BIBLIOTECA ITALIANA O SIA. GIORNALE DI LETTERATURA,SCIENZE ED ARTI COMPILATO DA VARJ LETTERATI. ToMO LXIX. ANNO DICIOTTESIMO. Gennaj'o, Fehbrajo e Marzo i833. ^ G^eMm^^ MILANO rJRESSO LA DIREZIONJE DEL GIORNALE. I3VIPERIALE RBGIyV STAMl-EKIA, II pre scute Giornale^ con tutti i volnmi precede nti^ e posto sotto la salvaguardla della Legge , esseiidosi adempiuto a quauto essa prcscrlve. BIBLIOTECA ITALIANA i833. 8 OAjWCt'lCi f PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. Opae di Ugo Foscolo. — 3Illano , iSSa , per N. Bettoiii e C. Vol. 4, in 32.°, di pag. 793 comples- sivaTrtciite. Prezzo lire 4 austr. ( ital. lire 3. 48 J. Accademia de Pitagorici. K iel secondo volume di queste opere trovasi il ra22:ua2;lio di ua' adunanza accademica , scritto con tanto brio e con tanto sapere, da giustilicar piena- mente cpielle parole del I\lauri : « Se i dottori in lettere e gli scrittori di giornali leggeranno siffatto Ragguaglio , credo clie ci penseranno due volte prima di proferire parola sul suo autore. » II desiderio di avere quaklie notizia di quest' Accademia de' Pita- gorici , la quale non ebbe tie biblioteca , ne archivio, ne sala, ne cnsa, ne cassa , ne corrispondenti ^ ne stcUnd , ne carta , 7ie penna , ne calainajo , e di cui non fanno parola per conseguenza gli annali lette- rarj , mi fece ricorrere ad un amico , ad un di co- loro che, pochi ora mai, possono dir come Nestore: Ed io pur con eroi son pisso un tempo Di voi piu prodi , e non fui loro a vile. Domandato se nella fcdele sua memoria gli siedesse qualche notizia deir Accademia predetta, o s' ella era un invenzione dello scrittore, rispose sorridendo , die r Accademia v' ebbe dayvero, e ch' egli medesimo 4 OPEUE DI UGO FOSCOLO. v' appartenne. — Fu un' Accademia letteraria ? . . • Alcuni dei nostri (ripiglio) erano uomini colti , e scrivevano e stampavano , e venivano spesso nelTAc- cadcmia a linire le dispute lettciaric coniinciate alle tavole lomorose di quel die allora eran graiidi : ma la nostra Accademia per vero dire non erasi in- stituita a tal line. Era un' adunanza di amici avversi alia solitudine ed al silenzio; i quali si studiavano di tenor vivi anche nelle ore piii tarde della notte il trambusto e il fracasso di que' giorni operosi . . . Ed Ugo Foscolo ? ... Si (egli m'iuterruppe), anche Ugo Foscolo frequentava le sale di c|uella nostra Accademia , la quale senza di lui non avrebbe forse acquistata nessuna celebrita. Qual( he volta si gettava in disparte sopra una sedia, e, consumate quivi molte ore senza uscir niai della sua taciturnita, si levava e parti va com' era venuto, senza mostrare di accor2;ersi degli amici che v' erano e de' ron^orosi loro discorsi. Sostengono alcuni ch' e2;li volesse farsi con cio sin- golare dagli altri; e forse e vero, perche ncl corso della mia vita ho potuto persuadeumi che la vanita cacciasi da per tutto e si veste di tutti i colori. Mi ricorda pero che mentre eo;li stava silenzioso e co2;li occhi conhtti sul suolo , scntii spesse volte susurrar per la sala ora di una forte quistione avuta da lui nel corso della giornata, ora del niolto oro ch egli aveva perduto al giuoco nei ridotti del teatro: sicche mi parvc che in generale cjucUc ore di silenzio si ostinato e si cupo dinotassero un ritorno del suo pensiero sopra se stesso , una ]>atta2;lia dclle sue passioni comjjattenti fra loro nelT intima sede della sua vita. Nel Hore degli auni , con un cuore acceso da mille speranze pubblirhe e private, Ugo Foscolo era da per tutto con mstancabile assiduita ; e dovunque egli trovavasi, il suo ingegno , le sue passioni, la dottrina , la voce, f aspetto , ogni cosa in somma pareva concorrere a fiulo distinguer fra tutti senza ch'egli se ne desse pensiero. — Sul principio dicevano alcuni ch' egli era un giovinastro piu avido che degno OPERK DI UGO FOSCOLO. 5' di venire in fiima ; ma in breve fu dalla pubblica voce soUeviito al lianco do'' letterati piii insig^ni. In- tcsi dire piii volte clie quelle dottiine colle qiiali aspiiava ad esser creduto originale ed innovatore , quelle opinioni per le quali sperava di dover cssere dichiarato il Bonaparte della letteratura^ non erano sue, ma vecchie e dimenticate : ora vedo clie molti le vanno a grande studio raccogliendo da' poclii suoi scritti ; e uon sono per certo ne gli amatori delle anticaglie , ne gl' iniimi de' letterati viventi. Gli avversarj del Foscolo furono da principio gli eruditi, ai quali doveva naturalmentc rincrescere un giovane che diceva inutile e vana ogni sapienza quando non e riscaldata dalla passione. Perclie (mi diceva egli piu volte), perche vuoi tu cli' io m' in- chini a costoro i quali sanno tutto quello che trovasi nei mille volumi dcUe loro librerie , ma sono freddi e muti come le pagine su cui consuman la vita senz' altro desiderio , fuor cpiello di scntirsi procla- mace eruditi? Ed io pure (sog2,iungeva ) proclamero volentieri , se il vogliono , la loro dottrina : ma se la gioventu mi domanda qual luogo competa a costoro fra gli uomini ch' essa debbe onorare , io le addito il vestibolo delle biblioteche , e li paragono a quei servi die i Romani cliiamavano nomcnclatori. — Ad ogni niodo se il Foscolo tiascorse oltre i giusti con- lini in questo dispregio degli eruditi, quanto non si puo perdonare a clii, per ddeggiarli, compose il co- mcnto alia Chioma di Berenice? Ignoro s egli facesse distinzione dagli eruditi ai pedanti; ben so in vece clie dava a questi ultimi il nome di cicale pasciute non d atlica rugiada ; e ge- meva considerando come le lettere greclie e latine per essere insegnate da uomini incapaci di scaldar mai ne se stessi ne altrui, fossero scadute dalla loro altezza , e sovercliiate m Italia dagl' idiomi d' oltre- monti. Ncl ftuto del greco per altro dicevauo alcuni che qualche volta pizzicava egli stesso di pedante- ria; e intanto ridevasi del Laraberti e Io pungea 6 OPERE DI UGO rOSCOLO. d' epigrammi. E il Lamberd . . . gia m' intendete ; ma nondimeno quel siio lavoro sopra Omero vale alraen quanto alcuni altri die in Inghil terra e ia Germania sono lodati da tutta la nazioiie : e noi Ita- lian! abbianio pochissimi libri di greca Hlologia die gli tengano fronte. Del resto sebbene Ugo Foscolo nutrisse speranze forse smisnrate del proprio ingegno, e licusasse 1' in- censo della lode a non poclii die di que' tempi sti- mavansi quasi cime di letterati , confessava pero di essere lontano da quella pienezza di cognizioni die il yero letterato dee conseguire. Egli era gia professore a Pavia , e gia taceva I'invidia di molti , e nondimeno scriveva a' suoi amici die il mondo s'ino-annava nel reputarlo sapiente. Qualcuno forse vorra dubitare della sincerita di questa confessione; ne io oserei farmene mallevadore : ma se lo studio intense, inde- fesso e proprio di chi non crede per anco che la misura della sua sapienza trabocchi, diro che Ugo Foscolo fu de' piu diligenti , e per ammenda di alcune distrazioni chiudevasi non di rado nelle sue stanza i giorni e le settimane studiando. Diceva che ogni uomo ha un' arte ed una patria da onorare con quella. E 1' arte a cui egli era nato furon le lettere; e si sdegnava che molti, conside- randole estranee alia cosa pubblica, chiamassero in colpa il merciajo se inganna i suoi avventori , e cre- dessero lecito in vece al letterato di adescar colla pompa delle parole la gioventii per insinuaile o sfacciate immoralita od almeno la dannosa abitudine di perdere il tempo. Sotto questo rispetto gl' increb- be il grande successo delle sue Letterc di Jacopo Ords, le quali sono pure uno dei libri di piu efficace cloquenza che mai abbia avuti F Italia. E questo severo giudizio ch'egli faceva di quella sua opera tanto esaltata e notabilissinio, sapendosi ch' egli amava ardentemente la gloria , e la desidera- va vivente, e la vagheggiava come un asilo dopo la morte. Ma gli pareva che i pregi puramente letterarj OrERE DI UGO FOSCOLO. 7 non debbano bastare a trovar grazia appo i po- steri ; ne pronietteva V eternita se non a que' libri die proclamano il vero. E cosi al certo dovrebb' es- sere ; ma s'egU credette che cosi fosse, bisognera dire che pei- amor di sistema rinnego i fatti. llipete spesso die non puo essere buon letterato chi non ama la patria ; ma poi mold affermavano ch' ei non avesse meditato abbastanza per ben defi- nire cotesto amore. In cjuesto proposito egli diceva chela letteratuia d' una nazione e annessa al clima, agli usi , alia religione, alle leggi, alia fortuna della nazione stessa; e che gli uomini cosmopoliti saranno scmpre tepidi cittadini, e i tepidi cittadini gli pare- vano per necessita letterati dannosi. Applicava inoltre alle lettere quell' osservazione de' iilosoli naturali che ogni animale, ogni pianta, ogni ente qualunque che abbia azione sugli altri, perde la bellezza, 1' origi- nalita ed il vigor iiatio quando e trasportato fuori del clima assegnatogli dalla natura , o quando il tronco per cui si propaga riceve innesti stranieri e non omogenei. Con cio non v' ha dubbio ch' egli fu il precursore di molte dottrine diffuse poi in questi ultimi tempi ; ma e cosa evidente altresi ch' egli ebbe opinioni direttameiite contrarie a niolte altre tenute ora verissime da non poclii. Voleva che gli scrittori avessero idee proprie, al che diceva essere necessario ch' essi abbiano proprie sen- sazioni ; ma considerava come requisito essenziale lo studio dei grandi esemplari ; perclie nell' esempio sta il retaggio di tutta quanta 1' umanita. E forse per questo fu detto ch'egli, liberissimo in tutto, riella let- teratura amo di corrcre nel sacco; ma non sarebbe, al parer niio , sventura , se qualcuno de' nostri poeti raccogliesse quel sacco che dopo il Carrne sul scpol- cri e dopo la Rlcciarda fu lasciato da lui suU' arena; ne molti Hnora han saputo acconciarvisi degnamente! Affermava che la lilosolia non cambia se non Tcg- getto delle passioui, sicclie il piacere e il dolore sono i minimi termini d' ogni ragionamento. Non so 8 OPERE Dl UGO FOSCOLO. quanto questa sentenza fosse nuova ne vera : certo e die soleva ripeterla spesso : e come alia filosotia , cosi r applicava anche alle lettere , affermando die la poesia , la storia e la facolta oratoria , le quali costituJscono la letteratura di ogni nazione, non can- giano se non se I'apparenza, perdie tutte stanno neir eloquenza. Spesse volte sentii accusare Ugo Foscolo d'incoe- renza nelle sue letterarie dottrine; e forse e vero dl' esso o per un certo disordine negli studi , o perclie la fantasia sovc'cliio in lui tutte Taltre sue facolta, in quegli anni dei quali ragiono, non aveva condotto per anco il bollente suo animo ad una chiara e sta- bile unita di sentenze. Perocche egli recava in tutto una specie di lirico entusiasmo; e parlando e scri- vendo si niostrava rapito egli stesso dall' abbondanza de' suoi pensieri , e dal fuoco delle sue espressioni clie tutte gli scaturivan dal cuore. Ma com' e il solito deir amore di non patire legami , passava non di rado oltre i giusti confini, e sorvolava alle difficolta, ne avea sempre raziocinio che ordinasse i suoi pen- sieri, ne sempre consuniava ( se cosi posso dire) il tema die s' era proposto. Rispetto alia lingua, intorno alia quale si e poi tanto quistionato, diceva cli' essa dev' essere padrona degl' ingegni mezzani , ma serva degli uomini su- premi ; ed egli V adopero da padrone, e senza dubbio si mostro piu volte degnissimo di quell' imperio die s' arrogava. Nondimeno fu de' piu diligenti nel ricor- reggere le cose sue: e sotto diversi cieli, in diffe- renti eta e condizioni di vita pose la lima a prose ed a versi die i suoi amici credevan perfetti gia da molti e molti anni ; e mori senza die gli pares- sero degni della pubblica luce ! Qui parve che qualclie melanconica idea interrom- pesse i pensieri del mio amico, die d'improvviso divenne serio e silenzioso. Tentai dopo qualclie mo- mento di ricondurre il discorso aWAccademia de' Pi- tagorici della quale egli mi aveva detto si poco, ma OPERE DI UGO FOSCOLO. 9 fu indarno : ne la curiosita mi stiniolava ora mai piu che tanto , dacche mi pareva di avere gia hello e fatto r articolo per questa edizione delle opere di Ugo Foscolo, purche scrivessi cio ch' egli mi era yenuto dicendo. Pregato a concedermi di pubblicare il suo nome , non consend. Domandato s'egli crede che queste opere di Ugo Foscolo troveranno buona accoglienza , rispose : 11 Foscolo trasfuse sempre se stesso ne' suoi scritti; e pero, come non era possi- bile udirlo parlare senza diletto, cosi non credo che alcuno leggera le opere sue senza provare gran parte di quel pjacere che noi avemmo piu volte da lui, quando irrompeva col torrente della sua calda elo- quenza. Ma se il profitto poi, massimamente pei let- tori ancor giovani , sara pari al diletto , non so. E gia ho vednto che alcuni vanno eleggendo per entro a suoi scritti le sentenze che loro pajon piu nuove o piii acconce a sostenere le proprie opinioni e le citano come una grande autorita, senza considerare che in lui il giudizio, soverchiato dalla passione e dalla fantasia, venne tardissimo a maturanza. Parmi per- tanto che i giovani debbano accostarsi a questa let- tura sol quando abbiano gia imparato a ragionare da se, e sol per ricevere una qualche scintilla di quelle sue forti e generose passioni. A. lO Jggiunte e Rettificazioni alV opera il Costume antico e moderno di tutti i popoli, cogll analoghi disegni, del dott. Giidio Ferrarw. — Milano , i83i-33, dalla tlpografia dell autore , in 4.° gr. Vol. I, di png- 496, con ()9 tavole miniate. Magnifica edizione dedicata alia Sacra Maestd di Francesco I, Imp. e He : si pubblica per fascicoli , ciascuno al prezzo d' ital. lir. i o per tutti gli antichi assoriati all opera del Costume suddetto. Tali Aggiunte e Rettificazioni formeranno circa 19 fascicoli. VjT'rancle maraviglia (glovacl il qui riferire i sentlmenti clie sovr' un soggelto da questo non niolto dissimile leggonsi in uno de' piu accreditati giornali d'oltramonte), grande mara- viglia suole in noi destarsi all'aspetto delle immense compi- lazioni da' maggiori nostri ti-amandateci snlla storia , suUa diplomatica e sulla biografia : e noi a noi stessi cliiediamo come mai sifFatte opere colossali potato abbiano condursi a compimento. Se non che la maraviglia vien meno in considerando cli' elle furono pressocbe tntte opere di reli- giose congregazloni. E di fatto gli uomini ascritti a tali unioni, liberi totalmente dalle inquiptndini e dalle cure del vivere sociale, potevano senza riserlja se stessi ab- bandonare alia nati\rale loro inclinazione pe' lavori lette- i-arj, meditare , intraprendere vastissinie raccolte , ed agli aliievi , divenuti poscia lor coUaboratori , lasciar il pensiero di continuarle e spingerle felicemente al termine divisato. Ma quelle congregazionl un altro vantaggio ofFerivano an- cora. Percioccbe erano desse generalmente quasi per ii- gliuolanza o jiarentela avvdnte con altre congregazioni sparse sulle diverse parti del mondo. Pero 1 religiosi da' quali componevansi , stendere poteano in ogni luogo le indagini loro o da se medesimi , o coir opera de' confratelli : laddove ■an semplice privato difficilmente trovar puo coUaboratori , e spesso e mancante di que' mezzi pecuniarj de' quali ab- bisognerebbe per recarsi ne' luoghi ove conservansi i do- cumenti ch' e d' uopo consultare. AGGIUNTE eCC, ALL OPERA IL COSTUME eCC. I I Ne' tempi moderni si e tentato di giungere al iiiedesimo scopo col mezzo delle societa scientiiiche e delle accade- mie : ma tutte queste associazioni mancano d'una costante direzione e di quella die direbbesi vita interiore. Ecco la ragione per la quale la piii parte di tali istituzioiii ese- guir pote pochissimi lavori di gran mole o d' assoluta im- portanza , taluiente clie nessuna pareggio finora i servigi alle scienze prestati ben anco dal solo ordine dei Benedettini. Queste considerazioni rendere del)bono all' occhio nostro tanto pill stiinabili quegli uomini , clie di somma sagacita e d'una straordinaria attivita e perseveranza dotati hanno il coraggio d' intrapreiidere e spigiiere ardltamente alia meta opere , dalle quali ricliiedersi sembra il concorso e r intera vita di piii persone Se non die cio die poc' anzi fu afFermato come un particolar privilegio delle corporazioni , puo non meno e sotto un tal quale aspetto appropriarsi a quegli uomini die pel loro medesimo istituto addetti trovansi a grandi ])iljliotedie , purche forniti va- dano d' ingegno e di ostinata costanza. Posti eglino in fe- racissimo campo ed all'uopo coadjuvati dai colleghi, mie- tere possono notizie ed erudizioni d' ogni genere , e queste in un sol corpo collegare , ed al colto pubblico quali mi- niere d' inesausta dottrina esporre. Cosi nacquero appunto fra noi e cosi sino al loro termine progredirono le immense collezioni di un Argellati, d'un Muratori, e le opere gran- diose ed insigni di un Tirabosclii , d' nn Paciaudi , di un Affo e di tanti altri celelDerrimi bibliotecarj. Munito pure d' ingegno , di attivita e di perseveranza il dottor Giulio Ferrario , altro de' vicebibliotecarj dell' I. R. Biblioteca di Brera , riccbissiina quant' altre mai di opere clie alio scopo di lui servire potessero, e coUocato quindi nelle anzidette favorevoli circostanze pubblico nel periodo di non moiti anni il Costume antico e moderno , opera die, siccome ci siamo altrove espressi di essa favellando , tutto abbraccia I'universo. Ma la natura stessa e la A^astita del- r opera, non meno die le nuove scoperte die vaiino ogni di facendosi nelle scienze etnologidie e geograficlie dare necessariamente doveano luogo a non poclie lacune ed a parecdiie mende , al die provvedersi non potea , se non col tempo e con analoghi supplimenti. Gib fu avvertito dal medesimo autorc , allordie nel 1829 venne egli pub- blicando T indice generale. Che pero premettere A'olle ad la AGGIUNTE E RETTIFICAZIONI esso indice un catalogo delle opere piu importanti pubbli- cate dai viaggiatori dopo il 1820. Quasi poi a saggio di cio ch' ei divisava di fare , inseri un Supplimento al Co- stume della Sardegiia. Delle qnali cose parlato gia abbiamo nel tomo 56.°, dicembre 1829, pag. 809 di questa Biljlioteca. I lodevolissimi sforzi pero delFautor nostro non ebbero allora quel fortunato esito che stato sarebbe a desiderarsi. Perciocche , siccome vieu egli esponendo nella prefazione a queste Agghinte , secondati non furono che da alcuni cold ed incliti associati, alia cui costante generosita 1' opera del Costume e specialmente debitrice della sua continua- zione. " II picciolo numero de' concorrenti (soggiugne egli) » all'annunziato supplimento, che restrignevasi a soli otto >; fascicoli, m'avrebbe fatto desistere per sempre da questa >> mia nuova impresa, se minore fosse stato in me il de- » siderio di recare ad un grado maggiore di perfezione M la pin grand' opera che di questo genere nata sia in » Italia, e meno grande il mio coraggio di assumerla tutta )/ su di me solo, e senza mendicarne il sussidio degli as- » sociati. >i Con si noljile intento egli tutte rivolse le sol- leciiudini sue a procurarsi novella e doviziosa supiiellettile di peregrine notizie , e dopo molte cure per 1' accurata esecuzione delle tavole fecesi colle presenti Aggmnte e Ret- tificazioiii a compiere a propria spese e nel miglior mode per lui possil:)ile T opera del Co5t«me, senza dipartirsi punto dair ordine gia in essa tenuto. Perclo die cominciamento dairAsia , dond' ebbe pur j'rincipio T opera stessa , e via via dair una all' altra nazione progredendo aggiunse a cia- scuna quelle ulteriori 'piix importanti notizie, che gli venne fatto di rinvenire nelle piii accurate relazioni degli ultimi viaggiatori : inoltre tolse diverse iiiende , che in si vasto multiplice e lungo lavoro stato sarebbe difficillssimo , per non dire impossibile I'evitare del tutto. Egli ci viene poi annunziando , che il nuovo supplunento consistera circa in 19 fascicoli, ossia in due volumi. Che se giudicar deb- basi dai nove fascicoli componenti il primo volume , e d' uopo afFermare che questi ne' caratteri , nell' esecuzione tipogralica, nell' intaglio e nella coloritura delle tavole su- perano quelli che a mano a mano venivano pubblicandosi deir opera cui servono di continuazione. Ed il Ferrario , non appena pubblicati i primi fascicoli, ebbe cpiesta volta ancora la compiacenza di vedere T opera sua coronata del munifico onorevolissimo suffra2;io del nostro Monarca. all' OPERA IL COSTUME ANTICO CCC. ]3 L' opera couiincia dalle Aggiunte e Bettificazioni al co- stume de' Cinesi e de' ]\Iongolli tratte dal recente A'iaggio del russo Timkouslii clie fu pubblicato con note dalP erii- dito Klaprot: si danno cjuindi le notizie ultima mente per- venuteci intoi'no all'isola di Hug-Nan, di Tay-Wan o For- mosa, alia Corea ed alle altre isole deU'arcipelago cinese. Quest' articolo e adorno di bellissime figure, le quali tratte sono in gran parte da quelle clie autentiche conservansi in quest"I. R. Bililioteca, superbamente miniate nella Cina stessa e rappresentanti varj personaggi di quella corte. L' autore iniprende poi ad analizzare cio cbe su di questo argomento medesimo de' Cinesi trovasi nell' opera clie d.;l professore Meiiin viene puljljlicandosi a Venezia col titolo di Costume di tutti i tempi e di tutte le nazioni, della quale noi ancora pailato abbiamo nel tomo 62.°, maggio i83i, pag. 245 , e ne accenna le oniissioni , la troppa complica- zione delle figure in una medesima tavola , 1' insufticienza loro , perche condotte a semplici contorni , e le figure an- novera ancora clie nella veneta edizione , siccome a I'li sem- bra, tratte furono dalla milanese. Alle quali critiche osser- vazioni il sig. Professore potreblje forse rispondere , clie lo scopo stesso cui tendeva coll' opera sua, di giovai'e cioe ai meno facoltosi, lo costrinse a trattenersi in piii ristretto campo , e che nelle opere d' erudizione non potendosi a meno di ricorrere talvolta ai medesimi fonti , non debb' es- sere maraviglia , se in due diverse edizioni incontrinsi non di rado le medesime cose. Importanti non meno ci sembrano le aggiiTiite all' Indo- stan , air Impero Birmano ed a' circonvicini paesi. Questa parte ancora e adorna di venti miniature indostaniche tratte per la prima volta da una j^i'eziosa collezione di ritratti autentici ed eseguiti sul luogo stesso in un viaggio fatto in Persia e nelle Indie orientali 1' anno 1600, del clie Tau- tore vien ingegnosaniente ragionando. ]Ma alle cose della Palestlna o Terra Santa rivolse egli specialmente le sue cure; e cio con ottimo consiglio, giacche nessun paese puo essere per noi piii caro e piii interessante quanto quello in cui avvennero i venerandi misteri deiraugustissima nostra religione. L' autore percio tutta riferi in questa parte la bella Descrizione delta Palestina o Storia del Vangelo , elf egli gia pubblicata avea nel i83i, e della quale gia esposta ab- liiamo r analisi coU'analogo nostro giudizio nel toino 63.°, 14 AGGIUNTE E R£TTIFlCAZIONI agosto i83i, pag. 214. Questa parte sara al certo di grande sassidio a quegli arteiici clie fannosi a rappresentare i van- gelici avvenimenti \, poiche coi niodelli, die in essa conten- gonsi , potranno assai meno scostarsi dalla verita de" kioghi e de' costuini , siccome non rade volte avvieiie con obbrobrio deH'arte. — Dell' opera del ch. Lanci, interprete delle lingue orientali nella Biblioteca Yaticana, clie pubblicata venne a Roma nel 1827, col titolo, la Sacra Scrittura illustrata con monumenti fenico-assirj ed egiziani , e della quale ragionato abbiamo nel torn. 55.°, sett. i8a(), pag. 289, giovossi spe- cialmente Tautore nelle aggiixnte alia Giudea. E qui ancora presto egli un bel servigio a' cultori della pitti'ra e della statuaria, percbe non abbian eglino a deviare dalla verita e dal decoro, allorcbe rappresentano oggetti al Testamento Vecchio appartenenti. " Quali errori di cose ( cosi a questo » proposito il Lanci ) non veggonsi dipinti su le antiche J/ e moderne tavole in fatto di sacerdotale costume del- » r alto Testamento ! Si piacciano danque una volta » 1 bravi discepoli della nostra Accademia a Luca il santo ti intitolata , di vincere i loro maestri nel comporre alcun » soggetto di sacra antica storia , ove il sommo sacerdote >> trionfi, ornando lui di quel maestoso vestimento clie tutto >•> e suo, e cui novelle investigazioni dall'ignoranza di tanti » secoli rivendicarono. » Le aggiunte agli ordini religiosi e militari, istituiti nella Siria e nella Palestina per la conservazione de'luoglii santl, e di la per tutta I'Enropa diramatisi, sono tante e si im- portanti, die a noi sembra nulla potersi di piu bramare su questo belliisimo argomento. — Qualclie scarsezza d'ima- gini e di notizie gia stata era riscontrata nel Costume degli Arahi. Ora il Ferrario procuro di supplire con un articolo tratto dal Viaggio alia Mecca negli anni 1826-27, del si- gnor Descoudray (nel quale viaggio trovansi particolari ed esatte notizie sui Wahabi), e coU'aggiugnimento di tre ta- vole rappresentanti tutte le imagini degli Arabi, quali tro- vansi in ben 26 tavole della grande collezione di costumi religiosi e militari del sig. Giacomo Carlo Bar. — Da un importante articolo degli Annales des Voyages, 1828, vol. I, dal nuovo Viaggio del polacco conte Gio. Potocki nelle Steppe d'Astracan e del Caucaso , pubblicato dal signer Klap roth nel 1829, e dal celeberrimo Viaggio del cavaliere Gaiuba nella Russia meridionale , tratte sono alcitne nuove ALL OPERA IL COSTUME ANTICO CCC. lO notizie sul costume degll Armeni e de' popoli abitanti al di lii del Caucaso , e sulla primitiva storia de' popoli della Russia. Neir aanesse tavole veggonsi le rovine di JNIagiari e le imagini e le costumanze degP Ingusci , degli Osseti , de'Turcomani, Circassi, Mingrelj, Giorgiani, Armeni, Curdi, Persian! , ecc. Belle ed importanti ci sembrano pure le notizie Intorno air Oceanica , ossia alia cjuinta parte del mondo , la cpiale giusta le raoderne geografie comprende le terre del Grande Oceano tra TAsia, I'Africa e I'America. Essa ci viene dal- I'autore diffusamente descritta ed illustrata con 84 tavole per disegno e miniatura IjeUissime. Egli in questa parte segni 11 viaggio clie per ordine del Re di Francia Luigi XVIII venne intrapreso dal Freycinet , e die si sta ora impri- mendo a Parigi con edizlone magnifica e veramente regale. E siccome la pubblicazione di questo viaggio non ancora condotta trovasi al suo compimento , cost il Ferrario gio- vossi pure della relazione che pubblicata ne venne nel 1822 dal celelire Arago , il quale faceva parte di quella spe- dizione (*). Ottimo poi fu il suo consiglio , di far premet- tere cioe a quest' articolo il planisfero , in cui tutto deli- neato vedesi il viaggio del Freycinet. Nelle aggiunte al- r Oceanica trovansi dunque di nuovo e piii accuratamente descritte le isole di Timor, d'Ombay , di Guebe , Pisang , Papu , delle Caroline , delle Marianne , delle Sandwich : si termina colla descrizione della Nuova-Olanda , dandosi tin piu accurate ragguaglio delh) stabilimento di Sidney- Town, e correggendosi cib die neir opera (Asia, vol. IV) detto erasi relativamente alia colonia di Botany-Bay. Dal sunto die qui presents to abbiamo jiotranno i leg- gitori nostri comprendere e 1' importanza dell' opera e I'im- proba fatica dell' autore. Nondimeno ci giova sperare die il sig. Ferrario non sara per adontarsi , se al giudizioso di Iiii seiino sottoporremo qui due nostre osservazioiii. E primieramente avend' egli divisato di circoscrlvere a circa diciannove fascicoli cpieste sue Aggiunte e Rettificazionl , ed avendone gia dedicati nove alia sola Asia ed all' Oceanica, come mai potra egli tutte nell' enunciato numero compren- derle? Perciocche le scoperte in questi ultimi anni fatte {*) Promenade autour da Monde , pendant les annecs 1817-18- ii^-3o, sur les corvettes du Rol I'Uranie et la Pht/suienne , com- mandoes par M. Freycinet. l6 AGGIUNTE E RETTIFICAZIONI CCC nell' Africa e nelle Americlie sono si numerose e dl tale importanza clie tutte coiitenere non si potrebbero in due de' piu grossi volumi dclla stessa grand' opera , alia quale sta egli facendo la contlnuazione. I soli viaggi dell" Hum- boldt, dei Lander, del Douville; le sole relazioni di Saint- Hilaire , dei De-Spix e De-Martins intorno al Brasile ; i ragguagli soli della Commissione austriaca die intorno al medesimo impero stanno ora splendidamente pubblicandosi a Vienna sotto gli auspicj delF augusto Imperatore e Re nostro ; le sole Memorie della Societa archeologica di Lon- dra e delle scientifiche di Nuova-Jork, di Bombay, di Cal- cutta somministrar possono nuovi e bellissimi articoli d'etno- logico e geografico argomento. Che le Americlie, massime la meridionale, e piu ancor di esse I'Africa interiore rac- chiudono tuttora jjaesi di conqulsta per la civilta , per le arti e per le scienze. Ne si di leggieri addivenir potrebbe che su di essi esauste rimangano le speranze e le indagini degli Europei. Ma alPEuropa particolarmente, a questa piu celebre e piu storica parte del mondo , vorremmo che il Ferra- rio rivolgesse i suoi studj e I'indefessa attivita sua. Che questa parte viene piu d' ogni altra chiedendo e aggiunte e rettiiicazioni , e con istanza tanto maggiore , cjuanto che dagli avveniraenti, de' quali in ogni eta fu dessa teatro, tutte sogliono le arti belle trarre dalle opere lore i piu sublimi e pill nobili concetti. Un solo sguardo ch' egli rivolga ad alcune provincie e ad alcune epoche, bastera perche pie- naraente ne vada persuaso dalle nostre osservazioni. E per esempio indarno I'artista alia grand' opera ricorrereljbe per trarne sussidio di mobili o di suppellettili risguardanti il medio evo, o quel genere che dirsi suole gotico, od anche istorie relative ad epoche a noi piii vicine. CoU' aggiugni- mento di una ben ordinata coUezione di simili oggetti T au- tore presterebbe certamente all' arti si belle che meccani- che ua servigio desideratissimo e segnalato. G. Storia romana dl M. B. G. Niebuijr. Traduzione. Tomo J. — Favia , i832 , tipografia Bizzoni in 8°, di pag. 371, lij- 5. 3o austr. (ital.lir. 4. 60^. In Milano si vende da Fusi , Resiiati e C. in con- trada di S. Margherita. Articolo I. A, .nnunziamo con piacere la traduzione di un' opera , della quale fatto abbiamo qualche cenno nel tomo 59.°, luglio i83o, pag. 3i e seg. , e che fece grau- dissimo strepito in Germauia, ed ebbe gia diverse edizioni. Essa ci da nuova testimonianza della pro- fonda dottriua del suo autore, ma scritta ci sembra, a dir vero , con un sentimento di pretensione. Di fatto nella prefazione parte dal principio , essersi dopo il ristoramento della letteratura trattata la storia romana con una specie di trepidazione , la quale tratteneva dair esaminare qual grado di confidenza meritassero gli anticlii scrittori ; aggiugne che alcuno di tempo in tempo voile sciogliersi da que'ceppi, come per esempio, il GZa/ea/zo ( che per colpa forse degli edi- tori troviamo nominato Glarano , pag. 4 , come nella seguente si e stampato i?e«Zr^ in vece, nol crcdiamo, di Bentlejo) , ma che i loro tentativi riprovati furono come audaci ; che poscia si ridussero a scienza siste- matica le antichita romane , ma poco si fece tuttavia per la storia, ed esanime compilazioni si fecero rispetto ai tempi , ai quali non bastano i libri di T. Lii^io : che nel secolo XV^II trovossi la filologia in una stato di mezzo tra I'cpoca della sua prima grandezza , e quella d" una grandezza piu vasta , piii doviziosa , ereditata dai progressi delle altre scienze , e Ic quali appunto per questo dovevano contribuire ad ottene- brarla , frase che noi non bene intendiamo ; che al- lora uomini insigni c' insegnarono a contemplare le cose nella loro sembianza , educandoci con liberta e Bibl. Ital. T. LXJX. 2 15 ST OKI A ROM AN A. confidenza a nuove indagini , la quale liberta si estese anclie alia storia romana ; che ia questa si distinsero Perizonio , poi Bayle e Beaufort , della cui opera e vita lo scetticismo, non volcndo egli die negare e distrnggere , e producendo cose deboli e caduche al- lorche teuta di edificare ; tinalniente che Gibbon , filologo sopra ogn' altro eniinente , lascio intatti i primi secoli dell' istoria romana, il die altri fecero, accontentandosi delle investigazioni di Beaufort. — Strano sembra per verita che il Niebulir , jI quale lunganiente soggiorno in Itidia, e yi fece stiidj pro- fondissimi nelle niaterie lilologiche , non abbia fatto menzione di qualche scetticismo , o di qualche tratto ardito di ardita critica degl Italiani, che forse apri- rono la via a Perizonio , a Bayle, aW Arduino ecc. , e non abbia ne pure nominato Bernardino Telesio , il Vico , il Bianchini, senza parlar qui di alcuui an- ticlii interpreti, piu audaci certamente del Qlareano. Prosegue il signor Niebulir nclla sua rivista dcgli storici , e dice al principio del secolo presente suna una nuova epoca tra i Tedeschi , in cui si voUero co- gnizioni precise e positive , e aile fantastic he rie si voile sostituire la reidtd, e in questa si segnalarono Lessing e Goethe. Quella letterauira pero dell'Ale- magna , che prendeva una gran parte di quella della Grecia e di Roma, non imitata via creata per la se- conda volta , dovuta era a Voss , con cui comincia- rono nuovi tempi per V intelligenza dell antichitd. La storia antica non poteva piu sodilisfare nel niodo in cui era stata lino a que' tempi trattata; la Hlologia giunse ad uno stato di floridezza, che forma la gloria della nazione germanica , chiamata dcdl etcrnitcl ad essere mediatrice tra i secoli dcgli antichi tempi , a i destini dei popoli modcrni , quasi non vi fosse un abisso intermedio che li dividesse. S" intavolo allora Tesame critico , non della greca soltanto, nia anche della roinaila storia , e all' aprirsi delT Universita di Berlino , 1' autorc fra I entusiasnio e le beatitudini passo i mesi in cui abbozzo per un corso di lezioni, DI M. B. G. NIEBUim. 1 9 poscia condusse a termine tutte le dottrine del primi vohimi di questa storia^ e qui soggingne, clie V aver fridto di quel tempo , e V essere stato partccipe dcgli uvvenimetiti del i8i3, basta per rendere beata la vita dun uomo. L' autore erasi istruito da se stesso , e defraudato aveva solo di qualche ora le proprie faccendc ; il i.° volume /« redatto, com' egli dice , con precipitazione ; quindi 1' opera , sebbene noii iscevra da mende , fu accolta con segni di geneiale benevolenza, e T autore si lusingo di avere ai tempi nostri rianiniata V irnma- gine della storia romana ; credette egli altresi alia nostra eta accordata una vocazione speciale della Prov- videnza per questo genere d iiivestigazioni , perche in meuo di undici anni tre nuove fonti aperte si erano colle pubblicazioni di Lido, di Cajo e della Repub- blica di Cicerone. Non si sgomento quindi per le op- posizioni di alcuni critici , die secondo il di lui avviso, non attaccarouo il lato piu debole del suo libro; sospese pero la continuazione dell' opera , volendo farla pre- cedere da una rifusione del primo volume, mentre trattenevasi in Roma, inteso a vedere e ad accogliere impressio/u, piuttosto che ad affaticarsi intorno a li- bri. Dice in oltre di andar debitore di validi eccita- menti alle confabulazioni tenute con Sevigny ; di avere dopo il suo ritorno in Alemagna abbozzato il terzo volume , rifuso il primo e posta V ultima mano al secondo ; di aver fatto i forti studj , che quel nnovo getto esigeva con agevole fatica per essere la sua operosita esaltata dalle ricerclie fatte nell' ul- timo inverno sulle antichita romane ; di essere stato confortato dalla presenza degli uditori delle sue le- zioni , e nc trasse \ impeto di una viva iiispirazione , benche dalla comunicazione di quelle lezioui nascer potessero abusi e pUigi. Egli offre adunque il libro al pubblico , come opera tutta nuova , in cui ha in- nestati soltanto alcuni brani del primo, cioe della prima edizione , come opera d' un uomo costituito in eta matura che fondo la sua convinzione sopra basi 20 STORIA ROMANA che noil si moveranno ; come opera in cui si e di- strutto tutto cio che posava su false congetture ; come opera finalmente della sua vita, quella che dee conservare il siio nome , senza che appaja indegno di quello del padre suo, che noi crediamo il dottis- simo viaggiatore dell' Arabia. Egli si lusinga d' ai^er fatto vivere gli antichi tempi, di avere preferita la chiarezza e la precisione dei pensieri agli orna- menti di vagJie idee e di parole indefinite , e dichiara che i principi su cui si posano le opinioni politirhe sparse nell opera, sono tratte da Montesquieu e da JBur , nel qual luogo crediamo avvenuto qualche er- rore di nome ; chiude finalmente questo lungo pream- bolo col tributai'e attestati di riconoscenza ai suoi dotti amici Spalding, Sevigny, Buttmaun e Heindorf, giacche per le loro amorevoli cure fu sostenuto e incoraggiato in quest' impresa. Questa prefazione porta la data di Bonna 8 dicembre 1826, e in alcune linee aggiunte il 9 aprile 1828 si annunzia che la nuova edizione dell' opera precede la pubblicazione del tomo secondo , che 1 ultima revisione contiene gran nu- mero di addizioni, e che quella edizione otFrira in seguito il vantnggio d' una base compiutamente con— solidata, su cui si potranno fondare, senza aggravarla , costruzioni esteriori. Riassumendo in poche parole questo lungo ragionamento , sembra risultarne , che la storia romana non e mai stata scritta a dovere in alcun tempo per molte difficolta che vi si appo- nevano •, che imperfetti o parziali riuscirono i ten- tativi • de la croire incapable d'inventer. Non , tout n'a pas » ete dit, et jamais on ne dira tout; la Nature est un » fond in ( pag. 8 1 ). II cap. VI destinato ad psj)orre le opposizionl fatte contro il CeiisimeiiLo di Mtluno in ispecie , nulla presenta di nao\'o • 52 JL CENSIJIEXTO MILANESE. oltre il gia detto nella relazione del presidente Neri , se lion se I'apostrofe ai Principi d'Europa die hanno portato nel coneate secolo sul trono la filosofia, e danno facile accesso alle voci die escono umili dagli osciiri gahinetti de' iilosoii , ond'' eglino si armino di coraggio e di fermezza contra gli occulti nemici della loro gloria, ad esempio di Carlo YI, di Maria Teresa e di Francesco I (pag. 97)- Si propone nel cap. YII, intitolato Scopo del Censimento , di deiinire il nuovo Censimento di Milano , un complesso di regole detiate dalla ragione, e riconosciute per esperienza piii conformi alle circostaiize di qitesti paesi , affine di stabilire le imposte , di ripartirle equabilmente , ed esigerle con pron- tezza e con minore dispendio de' contribuenti , e di ammi- nistrare il pubblico denaro col maggior vantnggio dello Stato (p. 98). Ma una tale definizioiie e per lo nieno iinperfetta, essendo clie il censimento di cui parlasi e stabilito nel prin- cipio economico di assoggettare al tributo la real rendita de' benl stabili ; nel deteriiiiiiare cioe il valore di tutti i fondi stabili e de' caseggiati con inodiclie e perecfiiate stime, nel catastarli e mantenerli allilirati alle rispettive ditte posse- ditrici per esigerne con ispeditezza, semplicita e solidarieta le imposte determinate dalle spese necessarie alia difesa ed ai bisogni dello Stato; ma non e consistito iielle sole regole dettate dalla riagione ecc. , le quali non sarebbero rnai state imponiljili. L' autore , sotto qiiesto capitolo relativo al cjxii da lui cliiamato nuovo censimento , crede prezzo dell' opera lo esporre i disordini derivati dall' antico sistema per non essersi censiti i beni nel luogo in cui erano situati , per r omessa divisione de' carichi provinciali , e per 1' arbitrio degli amniinistratori , non die il narrare le conseguenze procedenti dai suddetti errori f, col che rientra egli nella Storia del censimento stesso die avea gia data come retro , compiuta iino a" giorni nostri. La parte prima dell' opera comprende l" argomento del- l' imposta , di cui si tesse pure la Storia derivandola dai Fa- risei ed Erodiani, e dai diritto divino e sociale che costi- - tuisce il tributo , dcfinito dall' autore per quella porzione di proprieta die si pone nelFerario, onde ottenere la mag- gior possibile sicurezza e la maggior possibile coniodita della vita. Egli specifica le imposte die sono conservate in questo Stato , limita il presente suo trattato alle tasse OPERA. DEL nOTT. N. COTTA MOR.VNDINr. 5i prediale , persoriale e niercimoniale apparteneutl secondo liu alia niatei'ia del ceusimento , e ne toniia trenta capitoli a compimento del primo volume. Parlando primieramente dell' imposta prediale enumera le aliquote della totnl rendita netta che si pagano in di- versi Stati, seuza accennarne I'epoca, ed espone die la valutazione generale de' terreni fu eseguita nel secolo XVII nel Tirolo che da V acqne all'Adige ed al Friuli. Dice er- rore gravissimo T invariabilita deirestlmo, die e una delle qualita essenziali del Censimento Milanese , mentre poco avanti didiiara cli' ella fu cagione de' heneficj che si pro- posero gli ordinatori de' catasti di Baviera nel 1 8 1 1 , del Ducato di Parma e Piacenza nel 1817, del Ducato di To- scana e degli Stati Pontificj nel i8i6, e del Ducato di Massa e Carrara nel i8ai, in cui si osservarono rigorosa- mente le regale del Censimento Milanese. Contro delli quale ripetuta asserzione si osserva die non pub dirsi un censimento eguale o continuativo di un altro , solo perclie analogamente fornito sia delle mappe comunali, o perclie le stime dei terreni fatte sieno egual- mente per qualita e classi , o iinalmente perclie presenti eguale impianto o formalita de'registri e simili; ma sibbene che per T applicazione vera e rigorosa di un censimento identico a due Stati posti in circostanze analoglie , e giudi- cati potere assoggettarsi alle stesse massime censuarie , si richiede essenzialmente che oltre gli oggetti di ordine e dt forma siasi in esso seguito un modulo peritale uniforme nel rilevare i prodotti naturali del suolo e del soprassuolo; die siansi adottati prezzi eguali di valutazione de' prodotti ce- reali principali, e dei prodotti secondarj piii importanti , e specialniente della vite e del prato ; che siansi stabilite norme eguali di deduzione per le spese di coltivazione e per gl' infortunj celesti ; che siano anche eguali le mas- sime di stima pei caseggiati ; e , nel caso die si trattasse di una latitudine favorevole alFimportante coltivazione de' gelsi , che anche questi siano con eguali norme numerati e stimati : in somina die tutte le massime e tutt* i princlpj ed dementi che influir possono ad accrescere o diniinuire i risultamenti della stima vi vengano egualmente osservati ed esattamente applicati. Non essendosi pertanto seguite nei nuovi catasti dei sunnominati Principati d' Italia , e meno della Baviera e dell' Egitto (come I'autore pure afFermava 54 IL CENSIMENTO MILANESE. nella prefazione ) le medesime massime , le regole stesse del Censimeiito Milanese per tutti i principal! elementi die influiscono al risnltamenti di stlina, come ne possono far prova i regolamenti stampati , ne viene la consegnenza clie puossi negare la sopra asserita rigoi'osa osservanza in detti catasti delle prefate regole censuarie milanesi. Fa poscia rautore la domanda da chi pagare si debba r imposta prediale ; e la risolve col principio censuai'io che obbliga a soddisfaria V immediato possessore de' frutti. Ei quindi si propone di cliiarire la cjuisiione , se P imposta prediale spettar debba totabnente all' enfiteuta , al livellario o al conduttore perpetuo ^ i quali vocaboli ei reputa sino- nimi ( pag. 1 5 1 ). Per narrare T origine dell' enfiteusi cosi egli incomincia la sua oratoria descrizione ( pag. 14.8 ). " Dileguato T Impero de'Romani, le Vandaliche incur- sioni, le fazioni sanguinarie solite a suscitarsi in ogni cani- biamento di governo , le pesti devastanti cbe ne sono le conseguenze , le eruzioni violente del Vesuvio ecc; avevano convertite terre feracissime in laglii e fimiii, le foreste erano divenute sterili, incolte, aljliandonate, poderi deserti, case scliiantate e diroccate,p/onte devastate, fimni die aveano disalveato ecc. » E mentre attribuisce all' essenza de' con- tratti eniiteutici 1' obbligo di migliorare la coltivazione dei terreni, esprime esistere (pag. 149) « Nude montagne, boscaglie smnnte , nipi. spopolate, ghiaje immense , pianure corrose dal tortnoso aggirarsi de' fiumi cbe sono gli oratori incessant! della imperfezione dell' agricoltm-a odierna, seb- hene da cpiel tempo in poi siasi di gran lunga migliorata. >» Derivata , dopo cio , dalla Grecia F origine deU' enfiteusi (die in lingua greca significa migliore)^, e cbe dalP au- tore dices! introdotta in Italia nel bollore delle rivoluzioni, soggiunge cbe i Grec! non conobbero il livello , mentre ei lo ba fatto come sopra sinonimo di enfiteusi. Discute quindi della spettanza doll' imposta prediale , secomlo i varj coiitratti tra !1 direttario e rutllista tanto nel caso di tenue, medio o massimo canone livellario, in confi-onto della rendita netta de' fondi livellati , qiianto per carichi insoliti, fortuiti od inaspettati, definendola col gius romano e col parere di anticbi giureconsultii ^ concbiude essere egli d avviso cbe la natura del contratto rende sempre il solo utibsta die pcrcepisce i frutt! obbligato al soddisfacimento OrER\ DEL DOTT. N. COITA. MORANDlNl. 55 ilelle imposte orcllnarie etl anclie di quelle sti-aordlnarie ed inaspettate qnando siensi nel conti-atto assunti dall'uti- lista medesimo tntti i pericoli e i pesi contingibili. Ma continnando nello stesso argomento, osserva di avere considerate le cose sotto V aspetto filosofico, ed esposto cio die i legislatori far dovreljliero, non cio che hanno fatto. Ramnienta quindi le riserve contenute negli editti di atti- vazione del censimento di Milano del 1760 per le ragioni dei direttarj e dei livellarj , ed alia fine cita il decreto dell" anno 181 1 del cessato Governo italico tuttora vigente, anclie perclie confermato dalP imperiale risoliizione del iSaS con cui sono autorizzati i livellarj a ritenersi la quinta parte del canone pel concorso del direttario al pagamento delle imposte prediali le quali sono a carico diretto dell' enli- tenta, anche nel caso che non sia stato es23ressamente nel contratto obbligato al loro pagamento. Alia quale conclusione r autore si acquieta confessando che altrimenti avrel3bero potuto nascere liti infinite a danno e discordia delle faml- glie , non omettendo pero al tempo stesso di esprlmere , ( pag. 172) non essere raro il caso che, onde togliere le liti , le leggi particolarmente del cessato governo sagrifichino la equita e la giustizia , quasiche le leggi non debljano essere generali , e non debbano trascurare le minuziose eccezioni , come egli stesso poco avanti esige. Enumera le altre persone tenute al pagamento dell' im- posta prediale , e basato sul luminoso principio die il censo percuote i frutti, dichiara sempre que' soli che li godono essere in debito di soddisfare i pubblici tributi. Quindi il libero proprietario , 1' usufruttuario qualunque , laico od ecclesiastico , sono debitori dell' imposta , ed anche il de- cimante dovrebbe , secondo 1' autore , essere obbligato a corrispondere il tributo pei frutti della decima , intorno al che si riserva di osservare altrove se il peso delle decirae debbasi detrarre dal prodotto de' fondi onde allibrarlo se- paratamente al decimante , cio che per altro sarebbe in opposizione al praticato nel censimento milanese. Avendo sin qui 1' autore esposto che il censimento per massima tiene olibligati tutti indistintamente i percipienti frutti dei beni stabili al pagamento delle pubbliche im- poste , passa a trattare in otto successivi capitoli la ma- teria deUe esenzioni dalla tassa prediale , imposta tanto sui beni che producono frutti colla coltura, cli'egli chiania Ob TL CENSIMENTO MILANKSE. beni di prima stagiojie, quanto sui beni clie danno frutti senza coltura , che dice beni di seconda stagione. Qnantunque attribuir si volesse ad erroneita tipogra- fica, di cui abbonda quest' opera, 11 nome stesso di sta- gione surrogato alia nota distinzione censuaria di prima e seconda stazione , pure anche senza di cio la definizione e inesatta. Imperocche nei beni di seconda stazione del censimento milanese si comprendono gli orti, le ortaglie ed i giardini a coltura. L' argomento delle esenzioni , a titolo oneroso e gratulto pei dodici ligli , delle ecclesiastiche , e di quelle accor- date agli spedali , luoglii pii ed altri corpi moral! , e fa- miglie privilegiate, move I'autore a ritornare sulla storia del censimento ond' esporre come state siano introdotte , attivnte e disciplinate da Carlo YI sino al momento in cui furono abolite. Indi espone i motivi generali e parti- colari che condannano le suddette esenzioni tanto laiche die ecclesiastiche, le quali non sono piii quisLionabili, ma ad onta di una lunga discussione nulla egli aggiunge alia scienza del censimento , mentre un cenno storico a suo luogo sarebbe Jjastato ad indicare come in forza degli an- ticlii abusi, privilegi ed irregolarita avean potuto sostenersi cotante ingiustizie sino alia fine del passato secolo, in cui i lumi sjjarsi dalle nuove dottrine sulla pubblica economia fugarono le tenebre dagli anticlii erroi-i. Passa quindi T autore a trattare dell' imposta personale , di cui dimostra la giustizia ed il fine , dicendo che deb- bono tutti concorrere possiljilinente alle spese che si ri- chiedono per la conservazione e difesa dello Stato, sia con aliquota jiarte dci frutti della terra, se possessoi'i de' fondi, sia con parte di guadagni se non possessori , essendo tali guadagni V efFetto vantaggioso dell' ordine sociale che per- mette anche a questi ultimi d'impiegarsi nell' azienda co- mune. Dopo di cio da la storia dell' attivazione della tassa personale, delle opposizioni che le si fecero, dei progetti adottati, della sua determinazione originariamente in lire 7 milanesi per tutti i maschi, dai 14 anni compiti ai 60 pure compiti, abitanti ne' comuni non murati, salve le eccezioni portate dalle rispettive leggi ; della divisione dell' introito di si fatta tassa tra lo Stato ed i comuni stabilita in prin- cipio alia meta, ed ora parimente divisa secondo le dispo- sizioni della legge italiana del 34 Inglio i8oa che provvede OPERA DEL DOTT. N. COTT\ MOUANDINI. 07 ai casl ne' quali i coinuni possono venirne sollevati, e ne costituisce garanti del suo pagamento i locator! ed i pa- droni delle Ijotteglie e dei terreni, colle relative coiidizioni. Indicato dappoi quanto fece la Giunta nel lySS riguardo al metodo per porre nel ruolo le persone soggette alia tassa personale , e per formar la modula del medeslmo , passa r autore ad esporre le praticlie adottate colla succi- tata legge italica 1802 e success! vamente s!no al presente, non che le discipUne stabiUte per T !nclusione e T esclu- sione delle persone arrola])!l! , e soggiunge come devono essere comprovate le esenz!on! dalla tassa suddetta , quali esanii competano farsi in jjroposito dal convocato o con- siglio comunale, dando opportune e chiare deliniziou! delle norme regolatric! di tale imposta. La tassa mercimoniale , clie e la terza di cit! V autore ha dichiarato di voler trattare nella sua opera, occupa gli ultim! dieci capitol! del primo volume. Discute in essi la ragionevolezza e la convenienza di una tale imposta , de- stinata essa pure in soUievo del carico universale , e che viene attuahnente rappresentata dalla tassa arti e commercio: definisce gli artist! ed i commercianti che v! devono essere soggett! , ed a proposito di questi ultimi , osserva moversi da taluno qualclie diflicolta tanto sulle parole atti di coni- niercio^ come siiW ahitaale di professione de' medesimi (pag. 281) adoperate da! compilatori del codice di commercio, parole che secondo lui faiino sentire la inesattezza del linguaggio umano : al qual proposito sembra 1' autore voler giustificare le antiliologie , e le ixiesatte frasi , e le declamazioni sparse neir opera sua e saltuariamente allegate in quest' articolo. Riferisce com'ebbe origlne la suddetta tassa, e come venne sotto Carlo V ripartita da! prefetti dell'' estimo ; narra cio che fece la Giunta Miro onde tassare il mercimonio con giusti principj economic! ; le disposizioni prese pure dalla Giunta Neri per tassare il mercimonio , e per compilare il ruolo de' traflicanti di qualunque genere ^ e quindi le pre- scrizioni della legge 1802 confermata dalla legge 7 luglio 1820, essendosi per esperienza riconosciute le piii facili e meno suscettive d' inconvenienti. Viene quindi esponendo le note istruzloni amministrative vigenti nel Regno Lombardo-Veneto per la formazione del ruolo arti e commercio , per F inclusione od esclusione di alcuni csercenti posti in particolari circostanze , e trovati 58 IL CENSIMENTO MILANESE. meritevoli ell eccezione alia regola generale. Esamlna le ragioni clie militaiio pro e contro i mutuatarj di danaro , e conclude essere meglio lasciarli esenti da tale iniposta, di qnello che comprendendoli ingolfarsi in un caos di inconvenienti. Indica la classiiicazione stabillta dal cessato Governo italiano e tuttora vigente con piccole niodilicazioni degli esercenti arti e commercio pei comuni di ciascuna pro- vincia, non che dei gradi diversi assegnati per le qualita dell' esercizio nello stesso comune ; la pubblicazione e re- visione che si fa del ruolo cosi classlficato de'contribuenti; il modo di esaminare e decidere i ricorsi presentati neUa snddetta pnbblicazione , e di emetterne la definitiva appro- vazione ; addita le regole da seguirsi onde proporzional- mente meglio ripartire la detta tassa arti e commercio al- legando alcune variazioni seguite sotto la repubblica Cisal- pina, le prescrizioni delle leggi dl finanza del marzo 1809 e quelle che vennero confermate sotto 1' attuale I. R. Go- verno ; e finalmente dichiara die 1' uso del contributo arti e commercio , la cui riscossione e attribuita agli esattori delle altre imposte dirette e coi medesimi privilegi fiscali, e destinato per tre quarti all' erario in sussidio del carico universale , e per un qiiarto e ceduto ai rispettivi comuni, e finisce coll' enunciare le praticlie da seguirsi pel paga- mento del diritto delle patent! , e delle loro spedizioni , e le prescrizioni che sono attualmente in tal proposito in vigor e. •1J.''70':. 3 59 Cennl di Cataldo Jannelli sidla iiatura e nccessUd della scienza delle cose e delle storie umane, con ccnni sui limiti e sulla direzione degli studj storici di Giandomenlco Momagnosj , e dlscorso e analoga appcudice sal sistema e. sulla vita di Vico del prof. Giulio MicHKLET. — Milano, 1 832, per A. Fontana, in 1 2.°, di pag. 022. Lir. 3. 5o ital. Osservazioni sulla Scienza nuova del Vico. u. ' n vivo blsogno richiama T attenzione del nostro secolo suUe anticlie mem orie e sulla statistica di tutte le nazioni ; si sente che le leggi dell' intelletto umano , le norme di- iTttvici della scienza della cosa pubblica debbono essere rannodate alia storia della specie umana ; e si comincia a conoscere die la storia e il fondamento di una scienza die potfk forse riA'elare il destine dell' uomo e quello della societa. Quindi tntte le opere die liamio rapporto con cpie- sto grandioso ed interessante argomento , e di questa classe e il lihro annnnciato, meritano il piii attento esame non solo perche trattasi del voto di im secolo, e di assicurare la direzione di una scienza tuttora nuova, ma ancora perche la scienza delle cose umane ci presenta un mezzo di com- piere T instaurazione desiderata nell" umano sapere. Premet- tendo die le nostre deboli forze sono inferiori all' ufficio nostro , tenteremo di adempiere al dovere naturalmente im- post© a dii dee dar conto di un lavoro fondamentale qual e quello del signor Jannelli. Omettiamo di dare restratto deir opera potendosi esso leggere in questo medesimo gior- nale t. ii.°, settembre , p. 289, e t. 12.°, ottobre 18 18, pag. 3. Quanto ai due discorsi del Mlchelet e del Roma- gnosi ne parleremo brevemente a loro luogo. I. Una terza parte dell' opera versa intonio ai libri del Vico , ed era ben naturale die il sig. Jannelli proponendo il tenia di una scienza ne indagasse almeno , riguardo al primo inventore , le origini e le vicende , dovendosi da queste desuniere il modo di agevolarne i progressi. Le cagioni per le quali V autore spiega la dimenticanza in 6o CEXNI 01 CATALDO JAXXELLI cui caddero le opeie del Vico ed i lend progi'essi della scienza nuova durante il secolo XVIII sono le seguenti : I." L' oscurita del lihri dl Vico pi-ocedente dall' uso di un linguaggio nuovo, di locuzioni insolite, di frasi sconosciute e dalla niancanza di ordine e di sviluppo neiresposizione della dottrina. Lo stesso antore pero sembra persuaso delF insuf- licienza di tale cagione , giacche soggiunge poco dopo che i primi Saggi sul calcolo stiblime di Leil)uitz e di Newton ed i libri mctalisici di Kant furono tosto meditati ed intesi a malgrado clie fossero oscwi, inconipleti. arcani, misteriosi. Le produzioni degli uomini grandi soggiaciono inevitabil- mente al destino della scienza a cui appartengono : 1' oscu- rita potra diffinuire il numero de' lofo lettori , nia non mai renderle straniere alia letteratnra di una nazione. 2.° La direzione degli studj volta alle scienze naturali. La classe dei dotti in societa e suddivisa secondo le varie diramazioni delle scienze^ e cjuindi difficile d' intendere come i progressi del- r astronomia , della botanica e delle altre scienze lisiche potessero nuocere ai progressi della ragione nelle scienze astratte e nella scienza delle cose umane. Nello stesso ca- pitolo il slg. Jannelli pure asserisce, che nello scorso secolo la psicologia e tiute le scienze dell'umano intelletto ricevevano vera forma e sviluppo, e piii sotto troviamo die fu pur ve- ramente nello scorso secolo molta turha e moltitudine filologica e gran numero pur fu die circa le passate ed antiche cose si aggirasse. II lettore potrebbe domandare qual differenza passi tra la psicologia e la scienza deUe cose umane riguardo al grado dell'astrazione; come mai potessero ricevere rera /or- ma e sviluppo senza la scienza delle cose umane quelle clie riguardano P intelletto nmano ^ e resterebbe ancora a di- mostrarsi la ragione per la quale i filologi ed i fdosofi di cui abbondo lo scorso secolo trascurarono la scienza nuova e con essa la scienza delle cose umane. 3° La na- tura stessa della scienza. L' autore distingue nella storia delle nazioni le cinque eta della vita umana, Fadolescenza, la giovinezza , la virilita operatiA'a e robusta, la virilita ri- flessiva e matura e la vecchiezza : attribuisce a ciascuna eta lo studio e lo sviluppo di un ordine particolare di discipline e di scienze ; ed applicando il suo sistema alia storia conclude che il secolo XVIII, tutto occupato per na- tura propria in ricerche intorno agli obbietti per conoscerli, noa era abbastanza matitro per la scienza nuova la quale spetta SULLA NATUKA CCC. 6 1 alia quarta etii come quella clie si occupa dell' ordine, del nesso e delle leggi general! delle cose vunane. La nitnte deir uoiTio procede collo stesso metodo nella fisica , nella psicologia, nelle rirerclie intorno ash obbietti per conoscerli , e nella scienza delle cose uniane : i risultamend della fisica e della psicologia non sono puuto diversi riguardo all" indole da cpielli della scienza delle cose umane , giacche tnnto le prime , quanto la seconda non si limitano a raccogliere fatti sgranati, ma si studiano di conoscere le leggi gentrali, U nesso, V ordine de' fenonieni natnrali. Non si vede adun- qwe il motJAO per cui il secolo XVIII, il secolo esperimeri- tale per eccellenza. , dovesse trascurare il vasto campo che al metodo' induttivo presenta la scienza delle cose umane 5 4.° La mancanza dell' istorosojia, ossia della critica storica. Quest' ultima ragione non ci semhra migliore delle altre. L' istorosolia e ancoi'a imperfettissima : il signor Jannelli crede di essere il primo a proporne il piano ed a darvi nome, eppure la scienza nuova nel nostro secolo e letta , tradotta ed applaudita. Si osservi inoltre che ci ha un circolo vizioso di idee nell' attribuire alia mancanza del- 1' istorosofia T obblio in cui cadde la scienza nuova ; giac- che r istorosofia intesa dell' autore non puo essere altri- menti considerata che come un ramo della scienza delle cose umane , una parte della stessa scienza nuova. La vera cagione del fenomeno storico che 1' autore si propose di spiegare , si deve rintracciare nello stato degli Italiani durante il secolo XVIII in relazione alia scienza delle cose umane. II momento di opportunita per Torigine di una scienza qualunque debb' essere deterininato da due condizioni supreme ed indispensaljiii, cioe I'interesse de- stato dial prolilema della scienza proposto alle menti dalla forza stessa delle circostanze e la riunione dei dati neces- sarj ad instituire le ricerche e ad emancipare la mente dalle credenze anteriori , le quali d' ordinario sottraggono il vero alle iudagini. La storia, le statistiche, le relazioni dei viaggiatori e la psicologia illuminata dalla tisiologia sono le fonti principali dei dati di cui ha mestieri la scienza delle cose umane : il bisogno di essa non puo es- sere avvertito se non quando, conosciuia la distaaza che passa tra T uomo colto ed il selvaggio, si sente che il fe- nomeno della ragionevolezza e del perfezionamento umano iiivoca una spiegaziouc ben altra da quclla che ne viene 62 CEjSNI DI CA.TALDO JANNELLI fornita Jalle psicologie astratte ed incUvlJuali. Con queste vedute si prenda a considerare il secolo XVIII e si tro- vei'k immatux'o per la scienza delle cose uinane. Appeaa couiinciavasi nello scorso secolo a conoscere quella serie di prospetti die presenta la civilta nelle varie parti del globo ; i dotti quasi sempre circondati dalle memorie di un incivilimento giunto ad un altissimo grado mal pote- vano concepire uno stato diverso ; la iilosofia quasi del tutto priva del soccorso della fisiologia e predominata dalle illusioni naturali della civilizzazione suppoiieva innato cio che non sapeva sottomettere alP analisi , ed i suoi errori eraiio miraljilmente conferniati dalle idee generalmente ri- cevute sulla storia e sulla cronologia. Quiiidi presuiuevansi nel selvaggio le idee dell'uomo colto, si spiegavano le origini della societa, delle leggi, delle arti, delle scieiize coUa ra- gionevolezza die ne e il risultameuto , alF analisi scienti- fica della storia specialinente in Francia venivano sostituite vaghe generalita , sentenze indeterminate , nelle quali la genesi logica e Porigine storica trovavansi sempre confuse, e per necessaria conseguenza erano credute quasi alia let- tera le personilicazioni di Mercm-io, di Bacco, di Fou-lii, ecc. colle quali T anticliita rappresentava sinilDolicamente la sa- pienza dei temosfori e delle piu coke nazioni. A dir vero verso la fine dello scorso secolo coniinciarouo a diffondersi idee piii esatte intorno alia storia deir unian genere, e fu- rono conosciute le religioni , i costumi, le leggl, le scienze dei popoli deR'Asla e delle altre parti del mondo : ma se si rifletta alle sinistre prevenzioni die dominavano contro le relazioni de' viaggiatori , alia lentezza colla quale pro- gredisce lo spirito umano, si scorge cbiaramente die anclie dopo la scoperta il potere del tempo e la nioltiplicita dei viaggi erano d' uopo per aljljattere le false preoccupazioni ed allargare Forizzonte delle idee storiche. La. Scienza nuova del Yico non e che una straordinaria rivelazione delia scienza delle cose imiane : essa quindi doveva o comuni- care un nuovo movimento alle scienze morali o seguirne le vicende ed aspettare dal tempo la sua celeljriia. Si ve- rifico il secondo caso, ed i lihri di Yico oscuri ridondanti d' errori , piuttosto dettati dalT inspirazione die coml^inati dalla ragione, non potendo alFrettare i progressi degli studj caddero in dinienticanza presso la comune dei dotti. SULLA NATURA CCC. 63 II. La spiegazlone del niotivo per cui furono lenti i pro- s^ressi delLi scienza nnova ci eleva al punto di vista donde debljono essere considei-ate le opere del Vico. Tacito , Platone e Grozio concentrarono T attenzionr del Vico sulla vita delle nazioni ; la cognizione della natura dello stato selvaggio gli fecero conoscere la perfettihilita degli umani consorzj ^ la persuasione profonda di una Provvidenza Di- vina lo disposero a riconoscere preordinato Pincivilimento nella organizzazione dell' uomo. Ma le cognizioni storiche del Vico non erano adeguate a' suoi vasti concepinienti , qnindi accadde clie mentr' egli si avanzava per una via non ancora tentata rintracciando la natura comune delle nazioni , fu forzato dai pregiudizj del suo tempo e dalla mancanza di erudizione a sostenere i piii strani errori per non essere inconseguente a' suoi principj. Cosi il Vico aveva sentito che T incivilimento delle nazioni e subordi- nate a leggi invariabili , e tratto in inganno da alcune somiglianze fra la religione , i governi e cei'ti costumi di pojioli non creduti in comunicazione , fu indotto a re- stringere in un tipo ideale comune a tutte le nazioni la storia della civilta. La soverchia flducia cb' egli ripose in una cronologia die di troppo rende angusto il campo della storia , i' obbligo a restringere il suo tipo ideale quasi al- r esistenza politica delle nazioni. Aggiungendo a queste prevenzioni la falsa supposizione di inolti scrittori menzio- nata ancbe dall' Erigo , cbe i discendenti di Noe ricades- sero nello stato selvaggio, fu costi'etto ad alterare un altro punto della storia negando la sajiienza e 1' umanita degli anticlii popoli. A tal line gli gio\arono mirabilmente la stessa scoperta de' caratteri poetici ed il principio, per se giustissimo , cbe le nazioni lianno rozze le origini. II fon- damento delle sue ricercbe era 1' opinione cbe 1' incivili- mento si sviluppa presso tutti i popoli dietro le leggi di un tipo comune ; la storia non gli offriva cbe le A'icende di una identica civilta presso le diA'^erse nazioni; egli quindi trasporto nel suo tipo ideale le particolarita accidentali pra- prie della forma esterna cbe assume la civilta, attuandosi in un dato paese sotto date circostanze. Due ostacoli incon- trava il Vico nel compiere il suo tipo sulla natura comitne delle nazioni e nel concordarlo coi fatti. Le attestazioni degli storici spiegavano colla trasmissione dell' incivilimento 64 CENNI DI CATALOG JANNELLI le somiglianze alle quali egll voleva appoggiare la sua dottrina ; la caduta delP impero lomano e il successivo risorgimento della civilta invocavano una nuova spiega- zione in un sistenia in cui , non 1' ordine delle cause jjolitiche , ma la complessiva vitalita degli Stati si pren- deva a considerare. Queste due difficolta condussero il Vico a stabilire il circolo siinilare per cui le nazioni ricadute nella barbarie ripetono lo stesso corso di prima, ed a stra- namente applicare il principio della boria de' dotti e delle nazioni alle tradizioni. Quaiito al circolo similare , ingan- nato dalla somiglianza de' governi e di certe costumanze , egli prese un grossolano abbaglio contrario alle leggi dello spirito umano ed ai fatti piu certi della storia. Riguardo al secondo errore, basti il dire clie il Vico trascino nelle proprie teorie le testimonianze die gli erano contrarie ri- guardandole per un circolo vizioso , come tradizioni nate dalle somiglianze dei costumi e delle idee , e accreditate presso i dotti per la ignoranza del tipo comune alia na- tura delle nazioni. Da qitesti rapidi cenni si scorge agevolmente come debba essere intrapresa la critica delle opere del Vico. I suoi error! nel nostro secolo non possono sedurre: se sono esposti e confutati isolatamente, la loro stranezza reca me- raviglia e la critica non istruisce. Perche T esame della scienza nuova possa riuscire di un vero interesse scientifico si deve abbracciarne le teorie nella loro unita sistematica, e considerarle come la necessaria conseguenza di certi principj combinati con certi fatti, del genio di Vico atigu- stiato da una scarsa erudizione e dalle preoccupazioni del suo tempo. Se dietro tali idee si conslderano le osservazioni del signor Jannelli intorno alia scienza nuova, si troveranno assai imperfette. App'.'na egli accenna che il Vico cadde in gravissimi errori per ignoranza della storia e jjer un so- vercbio spirito di sistema : del resto si limita ad enume- rare le scoperte del Vico e ad additarne gli errori, qualche volta con poca critica e spesso in un modo troppo inde- terminato. Esaminando la scienza nuova in relazione alia scienza delle cose umane, loda la scoperta de'principj del- r umanita riposti tiitti ndla presunzione di una divinita provvedcnte per le presend cose e nella certezza delle ge/ie- razionl per le future: qual certezza e da santi concuhitl vide SULLA. NATUR\ CCC. 65 provenire e clalla religiosa custodia delle reliquie de' maggiori trapassati. Ahneno il signor Jannelli avrebbe dovuto avver- tire, die a quest! soli noii si riducono 1 principj deH'umanita, e che la scpoltnra de' inorti e x-ito accideiitale. II costume degl' Indiani Palei di mangiarsi i corpi de' loro genitori menzionato da Erodoto ( \\h. III. ) e ritrovato in vigore presso moke nazioni deirAfrica dai moderni viaggiatori , e r USD di alcune tribu della Tartaria di dai'e i cadaveri in preda ai cani mostrano che la sepoltura de" morti non e cosa nella quale, come asserl Vico, ahhiaiio con perpetiutci convenuto e tiittavia convcngano tutti gli uoridni. — II Vico, secondo Tautore , trovb uno de' piu secreti e profondL modi per U qiiaU si forinarono le faniigUe: e'l primo scopri la na~ tura de'famoli. Niuno prima di lui aveva compreso che fosser veramente gli asili , e come per essi si fondassero le citta e perclie esattissimamente si dicesser da Livio instituzione comune e quasi generale il formarle. Da queste parole si potrebbe desumere che il sig. Jannelli crede col Vico ad un grande as- surdo, cioe clie le genti selvagge e disperse, onde impor hue ai niali dello stato di lesigi mancante, possano formare il pen- siero di sacrificare spontaneamente la loro indipendenza in- dividuale e di abbandonare la vita nomada per ricoverarsi sotto la protezione delle famiglie piu forti e delle nazioni. L'avversione contro 1' incivilimento europeo manifestata da tutte le popolazioni deirAmerica , quantunqiie esposte ai jjatimenti della fame , senza sussidj contro T inclemenza delle stagioni e awoke in perpetue guerre di sterminio ; la ripugnanza de' Galli e degli Arabi alia vita agricola, e mille altri esempi smentiscono apertamente Topinione del Vico, e mostrano che la civilta non e mai chiesta, e che difficile e Parte di comunicarla. Quindi il Vico e ben lontano dalFavere sciolto, come lo asserisce I'autore, il difficile ed arduo pro- blema politico: In qual modo , cioe , la piii gran parte del po- polo si pieghi ad ubbidire la meno numerosa , e sojfra tiitta la ineguaglianza civile. Non coll' assurda ipotesi Ae famoU, ma per mezzo della conquista e coUa legge delle aljitudini si spiega I'origine della servitu e de' governi, ne' quali comanda il minor numero. — Non possiamo nemmeno accordare al sig. Jannelli che il Vico abbia trovata 1' origine del verso e del canto. Fu gia avvertito dairacutissimo Rasori all'errore in cui cadde il Vico, derivandola dalla difficolta con cui i prlmi uomini poterono giungere a pronunziare: nella legge Bibl. Ital. T. LXIX. 5 66 CENNI DI CAT.VLDO JANXEfXI (leirassociazione de'movimeiiti, causa della facilita deirimi- tazione e della ripetizione , si devono ricercare le origini delle misure poetiche e musicali (i). Sono da notare inol- tre altri due eiTovi commessi dal Vico nell" asserire la pre- cedenza del verso alia prosa consegueiitemente all" origine da lui assegnata alia locuzione poetica. II primo consiste neir aver creduto die fossero dettati per naturale necessita di linguaggio i versi di Nevio, di Ennio, di Guntero e di Guglieluio Pugliese, i quali per lo contrario sono produ- zioni di una poesia colta e assoggettata alle regole dell" arte. II secondo errore e quello di avere riguardato come 1" ef- fetto deir inspirazione natui'ale cjuella poesia jnisurata colla quale furono eoj^resse le leggi dei Cretesi , dei Greci e di altri antichi popoli. II Romagnosi ha dimostrato che il ri- tmo poetico era il mezzo di cui usavano gl" institutori de' poj^oli perche fossero esattamente conservati nella me- moria de' rozzi loro allievi i riti , le leggi e tutto cio che riguarda la vita civile. — Altrove il signer Jannelli annota come porti delV antica storia mirabilmente dichiarate dal Vico secondo i lumi della scienza delle cose vimane le antichita egizie, caldaiche e chinesi, e la natura della pretesa sopienza egizia, caldea, fenicia. Yico negava F antichita e la coltura di questi popoli attribuendone la fama ad una falsa opinione dei dotti e delle nazioni, derivata dalla horia d'interpretare le antiche tradizioni colle idee proprie di un incivilimento gia avanzato. Per se sole hastano a provare T alta anticliita de'Caldei, degli Egizj e de'Chiilesi le osservazioni asirono- niiche ritrovate in Babilonia e spedite da Callistene ad Aristotile, le quali risalivano a 2200 anni prima di Cristo ; 1' anno solare degli Egizj determinato dall' apparire eliaco di Sirio ( Erodoto lib. II ) ; e le testiraonianze irrecusabili del Chou-King e dei libri di Meng-tse intorno alio stato dell'astronomia Chinese ai tempi di Hoang-ti (2480 anni pr. di G. C), Quanto poi alia coltura dei Fenicj, de' Caldei e degli Egizj il Vico non ne sospettava nemmeno il grade al quale era pervenuta e la natura di essa, poiche ignorava compiutamente quel profondo sistema dell' antica sapienza in cui la religione , la scienza dei numeri , la musica , la morale , la politica erano misticamente collegate. E qui e (i) V. la trad, della Zoonomia di Darwin. Mil. l8o3, vol. K pag. 3c2. SULLA NATURV eCC. 67 da notare clie gli errori del Vico riguardo alia storla aii- tica dovevano essere riinarcati dal signor Jaanelli , poteiido da essi derivare gravissime conseguenze per la scienza dalle cose umane. Per se stesso, egli e molto indifiereate il sapere in quale epoca gli Egizj o i Chiiiesi abbiano comin- ciato a riunirsi in nazione, se siano stati colli o barbari, ecc. : ma cio che interessa si e di non restiingere il campo della storia e di non sopprimerne certe parti oude non costringere poi il filosofo ad alterare o la storia o la psi- cologia per conilnnare le tante vicende che suppongonsi dall' incivilimento delle nazioni colla lentezza del procedi- mento col quale si progredisce dallo sjiirito umano. NelPavvertire gli errori del Vico il sigaor Jannelli e assai piii esatto. Pero, noi lo rlpetiamo , se la critica della scienza nuova non parte dal centre istesso del sistema , non puo essere di niolta utilita. Ognuno sa che i Romani hanno tolto dai Greci alcune fra le leggi delle dodici ta- vole , che le lettere alfabetiche furono portate dalla Fe- nicia in Grecia , che quindi sono erronee le opinioni con- trarie del Vico. La ragione di codeste opinioni era in vece da dimostrare , e cio sarebbe stato di tanto maggior gio- vamento in quanto che gli errori del Vico sono gli errori del genio , ed esaminati nella lor sorgente conducono alia scoperta di nuove verita. Ad onta delle imperfezioni che abbiamo accennate , r opera del signor Jannelli , in quella parte che riguarda la scienza nuova , e di lunga mano superiore al discorso del signor Michelet. Questo celeljre scrittore , al quale la Francia deve un' elegante traduzione della scienza nuova , parla nel suo discorso degh studj di Vico . ne compendia il sistema ed espone in un' appendice la vita del Vico , il catalogo di tutte le sue opere e quello degli autori che V hanno imitato , contraddetto o sempllcemente menzionato , e final- mente V indicnzione delle principali opere che sieno state scritte sulla filosofia della storia. L' estratto del sistema di Vico fatto dal Michelet e, come lo confessa egli stesso , troppo incompiuto ; ne* Cenni intorno agli studj del Vico ben poco trovasi aggiunto a quanto quest' autore scrisse di se stesso nelle sue opere; 1' appendice poi del discorso per nulla corrlsponde alia iatltolazione. Per mostrare quanto sia incompleta basti il dire che omette di parlare di Lo- monaco , del Valerian! e dcUo Stelliui , e clie riguardo ad 68 CENNI DI CATALDO JANNELLI uno de' migllori disccpoli di Vico , il De Cesare , ed al Romagnosi , il quale deve considerarsi riformatore della scienza nuova , si liiiiita alia sola iudicazione dei nomi. III. Nell" ultimo capo della pi-ima sezione 1' autore si pro- pone pep quesito se la stoiia sia utile ovvero inutile; e dopo molte distinzioni conclude che la vera utilita della storia e r utilita scientifica , T vitilita letterata per cui si soddisfa al bisogno che e in noi vivissimo di conoscere. II signor Janaelli e si profondamente persuaso delFinutilita jjratica della storia, die dopo di avere avvertito che per soddisfare al bisogno di conoscere si soffroiio incredibili bisogni fisici, si mangia male , si veste male , si abita j^eggio , asserisce che se si trae alcun vantaggio fisico o etico dalle scienze ( e dalla storia ) , cid non deriva dalla low vera origine e natura. Se la storia si vuol considerare come una nuda esposi- zione di fatti accaduti , allora noi ne dobbiamo negare ancbe T utilita scientifica ; se j^oi si considera come base e teraiine , fondamento e scopo della scienza delle cose nraane, ancora ci e forza di scostarci daU'opinione dell' au- tore. Senza la storia dove si vorranno rintracciare le norme direttrici degli Stati ? Dove si troveranno i fondamenti della scienza della cosa pubblica '. L' arte di reggere le nazioni, come tutte le altre, non e clie F espressione del- r esperienza ordinata ad un intento : si tolga la guida dei fatti , e in luogo di dettami efficaci avremo dei sistemi imaginarj, in luogo di predoniinare gli avvenimenti, saremo incaiDaci di apprezzare la forza dei mezzi che sono in nostro potere. Non si trova , dice il signor Jannelh , che un priiicipe abbia meglio govemato perche sapeva la storia degli Egizj e dei Greci : vogliamo accordarlo ;, la cognizione di fatti staccati non puo essere di gran giovamento , ma egli e col trasformarsi nella scienza delle cose umane che la storia si eleva al grado di scienza, e si unisce alia scienza della cosa publ^lica. Che anzi se la politica trovasi gia iniziata, se gli uomini di Stato talora governano saviamente, cio non avviene che per un presentiniento confuso della scienza delle cose umane acquistato direttamente dalla sto- ria o tradizionalmente ricevnto. Ma il vero line della storia non e il solo punto di vista che sia sfuggito all' autore: i suoi errori intorno ai vantaggi SULL.V N.VTURV ecC. 69 die derlvano dalla storia sono strettameiite collegati con akri errori piu esseiiziali sullo scopo dcUa scienza delle cose uniane. Egli di fatto la considera come un raino ?ussidiario della storia, niostra la necessita di essa uiiicaineiite deter- iiiinata dal fine di accertare le idee storiche , e cade nel doppio errore di credere die T econouiia pubbllca , la po- litica , la psicologia siano gia pervenute al pieiio loro svi- Inppo , e debl^ano precedere la scienza delle cose uinane nel corso naturale della civilta. Dopo di quanto fu an- nunziato dal Vice e pienaiuente provato dal llomagnosi (i), trovasi oramai inutile il diniostrare die la scienza delle cose umaire e il centro su di ciii riposano le scienze del- r uomo interiore , T economia pubblica , la politica e la scienza del diritto. La storia adnnque lungi dalF essere lo scopo della scienza delle cose umane e ad essa intera- mente subordinata. IV. Alcune altre annotazloni di minor rilievo dobbiarao ag- giungere a quelle gia esposte. Nell' annoverare le cagioni die fino ad ora lianno ritardato 1' avanzamento degli studj storici, Tautore non risole al vero motive principale che di- scende dalla gran legge dell' opportunity^ parla in vcce della spivlto di sistema , della volgare idea che si ebbe della storia , efFetti e non cause della poca importanza die fu data alia storia. — Dove accenna i fondainenti delle spe- ranze di vlcini progressi negli studj storici egli di sover- chio confida nella perfettibilita uniana, e attribuendo in ge- nerale al nostro secolo il bisogno di un'instaurazione nella storia tralascia poi di scendere alle prove ed alle parti- colarita donde realmente si potrebbero desumere la dire- zione degli studj e le speranze di un vicino progresso. — • Inline , quanto all' istorosofia , noi crediarao che il signor Jannelli ne esageri la necessita e perche le imperfezioni della storia procedono principalmente dal difetto delle notizie e dei documenti , e perciie la storia qnantunque si trovi per se stessa in uno stato disastroso , pure basta all" utiicio suo, che e quello di ordinare le epoche. II nesso di simultaneita, in altri termini, il quacho die presenta la civilta nelle varie epoche sociali puo essere fornito dalla (i) Vedi la Scienza Nuova. Napoli 1744 , pag. 145; e T lu- troduzione alio studio del Diritto piibblico. Parma, i8o5. 7© CENNI DI CVTALDO JANNELLI statistica. Tranae le poclie osservazioni clie abblaino espo- ste , qnanto alle particolaiita il libro del slg. Jifiniielli ine- rita i piu alti eiiconij e ]ier la profonda erudizioae e per la vastita delle idee che raccliiude , die anzi mold degli er- ror! annotatl sono meno imputahili airingegno deirautore die ad iin' rccessiva accondiscendenza verso certe opinioni doiiiinanti e ad una soverdiia afFezione per alcuna delle prevenzioni del Vico. Aggiungasi che le censure die si possono fare ad un' opera non sono la sola niisura dietro cui devesi apprezzarne 1' importanza e il merilo dell' au- tore. Nel confronto di piu sistenii debbono emergere ne- cessarianiente grandi difFerenze ; T ultimo nell' ordine del- r invenzione potra avere raggiunto il vero , esso sara il pill forlunato , ma il merito della scoperta dovra sempre essere diviso coi precedenti, giacclie lo spirito uniano non progredisce se non per via di successive transazioni. V. Noi termineremo avvertendo ad una questione fonda- mentale proniossa dal Romagnosi ne' suoi cenni sui li- iiiiti e sulla direzione degli studj storici. II signor Jannelli ba proposto la scienza delle cose umane , riguardando la civilta come il frutlo necessario della convivenza che si svolge matura o retrocede dietro le leggi di un tipo co- mune alia storia di tutte le nazioni. Per tal modo egli non ba fatto die seguire la direzione comunicata dal Vico alia scienza e conservatale da' suoi discepoli. Un sistema grande e mei'aviglioso fondato sull' immatura generalizzp- zione di poclii principj puo essere utile nei primordj di un ramo qualuncjue dell' uinano sapere onde fissare I'at- tenzione sui fenomeiii , dar unione alle scienze ed aprire in qualcbe modo la via alle ricerclie. Sotto tale rapporto gli errori del Vico debbono essere rispettati , come deb- bono essere rispettati nelle altre scienze i numeri di Pi- tagora , i vortici di Cartesio, I' armonia prestabilita di Leibnitz: ma, noi osiamo sperarlo, e giunta omai 1' epoca deir esperienza ancbe per la scienza delle cose umane, e le preoccupazioni dei sistenii iminaginarj debbono essere sbandite onde siano tolti gli ostacoli alia scoperta. II Ro- magnosi nel suo discorso , rivendicando i diritti dell' era nostra , dimostria die il tenia assunto dal signor lannelli e troppo esteso , troppo vago , troppo fiiori di speranza , liuiita la natura comune delle nazioni alio stato delle SULL\ N.VTUUV CCC. ^I popolazioni selvagge , c clrcoscrlve la sfera delle ricerche alia storia positiva dcir iiicivilimeato. A inostrare qiiaiito fossero necessarie tali deterniinazioni bastera indicare clie il signor Jannelli consldera come lo scopo della scienza delle cose uinane il problema: " Data questa terra, questi climi , questa razza ninana , determinare sino ad un dato segno le conoscenze die si acquisterebbero , le istituzioni che si foiiderebbero , i fatti die si eseguirebbero. » ( pa- gina i8 ). Qnesto prolslema per se stesso in senso asso- Into pno essere sciolto uon altrimenti die sono possibili metafisicamente le predizioni astrologiclie , attesa T intima unione delle cose e la niutua loro dipendenza. Ma la scienza dell' armonia suprema deU' Universo e smisurata- uiente superiore alia nostra capacita , e la nostra igno- ranza ci costringe ad attribuire una forza imperscruta- bile al caso. Ora 1" incivilimento e appunto il prodotto della fortuita coincideoza del clima , del territorio e di jiiille circostanze , le quali sfuggono non solo al calcolo ma anclie alia cognlzione deir uomo : pretendere quindi di predire a priori la storia positiva delle nazioni, e pre- tendere cio die trovasi impossibile alia natura uinana. In quel niodo che il signor Jannelli, cedendo alia forza del tempo , ha moderato il tipo ideale della Scienza nuova , ravvicinandolo maggiorniente alia storia , iioi speriaiiio die cedendo di nuovo aUe osservazioni ed alPesempio del Ro- magnosi vorra egli battere una via piu sicura ne' Saggi che egli promette neir opera , e die noi desideriamo di vedere pubblicati. Quando si tende ad uno scopo chimerico , la scoperta non puo essere che accidentale e frammischiata a niille errori ; lo provano ralchimia e Tastrologia: nella chimica in vece e neir astronomia le scoperte hanno sor- passate le aspettative. Si abliandoni egualmente nella scienza delle cose umane il pensiero di predire la storia , e le ri- cerche non andranno deluse , giacche la natura e fonte inesaui-ibile di meraviglie per chi sa interpretarla. 72 APPENDICE, PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED ARTI STEANIERE. Journal of an expedition. — Qiornale cT una spedi- zione intrapresa colV intento d' esaminare il corso € V imboccatura del Nl^er , ossia Relazione dun viaggio su questo fiume da Yaouria sino alia sua imboccatura , di Riccardo e Giovanni Lander. Lon- dra 1 8 32, e Parigi, colla traduzione francese di madama Luigia Sw. Belloc, i832, torn. 3, in 8. , con una carta geografica, e con figure. Articolo II ed ultimo ( V. il I. nel tomo 68°, ottobre i832, pag. 56.;. I Costumi cle popoli lungo il Niger. I viaggio dei Lander, da Badagry dove furoao da noi lasciati, sino a Yaouria, e di la all' Imboccatura del Niger, conieche per la geografia importantissimo, non presenta quasi sempre die una sola e niedesima fisonomia , per cosi espri- merci , si quanto ai costumi degli abitanti , che qua nto alia condizione del territorio o del paese. Noi percio daremo prima un generale e semplice abbozzo di siffatti costumi e del paese; poi rapidamente trascorreremo i piu notabili luoglii pe' quali passar dovettero i due fratelli discendendo pel fiume. Ne pero e cosa si agevole per uno straniero il ben conoscere tutto cio die risguarda il vivere di queste genti , gelose generalmente e di loro natura intrattabili. Imperocciie senza un lungo soggiorno tra esse, senza una perfetta cognizione de' loro idiomi non e possibile il for- marsi una giusta idea delle leggi , delle costunianze, delle istituzioni loro, e ineno ancora della religione , della forma APP. PARTE STRANIERA. ^3 e della natura del go^«erno. « II gergo degl' Ignorantl ia- terpreti ( cosi attestano i due fratelli ) a' quali e d' uopo ricorrere , da luogo a tanti e si grossolani abbagli, che disperar facevaci d'ottenere esatte e precise notizie sovFogni oggetto. Cio che noi stessi abbiam veduto; ecco di che ri- spondere posslamo. " Cosa per aUro assai mirabile e ad osservarsi, come nell'Africa tntto al contrario avvenga che neirAnierica, come la barbarie cioe vada scemando in ragione della distanza dalle coste e deiravvicinamento alle region! centralis, cio che pur rilevasi da altri viaggl e specialmente da quelli del Caillie, e del Clapperton. La qual cosa ag- giugne forza all' opinione di quegli scrittori che dal centre deir Africa derivata vorrebbero la primiera civilta delle nazioni. Tl ridere smodatamente, del che gia parlato abbiamo discorrendo de^li abitanti di Badagry, e proprio di queste nazioni pressoche tutte; e propria ne e uguaimente la nia- niera di vestire , trattone qualche differenza ne'colorij nelia berretta, e nel maggiore o minor volume della tu- nica o tobe (specie di blousse) e nella qualita del panno. Gli uomini portano larghi pantaloni , comunemente di co- lor turchino. I fanciuUi sino all' eta dei sette anni vanno interamente nadi ; talvolta pero portano alle reni un cor- done di cauri (*) infilati , ed ai polsi grossolani braccia- letti di rame o di stagno, Le donne d'alta condizione ve- stono una specie di iiiantello fluttuaate , in tela di cotone, che passa suU' omero sinistro e vien cadendo nn po' al disotto del ginoccliio: il braccio destro e i piedi riman- gono nudi. Esse portano i capelli variamente intrecciati e per lo piii in modo di comporne una massa sul capo. Pero la ricercatezza degli abbigliamenti e quivi ancora una prerogativa del sesso femminile. Un giorno presentata venne ai due viaggiatori una giovane di Djeima, la piu bella figura ch' eglino veduta abbiano in questi paesi. La capellatura di lei era con tale artificio assettata , che loro nacque il desiderio d' esaminarla. Essa non niai incontrata erasi con bianco alcuw? ; vl si presto dunque con grande timidezza. I\Ia non appena soddisfatta fu la loro curiosita, la donna , end' era accompagnata la giovane, e che voleva (') Cauri o goris sorta di niccliii che servono di nioneta ; died cauri hanno il valore d'un soldo di Francia. 74 APPENDICE altresi loro prostltulria , chiese 200 caurl, prezzo die al dire cU lei pagasi nell'interno del paese da ogni uomo clie facciasi a minutamente considerare la capellatura d' una donna: al qual uso dovettero essi ancora conformarsi. L'ac- conciatLira della glovane avea la forma d' un berreitone d' ussaro. I suoi capelli erano con arte grandissima in- trecciati sul vertice del capo. Varj nastri di forma irrego- lare adornavano ciascnn lato della testa. Una sottile benda di tela cerulea le attorniava pure la testa al di sotto dei capelli e si strettamente die incollata pareva sulla pelle. Le sue ciglia apparivano tinte con polvere d' un nero azzur- rognolo. In alcuni paesi pero domina qui ancora nell' ua sesso e nelPaltro il barbaro uso di farsi enormi buchi nella parte carnosa degli orecchi per passarvi gross! legni di color vivace, e di pertugiar pure la cartilagine del naso per introdurvi lunghi pezzi di vetro azzurro. Le donne credono anzi di prodnrre un piii attraente efFetto traforan- dosi le labbra con denti di coccodrillo, in modo di dar loro uno sporto uguale a quello del naso. II calzamento d'am- bidue i sessi consiste d'ordinario in una specie di zoccoli con intrecci di corde sul piede. Le tele e i panni fabbri- cansi grossolanamente nel paese : rare pero non sono presso le piu distinte. persooe i drappi d' Inghilterra. II moversi a lenti passi e misurati passeggiando coi so- vrani e segno di rispetto, alia quale eticlietta mancato avendo i due fratelli trovandosi col Sultano di Bidjia, ne ebbero grave rimprovero. Un'altra costumanza, non meno comune in questi paesi, e quella di farsi aspettare: quanto piu si frappone d'indugio all' introduzione d'uno straniero, tanto piu credesi di onorarlo. A Jcnna , una delle princi- pali e meno barbare citta visltate da'due fratelli, trova- rono essi il Sultano assiso sur un tappeto di cuojo, e sotto d' un lai-go padiglione, al fondo di una corte quadrata. Egli avea un abbigliamento per que' paesi il piu ricercato, la tunica e la berretta di veiluto cliermisino, guarnite di galloni d' oro e 1' una e 1' altra ;, alia destra stavangli se- dute le sue mogli e le donne del loro seguito, alia sinistra coUocati furono i due stranieri. Le donne cantavano lodi in onore del signor loro con una voce forte e disgustosa , ac- compagnata da una dissonante sinfonia di grossi tamburi, pifFeri, trombette e corni. AIT istante che i Lander angu- rarono al principe ogni prosperita , f aifollata moititudine PARTE STRA.NIEIIA. ^5 del popolo , clie Inaondato avea il cortile , e tuttl coloro die trovavansi all' iiitonio di liii , si prostrarono battendo le mani. Fiirono quindi presentate ai due forestieri noci di goura (s|)ecie di fico) nelPacqua, e cangiaronsi dall'una parte e dalTaltra profusioni di complimenti. Questa ceri- nioiiia dar pub a' leggitori nostri un' idea della piii squi- sita urbanith di tali africane corti. Una delle piii domiaanti passioni di questi popoli e la curiosita, alia quale bea diflicilmeiite sottrarsi possono i viaggiatori i ed eglino questa loro passione con ogni modo dispiegano verso i biancbi, ogni loro cosa esaminando nii- nutamente. A Jenna non appena i due viaggiatori eransi assisi aspettando d' essere intromessi ad uno de' principi, e gia un'inuiiensa folia gli stringeva da'tutte le parti, recando gli ordinarj inconvenient! della nioltitudine; la mancanza d' aria , forti ed insalubri odori , ed un confuso rumoreg- giare che descriversi non potrebbe. n I piccoli fanciulU (dicono essi ) ordinaronsi in cercliio a noi d'intorno; ve- nivano in seguito i piii grandicelli , poi i giovani, e dope questi gli uouiini maturi e i vecchi : I' anelio il piii lon- tano formavasi di colossi alti al pare di campanili, la piu parte de' quali teneva de' bambini nelle sue braccia soUe- vati : era questo un anfiteatro di teste nere e lanute, nelle cui nere facce rilucenti al par del lustrine brillavano can- didissimi denti: e sebbene un po' aiinojati di quest' avida curiosita nel tempo certamente non breve che ci fu d' uopo aspettare innanzi d' essere introdotti , pure non potevamo a meno di sentirci sollazzati dalle spettacelo che ne cir- condava. >> A Kosou, altra citta , le visite erano si nunie- rese , e si rampognosa e insopportabile la loquacita delle denne, che finalmente i due fratelli costretti furono al fan- ciullesco stratagemnia di lanciar lore deU'acqua nel vise con una grossa sciringa : allorch' esse provarono l' efFetto di questo terribile sirumento prese furono da terrere e si diedero a precipitosa fuga. Tanta curiosita derivar seuibra dalle stranissime opinioni che questi popoli nutrone dei bianchi. Perciocche ci credono canibali, avidissimi del sangue de' neri , e dotati d' una possanza misteriosa e sovruniana. A PaUishia , citta florida e di viveri abbondantissima, dove i Lander ebbero cortesi accoglimenti , le donne ed i fan- ciulli rimbalzavano spaventati quasi dall'aspetto di un cocco- drillo o di un serpente, se niai avveniva che i due Europei 76 APPENDIGE volgessero loro lo sguardo. Per la tnedeslma opinione della sovrumana nostra possanza sono questi popoli d' avviso che non sussista sotto il sole alciina malattia, die da noi curare non si possa. Quindi far sogliono niille assurde inchieste : pill d' una donna pregava d' essere liberata dalla steiilita : ne ci ha altro mezzo per sottrarsi a si importune dimande, che quello di spacciare qualche insignificante ricetta. D" al- tronde indolenti , infingardi non presterebbero una mano ai bisogni anche piu evident! e calamitosi de' loro ospiti : placere ed ozio sono per essi sinonimi , ed altro godi- mento non provano, fuorche quello di non far niente. E si fatta Infingardaggine in alcuni paesi giugne al segno che gli abitanti punto non si curano non solo di pnlirsi dalle im- mondizie, ma nemmeno di tener lontani gli augeili rapaci e gli altri piii dannosi animali. Siane di prova cio che i Lander raccontano degli avoltoi , de' quali non meno che de' falchi videro grandissimo numero a Jeuna ed a JBi- djia. La loro rapacita e tale, che piombano senza tenia alcuna in mezzo agli abitanti nel tempo che questi pren- dono il cibo. Una sera 1' uno di essi si getto sopra un pezzo di carne, cui teneva tra le dita un uomo del seguito de due fratelli , ed a lui lo rapi all' atto stesso cli' egii se ]o metteva alia bocca. Calunniosi, poi menzogneri e nial- dicenti all'eccesso: che la calunnia , la maldicenza e la bugia sono le piii splendide prerogative degli Africani tutti : ognuno dice male d' altrui , dal monarca sino alio schiavo, Generale vi e la prostituzioiie e dominnnte non meno e il vizio deU'ubbriachezza. Al cadere del sole, men- tre gli augeili ravvivati dalla frescura garriscono tra le fo- glie , i vecciii del paese sogliono sotto le frondi d' antico albero radunarsi, ed ivi fra loro cicalare per due o tre ore mormorando il piu delle volte de' canibali deU'Europa, e trangugiando enormi zucche d' una fortissiina birra del paese sino a che perdnta non abbiano la ragioue. Ne pero cotanti vizj mancano di eccezione ; perciocclie i due fra- telli incontrarono in alcuni luoglii e ospitalita e altre virtd, e cio loro avveniva quanto piii innoltravansi verso Yaouria, ossia verso i paesi piii centrali. La sola e negli Africani quasi innata avidita delle cose altrui non venne mai sce- niando. Poco o nulla ci dicono i due fratelli intorno alle lingua delle region! da loro trascorse: serabra ch'esse consistano in PARTE STRA.NIERA. 'J'J un variato gergo sur un fondo cU arabo. Piii chiare sono le idee clie ci danno intorno alia religione ed alia forma del governo , die vi e da per tntto e assolutamente di- spotica. La religione piu dominante e qnella del piu as- surdo fedcisnio , noii senza qualclie riniemliranza dell' an- tico paganesimo: se non die ne' luoghi piu vicini alle re- gioni centrali ed alquanto piii inciviliti vi si professa pure il culto di Maonietto, nia colla piii crassa snperstizione , e con ignoranza silTatta die gli stessi dervici, o dottori della lep;ge, recitare non sanno die appena alcuni versetti del Corano, de' quali per altro ignorano totahnente il senso. A Jenna un prete dtl feticisino si presento a' nostri viag- giatori danzando da delirante, e ruggendo come se inva- sato fosse da uno spirito maligno. Poco soddisfatto del loro accoglimento si ritiro dopo d" aver ricevuto 1' ordinaria li- niosina di qualclie cauri. Gli abiti e I'aspetto di quesio uomo , non meuo die i bizzarri suoi ornamenti erano nii- rabilmente calcolali per imporre alia credulita ed alia sn- perstizione della moltitudine. Egli portava sulle spalle una enomie clava , sulla cul iriazza vedevasi scolpita una testa umana : all' intorno di essa vedevansi sospese piu filze di cauri •, e queste specie di rosarj intrecciate erano di cam- panelli, di pettini iiifranti, di pezzetti di legno grossola- namente intagliati a forme umane, di grandi condiiglie, di laminette di ferro, ecc. : il numero de'cauri die costui su di se portava era forse di venti niila ; ed egli sotto il peso di tali ornamenti piegavasi sino a terra. « Ci aveva ( di- cono essi ) nell' aspetto di quest' uomo qualche cosa di si fatta natiira , die noi non sapremmo delinire. " Tutte poi le snperstiziose idee sulle streghe, sui maglii , sulle malie e sulle sorti , tutti i pregiudizj in somma dominano quivi come in Europa dominavano al tempo della barbarie, e vi sussistono pure le stesse prove, le pene stesse della tortura, del ferro e del fuoco. Sembra quasi die la snperstizione trasportato abbia in qnesti paesi ogni suo impero. I Lander dlscendevano pel Niger lunghesso il paesed'£6oe, quando sollevossi una densissima nebbia. Spaventati i battellieri quasi per imminente sciagura piii prosegnir non volevano il corso , grid.mdo da forsennati contro de' due Europei , loro vietaniio di guardare i llutti e imputandoli del disastro per la ragione appunto die il fiume veduto non avea giam- niai bianco alcuno. Quindi e che a Damugouj citta situata ^8 APPENDICE sulla sinistra sponda del fiume, per ordlne del SuUano presi furono gli augurj intomo alia navigazioQe de' due Europei, consultate essendosi colla piu scrupolosa accaratezza le vi- scere di piu augelli. I loro idoii, se pure chiamar si deb- bono coil questo nonie alcune imagiai scolpite suUe porta della residenza de' Sultani, consistoao in grossolane immagini umane totalmeate simili a quelle rozze e schiacciate imita- zioiii dell'uomo die veggonsi in alcune antiche chiese e cap- pelle, massime dell' Inghllterra. Le donne ancora, e special- mente le figlie de' Sultani, sono in qualche paese investite del sacerdozio, ch'esercitar sogliono con misticlie cerimonle, con urli, con danze e con clamorose processioni. Curiosa e la cerimoiiia , colla quale una di esse si fece a bene- dire una delle guide de' nostri viaggiatori. L' uoino se ne stava curvato: la donna torcendogli il braccio sinistro lo spingeva pel dorso con tutta la sua forza; poi aU'improv- viso abbandonandolo, con gran soUievo del paziente, pun- tellava possentemente le mani sulle due spalle di lui, bor- bottando tra suoi denti la chiesta benedizione in modo cli' era impossibile il comprendere cio cU'ella diceva. Se giudicare si dovesse da cio che i Lander osservarono a Wow ed a Boussa, piu pacatamente die altrove, la re- ligione in questi paesi piu dominante consisterebbe in una bizzarra tnisciiianza di favole arabe e di antiche tradizioni, giacche in nessun luogo si conosce la dottrina musnlmana in tutta la sua essenza. Generale e nondimeno la credenza in un Dio die soggiorna ne' cieli e die riconi|jensa o pu- nisce le umane azioni. Ma non vi ha idea alcuna d' un inferno, come luogo d'eterno dolore. Le anime dei giusti, dicono questi popoli, trasportate vengono in una regione bella, tranquilla, felice, ov' elle dimorano in eterno, ed ove non vedrassi che una scimia sola. I reprobi prima d' es- sere ammessi a partecipare di un tanto bene, subiscono le prove dell'angoscia, della pena^ del castigo: sono ri- serbati a varie torture sino a che la punizione cancellati non abbia i lor peccati. Essi poi credono die nell'origine del niondo stati siano creati due uomini, 1' uno nero e 1 altro bianco, da'quali tutta discesa vogliono 1' umana schiatta. E da notarsi che secondo la tradizione degli abi- tanti del paese d' Haonssa, il nome del loro primo padre e ^damo , pronunziato esattamente come da noi si pronunzia. A Wowoix ed altrove gli abitanti non altro credono intorno PARTE STRANIER\. 79 nlla fine ilel mondo , se non die il suo divino creatore I'av- voltolera come nil foglio cli pergamena ponendolo in disparte e serbandolo per una piu fansta occasione. Quel die credono alle aaticlie superstizioni immolai* soglioiio un hue, un niontone od una capra nera , ma al dire dei due Inglesi fremerebbero alia sola idea d' un sacrificio umano. 11 matrimonio celebrate viene con poca o nessuna ceri- inonia. Questi africani a prendere moglie pongono quelf ini- portanza ciie niettere sogliono a tagliare una spica di biada: r amore noa vi ba parte alcuna. Un solo esempio viene dai Lander citato di un giovane che si lascio uccidere per la sua amante. Percio si fatti matrimonj vengono disciolti con quella medesima facilita colla quale furono contratti. II niarito coniincia dal trattare aspramente la moglie : essa s' accorge ben tosto del significato di tal modo di procedcre, se ne va da se stessa presso i suoi congiunti, e da questi considerata viene come se fosse tuttora nubile. Se un uom libero prendere vuole una scliiava paga venti mila cauri al padrone di essa: ma i figliuoli ciie ne nascono , considerati sono come propricta di colui che ba vendnta la madre, e questi puo ancora ricbiamarla allorche rimane vedova. Generale vi e pero ' I' uso deila poligamia , specialmente ne' Sultani o capi delle nazioni, sebbene una sola repittata venga la vera moglie , tratte essendo le akre il piu delle volte dalla classe delle schiave. Le pin distinte classi della societ.a, a Wowou ed a Boussa, seppelliscono i loro morti nella corte delTabitazione , ove questi soggiornavano essendo in vita. Qnanto alle persone del volgo, vi lia un ciiuitero comune in un bosco a qualcbe distanza dalla citta. Tosto che la niorte di un ricco e conosciuta, tutti gli amici recansi alia casa di lui, dove coperti degli abiti piu sdruciii lo piangono per sette giorni. Quanto ai poveri, i loro con- giunti ne accompagnano il cadavere al luogo ove debb'es- sere seppcllito e soggiornano nel bosco sino a che dato noa abbiano sfogo al dolore, e spiraio non sia il tempo del lutto. A Cumbria, citta con vasto territorio, i due fratelli fu- rono spettatori d' una danza, della quale Riccardo ci da la seguente descrizione. n Un subitaneo e confuse rumore che annunziava la gioja, mi trasse da un giocondo delirio, al quale abbandonato erami al chiarore della luna. Essendo uscito ben tosto per conoscere la causa di quest' importuna 8o APPENDICE allegria , vldl mi gran nnmero dl giovinette , e dl donne maritate che portavano sul dorso i loro pargoletti. Esse cantavano, danzavano, dimenavansi con grande strepito, hattendo le mani secondo T nso del paese : i loro mariti e congiunti stavano appo di esse in piedi , come giudici e spettatori. Una donna bruscainente lanciandosi in mezzo alia trnppa faceva capriole con nn'eccessiva vivacita sino a che spossata dalla fatica non cadesse in dietro tra le braccia delle sue compagne die attentamente sorvegliavano ad ogni di lei movimento, collocate essendosi in una convenevole attitudine per nceverla. Tosto un' altra a lei succedeva, poi una terza ;, finalmente tutte figuravano nella maniera stessa. E si grande era 1' interesse die a si fatto sollazzo prendevasi die scrosci di risa ed altre violente dimostra- zloni di giuhilo intendere si fecero sino al fine. La danza poi , se tale trattenimento puo con qnesto nome cliiamarsi, comincio da tutt'insieme la turba delle donne si nubili che maritate: esse si disposero prima in un circolo, le une le altre tenendosi per le braccia, poi girarono lentissime senza alzare di terra 1 piedi. Sembrava die quest' esercizio ca- gionasse loro immani sforzi e difficolta, per quanto giudicar potevasi dalla violenza e dal particolar modo con cui an- davano esse agitando e torcendo i loro corpi , non meno che dalla necessita in cni non poche giovinette trovaronsi d'abbandonare il circolo quasi all' istante medesimo in cui erasi desso formato. A questi moti si lenti altri gra- dataniente ne succedevano piii animati, i quali diven— nero in fine si vivi , che il cercliio improvvisaniente si ruppe e piu donne gettate furono a terra con grande violenza. I canti o piuttosto le grida , accompaguate dal battere delle mani e da altri ancor piu acnti e selvaggi clamori, continuarono sino all' accostarsi del giorno: allora una dirotta pioggia rientrar fece ciascuno nella propria casa. " Le donne tenute sono in nessuna o pocliissima stima. I costunii dell'Africano sono si avversi al ben essere della donna, clie la misera vi si trova rarlssime volte coUocata a pari dlritto col consorte. Tale sconcio di costumi dee specialmente ripetersi dalla poligamia ; perciocche la mol- titudine delle mogli fa si che non si abbia pel sesso gentile quella stima ch'ei pure si meriterebbe : I' abbondanza ge- nera la sazieta, e questa il disprezzo. Elleno percio sot- toposte sono ad ogni genere di lavori , non eccettuate le PAnTE STRANIERA. 8 I stesse regiiie o mogli de' Sultani, alle quail afilJate vengoiio non solo tiUte le domestiche faccende anclie piu vili 0 gravose , ma le cure altresi del tralVico e ilelle provvi- gioni. Queste sono quindi costrette a fare lunghi e penosi viaggi per mercanteggiare nelle piii remote parti, senz' altro privilcgio che quclio di viaggiare di citta in citta esenti da qualsivoglia tassa , e di poter albergare gratuitamente nelle case de'' governatori o capitani del popolo. Le niadri non di meno nutrono grandissimo amore pei lore ligliuoli. 1 nostri viaggiatori incontrarono ad Egga piu donne che portavano sul capo imagini di legno in forma di baml)ini. Perciocche le madri che perduto hanno un figlio, portano queste grossolane imitazioni in segno di duolo per un tempo indefuiito. Ne per quante preghiere i Lander facessero , nessuna di esse voile cedere loro giammai alcuna di si fatte rimembranze della materna loro affezione. In alcuni paesi domina pure r aljbominevole viso, pel quale le piii distinte mogli de' grandi sopravvivere non debljono alio sposo : se non clie in vece d' essere getiate sul rogo come nelle Lidie, niojono generahuente di veleno. Sembra che 1' origine di si barbaro costume derivi dal timore cli' elleno ammesse alia confideuza del marito , e quindi consapevoU del luogo ov' egli nascosti tiene i suoi lesori , non attentino alia vita di lui per impadronirsi delle sue ricchezze e per riacquistare la liljerta : al che credesi di opporre ostacolo coll' aspetto della morte, alia quale anderebbero esse pure incontro mo- rendo il consorte. E qnesto si barbaro uso estendesi pure ai governatori, i quali sopravvivere non debbono al Sultano lor signore. Questi popoli sono V un T altro in guerra pressoche perenne. Le loro armi consistono in dardi ed archi , in coltelli, sciabole ed aste con punta di ferro, ed in qualche pessinio fucile. Ma tali guerre non sono giammai sangui- nose o micidiali. Perciocche 1' esito dipende assai piu dall'astuzia e dalP inganno che dall' intrepidita e dal valore: si ha grandissima cura di ottenere degli schiavi piuttosto che di fare de' morti ; e quindi le due parti si astengono dal battersi con troppa violenza ond' arriccliire coUa vendita de'prigionieri. Pero ai due fratelli fu piu volte dimandato, perche inai i Portoghesi comperassero ora assai meno di schiavi che un tempo •, ed 1 Sultani amaramente lagnavansi del ristagnamcnto in cui questo ramo di conuncrcio giaccva. Blbl. Itcd. T. LXIX. 6 8a APPENDICE Variatissimo e il paese , da foreste, da pascoli e da montagne interrotto; fertile generalniente quant' altro mai , e lo sarebbe ancor piu se gli abitanti maggior cura pones- sero nel coltlvarlo. Vi prosperano quiadi le biade e pres- soche tutte le piante equinoziali , noii eccettnP-to il beiiefico albero a bnrro : ma I'albero del cocco diviene sempre pid raro , quanto plu i territorj scostansi dal luare, e s'avvi- cinano al continente centrale. Vi ha pure abbondanza di bestiarae e di polli ; ne vi mancano gli antilopi , gli ele— fanti e le fiere propria deU'Africa : augelli d' ogni specie popolano partlcolarmente le valli. II fiume poi e di pesci riccbissimo , e nutrisce anche coccodrilli ed ippopotarni , della ciii carne ghiotti sono gli abitanti. Le citta, se coa tal nome cliiamar si possono alcune amplissime chiusure, conslstono pressoche tutte in un' area od estensione di plu iniglia, circondata da un rozzo alzamento di terra a guisa di muro. In tali chiusure sono boschi, piazze, pascoli e campi coltivati , poste essendo le case nel centro. E le case, siccoine gia avvertinimo , costrutte sono di canne ad un solo piano (trattone quelle di qualclie Sultano, che sono a due piani praticabili al di fuori per una scala di terra massiccia), talvolta con intonaco di loto , a variate forme, ed in qualclie luogo sospese su quattro piloni di legno, ed altro ve con un grande pertugio nella soffitta oade la pioggia inaffiar possa una pianta che vi cresce nel mezzo: tutte poi senza finestre,non ricevendo I'aria e la luce che dalla porta. I grandi hanno per letto una pelle generalniente di vacca, i plebei dormono o sur una stuoja o sul nudo terrcno. Del resto nessuna pulitezza: puzza, sucidume , legioni e nuvoli d' insetti , umidlta e caldo ia- sopportabile. Egli e cosa poi veraniente straordinaria che gli abitanti deir ovest e del centro deU'Africa per prov- vedere all' eccesslvo caldo de' lor casolari inaffino le sofBtte e le interne pareti , due o tre volte il giorno , con una soluzione di stereo di vacca. Quest' abluzione che ofFende le nari d' un Enropeo^ conserva nell' interno della casa una frescura, alia quale contribuisce ancora I'oscurita che vi regna. Cor50 del Niger da Yaouria sino alV Oceano. Fin qui presentato abbiamo 1' abbozzo , per cosi espri- merci , de' costumi che proprj sono piii o mono de' popoli PARTK STRANIEJ5A. 83 snssistenti lungo il cammino tlai Lniiiler trascorso e da noi tracciato nel primo articolo a pag. 67. Ora noi ter- reuio lor tlietro da Yaonria , il panto piii alto del loro viaggio, siuo a Bflussa , punto di loro parteiiza sal Niger, glusta gli ordini tiel Governo inglese, e di qua sino alP iiu- boccatura del fiame. I dae fratelli gianti erano il 17 del giagno i83o a Bo- ussa , cltia floiida , sulla destra del Niger, al 10° i3' di lat. N. e 3° 5o' di long. E. (nierid. di Parigi). Ivi venneru cordialmente accolti dal Sultano e dalla tnidakia, sua sposa, a' cjaali pre;?entarono an omaggio di bottoni dorati, die ri- cevati farono con trasporti di gioja. Si poi T ano die l" al- tra espressero il loro cordoglio per la niorte del Claperton, die con Riccardo trovato par erasi a cjuella corte. II Sal- tano niostro loro una sopravvestc d'Earopa tli bel damasco dieniiisi doviziosamente ricaiiiata in oro , die diceva aver appartenuta ad un bianco gianto dal nord. Essi non dabi- tarono essere questa vina parte delle spoglie delP infeiicc M. Park die perito era di la non lungi. Seppero inoltre essersi tratto dalla piroga di lai an libro , die dal Saltano nel tempo d' ana sua nialattia siato era consegnato ad an povero uoino, die gelosamente lo custodivaj e credettero che sifFatto libro altro non fosse die il giornale di quel celebre viaggiatore. I\la qitale fa niai il loro dispiacere al- lorche in esso riscontrarono an' opera di nautica del secolo scorso , e qaesta di poco o nessuii pregio ? II Sultano di Boussa e conslderato come il piii possente monarca dell' Africa occidentale. Egli avverti i due fratelli di non accettare viveri specialmente di latte e di mele, se non da' governatori delle citta , temendo die frammescolato non vi fosse del veieno. Partirono da Boussa il 2,8 di giagno, facendo credere al Saltano die fosse loro Intenzione di recarsi nel regno di Bournou , passando per Yaouria ; noa ignorando eglino con quanta gelosia venga da tatti que' po- poli riguardato tutto cio die concerne il Niger : gli chiesero qaiiidi i iiiezzi onde con sicurezza passare per gli Stati di lai. II Sultano rispose die contar potevano sulla sua protezione. Ma il vero motivo pel (juale i due fratelli ascesero sino ' a Yaouria riferivasi alPordine che dal loro Governo ricevuto avcano di rintracciare in quella citta;, se mai qualdie scritto o memoria vi sassistessc di M. Park. Essi entrarono in Yaouria per un passaggio cliiuso da un' iminensa porta 84 A r r E N D I C E ricoperta di piastre di ferro. II loro viaggio fii ova per terra, ora sul Niger noii senza pericolo per le onde, die in qualclie luogo scorrevano impetuose fra scOgli , banchi ed ameiie isolette , mentre altrove presentavano quasi la tranquilla superlicie di nn lago, e per le piroghe fragili, basse e di pessiiua costruzione. 11 fiume ha quivi la lar- ghezza da un mezzo miglio geografico sino alle due miglia. Bellissimo e il paese in ambedue le sponde, ben coltivato, popoloso, coperto di bestiami che pascolavansi all' onibra delle piante : scorrere vedevansi piroghe condotte dalle donne con grossolaai remi , cariche di montoni e di capre ; ma Teccessivo caldo molestava fieramente i due viaggiatori. II giorno dopo il loro arrivo ebbero la visita del capo degli Arabi che e ad un tempo il primo ministro del Sultano. Egli parlo loro di M. Park , dicendo d' essere stato a visitarlo nella stessa di lui piroga per commissione del signor suo: aggiunse di possedere una scimitarra ed un fucile a due canne che a queir infelice appartenuto aveano. Presentatisi poi al Sultano, ravvisarono in lui un uomo di mala fede, altero e lierissimo , che al Clapperton fatto avea credere di posse- dere gli scritti di M. Park per la sola speranza d'indurlo a trasmettergli poi dall' Europa varie mercanzie. Egli in- taato avea in poter suo i due bianchi, a' quali tutta mo- stro r ingordigia e la rapacita sua: carpi loro varj oggetti, ne dibatte a luiigo il prezzo, ma allorclie fu il punto di pagarneli, protesto di non averne i mezzi. Eglino finalmente per liberarsi da ogni molestia accettarono in compenso una giovane schiava che divenne poi altra moghe di quel Pascoe da noi ricordato nel primo articoio. Gli aghi non aveano quivi gran valore : T ultimo viaggio degl' Inglesi nel 1826 ne avea inondato il paese. D'altronde que' de' due fratelli erano difettosi , ad onta de' poniposi annunzj delle carte ia cui erano racchiuse : molti ne furono ad essi dagll abitanti riportatl , perche mancavano di cruna. La loro unica for- tuna consisteva in bottoni dorati od ar^entati. I due Europe! , andate essendo a voto le indagini loro intorno alle carte di M. Park , abbandonarono Yaouria il 3 d' agosto. " Qual delizloso piacere ( dicon eglino) dopo una prigionia di cinque settimane in una camera chiusa, tenebrosa ed insalubre , sottoposti ad ogni specie d' im- portunita e d' inquietudini , il ritrovarci in liberla , il sa- pere ed il sexitire d' essere liberi , T ammirare di nuovo le PARTE STRANIERA. 85 maraviglie della natura e gotlere ancor una volta della vivi- ficante frescura della campagna! Qnesti si piacevoH oggetti rigiiardati sono con indiffercnza dalfuom malaticcio. Quanto a noi , entrammo in Yaouria mal fermi e molto avemmo a sofFerire in quella citta: ma nll'uscirne godevamo della forza e del vigop della salute. Nel tempo del nostro soggiorno la vegetazione fatto avea rapidissimi progressi: T aspetto del paese erasi totalmente cangiato. Gli alberi e gli arbo- scelli apparlvano vestiti d' un piu verde e piii dilettevole fogliame: 1' erba , in addietro corta e triste, erasi innalzata a dodici piedi : la biada ed il riso germogliato non aveano con meno di vigore. " A Boussa furono da quel Sultano cortesemente riaccolti: ei diede loro opportiini consigli intorno ai paesi pe' quali passar doveano discendendo pel fiume. Una medaglia ed una catena d' argento da essi a lui data in dono lo ricol- marono di gioja : consultar voile il fiume per mezzo del suo mallom , o sacerdote , per sapere se il Becken rouah (^V acqua oscura , o V acqiia nera , cosi comuncmente dagli abitanti clilamasi il Niger) approverebbe Pimpresa dei bian- chi. La risposta fu favorevole. In nessun laogo ebljero essi si cordiale accoglienza, quanto a Boussa. Pareva che il Sultano e la moglie di lui gareggiassero cogli abitanti, sebbeno pressoclie tutti schiavi di condizione , nel rendersi bene- meriti a' due stranieri. Qnesti al i.° di settembre furono ivi spettatori d' una raagnifica festa. II Sultano circondato da un numeroso corteggio e da' sonatori preceduto si mo- stro al suo popolo, scorse la citta a piedi, e termino col far pregbiere alle siae deith, giacche egli professa bensi il luaomettanismo , ma in sostanza e tuttora idolatra. Rien- tro nella reggia , ne usei di nuovo, ma a cavallo, ed as- siste alle corse de' cavalli. La folia degli spettatori era im- mensa. II re espertissimo cavaliere , avea un aspetto vera- mente maestoso; superava della testa i piii grandi de'sudditi suoi: raccoltigli in adunanza, tenne loro un discorso ripieno di eccelienti massime. I\Ia alle due della sera la festa venne interrotta da pianti , scliiamazzi e grida spavcntose : era il momeato in cui avveniva un eclisse lunare. Un prete maomettano andava dicendo che il sole punir volea la luna , perche qucsta annojata del suo sentiero , pieno di bronchi e di spine , pretendeva di usurpare il cammino di Uu e di obbligarlo a non piu ditfonderc i suoi raggi sulla 86 A r P E N D I C E terra. Quelle grida ed un battere d' ogni specie d' arnesi gll uni contra gli altri tendevano appunto a far rientrare il sole neir ordinaria sua sfera. Fjnalmeute i due viaggiatori ricominciarono la loro di- scesa sul Niger, e dopo varie vicende, passando dalFuna aU'altra piroga , per lo piii di un sol tronco costrutte , e godendo del varinto e fertile aspetto del paese e delle mol- tiplici isole ond' e seniinato il fiume , giunsero il 4 ottobre a Badjebo , sporca ma popolosa citta suUa riva destra , alia distanza di circa 60 miglia geogr. da Boussa. Quivi videro per la prima volta grandi piroghe con una specie di capauna nel mezzo in cui albergavano de' mercanti con tut'.a la loro farniglia. II corso del fiume cominciava a vol- gersi verso il sud-est. Sulla sinistra sorgono catene di sco- gliose montagne, coperte di brutti alberi e nella direzione del sud al nord-est. II 7 i due fratelli pernottarono a Belt, isola si bassa che le case sporgere sembrano dai flutti. Ivi attesero aU'arrivo del Re clelt acqua nera : cosi chianiasi il capo delle piroglie che e ad nn tempo il governatore del- r isola Zaiigoshie, situata di contro a Rahba , citta popolosa, dipendente da."" Felatah ( gente guerriera e feroce d" origine totalmente araba) ed emporio di tutte le mercanzie. L' isola giace al 9" di lat. N. 4° 18' di long. E. Cola il fiume mo- ves! totalmente aU'cst, ed ha dalle 4 alle 5 miglia di lar- ghezza. Ma jjer continuare il corso i Lander cedere dovettero n Mallam-Dcndo che governava Puabba a nome del Sultano Bello , celebre ne' viaggi del Clapperton, oltre altri oggetti, la veste che appartenuto avea a M.Park, e cireglino bra- inato avrebbero di riportare nella loro patria. II 17 otto- bre, dopo il corso di oltre a cento miglia, sbarcarono a Decaunia, piccolo villaggio situato in un'isola: la velocita delle acque era dalle 3 alle 4 miglia I'ora. II 19 passando dinanzi alT imboccatura del fiume Coudonia che scaricasi nella sinistra del Niger, e che Kiccardo tragittato avea nel suo antecedente viaggio, giunsero ad Egga citta suUa de- stra del fiume. Gli abitanti invogliarli volcano a soffer- marsi sino a piii sicura occasione , onde senza una scorta esposti non fossero a' ]>opoli selvaggi e feroci che abitano le due sponde e depredano tutte le piroghe. Non di meno i due iratelli si posero nuovamente in viaggio il 22, nel corso del qual giorno videro un gabbiano che volava al di sopra della loro testa. All' aspetto di quest' augello iiiarino presi PARTE STRANIERA. 87 furono da grandissima gioja, percbe esso ramraentava loro r Oceano verso del quale tendevano : al 24 trovavansi nelle viciiianze di Kacunda , citta grande, soggetta ad un capo indipendente. Al dl sotto di qiiesta citla il fiume scorre al Slid , ed entra tosto tra grandi montagne. Nel mattino del a5 erano dinanzi al Chary o Tchadda, gran fiume proveniente dall'est, alia cni imboccatura trovasi una grande citta. II Niger rlnserrato tuttora fra grandi montagne dirigevasi al sud-ovest: la sua larghezza era in qiialclie luogo di 5 miglia^ la sua velocita , di circa 6 miglia alPora; le sponde ornate erano di palmei talvolta truppe d'ippopotami circondavano la piroga, Numerose erano le piroglie che incontravansi : gli uo- mini remavano , le donne cantavano accompagnando la lor voce col suono d' una specie di ciiitarra : molte erano le citta, i villaggi e le isole bagnate dal fiume, popolose le sponde, fertili e coltivate ^ ma i due Inglesi astenevansi dal discendere; pcrciocche a loro mal costo sapevano di quanto dispendio riuscissero senipre le visite ai grandi del paese. Essendo sbarcati poco sotto del Cliary per prendere ri- poso e provvigioni, corsero pericolo di rimaner vittima de' natii : fu d'uopo assicurarli cli' eglino non aveano mire ostili , ed oflerir loro delle spiile : n' ebbero in cambio ignami e noci di goura. Rimbarcatisi il 26 d'ottobre pas- sarono dinanzi ad Atta, citta inospitale sulla^ sinistra. Di la il fiume esce da'le montagne e scorre per trenta miglia fra densi e disabitati bosclii nella direzione di sud-ovest. Giunti nelle vicinanze d'Abbazzacca , villaggio parimente sulla sinistra, donde staccasi un braccio del Niger nella direzione del sud-est , sbarcarono e si assisero all' ombra d' un albero di cocco , il primo ch' eglino incontrato aves- sero dopo il regno di Yarriba. Ivi videro una barra di ferro del lor paese. Il 5 di novembre gia erano dinanzi a Kirriy emporio o gran mercato sulla destra , circa a i3o miglia sotto di Egga, a 6° 40" di lat. N. 5° a5' di long. E . ., dove un braccio del fiume si dirige verso il regno di Benin. Cola incontrarono grandiose plroghe adorne di stendardi , tra' quali riconobliero con giubilo quelle della patria loro, e guidate da negri \estiti alTeuropea: alfune aveano pure un cannone ed armi d'ogni specie e d'assalto, e d' arrem- baggio. Ma quale fu mai la loro sorpresa quando si videro air istante assaliti e spogllati ? Quasi nudi e sotto di un 88 A P P E N n I C E sole cocetitisslmo coiidotti furono a Kirri , e cola tratte- nuti come prigionieri. Riebbero non di nieno il cofano delle medicine e quelio in cui erano le loro carte, ma pieni d' acqua ambidne : perdettero tutte le loro vesti , il fucile di M. Park clie tenevansi prezlosissimo , le loro ar- mi , i denti d'elefante clie ricevuto aveano in dono dai Sultani di Boussa e di Wowou, diverse curiosita di storia natnrale, la bussola, il termoraetro, molte delle loro carte e de'loro disegni, e finalmente tutto cio che loro rimaneva di spille e di cauri. Gosi mal conci rimessi furono sul fiume in un disagiatissimo battello, e condotti ad £6oe dove quel Sultano, Obia di nome , decidere dovea del loro destino. Eboe giace a 60 iniglia circa sotto di Egga al 5° 40' di lat. N. , 4° So' di long. E. circa ad 80 miglia dal golfo della Guinea. Non lungi da questa citta il fiume forma un lago ond' escono due I'ami, T uno nella direzione d'est, I'altra in quella d' ovest. Ivi i due yiaggiatori seppero che sul fiume nelle vicinanze della citta di Brass tro- vavasi , oltre una goletta spagnuola , un naviglio inglese di Liverpool cola ancorato per far carico d'olio di palma. II 12 novemlire presentati furono ad Obia giovane sultano di cui udito avevano cose tremende , nia che nel suo viso annunciava franchezzza , intelligenza e bonta. Egli di fatto fece loro cortcse accoglienza , e li ristoro di rinfreschi e provvigioni. Ma quando si trattb del loro destino conchiuse che le leggi e gli usi del paese davangli diritto non solo su di essi, ma anche su tutto il loro seguito ; che non di meno darebbe loro la libertii, ricevendone in cambio mer- canzie inglesi corrispondenti al valoi-e di venti schiavi *, che pero partire non li lascerebbe se non quando i loro conipatriotti ancorati presso di Brass pagato non ne aves- sero il riscatto. Per loro buona ventura King-Boy, figlio del Sultano di Brass che trovavasi ad Eljoe, promise di rispon- dere per la somma , pui-che i due bianchi ne pagassero a lui un' alti-a ancor piu forte. Riccardo acconsenti, e quindi gli riniise un mandato sopra il primo che incontrato sa- rebbcsi de' capitani inglesi, A questa condizione posti fu- rono in liberta : imbarcaronsi collo stesso King-Boy in una grande piroga , nella quale erano piu di 60 persone e molte mercanzie. La piroga scorreva rapidissima : piii rami dipartivansi dal fiume dall' una parte e dalP altra. Le sponde erano feriili e popolate di villaggi 5 a quali la piroga fAUTE STRANIERA. 89 approdava tratto tratto per far provvigloni : gll abitanti non niostravano sorpresa alcuna all' aspetto dei biandii. 11 14 gia eiitrati erano nel braccio del iiiime che conduce a Brass. Bentosto con loro grande giubJlo s'accorsero del movimento della marea. La puzza esalante da' vegetabili imputriditi riempiva 1' atmosfera. Ne guari ando che in- contrarono Forday sultano di tutto il paese e padre di Boy , che venuto era in piroga incontro al figliuolo. Egli ne li condusse alia sua capitale che descritta ci viene come la piu sporca, la piu miserabile, la piu ributtante. II Sultano permise a Riccardo di recarsi al piii pros- simo vascello inglese onde riportarne il riscatto convenuto, ed intanto ritenne prigionieri il fratello di lui ed i negri del loro seguito. II Lander presentossi prima ad una go- letta spagnuola che trovo in uno state il piii spavente- vole : niolti dell' equipaggio morti erano vittime del clima; altri trovavansi ammalati : pareva una nave di scheletri. IVivoltosi ad un brig inglese, il brig Thomas, il cui equi- paggio avea pure moltissimo sofTerto, ed esposto il deplo- rabile suo stato al capitano, cui assicurava che dal loro Governo stato sarebbe di tutto rimborsato , n' ebbe la piu assokita e la piii ruvida negativa : il crudele , benche ammalato e debole, pronuncio orriblli e infami giuramenti. Riccardo allontaiiossi da cestui con orrore. Non di meno perniesso non essendogli dal Sultano di rivolgersl ad altri navigll inglesi, fe' ritorno al medesimo brig, rinnovo le sue pregliiere al capitano ch' era certo Lake di Liverpool, aggiugnendo che i suoi essere gli potrebbero utilissimi nel maneggio del vascello. Questi rispose ciie quando il fra- tello di lui e i negri del loro seguito venir potessero a bordo , seco li condurrebbe al primo stabilimento inglese, ma che qnanto al riscatto, dato non avreljbe neppur una pietra da fucile. Finalniente Boy , meno barbaro del ca- pitano europeo , condusse i due fratelli a bordo del brig Thomas sperando di ritrarne ricompensa dal Governo bri- tannico. I due fratelli adontatisi della condotta del capitano prcsentarono a Boy una sciabola di Yariba e cinque brac- cialetti d' argento die sottratto aveano al saccheggio f, ma egli rifiuto un orologio , non conoscendone il valore. II brig, superata non senza grandissinia diflicolta la barra del Rio-Nun, altra delle bocche del Niger, entro nel golfo di Guinea pi-esso il capo Formoso a' 27 di nov., e giusta 9©' APPENDICE il consiglio avntone dal capltano cF un vascello della reale marina inglese, condnsse i Lander all' isola di Fernando-Po. Ivi fnrono cordialmente accolti e ristorati dal sig. Becroft intendente di quella colonia. II 20 gennajo del i83i rimbar- caronsi snl Caernari^on , grosso bastimento die li condusse a Rio-Janeiro: di la partirono il 20 iiiarzo sovra un vascello da trasporto: il g gingno giunsero a Portsmouth: al 10 Ric- cardo gia era a Londra, dove afFrettossi d' annunciare a lord Goderich , segretario di Stato per le colonic, la me- mornbiie scoperta cli' egli ed il fratel suo fatta aveano. Con questo e cogli anteriori viaggi de' M. Parck , Clap- perton , Caillie venne finalmente squarciato il misterioso ve- lo, ond' era coperto il Niger. Questo flume per tanto trae la sua sorgente nelle montagne dell'Africa poste verso il S. al 5° di long. O., ed il 10° di iat. N.-, scorre primieramente all'est- nord-est per I'estensione di circa 600 miglia geogr.; Bam- makou, Sego , Silla, Temboctou sono le principali citta die trovansi su questa linea del suo corso : dopo Temboctou comincia a deviare dalla prima direzione , ed inclinando verso il sud-est passa a poca distanza da Sackatou e di la giugne a Boussa , donde scorre quasi in linea retta verso il sud : quindi da Rahba declina verso Test sino a Ka- cunda; poi discendendo piu o meno tortuoso verso il sud gettasi nel mare al capo Formoso. Da Boussa all' Oceano la distanza e quasi la medesima die da Boussa a Temboctou. Dal die risulta die 1' intero corso del Niger sarebbe di circa i5oo miglia geografiche. Sembra die questo flume soggiaccia come il Nilo a periodidie escrescenze. Le sue innondazioni percio favorire potrebbero e la navigazione e r agricoltura. II suo Delta, come quello del Nilo nella piu remota antichita , trovasi tuttora ingombro da immense paludi, nelle quali va esso in parte a perdersi •, in parte pero si ramifica in numerosi canali. I flumi di Benin, di Calabar e tutti gli altri indicati nelle vicinanze di capo Formoso sono probabilmente altrettante bocche del Niger, siccome lo e pure il Jlio-Niin, pel quale i due viaggiatori discesero nel mare. L' importanza di quest' Immensa via aperta alia civilta ed al commercio dalf Oceano siuo al centro dell'Africa, diviene ancor piu grande per la scoperta de' diversi flumi die niettono foce nel Niger. Laonde guari non andra che 1 battelli europei a vapore signoreggeranno su queste acque. PARTE fiTRANIERA. 9 I ed a'selvaggl in si belle region! abitanti conoscere faranno il valore delle riccliezze che trarre se ne potrebbero. n A'di nostri (dice a questo proposito un accreditato giornale d' oltramonti ) non molto ci vuole perche le vie di nuovo aperte vengano con mirablle rapidita freqaentate. Nell'Ame- rica del nord i viaggiatori cbe era per cosi dire passeggiano in gradevole conipagnia circondati dal Insso e dall' eleganza sulle acque deH'Oliio e del Missouri, udir sogliono i vec- chi parlare dei tempi in ciii quelle spiagge, appena da poclii anni infiorate dalla civilta europea, erano il dominio U'una natura incolta , e di barbare nazioni. >> G. Essais de geographie methodique , et comparative , on cows de geographie generale naturelle , physique , politique , historique et militaire par 31. A. Denaix , a Paris. Del pi-ospetto e di un primo saggio di quest' opera ra- gionato abbianio nel tomo 46.°, giugno 1827, pag. 893, dimostrandone I'importanza, e qualclie nostra osservazione aggiugncndo. Essa progredisce ora felicemente , e si corn- pone e si publilica nel niodo seguente : I. Distribuzione . . . n." c) carte fr. 3o II. " V 10 " (con un fas. di testo ) >' 42 III. IV, V, VI e YII » 3o " " 80 VIII „ 12 u » 35 IX ,t 4 >' » 3o X e XI » 10 " " 34 XII varie tavole con un volume di teste » i8 XIH 5 volumi di testo ]iei soli associati. I me- desimi pero si rilasciano ancbe separatamente agli altri compratorl in ragione di ih cent, il foglio. Prezzo di tutta I'opera per associazione " 260 Dopo la sua pubblicazione >> 3oo L'autore, seguendo le tracce di Buache e di altri geo- grali, ha stabilito il piano della sua opera sulla divisione della terra in ref;ioni natural!. Egli con tale principio pro- cura un grande vantaggio nello studio della geografia. Per- ciocche presenta, mediante le linee di divisione delle acque, che costituiscono le diverse valli o bassin, un concatena- raento assoluto , col quale si giunge meglio a conoscere le pa APPENDICE forme, i rapport! e le connessloni delle diverse parti in cul puo essere considerato il globo terracqueo , conoscenza che venendo estesa alia piu piccole parti costituisce pro- pria nieate la cosi detta teoria del terreno. Coerentemente ad un tale principio 1' antore viene quindi a stabilire la nomenclatura adatta e propria all' indicazione de' caratteri generali e particolari delle linee di divlsione delle acque a norma della loro importanza geografica e della loro situazione e disposizione rispettiva: e quindi ne deduce le divisioni naturali del globo. Vi aggiunge poi le division! politiche nelle diverse epoche fino all' anno i8i5, coir importanza de' varj stall in ciascuna delle epoche stesse-, i climi, la ripartizione delle piante e degll animali, e quella de' popoli per famiglie e liugne ; i luoghi celebri per as- sedj, battaglie e trattati; la nuova teoria dell' analisi geo- grafica naturale ^ la geografia antica e moderna comparata , e moke altre utili addizioni. Se gludicar vogliasi dalle sette distribuzioni die sono iinora comparse alia lace , non si puo che formare un' idea vantaggiosa deir opera stessa, sia pel suometodo, sia per la varieta dei document!, e per la maniera con cui le materie o le parti furono dalFautore coordinate j per lo che essa sembra molto propria ad influire vantaggiosamente suir insegnamento e sullo studio della geografia. Di queste distribuzioni, le quail formano la piu gran parte dell'atlante, la I contlene la geografia generale del globo i la II, quella pure genei'ale deU'Europai e la III, IV, V, YI e VII contengouo la geografia particolare del- I'Europa stessa. Le carte si distinguono soprattutto per I'accuratezza del disegno e per la nettezza dell" inclsione, e le tabelle poi di cui sono corredate presentano , per rapporto alia stati- stica, alia storia ed alia cronologia, notlzie di un particolare iilteresse, e concorrono quindi sempre piu ad accrescere il pregio dell' opera stessa. r\nTE ITALIANS. ()^ PARTE II. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. LETTERATVRA E BELLE ARTI. Ij egoisjno immaglnario , commedla in cinque atti di Gaetano Barbieri , /. R. prof, emerito ecc. — Milano , i83i , da Placido Maria Visa), stampa- tore~librajo nei tre Re, in 24.°, di pag. 108. (*) J? ra 1 pochi scrittorl viventi di commedie il prof. Bar- bieri e forse il piu diligeate di tutti rispetto alia lingua. II suo dlalogo e chiaro , vivo e piacevole ; e se noa e senipre rapido , non e pero quasi mai ozioso. E sebbene queste doti non basdno di per se sole a fare una bella commedia ; pur si puo dire che chi le consegue gia e si- curo di trattenere piacevolraente gli spettatori. La commedia che era ne annunziamo ha per argomento una donna la quale per certe cagioni vorrebb' essere egoista; ma prevalendo pur sempre in lei la forza del suo buon cuore e della sua gentile educazione , non sa mai trovare il proprio vautaggio se non nel vantaggio di quatiti le staano d' intorno. Pero il fine morale di questa com- media e nobilissimo , dimostrando quanto importi di col- tivare e promovei-e coio, una buona e diligente educazione i sentimenti migliori del cuore, allinche questi sottentrino air ufficio della ragione quando i casi della vita o la ne- quizia degli uomini giungono a confonderla ed a traviarla. Questo Jiue apparisce assai ciiiaro dalla commedia stam- pata i dove la protagonista racconta la serie dei cr^si che (*) Questa commedia appai'tiene alia Biblioteca ebdomadaria teatrale , ossia scelta Raccolta delle piu accredit ate tragedie , coiit- mcdie , drammi e farse del teatro italiano , inglese , spagnuolo , francese e tedescu nclla nostra lingua vohate. lS!e sono pujjblicati ]88 fascicoli , die si vendono anche separati a cent. 5i aiistr. (ital. cent. 48) ciascuu fascicolo. 94 APPENDICE a poco a poco V hanno condotta al suo nuovo proponl- niento di voler pensaie a se sola ed al suo solo vaiitag- gio. Ma nella rappresentazione poi gran parte di cjuesto racconto fu tralasciaia ; e cosi il carattere del personaggio principale della comniedia , mancando del necessario co- inento storico e morale, perdette non poco della sua im- portanza e della sua verisimiglianza. A questo non pare clie abbia pensato abbastanza chi abbrevio la commedia del prof. Barbieri •, ne vide cbe togliendo al carattere principale una parte di tanto rilievo, I' esito della rappresentazione veniva ad essere raccomandato soltanto alia bellezza del dialogo ed all' interesse delle singole scene. Non penso che questi pregi , quand' ancbe fossero stati continui, dovevano lasciar nondinieno un voto nell' animo degli spettatori , i quali domanderebbero con ragione, a qua! fine s' e messa loro dinanzi qnesta donna cbe senza motivo ed invano si sforza di abbandonarsi alia piu vile di tutte le passioni. Ne penso cbe quando V elFetto di que' pregi accessor] venisse pur un niomento a mancare , non vi sarebbe piii alcun motivo cbe interessasse gli spettatori nell' esito della comuiedia. E questo accadde appunto nel quinto atto , dove forse la falce dell' abbreviatore avrebbe potuto adoperarsi con piu giudizio cbe nel primo : percbe un uomo cbe sta aspettando le prove scritte e le testimonianze della fedelta della propria sposa da cui si crede iradito, diventa facil- mente ridicolo. Pero se noi dovessinio arrogarci il diritto di dare un conslglio al prof. Barbieri intorno a questa sua commedia , vorremmo persuadergli di conservare i primi tre atti nella loro intierezza, ed al)ln-cviare in vece alcun poco il quarto ed il quinto , facendo si che Rodolfo, in vece di aspettare dagli altri le discoipe della caiunniata sua sposa, venisse per qualcbe accidente ad avcre una scienza immediata dell' innocenza di lei. Nel fare questo cambiamento potrebbe il jjrof. Barbieri modificare altresi alcune espressioni dove la sua protagon'ista par clie troppo si allungbi a parlare del proprio egoismo, quasi accor- gendosi clie le opere sue contraddicono alia dottrina di cui fa professione. Potrebbe rendere qua e la o I'iii ra- gionevoli le speranze o piii nobile la pazienza di quel Gernandi che aspira alia mano di Eugenia , e ne resta si fi;eddamente deluso : e dopo queste mutazloni crediamo di poter asserire che questa sua conniiedia sarebbe degua PARTE ITALIANA. QD del suo nome, e potrebbe sfidare la critica non pur degli imparziali, ma si aache di coloro die ridono voloatieri dal lido alio spettacolo degli altiui naufragi. A. Delle Iiiscrizloni Veneziane raccolte ed illustrate da Emanuele Antonio Cigogna, cittadino veneto. — Vcnezia , i83c-i832, Giuseppe Yicotii, in 4.° Fa- scicoli 8, 9 e 10. Di quest' opera pregevolisslma si e gia fatta da nol mea- zlone nel tomo 56.", quaderno di ottobre 1829. pag. 94. L' ottavo fascicolo col qnale si compie il secoiido volume deir opera , contiene oltre le chiese di 5. Nicolo di Castel- lo, di o/e, o piclie, da altri dette semplicemente uccelli neri e portate al numero di quattro, variandosi pure dagli scrittori il campo di rosso in azzur- ro, e in oro, e la sbarra d' ore in argento; dell' epoca controversa in cui partironoj ed in cui trovavansi a Costan- tinopoli i7/co/6 e Blajfio, che si crede generalmente Tanno laSo, benche forse la famiglia loro per cagione di com- niercio avesse stazione in quella capitale; dei viaggi loro in Tartaria, del lor rltorno in Veuezia e del nuovo viaggio loro con Marco nel 1271; dci successivi loro viaggi nella Tartaria ed in gran parte delfAsia ; della partenza loro dal Catajo e del lore arrivo in Venezia nel 1295, delle loro grandiose riccliezze : e qui parlandosi del cognome di mi- lioni dato a Marco e del titolo di milione dato al libro , si conferma cio che noi credemiuo dover avvertire, discor- rendo del testo pubblicato dal Bnldelli , cioe che quel titolo lion fu dato al libro stesso ne dal Polo, ne al suo primo apparire, e che trovasi soltanto sgraziatamente nel testo adottato dalla Crusca. Si ragiona altresi delle Imprese mi- litari di Marco dopo il suo ritorno in pntria, e della sua prigionia in Geneva, rettificandosi 1" epoca della battaglia di Curzola che ebbe luogo soltanto nel 1.598: della lingua in cui turono scritti i viaggi, della sua liberazione, del suo maritaggio, dell'onorata sepoltura da esso data al padre niancato avanti il i3oo, mentre il Baldelli lo fa vivere fino al i3i6-, dell' incerta epoca della niorte di Maffio,^ e finalmente della morte e del testamento di Marco che an- cora viveva nel iSaS. A queste notizie, preziose in parte pei venturi biografi, vedesi unito l' albero della famiglia PARTE ITALIAN A. 97 dei PoU viaggiatori, composto con diligenza e corredato di importanti annotazioni. Nelle Isole Geinine , dette volgarmente Zenielle , trovasi anclie la chiesa di 5. Sebdstiano , prossima a tjuella di 5. Lorenzo, della quale brevemente si espongono le viceade. Tra le prime iscrizioni coinparisce qaella di altri Paoll o Poli^ e singolarmente di Antonio Polo, celebre teologo del secolo XVI , riguardo al quale due cose ci parvero degne di osservazioue nella ilUistrazione del Cigogna. Egli dipinge quest' uomo come pieno di lanagloria , anziche di doltrina, e tale lo rappreseutano realmeiite i di lui scritti, ma noa si piglia alcuna pena di spiegare il contrasto che coii quella asserzione produce Tepigrafe, dettata per quanto sembra da lui medesinio, nella quale si dice teologo e filosofo bensi, ma da pocbi conosciuto, sed a paucis cognitiis. Pol T illu- stratore dice die il Polo, traviando forse dai primi senti- nieati coi quali mostrato erasi tutto papalino, pubblico ua libro che fu dalla Cliiesa proscritto, e che trovasi nelPin- dice de'proibiii; ma nel tessere in seguito il catalogo deile opere di lui non accenna quale di esse abbia incorso nella censura , il che era da notarsi da uno scrittore cotauto esatto, e talvolta minuzioso. Altre iscrizioni porgono motivo alPautore di rammemorare alcuni fasti delle famiglie Giusti- niani, Beinho , Basadonna, Foscarini, Boldii o Boldiitti, e si fanno meglio conoscere il Beato o Santo Leone Btnibo , e certo Beato Giovanni che fu un tempo Pievano di ^. Giovanni decollato. Nelle correzioni e giuate, apposte tanto al pri- uio quanto al secondo volume, troviamo pare inserite belle notizie intorno alle famiglie Pusqualigo , Loredan , Carloni , Gradenigo , Querini , Massa , Bressan , Alberghet- ti , e intorno a varj uomiui illustri per dottrina, come Giorgio Gradenigo , Francesco Negri di Bassano , autore di una tragedia intitolata il libero arbitrio , Tiberio Zuc- cato . famoso medico, il patriarca Tomniaso Donato, Andrea Viviuni , capltano di galea, Nicotb Masson, o Massa, medico, che vantavasi d'avcre scritto prima d'ogni altro (verso I'anno i5oo) del morbo gallico, poi nel iSaS della febbre pestilenziale per la grande mortalita che fu a quei tempi delle petecchie , poi un nuovo modo di anatomizzare , per cm trovavasi ogni mcinbro cd ogni sua parte ; Arcangela Ta- rabotti, monaca, coutemporanea di Girolamo Brusoni, che scrisse I' inferno moniic(de , e \ii tirannia patcrna , libri diretti Blbl. IiuL T. LXIX. 7 9S APPENDICE a svelare il vero stato delle verginl cliiuse nel chiostro; il medico Andrea Bon, il poeta Lauro Baldi , il maestro di mu- sica Giammatteo Asola, Gaspare, poi Cardiaale, Contarini, autore del libro della repubblica Veneta, die trovasi anc.lie tra le repiibbliche in piccola forma stampate dagli Elzeviri; il celebre Fra Paolo Sarpi, i suoi ritratti , e la traslazione delle sue ossa fatta nel 1828 alia ciiiesa di 5. Michele di Murano, ecc. Vediamo pure con piacere alia pag. 435 del secondo volume rettificato diligentemente il catalogo delle diverse edizioni delle navigazioni, e viaggi raccolte dal Ramuslo , uscite tutte dai torchj di Venezia, ma non sein- pre esattamente registrate dai jjibliograii. Col fascicolo (^° comincia il terzo volume dell' opera , die porta la data dell' anno i83o. Benclie non molto nu- merose, non sono per cio prive d' interesse le iscrizioni della cliiesa di S. Jgosmio e de' suoi contorni, die s' incon- trano le prime in quel fascicolo. Belle notizie si danno delle arti dei mercantl da olio, e degli acconcia-curami , o cuojai, delle famiglie Contend e Marsilj , e del botanico e letterato Giovanni Marsilj, dei Boselli orlglnarj di Berga- mo, e di alcuni letterati di quel casato; dei Rcnii o Re- nerii, passati forse da Milano a Venezia in occasione di un' ambasciata cola spedita dal nostro duca nel secolo XV;, di Luigi Balbi, promotore della grand' opera intitolata : Tractatus universi Juris , stampata in Venezia in 18 volumi in fol., e conosciuta ancora sotto il nome di Tractatus viagni etc., come pure di Lodovico Balbi, celebre maestro e scrittore di nuisica^ di alcuni letterati della famiglia de' Torriani , uno dei quail scrisse In vers! la filosofia delle cappuccine: del letterato enciclopedico Ginminaria Muti, di cui si reglstrano tutte le opere In numero di 29; di alcuni dottl della famiglia Mariani , ecc. Ma piu largo campo ad erudite lllustrazioni porge la Iscrizione sotto 11 n.° 27, posta Bulla coloana di Bajamonte Tiepolo : e alia storia critlca dl quel celebre avvenimento , o di quella terribile cospirazione die perlcolar fece la repubblicana costituzlone dl Venezia, sono consacrate non meno di 24 pagme, ac- compagi:ate altresi da una esatta figura di quel inonumeuto d' infamia. Siccome al diligentissimo Cigogna piacque di raccogliere tutte le piii minute particolarita relative a quel fatto ed alle successive vicende della colonna, non si leg- gera forse senza qualche sorpresa die nelle pubbliclie sessloni PARTE ITALIANA.. 99 democratlche dell' anno 1797 siasi proposto da alcuno di oaorare la memoria di Bajamonte o Boeinoado , come quella di un eroe e di un inartire della libei'ta, e perfino di ricLiperare a pro della nazione la coloana die dal patrizio Querini era stata nel 1785 trasportata nella villa d' Alticcliiero. — L' ultima iscrizione di S. Agostino , e quella della famiglia Manuzio , erwlitorum nemiai ignota , come elegantemente e scritto nella lapide, posta soltanto nel 1828 su di una veccliia casa non lungi dal canipo di quella chiesa. Airillnstrazione di questa sono pure dedicate 39 pagine, nelle quali si espongono bre\'emente , ma coa molta accuratezza e con qualclie notizia inedita , le vite di Aldo Pio Manuzio, di Manuzio Manuzio, primo tra i figliuoli di Aldo, di Faolo Manuzio, di Maria Manuzio, di Girola- mo Manuzio e di Aldo Manuzio deito il giovane. Del vec- chio Aldo , di Paolo e di Aldo il giovane si registrano con molta diligenza le opere principal! , rettificandosi le date di alcune, finalmente si espone T albero genealogico di quella onoratissima famiglia. Sole 1 5 iscrizioni oftVe la cliiesa de' SS. Filippo e Giaco- mo, o S. Apollonia, ma pure servono esse a fornire alcune Memorie importanti del canonico Seringa clie amplio la Ve- neiia del Sanso^ino, di Girolamo Marcello, poeta di qualche merito, delle /rag/ie o scuole de'' linaroli, de"" segatori, de'car- teri o cartolari, e ds' parti -or 0 e haul- or 0 ; dei primicerj della ducale basilica , dei quali si espone la serie , e final- mente del conte Gugliclmo Gardani di Mantova, a di cut onore una lapide fu posta nella sala del Tribunal crimi- nale cui presedeva. — Poche iscrizioni hannosi pure nel!e cliiese di S. Se^ero e di 5. Provolo, o Proculo , coUe quali si termina il fascicolo 9.°, ma dalle prime si rende noto certo prete Ificolo CJderlo di Cattaro, che uel suo epitafio ia versi s' intitola egli stesso Granimatico , poeta ed uina' nista, e si riscliiara T epoca della nascita di Alessandro, figliuolo di Marco Ottoboni e di Vittoria Tornielli, che tenne il pontificato sotto il nome di Alessandro VIII; e dalle se- conde emerge qnalclie notizia della famiglia Bonguadagni, probabilmente di Ferrara , e si stabillscono le epoclie delle restaurazioni della detta chiesa di 5. Proculo. Le iscrizioni di due sole chiese contengonsi nel fascicolo 1 0.°, quelle cioe di S. Angela e della Celestia. Le prime arrivano al numero di 107, ne ci permette la legge impostaci della 100 APPENDICE brevita di tutte annoverare le cose notabili die nelle loro illustrazioni s' incoiitrano. Noq lascereino pero di notare die ill esse si faiino conoscere in Gaspare Lonigo uii cele- bre giureconsuUo, die fu consultore della i-epubblica con Fra Paolo Sarpi; in Marc Aurelio Soranzo ua elegante poeta, in Nicolb Delfino un letterato e poeta di vaglia, come scrive I'autore, in Giovanni Bollani un poeta drammatico incognito al drammaturgo AUacci, in Carlo Assonica un biografo, geografo e poeta , degno anch* esso di iiiaggior fama , in Gio. Matteo Albertl un medico anlico, valente ineccanico e disegnatore, e in altro Albertl un valente cosmografo, ecc. Belle sono le notizie dei Lazaroni di Venezia e di Brescia sotto r iscrizione ()4, sebbene di Pietro Lazaroni Bresciano si sarebbe potuto dire di piii, e noi medesimi abbiamo ve- duto in un codice membranceo alcuni poemetti inediti dello stesso autore, die non sono qui registrati : tutti poi sapranno buon grado al Cisogna per aver egli in proposito deir iscrizione 67 messo nella piii vera luce il valor poetico, il carattere amabile e fino I'apparente esterna eleganza deir odierno Anacreonte Veneto Pietro Buratti. — Preuiesse alcune notizie storidie della diiesa della Celestia , come di tutte le altre opportunamente si e fatto in quest' opera , si registrano le iscrizioni della niedesima in numero di 3i. Alcune si riferiscono a quella chiesa , a quel monastero di vergini , ed alle loro restaurazioni^ altre sono onorarie, poste alle tombe dei patrizj Celsi , Gabriel, Contarinl, Plsa- nl, MarceRo , ecc. Non discaro poi riuscira agli amatori e cultori deir arte musicale il vedere sotto 1' iscrizione 19 della Celestia diligentemente registrate le opere stampate di Alessandro Marcello, men noto di Benedetto, e con piacere si osservera die da quella illustre famiglia uscirono Paolina Cappello, dotta nelT italiana favella e nella musica, ed altre donne ben istrutte, delle quali conservansi opere stampate e mauoscritte. Era gia pronto per la stampa questo articolo quando ci glunse il fascicolo undecimo delle stesse Iscrizioni. Per ora bastera 1' annunziarlo. Esso contiene le Iscrizioni die si trovano nelle cliiese di S. ApoUinare e di Santa Maria Nuova. A tutto il fin qui esposto aggiugneremo una breve osser- vazione, die servira ad un tempo a far conoscere i pregi di quest' opera , e ad allontauare da noi qualunque taccia PARTK ITALIANS. lOI di prolissita usata nel renderne conto. S' ingnnnerebbe a partito chinnque credcsse di detrarre al merito deir opera stessa , riguardandola come cosa d' interesse niunicipale soltanto, e noii apprezzabile dai dotti di tutti i paesi. Uti libro in cui s'arricchisce continnamente di preziose Memorie la storia civile e la letteraria di una celebre regione, e oc- casionalmente di tutta Tltaliai un libro in cui se ne esarai- nano diligentemente la condizione politica ne'diversi tempi, i costumi e le usanze, sovente singolarissime, la religione, la legislazione, il comuiercioi un libro in cui ad ogni facciata s' incontrano memorie tratte da monumenti e da manoscritti inediti; un libro faialmente in cui si illustrano le persone, le famiglie, le gesia di guerrieri;, di navigator!, di letterati, di artisti faniosi in tutto T orbe incivilito, del Poll, dei Sarpi, degli yl/c/t, ecc. non puo che destare grande interesse in tutta TEuropa e anclie al di la delT Atlantico. Aggiugneremo clie la rara accuratezza con cui e steso sif- fatto bbro, guarentisce ai dotti la genuinita delle notizie , e Tautenticita delle fonti, sovente diplomatiche , di arcbivj, di biblioteclie ricclie di codici, dalle quali futono ricavate. Villeg^iatiue dc Bizandiil sal Bosforo Tracio , opera del P. Luca Ingigi , tradotta dal P. CJierubino AzNAVOR. — Venezia, loot, tipografia di S. Laz- zaro, in 12.°, di pag. 353, con due tavole in rame {*). Noi abbiamo altra volta ( tom. 64.°, ottobre i83i, pag. 86) considerata quest' opera sotto il semplice aspetto descrittivo, e trllDUtati le abbiamo non volgari elogi. E d' uopo ora considerarla sotto 1' aspetto di filologia ed eru- dizione, ponendo ad esanie la versione de' vocaljoli orien- tali in essa adottata. E priiuieramente sembrava non do- versi dubitare che il traduttore di quest' opera , della quale la sola prima parte era stata finora conosciuta per una versione francese, giovato sarebbesi della lista de' vil- laggi e delle ville di ambedue le sponde del Bosforo, che si trova nella libreria dello stesso coUegio di S. Lazzaro , e (*) Quest'' articolo era gia preparato da piii mesi, ma la mol- titudine delle altre materia non ci ha permesso di poterlo ripor- tare in alcuno de' fascicoli delP amio scorso . 102 APPEND ICE della quale la Blblioteca italiana ( t. 62°, gingno i83i, pag. 3o6.) ha dato raggiiaglio nella nona delle lettere bi- hliografiche del cavaliere G. de Hammer. Fu qnindi gi-an- dissima la nostra inaraviglia noa veggendo neppur accen- nato tale registro assai raro e prezioso ; e siamo altresi persuasij clie altra scusa allegare non si possa dal tradut- tore per una si notabile mancanza , fuorche la difficolta del leggere la scrittura turca. Ma piu ancora die la dimenticanza di questo fonte non frugato dal precedent! scrittori sal Bosforo Tracio dee rim- proverarsi al P. Aznavor il non aver corretto i difetti della prefazione del P. Ingigi e il non aver supplito alle meiide di lui colle descrizioai piu esatte dello stesso Bosforo, spe- cialmeiite poi coU' opera tedesca Costantinopoli e il Bosforo pubblicata a Vienna nel 1822 in due volumi, nel secondo dei quali si descrive appunto il Bosforo. Otto scrittori sui Bosforo Tracio annoveransi nella prefazione del P. Ingigi come fonti principali {Dionigio Blzantino , Gillio, Leonclavio, Eereniia-Celebi , fratelio di Comidas, il/ar5/g/i, Momars , Se- stini e Carbognano), ai quali si doveano aggiugnere i nomi almeno del Le Chevalier , deW Andreossi e delV Hammer , au- tori tutt' e tre di opere relative al Bosforo. Ci fa specie come ne 1' autore , ne 11 traduttore slansi accorti dello sba- glio cronologlco commesso nell'ordine, nel quale la prefa- zione parla degli scrittori suddetti, mettendo Eereinia-Celebi, fratelio di Comidas (martirizzato neil' anno 1705), avanti Marsigli, T opera del qnaie porta la data del 1681. Ne mo- strasi meglio informato F autore laddove accenna le carte del Bosforo, non conoscendo che quelle del Banciuri e del Gi- hanmima , quelle incise a Venezia nell' anno 179 1 e in Vienna 1788. Queste carte non possono mettersi in para- gone con quella del capiiano degf ingegneri Jieben, pubbli- cata dairHoman I'anno 1764, e sarebbe stato mesticre al traduttore di far menzione ancora di quelle del Le Che- valier, del Clioiseul ( dopo la quale e stata copiata e in- cisa quella della topografia di Costantinopoli pubblicata a Vienna), di quelle deWAndreossi e Kefulci , e del piano del Canale da Costantinopoli verso il mar Nero^ e deli' imboc- catura del mar Nero verso Costantinopoli Incisa daWOkarin. Un non lieve pregiudizio derivarne dee al lettore dal- r ignoranza delle ultime e importanti opere e carte sul Bosforo e dal nessun cento in cui si tenne la descrizione PVHTK ITALIA.NA. lo3 tnrca sussistente al coUegio dei Padri Armeni. Tale pre- giudizio non vieiie clie troppo coiifermato dalT opera stessa, nella quale si desiderano tmte le notizie piii copiose e piu esatte contennte neile opere siiddette , massime poi nella topografia pubblicata a^'ienna, per la quale messi fnroao a prolitto gii storici ottoriumi. Se il signor barone Rlilliz, come lo dice il tradiutore nella sna prefazione , si mostro pngo deila mntilata tradnzione francese , noi andarne noa possiamo contenti delTiatera tradnzione italiana, poiche rie- sce ella pnre niutilata e tronca delle notizie ond' avrebbesi potnto arriccliire col mezzo delle suddette opere. Pero ad esse rimandando il tradiutore ed i lettori quanto a cio di clie e questa mancante, non ci permetteremo che alciine poche osservazioni die faiino prova o di poca conoscenza delia lingua tnrca ( conoscenza troppo necessaria in clii scrive la topografia di Costantinopoli o del Eosforo) o di altri errori. Non basta il parlnre la lingua volgare turca come la parlano giii quasi tutti gli Armeni , ma e d' uopo conoscere al'resi la grnmmatica e 1' etimologia , principalmente del- 1' alfabeto turco per non isbagliare nella ortogralia o de- rivazione dei nomi proprj turclii. Protestiamo quindi alia prima pagina contra la pronunzia di Sdambol in vece di Stambol. Forse gli Armeni ammolliscono in codesta guisa la vera pronunzia turca, ma il Turco mai non dice Sdambol in vece (\\ Stanbol (siq rviv TicXtv)-, meno ancora in vece di CanCemir il Candemir, nel modo che dal traduttore scri- vesi questo conosciutissimo noine. L' istessa facilita al ram- mollimento delle lettere dure si riscontra nelle voci Ta- rnbia in vece di Tarapia, Defderdar in vece di Dcfterdar, Balige in luogo di Baulice (giardino), Kesdane in luogo di Kestane ( castagne). Altre parole sono tronclie della prima sillaha o lettera , come Ulufer in vece di Nilufer, Uscia in luogo di Fuscia, che altro non e che il nome di Fosiie. Al- trove viene aggiunto una lettera di piu dove non fa me- stjere, come nel nome degli Uleina che non sono men co- nosciuti che il Cantemir , e il nome dei quali viene non— dimeno scritto dalT autore Julcma. Ma lascinmo gli sbngli di cattiva pronunzia o scrittura per rilevare piii essenziali niancaiize si di lingua , che di topografia e cronografia. Daremo principio colla descrizione delle villeggiatiire sul Bosforo , Costa di Ronielia , dove 104 APPENDICE dopo il sobborgo della fonderia del cannonl (Topkbana) occorre subito Findikli o piuttosto Funduklu come sone- rebbe in l)occa milanese. Findikli, dice il tradnttore, cioe querceto. Funduk non e ilice , ma noce avellana, nome dato aiicora agli albergbi e come tale ravvisasl nell" ItaHaao /oai- daco. Si paria dell' incendio delT anno iSaS a cui non vi ebbe giammai d' uguale sulla Costa di Romania. Sara , vo- gliam crederlo, uno sbaglio di tipografia, alliidendosl al ter- ribile incendio dell' anno 1728 od a quello del 1724, dei quali si trova la relazione nella storia delT inipero. « Dolma- » bahi^e (Bagbce) si noti cbe il mare formava qui nn vasto » golfo, che poi essendo stato riempiuto di terra venne chia- » iuato Dolma. » Doppia assurdita e di fatto e di parola. Nessnn geografo ne Dionisio , ne Gillio fanno menzione di quel vasto golfo, che dovrebbe essere stato riempiuto, da chi? e in die tempo? L' autore non lo sa , e noi non abbiamo mai letto , ne inteso giammai , che Dolma signitichi pieno. La voce tnrca qui tradotta per piena e Tulu e non Dolma, che vuol dir una zucca , cosicche Dolma baghce non vuol dir altro, che il giardino delle ziicche. A quest' errore geo- grafico e filologico fa corteggio nella nota dell' istessa pa- gina un altro cronografico assai riprovevole. « 11 giorno " di Kidreles ( Khizr Elias ) corrisponde al 5 maggio , e » quello detto dai Turchi Kasim al 7 ottoljre " avrebbe dovuto dirsi : " I Turchi chiauiano la festa di S. Giorgio » Khidreles , e quella di S. Demetrio A'aiirw. " La prima di fatto corrisponde oggidi al 5 di maggio, nia la seconda al 7 novembre e non al 7 ottobre. /( Kairaddia ( Kaireddin ) bcnclie altro non resti che il » nionumento ad arco che impresse conserva due lettere " Vau turche o Jf, pure celebre e il sito pel sepolcro del -V famoso Capitanpascia »' (Barbarossa ). Pare die 1' autore abbia ignorato che questi due Vau contrapposti formano la lettera He e con questa la parola Hu ovvevo Huwe (Jehova), la quale e il grido dei Dervisci esaltati dall'estro nella loro mistica danza. i< Tra questo villa ggio e Dolmabaghge e posto il serra- >> glio d' estate del Gran Signore , fabbricato dal Sultano ■" Melimed IV I'anno 1679. Secondo i registri turchi egli " ha speso per fabbricarlo 1046 borse. n Apriamo I'isto- riografo tnrco Izzi stampato a Costantinopoli e troverenio, f. 166, che la spesa fu di 1246 borse, e non di 1046. PARTE ITALI\NA. Io5 Nulla vien cletto del bellissimo Kiosk fahbricato a Bescik- tasch I'anao 1160 (1747) del quale si legge un luago raggua^lio colle iscrizloni e cronogramme apparteneati nella stessa storia deirizzi^ nulla parimente delle tre nio- scliee della scuola di tradizione e del convento dei Mew- lewi clie vi si trovano. Gontrastarsi non dee al P. lugigi il merito d' aver fatto couoscere pel primo i diversi pesci del Bosforo , dei quali niente ci dicono le altre descrizioni finora conosciute , e neppure quella del Sestlni copiosissima in materia d al- beri, fiori , quadrupedi ed uccelli ; ma piu gradevole e jjiii utile ancora sarelibe il dono , se aggiunti vi si fos- sero i nonii scientifici di tali pesci , de' quali non ci si danno clie i nomi volgari : Ulufer ( Nilufer ) , Acria . La- kerda , Falianos e Camsi ( Kliamsin ) , tra' quali nomi de- sideriamo non di meno il Kalkati bali2)u (pesce di scudo ) ovvero il rombo, il quale cogll sgomlDeri e col pesce spada sono gli unici clie abbianio incontrati in altri marl. Gra- devole e la lista delle acque e delle fontane , clie fecondano ed abbelliscono le rive del Bosforo tradotta dal trattato sulle acque di Costantinopoli stampato Tanno dell' egira 12 1 2 (1797) dal Dervis Hafid Efendi , del quale trattato trovasi un sunto nell' opera tedesca Costantinopoli e Bosforo. Vienna 1822. L' istessa opera tedesca ci somministra il mezzo di rettificare la lista de' palazzi suburbani dei Bi- zantini , de' quali il P. Ingigi ce ne fa conoscer diciannove , dimenticato avendo nel Bosforo il palazzo imperiale di Stenia bruciato dai Bulgari Panno 921, e quello del Pa- tricio Arsace, fratello del famoso patriarca Janes. Non sappiamo perclie mai siano coinpresi in quest' elenco de' palazzi delle sponde del Bosforo quelli ancora della citta di Costantinopoli, di Nicomedia e di Eraclea (n.' i, 2, 3). ]\Ia giacche volevasi dar luogo nelf opera anclie ai palazzi di Costantinopoli , el fa non poca niaravlglia il non ve- dervi annoverati i principali palazzi imperiali della citta stessa, cioe il gran palazzo ( il lu.ogo del quale e in parte occupato pel Serai d' oggidi ) , il Cydobion , clie stava air angolo delle sette torri , l' Hebdonion detto comune- niente il palazzo di Gostantino, e ultiiuamente da alcuni viaggiatori senza nessnna autorita il palazzo di Belisario ; il palazzo in trarlu Cariiii, il celeberrimo delle Blacherne ed altri riferiti coU' autorita di fonti bizantini nell' opera I06 APPENDICE suddetta Viennese. II palazzo Sofiano era a Kuruccsme, quello di Damatrys a Giamlige ( il nome moderno del quale pare essere una corriizione dell' antico ) e quello dl Bryas a Maldepe. Cosa piu facile ancora era il determinare il sito del palazzo 14 di Romaao Diogene fabbricato suU'^- reta, cioe il Gbksu , mentre die a p. 2,61 1' autore stesso dice die il fiiimicello appellavasi Arete anticamente. Altri nomi sono storpiati in guisa die non possono ri- conoscersi : come per esempio il Borvisis o fiumicello del Chiadkhane nel quale difiicilaiente s' indovina il Barhyses. Alia pagina i35 il Maibak o Mutvakagasi figura come niaggiordomo : non si dice, ne Maibak, ne Miitvak , n\a si dice Mulbakh, die vuol dire la cucina , e Mutbakh agasi il capo cuoco , nostro clief cle cuisine. In Buyucdcre e passato sotto silenzio il celeberrimo gruppo dei sette platani detto i sette fratelli, il quale ben- clie mutilo per effetto della burrasca delFanno iSaS, me- rita d'esser citato per la sua celebrita, e perdie e la meta di tutti i passeggianti , come lo sono i sette monticelli di sabbia , la tnira dei bastimenti die entrano nel Bosforo. II nome di Magiar (diiimpetto di Buyucdere) die ta- luno potrebbe prendere forise pel nome idiotico degli Un- gheresi die si ciiiaina Magiar in turco, sembra alT autore derivato dalT antico nome Argiron ; ma piii probabile e la derivazione turca die lo spiega Maigiari, che vuol dire acqua corrente. La parte piu difettosa di questa descrizione del Bosforo e quella da Buyucdere fino airimboccatura del mar Nero, dove nessuna menzione si fa ne del castello di Kuvak alia parte di Romelia, ne delle batterie di Karibce, ne degli antidii castelli dei Genovesi, le mura de' quali discendono fin alia marina. La parte orlentale non e men difettosa : di 79 moschee di Scutari, delie quali 1' opera tedesca ci fa couoscer una dozzina , cinque sole sono mentovate. II Fascia ribelle decapitato T anno 1682 a Istauros si chia— mava Elias e non lllas. Parlandosi di Beaierbeff avrebbero 1 • no dovuto rammentarsi i due palazzi fabbricati Tanno 1743, r uno de' quali, come gli storici turclii raccontano, aveva nome di Ftrruklifeza (che aumenta la gioja), e T altro di Schewkabad ( fabbrica di desiderio). — Falsissima e 1' in- terpretazione della voce di Kandilli come lingua insanguinata. In tal case dovrebb' essere scritto Kan dili in due parole, PARTE ITALIAN A. IO7 nientre il nome Kandilli non vuol dlr altro che 11 lampa- dario derivalo tlella voce Kamlil (lampade). Vi fiirono fabbricati due pala^zi turchi, T uno nel 1718 e Taltro nel lySi ; e r autore fa nienzione solo di quelle araieno, fabbri— cato dai fralelii Dnzoglili sulla cima della collina , donde si abbracciano con un solo colpo d'occhio le due imboc- cature del Caiiale. Pregevole aggiunta e la I'lsta esatta dei Sultani , e qnella del Gran Visiri , la quale non ba altro difetto essenziale die quello di non esser continiiata die fin all' anno 1785, cosicche niancano 24. Ylsiri jjer giugnere sino a'di nostri, mentre che i Sultani arrivano fin al regnante. Sperianio ciie il traduttore rieiupira questa lacuna , ed altre da noi indicate, con una seconda edizione della medesima operetta, che frattanto puo servir di giiida agli Europei che visitano le sponde del Bosforo. 2. S C I E N Z E. Gcografia matenuitica-fLsica-politlca e storica universale e pardcolare , ridotta a ciiiquanta lezioni sopra le pill recentl opere geografichc italiune , tedesche , in-' glesi e francesi ad uso della studiosa gloventit con 4 tavolc in ramc. — Milano , 1 83 1-82, dalla ti- pografia di Angela Bonfanti , contrada della Fassa- rella. al ii.° 488, in 12.° Pubblicuti 6 fascicoli , ciascuno di pag. 12c. Col settimo fascicolo si com- pird V opera. Prezzo Un i. 5o itul. al fascicolo. Questa nuova geografia ridotta a cincjiianta lezioni , seb- bene non esente dai difetti di simili conipilazioni troppo compendiose e superficiali , poteva per non pochi ]>regi che dalle altre la distinguono nieritare qnalclie attenzione. Essa poi ha acqiiistata una certa celebrita per le curiose discussioni che ha fatto nascere fra V anonimo autore , un giornalista che ne scoperse il noine , e lo stampatore- librajo che dopo aver alterato a suo talento il manoscritto aflidatogli , sostenne d' aver cio fatto di pieno diritto. Era escito appena in luce il primo fascicolo contenente la geografia universale , che uno de' compilatori dell" Eco Io8 APPENDICn ne fece grandi elogl e dicliiaro che il lavoro illostrava d' essere conceplto secondo quella grandezza filosofica alia quale e giunto a' nostri gionii un tal genere di studj. Giudicaiido egli poi che ai lettori potesse dispiacere die r autore di quest' opera importantisshna rimanesse scono- sciuto, si afFretto a farlo conoscere al pul^blico. Ma cjuesto si favorevol giudizio si muto in gran jjarte alF apparire del fascicolo secondo , giacche lo stesso giornalista in un successivo artlcolo pubblicato su tal ai-goinento non pote dispensarsi dal dire che 1' opera non corrisponde punto a quanto e j^romesso nel frontispizio e nel manifesto d' as- sociazione. Per conferniiare questa sentenza reco diversi errori , inesattezze e dimenticanze incoutrate nella descri- zione dell' Europa. Quindi egli conchiuse che la parte matematica e molto lodevole , sebbene troppo lunga per un' opera elementare , che la parte storica e ptu'e lode- vole, sebbene non vada scevera da qualche errore, ma clie tutta la geografia fisica , politica e specialmeate la descrit- tiva e trattata con somma superJicialita ed inesattezza. L' autore che aveva ascoltato in silenzio le lodi del sue lavoro , si riscosse a qiieste parole di biasimo , e in una lettera diretta ai conipilatori dell' anzldetto giornale , di- chiaro che non lo conosceva per suo. " Saranno, egli » dice in questa lettera , circa due anni che il tipograf b " sig. Bonfanti fece da me acquisto di una geografia , la 1) quale portava Fidentico titolo di quella che ora va pub- >> blicando per fascicoli. Trascorsero molti mesi senza che •" piu ntilla sajiessi della geografia , allorche il caso mi >i porto nelle mani un ampolloso manifesto steso non so » da qual penna , in cui si annunziava la pubblicazione ji di essa , omettendo il mio nome come autore . . . scrissi !> allora al Bonfanti facendogli presenti i miei diritti, non >i tanto perche 1' opera dovesse portare il mio norae , >) quanto jjerche non dovesse escire senza essere da me )/ riveduta e corretta. Egli si scanso suUa pretesa mia col » dire che essendo 1" opera stata aumentata da altra colta » ed abile persona , non poteva portare il solo luio nome .. . " in una lettera poi del di 12 novembre i83i mi scrisse ') In questi termini: » la prego a non volernii mettere nella circostanza di rinnovarle una negativa. Siccome il di lei ma- noscritto sulla geografia mi fu da lei ceduto in plena ed assoluta illimitata proprieta , posso pubblicarlo quando, come . PARTE ITALIANA. 1 O9 dove ed in qual modo piit mi place , subordinandomi alle veglianti leggi in materia di cen sura. " Non mi restava, pro- » segue r autore , clie sperimentare le mie ragioni aA^anti » ai tribnnali, ma lontano io per principio tiai litigi . . . >r mi I'estrinsi a scrivere al sig. Bonfanti spogliandomi di » ogni risponsabilita d' nn' opera clie piii non riguardava » per mia , essendo manomessa da altri senza mia saputa » e revisione. » Ci siamo trattemati ini po' a lungo nel riferire il con- tenuto di questa giustificazione , trattandosi d'un aneddoto assai curioso , e d' una quistione forse nuova nella giu- risprudenza libraria, ma nulla diremo della risposta fattagli dallo stampatore, poiclie in essa si oltrepassano i limiti clie dovrebbero essere osservati nelle controversie letterarie. Dovendo ora noi soggiungere il nostro sentimento intorno air opera , non quale esisteva nel primo manoscritto , ma quale trovasi data alle stampe , diremo che le critiche che sono state fatte alia geogralia descrittiva ci sembrano in gran parte fondate, sebbene le differenze suUa popolazione delle citta si possano a2,evolmente scusare 'adducendo il continue aumento , massime per rispetto a quelle dell' In- gliilterra e della Russia, e le ommissioni di citta e Ittoglu considerevoli si possano giustificare allegando la brevita imposta dalla natura stessa dell' opera. Ma gli eiTori piii gravi e meno perdonaljili sonosi da noi incontrati nella parte matematica : eppure questa e appunto qtielia che fu altamente celebrata dai compilatori dell' Eco , quell a che r autore dichiara essere stata stampata con poche agglttnte e cou niuna alterazione al suo primo lavoro , quella final- mente die 1' editore nel suo manifesto annunzia al ^Jtibblico come tin compiuto trattato di cosmogralia. In conferma di quanto abbiamo asserito , registreremo qui alcuni degli errori da noi notati nello scorrere le prime pagine del fa- scicolo primo. Pag. I 3. L' asse di un globo e una linea che lo traversa perpcndicolannente passando pel centra. La parola perpen- dicolamiente non ha qui senso alcuno. Pag. 14. Parlando degli astri fissi e de'pianeti, i primi malgrado la loro piccolezza tramandano uno splendore di gran hmga siiperiore a quello dei secondi. Tutti sanno che Venere e Giove superano nello splendore le stelle della prima graudczza. no APPENDICE Pag. 1 5. Cli astri , la cuiposizione relativa nello spazio e le distanze rispettwe. noii provano variazione di sorta. In prinio luogo altra cosa e la posizione nello spazio , altra la posizione relativa de' corpi, ed in secondo luogo e noto che gli astri, de' quali qui s' intende parlare, hanno i loro proprj movimenti. Pag. 1 6. Si paria di trentadue nviove maccliie scoperte nel sole nel 1828, e di varie altre scoperte neU'inverno del 18 16. Questa indlcazione e affatto inutile ^ stante che la comparsa di nuove macchie sitl sole e un fenomeno die si riproduce in ogni tempo. Ivi. Le comete seguono un corso che noti ha nessuna regolarita ; esse desciivono elUssi allungatissiine e poco cono- sciute. Se le comete descrivono ellissi allungatissime , si muovono dnnqne in una curva regolare. Pag. 21. La scintillazione delle stelle prova il fenomeno fisico della ondulazione della luce. Ecco con due parole risoluta una quistione fisica, sulla quale sono ancora indecisi i piu grandi matematici di questo secolo. Pag. 2 3. Il sisteina pkagorico fu per mold secoli seguito da Platone e da Archimede , e Galileo Galilei italiano cercb molto prima di Copernico di farlo rivivere. Copernico nacque nel 1473, e mori nel i543 ; Galileo nacque nel 1664 e mori nel 1643 ^ 1' anacronismo e singolare. Pag. 26. . . la terra nel suo canunino annuale si alza per rappono ai poli al disopra del sole verso la fine d' estate e si abbassa verso di lui al terminare dell' inverno , cib die fa credere che il sole s' avanzi e si ritiri! Pag. 34. La luna essendo 49 volte piii piccola della terra, non pub togliere al sole che iina piccola parte del suo disco. Per la stessa ragione essendo la mia mano piii piccola della terra , non potro con essa ripararmi gli occhi dai raggi del sole. Pag. 35. .. la forza di gravita diviene a poco a poco insen- sibile a misura die gli osgetti sono maggiormente tra loro lon- tani. Egli e facile il fame la prova sulle superficie della terra! Non prosegulremo in questa nojosa disamina , bastando cio clie abbiamo riferito a far vedere quanto pieno d' er- rori sia il promesso trattato di cosmografia , e quanto sia necessario, nel caso clie F opera intera dovesse riprodursi con aggiunte e correzioni, che la ricostruzione deU'edificio si cooiinci dai fondamenti. PARTE ITALIANA. Ill Cenni brevlssiml sopra i boschi e le selve degll Stall (It Teira Ferma di S. M. il Re dl Sardegrui. Edl- zione secondu. — Torino, 1882, dalla stampena reale 1 in 8.°, di pag. 1^8. II modesto antore di quest' opera lia nascosto il suo nome sotto le iniziali P. B. F. die lia poste a piedl della dedica fattane al signor Matteo Boaafoiis, direttore dell'Orto spe- rimentale della reale Societa agraria di Torino. Tali cenni sono precediui da un avvertimento al lettore , e formano quaranta capitoli , quanti sono i circondarj politici in cui sotto il nome di provincie sono divisi gli Stati di Terra Ferma di S. M. il Re di Sardegna. Nei lavori simili a quello di cui parliamo, i cui de- menti scaturiscono sempre dalle fislclie condizioni dei luoglii, non e sempre un vantaggio il conformarsi ai ripartimenti politici diretti per lo piu da considerazioni diverse; e tanto meno vantaggioso cio trovasi ne' casi nei quali que' ripartimenti sono molto piccoli, poiche la varieta nelle fisiclie condizioni non inconlrasi che a tratti piu estesi di buolo. Coi cenni brevissimi su' boschi sono miscliiate diverse altre notizie che si direbbero propriamente statistiche delle provincie, cioe di confinazione , estensione , produ- zione estrnnea ai boschi, esportazione ed iniportazione, ecc. Sono indicati per ciascuna provincia i consumi delle legiie nelle diverse ofTicine di mattoni. calce, forni e ma- gli di ferro , filature di seta, distiliatorj d' acquavite , ecc. nella coltivazlone delle vigne, nelle costruzioni civili e niarittime , ecc. , dei quali consumi si desidera invano uti riassunto finale, clie pur sareblse state all' autore agevole il compilare. A confronto dei consumi sarebbe pure stato di somino vantaggio I'avere il quantitaiivo dei prodotti delle diverse ofiicine, ed il periodo d' ognl anno in cui esse mautengonsi in attivit.a. Queste ultime notizie avreb- Ijero sparso un gran lume su tutte le altre, ed avrebbero inspirata molto maggiore fiducia sugli esposti elementi, tratti da fonti ^ e con meiodi dall' autore non apertamente indicati. Osiamo esternare qiiesto desiderio, malgrado la profes- sione di fede fatta dall' autore die le secret d'ennujer est cclui de tout dire. 11 merito intrinseco del suo lavoro, ed il suo amore alia scienza, che traspare da ogni modo lia APPENDICE dell sua locnzione, ci gnarentiscono, ch' el non vorra lasciarci lungo tempo nella brama di tina terza edizione de' suoi Cenni sui boschi. E qui diremo, mentre lodiamo r edizione seconda , die tacemmo sulla prima, perche noa Tabbiamo conosciuta. E d'' altronde per nostro avviso di utilita la plu pronunciata che uii liljro coasimile venga ia ogni Stato riprodotto a non lunghi intervalli coUe emende e le addizioni che dal tempo e da una indefessa occupa- zione delF autore nel niedesimo argomento si fanno di ma- nifesto bisogno. Col rendere in tale maniera popolari i dati statistici ordinati per rami diversi di produzione e con- sumo , si rendono piu agevoli tulte le sociali transazioni dalle quali il consumo ed il buon mercato dei diversi og- getti die servono al ben essere dell' uomo , s' accrescono continuamente, e le sociali instituzioni si migliorano. Termina il llbro con quattro aggiunte d' argomento at- tenente al principale^ ma affatto staccate dalla Irattazione dei medesimo. La prima e un' indicazione delle Notizie sui boscid che dovrehhero essere comprese in una statisdca. £ facile T imma- ginarsi che tali notizie dovrebbero precisare tutto quanto dimostra la coadizione fisica d' ogni bosco , la sua coltura e la condizione conunerciale del prodotto in legna da fuoco e d' opera , coi niezzi , co' quali piio essere portato al luogo del consumo. Non possiamo fare elogio in tutto al niodo delle domande dell" autore , e noi crediamo che il buon ordine e 1' esatto linguaggio nelle raedesime sia in- dispensabile per ottenere lien ordinate e concludenti le ri- sposte. Crediamo per tanto che colla minima riflessione potrebbe T autore migliorare d' assai 1' ordine delle sue do- mande, prendendo per guida le tavole statisticiie del Gioja. Chiude V indicazione una nota portante una lettera del pro- fessore Giobert sui modo di formar corde colla scorza della Rubinia pseudoacacia. La seconda aggiunta e 1' Elenco dei libri di statisdca dei regj Scati di Terra Ferina , tutti di recentissima data, o scritti dal 1807 al 1824. In fine dell' elenco si parla della statistica di Gioja sui gia dipartimento del regno d' Italia dell'Agogaa, ora diviso in sette provincie , e si fa sperare la statistica della provincia di Novara per cura deH'avvo- cato Giacomo Giovanetti che noi teniamo in altissima stima pel suo molto sapere andie nelle scienze economiche e pei singolarissimi pregi dell' animo suo. PARTE ITALIANA. I 1 3 La terza aggiunta e V Elenco dei libri italiani sui boschi ( povera Italia, stando a qaesto eleiico!) nel quale, se eccet- tniamo due opuscoli sulle niaccliie di Viareggio d' ano- nimi autori e la storia civile e natnrale dei Pineti Raven- nati del Gianani, noa s'incontra die parte dei libri scritti dopo il 1792, fra i quali e oiuesso fino il Targioni. La quarta aggiunta finalmenie e V Elenco dei libri italiani sopra la mineralogia e le scienze affini, di quei libri pero, di cui facile e meno dispendioso pub essere V acquisto. Goa questa restrizione posta in una nota 1' aiitore pote farsi ar- bitro di scrivere f elenco a suo capriccio e di scordarsi perfino dello Spallanzani. Deir arte pratlca del Ccupeiitlere. — MUano , presso gli autori ed edkori, contrada del Carmine n° 164.6, ill fo^lio : fascicolo 6 , prezzo , a sempllci contoriii , itcd. lir. 6. V. Blblloteca italiana torno 64.°, diceni- bre i83i , pag. 3 i3. Progredisce, sebbene con lentezza, la balla ed utile serie di tavole suU' arte pratica del Carpentiere. Scorgesi in questo fascicolo, come ne' precedenti , uguale chiarezza ed evidenza nella rappresentazione degli oggetti, in sette tavole esposti. Una di esse indica varj metodi piu o meno coinplicati d'armare le travi , vale a dire di renderle su- scettive a sopportare gravissime pressioni, fra' quali distin- guesi quello ch'' e appoggiato al singolare sperimento dl Parent, e da cui risulta che facendosi un intaglio alia parte superiore d'una trave orizzoatale, non eccedente un terzo delia sua grossezza , ed introducendovi un cuneo di legno duro, se ne accresce di piii d' un sesto la resistenza alle pressioni vertical!. Li due altre tavole sono figurati varj palchi o sofTitte di costruzioue diversa: vl si distingue T ingeguoso partito proposto dal Serlio per formare dei palclii con travi non lunglie quanta ne e la distanza dei muri ; partito die ci sembra preferibile ai varj posteriormente proposti , essen- d'esso piu di quelli semplice, solido e regolare. Merita pure osservazione il disegno delF ossatura d'una soffitta niaestrevolniente architettata da M. Fontaine per una delle graiidi sale al prinio piano del palazzo del Louvre a Parigi. Blbl ItaL T. LXIX. 8 Il4 APPENDICF. £ degna di partlcolare attenz.ione la tavola coiitenente il disegno delle grandiose armature costruite pel complmeato della facciata e delle parti latei-ali del duomo di Milano. QnantuiiqLie i disegnatori abbiano dovuto attencrsi ad una piccola scala acciocche una sol tavola potesse contenere e I'insieme ed i dettagli di quel lavoro colossale, nulladlraeno distinguonsi con tutta clilarezza la l^en calcolata distribu- zlone, non die V artificiosa orditura e connessione delle singole parti i e quindi scorgesi come combinata siasi la possibile semplicita ed economia colla robustezza e con tutte quelle convenienze clie facllitare potevano in varj sensi i movimenti de' gravl inassi a cul T armatura mede- sima dovea servire d' appoggio o di transit©. E poi lode- vole Tattenzione avixta d'indicare sul disegno la posizione degli argani e de' molinelli, come pure i punti di sospen- sione delle taglie. Se non che crederemmo di mancare al debito nostro, se ommettessinio di rettificare un troppo sconvenevole abbaglio. Perciocche ai pie dclla tavola leg- gesi die quelle armature furono inventate e dirette dal prof, arcliitetto Amati. Ora e cosa incontrastabile , cli' esse deb- bonsi al celebre arcliitetto Leopoldo Pollak. Negli atti della veneranda fabbrica della stessa nietropolitana sussistono tuttora gll original! documenti , da" quali risulta die il Pol- lak fece il contralto per la somministrazione de' relativi legnami i e sussistono non meno le autografe minute, la descrizlone e le uiisure de' legnami , il preventivo della spesa in lir. 2i,36o, non die i disegni , ecc. il tutto come d'invenzlone dello stesso Pollak. Trovandosi pero egli anuiia- lato, le armature intraprese furono coU'assistenza di Giuseppe di lui figliuolo il quale, morto il padre il i3 marzo del medesimo anno 1806, continuo in tale incarico sino al 16 agosto, epoca nella quale fa nominate arcliitetto della fabbrica il professore Amati. E a queU'epoca gia trovavasi compiiTta la fondamentale e piu difficile pontata. Presso 1' ancor vivente Giuseppe Pollak trovansi i disegni origi- ^nali : un solo anclie momentaneo confronto di qnesti con quelli pubblicati poi dall'Amati bastar puo per convincere chi die siasi della precisa loro identita. L'Amati non altro ha fatto die introdurre una saetta alia base della prima pontata; ma tale, fors'anco non nccessaria introduzione , dare non gU pub diritto alcuno al titolo di creatore od inventore d' un sistema di ponti vei-aaiente luaraviglioso. PARTE ITALIANA. I 1 5 Veggasi cio die nc scrisse il Franclietti iiella sua bellissi- ina e autorevole Storia e descrizione del duoino dl Blilano , pag. 40, 41 e 43, e la N0}va Gidda Ag\ Pirovano pag. 53. Su questo proposito leggere si possono ancora le disamine pubblicate neU'Appendice letteraria della Gazzetta di Mi- lano del 1821, n.° Sao, 335 e 343, e la Biblioteca ita- liana tomo 25.°, gennajo iSSa, pag. 22. Le qnali cose abbiain avvertite iioa per detrarre in alcuna Ijeiiche mi- nima parte ai nieriti ed alia fama del sigaor prof. Ainati, ma per servire alia sola verita , e perche i poster! tratti non vengano in inganno. In altra tavola vedesi una pregevole costruzlone ideata e diretta da uno de' benemeriti autori, il signor Felice Pizzagalli , ed e la cupola della nuova chiesa di Pontirolo vicino all'Adda eseguita a doppia armatura di legnaine. Questo bel lavoro dl carpenteria ci sembra in tutte le sue parti degno di lode , e pone in chiara luce il buon gusto e I'esercitata perizia del valente arcliit.etto. Le due ultime tavole sono tratte dall' opera dello Zaba- glia e rappresentano. Tuna, il ponte adoperato per ristau- rare la cappella della Madonna detta la Gregoriana nella basilica di S. Pletro di Roma;, 1' altra , il prospetto di varj ponti moblli che servono in S. Pietro o per le opere di ristauro , oppure pe' grand! apparati che talvolta soglionsi eseguire in quel maraviglioso tempio. In coniplesso il presente fasclcolo offre la rlunione di molti oggetti interessanti, e ci fa desiderare vlvamente la pronta pubblicazione di quelli che mancano pel compiuiento deir opera. V A R I E T A. AGRICOLTURA. Jl [ Icune osservazioni pratiche sul traspiantamento de gelsi (*). — Lontaao dalla pretesa di aniiunziare cose nuove , ne pre- sumendo che altri m' imitino o die ciecamente mi cre- dano, seinbrami cosa noa afFatto inutile il riferlre alcune pratiche da nie adottate nel traspiantamento , le quali poi- che ebbero un eslto soddisfacente possoao interessare 1' a- gricoltore ed essere proficue alia nostra economia agraria. I." Nella priiiiavera dell' anno i83o feci un vistoso acqui- sto di gelsi da foppa selvatici in uq vivajo delle vicinanze di Cassolo. Essi erano di una bellezza sorprendente. Com- misi che fossero estirpati e condotti a Monticello sulla Briaaza. Appena mi giunsero; quale non fu mai il dispia- cer niio trovaadone tahuente rovinate le radici che ridotte quasi ad alcuni littoni non avevano che poclie radici mi- nute e tenere, le quali pero soao le piu importanti. I paesani gridavano, disperando che la piantagione riuscir potesse con individui si uialconci : deploravano le fatiche iadarno nelP inverno sostenute per disporre le fosse. lo non disperai, e chiamato il camparo feci ripulire con somma diligenza le radici rimaste, recidendo con tagllo netto tutte le parti ammaccate o guaste e conservando con graii diligenza le poche barboline che incontravansi. Nell' atto pero ciie ope- ravasi la piantagione , io andava di mano in mano ira- mergendone le radici ben bene in una soluzione di stereo (*) Queste osservazioni ed esperienze ci furono gentilmente trasniesse dal coltissiiuo sottoscritto cavaliere. Koi lo preghiamo ad accoglierne i nostri nngraziamenti ed a ti-asmetterci a mano a mano le osservazioni od esperienze che anche in avvenire gli accadesse di fare. Egli alio studio dell' arti belle, nelle quali eminentemente distinguesi, accoppiar sa quello ancora deli^agraria economia sui pi-ojarj poderi. Noi brameremmo che T esempio di lui imitato fosse da tutt'' i nostri parrizj ad onore e vantaggio si del paese che deile loro illustri faniigUe. I Direttori. V .4 R I E T A. . T I ;7 hovuio fresco con accjna , e adattaiido alle priacipali ferlte una pallottola di terra creta mescolata con isterco fresco. Quindi con gran diligenza ed in modo clie le pallottole nou si distaccassero posi i gelsi in terra e li coprii. Volli pero piantarne alcnni senza averii tufFati nel bagno in- dicato, ne tampoco avervi applicato le pallottole di terra creta ia contar.to delle principali ferlte. Tutti que' gelsi a' qnali applicai il nietodo sopra descrifto vegetarono ma- gnificamente , a preferenza di qaelli die posti fnrono ia terra senza apparecchio, i quali rimasero intisichiti, e non ripresero lena che nello scorso i832. La pratlca di recidere le parti guaste nelle radici con tagli netti e ottima , perclie con facilita le guaste si cor- rompono ed intaccano le sane. II bagno di acqua e stereo bovino e utile, in quanto che al succedere sotterra la fer- nientazione le sostanze che sviluppansi nel processo, trovan- dosi in itnmediato contatto coi vasi assorbenti^, spronano e stimolano la vitalith della radice somministrandole un alimento pronto, e solnbile animato dal leggier grado di calore che sviln|ipasi nel processo della fernientazione medesima, Que- sto bagno pero non debb' essere eccessivaniente stimolante. Id pratico 11 bagno a tutte le piantagioni indistintamente ed in particolare a quelle d'autunno, perche con cio pre- serve maggiormente dal gelo le radici. La pallottola di terra creta mista alio stereo bovino messa in contatto alle ferite principali delle radici difende il taglio dal contatto dell'aria, lo conserva sano e lo dispone a produrre nu- merose radici in corona, come infatti ebbi luogo di accer- tarini scoprendo le radici d' uno di tali gelsi neirautunno dello stesso anno. Forse taluno renderebbe piii attivo il bagno introducendovi il cloruro di calce o la canfora od altri stimoli , ma io sono di parere contrario, poiclie le violenze esercitate sopra un organismo qualunque sono senipre fatali; esse dovrebbero unicaraente serbarsi pei casi pressoche disperati. 3.° E pratica comune il decapitare il gelso quando viea traspiantato, sia esso selvatico, sia d' innesto. ISel primo caso cosi si opera per ottenere i rami su i quali praticare 1' in- nesto nell'anno seguente, e nel secondo, perclie la pianta formi il cosi detto castello. Mi opposi alia seconda pratica sembrandomi irragionevole T obbligare la pianta a ripro- durre nuovi rami , mentr" essa n' e di gia provveduta ^ e Il8 V A R 1 E T a'. volli die nclla primavera del i83o si eseguisse la pian- tagioae de' gelsi innestati senza troncarne i rami. I coata- dini , 1 fattori , i dotti di campagaa tutti mi erano di con- trario parere per la sola ragione clie cio non si era suai praticato. Mi ostinal nel volerlo, e prescrissi che per espe- rimento comparativo, a circostanze uguali, se ne piantas- sero alcuni decapitati. Com' era ben persuaso, i gelsi cot rami intatti prosperarono maravigliosamente; e poiche poche ore trascorsero tra 1' estirpamento diligentissimo dal vivajo e la lore posizione in campagna , mandarono essi foglie quasi contemporaneamente a quelli che stati non erano sottoposti al traspiantamento. Nella primavera del i83i, poiche mi accorsi clie prosperavano in un modo quasi inaspettato- dovetti in qualche luogo diradarli; e nel traspor- tarli ebbi occasione di verificare quello che io aveva gia supposto , cioe che il numero delle radici si era in un sol anno maravigliosamente moltiplicato. Osservai que' che stati erano plantati senza rami, e 11 vidi muniti di meschine cac- ciate: il tronco uguale a quello dell' anno precedente , le ra- dici in pochissimo numero, e quasi nello stato della pianta- gione. In quest' anno (i833) per la prima volta colgo foglia dal prirai , e li tronco , giacche i rami sono cresciuti a dismisura : il tronco che all'atto della piantagione ave\'a di diametro un quarto d" oncia , ora e di circa un' oncia , vigoroso e forte. Quelli decapitati non semhrano apparte- nere alia stessa eta. Ora estendo questa pratica anche quando si tratti di gelsi da slepe o da boschetto. Nel primo anno mi giova il non troncarli ed aspetto 1* anno seguente. Avverto che 11 traspiantamento del gelsi d' innesto col rami vlene da me praticato sopra quelli che hanno non piu di mezz' oncia di diametro; poiche diversamente i rami di- verrebbero troppo voluminosi e pesantl e male si com- porterebbero colla debole adesioiie delle radici col terrene, e quindi sarebbero soggetti a scosse , a movimenti fatali alia planta. Chi ne ha veduto 1' esperimento , e chi mi derideva , ora m' imita , anzi ci ha ciii esagera piantando con questo metodo gelsi troppo grossi, per la qual ragione non rlescono lodevolmente. II traspiantamento non e un fatto indlfFerente sulla vi- talita della pianta; dunque numero magglore di circostanze favorevoli alFeconomia della pianta Importeranno a rendere meno sensibile tale operazione. Una delle principnli si e VARIETA. 119 il procurnre lo svlluppamento delle foglie il piii presto die sia possibile. Quando il sngo stanziato nel vasi della pianta si muove e viene elaborate dalle foglie discen- dendo lungo la corteccia, va esso ad allmentare ed attivar le radict in modo clie presto il sistema della pianta e ri- inesso in perfetto equilibrio. Piantando dunque ii gelso coi rami abbiamo le gemme dlsposte ad aprirsi ed a schiu- dere le foglie alia benefica azione della luce, delT aria e del calore , in modo che le sue funzioni vengono immedia- tamente attivate senza il bisogno d' uno sforzo maggiore , quale sarebbe 1' obbligare la pianta a produrre nuovi rami per procacciarsi le foglie. Se conviene piantar le roveri , i platani non decapitati , per qual ragione converra mai decapltare il gelso d' innesto ? Ambroglo Nava. C HIMICA. Riflessioni intorno alle chimiche affinita. — Come altra volta ( Bibl. Ital. torn. 64.", pag. 261, nov. i83i) abbiamo istituito alcune riflessioni sulla dottrina degli atomi per aver occasione di annunziare pareccliie delle piu i-ecenti , e ad un tempo piu notabili , ciiimiche scopertc, cosi alio stesso intento ( e collo stesso desiderio di stimolare altri alle ricercbe cui quelle die narransi possono servile di scorta ) facciam ora le riflessioni seguenti intorno ad una dottrina, molto stretta alia summentovata, qua! si e quella dell'aflinita. Secondo le opinioni di Bergman , state lungo tempo rl- spettate, i diimici cangiamenti prendevano norma in tutto dairafliaita, ed agendo, tra due sostanze insiem congiunte, una terza, die una di esse attirasse con forza maggiore di quella per cui stavano unite, rompevasi affatto il vincolo delle medesime, e mentre 1' una stringevasi tutta quanta alia sopravvcnuta, I'aitra rimaneasi libera appieno. Contro questa sentenza sorse il Bertliollet dimostrando come , nel conflltto delle aflinita di diverse sostanze, le masse di queste contribuissero a dcterminarne gli elfetti; e vi avessero parte altresi le forze attrattive delle molecole omogenee, ossia la coesione, e le ripulsive die, per opera del calorico, domi- nano nelle sostanze acriformi. Quindi nella fiducia di aver 120 V A R 1 E T a'. coiisiJerate tutte le forze operose ne' clilmlci cangiamenti, e di avenie apprez/ato il valore , diede il nome di Statica chimica a quell' opera veramente insiajne, in cni i-accolse i frutti delle sue indagini e le sue nuove dottrine. Tut- tavia restava ancora ignorato come 1" elettrico si mescesse a' chimici eflFetti^ come da se fosse abilissimo a produrne, come potesse accompagnarii di fenomeni singolarissimi. E da die fu palese quest' intervento dell' elettrico nelle chi- miclie affinita , di un agente si pronto al suscitarsi , al crescere e creare strani fenomeni , al dileguarsi , non fa difficile, a sua opera attribuendoli , render ragione di al- cuni fatti , dipendenti dalP azion reciproca di sostanze di- verse, a spiegar i quali le dottrine delTaffinita non erano punto valevoli. Fatti di tal uatura sono a cagion d'esem- pio la decomposizione dell' acqua osslgenata prodotta da parecchie sostanze die non si uniscono ne all' acqua , ne air ossigeno per esse fatto libero ; il conservarsi del rame nella foderatura delle navi raediante un metallo elettro- positivo; il ridursi dell' ossido di ferro a quella stessa tem- peratura in virtu della quale avviene die il ferro metallico decomponga 1' acqua e si ossidi. Se si considerino in generale le diimidie operazioni di due difFerenti sostanze l' una suU' altra , si trova ch' elle sono di piu raaniere diverse, e apportatrici, a norma dei casi , di composti diversi. La quale considerazione serve anch' essa a persuaderci, die gli efFetti chimici non di- pendono dalla sola affinita, ma da altre cause ancora die si uniscon con essa a generarli. Le soluzioni ci danno esem- pio di tal maniera di combinazion diimica die ammette una estremamente varia proporzione di component!: deter- minate sono le proporzioni ne' veri composti cliimici ; ma due sostanze congiungendosi , come sogliono, in diverse proporzioni , ci apprestano parecdii di tali composti 1' un dall altro diversi. L' acqua si combina a certi sali e ad altre sostanze, in modi difFerenti, ora formandone parte integrante in data proporzione, quand'essi sono solidi, ora riducendoli a liquidita, e sciogliendoli in proporzioni molto varie. Ma lasciando questi troppo noti esempi veniamo a qnello che ci pub somministrare 1' acqua ossigenata , com- posto singolarissimo la cui scoperta e certatnente da an- noverarsl tra le piii belle de' moderni tempi. Conoscevasi V A R I E T A . I2f da* cliimicl come 1' acqna toccata dal gas ossigeno ne assor- bisse certa piccola dose, e sel tenesse per affiaita congiunto , tantu ciie trovandosi al solito in contatto dell' aria atnio- sferica , raeglio ne assorbe 1' ossigeno clie I'azoto (avendo con questo minore aflinita che con quello ) , e cosi viene a contenere , ne' snoi interstizj disseminata, una tal aria, che in paragone dell' atmosferica e alquanto piii ricca di ossigeno e scarsa di azoto. Quest' aria rende 1' acqua pia- cevole al gusto, e I'abilita a raolte cosi naturali come ar- tificiali operazloni ; conserva pero tale elasticita , per cui, se piccola causa I'aumenti, essa e pronta a staccarsi dal liquido ed a sfuggire. Tutt' altro e in vece quel composto d'acqua e di ossigeno, propriamente detto acqna ossigenata, che al sig. Thenard , mediante ingegnosi chimici procedi- inenti, venne fatto di ottenere. Esso ammette dosi di ossigeno stupendamente maggiori di quelle che dall' acqua per con- tatto si assorbono, talche questo liquido puo aversi persino arricchito di tant' ossigeno aggiunto quant' e quello che per comporlo trovasi gia incorporate aU'idrogeno, e quindi can- giato in deulossido d'idrogeno. L' acqua ossigenata intaccj^, prontissimamente repiderniide, e atta a spandersi in vapore senza decomporsl , e iusieme alia dote gia accennata di esser decomposta se la tocciiino all' ordinaria temperatura certe sostanze, che ne all' acqua ordinaria, ne alP ossigeno si con- giungono, come soiio il platino, Toro, Targento, ecc, pos- siede molte altre curiosissime proprieta. II signor Tlicnard dimostro I'anno scorso come que' composti clie chiamansi zolfo icirogenato o idniro di zolfo, sono combinazioni d' idro- geno e zolfo , corrispondenti a quelle d' idrogeno e ossigeno onde nasce I'acqua ossigenata, ed egli tien per fermo che altri composti di siniil genere si potranno ottenere, de'quali, in vece dell' ossigeno o dello zolfo, formino parte o I'iodio, o il bromo , o il cloro , o il fluore , o il selenio, sostanze quasi tutte piu afllni all' ossigeno di quello che lo zolfo nol sia. Cosi per la scOperta dell'acqna ossigenata schmsa e la strada a quella di una moltitudine di chimiche com- liinazioni fino ad ora sconosciute. Rifletteado , dopo le narrate cose, che le diverse sostanze possono dar origine a composti differenti , quand' anche per formarli si uniscano in una scnipre egual proporzio- ne ( del quale singolarissimo fatto abbiamo discorso nelle 122 V A R I E T A . notizie intorno ngli otomi citnte in principio del presente articolo (i)); clie si congiungoao in varj modi o propor- zioni, e cosi apportano altri composti diversi; die non solo s"" incorporano le sostanze semplicl traloro, ma anche le coniposte ; ognuno ne conchiudera clie siccorae ne risulta indefinito il numero delle combinazioni possibili tra i prin- cipj costituenti della materia , cosi lo e pure quello de' suoi diversi composti , e percio non si puo astrattamente alcun limite assegnare alia sua variabilita. Questa pero airincontro, qual riesce efFettivamente sotto il governo delle libere forze della natura , noi la troviamo assai temperata, sicche piccolo puo dirsi il novero delle combinazioni prodotte dal congiun- gersi insierae degli atomi semplici o composti, ed essi ne' lor movimenti si vanno sempre rlconducendo a quelle consue- te, clie sono utili all' economia della terra e de' suoi abi- tatori. Cosi per provvidissima legge si evita quella niuta- bilita eccessiva della materia, che all' ordine sostituirebbe la confusione , e a noi renderebbe vano il snssidio che r esperienza e abile a porgerci nelT uso delle cose esteriori. Quando pero coll' arti chimiclie forziamo la natura a de- clinare dal consueto procedere , allora si riconosciamo com' ella valga a generare un maraviglioso numero di stra- ni composti , tra' quali molti ve n' ha d' infesti alia vita , (i) Concliiudevansi queste notizie coll' esenipio di vai-ie 8o- staiize tutte conformi, non solo quanto alia natura, nia anche quanto alia proporzional copia degli elementi , al gas idrogeno carbonate ; ora il numero di tali sostanze si accrebbe di altre fra cui viiolsi in prime luogo nienzienare la paraffina ^ ossia poco affine, cesi nominata perche non preduceno alcun effetto sovr'essa ne il cloro, ne gli acidi, ne gli alcali, ne il petassio benclie fuso. Questa e solida alle ordinarie temperature^ ma un'altra, anch' essa scoperta novellameute, e che melto le rassomiglia quanto airindiffe- renza cliiniica, ed e detta eupione , e liquida anche a — 20" cent. Entrambe posseno riuscire per molti riguardi vantaggiose , ed lianno origine quando si decompongano a secco i corpi organicij da liquidi che procedeno da una tal decomjDOsizione di questi corpi furone tratte per industria del sig. Reichenbacli, di Blansko in Moravia (Aim. de chiin. et de phys.^ mal et juin i83a). — Anclie la naftalina, e cosi pure la paranaftalina nueva sostanza stata ancor essa trevata nel catrame di carbon fossile, sono iso- merlchc col gas idrogeno cai-bonato, come tu diniostrato dal si- gner Dumas. V A R I E T A. J23 avvegnache procedenti da qnegU stessi princlpj dl cnl tanti oggetti a noi utill si conipongono; quiiidi e che Tanipiezza de' SLioi poteri e il loro provvido teinperaniento vengono in egual tempo a porgerci soggetto di ammirazione e di gratitudine. Noi siamo soliti risguardare come uno de' piii ntili e portentosi regolamenti della natura il mantenersi deir aria atmosferica ia quelle sue invariabili proporzioni di ossigeno e azoto, che tutti conoscono, a malgrado che rossigeno, ossia 1' aria vitale , ne sia continuamente con- sumato, e ad esso sottentrino altri mefitici gas. Ma consi- derando quanti compost! velenosi possono derivare dal congiungersi dell' ossigeno insieme all' azoto, dovremo pure con maraviglia riflettere , come talmente resti inoperosa , quand' essi son misti in seno dell' aria atmosferica, la loro reciproca aflinita , che non mai s' indncono ad incorpo- rarsi chimicamente, e cosi cangiare in un snbito di sa- lutari in mortifere le virtii dell' aria suddetta. Nondimeno altri gas al solo mescersi vengono ad union chiinica tra loro, e fu dimostrato che Foperazione delle scintille elet- triche e valevole a far clie in parte un miscuglio di ossi- geno cd azoto da esse attraversato convertasi in acido nitrico, e quest' acido ha pur sempre , benche in tenuis- sima copia , origine dall' aria , come la continua generazion de' nitrati ce lo comprova •, tutte le qitali cose ne accen- nano , clie se 1' ossigeno e I'azoto atmosferico non si con- giungono chimicamente, cio non deriva da impossibilita , ma solo da una provvida, e non mai manchevole , con- trapposizione di forze, clie 1' espresso eflctto impediscono delie loro aflinita reciproche. Del resto considerando le tanto varie condizioni dell' aria per 1' opera continua , ma inequabile, degli agenti cui e sottomessa , niuno sara per affermare che r ossigeno rispetto all' azoto vi si trovi sem- pre nella stessa attitudine, anzi ognuno terra questa per molto variabile : sebbene tal variabillta non ci sia , e neppure esser ci possa , da' mezzi eudiometrici significata. Quindi e a sospettarsi che alle tante ragioni e Ijsiche e chimiche, risguardanti il mescersi di principj stranieri a qitelli dell'aria, che furono messi in campo afiin di spie- gare la varia influenza di questa rispetto alia salute de- gli auimali, debbansi aggiungere anciie quelle che deri- var possono dal considerare la varia condiz.ion chimica 124 V A R 1 E T a'. deir aria medesima , secondo il variar delle condlzioni In cui se ne compongono, I'nno rispetto all' altro , gli elemeiiti. Anzi il celebre Hartniaati, piii geaericamente considerando le affezionl niutabili dell' ossigeno, ci lascio questa sen- tenza : Generalium naturce legum memores , non concedere non possumus , oxygenium indolem atqiie potentiam non libi- que eandem esse, sed hanc potlus pro diversa reriim aliarwn e. g. lucis , electrici , caloris , aerum mephiiicorum , in ipsum oxygenium ejficacia variare , ita quidem, ut hoc nunc poten- tins , liherius , in resolutionem pronius , alacriorem etiam cum vita animnli conflictum ingrediatur , nunc vera inertius , aliis substandis firmius adhcerens , cegrius dissolvendum , processui vitali magis subtrahatur (i). EIBLIOGKAFIA ORIENTALE. Traduzione dei Veda. — Rammohun Roy, celebre Brah- mano, che ora viaggia per 1' Enropa , ha fatto stampare a Londra divers! brani da lui tradotti dal sanscrito e che gla pubblicati avea nell' India (*). « Qaesto compendio del Vedant, ossia quest' epilogo di tatti i Veda, da'qiiali si sta- bilisce 1 unita dell' Essere supremo, ed inseguasi cli' egli solo e r oggetto deir invocazioue e del culto, mostrera che ci lia ancora qualche cosa ad iaiparare e disajiprendere merce deir Indismo ( Hmdouisme ). <> II sommario e lo scope di questi celebri scritti trovansi brevemente esposti da Rammohun Roy nelT introduzione air opera di cui parliamo. /< II mio intento (dice egli ) col snccintamente esporre la sostanza di queste narrazioni , fu quello d'agevolare I'intelligenza di cio che in esse contiensi, e ch e tuttora straniero alia generalita de'leitori europei. I Veda, o per meglio dire le loro parti spirituali dichiarano uniformemente che I'uomo e di sua natura o per abitudine pmclive a ridurre 1' oggetto o gli oggetti della sua vene- razioue o del culto suo a forme paipabili, e ad accordar loro degli attributi ch' ei suppone eccellenti , secondo le (l) Pathologia Ge/i. Edit, altera. Vind. 1828, pag. 374. (*) Translation of several principal Books., Passages, arid Texts of the Veds and of some controversial works of Brahmanical Theology, hy Rajah Rammohun Roy, 2.''' ediz. Londra, i832, in 4.° V A R 1 E T a'. laS sue proprie nozloni, Di la appunto si la grossolana die la rafBnata idolatria prende origine , e sconvoige il vero catnmino dell' intelligenza conducendola a vane imagina- zioni. Pero questi libri ofFrono precaiizioni contra la tea- denza a forniare una divinith secondo le idee umane, ed agli uomini raccomandano di volgere tutte le loro ricerche verso le cose die li circondano, considerate sia tutt' insie- me, sia individualniente, ramnientandosi con quale regolarita, con quale sapienza ed arte maravigliosa sono esse couibinate e disposte: giacdie tali ricerche non possono a meno di far si die uno spirito imparziale giunga alia noziotie se- gnata da per tutto nell' universo, d' una suprema esistenza che le ordina e dispone in un modo si sublime. Questi medesimi Veda rappresentano i riti e I'esterior culio di- retto a' pianeti ed alle cose fisiclie, ossia le astratte nozioni personificate , non meno die gli eroi deificati , siccome cose proprie o adatte a genti d' una mediocre capacita : ma esse ingiungono pure Tanzidetta devozione spirituale , T aaiore e r inipero sopra il proprio essere, come i niezzi proprj ed atti a rendere sicura 1' individuale felicita. {A. cl. V.) TECNOLOGIA. La citta di Novara, ricca di stabilimenti di pubblica be- neficenza , ne acquista uno , die e di un utile incalcolabile per r incremento civile delle classi meno agiate dei citta- dini. Un htituto d' arti e mestieri tanto pei masclii che per le figlie colla dotazione di 400 mila franchi, e il ma- gnifico dono che la contessa Francesca Bellini fa alia citta, alia quale dopo la sua morte cede il patronato. La nuova di questa istituzione fu accolta da ogni classe di cittadini con una indicibile esultanza : il Municipio ando in amba- sciata solenne a testiticare alia donatrice la comune grati- tiidme, e decreto di collocare T effigie in bronzo di lei vicina a quella di Gio. Francesco Caccia fondatore del Collegio di questo nome. (Da Icttera da Novara.) ia6 V A R I E T .V. NEGllOLOGIA. Ciro Pollini. In eta ancor lontana dalla vecchiaja , dl 5o anni, mori ia Verona nel giorno prirao di febbrajo (i833) un distin- tissinio nostro collaboratore, il dott. Ciro Pollini botanico illu- stre e medico espertissimo. Nativo di Alagna in Lomellina, terra distante da Pavia da circa 12 miglia, ebbe compiuto il corso degli studj in questa citta nel 1804. R«^catosi a Milano col pensiero d' esercitar Parte niedica , s' invoglio della iDOtanica che a quel tempo era insegnata nel liceo di Brera dal padre Vitman. Ben presto divenne egli il piii amato discepolo del biion vecchio , e tale fu e si rapido il progresso iiel nuovo studio cli' ebbe Pincarico di sosti- tuirlo uella cattedra, allorclie per malattia, cbe fu Pestre- nia, fu costretto P annoso botanico ad abbandonare il cam- po. Ne passo lango tempo che il giovane Pollini n' ando a Verona professor di botanica ed agraria in quel liceo die a que'giorni (1808) si era ordinate secondo la nuova istltuzione. Tutti conoscono cio cli'egli qui facesse: cultor ardentissimo della sua scienza , la quale non ama il taci- t' ozio della cella, ma impone peregrinazioni , le profonde valli e le velte de'monti son le nutrici de' suoi tesori, fu piix volte alPardue cime di Monte Baldo e Palpi tridenti- iie e le vicentlne discorse iosieme all" altre tutte della veneta terra. Ne si puo dire quanto frutto ne traesse^ che cosi ebbesi preparato il materiale alia Flora Veronese , opera di molta lena , e che fa insieme fede e delP instan- cabile indole delPautore e delPingegno e del sapere, onde procaccio a se la fama nobilissima e orno di bella corona P Italia. Oh se Pamava egli quest'Italia! oh! se era cupido di accrescerle gloria ed onore ! Lavoro esimio , gia fatto innanzi , erano stati i suoi elementi di botanica: altre cose aggiunse e varie di fisica vegetale fra cui rispleude il Sag- gio di osservazioni e di sperienze sulla vegetazioae degli alberi. Fornito qual era d' ottime cognizioni di chimica, di mineralogia , di zoologia applicavale egli miral)lhnente alP agraria, onde usci quel Catechismo preniiato dalPAcca- demia Veronese, una delle pin ccccllenti cose di simil genere. Ma delle opere di qucsto valcntuomo ne sara detto co- me si conviene da altri in altro Iiiogo., e a noi basti ora V A K 1 K T A . 127 deplorare la mala sortc d' Italia , la quale assai perdette a questl anni de' siioi luigliori, e piii doloroso ne torna I'a- maro caso , die inimatura troppo ne fu la perdita. Troppo presto manco egli alia sclenza e alia languente umanita la cjuale pur si spesso, merce del suo sapere, ei sollevava dalle angosce del uialore. Fu d'animo schietto, siccome di nobile ingegno ;, soave neir amicizia ;, e perche insieme alle scienze amo le lettere , ebbe f antico dono di non disgiunger dal sapere 1' arte del ben dire. Giuseppe Montani. Annunzianio con vero dolore la morte di Giuseppe Montani, avA'enuta in Firenze il 18 febbrajo (i833). Le lettere italiane hanno perduto in lui iin diligentissimo coltivatore , VAntologia di Firenze uno de' piu Ijenenieriti coUaJjoratori. Del suo ingegno e dei frutti clie ne riman- gono sentiamo clie scrivera in breve nn sapiente e gentile vissuto intiniamente con lui dopo die Y eta , gli studi e r esperienza gli avevano piu che mai maturata e rinvigo- rita la niente. E noi a consolare que'molti ai quali la niorte tolse nel ]Montani un amico affettuoso e sincero , annunzianio frattanto die se a lui pure le lettere non fe- cero ne tiancjuilla ne agiata la vita, gli ban meritato pero di trovare clii voglia e possa tributare le debite lodi alia II. GinoNi, F. Carlini, I. Fumagalli e G. Brvgnatelli , dircuori ed cditori. I'ubblicato il di <; nuirzo io33. Ossci vazionl meteorologlclie fatte all' I. R . Osseivatorio di Brera. G E N ISI A J 0 1 855. 1 M A T T I N A. Ser ■ 1 IV. 'S o M 0) < 0 — , 0 ^ 0 0 a 'n i t- _ Stato del cielo. d ca t- -'a 0 < 1 " 2 -5 3 0 6 ■^1 Stato del cielo. I pr.U 27 lin. 10,4 - 0,3 NN 0 Nuvolo. poll. U.I. 27 10,0 + 2,5 NE Nuvolo. 2 27 ii,3|- 0,5 E Nuvolo. 27 11,0 + 1,0 E Nuv. ser. 3 27 11,0 0,0 S S£ Nuvolo. 27 11,5 + 1,6 SSE Nuv. ser. 4 28 3,0 -2,5 N Sereno. 28 1,8 + 1,7 S E Sereno. 6 2B 3.2 - 2,5 N NO Seieno. 28 2,8 28~3,5 + 1,5 SSE Sereno. 28 3,5 - 5,5 N E Sereno. + 0,5 N E N Sereno. 7 28 3,7 -2,3 M Nuvolo. 28 3,4 + 1,0 S Nu\olo. S 28 3,7 - 1.7 N 0 Nuvolo. 28 2,5 + 2,0 N E Sereno. 9 28 3,0 - 2,3 N Sereno. 28 2,7 + 1,0 SSO Sereno. 10 II 28 2.7 -5,4 S 0 Sereno. 28 2,0 - 0,5 SSE Sereno. 28 0,5 - 4,7 0 Sereno. 28 0,0 - 0,3 SO Sereno. 12 28 Oi7 - 5,0 NO N Sereno. 28 1,0 + 1,4 s 0 Sereno. i6 28 1,0 -0,3 SSO Nuvolo. 28 0,6 + 2,0 N 0 Nuvolo. i4 28 0,4 + 1,0 s 0 Nuvolo. 28 0,2 + 3,5 N E Ser. nuv. i6 28 0,0 0,0 JNN 0 Ser. nuv- 27 [1,3 + 5,5 N E Nuvolo. iG 27 10,0 + 1,5 N Nuvolo. 27 9,5 + 5.5 N N E Nu^olo. '7 27 9,i - 1,5 NN 0 Sereno. 27 95O + 4,2 s 0 Sereno. iS 27 10,0 - 1,5 NE Sereno. 27 10,7 + 2,7 NE S Sereno. 19 27 11,4 - 1,4 S E Sereno. 27 10,0 + 3,0 S Sereno. 20 27 9,0 - 2,3 .SE Nuv. nebb. 27 9,8 + 2,5 E Nuvolo. 21, 28 1,0 - 1,0 N E N Nuvolo. 28 0,7 •*• ''7 N E Sereno. 22 28 1,6 - 4,7 NE N Sereno. 28 2,5 + 2,0 E Ser. nuvolo. ■2't> 28 3,3 - 3.0 N Ne Nuvolo. 28 3,0 - 1,5 S 0 Nuvolo. 24 28 2,5 — 4,3, N 0 N Nebb. nuv. 28 1,6 - ',7 N 0 Nuvolo. 25 28 0.7 - 4,7 « Nebb. nuv. 28 1,5 - 0,5 N £ N Sereno. 26 28 3,0 - i,7is 0 s Sereno. 28 2,2 + 3,0 SSO Nuv. sereno. 27 28 1,0 - 0,5 S 0 Nuvolo. 28 0,5 + 2,5 s 0 si Nuvolo. 28 27 ii4 + 0,5 S 0 Nuvolo. 27 10,.') + 3,5 s s E| Nuvolo. 29 27 9-.S + 1,4 E Piogg. uuv. 27 8,3 + 2,5 s E Piogg. uuv. 50 27 6,5 + 1,0 N E Pioggia neve. 27 6,5 + 2,D N N E Piogg. neve. 5I 27 6,5 - O57 s 0 sjNuvolo. 1 27 5,8 + D,t) N 0 Sereno. Allezza mass, del bar. poll. 28 lin. 5, 7 Altezza mass, del term. + 4,^ minima media . 8 minima .... — 5. /I ,, oS „ n 1 7 mec leve tclolla lin Quaotita della pioggla e r ee 4,5o. - - - - BIBLIOTECA ITALIANA PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. Edizione dclle opere classiche itallane del secolo XVIII. — ■ Mlilano , 1 8 1 8- 1 83^ , dalla Lpografia del Classicl Itallaiil. Toml i36 in 8." Itallane lire 845. 06 ('')• Artlcolo I. — ■ Utilitd di qiiesta Raccolta in generale. L e gneri'e del secolo XVI lasciarono 1' Italia quasi tutta in balia di Carlo Quinto , e la prevalenza degli (*) Le opere che compongono questa CoUezione sono le seguenti : T. 4 Alfieri (Vittono). Opere scelte , col ritratto e tav. in rame Italiane lir. 28. 78 » 3 Algarotti (Francesco). Opere scelte , col rit. . » 19. 20 » 2 Beccaria (Cesare). Opere, col ritratto » ii. — » I Bentivoglio (Cornelio). La Tebaide di Stazio colla ■ giunta degli Argomenti a ciascun libro , ed il ritratto del Bentivoglio » 6. — » 4 Cesarotti (Blelcliiorre). Opere scelte, col rit. . » 19. 62 » 3 Cocchi (Antonio). Opere con Appendice ine- dlta , col ritratto • » 19. 27 » 3 Denina (Carlo). Rivoluzioni d'' Italia, con giiinte e correzioni inedite, col ritratto ....... 23. 3b » 6 Filangieri (Gaetano). Scienza della Legislazione ed Opnscoli scelti , col ritratto-. ,• » 25. 58 » 2 Genovesi (Antonio). Lezioni d' Econoniia civile ed Opuscoli , col ritratto » 10. 40 » 14 Giannone (Pietro). Istoria ■ civile del regno di Napoli ed Opere postiuue, col ritratto ...» 78. 26 3> 4 Goldoni (Carlo). Comaiedie scelte, col ritratto » 21. ao » 5 Gozzi (Gasparo). Ooere scelte, col ritratto . . » 28. 92 BibL Ital T. LXIX. 9 l30 CLASSICI ITALIANI Spagnuoli tenne per tutto il secolo susseguente lo spirito italiano in un lungo e rovinoso langiiore. Nella T. I Gravina ( Vincenzo). Opere ecelte , col ritratto lir. 6. 5o » a Gugliekulni (Donienico). Delia Natura del fiumi colle note di Eustachio Manfred! , col ritrat- to e dieci tavole » l3. — y» 4 Lanzi (Luigi). Istoria pittorica deir Italia, con note ed il ritratto » 23. 90 » 5 Maffei (Scipione). Verona illustrata con giunte e correzioni inedite , il ritratto dell' autore e 35 tavole » 36. 37 N 5 Metastasio (Pietro). Opere dranimaticlie e Poe- sie, col ritratto >» 35. 92 ■ 18 Muraiori (L. A.). Annall d' Italia , col rit. . . » i32. 86 » 4 Delia Perfetta Poesia colle note del Salvini » 19. 48 >• a Parini (Giuseppe^. Opere ecelte , col ritratto e taT. in ranie » II. 34 j» 1 Raccolta di Apologhi , col ritratto di Aurelio De' Giorgi Bertola » 5. 5r » a di Conimedie, col rit. di Girolamo Gigli '/ 10. 90 » I di Melodrammi giocosi , fra i quali avvi 1 Dorinienti, dramma inedito di G. B. Casti, col di lui i-itratto . . » 8. 35 » 2 di Melodrammi serj , col ritratto di A. Zeno » lO. 08 » a di Operette filosoficlie e filologiche , con una tavola » 8. 6a » I — — di Poenii didascalici e Poenietti varj, col ritratto di B. Lorenzi » 7-^9 » 1 — — di Poesie liriche » 4-9'^ » I _— di Poesie satiriclie, col ritratto di Giu- seppe Zanoja » 4- ^'^ {1° Elogi, col rit. di » 3 di Prose e Lettere ? Paolo Frisi . . » 6. 33 (11.° e III." Lettere » 9. 32 » a — — di Tragedie » lo. 67 » 6 Spallanzaui (Lazzaro). Opere, col ritratto e 16 tavole » 39. 23 » 16 Tiraboschi (Girolamo). Storia della Letteratiira italiana, col riti'atto » 1 13. 79 » J Varauo (Alfonso). Opere scelte , col rit. ...» 7. aa » a Verri (Alessandro). Opere , col ritratto . . . . » 8. 95 » I Zanotti (Eustachio). Trattato della Prospettiva, col ritratto e sei tavole » 5. 33 » 3 Zanotti (Fran. Maria). Opere scelte, col ritratto ed una tavola . » 17- 5o DEL SECOIX) XVIII. l3l prima mcta e troppa ingiustizia asserire che i promotori di que' sistenii sono copisti e riproducono cose che non hanno pensato da se. — II pensiero uniano suol essere sviluppato dalle cu'costanze : le quali , per la comune natura degli uo- niini e delle nazioni, essendo non tU rado consimili presso popoli divcrsi , funno si che anche scaza una l38 CLASSICI ITALIANI cliretta c volontaiia imitazione , le dottrine de' pensa- tori conrorrano in grandi somiglianze fi-a loro. La precedenza in certe dottrine non e altro dunque il piu delle volte , die una precedenza di tempo , per cui un popolo si trova prima di un altro in certe circostanze vmiane ; e quando queste arrivano, quelle dottrine possono sorgere anche presso il secondo po- polo senza cli'egli si faccia imitatore del primo. Pero noi ci guarderemo dal dire che gli stranieri copiarono o riprodussero i grandi pensamenti del Vico, purche non dobbiamo per questo ne dimcnticarci di quel sommo nostro maestro nazionale, ne rinunciare al di- ritto di essere sotto questo rispetto giudicati dagli stranieri in quel modo che noi giudicliiamo di loro. Quindi sia pur conceduto che lo Spirito delle Leggi abbia grandemente contribuito a far nascere fra noi la Scienza della Legislazlone ; ma se nel Vico si trova cosi gran parte delle idee espresse dal Montesquieu, da far credere al Lerminier che questi n' abliia avuta notizia ; e se il Filangieri , dove parla delle leggi criminali ( val quanto dire dov' egli e pin mirabile ) non ha ripetute le idee del Montesquieu, ma fece un' applicazionc profondamente pensata di alcune dot- trine del Vico e cU altre ch' egli s' era formate di suo proprio ingegno, sara lecito dire che la Scienza della Legislazlone avrebbe potuto nascere in Italia quando bene non vi fosse pcrvenuto lo Spirito delle Leggi. L' Italia in somma aveva una scuola sua propria , della quale non le potevano mancar buoni friltti : aveva ingegni capaci di pensare da se; e sopra tutto aveva un gran numero d'uomini sinceramente innamorati del vero e del giusto, e consacrati a promovere il pub- blico bene col dissipar quelle tenebre stesse al favor deUe quaU avrebbero potuto vivere privilegiati di moke notabili prerogative. S' ingannarono certamente in gran parte, credendo che fosse in tutti quella medesima buona fede ond'essi erano accesi: ma non per questo e da diie die procedessero come ciechi od illusi da Ictterarie opinioni lungo una strada sulla DEL SECOLO XVIII- l39 quale non avessero mai vcduto spuntarc alcun frutto tlelle loro dottrine. Nessuno iguora Ic liinghe persecuzioni e la misera vita a cui soggiacc|ae il Giaunone, la cui Storia pote a'suoi tempi parere un prodigio di lilosofia e di co- raggio non pure in Italia , ma in tpialsivoglia altro paese. Non giudichiamo qui ne il libro , ne le sue dottrine , ne quanto avessero torto o ragione coloro pei quali un uomo di tanto ingegno e di tanto sapere mori esule ed infelice: ma guardiamo ad un solo fittto che tocca piu da vicino il nostro assunto. Venti anni dopo la niorte del grande istorico , Bernardo Tanucci scriveva in nome di Ferdinando IV al tlgliuolo di lui: ec Inforniato il re delle strettezze in cui trovasi » D. Giovanni Giannone , iiglio ed erede del fu » D. Pietro autore della Storia Civile , e considerando » non convenire alia felicitd del sua governo e al de- » core della sovranitd il perniettere che resti nella » miseria il figlio del piu grande, pia utile alio Stato » e piu ingiustamente perseguitato uomo che il regno » abbia prodotto in questo secolo, e la M. S. venuta » a dare a D. Giovanni Giannone ducati 3oo annul » di pensione su li suoi allodiali. » A questo si aggiunga che il Filangieri dopo avere scritta la sua Scienza della Legislazione , fu eletto mi- nistro di quella medesima corte che riparava con tanta sincerita e munilicenza i torti fatti ad un uomo illustre ; si aggiungano le moke leggi beneliche che in tutte le parti d' Itaha si venivano pubblicando •, i manifesti progressi che la civilta andava di giorno in giorno facendo, e si vedra che noi possiamo senza taccia d ingratitucfme o di spirito municipale respin- gere la doppia accusa data dal Villeniain e dal Lcr- minier ai nostri scrittori del secolo XVllI : cioe cli' essi nulla pensarono da se stessi , ma seppero solo ripetere le dottrine degli stranieri, sicche per esempio il Filangieri /e ingannato ogni qualvolta non scguito il Montesquieu; e che illusi da una cieca li- ducia , videro il bene ma uon seppero trovaie la via CLASSICI ITALIANI : consegniilo, c perdettero vanamente Tingegno ed tempo domandando le utili innovazioiii a coloro le noil si sare])bero mai lasciati persuadere dalle oro parole. « Pel Filangieri (dice il Lerminier ) la » legislazione e il legislatore sono una specie di Deus » ex machina^ iin non so che preposto airiniperio » delle nazioni che opera il bene dall" alto , e im- » partisce ai popoli il pane e la giustizia. Ma noi » ( soggiunge ) ripudiaremo senza esitanza sifTatta » teoria. Poiche abbiamo gia riconosciuto clie il » diritto preesiste alia legislazione, ch^esso ha la » sua radice nella natura uniana, ed un' esistenza » eterna nella storia; poich' esso e naturale, indi- » struttibile, universale, e comincio a prodursi presso » tutti i popoli indipendentemente da ogni leggo » scritta , ne seguita per nccessita che la legislazione » non potrebbe mai essere altro che una semplice » descrizione dei rappord naturali ed umani, uua » pura redazione dei principj e dei fatd che costi- » tuiscono r uomo e la societa, un risultaniento ne- » cessario della natura nmana, un testimouio secolare )) della storia. Ma il Filangieri non vide a fondo ne » la storia ne la natura umana: egli parla di legisla- 5) zione senza essere passato per la metalisica , la » psicologia e la filosofia della storia. Ad ogni pagina » del 8UO libro dice: II legislatore fara ... 11 legi- y> slatore dee fare . . . Sarebbe utile che il legisla- y> tore . . . E non sappiamo dove rinvenire I'uomo, 5) r individuo morale , il popolo , 1 individuo sociale » su cui egli opera: I'autore si agita nei vaghi im- » peti di un'accesa filantropia, senza prender terra » in nessuna parte, senza render conto mai a se » stesso col mezzo deH'analisi, nemmanco di un solo 5) principio filosofico. » Cio che questo giudice cosi severo e cosi risoluto soggiunge poi rispetto al Bec- caria racchiude in piu brevi parole una sentenza ancora piu capitale alia riputazione Fdosofica di quel- I'illustre Italiano; ma per buona ventura non ha fon- damento se non forse nella sua poca coguizione del DEL SECOLO XVIII. 14I nostro idionia. Ora poi il niondo conosce quel clx'esso potcva aspettarsi da uno scrittore il quale sa che a beu parlare di legislazione hisogna passare per la me- tafisica, la psicologla e la filosofia della storia! Sia pur vero che il Filangieri sorgesse immaturo alia grande impresa alia quale si accinse ; colpa non tanto della sua giovine eta, quanto dei tempi c del paese iu cui visse : ma non avra egli dunque saputo che il diritto csiste ab eterno? che le leggi scritte non lo creano, ma soltanto lo manifestano? cli' esse non sono ne utili ne giuste se non quando consuonano col rapporti naturali ed umani, coi bisogni delF in- dividuo e della societa? che non possono mai essere arbitrarie , ne si trovano a case , ne le suggerisce senipre il buon scuso , ma vogliono una profonda cognizione dell' uomo e della societa per cui sono fatle? che quindi lo studio dell' uomo e della societa deve fondarsi sul testimonio perpetuo della storia ? Ne contraddJremo al Villemain dove mostra che il Filangieri s'inganno nelle obbiezioni ch'ei mosse alia costltuzione politica dell' Inghilterra ; ma diremo per altro ch'egli si nelle cose spettanti a quella nazione, come in alcune altre universali considerazioni , coUa forza del proprio ingegno e colla dirittura del sue raziocinio, trovo non di rado in materie di somma jmportanza nuove opinioni; e vide certe recondite conseguenze delle dottrine e dei sistemi correuti ai suoi giorni, die allora poteron parere arrischiate di- vmazioni , ma il tempo fece poi manifesto ch' erano conclusioni saldissime dedotte con severo ragiona- mento da principj ben conosciuti. E ne citiamo per brevita la Sloria clcW cconomia pubblica in Italia. A raccogliere pertanto in poche le molte parole diremo che i nostri scrittori del secolo XVIII sen- tirono bensi 1' influenza della iilosolia francese, ma non ne portarono il giogo, non se ne fccero umill segiulaturi e scolari. L' iiil'clicita de' secoli precedenti avcva interrotto in Italia il corso dcgli stiidi morali e polititi , uci quali frattanto alcuni altri popoli , posti 142 CL\SSICI ITALIANI in diversa condizione, avevano fatti notablli prop;ressi. Quando vennero tempi meno infclici , c i iiostri padri poterono volgersi nuovamente agli stiidi intermessi , videro da una parte i fondanienti gettati dai gloriosi loro maggiori (i), dall' altra gli edilizii die alcuni pensatori stranieri vi aveano costrutti, e di quelli e di questi giovaronsi, attirandosi 1' amniirazione di que' medesinii oltraniontani alia cui scuola ( se la sen- tenza dei moderni fosse vera) sarebbero andati, come scolaretti incapaci di pensar niai nulla da se. Segui- tando il sistema italiano, composero libri di pratica utilita piuttostoche metafisici e speculativi, e scris- sero nei loro volumi le conseguenze di que' teoremi die la scienza delle leggi e del governo deduce ne- cessariaraente dalla metafisica e dalla psicologia : non dispiegarono niolto apparato filosofico, ma non per- tanto furono filosofi diligenti e profondi. Dopo di loro ci vennero d' oltremare e d' oltre monti parec- chi libri di giurisprudenza criminale e civile, di po- litica , d' economia : ma se i piu utili siano quelli dove piu abbonda Y analisi metafisica e psicologica ne lasciamo la decisione a coloro die ne himno con- tezza ; die poi quella parte di metafisica e di psico- logia ch' e veramente necessaria a silTatti studi fosse o sconosciuta o negletta dal Filangieri, dal Beccaria , dal Genovesi, dai Verri e dagli altii di quella eta, non sara consentito, speriamo, da alcuno die abbia lette le opere loro. Altrimenti l^isognerebbe dire die il semplice buon senso averse potato in Italia condurre i nostri scrittori al ritrovamento di quelle conseguenze per le quali negli altri paesi fu necessario un tanto corredo di filosofia, e di metafisiche e psicologidie speculazioni. II genere umano ha da per tutto ed in ogni tempo un solo fine a cui tcndere , vogliamo dire, il niaggiore benessere possibile ddia socicta e dell' individuo. I (i) Nous serious injastes, si nons ne recouiiaissioiis point ce que nous devons a I'lialie, etc. Encyd. Disc. prtl. DEL SECOLO XVIII. 148 priticipj e Ic verita che lo avviano a C|iiesto fine , i)erche si foiulano necessaiiamente nella natura del- r uomo , sono cittadini di tutto il mondo ; sono proprieta del genere umano ; sono il retaggio die le generazioni trasmettonsi le une alle altre. Quando ad un popolo volgono tempi infelici , e 1' errore o la prepotenza dei pochi combattono contro il van- taggio dei ipolti , ben puo interronipersi presso di lui il lilo di questa successione; ma ne si estingue nel mondo il sentimento del vero e dell' utile, ne si spen- gono presso il popolo oppresso e infelice il desiderio e il bisogno della felicita individuate e comune. La successione interrotta in un luogo prosegue d' ordi- nario in un altro , dove allora non siano circostanze contrarie; e mentre un popolo e necessitato di fer- marsi lungo la via gia gloriosaniente battuta, mentre e impedito a lui di raccogliere verun frutto daU'espe- rienza e dai consigli de' suoi maggiori , questo ere- ditario tesoro fecondasi presso qualche altra nazione. Finalmente o gli errori o gli ostacoli onde quel po- polo cadde dal primo nell' ultimo luogo son tolti: egli si sveglia, per cosi dire, dal sonno in cui giacque, e desideroso di ripigliare 1' interrotto viaggio verso la propria felicita , va innanzi tutto cercando se qual- cuno de' suoi fratelli abbia in quel frattempo fatta fruttificare la pianta clie a lui fu vietato di coltivare. Qualche volta ( e la storia ne da un notabile esempio nel Medio Evo) gli errori, le oppressioni, T ignoranza furono cosi generali, ch'esso e necessitato di comin- ciare dal punto a cui trovavasi quando lo colsero quei flagelli, studiando 1' obbliata antichita per avviarsi di nuovo al suo fine. Piii spesso in vece egli trova che a canto alia sua desolazione altri prosegui fortunato nel cammino deirincivilimento; e pero corre a par- tecipare nei frutti di quel retaggio ch'egli medesimo forse gli ha trasmesso. Quindi la sioria delle nazioni ci mostra una perpetua vicenda di civiUa e di roz- zezza, di sapienza e d' ignoranza •, tutti i popoli alia loro volta maestri e discepoli; c irattanto il grnere 144 CLASSICI ITA.LIAN1 umano, clie non si restringe dentro i brevi coiifini dt nessuna nazione, niostra nella sua sloria un continuo, benche tardo procedimento. L' Italia due volte niaestra all'Europa, quando alia nieta del secolo XVIII ricevette una nuova vita trovo lungo i suoi conrini una nazione dove rinciviliniento, nel tempo della sua infelicita, avea fatti notabili passi; e ne trasse proFitto. Molta parte di quell' incivilimento essa Y occupo come suo , peiche gia era nelle opere de' suoi scrittori e nelle anticlie sue istituzioni : al restante essa venne come chiaraata dalla comune natura , in cjuella guisa clie in altri tempi altri popoli erano venuti all eredita della sua propria sapienza. Ma gli uomini concorsi a cpiesta fonte straniera per trarne cognizioni utili ai proprii concittadiiii furono pensatori piuttostoche creduli, fu- rono ingegni potenti ad aprirsi una via anclie da se, studiosi delle straniere dottrine, ma piu per altro del proprio paese. Essi non disdegnarono tli antlare al- Taltrui scuola, ma furono capaci altresi di fecondare le verita trovate dagli altri; e meglio degli altri poi seppero come potessero applicarsi alia loro nazione nelle circostanze in cui essa trovavasi aliora. Se cio non fosse , e se T opinione di alcuni modern! stra- nieri dovesse pienamente adottarsi, i piu grandi fra gli scrittori compresi nella Raccolta che anaunziamo sarebbero inutili. I nostri giovani non dovrebbeio punto ciuarsene, e noi dovremmo dir loro: Studiate in vece i Francesi; perche questi nostri dove dicono cose utili e vere copiaron da quelli, e dove non fu- rono copiatori traviarono sempre dal vero. Ma qaesto non diremo gia noi al cospetto di tanti voliuni , te- stimoni e custodi della sapienza dei nostri padri , e dei nobili sforzi cli' essi fecero per apparecchiarci un felice avvenire. Dii'emo in vece clie per bene apprez- zarli e necessario ai giovani di conoscere la storia generale della filosofia, val cpianto dire e necessario conoscere a qual punto si trovasse lo spirito umano quando gli studi delta morale , della puljl)lica econo- mia e della politica furono ravvivati ia It. lia. Soccorsi DEL SECOLO XVIII- 146 de' Momani, fattosi canimino nella scienza e nella » vita, ritorno a calcare la stessa via pora^endo al » pubblico , con piu mature giudizio , una storia » degli antichi popoli italiani. » Se non che questa molto piu ampia e piii ragionata appare. Essa per tanto volgesi a discutere ed a porre in piena luce I'essere civile, morale ed intellettuale de'nostri mag- giori, a togliere la storia della penisola nostra ne' piu remoti secoli da tutto cio che in addietro vago pre- sentavasi e indefinite. Bello, nobile intraprendimento, pel quale 1' autore se stesso sottopose a lavori di gran- dissima lena , e gravi dispendj e viaggi e disastri non pochi assunse ! E I'antiquario non meno che lo studioso deirarti belle e deirantiche costumanze essergli deb- bono gratissimi pe' copiosi monumenti de' quali fe' loro neir adante pregevolissimo dono. Ma pure noi non vorremmo si tosto afferniare s' egli raggiunto ab- bia perfettamente il lodevolc suo intento. Pero espor- remo piu succintamente che possibile ci sia il sunto dell* opera stessa : aggiugneremo poi alcune nostre osservazioni lasciando al criterio de'colti leggitori il giudicarne. STORIA DEGLI ANTIGHI POPOLI ITALIA.NI. 1 47 L' oscuritii de' tempi ( cap. i .° ) fece si che sino ad ora con varieta di sistemi Iijori della penisola si rin- tracciasse la provenienza de'nostri maggiori. I monii- menti pero scoperti a' di nostri e la scienza critica nuova luce spargendo su questa disatnina rivendica- rono alia vera loro origine gli antichi popoli italiani, e air Italia stessa ii suo incivilimento. Questa patria nostra, per posizione e per clima dal cielo e dalla terra favorita, alimentar dovette ben tosto numerose popolazioni, comeche elleno per le rovine de'vul- cani e pe' disaslri delle inondazioni dipartirsi non osassero dalle alte od eminent! loro primarie dimore. Ma col progredire de'secoli, fattosi pin clemente il 8U0I0, le susseguenti generazioni estesero la loro sta- zione dalle alpi al mare siciliano ; per la fertilita della texTa e per la copia de'beni mokiplicaronsi ampiamente ; per la natura stessa del suolo solcato da'tiumi, e da monti interrotto si divisero in altret- tanti popoli. La medesima fertilita del suolo die loro un im[)ulpo alia civilta. Ma appunto all' albcggiare deir incivilimento , T origine del prin)itivo popolo ita- liano si contuse colla mitologia : cpiindi la favolosa tra- dizione d'una razza aborigena, da cui anche ne' tempi storici decantavansi discese tutte le itale genti. Per la stessa Hsica costituzione de' paesi , nomade o pastorale era il vivere degl Itali antichi : ma la facile vegetazione de'terreni volgerli dovea ben pre- sto dalla vita errante a quella di stabili coltivatori, e quindi a sociali istituzioni e ad un retto ordine di cose. I Miti stessi, cliiamati da Bacone la sapienza degli antichi, ossia le stesse allegoriche allusioni al- ritalico incivilimento danno luogo a credere che la prima italica dominazione stata sia la sacerdotale, merce di cui le triljii nomadi chiamate ad un culto religioso piu agevolmente se sottoposero a vita sta- bile , costuinata e sociale. L' indole stessa poi di si fatta teocrazia c' indurrebbe a credere ch' ella pro- venuta Ibsse all' Italia dall'Oriente e dalT Egitto , qui conformandosi pero al bisogno delle natie genti, c 148 STORIA DEGLI ANTICHl quasi rimpronta ricevendo della locale italica natitra. Lc montatie tribu per tanto (cap. 2°) si manten- ncro siUle altiiie , specialmcnte deirappennino, finche per la soverchianza del numero, o pel crescere de'bi- sogni discesero verso i sottoposti territorj ed il con- tiguo mare , rjuasi le line incalzando le altre dall' una parte all'altra, e poi in altrettanti corpi del medesimo sangue riunendosi. Tra le quali tribu annoveransi per le prime quelle degli Aurunci e degli Osci, tron- clii primarj delle razze indigene. Le naturali e mol- tiplici divisioni dell' Italia, da fiumi, laglii e monti imersecata , e le fisi lie costituzioni de'paesi diversi per temperatura e per suolo, diedei'O diverse patrie o sedi , e quindi diversi confini , ed a poco a poco costumanze e leggi diverse alle diramatesi tribu: le quali ricevettero pure diversi nomi proprj, di Tirre- ni od Etruschi, di Volsci, Marsi, Equi, Sabini, ecc. Barbare nondimeno erano ne'loro priniordj queste genti: pero alia crescente soverchia popolazione, alia niancanza de'viveri, a' quali non bnstava I'ancor in- certa agricoltura, ed ai tisici disastri, die risguarda- vansi come effetti dello sdcgno de' nuiiii , provvede- vano col solenne sacriticio delle primizie nel corso d' una primavera, ver sacrum, non pur eccettuati i figliuoli nati in quella stagione. Ma col rattcmperarsi de' costumi , al rito dcUe vittime umane venue sosti- tuito il pubblico voto, pel quale la sovrabbondante gioventu mandavasi a cercar altrove , sotto la prote- zioiie del niune cui in addietro usavasi sacrificarla , soggiorno e aLimenti. Quindi provennero quelle pri- me colonic , clie in vigoie d' una sacra [)rimavera fondarono nuovi coniuni nel seno inedesiino delle di- verse tribu al loro sangue non estranee. Cosi, se- condo Plinio , i Piceni discendevano dai Sabini , e al dire di Strabone dai Sanniti i Lucani per voto d'una sacra primavera. Btllicosi erano tutti gV Itali primitivi per V indole loro stessa e per la vita pastorale e contadinesca cui erano addetti: vivcano iu viUaggi e cusali, clie poscia rOrOLI ITALIAN!. 1 49 divcnncvo castclla c citia, dcllc quali annovcransi da Eliano siiio a 1 197 dalle alpi al mare. Tanta freqiu-nza di citta e comuni rcndeva piii agevoli le comunica- zioni tra popolo e popolo , e percio piu sollec iti i progressi dclla vita civile. Se non clie di cotanfo bcne- ticio meglio ancor godevano i popoli giacenti su' fiumi navigahili e sulle coste del Mediterraneo, per le co- muiiicaziooi ch' eglino facilinente aver poteano e tra loro e cogli stranieri. Le prime testimonianze (cap. 3." e 4.°) della sto- ria degli antichi popoli d' Italia, e specialmcntc degli Etrusclii, rogistrate erano negli annali de'loro ponte- flci , alcuni de' quali leggevansi tiittavia a'tempi di Var- rone. Un Teagene da Reggio , clie vivea circa I'anno di Roma 226, fu il primo storiografo fra gli Italiotd; chc cosi chiamavaiisi ;ucnte rajiiionaiTicnto si so2;":iun2:eranno le os- servazioui siil raerito delF opera del sig. Micali. G. i53 Raccont'i storici di Gio. Battlsta Bazzoni. — Mila- no , 1SS2 , presso Omobono Maaini, in 16.° Alcune parole sui RomanzL JLia Ictteratura italiana quasi fatta partecipe delle sorti politiche che sul finire dello scorso secolo e sul cominciare del presente agitarono la nostra penisola ebbe pur dessa le sue guerre e le sue fazioni : guerre e fazioni che non furono di lieve momento , poiche eminenti interessi sono Icgati coUa sacra causa di Minerva e delle Muse , e se questa si perde , di va- lidi presidj e di forti ausiliarj restano prive la civilta e la morale- Attentossi dapprima alia purezza della lingua, poiche si conobbe che non esistendo il pen- siero che per la parola, corrotta questa, quello pure si corromperebbe. Ma il disegno f'alli ; poiche parve che per tale vicissitudine piuttosto la lingua nostra alle prime sue fonti ritornasse , e piu agli antichi esemplari si avvicinasse di quello che fosse trascorsa alia licenza e stata fosse dalle nuove fogge guastata. Poscia, quasi rinnovando i casi di Flegra , diessi la scalata al nostro Olimpo per cacciare di la i numi che vi erano da lunghi anni adorati , sbandire i mi- ster] coir arcana efficacia dei quali la sapienza s' in- segna e si chffonde, abolire ogui statuto ed ogni re- gola , ed introdurvi in vece larve , streghe , fantasmi una lurida genia , un rito straniero , un insolito culto. Ma il buon genio che veglia la gloria dell' Italia tolse che la sconsigliata impresa tropp' oltre fra noi si spin- gesse. Pure sul cessare delle contcse e sul ricomporsi delle cose una inattesa novita apparve a conchidere la serie dei trascorsi avvenimenti : una folia di Ro- manzi sbuco da ogni lato a contaminare le nostre lettere , ad ingombrare 1' Italia con false rappresenta- zioni , a riempiere le menti d' illusioni e di folUe. Contro di qucsto nuovo genere che per sonima ventnra ALOUNE PAROLE SUI ROM.VNZI. I Sq era stato fra noi illustrato e nobilitato da un nome ad altissima f;ima salito , tardi non furono ad in- sorgere alcuni cgregi scrittori scossi al pericolo cui per esso veiiiva esponendosi 1 italiana letteratma. Ma tuttavia i Romanzi si moltiplicano in fastidiosa copia ; e mentre i nostri maggiori tutti aspri di ferro si ral- legravano colle novelle che sovente allora vcnivano pubblicate, e che brevi, ornate, festive perfettamente si accordavano coll' indole della nostra letteratura, la molle eta nostra si lascia blandire , ciurmare , addor- mentare da interminabili romanzi , nei quali coi sogni dell' immaginazione si uniscono e si confondono gli alti concepimenti della poesia , e le gravi ragioni della istoria. Ed ora i Racconti storici del sig. Bazzoni ci danno occasione di esporre alcun' altre osservazioni sopra questo argomento, colle quali, non perdcudo di vista il libro che abbiam preso ad esamiiiare , an- dremo invcstigando per quali cause speciali ora Tiu- gegno italiano vada in queste ronianzesche niattezze in molta parte dileguandosi. II tempo in ciii viviamo ad un altro tempo succede che fu piano di vicende e di mutamenti, niirabile per casi or lieti or luttuosi. E quell' universale sconvol- gimento tramando a' viventi quasi per retaggio una smania, un' inquietudine , un' ansieta incredibjie, cosi die dir non saprebbesi se ora maggiore sia la stan- chezza dei passati disastri, o la impazienza dello stato presente. Perciocche seljbene alia proceUa sottentrata sia la calma , i flutti nondimeno risentonsi del passato perturbamento ; flutti di un mare non piu procello- 60, ma di un mare su cui la proccUa imper verso. la silTatta condizionc le scienze che vogliono meditazioni assidue e tranquille , e le ]\Iuse che chiedono placidi ozj ed animi pacati, le istorie che hamio si stretti vincoli coUa filosorta e colle lettere trovar non pos- sono hbero accesso nelle menti distratte e nei cuori preoccupati ; laddove i Romanzi procm'ando facili e leggiere letture, prcsentando quadri che la flmta- sia pud a suo piacimento ricomporre, raffazzonare , l6o ALCUNE PAROLE SDI ROMANZI. accomodare ad una realta profondamente sentita, lu- singando quelle passioni che tanto furono prima com- mosse , porge una grata occupazione e somministra air anima un opportuno modo di esercitare piacevol- mente le sue facolta. E per quanto la ragione gridi ad alta voce , cli* e frivola quella occupazione , che queir esercizio e vano ed infecondo , tal voce non giunge a destare la fiacca e svogliata Italia , la quale in vece accoglie sempre con plauso le produzioni de' suoi romanzatori: e questi eccitati da tal plauso raddoppiano le loro fatiche, ponendo in non cale il decoro della patria ed il vote della posterita. Per tal inodo il numero de* Romanzi crescc in inimenso , ed ormai resta soltanto a sperare, se non il senno e la decenza , la sazieta ed il fastidio pongano termine od ahncno misura a queste produzioni moleste. A questa causa un* altra si congiimge intimainente , piu facile a comprendersi , piu incresciosa a notarsi. II fcstivo accoglimento che per le ragioni indicate trovano i romanzi ne affretta e ne accresce lo smcr- cio ; e mentre operc profonde di morale e di politica , e splendidi poemi, e nobili istorie giacciono inutile ingombro delle officine e dei fondachi , il brillantc romanzo si diffonde per ogni luogo con una mirabilc celerita , ed ogni gabinetto vuol esserne fornito , e tutti dai ricchi magnati ai fattorini delle botteghe , dalle eleganti giovinette alle massajc operose vogliono poterne ridire i casi , le combinazioni , gl' intrecci ; ed i nomi e le imprese e le stesse vesti degli eroi di- vengono emblemi ed assise di galanteria , e non di rado sono origine di mode e di costumanze. Ma ci ha di peggio ancora. Perciocche V indole , o per cosi esprimerci il colore di questi romanzi aver sembra una decisa tendenza a porre in mostra quella parte dell' umana moralita, tetra ed oscura per non dir ncgra ed orribile , che si compone d' iniquita e di dolori , anziche quella serena e licta che s' in- forma dall' amore e si palesa coUa virtu. Di cio som- uiinistrano cliiarissime prove quasi tiitti i Romanzi ALCUNE PAROLE SUI ROMANZI. l6t recentemcnte usciti alia luce , e ne soniministrano pure i Racconti storici del sig. Bazzoni die ora por- gono occasione al nostro dire. Nel racconto intitolato il Bravo e la Dama , questa Dama dopo aver in- dotto con lusinghe il Bravo a far le sue voglie lo la amniazzare , e cosi copre coUa crudelta del secondo delitto la infamia del primo : in quello die s' intitola Adelberta Bonipraridi una leggiadra donna si veste da Irate e postasi a dilender un castello rimane tra- Htta in un singolar conibattimento , cade sul cadavere dcir assassinate suo sposo , e spira su di esso. Nel Macaruffo venturlero si cspongono i raggiri, i miste- ri , le colpe della corte di Fili[ipo Visconti , il quale innaniorato di altra donna ordisce una perlida calun- nia contro la dudicssa sua nio^lie e si liljera da que- sta e dal nodo iniportuno col faria decapitare. Nel Bacio fatale una moglie viene coll' amante sorpresa in furtivi auiplessi, per ciii il furibondo marito viccide questo sul momento e queUa fa accecare con un ferro rovcnte. Nel Sotterraneo di Porta Nuova i traviameiiti di una donna conducono il povero marito, die vuole seguirne i passi , a penetrare in un dcserto , rimoto , diroccato editizio , dove non ben si comprende se consumassero gli assassini i loro delitti, o le loro or- gie le meretrici , o le streglie la loro tregcnda , e dal cui pericolo a gran fatica si salva. A questi gcntili latti si aggiungono parecclii nionaci, niolti pellegrini, qualclie ebroo e qualclie strega , cosicdie al liljretto del sig. Bazzoni non manca alcuno de' pivi preliljati concliuienti del romanticismo. Qual fine si propongano gli scrittori col poriv sot- t' occliio a clii legge queste scene di orrore , questi arcani crucnti, queste nefande vergogne, noi nol sap- pianio ; sappianio bensi die un sistema ])iii di que- sto pernicioso e piu contrario al vero scopo delle let- tere inventar non si potrebbe (*). Perciocclie 1" effetto (*) Torna qui assai bene in acconcio cio die in nn ce- lebre giornale francese ( la Rcvue Encydopedique ) leggesi Blbl. leal. T. LXIX. n 162 ALCUNE PAROLE SUI ROMANZI. vero e necessario de' nuovi romanzi, singolarmente quando assumono il carattere d' istorici , quello si e di riaprire il vaso di Pandora , di contamiiiare la terra con orride forme di mali e di delitti, di ecci- tare gli uomini a non far mai tregua tra loro, a dif- fidare , a temere gli uni degli altri , a credersi a vi- cenda scellerad, siiperstiziosi, crudeli, fanatici : cio clie qiianto sia contrario alio scopo delle lettere, che quello e senza dubbio di stringere senipre piu i vin- coli sociali e di perfezionare la civilta, ognuno lo comprende facilmente. Cosi non fece quel grande che abbiamo piu sopra con riverenza indicato. II quale nel suo unico ed innnortale romanzo dipinse il liore degli umani sentimenti , e colla squisitezza dell' af- fetto e colla potenza della parola dimostro quanta parte della gioja del cielo possa essere sulla terra , quando vi sia amore e virtu, e come gli uomini pos- sano in essa trovare un largo compenso alle tribo- lazioni a cui sono soggetti, un riposo , una quiete ineffabile. Che se talvolta il progresso della narra- zione lo porta a descrivere colpe e sventure e an- gosce e pericoli, egli pro wide al decoro del genere umano ed alia istruzione dei lettori , ponendo il pen- timento appresso 1 attentato, appresso il delitto la punizione. Infatti quale anima non impaurisce nello scorgere il tremendo castigo di don Rodrigo ? Chi non perdona alf Innominato pel forte, costante, ge- neroso di lui pentimento? Chi non si onora di esser a proposito d' un romanzo di G. Sand^ intitolato Indiana: " Ancor dolori, sacriiicj sovraumani ( dire dovrenimo an.- » tiumani ) : ancora la virtii calpestata e il vizio trionfante . . . » Dolori, sacrificj, passioni compresse o corrotte , menzo- » gna neir amore , menzogna nel niatrimonio , menzogna » neir amicizia , e tutt' i pesi della schiavitii dal forte sul }t debole, dal capo sul cuore , dairuomo suUa donna : non » e forse cio die tutt^i giorni accader vediamo' Ogni poe- >f sia , ogni romanzo non ha forse per obljligo , sotto pena '» d' essere giudicate inconcludenti (d'insi^nifiance), di cola " dentro intignere i lor colori o i canti loro ''. » ALOUNE PAROLE SUI ROMANZI. l63 figllo di Adamo colla gloriosa fraternita del Cardi- nale Borromeo ? Clii non benedice , chi non ama quella Religione clie inspira lo zelo intrepido del p. Cristoloro , la carita ardente dei missionarj del Lazzaretto, le sublimi parole del padre Felice.'' Cosi le lettere giovano aU'umanita: ma chi non chiude in petto un cuor tenero e puro non potra gianimai ben coniprendere la verita di cio die dicianio. Tutto cio abbiamo voluto scrivere non per iscu- sare la nojosa abbondanza de' moderni romanzi- ma per tentar di mostrare le cause da cui proviene •, le quali pero , quand' anche i nostri ragionamenti ben si apponessero , di che la debolezza del nostro in- gegno ci fa dubitar grandemente , non giustilichereb- bero mai la cura assidua con cui 1 Italia da alcun tempo a silTatti studj si dedica. Perocche , parlando della prima causa dedotta dalla condizione presente della nostra societa , gl' ingegni maggiori , ai quali la folia dei minori va dietro , quelli che sono dotati di una forza straordinaria e di una peculiare alacrita devono vincere le sinistre circostanze , farsi superiori ai motivi pei quali su cj:uesta piccola ajuola si con- tende e si guerreggia , e adoperare che le lettere adempiano la vocazione loro ed il sublime loro mi- nistero. Se i Greci c' insegnarono , che le lettere sim- boleggiate da Orfeo e da Anlione poterono raddol- cire i costumi di popoli selvaggi e feroci , noi se- guaci ed ercdi di quella sapienza prolittiamo delT utile insegnamento. Che le nostre lettere per tanto ci parlino parole di pace e di calma ! Che educhino, che facciano germogliare cjuelle sementi di amore che in tutti i petti furono riposti come princip] della nostra moralita ! Soprattutto che non ingom- brino , che non illudano le menti con fallacie, con menzogne , con vanita ! Che non ci schierino di- nanzi con invereconda compiacenza miserie e colpe per avvilir 1' uomo con funeste impressioni , e per farlo de2;enerare dalla originaria sua nobilta! Che r ingegno italiano si chiaro e si fecondo non disperda 164 ALCUNE PAROLE SUI ROMANZI. le sue forze e la possente sua parola in opere nelle quali la verita ed il senno, il pudore e la decenza del pari si oltraggiano indegnaniciiLe ! Che facciano uso dei validi loro mezzi , per cancellare ogni ve- stigio, ogni rimembranza, ogni rimota causa di odio e di discordia! Per tal modo le lettere costituiranno una magistratura clie sara terza fra la religione e la politica ; e nientre quella serbera inviolata a Dio le primizie degli umani alTetti, e questa coi civili ordi- nanienti rassodera le basi della pubblica felicita ; esse eserciteranno una dolce ma ellicace influenza sulla civilta e sulla morale; e tutta Italia si rallegrera del ben conservato decoro e de' suoi costumi migliorati. II desiderio di nuove fogge , e la mania di Hlo- soficare cogli stranieri possono far traviare qualche giovine inesperto; il quale affascinato da quelle sin- golari dottrine lascia a seconda di esse trascorrere la propria immaginazione e considera gli accendi- menti di questa come slanci sublimi d' ingegno , senza sapere in che questi slanci veramente con- sistano , da che provengano , o in qual modo si facciano manifesti ; e con questa matta presunzione abbraccia ciecamente un sistema che lo distoglie dalla estetica coutemplazione di cio che e per farlo divi- nare sopra cio che sara, e cosi dalla realta lo tras- porta ad un assoluto e tenebroso idealismo. Per sif- fatti delirj puo bensi in alcuna sua parte infardarsi la nostra letteratura con tinte stranie e discordanti, e possono talvolta introdurvisi elementi che sono ed agli ocelli dei men veggenti appariscono eterogenei; ma il carattere e Y indole di essa non si alterano certamence. Nel nostro sole, nell'aere che spiriamo, nel nostro culto, nella lingua nostra, nella eredita dei nostri padri stanno i fondamenti della letteratura italiana , ed ivi , e non nei codici di Aristotele e di Quintiliano , si leggono le regole prime ed eterne die devono esser osservate. Possiamo bensi far sub- bietto di maturi studj le letterature straniere, e pos- siamo col pill bel fiore di «sse ornare e rinfrescare ALCUNE PAROLE SUI EOMANZT. 1 65 la nostra; ma per far cio caiitamente coiiviene die quelle parti elette si convcrtano proprio nella sostanza della nostra letteratura, e siano alle altre parti di questa assimilate in mode che ne risulti un piu vi- vace colore, una grazia novella, un' inusata vagliezza, ma non dissonanza , non guazzabugli , non rabeschi. Pero non e questa un impresa si agevole, e ben po- chi ingegni sortono dalla natura forze ed intendi- menti sullicienti ad eseguirla. Quindi i giovani italiani non abbandonino la via battuta dai loro niaggiori. Si rammentino che questa dall' un capo all' altro , dair Alighieri al Monti , e tutta plena di dignita e di gloria , e che noi non potremmo declinare da essa senza degradare. In fine ritornando al sig. Bazzoni ed ai Romanzieri compagni suoi rivolgeremo ad essi ed ai maestri di si fatta letteratura le seguenti parole di Petronio Arbitro, che perfettamente si adattano al caso nostro. cc lo stimo che i fanciulli divengano stoltissimi nelle scuole, perche eglino nessuna di quelle cose che sono in uso tra noi ocl ascoltano o veggono, ma corsari su pei lidi con le catene, o tiranni in atto di prescrivere ai figliuoli che mozzino le teste a padri loro ; ma oracoli pronunziati in occasion di contagio perche im- molate vengano tre o piuvergini; ma discorsetti af- fastellati e svenevoli , ed ogni detto , od ogni t'atto quasi di papavero e di sesamo sparsi. Quelli che tra siffatte cose nutronsi tanto posson sapere, quanto co- loro che soggiornano fra i tegami mandar buon odore. E i primi corrompitori dell' eloquenza (sia detto con pace vostra ) voi foste. Perciocche con gonlie e vote espressioni suscitando non so qnai fantasmi avete fatto si che la forza del discorso si snervasse e cadesse. » E con questc gravi parole conchiuderemo il nostro ragionamento. 1 66 Delia necessitd di avvinre gli allievi pittorl e scuUorl nello studio della fisiologia per avvcdorarli ncllci estedca dell arte. Dissertazione del cav. dott. Giuseppe De Filippi. » Se a te vuoi esser buono e agli altri earo , » Vogli sempre poter cio che tu debbi. » Leonardo da Vinci, tDe v' ha desiderlo che possa sorgere onestlssimo e dilet- tevole , e certamente quello di vedere le arti belle pro- gredire a quell' altezza di perfezione , cui piu d" una volta sono pervenute, poi ne furono rovesciate con alterne vicen- de per fatalita de' tempi piu che per ignavia degl' ingegni italiani. Al di d' oggi e innegabile il loro avviamento a novello splendore , e ne sia prova il numero delle perso- ne che alle medesime vanno dedicandosi , e la riobile emulazione con che si disputano i premj , ed il sollecito ed afFollato concorso del pubblico a contemplare le novelle produzioni della pittura e della statuaria. Tali riflessioni io andava tra me facendo un giorno che , curioso come tutta la popolazione senziente di Milano, ni' aggirava nelle sale di Brera per ammirarvi i capi lavori di belle arti ivi adunati ed esposti alia pubblica disaminazione. E intanto fissando gli occhi or qua or la per que' squisitissimi og- getti , una secreta ed inefFabile compiaceuza insinuavasi nel mio animo e giungeva a farlo orgoglioso , come se un raggio di gloria riverberasse da quelli anche sopra me stesso. Se non che scandagliando piu addentro in alcuni dipinti ed in alcune sculture ebbi ad accorgermi , od al- meno mi e sembrato di vedere , che piu spesso sfavillas- sero per bellezza di meccanismo delF arte , che non per isplendore di estetica. Voglio dire, che all' alto collocamento del soggetto , al sommo efFetto pittorico , alia singolare maestria del pennello e dello scalpello, non mi parve cor- rispondessero quella misura di fantasia, cpiella viva e natu- rale espressione del sentimento, quella splendida e sincera verita che provengono dall' intima conoscenza del bello e del vero in natura , piii che dalla forza del genio. Pro- gredendo quindi a piu estese e profonde considerazioni , DELLA NECESSITa' BELLA FISIOLOGIA CCC. 167 il genio , 10 ml dlssi , ossia qiiell" attitudine iniiata ad af- ferrare con prontissimo moto dell' intelletto il somnio ca- po o il fatto massiino dell' arte , puo ben supplire in qnalche inodo alTeducazione speciale degll organi pensanli ed esecutoi-i , e stampare come in RafFaello orme da gi- gante ; ma ne' pai^ticolari dell' estetica , nelle ditlicolta im- prov\lse , ne' calcoli ardimentosi degli efletti , la sclenza deir arte e iiidispensaljile. E questa scienza quale sara per gli anisti pittori e scnltori '' La fisiologia. Tale proposi- zione forse ardimentosa , perche nuova , presi io a soste- nere in questo scritto , e cliiedo non venga giudicata prima ch' io non aljbia esternato tutte le niie ragioni. Ho due vie a percorrere, una diraostrando 1' insufliclenza de'mezzi mec- canici nelle belle arti ; 1' altra provando che i mezzi este- tici non possono conseguirsi fuorebe nella scienza fisiologica. L' anatomla descrittiva alia quale si dedicano gli allievi artisti porge loro , per cpianto io ne giudico , ben lieve sussidlo scientifico; percioccbe F estetica non puo in verun modo essere ravvivata dal nudo ed arido esame del cada- vere. Se vi fosse caso die il pittore si arrestasse a cp.iesta scienza, sarebbe egli il ben mescliino artista, dacche non imparerebbe a rendere clie 1' immagine della morte ! Che importa di trovare nella figura dipinta i muscoli, le vene, le eminenze, le infossature del corpo umano delineate con ogni minuziosa diligenza, se vi manca 1' essenziale, il ca- lore, il movimento e 1' azione , in una parola la vita? Di fatto , e forse 1' anatomia descrittiva altra cosa che una superficiale cognizione delle forme esteriori , un corredo di formole geometriche, atto ad agghiacciare plut- tosto il cuore che ad eccltarlo a caloroso ed energico sen- timento' Non e dall' anatomia che il pittore potra racco- gliere le opportune cognizioni snlla forza vitale delle parti, sulla contrattilita de' muscoli , sulla natura delle leve, che costituiscono gli strumenti della locomozione, suirarmonia e le bellczze delle forme esteriori , e su quello spirito inconcepibile , che trasmette all' orsanismo 1' azione vitale. Non e r anatomia che potra additare le tinte del viso nelle varie passioni e ne" difFerenti atteggiamenti della fi- sonomia; non e dessa che spieglicra la natiu'a e la signi- ficazione del gesto , che fara apprezzare i caratteri vitali deir eta , del sesso , delle razze umane , e le leggi della statica animale. Con cio non sono io gia per dire che 1 68 DELL A. negessita' della fisiologia ccc. I'anatomia riesca inutile ; che anzi la reputo indispensabile agli artlsti come scienza elementare , e come studio di introduzione alia fisiologia medesima. Ma Tanatomia nelle belle arti , come il sale nelle vivande , ci ha da essei-e e non si ha da sentire. E pertanto ardisco di sostenere che il fermarsi alia scienza descrittiva del corpo umano senza procedere alia parte filosofica ed induttiva che e costituita dalla fisiologia , e un eri'ore da emendarsi. Si , lo ripeto , la sola notomia non fai-a mai 1' eccellente piitore di com- posizione ; lo fara in vece un pedante che sapra , quando il voglia, compassare ottimamente le parti del corpo uma- no , non mai pero trarle al vivo , degnamente imitarle ed impartir loro quelle tinte graduate e vere che costituisco- no il pvinto massimo della pittura. Con ottimo divisamento per supplire all' aridita ed alia freddezza dell' anatomia si e pero pensato di fare studiare agli allievi artisti le forme organiche , le mosse muscolari, le tinte cutanee sul vivo : la scuola del nudo fu istituita a non dubitarne per cjuesto fine. Ma accordando di buon animo che questo sia gia un buon passo avanti per formar i'occhio alia verita de' movimenti e per animare in qualche modo le nozioni che gli allievi presero dal cadavere, non mi pare di ravvisarvi ancora se non un provvedimento in- compiuto. Anzi , se io dovessi dir tutto , mi sembrerebbe che I'artista pittore accostumato in tal modo alia necessita di ritrarre le forme dal modello individuale in vece di combinarle ordinate nel proprio intendimento, non potesse conseguire quella facilita di colorire i pensieri della sua mente, ed adattare al soggetto cjuella sviblime espressione che forma propriamente il carattere dell' estetica plttorica. Imperocche colui il quale non sapesse condnrre il pennello se non copiando il nudo , non sarebl^e mai piii in la del pittore ritrattista. Egli non potrebbe sottrarsi dalla piii fredda monotonia nelle mosse , negli atteggiamenti , nelle graduazioni de' colori , nei caratteri tutti delle sue figure , lo che renderebbe il suo quadro ammanierato in guisa da sdegnarne tutti colore che sentono anche appena sapore nelle belle arti. Alia scuola del nudo possono gli allievi imparare il A^ero , non pero il hello , il sublime della na- tura. Generalmente si ^^ensa , e massime dagli ammiratori dei classici, che col lungo uso di vedere e di copiare i grandi PER GLI ALLIEVI TITTORI E SCULTORI. 169 maestri si possa raggiungere V estetica tanto in pittura , come in statnaria, giacche abituando T occhio alia perfe- zione tie' grandi modelii pare abbiasi a sviluppare quella capacita intellettuale che porta T artista all' eccellenza delParte sua. lo non saprei movere dnbliio su Tutilita, anzi sii la necessita di formare Toccliio ed il criterio su i grandi modelii ; oserei anzi dire che senza un tale eser- cizio diflicilmente potrebbe V allievo aflrancarsi dalle diffi- colta di coUocare le figure al loro posto, di ordinarne i gruppi, di soddisfare all" euritmia pittorica, di adoperare con sobrieta ed intelligenza alia distribuzlone della luce e de' colori , di conseguire cio die dicesi meccanlsmo deU'arte. Alia scuola de' classici trovera sicuramente , come io ne giudico, con die formare quello sqviisito senso inleriore che costituisce il tatto deir artista. Ma dove pren- dera poi il pittore quello slancio al fare da se , quella fiducia di abliaudonarsi alle propria inspirazioni , quella originalita di caratteri, quella novita di pensieri, quel fervore di fantasia che al di d'oggi si esige dagli uomini avviati ne' progressi dello spirito uniano? In somma come potra egli elevarsi al disopra di quella mediocrita servile che tiene il genio anche piii ardito legato al non plus ultra degli antichi, ed interdice ogni passo e diciam pure ogni mossa che non sia gia venuta in pensiero a' nostri mag- giori ? " Si maneggino pure di giorno e di notte ( esclama >i un assennato scrittore ) gli esemplari greci, non si fara II che conoscere la iiatura di seconda mano , cioe per le II opere altrui , copiando od imitando altri imitatori. n Questa sentenza proclamata sul linire del secolo trascorso, doveva aver gia persuasi gli artisti della necessita di aprirsi una nuova sorgente di cognizioni nello studio della natura. Ma, se non erro , le cose rimangono ancora in quel punto, perclie nessuno, a quanto io mi sappia, ha ancora additato la fisiologia come quella sorgente di sa- pere die puo ravvivare il fuoco vitale della fantasia , emancipare il genio dai legami doll' autorita, ed assistere r artista nello slancio che gli si dimanda. Di fatto se egli e vero, come e verissimo , che il pittore sia destinato a rappresentare la natura vivente , egli non deve piii con- tentarsi di studiare questa natura su la semplice di lei superficie, ma e d' uopo che innoltri le sue ricerche per tutte Ip fasi e le condizioni della vita, e die s'insinui pure I JO DELL\ NECESSITA. BELLA FISIOLOGIA CCC. talora anche ne' piu recondid penelrali dell' organismo. Perleche ove sia pi-eparato dalP anatomia descrittiva, ed abbia inteso T analisi iisiologica dei fatti procedenti dalle forme e delle forme costituite jjei fatti, sapra egli indovi- nare, direi quasi, nella sua mente que' tratti, quelle mosse, quelle pittoriche espressioni die daranno al soggetto tutta la forza e la verita dell'azione, senza copiarne alcuna. Non ardirei affermare che gli stessi grandi maestri clie si propongono a modello, fossero raolto istruiti in questa nianiera d' intendimento ^ ma non so chi negar mi po- trebbe clie il loro genio gli facesse fisiologi senza avve- dersene. E se il genio puo tanto per se, quanto non varra maggiormente ove sia sussidiato dalla scienza ? Diro di piu : se ci ha qualche neo da riprovare nelle grandiose opere de' classici maestri , io non dubito di assegnarlo a quella labilita del genio medesimo emergente appunto dal trovarsi la fantasia sprovveduta delrappoggio delle cogni- zioni scientifiche. Imperocche io penso che ogni quadro , ogni gruppo, anzi ogni figura abbia il suo punto fisiologico obbligato , a cui deve riferirsi il merito principale della rappresentazione. E questo punto ammettendo , che possa venire talvolta ispirato-dal genio o suggerito dalP abitudine di osservare i modelli individuali, o copiato da maestri classici, non potra in ogni caso mai essere si esatto, si puro, si naturale, come allorclie si potra ragionarlo, cal- colarlo e coiToborarlo coUa scienza fisiologica. Figuriamoci a mo" d' esempio un pittore intento a rap- presentarci il sagrificio d'Abramo. Due sono le situazioni fisiologiche cli' egli puo ideare nella composizione del suo quadro: o immaginando Abramo acceso da amor divino , alzante imperterrito un braccio turgido, contratto e diretto evidentemente a viljrare il fatal colpo sul figlio : oppure raffigurandolo tocco e contrastato da paterno amore , ele- vante una mano timorosa, sostenuta con pena dai muscoli quasi ricalcitranti all" impero della volonta. Nel primo caso il pittore avra soddisfatto al nol)ile ed alto suo disegno, se avra saputo imprimere nel Patriarca tutto quel fuoco , queir elevazione di spirit© che irradia dal plii eroico en- tusiasmo : nel secondo avrebbe inancato di effetto e di significazione , ove non fosse riescito ad esprimere quel turbamento vitale , quella dolorosa situazione dell' orga- nismo che avviene ne' gravi contrast! delle afFezioni, nei PER GLI A.LLIEVI PITTORI E SCULTORI. 17I pathnenti tU un aniino simultaneamente compreso da opposte e violente iinpressioni. Per una parte egli ebbe a scansare lo scoglio cli confontlere un atto cU eroismo religioso , con qiiello di uno scellerato parricida ; per Taltra gli fu d'uopo trasfondere calore, sentimento, anzi la piu grave angoscla laddove Tazione poteva dlvenire languida, ghiacciata ed indifferente. Fn quindi obbligato a percorrere i campi della fisiologia senza saperlo, e dovette riescire tanto piu av- venturato e grande nelF esecuzione del suo cjuadro, cpianto maggiormente pote avvicinarsi ed uniformarsi ai fatti mas- siini ed alle leggi per cui Tuomo sentc ed esprime le sue sensazioni. Ne mi si dica clie il pittore avrebbe potuto supplire coUe astrazioni della psicologia. Per nobile ed importante che sia la scienza delle facolta delP anima, io credo che non possa essere al pittore di immediate sussi- tlio , come Io e al metalisico etl al moralista. Perocche essendo scopo unico della pittura di manifestare le forme esteriori che la potenza spirituale assume mediante le di- verse attitudlni delle parti organizzate, non pub a meno il pittore di non dedicarsi esclusivamente alia ricerca ed alio studio di que' movimenti organic! che rappresentano gr intiiui ed arcani moti dell* anima. L' uomo morale e ricoperto dalF uomo lisico ;, sicche nulla traspira dello spirito animatore se non attraverso il tegumento organiz- zato. Fassi quindi evidente che per rispetto agli artisti la psicologia debb' ella ancora essere desunta dalla scienza tisiologica. Sebbene io additi la necessita della fisiologia per gli artisti, non intendo gia di applicarla in tutta la sua esten- sione ed oltre il bisogno o 1' intendimento de' medesimi. Mi spiego: sarebbe inutile che gli allievi pittori e scultori s' ingolfassero negli studj e ne' misteri piu reconditi della natura e della vita, afFannandosi di conoscere i fatti tutti e le funzioni piu intime delle parti organizzate. Siccome ci ha nna notomia, cosi dovTebbe esserci una fisiologia pittorica. E qnesta dovreblie incominciare dove finisce la prima, e finire dove al pennello cessa la possibilita di rappresentare la natura vivente. Per la qual cosa non si tratterebbe se non di appoggiarc alia scienza quegli oggetti medesimi che gli artisti lianno gia tra le mani , di liberai-e il loro genio dagli errori d' espressione , di abilitarii A'ie maggiormente alle invenzioni , di accostumarli a pensieri 172 DELLA NECESSITY DELLA FISIOLOGIA CCC piu alti , piu lilosofici , di sublimai"e in una parola la maleriale capacita delP esecuzione. Ove pur si volessero considerare la pittnra e la statuaria sotto il semplice aspetto del meccanismo dell' arte , bisognerebbe ancora aver ricorso alia fisiologia per non cadei-e nell' esagerato e nell' erroneo. Se Michelangelo fosse stato almeno mediocre fisiologo, non sarebbe incorso in quelle esagerate e sconvenevoli maniere che diedero ai critici tante ragioni per censlirarlo. La natura non si ripete mai in un modo assoluto da uno neir altro individuo : essa ci presenta bensi un tipo gene- rale della specie , non pero un tipo inalterato individuale. Non sarebbe assurdo T afFermare che dall' epoca della creazione del mondo lino a noi non siano mai esistite due persone anzi due soli occlii o nasi o menti perfet- tamente analoghi, bencbe non siasi punto variato il tipo della specie. Tutto e varieta , tutto e movimento ne' con- torni e nelle proporzioni delle forme organiche; e le bel- lezze del corpo umano non si trovano mai riunite in un solo individuo. Questi primeggia pel colorito, per I'armonia delle forme del vi so , per la salute ^ quegli si distingue per la mole, per la forza de'muscoU, per la robustezza atletica degli omeri, del tronco e delle gambe; uno per la grazia del movimento , r altro per la dignitosa gravita del riposo; e cosi via dicendo si possono annoverare all' infinito le diflferenze massime e minime che oifrono le creatm*e al- Tocchio deir attento osservatore. Ed io dimando, come po- trebbe 1' artista senza il soccorso di un po' di fisiologia sbrigarsi di tante difficolta, e pervenire a distinguere tutte queste gradazioni di forme, giustamente apprezzarle, sce- glierle e connetterle, pei fini che si propongono la pit- tura e la statuaria ? La fisiologia e la scienza che insegnera all' artista anche semplicemente meccanico il modo di scer- nere il vero dal falso, il maestoso dal gretto , il sublime dal vile, il buono dal cattivo. Nell' esaminare fisiologica- mente le forme che si proporra di ritrarre, egli si avvedra di leggieri che non si possono meccanicamente compassare, e trovera che lo s variato, il rotto, il frammisto de' contorni consiste in una serie di linee convesse, concave, serpeggianti, inflesse, interrotte, convergenti, divergenti, le quali linee tutte scorrono per cosi dire spontanee e senza alcuna norma geometrica. E se pure 1' artista potra giovarsi delle forme geometriche, non lo fara mai con miglioi-e successo che PER GLI ALLIEVI PITTORI E SCULTORI. Ij3 allorqiiando vi unira la conferniazione fislologica. Camper, soiiinio iisiologo olandese , ha dimostrato il primo come conipremlendo in uno spazio elittico la figura del corpo uraano, il bacino della donna eccede le linee dell' elissi, mentre le spalle vi si racchiudono , e viceversa neiruomo. Cio posto , io penso die gli studj fisiologici cui dovrebbe appigliarsi ogni artista, avrelibero presso a poco ad ag- girarsi intonio ai seguenti argomenti. Eta. E grande 1' Importanza di saper attribuire 1' eta vera alle figure, e non e raro il caso di trovare mancanti sotto questo rapporto anche gli artisti die intendono semplice- mente a ra|i)iresentare il ritratto. Per conseguire tutta la Verita possibile, oltre le speciali dimensioni e proporzioni delle forme organiclie, oltre la consistenza o la robustezza o la pieghevolezza de" tessuti e le attitudini degli organi, e la coniposizione della fisionomia, e il colore della pelle e de' capegli , e la presenza o la inancanza de' peli , e la maniera di locomozione ecc, dovranno concorrere a ca- ratterizzare Y eta quelle tinte morali snl viso , quelle mosse di passioni , o que' riposati atteggiamenti die sono lo speccliio deir azione appartenente a questa piuttosto die a quell' ahra epoca della vita. E percio 1' artista prenda a consultare la iisiologla, per la quale egli verra in cliiaro donde avvenga clie le istesse sensazioni si esprimono in maniera diversa dai fanciulli, dagli adulti, dai vecchi ; die la presenza e la mancanza di alcune funzioni influiscono suUa maniera di esistere e di operare di altre; die secondo lo sviluppo degli organi , il loro incremento o decadimento 1' individuo possiede piii o meno di capacita alle azioni tanto organiclie, come animali ed intellettuali;, die e dell' eta come della luce del giorno, la quale cambia di gradazioni di colori secondo cli' essa jirocede dai mattino, dai meriggio o dalla sera. La conoscenza di tutti questi indizj caratteristici delle differenti eta pone 1' artista in istato non solo di guidare il pennello giusta i dettami del vero, ma di abbandonarsi anche a quel fervore di fantasia, die e I'anima delle belle arti, senza pericolo di trascendere nell' inverosimile. Clu volendo rappresentare I' infanzia non avesse altro di mira che di raccorciare le dimensioni di un adulto, pingerebbe non gia un fanciullo, ma un nano, siccome noxi darcbbe 174 DELLA jSTECESSITA. DELLA FISIOLOGIA CCC. se non F iinmagine di uii malato clii si avvisasse di rappre- sentare un individuo pallido, rugoso, scanio e distrutto per iadicare la figura di un vecchio. Sesso. Non ci ha chi ignori i caratteri principali clie distinguono un sesso dall' altro allorche lo sviluppo organico delF indi- viduo e pervenuto al coinpimento del suo tipo. Non di meno sussistono particolarita si delicate, si danno sfuniatezze si fine, SI velati contrassegni, die si richiede tvitta 1' abilita deir artista per ben afFerrarli e fame il deliito viso. A me sembra clie talvolta tutto il pregio della rappresentazione del sesso venga a riflettersi appunto nelle espressioni di quegli squisiti velami. Ove poi gli allievi artisti non sapessero tutte le ragioni per cui la donna ha il catino piii ampio dell" uomo, piu convergenti le ginocchia, pivi corto il torace , piu picciola la testa, piii sottile il collo, piu niorbida e piu Jjianca la cute: ove eglino nou conoscessero appieno donde proceda la forzd si fisica che monale del mascliio e donde tragga esse quelle prerogative della virilita , alle quali dovranno poi con ogni studio intendere per rappre- sentarci i modi e gli attriljuti dell' uomo, consultando la fisiologia potranno rilevare le ragioni di tutte quelle carat- teristiche difFerenze e di tutte quelle privilegiate proprieta. La fisiologia porra loro in cliiaro come al ])el sesso era necessaria la predominanza del tessuto cellulare per la morbidezza e la nudita della cute, la finezza del sistema capillare sanguigno per la varieta e la chiarezza del colo- rito, la delicatezza del sistema nervoso per la dolcezza dei modi, per la squisitezza de' sensi e la prontezza de'movi- menti ;, porra loro in chiaro come I'ordine di f unzioni inerenti al grande utficio della generazione metta la donna sotto il dominio quasi esclusivo delle passioni amorose. " L' amour >) ( dice Mad. de Stael ) n' est qu'un episode dans la vie de !> rhomme^ c'est Thistoire toute entiere dans la vie de la » femme. » Da cio la donna consegue i movimenti piii dolci, i contorni piii soavi, le grazie piii significanti nelle sue azio- ni. E volendo gli artisti conoscere le sorgenti della virilita, apprenderanno dalla scienza fisiologica che uno scheletro piu robusto , una massa carnosa piii compatta, la presenza d" un liqtiido animatore e prolifico, un cervello piii volumi- noso e solcato in piu profonde circonvoluzioni, un cuore piii VER GLi ALLIEVI TITTORI E SCULTORI. 1 78 sviluppato e piu energico, un sistema sanguigno piu ampio fanno prevalere neU'uomo le forme piu rilevate e coiisistenti, le attitudini piii severe, i moviraenti piu aspri e decisi, tutti in somma i caratteri della forza e della tempra organica niascliile. Dalle quali disposizioni dell' organismo noii sara poi diflicile il desumere come diverse debbano essere per conseguenza le morali tendenze, le afrezioni e le passioni del niascliio iu contVonto della femmina, e comprenderassi egualmente per qual modo o maniera anche i sentimenti identic! serliino una diversa espressione ne' due sessi. Si- curaniente T ira di Acliille non verra mai rappresentata come quella di Glunone, ne gli amori di Antonio, per quanto elftminato egli fosse, saranno bene espressi colle tinte appassionate di Cleopatra. Razze Umane. Mi sembra die tanto nella pittura , quanto nella statua- rla siasi iino ad ora quasi esclusivamente rappresentata una sola razza umana, quella cioe clie i fisiologi vogliono ori- ginaria del Caucaso. Cio poteva bastare per gli argomentl mitologici o sacri ; ma al di d' oggi die la sfera della ci- vilizzazione si e tanto estesa , e con essa la storia la quale cerco in tutti i tempi durevole appoggio nelle belle arti , debbono aspettarsi gli artisti di essere diiamati a rappre- sentare fatti e vicende occorse in ogni angolo della terra, e loro si rende quindi piu che mai necessario il sapere le particolarita , le modilicazioni e le attitudini fisico-morali della specie umana nella varieta delle razze stanziate nelle dilTerenti regioni del globo. Supponiamo die venisse ridiie- sto un artista di rappresentare la tragica fine di Mongo- Parck , o la morte del nostro Belzoni , od il naufragio di Lapeyrouse, quanto egli non potrebbe giovarsi della fisio- logia per ritrarre le organiche differenze , e desumere da queste le sj)ecialita morali de'popoli che presero parte, o furono testimonj di que' fatali accidentia Perocdie la lisio- logia si vale di tutti i rami del sapere umano , ed inter- roga per le razze umane anche la geografia fisica. Come potrebbe riescire animata e sincera la rappresentazione del fatto , senza V ajuto della scienza che puo tener sano il criterio, e viva nel tempo istesso e feconda T immaginazione deirai"tista ? Per tingere che si faccia la pelle deU'Affricano, e per (juauto si pingano lanuti i capegli e la barba e 176 DELLA NECESSITA' BELLA FISIOLOGIA eCC s' ingrossino le labbra , non sara ancora giustamente rap- presentata la razza negra. Le modificazioni di forma e di volume del cranio , la struttura del naso , la picciolezza delle orbite e gli occhi portati a fior di testa , le orec- chie staccate, la lunghezza delle braccia, la strettezza nel torace e la relativa ampiezza del basso ventre , la scar- sezza del tessuto cellulare, le gambe archeggiate e smilze e tante altre piii o meno rilevanti gradazioni di forma e di colore die si riscontrano presso i difFerenti popoli del- I'AfFrica , sono tutte nozioni clie debbono influire sul nie- rito della rappresentazione pittorica. E I'artista digiuno di queste cognizioni , invano cliiederebbe alia sua fantasia riramagine fedele dell'uomo negro, e difficilmente potreb- be anche copiarlo. Cio che si accenna della razza negra e applicabile anche alle razze Americane, Oceaniche ed Asia- ticlie , le qnali presentano pure moke varieta , sia nelle dimensioni e proporzioni delle forme , sia nelle attitudini morali , intellettuali ed istintive. L' artista fisiologo quando siasi fatto un' idea netta del- r organismo di una razza , non si trovera punto imbaraz- zato ad indovinarne le tendenze morali , le afFezioni , le maniere di esprimere le sensaziorii ed i movimenti. Ne sarei per dire inutile lo studio delle razze umane anche rispetto alle figure esclusivamente europee. Si sa quante modificazioni abbia subite la razza caucasica in Europa per r incrociamento avvenuto colle razze Tartariche e Mo- resche , le quali vi fecero in varj tempi irruzione. Ora io penso che non debbasi fare inaggior caso delP influenza del clima , delle abitudini e dei costumi , quanto abbiasi a fame della lunga permanenza delle orde Tartare e Moresche che popolarono le varie regioni europee. Da queste orde io vorrei dedurre la spiegazione delle graduazioni di forma, di colore , di fisionomia che le nazioni d' Europa oflrono ancora alio sguardo del fisiologo , paragonate le une colle altre. Quella specie di meticci che pro\'enivano dall' avvi- cinamento della razza tartara coUa razza caucasica, sem- brami si riproduca ancora coi caratteri misti delle due razze , segnatamente nelle regioni in cui si stabilirono i barbari per epoche piii lunglie , siccome in Polonia , in Ungheria ed in alcune parti della Russia. Ed ecco perche la razza caucasica , le cui forme sono ancora tanto riconoscibili netiY Italiani , ne' Francesi , e I PER GLI ALLIEVI riTTORI E SGULTOUr. J 77 hegl' Inglesi si e tanto modificata nelle suddette region! , siccome e facile di veriiicare ]joneiido a confronto di que- st! le fattezze del viso de' Polacclii , de' Russi e degli Un- gheresi. Qual e quel pittore il quale non facendosi caiico de' caratteri nazionali de' varj popoli d' Europa potreblie lusingarsi di conseguire una giusta lode , pingendo colle istesse tinte e colla fisionomia inedesima T Italia no e il Polacco ''. Temperamenti. Amniirando il bellissimo quadro del Diotti rappresentante Ugolino in carcere accerchiato da' suoi figli moiienti di fame feci a me stesso questa dimanda : Perche 1' insigne artista ha dipinto il conte coi tratti espansi del tempera- mento sanguigno in vece del temperamento Jjilioso , che avreljbe soiinnaniente accresciuto la forza e la veritii del suo qviadro ''. Se egli ha cavato dalla storia i partico- lari per caratterizzare in tal modo il suo> protagonista , io avrei nulla ad opporre; ma se fosse state liljero di sceglie- re il temperamento , mi pare ch' egli avrebbe assai meglio avvisato rappresentandoci un uomo di carnagione bruna , capegli neri , viso ai-cigno , sguardo accigliato , profonda- mente torbido e fiero ; che tali sono i principali caratteri di quel temperamento bilioso e melanconico , che , seguendo anche la storia, i fisiologi sogliono assegnare agli uomini ambiziosi di potere , sostenitori di antichi odj e di popo- lari fazioni , fra i quali sembrami dover essere annoverato anche il conte Ugolino (i). Ne la significazione di qnesto temperamento avrebbe impedito 1' artista d' imprimere in Ugolino quella sublime espressione di tormentosa stupidezza che produce un mirabile efi'etto di estetica in quel quadro. Qualunque pero siasi il valore di tale mia osservazione , non e men vero che lo studio dei temperamenti deve of- frire ixna cognizione profonda delle passioni e del senti- mento , ed animare la fantasia a que' concetti di azioue che distinguono 1' artista consumato e filosofo. Perocche la scelta del temperamento per rispetto all' azione primeg- giante della tigm-a non sembrami meno importante della scelta deir abito per dlnotare i caratteri del costume; anzi si potrebbe dire die le passioni ed il sentimento hanno (i) Ved. Rickerand Nouveaux Clemens de pliysiologie torn. 2, p. 449- Bibl Ital T. LXIX. 12 Jj8 DELLA NECESSITa' BELLA FISIOLOGIA CCC. ad essere indicati dalle tinte de' temperaraenti come le mosse delle membra denno apparire attraverso le pieghe deir abito. Ond' e clie itnendo la significazione del tempe- ramento alia rappresentazione dell' atto , non puo mancare di emergere dalla figura quel glusto tipo morale , cjuella naturale e spontanea concorrenza di attribnti che formano la parte piu difficile dell' invenzlone pittorica. L' artista iisiologo non mancbera sicuramente di raggiungere buon fine, ove adoperi con savio discernimento intorno alle par- ticolarita caratteristicbe dei temperamenti. E pertanto ab- bandonandosi air estetica egli fara die le passioni amorose, r astuzia , 1' incostanza , la leggerezza , il brio corrispon- dano di preferenza al temperamento sanguigno ; le ire , le vendette , 1* ostinazione , la fermezza, 1' audacia al bi- lioso ; il sospetto , la tristezza , la taciturnita all' atrabi- lare ; 1' impeto , la forza , il coraggio all' atletico ; il lan- guore , la timidezza , la grazia « la soavita dei modi al nervoso. Ma nel tempo istesso non dovra poi ignorare che non senipre sono legittimi gli accennati temperamenti, che anzi bene spesso un medesimo indlviduo partecipa delT uno e dell'altro in modo che alle tinte svariate , alle diverse sfumatezze organiche s' associano le rispettive modificazioni morali , onde poi cjnella varieta di caratteri , quella contraddizione di vizj e di virtu che aggrandiscono air infinito il quadro della natura umana. Quante imagini, quanta varieta , quante utili cose non cavera 1' artista dallo studio profondo di questo ramo di fisiologia ! * Sentimento e movimento. Le cose fin qui dette intorno 1' eta , sesso , razze e temperamenti vengono tutte a riflettersi ne' due grandi element! della vita che ora imprendo a considerare. Di fatto quando io penso che il sentire determina la mossa , e la mossa esprime il sentimento , mi pare di dover restringere tutta r estetica pittorica in questo circolo di azione e reazione dell' organismo vivente. II difficile sta nel dare il conveniente e verace risalto a questi due grandi de- menti della vita , senza che ne appajano contraddizioni , incoerenze , esagerazioni ed inesattezze di espressioni. Ma la lisiologla insegnera all' artista il modo di superare la maggior parte delle difficolta , siccome ho fatto osservare nei paragrafi precedent! , e sono per comprovare con • I'ER GLI ALLIEVI PITTORI E SCULTOUI. I 79 ultei'lori argomeiiti. Ne mi ai opponga che stiuUando einpi- ricainente la mimica , la fisionouiia e le passioni quali si jjreseutano coinunemente nella societa uniana si possa coa- seguire lo stesso fine. Gli uomiiii sono molte volte in ina- scliera, e non esprimono senipre nell' egual modo ne' tratti del vlso e nel gesto gl' intiuii sensi dai quali sono pene- trati. Onde avviene die bene spesso il sentiniento identico sia nianifestato da movimento esteriore diverse : quindi ancora quella simulazione di mosse nel viso e nella per- sona die decompone ogni tipo d' azione naturale , os;ni corrispondenza fra il sentire e T esprimere. E percio im- porta soinmamente di rintracciare il sentiniento non solo alia periferia dell' individuo , ma ben anclie ne' reconditi velanii dell' organismo; importa di esplorarne le sorgenti , i modi intimi , le fasi e le condizioni afline d'indovinare talvolta per induzione cio clie i sensi non valgono a far distinguere : le quali cose tutte nessun'altra scienza porra meglio in diiaro della fisiologia. Che se mi si volesse ancora oljbiettare clie la pittnra come la statuaria non debliono avvolgersi nelle dottrine speculative de'lisiologi per cio appnnto die non ponno si- gnilicare se non i segni esteriori deU'interiore sentiniento ; se si esigessero palmari dimostrazioni , ove la scienza non pno addurre altro die il probabile ed il concepibile , io mettero ancora innanzi 1' enumerazione de' principali argomenti di innegabile utilita , che la scienza iisiologica puo oiFrire al- r artista. Per essa egli sapra come 1' uomo sente con fa- colta o senza facolta percettiva, quindi o j^er la sensihilita organica , o per la sensihilita animale ; a sitiatti due diffe- renti modi di sentire vedra corrispondere due distiute ma- niere di movimento : animale T uno , organico V altro. II primo evidente , pronunciato e spontaneo ; recondito , in- visil)ile , intestino il secondo ; quello essere sorgente della locomozione , della loquela , del gesto ^ questo efFettuai'e tutti i fenomeni della nuti'izione e della denutrizione, e cio che piu importa all' artista- impartire alia pelle il turgore, r erettismo e produrvi il colorito vitale. Per essa cono- scera come ai movimenti animali presieda 1* intelligenza o I'istinto, e come per conseguenza aljbianvi moti volontarj istintivi o misti ,• e questi movimenti avvengano talvolta per simpatia , per idiosincrasia o per antipatia del senti- uiento. La scienza Iisiologica gli parlera deile passioni e l8o BELLA NECESSITA' DELL A FISIOLOCIA CCC. de" centri organici donde dipendono , e delle mosse par- ticolari che le rappresentano essenzialmente , od in ma- niera indiretta ; gli porra sott" occliio la difFerenza ira le passioni e le afFezioni, quelle essendo inerenti alia condi- zione organica de' visceri , queste dipendendo da esercizio abituale delle funzioni dell' intelletto , da sublimazione o da porvertimento della seasibilita animale. In somma per mezzo della fisiologia 1' artista potra avanzarsi nell' ana- llsi della natura e della vita fin dove e dato a mente umana di penetrare. Per niodo che il sonno , la veglia , il rise, il pianto, lo stato di sanita o di malattia, il pia- cere ed il dolore gli appariranno si splendida mente dimo- strati da non poter prendere abbaglio in rappresentarli. Per fino la morte, questo quadro lugubre e facile in ap- parenza a caratterizzare , ma in realta malagevole a spe- cificare , gli verra significata in tntte le sue forme parti- colari , in tutti i suoi rapporti colle cause che T avranno determinata, e cogli organi che avranno preso la parte piii diretta nel mortifero processo. Si giudichi ora delP impor- tanza di questa scienza per gli artisti che vorranno for- mare il gusto ed assaporare le bellezze e le verita origi- nali della natura vivente. Si e cercato nelle belle arti un hello ideale ^ ma quelli che si avvisarono di crearlo escirono di strada ed urtarono nel falso. II hello ideale , se ideale puo dirsi , non puo emergere se non dal hello vero, e questo vero e d' uopo rintracciarlo nelle bellezze della madre natura. Conoscere la vita e percio una premessa indisj^ensnbile per esprimere le quialita del vivente, e I'estetica pittorica non puo avere miglior mezzo quanto una premessa si fatta. Ecco il modo di conseguire il hello ideale. E poiche siani venuti , quasi senza avvedercl, a discorrere di questo hello ideale, mi si permettano anche a questo riguardo alcune poclie rifles- sioni. Non vorrei gia che si avesse a trascendere al rischio di dlvenire pedanti coUa smania di accarezzare troppo la scienza. Pur troppo e destino della mente vimana, che ove s"" impinzi Tlntelletto di lasso scientifico , si aHievolisce la fantasia e si rafFredda il pensiero. Ma non saprei poi ab- Jjastanza disapprovare Topposta sentenza , quella cioe di far consistere ogni- l^ellezza neir esecuzione meccanica dell' ar- te. II hello tanto nella pittura come nelLi statuaria non si consegue clie mediante il giusto e ben uiisurato concorso PER GLl ALLIEVI PITTORI E SCULTORI. l8l t)eir iiigegno e della mano. Perocche , slccome uno scien- ziato non potrebbe senza la capacita della mano essere artista; cosi il meccaiiico non brillei'a mai nelle belle arti senza la scienza. Anclie il gran Leonardo voleva die il pittore si mettesse in istato di sapere ua po' di tutto. Cio aminesso, ne consegue clie la verita e V invenzionc costituiscono i primi e piu essenziali elemeuti del bello : I'una nata dalP osservazione empirica contenta Toccliio, I'altra concepita dalF intelletto soddisfa lo spirito. Se manca o r uno o r altro di cjuesti elementi il bello ideale e di- strutto. Ben poss'io in un ritratto contentarmi della nuda e sola verita , perclie nella rappresentazione io cerco tutto r individuo co' suoi dlfetti ancora, col suo cpalunque siasi carattere, freddo, insigniiicante ; non esigo altro die 1' ima- gine fedele dell' oggetto di cui amo ricordare i tratti veraci e sinceri. Ma in un quadro d' azione , in una rappresenta- zione di storia , di religione, di morale, ecc. , la nuda e seniplice verita senza il condiniento dell' invenzione mi riuscira sempre fredda, languida e priva d'ogni interesse sentimentale. E questa invenzione vuol essere opera della fantasia , la quale deve dominare ne' concetti dell' artista come la luce die vivilica il quadro. Di tal maniera la fantasia del pittore svegliera la fan- tasia dello spettatore, e il fuoco delf estetica irradiera da quello a questo con quel magico eifetto die couiiuove I'a- nimo ai piu calorosi sentimenti. Difatto se io contemplo un quadro di coinposizlone ideale , nel quale non sia espressa se non se un' azione finita , un avvenimento compiuto , e non venga motivo di lasciar correre la fantasia piu in la di quanto addita il momento della rappresentazione , a mal- grado di tutti i nieriti del vero , io non mi sento scosso da alcun tocco di fantasia, e rimango presso die indiffe- rente a quel quadro. Ettore dipinto morto e disteso al suolo , sia pure magistralmente condotto il pennello , non m' imprime altro die una sensazione fugace al cuore ; ma Ettore combattente , ferito e lottante coUa morte mi coin- move , mi riscalda e mi penetra ttttte le iibre del seuti- mento , perche 1' immaginazione spazia in tutte le situa- zioni fisiclie e morali dell' eroe che e vittima dell' ira di Acliille. In generale , se la fantasia nelle belle arti non lia nulla da riprodurre al pensiero, Femozione dell'animo ri- niane ben presto soU'otata. E adunqiie indispensabile la l82 DEtLA NECESSITA DELLA FISIOLOGIA CCC. fantagia per V invenzione , a patto pero che V invenzione sla sempre consentanea alia verita ; anzi io non rigiiarderel r invenzione nelle belle arti , se non come la capacita di raccogliere in se tutte le idee del hello acquistate per mezzo deir osservazione e della scienza fisiologica , e di disporle e collocarle come meglio possa apparirne la verita e la na- tnralezza della rappresentazione mediante la forza di quel concepimento intellettnale che costitnisce il genio delFarte. Per modo che I'artista clie avra sparso il bello delP inven- zione nel suo lavoro, non lo avra gia creato colla propria fantasia , ma lo avra dedotto dalla varieta del bello che si trova in natura sopra Tinlinita serie degF individni che caddero sotto la sna osservazione empirica o scientifica. II bello ideale per tanto puo defuiirsi come itn complesso delle bellezze individnali raccolte in buon punto e scelte nel loro piii splendido momento. " Un bello , vario e >t regolare , dice un profondo iilosofo, dappertutto sfavilla " nelle moltiplici forme degli oggetti sensibili, richiama »/ 1' attenzione , risveglia quel tatto fino e delicate che » e la sublime modificazione del sentimento, lo invita >» all" imitazione , e gli procura un dolce riposo neir in- !/ nocenza ed una soavissima volutta che irriga Tanima e >i la corrobora, raddoppiando in essa la forza e la vita (i). » Esaminando le opere de' sommi maestri osservo , che per argomenti mitologici o sacri e spesse volte assai ben riescito qualche slancio piii ardito, poiche nel Giove olim- pico, per esempio, nel Laocoonte, neirApollo di Belvedere tras^jira un non so che di fautastica creazione , che e fuori dei liniiti dell' umana natura ; ma coloro che per volerli imitare si sono ab])andonati con troppa fiducia a somiglianti prove, facilmente incapparono nelP esagerato e nel gofFo. Lo stesso Michelangelo e forse caduto col suo Mose in si fatte sconvenevolezze. Dalfaltro lato mi si dice che per seguire appnnto la natura RafFaello copiasse sem- pre dal vero individuale o dai modelli anticlii. Quando cio sia , io non dubito clie egli sarebbe salito a maggior gloria, ove avesse posseduto i mezzi scientilici per ab- bandonarsi all' estetica di un bello ideale (2). Ma questa (1) Gioruale ai-cadico tomo 5i.°, pag. 1 38. (2) A prova di questa mia asserziooe , mi si peruietta di qui i-ecare un brano di lettera di questo sommo artisia. « Delia PER GLI ALLIEVI PITTORI E SCULTOKI. loo estetlca e pericolosa per chi non attlnse alia scienza fisio- logica, e Kaffaello , come tutti gli artisti del suo tempo, compresi Leonardo e Michelangelo , non conoscevano la fisiologia perche Haller , il creatore di questa scieuza, non era ancora vissuto. Ora per ritornare nl proposito diro clie sarebbe qui fuor di luogo il voler enumerare tutti i particolari del movimento e del sentiniento. Non lascero intanto di ad- ditare , die siccome per le dimensioni e le proporzioui delle forme organiclie non valgono le misure matematlche, cosi pel movimento animale non si possono applicare le leggi della statica fisica. Chi per mo' d' esempio si volesse att'annare per trovare il centro di gravita e Tequllibrio di ogni movimento onde appogglarvi le attitudini , le situa- zioni ed il gesto della figura, adoperereblie male, ed oltre al mancare alia verita , lu'terebbe nel secco , nel duro , neir aspro , perche il movimento sarebbe Ijruscamente ar- restato la dove la forza fisica ha cominciato a prevalere. I movimenti animali non sono mai perfettamente racco- mandati all' ipomocllo ; serbano in vece nn non so die di spontaneo , die gli scosta dalle leggi della gravita fisica , ed e questo il carattere proprio della dinamica viva deH'or- ganismo. Anche in riposo un membro di un vivente si distingue dal membro di un morto per una certa sponta- neita mnscolare die traspare attraverso i tessuti. Adunque sia die T uomo si fissi sui due piedi , o si determini al passo, al cor so, al salto, egli trova il suo equilibrio, non gia nelle compensazioni della gravita fisica, ma nelle azioni di quella forza organica e viva die la fisiologia considera per ogni guisa e sotto ogni rapporto. Ne passero sotto silenzio die , sebbeiie il sentimento sia rappresentato dalla mossa , non ne viene die deblia sempre essere apprezza- bile in I'agione della forza o dell" estensione della mossa » GaLitea ( cosi scriveva egli al conte Bald. Castiglione ) mi terrei « un gran maestro , se vi fosse la meta clelle tante cose die » V. S. ml scrive ; ma nelle sue parole riconosco 1' aiiiore che » mi porta e le dlco che per dipingere una bella mi bisogueria y> veder piu belle , con questa condizione che V, S. si trovasse » meco a fare srelta del meglio. Ma essendo carestia e de' buoni » tiiudici e di belle tlonne , lo mi servo di certa idea clie mi » viene alia mcntc. Se questa lia in se alcuna eccellenza di arlc, » non 80 ; ben m affatico di averla. >> 184 DELLA NECESSITa' DELLA FISIOLOGIA CCC. medesima. Talvolta anzi un movimeiito frenato e piu elo- qiiente di una mossa spiegata e decisa. Cosi un seraplice girai' d' occhi ed una velata concentrazione de' tratti del viso esprimono spesso uno sdegno profondo ed un disprezzo assoluto. E di queste finezze di moto e di espressione ri- dondano le afFezioni e le passioni tutte per modo che un cenno , un' inclinazione del capo, una mossa di un dito, uno stringer di labbra, una stilla di lacrime suUa palpebra bastano per fare indovinare la situazione piacevole o do- lorosa del nostro spirito e perfino i pensieri che agitano la nostra mente. Gli artisti che vorranno maneggiare tali squisitezze di espressioni, dovranno conoscere ben addea- tro nella scienza della natura e della vita. 1 85 PARTE II. SCIENZE ED ARTI MECCANICIIE. DeW indole e del fattori delV incwilimento con esempio del siio risorgimento in Italia di G. D. Romagnosi. — Milano , i832 , presso la Societd degli editorl degli Annali universali dclle scienzc e dell' industiia^ in 8° Prezzo lire 2. J_j opera clie annunziamo ne richlama vivamente alia roeinoria i priacipj sulla comune natiua delle nazioni coi quali il Vico per la prima volta proponeva all' Italia la scienza tlella perfettihilita umana. La stessa grantlezza co- lossale nei principj , la stessa profoncUta nelle vetluie, \o stesso modo esteso e complessivo di studiare i fenonieni sociall s' incontrano nelle produzioni del due filosofi ita- liani, e vi iniprimono tin carattere veranienie nazionale. Pero i progress! di un secolo pongono ad una grande di- stanza le dottrine del Vico da quelle del Romagnosi. II primo appartiene all' epoca del primordj della civile filo- sofia i quindi ci presenta contemplazioni sublimi , nia ste- rili di conseguenze pratiche ■, rilevanti scoperte , ma fram- mischiate a grandi errori sistematicii presentimenti felici, ina confusi e solFocati dalf ignoranza dei fatti e dalle false prevenzioni. In vece le dottrine suW indole e sui fat- tori dell' incwilimento ci preseatano il metodo nella ricerca , r ordine logico della scienza e 1' utilita delle applicazioni : meritamente quindi ci sembra ch' esse possano riguardarsi come rappresentanti una seconda epoca nella storia della filosoiia civile. La loro inqjortanza esigeva che ne venisse per noi esposto un sunto raglonato : ci siamo in vece li- initati a notarne i punti principal! , perniettendoci qualche Icggiera alteiMzione nell' ordine niateriale con cui sono pre- sciitaie. Cio e quanto abbiam creduto possibile di fare per rendcie conto con iscrupolo di uu' opera chc per la sua i86 dell' indole e dei fattoei rlcchezza nelle idee , per la sua concisione e per la con- nessione delle sue parti non puo essere compeadiata. Glovera prima di tutto determinare il pnnto donde debbono essere considerate le dottrine dell' autore. Domina nella scienza delle cose umane T opinlone priucipalniente introdotta dal \^ico , che per un andamento naturale della specie umana tutte le nazioni della terra possano elevarsi alia vita civile in forza di una legge comune e di un intimo e proprio impulso (*). Se cio fosse, la storia di fatto e r aspetto normale dell' incivilimento si confoude- rebbero ; ogni progresso nella storia di un popolo sarebbe r espressione di una irresistibile necessita ; quindi il po- litico dovrebbe abbandonare alia natura il destino delle nazioni. Higetta codesta supposizione il Romagnosi , av- vertendo pel prlmo ad un' importante differenza tra la perfettibiUta e V incivilimento ( perfezionamento ). La pcr- fettibilita non e che un potere , una suscettivita di puro fatto , ed esiste in gradi diversi nella costituzione stessa della natura umana : 1' incivilimento e 1' attuazione della perfettibilita , e consiste in un dato complesso di funzioni. La perfettibilita puo essere paragonata ad una forza nio- trice, alia forza vcgetativa , 1' incivilimento al moto , alia vegetazione atteggiata dall' arte. Ora se la potenza virtuale e ben diversa dall' attuazione , se per realizzare una ca- pacita qualunque e indispensabile il concorso di date clr- costanze , ne deriva che quantunque tutt' i consorzj umani siano perfettibili , 1' incivilimento sara il prodotto possi- bile ma non necessario della convivenza. La storia con- corre a confcrmare ed a determinare la forza di questa verita. Noi di fatto non troviamo traccia che d' un solo incivilimento nato in un punto unico del globo , e di la propagate tradizionalmente ai varj popoli della terra. In (*) A questo proposito e dcgiio d' attcnzione il seguente passo del celebre Niebuhr. « Non v^ lia un solo cseaipio di un pojiolo » veramente selvaggio die sia venuto di suo iibero ai'bitrio alia » civilta , giacche da per tutto ov' elia e stata imposfa dallo » straalero ue venne di conseguenza lo strugginiento e la morte 5> fislca dello stipite che la raccolse. Noi citeremo i Nattici , i » Guarani , le missioni della novella California e quelle del Capo. » Ciascuna razza umana tiene da Dio la sua vocazione con iiii 3> carattere proprio a questa vocazione e il suggello che la distin- 3) gue. » Storia roinaiia. Trad. ital. , Pavia 1 832 , pag. 84. dell'incivilimento- 187 oltre quest' unico incivilimcnto lungl dall' offrlrsl conic reffelto spontaneo della convivenza , ne' snoi progress! I originarj ci presenta una lunga serie di prove deluse e : di esperiraenti disastrosi ; lungi dal inostrarsi preordinato ' nella sola cosiituzione della natura umana si presenta come il risultamento del concorso fortuito delle piii felici circostanze della suscettivita personale in una data posi- ' zione giovata da date tradizioni progressive sotto T im- pero del tempo e della fortuna : in una parola 1' incivili- niento altro non e die un trionfo artificiale dell' uomo sulla grezza natura. Dietro tali vedute I' aspetlo storico deir incivilimento in altri termini la dottrina ddl' uinanita j ( comoda per creare la storia positiva e non per istu- I dinrla ) non viene assunta come guida definltiva dal Ro- magnosi, ma come fondo di lavoro. Suscettivita e coltura sono gli elementi essenziali costituenti V incivilimento. Senza suscettivita la fatica e gettata , senza coltura la I suscettivita e oziosa o fuori di proposito. Senza terra ve- getale il lavoro campestre e frustrato , senza il lavoro deir uomo la terra non provvede ai di lui bisogni. Cio non e ancor tutto. Sottoposta a coltura ogni terra , noa pub dare ne gli stessi prodotti , ne la stessa eccellenza I in ogni prodotto. Esiste ovunque una varieta intrinseca j e> schi o da pianure inculte. jNIa crescendo le famiglie con- >/ vien coltivare piii ampj terreni , talche non frapponen- » dosi esterne potenze avverse, giungono ad essere con- » tigui;, allora nasce la ragione dei confini , la necessita » delle vie vicinali , la comunione delle acqiie. Ecco allora >i Tassociazione territoriale , la quale accresce la personale. " Allora con vien provvedere all'eredita, esercitate prima " senza molta gelosia perche eravi sfogo per niolti primi " occnpanti terre vacanti. Allora convien disciplinare i " matrimonj per assicurare le stabili snccessioni. Allora >> convien riconoscere e mantenere i possessi . . . Prima " il possessore del gregge era tutto e gli altri erano nulla. >> Nella vita agricola per lo contrario convieiie intendersi " auche coi non possidenti i quali si prestano ai mestieri " sussidiarj all' agricoltura e ad altri piii stretti bisogni " dell'approssimata convivenza. E qui T occasione nasce " da se stessa. Anmentati i possessi nelle famiglie e so- » pravanzate le derrate , esse si scambiano coi servigi e » coi lavori dei non possidenti, ed eccoci nel vestibolo " di un ulteriore stadio della vita civile agricola •>. Tri- » plice e adunqne T ufiicio col quale V agricoltura va suc- cessivaraente conformando la vita sociale ad una colta e soddisfacente convivenza. " II primo consiste nel iissare DELL INCIVILIMENTO. J 90 » la trlbu e rendere una e contlnua la vita ili un con- " sorzio e cementare la tradizione. II secondo ufticio cou- » siste nel somministrare sopra minore spazio di terra >/ la sassistenza a piii uomini , e nel tenerli sotto una II stabile protezioae ed educazione, nel raddolcire i costumi, II nell' assicurare le proprieta. II terzo nell' alimentare la II potenza cogli ufiicj dei possess!, lo che propriamente 11 compie la prima eta deila vita agricola. Cosi 1' iacivili- " mento viene radlcato ed alimeatato dall' agricoltura n ( § XVIII e XIX ). VII. Governo. — L' ordine sociale deve riposare suUe basi stesse che gU soao stabilite dalla natura , e su di cui i coasociati sono rattenuii dalle loro stesse tendenze individuali. INlentre la divisione delle classi sforza gl' in- dividul ad una reciproca dipendenza, 1' egoismo delia con- correnza e il principio die eguaglia e uiigliora la sorte di tutti. Tale e il magistero per cui la natnra sospinge gli Statl al loro perfezionamento ; ma perche esso possa procedere con ordine e senza soggiacere a violeuti scosse e necessario un potere prevalente che mantenga V equili- brio delle forze e -le diriga ad un centre comune. Da cio resia giustiiicata la istituzione dei governi nelT econo- inia deir incivilimento , e resta determinato il loro utFicto. Dovranno essi limitarsi a rendere libera ed universale la concorrenza , ad impedire i monopolj e le soverchierie , ed a reprimere le forze perturbatrici ; in quauto al resto essi dovranno abbandonare gli Stati alia loro naturale vitalita. Qaesta si puo spegnere non riformare. — II re- gime de' temosfori avvalorato dall' ascendente dell' auto- rita religiosa, ed esercitato con un' educazione pressoche individuate , e 1" impero dei mag^iorenti per cui venne il comando concentrato nella casta dei conquistatori sono le piii antiche forme colle quali la sloria ci presenta il go- verno negli umani consorzj associati alia civilta clativa. Neir epoca delle citta presso le popolazioui indipendenti il governo patriarcale, in seguito [a. protocrazia , V aristo- crazia e la poUcrazia banno costituita la successione delle forme della forza imperante la piii opportuna ai progress! deir incivilimento. II governo patriarcnle consta di un' ag- gregazione di molii confederati aventi tutti un' assorbente padioaauza, e che prestano alia tribii quel raeno d' ufticj necessario alia comune difesa o ad una comune inipresa. 196 dell' INDOLE E DEI FATTOIII Questo regime fii il carattere dell' incipieiite civilta na- tiva, feiTno la prima forza elementare sociale , il pri- mo legame da ciii venne annodata P individiialita alia so- cialita, e si mantenne anclie soito 1' influenza della civilta dadvn finclie il potere sociale crebbe abbastanza da gua- rentire compiutamente le famiglie. La necessita di un capo che diriga le imprese militari , le spedizioni , le emigra- zioni, e nelP interno delia tribii ponga fine alle dissen- sioni ed alle coatroversie, fece sorgere tra i padri di fami- glia un primate tanto presso le genti nomadi quanto presso le prime citta agricole. Questa forma di governo pub dirsi protocrazia , e puo definirsi « il principato dei grandi o padri di famiglia con un primate. " Alia protocrazia na- turalniente f-uccede \' aristocrazia. Un capo deve sempre riuscire incomodo all' unione dei padri di famiglia dopo 10 siabilimento delia citta , sia che abusi della propria autorita , sia che si renda accetto alia moltltudine. La ca- duta del primate e quindi inevitabile, e in fatti si ve- rifico nelle citta greche , in Italia , e specialmente in Roma. Pero 1' aristocrazia non debb' essere considerata che come un regime necessario di transizione per giun- gere ad un governo migliore : essa per se deteriora la sorte del popolo togliendo al potere assorbente degli ot- tiniati V utile prepoiideranza di un capo naturalmente in- clinato a favorire gl' interessi del maggior numero per unire a se la forza popoiare. La policrazia , ovvero quel governo nel quale la plebe restringe insensibilmente 1' ec- cesso aristocratico accomunando i poteri e , secondo il Romagnosi , la forma piii utile che possa succedere alia aristocrazia. Nella policrazia e la natura stessa che me- diante rantagonismo deile forze gradatamente equilibra i poteri ed eguaglia le condizioni degli associati : colla poli- crazia vengono alia citta risparmiate quelle violenu scosse e quei disastri clie inevitabilmente conseguirebbero alio stabilimento immaturo della monarchia o della democrazia, 11 Romagnosi dopo di aver descritta la storia dei govern! in ordine all' incivilimento nell' epoca dei teniosfori , dei maggiortnd e delle citta tronca il suo discorso all' epoca delle aazioni quando la suprema legge deil'opportunita san- ziona 1' esistenza dei grandi corpi politici , e comanda imperiosamente il sistema di una forza clie pareggi i po- teri e le leggi giusta i rapporti della vera civile convivenza DELL INCITILIMENTO. 1 97 c per r interno, e consolidi le parti disgregatc del terri- torio nazionale ia un corpo potente. La lacuna che trovasi in quest' opera puo venire supplita da nn altro lavoro piibl)licato daU'autore alcuni anni sono (§ Xlll, XIV, XX, XVII, XVIII e XXIX ). VIII. Opinione — L' autore si e di preferenza soffermato ad analizzare il potere dell' opinione , persuaso che fosse di somma necessita di fissarne la teoria per la diflicolta di coglierne le vicende e 1' influenza che esercita in so- cieta. Col nome d' opinione s' intende in generale <• ogni nostro giudizio suU' essere ed il fare di cjualsiasi cosa compresi noi medesiini " i, iim quando si parla d' inciviii- mento si suole assumere l' opinione come un potere attivo e motore di voleri, e quindi di atti esecutivi. Tre sorta ci ha di opinloni , la religiosa , la morale e ia civile. 1° L' opinione rf//gi05a ha preceduto le altre nell' origine, e fii primamente attivata dai teinosfori. II caicolo dei niezzi in relazione ad un line qnalunque non puo essere sugge- rito che dalla precognizione, e pero non puo essere inteso da genti rozze , improvvide, aljbandonate al corso foriuito delle sensazioni. I teinosfori quindi onde educare i loro allievi non potendo glovarsi della pcrsuasione furono co- stretti di prevalersi dell' autorita , e ad iniziare la vita civile col soccorso delle credenze religiose. A tal line fu imaginato da essi il sabeisino , religione media tra il cieco feticismo professato dai loro allievi e 1' astratto monoteistno piu utile del prime e piii intelligibile del secondo ■, 2.." L' opinione morale, ossia quclla clie precede dalla coltura, interviene in tutte le epoche della vita civile , nia il suo perfezionamento e assai tardo , poiche viene contrastato dalla sensualita individuale dei tutelati e dall' interesse dei predominanti. Gradu' del senso estetico ( cosi si esprime I'autore) cattivarono w r attenzione , e la mutabilita del gusto alletto a bel bello " a pensare e a dare la mente umana in braccio alia >» ragione. Giunta nel campo della scienza la mente, fece »» le sue prime conquiste nel mondo fisico coUe osserva- " zloni e col caicolo clie dir si potrebbe la logica della " quantltii. L' entrata regolare nietodica e calcolata nel " mondo ideale doveva naturaluiente avvenlre assai piii I 98 dell' indole E DEI TATTORI » tardi , perocche come nell' individuo il regno del sensi » precede quelle della fantasia, e questo qiiello della ra- » gione , cosi anche nelle popolazioni T ordine degli studj " doveva percorrere il mondo visibile prima dell' invisi- >> hile. " Gli sforzi della classe predominante dei temo- sfori e dei maggiorenii contro i progressi della coltura sono manifosti nelle caste braminiche , nei sacerdoti egi- ziani , nel pairiziato roniano , nella censura chinese. La classe dei maggiorenti trovasi sempre in opposizione col progresso dei lumi , poiche questi dissipando 1' igno- ranza e distruggendo I'opinione pregiudicata intaccano la base del prcdominio^ jna la forza irresistibile del tempo e quella clie lotta per la causa dell' umanita contro i po- tenti , e alia fine trionfa dei loro artifizj. L' ufTicio prin- cipale della' coltura in relazione all' incivilimento e quello di illuminare il calcolo del maggior tornaconto, e di eman- cipare le genti dalle erronee opinioni contrarie all' equita interna ed alia pace esterna ; 3." L' opinione civile sul prin- cipio viene ingerita coll' umanita ( ossia colia compassione) e colla religione insegnata da una corporazione diffusa ed influente. In segnito viene svolta dal potere equo delle leggi e della convivenza : giunge finalmente alia sua ma- turita quando si associa ai poterl antecedent! qnello della ragione dimostrativa e convincente. La carita sociale, ossia quel sentimento che inspira un nobiie disinteresse nella alternativa fra il ben pubblico ed il privato e il punto massimo a cui possa giungere I'opinione. Essa consiste nel maggiore sviluppo possibile della socialita per cui ven- gono assorbite le tendenze individuali dell' egoismo per mezzo della suddivisione naturale dei poteri die vincola sempre piii i consocj fra di loro (S XVi! , Xlll , XIV, XXVI ). IX. Volendo ridurre alle piu semplici idee le teorie esposte dair autore si puo dire ch' egli ba preso a consi- derare due grandi procedimenti nell' andamento naturale della civilta, 1' uno dinamico e 1' altro organico. Col prime gli umani consorzj vengono sospinti sulla via del pro- gresso , col secondo gli enti della civilta vanno alterandosi per successive nietamorfosi nell' atto istesso ciie il perfe- zionainento si estende e si compie. La formola del pro- cesso organico si ridnce alia fusione continua e progres- siva dei poteri individuali nel corpo sociale , per cui DELL INCIVILIMENTO. 199 raentrc gl' intlividul diventano seinpre piu deboll presf isolataniente, le masse sono I'ese sempre piu felici e po- tsiitl. La formola del processo dinamico venne definita da'.r autore « la tendenza perpetiia di tntte le parti di " uio Stato e delle nazioni fra loro all' eqiiilibrio della " utilitii e delle forze mediante il conflitto degl' interessi " e dei poteri ; conflitto eccitato dalT azione degli stimoli, " rattemprato dair inerzia , perpetuato e predoininato dalle " costanti urgenze della natiira , rnodificato dallo stato » diverse permanente e progressive si dei particolari clie " delle popolazioni senza discostarsi mai dalla continuita " ( pag. 26 e loa ), 200 II Censimento Milanese. Opera del dott. Natale Cott.i MoRANDJNi , autore dei Principj intorno alle assiru- razioni maritdine , maestro privato di legge e membro della facoltd politico legale rcsidente presso V L R. Universitd di Favia. — Milano , iSSa, per ISicolo Bettoni e Comp. Vol. 3 , in 8.° Prezzo austriache lir. i8 — Articolo II. V. il I in questo stesso tomo 6g.'^, ( gennajo ) pag. 46. JLja parte seconda del trattato censuario del signor Cotta Morandini e relativa al riparto dell' imposta prediale. L' au- tore incomiiicia dall' accenaare i metodi coi quali si di- stribulva 1 imposta ne' secoli passati , enunciaadone gU inconvenienti: e siccome le materia prime sono tutte fon- damentalmente prodotte dal terreno , cosi egli opina essere giusta e conveniente una tassa fissa e generate sulle terre ; combatte il parere di uno scrittore die rion nomina , il quale tentava dimostrare I'ingiustizia di tassare con eguale proporzione il piccolo ed il grande possessore ; chiama evidente, incontrastabile e persino intuitiva la massima che ciascun censito debba pagare 1' imposta in ragione del pro- prio estirao sentendosene la verita alia sua sola enuncia- zione : ma in fine protesta non essere egualmente chiare ed evidenti le regole con cui eseguisconsi le stime dei fondi •, proposizione la quale, se non distrugge, rende per lo meno dubbio il divisamento propostosi dalT autore di esporre la scienza del censimento milanese come regolo d' ogni ben inteso catasto. Imperocche a vend' esso le sue regole estimatorie note e determinate non puo ammettersi una tal sentenza , e qualunque nuova o diversa teoria con- traddireljbe 1' assunto. Per dare quindi dei cenni general! sulle stime dei fondi r aut.ore incoinincia dal considerare la terra come tnadre co- mune e fonte di perenni ricchezze , soggiungendo ( vol. II , pag. 14): It Se I'uomo non nvesse affano distrutto la terra ve- il getale in varie valli , derupata e dispersa quella de' colli e » dei monti, la natura esporrebbe per ogni dove, eccetto ap- » pena nei gelidi , non meno che negli arsi climi, esorbi- 1) tante abbondanza di vegetabili produzionii si vedrebbero IL CENSIMENTO MILANESE. 201 » verJeggiare orgogliose boscaglie , ed incesSantemente ri- »/ produi'si sulla intera faccia della terra Iiissureggianti » prati , i qnali darebhero ahhondante pascolo agli uccelli e qaadrnpedi, e porgerebbero pingue e continuo alimento '/ alle stesse future loro produzioni. " Contitmando a dlr niolte altre cose sul teiiore di tali cenni cbe il lettore sapra valutare nelle singolari loro frasi , espone nel medesimo capitolo die due sono gli elementi essenziali delle stime dei terreni , 1' uno infalli- bile la misura, 1' aUro il prodoUo ; si fa awertenza al presidente Pompeo Neri nel riassumere le operazioni del censiniento , non essersi nelle stime dei fondi seguite le migliori norme dettate dall' arte in niodo clie ha egli in- genuaniente confessato die la stlma non poteva ritoccarsi ne alterarsi nelle massime senza rifondersi da capo tutta 1' operazione •, asserzione die , interpretata nel modo con cui e esposta, non gia come fu intesa e provata col fatto da quell' illustre presidente , contraddirebbe essa pure V e- sattezza e la perfezione del censiniento milanese tanto van- tato. Ne un tal dubhio viene rimosso dall' autore , il quale anzi soggiunge avere I'Accademia de' Georgofili di Firenze nel 1779 proposto il quesito intorno alia vera teoria con cui debbono eseguirsi le stime de' terreni, ed averne ripor- tato il premio la dissertazione dell'accademico Adanio Fab- broni , della quale, come vedrassi, egli si serve nel pro- gresso dell' opera per istabilire i principj discordanti da quelli della Giunta censuaria milanese, dichiarando die in cose di puhblica economia e di interno reggimenlo degli Stati noi pure siaino autorizzati a pronunciure giudizio (pag. ao ). La prima operazione del catasto prediale milanese, con- sistendo essa nella misura dei terreni , ovvero nella rileva- zione delle mappe di ogni territorio comunale , forma il soggetto di piii capitoli. Ripigliando 1' autore al solito la storia antica ad ogni argomento , enumera gP imperfetti e tediosi strumenii dei quali prima si servivano i geo- metri , cita i nuovi introdotti per facilitare parziali mi- sure , ed anche per estese operazioni geodetidie ; loda il sistema metrico e Tuso de'decimali ; avvertendo poscia die vi sono anticlie usanze meritevoli di conservarsi come il nu- mero dodicesimale dei mesi delV anno , che non si potrebbe togliere senza inconvenienti. Encomia la misura ordinata pel catasto del regno d' Italia nel 1807, e poi torna ad 202 IL CENSIMENTO MILANESE. esporre che si esegui nel Milanese la misura col trabncco e colla tavola pretoriana , istromento questo piu perfetto e spedito per la formazione delle niappe , e cio a merito del matematico Marinoni che dissipo tutte le obbiezloni fattesi nel 1720 i dice non avere la Giuiita Miro conser- vate le norme per la misura eseguitasi dal 171 8 al 1723 die piu avanti si assume di esporre come additate dalla Giunta per la misura dei terreui ; dimostra analogamente alia dissertazione succitata del Fabbroni doversi per le stime de'fondi misurare orizzoutalmente i terreni in colle e monte ( questione oramai inutile ) , e doversi in oltre misurare per le stime del catasto anche la profonditd media dei terreni colla facile trivella per giudicare 1' atti- tudlne di produzlone di tale o tale altra pianta. L' autore dopo avere, come sopra , indlcato lo stromento stabilito per la misura de' terreni , nello stesso capitolo trascrive per intiero le condizioni pubblicate pei geometri invitati alia misura catastale delle provincie della Mo- narchia Austriaca , in seguito alia Sovrana Patente del 2 3 dicembre 181 7 die ha ordinato il censiniento generale in quelle che non 1' hanno stabile , raccomandando la pro- messa de' premj e la emulazione in esse condizioni con- tenuta per norma ai privati clttadini nelle loro domestiche aziende ed ai principi nelle loro politiche istituzioni , e sog- giungendo che cio merita attenzione , perche dipenderebbe y)\ii da sifFatto principle lo sradicamento dei cosi detti halossi di Lombardia , che dalle savie leggi criminal! ve- glianti ( pag. 40 ). ^ Dappoiche vedonsi varj argomenti eterogenei franimistl a quello della formazione delle mappe, sarebbe pure stato opportuno in un trattato scientifico di fare un' avvertenza , die vi ha tutta la relazione sulla soverchia soUecitudine , onde si esegulrono nel cessato Regno italico le mappe come nell'antico censimento milanese, e sulla conseguente ommissione di punti trigonometrici che preventivamente dovevano essere calcolati e segnati sopra i fogli rettan- goli coi quali si componevano dette mappe, e pei quali avevasi gia opportuno materiale presso i signori astronomi di Brera. Quindi e che queste hanno potuto servire dopo r uso censuario soltanto per dettaglio dei perimetri de- terminati e esatti e diligenti lavori trigonometrici che furono eseguiti dappoi nelle provincie lonibardo-venete OrER\ DEL POTT. N. COTTA MOKANDINI. 2o3 per la carta clie si va incidenilo presso 1' I. R. Istituto geografico niilitare in Milano. Laddove nella maggior parte de'' nuovi catasti , e" specialmente in quello delle altre pro- vincie austriache, dove le mappe censnarie sono basate ad una preventivamente calcolata e disposta rete trigonome- trica , oltre la volnta esattezza pel catasto forniscono spe- ditamente ed esattamente le carte topografiche per tiitti gli altri usi civili e niilitari. Addita i niezzi adoperati nel Milanese per conservare a perpetuita la misura , o sirt le mappe ed i sommarioni, nie- diante le copie e la loro riduzione in proporzioue minora ed in duplo encomiandone la forma , T eleganza e la magnificenza , pregi die sono esagcrati , e clie non jjos- sono reggere ad iin confronto , era die ha cotanto progre- dito per nitidezza , per chiarezza, per eleganza e jDer in- telligenza il topografico disegno. Destina un capitolo alia esposizione delle '•egole die sotto il cessato Regno d' Italia furono osservate nella for- mazione delle mappe e sommarioni , ma die non vi si trovano complete come si esigerebbe per un mannale scientifico censnario , e come e facile verificare confron- tandole colle istruzioni stampate pei geometri dell' anno 1811. Enuncia quindi 1' uso fattosi delle mappe del Milanese per la posizione de' termini territoriali , senza riferirc die in tutti i nuovi catasti o si rilevarono sulle mappe i con- fini determinati gia dalle rispettive amministrazioni comu- nali •, o durante la formazione delle mappe stesse in re- golari sopraluoghi si trattarono le pretese promosse dai confinanti comuni in concorso delle parti interessate ; o, in caso di dissenso , dietro 1' esame dei prodotti documenti furono definite dalla superiore Autorita , onde migliore procednra all' uopo non si potrebbe al presente invocare. La clescrizione de heni di seconda stazione , ossia degli edi- /. . . ficj ^ forma I'ultimo capitolo relative alia misura, e qui viene meglio delinito il vocaljolo di seconda' stazione derivato dal comprendersi sotto Carlo V tante altre reudite indi- rette , come dazj di bollino , bollo del pane , pedaggi , ragioni di pesca ed altre die furono escluse , riducendosi essa seconda stazione a presentare il catasto non di soli edificj , come lo intitola 1' autore , ma delle case e degli opi- ficj. Le istruzioni 14 maggio e i3 agosto lySi della Giuuta 204 ^^ GENSIMENTO MILANESE. Neri per la descrizione delle case e di altri beni dentro e fuori delle citta dello Stato di Milano vedonsi dall' amore transunte dalle raccolte sopraccitate , nelle quali trovansi inoltre stampate anclie tutte le antecedent! e conseguenti analoghe disposizioni. Terminato qnanto risgnarda la misura censuaria per la quale , stante la dichiarazione dell' autore di voler dare il carattere di scienza al censiniento milanese avrehbersi do- vuto presentare con maggiore regolarita e piii ordinata suc- cessione le norma per la formazione delle niappe e per la descrizione censuaria dei terreni e dei caseaigiati nelle niedesime rilevati , sceverate da ogni interpolazione storica, o da pratiche abbandonate , o da inutili nozioni , intra- prendesi a trattare della seconda operazione del catasto , cioe della stima , premettendovisi le regole general! per la valutazione dei beni di prima stazione. L'autore stabilisce pertanto per prima regola generale della valutazione dei terreni quella di assumere notizle intorno al loro valore dalle investiture di vendita e di affitto. Ma un tal metodo essendo risultato fallace , com' ei I'avea gia accen- nato nella storia del censimento milanese , non sembrava dovere qui di nuovo occupare un apposite capitolo per ripeterne gl' inconvenlenti. La seconda regola generale per detta valutazione dei terreni sta col nostro autore nel conoscere Tattitudine loro intrinseca. Ma in qual modo ? Secondo le teorie del Fab- broni , dalla conoscenza della qualica del terreno , ovvero delle proporzioni delle parti component! ! terreni , dalle quali nasce la maggiore o rainore loro fertiiita, al qual uopo, comunque semplici, occorrono sempre process! clii- mici^ dalla profonditd del terreno , per cui si suppongono gia fatte , come sopra si e accennato, le misure colla tri- vella dal geometra autor della mappa; dalla situazione fisica rispetto ai punti del cielo , a se stesso ed alle circostanze della situazione economica per la quantita delle ricerche dei generi, per la facilita del loro smercio, del trasporto e si- mili. Cosi prosegue 1' autore esponendo la teoria del Fab- broni per le stime di un catasto die, secondo lui, e di- versa da quella da ritenersi pe! privati, e la quale e fou- data Jntieramente sulf attitudine di un fondo a produrre giusta gl! element! che lo compongono , fatto nissun caso della coltivazione dell' uomo ; finalmente opina che la Giunta OPERA. DEL DOTT. N. COTTA MORANDINI. 2o5 iJiro abbia seguito un tale principio per aver ella posto in estimo tenuissimo il fondo incolto, e conservato coq egual tassa qiiello che venisse trascnrato snccessivamente nella sua ordiiiaria coltivazione , al quale efFetto abbia pure la Giuiita stessa allora ordiaato aglL stimatori di portare una attenta ispezione oculare su ciascua fondo , onde conoscere la sua intnnseca atiitudine a produrre. Sopra le quali con- clusioiii deir autore importa clie si coaosca la vera nias- sima seguita in tal proposito , e non nascano erronee in- terpretazioni in chi per avventura si accingesse a studiare in quest' opera il censimeato milanese. II perche bisogaa distingnere V attiiudine a produrre nel sense del Fabbroni dair atiitudine inirinseca de' terreai considerata nelle stime censuarie tnilanesi. La prima e suscettibilita , cioe quella tale attivita clie pno o deve avere il terreno nella sua produ- zione :, la seconda e qneir attivita che si sa di gia possedere il terreno, comprovata da quel comun metodo di agricol- tura locale che si segue dal maggior numero de' possessori del comune. La suscettibiliia ne' terreni porta 1' idea del future e delTincerto; V auitudine I'idea del presente e del sicuro. Quindi e che per eseguire le stime de' terreni basate sul prinio principio , devono appunto desumersene i dati dalla profondita delle terre , dalla conoscenza de' loro compo- nenti mediante la loro analisi chimica, di setnpre difficile e lungliissimo processo , ed anche incompatibile in un equo catasto, e dalle ottenibili produzioni; e per eseguire quelle appoggiate al secondo sono da conoscersi gli de- menti di stima dagli ordinarj attuali prodotti naturali ri- levati sul luogo , e ragguagliati sopra sufticiente serie di anni da sistemi colonici i piii generalizzati ne'rispettivi luoghi ; con che appunto si conseguisce il fine cui tende il censimento milanese, di punire cioe I' inerzia che lascia decatlere T ordinaria coltivazione , e di premiare 1' indnstria di chi inipiega opere e capitali nel far miglioramenti nei fondi posteriormente al catasto. La terza regola generale per la valutazione de' terreni e dair autore riposta uella loro classificazione giusta la ri- spettiva bonta , che cosi definisce ( pag. io3 ). « Classifi- » care i terreni non e altro che disporre in serie nume- " rica di unica, oppure di prima, seconda, terza e quarta " squadra, secondo i diversi gradi di forza di chimica, » clie possono incontrarsi nella varieta degU strati di 2o6 IL CENSIMENTO MILANESE. fi terreno costitnente una esteusione complesslva, come t) sarebbe quella di un Coniune , di una Provincia, » Si e poc'anzi osservato la differenza della stima cen- suaria di un fondo per snscetubilitd da quella per attilu- dine. Nella suddetta definizione della classificazione si con- ferma il primo del detti principj die si oppone al suo scopo, dappoiche, ove si avessero ad analizzare i gradi di forza cliimica dei terreni, non si dovrebbe piii parlare di una stima per classi , ma di una stima individuale di ogni appezzamento di terra: dunque e inesatta. La classi- ficazione cousiste, dopo ess_^ersi conosciute per cadaun ter- ritorio comunale le qualita di coltivazione che vi esistono, nel dividere cadauna di dette qualita in tante classi o- squadre , quanti sono i gradi di loro rendita ciie si pre- sentano notabilmente distinti tra il massimo ed il minimo limite, per lo clie si fa classe, o squadra unica per quella qualita die noa ha gradi valutabili. Dunque e inesatto il dire che classificare i terreni non e aitro che disporre in serie numerica , ecc. Se non che in luogo di dilungarci sopra le suddette re- gole generali del nostro autore bastando le parole e defi- nizioni addotte a darne un' idea , siaci pluttosto permesso di chiedere perche mai la regola della classificazione in ua trattato scientifico del censimento milanese venga posta per ultima mentre e il primo e principale fondamento di quel catasto? Appunto perche fallirono tutte le nozioni raccolte dai Delegati censiiarj contemporaneamente alia formazione di quelle mappe , appunto perche le idee pe- rltali di un secolo fa non potevano emanciparsi dalla stima individuale di ogni pezzo di terra; fa lodevole e pregevo- lissimo quel progetto de' periti della Giunta del 1724 col quale fu divisato un nuovo metodo di esecuzione spedito ed abbastanza esatto per un catasto conducente alia stima per classi. Per esso appunto si distinsero in cadaun terri- torio comunale avente la propria mappa le qualita di col- tivazione quivi esistenti ; si determino per cadauna il com- petente numero di classi o squadre; si appllcarono alia classe rispettiva gli appezzamenti di cadauna di esse qualita; se ne pubbllcarono le risultanze onde i possidenti di cadaun Comune potessero scoprire gli errori incorsi nell' applicare ua loro fondo ad una pluttosto che all' altra squadra ; e poscia, stabilito il cumulo de' terreni componenti una OPERA. DEL DOTT. N. COTTA MORANDINI. 2O7 sqiiacira , si passo a concretarne la loro media rencUta , a valutarla a prezzi che giammai avessero a riuscire minorl del valor venale de' generi , e cosi di Comune in Coinune , .di I'rovincia in Proviiicia a formare le cosi dette Tarlffe di stiina delTuaita agraria delle classi di ogtii qualita di coUivazionci a puliblicarle pure coiitemporaneamente per tutti i Comuni dello Stato di Milano, onde gl" interessati potessero reclaniare contro 1' assoUito ed il com|)arativo. Fu finalmente coIT esaurire i reclami prodotti nella pub- hlicazioae clie si pote raggiugnere la perequazione di tntte le dette stiuie colla diligeiiza ed esattezza possibile in si vaste operazioni ; lo clie appare dalla relazione dei periti della Giunta Miro delT anno 1782 clie spiega le vere re- gole tanto generali clie speciali clie fnroao le direttrici del Censiniento milanese. Questa relazione , alia quale pure r illustie Pompeo Neri appoggio la propria, poteva colla scorta dcgli atii descritti nel sisteaia pratico^ piii sopra citato a stainpa , dell' ingegnere Tarantola, formare il nianuale scientifico del Censimento milanese, clie come si disse ha il principale fondamento nelT acceiinata classificazione, nel correlative classamento, nella stima per classi di ogni qualita di coltivazione , che il nostro autore pone per re- gola subalterna , e nella regolare successiva tenuta de' re- gistri censnarj. Quantunque il Censimento Milanese del sig. Cotta Mo- randini trovisi suddiviso in raolti capitoli e sezioni ; pure, prendendo a discutere punti gia deliniti , e controversie originariamente iasorte e conciliate, o rimostranze che possono sempre farsi sopra opere umane , ed ommettendo di fissare le massime stabilite, o le procedure principal! che furouo causa dell' ottimo ottenuto risultaniento , e in loro vece prouiovendo moke indeclsioni e non pochi dubbj, produce la conseguenza di mostrarsi ben lontano dal poter essere proposto Itegolo immulabile di tutti i censimenti. Non dee per tutto cio dedursi clie si ritengano afFatto inutili tutte quelle discussioni ed osservazioni clie I'autore, nel parafrasare o la suddetta relazione de' periti della giunta del i^Sa, o le regole generali e speciali di valutare le prodnzioni delle terre , o di determinare le dediizioni ne- cessarie per istabilirne la rendita netta , va diffusamente facendo nel II. volume f, die anzi molte dimostrano le co- gnizioui legali di clie va egli I'ornito, e le sue lodeyoli 2o8 IL CENSIMENTO MILANESE. intenzioni. Ma 1' intromissione delle teorie del Fabbrotii , il dichiararseiie nella maggior parte seguace anche dove soao coiitrarie alle massime censiiarie milaiiesi ,6 1' ordine sal- tuario col quale sono trattati gli stessi argonieuti potrebbe realmente produrre opposte interpretazioni. Ed infatti quando , per esenipio, 1' autore si propone di dare le regole speciali per la valutazione de' terreni adacqua- torj , e scorgesi passar in vece al modo di valutare le acque, e di censire i loro alvei: quando, nel parlare delle dedu- zioni da farsi per ispese di irrigazione, taccia in una annota- zione di oscnra ed incompiuta su questo argomento detta Relazione Peritale del lySa , dicendosi confermato in cio anche dal non avere avuta (pag. ii3 ) soddisfacente spiega- zione dagli idraulici da esso inferrogad; quando nel trattare della riduzione a danaro sonante del prodotto netto dei heni di prima stazione , agita 1' antica questione , soste- nuta dal Fabbroni , di ridurre a grano e valutare al suo prezzo tutti i frutti della terra , al solo oggetto inutile di enumerarne le notorie incongruenze; quando da le regole geuerali. relativamente ai metodi, ed alle spese di coltivazione tenutesi dalla Giunta Miro nel 1724, in luogo di spiegare la massinia seguita di determinare tanto i priiui che le seconde col sistema di partizione colonica adottato dalla maggior parte de'coltivatori nel rispettivo cotnune, secondo I' attiuidine , e non per la suscettibilita delle terre ; quando espone una Determinazione del 1828 sulio stato attuale di coltivazione da ritenersi nelle stime pel nuovo Catasto che si va ora facendo nelle provincie Lonibardo-Venete non censite ; quando accennando doversi preferire gli uoniini agli aniniali nel lavoro delle terre , si estende a definire quali siano gli obblighi che si contraggono verso i pro- prietarj dai pigionanti , giornalieri , fattori , massari , affit- tuarj , commiserando la condizione de' primi che, secondo lui , (pag. 146) tirano la carrozza di alcuni ricchi signori colle loro buddla (lo che contraddirebbe ai beni che altrove amplifica derivati dal censimento anche a tutta la popola- zione agricola di queste contrade): quando in sonima tante cose sono cumulativamente ed alternativamente ventilate, difficdmcnte si puo giungere ad istruire con giustezza e scientificamente il lettore. Dopo cio , le regole che successivamente sono esposte per le deduzioni relative ai danni derivanti dagli infortunj OPERA DEL DOTT. N. COTTA. MORANDrNI. 209 celestl, e per quelle occorrentl a depurare il prodotto dei beni di prima stazione , cioe de' terreni , presentano la parafrasi dei rispettivi articoU della summenzionata Rela- zione de'periti del lySa, neila quale 1' autore non om- mette di discutere i diritti alluvionali de' fondi fronteg- gianti i fiumi , di dare alcune istruzioni agrarie sui letami, di considerare la convenienza delle scorte vive o niorte , di esaminare T attuale coltivazione della vite in Italia, die dichiara niolto lungi dailo stato di prosperita cui potrebbe spingersi, soggiungendo (pag. 177): In Vigcvano, per es., la spesa di produzione pare eccedente in rat^ion del prodotto ; lo che sara torse iatelligibile nella festivita cordialissima ch'egli encomia ia que' vendemmiatori: ritorna quindi a par- lare delle deduzionl per ispese di irrigazioni ; e finisce (cio che risguarda le stime censuarie de' terreni) allegando I'imperiale editto 1779? col quale i comuui furoiio obbligati a veudere e livellare ai comunisti i bosciii, le brughiere ed altri fondi comunali vicini al paese , sotto le date discipline. I beni di seconda stazione, ossia i caseggiati formano r ultimo titolo , pel quale 1' autore porge aliresi le regole di stima censuaria. Rimontando pero al solito all' origine delle cose , giudica la causa per la quale i governi aggra- varono di un dazio , ossia del tributo prediale, o casatico gli edificj ne' seguenti termini: (pag. 190) " AUe grotte » dalla natura arcliitettate , agli abituri dal bisogno fab- " bricati , alle borgate di unici viventi succedettero le citta, » le capitali. Ma se le eta prisclie presentavano aU'errante " passeggiero gli emblemi permanentl di modestia e sempli- " cita , otFrirono in progresso al curioso viaggiatore 1' imma- " gine ributtante del fasto e di una soverchia grandezza. " Da cio deriva I'autore la cagione del loro censimento. I terreni come i caseggiati eretti sopr' essi costitui- scono una proprieta reale che producendo una rendlta determiuabile e certa , devono nel catasto essere analo- gamente compresi e valutati. Tanto e cio vero, che I'au- tore medesiiuo piu avanti per dare una ragione dell'in- clusioae fattasi nel Censimento Milanese dell'estimo dei terreni e di quello de' caseggiati , fa osservare che, es- sendo stati stimati colle medesiine avvertenze e colla mede- sima dolcezza di stinia , poterono essere ridotti in capitale egualmente al 4 per cento. Fu dunque per la natura reale ed analoga di quelle proprieta stabilij e non per considerazioni Bibl Ital T. LXIX. 14 2IO IL CENSIMENTO MILANESE. di tassare il fasto e la grandezza, clie la Glunta Milanese e tntti i censitorl negli altri govern! assoggettarono al tri- bnto prediale indistintamente i terreni ed i caseggiati. L'aatore dicliiara masslina di valatazione dei caseggiati, clie denomina anche edifizj la seguente. « L' affitto che » r ediiizio rende, o puo rendere, e il frutto che puo » prodnrre I' area occupata dall' edifizio che darebbe ia » via di ordinaria produzione qualora fosse coltivata , » costituiscono gli dementi della stinia di tutti i beni di » seconda stazione ( pag. igS). » Ma una tale massima non e precisauiente quella seguita nel Censiinento Milanese. Si fecero per esso giuste e ragionevoli distinzioni ^ per cui le case nel recinto delle citta e le case affittate e o solite afBttarsi in campagna, come anche gli opificj in tutti i co- muni dello Stato si censirono pel ficto rispettivamente de- purate dalle spese di manutenzione , dai casi fortuiti, e dal conguaglio dell" epoca in cui si fece il loro censimento in confronto di quello de' terreni ; e le case inservienti air agricoltura , od abitate dni proprj padroni si valutarono non gia come asserisce 1' autore , colla sola tarilFa d'estinio dell'area dell'aratorio semplice di prima squadra del ri- spettlvo territorio comunale , raa coll' aggiunta del terzo della tariffa dell'aratorio semplice per ogni opportuna con- siderazione. Ne' successivi capitoli ne' quali trattasi de' ca- seggiati r autore propone e scioglie questioai tali che 1' al- legazione de' Regolamenti stampati del lyS?, per gli sti- matori potea risparmiare , anzi piii ordinatamente istruire ; per cui non iscorgesi qual guadagno far potrebbe chi in- tendesse di trovare in essi capitoli i precetti censuarj nii- lanesi compiuti , esatti e definitivi. La procedura pei reclami ammessi dalle suddette Giunte Miro e Neri contro 1' operato degli stimatori de' beni di prima e seconda stazione , chiara apparisce dal capitolo destinatovi dal nostro autore;, come pure e da esso spiegata chiaramente la correspeitivita dell' estiino fra turte le pro- vincie componenti lo Stato di Milano che formo lo scopo principale di quel saggio magistrato censuario, e che se- condo lui, porta un carattere di originalitd e di. meraviglioso che eccita entusiasmo nelle anime sensibili educate ai veraci interessi delle nazioni. Ma, trasportato dalla suddetta ardente sensibilita pel cen- simento antico , egli oltrepassa il suo assunto , e cita le dispo- sizioni pel nuovo censimento ordinato nel 1817 dalTAugustu orERA DEL DOTT. N. COTTA MORANDINI. 211 nostro Sovraao per le provlncie Lombardo-Veaete non aveiiti ancora stabile cntasto, di cui gia preconizza la procednra ed i risultameiiti felici , e pel quale fa la domanda a se stesso, se il pareggiamento d' estimo ottenutosi nelle antiche siul- dette proviiicie Loinbarde nel secolo passato si potra coa- segiiirlo anche al presente fra tutte le provincie del regno Lombardo-Veneto : domanda cli'ei tenta di risolvere, con- iidando ne' aiezzi scelti per intraprenderlo e dirigerlo, e nei metodi eccellenti onde si eseguisce ; inentre la questione va definita anche col riconoscere rapplicazlone esatta dclle identiche iiiassime, coUa identica valutazione di tutti gli ele- menti di stima e col coiignaglio necessario dclle epoche nelle quali il vecchio ed il nnovo censiniento saranno stati formati. Dopo la correspetiivita delTestiino, clie e un perno del censiniento milanese, T autore dimostra Taltro penio clie vl corrisponde neWn inalierobilild deila cifra catastale , qua- lunijue evento sncceda^ e coU' eseinpio delle amministra- zioni lombarde che ritennero senipre 1' estiaio attivatosi deHnitivaniente nel 1760 come invariabile, perpeino ed inviolabile, e di opinione die non convenga esclndere dair estimo tutto cio che e perento, dovendo alcnni pocliL sagrificare il privato pel publjlico interesse ; ma doversi togliere dall' estimo soltanto i fondi perenti per una forza irresistibile , per cui T uomo e esposto involontariamente a perdere la sua proprieta. Ma qnesta sacramentalita del- r estimo milanese in punto alle perenzioni e attribuibile pin a rigorose discipline, e ad interpretazioai scrupolose per evitare abusi , di quello che alle massime staliilite dalla Giunta. II perche se i terreni che vengono corfosi Inngo i fiumi ed i torrenti , sono tolti dall' estimo nelle decennali loro lustrazioni, cio deriva dalla raassima delia Ginnta NerL di non volersi in censo un ente che nulla piii produca. Ma non i soli fondi corrosi Inngo i fiumi sono tolti alia produzione naturale per un fatto indipendente dalT nomo ; lo sono altresi le superficie occnpate per nuovi argini regj , per istrnde regie e conumali e simili : dunque la massima della inalterabilita non puo limitarsi alle sole rettilicazioni lungo i fiumi , ma deve estendersi analogamente anche a tutti i fondi sottratti alia produzione naturale per utilita pubhiica , e non per fatto privato. Siccome il riparto della tassa prediale nel censiniento milanese e basato non soltanto sulle mappe rappresentanti ogni singola proprieta , e sullc tavole dell' estimo di ciaaciina 212 IL CENSIMENTO MILANESE. figura di mappa corrispondente alia sua qualita di colti- vazioae e classe distintameate per cadaua comune , ma e appogffiato altresi alia giortialiera regolarizzazlone delle in- testazioni dei veri ed attiiali ])ossessori de' beni stabili , cosl questo sistema censuario stabile combiiiato colla prov- vida legge vigente sulla specializzazione delle ipoteche , supplisce nelle provincie Lombarde con raolta esattezza; regolarita e guarentigia alia iiitavolazione , alia sicurezza delle contrattazioni ed al diritto qualunque esso siasi, acqui- sito sopra i reali possedimenti. II nostro autore impiega quindi i capitoli XXI al XXVI, col qtiali termliia il secondo volnine, nel riferire qnanto concerne le intestazioni de' proprietarj ne' libri censuarj, i trasporti pei- mutazioni di proprieta giusta i relativi re- golamenti, e finalmente coll' enunciare le discipline vigenti per la custodia delle carte censnarie. Attribuisce 1' autore alia Giunta Neri il grande oggetto delle intestazioni , ma soggiunge immediatamente die il de- creto 10 febbrajo 1809 (sotto il Governo Italico) relativo alle intestazioni ed a' trasporti di proprieta, dopo avere sancito la massima, diede tutte le opportune istruzioni. Quindi incomincia dal 1728 la storia delle intestazioni de' possessori, e di quanto si fece pel medesimo oggetto nel 1754: spiega le tabellette adoperate per formarle : avverte come debbano descriversi i cognomi , i noini, le paternita de' possessori, o liberi, o livellarj , od ecclesiastic! , i corpi morali, i possess! contestati e simili, comprendendo le anticbe e le recenti disposizioni in tale argomento; indica in fine la forma ed il modo di compilare il catastino di cadaun pos- sessore, e del comune. Espone dappoi le incumbenze at- tribuite dalla Giunta Npri ai comuni ed ai cancellieri del censo per rinnovare le intestazioni de' proprietarj de' terreni misurati in corpo, cioe non divisi all'atto della formazione delle mappe nei singoli loro possess! , o per essere della medesima poco importante qualita di coltivazione e classe, o per essere in alta montagna, o per mancanza d' indica- zione per parte de' rappresentanti comunali ; enunciando le istruzioni date pei coatingiljili casi. Ma posciache gli piacque percorrere su tal argomeuto tutte le passate e present! operazioai censuarie, poteva pure soggiungere che r esistenza de' pezzi misurati in corpo avendo prodotto nel lungo corso degli anni molte confusion! ed irregolarita , r I. R, Governo attualmente si e date e si da il mevito di OPERA DEL DOTT. COTTA MORANDINI. 21,3 iarli mlstirare e suddividere negli attuali sIngolL appezza- menti, onde ciascnn possessore ahbia rappresentaio in inappa il rispettivo suo foado , e veoga ne' registri descritto col- r estimo corrispondente, con vaatagglo deiramminisirazione censiiaria e de' possidenti. Segue Tautore a dimostrare tuttavia la necessita dei sud- detti trasporti d' estimo, e cjulndi espone le prescrizioni pel termine di loro esecuzione, a clii spetta di fame la dimaada e la denuazia nella diversa qualita de' contratti e de' contrat- tanti, indica 1' autorita alia quale si devono dirigere le peti- zioni, e come vanno coinpilati i docuuienti dai quail de- vono essere dette petlzioni corredate, gli obblighi degl' II. RR. Commlssarj distrettnali dietro la ricevuta di tali petizioni, le mercedi ai medesimi dovuie relativamente ai trasporti d' estimo , e le giustificazioni degl' introiti relativi; spiega come debbauo rinnovarsi i libri di trasporto quando si trovano riempiti ed inservibili, le pene dei contravventori alia legge dei trasijorti d' estimo seguendo il succitato de- creto del febljrajo 1809, la Patente Sovrana i3 aprile 181 6, il regolamento per 1 intimazione, modificazione ed esazione delle niulte ai contravventori suddetti attivatosi nel 1818, e la governntiva circolare i5 febbrajo 18 19. Ma ha tralasciato di anaunciare la disposizione portata dalla notiticazione dell' I. R. Governo di Milano del 7 dicembre 1820 coUa quale furono resi in armonia del codice civile universale austriaco i termini donde calcolai'e le contrav- venzioni ai trasporti d" estimo de' beni immobili ereditarj, giacclie occorrendovi serapre il decreto giudiziale per la con- segna di qualsiasi eredita o legato, deve da quello e non dalla niorte del possessore intestato decorrere il termine di tre niesi concesso per cliiedere il iraslato della reale proprieta. Enumerate le carte censuarie che costiiuiscono I' estimo prediale, le tasse persoiiali e merclmoniali di tui si e par- lato, e le altre che servono al riparto del carico alia sua esazione ed alia esatta economica ammlnistrazione del co- muni e delle provincie, si enunclano le prescrizioni date dalla Giunta Neri, e quelle diramate colle circolari a 3 aprile 1816 dall'I. R. Governo ai regj cancellieri e i5 aprile 1817 per la custodla delle carte censuarie, e si compie il volu- me II coUa tarifta de' prezzi per T edlzione delle mappe, copie od estratti dal censimento milanese ad uso dei co- mnni e dei privati, adottata dall'I. R. Governo e comuni- cata alio II. RR. Delegazioni Provinciali nel 1 5 aprile 18 17. 214 Biblioteca agraria, tomo XIX. Trattato de' principali quadrupedi domestici utill alV agricoltura compilato dai dottori G. Moretti e C. Chiolini. — Milano, l832 , presso Antonio Fortunato Stella e figH , coi tipi Bizzoni di Pavia, di pag. 704, in 16.°, con 6 tcwole. Prezzo per gli associate lire 8. 64 italiane ; pel non associati lire 10. 14. ]C ormano soggetto di questo trattato il cavallo , r asino , il mulo, le bestie bovine ordinarie, il bufolo, le pecore, le capre ed il porco; e I'istruzione rela- tiva a siffatti animali vi e preceduta da nozioni ana- tomico-lisiologiche intorno a' quadrupedi in genere, e seguita da un dizionario delle malattie piu comuni alle quali i nominati quadrupedi domestici sono sog- getti , e dalla sposizione delle principali misure e cautele da mettersi in pratica nel caso clie domini alcuna epizoozia o morbo attaccaticcio. II discorso che vi si tiene in particolare intorno a ciascuno de' sud- detti quadrupedi e conrlotto nel modo seguente. Rife- risce in prima la storia naturale del proposto qua- drupede , e ne accenna le differenti razze , occupan- dosi del modo di conservare e rendcre mig-liori le nostrane, e, rispetto alle estranie, insegnando all' agri- coltore cjuali sicn quelle che secondo i luoghi piu gli si alTanno. Espone poscia le rcgole relative al rinno- vamento della specie mediante 1' opera dclla gene- razione , al nutrimcnto ed allevamento della prole , al modo di addestrarla agli uffici cui puo essere ap- plicata, e di trarne quanto piu largamente si possa quel profitto che se ne desidera. Viene il discorso al suo termine coll' insegnare cjual governo conven- gasi agl' individui della trascelta specie di cpiadrupecli, nelle loro diverse eta e circostanze di vita , affinche si mantengano sani , ben acconci al lavoro , e ben pro- duttivi durante tutto quel tempo nel quale sono da 'natura abilitati a riuscu' fruttuosi. I5IBLT0TEC.V AGRAUIA.. 2l5 Dal sin qui dctto si scoige non essere nclP opera chc annunciasi dimenticato alcuii argomento ontle r agricoltoie crudir si poss.a e nella conosccnza , c ncl buon uso c governo de quadrupedi a lui van- taggiosi. E la tratlazione ti e dcgna di lode , attinta a Luone fonti, e, (jucl clie assai importa, accompa- gnata dalla descrizione delle pratiche di qiiesti nostri paesi ; essa e inoltre dettata con chiarezza e lacilita, ed ampia, senza amniettere supcrfluita, piii forse che non sia in alcnn' alti-" opera italiana d' ugual genere, e quanto all' importanza del soggetto si addice. La quale importanza apparira per noi in singolar modo notabile al riflettcre clic sc in tante parti dell' eco- nomia rurale sianio saliti ad alto grado di perfezione, in questa clie riguarda gli animali domestici ci tro- vianio in genere non solamente inferior! ad altri po- poli, ma sin anclie a noi stessi, clie ricca un tempo era 1" Italia di ben altre razzc di cavalli , di buoi , che non son quelle die in oggi le sono proprie. La do- mesticita , la mollezza del terreno e dell aria ed altre cagioni cospirano a snervare gli animali soggetti al- Fuomo, ed a corromperne le qualita, ond' e continua- mente mestieri che Tindustria e la diligenza si oppon- gano a qucsti danni, e per esse altri ottennero cio clie noi, trascurandole , abbiamo perduto. Ma se da' nostri agricoltori saranno ascoltati i giusti rimproveri clie gli autori del prcscnte Trattato piii volte loro indi- rizzano , se si arrenderanno a' loro consigli circa Tat- tendere con discernimento e con zelo al governo de' quadrupedi domestici, al non asigravarli di troppe fatiche , al compartir loro debite cure dopo il lavoro e in occasione di malatiia , al tenerli puliti, al trat- tarli con dolcezza , li vedranno al certo migliorare e come in passato prosperare. Si puo persino asse- rire clie non solo i bruti ne diverranno migliori , ma anrlie gli uomini, e a dimostrarlo basti esporre sot- t' occliio un quadro di cio che in certi luoghi avvic- ne , e di cio che per lo meglio vi potrebbe avveniie. Vedcte una stalla bassa sicchc I uomo mal vi si tienc 2l6 BIBLIOTECA AGRARIA. diritto, scarsa di luce, senza ventilazione ; immondo albergo d' immondi animali ; eccessivamente calda per gli esseri die vi son dentro , e talvolta fatta piu calda ad arte con lasciaivi mucclij di concime fermentante : in essa nel verno si affollano gente d'ogni sesso, d'ogni eta , persino i lattanti vi sono condotti , e forse i figli medesjmi degli opulenti proprietarj di que luoglii : quanti danni e fisici e morali ne vengano da siffatte congreghe ognuno sel pensi. Vedete da un altro canto un garzoncello che , senza essersi presa alcuna cura di ripulirli , conduce a pascolo un branco di giovenchi , Ji maltratta , li pcrcuote , inveisce con irose parole contro di essi coine contro oggetti non pregiati ma odiosi ; rudi ed aspre costumanze che ritorcendosi a danno di clii le pratica ne vanno continuamente deteriorando le morali qualita. Ora siipponete che le stalle sieno alte , ben costrutte , luminose , e Y aria di tempo in tempo ne venga rinnovata-, che le bestie ivi allog- giate sieno mantenute pulite e monde, che ogni soz- zura non appena comparsa ne sia tosto rimossa: sup- ponete che il giovine mandriano sia stato avvezzato a rendere ognor pulito , ad assistcre con ogni cura e soUecitudine , ad accarezzare e proteggere il be- stiame aluiaffidato; e tosto vedrete cangiarsi di tristi in buone le morali influenze che all' uomo derivano dal convivere con altri animali. Pur troppo gU uomini impiegati alia custodia ed al go verno de' bruti si veggono sovente pronti al vizio e al delitto ; ma di cio quanto rimprovero non dovrebbe farsene a' pro- prietarj ed affittajuoli, i quali nell' opinion fallace in cui vivono di non esser tenuti a conipaitire alcuna ciura morale a que' loro soggetti, gli abbandonano ad ogni rea influenza della lor condizione. Ma troppo ci siamo dilungati dal nostro argomento , al quale faremo ritorno per dire come 1' opera de' si- gnori Moretti e Cliiolini sia corredata di sei tavole at- tencnti all istoria naturale del cavallo , alia dimostra- zione di sue proporzioni, ed al modo di conoscerne BIBLIOTECA AGRARIA. 2I7 in ognl tempo dai denti 1' eta , siccomc hanno insegnato le belle osservazioni del Pessina. GU aiitori non si trattengono a parlare de' sorci , del cotiiglio , del cane, del gatto , dei polli, lontani in cio dair esempio di altri scrittori di cose rustiche, non sembrando opportuno , dicon essi nella prefa- zione , di metter tempo e spazio in oggetti cost triviali^ Noi pero non approvianio questa loro trascuranza , segnatamente per quanio essa riguarda quella che il buon Lorenzi cliiania greggia del corlile (i;. Chi non conosce infatti la grande utilita del buon governo de' galliiiacei e palmipedi domestici , e chi non sa a quali importanti quistioni agrarie (2) alcuni di essi porgano argomento ? Se gli autori si fossero occupati anclie degli animali domestici ultimamente espressi , la loro opera poteva intitolarsi Trattato de' quadrupedi e volutin attenenti all' economia rurale : 1' attual titolo di Trattato de' principali quadrupedi domestici utili air agricoltura ne dispiace , perche in esso si discorre delle capre e d' alcuni altri quadrupedi clie sono a dirsi all agricoltura piuttosto nocivi che utUi; che se si volesse aver riguardo all' utilita che viene da' loro escrementi , altri animali non menzionati nel Trattato dovrebbero fame parte. (i) Coltwazione de'' monti. Cant. II, st. 127. (2) Serva d' esempio la quistione sui piccionl vaganti di cui piu volte si e discorso ia questo Giornale. APPENDICE. SCIEN^^E, LETTERE ED ARTI ITALIANE. LETTERATURA E BELLE ARTI. La Field Filiale. Frammento inedito dl Vincenzo Monti. — Milano, i833, tipografia Lampato. J. erigi racconta a Malvina come, guidato dal fido cane, trovasse la propria madre in un ricovero sotterraneo , dov'ella aveva fuggito il nemico, e dove il nemico Taveva sepolta facendo della sua casa un mucchio dl sassi. E gia siam presso al sotterraneo loco , Gia la cliiamo , gia par che mi risponcla. Oh momento ! il rnio core era di foco E tremava ad un tempo come fronda. Apresi il varco alfine , alfin piii cliiara Mi vien la voce lamentosa e cara. Precipitoso per la data porta L' impaziente mia pieta mi caccia , Grid ando ^ o madre! e gid la tengo (ahicoita Immensa gioja ! J fra le calde hraccia. La dolorosa omai tra viva e morta Al suon della mia voce alza la faccia. Mi guarda, mi conosce e, messo un grido. Cade spenta dal gaudio , ed io V uccido ! Oppresso dal dolore ( egli prosegue dicendo ) uscii d'ogni senso , ne so dire c£uello che allora fosse di me. Al risen- tirmi mi trovai circondato da molti dolenti, e cercai della madre. Essa era stata gia trasferita in un povero tempio lasciato illeso dal furor dei nemici. Quivi io stetti presso di lei tutto quel giorno e tutta la notte vegnente : nella quale la cara donna mi apparve e mi conforto con pru- dent! consigli. Venuto poi il mattino, KVV. PARTE ITALIANA. 2I9 Pietosamente in parte erma e romita Ne recnmmo la spoglia, e anch' io ne tolsi Su queste spalle il peso , alle sante ossa Anch' io scavai con queste man la fossa. Io la cahii Id dentro ,■ 10 sovra il letto Deir etcrna quiete la composi , Delle man giunte le fei croce al petto , E i fior mesti di mortc al crin le posi ; £ dato il lungo estremo sguardo, e detto L' ultimo addio , su i santi e preziosi Membri gittammo della terra il veto , Pregando all' alma eterna luce in cielo. Oh Mcdvina ! al cader delle versate Gementi zolle sul materno volto Qual mi movesse assalto la pietate Alle lahhra d' un figlio il dirlo e tolto. Cosi sparir vid' io , lasso ! le amate Sembianze , e ancor le veggo , ancora ascolto Il ciipo suon della terra che piomba Su quella fronte , e dentro mi rimbomba. II molto afletto di questo episodic, e la bellezza dello stile e del verso con cui e condotto daranno forse a qualcuao materia di utili considerazioni. Noi intanto vogliamo saper grado al cav. MafFei d" averlo fatto di pubblica ragione. Glielo donava gia il Monti siccome pegno di amore e di stiina : ed egli Io dedico con bei versi all' illustre signore D. Antonio Mazzetti esultando nella sua promozione alia carica di presidente dell' eccelso I. R. Tribunale d'Appello generale di Lonibardia. Egli vivendo N' era a me liberale , ed io che sempre Come un sacro li tenni ed immortale Pegno d' amore , a confortar li reco II tuo nobile spirto ^ e loro appresto Era tanto di saver patrio tesoro Che buon giudice aduni, inclita sede. A. 220 APPENOICE Elogio di monsignor Gabrio Maria Nava , vescovo di Brescia, pronunciato dal professors don Pietro Zambelli nelV Ateneo di Brescia il i5 luglio i832. — Brescia, iSSa, tipografia del Pio Istitutb in S. Barbara. Memorie intomo alia vita del sacerdote Carlo Stefa- nini di Alzano , scritte dal professore abate Gio^ vanni Finazzi. — Bergamo, 1882 , coi tipi di Luigi Sonzogni. L'iilustre prelato nell' area de' suoi antecessor!, e I'umile ministro iiel cimitero della sua villa , ehbero da questi due giovani sacerdoti , gia chiari pel molto sapere e per la integrita della vita , un giusto U'ibuto di lodi : non quale si concede per abitudine ad una tomba cjiialunque , ma quale il cuore libero da ogni speranza lo suggerisce all'in- telletto libero da ogni superstizione. Percio , sebbene ne il Nava ne lo Stefanini fossero tali uomini da destare nella loro morte il lutto d' Italia, meritano questi due elogi di essere tolti alia letteratura municipale e coUocati nel posto piu elevato de' nobili sentiinenti. S' aggiugne a que- sto , e lo avvalora , che quanto meno il soggetto poteva toccare la comune attenzione , tanto piu cercarono i due scrittori di conciliarsi il favor del lettore coUe grazie deUo stile , coUa perspicuita e colla scliiettezza della narrazione. Tuttavia diversa e la loro maniera. II Zambelli doveva parlare ad un venerando consesso d'uomo innalzato ai primi onori del sacerdozio, la cui vita si rannodava per qualche filo alia storia procellosa dei tempi. " Allorche cadute d' ogni parte le armi e le >t forze dei Francesi in Italia con rischio e danno gravis- » simo di clii fosse anco solo in sospetto di lor partigiano )i o fautore , rimanevano molti de" lor soldati infermi nello » spedale di S. Ambrogio , senza amici , senza appoggio , >/ senza soccorso , in odio ai cittadini pei passati trionfi, }> e in ludibrio per le recenti sconfitte. II Nava noa ascolto » die i dettami del Vangelo e i moti pronti e magna- }> nimi del suo cuore. Dedico ad essi di e notte piii mesi, 11 e con pericolo di contagio 1' assistenza piu generosa : ti provvide di alimenti, di medicine e d'ogn'altro sussi- /; dio alia loro necessita : da se solo per alquauti giorni PARTE ITALIAN!. 22 1 u sostenne il carico di tanti infelici clie ebbero a ricono- 1/ scere unicamente da lui ristoi-o e salvezza » Frattaato cgli onorava la religione , troppo a que' tempi » d' ebbrezza e di corruzione nialtrattata e vUipesa , con- t> ciliava venerazione al sacerdozio anco ne' suoi piii im- » placabili detrattori : e qnanto a se compensava i tortl " e gli oltraggi , die dal furor di parte , dalla discordia >i delle opinioni , da una vendetta lungamente repressa si >i comniettevano allor fra noi contro la giustizia e T uma- » nita. Percio venne in altissima stima presso gli uomini » d' ogni setta e d' ogni credenza : fu tenuto in grande >/ onore dal suo arcivescovo Visconti die sempre lo ebbe »/ in conto di fidissinio consigliatore ed amico , e seco il » trasse al comizj di Lione, come assai degno di rappre- » sentarvi il clero delf anipia sua diocesi. Percio ivi ancora » apprezzato e contraddistinto da lui die fu si accoito a )i discernere il merito e si regale a ricompensarlo , e die >i fin d* allora lo destino a piu elevate funzioni , come poi » fece , allorcbe morto il nostro ottirao e sventurato ve- >i scovo Nani, lo elesse a succedergli , aggiungendovi ti- i> toli e pensioni di elemosiniere , di l^arone e di com- » mendatore della corona di fen-o » ( pag- lo-ii )• Lo stile del Zambelli piglia quindi certa dignita dalla scena die il suo personaggio deve traversare e dal luogo in cui egli deve narrarlo : la grandezza degli avveniraenti lo rende grave e assentito : assume talvolta T importanza della storia e la somiglia. Oltrecbe e forse della sua in- dole , per quello die dimostrano anclie altri suoi lavori, r amare di preferenza nelP arte della parola quel genere die in pittura direbbesi il genere finito. Per questo ci si vede ogni pensiero lungamente meditato , scelta tra molte ogni parola , ogni periodo armonizzato , ogni periodo die annunzia quello die lo seguita , una perfetta corrispon- denza del tutto colle sue parti , un ordine , una compo- stezza , una attiliatura sottilmente cercati , in fine tutte le preparazioni dell' arte e tutto reffetto dell* arte stessa. Certo questa e una bella manlera , in cui prevale la luce al ca- lore . la grazia alia forza , la seduzione al rapimento , r affetto alia passione , e forse 1' unica da impiegarsi in siniili argoinenti e in simili congiunture per non dare nelle ridicole csagerazioni di cui pur troppo s' innondava la 222 ATPENDICE vecchia letteratura italiana, e per poter presentare nella sobrieth e nelP aggiustatezza del dire un certo aspetto di venusta. L' autore cosi facendo implora grazia al siio sog- getto e r ottiene. II Finazzi al contrario si studia di comparire semplice e disadorno come 1' umile persona cli' egli prese a descri- vere. Un ottimo sacerdote che imjjiego qua»i tutta una lunga vita di 89 anni nell' educare la gioventu alia lette- ratura classica latina , nella quale egli s' era pienamente introdotto , che cerco di affidare le meraorie de' siioi studj a qualche ode e a qualche epigramma , e clie, unico pre- mio e forse unica lode illnstre, ebbe dal Pontefice Leone XII, cui aveva umiliato alcuni suoi versi , una medaglia inci- sovi il ritratto del ponteiice stesso , della quale ei si te- neva uomo beato. Vita necessariamente di modestia e di pace , d' una utilita non apparente , d' una virtu quasi se- greta , simile a certi fiorellini senza colore che profumano inosservati il sentiere d' un giardino. E percio che il Fi- nazzi col suo stile sta cercando certa disinvoltura, certo andare corrente e sprezzato quale stima addirsi al suo ar- goraento ; ed egli pure lo trova quale 1' arte puo darlo. " Fu di persona ( lo Stefanini ) proporzionata e grande , " faccia ebbe ampia e maestosa , le ciglia folte e nere n copriano due occhi assai vivi , che d' ordinario , quasi V a segno di sua modestia , tenea socchiusi. Al primo ve- » derlo ti sareblie paruto di leggergli in volto e in tutta » la persona quell' amabile semplicita e quell' ingenua bo- » narieta, di che erano, a cosi dire, improntati tutti i » suoi modi e portamenti. Alia dignita della persona cor- » rispondevano dentro le doti dell' intelletto e del cnore. >i A chi avesse usato con lui sarebbe di leggier! paruto j> lui essere quasi senza passioni ; tanto si mostrava si- yi gnore di tutto che puo turbar 1' anima. Sempre parco >i e modesto ne' suoi desiderj non oltrepasso certo i limiti '> del necessario nell' uso de' benl di questo mondo ; e in » questo puro necessario egli trovava quella plena soddi- y> sfazione, clie altri non trovano diguazzando entro al » so^ierchio. Oh quante volte nella sua povera cucina se- >' duto al suo povero deschetto fu udito sclamare : che » tanto gli sapeva una rapa cotta alio stecco sull' umile " suo focherello , cpianto appena poteano ai piii doviziosi » le loro laute imbandigioni ! Parea superiore a tutti gli PARTE ITALIANA. 223 >i uiiiani afl'etti, come a tutti i timorl. Libero ma senza » licenza , semplice ma senza bassezza , modesto ma senza )/ afTettazione. Amorevole e cortese piegavasi facilinente » agli altrui desiderj , ma non conoscea la falsa coiiipia- » cenza, non il rispetto vimano. Di una schiettezza e )> lealta senza pari non sapea pure immaginarsi , che al- >i cuno potesse infingersi o usargli doppiezza. Amo il si- )/ lenzio, e dov' egli avrebbe potuto pronunciare Tautore- >i vole suo giudizio , piii volontieri udiva T altrui , e non >i avrebbe per se quasi mai mosso alcuii discorso, se o }> la necessita dell' addimandare , o la convenienza del ri- ji spondere non lo avesse invitato. Cio nondimeno ove II roccasione il porlava, e massime in compagnia di amici, » sapea coudire il discorso di sclierzi saporidssimi e con » piacevolissimi modi riusciva propriamente V uoino nella « conversazione amahile ( prov. i8, 24). Nessuno potea » niostrare col proprio esempio , piu di quello cb' egli » facesse , il vero di quella sentenza di S. Clemente Ales- >/ sandrino ( strom. 1- 7 ) che la vita del perfetto cristiano » e una condnua festa ( pag. 3i , 3a )• " II lettore di questi due scritti trovera certamente piii afFetto in quello del Zambelli ; e la ragione ne e cbiara. II Zambelli conoljbe di persona F egregio prelato di cui voile raccontare la vita, ebbe il suo consiglio , il suo favore, la sua benevolenza; il Finazzi al contrai-io altro non espresse dello Stefanini clie cio die gli ventie di lui per udita da quelli elf ebbero la sua dimesticliezza , o cio cbe pote ri- cavare dai poclii componimenti da esso lasciati : ed e ben altro il ritessere la vita d' un uomo sulle proprie memorie e sulle proprie affezioni dal far si ministro degli afFetti e delie memorie altrui. Lo stile s' infiamma o s' illanguidisce a seconda delle impresstoni , e s" impronta del soggetto piii o meno felice. IMa sia qual si vuole la diversita letteraria, die il caso piii ch" altro opero su questi due scritti , egli e certo che in tutti due si vede una uguale professione della reli- gione die aina e cbe perdona , de' sentimenti generosi , delle nobili idee , della moderazione e della concordia :, in tutti due uno spirito elevato , ricco di dottrina , adorno dalle gentili discipline ; in tutti due un ardente desiderio di ri- cordare nei mezzo d' un mondo cbe dimentica, e di far amare la virtu , se tanto e possibile o per quanto e pos- sibile , anche con questo premio postiuno delle lodi sincere. 224 APPENDICE Belli, non v'ha dubbio , questi elogi per quello che sono, pill belli ancora per quello clie promettono. Proraettono dei loro autori che in qualunque condizione della vita ei sapranno far venerare e render fruttifero il loro sacro ministero, o persuadano la virtii e la religione colla parola viva ed eloquente , o educhino la giovinezza agli ottimi studj , o prendano parte piu attiva nel mondo mescolandosi ad esso e, ne'varj bisogni sociali , diventando utili cittadini. Se ci sieno ancora puristi non so ; intendo di quelli d'una volta, che della grammatica facevano il loro brevia- rio ; se a caso pero ce ne rimane alcuno , cjxiegli trovera forse a ridire su qualche iuogo e forse lo notera di ne- gligenza o di non cnranza delle leggi che 1' osservare o il trasgredlre e per lui unica lode ed unico biasimo. Ma di questo io non ardisco parlare. Piu comune sara la cri- tica e per avventura piii vera e piii importante, che e nello stile dignitoso del Zambelli e nello stile semplice del Finazzi T artificio sia troppo o almeno troppo si ma- nifesti. Ma e qiiesta pure piii ricade sull' argomento che sugli autori ; quando piccolo e il campo I' arte e necessa- riamente costretta di rigirarsi intorno a se stessa con qual- che apparenza di vanita. Ma abbiano questi due egregi scrittori un grand' uomo o una grande passione da espri- mere ^ lasciando allora certi modi di scuola e d' accademia assunieranno forme insolite , nuove , estremamente signi- ficative ; il loro stile commosso avra allora quella rapidita, quel calore , quell' improvviso che forse ora si desidera. Gli scrittori debbono molto al loro ingegno e al loro sa- pere , molto ai tempi e alia felicita dell' occasione. ^ Del Tremuoto avvenuto nella cittd e provincia di S. Remo I anno i83i. Rclazione dell intendentc Alberto Not A , cavaliere delV Ordine civile di Su- voja, accademico della Crusca , dell' Accademia reale delle scienzc di Marsiglia , della Poudf. di S- Liica , della Labron. di Livorno , delV Ateneo forlivese , ecc. — Piherolo , 1882, tipografia di Paolo Ghighetti con permissione. In Torino si vende dai librai Picco e Reviglio , in Geneva da Gravier e Doria. Si e gia detto altre volte dalla Biblioteca italiana che la coltura delle scienze e delle lettere non nuoce punto rARTE ITALIANA. 2^5 air esercizlo di piibbllci u.Ticj ; ed anzi giova mirabilmente ad illumiaare 1' intellctto e a dargli una ginsta direzioue nella trattazione di qualunque materia sia ecouomica , po- litica o di ragione civile. Di clie e fra gli anliclii e fra i iiioderni sono taati gli esempi ch' ei sareblje inutile il fame discorso , se non fosse per iniporre silenzio a fjuegli invidiosi uomini poveri per lo piii d' idee e di raziociaio , a' quail pare soverchio di per se il solo peso d' uii inipie- go, ed avvisando dover essere in tutti la loro pociiezza , vanno gridaiido : essere Incompatiblle con le cure d' un iiiagistrato o di una qualunque civile professione gli stud] filosofici ed ogni altra liberale disciplina. Quindi vorreb- bero dar Ijiasimo o ridicolo a coloro i quali dotati d' una mente chiara e capace di vasti concepimenti hanno data opera negli anni di loro giovinezza a procacciare dovizia di cognizioni in questa o in quella parte dello scibile umano, impiegando in cio quelle ore che i loro detrattori sogliono dispensare (a riposo delle allegate gravi loro fatiche),nei giuochi, ne' banclietti e in altri svariatl passatempi. Eppure 1' esperienza ne fa vedere tuttodi die gli uni , benclie esclu- sivamente applicati alle cose dal loro ufiicio dependenti , non riescono in esse clie iiiediocrissinii : incerti nelfoperar checcliessia, sudanti, anelanti per ogni iiienoma novita, inetti poi al disbrigo di dilicate faccende , per poco che alia loro corta veduta pajano diflicili o complicate : dove gli altri ricchi di buona suppellettile , e col luiue di una Sana logica procedono sicuri in ogni operazione ^ e qua- lunque cosa sia da essi divisata od intiapresa avra quel- r ordine , precisione e chiarezza che porta 1' impronta del vero sapere , e induce approvazione e convinciniento. In Italia , a dir vero , non furono mai scarsi uomini cosi eletti : il solo Piemonte molti ne puo noverare nella eta presente, i quali addetti a publ^lici servigi dello Stato, eziandio in alte maestrature, ovvero esercltando I'avvoca- tura ed altre nobili professioni , attesero in pari tempo ad ingentilire il loro spirito col corredo di piu ragioni di dottriua e di lettere : di ctie ne viene loro doppio merito di lode e niaggior lustro alia patria. Ne sono prova vi- vente fra gli altri il conte Prospero Balbo (i), un Luigi (i) IMinistro di Stato , jiresidente della bezioae di iinanza ncl consiglio di Stato. BtbL hal T. LXIX. iS 226 APPENDICE Colla (i), un Deguljernatis (2), un CibrarIo(3), nn Man- no (4) e finalmente Alberto Nota (5) de' qiiali tutti piii volte ebbe a fare onorevole nieazioae questo giornale : ed era piu specialmeiite delT ultimo iie conduce a parlare la relazione del tremuoto da noi annunziata. Tutti sanuo die i progressi fatti da questo scrittore nella letteratura drauimatica , e per cui e dagl' Italian! e dagli stranieri viene riputato il primo de' viventi comme- diografi non gli furono niai d' inipediniento all' esercitare iiHportanti cariclie ed uflicj ; e come iu S. Remo appunto eve fu Intendente per molti anni sieno ricordati i benelizj e i vantaggi ottenuti da quelle popolazioni sotto la pateroa dl lui amministrazione. Basterebloe per tutti Taver fatto derivare da lontane sorgenti acqua viva , salubre ed all' hoadante clie per mezzo di opportuni canali raette a quattro pubbliche fonti nella citta capoluogo; citta popolosa di 12000 abitauti , i quali erano costretti a here acqua li- macciosa o di cisterne. E questo divisamento di tanta uti- lita teutato invano le raolte volte per lo innanzi, chi '1 crederebbe ! costo alio stesso sig. Nota amarezze , contra- rieta e persecuzioni sostenute con istraordinaria costanza, e vinte finalmente per la sovrana giustizia. Ed essendosi poi nella primavera del i83i fatlo sentire quel terribile tremuoto^ dalle cui replicate scosse furono per lungo tempo atterriti gli abitauti di S. Remo e dei vicini comuni (6) , poicbe il sig. Nota si fu adoperato coa jnstancabile soUecitudine affrontando eziandio gravi peri- coli, nel visitar Ic rovine, secnrar le famiglie e provve- dere ad ogni emergente , raccolti tutti i particolari della catastrofe , ne distese la citata relazione intitolandola a S. M. il Re Carlo Alberto. (1) Giureconsulto de' piu classici del Pieiuonte. (2) Segretario private ed arcliivista di S. IM. (3) Sostituto al procuraror generale di S. M. (4) Primo officiale uel ministero dell' interno. (5) Intendente della citta e provincia di Pinerolo. (6) Ci viene significato da Geiiova che la sera del 4 dicemlire p.* p.°, alle ore due e un quarto italiane , furono quelle po- polazioni spaventate da nuove scosse , le quali siccome le pre- cedute si provarono piu veementi nella citta di Taggia e iu Castellaro , che altrove, il che fa credere clie il centre dflPazioae terrifica sia nella valle che separa i due luo^lii suddetti. Veggasi la parte 3.^ § 2 dclhi reUiione stessa.' ... PAKTE ITALIAN A. 227 Si divkle ijnesta in tre parti. La ];)rlma conticne la nar- razione de' fatti. Nella seconda sono descritti i fenomenl die piecedettero od accompagnarono la meteora. Nella terza , premesse varie osservazioni gealogiclie , discorre raiuore per coagetture , e secondo il parere di lisici ac- creditati sulle cagioni di tale perturbazione. Credianio noa sarii discaro a' lettori del nostro giornale , c!ie noi trascri- viauio un qualche brano della prima parte di qiiesto dili- gente lavoro. II principio della narrazione e il segueiite : 0 Giovedi, a di 26 maggio, ed alle ore 11, 25 (i) del mattino , preceduta da un gran fragore sotterraneo, come se piu carri si strascinassero ad un tempo gravati di la- mine ferree , si seati in S. Remo una forte scossa di tre- niuoto con perciissloni verticali a cui succedette una pro- lungata onduiazione : duro il tutto, secondo I'avviso dei pill atienti , 14." (2). " Traballarono ad occlii vcsgentl i campanili, le case e gli edificj pill sodi ;, nientre un denso iiebliione , forse di polverio, si soUevava dalla terra sxjpra i tetti. >i Era quel di giorno di fiera •, ma appeaa cessata la scossa clie teneva aggbiacciati e stupiditi gli animi , il chiudere le botteghe , levare i bancbi , aHastellare mercanzie ed av- vacciarsi alia rinfusa merciai, rivenditori ed accorrenti pei* uscire di citta fu 11 fatto di pocbi momenti. Cosi gli abi- tanti in gran numero e ngiati e poveri, sani ed infermi , vecclii 5 donne e faiiciulli trarre da ogui parte mandando disperate grida : slam rnorti , e correre tremanti le strade, e con rotte parole gli uni e gli altri interrogarsi a viceuda: altrl intanto con cestoni di provviste, akri con materasse e lenzuola sulle spalle fuggire alia campagna o alia mari- na; cjuali montar sovra navicelle, e quali attendarsi sotto «< (i) Cos! segnava in quel punto uu esarto oriuolo solare; benrlic gli orologi di camera e que' di tasca indicassero ore II. 3o' o 33'. « « (2) Quanto alia sua direzione, il signer G. B. Giordano mae- stro di nautica , il quale registra da molti auui tutte le varia- zioni atinosferiche , mi assicuro clfera queUa stessa del Meridiano inagiietico, ossia N. N. O.-S. S. E. e da lui osservata jiarimente uelle scosse degli anui 1807 e 1818. Ma su questo particolare fd alQ-esi iutorno alia durata dello scuotinieiito discordano afi'atto tra loro le relazioni clie mi sono pcrvenute da varj liioglii della provincia ove fe'' maj:^ior inipeto la nieteoia. » 228 ArPENDICE vecchie vele o trabacche , o ricovrare entro ahbandonate capanne , taluni commettere assi e farne tavolati a riparo , i pill miseri stare a cielo scoperto. Regnava nella citta un tetro silenzio , interrotto soltanto qua e la da' replicati colpi de' martelli de' muratori , o dal romore degli atter- raraenti che in varie strade a sicurezza de' passanti erano stati prescritti. Condottosi il sig. Nota il di 28 appena seatita una nuova fortissima scossa nella citta di Taggia , e quindi a Castellaro , ecco come descrive la sua visiia in quest' ul- timo luogo. t< Valicato il fiume a guado , atteso la rottura del ponte, ci conducemmo all'altra riva per salire a Castellaro. Fa- cevano velo al sole densi vapori*, non si seiitiva spiro d' aura die movesse foglia all' iniorno ; ed all' incontro un ambiente infocato ne opprlmeva il petto. Si udiva di lungi un cupo rombo che pareva di tuono e non era : e con tali accompagnature e con la mente plena delle cose ve- dute , e preparata a piu tristi, pervenimmo nella terra: e qui ogni descrizione vien meno al confronto del vero. Le case distrutte ed agguagliate al suolo erano in numero di cinquantadue : altre quarantanove minacciavano immi- nente rovina. La chiesa parroccliiale situata in una piaz- zuola suUa niaggiore eniinenza del luogo ebbe quattro forti spranghe spezzate : una di esse fa spinta dalT iinpeto fuori del niuro ove era conliccata. Rotta vedevasi la facciata di alto in basso , fessurate e malconce le altre pareti. Una voluta d' immenso peso , spiccatasi dalla sommita dell' at- tiguo campanile, si era rovesciata sul tetto della chiesa e ne aveva sfondata la volta. Simili guasti presentava la vi- cina chiesa dell'Assunta di cui fu interamente atterrata la sagrestia. Parimente un oratorio piii discosto , detto di Lanipadosa , ebbe e spranghe spezzate e muri spaccati ed altri gravissimi danni; di sorta che niuna delle tre chiese potendo servire a' divini uftizj egli e forza che il popolo si raccolga entro una cappelletta intitolata a S. Bernar- do (i). Rovinate erano le case canonical! ; pericolose per a (1) Si avverta che questa Menioria fu scritta al fine di luglio io3i, e COS! ]5rima che con le sovvenzioni del Governo e la cooperazione de' popolani fosse provveduto al riparo delle sacre fabbricJie. » PARTE ITALIANA. 229 !« rottiire o gli sfendimenti le abitazi'oni di propricta del sig. preposito SifTredl , quelle del sig, Anselmi sindaco , del sig. Anialdi scgretario del Comune , e una de' signori marcliesl Geutile di Genova. Sul piano della parroccliia , come altresi sul declive del colle verso ponente vedeasi in piu luoghi dove aperta di fenditure, dove screpolata la terra : e si fu appunto in quella parte che la meteora fece piu orribile strage : qua e la ripari murati e di so- stegno si erano scliiantati e giu precipltati nella valle. Nelle case non ancora deaiolite si vedeano porte ed iin- poste svincolate da' cardini , svelte inferriate , logge e tetti slogati , muri sconnessi e pendenti a' quali facevano spa- ventoso pnntello i gia caduti : per ogni dove ammassi di pietre , di mattoni , ingoail^ri di rottauii e calciaa. Tutto- cio vidi io stesso quel di 28 , mentre ad accrescere il do- lore ond' io co' miei compagni eravamo compresi , ci si fece incontro il venerando parroco accompagnato dagli squallidi e tremanti suoi popolani ; e tutti con suppliclie- voli voci e con lacrime rimostrandoci chiusi i sacri templi, qua e la nuovi danni e nuove rovine , chiedevano soUievo a tanto disastro , per cui cinque persone erano rimaste sepolte, sedici altre piii o meno gravemente ferite o per- cosse, e la gente niisera priva di teito e di pane era co- stretta d' andare limosinaudo in altri paesi. « Era quivi, il di 26 inaggio , avvenuto un caso vera- mente lagrimevole e degno d^'essere ricordato. Una Maria Antonia Vivaldi puerpera di due giorni aveva richiesta una sua arnica per nome Caterina Anselmo , die volesse venire per poco a sovvenire di latte il suo parto. Accorse questa al pietoso ufficio lasciando nella propria casa una sua bambina di due mesi e mezzo: quando, rovinata dal primo squasso la volta della stanza ove erano le due infelici madri, entrambe le scliiaccio unitamente a Dome- nlco Ferrari suocero della Vivaldi ; e il bambino a cui aveva fatto di se stessa riparo la misera Anselmo , fu tratto salvo di sotto alle rovine, ed alia presenza dell' atterrito popolo battezzato in suUa piazza dal parroco. Nello stesso istante s' era pur conquassata la casa dell' Anselmo; e voile la Provvidenza clie sola resistesse al croUo e restasse illesa la camera appunto ov' era la bambina. L' uno e r alira de" due lattanti privi di madre e di ogni soccorso feci portare ia S. Uemo, oyc io co' miei compagni mi a3o APPENDICE ricondussi la sera stessa;, e il di seguente li raccomanJai a ricovero ncU' ospizio di Oneo^lia. " Pinacoteca del pnlazzo reale delle scienze e dclle arti di Milano, pubblicati da Bllchcle Bisi inclsore , col testo di Robustiano Gironj. — Milano , 18 la- i833, dair I. Pi. Stampciia, votwni tre in 4.° gr. Prezzo ital. lir. 484. La stessa in fol. gr. lir. 868. Magnifica cdizione. Coi fascicoli 60, 61 e 6a or ora pubblicati termina questa grandiosa coUezione , di cui gia da lungo tempo Jjramavasi il compimento. Essa pero non e della natura di quelle opere delle quali dar si possa Tanalisi o 11 suiito. Per cp.iesta ragione non altro noi faremo die riferirne qyi le parole degli editori nella Conchisione che sta in fine deir opera stessa. " Con questo volume ( il terzo ) cliiit- desi r opera da noi intrapresa e felicemente condotta a termine sotto il titolo di Pinacoteca del palazzo reale delle scienze e delle arti di Milano. Le dipinture rappresentate e descritte in questa coUezione sono ben dugento quarantotto. E certamente far dee maraviglia come quest' I. R- Pinaco- teca, ch' ebbe principio solo nel i8o5, giunta sla nel vol- gere di non molti anni a tanta dovizia ed a s\ grande in- cremento che oggimai puo per ogni diritto gareggiare colle pill cospicue d'Enropa. Ne pero tutte nei nosiri tre volumi comprese sono le dipinture delle quali va ella adorna e fastosa. Clie anzi ci fu d' uopo ommetterne non poclie , perclie o meno pregiabili ripetizioni d'un medesinio aii- tore , o rappresentanti paesi , ritratti , animali od altre cose silFatte clie non bene renders! poteano ne" semplici contornl con qualche indicazione di chiaroscuro , nel ine- todo cioe col quale e condotta tutta 1" opera nostra. D'al- tronde nel Prospetto circoscritti ne avevamo i fascicoli al solo numero di cinquanta. Crediito percio avremmo di mancare alle annunziate condizioni di troppo oltrepassando il nujiiero cola divisato. " Ma le ricchezze della stessa I. K. Pinacoteca vengono ogni anno aumentandosi merce della munificenza dell' Au- gusto nostro Signore 1' Iinperatore e Re Francesco I e merce ancora delle permutazioni che da questa I. R. Ac- cadeiiiia di belle arti ad oggetto di accrescerae pure la PARTE IT.VLI\NA. 2 j I preziosa suppcUettile praticar soglionsi colle tavole (Uipll- catc. Per tal modo vien ])ure a liempiersi 11 luogo lascia- tovi da hen qnaranta quadri che per atto generoso del medesimo nostro Sovrano restituiti furono agli Stati Poa- tificj dond" erano provenutl. Laonde cosi crescendo ognor pill il numero delle opere , verra forse un tempo in ciu pubblicar potremo un quarto volume di supplimento ai tre gia pubblicati ; e teniamo per certo eh' esso dagli studiosi deir arti Ijelle sara non meno gentilmente accolto. n Quest' opera per tanto e in tre volumi distiata: le pit- ture poi sono in essa distribuite secondo la diverslta delle scuole. Nel primo contiensi la Scuola veneziana ; nel se- condo trovansi le Scuole varie, cioe la Bolognese, la Ro- itiana, la Cremonese , la Fiamminga, I'Alemanna , ecc; 11 terzo comprende la Scuola lonAanla. Ad ogni volume pre- cede un indice in forma dl tavola, o\^e annoA'erati leg- gonsi i soggettl delle pitture , e 1 nomi s\ de' pittori che degl" incisori , tra' quail , olti-e 1 plii distlnti allievi della scnola d' incislone di cfuest" I. R. Accademia , Incontransi i Garavaglia, i Rosaspina , gll Anderloni e 1 Bisi. Nelle de- scrizionl ebbesi cura di rilevare non solo le l)ellezze, ma 1 difettl ancora ne' qviali talvolta caduti sono anche 1 mae- stri piu Insigni. A pie dl paglna e In succlnto la vita di ciascun pittore , ed inoltre la provenienza e la dimensione delle dlpinture. Siccome poi alcune descrizlonl sparse qua e cola nelle diverse scuole non appartengono alio scrlttore nomlnato ne" frontispizj dell" opera ; cosi vennero esse a mano indicate coUa majuscola C, appartenendo all'egregio e coltlsslmo sig. prof. Luigl Cobianchi ch' elibe cortesemente la compiacenza di stenderle e dl prestarsi perche la coUe- zione avesse nn piu pleno e plii facile compimento. In una cosa pero non sapremmo cogli editori convenire. Eglino annoverato banno Calllsto da Lodi nella Scuola Ve- neziana. Ma non apparterrebb' egli per ogni diritto alia Scuola Lombarda , comecbe stato sla discepolo , o fellce imitatore del Tiziano ' Imperoccbe Calllsto ebbe a patria Lodi, ed ivl e nelle altre citta di Londjardia lascio le piii grand! meraorle del valore suo. E forse la plii stupenda delle sue opere e quella cbe conservasi nel gia refettorio de' Clsterclensi della citta nostra , e che rappresenta le Nozze di Cana , dipinto lodatissimo pel numero delle figure e per la vita ch' ei seppe in alcune di esse mirabilmeutc 202 APl'ENDICE infontlere. Perclie mai toglierlo ai Lombardi jier darlo ai Veneziani? S C I E N Z E. Utilitd della religione cattolica alia vita fisica e so- dale ilelV uomo, opera di Giambattista Pezzqli, ecc. tamo i.° — Venezia, 1882, lipogr. G. B. Bragolin a S. Marcuola, in 8°, pag. xxviii-38y. " Tolga altri a provare la verita della cattolica reli- gione; altri a difenderla dagli assalimenti de' suoi nemici; altri a raostrarla dal iato delle sue bellezze e di quel pregi che 1" immaginazione dell' uomo colpir possono^ clie me Tanimo porta ad ofFrire questo prezioso patrimonio celeste dalla parte on le 1' iateresse universale degli uomini qui in terra puo sentirsi commosso. >> In questi termini 1 autore dedicando questo suo lavoro a monsig. Squarcina, vescovo di Ceneda , manifesta il suo pensiero nel con- durre a compimento il lavoro stesso; o, come egli pur si esprime, questa e la sua inspirazione, questa la cosa in- spirata. E nel far cio V autore e di due cose in se me- desimo persuaso ; vale a dire che la mia ( inspirazione ) non abbia ad essere projezione di margarite ad immondi intdlettl; e che tanta copia di prove sia poi per piovermi della stessa materia tra le mani , da non aver gran fatica , se anche il mio non sara gran merito nel consumare I' as- sunta mia tesi. Questa tesi in prinio luogo cosi viene trac- ciata dair autore. •■< L'uonio, vuoi nel fisico, vuoi nel mo- rale, sente il bisogno irresistibile di una regoia , mediante la quale poter determinare la volonta in conseguenza di nn qualclie principio certo ed universale. Ora quest' aurea regoia ed infallibile ricevere non possiamo da altra parte die dalla religione riveiata, da che nessuna costituzione religiosa o filosofica e mai pervenuta a liberare il genere umano de' suoi originarj difetti ; la dove la religione ri- veiata o sia la religione di Cristo e la sola che di una maniera ammirabile combini e regoli i rapporti deile uniane passioni colla morale e colla societa , rivolgendo a bene- fizio dell' uomo quegli stromenti medesimi del libero ar- bitrio che la nuda ragione di lui potrebbe niettere ia opposizione a' sistemi naturali , morali e sociali , e ren- dere cosi I'esistenza fisico-morale dell'uomo un baratro di niiserie piii deplorabile del nulla da cui fu tratto. » PARTE ITALIANA. 233 L'inflitenza ell una tale religione pel fellce stato deirumana societa si avvera in priino luogo , secondo Tautore, /< nei tnisteri e nelle verita dogmaticlie , ove trova 1' uonio una scala magnifica e nobilissima die del firmamento fa sga- hello a' suol piedi , e trova altresi una scuola infallibile ed assidua che gli proliinga la vita , che gll perfeziona V organesimo , che gli allontana i inorbi , die lo rende felice in ogni politica e civile sua situazione, " Percio e niassima delT autore n che la religione innanzi a tutto tali dogmi alia credenza dell' uomo propone, die dal fango di cjuaggiii teaendo ( la spirituale sostanzii delP uomo ) sol- levata avvicinanla alle fragranze celestiali , e quindi dal niaggior suo corrompimento la salvano. » II nostro leggi- tore , al pari di noi , non sapra per avventura discoprire questa relazione tra i dogmi ed 11 sistema igieno-soclale dell' uomo , ma la mente dell' autore gli rlusclra abba- stanza chiara , la dove, parlando della fede , el dice « che il mistero non agita 1' anlnia , come la rlcerca dell' evi- denza la inquieta ; e anzi desso un riposo per lei; ed in questo beato suo ozlo altissinil spiega i vanni alia con- templazlone di cose inefFabili . . . . ed intanto nell' estasi deir anlma , oh come i movimenti e le funzlonl del corpo rettamente al loro finl cammlnano ! . . . Non plu a gorghi, ma a placidisslme onde 11 vitale principio per ogni sentlero fluisce della macchina anlmata : 11 polo espanslvo e gia 11 domlnante , ed 1 movimenti e gl' Influssl della vitallta dl- rigonsl dal centro alia periferia •, la qual dlrezlone e la pill felice e la piii salutare. " In conferma dl cio 1' au- tore si riporta alia sua opera - dell' antagonismo vitale. « Quindl, egll conchlude, ogni mal senso si tace, ogni do- lore si ammansa , le nervose propaggini per ogni confine dispiegansl , e dlssipano In tal gulsa i sensltivi e contrat- tili condensamentl. " Noi abblamo dl bnon grado riferlte le parole stesse e 11 ragionamento dell' autore, perche ineglio si rilevino le teorie fislciie e i termini dell' arte sua (egll e dlrettore del civlco spedale dl Ceneda ) , e )5erclie iasieme 1 nostrl leggitorl sieno partecipl della no- stra maraviglla In vedere con quale facllita una materia ^ dalla quale puo piovcre tra maid tanta copia di prove, coa una foggia dl raglonare , secondo noi, troppo astratta, troppo inicniperante e speciosa , le cose divenir possano, dlrem cosi 5 problematichc ;, e spinte ad uu' aerca raflinatezza. 204 APPENDICE La qual foggla tanto plu ingrata cl riesce perclie il me- tlesimo autore , allorche fatto accorto dal suo buon senno dispiUa sulle stesse materie con argomenti solidi e tratd da una logica la piu accreditata presso gli apologisti mas- simi di nostra religione, ci apparisce vigoroso e stringente, e sembra lien anco variare il tenore del suo stile. Nella parte seconda della sua opera il signor Pezzoli diinostra /' utilka fisico-sociale della religione cattolica nei precetti; a questo oggetto discorrendo rapidamente delle piu celebri legislazioni scopre in tutte il carattere della ini- perfezione, e ne concliiude u clie non possinmo non ri- correre alia rivelazione per trovare ua eseinplare eternale di leggi , die P intera felicita ed utilita dell' uoino coni- prendono , sia ne' suoi aspetti psicologici , che ne'uiorali, ne' fisici e ne' sociali. >/ L' autore ci va di mano in mano sviluppando questo principio con articoli parziali , come sarebbe su\ politeisino , sul giurainenio, sulla santificazione (lei di festivi, ecc; nel leggere i quali articoli ( e diciamo lo stesso della prima parte dell' opera ) da saggi di non volgare erudizione e profana ed ecclesiastica i ma per quanto questa medesima erudizione senibri a prima giunta lanciarlo lontano dal suo proposito , il filo del suo ragio- nare non e perduto giainmai, e il suo zelo per la catto- lica religione traspira a tutte prove. — Abbiamo al termine del volume un avvertimento , clie alia pubblicazione del tomo secondo di quest' opera sara dato per esteso Telenco degli associati : per lo zelo tipografico e perche 1' opera del sig. Pezzoli possa setnpre piii propagarsi^ noi gli bramia- mo, se non e troppo tardi , pel secondo tomo una edizione clie meglio convenga al merlto dell' autore, e ineno ingrata riesca a rlii per avventura non sa nelie stampe compatire il mediocre ed il coniune. Espeiicnze risguardnnti la scossn della rana sottornessa air influenza degli Elettromotori Voltaici, non eke i conduttori die fanno arco di comunicazione. Memoria dei signori Francesco Zantedeschi e Federico Ma- yer. — Verona, iSSa, dalla tipogiafia Libaiiti, di pag. 46. Due sono le parti di questa Memoria ; nella prima si a riferiscono i principali risultamcnti ottenuti dai Volta, ' PARTE ITALIANA. a35 Foler, Ruthfort, PfafF, Bellingeri, Marianini, Noliili, Matte- ncci e Namias ; nella secooda si arrecano i ritrovati degli autori, e sono : I. die i inuscoli separati dai nervi noii si contraggono sotto 1" influenza delta corrente elettrica, ma i soli nervi, i cjnali anclie da se maiilfestano quelle contra- zioni, die dispiegano in congiunzione dei nniscoli; II. die si devono aggiiingere ai quattro stati di sensibiiita nervea osservati dal Nohlli due altri, die sono il prinio ed il sesto di questa meinoria; III. die la contrazione nervea e origi- nata e dalla corrente elettrica risguardata come stimolante, e dalPattitudine die conservano le molecole de' nervi per rimettersi nella postura loro naturale od acquisita; IV die si devono considerare due stati neil'arco conduttore, T uno trnnsitorio, e Taltro permanente nel significato del Warianinii il primo dei quali appartiene a quella parte dell'arco, clie non puo venire alterata daH'azione cliiniica dei liquid!; ed il secoado alfaltra parte, che e immersa nei liquid! o vi e prossimaniente aderente. Gazzetta Eclettica di chimica tecnologica , di economia domestica e rurale , ossia Giomale delle cognizioni atili e dilcttevoli per ogni classe di persone compi- lato da G. B. Sembenini farmacista diimico. Vol. I puhblicato sotto gli anspirj e la direzioiie del nob. sigiior G. G. Orti dal dottor G. B. Berti socio di varie accademie. — Verona, i833. Se ne pnhblica un fascicolo al mese di png- 1 6 in edizione econo- inica a compaginazione stragrande. Prezzo annuale anticipato per Verona lir. mist. 4, franco per posta in tutti gli altri luoghi della vionarclda lir. 6 (*^. Air attivlta del signor Sembenini non basta la comj)ila- 7ione della Gazzetta Eclettica di farinacia da noi annunziata nel tomo 64.° pag. 389 di questo giomale, cli' ei voile ad essa aggiungere andie la compilazione di quest' altra Gaz- zetta Eclettica die adesso si annunzin. Trascesliere il meclio (*) Clii si assni ia auclie alia Gazzetta Eclettica di farinacia e chimica medica riniporto dflla quale e per Verona di lir. 6, per oli altri luo|ilii della luoiiarcliia di lir. 8, paga, rireveiidd cntraiulje le Gazzette etletticlie, sole lii". 9 iu Vcroua, e lir. 10 nei;li altri luoghi della monarcliia. 236 APPENDICE che le scienze vanno apprestando a benefizio della vita ci- vile e deR'agricoltura, porgerlo in facili e concisi termi- ni, 111 giiisa che, luolto raccogiiendosi in breve spazio, una tal opera periodica possa forniarsene che come per la qualita del soggetto , cosi per la tenuita del prezzo, si adatti ad ogni classe di persone , e per tal mode con- tribuisca a difFondere in esse le utili cognizioni , ecco lo scopo al certo lodevolissimo deiraiuore, e che noi abbia- mo fiducia vedere da'suoi sforzi raggiunto. Scelta blblioteca dell ingcgnere civile. Volume \ .° Pro- gramma o sand delle lezioni di un corso di costru- zione con applicazioni tratte segnatamcnte dull arte deir ingegnere dacque e strade, di M. I. Sganzin. Prima versione italiana eseguita sulla terza edizione parigina dull ingegnere G. Cadolini. — Blilano, 1 83a, da Gaspare Trufii e Comp., contrada del Cappuccio n° 5433, e dal librajo Angela Monti, contrada del Cappello n.° 402 3. Alcune pregevolissime raccolte d' autori che trattano del moto dell'acque furono gia da varj anni stampate a Parma ed a Firenze , anzi , non ha guari^ im' altra assai piti copiosa ne fu intrapresa a Bologna ; queste ofFrono tin ampio sussldio agl' ingegneri che alle operazioni d' i- draulica devono consacrare le loro care. Mancava una rac- colta analoga intorno T arte delle costrnzioni ad uso degli ingegneri civili di modo che quelli che intendevano di perfezionarsi nella parte tecnica di quest' arte importan- tissima erano costretti o d' intraprendere lunghi viaggi , oppure di procurarsi con gravissimo dispendio e talvolta con molta diflicolta le opere costosissime ad essa dedicate , la maggior parte delle quali scritte fiirono oltremonti. Gli editori dell' opera che annunzianio si propongono di togliere una tale mancauza col riunlre in essa i migliori lavori tanto nazionali che stranieri intorno la scienza del- r ingegnere civile. Gli autori delle cui opere si propongono di prevalersi in totalita od in parte sono i seguenti : Al- berti, Barres-du-Mo!ard , Belidor, Borgnis , Camus de Mezieres , Christian, Darcet, Decessart , Duleau , Evans, Favier, Gauthey , Gilbert, Girard , Hachette , Hageau, PARTE ITALIANA. 287 Ilnorne de Pomincnse, KralTt, Masi , Navler, Nicliolsoa, Perronet. Puissant , Prony , Sganzin , Tredgold, Wiebeking. Qnesta biblioteca , adorna di i-ami diligentemente incisi , pul)ljlicasi per associazlone ; il manifesto proniette un fa- scicolo ogni mese al prezzo di aust. lir. 3. 5o. E libero a ciascuno d'associarsi a quell' opera die piu gli piace senza varlazlone di prezzo, Sinora furono pnbblicati quattro fascicoli che contengono 1' opera dello Sganzin, il cui prezzo e di aust. lir. 14, dove P edizione francese costa italiane lir. 20 (i). L' accennata intrapresa merlta il pubblico favore, sia per il nioderato prezzo d' associazione , come per 1' accurata csecuzione tanto della parte topografica quanto delle inci- sioni , e massiniamente per la diligenza del traduttore e per le belle ed interessanti annotazioni ed aggiunte cli' egli v' introdusse con lodevole sobrieta. Con sano divisamento si face precedere 1' opera accredi- tata dello Sganzin , gia professore nella celeberrima scuola politecnica di Parigi, poiclie quel valente ingegnere ba sa- puto rianire in un ristretto volume quanto di piii essen- ziale contiene Parte della costruzione , la lunga ed illu- iiiinata sperienza ch' egli acquisto nel soprantendere a molte grandiose opere pubblicbe , le geometricbe e ilsiche cognizioni di cui abbondava lo abilitarono alia difGcile impresa d'accumulare con bell' ordine e cliiarezza una gran copia di pratici e teorici insegnamenti, in tal modo disposti clie la facile intelligenza al laconismo non fosse sagrificata, ne la moltitudine di cose diverse al loro distinto ordinamento. II libro dello Sganzin xiierita d' essere consi- dcrato come un sunto sostanziosissimo delle plii utili cogni- zioni che formar devono il corredo dell' ingegnere d' ac- que e strade non solo, ma di qualunque ingegnere d'altra classe ancora. Con ragione adunque fu prescelto per tener luogo d'introdiizione alle opere cli' entrerauno poi nella raccolta e nelle (juali parzialmente e piii diffusamente sono sviluppate le cose in esso brevemente accennate. II libro dello Sganzin e dlviso in tre parti, nella prima, ripartita in dieci lezioni, si fanno conoscere le diverse (l) E uscito auche il i.° fascicolo delP opera di Belidor , di cui ci riserviamo di render conto quando la pubblicaziune ne sara )iiagi;iorniente iuoltrata. i38 APPENDICE specie dl matei-iali die entrano nella costnizione de'li edificj. Nella seconda, die contiene uadici lezionl, trattnsi delle applicazloni alia costnizione delle strade e dei politic neir ultima poi , in nove sole lezioni siiddivisa;, s'aggira intorno le applicazloni ai lavori relativi alia navigazione naturale ed artificiale , ed ai port! di mare. Nella prima lezione parla delU pietre atte alia costni- zione, die secoudo il sistema di Cronsted divide in argil- lose, calcaree gessose, silicee e composte; egli ne accenna le qualita fisiche e le resistenze di cui sono capaci, appog- giandosi specialmente alle sperienze di Rondelet. 11 tra- duttore aggiunge a questa lezione una interessante annota- zione, nella quale ha raccolte varie istrnttive notizie in- torno ai marmi ed alle pietre piu comunemente usate dai lombardi costruttori. Egli ragiona dei rinomati graniti die in molta abbondanza ritrovansi a Feriolo, Montorfano , Riva di Chiavenna e S. Fedelino. Parlando poi della bcola^ pietra di frequentissimo uso nelle costruzioni si Idranliclie die civiii, dice che il suo nome deriva da quello del vil- laggio vicino alia cava che trovasi alia destra del fiume Toce navigabile, secondo liii , sino a Crevola qiiando le acque sono alte. A tal proposito dobbiamo avvertire che quel villaggio cliiamasi Bevera e non Beola, e die la Toce cessa d'essere navigabile aU'insu del niedesimo, giacche 1' alveo ne e troppo ingombro ed irregolare per permettere alle barche di rimontare senz'inconveniente sino a Crevola. Meritan lode le belle notizie ch' egli aggiunge intorno i marmi , le pietre calcari . i cosi detti ceppi , le arenarie ed i tufi; dei quali material! , per lo piii d'ottima qualita, la Lonibardia e copiosamente provvista. Nella seconda lezione I'autore tratta brevemente delle pietre artificiali quali sono il calcetruzzo , i inattoni ed il pise; e 1' editore v' aggiunge una copiosa annotazione in cni espone i metodi usati in Lonibardia per la fabbricazione dei mattoni, delle tegole e dei tubi laterlzj , e presenta iiu utile prospetto delle dimensioni , dei volunii e dei pcsi dei materiali laterizj di Milano. Le preparazioni e le varie proprieta della calce viva sono esaminate dall' autore nella terza lezione , alia quale r editore aggiunse opportunamente un sunto degl' impor- tanti sperimenti istltuiti posteriormente dalf ingegnere Vi- cat. L' esame delle sostanze che niescolansi coUa calce nella PARTE IT\LI^^^\.. 209 composlzione tlelle nialte e tie' cementi forma P oggetto della (juarta , della quinta e ilella sesta lezioiie, illnstrata di tratto in tratto da annotazioncelle, dirette specialinente a confroiitare i nielodi in uso fra noi con quelli indicati nel teste. Nella settinia ed ottava lezione si tratta delle varie sorte dl murature si anticlie die moderne. Nelle lezioni noiia e decinia parlasi de'legnami e de'inetalli;, delle qualita fisi- che di que' materiali e de' principali sperimenti die furo- no istituiti per deierminarne le resistenze. L' editore non omise di riferire gli sperimenti piu recenti ed in ispecia- lita quelli di Duleau sul ferro lavorato e quelli eseguiti dair Ispettore gencrale Parea nel 1818 in occasione die si trattava d' erigere ua ponte di ferro suUa fossa interna di Milano. Qnattro lezioni della parte seconda sono consacrate alle strade si in pianura die in montagna •, le operazloni pre- liminari per forniarne il progetto, segnarne il tracciamento, valutarne V impoito , non die le regole per eseguirle lode- voimente vi sono esposte con molta cliiarezza: I'editore poi in una intcressante e hen ragiouata annotazione tratta della divisione delle strade di Lombardia, delle loro dimen- sioni e profili e della costruzione loro ardiitettonlca. Le ultime cinque lezioni della seconda parte conteugono le nozioni le piu essenziali intorno la costruzione dei pon- tic la scelta delle curve per gli arclii, i inetodi di tracciar- le, 1 principj die devono determinare la posizione , Pap- pareccliio, e le forme tanto dei muri d' ala quanto delle pile ; alcune delle principali nozioni sulla spinta delle volte e delle terre ; i dettagli tecnici suUe operazioni prepara- torie alia costruzione dei ponti , sulle fondazioni , palifica- zloni, graiicole o zatteroni, turre, esaurimenti, fondazioni col mezzo dei cassoni, costruzioni delle volte, armamento delle grandi arcate, disarmamento e pouti di legno sono sommariamente gli oggetti in queste lezioni esposte. I lavori relativi alia navigazioiie interna ed esterna , naturale ed artiiiciale sono compendiosamente descritti nelle nove lezioni componenti la terza ed ultima parte. Tutti i provvedinienti die Parte offre per facilitare e promovere le varie sorte di navigazione, per distruggere o diaiinnire gli ostacoli die le impediscono o le contrariano sono enii- luerati brevemente si, ma con bnon ordine e cliiarezza. 240 APPENDICE Parlando prlmieramente della navigazione interna, T autore descrlve i canali di grande e piccola navigazione, rjnelli ad un sol declivio , e quelli a doppio declivio detti a punto cnlminante > non omettendo cio che risguarda i varj soste- gni SI a conca che a piano inclinato^ i grandi serbatoj di derivazione , gli acquidotti , trombe , botti sotterranee , sfioratori e scaricatori , ponti di coaiunicazione stabili e mobili ed altre opera d' arti. Ragiona pure de' lavori idraulici marittimi , del flusso e riflusso, dell'effetto delle onde, delle opere clie costitui- scono r insieme d' un porto di mare , e specialmeme dei moli , de' guard lani^ degli scali, de' grandi sostegni per re- spingere le alluvioni. Due appendici I' una suUa spinta delle volte, I'altra sopra la spinta de'terrapieni terminano il volume. Riputiamo degnl di non scarsa lode gli editori della scelta biblioteca dell' ingegnere civile per la non meno utile che grandiosa intrapresa da loro egregiamente incominciata; ma merita speciali encomj 1' ingegnere G. Cadolini alunno jjresso r I. R. direzione generale delle pubbliclie costru- zioni di Lombardia, il quale con molta diligenza ed esat- tezza seppe felicemente traslatare T opera dello Sganzin, di malagevole traduzione a cagione de' molti termini tecnici in essa contenuti, ed inoltre per le belle e giudiziose an- notazioni di cui la fregio. Elemend di fisiologla patologica, igiene e ternpia ge- nerale di Giovanni Pozzi, doUore in medicina e chirurgia , autore del Dizionario di fisica e chiinica applicata alle arti, e di diverse opere di chiniira e di medicina, direttore dell I. R. scuola di zoojatria, professore di chiinica, socio di molte Jccadernie, ecc. — Milano, 1828-33, Gio. Pirotta. Tomi 3, in 8.° fig. Lin 16 aust. Se la fisiologia e la dottrina dello stato naturale del- r uomo , il ben essere sno non solo, ma anche la malattia e la morte chiamar debbonsi naturale stato, daclie questi stati tutti sussistono a norma delle leggi del principlo iu- terno di cui sono risultamento. II perche lo studio tanto deir una parte della scienza' della coiulizion naturale del- ruomo, die ci fa conoscere le fuuzioni sue nello stato PARTE ITALIAN A. 341 perfetto, e che fisiologia si chiama , quanto dell' altra die ce le niette innanzi alterate e guaste , patologia delta , non jjosson per nulla andar disgiunte, posciache I' una serve di liaccola all' altra. Da cio consegue la npcessita del com- binato insegnamento della fisiologia e della patologia. E ne anche poi V igiene , ossia la dottrina della salute, pu6 del pari die la patologia generale andar divisa dalla dot- trina risguardante le funzioni sane, poidie ove e snb- bietto della storia naturale delT uomo, entrar dee pure cjnanto concerne il metodo di vivere il piii acconcio alia salute e conservazione sua. Essendo inoltre la terapia quella die c' insegna i mezzi atti a ristabilire 1" equlHbrio orga- nico, ossia la salute , essa non dee per conseguenza sepa- rarsi dalla patologia generale. Cosi ragiona il sig. dottor Pozzi a rinfrancare il piano dell' oj^era da lui intrapresa. Noi non saprenuno di vero se tutti sentiranno di qaesto nsodo, e se altri non possa opporgli , die finche la fisio- logia e la patologia erano bambine e raal reggentisi , cam- Miinar doveano necessariamente insieme onde all' uopo aju- tarsi; ma ora fatte adulte, e piii die mai cresciute, cia- scuna fa casa da se, e riccbe com'elleno soao senza con- fusione noa possono far assoluta comunanza. D' altra parte ella e convenzione die nissuno dassi alia patologia se pri- ma la fisiologia non conosce. Scienze com' elleno poi sono interamente diverse, diversi tr.ittati le denno metter innanzi. Ma lasciaino sift'atta quistione, e veniamo alia maniera con cui Tauiore intesse il suo lavoro. Egli diviso di compartire r opera sua in tre tomi. La considerazione dell' organismo animale vivente , la vita cioe animale nello stato normale e nell' anormale, e questo pure nelP anormale senza guasto o prodotti morbosi sensibili , e con guasto o prodotti morbosi, formanti 1' og- f?etto deir anatomia patologica , distinguendo i prodotti mor- bosi della vita da quelli della morte, il come deljban av- venire il disciogliinento organico, la cessazione delle diverse funzioni, la morte; quali i mezzi onde prevenire e dissipare le infermiia in inodo pero generale, costituiscono per or- dine la materia da trattarsi. E percio, riducendoci noi piu al particolare , il prinio iolume lia per oggetto la vita e la morte naturale, la sensibilita , il dolore ed il piacere , r irritabilita, la simpatia, il calorico animale, lo stato nor- male organico o sia la salute, lo stato .".normale ossia la BlU. ItaL T. LXIX. 16 242 A.PPENBICE malattia , e per ultimo la solnzione organica caiisata da vizio o vizj speciali , o sia la morte accidentale. Nel se- condo espongonsi le diverse malattie divise in acute, in lente , in epidemiche , in endemiche ed in contagiose. L' au- tore fa riflettere die quantnnque queste tre uliime possano del pari appartenere alle acute ed alle lente , pare trovo necessario di distingnerle per la causa propria che le pro- duce, e per le clrcostanze die le acconipagnano. A queste classi poi e fatto precedere un discorso sul cliilo e sugli altri uniori , sul tessuto cellulare, sul sisteina linfalico , sul glandulare , nervoso , muscolare , sulle membrane, cartila- gini ed ossa , sulla cute e sui peli , e sui diversi vizj di tutte queste parti, poiclie in esse, a suo dire, stanno i fuociii del disordine organlco generale. Nel terzo poi rap- porta 1' autore diversi segai die indicano lo stato anor- male ossia morboso ;, favella delle diverse potenze flsiclie e morali die hanno influenza sullo stato organico, e percio deir aria e dei diversi gas, del fluido elettrico , del lucico e del magnetico , delia quiete, del sonno e della veglia e de' patemi di aniino, degli alimenti, della digestione, delle secrezioni ed escreziooi, de' clitni e delle abitazioni , e quiadi dell' igiene e della terapia generale. L' esposizione dei principal! slstemi niedici iinmaginati s'l dagli anticlii che dai moderni chiude 1' opera. Noi dubitiamo che questo sia per esser 1' ordine migliore che si potesse scegliere ; imperocche la materia die si de- stina al terzo volume pertiueate alia patologia generale parci che richledesse di sua natura essere esposta prima di quella arrecata nel secondo volume concernente la pa- tologia speciale^ e che T igiene e la terapia generale ap- partener potessero forse piii ragionevolraente all' ultima parte. In si vasta materia poi T autore avendo a se pre- scritti assai ristretti limiti non puo, a cosi dire, metterne innanzi clie uno scheletro. Benche estimatori come noi siamo dei talenti, del sapere e dei tanti lavori del sig. prof. Pozzi a pro delle scienze che professa , pure non possiamo non confessare che men- tre da noi ammirasi dall' un canto I'ardire del divisamento suo, Tesecuzione parci dall'altro tale che se volessimo chiamarla anche a grossolana disamina , avremrao di che ridire con buon fondamento su tanti punti , che ben a lungo ne intratterreramo i nostri leggitori ; la qual cos II II dolors conserva la vita, la cessazione del dolore e la prova incontrastabile della cessazione della vita attiva parziale o generale ( pag. loo). II dolore conserva la vita, senza dolore non vi sarebbe die morte. II piacere e nulla, esso noa e cbe V avviso della cessazione del dolore ( pa- gina 114). " Se il dolore e sensasione ingrata e molesta, di cui se ne desidera \>iii che mai il cessamento , ed ove duri , tutto Torganismo perturba e sino a morte conduce, non istara mai la proposizione cosi assoluta che il dolore conserva la vita. Relativa ella puo essere in quanto clie il dolore e quello che avverte delle lesioni che avvengono iiegli organi o nelle parti, per cui noi possiamo apportarvi r opportuno soccorso. E, se mai non ci apponghiamo, egli ci pare altresi non regga T altra proposizione, che il do- lore cioe sia la prova incontrastabile della cessazione della vita parziale o generale; imperocclie nell'apopletico, per esempio, non avvien piu ia percezion del dolore, eppure la vita non e spenta ; nelle paralisi il dolore non piu in- terviene , eppure la parte noa e morta , e continuano in lei le altre funzioni, da quelle della sensibilita percettiva in fuovi. Le quali osservazioni contrariaiio altresi la successiva sentenza, che senza dolore non vi sarebbe che morte (i), (j) L' egregio autore mostrasi seguace della farnosa teoria del Verri, senza puuto farsi carico che a un seuiplice filosofo pa- recchie proposizioni in risguardo aU'organismo vivente si j^otsono eendonare, non cosi al fisiologo. PARTE ITALIANA. 245 Perclie il dolore intervenga e necessaria la cospirazlone dei nervl encefalicl e del cervello in istato di loro iaterezza e liberta d' azione nelf organismo costituente il circolo ner- voso clie la seasazione percorrer deve ; e die 1' encefalo not! sia intanto in altre azioni occiipato, poiclie ailora la percezione in cui sta il dolore non puo farsi. In fatto, tolta comunque o impedita la nervosa comuaicazione tra la parte dolente ed il cervello, il dolore cessa : di fatto i pazzi, i deliranti , gli estatici, coloro clie in preda sono aile piu violente passioni si vedono iinpassibiU al dolore ^ uia non percio dir possiamo clie in essi e morte. Come mai potrassi poi assolutaniente dire clie il piacere sia nulla, e soltanto T avviso della cessazion del dolore? Importa forse di necessita per la piacevole seiisazione I'an- ticipazione di dolore? L" indifferente non potra egli dar in piacere? Ciascuno ne pub da se giudicare. Ella sarebbe pur la dnra cosa per gli esseri aniniati se il piacere noa altro fosse die nei^azione di dolore, e non condizione di esistenza tutta propria, poidie grave ne farebbe la vita. Ma date anco die il piacere non sia die qnello stato che ci fa avvertiti della cessazione del dolore, non percio esso potrebb' essere nulla , dacclie non essendo ne lo stato di dolore, ne qnello di indifferenza, necessariamente debl/es- sere uno stato tutto proprio, il quale cosi importa una speciale maniera di esistenza. In line lo stesso dire die il piacere e Tavviso della cessazione del dolore non fa del piacere nn ente speciale' L" opposto egli sarebl:)e del dolore, e percio non lo stato di apaiia, iiia bensi uno stato speciale. « La vendetta se non toglie un male ne previene mille. La vendetta spinge alia virtii, ed il perdono al deiitto. La vendetta e il sostegno delf ordine souiale e della vicende- vole tranquillita , e sictirezza della specie uniana ; ed il perdono ne e il veleno , e la terribile niarra impugnata per distruggere ogni bene. — La vendetta compiuta , un dolce piacere scorre animando tutto il vivente " p. io3. Qui parci confondasi la giustizia punitiva, sostegno della civile societa, colla vendetta, vizio e peccato. Siccoine piu innanzi con- fondesi il giusto amor della gloria, e d' essere altrui utile coir amblzione pur detestabile colpa : a L'ambizione, sta scritto ( pag. id.), e madre feconda di sublimi azioni, di grandi imprese , benche talvolta sorgente di giavi malii 346 APP. PARTE ITALIANA. senza amhiyione noa vl sarebhe clie meschlnita ; tuttd sa- i-ebbe letargo e morte ! " In questo lavoro del sig. Pozzi forse alcnni potrebbero aiiche desiderare magglor precisione nella dizione e mag- gior chiarezza. Ne sieno prova i due seguenii period! : /( Essendo poi talvolta or causa ed or risultamento delle funzloni organiche in uno state di deviazione la mancanza di alcune parti costituenti la persona dell' animale , il loro sviluppo esuberante od anorniale, il guasto dei diversi pezzi organici die servi finora a costituire quel ramo scientifico che mal a proposito cliianiasi anatomia patologica ; diciamo male a proposito, imperocclie considerando I'anatomia I'or- ganisnio animale in uno stato d' inattivita , di morte, mal vi si lega T idea di un disordine die e il prodotto della vita e non della morte ; perdie cosi debbe intendersi questo stato patologico; poiche esso non e die I'estremo, il rovi- noso corso, il risultamento del disordine organico " pag. 9. n Le pill grandi passioni degli uomini , e le piii belle ed utili scoperte sono specialmente dovute alle piii forti e violente passioni, le quali dall' osservatore profondo rico- nosconsi come veri doiori " pag. io3, vol. I. Noi non tralasceremo in fine di notare die sebbene il sig. Pozzi adoperi onde in complesso professare un lodevole ccleticismo , mostrasi per altro strettissimo partigiano del sistema di Bichat. V A R I E T A. M U S I C A. JRe .ettificazioni all' articolo inserito ncl fascicolo dello scorso dicembre, pag. 334, intorno alia Gy^maUca. della musica ecc. di D. Nic. Eustachio Cattaneo. — NelPannunziare la seconda edizione di questa Gramatica accennate abbiamo tra le cose aggiunte V Appendice alle lezioni del tempo, e la tavola olfabetica de' termini lecriici, ecc. Ora e debito nostro I'av- vertire che quei due articoli trovansi anclie nella prima edizione: nella seconda pero furono pin accuratamente impressi, Venne specialmente rettificata la Latvia e di nuovi V A Px I p. T A . 247 termini nrriccliita. — IMolte poi Fono le agglnnte che nella seconda edizione incoiitransi di note assai importaiiti ed in oltre di paragrafi e periodi clie al testo cliiarezza danno e precisione. Tutto nnovo e 1' articolo col qnale chiiulesi 1' opera , e die dairautore fu iniitolato: Cenni svl modo di studiare , ecc; articolo di somma importanza, in- torno al qnale da alcuni coltissimi intelligenti dell' arte pronunziato veune il seguente giudizio : scritlo con molto colore, dettato da vera amore per V arte , pieno di ottimi consign che sarebbe a desiderarsi venisscro letti e jnessi. in pratica dai principiand non solo , ma anche dai maestri precetlori di miisica , ecc. L' edizione e dedicata alia nohile Giulietta Tornielli di Borgomanero , leggiadra e giovaue da- migella d'ogni piii gentil costnme adorna clie sino dalLi fanciullezza ascolto le lezioni dell' autore e tra le dilettanti di niusica tiene ora un distintissimo luogo. GEOGR\FI\ E STORIA. Notizia intorno ad un nuoio principato eretto neW India orientale da un Akmanno: estratta da una lettera d un o^icial francese , datata da Bagdad , dicemhre , i83o. — ri Dope la mia partenza da Bagdad , ho trascorso per molti paesi seaza potermi stabilire in alcun luogo, non essendomi riuscito di truvare un inipiego corrispondente all' indole niia. Giunto ad Agra fni grade volmente sorpreso in veggendovl un vescovo cattolico , da cni ebbi il piii cortese accogliniento , e che mi diede ospitalita con tntta reiTusione della carita cristiana. — Dopo alcuni giorni di riposo mnnito delle lettere di rac- comandazione di questo rispettabile pastore, clie mi presto il suo palanchino, mi posi in viaggio verso la citta di Sirdhana, capitale d' ua principato posto nel INIogol, di nuova creazione, e snl qnale imprendo a darvi alcuni rag- guagii, che in vol destar potranno qualche interesse. » Quests picciola sovranita fu concessa dai gran Mogol ad un ofliciale , o piuttosto ad un avventuriere tedesco, che dai fondo della sua patria era venuto a cercar fortuna negli Stati di quel monarca. Egli giunse a guadagnarsi la stima e la coufidenza di lui, e termino coU' essere supremo capitano delle truppe imperiali. In ricompensa de' suoi servlgi rlcevette in dono piu villaggi , da' quali e costituito r attuale principato di Sirdhana. — Questo generale con- ceputa avendo una viva passione per una giovane bajactera 248 V A K I E T a'. tli Casiiiiiro , la trasse presso di sfe, ed accorgenJosi ch'ella avea un' anima nobile , grandi talent! ed uno spirito snpe- riore alia sua condizione , la fece edncare nella religione cristiana da nn niissionario francescano, e la condusse in moglie. Ella al battesimo prese il nonie di Maria. » Alio smembrarsi deirimpero mogollo, il generate tedesco si ritiro nelle sue tcrre : ma venne ivi da' nemici attaccato. Disperando di potervisi niantenere, si die la niorte. La principessa Maria, sna nioglie, moslro allora nn coraggio eroico: nionto sur un elefante e postasi alia testa della sua truppa , ch' erale rimasta fedeie , rispinse il nemico, e ri- condnsse T ordine e la tranquillita nel sno paese. Essa ottenne poi dal generate inglese una capitolazione^ in virtii della quale governa da quarant' anni il suo piccolo Stato. >i La principessa di Sirdbana e nel suo paese indipendente ed assoluta. II sno codice giudiziale e quel medesinio del-. r antico impero del Mogol. Le imposte indirette vengono regelate secondo Tequita della principessa, I proprietarj delle cose imniobili tenuti sono , giusta le leggi del paese , a pagare la meta de' loro prodotti. Le readite del Sirdhana ascendono a circa 2,5oo,ooo francbi. Oltre di cio la prin- cipessa possede piix palazzi, grandi terreni ed un tesoro, di cui ignorasi il valore. Essa nonlia prole, ed e nell* eta di 90 anni: puo disporre de' siioi Stati a beneficio di chi iTieglio le sembrera i ma se morisse senza indicare un erede, la Compagnia inglese delle Indie incorporera questo Stato a' suoi possedimenti gia imniensi. La forz' arinata di questo piccolo paese consiste in sei battaglioni d' infanteria , uno squadrone di cavalleria ed un- battaglione di artiglieri. Un Jndiano, cbe ha il grade di colonnello, comanda 1" infanteria e I'artiglieria , un officiale italiano comanda la cavalleria, ed e ad nn tempo consigliere di Stato e ministro di ginstizia. Sonovi ancora quattro altri officiali enropei che occupano diverse cariche, o cbe hanno pensioni di ritiro. »/ La citta di Sirdhana, capitate del principato , giace in una pianura tra il Gange ed il Jemnah , a 40 leghe d'Agra e 12 o i5 da Delhi: e cinta di muraglie alia foggia antica, d' una lega circa di circonferenza. II terreno vi e fertilis- simo. Le frutta ed i legumi vi sono eccellenti. La popo- lazione e di circa sei mila abitanti , la maggior parte del qi'.ali e cattolica; il restante e di musnlmani od idolatri : Tesercizio de' culti vi e libero. ■ — La priacipessa Maria ha V A R I E T A . ^49 per cappellano otl elemosiniere il padre Gaetano, niissionario siciliano dell' online de' francescani. Qiiesto biion padre e assai bene alloggiato i ma conduce una vita esem])lare ed edificante. Ei gode il rispetto e la stima di tntta la nazione : e iiiimediatamente sotio la dipendenza del vescovo di Tibet clie risiede ad Agra. >t Fiiori della citta, ma vicinissimo alle mura , la princi- pessa ha fatto innalzare una cliiesa , die puo senza veruna esagerazione dirsi la piii hella e la piii ricca di tutte le chiese delPAsia. La sua forma e quella d'lui paralleiogrammo* rettangolo. Due filari di coloune la dividono in tre navi. L'aliare e di marnioe adorno ed arriccliito di pietre preziose. II frontispizio della chiesa e sontuoso. Dae altissime pi- ramidi , sorgentl a qualclie distanza da' suoi angoli , aiimen- tano la sorpresa degli stranieri. L' una e destinata ad uso di campanile, T altra per un orologio. La principessa ha fatto costruire il sno sepolcro iiella chiesa stessa , la quale fu da lei altresi dotata di . . , 5o mila franchi, per le sue riparazioni e per le spese del ciilto. Essa gode tuttora d' una fermissima salute, e di tutta T integrita delle sue funzioni intellettuali : e dal suo popolo amatissima e som- mamente venerata. " A questi raggnagli aggiugnere si possono 1 cliiarimenti die dati ci vengoiio dagli scrlttori inglesi. — Sirdhana , citta della provincia di Delhi , e residenza della celebre Begom Soniroti, giace circa al 29° 12,' di lat. N. e 77° 3i' di long. E. di Greenwich, a 47 miglia geogr. al N. N. E. da Delhi. Essa e la capitale d'un picciolo principato, Inngo circa 20 miglia e largo 12., die insieme della citta fu conferito a Somroa da Nedjeft Khan. Alia morie di Somrou nel 1777? il principato fu trasmesso alia Begom vedova di lui , a con- dizione ch' essa manterrebbe ua corpo d' esercito di tre bat- taglioni d' infanteria. ( iV. A. D. F. ). STATISTICA. Ricerche statistiche suW aumcnto della popolazione . (*) — Se la popolazione fosse libera dagli ostacoli die quasi di (*) Memoria letta all'Accadeniia delle scienze dell' I«tituto di Francia nella radunanza del 16 ^ennajo l832. 25o V AR I E T A . continuo oppongoiisi alia naturale sua estenslone, ella an- derebbe in ogni jjaese prodigiosamente anmentandosi. La possanza prolilica della specie umana pennette per adequato ad ogni matrimonio di produrre , nello spazio d' una sola generazione, sei figliuoli, due de' quali ordinariaiiiente mo- jono in tenera eta, e quattro sopravvivendo a' lor genitori, c maritandosi a lor tempo divengono la sorgente d'una nuova generazione 5 doppia in nnniero di quella, da cui fu pre- cediita. Gosi la diretta discendenza d" una sola coppia pro- duce al paese , ov' essa dimora , 6 persone in Sa anni , la in 66, 24 in un secolo , ic)2 in 200 anni. piu di 98000 in 5oo, e al di la di tre mila milioui in mille anni. Secondo questa proporzlone, e se sussistito non fosse osta- colo alcuno al natural ordine delle cose , una sola famiglia colla sua figliazione , sotto il regno di Filippo Augusto , sarebbe stata Ijastevole a produrre T iminensa popolazione ond'e copeito il suolo della Francia. Tutti gli attnali abi- tanti deir Europa provenir potrelibero da una sola coppia del tempo d' Ugo Capeto; e 1' intero globo poluto avrebbe ricevere la sua totale popolazione da una famiglia sussi- stente sotto di Carlo Magno, e le cui generazioni, succe- dentisi regolarmente sino a noi ;, provato non avessero al- cun ostacolo nel loro sviliippamento. ]Ma egli e cosa ben difficile die la moltiplicazione del- r umana specie aver possa luogo giusta una si rapida pro- gressione. La popolazione della Gallia rislretta ai limiti della Francia, ascendeva solamente a cjuattro milioni d' a- bitanti , all' epoca in cui fu dessa dai Komani conqnistata: le fu d' uopo di i860 anni per giugnere sino a Sa milioni. Cosi il raddoppiamento clie operarsi potea in 3a anni, ne richiese 6i5, cioe un periodo diciotto volte ]iiii lungo, e pel quale supporsl dee clie I'annuo eccesso delle nascite suUe morti fosse soltanto d*un individuo sopra circa mille abitanti. Se, come cl lia luogo a credere, Tintero globo non pos- sede piu di mille milioni d'aliitanti, la sua totale popolazione non sarebbesi raddoppiata die ventotto volte dopo il grande cataclismo descritto dalla Bibbia ^ e ciascun periodo di raddoppiamento sarebbe state, per un termine medio, di circa i5o anni. Questa lentezza d'aumento da luogo ad ammettere, clie nei trascorsi 4a secoli , 1' eccesso delle annue nascite sulle niorti non abbia raggiunto nel sue V A r, I K T A . 2bl termine nietlio la projjorzione d' un indivlduo sopra a 20. L'anniento della popolazione in Europa e oia quasi quattro volte pill rapicio, ed in nessnna parte del nostro conti- nente trovasi circosciitto in si strettl limiti. Ecco i termini cir esso ci presenta, e ciie risultauo dalle minute indagini contenute in un" oj)era inedita. Nella Prussia la popolazione raddoppia nello spazlo dl 89 anni: e il maximum dell' accelerazione di questo naturale fenomeno in Europa. NelTimpero d'Austria essa raddoppia in 44 anni^ Nella Russia europea, in 48 anni; Nella Polonia e nella Daniuiarca, in 5o anni; Nelle Isole Britannlche, in Sa anni; Nella Svezia e nella Noryegia, nella Svizzera e nel Por- togalio , in 56 anni; Nella Spagna in 62 anni ; Neir Italia, in 68 anni; Nella Grecia e nella Turchia europea , in 70 anni ; Ne'Paesi Bassi , in 84 anni; NelTAIemagna , in 120 anni; In Francia, in laS anni. Asjgiuppando le regioni del nord si trova clie la loro popolazione puo raddoppiarsi in meno d'un mezzo secolo; mentre alle regioni del mezzodi per giugnere al medesimo termine alibisognano circa 80 anni. II periodo del raddop- piamento e di 67 anni per 1" Europa intera. Tra gli Stati nel nord dell' Europa e quelli del mezzodi ci ha questa straordinaria difFerenza , clie ne' primi la ra- pidita delPaccrescimento della popolazione e quasi il doppio di quella die ha luogo ne' secondi , e die ad essi non fa d' uopo die di tre anni per giugnere al termine die negli altri ne richiede cinque. II maximum d' accelerazione de' progress!, die va era facendo la popolazione del nord d' Europa , ha luogo nella Prussia, in alcuni paesi dell'Austria e nella Russia. Ne sono causa : la vasta estensione del territorio di questi paesi comparativamente al numero dei loro abitanti, cio die alia classe degli agricoltori permette di crescere in proporzione de' suoi bisogni; la protezione che da' climi freddi accor- dasi alia vita umana quand' ella e innoltrata negli anni; la novita delT incivilimento che crea e moltipllca nello svilup- pamento di essa varj mezzi (V esisteiiza ; 1' abitudine di ftSa V A R I E T A*. vivere con poco che esclusivamente appartlene ai popoli la cui civilta e recente , e che a ciascnna famiglia lascia la facilita d' estendersi e perpetnarsi. II minimum d'accrescinieato della popolazione ha luogo in Fraacia, in Aleniagna e ne' Paesi Bassi. Ne e causa: r alto grado di civilta in questi paesi , la quale creando una moltitudine di bisogni , sottopone la vita sociale ad una folia di condizioni, il cui eseguimento ristrigne Testen- sione delle umane generazioni. La Gran-Brettagna non va soggetta air influenza di questi ostacoli, se non pei mezzi im- mensi che dalla sua industria, dal suo comniercio e dalle colonie sue ofFronsi ai bisogni della sua popolazione. Negli altri Stati d' Europa la naturale tendenza della popolazione ad aumentarsi con rapid! progress! viene re- pressa , sospesa o distrutta per le intempeiie , Pinsuffi- cienza delle raccolte, i dannl delle innondazioni , i dlsastri de' terremoti, i perniciosi effetti delle niaremine, le inva- sioni delle malattie epidemiche e pestilenziali, la servitii feudale , il celibato, il dispotismo militare la con- centrazione delle proprleta, le leggi sullo scompartimento delle succession!, ecc. Egli e nolo che il termine indicante il periodo del rad- doppiamento non dec considerarsi die soltanto come un'ana- litica espressinne della fecondith umana in ciascun paese e non come un prevedimento del numero degli abitanti, che efFettivamente possedersi debbono da un tale o tal al- tro Stato ad un' epoca precisa. Nulla al certo impedisce che in piii contrade dell' Europa 1' attuale popolazione giunga a raddoppiars! i ma in altre e imposslbile die cio avvenga. Non sara difficile il distinguere 1' uno e I'altro caso nel quadro seguente , che dimostra quali saranno gli efFetti del raddoppiamento della popolazione valutata sul termine medio d' una serie d'anni recent! , ed accrescentesi progressivamente colla medesiraa proporzione nel corso di questo periodo di tempo. V A R I E T A. 253 Epoche Popolazione ^^ h°rbi"n(i del raddoppiamento. a queste epoche, p»r Ugb. ciu.or.w. Paesi Bassi . . . 191a ia,aoo,ooo abitan. 4,000 Italia 1873 40,000,000 a,6oo Isole Britanniche. 187a 41,000,000 a,55o Francia igSi 63, 000,000 3,400 Alemagna .... 1947 a6,ooo,ooo a, 000 Portogallo .... 1874 7,360,000 a,ooo Prussia . . . 4 . / 1862 a3,40o,ooo i»7oo Svizzera i883 4,000,000 i?70O Danimarca .... 1869 3^ooo,ooo i,5oo Spagna 1876 25,5oo,ooo i,35o IiKpero d'Austria. 187a 54,800,000 J,a6o Turcliia d'Europa. 1898 ao,ooo,ooo 1,000 Gi-ecia 1898 a, 000, 000 800 Russia e Polonia . 1874 93,000,000 4^0 Svezia e Norvegia. 1879 7,354,000 aOO Europa Settentr. 1947 a6o,ioo,ooo 800 — tneridion. 1951 161,600,000 1,800 Europa intera . . 1949 4aa,ooo,ooo 1,000 Pa questi termini nnmerici evidentemente risalta che la generale popolazione dell' Europa pub raddoppiare e che nel solo terriioriale scompartimento trovansi gli ostacoli che devono impedirla. E cosa impossibile che il nuniero degli abitanti de' Paesi Bassi s' innalzi a quattro raila per leghe quadrate. La storia non ci presenta esempio alcuno d' una si addensata popolazione nemmeno in region! estese. E pur difficile a credersi che 1' Italia , le Isole Britanniche e la Francia possano giugnere a possedere un giiorno da 3400 a 2600 abitanti per ogni lega quadrata. Nondimeno seinbra non potersi dubitare che questo termine noii eccederebbe quello dell'antica popolazione dell' Italia. In tutti gli altri Stati europei il raddoppiamento e possibile, o fors anche facile e necessario. Quanto aH'Alemagna , il termine della popolazione, in ragione del suo territorio, non giugnerebbe al di la di quello che ora competes! a' Paesi Bassi. Quello jolo deU'Impero Austriaco alzerebbesi al itermin* della 25+ V A R I E T a'. Fraiicia attuale. Alia Turchia europea pol il termiae non darebbe clie il numero degli abitanti sussisteati ora nel Portogallo. Se considerare si voglia 1' auniento di ciascun popolo ia un niodo assolato^ e senz'alcua paragone alia niassa ed all'intensita della sua fecondita , trovaiisi nuovi rapporti degni d' attenzione. Quest' aumento fonnato dall' annuo ec- cesso delle nascite suUe nioni non presenta per I'Europa tutta die un po' piu di due milioni e mezzo. I paesi del nord soraministrano pressoche i tre quarcl di questa quantita d uomini. Ecco il quadro delle nuove genei^azioni, e della proporzione di ciascun popolo nella loro massa totale : Russia d'Furopa 6i5,ooo ludividui un 4.° Impero d'Austria 428 000 6.° Isole Britanniche 271,000 9° Prussia 306,000 12.° Italia 2o5,ooo i3.° Alemagna (propriamente detta). lySjOOO 14* Francia 173,800 14.° Spagna 140,000 i8.° Turcliia d'Europa 101,000 aS." Polonia 87,000 40-° Paesi Bassi 5o,ioo 5o.° Portogallo 46,000 60." Svezia e Noirvegia 45,000 60. Svizzcra a5,ooo 100° Daniniarca 2i,i5o 120.° Grecia 10,000 zSS." Europa Settentrionale . . . 1,868,900 3 quarti — meridionale .... 700,000 i quarto Europa iater;i 2,866,700 Questi nui nerl possono meglio assai che le sempllci con- getture servi re di guida a' politici prevedimeati : essi mo- strano l'avv(;nire, ond'e minacciata I'Europa per 1 au- mento natura le, progressivo e rapido della popolazione in alcune parti del continente. I mali die risultare ne po- trebbero, sono per piu paesi la sproporzione del numero degli abitanti. e de' mezzi di sussistenza; per I'Europa in generale il pi jricolo cixi trovasi esposta la sua indipendenza V A R I E T a'. 255 per r imnienso accrescimento Jella popolazlone slava rluuha sotto d' un domialo solo, e formante la piu grande potenza niilitare cU'abbia giammai sussistito. — La sola Russia eii- ropea, senza coinpreadervi la Polonia ed i possedimenti russi neH'Asia, coatiene nell' annuo aumento della sua popolazione, il quarto di tutto cio die f Europa ogn' anno riceve d"" ac- crescimento nel nuniero de' suoi abitanti per 1' eccedenza delle nascite sulle morti. — Le due grandi potenze dell' Eu- ropa occidentale, la Francia e le Isole Britanniclie, non acquistano annualmente , per questa via, un numero di abitanti die pai'e2;gi i due terzi di quello die ottiensi dalla Russia congiunta alia Polonia. L" Europa meridionale, die coinprende la Francia, la Svizzera, il Portogallo, la Spagna, I'ltalia, la Grecla e la Turchia, aon riceve ogn' anno v.a aumento di popolazio- ne niolto piu grande di quello die acquistasi dalla Russia europea unita al regno di Polonia. La difFerenza e come 35 a 33. — Prima d' un mezzo secolo la Russia, se essa continua ad accrescere come al presente la sua popola- zione, annoverera cento milioni d' al^itanti-, avra una forza umana triplice di quella die ora vantasi dalla Francia e quintupla di quella die hanno tutt' insieme le Isole Britan- niclie.— E intanto tale e T immensita del suo terrltorio, cli' ella non contera che 420 persone per ogni lega quadrata, come le coste selvagge della Dalmazia o come la Grecia attuale nel suo stato di devastazione. ( A. Moreau de Jonnes. ) ' V I A G G r. Invito at cold Itallani. Coir intenzione di snpplire alia mancanza die in addietro erasi osservata di buoni Itinerarj descrittivi delF Italia , og- getto cotanto necessario e bramato dal prodigioso numero di viaggiatori die perennemente visitano r[uesta nobile pe- nisola , i sottoscritti eljbero a pubblicare nel decorso triennio due NiLove Guide pel viuggiatore in Italia , una in lingua francese , I'altra in italiano, ambedue corredate di buon nuinero di carte topograticlie e sti'adali , e delle piante delle citta principal!, ed arabcdue fornitc di opportune a56 V A R I r T .v\ nozioni storiche , statistlche e plttoriclie , onde sommini- strare al colto viaggiatore una interessante e sicura guida nelle sue peregrinazioni per questa amenissima e classica terra. II desiderio degli editor! di corrispondere nel miglior modo e per quanto fu in loro al difficile assunto ottenne il piu soddisfacente successo , poiche le due suindicate Guide vennero accolte con favore , ed ambedue le numerose edizioni si trovarono in breve tempo pressoclie esaurite. Da cio incoraggiati i soLtoscritti banno divisato di por mano ad una seconda edizione della cosi intltolata No- i-issinin Guida per V Italia, in cui giovandosi della stessa colta penna cbe fece distinguere la precedente in lingua italiana, ed impiegandovi le maggiori cure tipograJiche , la nuova opera debba vieppiu riescire perfetta , e corri- spondere air oggetto prefisso , non die all' aspettazione del colti nazionali e stranieri. Ma come lusingarsi di una consumata e scrupolosa esat- tezza in cosi arduo e vasto argomento di localjta , ove accadono si frequenti miglioranienti ed innovazioni di strade, s' instituiscono nuovi stalnlimenti di pubblica utilita , s' in- nalzano edifizj e monumenti die onorano i progress! delle arti e delle scienze nelP epoca attuale ' Per si fatte ragioni e per la circostanza che T autore di simile lavoro non pub nel breve tempo die gli e concesso visitare i luoglii stessi e notarvi le innovazioni recente- mente avvenute , e per quante indagini egli faccia onde prociu-arsi le notizie locali col mezzo di estesa corrispon- denza una tal guida andra sempre soggetta a qualdie om- inissione piii o meno rilevante , ne potrassi giungere alia compiuta esaltezza se non col volontario concorso dei Dotti Italiani diinoranti nelle varie parti, i quali mossi d'amor patrio si couipiacciano di partecipare agli editor! le loro osservazioni , sia per emendare gli error! da ess! rilevati in precedenti opere sifFatte , sia coll' accennare le novita di riiuarco die sonosi recenteniente operate ne! rispettiv! drcondarj. E pei'tanto i sottoscritti ad essi si rivolgono nell' attuale loro divisamento ^^er una nuova ed esatta Guida storica , statistica e pittorica dell' Italia , colla pregbiera di voler iiidirlzzare a! medesimi entro il prossimo futuro trimestre le loro osservazioni general! o parziali in proposito, di V A 11 1 E T a'. 257 cui ven-ii teniito conto nella proposta edizlonc, professando ad essi iataiito la loro illiiiiitata ricoiioscenza. Milano, il 3i marzo i833. Epiinaco e Pasquale Artaria, Negozianti di musica , staiupe , ecc. nella contrada di S. Marg herita , a.' mo. NECROLOGIA. Luigi Arduino. II dotto clie adopra il suo sapei'e in utili applicazioni a benelizio degli uoinini , ottien da essi gratitudine insieme ed aininirazione , e universalmente lodato 11' e il nome. Molto maggiori pero si rendono la riconoscenza e le lodi, se piu individui di uno stesso casato , iiitesi a volger la scienza a vantaggio di una dell' arti piii proficue , questa fanno nella loi-o patria crescere e prosperare ; veramente il loro nome, congiunto alia memoria di lunglii e molte- plici benefizj , viene con singolare affetto da uitti riverito , esaltato. Un si bell" esempio di concoi*de intendimento al bene cei porgono gli Arduini , mediante le cure spese nella pill utile delle arti , cioe nell' agricoltiira , e se nelle pro- vincie venete , cui segnatamente prestarono i loro servigi, e in ogni condizion di persone onorata e gradita la loro ricordanza , ne va altresi cliiara la fama per tutta Italia , clie molto sen pregia , e per T estranie contrade. Giovanni Arduino , uno de' primi lumi d' Italia appena si voglia con- siderare coine geologo e inineralogo , poiche fu eletto , per I' amore e lo studio che aveva posto all" agricoltura , so- vrantendente all" agricoltura di tutto lo Stato veneto , ne proniosse con molto zelo i vantaggi , a procurare i cjuali istitui un" Accademia in ogni citta. Pietro suo fratello, per testiinoniaiiza del grande Linneo, botanico insigne, t'u j)ro- fossore di agricoltura in I'adova, e fondatore di quel gran- dioso orto agrario , cli' esser fece modello di operazioni campestri , e semenzajo de" piii proficui vegetabili ; attese in particolar modo a introdurre nello Stato la coltivazione di piante , non prima ivi educate , e clie poteano riuscir Bibl Ital. T. LXIX. 17 258 V A R I E T a'. vantaggiose ; e tra siffatte piante ebbe principalmente di mira le piii luili , quali sono le cereali e quelle cbe ap- poitan foraggio , ed e suo nierito che i pascoli delle ve- nete proviacie notabilraente si migliorassero. Luigi figlio di Pietro , e suo successore nella cattedra di Padova , av- vegnaclie noa dotato di quel fervore di spiriti , per cui il padre era da natura fatto maravigliosamente disposto alle cose agricole , fu degno ajutatore del medesimo , e conti- nuatore delle sue tanto lodabili imprese , ne manco con proprie fatiche di rendersi beneinerito airagricoltura, alio Stato , conservando cosi illibata , ed anzi ampliando , la fama de' suoi maggiori. Ma jJoicbe dei due fratelli morti gia da alquanto tempo (Giovanni nel lygS in eta di 8i annij Pietro nel i8o5 in eta di 77) altri scrissero gia le lodi e le biografie , noi non istaremo piii oltre a ragionare di essi , e piuttosto faremo soggetto di breve discorso il Luigi, del quale, per esser morto recentemente , cioe il 3 di febbrajo di quest' anno , mancano al pubblico le sto- riche memorie. Gia pero il cliiar. sig. Luigi Configliachi , che gli succedette nella carica di professore , un funebre elogio ne disse in occasione de' solenni funerali cui in- tervenne il Corpo accademico dell' Universita di Padova : e a lui noi siamo ricorsi per aver le notizie risguardanti il medesimo defunto Arduino , notizie die abbiamo gentil- mente ottenvite , e son quelle di cui per la massiraa parte componsi il presente articolo necrologico. Luigi Arduino nacque in Padova nel 17^9: i primi suoi studj , dopo cpielli di umane lettere e di filosofia , furono di giurisprudenza, ed onorevolmente ebbe laurea in questa facolta. Preso pero all' amore dell' agraria , che vedea dal padre coltivarsi con tanto zelo e tanto frutto, lascio per essa ogni altra occupazione , e tali buoni saggi diede di se, che in eta di soli 20 anni fu eletto dal Magistrate degli studj assistente alia cattedra del medesimo suo ge- nitore ; quanto dolce fosse quest' unione degli Arduini , e di qunl vantaggio ad entramlDi , ognuno il puo facilmente imniaginare. Primi lavori dall" Arduino pulililicati furono le versioni dal francese , di una Memoria del Tessier in cui si rife- rivano i risultamenti delle esperienze fatte a Rambonillet alia presenza del Re iatorao alia nialattia del frumento V A R 1 E T A . 2^9 detta cart/' tia' Francesi e da noi golpe ; e dogli Elemcnti d' agricokara fisica e clumica del celeljre Wallerius; opere entrambe state dal tradnttore dottainonte commentate. Datosi poscia ad atteadere con i special cura al governo deir api , ne pul)l)lic6 in foggia di dialogo una facile, piana e compendiosa istruzlone , ove raccolse e i precetti gia provati migllori , e quelli che dalla propria pratica gli erano stati novellaniente consigliati. Testimonio de' felici risultamenti ottenuti dal padre nell' assunta impresa di dotare il paese di nuove piante cereali e nuovi foraggi , si propose , vedendolo per na- tura mancante di piante tintorie , di renderlo per in- dustria di esse fornito. Dopo molte prove e lunghe fa- tiche gli venne fatto di riconoscere nel solano guineense tal pianta, che, acconcia a vegetare nelle nostre contrade, era a iin tempo nelle sue bacche arrecatrice di un succo nericcio , ch' egli riusciva a volgere a diverse tinte, e a readere applicato durevolmeate , non senza adornamento di lucentezza , alle stofFe di seta , di filo e di lana. II veneto Governo premio T Ardulno di questo bel ritrovato nominandolo Ispettore delle piante tintorie, con annessa provvisione :, quindi in appresso , congiunto essendo all'in- clinazione il dovere , T Ardnino seguito ad occuparsene premurosamente , e meritano singolar menzione le cure da lui spese per ritraire dal tasso le sostanze coloranti clie vi son contenute. Pero assunto , dopo la morte del padre , alia cattedra di Economia rurale , a molt' altri argomenti agrarj com- parti le sue applicazioni. II preservare il frumento dal'a malattia della golpe , la coltivazione e gli usi delF orzo polistico nudo , cpiella del cavolo di Laponia , quella delle patate , del cinosuro aflVicano, e d' altre utili piante, fu- rono soggetti di cui fece studio , e clie gli diedero materia a scritture parte edite e parte inedite. Si volse talora , e non senza lode , dalle cose agi-arie alle mineralogiche e tecniche , come ne rende testimonianza un suo lavoro so- pra I'arte di macinare e sopra le mole. Alle fi-equenti ri- chieste clie si faceano del suo parere intorno ad oggetti agrarj dalle pubhliclie autorita , da accademie , da privati corrispose con senno , con zelo e cortesia, sicche paglii rcndeva e compiuii gli altrui desiderj. 260 V A. B I E T a'. Per ultima lode scientifica deirArduIno nomuitfrenio la estrazione dello zuccliero dall' olco cafro (i), da lui proposta e condotta a quel miglior termine che si potea desiderare. E poiche tal riti-ovato avvenne ne' tempi in cui tanto pre- niea far cessare il bisogno dello zuccliero coloniale , cost fu accolto con grande entusiasmo ; tuttavia non gli man- carono oppositori ed avverse combinazioni ; puossi pero afTermare clie se nviovamente sorgera il desiderio di uno zuccliero indigeno, all' olco cafro, e non ad altra pianta, gl' Itallani ricorreranno a fine di procacclarselo, e ne ri- iiorira la memoria e la fama deirArduino. Come in Giovanni e Pieti-o Arduino le morali e reli- giose virtu faceano alle scientifiche quel corredo che loro debitamente si addice, cosi il faceano anche in Luigi. Questi per aurea semplicita , per dolcezza ed innocenza di carat- tere rendeasi benevolo ognuno. Egli mori tra ristrettis- sime fortune , ma di quella morte quieta e rassegnata die al ben vivere corrisponde. Cirolamo Melandri Contessi. ,Girolamo Melandri nacque nel 1784 in Bagnacavallo terra dello Stato Pontificio. Fece gli studj filosofici in pa- tria , i farmaceutici e cliimlci prima In Ravenna , poscia in Bologna nel 1802 frequentando le lezioni del prof di ciiimica Coli. Si reco in appresso a Pavia ove nel 1806 consegui la laurea in medicina ; ma le occupazioni medi- che non lo distolsero dalle cliimiche , al cui nmore era presov clie anzi fatta in Pavia conoscenza col Moretti, in allora applicato alle cose chimico-farmaceuticlie, gli si rese compagno nello studio delle medesime , frutto del quale si furono due lodati lavori ch" essi congiuntamente pubblica- rono , uno sul modo di ottenere il mercurio dolce della inag- gior perfezione e con la maggiore economia , V ahro suW ana- lisi chimica delle radici di cariofilata e di colchico autun- nale , con alcune ricerche analidche sulV uva orsina. Tali (i) Qiiesta preziosa pianta si noiiiina adesso Sorguin Arduiid (Jacq.) in onore deirArduino (Pietro) perche qiiesti fu il priino a farla conoscere in Eiiropa, a dicljiararia qual nuova specie, ed a coltivarla. V A R I E T a'. 26 r })noni saggi cU se porgeva 11 Melandri ancora studeiite , i qiiali mossero il Moscxiti , ititeso com' era a proinuovere le scieiize con sue private liheralita ed a proteggere i ben disposti ingegni , a volerlo seco , perche si esercitasse nel laboratorio chiinico clie aveva a proprie spese istituito , e munito di scelte suppellettili. Dimorb il Melandri presso il suo mecenate sino al principio del 1807, nel qual anno pubblico una buona Analisi cidmica della materia prodotta dal grano turco nella malattia della golpe. Mandate poscia diniostratore di cbimica a Padova, ne divenne professore nel 1809, succcdendo al Carburi di cui aveva spogata la figlia : a tale incarico di professore soddisfece onoratissi- niamente sino alia morte avvenuta a' 2 a di febbrajo di quest' anno per gli efFetti di lenta infiammazione dell' aorta e delle arterie maggiori. II Melandri seguendo 1' inclinazione del felice ingegno cbe aveva sortito si applico di buon' ora agli studj chi- mici, ne piii li tralascio ; maestri, amici , protettori, cast opportuni, gli fur one pronti e propizj nel cor so de'mede- simi studj ; per tutte le quali favorevoli combinazioni man- car non poteva di divenir valente cbimico , e lo divenne. Solo le forze fisicbe e la vigoria di salute non gli fu- rono , massime dopo la gioventu , concesse in qnella misura cbe conviensi all' esercizio della faticosa cbimica profes- sione. Tra per la qual causa , e tra per le molte fortune cbe ottenne in retaggio, forse n'avvenne clie se pronto egb era a' suoi doveri , e nel loro adempimento zelantissimo , e se non ristava dall' adoperarsi egregiamente ogni qual volta le occasion! della fatica gli si paravano dinanzi, non fervesse per altro in lui quell' ardore cbe rendendo il cbi- mico insofferente di riposo , e sempre avido dell' investi- gare , il muove in cerca di quelle occasioni medesime. Del resto il Melandri lascia molti nobilissimi frutti del suo ingegno media nte pareccbie ]\lemorie sparse nel Giornal di fisica-cbimica di Pavia , negli Atti dell'Accademia di Padova , negli Annali delle scienze del Regno Lombardo- Veneto; mediante il suo Trattato di cbimica e la sua opera suir analisi dell' a c qua minerale di Recoaro; e lascia I'ono- rata memoria del suo zelo e valore nel dettare la cbimica, cbe niai non verra meno nella mente di chi ebbe la sorte d' essere suo discepolo. 262 y A R 1 E T v'. Quant' e alle Memorie ed opere di chimico argomeiito dal Melandri pubblicate eccoae un breve racconto. Fece r Analisi di ua singolar calcolo uscito da mi tumore^ esa- miiio r adipocera de' vegetabili e la natura dell' essenza di rose ; scoperse nel sangue di drago genuine una nuova so- stanza atta a porgere squisiti reattivi ; dimostro la purezza del cremor di tartaro die si fabbrica in Milano dal Forni, e come a difFerenza d' ogni altro cremor di tartaro del conimercio sia esente di tartrato di calce : si occupo della silice, e trovo il mezzo di renderla solubile; del nickel, e modificando il processo di Proust insegn6 ad ottenerlo per via pill econoniica , sebbene un po' piu lunga : studio gli idrosolfuri solforati , e fece conoscere un singolare idro- solfuro solfurato di barite non ancora da altri descritto ; e quando il Berzelius sorse a proporre nuove dottrine in- torno agl' idrosolfuri , a' solfuri , agl' idrosolfati , ed anche intorno agl' idroclorati, vi si oppose dimostrando non do- versi abbandonare le opinioni gia ammesse intorno a questi composti. Si esercito nell' analisi di varie acque minerali, ma con piii assiduo studio ed amore in quella dell' acqua di Recoaro , come si conveniva al pregio della medesima; fatto in quest' occasione I'esame della dolomite di Recoaro die giace in contatto del porlido pirossenico, la trovo composta di calce carbonicata congiunta a sola magnesia a difFerenza dell' altre dolomiti die la suddetta calce arre- eano unita a magnesia anch' essa carbonicata. Nel Trattato di chimica , pubblicato nel 1826, depose i frutti della sua lunga pratica, i perfezionamenti die arrecar seppe a'pro- cessi ed ai diimici ingegni , tra cui vuol essere ricordato quello che risgnarda I'apparecdiio detto gazometro. Molto compiacevasi della sposizione delle dottrine dell'aflinita con la quale esso Trattato ha coininciamento; e di tali dottrine ebbe congiuntura di fame una segnalata applicazione , quando ridiiesto di pronunciare certo giudizio intorno alia conservazione della foderatura delle navi , dimostro die non abbastanza cbiari erano i precetti di Davy rispetto a tale importantissima industria , e suggerl quelli che Ja po- tevano veramente al desiderato scopo condurre. Cosi in quest' occasione, come nelle molt' altre in cui il parere del Melandi'i venne consultato , corrispose questi per niodo da dimostrarsi degno di queila fama , che il celebrava per V A K I E T a'. a63 chiinica autorita tra' primi d' Italia. E la medesima fama dicliiarando a' snoi discepoli , quant' era veramente , il va- lore de' siioi insegnanienti , faceva ch' essi tutto ne racco- gliessero il profitto ; cosi dalla scuola del Melandri una larga vena spandevasi , purissiraa , efficacissima di chimico sapere. Chi mirando in generale le nazionl studiose considera 1 progressi della chiniica , li vede a questi giorni rallen- tarsi , perche molti suoi egregi ciiltori , quali sono i Davy, i Wollaston, i Berzelius , i Laugier, i Serullas sono man- cati di vita , e molt' altri che per abilita nello sperimentare sarebbero adatti a proinoverla , ormai V hanno abbando- nata , seguendo I'impulso che tanta copia di nobili inielletti conduce alle indagini elettro-magnetiche. Tuttavia qual scienza piu della chimica largo frutto promette a chi la coltivi con zelo? Possano adunque dedicarvisi eletti italici ingegni , che molto onore ne ridondera di certo ad essi e alia patria, e cosi si disacerbera quel duolo ch' e in noi cagionato dalF ainarissima perdita che stiam deplorando. K GijioNi, F. Carlini, I. Fvmagalu e G. Brugjvatslli , direttori ed editori. Pubblicato il di 3 aprile i833. Milario , daU I. R. Stamperia. Osservazionl rneteorologiche fatte all' I. R. Osservatorio di Breu F E B B R A J 0 i85o. M A T T I N A. < S E K A. '5 S 6 -a 3 5 2 B .2 ? 0I Stato del cielo. 6 u ^ i re if S 5 ~ F .9 p Stalo del cielo. I poll. 27 lin. 1 0 5,0 0,0 N E Nuvolo neve. poll. 27 4,"? + 1,7 N N E Nuvolo. 1 27 6,5 - 0,7 N E N Nebb. nuv. 27 6,6 .1,5 N N E Nebb. nuv. 0 27 5,0 + 0,5 S S £ Nuvolo. 27 4,5 + 5,5 SO Nuvolo. 4 27 4,5 0,0 SOS Serene. 27 6,0 + 9,0 0 Sereno. 5 27 9,5 + 1,1 N E Nebb. folia. 27 10,0 + 6,5 SES Sereno. 6 27 10,7 - 0,6 S 0 Sereno. 27 11,0 + 6,7 E Nuvolo. 7 27 11,8 + 1,0 N 0 Nuvolo. 27 11,/i + 8,5 s 0 Sereno. ' 8 27 ii,q + 1,5 NE Sereno. 28 0,0 + 7,3 s 0 Sereno. 9 28 o,:5 . 1,5 N Ser. uebb. 27 11,8 -H 6,4 0 Sereno. lO 27 ii,H + 0,6 N 0 Nuv. pioggia. 27 I 1,0 + 6,0 S S E Nuvolo. 1 1 27 10,5 + 2,5 s 0 Nuvolo. 27 9,7 + 5,5 s Pioggia. 12 27 10,0 + 0,7 N 0 Nuv. nebb. 27 0,8 + 8,3 0 Sereno. l'6 27 10,5 + 5,5 N E N Piogg. nuv. 27 10,7 + 6,5 SES Nuvolo. i4 27 9,t> + 4,7 S E Nuv. pioggia. 27 q,o + 6,0 N 0 Nuvolij. i!) 27 «,7 + 1,0 S S E Nuv. nebb. 27 6,8 + 5,7 N E N Nuvolo. Nuvolo. i6 27 4,2 + 1,8 0 Nuv. nebb. 27 4,6 + 6,0 SOS '7 27 5,0 + 1,5 N 0 N Nuv. ser. 27 5,7 + 8,0 SO Sereno. iS 27 6,5 + 2,0 E Nuvolo. 27 6,0 + 6,0 S E Nuv. sereno. '9 27 7,^ + 1,0 NN 0 Nuv. ser. 27 8,3 + 6,'} s 0 Sereno. 20 27 9,5 + 1,5 N N E Sereno. 27 8,5 + 7,0 SES Nuv. ser. 21 27 7,7 + 0,7 S S£ Nuv. ncJjb. 27 8,0 + 7,5 S 0 Nuv. ser. 22 27 «,7 + 3,0 NN E Sereno. 27 8,8 + 9,0 SSO Sereno. 20 27 q,5 + 2,3 NE N Nuvolo. 27 q,0 + 6,0 SES Nuvolo. 24 27 lO,.') + 3,0 N E Nuv. nebb. 27 10,0 + 6,0 N N E Piogg. ne^c. 2b 27 9,5 + 1,7 N N 0 Pioggia neve. 27 8,7 * 3,5 N 0 Pioggia. 26 27 9,7 + 0,5 S S E Nebb. ser. 27 9,0 + 6,5 S E Nuv. pio_L;gia. 27 27 7,0 + 4,0 E Nuv. pioggia. 27 4,0 + 6,5 SES Nuvolo. 28 27 5,0 + 4,0 S S 0 Pioggia. 27 5,7 + 6,7 S Nuv. sereno. Altezza mass, del bar. poll. 28 lin. 0 0 — 1 Altezza mass, del term. + 9,0 1 niiiiima media . 40 eve minima .... - 0,7 media + 4,'*'' :::::;:?^ :: s Quanlila della pioggia e 11 scioila linee 24,710. 1. - 2^5 BIBLIOTECA ITALIANA PARTE i. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. Edlzloiie delle opere classlcJie itahane del secolo XVIII. — Mllano , 1818-1832 , dalla tipografia del Classicl ludlaid. Tomi i36 in 8.*" Italiane lire 845. 36. Articolo IL Dl alcune omissioni put notabili in questa Raccolta. I nostri scrittoii del secolo XVIII s' abbatterono ad una eta, nclla cjualc i principi, per le cagioni toccate neir articolo precedente , s' erano dati a promovere alcune utili inaovazioni. Studiando, per conseguenza, le opere ch'essi ci hanno lasciate ne ricavianio questo duplice frutto , di conoscere quale fosse allora lo stato delle scienze morali e politiclie in Italia, e di vedere quali rimedii sapessero suggerire le menti italiane ai niolti e gravi mali ond' erano circondate. Nostri furono c;li errori del secolo XVI*, nostre le sventure con cui li abbiamo espiati neir eta susse- guonte : sia conceduto di dire clie quando ci fu data podesia di pensare e di scrivere, abbiamo avuti alcuni uomini capaci di suggerire utili provvedimenti per indirizzare di nuovo la nazione a quel tine da cui i suoi errori e i suoi infortunii \ avevano traviata. Alcune idee e dottrine ora conosciute e decantate da tutti non erano, e non potevano esserc allora in Italia; e pero sarebbe troppo irragionevole clii U'lbL Ital. T. LXIX. 18 a66 CLASSICI ITALIANI si maravlgliasse di non trovarle nei nostii scrittoii cli qiieir eta, Gonslderantlo i lunglii anni di oppres- sione, e quanto nel secolo XVII erasi fatto per av- vo1gci-e la moltitudine nelle tenebre , anneghittire i migliori nell' incrzia intellettuale , e distrar tutti ge- neralmente dal pensiero delle cose pubbliclie . sarebbe in vece da fare le meraviglie, come allorche comin- ciarono a volgere tempi men tristi, abbian potato su- bito manifestarsi in Italia tanta sapienza e tanta ener- gia. II Filangieri ponendo mano alia Scienza della Legislazione scriveva : « L' uomo istruito dalle sco- » perte de' siioi padri ha ricevuta 1" eredita de' loro » pensieri: questo e un deposito cli' egli e in obbli- » go di trasmettere a' suoi discendenti aumentato con 55 alcune idee sue proprie. Se la maggior parte degli y> uomini trascura questo sacro dovere, io mi protesto 5) di volerlo adempirc. 5) E con tanto fervore si ac- cinse ad elTcttuare c[ucsta promcssa, che dopo aveile consacrato cio che la gioventu e le ricchezze pote- vano dargli per vivere beatamente, mori logorato dalle vigilie e dalle faticlie intellettuali , nel piu bel [lore degli a:ini. Eppure guardando alle eia che lo avevano preccduto , chi piu di lui e de' suoi coc- tanei avrebbe potuto esentarsi da un tal sisgrificio , e coir inerzia dei padri ginstificarc la propria? E questo fervore e tanto piu dcgno di meraviglia e di stima, quanto piu alcuni dei nostri scrittori di politica e di economia non poterono secondarlo scnza fare un nobile sagriticio dei loro privati vantaggi al vantaggio comnne. Lo stcsso FjLm2;ieri accostandosi , nel corso della sua grand' opera, alia materia dei feudi premet- teva questo notabili parole: «I sacri diritti dcU'uma- 55 nita uuiti a' particolari interessi della mia patria 5) m' obbligano a questa digressione , dalla quale i 55 niiei privati vantaggi e i rapporti della mia con- 5) dizijue avrcbbero dovuto distog-liermi. La classe 55 contro della quale io scrivo, se e la piu potente 5) dello Slato , spero che voglia essere anche la piii 55 flocile e la piu ragionevole. Parlando contro i DEL SECOLO XVIII. 267 » pretesi clirlui cli colore chc la compongono , io nou » pretciulo cli calunaiare la lore condotta ; e recla- » nuintlo la distruzione delle prerogative feudal! , io » non preteiido d inveire contro quel rispetto che » si deve alia lore dignita ; la quale , derivata da )j una originaria nobilta sarebbe ornata d' un nuovo » lustre, quando non fosse oscurata da alcune esoti- » che prerogative che la rendono odiosa al popolo » e abboniinevole agli occhi del savio. » Sia pur vero pertauto che il uostro autore nello svolgere appunto questa dottrina dei feudi, e le ragioni ed i modi di abolirli s'avvolgessc in alcuni errori che non isfug- gono ora nemmanco agli occhi de' meno veggenti; nia questo alto disinteresse, questo bcllissimo esempio di un uomo che per amore del vero e del comuue benesscre insorge contro il suo - proprio vantaggio val senza dubbio quanto una buona teoria. Questo e il coraggio piii nobile e piii utile; quel coraggio di cui il lilosofo deve massimanieatc esser vago di po- tersi gloriare. A volere che la parola sia efficace biso- gnerebbe che gli scrittori avessero sempre una dignita personale; a volere che le proposte innovazioni tro- vino fautoji e siano accolte come un beneficio clalla nioltitudine sarebbe necessario che chi le propone fosse nel numero di coloro ai qnali esse debbono riuscire, alnieno apparentemente , dannose. La forza deir ingegno e Tesempio della virtu, quando si con- giungano insieme , devono di necessita guadagnarsi non solamente coloro che sono capaci di essere per- suasi , ma quelli eziandio , sui quali e poca la forza del raziocinio , e grandissima in vece quella dei fatti. Di questa rara e benefica unioue ci porge non pochi cscmpi la storia della nostra letteratura uel secolo XVIH; e basta citarc qui i nomi del Filan- gicri, del Beccaria , dei Vei'ri. Senza riguardo al loio private vantaggio cssi studiarene a ditlendere il ve- 10 i cir e la massima dclte potenze sopra la terra : e se non trovarone teste e in tutte le materie la strada pill siciua e piii breve per conseguirlo, U colpa fu 268 CLASSICI ITALIANI in parte deir umanita , in parte dei tempi e delle circostanze , piuttosto clie del loro ingegno o del ]oro zelo. E gli errori nei quali caddero, perclie risguardavano i mezzi ma non gia il fine , poterono ritaidarne il conseguiniento , non per altro ingannare o frustrar le speranze dei loro concittadini. Nclla po- litica del pari che nclla morale , la moltiplit iui dei sistemi non e nccessariamente dannosa, purche vi sia imita di scopo. Nei moralisti la bonta dei principj si argomenta dalla integrita della vita di clii li professa: nella politica dalla pubblica felicita: e gia si e detto come in Italia alle opere dei nostri grandi scrittori si vedessero succedere alcuni manifesti e notabili avvia- menti verso il benessere universale. 11 Lerminier si ride assai francamente del Filangieri clie domandava ai potenti le innovazioni di cui non essi ma la mol- titudiiie aveva bisogno. E noi frattanto sappiamo che Ferdinando IV, non solamente lo ascrisse al Supremo Consiglio delle finanze, cio che poteva essere una splendida catena iniposta ad un libero ingegno,- non solamente diclsiaro di avere piii ell tatti perchdo nella morte immatura di questa dcgtio ed illaininato vassal- lo , cio che ])oteva essere uno sterile elogio , ma voile inoltre far prova delle dottrinc di liii in una parte dei proprj Stati. Noi siamo ben lontani dal credere che questa espe- rienza potesse dare qnei frutti die quel Re ne speravu c il Filangieri nella sua buona fede si pronietteva forse sicuri-, ma questo ci par nondimeno un gran documento della elTicacia del vero. — Molti deridono la prudenza come pusillanimita od ignoranza ; quando pure non tiascorrauo ad aggravaria di nomi troppo pcggiori. E forse non sarebbe difficile il mostrar loro coUa storia alia mano, come i pnpoli avrebbero rispiarmiate molte lunglie c luttuose svcnture, se la prudenza non fosse venuta meno a coloro clie s' arrogarono d illnminarli. II vero (come abljiamo gia detto) e la maggiore di quante potenze si trovino sopra la terra. A malgrado di tutti gli errori e di tutti gli ostacoli, esso di tempo in tempo DEL SECOLO XVIII. ^69 vicne a far mostra di sc, diradando le tenebre del- r ig;noranza c della malignita. Coloro per altro dai qiiali csso c pioclamato soiio di neccssita nomini nati c crcsciuti in mezzo asili crrori eh" esso e destinato a couibattcre : e pcro noa e da sperarc giammai cli esso vcnga in iin siihito o trovato e conipreso in tutta la sua pienezza, o publ^licato per modo da produrre incontancnte tutti gli elletti di cui pu6 csscr fee ondo. A ben giudicare il merito di coloro the presso ua qualche popolo si lanno promulgatori di nuove dot- trine bisogna dunque considerare innanzi tutto le circostanze del popolo stesso. Bisogna inoltre saper apprezzare am lie la modestia dell' uomo sapiente, die sebben vogga da lungi i possibili elTetti di que' principi cli' ei pone , non si assicura per a!tro di proclamarli, sapendo clie accosto al bene si trova spessissimo il male , e che le menti degli uomini il- luse dai desidcrii piii virtuosi e piu santi , possouo non di rado ingannarsi con troppo danno dei lore simili. Questa considcrazione facca dire al Filangieri di volersi allontanare « cgualmente dalla servile pe- » dantcria di coloro die iiicnte voglion mutare , c » dalla arro2;ante stranezza di coloro die vorrebbero » tutto distruggere. » Altri el^bero a vile (piesta specie di mezzanita , e s' acquistarono senza dubbio un maggior grido; se poi abbiano tutti realmente giovata la causa dclf unianita piii che Tautore della Scicnza della Lcgislazione , sarebbe ancora difficile a dirsi. Oltre di cio noi abbiamo gia dimostrato che la nostra Icticratura del secolo XVIII fu una letteratura coii- cessa. Chi avrebbe potuto tardarne allora il risorgi- mento poteva andic reprimerne i progress!: cpicllo che im[)ortava si era di dilTondere le verita foiidamcntali della morale pubblica e priva;a ; Ic guarentigie , le conseguenze noa potevano mancare col tempo: il domandarle sine d' allora sarebbe stato lo stesso che mettere in pericolo ogni cosa. II Guicciarclini non disse a caso die gli uomini sono inclinati sempre a spcrare piu di quel die convienc cd a tollerare 270 CLASSICI ITALIAN! manco di quello ch' e necessario: e se la materia non fosse da un lato troppo odiosa, dallaltro soggetta a troppo arbitrarie interpretazioni , non sareljbe difiicile diniostrare , come 1' impazicnza ed il desiderio di precorrere ai lenti ma non fallibili effetti del tempo, fecero non di rado rimanere infruttuose le piu belle e piu importanti verita. Perche queste le trovano i pochi veri pensatori , atti a vedere fin dentro il germe cio che i tempi appareccliiano ; poi le ditTonde una scliiera d' uomini dotati del talcnto di scrivere; ma non diventan feconde di elTetti se non quando siansi fatte gia popolari : cio che domanda un certo spazio di tempo. Gli scrittori del secolo XVllI pertanto, cosi in quello che dicono , come in quello che tacciono ; cosi nelle vere dottrine come nelle erronee opinioni dalle qiiali le vengono derivando lappresentano nelle opere loro lo stato della nostra penisola in quella eta. Da loro soli impariamo a conoscere i difetti e gli errori della pubblica economia , pei qiiali avveniva che alcune provincie benedette dal Ciclo languissero nella mi- seria : i danni di molti privilegi che tuttora sussi- stevano: le incoerenze e la barbarie che deturpa- vano ancora la giurisprudenza civile e criminale , facendo la giustizia temuta piuttosto che amata. Se i poeti , all'aspetto della inondante malvagita , con- tentaronsi una volta di dire che la vei'a Giustizia , spaventata dalle colpe degli uomini , era volata di nuovo alia celeste sua sede; i filosofi sentivano al- lora il bisogno e il dovere di adoperarsi a ricac- ciar fra le tenebre cpiella larva a cui la malignita e rignoranza avean dato con un nome si augusto il diritto di desolare la terra. II Filangieri ed il Beccaria cominciano entrambi le loro opere decla- mando contro Y uso del diritto vomano , legislazlone fatta tra lo spazio di ventidue sccoli, emanata da di- verse legislatori in diversi governi, a iiazioni du-ersc , e che partecipa di tutta la grandezza dei Romani e di tutta la bai-baric de Longobardi. Ma il Filangieri che DEL SEGOLO XVIII. 2Jl pronnnriava rjneste parole era im profondo conosci- tore dclla 2;iiiijspriulcnza roniaua: gridava contro la stolta o maligna indolenza di chi all' aspetto della nnitabile condizione dei popoli, lasciava (e forse vo- leva) (he regnasse immxitabilc ne suoi pregiudizii cio clie risgunrda piii da viciiio la loro felicita: gridava contro Tabuso del codice Giustinianeo; e nondimeno sulIa sapienza di quegli aniichi giureconsaiti clie fu- rono tanta parte della grandezza e della gloria ro- mana, fondava il nobile ediiicio della sua Scienza della Lcgislazione. Non era flistidio dei buono, nia rilosolieo sdegno contro lui male evitabile, clie lo traeva a parlare ; e le parole venivano Iranche dalla cosrienza del proprio sapere e dalla rettitudine delle intenzioni. In cpiello poi clie il Beccaria ci lascio scritto sopra cjuesto argomento delle leggi roniane e barbariclie e da notarsi principalmente mi cspressione, clie ci rivcla tutto insieme e i niali di quclla eta clie il fdosofo bea vcueva , e la circospczione comaiidata dalle circostanze a coloro che pur sentivaiisi capaci di apportarvi rimedio. cc Queste leggi ( egli dice ) clie » sono uno scolo de'secoli piii barbari, sono esami- » nate in questo libro per ({uella parte clie risguarda » il sistema criminale; e i disordini di c|uelle si osa » esporli ai direttori della pubblica felicita con uno « stile clie allontana il volgo rioii illiuniiiato ed im~ 5> paziciite. )> Certo , anclie il Beccaria, con alcune parole die il Lerminicr non comprese, invocava un' eta in cui la giurisprudenza fosse piuttosto un scntimento della moliitudine, clie una scienza di po- clii ; ma conosceva il volgo in mezzo al quale egli con poclii aliri stndiavasi di promovere la pubblica felicita, conosceva clie dove un pensatorc lilantropo osava di esporre ai potenti il liutto delle sue medi- tazioni , ivi sarebbe stata immedicabilraente dannosa \ inipazicnza della igiiorante moltitudine, dalla quale non puo venir iDai , se non per caso , alcun bene. Chiunque pertanto propongasi di ben conoscere la storia della civdta iialiana, e cjual fosse lo state 273 CLASSICI ITALIANI intellettuale e morale d" Italia nella seconda meta del secolo XVIII, qnali i bisogni di questo paese e i prov- vedimenti possibili alle circostanze d'allora, e quale per conseguenza il merito di coloro che posero Y ani- mo a trovarli e introdurli; non potra senza grave danno de' suoi studi nep;lio:entare i nostri scrittori di quel tempo , compresi per la maggior parte nella rac- coka bellissima degli Ecoiiomisti , ed in questa di cui era parliamo. Certo quegli scrittori non videro scm- pre nella loro pienezza i mali del proprio paese; non risalirono sempre alle vere origini; non seppero sempre additarne i rimedii pin pronti e piu efficaci: ma ignoriamo noi forse che la sapienza dei nipoti si fonda cosi sopra i veri inscgnamenti dei padri, come sulla considerazione dei loro errori? Raccogliendo le opere del secolo XVIII, il nome di clussiclie dovctte essere adoperato dagli editori in una signiiicazione diversa dalla consueta, riferendolo all'importanza della materia ed alia eccellenza scien- tifica piuttostoclie alia purita della lingua ed all' ar- tificio dello stile. Lo scopo a cui venue indirizzata questa coUezione fu quello principalmente di racco- gliere e conservare la dottrina lilosolica e politica italiana : e a dir vero, di scrittori eleganti avevamo gia una gran copia nella collezione dei classici fatta in Milano; di libri filosolici, di libri che ci mostras- sero almeno quali siano gli argomenti plii degni di essere meditati ne avevamo pochissimi; e quasi tutti, per le grandi mutazioni avvenute dal secolo XVI in poi, inl'ruttuosi. Con questa edizione pertanto si prov- vide a rannodare la storia della sapienza interrotta in Italia dagli errori e dalle calamita di quasi due secoli, piuttostoche a continuare la serie desuoi ele- ganti scrittori. Sotto questo rispetto non sapremtno indovinare perche gli editori abbiano omessa la Scienza Nuova , da cui sarebbe stato ragionevole in vece che avessero fatto principio. E forse dovevano anzi cominciare dalla Storia Universale del Bianchini, la cui pubblicazione nEL ?ECOLO XVIII. 273 prpcetlctte di soli tie anni il secolo XVIII. Ugo Foscolo fliceva chc 1" opera del Eianchini diede alia Francia Y Origine ill tuttl i culti; c dolcvasi die in Italia fosse conosciuta da podii, e da nessuno de- gnaniente apprezznta. Ed e noto ch'egli vi pose uno studio fervente; e Tannoverava fra i podii libri vera- nienle de2;ni di ammirazione immortale. 11 Bianchini apperia coloii nel suo volume una piccolissima parte deir iiumenso discgno die si era proposio ; ina quel podiissimo basta per dare a lui ed all' Italia una glo- ria die non dovrebiycssere trasandata. II proporsi di leggere ne' monunienti la storia delle varie eta, o di trovarvi almeno 1" indole ed il carattere dei tempi per modo die possano servire prima alio storico per arguirne i latti, poi alio studioso per raccomandarli piii slabilmentc alia sua memoiia, dovea strascinare di neccssita a quella ostinazione di sistcnia die sosti- tuisce talvclta la fantasia e 1' arguzia al raziocinio ed alia lilosolica gravita ; e di mezzo a molte grandi e luminose scoperte dobbianio aspettarci di trovar sempre in siii'atti libri ali unc interpretazioni o de- dotte a forza o puerili. Ma e un gran danno pei buoni studi die alcuni , ributtati da queste podie e forse non evitabili colpe, ricusino ogui considera- zione ad un libro pieuo di tanta sapienza ; e die altri in vece , per una cotal le^gierezza di mente e immo- derata avidita di speciose opinioni , a queste sole si fermino ; ammirando per dir cosi il fuino die s' alza e si dilenua nelf aria, in luo<2;o della luce die si diffonde sott'esso. E cosa da recar meraviglia a considerare quanto leggiermente dai nostri scrit- tori fu giudicata F opera del Bianchini ! L' Haym la dice libro cuiioso , dotto e raro. II ]\Iazzucclielli la considcra soltanto come scritta per facilitare lo studio della storia c della cronologia col mezzo di figure e di simboli die la rappresentano e di tavole eke ne ravvivano la memona. Certo quel moiiu- meiiti e ([uei simboli , stampandosi nella memoria degli studiosi , dcbbono concorrerc a far si ch" essa 274 CLA.SS1GI ITALIANI plu fedelmente poi custodlsca dentro di se anclie i fatti che vi hanno relazione, o piu facilniente se li richiami all' uopo dinanzi : ma quando bene questo vantaggio non fosse, la sapienza con cui I'autore ha trovata la relazione tra i monumenti ed i fatti, tra i caratteri che distinguono un' eta ed i simljoli ai quali li viene associando ; e le dotte , argute e fi- losofiche spiegazioni non sarebbero forse bastevoU per assegnare a cotesto libio un posto onorevolis- simo ? per mcritare alnic vo clie fosse raccomandato alia gioventu italiana con quakhe maggior calore, e con parole diverse da quelle che si userebbero an- nunciando qualcuno di que' giuochi recenteaiente in- ventati , per insinuar ne' fanciulli , mentre si danno buon tempo, una qualche notizia del popolo Ebreo o della repubblica Romana? II Tiraboschi, 1 Andres e per ultimo il Maffei e il Lombardi o ne tacciono affatio o ne parlano assai leggiermente. Quello fra gli storici della nostra letteratura che mostra di averlo saputo meglio apprezzare e il Corniani; ma 1' Italia non ha pagato per anco la debita riconoscenza verso questo grand' uomo, e il miglior elogio gli fu tributato frat- tanto da uno straniero ! Due sole edizioni delF opera del Bianchini si avevano quando la nuova coUezione fu cominciata; f una del 1697, I'altra del 1747, rare entrambe a trovarsi, e tali da essere facllmente su- perate nella eleganza non meno che nella correzione. Ora il Battaggia di Venezia nel iSaS ce ne ha data una terza, bella e passabilmente corretta. Ma se forse i nostri editori possono scusarsi di questa omissione , perche Y opera del Bianchini non appartiene precisamente al secolo XVIll, qual ragione poterono avere di escludere dalla loro collezione la Scieaza Nuova del Vico , la quale (dice il Cousin) fu il modello e fofse la sorgente dello Spirito delle Leggi; ed e il primo libro di storia universale in cui le leggi e le istituzioni politiche siano considerate come un elemento delFumanita? L' opera del Vico ha recate nel mondo, come poi i libri di Kant e di pochissimi DEL SECOLO XVIII. 276 altri , aloune di quelle grandi verita clie aprono ai pensatori una nuova strada, e mutano affatto lo stato della scicnza : e fu una di quelle grandi ap- parizioni letterarie e rilosoliehe, che ciascuna na- zione dee gelosamente custodire. II Genovesi, il Fi- langieri, il Pagano nscirono tutti da quella scuola assai piu clie da quella degli stranieri : e pei 6 se alle opere di costoro non si premetta quella del Vico , la storia della sapienza italiana e interrotta , e r originalita nazionalc dei nostri piu grandi scrit- tori puo ragionevolmente parere dubbiosa. Nessuno iguora quanto in tutta 1' Europa &ia or a divcnuto illustre il noipc di quel grande Italiano, e come i filolo2;i, i metalisici, i politici piii celebrati di tutte le nazioni, nel volgere di un secolo , non poterono fare alcun notabile progrcsso di cui non si trovino alnicno i gernii nella Scienza Nuova. Al Vico poi doveva necessariarnente accadere quello clie seiv.pre intervcnne ai grandi uomini. Da principio niolli ri- pongono la loro gloria nel mostrare di averne con- tezza , e sforzansi di partecipare nella lode dell' ori- ginalita col diflondcr dottrine non nuove, ma tuttavia ignorate dai piu : poi in progresso di tempo , quando per cjaesta via non puo piii sperarsi celebrita , in mezzo alia coniune vcnerazione sorgono alcuni che si fan gloria del trovare una qualclie falsa opinione fra le molte verissinie da quei grandi insegnate. E non v' ha dubbio che il mondo si giova cosi di cjuesti come di quelli ; perche la non curanza e la cieca e superstiziosa vcnerazione dei grandi scrittori nuocono ugualmcnte ai veri progressi dell' umano sapere. A noi la coscicnza della nostra poverta in sitfatti studi non consente di metter parola intorno ad alcune fondamentali obblczioni che vediamo pro- nmoversi prcsentemcnte in Italia contro la dottrina del Vico; c qui in ]\lilano piu forse che altrove. Del resto, c[ualunquc dcbba esscre il giudizio dei pensa- tori e il sentimenlo della nazione in qucsta altissima contvovcvsia intorno all' originc dell' inciviliniento, o 276 CLASSICI ITALIANI fondato suUa comune natura delle nazioni, o portato, come il fromento, da un solo paese in cui in native a tutte le altre parti del mondo , sani scmprc vero clie la sapienza italiana del secolo XVIII non dovea credersi pienamente rappresentata da una coUezione da cui fosse esclusa la Scienza Nuova del Vico. E s' aggiano;a che le maggiori obbiezioni non s' erano ancora elevate quando nel 1818 si comincio qiusta edizione della quale parliamo. Oia poi potrehb'' es- sere impresa degnissima di quella tipogratia da cui usci una tanta ricthezza di opere letterarie e filoso- ficlie il presentare all Italia una ristampa dtlla Scienza Nuova corredata di alcune appendici dove le dot- trine del Vico fossero con diligenza esaminate, e po- ste chiaramente a riscontro delle piu importanti obbie- zioni che loro vennero fatte. Passeranno ancora molti e niolti anni prima die o in Italia od altrove si creda di avere pienamente sviluppate le dottrine d' ogni maniera di cui si trovano i germi in quell' opera : e quando bene giungesse il momento in cui potesse essere consentito che da quel libro non potra piu attingersi nulla d'importante e di nuovo , i volumi del Vico saranno ancora un monumcnto che la na- zione vorra custodire come un testiiuonio della mag- giore sua gloria. Anche la Logica e la Diccosina del Genovesi sa- ranno desiderate da tutti colore che in questa edi- zione vorrebbero studiarc il secolo XVIII, e trovarvi cio die Fingegno italiano produsse allora. di piu 110- tabile e di piu grande. II Geaovcsi fu contempora- neo e concittadiuo del Vico: non sorti come lui daUa natura mi ingegno eminentemente speculative ; ma ebbe il done invidiabile e conceduto a pochissimi di recar nuova luce in tutte quelle materie alle quali poneva mane. Amo la patria, e pero scrisse varii libri indirizzati a promovere specialmente i vantaggi di quella : amo il genere umano , e pero compose parecdiie opere , acconce a diflbndere i scntimenti della giustizia e dell' onesta , senza dei quali le DEL SECOLO XVIII. 277 iiazioiii , se non ricadoiio scmpre nella barbaric dei tempi di mezzo, non pcssono evitare per altro di do- ver sopportare que" mali chc allora fecero piii infelice e pill niiserabilc la vita. Le Lczloni di econoniia civile., e i Ragioiiainend intoriio aU agricoltura ed nl com- Tiiercio in luiivcrsale ( opcrc comprese nei due volu- lumi della nuova collezione ) si possono considerare come appartencnti alia prima delle due classi da noi indicate. Alia seconda puo fino ad un certo punto ascriversi il Ragionamcnto intorno all' uso delle grandi ricchezze per risguardo all umana felicitd. « Mai non » si legge (egli dice in questo Ragionamcnto) esservi » stata ft'lice e tranquilla repubblica, senza che vi » fiorisse molta scicnza, molta virtu e niolte arti, le ■» sole nutrici di questa nostra fclicita: ne, a consi- » dcrare le cose da vicino e con occhio filosofico, si )) trovera poter essere altrimenti. » E sforzasi di pro- vare clie anche senza oro ed argento uno State puo essere felice di qiiclla felicitd die si pad avere qaag- giii, quando oltre all' essere doiato delle ricchezze jL>ri- viitive a esso abbia savie leggi le quali si mantengano » nel loro vigore e di tanto in tanto si ricliiamino y> a' loro principii, afHuche riprendano quella forza )) chc tutte le regolc uniane coll' andar del tempo )) rallentandosi soglion perdere, che la virtu e I'in- » dustria alil^ia il suo premio , e presta e vigorosa 3> pena la malvagita; fiualmente che sappia cosi vi- » vere con i popoli vicini, die conservi con esso » loro religiosamente la giustizia, la fede de'trattati, •» ramicizia, ne s' invaii,hisca d' ingrandirsi a spese » degh altri. » Queste opinioni e moke altre che trovansi nel citato Raa;iouameiito potrebbero quasi far sospettare nel Geuovesi un cercator di Utopie , una di quelle mcnti che, alFaspetto di alcuni vizii cresciuti nel mondo insieme coUa civilta , credono inipossibile di sbandirncli senza ricondurre gli uoinini a cpiel ch'essi chiamano stato di primitiva sempUcita. Anche r opinione del ricliiamare le Icggi ai loro prin- tipj potreJ:)be convalidare questo sospetto, qualora 2yS CLASSIC! ITALIxVNI s' interprctassc a quel modo che molti fanno. II prin- cipio fondamentale di ogiii legge e la sua relazione od armonia cogli uomini ai qnali s"'imponc; e per essere gli uomiiii nccessaiiamente modilicati dalle circostanzc infinite die il tempo porta con se , clii sotto I'acccnnata dottrina intendesse die si debba dope un certo volgere d' anni restituire alle leggi tutto indero il vigore eh' esse ebbero quando furono primamente costituite, correrebbe pericolo di allon- tanarsi tanto pid dai veil principil quanto piu mate- rialniente paresse ch' cgli vi si fosse accostato. Final- mente pouebbe crtdersi clie Tautore, inuamorato di questa sua idea d' un pacse consacrato, se cosi pos- siam dire, dal culto della virtu, ne commetterebbe senza avvedersene la felicita e la sicurezza all' arbi- trio delle nazioni circonvicine. Perciocche s'egli sup- pose die la giustizia di un popolo debba senipre parcr venerabile a tutti quelli die gli sono vidni, dovremo dire die, non contento di un' Utopia , ne crco mille, anzi fece di tutta la terra un' Utopia sola. Qucste considerazioni sor2;ono cosi spontanee nella mente di ogni lettorc , die forse non era necessario di scriverle: nondinieno abliiamo voluto toccarne al- cun poco, afiinclie non si creda die noi, racconian- dando alia gioventu italiana lo studio de'nostri scrit- tori del secolo XVIll, abbianio voluto pcrsuaderla ad adottarne indistintamente tutte le opinioni. Diremo anzi die i uuovi editori potevan forse oniettcre que- sto Ra^ionamento senza scapito degli blr.diosi. Le dot- trine del Genovcsi intorno alia felicita delle nazioni gia si trovano nelle sue Lezioni dl Economia , sicche rispetto a questa materia quell' opera poteva bastare. Ma la Diceosina dove la dottrina del giusto e del- r onesto e sviluppata con tanta cliiarezza ; dove i di- ritti e i doveri degli uomini sono esposti con tanta ingenuita di cuore e dirittura di mcnte; dove il ne- cessario legame delle leggi civili coUe leggi naturali e reso evidente con tante prove di raziocinio e di iatto i dove la necessita dell' armon^ia fra i principj DEL SECOLO XVIII. 279 clerni dclli morale e le mutabili tlisposizioni del di- ritto positivo e fatta cosi manilesta, non doveva as- solutaniente dimeniicarsi. Certo s'iiicontrano anclie in quel libio alcune dottiine alle quali si possono muo- vere si'ldissime obbiezioni; nia considerato in gene- rale non vedianio clii abbia fatto in Italia tinora nn' opera da potersegli sostitiiire: e quelle parti nie- dcsime dove i recenti progressi della filosofia non perinettoiio piu di consentu- coll' autore , stimiamo che non debba essere senza diletto e senza profitto r averle vedute, importando assaissimo di conoscere la storia delle opinioni uniane in una materia di cosi alto interessc. Molti si dolgono clie in Italia poclii scrittori pongono I'ingegno a scrivere opere di mo- rale: nondimeno la nostra poverta in questa materia non e cosi grande come credono alcuni; e sarebbe niinore per cei'to, sc la nazione allettasse i suoi dotti a questo generc di lavori rimeritando della debita stima ([utlli clie gia possiede. In una sola cosa i 110- stri scrittori di moriile hanno linora giustiiicato il pre- detto lamcnto, cioe nella mancanza della popolarita: e questo difetto , per vero dire , si trova anclie nella Dlccosina. Rispetto alia Logica , non crediamo necessario di spendere nessuna parola per dimostrarne la bonta e rimportanza. Quel liI:)retto in cui gli ufficii della men- te umana nella invesrigazionc del vero sono esposti con si bcirordine e con tanta cliiarezza, fu stupcndo ' a' suoi tempi ; e dopo quasi settant' anni e mirabile ] anclie oggidi, e vuol essere annoverato fra i pochi I vcri giojelli che abbiamo ereditati dalla sapienza dei I nostii padri. Con buon consiglio pertanto il Fontana j ammendo ncUo scorso anno (piesta dimenticanza dei nostri editori, e ci diede una ristampa della Logica del Genovesi accompagnata da note ed aggiimte del professore Gian Domenico Romagnosi. Finalmente sara domandato a ragione, perclie mai I in questa raccolta non bia stata compresa la bell opera di Appiano Buonaiedc Della storia e della indole di aSo CLA.SSICI ITALIANI ogni filosofia? II Roniagnosi, clal cui giudizio in queste materie nessuno forse vorra discordaie , non dubita di coUocar questo libro al di sopra di moke altre storie della tilosotia pubblicate dagli stianieri ed in parte anclie tradotte dai nostri nella lingua itabana. Senza tenia poi di essere giudicati parziali piio dirsi che la storia della filosofia sarebbe meno imperfettamente conosc'iuta in Italia ( e la materia ci sembra degna deir attenzione de' nostri giovani) se il libro del Buo- nafede non fosse cosi raro a trovarsi e cosi negli- gentemente stampato nelle edizioni che ne fnrono fatte. Dioasi pure che incontransi qua e la in quel libro alcnne inesattezze storiclie , ^alcune declamazioni che I'argoniento non comportava. Alle prime non dovrebb' essere difficile il rimediare con qualche nota: le seconde non impecUscono alio studioso di conoscere le opinioni contro le quali il bnon uomo declama, e giovano a farci vedere come allora in ItaUa si giu- dicassero le dottrine degli anticlii da una classe non piccola di persone molto influenti sulF educazione nazionale. Noi pertanto godiamo di poter anmmciare che una nuova edizioue di qucsta belf opera sta ap- parecchiandosi dal Fontana. Dal Buonafede il pensiero corre naturalmente al Baretti che nc fu cosi accrbo censore, c che ha forse contribuito non poco a gettar nell' oblio im uomo tanto niaggiore di liii; e la Frusta Lcttcraria , che i nostri editori hanno omessa, sara probabilmente un'altra ac- cusa che alcuni moveranno a questa Raccolta. Quanto a noi non ci siamo proposto di venire accennando tutti i libri che si potevano collocare utilmente fra gli scrittori del secolo XVIIl ; ma qaelli soltanto la cui omissione ci pare che renda impcrfetta T imma- gine della sapicnza italiana in quella eta. Piu della Frusta Lctterarla avremmo per conseguenza deside- rata la Storia di Milano di Pietio Veni. Questo libro ha certamente moiti difetti , anche senza parlar deUa lingua e dello stile, in cui fautore non cbbe nc purita nc artilicio di' sorta. 11 Verri sjcrisse que" suoi volumi DEL SECOLO XVIIT. 28 1 noil tanto f'orse per raccontare la storia del proprio paese, quaiito per aveie occasione d'insinnare alcuni de' suoi pensamenti ncir animo di coloro clie non si sarebbero accinti alia Icttura di uii libro lilosofico c di puro raziocinio. Quindi in alcune parti clie non si prcstavano a quel suo intendimento egli procede con una brevita che non di rado interrompe la necessaria successione dci fatti; in alcune altrc si allarga a troppo ampie trattazioni che i progress! dello spirito nmano oggidi rendono inutili. Ma per que' tempi egli fece senza dubbio xin bel libro ; e pose un esempio non ancora abbastanza studiato di storie municipali. Senza la Frusta Letteraria del Baretti pertanto puo la Rac- coha di cui parlianio farci conoscere qual fosse nel secolo XVIIl il gusto letterario in Italia, e fino a qual punto la critica si fosse spinta. Senza la Storia del Verri crediamo veramente che le nianclii un li- bro necessario al suo scopo di rappresentar tutta iii^ tiera rimmagine delta sapienza de'nostri padri. A, jy,hL Itul. T. I.XIX. 19 2«. // Vaticano descritto ed lllustrato da Erasino Furo- LESi , con disegni a coiitoriii diretti dal plttore Ca- mitlu GuERRA. — Roma, 1829-1833, tipografia dclla Societd editrice , gr. in foglio. (Si pubblica per associazione ed a fascicoli al prezzo di baj. 5 per ciascun foglio , 1 o per ciascun ratnc. Finora ne uscirouo fascicoli 3o, il cui prezzo ridotto in mo- ncta ital. e di lir. 262. 91. In Milan:) le associa- zioni si ricevono da Antonio Fortunato Stella e figli , contrada di S. Margherita.J D. 'e' primi sette fascicoli di quest' opera veramento granJiosa abbiam latto qaalche cenno iiel toiiio 58.", maggio i83o, pag. a6i. Ora ci gode vcrameate 1' a-, uimo ncl vederia oggimai pervcimta al oo.'^ fascicolo. Ne ci lia pericolo ch' ella nel suo coi&o arrestarsi po?sa , siccome tante volte avvicne delle grandi iiu- prese; perciocche ci si fa noto esserc assistita da una socicta di cliiare persone « clic pojsono e in- » tcndono coU' cfficacia de' loro mezzi di fedelmente ?5 condurla all' ultima sua perfezionc. 5> La quale no- tizia riescii' dee gratissima a tuttc le colte nazioni. Inipcit iocclie Y edifizio del Vaticano e il piii ricco , il pill iiiaraviglioso inonumento della moueina Roma, siccome uu giorno il Campidoglio cralo delT antica. Clie s' cgli e vero clie Roma , capitale del moudo cattolico e delle beH'ai'ti regina , sovrasia, biccoiue dubitarsi non puo, ia ogni genere di mouumenti ad ogni altra piu cospicua citta , aversi do via noii rneno per cosa certissima cssere il Vaticano il piii grande monumento clie nel niotido sussista. E di fatto sotto il colletiivo iionie di Vaticano compren- donsi e la basilica degli Apostoli , il piu augusto tempio the mai sia^i da meate umana coaceputo, e il palazzo poatiticio, e con esso la sala rcgia, le cappelle Sistina c Paolina , le camcre e le logge di Rafacle , !a biblioteca , i musei , Ic gallcrie c 1 tanti altn oggetti die la niaraviglia forniauo del mondo, c vincono os,iii nostra iinaginazione. Ma nessiin' opera eiasi linora piibblicata, in cui iiute le cose, le j)ai(i tuttc dell ammiraiido edilizio fossero in una sola coUezione , quasi in un sol cor- po, raccolte e con bell' ordine distribuite. E si clie taiiti sono i libri ctie di esso o delle singole sue parti trattano, chc formare se ne potrebbe una licca biblioteca, sicconio avvcrtito abbiaiuo nell' anzidetta voliuue (U (juesto giornale. E di f'atto il solo Museo Pio-Cleaiontino somniiuistio ad Ennio Quirino Vi- sconti preziosa e bellissiiiia suppellettile per sette volunii di forma colossale. Ora nelP opera di cui parliamo tutte trovansi esposte e con eletta erudi- zione descritte ed illustrate le parti delle quali componesi il Vaticano; di modo die il letterato , r antiquario, il cultore dell' arti belle hanno in essa tutlo cio dv egllno bratuar potrebbero di cousultare intorno a si ainmirando ed immenso edificio. All importnnza ilelle cose corrisponde la niagniii- cenza dell' cdizione : se non die bramato avremmo die il fVontispizio , vaganiente inciso in rame , con- dotio apparisse con jniglior garbo , ossia con un gusto piu conl'ornie alle regole del bello. Quelle liglie ricurve, que'caratteri gotici e semigotici troppo disdicono alia gravita dell' opera, e risentonsi d' uno st\W barocco, indcguo di Roma, ed in manitesta con- traddizione rolla l)ellezza de' monumenti die neH'o- pera contengoiisi. E' opera ha princi[)i() dal Vatic;uio antico, di cui si espone succintamente la storia, se ne da la topo- grafia, descrivousi i monumenti: die nella sua area appunto erano il Circo di Nerone, la Porta trionfale, r Ippodromo ed il Mausoleo di Elio Adriano e tanti altri ccleberrinu edilicj. Si passa poi al Vaticano mo- derno, ossia al Vaticano delle epoche cristiane; e si couiincia con un cenno intorno al piccolo oratorio o ciniitcro eretio Tanno io6 dal pontetice S. Anacleto «llc faldc del monte Vaticano ; quindi si espone 284 IL VATICANO DESCRITTO ED ILLUSTRATO. ]a storia della Basilica Costantiniana fondata 1' anno 324, e se ne danno i disegnj. Dopo di die apresi dagli editor! un ameno e floridissimo campo neU'odierna Lasilica degli apostoli Pietro e Paolo costrutta sulla Costantiniana: argomento vastissimo die la materia co- stitnisce de' due primi volumi. — 11 fascicolo XX, col quale lia principio il volume terzo, ci conduce nel palazzo pontiBcio die un tempo era all'antica basilica congiunto: e primieramente nel Co? die di, S. Damaso , e di la alio studio del Musaico , alle Loss^e, alia Bi- lilioteca , la quale per codici in ogni genere, per la sua stessa grandiosa costruzloiie architettonica e per le analoghe dipinture ed altre opere di bel- r arti ond' e adorna primeggia fra le yjiu cospicue dd mondo. Essa ci viene mumtamente dcscritta , con Lei corredo di erudizione e di critica, e nelle relative tavole rappresentata. Importante ci e in particolar inodo sembrata la digressione sui vasi etrusclii, die alia vaticana biblioteca servono d' ornamcnto. Di essi ci si da il metodo coa cui venivano costrutti e or- iiati; se ne distinguono le specie e i varj usi; se ne rivendica 1' invcnzione agli Etrusclii; si osserva die si fatte suppellettili erano dagli altri popoli ricerca- tissime; die non poclii ne' moliiplici loro ornamenti niostrano tutta la finezza e Pintelligenza delT orilice- ria; e die etruschi sono andie alcuni di que' vasi die portano greca iscrizione (aggiugncremo, e que- gli ancora adorni di niitologiche elleniche rappresen- tazioni); perciocclie rivoltisi gl'Italiani antichi alTimi- tazione de'Greci, dappoidio questi coUe loro colonie occuparono il mezzodi della penisola, introdusstro lie' loro monumenti greclie epigrali, sia per aervire alia iiioda, in ogni tempo tiranna, sia per secondare la vo'.onta od il capriccio de' commettenti. Da questi pocliissimi cenni potranno i Icggitori no- stri bastevolmente rilevare la natura di quest' opera , la quale e per Pimportanza e jjer la magnilicenza puo per ogni diritto coUocarsi tra le pin splendid e che in Italia state siauo a ^i nostii ptibblicatc. G. Esainc dclla Storia dcg/i aiitichi papoh ItaUanl di Ciu- sejype Jl/jCALl , in irlazlnne ai priinordj dell italtco iiiciviliinento. Meniorla di Qian Doincnico Ro.ma- GNOSI. Fedt, il (ptaderiio di fcbbrajo p" p-'^ P' 146. § I. Osscivuzioni preliiniiiari. L. je notizle sull* Italia prima dei Romaiii sono nou solo di gvandissimo interesse si per gl' Italiani e per 1' Europa tiitta, 111a anrora decisive per la illosolia deir iiicivilimcnto. L' impcro Romano abbraccio (fuel tratto del 2;lobo che pare dal!a natura chiamato a primeggiare suUe genti. Circoavallato dalle parti di oriente e di mezzodi ( verso i coiitinenti asiatico e afi icano lino al mare Cimmerio ), dalla fossa interna del IMediterraneo ; irnarentito dalle m()iita2:ne deU'Ai- lantico e del Libano ; rinforzato dai deserti die ri- cingono queste foitilirazioni ; circoscritto nelle pani dell' occidente e del settentrione dai mari Adantico e Baliico ; inlersecato internamente da naturali co- municazioni di mari, di laghi , di luuiii; favorito da una latitndine geogralica , scevera dagli estremi del caldo e del gelo ; ecco la terra preparata ad una si- gnoria senza csempio ncir antichita e che lascio in retaggio il primato dell" Europa sidle altrc parti del mondo. IMa gli csordj del Romano impero si confondono con \\i\ antcriore italica civilta sulJa ([uale appunto si aggira V insigne lavoro del sig. Micali. Se perirono i fasti veramente storici e concatcnati dell Italia an- teriore ai Roinani, sjpravvissero noudimcno bastanii notizie per indovinare non solo la mateinita del Ro- mano incivilimenio , ma eziandio la procedenza del- ranticliissimo degf Italiani. Per la ([ual cosa nou pos- siamo accousentire alia sentenza di un celebrc mo- derno archeologo (Cliampollion scniore ) die imincrgc in una notte impcncirabile le primitive origini nostre 286 I'SVjME scli.a ,*toria hazionali (O. Nellc tencbre dei secoli si perdono i tempi tanto di una vetustissinia rivilta tjuanto di uaa vetustissinia Ijai'barie. 11 sclvao;2:io non ricorda la gene- razionc eora/n Deus ( Creuzer simb. pag. 607 ). Si potrebbero an- cora ravvicinare qneste denominazioni coll' arabo Anab , maesta , potere , e col persiano Jannan signi- ticante mi capo. » Qaanto alT efBgie dobbiamo ricordare il precetto insegnato dal cclebre Passeri , 1' uomo il piii erudito neir etrusca archeologia ed il piu giudizioso e cri- tico ricercatore di cose antiche. « Nell' intelli^enza, egli dice , degli antichi monumenti sono di gran peso alcune minute circostanze , dall' una delle quali talvolta dipende 1' intelligenza di tntto il monuniento, perocche gli antichi artefici e pittori niente trascu- ratamente , niente temerariamente in opere che ri- guardavano la mitologia introducevano che traviasse dalle leggi di essa. In primo luogo pertanto conviene stabilire che in verun tempo gli Etrusclii coltivarono la barba , perocche da tutte le vestigia di quella gente appariscono perpetuamente rasi » (i). (i) At ill veternm luonumentorum intelligentia niaxiiiu poatleris sunt minutfe quEedain circuuistantiee , ex quaruni una alicjuando pendet totius monumenti intelligentia , cum antiqui artifices et pictores nihil oscitanter , niliil temere in operibus intruserint , quod a mythologiae legibus aber- raret. Quod primum constitueiidura est, Etruscos nullo unquaiu tempore barbam coiuisse , cum in unlversis ejus gentis vestigiis perpetuo rasi videantur ( Paralipomeiu all' Ltruria Regale del Deinpstero pag. i ). 3oO ESAME SULLA STORIi Secondo questa guida si consultino due monete an- tiche prodotte qui e tratte dallo stesso Passeri e se ne esaminino le pardcolaiita. In amendue sta espresso da una parte il Giano bifronte in prol lo; nia la prima, di dimensione e di peso di trcdici once, non e scolpita ma fusa e grossamente quindi disegnata. L'altra piii piccola e battuta e porta di piu su le due teste una specie di petaso o a dir meglio di un pezzo di pi- ramide ad angolo retto. 11 rovescio di amendue le medaglie porta V impronta di una nave. Nella piu piccola leggesi in lettere etrnsclie TLA. Ora si ponga attenzione alle sembianze del volto di queste meda- glie. In entrambe ci ha la barba ed i capelli ricciuti ed i lineamenti simili agli Europei, di modo che ri- chiania la testa dei Berberi odierni veduti e descritti i dal viaggiatore Schaw. Nella piu grande poi I'occhio 1 delle due teste e quello che si chiama occhio dlfac- | cia avente la papilla dritta come quella delle galline. J Questo e segnale della piu alta antichitd e di minoi e j perizia e non mai rituale, atteso che consta dalla j minore moneta e da tante altre esistenti nei gabi- i netti che quest' occhio di faccia fu tralasciato nelle j posteriori medaglie. Dai segnali fin qui descritti che cosa risulta? In i primo luogo che la ricciatux-a della barba e dei capelli ' in quella guisa non eitalica, ma simile a quella de- gli abitatori dell' isola di Sandvich o dei Berberi dell'Africa atlantica. Dicesi delPAfrica atlantica , per distinguei la dalle forme della razza negra , la quale non ha i lineamenti europei. E qui al proposito della detta barba e capellatura giova 1' osscrvare che in tante figure esposte nelF atlante del sig. Micali ed in quelle edite dal Principe di Canino non ci e av- venuto di osservare quella forma di barba e di ca- pellatura fuorche in un' imagine dell" Ercole Libico, il quale a cbnfronto di un'' altra figura dell' Ercole Te- bano assistito da sua madre Alcuiena colle rispettive Icggende non porta cotal barba e capellatura, ma le I N DEGLl ANTICIII POPOLI ITALt.VNI. 3c I ha lisce c distcse come gli europci (i). Qucsto in- dizio associato alia leggenda dellc tie lettere TLA e colla nave ncl rovescio della medaglia conduce il pensiero alF Osca Vitulonia a cui cert.imente qucsta niedaglia appartiene. Ma Vitnlonia era di origine li- bica come si proveia a suo luogo. Solamente diremo qui che la favola accenna un fratello dcirAtlantc spinto da lui in Italia , vale a dire I'emigrazione di una po- polazione mauritana passata in Italia (2) ; lo che coin- cide coir altra annotazione dei tre Atlanti , cioe del Mauritano , dell" Italico e del Greco padre di Ma ja (3) , non esclude il Giano, nome il quale altro non signi- iica fuorche signore , padrone, e peio dir si poteva Atlante-Giano , cioe Atlante Signore. La seconda congettura poi si e che trovando la nave nel rovescio dclla medaglia s' intiicherebbe Tappro- dare di questa divinita, ossia meglio delle genti che la assunsero come patrona alle spiagge italiane, tal- che tutto unito ingerisce il Icgittimo sospetto della libica provenienza della piii anuca dcUe religion! conosciuta ncU' Italico territorio. Ora si domanda c[uale fosse V idea che i Latini sa- pienti si formarono del Giano, ossia meglio che cosa intendevano essi sotto quel nome? — Osserviamo in primo luogo T aiizidetto attributo di Dciis D coram , rammemorato nel cas me sali( o ; in secoudo luogo poi r avvertcnza falta dal Passeri ove narra die nel nome di Giano i Latini volevano comprendere la causa (i) Veggasi qiianto all' Ercole Libico la tavola dell' at- lante Micali n." XC. Diverse e 1' Herakles figlio d'AIcnieiia tli cui si leggono i noiiil nella tavola LXXXIX. Egli lia la baiba distesa e piintutn ; vedi ancbe la tavola XLIX dove si trova TEi-cole Li})ico e la Minerva di origine tutta Li- bica, come noto Erodoto in una patera. (2) Veggasi Ser\io in ^neid. Lib. I, v. 53o et seq. (3) Lo stesso Servio in jUneid. Lib. VIH, v. i35 dice: Sane scientium Atlantes tres fuisse ■■ unnm Maurwn qui est ninximus : aUeruin italicum puCrem Electrae. unde natus est Dardanus ■ tertium Aicadicuin patrem 3Ja.jce, etc. 302 ESAME SULLA STORIA siiprenia, c nella dottrlna che lo riguardava racchiu- devaiio il complesso della teurgia, e quindi i miti lelativi. § IV. Pitture degli Dei superlori. Proseguendo f esame , conviene por mente alle pitture religiose , dalle quali si puo trarre indizio di stranjera procedenza. Fra molte noi trascegliamo quella della tavola LXXXI prodotta dal sig. Mirali tratta da im vaso od idiria a tre manichi appartenente al niuseo del Principe di Canino. In essa sono espresso sei di vinita, tre maschi e tre femmine , dipinte in pro- lilo. Ivi il cosi detto Giove e la Giunone seduti sullo stesso scanno: le altre quattro stanno in piedi, due in faccia , e le altre due alle spalle in ordine succes- sive a Giove e Giunone. Le due feainiine poste a destra che stanno in faccia di Giove e di Giunone e la stessa Giunone nel volto, nelle braccia e nel piede che sono in nudo presentano carni bianche. II Giove con lunga barba posticcia in drappo rosso or- lato di frangia gialla tiene in niano la folgore etru- sca fatta a modo di doppio giglio con tre lingue acute al disopra e tre al disotto, detta dai Latini Manubia , cioe lanciata colla mano. Una corona con ibglie ed una fronte cinta di capcUatura arricciata ne orna il capo. Giunone , che siede al di lui fiance egvialmente coronaia , tiene Pasta in mano: alia si- nistra i due numi maschi egualmente barbati con drappo rosso contornato di frangia gialla si ricono- scono dai loro simboli , 1' uno come Mercurio tenente in mano un' asta lunga sormontata dal caduceo non greco , e col capo coperto del cosi detto petaso o direm meglio berretto di forma del tutto singolare. Diotro a lui viene Bacco colla barba doll' istessa forma e del colore medesimo, coronato di foglie col cantaro a due anse nella destra. II colore delle fac- ce di Giove , Mercurio e Bacco e nero; non diverso e qnelio dclle nude mani c dei piedi acuti e senza dislinzionc dcllc dita. DECLI ANTICIII POl'OLI ITALI.VNI. 3o3 Passantlo alia dcstra ove stanno le due dee in Hiccia a Giove e Giunone si vede la prima cinta il capo di corona a piccole foglie e con in niano una specie di fiorc rosso non ben distinto. Questa si puo dire esserc la Venere celeste associata all' intimo consipilio, e tanto plu qiianto die in altra tavola si vede la Venere clie tiene apcrta la cassetta corrispondente alia rista mi- stica dei misieri eleusini. La Prosei'pina , tale creduta dal sig. Micali, appartiene all' altra meta dell'orbe mi- tico occupato dagli dei infernali ossia del disotto , fra i quali sta Proserpina nioglie di Plutone re delPaverno. L' altra dea che sta di dietro alia Venere suddetta si puo congetturare essere la Pallade ossia Minerva. Cio si deduce dai sette globetti rossi , cinque sul busto e due sul braccio , avvertendo che sullo stesso braccio sono segnati due cerchietti assai distant! , T uno in alto e Taltro in basso in linea perpendicolare e co- municanti fra di loro con una specie di filo che alia sua meta si divide in due, e colle due cstremita si congiunge col cerchietto inferiore. 11 capo di questa Pallade non e coronato che da una semplice bcnda senza le fogliette di Giunone e di Venere indicanti fecondazione c produzione. L' intcrpretazione di questa figura si puo trarre da Macrobio, il quale applica il settenario nuraero esclu- sivamentc a Minerva ed intimanicnte la congiunge a Giove dal cui capo essa nacque (i). (i)Moaas in conjimctioiie ]ira3cipue septenarii praadicatur. Null! eniin aptius jmigitnr Moiias Incorrnpta qnam virgini. Huic autem numero , iilest septenaino, adeo opinio virgi- nitatis inolevit ut Pallas quocjue vocitetur. Pallas ex solo Monadis t'oetu et mnltiplicatione processit sicut IMinerva solo ex uno parcnte nata perhibetur. — ( SaturnaliLim. Lib. I. Cap. I.) Forse i due cerchietti comunicanti col filo che si divide dipendente dal snperiore esprinie questa nascita dal solo parente il quale per altro racchiude i due sessl come sopra si e N'feduto, 304 ESAME SULLA STORIA Qiieste sei divinita lianno i loi'O nonii cosi tletti Etruschi. Giove ha quello di Tina; Giunone quello di Cupra ; Venere quello di Turan; Pallade quello di Minewa ; Mercurio quello di Tagete. Quest' ultimo si rileva dall' interpretazioae risultante dalla poste- riore sostituzione di Eimete a Tagete come attesta lo stesso sig. Micali. E qui non possiamo astenerci dal riferire alcuni ri- scontri colla etimologia originariamente pelasgica tras- messa ai Ctlti coi nomi di Tina a Giove, con quello di Tinia a Bacco. 11 Pictct nel detto libro sui Cabiri d'Irlanda, pag. 144 nota die il Celtico Tin significa incon)inciamento : Teiun forza impulsiva , violenza: Teimie fuoco. E pure rimarcabile che i misteri di Egitto detti di Vulcano da Erodoto ( Tcirine ) corri- spondano a quei di Bacco ( Teiim Celtico, Tinnia Etrusco). Finalmente e notabile nella mitologia e nella religione dell' isole di Otaiii , di Sandwik ed altre il Tane, ossia il Nume governatore del mondo, al quale sono rivolte le preghiere. Appajando queste deita in ordine successivo, Bacco corrispondc a Minerva , Venere a Mercurio , Giove a Giunone. In queste coppie , secondo gli antichi sa- pienti , si riscontra la dualita nei due sessi ; ma questa dualita non costituisce fuorche una sola persona ri- sultante da due parti formanti un solo oggetto. Per la qual cosa restriugendo e componendo si pone in- sieme I'indiana Trimwti, la quale forma la stessa in- dividuale potenza , sotto tre cliversi aspetti. A questa Triniurti, a formar la quale intervengono i tre nunii niaschi Brama, Siva e Fisnii, e che racchiude in se stessa il mistero della vita e il principio della sapienza, sembra alludere la tavola XLVll dell' ailante del sig. Micali. In essa stanno tre numi maschi coi loro nomi scritti. Alia destia sta Venere col nome Turari scritto, e colla cassetta mistica (mistero della vita), alia si- nistra Pallade simbolo della sapienza. Ai tre numi maschi sia scritto il nome: all' uno di Castore , al sccon.lo di Polluce . c al terzo che sta nel mezzo e DKCLI ANTTCHI POPOLI ITALTANI. 3o5 colle sue due braccia al collo dei due sembra con- giungerli a se, Ic'ggesi apposto il nome di Chaluchasu, o secondo il valore dato dal Lanzi alia prima leL- tera , TkalutasL Ne a questo modo di vedere fa oppcsizione il Bacco co' suoi misteri , si peiclie esso noii appai'tiene alia primiiiva religione italica, e si pei'che esso pare per se costituire un compiuto sistema fondamentale di teur- gia distinto dalle altre religioni. Tale distinzione peio non e reale , ma solamente nominale. I Greci lo ap- pellavano Dionisio , ossia il Dio di Nisa , come gli Italiani potevano cliiamare Giano il Dio d' Italia. Dio- nisio non era fuorche nome relativo al paese e non personale e caratteristico di questo nume. Interpre- tato come qualita personale, altro non signiiicava che grande da ammirativa esclamazione accompagnato. Questo nome di Bacco era di derivazione arabica , o se si vuole anche siriaca. Eustazio dice che il nome di Bacco derivo dall' ammirativa esclamazione espressa appunto colla parola Bacco, come da noi Ita- liani si suole esclamare Perbacco. Questa presso i Latini veniva nianifestata coll' evoe , bacche, Presso gli Arabi , come nota Pokoke , esistevano le mede- sime esclamazioni che vengono ripetute tutte le volte che si voglia sommamente lodare (jualche cosa o ma- nif'estare ammirazione « Bacca , grandem , maguum prceclarum esse denotat » , dice Pokoke. Passando ai nomi caratteristici e j)ersoiiali e piti di- vulgati, essi sono, dice lo stesso Pokoke, quelli di Disar ed Ourotali, p;*.g. iio, il prinio e cabirico e corrisponde alV Usar etrusco, che signilica Dio primo. Erodoto parlando degli Arabi dice: e pure la sua tilosofia naturale indicata colla lo- cuzione di Virjrilio quoe docuit maxlmus Atlas ^ in consegiienza ebbe arti, monumenti, fabbrichc c civili instituzioni. lo non pretendo che tutto cio fosse r opera" sola degli atlantici venuti dal mare : a cio osterebbero le tradizioni nella Mauritania stessa con- servate in certi libri dal re Jemsale consultati da Sal- lustio e dei quali egli da conto nella storia della guerra di Giugurta. La contitiuita del territorio siriaco coir affricano mediante 1' istmo di Suez e la stessa costa niarittinia continua ed unita dell' Africa settentrionale , oppor- tuna alia navigazione di cabottaggio , ossia a vista delle coste , praticabile prima della scoperta della bussola , offriva una facilita di emigrazione dalla Si- ria nel territorio libico superiore a quakmque altra spiaggia. Ma dall' altra parte i Blauritani col passare nelle isole italiche del Mediterraneo , od anclie imme- diatamente sull' italico coatinente ( fossero essi Mau- ritani primitivi o fossero d' origine asiatica ) porta- rono certamente con se e comunicarono all' Italia la lore religione , le lore arti , i loro usi e le istitu- zioni loro. Queste emigrazioni potrebl^ero a primo tratto sem- brare incredibili, specialmente in popoli agricoli: ma considerando in piimo luogo la crescente popolazione a fronte di una ancor ristretta agricoltura , non estesa a territorj dissodati, in preda a guerriere orde di nomadi ; considerando le conseguenti spaventose ir- ruzioni di queste orde sui paesi agricoli dell" antico mondo , soprattutto suU' asiatico , che per la sua non interrotta vastita facilita va gtandi flutti di queste orde o no per tutti oaile provare la straiiiera orlgine della to- scana mitologia? Dall' altra parte veggiamo bensl fra i Tuschi la scienza augurale, la fulgurale, I'arruspicina, ma non la caldaica astrologia detta giudiziale, figlia delF astro- nomia , ne i caldaicl o gli egizianl zodiaci. Cio fa fede della soiiima antichita della dominaate scienza arcana italica. DEGLI ANTICHI POl'OLI 1TA.LIANI. 3l £ come attesta la storia; considerando le tremende in- vasloni delle successive monarchic asiatiche; conside- rando linalmente le civili dissensioni die spesso in- soi gevano anclie nei piccoli Stati un tempo agricoli , si manitc'Stano piii cause delle suddette emigrazioni. In (|ueste si deve pox're attenzione ad una circo- stanza clie agcvolar doveva il rapido incivilimento dei paesi in cui gli emigrati si rit'uggivano sempre- che ivi trovassero stabiliia. Gli abitanti di piu alto spirito , i niercanti , i sacerdoti clie avevano niezzi pecuniar] ed interesse ad emigrare , dovevano coni- porre il corpo maggiore degli emigiati , i quali per cio stesso costituivano il fiorc della gente costietta a pone in salvo le vite , le ricchezze, la liberta , i nuini tutelari , il loro mode di viv€re e le loro fonti di snpere. A queste cause non conviene dinienticare di ag- glungere le colonic piantate sulle coste del Rlediter- raneo a motivo di traffico, pareccliie delle quali si dovettero ai Fenicj , ora jier aver un puiito oppor- tuno j-er la pesca del corallo come avvenne a Malta, ora per estrarre rame e ferro , come per esempio neir Isola d' Elba , ora per cavare argento come i Cartaginesi e i Fenicj in Ispagna, ora linalmente per istabilire stazioni mercantili. Ma questi stabilimenu fondati con mire commerciali non bastavano per pro- pagare 1" incivilimento con rapidita cd estensionc. Ora parlando degli emigrati Libj dei quali si al- leglieranao in progresso in prova indizj etnici e ter- ritorial!, oltre i gia annoverati, ci si permctta qui di tentarc luia ([uestione speciale. Questa consiste nel sapere a quale delle popola- zioni j)assate nell' Italia rimangano monumenti indu- bitati di piu antica data indicanti un incivilimento religioso , non di popoli nomadi , ma di quelle che viene veramente per cosi dire cementato da vita stan- ziata cd agricola, coirajuto della religione e di un governo unito e stabile. Noi per ora parjiamo del- l Italia meridionale e piu vicina al mare Mcditerraueo 3 12 ESAME SULLA STORIA in faccia alia Libia. Non ci divaghiamo in mere pos- sibilita, ma atteniamoci ai dati positivi delle tradi- zioni , dei monumenti e dei riscontri locali e per- sonal!. La questione versa non su la tradizione , ma su gli attuali monumenti. Qnanto alia prima abbiamo Vetulonia che precede le altre tutte, c di cui esistono anche le monete. Cerchiamo dunque di altri essenzial- mente incorporati coll' anticliissima religione al pari dei tempi e dei santuarj. Rispondo essere i monumenti religiosi dei Tuschl, dei quali riscontriamo il nome anche nella cosi detta Libia, ossia nella Mauritania, ove troviamo pure Aa- sonj, Oschi, Esperidl e molte altre coincidenze , delle quali si parlera nella parte seguentc. Qui dobbiamo distinguere i Tuschi dai Rasen'i che incontransi nella Siria settentrionale , ove pure vi si incontrano in molti luoghi accennati dal Fabroni i nomi signilicativi spiegati dal celebre Mazzocchi, come pure si dira nella parte seguente. Una delle due : o convien supporre che tante coin- cidenze siano state prodotte dagl' Italiani passati in Asia ed in Africa, o che viceversa di la siano state portate sul nostro territorio. Ma consta che 1' Italia prima dei Romani non estese ne colonie ne dominio sia nella Siria, sia nella ]\Iauritania. Consta di piu che di certi nomi di luoghi e di genti non si trova il signiticato primitivo fuorche nelle lingue di quegli esteri paesi. Dunque egli e forza conchiudere essere quelle denominazioni di origine non italiana , ina de' paesi indicati. Volete voi ostinarvi cio non ostante neir atfermare una propria o nativa e non derivata origine d' incivilimento ? Vi riraarra sempre il carico di rendere insigniticanti tutte queste coincidenze , e di dimostrare a parte 1 incivilimento indigeno da voi preteso. Fino a che non operiate questo miracolo, tutti gli uomini sensati dovi'anno consentire nel cre- dere cio che risulta dai raccolti e non dublij document!. Procedendo con questo rigore e non volendo pre- valerci fuorche dei piu noti e certi iudizj religiosi DEGLI ANTICHI POPOLI ITALIANI. 3l3 feniiar dobbiamo la nostra attenzione sopra i Tuschi , ossia Toscani ; non solamente perclie il loro nonie largamente prevalse sopra gli akri tutti in Italia, nia cziandio perclie anchc al di d' oggi rimarigono mo- numenti scolpiti nel sasso clie attestano la loro qua- lita civile anticliissima e prevalente con vita stabile a fronte dclle altre popolazioni della terra italica. Questi monumenti sono insieme religiosi e civili, ma di tele natiira che espriinono le reliquie saturnie ram- mentate.da Timeo nella Sicilia. lo parlo dci scpolcri in vicinanza di Tuscania visitati dal sig. Micali che ci da la seguente notizia. « Presso Toscanella, dalla parte di levante e mezzogiorno, e una valle ciata di alte rupi per cui scorre il fiume Marta. In queste riipi stesse si veggono incavatc grandissimo numero di grotte quasi die tutte d'una nicdesima forma. Va- riano soltanto Tuna dall' altra nella grandezza; ne puo esservi dubbio alcnno die desse non facessero insieme una sola necropoli. Molti sepolcri sono umili, d' una sola camerella con basso zoccolo attorno , altri si compongono di due , trc o quattro camere , ben- die senza ornamento interno. I numcri 3, 4, 5 e 6 della tavola LXIII mostrano la forma piii consueta di cosi fatti scpolcri della necropoli di Tuscania , inolto simili a qnelli che si trovaiio dappcrtutto ncl tcrritorio adjacente. La natura della rupe , die e un sasso tenero e poroso , cliiamato tnfo , facilitava non poco questi scavamcnti. II monumento numero 708 della medesima tavola e unico si per la sua forma, come per la bizzarria delf adornamento interno; il disogno lo rappresenta tal quale esisteva nel i8c8 quando io lo visitava )' ( Tomo 3.°, pag. 107 ). i.° Che cosa per sc stesse indicano queste opere? 2.° Qual e r apparente loro vetusta sul suolo italiano e la loro rclazionc con pacsi stranieri? Rispondendo alia prima quistione si puo dire die tali costruzioni indicano un popolo stabile , unito e convivcnte agglomcrato in un dato Inogo. Cio viene diniostrato dalla contiguita di si fatti scavi etilro un Uibl IiaL T. LXIX'. 21 0 14 ESAME SULL.V STORIA tlato tratto , ossia circondario territoiiale. Essi indi- cano iin centio tanto piu popolato e permanente , quanto niaggiore e il nuiiiero di tali celle sepolcrali. 1 Noir,adi non iscavano sepolcri sul dorso delle scp- gliei e. Essi o all' avventura seppelliscono i cadaveri o li kisciano in preda agli avoltoi o li danno a mangiai e ai cani , come certe orde usano anche ia oggi nelle steppe dell' Asia settentrionale. La cuia poi di eseguire quegli scavi suUe scogliere dei monti attesta la veiierazioiie pei morti e la religione dei sepolcri ; grande e possente indizio di adottato pri- mitivo incivilimento niantenuto nella vita agricola , e clie si vede disteso in tutto il globo , giungendo fino alle piu rimote isole dell' oceanica coi loro Morai. Quelle opere indicano in secondo luogo genti le quali avevano stromenti , e possedevano 1' arte di scavarc e di tagliare le pietre con certe pioporzioni e disegno come e per se evidente. Cio suppone un certo grado di coltura nell arte , nou solamente di tagliare e scavare , ma di costruire gl' istromenti , e quindi di fondere e lavorare i metalli , di cavare minicre, ecc. Queste ed altre simili cose in uno con- nesse vengono indicate dall esistenza sola di quei sepolcri. Cio non e ancor tutto. Qui si apre un vasto oriz- zonte di politica divinazione, nel quale ie induzioni storichc e iilosoficlie non furono smentite giammai. Spingendo piii oltre le considerazioni oguuno intendc che consorzj uniti con popolazioni vigorose, rette da una sola direzione e con superiorita di* discipline civili e militari in mezzo a piccole e disgiunte tribu deve per se stessa prevalere in potenza sui yicini , ed estendere successivamente la sua dominazione ed il suo nome anche col concorso delle tribu federate e soggette. Ora domando a qual altro nome prima di Roma tocco tanta prevalenza quanto ai Tuschi , e quale piu del loro nome sopravvisse con partico- lan notizic ? IJEOLI ANTlcni I'Ol'OLI JTALIANI. 3l5 Fu chicsto in sfcondo luogo quale sia T apparente vetusta (lei sepolcii cli Tiiscania e la loro relazione con paesi stranieri. Cio intendere si deve in relazione del paese stesso c dei circostanti. Paragonando in piinio lungo quel sepolcri ron quelli fuoii d Italia, noi li troviamo di forma del tutto simile a quelli di Sicilia incavati a lunghe e ripetute iile, i quali ri- portati ci vengono dal Saint Non nella sua descri- zione della Sicilia. Parimente riscontriamo 1 istessa I'orma in quelli della Cirenaica e dell' Egitto suUe scogliere al di la del Niio. Non uscendo poi dalla Toscana noi troviamo altre forme di sepolcri , le cpiali accusano via via una coltura maggiore , e percio un corso di tempo in- termcdio. Tali sono quelli della Val di Asso visitati e descritti dal sig. Orioli , come leggesi nella colle- zionc del sig. Inghirami; tali quelli di Tarquinia e di Cliiusi visitati a piii riprese , e riferiti in piu raccoke e in atti separati; tali finalmente gP ipogei di Vulci del Principe di Canino. In quei di Tuscania si vede la costruzione nuda , semplice e primitiva descritta dal sig. i\Iicali : in quelli della Val d'Asso si trovano due grandi varieta. La prima che essi sono semplicemente addossati alia montagna e non iscavati a modo di quei di Sicilia e d' Egitto : la seconda che prescntano soltanto facciate modellate ed architettoniclie con figure di poite rastremate, c che esposti sono quasi in pompa 1 uno dopo 1 altro lungo tuira la valle. Finalmente gl' ipogei di Chiusi e di Tarquinia presentano bassi rilievi con figure nnianc con iscrizioni , con pittuie a colori diversi e con caratteri che furono colorati per lo piu in rosso. Ora qucsto stato diverso delle costruzioni sepolcrali nello stesso tcrritorio indica o no un progiesso suc- cessivo, e quindi andando indietro non istabilisce forse tra le diverse forme quale dirsi debba la piu antica ? Cio non risulterebbe , se si trattasse di con- frontarli con quelli di altri paesi. Ma qui siamo nello stesso territorio e fra le stcsse popolazioni. Cio postO; 3l6 KSAME SULLA STORIA. mi si dica se quei di Tuscania si debbaiio o no ri- putare come i piu antichi ? La quale conseguenza tanto pill si conferma quant' e maggiore la lore so- miglianza con quelli della Sicilia , della Cirenaica e deir Egitto. E qui cade in acconcio una particolarita ricordata da Patroclo Turrio, riferita da Arnobio, e die Icg- gesi neir opera del sig. Micali nel tomol, pag. 69. Ivi parlando delle vetustissime cose di Sicilia nella iiota 70 ripoi'ta il seguente passo : « Patrocles Thur- so lius tunuilos memoiat reliquiasque saturnias tel- » lure in sicula contiueri. » (^ui, come ognuno vede, si paila di costruzioni artificiali sul terreno siciliauo. Particolarita satvirnie naturali non esistono in verun luogo , a meno che con qaesto nomc non si volesse significare resti niarini o bosclii e terreni non mai dissodati. Ma esse non sarebbero particolarita , ma cose comuni a tanti terreni sparsi in moltissimi luoglii del globo terracqueo. Nel testo di Patroclo Turrio si notano in prinio luogo in Sicilia i sepolcri. P.Ia questi sono visibilmente di forma identica a quelli di Tu- scania. Se quei di Sicilia sono della piu vetusta for- ma , clie cosa dir dovreinmo di quelli di Tuscania ? Qui poi si accennano reliquie saturnie nella stessa Jinea di vetusta dei sepolcri suddetti. Questi avanzi saturnj che cosa essere possono mai ? Un csempio lo abbiamo nella cosi detta torre dei Giganti , ova sta scolpita perfino la spirale Cabirica , oltre le forme in pietra tutte simboliche , le quali in voce d' essere conformate a guisa di umani viventi , vestono le forme di travature di pietra , di piccoli pilastri e di guglie troncate. La spirale di cui parliamo si riscontra anche in oggi in un sotterraneo dell' Irlanda colla epigrafe in caratteri Ogam, come si puo ve- dere nelP opera del sig. Pictet gia citata. E qui al proposito della quistione della rispettiva anticliita sia assoluta , sia comparativa delle costru- zioni cade un'osservazione preziosa per I'archeologia. Questa rigaarda il taglio delle pietre in niouumenti ntCLl ANTICni POPOLI ITALIANr. 3l7 crotti sopra terra, e conformati a tipi sapicnziali e rcligiosi. Tre ere si riscontrano in qne' nionumctiti orelti snl suolo con inassi di pietre. Alia prima sia onginaiianicnte , sia per iniitaziorie appartengoiio Ic costruzioni in pietre totalaiente grczze , le quali per rito tali esserc rlovevano , conic vegi^iamo anche per precetto di Mose. Qiieste costruzioni si riscon- trano nei cosi detti filari di Pietra ( stone-engJie ) sinibolici , e nelle coi-i dette pietre levate druidiche. Colle pietre totalniente rozze non si potevano cer- tanicnte costruire edilizj cliiusi, ma unicaniente quelli i di cui avanzi durano ancora in o^^i in Ine:Iiil- terra cd in alciine parti della Gcrmania. Air era seconda appartengono cpiegli edilicj nei quali la parte esterna delle enormi pietre viene la- sciata grezza senza cssere toccata da scalpello ; ma la parte interna e tagliata a mode di muro liscio, ed unito come nella cosi detta torre de" Giganti ueir isola di Gozo , monumento di tale forma clic meriterebhe una solenne e profonda meditazione. Alia terza era appartengono le costruzioni con pietre, sia parallelepipede, sia poligone, tagliate ed insieme combaciate , quali ora si yeggono tielle mura di alcune citta di Toscana. Or si domanda se 1' italico continente offra veruna costruzione della prima o della seconda era? Si noti chc i dotti fecero osservare clie cjuelle primitive co- struzioni eiano simboliche , cioe dettate da un tipo sapienziale , aritmetico e geometrico arcano ; e pero suppongono essersi mantenuto Tiniziato incivilimento , per esempio dai Druidi. Coll" inoltrarsi dei secoli tali edilicj colle mentovate pietre o del tutto grezze o sol tagliate j^er 1' interno delT editicio furono ab- bandonati. Del clie si puo vedere un esempio nella Palestina col terapio di Salonionc 480 anni circa dopo r entrata degli Ebrei , a' c[uali erano state da Mose prescritte le costruzioni delT era prima. Nella supposizionc dun italico incivilimento ini- ziato in Italia si domanda come nasca clie 1' italico 3i8 e-;ame SCL1.A STOPiA ecc. suolo negli ^dificj sopra terra debba offrire sola- mente costruzioni del la terza era ; e come mai , quanto ng!i scavi sepolcrali di Tuscania , non pre- sentino essi che una gretta imitazione di quelli di Sicilia e dell'Africa? Si lascia ai sostenitori deH'in- digeno incivilimento il fame la concordanza. Sola- mente ci limiteremo a domandare se a fronte degli stessi numi predominanti della stessa mitologia , dello stesso sacerdozio , degli stessi riti , dello stesso arra- no , degli stessi libri biblici che a un di presso trovia- ino nella Caldea , nella Fcnicia e nelTEgitto siamo o no autorizzati a concludere per la derivazione stra- niera della religione civilizzante dell' Italia, dopo che gF Italiani non sono gli autori di quella degli altri paesi ? Ora, discusso I'argomento delle religioni come se- gnali di procedenza delT incivdimentq italico, pas- siamo al secondo risguardante le denominazioni etni- che e territoriali , considerate in relazione alia stesca procedenza. I OH) Pitture a fresco del Campo Santo . di Pisa , dlsegiiutc ed incise da Giuseppe Rossi , e dal prof. cav. Paolo Lasinio figlio. — Firenze , 1832, tipografia all' in- segna di Dante , di Liiigi di Giuseppe Molini. D. al pisano cimitero emers-n-o le prime scintille, per Ic qiiali dopo il deploraljjlc smarrimento deirarti belle per Tinvasione de' barbari ravvivossi il genio deir Italia , e irradiata venne la via ai Leonardi, ai Raffaelli , ai Michelagnoli e a tutti que'grandi maestri die nel beato seicento si alto nome riportarono. Im- perorche a decorare quel grandiose edilicio , opera deir aichitetto Giovanni Pisano condotta a termine nel i2o3, cliiaiiiati furono dal comune di Pisa i piu rinomati arteflci di que" tempi , e prima Giotto c Bullalmacco ; poi i due Orgagna , il Laurati , Simon Memmi , Anion Veneziano e lo Spinello; epiiitardi, a progredire le storie del Vecchio Testamento ven- turosainente dal Bullalmacco non compiute , cpiel Be- nozzo Gozzoli la cui opera ivi tutta di sua mano ed in j)revissimo tempo esegnita meritossi dal Vasari gli aggiunti di terrihilissima e da sgomentare una intiera legion di pittori. E di tiitte quelle pitture ragionando cosi opporinnamente e con tutta ragionc scriveva il cli. S!g. Giov:miii Rosini al cav. Ippolito Pindemoute: « Gli artet:ci clie dipinsero in Campo Santo ban prcsa , » per dir cosi, la pittnra i>ambina, e Than condotta » sino alia piu vigorosa adolescenza. Buffalmacco » mostra nella sua rczza maniera come di poco si » discostasse dai greci maestri: 1" Orgagna , bizzarro » nelle invenzioni , molto sentiva , ed ha espresso » elTetti bellissimi : picno di vcrita e di semplicita » nelle figure e il Laurati , nel solo quadro die ci » ha lasciato : il Memmi ha della grazia, quantunc{ue » conservi ancora quel pesante nelle mosse, che ab- » bandono poi nelle beiropeie di'esegui in S. Maria » Novella a Firenze : Spinvllo ha della svekczza e 320 PITTUEE A FRESCO del calore : Anton Veneziano nei resti die ancor si discoprono , ci fa sentir la malignita della for- tuna die si conipiacque di maltrattar piu die quelle degli altri le operc di lui : e Giotto linalmente , die sei storie dipinse , due sole delle quali sono in esscre, mostra anco in queste coUa nobilta dei suoi volti , la vagliezza e naturalezza delle sue figure , il grandioso de" panni , e soprattutto colla sua maestosa scmplidta, con quanta ragione detto fosse die per lui rinacque la pittura. Ma tutto cede pero aUa riccliezza delle invenzioni , alia niagnifi- cenza delle arcliitelture, alia disposizione delle fab- briche secondo le regole della piii esatta prospet- tiva, alia varieta delle scene, alia composizione de' paesi , alia mossa delle figure , alia sveltezza e alia gentilezza nelle attitudini , non die all'incom- prensibile soavita di fisiononiia nelle teste femmi- nili , air arte in soninia con cui Benozzo ha con- dotto ben 23 storie , tre sole delle quali sono pe- rite. Clii non- lia visitato il Canipo Santo Pisano non conosce il nierito di Benozzo , die io non teniero di diiama; e il RalTadlo degli Anticlii , tauto all' Ur- binate ei soniiclia (i). » Ma le ingjurie del tempo , c forse quelle ancora cgli uoniini , hanno in un niodo veramente deplora- ile danneggiato quel santuario della pittura. « Poclii possono iniaginarsi ( cosi lo stesso sig. Rosini scri- veva, il 7 agosto 1809, all" anzidetto cavaliere ) c|ual dolorosa impressione faccia 1" aspetto ogni giorno crcscentc , bendie insensibUe , delle rovine. Ad onta di tutte le diligenze che si sono usate e delle precauzioni die si son prese da tre anni in qua , non iscorre un mese giammai die or da un lato or dall'altro qualdie pezzo o non caschi coU'in- tonaco , o non vada dileguandosi alia vista pel nia- rino die rode il colore : ed e sovente accaduto die (I) Lettere pittoriche sid Campo Safito di Pisa. — Pisa, l8l0, dalla tipografia c?ella Socict:\ Irttei-aria, in 4.° p. 12. DEL CAMPO SANTO DI PISA. 021 ■» il disegnatore , terminata appena una testa di qnal- » clie quadi'o , lia veduto cadersela dinanzi agli oc- » clii , con quel rincrescimcnto die puo sentire solo » clii ama le cose nazionali e Ic belle aiti » (i). Per le quali cose il niedesimo sig. professore Ro- sini , animato dal Card. Despuig , d' ogni bell' opera fautore egregio , promosse con sapientissimo consi- glio r intaglio e la pubblicazione di quelle dipinture in magnilica atlantica edizione, clie apparve alia luce nel 1 8 1 2 pe' Molini , Landi e compagno. Egli affidato ne avca 1' impresa al sig. Cai'lo Lasinio , incisore di alta rinomanza ed espertissimo nel maneggiar il bu- lino air acqua forte. Ne il sig. professore potea meglio apporsi; perciocche 1' opera corrispose alle speranze sue e al desiderio di tutt' i cultori delle arti del di- segno : clie cjuesto veramente era 1' unico mezzo con cui alia posterita traniandare quella si preziosa uniono di pittorici monumenti. Senza lincisione che ne avete procwata (cosi scriyeagli da Roma il cav. Dc' Rossi) i nostri nipoti , e forse i figli nostri non ne avrebbero avuto notizia che per tradizione ,• mentre tanto e vi- cina la loro totale perdita. Ma le stampe di quella prima edizione divenute sono a' di nostri rarissime, ed altissimo quindi e pur divenuto il prezzo delle poclie che tuttavia trovarsi potrebbero in commercio. Laonde una seconda e meno costosa edizione rinscir non poteva clie carissima ai cultori deU'arte , onorevole e preziosa all* Italia stessa. A si bella impresa s' accinsero i signori Gio. Paolo Lasinio, bglio del gia lodato Carlo, e Giuseppe Rossi, artefici ambidue di bella rinomanza, il primo nell' arte deir incidere , il secondo in cpiella del disegnare. Le tavole sono dunque in forma assai minore di quelle della prima edizione. Esse saranno quarantadue , com- presi i frammenti che ommessi furono nella prima edizione : ciascuna tavola e corredata della relativa spiegazione. (i) Ibid. , pag. 22. VITTUKE A FRESCO C( C. Mentrc noi facciamo plauso a si bello e si iiobilc divisamento . consigliar vorreninio oli eclitori a far precedere alle tavole le Lettcrc pittoriche sal Campo Santo di Pisa, clie verso I'epoca dtll'anzidettn prima edizione furono pubblicate n(4 1810 a Pisa dalla ti- pografia della Societa letteraria , pregiabilissime si per la storia e per le notizie che vi si danno di quel cimitero, e si ancora pei priacipj estedci di cui tro- vansi sparse. Quest' aggiugniniento sarebbe di be!- lissimo corredo alia nuova edizione. Ma appunto a queir epoca da taluno chiedevasi , perche si grandi le dimeiisioni delle tavole? Alia quale inchiesta giu- stamentc rispondevasi « che in moltissime storie , e » in quelle di Benozzo specialmente , s' incontrano » delle figure si piccole che perdute affatto sareb- » bero, se le principali non fossero state facte di » quella grandezza che si vede ; come pure sareb- >j bero stati perduti gli animali che in Benozzo hanno » una verita e una grandezza singolare » (1). Per la medesima ragionc chiedere ora potrebbesi: Perche meno grandi le dimensioui delle tavole in questa nuova edizione? Non ci ha egli pericolo che in quella minore ampiezza le tante piccole figure, benche con impegiio e con accuratezza condotte , e i tanti ani- mali non vadano a smarrirsi od almeno nelP occhio nostro a confondersi? Imperocche ci ha un genere di opera che tiattarsi non puo se non in grande dimen- sione. E di fatto le tavole della grand opera del Co" stutne riprodotte in 8.° a Firenze da Battelli , che cosa sono mai esse divenute in quel piccol formate? G. (l) Lett. sudd, o Avvertimento, pag. 6. PARTE II. SCIENZE ED ARTI MECCANICHE. La sterilitd delle missioni intraprese dai protestanti per la conversione de popoli infedeli dimostrata dalle relazioni degli stessi interessad nella medesima. Dis- sertazione letta iielV adunanza delV Accademia di re- ligione cattolica dalt accademico Nicola Wiseman , membro della Societd Reale di letteratura di Lon~ dra , ecc. ■ — Roma, i83i , stamperia di Propagan- da , in 8.° gr. , pag. ix-\<)S. Antichitd delle missioni. Confronto delle missioni cattoliche colle protestanti. 11 niinistero d' istruire e di battezzare tutte le genti che Gesu Cristo affido a" suoi apostoli si estende ad ogni eu\ c ad ogni secolo, e lo zclo de^ primi ban- ditoi'i del Vangelo non ccsso giammai nella cattolica Chiesa di snscitaie generosi campioni della fede , i quali sotto altri climi e per ignote regioni altaniente pre(]icassero la j)arola di salute. E questo zelo durera Hnche sulla terra esisteranno popoli infedeli giacenti neir ombra dcUa morte da chjamarsi alia luce della veritii. Cosi promise il Redentore, e il suo spirito non abbandonera gli uomini da Ini eletti a si grande in- carico, lino alia consumazione delle umane cose. Nci tempi stessi i meno iUuminati, la pieta de" cattolici per la conversione degli erranti loro fratelli fu coro- nata di lieti successi, e nel risorgimento della civilta europea tii avventurosa fiamma che riverbero viva cd ardente nelle spiagge le piu rimote. Nel quinto secolo , allorche i barbari del settentrione inondavano I' Europa , bramoso il clero di temperarne Y indole 324 I-A. STERILIT.\' DELLE MISSIONr feroce e di ridurli alF ovile cli Ciisto , si pose ad istruirli, e nierce della sua virtuosa pcrseveranza ne conscgui lo scopo felicemente. Sul terniinare del sesto secolo S. Gregorio magno collocato , suo malgrado, nella sede di Pietro , mcntre illnmina tutta la Chiesa coUa sua dottrina , e govcrna V oriente e T occidente con altrettanta vigoria ed umilta , spedisce il santo monaco Agostino nel regno di Kent con quaranta de' suoi intrepidi compagni, i quali preceduti dalla croce e dall' imniagine di Ci'isto Signore pongono ogni intrepida cura per la conversione dell' Inghilterra. II grande ponteflce gli ammaestra con Icttere vera- niente apostoliche e insegna ad Agostino come ei debba treniare anclie fra le maraviglie die Dio ope- rava col suo ministero. Nel secolo ottavo la religione si stabilisce in Aleniagna, e il sacerdote San Boni- facio che vi avea recato il Vangelo, diviene vescovo di que' popoli. Nel nono le missioni penetrano la Svezia e la Danimarca e ampiamente si stendono suUe due sponde del Danubio. Nel decimo la fede cristiana fio- risce nella Polonia, nella Russia e nella Novergia c seguita a propagarsi per immense terre ne' secoli po- steriori. Appena il Colombo avea sparso la gloria del suo nome nel nuovo mondo , ed Amcrico avea ag- giunto il Brasile al dominlo portogliese, die uno stuolo di zelanti misslonarj ivi accorse , e si studio di ripa- rare le rovine die cagionavano per quelle contrade Tambizione e Tintame sete deH'oro. II passaggio allc Indie pel Capo di Buona Speranza offerse a' proraul- gatori della fede piii facile e spcdita occasione di pe- netrare nelle parti le piu orientali dell' Asia e nellc pill meridionali dell'Africa. Nelle Indie, al Tonquin, alia China, al Giappone si stabilirono a mano a mano operose missioni ; e quasi ora mai non ci ha parte del globo dove non sia giunta la voce dell' apostolato e il suono annunziatore del Vangelo. Siffatto zclo cU abbattere 1' idolatria e di recare a' popoli infedcli e selvaggi la luce della fede, cpian- tunquc sia cosi conforme alio spirito die un giorno INTKAPRESE DAI PROTESTANTI. SsS giildo gli Apostoli nelle pin lontane regioni , ha in- contrato severi l)iasinii e censure presso gli autori protestanti : sccondo essi , iiniani e indegni niotivi ani- inarono le imprese delle inissioni; vizioso fu il proce- dere dcgli operai evangelici, tristi gli cffetti. Pur linal- iiicntc , quasi per vendicar T onore del Cristianesimo a gran cimento ridotto da' banditori cattolici , eglmo stessi inipresero alte e strepitose niissioni tra' pagani e gli ebrei, tra gli sciammanlsti delPAsia e i fetlcistl cloir Africa, tra i tiuiidi Jjevitori del Gange e i I'eroii abitanti del Caucaso. Noi primaniente chiederemo loro se il puro cristianesimo che i convertitori protcstanii si gloriano di predicare abbia prodotto piii lusingliieri elletti di quello clie procacciato non abbia la dottrina cattolica ; se il loro zelo sia stato piu ininumc da ogni niaccliia, e la loro vita molto piit apostolica che quella condotta dai missionary della Cliiesa romana? Chie- deremo se dei molti loro cooperatori si possa con diritto affermare cio che il Fabricio ( Salutaris lax Evan^elii etc., cap, 32 e seg.) confessa almcno di molti tra i promidgatori della lede cattolica, vale a dire un sincere zelo ed ardore per la causa di Cristo, inten- zioni ad un ottimo fine dirette , incredibili fatiche e pericoli, un coraggio costante sino alia profusione del sangue per la salute delle anime altrui, e in line una sollecita ed a' cattolici singolarissima cura di porgere alimento di assidue istriizioni allc mcnti di vm rozzo e salvatico volgo ? Ora la dissertazione o 1' ampio ragionamento del quale ci i'ece dono colle stampe il signor proi'essore Wiseman , ci informa pienanicnte che le missioni de' protestanti contiontate colle cattoliche sarebbero lungamente inferiori di pregio , e che anzi dopo avere itditi i vanti e le gloria delle loro predica- yjoni eterodosse , una sola ed infausta voce da ogni lato risuonante ci fa conchiudere che finalnicnte nes- stin bene si ottenne, che sterilissinia e per infruttiferi eampi fu sparsa l" evangelica semente. Per la quale iliniosira^ionc il bcncjnerii.o signor proi'essore allionto 3:^6 LA STERILITA' DELLE MISSIONI lunghe e tcdiose iiiticlie, dai glornali e racconti delle societa niissioiiaric e da altri scrittori al loro incre- uicnto devoti raccoglicndo tiitte quelle prove aulore- voli clie si contcngono nel ])iesentc suo lavoro , il quale mentre si rendcva di pubblica ragione, lii da lui arriccliito di molte altre notizie die gli si offerivano dai fogli d'lnghilterra. Pertanto il ragionamento del signer Wiseman ncll' atto die protegge ed onora le cattoli- die missioni, somministra pure ad ogni discrete leggi- tore fadlc ed opporluno mezzo per giudicare intoino lo stato genuino della predicazione de' protestanti nellc terrc straiiiere , e parimente per la novita riesce di- lettevole, essendosi poco o nulla scriito dai nostri su tale soggetto fuori d" Inghilterra , e quivi pure scarse esscndo quelle stampe die direttamcnte tendono alio scopo del nostro autore. In mezzo a cio noi sianio d'av- viso die non si possa far nieglio conoscere la mente di lui e il tcnore de^ suoi argomenti quanto coif esporre un sunto della sua dissertazione suecinto insiemc ed adequato uel miglior modo die per noi sia possibilo. Cosi dunque lo mettiamo sott'occliio de' nostri leggi- tori , seguendone altrcsi lo stile e la frase , perelie r autore piu da vicino con esso loro ragionij quantun- que taloi a possa a a cio il cav. Gamba ( Voyage dans la Russie meridlo- nale etc. (i)), raccontando i fatti depli cmissarj biliiici (l) Di c[iiest() Vi.ia^io pure .ihlji .iud tl.ita I'aii.ilisi in;l 1. 44"' n-)v«'aibic 1826 , pat'. 227. 334 I- A STEBILITA* DFXLE MISSIONI ad Astrachan. Ci sarcbbe anchc Inogo ad illusione , allorclie leggendo no' giornali luissionarj le sruole a centinaja di fanciiiUi apcrte , e gli esami tcmiti alia presenza pure del vescovo , si credesse die quivi al- meno tiorisca una diiesa , e che quivi si alimenti una tenera greggla del Signore. Perciocdie , come Ira gli altri si esprime il signor Carlo Lushington, impiegato a Calcutta, nella sua opera data alia luce nel 1824 ( Storia , disegno e stato ottiiale degli isdt/iti lellgio- si, ecc. ) « il consentir die f'anno i nativi Indiani ad im- parare a leggere il Nuovo Testamento , non si deve prendere per prova irrefragabile die i loro prcgiudizj contro il Cristianesimo siensi diniinuiti la loro frequcnza nolle scuole non dura se non linclie il discepolo abbia iniparato quanto gli basti per pro- cacciarsi un mantenimento , coll' ascriversi alia nii- merosa fraternita di scrivani e computisti ( sircars ). In oltre e regola proposta alle suddette scuole di non insegnare affatto il Cristianesimo. Cio e provato dal giornale del vescovo Hcber ( torn, i , pag. 370 e seg. ) rispetto alle scuole della cliiesa anglicana , ed e provato egualmente dal missionario anabatti- stico a Chittagoug {Registio mission., pag. 4-). Ne luaggior forza a concliiudere in favor delle niissioni protcstanti e la frequenza degli uditori a* loro ra- gionamenti. « La domenica , scrive fra gli altri il missionario di Kissey, si raduna un' udienza di 3oo e pill individui, ma lino a questo momento nessuno di essi ha oreccliio per sentire, ne ciiore per atten- dere. » Ne aggiunge egli stesso la spiegazione. « Qui trovansi da 5co persone die vivono di un assegna- mento 2;iornaliero dal 2;overno stabilito, cd in con- se2;ueuza sono sotto la inia ispezione. Tenendo cosi il popolo maggiormente ai miei ordini, spero umil- niente nel Signore die la sua parola produrra il siio cfl'etto, bcnclie f'orso io stesso non vedro questo frutto rosi ardentemente braniato » ( Churcli mission., pag. 82). Forse simile e il caso delle altre missioni fon- datc sullc roste orridontali ddl'Africa, die jier lo piu INTRArRKSE DAI PKOTESTANTI. 335 sono ronio quclla di Kisscy, colonie di scliiavi reduci o riruperati j)ei- mezzo dolK' sqiiadre iiij^lesi. Nc. gcue- ralmente parlaiulo. piu felioi conghietture si possono dcrivare dal niimero di uditori che in altre regioni si prrsrntano alio doclamazioni de* missionarj. Per ultimo giova chiamare ad esamc 1" idea che aleiini mission:;)] uensaiio di applicare alle solitc frasi di convet-th'si , di abbracciare il Cristianesimo ccc, e il segueiite particolare escmpio provera che il flirsi cristiano signilica lalora ncl Iin2;ua2;2,it3 teciiico di chi esalta le missioni protestaiiti , signiHca, ripetiamo, hen altra cosa rhe una verace conversione intesa ncl scnso comune. « Un tal missionario interroajava un uomo che gli siava dav-anti tutto inihrattato di hovina (per nota supcrstizione tra grindiaui), e ad ogni domanda costui rispondcva nisam! rhe e quanto dire ccrtissi- mamcnte; e cio con sovcrrhia serieta ed un inchino di capo. Fui molto ronsolato , dice il suo dcgno istrut- tore, dal vedere come egli approvava di cuore la dottrina dclla snlvczza. E ccrto eke se qid avcsse posto fine alle domaiide sue , quest uomo avreObe acquistato nn dirltto eguale a qiiello di moltl altrl di esserc ar^ ruoluto iiella nota drgl' infedeli convcrtiti. Ma disgra- ziatamente persistc colui a domandare , qaanti anni avete ? quanto tempo siete stato a Snnyasee? e scm- pre qucsti rispondcva colla mrdesima cnf'asi, nisam, nisam {Quartniy review, marzo 1827, pag. 446). Racconta pure il Brown nella sua storia dcUe missioni protestanti , come ncl Scilan gli Olandesi costringcs- sero qucgli isolaui ad abbracciare il Cristianesmio se- condo Ik loro dottrine, se bramavano acquistarsi ouori cd impieghi. Come a gara concorrevano que' mcschmi selvao;gi a farsi airuolart! i\Ia non ardue cose si ri- chiedevano da loro, giacche il saper recitare a mente un pater, i dicci comandauieuti del decalogo, due orazioncine jier la mattina e la s.-ra, e la benedi- zione della taA'ola , conteriva loro il titolo e le pre- rogative di cristiano ( Monthly review , u° 84 , pag. 143). Ncl case eziandio che un pagano n])bia avuto il 336 LA STERTLITA.' PFLLE MISSIONI battcsimo cd analoglie istrnzionl nella fede crlstiana , e che in essa perseveii , in questo caso eziandio non si saprebbe ben depone il dubbio so questa sia ve- race conversione. Perciocclie consente ogniino che i proscliti fatti dai niissionarj protestanti sieno per la pill parte individui di poca onoratezza tra i loro pri- mieri socj , ne colla conversione acquistino pregio IVa i loro nnovi confratelli ; e che spesso siano al Gristianesimo allettati dal deslderio di godere una morale meno rigida di qucUa che ai medeslmi im- poncvano le loro gentilesche dottrine! Non e qnindi da maravigliarsi se nelle Indie un missionario essen- dosi invogliato di avere per suo domcstico un nativo di quelle contrade , allorche per mettere colmo alle lodi del domestico , gli venne detto : « Anzi e uno dei vostri novelli cristiani » , abbia soggiunto: « ora che me lo dite , cio basta : non mi posso lidare di esso , non posso ricevere in casa mia un cristiano del paese. >j Per la cpial cosa nessuno riputera strana la condotta de" varj governi secolari che in minor con- to ancora tengono silTatti cristiani; ed anzi spingono alcuni governi la loro difiulenza a segno di eschulerli da qualsivoglia impiego civile. II nostro autore neirimpugnare con ei aperte pa- role Ic vantute vittorie de" missionarj accattolici non dimentica di ragionare per ultimo intorno le missioni dolle isolc sandwichiane delFOccano Paciliro, da che i proestanti ad esse usano appellarsi come alKargo- incnto il pin fermo del fclice successo de' loro trava- gli. Premette come i nativi di queste isole distinguansi per dolcezza, docilita e semplicita di carattere, Dacche essi furono visitati dagli Europci e dagli Americani, incominciarono ben presto ad imitarne gli usi c ad apprcnderne le arti. L'idolatria che quivi dominava, era gia vcnnta in dispregio quando il re Jolani E.iho Eiho (detto anche Liholiho) , ligliuolo di Tamchamcha che veramente fa rigeneratore della sua nazione , dopo un lungo ragionamento tenuto al cospetto degli ottimati sulla iuutilita dc' loro idoli e la crudclta dc' loro riti, iNTRAPRr.sr, r>M rnoTEfiTANTT. 337 prcsc finalmcnte coiisiglio di abolirne il culto. Nulla ancora sapendo dellc innumerevoli sette nelle quali la relij>,ione cristiana e si miseramonte divisa, cercava quel re insicme a'suoi principi il solo Cristiancsimo come sistema opposto alle gemilcsche vaniia; e la pri- ma forma di un culto crisiiano clie gli fu posta avanti, fu tosto adoitata. Scomparve cosi il pagancsimo fra quegli isolani, e la principessa Kapiolani con eroico coraggio discesa nel cratere vulcanico dell' isola di Owhyhec ove si credea die la terribile Pele, dea del fuoco, stabilito avesse il suo soglio, discesa, ripetiamo, tra il vivo lampeggiare di meteore sulfuree, e il cupo rimbombo de' tuoni per islidare qnella dca nel suo santuario stesso , ("mi di distruggere il prestigio piu forte dclle superstizioni dc' suoi anten:iti. Intanto si rileva che al buon senno ed alia forza di spirito di que'ljuoni isolani, anziclie aU'opera de'missionarj pro- testanti, si deve il principio e il progrcsso del culto cristiano in quelle contrade. Ma nelio stesso tempo quando mai un terreno piu atto a produrre le piu belle virtil cadde in mano di un missionario ? Quando mai un promulgatore della religione di Cristo trovo ingegni piu docili, e discepoli meno pregiudicati ? Tuttavia que' missionarj lungi dalT operarvi cose san- tissime, sono stati il flagello de' pacilici abitatori, in modo di minacciarne lo sconvolginiento , per non dire la sovversione intcra. Appena s" ini padroni rono del favore del re , che ne vollero usurpare anche 1' au- torita ; loro infausta opera sono 1' infingardaggine , r insubordinazione , il fauatismo e 1' arresto di quel progresso nella civilta , che avendo avuto comincia- mento nel gentilesimo, richiedeva per riuscire a lieto fine una giusta morale ed una verace religione. Tale e il quadro che dclle isole Sandwichiane ci va di- pingendo V autore , il quale non trova speranza di un beU'avvenire j)er quegli abitatori che ne' missio- narj francesi di culto cattolico ivi ajiprodati Y anno 1826. E vcramente le notizie riccvute lin dal diccui- bi'c iSzS confcnnano pienaniente Taugurio dairauiore 338 i,A sterilita"' dei.le missioni espresso ; perciocclie i niissionarj protcstantl gia ave- vano perduto nioltissimo delP influenza !oro , ed al- Topposto andava ogni giorno crescendo la stinia e il rispetto verso i novelli missionarj, ancora troppo poco esperti nella lingna del paese per poter farsi ben in- tendere dai nativi {Annales de V association de la pro- pagation de la foi^ i83o, pag. 273 e scg.). Per tal mode I'autore ha dimostrato come le mis- sioni protestanti , qualunque ne sia la setta , e qna- lunque il paese a cui si dirigano, sicno miseramente rimaste senza hnon frutto. Si propone ora per ultima parte del suo ragionamento , di investigare da quale ragione provenga la sterilita tanto strana di quelle missioni. E priniamente silTatta cagione non puo de- rivare dalla mancanza dei mezzi umani, de' quali , come si c dimostrato, le societa missionarie sono for- nite a dovizia. Ne in serondo lungo se ne puo accagio- nare Tindisposizione dei popoli a cui sono le missioni dirette •, cio che 1" autore prova dalle notizie partit o- lari de' protestanti , rignardo allc missioni cattoliche nelPAsia , nell America e altrove. Dalla testimonianza di que' protestanti risulta che nel continente dell' In- dia i missionarj cattolici hanno potuto fondar cliieso rispettabili e pel numcro e pel carattere di quelli che le compongono, e che sopravvivono pui-e a quella antorita secolare la quale prima coopero alia lore lon- dazione. Anche oggidi i missionarj cattolici ovunque si rechino nell' interno della penisola indiana , fanno numerosi e . Antonio Scarpa. J_je Opere del cav. Scarpa per 1" indole del loro argomcnto sono distinte in due classi, in anatomiche e chirargiche. Classb I." — Opere anatomiche. De structura fenestras rotundoe auris , et de tympana se- cundario anatomicce qbservationes. Mutince 177a. — Qnesto opuscolo usci in luce 1' anno stesso in cui lo Scarpa diede principio alle sue lezioni di notomia nell' Universita di Modena. Giovinetto nncora, siccome egli accenna nella prefazione, non era soddisfatto di qnanto leggeva sulla strutlura e sul- r uso della iinestra rotonda dell' orecchio , perciocche quelle tlottrine non si trovavano d' accordo con cio cli' egli os- servava esaminando T oreccliio interne sopra ossa non spo- gliate delle loro parti niolli, al contrario di quanto pres- soche generalinente si usava di fare dagli anatoniici , i quali in questa sorta di ricerche davano la preferenza ad ossa secche, e quanto piu poteasi inaridite. Fece egli conoscere nel niodo piu chiaro ed evidente , clie la membranella da cui e cliiusa la finestra rotondd non e situata all' ingresso di qnest' apertura , ma notahil- niente ])iu addentro, ed in corrispondenza della scala della chiocciola denominata scala del timpano, fra la quale niem- hranella e V orificio esterno della Iinestra rotonda rivolto verso la merabrana del timpano avvi un canaletto osseo, situato opportunamente per ricevere i sonori tremori che concepiti dalla membrana del timpano vengono propagati air aria contenuta nella cavita dello stesso nome , e di la alia membranella anzidetta. Mostro r erroneita delle piu accreditate ipotesi sin allora promulgate sull' uso della Iinestra rotonda nella funzione deir udito, non omuiessa la piii receiite in allora, quella 34^ CENMI SULLE Ol'ERE cloe cli Cotunnio, il quale, dopo aver coiiosciuto die il labirinto era pieno noa d' aria ma di acqua , opinava clie la membranella della iinestra rotonda dall' iinpulso deiracqua discendente dalla scala del vestibolo uella seconda scala della cliiocciola venisse spinta airinfuori, verso la cavita del tim- pano , ad oggetto di moderare V azlone dell' acqua stessa sulla lamina spirale della cliiocciola, e facili tare a un tempo stesso r uscita del di piu della stess' accjiia pel preteso acqui- dotto osseo della chiocciola: ipotesi manitestamente rigettata come falsa dalla struttura della finestra rotonda e dalla po- sizione e tensione della membranella che la cliiude dal lato della scala del timpano. Avuto riguardo alle quali circo- stanze , basate sulla struttura di queste parti , F itso della finestra rotonda nell' operazione dell' udito non fu piii ne oscuro ne dubbio, cioe che siccome le onde sonore, le quali partono dalla membrana del timpano , si propagano per gli ossetti e per la Ijase della staffa, e quindi per la finestra ovale all' acqua del vestibolo, cosi le medesime sonore oscillazioni concepite dal timpano si comitnicano alia scala maggioi-e della chiocciola mediante le oscillazioni sonore della membranella della finestra rotonda, motive per cui il nostro autore diede a questa membranella il nome di timpano secondario. Per lo che non una, siccome allora s' insegnava, nia due dimostro essere le vie per le quali le vibrazioni sonore penetrano dalla seconda nell' in- terna cavita dell' organo dell' udito. Confermarono mirabil- mente la dottrina ora esposta le osservazioni comparative suir organo dell' udito nei qnadrupedi, nei quali plcciolis- simi sono i canali semicircolari, amplissima la chiocciola, ampia la finestra rotonda, a fronte dell' ot'oZe, e quindi in essi la membranella della finestra rotonda costituisce manifestamente la via ed il tramite precipuo che tengono i tremori sonori dalla membrana del timpano all' interno del labirinto, ed alia sede dell' organo immediato dell' udito. Nell'uomo, in cui 1' ampiezza dei canali semicircolari e press' a poco la stessa che cjuella della chiocciola, l' ampiezza della finestra ovale e press' a poco eguale a quella della fine- stra rotonda. Anco nell' orecchio interno degli uccelli trovo il nostro autore di che convalidare la sua dottrina ; lo che lo invoglio a dare la compiuta storia di quest' orga- no nei volatili , di cui ia allora era maucante la naturale istoria. Dl A. SCARPA. 340 Al inerito intrinseco di quest' opuscolo aggiunge pregio la recensione fattaiie dall' illusti-e Haller ed inserita uella sua Biljliotcca anatoniica t. 11, pag. 696. " Magni laljoris opus. Scojjus est ostendere fenestrje ro- >/ tundaj inaguas in auditu partes esse, cjuod ijuidem ex 'I anatonie coiujifirata magna ci.ra instituta ostendi sperat. u Membrana hnjus fenestras oblique sursura in scalaui » tynipani se iuimittit ut et continuo arctior liat , et versus » t^'nipauuiu in unibonis speciem eiuineat. In canale potius >/ pouit quam in foramine. Censura eornni cjiiEe de liac » fenestra hucuscpie scripta sunt. All)inuni male circularem >» finxisse. Cavum tympanicum muco non repleri. In ho- H mine adulto (non quidem in foetu ) fenestram rotundani >i membranam tympani respicere. Sulcus in fenestra ; ejus II figura triangularis. Duas laminas membrance fenestras " rotundas esse a tympani periosteo , ac vestibuli. Aerem 'I per tympanum fenestras rotundse membranam percellere^ II hanc aquulam premere quae est in cochleae scala ; banc II iternm nervum concutere ; ita potissimum sonos jjercipi , II qui per os et tubam Eustacbianam adveniunt. Ejusmodi II fenestram quadrupcdes babent et aves, ecjui permagnam ^ " sic felis, et in variis auimalibus hanc fenestram qua- 1) drujilo ovali majorem noster invenit. Canales semicircu- >i lares in cellulas cranii ( avium ) aperiuntur (i). Pro )i cochlea in avibus canalis est jjipartitus , rectus equidem. n Aruiloiniciiram annotationum liber primus de gangliis et plexuhiis nervonun. Mutince 1779 (2). — Sull' uso del ganglj leggeva il giovane nostro professore presso 1" Haller, ed aicun altro dei piu accreditati lisiologi di qtte' tempi, ganglioruiit fabricain et usum perinde nos ignorare. E pero trent' anni prima Mekel e Zinn avevano su quest" argomemo comu- nicate aH'Accademia reale di Berlino alcuni loro pensamenti i quali al nostro professore sembravano molto prossimi al vero , e soltanto niancanti di prove desuute dal fatto ana- tomico , ossia dalla dimostrazione deir intima struttura di (l) Qui Haller Ija male interpretara I' intenzione dell' aiirore. La cavira destra e sinistra del timpano degli uccelli comunicano fra di loro mediante le cellule del cranio. I canali semiciruolari non hanno coauinicazioiie alcuna con queste cellule. (3) L'' edizioue di I^lodena del 1779 e la j;enuiua- L'altra sen/a data di temj>o e di luogo era altamente rieiisata clad aiitore per cssers ridondante di crrori tipografici , ed iii alcuue jarti uiamautc. 344 CENNI SULLE Ol'ERE codesti coi'pi luteruiedj tra le nervose diraniazioni. Si as- sunse egli il carico di supplire a questa mancanza ; quindi il motivo e lo scopo di quest' opera. Ogni ganglio , in qualunque parte del corpo r'lsieda , spogliato diligentemente del tessuto cellulare , clie lo copre esternaniente e clie polposo lo compenetra internameate , ofFre soltanto, a giudizio del nostro autore , un complesso di sottili filamenti nervosi , nei qiiali si risolvono e si espan- dono il tronco , o i piii tronchi che vi penetrano , i quali filamenti in varie guise fra di loro congiunii si ricompongono in tronclii , clie sotto diversi angoli vedonsi uscire dalla nieta o dalla estremita inferiore del ganglio medesimo, ora cinti da grosso cellulose involucre , ora moUi e trasparenti a somiglianza di fili gelatinosl. Quest' intima struttura e comune a tutti i ganglj , se non clie ogni ganglio spinale non riceve filamenti per eutro di se che dalla radice posteriore del nervo dello stesso nome, mentre ciaschedun ganglio appartenente alio splancnlco ne assume da piu origini tanto cerebrali die spinali. Per ne- cessaria conseguenza di quest' intima struttura ne risulta , clie ogni nervo il quale esce da un ganglio splancnico e un composto di filamenti cerebrali e spinali , e che quei rami i quali sono emessi dai ganglj situati nel fondo della pelvi sono un composto di filamenti d' alcuni nervi cere- Ijrali e di tutte le radici nervose spinali ; lo che essendo cosa di fatto e dimostralnle , non puo essere rivocato in dubbio r uso principale de' ganglj , quello cloe di contrlbuire alia composizione dei nervi destinati alle viscere, ed alia piu facile distribuzione loro sotto angoli ed inflessioni di- verse attesa la loro mollezza. Che poi la composizione dei nervi da piii distinte radici entri nelle mire della natura, ce lo attesta i\ plesso brachiale, in cui non solo vediamo , ma tocchiamo con mano , che ognuno dei nervi i qvxali si distribuiscono al braccio , al loro spiccarsi dal plesso brachiale , sono un composto di filamenti procedenti da piii radici spinali fra loro distinte. Lo stesso nervo frenico e manifestamente un comjjosto di fili nervosi della 3 , 4 , 5 e 6 conjugazione spinale-cervicale accresciuto talvolta da un filamento del ramo discendente del nervo nono cerebrale. Nulla manca, secondo T opinione dello Scarpa , al plesso brachiale per essere denomlnato ganglia, fuorche mi moUe tessuto cellulare intei'posto fra 1)1 A. SCARPA. 345 le iiitrecclate scamhlevoli sue commiicazloni nervose , ed una esterna nieinbranosa coperiura. Lo scopo deir autore essendo stato qiiello di rendere di- mostrativo quanto Mekel e Zinn avevano proferito in via di congettura sull' intima struttura dei ganglj e loro uso nella composizione del sistema nervoso splancnico princi- palinente , T oggetto di quest' opera fu pienaniente compiuto. Ne vi puo essere alcuna piu plausibile spiegazione, ]>erche le viscere, e specialmente qiielle die occupano la piii bassa regione del ventre , consentano si grandemente con tutte le parti del corpo , quanto quella , clie il piit picciolo nervo splancnico distriljttito per codeste viscere e un composto di filamenti di tutte le radici spinali , non die di quelle del quinto dei nervi cerdjrali , poiche del sesto non consta chiaramente Perclie poi il sistema nervoso gangliare , quantunque formato per la massima parte di nervi soggetti alia volonta, sicconie opinavasi generalmente dagli anatomici e dai fisio- logi , il sistema gangliare, dico , non vi sia del pari sog- getto , comprendesi dalla seguente spiegazione. Se e vero , die d' ogni nervo spinale la radice anteriore serve al moto volontario , la posteriore al scnso ; siccome le origini dell' in- tercostale derivano dalle radici spinali posteriori , ne viene di conseguenza , die questo nervo e per 1' origine e 1' es- senza sua nervo sensorio , e quindi non soggetto alia volonta. De promoK'endis anatomicanim administrationum rationihus oratio ad tyrones hahita in audit, magno Archigymn. ticin. , fftum tradendcB anatoines nmnus publice auspicaretur. VI cal. decern!), ann. 1783. — Si e accennato di sopra, die a cp.ie' tempi nelfcv I. R. Unlversita di Pavia ogni nuovo pro- fessore pria d' incoininciare le sue lezioni ., era tenuto di dare saggio di se con una solenne prolusione nella grande aula della detta Unlversita , con obbligo altresi di pubbli- carla colle stanipe. II professore Scarpa soddisfece piena- niente agli ordini die gli furono prescritti , e vi adempi con generate applauso dei dotti , tanto dal lato della elo- quenza e della jiurita della lingua del Lazio , quanto in riguardo delF argomento adatto alia circostanza , insinuando neir animo dei giovani stndiosi della scienza salutare T a- niore della notomia umana e comparativa , indicando loro oziandio il niiglior metodo da tenersi nelle dissezioni , e la migllor via onde arrivare a nuove scoperte sulT interna struttura cd uso degli organi coniponeati ranimale cccno:i;!n. niil huL T. LXIX. 2S 346 CENNI SULLE Ol'ERE Questa piolusione fu poco dopo riprodotta colle stampe in Lipsia per cura del celebre professore Ludwig. la solemni theatri anatomici dcinensis dedicatione orado habita prid. kalend. novemh. ann. 1785. — L'aprimento del nuovo ed elegante teatro anatoniico deU'I. R. Universita di Pavia fu solennizzato dal nostro professore con un adatto discorso. Ricordati i mold ostacoli che sin da remotissimi tempi si opposero alia dissezione di umani cadaveri , in parte jjer le leggi che proibivano di defraudare di sepoltura i corpi dei defunti , in parte per la superstizione , in parte inline per la poca ciiranza di coloro che presedevano alia pubblica istruzione, passa il nostro autore a considerare quale fosse lo stato a' temjji suoi delle principali scuole anatomiche d' Europa , la magglor parte delle quali erano state da esso visitate , e trova che piii o meno in tutte gli antichi pregludizj religiosi , la venerazione malintesa verso le reliquie dei trapassati , la poca o niuna protezione accordata a questi studj, continuarono a ritardarne 1' inse- gnamento ed i jjrogressi. Da tutto cio prese egli motivo di dimostrare , che la scuola anatomica di Pavia a que' tempi era la sola che dir si potesse libera da ogni chiTicolta , e provveduta largamente di niezzi mediante 1' autorita e la munificenza dell' augusto inouarca GiitsepjDe II. Provo il suo assunto rammentando che ad uso di questa scuola non mancava la concessione di cadaveri umani, non ampia suppellettile di stromeati , non opportunita di locali per le dissezioni, per le ostensioni, per la cons ervazione dei preparati;^ che infme liber o e gra- tuito era 1" esercizio delle dissezioni a tutti cfuegli studenti, ai quali stava a cuore 1' approfondire la scienza anatomica col pratico esercizio. Anatomicanim annotationum liber secundus , de organo olfactus prcecipito , deque nervis nasaUbus a pari qidiito ner- vorum cerebri. Ticini. ann. 178 5. — Nell' epoca in cui il pro- fessore Scarpa intraprese questo insigne lavoro le nozioni clie suir organo dell' odorato avevano gli anatomici ed i fisio- logi erano imperfettissime, per non dire onninamente false. Opinavano essi che 1' artiiicio della natura nella costruzione deir organo dell' olfatto consistesse nel condurre il nerve olfattorio attraverso i fori della lamina cribrosa dell' etmoide per indi steuderne la polpa sulla membrana che ricopre DI A. SCARPA. 347 il siparlo delle narlcl , e quella die veste i cor p'l turbinad, a un cli jiresso come P ottico nervo nel fondo dell' occhio, e rudltorio nelle Intime parti dell' orecchlo. Haller, il principe in allora dei fisiologi, dicendo nulla piii fuorche nell' uomo la molle sostanza del nervo olfattorio discendendo attraverso di molti fori della lamina etmoidea vestiti dalla dura madre, a modo soltanto tV infundibuU, alle interne narici, parte sul setto, parte sui turbinati, non e accompagnata clie da una sottile lamina della pia madre, nulla aggiungeva di meglio alia comune erronea dottrina. II solo Winslow so- sjjetto die neiruomo il nervo olfattorio all'uscita del cranio assumesse la forma di tronchi e di rami nervosi consistenti al tatto , ma non si diede la pena di verLficare i proprj sospetti. Tale era lo stato della scienza anatomica quando il nostro professore diede principio alle sue indagini sopra questo argomento. Comincio egli dall'esame dell' apparato osseo. Ed ii prlmo luogo si a^^^ide, die i fori della lamina etmoidea riguardante la cavita del cranio non vi sono scolpiti , come si suol dire, alia rinfusa , siccome rappresentavasi nelle tavole di osteologia le piu accreditate, ma disjDOSti in due ordini di- fitinti, I'uno dei quali risiede rasente la base della promi- nenza cristagalU, I'altro tiene il lato opposto, ossia esterno della detta lamina dell" etmoide , e di conseguenza die il primo ordine di fori corrisponde direttamente colla sommita del sipario osseo delle narici, ed il secondo ordine soprasta alia piu elevata sede o radice del turbinato superiore. Seguendo questa traccia non tardo il nostro autore a conoscere die ciascliedun foro della lamina cribrosa dalla parte del cranio, propriamente parlando, non e die 1' o- rificio d' un canaletto osseo , il quale discende ramoso nella sottoposta ossatura. Per la qual cosa la serie dei canaletti ossei lungo la base della prominenza cristagalli discende direttamente per entro dell" ossatm-a del sipario delle na- rici ; r altra serie per entro della radice del turbinato su- premo imiuediatamente sottoposta. L' una e 1' alti-a serie di codesti canaletti ossei procede dall' alto in basso ramosa e reticolata , e tratto tratto si apre nell' interno delle narici ora con circolari orifizj, ora con fenditure a modo di se- micanali. Cio ha luogo piu presto nella sommita del sipario osseo, piu tardi , ossia per una maggior estensione , sul turbinato supremo c medio. Fece alloia conoscere il nostro 348 CENNI SULLE OPEKE autore die quel jDertugi e quei solchl , pei quali e resa aspra la superficie del turbinate supremo e del medio a dif- ferenza del turbinato inferiore, non sono d' annoverarsi fra le consuete irregolarita di superficie , che generalmente si osservano nelle ossa secche , ma il prodotto di una parti- colare organizzazione sia allora sconosciuta. Dopo 1' acquisto di queste cognizioni non poteva cadere dubbiezza nell' anitno dello Scarpa che il nervo olfattorio doveva all' uscita del cranio percorrere le due distinte pro- vincie di canaletti ossei, onde portarsi a costituire sul setto e sui turbinati T organo iraniediato dell' odorato, e dl conseguenza doveva la polpa di questo nervo, malgrado la di lui somma mollezza, conformarsi all'ingresso della lamina cribrosa in tronchi, in rami, in iUanienti nervosi. EfFetti- vamente il nostro autore , dopo aver posto nella piii chiara luce la triplice origine del nervo olfiittorio, provo che, per entjfo della clava cinerea, gli starai midollari del detto nervo recedono gli uni dagli altri per costitulrvi due ordini di tenere propaggini corrispondenti ai due ordini di fori scol- piti nella lamina cribrosa. All'ingresso dei canaletti ossei codeste molli projDaggini, Vestite dalla pia e dalla dura me- iiinge , assumono I'aspetto e la consistenza di alti-ettanti tronclii nervosi, i quali divisi e suddivisi, ed associati e dissociati fra lore per entro dei canaletti ossei , escono tratto tratto ad inserirsi nella membrana del naso, sul setto una parte di essi, sui due tarhinati supedori Paltra, entro i quali confini costituiscono T organo iramediato del- r odorato, perciocclie niun ramo del nervo olfattorio di- scende al turbinato inferiore, ne si porta alia membrana che veste i seni mucosi. A queste parti provvide natura dando loro filamenti nervosi dal quinto dei nervi del cervello. Neir instituire un minuto esame sulla membrana che Veste le interne narici non poteva sottrarsi alia vista del nostro autore un nervo , il quale itscito dal ganglio sfeno- palatino scorre lungo la base del sipario delle narici, e discende al palato immediatamente dietro i primi denti jncisivi, al qual nervo, isfuggito alia sagacita del seniore Mekel , lo Scarpa diede il nome di naso-palatliio. La discesa di questo nervo dal naso al jialato sembra a prima vista che si faccia per entro dei due canali palatini anteriori; ma, usando di dillgenza, si trora che vi perviene per via di proprj canaletti ossei, talmeute che nelle ossa secche, DI A. SCARPA. 349 nel fondo clell' apertura comune ai due canali palatini an- teriori, si vedono qiiatti-o fori, due palatini assai ampli, e due piccioli pel passaggio dei due nei'vi naso palatini, dis- posti coi primi a guisa di croce. Ei-a condotto a teriuiue iii Modena qucsto lavoro cbe doveva fonnare il soggetto del libro secondo delle anato- miclie annotazioni, cjuando le ciiTostanze gia narrate de- terniinarono il nostro professore a partire di la alia volta di Parigi , non oinmettendo pero di prender seco i disegni da esso di propria mano fatti , e le annotazioni relativ'e a questo soggetto. Ivi prolittando della favorevole occasione d'essere animesso alle sedate della Societa reale di medicina, presento a qiteir illustre consesso un sunto dell' opera che si preparava di puliblicare unitamente ai disegni. Ne ottenne generale approvazione come di cosa nuova e meritevole del titolo di anatomica scoperta. E poiche la publillcazione della niedesiuia non a^Tebbe avuto luogo che al ritorno del nostro professore in Italia, cosi il segretario della reale Societa signor Yicq-d'Azyr spontaneamente voile segnare di propria mano i disegni marcando il giorno della pre- sentazione 12. giugno, e Tanno 1781 (i). Trasferitosi il nostro autore in Londra , fece ivi da va- lente artista incidere in raine la prima tavola , che presento al celel)errimo Giovanni Hunter. Questi , dopo averla lun- gamente considerata in perfetto silenzio, trasse fuori due disegni rappresentanti Toggetto stesso , onde far comprendere alio Scarpa che egli pure si era occupato intorno a questo argomento. Codesti due disegni sono quei medesimi che vedonsi nella di lui opera : Observations on certain parts of the animal ceconomy. London, 1786 :, i qitali quanto siano lontani dall' eguagliare la Unitezza e 1' importanza di qiielli pubblicati precedentemente dal nostro autore , ognuno di leggieri pub scorgerlo. Lavoro grande e difficile , disse il dottissimo Hunter , sara stato quello per via della dissezione , onde mettere in chiaro quei sottili filamenti nervosi , e (l) Simllmente. Hist, de la Societe R. de med. t. HI, pag. lyS : M. Scai-pa lui a pi^sentc des nouvelles planches anatomiqiies re- latives ail sens de fodorat, qui sont destint^es a faire partie d'uiie description de cat organe. — Codesti disegni original! presentati dallo Scarpa alia Societa reale di medicina, e iinuati dal signor Vicq-d'Azyr si conservauo presso lo scriveutc. 35o' CENNI SULLE OPEKE quelle fettncce composte tli filamcnti ancor plu sottlli cll- spersi sul sipario menibranoso del naso. Niuna fatica , ri- spose il nostro professore , perciocche non si e impiegata dissezione di sorte alcuiia , ne si e fatto altro clie mettere a nudo la faccia posteriore della membrana pituitavia , ri- movendo da essa il sipario osseo ; lo clie fatto , le dira- mazioni tutte di questa provincia del nervo olfattorio si presentano da se, e quali erano in soggetto assai giovane , tali filrono delineate. Neir opera dell' Hunter poc*' anzi citata si legge la se- guente nota : " II dottore Scarpa professore di notomia in Pavia tro- » vandosi in Londra P anno 178^ mi partecipo, clie gli » era riuscito di seguire, e di mettere in cliiaro le dira- » mazioni del nervo olfattorio nelle interne narici, e che // al di lui ritorno in Italia ne avrebbe fatta la pubblica- >i zione. Nella stessa occasione io pure gli posi sott' occhio H i disegni e le incisioni che mi era procurato sullo stesso >i argomento. Mi si dice clie la di lui opera sull' organo » deir odorato sia gia uscita in luce, ma sinora non ho II avuto r opportunita di vederla. Ho veduto pero uno dei " di lui disegni inciso in Londra elegantissimo ( very elegant ) II rappresentante la distribuzione del nervo olfattorio sul II sipario del naso, intorno al quale jjotrebbe sembrare If che i filamenti nervosi siano pin sottili di quanto per II via della dissezione si puo dimostrare. » Nello stendere questa nota avvi tutto a credere che Hunter non siasi rammentato, che per iscoprire i piii sot- tili filamenti delP olfattorio sul sipario del naso il professore Scarpa non si era servito del coltello, e clie non aveva fatto altro che mettere a nudo la faccia posteriore della membrana pituitaria col rimuoverne il setto osseo, preci- samente al contrario di cio che Hunter aveva fatto , siccome rilevasi chiaramente portando T occliio sulle di lui tavole, nelle quali non appariscono clie i grossi tronchi dell' olfat- torio tanto sul setto del naso che sul turbinate superiore. Per accertarsi poi che la provincia del nervo olfattorio non oltrepassa i confini del turbinato medio, giova parimente osservare attentamente la membrana pituitaria che ricopre queste ossa nella faccia sua posteriore, rimosse le cellule etmoidec. Cio che non isfuggira al leggitore si e che mentre Hunter nella descrizione delle sue due tavole gia da molto DI A. SCARPA. 6i)l tempo pi'IiTia incise avvcrte tli esamhiai'e sul cadaverc le ramificazioni etl i filamenti del nervo olfattorio sulla super- ficie posteriors della nieinbrana del sipario del naso, siccome aveva appreso dal professore Scarpa doversi fare, presenta le due tavole tali e quali erano in allora all' epoca del col- loqulo, dalle quali si rileva cliiaramente , ch'' egli aveva jnipiegato nna maniera d" indagine e di dissezione del tutto contraria a quanto poscia egli indico doversi fare. Poco prima della pubhlicazione di quest' opera seppe , clie anco il celebre Cotunnio di Napoli aA'eva avuto co- gnizione del nervo naso-palatino, e non manco di fame menzione nell'opera stessa. Riser v6 a se soltanto il merito dL aver dimostrato per qual via il detto nervo discende dalla narice alia sede anteriore del palato immediatamente dietro i primi denti incisivi. Dal complesso di questa analisi risulta clie prima del nostro autore non si avevano clie imperfette e false idee sulla struttura dell' organo dell' odorato, e die la scienza anatomica gli e debitrice di quanto essa ora ci ofTre di certo e preciso sulla vera conformazione mirabile e sem- plice a un tempo stesso di questo sensorio esterno, illu- strata poscia grandemente dallo stesso autore mediante la notomia comparativa. De neno spinali ad octavum cerebri accessorio comincnta- rius. ViiidoboiKB an. 1788. Vid. acta Acad. med-cJiirurg. Vindohon. torn. i. — Triplice fu lo scopo clie ebbe di mira il nostro autore nello scrivere questa Memoria. Primiei'a- mente si propose di dimostrare nel modo il piii assoluto la verita di quanto era stato asserito da Willis suU' unione del nervo spinale accessorio coll' ottavo dei nervi cerebral! , negata da Valsalva, da Morgagni, da Eistero, da Santorini , da Monro scniore , da Haller, anatomic! tutti di somma fama a que' tempi : in secondo luogo di mettere nella pill chlara luce, che 1' accessorio diviso in due provincie, esterna ed interna, colla prima si distril^uisce ad alcuni muscoli della scapola , segnatamente al trapezio i coU'altra, dati alcuni filetti alia composizione del nervo furingeo , il quale supponevasi tutto procedente dail' ottavo , entra col rimanente de' suo! stami a mescolarsi profondamente con quelli deir ottavo , ed a contribuire all' ingrossamento e qulndi alia composizione dcU' ottavo medesimo : in terzo luogo, clic il nervo ottavo cerebralc appena uscito dal 35a CENNI SULLE OPERE cranio , e nel pnntQ stesso in cui riceve gli stami della provincia interna del nervo accessorio , s' ingrossa in un vero e perfetto ganglio; la qual cosa era stata sin allora ignorata o negligentata dagli anatomici. Soddisfece piena- mente il nostro autore a questo triplice oggetto , ed illustro le sue dimostrazioni con numerose tavole diligentemente da esso delineate. Perche poi, soggiunge egli, natura ad oggetto d'ingros- sare e comporre il nervo ottavo di filamenti procedenti dal midolo spinale, in luogo di trar fuori dalla spina fra vertelDra e vertebra codesti filamenti, come fece per Tin- cremento e per la coniposizione del nervo intercostale , ab- bia preferito di radunare le radici spinali cervicali in un sol tronco, il quale per entro della spina ascendesse nel cranio per indl uscirne sin al punto d'unione colT ottavo, ella e cosa, dice egli, non meno meravigliosa che di diflicile spie- gazione. In ogni modo fra tutte le congettnre che sin allora sii di cio erano state promulgate, quella del nostro autore, per generale consenso, merito la preferenza, siccome quella, la quale non derivo dairimmaginazione, ma el-ibe per base il fatto anatomico certo ed incontrastal)ile. Due soli, disse egli, sono i nervi delle viscere, 1' inter- costale e r ottavo. Voile natura die amljedne fossero par- tecipi di origine cerebrate e spinale. Quanto all' intercostale , siccome esso procede rasente le vertebre , era facile il farlo comunicare colle radici spinali per tutta la lunghezza della colonna vertel)rale. Ma la stessa facilita non poteva aver luogo in riguardo dell' ottavo il quale, segnatamente nel collo, si tiene assai lontano dalle vertelire cervicali. Na- tura qtiindi , secondo ogni verosimiglianza , prese il par- tito di radunai'e in un sol tronco tutte quelle radici spinali, che voleva accordare all' ottavo per la di lui coniposizione, il qual tronco dell" accessorio , assuhte alcune altre radici dalla niidolla oblungata prossima a divenire spinale, si get- tasse poi nella sonunita del nervo ottavo in modo com- pendloso. Che poi per la coniposizione del nervo ottavo natura non abbia concesso che picciolo numero di radici spinali , mentre per la coniposizione dell' intercostale ha posto a contrilmzione tutte quante sono le radici spinali, la ragione pill plausi])ile di qualunque altra sembra quella, che la distribuzione dell' ottavo alle viscere sotto del torace e assai DI A. SCARPA. 353 limitaUi, mentre quella delF Intercostale si estende siia al fontio dclln pelvi. Sii quest' aiticolo giova rlportare le paf ole stcsse doir autore, e se pur vuolsi continnare a riguardare la di lui opinione su di cio r[nal sempllce congettura, si convenga iion pcrtanto essere stata cotesta congettura la piu. razionale di quante sin allora ei-ano state emanate in proposito : " Ostendi alias in distributione nervorum toto corpore pertinentium unum ex pra3cipuis naturae opiliciis illud esse, ut nervos nuUibi simplices, seu aliis in itinera non sociatos, excepto quarto nervorum cerebri, traducat, sed onines singulosque vel in eorum origine , vel infra cal- variani, et specum vertebrarum mediis plexubus et gan- gliis componat diversimode adliiljitis filamentis multorum nervorum ex disjectis et remotis sajpe ab invicem radicibus advenieniium partim a cerebro, partim a spinali medulla sub communi involucre copulatis. Hoc autem naturae insti- tutum cum in omnibus singulisque nervis , qui per mu- sculos, et exteriora corporis feruntur, demonstrari potest, tum maxime in iis , qui interioribus partibus , visceribus nempe famulantur. Siquidem notum est intercostalem ner- Vum , si quis alius , in bumano corpore maxime compo- situm esse , quippe qui ex tribns cerebralibus et spinalijjus prajterea totidem coalescit , quot sunt distinctae radices nervorum , qui e specu vertebrarum prodeuut. Verum ta- men et octavus inter principes humani corporis nervos valde insignis et visceribus , et nobilibus aliis partibus in collo sitis , ad quas intercostalis fertur pari quadam facilitate prospicit, ut vel ex bac ipsamet communi muneris nobi- litate et praestantia minima negligendam natura fuisse octavi compositionem mutuatis ad modum intercostalis simul a cerebro , simul a spinali medulla radicibus intelligamns. In qua jjorro duplici octavi origine contemplanda non pos- sumus non admirari summam nature industriam cum sim- plicitate conjunctam , ut quod pro intercostalis nervi com- positione magno et iterato praestitit gangliorum apparatu , id ipsum pro octavo , ob impeditam locorum indolem , coiiipendiosa quadam opificii ratione obtineret. Scilicet in- tercostalis suscipit in cervice filamentum ab unoquoque spinalium colli, cjnae secum in ganglia ducit, solvit, et^i ramos findit ad gutturis partes, et pectoris viscera. ^ tliorace gracillimus et pene exliaustus novam iterum col- ligit librillarum nervearum soboleiu a spinalibus dorsi , ut 354 CENNI SULLE OI'I'RE swfficiat viscerilms imi vcntvis. Octavns autcm nervus cum minime corporibus vertebrarum insideat, sed loco excurrat aliis partilms imjiedito , coUigit a spinali medulla intra tubmn vei-tebrarum radiculas fere totidem quot sunt ori- gines nei'vorum sjjinalium cervicis % namque accessorii ini- tium inter qulntam et sextam conjugationem plerumque esse demonstravimus , easque in unum nervmn peculiarem conjnnctas et sursum inti'a calvariam itinere non impedito eductas recipit in ejus egressu de cranio , sibique in ple- xuosam anastomosim , et ganglion solutas adjungit, et pro- priis funiculis admiscet. Quibus porro radicibus spinallbus si addimus eas , quae ab oblongata medulla ad accessorii truncum augendum confluunt, non niinorem minusque ex- tensam esse octavi communicationem , et multiplicem ori- gineni a medulla oblongata et spinali , quam intercostalis esse in cervice comperiraus. Ad hsec si attente considera- mus octavum nervum suli plexu pulmonari et cardiaco reliqua sui parte in A'entriculo potissimum desinere , diuii csetera abdominis viscera innumeram prorsus nervorum propaginem ab intercostal! recipiunt , baud mirum erit cuilibet harum rerum perito , si octavus in tliorace minime ad modum intercostalis iternm reparatur , neque a spiiia- libus dorsi filamenta recipiat , etc. etc. » (i). AnatorrdccK disquisidones de audita et olfactu. Ticini 1790. — Fra le piu luminose scoperte fatte in notomia nel pros- simo passato secolo v' ha senza dubbio, ed e forse la mag- giore , quella die riguarda 1' apparato membranoso conte- nuto neir Intima cavita dell' organo dell' udito , e che per se sola basterebbe a rendere immortale il nome del no- sti'o autore. Cotunnio conobbe die T intima cavita deU'oreccliio con- tiene accjua e non aria; ma nvilla seppe di plii. Lo Scarjja guidato direi quasi 2)er mano dalla notomia comparativa scopri die non solo nelle differenti classi di animali, ma, (i) L' autore canibio d'opinione toeto clie seppe easere il si- stema nervoso composto di due distinti ordini di nervi, motorio cioe e senziente^ per cui ebbe niotivo di ci-edere che i due nervi vago ed accessorio uuiti iusieiue servissero T uno al senso, I'altro al moto. V. la lettera latiua sopra questo argoniento diretta al pro- fessore Weber di Lipsia, ed inserita nel t. Ill degli Opuscoli di chirurgia, del quale si diede Tanalisi nel tomo 66.°, giugno iSSa, pag. Say di questo Giornale. or A. SCARPA. di>3 cio die pill importa di saperc , anco neW iiomo 1" intima cavita deir organo deirndito, cioe 11 lahirinto contiene un artifizioso apparato di canali e di saccUi membranosi , pieni d' accjiia , e a un tempo stesso circondati ed im- niersi nelFacqua, entro i qiiali risiede la polpa del nervo acustico , organo immediato delP udito. Morgagni, principe allora degli anatomici, aveva descritto colla pill scrnpolosa accuratezza ogni incavatura, ogni pro- minenza , ogni macchia cribrosa che presenta la superli- cie interna del vestlbolo e del rimanente dell' osseo labi- rinto; ma poiche egli noii aveva operate che sopra ossa inaridite , non pote in modo veruno comprendere e nep- pure immaglnare Tuso cui quelle iufossature, quelle pro- minenzc , quelle maccliie cribrose erano state destinate dalla natnra. II professore Scarpa adunque fu il primo, cul fu con- cesso di palesare ai coltivatori della notomia e ilsiologia , che nell'acqua del vestibolo e dei canali ossei del laliirin- to, e primieramente di contro la base della stafia, sta sospeso per cosi dire un sacchetto membranoso a forma di otricolo ripieno esso pure d' acqua , dal quale otricolo par- tono, ed al quale ritornano tre canali semicircolari mem- branosi pieni d" acqua del pari che V otricolo; che il punto, da cui ciaschedun canale membranoso parte, ha la forma ! di ampoUa , e ritorna all' otricolo con picciola e rotonda apertura : che all' otricolo , dal lato col quale riguarda la chiocclola , sta appoggiato un altro sacchetto pure mem- branoso e del pari ripieno d' acqua. Seguendo poi il nostro autore il nervo acustico dalla sua origine sin entro il lahirinto trovo che il tronco di questo nervo per entro del canale acustico interno ha la singolar forma, sin allora ignota, di una fettuccia attortigliata sopra se stessa a modo di turbina , per cui l' esteriore vo- luta somministra la polpa nervosa ai sacchi membranosi contenuti nel vestiliolo, e parimente all' ampolla di ciasche- dun canale semicircolare membranoso, mentre colle altre volute si adatta mlrabilmente alle evoluzioni delle scale della chiocciola , e quindi della lamina spirale. Vide il nostro autore che la polpa, la quale penetra nei due sac- chetti del vestibolo, non oltrepassa certi confmi, e che quella clie, a modo di retina nell'occhio, si solleva entro ciascuna ampolla dei cannli semicircolari , non si ostende oltre r ampolla stessa. OM) CENNI SULLE OPERE Dopo tali nozioni fii cosa facile per il iiostro autoie il deteriiiinare V uso di tutte quelle parti del laliirinto osseo, che il Morgagiii noa fu in grado di poter assegnare; cioe perche nel vestibolo costantemente si presenti dalla parte della chiocciola nii' incavatura orljicolare , ed un' altra al- rinnanzi di elittica format perche ogiii principio di canale semicircolare osseo cominci con una dilatazione di forma ovale , e perche nel fondo di qitesta dilatazione si veda costantemente una macchia cribrosa; perche la stessa mac- chia cribrosa si veda pure nel fondo della fossa orbicolare, perciocche codeste macchie cribrose non sono che trafile , per le qr.ali la polpa del nerve acustico penetra, in certi determinati punti, nell' apparato nieinliranoso del vestibolo e dei canali semicircolari. Tutto cio che riguarda il labirinto osseo e per noi ora chiaro e manifesto. E sarebije ancora un arcano per noi , pel qual niodo fosse stato possibile , come un nervo formato a guisa d' un fascio di lilamenti avesse potuto supplire alia lamina spirale della chiocciola, se il nostro autore non ci avesse palesata la particolare maniera della di lui costruzione. Rozza poi oltreniodo era I'idea che formata si erano gli anatomici intorno alia distribnzione della mollissinia polpa di questo nervo sulla dnra ossea superiicie del Vestibolo e dei canali semicircolari ; lo che da rlsalto a cjiianto il professore Scarpa ha fatto conoscere in riguardo dell'industria impicgata dalla natura nella formazione del- r apparato membranoso, entro il quale codesta polpa risie- de, ap23arato inoltre pieno d'acqua e sosjjeso nelP acqua ; lo che porge I'idea di un ordigno somniamente sensiliile alle piu leggiere A^brazioni trasmesse dalla seconda alia terza cavita deU'organo dell'udito. Memorabile cosa poi si e quella di vedere che T acustico nervo si divide in due parti distintissime Tuna dall'alti-a, delle quali una mollis- sima risiede in certi determinati punti del vestibolo, e dei canali semicircolari membranosi, T altra consistente, e con- formata a modo di tronchi e di rami, si propaga sulla la- mina spirale della coclea. Tutte cpieste cose il nostro autore rese piu manifeste medlante la disamina delP organo dell' udito interno pres- soche in tutte le classi degli animali, per cui egli venne a stabilire una importantissima nozioue in notomia ed in fisio- logia , cioe quali parti si richiedano ad audiendum simplici- ter , quce ad melius audiendum, quce ad perfccte audiendum. DI A. SCAUPA. 6^J Questa scoperta diede T ultimo ci'ollo e coiidanno all'oljli- vione gli acquidotti ossei del Cotumiio. Perciocche se Tac- qua contenuta nei sacchetti membranosi del vestibolo e dei canali semicircolari e senza duVjbio portata via dagli assorlienti , sarelilie ua' assurdita il credere die la natura avesse fatto due canaletti ossei per trasportar fuori Tacqua contenuta fra 1' apparato niembranoso e T astuccio osseo del labirinto. L' oscurita e T indecisione di Cotunnlo sulla foce di ijuesti canaletti ossei luostrava gia V incertezza di quello scrittore sul loro uso. Ma le iinissime injezionL poscia praticate posero fuori d' ogui dublnezza , cbe i due pretesi accjuidotti non sono proprianiente die canaletti ossei, pei quali penetrano nel vestibolo e nella scala tiella chiocciola, delta del timpano, vasi sanguigni, e verisimil- iiiente con essi anco vasi assorbenti. Profitto il nostro autore di cpesta opportunita , onde nltimare mediante la notomia comparativa quanto egli avea precedentemente publjlicato sull' organo dell' odorato nel- r uonio. Mostro essere non oscura ne' dubbia in alcuni animali la conformazione della clava del nervo olfattorio in ganglio dirimente gli stami nervosi in due ordini di- stinti ; ed essere generale negli animali d' ogni classe la distribuzione del nervo deH'odorato per via di trondii e di rami. Fece conoscere ai naturalisti la bizzarra e singolare strnttura dell' organo dell' odorato nella rana pescatrice , e simili altre cose degne d' attenzione , e die ti'oppo lungo sarebbe di qui riferire. TabulcR nevrologiccB ad illustrandam historiam anatomicam cardiaconim neworum, noni nervorum cerebri, glosso pharyn- gei , et pharyngei ex octmo cerebri. Ticini , an. 1794- — Ncir anno 1792, il signor Bebrends aspirante alia laurea in inedicina, conformandosi alle lea;gi accademicbe, prese a sostenere la tesi cor nervis carere (i), la quale sentenza seppesi poi essere quella stessa die il signor Soemmering aveva eniessa nella sua scuola. Quantunque i fenomeni , che ofTre il cuore in istato normale ed inormale, segnatamente sotto le grandi pertur- bazioni deiranimo, provassero abl)astanza la connessione (l) Disscrtatio inauj^iiralis a^atolllif■o-pll^sioIo^ica, qua denion- snatur cor ncnis carere, aiictore Joann. Bernard. Jacob. Belirends. MogiintiiB, 1793, ristaaipata da Liidwig, script. ne\ro)o£. Vul. HI. OOO CENNI SULLE OPERE cli cjuesto rauscolo , e la qualunque siasi inaniera della di lui dipendenza, dal sensorio comune e dal nervoso sistema, piacque al nostro autore di prendere nella piu alta consl- derazione questo argomento. La qual cosa egli fece tanto piu volontleri, qnanto che la scienza anatomica a que' tempi era mancante di descrizione esatta del sistema nervoso delle viscere dei precordj ; perciocche di niun valore erano da esso ripntate tanto le descrizioni , quanto le tavole di Vieussen, di NeulDaver, di Andersd e di altri scrittori di cpie'tempi intorno alia nevrologia delle viscere precordiali. Nella quale intrapresa egji segui un piano del tutto opposto a quello che poco prima era state posto in opera da Waklier di Berlino nella rappresentazione dei nervi destinati alle viscere del bassoventre ; cioe di non staccare parti da parti , ma di rappresentare P insieme del sistema nervoso delle viscere del petto mantenute nella sede loro naturale, senza interruzione di continuiia fra di loro. Ne per verita avvi alcun altro mezzo piii efficace di questo per facilitare resposizione e Tintelligenza d'una qualunque intima tessi- tura delle parti deiranimale economia, e quindi contribuire all'incremento dell" anatomica scienza:, dal quale proposito il nostro autore non si e niai dipartito in tutte le proprie opere, siccome neppure da quello di far precedere o susse- guire alle opere medesime d' egual passo la zootomia col- r umana notomia ; la qual cosa da al nostro autore un carattere distintivo fra i coltivatori della scienza anatomica di lui contemporanei. Quindi, posta da esso ogni cura perche le parti tutte del collo e del torace si presentassero nella naturale loro posi- zione e nel minor possdiile scorcio, il cuore principalmente, espose alia vista i due principali nervi delle viscere toraciche, principiando dalla regione cervicale. Quivi 1' intercostale nervo coU' inter vento dei grossi suoi ganglj cervicali spande le molli projiaggini nervose , le quali si arrampicano a guisa di edera sulla carotide e copiose seguono le diramazioni tutte di questa arteria nei piii profondi recessi del capo fuori del cranio , altre discendono nel torace a formare i due insigni plessi cardiaci niaggiore e minore , dai quali plessi numerose propaggini si spiccano per gettarsi sulla coronaria arteria anteriore , e coi rami di essa penetrare nella piu intima muscolare sostanza del cuore. Non si per- misc il nostro autore die di spostare alquanto Tapice del DI A. SCARPA. 35(^ cuorc da sinistra a desua per tlare a vedere il sorpren- dente sjjettacolo dei nervi cardiaci situato fi'a la concavita deir aorta e T arteria poliuoiiale. E per mettere in chiaro le numerose propaggiiii proccdenti dai plessi cardiaci desti- nate a trapassare la faccia posteriore o plana del cuore , non si perniise pure di indurre alcuno spostamento nelle viscera anzidette , perciocche trovo di poter ottenere Fin- tento togliendo via una porzione della colonna vertebrale dorsale. In questa guisa pose egli in chiaro gli organi della respirazlone , il cuore, T aorta toracica e Tesofago, nella sede loro naturale veduti dalla parte del dorso , lo clie ofiVi pure T opportunita di contemplare i lili nervosi che dai plessi anzidetti si gettano sulla coronaria posteriore, e seguendo le diramazioni di quest' arteria penetrano anco per quella via nella muscolare sostanza del cuore. E per cio clie spetta T altro insigne nervo delle vlscere , r ottavo dei cereln-ali , chiare e nitide appariscono le di lui diramazioni non meno nella cervice che nel torace , tanto anteriormente che posteriormente , ove abbraccia r esofago comprendendolo eutro piix allacciature nel suo tragitto alio stomaco. Ora tutto ben considerato, quelle copiose diramazioni cardiache dell' intercostale , le quali acconipagnano le arte- rie coronarie , propriamente parlando non sono che nervi del cuore ; perciocche nessuno , il quale versato sia in si- mili cose, dirk che quei numerosi filamenti, i quali seguono le arterie coronarie , slano nervi unicamente destinati per le ora dette arterie. Nessun anatomico, il quale esamini anche leggermente quei grandi c numerosi rami e filamenti che intrecciano nel bassoventre T aorta, le renali, le me- senteriche arterie , opinera che destinati siano soltanto ad attivare le arterie addominali, e nulla contribuire alia vi- talita delle parti alle quali le stesse arterie si portano. Che se alcuno ne duljitasse in rjguardo del cuore, a mo- tivo che quei filamenti, comunque copiosi, non penetrano per altra via entro il cuore , ne lo percorrono che per quella delle arterie coronarie , sappia che lo stesso feno- meno e comune ai nervi i cjuali si portano per entro dei muscoli sottoposti alia volonta , i quali nervi giammai disgiunti dalle arterie non si possono seguire che al piu oltre la terza o quarta divisione, e pero non pu6 dubitarsi che quei nervi servono alia sensibilita e mobilita volontaria di 360 CENNI SULLE OrERE quei muscoli. Che se non e lecito di dire che i mtiscoli volontarj carent nerns , perche li ricevono noii altrimenti che luiigo le arterie, sarebbe assurdo di dire che cor caret nervis perche non li riceve altrimenti che lungo le dira- mazioni delle arterie coronarie. La notomia comparativa viene all' appoggio di qnanto il nostro autore ha asserito , perciocclie nei brnti , segnata- mente nel Ime e nel cavallo, i nervi cardiaci si spargono sopra ambedue le facce del ciiore, anteriore cioe e poste- riore , ma ove si dispongono a penetrare nella sostanza carnosa del cuore , non vi peneirano altrimenti che dan- dosi a compagni delle diramazioni delle arterie coronarie, non altrimenti di qnanto vedesi nella distribuzione dei nervi nei muscoli in generale. A que' tempi imperfettissima era la storia anatomica del nervo nono del cervello , del glosso-faringeo , del faringeo dell'ottavo, del qua 1 ultimo pero il nostro professore aveva alcun tempo prima dimostrato che 1' origlne era doppia , cioe ill j^arte deU'ottavo ed in parte dell'accessorio. Quindi diede egli compimento anco a tutte queste mancanze me- diante una descrizione acciu'atissima di ciascheduno dei nervi era nominati , che illustro con tavole non meno accurate. In generale le tavole tutte di quest' opera disegnate di mano deir autore 5 ed incise dal valente artista F. Anderloni, sono splendidissime e tali da essere meritamente annoverate , come lo sono, fra le piu belle clie le anatomiche biljlio- teche vantano di possedere. De penitiori ossium structura. Lipsi(B , 1799. — De ana- tome et pathologia ossiwn commentarii . Ticini, 1827. — Nei famigliari discorsi accadendo di parlare della struttura delle ossa disse piu volte lo Scarpa che sin dai primi anni della sua carriera neU' insegnamento della notomia dichia- rato aveva apertamente, che egli non era punto soddisfatto della dottrina comunemente ricevuta sulP intima struttiu-a delle ossa , la quale dottrina allora vigente era quella di Gagliardi e di Cloptou-Hawers. Perche , diceva egli , io non poteva negare la verita di quanto mi si ofFeriva ad occhio nudo ed armato sulla siqierficie e sulP interna so- stanza delle ossa, del tutto contrario a quanto i due accennati ;«rittori avevano jiromulgato. Egli e vero, soggiun- geva , che a prima vista osservando Tosso parietale di ua aborto sem]>ra di vedcrc sulla superiicie csterna una serie DI A. SC\UP\. 36l d'l iil)re, le qnnli si stendono dal centro all.i clrconfei'enza; ma esaminando pol la cosa attentameiite si rileva , noa essere quelle libre die piccoli tratti non coiitlnuati, e die il tutto insieme non e die una illusione. Ne perdie un osso calcinate si divide spontaueamente in lamine sovrap- poste le une alle altie , liniva per dire lo Scarpa , era questo nn argoniento bastaiite per assicurarnii die le ossa erano del pari conforniate a strati. Invogliatosi il nostro Professore di ripetere le osservazioni di Malpiglii e di Haller sull' ot'O incuhato profitto di quella opportunita , onde conoscere quale fosse T opera della na- tura nello sviluppamento e nella formazione delle ossa nel pulcino. Vide egli adnnque in questa occasione diiaramente die i prinii rudimenti della ossiticazione proniossi dall' a- zione del sistema arterioso si palesavano sotto la forma di un lavoro a inaglia in una soetanza bianca e molle , la quale a poco a poco diveniva rugosa e della consistenza pressodie cariilaginosa , e perdeva quel colore biancastro accpiistando un non so che di nebbioso, die inline dive- niva rigido e friablle colF assumere entro di se il fosfato di calte. Ad occhio nudo , e piii aiicora arniato di lente acuta , non appariva in questi primi rudimenti di ossifica- zione fibra di sorte alcuna , ne strato alcuno di lamine sovrapposte le une alle alti-e. Da questa verita di fatto conchiuse ottimamente il nostro autore , non poter essere diversa 1' intima struttura delle ossa neir adulto da quella dell' eniljrione ; cioe essere in amljedue V intima tessitura delle ossa reticohita , aheolare , celhdosa. E la giustezza del di lui ragionaraento fu con- fermata dalP osservazione , per cui il parendiima delle ossa degli adulti , spogliato del fosfato di calce , presenta la stessa tessitura dell" osso primitivo nell' embrlone. Questa nuova cognizioiie anatomico-fisiologica , illustrata da alcuni cenni desunti dallo staio patologico delle ossa , fu pubblicata in Lipsia Tanno 1799? sotto il titolo: De pe- nitiori ossium structura. Buon numero d' anni dopo avendo il dottore Meding in una dissertazione per laurea stampata a Lipsia (i) esposte alcune dulibiezze sulla dottrina del nostro professore , e (1) De regeneratione ossium, dissertatio inauguralis auctore Carolo Henrico ]>Iediiig. Lipsiae, 1823. Bibl. ItaL T. LXIX. 24 36a CENNI SULLE OPERE specialmente iutorno alia proprieta vitale attribulta alle ossa di animollirsl sotio certe circostanze , indi di espan- dersi , e rlprendere infine la primiera loro solidita riassu- mendo il fosfato di calce, fece s\ che lo Scarpa prendesse in nuova considerazione il sno lavoro , e rispondesse alle obbiezioni mosse dal dottore Meding , riproducendo la sua opera sotto il titolo : De anatome et pathologia ossium. In essa al coinmentario : De penitiori ossium stnictura un se- condo ne aggiunse : De expansione ossium , deque eorumxlem callo post fracturam. Qui pure si dichiara lo Scarpa soste- nitore dell' antica sua dottrina , tanto per cio die spetta I'intima tessitura delle ossa reticolare cellulosa, quanto per cio che riguarda I'artilizio iiiiraljile della natura nel sapere sotto certe circostaaze fare che le ossa si ammolliscano opportunaiiiente, indi si espandano, ed infine s'induriscano oltre i confuii staljlliti ad oggetto di andare al riparo di gravissinie inferniita cui vanno le ossa niedesiine sottoposte. E dietro questi stessi principj il nostro autore fece conoscere al cliirurghi quale sla , secondo ch' egli pensa, la genesi di ossee escrescenze, quale la natura e varieta di quelle che nominansi esostosi , quale 1' origine e 1' indole deir osteosarcoma e di altre morbose afFezioni affini a que- ste \ come pure quale sia la duplice maniera di cui ser- ves! la natura nella formazione del callo nei differeati modi di fratture, ed in quelli specialmente nei cpiali i pezzi infranti non si trovano a scambievole contatto. Di tuttl i fenomeni poi che ofFre lo stato patologico deUe ossa il piu oscuro e della plu difTiclle spiegazione fu mai sempre qnello della invaginazione in conseguenza di necrosi del tubo midollare deUe ossa lunghe. La dottri- na del nostro autore svUIa reticolare struttura delle ossa unitameute a quella deUe proprieta vitali , per cui le ossa possono ammollirsi , espandersi e rlprendere la naturale loro consistenza, gli porse motlvo di esporre 11 suo pensa- mento intorno alia spiegazione di questo fenomeuo. Egli opina che ognl qual volta la necrosi ha colpito di morte H tubo midollare dell' osso cllindrico , lasciandone intatta la eorteccia , questa plena di vltalita si stacca per via degli assorljenti dal tubo midollare necrosato, indi si ainmollisce e si espande a modo di guaina , eutro la quale mobile sta I'osso necrosato. Estratta la fistola necrosata , sorge dal- rintiina superficie della gixalna una maniera di carnosita. DI A. SCA.RP\. ' 363 la quale col lasso di tempo ne rieinpie il vnoto, indi as- sumenclo il fosfato di calce unitamente aU'espansa corteccia si coaverte in un cllindro del tiitto solido, il quale risar- cisce la forma e la solidita a tutto 1' osso die ne era stato male afFetto. Paleso inline il nostro autore di quali mezzi si serve la natura allorche non puo usare soltanto del callo onde riunire le ossa , le quali per lungo tratto interposto fra i loro apici infranti non possono altrimenti essere insieme riunite. Sopra un toto-vacca, detto diigV in;:lesi Freerruirtin. Vero- na, 1784. Ved. Mem. dclla Societa italiana , t. II , part. II. — E fatto costante , die qualunque volta una vacca depone a un tempo stesso due individui di sesso masdille o fem- minile, codesti individui sono perfettl. Ma se uno di essi e niaschio e l' altro ha Testerna apparenza di essere fem- mina , questo secondo , a rigor di vocabolo , non e ne niaschio ne femmina , e quindi inetto a generare , che e quanto dire egli e un essere del tutto fuori dell' ordine consueto di natura , dimostrando parti genitali dell' uno e deir altro sesso , imperfette pero le une e le altre. Codesto essere di dubhio sesso non era ignoto agli an- ticlii , perciocche Columella non sapendo denouiinarlo toro ne vacca , lo chiamo taura. II nostro autore ne comunicb un esempio alia Societa letteraria italiana di Verona da aggiungersi ad alcuni altri gia stati pubblicati da Giovanni Hunter. De gangliis nervorum , deque origine et essentia nervi in- tercostalis ad illustrem virum Henrycwn Weber aimtoinicum Lipsienseni. — Epistola , 1 8 3 1 . De gangliis deque utriusque ordinis nervonim per unuer- sum corpus distributione ad illustrem virum Henrycum Weber anatomiaim Lipsienseni. — Epistola altera, i83i. Qiieste due lettere si trovano comprese nel tomo III degli opuscoli di chiriirgia. — Vedi questo Giornale , to- mo 66.°, giugno i832, pag. 333 e 334- 36. JL Censlmcnto Milanese. Opera del dott. Natale Cotta MoRANDiNi , autore del Principj intorno alle asslcu- razioiii maritdme , maestro privato di legge e nieinbro dclla facoltd polidco legale residente presso I' I. R. Uidversitd di Pavia. — Milano , io32, per Nicolo Bettoni e Comp. VoL 3 , in 8." Prezzo aiistriache tin i8. — Ardcolo III ed uldmo. V. il I ed il II in questo stcsso tomo 69.", gcnnajo , pagina 46, e fcbbmjo, pagina 200. Il terzo volume del Censlmento milanese del signor Cotta Morandini compronde la terza e li cjiiarta parte con cui si da compiiiicnto alT opera. L'antore persuaso dalle diflicolta incontrate nelle antecedenti parti relative alle imposte di- rette in gpnere ed in ispecie, ed al loro riparto, nei ten- tativi fatti di ridurle a scienza e nelie complicazioni de- rivate dalle intromesse discussloui ; persuaso, dicesi, die forse r ottenuto risitltamento non eorrisponda ai sensi dcl- I'epigrafe deU'abate Roissard posta in fronte dei tre vo- lumi, aggiunge a quest'ultimo anclie il detto di Montesqwfu- Je suis persuade quit est plus aise de dire des cJioses nouvelles. que de coHcilier cedes qu'ont etl dites, et de les rennir sous un point de vue. Le cjuali parole in verita potevano nieglio premettersi all' opera intiera, semlirando , come puo desu- niersi da quanto riferimmo, ch'ella in complesso present! piuttosto una raccolta niista di storia censuaria e di nias- sime economiche, di osserva/ioni agrarie e d' inconipiute norme del censimento milanese , di cpieMo che il censi- niento stesso rivestito del carattere di scienza e di teorie gnaloglie e non mai dette, giusta il primo assunto delt'autore. La succitata terza parte tratta della necessita e dell'utilita del coinpartimento territoriale in Comuni, Distretti e Pro- vincie , alloggetto di conseguire con ispeditezza ed uni- formita T csatta esecuzione degli ordini governativi. L' au- tore porge un cenno dei ripieghi usati nel i52i in cui il Milanese occupavasi dai Francesi , delle opposizioni fatte da niolte comuniia per rimaner unite o separate, delle disposizioni che vennero date sotto Carlo V nel i54i e successivauieute sine alia Giunta Miro ; quindi espone le tL CteNSCAIENTO Mir.,VNF,SF» 365 ttisposizioiii presc dalla Giuiita Neri cUe [tahhWcb nel lySy il coinpartimcnto territoriale dello Stato dl Milano, e clie provvide altresi pel congiiaglio dei debiti e del crediti de' comuni, in coiisegiienza del medesinio compartimento ag- gregati o separnti. Pnssa dappoi il nostro antore (quasi die fosse effetto del censiiiieiito milaiiese) ad indicare rerezione del cessato regno d"ltrilia, indi del regno Lonibardo Veiieto ; ennncia l' or- gnnizzazione in due Governi coUe lore Congregazioni cen- tiali e provinciali, le rispettive lore attribnzioni politico- aniniinislrative , nou die le finanziarie e deinaniali del re- cente Magistrate G.inierale e degli ufTicj dai medesiini Go- verni dipendenti. Entiniera le disposizioni della Giunia JVerl aiiimassandone col sollto tenore , in piiato alia organizza- zione amininistrativa de' coninni ,, de' distrelti ( inipropria- niente per qneir epoca cosi diiamati in Inogo di pievi e di provincie), cjnelle di Maria Teresa e di Ginseppe II, e quelle attivate ed in corso sotto 1' attualc I. 11. Governo die eainuano dalle sovrane analogiie patenti del i8i6 e dai conipartinienti dononiinativi territoriali a stampa die pure egli produce insienie alle istruzioni pubblicate e cor- renti relative ai convocati e consigli coiiiunali-, pero risdiia- randoli negli oggetti piu important! e parafrasandoli; e non trascurando poi ove glie ne cada occasione, di fare op- jjortunl confront! >, e di additare i miglioramenli era intro- dotti. Continua in proposlto la rassegna dclle dette Istru- zioni per cio die spetta alia scelta e nomina dei deputati e consiglipri comuoali, alia presidenza ne" convocati o con- sigli ed alle rispettive loro attrlbuzioni. Paria degli agent! comunali, dei censor! etl altr! iniplegati ed inservient! dellc coiuuniia, delle loro nomine, attribnzioni e dipendenze , raccoglienJo tutte le discipline emanate sino al presente. La sorveglianza e |,i direzione de:;r intcress! de' comuni e la verilicazioiie imtnediata delle loro occoiTenze ridiiedeva \\n ullicio tutorio, e quind! 1' antore, nel descrivere T ab- bandono in cu! s! trovava 1' amministrazlone d! ess! co- iiiuni , rifcrisce come la Giunta IVeri jienso di provvedervi colla nomina dei cancellieri del censo e de' loro uflicj. Mostra r utillta della loro istituzione die pareggia a quella degli II. KR. Coniniissarj distrettuali, i qual! ora lianno ben altre e pill important! iucnmbcnze. Epiloga le attribnzioni dei cancellieri del censo, risultanti ilal rcgolaineiiti or in vigore 366 IL CENSIMENTO MILANESE. e dalle deterniinazioni i1ii*amate in varj casi dall'I. R. Go- venio , per cio che risguarda i !oro uflficj, la registratura dei loro atti , la trafila nella definizione dei loro affari, nella direzione dei coavocati comnnali , nella nomina de' niedici, cViirurglti , maestri di sciiola , ostetrici e simili ; gli oggetti da appaltarsi, il metodo da seguirsi nelle aste e tutto quanto puo occorrere specialiuente nella comunale amininistrazione. Terniina questa parte col capitolo sul sindacato de' co- muni, ossia sill metodo prescritto dalla Giuata iVeri , oade viemmeglio tutelare gl' interessi de'coinuni, e garantirli dalle negligenze o dagli abusi di potere dei cancellieri del censo, o come I'autore dice, degl' II. RR. Commissarj distrettuali; i quail sono inesattamente qui pure citati perclie , datando la loro nomina dal 1816 soltanto , non furono ne sono soggetti a cotale sindacato ora soppresso, essendovisi nie- glio provveduto colle prescritte vlslte e verificazioni in- giunte alle II. RR. Delegazioni provinciali. In tal modo sembra ragglunto piii direttamente lo scopo, giacche stando alia sentenza dell' autore , die le leggi perdono della loro efficacia a misura che si dilungano dal centra da cui enia- nano , i sindacatori gratulti non potevano investlrsi dello splrito di loro istituzione, ed imporre gran fatto ai can- cellieri del censo coll' annua loro relazione alia Giunta , nientre le II. RR. Delegazioni provinciali alle quali sono riferite le occorrenze, e comunicati i conti preventivi e consuntivi dei comuni coi voti emessi ne' rispeitivi convo- cati e consigli , tener possono assai meglio ferma I'esecu- zione delle leggi, delle deterniinazioni da esse diramate , non che prevenire 11 male Innanzi die segua ; appunto a differenza del sindacato rigoroso che I'autore descrive ora- torianiente essersi praticato dopo morte verso 1 re d'Egitto, ma che trova difettoso in confronto del sindacato, da cui durante la vita de' cancellieri , e non dopo la loro morte si esamina la loro condotta. Eccoci col nostro autore alia quarta ed ultima parte a cui ei dice essere state dirette le sue sollecitudini, cioe alia formazione ed amministrazione delle imposte unlversall, provinciali e comunali , alia loro esazione ed al loro im- piego nella pubblica amministrazione. Questa parte tanto gravosa, cosi egli si esprime, al proprietario egoista , non (ippare me/10 utile e necessarla al filoiofo , die ravvisa ttella OPERV DEL DOTt. N, COTT V MORVNDINI. 36"^ societa un corpo politico die non pub sussistere senza cort^ snmaz'oni , le qiuiU nel lingunggio economico diconsi spese dello Scato (Vol. Ill, pag. 2i3). Con tale linguaggio ripetcndo 1' altrove provata neces- «ita delle imposte pel sovvenimento ai pnbblici hisogni dello Stato imlica le imposte che si pagavano nel 1760 e nel 1796, e tjuelie del 1804, del 1808, 1809 e 181 r qaasiclie fossoro egnali gli elementi e le circostanze-, indi accennando il hadjet del 181 1 , dal quale emerge la diretta iniposia consistente nella tassa sui terreni e sui caseggiati, nel testatico e nel contributo arti e coinmercio, s' inoltra a parlare delle imposizioni indirette, dalla cui tratiazione gia eras! egli emancipate. Agita alcune questioni relativa- niente alPanticae alia recente divisione de' carichi univer- sali e provincial! , ed alle spese die devono sovr' essi gra- vitate, citando il praticato nel gi.i regno Italico , e quanto e determinato dalle vigenti sovrane patenti, dalle quali prennncia lo stabilimenio dell' iniposta provinciale, che ora non e ammessa forse perclie , come egli asserisce, non e ancor perfezionato il sistema d' amministrazione voluto dalle veglianti leggi di Fiaanza; imagina esistere ua vincolo di fedarnzione di nuovo genere tra i dodici governi costi- tnenti la nionarchia Austriaca , e ne encomia giustamente il principio ( pag. 284). Accenna in seguito V origine ed il motive della forma- zione dell' imposta comunale^ cita il nuovo vigente rego- lamento dei bilanci stabiliti del 1821:, e quindi , ripassan- done i titoli, fa opportune osservazioni suUe parti attiva e passiva in cui e distinto. Analizza le spese ordinarie , le straordinarie , il fondo di riserva , le rimanenze passive, citando le ordinanze e le disposizioui attualmente in vigore, non omuiettendo con lodevole zelo 1' indicazione di quelle che sono trascnrate e di quelle che attendono compimento onde venga assicnrato il pubblico bene , e siano proniosse le fonti di ricchezZa dello Stato. Enumera di poi le rendite attive de'comuni, incominciando dalle quote del carico prediale, del testatico e della tassa arti e commercio alle uiedesime competenti , indi espone le alire rendite ordinarie e straordinarie coU' orditie del succltato regolamento. Passando a parlare del nietodo dl esazione delle imposte universali , provinclali ecomunali, avverte come la Giunta Neri abbia prevenuto il celebre Genovesi die propendeva per Pappalto delk riscossioni dei carichi pubblici, e come 368 IL CENSIMENTO MILANESE. ora dai tlecreti 2,2 marzo 1804, 10 ottobre 1807 e aS di- cembre 1811, e dalla patente sovraiia iB aprile 1816 siasi saviameute a tutto provvediuo , fai Valenza, le cui campagne producono lino (1) Aiuio cglrae ^8 , quidiiin Josephus , cogiiomcnto Amii'i^ oiiuuuiii primus c/iartain in urhe Meccmia invcnit , ejusque usii/ii AraLibus iiuluxit. Tradii/ione del Casiii. 372 AtPENDICft in ahbontianza , eblie , poco dopo , fabljriclie di carta ; ^ la Catalogna non tardo pure ad erigerne. In queste due provincie sono tuttora le migliori fabbriclie della Spa- gna. L' uso della carta di lino non si diffuse nella Ca- stiglia che a' tempi d' Alfonso X ( alia meta del tredicesimo secolo ). Di la certamente penetro esso in Francia e poi in Italia, in Ingbilterra ed in Germania. I codici arabici , pill antichi tuttavia de' codici spagnoli , erano switti per la pill parte so\Ta carta rasata, e ricclii erano per molti- tudine di fregi dipinti con colori si vivi e si ])rillanti , die potevasi in essl mirare la propria imagine come in uno speccliio : Ut ego ipse , dice il Casiri , in illis veluti in speculo me non semel conspexerim. La bussola ugiialmente die la carta non e forse una sco- perta tiitta propria e originate degli Aralii. Malgrado delle contrarie testimonianze, senibra die piu secoli prima i Ci- nesi si servissero di qnesto o di nn simile sti'iiiiiento. Ma cio die pai-e incontrastabile e die gli Aralii, qiialunqiie si fosse la liussola cinese , la perfezionarono , ne estesero V uso ed a noi traaiandarono quest" imparei^giabile inveiizione. Non e cosa si facile lo spiegare la circostanza , per altro assai indlfferente , d' un fiore di giglio dipinto sulle antidie bus- sole , la quale attribuir ne fece il primo uso ai Napole- tani (i), e 1' invenzione a Gioja d'Amalii. Ma nemmeno spiegate furono le parole zoron ed aphron, adottate ben tosto per ispiegare la virtu della calamita ; parole su cui tanto disputarono Allierto il magno ed altri dottori delle ■ scienze occulte, i quali disperando della lor causa finirono coir attribuirle ad Aristotele , die non mai scritte le avea. Queste tecniche parole altro non sono , al dire di Giovanni Andres, e secondo il Casiri, fuorclie i nomi del sud e del nord nella lingua arabica ( diaron , aria calda , mez- zodi, ed avron settentrione ) un po' sligurati dalla proniin- zia de' cristiani. D''altronde e oggiiiiai verificato che nes- sun popolo d'Europa fece uso d^'la bussola prima del se- colo tredicesimo; laddove gli Arabi , cbe faccvano freqiienti viaggi ne' loro vasti dominj , die manteiievano un gran cominercio marittiino , e che ci diedero i primi libri sul- i'arte del navigare e sulia geografia , Tadoperavano beii ( I) Carlo d Aiijou avea poruio a Napoli ^U steimiil i> le an di Franria. PARTE STRANIIII.V. O'rt ]irima cU quest"' epoca. Edrysy , scrittore del duodecimo S(;- tolo , ne i"a menzione come di cosa generahnente sparsa fra' suoi compatriotti. II Tu-aliosclii stesso rende loro il vaiito di cjiiest' invenzione. IMa die il piimo uso della bussola ajili Arabi appartenga , rilevasi in un niodo noii meno jiositivo dall' adoperarla clTessi facevano non soltanto nel travei-saie i niari , ma ancova ne' lore viaggi terrestii onde non ismarrirsi nel mezzo a' deserti. II greco Leonico Calcondila nel suo libro De rebus turcicis . parlando delle carovane dice : " Essi conduce\ano i loro camnielli serven- dosi di segni clie indicavano la via con ditnostrazioni ma- gneticlie. Dedncendo dalla ]-egione settentrionale su qual parte del niondo e d' uopo dirigersi , prosegiiivano cosi il loro cammino per congettura. >i Gji Arabi finalmente ser- vivansi della bnssola perfnio nelle doinesticlie loro abitn- dini, onde al momento delTornzione rivolgersi verso il tempio della Mecca (iV II d'Herbelot, al A'ocabolo KehU-tan , spiega quest'' uso. Del resto come niai niaravigliarci clie debbasi agli Arabi la bussola , cjuando costretti siamo a confessare die un' invenzione , la quale disputata viene dair Huighens e dal Galileo , 1' uso cioe del pendolo per la misura del tempo , gia forse stato era da essi praticato '' II dottore Odoardo Bernard d' Oxfort non esita punto ad afferniarlo (2). II padre Martino Sarmiento ba piii volte trovato lie' manoscritti arabici la menzione de' loro orologi aiitoiniili : e Giuseppe Conde cita ugualmente certo Abou- Abdallah ben Arracam, institutore del re di Granata Nazar (al Nasser, verso il i3i4) il quale era fra' suoi celebre per aver inventatl ingegnosissimi orologi (^muy ingeniosos re~ loxes) e macchine astronomiche (3). (1) Le cinque preghii're della gloruata conuuciauo con queste parole: « La faccia rivolta verso la santa Ca< ia (tempio d'Abra- nio alia Mecca) mi fo ad offerire a Dio, ecc. » (2) 'I rails, philos. n." i58. (3) RlmaiTebbe tuttavia a sapcrsi se :.Ii orologi automati degli Arabi fussero realmi'nte a peudolo, o soltanto a bilanciere cir- colare. JMa sembra non potersi dubttare c\\ essi aggiunsero una di tali due scoperte agli antichi orologi, il cui uso presso di loro asceude sin all" origiiie della loro possanza. E noto clie il j riiiio orologio apparso iu occidente t'u quello che dal califfo Harouaii- al-Rascliyd mandato veune in dono a Carlo I\iagiio : era, p< r quanto credesi, una clepsidra , od un orologio d acqua. 374 APPENDICE La polvere da cannone non fu in uso fra i popoli cri- stiani che verso la meta del quattordiceslnio secolo. In Francia il piu antico monumento delP uso delP artiglievia e dell'anno i338. Soltanto otto anni dopo, alia Ijattaglia di Crecy , gl' Inglesi usarono del cannoae i, e gP Italiani , verso la medesima epoca , cominciarono a servirsi della polvere. Era gia lungo tempo , da clie gli Ai-al)i adope- ravano nella guerra cotal terriblle preparazione cliimica- Lo storico Al-Makin rlferisce che Hadjy-Age incendio una parte del tempio della Mecca coa alcmie specie di bombe nell'assedio ch'ei fece di questa citta 1' anno 690. Alam- re , segretarlo dell' emiro d' Egitto Malek-Al-Saheli , in un' opera scritta prima della meta del secolo decimoterzo, cosi descrive uno strumento da guerra : " Gerti scorpioni ( macchine per lanciare ) legati all' intorno ed accesl con pol- vere di nitro , serpegglano e fischiano, poi facendo un' esplo- sione scoppiano ed incendiano. Era a vedersi il lanciato oggetto estendersi neU'aria come una nuvola, produrre un romore orrendo , come far suole il tuono , e vomitando fuoco tutto schiantare , tutto abbruciare e ridurre in ce- nere. " Sarebbe cosa difficile il sostenere che questi pas- saggi non indichino espressamente 1' uso della polvere , e ch' essi applicare si possano ugualmente a quelle d' una specie di fuoco greco ; giacche per esprimere cio che dal Casiri cliiamasi nitratus pulvis , I'antore originale usa il vocabolo rrudhh-al-baroud , che significa salnitro , sale di pietra, e che e tuttora il nome della polvere presso gli Arabi. Ma le cronaclie degli Spagnuoli , delle quali dir non si potrebbe clie la traduzione potuto abbia alterare il sense de'vocaboli, ci somministraao prove ancor piii convincenti. La cronaca di Alfonso VI scritta da Pedro vescovo di Leone, e citata dal Mexia (Silva de Far. lecc. part. I, cap. 8 ) parlando d' un combattimento navale tra 1' emiro di Siviglia e quelle di Tunisi, nell' undecimo secolo, dice: " I vascelli del re di Tunisi portavano certi tubi di ferro, co' quali gettavano molti tuoni di fuoco. n ( Los navies del rey de Tunez traian ciertos tiros de hierro con que tirahan muchos truenos de fuego. ) Giuseppe Conde rapporta , suUa testimonianza di AI-Khatyb , che all' assedio fatto a Gibil- terra da Fcrdinando IV nel i3o8 adoperate vennero ma- chines da tonnerres ( macchine da tuoni ). Egli inoltre PARTE STRANIl'UV. 3^5 racconta die nell' assedio posto a Basa da Ismayl re di Gra- nata, nel i325, i Mori " battevano la citta con macchine e strunientl clie lanciavano globi di fuoco con gran tuoni , totalniente simili ai fulmini della tenipesta , e che gran guasti facevano sulle torri e suUe nuira della citta » . , . . e che Ismayl prese in segnito il forte di Martos, battendolo " con un continuato fuoco di macchine da tuoni n ( con incessente fuc^o de J7iaquinas de truenos ). Una lettera del re d'Aragona Alfonso VI, scritta nel i33i alia municipa- lita d' Alicante , onde prevenirla clie i Mori marciavano su di quclla citta , dice che il re di Granata trasporta " niolte jjalle di ferro per lanciarle lontano col fuoco » . . . . Lo stesso Conde raccontando 1" assedio fatto a Tarifa dalle truppe riunite dei re di Fez e di Granata, nel 1340, dice che gli assedianti " cominciarono a battere la piazza con macchine e congegnamenti da tuoni, da' quali lanciavansi g:andi palle di ferro col mezzo della nafta, e cagionaA'asi nelle nuira grande ruina »; .... AH" assedio d' Algesiras , nel 1342, i Mori distrussero le opere de' Cristiani " con palle di ferro ardente , ch' essi lanciavano con nafta tuo- nante >/.... La celebre cronaca di Alfonso XI , parlando del medesimo assedio d'Algesiras, si esprime in modo ancor pill chiaro e piit positivo. « I Mori della citta ( cosi leg- gesi al cap. ij'i) lanciavano una qiiantita di tuoni contra Tesercito, nel quale lanciavano pure delle palle di ferro, grosse come grossissime poma, e si lontano dalla citta get- tavanle, che alcune passavano al di sopra dell' esercito ed altre colpivano nell' esercito )/.... La stessa cronaca al cap. 337 riferisce che cinque battelli provenienti dall' Africa eiatrarono nel porto « carichi di farina, di mele, di grasso e di polvere , coUa quale lanciavano il tuono >;.... Ferre- ras , il quale minutaniente racconta tutte le particolarita di questo fainoso assedio {tomo j.°, ano i^^z , y sig.), rife^ risce in oltre clie tali palle di ferro scoppiavano con grande fracasso (^dabdn uii grande estadillo); poi aggiugne: " Qiiesta e la prima volta che nella storia incontrasi I'uso della pol- vere, giacche col mezzo di essa lanciavansi sifTatte palle. >> Se la polvere stata fosse inventata in Germania , sa- rebb' egli prohaljile che gli Spagnuoli appreso ne avessero r uso dai ]Mori dell" Africa ' Tutto riunirsi sembra per di- niostrare che la scoperta di questa micidiale composizione fu fatta dagli Aralii d' Egitto, dove fu senipre coumnisjiuiQ 376 APPENDICE il niti'o , ubi conficitur multo abundantius. Plinio che fa questa osservazione (lib. 3i , cap. 20), aggiugne clie gli Egizj si servivano del nitro e dello zolfo per fabhricare vasi di terra , frequenter liquatum nitruin cum sulfure co- quentes in carbonibus. II quotidiano uso di tali sostanze , il nitro, lo zolfo ed il carbone , die luogo probabilmente ( sia pel solo efFetto del caso , sia pei tentativi chimici , a' quali dediti erano gli Arabi ) alia prima scoperta d'' una composizione , che da principio ha potuto servire a varj usi innanzi che si concepisse 1' idea di chinderla ne"' pezzi d' artiglieria , e rivolgeria finalmente all' attual uso della polvere. Con questa probabilissima supposizione si spie- gano in modo facile e convenevole i diversi passaggi da me citati. Essa spiega ancora in qual modo tutti gli eser- citi d"" Europa veduti siansi quasi all' improvviso di cannoni provvedutl , senza che la storia contemporanea facesse la piu piccola menzione del tentativi e delle esperienze che necessariaraente dovuto avrebbero precedere T uso dell' ar- tiglieria, se la polvere stata fosse scoperta tra alcuna delle nazloni cristiane. Quest' invenzione fn per lungo tempo attribuita ad un monaco tedesco , a Bertoldo Schwartz ; e gl' Inglesi , fondandosi su varj passaggi delle opere di Ruggero Bacone (tra le altre del suo Opus nuijus) I'hanno rivendicata a questo celebre uomo (i). Ma di tali frasi aversi dee quel conto, che d'un'altra, da cui ugualmente s' inferirebbe clie Bacone inventato abbia le lenti ed anche i telescopj, mentre siffatta frase si trova letter almente nel settimo libro del Trattato cV ottica dell' arabo Alhacen da lui non rare volte citato (Smith, lib. I, cap. 3, nota 46). Tale circostanza ci da al contrario un altro argomento a favore dell' opinione ch' io sostengo ; perciocche Bacone , a' tempi in cui scrisse aver non potea alcuna benche vaga nozione della polvere, se non dai liln-i degli Aralji, ov' egli attinse la piu parte delle sue vaste cognizioni. >/ (i) t)ara bene d' osservare che le espressioni di tonitrus e sal petrae , delle quali servesi Bacone, sono prccisamente quelle ine- desime dagli Arabi iisate. r.VUTE ITALIANA. PARTE II. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. LETTERATURA E BELLE ARTI. Atlantc storlco , gcografico , genealoglco , cronologico c lettcrario di M. A. Le Sac^e , in ogiii sua parte corretto , ampllato c proseguito stiio all aiinn cor- rente. Prima veneta edizione. ■ — Venezia 1 826-33, Girolamo Tasso editore , ecc, in fogho piccolo ( Si puhhlica per dispense al prezzo ciascuna di circa lire 3 ital.). Dispense 16." e i~." iJi qnesta lodevolissima e malagevole impresa parlato aljljiamo nel tomo 48.°, accennando la natura , lo spirito e r anipiezza delP opei-a, ed agli editor! tributando le ben nieritate lodi. Essa va progredendo , ma con cjualclie leii- tezza. Del die fame non vogliamo agli editori rimprovero, hen note essendoci da quante difficolta accompagnate va- dano si fatte compilazioni , e di quanto studio d' uopo sia per ben condurle. Nelle due dispense che annunciamo contengonsi la topo- grafia degli Stati-Uniti deli'America settentrionale , tratta dalle pill recenti mappe e dairAtlante di J. A. Bnclion, e i quadri o le tavole sinottiche della letteratnra degli Arabi , di quella de' Turchi e delle asiatiche letterature dopo r era A'olgare ; il compendio cronologico della lette- ratnra spagnuola e della portogliese , dalia loro origine sino a' di nostri. Le cose coutenute in qiieste due dispense appartengono agli aggiugnimenti fatti dai veneti editori. I quadri sinottici poi ed i snddetti compendj tratti sono AaW'Atlante storico e cronolo2;ico dcUe letterature antiche e. moderne , delle scienze e ddV arti belle ecc. di A. Jarry de Mancy , Parigi, i83i, Renouard, gr. in fogl. Se non che liramato avremmo che Tielrelenco delle opere sj^ettanti al- !' oiicntale letteratnra onimessi non si fn/ Nel volume cli' ora annnuziamo contiensi tutto cio die riguarda gli argomenti per T anzidetto prinio libro proposti. E questi argomenti discussi sono ed esposti ra- pidamente si, ma con bel corredo di critica ed erudizione. G. Versi e prose del dott. Francesco Belt ram E da Co- ne gllaiio. — Venezia, i833 , dalla tipografia di G^ Baa. IMerlo. Vol. 2.° in 8.° Noi non ci siamo certamente ingannati quando nel to- nic 68.°, novembre i833, pagina 333, dicenimo die le poesie e le prose del dott. Beltrame sarebbero state accolte con favore da tutti gli animi bennati e gentili ^ poiche un avvertimento premesso al secoiido volume , die ora annunziamo, ci fa sapere die per soddisfare alle moltiplici ricerclie fu d' uopo ristampare il primo : cio die, parlando di favore , forma la prova piu evidente e sicura die desi- derare si possa. Questo secondo volume , al pari die il primo , si divide in due parti , delle qviali la prima com- jirende alcune poesie liriche di vario iijetro , ed una tra- gedia. Le poesie consistono in quarantasette componlmenti scritti in varie occasioni , tutti dettati con quella franca e disinvolta leggiadria ch' e propria deir autore, e tutti ricchi di queir affetto di cui egli mostra di avere una si pura e si copiosa vena nel suo cuore. In questi versi , come negli antecedent! , T autore rende spesso la sua niusa interprete dei dolci sentiinenti cli' egli serba verso quelli a cui e legato con vincoli di parentela , di amicizia o di gratitu- dine. Se il dott. Beltrame seguira sempre questo lodevol costume di scrivere cio die 1" amore gl' ispira , egli si fara nobile esempio agli altri , e non potrii certo fallire a glo- rioso parto. La tragedia s' intitola La Conwssa di Leicester ., 380 APPENDICE ed e tratta dal Castello di Kennilworth di Valter-Scott. La- sciiata da handa la questione , se da un romanzo possa trarsi acconciamente 1' argomento di una tragedia, non vi lia dnbbio pero che quello scelto dal nostro autore puo somminislrare caratteri eminentemente poetici, veementi passion! , ardui contrasti , situazioni drammaticlie , e pan- mente non vi ha dubbio che il dialogo di questa tragedia, eccettnate alcune mende , e generalmente rapido , energi- co, vibrato, degno in una parola del coturno, ma vi ha qualche dnbbio , e noi anzi V abbiamo grandissimo , se una catastrofe che consiste in un assassinio , eseguito per atroce consiglio e preceduto dalle piii nere e piu orriliih macclu- nazioni dalla periidia e dal tradiniento , possa esporsi sulla scena senza violare le regole piu coniunemente osservate e proscritte non dai retori , ma dalla ragione e dalla mo- ra'e, e senza che fallisca lo scopo estetico di tali com- ponimenti. Nella seconda parte contiensi un ragionamento , in cui si fa una diligente rivista dei romanzi di Valter-Scott, e con hello ed appassionato stile si pongono in Ince le sin- golari bellezze che in essi risplendono. Ad una gran parte delle lodi rendute dall' autore al celebre Scozzese noi pie- namente consentiamo ;, air eccitamento ch' egli da agl' Ita- liani di porsi nelle orme di quell' immortale , non consen- tiamo ; poiche anzi fermamente credianio che il troppo amore in questi ultimi anni posto dagl' Italiani nei romanzi, e singolaruieute nei romanzi storici, minacci un gravissimo danno alia disciplina degli studj ed alia patria letteratura .... Ed anzi tanto coniidiamo nella rettitudine del sig. Beltra- me, che siamo persuasi clfegli stesso, chiamato fuori dalla palestra oratoria , col nostro giudizio si accorderebbe , e che soltanto 1' esaltata di lui benevolenza per uno scrittore che gli fece passare molte ore giocondamente , lo porto coa un naturale impulso a trascorrere dalle lodi dell' autore a quelle del genera. Quando Elisa contessa di Colloredo si legava per fede di sposa «! Massimo MangUli Marchese. Canzone di Uese/ighi degli Ughi. — Udine, i833, tip. Mmero, in y."" Edizione di 49 escmplari. ISoi annunziamo questo libretto , pcrche esso in poche pa^Ine fa conoscere quali sicao i principj , i caratteri , la rARTF. ITALIANA. OOT mornli- e gli cflVtti del romanticlsmo. E per non frodare i nostri lettori di cosi utile istruzione, ne darenio un (e- dele estratto. Quando Elisa contessa di CoHoredo ii legava per fedc dr. sposa a Massimo Mangilli Marchese , il signor Besenghi de'-li Ughi cantava una canzone di dodici strofe e ne faceva stampare rjnarantanove esemplari. Ecco pertanto il sunto di quelle strofe : I. n peiiegrino che senza omlira e premendo un ter- reno ondeggiante viaggia per I* Arabia Felice crede a un tratto di vedere la nieta, e gli appariscono laglii e cittadi c archi e giardini. Ma il peiiegrino nulla vede, e solo ab- hraccia col desiderio i fantasmi trascorrenti pel deserto. II. Cosi, o Elisa, nascono e si dileguano in un pnnto le illusioni di amore. Ed il sogno di aniore e T ultimo. E r amoie come il fiore della Florida , clie mesto si apre quando il sole tramonta , die i" alba trova fresco e bello , ma che langue in sul niattino, appena vina lieve fragranza lasciando. III. Tristo e quegli che un tempo amo e piu non ama ! Nessuna cosa inortale puo empier il luogo lasciato Vuoto da amore; nessuna havvi gioja dopo quella di amare e di essere riamato. Indarno si adorna la natura di alte merayiglie; e piu non parla ne il mare, ne il bosco, ne la luna , ed ogni piacere e niuto a cuore clie ha aiuato e piii non ama. IV. Ma quando 1" ora trascorre si presta , perche non porta seco la memoria del tempo felice ? Perche lanti de- sidei'i m'assalgono, ora che la illusione e sparita ! O rupe di Leucade ! lo solcai I' onda che sotto vi mugge , escla- mai : Era destino che tu perissi , o nata ad amare : non fu empio ma ingrato chi festi coi versi immortale : e la terra non aveva un cuore eguale al tuo. V. Mistero alto e la vita , Ned iiomo che mortale alito spira Alzera mai a questa hide il velo. Fidro segno all' ascosa ira del fato , Batton cuoii quaggiii che niun gV intende Etcrnamente viiseri , dannati A errar vedovi sempre, una non trovano , Una che a lor risponda aninia sola. O vit(i ! Jllegri giorni , 3^2 A r P E N D I C K E noil inglorii ^ a me pur promctte^i , E fe ti tenni e lungld anni sperai. O speranze mie povere ! O deliri ! Disingantiato e sazio , Anco la cava gioventii partita Piglia or da me ; sei pur arcana , o vita ! VI. O giovinetta! tii entn un nuovo e difficile camnilno. Oh qnante volte tra i pranzi e le danze ed i cocchi , e la varia eleganza degli ozj , ua penslero melaiicoiiico ti portera ai primi giocondi anni ! Quante volte sospirerai r ombra del convento e le garrule sere e gP innocenti giuoclii ! Ognl larva e la gioja, e il dolore muojono: solo non mnor V amore dei primi anni. VII. Incontrerai per la via mille difficolta polche vile ora sortisti. Un tempo la fredda gelosia dominava nei jietti italiani , e veleni e spade ed occhi feroci e crudi volti enipivano di lamenti le castella : allora la belta nelle donne fu somma sA^entura. Adesso ridono i nipoti , e sareblie stoltezza e vergogna ( quanto a noi sono piu benigne le stelle ! ) il dichiarare secretamente T amor suo. VIII. Tu, o Elisa, non seguir il reo costume. Amore lega tutti gli enti , e cliiude alma villana chi non sente il bisogno d'amare. Ha sue dolcezze il nodo Marital pure , altnd si duro in vista : E se virtii lo affida , anco attraverso Delia notte e del vemo all' altra riva Senza tempo serena , addur ne puote Felici no , ma sahi. Tu dunque ama , e non imitar i sembianti , le arti e le parole di Emma , ch' e sola fra le Ingrate. NB. Piacque all' autore di illnstrar cjnesta strofa colla segnente nota: " In una di quelle cosi dette Com di Amore die per due secoli si tennero in tutta Francia la contessa di Ciiampagne figliuola di Luigi il giovane sentenzio: che in amor tutto e grazia, e nel matrimonio tutto Tiecessith; che in conseguenza l' amore non pub sussister tra le persone TTUtritate. Pongo qnesta noterella a conforto e consolazione di tutti quelli clie vivono smogliati. >» IX. Emma ? qual nome ! entro mie vene il sangue Arde e si sdegna ancor sempre ch' io t' odo. Bella era il lawpo delle sue piipille ' PARTE IT.VLIANA. 383 Bella la mite aria del volto ! bella Come corvo iierissima la chioma ! Spesso per q,1' infmiti Mondi in sii V uli del desio levata Peregrina aggiravasi anelando ■■ Era lieta , era mesta , Era i^aga e fantastica , era dolce Ed amabile e cara , e una celeste Volutta quelle sue forme illustrava. Ma ingrata fu , sleale , empia ed infame ! Oblio , silenzio , tenebre ! coprite II suo rossor , tii; chi clla sia mai dite. X. Tu avrai figli , o Elisa , die ti faranno speranza c rlposo ne' tuoi estxemi giorni ; Ma pensa , oime , die fruiran del sole In un selvaggio secolo , che chiuse Ha deW oprar magnanimo le porte. Come i figli di Israello prostesi sotto i salici stranierl fa- cevano risuonai" dei patrii inni le rive dei fiumi, cosi noi pur stranieri alia terra , cresciuti al pianto ed air odio , chiediamo anelando la nostra patria al cielo ( V. Corso di A. W. Schlegel, V. I., pag. 35, 1. 3o, ediz. di Milano. ). XI. Vuoi dar figli che rallegrlno T Italia? Non edu- carli al fasto , all' avarizia ed all' ozio. Non il puro sangue , non protervia di servi e di ca- valli, ma virtu, amore degFingegni ed eccellenza nelle arti fanno glorioso un nome. Gli altri sono nuxnero e gregge. XII. Forse il mio canto , o Elisa , e troppo severe ed a te increscioso: ma non mancliera clii ti cianci d'Imeneo e di Cnpido e delle frecce e dei lacci. lo onoro con mente illibata ima non facile musa che preferisce il cipresso al niirto, e le nude alpi ai prati e alle convalli , che si aiiside sulle vette degli scogli e guarda e sospira al mare ; musa ch' e in ira agli sciocchi ed ai tiranni. O canzone, se ti bastano Tali, passa il Tagliamento, ed inoltrati dove due filari di mori aprono una via. Ver- ratti incontro un cavaliere ch' e cima di ogni valore ! e con lui statti sicura ; e Non attender del resto altra ventura. 384 ATPENDICE Cosi procecle questa canzone singolare ed anzi meravi- gliosa e proprio stupenda per 1' aggiustatezza delle idee , per la delicata e prudente discrezione dell' autore e per la saggia ed utile sua morale. Gravissime osservazioni , come ognun vede , far si po- trebbero sopra di essa e speciahnente sopra quanto si dice nella strofa ottava e nella nota appostavi , e nella strofa seguerite. Ma tutti quelli che apprezzano la castita ed il decoro delle muse italiane , e quelli che sanno cosa siano e quanto valgano rettitudine ed onesta preverranno assai facllinente le nostre riflessionl. E del resto, come ne inse- gna il Besenghi , noi non attendiamo alcuna ventitra. Melodrammi del profcssore Lidgi Eomanelli dediccitl alle Aliuiiie emerlte dell I. R. CoUeglo delle fan- ciidle in Milano , coW oggiunta d'cdcuiie nitre poe- sic e prose dello stcsso autore — Milano 1 83a- 1 833 prcsso Iddgi di Giacomo Pirola , in 8.°, tomi i.° e 2° Prczzo di ciascun tomo lire 2 austriache. Beati quei tempi allorquando T opera in musica ralle- grava gli animi o con azioni di lietissimo iine o con bur- lesche compcsizioni che i costumi pingevano del tempo , e per le qnali non rare volte lo spettatore a se stesso dir potea sorridendo : cosi ajipunto nella societa a" di no- stri addiviene ! Gioconde scorrevano le sere; e le alacrita del teatro con care riinembranze ci seguivano anche tra"* domestici lari. Perciocche T animo godeva tuttavia delle ri- cevute gradevoli impression!, e nutrendole parevagli d'es- sere tixttora nel fortunato Eliso tra Castore e Polluce o nel gabinetto d" una Capricciosa pentita. Ben altrimenti proce- dono era le cose. Che nefandi delitti , av^venimenti atroci , odj , congiure, veleni, pugnali ed altre scelleraggini si fatte rattristano la leggiadra , la festosa Euterpe , ed al dramma lirico danno un aspetto spaventevole e truce. Tali pensleri ci soccorrevano alia mente nel trascorrere C[Uesti due primi volumetti del melodrammi del sig. pro- fessore Romanelli. Ne cosi pensando temevamo che alcuno contro di noi gridar potesse , quasi a" vecchi del passato tempo lodatori. Imperocche se la musica sin dall' origine deir Oman gencre fu dcsiinata , del die dubitarsi non puo. rAr.TE ITAIIANA. 385 a rallegrarc gli anlmi tra la tristezza della vita , ad ac- cendere gli afTetti , ad animare la virtu , e se i teatri inveiitati fnrono per moderare i costumi , conformandoli al retto vivere, e per far si clie ruomo nell'associazione di tutte r arti belle pregustasse una specie di celestiale bea- titudine, siccome aflerinava un antico sapiente; che dirsi iiiai dovra di que' melodrammi , i cui soggetti presi souo da cio die la storia lia di piii malvagio , di piii turpe , di pill orrencio, e che cl presentano quadri che nieglio sa- rebbe il coprire d" un densissimo velo ? Ne P esempio ci si opponga delle tragedle ; perocclie esse ancora trascen- dere uon possono i limiti dal l)uon gusto prescritti , ed Anzi che il terrore e lo spavento , la commiserazlone ed il tiniore risvegliar dovrebbero. Ne cio afl'ermando temer possianio la taccia di pedantl e di troppo addetti alle dot- trine d'Aristotele e del Venosino. Perciocche cosl ci viene dalla natura stessa e dalP attnale condizlone della civilta insegnato. " La giornaliera sperienza , diceva gia un lette- »/ rato lilosofo ('''), ci diniostra che ancor in una privata so- >t cieta d' amici e d'altri uomini dabbene , se da qualcuno ti viene esposto il caso di un'onorata famiglia gia da varie It calamita colpita, ed or prossiina a perire; un tal racconto » con interessamento A'ien ascoltato, e dal timore deiristante » ruina di quell'oaesta famiglia mossi gli animi a conipas- » sione si trovan pronti a soccorrerla. Supposto al con— n trario che la conversazione non si raggiri che in ispa- II ventevoli racconti , chi e che voglia pretendcre che gli II ascoltanti, a nieno che non fossero fanciulli , ricaA'assero II da questo trattenimento una uguale soddisfazione ? » E certamente essere non ci puo alcun uomo di tempera si dura , il quale non ami di sospirare all' aspetto degli amorosi delirj d' una Telaira nel Castore e Polluce , o di sorridere alle astuzie di Fulvia ed Ernestina nelle Finte Ehali, anzi che di abbj-ividare dinanzi al letto d' una scannata Desdemona nelF OtcUo , o raccapricciare alle di- sperate strida d' un' Alaide nella Straniera. Ben ci duole che tanta ^^arsimonla di melodrammi giocosi domini ora ne* teatri nostri , sebbene vadano essi dal puljl)lico avi- damente chiedendosi. Che i giocondi spettacoli piu che i serj o i tragici sollevar sogliono gli animi dalle angosce , e ilavi e liete rendere le notti. (•) Veeg. questo Giornale , t. 44,°; ottobre i!'^^^, yv^, \i()- 386 ArPKNDICE Noi noil direnio clie i melodrammi del sig. Romanelli tessuti siano con fila d' oro purissimo, ne fame vogliamo il confronto con quelli de'poeti die furono prima di lui , e meno ancora con quelli di taluno de' viventi divenuto a' di nostri 1" idolo della sceua , e da alcuni lodatori posto al di sopra , non clie al pari d' un Metastasio : i con- fronti soiio sempre odiosi , e rare volte rattengonsi nei limiti della moderazione. Dlremo bensi che ci sembrano meglio corrispondere agli anzidetti principj ; clie adatte situazioni presentano alia fantasia d' un maestro ; clie al- cuni pezzi lirici degnissimi sono di lode ; che il dialogo generalmentc- procede facile, spontaneo, vivace. Non debbe essere percio iiiaraviglia se dal veccliio frequentatore del teatro siano essi tuttora ricordati con soavi reminiscenze, e se air oreccliio di lui risuonino ancora le belle armonie ond'erano vestiti. A ciascuno de' due volumetti precede un Freamholo scritto con vivacita e limpidezza , e sparse di opportuni avvertimenti sulla natura e sulF arte del melodramma. Non poche e interessanti notizie poi vi s" incontrano , le quali giovar potrebbero a clii scrivere volesse la storia del moderno teatro nielodrammatico. Nel primo volumetto contengonsi due melodrammi, serio I" uno , giocoso P altro, il Ritratto ed i BaccanaU. Tre ne coniprende il secondo, uno serio , il Castore e Polluce , due giocosi , la Capricciosa pendta e le Finte rivali. Ad ogni melodramma poi precede un Avvertimento in cui parlasi del maestro che ne compose la iiiusica, degli attori che ne sostennero le parti , dell' e- sito ch' esso ne ebbe , e di piii altre non inutili circo- stanze relative a' tempi nei cjuali fu rappresentato. G. II Maestro di prospcttlva pel disegnatore e pel pit- tore, ecc di A. D. Vcrgnaud , ecc. Prima vcrsiouc italiana di Francesco Longhena. — ' Milano, i832, presso V editore Lorenzo Sonzogno , in I2.°, con otto tavole. Prezzo italiane lire a. 5o ( Quest' ope- retta appartiene alia Biblioteca d' educazione che si puhblica dallo stcsso Sonzogno , e che trovasi oggimai condotta al vol. 87.° ). Se del merito d' un' opera giudicar si potesse asse- y'erantemente dal nmuero delle edizioni , questa che era PARTE ITALIANA. 087 anniinziamo ilel signer Vcrgnaud , gia per la quart.i volta pul)ljlicata , essere dovrehbe nel suo genere una delle mi- gliori. Pure noi non saremmo giamniai per giudicarne da una niassima troppo generale, Perciocclie con semplici fi- gure geoinetriclie si potra liensi insegnare in genere la prospettiva considerata come una scienza , ina non mai con esse sole formarsi un artista , ossia un pittore prospet- tico , al clie tendere dovrebbero gl' insegnamenti dell' arte. E questo in vero un metodo facile e sLrigativo. Ma V ap- plicare di si fatte geometriche figure a quel qualunque oggetto che disegnar si voglia prospelticaraente , sara sem- pre difficilissima cosa , e fors' anche impossibile ad otte- hersi ; percbe ogni uomo concepir puo facilmente una cliiara idea del quadrato , per esenipio , delle semplici forme rettillnee , dei triangoli , dei poligoni , dei circoli ; ma se queste figure o tutte od in parte trovinsi insieme unite in modo di formare un solo oggetto , t^na rappre- sentazione di cose reali composte di plii parti, non ci ha artista die disegnarle possa col solo geometrico sistema. Tale e il difetto che tosto incontrasi nell' operetta del signor Vergnaud. La prospettiva e un' arte di tale natura che fatta sembra quasi esclusivamente pei disegnatori di architettura. I suoi precetti percio risguardar dovrebbero il metodo con cui rappresentare in pittura gli edificj ed altre cose si fatte, anzi che gli altri generl di disegno. Egli e vero beusi che r architettura stessa abbraccia tutte quelle figure geome- triche , delle quali parlasi dal signor Vei'gnaud , e qiilndl negarsi non dee che 1" operetta di lui essere possa di qual- che preliminare sussidio agli studiosi : ma con essa sola nessuno giugnere non potra giammai al conseguimento deir arte. Perciocclie senza una giusta idea delle generali proporzioni delf architettura , nessun artista , sia pur desso pittor di figure o di paesaggi o d' altro genere , esporre potra convenevolmente in prospettiva concepimento alcuno, si copiando dal vero le cose ad occhio , e si ancora de- lineandole di sua composizione. Laonde un trattato di prospettiva iiinanzi tutto preseiitar dovrehbe , a parer no- stro , le pill generiche proporzioni di molti oggetti , e specialmente degli ordini tutti d' architettura e delle parti loro , come finestre , porte e siiuili , senza entrare nelle minntezze . onde i iiiitori stessi di figura o di paesi 388 APPENDICE avvezzi a segiiare pi-essoche tutto ad occlilo , potessero air viopo nelle misure degli oggetti , merce dell' analogia , aver qualche sicura norma per dar loro quella ginsta pro- porzione , secondo la quale apparir dovrebbero nel dipinto. L' operetta del signor Vergnaud mancando di belle e ben accomodate figure architettonlche , manca di cio die pill importa per Parte, giacclie poco o nulla all'tiopo gio- var potreljbero le pochissime ed appena indicate cose di architettura clie per necessita ha egli dovuto in qualche tavola introdurre. Essa pertanto non potra mai servire di utile scorta al disegnatore ed al pittore , comeche in Fran- cia, al dire dell' editore , avuto abbia grandissimo smercio. E di fatto come mai i disegnatori col sussidio di questo solo libro conoscere potrebbero 1' efFetto e la ragione degli scorti, allorclie questi vengono di necessita ad esagerarsi per la troppa vicinanza dal punto di veduta all' oggetto die si e per avventura fissato '( Gome trovare la ragione degli angoli , cioe la causa per cui questi appajono troppo acuti o troppo ottusi; e come quella, in conseguenza della quale raolti oggetti ridotti in prospettiva non producono quel piacevole inganno die produire dovrebbero ? Tutte queste avvertenze, per se stesse importantisslme , furono dair autore trascurate^, ne egli curossi pure di prescrivere quella debita distanza di tutt' i punti di prospettiva , die tanto e necessaria per evitare gl' inconvenienti ai quali r arte va nell' esecuzione , ossia nella pratica , troppo di leggieri sottoposta. L. e G. S C I E N Z E. Dialoglii di Platone. — Roma, 1 83 1-3:2, dpogr. Bran- cadoro, in 8.° Le tradazionl sono del Figliucci , del Bembo 1 del Fiorimbene. Si pubblica per fa- scicoli. I dialoghi finoTa pubblicati sono il Fedro , il Fedone, il Minosse , i dodici delle Leggi , il Teagete , TAsioco, I Ipparco , IFpinomide , il Cli- tofone , V Endfronc , il Critone , V Apologia di So- crate, i died della Hcpubblica, TAlcibiade primo e secondo , il Mcnone , t Ippia maggiorc c I Ippia minorc. PARTE ITALIANA. 889 * Cons'ulerazloni sit I mezzl da resdtidre il valore pro- prio a' done die ha la natura largamente conceduto al regno delle Due Sicilic, del commendatore Carlo Afan de Rivera. — Napoll, i832, dalla stam- peria e cartiera del Filjreno. Volumi 2 , in 8°, di peg. 8~4 complesslvaniente, con tre tavole in rame. * Theorie du moiwement de la lune , par Jean Plan Ay astronome royal et dirccteur de VObservatoire. — Turin, 1 83 2, de llmprinierie royale. Toini 3, in ^°, di pag. 2664 complessivamente. Lir. l5o ital. In Milano si vcndc da Luigi Durnolard e figlio, corsia f/e' Scni, Sftggio di materia rsiedica e farmacologia veterinaria. Opera postwna di Francesco Toggia, ex profcssorc di veterinaria ecc. Edizione prima ^ pubblicata dal figlio Francesco Toggia suo allievo. — Torino, 1882, tipografia Chirio e I\liiia , in 8.°, di pag- 56o. J/i Milano si vende da Giovanni Pirotta in contrada di S. Radegonda. Prczzo lir. 7. 5o austr. V A R I E T A. BELLE ART I, Lo Spaslmo di Sicilia , dal quadra originale di Raffaello d' Urhiiio esistente nella renle galleria di Madrid , disegnato a Parigi da P. Toschi , e da lui inciso in Parma, pubbli- cata a Manrdieini da Artaria e Fontaine , in graiule di- niensione per alto , con dcdica a Lodovica I re di Bavie- ra. Prezzo della prima associazione ital. lir. lao. VJ7 iorgio Vasari nella vita di Raffaello facendosi a ragio- nare della dipiutiira dond' e tratta quest' incisione , cosi incomincia : Fece poi Raffaello per il monasterio di Palermo , deUo S. Maria della Spasimo de' frati di Monte Oliveto ( dal die la dipiatura eljbe il nome d'l Spasimo di Sicilia), una tuiola d'un Ciiito the porta la crotc^ la quale e tenuiu coiu 390 V A K I E T A . inaravigliosa , ecc • passa quindi a fame la descrizlotie. Lo stesso Jnografo raccoiita che questa tavola fu vicinissima a capital* male : perclocche la nave su cui trovavasi ond' essere trasportata in Palermo, per orribile tempesta venne percossa ad uno scoglio si crudelmente che tutta si aperse , e tutte ne perirono le persone e le mercanzie , trattone essa sola die cosi incassata, com' era , fu spinta da' flutti nel mare di Genova: dove rlpescata e tratta a terra si riconobbe opera divina , e ad onta del naufragio manteiiuta illesa e senza macclila o difetto alcuno , perciocche sino la furia de venti ( die' egli ) € V onde del mare ebhero rispetto cdla hellezza di tal opera (i). I monaci di Palermo, aviUane notizia , la ricvqjerarono , benche a stento , giacclie per riaverla fu loro d' uopo di tutt' i favorl di Leone X e di larglie riinu- nerazioni. Essa fu cola come inapprezzabile tesoro con- servata sino all' anno 1661, quando il conte d'Ajala, vi- cere di Sicllia , fecela trasportare alia regia cappella di l^Iadrid , levatone da questa un quadro d' Alberto Duro , siccome scrive il lombardo postillatore delle vite del Va- sari. Cio avvenne regnando nelle Spagne Filippo IV , il quale ne ricompenso i monaci di Palermo coll' annua ren- dita di mille scudi. Questa tavola venne poi nel 18 10 trasportata a Parigi, dove tenne luogo distintissimo tra le pitture del Museo Napoleone , e dove il cavaliere Toschi ne trasse il disegno per la sua incisione. Finalmente nel 1 8 1 6 fu restituita alia regia cappella di Madrid. Tali sono le vicende cui ando soggetto lo Spasimo di Sicilia , una delle piu maravigliose opere die mai uscite siano dalla mano di quel Raffaello al quale per essa e per altri suoi sublimis- simi lavori fu giustaraente dato il nome di Angelo della pittiira. Di quest' opera non aveasi che una rarlssima stampa in grande, intagliata nel iSi^ da Agostino Vene- ziano , della quale parlasi nelle note al Vasari , edizione di Roma. II Mengs , pittore desso ancora di splendido nome, e percio autorevolissimo giudice delle opere del Sanzio, di cui nascendo assunto avea per volere del padre il nome , facendosi a ragionai-e di questa dipintura , e quasi da subitanea enfasi spinto cosi esclama : Come potrb spiegare a siifflcienza il belUssimo quadro conosciuto sotto il nome (1) Vasari t. VII, p. 85 e scgj;. Edizione de' Cksbici italiaui. V A R I E T X. 391 dello Spasimo di Sicilia ? Entra poi a riscontrarne a mano a mano tutte le Ijellezze; da pittore iilosofo ne rintrac- cia le ragioni , e co' priacipj dell' estetica le chiarisce e conferma : osserva clie in ciascuna imagine espresso si ammira cio ch' essa fece prima di cjiiell' atto , e quasi cio comprendesi clie precisamente essa fai- dovrebbe dappoi ; che njuna tra le azioni si vede totalmente compiuta , clie tutte anzi scorgonsi nelP atto deirazione poco piu che co- minciata , o prima d' essere compiuta, il che da loro cotale vita che a mirarle attentamente sembrano moversi. " Infatti ( cosi egli s' esprime ) se vogliamo esaminare il preseate quadro in tutte le parti ( c/ie V arte costituiscono ) conosce- remo , che se Raffaello non fosse stato sempre si grande nelle opere sue , si potrebbe dire che qiiesta fosse 1' unica jjer la sua gran bellezza. » Ne alcun maestro poteva me- glio del Mengs offerirne un' accurata e vivissima descri- zione ; nessuno meglio di lui , ]3erciocche egli sul luogo stesso , nelJa regia galleria di Madrid , meditato avea a lungo sii quest' opera divina, ed erasi in essa beato. Laonde giovera il qui riferire le parole stesse colle quali venne egli descrivendola : « Voi gia sapete che T assunto di questo quadro e preso dalla Scrittura , allorche portando Gesu Cristo la croce al Calvario , le donne in vederlo proruppero in pianto , ed egli come profeta disse loro , che non piangessero per lui , ma per i loro proprj figli, annunziando la sciagnra di Ge- rusalemme. Raffaello per far meglio comprendere questa composizione fece vedere in lontananza il Calvario , al cpiale si ascende per tortuoso cammino, che volta a mano diritta fuori della porta, dove suppose che il Signore cadde la prima volta al torcere dello stesso cannnino , dal cui lato lo tira un manigoldo colla corda che lo teneva legato. » E da supporsi che essendo stato fatto questo quadro per la chiesa della Madonna del Dolore , i padroni voles- sero che il pittore v' introducesse la Madonna, benche sia anche possibile che fosse idea stxa : comunque fosse, Raf- faello seppe in tutte le occasioni trovar modo il piu no- bile , decoroso ed espressivo di rappresentare qual si sia assunto. » Dovendo figurare in questo quadro la madre d' una persona che si conduce al supplizio, maltrattata spietata- mente da' ministri , scclse lo stato piii infelite d' una 39^ V A K I E T \\ madre, che per ajuto di suo figlio si trova nella preclsa necessita di supplicare T infaine turba ad aver pieta di lui. In questo stato dipinse Raifaello la Madonna , la quale huttala in ginoccliioni non mira il figUo, cui da per se niun soccorso poteva dare, ma in atto di efficacissima sup- plica , manifesta die essendo caduto a terra ha necessita della comniiserazione di chi lo tira per sollevarsi. A questa espressione d' itniilta della Madonna il pittore diede no- Jjilta col dipingerle a fianco la Maddalena , San Giovanni e le altre Marie, che P accompagnano e la soccorrono so- stenendola sotto le hraccia. V Queste persone sono rappresentate piene di conside- razione per i patimenti del Signore , particolarniente la Maddalena , che pare quasi stia parlando a Gesu. S. Gio- vanni e in soccorso della Madonna. Gesii Cristo si vede caduto, non debole pero , ne abbattuto , anzi in atto di niinacciare colle sue parole , come riferisce il Vangelo ; e il suo aspetto, oltre di essere in questo quadro d'^una ec- cellenza e bellezza quasi incomprensiljile , si manifesta come acceso di spirito profetico ; il che cori'isponde esat- tamente alia divina persona che rajipresenta, la quale era seuipre Dio benche in passione; e mirabile ancora per la convenienza di Raffaello, che giammai esprimeva bassa- mente cosa alcuna, quando il di lei carattere si poteva o doveva rappresentare con nobllta. L'' azione di tutta la fi- gura e animata e nobile : il braccio sinistro , che coUa niano bellissima appoggia sopra una pietra, e tutto steso; ma nelle pieghe della manlca larga manifesto Y atto mo- mentaneo , sembrando che tuttavia stieno in aria , ne ab- bian finito di cadere secondo I' inclinazione del loro peso. Colla dritta il Salvatore abbraccia la croce che lo opjDri- me , ne vuole che gli sia tolta, anzi pare in atto di ab- bracciarla. Pensiero degnissimo del grande intendimento di RafFaello , che fino in un"" azione , che a molti sembrerebbe indifferente , si ricordo che Gesii pativa perche voleva. » Non e meno ammirabile la varieta de' caratteri che seppe esprimere ne' manigoldi , facendo vedere che tra' cat- tivi s' incontrano de' peggiori. Quella figura che tira colla^ corda Gesii Cristo , pare non aver altro oggetto che un brutal desiderio d'arrivare col j'^iz'snte al luogo del sup- phzio. L altro c'le sostiene in qnalclie modo la croce , si mostra come mosso da certa compassionc, e clie vorrebbe V A 1! 1 E T X . 093 sollevare Gesu. A suo liaiico sta i\n solilato, <:lie splngemlo la croce sulla spalla di Cristo, e alzando la lancia in atto di miuacciare , esjirime la maggior nequizia nel volere aacora piii opprimere il Si2;nore gia caduto (i). " Alibiam crediito bene di tutta riportare la descrizione clie di qiiesto u)iral)ilissimo lavoro tessnta venne da uno de' piii grandi maestri ueir arte medesinia, onde nieglio si vedessero e le bellezze dcUa tradnzione clie lie fece il cavaliere Toschi , e le dillicolta cui questi dovette ad ogni passo neir intaglio incontrare. Uno per tanto de' piii distiiiti meriti di cpiest'' incisione consiste, siccome a noi sembra, nell' esattezza colla quale il sig. Tosclii si attenne pressocbe sempre al carattere deir ori- ginale, offerendoci con ogni fedelta il sublime dell" espres- sione: parte che nel dij)into di Raftaello e la piii filosoiica , la pill difficile, perche convenevolissima appare alia dignita ed alia forza die dal soggetto richiedevasi , e perclie vi- visslnia si palesa per lino nelle estremita e nell' elTetto che sui tendini imprimere suolsi dalle passioni : pregio in cui il Sanzio f'u non solo egregio, ma sorprendeiite e quasi direljliesi sovrumano. Non meno pregiabile ci semlira quest' incisione pel di- segno , avendo il sig. Tosclii riprodotte da gran maestro le bellissime proporzioni del Sanzio , il quale modellatosi tiuto snlla natura e sugli anticlii piii classic! esemplari, conservava semplici, grandiosi e fluid i i contorni, solo mar- cando quel tanto di piii clie dall' indizio delle ossa e delle giuiiture richedevasi , e sempre conservandone la ben in- tesa jjroprieta de' caratteri e la necessaria relazione tra le membra. Che diremo poi dell' artilicio stupendo con cui r incisore trasfondere seppe nella sua traduzione la rohnstezza del chiaroscuro , il vigoroso impasto de' colori , e la franchezza del tocco largo e maglstrale ' Pregi singo- larissimi , pe' quali lo Spasimo di Sicilia distinguesi per una delle piii suljlinii opere die ad olio state siano dal Sanzio condotte , ed i quali raggiunti furono dal valentissimo in- cisore merce d' un energico e sapiente maneggio del Iju- lino, tutto facilita , tutto genio, ina ad un tempo dalla piii castigata purita di stile non iiiai disgiunto. (I) Opere di Ant. RafF. Mengs, ecc. T. a.", pag. 77 e segg. Edizione di Bassano. Bibl. Ital. T. LXIX. 26 0()4 V A R I E T A . Ne i pregi di quest' intaglio ristringonsi soltanto alia generlca espressione delF originale dipintura, lua nelle sin- gole parti ancora ravvisausi niagistrali ed eininenti. E dalla testa del Salvatore cominciando , gli occhi nostri uon pos- sono da essa staccarsi seiiza un tal quale sforzo, tutte in essa riscontrandosi le Ijellezze dal INIengs rilevate. Percioc- che , siccoine era di KafFaello costume, tutte sono in quella testa divina con grand' iutelligenza e chiarezza segnate le parti per 1' espressione piii essenziali , lasciate essendosi invisibili le superfine od insignificanti. Con grandissimo sapere e pur condotta la testa della Vergine , tutta spi- rante dolore ed affanno. Oh quanto non commove quell' at- titudine, quel snpplicante ed iimile sentimento con cui la povera madre pieta chiede e commiserazione pel ligliuol suo I In quella testa jiertanto tutta si vede col semplice biilino riprodotta la finezza, la forza tutta del pennello del Sanzio , avendo per tal niodo 1' incisore perpetuate le ma- raviglie di quel vero angelo della pittura. Non nieno ammirabile e la testa , anzi 1" imagine tutta del Cireneo , che mosso da compassione soUevar vorreljbe il Redentore dal peso della croce. Questa figura e iata- gliata da grande arteiice : perciocclie mentre ci da vera- cissima coutezza di quelle membra, robnste bensi, ma nella lore armonica proporzioue ammirabili non meno e belle , ci desta ccl volto suo un interesse, un' attrattiva che colle parole esprimere non si potrebbe. In essa per cio chia- ramente si ravvisa il fine, il sonimo ingegno di Raft'aello, il quale esimio scrutatore de'sentimenti , e non mat dalla verita scostandosi sajjeva, senz' alterare pnnto la conveue- volezza e la proprieta dei caratteri , mirabilmente impri- mere nel volto anclie delle volgari persone un commovi- mento bensi , ma un comraovimento analogo sempre alia bassa od ignobile lore condizione. Un prodigio dell' arte poi ci si presenta nel manigoldo che vedesi di rovescio in utto di brutalmente strascinare coUa corda il divin Figliuo- lo. L' incisore coll' imprimere in questa iigm'a si fedelmente com' ei fece tutt' i pregi di Raffaello, col raggiugnere cioe tanta verita di forme quanta ad un uomo membruto e ruvido convenivasi, e quanta ne oifre F originale stesso, e coir infoudorgli vita cotanta in tutte le parti, conservaudo sempre que' naturali rapporti colF irapetuosa e feroce di lui azione.; ha cluaranieate dimostrato la sicura e profonda V A R I E T \*. 395 sua conoscenza nella notoiiiia , c com'ei sappia con isqui- sito jinsto assecondare V aiulainento tie' muscoli e noa cU- ))artirsi dal bello ideale. Che in ainbedue qneste iniagini r espressione delfaninio, T esattezza del disegno, la stra- ordinaria illusione delle carni e del nerbo di esse, la Ijellezza delle pieglie ne' panni e nelle blaacherie, tiitti questi pregi conibinati appajono con si lino artifizio e sapor di tagli die nieglio non si sapreblje operare. Bella e pure 1" ima- gine del soldato che spingendo la croce sulla spalla del Kedentore solleva T asta in atto di minaccia: uia piix bella ancora ci seinbra la figura del soldato a cavallo , che neir una niano tiene lo stendardo. L'incisore non solo con- servo in essa la vivacita della rafFaellesca espressione e la IJerezza e la fedelta del carattere , ma seppe aliresi darle nel giusto grado quella che nelfarte cliiamasi localita della tinta storica. Ne la maestria del cav. Toscbi venne punto afiievolen- dosi negli accessor], ne' qiiali anclie i piii gi'andi arteGci sogliono talvolta mostrarsi ineno che solleciti e diligenti. Perciocche in essi riscontrasi quel far libero, con cui Kaf- faello ognor mirando alia sola verita condurre sapeva anche le cose pill minute o meno importanti. Tale, per esempio, e nel dipinto la lucidezza delle armi, fra le quali la corazza del centurione si tersa e si fulgida appare che quasi spec- chio riflette gli oggetti che le stanno dicontro. Finalmente con natiiralezza e con grandissimo elTetto espresse veggonsi neir incisione non solo le parti architettoniche , ma quelle ancora costituenti il fondo del quadro, ov'e in loutanaiiza il Calvario , a cui per tortuosa via si ascende. Fin qui ammirati abbiamo i pregi di questa veramente classica incisione. Speriamo ora che il sig. cav. Toschi non sara per adontarsi , se verremo pure in essa rilevando qualche menda. E qiial e mai quell" opera d' uomo che possa gloriarsi come perfettissima in ogni sita parte V Chii r occhio acuto e indagatore degl' intelligcnti sa non meno discoprire qualche neo ben anco nelle opere dello stesso inarrivabile Raflaello. E primieramente ci semlira che in quest' intaglio i ca- ratteri del S. Giovanni e delle tre IMarie si scostino alqnanto da quella dilicatezza che alia santita non che alia giovanile avvenenza del piirao , ed al debile sesso delle seconde con- vlensi ; dilicatezza che dal Sanzio in si fatte imagini veniva '5()6 V A K I E T a\ eostanteincnte conservata. IMa forse al fare un po' grosso- lano di que' volti coatril^uisce , se non andiamo errati , il taglio robusto con cui trattati soiio , clie fa x\n tal quale contrasto colla incantevole maestria , oiide incise appajono le altre gla descritte imagini. I capelli poi dello stesso van- gelista ci sembrano non bastevclniente armonizzati e al di sotto della sqnisitezza colla quale condotti sono quei del Redentore, del Cireneo e della Maddalena. A taluno parve ancora che le pieghe de' panni del Re- dentore, della Vergine, delle Marie e del S. Giovanni sco- stinsi alqnanto da quel fare sublime die dal Sanzio porsi soleva auclie nelle minori cose , tendendo egli sempre air espressione con isceltezza di natura , con varieta di sentiuienti , con un gusto in somma squisitissimo sempre ed animato. Ma qui avvertirsi dee clie lo Sjsasimo apjiar- tiene all' ultima maaiera del Sanzio , e clie quindi ha per cosi dire T impronta del fare grandloso del quadro della Trasiigurazione , ove le pieghe trnttate sono largamente ed in modo cUverso del tutto da quello che si ravvisa in altre dipinttire dello stesso gran maestro , e per esempio nella Sacra Famiglia dall' Edelink incisa. Ad altri sembro di ravvisarvi qualche opacita in alcuni luoglii , e specialmente nelle inferiori parti del Divin Figli- uolo. A noi pei'O non venne fatto di riscontrare tale di- fetto se non in alcuni esemplari. Ne con tutta asseveranza afFermar sapremmo a che attriljuirsi debba la cagione di cotale differenza da prova a prova. Forse non si allon- tanereblie dal vero ch' incolparne volesse il troppo nuiuero delle copie che tratte ne furono , correndo voce die grande pur ne sia il novero di quelle che diconsi innanzi letter a. Ecco le mende die a noi sembro di ravvisare nell' opera del sig. cav. Toschi; mende pocliissime in vero , e per av- ventma non tali fuorche al debole nostro intendimento. Bra- miamo per cio d' esserci ingannati, e ben lieti andereiumo deir inganno nostro. Che che siasi pero di queste osser- vazioni , la stampa del sig. Toschi fark epoca ne' fasti dell'arte. Egli ha col suo bulino restituita in certo modo all" Italia una delle piii sublimi opere del Sanzio , ed ha ad un tempo fatto si che tutte le colte nazioiii animirarla possano nella fedele e bellissima sua traduzione. Diciamo traduzione^ perche il merito d'avcr creata 1' opera ch'egli V \ H t E T i . 39-* incise e tntto ill RafTaolIo ; e la sua iiiclsione e tanto piii pregiabile, quanto clie piii ila vicino accostasi al tipo ori- ginale. Percio vorremmo die nel giucUcare tielle stampe si osservassero que' liiniti clie sono clalla vcrita e dalla giu- stizia prescrittif essendoci piii volte avvennto d' intendere talnno, comeclie coltlssimo spirito, attribuire tutt' i meriti d' uaa staiiipa all" incisore, quasi die ne avesse f|uesti col biilino creata aiiclie la composizione. I piii distinti pregi d" una stanipa , i quali coiisistono nelP espressione die di- scende al cuore e V animo subliiua , nelP elevatezza dello stile, neir eleganza e neir esattezza del disegno, nel natu- rale e nobile svoigere dc' panni , nella grandiosita delle parti e del chiaroscuro, nella robustezza ed armonia del- r efFetto , non sono in alcun modo proprj deir incisore die r intaglio condusse , ma dell' opera da cui egli trasse 1' in- taglio suo. L' incisore non ha cbe il vanto , vanto per altro glorioso e giustissiino , d' essere stato imitatore anzi tra- duttor fedele del tipo cui egli si e proposto di riprodurre. G. MONUMENTI A PARINI ED A BECCAKIA. Gia da qualche tempo e avviata 1' impresa aJ onorare Gon degni monumenti la menioria dei due sommi italiani Parini e Beccaria. La Commissione die ha I'lncarico dl mandar ad efTetto questo lodevole pensiero , avrebbe gia adempiuto all' uflicio suo se , entro i confini delle sottoscrizioni finora niccolte, nppagata si fosse di raccomandare ad un segno quahinque r onore die si vuol triliutnre alia ricordanza di quei due illustri scrittori. Ha pero pensato la Commissione (e crede con cio di farsi rinterprete del voto universale) cbe il merito pre- clarissinio di quei due personaggi esigesse un monumento di forme nobili e decorose oltre I'usato, siccbe 1' idea di due statue sedenti di grandezza maggiore del vero sarcbbe quella , sulla quale la Commissione avreblje fissata la sua sceita. Due monumenti di questa grandiosita, coUocatl in Mi- lano nella splendida sede delle scienze e delle arti ed ese* . guiti dai valentissiiiii Monti e Marches! , die gia anelano air impresa con particolare impegno e coi piii nobili sen- timent!, orfrlrebbcro certo agli sguardi del courittadino e BgS V A R I E T a". dello straniero nno imponente e solenne attestato della pnb- blica ammira/ione. Ma Tappigliarsi defiiiitivamente a questo partito non puo che dipendcre dalla eiitita dei inezzl disponibili i quali non arrivano ancora al discreti confini segnati dalla somma iiioderazione degli artistic la Commissione pertanto , mentre nel manifestare questi suoi divisaaieuti intende di render conto dei motivi che la tennero finora perplessa , eccitar deve chiunque concori'er voglia alia gentile impresa a voler far pervenire la sua sottoscrizione alia ditta Balabio, Be- sana e comp. nella contrada del Lauro in Milano. Ogni azione e di lire quindici austriache. Sono intanto avvertiti i signori gia sottoscritti , i quali non avessero ancora eseguito nel banco della suddetta ditta il pagamento delle rispettive azioni , che il slg. Domenico Stranibini munito delle note originali di sottoscrizione e stato dalla Commissione incaricato di curare T esigenza delle azioni finora raccolte. Compiuta 1' opera , verranno pubblicati i nomi di tutte le persone che avranno avuta la gentilezza di concorrere a si lodevole scojio. Milano, il aS febbrajo i833. Conte Giulio Onolini — Gaetano Calt.aneo •^— Cav. Carlo Londonio — Alessandro Sanquirico • — Paolo Tagllabb. NUMTSMATICA. Sqiiarcio di lettera di Melchior Missirini , da Firenze a 8 marzo i833 ^ ai Direttori della Biblioteca Italiana. — Sono pieno di consolazione di poter loro comunicare una faiista notizia. La sorte ha voluto rimunerarmi del conto fatto da me della scoperta della Beatrice di Dante e della cura ed amore con che ho cercato di pubblicarla nel niondo. Medaglie antiche di Dante note non erano. II famoso Ekhel dice di non averne veduta die una sola nel museo di Vienna. II Pelli solertissimo raccoglitore delle memorie di Dante si dolea di non averne jiotuto ritrovare traccia ; nessun biografo di Dante Taccenna: della stessa vera sem- bianza del divino poeta in pittura non si ha altro che r effigie ritratta dairOrgagna nella tavola posta in S. Maria def Fiore ; giacche V antica immagine operata da Giotto Hclla vecchia podesteria di Firenze e perduta : dico di V A n T F. T a'. 399 plttin'e nnticliissimp oJ esegulte nel tompi di Dantp. Snp- piixno aclnnqne , cli. signoi'i Dircttori , aver io ritrovato la medaglla di Dante seolpita negli anni in clie il poeta vi- vea. II ritratto del Cantore e di perfetta conservazione : ha moUa gra\'ita e severita plu anche di tntte le altre etligie sue posterioi-i. Ha scritto intorno =± Dantlws Flo- rentinus. = II rovefcio e molto roso dnlla ruggine : non- dinieno vi si vede il poeta innanzi nn monticello , sul quale sono il leone^ la loiiza, la Inpa clie lo minacciano, cioe Targoinento del prinio canto: la grandezza e di medio niodnlo, e il metailo si vede compenotralo , e cpiasi direi calcinate dagli anni. 'mEDI CIN A. Progrnmma dell' I. R. Istitnto di scienze, lettrre cd arti. —^ Col programma 3o Inglio i83o T I. R. Istitnto di scieuze lettere ed arti ave\'a inA'itati i dotti italiani e stranieri a ri- spondere ad iin qncsito relative alF insalulirita dell" aria nei paesi coltivati ariso, essendo per mnnilicenza sovrnna riser- vato a clu meglio vi avesse eoddisfatto un preaiio di lire ita- liane mille e cinqnecento. Due dissertazioni giunsero entro il termine cU'era state stabilito, T una colTepigrafe : Cuncta tihi Cererem piibes ngrestis adoret : T altra coll" epigrafe : Est quodam pvodire tenus quod non datur ultra. Esaminati coUe nerme accademiche eutrambi gli scritti, risulto clie il prinio non presents va alcnn'idea o alcun fatto che mcritasse at- tenzione , e clie il secondo , sebbene contenga una coplosa erudizione , non risponde adeqnatamente al quesito , ap- poggiandosi debolinente ad argoinenti di analogia , e non mai a nuovi fatti o a giudizioso collegamente de' fenomeni conosciuti. In vista di che non si fece luogo all' aggiudi- cazione del proposto prer.iio. In esecuzione delle beneliche so^Tane intenzioni senipre dirette all" increniento delle scienze e deile arti si pone ora al concorso il seguente problema : " Istituire le possibii indagini suUe cause delle morti 'I repentme. •> S' investighera quali sono le alterazioni morbose che » le ingenerano , e quanta edicacia abbiano nel prodnrle y> le varie costituzioni delP atniosfera , le stngloni, la qtia- » lita e la cpiantiia degli alinienti e delle bevande , 1^ •' passioni , la nianlern di vlvere d{"^\\ iiomini ., err. ecc. 40C V A R I E T A . >i Si ricei'clieia iiioltre se questo genere dl morti sia ai » giorni nostri cUvenuto piu freqnente. » Le osservazioni saranno illusuate , quando 11 caso lo >i comporti , clalF esame anatoiiiico-patologico delle persone >i estinte di morte snbitanea. » I soli Membri dell' I. R. Istltuto non sono ammessl tra i concorrenti , 1 quali potranno a loro voglla valersi della lingua italiana , della latina , della tedesca o della francese. II premio assegnato alia Memoria die meglio avra adem- piute le condizioni del programma sara pure di lire ita- liane i5oo. Gli scrltti saranno rimessi franchi di porto, prima dello spirare del mese di giugno 1884, alia Segreteria dell" I. R. Istituto di scienze , lettere ed aiii In Milano residente neiri. R. Palazzo di Brera , e giusta le praiiclie accademiche do- vranno essere contraddistinti da un' epigrafe ripetuta sopra un biglietto sigillato , il cpiale contenga al di dentro il nMne e cognome dell' autore ed il suo doniicilio. Non sara aperto die il biglietto della Meinoria preiiiiata ; le altre colle rispettive schede suggellate , verranno resti- tuite sopra domanda , mediante la presentazione della ri- cevuta di consegna. Milano, il 6 aprile i833. // Direct, delle Classi, Cagnola. — II Vicesegr. , Caruni STORIA NATURALE. Fcaina italica — Non e molto tempo ( V. Bibl. ital. , torn. 64.°, die. i83i, jaag. Sgi ) die noi abbiamo avuto occaslone di tril)utare lode di esimio naturalista al prin- cipe Carlo Luciano Bonaparte , il quale come nel suo sog- giorno nell'America setteatrionale si occupo con tanto zelo della storia naturale degli animali di quel paese , cosi adesso , da die ha fissato la sua dimora in Italia , preniu- rosamente si occupa intorno agli animali clie alle nostra contrade appartengono. E ne sara splendido frutto di que- ste sue attuali applicazioni la Fauna italica , opera alia quale cgli attende da gran tempo , e die a quanto ne vien fatto sperare, non tardera lungameute a vedere la luce. '< D;esideroso pero di dilFondere senz' altro indugio la notizia coinpiuta degli animali vertebrati d' Italia , o non V A it I E T A . ' 40 1 per anco descrittl , o non mai effigiati a dovere , o merl- tevoli (.rillusti'azioiie ]ier fpialslvoglia litolo , egli si e de- terminato a dar fuori sin d' ora sotto il nome d" Iconosjafa (lella Fauna italicn una serle di tavole rappresentanti sif- fatti animali accoinpagnati dalle storie rispettive. Potranno cjueste tavole servir un giorno d'atlante alia Fauna italica , ma sin d" adesso costitiiiranno un' opera da se , che i fratelli Bonil'azj , librai di Koraa ( delle cui parole espresse in un prospetto a stampa ci andiamo servendo ) , hanno assunto V incarico di presentare al puliblico. >> L' iconogralia della Fauna italica consistera in venti fa- scicoli di sei tavole 1" uno , eseguite in litografia ed a co- lori. In ogni fascicolo saranno effigiate circa dieci specie prese indistintamente da ciascuna delle quattro classi dei vertel)rati. Intende T autore di comprendervi di mano in niano tutte le specie di rettili nostrali , perclie gli sembra che r erpetologia italiana sia ravvolta tuttora in tale oscu- rita da abbisognare d' una illustrazione universale. L' ittio- logia gli fornira in liuon dato esemplari di specie nuove o mal note. II minor numero sara quello dei mammiferi e degli uccelli che trovansi gia per la massima parte rap- presentati lodevolmente in varie opere splendidissime fa- miliari ai zoologi . . . Un foglio separato di testo italiano piu o meno esteso , secondo 1' occorrenza , accompagncra ogni tavola dell' iconografia , e cpiesto testo conterra la storia , la critica e le varie erudizioni concernenti le spe- cie efiigiate , talche terminata la pitbblicazione di questo lavoro si possano ordinare le sue diverse parti secondo una distril>uzlone ragionata , e ne risulti un tutto di rego- lare andamento. . . . " Le figure sono tutte disegnate e colorite origlnalinente sugli esemplari vivi , e sotto gli occhi dell" autore che ne ha preso special! ssima cura . . . >i I fascicoli composti di sei tavole colorate , come si e detto , si succederanno ad interA'alli di due mesi al piii e saranno rilasciati al prezzo di scudi tre romani (pan a lir. 16. II ital. ) per ciascuno. II testo, qualunque sia la sua estensione , non mai minore di fogli quattro , re— stera compreso nel prezzo stabilito ]}er ogni fascicolo. " Gia due fascicoli sono usciti in luce e riuscirono per ogni riguardo lodevoli. La Biblioteca italiana non ometterh di pavlaro distesamente di quest' opera coiiu- si richiede 402 V /\ R I E T \ . dalla sua importanza e rispetto alia sclenza die servi a dettarla , e rispetto all' arte che servi ad eseguirla. NECROLOGIA. Raffaello Morghen. Da Fillppo Morghen di patria toscano , a Portlci di Na- poll il giorao 14 giugno 176 1 diedero i benigni fati all" Italia RafFaello Morghen perche T incisione in ranie ad una squi- sitissima eccellenza recasse. II padre , benche huono inci- sore , inviandolo agli studj dell" arte in Roma , pospose come Giovanni Sanzio la paterna carita alia gloria del figlio. Giovanni Volpato gli fu cio che alPUrhinate Pietro Perugino, e amendue gli allievi vinsero il valore de' maestri. A Roma, primo seggio della celebrita degli aitisti , con molti preclarissimi lavori la perfezione delP arte e T emi- nenza della fa ma consegui. La Ginrisprudenza e la Mossa di Bolsena una nuova epoca piii luminosa per P incisione segnarono : percio la Toscana e Napoli si gareggiarono a prova il vavito di possederlo : vinse P avita Firenze , ove ginnto nel 1795 una stupenda scuola fondo. A questa con assidua sollecitudine e con esempi prestantissimi provvide. Fra le infinite sue opere , tutte di un sapore soavissimo , di una finitezza e diligeaza somma , e di una preziosita e spiritualita giocondissima , la Madonna della Seggiola , il Cavallo , la Trasfigurazione e la Cena fanno fede del suo singolare magistero nel serhare la trasparenza , nel dare ai rami una rara generale armonia di toni , nel tras- portare nel bulino il colore , e nel mantenere quella pa- stosita e morbidezza di carni , quella dolcezza del taglio che del tutto il ferro nasconde, e quella pace, amorevo- lezza , soavita e delicatezza estrema „ che fanno le sue in- cisioni essere cose inspirate e divine. Ne' lavori della punta secca in Europa il primo scanno occupo e lascio dopo se la disperazione di agguagliarlo. Div^rso coujngio felicemente lo avvinse, e di nunierosa prole lo fece lieto : tenne la fede maritnle e P aiFetto di padre: di costumi intcro , e di fervida illibata religione specchio. L' am ore delParte, la perspicacia dello sguardo e la fermezza della mano fino agli ultimi period! della vita gli durarono. Compi la sua illnstrc c:irriera colla Madonna V A I! I E T A . 4.03 tlella Scggiola tradotta in si plccole dimensioni , ed ese- gnita tanto mirabiliiiente, da estimarsi portento in un ar- tlsta grave d' anni. II giorno 8 aprile i833 ai viventi lo tolse, e al pianto delFarte, all* ainiiurazione del mondo , e ad una postera perenne fama lo commando. — (Segue 1' iscrizione posta nel lumulo. ) In questa sacra pace riposa Raffaello di Filippo Morghen nella sipiisitezza dell' intaglio in rame facilmente principe. La ragione del taglio , la bonta del disegno , I' intelligenza deir effctto , I' annonia generate , e un suo fare prezioso , e una sua propria trasparenza , amahilita e soavita gli acqiii- stano il dtolo di divino. La Trasfigurazione , la Cena , il Cavallo , monumenti esimj del suo merito , ai poster i I'eccel- lenza dell' italiana iiicisione attesteranno. Artista europeo po- stosi coir altezza del suo genio nel rango de' piii suhlimi, di nuova invnensa luce la patria decora. Canova die in quanta nil' arte diede name al suo secolo , lo accettera in questa gloria compagno. Melchior Missirini. R. GiRONi, F. Cablini, J. Fvmagallt e G. Brvgnatelu , direttori ed editori. Pubblicato il di 2 maggio i833. Milaiio , (lain. R. Stamperia. 404 IND ICE delle mnterie conteimte in qiiesto tnino LXIX. PARTE I. LETTERATUR\ ED ARTI LIBER \LI. o. 'peie di U. Foscolo pag. 3 Aggiunte e retcificazioni al costume antico e moderno , di G. Ferrario " lo Storia roinana di M. B. G. Niehuhr. i." estratto . . " 17 Edizione delle opere classidie italiane del secolo i8.° — Anicolo I .° Utilica di questa raccolta in generale . » li() Articolo 2,.° Di alcune omissioni piii notabili ia questa raccolta " a65 Storia degli anticid popoli italiaiu, di G. Micali. Estratto » 1 46 Esaine della storia medesiina in relazione ai pri- mordj dell'italico incivilimento, di G. D. Romagnosi. Parte I ./ 2 85 Racconti storici di G. B. Bazzoni. Alcune parole sui romanzi " 1 58 Delia necessita di avviare gli allievi pittori e scultori nello studio della fisiologia , di G. De Filippi . . . <> 166 H Vaticnno descritto ed illustrato da E. Pistolesi . . •> 282 Pitture a fresco del Campo Santo di Pisa, disegnate ed incise da G. Rossi e da P. Lasinio » 819 PARTE II. SCIENZE ED ARTI MECCANICHE. Manuale di economia politica di G. Mill. Articolo 1 " Ordinamento della economica dottrina, di G. D. Ro- magnosi " 28 II Censimento mllanese , di N. Cotta Morandini. i .° Estratto " 4^> 2.° Estratto » 20O 3.° Ed ultimo estratto " 364 Cenni di C. Jannelli sulla natura e necessitLi d lla scienza delle cose e delle storie umane, con aggiunte di G. D. Romagnosi e di G. Michelet ..." 09 I N D 1 C E. 4o5 Deli indole e dei fattori dell' incivilimeiuo , con escmpio del suo risorgimeiito in Italia, di G. D. Romagnosi: i." estratto pag. 1 8 5 Biblioteca agraria. Trattato de' principali quadrupedi doinestici lUili all' agricoltura , di G. Moretti e C. Chioliai ' a 1 4 Lu sterilla delle Missioni intraprese lUii protestanti per la coiLversioiie de' popoli infedeli diinostrata dalle re- lazioni degli stessi interessad nella medesiina, di N. Wiseman "323 Cenni sulla vita e sidle opere di A. Scarpa. Articolo 3.° Opere anatonuche " 341 APPEND ICE. PARTE 1. SCIENZE , LETTEKli ED ARTI STRiMERE. Giornale di una spedizione all' iniboccatura del Niger, dei fratelli Lander " 72 Del (liritto degli Arabi sulla scoperta della carta , della bussola e della polvere da cannone, di M. L. Viardot n 370 Essais de geographic methodique et comparative , par M. A. Denaix " 91 PARTE II. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. Agraria. — Cenni brevissimi sopra i boschi e le selve del Pienionte " 1 1 1 Arti belle. — Pinacoteca del palazzo reale delle scienze e delle arti di Milano , pubblicata da M. Blsi , col testo di R. Gironi " 2 3o Scelta biblioteca dell' ingegnere " 2 36 U maestro di prospettiva pel disegnatore e pel pit- tore ecc. , di A. D. Vergnaud "386 Ani e mestieri. — DcW arte pratica del Carpentiere " 1 1 3 Astronomia. — Theorie du mouvement de la lune , par J. Plana " 38y Chimica. — Gazzetta eclettica di chimica tecnologica, lUecojLomia doniestica e rurale, di G. B. Scnibenini " 2 3S 4c 6 I N D 1 C E. Economia pubblica — Consuierazione sii i niezzi lia restkuire il valore propria a' doni che ha la natura largamente conceduto al regno delle Due Sicilie, di C. Afaa de Rivera pag. 389 Epigrafia. — Delle inscrizioni veneziane, di E. A. Ci- gogna , , ./ gS Filosofia. — Dialoghi di Platone . . , "388 Fisica. — Esperienze risguardanti la icossa della rana , di F. Zantedeschi e F. Mayer " a34 Geografia. — Geografia matematica-fisica-poUtica e storica, in cinquanta lezioni , . " 107 Medicina. — Elementi di fisiologia patologica ecc. , di G. Pozzi >/ 240 Saggio di materia medico e farinacologia veterinaria , dj F. Toggia » 389 Poesia. — La pieta filiale , frammeiuo inedito di V. Monti " a 1 8 Versi e prose di F. Beltrame » 379 Qiiando Elisa contessa di Colloredo si legava per fede di sposa, canzone di Besenglii degli Ughi . » 3 80 L' egoismo immaginario, commedia di G. Barbieri . » 93 Melodrammi di L. Romanelli ''384 Religione. — Utilita della religione cattolica alia vita fisica e sociale dell' uomo , di G. B. Pezzoli . . „ a 3a Storia, Biografia. — Atlante storico, geografico ecc.j di A. Le Sage u Zfj Notizie storiche de' Saraceni siciliani, di C. Martorana » 378 Elogio di Monsignor Gabrio Marin Nuva vcscovo di Brescia, di P. Zambelli >/ aao Memorie intorno alia vita del sacerdote Carlo Stefa- nini di Alzano , di G. Finazzi " ivl Del tremuoto avvenuto nella citta e provincia di S. Remo. Relazione di A. Not a » zzq. Viciggi. — Villeggiature de' Bizantini sul Bosfuro Tra- cio , di L. Ingigi e C. Aznavor » 101 VARIETA\ Agraria. — Osservazioni pratiche sul traspiantamento de' gelsi , di A. Nava » 116 Arti, belle. — Lo spasimo di Sicilia, dal quadro origi- nale di Raffaello : incisione di P. Toschi .... v 389 I N D I C E. 407 MuiiuinenU a Cesare Beccaria ed a Giuseppe Parini. pug. 3y7 Ani e inestieri. — htituto iV arti e mesderi ta/uo pel maschi che per le figUe , eretto a Novara dalla contessa Francesca Bellini " laS Bihliograjia. — Traduzione dei Veda, di Pammohuii Roy » ii^ C hiinica. — Rijiessioni intoriio alle chimiclie affinita » i\>) FLica. — Ossen-azioiii meteorologiclie di genua jo . . » ia8 ■ febbrajo . . » 264 imirzo . . . » ^.08 Mcdicina. — Programnui delVl. R. htituto di scienze, Icttere ed arti in Milano per le iiidagini sulle cause dclle morti rcpentine « 899 MiLsica. — Grainmatica della miisica, di JV. E. Cattaneo » 2,46 JVecrologia. — Ciro Pollini » 12.6 Giuseppe Montani » 127 Lui'^i Arduino n 287 Girolamo Melandri Contessi >/ 260 Raffuello Morglwn 1/402 Numisiiuitica. — Medaglia di Dante u 3 98 Statistica. — Ricerche statistiche suW aumento delta popolazione, di A. Moreaw de Jonnes » 249 Scoria naturale. — Fauna italica, di C. L. Bonapart? » 400 Viaggi. — Notizie intorno ad un nuovo principato eretto nelV India orientale da un Ahniunno . . . » 247 Invito dei fratelli Artaria per la rettifcazione della jVuova Guida d' Italia >/ 2 55 Osservazionl meleorologiche fatte alVI. R. Osservatorio di Brera. 4,5 6,0 1 1,0 956 8,5 5.0 5,5 5,0 6,3 8,5 9.2 10,2 10,0 10,5 10,2 8,5 9:t) 1,5 1,6 -iiZ 4,5 4,5 3,0 4,4 1,5 N O N N O N N N E NE N E 3,0 3,5 4,0 4,0 2^ 5,5 4,5 2,7 2,0 I. ,5 a,o + 5,5 4,7 4,5 5,0 "43" 4,0 4,0 t 4,7 5,3 6,5 Nuv. pioggia Serene. Sereno. Sereno. Sereno. N E N NN E N E N N O Sereno. Nuv. ser. Nuvolo. Nuvolo. Nuv. pioggia. Pioggia. Pioggia. Nuvolo. Nuvolo. Nuv. pioggia. N O N N E N O E SE S N O S O S SE N E NGN N N E Nuvolo. Pioggia. Nuvclo. Nuv. nebb. Nebb. ser. Nuv. ser. Nuv. pioggia. Nuvolo. Sereno. Nuvolo. Pioggia. Nuvolo. Ser. nebb. Sereno. Sereno. Sereno. 5,7 6,7 8,5 10,5 1 1,0 10,3 8,7 7,5 4,0 6,0 5,7 ■ 9,5 •10,0 ■ 9-.5 • 9,5 6,0 3.0 2,7 2,3 4,7 4,5 4,0 5,3 ^'^ 0,0 4,7 6,5 8,0 9'5 10,4 9,3 9,5 8,7 9,5 6,0 6,3 5.0 6,3 7,4 6,7 S S E N E N N E N + 7,0 + 5,6 + 8,0 + 9^5 + 9,5 27 10,2 27 10,2 27 10,0 27 9,0 27 7,5 27 8,5 5,5 8,0 9,4 7'7 7,4 + 5,0 + 8,5 +10,0 +10,7 +1 1,0 +11,4 S S E N N O N O S E S S E S S E S S S E S S E S O SO N E N N E N Nuvolo. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Nuvolo. Nu^'. pioggia. Nuvolo. Nuv. sereno. Pioggia. Nuvolo. Temp, pioggia. Nuvolo. Nuv. pioggia. Pioggia. Nuvolo. Sereno. Sereno. Nuv. pioggia. Sereno. Sev. nuv. Pioggia. NuAolo. N o N Pioggia. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Nuvolo. sso NO N Allezza mass, del minima . media . . bar. poll. 27 lin. 11,2 Altezza mass, del ton • • • • " 27 >i 2.5 minima . . . ....'» 27 '/ 7.05 media . . . . Quanlita della pioggia liuee 64,53. 11,4 1,0 5,81 M^TVAvi^' Iiidice generale delle materie contenute nei toml 65.°, 66.°, 67.° e 60.°, anno 1882 della Bihlioteca ita- liana , Giornale dl letteratara , sclenze ed arti (*). A GRARIA. Agricoluira ( Deir ) neir Impero di Marocco. t. 68 p. 134. ■ ( Stato dell'' ) in Crimea ed al Kamt- scatka » 68 >/ 142 Atti dell' I. R. Accademia del Georgofili di Firenze » G2> » iiS Baclii da seta .... t. 65 p. 262 t. 66 p. 260 e 266 „ 68 ,> i3o e 364 Bestiame : nietodo di allevarlo t. 66 p. 266 ■ Mandiia di vacche svizzere in Toscana » 66 » 260 Bidente ;; 66 v 269 Bigattiere (La scuola del), di I. Lomeni . » 65 v 25a Boschi magnifici in terreno sterile e ingrato , in Toscana » 66 » 260 Calendario georgico della R. Societa agraria di Torino » 66 » 393 Camelina per nutrimento de'bachi da seta. » 68 » i3o Campi modelli in Toscana » 66 i> 261 Capre del Tibet incrociate con quelle -d' Ita- lia, di M. Bonafous >i 66 >> 2)()Z • loro governo onde non pregiudicliino i boschi » 66 » 264 Cavalli : convenienza di sostituirli ai buoi pei lavori in certi terreni t. 66 p. 265 e 269 Cereali : modo di garantirli dalle formiche nei magazzini t. 68 p. 126 Cocomeri ( Poponi e) dell"" Egitto. . t. 66 p. 268 e 270 Codogno cinese t. 66 p. 270 Cokro che non ha rivali " 66 >; 269 Concime animale fatto imputrescibile . . . » 6Z » 126 • di crisalidi di filugelli >; 66 « 394 (*) A maggior comodo de' lettori , i titoli delle materie si souo disuibuiti giusta T ordine alfabetico. Concinil ( Dei ) t. 67 p. Sy^ mescolati con terre vegetabili . . . . » 68 >/ jzj cU urati t. 68 p. 126 e i3o Conversazioni agrarie in Toscana t. 66 p. 262 Economia rurale ( Corso completo di ) . . » 67 » 874 Elefanti adoperati per Tagricoltura neU'isola di Ceylan » 65 » 266 Fave ( Vangatura delle ) n 66 >i 262 Funglii ( Descrizione de' ) mangerecci piu co- muni d' Italia, di G. Vittadini t. 65 p. 891 » 67 » 84 ' Agaricus myorryces , velenoso >/ 67 « 876 Gelsi a prato >/ 66 >/ 269 Gelso (La coltivazione del), di A. Peroni. " 68 >/ 364 Giornale agrario toscano » 66 >/ 269 ——— della Societa agraria di Nuova York, /ed altro di E.. Pepe nel regno di Napoli. » 68 » 129 Gite agrarie fatte in Toscana » 66 » 260 Grano marzuolo ( Coltivazione del ) per ot- tenere paglia da cappelli ,, 66 „ 394 — — — turco ( Coltura del ) in Toscana . . >/ 66 „ 262 Ingrassi. V. Concirai. Innesti ( SugP ) >; 68 » i34 Istruzione agraria ( Istituti d' ) ./ 65 « 38 1 t. 66 p. 261, 262 e 269 '/ 68 » 129 Macchina ammostatrice >/ 66 ^ 268 Mangiatoja portatile per le pecore v 66 ^; 269 Margotto a tacca sii piante di diverso genere >/ 66 " 894 Merini di Spagna incrocicchiati colle pecore di Toscana »; 68 v 126 Montone del Dongola >; 66 » 264 Nerium Oleander innestato » 66 » 894 Notizie agrarie di Figline t. 66 p. 268 e 270 Osservazioni econoraico-agrarie relatiA^e al- ritalia superiore t. 68 p. i3o Patate ( Varieta' di ) per sostentamento del bestiame t. 66 p. 260 e 269 Piccioni ( I ) in Toscana dovrebbersi tenere cliiusi per alcuni mesi nei quali trovan- dosi vaganti si potrebbero iiccidere ... t. 66 p. 265 Podere cattivo (Un) e meglio clie una buona pigione >i 66 » 270 Pomis (De), di Gargilit* Marziale ,....» 65 v 171 Poponi e cocomeri deU'Egitto ... t. 66 p. 368 Praterie in Toscana »/ 66 >/ 260 Razze lanlgere in Ger mania t. 68 Terreni paludosi: metodo seraplice per asciu- garli ,; 66 • ( Trattato complete dei mezzi di mi- gliorare i ) >/ 67 • resi fruttiferi nel Bergamasco da P. A. Spini »/ 68 Urati (Degli) per ingrasso t. 68 p. ia6 Uve attaccate dalla cuscuta t. 66 Vino: modo di liberarlo daU'odore di bot- te, ecc n 66 —— (Macchina ammostatrice per il). . . >/ 66 • toscano mandato oltremare . t. 66 p. 262 Viti (Sulla coltivazione delle) t- 66 AlMANACCHI. V. POLIGRAFIA. Anatomia. v. Medicina. Archeologia. v. Arti belle. Architettura. v. Arti belle. Arti belle, Archeologia, Numismatica. Accademia I. R. di belle arti in Milano. -^— " ■ in Venezia R. di belle arti in Torino di lielle arti in Ravenna . Achille e Patroclo su di una cylex . . . Altare ornato a tvitta eleganza : premio di disegno aggiudicato a G. Dottesio . . . . » Ambrogio ( S. ) , statua colossale di P. Mar- chesi t. 65 p. 126 » Angelo ( L' ) della Speranza : tavola di Leo- nardo da Vinci » Antichita messicane t. 66 p. 129 " scoperte ad Autun " Area di S. Agostino ncUa cattedrale di Pavia » Archeologica ( Annali dell' Istituto di corri- spondenza) » 67 Architettura civile ( Raccolta dei Classici ita- liani di ) da Leon Battista Alberti fino al secolo i(j.° / 67 e 270 e 261 p. i33 >, 268 » 374 217 i3o 369 268 268 370 263 68 >» 71 66 66 J/ 340 24a 66 66 414 388 67 ti 3oo 68 » 73 67 ft 386 68 » 385 68 65 66 68 >> » II 394 401 384 85 11 298 369 4 Archltettura ( Dell' ) antica descrltta ecc. , da L. Canina t. 68 p. 32i (Deir), libri X di M. Vitruvio Pol- lione tradotti e comentati da B. Galianl. » 68 » 829 ( Gli ordini d' ) di M. J. Barozzi da Vignola , con aggiunte » GS » 282 — — ( Principj di ) civile di F. Milizia , con note di G. Antolini » 67 v 869 (Deir) policroma o a piu colori presso i Greci ,; 6j » 3oo Arco dell'a Pace (Lavori all') in Milano . » 67 » 3 » 68 » 216 Atlante (Idee cosmografiche che si attaccano al nome di) >> Gj >i 299 Avanzi di Cefalii in Sicilia » Gj '> 807 Bassorilievo del Museo di Mantova , descritto da A. Mainardi >, G2, » 228 Calcografia ( Memorie spettanti alia storia della), di L. Cicognara t. 65 p. 233 e 290 » G6 » 3 Cammini (Dei) e del loro mode di costruzione » 65 » 261 Candelliere ricco , a due lumi , disegno di L. Baj » 68 " 73 Cattedrale di Pavia (Lettera intorno alia), del M. Malaspina di Sannazai-o » 66 >/ 884 Cenni su gli avanzi dell' antica Solunto , di D. Le Fase Pietrasanta " 65 »< 221 Collezione di mobiglie , arredi sacri , uten- sili , tajipezzerie , ecc. , di A. Gomez . . » 6j » 1 1 o Color rosso (Dell'uso del) nella pittura . » 67 » 253 Combattimento di Romani e barbari su di un sarcofago » Gj » 807 Demwetion, antica moneta siciliana . . . . » Gj » 299 Descrizione della Grecia, di Pausania: tra- duzione di S. Ciampi „ G8 » iS8 Diana Eginea , medaglione „ Gj » 299 Dipinti nuovamente scojierti , d' invenzione di Giulio Romano „ G8 » 2.36 Discorsi letti per la distribuzione de' premj nelle Accademie di belle arti di Milano , di Venezia, di Firenze e di Ravenna . . . » GS » 71 t. 66 p. 240, 242 e 388 Disegni di G. B. De Gubernatis t. 66 p. 42 a DIsegno ( Nota sull' insegnamento delle arti del ), di C. Mailer t. 66 p. 279 di G. Dottesio >/ 68 » 78 di A. Pisoni » 68 » 72 metodo d" insegaarlo agli iiomini del- r infima classe » 68 » 128 per la fabbrica dell' Ateneo da erigersi in Forli „ 66 » 3gi Distruzione di una potente famiglia die ebbe signoria nella Marca Trevigiana ; gran quadro » 66 )> 297 Divinita cosmiche >; 67 » 3oo Dizionario compendioso di antichita sacre e profane, di G. J. Moncbablon >; 65 « ai8 compendioso di antichita mitologiche , di Declaustre .- >/ 65 >/ 220 Ecate ed Eros portati da grifoni: figulina tro- vata in Egina >i 6'j » 299 Edificj e strade della Pompejana >; 67 " 298 Esposizione degli oggetti di belle arti nel- r I. R. Palazzo di Br era in IMilano . . . »; 67 " 386 „ 68 » 353 in Torino » 66 v 414 in Ravenna >i 66 » 388 EuTnenidum ( De) statuis otticis » 67 » 299 Fabbriche ( Le ) principali di Pisa , ed al- cune vedute della stessacitta, di R. Grassi » 68 » 10 — ■ — (Raccolta delle migliori ) ed ornament! della citta di Genova, di G. Berlendis . >i 6j » 123 FiMncesca da Rimini : premio d' incisione aggiudicato a G. Cozzi >> 68 » 7 3 Genio (Della potenza del) nelle belle arti, di M. Missirini ,> 66 » 24a Glorie delle belle arti . . t " 6S » 253 Immagini ( Le) e i ritratti, dei due Filostrati » 68 » i5o Incisione : INIemorie spettanti alia storia della calcograiia , di L. Cicognai'a ... t. 65 p. 233 e 290 t. 66 p. 3 Incisioni di T. Ragglo e di G. Cozzi . . . •» 68 v 7a Isciizioni. V. EPIGRAFIA. Itinerario romano ( Frammento dell" ) sco- perto ad Autun >» 65 v 401 6 Lazzaroni dl NapoII ( SIngolare attltudlne del , ragazzi) per le arti del disegno t. 66 p. 279 Litografia » 66 » i3 Vassalli ./ 68 >; 218 Litografie colorite da G. LazzarettI >; 68 >/ 218 Lode ( Delia ) e del biasimo nelle lettere e nelle arti »< 67 » 162 Manuel pittoresque des etrangers a Milan . . » 68 » 827 Mausoleo (Del) di Dante Alighieri in S. Cro- ce, di M. Missirini >» 66 » 235 Medaglie ( Sulle antiche ) greche in gran parte inedite e molto rare » 67 <» 3oo Metodo nuovo di ricavare I bassorilievi di ornamento e di figura , simili afFatto agli originali e senza bavatura, di S. Minesso. » 66 » 396 ti 68 >/ 318 Miniature di Marianna Angeli, di Teresa Spreafico e di Cleofe Silvestri » 67 » 419 Moneta dei Sindi trovata in Russia . . . . >; 65 »> a6i Monete antiche imperiali , da Arcadio sino ad Atanasio, rinvenute a Zinasco presso Pavia » 65 » i25 ( Illustrazione di una serie di ) dei ve- scovi di Trieste, di G. D. O. Fontana . » 6-j » 109 Monumenti (Dei) descritti dai poeti : loro influenza nell' illustrare i monoinenti del- Tarte „ 6^ » 399 — — (Dei) inediti di antichita figurata gre- ca, etrusca e roniana » 67 >; 299 di Atene ( Stato odierno de' ) . . . . >i 68 »> 362 (I) dell'Egitto e della Nviliia, di I. Ro- sellini t. 68 p. ii3 e 222 rinvenuti ti-a le ruine di Locri in Ca- labria t. 67 p. 298 varj di pittura e scultiu'a antica. . . » 67 » 3oo Montunento a Giovanni Guttemberg . . . . » 67 >/ 2 53 ■ a Vincenzo Monti » 67 >» 11 ]\Iura ciclopee in Atina e in Terracina . . >; 67 » 3oj Muri ( Ricerca della grossezza delle fonda- menta dei) a speroni o contrafForti . . . » 6j » i3i Musaici quattro scoperti a Pompeja . . . . » 66 >» 375 Museo francese e Museo Napoleone illustrati da E. Q. Visconti » 65 » 3o6 Museo(Il) Worslejano, dl E. Q. ViscontI . t. 68 p. 33 1 Musica. V. MusiCA Nascita (La) di Venere, gruppo in bronzo. » 6'j » 3oo Nielli ( Sui ) , Memorie di L. Cicognara . . » 65 » 290 Notizie recentissime intorno a Palenque nel Messico 'I 68 V 394 Numo ( De ) sardiano » 67 >/ 299 Oggetti d'antichita (Relazione degli) sco- perti presso Piacenza dal cav. Gortesi . » 65 »> 362 Opere di G. G. Winckelraana n 6j » 27 • ■ di D. Sestini »; 68 »* 396 di G. B. Zannoni » 68 » 400 varie italiane e francesi di E. Q. Vi- sconti , raccolte e pubblicate per cura di G. Labus „ 65 » 3oi Ornamenti antichi ( CoUezione de' migliori ) sparsi in Venezia » 68 " 339 Palici ( I ) o gemelli sicilianL risuscitati se- condo la favola » 6j » 3oo Panellenium ( Sul ) in Egina » 6'j » 3oo Partenone ( Del ) » 67 » 3oo Peinture ( Essai Tiistorique et descripdf sur la ) sur verre , par E. Q. Langlois ,> 67 >^ 335 Peintures de Polygnote a Delphes par F. et J. Riepenliausen » 68 »/ 33a Piazza ( La ) di S. Marco in Venezia, di A. Quadri » SG >> z^^ Pietro ( San ) cbe sgrida Anania : premio di pittura aggiudicato a P. Sala )/ 68 >> 72 Pitture di G. B. Dell'Acqua »> 67 » 419 di F. D'Adda » 67 » 41 3 di C. Arienti ./ 67 »/ 4o5 ■ ' ■ di P. Ayres »> 66 » 418 di M. d-Azeglio ,/ 67 » 4i3 — — in ismalto di Bagatti Valsecclil . . . » 67 » 419 ,/ 68 »/ 217 — — di F. Barrera » 66 .* 421 di L. Basiletti » 67 » 416 di R. Belgiojoso » 67 »* 417 dl G. Belosio t. 67 p. 408 e 4i3 di C. Benevello t. 66 p. 420 — — di B. De Bernardis » 67 >/ 417 8 Pitture di G. B. Blscarra t. 66 — — di G. Bisi » 6j di M. Bisi „ 6j di G. Bison » 67 di F. di Breme » 66 di P. Brioschi >/ 67 di G. BrtUofF „ 6j di L. Butti ./ 67 di P. Calvi ,; 67 di G. Canella ,1 67 di F. Cavalleri ...» 66 — — a buon fresco da eseguirsi nella cupola di S. Sebastiano in Milano da A. Comerio. » 66 M. Cusa „ 66 G. DarifF t. 67 p. 408 G. Diotti t. 67 G. Fabbri » 67 Gallo Gallina . . . >; 67 R. Garavaglia » 67 M. Gozzi /> 67 F. Hayez ^; 67 F. James » 6y E. Liberati » 67 L. Lipparini » 6j P. Luccliini "67 L. Macchi >; 67 M. Maestrani »/ 67 I. Manzoni » 6j Ottavia Masino di Morabello ...» 66 F. Mensi » 66 F. Migliara >; 66 Teodolinda Migliara » 66 A. Miglio „ 66 Bianca Milesi Mojon » 66 G. Molteni t. 67 p. 408 Maria Morand t. 67 P. Mosca f, 66 A. Mossotti ,1 66 S, Nappi t. 67 p. 40a P. Narducci • . t. 67 p. 404 T. Orsi t. 67 delle sorelle Pasuoncelli » 67 d d: d d ■ d d d d d di d d d d di d d p. 420 » 41 5 » 41a » 418 " 419 » 408 » 41 1 " 419 „ 418 » 414 „ 418 „ 1 33 » 421 e 4i3 p. 398 » 408 » 41a » 416 )/ 416 » 395 ,> 418 „ 408 » 401 » 413 " 419 „ 417 II 408 » 421 I, 418 >i 420 II 420 II 42a II 421 e 409 p. 419 II 42a II 422 e 41a e 41a p. 418 II 408 9 Pitture dl L. Pedrazzi , ... t. 67 p. 4o5 di C. Poggi t. 67 p. 406 e 41a di L. Riccardi t. 67 p. 417 di P. Righini „ 66 » 417 di L. Sacchi v 67 >/ 408 di P. Sala „ 68 V 7a di F. Sciiiavoni ,; 67 >/ 408 di N. Sciiiavoni „ Gj >, 404 di E. Scnri t. 67 p. 408 e 4i3 di G. Serangeli t. 66 p. 431 di G. Servi t. 67 p. 408 e 413 di F. Storello t. 66 p. 418 di L. Villeneuve >; 67 »> 417 di T. Viola >, 67 >; 418 di G. Wetzel „ 67 >; 418 di R. Zapparelli d' Azeglio » 66 >< 41c) tarqiiiniensi scoperte piesso Corneto . » 67 » 3oj Pompeja ( Scavi di ) „ 66 » 278 Pregi ( I ) d' ogni lavoro d' arte sogliono ve- iiir meno senza il generate accordo . . . >i 66 <; 341 Premj ( Distribuzione de' ) delP I. R. Acca- demia di iDelle arti in Milano >i 68 >i 71 in Venezia » 66 n 240 in Firenze >> 66 >> 242 ' deir Aecademia di Ravenna n 66 » 388 Priamidi ( La fine delle ) su di nn vase etrusco » 6j » 307 Ratto (II) del Palladio su di un vaso fittile » 67 » 299 Ritratto ( Del ) di Beatrice Portinari e di Dante, di M. Missirini » 66 » 235 Ruine della citta di Petra nelPIduraea . . » 68 » 263 di Persepoli >i 65 x "ic^j SalTo nella casa di Eutichio: premio di sciil- tura aggiudicato a G. Manfredini , ed al- tro a G. Croff » 68 » 7a Sculture di L. Accjuisti t. 67 p. 4 e 5 di G. Benzoni t. 67 p. 3(j2 di B. Cacciatori » 6-j » 6 • di C. Canigia >i 66 >; 420 ■ in argento , a cesello, di D. Cesari . >» 67 v 3(;3 di G. B. ComoUi >» 67 ;» 9 di C. Croir t. 67 p. oijj " 68 n 72 lO Scultnre di A- Galll t. 67 : di A. Labus t. 67 p. 9 di P. Marches! t. 67 p. 8 , 9 — ■ — di N. Marchetti t. 67 di C. Monti t. 67 p. 7 , 9 di Gaetano Monti di Ravenna .... t. 67 di Gaetano Monti milanese » 67 di V. Nesti » 67 di C. Paccetti » 67 di G. Pandiani » 67 di G. B. Perabo >; 67 di A. Pizzi » 67 di Grazioso e Girolamo Rusca. t. 67 p. 7 di F. Somajni t. 67 del Partenone e deirAcropoli in Atene >» 65 Siderografia , ossia Parte d'incidere in ferro od in acciajo >> 66 Spedale per una popolosa citta : premio di ardiitettnra aggiudicato ad A. Pisoni . . » 68 Stampe antiche classicbe ( Cenni sulle ) da Maso Finlguerra a Federico Baroccio , di Neu-Mayr » 67 Statua colossale ( Disegno della ) al re Carlo Emannele III : scultura di P. Marchesi . » 66 Statue ( Le ) vogliono essere ignude o con eroico ideale vestimento »/ 65 cavalli , ecc. , fnsi in bronzo nella fon- deria del fratelli Manfredinl. t. 67 p. 10 >; 68 ( Le ) di Callistrato » 68 Statuetta di Ercole in bronzo » 6j Storia ( Suir uso da farsi della ) nelle lettere e nelle arti .... t. 66 p. 289 t. 67 p. iSs ■ deir arte col mezzo dei monumenti , di Serovix d'Aglnconrt t. 67 Strade a ruotaje >/ 67 Teatro antico di Lillebonne " 67 Teatrale (Arte). F. MusiCA. Tempio ( Del ) di Empedocle » 67 ( Snl ) di Minerva » 67 Topografia ( Sulla ) dei contorni di Tarquinj e Vulci nelPantica Etritria "67 Tritonide in bronzo " 67 393 393 386 392 394 5 8 391 6 393 7 7 393 5 3o3 i3 71 244 277 3oa 216 i5i 298 291 3i 37a 298 3oo 3oo 298 299 1 1 Vasi ( De' ) chiamatl etrusclii recentemente scoperti presso 1' antlca Vulcia t. 67 p. 3oo (De') panatenaici >» 67 » 209 . fittili (Storla dei ) , di C. Fea . . . . » 68 ,; 335 scoperti in Eboli » (y-j » Zcj Vaso fittile antico illustrato da D. Le Fase Pietrasanta »; 65 >; aai Vedute colorite di Praga i 68 >/ 220 Blonde dei fratelli Rosselet » 68 » 219 e merletti (Arte di rassettare), di Giu- seppa Gasparoli » 68 » 219 Canm^ini ( Dei ) , del loro modo di costru- zione in difFerenti epoche e presso diverse nazioni »/ 65 " 261 Cappelli de' piu fini di paglia , emvtli di quelli di Toscana , fatti a Milano con prodotti del suolo Lombardo, di D. Magni . . . >; 68 v 217 Carbonajo (SuH'arte del) >» 66 »> 267 Carta ad uso di quella die fabbricasi nella Cina )/ 66 >/ 137 Carte rasate , di G. B. Bussi » 68 " 219 Cavalli fusi in bronzo per I'Arco della pace dai fratelli Manfredini ... t. 67 p. 10 v 68 » 2 16 Denti artificiali di C. Rigamonti v 68 »> 220 Esposizione di oggetti d" industria fattasi in Milano >/ 68 »» 214 in Venezia .» 68 >» 36o in Torino t. 66 p. 414 " 68 »/ 221 in Ravenna » 66 » 391 Fili di metallo ( Snlla costruzione dei) . . » 6j' » i32 Fonderia per lavori in bronzo dei fratelli Manfredini t. 67 p. ic >< 68 >» 316 12 Gesso: del calore occorrente per cuocerlo. t. 66 p. 268 Indnstria mauifattm-iera : siilla convenienza d' incoraggiarla » 6S » 129 Istrumenti. V. IMacchine. Lanterna per le miniere dl carbon fossile, di G. Libri >/ 68 >/ 126 Latte ( Parte buttirosa del ) adereute ai feltri con cui s' iiiviluppano i forniaggi , resa atta a servire di lume ,1 b6 » 895 Lavoi-i in ferro , in acciajo ed in madre- perla, di B. Sjieluzzi >; 68 ;; 220 minuti di smalto , di G. Bertini . . . »/ 68 >/ 217 Litogr/afia „ GG » i3 Vassalli ,. 68 v 218 Maccliina a vapore per un filatojo con molte utili modilicazioni , di B. Avesani ....>/ 68 » 217 Maccliine a vapore adatte alle manifatture ed all" economia domestica ; 874 Meccanismo per salire e discendere con si- curezza lungo una corda , di P. Sieber . » 68 » 220 Metodo meccanico di riscaldare uno spazio rincbiuso, di G. Arzberger » 67 v 128 Mobili inverniciati da G. Cattaneo >i 68 )/ 219 Muri ( Ricerca della grossezza delle fonda- menta dei ) a speroni o contraiForti . . . v 67 » i3i Nielli ,; 65 » 290 Olio ( Cbiaritura dell') col cotone v 66 » 267 da' vinaccioli dell' uva ■" 66 >/ 398 Ordegno del Laforest : niaccbina per sgom- brare di parencbima e di glutlne gli steli delle piante tigliose „ 6% » I25 Porcellane di Dortu , Richard e C. in Torino » 66 „ 416 Prenij ( Solenne distribuzione dei ) d'agricol- tura e d' industria fattasi in Milano nel • io32, con discorso di P. Configliachi . >i 68 '> 214 15 Premj ( Solonno Jlstrilmzlone de") d' Intln- stria , ecc. fattasi in Torino t. 68 p. 221 fattasi in Ravenna » 66 » 3()2 in Venezia >> 68 » 3 60 Privilegi pei- invenzioni e scoperte nella monarchia Austriaca nel i83o e i83i . » 6j » i32 Ricamo : c{iiadro di Briseide Poosch nata Manna » 68 » 219 Sapone gelatinoso ed aromatico, di F. Cam- piotti >> 68 » 220 Segatura del legno ridotta in fonnelle col mezzo deir argilla ad uso di combustibile. » 66 » 394 Seta (Trattura della ) in Toscana . t. 66 p. 260 e 267 • tinta in nero t. 66 p. 267 Siderografia , ossia P arte d' incldere in ferro od in acciajo » 66 » i3 StofFe di seta e di lana di E. Borioli . . . >/ 68 >/ 217 stainpate di F. Scotti » 68 v 218 Studio delle scienze ( Discorso intorno alio ) applicate all' indnstria , di G. A. Majocclii. >> 65 » 374 Termoscopio elettrico fabbricato da E. Bal- drighi » 68 « ai8 Tipografia, di G. Amati » 65 » 17S in Saluzzo , di C. Gazzera >i 68 » 29 Tipografica maccliina inglese " 66 >> 416 Tralicci inverniciati , di G. Galli )< 68 i/ 218 Tubi tessuti per condotti idraulici , di B. Airaglii ,; 68 >; 219 Vasi di terra cotta dipinti da L. Sordelli . " 68 >i 219 Ventilatori artificiali .; 68 » 128 Vernici a doratura , di G. ed A. Pandiani. » 68 » 219 Vetraria (DeU'arte) " 68 '* 36 1 Vite ( Metodo di costruire una ) uguale ad un' altra data » 67 j> i3i Arti militari. Ricercbe intorno 11 servlglo dello Stato mag- giore generale e il governamento degli eserciti, di G. "Werklein " 65 <> 259 ASTRONOWIA. Aurora boreale ( Relazione dell* ) veduta in ■ Italia nelPagosto i83i, di C. Fea . ..." 65 » 117 boreale (Pretesa) in Egitto v 65 /^ 99 H Cometa nuova t. 67 p. 184 teloscopica ( Premio alio scoprltore di ogni nuova ) » 65 >» 270 Comete ( Cenni storici e teoretici sulle ) , e particolarmente su quelle dell' anno i83a. >, 66 >i 78 — — ( Breve notizia delle due ) dell' anno i832 , di L. Del Re ,; 66 -; jZ ( Sopra la riappainzione delle due ) dell'anno 1882, di Olbers >» 66 >* 78 ( Delle ) in generale ed in particolare della cometa che deve ricomparire nel i83a, di Arago >, 66 » 78 Lune ( Theorie da mouvement de la ) par J. Plana ,/ 68 » 266 Opere di A. Cesaris >/ 65 »; 409 di A. De Humboldt >i 66 » 208 Stelle doppie » 67 >/ 184 Universo (Sulla costituzione dell'), di A. Tadini » 65 »/ 75 Zodiaci ( I due ) di Dendera sono del primo o secondo secolo dell' era volgai'e . . . . t> 65 >/ 3oi Atti Accademici. 1 Accademia I. R. di belle arti in Milano. . >; 68 »/ 71 in Venezia . )> 66 » 240 ■ in Firenze . » 66 » 242 ' R. di belle arti in Torino. . . » 66 » 4^4 di belle arti in Ravenna .... v 66 v 388 I. R. dei Georgofili di Firenze. » 68 » i25 Ateneo di Brescia >, 6Z » 116 Istituto I. R. di scienze , lettere ed arti in Milano ed in Venezia t. 68 p. 214 e 36o politecnico di Vienna t. 67 p. 128 Societa agraria , reale , di Torino » 66 » 398 agraria di Nuova York »» 68 » 129 BiBLIOGRAFIA. Arte tipografica ( Intorno all' origine ed al progresso dell') in Saluzzo, di C. Gazzera >i 68 » 29 Biblioteche nelle regioni polari » 66 " 427 Edizioni ( Serie delle antiche ) dall' introdu- zione deUa stampa fino a tutto il secolo 15.°, di G. Amati » 6h » 189 Falli (Di alcuni) di stampa in edizioni ripu- tatissime , di M. Colombo n 66 » 406 i5 Fiera di libri a Lipsia nel i83i t. 65 p. 4o3 Panteone degli eroi inglesi » 66 » 426 Scritti (Serie degli) iinpressi ia dialetto ve- neziano compilata da B. Gamba « 66 »/ 38i BlOGRAFIA. V. SrORIA. BOTANICA. V. StORIA NATURALE. Canali. v. Idraulica. Chimica. v. Fisica. Chirurgia. v. Medicina. Classigi. Ai'chitettura ( Deir ), libri X di M. Vitruvio Pollione, tradotti e coinentati da B. Galiani » 68 " 829 Classici latini, coUezione di G. Pomba . . »< 68 »» 82 Classicorum auctoniiii e iuticanis codicibm edi- toruin torn. Ill et IV; curante A. Majo . » 65 " 168 CoUezione delle opere classiche italiane del secolo 1 8.° n 66 I) 2 33 Epistolce M. T.Ciceronis: curante F.Bentwoglio ') 65 »» i55 Favole nuove attriljuite a Fedro >/ 65 >/ 169 Fenomeni (I) o le apparenze celesti d'Arato Solitano, in endecasillabi di U. Lanipredi )/ 66 »/ 366 Georgica ( La ) di Yirgilio tradotta in terza rima da L. Biondi t. 66 p. 233 » 67 » 35o Gerusalennne (La) lil)erata di T. Tasso . » 68 >/ 281 Guerre ( Le ) Catilinaria e Giugurtina di C. Crispo Salustio, volgarizzate da M. Leoni » 65 i> 210 Historia iiaturulis Caii Plinii secundi . . . . x 68 »/ 82 Istorie (Delle) liorentine, di N. Machiavelli >/ 67 >i 229 Lettere ( Le ) di Cajo Plinio Cecilio secondo recate in italiano da G. Bandini , con il- liistrazioni e il testo latino » 67 >/ 228 Mitograli latini nuovi, inediti : Igino , Lat- tanzio Planciade e Leonzio ... t. 65 p. 168 e 169 Odi (Alcune) di Orazio tradotte in veneziano da P. Bnssolin t. 66 p. 38i Opera M. T. CiceroiUs »; 68 »> 82 ■ P. Virgilii Mironis j/ 68 v 82 Poenii di Esiodo Ascreo recati in italiano. n 65 » io3 Raccolta dei classici italiani di arcliitettara civile >i 6j » 369 • di operette lilosoliclie e filologiche . . >< 66 » 2 33 di poesie liriche »» 66 v 2 33 i6 Rogo ( II ) amoroso dl T. Tasso t. 68 p. 242 Storici greci ( Collana degli antichi ) volga- rizzati » 68 >/ 145 COMMEDIE. V. POESIA. COMMERCIO. V. ECONOMIA PUBELICA. CosTUMi. V. Storia. Critica. Delia lode e del blasimo nelle lettere e nelle arti >/ 67 »» i6a DrAMMATIGA. V. POESIA. ECONOMIA DOMESTICA. Bevanda place vole preparata colla gramigna » 66 » 268 Cammini (Dei), del lore modo di costruzione ill differenti epoche e presso diverse na- zioni V 65 " 261 Cucina econoniica portatile » GZ » 128 Esposizione di commestibili fattasi in Torino » 66 » ^iG Funglii ( Descrizione de' ) mangerecci piu comuni d* Italia , di C. Vittadini ....>; 65 >; 391 II 67 II 84 Agaricus myorryces , velenoso » 67 » 876 Gelatina tratta dalle ossa » 65 >; 402 EcoNOMiA ruBELicA, Statistica, Commercio. Ajiplicazione ( Dell' ) dell" economia politica alia giurisprudenza j; 68 " l32 Arti ( Sulle ) e snl commercio clie piu con- vengono all' Italia " 65 »' 874 Assicui'azione ( Compagnie di) contro gl' In- cendj e la grandine » 68 » 126 Assicurazioni ( Trattato delle) terrestri e del- I'assicurazione sullavlta dell'uomo, di Griia e Joliat II 67 " 3o8 Battelli a vapore ( Rapidita e vantaggi dei ). » 65 i> 403 Beni campestri ; ai proprietarj che non vi possono attendere personalmente conviene venderli » 68 » 127 Bilancia politica del Globo , di A. Balhi . " 68 >i 3 16 Canibista (II), di L. Bariola „ 66 » 396 Cassa di risparniio in Firenze )> 06 » 268 Catasto ( Raccolta metodica delle leggi ecc. concernenti il ) della Francia ,; 67 » I23 Censimento (II) milanese, di N. Cotta Mo- randini » 66 i> 269 17 Come si dehba assoclare lo stndlo dell" eco- nomia politica coii quello della giurispru- denza, di G. D. Romagnosi t. 65 p. 341 Diritto coininerciale, di E. Cesarini .... j* 68 >> 848 Fiera di liln-i a Lipsia nel i83i »/ 65 »* 4o3 Guide diplonuajque, par C. De Martens . . »/ 66 »/ 354 Inqaisitori ( Degli ) da spedirsi nella Dalina- zia , discorso di M. Foscarini »> 68 »/ 296 Liberia (Della) del commercio >/ 68 »» 1^5 • (Della) industriale t. 68 p. 129 e l3a Mare Atlantico, e mare Pacifico: progetto di congiungerli col mezzo di canali, e vantaggi che ne verreljliero, di A. De Humboldt t. 67 p. lox Monete, misure e pesi della Dalmazia . . . /* 67 »/ i3a Piccloni (I) in Toscana dovrebbersi tener chiusi per alcuni mesi , nei / 12I Politica (Della) e delle lettere, di G. Mamio » 68 » 3 10 Popolazione dell" America >; 67 " 97 — — degli Stati Uniti d' America >; 65 »/ 4°4- ■ ' della gi-an Bretagna >i 68 » 260 delle Antille » 67 »/ 204 Portofranco (Sul) di Veiiezia , di C. G. Czoernig »/ 66 »# 108 Prezzi correnti delle derrate in Toscana t. 66 p. a68 e 270 Reati ( De' ) che nocciono air industria ecc. di L. Bianchini t. 67 p. 5o Saggio politico sulIa Nnova Spagna ecc, di A. De Huml)oldt ., 66 » 208 suir armonia sociale, di G. Memo. . » 67 »/ 374 Sansimonismo (Del) »; 67 » 5o Scritte (Sulle) e disdette coloniche ....>; 66 »/ a68 Statistica ( Storia della), e Prospetto statistico delle provincie Venete , di A. Quadri . . >t 66 » 244 . deirisola d' Elba „ 68 » 128 del littorale del Mar Nero ,; 68 " 319 Statistiche (Salle), ed altri opnscoli di eco- nomia politica, di G. Tamassiva » 65 » 384 Suicidj (De) n 6'j » i33 Yino toscano maudato oltremarc . . t. 66 p. 262 e 270 i8 Educazione, Istruzione. Biblioteche nelle regioni polai-i t. 66 p. 427 Letture (Prime) pei fanciulli cli tre in (juat- tro anni , di Bianca Milesi Mojon . . . . » 65 » 116 Miscellanea pei fanciulli. . . t. 65 p. a33 » 66 » 12a Nozioni fisiche eleraentari per esercizio di lettura » 68 » 809 Saggio sopra il piii conveniente sistema di femminile educazione, di G. Bellomo . . >/ 68 » 3o5 Scienza (La) insegnata col mezzo de'giuochi >> 67 » 247 Vittorino da Feltre (Intoruo a), di G. Raclieli » 68 »» 3o6 Eloquenza. Anibus (De) ac disciplinis liberalium litterarum, Cassiodori >/ 65 »* 171 Discorsi letti per la solenne distribuzione de'premj di belle arti in Miiano ed in Venezia t. 68 p. 71 »» 66 >» 240 ■ ■ in Firenze n 66 » 242 ' in Ravenna »/ 66 ;» 388 ■ ■ ' per la solenne distribuzione de'premj di agricoltura e d'industria in Miiano ed in Venezia t. 68 p. 214 e 36o Elocuzione (DeU'), di P. Costa t. 66 p. 1 63 Eloquenza ( Saggio sulla storia della ), di A. Meneghelli « 66 » 21 Hereditate (De) Cleonymi : orazione d' Iseo »* 65 >» 178 Immunitate {De), orazione di Aristide contro Demostcne >/ 65 »* 178 Inquisitori (Degl") da spedirsi nella Dalmazia, discorso di M. Foscarini »* 68 »> 296 ,'•'. Orazione di Temistio iilosofo a giustificazione della sua magistratura »/ 65 » 178 Orazioni di Simmaco m 68 >; 9 PoUtica (Della) e delle lettere di G. Manno » 68 » 3 10 Ragionamento di T. Accio sulle arti liberali e suUe scienze >» 66 >/ i63 Kettorica (La) di Giulio Vittore // 68 >/ 9 Ehetoricce (De) cognatione , et de locorum rhe- toricorum distinctione , opuscoli due di Se- verino Boezio i> 65 » 171 Supplica alio stratego per evitare alcune A'io- lenze che il ricorrente soiFriva da' suoi nemicl: papiro del tempo de" Tolomei . >> 65 » 174 19 Vittorino ( Di ) da Feltre , discorso di G. Racheli t. 68 p. 3o6 Epigrafia. Jnscriptiones , carmina etc. R. Tonanii . . . ». 68 » 3o3 Iscrizione ebraica del titolo della Croce . . >i 66 >i 47 ' lapidaria del secolo 8° in Pavia , illu- strata da D. Sacchi »> 68 >» aaS Iscrizioni greche e latine t. 65 p. 804 e 3o5 » 67 » 304 — — italiane di F. Malvica » Gi » 304 • latine in onore del defunto Carlo Ca- pelli medico piemontese » 65 »» ii5 relative alia gente Bellicia >/ 67 »/ 3oo Errata-Corrige t. 65 p. 127 e 371 t. 66 p. 287 t. 67 p. 279 t. 68 p. 143 , 279 e 400 Farmacia. V. Medicina. FAVOLE. V. POESIA. FiLOLOGIA. Amore (Dell') di Dante Alighierl, e del ri- tratto di Beatrice Portinari , di M. Missirini t. 66 p. a35 Apollo ( Di ) e Tizio , e della pena del se- condo giiista la mitologia e i monumenti » 67 » 3oo Appendice e correzioni al Vocabolario della Criisca e ad ogni altro lessico italiano . >* 66 »» 112 Dizionario compendioso di anticliita sacre e profane, di G. J. Monchablon >; 65 ;> ai8 ■ compendioso di anticliita mitologiche , di Declaustre » 6S » 2 20 ■ di marina, di G. Tonello 'i 63 » 357 etimologico latino di Placido gram- matico » 6S » 171 — — (Nuovo) dci sinonlmi della lingua ita- liana, di N. Tommaseo » 68 >» 282 ■ turco , arabo , persiano , italiano , di A. Ciad-yTgy >; 67 »/ 107 Genigrafia italiana, o niiovo metodo di scri- Vere quest' idioma affinche riesca identica- mente leggibile in tutti gli alu'i del mondo, di G. G. Mau-aja » 6j n 352 Gramatica de la lengua Caribe ;; 66 ^/ 214 Grammatica e dizionario tibetano-inglese di A. Csoma « 65 >» 267 Grammaticlie di M. Pouza .; 66 •< 38o 20 Indice Italiano-veneto del Dizionario vene- ziano di G. Boerio t. 66 p. 384 Langues [Melanges sur les), dialectes et pa- tois ecc, precedes d'un Essai sur la geogra- phie de la langue francaise " 65 " 2o3 Lingua (Sulla) dei Berberi » 68 » 383 — — italiana ( Origine della), di O. Mazzoni Toselli „ 68 1/ 304 Lira (Della invenzione, della disputa e dono della ) tra Mercurio ed Apollo ; e della disputa tra Ercole ed Apollo e sul rapi- mento del tripode » 67 >/ 299 Opere di C. Luccliesini »; 68 >; 269 varie italiane e francesi di E. Q. Vi- sconti „ 65 >/ 3oi Opuscoli di M. Colombo n 67 » 229 Ortografia di Minuziano »» 68 >; 9 Raccolta di operette filosofiche e filologiche » 66 >i 233 Ricercheiilologiche sulla mitologia e sulle ai-ti » 67 » 299 Spiegazione dei caratteri scritti sulla cami- cia talisman! ca di Kara-Mustafa, di G. De Hammer » 6S n 3gZ Spoglio filologico ( Saggio di uno ) , di G. Brambilla „ 66 » ill Tavole quattro paleografiche .; 68 .. lingua italiana, specialmente suUe defini- zioni delle cose concernenti alie scienze naturali, di G. Carena >t 66 » 299 Vocabolario piemontese-italiano, di M. Ponza t. 66 ,> 233 e 38o ■ regglano Italiano, di G. Denti e G. Alai t. 66 p. 379 FiLOSOFIA, LOGICA, MORALE. Coiisoladone {De) philosophic^, di S. Boezio » 65 ./ 171 Consolazione (Della) della lilosofia, di S. Boe- zio: traduzione di B. Varolii >; 67 " 229 Cophinl festo {De), di Filone n 6b » 174 21- Diceosiiia, ossia iilosofia del ginsto e deH'o- nesto, di A. Geaovesi t. 66 p. i23 Estctica, ossia dottrina del bello e delle arti l)elle, di P. Liclitentlial » 6S » 2.S Filosofia (L'aiitica morale) raccolta da G. D. Romagiiosi ), 6G » 2.$^. morale (Principj di) airuso degli stu- dend d" Universita , di D.Stewart: tradu- zlone con note di N. Tominaseo . . . . » 65 n zS'j ( Saggio sulla ) della Grecia e del Lazio, di A. Meneglielli » 66 >' 19 (Manuale della storia della) di G. Ten- nemann , tradotto da F. Longhena ; con noteesupplimentidi G.D.RomagnosieB.Poli>; 68 >i 256 ( Conipendio della storia della ) di G. Tennemann, tradotto da G. Modena . . » 68 » 260 • ( Manitale di ) sperlmentale , di J. F. Amice » 68 »; 261 (Delia) dell'affetto, di A. Testa. Risposta alle osservazioni sull' Introdiizione alia Filosofia dell' afTetto di A. Testa . . ;» 65 » 246 Honorandis {De) parentibus » 65 '/ 174 Istruzioni morali di Poriirio filosofo alia con- sorte Marcella >> 6S » lyS Opera M. T. Cireronis .... t. 65 p. i55 » 68 »> 8a Produzioni intellettnali ( Le ) devono tendere a promovere I'nmano perfezionamento . » 66 » a3 Raccolta di operette filosofiche e iilologiche >; 66 » a33 Sansimonismo (Del) » 67 »» 5o Suicidj ( De' ) tra cattolici e tra protestanti »* 67 >/ i33 FlSICA^ CllIIMICA. Acqne minerali (Delle) di Retorbldo . . . w 6j » 85 • • termali di Acqui n 67 »' 375 • termali di Bormio »/ 67 »/ 85 -'■ termali di S. INIaria in Bagno , e di Rio neirisola d' Elba „ 68 >i 127 Aurora horeale (Rclazione dcU") veduta in Italia neir agosto i83i, di C. Fea . . . . n 65 » 117 horeale ( Pretesa ) in Egltto » 65 « 99 Azlone lunare ecc. snlP econoiuia animale e sulla vegetazione, sparita a raglone dalle scienze fisiclie »» 67 »» aa3 22 Chlmlca ( Corso di ) elementare ed indu- striale per ogni classe dipersoiie, di Payen t. 65 p. 879 • ( Trattato di ) elementare teorico-pra- tica, di F. Cassola » 65 » 879 — — (Ragguaglio dei progressi della) ne- ^ gli anni 1828 e 1829, di C. Karmarsck » 67 « 1 3a Climatologia asiatica, di A. De Humboldt. » 66 « 35o Etere ( Cenno suU" ), di A. Tadini »/ 65 »» 75 Farmacia. V. MedicINA. Fisica ( La ) meccanica di E. G. Fischer ecc. , tradotta da C. Rovida »» 67 »» a5i Maccliina elettrica ordinaria utilmente modi- ficata da C. Gazzaniga »» 68 >; 267 Magnetismo : osservazioni fatte in Asia da A. De Hmnboldt » 66 >; S^-I — — Avviso di A. De Humboldt per le os- servazioni da farsi sull' inclinazione del- I'ago magnetico » 68 » 266 • • Osservatorio magnetico all' Havana . >i 67 n ^Sj • Sulle correnti magneto - elettriche e sulla calamita elettrica : con tavola in I'ame » 67 »/ 1 84 Meteorologia. Osservazioni fatte nell'I. R. Os- servatorio di Brera in Milano t. 65 p. I a 8, 27a e 416 » 66 ./ 144, 288 " 43a „ 6j » i36, 280 » 424 • • » OS » 144, 280 » 408 Opere di A. Cesaris t. 65 p. 409 Opuscoli matematici e fisici di diversi autori »» 66 »» 39a Polvere da cannone (Sopra un metodo di va- lutare la qiiantita di sahiitro contenuto nella), di V. Becker >» 67 <» 1 28 Porpora ( La ) rivocata entro i confini del rosso, di B. Bizio >» 67 »* 368 Quadro fisico delle regioni equinoziali , di A. De Humboldt „ 66 » 208 Ricerche intorno alio sfregamento ed al consu- me della superficie de'corpi, di G. Rennie » 67 » l3o Solfato di magnesia dalle acque madri nelle saline deirisola d'Elba „ 68 « i3a Sottocarbonato e solfato di magnesia , di B. Cavezzali »/ 68 »» 219 Ventilatori artificiali " 68 " ia8 23 FiSIOLOGIA. V. MeDICINA. Geoghafia, Viaggi. Carta topografira clella provincla di Lodi . t ^)8 p. 335 Corografia dell' Italia, di G. B. Rampoldi . » 68 » g5 Corsica (La) t. 67 p. 35i >; 68 »> 248 Costantinopoli nel i83i, di A. Baratta . . » 65 >; 23i V 66 ./ 168 Demonstratio pronncinnim >/ 65 >/ 171 Egitto antico e moderno t. 66 p. 358 t. 68 p. 1 12, 222 e 343 Geografia di Strabone tradotta da F. Am- brosoli t. 68 p. i65 Geo2;rafo antico, die scrisse sotto F Impera- tore Costanzo >» Geosraphie {Abres,e de) redige sur un nouveau plan, par A. Balhi » Giornale di lana spedizione intrapresa coll' in- tento di esaminare il corso e rimhoccatura del Niger, di R. e G. Lander t. 67 p. 104 » Isole nuove scoperte nelFOceano pacilico . » Itinerario romaao ( Framniento dell' ) sco- perte ad Autun » d' Italia : XX edizione accresciuta e migliorata da G. Vallardi . t. 65 p. 373 » Liberazione e partenza tli Bonpland dal Pa- raguay » Manuel pittoresque des etrangers a Milan . . » IMari Atlantico e Pacilico : progetto di con- giungeili col inezzo di canali » Natii ( Notizie sui ) della Nuova Guinea . >> Naufragio ( Relazione del ) di O. Seaward , e della scoperta di alcune isole nel mare de' Caraibi t. 65 p. 346 t. 6G p. 97 e 219 Osservatore stradale nelle lagune venete e nella terraferma , di De Scaramelli ... t. 68 p. 232 Otto giorni a Venezia , di A. Quadri . . . »» 66 >/ 244 Ritoruo di Humboldt a Parigi dal suo viag- gio alle mlniere deU'Oural e dell* Altai ecc. t. 65 p. 124 >' GG 'I 340 Saggio topografico dei contorni di Roma . » 67 »/ 299 Topogratia ( Sulla ) dei contorai di Tarqulnii e Vulci neli' antica Etruria » 67 » 298 Viaggi di Gesu Cristo >/ 65 " 237 65 >, 171 68 ,/ 21 1 68 u 65 .; 56 266 65 » 401 67 // III 65 u 6C n 123 827 67 » 66 -, 101 412 66 P 358 67 >; 3oo 65 »» aaS 66 >/ 359 65 II aaS 68 If 3ao QO e 202 65 P- 23o 67 )/ ii5 Viaggi e licerclie in Grecla, dl Brondstecl t. A. De Rennenkampf Viaggio a Pompei, a Pesto, a Ercolano ed a Pozzuoli , di D. Romanelli e C. Bonucci n • in Abruzzo , di M. Tenore >» — — in Sicilia di F. Miinter , tradotto con note ed illustrazioni da F. Peranni ...» 65 » aaS — — di A. De Humboldt alle miniere del- r Uralo e delPAltai , alle frontiere della Songaria cinese ed al mar Caspio ...» 66 n 840 Voyage aux Regions equinoxiales , par A. De Humboldt et A. Bonpland t. 66 p. 206 t. 67 p. — — dans la Dalmatie , par J. De Concina t. ■ (^Relation d'un) en Italic , par A. Dupre >i Voyages historiques et litteraires en Italic, par M. Valery >i 67 »* 117 GlORNALI. V. POLIGRAFIA. GiuocHi. V. Storia. GlURISPRUDENZA. V. LeGISLAZIOHE. Grammatica. v. Filologia. Idbaulica. Acque del Sebeto (Memoria suU' oi'igine del- le), di T. Montlcelli v 68 » 36i Canali di piccola navlgazione >< 68 >/ 55 Cose ( Di varie ) all' idraulica scienza appar- tenenti , di A. Tadini ■ . . » 6S >r S() Mari Atlantico e Pacifico : progetto di con- giungerli col mezzo di canali „ 6^ » loi Sostegni ( SulP invenzione de' ) a conca , e de' canali a derivazione intermedia ....>; 68 " 5o Incisioni. v. Arti belle. ISTRUZIONE. V. EdUCAZIONE. LEGISLAZIONE , GlURISPRUDENZA. Assicurazioni (Trattato delle) tei-restri e del- rassiciirazione suUa vita delP uomo , di Griin e Joliat >> 6^ » 3o8 Bestiame ( Deli' azione redibitoria nella ven- dita del) ,, 6^ » 127 Catasto ( Raccolta metodica delle leggi ecc. concernenti il ) della Francia, » 67 " ia3 25 Censimento mlLinese (II), tli N. Cotta-Mo- randini t. 66 p. aS^ Diritto civile nelPantica Roma, di Eisendecher >» 66 >» 36o - (Istituzioni di) austriaco , colle difFe- renze tra esso e il francese ecc. , di A. Reale ,,68-346 ■ ( Grand! squarci di ) anteriore a Teo- dosio ed a Giustiniano » 68 » 9 commerciale ( Pi-incipj del ) di E. Ce- sarini ,/ 68 „ 348 « penale (Geaesidel), diG. D. Romagnosi » 68 ,< 349 Giui'isprudenza ( Come si debba associare lo studio dell" economia politica con quelle della), di G. D. Romagnosi >i 6S » 341 ■ ( Applicazione dell' economia poliwca alia) ./ 68 V i3a Ragion civile ( Come la ) debba essere raf- fermata, di G. D. Romagnosi " 65 „ 324 Reati ( De' ) che nocciono alP industria ecc. , di L. Bianchini » 6j » So Sicurezza soclale (Teoria delle leggi della), di G. Carmignani ', 67 ,/ 171 Statuti ( Degli ) novaresi sui diritti dotali e di eredita delle feminine, sul rlscatto gen- tilizio e sui teneni altrul coerenti da piu parti, di G. Giovanetti / 65 ,/ 324 Letteratuba. Biblioteca ( Scelta ) letteraria , per cura di A. Sicca ,; 67 V 229 Critica letteraria ( Applicazione di alcuni principj di ) t. 66 p. 145 >, 67 ,, i3 Idee generall sullo stato presente della nostra letteratura. — - Perche le versioni di Sha- kespeare non ebbero spaccio ,» 65 ', 129 Letterati ( I ) lombardi " 68 " 244 Letteratura (Dell' origine , progressi e stato attuale di ogni), di G. Andres . . t. 66 p. 23 e 145 t. 67 p. 1 3 Lode (Della) e del biasimo nelle lettere e nelle arti ,/ 6'j » 162 Opera di A. Meneglielli » 66 » 16 — — inedite e rare di V. Monti » 67 ,/ 281 26 Politica (Delia) e delle letter e, di G. Manno t. 68 p. 3io Storia ( Suir uso da farsi della ) nelle lettere e nelle arti .... t. 66 p. 289 t. 67 p. i5a e 201 Uomo ( L' ) di lettere difeso ed emendato da D. Bartoli t. 65 p. 284 Lettere. V. Poligrafia. LiNGUE. V. FiLOLOGIA. LOGICA. V. FiLOSOFIA. Marina. Lezioni intorno alia marina , sua storia ed arte propria, di G. Tonello >* 68 » SSy Matematica. Calendario ( Notizie compendiate elementari intorno al ) sia civile , sia ecclesiastico , di G. Carena » 68 >i 355 Convergenza e divergenza delle serie infinite, regola generate per riconoscerle » 67 v i3o Geometria (Manuale di ) per le arti e pei mestieri, di G. A. Majocchi » 65 » 874 Logaritmi ( Di alcune proi^rieta dei ) . . . » 67 >» i3i Meccanica ( Principj di), di V. Bonicelli . » 68 » 35a Metodo pratico di determinare 1' area della superficie di un suolo inclinato , di G. De Blagovicli » 67 >* 129 Mism-e e pesi della Dalmazia » 67 >/ iSa Muri ( Ricerca della grossezza delle fonda- menta dei) a speroni o contrafForti . . >/ 67 >< i3i Opere di A. Cesaris » 65 >t 409 Opuscoli matematici e fisici di diversi autori » 66 » 892 Parallele ( Sulla teoria deUe), di C. Doppler. » 67 v i3i Radici ( Suir esistenza delle ) delle equazioni dei gradi superiori »; 67 >/ i3o Ricerclie intorno ad un modulo della tor- sione , di B. Bevan » 67 >; i3o Trisezione dell' angolo con mezzo semplicis- slmo , di G. Recalcati » 6Z » 357 Mkcganica pratica. v. Arti e mestieri. Medicina, Chirurgia, Anatomia, Fisiolo- gia , Veterinaria, Farmacia. Acque minerali di Retorbido, e terinali di Bormio „ 6j >i 85 termali di Santa Maria in Bagno ^ e di Rio neirisola d' Elba .* 68 ;< 127 Acque tennali di Acqui t. 67 Alcoolato per la scabbia , di G. Marenesi >; 66 Alienazione mentale , trattato di F. Pinel , traduzione di C. Vaglii »; 66 Animadversiones in constitutionem morbonim stationariam , F. ah Hildenbrand » 66 Bagni di Carlsbad » 66 Blennorragia (La) puo ingenerare la sifdide » 65 Carljoncbio: rimedio per guarirne ilbestiame » 66 Cenni sulla vita e sulle opera di Antonio Scarpa >; 68 Chimica ( Corso di ) elementare per la far- macia ecc, di Payen >/ 65 ' (Trattato di ) elementare per la far- macia ecc, di F. Cassola » 65 Chirurgia italiana (Riflessioni critiche suU'at- tuale ) , di L. Pacini >» 68 Cholera morbus ( Cenno storico de' progress! del) neirEdgias e in Egitto, di G. Acerbi » 65 • ( Lezioni sul ) , di Broussais » 66 ■ • ( Lezioni sul ) , di F. Magendie ...» 68 ( II ) , di Petit-Senn » 66 (Se il) visitera 1' Italia, di C. Speranza >; 67 ■ (Del guaco come riinedio pel) . . . »* 68 Contagio ( Successi del ) della Liguria nel 1 656 e 1657, di F. Casoni >; 67 » I25 Dizionario classico di medicina , di chirurgia e d' igiene pubblica e privata : prima tra- duzione italiana dal francese, di M. G. Levi » 65 » 247 Epizoozie ( Trattato sistematico deUe ) , di G. B. Laurin » 68 » 366 Erba fresca ( L' ) e nociva ai cavalli sani che oltrepassarono la dentizione » 66 » 3cf/^. Farmacopea universale, di A. J. L. Jourdani tradotta e accresciuta da G. B. Sembeaini »> 67 »» 248 Ferri chirurgici , di B. Speluzzi >/ 68 » 220 Fisiologia ( Lezioni di ) di L. Mai*tini ...» 65 >» 3o7 t. 66 p. 5o » 68 »/ 4a FIsiologica notizia intorno al celebre violi- nista Paganini , del dott. Bennati » 65 »> 12a Framuiento medico, nuovo , di Rufo ...» 65 » 173 Fuughi |)iu commii d' Italia . t. 65 p. 391 » 67 >» 84 2 7 P- 375 )/ 274 y> 270 >l 273 362 „ 3i8 )> 265 » 184 » 379 " 379 " i34 It 79 186 » i35 If It 426 125 It 139 a8 Funghl. Awelenamento prodotto daiyAgaricus myorryces » 67 >* 876 Injezione della placenta, dl B. Mojon . . . » 66 » 276 Istituzioni di materia medica, di D. Bruschi >, 68 » 261 Libri inediti della CoUezione medica di Ori- basio » 65 » 17a Malattie curate alle terme di Acqui , dl S. Trucchi )> 67 " 375 ■■ - piu famigliari de'buoi ( Storia e cura delle ) e di alti'i animali domestici , di F. Toggia » 6S » 249 Manuale universale di medicina teorica e pratica , di G. Matthey » 66 )» 899 Miope ( Istrumento col quale si puo conoscere di quanto Una persona sia), di S. Stampfer n 67 » 129 Morbis (De curandis hominum) J. P. Frank » 67 » 247 Morte ( La ) nera nel secolo XIV, prodotta da cause cosmlche o tellurlche universal- mente operant!, di J. E. C. Hecher . . » Gf » 218 Opuscoli di chirurgia di A. Scarpa t. 66 p. 128 e 827 Osservazioni intorno alle epidemic stazio- narie , di G. Corneliani t. 66 p. 278 Panico , malattia dei majali >> 66 >> 270 Patologia (Fondamenti di), di M. Bufalini . » 67 » 42 Pazzia (Della), saggio di G. B. Fantonetti >; 66 » 62 Ratio medendi in clinico Instituto medico Ti- cinensi a J. B. Fantonetti tlucubrata . . » 68 » 307 Salute ( L'arte di conservare la propria), e dl antivenire alle malattie ereditarie , di P. J. Mongellaz v 67 » 126 Splenite (Descrizione e metodo curativo della) acutissima de" bovi , di V. Giolo >; 67 >» 35i Vaccinazione trascurata in Toscana ....»> 68 »; 128 Vajnolo ( Programma di preniio per la solu- zione di un quesito sul), proposto dall'Ate- neo di Brescia » 67 » 268 Metafisica. v. Filosofia. MiNERALOGIA. V. StoRIA NATURALE. Morale. V. Filosofia. MUSICA. Cantilena degli Arabi , con cui accompa- gnano i morti alia fossa >; 65 " 93 29 Canto fermo ( Teorla e pratlca del ) di F. Tettamanzi t. 67 p. 246 Declamazione ( Lezioni di) e d'arte teatrale, di A. Morrocchesi » 68 v aSS Galleria teatrale d" Italia » 68 >» 244 Metroiiouio (Nuovo) di Maelzel e Bieiiayme » 65 » 260 Musica ( Curiosita storiclie della ) » 68 »< 243 • ( Grainniatica della ), di N. E. Cattaneo » 68 n 334 Muslcografo » 66 »/ 416 Teatro I. R. alia Scala » 68 »> 244 ■ di Reggio ( Aanali del), di C. Ritorni >> 68 >; 286 Galleria teatrale d' Italia >i 68 »; 244 Violiiii di forma sempUficata, di C. A. Gal- bussera j/ 68 ;; ai8 Nautica. v. Marina. Necrologia. V- Storia. NOVELLE. V. PoESIA. NuMisniATicA. V. Arti belle. Ottiga. Cannoccliiale hinocolo da teatro, di B. Spe- luzzi » 68 )> 220 Ohbiettivo acromatico di L. Consonni ...» 68 >; a 16 Pastoeizia. V- Agraria. PiTTURA. V. Arti belle. PoESIA , COMMEDIE , DrAMMI , FaVOLE , No- velle , RoBiANZi , Tragedie. Amore e i viaggi, ovvero le belle d'Europa » 68 » 240 Apologbi quattro di T. CaIe|)))lo » 68 » 246 Avventure dei gemini fratelli Azor e Savo ecc, di G. Silvok „ 68 » 284 Canzoniere ( Saggio sul ) di F. Petrarca , di A. Meneglielli » CG >i 19 Carmina selecta Oblatorum >/ 67 ;> 33i R. Tonanii » 68 »» 3o3 Corone funebri , canzoiii di G. C. Zeidlitz » 66 » 36r Distici due latini di F. Gagliulli in lode di B. Mojon ./ 66 >; 276 Donne (Le) ed i fieri v 68 » 240 Eplgrammata et fabulcB N. Perotti » 65 » 1 70 Epigramma latino in morte di un cane , di S. Ciampi >> 67 >/ 237 Epigrammi latini , 22 , contenenti elogi di illustri romajii antichi // 65 " 171 3o Epistola dl A. Meiieghelli in morte del Gal- liccioUi t. 66 p. 2 1 Favole latine inedite di Igino , di Lattanzio Planciade, e di Leonzio t. 65 p. i68 e 169 ' 32, nuove , attiibuite a Fedro ... t. 65 p. 169 nuove di C. Calvelli » 68 >i 284 Fenomeni (I) o le apparenze celesti d'Arato Solitano, in endecasillabi di U. Lampredi » 66 » 366 Feroniade , poema di V. Monti » 67 >/ 282 Fortunatus Siciilus ossia T Avventuroso Si- ciliano di Busone da Gub])io, romanzo storico )) 67 )» 106 Georgica ( La ) di Virgilio tradotta in terza rima da L. Biondi t. 66 p. 233 » 67 n 35o Gerusalemme (La) liberata , di T. Tasso. » 68 » 281 Giornate ( Le sette ) del mondo create , di T. Tasso 1/ 67 >/ 229 Improvviso ( Di un ) di L. Cicconi . . . . » 6S » i35 Inni di G. Borghi „ 66 » 121 Libre ( II ) di Isaia , versione di I. Reggie » 65 ./ 366 j> 66 )i 423 Litigi da Porto, tragedia di L. Barichella . » 68 » 282 Manfredo , poema drammatico di Byron ; traduzione in versi di M. Mazzoni . . . >; 66 >; 871 Messiade ( Frammenti della ) di Klopstock ; versione di A. MafFei, con un discorso di A. Mauri » 66 .; 367 Monumenti di belle arti esposti in versi da M. Missirini „ 68 „ 28 1 Non ti scordar di me : strenna >; 68 » 282 Novelle ( Quattordici ) pei fanciulli » 68 » %So • urbane ed alcune poesie di F. Federigo » 68 » 98 Novellieve ( II ) francese ...» 68 » 248 Odi ( Alcune ) di Orazlo tradotte in vene- ziano da P. Bussolin >< 66 >» 38 1 Opera P. Virgilii Mawnis » 68 >/ 8a Opere inedite e i-are di V. Monti > 6f » 281 ■ poetiche di G. CoUeoni » 67 »; 238 Paolo Defornari e IVIinetta D' Oria , iiovella in versi di G. C. Di Negro >» 65 » 211 PhilosopJiice consoladone (T)e) , di S. Boezio » 6S » 171 Poemi di Esiodo Ascreo recati in italiano . » 65 »» io3 3i Poesia ( Ragion.imontl due sulle cause re- mote e suUa piesente eflicacia della ) , di A. Meneghelli t. 66 p. 19 Poesie alen^aniie ( Saggio di) recate in versi italiani da A. Bellati ........ t. 66 p. 1 13 e 176 ancora inedite del medio evo intorno ad Alessandro il grande t. 66 p. 362 di E. Q. Visconti ,/ 65 >» 3o6 di L. Carrer „ 68 » 107 • inglesi ( Intorno alle ) ed al genio dei poeti inglesi del 19.° secolo , di KufFner " 66 » 362 ■ liriche ( Raccolta di ) » 66 >< 233 — — tedesche (Saggio di) di M. De Sclien- kendorf » 66 »; 36 1 (Saggio di), di G. Parolini „ 68 » 282 Poetica ( Trattato complete di ), di D. Biorci » 67 )/ io5 Racconti di M. Sartorio » 68 >; 246 Re (I sette) di Roma ed i dodici Cesari ?, ed i sette Salmi penitenziali di Davide , di G. A. Scazzola „ 66 ,» 366 Rime di Maria Giuseppa Guacci » 6S n 90 Rogo ( II ) amoroso di T. Tasso „ 68 » 242 Romanzi (Confronto di tre), uno de' tempi antichi , altro del medio evo, e il terzo della recenie scuola romantica j/ 66 v 359 Storia (SulPuso da farsi della) nelle lettere e nelle arti t. 66 p. 289 t. 67 p. i52 e 291 Tasso Torquato, commedia storica di G. Ro- sini t. 66 p. 240 t. 67 p. 137 Teatro di E. Scribe t. 67 p. 106 e 240 . tragico di C. da Bagnolo: Rodoguna, II Cid , Poliutto di P. Corneille , da esso rifatte per il teatro italiano t. 65 p. 273 Tragedie di G. Shakespeare: Romeo e Giu- lietta , traduzione di G. Barbieri. — Mac- bet, traduzione di C. Nicolini. — L'Otello, La tempesta , II Re Leai" , II Macbet , II sogno d' una notte di mezza state , Giu- lietta e Romeo , traduzione di G. Bazzoni e di G. Sormani. — L'Otello ed il Macbet: traduzione di V. Soucini t. 65 p. 3 e 129 32 Tragedie (Tre nuove), clI S. Pellico: Gismonda da Mendrislo;, Leoniero da Dertona;, Ero- diade t. 65 p. io6 Versi anacreontic! di G. Gazzlno n 66 »> 365 e prose di F. Beltrame » 68 n 233 - in morte di Carlo Capelli » 65 j; ii5 POLIGRAFIA , LeTTERE, GiORNALI. Almanacchi. Passeggiate delP Uomo di Pietra alia galleria Decristoforis. — Amore e i viaggi. — Le donne e i fiori. — Plejade sacra. — II rogo amoroso di T. Tasso. — Guazzabuglio di parole , di G. B. Carta. — Curiosita storiche della musica. — Gal- leria teatrale d' Italia. — I. R. teatro alia Scala. — I letterati lomhardi. — II pic- colo Keepsake , o ricordo di letteratiira conteniporanea. — II novelliere francese. — II buon capo d" anno pei fanciuUi. — Non ti scordar di me, strenna. — Le glo- ria delle belle arti >/ 68 ;; 23^ Almanack de Carlsbad , ou melanges medi- caux , scientifiques et litteraires relatifs a ces thermes et au pays , par J. De Carro » 66 » 362 Amicizia (L') sulla tomlja di Carlo Capelli i, prose e versi » 6S » i i5 Auuali della letteratm-a , gioraale tedesco . » 66 » 35/ deiristituto di corrispondenza arclieo- logica , giornale >; 67 >; 298 Bulletin (Nouveau) des sciences , par la So- ciete philomatique de Paris „ 67 » 227 Corrispondenza tra il poeta danese Baggesen , C. L. Reinhold e F. E. Jacobi „ 66 ,> 36i Epistoloe. M. T. Ciceronis : curantc F. Beati- VOqUo ;; 65 >; I 55 Giornali agrarj t. 66 p. 259 v 68 >; 129 Lettere aneddote , piii di cento , di Procopio di Gaza ,1 65 » 173 (Le) di Cajo Plinlo Cecilio secondo , recate in italiano da G. Bandini , con il- lustrazioni e il testo latino ,/ 67 « 228 — — ' di donne italiane del secolo XVI , rac- colte da B. Gamija » 6S » 32 1 33 Lettere dl E. Q. Viscontl t. 65 p. 3o6 Miscellanea pei fanciulli , opera periodica. » 65 » 233 II GG II 122 Nozze (Per le ) INIiari Agosti n 66 >i 284 Opere di A. IMeneghelli >i 66 » 16 inedite e rare di V. IMonti t. 66 p. 233 >i 67 » 281 Opuscoli di M. Coloniho »< 67 >/ 229 Prose e versi di F. Beltrame » 6ii » 2 33 Spettatore ( Lo ) del Vesuvio , giornale . . » 68 » 383 Varieta letterarie, di D. Sacclii » 66 v ii3 POLITICA. V. ECONOMIA PUBELICA. ReLIGIONE, StORIA SACUA ED ECCLESIASTICA. Attonibus (De) , dissertazione o dlatriba. . » 68 » 7 Bibbia (La saena) di Vence giusta T edizione del signor Dracli , con nuove illustra- zioni e con atlante .... t. 66 p. ii'4 » 68 » 336 Biblioteca scelta dei Patb-i della Chiesa greca e latina » 66 '/ 3ia Capitolare , o estratto de' sacri canoni , di Attone, cardinale >» 68 »/ 7 Capitularibus (De) , dissertazione o diatrilia » 68 » 7 Cherulnni (Quislionl sette sopra i), di Filone >/ 65 ;/ 174 Collectio selecta SS. EcclesicB Patrum etc. ■ » 66 » 3 12 Collezlone completa delle opere del B. A. M. De Liguori >i 68 " 338 di cose evangeliclie, teologiclie e mo- rali , di S. Pier Damiani » Commento a S. Luca , di Eusebio . . . . >i Discorsi di Attone , Aescovo di Vercelli . n sacri di G. B. Gualzetti » 67 Discorso di un vescovo a Clodoveo II . . »» Dispute del filosofo Teoriano con Nersete patriarca degli Armeni '/ Eloqnenza sacra ( Corso di ) , di M. N. G. Guillon » Epistole due del rabiiio Drach suU' ora della crocilissione di G. C. , e sull' iscrizione ebraica del titolo della croce " ( Estratti delle ) , di Nersete patriarca degli Aruieni >i Esortazione a" preti , attribulta al papa Euti- tliiano " 68 ,. 8 68 „ 68 » 67 " 68 " 9 7 246 9 68 ,/ 3 66 " 3l2 66 >. 4? 68 >i 4 68 '> 7 34 Fasti (I) della Chiesa nelle vite de' Santi t. 68 p. 538 Felicita (Delia) e dei mezzi di conseguirla, di G. Pinamonti >> 66 » 892 Giobbe ( II ) , lezioni di P. Garbarini » 65 » 235 „ 68 .; 335 Istoria evangelica , di M. Leopardi ....»/ 68 j> 337 Lettere di Emanuele Conineno , imperatore, sopra argomenti teologici >; 68 »> 6 Libro (II) di Isaia, versione poetica su! testo ebraico , di I. Reggio . . . t. 65 p. 366 » 66 » 423 Messa ( Esposizione del canone della ) di S. Pier Damiani »; 68 »/ 8 Occupationibus (De) diacono S. R. E. cardi- nali dignis, di A. Valiero , cardinale . . »/ 68 »/ 9 Opere di P. Segneri >/ 68 »/ 34.5 di G. B. Pizzi » 68 ;. 337 Opuscoli di S. Pier Damiani : » 6S » 8 Orazione di A. Meneghelli per le esequie dei benefatton della casa di ricovero in Padova » 66 >> 21 — — — ( Dell' ) che chiamano di quiete , di D. Bartoli : scrittiira riputata inedita . . >/ 68 » 254 Ortii (De) et obitii justonim ccenobii Casinen- sis , di Pietro Diacono >/ 68 ^ 8 Pcenitentiali (De) romano , dissertazione o diatriba » 68 >/ 7 Plejade sacra >> 62> >> 242 Poliptico (II) , di Attone vescovo di Vercelli >; 68 » 6 Predicazione ( Costumanze relative alia ) degli antichi Padri della Cliiesa »^ 66 » 3i7 Prediche del Canibaceres tradotte da I. Ca- sarotti » 6^ » 263 Profeti minori (Conimentarj sopra i dodici), di Teodoro Antiocheno >; 68 » 3 Profezie d' Isaia t. 65 p. 366 » 66 » 423 di Osea ( Commentario alle ) di Re- migio Antisiodorense » 68 v 7 Prove filosolico-politiclie in difesa del cri- stianesimo , in confutazione del Philosophe republicain , di A. Stifigni » 66 » 246 Quistioni evangeliche ( Giunta aUe ), di Eu- sebio ■/ 60 'I 9 Ragionamenti intorno ai dispareri e alle dl- scordie tra gli zelanti cattolici e i cosi detti increduli , di G. Pinamonti .... t. 66 p. 3f)2 ReUquiis (De sessoriunis prcccipuis passionis D. N. J. C. J commentarius D. L. De Cor- rieris , >/ 66 »> 89 Scriptonim veterum nova colltctio e vadcanis codicihus edita ah A. Maio » 68 »/ 3 Storia del cristianesimo (Continuazione della) di A. L. Berault-Bercastel » 68 '/ 841 Teofania di Euseljio >/ 68 » 9 Testamento (Vecchio e nuovo), tradotti da A. Martini » 6j » 33 Tltesaurus Patnim , floresque Doctorum . ■ >i 66 » 3 12 Trattato Pascjiiale, di Eusebio » 68 »* 9 Trionfo (II) della Santa Sede e della Chiesa conti'o gli assalti dei novatori , di IM. Cap- pellari » 68 »> 341 Viaggi di Gesii Cristo »/ 65 '< 2^7 di S. Pier Dauiiani in Francia ...» 68 v 8 Vita del B. Enrico da Bolzano , di J. Pe- lizzari » 68 » 344 del B. Giovanni Colonibini , scritta da F. Belcari » 68 .. 348 Vite dei giusti nello studio delle leggi e nella magistratura , dell' ab. Carron » 68 >/ 848 ROMANZr. V. POESIA. SCULTURA. V. ArTI BELLE. StaTISTICA. V. ECONOMIA PUBELICA. Strade. V. Arti belle. Storia civile e letteraria, Biografia. Accademie. V- Atti ACCADEMICI. Archeologia. V. Arti BELLE. Biblioteca storica di tutte le nazioni . ..." 68 » 286 Biografia. Alfieri Yittorio v 66 >/ 16 ApoUonio Tianeo >» 68 »/ 147 Bardi Girolamo » 68 " 184 Belisario " 66 » 36o Bevilacqna Bartolomeo ,1 66 » 18 — — Canova Antonio >i 66 " 19 Capelli Carlo „ 65 >^ 11 5 ■ Castelnuovo G. B. vescovo di Como » 66 » 121 36 Biografia. Castiglionl Liiigl t. 68 p. 7 3 407 Cesaris Angelo >/ 65 — — Cesarotti Melchiorre )i 6G >> 16 ChampoUion E. E. il minore ....>/ 66 .» 229 Cliiarenti Francesco / i34 Cuvier Giorgio >, 6j >, 876 ■ Dona Antonio » 66 >t 18 • Eroi, di Filostrato « 68 »/ 149 ■ • inglesi „ 66 » 426 Ferroni Pieu-o „ 6% » 184 - ■■ ■ Fiacclii Luigi n 6% » i34 Filosofi, di Eunapio / 68 " i5i — - Fiocchi Eustacliio » 6^ >i 2.j3 ■ Focacci Francesco »/ 68 " i34 • Fornasini Gaetano » 68 >i 116 Fossati Giuseppe „ 66 » 18 ' Gaudenzi Pellegrino „ 66 >i 18 ■ Gherardelli Francesco „ 66 » 16 • Giacomazzi Stefano » 68 »< 116 ' Giaconi Vincenzo >/ 66 » 19 Gravina Gian Vincenzo « 66 >/ 16 •F, ■■ Gritti Francesco i> 66 » 19 Klopstock Amedeo >, 66 » ZGj *' - Livio Tito )/ 66 " 19 ' Longhi Luca ,/ 66 » Sga Lucchesini Cesare „ 68 » 269 ■ Luosi Giuseppe >, 68 » 23o ■ Matteini Teodoro „ 66 »/ 241 ■ Medici (Giovanni De ) .; 68 '^ 296 — — Navagero Andrea 1, 66 » 16 • Oriani Barnaba » 68 '' i43 Ones Gianimaria »; 66 >/ 16 — — Palletta Gio. Batt „ 6q » 276 Paris Bordone » 66 »/ 241 • Paruta Paolo » 66 »» 16 Piccinelli G. A ,; 66 »/ a3 2 ■ Pini Ermenegildo „ 68 " 3 00 • Rosmini Carlo >, 66 » 19 • Scarpa Antonio t. 68 p. 143 e 184 ' Segneri Paolo t. 66 p. 16 Sestini Domenico 68 » 149 37 Biogvafia. Targlonl Tozzetti Ottaviano . . . t. 68 p. i34 ■ Ti'evisaii Girolanio »» 66 »/ 15 Uoniini ( Gli ) illustri greci e latini an- teriori air era volgare della parte d'ltalia che ora forma il regno cU Napoli, di G. Flauti » 67 >i 229 Zannoni Gio. Batt »» 68 » 899 • • universale antica e moderna »; 66 » 22 3 Calendario ( Nolizie compendiate elementari intorno al ) sia civile, sia ecclesiastico , di G. Carena » 68 » 355 Cammini (Dei), del loro modo di costru/ione in differenti epoclie e presso diverse nazioni »» 65 " 261 Carte da giuoco i> 66 » 3 Castelli (I) del Tirolo, di A. Perini . . . . » 6S » zgi Compendio della storia veneta, di A. Quadri » 66 >> 244 Confini ( Intorno ai ) del territorio Veronese col trentino di G. G. Orti .< 68 " 294 Corografia delP Italia , di G. B. Rampoldi . » 68 » g^ Corsica t. 67 p. 35i »» 68 " 243 Costantinopoli nel i83i, di A. Baratta . . >; 65 >» 23i „ 66 » 168 Costumi dei secoli 13.% 14.° e iS." dl C. Bonnard ; ti-aduzione di C. Zardetti . . . >/ 66 >/ 388 degli Egizj e degli Arabi >/ 65 x 79 Cronache (Le), di Eunapio » 6S » iSj Docuinenti raggnardanti Tommaso Francesco di Savoja principe di Carignano, raccol- ti ecc. da F. Sclopis >; 68 " 223 • storici : dell' inopportunita di caricarne la storia i» 68 " 39 Egitto antico e moderno t. 66 p. 358 t. 68 p. 112^ 222 e 243 Europa (L') nel medio evo, di A. Hallam t. 66 p. ii5 Genealogia dell' elettore Lodovico YI del Palatinate ./ 68 " ^63 Guerre (Le) Catilinaria e Giugurtina di C. Crispo Salustio. volgarizzate da M. Leonl " 65 " 210 ■ ( Le ) del Peloponneso , di Tucidide : traduzione di P. Manzi >; 68 " 16 r Idolonim ( De origine ), di INIartino vescovo di Braga ,< 65 » 169 Illusii-azione di alcuni punti storici della Ger- niania nel medio evo » 66 " -561 38 Iscrizioni. V. Epigrafia. Istoria di Corsica, di A. P. Filippini ... t. 67 p. 35 1 Istorie (Delle) fiorentine, di N. Machiavelli » 67 » aan (Le), di Prisco »/ 68 » 187 Letteratura (Dell'origine, progress! e stato at- tuale di ogni), di G. Andres t. 66 p. 23 e 148 » 67 » i3 spagnuola (Storia della), di Bouteawek » 66 v 36 1 Memorie (Delle) di Dante Alighieri e del suo mausoleo in S. Croce, di M. Missirini » 66 >» 235 istoriche della terra di S. Vito al Ta- gliamento, del G. D'Altan >/ 68 ./ 298 storiche di monsignor B. Pacca ora cardinale, sul di lui soggiorno in Germa- nia dal 1786 al 1794 » 6j » 23o storico-diplomatiche appartenenti alia citta ed ai marchesi di Saluzzo, di D. e C. Muletti ./ 68 '/ 29 Monumenti (I) delP Egitto e della Nubia, di I. Rosellini t. 68 p. 112 e 222 storici ( Pei ) del Frinli, discorso di J. Pirona t. 68 p. 10 Muse (Le nove ) di Erodoto tradotte da A. Mustoxidi » 68 '/ 164 Naiale ( II ) » 68 » 243 Notizie appartenenti a Pavia, di G. Robolini » 68 » 297 Opere dei due Filostrati » 68 >» 147 Pantografia istorica, di B. Bellini »» 65 »/ 2i5 Piacenza esisteva avanti T arrive in Italia de' Galli fondatori di Milano, del cav. Cortesi » 65 » 366 Quadro pittorico di tutti i paesi e popoli del mondo »> 68 » 288 Ricerche storico-critico-scientifiche suUe ori- gin!, scoperte, invenzioni e perfeziona- menti fatti nelle lettere , nelle arti e nelle scienze ecc, di G. Amati » GS » 175 Rimembranze suU'Egitto e suH'Asia mlnore, di A. De Prokesch » 66 -; 358 Ristretto di storia patria ad uso de^ Piacen- tini, di A. D. Rossi „ Cf » %2>o Rivoluzione francese, Commentarj di L. Papi d 66 >> 363 Saggi suUe costixnianze, le arti, gli uoiuini e le donne illustri d" Italiia del secolo preseate -; 66 >; ii3 39 Saggi sugh amori di Torquato Tasso, e sulle cause della sua prigionia, di G. Ro- sini t. 66 p. 240 t. Saggio sulla storia della letteratura italiana nei primi aS anni del secolo 19.°, di A. L. „ Scienze (Discorso intorno alio studio delle) applicate airindustria, di G. A. Majocchi „ Spiegazione dei caratteri scritti sulla cami- cia talismanica di Kara-Mustafa » 65 Storia degli antichi popoli italiani, di G. Micali. . t. 65 p. 39a „ 68 » 223 dei principi di Savoja del ramo d'Ac- caja signori del Piemonte, di P. L. Datta „ 67 „ 109 67 P- 137 65 " 2 12 65 >/ 374 65 » 393 del borgo di Cantii ./ 68 68 >. 34 2( della levata del primo assedio di Vienna dai Turchi, di G. De Hammer » 65 >/ 393 (Suir uso da farsi della) nelle lettere e nelle arti .... t. 66 p. 289 t. 67 p. i52 e 291 succinta delle dominazioni del Nova- rese, di G. Giovanetti t. 65 p. 345 Storici greci ( Collana degli antichi ) volga- rizzati ; Storie particolari ( Come debbansi scrivere le) delle citta e delle provincie d' Italia „ 68 >, 10 (Le) di Poiiliio tradotte dal Kohen .» 68 » 164 Teatro (Annali del) di Reggio, di C. Ritorni >, 68 .; 286 I- R- della Scala ./ 68 << 244 • Galleria teatrale d' Italia v 68 » 244 Tipografia ( Origine della), di G. Amati . „ 65 „ 170 "Viaggi. V. Geograffa E Viaggi. Stouia naturale. Acqne minerali (Delle) di Retorbido . ...» 67 » 85 termali di Bormio » 67 » 85 di Acqui „ 67 » 375 termali di Santa Maria in Bagno , e di Rio neirisola d' Elba „ 6^ » 127 Alberi fruttiferi. V. AgkaRia Alghe (Di alcune) microscopiche, di B. Bia- soletto „ 68 ./ 378 Animali microscopici ed infusorj , e pesci dell'Asia, di Ehreuberg . . t. 65 p. i25 » 66 » 343 145 40 Anti-opofagla t. 66 p. 4.13 Associazione cU storia naturale per azioni, di G. De Cristofori e G. Jan t. 66 p. i3c) » Bestie (Una parola in favore delle) . . . . » Boschi. V. Agkaria. Botanica ( Catalogo di ) ... t. 66 p. 142 » generica e medicinale ( Generosi atti e grandiose istituzloni a pro della )...>» Carahicorum {Enumeratio ) ticinensium sistens insecta hujus familioe. in agro ticinensi hucus- que inventa » Catalogiis in IV sectiones divisus rerum natura- lium in museo extantium J. De Christofori et I. Jan t. 66 p. 14.1 » CecidoiTiia ( Memoria su di una specie di), di G. Gene » Circolazione vegetabile (Proposizione di pre- mio intorno alia ) » Coleopteris ( De quibusdam ) Italics novis aut rarioribus » Conchigliologia (Catalogo di) t. 66 p. 142 » Descrizione dei generi degli animali e delle piante della Fauna e Flora dell' Italia su- periore t. 66 p. 143 » Elogio biografico e breve analisi delle opere di E. Pini „ Entomologia ( Catologo di ) . t. 66 p. 142 » Esposizione di alberi , arbusti ecc. , fattasi in Torino » Fisiologia ( Lezioni di ) di L. Martini ...» t. 66 p. So » Flora Italica A. Bertolonii " Florileglo botanico in 40 lettere t. 66 p. 143 » Fossili (Ossa) trovate presso Caen . . . . " ■ di varie parti d" Italia » Funghi (Descrizione de') mangerecci piu comuni d" Italia, di C. Vittadini t. 65 p. 391 » Agaricus myorryces , velenoso . . . Geologia asiatica, di A. De Humboldt . Geologiche osserva/.ioni di A. Tadini . Gentianis ( Nonnulla de ) comensibus . . Historia naturaJis Caii Plinii secundi ....>; 68 >» 82 68 » 68 » 117 390 68 » 118 68 » 139 67. 84 68 » 117 68 » 38o 65 » 268 67 » 68 » 84 118 68 » 118 68 -, 3oo 68 „ 118 66 „ 417 65 „ 307 68 ,/ 42 68 » 361 68 „ 125 65 „ 406 65 .; 404 67 . 84 67 » 376 66 ,; 340 65 V 70 67 " 85 41 Iiisectis (De) venenatis agri ticinensis ... t. 67 p. 85 Mantissa plantamm Florae Alpiuni Apuanarum, A. Benolonil v 68 » 36o Minerali deirisola d^ Elba ,,68-/128 Minei-alo-ia ( Catalogo di ) . t. 66 p. 143 „ 68 v 118 Mimei-e dell'Uralo e delF Altai -; 66 » 840 Montagne ( Sulle ) del Golfo della Spezia e sopra le alpi Apuane, di G. Guidoni e L. Pareto .... /;„ „ c ,. .. , ,, » OJ » 2.bC) Natii della Nuova-Guinea » 66 ,, 412 Natura (La), le sue leggi e le sue opera, o Introduzione alle scienze naturali, di F. Ferrara. — Prima raccolta di note alP In- troduzione medesima „ 55 „ 33^ Opere di L. Castiglioui „ 68 „ 78 di A. De Humboldt „ 66 „ 207 Ormtologia toscana, di P. Savi » 67 » 76 Physiolooie vegetole par De Candolle . ...» 67 » 226 Piante ( Delia struttura degli organi elemen- tari nelle), e delle loro funzioni nella vita vegetable, di D. Viviani t. 65 p. 45 e 194 „ 66 „ 90 e 282 t. 67 p. 268 e 321 Potentillis (De) italicis t. 67 p 85 Prhnulis (De) italicis „ 67 -/ 85 Megne animal (Compendio dell' opera di Cu- ^ ^ier Ze) t. 66 p. 143 „ 68 » 118 Kegno (II) animale: editore A. Locatelli . „ 66 „ 127 Respirazione (Esame di un sistema di) nelle piante, di D. Viviani ,/ 67 » 321 Rocce (Sopra varie curiose) die entrano nel selciato di Milano „ 67 » 85 Silene ElisabethcB » 68 » 122 Solaneacearum (De) familia addita verhasca- runi ItalicE indigeiianim monographia . . . » 6j „ 85 Storia (Intorno alia) naturale generate . . ,; 68 ,> 167 SjUooe plantamm vasculanun Florm neapoli- tance M. Tenore » 68 .; 377 Tiliguerta ( Osservazioni intorno alia ) di Cetti, di G. Gene ., 68 ,, 879 Vegetazione delle region! asiatiche , di A. De Humboldt „ 66 ,, 353 Vesuvio (Stato aatico e presentc del) . . „ 67 ., i35 42 Vesuvlo ( Lo spettatore del ) e dei campi Flegrei t. 68 p. 382 Vita organica ( Nuova esposizione dei feno- meni e delle leggi della ), di G. R. Tre- viranus » 66 » 359 Vocabolarj ( Osservazioni intorno ai) della lingua italiana, speclalmente suUe defini- zioni delle cose concernenti alle scienze natural!, di G. Carena » dd i> 299 Zoologia (Di G. Cuvier e della) de'suoi tempi » 67 n 376 ■ systematica R. P. Lesson >; 67 »; 226 StORIA sacra ED ECCLESIASTICA. V. ReLIGIONE. Teatro. v. Musica. Tecnologia. v. Arti e mestieri. Teologia. v. Religione. ToroGRAEiA. V. Geografia. Tragedie. v. Poesia. Veterinaria. v. Medicina. VlAGGI. V. GeoGKAFIA. Vocabolarj. V. Filologia. Zoologia. V. Storia naturale. Lidice generate del nomi. 43 J^ccio T. t. 66 p. 1 63 Bagatti Valseccbi F t. 67 p. 419 Acerbi G. t. 65 P 79 e 225 » 68 » ai7 Acrjua (Dell') G. B. t. 67 p. 419 Baggesen » 66 .. 36i Acquijti L. t. 67 p. 4 e 5 Eagnolo (Da) C. « 65 » 273 Adda (D") F. t. 67 p. 413 Baj L. .. 68 .. 73 Agincourt (Seroiix d') .. 67 » 3i Ealbi A. t 68 p. 311 e 3l6 AgUetti F. »• 68 .. 36i Baldrighi E. t. 68 p. 318 Airaglil B. .. 68 •' 219 BaUamo Crivelli .. 67 » 85 Aja5son de Grandsagne » 68 .. 82 Bandiiii G. » 67 >. 328 Alai G. V 66 .. 379 Baratta A. t. 65 p. 23l >. 66 .. 168 Altan .. 68 » 295 Barbierl Gaetano t. 65 p. 3 e lag Amatl G. " 65 >. 175 68 p. 253 Ambrosoli F. » 68 >■ 146 Baidlni » 66 » 369 Amice J. F. ~ 68 >• 261 Baretti G. w 65 » 325 Andreini >■ 66 » 267 Barichella L. » 68 » 28a Andres G. t. 66 p. a3 e i 45 t. 67 p. i3 Bariola L. » 66 .. 396 Angeli Marianna t. 67 p. 419 Barlotta >. 68 .. 129 Antinori » 67 » 184 Baroni •• 66 >• 370 Antisiodorense Beralgio » 68 7 Barozzi da Viguola M.J » 65 >• 23 3 Antolini G. » 67 ,. 369 Barrca F. >■ 66 » 421 Autonini C. » 65 •■ 2 3a EartoU D. t. 65 p a34 .. 68 y 254 Arago t. 65 p. 325 >. 66 » 73 Basiletti L. » 67 » 416 Aragona >. 67 .. 84 Baz2oni G. t. 65 p. 3 c 129 Arato Solitano >■ 66 ,. 366 Becker V. t. 67 p. 128 Arduino G. - 68 » 82 Beleari F. >. 68 » 343 Arici C. f. 68 V- 116 e 253 Belginjoso R. .. 67-417 Arienti C. t. 67 p. 405 Bellati A. t. 66 p. 1 1 3 e 176 ArUtide N 65 » 173 Bellenghi t. 65 p. 406 Arzberger G. » 67 .. ia8 Bellini B. » 65 .. 3i5 Attone cardinale .. 68 7 Bellomo G. » 68 » 3o5 Attoni vescovi di Vercell 1 V 68 6 Eelloni G. « 67 » 247 Audebert G. B. » 66 .. 127 Belliicci » 66 » 263 Avesani B. » 68 » ai7 Belosio C. t. (^7 p. 408 e 4i3 Ayres P. »• 66 V 418 Beltraine F. t. 68 p. 333 Azeglio (D') M. .. 67 „ 4>3 Belzoni ,. 65 .. 325 — (Zapparelli d') K. - 66 .. 419 Benevello (Di) C. « 66 !• 4*0 44 Sennati t. 65 P 133 Brambilla G. t. 66 p. 111 Bentivoglio F. » 65 " i55 Breme (Di) F. li 66 » 419 Benzoni G. » 67 .. 392 Bris >. 67 » 253 Bercastel (Berault-) A.L .. 68 .. 341 Brioschl P. =. 67 » 408 Berlendis G. y 67 .. 122 Erondsted t. 66 p. 358 .. 67 » 3oo Eeraardis (De) B. » 67 » 417 Brongniart « 67 >. 321 Berriat-Saint-Prjx « 65 .. ao8 Brotier » 68 « 83 Bertini G. » 68 - 317 Broussais ,' 66 .. 186 BerloIoDi A. t. 68 P- 261 e 369 Bruloff C. » 67 '. 411 BertolottlD. t. 65 p .aaS t. 68 P 246 Bruschi D. >. 68 » a6i Bettoni ^ 68 » 128 Bufalini M. » 67 » 42 Bevan B. > 67 V i3o BuUar .. 68 » 263 Bianchetti G. » 66 » 241 Burg A. » 67 .. i3o Bianchini L. » 67 .. 5o Burzio » 67 » 85 Biasoletto B. » 68 » 378 Busone da Gubbio .. 67 .. 106 Bienayme » 65 .. 260 Bussi G. B. .. 68 .. 319 Bindi » 66 .. 26a Bussolin P. >. 66 .. 38i Biondi L. t. 66 P- a33 » 67 » 35o Butti L. .. 67 » 419 Biorci D. .. 67 .. io5 Byron » 66 » 371 BJscarra G. B. » 66 It 420 Bid G. » 67 » 415 G — M. » 67 «» 412 Bison G. .. 67 » 418 Cacciatori B. t.67 p. 6 e 394 Bizio B. » 67 .. 368 Cadolini t. 67 p 84 Blagovich (De) G. >. 67 » 129 Cagnola L. M. >. 67 ,. 4 Blakie » 67 » 007 Calamandrei .. 68 .. 127 Blandi S. » 68 » 157 Caleppio T. » 68 .. 246 Boerio G, » 66 .. 384 Calvelli C. .. 68 .. 234 Boezio S. t. 65 P- 171 r. 67 .. 229 Calvi P. « 67 .. 418 Bonafoux t. 66 P • 269, 270 e 393 Carobacerei » 68 .. a63 t. 68 P i3o Campiotti F. « 68 .. 220 Bonajuti t. 66 P- 16a e 264 Canella G. » 67 .. 414 Bonicelli V. t. 68 P- 35a Canigia C. » 66 V 420 Bonnard C, .. 66 » 388 Canina L. ~ 68 .. 321 Bonpland t. 65 P- 123 » 66 .. 206 Capei .. 68 » 129 t.67 P 90 e 202 Cappellari M- >. 68 » 341 Bonncci C. t. 65 P 225 Cappi A. - 66 .. 388 Borghi G. ,. 66 » lai Carena G. t. 66 p. 399 « 68 .. 355 Borioli E. V 68 » 217 — medico V 66 « 394 Borson >. 65 » 404 Carmiguani » 66 .. 269 Bose G. » 65 ,. 125 — G. » 67 » 171 Bossi G. M, .. 67 ,. 235 Carrer L. « 68 « 107 Bouteawek » 66 • 36i Carro (Ue) G. " 66 » 364 45 Carron t. 68 p. 343 Carta G. B. » 68 » 242 Casarotti I. » 68 » a63 Casoni F. » 67 » ia5 Cassiodoro » 65 » 171 Cassola F. t. 65 jl. 379 » 68 » 383 Casliglioni L. » 68 » 74 Catena B. t. 66 p. 184 » 68 » 336 Cattaueo G. » 68 » aig — N. E. >. 68 » 334 Cattori C. » 67 >' 1 1 Cavalleri F. » 66 » 418 Cavezzali B. » 68 » 219 Cella (Delia) » 65 « aaS Ceresola D. »• 6 6 >• I a i Cesari D. » Cesarini £. » Cesaris A. » Cliiareuti t. 68 p. Ciadyrgy A. t. Ciampi S. t. 67 p. 237 u Cicconi L. » Cicerone t. 65 p. i55 » Cicognara L, t. 65 p. Cigogna E. A. » Colleoui G. » Colombo C. M. .> — M. t. 66 p. 41a » Comerio A. » Coraneuo Emaaucle im— ]ieratore » 68 » 5 Comolli G. B. V 67 >. 9 Compagnoni G. >■ 68 » a3o Concina (De) G. .. 65 » a3o ConCgliactii P. ,. 68 >> 214 Cousonni L. » 68 >■ ai6 Coquebert— Monibret j> 65 >■ ao6 Corneille P. ,. 65 » 273 Cornclijni G. » 66 >■ 373 Corrieris (De) L, » 66 » 39 Cortesi » 65 » 36a t. 66 p. i63 .. 66 .. 259 .. 68 .. 71 » 66 » 3ia ,. 66 » 141 y. 68 » 117 .. 68 .. 73. i> 65 » 267 » 66 » 421 •fi 66 » 127 67 » 393 68 » 348 65 » 409 126 e i3o 67 p. 107 68 » i58 68 >• i35 66 .. 366 68 .. 82 233 e 290 66 p. 3 68 » 297 67 >. 238 68 » 220 67 » 22q 66 » i33 Costa P. Cotta Morandini N. Cozzi G. Crisostomo (S. Gio.) Crlstofori (De) G. Croff G. t. 67 p. 393 Csoma A. Cusa M. Cuvier F. — G. t. 66 p. 127 e 143 t. 67 p. 376 t. 68 p. 8a Czoernig C. G. » 66 » 108 Damiani (S. Pier) » 68 » 8 Dariff G. t. 67 p. 408 e 4l3 Datta P. L. t. 67 p. 109 t. 68 p. 34 Davide >. 66 .. 366 Decandolle » 67 « 226 Declauitre » 65 » 220 Delapierre w 66 ■• i38 Delfiume G. L. » 67 » 37a Denti G. » 66 « 379 Desfontaines » 68 >> 8a Diedo A. >' 66 » 241 Diotti G. » 67 » 398 Doppler C. » 67 » i3i Dortu, Richard e comp. » 66 » 416 Dottesio G. " 68 » 73 Drach t. 66 p. 47 e 184 » 68 » 336 Dupre A. » 67 .. Il5 Dutrochet >■ 67 » Sal Ebrcnberg t. 65 p. ia5 >> 66 » 343 Eisendecher » 66 » 36o Epitteto >■ 66 » 255 Erodoto >' 68 » 164 Esiodo » 65 » io3 Eunapio t. 68 p. l5l e i57 65 p. 117 46 Eusebio Eutichiano papa Fabbri G. Fairmans Fantonetti G. B. Faraday Faacher L. Fanvel Fea C. Federigo F. Fedro Ferrara F. Ferreri C. Fia (De) G. Fiaschi Filippini A. P. Filone Filostrati (I due) Fiscber E.G. Flantl G. Florio Fontana G. D. O. Fontenelle (Julia di) Fornaciari L. Foscarini M. Francesetti Frank G. P. Franklin capitano Fumagalli I. 68 p 9 GalljzioU 68 , 7 Gamba B. t. 66 p. 38i Garavaglia R. GarbariniP. t. 65 p. 235 Gargilio Marziale 67 .. 408 Gasparoli Giuseppa 66 » i3 Gazzaniga C. 66 » 6a Gazzera C. 68 p. 127 68 .. 321 Gagliuffi F. Galbnssera C. A. Galiani B. Gall L. Galli A. . G. Gtllina G. - 68 67 67 68 68 68 65 65 68 68 68 67 65 68 67 : 67 66 67 65 68 68 66 67 65 68 207 184 299 26a 335 93 169 384 85 29 126 35i 174 147 a5i 229 394 109 40a 283 296 395 247 235 71 .. 66 .. 275 .. 68 » ai8 > 68 » 329 » 67 » i3i /> 67 a 393 « 68 » ai8 » 67 » 41a Gazzeri G. t. 68 GazziDO G. Cell W. Gene G. Genovesi A. Geoftroy Saint Hilaire 68 p. Gerard » Gerhard O. t. 67 p. 299, Gerville t. Ghiglini L. » Giobert ■» Giolo V. • : '. 1^ T j> Giorgi y> Gio»anetti G. » Ciulio Bomano >> Giulio Vittore t Giusti G. » Gomez A. '• » Gozzi M. » Graberg di Hemso J. » GrancUagne (Ajassonde) » Grasset » Grassi R. Greco (Del) C. .> Gregorj G. C. » Grozio . » Griin >» Guacci Maria Giuseppa >> Goalzetti G E. » Gnbernatis (De) G. B. » Guglielmetti G. » Guicciardini » Guidoni G. » Guignes (De) a 67 68 65 68 68 68 125 e i32 66 p. 365 67 379 66 p. 123 65 » 406 66 68 3oo e 307 65 p. 207 416 335 171 219 267 29 299 38o 127 83 67 66 67 68 65 68 68 68 67 67 68 68 65 68 68 67 66 67 68 67 66 67 66 67 : 65 376 267 25l 128 324 236 9 i3a 1 10 416 134 82 225 10 125 35i 366 3o8 90 246 4aa 233 268 259 aa5 Guitlon M. N. G. Gujooi t. 66 p. Sia Knhfn » 68 » ai8 Koffner 47 t. 68 p. 164 >• 66 M 36a Hallam A. > 66 * ilS Labouderie n 65 •• ao6 Hammer (De) C. > 65 » 393 Labus A. t. 67 p. 9 e 393 > 66 » 358 G. t. 65 P- 3oi t. 68 P 33t Hayei F. » 67 » 395 Laglandiere (De) G. ,. 67 » 299 Becker J. E. C. » 67 » ai8 Lambrascliini t. 66 p. a65 e 269 Herschel M.J. « 67 - i34 Lampredi U. t, 66 P 366 Heyne C. G. .. 68 » 8a Lancetti V. > 68 !• J47 Hildenbrand F. ,. 66 » 273 Lander fratelU . 67 » 104 Hirt L. . 67 » 299 » 68 ]• 56 Hittorff . 67 « 3oo Langlois E. G. , 67 » 335 Humboldt A. t. 65 p. 124 e aaS Lascaris « 66 y. 394 » 66 .. ao6 e 340 Lattaada , 67 » 85 — — t, 67 p. 90 , 20a e a57 Laurin G. B. „ 68 » 366 t. 68 p 266 Lavini Lazzaretti G, .. 66 » 68 " 394 218 I Lenoire A. « 66 » 129 Leuormant t. 67 p. 298 e 3co Igino » 65 » 168 Leoni M. t. 65 P- aio t. 66 P- ii5 Inghirami t. 68 p. 128 e 134 Leonzio » 65 > 169 Isaia t. 65 p. 366 t. 66 p. 423 Leopardi M. >. 68 .. 337 Iseo » 65 » 173 Lerminiere M. E Lesson R. P. » 65 » 67 : 332 226 J Letronne Levi M. G. X 67 » 65 " 299 247 Jacobl F. E. » 66 » 36i Libera (Dalla) « 66 „ 234 James F. . 67 » 418 Liberati E. « 67 „ 408 Jan G. t. 66 p. 141 » 68 » 117 Libri G. » 68 » 126 Jaubert F. V 65 » 209 LicKtenthal P. .. 65 » 25 Joliat .. 67 ,. 3o8 Liguori (De) A. M .. 68 » 338 Jouffroy ,. 65 .. a37 Lipparini L. « 67 ,. 401 Jourdan A. J. L. .. 67 . 248 Locatelli A. > 66 , 127 Jolia di Fontenelle « 65 » 40 a — P. Lomeni I, . 67 > 65 » 233 aSa K Longbena F. » 68 H a56 Locchesini C. s 68 j» 269 Luccbini P. » 67 " 413 Karmarscli C. t, 67 p. i3i e i3a Luciano yeterinario » 66 1* 394 Luynes t. 67 p. 298, J99 a 3oo 48 1 tt Mazzoni M. t. 66 p. 371 Toselli 0. » 68 » 304 MaccKl L. t. 67 p. 419 Meneghelli A. » 66 >. 16 Machiavelll N. .. 67 ,. 229 Mens! F. » 66 » 418 Maeizel >■ 65 » 260 Metrorio M. grammatico .. 65 .. 172 Maestrani M. « 67 » 417 Micali G. t. 65 p. 392 » 68 » 223 Mafifei A. t, 66 P- 367 .. 68 » a53 Miere (Le) F. A. » 65 » 208 Magendie F. 3> 68 » i35 Migliara G. »> 66 » 420 Magheri » 68 » ia8 — Teodolinda » 66 » 420 Magnl D. p 68 » ai7 Miglio A. » 66 » 422 Mahon » 66 .. 36o Milesi Mojon Eianca ■» 65 .. 116 Mai A. t. 65 P- i68 .. 68 .. 3 » 66 » 421 JVIainardi A. I» 68 » 2.3.S Milizia F. » 67 » 369 Majocchi G. A. » 65 > 374 Millingen » 67 » 3oo .. 67 » 184 Minesso S. t. 66 p. 395 .. 68 » 218 Malaspina di Sannazaro .. 66 » 384 Minuziano .. 68 .. 9 9 68 » 3a5 Miisirini M. t. 66 P- 235 e 242 Haldonado » 68 » 141 t 68 p. a8l MaWica F. » 68 .. 304 Modena G. .. » 68 ). 260 Manfredlnl fratelli » 67 » 10 Moglia D. » 67 » ! 1 V 68 .. 216 Mojon B. » 66 " 275 — G. » 68 ,. 72 — (Milesi) Eianca » 65 .. 116 Manno G. » 68 » 3io » 66 >• 421 Manzi P. t. 68 p- 157 e 161 Mollien - «:\ .• .. 65 » 225 Manzoni I. t 67 p 408 Molteni G. t. 67 P- 408 e 409 Marches! P. t. 63 P i3.e .. 66 ,. 277 Mombello (Masino di t. 67 p. 8, 9 e 386 Ottavia t. 66 p. 421 Marchetti N. t 67 p 391 Mombret (Coquebert) « 65 >. 206 Marenesi G. .. 66 ,. 274 Blomo G. .. 67 » 374 Marsden G. 1* 66 » 412 Moncbablon G. J. » 65 » 218 Martens (De) C .. 66 » 354 Mongellaz P.J. >* 67 » 126 Martin .. 67 » 374 Monnier y. 65 » 2o5 Martini A. 7. 67 » 32 Monti Claudio t. 67 j • '1 , 9 e 394 — L. t 65 p- 1 15 e 307 — Gaetano di Raven - t. 66 P 5o t. 68 p 42 Da t. 6 7 p. 5 e 394 Martino vescovo di Braga .. 65 » 169 — Gaetano milanese t 67 p. 8 Marziale (Gargi ioj » 65 ,. 171 — Girolarao ,. 68 >. 116 Masera » 66 .. 416 — M. ,. 68 » 219 Masino di Mombello 0 - — V. t. 66 p. a33 .. 67 >. 281 , tavia ,. 66 ,. 421 Mouticelli T. » 68 » 36i ]Vi:^raja G. G. » 67 .. 352 Montlosier » 67 .. i35 Mattliey G. >. 66 =. 399 Montule ,. 65 .. 225 Mauri A. t. 66 P 367 » 68 ,. 253 Morand Maria n 67 » 419 49 Morantlini (Cotta) N. t. 66 p. 259 Pandiani G. t. 67 p. 393 Morcnl y 65 .. ii5 — G. ed A. >• 68 >. 219 Morrocchesi A. » 68 ,. 238 Panofka J. t. 67 p. 299 e 3oo Mosca P. » 66 » 42a Paolini A. » 68 p. 125 e i34 Alossotti A. .. 66 » 422 Papi L. t. 66 p. 363 Mueller C. 0. » 67 » 299 Pareto L. » 67 » 259 Muletti D. e C. » 68 j> 29 Paroletti G. V 65 .. ii5 MuIIer C. ,. 66 » 279 Parolini G. >. 68 .. 28a Munter F. » 65 » 225 Parry H 65 » 225 Musii A. t. 67 P- 233 e 236 Pausania » 68 » i58 Mustoxidi A. N t. 68 p. 164 Payen Pedrazzi L.' Pellico S. Pellizzari J. » 65 » 379 v 67 » 4o5 » 65 » 106 » 68 » 344 Nappi S. t 67 P- 40a e 412 Pensa » 67 » 85 Narducci P. >. 67 » 404 e 412 Pepe R. >. 68 » 129 Negro (Di) G. C. t. 65 p. 211 Perabo G. E. » 67 >. 7 Nersete patriarca » 68 .. 4 Peranni F. » 65 » 225 Nesti V. ,. 67 » 391 Perini A. » 68 » 291 Neu-Mayr » 67 » 244 Perkins » 66 » i3 Nicolioi G. t. 55 p. 3 e 129 Peroni A. » 68 .. 364 Nobili L. t 67 p. 184 Perotti N. » 65 » 170 Nott G. F. t 67 0 P- 107 e 307 Petit-Senn Petter F. Peverelli F. Picchi (De) » 66 » 426 » 67 » i3a » 67 » 4 » 67 » 85 Olbera 66 » 73 Pier (S.) Damiani ,. 68 » 8 Orazio 66 » 38i Fieri >• 66 » 261 Oribasio 65 » 172 Pietrasanla (Le Fast )D » 65 » 221 Orsello B. » 68 .. 29 Pieti'o Diacono » 68 >. 8 Orsl T. 67 » 418 PiUa .. 68 » 38a Orti G. » 67 » 3oo Pinamonti G. » 66 » 39a _ G.G. » 68 » 294 Pincl F. » 66 » 270 Osann F. P 67 » 299 Pini E. Pirona J. Pirovano N. Fisoni A. » 68 » 3oo >. 68 » 18 » 67 » 4 » 68 >. 7a Pacca B. 67 »> 23 0 Pizzi A. ,. 67 " 7 Paccetti C. 67 .. 6 _ G. B. » 68 » 337 Pacini L. 68 » 134 Placido grammatico » 65 )> 171 Pagnoncelli sorelle 67 >. 408 Plana G. » 68 .. 266 Palazzini G. 66 » 23a Planciade Lattanzio » 65 >■ 169 Pananti F. » 65 » 225 Fliuiu t. 67 p. a2£ « 68 « 8a 5o Poggi C. t 67 p. 406 e 41a Rezionico t. 68 p. 83 Poli B. t. 68 p. a56 Biccardi L. » 67 » 417 PoUbio » 68 •• 164 Ricci L. t.66 p. 363, a66 e 369 Polier » 66 » 344 p 68 X 137, 139 e i33 PoUi » 67 » 85 — (Procaccini) V. t. 65 p. 405 Pomba C. » 66 » 416 Richard >. 65 » 307 Ponza M. t 66 p. a33 e 38o Ridolfi C. t. 65 p. 38i t. 66 p. 363, Poosch , nata M inna , — 364, a66 , a68 , 369 e 370 Eriseide t. 68 p. ai9 t. 68 p. 135, 138, i3o e 134 Porfirio £losofo » 65 » 173 Riepenbausea t. 68 p. 33a Porter Giovanna » 65 » 346 Rigamonti C. » 68 » 330 t.66 p. 97 e 319 Rigbini P. » 66 » 417 Prechtl G. G. t. 67 p. ia8 Ritorni C. » 68 » 386 Prino » 67 » 85 Robolini G. t> 68 » 397 Prisco >. 68 » 1S7 Rochett (Raoul-) n 67 » 399 Procaccini Ricci V » 65 « 4o5 Romagnosi G. I>. i» 65 » 345 Procopio di Gaza « 65 » 173 t. 66 p. 354 t. 68 p. 356 e 349 Prokesch (De) A. » 66 « 358 Romanelli D. t. 65 p. 335 Putinati A. - 67 » 394 Bomani F. j. 68 » 353 Putti G. » 67 » 10 Romano (Giulio) •• 6R » a36 Rose G. » 66 » 344 Q Bosellioi I. » 66 » 339 ■ ' t. 68 p. iia e aaa Qaadri A. «. 66 .. 344 Rosini G. t. 66 p. 340 t. 67 p. iSj Quaglia » 66 » 394 Rosselet fratelii • 68 » 319 Quatremcre de Quincy » 67 » 398 Rossi A. D. » 67 « 33o — G. » 68 » 157 R — G. G. V 68 >■ 396 Rosso (Del) » 68 » i»8 Racheli G. >• 68 » 3o6 RovidaC. t. 67p. a5l. » 68 » 3oo Ragazzooi » 65 » 406 Bufo » 65 .. 173 Raggio T, .. 68 » 7a Rubkopf >. 68 » 83 Rampoldl G. B. ». 68 » 95 Rusca Grazioso » 67 » 7 Raoul-Rocbett » 67 » 399 — Girolamo t. 67 i>. 7 e SgS Re (Del) L. .. 66 » 73 - Rcale A. » 68 » 346 S Recalcati G. w 68 .. 357 Reggio I. t. 65 p. 366 .. 66 » 433 Saccbi D. t. 66 p. Ii3 e 887 Relnhold C. L. .. 66 » 36 1 » 68 » 85 e aa6 Reraigto Antisiodorense » 68 » 7 — L. t. 67 p. 408 RenncDkampf (De) A. .. 66 .. 359 Sacy S. ..65 » 898 Rennie G, » 67 » i3o Saint HiUi re (Geoffioy) » 65 « 406 Rcpetti t. 68 p i>5 , 139 e 184 J. 66 « 137 Sala P. t. 68 p. 7a Somajni F. Salustio C. C. » 65 » 210 Soncini V. Salvardi N. .. 68 v 3 16 Sordelll L. Salvatici (Tartini) t. 68 p. 129 e i33 Sorraani G. Sangiorglo A. » 67 » II e 394 Spallanzani L. - t, 68 p. 216 Spampani G. B. Sannazaro (Malaspina di) » 66 » 384 Speluzzi B. 5i Santini G. B. Sarti architetto Sartorio M. Savi P. Scaramelli (De) Scarpa A. Scazzola C. A. SchenkenJorf M, Scbiavoni F. — N. Schmidt Schumacher H. C Schiitz C. G. Sclopis F. Scorzini G. Scotti F. Scribe E. Scuri £. Scaw ard O. Segneri P. Sembeniiii G. B. Senn (Petit-J Serangeli G. Serradifalco D, Servi G. Sestini D, Shakespeare Sicca A. Sitber C. _ P. Silvestri Cleofe SilvoU G. Simmaco Soli G. t, 67 p. 5 e 394 > 63 » 3 « 129 t. 68 p. 219 t. 65 p. 3 e 129 t. 65 p. 225 « 65 .. 232 » 68 » 220 » 67 » 125 » 68 •' 2 '7 » 67 » 4»9 .. 67 » 3 00 » 66 » 247 .. 67 y 129 » 66 » 254 .. 65 ,. 237 » 66 » 418 y 68 .. 1 65 )• 67 >■ 134 Speranza C. >• 66 » 391 Spini )'. A. » 68 >■ 246 Spreafico Teresa » 67 » 76 Stackelberg » 68 » 232 Stagoi A. t. 66 p. 128 e 327 Stampfer S. t. 68 p. 184 Stelliai J. » 66 >. 366 Stewart D. » 66 » 36 1 StorcUo F. V 67 » 403 Strabone » 67 .. 404 y 66 >• 344 » 65 » 271 >. 68 » 82 Taddel G. i> 68 .. 223 Tadinl A. » 67 » 394 Taraassia G. n 68 « 218 Targioni A. t. 67 p. 106 e 240 Tartini Salvatici t. 68 p. 129 e l33 u 67 » 4o5 e 413 Tasso T. i 67 p. 229 t. 65 p. 346 t. 68 p. 242 e 281 t. 66 p. 97 e 219 Temistio filo;ofo t. 65 p. 173 t. 68 p. 345 Tempi » 66 >■ 265 »> 67 » 248 Tennemann G. t. 68 p. 256 e 260 » 66 » 426 Tenore M. t. 68 p. 320 e 377 t. 68 p. 126 e 129 t. 65 p. 59 » 65 » 384 » 68 » 127 >• 66 » 421 Teodoro Antiocbeno » 65 « 221 Teorlano filosufo t. 67 p. 408 0413 Testa A. t. 68 p. 396 Tettaraanzi F. t. 65 p. 3 e 129 Ticozzi S. t. 67 p. 229 Tighe » 67 » 4 Toggia F. » 68 >• 220 Tomraaseo N. » 67 .. 419 . t. 68 p. i53, 232 e 253 .. 68 X 284 Tonaui K. t. 68 p. 3o3 >. 68 >. 9 Tonello G. » 68 .. 35? » 67 » 372 Tosclli (Mazzoni) O. » 68 » 304 68 p. 3 68 3 65 ' 246 67 , 246 67 . 3i 66 . 269 65 , 249 65 « 237 53 Treviranus G. E. t. 66 p. SSg Trucchi S. > 67 >■ 375 Tucidide » 68 » 161 Turchini L. t. 68 p. ia6 e 128 Tynna (Della> H. E. t. 65 p. 209 Visconti E. Q. t. 68 p. 33i Vitruvio ■• 68 » Sag Vittadini C. t. 65 p. Sg I >> 67 » 84 Vivaldo G. L. » 68 » ag Yiviani D. t. 65 p. 45 e 194 ' » 66 » go e a8a — — t. 67 p. a68 e 3ai Vagti C. Valencienne » Valery M. Valiero A. cardinale »> Vallardi G. t. 65 p. VaUecchi (Eagatti) P. » Varchi B. » Vassalli G. » Veglio » "Vence t. 66 p. 1 84 >> Verri » "Vieillot L. P. "Vignola(Barozzida)M. J.» Villeneuve L. » "Vinci (Leonardo da) » Viola T. » "Virgilio t. 66 p. a33 » Visconti E. Q. » 66 .. 66 >. 67 » 68 V a3a e 67 p. 67 .. 68 .. 67 . 67 .. 66 .. 68 >. 67 ,. 66 » 65 » 67 » 68 » 67 .. 67 .. 68 .. 65 .. 470 ia7 117 9 373 III 419 ai7 aag 284 3g5 336 85 127 aSa 417 385 418 35o 8a 3oi W Waldeck Warden W^eber Welcker t. WerUlein G. Westplial E. Wetzel G, Wied-Neuwied Winckelmann G. G. Witte (De) Wunderlich 65 67 t. 68 p. p. 266 e t. 67 p. p. agg e t. 65 p, ,. 67 .. »> 67 » » 65 » ,. 67 » ,. 67 » ,, 68 „ 394 404 298 3 00 a59 ag8 418 225 27 299 Zannoni G. E. » 68 » 399 Zanotti F. M. >• 66 » 254 ZapparelU d'Azeglio R. >• 66 >■ 419 Zardetti C. » 66 » 388 Zeidlitz G. C. « 66 J. 36 1 FINE. I *«. ^f r