliarsi a S. A. R. I'Arciduca Ferdinando, e riceverne gli ordini ; ed in tempo debito si porto in Pavia ad assumere la cattedra di notomia , vacante per la trasposizione del profiessore Rezia a quella di fisiologia, dalla quale era stato di recente giubilato il professore Ramponi. Era a' que' tempi dovere di ogni nuovo professore non solo di aprire il corso delle lezioni con una j^rolusione nella grande sala delPUniversita con generale invitazione, ma eziandio di renderla pubblica colle stampe ; al che soddisfece con lode il nostro professore , come a2:)parira in appresso. Nel dar principio alle anatomiche dimostrazioni, lo Scarjia SI trovo in Pavia a un di presso nelle spiacevoli condi- zioni, nelle quali si era trovato in Modena, cioe mancante di abile prosettore e di locale adatto a tal uopo. Percioc- che le anatomiche ostensioni erano state fatte sin ailora in una specie di oscura catacomba rischiarata da torce , ed anclie angusta alia grande afHuenza di uditori nazionali e forestieri. Fattone adunr^ue per lui richiamo al governo. / DEL CAV. ANTONIO SCARPA. igt) questo ordino che sL costruisse il bel aniiteati-o che tut- tora snssiste, e del qnale il professore fece la solenne apertura. E fra noi mohi ancora ricordano , quanto fosse ogni giorno frecpiente il tcatro anatomico , non pur di scolari , ma aiiche di altri dotti uoiiiini tratti dalla brama di assistere a lezioni dettate come erano dallo Scarpa con iiiirabile cbiarezza e nobilta di discorso. Verso la fine dello stesso anno il professore medesimo ottenne la permissione di trasferirsi in Vienna, ad oggetto di umiliare i sensi della sna gradtudine all' augusto mo- narca Giuseppe II, di rivedere il cav. Brambilla cbe tanti buoni uffizj gli aveva prestati; e di conoscere quanto eravi di pill rimarclievole in quella capitale, in correlazione de- gli stndj clie egli professava. Ebbe a compagno in qrtesto viaggio il celeVjratissimo suo collega Alessandi-o Volta. Dopo il sogglorno di un mese , poco pin, in Vienna, eve ad istanza di illustri personaggi rlpetuto aveva le spe- rienze snlla trasfusione del sangue con successo egnale a qnello che ottenuto aveva in Modena , i due professor! di Pavla disponendosi a ritornare in Italia , chiesero a S. I\I. I. Li grazia di potcre di nuovo essere aramessi al- I'udienza sovrana. In questa occasione il clemente e gene- roso monarca gli eccito a visitare le principali vmiversita di Alemagua , pria di restituirsi al loro impiego. Eglino resero grnzie al monarca della permissione che loro ac- cordava , accettando col pin grande piacere 1' opportnnita di uheriormente istruirsi. Non si tosto eransi ricondotti all'alhergo che con inlinita loro sorpresa si trovarono per munilico ordine di S. M. presentati di una grossa somraa , piii che bastante a sostenere le spese del viaggio a cui stavano per accingersi. S'incamminarono quindi verso la Boemia, indi passarono in Sassonia, poscia in Prussia, nel Brunswichese, neirAnnover, e ritornarouo in Italia per la Baviera e per il Tirolo. Visitarono le Universita di Praga , di Dresda, di Lipsin, di Berlino, di Helrastadt, di Gottinga, ed altri stabilimenti scientifici che incontrarono per via. In proposito di questo viaggio trovasi in uno sdruscito portafoglio tascabile del professore in carattere minutissimo la seguente annotazione: " La notomla in Germania ( 1784) » vi e coltivata con ardore, e direi quasi passiouatamente, " non cosi la chii'urgia. In generale pochissimi cliirurgi » vi ho trovato veramente dotti e conoscitori dello stato 196 CENNI SULLA. VITA E SULLE OFERE >/ presente di questa scienza, nessuno paragonabile a Richtep. » Vi ho trovato perb alcuni osteti-icanti veramente abilis- » simi , i quali seppero proiittare in Parigi delle istru- » zioni del sommo maestro Levret, fra i quali primo lo » Stein. In Berlino la collezione anatomica di Walter e » delle piu belle ed iuteressanti die io abbia esaminato, » dopo quella di Gug,lielmo Hunter. Ho qualche cosa da >i eccepire suUe preparazioni di Walter relative ai nervi » splancnici , non trovando di mio gradimento i pezzi e }> pezzetti nei quali sono divise « siccoine vedesi pure It nelle tavole da esso pubblicate , locche osta a forniare )i una giusta idea dell'iusieme di tutto il sistema nervoso » del visceri addominali. » Nella Universita di Halla di Magdeburgo la cattedra >; di notomia e affidata al figlio del fu celebratissimo Mekel, ># uomo profondamente versato in questa scienza ed ani- » mato dal piu grande fervore onde promoverne i conlini. » Egli possede alcune accuratissime preparazioni del siste- » ma nervoso e linfatico. E quanto alle preparazioni che » vi sono per via di injezioni in cera ed a colla , die sono >> pareccliie finissirne , memorabile si e quella delP utero « gravido con annessa la jilacenta. In cui , non altrimenti 7) die in quelle di Guglielmo Hunter, oltre la dccidwa , » vedesi il facile passaggio dei vasi arteriosl e venosi « assai grossi dall" utero nella porzione materna della pla- » centa. Niuna comunicazione pero appariscente a' nostri » sensi esiste fra codesti A'asi e quelli della porzione fetale »> della seconda , quantunque la ragione , desunta dalla » vita, dalla nutrizione , dall' incremento del feto , per- >t suada dovervi essere qualche maniera di commercio, » non dissimile da questo , fra la madre ed il feto. >» w In Helmstadt presso il professore Bavrait ho esami- t) nato colla piu grande attenzione la bella e compiuta » raccolta di oggetti microscopici di Lieberkiin acquistata j; a gran prezzo. Gottinga vuolsi riguardare a giusto titolo » siccorae la primaria delle Universita di Alemagna , per ji y immensita della sua biblioteca , e piu ancora per la » celebrita de" suoi professori in ogni ramo dell' umano >; sapere. In notomia vanta Wrisberg , nella storia natnrale t> Blumenbach , nelle fisiche Liclitenberg , nella chimica e » nella botanica GmeUn, in chirurgia teoretica e pratica w Richter,': in clinica medicina Pietro Frank. Quest' ultimo DEL CAV. ANTONIO SCARPA. 1 97 >/ pero non tarderii ad illustrnre I'Universita di Pavin, ove n egli e iiivitato con largo stipendio ed onori dal munili- )) centissimo nostro sovrano Giuseppe II. d Ritornato il professore Scarpa dal A'iaggio di Germania, nulla ebbe piu a cuore qwanto la forniazione di un gabi- netto di preparazioni anatomiche sul niodello di quelle die avca attentaniente esaiiiiaate in Inghilterra ed in Germa- nia, con intenzione , se gli fosse stato possibile, come gli fu effettivamente , variando i metodi consueti di dissezio- ne , di migliorarne le forme e le applicazioni. II professore Rezia passando alia cattedra di fisiologia non aveva lasciato nella scuola anatoniica clie 29 preparazioni , le quali si trovano marcate con (*) nel catalogo a stampa che porta per titolo : Index rerum quce in museo onatomico ticinensi continentur. Lo Scarpa nel corso di pochi anni con incre- diliile assiduita e faticp , in mezzo ad altre gravi occupa- zioni , porto il numero delle anatomiche preparazioni , le quali si conservano tuttora in questo gabineLto , a 366, distribuite nelle seguenti categoric: osteologia, splancnologia , neurologia, organa sensuuin, angiologia. Vi aggiunse la col- lezione di oggetti anatomico-microscopici , a somiglianza di quelli di Lieberkiin , mediante i quali mezzi egli si trovo in istato di dare ogn' anno il corso piu completo che dar si possa di umana notomia. E qui vuolsi osservare , che pria della nomlna dello Scarpa alia cattedra di Pavia, i professori IMoscati e Re- zia avevano limitato a poche lezioni 1' annuo loro corso di notomia. II nostro professore al contrario sin dal principio prcse tutte le misure e le disposizioni che erano in di lui potere, perche ogn' anno fosse posta sott'occhio della stu- diosa gioventii la piu intima struttura di tutte le parti componenti il corpo umano ; la qual cosa egli successiva- mente rese piu estesa e piii minutamente dimostrata col favore della crescente raccolta di squisite e linissime pre- parazioni , non che coir aumento grande del numero delle lezioni ; non omettendo pure di tenere in esercizio pralico gli studiosi di notomia in ragione del numero de'cadaveri. Sotto i quali rapporti 1' ottima , quale ora e , scuola ana- tomica di Pavia , forse la prima in Europa per la copia dei mezzi d' istruzione , puo a giusto titolo dirsi esscre 8tata fondata dallo Scarpa. 198 CENNI SULLA ,^:V1TA E SULLE OPERE A quest' epcca T Unlversita di Pavia era mancante di clinica chirurgica. Tutta 1' istruzione , che qui ne riceve- vano i giovani chirurgi , si riduceva alle lezioni teoretiche che ne dava il professore Nessi , ed a quel poco che essi potevano osservare assistendo alle medicature cd alle ope- razioni che si eseguix'aiio dagli ordinarj chirurgi delle sale di questo civico spedale. L' I. R. Governo Austriaco , sempre zelante promotore delle scienze e delle arti , ordino che nel civico spedale di Pavia si instituisse la scuola di cliirurgia pratica , ad assumere la quale nomino il professore Scarpa, incarican- dolo non solo di questo uiTicio e ad iin tempo delT inse- gnamento della notomia, nia eziandio di dare annualmente un corso di operazioni chirurgiche sul cadavere. Sostenuto il professore dal vigore dell' eta e dall' energia del sue animo , assunse di buon grado il triplice incarico , e fisso i termini del corso anatomico dal novcnihre alia meta di aprile , e qnelli per le operazioni chirurgiche dalla meta di aprile alia fine di giugno. Le sale destinate per la cli- nica chirurgica furono tosto allestite ed accresciute da un anfiteatro per TeseG^izione delle grandi operazioni lungi dal cospetto degP infermi giacenti nelle sale , e capace d' un numero di studenti assai considerevole, situati in modo da vedere le operazioni e non turbarue Fesecuzione. La scuola fu corredata di tutti i necessarj apparecchi e servigi , e furono staljilite le discipline da osservarsi dagli studenti ammessi alia scuola pratica. II znetodo d' insegnamento, cui il nostro professore dava la preferenza, si era quello di far rimarcare sommariamente al letto dei malati quelle principali cose , che le malattie loro offrivano giornabnente ; ma nel giovedi d' ogni setti- mana , e nei giorni nei quali feriava 1' Universita , il pro- fessore, radunati gli studenti nell' anfiteatro, rendeva loro un conto dettagliatissimo suU' origine e T andaraento delle malattie che avevano sott' occhio , passando in rivista un dopo r altro i malati delle sale, spiegando loro le relative teoriche , e la ragione per cui egli aveva prescelto tale o tal altro metodo operativo o curativo. Imploro ed ottenne dal generoso Monarca un istromeutario chirurgico, che per la squisitezza del lavoro, jDer la copia degli stromenti, per la distribuzione dei medesimi oifre una maniera d' istoria dei progressi della chirui-gia, e costituisce uno degli oggetti DEL G;VV. ANTONIO SCARPA. J 99 assai interessanti fra i molti clie adornano qiiesto sclenti- fico staljilimento. Conslderevole fu il nnmero degli eccelleati cliirurj^i operatori ed oculisti usciti da questa scuola, della quale, a giusto titolo , il professore Scarpa puo dirsi U fondatore. Dopo il malangnrato conflitto che diede luogo al sacco di Pavia, maggioruiente poi dopo le battaglie di Bassigna- na, di Novi, di Trebljia, di Marengo, questa citta diveiiiie pressoclie il deposito generale dei feriti. Prolitto lo Scarpa di questa circostaiiza per rettificare molti punti inallora aucora incerti ed oscuri in riguardo di parecclii accidenti che accompagnano le ferite d' arma da fuoco. Delle pre- ziose sue osservazioni rendeva all' uopo informati i suoi allievi, e segnatamente nelle adunanze settimanali nel lo- cale della clinica, e nel corso delle grandi operazioni. ]\IoIti furono i feriti ai quali risparniio la perdita d'alcuno degli arti. Non oiiiise pero di rendere giustizia ai chirnrgi d' armatv:! , se sul campo di battaglia , nelle difficolta di trasporti e nell' urgenza de' casi essi preferiscono di am- putare , nientre potrebbero assai volte risparmiare una siffatta aspra operazione, qunlora essi si trovassero in cir- costanze pari a quelle in cui si e trovato il nostro pro- fessore , provveduto di tutti i mezzi necessarj per andare al riparo dei disordini secondo tutte le apparenze indicant! la necessita dell' amputazione. Quasi conteuiporaneauiente all' apertura della clinica clii- rurgica fu per ordine sovrano instituito il cosi detto Diret- torio medico , composto dei professori della facolta raedica deir Universita, e di uno fra i piii rinomati medici pratici della citta di Pavia. Era quel consesso incaricato dell' esa- me dei giovani dottori pel conferimento del diritto di libera pratica, non meno che della sorveglianza dei medici, chi- rurghi e farmacisti dello Stato Lombardo. Presiedeva al Di- rettorio per la medicina e farmacia il celelire prof. Pietro Frank, e per la chirurgia lo Scarpa. Non c da dirsi, come per le cure di quel due egregi uomini fossero ottimamente regolate le cose risguardanti 1' esercizio della medicina, fiirniacia e chirurgia , non che quelle attenenti alia pub- blica salute. Nello sconvolgimento degli oVdini politici di Lomlsardia lo Scaipa si trovo inscritto nel numero di coloro, i quali dovevauo coniporre il Corpo Legislativo de^U juniori- Ricuso StOO CENNI SULLA VITA E SULLE OPERE egli formalmente di assumere alcun politico impiego, qua- lunque esso fosse , e dichiaro clie , qualora dal nuovo go- verno fosse astretto a cio fare, rinuncierebbe alia cattedra, e riparei-ebbe nello Stato Veneto sua patria. Gli fu accor- dato quanto cliiedeva , ed egli n ebbe il contento di noa distaccarsi da' suoi consueti studj , nei quali aveva gia da tempo riposto ogiii suo desiderio ed amore. In qualita poi di Rettore deU'Universita si adopro nel preservare, quanto gli fu possibile, da rapine questo insigne scientilico stabi- limento, col sagrifizio delP erbario di Haller , gia assai dan- neggiato dal tempo e dalla negligenza degli eredi , e col somministrare ai chirurgi delF armata francese, sproweduti di tutto il piii bisognevole , alcuni stromenti di antica fabbricazione esistenti in questo gabinetto chirurgico, senza punto metter mano alia moderna e completa coUezione accennata di sopra. Malgrado pero la non dubbia afFezione cb' ei professava air Augusta Casa d'Austria, e la niuna propensione da lui mostrata al nuovo ordine di cose, fu egli rispettato peranco dai piu caldi fautori delle opinioni politiclie d" al.'ora. Ne fu meno accetto al Capo supremo del governo ; il quale anzi nomino lo Scarpa il primo di quelli cbe dovevano comporre F Istituto Italiano di scienze , lettere ed arti. In seguito fu decorato delle insegne della legion d' onore e di quelle della corona di ferro : e nell' anno istesso in cui Bonaparte fu coronato re d' Italia , onoro egli lo Scarpa col titolo di chirurgo della di lui persona in qualita di re d' Italia , e gli assegno una pensione di 4000 franchi. L' eta gia inoltrata , e moito piii i lunglii ed incessant! lavori nei quali si era indefessamente esercitato, avevano a lui cagionata una notabile diminuzione della vista; per lo che chiese dal governo d'esser posto in riposo, e Tot- tenne col mantenimento dell' intiero suo soldo. Neir anno i8c5 Bonaparte, re d' Italia, visito con par- ticolare attenzione 1' Universita di Pavia. Informato che il professore Scarpa da un anno aveva abbandonato 1" inse- gnamento, ne mostro dispiacere, e lo stimolo a riprendere, per quanto le forze glielo permettevano , i suoi passati incarichi , aggiugnendo che quand' anco fosse stato decre- pit© ed inetto ad operare , sarebbe pur sempre stato gio- vevole alia studiosa gioventii il vederlo , T udirlo e pren- derlo a modello. Ad espressioni di cotaiita beniguita e di DEL C.VV. ANTONIO SCARPA. 201 SI cllstlnto favore rispose il professore con parole cU rispet- tosa annnenza e di grato sentiinento. Lasciato pertanto nella cattedra di notoinia il sig;. Fattori che r occnpava da un anno, prese sopra di se Tincarico della scuola clinica cliirurgica e di operazioni sul cadavere. Nel fare la qual scelta egli ebbe altresi di mira il conipi- mento delP educazione chirnrgica del sig. Jacopi , gia pro- fessore di fisiologia, giovane di elevati talend e fornito di tntte quelle prerogative clie si ricbiedono a riuscire eccel- lente cbirurgo. II professore Scarpa continuo per sette anni ancora in cjnesto duplice incarico, quando ad un tratto la morte rapi il giovane professore Jacopi. II cordoglio e Fab- Jjattimento di spirito dello Scarpa per qnesto ti-iste awe- nimento fu estremo , ed essendovisi aggiunto ancor quelle deirabbassaniento sempre crescente della sua vista, si de- termino alia fine di ritirarsi dalle cattcdraticbe occupazioni e porsi di nuovo nel numero dei professori emeriti. IS'ello stesso anno i8o5 essendosi convocata in Bologna la generale assemblea delFIstituto italiano, ad oggetto prin- cipalmente di deliberare sulla convenienza di trasportare da Bologna a Milano la sede di quella scientifica Istitu- zione, lo cbe poi efFettivamente eblie luogo, lo Scarpa fu a pieni voti scelto a presidente pro tempore: e la prudenza e le savie di lui osservazioni valsero a conciliare i diversi partiti e dirigerli ad un coniune accordo. Col felice ritorno in questi Stati delFAustriaco regime lo stipendio di giubilazione gli fu confermato. Inoltre la S. M. di Francesco I lo nomino direttore della Facolta medica dell' I. R. Universita di Pavia ; nella quale incum- benza mostro sempre un verace desiderio di contribuire al vantaggio di questo inslgne Ateneo. Si degno altresi la M. S. I. di decorarlo dell' Ordiae di Leopoldo , cbe gli fu conferito in Milano da S. A. S. F Arciduca Raineri alia presenza delle Autorita civili e militari, non cbe dei Pro- fessori delFl. R. Universita di Pavia e dei Membri del- r Istituto itabano. Ne questi furono i soli benefizj cbe 11 nostro professore ricevette dalla clemenza e munilicenza di Francesco I. Percioccbe negli anni precedenti , a mano a mano clie egli andava pubblicando le proprie opere , FAugusto Monarca gli faceva sentire gli effetti della sovrana sua approvazione e generosita; ed in occasione delF opera 6ui uervi dei precordj lo rimunero coila rilevante somma 20a CENNI SULLA. VITA E SULLE OPERE di mille zeccliini. Le qnali onorevoli distlnzioiii stavano talmente inipresse neiraiiimo dello Scarpa, die lo udivamo assai A^olte ne' famigliari discorsi ricordarle con sentimenti di sincerissima gratitudine e devozioiie : e dopo ricevute dalla M. S. le siicldette insegne Cavallei'esclie , noii d''altre mai , die di qiieste gli vedevamo il petto fregiato. Venne ascritto alle principali Accademie scieiitifiche di Europa , e fii pure sortito all' alto oiiore di appartenere al picciolo ed eletto numero degli otto socj forestieri del- TAccadeniia Reale delle scienze in Parigi. L' epoca delle associazioni fu come segue: = 1776 Societa Reale di medicina di Parigi. — 1780 Imp. Accademia Leopoldiiio- Carolina. Naturce curiosonim. — 1780 Accademia R. di Berlino. — 17^7 Imp- Accademia Giuseppina di Vienna. — 170 1 Societa R. di Londra. — 1792 Societa R. di medi- cina di Edimburgo. — 1798 Collegio R. di medicina di Madrid. — 1800 Collegio R. dei chirurgVii di Londra. — • 1802 Istituto italiano di scienze, lettere ed arti. — 1804 Accademia R. delle scienze di Parigi; in qualita di corri- spondente. — 1808 Accademia R. di Baviera. — 18 17 Accademia R. delle scienze di Parigi :, uno degli otto meih- bri stranieri (i). — 1820 Collegio R. dei chirurghi d' Ir- landa. — 182 1 Accademia R. delle scienze di Napoli. — 182 1 Accademia R. delle scienze di Stokolm. Giunto prosperamente lo Scarpa alia sua veccliiezza in- cominciava , cinque o sei anni sono , a soffrire difficolta neH'orinare die attribuiva ad emorroidi vescicali. Pero non ne riceveva altro scapito nelle forze e nella buona dispo- sizione del suo corpo. Se non die facendosi sempre piii fi*equenti e piii crudi gli spasimi, ed aggiungendosi a quando a quando qualche accesso felibrile , cominciarono a perdere il loro vigore le forze digestive, ed il suo corpo fu in preda ad un considerevole smagrimento. Non ha molti inesi procurossi di portar sollievo agl'incomodi di vescica, resi pressoclie intollerabili , coll' introduzione in essa della (l) In questa nomina lo Scarpa ebbe a competitore il celebre Davy , e f u prescelto. Vuolsi anche osservare , ad onore del- r Italia e delP Uaiversita di Pavia , che degli otto meiubri fore- stieri delFAccademia R. delle scienze di Parigi tre conteuipora- neamente fiu-ono Italiaui , Scarpa , Volta , Piazzi ; e che i due prinii appartenevauo all' Universita Ticinese. DEL C\V. ANTONIO SCARPA. ao3 cannula dl gomma elastica tenntavi a permanenza , essendo nato sospetto die la difilcolta ed i premiti neH' emettere le orine dipendesseio in ispecie da ingrossamento della prostata , nialattia frequente nelP eta avanzata , non die dalla presenza di qiialche calcolo in vescica. Questo fece SI die per alcuni mesi ancora potesse lo Scarpa condurre una vita meno addolorata. Ma raffezione delle vie orinarie die gia da tempo esisteva e faceva progressi, T inlievolirsi sempre piu delle facolta digerenti, la tabe die A^eniva avan- zando, le febbri die ricorrevano con maggior forza e fre- qnenza lo tennero iinalmente conlinato nel letto. Anclie fra i travagli della sua malattia non si restava dalle consuete scientiiiclie e letterarie occupazioni, e inolto soUievo ritraeva dalla lettura del Classici latini , partico- larmente di Virgilio. Accortosi poi dell' iiisanaliile natura della sua iiifermita si disponeva al morire coUa inaggiore rassegnazione, rice- vendo non poco conforto dagli uffizj della religione , dalle dimostrazioni d'afl'etto die gli porgevano i suoi scolari ed amici , ed in particolare dalle assidue ed amorevoli cure dei professor! Cairoli e Panizza , die sempre aveva avuti in luogo di figli. Cosi a poco a poco venne mancando la liamma di tanta vita, die del tutto si spense in Pavia alle ore sei e mezzo del mattino nell" ultimo giorno delP ora trascorso ottobre, neireta di anni 85, mesi 4 e glorni 17. La necroscopia confermo appieno i dubhj die erano in- sorti sulla natura del male. Poiclie oltre a notabile altera- zione della prostata e dei reni , principalmente del sinistro, un calcolo esisteva in questo viscere , e due se ne ritro- Vavano iiella A^escica orinaria (i). Fu data sepoltura alle spoglie mortali del cliiarissimo defunto con degna ponipa funebre il di 2 del successivo novembre. Seguivano il feretro il Senato accademico del- la Universita , il Corpo dei professori , i Menibri delle fa- colta , varj medici e diirurglii civili ed i diirurgbi mili- tari. Nelle esequie die si celebrarono nella basilica di San Michele niaggiore , tenne un affettuoso discorso il prof. (l) Una descrizioue conipita delle varie alterazioni die si rinvennero colP autopsia del cadavere del caval. Antonio Scarpa Sara pubblicata dal dottore Beolcliini, 204 CENNI SULLA VITA. E SULLE OPERE Camillo Platner (i): dopo dl die si continuo T accompa- gnaiiiento sino alia tom1)a. II Seiiato accademico ed il Corpo inses^nante dalla Universita si recaroiio poscia il giorno 8 ad assistere al Divino Ulficio , ed implorare dal Dio delle misericordie la pace eteraa airanima di quel Soramo , che per mezzo secolo con incessaiiti lavori e con iscoperte di eterna niemoria tanto contribui ad ingrandire la fania di questo Ateneo. II funebre apparato del tempio era adorno di iscrizioni molto commendevoli pel concetti e per lo stile, fatte a rammemorare i principali meriti dell' illustre de- funto (a). Era Antonio Scarpa alto ed agile della persona, di bella presenza , di jjortamento nobile e dignitoso. II suo sguardo vivace e molto espressivo , T aspetto grave e pensieroso r avrebbero a cliicchessia palesato per uomo di pronto , acnto e sicttro giudizio. I suoi modi severi , ma ad nn tempo gentili, inspiravano ne' snoi amicl non si saprebbe se maggiore la riverenza o 1' amore. Ebbe e conserve sin presso agli ultimi tempi di sua vita ferma memoria, sommo nitore e facilita di elocuzione. Molto stimato era il parere che dava delle opere altrui (3) ; perocche quello sempre sinceramente soleva dire che repiitava secondo il Aero : e per cio pure nulla mai prometteva che credesse di non poter mantenere. Prudente nel deliberare, era fermo e co- stante nel mettere ad esecuzlone le cose per lui stabllite , credendo trattarsi in questo del proprio onore, di cui nulla teneva di piii caro al mondo. Noi gia vedemmo, come egli fosse indefessiamente dedito a' suoi stud], alieno da politiche ingerenze od occupazioni di altra natura ; e come le onoriticenze a lui coinpartite non facessero che sempre piii confermarlo nel proposito di tutto inqjiegarsi all' avanzamento delle scienze che col- tivava, ed al sollievo delle umane infermita. Forse fu per la stessa cagione che prefer! all' unione conjugate il celi- bato, scevro da domesticlie cure. Anzi non e a tacere, (i) V. Discorso recltato dal professore Caiuillo Platner nelle esequie del cav. Antouio Scarpa la sera del 2 novembre i83a nella basilica di S. Wicliele in Pa via. — ■ Prrsso Pietro Bizzoni. (a) V. Iiiscriptiones in funere Viri Clarissinii Antomi Scarpa ad Sancti JMlcbaelis Wajoris Ticini. — Typ. Bizzoni. (3) Scarpa est st'vf-re , lorsc[n'il critique, nials il est juste. =• Villavs, Essai de Litterature niedicale. Strasbourg i8ll. DKL C A. V. ANTONIO SCARPA. 2(0 come in tante pulibliche incumbenze attendesse anche ad una estesa pratica clella chirurgia. La fama del suo sapere e del valore della sua mano s' era in lireve cosl divulgata die mold accorrevano in Pavia per domandare le sue cure, e da varie parti anclie lontane d' Italia e fuori era per consiiluizioni ricliiesto il suo parere. Teneva pure corri- spondenza cogli uomini piii dotti non solo fra i nostri , ma anche fra quelli di Germania, d' Inghilterra e di Fran- cia. E nondimeno con incredil^ile attivita ed esattezza tutti mandava ad efletto i suoi oljblighi e puljljlici e particolari. Quantunque si fosse colle sue fatiche acquistate grandi riccbezze, pure, sia pel tenore di vita iino dai primi anni contra tto , sia per avere avuto senipre T aniiiio tutto in- teso a scientificlie nieditazioni , valevasi dei beni di for- tuna con grandissima parsinionia. Durante 1' estiva stagione , e per tutto il tempo delle grandi ferie deir Universita, si portava nella sua deliziosa villa di Bosnasco, situata sopra un' amena collina non lungi dalla sponda destra del Po. Ivi condnsse a termine il mag- gior numero delle sue opere , dando parte della giornata al lavoro scientiiico , parte all' agricoltura , nella quale fii introduttore di nuove ed utilissime praticlie , e parte an- che alia caccia, al quale esercizio attriliuiva la robustezza ed agilita di corpo di cui godette per lunga serie di anni. Fu pure amantissimo delle arti di disegno e d"* imita- zione, e disegnatore non volgare egli stesso, come appare da alcnni suoi lavori in miniatura e ad acquerello , e se- gnatamenie dall' inspezione di molte delle tavole annesse aile sue opere , fra le quali meritanoV d' essere in prime luogo ricordate quelle che presentano i nei'vi dei precordj, delineati con tutta la finezza dell' arte. Si procuro una rac- colta di quadri commendevole non tanto pel numero, quanto per la sceltezza ed autenticita delle opere di celebratissimi antichi pittori. Nel fare la qual cosa egli con molta avve- diitezza si limito a certo numero di eccellenti artisti d'ogni scuola italiana , sotto il quale rapporio cotesta collezione e preziosissiina e per ogni riguardo compiuta. E fu ap- punio per desiderio di contemplare i capo-lavori , di cui al)bondano la Toscana , Eoma e Napoli , che viaggio a quella volta in compagnia del dott. Mauro Rusconi , colti- Vatore espcrtifsimo non meno delle arti belle che delle scienze naturali. Ne qui passeremo sotto silenzio , come ao6 CENNI SULLA VITA , eCC. DEL GA.V. A. SCAFxPA. fossero veramente straordinarie le onorate accoglienze che f ricevette in Napcli. Scrisse alcune cose iiitonio alle belle arti. L' opuscolo sotto forma di lettera alF eruditlssimo suo collega caval. Luigi Bossi sopra wi Elmo di ferro squisitamente lavorato a martello fu applauditissimo (i). Pubblico altresi una lettera diretta al sig. conte Marenzi sopra un Ritratto riputato di mano di Raffaello , la quale fu inserita in questo Giornale pel niese di giugno iSag. Per tanti titoli adunque lasciava morendo Antonio Scarpa grandisslmo desiderio di se alle scienze, all' Italia, a tutta Europa. (l) In quest'' opuscolo , oltre le molte cose relative all' arte della ceseliatura, fece lo Scarpa osservare , che il vocabolo caela- tura presso i Latini non siguificava, come leggesi nei Dizioiiarj , lavoro di incisione , ma bensi , come noi cliciamo , a martello. Vcdi la seguente Lettera del dottissimo sig. Fuvlanetto al sig. Molin , cliiar. professore nelP Universita di Padova. Sig. Professore pregiatissimo, Restituisco co"' miei dovuti ringraziamenti la lettera del chiar. 6ig. prof. Scarpa sopra un Elmo , ecc. Debbo poi confessarle in- gemiauieute die mi dispiace moltissimo di avere avuto col di lei niezzo r opportunita di leggerla troppo tardi; poiclie se 1' avessi fatto prima d'ora, avrei potuto approfittare delle belle ed acute osscrvazioni dell' autore di essa sopra il vero sigiiitlcato delle yoci coelator, caelatus , caelatura, caelum, che egli con tiitta evi- dcnza spiega per ceseliatore , cesellato , ceseliatura , cesello. Quando m' inconrrai in quelle voci nel ristampare il Lessico la- tino del Forcellini , m' era bensi avveduto die il passo di Quintil. 1. 2, c. at e TaUro di Isidoro 1. 20, orig. c. 4, che per la prima volta fu da me inserito nella ipce ccelum, i-acchiudevano una doitiina decisiva intorno al ver^Mfgnificato di quelle voci: ma r incertezza die in me nasceva da^^hmo dei passi di Pliiiio , presso cui quelle voci altio sigiiilicano , noii mi permise di recare opinioiie diversa da quella adottata dal Forcellini Oi"a per altro souo cos'i couvmto della teoria del suddetto sig. pro- fessore, che senibrami la sola atta a spiegare tutti i passi aiiibi- gui degli autori latini che sembi'ano opporvisi. Ho fdtte quindi le opportune annotaztoni, onde valermi della lettera suddctra nella voce Toreutlra , die sola mi resta di pub- blicare fra quelle che furono illustrate dal sig. prof. Scarpa. Sono con piena stiiua Dal Seminario (di Padova) 20 febbrajo 1 83 1. Svo devot° olUig' servo Giuseppe FurUmetto. lOJ m^HBSBBIHDa Hatio vicdendi iii clhnco Iiisdtuto medico Ticlncnsi anno scholastico i83o-3i , a Jo. Bapiista Fanto— NETTi in ca'sar. R. sclcndarum Universitate , etc. cliniccs mcdlcoe , patliologice et thcrapice specialis pro mcdicis professorls vices gcrcnte , elucubrata. — • Mediolani, 1882, ex types Fauli Lanipato. Pars I., o o m o. Oono pochi mesi die cjiiesto bel lavoro del signer pro- fcssore Fantonetd veniva in luce negli Annali universal! di niedicina , ma talmente sfregiato da errori di stampa, clie saggiamente Tautore avviso di rinnovarne Tedizione in modo piu corretto e degiio della splendida scienza clie racchiude. NelF annunciare adunque la rigenerazione del libro ci facciamo lecito di dime due parole onde invo- gliare clii non Favesse ancora letto e meditato a volgervi uno sguardo ed a diclilararne il merito. A noi e sembrato die il signer Fantonetti si mostri in questo , si bene che negli altri suoi scritti, largamente dovizioso delle antidie, come delle moderne dottrine medidie. Quanto al di lui piano d' istruzione , air istradameiito nella difficil ai'te di medicare, scorgiamo aver egli professato la niedicina eclet- tica e fisiologica piuttosto che la controstiinolistica italiana o la trascendentale alemanna. Di cio ne fa fede il mover suo dalle considerazioni sn la struttura degli organi , su le loro fnnzioni , sui rapporU simjiatici di connessione, di analogia delle parti, per indagare il procedimento, il mec- cnnismo e le indicazioni cnraave de' morbi. Se qiiesto sia il migliore divisamento per un professore , che deve met- tere a protitto tutte le nozioni preliminari de'snoi allievi, onde edncarli al letto deirammalato e 23orIi sul retto sen- tiero del medicare, noi non sapreinmo porlo menoinamente in dubluo. Tutta la scienza medica si risolve in questo : conoscere con quali mezzi ed in quali modi si eseguiscano le fnnzioni della vita ;, determinare per quali cause e in qual maniera abbiano potuto uscire dalla normale del loro esercizio , e sapere con quali presidj e sotto cpiali condi- zioni possano essere ricondotte al ritiiio loro naturale. Fac- ciamo dunque planso al sig. Fantonetti jierchc saputo abbia ao8 RATIO MEDENDI CtC. scegliere quella strada clie nello stato attuale delle nostre cogiiizioni reputiaino Tunica a battersi per arrivare a l^uoii fine. Imperocche quella teorica delle diatesi general! clie si e diffusa in Italia sotto A^arie sembianze , e sempre con grave scapito della positivita della scienza, deve o tosto o tardi cedere 11 posto alia medicina lisiologica (i), la quale e oramai posta al sicuro dagli attacchi virulenti de'inedici controstiniolisti. Le malattie che figurarono nella clinica del professore Fantonetti furono tutte di alto Interesse o per la gravezza loro , o per le circostanze dalle quali furono accompagna- te, o pel metodi co' quj^li furono curate. E come egli siasi felicemente adoperato, senza lasciarsi scoraggiare dalla dub- biezza degli esiti , sviluppando attivita pronta , o tempo- reggiando prudentemente a norma de'casi, lo prova la leggiera mortalita del 4 ''/■o che offre il prospetto statistic© inserita nel libfo che abbiamo sott' occliio. '< Morbos com- » plicatos ( die' egli ) prae simplicibus , et per quot possi- n bile varios , selegimus ; nee aliquum indubie mortalem >/ quoque, dt anatomia pathologica diagnosis, ac adfectio- »; nis sedes et natura illustrarentur , respuimus. » Fra le storie piii ricche di utili riflessioni e di luminosi concetti trovammo quella di una meningo- gastritis == pneu- vionitis = pneumorrJutgia scorbutica , al cui proposito entra I'autore a parlare dello scorbuto. Fattosi egli forte delle belle ricerciie chimiche sul sangne di Parmantier , di Deyeux e -di Le Canu, considerate l6 cagionl effettrici di tanto ma- lore altei-anti principalmente il sangue, e messi a disamina i sintoiiii co' quali qnesta malattia si presenta alio scrutinio del medico fisiologo , dichiara consistere essa in un vizio d'' ematosi ( in fluidiore nigiescente sanguine ) associato a rilasciatezza de' solidi. Ma questa definizione dello scorbuto nol tenne dal far uso prudente, nel cnso di cui si tratta, del metodo antiflogistico, abbandonandolo poi si tosto egli si accorse che i sintomi • flogistici erano sedati , e che la pneuniorragia dipendeva da vizio scorbutico. Semplice ci pare la sua maniera di medicare, ed anche laddove la gravezza del male imponeva un pronto ed (i) Qui noil vorrpnimo che si credesse vnler noi alludere alia medicina Jn'ossesiana , alia quale per nessun titolo puo spettare la denominazione di medicina fisiologica^ J. 1!. FANTONETTI. 2O9 pnergico trattanicnto egli trascelsc bensi rimedj attivissimi , e come sogli.iiuo dirli, eroici , ma serb6 tempo e inisura , pei'che il trattaiiieuto fosse proporzionato al grado del ma- le, adatto airindividnalita del malato ed all' indole delle cause elfettrici del moiljo. Egli seppe evitare quella farra- gine di farmaci clie rlntuzzano spesso T azione de' rimedj principali, e nuocoiio sempre alia giiistezza ed alia slnce- rita deir osservazione clinica. Non fu prodigo di sangue , non ignorando che V esaurire senza riserva il fonte della vita accresce i danni del male , e precipita V organismo alia dissoluzione ; non ebbe pero meno cuore a celebrare il salasso od a far iiso delle mignatte procedendo con av- veduta insistenza (juando il caso portava di dovere rintuz- zarne 1' urto , od evitarne la stasi e lo spandimento. Egli mise mano all' acido idrocianico per la ciira delle croniche afFezioni di petto , rimedio di dubbia fama e di piii dub- bia azione. Le sue osservazioni sembrerebbero ritogliere questo farmaco dall' obblio cui lo vorrebbero alcuni pratici condannato. Noi siaino ben lontani dal trovare a ridire su tale ardimento del professore Fantonetti, poiche le croniche afFezioni polmonali autorizzano a qualunque prudente ten- tativo , r arte essendo ancora si difettosa ne' suoi mezzi curativi ; non vorremmo pero che gl' inesperti corressero ad imitarlo, poiche un soffio spegnitore della vita qual e r acido idrocianico vuol essere amministrato da mano maestra. In somma la clinica del professore Fantonetti ci senibra per ogui riguardo degna di essere apprezzata dai provetti nell' arte di sanare , e non esltiamo di porla a modello pe' giovani medici che intendono di avviarsi ad Vina pratica sicnra e razionale. Non per tanto 1' imparzialita colla quale ci siamo pro- posti di pnrlare di (jnesto libro ci fara tacere alcune mende che ci par\e di riscontrare ne'T elocnzione adoperata dal sig. Fantouetti. JJiremo siriceramente che quella selva di parole greche iunestate ove il bisogno non le richiedevav e senza le equivalenti parole latine, ci ha spesso arrestati brus mente nella lettura del liliro. Questo neologismo non puo n. care di produrre lo stesso effetto in tutti coloro the nc mo fan»igliari colla lingua greca, e deve quindi pregiudic;.^ assai alia chiarezza dc' concetti che forma il prime merito di un libro di scieuza. A questa chiarez7;i ci parvo pure che il sig. Fantonetti sacrilicasse ., quando Bibl. hal. T. LXVIII. 14 aiO RATIO MEDENDI CtC. per vezzo o per eleganza di lingua si staccava da qnella semplicita di sintassi , da qiiella naturalezza di dire , che forniano il preglo e Pessenza dello stile didascalico : Quid jiwat obscuris involvere scripta latehris? Anche snl prospetto nosologico avremmo qiialche cosa a notare , sembrandoci che per la semplicita dell' istrvizione e per la facilita di ordinare nella memoria degli scolari i caratteri principal! delle malattie sieno snperflue ed intempestive le forme cli' egli adopera. Imperocche legandosi per I'ordinario a un fatto massimo tutte le lesioni che apjoajono in un processo morboso , la definizione di esso fatto massimo e il solo oggetto, per nostro avviso, che debb' essere compreso nel quadro nosologico , salvo al rendersi poi ragione nelle disquisizioni ulteriori de' sintomi secondarj che si presenta- no ne'processi morbosi: la nosologia vuol essere delineata a grandi tratti, accio i cpiadri de' morbi riescano rilevati e facilmente riconoscibili. Ma sono queste picciolissime mac- chie (se pur lo sono), le quali non tolgono menomamente ai tanti pregi del libro che annunciamo, e noi le abbiamo indicate quasi a disegno , onde non si presuma che par- teggiamo dall' autore. D. F. 211 APPENDICE. PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE. Abrege de geographic redige sur tin nouveau plan d'apres les dcrniers trnites de paix et les decoiwcrtcs les plus rcccntes par Adricn Balbi. — Parlgi , presso Giulio Renouaid , rue de Tournon n.° 6. Un volume in 8° di i5oo pagine. Prezzo i5 f rancid. J.I sig. Adriano Balbi divide cogli Hnniboldt, col Zacli , coi Malte-Brnn e con altri pochi la gloria d'aver ingea- tilita la geografia , e da iino sterile studio di nomi di averla trasnuitata in una scienza amena e propria a pascolar Tin- telletto collegandola opportunaniente coll' astronomia , colle matematiciie, colia gcologia , coUa fisica, coU' istoria natu- rale, coif antropologia , colla statistica , coir economia po— litica e con altre parti dello scibile uniano. Sono abbastanza note le mohe opere da lui pubblicate, e principalinente il Saggio statistico sui regni di Portogallo e degli Algani , la Bdoncia politica del globo , e VAtlante etnografico ■■ ora egli ci prepara nn lavoro piu in grande Sulla geografia , nel quale ie parti tutle di questa scienza saraniio riunite in un quadro unico, fedele , compiuto , ricco di notizie senza essere dilFuso , die sara il frutto di trent'anni di studio assiduo e d' ua' attiva corrispondenza coi pill celebri uomini delT eta nostra. II nuovo ristretto di Geografia sara diviso in due parti, una contenente i principj generali della scienza , I' altra la particolare descrizione del globo. Nella prima parte, che e la nieno estesa , si es|)ongono in dodici capitoli le nozioni Ie piii indispensabili che la geografia prende in prestanza dalle scienze sopra enumerate. jSella seconda in cinque ai2 APPENPICE sezioni si descrivono le cinque parti del monclo. Ognuna di qneste sezioni si suddivide in due , 1' una consacrata alia geografia generale , 1' altra alia particolare. La geografia ge- nerate oiFre in due distinti capitoli per ogni parte del mondo, priino la geografia fisica , secondo la geografia po- litica. Gli articoli che compongono la geografia fisica sono: posizioni as'ronomiche , dimensioni, conftni ^ mariy golfi ecc. climi, minerali , vegetali, animali ; quelli clie compongono la politica sono : superficie , popolazione , etnografia , religio- ne, governo , industrin, commercio , stato sociale, dwisioni politiche e geografiche. La geografia particolare comprende tanti capitoli quante sono le grandi region! che si hanno a descrivere ; la descrizione poi particolare dei principali Stati cV Europa e piii particolarizzata che quella delle altre parti del mondo e contiene i seguenti articoli : Posizione astronomica , dimensioni, confini , paesi , monti, isole , laghi, fiumi, canali, strode in ferro, etnografia, rcligione , governo, industria , commercio , divisione amministrativa , topografia , possessioni. Quanto all' esecuzione tipografica, il nome dell'editore, sig. Renouard, e il saggio ch'egli ne presenta nel programma che abbiamo sott' occhio , ci danno sicura guarentigia che nulla rimarra a desiderare , e coraodo sara certamente agli studiosi il trovare tutta i' opera, ia caratteri compatti ma chiari , riunita in un solo volume. Per provvedere poi ai continui cambiamenti a cui la geografia va soggetta , sia per gli avvenimenti politici , sia per lo stabilimento di nuove colonie , sia per le scoperte che si vanno facendo, r editore promette di pubblicare regolarraente un Aa- nuario geografico , stampato nella stessa forma e coi me- desinii caratteri dell' opera, il quale verra in luce verso la fine di giugno d'ogni anno, e sara composto di quattro o sei fogli di stampa. Lo stesso sig. Balbi, che si e assunta la compilazione deU'Annuario, prega le persone dotte che 1' hanno gia assistito coi loro lumi nella formazionc della Geografia a voler essere a lui liberali delle notizie che credessero importanti , e d' indicargli inoltre le lacune o !e inesattezze che trovassero per avventura nell' opera stessa, inviandole franche di porto all' editore a Farigi. PARTE STRANIF.RA. 2l3 Malcrischc Darstellung von Frag. Fediite colorite di Praga in sette tavole, con testo. — Fraga, librerla di A. Borrosch. Noil ci ha forse citth. piu atta a secondare al piu emi- ncntc grado 1" inspirazione d'un pittore, quanto la capitale della Boemia. La natura e Parte, il presente ed il passato gareggiare sembrano per imprlmerle un carattere della piu grande varietk , e questo , generalinente parlando , con un' imponente grandiosita nelle piii minute parti. E di fatto, come mai una citta, in cui grandeggiano cento torri, che b cinta di colli e di montagne , divisa da un bel iiume , dominata da un forte e maestoso castello, ch' e oggetto di grandiose rimembranze , decorata di architettonici monu- menti d' ogni secolo , non isjjirerebbe ella Testro d'un va- loroso artista , di un artista capace di dare alle sue pro- duzioni 1' impronta della durevolezza ' Queste considerazioni indussero i direttori della libreria Borrosch a far eseguire una raccolta di vedute prospetti- che e colorite della citta di Praga. Una moltitudine di pro- ve od abbozzi venne loro a mano a mano presentata:, ma eglino sette sole ne trovarono che al loro scopo perfetta- mente corrispondessero. Dojio varj infruttnosi tentativi af- fidarono Tesecuzione del lavoro ad artisti, il cui merito e generalmente conosciuto ; e gia fmo dal 1829 apparsa era la prima distribuzione contenente tre tavole eseguite con amore e squisitezza. Le tavole vennero condotte in gran foi'mato reale, e su carta velina inglese ; esse accompagnatc sono da un testo descrittivo in tedesco ed in francese. 214 APPENDICE PARTE 11. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. LETTERATVBA E BELLE ARTI. Atd della solenne^dlstribuzione de' premj d' agricoltura e d iiidustria fattasi ncl giorno ^ ottobre i832, ono- mastico di S. M. I. R. A., da S. JE. il sig. Cunte di Hartig, Goicrnatore della Lombardia, con analogo Discorso del sig. prof. Don Pietro Configliachi , membro delV I. R. Istitiito dl scienze , letter e ed arti. -— Milano , 1802, daW I. R. Stamperia. X^ ei tempi trascorsi, compiuti i riti religiosi, colle corse, coUe finte pugiie e coi giiiochi popolari si coatrassegnavano le patrie feste e 1' universale tripudio; ma a' di nostri il giiibllo delle piii importaiiti solennita trae motivo da pria- cipj piii nolnli. Qual modo infatti piii proprio a celebrare il giorao onomastico del Padre de' popoli , qnanto la piib- blicazione delle iitili invenzioni e dei felici tentativi nel- r agricoltura e nelle arti ? Cliiamato il nostro Oratore , di cui abliiam trasci-itte iii gran parte le parole , a trattenere in si fausta occasione la colta adunanza, ed incaricato di congratuiarsi a nonie di essa coi valenti artleri e colti- vatori ai quali erano prej)arate le civiclie corone , prese opportunamente a soggetto del suo discorso quel mezzo die e il piii efficace a proniovere ed accrescere la prosperita deirarti, cioe T unione delle scienze colle arti stesse. Non nega egli die un gran numero d' invenzioni , prin- cipalmente nelF infanzia delle arti, furono figlie di fortuite combinazioni 5 ma a buon diritto sostiene die cresciuta in progresso di tempo I'umana famiglia e con essa cresciuti i bisogni ed i desiderj degli uomini, non fa piii possibile T alj- bandonare lo sviluppo dell' industria al cieco caso , e nacque la necessita d' esercitare in un colle forze fisiche le facolta deir intelletto. Sorsero allora le diverse scienze natural! , nutrici dell' agricoltura e delle arti d'imUistria, e ad esse PARTE ITALIANA. 2l5 si dedico una distinta classe di persoiie, mentre la classe piu numerosa i-imasa ^l pratico esercizio di qneste , pro- littnado de' snggerimenti delta teorica arricclii la societa di artiticiali prodnzioni meno imperlette, piii durevoli ed ot- teniUe con prestezza e con rispannio di danaro e di forze. ]Ma sebliene la teoria e la pratica si risguardino come facolta separate, non tralasciano, quasi iiglie gemelle d'una stessa uiadre, d' essere fra loro da fratellevol nodo con- giunte. L' una s|>arge i semi die 1' nltra Innaffia, Tuna niostra il cammino clie T altra percorre , T una disegna Te- dilizio die dall' altra viene innalzato. Ailinche poi qnesto vincolo non si disciolga , ma sempre piu si consolidi, e necessario da un lato die lo studioso delle scienze non si riiiuti di ascoltare ainore\'olmeote ojjerai incoiti, ne sde- gni visitare le afFumicate ofllcine e i romorosi opificii , e dall' ahro die I'artigiano venga di buon' era istrutto di al- cuni principj di elenientare insegnarnento. Cosi reso questi capace d' intendere alnieno il piii comune lingnaggio delle discipline scientiliche , e di gnstare il prime alimento die prestano alia pratica, senza grave applicazione , senza as- sidua lettnra, senza il bisogno d' erudizione, fara risparmio di tempo, migliorera i suoi lavori , ed evitera il pericolo di perdersi in vani tentativi o di rintracciar di nuovo con Innga fatica cio die da altri e state gia rinvenuto. Fortnnati noi dunque, esclama I'aatore, die vivendo in un' eia nella quale e luminosa verita prosperare 1' agricol- tura e le arti d' industria in proporzione die vie pin si connettono coi principj delle scienze, viviamo altresi sotto un paterno e saggio regime die tutti i mezzi somministra alia pojjolare istruzione , e die colle scuole tecnidie re- centemente ordinate prepara i mezzi onde sempre piii met- tere le scienze e le arti in quella reciproca dipendenza die e necessaria al loro avanzaniento ! Nuovo argomento dell' utilita di qnest' accordo fra la niente die conosce , die giudica, die ragiona e la iiiano die opera, die costruisce, die afFatica sono gli oggetti stessi d' industria coronati nelT attuale concorso, e lo sono altresi i varj grandiosi lavori ed i molti edifizj die ogni atino con impulse crescente a decoro della nostra cicta s' intraprendono e si compiono. E qui V autore ricorda la navigazione a vapore introdotta ed estesa sulle acque di Lombardia, i teniaiivi die si vaano facendo per fare 2l6 APPEXDICE scaturire da inusitate vie le acqne sotterranee; la riprodotta illuminazione a gas con metodi piu sicuri e piu economi- ci; il felice esito ora per la prima volta ottenuto nella piii volte tentata fabbricazioae delle porcellane ; la nuova gal- leria coperta die fu quest' anno costrutta pel vantaggio del conimercio e pel comodo de' cittadini ; ed in line la fuslone in ln"onzo de' cavalli destiuati ad ornainento del magniflco arco del Sempione (i). n II campo e dunque aperto, con- » chiude il prof. Coafigliachi , o bravi e savii agricoltori » ed artieri , a eenipre nuove gloriei a voi sta il percor- n rerlo , a voi sta I'indirizzare nel retto cammino i teneri » vostri figliuoli. Imprlmete nella loro mente che il sen- " timento d' onore dipende dalle essenziali facolta dell' no- >' mo, le stesse in tutti, e che peicio come colle scienze, » colle lettere, colle arti belle, cosi colla pratica di utili " mestieri si puo conseguire vera fania ed acquistar nome » clie duri oltre il sepolcro. " Alia recita dell' accennato discorso tenne dietro la lettura della descrizione degll oggetti premiati, la quale nel libro e premessa al discorso medesimo , ed anche di questa da- renio qui un breve sunto. Premj della medaglia d'oro. L' ottico milanese sig. Luisi Consonni presento al concorso vin obbiettivo acroniatico di 46 linee d' apertura e di cin- que piedi di distanza focale , in cui le due lenti sono (l) Uno dei cavalli suddetti , modellato dal valente scultore Abbondio Sangiorgio e girtato in bronzo nella fonderia de' fratelli Manfredini era esposto al jmbblico come oggetto di arte suUa sua base di grauito uel cortile dell' I. R. Palazzo delle scienze , e di eeso terremo discorso in un altro de' nostvi fasciooli. Ma qui ta- cere nou dobbiamo che a' progressi della nieccauica fra noi, non meno clie alle accuratissiaie inipercettibili connessioni clie d'ogni parte ne fece il sig. Manfredini, debbesi clie questo cavallo co- lossale stato sia colla sua pesantissima base trasportato d.iU' ofFi- cina della Fontana sino al palazzo di Brera, e poi sino all' Arco, per lo spazio cioe di circa tre miglia, senza clie ricevuto abbia il piu piccolo detriuiento , conservato esseudosi in ogui sua parte intatto e fermo. Nelle sale dell' esposlzioue vedevansi inoltre i primi saggi della fabbrica di porcellane qui rammentata , eretta pi'esso S. Cristnforo fuori della Porta Ticiuese ed appartencnte alia Ditta Giudrad e. conipagni. TAUTK ITALIANA. ai^ combinate in modo da rendere piccolissimi gli errori di sfe- - ricita e di rifrazione. Paragonato il suo cannocchiale con alcuno del piii celeljrati di Londra e di Monaco , ne so- stenne il confronto e parve anche superiore dal lato dell'in- tensita della luce. — L' ingegnere meccanico sig. i?(ZrtoZo?neo Avesani di Verona presento i disegni d' una inaccliina a va- pore adattata a mettere in moto un filatojo, nella costru- zione della quale ha Immaginate moke utili modificazioni. Si riferiscono queste principalmente alia caldaja fatta este- riormente di legno , e rivestita ^1 di dentro di sottile la- stra di rame ; ai ferri della grlglia , cavi e rlenipiuti di acqua , alia cliiave die instituisce nlternativamente la co- municazione dellc due camere del cilindro, e finalmente ad un' altra camera nella quale si opera la condensazione del vapore senza 1' introduzione dell' acqua fredda. — Al sig. Domenico Magni devesi 1' onore d' aver introdotta in Lom- bardia la fablDricazione de' piii fini cappelli di paglia emuli di quelli di Toscana , col procurarsi da prima la paglia della spelta e del niarzuolo die a cotal uopo coltiva con molta abilita ne' suoi fondi , coll' aver cliiamato da Firenze pei-sone intelligenti in quest' arte e coll'estendere a molte ma- ni il lavoro. — L' agricoltura confessa grandi obblighi al no- bile sig. rietr Antonio Spini die attese a render fruttifere tre- cento pertidie di terreno nel Bergamasco, educandole all'ara- tro, pianandole e corredaiidole di opportuni caseggiati. — La nianifattura di stofl'e di seta e di lana del sig. Eliseo Borioli, gia premiata con medaglia d' argento nell' ultimo concorso, fu reputata degna nell' attuale del premio maggiore per notabili migiioramenti. Tra i lavori in essa prodotti furono distinti per pregio di novita varj spolini dojipj di bellissi- nio disegno , ed una stoITa di seta d' altezza straordinaria, Premj della medaglia d' argento. A sostenere 1' arte della pittura a smalto , in cui anni sono si distinse 1' esiniio artista Gigola , cd a perfezionarla ancora prcsentasi il sig. dottore Pietro Bagatti-Valsecchi , il quale come espertissimo nella miniatura e conoscitore delle propricta lisiclie delle materia coloranti, lia esegulte delle opere in qnesto geuere di pittura, che supei-ano le migliori presso di noi fin qui prodotte. — A lavori piu minuti di snialti , ma di piu facile x'icerca nell' arte dcU' oriticeria at- tende il sig Gio. Bcrtini . il quale in gran copia ne fox'nisce ;2l8 A.PPENDICE ai pill rinomatl orefici di varie citta d" Ithlia. — L' arte li- tografica sebl^ene tnrdi iiitrodotta nel nostro paese, vi ha gia fatti notaljili progress!, e lo stabilimento della ditta Vas- salli, diretto dal sig. Giijoni, ha protiottl del lavori tracciati da niani maestre e di straordinarie dimensioni. FeUce in par- ticolar modo e riescita 1' a|.iplicazione di essa alle carte topo- graflche. — I singolari progress! fatti dalla litografia porsero al sig. Giuseppe Lazzaretti nnovo campo dl distinguers! nel- I'arte sua di colorire le staaijDe, arte da lui portata a singolar perfezione. — Introihittoi e colla data ipotesi mirabilmente si coUega. Ci ha fatto qualche stupore il non vedere mai citato in quest' opuscolo il chiarissimo Zoega , scrittore classico in materia di bassirllievi , tanto piit che ci sembra di aver vedute nelle dotte di lui esposizloni molte cose che a Ce- rere , a Plutone , a Proserpina si riferiscono. Piu content! siamo della descrizione del bassorilievo, che non della ta- vola unita , nella quale troppo sobriamente sono indicati i soli contorni, coslcche non ben chiara si vede la rappre- sentazione. Appena si scorge la figura di Proserpina: la iVa- jade pol, o la ninfa che rimane a destra di chi guarda , colla sinistra sembra appogglare al petto un otre, anzlche una piccola conca , come si dice dallo spositore. Rlguardo all' eta di questo monumento dell'arte, in con- seguenza della secchezza dei nudl , delle proporzioni alcuna volta tozze, benciie regolare sembri in generale il disegno, mediocre l' esecuzione , e vi si vegga qualclie naturalezza e nobjlta nello spartimento delle pieghe, lo spositore stesso e d'avviso che sla scultura di grcco scalpello, anziclie di etrusco, e che possa esser copia di altro eccellcnte liasso- rilievo, eseguita in tempi di decadimento dell' arte. 230 APPENDICE Brevi menioHe sulla vita e sid fatci di Giuseppe Luosi, 7}iirand()lano , gran gliidice ministro delta giustizia, conte e senatore del Regno d Italia, Q. dignitario dell O. delta Corona ferrea , grand Aqnila delta le- gione d onore , mcmbro onorario dell I, R. Istituto italiano , ecc. — Milano , i83i, dalta Societd d- pografica de' Classiri Italiani , in 8.°, di pag. 59. II nonie di Brevi memorie potrebbe darsi a molti elogi die giornalmente si stampano, ora massime che per uoiiiini illustri e non illustri si fanao frequeati necrologie ; e in vece a qneste bievi memorie potrebl>e applicarsi il nome di eloglo , perche realmente vi si dipingono tutte le virtu e i pregi intellettuali e morali dell' individno encomiato. Noi pero lodiamo V avvisamento del cav. Compagnoni di avere scelto il titolo modesto di Brevi memorie, perche que- sto sotto il mauto dell' ingenuita e della scliiettezza allon- tana qualunqne dubbio di snatnramento della verita , die in nn panegirico far potrebbero i prestigi dell' eloquenza, L' autore stesso ha mirato a questo fine, e nuda d' ogni arte si e studiato di esporre la verita delle cose, taato piu cli' egli rappresenta Giuseppe Luosi della sola verita occnpato. Nato qnesti in Mirandola nell'anno lySS di famlglia pa- trizla^ fece i migliori suoi studj in Modena, la cui Uni- versita era in que' tempi flortdissima, e fornito d' ingegno jironto e perspicace, si applico con fervore alle ottime disci- pline: datosi poi aU'avvocatura, acquisto grandissima im- portanza come giureconsulto, e tutelo i privati, come pure i pubblici diritti de' cittadini. Porto egli nella scienza delle leogi la vera filosolia , e accoppiaado anche nel maneggio degli afi'ari, 1' ingegno, i lumi, la fede , la gentilezza, caro si rendette a tutti , e nel sorgere di un nuovo ordine di cose neir Italia superiore, chiamato fu alle prime cariche : fu governatore di provincie , fu ministro della giustizia e qnindi direttore nella Cisalpina , fu membro in appresso della consulta legislativa e della consulta di Stato, e fi- nalmente gran giudice ministro della giustizia. « Bella lode e di lui, dice il Compagnoni, I'aver conservato dopo quel primo esperimento ( cioe dopo il suo primo ministero ) , la puliblica stima e fiducia a traverso di tanti rivolgimenti di cose, di opinioni e di afTctti lode ed onore sommo PARTE ITAI-IANA. 23 J r avei'e incontrata la generale soddisfazione in questo se- contlo pcriodo, pieno di tante dlflicolta. " A lui fu dovuto in queir epoca un legolamento organico della giustizia ci- vile e punitiva; a lui clie ne commise T esecuzione aJ uomini distinti , sono doviite le versioni italiane e latine del codice, e cjiiella italiaua del codice di processura civile ; a lui la nuova conipilazione del codice di processura pe- nale , e finahnente Tintrapresa compilazione del codice dei delitti e delle pcne. Lungo sarebhe il voler riandare tutti i lavori con uiiral)ile accordo preparati nella sua mente , e alcuni con niirahile prontezza eseguiti, per le quali cose fu da taluno salutato per il Coccejo dell" Italia : non pos- sono pero omettersi tre scuole speciali di altlssima Impor- tanza da esso ottenute in Milano, quella cioe di dirltto pubblico e commerclale, quella di alta legislazione civile e criminale , e quella di eloquenza pratica e legale. AUorche egli cesso dagli affari , il sufFragio pubblico lo accompagno nel suo private ritiro , come lo aveva onorato neir auge della sua elevazione : la fede , 1' integrlta e le altre qualitii eminenti in esso riconosciute gli conciliarono fra le piii distinte classi riverenza e considerazione , e presso il minuto popolo una specie di venerazione. L' accurate biografo nota opportunamente die con molta atteazione alia distribuzione del tempo seppe il Luosi in gioventii ed anche in eta provetta riserbarne qualche parte pei geniali piaceri e pel civile conversare , come pel piii graditi studj , e che anche in mezzo alle carlche piii ele- vate , nelle private sue consuetudini mostro stima ed amo- revolezza verso le lettere e i loro coltivatori, e in quelle si diletto di trattenersi di ogni sorta di dottrlna, e di ame- nlta iilosofica e letteraria. Una sola cosa crediamo dal bio- grafo omessa, e noi la teniamo da persona che per lunga serie d' anni tratto intimamente col Luosi ; ed e che egli conserve sempre un particolare amore per 1' araena lette- ratura e per la poesia , e che quest' ultima negli anni suoi giovanili aveva partlcolarmente coltivata. Manco egli ai vivi il glorno i ottobre i83o con sommo dolore di tutti i buoni , e specialmente dei membri del prlmario corpo scientifico del regno , al quale merltaiueuie aveva appartenuto. A tutti ha readuto grato servlgio coUa publjllcazione di queste memorie il Cornpapioni , mcntre lia adempiuto al tempo stesso uno de' piii sacri doveri del- r amlcizia che lo legava al defunto. aSa APPENDICE Osservatore stradale nelle Lagiine Venete e nella Ter- raferma , viaggiando dulla cittd e porto-franco di Venezia a BIcstre , Chioggia , Jdiia e Fortogruaro. — Descrizione di Fortogruaro , nella quale si condene la descrizione delle cose piii belle e maravigliose rispetto alle belle ard che si trovano nelle chiese e nei palagi che frontcggiano i lad delle strade , le Memorie sacro-profane di storiografia andco-tnoder- na , naturale , civile , polidca ed agronomica , le distanze idnerarie in poste ed in miglia , la partenza e I arrive delle diligenze e delle barche corriere e la loro tariffa , i maggiori alberghi ed altre lUili osservazioni; illustrato dagli attuali sinodi diocesani c dal corpo politbco-giudiziario amministradvo dei distretd , del geomctrn De Scaramelli , con tavolc in rame e carte topograficJie. Farte prima. — Ve- nezia, 1882, tipografia Gaspari , in 8.° E una niiserabile compllazione , nn laforine ammasso di notizie senza scelta , senza verita e senza importanza. Pare impossilnle che nel tempo in cni viviamo si stampino li- bri di tal fatta clie mancano afFatto di grammatica e di senso comuae, ed in cui si pone impudentemente in non cale ogni riguardo pei paesi che si vuol descrivere , il de- coro dei personaggi di cui si fa nienzione, ed il rispetto dovnto alia verita storica ed ai sacrl diritti della ragione e della critica. Nuovo Dizionario de' sinonimi della lingua italiana, di Nicolo ToMMASEo. — Firenze, i83o-i832, dalla dpogrufia di Luigi Pezzati , fascicoli 9 , in 8.°, che formano un tomo di pagine 676 , a due colonne. Lir. 9. 35 italiane. — - In Milano si vende da Gio. Firotta in contrada di S. Radcgoiula^ il quale sta per pubbhcare un Indice alfabetico dei vocaboli con- tenuti nello stesso Dizionario. Qiiesto avrd con tale Indice un neccssario corredo ed un utile servizio per chi abbia a vulersene. PARTE ITALIANA. a33 Versi € Prose del dott. Francesco Beltrame di Co- negllano. Volume I. — Venczia , 1882, dalla ti- pografia di G. B. Merlo , in 8.°, pag. 270. II dott. Francesco Beltrame di Conegliano e un glovane egregio , che dai modi ingenui e colli e dal candidissimo animo spira qiiella stessa amenita che la patria di lui spira dal suo cielo e da' suoi colli. Dopo aver rallegrato ia pa- i-ecchie occasioni i suoi amici e le gentili adunanze con bei versi e con prose leggiadre , egli fece loro un gratis- simo dono riunendo questi componimenti nella Raccolta die annunziarao; e con cio intese al buon fine d' impedirne la dispersione e di viemmeglio serbare le care e dilettose meniorie che sono ad essi raccoraandate. II primo volume di si fatta Raccolta e diviso in due parti. Tuna delle quali comprende i versi , 1' altra le prose. Nella prima parte innanzi ad ogni altra cosa si legge una tragedia intitolata Saffo. Sebbene noi pensiamo che gli amori e le sventure della celebre poetessa sieno uno di quel soggettl che rAIiieri chiamava non tragedlabiU , tuttavia, poiclie r autore ci dice che il suo dranima fu vivamente applaudito in tutte le primarie citta d' Italia, noi facilmente ciediamo alia prova dei fatti , e ritengliiamo che la viva pittura di quell' araore sciagurato, il calore e la copia dello stile , e lo stesso valore degli attori avranno validamente supplito al naturale difetto dell' argomento. Alia tragedia seguono sedici componimenti lirici , nove dei quali sono scritti per nozze , per ingressi, per morti, ecc. Benche a queste leggieri poesie di rado si presti seria aitenzione , ed in cio si f;iccia bene, pure a noi sembra ch' esse me- ritino qualche lode per la schietta loro eleganza , per una certa franca disinvoltura clie grandeuiente ailetta , e sopra tutto per la vena di affetlo che largamente vi discorre. Nella seconda parte primo si presenta TEIogio del pittore Giovanni Batista Cima di Conegliano letto all' Accademia delle l)elle arti di Yenezia nel giorno della solenne distri- buzione de' premj. In questo elogio 1' autore bene adem- piendo gli uillzj di priidente lodatore e di oratore elo- quente va mano a mano dimostrando i pregi pei quali fra i maggiori della veneta scuola si novera il Cima , iudica i caratteri che lo fanno dagli altri singolare , ed i piii iii- signi di lui dipinti con nobili ed evidenti parole descrive. 234 APl'ENDICE E siccome il CiQia ebbe comune la patria coll'autore, cosl quest! da tale circostanza traendo liellainente profltto, si trattiene soveiite con giusta compiacenza ad esprimei-e Ic affettuose ricordanze e ad esporre i vanti di quel vago paese , che il sole guai-da con tanto aniore , e die la na- tura orno con si ridente amenita di campi e di coUine. Dope r elogio si leggono le Memorie biogi'afiche di Giro- lamo Zamboldi di Portogruaro e di Girolamo Alberti di Venezia : sono brevi componimenti tutti spiranti viva e leale amicizia , pieta degli umani dolori , reverenza alia virtu. Quindi si trova un articolo sulla Callofilia del dot- tor Girolamo Venanzio gia stampato nella gazzetta di Venezia, in cui 1' autore con sommo accorgimento e con una maestria non comune tocca i sommi capi di quella lunga opera. II volume si compie con un Discorso letto per la distribuzione de' premj nella scuola elementare mag- giore di Vicenza. In queste varie composizioni ci piacque lo scorgere die l' autore coglie volentieri ogni opportuna occasione per far onorata menzione di quelli die in qual- sivoglia niodo o tempo lo giovarono di assistenza , d' istru- zioni o di consigli •, cio che disvela un animo in tal guisa inclinato alia gratitudine , alia benevolenza, alia cortesia , che nella eta nostra tanto severa e tanto povera di af- fetto porge un giocondo conforto ed up. raro e consolantissi- mo esempio. Conchiudiamo che se le opere del dott. Beltrame non portano un grande incremento alia letteratura nostra , la lettura di essa sara sempre aggvadevole, e sara ezian- dio utile e profittevole per la sana morale die vi si ap- prende e pel delicato e rettissimo sentire die in ogni pa- glna si discopre : cio che da noi suprema lode si reputa. Aggiugneremo per ultimo che T edizione si distingue per bella carta e per nitidissimi tipi. Fai>ole nuove del professor e Cosimo Calvelli. Prima edizione. — Firenze , i832, tipografia Corsi e com- pagni, in 8° Scriveva il De Lamotte die la favola e un piccolo poe- ma epico il quale non la cede ai grandi se non che per estensione. Quand' anclie si riten2;a che questa definizione presenti un' idea troppo vasta e non proporzionata ne cor- rispondente al soggetto, egli e certo pero che entro i PARTE ITALI\NA.. 235 limiti brevissiini fra i quali sta naturalniente rlstretta, la favola aver deve il suo principio, mezzo e fine, il suo progresso , la sua sospensione , il suo scioglimento •, e clie deve soprattutto esser concepita in modo che ne derivi una giusta regola di morale, non teorica o speculativa, ma pratica ed utile agli uoinini; sia che questa chiaramente e spontanea mente risulti da cio che si racconta , sia che traspaja dai veli ne' quali alcana austera verita talvolta si avvolge perche piu gradita e piii profittevole riesca. Quindi la favola esser deve naturale e semplice ed in pari tempo gioconda e graziosa. Poiche per una parte e chiaro che i modi pomposi e fucati male converrebbonsi ad una com- posizione che ha per iscopo il facile apprendimento di una morale accomodata ai bisogni piu comunali della vita, e per altra parte lo squallore e la grettezza non sarebbero al certo mezzi acconci a procacciare alle insegnate verita liete accoglienze e numerosi seguaci. II professor Calvelli che sembra dichiararsi ligio a siffatti principj nel Ragio- namento che premette alle sue favole, in queste poi non mostrasi del pari sollecito di osservarli. Perocche il mag- gior numero di esse non comprende un piccolo fatto che abliia il suo proprio andamento, la sua compita vicenda , ma piuttosto una circostanza comune, una eventuate com- binazione ; cosicche non si scorge in quelle un caso od una azione particolare , ma bensi accidenti ed abitudini, quali ordiuariamente fra i viventi si osservano. Quindi 1' appli- cazione che si fa del precetto all' esempio e per lo piii vaga ed incerta ed anche talvolta sforzata; e sovente la massinia morale che si vuol dedurre mal corrisponde e si adatta al tenore del racconto ^ nella stessa guisa che un vestito lavorato con misure generali e comuni di rado o non mai agl' individui si attaglia. Lo stile di queste favole e sempre pianissimo, sovente disadorno, alcana volta ezian- dio povero e negletto;, onde in complesso risulta una sem- plicita troppo nuda ed una schiettczza il piii delle volte insipida e volgare. Nemmeno possiamo assolvere il nostro autore da ogni taccia in fatto di lingua \ poiclie e nelle parole e nelle frasi alcune mende si scoprono; e sebbene sieno rare e lievi, tuttavia devono essere osservate e dan- nate con ricrore in un libro destinato sinjiolarmente alia istruzione dei fanciulli, in cui percio tutte le j'arole do- vrel)i)cro essere elettissime , e lo stile sempre corretto con 236 APPENDICE esattezza scmpolosa. Piacque poi all' autore di dare con note poste a pie della pagina la spiegazione dl alcune pa- role da lui adoperate. Gio che iion lodiamo; poiche se agli adulti riguardisi, e un obbrobrioso pensiero quello die italiaiii lettori noa intendano il seaso delle voci italiaae e non gia delle meno comuai ed usate , ma di quelle eziandlo che vaano per le bocche di tutti come sussiego, carola, capriola, larice , sputar tondo, prender commiato e di tante altre di tal fatta , le quali da lui sono spiegate con una bona- rieta che innamora •, e parlando dei fanciulli giova che que- sti trovando una voce mal nota facciano studio per inten- derla o contraggano quindi 1' abitudine di consultare i di- zionarj , abitudine che sola puo porli ben addentro nelle cose della lingua , e che i piu grandi letterati acquistano giovanetti, e vecchi non abbandonano. Per altro tutte le massime Insegnate dal prof. Galvelli sono rettissime; e per tal riguardo questo libretto e veramente aureo; e potrebbe dirsi perfetto , se alcuna volta il significato morale delle favole non fosse applicato a certe opinionl letterarie, le quali con tal mezzo non possono essere ne avvalorate ne illustrate. Diplntl nnovamente scoperti , d Invenzione dl QiuUo Romano^ i quali servono di appendice ai monu- mentl mantovani. — Mantova , i832 , co' dpi di L. Caranenti , in 4.° fig. In una casa di Mantova, altre volte de' marchesi Torelli posta nella contrada Fradella, esistevano ragguardevoli di- pinti, i quali danneggiati furono grandemente in occasione di un incendio, cosicclie solo rimase intatto un gabinetto terreno. Que' dipinti cogli ornamenti e cogli stucchi onde erano accompagnati , mostravano la maniera medesima che tuttora si ravvisa nella R. Gorte e nel palazzo del T. Oltre le rappresentazioni storiche si osservavano in quel gabinetto alcuni paesetti a guisa di miniature , e si nota che in questo genere di pittura Giulio Romano educate aveva tra gli altri certo Camillo mantovano. Volendosi ora quella casa convertire in un magnifico palazzo, si trovo necessaria la demolizione di quel gabi- netto; ma non volendosi perdere quella gemma preziosa , si adotto il partite di scgarc la volta , c di questo lavoro PARTE ITAI.IANA. 287 s' Incarico iin esperto artista mantovaao per nome Pietro Dovau , il quale non risparmio spese ne fatiche, armando tU ferro tutti i pezzi segati , e in questo iiiodo venne a capo di rescindere felicemente tutti que' pezzi, die piu sani ancora dl qnello die erano nella |5riinitiva loro sede , venacro nieglio a coutatto tra loro, nientre in addietro solcati erano da varie crepature. Poco piu lungo di sei metri e poco piii largo di quattro era il gabinetto, e I'im- posta della volta aha quattro piedi dal pavimento, fre- giavasi tutt' attorno di paesetti in prospettiva. Sopra ua cammino nel gabinetto medesimo vedevasi il genio del- r arciiitettura col compasso nella sinistra, situato nel fondo di una boscaglia, forse per indicare die di la pigliata aveva Tardiitettura la sua origine. Sul pendio della volta dipinta era da un lato la sfida tra Apollo e Marsia , da un altro il crudele supplizio di questo \ altrove Paride die pronun- zia il Altaic giudizio , e in altro iinalinente Diana nel ba- gno , nel centro , e la vicino Nettuno nel suo cocdiio. Vedcsi nella prima scena un' amena campagna, ed a si- nistra di chi guarda, I'Elicona, stanza di Apollo e delle Muse. II dio e nudo, come pure Marsia, cui stanno a fianco due Silvani^ in faccia vedesi Minerva, die tocca vigorosa- mente il braccio di Marsia , quasi per farlo desistere da quella vana contesa , e intanto il Genio dell' armonia pone sul capo ad Apollo la corona del trionfo. Una boscaglia vedesi pure nella seconda scena , nella quale il Genio recasi in mano la cetra del Nume, simbolo della Vitto- ria, e Apollo compie lo scorticamento del vinto ilfar5fa ca- povolto e appeso a' rami di una quercia , gia tutto, come dice lo spositore, spoglio della vagina delle sue membra: quel Dio a dileggio si compiace di venire punzecchiando le parti genitali del vinto competitore , fantasia che soltanto potrebbe perdonarsi a Giulio Romano. Lo spositore nota come r artista allontanossi in questo fatto dalla maggior parte degli antichi moaumenti , ne' quali , trovandosi forse indecente il fare d'un Dio un carnellce, la crudele esecu- zione fu delegata ad uno Scita. Molta espressione pero trovasi in queste figure , e singolarmente nella testa di Marsia dalle cui pronunciate contra/ioni puo argomentarsi lo strazio ed il tormento che egh soffre. luvenzione si dice questa di Giulio, se pur anche sua non ne fosse I'esecuzione, che certanicnte apparterrebbe ad uno de'migliori suoi allievi. 238 APPENDICK Nella terza scena , die si apre in una ridente campagna a' pledi del monte Ida , vedesi il gindizio di Paride ; la Dea della bellezza sta graziosamente accarezzando un Amo- rino, meiitre Mercurio , posto fra Paride e Ventre, china il caduceo sul capo di quest' ultima, come per legittimare il suo trionfo , e Giunone e Pallade in disparte mostransi dispettose della loro sconfitta. Tutte le figure dei Numi sono caratterizzate dai loro peculiari attributi. In una boscaglia si apre pure la quarta scena, ove Diana e le sue Ninfe si bagnano in un bacino scavato nel sasso, nel quale un'aper- tura permptte lo sgorgo alle acque. Ateone si innoltra a quella volta, e le Ninfe vergognose si accdsciano I' una all'altra, nientre Diana, celando con un lembo della veste quanto piii teme la verecondia , pronnnzia sdegnosa la sentenza di Ateone, cui tosto sorgono dalla fronte le corna ramose, mentr' i cani furiosamente cominciano ad investirlo co' loro latrati. La quinta ed ultima scena presenta Nettuno nel suo cocchio a foggia di grande concliigUa , tirato da quattro cavalli niarini. II pittore espresse tutta la volutta della sua fantasia in una Oceanide nuda , con palio svo- lazzante , che appena le tocca il petto: un genio marino guida 1' impetuosa quadriga. Si chiude questa descrizlone con una congettura , che il gran Giulio , amico di Baldas- sare Castiglione , a cui fu sposa una Torelli, abbia voluto lasciare in quella casa un monumento di quanto potesse la forza del suo ingegno. A questa breve descrizione sono unite sei tavole inta- gliate a contorno e rappresentanti tutte le suddette com- posizioni, dalle quali molto vantaggio certamente potranao ricavare i coltivatori dell' arti belle. * Lezioni di declamazione e d arte teat.ralc , di Antonio MoRROccHEsi , professore nell'I. R. Accademia delle belle arti di Firenze. — Firenze , 1882, tipografia air insegna di Dante , in B.*^, di pag. 368 , con 40 tavole in litografia. Lir. 12. 18 itah {lir. 14 austr.). — In Milano si vende da Gio. Pirotta in contrada di S. Radegonda. ^ JARTE ITALIANA. 289 Almanacchi. " Fate un artlcolo allegro , brillante » : diceva chl mi consegno gli almanacchi. La sua faccia per altro non era nioko lieta ; pareva clie questo desiderio di articoli allegri nasceiido, com' e ben naturale, da molte reminiscenze non liete , imprimesse ne' suoi lineament! una certa mestizia di cui egli medesimo non s' accorgeA'a. " Fai-6 d'ubbidirvi »: risposif, ma ne la voce ne i gesti accp^iistarono molta fede alia niia promessa : perche qui dentro, dove par die i pensieri della mente si coloriscano v'ha qualche cosn die non lascio pigliare sembianza di veritii a quelle parole. Nondimeno la mia intenzione era veramente di soddisfare al desiderio dell' amico ; perche finahnente qual cosa e piu. amabile della letizia' o quando mai potra essere interdetto il parlare di almanacchi ridendo? Oltreche ( io pensava ) chi non fa del suo meglio per tri- pudiare nelle feste del Natale' chi non ama di cominciare con qualche onesta allegrezza il nuovo anno' Con tale intenzione aduncfue mi diedi a leggere gli al- manacchi, desideroso di trovarvi materia da ridere. L'uno dopo r altro ne lessi ben venti, se me ne venisse alle mani piu- mio da cui potessi ragionevolmente cominciare ridendo: ma non Tavrebbe trovato Democrito ! Forse egli, per non mancare al proposito suo , metterebbe in deriso questa nuova usanza di scrivere almanacchi sentimentali e pian- genti ; ma sto per dire che, in vece di trovare chi facesse eco di cuore al suo ridere, pericolerebbe ai di nostri di per- dere il nome di lilosofo con cui T antichita 1' ha onoiato. Dopo la lettura degli almanacchi pertanto non fu possibile ch' io mi trovassi piu lieto clie quando promisi di scrivere lietamente: e forse in breve i miei lettori si persuaderanno, che se I'articolo non e allegro non e tutta mia la colpa. Pur s' e veduto sugli angoli delle sti'ade 1' aA^'iso d' un almanacco lepido-critico ... Si ; T avviso ed il frontispizio proinettono uno scritto lepido-critico nell' almanacco che s' intitola Passeggiate delV Uomo di Fietra alia Galleria De- Cn5to/om (r); ma olu-eclie il /cpore dei cnt/ci ( cpialcheduno soggiungerebbe un ai di nostri o fra noi) non e sempre una cosa lieta , come poteva questo libretto di poche pagine contrappesar la mestizia degU akri che sono molti e di molto maggior volume' L'autore ha fatto quanto pote per (1) MiJano, tipoijrafia Bonfauti, a spese di Cai'Io Canadelh. a40 APPENDICE sottrarsl all' influsso della generale malinconia de' suol com- pagni ^ ma con tutto il suo sforzo non sappianio se avra fatto spuntare un sorriso sul lablDro dl moiti lettori. Egli rstcconta che 1' Uoino di Pietra diede della dura sua testa nel capo gentile d' una giovinetta ^ con altre somiglianti awenture: fa che il suo protagonista si chiami da se me- desimo bestia e sommaro ; gli pone in bocca qtialche nie- tafora strana , qualche graziosa sgrammaticatura , qualche stravagante sentenzia j come a dire una ringhiera die per- suade per la sua non ordinaria sontuosita — le colonne che inspirano alle botteghe un' aria di rnaesta e di fasto — assistt al tragitto di non pochi secoli - un uomo di vent' anni fa la barba a quello di cinqiianta , ecc. Da inoltre il nome di appartamento alia pai'ete in cui rUomo di Pietra sta fra incastonato e sospeso ; chiama veloci piante i sassosi e pe- santi stioi piedi ; e paragona un giovane vagheggino ad un moscone in cucina: insomma egli conosce e tenta tutd i fonti del ridicolo ; pur non riesce a far ridere. La colpa e probabilmente di chi legge piii che deH'autore; anzi par colpa di un influsso maligno che nessun uomo forse puo vincere : ma se questo vale a giustiiicar lo scrlttore , dee giustificare altresi ia mia asserzione, che in tutti questi almanacchi non era possibile trovarne pur uno da cui io potessi cominciare il mio articolo allegramente. Tutto C£ue- sto io riio detto acciocche il mio amico sia persuaso che non m' era proprio possibile soddisfare al suo deslderio. Nondimeno qualcuno vorra forse credere che queste parole siano state scritte non senza cpialche pretensione di far ri- dere. In tal caso Tautore delle Passeggiate potrebbe sten- dermi la mano dicendo : E tu pure ti sforzi indarno! ne io avrei altra scusa, fuor quella gia accennata, che il lejiore dei critici non e mai cosa lieta. Liberate cosi da quest' obbUgo di faj-e un oi'ticolo allegro e brillante, noi scriveremo al solito una rivista dei prin- cipali almanacchi pubblicati finora. E perche questi libri si dicono in generale destinati alle toelette delle signore , pare buon consiglio cominciare da due specialmente con- sacrati alle donne, Tuno dei quali s'iutitola Amore e i viaggi ovvero le belle d'Europa (i), Taltro Le donne ed i fiori {p.). (1) Milano , tipografia Pirola, presso gli editori Pietro e Giu- seppe Vallardi. (2) Milano, coi tipi di Gio. Pirotta , pressu Teditore Lorenzo Sonzogno. I'VrxTE IT.VLIVNV. 241 L' antore del piiino di qucsti ahnanacchi , dopo aver detto con Goethe clie la donna e l» e alia mia pochissima dottrina ; ma dovunqiie 1' argo- » mento 1' ha voluto , non ho potuto contenermi dal ma- » nifestare le mie ojiinioni con quella svelata franchezza » che emerge prepotentemente dai segreti di un cuore » devoto soltanto ai delubri del vero. Prego Iddio che le » mie intenzioni non si sconoscano da nessuno, meno poi J) dai buoni . . . . Nell' insufficienza del mio ingegno, e nel » desiderio di luce, non mi resta per ultimo se non se di M pregare il breve pul)])Iico che legge il mio libro , di » accoglieilo con indulgenza ; i Gritici , di rilevarne con >i generosa franchezza i molti difetti. n Non sappiamo pero se tutti, e massime i criticati, presteran fede a parole dl tanta umilta ; ne vorremmo entrare mallcvadori dell' altrui indulgenza. Noi intanto colla franchezza dall' autore invocata non dubitiamo di dire in generale che s' egli e veramente giovane ( come dalle citate sue parole puo argomentarsi ) avrebbe potuto indugiare alcuni anni ad assuniere questo dilFicile e volontario incarico di giudicar gli scrittori. Non cl sarebbe didicile dimostrargli die alcunc lodi passano il segno, e sono contraddette da gli esempi stessi da lui citati; die alcune censure sono ingiuste od esprcsse con qualche acer- bita : ma nel primo caso dovremmo senza necessita e senza vantaggio veruno spiacere ai lodati ; nel secondo non farciumo altro per avventura, che dire all' autore quanto utU'a dirsi tra lirove da mold : perocche sarebbe un nuovo esempio di lctt(>raria ])azienza , qualora il suo liiiro pas- sassc aciiza / vita ( cosi dice Giulia medesima ) e sul tramontare ; e » per me si avvicina il momento del sospirato guiderdone. » Noi camminiamo frammezzo le tencbre ; I'agonia e Tau- » rora della luce immortale clie splendera agli occbi nostri. 1) La morte sola puo svelarmi que' profondi misterl cbe » neir umilta della Fede ho senipre nmilmente adorati. » Ho sofferto ass»ai , assai ; ma i gitai della vita mi apri- >» rono gli occbi alia luce del vero ; m insegnarono la ras- » segnazione. II bene cbe feci , il male cbe procurai di >» evitare , tutto e palese a quel Dio cbe un tempo pur » troppo posposi alia creatura. » — Giorgio .... arriccbi- tosi nolle Indie ritorna al projirio paese, c trova die una sua nipote accasata con uno sposo povero e svcnturato , ma non pero vizioso, langnc nella miscria co' suoi innocenti 248 APPENDICE figliuoli , scnza clie le sorellc di lei se ne diauo punto pensiero. Ed egli la trae dallo stato infelice in cui e ca- duta. — Tali sono i racconti del sig. Sartorio ; nei quali non trovasi novita di avventure , e forse nemmanco quel che ora dicouo talento di esposizione ; ma una certa nia- linconia e un amore della virtii che si trasfondono nell'a- nimo e di quando in quando ci commovono. Gli Apologhi del conte Caleppio sono scritti con molta purita di lingua, e facilita grande di verso e di riuia. Egli lia combattuto sempre contro i dispregiatori dei nostri grandi poeti nazionali , e qui pure li fa segno a' suoi versi. Non sono una stessa cosa il romanticismo e ii dispregio d*tj, ckissici ; e pero s' ingannano, al parer nostro, coloro i quali da quests poesie argonientano che il conte Caleppio sia avverso ad ogni novita letteraria. Piuttosto potrebbe diisi oggimai, che chi voile dispregiare i grandi eseniplari cer- cando Y oi'iginalita del padre Adarao , ha maudati i suoi libri nella valle di Manibre ad aspettare il risorgimento degli uomini vissuti prima d' ogni scrlttore ; e pero sarebbe desiderabile che il signor Caleppio volgesse a qualche altro argomento queste sue facili poesie. Le novelle del Piccolo Keepsake ci guidano naturalmente a parlare di un altro almanacco col titolo II Novelliere fran- ccse di autori contemporanei ; presente alle dame per I' anno 1 833 (i). Alio scrittore di questo articolo pareva, cosi in generale, che i novellieri e le novelle non fossero cose da presentarne le dame ; perche o questi libri sono fatui , e le donnc hanno una naturale, irreconciliabile antlpatia alle fatuita^ o sono tevribili, e non e gentilezza funestaxe con tetre fantasie una vita tuttii lieta e festevole ■■, o tentano di allettare col bello spirito , e non pare buon consiglio offe- rirli in dono alle signore delle quali in questa parte gli uomini sono quasi sempre scolari : e le novelle che non ca- dano sotto qualcuna di queste categoric sono pur poche! Ma le dieci di che si conipone questo volume , sebbene non manchino d' una certa dose dei ire ingredient! predetti , pur lianno tanta bellezza che basta a giustificare il divisa- niento degli editori; oltre di che essi debbono sapere assai meglio di noi di quali libri si possano far presenti alle (i) Milano, tipocrafia Lampato ^ pi'esso la Societa degli cditori degli AnnaJi univeroali , ecc. PARTE ITALIANA. 249 dame :, o priticipalmente I'autore della Prefazlono clic scrive con tutta la disiiivollura d' un ottimo novelliei-e, e sa cost bene cercare per se e jie' suoi coUeghi ii favor delle donne, e jn-omettere cJie noa se ne troveranno scoiuente. — NoL sianio tanto avvezzi a scrlvei-e con grmntii , che cjiiando la materia ci persuade a mutar colore , il nostro impaccio somiglia a quelle doi cavalieri del niedio evo, allorch6 si trovavano per tpialche accidente scavalcati nella lore enor- nie armatura. Pero gnai a noi, guai a' nostri lettori se ne toccasse il chpriccio dl scherzare alcun poco su qvieste dieci novelle ! Saremmo capaci di dire che il paragonare il vaso di una pipa , circorulato ancora da leggieri vapori, all' Etna qiutndo riposa suinco di gittare la sua lava e il suo fiimo , e una strana esagerazione; eppure noi possiamo afFermare in coscienza che questa sarebbe forse la plii piccola e la ]nii raglonevole delle nostre censure ! Merimee in qualche luogo di questo volume , dopo aver raccontato che Saint Clair ingelosi alia vista di un certo vaso etrusco, s'immagina che a qualche critico possa spiacere il far che un amante sospetti dclla sua donna per una bagattella simile , e do- manda : Siete mai stato innamorato , signor critico ? Pero se noi mettessimo fuori un saggio d' osservazioni somlglianti alia precedente, qualcuno potrebbe forse dimandarne : Avete mai scritte novelle , signor critico ? No ( rispondiamo noi ) ; per nostra buona Ventura e di coloro che leggono tutte quante le novelle dei nostri giorni : pur ci rimane tanto senno che basti a conoscere, che siccome a ben giudicare le incoerenze degP innamorati e necessario aver qualche pratica nelle cose d'amore, cosi a voler dare sentenza delle similitudiiii, degli aforismi, delle inetafore e simili , di che i nosU'i novellieri floriscono i loro scritti , bisognerebbe conoscere quel mondo da cui sogliono derivare la materia delle loro novelle, ed a cui intendono principalmeate di consacrarle ; nel che noi doljbiam confessarci estremamente ignoranti. Ritorniamo dunque alia nostra solita gravita , e in fede e parola di critici dlchiariamo che qucste dieci novelle sono delle migliori che mai abbiani lette, che tutte in generale sono tradotte assai bene , ed alcune anzi con puritiV di lingua ed amenlta di stile iiividiabile. E la pre- fazione, chi non la dirii ottiniainenie pcnsata, e scritta col . fiorc delle tlcganze e delle grazie italiane' — Ma Tautore del Leucrati loinbardi .... Oh ! se mai gli venisse taleuto 250 APPENDICE
  • licnc fossoro tutti e in tinto lo |)fii-ti migUori clic a iioi noil seiuliraao , domanderciumo aucora, perclie soj)ra cinr|uccento sedici pagin? se ne incontrino ajipeiia venti di lieto ■argoniento, jjoche altre di materia nc lieta , nc trista, e forse quattrocento dove T animo nou ha riposo dalla mestizia ? La Streiina dunque e veramente T alma- nucco principe per la sua mole , per molte Jjelle e diligent! composizioni , per le incisioni quasi tutte l)ellisslme ; ma per dire quel che sentiamo , ci pare ti'oppo monotona nella sua tristezza. Forse avverra che il volume sia debi- lore della propria fortuna a questo che noi crcdiam suo difetto ; perclie qualcuno gia disse che gli outori vivono neir atmosfera del pubblico ; e dove molti scrivono meste novelle , quivi e probaliile altresi che si trovino molti desiderosi di leggerle. Ma diremo per questo che la for- tuna del libro sarebbe stata minore, se il buon Girolaino della Crigna non fosse venuto cosi solitario a ridere ed a far ridere? Noi pregliiamo gli Editor! di fame nel venturo anno la prova. Frattauto appena puo essere necessario di dire che un volume al cp.uile concorsero quarautacinque scrittori , in gran parte gia illustri per molte lodate produ- zioni , un volume che comincia da Giuseppe Barl)ieri e finisce con Felice Romani , e cosi tra via ci niette innanzi prose e versi del cav. Maffei , di Gesare Arici , del Tom- maseo , del Mauri e d'altri slmili ingegni, dee contenere parecchie prose e poesie coke, ingegnose, eleganti : si ag- giunge che fra questi scrittori v'ha una diecina di donne assai valenti cosi nel verso come nella prosa , molte delle quali , se non fosse stata 1' occasione della Strenna , non ci avrebbero forse fatto conoscere nessun frutto del lore in- gegno. E gia qiaesta sola considerazione sarebbe sulHciente per dare alia nuova Strenna diritto a moltissinia lode. " Da qualchc anno soleano uscire a questa stagione due operette sull' Esposizione di Brera . . . Volevano esser te- nute per due sorelle, ma pur si guardavano un po' bieche tra loro , e studiavano soverchiarsi a vicenda . . . Qualche- duno mise tra loro una jiarola di pace, e le fece sovve- nire deUa loro gerinanita: le due sorelle si porsero la mano, e pigliarono un solo noine che fu quello della raaggiore. v Cosi e detto nella prefazionc alle Glorie delle belle arti (i), (i) MilaiK), piesso gVi editor! Pictio c Giuseppe Vallardi, e fratrlli Ubitini. 254 APl'ENDICE per signlikare clie le due dltte Vallardi e fratelli Ubicini, ia vece dei due solid alraanacchi svdia. Esposizione di Brera , sono Concorse quest' anno a fame vino solo piu voluminoso e piu elegante dei consueti. A pagina i6o troviamo citato VEco ; ma le parole ivi riferite non sono tolte da quel gior- nale. E questa osservazione la facciamo solo perche ci fa il ponte (la frase e del buoa secolo) a dire che lo scrit- tore di questo almanacco ebbe dinanzi a se tutu i giornali, tutti gli scritti pubblicati nel tempo de]r Esposizione ; e di tutti si valse con molto giudizio e con molto garbo, fa- cendo cost un voluuietto di piacevolissima lettiu-a. Molti altri almanacchi originali o tradotti, molte novita alineno di frontispizii , niolte continuazioni di Gcdlerie , di Fata storici, di Costumi, ecc. darebbero materia a non po- che altre pagine j ma noi siamo sicuri che i nostri lettori ce ne perdonano volentieri V omissione. Quarantacinque almanacclii ci consegno quel nostro amico che desiderava un articolo allegro e briUaiUe. Noi lo abbiamo servito assai male, e ce ne duole. A. S C J E N Z E. Esame dellu Risposta ad una scrittura il cui titolo e: Che urazioTie sia quclla che cJdamano di quietc , del padre Danicllo Baktoli. — Farma, i832>, per Giu- seppe Paganino , in i6.°, di pag. xi e no. Per megUo istrnlrci intorno la materia die qui e tratta- ta , ascoitiaiiio il dottissimo editore , die nel suo preambolo ci da i seguenti cetini. II padre Daniello BartoU nell' anno 1679 scrisse , ccnandato , quel suo trattatello che inti- tolo ■■ Scrittura cuntro i Quietisti , ovvero Che orazione sia quella che chiamano di quiete e come si pratichi. Egli raccouta in questo scritto come tale foruia di contemplazione fosse data ad esaminare piii secoU avanti (nel i^i^) a frate Ugo Panclera, uoiiio di santa vita e bnon teoiogo ; e crede uiatiifestanienic lUmostrato quella forma di contcmplazione d' allora essere la medesima che i Maestri deU' Orazione di qidete , capitanati dal dottor Molinos , insegnavano a' suoi di. Soggiugue che il Panciera prova a lungo e con ragioni saldissime contenere essa una dottrina in sonimo pericolosa. TL , procedendo oltre aella storia di questa contcmplazloae , I'AKTK ITALI\NA. 200 niolto vuiluicMite , c con tjuella sua luaravigliosa eviJenza cli stile, la vieii coisibatteudo per ogni lato. Ora a tale scriaura i.ttl Bartoli i Qnietisti nsposero con ogni potere. Questi replied col suo Esaine dcLlci risposia ecc, clie e ap- punto la scrittiira die 1' editore reca in luce per la prima volla, siccome e suo nvviso. Ma quand' anclie sia gia stata inipressa, e paruto all' editore conveniente che clii possieJe coUe opere del Bartoli la prima sua scrittura, possa , ove gli sia in grado, di age vole procacciarsi eziandio la seconda. Egli pertanto la pone in luce quale fu da lui trovata in ua piccolo codice , che gia apparteneva ai PP. Gesuiti di Novellara, e che indi e capitate alle mani di un prestante letterato che ne ha fatto all' editore liberissimo dono. Ma la lezione essendo talvolta manchevole, gli sembro neces- sario in servigio della ciiiarezza il farvi alcuni lievi mu- tamenti. EJ avendo posto occhio ad una copia di questa opericciuola , rinvenuta nella Biblioteca Parinense , assai nieno guasta nella lezione , ma in fine mancante di ua sesto dell'intero, o poco meno, se ne e prevaluto quanto poteva per quel poco a cui venne opportuna , giacche fu dessa rinvenuta dopo 1' inipressione de' quattro primi fogli di stampa , ai quali pero ha pensato di supplire col dare in fine del voiumetto le principal! varianze della copia suddetta. Si scorge dal fin qui detto che il benemerito editore , mentre si proponeva di far dono all' Italia di un' operetta del Bartoli a pochi nota, duro noa lievi taticlie, e dovette a molto tedio sottoporsii per la qual cosa , non meno che per r accuratezza somma nel ridurre a buon line il suo lavoro , 1' editore e giustamente da commendarsi. E per esprimerci con qualche cenno fuggitivo anche suila materia trattata dal Bartoli, quantunque la dottriua del Qiiieusnio si annovcri ogginiai fra le illusioni de' secoli decorsi , e spenta la passion del partito, ridano i present! delle vane insieine e fierissime dispute de' loro antenati , tuttavia il richiamarla all' animo de' leggitori puo in questi tempi al- tresi non lievemente servire alia fatale verita , che 1' uniana nializia sa talora nascondersi sotto il velo del piu sublime misiicismo, o per lo meno dalle rette intenzioni altrui sa cavare consegiteuze le piu perniciose all' innato senti- niento del giusto e dell' ouesto. Ma per maggior riscliiari- lucnto della materia e per cvitare o^ui ingaano , scmbra 3t56 APPENDICE a noi die il Bartoll dovesse distlnguere tra il quietisino per cosi dire stolklo e carnale, e Taltro spiritiiale e conCenipla- tivo. Del primo diedero esempio i Beggardl , accennati dal Bartoli , i quali suUa fine del secolo deciinoterzo e al prin- cipiare del decimoquarto insegnarono die i pretesi perfetti non aveano piu bisogno di pregare , di far buone opere , di adempiere alcuna iegge, e che potevano essi , seaza ofFendere la divina maesta , concedere al loro fisico tutto cio ch' esso richiedeva. Dell' altra specie di quietismo tro- viamo alcune tracce fin dal quarto secolo , ed e conosciuto sotto il noroe di origenismo spirituale, i di cui seguaci, giu- sta la testimonlanza di sant'Epifanio , erano irreprensibili rispetto ai costumi. Nel secolo decimosettinio lo spagnuolo Michele Molinos ricliiamo un tale quietismo a novella vi- ta , speciahnente coU' opera da lui iatitolata Guida spirituale. Molinos era molto coinmendato pel suo talento in dirigere le coscienze altrui , per la sua pieta e per la pura morale ch' ei professava. Non e percio maraviglia che la sua opera siasl conciliata l' adesione di molti distinti personaggi , e siasi tradotta in varie lingue. Si stabiliva in quest' opera per massiuia fondamentale, che la contemplazlone perfetta e uno stato nel quale 1' aninia non ragiona punto ; essa non riflette ne su Dio , ne sopra se stessa , ina riceve pas- sivamente 1' impressione della celeste luce , senza csercitare atto alcuno , e giacendo nella intera inazlone. L' assurdita e il pericolo di questa massiiiia sono evident! ad ognuno , e 1' opera fu meritamente proscilrta. Tuttavia sorsero in Fran cia partigiani di tale quietismo. E ancor viva la rimembranza delle controversie agitate su alcuni punti a tale materia pertinenti fra i due luminari della Cliiesa Gallicana, Bos- suet e Fenclon , e come l' arcivescovo di Caiiibrai tutto sommettcndosi alle censure proclaniate contro di lui rica- vasse dalia sua stessa sconfitta un trioafo piu bello che non abbia riportato il suo dotto ed eloquente avversario. Manuale della storla della filosofia , di GugUelmo Tcn- iiemann , tradotto da Francesco Longhena , con note e suppleniend del professorl G. D. Romagnosi e Baldassare Foli. — 3Illano , iSSa, per A. Fou- taiia. To/no i.", In 12." Lir 3. 5o ital. Le umane cognizioni , mentre ogni giorno vauno niolti- plicandosi cot procedere dell' inciviliinento , devono inano rAUTE IT.VLI.VNA. 25? mano spogliarsi tlelle iautili pai'ticolarlta, eel acqulstare un' espressione sempre piii compendiosa oade ti'ovarsi pro- porzionate alia forza comprensiva della nieiite, e giovare a'nostri l)isogai. La necessita di tale procediinento clie viene iniziato da quelle stesse leggi che portano la rifles- sione dell' uomo sul passato , fece conoscere nello scorso secolo riinportaiiza della storia compendiosa della filosofia, per la quale i cultori della sclenza vengono dispensati dallo studio di lunghe opere donde poche utili cognizioni e pochissime verita potrebbei-o ritrarre. Lungo e il cata- logo degli scrittori clie specialmente in Germania trattarono della storia della filosofia: si distinsero dalla folia Bruker, Tedemann, Balile ed alcuni altri, che eseguirono questa grande intrapresa con disegno diverse ; ma superiore a tutti viene tuttora generalmente riconosciuto il Tennemann per le profonde cognizioni, per la critica e per Tordine ch'egli porto nel sue lavoro. II Manuale clie annunziamo e un compendio della gran- d' opera del Tennemann sulla storia della filosofia fatto dallo stesso scrittore: comincia con due introduzioni, I'una generale e I'altra particolare , ed e diviso in tre parti o periodi di cui i primi due formano il prime volume. Nel- r introduzione generale 1' autore definisce 1' idea della storia della filosofia , vi applica la nota distinzione della scuola tedesca di storia interiore ed esteriore, ne determina Testen- sione, il metodo filologico e filosofico con cui debl)' essere trattata 5 ne accenna I'importanza, le forme di cui e su- scettiva, la storia, la bil)Iiografia , e termina con alcune osservazioni prelimiuarl sull'andamento della ragione umana, nelle quali discussloni si da a conoscere allievo di Kant. Forma il soggetto dell' introduzione particolare una rapi- da rassegna delle idee filosoficlie religiose de' popoli orlen- tali , de' Caldei , degli Egizj , de' Fenicj e de' prirai pro- gressi della coltura intellettuale nella Grecia. La sapienza di quest! popoli non e altra cosa che I'espressione fantastica delle prime credenze della ragione predominata dall' ima- ginazione, e debb' essere esclusa , secondo il Tennemann , dalla storia della filosofia; non dovendo questa cominciare se non quando la filosofia ha principio , cioe quando gll sforzi deir uomo per giungere alia verita ( conoscenza delle cose sotto le condizioni di quantita , qualita , relazione e modalita) sono diretti e regolati sui progressi della ragione. Blbl. Ital. T. LXVllI. 17 a58 APPENDICE II prlmo de' periodi in cui e dlvisa la storia della filosofia dal Tennemann e segnato col carattere di un movimento libera della ragione verso la conoscenza de' prinii principj e delle leggi della natura e della liherta senza una coscienza chiara del principj che la dirigono : abbraccia la filosofia greca e la romana da Talete fino a Damaso ( anni 600 pr. di G. C. fino al termine dell' ottavo secolo dell' era cristiana ). La storia della filosofia scolastica dal IX secolo fino al XVI forma il secondo periodo in cui la ragione tende alia scienza sotto I' influenza di un principio estraneo (la Religione ) e di regole positive (la dialettica ). La filo- sofia moderna e il terzo periodo , ed e , secondo I'autore , r espressione di un movimento indipendente verso la ricerca de'primi principj e nelV intendimento di ordinare tutto il sapere umano sopra un insieme piii compiuto e piii sistematico, L' indicazione di copiose sorgenti quanto alia storia ed alia filosofia, la giudlziosa critica nell'uso di una vasta erudizione, 1' ordine dell' esposizione, la concisa precisione ed anche la chiarezza con cui sono accennati i caratteri principali delle sette filosofiche e dei sistetrH ecco i pregi di questo coinpendio. Pero non pochi difetti vi si possono rimarcare: il disegno dell' opera e troppo limitato per I'e- sclusione della filosofia orientale : troppo leggermente tratto di essa il Tennemann nell' introduzione speciale , non ne afFerro ne lo spirito, ne I'unita, ne il nesso che la unisce alle filosofie posteriori, e cadde in gravissimi abbagli che si rettificano dietro le fonti dallo stesso antore indi- cate: la divisione de'tre grandi periodi ed i caratteri loro assegnati sono forse piu ingegnosi che veri. Troppo poi parziale pe' sistemi alemanni e per la loro terminologia il Tennemann e qualche volta ingiusto ed inesatto nella re- lazione degli altri sistemi , confonde con trascuratezza scuole che devoao essere distinte; nel terzo periodo ristringe a due soli paragrafi la storia de' filosofi francesi ch' egli chiama empiristi, ed afFastellando insieme Condillac, Elvezio, Lamettrie, Bonnet, Rousseau, Voltaire non sa apprezzare i vantaggi da taluni di questi filosofi arrecati ai progress! della ragione umana. Un' altra mancanza si trova in questo Manuale , queiia di non accostarsi che di rado all' ordine della procedenza causale de'sisterai e delle sette filosofiche; ma noi non dobbiamo ascriverla a colpa dell'autore, e per- che quest' ordine richiede ricerche di un genere di verso da quelle che egli si e proposto , e perche non puo essere r.VRTB ITALI\NA.. sSq conosciuto clie dietro una teoria die tuttora manca. Una storia della filosofia d' altronde in relazione alia storia filosofica dell' uman genere noii puo essere 1' opera di un uomo^ e noi appena osiamo sperare, esaminando i pro- gress! della scuola italiana, die il nostro secolo sia quello diiamato a tanto intraprendimento. Riguardo alia storia della filosofia concepita con queste vednte, la receate scuola francese, quantunque non proceda con metodo rigorosa- mente scientifico, merita la nostra gratitudine e per avere richiamato vivamente con una spinta del tutto nuova Tattenzione de'pensatori agli studj storici, e per avere disposti gli animi a riconoscere i progress! della perfetti- bilita anche in un ramo dell' umano sapere die seinbrava stazionario per la divergenza e per I'instabilita delle opi- nioni. Solo ne displace die alcuni per una vera contrad- dizlone della ragione umana proclamino il toUerante eclet- tismo coir acrita del dogmatismo esclusivo, e lo confon- dano con que' sistemi die sono la coatinuazione e lo svi- luppo di principj precedentemente stabiliti. Ai difetti che abbiamo accennati e che non tolgono il pregio ad un' opera grande e difficile qual e quella del Tennemann fu avvertito ed in parte anche supplito dal- I'erudito signor professore Poli con note sempre opportune, quantunque alcuna di esse non ci sia sembrata concorde ne coir indole ne colla concisione del testo. Quanto alle pochissinie note del Romagnosi che furono aggiunte al- r opera per accrescerle il pregio, noi sentiamo che rac- chiudono un senso profondo: ci duoie soltanto che troppo scarso ne sia il numero , massime che le sne idee sul- I'economia suprema dell' umano sapere e suU'inciviliraento di recente pubblicate ne fanno riguardare la storia della filosofia come il campo della filosofia italiana tutto perti- nente di sua natura a questo soinmo scrittore. Nella prefazione del traduttore italiano troviamo annuu- ciati tre suppliinenti od appendici del professore Poli sulla filosofia francese , scozzese ed italiana. L' argomento, quanto almeno a quest' ultima, e nuovo, 1' interesse che desta debb' essere universale ; giacche queste tre scuole con metodo diverso tendono egualmente a studiare la storia dello spirito umano nel mondo delle nazioni , e il loro confronto potra fornire utili riflessioni sulla direzione e suU'avvenire della scienza. Noi attendiamo questi suppli- uienti del professore Poli coUa Insinga ch' essi vorraniio 26o APPENDICE riesclre corrispondentl all'aspettativa destata dalla sua ern- dizione e dall' idea ch' egli mostra di essersi formato della sioria della filosofia ( pag. ay). II signor Longheiia neila traduzione italiana del Manuale ha seguito scrupolosamente la versione francese qualche volta anclie con sacrifizio della lingua e dello stile. Noi noa vogliamo sofisticare sulle ragioni per cui il sig. Longhena voile attenersi alia traduzioae del celebre Cousin, e siamo persuasi clie esaininate da vicino non amraetteranno replica: ci senabra pero ch' egli nel vaatare i pregi del proprio lavoro avrebbe potato risparmiare la taccia d'inconsiderati a coloro che desiderano di vedere le opere straniere tra- dotte dalla lore lingua originale, tanto piii che costoro ere- ^ donsi in dovere di consultare le altre traduzioni per rendere migliore la propria. Compendlo della storia della filosofia , di Guglielmo Tennemann , tradotto dall' originale tedesco daW abate Gaetano 3Iodena , professore ordinario di storia della filosofia nelt I. R. Universitd di Pavia. — Pavia , 1882, dalla tipografia Bizzoni, torn.. 1°, in 8.% di pag. 339. Lir. 3 ital. Dopo di aver posto fine al precedente articolo, ci venne fra le mani la traduzione del Manuale del Tennemann fatta suir originale tedesco dal professore Gaetano Modena e pubblicata pochi giorni sono in Pavia coi tipi del Bizzoni. II professore pavese proclamando 1' eclettismo della scuola francese ( V. la prefazione ) propone alia gioventii questo prospetto delle vicende della filosofia, persuaso anch'esso che la vera scienza, quella cioe del senso comune, si debba desumere dalla profonda cognizione dei sistemi che hanno esistito. Noi mentre applaudiamo al buon volere ed alia diligenza del professore Modena temianno che il suo lavoro non sara preferito a quello del signor Longhena , soprat- tutto per essere mancante delle correzioni e delle note numerose ed interessanti che furono aggiunte all' opera nella quinta ed ultima edizione del i8a5, che fu quella di cni si servi il traduttore francese. Sentiamo con piacere che una terza traduzione dello stesso Manuale si stampera in un' altra citta dell' Italia (Napoli') e ne desumianio i principj di un nuovo uiovinicnto filosofico, d'una disposi- zione a riyedere ed a seguire i progregsi della scienza. Se PARTE ITALIANA. 26 I Tenergia degP Italiant si desta, se dessi sentono il bisogao di meditare il passato, le compilazioni degU stranieri potranno supplire alia loro inerzia ^ ed essi elevantlosi sal fondo delle proprie idee nazionali con cui altra volta hanno sa- puto mostrare la forza dell' ingegno senza scostarsi dalla via dei fatti, potranno arrecare de' grandi giovamenti a quella scienza che hanno trascnrato dopo di averle dati principj solidi e un disegno coiossale. Manuale di filosofia sperimentale o sia Raccolta di dis- sertazioni intorno alle fondamentall questioni delta, metaflsica, estratte dalle opere di Locke, CondillaCy Destutt-Tracy , Degerando, La Romiguiere , Jouf- froy , Reid , Dugald-Steward , Kant , Cousin , ecc. di J. F. Amice: prima versione italiana con nuova appendice e con osservazioni cridche. — Milano , i83a, per V. Ferrario. Prezzo lir. 4 ital. Istituzioni di materia medica, di Domejiico Bruschi , dottore in filosofia e medicina , professore di materia medica e botanica nella pontificia Universitd di Pe- rugia, ecc. — Perugia, rSaS-iSSi , tipografiu di Francesco Baduel , tomi 4, in 8.°, di pag. 1892 complessivamente. Prezzo lir. 28. 49 ital. Austr. lir. 27. — In Milano si vende da Giovanni Pirotta in contrada di Santa Radegonda. Annunziamo con piacere la continuazione ed il compi- mento di quest' opera, cui abbiamo tributato le debite lodi nel tonio 5o.°, quaderno di giugno 1828, di questa biblio- teca , pag. 408, allorche venne pubblicato il primo tomo. * Antonii Bertolonii M. D. in archigymnasio Bono- niensi botanices professoris ecc. Flora Italica sistens plantas in Italia et in insulis circumstantibus spontc nascentes = Terra . . . numine deum electa. Plin. = Vol. i.° — Bononice , 1882, ex tipographceo Ki- chardi Masii sumptibus auctoris , in 8.° Si pubbllca per associazione e per fasclcoli , al prezzo d' ital. cent. 26 per ogni fogiio. In Milano le associazioni si ricevono dal librajo Silvcstri, corsia del Duonio. :262 V A R I E T A. AKCHEOLOGIA. O. 'dierno stato de' monumenti d^Atene. — II signor Dupre nella radunanza tenutasi a Parigi il ai dello scorso agosto dalla societa di belle arti ha letto due lettere colla data Tuna di Atene, T altra di Smirne. La prima e d' un gio- vane Ateniese , che descrive la sua patria com' essa tro- ■yavasi all' atto io cui gli fu concesso di rientrarvi: la citta pressoche dlstrutta, le case spianate, il tempio di Teseo , la Torre de' venti , la Lanteriia di Demostene , il Portico d'Augusto guasti o smantellati piu di quelle che fossero innanzi delle ultime calamitose vicende della Grecia. Gli edificj che trovansl suU' Acropoli , cioe il Partenone ed il tempio di Eretteo, haano sgraziatame.ite tanto piii sofFerto quanto che formavano un punto di mira e quasi di bersa- glio negli attacchi contra quel forte diretti. II lato del Par- tenone risguardante il Pireo fu in parte distrutto dalle bombe greche , e in parte demolito dai Turchi , avidi di ritrarne il piorabo che congiungeva i marmi. — L' altra lettera e del sig. Fauvel, gia console di Francia ad Atene, ed uomo quant' al- tri mai erudito nelle antichita della Grecia. Egli lingrazla il signor Dupre , perche questi in una delle tavole della sua opera fatto gli abbia e rivedere la casa ch'egli aveva ia Atene, casa a lui un giorno carissima, della quale noa ri- mane piii pietra sovra pietra, e ricordare molti cospicui Ateniesi, che ora sono tutti eslinti. Egli termina colle se- guenti parole: u Dopo d'aver perduto ad Atene ogni mio » avere, mobili , immobili, il consolato e soppresso ed io mi » trovo da debiti aggravate neiranno 79.° dell' eta mia : gli " ultimi miei giorni nulla mi presagivano di consolaate. Ho, >> egli e vero, la pensione di 3,ooo franchi , ben meritata >' per trent' anni di servizio. Nulla pote salvarsi del mio »' museo; 54 casse , in cui era desso racchiuso, furono " saccheggiate e date alle fiamme dai Greci , pe'quali voi »' andate cosi impazzando : costoro ostinatamente s' oppo- " sero perche trasportate fossero su due corvette, cola » spedite dai signor conte di Rigny : tutto fu perduto V A R I E T \'. a63 « seni' alcuna speranza di riinedio. Piu non mi resta che » la salute. " Questa lettura venae ascoltata col piu vivo interesse. Ruine della citta di Petra. — II signer Bullar nell' ulti- ma radunanza della eocieta letteraria e iilosofica di Sout- hampton lia letto un' importante Memoria sulie scoperte fatte noa ha guari degh avanzi dell' antichissima citta di Petra, capitale dell' Idamea. li regno d' Idumea o di Edom appartiene alia piii remota anticliita e continuo a sussistere sino a'primi anni dell' era cristiana. Petra nel tempo della sua prosperita formava il centro d'un estesissimo comraercio: nondimeno ando essa ancora come tani' altre antiche citta soggetta piu volte ad una totale distruzione. Ma le sue rovine che rimaste erano sino a questi ultimi anni sconosciute , presentano uno stile ed una grandezza si fatta da eccitare la maraviglia di qualsivoglia piu colto viaggiatore. Esse con non dubbj caratteri attestano la lunga durata della possanza dell' Idumea nella sua primiera opulenza. II prin- cipale oggetto pero della Memoria del signor Bullar risguar- da i.° la veracita e quasi direbbesi la scrupolosa minu- tezza colla quale gli antichi profeti della Giudea descris- sero lo stato d' Idumea e della sua capitale ^ a." la mara- vigliosa coerenza fra le loro predizioni , e la presente desolata condizione di quel celebre paese (Nen> Monthly Magazine t nov. i83a). R E L I G I O N E. Carlo Pietro Ostinelli , tipografo di Como , annunzia di aver gia in mano il volgarizzamento delle rimanenti Pre- diche del Cambaceres con alcune osservazioni sopra la Sacra Eloquenza , scritte dal traduttore Padre Donn' Ilario Casarotti. Laontle quelli , che favoriscono la sua edizione , la vedranno in breve col III ed ultimo volume condotta al suo termine. S T O R I A. L' Elettore Lodovico V ( VI ) del Palatinate morto ilia di ottobre i583 compose in rima, frammista a molta prosa, una genealogia di sua famlglia , cui Fr. Clir. Jon. Fischer, segrelarlo una volta dell'ambasciata di Due-Ponti a Monaco essendo professore di legge ad Halla pubblico sotto il titolo di a64 V A R I E T a'. IVovissima scriptorum ac monumentorum rerum Germanicarwn tarn ineditorum , quam rarissimonim collectio. Halae 1781-84 vol. a in 4.° Siccome questa comiene preziosissimi sussidj per la storia e genealogia della faniiglia elettorale del Palati- nato di Baviera e noa si trova in originale ne negli archivj elettorali di Baviera ne nella biblioteca; e siccome la prova deirautenticita delT esemplare stampato, come pure delle copie gia conosciute si deve solo ricavare dalP originale o da una copla assoliitamente autentica^ cosi noi, secondando il desiderio di un gran proteitore delle storie patrie e della nostra Unione, promettiaiuo la ricompensa di 100 ducati d'oro ( zecchini ) per la cessione dell' originale, qualora venga spedito non franco di porto all' esame diplomatico della nostra Unione prima del 3i dicembre i83a, e come tale riconosciuto. Nel caso die 1' originale piu non esista, o non si possa piu scoprire, promettiamo per la consegna della miglior copia, la quale abbia autenticl caratteri , a 5 ducati d'oro: oltre cio il rinvio franco di porto, se si desiderasse. Invitiamo percio tutti i possessorl di tall esemplari ma- noscrltti , tutti gl' indagatori di storie ed altri dotti , die conoscono T originale od una copia del secolo 16° o 17.° di questa genealogia rimata , detta comunemente ( Reim- Chronick ) Cronaca in rima di Lodovico V (VI), a porci in istato con una ingenuissima partecipazione, di acquistare il primo o la seconda, o almeno a graziosamente indicarci i nomi dei possessor! dell' uno o dell' altra. V Unione storica di Bamherga. Invito di cosi dctte azioni per la storia del bnrgo di Can- tii. — Nel fascicolo dello scorso ottobre pag. 1 8 noi ragio- nando de' monumenti storici del Friuli accennata abbiamo r importanza delle storie particolari delle citta e delle pro- vincie. Ma qualdie importanza aver possono ancbe le storie de' borghi e de' lore distretti , quando le memorie da esse riferite si colleghino colla storia generale d' un paese o d'una nazione, o riferiscano monumenti d'antiquaria e d'arti belle. Ora andiauio ben lieti nel poter annunziare che al- cune colte persone di Gantu, alia testa delle quali e quel degnissimo e dotto signor Proposto, accingersi vorrebbero a pubblicare la storia di quell' insigne borgo della provincia V A u I E T a'. a65 cU Como, corredandola dell' illustrazione de' nioltiplici mo- muiienti die iii esso e ne' suoi dintonii sussistono. Noi noa possiamo die far plauso a si noblle intento, e teniamo per certo die co' voti nostri quei pure concorre- raniio di tutt' i dotti Lombardi. PercioccHe Caatu o Can- turio ha pur nome nella storia di Milano specialmente de' bassi secoli. E le anzidette benemerite persone ci fanao sapere die quel borgo vauta niedaglie ed epigrafi anche dei tempi romanl, e die tra' suoi avi annovera uoraini illustri nella religione , nell' armi , nelle lettere e nelle scienze. Ne' suoi dintorni poi e Galliano , un di capo di pieve, ove tuttora veggonsi preziosi avanzi di antichita cristiane. Pero elleno ci annunziano die gia fatto hanno delineare da valenti artefici le carte topografiche , e di- verse vedute del borgo e della pieve , non che i varj monuraenti si gentili che cristiani ; e che gia raccolto hanno tutto cio che intorno a sifFatta storia avvenne loro di poter trarre dai libri e dalle antiche memorie. Ma gravissimo e il dlspendio a cui dovrebbero elleno sottoporsi per 1' intaglio delle tavole in i-ame , per la loro impressione e coloritura e per la stampa di tutto il volu- me; divisato avendo di fame un' edizlone accurata, ele- gante e vistosa. Laonde abbisognano del generoso concorso di quegli altri amatori e studiosi dell' antiquaria, dell'arti belle e della patria rinomanza, de'quali abbondano le pro- vincie nostre, e quindi fanno loro le seguenti proposizioni: I .° Ogni azione e costltuita in lire trenta austriache , da pagarsi meta nel dicembre i83a, e meta alia con- segna del volume; a.° ogni contribuente avra tanti eseni- plari deir opera , quante saranno le azioni da lui assunte ; 3.° ogni esemplare portera in fronte un' epigrafe italiana contenente il nome e le qualita del contribuente ; 4.° in fine del volume sara I'elenco di tutti i socj; 5." L' esemplare Sara in carta velina e conterra non nieno di venti tavole; 6.* L' opera sara pubblicata entro il i833; 7.° non saranno impressi altri esemplari fuori di quelli de' contribuenti. Noi speriamo che gli editori non si dipartiranno dalle norme indicate nell' anzidetto articolo , e che 1' opera loro sara condotta in modo che non appaja un semplice vanto niuaicipale. In questa citta le azioni per la suddetta opera si rice- vono dal sig. Bemardoni, lihrajo dicontro alia chiesa di S. Tomaso. a66 V A R I E T a'. ASTRONOMIA. In sul fialre di quest' anno sara pubblicata in Torino ua* opera del professore Giovanni Plana , scritta in lingua francese , la quale e intitolata Tkeorie du mouvement de la Lune. Questa teoria , totalinente fondata sul principio della gravitazione universale, e esposta in tre grossi volumi in quarto. II librajo Giuseppe Bocca di Torino ne sara reditore; e chi desiderasse averne esemplari , dovra fame la domanda al medesimo. Di quest' opera ne vengono tirate soltanto trecento copie. F I S I G A. Awiso ai fisici ed agli astronomi osservatori. — Per per- fezionare la teoria delle oscillazioni dell' inclinazione del- l* ago magnetico converrebbe clie in diverse parti del globo si facessero ogni giorno ed in ore stabilite delle osserva- zioni simultanee, le quali ravvicinate poi e discusse, ser- virebbero a fare scoprire le leggi complicatissime delle oscillazioni medesime j ma siccome sarebbe difficile il tro- vare persone che volessero sagrificarsi interamente a simil genere di fatlcose ricerche, a scapito di altri lavori astro- nomic! e fisici non meno interessanti , il celebre baron d' Humboldt ha proposto a tutti gli osservatori di combi- narsi nel determinare la declinazione magnetica a certi glornl fissi, i quali secondo lui potrebbero essere in cia- scun anno il ao e a I marzo il 4 e 5 maggio il a I e 2 2 giugno il 6 e 7 agosto il a3 e 24 settembre il 5 e 6 noverabre il 21 e 2 2 dicembre. Le osservazloni debbono essere fatte almeno d' ora in era di notte e di giorno dalle quattro del mattino del pri- mo giorno fino alia mezzanotte che termina il secondo. La raccolta di esse potra essere indlrlzzata a Berlino al sig. professore Poggendorff, che e incarlcato di pubbllcarle. Gli aghi magnetici coi quali il barone d' Humboldt ed i suoi corrispondenti istituiscono le loro osseryazioni sono V A R I E T a'. 267 barre di ferro rettangolari di circa 18 pollici di lunghezza e due linee di grossezza sospesi verso il mezzo , ia rnodo die rimaagano orizzontali , a fili di seta cruda. Le varia- zioni si misurano per mezzo di microscopj composti mu- niti di niicrometri a fili , la cui intersezione si porta sopra due punti fissi segnati sopra due laniinette d' avorio delle quali le estremita deir ago sono armate. Macchina elettrica ordinaria utUmente modificata, — II dottor Cesare Gazzaniga professore di fisica nell' Istituto filosofico privilegiato di Desenzano approfittando delle dot- trine delle cosi dette Atmosfere elettriche imagino di miglio- rare la costruzione delle macchine elettriche ordinarie rao- dellate a doppio efiFetto su quelle di Nairne, nelle quali possono essere isolati a piacere e il cuscinetto, ed il collettore. Coa ciascuna di queste due parti della macchina pone egli in coraunicazione un piatto o disco metallico isolato; e dispone questi piatti , d'altronde eguali , in modo che possano essere avvicinati od allontanati tra loro, e mante- nuti sempre tra loro paralleli come se fossero basi di un cilindro retto : misurandosene all' uopo con precisione le variabili distanze. Se disposte in tal maniera le cose, ed isolati il cuscinetto e il collettor della macchina, si ruoti il coibeate essenziale della medesiraa, i due piatti disporrannosi in opposto elet- trico stato, ed essi e lo strato aereo che li separa si coinpor- teranno precisamente alia maniera di un coibente armato, Cio posto, chi appena conosce la teorica dei conduttori afFacciati rileva quali sieno i vantaggi di qaesta disposizione. I .° La niassima distanza alia quale puo saltar la scin- tilla tra due corpi I'uno dei quali comunichi col cuscinetto, e r altro col collettore caricato a nota tensione e quasi doppia di quella, alia quale la scintilla salterebbe tra i corpi medesimi, qualora uno di essi si togliesse dalla comunicazione in cui e con uno dei due piatti, e lo fosse in vece col suolo, costante rimanendo la tensione dei piatti: e quest'ultimo e il caso delle ordinarie macchine. La scintilla poi e cosi poderosa che puo produrre efFetti paragonabili a quelli di un coibente armato. a." Comunicando uno dei piatti col suolo, si puo col- Taltro ripetere le comuni sperienze col vantaggio di otte- nere piii vigorose scintille. 268 V A R I E T a'. 3." Se dopo aver caricati I piatti a data tensione, se nc sopprlrae uno, si avranno dall' altro scintille a ragguarde- voli distanze. 4.° I dischi gia caricati possono rimanei"e elettrizzati per un tempo niolto maggiore di quelle che nelle coniuai xnacchine si osserva, essendoae diminuito il disperdimento. Ma per amore di verita non dobbiamo tacere che il descritto niiglioramento e, in qtianto al principio sul quale riposa, identico a quello che sino dal 1824 imaginava il signer Novellucci e che il marchese Ridolfi descriveva nella Antologia di Firenze, agosto 1824, pag. 189 ( Vedi Giornale di fislca di Pavia, torn. 17, pag. 468). Solo e che nel processo del signor Novellucci i due conduttori afFacciati erano separati dal vetro, uno di essi comunicava col suolo e potea anche mettersi in comunicazlone col cuscinetto isolato. Questa disposlzione sebbene a pari cose richiegga maggior tempo perche la raacchina si carichi e non abbia sulla prima il vantaggio al n.° 3." annoverato, pure ha ii gran pregio di permettere anche a pari tensioni un rav- vicinamento molto maggiore tra i due dischi, e percio di aumentare la capacita. II congegno pero del Gazzaniga e pregevole per la somma semplicita che lo distingue , e per la facilita con cui puo adattarsi alle raacchine or- dinarie. STATISTIC A. Popolazione delta gran Bretagna nel primi trent' anni di questo sccolo. — Dall' opera intitolata Comparative Account , cioe Rapporto comparadvo intomo alia popolazione della Gran Bretagna negli anni 1801, 1811, iSai ei83i, compilato sotto la direzione del sig. Rickmann , uno de' primi stati- stici dell' Europa , ed impressa quest' anno per ordine del Parlamento , si hanno i risultamenti che seguono : Anui Inghilterra Cillel Scozia Armtia e marina Totalui 180I - 8,331,434 - 541,546 - 1,599,068 - 470,598 - 10,942,646 1811 - 9,55i,888 - 611,788 - i,8o5,688 - 640,500 - 12,609,864 1831 — 11,261,437 - 717,438 — 2,093,456 — 319, 3co - 14,391,631 i83i - 13,089, 338 - 8o5,236 - a,365,807 - 277,917 - 16,538,298 In ciascun periodo dei dieci anni , secondo le suddette epoche , 1' aumento della popolazione fu per ogni cento abitanti nella progressione seguente : V A R 1 E T a'. 269 Inghilterra Gallet Seozia Totalita 1801 a 181 1 — 14 'A — i3 — 14. iS'f^ iBiiaiSai — 17^8 — 17 — 16 — 14 1821 a i83i — 16 — 12 — i3 — i5 Nella totallta la popolazione della Gran Bretagna si e aumentata di oltre a cinque niilioni e mezzo : cio die in trent' annl formerebbe un accrescimento di circa la iiieta , e per la fine della vegnente generazione le prometterebbe piu di ventiquattro milioni di anime, se possibile fosse die questa progressioae col prolungarsi non si rallentasse. NECROLOGIA. Cenni sulla vita e sulle opere del marchese Cesare Lucche- sini (*). — Fra le varie calamita die hanno a' di nostri afflitto 1' Italia , non tiene certamente 1' ultimo luogo la perdita di non poclii valenti uomini , che colle opere ioro tanto le recavano vantaggio ed onore. Del bello e la- grimabile numero uno fu il niarcliese Cesare Luccliesini , del quale prendiamo a brevemente discorrere la vita e le opere. Egli nacque in Lucca il 2 di luglio 1756 dal mar- cliese Francesco Luccliesini e da Maria Caterina Monteca- tlni , ambedue di patrizie famiglie. Fu suo fratello Girolamo Luccliesini, nome celebre nella storia de' nostri glorni, ed autore del Ragionamento sulle cause e sugli effetti della Con- federazione renana. Ne fu sprovvisto di buone letter e Taltro fratello Giacomo , il quale studio segnatamente nella sto- ria patria e nella bibliograiia. Per la qual cosa il Baldelli disse con verita : e raro che una sola famiglia giovi e illustri tanto la letteratura italiana , come accade della famiglia Luc- cliesini (i). Cesare apprese le prime lettere nel collegio di Modena , dove ebbe per compagno negli studj Ippolito Pindenionte. II che raccogliesi da una lettera scritta da questo valen- tuomo alio stesso Luccliesini il di 3 aprile del 1 8 1 3 , la quale e di questo tenore. Non potrei dirle abbastanza come (*) Questa biografia ci fu gentllmente trasniessa da Lucca ; ed e opera d"" un cli. scrittore cli'' ebbe iatime relazioni col defuiito Marchese. Nota clei Direttori. (I) Letters del a 5 luglio 1820 scritta dal Caldelli a Cesai-e Lucchesiiii, 270 V A R I E T A . io mi sia rallegrato in vedere ch' ella si ricorda di me e delta nostra conversazione nel collegio di Modena , benche si di rado e per si pochi momenti io ahbia poi avuto il bene di rivederla. Se , come gia nella giovinezza , potess' io in que- st' eta provetta viver con lei nella stessa citta , di quanta soccorso non potrebb' ella essere nel mio lavoro sulV Odissea con quella cognizione profonda ch' e in lei della greca lingua ? Ma pill ancora che un tal soccorso io stimerei prezioso V e- sempio vicino e presente delle doti dell' animo , e di quella , tra le altre , di regolare i proprj studj in maniera che ser- vano alia morale e alia religione. In questo collegio pero il Lucchesiiii, tra per malsania e per la sovercliia severita de' maestri , non prese gusto gran fatto agli studj e pro- fitto mezzanamente. Non fu cosi in quello di Reggie, dove i precettori coUe accorte e soavi maniere gli misero in si forte amore le lettere, che fece maravigliosi avanza- menti. Fino a' suoi anni piu tardi conser\ 6 sempre viva la riconoscenza verso que' suoi insegnatori^ e il 5 ottobre 1829 cosi ne scriveva a monsignor Carlo Emanuele Muz- zarelli : Sarb sempre grato a que' buoni preti di Reggio , che m' instUlarono V amore alio studio ; ed avea caro che cio si sapesse , perche si abbia un esempio di pUi , che mostri es- sere utile all' educazione la dolcezza , non mai la severita. Quivi , compiuto Io studio delle lettere , diede opera dili- gente alle scienze ; e a soUevamento de' piii gravi studj leggeva alcuni giornali, che colla varieta di materie lette- rarie e scientiiiche Io clilettavano soprammodo, e gli fecero venire in grado quella moltiplice erudizione , alia quale ,poi intese priacijjalniente per tutta la vita sua. Passato nel 1774 a Roma nel collegio Nazzareno, si diede di tutta forza a studiar T algebra sotto la direzione del valente ca- nonic© Pio Fantoni. Non intermise pero afFatto Io studio delle amene lettere , anzi del suo valore in esse diede si belle prove , che merito a preferenza di tutti i suoi com- pagni di essere nominato custode della colonia d' Arcadia ch' era in quel collegio. Ripatriato sul declinare del 1776, continue a coltivare con fervore le matematiche ^ ed era penetrate assai ad- dentro in questa scienza , e ne avea merltate la stima e I'amicizia del professore Jacopo Tommasini, col quale te- nea commercie di lettere in questa facolta. Ma dovette abbaadenare si gravi applicazioni pe' frequenti e forti V A R I E T A.'. 371 dolorl del capo ond' era molestato. Questa risoluzione, scri- veva egli ad un amico , mi costb qualcJie pena , tanto piu die cominciava a far qualche cosa di nuovo ia questa scienza relatwamente alle serie e al calcolo integrate. Se perb mi liberal dalle emicranie , non devo attnbuirlo a questo ahhan- dono di tale studio , ma all' uso del tabacco. AUora si diede a studiare senza maestro in divinita, desideroso d' intendere le dispute che si facevano intorno alle quistioni destate a que'giorni per opera di Scipione Ricci vescovo di Pistoja e d' altri teologi. Applico 1' animo pure alia lingua greca , ed anclie in questa si puo dire che fu maestro a se stes- so, perciocclie non ebbe lezione che per due giorni soli da un padi-e Barnaba cappuccino lucchese, del quale fece poi onorevole ricordanza nella sua Storia letteraria di Lucca(i). Voile conoscere anche la lingua ebraica, della quale ebbe i priini rudimenti dal rabbino livornese Jacob Nugnez Vais in venti giorni che furono insieme ai bagni di Lucca : il quale poi lo ajuto in questo studio anche da lungi per mezzo di lettere, coU'indicargli di mano in mano i libri piu acconci a progredire nella cognizione di questa lingua. Da una lettera scritta da quel rabbino al nostro Cesare il 19 agosto 1788 si raccoglie die questi avea in niente di tradurre in italiano dall' 6riginale eljraico i sal- mi , vedendo forse che la traduzione del Mattei troppo e lontana dalla nobilta di quella veramente divina poesia ; ma ci e ignoto se mai desse mano all" opera. Anche nella lingua copta pose qualche studio , ne voile al tutto esser digiuno dell" ai-aba e della siriaca. Fra i moderni liiiguaggi imparo a maraviglia il francese ; intendeva 1' inglese , e libo pure il tedesco, com' egli stesso ci diceva, e come e dato conoscere anclie dalle sue opere, sebbene in una di queste egli dica d' ignorarlo (2). Non trascuro poi, com' era il mal vezzo di que' giorni , il pati'io idioma ^ anzi procuro di scriverlo purgatamente, benche nelle prime sue opere noa si senta quel sapore, direm cosi, di classico, che si gusta nelle coSe da lui scritte dopo. E come negli studj non si possono fare niolti progress! senza buoni libri , egli si mise ancora a fare collezione (l) Lib. VU, cap. 2 verso la fine. (a) lilubtrazioue JcUe liiij;,ue , p. I , cap. ukiiiiu iu fine. 272 V A R I E T A . dl qtiestl. Ne solamente voile i necessarj al coltivaniento de' suoi stud] , ma fu vago pure di buone edizioni. Delle quali , segnatamente delle Giuntlne , fece cosi bella rac- colta, che merito di esserne celel^rato dal Bandini ne' suoi Aniiali tipografici , dal Gamba ne' suoi Testi di lingua , e da altri. Fece anche tesoro di manoscritti degli anticlii rimatori italiani, de' quali il prefato Bandini, che di si fatte cose era intendente quant' altri niai , in una sua lettera del 10 gennajo 1791 dicea: in verita formano una raccolta die non ha prezzo. Di questi antichi poeti volea dare una com- piuta edizione , e vi lavorava dintorno , ed a cio veniva confortato ancora da Ennio Quirino Visconti con lettera del 24 febbrajo 1787; ma poi, non sapremmo il perche, nol fece mai. Sino dal 1786 aveva preso a lavorare intorno alia storia degU scrittori luccliesi, come si conosce da pareccliie let- ter e a lui scritte da' suoi dottiamici; e poi ne detto alcune vite in due volumi, che non mando fuori, e si conservano tra' suoi manoscritti. Somministro ancora notizie e osserva- zioni al Tirabosclii per le Meraorie Modenesi e per la Storia della letteratura italiana , come si puo vedere da queste opere, dove piu volte e fatta bella menzione del Lucchesini, o sono inserite a verbo le sue considerazioni. Sul cominciare del 1792 cliede fuori Telogio d'Attilio Ar- nolfini , che poco dianzi era morto : uomo celebre a quel giorni , segnatamente pel suo valore nella scienza delle acqtie. Molta e la dottrina di che il Lucchesini fece mostra in quest' opera , della quale fu lodato assai dagli uomini dotti. Ci piace trascrivere qui il giudizio che ne diede Clementino Vannetti in una sua lettera che allora gli scrisse : Ardiib anche doinandarla : quid operum struis '. Perocdie ella non ha penna da starsi oziosa. Oh qiianto m' ha dilet- tato il suo elogio alVAmolfini ! Non se ne sdegni la sua Toscana , s' io dico die gia da gran tempo non e uscita in essa prosa piii gentile , piu elegante , piu temperata , piit so- lida ; oltre a' pregi deW argoinento ben maneggiato e della molta dottrina sparsavi con infinita disinvoltura. Veramente m' ha tocco , ed emnii andata , come si dice , in tanto san- gue. Me ne rallegro di vivo cuore ,- e dove V- E. mandi fuori qualche altro suo scritto , la supplico a non me ne tener digiuno. Ne il Vannetti cio dicea per mera gentilezza, r A R I E T 4.'. •J.'J?> perocche loJava I' elogio aniolilniano scrlveiidone ancora al Bettiiielli (i). Gli stuclj ]3er6 non distrassero il Lucchesini dal giovare anche ne' pubbllci atFari la patria. Egli , come pi'iina pote per I'eta, fu fatto senatore, e sostenne piii e diverse ina- gistrature. Sul iinire del 1792 accoinpagno a Vienna uno de' due ambasciatori spediti cola dalla repubblica lucchese per usare i consueti otlicj di congratulazione e di oaiaggio verso il regnante imperatore Francesco clxe, per la morte di Leopoldo suo padre , era salito sul trono de' Cesari. Servi questo A'iaggio al Lucchesini per fare novello acquisto di buoni libri , per osservare e teinpli , e ospedali , e bi- hlioteche, e accadeniie, e palagi, e tutt'altro die gli parve degno di considerazione a Bologna, a S. Benedetto di Po- lirone , a Mantova , a Verona, a Roveredo, a Vienna: di che troviamo fnito ricordo iiel giornale del suo viaggio , dove sono appuntate , e talvolta dlstesameute descritto le cose da Ini vedute. e i letterati a' qunli egli fece motto, come il Malvezzi Bonfiglioli , il Guglielniini , il Bettinelli , la Bandettini , TAndres, il Dionisj, il Lorenzi, il Vannetti e altrettali : e di alcuni di essi ricordo le nianiere , e il nierito e i casi : il che fece pure del principe di Kaunitz e di altri signori : e copio iscrizioni, delle quali talvolta diede pure Tillustrazione: e nolo usi e costumi, e publjli- che feste da lui vedute , e altre cose assai, fino alle minu- tezze. E di queste cose egli scriveva spesso al suo fratello Giaconio, e gli dava contezza ancora degli avvenimenti di qxie' giorni , come si vede dalle lettere che poi si trovarono fra le carte del prefato Giacomo , ed era sono tra quelle di Cesare. Ritoraato in patria si diede a tradurre Pindaro , e la versione della tcrza ode istmia e delle olimpiclie, tranne la decimaterza, fu impressa d.illo Zatta in Venezia il 179S nel tonio XV del Parnaso de' poeti classici volgarizzati. Questa traduzione nelia dettatura al tutto pindarica e nolla fedelta supera quante traduzioui prima o poi furono fatte in Italia di quel principe dc* greci lirici. E a cotanto ri- trarre dall' originale gli giovo non poco il liberarsi alia ma- nlera del C nidi dalla iacunioda ])ast.oj(i del met.ro, com" egli dice nelia prefazione ad una delle ristam2:>e che ne furona — — — ...^ — . — I I (1) Bettui. Op. torn. 5, J., 3-2. Bibl leal. T. LXVIII. 18 2;^4 V A R I E T A . fatte pol coir aggiunta dell' ode oliinpica fredicesima, delle due prime pizie, e di erudite illustrazioni (i). Nel seguente anno 1796, in occasione di nozze illustri, pubblico il vol- garizzamento del poemetto di Museo Grammatico, con vin canto preliiuinare e ton note. Intanto i Francesi venivano in Italia , e coUe armi e colle lusinglie e col faA^ore dei lor devoti la soggiogavano. Gia suUe rovine delle anticlie signorie era surta la repub- blica cisalpina. Erano venute manco le aristocrazie di Ge- nova e di Venezia. Quella di Lucca crollava forte. Per- tanto il lucchese goverao si consiglio di spedire un deputato al direttorio francese per veder modo con cui frastornare il sovrfstante pcricolo. Fu stimato il piii acconclo a soste- nere quest' incarico il nostro Cesare , die tosto parti per Parigi. Quanto egli cola si adoperasse a pro della patria,' si vede dalle lettere che egli di la scriveia , le quali si conservano tra le sue carte , eve pure sono molt' altre lettere a lui scritte da Lucca e dal governo e dagli amici. Quelle carte poti-ebbono giovar molto a clii volesse scri- vere I' istoria di quella citta in que' tempi. Qui noi diremo solamente clie tutte le cure del Luccbesini fur vane : e non era partito ancbe da Parigi, e gia i Francesi avevano occupata Lucca. Ma quand' egli vi ritorno nel luglio del 1799, gia n' erano diloggiati dopo la battaglia della Treb- bia, e Lucca era allor governata da un*a reggenza. A quesfca fu aggregate ancbe il Luccitesini ^ siccome pure negli spessi cambiamenti avvenuti dopo , egli servi semjore alia patria come pote meglio , non ricusando que' pubblici ca- richi , cbe senza offesa della religione e dell' onore potea portare. Poi sotto il dominio de'principi Bacioccbi , e indi sotto quello de' Borboni fu consigliere di Stato. Altri im- piegbi pitre occupo , cbe sarebbe lungo il ricordare , e in tutti fece mostra di egregio senno e di sjieccbiata probita. Mai pero non intermise i cari sitoi studj. Nel 1801 stampo il volgarizzamento del prinio libro di Q.' Calabro. Del quale volgarizzamento Cesare Zapparelli marcbese d'Aze- lio cosi gli scrivea da Fiorenza : Delia traduzione del primo canto di Q. Smirneo ho sentito le piii sincere lodi de' nostri poeti , ed in ispecie del severissimo Alfieri, il quale non ha (•l) Lucca, presso Francesco Eertini 1826, e presso il Giueti nel tnmo V delle opere del Lucchesiui. V A K r E T a'. 2~5 taccia di adulatore. E il padre Giuseppe Petrucci , chc quello stesso libro tradusse in versi latini , dlsse che nel volga- rizzamento luccliesiniano luiiid scio utmni etrusconiin car- miriuni clegarUiam et numeniiii , an, stili subliinitatein et ma- gniloqueruiam magis conimeades : illud ego affirmare non dubitabo , inter poeticas grcecorum poetarum interpretatioiies , quihiis vemacula nostra poesis doiiatur , adeo excellere , ut maxime illustrem, ac tantum non principeni locum obtinere videatur (i). La iriaggior parte dalle sue poesie, che ora il Giusti ha stampate nel tomo sesto delle opere del nostro autore , fu pure scritta ne' priaii anni di questo secolo e impressa o in raccolte o nel giornale fiorentino, detto YApe. Nelle quali poesie vedi una guisa di concetti e di modi che tiene molto del greco. Ne poteva essere altrimenti, perche negli scrittori greci fu il principale suo studio. A quest! egli fece correzioni e note nel margine, che potreljbero giovare chi ristampasse quegli scrittori : di questi alcuni tradusse , come abbiamo veduto sopra ; e qui aggiugneremo il volgarizzamento della tavola di Cebete, di quasi due libii deli'Iliade d'Omero , deir Inno a Venere a questo poeta attribuito . d' una gran parte del secondo libro di Q. Smirneo , di qualche passo di Eschilo e d'altri scrittori: di questi osservo i modi niinutamente, e ne trasse e ne detto i precetti per que'gio- vani, ai quali graziosamente faceasi maestro di greclie let- tere: infine sn questi foggio i concetti e trovo i modi per iscrivere versi greci, alcuni de' quali si hanno stampati, ed altri, lo speriamo, si pubblicheranno dal Giusti, perche lo meritano. Ne sia un saggio la traduzione in greco di questo distico delFAriosto: Latrai a ladri , ed agli amanti tacqui : Cosi a messere ed a madonna piacqui. JJiCToq ^Aaxryica xAeTrTar?, aiyrioa S'ipccaTCiiq libpiw f^oG/.f'uwv, -/.upix eba:,v.tjj.(j)v. Anche la patria Accademia deve molto al Lucchesini, poiche egli molto si adopero perche non solo in far versi si occupasse ( come quasi unicamente faceva in addietro ) , ma eziandio e principalmente in illustrare le scienze , la storia , i classici nutori e Tarti belle. Ad essa (t) Josephi Petrucci . . . selecta cannina. Rmuie I'Szz. 276 y A R I E T a\ presiede molte volte , e la infiammo con esortazloni a ga- reggiare colle straniere accademie nel coliivaniento degli utili stud] , e seinpre fu a' suoi colleghi nobile esempio col leggere spesso dotte coniposizioni. Ricorderemo 1' orazione in lode del lucchese pittore Stefano Tofanelli, nella quale il cavalier Boni dicea di scorgere I'opera d'ua talento straor- dinario , regolato dal piii fiao criterio , coltwato da studj immcnsi d' ogni genere. E eke vi e anche per la parte mec- canica dell' arte che non facesse onore a qualunque professor di pittura ? Ella pot Iia fatto ottimamente a lodare il Tofa- nelli col Tofanelli. L' elogio prende co' suoi quadri alia mano UTi aria di verita che persuade , una leggiadria e vivezza e varietd che alletta sotto la sua elegante penna. In questa immiera fia scansato quegli elogj troppo generali , che pare non si possano accordare che ai Rufj'aelli , ai Tiziani , ecc. Cosi al LiTCchesini scriveva il 17 di settembre 1 8 1 3 cjuel giudice ottimo in questa materia. Ne questo era un giudizio dettato da cortesia , come puo far fede clii abbia letto queir orazione. Delia quale non portava diverso giudizio il Napione scrivendo al Cianipi cosi: //o veduto ultiniamente una bella prosa del signor Cesare Lucchesini in tnorte del va- lente pittor lucchese Tofanelli. Questa e scritta da vero in buona lingua, con dignitd, con buon gusto e sapore squisito di belle arti: e cjuel che e piii commendevole , con ottiini prin- cipj di religione e di morale in questi tempi sciagurati. Ricor- deremo pure il suo Ragionamento dell' istituzione della vera tragedia greca, il quale dopo essere stato letto all'Accade- mia di Lucca, fu recitato pure nell' Accademia colombaria di Firenze , cul il Lucchesini , come alle altre principali accademie d'ltalia, era aggregato. E Girolamo fratello del- r autore cosine scriveva: in Witra dissertazione intorno ad Escldlo neW Accademia colombaria fu letta dal Valeriani , e udita da tutti con segni freqiLcntissimi di plauso. Terminata la lettura , nacque tra il marchese Gino Capponi presidente , il del Furia , V abate Zannoni , il Baldelli , il Micali e diversi altri una specie d' emulazione per discorrere tutto cib che parve a ciascuno degno di maggior lode nel vostro scritto. Gli Elenisti , come lo Zannoni e il del Furia, vi notarono molte osservazioni nuovissime , tutti lodarono V ordine , la chia- rezza e I' eleganza dello stile temperato e puro della disser- tazione. Furono letti due volte i luoghi d' Eschilo e di Pindaro da voi tradottl per confrontare lo stile Urico dc' due poeti , e V A K 1 B T A . 277 furoii lor condusloni estreme, che voi non indugiastc , sccon- do il vostro cattivo Hso , a darla alle stampe. E il Lucchesini segui il loro consiglio , pu])]jUcandola nel tomo secondo degli Atti della regia Accadcniia lucchese. Meritano la stessa lode il Saggio di osservazioni sulV opera franccse , intitolata Feste della Grecia: le Congetture intomo al primitwo alfaheto green, di cui parlo ancora qnesta Bi- blioteca Italiana : la Dissertazione del diritto d' asilo sacro presso gli Ebrei : T Esame d' una grave accusa mossa contro Cosimo I de' Medici granduca di Toscana lui vivciite , cioe die uccidesse il cardinale Giovanni e D. Garzia suoi figli- uoli : la Lezione sul verso di Dante : Poscia piii die 'I dolor pote'l digiuao: la. Lezione in cui si esamina se i Latini aves- scro veri poeti improvvisatori : le Osservazioni sul prirno canto della Feroniade di Vincenzo Monti: le Lezioni sulle opere del conte Peiticari , ed allrettali scritture, alcune delle quail sono impresse negli Atti deirAccademia di Lucca , e tutte si trovano nella coUezione delle Opere edite e inedite del nuirchese Cesure Lucchesini clie si stampa a Lucca dal tipo- grafo Giuseppe Ginsti. Avendo la suddetta Accadeniia il ij maggio 18 12 proposto un premio a chi compilasse la mi- glior opera sulla Lllustrazione delle lingue antiche e moderne e principuhnente della italiana procurata nel secolo XVIII dagli Itcdiani , il Lucchesini scrisse la sua opera di questo nome, la quale nel concorso del 18 maggio del seguente anno fu giudicata degna del premio. Non ci fermeremo a parlare di questo lavoro per immensa dottrina , per iina crltica, per semplice eleganza stuj^endo, ]5oiclie e stato piii volte impresso, e come prima fu pnliblicato, la BilDlioteca Ita- liana, TAntologia liorentina ed altri giornali ne mostrarono i pregi. Avendo la suddetta Accademia determinato die si rac- cogliessero e si stampassero documenti per servire alia storia jjatria, al Lucchesini venne addossata la storia lette- raria. Ed egli scrisse e puljblico Topera intitolata Delia storia letteraria di Lucca lib. VLL. In questa egli parla come ra- gion voleva di tutti quanti gli scrittori lucchesi anche di mezzano merito ( die una storia municipale dee dar con- tezza di quegli scrittori pure , die nella storia generale d'una nazione si vogliono trascurati); ma su questi passa come di volo, lodandoli o hiasimandoli secondo cl\e stima giusto i e si ferma solo sugli scrittori che hamio o meritano 270 V A R I E T A . avere nome veramente italiano. Per la qual cosa scrivendo dl quest' opera il P. Carlo Grossi a unamico, dicea ch'essa era un monumento pel quale il Lucchesini sarebbe vivuto nella memoria noa solo cle suoi Lucchesi , ma di Uttti i huoiii Italian!. Pvammenieremo infine che il Lucchesini arricclii parecclii giornali di buoni articoli, dove lontano egualmente dal dare una lode ingiusta o un ingiusto biasimo alle opera di die parlava, ha lasciato diritti giudizj, che potranno utiluiente servire a chi dovra scrivere la storia letteraria de' nostri di, ed ha trattato belle e gravi quistioni. L' Italia ha conosciuto per lui P edizione d'Omero fatta dal celebre grecista inglese Riccardo Payne Knight, sulla cjuale sono due ragionamenti del Lnccliesini nelPAmologia di Firenze; ed avea preparato materiali per un altro , che non pote distendere , rapito dalla morte. Scrivendo nel giornale en- ciclopedico , che tempo fa si stainpava a Firenze , suUe Memorie dl Scipione Carteromaco del cav. Ciampi , tratt6 molto dottamente delle uiura ciclopee. In occasione che il Biagioli puljblico i suoi coinenti sul Petrarca , il nostro Cesare neirAntologia fiorentina fece osservazioni condite di finissimo giudizio e di sali che si direbbero zanottiani (per- che tengono molto della graziosa nianiera del piu celebre de'Zanotti) contro un cotal Francese , che avea biasimato il Petrarca e la italiana jjoesia. Nel volume XIV del gior- nale , che col titolo di CoUezione di opuscoll si stampava anni addietro in Firenze da Francesco Daddi , il Lucche- sini prese occasione dalla dotta opera del Micali dell' Italia avanti il dominio de Romani , per discorrere degU indizii che gli storici profani e la mitologia somniinistrano per mo- strare che il culto di un solo Dio e anteriore al politeismo. La quale dissertazione, ampliata assai e colPaggiunta di tre altre suU' origine del politeismo , ripubblico nel giornale che a Lucca stampasi dal Baroni col titolo di Pragmnlogia Cattolica. In quest* ultimo giornale furono impressi ancora parecchi ragionamenti col titolo: L' incredulitd convinta da' suoi stessi seguaci. Ivi pure mostro Pocculto A'eleno che si nasconde in alcuni libri di recente pubblicati ad uso della gioventii, e fece diritte considerazioni su'collegi. Tacererao degli articoli fatti quando il Ciamjii volgarizzo un brano trovato anni fa del romanzo di Longo sofista, quando il Bor- ghi pubblico il suo traslatamento di Pindaro, e il Bellotti V K K 1 E T A . ^79 quello cli Esclulo, e il Pinderaonte qiiello dell'Odissea. Ta- cereino pure deir orazlone funel^re dello Zappelli, d' una lettera alio Zanaoni sopra ua' antica iscrizione lucchese , del breve Conipendio di storia della poesia teatrale italiaiia, e di molte altre operette clie il Giusti ci ha dato, o speria- mo che ci dara nella sua piu volte nominata collezione. Cesare Lnccliesini, logorato non tanto dagli anui quanto dalle sue fatiche a pro della patria e delle lettere; logo- rato ancora dalla vita mortilicata e spirituale ch' ei me- nava 5 dopo una febbre lenta di poco oltre a due mesi, inori nella notte precedente al 17 maggio i83a fra i con- forti della religione , che egli aveva focosamente araata , ed aveva ancora a suo potere dlfesa dalle oppugnazionL degli empi. La patria si dolse altamente della perdita di questo suo figlio, si ornato di santi costumi, ricco di senno e di dottrina 5 fiore di cortesia, sovvenitore anche oltra le forze sue de' poverelli , largo di consigli , d' istruzione e di buoni libri verso la studiosa gioventii , esempio vivo di vera sapienza. L'Accademia lucchese gli decreto straor- dinarj onori, e ne celebro le lodi con prose e con versi che ora si hanno alle stampe. ERRATA-CORRIGE. Tomo 68.° Jd alcuni esctnplari Ji questo f.iscicolo di novembie , pag. a 89 lin. 37, ove e Ueito suridere , leggasi suo ridere. R. GiRONi, F. Carlint, I. Fumagallt e G. Brvgnatelli , direttori ed editori. Pubblicato il dl 3i dicembre ]83a. Milano, dair I. R. Stampcria. Osscrvazioni meteorologiche fatte alV I. R. Osservatorio di Brera, N 0 V E M B R E i832. M A T T I N A. S E n A. - — 0 — " — ■^— , u 0 0 o 27 9-> + 1,4 E Nuv. pioggia. 27 9,0 + 4,0 SOS Nuv. ser. Allez za mass, del bar. poll. 28 Hn. i 0 Altezza mass, del tL'rm. + 10, 3 minima 5 minima .... 0,0 media + 5,55 Quantita della pioj ;s'« linee fj2,65. ■tMmm ' ■ ■ 28 1 BIBLIOTECA ITALIANA BIBLIOGRAFIA. PARTE I. LETTERATURA E BELLE ARTI. La Gerusalemme liberata di Torqiiato Tasso , con va- rland e note del Colombo, del Gherardini e del Cavedoni. — Mantova, 1882, co'tipi Virgilianl di L. Caranenti, torno II, in \2.°, di pag. 5o8. Prezzo ital. llr. C. 12. V -iga eel accurata edizloncella, della quale annunziato ab- hiamo il i." volume nel toiiio Sa,", novembre 1828, pag. 196. Ogiii canto e adorno d' una stampa incisa a bulino. Nel fine , innanzi le variant! e le osservazioni , e la tavola di tutti i nomi proprj de' soggetti principali della Gerusalem- me, con r istorie che vi si trovano sparsamente narrate, riunite insieme sotto i medesimi. Quest' edizlone appartiene alio Scelto Parnaso antico, che si pubblica a Mantova co' tipi Virgiliani. Monwncnti delle belle arti esposti in versi colle loro dicJiiaraziojii per cura del prof. Melchior Blissini- Ni. — Firenze, 1882, dai tipi di Gregorio Chiari € figli , in 8.°, di pag. 142. E un bol pensiero questo del prof. Missirlnl d' illustrai'e coi versi i monumenti antichi e moderni delle arti , dei quali e tanto ricca T Italia. Non diremo che questi versi del nostro autore sieno tutti belli ; ma ne incolpiamo princi- palmente Tavere voluto ridurre ogni descrizioiae deatro i limiti d' un sonetto. Bibl. Ital T. LXVIII. 19 a8a BIBLIOGRAFIA. Sagglo di poesie del cav. G. Parolini. — Piacenza, i832, dalla stamperia Del Majno, in 8.° Quasi 9 facciate, in minuti caratteri, di lettera dedica- toria, divise in soli altrettanti peiiodi, o circa, precedono il volume intitolato daU' autore alia coatessa Lucrezia Carac- ciolo. Uno di que' periodi , forse il piu lungo de' tempi moderni, si compone di 84 righe che siamo costretti a ricordare per Tambascia che ne provano tuttora i nostri polmoni. Segue un awiso al lettore in cui il signor Pa- rolini dice che le sue poesie non sono poesie, nia che nonostante , al numero de' piedi ed alia rima si sente che son versi: — ma che versi! Dio buono! Ella e di quella roba! . . . Sarebbe incivilta il coatraddire alia sen- tenza dell' autore. Aggiugne, che sono state eruttate dalla sua testa vulcanlca nella quale fin da giovinetio ha sentito un estro , un impeto , un fuoco , o un bisogno di far versi , in- vincibili •, cose ch'egli in diverse parole aveva dette anche nella dedicatoria. Chiudc I'avviso soggiugnendo , clie se il lettore o-li sara discrete e cortese tiene in serbo altre niolte coserelle che proraette di dargli. Confortiamo il degnissimo si<^. P. di seguitare a tenerle in serbo; di non confidare ne nella discrezione , ne nella cortesia del lettore; e di starsi contento alio splendido presente fruttatogli , a quanto di- cesi, da questo non saporito saggio , merce la generosita della dama che I'accolse; presente di cui ci gode Tanimo come se fosse stato fatto a noi stessi , se lo avessimo meritato. Luigi da Porto. Tmgedia di Lorenzo Barichella vicentino. — Vkenza , i83a, tipografia Picutti , edttore. Di questa, che il sig. Barichella intltola Tragedia , ecco r argomento. Luigi da Porto, noblle vicentino, colto ed elegante scr It- tore in prosa e in verso , sull' incomiuciare del secolo XVI servi nell' esercito veneto conti'o le forze de' Collegati di Cambrai; e come Vicenza avea ceduto alia lega, persegul- tato egli e minacclato da alcuno dell' opposto partite , si trovo in circostanze, per le qiiall si vide astretto a ferire uno de' suoi assalitori ; dope di che ajutato da uno del PARTE PRIMA. 283 suol parcnti, uomo d'armi anch'egli, ricupero ai Venezlani Vicenza : cio accadde meiitre Guido da Costoza , altro vi- centino e fedele alia Repuliblica, tenendo per essa la rocca di Berga, nclla difesa delhi medeslma con tre suoi iigli peri. Luigi distintosi per prudeiiza e coraggio in molte fazioni , riporto una ferita che gli tolse la robustezza e 1' obbligo a ritirarsi per ricuperare la sanita in una sua villa detta Montorso. Su queste cognizioni , e sapendosi per alcune lettere dello stesso Luigi com' egli amasse certa Ginevra , e ch' eblje intimo suo amico un sue concittadino di nome Ghellino Ghellini, il signer BaricheUa ha architettata la sua ch' ei cliiama tragedia , aggiungendo qixanto a lui e sem- brato per rinforzare i caratteri, infiammare I'azione e con- durla vigorosamente alio sviluppo. Ma prin^a di tutto possiauio noi in coscienza sull'accen- nato argomento intitolare codesta composizione tragedia , senza mancare all' onore di questo genere di poesia che non sostiene se non se alti personaggi e gravissiiiie cala- mita ? Sianio sinceri. Chi astenersi potrebbe da ridere al veder coniparir suUa scena all' atto a." 1' elegante scrittore della Novella di Giulietta e Romeo? e piu all'udir Ginevra, che lamentatasi come Luigi niun conto faccia del divieto del jiadre di lei, che gli ha interdetto di presentarsi in sua casa, gli dice: Tula rammend, e qui t' inoltri? e sei Luigi? A cui egli risponde: iuzgi io son,lo stesso , — Del forte cor, della virtude istessa — Compreso. — Ma qui e morte di va- lorosi, di disperati e di una figlia innocente clie non asplra se non se a salvare la vita del padre . . . Probalnlmente fau- tore ha detto : e non sono qui gravissime calamitii 'f Man- cano alti personaggi ; ma il coraggio e 1' amor dello Stato non alzano forse F animo , e non e forse la virtu che le da forma? Dcir iLSO delle trasposizionl e delle parole composte nclla poesia itallana. Discorso dell' avvocato Lidsi FoRKACiARi letto nella R. Accadcinia lucchcse. — Lucca, 1 83 1, ducale tipogr. ]^eviini , pag. <^^, in 8° II discorso del sig. Fornaciari e fatto per rispondere ad una opinione del sig. Betti contro 1' uso delle inversioui uolla sintassi, e dolle parole composte alia mauicra del Cieci. Non abbiamo ora allc maiii lo scritto iu cui il siir- Bcui a84 BIBLIOGRAFIA. sostiene questa sua opiaione ; ma e facile immaginarsi ( c lo coagetturiamo anche dai pass! die ne trascrive il sigaor Fornaciari ) die il sig. Betti noa avra volnto sbandire af- fatto dalla nostra lingua ogn'inversione, ogni parola corn- posta , perciie nna tale sentenza sarebbe contraria alia ragione ed all' esempio del grandi scrittorl. E colla ragione appunto e coll' esempio dei piu lodati nosti*i poeti inspoade il sig. Fornaciari. — La quisdoae ci pare di poca importanza; e crediamo clie la nostra eta possa era mai considerarsi uscita di queste scuole. II discorso del sig. Fornaciari per altro sara letto assai volentieri e con buon profitto dai giovani cosi per lo stile facile ed elegante con cui e steso, come per le molte osservazionl die 1' autore va facendo tra via sopra molte raaterie spettanti alio scrivere corret- tamente e con eflicacia. A. Awenture del gemini fratelll Azor e Savo , e del loro erede Clodovco figlio di Azor. Opera morale, istrut- tiva e dilettevole die pud essere di gidda ai geni- tori , alia gioventic e agli uomini di ogni stato e condizione , del dott. Q. Silvola di Milano. Tom. I. — Milano, 1 832, coi tipi di Luigi di Giacomo Pirola. In i6.°, di pag. 200, lir. 2 austr. Sill principio del secolo presente facevasi forte rimpro- vero ai letterati Italiani perche troppo trasciirassero il ge- nere dei romanzi clie si vivamente fioriA'^a in Alemagna e in Francia. I romanzi dell' abate Chiari erano caduti in discredito , e taluno giungeva a pensare die a tal genere di composizione si opponesse 1" indole degl' Italiani. Ob- biettavasi pero die nel seicento molti romanzi 1" Italia avea aviiti; e cio die parea piii d'ogni altra cosa concliidente si era die noi avevamo una lunga serie di romanzi in versi , in tui potevamo trionfalmente contendere con ogni altt-a nazione. Ma i romanzi del seicento erano dimen- ticati, e i tanti scritti in versi non parevano piu di moda lie per rintrinseco loro carattere, ne per la forma in cui presentavansi. E la vera conclusione si e die nessuno pen- sava a scrivere romanzi. Se non die improvvisamente vennc fuori un ardimentoso scozzese , il famoso Gualtiero Scott, il quale con una forza d" imma2;inazione valentissima fece dimejaiicare i romanzi PARTE PRIMA. 285 inglesi plu accredltati, e suscitando il generc storico, e la nienioria di usi e costumi riruiovando che giaceva ti*as- curata nelle Croiiiche de' bai-ljari tempi preceduti ai no- stri , desto per tutta Eurojia uii entuslasino clie fara il suo corso , come hanno fatto tanti altri generi di novita , fin- che il Inion seiiso e la ragione ablsiano potuto avvertire gli aiiimi inconsiderati , clie se il romanzo morale puo util- mente servire alia propagazione della civilta, il romanzo storico non serve clie a creai-e momentanea sorpresa ed a lasciare lo spirito nello stato in cui prima trovaA'asi. Per- ciocclie invano puo esso invocarsi a sussidio della storia , la quale sotto la sua dettatm-a per una parte si rende aper- tamente incerta , e per 1' altra manca all' ofTicio nobile ed importante al quale e destinata. Noi ahbiamo 1" esempio di uno di questi romanzi , per assai giusti titoli commenda- tissimo , il quale venne creduto deguo d'essere seriamente commentato collo svolgimento di ampio numero di aned- doti, non ad altro atti clie a destarci a pieta de' nostri maggiori. Ad onta di tutto cio ne'trenta ultiml anni decor si eccoci pieni di romanzi d' ogni sorta ; e poco manca che non sieno essi il genere ben caro di questa eta. DaUa Batta- glia di Benevento iino alle Avvenmre dei geiniiii fratelli Azor e Savo , e del loro erede Clodoveo figlio di Azor puo for- Tuarsene una tabella di varieta meravigllosa , la piu parte de' quali dovra necessariamente suljire la sorte deUe pro- duzioni efimere , come sono condannate a subirla le poesie romanticlie , alti'o genere di delirio il cui parosismo pare omai in cp.ialche declinazione. Di cp.iesto che abbiamo in secondo luogo nominate, composizione del sig. dott. Silvola, non essendo apparso clie il tomo i." e giustamente argo- mentando che altri parecchi deblsano succedergli , attende- remo la piibblicazione di questi per darne un giudizio con esatta cognizione di causa. Noteremo per era F eccellente intenzione deirautore che dice d'avere intrapresa quest' o- pera per ispirare a gioinnetti le pratiche religiose, morali e civili , lusingandosi ch' esser debba utile e a genitori e ai figli , i cjiudi ultimi specialinente dilettati ed istnitd did tanti € cosl varj accidenti avvemiti ai due fratelli de' quali si trat- ta , e dal frutto cli essi trassero dai huoni insegnamenti dei loro padri e maestri , e massime poi dai precetti loro dati ^n punto di morale , docili essi pure si renderanno co' loro 286 BIBLiaCRAFIA.. superiori, ed infiammando gli animi low sempre pin nelle virtu e nelle huone prodche . potranno poi un giorno goderc di que bent ed onori che la Provvidenza accordb cd due fmtelli Azor e Savo , ed al low erede Clodoveo , ed arrecare tale e tanta contentezza agli autori del low giomi quanta ne ap- portawno quelli ai low pwprj. Cosi il sigiior dottox* Silvola nella prefazione. Annali del teatro della ciud di Rcggio , anno i83i. — Bologna, iBSa, coi tipi del Nobili e comp. , in 8.° di pag. Fill € 212. Questo periodico lavoro del signer conte Ritorni conti- nua tuttora su quelle raedeslme e lodevoli norme degli annl scorsi. Veggasi per tanto cio che gia detto ne abbiamo in questo medesimo giornale. Nel volume che ora annun- ziamo meritano specialmente d'essere lette alcune osserva- zioni deir autore intorno alia musica. Biblioteca storica di tuUe le nazioni. — Mtilano, i8i(>- i832, coi tipi di Nicolo Bettoni e poi di Antonio Fontana. Vol. 1 07, in 8." al prezzo di lit: 622 it. (*). Di alcune delle opere comprese nell' annunciata Biblio- teca gia fu parlato da varii in qnesto Giornale; delle (*) Opere componenti questa Collezione. Ammiajio Marcellino. Le Storie, traduz. di Frcancesco Ambrosoli. Vol. 3. Italiane lir. 8. Sa. Bentivoglio (Guido). Delia Guerra di Fiandra. Vol. 3. Lir. 14. 3o. Bertoloni. Storia della Real Casa di Savoja. Vol. I. Lir. 3. 64. Eotta. Storia della Guerra dell' indipendenza degli Stati Uniti d' America (con cai'te geografiche ). Vol. 3. Lir. 17 34. La stessa, a.''' ediz., Vol. 4. Lir. 16. Brackeiiridge . Storia della Gueri-a tra gli Stati Uniti d' America e ringhilterra dal 18 12-18 15, trad, di G. Borsieri (con carta geogr. ). Vol. I. Lir. 5. II. Cesare ( C. Giulio ). Conimentari, traduz, rivediita da F. Ambro- soli. Vol. I. Lir. 7. 34. Coxe (Guglielmo). Storia della Casa d' Austria, fino al 1792, tra- duzione di P. E. Campi ( con tavole genealogiche ). Vol. 6. Lir. 28. 60. Curzio ( Quijuo Eufo ). De' fatti di Alessandro il Grande , traduz. di Felice Givanni Vol. 1. Lir. 5. 10. Davila. Storia delle Guerre civili di Francia. Vol. 4. Lir. 21. 5o. Deaina. Delle Rivoluzioni d' Italia. Vol. 4. Lir. 18. 9a. PARTE PRIMA. 287 altre , gla conosciute da tutti , non par necessario parlare separatamente. Prima di questa Biblioteca non avevamo Floro ( L. Anneo). La Storia Romana, traduz. del principe di Caposelc ; e Sallustio ( C. C.) le Guerre Catilinaria e Giu- gurtina , traduz. di V. Alfieri, Vol. i. Lir. 4. 14, Giambullari. Storia d"' Europa. Vol. i. Lir. 5. 46- Giaiinone ( Pietro ). Istoria civile del Regno di Napoli. Vol. <). Lii-. 45. 56. Gibhon ( Edoardo ). Storia della Decadenza e Rovina dell' Impero Romano, trad. dalT ing. di D. Bertolotti. Vol. l3. Lii-. 63. 66. Giusdno. Le Istorie di Trogo Porapeo , volgarizzate da T. Por- cacclii , con emendazioni di P. E, Campi. Vol. I. Lir. 4- A"^' Guicciardini. Storia d'' Italia, compendiata da F. Sansovino, Vol. i. Lir. 5. 06. Hume. Storia d'Liel'ilterra, traduz. dall'inglese di A. Clerichetti. Vol. 3. Lir. i5. 53. Levesque. Stoi-ia di Russia. Vol. 3, Lir. 14. ()8. Livio ( Tito )■ La Storia Romana recata in italiano da Jacopo Nardi, coi supplement! del Freinshemio , ti-adotti da Fran- cesco Ambrosoli. Vol. 7. Lir. 3/. 46. Machiavelli ( Nicolo ). Delle Istorie Fiorentine. Vol. i. Lir. 5. 64. Maffei. Istoria delle Indie Orientali. Vol. 2. Lir. 9. 44. Mallet (P. H.), Storia degli Svizzeri, traduz. del cavaliere A. Poi'- cari ( con cai'te geografiche ). Vol. 2. Lir. 14. 80. Michaud. Storia delle Crociate , traduz. per cura di F. Ambro- soli (con carte geografiche). Vol. C. Lii*. 35. 76. Miiller (De) Giovanni. Storia Universale, traduz. di G. Bai-bieri; 2." edizione accresciuta e riscontrata colP origlnale tedesco. Vol. 6. Lir. 1 5. 60. Porzio ( Camillo ). Congiura de'' Baroni del Regno di Napoli. — Compagiii ( Dino ). Storia Fiorentina. — Davanzati {Ber- nardo). Scisma d' Ingbilterra. Vol. i. Lir. 4. aa. Robertson ( GugUelmo ). Storia della scoperta dell' America (con carta geografica ). Vol. 3. Lir. 14. 82. — - Storia di Cai'lo V, traduz. dall' inglese di A. C. Vol. 4- I Lir. 16. 96. — — Storia dell'antica Grecia. Vol. a. Lir. 8. 02. Storia del Regno di Scozia. Vol. a. Lir. 8. 60. Salaberry, Storia dell' Impero Ottomauo , traduz. di G. Barbieri. Vol. 3. Lir. 1 3. 73. Sismondi ( /. C. L. Sismondo de' ). Storia de"' Francesi , traduz. del cavaliere Luigi Rossi. Vol. 5. Lir. a3. 88. Tacito (C. Corndio ). Opere, traduz. di B. Davanzati. Vol. a, Lir. 9. 80. Vellcjo Patercolo. Istoria Romana ; e Valerio Massimo , Detti e Fatti memorabili. Vol. 2. Lir. 9. 20. WiUeiaaiiie. Stona di Crorawello, traduz. di G. S. Vol, i. Lir. 5. 18, 288 BIBLIOGRAFIA. traduzioni Italiane del Brackenridge , Storia delta guerra tra gli Stad Uniti d' America e T Inghilterra dal iSia al i8i5; del Gibbon; del Levesque Storia di Eussia ; del Mallet, Storia degli Svizzeri; del Salaberry , Storia dell' Inipero Ot- tomano ," del WillemaiHe , Storia di Cromwello ; e del Ml- chaud , Storia delle Crociate secondo 1' ultima edizione no- tabilmente ampliata e corretta dalT autore. Di queste tra- duzioni ci ha arricchiti la Biblioteca Storica ; e quando bene 'dovesse dirsi clie i tradnttori non fecero sempre il meglio che far si poteva, nondimeno i loro lavori hanao per certo contribuito a difFondere utili notizie tra qnella classe del popolo che non conosce le lingue straniere. Avevamo inoltre di alcuni autori versioni pressoche inutili ; le uiie per colpa del traduttori ; le altre forse per negligenza dei tipografi : a queste nella ridetta Bi.hlioteca o furono fatte notabili cor- rezioni , o furono sostituiti nuovi volgarizzamenti. Per tutto cio la Biblioteca Storica puo veramente citarsi fra le piu belle imprege tipografiche dei nostri giorni. Molto, a dir vero, le nianca per corrispondere pienamente all' idea che desta quel titolo di Biblioteca di tutte le nazioni ; e ( senza pariare delle regionl orientali ) saranno desiderate da niol- ti, per esempio, le storie della Spagna e della Svezia , e sopra tutto una storia d' Italia : ma ad ogni modo sara consentito generalmente , che dalla lettura di questa Biblio- teca possono i giovani ritrarre gran frutto. Pochi volumi di supplemento basterebbero a far si che questa collezione somministrasse tutta quella cognizione di storia ch' e sufti- ciente al maggior numero delle persone. A, Quadro pittorico di tutti i paesi e popoll del mondo con incisioni dimostrantl vesdarj , costumi , sistcmi , usaiize , rimasugU d' antichitd , mojiiimenti moder- ni , ecc. — Venezia , 1 83 1-82. Girolamo Tasso editore , in 12.° Fascicoli V al XIL Prezzo lir. i aust. al fascicolo. Nel tomo 64.° della nostra Biblioteca, novembre i83i, pag. 22,4, parlammo di quest' impresa che si aununzia , come edizione economica , e lo sara certamente , giacche cento fascicoli formanti 2 5 volumi costeranno appena cento lire austriache. Tutto sta a vedere se 1' opera sara con- dotta con buon criterio e con attenzione , e se T imraensita PARTE PKIMA. 289 della materia promessa nel frontespizio potra cliindersi in 100 volumetti cli tenuissima mole, del che aljljiamo ragione tli dnbitare , vedendo che con 12 fascicoli non si c ancor descritta se non che una parte dell' antica Tnrcliia unita alia Grecia, e la Grecia e la Turchia non potrebbero formare vin io.° di tutto il mondo , o per dir meglio della terra abltata. Notammo allora , che quest' ope- ra , proclamata da princlpio come una novita, era stata gia da qualclie tempo pubblicata in Llpsia, che veramente neir introduzione se n' era per lo meno mascherato , o come dircbbesi t.ravisato , lo scopo principale, e che i primi fascicoli presentavano qnalche bella speranza di ve- dere 1' edizione continuata con onore e nel progress© mi- gliorata. Ancora dunque nel V fasclcolo ci troviamo nell' Impcro Ottomano, e largamente descritta vediamo la citta di Co- stantinopoli , che pero non vorreramo vedere in qnesto quadro sommario magnificata coUe frasi ampoUose degli scrittori tnrchi , che tuUe I' altre citta a fronte di qaella sono solo hanihini e parti immaturi, che la sua acqua e vino , la sua ora mattutina un unione amorosa , comparando la bella ( che dopo dne linee si trasforma in hagnscia ) ne boschi di cipressi ( pag. 16); che le sue toni s' ergono all' alttzza dell' cterea lolta , che il sole vi ha tolta stanza, che le stelle vi fan gradita scelta , che I' aura vi e niusco , € canfora la polve , che al pari di pohe vi si tenga in conto I'oro, che qnesto sia il Paradiso (pag. 16, 17, 18), e si- mili esagerazioni. Che il dottissimo consigliere De Hammer riferisca questi passi per dare un' idea dello stile orien- tale e dell' indole degli scrittori turcheschi , uoi lo troviamo molto a proposito, ma non egualmente che si ricopiino quelle frasi in un compendio in cui si promette un quadro dello stato attuale delle cose, utile ai viaggiatori , agli studiosi , al bel sesso, come si disse nella citata introdu- zione. Si sono pure tratte con troppa liducia dagli scrit- tori bizantlni alcune esagerazioni concernenti il tempio , ora moschea di S. Solia , alia costruzione della quale ci si dice che lavorarono giornalmente 100 architeiti e loooo viuratori, e che gli angeli, secondo un' antica leggenda , concorsero ad assistervi col consigUo e coif opera , come si legge alia pag. 97. Piacera e rechera diletto a molti la de- scrizione del nuovo serraglio , ma non piacera sicuramente 290 BIBLIOGRAFIA. al Turchi il voto die si fa in proposito degll harem e delle sultane , che quesci peccati sulla gcnerazion feinminlle ( espressione per dir vero assai contorta ) troveranno una voUa lor fine e lor vendicatore ( pag. 83).' Si continua nel fascicolo VI la descrizione di Costantl- nopoli e di varj suoi edifizj , dalle moschee e delle chiese degli Arnieni , nel VII dei dintorni di quella citta con una ri vista della niedesima distribnita in varie giornate , come si era gia veduta in un bel libretto quella di Ve- nezia ri partita in otto giorni. Nei fascicoli VII ed VIII si comincia a passeggiare per varj sangiaccad, e quindi si passa a scorrere sulla fine dell' VIII e nella prima parte del IX ( forse un po' troppo rapidamente ) nella Servia , nella Bosnia, nella Moldavia e nella Valachia, le quali a nostro avviso meritavano una piii ampia de- scrizione. Ne molta fiducia potremmo per avventura ac- cordare ai traduttori, poiclie vediamo i cetriuoU e i mel- loni acquatici e zuccherini annoverati tra le frutta piii piccole dei poini, e di queste accennate intere bccaglie ( pag. 44.8 ) che aicnno non vide giammai di cetriuoli e di melioni. Colla Valachia si pon fine al secondo volume dell' opera diviso in quattro parti, Questo volume , accompagnato da un indice , dicesi ultimo della Turchia , benche non ci semljrl che tutte siensi descritte le provincie di quell' impero e quelle specialmente dell'Asia ,• ma ancora slamo nella Grecia , altre volte sog- getta a quel dominio. Non ispregevole alibiamo trovato sul principio del III uno schizzo dello stato di coltura dei Greci odierni, e ci consola il vedere che la parte dcU' opera concernente in generate la Grecia e i Greci, e stata com- pilata Bulle migliori relazioni dei piu recenti viaggiatori dal sig. Dcpping, e fortunatamente non troviarao rispar- niiate le giuste osservazioni sull' ignoranza in generale de' monaci greci, suU' avidita e sull' ambizione di molti individui del clero greco saperiore , snlle superstizioni grossolane che si mantengono nel popolo , ecc. Nei fascicoli IX, X ed XI si descrivono la Livadia, I'Attica ^ la Beozia, T Eubea o Negroponte, la Focide , Parga e Suli , il Pelopponeso o la Morea , Corinto , I'Ar- golide , I'Acaja, F Elide, la Messenla , la Laconia ; e nel Xll il monte Athos o monte Santo , e con questo si compie il terzo volumctto. Si corre , si corre molto, ed PARTE PRIMA. 29 I e pure strano clic in mezzo ail una corsa cosi rapiJa in iin pacse veramentc classico e divenuto ora di grandissimo intercsse per le sue rccenti vicenile , si sieno inseriti pic- coli aneddoti , descrizloni minute del raonasteri e di alcune case greciie , le relazioni di alcuni conviti o pranzi anclie familiari, e ilno la menzione del fiinglu cotti neW olio ^ delle rape di forma oblunga , che crediamo non dissimile da quelle delle nostre , della frittata con del formaggio , del prezzemolo e del burro ( pag. 3 i 3 ). Queste minutezze avevamo altre volte osservate negli scritti del Depping, ma credevamo di vcdcrle omesse o riformate nella doppia tradnzione tedesca e francese di quest' opera , che pero sara letta con qualclie piacere. Nulla diremo delle figure intagliate in rame , aggiunte a quest' opera ; esse continuano in egual numero a ciascun fascicolo secondo le fatte promesse , ed alcune abbiamo distinte fra di esse non prive di merito , tanto per gli oggetti rappresentati, quanto per 1' esecuzione dell' intaglio. — Anche in Milano pubblicavasi una compilazione sotto il titolo di Quadro gcografico storico politico di tuttl i paesi e popoli del mondo con tavole miniate ; ma questo da al- cuni anni ha cessato di comparire per dappocaggine, per quanto ci si assicura , dell' editore. Auguriamo migliore fortuna al quadro piltorico che si pubblica in Veuezia ! / Castclll del Tirolo , colla Storia delle relative antiche potend famiglie , di Agostino Perini. — Trcnto , i83i, i832, dalVL R. Stamperia Moaauni. Vol.1, fasc. I e II, gr. in 4.°, con tavole prospettiche , csC" guite in Milano nella litografia Vassalli. Non ci ha forse storia che spargere possa magglor luce suir antico feudalismo , quanto la storia del Tirolo i ne forse alcun altro paese ci presenta quella diremrao quasi fisonomia del medio evo al pari del Tirolo , tutto ne' suoi colli e nelle sue giogaje da torri coronato e da vecchie ca- stella. E quelle torri e castella fecondissime sono di rimem- branze or liete or lagrimevoli , ma non mai prive di grande interesse : perciocche i lor signori non piccola parte elj- bero nelle tempestose vicende e fazioni , onde a que' tempi tutta fu agitata 1' Europa : di la tenevan eglino sommesse 292 BIBLIOGRAFIA. genti popolose e feroci , e sovente di la preponderar fa- cevano coUa loro possaiiza il destino di popoli e di regni. La stoi'ia quiiidi delle antlche potenti faniiglie del Tirolo ha uii'importanza tutta sua propria, perche ci trasporta a que' tempi die formaroiio quasi I'anello tra rinvasioue dei barbari e il primo risorgiuiento della civilta ; e perclie col- legasi colle genei'ali storie d'altri paesi d'Europa, special- inente poi dell' Italia e della Gerraania. Per le quali cose nuova diremo e nel suo geiiere importantissiaia per la natura delT argomento 1' opera di cui T egregio sig. Perini imprese a farci bellissimo dono. L' aiitore nell' introduzione viene dottamente ricercando Forigiae deU'antico sisteraa feudale che dice del tutto pul- lulato in Gerniania, e ne stabilisce I'essenza con queste parole: Un servigio nelle annate, e delle terre in ricoinpensa-' passa quindi ad indagare come tal sistema siasl poi pro- pagate SIX tutte le contrade d' Europa ; descrive la tristis- sima scena d' Europa al tempo delle grandi emigrazioni de' popoli; ricerca quali fossero le condizioni de' viucitori e de' vassalli, quali quelle de' vinti; couie si formasse quella vlcendevole connessione, suUa quale tutto fondavasi il sistema feudale ; come nascessero i primitivi diritti di dominio sulla servitii personale , sulla caccia e sulla pesca, diritti che in piu luoghi ancor sussistoao • abbozza il lut- tuoso quadro di que' tempi ne' quali l' Europa non rappre- sentava che soldatesche , aristocrazie , monarchie senz' ub- Jjidienza , repuljliliche senza liberta , senza sicurezza ; e finalmente ci da una giusta idea dell" epoca in cui dopo la morte di Carlo Magno sciolto interamente dall' anarchia del feudalism© quel legame che difendeva 1' intera nazione contro d' un comune nemico , il valore della nobilta si ri- volse alia rovlna dello Stato, ed i feudatarj rintanatisi negl' inespugnabili loro castelli contesero spesse volte la loro indipendenza ad eserciti poderosi. Nel primo fascicolo contiensi la storia dei conti della Rezia, deir Engadina e della Valvenosta, chiamati poi dal loro castello i conti del Tirolo. Precede I'albero geneologico da Urefrido conte della Rezia e dell'Istria, ^cjo — '^ 828, sino ad Adelaide sposa di Mainardo conte di Gorizia •^ 1275. Nel secondo trovasi la storia dei conti di Andechs, signori all'Enno ed aU'Eisach, e duchi di Dalmazia, Croazia e Meranu. Precede qui ancora 1' albcro genealogico , da PARTE PRIMA. 2()3 Arnoldo I contc di Sudergraii, (j8o — ^ io3o, sliio ad Adelaide niaritata I coa Ugoiie conte di Chalons , II con Filippo conte di Savoja. La concisione, diremo anzi I'energica rapidita dello stile deirautore non ci permette di dare un sunto della storia di (jnelle due famiglle. Tale rapidita di idee e di espres- sioni doniina pure nell' introduzione, dalla quale quasi ad esenipio tratti aljbianio i due seguenti brani. Nel priiuo e delineato il quadro dell' irruzione de' barbari : " I deserti >> della Scizia (dice 1' autore ) si spalancano e riboccano " d' una scliiatta d' uomini atroci e selvaggi. Ben cento » popoli ch'aljitavano lo spazio clie si estende dalle sponde >' del Volga fino al mar Atlantico si uniscono sotto un " sol capo e si diffondono su tutto 1' occidente. II terribile '/ maccUo nei canipi della Catalonia interrompe il loro cor- " so : essi abbandonano quelle spiagge vermiglle^ e guidati " da Attila , die qual sanguigna cometa riluce sull' atter- " rito emisfero , attraversano il paese degli Alemanni , e » per la Rezia piombano sulT Italia (452). II loro vessillo " e segnato col sangue , le incendiate citta illuminano i " loro passi, e colla stessa barbarie distruggono le opera >t deir uomo ed i prodotti della terra. La peste e la fame " li seguono e mietono cio c!ie il ferro e il fuoco avevano » dimenticato. Tutte le arti belle periscono, e que'sontuosi " monumenti piantati per Feternita si avvolgono in fran- " tunii tra la polvere e il fango. » E poco dopo cosl egli parla della benefica influenza die anche in que' si sciagu- rati tempi esercitossi dalla cristiana religione : n Tale era tt la scena luttuosa d' Europa al tempo delie grandi emi- >i grazionl de' popoli. Una notte procellosa si difFonde su » tutte quelle belle provincie L' ordine seml^rava » svelto dal mondo-, ma la Provvidenza divina seppe gui- » dare le sue creature fra tanta caligine. I costumi furono " aflidati ad una religione, die aveva cangiata la sempli- " cita del primitivo suo essere in un' imponente e rozza " magnificenza necessaria per quelle usanze e per quel " tempi. Guai se la religione cristiana non avesse dirette " quelle genti senza leggi e senza morale , ove il clima M ed i pi-odotti delle region! raeridionali avevano in esse " alterati i semplici costumi, fomentate le passioni ed i » vizj. » Una cosa nondimeno bramata avremmo in quest! due fascicoli ; maggiore correziono nclla parte tipogralica ; del quale diteito spcriamo chc gli altri andrauno esenti. G. 2Q4 EIBLIOGHAFIA. Intorno ai confini del teirltorio Veronese e Trentino. Disseitazione cli Giovanni Qir. Omti , nobile i^ero- nese. — Verona, dalla tipogi-afia del Gabinetto let- terario , in 8.° Forse noa mai a' di nostrl agitata venne con piu bel corredo d'erudizione, ne con piu caldo amore di iiiunicipio alcuii' altra disamina , quanto quella clie visguarda gli an- ticlil confini del territorio Veronese col Trentino. Percioc- che molto e con moltissima critica ne disputavono fra gli altri i chiarissimi conte Giovanelli podesta di Trento, pro- fessore Stoffella , Girolamo Asqiiini e Maiu'izio Moschini ; pero senza clie la qvxistione A'^enisse pienamente decisa. Di questa medesima quistione fatti pur furono alcuni cenni nel nostro Giornale. Ora il nobUe signer Orti di Verona entrando egli ancora nel conflitto, e giovandosi di tutte cjiieUe ragioni che gli avvenne di trarre si dagli antichi pill accreditati scrittori e si ancora da' nionumenti , crede di poter concliiudere clie quando considerare si vcgliano si fatti confini od a' tempi romani , od a qiielli del medio €90 , od a' tempi moderni , e forza il dire clie le alte mon- tagne, le quali dividono il Veronese dal Tirolo/wrorao mai sempre da quella parte V inalterahile confine del territorio Veronese. E noi saremmo per assentire agevolniente al no- bile autore , sebbene nelle sue indagini non faccia clie dot- tamente aggirarsi nel campo delle congetture, doversi cioe le alte montagne del Tirolo considerare come i veri con- fini de' due temtorj , alia quale conseguenza c' indurrebl^e pure ancbe la stessa natnrale divisione , che 1' uno terri- torio dalFaltro geograficamente distingue ^ se Fillustre eru- ditissimo autore dei Cenni storici suite anticlie relazioni tra le diocesi di Trento e di Cremona , non avesse nella sua seconda edizione con irrefragabili docuinenti dimostrato la giurisdizione di alcuni vescovi trentini sulle sponde del Benaco, anzi su Pviva e Garda, ed in altre terre poste al di cp.ia di c(ue' naturali confini. Ne pero lo stesso sig. Orti tiensi totalmente sicuro d'aver colpito nel segno ^ ma pure amerebbe , e ben con ragione , clie que' dotti scrittori , i quali in questa disamina si pertinacemente s' intertennero, ad altre piii utili ricerche rivolgessero il loro ingegno, ed alia loro diletta patria oflrissero una bella storia seiven- dosi di cfie' mateiiali innwnere^oU che il valoroio consigliere PARTE PRIMA. 2()S niilico Mazzcttl ( a cui 1' opuscolo e mcritanieiite dedicato ) cbbe a raccogliere con tante spese e futiche. Ai voti di lui i nostri ancora rispondono. Perciocclie non ci ha jjiii no- bile meta qaanto quella clie additata ci viene dal vero amore di patria , e nella coUezione Mazzetti trovansi pre- ziosissimi materiali si manoscritti clie stampati, di cui gio- varsi potrebbe clii steiidcre volesse iin' accurata Storia di Ti'ento e del suo territorio. G. 3Ieinorie istoiiche della Terra di S. Vlto al Taglia- mento. Fenezia, loSa, tlpografia Picotti, in 4.° Qnesto Giornale manifesto altre volte II deslderio die gli aljitanti del bel paese dlstogliendo Taaimo dalle no- velle, dai romanzi istorici e da altre s'mili miserie, ia cui sembra che abbiano posto al presente 1' amof loro , lo rivolc;aiio alle istorie delle citta e delle provincie italiane. ]Ma neir esprimere questo voto esso non ebbe certaniente in mira i borglii e le ville, le cui Memorie , siccome e chiaro J non possono raggiungere I'alto e grave scopo che per r intrinseca loro importanza fu attriliuito a quelle delle citta e delle provincie. Nondiraeno qualunque sia la terra natale , e quahinque ne sia la politica condizione , nobile e pietosa opera sempre dovrassi reputar quella di accre- scere il culto dei domestici numi col porre in luce gli avvenimenti e gli uomini che le procacciarono vantaggio e decoro ; ne cio farassi senza una certa utilita ; poiche anche dalle povere crouache puo trarsi qualche oppor- tuna cognizione^ e per tal modo ognuaa di esse puo som- ministrare la sua pietra al gran ediiizio della storia nazio- nale. Percio crediamo degno di lode il signor coiite d'Al- taa, che iavestigando negli archivj e nei libri pote for- inare un volume , ed intitolarlo Memorie istoriche di S. Vita, Col quale non solo egli fece una bella prova di pazienza a pro della sna patria, ma diede altresi a divedere di es- ser uomo di tali doti fornito che se avesse avuto un campo piu ainpio e piu ubertoso, una messe piu copiosa e piii prolittevole avrebbe saputo raccogliere. E non e certamente colpa di lui se le notizie che frugando , rovistando , spiando pote raggranellare , sebbene presentate nel piu acconcio e convcniente aspetto e diiposte diligenteinente secoado V or- diue dei tempi, pure appeua couipongoiio luia elligie di 296 BIBLIOGRAFIA. stoi-ia, e se nelle Memorie biografiche, con cui voile in- grossare il suo lavoro, 1 nomi famosi e le egregie opere appajono come le ricchezze tli Troja nel mare virgiliano. Alle Memorie storiche si aggiungono la pianta di S. Vito incisa litogralicamente , ed ua prospetto statistico, di cui una gran parte un prudeate accorgimento e la cura del patrio decoro consigliar doveano di non pubblicare. Vita di Giovanni de Medici , celebre capitano delle Bande Nere, scritta da Qiangirolamo Rossi di San Seco7ido, vescovo di Pavia. — Milano, i83a, dalla tipo^rafia del dott. Giulio Ferrario , in 8°, di p. 67. Si vende da Gio. Pirotta in S. Radegonda. Lir. I aust. L' illustre storico delle FamigUe celebri d' Italia e quegli die trasse questa Vita da un codice della Ricardiana di Firenze , col clie egli ha ornata la nostra letteratura di un' elegantissima composizione, degna quant^altra mai del felice secolo in cui fu scritta. Fu madre di Giovanni de' Medici la faraosa Caterina Sforza, figlia naturale di Lodovico il Moro, tuttora vivissima nella memoria de' Romagnuoli, la quale dopo essere stata moglie di Girolamo Riario, signor di Forli , niorto lul vittima di una congiura , sposo un Medici di nome ancU' egli Giovanni. L'autore poi di questa vita fu uomo , come d' illustre nascita , cosi ancora valente nel mane2;2;io degli afFari, conoscitore delle piii importanti persone del suo tempo , ed alia casa de' Medici caro-, scrit- lore tuttavia alieno da ogni sorta di esagerazione e som- mamente alia verita incliiiato , siccome dalla dignita sua ricliiedevasi. Questo scritto, che piacera a qualsivoglia let- tore , potra essere altresi non inutile a chi si dedichi tra noi a' lavori di biografie. Degli Inquisitnri da spedirsi nella Dalmazia, orazione di Marco Foscarini cavaliere e procuratore delta nel Maggior Consiglio il giorno 17 dicembre del 1747. — Venczia, i83i, Picotti, gr. in 4.° Duolcl che troppo tardi pervenuta ci sia questa eloquen- tlssima orazione scritta in pulito dialetto veneto, giusta r uso di quella repubblica. Essa vede per la prima volta la luce per opera del signor Francesco Gux'iali 5 che col pAiiTE mraA. 297 pubblicarla onorar voile le bene auspicate nozze Reali- Gerna/ai. Precede una dotta ed elegante Menioria del chiarissimo Emanuele Cigogna, nella quale ragionasi delle opere di Marco Foscarini, uno de' piu bei luiiii della ve- neta Repubblica. Segue rargomcnto deirorazione, nel quale si espongono le cose della Dalmazia a niiserrimo stato ri- dotte pel mal governo di que'magistrati, la convenevolezza percio die venissero cola spediti straordinarj inquisitori , le opposizioni fatte a cotanto savio divisamento, e fiualmente I'esito dell'aringo. Quanto al merito dell' orazione cl bastera di qui riferire il giudizio che ne scrisse Apostolo Zeno in una sua lettera del 18 dicembre 1747: Tutta questa cicta, egli dice, risuona delle lodi di S. E. Cavaliere e Pro- curatore Marco Foscarini per un aringo incomparabile fatto jer mattina da lui nel serenissiino Maggior Consiglio con pie- nissirni iiumerosi ioti accompagnato dull' esito. G. Notizie appartenenti alia storia della sua patria, rac- colte ed illustrate da Giuseppe Robolini, gentiluomo pavese. — Pavia ^ 1882, stamperia Fusi e Comp.y vol, IV , parte II , di pag. 423. Frezzo lir. 4. 5o austj: Essendosi gia altre volte in questo Giornale fatto cenno della presente opera, non e necessario nuovamente mo- strarne la natura e lo scopo. Se rispetto al modo deU'espo- sizione furono di aridita da noi notati i precedenti volumi, molto piu merita una simile taccia quello che ora annun- ciamo, perche formato per intiero di agginnte, correzioui, note, appendici e cataloghi. Non di meno per sostanza di cose va forse innanzi agli altri tuttl. E facile accorgersi che il sig. Robolini portando una scrupolosa ed indefessa attenzione alie notizie per lui raccolte non sa deliberarsi a iasclarle una volta cosi come le ha dapprima esposte. Facendo nuove letture , nuovi confronti e nuove osserva- zioni , trovasi indotto talvolta a mutare opinione od a modificarla, e tal altra a convalidare con nuovi fatti ed ar- gomenti quanto ha di gia asserito. Ne le critiche osser- vazioni che questo niedesimo Giornale per desiderio di meglio illustrar il vcro si e permesso di fare intorno ai suoi lavori , furono prive di frutto, perocche diedoro luogo a nuovi scliiarimcnii e ad ulteriori discussioni per pane Bibl. Ital. T. LXVIIL 20 298 BIBLIOGRAFIA. deirautore. Un esempio ne abblamo nella quistlone risguar- dante la chiesa di S. Michele, al qual proposito ha egli di buona fede riconosciuto d'avere scansata una difficolta gra- vissima che fu per noi avvertita , e la quale nel presente volume teuta di risolvere , volendo pur manteuere salda la sua senteaza circa il tempo nel quale la suddetta Chiesa venue eretta. Le esercitazioni sulle antiche lapidi pavesi del professore Aldini, delle quali si e discorso in questa Biblioteca, som- ministrarono al diligente Roboliui opportunita di alcune sottili osservazioni , e specialmente sull' origine del nome di Pavia sostltuito a quello di Ticino. Ha egli notato, ed a ragione , un grave sbaglio commesso dall' Aldini nell' in- terpretare un luogo di Cassiodoro , ed ha dimostrato le altre congetture del medesimo essere maucanti di buon fondamento. Additeremo ora quelle parti che ci sembrano piii degne di considerazione in questo volume, e donde trar potrebbe qualche utilita uno scrittore di storie municipali ed anco italiche. Alia nota Z *^ leggonsi alcuni pochi cenni intorno alia Societa o Corporazione de' mercanti di Pavia , e i do- cumenti relativi alle convenzioni da quella stipulate a nome di tutto il Comune coi marchesi MaLispina ed alcuni feu- datarj di Genova pel libero passo nelle valli di Trebbia e StalTora delle merci che fra le due cltta si scambiavano. Quanto riguarda le corporazioni delle arti o maestranze fu a sufficienza illustrato dagli stoiici ed eruditi , ma non cosi puo dirsi delle corporazioni de' mercatanti specialmente nelle Repubbliche lombarde: ne si e pur deterniinato il valore politico di questo elemento ne'governi municipali del medio evo. La nota HH contiene alcune notizie circa gli statuti cosi della citta , come delia campagna di Pavia, le quali essere possono di vantaggio agli studiosi della legislazione di que' secoli che meriterebbe di essere illustrata, non meno di quel che si e fatto rispetto ai manoscritti bar- barici. Nella nota O O trovasi una critica discnssioae in- torno al tempo , nel quale 1' anonimo pavese scrisse il suo libro che V autore crede doversi stabilire all' anno 1827, qulndi r esposizione dello stato materlale politico commerciale e morale in cui allora questa citta era costi- tuita . In vece pero di darne un estratto incomposto, quanto sarebbe riuscito bello e giovevole il ritrarne un vivo e ben PARTE PRIMA. 299 ordlnnto quadro, mentre cosi opportum ed abbondevoli gli soccorrevano i materiali? Ma cio non dovevasi aspettare dal lloboliai , il quale non lia voluto ua solo istante smen- tire la modestia del titolo posto al suo liljro. La riprodii- zione del gia pubjjlicato elenco dclle faniiglie nobili e po- polane che fu compilato I'anno 1399, corredata di ciitiche avvertenze e di emendazioni, jduo aveisi in couto di cosa molto vantagglosa a farci conoscere la potenza di Pavia, e lo spirito di partito che vi prevaleva. Ed in veio dalla ispezione di questo documento si ricava che il niimero delle schiatte costituenti la societa del popolo era d' assai maggiore, che quello delle schiatte formaati la societa dei nobili o militi , e che in queste prepouderava il partito guelfo , mentre nelle altre era senza misnra raaggiore il ghibellino. Ne dispregevoli sono da estiuiarsi le ricerche genealogiche intorno alia faraiglia de' Beccaria, accompa- gnate da alcune tavole che si riscontrano nella nota T T : ivi si vede esattaniente dlstinta Tepoca nella quale si co- mincia a trovar tnenzionati i Beccaria da quella in cui cbbero parte attiva nel governo del loro comune. Tali indagini ponno riuscire vantaggiose a chiunque si occupa nel ricercare ed esporre le origini ed i fasti delle illustri famiglie italiane fiorite nel medio evo. Diciamo inoltre che si consulteranuo con vantaggio le note risguardanti la co- struzione del ponte sul Ticino, e la distinzloue del vec- chio e nuovo, le quail furono per Intiero cavate dagli scritti del Pessani , ed i primi saggi della buona pittura in Lom- bardia per opera de' pavesi Andrino di Edesia e LaeJicia, mentre sorgeva Giotto in Toscana. II preseute volume cou- tiene pure uu'appendice composta d' un catalogo d'indul- genze pubblicato da Giacomo Gualla , di alcune osserva- zioai suUa Cronaca ms. di Alessio Bei-etta e suU' anonimo del Paruta, una seconda appendice sui beni e sulla giurisdizione spirituale del monastero di S. Salvatore, un Indice di carte inedite appartenenti ai secoli XII , XIII e XIV, raolte delle quali, perche riferisconsi ad interessi meramente privati , non possono riuscire di alcun frutto alia storia patria, la serie cronologica de' vescovi di Pavia, dall'origlne di questa Chiesa fino all" anno i35f), quella de' vicarj vescovili e de' capitolari dall' anno 1242 al 1859 cavata dal Bossi , ua catalogo de" consoli di Pavia dalPanno 1198 all" anno i255, un altro de' podesta e vicar] imperiali dalla loro istituzionc 300 BIBLIOGRAFIA. fino air anno i359, un terzo de' capitani del popolo, ed ua ultimo de' capitani generali e signori di Pavia. Si com- pie questo volume con un indice generale , dal che po- trebbesi argomentare aver qui posto fine 1' autore alle sue fatiche , le quali s' hanno a considerare corae una miniera donde trar si possono molte particelle di pregiato metallo, purche tollerar si yoglia la pena di rirauoverne le scorie. Elogio biografico e breve ancdisi delle opere di Er- mencgildo Pini , gid C. R. B., cavaliere della Co- rona Ferrea , professor e di storia Jiatiirale e di chimica , membra del consiglio delle miniere , ed ispettore generale della pubbllca istruzione del ces- sato regno d' Italia ; membro dell' I. R. Istitiito , della Societd italiana delle scienze e d' altre prima- rie Accademie d'Ewopa: ^critto da Cesare Rovida , gid C. R. B. , cavaliei'e , professore di matematica nel liceo di Blilano di Porta Nuova ecc. — Mi- lano , 1802 , tip. Truffi, di pag. 142 , prezzo lir. 2 austriache. Comincia 1' autore dolendosi con nobill parole clie ancor manchi I' elogio delle virtu e del sapere di Ermenegildo Pini, alia quale mancanza non suppliscono hrevi e fuggitivi cenni sparsi in qualche giornale. Non e pero difBcile trovar le cagioni di essa, e giova alia storia letteraria il conoscerle. Venuto il Pini in eta avanzata , ed accorgendosi come negli studj pratici della natura altri gli era andato avanti, volse I'ingegno, di cui sentiva ancora vigorose le forze , ad ardue speculazioni si nelle cose naturali, si nelle nieta- iisiclie. Qnanto alle prime , si fece con vivo zelo a soste- nere quella dottrina geologica detta de* nettimisti , per la quale erasi gia altre volte adoprato , e n" ebbero ori- gine r opuscolo sui Sistemi geologici ed altre scritture (i). (l) Ecco in che termini il Pini esprimeva al Console Bona- parte, cui dedicava la sua opera e ne inviava il priiiio volume, qual fosse lo scopo di questo volume medesimo : Le tut de cclui-ci est de demoiitrer que toutcs les sciences en les aiialysaiit , se reduisent a uiie , que j'ai nominee Protologie , c'est a dire la science du principe. Je demontre que ce principe est intelligent par PARTE PRIMA. 3ol Quanto alle seconde, si spinse a contemplare nel prinio vero il principio di tutte le scienze, le quali ridocte in esso ad una sola, porgeangli materia alia scienza del Prin- cipio, cui applicossi nominandola Protologia, e puliblican- done nel i8o3 un Trattato in tre volumi. Ora quest! due argonienti di studio die al vecchio Pini furono in singolar niodo accetti , nol furono generalmente agli uomini del suo tempo. Le dottrine de' vulcanisti , cioe le contrarie a quelle de' nettunisti , acqitistavano allora favore , e nel luogo stesso di soggiorno del Pini, cioe in Milano, tro- vavano nel Breislak un fortissimo campione. Ma se per cio furono pressoclie neglette le cose geologiche del Pini, peg- gior sorte tocco forse alle metafisiche , e dice il Rovida che le profondc meditazioni della proiologia, die avrebbero destato I' entusiasino in qualche altra nazione , non piacquero a que tempi fra noi , suscitando persino le risa d' alcuni. Quindi si vede che le piu fresche memorie le quali il Pini, dopo la sua niorte (i), lasciava di se , molto non erano , per cagion de' tempi , propizie alia sua fama , onde "venne la scarsezza degli elogi che gli furono tributati. Pero si confessi che al Pini usar volevasi maggiore giu- stizia. Deir aver egli sostenuto , e certo non ignobilmente , una dottrina geologica piitttosto che un' altra , non vorra fargliene carico chiuiique pensi all' incertezza e volubilita della geologia ^ la quale ammette tanta varieta diopinioni, e la quale ha forse bisogno di essere considerata in di- versissime guise , aflinche non tanto a sistemi , quanto a veraci cognizioni alia perfine si giunga. Dell' aver poi composta un' opera metafisica qual e la protologia , astrusa in vero ed eccessivamente astratta, ma di nobilissimo in- tendiniento , e gravida di alti pensamenti , chi sara o^gidi s\ scortese di fame nota contraria alia scientifica riputa- ne di lui , e chi piuttosto non seguira 1' esemplo del Poli , che nel suo Corso di filosofia ne parlo con rispetto e con soi-Jiieme : que dans ce principe on doit admettre pluralite de per- sonnes : que cette pluralite coiistitue I'ordre d' existence ; que dans cette ordre est la demonstration des principes de toutes les sciences et de la morale meine , de laquelle depend le veritable bonlieur des homines. (i) Avvenuta in Milano sua patria il 3 geunajo 1828, egsendo egli in eta di poco mcuo che 85 anni. 3C2 ETELIOGRAFIA. lode? Qulndi le ultime applicazioni del Pini, e geologlche e metafisiche , dovevano frnttargli eiicomio piuttosto die biasiino e disprezzo, od almeno non esser causa clie di lul si tacessero quelle lodi , che per tanti riguardi erasi neir oiiorato corso di sua vita meritate , come dall' elogio del professore Rovida se ne hanno le piii conviiicenti prove. Possedeva il Pini amplissimo e forte ingegno onde fa abile a coltivare la teologia , la metafisica , le matema- tiche pure ed applicate , la iiieccanica , V architettura , la chimica , la storia naturale. Lascio ad ognuaa di queste scienze degni monumenti del suo sapere, ma il suo me- rito singolarmente si rese segnalato nelle natitrali discipline. Gli si deve il vanto di averle fra noi proraosse in tempi lie' quali ben pochi ad esse applicavano : il fece istituendo il museo di S. Alessandro in Milano , contribuendo ad ar- ricchire quelle di Pavia, pubblicando con molte aggiunte la traduzione del Leske quando iiiun' altr' opera elementare avevamo per lo studio della storia naturale , detlando dalla cattedra con indefesso zelo eletti insegnamenti. Tra le parti della storia naturale coltivo in ispecial modo la mi- neralogia, e fra Taltre opere che ci lascio relative a que- sta disciplina voglionsi ricordare quella utilissima ch' e in- titolata De venarum metallicarum excoctione (vol. 3. 177 c)- 80), e quelle sui minerali del S. Gottardo, tra' quali trovo la bella varieta di feldspato cui diede nome di Adularia. SIccome poi ne' tempi in cui fiori , niun altro v' era che al pari di lui fosse esperto nelle raaterie mineralogiche e metallurgiche ( tanto e per viaggi , e per istudj , e per in- tense amore se n'era erudito), cosi a lui afBdavansi dal- I'amministrazione pubblica tutti gl' incarichi ad esse rela- tivi, onde la sua vita fu continuamente intesa ad utili ufticj , e n'ebbe dai governi cui presto i suoi servigi le pid onorevoli testimonianze di approvazione. Finalinente le virtii morali corapivano i meriti di un tant'uomo; e se quasi superfluo e il dire che 1' autore della protologia con singolare aliezza d' animo applicasse alle scientifiche esercitazioni , bello e il narrare con quale semplicita ed iimilta attendesse agli uflicj del sacerdotale minister© ; e veramente con molto affetto il Rovida descrive queste ed altre virtuose aliitudini del suo maestro ed amico. Risulta dalle cose dlscorse come meritamente si dovesse al Pini un elogio , e come encomiar si voglia il Rovida PARTE PRIMA. 3o3 dell'avere e colLi storia della vita, e coU' analisi delle opere ben adempiuto un tal debito. Ramirl Tonanii Abbatis e sodalitate casinensiam insaiptlones , carmina , etc. — Parmce, i83a, in typographia Joscphi Pap;aainii, volumcii secundum y fasciculus IV , in 8.° Totale prczzo delV opera itul. lir. 1 o. Questo 4.° fascicolo da compimento all' opera , che nel i83o fu promessa in due volumi in 8.°, e contiene i.° il resto de' vei-si latini, pochissimi de' quali furon posti nel fascicolo prpcedente^ 2.° Laudalio funehris ahbatwn sodalitatis casinensis qui diem ohiere etc. , habita Perusim ab auctore; 3.° Epistola ad Piura VII P. M. ; 4.° Appendix ad inscriptiones quce inter opus edendum accesserunt ; 5.° Indici copiosi. La Biblioteca italiana diede un brevissimo conto nel tonio 6o.°5 dicembre i83o;, pag. 74, del i.° fascicolo di quest' o- pera importante, ed ivi promise di darne un piii ampio a lavoro compiuto. Essa libera era la sua promessa, Settecento cinquanta o Iscrizioni, o epitalii si contengono in questi quattro fascicoli ^ parecclii endecasillabi , odi , vers! esametri ed elegiaci, epigrammi, e le prose poo' anzi notate, oltre la dedicatoria^ ed il Monita lectori, che stanno in fronte al primo. Tutte queste cose sono scritte con au- rea latinita , e nello stile clie a ciascheduna si addice. Ne teniiamo di asserire che questo valentissimo scrittore e degno del secolo in cui visse il gran Morcelli , ed in cui vive il rinoniatissimo emulo di questo, Filippo Schiassi nel quale , siccome nel Tonani , la luodestia e la man- suetndine vanno del pari colla sapienza e colla cortesia. Sappiamo , e ne place di propalare , che questo celebratis- simo bolognese tiene in grande estimazione, ed e legato in bella amista col parmigiano Epigrafista, ed auguriamo che lungamente sieno conservati all' onore d' Italia questi due valentuomini. Assai ci e penoso 1' udire da Parma che molto e il decadimento di salute di quest' ultimo, e gia niolta r eta. Se non fosse una favola 1' esser ringiovenito Esone , vorremmo avere la possanza di Medea per far ri- fiorire una si cara vita. 304 BIBLIOCRAFIA. Le iscrizioni del Tonanl sono coa bell' ordine cosi di- vise : Sacrcc ; Honor aricc; Epitaphia; Historicce ; Elogia : De- creta et Donuria; TemporaricH , coUe rispettive suddivisioni. Questa raccolta e tanto piu degaa di coasiderazioue, quanto die racchinde le Memorie di parecchi uoniini, la maggior parte parinigiani , i nomi de' cjnali meritano verameate di passare alia posterita; e quanto che tiene ricordo di molti fatti succeduti ia quel paese nel corso degli ultimi 40 anal. Iscrizioni italiane di Ferdinando Malvica , precedute da un discorso del medesimo intorno ai Sepolcri ed alle Epigraji. — Palermo, i83o, in 8.° Quest' opera pub considerarsi come in quattro parti di- stinta. Pailasi nella prima della venerazione che gli antichi ebbero pe' loro trapassati ■, nella seconda si tratta delle epigrafi colle quali essi dimostrarono si fatta loro venera- zione ^ nella terza ragionasi delle epigrafi italiane, e si danno le norme colle quali dovrebbero essere scritte i nella quarta contengonsi moke epigrafi scritte nel nostro idioma e sparse per la Sicilia, alle quali 1' autore aggiugne le sue propria specialmente in lode di celebri Italian!. Ma trattone le riportate epigrafi italiane, alcune delle quali dire si possono belle, nulla incontrato abbiamo nelle altre tre parti che dirsi possa nuovo o pellegrino. Origins della lingua italiana , ecc. , di Ottavio Maz- zoNi TosELLi. — Bologna, 1882, in 8.° L' autore di quest" operetta non dimostrasi altrimenti sod- disfatto del sistema di colore che dalla latina discendere fanno la lingua italiana. Egli e d'aAn^iso che il nostro bel- r idioma parlato siasi dai primi abitanti dell' Italia , e che tutto fosse lor proprio e natio ; vuole anzi che non altra lingua parlassero que'Galli Boi, che si formidabili presen- taronsi al popolo di Roma. Ma come mai puo egli giudi- care dal confronto di due cose , T una delle quali , cioe la lingua de' Galli Boi , piii non sussiste ? Con quaU pre- messe , con quali probabili congetture , per qual via in somma e egli giunto a si importante, a si nuova scoperta? Se non che la classica erudizione ancora ha i suoi para- dossi , ue sarebbe questa la prima volta in cui ella siasi smarrita nel regno delle chimere. Finche per tanto l' autore PARTE PRIMA. 3o5 non ci csponga Ic sue autorita eel i monumenti suoi in un modo autentico e convincente , noi lo porreuio del pari con quel Ijasco, il quale un grossissimo libro compose per dimostrare che la sua lingua materna era quella clie par- lavasi da Adaiuo nel giardino di Eden, G. Saggio sopra il piii convcniente sistema dl femmiiule educaziojie , pitbhlicato in occasione delle faustissime nozzc Sicuro Bcrni-Lasize. — Venezia, 1802, Gi- rolamo Tasso, in 8.°, di pag. 3a. L' autore di questa pregevole operetta , il signor Gio- vanni Bellomo, scegliere non potea piii adatto argomento per occasione di nozze, ne meglio intitolarlo clie alia nia- dre della sposa. Due cose ebb' egli di mira in questo suo saggio : le caratteristiche qualita fisiche e morali del feni- niinil sesso ; il noljilissiiuo ufEcio a cui furono le doune dalla natura stessa destinate , cioe di maclri e di re^ohUrici della famiglia. Da questi due principj 1' autore desunse re- golaruieute la divisione dell' operetta sua sotto il triplice rapporto di educazione fisica, di educazione iiitellettuule e di educazione morale. L' autore nella prima parte riconoscendo essere attribute proprio e principale del femminil sesso non la forza, pre- rogativa tutta propria del mascliile, ma la leggiadria , imprende ad esporre le cure che aver debljonsi perche si svilujjpi tale attributo, e con esso il convenevole grado di forza : parla quindi de' lavori femminili ■, della danza considerata come esercizio utilissimo per la leggiadria e la forza del corpo, prescrive il genere del ballo e le cautele da osservarsi; parla poi della musica, indicando la mode- razione con cui debb'ella coltivarsi. — Nella seconda, pre- messe varie nozioni su 1' indole del femminile ingegno , tratta della scelta degli studj, della cognizione delle lingue, dello studio dell'amene lettere, dell' arti belle, del metodo con cui apprendere la storia, delle scienze, indicando i limiti in cui queste contenere si debbono e le parti che piii alle doane convengonsi , dell' arti d' industria , del go- verno della famiglia, prendendo a niodello la donna forte proposto dallo Spiriio Santo nel lijjro de' Proverbj , e fi- nalmente confuta il sistema di coloro che accordare nou vorrebbero al sesso gentile alcuiia letteraria e scientifica 3o6 BIBLIOGUAFIA. jstruzione, e la causa adduce, per cui a qualche donna lo studio dellc lettere e delle scienze reco nocumeato anzi che vantaggio. Noi non posslamo che applaudire alle niassime dell'autore, e cola specialmente, ove parlando delle ainene lettere consiglia grande cautela e parsimonia nel dare alle giovinette per esercizio di lettura commedie, traged'ie e specialmente ronianzl, ed ove discorrendo sullo studio delle lingue, inculca 1' assoluta necessita, che la donna innanzi d'ogni altro idioma facciasi a coltivare il proprio o nativo. Che sconvenevole anzi turpissima cosa e veramente a ve- dersi come tra noi alcune giovinette appreso abhiano a halbutire sino dalla culla 1" idioma della Senna, ed in questo solo amino di esprimersi e conversare , nulla o ben poco educate in qnello del 6eZ/jae5e ^ e quasi vergognandosi d'es- sere italiane. — Nella parte terza V autore argomentando dall' indole del cuore femminile dimostra come nelle fan- cinlle risvegliar ed educar debbasi il sentiraento di religione, come in esse moderare le passioni , come dirigerne V in- dole ed i sentimenti , e fra questi quella che quasi direb- besi loro innata inclinazione all' abbigliarsi , come repri- merne la vanith, lo spirito di maldicenza, ecc. , e chiude coir accennare le felici conseguenze die alle famiglie ed alio Stato provengono da si fatta triplice educazione del sesso femminile. Quest' operetta per tanto ripiena di eccellenti massime , scritta con beU'ordine, con perspicuita, con concisione e con buona lingua, scevra poi da quelle trascendentali nordiche dottrine, di citi altri scrittori d' Italia voUero far pompa in simili argomenti , merita d'essere raccomandata alio tuadri di famiglia ed alle educatrici, e puo considerarsi come un rarao staccato, o direbbesi meglio come un'ap- pendice ai trattati di Pedagogia. Intorrio a Vittorino da Feltre , maestro di Scuola del sccolo XV. Discorso di Giovanni Racheli direttore d wi Istituto elementare e ginnasial^ , letto ai suoi alunni nel giorno della distrihuzione finale degli at- testati scolasdci a settembre 1882. — Milano, 1882, coi tipi di Giovanni Pirotta , in 12.° di pag. 28. Di un beir esempio di sacrificato amor proprio pare a noi aver data prova il sig. RachelL con questo discorso. PARTE PRIMA. 307 Moiti tra nol mostransi dolenti , che scarso sia 11 nu- mero in mezzo pure alia tanta copia degl' Istitutori, a cui raccomandansi la educazione e la istruzione de' giovinetti ne' Convitti o CoUegi , o qualunque altro sia il titolo di cni da alcuni annl si frcgiano tante case di questo generc. E iiitanto il sig. Racheli proclania e celelira la mcmoria deir uomo che in Lombaidia da oniai quattro secoli c uia- gnificato pel piu sini^olare e commendevole Maestro, clie le scuole d' Italia abliiano niai avuto. Oltre cio Vittorino da Feltre ebbe la felice comljinazione d' imbattersi in un principe generoso ; il quale con ragionata fidncia affidan- dogli r educazione e 1' ammaestramento de' suoi figliuoli di tanto largamente lo tenne provveduto , die non solo ebbe modo di piantare un' Accademia pei giovani principi , e pel figli di ben amati cortigiani, che 1' istitutore credette conveniente di dare a compagni nelle discipline , e negli studj ai figli di Gicin Francesco Gonzaga , marchese di Mantova ; ma pote fondarne una seconda per gli stessi fini, e collo stesso zelo pei giovanetti di meno distinta nascita, e di molti ancora nati in si bassa fortuna, che Tacilniente senza il provvediraento di lui il native stato di poverta avrebbe condannati a perdersi ignobili , confusi col volgo. Queste due osservazioni basteranno a far intendere come il signor Racheli abbia sagrificato 1' amor proprio, essendo manifestissimi i punti di confronto che 11 suo discorso na- turalmente presenta, e fcrma essendo nella generale opi- nione la benemerenza di Vittorino , e dilatata la sua fama. Che tanta risulta da cio che intorno a lui Iianno lasciato scritto 11 Tiraboschi , il Eosmini « 11 Sismondi , il Ginmene e quanti hanno avuto occasione di toccare le vicende delle lettere e della politica italiana del secolo in cui Vittorino fieri ; tutti gli hanno profuse lodi semplterne. Ma sarebbe permesso, non diminuire ne 11 merlto , ne la fama di quest' uomo, bensi esporre soltanto un diib- bio , non inutile alia intcgrita della storia? Che nell' in- caricarsi dell' educazione ed istruzione dei figli del Mar- chese di Mantova Vittorino plii avantl forse di molti suoi coetanei nel buon senso abbia condotta la loro educazio- ne, e quella de' loro compagni, secondo che suppongono i panegiristl di lui, noi non alibiamo dillicoltu a credcrlo. Ma ben ci maravigliamo , che di due istituti per opera sua eretti in Mantova , ne alcuno odasi a lui succeduto nella 3o8 BIBL10GRA.FIA. direzione de' medesimi , ne dal loro nnmero uno essenic uscito emulatore del maestro; ne in somma di quello sta- bilimento di Vutorino, se tanto maraviglioso parve ai con- temporanei, come v'lea detto, nessnna certa traccia restata sia 5 che 1' utilita ne dimostrasse^ e ne propagasse la ri- putazione. Or queste cose mancate, grave dubbio nasce in noi , che vlvente lui molto siasi creduto oltre il vcro , e Ini mancando essersi dilegnato tutto , come avviene della fortnna di certe cose di malfermo appoggio. La quale congettura prende forza anclie dalla osservazio- ne 5 che Vittorino non lascio scritture snlle qnali giudicarlo perfettamente intorno alia maniera sua d' insegnamento. E noi condotti da quanto pote dare 11 sao tempo, e da quanto diede il rimanente secolo XV crediamo di poterlo confon- dere coll' universa turba d' uomini colli , che quelT eta nobilitarono in Italia, e che sgraziatamente alia nostra letteratura impressero un carattere che non dovea avere, e che dai venuti dopo fortificato, e d' ogni maniera am- plificato , lascio a noi un' eredita poco meno che di falsa gloria. Questo ragionamento scandalizzera , lo veggiamo, una gran parte de' nostri contemporanei , e a' meglio av- veduti fara trarre un inutil sospiro , che il male e fatto, e non ha piu rimedio. E diciamo fatto il male con quel segnito abljandono nel Quattrocento della nuova letteratura itnliana , che nel Trecento era nata in mezzo agli studj pe- nosi del Dante, del Boccaccio, del Petrarca, e degli altri di quella eta, che arditamente diedero opera a piantare I bei principj , insegnando alia Nazione non essere ella piu ne romana, ne latina , essere sorta con carattere suo pro- prio; sentirsi percio capace di figurare da se, ne abbiso- gnare di farsi coplatrlce di sens! e di modi, i quali non po- tevano senza sforzo a Jei convenire , e che non potevano niancare d' imprimerle 1' irapronta di una mediocrita che non meritava. Tal funesto errore nacque sfortunatamente dair entusiasmo che si eccito nel Quattrocento , quando tutti gl' intelletti vivi ed arditi ciecamente si applicarono alio studio degli antichi Latini ; e presero a risuscitarne l' idio- ma in vece di maturare quello che i Trecentisti aveano create. Cosi V Italia fu latina per meta : per 1' altra meta salvandola 1' ignoranza del popolo, che diviso politica- niente in tante fazioui, e scosso dalle passioni , dalle vlo- lenze^ e da infauste tradizioni non pote farsi un ceiitro di PARTE PRIMA. 3C9 naturale conmnicamento. Ci ha chi si rallegra del fiitto, clie dicesi aver dato alia Nazione un doppio linguaggio : ma pochi intendoiio quaato cotale fatto , se pure e avvea- tura uieritevole di vanto , lie costi ^ essendosi appunto e allora e nel snssegaeate secolo piantato uno straao prin- cipio d' insegnaniento. Ma queste ed altre magglori considerazioni die si jDotreb- bero fare in proposito, rimangaiisi il secreto d' uoniiui di alto discernimeiito , e per lo piu fuori del caso d' influire a niigliori ordinaiiienti. Gl' Italiaiii lianno fatto miracoli nelle strettezze in cui il nial senso de' QuaUrocendsci gli aveva alTogati ; e non e certamente Italiano colui clie non ne deplori il caso, e non riconosca la felice condizione di que'popoli, clie datisi al libero nso delle lingne nioderne, con tutta la natural forza delP ingegno lianno potnto iiio- strare al mondo T importanza della loro originalitii (i). Ora ritornando la donde dipartlti ci siamo, a quclla specie cioe di sacrificio die il sig. Radieli ha fatto d'amor proprio, non temiamo d'afFerniare die la scuola da lui eretta , senza il favore od il sussidio di mecenate alcuno , ci sembra sovra ottimi principj costituita , e con un rne- todo air istituzione de' figliuoli di clvili e agiate famiglie adattissimo, Pero cosi ella progredendo potra un giorno essere di raodello fors'anco migliore della tanto decantata di Vittorino. II suo discorso poi e quale alia solenne lie- tissiuia circostanza convenivasi , facile , chiaro , animato e tutto di eccellenti niassiuie ripieno. Nozioni fisiche elementari per escrcizio di Icttura , sesta cdizione notahilmente accresciuta. — Firenze, 1 832, Magheri, in 12.° Aureo libretto, scrltto con proprieta t con cliiarezza, e dettato dal lodevolissimo scopo di procnrare a' fanciulli uii esercizio di lettura utile e dilettevole, Eglino da queste fisiche nozioni apprendono a conoscere gli oggetti della (l) Noi lascianio al libero aiudizio de' giusti pensatori questo singolare pensaniento dell' autore del presente articolo. Egli, sic- come pare a noi, non fu il primo che I'abbia esposto , sebbene alcuni aiiiii addietro lo toccasae forse piu particolaniientc in qiie- 6ta Biblioieca. ( Nota del D'uettori. ) 3 1 O BIBLIOGRAFIA. natura da'quali sono circondati o die loro s' appreseatano ne' varj feiiomeni si del cielo che della terra. Stuzzlcati per tal modo dalla stessa ingenita loro curiosita addestrano per cosi dire la mente agli studj plu ampi e piii sublimi delle loro susseguenti eta. Non debb'essere percio maraviglia se di quest' operetta , lavoro d' un eccellente istitutore , gia fatta siasi la sesta edizione. Della politica e delle lettcre del cav. Giuseppe Manno- — Torino, i832 , in 4.° di pag. 4a., Con vera compiacenza annunziamo questa bella Memoria del cav. Manno, del quale altre volte in questa Biblioteca abliiamo commendate opere pregevolissime, destinata, sic- come crediamo , a formar parte degli Atti della R. Accade- niia di Torino. Se pero ci e peruiesso di espriuiere libe- raiiiente il nostro sentimento , troppo ampio ci pare quel titolo, e conveniente ad un' opera di maggiore estensioae, giacche in questa Memoria si discute soltanto I'argomento, per altro importantissinio, 5e V uomo letttrato o scienziato sia o non sia abile al maneggio degli affari politici. Potrebbe dunque la stessa piii propriamente iniitolarsi delT altitudine dei letterati e degli scienziati all' esercizio della politica , il che pill chiaro apparira dal breve sunto clie siamo per presentarne. Preniesso un cenno sulla nialignita con cui si giudicano soveute le operazioni degli uomiui di Stato governate dal senno e dalla fortuna, come se questa non vi avesse alcu- na parte , passa tosto T autore a proporre ne' modi piu chiari 1' accennata quistione. Questa pero si riduce ai mi- nimi termini , cioe a quegli uomini soltanto che a delle " scienze e delle lettere fanno una pubblica professione, " e vi hanno posto amore tale, che non piii dilettazione, " ma necessita della vita e per essi lo studio. » Stabilita quindi la massima , che prima e sustanziale condizione in chi goveraa e la rettitudine dell'animo, la quale esclude qualunque riguardo di privato vantaggio , pone in guardia contra le passioni di chi e chiamato a secondai'e 1' uomo di Stato nelle sue operazioni , entra a cosi dire nella co- scienza altrui ed esamina con occhio perspicace I'attitudiue di ciascuno degl' individui clilamati al maneggio dei pub- ])lici nfFari; pone in guardia egualmentc conti'a le passioni PARTE PRIMA. 3 J I degli amici, la cui schiera si moltiplica sempre intorao air uonio possente , e giova finaliuente anche rispctto ai nemici die V norao pubblico puo incontrare nella sua car- riera; si mostra ad evitieaza die con quella virtu puo ot- timauieiite couciliarsi lo studio delle scienze e delle lettere, e cjuesto aache con quel vigore d'animo die dispone alia resistenza per cui si distingue la virtii inoperosa dalla virtu posta in cimento. D'uopo e pero per usare saggiamente di quella virtii, cbe ognuno conosca le forze del proprio animo, ed esaniini fino a qual punto possa sostenerne le prove. II letterato, oltre i niezzi couiuni a tutti gli altri uouiini di sperimentai-e le sue forze morali , ha pure quello speciale, ch' egli ha acquistato esercitandosi nel misurare le forze del proprio ingegno, nello stndiarne la tendenza , nell'in- dagarne la tempera, fino dal coraincianiento de'suoi studj. Per cagione di qnesti egli fece piu volte esperiinento del sue giudizio nelle cose die alia rettitudine delf aniino si rlfe- riscono, niassinie nel pubblicare le proprie opinioni, nello accomodarle al publ)lico vantaggio, nel preferire il pub- IdUco bene al privato, nella scelta perfino de' suoi coope- ratori, e nello schivare la piacenteria, massinie co'grandi; fece pure esperimento d' imparzialita e di coraggio, come lo fe' nel rigettare quella gloria coatro alia quale potesse rivoltarsi la propria coscienza. La virtu di die egli ha dato prova , sia ributtando le lusinglie dell' adulnzione, sia togliendo di mezzo le nimicizie , o allontanando almeno dalle contese letterarie tutte le personalith , sia tenendosi in mezzo a due opposte fazioni nelle disamine die accennano ad opinioni di partito , sia mostrandosi guardingo contro alle proprie opinioni , non sara certamente per iscemare , variandosi 1' oggetto delle sue applicazioui, e passando egli anche da cose leggiere alle piii gravi ed importanti. Colla rettitudine debbono neU'uomo di Stato accopplarsi la prudenza e la previdenza , fondata non tanto sulf espe- rienza de' proprj suoi fatti e sulla considerazione degli ostacoli che possono attraversarsi al suo intento, quanto sulla scienza delle cose passate , imagini non fallaci del futuro, nel che il letterato ha special! sussidj ne' suoi studj , nientre parte essenziale della prudenza nelle cose politiclie e il mutare consiglio , secondo i diversi convin- ciuienii dell' animo, al che niuno puo essere a qucsto piii adatto dello scienziato. o deU' uomo di lettere. accostumato 3 12 BIBLIOGRAPIA. da lungo tempo ad emendare gli error! delle proprle opi- nioni , o notare quelU delle opinioni altrui, e meno in esso riuscira diilicile il disinganno, elemento necessario della mu- tazioiie di coasiglio, perche sapra premunirsi contra T or- goglio e r impazienza , o la ritrosia ad una nuova disa- mina, e non sara in esso da temersi il vizio dell' intelletto, che preoccupato dalla prima persuasione, perde la liberta del giudizio nell' esame dell' opposta sentenza , il che nel letterato non e ne pure presumibile. Richieggonsi pure neir uomo di Stato la moderazione , sia questa figlia della prudenza, sia virtu abituale deU'animo-, la fermezza, onde non si ritragga all' aspetto delle difficolta , e possa ammi- nistrare anclie forzatamente i rimedj ai furiosi e ai men- tecatti i r amore al lavoro ; 1' amabilita delle maniere e la disposizione a prestare paziente attenzione agli annunzj della verita ; la sagacita per distinguere dalla verita la raaschera di essa i I'avvedimento per rimuovere qualunque ostacolo, onde il vero arrivi fino a lui, I'altezza di sensi , onde non vegga al di sopra di se, cbe il principe e la giustizia, e conservi egli siesso quelle che chiamansi supe- riorita sociali ; una certa temperanza di rispettosa schiet- tezza , onde al sovrano arrivi sempre ne' debiti modi la voce del vero^ una dignita di forme, ed una severita di costumi, afTinche sieno piu rispettati i comandi , al che contribuiscono ancora le idee e i sentimenti religiosi ; final- mente zelo tale pel pubblico bene che diletto gli sembri la fatica, vantasrgio il danno personale che puo tornargli talvolta, calamita propria la calamita del popolo. Questi tutti sono pregi , che sebbene distribuiti assai inegualmente, lo sono tuttavia in modo , che conseguire si possono da diverse classi di persone, e forse meglio potrebbe aggiu- gnersi , da chi con lunga coltura ha educaio lo spirito , e lo ha reso piii suscettivo di tutte quelle doti. Ma neir uomo di Stato richledesi ancora quello che co- munemente dicesi uso di mondo , pel quale egli acquista I'abito di nianifestare i soli suoi sentimenti non ofFensivi e di studiare fino a qual punto sappiano gli altri usare della medesima cautela. Da una mescolanza di diffidenza di cuore e di acume di mente nasce quella avvedutezza, per cui tosto si ravvisa in chi s' accosta , s' egli e sagace o di poca levatura , schietto od infinto , passionate o iraparziale , di generosa o nieschina natura, il che giova I'ABTE rniMA. 3l3 a sclicrmlrsl J.igli artifizj ilegl' ipocriti , ad evitare gli er- roii dclla buoiia aj)pareiiza , e [nil antora a lure buoae scelte per T amininistrazione del governo. E sebljene Vuso di niorido sla per se stesso una prerogativa non coniune ed anclie piii rara fra i lotterati , chiusi sovente ne' loro gabinetti e concentrati nelle loro ineditazioni , non potni dirsi tuttavia , che la maacanza di quell' uso sia frutto privative ed universale dL-ilo studio, conie non potra mai generalniente asserirsi clie questo generi di sua natura svogliatezza e iudilTerenza pci pubblici affari ; die anzi accostuma 1' uonio alia seria applicazione , all' esame delle cose ed anclie alia cognizione de' suoi simili , come lo dispone air uopo a nuuar pensieri e cure. « Se il letterato, " dicel'autore, e cliianiato a lasciare il pacifico suo scrit- " tojo , e a aottentrare al peso de' pubblici negozj , allora " dee soltaato desiderarsi clie il letterato sia un uonio » dabbene , perche 1' uomo dabbene e scevro d' auibi- » zione fara squittlnio rigoroso nella propria coscienza , " e s' ei non sentesi tale da rispondere alia grandezza " del novelli doveri fei li riciisera. Ma se egli accetta " Tincarico, ci6 sark argmiiento , die non gli e mancato " queir uso di mondo e quell' accortezza che acquistasi " nel couversaro coi catlivi. " Venendo dalle doti niorali ai pregi dell' intelletto pei quali r uomo deJicato alle scienze ed alle lettere dee ripu- tarsi abile alia trattazione delle faccende politiche , prinii si presentano gli studj storici, non solamente riguardantL la patria , ma que' paesi ancora coi quali per vicinanza o per commercio, o per altre cause esistono relazioni , e per tale rispetto , dice il signor Manno , tanto e lontano dal vero che il letterato sia per iscapitare, die I'uomo di stato dee in questa parte tssere quasi un letterato, perclie il suo studio debb'essere /< un giudizio continuo dclla mo- " ralita delle azioiii e delle cai;ioni die le produssero , " e una rivista di fatti , spcrper.iti per 1' uomo volgare e » per lui rispondcnti T uno airaltro, .... con che si av- >» vezza a misurarc il grado di civiltk ne" popoli , a rico- » noscere 1' effetto delle buone istitnzioni, a cominendare I' per leggi perfettc quelle sole clie sono piii acconce al- " r indole ed atlu capacita de' governati , a ridurre in soiu- " ma lo studio della storia per mezZo della iiiosofia a quel " linali risuliamenti , i quali riproduceadosi infallibihuente UiOL Ital, T. LXVIU. -ix 3l4 BIBLIOGKAFIA. " ogni qual volta rltornano le niedesime cagioul, sono . . . " sicLiro avverliiiieuto per V uomo politico. " Agli stadj storici si aggiiiiigoiia le cognizioni statistiche , essenziali nelle politiche ojierazioni. II fondamento pero sta nella scienza dell'economia civile o politica di ciii, nota ben a proposito il signor Manno, « gli Italiani diedero le prime » lezioni, e fecero i piu antichi sperimenti. " In questi pill die il tempo giova I'ingegno, e quindi 1' uomo istrutto puo camminare con passo piii sicuro , con maggior vigore, perspicacia e risolutezza. /< Gli uomini sommi, dice 1' au- » tore, sono solamente rari^ perche uoii si sanno ricer- care , o riconoscere. » Passa egli quindi alle altre scienze che I' uomo politico dee conoscere, come la giurisprudenza , le scienze naturali e fisiche, che hanno cosi stretta relazione coll' agricoltura , coll' industria e col commercio , alcune parti delle scienze esatte , ecc. Noi non possiamo tener dietro niinutainente a tutti i ragionamenti coi quali 1' autore dimostra di quanto momento possa essere per lo Stato la scelta di un minlstro scienziato (e questi noi avremmo bramato di vedere con- fermati con alcuni esempi facili a ritrovarsi negli annali politici), come ne pure alle considerazioni che si propon- gono in favore delT altra classe degli nomini studiosi , cioe dei letterati, riguardandosi le lettere non solo come fiore del sapere, ma come atte ad ingentilire V animo irri- gidito dalle gravi meditazioni , a confortare la mente spos- sata dalle quotidiane fntiche, come dilettazione di tutti i luoghi e di tutte le eta, come I'espressione piii nobile de'piii nobili pensieri, la dipintura piii verace della natura, la niolla segreta del cuore dell' uomo, e il mezzo piii sicuro per governarne la volonta. La Ictteratura e oggidi un pub- blico bisogiio nello stato di crescente civilta delle nazionij e siccome le scritture deU'uomo di Stato sono sempre I'e- spressione della sovrana volonta, esse debbono rispondere nella dignita dello stile alia maesta del principe : sono altresi tra quelle scritture alcuue nelle quali richieggonsi finezza ed artifizio a colorare acconciamente le propria idee. II ministro letterato scrive pel principe , come scri- verebbe per la propria gloria. E qui I'autore si fa a niostrare cogli esempi, da noi altrove desiderati , come la storia di tutti i tempi provi quanto sia felice qnesta collegauza della politica e delle lettere. Alcuai di quegli esempi souo pigliati I'.UITK I'RIMA. 3l5 dalla storia antica, altri dalla moelerna, dalla Francla, dal- riagliilterra, dagli Statl genuanlci , e si csaltano in ap- presso le glorie delT Italia , in cui i creatori della volgare favella , e i restitutori della letteratura giovarono al loro secolo col consiglio e colle opere politiche , letterati furono i principi , i niinistrl, i legati, i papi inedesimi , il che prova ad evidenza che fra i libri non si corrompe la vigo- ria nativa dell'anirao, e che la coltura delle scienze e delle lettere serve d'ajuto anziche d' incomodo alle virtu politi- che. A proposito delle lettere puo farsi 1' intei-pellazione che fatta aveva I'autore chindeado il suo discorso suUe scienzes H Gome potra essere indirizzatore di studj ruomo non istu- dioso? II Lo studio altronde puo dare impedimento ad amare, non mai a trattare le faccende di Stato. Alcuno ci accuser;! forse di essere stati troppo prolissi nel render conto di una hreve Meinoria, ma ci serviranno di scusa la gravita e T importanza dell' argomento. Se ia essa non potrebbe ragionevolmente cercarsi alcun che di nuovo e peregrino , non comportandolo la sua stessa na- tura , non potra negarsi almeno , che questo punto per se stesso interessante di politica pratica non era mal stato in addietro con tanto sapere e tanta erudizione di- scusso. Se ci fosse perinesso di esporre il nostro avviso, diremmo solo che non abbastanza ci sembrano distinte I'una dair .'Itra le dotl morali dell'uomo di Siato, ch' essere possono onche nell' uomo dedicato alle scienze ed alle lettere, alcuae trovandosene, tra le quali non passa una decisa linea di separazione, come tra la prudenza politica e la previdenza degli avvenimenti, tra la moderazione e quella temperanza di rispettosa schiettezza che f autore desidera a fronte del sovrano, tra 1' amore al lavoro e lo zelo del pubblico bene. Dichiarandoci noi interamente d' ac- cordo nelle massime col valente signor 3Icinno, non dissen- tiamo che il letterato e lo scienziato possano essere ottinii politici, eccellcnti uoinini di Stato, ma brameremmo ch' egli avesse con qualche rigore determinate quali uomini possano essere compresi in quelle classi , ed essere atti al doppio utiicio lettcrario e politico, perche noi teniamo ferma opi- nione che ne dovrebbero essere esclusi assolntamente i mczzi letterati, o quelli che lo sono soltanto di pretensioue, i niezzi dolti , o sia i saputelli, gli empirici soprattutto, e qnelli geueraluiente che non hanno fatto uu corso rcgolare 3i6 BinLioGirVFi\. di stiulj , e non posseggono a fondo alcnna scienza. Chi si e dedicato con frutto ad an ramo, (jualunqiie esso sia , delle timaiie cognizioni, chi e profondo in una facolta, sia egli giurisperito, teologo , niatematico, fisico, lllologo o letterato, si e accostuinato al nietodo ne'snoi studj, all'or- dine ne'snol raziocinj, alia ricerca della chiaiezza nelle sue idee, al criterio i-igoroso ne'suoi gindizj , ed anche alia probita e alia rettitudine ( il die tocco di volo anche il signor Manno, chiedendo che il suo letterato fosse uonio dabbene), e puo quindi essere buon politico, ed uoaio di statoj non cosi colui che ha una sola tintura di scienze o di leitere, che lia percorsi niolti rami delle umane cognizioni senza approfondirne alcuno, che non ha appi-eso ordine ne nietodo nelle saltuarie sue applicazioni , che non ha se non che una corteccia o un' apparenza di dottrina, della quale molti pur troppo abusano per dare uno sfogo alia loro ambizione, che sola dovrebbe allontanarli dalla carriera po- litica. Felici i governi che posseggono ne' loro dicasteri uo- mini al pari del signor Manno, distinti si nelle scienze politiche , che nella letteratura ! Bilancia polldca del globo, di Adruino Baljii ; con note di Nutale Salvabdi e di (dtii. — Vcnezia , 1882, dulla tlpogr. di Alvisopoli, in 12°, di pag. xix e ic8. Si annunzia in iin avviso ai leggitori che questo libretto e fatica di molti anni del nobile veneziano /i(//7«.«o Balbi , ( gia vantaggiosamente conosciuto per varie opera concer- nenti la cosmografia , la geografia e la statistica ) , die fu ricevuto con plauso dai dotti , massime dai celebri ffura- fcoZc^/; e i5faZ£e6ra/z i quail n' erano stati eietti gludicli che di niolte iuiportanti illustrazioni fu arriccliito dai bolognese Sahiirdi, e die anche i venoti editorl v' introdussero alcuni cangiamenti onde migliorarlo e perfezionarlo ; linalmente che ad accrescere il pregio delTedizione si e aggiunto un articolo di aritmedca poUtica sullr cause ddV increniento e delta diminuzione dell'umano genere. — Segue una prefazione, in cut si nota che il Balbi si propose di pariare di tutti i piii piccoli Stati dell'Europa, non cosi delle altre parti del niondo ove questi presentansi o troppo numerosi , o poco noti , o retti dalla sola forza, o deboli a segno da non potere in alcun iiiodo iufluire sul destino degU altri popoU ^ cli' ej;li ha 1>ARTE PRIMA. 0I7 cominciato dalla Russia 1" enumerazionp tlelle poteiizo cf Eu- rojJa , taato per la sua proponderanza , quanto per farsi strada alia descrizioiio > , 1829 » 39,400 Nella state aunienta di 7 ad 8.000 Individui. Relazione del viaggio fatto in alcuni luoghi di Abruzzo nella state del i83i dal cav. Michele Ten ore. — Napoli, io32, in 4.° In questo viaggio contengonsi , come negli altri dello Etesso signer cav. Tenore, preziose notizie di geologia, di statistica, d'antiquaria, ma specialiuente di botanica. Esso I'ARTE PRIMA. 321 e concdato tl' uii' elegante carta geografica, in litografia, del regno di Napoli, diviso nelle qu'mdici provincie. Lettcre dl dnnne itallnjic del secolo XVI , raccolte e pubblicate da Bartolomeo Gamba^ — Venezia, i83a, dalla tipogr. dl Alvisopoli. Molt! uomini colli lodano la semplicita, la natnralezza, il sentitnento die spirano sempre dalle lettere delle donne : poclu poi vogliono o sanno imitarle. Queste che il signor Gamba ha raccolte non appartengono tutte a qnella classe di lettere in ciii le donne vincono quasi sempre al para- gone degli uomini; pur sono tutte pregevoli, e in gene- rale degnissime di esser tolte all' oblio a cui le condanna- rono finora gli Epistolarj compilati dal sesso migliore. Le donne sapranno grado al eh. sig. Ganiba che innalzo con questa Raocoha un bel monumento al loro ingegno: noi dol)biamo essergli grati d' avere con cio cominciato ad empire un voto della storia letteraria italiana. A, IJ architettura nntlca , dcscritta c dlmostrata co mo}iu- menti dall arcliltetto cav. Lidgl Cantna, — Roma , 1 83 1-32 , dai tipl dello stesso Cajiina , in fogl. gr. Esce per fasc'icoli, al prezzo dl baj'occhl 4 il foglio e dl bajocchl 10 per ciascwia tavola. — In Milano le assocluzioni si ricevono da Gio. Pirotta in con- trada dl S. Radegonda. • Di quest' opera veramente grandiosa noi riportammo Tan- nunzio nel t. 64.% novcnibre i83i, p. 226. Essa va ora fe- licemente progredendo, e dividcsi in tre seziO/ii, nella prima delle quali si parlcra deir architettura egiziana , e di quella de' popoli che neirarte dell' edilicare piii all' egiziana accosta- ronsi ; nella secoada trattasi dell' architettura greca , nella terza della romana. L'autore ha con ottimo consiglio difierita la pubblicazione delia prima, perche dovend'essa discorrere suir architettura dell" Egitto era cosa convenientissima I'aspet- tare che uscite fossero alia luce le indagini e le scoperte, che intorno a quel cclelierrimo paese fatte furono dalla com- missione Gallo-Etrusca. La seconda parte gia stata era pub- blicata separatamente , ed ora in quest' edizione ri[)iodotta viene per fascicoli , onde formar possa un solo tutto colle 322 EIBLIOGKAFIA.. altre dae sezlonl : ne abbiamo sott'occhio qnattro fascicoli composti di p. 124, e t. 44 dillgentemente incise a contoriii con qualcbe ombreggiamento la dove era necessario il farlo. Delia terza sezione, T architettura de'Romani, abbiaiu pur sott'occbio quattro fascicoli di pag. 84 complessivamente , e di tavole 39. Noi non parleremo qui cbe della seconda sezione risguardante 1' arcbitettura de'' Greci ; cbe gia stata era pubblicata per intero con altra edlzione ; e i cenni che ne faremo, bastar forse potranno per dare a' leggitori nostri una convenevole idea delF opera tutta. Le ricercbe dell'autore intorno all' arcbitettura dei Greci sono in tre parti divise. Egli esaniiua nella prima I'origine di qiiest'arte nella Grecia , il suo stato all" ejioca della guerra di Troja, i suoi progress! dopo le prime olimpiadi, il suo piu alto incremento dopo le iavasioni de' Persiani , il suo primo decadere dopo le coni{uiste de' IMaccdoni: nella seconda fassi a discorrere de'principali monumenti cbe tuttora sussistono della greca arcbitettura, esamina le po- sizioni e le diverse costruzioni delle fabbricbe degli anticlii in generale , quindi pai'la dei templi e degli ordini loro , poi degli altri edificj pubblici, finalmente delle case de'pri- vati : nella terza descrive i monumenti cbe disegnati tro- vansi nelle tavole. E qui giova 1' awertire cli' egli scelse que' soli monumenti cbe piu distinguonsi per bella simme- tria e buone proporzioni , o cbe qualcbe notabile partico- larita presentano nella loro costruzione. Le tavole poi tro- vansi di niisure e di scala corredate , onde alio stuiboso agevole cosa riesca il conoscere la vera grandezza , ossia le proporzioni si del tutto cbe delle membra di ciascun edificio. La prima parte e la seconda gia trovansi condotte a compimento ancbe nella presente edlzione. L'autore nel proemio dando ragione dell' opera sua col- loca tra 1' arcbitettura de' Greci queUa ancora dell' antica Etruria , mentre , cost egli dice, dalle poche cose che si co- noscono di quest' ultima nazione rilevasi a^'er dessa nel co- struire adoperato uno stile assai consimile a quello del primo metodo stabilitosi presso i Greci , e queste sue idee lascia pure scorgere altrove. Noi pero non sapremmo se quest' as- serzione andar possa gran cbe a genio degl' Italiani , da cbe le importantissime scoperte del principe di Canino, e le belle osservazioni fatte soat' esse dal nostro Romagnosi hanno evidentemente dimostrato essere zll Etruscbi anteriori PARTE I'KJMV. 323 a" GrecL nolle arti , ed aver piuttosto la Grecia imltata rEtruria, clie qiiesta la Crccia (*). la cincpie capitoli e divisa la prima parte. II prlmo , intorno all' architcttura de' Grcci ne' tempi anteriori alia caduta di Troja , e scritto con bell' ordine e non volgare erudizlone , avendo T antore mietuto e quivi compendio- samente riitnito tutto cio che gli antlchi ne lasciarono scritto. Ma quivi trovasi appunto il regno delle congettixre, in cui e facilissima cosa lo smarrirsi. E per esempio non mai venne fmora bastevolmente determinato donde pro- venisse o qual popolo fosse quello de' Pelasgi , dal quale vuolsi derivata presso i Greci la prima civilta o coltura : incerte pur sono le varie cose die si vanno dicendo intorno alie colonic dalle quali , siccome pretendcsi , portata fu la civilta nella Grecia ; fnialmente ipotetico e altresi lo state di natura , in cui dicesi essersi trovate le nazioni ne' loro primordj. Verissimo e bensi che tutte le nazioni spinte esscndo da' medesimi bisogni , ricorsero tutte a' niedesimi mezzi per soddisfarii , e quindi I' arte ancora del fal>bri- care ebbe da principio presso tutte quasi una medesima fjsonomia. Se non che alcune col progredire della loro ci- vilta seppero spingerla alia perfezione ; altre la icnnero sempre in quello stato di barbaric o di meschinita, in cui desse ancora giacevano. E di fatto le stesse mura ciclopee, di cui parla V autore , non si proprie sono della Grecia e del Lazio che non se ne veggano di perfcttamente simili anche nell' Asia e nell' America. Semlira per tanto che ne' soli poemi d' Omero cercarsi deljba una traccia della greca architcttura di qitest' epoca. Ma siamo noi certi che Omero nelle descrizioni degli ediUcj a' tempi della gucrra di Troja preso non ne abbia il tipo dall' arte dcU" eta sua, siccome sembra ch'ei fatto alibia colla descrizione dello scudo d'Achille? Ne molta fede ancora prestar puossi agli anticlii storici , i quali ne' racconti all' eta loro anteriori , moke favole intrusero. Che tra le favole riporsi dee cio che Ero- doto, il gran padre della storia, racconta delle due colon- ne , r una d' oro purgato , e l' altra d' un intero sj^lenden- tissimo smeraldo , delle cjuali , al riferire di lui , andava adorno il tempio d'Ercole a Tiro; e tra le favole dee non meno rigettarsi cio che Pausania lascio scritto del tempio (*) V. Biljlioteca Italiana, touio 58.°, aprile i83o, pag. 28. 324 BIDLIOGRAFIA. d'Apolline a Delfo, e di quello di Minei-va Calcieoa prcsso Lacedemone , ch' essi cioc anihidue costrutti fossero in bronzo. Laonde a noi pare che in queste ricerche , sicco- me in molt'altre, di la cominciar dovrebbesl, dove ci ha una sicura luce o d' aatorevole tradizione o di autentici monuinenti. E forse in nessun' opera venne quest' argo- raento con piu filosofiche idee discusso quanto in quella che ha per titolo II Costume antico e moderno , articolo , Architettura de' Greet Ne pero con queste osservazioni de- trarre vogliamo in alcuna, benclie piccolissiuia parte, alle lodi che delibonsi al signor architetto Ganina. Perciocche trattandosi di un' opera si grandiosa , com' e la sua , ha egli certamente ben meritato e dell' arte e della scienza col riferire tutto cio che gli av venne di raccogliere in- torno al plii antico niodo de' Creci nel fabbricare. Con piede piu sicuro iuuolLrasi T antore nel secondo capitolo, in cui vien esponendo lo sviluppo dell' arte di edi- ficare dalla guerra di Troja sino alle prime olimpiadi ; perciocche dal regno delle semplici congetture passa qiiivi a quello di una piii chiaia e meno fallace tradizione. Egli accenna quindi la dispersione de' Greci dopo 1' eccidio del regno di Priamo ; mostra T influenza che tale dispersione , ed il provenutone accomunamento de' Greci con altri po- poli deir Europa e dell' Asia minore elibero sulle arti e specialmente suU' architettura ; ne dimostra gli abljozzi degli ordini dorico e jonico : osserva poi opportunamente , che la stessa diversita de' materiali secondo la natura de' di- versi paesi diede all' arte una diversita di stile e qiiasi di fisonomia. '< Poiche (dice egli) mentrc la maniera egizia II indica una costruzione originata dalle pletre , alle quali " sino dai primi temj^i , per mancanza di legno , gli Egi- II ziani dovettero appigliarsi , dimostra la maniera greca II nelle sue pnrti una costruzione derivata da quella usata II in legno, al qnal materlale dovettero i Greci primiera- II mente attenersi , se non per intero, almeno nella parte II superiore degli edilicj ; e ne elibe da questa pratica un '/ carattere distintivo, che la rese per intiero una maniera II di edificare originale , siccome in ispecie si dimostra II colla maniera dorica, die fu di piu impiegata nella co- II struzione delle opere de' Greci. » Dopo di clie vien egli a stabilire il distintivo carattere ne' divcrsl ordini dell" ar- chitettura , il quale noia in altro consiste , fuorche nelle I'ATITE IT.IMA. 025 piopoi/ioni c negli ornaiiionll dolle parti, cli clie conipon- gonsi If d'norse niaiiiere cli costiaiire, giacclie quoste nelle jiaiti principali tutte fia loro si somigliano , essendo tntte in tine ])aiticolari classi distinte; I'lina cioe composta delle parti reggenti , clie sono i nmri , i pilastri e le colonne ; r altra delle parti sostennte, che sono gli arcliitravi , le soilitte e le diverse nieiiibra del copriniento. Ma i primi edillcj die dai Greci innalzati siansi con ordiuata architettura , ricercare si dehhono tra le prime oliinpiadi e T opoca della guerra persiana. Tale e il sog- getto su cui trattiensi Tautore nel capitolo terzo. In quest* e- poca la comnnicazione de' Greci con altre genti gia nella cultura innoltrate ando vie piu aninentandosi: e quindi po- tettero eglino trarne e lumi e cognizioni. Pero le cilta nia- rittinie , e tra queste speciajiuente Corinto posta fra due mari, prevalsero sullc altre in magnificenza e per le pri- me ornaronsi di nobili ediricj. I\IoIto pure contribuirono air increinento della civilta e della cultura i faniosi giuochi clie a Corinto, a Delfo, ad Olinipia ed in altre citta stati erano istituiti , a' quali concorrevano in gran folia i citta- dini di tutte le Grccie. Veggianio quindi che i prinii e piu sontuosi tcnijili ediiicati furono appunto no' luogbi ove que' giuoclii celebravansi. E qui 1' autore scorrendo pe' di- versi paesi della Grecia e delle greclie colonie iie addita i varj edilicj clie a quest' epoca appartengono, e gli avanzi che di alcuni tuttora sussistono. II capitolo quarto risgunrda la perfezione dell' arte presso i Greci dalle invasioni de' Persiani sino alle coiirpiiste dc' Maccdoni. Questa puo chiamarsi I* epoca pin bella c per cosi dire la piu corrctta , giacche nelle epoclie posteriori 1' ar- cliitettura coniincio a risentirsi del Insso dei teiiqii e di- venne dessa ancora licenziosa. Ed a' Persiani deliliesi in certo qual modo la spinta al perfezionainento delF arte. Percioccbe costoro la Grecia tutta devastarono, abjn-ucian- done od atterrando i tenipli presso die tutti. Ma i Greci non appena scacciati elibero que* barbari , e restituita la quiete alia patria , innalzaronsi ad ojmlenza grandissima , quasi sorgendo sulle mine lasciate da' lore stessi nemici. In tale stato di cose le arti ancora fecero repcntini mi- rabilissimi progress! , e vestironsi di piu puro e yih Incido splendore. Che i Greci anzi che restaurare i pnbJilici edi- licj dal neiuico distrutti, altri ne eressero presso di quelli 026 BIBLIOCKAFIA. pill magnificl, piu grandiosi, ed anzi si fatti clve non niai superati furono da cpielli de' loro nepoti. A quest' epoca appartengono i Projjilei, il teinpio di Teseo, il Partetione ad Atene , il tempio di Glove ad Olimpia , e tanti altri celeberrimi momimenti die vengono dall' autor nostro ac- curatamente illustrati. E non solo furono in quest' epoca vie pill ingentilite le nianiere dorica e jonica ; ma una terza se ne introdusse , cioe la corintia , clie venne quasi a costituire il tipo dell' architettonica eleganza e magnifi- cenza. Nella disamina del qual nuovo genere Fautore non segue ciecamente le volgari tradizioni , ma discostandosi dal sentimento di Vitruvio riconosce nel capitello corintio un' imitazioue dell' egiziaaa arcliitettura. Piu amjjio e il capitolo quinto , in cui 1' autore tratta deir eleganza da' Greci introdotta neU' architettura , dalle conquiste de' Macedoni sino a quelle de' Romani. E qiiesta ^ propriamente T epoca della decadenza. Imperocche i Greci sotto i Macedoni perdettero quello spirito , quella patria virtu di cui andavano tanto gloriosi ; e I' abbiezion loro giunse al segno die a Filippo , ad Alessandro ed a' suc- cessori di lui quasi ad* iddii prostravansi. L' architettura ancora, siccome delle arti sorelle sue accaduto era, si ri- senti di si fatto avvilimento ; perdette quindi della mae- stosa severita del suo carattere , paga di piacere colla di- licatezza degli ornamenti e delle proporzioni. II die fassi evidente ben anche col solo confronto degli avanzi del Partenone e de' Propilei con quelli del portico di Filippo ad Atene, e col tempio di Giove Nemeo ad Argo. E qui r autore entra in un vastissimo campo scorrendo pe' varj paesi deir antico mondo die caduti erano in retaggio ai successor! d' Alessandro , e per leggi e costuraanze divenuti Greci dessi ancora. Tale decadimento e del popolo e del- r arte ando vie piii aumentandosi coUe conquiste de' Ro- mani. Luttuoso ma vero e il quadro die dall' autore ci si presenta della Grecia sotto i Romani , barbari nella prima loro invasione quanto i barbari stessi. Chiudesi il capitolo con alcune importanti notizie sulle cognizioni che per sag- gia istituzione esigevansi iiegli arcliitetti, sui metodi che da questi praticavansi nelle fabbriche, sulle discipline die venivano loro inip-oste , e sovr' akri utilissimi oggetti. E iioi aucora darem iine a questi pochissimi cenni dai quali i Icggitori non di meno rilevar potvanno bastevolmente riuiportaiiza ilrir opera tiitta. Noi ritorncremo sovi'' essa allor ipiando tutte le sno panl vednta al)Liano la luce, latanto omettere non vogliamo di qui rifei'ire un' antica legge relativainente a quegli arcliitctti , che o per ignoraa- za o per malizia oltrepassata avessero la soinma ne' loro scandagli sta})ilita. " Gli Efesini con sapientissimo decreto a quest' uopo eiuanato obljligavano 1' architetto , die preso avesse la direzioue d'un ediiicio , a compensare co' suoi proprj heai la somma die di un quarto superasse quella disegnata nel preveiitivo scandaglio. n Quanti de' moderni arcliitetti soggiacerebbero all' amnienda , se quella sapientis- siraa legge fosse anche a' di nostri in vigore ! G. Manuel piuoresqae dcs etrangers d Milan , on descrip- tion de cette ville et dcs environs compris la Char- treuse pres de Favie ct Ics voyages aux lacs de Como , de Lugano , au lac Majcur et a Varese. Prix fixe 20 francs. — Milan , chcz Epimaque et Pascal Artaria. Considerato questo Manuale dal lato artistico, non pre- senta quella importanza che ognuno attenderebbe risguar- dando il suo titolo , se si eccettuino diverse tavole di cui gli editori si sono serviti per la descrizione del nostro Duoiiio gia pubblicata in separato volume : considerato in vece come una guida pe' forestieri , egli e certo che si rinviene in esso tutto cio che puo appagare una colta curiosita ed una indicazione di que' mezzi die vagliono ad estrcilaria con econoniia. Ne a cio solo si limitano i vantaggi che oflre questo libro , perocche non deve porsi in non cale il diletto die prova ii viag(;;iatore nel possedere in esso nierce dclle tavole una piii facile ricordanza o per nieglio dire i siugoli prospetti di (juanto lo ha maggior- mente scosso ed allettato nel percorrere la jjiii bella parte della nostra Lonil)ardia. Se non tutte le tavole corrispon- dono alia finitczza e ad un certo buon gusto di eU'etto con cui e trattata la maggior parte di esse , nondimeno porgono in generale un sufticiente ricordo delle amene si- tuazioai e degli edificj rappresentati. A lode poi dcgli editori non e da tacersi cIi' eglino riposto hanno tutto il loro studio nel rifondere le antecedenti "uide e descrizioni della 3jo BIBLIOGRVriA. citia (11 Milano e de' snoi clintorrti;, state in diverse epo- clie pubblicate taato ia italiano, qiianto in fraacese , e ncll'aggiungervi tutte quelle notizie ch' erano ridiieste dai posteriori cangiamenti od abbelliuienti. Quanto alia dizione francese, ci sembra die in niolti luoghi ella ricordi piut- tosto il fraseggiare italiano , che quello di tale idioma , e che non vada del tutto immacolata di errori ■, tuttavia tra i nioderni Manuali piio qnesto ritenersi nel nuniero dei buoni e de' vantaggiosi. Per rispetto ai tipi e a tutte quelle altre qualita che costituiscono la bellezza delle edizioni , puo dirsi die noa siasi consultato il risparmio, giacche se ci e cosa che »alti all' occhio al prime aprire del libro si e un lusso di niargine, a niinorazione di coniodo, quando pongasi niente all' uso cui esso deve servire. Del resto e diviso in tre parti: nella prima, previo un cenno suU' origine di Milano, sui varj reggimenti di governo che si succedet- tero, e suUa sua statistica, si da la descrizione degli edi- ficj pill important!, vale a dire delle cliiese, dei paiagi di pubblica amministrazione si civile che militare , degli sta- blllmenti di pubblica istruzione e di beneficenza , dei nio- numenti si antichi che moderni , e si chiude coUa notizia sui teatri , sugli anliteatri e sulle situazioni di ameno pas- seggio. La seconda parte comprende gli oggetti degni di maggior osservazione nei dintorni di Milano , e tra questi tengono un luogo distinto 1' I. K. villa di Monza e le due Certose di Pavia e Garignano. La terza finalniente contiene la descrizione di quanto ofFrono di dilettevole la vista dei laghi del Lario, del Verbano , ecc. e le strade che vi con- ducono di Como a Lecco passando per la Brianza, e di Como a Bellaggio per la valle Assina. Oltre di cio questo Manuale e corredato di una piccola pianta della citta di l\Iilano, ed in fine di una carta topografica dei viaggi per gl' indicati laghi con gli elenchi indicant! le stazioni di posta , i migliori alljerglii , e tutto quanto puo giovare il forestierc ed il nazionale cui prenda vaghezza d'intrapren- dere si delizioso giro. PAKIL riJlMA. 329 Pell ArcldteWini iihri dtrcl dl M. VUnaio Pollioiie , truiloul e cotneiiwcl did mnrckesc Bcrardo Galiani napoiitaiio. — Milaiio , 1 832 , per Alessatidro Do- zio , ill 4." ( It solo icstA) kallaiui : esce per fasci- coll, con 3o tavole incise in rame ^ I'edizione sard compresa tutta in died fascicoli , al prezzo ciascuno d ital. lir. 2. So, austr. Lir. a. 87^. Ancora uaVitruvio? cosi Jir potrcbbe talittio. Al clie ri- aponderemo , die quest' eiUzione fra le diverse .1' di nostri publ)licate di quel roinaao architetto esce noa iaopportuna. Perciocche o si lisguardi la versioue, ed essa se pure nori va tuttora innanzi ad ogni altra, puo per lo meno consl- derarsi come la vulgata del difficilissiino Vitruvio, perche fedele al testo e condotta con uiio stile facile , chiaro e alia materia sommamente adatto; o risguardar se ne voglia il modo dell' esecuzione, e questo se giudicare debbasi dal primo fascicolo die abbiam sott' occliio non nianca di pregi tipozrafici nel testo, e di accuratezza nolle tavole, ed ha di piu il vantaggio, die per la tenulta del prezzo puo agevolmente ac(juistarsi andie da quegU studios! od arte— fici , die accostare noa si potrebbero nlle piu costose. Pro- seguano dunque coraggiosnuiente gli editor! nell' incomia- ciata impresa ; e il colto piiliblico sara loro tanto piu ri- conoscente , quanto die la napolctana prima edizione di questo volgnrizzaniento divenuta e ogginiai rarissiiua , e percio di malagevole acquisto. G. CoUezione de micliori ornamcntl andchl sparsi nclla ciltd di Vcnczia coll' aggiunta di alcuni framnienti di architeUara golica per scnire alio stiuiio dci pit- tori , scultori , ricaniatori , intagliutori , orefici , giocl- lieri , tappezzieri , falcgrt.ami , f(d)hri ecc. ecc. , c final- mente per tutti quegli artisd die ahbisognano dcllo studio deir 01110.10 , fascicoli f>. — Venezia , i83i , nella tipografia dell' editore Giuseppe Aiitonelli. Basterebbe il solo titolo di quest" opera senza ulteriori parole per diraostrarne 1" utilita , e per poter dire tjui ce 11' c per tutti; sc il pcnsiero die possa non riuscir discaro ai leggitori nostri un piccolo ceuno tanto sullo scopo die tii prclUse T editore, ijuanto siilla Cbetiizione dclle se&sauta JJWL Ital T. LXVlll. 22 JoO BlUr.IOGIlAFIA. tavole coiuponenti i fascicoli iinora publilicati superasse la ritrosia nostra di favellarne. L' editore ha dedicate questa sua raccolta al ch. sig. Giuseppe Borsato , professore di ornamenti nella Yeneta Accadeiuia e socio d' onore di a;- cune altre , siccoine soggetto direttamente incaricato ad istruire ed a spargere il buon gusto di questo raino di Ijelle arti tra suoi concittadiiii. Con itn preludio poi indi- ritto al lettore prende a svolgere distesamente i vantaggi promessi nel titolo dell' opera stessa, saviamente insinuando gli artigiani a far apprendere ai loro iigli lo studio del- r orriato die solo puo condurre al perfezionamento de' la- vori d'ogni mano d' opera. Indi accenna die Venezia con- servatasi intatta dalle invasion! dei barbari , pote conser- vare intatto eziandio il gusto degli ornamenti, e clie quindi si vide in quella citta nel secolo XV e nel susseguente XVI fiorire questa leggiadrissiin' arte per le opcre della estesa famiglia dei Lombardi , dei Sansovini , dei Coloana, dei Briosco e dei Vittoria , non meno die della numerosissima scliiera dei distinti loro allievi. Conchiude inline col pro- mettere die ai migliori ornamenti antichi conseguiteranno alcune invenzioni di un giovine artista per dimostrare vieppiu coll' esempio quanto I' amor dello studio valga a per- fezionare V ingegno. Tutto cio a nostro avviso calza a me- raviglia^ ma ci sembra die in un' opera di questo genere, destinata a giovare pin die altri i coltivatori delle arti del disegno, e coloro die si applicano a' mestieri od a mani- fatture, il cui miglioramento in gran parte da esse dipende, dovuto avrebbe Tautore tener piii in vista quest' utilissimo scopo , e die piuttosto di enuinerare i vantaggi die dall'ap- plicazione aU'ornato ne ritraggono la. matromi, l'ancella,il cittadino , il colono . I'ottimate, il mcrcadante , il dovizioso , il mediocre ^ il magistrato ed il popolare, si fosse esteso a far conoscere la diversita dello stile tra i migliori ornamenti pro- priamente antichi che si conservano in Venezia , e quelli del XV e XVI secolo di cui la stessa illustre citta va do- viziosa, il niodo di trar proJitto di queste reliquie, la dif- ferenza che corre tra la ricchezza e la magnificenza , il nocumento che produce la sovrabbondanza , e tutte quelle altre avvertenze in fine che opportunamente avrebbero potuto qui aver luogo per vma maggiore istruzione di co- loro che pill direttamente trar possono un glovaniento da questa raccolta. Ma cio non e che uii voto, e a inalgrado rAHi'i ri!iM\. 33 1 rieiroiumciata nostra opiiiionc TopoiM sU-ssa iioii lascia di j>itvsiMitarc mi prDSjn'tto cssenzialiueute vaiitaggioso. Alia ininizioiie ticii diotro la desci-izione delle tavole in cut succintameiito, ina in l)el iiiodo si e indicato il luogo dove si ritrova ciascnn ])czzo, la niatoi-ia oad' e eseguito, ed il nome dell' autoie. Per cio che risguarda Tesecuzione delle tavole, la riscoutriaiuo in gcnerale snlliciente per lo scopo a cui dee servire, e cio iliciamo in quanto che alcune ci sembrano sbiadite ne' contorni , e di troppo piccola di- mensione per poter jiorgtre un' adecjvxata idea di quel complicati rabesclii e vaglii compartiinenti che annniransi specialmente nelle sofTitte dcUa ex scuola di S. Marco , della scala d' oro e della gran sala delP antica Biblioteca. IL AIiLseo Worslcja/w desaitto e lllitstrato da Ennio Qtdriiio ViscoNTi , pidtbllcato per cura del dottor Giovaniu Lasus. — Milario , i83ri, dalla Socictd t/pogr. de Classici Italianl , fascicolo i .", in 4." cd in 8.° Tutta V opera , in un solo tomo con ottauUt tavole , costcrd circa lir. '60 ital. V edizione in 4.", lir. 40 quclla in 8.° Famosa presso gli erndi'i era la preziosa collezlone di antichi ornamcni.i fatta dal britanao aaibasciatore Worslcy ucUa Grecia, in Turchia el in altre regioni dell' Oriented nia il Icttore non ne puo essere inforniato, perche gU editori ( che nel corso dell' opera si fanno vedere piii di nno ) si sono avvisati di dare soltanto nelT ultimo fasci- colo unitamente all' indice la loro /)n/a-/0Aie , non che V iti- troduzione dell'autore. Torua tanto pin strano questo av- vtsaiuento, quanto che nelia bella prima pagina dell' illu- strazione si rimanda il leggitore alia prefazione dcgli ediloii che forse stark qualclie a '.mo a eoniparirc. In diverse classi e ripartito cpiesto musco che vide gia la luce con una splendida edizione fatta in Londra. La prima e dei bassirilici'i antichi, e comprende tutto il primo fascicolo con ij tavole, nelle quali sono rappresentati bas- sirilievi, o frammenti dei inedesiini in niimero di 2,1. Le (:i\oIe sono ben delineate, e nol amiamo gencralniente mi libri d' aniiijuaria , che non tanto si iaccia attcnzione alia linczia del buliuo ud al luaneggio del chiaro-scuio, quanto 332 EIBLIOGUAFIA. alia conservazione rigorosa del carattere de' nionumentl : laonde nou poss'uiiiio trovare queste figure se non die de- gne di cominendazloiie. Le sposizioni del bassirilievi soao quali potrebbero at- tendersi da quel priacipe degli archeologi dell' eta nostra, per cni ebbero vita a cosi dire , e fauia e splendore , e pubblicati furono a vaaiaggio degli eruditi tanii preziosi iiionunienti, tante ricchissiine collezioni dei medesimi. Non ci rimane dunque a parlare se noa che delle note dev^li edilori. Queste sono apposte con opportuna sobrieta , e luo- strano tutta/ia qualclie sfoggio di erudizione, ma in quella alia pag. 9 di nuovo si rimanda il curioso lettore ad una tavola aggiunta in fiue di questa edizione, per vedere una iiiedaglia d'Atene, di cui si paria io questo luogo , e die nell' edizione di Londra e intagliata nel froniispizio del ?econdo volume : in quella alia pag. a 3 ben a proposlto si accenna non essersi trovato nell' intaglio dell' edizione di Londra, rappresentante Cecrope con le sue figlie , la cassettiua menzioaata nel testo couie portaia al collo da una ligura feniminile , die sara stata certamente veduta d.ill'autore nel niarmo. Ci e dunque ben gradevole di poter aunuaziare con lode il couiinciamento di un'impresa che fara moUo piacere agli studiosi delle antichita, facilitaudo lore 1' acquisto di un' opera importaiite e dispendiosa, e che fara onore al tempo stesso all' Italia ed alia citta nostra in par- ticolare, ove T edizione viene nobilinente eseguita. Pelutures de Polygnote d Delphes dessinees et gravees daprcs la descnption de Pausaiuas , par F. et J. RiEPENHAUSEN. — Rome, 1827-29, gr. in foglio per traverso con 38 rami incisi a contorni. Duoici che questo magnifico lavoro giunto non sia che da pochi giorni a cognizione nostra. Esso pero e cosi ben condotto 5 cosi per I' arti belle e per T antiquaria interes- sante che crediamo di far cosa a' leggitori nostri non dis- aggradevole col presentarne loro un' idea. Imperocche il tempo ci ha rapite le bellissime dipintnre , che da' greci maestri state erano esegitite , e delle quali andava la Gre- cia giustainente fastosa ; sicche ora ci e forza Y andarne contend delle descrizioni che di esse trainandate ci furono dagli antichi scrittori, c spetialmente da Paiisania. Se non PARTE PRIM,\. 333 che qucste mcdeslme doscrizloni fanno in nol pin vh'a ri- sentirsi la doglia per la perdita di taiite e si sublimJ opere. Ora i sigaori Riepeiiliausen attcnendosi al testo di Pau- saula, secoado la francese tradnzione del sig. Clavier, e quanto ad alcune particolarita , giovandosi delle pitture del vasi antichi , presentano in quest"' opera due celebri com- posizioni che di Polignoto ne' tempi del greco istorico sus- sistevano a Delfo nel Lesdwo . ossla nella puhblica sala dei magistrati: impresa al certo difficile e perigliosa. « Perocclie (sicconie essi avvertono ) quanto piii prendonsi ad esame le pitture di Polignoto, quali alia fiintasia nostra rappre- sentati vengono dalla descrizione, e tanto piii facile il con- vinfcersi del sense signilicante il generate concej)iiiiento di quest' opere poetiche e sublimi ^ ma ad un tempo seutesi tanto pin la diflicolta di ben riprodurre agli ocelli X insiemp. della composizione , secondo 1' ordlne ed i rapporti in cui fiirono dall' autore concepite. Pausania che sembra esatto nella descrizione de' gruppi isolati , e vago e poco preciso quand' e' tratta della reclproca loro disposizione. Nondiuieno e d' uopo r attenersi alle sue parole. I coiuentatori , spesso piix famigliari coi vocaboli che colP arte , contraddiconsi fra loro, ed in vece di toglierci i dublij, ci gettano cjriasi sem- pre neir indecisione. Quanto a noi, uon altro fatto abljiamo se non cio che nelP intinio nostro convincimento ci sembro e piu convenevole e piii verosimile , senza pero an'ogarci di opporre P opinione nostra a quella de' dotti antiquarj. Forse il nostro tentative prevochera un esame piii pro- fgndo di quello che venne sinera praticato. Queste per noi sara un nuovo fonte d' istruzione. " Gli stessi comentatori alia gramatica intenti piii che al- I'arte, poco o nulla ci dicono dello stile di Polignoto. Pure non e cosa difficile il congetturarlo. Perocche T epoca del- I'esistenza di queste dipintore puo con sicurezza determi- narsi. Essa fa precisamente quella, che precedette I'apogeo dell'arti belle in Atene. " Non ci ha (cosi pure avvertono gli autori ) alcun plausibile motive per supporre che la pit- tura, quanto al disegno, fosse molto da mono della scultura. Colore che ainmiravane i fregi del tenipio di Teseo erano per tanto que' luedesimi che esaltare sentivansi all' aspetto de'dipinti di Polignoto. Nei per consegnenza credianio di non esserci nialamente apposti, allorclic riproduccndo i di- segni di queste pitture vcguito abbianio cio clic la greca 66^ r.ir.LiOGRAiiA. scnltnra della meJesiiiia opoca ci ha lasciato di jiiu per- fetto. » Da quest! brani dcgli antoii e agevole il rilevare e il loro intento e la natura dell' ojiera loro. Ne'quali due og- getti, se non andiamo erratl, ci pare ch'eglino siano con- venevolinente riusciti. Due souo le composizioni di Poli- gnoto in questi disegni espresse : la prima e quella che rappresenta la f//5cesa d'Vlisse neW inferno; la seconda espri- nie la presa della citta di Troja c la partenza de' Greet. Pre- cede a ciascuna la descrizione f;ittane da Pausania ; segi^e una tavola cosi delta d' insienie , nella quale tutti riuniti sono i varj gruppi in niodo di forniarne una sola compo- sizione : a questa succedono diverse tavole, contenenti cia- scuna uno de' gruppi esposti in ampia dimcnsione e con figure egregiamente disegnate e con non comune intelli- genza e correzione. Bellissimo e somniamente utile ci senibra questa specie di esercizio suUe composizioni de'famosi artefici della Gre- cia, del quale esercizio qualclie esempio pur ci diedero nlcuni de' nostri piu celebri maestri, tra' quali il Palladio, quanto air architcttura. Pero noi vorremmo qui aggiugnere un pensiero nosiro. Perche mai tra gli argoinenti che dalle Accademie soglionsi proporre ne' concorsi di belle arti , e specialmente della pittura e della scultura , dare non po- trebbesi l\iog6 a soggetti gia trattati da que'grandi, e dei quali ci furono dagli storici tramandate le descrizioni ? G. Qramatica della Muslca , ossia Elcmentl tccnici di questa bclV arte , compilata da Don Nicola Eiista- chio Cattaneo. Edlzioiie seconda , dallo stcsso au- torc corretta c corredata di note ed ag,giimte e di un articolo sul modo di studiare la musica. — 3Ti- lano , 1882, presso Gio. Ricordi editorc dimnsica, coi tipi di Luigi di Giacomo ViiQ\a, in 8." di pag. 90, con 7 tavole. Prezzo ital. lir. 1. Delia prima edizione di qnesta OramaUca parlato abbia- mo nel tomo Sa.", novembre 1828, pag. 283, tributandone air autore le ben dovute lodi. Ora egli incoraggiato dalle parole nostre e dal favorevole accoglimento che 1' opera sua ebbe presso i maestri e gli studiosi della luusica, ne TARTr I'R1M\. 335 pubbllca una scconda piii copiosa fdizloiip, E fri le ag- giunte ci semljiano opjjortiinissiino V AppendLce alle Iczioni del tempo, e la Twola alfubctica de' termini tecnici coateniui in qnesti snoi Element!, colla cjnnle eglt jiresenta un adatto ed utile Dizionario niusico-eleincntare. Laonde giovaci il qui ripetere cio che detto abbiamo nel citato articolo : »< La Gramatica del sig. Cattaneo e a parer nosfro il mi- glior libro , di cui possano far uso e i maestri p i disce- poii negli elementi della niusica. " G. Storia del vusl fittlU , die da ore e di nerbo , e che pa- recchie niende grauuiiaticali vi si trovano. La quale scor- rezione produr deve egualmerite fastidio e stupore in un lavoro di tanto rilievo ed in mezzo alle cure diligenti ed assidue coi;i cui in Italia si da opera alio studio della lingua^ Vitc del Glusti nello studio delle Icggl e riella magi- stratura , del signor abate Camhon , prima versions italiaria. — Milano ^ iBSa, tip. Pogliani, in 8.° piec.olo , di pag. 294. Quest' opera apparticne alia Biljlioteca cristiana e ne forma il t. 58.% abliraccia vice di persf)nag;gi fnniosi, non meno per 1' alte magistrature delle quali lurono jivestiti , che per le sublinil prove di virtii costanti e kiinlnose, onde maravigliarono le nostre contrade e le rimote. Nel tessere queste vite il sig. Carron futjgeadn it lusso e le soverchie lusinghe del favellaro ci espoue le virtuose g(;sta de' suoi personaggi con tjuella nativa semplicita colla quale noi po- tremmo immaginarci di vederle operate, e quantuuque uii- nuto nelle parti descrittive, sa p'eio cvitare il teJio de' leggitori e il proceder monotono delle narrazioni. Sa pari- inente insinuare nell' animo quella uuzione cristiana che edifica i costumi, raentre imprime ua' alta stima delle virtii onde f'urono adorni quegli eietti. Vita del beato Gio. Colombiid da Siena ecc. , scritta da Feo Belcari, ristampata sulF edizione dell' abate Antonio Cesari di Verona. — Milano , } 832, per Gio. Silvestri, in 8.° jnccolo, di pag. 336. Frezzo austr. lir. 3. Questa ristampa del Silvestri fa parte della Biblioteca scelta di opere italiane anticlie e moderne, e ne forma il vol. 3 1 1 . Precede la dedica posta iu fronte all" edizione fatta liair abate Antonio Cesari, Verona, 1817, in 8." Essa e diretta al nobile signore D. Gaetano Meizi , del quale il Cesari iiicritauiente esaita il valor Ictterario e lo 344 BIGLIOGK vriA. studioso afTetto ncl raccogliere le piii rare e piii belle - pere de'Glassici, noa lueno clie la ricchissinia e splen- dida biblioteca , assai nota in Italia e oltremonte. II Cesari ha fatto qnesta edizione sopra tre atanipe della medesirua vita del B. Colombiai , gentilmeiite raaadategli dal suUo- dato sig. Melzi i e per suo gindizio le persoue spiritual! troveranno in quest' opera « dottrine ed esenipi di virtu eccellentissime , e gli studiosi un tesoro di grazle cd ele- ganze toscane , non punto meno clie in qualuaque s' e il niiglior dettato di quel tempo " ; vale a dire del quattro- cento. Aazi sopra di questo, sembra al Cesari un nuovo pregio aver questaVita, perche e scritta nella lingua me- desima del secolo antecedente , e conscrva " il inedesituo natio candore e purita di lingua in quel tempo inedesimo die essa cominciava a perderlo ed a guastarsi. " Vita del B. Enrico da Bolzano scritta dal signer D. Jacopo PeluzTjAri, professors dl fisLca nel Se~ minario vescovilc dl Treviso. — Treviso , iS32,pcr Giovanni Paluello , in 8.*^ Uno stile tei-so e forblto , una giusta sobrleta negli or- nament! , una prudente moderazione nei racconti e negli encomj rendono a parer nostro quest" opuscolo alFatto sin- golare dagli altri di siniil genere e di conimendazione de- gnissimo. Quanto piii n' e tenue il snbbietto , tauto piu cresce la meraviglia e 11 piacere nello scorgere come il professore Pellizzari , trattandolo , abbia saputo niostrare tanta perizia nella lingua, ed una si adequata ed intlma conoscenza dei modi, degli accorgimenti, delle avvertenze clie nel dettare scritture di tal fatta deggiono osscrvarsi per evitar la taccia di grettezza senza andar incontro a quella di affettazione e di ridondanza. Onde noi deside- riamo die quest' auieo libretto vada per le mani dei gio- vani ■, essi vi troveranno una calma , un candore, un' un- zione soavissinia , un efTicace impulso alia virtii die anima i pensieri e le parole dell' autore e die spira dai semplici costumi e dalle sante opere del lodato, e soprattutto un vero esempio del bello stile italiano ; di quello stile die singolarmente nei generi niinori della letteratura , noii cliiede ne pompa , iic bagliore , ma correzioae , temperanza e sdiiettczza. PAIITE SI'CONDA. 3^S Dellc Opcrc del padre Paolo Secneru — Torino, i832, dalla Societd tipografico-librarla , coi tipi di Giu- seppe Poinba , in 8." gr. So/io pubblicati volumi 9 : r intera colLezione sard coinpresa in 12 volumi, cia- scuno di circa 5oo pagine. Frezzo lir. 4 ital. at volume. La Societa editrice dellc opere di uno scrittore clie suole appellarsi il piincipe degli oratori sacii italiaui , ci riporta al gia aiinunziato prograimna per la starapa di dette opere, nel quale programina si da pure coatezza della istituzione di cjuella societa. La medesima va ineritamente lieta di avere scelii per prima sua iinpresa e riprodotti alia luce i lavori del felice ingegno di Paolo Segneri , e si reca a debito di far noto come ne verr.i per cura sua eseguita la compiuta coUezione. Priinamente la Societa si e imposto Tobbligo di scegliere separata mente le inigliori edizioni di ogni opera , e di adoperare quella diligenza die per lei si potra maggiore , ailinciie la propria edizioue riesca scru- polosameiite corretta. Ella ci reca a prova ii primo vo- lume del Quaresimale , per la quale opera, nel seguire r aatica edizioue del BagUoiii del 171a, si tenne pero a riscoutro 1' altra assai pregiata di Parma del 1714. Qual- clie scritlo iu oltre delP iiisigne autore , noa inai inserito nella raccoUa delle opere sue , verra ia questa nuova col- lezione la prima volta collocato. Quanto alia divislone delle niaterie, la Societa ha stimato op[)ortuao di allomanarsi ia parte dall' ordine seguito nelle precedenti raccolte. Quindi s' incouiincia dalle opere predicabili •, a queste lerran die- tro le ascetiche , ed iu ultiaio verraano collocate le dog- niaticlie. Questi pregi , clie sono particolari a tale edizione, porgouo speranza alia Societa di vedere uuiversalinente bene accolta la sua prima iinpresa i e noi pei primi, scor- gendo come questa edizioue, auclie pel nierito tipografico, per la chiarezza de' caratteri e la qualita del formaio , debba essere apprezzata, bramiamo die i voti della Societa feli- cemente si compiano, e il favorc del pubblico le accresca coraggio al prOi^redire , come ella si esprime, in altre im- prese non meiio belle ed ulili di questu. BibL iLaL T. LXVm. 346 BIBLIOGKAFIA.. Istituzlonl dl (hiitto civile austriaco con Ic diffcrcnze tra ([uesto e il diritto civile fraucese e coll addita- niento delle disposizioni posterioii cdla promulgazione del Codice civile generale austriaco , del professore Agostino Re ALE. — Favia, 1829-32, dalla tipo- grafia Bizzoni , vol. 3 in 8.° Qaeste istituzioni consistono in una minuta dichiarazione dei paragrafi del Codice civile austriaco a cui sono aggiunte secondo I' ordine delle materie le patenti sovrane, le noti- ficazioni governative, le dichiarazioni, i decreti aulici , in una parola tutte le norme legali posteriori al Codice ri- guardanti il diritto civile privato nel regno Loinbardo- Veneto. In calce alia esposizione trovansi non solamente le differenze fra la legge austriaca e la francese , come e promesso in fronte all' opera ; ma inoltre sono indicate le disposizioni conform! o varianti del diritto romano, del Codice parmense , e delle Costituzioni sarde. Lodevole e r intento che il signor professore si propose nell'accingersi a questo sue lavoro, quello cioe di presentare alia giovenlii volonterosa di apprendere la scienza della ragion civile se- condo i dettati del sapientissimo nosuo Monarca un opera in cui si supplisse alle mancanze di diffinizioni ,• si nppreseii- tassero le divisioni e suddivisioni dei precetti legislativi, ai principj fossero legate le conseguenze ; le regole speciali alle generali succedessero (i). La diligenza che il signor Profes- sore pose nel compilare le notizie positive necessarie alio scopo deir opera e grande; se non che ci sembra che uno scrupolo eccedente lo abbia portato ad un estremo vizioso, e gli abbia impedito di impiegare piu utilmente le sue estese cognizioni. Uno spirito piii largo, meno diflidente di se e piu attento all' ordine scientifico de' principj legi- slativi si sarebbe senza dubbio astenuto da certe prolissita che inutilmente snervano il linguaggio conciso ed esatto del Codice e fanno torto alfintelligenza del lettore j avrebbe soppressi certi dettagli niinuziosi spettanti a materie estra- nee al diritto civile (2), e soprattutto non sarebbe caduto nel gravissimo errore di seguire 1' ordine del codice e di (i) V. la prefazione dell' opera. (2) V. il vol. II, sez. I." a pag. yS, 128, 140. La sez. II.* dcllo steggo vol. a paj;. 410, il vol. Ill a pag. 129 ecc. r.vuTj; sicoNDA. 847 coiifoiiilere per tale mnaiei'a V online tlella legislazione po- sitiva coa qiicUo pro|jrio di-lla genesi e dell' insegaaniento. Altro e Tullicio del iegislntore, altro e quello dell' istituto- re : il priiiio deve coiiiandire , quindi propone in modo dignitoso i nsultamenti delle propi-ie meditazioni e segue tutt'al piu r ordine delle materie ; T istitutore deve far conoscere la forza, lo spirito delia legislazione , mostrarne il nesso , T anuonia delle parti e la sua corrispondenza col bisogni dclla nazione. Se poi un Codice civile non e un' inyenzione capricclosa de' giureconsuiti o de' govern!, nia bensi Tespressione fedcle della legge soclale in quanto riguarda i rapporti privati de' cittadini ^ se questa legge sociale non e ne casuale, ne arbltraria , ma collegata inti- inaiuente coi progress! dell' umaniia e coUe vicende delle nazioni e non puo essere inteso senza la genesi rigorosa de'diritti civili, ognuno vede die il signer Professore limi- taadosi quasi seinpre a parafrasare le disposizioni del Co- dice non puo avere raggiunto il proprio intento , e noa puo avere soddisfatto alio scopo di far conoscere la niente del legislatore tacitamente imposto agli institutori dalla nostra legge (1). Saggio divisamento fu qiiello di porre a confronto coUe disposizioni del nostro Codice quelle de' Codici fraucese e parniense, le Costituzioni sarde, e soprattutto il Diritto romano, ch' e il gran tronco donde sono sorte le 1110- derne leggi civili. La maggior parte delle differenze che s' incontrano nelle legislazioni dlpendono dal grado o dalle pardcolarita dell' incivilimentoi esse quindi conducono ad. alte vedute sui destini delle nazioni e servono a far conoscere piu addentro lo spirito filosofico del diritto pro- prio. Ma aache qui un eccessivo rispetto per 1' ordine nia- teriale del Codice austriaco indusse il laborloslssimo signor Professore a riunire con metodo troppo nudaraente compa- rativo e troppo Incompiuto niolte notlzle positive, che al- trimenti disposte e ragionate sare)>bero rlesclte di niagglore giovaaicnto agli studlosi del diritto civile austriaco. Ad onta di questi difetti, che era nostro obbligo di notare ia ua lavoro destinato alia puliblica istruzione, noi dobblamo tributare giuste lodl al signor Professore perche lia oppor- tuiiameute ravvicinnte moke disposizioni della nostra legge , (1^ C^'d. (IV. .lUSl. §6,7. 3^.B BIBLTOGR VriA. e perche sperlamo die il suo lavoro potra servire di co- modo maauale al giurecoasulto pratico , massime pel con- fronto delle lesislazioai. Principj del diritto commerclale secondo lo spirlto delle leggi pontlficie. Opera di Emidio Cesarixi , curiale rotcde. — Roma, i33i e i832 , presso I' Autore. Tomi 5.° e 6.°, ciascuno di pag. 216, in 8.*^ — In Milano si vende da Qio. Pirotta in cont. di S. Ra- degonda. Prezzo de sei voluini pubblicati lir. 1 5 ital. II sig. Emidio Gesarini prosegue colla stessa alacrita e puntualita la sua bella opera dei Principj del diritto coni- inerciale secondo lo spirito delle leggi pontilicie, di cni fti gia reso conto in qiiesto Giornale, tomo 60.°, ottobre iSSo, pag. 1 01. Nel tomo V egli compie il primo libro del suo lavoro proseguendo dal capo XXIV iino al XXXIV a trat- lare delia materia delle cambiali, e cosi da fine alia prima parte della sua opera risgnardante il conimercio in gene- rale. Col tomo VI si da principio al libro secondo intito- lato del Conimercio mariuhno clie per ora comprende sette capi , cioe : Dei bastimenti. — Della vendita coattiva dei bastimenti. — Dei proprietarj di bastimento e degli eser- citori od armatori. •- Del capitano di un bastimento. — Deir arrolamento e dei salarj delle genti di ecjuipaggio. — Del console e del consolato. — Dell' ammiragliato. Riman- gono tutti gli altri argomenti clie riguardano i ricapiti, le assicurazioni, le prede ed altre simili materie clie spe- rianio veder tratt?te nei tomi successivi. Anche in questi di cui rendiamo conto e particolarmente in quelli sul conimercio marittiiiio noi veggiamo abilmente trascelte e riferite le leggi romane , le quali sia in generale, sia in particolare sono applicabili ai rispettivi argomenti. Questa industria di gia usata dalT autore anche nei tomi antecedenti rende singolarmente segnalata I'opera della quale parliamo, perocche, per quanto ci e noto, niuno espose an- cora le dottrine conniierciali col confronto delle romane leggi. Questo confronto , oltre di agevolare queila possente unita die collega i dettami mercantili siano terrestri, siano marittimi coi principj della comune giurisprudenza , ci fa fede a quale punto d' incivilimento in tntto il globo terracqueo avevano i Romani spinto la parte piii importante della scienza sociale , e come, fors' anche senza saperlo. r\RTE SECONDA. ^49 gcttarono le hasi della politics economia a cui le esperlenze felici commerciali diecleio appogglo col fatti e colle leggi del tornaconto scanibievole ed ecjuo deila natura. Contro il fatto di queste leggi non vi ha risposta. CoU' eloqnenza di questi fatti si possono e debbono smentire le inconsi- derate calunnie dei detrattori della romana sapienza. £ssi bestemniiano cio che ignorano. Benclie l' opera del sig. Cesarini sia limitata alle leggi pontificie ed al lore spirito, cio noa ostanle a noi pare pregevolissima. NelT avvicendato commercio europeo, nel quale le relazioni vicine e lontane s' incontrano e si tne- scolano , interessa anclie agli stranieri di conoscere le leggi locali coiminque anche discordanti , ed anzi assni piii le discordanti clie le concordanti con quelle degli altri popoli. Per questo niotivo, in primo Inogo , noi cre^lamo 1 opera del sig. Cesarini impoitante anche per gli stranieri alio Stato pontilicio. Un solo desiderio cl rimane, e questo si e die in un'altra edizione dello stimabile lavoro del signor Cesarini egli si compiaccia di paragonare il diritto commerciale pontificio colle leggi commerciali almeno di quei popoli cbe piu lar- gamente esercitano la mercatura coU' Italia si nel comune mercato del Mediterraneo , die niedlante le terrestri co- municazioni. Cio riescirebbe vantaggioso tanto per gl' Ita- liani , qnanto per gli stranieri , e agevolerebbe nella pra- tica del foro e nei tribunali la decisione di molte contro- versie niercantili che insorgono fra i nazionali e gli stra- nieri come r esperienza giornaliera ci avverte. Col con- fronto die raccomandiamo, noi siaino d'avviso che Topera del sig. Cesarini diverrebbe compiuta e classica , e tutto il pubblico sarebbe grato alia sua industria ,. e 1' opera di lui sarebbe vantaggiosaaiente trasmessa alia posterith. lioinagnosi. Gencsi del diritto penale del prof. G. D. Romagnosi. Quarta edizione con nuovi documeriti illastrutivi somministrati d(dl' autore. — - Fiirnze , l832, dalla stampcria Piatti, vol. 3 in 8." In Milano si vende da Gio. Silvestri , corsia del Duorno. Lir. lo ital. II primo lavoro di giurisprudenza filosofica col quale il Romagnosi lia intrapre^^o la lunga serie delle sue ricer- che nellc scicnze morali vieue ora riprodotto per la quarta 35c BIBLIOGUIFIA. volta. Inutile qui sarebbe dl esporre le tlottrine che coii- tiene e di annotarne i pnnti piii iniportanti essendo e le vine e gli aitri abbastanza conosciuti; pertanto no'i ci li- miteremo ad osservare clie lo studio della genesi del diritto penale potra ora essere riassunto dietro vedute piu gran- diose e pill compiute. L' ordine cronologico delle opere di Romagnosi presenta la via logicamente irregolare della scoperta che da cio che piu inimediatamente intercssa ed e generalmente piii sentito sale per gradi alle regioni piu arcane e meno accessibili della scienza. Dalla ragion penale egli ha cominciato le sue meditazioni fissando T atteazione sul disordine piu disastroso e patente della societa : T ordi- namento della cosa pubblica, la AUtalita degli Stati, la na- tura umana considerata individualmente, e per ultimo la metafisica soifl) gli argomenti coi quali progredi nelle sue ricerche elevandosi insensibilmente ad una sfera senipre piu assoluta di verita. Una rigorosa unita sclentiiica do- mlna tutte le opere di questo scrittore. Lo stesso principio di compotenza cnusale ch' egli sviluppa nella protologia e il cardine della sua psicologia ed e il fondamento di quel- r antagonismo donde egli fa sorgere il triplice perfezio- namento nella dottrina della cwilta. Le stesse leggi fonda- mentali alle quali riduce la storia lilosoiica dell' Licivili- mento sono la base delle nornie direttrici degli stati che egli espone nella sua introduzione alio studio del Diritto pubblico- Pero solamente cogli ultiini lavori di recente pubblicati puo dirsi che il Romagnosi abbia ilnito di de- lineare in tutte le vedute fondamentali il sue sistema ed abbia stabilito il nesso che ne coUega strettamente tutte le parti. La genesi del Diritto penale , corollario e sussidio del Diritto pubblico , potra quindi in questo momento es- sere intesa sotto il suo vero aspetto sistematico e rischia- rare quasi di riflesso le altre opere dell' autore fino ad ora troppo trascurate. Alia nuova edizione che abbiamo annunciato furono ag- giunti in un volume separate sotto di otto articoli, nuovi document! illustrativi tolti dall'Antologia di Firenze, dagli Annali universali di statistica e da questo medesimo nostro Giornale. Gli argomenti di ciascun articolo sono i seguenti : N.° I. Eaggiiaglio analitico del prof. Biddassarre Poll , fatto ill occasione della 3.* edizione della genesi del diritto penale. PARTE SECOND V. 35 1 Nota. In quali materie , con qiial ordine e fino a qual segno le aiitorita costituke possono stabilire pene regohiniciitari? come procedere si deve nei rispettivi giiidizj ? IT. Giudizio pronunciato dal giornale di giurispmdenza puhblicuto in Vienna intorno alia genesi del diritto penale. III. Memoria del prof. G. D. Romagnosi suUe pene capiudi. IV. Articolo del prof. G. D. Romapiosi relativo alia quarta edizione di Alberto De Simoiii , dei delitti consideratl nel solo affetto ed attentati. V. Lettere del prof G. D. Romagnosi e del prof. Giovanni Valeri, relative alia speciale questione della responsabilita del numdante per gli eccessi commessi dal mandatario nel- V azione criminosa. VI. Osservazioni statisticlie del prof. G. D. Romagnosi al proposito del libro indtolato: Conto generale dell' amministra- zione della giustizia criininale in Francia durante V anno 1827 presentato al re did guardasigilli. VII. Osservazioni del prof G. D. Romagnosi sulla disser- tazione del signor avv. Massa di Mentone intitolata: Della legislazione criminale. VIII. Se la pubblicita dei giiulizj criminali convenga alia monarohia: Pensieri del prof G. D. Romagnosi. La genesi del diritto penale sara seguita dalla ristampa delle altre opere del Romagnosi. A rendere piu inte- ressante questa raccolta V editore non ha tralasciato di consultare T autore e di seguirne i consigli. Cosi il signer Piatti nel mentre che si rende benemerito presso gli stu- diosi delle scienze morali da un esempio ai tipografi ita- liani che meriterebl^e d' essere piu frequentemeute imitato. Se essi pcnsando al solo lor proprio guadagno poco cu- ransi del danno degli autori coa ristampe piu economi- che, lore cara almeno dovTebb' essere di consultare sempre gli autori delle opere da riprodursi. Questo uso mentre sarelibe favorevole alia generalita de'lettori, sarebbe fors^an- che un temperamento al diritto di non rispettare le pro- prieta letterarie , e potreljbe iniziare una riforma nelP opi- nione , tale da togliere in qualche parte gli ostacoli che tanto disanimano i letterati italiani. 002 BIBLIOGRAFIA. Principj di Meccanica di D. Vincenzo Bonicelu. — Bergamo, r83i, dalla Stampcria Sonzogni , in 8.^, di pug. 34c con tre tavole in rame, Prezzo lir. 4 itaLiane. L' autore nel dare alia luce quest' opera si propose , come s'esprime egli stesso nella prefiizione, di prcseiitare ai giovani studiosi riunite molte dottrine riguardanti T e- quilibrio , il moto e 1' universale gravitazione. lo ne ve- deva , die' egli , V apprendlmentn accompagnato dal gioirtiie studioso da nvn poche dificolta derivanti e dxdV essere sparse in differenti lihri , e dalla maniera troppo concisa ed oscura , 0 troppo astratta ed aiida , con cid sono gcneralniente trat- tate. Esso pero ebbe particolarmente in luira di mostrare in quale maniera si regoli e si mantenga in un ordine inalterabile ed eterno il sistema dell" universo. Cib feci, soggiunge egli , in tanti incontri , e a qiiesto soggetto con- secrai tand articoli , die confido , si possa con cjuesto libro fonnarsi una chiara e sufficiente idea di qnanto la gravita ha operato , e opera nel pianeta da noi abitato , e del su- hlimi effetti che nel solare sistema si producono tkdl' univer- sale gravitazione. Vediamo se T autore abbia realinente ot- tenuto lo scopo che ci ha dichiarato. Noi non percorrcre- mo che le parti che ci parranno le piii importanti , per non tediare i nostri leggitori , e cio farenio tanto plu vo- lontieri , quanto e maggiore la stinia in cui teniamo il libro medeslmo. Quest' opera e dlvisa in sessanta paragrafi trattanti ora di statica , ora di dinamica inditTerentemente , contro 1' ordine seguito dalla niaggior parte delle opere di mec- canica , quello cioe di trattare la statica e la dinamica separatamente. Quest' ordine pero non e posto a capriccio; vi si vedono le proposizioni emanare Tuna dall' altra con molta saviezza , e T autore , seguendo quest' ordine , lia forse avuta 1' intenzione di far vieppiu risaltare il legame che avvi tra la teorica del moto e quella dell' equllibrio. 1 paragrafi suindicati formano 1' indice dell' opera stessa. La dizione in generale ne e chiara e facile , benche il linguaggio scientiiico non sia sempre esatto a tutto rigore. Ggni argomento poi e trattato con tutta T estensione pos- sibile , se si ha riguardo solo a principj di aiateniaticlie elementari. rAKTl' SECOND v. 353 L'autore tlopo aver definito il moto miifornie e varlato, e la volocita con cui i corpi si niuovono, passa immanti- nente a trattare dcUe forze niotrici e della gravita. Ivi fa conoscere le varle sue leggi particolari dedotte dalle vihrazioni del jiendolo , e dal cadere de'gravi; leggi, che poi il grande Newton osservo non essere clie V elFetto di una legge comune a tutti i corpi, e da lui cliiamata gra- vitazione universale. Nel trattare del moto uniformemente accelerate Tautore giunge ad una formola, clie e pur vera, ma che e hen lungi, ammesso anche il principle degl'in- finitesimi di cui si serve, dalP essere rigorosamente dimo- strata. Per facilitare le dimostrazioni pub forse convenire talvolta r adoperare dei metodi che conducano a risultati esatti , henche non si possano giammai considerare quali metodi rigorosamente provati. II peggio si e, allorrjuando la maniera con cui vi si perviene , non e consentanea in tutti i casi agli stessi principj ammessi. L'autore dall'equa- zione s = {g -*- u) -, pag. i3, deduce Taltra j = — y polclie , die' egli , la quantita g e infinitamente piccola relativamente alia cpantita linita u. Ma si osservi che , essendo u = gt, pagina 12, la quantita g non puo essere infinitamente piccola rispetto a gt , se non e in- finito il tempo dato t ( ammesso sempre il principio degrinfinitesimi). La sua dimostrazione adunque non var- rehhe tutto al piii, che per qi^esto caso particolare ; e per quanti altri casi resterehlje ancora da dimostrarsi la formola summenzionata ! Non si arrivera giammai, crediamo noi, a dare una dimostrazione rigor osa di cio, se non si parte dal principio di dividcre il tempo dato t in n tem- puscoli indeternilnati — , di supporre che al coiuinciare di ciascuno di tali intcrvalli la gravita imprima al mohile una data velocita , ed iniine di fare nella formola trovata in tal modo n maggioi-e d" ogni quantita assegnabile. E qui , come in qualche altro paragrafo susseguente osser- viamo forse un po' troppo ripetute le stesse cose che fu- rono gia dette da prima. Queste mancanze pero non sono forse che mende da nulla, e noi avreiumo hen volontieri tralasciato di parlnrne , se non si trattasse di ua liliro che stiniiamo molto , e che giudiclilamo per tanti riguardi degno d" essere proposto alia giovcntu. 354 BIBLIOGUAFIA. La dlmostrazione del teorema della composlzioiie dclle forze , ed in particolare delle forze parallele , come pure la loro scomposizione e ben esposta , se ci place di am- mettere , che una forza , per quanto venga a modiilcare il movimento di un punto raateriale , non lo possa avvi- cinare ad una retta parallela alia sua propria direzione , ne allontanare dalla stessa. Per rendere vieppiii sensibili le verita esposte , 1' autore presenta varj esempi fra cui amiamo di distinguere quello del battello chiatto , detto comunemente porto sui nostri fiumi di Lomljardia. La dot- tfina poi del moto dei gravi sopra le curve resistenti me- rita particolare osservazione. La dimostrazione elementare in proposito pel caso del circolo , tanto interessante per la teorica del pendolo , e cpiella del ch. sig. Belli , la mi- gliore che si conosca presentemente. L' autore cfuindi , dope aver fatto conoscere per via istorica varj orologi an- ticlii e le loro imperfezioni , mostra 1' applicazione che si e fatta del pendolo agli stessi. Parlando del pendolo di compensazione fa conoscere una bella maniera di costruirlo dovuta ad un oriuolajo francese detto Martin. Tutto cio che e relative alle leggi che regolano I' u- niverso , e esposto con chiarezza e con varie applica- zioni in molti luoghi , ed il giovane studioso puo certa- inente con cio rendere ragione dei moti dei varj corpi che costituiscono il sistema planetario , dei quali avvi pure una breve enumerazione unitamente ad una tavola conte- nente i loro volumi, le distanze medie, i tempi periodici e le velocita medie degli stessi. Rapporto a questo 1' au- tore ha dunque mantenute le sue promesse, e gli si deve la meritata lode. Parlando in ultimo dell" attrito , T autore ci fa conoscere le belle esperienze di Coulomlj , dalle quali si deducono , varie importanti proposizioni I'elativamente a quest' argo- mento. L' autore in questo libro non tratta ne punto , ne poco delle macchine , nemmanco della teorica dei fluldi. Esso pero ci promette di riserbare per un altro volume questi vasti ed importanti soggetti. Speriamo clie 1" autore vorra presto eseguire queste sue promesse , affine di non lasciare interrotta la sua opera , che desideriamo venga pro]iosta dai professor i ai loro alunni per loro istruzione, e riprodotta in quel modo clie nieglio coavonga al suo scopo. PARTE SEOONDA. 355 Notlzlc compendiate clcmentari intorno al Calendario , sia civile^ sia ecclesiastico del professore Giacinto C J REN J, mcmbro e segretario della R. Accademia dclle scienze, cav. dcll'Ordine civile di Savoj'a. — Torino, 1 832, dpografia Jleale, dipag. 74, in ^° gr. Quest' utilissiino compentlio gia veduto avea la luce I'anno 1821, iiel Calendario Georgico della R. Societa agraria di Torino: ora ricomparisce riveduto, corretto ed aumentato dall' autore con dedica al marchese Lascaris di Ventimiglia , a ciii i-ichiesta era stato originariamente coinposto. Premessa una spiegazione del segni matematici adoperati nel compendio , si accenna in una breve prefa- zioae che mold nomi registrati in quasi tutti gli almanac- chi, sono tuttavia poco intesi da molte persone, anche non incolte, e che per cio se n' e intrapresa la dichiara- zione piii coinpiuta , Qorredata ancora di alcuni esempi e di altre interessanti notizie. Si e voluto in alcuni pochi casi prcsclndere dall' assoluta generalita delle formole date dai matematici, e alcune di esse si sono ridotte a raaggiore semplicita colT applicarle unicamente al prescnte secolo. Trattasi ijuindi in ir) separati articoli del calendario in generale, della sua distinzione in civile ed ecclesiastico , poi partitamente dell' uno e dell'altro, e in proposito del civile si notano gli sconvolgimenti che nel computo del tempo ebbero luogo nei secoli andati , dei rimedj che vi si arrecarono con frequenti ed arbitrarie intercalazioni, il die apre la strada ne' successivi paragrafi a parlare della cor- rezione Giuliana e della Gregoriana , poscia del calendario ecclesiastico Gregoriano, che in una nota alia pag. 20 si fa vedere esteso a tutta I'Europa, eccettuate soltanto la Russia e le Chiese cristiane di rito greco; e si stabiliscono le re- gole che esprimono 1' intercalazione Gregoriana , donde nasce I'anno bisestile. In altri paragrafi si tratta del ciclo solare , Ae\ lunare o namero d'oro, e del ciclo dell' indizione roniana: deWepatta, delle lettere cjuotidiane e della domeiii- cale , della corrispondenza dei giorni del mese e della setti- mana , e qui si riferiscono varj curiosi problemii in altri si ragiona della Pasqua, delle iaie mohili e AeWe immohili ; finalniente nei due ultimi si tratta della denominazione romana dei giorni del mese, della quale si soggiungono le opportune tavolo , e si cspongono alcune regole per 3S6 r.IBL10GRAFI\. rammentare il numero dei giorni oiide sono composti i varj mesi deH'anno. Tutti questi articoli , alcunl dei quali per la natura delle materie complicati, sono esposti con cliia- rezza, con soda dottrina, ed alcuni anclie con sobria e non pesante erudizione, Notammo gia che curiosi e in gran parte important! sembrati ci erano i problemi sparsi in questa operetta , tutti sclolti con ottimi metodi, e d' ordinario con facili diraostrazioni. Ora in prova dell' asserzione nostra ne ri- feriremo alcuni esempi. II i.° e: trovure il numero del ciclo solare per un anno quahuique: altri riferisconsi al trovare il nu- mero deir indizione romcma corrispondente a qualunque anno ; problema di uso frequentissimo ncirarte diplomatica; trovare V epatte per un anno qiuihinque del presente secolo ; trovare la lettera domenicale per un anno qualunque nel calendario Giullano ; trovare a qual giorno della settiinana corrisponda lui dato giorno di un niese di qualsiasi anno dell' era nostra , passato 0 awenire , ecc. Pel ritrovamento della Pasqua si propone una regola generale risultante dai calcoli de' mo- derni matematici, le cai parti sono esposte in un appo- site quadro. Finalmente ai mezzi ordinarj ( clie dire po- trebbonsi meccanici) , di rammentare il numero de' giorni onde sono composti i varj mesi dell' anno, se ae aggiugne uno semplicissirao e noto, consistente nel formare coUa mano il pugno, e nel contare i mesi sulla prima falange, o sul nodo delle quattro dita ( non compreso il pollice) , e sui tre incavi che separano un dito daU'altro, cominciando da gennajo fino a dicembre. Ammessa sempre V eccezione di febbrajo, hanno 3i giorni i mesi che corrispondono alle dita, e 3o quelli che corrispondono agl' incavi o alia separazioni. Un pensiero cl ricorre alia mente nelP annunziare que- st'ixtilissimo libretto, nel quale nulla resta a desiderarsi , ne pure dal iato dell' impressione. In mezzo a tanti, so- vente inutili e talvolta sciocchissiini almanacclii, che si pubblicano ogn' anno nella nostra citta, alcuni anche con pretensione di primazia o di preferenza , perclie mai non se ne stampa qualcheduno in cui si ricordino le cose piu necessarie a sapersi intorno al compute del tempo , ed alle sue relazioni alia vita civile e religiosa , servendosi per base dell' aureo opuscolo del cav. Carena ' E veramente una disgrazia che il ".iornale astroaomico ch' erasi cominciato I'ARTE SECOND A. S5y a stampni-p dal Silvestri (i), compilalo con molta diligenza da alcaiii allievl della scuola astroaomica di Milano , sia morto appena nato per iiiancaiiza di conipratori. TiisezLonc dell angolo coil mezzo sempllcissimo di Giuseppe Recalcati. — Milano, 1882 , presso Paolo Einilio Giusti , di pag. 12, in 8.°, con una tavola, II metodo esposto dalP antore nel risolvere qnesto rino- matissimo problema e piuttosto meccanico che geometrico, quantunque si sforzi di provare die egli vi fa uso soltanto della jv'gii e del compasso. Diiemo pero che e assai sem- plice come e seinplice il teoreiiia a cui e appoggiato , clie « Se da uti punto del prolungameiito d' ua diametro si " conduce una retta tale che la sua parte compresa fra » questo punto e la circonferenza uguagli il raggio , Taa- »» golo die essa fa col diametro e la terza parte di quello »» compreso dal diametro stesso e da quel raggio che passa " per r altro de' punti in cui la retta nominata incontra w la circonferenza. » E diremo pure che anche di questo argomento come di quello della rettificazione della circon- ferenza (Vedi Biljl. Ital. t. 64.°, dicembre i83i, p. 377) il sigaor Recalcati mostra di avere una giusta cognizione. Lezioni intorno alia marina, sua storia ed arte propria, con notizie di vario argomento, di Gaspare Tonello , pnbhlico professore di costruzione navale e manovra neW /. R. Accademia naulica in Trieste. Volume quarto. — Venezia, i832, dalla tipografia di Gidm- battista Merlo in Campo a Sanf Apollinare. Prezzo 'di tutta V opera, divisa in quattro volumi, austriache lir. 32. Questo quarto volume delle Lezioni intorno alia marina compie 1' importante lavoro intraprcso dalT egregio pro- fessore Tonello a giovameiito di qualunque persona che s' occupi o s' interessi di marineria e delle arti allini. Nei precedent! articoli ci si presento opportuna occasione di lodare la sccka degli argomenti ed il bel modo con cui (i) V. la Bibl. Ital. toui. 64.* pag. 234, aoveuibre io3i. 358 BIBLIOGR \MA. farono esposti. II dotto e mouesto autore di qiicsta pi'ege- vole opera ha vokito in essa farci pur gustare la doviziosa serie delle scientifiche e pratiche cognizioai di cui arric- chira senza dubbio le grandi e compiute opere suU' arclii- tettura navale e suUa nautica , delle qaali ci fa sperare la pubblicazione. 11 quarto volume, che ora annunziamo , coutiene la sple- gazione dei vocaboli tecnici di marineria che si trovano negli altri tre volumi , cogli analoghi o corrispondenti ter- miai fraacesi, inglesi e tedeschi. L' autore ebbe in vista due oggetti distiati , 1' uno di facilitare 1' iatelligenza dei precedenti volumi, Taltro d' esibire ua Saggio d'un Voca- bolario di marina in quattro lingne «< clie non sarei alieno " dal compilare ( cosi I'autore) se il presente esperlmeuto »» riescisse di pratica utilita. » Egli si prevalse de' piii ac- creditati Dizionarj di marina , cioe di quelli di Roding , Neuman, Romme , Lescallier, Giequel des Touches, Wial de Glairbois , e specialmente di quello del nostro Stratico, nelle tre liugue italiana , francese, inglese , pubblicato in tre volumi in quarto dalla stamperia Reale in Milano nel i8i3-i8i4; la quale posteriormente (i 823) diede alia luce la Bibliograjia di marina nelle vane lingue d' Europa , altro utilissimo lavoro di quell' uomo egregio. Ad iinitazione di Lescallier e dello Stratico , il nostro autore aggiunse al suo libro alcuae tavole incise che rappresentano gli og- getti principali contenuti nel Vocabolario e ne facilitano non poco 1' intelllgenza. Le definizioni in geuerale ci sem- brano precise; anche le spiegaziooi, quantunque brevi e suc- cose, sono a parer nostro cliiare ed esatte; ci duole pero ch' egli abbia omesso di spiegare alcuni termini menzionati nel Vocabolario stesso, ed i quali , per essere strani e poco usitati, grandemente ne abbisognavauo come, per esempio, giardini di poppa , cicala, incapellare, mazza-preie , mandola, feminine del timone. 11 sig. Tonello si prefisse di attenersi pienamente alle vocl tecniclie usate dalla marina veneta, e lagnasi dello Stratico perche non abbia nel suo Dizionario accettata ne compiutamente , ne esattamente la veneta terminologia. A questo riguardo ecco cio che dice lo Stratico mede- simo nella sua prefazione: " La divisioae de' goverui e la notabile varieta de' dialeui della stessa lingua in Italia porto necessariameute diversita graude di vocaboli nel VAKTli SECOND\. 359 liiigua<;g,io iiiariiio, il qualp fu soUanto parlato e non niai deterniinato con ua vocal^olario. Non pcrtanto e certo che la marina veneziana fu celebre per le navigazioni , per le azioni cU inare , per la costruzione dei navlgli , pel sno arsenate, per T ingegno de' suoi artejQci; ed e evidente che essa ehlje ed ha un lingnaggio marino in tutta I'ampiezza deli' arte, del quale si e servita nelT armo delle navi e delle galere , nella direzlone delle stesse, nella costruzione dei bastimenti tanlo per la guerra, cjuanto pel commercio e neir amuiinistrazione econoniica. Altrettanto dir si dee della marina genovese e napolitana e toscana , le quail hanno 11 loro compiuto lingnaggio marino. Ma molti vo- caboli per indicare lo stesso oggetto souo diversl e molte frasi ancora; e alcuni se ne sono adottati dalle altre na- zioni , secondo che porto 1' occasione de' commerci piii o nieno fretjuenti con esse; alcuni si sono alterati per forza della pronunzia. A queste varleta provveder puo un vo- cabolario in cui le voci siano definite e riferite alle voci d' altre lingua come la francese e 1' inglese , le quail hanno libri di quest' arte e costanza magglore nella significazione dei vocaboli. » Siamo noi pure d'avviso che in un Dizionario di marina italiano , quaatunque dar si possa la preminenza a molti vocaboli veneti, perche o piii conosciuti o piii precisi o piu significant! , nulla di meno non si devono escludere gli altri e molto meno i toscani. Anzi pensiamo die un tale di- zionario per essere compiuto dovrebbe avere in fronte ad ogni articolo (per quanto fosse possibile) i vocaboli tecnici, appartenenti ai quattro dialetti suddetti che hanno analoea significazione. II Dizionario dello Stratico , seljl)ene degno di molta stima , non e pero totalmente scevero di mende, d" omis- sioni , d' inesattezze , lascia in varj luoghi bramare mag- giori dichiarazioni, e d'altronde non e ingiusto il rimpro- vero datogli dal signor Tonello , dlcendo chCj non sa in quali porti d' Italia possano adottarsi i franceslsmi ch' egli abbondevolmcnte v' introdnsse. Opera utilissima sarebbe dun(jue quell.a di sottometterlo ad una rainuta ed attenta revisione per emendarlo e ridurlo a quel grado di perfe- zione di cui e suscettivo. Quest' impresa ci seuibra prcfe- riliile a quella , soverchiamente laboriosa , d' un nuovo di- zionario;, e niuno a dir veio piii del prof. Toiiello sarebbe 36o BIBLIOGllVFl.V. in istato ili eseguhla lodevolmente. I lami teorici di cui la sua meiite e arriccliita , le grand! cognizioni pratiche ch' egli possede , il continue esercizio del pubblico inse- gnamento gli somministrerebbero in gran copia i materiali a tal uopo bisogiievoli j ma brameremaio die T amor pa- trio ( lodevolissimo d' altra parte) non lo eccitasse a dar un bando ai termini di marineria toscani , non che ai na- poletani ed ai genovesi che meritano pure d' essere presi in attenta considerazione. Dlstribuzione de' premj d industiia nazioiiale, nclla ri^ correntc solennitd del giorno oiiomastlco di S. M. I. M. A. Francesco prl/no, 4 oUobre i83l in Vcnezla. — Venezia, i8ia, tlpugrafia di Giuseppe Ant on elli , in 8.° Dopo di aver renduto conto di una eguale distrlbazlone fatta in Milano nel iSSa, ci faccianio solleciti di annun- ziare anche quella di Venezia dell' antecedente anno, i cui atti, come accade d'ordinario, vennero dopo alcpianti mesi pubblicati. I nomi de' premiati gia vennero diffusi per mezzo de' publjlici fogli. Ci permetteremo quindi soltanto di os- servare die o una diretta relazione dovrel>be stabilirsi tra le Commissioni dell' I. R. Istituto di Milano e di Venczia, o le operazioni della Coimiiissione Yeneta dovrebl^cro piu sollecitamente comunicarsi, o farsi note al pubblico; giac- die vediamo in questa sola distribuzione veneta premiato con niedaglia d' oro un oggetto die nell' anno segucnte fii premiato con medaglia d'argento in Milano; premiato I' anno scorso con medaglia d'oro in Venezia un valente meccanico ciie lo fu pure quest' anno in Milano per oggetto in parte identico , ed accordar vediamo in Venezia cd in Milano inedaglie d' argento o ad uno stesso individuo per oggetto eguale, o pure per eguale inanifattura a diverse pcrsone. Ci parvero pero soddisf.icenti i giudizj portati dalla veneta sezione dell' Istituto , dei quali in questo volumetto si pub- blica Testratto, e die noi amiarao di credere seinpre inipar- ziali, sinceri, immancahili, come nel suo prologo si esprime il segretario prof. Ariel; non possianio tuttavia oiiiettere I'osservazione die la macchina (che noi dlremmo piuttosto apparato), per niantener plene le botti di vino, per cui in accorclata mmztonc vaorwolc a Carlo Galetti del Friuli . rARTE SECOND A. 36 1 si vide gla da alciini anni nella stessa forma pubblicata dal Ijenemerito canonico Staiicovich , e se ne parlo aacora in qiiesta Biblioteca. II discorso recitato in quella solenne occasione, e clie si legge impresso dopo il suddetto estratto dei giiidlzj , usci dal la penna del consigliere Francesco dottor AgUetti , presidente della conimissione. h^Aglietci , gia celebre per altri dotti lavori , con ottimo consiglio scelse un argo- inento che potesse interessare 1' onore della sua patria e la gloria delle sue arti, e quindi piglio a ragionare dell' arte vetraria n die e una , diss' egli , di quelle pocliissime che n nate un tempo fra noi, si maiitengono tuttavia in fiore » in questo nostro paese, mentre tant'altre, che fra noi M nacquero, traspiantate in suolo straniero , a pena e che »» ricordino e questo cielo e queste acque , tra cui sorli- n ron la cuna. " Si mostra in quel discorso non meno erudito che elegante , come quell" arte surta in Venezia nel secolo XI, si estendesse alia contrafFazione delle gemme, ai urocessi de' cosi detti margariteri , alia fabbricazione de- gli specchi e degli smaltl, cpme grandemente prosperasse fin verso la nieta del secolo XVII, e malgrado molte vi- cende si niantenesse tino a'nostri giorni, giugnendo a poter profittare de' lumi della storla naturale e della chimica, lumi adatti per promuoverla posseiitemente. h'Jntonelli che in quella stessa distribuzione ottenne il premio della medaglia d' oro pel suo stabiliinento tipogra- fico e calcografico , voile certamente distinguersi nelP edi- zione del libretto ;, e lo arricclii di copiosi fregi ed orna- nienti intagliati nobilmente in legno o in piombo, che quasi ad ogni pagina s' incontrano. Memoria sulV origlne delle acque del Scbeto di Napoll aiidca, di Fozziioli , ecc. scritta dal R. profcssore cavalicre Tcodoro Monticelli , segretario pcrpet/io della R. Accadcmia delle scicnze , socio ordinario del R. Istituto d incoraggiamc.iito alle scieiizc na- tnrali c di altre socictd estere. — Napoli , i83o. Tipografia Feriiaiidcs. Uti volamctto in 4-' > di pag, 56 , cua due tuvole in raine. Avremmo volentieri data prima d' ora contczza di que- sta intercssante Memoria se piii presto ci fosse perveuuta : Bibl hal T. LXVIII. 2^ 362 BIBLIOGRIFIA. il clie prova quauto lente e scarse oJ imbnraz/ate siano le letterarie coniunicazioni fra due delle piii importanti citta d' Italia. Questo fatto potrebbe aversi per ua segno deir infaazia di nostra civilizzazione , se essa gia non ri- splendesse per molti lati plu fulgida che in ogni altra re- gione : ma anche quel segno speriamo vederlo presto scom- parire merce d*un accordo fia i diversi governi d' Italia die guarentisca a questa aniica patria del sapere i vantaggi della sua unica lingua e quelli del suo scientifico retaggio. II Sebeto e fiumicello ricco di gloria e poverissimo di acque , ed e alinientato da sorgenti di origine rimasta a lungo incertn, comeclie supposta in vario modo, oi-a dalle caverne del vicino vulcano, ora dalle paiudi ili Nola , ora da altri luogbi, secondo varj autori tenuti tntti in rino- manza. Onde scoprirla e comprovarla, molte furono le indagini del signer professore Monticelli, nelle quali egli giovossi anche delle notizie, di cui furongli cortesi varj suoi amici , nominando tra essi con onore il medico don Gaetano Miranda e gli arcliitetti don Luigi Mallesi e doa Gaetano De Fazio. La casa della Bolla posta a tre miglia al sud di NapoH e un municipale stabilimento da cui derivano le acque che in canali artefatti chiamati Formali giungono a Na- poH per gli usi della vita, eve dividonsi e suddividonsi in tanti minimi rigagnoli e raccolgonsi poi con tanti pic- coli pispini die penne si denominano, probabilmeute per dar idea del piccolissimo loro diametro. Alia Bolla comin- cia pure il letto scoperto del Sebeto cbe porta al mare le acque di nessuna utilita o di pioggia dirotta. Come siano le ncque condotte alia Bolla e quale origine abbiano e cio che il sig. professore Monticelli ha posto in cbiaro , di- iiiostrando che nella piii alta antichita furono costrutte iotto le vicine i-adici del Vesuvio ampie e ramdicate gallerie, con volte in muri di fabbrica congegnati senza cementi e profonde sotto le poraici ed i lapilli non meno di set- tanta e fino a piii di cento piedi , alle quali si discendeva dalla superficie superiore , tutta composta di bibule arene, per tanti cunicoli o pozzi quadrati di ugual costruzione ch'ei trovo quasi totalmente ostrutti. Questa conformazione di sotterranee gallerie e la natura bibula delle tcrre in cui sono state dalT antichissima sapienza escavate dimostrauo abbastanj:a come la Bolla sia alimentata dalle acque di I'AKTE SECOND \. 363 pion;gia the daU'alto filtrano lentameate e soiio obbligate a raccogliersi in quelle gallerie posate sopra uno strato di tufo ituperraeabile. Indagando 1' epoca d'l quelle ardlte e grandiose costra- zioni egli la fa con induzioni salire fine ai Greci ed ai Fe- nicj, die le avrebhero intraprese a benelicio di Napoli antica sotto cui scorre il piu luagnifico e piu celebre condotto. In quest' opinione e il signor professore Moaticelli guidato dalla conformita di opere consimili trovate alia profondita di due cento palmi a Pozzuoli che era pure citta di Fe- nicio e greco dominio. Nelle gallerie di Pozzuoli rinvenne ad un Into un rialzo a gulsa di marciapiedi , non mai coperto dalle acque comunque abboadanti, il quale sera- bra destinato a rendere facili le perlustrazioni per man- teaere attive quelle sotterranee derivazloni dell' eleniento il piu caro ed il piii utile alP uomo. Poiche, malgrado la Bolla e tant' altri idraulici lavori di piu moderna origine, di cui si da nella Meiiioria idea , non si sente in Napoli alibondanza di buone acque, il signor professore Monticelli si estende a dire come tali acque potrebbero essere aumeiitate assai , particolarmente con quelle ciie s'impaludano sotto il piano del Candelaro, e coaie tutte potrebbero essere feltrate onde spogliarle del solfato calcare di cui sono sempre piii o nieuo pregne. Parlando con patrio amore di questo argomento, nlie e al certo del piii grande interesse, si duole die manchino tuttora a Napoli buone mappe idrograficiie dei canali che la ris- guardano si da vicino, niaucanza coinune a tante altre citta non meno cosplcue e ricclie in oggetti di lusso , alia quale si va provvedendo, ma lentamente, perche P utile non eblje mai dovizia di autorcvoli protettori. Facendo voti per la sollecita ed esatta compilazione di simlli mappe, il sig. Monticelli esclama, not non sappiaiuo se a ragione o a torto : che soUanto allora si poird giudicare del tncrito e (id vnlcre delle spcse cui da luogo f iniperizia e l' ai'idicd di una specie di persone che Fontunai e Pozzai si chiarna e che iive opipenuncrue senzn fur nulla. Desideriamo die per le nuove mappe idrograficiie di Napoli non siano prese a mo'lello le due con cui il signor Monticelli corredo il suo lavoro. Sempre coll' idea di auuienfare le actjue utili in Napoli , e^li cliiude delta Memoria con parole sui pozzi traforaii 364 BIBLIOGRAFIA. chiamati ArteslanI o Modenesi, e fa un ceuno anche del metodo dei Greci di cui servonsi tuttavia i Tiirclii a Co- stantinopoli per trasportare le accjue dall' una all' altra sponda di una valle col mezzo di sifoni, al quale dai mo- derni venne in molti casi sostituito il metodo dei Ponti canali che , sebbene piu costoso, noi crediamo preferibile ove si tratti di gran corpo di acque ; anzi possiamo accer- tare che il metodo dei sifoni non e econoinicauiente appli- cabile se non se ai piccoli zampilli. Xo coltivazione del gelso. Trattato pratico del nohile signor Akgelo Peboni qJ" G. B. — Brescia , i83a , VciKurJui, m 8.°, r/i/7«^. 260. Prezzo con tavule lit. llr. 3 itaL , senza tavole lir. 3. 5o (1 ). II gelso risgnardato a' nostri tempi, e non a torto , in Italia come V albero della riccliezza , vi si vede moltiplicato fuor di misura , ed allevato da' possidenti ed agricoltori in ogui parte de' loro fondi. Ma poidie non tanto deve pre- niere la copia quanto la bonth di tal coltivazione , cosi importa clie si ditfondnno le istruzioni gia per lunga espe- rienza riconosciute niigliori affine di ben condiirla , e con esse anche quell' altre die si vanno attualmento raccogliendo dalla pratica de' plii esperti agronomi. Percio noi lodiamo il sig. Peroni perche mediante una buona scelta di aiumae- stranienti tratti da' jiiu pregiati autori , o dedotti dalla propria pratica o da quella d' aliri che al par di lui si tono niessi a coltlvare il gelso con singolar diligenza e premura, composto ne abbia il Iratiato che annunziamo, {i cui gli agricoltori potranno con loro vaataggio avere ri- corsQ. Egli, dopo premesse alcune notizie gencrall sul gelso e le sue varieta , parla della sua propagazione , quindi anclie de' vivai , e dopo il conduce sino al suo perfezionamento discorrendo nou solo del trapiaatarlo quand' e cresciuto , ma anche dell' innestarlo. Insegna come in appresso il geUo si governi e se ne tragga convenientemente prolitto , di- cendo in che modo se ne faccia a dovere la potatura e la rimondatura, e con quali cautele convenga sfrondarlo. (1) Una di queste tavole rappresenta la foglla dfl Morus iilO'c- (rojjhylla (Gelso indiano), T altra rappresenta la ibj;lia del il/y/(;.y muUiumlu ( Cdso dflle Filijipinc- ). rvKTF, srnoNDA. 365 Non ilimcnticn di occuparsi intorno allc malattic del geIso» ne di inostrare come si possa coa vnntaggio educarlo ia altre forme diverse dali' oidiiiaria arborea , e vien quindi a discorrere delle siepi di gelso e de' gelsi nani. Con- chiude il suo trattato con alcune avvertenze intorno ai terreni die al gelso si ailanno. Qui 1' autore voile entrare ia niaterie scientifiche circa le varie sorte de' terreni ac- conci alia vegetazione, ma a noi non sembra die le trat- tasse con quello stesso discernimento con ciii trattar seppe le praticbe. Basti il dire die a parer suo il terreno forte e fatto di argilla silice e allume ( pag. i55), e die la differenza la quale egli crede ammessa da' cbimici agrarj tra r argilla e la creta consisterebbe nell' esser la prima composta di silice e ct nllwnine . pungente al tatto della lin- gua ecc. , la seconda composta di carbonato di calce , di una parte di silice e una parte di magnesia (pag. i5o). Ad accrescere il difetto delle cose si aggiunge poi anclie quello della locuzione sovente impropria e confusa, e basti in prova I'eseuipio seguente (pag. i5a ). « Questa terra ( la sabbiosa ) ba la proprieta di essere bensi nieno /e- conda , ma piu fertile , piu attiva della terra argillosa ; bi- sogna non pertanto soccorrerla con della terra argillosa per ottenerne la sua fertilith e la sua attlvita. >/ II Trattato della coltivazione del gelso e seguito da critiche ossenazioni generali sulle nuave varieta de' gelsi, L* autore ne parla piuttosto secondo I' aitrui esperienza die secondo la propria ; trova ragioni sufficienti per ap- provare la coltivazione del Morus macrophjUa ^ non cosi per arrendersi al Bonafous die vorrebbe tra noi coitivato il Morus midticauUs ( Intifolia Poir. ) ossia gelso delle Fi- lippine •, raccomanda in geuerale di non scostarsi dall' uso del gelso bianco di cui si egregtamente e provata V utilita. In queste discussioni tocca alcuni punti di teorica Ijota- nica, ma difettosamcnte come persona die favelli di ma- teria non ben possednte. Sc pcro il sig. Peroni ci lia date una buona monogr-Tlla pratica del gelso , noi speriamo vederne presto publjlicata una monografia botanic i, die porra in dilara luce (juanto risguarda il scitntifico trat- tato di dctta piantai sari essa lavoro del profcssorc Mo- retti , il quile, per quanto e a nostra notlzia , e da i. AnTKMH^iA NiTiDA: suffruticosa , sericeo argentea , piniiis futiorum inferioriim foliisque superioribus anguste pal- mato-multifidis ; racenio elongato bracteato floribus solitariis semiglobosis cernuis. A glacialis Vitm. Sagg. p. 44, excl. syn. Jacq. Fl. austr. 5 , opp. p. 46^ tab. 35. Fino ilall'anno 1802 raccogliemmo questa specie sul- I'alpe della Tambura; 1' avemmo in seguito dal signer Gui- doni, e per ultimo dailo stcsso prof. B. che in quell' epoca parteclpava nella nostra opinione, essere dessa cioe VA. muteUiaa Vilh ed appunto con questa soprascritta di suo pugno ne serbiamo tuttora 1' esemplare nel nostro erbario, A schivare ogni equivoco, per A. mutelUna intendiamo la specie , die con qiiesto noma fu da prima descritta nella Flora del Delfinato da Yillars; nome che le fu conservato da Willdenow, Spec. PI. Ill, p. iSSa, coU' aggiugnerle a sinonimi I' A. glacialis TVulf neUe Collect. Jacq. II 118, tav. 7 fig. I, 2, 3, e VA. rupestris All. Fl. Pedein. II, 169, a' quali sinonimi fu riunita la pianta chiamata dal Pona Assenzio alpino II, con una figura die rozza qual e, non disdice a questa specie. Quanto alia figura I della tav. 9 della Flora pedcmotUana , die il prof. B. crede potersi riportare alia sua specie, diremo die alcuni esemplari die abbiam sott' occhio del nostro erbario, raccolti nello stesso luogo, concordan bensi con questa figura, ma non crediamo per- cio aversi a staccare dalPJ. mutellina , per la ragione che r intervallo die, presi isolati, sembra dilungarli da essa , si trova sul luogo riempiuto da individni che alia stessa progressivauiente la riconducono. Convien credere che in pari osservazione siansi incontrati e Willdenow, e Host ( Fl. austr. vol. II, p. 461), die certo senza giusti motivi questi accuratissimi Ijotanici non si sarebbero permesso di togliere questa figura alia specie cui fu dal suo editore applicata , per associarla a' sinonimi dell'^. mutellina. Del rinianente ai dubbj che tuttora ingombrano niolte specie della Flora Pedemontana , e a' difetti delie sue tavole verra, ne andiam certi , provveduto dalle uuanimi cure de' botanici del regno Sardo , e principalraente nell' opera del Botaniron Pedeinoiitanum cui sta lavorando l' illustre avvocato GoIIa. In questi preziosi lavori avremo un nuovo e solenne documento della protezione che il re Carlo Al- berto accorda alle scieiize uaturali. 376 BIDLIOGRA.FIA. io6. AcAlilcus CJSSABEUs. Tra' sinonimi dl questa specie non e dimenticato il Boletus di Plinio Hist. nat. L. XXII, cap. aa. Ma il prof. B. dopo aver notato die questa specie e sempre mangiata impunetnente , non accorda al naturalista romano, che Agrippina abbia potuto trar di vita con quesio innocente fungo 1' imperatore Claudio Nerone suo consorte, senza aver prima niischiato con esso il veleno. Per verita non ci sembra che il senso di questo passo di Plinio che si riferlsce a quel tragico avveniuiento , sia stato quanto basta ben inteso dal professore bolognese. Inter ea , cosi si legge nel luogo citato, qucE teinere manduntur, et huletos , merito posuerini , optimi quidem hos cihi , sed inimenso exem- plo in crimen adductos , veneno Tihcrio Claudio principi per Jianc occasionem a conjuge Agrippina duto . . . . e poco dopo: Quorumdam ex his facile noscuntur venena, diluto ruhore, etc. II romano naturalista ben sapeva die tra le specie di bo- letl non tutte erano optimi cihi, per cui anche quelle che de' buoni avevan la sembianza tem«re rrianc/unmr. Da questa somiglianza colse occasione Agrippina per avvelenare 1' au- gusto consorte, porgeudogli la specie velenosa die aveva sembianza della prelibata. La nializia di Agrippina fece cadere l' imperatore Claudio in queir errore fatale , in cnl pur troppo anclie a' di nostri cadono per inavvertenza co- lore , che scambiano 1' Agaricus cmsareus col velenosissi- mo Agaricus muscarius. 108. Lycoperdon pyramidvlatvm : subturbinato-globo- sum , subsessile , peridio albo ochraceo ; pyrumidulis quudri- partitis , fragilibus , echinato. Questa specie gia descritta dal Micheli, Nov. Plant, gen. ai8, n.° 3 , e rappresentata alia fig. 5, tav. 97 della siessa opera. Con questa specie di fungo il prof. B. chiude la se- rie delle plante da lui aggiunte colla Mantissa alia Flora delle Alpi apuane. Intorno alia quale ci siamo creduti tauto plii in dovere di esporre liberamente la nostr.i opi- nione, che intorno ad alcune di queste specie il chiarissi- mo autore avendo contro di se 1' autorith gravissiuia di taluno tra' nostri botanicl che piu d' ogni altro colie proprie fatiche ha fornito preziosi materiall per la Flora italiana, il publilico doveva essere informato dello stato della qui- stione, oiide dar norma al sno giudizio. Collo stcsso in- temliineuto abljiam procoduto iutonio alle specie, che per PARTE SECONDV. 877 la prima volta si prescntaiio otide prcnder posto tra le nostre. Aiiimati dal piii vivo interesse al Jjuon successo della compilazione di una Flora , per la quale clascun di noi, per quanto le proprle forze il pativano, ha fornito i necessarj niateriali, siam d'avviso clie nessuna pianta dub- biosa debba essere ammessa in quest' edifizio, se dopo essere stata purgata da ogni labc dalla critica piu impar- ziale , non abbia ottenuto V unanime sulFragio e sanzione di coloro die giustamente fanno autorita nella scienza. Geneva, il aS diceuijjre i83a. Prof. Domcnico V'wianL Sylloge pluntarum vascularum Florae neapolltanoe hucit- sque detectarum; auct. M. Ten ore, botanices pro- fessor e. — Napoli, 1 83 1, un vol. in 8.°, dlp.b'j'j. Quest' opera e come un sunto metodico e critico non solo della magnifica Flora napolitana che si pubblica dal niedesiino prof. Tenore, ma anclie di parecchi altri suoi scrittl botanici. Le piante che vi sono annoverate (e, quanto alle specie nuove o dublsie , ben anche descritte ) ascen- dono a circa 33oo , delle quali 2643 sono dicotiledoni , e 633 monocotiledoni. Ed e veramente notabile , siccome osserva il sig. De GandoUe , che il regno di Napoli abbia somministrato il suddetto numero di specie di piante va- scolari , mentre 1' inttra Francia non ne ha sinora offer to che 4000 in circa. I.atanto che il prof. Tenore attende con tanta sollecitudine alia Flora del regno di Napoli, I'esi- mio sig. Gussone , direttore de'giardini e sitl reali di Na- poli, non minore ne impiega per queila della Sicilia, eel e venuto non ha guari in luce il secondo volume della sua Flora siciliana, il princlpio della quale fu accolto da' bota- nici con tanto gradimento (i). L' illustrazione botanica deir Italia nieridionale che quesli due Egregi ci danno , molto contribuira al perfozlonamento della grande Flora italiana che stianio aspettando dal Bertoloai. ( 1 ) FlvToe sicul(e prodromus sive plantarum in Sicilia ultcriorl nascentium cnwneratio secundum systema liiineanuiit. disposita au- ftore Joanne Gussone iiied. doct. ct Praefecto horti vclH botanici in Bocccdifalco. Vol. i.° (1827) di pag. 692, vol. 2 di pag. 586 (benclie pubblicato reccnteiuente porta la data del 1828) in o. JJibl huL T. LXVIII. lb 378 BIBLIOGRAFIA. Di alcune alghc microscopiche , saggio del dottor B. BiAsOLETTO ( con 29 tavole incise in pietra ). — Trieste, i832, tipografia ^Teis , in S°, pag. 7c. Alcuni natiu-alisti , c particolarniente il sig. Bory tli S. Vincenzo , teiigono che al decomporsi di materie orga- niche nell' acqua n' abbiano origlne esseri viventi , con va- riazione di questi secondo le materie all' acqua affidate (i). Ricevono conferma queste dottrine dalle belle osservazioni del sig. Biasoletto, il quale da naturale inclinazione, e dal- I'aver avuto dimestichezza col celebre algologo Agardh , mosso alio studio delle alghe , ne vide , descrisse , e con nitide imniagini rappresento parecchie nate in seno di liquidi provveduti qual d' una , qual d'altra organica so- fitanza , come sono 1' aceto di rata, I'acque distillate di foglie di persico, d'abrotano, di camomilla ecc. " Le alghe che sono per descrivere, cosi T autore , sono tutte doviite a soluzloni e decomposizioni chimiche di sostanze organi- che, le quali impregnaronsi di principio vegetativo , spar- geudo per tal modo il primo loro germe j il quale, per iisiche influenze generarono questi differenti enti, che sotto flspetto di nubecole , polveri verdi fmissime , piccole tele di ragno od altro simile mi si presentavano , ora aderenti alle pareti e fondo dei vasi contenenti i liquid! ne' quali vivevano , ora sulla supei'ficie , ed ora nuotanti negli stessi. Sono composti di finissimi fili d" aspetto articolato , o per meglio dire moniliformi , densamente intrecciati o liberi , per lo piu jalini, latteo-sporclii , talora colorati, immersi in una matrice mucosa di tinta piu scura degli stessi fili, la quale lor serve di centro, donde questi a guisa di rag- gio divergono. La maggior parte di queste algiie pei rife- riti caratteri vanno adequatamente a porsi nella famiglia delle leptomitee (^ leptomitece ) di Agardh, e propriamente al genere hygrocrocis e leptoniitus del suo sistema. Fra questi due generi avvene uno che mi parvc del tutto nuovo , al quale ho creduto a proposito di adattare un noma pos- sibllraente analogo. n Prende motivo a comporre un tal nuovo genere da una materia verde che vide formarsi a poco a poco sul fondo di un fiasco d' acqua distillata , ma (i) V. Diet. dass. d'hlst, nat, ^ toiu. V, pag. 46, torn. VII, pag. a8i, e altrove. PARTE SEGON»\. SjQ noi duldliatno clie nelle osservnzioni di oosi fatta materia sia stato prevemito dal siuldetto Bory , che pose inolta cura neir esame delle piii semplici verdi produzioni (i). Ossewazioni intorno alia tiligiierta o caliscertala dl Cettl (Lacerta tiliguerta Gm.) del professore Giuseppe Gene (dalle Memorie della R. Ace. delle scienze di Torino torn. XXXVI). Gmcliii ed altri naturalisti, dalla prolissa descrizione che il Cetti ci lasclo nella sua storia di Sardegna della lucertola di questo paese , che vi e detta tiliguerta o caliscertula ; dalla sua franca asserzione ella esservi, nel riguardo della frequenza e delle abitudini , il rappresentante della lucer- tola comune d'Europa, che assolutamente dice mancarvl; si arrcsero a risguardarla come di specie particolare e nominaronla lacerta tiliguerta: altri dalle parole del Cetti dednssero in vece uon essere propriaraente la tiliguerta una specie , ma solianto una varieta d' altra specie conosciuta ; alcuni volgendo il penslero a quella del ramarro occhiel- lato (Lacerta ocellata Daud. ) , altri a quella del ramarro comune (Lac. viridis Daud.). Pero nessuno di tutti questi naturalisti avea veraraente veduto I'animale di cui la re- lazione del Cetti loro porgea materia di ragionare, e incerto quindi ne riusciva il loro giudizio. A torre questa incer- tezza si adopero il prof. Gene tosto che divenuto direttore del museo zoologlco dell'Universita di Torino, vi rinveane ben cento e piii esemplari della tiliguerta sarda, che ha potuto per conseguenza con ogni comodo esaminare, e n'ebbe a conchiudere non altro essere la tiliguerta che la lucertola comune, cioe la Lacerta agilis di Linneo, ossia Lacerta mu- ralis de' moderni erpetologi. Trovo infatti eguali nella lu- certola di Sardegna e nella volgare d'Europa la lunghezza assoluta del corpo , non che la proporzione e forma degli artii eguale il numero, la disposizione e la figura delle piastre componeati lo scudo che copre il cranio; comune ad ambedue un disco masseterico ; eguali in numero, for- ma ed ogn' altra proprieta le piastre sottomascellari , il collare, il triangolo pettorale , i sei ordini di laminette (i) V. Diet, clr.ss. art. matierc .^ t*d aJtrove. 38o BTRLTOGIIATIA. jicttorali , i sol di ndilominali (i), le prcnnali, i pori del femori, i verticilli della coda: eguali in fine le minute sca- glie del dorso. Cetti scrive che la tiliguerta e vlvaniente verde coaie il ramairo, onde avvcnne, come si e veduto, che alcnni la avvicinassero a' ramarri : ma poiche per testi- monianza del medesimo Cetti trovansi anclie delle tiliguerte al tutto fosche , e d' altra parte non mancano esempi di lucertole comunl time di color verde, cosi quel carattere non fa impedimento all' unione di tali lucertole e delle tiliguerte in una medesima specie , unione che e io scopo della Memoria del professore di Torino. 3Icmoria per servire alia storia iiatiirale dl ana specie di cccidomia die vlve si/gU ipcrlci , del prof. Giu- seppe Gene (dalle Mernorie delta R. Accad. delle scienze di Torino , torn. XXXVI )' Le cecidomie posseggono al par de' cinipi la slngolare facolta di olTendere per modo certi vegetabili che in essi nascono strane produzioni a renderli mostruosi. Curiosis- sima e la mostruosita che il prof. Gene scorse eccitata sugl' iperici perforatum ed hwnifusum da una cecidomia , di cui trova esser tanta e silTatta la rassoniiglianza con la tipula del ginepro di Linneo ( Cecjdoniia junipcrina Mei"-. ), ciie '< io sarei , dice, per riunirle in una sola e identica specie. " La mostruosita di cui trattasi e una sorta di capsnletta avente il volume dl un cece all'incirca, di figura conicosferica, un po'ristretta e acuminata aU'api- ce, impiantata per la base inediante un cortissimo , e non visibile picciuolo , nelle ascelle od in capo ai rami del- I'iperico. Queste capsulette trovansi sugl' iperici in ogni tempo dell'anno, ma piii specialmente in primavera ed in autunno ; e tanta ne e la regolarith , la costanza di forma, ed anche la copia loro , che I'autore confessa can- didamente di averle dapprima credute una delle parti af- fatto naturali agl' iperici , e propriaraente i semi di essi : (i) II nuniero di queste laruinetre e di centosessanta ;, che se Cetti ue assegao sole ottanta alia tliiguei-ta, fu certo perche in- tese esprimere il nunieio di quelle che gueruiscoiio una delle meta delP addomiue , altrettante essendoveue siiumetricameute guU'alti'a nieta del inedesiiuo, PARTE SECONDS. 38 1 ne altra cigiono, egli dice, die un crrore di slmil fatta puo esser qucllo per cui tali produzioni non divennero assai tempo prima oggetto d'esaine per coloro ciii spettaao siffatte ricerclie. Ne sia concesso di corredare qaeste notizle di alcune altre aventi con esse strettissima afliaita. Gia da alcuni anni ci prendiamo diletto di osservare , e far osservare a'nostri ainici^ una mosirnosita de'pruni domestici akjuanto confornie a quelLi dal Gene veduta sugl' iperici , e clie ne seuibra procedere da egual cagione; iniijctocuhe la descri- zione della cecldotnia che e causa della uiostnioslta degli iperici, si atla egregiainente all' Insetto ciie genera quella de'pruni. E avendo, dopo letta la Memoria del Gene, os- servate negl' iperici le cose da lui narrate, verrem facea- done confronto con quelle die ci ricordiamo aver ripetu- tamente vedute su' pruni. Le mostruosita de'pruni si tro- vano , come quelle degl' iperici, all' ascella delle foglie od all' estremita de' rami : hanno anch' esse la forma di cap- sule, ciascuua delle quali pero e intera, talclie senza rottura non se ne puo vedere I'internoi all' incontro le capsule degl' iperici sono fatle di due valve applicate 1' una contra I'altra, e facilmente, senza lacerazione di sorta , separa- bili. Queste valve degl' iperici sono foliacee, e non di rado avviene die diniinuiscano di s])essore, si allungliino, e prendano a poco a poco la forma e gli altri caratteri delle foglie iiurmali : in vcce la sostanza delle ca^DSulc de' pruni, avveguaclie verde , e uiolto piii spessa e compatta che a foglia non si convenga , e passata la prima vera (ch'e la sola stagione in cui i pruni si dimostrin muniti delle prodnzioni di cui ragionasi), divien come lignea, ne le capsule pcrdono mai la loro forma se non perdie si ristringono in se stesse nel dlseccarsi. Le capsule de' pruni sono internamente tappezzate come di una bianca membra- nella , e per di fuori intorno alia base guernite di scagliet- te, cose tutte di cui non si veggono corredate le capsule degl' iperici V e se tali mostruosita, come opina il Gene, non son altro die germogli trasformati , convieu dire die quelle de'pruni meglio che quelle degl' iperici conservino r impronta di questa loro originale natura. Quanto poi al- I'animale che alIo2;gia le suddette capsule, vuoisi notare tra iperici e pruni la diilcrenza, die qucllo annidato ue'prmii, per uscirc dalla sua capsula , come fa quando di ninfa si 382 BIBLIOGRAFIA. converte in insetto pcrferionato , non ha mestieri che di allontanare T una dall' altra le valve di cui essa si compo- ne , e in vece quello ch' ebbe stanza ne' secondi e obl)ligato a procurarsi 1' uscita mediante un foro: se la capsuia del- riperico viene staccata dalla pianta T animale ne muore ; se quella del pruno soggiace ad egual sorte T anlmale si serba vivo, e puo perfezionarsi. II Gene cljbe ad osscrvare che le larve delle cecidomle le quali vivono dentro le cap- sule degl' iperici sono di rado solitarie , piii soventc se ne riscontrano due , tre , quattro , cinque e ben anche sei iiella medesinia capsuia. Non SLiupre pero gli abitatori di essa sono tutti cecidoniie; assai volte trovasi con esse con- fusa la larva di ua minuto imeaoptero della tribii delle calciditi , la quale , giusta il proprio istinto , que' suoi compagni d'alloggio consuma e distrugge. Non ci e mai avvenuto di trovare non solitaria la larva abitatrice delle capsule de' pruni. II prof. Gene dice aver riscontrate le capsulette sola- niente suU' Hypericum perforatum e suU' humifusum , ma es- ser probabile che si produesmo anche suU' altre specie men comuni di questo genere, Infatti furon vedute anche sovr' altri iperici che si coUivano nel giardino botanico di Pavia. Lo Spettatore del Vesiwio e de' campi Flegrei. Gior- nale de' signori Cassola e Pilla , in 8.^, di cui si pubblicheranno da wio a due fogli ogni bimestrc. Prezzo fr. 1 6 annui , franco per posta sino ai con- fini del Regno delle due SiciUe. I signori Cassola e Pilla si sono proposti di far cono- scere con questo Giornale le novita piii important! , le osservazioni di niaggior rilievo, i fenomeni piu curiosi che nei loro diversi stati di riposo e di azione presente- ranno il Vesuvio e la Solfatara , non che tutto il suolo dei campi Flegrei. A tal fine intraprenderanno essi escur- sioni ripetute in questi luoghi col proposito di raccogliervi con la piu scrupolosa attenzione tittti i fatti che alia chimica, alia orittognosia ed aila geognosia de' vulcani hanno attenenza. II signor Cassola assumera 1' impegno di applicare alio studio dei fenomeni e dei prodotti delle siiddette localita i lumi della chimica tanto prcziosi nella PARTE SECONDA. 383 scieiiza dcllc vnlcanizzazloni: in consegucnza analizzera i gas che si svilupperanno dai focolari vulcanic! , ne stu- diera la genesi, osaininera la natura dei fumajuoli , isti- tuirii ricerche sulle siiljlimazioni , non che su le actjne termali e minerali delle viciiianze , e pubblichera a quando a quando 1' analisi delle specie mineralogiche di cui ab- bonda il moate Somnia, e delle quali s'ignora tuttavia la composizione chiniica. II sig. Pilla torra sopra di se T in- carico d' investigare V orittognosia , e specialmeale la geo- gnosia poco coaosciuta delle aiizidette region! vulcaniclie ; al quale oggetto dark la descrizlone delle sosianze rigettate dair azione dei fuochi sotterranel e di quelle che sono il prodotto d! quest! agcnti , oggetto di una importanza noa niai troppo a raccomandarsi , e di cu! sol ne' vulcani at- tivi puo imprendcrs! lo studio : inve3t!ghera la giacitura delle antiche corient! , la loro natura, i caratteri nuovi che loro avra iinpresso la forza del tempo ; visitera glL spaccati che metteranno alio scoperio gli scavi , le allu- vion! , gli scoscendimenti ecc. ecc.f, e si occupera ncl far co- noscere i cangiamenti diversi a cu! andra soggetto T interno cratere del Vesuvio. Entranibi poi osserveranno col plii attento esame le grandi eruzioni di qucsto vulcano , e ne descriveranno le piii minute particolarith c!asciino pel ri- spettivo lato. In line sara da ess! destinata porzione delle facce del Giornale a dar notlzia del lavor! che sul Vesuvio e sui campi Fleo^rei pubblicheranno i dotti naturalist! che alia ci;iornata recans! a visitare queste classiche contrade. {Estratto dal manifesto degli autori.) V A R I E T A. F I L O L O G I A. lOu ^ulla lingua dei Berberi. — Nel Giornale letter ario : Nou- velles Aiinales des Voyages et sciences geograpliiqiics. Paris , chez Gide, me S. Marc ^ n.° 20^ cahier de novemhre i83a , trovasi 1' estratto del recente viaggio d'un Musuhnano nel- r Affrica settentrionale. Voyage dans phisieurs coiitrces de I'Afriquc septentrionale par Hadji Ebn-ed-dia el Eghouaati. ■ Qucsto estratto e oi)era del sig. Hodgson gia Console degli 384 V A K I E T A.'. Stati-Unltl d' America in Algeri. Poco importante semlira il viaggio del Musulmano, meno I'indicazione della citta di Timimoum, die pare essere stata sinora ignota in Europa, ma il signer Hodgson ha messo a profitto le cognizioni di un giovane educate nelle scienze maomettane e di na- zione Berhero per istruirsi nella lingua berbera, la quale sembra essere T antica lingua dpgli abitanti dell^Affrica set- tentrionale, anteriore senza dubbio alle conqulste degli Arabi, e probabilmente anche a quelle dei Fenicj fonda- tori di Cartagine. Deesi al certo niolta lode al sig. Hodgson per tali indagini , frutto delle quali sono T acquisto di al- cune novelle e di alcune poesie in quella lingua. Oltre di cio dice egli di avere rivolti i suoi studj ad esanii- nare se nei libri d' istoria e di geografia degli anticlii scrit- tori greci e latini trovinsi nomi proprj di persone e di luoglii , i quali abbiano una signlficazione neir idlonia dei Berberi , ed aggiunge poi cli' egli unitamente al sig. Sha- ler , il quale fu pure Console degli Stati-Uniti in Algeri , scorrendo Erodoto , Plinlo , Strabone , Pomponlo Mela ed altri scrittori, ebbe la soddlsfazione di sentire dal sue in- terprete Berbero che tali nomi avevano nella sua lingua iin slgnificato clie poteva applicarsl a citta , a flumi , a montagne , ecc. Egli pote pure inferlre dalle sue Indagini clie alcuni di tali nomi contlnuano ad essere adoperati in que' paesi nello stesso senso in cui lo furono ancicamente. " Sin d' ora ( conchlude 11 sig. Hodgson ) le nostre scoperte !> superarono le nostre speranze. » Sembra probalnle che al sig. Hodgson sla ignota la Me- morla stampata in Milano , sono ora sei anni , dal signor conte Carlo Ottavlo Castiglioni predsamente sullo stesso argomento col seguente tltolo: Menioire geograpliique et nu- mismatiqiie sur la partie orientale de la Barbaric appelee Afrikia par les Aruhes , suivi de Recherdies sur les Berberes (itlantiques anciens habitans de ces contrees , par le comte Ch. Octave Castiglioni , meinbre associe etranger de la Societe asiatiqne de Paris. Milan , de I'lmprimerie Iinperiale et Royale 1826 (i). In queste Recherches il sig. conte Castiglioni ha trattato appunto V argomento di riconoscere cioe , per (i) Della Menioria del sig. conte Castiglioni si e data I'analisi nel tomo 42.", magjio 1826, pag. 182 di questo Giofuale. V A R 1 E T A*. 385 quaiito gli fu possiliile, gli antichi nomi cU quel paesi con- servatlcl dai Greci e clai Romani , al qual line ha messo specialmente a proiltto urr poema cU Corippo scrittore del secolo VI, scoperto dal D. Mazzucchelli nella bihlioteca Trivulzio, e da esso pul)blicato per la prima volta in Mi- lano , r anno 1820 (1) » poema nel quale moiti nomi di que' paesi trovansi indicati. Sono plu di cento i nomi in tal guisa riconosciuti derlvare dall' antica lingua dei Ber- beri , ed evvi pure estesamente trattata la quistione se tale lingua sia la piinica , dimostrandovisi non essere punto ne quella , ne da essa derivata , ma propria degli antichi abltanti di que' paesi , e solamente mescolata di vocaboli arabi , sopra tutto per le idee astratte , per le cjuali non avea vocajjoli il linguaggio di que'rozzi montanari. Ivi pure vien trattata estesamente la quest) on/5 dell' origine del no- me attuale dei Berberi , e vi si prova derivare esso da quelle di Barhari col quale prima i Greci poi i Romani designavano le nazioni straniere. Vi si dimostra pure che Pantico nome di quella estesissima nazione di origine asia- tica si e quello di Mazig , ne a cio si oppone che coU'an- dare dei secoli alcune tra quelle popolazioni abbiano per loro stesse adottato 1' indicato nome di BerJjerl , come as- serisce il piii volte nominate sig. Hodgson. Se tale opera venisse a cognizione di quel dotto orientalista ne risulte- rebbe un utile alia scienza , mentre egli col vantaggio di avere avuto un interprete Berbero, e di essere stato sul luogo potrebbe confermare, ed occorrendo rettilicare le opinioni del conte Castiglioni, ed aggiungere nuove ric- cliezze a questa scoperta. BELLE ART I. L' Anzclo della Speranza. Tavola di Leonardo da Vixci. — Fu antica sentenza, che Giove mirando alia vita umana travagllata da tante e si gravi calaniita , senti commisera- zione dell' iufelice nostra condizione : e temendo non gli (1) Flavii Ciesconii Corippi Johannidos seu de bellis Libycis libri VII editi ex codice Mediolanensi imisei Triviiltii o)iera et studio Petri Mazzucchelli Collegii Anibrosiani Doctoiis. DIediolani, J 820, ex imp. ac reg. Typographeo. Di pag. 444 * LXXll di pref. , in 4.° (V. Bihlioteca Italiana, t.' XVIII, p. 3 10, quad, di giuguo 1820 )• 386 V A R I E T a'. uotninl disperati di conforto commettessero in se medesuni il ferro oraicida , o dalle erte baize precipiti si gettassero, penso in qual modo a tatitl afrauai di alcuii alleviameato potesse provvedere. Ma come quegli che era soggetto al Fato , e benche Signore degli Dei , nulla potea operare se noa fosse dalla terribillta dei destini peraiesso , si volse ad ottenefe dalla prepotente necessita 1' arbitrio di tempe- rare, se noa coUa realta , alineno coU' iainiagmazione le umane sciaure. Perche impetrata coU'alta della prece di tutti i numi per esso condotti in quella pieta , perraissione di sollevare le miserie uniane, imniise nel nostro petto la speranza, sola e ottima consolatrice di tutti i mali. E per- che questo benefico dono fosse di misura senza termine , concesse all' umana stirpe , come nota Euripide , poter desiderate tutte le cose, e sperare nioltissimo , benche le fosse dato di pochissirao consegiiire. Entrata per tanto nel cuore umano la speranza , la vita nostra si vesti di giocoudita , e sembro che sua merce V infinita congerie della mortal! sventure minora 8trazio facesse di noi , e fossero d' assai lenite le angosce e le forze delle dire perturbazioni che ci rendono cala- mitosi. Laonde le genti grate a tanto favore eressero fino da tempo antichlssimo are e simulacri alia speranza, e certo culto le stabilirono : ond' e che oltre 1' adorazione de' Greci, anche da Golatino presso i Romani , come riferisce Cice- rone nelle leggi , fu dedicate un tempio alia Speranza , posto da Tito Livio nel Foro Olitorio : e Marco Fulvio censore un' Edicola le consacro lungo il Tevere : oltre un altro tempio alia medesima , descritto da Pier Vittore nella settima regione di Roma. Oh dolce speme , graziosa lenitrice delle umane cure , soave ristoro , contro cui non hanno forza Tire degli uo- mini smisurati , ne la stessa invidia della fortuna : tu be- neficio universale : tu sei la piii dolce affezione della viu e il comune nutrimento dell'anima: tu ci vieni sempre compagna e ultima dolcezza de' nostri giorni : tu sei quel magico incanto, che le cose piii ardue e graadi fa lievi e conseguibili. Questa era la preghiera mormorata nel culto di questo Nunie giusta le sentenze di Talete, di Ciaute , di Sofotlc. di Diogene c di Marco Catoae. V A R I E T a\ 387 CotloBti filosofi , chc discendeano a tanta magnificenza
  • isfo davante Di tanta ammirazion non mi sorprese , JVe mi mostrb di Dio tanto sembiante ■■ Cosl questo spirito simholeggiato , die all' iiieffabile , di- vina aria del volto, all' amorosa angelicata forma e al vise purissinio die lo veste , si palesa per una di quelle for- tunate creature die letiziano infiammate nel piacere dello Spirito Santo , ci dice col solo suo aspetto , Che il ben che fa corUerico il cielo e amore. Tuttavia non bast6 al maraviglioso dipintore , che questa sua invenzione ci ragionasse colla sola serubianza : voile accrescere 1' espressione del suo concetto coU' atto niede- sinio della figura , ch' ei dipinse per meta , e questa ba- stava ad enunciare la sua idea : e percio nel tempo che ci conforta collo splendore de' begli occhi , colla serenita della fronte , colla soavita del sorriso e con tutto lo im- menso gaudio del volto , che trascende ogni dolcezza ; anche piu efficacemente ci favella col gesto : poiclie sol- levando il destro braccio verso gli eterni giri , ci dice , per valermi sempre delle parole del Dante, altissimo dot- tore delle celesti meraviglie : ci dice che il cielo e loco ove il gioire s' insenipra : die cola e il regno deiforme , il quale prende rimmagine della mente , die lo volve , e qualita dalla sua gioja infinita ; die ivi tutte cose sono luce pura , luce inteliettuale picna d' amore: die in quella sede beata e una eternita di tempo fuore , un' allcgrezza ineffabile , una vita intera di pace , una ricchezza sicura senza Jji'ama, una dovizia senza sazieta. E perche si potesse confidare interamente nella verita immancabile delle sue proraesse , fece Leonardo che que- sto simbolo recasse al petto la mauo sinistra come per giuro della sua promissione , c diriasi die in questo nuovo atto ei chiuda cosi il suo discorso : tranquiilatevi in cielo : omai messo vi ho innanzi quanto puo bastarvi : per voi vi cibate ! Che per verita miiando all' esimia pittura , que- sti acceuti ci enti-ano per lo udire e per lo viso , e ci 390 V A R I E T A . infondotio nell' animo una dolclssima ebrezza , tanto die ci sembra gia di toccare il fondo della nostra letizia ! Cosi porteiitoso eflfetto produce il diplnto dl una sola raezza figura condotta da divino peanello, perche serapre sia piu vera quella sentenza del Canova , che per acqul- star dritto all' immortalita non e mestieri al dipintore sfog- giare nella magnificenza di grandi macchine , ma basta una £gura sola^ e tjuesta dipinta ia modo che nessun altro la possa superare! Tanto le buone arti sollevano lo intelletto anclie alle contemplazloni divine, e giungono a dimostrare la stessa spirituallta della religione ! Questa tavola fu eseguita dal Vinci sulla maniera coft- GUI la testa di Medusa opcro , cioe , come dice Giorgio Vasari , isforzandosi di ottenere scuri fortissimi maggiori dei nerl , per forza e contrapposto di altri neri. La quale osservazione del Biografo aretino su questo Angelo di Leo- nardo difende ora la stessa pittura dalla gagliarda caldezza delle tinte, e dall' abbrunimento di alcune parti, e accre- scimento del fondo acquistato dopo alcuni secoli. La stessa tavola , gia annunciata dal chiarissimo Pietro Glordani e autenticata originale per la ricognizione di molti valenti professori dell' arte : e bello sarebbe die il signor Luigi Fineschi possessore della raedesima potesse farla ri- manere all' Italia, affinche i giovani studiosi delle arti del genio fossero maggiormente persuasi di questo vero : die la somma eccellenza delle opere de' nostri antidii maestri noa acconsente ai medesimi negligenza e niediocrita. Mdchior Mlisirini. ZOOLOGIA. Una parola in favors delle bestie. — /' In mezzo alle politiciie agitazioni die tutti preoccupano gli spiriti, quando i pensieri tutti giaclono assorti da interessi si urgenti die ben anco 11 morale perfezionamento dell' uomo e la sua individuale felicita non apparlscono che sovr' una seconda linea, come mai sperare di distogliere un solo istante I'at- tenzione da quell' arena ove lottano tante passioni e si diverse opinioni , per poteria rivolgere ad esseri che non si occupano ne di costituzionali teorie , ne di pubblica economia? Nondimeno questi esseri ancora lianno de'diritti a rivendicare. V A R I E T A . 091 V L' cstremn diflferenza di caratterc che riscontrai- puossi tra r nao e T altro aniniale della medcslnia specie , e i diversl gradi d'iiitelligenza , oude vaiino oglino distinti , sono fatti si toccanti , che e lecito il niaravigliarsi come mai iinora atteso non siasi a raccogliere le osservazloni die risguardano quest' argomento. Egli e cosa singolare che un po' piix d' interesse non si ponga per iscoprire cio che sentono, cio che peiisano le bcstie dalle quali siaino circon- dati ; quand'anche tale indagine non si praticasse che al- I'unico oggetto di dlstrarci da cio che talvolta non iscor- gesi che troppo facihnente negli esseii umani. Non ci ha individuo alcuno del regno animale che non merit! una particolare attenzione , e che procacciar non possa una larga riconipensa a chi si faccia a studiarlo: ma quelli che a noi trovansi piu vicini sono altresi i piu facili ad essere studiati. Non intendiaino il lovo linguaggio, cio e vero ( schhcne I' ab. Bougeant ne siioi piacevoli crattenimtnti suit' anima delle bestie indicato quasi ne abbia la diiaw); ma le loro mosse sono soniiiiamente espressive , e ce ne lia molti che possono , come il cnne , farsi intendere collo sguardo, interprete eloquente ciie dalla natura ririutarsi non potea ad un essere capace di aflettl. E forse il motivo pel quale gli altri animali domestici non ottengono da noi altrettanta attenzione, sta riposto in uno sfavorevole con- fronto tra runo e gli altri. — II gatto die col cane di- vide il focolare e le carezze del padrone, e altra vittlnia d' un antico pregindizio: sovra di lui accuniulnnsi gli epi- teti i piu odiosi , come se i torti di qualche individuo costituissero un peccato a tntti comune. Che mat sarelihe degli uomini, se eglino venissero cosi giudicati ? Quanto ai cavalli , se le loro qualita meglio valutansi e se cosi av- viene ancora dei servigi che prestano, non ne risulterebbc forse da cio un codice a lor favore ? Dovranno forse ve- dersi senipre con indifFerenza e la trista condlzione del piu gran numero di essi ; ed i malvagi trattamenti a cut questo noliile animale va si sovente esposto? — Si provo- chi adunque, si solleciti I'invio delle osservazioni che diverse persone potrebbero aver fatto o giornalmcnte fnrcbbero intorno a tale argomento : ottengasi se e possibilc che un giornalc periodico si assuma di pubblicarle " Suolsi gcneralmentc supporrc die Tistinto sia in pro- porzione inversa del grado d' iutclligcaza ^ di cui dotati sono 393 V A R I E T a'. gli aaimall ■■, ma e cosa ben difficile 11 determlnarne i limit! . niassime in quelli clie di questa ultima facolta sembrano pill sprovveduti. A quale delle due , per esempio , attri- buirsi dee la precauzione die dalle api vien presa nel ristrignere T ingresso delle loro arnie allorche teraono 1' in- vasione del parpaglione Testa-di-morio , la sollecitudine colla quale V imhalsnmano , se per avventura esso ha pene- trate nella loro abitazione o se dopo d'averlo ucciso du- rano troppa fatica per trasportarnelo fuori; od anche la spe- dizione , siccome fu non ha guari osservato , di alcuni forieri per iscegliere ed apprestare i lontani alloggiamenti allorche dividers! voglion in diversi sciami ? » Un compiuto lavoro sulla gradazione del carattere , de' gusti , deir abitudine di ciascun individuo nelle mede- sime specie , col non trascurarne ad un tempo la parte dell' educazione e delle accidentali circostanze, richiederebbe certamente una penna esercitata ; ma siccome ciascuna par- ticolare osservazione puo ad un' altra vincolarsi •, cosi col niazzetto di ciascuna formar potrebbesl un covone , e da questo trarsene una ricca messe, quand' un uomo di genio potesse impadronirsene. II tempo intermedio non sara to- talmente perduto; perche I'attenzione ad un tale o ad un tal altro animale piestata , stabilirebbe fra noi ed essi nuove relazioni, ciascuno, secondo la sua specie, verra tanto piii a svilupparsi ;, e ne risultera un niaggior bene s'l per gli uni che per gli altri. In attenzione di cio clie dal voto da noi emesso potra prodursi , ecco alcuni fatti da' quali sembra potersi indubitatamente conchiudei-e che un logico raglonamento ha preceduto 1' azione dell' animale. »< Giii sono molt'anni, da che un Inglese indotto avea un cittadino d'lverdun a cedergli un cane. II cane non si oppose alia cessione , ma non ne rimase meno attaccato al suo primo padrone , ch' ei sovente visitava. Un giorno entra esso con plu vivacita dell" ordinario e cerca di fargli intendere che I'antico suo padrone dee seguirlo : esprime si chiaramente cotal desideiio, che il signor F. discende dalla scala. Questi veggendo che il cane replicava sempre i moti medesimi, e spinto ancora dalla curiosita , si lascia con- durre di strada a strada anche fuori della cltta , sino all4 riva del lago. Cola guardando dinanzi di se, vede un piccolo battello ch' erasi rovesciato, e f Inglese che vi si aggrap- pava ma clie potato non avrebbe rimelterlo all'acqua, ne variety'. 393 tvarsene d'inipiccio senza il soccorso che dal signer F. gli fii prontamente trasmesso. E chiaro che 11 cane cio appunto da lui voleva. »/ Siccome i cani tutto afFrontar sogliono per seguire le persone ciii sonosi afFezionati , e curioso a vedersi che sanno anche separarsene cjuando credono di doverlo fare, Uno spagnolerto o cane di Spagna ch' erasi fortemente at- taccalo ad un cocchiere della casa ov' essi viveano iasieme, lo seguiva in tntte le sue corse. Un giorno che il cocchiere partito era assai tardi per condurre iin carro ad un loa- tano villaggio , fu dalla notte sorpreso a' pie d' un colle, sicclie d' uopo era di raddoppiare i cavalli per superarlo e passar oltre. II cocchiere trovandosi in imbarazzo per I'osciirita e per la notte gia inoltrata s'avviso di discio- gliere i cavalli ed abbandonar cola il suo carro sino al- 1' alba vegnente. Ma il cane, senza die il carro date gli fosse in consegaa , si sdrajo sotto di esso , e non si mosse sino all' istante che il cocchiere venne a riprendere il carro. I cani adunqne qnando fanno la guardia credono d' essere obbligati a difendere gli oggeui, non il luogo; e nel caso da noi qui riferito , era d' uopo sacrilicar il placere di seguir I'amico, ed affrontare fors' anche la fame. Egli e certo che i cani somministrerebbero il piii gran nuniero d'importanti aneddoti; non di meno non saranno essi j soli. » Una mandra di vacche che, tre anni sono , stata era condotta ad un pascolo nelle montagne, vicino a quelle ove trovata erasi i'anno precedente, stava tranquillamente pascendosi , quando un giorno nell' ora che i mandriani riposano da' loro giorualieri lavori, si manifesto in essa una snbitanea agiiazione. II muggito del toro, le grida delle vacclie attrassero i mandriani clie riunirsi le videro e cor- rere tutte da una medesima parte, Eglino per la direzione che presa erasi dalle vacclie , compresero con ciii elle r avessero : era un'altra mandra apparsa sul pascolo ove esse pasciute eransi 1' anno precedente : credevauo percio d'averne acquistata la proprieta, e quindl permettere non volevano che altre se ne arrogassero 11 possediniento. I mandriani durarono tutta la pena a ritenerle, e loro non riusci di ricondurle se non a colpi di bastone. Nondimeao stata sarebbe cosa ben curiosa dl vedere cio che ne fosse per avvenire, e qual line avuto avreblie si fatta guerra di turbato possesso, se noa si fosse potuto prevenirla. JJiOl. hal T. LXVIII. 26 394 V A R I E T a'. >i Ecco im fatto ancor piu maraviglioso ed anclie incre- dibile , se raccontato uon ci fosse da un uomo il piii ve ritiero ed il nieno visionario. Quest' uomo vide in un prato ad Argovia molte cicogne ordinate in cercliio, e nel mezzo di esse un^altra cicogna, sulla quale dopo una l^reve pausa tutte si gettarono irapetuosamente. Sarebbe cio stato per avventura un giudizio ed un' eseeuzione ? La cosa merite- rebbe d' essere ben meditata, nientre si vivamente discu- tesi in pro ed in contro della pena di morte. » (^ Bibliotheque universelle div. litt. torn. II dc i83a, Z-.'"^ de la serie, pag. 2 a 3.) Noi abbiamo riferito quest'* artlcolo, tratto dalla Bi- blioteca universale , non per rassegnarci all' opinione del- r autore di esso , che non si sieno finora raccolte osser- vazioni risguardanti quella sorta d' intendimento ch' e in variabil grado a certe bestie concednto , ma anzi per no- tare clie di un tal genere di osservazioni si e fatto ulti- niaraente accurato studio , massime dai signori F. Guvier e Dureau de la Malle (i). Anche il nostro naturalista ita- liano Boccone sen era in qualche modo sin da' suoi tempi occupato , come il dimostra una delle dissertazioni conte- nute nel suo Museo di fisica e di esperienze , la quale e cosi intitolata Intorno le azioni cur lose di alcuni animali. ARCHEOLOGIA. Recentissime notizie intorno a Palenque. — La Litterary Gazette riporta alcune recenti notizie estratte da una let- tera di un tedesco per nome Waldeck , uomo istrutto ed abile disegnatore , ' dare 1' antiqnario chi- rimovere ne volesse il velo da cui (l) Le Mciuorie del prinio sono inserite negli Annali del Museo (t. XVIII, ji. 333), (juelle del secondo negli Annali delle scienzf- iiatiirali di Faiit;! ( t. XXII, p. 388). V \ u r F. T /v\ 395 ti ne vien nascosta rorigine. »/ Egli cl annuiizia d'avere in unodi quosti tempj scoperto tie iscrizioni Ic qiiali, per quanto a lui stMiibra, soiio di luaggior iniportanza die non sieno tutte le figure gerogUliclic scoperte siiio ad ora. " Sono, ag- giungo egli, tutte e tro assai bene conservate, ed apparten- gono alia decorazione di una parete interna del tenipio, chc io credo fosse dedicato alia Dea Joactizitl. La soniiglianza fra i caratteri , o segni niessicani , e quelli da me scopcrti facilitera 1* interpretazione di questi uliinii. Dalle osserva- zioni sino ad ora raccolie credo di poter conchiuderc che il popolo di Palenque sia stato il prinio ad abitare quelle contrade , e che i Messicani abljiano da esso riccvute le arti : cio si raccoglie ancbe dalla soniiglianza dello stile architettonico di entrainl)i. Ho divisato di ret arnii doj)0 la stagione piovosa ad una piraniide tutta foniiata di pietre , e posta a i5 leglie dal priino palazzo clie lio visitato ( poiche alia ineiitovata distanza si estendono le rovine lunglicsso il Rio Mical ): la piraniide fu scoperta sono ora pochi giorni. In allorti mi trovcro in istato di eniettere un giudizio fondato, mentre ora mi sarebbe assai diflicile il dare una ipotesi senza timore d' ingannarini. L' oggetto esige la piit diligente attenzionc, e solo allorfjuando in Parigi od in Londra potro di nuovo chiamare ad esarae i nunierosi docuanenti che ora sono sfuffjriti tlalla niia me- moria, mi trovero nel caso di poter dare una soluzione pill sicura. Dopo che ho veduto Palenque , 1" origine degli avanzi d" antichita dei Tolpequi ( la gazzetta scrive Tlal- tiquis certamente per errore ) non e piii un enimiua , ma tanto niaggiore e la diilicoltii di deter niinare 1" origine della nazione che ha eretto questi ediiizj. Ad eseguire piu estese scavazioni sarebbero necessarie somine maggiori di quelle che sono \a mia dlsposizione. Le ir,ooo piastre che fu- rono a tale oggetto raccolte in Messico per via di soscri- zioni , ma che non furono esatte se non se in parte, basteranno soltanto all' esecuzione dell' impegno che mi sono assunto , cioe per due anni. Ne in vcritii io mi sentirei T animo di rimanere piu a lungo. Finalniente dopo che ho incontrate tante diflicoltii e tanti pericoli, dopo che mi trovo sul luogo , vorrei almeno essere posto in situazione tale da potere spingere le mie ricerche sovra di una misura piii estesa. Se avessi sole 1000 lire ster- liae air anno sono persuaso the in due smm si potrebbe 396 V A R I K T 4*. scavare tanto delle ruine di Palenque qnanto fn scavato in quelle di Tebe , coUa difFerenza pero die la sterminata periferJa delle rovlne di Palenque promette un successo assai maggiore, e die le escavazioni vengono facilitate dalla circostanza , die ogni tempio , ogni palazzo , ogni casa e posta su di una elevazione naturale di maggiore o minor altezza. Ho gia di nuovo esaminato quanto fu descritto da Antonio Del Rio e da Dupaix. Amendue non hanno dato se non se una notizia superliciale di questi monmnenti, e i disegni di amendue sono assai inesatti. laoltre lio pure Veduti edilizj dei quali essi non el)l)ero cognizione alcuna, ed agli sforyi niiei ed a quelli del mio coadjutore J. Fou- driot riuscira di fare ogni giorno nuove scoperte •> {Aiis- land, glornale tedesco ). {^Dalla giizzetta universale d' Augusta 10 gentutjo i833.) NECROIOGIA. Sestini e Zannoni. II dl 8 dello scorso glugno cesso di vivere in Firenze sua patria il piii grande de' numismatici italiani dell' eta nostra, Domenico Sestini. Egli nacque nel lySo. Studio da prima teologia, ma non sentendosi cliiamato al sacerdozio tutto si rivolse all' antic|uaria ed alia classica letteratura. Nel settemlire del 1774 aljbandono la patria, ed intraprese il viaggio d' Italia. Giunto a Catania fu nominato archeo- logo e biljliotecario del principe Ignazio di Biscari, del cui Museo publ)lic6 un' erudita descrizione : die pur alia luce cinque tomi di lettere intorno alia Sicilia. Passo poi a Malta e dila a Sniirne nel 1777: trovavasi a Gostantinopoli ne! 1778, epoca d' una peste fierissima , della rp^iale pubblico un' importantissima descrizione die fu assai ])ene accolta dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo , il quale giovos- sene nella riforma delle leggi di commercio : fece poi un viaggio a Brussa coi figli del conte di LadolfF inviato straor- dinario di Napoli alia corte ottoniana , e ne stampo la relazione col titolo di Lettere odeporiclie per la pcnisola di Cizzico , Brussa e Nicea. Di ritorno a Gostantinopoli attese quivi a raccogliere medaglie greche e romane per comniis- sione dj Sir Roberto Ainslie anibasciatore d' Inghilterra. V A U I E T a\ 89-;' Spedlto dallo stesso auiliasciatoro a Biicarcsti in f[ualita ili segvetario delle letterc italiane ne adeiiipi T incarico , e die alia luce la relazione del suo viaggio. Recossi quindi a Vieiina per la via di Bucarcsti , e pubblico quest' altro vinggio ancora. A Vienna strinse faniigliaritk coi faniosi nuniisinatlci Eckel e Neumann , e col poeia Metastasio. Fu due altre volte a Costantinopoli , ove tutto si rivolse a raccoglier niedaglie , facendo a quest' oggetto varj viaggi a Brussa e nelle isole delP Arcipelago. Nel 1780 acconipagno da Co- stantinopoli a Bassora il sig. Gio. Salivaus resldente alia corte di un Naljab nel Candalior. Questo viaggio si legge pure alle stampe. Indefesso nelle sue indagini ed avidis- siuio del sapere recossi ad Aleppo riniontando TEufrate, ed a Bagdad passando per la Mesopotamia f, navigo cpiindi a Cipro e ad Alessandria d' Egitto , e di la fece ritorno a Costantinopoli. Con questo e con altri successivi viaggi arricclii insignemente il medagliere Ainslieano , sul quale stampo poi in Livorno quattro tomi di lettere e di disser- tazioni , con altri due di lettere suUa Turchia. Le nieda- glie ch' egli ebbe dal Levante unite a cpieUe clie raccolse con altri tre viaggi in patria , in Sicilia ed a Marsiglia , ed a varie gemme incise formavano lien 6f>o pezzi, i quali furono da lui descritti insleme alle medaglie greche e ro- mane. ]\Ia tante sue sollecitudini non fecero clie arricchire un Ingrato, nel cui animo nulla pote ranilcizia di 16 anni. Ritornato a Livorno e fpivi imbarcatosi per le Smirne corse a pericolo di naufragio per una fierissima tenipesta il 16 deir ottobre 1793. Salvatosi a Navarino dopo d'aver perduto tutto cio clie seco portava, di la passo a Salo- nicco , dove fu accolto aflfettuosaiuente dal sig. Cousinery. Di ritorno in Toscana non piii vi tro\'o il gi-an Duca Leopoldo , il quale asceso era al trono dei Cesari : passo quindi a Roma , ove diede alle stampe il 5." tonio delle sue lettere e dissertazionl numismatiche , ed il viaggio da Costantinopoli a Biicaresti con correzioni ed aggiunte. Dal- r Italia si trasferi in Geriuania , ed ivi si tratteune per alcuni anni nelle vicinanze di Lipsia ed a Berlino, usando famigliarmonto con que' professori e co* piii cospicui per- sonaggi. II re di Prussia all" atto di partire pel suo eser- cito gli decreto una pensione di 400 talleri suUa cassa di un' abazia in Polonia ; uia percepirle non pote a motlvo 39S variety'. della battaglia di Jena. Era egli ridotto a calamitose cir- costanze : nondlmeno non tralascio di pubblicare la conti- nuazione delle sue Lettere numisiTiatiche ampliandole sino a 9 tomi ; stainpo pure a Lijjsia Y opera sua col titolo : Descriptio nummonim veterum ex museis Ainslie , Bellini, Bon- dacca, Borgia, Casali, Cousinery , Gradenigo, San Clemente, de Schellersheii7i , ecc. , in foglio con tavole ; ed ivi T altra opera Classes generates Geographiae numismaticae , ecc. , in 4.° Cessata la guerra, il re di Prussia gli rinnovo I'an- zidetta pensione sulla propria sua cassa, e gli permise di far un viaggio a Parigi per visitarvi cjueir insignissiaio museo. Ivi strinse amicizia col sig. Toshon possessore di un ricco medagliere , di cui fece pure la descrizione. No- minato dalla granducliessa Elisa suo bililiotecario ed ar- cheologo a Firenze, ed ottenuto il congedo dal re di Prussia recossi a Firenze pel nuovo suo incarico, e quivi pubblico Y Illustrazione d' un vaso di vetro con edifizii e leggende , che scoperto erasi a Piombino. Cangiatesi le politiche condizioni , il Sestini non si ral- lento punto da' suoi lavori : rlordino il museo Hederwa- riano ; impresse a Firenze 1' opera sua sugli stateri d^oro, ed altri 9 volumi pubblico di lettere numismatiche ^ esa- mino in Trieste il inuseo Fontana , e diie tomi pubblico delle pill rare medaglie die nello stesso museo contengonsi, e poscia in Firenze la descrizione delle medesime in tre volumi in 4.° con tavole ; in Milano die pure alle stampe le sue Considerazioni sulla confederazione degli Achei ; ri- stampo in Firenze il Sistema geografico numismatico con moke aggiunte ; quindi una Relazione sui niodtmi falsifica- tori ad oggetto di correggere gli errori del barnabita Ca- ronni ; e linalmente la Descrizione di alcune medaglie gre- cfie del museo del Bar. di Choudoir. Alle quali opere deb- bonsi aggiugnere il Catalogiis nummomni veterum musei Ari- goniani castigatus , ecc, pubblicato nel i8o5 , e la De- scrizione delle medaglie greche e romane del fu Benkowitz da lui stampato nel 1809. II Sestini iDenche di carattere franco , ingenuo , e tal- volta quasi pungente ebbe Y amicizia de' piii cospicui let- terati : uom facile , liberale prestavasi col sno sapere a chiunque lo richiedeva di lumi o di consiglio. II Granduca Ferdinando III assegnato gli avea un emolumento e il ti- tolo di Regio antiquario , e di professore onorario della V A R I E T A . 399 Universita tli Pisa. II regnante LeopolJo II feco rnrqiiisto di tutta la lilireria iminismatica , no!i meno die del gran sistema numismatlco in 14 volumi in foglio , e di tntti gli altri manoscritti di quest' instancabile nomo , <;lie a buon diritto intitolerenio principe de' nuniismatici delP eta sua. Queste pochissinie parole voluto abbiamo noi ancora con- secrate alia memoria del Sestini , giovandoci della Necro- logia die ne scrisse il ch. sig. Domenico Valeriani , e clie si legge nel fascicolo di luglio ed agosto dell' Antologia di Firenze. La Toscana ha perduto in quest' anno un altro insigne archeologo , il cav. Gio. Battista Zannoni , segretario de,'- r Accademia della Crusca , ed uomo die al profondo sa- pere accoppiava tutte le virtu e cristiane e civili. Egli nacque a Firenze nel 1774 da Francesco Zannoni e da Maria Landi. Destinato al sacerdozio attese alle lettere latine , grecbe , ebraiche , ed alle teologiche discipline. Di- stintosi ben tosto per ingegno e per multi])lice erudizlone fu nel 1800 eletto sottobibliotecario della Magliabechiana. Per consiglio quindi del celeljre Lanzi atcoppio alio studio degli anticbi classici quello ancora de" monumenti , e per tal niodo entro nella carrlera archeologica , donde ne trasse poi tanto onore. Nel 181 1 fu nominato regio anti- quario , ed appena n' eljbe assunto 1' onorevole incarico die degnissimo se ne mostro puJjblicaado 1" illustrazione di due urne etrusclie e di alcuni vasi baniiltoniani , nella quale fecesi altresi a deterniinare i liniiti che dalla pru- denza prescritti si vorrebbero alle congetture degli arclieo- logi. Ascritto ai dodici , cLa' quali coniposta venue TAcca- deniia della Crusca nella sua rinnovellazione tulte diresse le sue cure alia corrczione ed all'auniento del graade Vo- cabolario. Nominato poi nel 18 17 segretario della stessa accademia ue di^•enne lo storico facendosi a raccoglierne le notizie dall' origine di essa siuo alia suddetta rinnovella- zione, e ne'successivi anni faceudone conoscerc i progressi e le vicende. Faceto e gioviale per la stessa indole sua , conimendevole per le sue esimie virtii fu carissinio al Principe , a' piii cospicui personaggi , ai veri lettorati e ad ogni buon cittadino. Gli ultinii suoi anni furono liera- mente molestati da domestiche sciagnre e da lunga infer- in ita , ma non mai venne meno in iui hi religione , nelle cui braccia spiro ai 1 3 dello scorso agosto. 400 V A R I E T A . Di quest' lUustre Itallano non abbiamo alcun' opera clie possa dirsi grande e voluminosa. Tante pero sono le sue memorie , tante le dissertazioni , tanti gli scritti ch'ei detto in ogni genere d' argoniento specialmente d' erudizione e di antiquaiia, che fonnare se ne potrebbe una pregevolis- sima coUezione in piu tomi distinta. Tutt' i quali lavori trovansi annoverati nella necrologia , che di lui riportlfita venne neilo scorso ottobre dall'Antologia di Firenze. Ne alle sole classiche o gravi materie rivolse egli i suoi studj, ma alia giocosa e scUerzevole ancora. Celebre e la sua Cicalata in lode dell'Asino, e celebri sono non meno i suoi scherzi comici. Ma nell' antiquaria jiarticolarmente vuol egli essere conslderato come uno de' piii bei lumi d' Italia , e quindi la sua morte non sara mai bastevolmente com- pianta. ERRATA-GORRIGE. Tomo 68.° Pag. 299 lin. 28 LaecUcia ^^S8^ LaocUcia » ivi » 33 Taruta » Parata » 3oi » 2 vero •> Vero » 3oo nota lin. a. la iiua opera » la sua Protologia H, GiRONJ, F. Carlini, L Fumagalli e G. Brvcnatelli , direttori ed eclitori. Pubbllrato il di i febbrajo i833. Mllano, dalV I. JR. Stamperia. 401 IND ICE drllc matcrlc contcimte in qnesto toino LXVIII. PARTE I. LETTERATUFxiV ED ARTI LIBERALI. s, criptorum veterum nova collecUo e vadcanis codici- hus edita ah A. Maio pag. 3 Le fabbriche principali di Pisa ed alcune iedute della stessa citta » lo Pei inonumenti storici del Friuli, discorso di J. Pirona. — Come debbansi scrivere le storie particolari delle citta e delle provincie d' Italia »/ 18 Memorie storico-diplomatiche appaitenenti alia citta ed ai Marcliesi di Saluzzo , raccolte ecc. da D. e C. Muletti »/ 29 Notizie intorao all' origine ed al progresso dell' arte ti- pografica in Saluzzo , di C. Gazzera " ivi Storia deiprincipi di Savoja del ramo d'Acaja, di P. L. Datta '> 34 Collana degli antichi storici greci volgarizzati : I due Filostrati ; Eunapio ; Prisco ; Pausania; Tucidide ; Erodoto ; Polibio ; Strabone »» 145 PARTE II. SCIENZE ED ARTI MECCANICHE. Lezioni di fisiologia di L. Martini, 6." ed ultimo estratto u 4a SulV invenzione de' sostegni a conca e de'canali a de- rivazione intermedia '/ 5o Jntorno alia storia naturale generate » 167 Cenni sulla vita e sullc opere di Antonio Scarpa . . » 184 Ratio medendi in clinico Instituto medico Ticinensi a /. B. Fantonetti ducuhrata >/ 207 402 I N D I C K. APPENDICE. PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE. Giomale di una spedizione aW imboccatura del Niger, dei fratelli Lander pag. 56 Abrege de geographic redige sur un nouveau plan par A. Balhi » 2 1 1 Vedute colorite di Praga , con testa »> 2 1 3 PARTE II. SCIENZE, LETTEUE ED ARTI ITALIANE. Agraria. •>-« Atti dell' I. R. Accademia dei Georgofili di Firenze » I25 La coltivazione del gelso , di A. Peroni » 864 Arti belle. — Distribuzione de' premj di belle arti in Milano , e relativo discorso di I. Fumagalli . . . » 7 1 L' Area di S. Agostino in Pavia, illustrata da D. Sacchi >» 85 Descrizione di un bassorilievo del Museo di Mantova, di A. Mainardi * 3 2 1 Manuel pittoresque des etrangers a Milan "327 Dell' Architettura di Vitruvio , libri X tradotti dal Galiani »/ 329 Collezione dei migUori ornamenti antichi sparsi in Venezia . , '/ ivi I N D I C E. 4o3 Tl miisen Worslejano desrritto ecc. da E. Q. Vi- sconti pag. 3 3 1 Storia dei vasL fittill, di C. Fea »» 335 Arti e mestieri. -— Distribuzione de'premj d' industria fattasi in Milano nel i832. e analogo discorso di P. Configliachi »» 214 Distribuzione de premj d' industria fattasi a Venezia nel z S3 1 */ 3 60 Giudicio sui prodotti dell' industria negli stati Sardi, e distribuzione di premj »> a a i Economia pubblica, Statistica — Bilancia politica del Globo, di A. Balbi »/ 3i6 Notes statistlques sur le Littoral de la Mer Noire . » 319 Degli inquisitori da spedirsi in Dalmazia , di M. Fo- scarini " 296 Delia politica e delle lettere , di G. Manno . . . . » 3 10 Ediicazione. — Saggio sopra V educazione femminile , di G. Bellomo n 3o5 Jntorno a Vittorino da Feltre , di G. Radwli . . . » 3o6 Nozioni fisiche elementari per esercizio di lettura . n 309 Epigrafia. — Iscrizione lapidaria del secolo 8-" in Pai-ia » 228 Rnmiri Tonanii inscriptiones etc » 3o3 Iscrizioni italiane, di F. Malvica j» 3o4 Filologia. — Nuovo dizionario dei sinonimi della lin- gua italiana, di N. Tommaseo » aSa Origine della lingua italiana , di O. Mazzoni-Toselli » 3o4 Filosofia. — M. T. Ciceronis opera » 82 ' Manuale della storia della filosofia , di G. Tennenuinn , tradotto da F. Longhena : con note ecc. di G. D. Bonuignosi e B. Poll >; 266 Compendio della storia della filosofia, di G. Tenne- maiin; tradotto da G. Modena >/ 260 Maniude di filosofia sperimentale , di J. F. Aniice » 261 Geografi-a. — Carta topografica della Provincia di Lodi e Crenia »/ 33S 404 1 N D 1 C E. Idraulica. — Memoria sulla oiigine delle acqne del Seheto , di T. Monticelli pag. 3 G i Legislazione. — Istituzioni di dirkto civile austriaco di A. Reale „ 846 Priacipj del diritto commerciale , di E. Cesarini . . » 348 Genesi del diritto penale di G. D. Romagnosi . . . » 349 Marina. — Lezioni intorno alia marina di G. Tonello » 357 Matematica. — Trisezione dell' angolo , di G. Rccalcati » ivi Principj di meccanica, di V. Bonicelli >/ 35a Notizie intorno al calendario , di G. Carena ...» 355 Medicina. — Riflessioni critiche sullo stato attiude della chirurgia italiana di L. Pacini » 1 34 Lezioni sid cholera-morhus , di F. Magendie . . . . » i35 Istituzioni di materia medica, di D. Bruschi . . . >/ 261 Trnttato sistematico delle epizoozie , di G. B. Luarin » 366 Musica. — Granimatica della Musica, di N. E. Cattaneo » 334 Lezioni di dedamazione e d' arte teatrule , di A. Mor- rocchesi >; a38 Annali del teatro di Reggio , di C. Ritorni . . . . » 286 Poesia. — P. Virgilii Maroais opera » 82 Rime di Maria Giuseppa Guacci » 90 Poesie di L. Carrer » 107 Novelle urbane ed alciine poesie di F. Federigo . . »; 93 Versi e prose di F. Beltrame >/ a33 Favole nuove di C. Calvelli »> 234 La Gerusalemme liberata di T. Tasso con note . . » 281 Monumenti di belle arti esposti in versi da M. Mis- sirini » ivi ' Saggio di poesie di G. ParoUni » 282 Luigi da Porto, tragedia di L. Baricliella » ivi Dell' uso delle trasposizioni e delle parole coniposte nella poesia, di L. Fornaciari » 283 Avvcnture dei geinini fratelli Azor e Savo ecc. , ru- manzo morale di G. Silvola ?■ 284 Poligrafiu, Lettere. — Coinnienturj ddl'Awneo di Brescia •> 116 1 N D I C E. 4o5 Alniini'trrlii pag. aSo Lt'ttere ill donne del sccolo XVI , raccolte da B. Caniba n Sa i Itcligione. — Esame delV orazione che chiamano dl qule- te , di D. Bartoli »/ 284 Jl Giohbe , lezioni di P. Garbnrini >» 335 La sacra Bihbia di Vence ....>» 336 Istoria evangelica, di M. Leopardi >; 33/ Opere di G. B. Pizzi >/ ivi I fasti della chiesa nelle vite dei sand >/ 338 CoUezione completa delle Opere del B. A. M. de Liguori. >» ivi II trionfo della S. Sede ecc. , di M. Cappellari ora Papa Gregorio XVI » 341 Contiiiuazione della Storia del cristianesimo , di Ber- castel ,/ ivj Vite de' giiisti nello studio delle leggi ecc >/ 343 Vita del B. Giovanni Colombini >/ ivi Vita del B. Enrico da Bolzano »> 344 Delle Opere del P. Segneri » 34$ Storia , Biografia. — Corografia dell' Italia , di G. B Jlampoldi » o5 I monunienti delV Egitto e della Nubia, di I. Rosellini » 1 la Idem w 222 Storia degli antichi popoli italiani di G. Micali . . » a 23 Documenti intorno alia vita di Tomniaso Francesco principe di Carignano, illustrati da F. Sclopis . » ivi Brevi memorie sulla vita di Giuseppe Luosi, di G. Compagnoni » a3o Bibliotcca storica di tutte le nazioni »» 286 Quadra pittorico di tutti i paesi e popoli del mondo » 288 I castelli del Tirolo , di A. Perini » 291 Intorno ai confini del territorio Veronese col trentino , di G. G. Orti » 294 JVotizie appartenenti a Pavia , di G. Robolini . . » 297 Memorie istoriche della terra di S. Vito al Tagliamento » 396 Vita di Giovanni dc Medici, di G. G. Rossi ...» 296 4C6 I N B I C E. Slogio biograficoecc.di Ermenegildo Piai, di C. Rovlda p. 3oo Storia natiirale. — Caii Pliaii secundi historia naturalis » 8 a Cataloghi e associazione di storia naturale, di G. De Cristofori e G. Jan ,/ 1 1 y A. Bertolonii Flora Italica >/ 261 A. Bertolonii Mantissa plantarum Florae. Alpium apua- narum » 369 Sylloge plantarum vascularum , M. Tenore » 877 Di alcune cdghe microscopiche , del D. Biasoletto . » 878 Osservazioni intorno alia Tiliguerta, di G. Gene . » 879 Memoria su di una specie di Cecidomia, di G. Gene » 3 80 Lo Spettatore del Vesuvio ecc, giornale "382 Viaggi. ' — • Osservatore straddle nelle lagune venete ecc. , di De Scaramdli >/ 282 Relazione di un viaggio in Abruzzo ecc. , di M. Tenore » Sao VARIETA. Agraria. — Stato dell' agricoltura in Crimea ed al Kamtscaika » 142 Arti belle , Archeologia. — Odiemo stato dei moniimenti d'Atene >» 262 Riiine della cittd di Petra neW Idumea ># 263 L' Angela della speranza, di Leonardo da Vinci. . » 385 Eecentissime notizie intorno a Palenque >; 894 Astronomia. — Theorie dit mouvement de la Lune , par J. Plana » 266 Errata Corrige . . . ■. •••. ..• ^. ...*.. » 148 — — II 279 — — * " 400 Filologia. — Sulla lingua dei Berberi »» 383 Fisica. — Avinso di A. De Humboldt per le osserva- zioni da farsi sulV inclinazione dell' ago magnetico >» 266 Macchina elettrica utilmente modificata da C. Gaz- zaniga » 267 1 N D I C E. 407 Osservazioni meteorologiche di ottobre pag. 144 • ■ __— ^— novenihre »» a8o — dicenihre n 408 Nectologia. — Antonio Scarpa „ 143 II medesimo^ » 184 Luigi Castiglioni » yS Barnaba Oriani »/ 148 Cesare Luccheslnl >/ 169 Domenico Sestini „ 896 Gio. Bate. Zannoni . , u ivi Poesia. — Di un improvviso di L. Cicconi »# i35 Beligione. — Prediche del Cambaceres tradotte dal Ca- sarotti ./ a 63 Scoria. — Ricerca delta genealogia dell' eleuore Lodo- vico VI del Palatinato „ ivi Invito di cost dette azioni per la storia di Cantii . » 264 Scatistica. — Popolazione delta Gran Bretagna . . . »» 268 Storia naturale. — Generosi atti ecc. a pro della botanica » 189 Del Giiaco come rimedio pel cholera »/ ivi Una parola in favore delle bestie „ 890 Osservazioni meteorologiche fatte all' I. R. Osservatorio di Brera. D I C E M B R E 1802. M A T T I N A. Sera. ■ — • -^ 0 — - ~ 9 ! 27 10,0 - 0,6 E Nuvolo, 27 9,0 + 1,5 N Nuv. neve. Allezza mass, del bar. poll. 28 lin. i 0 Altezza mass, del term. + 5,5 minima ,3 76 minima .... - 5,4 / ^ me( iia + 0,37 QuaiUita della pioggia e neve sciolla linec 0,00, Ba'g'FJ T-^sm / \p^ 1^ '^..^C V•^. ^ ■"^W iS.% ' t^ f^. ..