-*1 % ..>-.-' Vx .y-.. BIBLIOTECA ITALIANA O SIA GIORNALE DI LETTERATURA,SGIENZE ED ARTI COMPILATO DA VARJ LETTERATI. ToMO LXXXIV. ANNO VENTESIMOPRIMO. Ottobre , Novembre e Dicembre i836. MILANO r. TBESSO LA DUREZIONE DEL* GIORNALE IMPERIALE P.EGIA STAMPEKIA. II presents Giornale, con tuttl i volumi precedenti^ © posto sotto la salvagiiardca della Legge , essendosi adempiuto a quanta cssa prescrivc. BIBLIOTECA ITALIANA PARTE I. LETTEKATURA ED ARTI LIBERALI. Uti nuovo poema. 1 ill volte si e parlato in qucsto giornale tlclla sco- pcrta (Icir America considerata come argomento di poema ; c furoiio occasioiic a que' discorsi le prodii- zioni di alcmii ine;e2:ni italiani clie amarono di cor- rcre (juesto nobile arino;o. Finora par die nessimo soddislacesse pienamente airaspcttazioiie de' leggitori ; jna noti per questo si estinsero nci nostri poeti il desidcrio e la speranza di toccar quella meta. Ed ecco die il signor avvocato Costa di Geneva c' invia per mezzo del cav. Andrea Maffei il Libra piimo di una sua poetica creazione con cui tolse appunto a cele- brare questo grande avvenimcnto, die a lui geiiovese dcve piu die a molti altri esscre a cuoie; e ci per- mette di levarne alcun saggio. Non sappiamo ne di quanti lihri si comporra tutto il lavoro ; ne se V au- lore lo voglia intitolare poema; ne sc intenda deno- minarlo dal paese scoperto o dal suo celebre scopri- tore : ma perclie in questo libro ci parve di trovare bei vcrsi e nobile poesia, percio siimiamo die i no- stri lettori ne dcbbano sapcr grado se noi approlit- tando dclla gentilezza del signor Costa facciamo loro conosccre inuanzi tratto qucsta nuova produzione. 4 UN ISUOVO POEMA. L'autorc non comiiicia da una Protasi propriamente delta, ne dall' iavocazione di qualche diviniia , ne dalla dedica ad uti mccenate. Stanco, egli dice,dalla realta clie mi circonda , fViggo le veglie lumorose e i teatri, e sol cercando I? intemerata compa^nia de huoni Che il niondo irride , libero e contento Or discorro pe colli, or tra il conserto Vi sacre e solitarie ombre ni assido Eagionando con essi .... E come augcl che il crasso aer mallgno Tugge d' umida vulle , e riparundo A verdi colli aperti incontro al sole Batte lieto le peniie agili , e canta : Cosi da questa tenebrosa noUe Sorge alle glorie del buon tempo antico La rapita mia mente , e a quella luce Code allegrarsi , e i grandi itali nomi , Come amor spira , celebrar cantando. Qui segue la proposizione del poema, alia cui im- portanza 1' autore confida di potere esser pari, se Co- lombo stesso dair astro in cui si tranquilla non gli neghera T aura del, suo favore. E per tal modo, egli spera ammendar le ingiustizie delle quaii fu vittima il Colombo mentre che visse. A lid Sofia Che trasse gia dalle mateme selve L' umano armento , e con celeste lume Vinse la notte dell' error , compagna Invocata discese , ed i mal certi Colin pietosa man passi reggendo , Lo mise dent.ro dell' eterno Vera AL guardati reccssi. Essa la dove L' etereo padiglion piii s' inzafflra L' alzb sublime, e le riposte leggi Tutte gli aperse ^ onde s alterna il moto De' rotanti epicicli; entro a' secreti Di nntura misteri anco lo avvolse : Ed egli armato d' infalUbil sesto ris Nuovo ror.MA. 5 E ilegU arcaiii numeri possente Deir industre Matesl , il gran volume Lesse , die ascoso ai miseri profani Si squaderna pel Mondo. Air ingegno ed alio studio del Colombo non pote la Terra celare nessuna parte del suo volto ; sicclie la cercata indarno Favolosa d' Atlante isola estrema Si i'ii-a a lid brillb , die in pien meriggio Quando e di niibi stenehrato il cielo Men brilla del diurno astro la luce. Chi pub ridir la soverchiante , imniensa Gioja , che a quella subitana vista •■ Inondb la contenta anima sua ? Credo che in si beata estasi assorti Movessero esultanza i contemplanti Lucidi figli dell'Eterno Amore, Allor che un cenno del voler che crea Qiiamava dal piofondo informe nulla De' pioneti il concilio , e d' improvvisi Luminari ingenimairi il firmamento. Ma la speranza di gloria e fuggevole e iugannatricc; e olTerendo una tazza bagnata suU" orlo di ncttare , trae gli uomini a bere il veleno di tutta la loro vita. Ne la riverenza della patria (dice Fautore) mi fara cosi timido amico del vero, eh' io non dica come da lei cominciassero le afflizioni del ligure eroe. Egli con affetto piu che di figlio offerse a Genova il mondo noto fin allora a lui solo , ma i sapienti suoi detti non valsero a persuaderle la magnanima impresa. Co- lombo air inaspettata repnlsa tncito , invnoto La f route dechinb , dove snlia Lieve fiamma di sdegno , e ripensando La gloria e il frutto di quel grande acquisto Che la Patria perdea , tanta lo strinse Di lei pietd , che nelV offeso petto II dolor tacque della sua ferita. Sempre pensando alia terra cli" ei dovcva scoprire , spesso illudendosi coUa speranza di trovare chi gli 6 UN Nt'OVO POFMA. agevolassc 1 inipresa , c prcgnstando il jiiacere e \a gloria di quel la graiule scoperta die a liii appariva sicura, giunse nella Spagna, e fece a quel regncj rofferta clic Geuova aveva respiuta. L'autoie descrive quindi il concilio raccolto a giudicarne. Altri diercuto Ha il Venice del capo , ed al tallone Fusa gU cade la zimarra, il macro Corpo avvolgendo ; del color di viorte E dipinto nel volto , e gli occhi intorno Gira pien di sospetto. Altri camuffa La rasa fronte in monacal cocoUa, Rubicondo la guancia , e dalle nari Shuffante orgoglio ; ad un sogghigno il labbro Contragge amaramente , e irrequieto Sullo scanno tentenna , e de' gran Jkinchi E deir cpa la vasta agita mole. Ma chi e colui the in fra cotanto senno Accigliato s' as side ^ e par die graie Di sublimi concetti ahbia la mente^ ? Quegli e V arguto Bacellier, die veste T)el suo grade le assise, e negri panni Assume alia persona : dalle spalle Pende il mantel succinto, il collo adorna Sottilmente trapimta una halzana Di rabescate trine , e in doppia lista Cade il bianco collare a lui sul petto ; Irto di pelo ha il labbro, e retro ondeggia La zazzera diffusa ; ma le lunghe VegUate notti, e il meditar profondo Gli schiomaron le temple , e sol vi resta Calugin rada, del perduto crine Unico avanzo. AW alma schiera aggiunto Vedo lui pur che nelle dotte scuole Offizio assunse di dottore , ed ampio Tesor d' arcana sapienza aperse Agli avidi discenti. Egli precinto Da sacra infula il capo , e da fluente Toga involuto grave s' abbandona J^ella sedia capace ; il guardo obliquo E pien di &onno ; il faticoso mcinto UN KUOVO POEMA. - 7 Delle sue membra , ed il supino aspetto Non risponde alia fama, e ben diresti Ch' ogni acume deW anima sia mono Nell' ignaro ceiebro. Tutti costoro o superbi nell' ignoranza od ostinati nel credere clie, fiiori delle loro scuole non possa trovarsi ne sapienza ne verita, siedono a giudicare la propo- sta del Colombo , e la combattono con que' falsi ar- gomenti che ora posson parere assurdl e ridicoli ad ogni scolaretto , ma di que' tempi furon messi in campo da uomini di lunghi studj e di non coniune dottrina. Indarno il Colombo risponde alle vane loro obbiezioni : iin brutale istinto Clie della dia ragione usurpa il loco Li fe' se.nn ul passuto ; e non potendo (Jue' loschi ingegni del mostrato lum£ Patir V oltraggio , abbarbagliati e vinti Restdr neW ombre degli antichi errori. Quindi il ligure sapientc usciva di quelT adunanza disperando bramai di poter elTcttuare il suo nobil disegno ; se non che poi , persuaso di dover Hnal- mente trionfare, delilicrossi di perseverai-e ed atten- dere dal tempo e dall' insistenza cio che la forza della ragione non potcva conseguire con celerita pari al suo desiderio. Jn sul paese che il sonante Bed TiUto di sue bell' acqiie irrign e parte , Non molto Inngi alia citta che Palos Chiaman gV Iberi , un solitario chiostro Siede sacro a Maria. DelV aspre lane Che V umile Francesco in pria s' indusse Fan ciliz'O alle membra i poverelli Dell' ermo asilo abitatori , e spesso Alternando le preci, e i lor digiuni Di scarso cibo confortando , o al Cielo Intend coi pensier contemplativi , Traggono i giorni. Alle romite case Giungea lasso Colombo , ed nl suo fianco • 8 UN NUOVO POEMA. Dena fortuna e del cammin consone Venia Diego. In fronte al giovinetto Spegnevano de' verdi anni il sorriso Le paterne sventure, e il gracil piede Piu, non reggeva omai le membra affrante Al faticoso ramingar. Sostaro All' uscio i pellegrini , e scosso alquanto Il sottil funicello alia pendente Squilla, attendean che il propagato suono Destasse alcun pietoso : ed ecco aprirsi Quell' umile cenobio , ed un canuto Degno di tutta reverenza in vista Ingombrarne la soglia. Ossequiosi A lui chindrsi entrambi , e colla voce Che dagli strani ancor mercede impetra ■ Orrevol Padre {gli dicean) se clcuna Senti di noi pieta , deh ! ne concedi Che nel letto ospital dolce riposo E poco nudrimento e qualche stilla Di fresca onda gustiam ; poi ristorati Seguiremo la via, pregmido V alta Donna del Ciel che i doni tuoi rimerti Debitamente. II biion cenobita li accoglle pietosamente ; poi do- manda Colombo dell'esser suo. Ed egli dopo avergli detto il suo nome , la sua patria , i suoi stud] , sog- giunge : lo son quel cervo Ch' esagitato in lunghe fughe ed arso , Vede di la dal dirupato abisso Zampillare una fonte, e la fatica Gli precide la lena al salto , e muore In deserta convalle Di Id dall' Ocean , che immensurato Inghirlanda la Terra, ignoti regni Sono , e contrade fortunate , e miti Liinpidi soli, e vigoria stupenda Di vergine natura; e non lontano ■ Forse sei mila miglia e il bel paese -, A cui V animo mio vola rapito Da indomabUe ardor. Alt aka imprcsa UN NUOVO rOEMA. O S' accini^a un qunlcheditno, e tropassando Di Gade il varco, suo cammin diritto Volga sempre all' occaso ; indietro molto Oli restin le felicl isole sparte , Oltra cui non ardi spinger le antenne U nocchier Lusitano , e primo affronti L' ampio mar d'Atalante: nscir dal fondo Vedra dell' acque allor la vasta Terra Che dcll'Asia al confine ultima giace Contro il balzo solar. Di unto questo (continua dicentlo ) mi pcrsiiasero Ic ragioni della scienza e inolti oggetti clie 1" onde por- tavano da que' remoti paesi alle spiaggc d'Enropa. Ben e il vero che sulle prime parevanu di non do- ver ciedere a ncssuno argomento a cui si mostrava contraiia Tautorita delle Sacre Carte; ma il Cicio degno di levarmi dal core quel dubbio con una vi- sione. £ra la notte Ne gia so ben s' io vigilassi , o chiuse Avessi al sonno le palpehre , ed coco Circuirmi di tremuU baleni Miranda chiarita .- lucida zona Tutta farsi parea I'immensa via, Cui gill di spera in spera il subitano Transito del Cherubo illuminava. Eran mie luci abbarbagUate e il rombo Udia delle divine ali commosse Che V aere fendean. Come dinanzi Mi stette V alta visione, lo caddi Esterrefatto al suolo , e neW accesa Faccia dell' Immortale io non ardiva Levar lo sguardo .- egli raggiommi un riso Di tutta pace , ond' io mi confortai , E: vien meco (mi disse) ; altere e nove Meraviglie che umano occlno non vide Contemplar ti fia dato. In quella assunto Esser mi parve a sterminata altezza DaW angelica inipulso .• a me di sotto Vanian le terre e i mari , e si veloce Le vaste soUtudini del cielo 10 UN NUOVO POEMA.. Sor^'olando io correa , che assai piii tarda jE il cader della folgore. Raccolse L' etereo spirto i podtrosi vanni Giii calando alle Azzorre, e sovra alpestre Scoglio che leva dal profondo abisso La brulla maesta dell' ardua f route Me suo carco depose. i)a quello scoglio ( prosegue ) vidi lontan lontano moke isole, e piu remota iina parte non ancor vi- sitata del globo, dov' erano uomini ignudi con fieri costumi di guerre atroci , e con piu fiere divinita alle quali sagrificavano vittime iiraane. Rimossi dal sozzo e crudele spettacolo di quelle genti lo sguardo fra ver2;ognoso e atterrito; ma TAngelo allora mi disse, eeser quella una parte del genere umano su cui pe- san tuttora intiere la colpa c la condanna dell'antico parente; approssimarsi il tempo oramai in cui deve eentire anch' essa la grazia del couume riscatto ; e il grande officio essere stato a me commesso dal Cielo. Gio detto, mi benedisse e sparve. L' eremita stette silenzioso ascoltando il racconto, poi levando al cielo lo sguardo e le niani gli rispose : Oh! certo Vane have non son di mente inferma Le vedute da te cose stupende In quella sacra notte .... Io stesso, lo- 1' addurrb dinanzi alia gran donna Che di Castiglia e d'Aragona il freno Tepipra con mite imperio. Ella maggiore Ha del serto real V anima , e tutti AW incremento della Fe consacra Pensieri ed opre. Vincerai la prova, Che venir meno all' onorata impresa Non pub tanta pieta ; ma se ognor novi Al tuo fatale andar ponesse indugi L' ingannata Isabella , allor fia teco De' liegnanti il Signorr, che alVmesperta E halba lingua del Pastor d' Orebho La parola. ispirai>a, onde fu domo , ^ UN NUOVO POEMA. II I^eW egizio dranno il contumace Proposto e V ira della ferrea mente- Salve dimque (esclama il poeta), salve , o dlvino Co- lombo, onore e lume di Liguria! Egli apparve al co- spetto della regina Isabella, e la trovo gia persuasa da' suoi proprj pensieri e dalle celesti inspirazioni a fovorir la sua impresa. Agile , istrutto Di quanta e d'uopo al gran viaggio, oll'onde Si commena il navilio , e tu lo guida Per intatto cammino alle divise DaW antico Emisperio ultime terre. Di me ti loderai ; che ben so quanto Si dcbba al tuo valor; ne gia confide Varti degno compenso : in Dio V avrai-, In Dio che i ben finiti animi appaga D' immenso guiderdon. Disse , e Colombo Bender grazie volea ; ma si confusa Per lo interno tumulto eia la mente ^ Che la voce si mosse , e non fu append Schiusa dal luhbro, che moria nel pianto. Tale e rpiesto prinio libro del sig. Costa che si corn- pone di oltre settecento vcrsi. Rispetto alio stile po- ira notarvi taluno qualche latinismo, alcune pochis- sime A^oci adoperate ad insolita e forse non conve- niente significazione, qualche perifrasi in cui per correr dietro ad un idea accessoria par che si sneryi la principale : tutte cose che 1" autore medesimo , gio- vine e studioso, fara certamente sparire dal suo lavoro prima di pid^blicarlo. Frattanto ben si puo dire che pochi scrivono ai nostri giorni settecento versi pa- ragonabili a questi. Rispetto alF invenzione e alio immaglni ci pare che questa prima parte non manchi ne di ordine ne di qnegli ornamenti che la materia poteva o richiedere o comportare. II sig. Costa non dispera di poter piacere anche alia nostra eta cam- minando per una via semplice e piana, cosi nello stile come nei concetti; e questo a noi pare indizio d' ottimo gusto , e presagio di compiuto riuscimento. 12 UN NUOVO POEM A.. La navigazione per mari non mai tentati; la scopcrta d'una legione non niai saputa, e aliitata da uomini cosi diversi da noi per indole, per religione, per costu- manze; le avvcnture dei viaggi, i primi scontri con quelle attonite genti ; e la gloria breve ed instabile, e le gravi e lunghe miserie del gran condottiero possono bene esser materia d' interessante poesia a chi sappia narrarle e descriverle con nobile e chiara semplicita. II poeta non deve alterare la storia vera e conosciuta di nn fatto si grande e si importante, non deve assegnar cagioni soprannaturali a cio che naccpie da motivi atfatto umani , e che non cessa per questo di esser grande e degnissimo di poesia. Questa ne pare appunto la strada per la quale il sig. Costa si e niesso. Bisogna esser padrone dello stile e del verso, ricco di belle sentenze, aaiinato da nobili af- fetti, chi vuol destare interesse per questa via; e noi crediamo che il sig. Costa sia gia piu che bastevol- mente fornito di queste doti le quali per certo si verranno in lui aumentando quanto piu procedera nel lavoro e premera nella metlitazione del suo grande argomento. Bisogna ancora avere il coraggio di sa- grificare talvolta alcune inspirazioni della fantasia, forse belle in se stesse ma non opportune al luogo e percio non possibili ad approvarsi da giudiziosi lettori. Quindi noi vorremmo pregare Tegregio au- tore a levare da questo suo libro i bei versi che alludono al Galileo. II sig. Costa che ci ha permesso di dire pubblicamente la nostra opinione intorno a questo suo saggio interpretera per certo benignamente questo nostro consiglio; e noi ci auguriamo di sen- tirlo in breve salutato dal comune consenso fra i piu lodati poeti del nostro tempo. A. i3 Trattato dell arte oratorla in parti V, volwni due. — Fire/ize , i835 , tipografia della Speranza, in 12." Ardcolo 2° ed ultimo. V. il tomo 83.°, pag. i83. J _ja parte seconda di questo Trattato parla della di- sposizione ; e 1' autore ne comincia il cap. I col ri- cordare, che secondo Cicerone cinque sono gli uffizj deir orazione , cioe inventar cio die dir si debbe , disporre le cose inventate , ornarle colle parole, man- darle alia memoria e rappresentarle o pronunziarle. Quindi naturalmente alia invenzione succede la di- sposizione , la quale « consiste in ordinar tutte le parti somministrate dalla Invenzione secondo la qua- lita e r interesse del soggetto che si tratta : » ed in cio si osserva senipre il principio della imitazione , poiclie dopo aver imitato la natura quando crea , la s' imita del pari quando le create cose assembra e dispone. j La prima aver vuole cinque parti: esordio, assunto, narrazione, ar- gomentazione e perorazione : 1* altra « senza confon- der le cose , pertiurba V ordine delle suddette parti , e alcuna tie tralascia secondo il bisogno. » Lo esor- dio, al dir di Cicerone, e una orazione la quale ac- conciamente dispone 1' animo dell' uditore a udire il rcstante del ragionamento; e dicesi moderato o co- nmne, quando a poco a poco dispone placidaiuente gli uditori alia causa , e veemente o exabrupto quando move o da un vivo dolore, o da una grande alle- grezza, o da violenta indignazione. I suoi fonti sono o intrinsici quando lo si deduce dalle viscere della causa , o estrinseci quando deriva dagli aggiunti o circostanze del tempo , del luogo , della persona e flella cosa ; e tre sono i suoi iini , cioe di rendere benevoli , attenti e docili 2;li uditori. Sei , secondo il 14 TEATTATO Blair, sono Ic regole da osservarsi per comporre con- venientemente un esordio: i .° che sia facile , proprio, naturale e tratto dal soggetto medesinio ; a.° che si iisi in esso la piu scrupolosa accuratezza di csprcs- sioiii ; 3." die sia modesto ; 4." che sia condotto in modo placido e posato-, 5.° che non vi sia anticipa- tamente introdotta alcana parte sostanziale del sog- getto; 6-° iinalmente che nella lunghezza e nella ma- niera sia proporzionato alF orazione die segue. Oltre a tuttocio deve lo esordio esser adattato al geaerc deir orazione , e devesi pure avvertire die avvi un esordio chiamato da Ermogene proemio della opinioiie il quale in cio consiste , « die l' oratore conosca la di- sposizione dell'animo degli uditori rispetto alia materia della quale si tratta, e secondo quella e' s' insinui a par- lare o lietamente o mestamente, con altro movimento di passione conforme alia contingenza presente. » Noi non abbiamo voluto die indicare Tordimento di questo capitolo , poiclie il mostrarne tutte le fila sarebbe stata troppo lunga opera ; e quest' avvertenza valga anclie pei capitoli susseguenti. Pero egregia n' e la tessitura, e dir non sapremmo quanta dovizia vi abbia posto V autore di osservazioni e d' insegna- menti , di dottrine e di erudizione. Volendo poi se- condo il suo costume illustrare la materia cogli csempi, eo;li due ce nc olTre tratti dalle orazioni di Cicerone, lino di Demostene , uno del Guicciardini , uno del Davanzati, tre del Segneri, uno del Cesari c uno di Bossuct. Dopo r esordio viene V Assunto, del quale pcrcio tratta il cap. II , e ch' e « cjiiella parte della orazione per cui il dicitore ci avvisa di cio cli' egli intende tiattare nel progresso del suo ragionamento, ossia quella parte die ci pone sott' occliio lo stato della questione di cui ci parla , e die fissa lo scopo ed il line derr arte stessa. » ]S assunto puo essere sem- plice e composto , e quindi puossi annunziare per mezzo di proposizione o di divisione. La proposizione e la didiiarazione che fa T oratore di cio che prende a tiattare. Essa dcv' essere unica, dell' ARTE ORATORIA. iS hveve c chiaia , e aver deve anche il pregio della novita in quanto al modo non in quanto alia sostanza. Si fa r assunto per divisione quando la proposizione in piu parti distinguesi , e la si puo distinguere in tre o due parti soltanto. L' autore paria delle varie inanierc di dividere che furono osservate dai Greci, dai Latini, dai Francesi e dagFItaliani non senza por- gere alcuni relativi esempli ; e propende a credere che lo spartimento in due parti sia piu spediente e perche piu accomodato all' intelligenza degli uditori ed alia brevita desiderata, e perche offre piu accon- cia opportunita ai riposi nell' orazione i e perche forse pill giova alia forza ed alia efficacia degli argomenti, e perche aelle prediche e nei panegirici meglio si presta all' artificio che si usa da alcuni di applicare il testo alia divisione. Non loda 1' autore le suddivi- sioni die a suo parere « riducono la libera orazione alia servitu di un trattato » e che in vece di ajntar la memoria dell'uditore Taggravano e la confondono. Ed in generale circa alia divisione adotta ed inculca le quattro seguenti regole dell' Hume : i." che le parti siauo realmente distinte fra loro in niodo die 1' una non sia conipresa neH'altra; 2." che nella divisione si segua 1' ordine naturale , cosicche i punti fonda- mentali precedano a quelli die da essi derivano ; 3." die le varie parti comprendano tutto intero il soggetto ; 4.° che la partizione sia espressa nei ter- mini piu concisi , evitando ogni circonlocuzione. 01- tre poi le proposizioni o le divisioni esplicite, vi sono le implicite, le quali leggermente si accennano o alia line deir esordio o al principio della confermazione , c poscia via via si discoprono e si manifestano. La qual manicra e lodata da Quintiliano , che asserisce riuscir piu graditi e anche piii efficaci quegli argo- menti che sembrano trovati all' atto, e quasi prestati dalla natura stessa. L' autore fa quindi menzione dell' uso comunemente seguito di dar fine all' esordio con alcuna parola gen- lilt rivolta all' udienza. Su di che egli prima avvertc l6 TBATTATO che si deve iisare una conveniente e discreta misura, e poscia illustra e confernia il precetto col niostrare cio die fecero alcuni tra i piu rinomati oratori ita- liani e francesi. E da questo particolare esteudendosi al generale 1' autore secondo il suo costume poige parecchi classici esempli di proposizioni e di divisioni somministrati da Cicerone, dal Casini, dal Bossuet e dal Segneri. Nel cap. Ill si tratta della narrazione ch'e la terza parte della disposizione naturale dell' orazione , e che secondo Cicerone e Quintiliano e « la esposizione di una cosa fatta o come se fatta fosse. » La narrazione veemente si addice al genere giudiziario, ed anzi n'e parte principalissima » perche da questa dipende tutto lo stato della qnestione e il fondamento di tutte le prove. » Essa e civile e digressoria; e civile quella che contiene il punto della causa e da cui ne dipende la decisione, ed e o continua o interrotta secondo che si pone dopo 1" assunto , e prima delle prove, o che si divide in piu menibri , e che si appone alle varie parti del discorso. La digressoria poi e una narra- zione incidente che si forma per chiarire il fatto, e che ha con esso una relazione di similitudine e di confronto. Pero la narrazione e dell"" uno e deiraltro genere dev' esser chiara , probab'de o verlsimile, breve, soave e costumata. Tutto quasi il terzo capitolo e di- retto a mostrare in che propriamente consistano quc- ste cinque qualita, come si acquistino , e con quali accor2;imenti si facciano manifeste ed eflicaci. Ed e lezione plena di gravissimi precetti e di esempli op- portuni , a cui non manca ne la forza del ragiona- niento, ne T ampiezza della dottrina, ne F autorita dei grandi scrittori. In ultimo 1' autore osserva « che il panegirico , 1' orazion funebre , ed akri componi- menti di genere dimostrativo non sono per F intero che una narrazione interrotta, e non continua, a cui r amplilicazione serve a dar risalto. » Quindi egli ap- plica i suoi precctti concernenti alia narrazione , ai sermoni saai , cioe alle Omelie ed alle spiegazioni dell' arte oratoria. 17 del Vangelo , e conclude il capitolo con alcuni oppor- tuni avvertimenti tratti da Quintiliano e dal Blair. Dopo di cio produce secondo il solito parecchi esempi di narrazione clie le orazioni di M. Tullio e del Lol- lio sommiiiistrarougli. Ncl cap. IV della parte seconda si tratta dell' ar- gomentazione ; la quale cc e quella parte deirarte ora- toria clie insegna a disporre e a trattare gli argo- menti per cui si da alle cause credito , autorita e fermezza. » Quiadi esso dopo 1' assunto e la parte piu importante dell' orazione , poiclie in essa consiste la vera forza dell' eloquenza, e per essa 1' oratore raggiugne il suo scopo. Quindi gli antichi con gran cura insegnaron 1' arte di trovar argomenti per ogni subhietto ; onde proviene la tanto decantata dottrina do' topici o luoghi comuni, i quali non sono che idee generali applicabili ad un gran numero di oggetti di- versi. Essi poi o sono interni ovvero artiticiali ed esterni, ovvero inartiticiali. I primi non ci sonimini- strano le ragioni, ma solo c' indicano il niodo di tro- varle: i secondi contengono in se stessi una ragione e fanno prnva da se. I luoghi interni o artiliziali sono la delinizione , la etimologia, la enumerazione , il genere e la specie, gli antecedcnti e i conseguenti, gli ao;gimiti , le cause e gli ciFetti , la similitudine e la dissiniilitudine o il paragone , i contrar j e i repu- gnanti: i luoghi esterni o inartificiali consistono tutti nelle testimonianze divine ed umane; quelle dedotte dagli oracoli, dagli auspicj, dalle profezie, queste dalle autorita , dalle volonta e dalle parole. L' autore con somma accuratczza va spicgando cosa significhino tutti quest! vocaboli, e cosa qnindi vcramente siano quc- sti luoghi comuni quasi per onorare con un saci'ilizio di pazienza le antiche e discrte discipline ; ma poscia con pari senno avvertc che lo studio di tai luoghi potia bensi produrre la copia ma non la forza del discorso ; poiclie « non le parole semplicemente , ma cio clie da vita alle parole e le spinge avanti con ordine , con calore e con potenza e da studiarsi. » t Bihl. hid. T. LXXXIV. 2 l8 TKATTATO Percio 2;inngoiio opportune a tal materia alcune sa- pienti osservazioni del Costa sulla giantF arte di com- porie e s* ompoire Ic idee , ed il nostro autore le referisce distesamente ; e quindi colle parole di Ci- cerone mostra quanto siffatte dottrine giovino all ora- tore, non senza pero avvertire die tra questo e il filosofo avvi la differenza, che 1' uno parla con una ccrta libera amplificazione , T altro con rigore e pre- cisione di termini. L' argomentazione puo tendere del pari o ad ad- durre le prove dell" assunto , ed in tal caso dicesi confermazione , o a ribattere le opinioni contiarie, e dicesi confutazione. Circa alia confermazione 1" autore insegna come preceder debba nei varj generi del- r orazione nel dimostrativo , cioe nel deliberativo e nel giudiciale, e come nelle varie qualita della elo- qnenza, cioe nella sacra e nella profana, e quale stu- dio far si debba perclie proceda sempre ordinata e rigorosa ; ed in questa parte reputa che primo fra tutti gli oratori sia da tenersi Demostene , secondo Cicerone. La confutazione , la quale M. TuUio defi- nisce esser quella con cui si vince e si distrugge la confermazione degli avversarj si riduce comunemente a quattro capi : alia riprensione con cui si prova die il contrario assunto o e falso, o non e univer- salmente vero; alia contenzione con cui si mostra die il proprio assunto e migliore e meglio fondato di quello delTavversario; alia dissimulazione per cui non si scioglie direttaniente la difiicolta , ma la si sfugge, ed alia ritorsione che si usa quando si rivolge I'ar- gomento delf avversario contro di lui. L' autore in- segna con quali accorgimenti adoperar si debbano queste diverse maniere di confntare, ed avvalora I'in- scgnamcnto con alciine osservazioni tratte dal Blair. Dopo di che vengono alcuni esempi di argcnnentazioni oratorie somministiati da Demostene e da Cicerone. Ultima parte della disposizione e la perorazione ; e di questa tratta 1" autore nel cap. V. Egli comincia col dire che la perorazione « e quelf artilizioso modo DELL ARTE ORATORIA. lO di fitiire e di conchiudcre un ragiouameuto per cui con brevita si ripete e si epiloga quanto si e detto e si muovono , giusta il l)isogno , anclie gli affetti. » Percio essa ha due parti, la enumerazione od opilogo, e ramplilicazione, e mozione degli affetti. Aristotile e Ciceione pensano clie questa debba a quella pre- cedeie. 11 Cavalcanti e del contrario avviso , e con questo il nostro autore si accorda , « perche molto rilcva il riportare all' ultimo il movimento degli af- fetti per lasciare Y uditore ben disposto. » L" epjlogo non deve coinprendere tutta intera V o- razioue, nia toccar solamente T assunto, e i capi prin- cipal! delle prove e quelli singolarmente in cui la forza deir orazione consiste ; esso deve esser breve , nia pero lerso e non senza ornaniento. Circa alfani- plificazione o mozione degli aifetti , alcuni la rcpu- tarono sconveniente alia gravita ed alia ino;enuita dcl- r oratore. Ma devesi distinguere : se il convincimen^o e il solo scopo, al solo intelletto si deve parlare ; ma se in vece lo e la pcrsuasiune, fa d" iiopo rivolgersi alle passioni ; ed a tal fine tornano utili le dottrine the furono dalf autore insegnate quando parlo della iuvcnziorie , intorno alf origine ed alia natura delle passioni. Qui 1* autore ricorda alcuni artificj clie per niuovere gli ailetti furono usati dagli anticlii, e loda alcune manicre di perorare clie furono adopcrate tlai moderni. Osserva poi che alia bellezza delle perora- zioni nelle sacre orazioni giovano sonunamente le pa- rafrasi dei testi tratti dalle divine Scritture. « lu- soniina , egli dice , il sacro oratore , graiidls et iit ita dicaui tragiciis orator , sid declinare della sua orazione tcntanilo un potcntissiuio assalto esorti, scongiuri, in- teneiisca , commuova, si faccia signore di tutti i cuori, versi tutte le ricchezze della sua carita , s iinialzi a Dio, e con sinceri sospiri ed ardentissime suppliche risvegli i rimorsi delf animo , niostri Y orror del de- litto, e riconcilii fmalmente la creatura col cieatore. » L' autore com hiude questo capitolo con sette avver- timenti dati dal Blair su tale iDatcria, cui egli spiega aO Tr.ATTATO e chiarisce con adecnata inaestria e con dottriua co- piosa; ed olTie quincli scti,ueado il sao nietodo pa- recclii eseni[)i di ogni nianiera di oratoria perorazionc chc tolsc dalle opcie di Cicerone, del Guicciaidini, del Bemho, del Savonarola c del Segneri. Cosi ha line la II parte La III parte di quest' opera tratta della elocuzione cli' e materia interaniente alb lingua risguardante. Qiiindi Y autore iniprendendo a parlarne nel cap. I cspone quali sieno le origini, quali i pregi, quali le condizioni della favella. La favella e quel dono pre- zioso con cui Dio privilegio T uomo , quello die lo rende superiore a tutte le alire creature , forse quello in cui la ragione uniana veramcnte consiste, e quello certamente senza il quale la ragione stessa sarebbe una flicolta per mancanza di opportuno stroniento ino- perosa, uu beneficio senza frutto, una potenza senz'atto. Percio la questione dell' origine della favella, a cui iiiolti illustri ingegui volsero i loro studj , non pare clie sia di difficile scioglimento, poiche posta la ne- cessita della lingua per 1" esercizio dell" umana ra- gione, c posta la tendenza degli uomini a convivere in societa, i sogni naturali avranno servito alle prime comunicazioni dei loro pcnsieri ed affetti; e quimli niediante rcciproclie intclligenze assai facili a conce- pirsi avrassi stabilito i scgni convenzionali, tra i quali le parole hanno il primo luogo. E secondo i progressi della civil ta le parole si saranno moltiplicate , ordi- nate, divise , avranno prima soddisfatto ai bisogni , poscia procurato i diletti, avranno ricevuto leggi ed ornamenti, significati ed armonie. Da cio perfezionan- dosi r umano consorzio , si sara con molto natuialc progrcsso proceduto ad inventarc i carattcri che con- servano le parole , come le parole conservano le idee. Cosi cio che fu in origine dono d" Iddio convertissi a poco a poco in istituzione umana ; e ne nacquero due arti prestaatissimc la graaimatica e la eloqucnza. <^ui r autore accenna brevcmcnte le sorti che la elo- qucnza ebbe principalmentc prcsso i Greci , presso DELL ARTE ORATOUIA. 2 1 i Romani c nelle varic contratlo d'Europa, rcstaurnic che furono le lettere; ilopo di che torna a parlar (lella elocuzione. Ln elocuzione pertanto « e qiicUa parte oratoria die c" inse2;na il modo pin atto e conveiiicnte tanto a rappresentare con parole le conrepite idee, qiianto a signifirar le cose di ciii si parla. » Pregi proprj della elocuzione sono la purita , la chiarezza , Torna- mento e la convencvolezza. A costituire la purita coa- corrono « due principalissimc doti , la naturalezza e la iu'] Quindi 1' autore dopo aver qualche cosa toccato di queste due doti, e dopo aver parlato dei dialctti in cui le lingue si dividono , viene mano a mano dichinrando i motivi per cui fra tutti vV Ita- liani dialetti vuolsi dare la preniinenza al iiorentino il quale piu clie omni altro possede quella speciale legello , e trascegliere , e riprodurre •, prccetto die si pose per fondamento all' edifizio nostio , e con cui jiorremo termine a questa , qualunque siasi letteraria fatica. » E con queste parole tutta T opera si con- cliiude. Dal sunto die abbiamo presentato ai nostri lettori avranuo questi potuto di leggieri comprendere che nel Iil)ro linora esaniinaio la proposta materia e com- jiiutaniente trattata , di modo che nulla rimane a de- siderai si o si riguardi alle teoriche fondamentali , od ai precetti che se ne deducono , o agli esempli con cui le une o gli altri si vanno ilhistrando. Percio cre- dianio die da quest' opera trar possano grande gio- vamento le scuole nostre , ed i maestri piii ancora che gh studenti ; e perche T autore deriva le sue DELL* ARTE ORATOKIA. 3l dottrinc da cosi alti principj clie fo d" uopo saper lar- 2;amente peristal e e ragionar sottilmente per poter bene coniprendcili e valutarli; e perche in tanta esten- sioiie di vediite e di ricerche, in tanta copia di eru- dizione , fra tanto numero di osservazioni e di av- veitcnze malngevole riesce alle tenere menti dei gio- vanctti lo spicare quelle idee semplici , nette , po- sitive die pel progresso loro richieggonsi. Ma certa- nii-nte ben fece 1' autore a porre per ibndamento della sua arte oratoria la dottrina del bello : poiche il bello nelle discipline che da lui s' intitolano , come il sole nella natura penetia da per tutto e tutto pronmove, ravviva , colora. Noi non direnio ch' egli abbia bene adopeiato , scguendo nel suo lavoro i principj della Callolilia del U. Venanzio , perche troppi motivi ci trattengoiio dal pronunziare su cio alcun giudizio: ma in massima il proposito e pieno di utilita e di ret- titudiae , ed il magistero ne acquista splcndore e di- gniia ; e ne proviene uu insegnamento piii anipio , piii lilosolico, pill fecondo. II quale insegnamento Tau- toie condisce ed avvalora con una erudizione copiosa, per cui fa in certa guisa che i piu celebri scrittori del tempo antlco e moderno assistano alle sue lezioni, e le sue sentcnze confermino. Ne alcuno dira che quella erudizione sia soverchia ; perche in prime luogo essa e in se stessa un pregio scjuisito, e per- che alia ditfusione delle vere coraizioni giova che le opjiuoni di coloro che furono di tempo, di luogo, di studio remoti fra loro, siano avvicinate e paragonate. E di queste opinioni parlando , ad alcuno forse non piacera che ncil arte oratoria siano stati letteralmente riferiti, ed anzi inseriti e quasi incorporati non po- chi e non brevi brani di altre opere , ma se 1' au- tore trovo (jucsti brani accomodati a'suoi intendimenti, e gli parve che giuste ne fossero le idee cd accon- ce r espressioni , doveva egli forse perdere il suo tempo per rifare in divcrsa gnisa cio che in bella guisa era gia fatto ? Questo profittar franramcntc di cio che di opportuno trovasi nei libri altrui , scnza che alcun amore di parte in cio s' iiitrometta, da a 32 TRATTATO DELl' ARTE ORATORIA. divcdere non meno sapienza die accorgimento e mo- destia; e diciamo volentieri modestia ; perche, qua- lunque sia il costume della presente eta , crediamo clie alia vera sapienza tanto sia opposta la presun- zione , quanto la iniposLuia alia vera virtii. Ne man- chera certo clii alFernii un libro di regole rettoriche essere nella luce del nostro secolo un' apparizione strana cd iutempestiva , un opera oziosa ed inutile per non dire nociva al progresso delle buone disci- pline. Cio cjie non crediamo, perche le regole quando non siano comanrlate dai pedanti, e sieno in vece con lucido ragionamento dedotte da leglttime fonti e da sicuri e sodi principj , anziche vincoli tirannesclii e duri, sono guide liberali e benevole die illuminando la via indirizzano le menti ad ottimi fini i oltreche alle tcncre auime de' giovanetti , die a guisa di far- falle vanno aggirandosi senza posa e rapidamente da uno ad un altro oggetto si volgono, giovano le re- gole positive e determinate , die sono per esse al- trettanti centri dei loro pensieri , altrettanti punti flssi , a cui le vaganti idee si appigliano : onde ci confermianio nel primo parere die utilissimo riuscir debba questo trattato alle nostre lettere. II punto intorno a cui dir niai non potremmo pa- role abbastanza severe, e la stampa del libro. La quale e si stranamente scorretta , cosi ingombra di parole e di particdle fallate o poste fuori di luogo, die non solo la lettura ne riesce disaggradevole e penosa, ma il senso perlino o non si rileva o si frantende. Basti il dire die nell' errata-corrige del primo tomo stanno notati 5n errori tutti gravissimi ; e cio ancora e un nonnuUa a confronto di quegl' infiniti die nel volume si trovano ; periodic giustamente nel tomo secondo si ommise sitlatto catalogo iiicrescioso ed inutile. Pare impossibile die ncUa colta e gentile Firenze sia ap- parsa taiita bruttiira, e die sia apparsa in un' opera clie servir devo a scuole e a discenti; per cui som- . mamente rileva die la retta e pieiia comprensione dclle idee non sia inipedita da negligenze e da errori nelle parole. 33 DegV Istitiiti di piibblica caritd e d istiuzlonc jjrima- via ill Roma. Sagglo stoiico e statistico di moiisig. D. Carlo Luigi Morichint. , JOTnano, viceprcsideiile delV Ospizio apostolico di S. Mic/iele. — Ruina , 1 835, nella stampcria delV Ospizio, presso Fictro Aurelj , ill 8.", di pagine xlix e 275. Lir. 3. 3o it.aL. X_J scopo deir autore il " dare conto delle istituzioni die in Roma haiino per fine il luiglioranieuto morale cil cco- nomico del povero. " II Saggio e diviso in i|uattro parii clie hanno in fine altrettante tavole siaotdche uelle cjiuili sono riassLinte le cose principal! clie vi si dlscorrono. Nella prima parte si descrivono ventidue istituzioni che ancora tutte sussistono ( poiche di quelle gia spente sono registrati semplicemente i nonii ) le quali lianno per fine il soccorso airiufermo, al pazzo, al convalescente. Fra queste, otto sono spedali puliblici, undlci particolari , due soccor- ritrici dcgli ammalati nelle proprie case. Gli ospedali puh- blici sono : i.° U urchiospcdale di S. Spirito in Sassia. E destinato per gli uuinini t'ebbricitanti , scorbutici, cronici , tisici, e per la clinica medica d'ambo i sessi , feriti e operati. Conta 1616 letti, e riceve quasi 12000 individui Tanno, de' quali niojo.io circa 842. Ha 112 serventi e 35ooo scudi romani del proprio e 36ooo dalla Camera apostolica. 2.° L'archiospedcde del SS. Sulvatorc per le donne iebbri- citanti, scorlniticlie, tisiche. Ha 878 letti, e riceve ogni anno 2528 inferme, delle quali mojono circa 248, ed ha 70 ser- venti, 17600 scudi di rendita propria e 14400 dalla Camera. 3.° L' urcJiiospedale di S. Giacomo in Augusta per ambo i sessi nelle malattie veneree e clururgiche. Ha 356 letti, riceve circa i6a6 ammalati ogni anno, de' quali mojono 188, ed ha 70 serventi, e J3240 scudi del proprio e 16760 dalla Cameia. 4.° L' archiospedale di S. Maria dclla Consolazione per ambo i sessi nelle malattie cliirurgiclie. Ha i56 letti, ri- ceve 826 infermi I'anno, de' quali mojono ben 4.5, nu- vera 3o serventi ed ha 835o scndi di rendita propria e SjSo dalla Camera. Bibl. lud. T. LXXXIV. 3 34 DEGl' ISTITUTI DI CAR1T,V CCC. , 5." V arcJiioapedale di S. Rocco per Ic partorienti. Ha 30 letti, 10 serventi , i8co sciuU del proprio e 690 dalla Camera. Riceve circa 171 partorienti ogni anno, delle quali non mojono che una o due al piu. 6.° L' arcliiospedale di S. Gallicano per gli afFetti da morbi cutanei d' ambo i sessi. Ha 238 letti, 5o serventi, 2600 scudi del proprio e icooo dalla Camera, e riceve 849 infermi I'anno, de' quali mojono circa 2 3. 7.° L' ospedale di 8. Maria della rieta. Riceve quasi 5oo pazzi ogni anno, cje' quali mojono da 26 a 27. Ha 420 letti, 2C serventi, e i5ogo scudi d'entrata, de' quali 5ooo del proprio. 8." L' archiospedale d^lla SS. Trinita. Riceve annualmente 8390 convalescenti e 400 pellegrini d'ambo i sessi;, ha 488 letti, .10 serventi e 18000 scudi di rendita, 2400 dei quali dalla Camera. NegU anni giubilari riceve fino 1 00000 pellegrini. A chi s' occupa di statistica morale-religiosa non dispiacera conoscere il numero de' giubileanti accorsi a Ro- ma, in epoche diverse, dalla prima istituzione dell' ospedale fino ai nostri glorni. Eccolo quale ci viene dato dairautore: Giubilei. Bocche d' uomlni. Bocche di donne. Totale delle bocche. Raggua- gliano al giorno. 1875 1600 96848 lOOOO » 116848 334600 320,04 889,31 1625 i65o 460269 22671 1 I2249I 81822 582760 3o8533 1596,60 845,29 1675 218340 93437 311777 854,18 1700 » t> 3ooooo 8ii,9i 1725 1780 1775 1825 i8:;i4 91385 382140 194832 271970 378299 1046,95 533,78 745,12 745,12 Gli ospedali particolari sono i seguenti : i.° I Fate hcnef lutein. Ha 74 letti e 3o serventi, e riceve annualmente 1064 infermi de' quali mojono circa 64. DI C. L. MORIGHINI. 35 a.° S. Maria ill Monserrato e S. Giacomo per gl' infermi c pellegrini spagnuoli. 3." 5. Lorenzo in Miranda ]5er gli speziall infermi. Ha 4 letti , 4 serventi e i5o scudi di rencUta. lliceve circa 6 infermi in ogni quinquennlo. 4.° 5. Maria di Loreto pei fornarl infermi. Ha 14 letti e 5 serventi. 5.° 5S. Ambrogio e Carlo. Riceve 29 infermi e pellegrini lombardi I'auno, de'quali muore uno. Gonta 6 letti. 6° S. Stanislao per gl' infermi e pellegrini polacchi. 7.° 5. Giovanni pei Fiorentlni infermi. Ha 6 letti. ^ 8.° 5. Grace e .Bonatenfura per gP infermi lucchesi. Ha 4 letti e un servente 9.° S. Maria dell' Aniina per gl' infermi e pellegrini teu- tonic!. 10.° S. Antonio per gP infermi e pellegrini portoghesi. Ha 4 letti. 1 1.° SS. Bartolomeo e Alessandro per gl' infermi bergamaschi. La Limosineria apostolica soccorre di 7000 scudi I'anno nioltlssimi infermi a domicilio , e la Compagnia deUe Suore delta Carita dispensa 648 scudi a ben ao cronici a domi- cilio di tre parroccliie di Roma. " I puliblici spedali sono stabiliti per modo che non vi abbia specie d'infermita che non trovi assistenza e soUievo. E sebbene ciascuno alabia la sua particolar destinazione , cio non pertanto tutti porgono soccorso agli straordinaij ed urgentl Ijisogni. La loro posiziono e tale che ogni quar- tlere della citta pub fadlmente godere di questo Ijene : poiche S Sj)irito e 5. Gallicano stanno nella parte occi- dentale 1' uno nel Borgo , I'altro nel Trastevere; 5. Gia- como e nel kiogo piu popoloso di Roma, e 5. Maria della Consolazione e il S5. Sakritore sono nei rioni opposti a levante. 11 piii vasto degli ospedali particolari e in mezzo air Isola Tiberina , di modo clie col prossimo convento di S. Bartolomeo toruereblje molto acconcio in caso di pe- stilenza. Negli spedali medici possouo stare 2 1 94 letti ; ne' chii'urgici 770;, ai pazzi 420; a' convalescent! 488 ; ne' varj ricoveri nazionali e particolari circa i3o: in tutto piii che 4000 lelti. II numero medio degl' infermi ue' pubblici ricetti per le uialattie mcdiche e 5co, per le chirnrgiche 35o i poco meno di 400 sogliono essci'e i pazzi, 90 i con- valescenti, infine 60 individui almeno stauziauo negU spedali 36 degl' isTiruTi Di carita' ecc. , particolari: cosicche puo dirsi die ogni di sieno occupati 1400 letti. La niortalita niassinia si osserva nelP aichio- spedale di S. Giacomo, e deriva dalla qualita delle malattie come anclie da altre circostanze sfavorevoli ; vi si hanno inorti I J, 60 per cento: la minima si osserva alia Conso- lazione ch'e 5,43, a' pazzi 5,69 e soprattutto in S. Eocco dove mojono solo 0,70 : la media e negli spedali me- dici clie danno pressoche il 7,60 per cento. La famiglia varia a seconda de' hisogai , segnatamente' negli spedali me- dici la cui popolazione aumenta e diniiuiiisce seguitando le stagioni ed i tempi : puo calcolarsi clie v' abbiano rag- guagliatamente due famlliari ogni cinque malati. Un ma- lato costa due paoli il d\, tre un faniiliare. Le rendite die i pubblici ricoveri ( non facendo motto de' particolari ) traggono da' loro beni raccolti colle pie largizioni sominano a 1 00, coo scudi circa, cui I'erario aggiunge per indennita dei capitali perduti 94000 scudi 1' anno. » La seconda parte di questo Saggio tratta delle difFerenti specie d'ospizj. Incominciando dai trovatelli, discorre della pia casa ch'essi hanno in 5. Spirito. « Quella ruota riceve annualmente circa ottocento bambini , de'quali piccolissima parte e ritenuta nel luogo , poiclie la maggiore con savio accorgimento s' invia in campagna. Oltre i bambini che si espougono ogni anno, S. Spirito ba il peso del mantenimento di quelli die provengono dagli anni antecedenti , i quali stanno presso le balie fino a che alibiano compiuta la pue- rizia, e sommano pressoche ad altri ottocento. I projetti dlvenuti adolescenti rimangono per lo piu in campagna ; alcuni pochi , che tornano al pio luogo, mandansi all'Ospi- 5,10 di Viterbo. Le femmine si accolgono nel Conservatorio cli' e presso S. Spirito, e superano le 55©; dappoiche, se non si maritano o non si monacano, rimangono sempre a carico dell' istituto. In cotal modo il bastardume costa in Koma Soooo scudi. Gli orfanelli hanno quattr' ospizj (non contando la Casa del Can. Manfredi , ridotta a soli sei in- dividui), e sono Santa Maria in Aquiro, S. Michele, Tata Giovanni, e la Madonna degli Angeli. Alcuni di cotesti gar- zoiicelli sono indirizzati per le belle arti^ molti destinansi per le arti meccaniche ; che se ottenessero in simili isti- tuti quel perfezionamento di che tuttora abljisognano, ope- rerelibero una vera rigeaerazione in un obbietto di tanta Jiiipuriaiiza. Iniperocche il movimento al ineglio dee venire 1)1 c. r. MoiucHiNi. 37 da cjiteste scuole tecnologiche, nolle quail sono si al>bonde- voli i mc7.zi d' istriiirsi , non solo nel leggere, ncllo scrlvere , ilel calcolai-e , ma nel disegno altresi , nell' ornate , nella cliiinica , nella nieccanica, nella geometria applicate alle arti , In quanto insomnia e necessario sapere perche le arti escano dal bnjo delta sola pratica e procedano sicure dietro il lume delle scienze. L'agricoltnra, arte madre, vorrebbe pure per se i snoi allievi ., ne gF istimtori dovrebbero sco- raggirsi se i tentativi fatti fin qui sono tornati van! ^ poi- che quando pur non riuscisse far allignare questi ospizj agricoli nella capitale, e da credersi die trapiantati nei vicini castelli, ov' e perfettissima I'aria, vi produrrebbero il loro frntto. » Una seconda specie d' ospizj sono quelli clie non danno alimento e vitto , ma solo il ricovero. Tali sono V Ospizio Ecclesiastico, S. Galla. e S. Liiigi : il primo pe' sacerdoti po- veri , il secondo per accogliere la notte gli nomini , il terzo per egiiale ricovero notturno alle donne. Molte case an- cora oflfrono il inedesimo ricetto alle povere vedove , co- siccbe almeiio 400 individui possono godere del bene di tutte queste gratuite abitazioni. » In S. Michele e nella Madonna des,U Angeli lianno stanza due grnn famiglie di donne, luoglii che dal ser- bare 1' onor muliebre si dissero Conservatorj. Nel primo sono 220 ainnne non teuendo conto di quelle c!ie pagano il loro vitto, nel secondo 460 escludendo le vecchie. Oltre qneste 670 femmine ve ne hanno ben 460 altre ( non contate le paganti gli alimenti) in dodici altri conservatorj die cliiamansi le Neofite , S. Caterina de funnri, SS. Quat- tro , le Meiidicanti , la Divina Provvidenza e S. Pasquale , 5. Maria del rifngio , 5S. Clemente e Crescentino, il Plo , le Trinitarie e S. Enfcmi.u , il Borromeo , le Pericolanti, e VAd- dolorata. Sebbene piuttosto domestica debba essere I' edu- cazione delle donne, perclie appnnto domestica e la loro destinazione , laddove pnblilica e per gli uoniini , cio non ostante e certamentc utile 1' istituzione de' conservatorj, pnl- clie molte donzelle del popolo non avrebbero modo d' essere educate nelle proprie famiglie. I conservatorj pongono in salvo molte che , o prive di genitori o da loro crndel- mente abbandonate , cadrcbljero presto o tardi vittime della sednzione. L'istruzion religiosa , 1" ammaestramonto nei lavori donnescbi , il vitto soi>rin , il vostir seniplice ed 38 degl'istituti di carita' ecc. , uniforme , I' impratichirsi ncgli uflici di dispensa , cucina , bucato e tutt' altro die nelle famiglie e aflidato alle donne, rende buone madr'i quelle die vanno a marito. Che se i conservator] congrdnssero !e zitelle giunte clie fossero a matnrita, il bene di queste istituzioni si difFonderebbe so- pra un niaggior nnmero d' individui ^ in luogo di quelle die gia coinpirono Teducazione, ed lianno eta da reggere se stesse , sulientrerebbero altre plii giovinette che invano era doniandano questo soccorso ; e quelle femmine die vi dimorano, certe che il conservatorio non e loro stanza perpetua , si darebbero maggior premura d'apprendere e si renderebbero piii preveggenti. Ne sarebbe ardua cosa trovar loro un coUocamento, poiche se non ad altro potrebbero acconciarsi nelle private famiglie che invano ora chieggono fantesche abili ed oneste. Alle vccchie che fanno da priore e niaestre supplirebliero donne ascritte a qualche congre- gazione di carita, per esempio le Figlie del rifugio, e I'edn- cazione sarebbe senza pregiudizj e di lunga niano migliore. Leon XII voile dare ai conservator] un centro comune: ora pero v' hanno tanti superiori quanti sono gl" istituti. >/ Quattrocento vecchi d'anibo i scssi trovano asilo a 5. Midwle e alia Madonna degli Jngeli ; sembra pero che il soccorso alia vecchiezza non istia in proporzione cogli altri , e saviamcnte si pensa ora ad ampliarlo. In qualche parte deU'Europa i vecchi mandansi piuttosto in campa- gna dove, respirando un' aria piii sahibre e sendo sempre franimezzo a oggetti piacevoli , vivono ineglio e piii lunga- mente. Negli ospizj romani sono occiipati al lavoro , fanno da portieri , da custodi , da sorvegliatori , e congiuntl alle coraunita de'ragazzi, si ajutano recijjrocamente. » Le pie case di rifugio mantengono nel buon propo- sito quelle donne die si ritrassero pentite dalla mala vita. Tre asili di tal sorta sono in Roma : il liitiro della Croce per le donzelle ch' escono dall' ospedale di S. Giacomo ^ il Rifugio a S Maria in Trastevere per quelle che hanno compiuta la condanna nel carcere di S. Michele, T altro della Lauretana per le uscite di S. Giacomo siano donzelle, siano conjugate , siano vedove. In tutti tre i luoghi nove- ransi 48 ricoverate. » Riassumendo le cose dette in questa seconda parte I'au- tore fa osservarc u die S. Spirito alimenta 2073 esposti , compreso il conservatorio delle projette : che in cinque DI C. L, MORICHINr. So ospizj stnnno 400 vecclu d'ambo i sessi , 544 ragazzi e 670 zitelle: die altre 460 donne sono in dodici conservator]', e 48 in tre case di rifugio : il die forma un totale di 4195 poveri alimentati. Di piii 400 posti di ricovero sono in tre ospizj da cio e nelle cosi dette pie case delle vedove. Cal- colando die il bastardurae costi scudi Soooo, ogni povero aliinentato i5 bajoccbi il di, e 5 ogni ricovei'ato, si ha un'annna spesa di 171,000 scudi. Siccome pero le rendite complessive de' Inoglii pii di Roma sono 2o3,ooo scudi, cioe 143,600 de'fondi proprj e 69,400 dalla Camera i cosi v' e un soprappiu di 82000 scudi che spendesi in legati pii , fabbriche , tasse e minlstero. » Nella terza parte del Saggio Tautore parla di " que' soc- corsi che si compartono al povero senza toglierlo alle affe- zioni domestiche , i quali gli somministrano danaro in pre- stanza , se ne abljisogni ; lavoro , se glaccia inoperoso ^ gratuito patrocinio , se debba sperimentare ne' tribunali i suoi diritti ; sussidio , difesa e alleviamento anche ove sia prig! one. »/ II Monte di Pieta romano riceve circa ao,ooo pegni all' anno e tiene in circolazione 280,000 scudi. >/ Poco pin che 3 3 000 scudi erogansi annnalmente ne' pubhlici lavori cui sono addetti scicento poveri ; e conver- relibe ampliare il sussidio impiegando in esso una parte del danaro che ora si da in limosine manuali. Ogni limo- sina delilie avere un liniite, perche non trascenda a inco- raggire Y oziosita ; quella pero nella quale e meno da te- niere il soverchio e cotesta appunto delle pul^bllche opere le quali, quando sieno sapientemente dirette , accrescono il capitale della sociale ricchezza e mantengono tranquilli ed operosi uoniini che altrimenti trascorrerebbero a vizj e delitti. » Tra le opere pie che pratica la Limosineria Apostolica e quella di dare soccorso a' poveri nelle proprie famiglie con assegni fissi e con limosine manuali in diverse solen- nita deir anno , nelle maggiori delle quali da limosine an- che straordinarie ad essi , e perfino ai carcerati. " Due belle istituzioni, oltre le nominate, prendonsi cura speciale di que" meschini che, nati in aglatezza e cre- sciuti con abitudini civili , sentono piu grave la miseria; e sono V Airhiconfraternita de' SS. Apostoli e la Congregazione dclla Divina Pieta. I poveri chierici , che non possono 40 nrcL istittti di c.vrita ere, 8;o(lere de* luoghi gratniti ne' due seminarj die sono in Ro- ma, lianno conforto e tutela dal Siissidio erclesiast.ico e daUa Pia Opera della niarchesa Girolania Carpegnu. u Distriljnisconsi in Roma circa iioo cloti puhbliche os;ni anno, e sicconie il totale de' matrimonj ginnj^e a 14.00, cosi tutte le donzelle possono godere de' sussidj dotali : la sonima netta die si eroga per cio supera i 320oo scudi. »> S. Ivo e S. Girolamo delta Carita soccorrono di patro- cinio ne' tribunali que" poveretti die senza tale ajuto sa- rehhero facilmente angnriati dai rlcdii e da' potenti. " Finalmente la sfssa arciconfraternita di S. Girolamo e .'e confraternite dclla Pieta e di S. Giovanni decollato porgono la loro assistenza al carcerati ed andie a' con- dannnti all' ultimo siipplicio. >i Tntti gristitnti nouiinati fin qni ,, di die tratta la terza parte, hanno 869,200 scudi di rendita complessiva , cioe 255,700 dalla Camera e io35oo da'proprj beni , non coin- putandovi pero i tre istituti de' soccorsi a' prigioni. >> La cjuarta cd ultima parte del Saggio tratta della pub- blica istrnzione. " In Roma vi sono 372 scuole primarie die lianno 482 maestri e 14099 scolari di ogni sesso, cioe nelle scuole infiintill dai due ai cinque anai per ambo 1 sessi 4800, nelle gratuite elementari pe' masclii 2694, nelle elementari pe' maschl a piccola pensione 21 i5.- nelle gratuite elementari per le femmine 2890 ; nelle elementari a piccola pensione per le medesinie 1 600. >> Ne'sedici anni a noi piu vicini s' e accresciuto d' un terzo il numero delle Scuole regionarie , si sono stabiliti il ginnasio da'' Fratelli delle scuole cristiane ai Monti , la Scuola 3Iassiino in Trastevere, sono sorte le Scuole noUurne (uti- lissime all' artigiano perche non perde ii tempo cb" e per lui gran capitale , e pone a profitto le liinglie sere d' in- verno ) istltuite da privati a S. Nicola degl' Inccronati e ai SS. Simone e Giuda , fondate le parrocchicdi , aperte quelle delle Maestre pie del S. Nome di Gesii, , 1' akre del Divin Amore e di S. Pasquale, finalmente le scuole delle Dame del S. Cuore di Gesii alia SS. Trinita de' Monti e a S. Rufina in Trastevere. Ma non e percio ancor tutto com pinto. y hanno alcuni quartieri delhi citta poveri ed igaoranti , i quail non sono ancora bastevolinente provvlsti di scuole,. come per esempio 11 Trastevere e 11 Borgo che contano insieme sopra venticlnque mlla abliantl- Di n. L. MORioHiNr. 41 >/ La principal cosa die s'inscgna nelle scnnle e il ca- tcchismo, cui si conginnge in tutte il leggere e lo scrivcre^ in molte anclie le prime quattro operazioni deiraritmeticai in alcune linalmente le lingue italiana , latina e francese , Tistoria sacra e profana, la geografia e il disegno. " Non pill die 4400 scmli sj^eiidonsl in Roma dall'era- rio per le scuole elementari : esse hanno del proprio 38oo altrl scudi. Se una parte delle vistose somme ch'erogansi in liiiiosine nianuali si applicassero all' insegnamento ele- mentare, certo farebbesi un gran bene. » Roma ha raccolto pe' poveri un patrliiionio , quale non e altrove ; e nonostanteche le politidie vicende lo smlnnissero notabilmente , tuttavia ha ancora una rendita di oltre 764,000 scudi romani , cioe un milione novecento niila frandu del proprio edall'erario due milioni dngeiito niila franchi : in tutto quattro milioni e cento niila franchi. » I fatti riportati dnl ch. autore in quest' opera domandano plena fede e pel modo stesso con cui sono esposti die 11 palesa detti da persona informatlssiraa de' medesimi , e per le cure die 1' autore stesso accenna aversi date onde venire in chiaro della verita. Di fatto oltre all' aver messo a profitto le opere del Fanned , del Piazza , del Costanzi , del Vai , ecc. nella parte die si riferi al suo lavoro, egU medesimo svolse e consulto « le boJle, 1 brevi , i chiro- graii, i motoproprj, gli statuti , i regolamenti , 1 decretl , gli atti delle visite apostoliche, i testamenti , le iscrlzioni e tntt' altro die potesse chlarlre la fondazione , gl' incre- mentl e le vicende de' luoghl di pubblica carita. Gli ha altresi visltnti di persona quasi tutti ed esaminati nelle parti ancor piu riposte ; e consideratlne la sltuazione , la fabbrica , le comodita , gli usi , i metodi , la capaclta , i pregi e i difetti. " Perche pel veggano 1 nostri lettorl come bene alia plana ed esatta relazlone del fatti sappia 11 ch. autore conglun- gere la robusta e vivida eloquenza delle raglonl, riferlremo qui le sue parole intorno a quella ch" egli chlama Carita pri- vata. Dopo aver avvertito che se la carita " esercitasi dalla stessa ammlnlstrazion pubblica o direttamente imponendo tasse a pro de' miseri o erogando per loro somme tolte dair erario , dicesi Car/ta legale; che s' e lo scopo di societa d* uoniinl benefici che pongono in comnne la loro opera , e 11 loro danaro puo chiamarsi Carita soctale; die finalniente 42 DEGL ISTfTUTI DI CARtTA CCC. , privata e quella che si fa tlairinJividno per se medesimo »; esce in cjuesto dire : " La carita privata e quella che si esercita per mezzo di societa ravvicina il ricco al povero e gli afFratella e li lega con vincoli sacri e vicendevoli d' amore e di gi*atitu- dine. Essa nel procedere cauta e prudente non eccede fa- cilmente il limite del bisoguo , pcevera di leggieri il vero dal falso povero, sussidia I'uno, I'altro rigetta. Uno scrit- tore di pubblica beneficenza notava che in una capitate dell'Europa vi sono tante famlglie povere quante v' hanno isole d' abitazioni ^ e proponeva che se una delle famiglie agiate dimoranti nell' isola medesima si fosse data a tute- lare la povera, gia sarebjjesi provveduto a tutti i bisogni. E certamente questo vedere co'proprj occhi, intendere colle proprie orecchie, e quasi toccar colle proprie niani le scia- gnre del prossimo e il modo di fare la limosina piu utile e al soccorrente e al soccorso. Quante virtii non si ap- preudono scendendo nell' umile casuccia del povero? Quanti infelici non vl si trovano precipitati nella raiseria e nel vizio , che una mano e un cuor lienefico puo sollevare e ritogliere forse alia disperazione ? Atterri il ricco quel muro che lo separa dal povero ^ intenda da vicino e stinii le sue pene , guadagni la sua confidenza , gli sia generoso non di solo danaro ma di consiglio , di direzione, d'ajuto; e si operera quel morale perfezionamento ch' e lo scopo d' una carita intelllgente. « Fra le belle istituzioni esistenti o suggerite dall' autore abbiamo notato le seguenti: Per gli ospedall ;." GPinfermi ch' entrano in convale- scenza non istanno a passaria nello spedale stesso a risico di ricadere, ma sibbene sono trasportati in carrozza all'Ospi- zio de' Pellegrini e Convalescenti. /( Si e posto in dubbio se fossero veramente utili siffatti istituti, o se non tornasse piuttosto meglio far consumare la convalescenza negli ospe- dali medesiini. II trasporto che doe farsi , alle volte ancor lungo , I'allontanarsi da quel medico clie avendo coaosciuto la malattia puo piii agevohiiente dirigere la convalescenza, e somiglianti considerazioni persuadercbJjero alcuni a rite- nere le sale de' convalescenti prossiine agli spedali. Altri pero e d' avviso che sia piuttosto utile e piacevole cosa ail' infermo allontanarlo dalla trista idea dello spedale e da un' aria che non e al certo la piu salujjre. » BI C. L. MORICHINI. 48 2.* A togliere negl' infermi 11 danno die pnb venii' loro dairaspetto dclle operazloni chirurgiche o del morlenti, non niai abbastanza velato dai letti a camerelle, e deside- rio deir antore che si potesse costrulre ogni spedale sul- r andare di qnello di S. Lnigi di Torino /< dov' e fatta uii" apertiira dietro ogni letto, della larghezza poco maggiore del letto medesimo, clie rimnne coperta da iin tavolato. Se miiore I'lnfermo, se abbisogni di chirnrgiclie operazioni , togliesi il tavolato , e il letto scorrendo sopra le mote traesi dalla sala in nn annesso corridojo si clie i malati vicini neppur se ne avveggono , dappoicbe le cortine clie cingono il letto pendono da spranghe inlisse al niuro. » 3." Non esiste farmacopea restrittiva ^ e libero al medico ordinare qnalsivoglia niedicinale. ^eW Ospizio Apostolico di S. Michele, in cni sono rin- niti gerontotrofio e orfanotrofj mascliile e femminile, lode- volissima e 1' edncazione degli orfanelli. " Essi vengono istruiti nelle arti nieccaniche o nelle arti lijierali. NclFin- terno dell' ospizio medesimo sono stabilite le ofiicine di stampatore, legator di libri, sarto , calzolajo , cappellajo, lanajnolo , tintore , sellajo, falegname , ebanista , ferrajo e metalliere. Per le Ijelle arti si lianno gli arazzi in iigura e in ornati ( unica fablirica cbe v' abbia in tutta 1' Italia ) , r intaglio in legno , T oniato , la pittura, la sciiltiira, 1' in- cisione in rame di ornato e ligiira , in camei e medaglie. Ottimi maestri istruiscono gli alunni , ne manca alcini mezzo al perfezionamento nell' arte intrapresa. Alcuni altri sono impiegati nella compatisteria , con che si abilitano ad nn' utile professione e si formano ministri capaci f, es- sendocbe T ospizio per un' antica e lodevole consuetndine compartisce i proprj incarichi a cjuclJi clie sono stati snoi figli. L''istitnzione letteraria e quale richiedesi per artisti ed artigiani. V ha una scuola di leggei-e, scrivere , aritmetica e catecliisnio , dove stanno i ragazzi linche non dieno saggio di averne profittato. Quelli che si applicano alle belie arti vanno alia scuola del nudo in Canipidoglio, e studiano un poco d' anatomia , mitologia e storia sacra e profana. V e anche un corso di geometrla e nieccanica applicata alle arti, espressamente pubblicato dal ch. professor Poletti; e si e recentemente aggiunta la scuola di chimica applicata alle arti che mancava affatto in Roma. Finalmente una scuola di rausica vocalc, che si accoppia da alcuai giovani 44 DFGL ISTITUTI Dl CARITa' eCC. , con qualche arte , gli ahilita si fattamente da divertire nel carnevale con sceniche rappresentazioni non solo la comunita, ma anche il pubblico. » Non place airautore die " in alcune Scnole di Roma per apprendere la dottrina cristiana si usi il metodo che dicesi della disputa immaginato dal ven. Cesare, il quale metodo so coltiva la memoria, lascia vuoto pero il cuore. L' utile dell'istruzione a suo avviso non ista tanto nell'ap- prendere , quanto neirintendere cio die si apprende. >i E anche ravvocato Gigli, die aperse una seconda scuola not- tnrna pochi anni fa, " istruisce si hene que' buoni gar- zoncelli nella dottrina cristiana (cosi dice 1' autore ) senza il metodo pedantesco della disputa , che ne rimangono sor- presi quanti intervengono al solenne saggio che da ogni anno al pubblico. » A chi sa dalla Cantica che la custodia della vigna fu retta da tutt' altro ente die dalla pauia non piaceranno que' H- nestrini che i buoni Ignorantelli di Roma , come dice il ch. autore, hanno nelle loro stanze per vigilare i dormi- torj deir Ospizio di S. Maria dc^li Angeli. Negll Ospizj di S. Galla e 5. Luigi si da ricovero la notte, e specialmente d' inverno a piu centinaja di poveri nel primo , e di poverette nel secondo che non sappiano dove far capo altrimenti. Parlando del Monte di pieta e delle pignorazioni bella istituzione e quella dei Rigattieri cosi impropriamente detti, giacche non sono vendirobe, ma sibbene una specie d'in- caricati di " tenere come altrettanti Monti sussidiarj sparsi ne' diversi quartieri della citta. Sono dallo stesso Monte provvisoriamente destinati a ricevere pegni fino alia somma di quattro scudi, affinche i poveri possano ritrovare un. istantaneo soUievo a qualunque ora , segnataniente nella sera e ne' di festivi , quando e chiuso 1' istituto. Eglino sono soggetti a diverse leggi loro imposte per sicurezza del pubblico dal Monte niedesimo, il quale pud rimo- verli quando stimi opportuno. Possono togliersi a titolo di compenso delFagenzia un piccolo lucre. I pegni pero che sono da loro recati tornansi a stimare , il Monte gli ac- coglie nolle sue custodie, e ne rilascia polizza a nome dei proprietarj die vengono ad essere emancipati dal rigat- tiere. « Ognun vede come questa istituzione deve di sua natura escludere i pignoratarj privati cosi dannosi ai male- stanti. II ch. autore avvertendo die siccome " la principal DI G. L. MOKIOHINI. 4$ ragiono clie allcgano i nemici de' Monti dl pieta e che se essi soinmlnistrauo al povero il mezzo di liberarsi dalle xtsure gravose degli avari , gli soiumiaistrano al tempo incdesimo danaro die puo scialacquare in Jiagordi e stra- vizzi, dice che se ai Monti si unissero le Casse di rispar- mio , la cui istituzione tutti i buoni ardentemente deside- rauo in Roma , il povero avrebbe nel luogo stesso la ma- niera di procacciarsi danaro al bisogno e di serbarvi con vantaggio il frutto de' suoi risparmj. La seconda istituzione ovvicrelibe i difetti della prima , ed il popolo si rende- reblie a poco a poco preveggente e costumato. '/ Savissime disposizioni leggonsi date " da monsignor Se- voro Carmignano de' Marchesi d'Acquaviva, mono il di 8 lel)brajo 1 8-i a , perche le sue sostanze giungano a soccor- rcre la vera poverta, non mai ad incoraggire T oziosita e il vizio. Proiliisce egli ailatto gli assegnamenti lissi, sieno gior- nalieri, mensuah, annuali, aache in certe determinate so- leniiita , dicendo che 1' esperienza gli ha inseguato essere piuttosto dannosi che utili. Proibisce altresi espressamente di dare qualuncjue limosina sebben piccola per otfizj di grandi personaggi , allegando che tali poveri non ablji- Sdguano di soccorso tostoche hanno di simili protettori. Proibisce linalmente il chire doti per matriinonj o monaca- zioni , int'ntre queste assoibiscono molio e levano i soccorsi uiiU altii poveri piu hisognosi. Solamente ptrinette qualche piccolo sussiilio dutale per una sola volta , vssia di rudo e per qualche motivo veramente grave,, urgente e necessario. I j)overi ch' egli ha in vista sono le persoae piit derelitte e pill hisognose di soccorso , vecclii iinpotenti , infermi , vedove , pupilli, orfuni , ciechi e storpi inahili , quei senza appoggio, senza proteziotie , incapaci a procacciarsi il necessario so- stentamento e die con le lore fatiche non possono manteneie le loro fiuniglie, que' che non sieno oziosi, viziosi, ecc. » Ottima istituzione , e che meriterebbe d' essere imitata in molti paesi, e quella dell' Opera di S. Ivo. « Questi fu un avvocato Jjritanno che consacro la sua vita a patrociuare gratuitauiente le cause de' poveri e specialmente degli orfani e delle vedove angariati dai ricchi e prepotenti. Sul prin- cipio del secolo XVI si formo in Roma una Societa di curiali , avvocati ed anclie prelati della Sacra Rota che ra- dunavasi le donieniche, udiva le quesiioni civili che aveauo J poveri e riconosciutaae la ragione, ue prendea le difese. E da n(.»tarsi clie 1* istiiuto di 5. Ivo noii eccettuava alcun 46 DEGL'lSTlTLiTl DI CAKITa' CCC. , jiovero, ma corapartiva i suoi soccorsi anche agli stranieri. Ha S. Jvo un cardinal protettore, mi prelato della cu- ria romana clie dicesi prefetto , ed i confratelli tutti uo- mini di Ifgge. Quel povero die abbisognl del suo patro- cinio da snppllca diretta al cardinal protettore die viene rimessa ad uno de' leggisti dell' arciconfraternita , il quale esamina gli attestati di poverta e gli allegati che provino il buon diritto del chiedente , e quando concorra 1' uno e V altro requisito , prendcsi a sostenere la causa, ed un fra- tello e incaricato della difesa. S. Ivo fa tutte le spese oc- correnti, poiche ha rendite per 65o scudi 1' anno ed ha tutta gratuita T opera dei procuratori ed avvocati. L' ar- ciconfraternita vanta molti celebri pcrsonaggi i quali die- dero opera a cosa di tanta carita quanto e quella di proteggere il diritto degrinfelici contro 1' oppressione dei prepotentl , ed e nieritamente superlja d' aver accolto an- che il pontefice Benedetto XIV quand' era avvocato Lam- Jjertini. y> Nelle Scuole elementari , riordinatesi da Leone XII in set- teuibre del loaS, sono osservaliili le seguenti prescrizioni. " Le scuole sono aperte tre ore la mattina e tre ore dopo il desinare, secondo un calendario die si puliblica ogni anno e die ha poche vacanze perche i fanciulli sieno piuttosto occupati che oziosi. Una tabella di legno dipinta e scritta a gran letteie iodica il luogo ove sia uua scuola e che cosa vi s'insegni. 11 metodo e quello indlviduale, per la qual cosa il maestro non puo avere piu che sessanta alunni ; anzi , quando sia un tale iiuinero, deve prendere un sottomae- stro ; poiche il rejxoiameiito calcola che con quel metodo un istruttore non possa ben ammaestrare piu che treiita alunni. II regolamento perniette la sferza di semplice funi- ctlla seiiza nodi , colla quale percotere la painia delle mani , ma vieta qualunque altro castigo sulla persona. Alcuni mae- stri pero non usano di questo diritto, e visitaudo piu volte le scuole , T autore ha veduto che quelle dove non usava neppur quel castigo permesso procedevauo meglio delle altre. I maestri iinianzi d' essere approvati sono esaminati in quelle cose die vogliouo iasegiiare. Quest' uflicio fino a mezzo secolo fa era adempiuto da stranieri , che i Romani sembrava lo avessero a vile. Ora pero la cosa e cangiata: molti Romani vi si danno , conoscendo come I'incarico d' istruire sia uobile , di molta carita e meritevole di stinia e rispetto. >/ DI C. L. MORICHINI. 47 Altra ist.itii7.innc degna d' ologio e quella delle Scualc not- turiie nata ncl 1816 per opera deirintagliatoi-e in legno Giacomo Casoglio. Per esservi ammesso e necessario « es- sere artigiaao e non poter freqnentare altra scuola. L'am- misslone dipende dal sacerdote direttore ^ poco badasi al- r eia. Aperta la scnola all' avemmaria , atteudonsl i giovani per una quarta parte d' ora , poi si comincia 1' esercizio dello scrivere per mezz' ora, quindi il leggere per altiet- tanto tempo , finalmente la dottrlna cristiana. Si da prin- cipio dallo scrivere perche i fanciulli dimostrano di cio plu desiderio e frequentano la scuola piii puntualniente. II gio- vedi studiasi uu poco d' aritinetica elemeiitare. La scuola divides! in tre classi : la prima dalla cognizione delle let- tere lino al sillabare , la seconda dal sillabare lino al leggere, la ter/a pel leggere spedito. Nella seconda classe incomin- ciasi a scrivere 1' alfabeto ; nella terza apprendesl a scri- vere in carattere di tre misure, grande, niezzano e piccolo. Si soniministra agli alunni tutto I'occorrente, e per rispar- niio di carta si ado2)erano le lavagne. Le tre classi lianno in tutto 70 alunni. In line d'anno si fa con liniosine una preuilazione tntta di cose di vestire , poiche gli scolari sono per lo pin poveri ragazzi. » Parlaado delle Scuole regionarie Y autore se ne mostra scontento. L' aspetto deile piii e " sconfortante : imperoc- che vedi ammassati alle volte in una sola stanza a pian- terreno piii fanciulletti tenuti con pochissima nettezza: chi piange , chi strepita^ questi e penzoloiie al muro cui e rac- comandato da un nastro , qucgli giace nel lezzo , altri dor- uie sdrajato in sulla piana terra , ecc. Se dicono le preci in comune, usano di una spiacevolissima cantilena. Oh! quanto bell' opera ( esclaina P autore) sarebbe istituire an- che in Roma le sale d' asilo per P infiinzia , die sono le piii uiilJ IVa le scuole ; dappoiche P educazionc dell' ixomo incomincia sino dalle fasce , iiu dal moniento ch' egli apre gli ocelli alia luce ! " Notablle istjtuzione e pur quella delle Scuole delle Dame (hi S. Cuor di Gesii- " E ammirablle la nettezza , P ordine , il silenzio di queste scuole : le maestre medesime non parlano, ma con certo ordigno, die hanno tra le mani e scrocchiano , accennano cio clie >bba farsi. Sono affatto proibite le battiture o altre pene afflittive del corpo, poi- che tutte le punizioni sono indirizzate soltanto a muoveie Tamor proprio. Due medaglie distribuiscousi cotidianamente; 48 degl' istituti di garita' occ. r una alia piu savia , 1' altra alia piu diligente fanciulla ; qiiesta fa die tutte sieiio pronte all' opera della scuola , quella clie vl stiaiio coinposte ed ordinate. " In un libro come e il presente sareblie pedanterla 11 voler appuntare quelle poche frasi o voci die peccano di poca purgatezza di lingua, come p. es. pigneto per pineta, ovvero pigneta, scardazzatori , imprimatori, tranche per rami d'amministrazione , projetti per derelitti , cape attivo in vece di neutro, e qualche altra sifFatta. Pure sianio d'avviso die qualche lettore bramera sapere , insieine coa noi, che cosa significhino le voci caifagno di p. i3o, am- niorratori di pag. lao, stigU di pag. i85, uggricckino di pag. 93, aitebianchi di pag. So, e sedie di chiavari di pa- gitia 1 3 1, le quali ci sembrano tutte voci rouianesclie non cosi belle ne cosi facili a intendersi come quelle di cor- sibla, cuposanguigna, unzionario, rnigjuUtaro, caprettaro. ecc. iiieritevoli per avventura d' entrare iiel tesoro generale della nostra favella. Qualche errore e da attribuirsi al tlpografo, come ci semlirano Trivelli ( a pag. 63 ) forse da leggersi Crivelli; panclie di ferro (a pag. 114) forse cavalletti; Bar- lurigo (a pagine 269 e a53 ) forse Barburigo : prescritto mo- saico di pag. loa per ordinanza mosaica; quel nostra di pag. 314, lin. a.^ che vuol essere oinesso ; e simili. Per ultiiuo qualcuno muovera forse dulibio se sia vera la massima gene- rale ( data per certa dall' autore ) che gli ecclesiastici sap- piano e possauo innnnzi tutti distribuir nieglio i soccorsi i come parra ad altri che tutto il capitolo XIII del libra lion dovesse punto fame parte atteso le cose gia dette a pag. IX. della prefazioae. Ad onta pero di questi piccioli difetti, Topcra di mousignor Morichini , a cui la parola pro- gresso e principio e fine , pub dir: ^ ""'"i prudente copia della istitu- zione p;;trocinativa di Sant' Ivo. Ch. 49 Vicende della Costituzione delle cittd lombarde fLno alia discesa di Federico I imperatoie in Italia, di Enrico Leo , tradazione dal tedcsco del contc Ce- sare Balbo. — Torino, i836, stamperia Rcale , in 8.°, di pag. xi e 242. u. ' n libro di storia italiana , lodato e tratlotto da Cesare Balbo , sara ceraito e letto avidaniente da tutti i>,li studiosi ; da prima pcrche aila mateiia per se stcssa graude e iir.portante si aggiuiige rinclinazioiie del secolo verso le storiche indagini; poi perche seh- bene il sapere e 1' ingegno del signer Leo iion siano ancora noti in Italia , 1' antorita dell' encomiatorc e niallevadrice della bonta di questa sua produzione. 11 ell. traduttore nella sua prefazione vien disror- rendo, come in Italia, dopo le grandi taticlie del Ma- ratori, giudicandosi gia sciolte o poco meno le qui- stioni geiicrali sal Medio evo, non vi fu piii clii si accingesse serianieute a trattarne. L' eta piu inipor- tante, ma piu diUioile, uella nostra storia esser quella die dalia venuta dei Longobardi si stende fine alia lega di Poutida od alia jiace di Gostanza, quando sor- sero o risorsero i ronnmi dei Bassi tempi. Non averla toccata il Sismondi la cui narrazione comincia appiinto dalla Lega di Lombardia-, essersi messo in qucsto campo il Pagnoncelli , con molta lode per certo, ma senza sciogliere la quistioiie sulP origine dei nostri conmni, importantissima nella storia italiana. Questa materia frattaato essersi prolonchuuente studiata Jielia Germania, dove « Eichhorn , Savigijy , Luden , Voigt, » Raumer , e principalmente Leo hanno spiegaie o » narrate le origini de conmni Tedeschi ed Italiani , » le vicende tlel diritto romano nel Medio evo , le » storie degli Imperadori in generate, e fpiella [nm^ » cipalmente degli Suevi; <[iiel papato cosi impor- » tante e cosi mal capito di Gregoiio VII, e linahueuto mOL leal. T. LXXXIV. 4 5o VICENDE DELL\ COSTITUZIONE » tiitta la storia d" Italia. » Fra quesli eruditi ( sog- 2;iunge) il Leo tratto , gia sono alcuni anni , delle orl- gini e dellc vicende de Governi delle cittd Lombarde ; poi compose una storia d" Italia , la quale e senza duh- dio e incomparabllmente la pin compiuta ed erudita che si abbia finora. Di questa storia il conte Balbo ne fa sapere die gia se n' e fatta la versione dal cav. Vesnie; ed egli intanto pubblica tradotta quclia prima operetta che ne comprende la parte erudita- mente piu importante. Alia prefazione del traduttore tien dietro quella deir autore , da cui siaino informati che prima di que- sto libro egli aveva composto un trattato sulla costi- tuzione delle cittd libere Lombarde ; ma che poi, fatto accorto da un lungo e continuo studio intorno alia storia d' Italia, di parecchi difetti di quel primo la- voro , penso di rifarlo. « E posciache ( dice ) 1' eta » che corre dal finir de' Caroling! fino al principiare » degli Hohenstaufen in Italia non fu trattata se non « quasi di volo da tutti qucUi che hanno scritto sulle » citta italiane, io determinai di mettere tutto il mio )j impegno a riempire tal vuoto delle storiche inve- » stigazioni. Perche poi ( soggiunge ) le istituzioni » de' Caroling! sono fondate sai resti della costitu- » zione Longobarda , percio era necessario cominciare ■» dair invasione di questi; e perche io pensai che » mi farei meglio intendere se raccogliessi , per cosi » dire , le storie delle citta Lombarde in quella di » Milano loro capitale . percio ho cominciato dalla » rovina di questa citta per li Goti, e continuato poi » la sua storia fin presso alia sua seconda rovina per » Federico Barljarossa. » — • Noi cercheremo di dare un sunto possibiiaiente compiuto di tanta parte al- meno di questo libro, che valga a fame conoscere r importanza ed i pregi. Neir anno 538 i Milanesi soUevaronsi contro i Goti e si unirono all'Imperio orientale; ma troppo deboli da se stessi all' impresa , e non soccorsi , come spe- ravano, da Belisario , ricaddeio nelle mani dei loro DELLE CITTA LOMBVRDE. 5 1 neinici. Milano alloi-a fu spianata al suolo, iiiiin uomo atto air armi risparmiato , c tiitte le doniie ( dicesi ) date serve ai Borgoguoni. Cioiionpertauto , quando cesso la doininazione dei Goti , Milano risorse cosi rapidaniente dalle sue rovine , che trent' anni dopo la trovianio gia menzioiiata come citta iniportante. Forse in quella restaurazione , sotto la Signoria Im- periale o Romana , vi si rinnovarono anche parecchi istituti delle citta romane; ma si puo dire clie quando soprarrivarono i Longobardi quelle istitnzioni non vi avessero ancora gettato salde radici, giacche ne sotto que nnovi conquistatoii , ne sotto i Franchi non tro- viamo la minima rcliquia dell antica costituzione mii- nicipale Romana in tutta quella parte d Italia a set- tentiione cd occidcnte del Fo, c/ie fu detta poi Lom- bardia. Quando Al!)oino nel 368 discese dalle Alpi coi Lon- gobardi, Milano nou fece veruna resistenza, e si sot- tomlse; ma non pcrdette, duranti i regni di Alboino e di Clcli sue successore, quella qualunque si fosse costituzione mmiicipale cli' essa ebbe dai Romani orientali : imperciocclie nemmen di Ciefi non e tiar- rato altro , se non ch' ei pcrseguito gl'individui,- e non gid ch' ci toglicsse loro la loro costituzione. Di questa non e fatta parola assoliitameiite in ncssun luogo. Ma dopo la morte di Cleli , cessata la snccessione dci Re , gli Adelingi ( nobili o principi ) dei Longobardi signoreggiando col nomc di duclii ogui citta, attesero ad opprimere piii e piii gh abitatori Romani, c a tor loro del tutto qucU ombra di lihcrtd che loro era ri- masta. I piii ricchi e i piii nobili de"" Romani fnrono suppliziati, perclie i Duchi agognavano il possesso de loro averi; gli altri ofurono spartiti come seni e schiay^i tra i Longobardi, o sotto il nome di Gives Romani caddero in una condizione vicinissima alia scrvitu , e doretlero pagarc un censo ai Longobardi. Nitiri ombra di famiglie iiobdi Romane , e cosi di Dccurioni , piiL non si trova ncW Italia scttcntrionale. 5a VICENDE DELLA COSTITUZIONE Dopo questo tempo la costitazione Longob.irda fu il principal fondaineiito di tutte quelle che succedet- tero; e quindi e necessario tentar di formarsene una idea per quanto si possa cliiara e conipiuta. I Lon- gobardi quando vcnnero in Italia costituivano una di quelle Compagnie di ricclii {Dienstfolge) clie i Latin i dissero Comitatus; antichissime nella Germania. Si componevano di giovani vaghi di guerreggiare sotto la condotta di cpialche nobile ricco, da cui erano man- tenuti in premio della fedelta che giuravano di os- servare Hno alia morte. Col tempo queste Compagnie furono rovinose alia liberta germanica; perche i capi diventati prevalenti cosi nella guerra come nella pace , si fecero re, e ognuno voile piuttosto esser loro se- guace, die libero di minore importanza. Non e qui necessaiio cercar di conosccre come avvenisse nella Germania questo cambiameuto ; all' autore basta di poter affermare che i Longobardi quando vennero in Italia formavano una di quelle Compagnie, una so- cieta di guerrieri sotto un re. La maggior potenza dopo i Re, presso i Longo- bardi, era quella dei Duchi; i quali infatti ressero soli dopo la morte di Clefi. II loro ufficio dovette es- sere militare e civile, e pare che si trasmettesse per eredita: ma ad ogni trapasso poi occorreva la con- ferma del Re, al quale dovette competere anclie il iliritto di surrogazione e destituzione in caso di estin- zione o indegnita di una schiatta ducale. Forse il diritto ereditario nelle famiglie dacali fu una nuova cnndizione imposta dai Duchi stessi ad Autari quando elecgendolo re gli restituirono le regie entrate te- nute da loro dopo la morte di Clefi. Vi erano inol- tre nella costituzione Longobarda sotto i Duchi gli Sculdais o Sculdascii , e al di sotto di questi i De- cani. II Decano era capo di un Friborg composto di dleci uomini portanti le armi ; o forse di dieci Fri- borg, e percio di cento uomini d'arme. Sopra dieci di tali Decani era uno Sculdais o Sculdascio. / liheri Longobardi i quali sotto questi Decani ^ Sculdascu e DELLE CITTa' LOMBARDE. 53 Diichl forinavano V esercito od Eribanno {Hecr-bann ) i:hi(tmarousL pcrcio scnipre Ariniannl ( Hecr-indnner). Dichiarate cosi le condizioni personali dei vincitori, passa il sig. Leo a descrivere gli eiletli ch' esse do- vettero prodiure sui vinti. Da principio ( come gia si dlsse ) i Longobardi si portarono con una tal quale modcrazione verso i provincialij nia qiiando i Duchi cominciarono a farla da principi indipendenti , con governi e corti proprie , tutd allora furono suppliziati i principali Romani clie ancor rimanevano; ed i mi- norl dii'cntarono in parte servi , in parte censuali. La servitii tocco piima che agli altri ai coloni che anclie sotto i Eomani gih erano in una condizione poco nii- gliore; e coloni erano cpiasi tutti i coltivatori, per- clie le terre appartencvano allora a pochi possessori di immensi latifondi. Laonde , uccisi ( come gia si disse ) i ricchi proprietarii , e fatti servi i coloni , pochissiini dovettero esser quelli che niantenuero la liberta e diventaron censuali: nessnno affatto ncll Ita- lia settcntrionalc^ oltre agli operai ed agli abitanti delle cittd, i cjaali forse attendevano a qualche coltivazione. II ccnso consisteva nella terza parte dcUe produ- zioni; nia perche diflicilniente potevano i Longobardi esigere un cosi enorine tributo, percio e probabile cbe a tine di assicurarsene ricevessero in vece col tempo la tei'za parte della proprieta ; ovvero che cjuesto censo del terzo dei trutti degenerasse in una specie di servitn : donde probabilmente tutti i paesani Ro- mani caddero in una piit o meno strctta dipendenza dai Longobardi, o come servi della persona intiera- mente, o ulmeno come appartencnti insieme al suolo. Questo rispetto ai paesani. Nelle citta in voce, o trattavasi di mercatanti e pos- scditori di londi che poi facevauo lavorare da gior- ualieri , e costoro non poterono cader facilmente in tanta poverta da far loro desiderare Tuna o 1' altra specie delle servitu predette \ o ti-attavasi di scm- plici mercatanti, e con questi dovette in breve ac- cadere che i viucitori , per avere un" entrata piu 54 VICENDE DELL\ COSTITL'ZIONE certa , convcitissero il terzo posslbilc tie' loro pro^ vcnti in una soninia detcrminata e fissa: e se essi accrcbbero colP industria i loro guadagni , il soprap- piu dopo cjuella somma fissata , probabilmente non fu sottoposto a nuova tassa. / cittadbii Romani ri- masero adunque per lo piii personalmente liberi, e fiirono solaincnte tassad : essi poterono collocare i loro guadagni in canipi , dei quaU poi ebbero piena e libera proprieta. Vi ebbe ancbe quest' altra diffe- renza : che i possessori di terre poteron essere as- seguati ad oguuno dei Longol)ardi, giacche so anclie le iiuuiglie cokivatrici si spegnevano od emigravano rimaneva scmpre al Longobardo il suolo: ma dei trafficanti non potc farsi lo etesso; giacelie se mori- vano od emigravano, il Longobardo a cui erano asse- gnati non conservava pin cosa alcuna. Gli operai c traflicanti ciitadini adunque non poterono distribuirsi se non p;czione clivib,cio la Signoria ; sicche la famiglia tli Faramondo fa bcnsi la sola chc avesse regno , ma la nazionc ebbe parecchi re con- temporanei. Clodoveo chc mori neU'anno 5ii uni in sc solo la Signoria; ma i saoi successori conosciuti sotto il nome di Merovitigi la divisero di bel nnovo. Costoro nelle continue loro discordie avendo sempre bisogno dei Gasindi , cercarono di affezionarseli con- cedcndo loio la proprieta di beni particolari clie si dissero beneficil {Lehcn)\ ma pcrche poi questa pro- priety in cpielle frequenti miitazioni di re era incerta, si voile che in ognnno dci regni vi fosse mi fllag- giordomo duraturo anciie qiiando i re fossero cacciati o morissero, e incaricato della distribuzione dei bcnc- ficii. Cosi avvenne che i nobili avessero stabili pos- sedimenti ; e che i Maggiordomi s'innalzassero sopra i re. Uno di costoro , Pipino d' Eristallo , nel 687 riusci a farsi riconoscere iinico maggiordouio nell'Au- strasia , Neustria e Borgogna , e apparecchio per tal modo la grandezza della propria casa. Carlo siio figlio e successore nella carica , vinse gli Arabi che dalla Spagna minacciavan la Francia , vinse i Frisoni , i Bavari, gli Alemanni, e s'acquisto colle sue vittorie il soprannome di Martello. Dopo la sua morte avve- nuta nel 741, Pipino solo raccolse la potenza paterna, c penso di sollevarsi al grado reale. Gia i Rlerovingi regnavano unicamente sul fondaniento dell' opinione : questa svaui , ed essi auldero, cedcndo il luogo alia nuova schiatta detia dei Carolingi. Pipino senti il bi- sogno di dare alia sua potenza un fondamento piu solido di quello che avessero avuto i suoi prcdcces- sori, e la situazione dei Papi glielo forni. Stretti dai Longobardi, e riial dif( si dagFlmperatori d'Orieme, i Pontclici avevano d'uopo di un appoggio, e videro che potcvano ottcnerlo dai Carolingi per uno scam- bio di uflicii. Qnindi Pipino gridato re dei Franchi a Soissons, fu riconosciuto dnl Papa Stefano II, ed cbbe da lui il patriziato c la protczione od avvocatura 60 VICENDE DELL\ C06TITCZI0NE di Roma. Pipino discese due volte in Italia, cac-' cio i Longobardi da Ravenna , e la diede , insieme coUa Repubblica di Roma, al Papa. Nel 768 Pipino mori lasciando il regno a' suoi due iigliuoli Carlo- manno, e Carlo: tre anni dopo per la morte di Car- lomanno, il retaggio paterno rest6 intiero al sccondo- genito : il quale, detto pox Carlo Magno, nel maggio del 774 fece prigioniero in Pavia Desiderio ultimo re dei Longobardi, uni 1' Italia al proprio doniinio e si noniino re dei Longobardi. Premessa cjuesta breve storia, passa Fautorc a parlare delle nmtazioni accadute nel Regno Longobardo per la eonquista dei Franchi: Ic quali, per la conmne ori- gine dei vincitori e dei vinti , dovettero csserc molto pill poclie e piii sempUci che non al tempo dclla prima invasione, quando questo paese fu orcupato da una 2;ente del tutto nuova. La mutazione piti fe- conda di conseguenze fu qiiclla che t.occo agli ecclesia- sdci. Gia negli ultinii tempi della dominazione lon- gobarda, caduto TArianesimo, gli ecclesiastici si tro- Vavano in molto miglior condizione di prima; ma sotto i Franclii fu data loro a plena misura un irn- ponniiza polldca non mai goduta. Non solamente fu- rono chiamati alle adunanze per dar consiglio sugli alTari del regno, ma vi ebbero anclie 1' oiiore dclla prccedenza sui graiidi secolari. « II peso poi dell" eri- banno ( cioe del servizio militare ) sotto i belligeri Carolingi , ed ancor piii forse la divozione mosse moiti iiomiui liberi fin allora ad entrare nel servizio beneficiario dei vescovi, come gia era succeduto in tutto il dominio Franco . . . Inoltre la chiesa s'acqui- sto servi e scliiavi in varie guise per donazioni e compre dei beni sui quali erano; e i vescovi e ric- chi abbati si videro cosi tosto accerchiati d' un nu- meroso seguito, parte di dipendenti beneficiarj, parte di servi e schiavi inferiori. » Di qui venue poi la ne- cessita de^li Avvocatl dclla Chiesa, i quali rappresen- tassero in giudizio il prelato , i suoi diritti contro i nobili , i censuali, ecG. che ne fossero dipendenti : DELLK GITT^' LOME VRDF. 6l (}\iiiuU le Iinrnunitd, o pnrti intiere del comitato SQt- tratte dalla dipendenza dei Conti: quindi la riccbrzza e la potenza dci Vescovi, die tV allora in poi veg- ginnio inf.iicati in tiitti i ncgozj di Stato e pubblici affari. Che rArcivescovo di Milano fosse in grande e onoievole riputaaione lo deduce T autore dal tro- vare che Carlomagno lece battezzare da lui la pro- pria tigliuola Gisela, mentre i figli erano stati poco prima battezzati da papa Adriano in Roma. Ed aaclie il Conte (i) di Milano era salito a straordinaria gran- dezza , sicche poi vien chiamato dagli scrittori o col- r antico titolo Dux, o col nuovo di Marcldo. Sotto Carlomagno (che aggiunse al regno il titolo im- periale) e sotto i primi suoi successori, lo stato della Lombaidia continuo essere presso a poco quel mede- simo di prima; ma alcune guerre insorte fra i principi della casa reale.ele invasioni degli Arabi alle quali i re occupati al di la delle Alpi non potevano scnipre opporsi personalmente , furon cai^ione che i grandi vassalli, i duchi, i conti e vescovi divenissero piu indipendenti e conoscessero meglio la propria forza; sicche poi dopo la niorte di Carlo il Grosso vediamo Beren2;ario marchese del Friuli e Guido conte di To- scana aspirare essi medesimi alia signoria della pa- iria: e « cosi questa che aveva Hn allora soiTerto so- lamente delle scorrerie dei popoli stranieri, divento d' allora in poi e per lungo tempo 1' aringo ove si combatterono le parti e le guerre intestine. » Queste dissensioni e la conseguente vicenda di fazioni e di principi non alterarono le istituzioni del regno; i griindi vassalli rimasero dipendend feadali del re {na- turalmente di qiicllo cli essi volevano riconoscere ) e i liberi comuni rimasero sotto il conte sovrapposto lore dal re. La cosa pu\ notabile sotto qnesto rispetto in quel periodo di tiirbolenze si e T accrescimento del (i") I Conti erano succcduti sotto i Franchi ai Lhichi dei Lon;:obardi. 62 ViCliNDE DELL A COSTITUZIONE potere vescovile; e il trasferimento dell' officio comi- tale negli avvocati dci vcscovi. In alcuni luoglii i liberi comuni diventaiono cosi pochi che non valeva pill la pena di dar loro un conte ; qualclie volta do- vette avvenire in que' tempi faziosi che il vcscovo favorisse il re, e il conte in vece gli fosse avver- sai'io: in tal case i re dovettero ajutai-e il vcscovo a cacciare il conte, e dargliene anche Tufficio. E in generale dovette piacere assai ai re questo mezzo che in appareiiza iwn costava loro nulla , di guadagnarsi i vcscoi'L Frattanto, per quelle cagioni che la storia racconta, r anno 96 1 Ottone il Grande re di Germania varco le Alpi e prese il regno, ciie poi restitui in feudo a Berengario II, qiiando qncsti ando in Germania, eil alia dieta d' Ausburgo si riconobbe indite di quel nioaarca. Ma le ininucizie di Berengario col clero lo rovinarono. Ottone chiamato un' altra volta al di qua dalle Alpi, lo fece prigioniero I'anno 964 ncUa for- tezza di S. Leo di Montefeltro ; dopo di che egli andd a morire in Germania ; e cogli Ottoni comincio in Lombardia il regno dei Tedeschi. Onesto regno, dai tempi di Ottone il Grande fmo alia discesa di Federico Barbarossa in Italia, e Targo- nienio della terza ed ultima parte del libro del sig. Leo, nella quale e veramcnte coinprcso il principale argo- mcnto del suo lavoro. E pero crediamo necessario di richiamare aila memoria dei nostri lettori die noi ab- biamo voluto dar loro un saggio delJa dottrina e del metodo rigoroso con cui I'autore procede nelle sue in- vestigazioni , anziche fare un sunto compiuto del suo libro: perocche scnxa quesia avvertcnza potrcbl)e pa- rere assai strano che noi cessiamo dal nostio com- pendio la appunto dove la materia diventa di maggiore iniportanza. Se non che a far conoscere la sua opi- nione puo bastarne il trascrivere cio cli' egli dice nella sua rccapitolazione j ma i fatti e gli argomenti sui quali si fonda cotcsta opinione ci pare che dcb- bano leggersi e meditarbi nel libro stesso ; ne ci edianio DEI.LE CITTA.'' LOMBABDE. " 63 clic comporti verun compendio iin autore die ha , se cosi possiam dire, con.lensata in im centinajo di pa- gine quauto avrel)be potuto distendere in nn grosso volume senza diventare prolisso. Questa e materia di tanto rilievo nella storia italiana, che vuol essere non gia odorata in un sunto, ma studiata nolle parole stesse dcir autore e rneditata profondamente col riscontro dci documenti di quelLa et^. Chiunque avra letto le pagine precedenti sar^ persuaso di dover trovare (piesto argomento trattato dal signor Leo con quella ricchczza d' erudizione e sevei'ita di raziocinio che sola pu6 far progredire le storiche discipline ; e il nostro scopo fu appunto di generare questa pcrsua- , stone, sicche molti vogliano leggere il suo hbro c stu- diare questa materia. L' autore jx)i cosi la compendia nella recapitolazione da noi mentovata. Gia sotto i Franchi « dopo che la potenza regia era soggiaciuta a diverse mutazioni , e non serviva guari piu di pro- tezione sicura, tuvvi a poco a jwco di gran hmga un maggior nuniero di vassalli e servi dei vescovi, che non dei re; e perche ebhero insieme i vescovi la potenza giudiziaria sui loro vassalli e servi, per- cio i nobili liberi e censuali o servi soggetti ai regj ufficiali ( conti e gastaldi ) si alzarono contro i nobili e servi o censuali soggetti agU ufficiali vescovili (gli avvocati ). Cio poi che era incominciato sotto i Fran- chi venne a pieno sviluppo sotto i Tedeschi. I Ve- S'.ovi trassero a se anche la giurisdizione sui liberi, rioe la potenza comitale , e riunirono cosi uomini di diritti intieramente diversi, ma di simile onoranza in conmni citladineschi: nobili vassalli e liberi ca- vnlieri di nascita. II terzo stato , i servi e schiavi rimasero a hmgo ancora senza diritti proprj ( iin- mi'indig ). Sorsero parecchi incontri tra i nobili vas- salli e i lijjeri cavalieri per cio che essi o per metter in feudo i loro beni entrarono nel servizio feudale de' vescovi , o dovcttero rinunciare alia loro onoran- za di liberi cavalieri. Sorsero sanguinose battaglie , nia nessuua parte vinse decisivamcnte , lurono f'atti 64 VICENDE DELLA COSTITUZIONE aocordi tra i diversi Stati , e da quest! fu costituita per la prima volta una costituzione cittadinesca. D"al- lora in poi si vedono apparire piu chiari i ra[)pre- sentanti degli Stati, gli Scabini (i); scomparire o farsi pill oscuri gli avvocati vescovili. Era fondato a])pena il comune ordinamento , quando di nuovo 9 aizo una nuova divisione tra la potenza ecclesiastica e tempo- rale , ma non piu tra conti e vescovi , o tra liberi e vassalli della chiesa, ma tra re e papi. La potenza €cclesiastica era ora in se stessa divisa ; parecchi ve- scovi tenevano pel Re , parecchi pel Papa. Cosi an- che la potenza temporale ; posciache parimente i prin- cipi e signori combattevano gli uni contro gli altri per il Re. II comune ordinamento della citta non era violato neir opinione : solamente si disputava clii do- vesse presiedergU ; sicche ogni parte , non meno la regia che la papal e , ebbe i suoi vescovi particolari per ogni citta , ed in ogni citta nobili e liberi erano in ogni parte. In si iatta contesa non perdeva nes- suno fuori che il Vescovo ; perche il Vescovo d'ogni parte, per guadagnarsi e mantenersi partigiani, cercava di sopravauzare quello della parte contraria in libera- lita ed arrendevolezza. Ma la parte vincitrice , quando era finito il combattimento , viveva in ogni citta nel- r ordine fondamentale e comune colla liberta e coi diritti douati d' ogni maniera dai vescovi. Gli Scabini avevano un' azione tanto piu potente e piu larga , che d' allora in poi essi stettero appunto a capo del governo delle citta come consiglieri , consoli. Intanto che si fatto ordinamento s' era di simil maniera all' in- circa stabilito in ogni citta, ma tuttora non vinto nella medesima citta la medesiraa parte , ]:)ensi or (1) Gli Scabini secondo il sig. Leo furono giuclici minori anno i Franchi , e in Italia portaroiio appunto piii ordina- riamente il nome di gludici. Questi Scibini che prima giu- dicavano sotto la presidenza del conte o del messo regio assunsero poi col tempo il nome di Consoli. V. pag. 73 e 180 deir opera, e le dotte osservazloiii del conte BaU^o. DELLE Cn lA LOMBARDE. 65 la regia or la papale ; iiitanto era sjjarita la divi- sioiie da ogiii citta , ma cUa straziava il paese , fi- nalmente in due lazioni di citta, a capo truna delle (jiiali stava Pavia, e deli' altra Milano. Da principio la lazione di Pavia e la papale, e quella di Milano la rcgia; ma quando la piima vide esserle mestieri d'lm iijuto maggiore chc non gliel poteva dare il Papa; e ad un tempo T ultima osservo clie la protezione del lie veniva senipre insicme con una intervenzione di lui negli alTaii ( intervenzione insopportabile colla potenza e riccliezza di Rlilano ) allora canibiarono bandiera ambe le parti, e divento regia Pavia, pa- pale Milano. » Quest' ultima parte del libro pcrtanto e destinata a niostrare come eorgessero i comuni della Lombardia , ed a spiegare cio che nella storia ordinaria e rimasto iinora un enigma, come cioe la liberta delle cittii ab- bia potuto originarsi dalla potenza e indipendenza dei vescovi. Qui si ridcsta Tantico popolo a nuova vita, e ricomincia una storia italiana propriamente delta ; qui si vedono i semi che poi maturano in f'rutti al tempo degli Ilohcnstaufen. Ed anche di questo tempo cosi famoso e cosi importante avra in breve 1' Italia una storia compiuta ; poiclie sentiamo clie gia s' apparec- chia una iradnzione delF opera di Raumcr finora co- nosciuta sol da pochissimi al di qua delle Alpi. A proposito poi di queste opere straniere dalle quali par clie V Italia aspetti oziosa di seutirsi rivelare la jn'ojn-ia istoria , udiamo alcuni ammirarsi or de' pro- fondi stud) che si fimno oltramonti, or dclla non cu- rauza con cui lasciamo occupare altrui gli argomenti, com' essi dicono , nostri ; parole spesse volte ambi- ziose , non di rado ingiuste. Chiunque gettera uno sgnardo sulle continue citazioni di questo libro del sig. Leo, vedra clie in tutto il pcriodo di tempo da lui trattato , mai non gli vcnncro meno le testimo- ninnze di storici italiani; de' (fuali poi un gran nu- mero fu anche raccolto dal iMmatori e ordinato e jllustrato per modo , clie la sua nobile fatica parve Bibl. Ital T. LXXXIV. 5 66 VICENDE DELLA GOSTITUZIONE mirabile e degna cU iniitazione ai dotti di tutta 1' Eu- ropa. Non bastavano pero le scritture dci nostri a spiegare niolti qucsid storici di gran niomemo per- che quella spiegazionc doveva cercarsi negli annali delle nazioni da cui T Italia fu conquistata nel Medio evo: ma lasciando anclie in disparte tutte le altre diflicolta, avcvano quelle nazioni un corpo di storici cosi compiuto, cosi ordinato, cosi agevole a studiarsi come quello clie gli oltramontani trovarono presso di noi? II sig. Leo medesimo alTernia die prima del sig. Eichhorn, cioe prima di questa nostra eta, la Germania non conobbe 1' origine della costituzione delle sue citta : non e dunque da fare le maraviglie se la nostra storia rimase difettuosa in quella parte dov' ella non poteva conipiersi se prima non iscri- vevan la loro i popoli conquistatori. Quando essi poi I'ebbero scritta, dovettero naturalmente esser deside- rosi di cogliere quella gloria clie loro poteva venire dal compiere e rettificare colla scorta dei proprii do- cumenti anclie la storia italiana ; ma questa impresa fu a loro onorevole piuttosto clie difficile, perclie le opere dei nostri storici e le raccolte d" ogni nianiera del Rluratori, del MaiTci, del Marini, del Fantuzzi, ecc, gia erano conosciute in turta cjuanta 1' Eiiropa. Non diremo adunqiie clie ai nostri paresse inutile il la- vorare piu oltre sui fondamenti gettati dal Miira- tori , ne clie loro paresse gia compiuto T editizio storico, come afferma il conte Balbo nella sua pre- fazione ; ne ripeteremo i rimproveri di non curanza che alcuni Italiani con ambiziosa compiacenza vengon facendo ai propi'j concittadini ogni qualvolta capita loro alle mani qualche libro simile a cpiello clie qui abbiamo annunziato. Diremo piuttosto clie la storia particolare di ciascun popolo moderno ricevera la sua piena illustrazione sol quando sara compiuta la storia di tutta r Europa ; come la storia dei rami d' una fa- miglia non si spiega mai cliiaranienLS se non si co- nnsca I'intiera genealogia. Noi, secondo le condizioni dei tempi, possiamo gloriarci d'aver portato al grande DELLE CITTV' LOMBVRDE. 6? cdificio (lella stoiia europca non poclii no tardi mate- i-iali , di clie le akre nazioni ci lianno date giuste e largliissinie lodi: ora coti pari giiistizia e riconoscenza dohljiamo ricever da loro quel ch'esse vengon facen- do, parte con niateriali clie sol da loro potevano ri- trovarsi, parte con que" inedesimi gia dai nostri mag- giori recati in connine ed oirerti alia meditazione di tntti i sapienti. Del resto non e da credere clie non rimanga pin nulla da fare agl' Italiani per ridurre alia vera perlezione la storia del loro pacse. A con- vincersi del contrario Ijasta leggere alcune note del conte Balbo alP opera steesa del signor Leo da lui tiadotta. A. 68 PARTE II SCIENZE ED ART! MECCANICHE. Prospetto delle prmclpall malattie curate neLl anno scolasdco 1 833-1 834 nella clinica chirurgica del R. Liceo lucchese dal dottore Ippolito Borelli , professore di clinica e d operazioni chirurgiche , ecc. — Lucca, 1 835, tipografia di Giuseppe Giusti , in 8.°, di pag. 355. l^a mira dell' egregio autore nel divulgare quest' opera tende a due fiiii : a presentare al suo Governo un idea precisa del metodo d' insegnamento da Ini tenuto , ed a ri- cordare a' suol alunni olcune di quelle cose delle quali cbbe occasione al letto degl' infermi di far loro sentire il Valore. Sotto questo duplice aspetto II libro die veniamo annunciando soddisfa cocnpi'.tameute, ed aggiungerenio an- coi-a a lode dell' egregio Professore che vi trovammo buon fondo di scienza e squisito criterio clinico si che non du- bitiamo che sara accetto a tutti coloro che amano I" utile ed Jl positivo della chirurgia. Non pertanto abbiamo scorto qua e la alcune mende od ommissioni die non. esiteremo di appalesare , persuasi che T autore non vorra attribuire le osservazioni nostre a sinania di criticare o di vilipen- dere , ma si bene airamore della scienza che professiamo, ed a quella molta aspettazione in cui ci mise la lettura del suo libro. Riinettendo ad altra occasione il quadro delle cose piu rare di sua scuola , egll ci porge qui intanto dodici capi clie racchiudono settantaclnque osservazioni , le quali s' ag- girano sui tumori ed ascessi flemmonosi , su gli ascessi lin- fatici e pfr congesdone , su i tumori cisdci , su i tumori scirrosi e cancerosi, su i lumori arquosi , su i tumori erniosi y su le fratture complicate , su le ferite da putita e da taglio e su le ferite delle articolazioni , su le contusioni , su le ferilQ lacerate e contuse , su le ferite d' arma da fuoco. CLINICA CHIUUKGIC-V CCC. 6i) Cat. i." Tnmori ed (iscessi fiemmonosi. — Quattro sono le osservazioni che vengono qui registrate , 1' ultima delle quali s'aggira intorno ad una raccolta purulenta in vici- nanza del ginocchio destro che fu guarita con ainpio ta- glio e colla compressione. In questa occasione ci sembra avrebbe potuto dilungarsi 1' egi-egio antore in qualche utile avvertimeiito per rispetto agU ascessi stanzianti sotto gli strati aponeurotici , e massime della fascia lata, i quali serbano una tendenza al riprodursi qua e la , e spesso dan luogo ad ampi distacchi delle parti , per cui h d' uopo ri- correre a compressioni , a contro aperture , e per lino a setoni. Egli compenso per altro questa lieve ommissione con altrettante giustissinie riflessioni su la febbre dt sup- purazione , su la convenienza del metodo antiilogistico e su r uso o 1' abuse de' toplci molUtivi. E per riguardo al- Topportunita di aprire gli ascessi, dolibiamo pure consen- tire alia sua ppudenza , o convenire intorno alia possibilita deirassorbirsi, benclie gia adunato il pus neU'ascesso. Non vorremmo pero qui da' suoi alunni interpretati alcuni casi d' eccezione o di fortuna si innanzl da far derogare alia massima generale d'aprire le raccolte niarciose in tempo debito. E troppo debole la speranza che si puo nudrire per la risoluzione d' un ascesso forniato per ristarsi dal sottoporre 1' iofernio ad una picciola operazione qual e quella d' una puntura di lancetta o di bistori. Cap. 2° Tuinori liiifaticL e per congestione. — L'autore distingue gli ascessi linfatici da quclli di congestione , se- guendo in cio le dottrinc del Boyer. Ma qual e quell' ascesso che a rigor di termine nou si forma per congestione!' Si vuole alludere alT indole piu maligna di questi ? Ebbene si iissino i caratteri , si tracci la linea di divisione fra i dettt ascessi. L' autore intanto ed il suo antesignano ci lasciano ancora iadecisi sul niodo di precisarne la dlagnosi. Diinque ci sia permesso di mantenere , che il vocabolo congestione nulla signiiica per se , e volendo additare in si fatti tumori od ascessi linfatici iin' indole piii pericolosa , un processo ))atologico piu grave, piu profondo, piii rincrescevole , ci sembra niiglior partito di rintracciarne la difl'erenza nella complicazione di carie delle ossa e delle cartilagini , o di degenerazione de' tessuti niolli. Perocche iissando a que- st! punti la diagnosi , oltre alia significazione patologica piii piecisa , ne viene anche una piu retta induzione pel -O GLINICA CHIRURGICA pronostico ed una piu fondata manicra di medicare. Ne la sede dcgli ascessi complicati e affare da perdersi dl vista quando vogliasi deterniinare la loro cnrabilita. Un ascesso linfatico, per mo' d'esempio, complicato con carie della scapula, del corpo delle coste, delle ossa lunghe, lascia ancor Inogo alia chirurgia efficace , mentre e di certo con- siglio migliore T abbandonare alia natura quelle purulcnte raccolte , clie provengono dalla carie de' capi articolari e del corpo delle vertebre. L'autore si e tenuto a questo proposito in troppo ristrette considerazioni ^ e si che T a- scesso hnfatico lombare complicato, die forma T oggetto dell'ottava osservazione, gli dava occasione d'estendere il discorso su questi ascessi , che sono forse i piii comuni , e presentano le piii grandi anomalie di siatomi , di forme e di ubicazione. Cap. 3.° Tumori cist.ici. — Non molto interessanti ci sembi'ano questc osservazioni , eccettuata la iB." che ri- sguarda ua tumor clstico sviluppatosi nell' orbita dell' oc- chio dcstro, il fjuale veune feliceiueute curato colla sem- plice apertura di esso e coUe injezioni astringent! e detersive. Noi giudichiamo che nolle considerazioni teorico-pratiche in- torno ai riferiti casi , l'autore avrebbe ottimamente avvi- sato ricordaado molte belle patologiclie e pratiche osserva- zioni cir emergono dalle ricerche di molti , e segnatauiente dal non niai abbastanza compianto nostro Montcggia. Cap. 4..° Tunioii scirrosi e cancel osi. — ■ Le sette osser- vazioni addotte in questo capo, le quali offeriscono esito di varia fortuna porgono all'autore occasione al discorrere intorno alia recidiva de' cancri , avuto speciale riguardo alia loro sede ed alia dlutnrnita del morbo. Forse alquanto spaventato dai casi ch'ebbe sott'occhio, viene egli con- dannando senza restrizione 1' operare sul cancro recidivo. La riproduzione della malattia , a suo avviso , e la prova pill convincente che il male e di^uso a tiitto V universale. Ma come assolutamente negare i tanti fatti che si narrano nella storia dell' arte , ne' quali 1' ardimento chirurgico fu coronato da positivi trionli '' Noi andianio persuasi, che non la recidiva soltanto , ma il coniplesso de'sintomi, la tendenza al diffondersi , la natura de' tessuti afFetti e le sfa- vorevoli circostanze in cui puo trovarsi tutto 1' organismo, debbano entrare ne' calcoli dell' operatore. Cos! pure, ben- che sensate ed opportune sieno le opposizioni ch' egli fa DFX R. LICEO DI LUCCA. TI a (jui-' troppo animosi oporatori , clie s'aniscliiano di de- niolire riitero iiella sua totalita , iioa possiamo convenlre seco lut nel condannare anche la recisione parziale , ossia della spinpllce cervice di quel viscei*e. Cio solo vorreinino stabilire, esser raris iino il caso di poter rilevare nel coUo deir iitcro quella linea di confine del nlale clie pel* 1' ope- razione e condizione sine qua noti , e quindi doversi ascri- vere ad abuse d' arte quella facilitk di manomettere la cervice uterina, che rilevasi nella pratica degli operator! oltreraontani. Lo stesso vorreninio mantenere per rispelto al retto intestino, pel quale rimane ancora bene difficile I' esportazione della totalita del male quando sia profonda- mente viziato. Pure non e poi si straordinarla fortuna , die si giunga talvolta a poter riconoscere la possibilita di separare la pane viziata dalla sana. Senza adunque inclinar troppo alia temerita di estirpare 1' utero intiero o I'intestino retto a considerevole altezza , non crediamo d' andar errati niantenendo miglior fiducia deH'autore per la demolizioue parzinle e limitata dell' uno e dell' altro. Cap. 5.° Tuniori acquosi. — Narra qui la storia disgra- ziata di ua circoscritto idrocele del cordone spermatico passato in cancrena dopo che fu inciso , per cui ne venne la morte dell' operato. La necroscopia rese conto di pro- fondi e difFusi guasti prodotti da flogosi che si era dira- niata ad amlio i testicoli , ai cordoni spermatici , e fino anche al tu!)o intestinale adiacente. Clii volesse incolparne r esitazione del professore nello splegare un coraggioso trattaniento antiilogistico , avrebbe le moke cose a dire ; ma noi non sapremmo negargli che si danno pur troppo inliammazioni di si arcana indole e di si perversa tendenza da render vano quahinque siasi presidio che P arte possa suggerire. Gli allievi avranno potuto avvantaggiarsi di questo esempio per mantenersi cauti nel pronosticare anciie nei cnsi ove le apparenze sembrano assicurare i successi delle opernzloni chirurgiche, perocche i rovesci delParte prestano buona istruzione quanto i casi piu fortunati. Utile del pari sara ad essi allievi i-iescita T osservazione d' un vastissimo idartro , che T egregio Professore euro con replicata pun- tura e quindi colla compressione , e per ultimo con vesci- canti. Le malattie del ginocchio , per benigne che siano , quando presentano effusione fra le capsule articolari si mostrano per solito assai difficili a sanarsi. "2 CLIJJICA CHIRUr.OICA Cap. 6.*^ Ernie. — L'autoi-e rlfcrisce sette casi A" erniO' tomia, che nol trovammo tntti, qnali piu quali meno, in- teressanti ed attl a prestare una solida istruzione alia sua scuola. Rimarchevoli soprattutto ci sono seuilnate le sue considcrazicni praticlie , delle qnali ci pennettiamo di tra- scriverne un brano. " II giovane diirurgo , die" egli , non » si faccia illusione su i caratteri esterni de'tumori eriiiosi >/ pcrche in qualche caso , valutati piij del dovere, potreb- i> bero condurlo fuori di strada. Quindi tutte le volte che » vi saranno i segni dell' incarceraniento , e ciie saianno i> costanti e non eqnivoci, non si astenga dal ricoiTere al /; cokeilo per qualclie anomalia che riscontri nella figura, )/ nella forma , nel volume , nella diirezza del tumore, e » si ricordi che ne il tempo dell' incarceraniento, ne I'eta » de' malati , ne la leggerezza de'sintomi, ne I'esplorazione >f pill attenta dell'anello inguinale e del collo del sacco » erniario non sono criterj bastantemente sicuri in ogai » caso a determinare qual grado di stringimento abbiano " sofFerto le viscere , quanta speranza rimanga di poterle » introdurre insistendo nell' uso delle topiche applicazioni, '/ de' salassi , de' bagni , e quanto tempo si possa lasciar » trascorrere , senza che le medesime sofFrano uno stroz- » zamento mortale. Non e propriamente 1' operazione che » compromette i giorni delF ammalato , ma I'inliammazione f) indomabile e la gangrena degl' intestini. » E noi ag- giungeremo che I'infiammazione e la gangrena stanno in ragione, non solo delle condizioni intrinseclie del malato , nia ben anche del perdltempo, dell' indugiare oltre aU'op- portunita, e soprattutto dell' abuso del taxis a. cui pu6 essere sottoposto 1' ernioso. Cap. 7.° Fratture complicate. — Meno felici che nelie ernle sembrano essere state le cure dell' autore in queste lesioni , delle quali adduce sette casi. Egli viene pertanto sommettendo a profonde riflessioni le cagioni piii comuni che portano le cure del cliirnrgo a fallire. Era queste ca- gioni distingue specialmente 1' iterizia traumatica, e le rac- eolte marclose che si fanno in parti discoste da quelle che scggiacquero a lesione immediata , indi addita !e gravi dif- ficolta che insorgono per adottare il partito niigliore sul- r amputare o no senza ritardo. Noi , tenendo per ottime le sue considerazioni , ci sentiamo aiquanto piu lusingati di lui per rispetto alia possibilita di soccorrere alle frattiu'e DEL R. LICEO Dl LUCCA. "3 complicate, eil a rimoverne le disastrose conseguenze, ac- Corclan ma qnanJo si tratta U'lmpedire T azione inil- scolare temleute ad iaiiz£;ere le pnate ossee nolle parti molli qiial mijiliore presidio pub uiai prestarsi deir apparecchio atl estensione contiuuaia . sia ino alia uianiera de* siillodati maestri , sia alia luaniera di Larray , cioe per mezzo dei congesni plastici ed inaniovibili "^ Anche gli appareccbi pensili, conveaienti in alciini casi , potevano forse essere ricordati coa frntto, dovendo gli alnani accostuinarsi di huon' era al criterio di adaitare i luezzi alia 9p€cialita del caso. Cap. 8/ Ferile di punta e di tagUo. — Sette sono pure le osservazioni qiii narrate , alcnne delle qnali riescono verauiente importauti ed istruttive. Com' eglt per curare iin aueurisma dell' arteria cubltale prodotto da ferita da taclio ahbia avvisato alia corapres.'ione pintiosto che alia hgatnra delP arteria non sapreramo beae dichiararlo. L'esito per vertta fn avveatiiroso ; ma la ciira duro circa cjaarauta giorni . e lascio rigido Favambraccio e torpida la mano per raolto tempo ancora : sarehbe ella stata piii spiccia r immediata allacciatura delT arteria ' Ci pare di poierlo afferraare. Cap. q." Ferice deUe articoiazioni. — Fra le qiiattro os- ser%"azioni riferite ia quesio capo naa concerae ferita di arma da fuoco , della quale nor., erat hie lociis siccome della uiorsicatiira di vipera , che sta iaserita nel capo precedente. E pero iscusabile questa infrazione ail' ordiue patologico in vista deir importanza del caso, il quale ove fosse oc- corso a pratico meno prudente avrebbe forse data occa- sione air ampntazione di nn piede , che merce la pazienza e la perspicacia dell'autore fii salvato e resiituito a huon nso. Cap. ic." Con^iisioni. — Cap. h." Fente lacerate e con- tuse. — Cap. 1 2.° Ferite d" arma da fuoco. — Troviamo qni divise in tre capi la serie delle osservazioai che noi a\-remmo riuaite in un solo , sembraadoci che non dine- riscano che pel grade di lesioue. Tntte stanao bene orili- nate nella classidcazione delle ferite contuse , perocche si possono queste poi distiaguere in sempiici o con solnzione di continuita delle parti , o con permanenza del corpo viJ- nerante. An^lremo percio complessivamente analLzzando que- st! tre capi che otFrono materia di non lieve importanza. Nelle ferite contuse sempLci attrassero la nostra atien- zioae due storie che voglLamo qiti accenaare. Ua giovine DEL R. LICFO DI LUCCV. ~i> riporto una grave contusione alia spalla dostra , la quale da aliro pratico vpiiiie medicata con deholi presldj per cinqne giorni ; fatale perditempo, che rese vano il iiietodo antiflogistico impiegalo dall' aiitore per impedire la succes- siva suppurazione delle parti contuse e la niorte dell' in- dividno! A fanciuUo di dodici anni cui era passata la ruota di un carro su la regione epigastrica, donde ne era avve- nuti contusione tale sui visceri sottoposti da rendere do- lorosissiuia la piii leggiera press'one in quel sito ; ad esso fanciullo, in preda alle angosce piii gravi per diHicoka di respiro e per voniito sanguigno si ritardava dall' autore il salasso per ben due giornl, per cui non si ehbe gua- rigione prima die non si ottenesse la risoluzione d' un versamento acuto cagionato dall' infiammazione. Ora si do- manda : la suppurazione della spalla ed il versamento ad- domiuale sarebbero cglino stati evitati , se si fosse messo in pratica su le prime il salasso onde prevenire o mode- rare 1" intiammazlone ? Tutto induce a crederlo. Non stimiamo d'andare errati giudicando dal contesto del rd)ro , cbe 1" egregio Professore eccede forse in pru- denza ed aspettazione per rispetto al cacciar sangue. Es- sendo noi sommamente avversi alia pratica sanguinaria, die i medicl diatesisti e flogosisti sogliono con entusiasnio predicare , non possiamo pero piegare all' abuso opposto , segnatamente nei casi di lesioni traumatiche, le qnali rom- pendo la continuita de' vasi e suscitando gravissimo squi- lilirio neH'ianervazione , esigono anche in antici[)azione la sottrazione degli elenienti organic! che alinientano 1' infiaui- iiiazione. Ben c vero che 1' autore insegna assai savianiente come nelle ferite contuse non siano si jiresto da adottarsi le iiicdicazioni stiniolanii; ma ne'casi gravi anche il solo lasciar correre un tempo prezioso senza avvisare alia de- plezione de' vasi pub dar luogo a notevoli disordini organici. Ragionando delle ferite contuse 1' autore viene accen- nando T enfisema sottocutaneo , fenomeno, che non sempre dipende da lesione delle vie aeree ditHcile per lo meno a dimostrarsi. E veramente se puo supporsi che in una ferita da ]>unta 1' aria siasi iusinuata per essa, e diradandosi ia grazia del calorico animale pervenga a costituire cio che dlcesi enfisema, una ferita semplicemente contusa , anche d' un ginoccliio o d' una spalla, talvolta prescntando una raccolta d' aria nel tessuto cellulare , pone in imbarazzo 76 CLINTOA OHIlirKOJCA chi voIcBse assever.inteinente pronnnciare. Tiutavia danctc* luogo a qnalolie seiisata congettura aon ripugaa di credere die o neirorganismo decorra col sangne aiiche dell' aria , cio che ecjuivalerebbe al pneuina degli antichi, o die vi siano vasi aerei noii ancora scoperd , siccome si trovano ne' volatili ; o che succedendo ne' fluidi stravasati una pronta decomposizione chimica, abbia luogo uno sviluppo di qual- clie gas. Su tjueste congetture avreinino volontieri udito il parere dell" egregio Professore il quale si accontento di dire che il fenomeno gli sembra di difficile spiegazione (■^). Per la cura delle contusioni sembra ch' egli anteponga ai topici freddi e risolventi, i mollitivi cataplasmi , sul- 1' idea di prevenire rinliaminazione consecutiva al torpore cd all'inerzia, che sono i priiui siatonii prodocti dal corpo C) Per chi ti-ovassc un poco azzaidato il sospetto cfie noi nu- trianio che vi slaiio anche neir uuiano organismo vasi incaricati di far ciiTolare V aria , consegniamo qui alcuai argouienti , che tolgono la nostra idea dall^ esserc oxuiinaiiu-nte graiuita. I.° Accade a moki di accorgersi deiragitazione delP atmosFera senza udire precisaniente il soffio del vento , avvertiti soltanto da un senso d'insolito tiunulto intemo, o da spiacevoli e dolorose seusazioni in vai'ie parri del corpo , che si dileguano poi col cessare del vento. a." Molti dolori muscolari svanisrono sotto il crepitar del secesso, ed e forse in gran paite dovuto alF espulsione delle flatulenze quel pronto beneticio che arrecano ne'' reumatlsmi i presidj piu"ganti. 3.° L' acupuntura riesce anch'' essa taivolta a dissipare come jier incantesinio i dolori reuniatici niuscolari : sarebbe mai per P escita deiPai-ia imprigionata uei vasi come succederebbe pimgeudo una vesclca? 4.° Le coppette non mosti'erebbero esse la loro efficacia per la Slessa ragione ? E non potrebbe essere lo stesso per rispetto alle fregagioni , alle ajiplicazioni calde e perfino a''sena]3ismi e vescicanti? 5." Un dolore kuigo gli arti inferiori si riseute bene spesso alle minime scosse della tosse e non sotto il moto. 6.° Stroiinaudosi la pelle in un l^agno si rimarcano bollicine d'aria a sorgere su la superticie deir acqua come se venisse spremuta da un sistema di vasi aerei. 7.° Spesso ne' cadaveri si ti'ovano raccolte d' aria anche dove la puU'efazione non e ancor* evidente ed i tessuti mantengonsi sani ed indecomposti. 8." Fina'meute la specifica leggerezza comparativa di alcuni indi- vidiii, per gli esercizj del nuoto iion provevebbe uno sviliip)io mag- giore del sisteina vasculare pueumatico che noi sospettiamo '? DEL R. LlCliO DI LUCCA. 77 rontundente, ma passeggicri. Benche noii si possa nssolii- tamente goneralizzare il metodo piii acconcio per curare speditamente le contusioni , noi sianio persiiasi die nella niaggior parte de' casi le applicazioni fredde e risolventi prevnlgano nell* eftlcacia ai cataplasmi niolli e rilascianti. Di fatto il freddo e I'agente piii idoiieo a prevenire, nio- dcrare od anche rintuzzare la reazione insorgente nelle parti, neir atto che pronioveiido la contrattilita de'tessuti, si oppone al versamento de' liqiiidi nel tessuto celluiare , ed attiva la facolta d' assorbire ne' vast linfaticl e venosl. Accordiamo per5 di buon grado nirillnstre autore, che svikippata che sia la flogosi, e riconosciiitane la tendeiiza al snppurare , 1' ostinarsi co' topici freddi e risolventi, e cosa affatto contraria ai buoni principj della patologia e dflla pratica chirnrgica. Nel capo dalP autore dedicate alle ferite lacerate e con- tuse, non troviamo osservazione di rimarco. Bensi in quello delle ferite d" arma da fuoco dovemmo scorgere casi di niolto rilievo, sebbene avvenuti soltanto negli arti. Nove casi e cinque iiiorti : proporzione k questa a prima vista uu poco eccedente, avuto anclie riguardo a tre amputazioni die rigurano nel quadro ; e pero 1' autore si accinge a spie- garne la cigione. Le ferite d'arma da fuoco riescono sin- golarniente fatali , a suo dire , per I*' influenza che il corpo vulnerante esercita su le parti lontane e su i visceri piu nobill. Se i sintomi di disordine , di torpore e di depres- sione vitale che si rilevano al Inogo della ferita si espri- inono generalmente nell' organismo e si mostrano durevoU e permanerid , gli ammalati soccombono in qualunque maniera vengnuo trnttati. Ci perdoni 1' autore, ma la proposizione e un po' troppo nssoluta. Lo spavento basta talvolta per mantenere la depressione vitale durevole per alcun tempo, ne cio va interpretato per I'efFetto della diffusione dell' urto dalla locahta all' universale. D' altronde i feriti d' arraa da fuoco (e discorriamo delle ferite negli arti soltanto) non inuojono gih^ nel periodo del torpore o dell' avvilimento di- namico, ma si bene in quello d'una reazione disordinata , d' alterazione organica de' fluidi e de' solidi , di scomposi- zione dell' ordine vitale, di flogosi. E come provera Tau- tore che i feriti che soccombettero sotto a' suoi occhi eb- bcro questo destino fatale dall' influenza della scossa occa- sionata dal corpo contundente sul sistema sanguigno , su i 78 CUmCA CHinURGICi nervi e snl ccrvello ? Che rilevo egli ne' cadaver! sottoposti air autossia ? flehlte in tntti , qiiando pur noii si associa- vano gli esiti della flogosi in altri tessuti. Di pin: i euoi feriti - eccetto uno solo , niorirono appunto dal decimo al ventesimo giorno, e per conseguenza dopo die il torpore , Vapatia, la stupidezza , il paVore , V insensihilita , la pro- strazione prodotti dalla scossa non hanno piii a clie fare coUe circostanze morbose che spliigono a niorte Tindividuo. La morte, secoudo noi , ne' casi descritii dairautore, ve- niva dalla localita , da que' processi morbosi che la ferita suscito ne'tes-^uti, donde essendo assorbiti umori deleterj dai linfatici c dalle vene, si diramava flogosi niicidiale pei vasi , e si disordinava Y azione de' visceri sostenitori della vita. Questa distinzione , che noi aniiamo di fare tra i sin- tomi primarj delle ferite d' anna da fuoco , ed i secondarj , ci porta a dichiarare la necessita di avvisare alquanto di- versamente dall' autorc nel trattamento delle ferite d'arnia da fuoco. Per priino vorremnio che, avuto uessua riguardo al torpore, alia prostrazione , ecc, fosse praticato il salasso prima del periodo di reazione , come mezzo di sbarazzare i vasi, prevenire le congestioni e la fleblte traumatica. In secondo luogo raccomandiamo la dilatazione e lo sbri- gliamento delle ferite d' arma da fuoco, come pratica va- lidissima per dar lilnro scolo all' icore che geme ne'priml giorni dalla forita , ed impedinie rassorbimento, noa che iier diminuire la tensione , segnatauieute delle parti apo- neurotiche , cagione non rara di consecutiva gangreiia. Gou- veniamo non pertanto, e giustizia lo vnole, che i casi de- scritti dair autore fiu-ouo si gravi da mettere veramente in dubljio la poteiiza d' ogni umano presidio. Nelle consi- dcrazioni su le ferite d" arma da fuoco egli ritorna sul merito dell' amputazione immediata , e dimostra come sia in ogni caso nialagevole a prendersi il partito migliore. Qiieste sue considerazioni meritauo d' essere bca ponderate anche dai pruvetti nelT arte. Avrenimo pure volute seguire T autore nelle sue consi- derazioni su la febbre traumatica ; ma entrerenmio in ben estesa faccenda , e t limiti del gicrnale ce lo contendono Solo non possiamo tacere il nostro rincrescimenlo nel rav- visare 1' illustre professore ligio tuttavia nlle dottrine brow- niane, le quali in nostro scnso non si accordaao niolto colla patologia chirurgica. DEL R. LICEO DI LUCCA. 79 Una rinpssione clie di ccrto noii jiotra isfnggirc a cliiun- que Icggerii il libro del big. professorc Borelli e qucllii die desto in noi la narrazione di molti casi di nialattie ri- messe dalla clinica non ancor guarite clie risanarono poi in aria migliore. II clima di Lucca sappianio essere salu- berrimo ; bisogna dnnque supporre che le sale cliniclie cliirurgiclie non siano ordinate con qnell' avvisaniento sa- lutare , che Tlgiene snggerisce. Possa I'egregio autore es- ser posto in niiglior condizione, perche abbia ineglio a risplendere la sua perizia chirurgica ! Nel dar fine al breve esamc di questo Prospetto noi re- stiaino col desiderio di vedere vieppiii illustrata la chirurgia italiana dall' illustre sig. Borelli con qnelle osservazioni da lui promesse che varranno a conipiere il quadro delle cose piu importand osservate nel clinico Istituto neW ultimo triennio. Mcmoiia geognostica sopra i calcarl d acqua dolcc delle Proviiicie Venctc. Condnuazione. V. il tottio 83." ( settembre p!^ p." ) , pog. 407. f^ella stessa natura , e generate nello stesso mode eono le croste che inviluppano le ossa umane rinvenute nelle caverne di molti paesi, quelle particolarmente recate daila Gnadalnpa da lord Cochrane nel 1 814 annunziate come fos- sili , ma clie in fatto non erano clie incrostate ( Jour, de pliysiq. , t. 79 ). La differenza tra la petinficazione e la incrostazione e per verita tanto chiara, che pare non possa dar occasione ad equivoci. A proposito di avanzi umani ridotti a consistenza ap- parentemente lapidea meritano di essere qui ricordati due cranj che sono i soli ostensibili nel regno Veneto , T uno presso il conte Jacopo Dei di Feltre . 1' altro nell'L R. Ga- biiietto deir Universita di Padova. Nel primo T incrostaziorie lia cinque linee circa di spessore , e le niaudibole conser- vano porzione de' denti , che pur sono intonacati da uno strato biancliisshno di calce carl)onata. Gli alveoli inessi alio scoperto innanzi che si effettnasse T incrostazione, sono tutti ostruiti della inedesima sostanza calcaria, e vicino alia sutura deir osso coronale , dove il cranio si h in parte scro- suto , si vede che Tosso nou ha softerto alcuaa alterazionc. 8o MEMORIV GBOGNOSTICA II secondo dei detti cranj e nieno peifetto , iiiancante della niandibola inferiorc , e privo di una parte dcir occipite , che doveva essere stata mutilata o corrosa ])rinia die suc- cedesse rincrostazione. Nella Ijase si distingue la sella equina, la fessura lacera deH'orbita, la cavita dell' orbita stessa , la fessuia sfeno-masceliare , ed un dente molare. A questo cranio e unito nn pezzo d' oniero pur umano, «d ogni parte n' e ricoperta di una stalattite calcaria gial- liccia , spruzzata di rosso. Si sapra voloiitieri che questo pezzo forniava parte della collezione niessa insieme da Gi- rolanio Zannichelli farmacista e lilosofo vencziauo , il quale lo descrisse nell'opuscolo intitolato . De lithogniphia duorum montium Veronetisium , indiritto al padre Bonanni , e stam- pato in Venezia nel 17a i. Alquantt anni appresso, cioe nel 1736 ebbe Zannichelli il bel pensiere di puljlilicare il ca- talogo de' corpi organic! fossili per lui raccoiti sui monti delle Venete provincic , nel quale ricorda nuovaniente il cranio in discorso e ne indica la provenienza. Ecco le sue parole : Caharia hominis cum suis dentibus , una cum osse hiimcn fossili s , et in lapidem concreta; ex ditione Istrioe (Enumeratio rerum naturalium quce in Miiseo Zannichdliano asservantur). Si vede che Zannichelli non esitava di ris- guardare come fossili i corpi che non erano se non in- crostati di un astuccio stalattitico. Senza awedermene soiio ito alquanto lungi da qiiel di- scorso che faceva poc' anzi , sul quale ora riniettendomi fa di nicstieri ch' io ritorni a favellare del tofo cite vidi sopra il colle su cui appoggia I'arco detto il Ponte delle fontane presso Fistere. L'acqua calcarifera clie lo produce e quella stessa che alimenta le fontane di Belluno , la quale inipura coin' e di sali terrei pu6 essere cagione di frequenti indi- gestioni , di coliche , di flatulenze , di diarree e d' ingor- ganienti linfatici. Di fatto, niessa quest' acqua al confronto coll' acqua dclFArdo , la trovai sempre piii pesante , meno pronta a bollire , meno sbattuta e meno impregnata d'aria, e cio per avere un corso poco celere e non niolto lungo (i). (l) Le acque che si bevono a Belluno , prescintlejido da quelle dell'Ardo e del PJave clie soiio eccellenti, la^ciano dentro i vasi o cogome in cui si fanno bollire , tma forte depo;izioiic tartarosa , c tale clie puo col tcmjjo ostriiire gran jiarte della capacit.i dc' vasi iiiedesinii. ISel i8ll fui pre..ntato dal i>ig. Giacomo Miglioiiau di BcUuuo di uii tubo di piombo foruiaute parto SUI CALC.VKI D AOyUA DOLCE. 8 1 Tl tofo di Fistere , cni scrvoiio di hase Ic Iniiglic barbe dt'lla gramigiia e di altre piante erbacee clie sul colle al- ligiiano, e limitato al solo spazio di terreno Jjagiiato dal- l\icqua clie trapela dalT acquidotto, ed e composto di stra- leiolli esilissiiiii , ed aiiche di pezzi inforini adagiati sul dcclivio del colle clie gnarda la strada. La concrezione tar- tarosa appare talvolta forniata sopra il musco clie la vi cresce copioso , e in questo case riceve la forma di uu impasto tiitto forellato, fragile e privo di consistenza. Non e pero facile di scorgere a nudo questi tofi depositati sul inusco , per essere il colle co]ierto di cespugli e di erbe i ma si puo ravvisarli riaioveudo 1" erba clie d' ordinario li ricopre. Piu iiianifestainente il tofo si palesa alia destra dell'Ardo, Uii tiro di scliioppo sopra il jjoiite di Fistere, la cni pro- venieuza e disveiata dalla presenza di uii'acqiia iiicrostante clie sopra vi trascorre. Questo tofo fu in alcuiii tempi sca- vato per usarlo nella costruzione delle inuraglie. L'acqua o per meglio dire il torreute die disceude dalla Yalle di S. IMammante, tre miglia circa al sud di Belluno, Ti lascia aiicli''esso incrostazioni tofacee, seguatamentc dove trova delle remore ed intoppi , cd anche dove il pendio del i'ondo riesce miuore. Ncgli anfratti e ineguaglianze di quel la gola le incrostazioni trovarono luogo opportuno a crescere ed a proluiignrsi pel traito di niolti e uioiti passi. Ne questo tofo e cosi parziale che debliasi credere limitato alle j>arli piii basse , poiche salendo la lalda clie liauclieg- gia a sinistra la valle , si torna a vederlo sotto le ordi- iiarie sue forme , senza clie somministri oggctto alcuno degiio di osservazione. L' akezza a cui arrivauo queste
  • , iiiipcdisce credere clie qucsto gas escixiti iin''azione seasiljile sopra il calcare , col quale si mette al contatto. Niun composto gasoso e piu proclive a decom- porsi deir idrogeno solforato , e ne abbiamo le prove nelle zolfatare ed in tutti quei luoglii , nei quali vi sono depo- siti di zolfo abbandonati dal vapore epatico die dal suolo esala continuaiiiente. Del resto cliiara apparisce I'origiiie delle tubnlatnre ca- pillari che ho avvertite nel tofo di San Pietro , quando si ponga niente alle circostanze clie possono avere contribuito alia loro formazione. Ecco ad un tratto com' io la ])enso a questo pi'oposito. Allorche il materiale calcario viene ab- bandonato dall'acqua, esso cade al fondo e va a formare una specie di crosta niolle , fragilissinia , che si ridiice in frantunii fi-a le dita , qnando sia stata di recente precipi- tata. Questa crosta e perinealjile ai gas che si svolgono dal letto della terinale ; quindi e che dando passaggio al- r idrogeno solforato ed all' idrogeno carburato, di cui sono pregne le acque , doveva il tofo necessariamente assuniere la tessitura clie in esso abbiamo osservata. Nelle acque de' circondarj termali di Montegroto , di Monte Ortone , di Ter'racoli , di Monte Canale e di Calaona , le concrezioni tofacee sono assai volte ineno abbondanti e meno variate di quelle di Abano , riducendosi a poclie cro- ste fungiformi . che d' ordinario si mostrano attaccate ai niar2;ini della sorgente. Alcune di queste concrezioni danno ricetto alle spoglie della paludina muriatica come ad Abano ^ altre contengono rimasugli di piante ed altre sono piu o nieno cariche di granellini di sabbia , che dal fondo della tennale sono stati dai bulicami trasportati alia superficie e dispersi sopra i toil che ivi si osservano. Nelle termali euganee altre rocce lapidee non si formano per via di chimica precipitazione se non se il calcare to- faceo. II muriato di soda ed il solfato di calce che com- pariscono alia superficie del suolo in forma di polvere bianca, e dei quali abbonda T acqua , sono il prodotto di vin' operazione ben diversa da quella che influl alia for- mazione de' tofi. Un esame anche superficial ci persuade immaiitinente che quelle fioritiue saline derivano daU'eva- porazioue de' vcli d' acqua die il moto delle sorgeati porta SUI CALCARX t) ACQUA DOI.CE. () \ fuori do' sci'liatoj ne*" qnnli stanno raccolte ;, niomro la ge- nerazione de' tofi dipende, come diccmmo , dallo spriglo- nainento dell' acido carljonico clie mantiene in dissoluzione la materia calcaria per cui quest' ultima viene immanti- nente precipitata. Nolle due provlncie di Vicenza e di Verona non nian- cano i tofi d'acqua dolce ; io ne ho veduto all'acqna sa- Jiente al Tretto , dove pure si forma quella varieta di con- crezione clie porta il nome di Osteocolla ; e se male non lio osservato , ne ho veduto liel pari alle radici di Monto Guisse nella valle della Laverda ed alle falde del montc Casetta , nel tenere di Marostica, come pure nei contorni di S. Orso presso Schio : ne incontral nelle pertinenze di Rccoaro, un migllo sojira la parrocchiale, nel luogo detto de' Foriani, e in maggior copia nella vaile di Eettasseue a J\ovegiana, dove viene scavato per adoperarlo nella costru- 7.ione degli arclii di cantina (i). Qui non si arresta la forma- zione del calcare d'acr|ua dolce nel Vicentiao , ma dassi a vedere ne' Sette Comuni , dove torna a profitto scavarlo, come si dira tra poco. Quanto al Veronese ricordo d' aver osservato ammassi di tofo nel Lungadige presso la Chiusa; ina non trovando nel mio giornalc che poche note snl terrcno d'acqua dolce di quella provincia, non saprei dare in questo momento indicazioni sicure intorno alia sua gia- citura. Giudicando dagli scarsi cenni che ho sotto gli occhi dovrei credere che nella valle Pantena, cominciando dal villaggio di Quinto fino al di la di Grezzana non vi csista alcun deposito tofaceo , e solamente se ne trovi qualche- duno presso Veja e nei contorni di Lugo. A un niiglio circa dal ponte di Veja, nel luogo detto la Busa, vidi deile assal grosse incrostazioni calcarie, aventi nel loro impasto rottami di pietre angolari , e qualche pezzo di le- gno cola portati dall' acqua. Presso Lugo vi sono delle altre concrezioni tofacee dovute al tardo lavoro delle acque die ivi si trovano ; e per ultimo ne adocchiai a Negraro nella Valle Pollicella . dove appajono coricate sopra un suolo terziario misto di sabhia calcaria giallognola e di marna grigia. ( Sara continuato. ) (i) Maiiuale miiieralogico inipicsso in BcUuno , 1812, pag, 2^. PARTE STRANIERA. Le teoricJic pin rccentl del botanici del Nord in fatlo dl fisica vegetabilc , esposte conipendiosamente in una serie di discorsi da Vincenzo Cesati. Nc Ion sempre colore i qnali sanno niolto avanti di nna scienza qiialsinsi ebbero opportnnita di tempo e di conibi- nazioai per appropriarsi estranee favelle ; dalla qnale cir- costaa/.a non rare volte accade ad essi grave inciampo a tener dietro al proo;resso delle dottrine cui applicarono ogni studio, dipendendo , piu frequenteinente che pro non faccia , dall' eventnalita se siavi traduttoi'e che con iifficio pietoso renda loro accessibile il contenuto dell' nna o del- Taltr' opera di prima importanza vergate in peregrino idioma. A tanto disagio non euano soggelti per I'addietro i scien- ziati ^ che in latino stendevansi trattati d'ogni tenore presso tutte le nazioni. Ma le cose cangiarono d'aspetto; e come nelle altre scienze , cosi nella Storia naturale e nel par- zial sno ramo, la Botanica , veggono oggidi la luce grevi volnmi scritti nella lingua natia dei rispettivi autori ; in ispecie se dei ragionamenti d' organografia e di fisiologia vegetabile trattisi piuttosto che di botanica descrittiva , per la quale e in onore tuttavia la lingua del Lazio. E trattati in lingita francese, inglese , sv^edese e tedesca, di varia mole e di merito ancor piu vario , da ogni dove ci arrivano. Fra tutte le menzionate, la favella che suona fra il Bal- tico e le Alpi , fra il Reno e la Vistola , poi la minora sua sorella, quelle sono che meno in potere degli scien- ziati d^ Italia, sovrattutto nel mezzodi, ofTrono loro le mag- giori diflicolta anche per la profusione di vocaboli ond' esse sono straricche , per 1' ostinata cd a noi bizzarra sintassi , pel carattere intrinseco tutto ad esse , tutto in urto coi modi dei romani dialetti. Ne in superflciali cognizioni di lingua che bastar ponno per le occorrenze della vita do- niestica s'adidi colui che s'accinge a mcditare sovra gravi mater ie. P^KTE STRANIERV. ()3 E|>piu'f , clii osei-ebbe credersi prot'onilo iielle piii es- seiiziali teoriche in fatto di fisica vegetabile senza cono- scere apjueno i lavori sui quail suda da uioki lustri la jicrseveranza del botanici settentrionali? Mai si apporreblje colui die dai siuiti di rado compilaLi con logica conscguenza, dagli sqaarci cho leggonsi ne' fogli periodici francesi ripor- tati da' tradiutori noa sempre esperti , quanto si ricliiede- rel)be dolia lingua forestiera , sperasse rendersi faniigliari le dottrine di quei valenti. Compiute traduzioni appeiia sono casi eccezionali. Altie volte fu gia innalzato lauiento suUa tal quale di- inenticanza in cui caddero appo gPItaliani gli studj di ii- siologia vegetabile 5 doplorando clie non si faccia uiaggior conto di niolti e preziosi volimii die dol^biauio agli oltre- nioutaiii sn tale materia. Ne pero nobil metallo si reputi ogni cosa contenutavi. Spesse liate , piii che non sla dcsi- derabiie pel bene della scienza , accade di vedervi bellis- simi disegni con analoghe descrizioni di cose le quali in quella prccisa foggia non esistono tranne nella fantasia del Jianatore ; e cio sia detto particolarmente dei Francesi, di tanto fervida inimaginazione (jnnnl'altri inai. Presso i Te- deschi e gli Svedesi incontriaino in altro difetto. Osserva- tori atteuti , pazientissinii nel nianeggio dello scaljjello ana- toinico e della lente , scrupolosi nella narrazione delle cose osscrvate , assai piii prolicue renuerebbero le loro scoperte se non ci forzassero a frugar dietro alle medesime in un ammasso di teoricbe arbitrarie e di speculazioni irascen- denii oltre il giusto. Spinti dall' innato spirito di lilosolia che li porta a classificare ogni fatto anche isolato , a ri- durre ogni fenomeno sotto una legge generale primaria, in un batter d'occhio vi erigono un sistema , ne sviUippano tutt" i niembri e creano una nuova nonienclatura le tante volte stranaiiiente composta e modellata ad un tempo sovra viste metalisiche , fisiclie , niatematiche e psicologiche (i). (i) Per cl:ire un saggio tlal fjunle appaja iiii Jove smarriscauo la via ccrluni tra i iilosoli trascendeuti Jella Germania , riportianio feclelmeulc uu brauo clall' opera : « Organo della ricogniiione umana di Giangiacomo Jfcra , Tuna del jioto hotauico De Gingias Lassaias ( Geneve 1829 ), I'altra di Federico Soret (Stutli;ard, l83o). L'ultima che porta accanto il tcsto originale , coU'ag- eiunta dcgli studj botanici del Goethe e delle posteriori sue idee circa la tendenza spivalc ne' vegetabili e da preferirsi. — Stimlamo fare cosa non discara ai llsiologi italiani regalandoli di alcuni aforismi ossiano aclclizionali speculazioni di Goethe circa 1' accennata tendenza spirale , desunti dalle sue opere poslume. « In alto grado abbiamo positivaniente scopcrto che orgaui spirali sostanziahnente si riproducono in ogni nienoma parte di lulta la pianta , e slanio ccrti esistere in pari, tempo una tendenza alia spirale la di cui nierce conijiic la pianta il vitale suo corse gutgneniio al conij>iniento , alia perfei;iojit. Cio premcsso , osiamo asserixe che chi ahbiii beu con'iuesa PARTE STRAMERA. ^-» sero air oplnione doll' illustre Germano i botanic! piu insi- gni : di qnesti sono amjjo i De Caiidolle. Fra i piu recent! e di inolta autorita figura V ingegnoso Roeper gla cono- sciuto vantnggiosamente pel bel travagiio sulle Eiiforbiacee ed altri lavori di polso e clie ai molti titoli di gloria scien- tifica agginiiso. teste cjnello di una squisita traduzione te- desca dclla iislologia vegetnl>ile di De Candolle padre, ag- ginagendovi del proprio tale massa d' aiiaotazioni e com- nieiiti da reiiderla opera originale 5 eppero le sara dedicate ridea dtrlla mctamorfosi , per vie niegllo coiicepire lo svihi]>po dell;i planta oil re procetla a coiiteuiplare anzi liilto la lenUunza alia direiioiie verticale. E cJuc^ta tcudenza a consitlerarsi siccome una verjja ossia sl'ile ideale ( gei— stiver Stab ) che fa base all' esistenza e la rende durevole, Questo priiicipio vllale ci si appalcsa nelle fibre longitudinali cbe per la loro arrendevolezza si prcstaiio a molti Uai ncll' economia don»e^tlca ; iiegli alberi desso costi— tni-ice il leg no , sostleiie Ic piaiilc erbacee percnni od annuc e cagiuna per— iiiio nelle specie arrampicanti o sarnientose Tintervalkt da un node aH'altro. Viene poscia la direzione spirale clie s' avvolge intorno a quella prima. »» »» 11 ^i^ten1a cbe verticalmente s' innalza ordina ne' vegetabili la por/.ionc per— maueiile e cbe deblie un giorno a.ssodarsi , le sparse iibre neile pianle deli— inera esistenza , nelle pereanl la m.igolore massa del legno. • AlTopposlo il sistema spirale e ([iiello che procura lo sviliippo, I' incro- Mieuto , I4 luitrizione : in si fatta sua qualita esso e fugace , rjuasi direninio isulato dal primo. Se prepotente nella sua azioue , diviene caduco e presto drperisce ; acconipagnato al sisteiua verticale , col medesimo si conibina in una dtirevoW luiila ^otto la forma di Icgno o d'altra parte solida « (Goetbe, opcre postume X, pag* f)9-!Ol ). — Viene ii' sen^uito spiegando die ap— puuto dalla prep<'uderaiiza del sistema spirale dcrivano c|ue' rami raostruosi e bizzarri tanto fretjuenti sui frassiui , i quali fallisi pialti (a foggia della Ceiosia crlsCata ) c tempestati di genmie formano un risvollo si clie rassonii- gllaiio perfettaroeiite un pastorale ^ donde il loro nonie prssso i Tedescbi (liiscbofsstabe), Tutta la forza rimane esaurita nella forniazioiie riproduttiva delle genune che si accumulano oltreuiodo sul ramo U quale , vuoto d'ugni sostegno , d'ussatura, si cunlorce. Di fatto, Tanonialia nieutovata occorre a preferenza uelle piante cedue dove dal tro^co r'pullulano in breve tempo molti vegeti rampolli strarirchi d' umori cui la t'oppa energia vitale spinge incessanteiiiente a precipitosa riproduzione per gemme so])priniendo la for- iitazione della parte legnosa (Vedi Goethe 1* c. )• — Spesse volte altissime p ante e di belT apparenza vengono poi trcvate quasi iuservibili a qualsiasi «so ; nc il cono dello spaccalegne molto nieno la scnre del marangouc basta a epiccame netti i tronconi cbe bistorti riescono per poco die siano di qual- che lunghezza. L'attento esame dimostra cbe le fibre dell'albero caniminano In direzione spirale ; cio specialmenle si verifica nel pino selvatico ( Folire- Piiius sylvestris). — 11 gorgoglione (Aphis) che dcposita la. prole entro le fibre nel peziolo ddle foglie del pioppo d Italia ( l*opuIus pyramidalis Muncii,- ilalica Dii Rai ,-diIatala Ait.J , svia dalla direzione primitiva gli umori fatii pin abbondanli per 1' irritazionc ; la rete del tcsiUto vascolare s' allarga per lo scostamenro delle fibre , diviene piu Hoscia e ripiegata spirahncntn sovra se stes^a rinclmide a modo di casella i numeroai iusctti (V. Goethe al I. c. Bibl. Ital. T. LXXXIV. 7 t)8 P\K1E STRANIERA. apposito articolo in questa nostra serie. Scrive dunque il Roe- per nelle sue Osservazioni sulla natura del liorl e delle iniio- rescenze (i): " Foliis stipulisqne iis adnexis omnia organa plantaruni eflormantur. — Major pars floruni efl'oriiiatur qiiatuor verticillis , quorum inferiores tres in dicotiledoneis salteni plantis plerumque quinque foliis constituuntur (2). Organi teriii verticilli cui nonien androecei darem . . . asque ac omnia plantarum organa aerea e foliis elTormantur, fo- liis(jue igitur paria habenda n (3). Ivi soggiunge poi in via d'' annotazione : « Folia tantum sunt vera organa, or- ga novum autem nomine non designanda3 partes organoruni veluti stipulae , cirrhi plerique , aristae multas , glandulae , pili aculeique et axiuni niodificationes quales spinas nobis exhibent et cirrlii in vite vinifera (1. c. ). » Poi il Blulf (4): " Piante assai fronzute sono poco sviluppate nel numero del fiori od altrinienti si ripete in questi soltanto la forma della foglia con diverso sviluppo. 11 fiore delle papiglio- nacee, in via d'esenipio, debb'essere considerato siccome ji.ig. Ia3-I25). — Tv'elle moiiocotillJoni prevale il sistema vertioalc (1. c. , pag. 117). — II convolvolo attorrigllato al palo , 1' olmo abbracciato ilalla vite sono all' autore simboli Jclle clue temlenze da Ini specificate (1. c, pug. 117). — Conchimle: « Ritornianm ora al fatto gencrale e rammeiitiamo r assioma pronuiiziato dajiprima clie il sistema verticale iiella piaiita viva e intimamente riunlto collo spirale. Or bene : ?e quello ci si dlmostra dcci^a- mente di caratteie maschile, cjiiesto d' indole fenimina , possiamo congetturare che tutta la vegetazione nella radicc sia in modo inipercettihile dotala d'er- mafroditismo , si separino poscia i due sistemi , in antitesi spiegata , durante il p»-oces-:o delle metaniorfosi vitali opponendosi diametralmente T unu all' allro per riunirsi poi in un significato piu sublime » ( 1. c , pag. i3i). Noi aggiungiamo: il poeta indarno tcnto velarsi , raccolto nel mauto del filosofo iiaturahsta j non pertanlo gli deve la scienza tlei cenni clie ponno esser fecondi d' iniportantissimi risullati. Quanto siano suscettibili di arbilraria in- terpretazione le vaghe spesso misticlie frasi delle cpiali uso il Goetlie per annunziare i suoi teorenii che , frainte-fi da niolti e cio scusabilniente , con— dussero ad assai induzioni , 1' iniparianio dalle polcniiclie insorte sull' argo- mcnto della nietaniorfosi delle jiiante. Ernesto Meyer, entusiasta per le dol- trnie niorfologiohe del suo jnae&tro , conmirutandole in un niodo affalto uuovo nc cavo il segucnte assionia : «■ II regno vegctabile e, nel suo coniples»o, >ina pianta tiuiversale conic 1' intera pianta e una foglia universale » ( Vedi Die Metamorphose der PHanzen und ihre Widersacher , Kritische Blatter Von E. Meyer. Linnaea. Vol. VII, ilsSa, p. 460;. (1) Linnaea , 1826, 1, ^3 3. (a) L. c. , pag. 435-43;. (3> L. c, 437. (^) Bluff, EntwicKelungi-Combinationcu nrganijchtr Wesen. Knlu »m ftliuin , 1 027, 8.°, pag. :ii. PVltTE STR\N1FR.\. gg una foglia a penna (folium pinnatuin ) : il vesslllo rap- j)rescnta la foglietta teruiinale , due laterali sono combinate nclla catena e le due ale conipiono la foglia pinnata di citujne fogliuzze (folium pinnatum hijiigum cum imparl). " Agaidli si oppose all" invalso modo di spiegare le trasfor- jr.azioni nclle piante e stabilisce clie in ogni loro organo fouilamentale o di riproduzione siano distinguibili due tipi cocsisteuti cd iuseparal)ili di forme vegetabili; e sono cjuesie come gia fu detto la radice e la foglia. Finora la uuova teoria non seinbra accreditata clie fra i fisiologi del- r estremo Nord ^ merita per altro un attento esame (i). Ritoniiamo all' opera citata in fronte a quest' articolo. {Sara continuato.) E^sai sur la litterature a/iglaisc et considerations snr Ic genie des liommes , des temps et des levolntions par M. DE Chateaubriand. — Paris, i836, im- prinurie de H. Founiier, torn, a, in 12." Le Faradis perdn de Milton, traduction nouvelle par M. DE CHATEAUBRiAyD. Idem, idem. T *> . ... J_j aciitrc^tare cjuella prufonda e compiuta cognizione di una letteratura straniera clie sola puo darci diritto a par- larnc come storici e giudici e cosa dillicilissima , e riuscita sempre possil)iIe soltanto a pochi. Le produzioni delT in- gegno (jualclie volta sono intimamente connesse coila storia civile e politica del luogo e del tempo, e ne provengono come ramo da tronco ;, qualclic volta in vece sono il frutto della reazione di una setta o di un indlviduo contro Tor- dine gcnerale delle cose prevalente in una data eta. Non di rado altrcsi tiaggono la loro origine e la loro indole da passioni o da errori afl'atto special! e appartenenli solo all'au- tore ; il quale poi secondo i casi pote o ingannarsi eglL medesimo di buona fede od essersi proposto d' ingannare (i) DiQ'u^amente parlo della meUcsima nelia sua tlissertazione inaiigiir.ile il D. SchicKow aky , giovaue russo , il quale durante il breve suo soggiorno in Miianu iielLi (iriniavera del 1 835 tueco ne discusse a luiigo e niisenii a parte di piu auipio lavoro clie stava jirepaiaado iu difesa dtiripotesi agai- dhi.iud. ]C0 PARTE STRANIERV. altrui , e scrivere il contrario di rjnello ch"ebhe in cnore, e mentre niostrava di sostenere e proniuovere una dottrina lungamente pensata, seguitare in vece una monientanea inspirazione , o fa forza a se stesso ed alia propria co- scienza. Non puo dunque contentarsi di conoscere piena- mente quel che si dice storia di un popolo clii vuol giu- dicare dclla sua letteratura ; ma dai pubblici avveaimenti e dalle pubbliche passioni deve disceiidere a cercnr no- tizia dei casi privati e di tutti i segreti motivi ora nobili e gloriosi, ora abbietti e colpevoli , pei quali i singoli autori hanno potuto o dovuto scriver d'un modo piuttosto cbe d' un altro. Aggiungasi a questo la dilHcoIta della lin- gua ; la quale diventa gravissima quando si tratta di co- noscere tutte le alterazioni alle quali un idioma pote sog- giacere nel corse di molte eta, o perJa uiutnzione generale dei tempi e della cpndizione politica e mora'e di tutto un popolo, o per le passioni e gl' intendimenti speciali di cia- scbeduno autore. Perocche nessuno ignora quanta difFerenza vi sia fra il conoscere una lingua straniera tanto che basti per intenderla ; e il possederla cosi pienamente da poterue sentire le varie alterazioni , e giudicarle in se stesse ov- vero nelle loro cause e nei loro effetti, e attrilmirle, buone o cattive, al destino generale della nazione, ovvero all' in- dole, al gusto, al capriccio d'un uomo solo. Quindi avvenne talvolta che in si fatti lavori , uomini d'alto ingegno e di lunghi studj riuscissero minori dell'aspet- tazione ; e gia riveriti tra i filosoli arapliatori delle disci- pline pm gravi , in questa ch' e tanto piii leggiera dessero materia di giuste e romorose rimostranze al seniplici coltiva- tori dell'amena letteratura. Gia non poterono vincer del tutto queste difficolta ne anclie quelli che si proposero di con- siderare le produzioni degl' ingegni stranieri sotto quel punto di veduta piii ampio e piu generale sotto cui per esempio le risguardo Federico Schlegel ; e pero anche nel suo libro 1' Italia no puo ragionevolmente dolersi di alcuni giudizj o leggieri od ingiusti ; dai qtiali poi non senza inolta probabilita si argomenta , che anche nelle altre let- terature abbia potuto qnalclie volta mancare all' egregio autore quel corredo di cognizioni che sono pur necessarie a chi vuol giudicare con sicurezza. Ma quando poi si di- scenda da quelle generall considerazioni , dove tutte le let- lerature si uniscono ; quando si vogliauo giudicare le singole PARTE STRANIEUA. 10 I )>rotUi7.ionl dogli scrittori e i loro pregi e i loro difetti cH mile c di gnsto, allora Tiinpresa diveiita estremameiite dif- ficile: perche 11 giudizio deve per necessita fondarsi sopra certe cognizioni die il forestiere noa puo quasi mai acqui- stare. E qualclie volta ci e occorso di leggere alcuni lavori di qnesto genere, il cui autore non conosceado ablia stanza la lingua dcgli scrittori onde aveva a parlare , si fido cie- cainente alle tradnzioni gia fatte in qualclie lingua nieno difficile ; e cadde presso a poco in quegli errori nei quali cadrebhe clii da un ritratto poco fedele volesse colla scienza lisiognomica argomentare I' indole d' una persona a lui sco- nosciuta. II sig. di Chateaubriand dando al suo libro il titolo di Sasgio suIla letteratura inglese s' e attenuto a quella forma libera e larga che vedianio adottarsi ora da molti , e colla quale (per dire apertamente il nostro parere) si possono fare senza grave dillicoka libri piacevoli a leggersi, anziche opere verauiente fruttuose. Certo anciie sotto il nome modesto di Sdggio pote qualche scrittore niettere in luce il frutto di lungliissimi studj e una compiuta trattazione del suo argomento ; ma in generale cotesto titolo fu adoperato da coloro clie non voliero o non seppero sostenere tutta la fa- tica richiesta dalla materia tolta a trattare; e servi a coo- nestare or le lacuna ora la leggerezza delP opera , e fu testimonio di vanita piuttostoche di modestia. All' autore di un Sasgio non si puo quasi mai far rimprovero di cio ch' egli ommette ; perche lo salva da questa censura il noti avere promesso un compiuto trattato : egli sliora , se cosi possiam dire , il suo tema toccando sol quelle parti che o sono meglio conosciute da lui , o possono soniministrargli materia da tratteuere piacevolmente il lettore : e mentre schiva a grande studio i punti piii ardui e le piii gravi difficolta , par che sorvoli colla franchezza d'un gran mae- stro , e che a guisa di ape ami posarsi soltanto sui fiori piii eletti nel gran giardino che gli sta aperto dinanzi. Ma chi legge con desiderio di buon profitto, chi si abitua a voler ordinare le notizie positive e importanti dei libri che studia, si accorge dopo la lettnra di tutta 1' opera che il frutto e assai scarso ; e facilmente sospetta che V autore abbia vo- luto farsi maestro di quello ciie non conosceva abbastanza egli stesso. Noi non vogliaino dire che il sig. di Chateau- briand aljljia anch' egli aljusato di questo titolo, e che nel 102 PARTE STR\NIERA. libro annunyiato, sotto il nome di Sas2,io ahhia tolto a trattare un argomento di cui non avesse pei*feUa cogiii- zione ; perche la dottrina d' un uomo di tanto ingegno e di tanti studj noii si puo misurar facilmeiite : ma uoii dii- bitiaino perb d''asserlre che anclie i suoi volumi possono recar diletto piuttosto che solida istruzione. Vi trovammo qualche punto di storia bene illustrato , molte belle con- siderazioni , e quella vena inesausta di fantasia c di stile che nel sig. di Chateaubriand pno trascendere ed esscr soverchia anziche inaridire o menomarsi ; ma non fpiella serie di notizie chiare, ordinate che lascian neiranimo di chi studia , quasi un' inniiagine dell' oggetto ^ e nenimanco una traccia che serva di gitida a chi volesse studiare da se. I due autori dei quali egli parla piu a liuigo sono Shakspeare e Milton ; ma benche il sig. di Cliateaubriand appartenga a que' pochi che anche nelle strade piu fre- quentate trovano sempre qualche parte non tocca e vi stampano un' orma nuova e sicura ^ nondimeno puo dirsi che oramai intorno a qnestl due poeti abbiamo in moUi scritti quante notizie e considerazioni possono mai abl»iso- gnare alio studioso ^ e intanto la proiissita deU'antore in una materia gia trattata da tanti e tanto maestrevohnente , ci fa sentir sempre piii 1' aridita e il difetto del suo libro sopra alcuni punti della letteratura inglese ciie aspettano ancora chi si levi a illustrarli. — Un Sag^io ( dira qualcuno) non e una storia ne un trattato compiuto. — E noi gia lo sappianio, e ci guarderenio percio dal dire che il sig. di Cliateaubriand ci alibia dato meno di qnanto promise col titolo del suo libro;, ma ci parve opportuno di pigllare occasione dall' opera d' uno scrittore cosi colto e cosi ce- lebrato per dire una volta in che consistano questi saggi, e quale sia 11 frntto che puo sperarne la gioventii. Ora per dare una qualche idea di questo libro ecco quel che dice I'antore: " II Saggio sulla letteratura inglese che precede la uiia tradnzione di Milton si compone : 1." di alcuni brani staccati (inorceaux detaches) de' vecchi miei studj f, brani corretti nello stile, rettificati ne'giiTdizj, e qualche volta aumentatl , qualche volta abbreviati ri- spetto al testo: 2.° di parecchi estratti delle mie Meinorie; estratti che hanno qualche relazione diretta o indiretta col lavoro ch' io presento al puliblico : 3." di ricerche recent! sulla materia di qi^esto Sagt^io. Io visitai gli Statl Uniti ; rVUTE STRVNIRRV. tc3 fiii otto artni nell" Iiighiltorra esilinto ; riv'uli Londra come amljascindore dopo averia vediita come emigrate ; credo di saper T iiiglese qnanto i\n iiomo puo sapere una lingu.l straaiera alia sua. Lessl coscienziosamente tutto cio clie dovevo leggere suU* argomento di questi due volumi ; citai raramente le autorita perche i letterati gia le coiioscono , e gli altri non se ne curauo puiito . . . Parlo molto a luiigo di ftlilton , perche il Paradiso perduto e stato occasione cJi' io scrivessi qnesto Snggio . . . nel quale devo poi av- vertire che non mi sono attenuto cosi strettameate al m'lo argomento come nella traduzione , ma parlo di tutto, del presente , del passato, dell" avveuire . . . Sono qui tutti i tiioni , perche parlo di tutte le cose, passando dalla critica letteraria sublime o familiare, a considerazioni storiche, a racconti , a ritrattl , a rimembranze generali o personali. Per evitare ogni inganno, perche ciascnno sappia innanzi tratto quello tlie sta per leggere , perche si veda come la letteratura inglese e solo 11 fondo de' miei stromati o il canavaccio de' miei ricamii per tutto cio died! ua secondo titolo a qnesto Saggio. ti Delineando poi, quasi diremmo, il disegno del libro , osserva 1' autore che mentre i Galli formavano la loro lin- gua cogli avaazi del latino, la Gran Brettagna , donde i Ro- tiiani s'erano ritrattl assal presto per dar luogo alle na- zionl del Nord che successlvamente vi posero sede , coa- servarono 1 prlmitivl loro idiomi f, e stlma che la storia della lingua Inglese si debba dlvidere In cinque epoche. I." L' epoca anglo-sassone dal 45o al 780; a.° 1' epoca da- nese-snssone dal 780 fino all' Invasione del Normanni ; 3." Tepoca anglo-normanna cominciata nel 1066; 4.° T epoca normanno-francese , allorciie Eleonora dl Guienne porto in dote ad Enrico II le provlncie occldentali della Francia dalla Bassa-Loira lino al Pirenei, e pei frequentl matrlmonj di principesse uscite del sangue di S. Luigi, con re Inglesi , gU Statl , le proprieta, le famiglie , le usanze , i costumi si trovarono cosi meschlatl , che 11 francese dlvento la lin- gua comune del noblli , degll ecclesiastic! , del dottl e del commerciantl d' amendue 1 regnl ^ 5° L' epoca Inglese pu- ramente , quando la lingua inglese fu scritta e parlata qual essa si scrive e si parla al di nostri. Questa dlvislone della lingua apparlsce nel corso del llbro che annunziamo, ma non gli serve per altro dl fondamento. Vero e bene che 1C4 PARTE STRANlEllA. Tantore credette d'l ravvisare anche nella storia della lettei'S- tura iug!ese cinque diverse eta; ma qaeste non concorrono punto colle alterazioni dell' idioma. II Saggio e dunque di- viso nelle cinque parti seguenti : i ." Letteratura sotto il regno degli anglo-sassoni , dei Danesi , e durante il Me- dio evo. 2." Letteratura sotto i Tudor. 3." Letteratura sotto i due primi Stuart e durante la repubblica. 4.° Letteratura sotto i due ultinii Stuart. 5.° Letteratura sotto la casa d' Hanovre. La prima di queste parti della letteratura coiu- prende le quattro epoche della lingua inglese , nelle quali essa fu alterata dai Sassoni e dai Danesi , poi dai Nor- ma nni e dai Frances!. Nella seconda gia trovasi cominciata la quinta epoca , cioe gia si e fatto ritorno all' idioma na- zionale, e la lingua e la letteratura Iianno una storia sola. I nostri lettori potranno confrontare assai facihnente C(>- testa divlsione con quella introdotta dai Coquerel nella sua Storin comperuliatn delln letteratura inglese e adottata anclie neirAtlante delie letterature dai sig. Jarry de Mancy. Se- condo questi autori la storia della letteratura inglese si divide in tre parti; la prima delle quali ci ofiVe I'l poesia dei Bretoni e degli Anglo-Sassoni ; la seconda la poesia nor- manna ed anglo-normanna ; la terza In poesia inglese prO" priamente detta, suddivisa poi in quattro epoche, di Gliaucer e di Gower dai i35o al i55o; di Spenser e di Shakspeare dai i55o al i65o; di Milton e di Dryden dai i65o al 1702; dl Pope e di Young dai 1702 al 1800. — In gene- rale puo dirsi die le division! della letteratura inglese de- vono necessariamente derivarsi da prima dalle invasioni straniere alle quali ando soggetta quell' isola e dall'efficacia die poterono esercitarvi i popoli forestieri; poi dalle vi- cende e dai casi politici della nazione in se stessa, quando le straniere invasioni furono terminate. Quindi nelle prime pagine di ogni storia letteraria dell' Inghilterra devono ne- cessariamente inostrarsi gli effetti dei Sassoni e dei Danesi, dei Normanni e dei Francesi ; poi devono cominciare le mo- dificazioni di quella letteratura corrispondenti alle vicende politidie della nazione, non piii provenute dall' arrive di popoli conquistatori, ma da quelle mutazioni di governo ora monarchico , ora repubblicano , ora pacilico e mite, ora guerriero e crudele , sotto le quali gl' Inglesi non mono die tutti gli altri popoli della terra sono vissuti nel corso del tempo. E forse potrebhe dirsi, clie a voler trattare della PARTE PTRANIERA. lOO fetteratitra inglese con nn metodo ctesunto daW indole sua propria e dalle sue spcciali circosianze , giovercbbe divi- derla priniainente in due pnrti ; Tuna delle quali aljbrac- ciando i tempi delle invasioni straniere facesse conoscere le mutazioni di cui queste furon cagione non solauiente nelle idee, ma auche nella lingua; Faltra principiando dal tempo in cui cessarono quelle invasioni , dal tempo in cui pP Inglcsi ritornati airantica loro lingua la conservarono e la illustrarono con tante opera veramente nazionali, di- scendesse fino ai di nostri. La prima ricevereblje natural- niente le sue suddivisioni dal numero e dalla durata di quelle invasioni che ne sarel)bero il principnle soggetto ; Taltra dalle famiglie regnanti , dai politici cambiainenti , dair indole dei monarchi , e da tutte quelle altre cagioni insomnia die sogliono esercitare un' efficacia notabile suUe letierature dei popoli. Del resto appena sara necessario ill dire die queste divisloni, benche possauo avere una certa importanza , non sono (juasi mai tali clie dalia bonta pro- vata del P una si possa argomentare Tassurdita o 1" inettezza deir altre : e un autore padrone della materia e consenta- neo al metodo da lui adottato, poniamo pure che non sia il migliore, potra svolgere egregiamente il suo tenia. Quindi sebbene a no! paja die il metodo scelto dal sig. di Cha- teaubriand non possa lodarsi di molta sempliciia, non per questo diremo die gli fosse impossil)ile condurre per qaella via i siioi leg^itori ad una piena cognizione della lettera- tura inglese. Sarebbe da vedere piuttosto , per giudicare del libro e della sua utilita , quello che dice l' autore ia ciascuna di queste parti del suo Sasgio , e quanto egli possa amjiliare la cognizione della letteratura inglese o coir abbondanza delle notizie di fatto , o coUa novita delle considerazioni; ma noi ci contenteremo di fame sperimento sulla prima parte. La prima ricerca da far si rispetto a quel tempo e se ci rimanga qualcosa di que' bardi bretoni ricordati da Ta- cito , i quali solevan precedere i soMati nelle liattaglie. II sig. Jarry de Mancy nel gia citato Atlante risponde: il ne rest rien des bardes bretons. Appresso e da vedere se le poesie d' Ossian pubblicate dal Macpherson possano cre- dersi antidie ed autentiche ; grande question litteraire (dice il citato autore ) qui a divise Irs plus abiles critiques. Quindi bisogna per quanto e possibile determinare a qual tempo I06 t-AaTE STRANIEUA. risalga il piii nntico documcnto della lettoratnra inglesei le cb(Uit ( prosegue il sig. de Mancy ) le plus antique qu'oa piiisse attribuer atix hurtles Aiiido-Saxons est de la fm clu IX' Steele . On cite line ode siir la victoire da vol Athelstan vers 9.38. Quando poi uel 1066 Gnglielino di Norniandia occupo V Ingliilterra , e da vedere come e qiianto se ne alterasse la lingua sassonc. I padroni del paese ( dice ran- ter dell' atlaote ) parlavan normanno ;, e i poemi scritti in questa lingua lo conquistarono ancli" essi. Normanni sono i primi poemi rimasti della letteratura iiiglese. I poeti ro- nianzieri dl Gnglielmo il Concjuistatore precedettero i primi trovatori del mezzo giorno della Fi-ancia ( protetti dai conti di Poitiers e di Tolosa ) : il fnmoso Taillefer Minestrello gnerriero mori nelia hattaglia d' Hastings Panno 1066. Sotto Enrico I detto Benu-Clerc , protettore delle lettere ( dal lioo-ii35), primi poeti norinanui: Filippo di Tlion au- tore del poema da Bestiaive; Sausone di Nanteuil clie tra- dusse i Proverlij di Salomone in versi normanni ^ GofFredo Gaimard autore d' una cronaca in versi dei re anglo-sas- soni dagli Argonauti in poi. Appartengono a quel perlodo di tempo il celebre romanzo di Rou o RoUone ( Cronata dei duclii di Normandia , ecc. ) di Roberto Wace , e il poema II Bruto d' Ingliilterra composto dal medesimo au- tore sopra una traduzione latina d" una leggenda d' ignoto autore bretone. Verso la fine del torbido regno d' Enrico II apparisce una produzione letteraria di un genere singolare. Un prete d' Ernleye sulla Saverna , per nome Layamon , traduce nella lingua nazionale sassone , 12.0 anni dopo la conquista , il Briuo d' Inghilterra di Roberto Wace. II Bruto sassone (ii85) comincia a prendere un' indole normanna o francese i e serve di passaggio o legame fra le due lettera- ture sassone e normanna. Quest' alleanza che ha poi prodotto r inglese comincia negli ultimi anni del secolo XI [. Verso il laao trovasi un'altra composizione singolare d' autore sconosciuto , (7 parse di Coliaine, poema francese e satirico contro gli abusi della potenza ecclesiastica. Sotto Enrico III (dal 1216-1273 ), progressi deiridiouia inglese, ma nessua notevole monumento poetico. Sotto Edoardo I (dal 1272- 1807) Tenorme Cronaca d' Ingliilterra rimata di Roberto di Gloucliester , ed una seconda traduzione del Bruto d' In- ghilterra in versi inglesi per Roberto di Bruce ( )3o3 ). Nel secolo XIII, romanzi di cavalUria le cui quattro principal! I 50i'p;onti sonn : i ." Ono^ta oronaca storica clol Ilriito d' In- ^liiltcira cominciawlo daW espiiij^nazione di Tr^ja 2." La Storm favolosa di Carlo Muf^iio e dt' snoi paladini attrihuita al vescovo Tiirpino del secolo VIII e pu1jl)licata verso il 1207. 3.° Una storia ilella Cuerrn di Trojn ( tradizioni e favole ). 4.° Una com|jilazione della Storid d' Hcssundro Magna verso i\ lioo. Sotto il hclllcoso Edoardo III, verso il i35o, Pvohcrto Langlaiid scrisse la Visione del P. Ploughman^ opera sati- rica diretta principalnieate contro i [ireti. La Confessione del P. Ploughmnn , aliro poema di Langland e nntnhilo per lo spirito e la gajczza. Langland era aniico di Wiclpf, e niosti'asi spcsse volte inspirato dalle idee dl f|nesto ri- formatore. Finahnente sotto il regno dell" iiifelice Ricardo II nipote di Edoardo II e figlinolo ilel celehre principe Nero, sul comiiiciare della snngninosa guerra delle Due rose^ ap- ]iarvpro gli scrittori clie dovevan fondare la lingua poetica degl" Iiiglesi , e prinio di tutti GofYredo Chancer (iSaS- 1400) riconosciuto generalmente come il padre della pocsia e della lette>atura inglese. Al suo tempo parlavasi ancora latino dinanzi ai trihnnnli, e un poco francese alia Corte : la lingua del popolo era tnttora indecisa. La bella lingua inglese, la lingua clie doveva poi esser quella di Shakspeare e di IMilton , di lord Byron e di Walter Scott usci bella e fatta dagli scritti di Gliaucer. Tutte rjneste notizie, come abhiam detto, ci sono sommini- strate ilalTAtlante di Jarry de Mancy; e un atlante di pochi iogli clie abbraccia tutte le letterature anticlie e moderne non puo credersi al certo ridondante di minute notlzie. Noudimeno osiaino dire clie il Saggio del sig. di Chateau- briand in quasi cento pagine per le qnali si stende la sua jii-ima parte e ben lontano dal somministrarne quante se ne comprendono nelle poche riglie da not trascritte. Dice clie dei Bretoni sotto la dominazione roaiana non ci e rimasto nulla perche le parlate di Cnractaco e di Galgano rlferite da Tacito sono parafrasi di alcune poche parole conservats per tradizione nei campi romani ; e le poesie d' Ossian pul)blicate dal Macpherson sono una sua creazione sopra tre o quattro avanzi di vocchie ballate ( pag. 57-61). L'A- tlante dice assai piii brevemente lo stesso con quelle parole il lie rest rien dcs bardes hretons. Ma quando in vece di una mezza riga ci si danno da leggere quattro pagine, nasce una giusta aspettazione di qualclie niaggior dottrina ; e non a 108 FAHTE STR.VNItRA. torto ci Ingniamo di non rinveniila. Cli'i intorno alle poesic d'Ossian avra letto almeno quel tanto che ne dice il sig. Villemain , vedra che T Atlante nella sua brevita e piu compiuto del Saggio ; e si persuadera die a voler dare come deciso un punto di storia letteraria sul quale discor- dano i critici piu rinomati , bisognava recare in mezzo nna qualche ragione. Nel susseguente capitolo il sig. di Chateaubriand traduce o compendia qualche braao delle opere nienzionate da 11' au tor delFAtlante , donde il suo li- bro si fa piu interessante e piii istruttlvo ; nomina alcuni scrittori non ricordati dal sig. dl Mancy, ma tace di alcuni altri ricordati da quello. Fra i primi porremo il Viaggio di S. Bradnno P irlnndese al Pand'so terrestre , composto da un troviere anonimo , dov' e descritto il paradiso degli uc- celli ; proljabiimente (dice I'autore) gli anteaati degli uc- celli dei giardini di Armida (i). Fra i second! ricorde- remo quel Layainon che nel ii85 volto nella lingua sas- sone nazionale il Bruto d' Ingliikerra, ma , forse senza av- "vedersene , reco nel suo stile cotanta parte del prevalente idioma normanno , clie il suo libro fu il primo esempio di quell' alleanza dei due linguaggi da cui poi nacque 1' in- glese. E forse chi non conosca gia bastanteinente questa materia non trovera ben chiaro qnello che dice il signer di Chateaubriand sul ritorno alia lingua nazionale; cioe non potra formarsi una chiara nozione di cjuesta lingua che cesso d' esser francese, ma non si rifece nemmanco sassone qual essa era stata da prima ; e fu inglese. Noi non seguiteremo I'autore nelle altre parti del suo libro;, che sarebbe materia di trojjpe parole. Considers ntlo la letteratura inglese sotto i Tudor, egli parla delle eresie e di Lutero I, al tempo dei primi Stuart parla dell'abate de La Mennais, di Sieyes, di Mirabeau , di Benjamin Constant, di Carrel ; sotto i due ultimi Stuart paragona gli uomini e gli avvenimenti della rivoluzione inglese con quelli della rivoluzione francese ; parla dei Clubs e di Danton ; degli uomini della Vandea , di Cromwell e di Bonaparte, di Lovelace e di se medesimo detenuto alia prefettura di (i) Quest" opera, quella di Maiia dl Francia (una versione dt-I PiirtiaCoriu di San Patrizio ) e quella di Adamo de Ross ( La di- scesa di San Paolo all' Inferno) ci fan ricordare della Diviua Commcdin. ( L' Autoie. ) rVRTE STRANIERA. IO9 polizia dopo Ic cose del i83o. Benche T argomento del libro sia la letteratura inglese, uulladimeno pub francameate aflermarsi clie una gran parte dei due voluml non serve lie a raccontaria , ne ad illnstrarla. II pensiero e la penna dell' autore par clie jion sappiano staccarsi dalT autore me- desiiuo ; egli parla assai spesso di se e delle cose sue, ed empie raolte pagine del suo libro trascrivendo letteralmente le pagine di altre sue produzloni. Le parti che noi ab- hiaui lette con maggior piacere sono i capitoli sopra Lu- tero, dove il sig. di Chateaubriand seguito le Meinorie scritte dal Micheleti quel sopra Shakspeare, nei quali T autore di- scese ad alcune considerazioni pratiche o di fatto trattate da vero maestro ; gli estratti del BasiUcon Doron di Gia- como I, libro conosciuto da pochi ; e T esame del Para- diso perduto. Quello che si desidera quasi senipre In questi voluuii e, per nostro avviso, una maggior ricchezza di no- tizie positive , cosi rispetto alia letteratura generalmente considerata, come rispetto ai singoli autorl : donde poi av- viene che I'opera per la varieta degli argomenti e lo splendor dello stile genera un gran diletto , ma il profitto e assai scarso. E noi non dubitiamo di dire, per recare un esem- pio, che sebbene 1' autore aljbia consacrato un centlnajo di pagine per darci contezza di Milton , prima di farsi a parlare del Faradiso perduto , ion di meno e assai lon- tano dal farci conoscere pienamcn'e la vita di quell' uomo famoso non meno pel suo ingegnc che pe' suoi casi. Abl)iamo citata la vita di Miltoi? , perche questo poeta e priueipalissimo nel Sago^io, anzi n' e stata occasione: " lo parlo assai lungamente di Milton ( dice 11 signer di Cliateauljriand nella prefazione ) giacche 1' occasloue ch' io scrivessi questo Saggio fu il Faradiso perduto. » Ed ora noi dovreaimo parlare della traduzione di questo poema ; ma crediamo di potercene passare assai breve- iiiente. Se a ben tradurre un poeta e necessario un uomo dotato di poetica facolta , chi potrebbe mettere in dul)bio che il signor di Cliateaubriand non fosse opportunissimo a quest' impresa? L' arte d' un gran maestro di stile , e quella diligeuza minuta 0 costante a cui gli uomini di alto ingegno e di vivida fantasia non sanno quasi mai sot- toporsi , condnssero questo lavoro ad un grado di perfe- zione rarissima. '< Se avessi vo;uto fare soltanto una tradu- zione elegante (sono parole del sig. di Chateaubriand), U)i sara proljabilmeate accordata tanta cognizione deH'arte 1 !0 PAUTE STRANIERA. da lion dovermi rinscii-e impossibile il soUevarnii all' af- tezza di si fatto lavoi-o; ma io in vece ml sono accinto ad una traduzlone letterale in tutta la forza di questa pa- rola ; ad una traduzioae che il fanciuUo e il poeta po- tfanno confrontare col teste linea a linea, parola a parola, come un dizlonario a]ierto sotto i loro occhi. Quanta fatica mi sia abbisognata per arrivare a questo scope , per isvol- gere una lunga frase lucidaniente senza sminuzzare lo stile, ]-»er dare ai periodi la stessa cadenza , la stessa misuva , la stessa armonia ; quanta fatica mi sia bisognata per tutto cio non si puo dire. Ma clii mi obljligava a questa esat- tezza di cui si pochi saranno i giudici , e della quale mi sara avuto si poco grado? Quella coscienza ch' io metto in ogni cosa , e che m' empie di rlmorsi quando non al)l)ia fatto cio clie avrei pof.ito fare. Quindi ho rifusa tre volte la traduzione siil manoscritto ;, 1' lio ritoccata quattro volte da capo a fondo sulle prove di stampa : uHicio die noa mi sarei mai addossato se lo avessi meglio couosciuto da prima. » A malgrado poi di questa rara dlligeiiza non crede 1' autore d' aver evitati tutti gli scogU o superate tutte le difficolta della sua impresa ; e cita egli medesimo alcuni passi del testo il cui senso e rimasto dubbioso finora a tutti i traduttori , a tutti gP interpret! , ne sara forse mai chiarito da nessuuo. Agginngasi che questa diligenza cosi minuta non puo essere apprezzata se non da que'' soli die conoscono profondamente la lingua di Milton ^ e 1 pro- fondi conoscitori della lingua originale non sono mai qiidli da cui un traduttore possa sperare maggior lode di fedelta. II slg. Da vide Bertolotti parlando Dei Paradiso perduto e dclle traduzioiii di esso in i'erso italiano (i) esamino la protasl del poeina come fu tradotta dal Rolll , dal Casal- bigl , dal Pepoli , dal Martlnengo, dal Papl , dal IMariot- tinl , dal Leoni e da Ugo Foscolo •, mostro le difficolta di ben tracUirre i sedici versi del testo, non vlnte nelle cltate traduzloni , e v' aggiunse due suoi esperytientl , piuttosto per far meglio conoscere gli scogll di quell' impresa , che per vanita o speranza di averli superati. Nel Ricoglitore dello scorso settembre (a) 11 sig. C. C. che scrisse Tarticolo (i) Vfdi il Rnccoglitore del 1819. Vol. I, jiag. 38 e seg. (3) Ricoglitore italiano e straniero , settembre iH36, pag. 324. — Neir ariicolo da noi citato si leggono le segueiiti parole: ^ Chi ha >> Jiur di criiica sa come a certi nonniilla, clie aruggono ad occliio rARTE STK\N1ER\. Ill sul nuovo lil)ro ilcl Cliateaubriand amo di riprodune i giu- dizj e i confronti del Bertoloiti f, e noi pure crediaino op- jjortuno di non nscir della protasi , beiiche vogliaiuo raf- frontaila coUa sola traduzione ffancese della quale ora parliamo. » voliiare , si scorga 11 valoie o il denifrito di produzioui luughe o » iuijiortanti. Sulla jirotasi dell' Iliade turono dette assai cose. Ora » quaudo un autore traduca: C(77i/auii, 0 iiiusa, del j 'elide AchUIe L' ira fuiiesta ; >> mosn-a da quella priiuissima jiavola che non e' e addenh-ato nello » spirlto di esso poenia; non ha avvertito in Omero f[uel che siioua » il nouie di lui, uu testiiuonio che traduce agli uoiuini il pai'lar » della niusa, nia che niai , uiai ne una volta mosQ-a se stesso o « drirto o obbliquauiente ; che non ha personalita in tutto il poe- » ma , che vi perde afiatto il suo io , luenti-e qui lo si fa luetter » in sceua se stesso alia bella prima pai'ola. » La ti'aduzioue qui ri| irovata ( se a Musa sosutuiscasi Diva ) e precisainente quella del IMonti; e noi per amore del vero, per sen- timento di gradtudine , e per metter pure una qualche pai-ola di giiistiticazione fra tanfe censure che sentimuo scagliarsi contro quel- Tuomo cosi lodato jsoc'anzi, preghianio i nostri lectori di perdonai'ci una nota che per dii' vei'o non ha leoaiue di assoluta necessita colla materia del nostro discorso. Nelle parole riferite si stabilisce come dottrina certissima: i.^ che il nome di Omero signilica tesdmonio ;. 2.'' che percio appuuto Omero non noniina e non doveva nominal' mai se stesso in tutto il poema, e \i perde affatto il suo io. Quindi il Monu ( secondo r autore deU' articolo ) dicendo cantawi in vece di caiua^ mosa-6 tli non essersi ;tddentrato nello spirito dell' Iliade, perclie ti'asse il poeia su cjuella scena dov' egli non voile e 'non dovette mai apparire ; e (juel mi aggiunto al verbo e uno di quel nonnulla che sfuggono ad occhio volgare ( come quelli per esempio del INIonti clie lo scrisse , e di Emtio Qiuriuo Visconti e del Mustoxidi che noi corresscro ) ; ma tale pero che basta per chi ha fioT di critica a scorgere il rfe- merito di una liuiga jiroduzione. Non ignoriamo che fra le significazioni attribulte alia voce Omao v' ebbe anche' c[uella di testimoaio ; ma possiamo aft'ermare che que- sta significazionc, benche jiiaciuta al I'uliti, e U uieuo accettata dai greciuri, i quali concordememe ci dicono clie la voce Omero sigui- tico ostagiiio; e basta leggere intorno a cio Luciano De vera Hi- storia. E dunrjue per lo meno dubbioso questo significato che qui 61 atnibuisce come fuor di ogni foree al nome del poeta; e quindi lie e giusto il riui]irovero fatto al Mond per non averlo adottaio ; lie puo essere logicainente bicura la toucliiusione che si deiUice da 112 PARTE STRANIERV. I vers! del testo sono : Of Man's first disobedience , and the fruit Of that forbidden tree, whose mortal taste Brought dentil into the world, and all our woe. With loss of Eden , till one greater Man nil piiiicipio coiitroverso ed inocvto. E (jual e poi qiiesta concliiii- sione? — Che Oinero in quaiita di tfstiiuoiiio non poteva, ne do- veva uiosQ'arsi iiiai nel j)oema. — Ma sareljbe assai dilTicile, ci-ediaiiio, a dimosti-ar la ragioiie per cui ua testimonio non possa noniinare se, etesso. Vero e bene die dai maesti'i o, come ora suol dirsi, dai ni'ecettisti, s' iiisegua clie il poeta epico non deve introuiettersi uel- r azioue ; ma se con cio avessero volute insegnai'ci cli'' egli non puo niai nominarsi, e che deve perdere affatto il suo io, non solaniente il lovo precetro sarebbe coun-ario a!l\'sem|iio dei grantii poeti epici ( perclie Vii"£ilio disse Blusa lui/d canSfts meiuora^ e il Tasso Canto I'ariid jjietose)^ ma osidiuo dire alrresi die sarebbe sti'ano ed as- siirdo. Del resto possiaiiio ))er buona fortuna uscire dai campo delle dottrioe , dove e stato senijue cosi difficile il tro tare coucordia di Dpitiioni, e )iropovre una questione di tatto. S proprio vero, come 81 dice nel Ricoolitore, etie (Jmevo mai , mai re una voltn mostra se stesso o dritto od ohhliqaaiueiUe ? che non ha personalita in tutto il poema ? che i>i jierdc ctffctto il suo io ? — Se questo e vero , il IMonti ebbe torto di scrivere cantand , qualunque fosse la sua opi- iiione sul nome 4i Omero o sulla dotn-ina deir epopea ; se non e vero , si dilegua ogui tbndamento di queir errore die g'.i viene aji- j)osto. Ora clii non sa die Omero quaiido invoca le 3Iuse nel- r lliade usa senipre questo verso : Dicite nunc mihi, Musx , coelestes domos rerentes? Questo verso Io ti-oviamo nel lib II, 484: lib. XI, ai8; lib. XIV, 5o3, lib. XYl, 1 12;, e da per tutto insomnia dove il poeta invoca la Musa , ripete costantemente cotesta fbrmola nella quale egli no- iiiina sempre se medesimo. E di questa formola presso a poco si vale nella protasi deirodissea "Av^px jxoi e'vv£;re, MSffa, die mihi, Musa. virum. C!ie se nel primo verso deiPIIiade il poeta disse ae/cTe (canta) e non aEiSs jJiOt (^caiitami)^ i jiiii rigorosi potramio sostenere ell'' era meglio stare letteralmente al testo, ma nessuno diia certa- jiiente che questa scrupolosa inerenza fosse neoessaiia per non in- trodiuTC il poeta a pailar di se in un poema dove egli non siasi mai uominato , ne doveva mai nominarsi. E non e gia soltanto in questo verso cosi rijietuto , in questa formola d' invocazione , che Omero parla di se. Nel libro duodecimo (v, 176) appareccliiandosi a descrivere quella gran lotta con cui Ettoi'c si aperse il varco alle navi greclie , egli dice PAKTli STKANIERA. Il3 Restore us , and regain the blissful scat , Sing , licdv'nly Muse , that on the secret top Of Orel) , or of Stnai, didst inspire That sheplierd, n'ho first taught the chosen seed, hi the beginning /iotv the Heav'ns and Eartlt Rose out of Chaos : Or if Sion hill Delight tJice more, and Siloa's brook that flowed Fast by the Oracle of God; I thence Invoke thy aid to my adventrous song, Tliat with no middle flight intends to soar Above til' Aonian mount, wihle it pursues Thinjis unnttemptcd yet in prose or rhyme. E 1.1 tradnzione del sig. di Chateaubriand: " La pre- I) iniere dcsolieissancc do rHomme ct le fruit de cet arbre » dofendii , dout le niortel gout apporta la Mort dans ce » inonde , et tous nos iiiallieurs , avcc la perte d'Eden, ti jusqu' a ce cju'un Hoimime pins Grand nous retablit, et >i reconquit le Sejour Bienlieureux , chante. Muse celeste ! » Sur le sonmiet secret d'Oreb et de Siuai tu inspiras le " Bcrger qui le premier apprit a la llace clioisie couimeat, ^ApyxXecJ ci'c jie rjciirx , S-ehv to;, kxvt^ ayopevcjci. Difficile icro me hoec , Deuiii tanquaiu , oiiuiia proloqid. E quaiulo niA liln'o sccondo invoca le Muse pniua di cominciare (juella taiito celeJjvata enuinerazione dt-lle navi , oltre la solita Iot- uioia di^ite nunc iidid , sojiglung,e (v. 488): OiicJ''£i fj-zi ii'AX jjiky yXS)G(jXt , i^eyiu. 6^s otqjio.t' sky ., MnhitudiiLeiiL autciii {iidlituin) 71011 ego dlxern, ncque iioiidiiavero Ac si lullii derew. qtddcin llnguce , dcccinque nra shit, V^dX auteiu fjaiigi-ncsi la , Kieuinquc iiiilii cor iiisit. Vedasi ova conu- si possa dilendcre quelP asserzione, die Oniero mni , iii(d ne iiii-.i i-ulta /nostra se stcsso 0 drltto o obbliquauiente ; chc null ha pcrsoiLalitd in tutto il iiociiia ; chc vi pcrdc affatto il iiio io. Lo cousi-gucnze poi risguaidaiili la dottrina che si voile iimdaic sopra iin' asserzione taiito lontana dalla verita lasceremo clie le di-diica il leuore : ne sijenderenio akre parole a difendere Vin- cenzo Monti. Solo vonliamo avvertiiT la gioventii di nou pssere troppo facile a rrcdere ignorant i gli noinini lodafi da intierc eta, e la (ui ripiuazione !■ |iaree non ):icrola ilelLi gloiia luizioiijlc. Bibl. hid. T. LXXXIV. 3 114 PA I'-'i' !■' s xr. A NI F. i; \ . » dans le commencement, le ciel et Ja terro sortireut da >> Chaos. Oil si la colline de Sioii , le rnissean de Siloe >, qui coulait rapidemeiit, pres TOracle de Dicni , te plaisent >> davantage , la j'invoque ton aide pouf moa cliant aven- " tureux ; ce n'est pas d'un vol tempere qu'il veut prendre » I'essor au-dessus des nionts d'Aonie , taadis qu''il poiir- .» suit des choses qui n'ont encore ete tentees ni en prose » ni en vers. » II confronto di questa traduzione col testo bastera a dimostrare come , a ma'.grado di quella padronanza della propria lingua e di quell arte di scrivere che splendono tanto eminenti nel sig. di Chateaubriand , egii dovette di- videre in tre , 1' unico periodo del Milton, alterando cosi alcun poco questa niirabile iniroduzione clie di semplicita e di schiettezza , per giudizio deirAddisson , non ha forse verun paragone in tutto il poema. Credlarao che sara statu assolutamente impossibile alia lingua francese il pigliar quelle forme che non ha osato di darle un tanto maesiroi ne giovereblje qui il dire che un prosatore italiano avrebbe potuto assai leggieramente evitare cotesta divisione. Bensi oseremo afFermare che quella frase la j'invoquc ton aide cambia alcun poco , seoza necessita di sorta , P immagine del testo I thence invoke thy aid , cioe io di Ici invoco il tiio ajuto . e diremo altresl che non apparisce la necessita di suddividere anche I' ultima parte di questa protasi con quel: ce n'est d'un vol, ecc. ; giacche con questa forma parrebbe che 1' autore amasse di far conosccre e quasi di vantare il sublime ardimento del suo poema , laddove in vece nelle sue projjrie parole egli attiensi alia sua sollta semplicita , dice soltanto : io di Id invoco il tuo ajuto al niio ardito canto che d' un volo non mediocre intcnde levarsi al di sopra dell' Aonio monte, ecc. Subito dopo questa introduzione il traduttore prosegue : " Et toi, 6 EsPPax! qui preferes a tons les temples nn )' coeur droit et pur, instruis-raoi, car tu sals! Toi, au !> Premier Instant tu etais present: avec les puissantes )/ ailes cployees coumie une colombe tu couvas I'immense >r Al.'iine ct tu le rendis fecond. » E il testo dice : " E " principtdmente. Tu , o Spirito, che preferisci a tutti i V tenqili il diritto cuore e pure, istruiscimij perche Tu » sal ; Tu dal principio fasti presente , e con potenti ale '/ aperte , come colomba , posasti covaado sul vasto abiss o PAKTE STRANIEKA. Il5 '. e lo 1-iccsti i)i-egnanto (i). ., Ma noi alVhiaiiio dotto di volt'ici limitaie alia proiasi ^ e non osiaiiio iiiancare dl (juesta pi-omcssa ai nostri lettori , gii stauclii foise pur iroppo di ta.ite parole. Come nei versi Im qui cltaii, cosi HI moltissiiui altri clie abbiamo in piu volte confrontati col testo ci parve di ravvisare una fedelta scrupoiosa nou pur del coucet:o ma delle frasi e delle parole, e uon di rado quasi uu iumiagine riflessa delle pa-ine originall: e quelle piccole a 'terazioni, non del peusiero, ma dell'espres- biouc, die vi s"incoiurano di tempo in tempo, crediamo si debbano altribuire alia diversita della lingua, della quale il siguor di Cliateaubriand pote valersi come padrone e maestro, ma non voile pero farle violenza come tlranno. Laonde, per ilare una qualclie conclusione a questo di- scorso, diremo die lo studioso della letteratura iuglese non puo sperare gran frutfo dal Saggio qui annunciate i ma cbe dopo la versione del sig; di Chateaubriand il Pa- radiso perduto ilel Milton colle sue tante e delicate bellezze s'e Ihtto accessible anche a coloro die nou conoscono la lingua inglese. A. (i) Ami chujixj Thou, o Sprrit , that dost pefcr Before all temples t/i' upright heart and pure , Tastruct me, for Thou know'st; Thou from the first JVast present , and with mighty wings outspread l^ovc-likc satst brooding on the vasi" abyss , And mad' St it pregnant. ii6 Voyage auLour da moiide. ■ — Vlaggio all' intorno del nioiido pel marl dclllndla e della Clna , eseguito sulla coivetta dcllo Stato La Favorita ncgli anui i83o, 1 83 1 e 1 832, soUo il comando del slg. Laplace, capitaiio dl fiegata, pubbllcato per ordi/ie del slgnor viceammiraglio conte dl Rlgny , ministro della ma- rina e delle colonic — ■ Farigi , 1 833-36, stampeiia Reale. Vol. 4, gr. in 8.°, //■. 3o , con due atlanti ^ I lino di vedute gr. in foglio ^ fr. 3o, I altro di geo- grafia ed idrografia infogl. massimo fr. 144 a Parigi. Articolo terzo. Odiema condizione politica della Cina. Descrizione di Canton. N= i.>leirantecedente articolo (t. 83.°, pag. 424) accennammo essere nella Cina coUa conquista de'' Tartari tntt' altrimenti avvenuto di cio die ncll' Europa avvenne coll' iiivasionc de' Barbari i non essersi cioe i vincitori gianimai cola con- fusi coi vinti in modo clie col progredire delle eta un solo popolo lie risultasse : fenomeno singolare , le cni cause riposte glacciono nelle circostanze stesse , in cni trovavansi le dne nazioni, e trovasi tuttora la Cina. Tiitti pertanto i documenti della storia c'inducono a credere clie la prima invasione per la quale sbalzati vennero dal trono gl' im- peratori cinesi , quella fu dei Tartari Mongoli che nel 1209 vl penetrarono sotto gli stendardi del celebre Gen- glscano. Pero tre secoli bastarono per amniansire questa nuova dinastia e farle perdere il guerriero suo carattere. Essa senza quasi combattere ne cedette 1' imperio ai Tar- tari Mandcuvi clie spinti dalla sete del saccheggio disce- si pur erano dalle settentrionali spiagge dell'Asia. Queste feroci tribii darar non dovettero grande fatica per sog- giogare i degenerati e molli discendenti di Gengiscano. Ma assai meno forti di que'primi conquistatorl pel minor nu- mero di combattenti fecero uso di una l^en diversa poli- tica procurando di afferniare il loro dotninio in si vasto I'ARTE STKANIF.RA. I I t e si popoloso iinpero , noii colla strage e colla violenza . siccoine que' primi fatto aveano , beasi coU'ortUae e colla traiKfuillita. La sede pero dell' iiupero cite prima trovavasi a Naiicliiiio, la piii Ijella citta delie ineridionali provincie, fa portata in quelle del nord a Pechino, la quale potea ugLialmeuta essere di centro alia riaiiione delle truppe coii- quistatrici ^ e ad uii tempo per la sua sLessa sitnazione sorvegliare i nemici , tbnnicolaiiti iielle piaiiure della Tar- taria , e prontamente soilocare le foruiidabili ma sempre inutilt somiiiosse clie teatarsi potessero dai posseati capi colle ultlme rivoluzioai d' ogni autorita spogliati. Nuovl Mandarini sotteatrarono agli antichi , involti come i detro- nizzati lor monardii in una comune disavventura. Ma au- inentate noa furono le imposte i e quindi la moltitudine clie senza rammarico veduto avea precipitare il governo de' ]\Iongoli si somnilse con inditierenza ad un giogo beasi nnovo , ma noa piii pesante di quello , cui soggetta trova- vasi in addietro. Nulla pertanto caoglato venue in apparenza : il mede- simo cuko religioso , la medesima interna organizzazione , il medesimo rispetto per le vecchie costumanze; rispetto clie tanto e caro all'ingannata moltitudine, e che ai Tartar! con- quistatori venue somministrando un altro facile mezzo di ser- vaggio. Percio I'imperatore a' di nostri ancora degnasi di toe- care per qualche minuto, suU'esenipio degli antichi monarclii cinesi , un aratro d' oro , di pietre preziose adorno. Ma ad onta di cotale vana cerimonla i magazzini che un tempo dalla provvida saggezza del governo stati erano costruiti nel mezzo d' ogni citta e d' ogni villaggio per raccogliervi negli anni d' alibondanza il riso al nutrimento delle classi povere si necessario, vuoti rimangono e pressoche deserti : gli abitanti delle campagne, a raolte vessazioni esposti, jias- sare vedono la piu gran parte del prezzo de' lor sudori nelle mani di que' medesimi rmaglstrati da' quali erano al- tre volte protetti. Le antiche sapicntissiine leggi per inco- raggiare 1' industria , e difendere il debole contro del pos- sente , sussistono tuttora , ma inosservate o mute ondc fa- vorirne le persone in autorita costituite. Tutti (juesti vizj dell" attuale governo increutl sono alia posizione in cui esso irovasi di dover tenere a bada e quasi circondurre la massa del popolo la quale sollevandosi soft'oiberelibe il piccolo It8 PARTE STr.\TSIir.R\. iiLimcio dc'snol conqulstatori (i). PprclocclH" il protlotto dellc iniposizionl die lievisslme sono , Jjastare non puo al inan- tenimento dell' e$ercito tartaro , clie di continuo trovasi sotto le armi per rcprimere le frequenti soiiimosse, far la gnardia al trono e vegliare alle settentrionali frontiere. Per le stesse ragioni vuot,o trovasi pressoclie sempre il regio erario; di modo clie il governo accordare noii puo ai Man- darini che mio stipendio hen tenuc in propor/ione degli olihlitrlii che sono loro impostl. Qnindi c clie per un tacito accordo tra il governo stcsso cd i depositarj del sno po- tere si stabiil nn diritto di concussione , pel qnale ogni governatore di provincle, comperata avcndo la dignita sua dalla corte , trovasi costretto ad imporre tnsse illecite e gravissinie onde n;ettersi in istato di soddi'^fare ad inipegni onerosi non nierix) clie vituperevoli , del cni frutto godere non puo se non al prezzo di nuovi sacrificj clie ogni anno rinnoveliansi. I grandl P.Iandarini pertanto gravitano sulla nioltitudine dc' Mandarini inferiori : costoro preniono a vi- cenda e co' piu scelierati niezzi la popolazione. Da cotale turba di niagglori e niinori antorita foruiasi una specie di rete che tutta copre la sul^erficie deirimpero, gravitando suUe classi ricche , le quail, ad onta de' loro trilniti alia interessnta , ma non mni sazia protezione de' Mandarini , non sempre ottengono la tranqaillita ed il paciJico godi- mento di loro fortune. Ma siccome tall esazloni percuotono sppcialmente i fa- coltosi ^ cosi le personall imposizion! lievissime sono e pressoclie sconosciute , e qnindi F immensa moititndine dei proletarj o del minuto popolo vivendo del giornaliero lavoro delle proprie mani vi e piii lihero, plii felice die in alcun altro paese del mondo. II governo trattarla suole con modera- zione; le nssicura ben nnciie la sussistenza, e lontano tiene con ogni sollecitndine tntto cio die renderia polrebhe mal- contenta e moveria a I'ibellio'ne. Nel timore die da essa isplrasi sta dunque riposta Tunica barrlera contra lo spirito di concussione, di cui le antorita di ogni ordine senibrano (l) bitorno alle forze niilitari del celeste iinpero veg,g,asL ancbe il T'^iasi^io nclla Ciiia a coiitphiiento di qucUo di lord Macartney ^ di Giovanni Bth-oow , viaggio di noa lieve iniportanza, nel cui se- cnndo volume lecgoiisi alcune proclamazioni di qiieir inipcratore contra le ridicole DiillanLcrie de' siioi aenerali. V ,vrvT r. PT n \ Ni F i; \ . 1 1 g .'Miimato. Peri) ciascuii mnndarino rispoiidpre cioe e della iranquillita dpgli abitanti alia sorvrgliaiiza sua coaimossi f ■leir n]iparontfl eseciizlone cielle Ipgjii. Se noii cho fra gli innnmerevoli ostacoli clip iii ogni parte frappongonsi dai jirivati interessi , e cosa J^eii diOicile clie la voce dell' op- presso giugncre possa sino al trono. Ma se vi gingne , se da una popolare soiTimozione vi si annnnzii il malcoatcnto d* una provincia, il castigo del malaccorto o colpevole Maa- dariro e tanio piii tremendo , quanto c'lie il pi'incipe trova ill cssn nnche uii legittimo mezzo per riempiere il suo tc- soro. Laonde se cercare si volesse la soliizione del pro- hlema che da ogni viaggiatore suol farsi alP aspetto del- r odierna politica coiidizione delia Cina , cioe come mai Tattnale dlnastia gla da lungo tempo ammollita dal lusso e dalla pace con v.n imperatore a" suoi sudditi iiivisibile , con forze s'l deboli , quasi direbbesi, con un pugno di Tr.r- tari, senza ben salde radici , potuto abbia dominare per tre secoli e domini tuttora su dugerito uiilioni d' abitanti , da" quali , siccome pretendesi, coperta viene I'immensa au- periicie di q\icir impcro, se cercare si volesse la soluzionc di tale pro])lema , cssa rinvenire nou potrebbesi se non nella possnnza cbe dalle abitudini esercitasi su qnesto popolo , neir in\"incil)ile suo attaccamento alle proprife costumanze , neir apatia clie gli abitanti di ciascuna provincla recipro- camente contrassero da die 1' impero cadde solto la tar- tarica domlnazione , uelle istituzioni da una remotissima antichita consecrate , die ognl cinese costringono a star- sene e vivere nella sfera in cui e nato; e flnalmente nella politica stessa de' regnariti conquistatorl che accarezzano gli usi , le tradizioni e le religiose creilenze di un popolo, da cui ad ogni istante andarne potrebbero scliiacciati (i). Tutte le anzidette clrcostanze non pero impedlscono cho improvvisi sommavimenti non recliino talvolta gravi in- ('iiietudiui al governo. Nondimeno T ordinc vcnne sinora (i) Forsc non ci iia cosa piu difficile a di-terminarsi , quanto la popolazioae della Cina. Da cio provennero le strane esagcra- zioni intorno alia somina degli abitanti di ([iieir impero. Fra tali esag,crazloni a noi scmbra doversl pur rip.orre la ciffera dei diie- ocnro nidioni, Intorno a c[iiest' argoinento vegg,a3i la Geographic imivcrscllc anciciine et modcrne ^ etc. piihHe par M. Mentelle ei M. Maltc-En/n ^ etc. Paris., if^i6, torn. xn. pag. 48, etc. I20 PARTE STRANIERA. cli leggieri rislaJjillto sia colle aniii dclle truppc tartare, sia colle iiisidie contra !a vita de' capi sedotti o traditi , sia ancora per vicendevoli transazioni tra il governo ed i ri- belli. Cosi sul chiudersi del passato secolo avvenne d' uii fanioso pirata. Costiil dopo d'avere alia testa di trenta mi!a nomini devastate le coste delP impero , Ijattute piii volte le truppe deir iiDperatore , minacciato Canton , ed afllitti i popoli colle pill orrende criidelta, venne creato gran Man- darino , ottenne pe' siioi seguaci possedinienti e terre , e iinalmente con queste condizioni restitni alia patria sua la tranquilliia e la pace : cosa poi ben rara nella Cina ; le condizioni vennero da ambedue le parti osservate. Se non clie sulle settentrlonali frontiere , snlle piauure della Tar- taria, gta si fatali al trono clnese , preparasi una nuova invasione, Di fatto piii tartaricbe tribii, selibene dclla Cina tributarie , raccoltesi , non lia guari , sotlo gli stendardi dC nn ardimentoso capo e debcUate le truppe imperiali, ne invasero trionfanti il territorio. II governo si rivolse ai mezzi , de'' quali suole far uso nelle piii diflicili circostanze: per mezzo d' una tregua attrasse oella metropoli il coman- dante neniico lusingandolo di grandi onori e d' una pace a lui vantasgiosa. L" incauto venne fra piii atroci tormenti estinto sotto ^li ccclii stessl delP iinperaAore, ed i brani del suo cadavere inviati furono ai iigliuoli suoi come minaccia del supplizio die per essi ancora tenevasi pronto, se tosto non si soinniettevano. INIa questi accesi alia vendetta e con- dotti da un loro zio , uomo intrepldo e valoroso , rico- minciarono furibondi la gnerra. AH' arrivo del sig. Laplace a Canton, le truppe dell' impcratore state ne erano piii volte battute, e grandi avvenimenti prevedevausi. Percioc- cbe i Cinesi rammentansi d'anticbe predizioni , contrarie , siccome ad eSsi sembra , alia regnante dinastia , ed alta- jnente contro di essa manifestano 1' odio loro ed il lor de- siderio per vin prossimo rovesciamento : ai quali pensa- menti non lieve fomite aggiungono le moltissime societa segrete , i cui iniziati traggonsi dalle elevate classi della popolazione , e la cui origine ascende sino all' ultima in- vasione dei Tartari. Eglino sono quindi persuasi che l' at- tuale dinastia, siccome della Wongola avvenne, a vicenda cadra dal trono per abbandonarlo forse ad una nuova fa- miglia tartara , finclie una piii felice rivoluzione non vi riconduca i nepoti de' loro antichi luonarclii. PARTE STRANIERA. 121 Tale e la politica posizionc , in cui era trovasi il cele- ste iini'ero. I suoi dugeiito milioni d' abltanti ad onta delle tartariche invasioni e dinasiie non sonosi dunque dipartiti dalle anticlie costuniaiize; non variarono ne"" riti, nelle cre- denze , nelle arti , nelle leggi , uelle consuetndiiii : a tutte le quali cose coaformaronsi i loro stessi conqnistatori. Per- cio noi tralasceieaio di parlarne , giacclie alil^astauza ne parlarono e gli antichi e i uioderni viaggiatori , special- mente poi i inissionarj , i cui scritti intorao alia Cina, da essi per la loro stessa uilssione minutaniente visitata, re- putausi tiUtora i piii autentici, i piii veraci. Piuttosto ci terremo sulle ornie del nosiro viaggiatore, segnendolo nel- 1' unico angolo ove in quel vasto impero lecito sia all' eu- ropeo di penetrare. La Favorita trovavasi oggimai in plena slcurezza nella rada di Macao air iiidjoccatura del Tigre , pel quale ascen- desi a Canton, oggetto della curiosita del sig. Laplace, e dove attendevalo il console fraucese perclie colla preseuza sua assicurare potesse appo il gov.erno della Cina gli in- teressi di non pochi negozianti della propria nazione. Egli aduncjue nel inattino del 29 di novembre del i83o con due giovani suoi ofliciali passo sur una ce'ere ed elegante scialuppa uoleggiata da due iiupiegati della compagnia iu- glese clie usarongli cortesissima e gratuita ospitalita. Lini- pido era il cielo , dolce la temperatura , se non che il con- trario veato di N. costrigneva il naviglio a bordeggiare. Questa circostanza die agio al nostro viaggiatore di ben osservare T imboccatura del liuiue, le uuinerose isole delle quali e seminato , ed i molti e nixovi oggetti die al sue sguardo ofTerivansi. Egli osser\ o che il braccio del Tigre pel quale navigava , dalla grande e niontuosa isola su cui giace Macao a quelle clie forniano T opjjosta sponda , puo avere circa tre leglie di largliezza : esso presenta quasi un bacino, cui da ogni parte circondano masse elevate , e la piii parte nude d" ogni vegetazione, da profondi canali divise e for- nianti tutt" insieaie un aspetio selvaggio e cupo. Tra le isole cir egli audava lasciando dalla sua destra , e le cui alte ruontagne nericce ed acute ammassarsi sembravano sul- r orizzonte , quella di Lintino bordeggiante il liume e la sola popolata , ma da una razza di geute la piii perversa. Questa i)opolazione componesi totalmente di marinai e con- trabbaudicri d' oppio , forse i soli Cincsi clic dotatl siano I2S PARTE STRMNIFUA. d' encrgin o tV un carnttcrc formo e risoluto. Pcro o;i\iinif vantnggio traggono da questo contraMjaiido i negozianti straiiiori staljilitisi a Canton. E nondinicno ad una deter- minata epoca deiranno, intorno alia qnale gli Europei Ven- gono prevenuti, un I\Iandai-ino sovra magnifico naviglio recasi a quest' isola in grande cerimonia per assicnrarsi che noil vi abbia alcuna frode, e che dalle navi straniere ( die ebbero V avvenenza di ritirarsi ) esegnitl siansi gli ordini del vicere col pagamento de' convenuti dazj. Ma egli dopo una breve visita pago di qualcbe done , se ne ritorna a Canton, scrive tina relazione che vlene trasmessa alia corte di Pechino, e tutto rientra nelP ordine consaeto. Arida , disabitata e triste e pure 1' opposta sponda. Ma all' albeg- giare del giorno 3o una nuova scena spiegnssi alio sgnardo dei tre viaggiatori. Perciocche il iinme che il giorno ad- dietro essi veduto aveano scorrere larghisslmo , ristrigne- vasi fra due elevate masse di scogll privi di vegctazione. Pure fra gl' inlervalli di tali recce andavano essi gradevol- mente discoprendo vaghi villaggi, le cni biancbe abitazioiii, di giardini e d' alljeri circondate , formavano un delizioso contrasto col colore cupo e colle selva2;ge forme dell' alte spiagge che ad esse servivano di riparo : un forniicolajo di battelli cinesi, di bizzarre e variate costruzioni colle lor vele fatte a guisa di ventagli giovavansi del notturno ven- ticello per progredire verso il loro destino. La scena andava ognor piii animandosi colT avvlcinarsi della scialuppa al passaggio detto la Bocca di Tigrc. Ivi il corso del fiuine vien diviso in due canali da un'isola rotonda ed alta che dal govei-no cinese fa scelta per una posizione militare. Dei due canali quello che scorre alia destra di chi ascende il luime e il piu largo ed il piii frequentato. Per- cio r ingresso vi e difeso da un forte in cui i Cinesi pro- digato hanno ogni lor mezzo di difesa , ma che per gli Europei nulla ofFre d'imponente. Esso piii ciie ad una vera fortiiicazione somiglia ad una scena da teatro senza averno forse solidita maggiorc , siccome prova ne fece la fregata inglese VAlceste , la quale nel 1 8 1 6 ad onta dei tvattatl e del divleto del vicere di Canton , spintasi sotto la Bocca di Tigre vi apri in un istante la breccia e pose in fuga tutt' 1 cannonieri. Gio avvenne di notte. Pero i Cinesi alie- nissimi dal supporre che un bastimento , anche eiu'o- peo, osar potcssc d'aifrontare s\ formidabili fortilicazloni , PARTE STRANIERA. I2c> iinnc!;innto nvcnno, certnmente per isvegliare nci nemicl mag- giore spavcnto » ili iiiottcro ad ogni caimoniera dclla bat- teria un imnienso pallone di carta , trasparente cd a varj colori dipiiito , che nil intcrno lun\e risplendere faceva in un modo non meno brillante clie Insinglievole pe' cinesi artiglieri. La scena divcniva pe' nostri ving2;iatori vie pin ridcntc (jnanto piu aiidavano essi ascendcndo il fiunie : sparitc erano lo torre alte e rossicce ; a grandc distanza snlla sommita de'' colli vedovano gli obolischi , oggctto di curiosita e di niaraviglia all'attonito Eni-opco , e di venerazione al Cincse, che non piii costruirne saprebbe d'ugnali: compougonsi di una base rj^uadrata e d' un' altissinia colonna clie sorge ad nnelli con una specie di cornici salienti , con varie piccolo finestrc , e con un emisfero sulla cima; nionumenti di gi- gantesca costruzione e di solida pietra , clie appartencre semljrano ad epocbe remotissime. Bei villaggi succedevansi sulle due sponde , servendo di cornice per cos\ dire al qua- dro che prcsentavasi dalle immense pianure inafliate da una i-ete di canali con industrioso artificio condoui ; e mentre r inquieto pilota raddoppiava d' attenzione per evitare i banciii fra quali la piccola scialuppa andava lottando , i lore occhi riposavansi con piacere sulle verdi risaje, le cm estremita confondevansi colT orizzonte. Cosi gradevolmente navigando giuusero alia seconda barricra detta Wainpoa , che considerarsi puo come la rada di Canton e come il punto ov* il fuv.ne non e piii navigabilc pe' grandi bastimenti. Ivi un hca diverso spettacolo spiegossi a' loro occhi :, perciocclie in mezzo del Tigre vedevasi schierata una lunga linea di navigli , tra" cjuali venti vascelli della Compagnia dell' In- die ammirarsi facevano per immense proporzioni , per pulitczza e per liella costruzione ^ gli uni gia interamente restaurati dnl disagio del precedente traversamento, coperti d' una dipintura nuova e l^rillante, e portanti a l^ordo gran l»arce del loro carico , e in attitudine d'attendere il favo- revole istante per discendere il iiume e ricondurne in pa- tria niniierosi equipaggi ed inquieti passeggieri ; gli altri , pcrvenuti piii tardi dall'Europa, abbassati aveano tutti i loro alljeri, e stavano con grande sollecitudine imbarcando k' innunicrevoli casse di the, die loro in ogni parte pre- sentavansi da battelli cinesi: piii lungi. navigli da trasporto d' ogni genert , da' cui larghi iiaiuhi traevansi ponderose 124 PARTE STKANIKRA. pallc tU cotone trasportatevi cU rccente da Bombay e da Calcutta : alcuni vascelli olandesi di inedioci-e s^rossezza , ma ben tenuti e di vaga appareiiza , disponevansi per fare ritorno a Giava. Ma nessiui vascello giunto eravi dal com- niercio americano, cbe nel i833 tutta coprirne dovea la rada. Vi si vedeano altresi bandiere spagiiuole e poi-to- ghesl : la sola Francia eravi da lungo tempo obbliata. Le sponde al di sopra della liarriera appaiivano a' no- stri viaggiatoi-i alquanto monotone , ma dal iiume ofFeri- vansi lore ad ogni istante nuovi oggetti d' osservazione. Tutto annnnziava 1' avvicinamento della grande cittii. In- numerevoli battelli variatissimi e di forma e di grandezza ne coprivano le acqiie , ed in mille diverse direzioni sol- cavanle: flotte cariclie di legumi e di provvigioni staccavansi dalle due sponde per rimontare il fiume. " lo contemplava ( dice il sig. Laplace ) tale infmita varieta di battelli , la somma pulitezza del loro interno, che ogni di viene stro- finato con finissima sabbia e colla piii grande cura lavato. L' esterno non e altrimenti dipinto , ma solo coperto d"una vernice splendida e ben tenuta , die al legno conserva il natural suo colore , ed all' occbio produce un piacevolis- simo efFetto. La destrezza de' Cinesi, che ad onta della ra- pida corrente evitavano perfettamente gli urti e le scosse, eccitava pure la mia ammirazione. >> Pero non ebbe gran che a lodarsi della loro iirljanita verso gli stranieri , e seb- bene non si tosto intendesse i poco gradevoli nomi di cui egli ed i suoi compagni venivano favoriti , tuttavia dalle loi'o bizzarre ed incivili niosse chiaramente ne argomentava il senso. Alt.ro gradevole spettacolo ofFerlvasi pure lungo il fiume dai cantieri di costruzione circondati da mtrgazzini di le- gname , che da numerosi operai mettevasl in opera sulla sponda od a bordo de' battelli a poca distanza ancorati. Succedevano quindi a poco a poco in ambedue le sponde varie e continue case di legno sostenute da palafitte e spor- genti in modo cbe ognor piii ristrignevano ii corso del- I'acqua. AUe linestre di tali abitazioni sul lato destro, dove sono i soljborghi , appariva una moltitudine di sirene , i cui canti e le cui lusinghe , facilissime ad indovinarsi ed a comprendersi , ben poco aveano di seducente. I loro licen- ziosi gesti moveansi verso de' marinai , che tuttavia crano pochissimo disposti a lasciarsi adescare ^ perche il basso PARTE STU.VMEUA. 125 nopolo cinose spocialinentc sii questi schifosi piacevi ticne una sorveglianza agli stranieri pericolosissima. Guai a quel- r europeo chc venga sorpreso in una di cotall case equl- voche e sospette ! Battuto e spogliato , viene fra generali fi- sclij condotto dinanzi al Mandarlno e qulndi cacciato in prigione , dove rimane finclie pagata non abbia una grossa ammenda. Poco tempo prima dell' arrivo del sig. Laplace due giovani inglesi die appena giunti erano spinti dal solo desiderio di visitare Canton, caddero nelTagguato, perdet- tero tutto cio die avevano indosso e di piii ottomila fran- chi , die i loro aniici costfetti fnrono a sborsare onde li- berarli da' ceppi. « Questa eccessiva scrupolosita de' Cinesi ( soggiunge il nostro autore ) attribuirsi non puo che alia loro avversione per gli Europei , ed al loro desiderio di scorticarneli con qualsivoglia mezzo : perciocclie io non credo che in alcuna parte del mondo i luoghi di prostitu- zione siano in si gran numero, ne il libertinaggio con si sclufose autentlcita annunziato in pubblici affissi , quanto a Canton. Le sciagurate a questo mestlere dannate erano tutte schiave senz' eccezione alcuna f, e sicconie giusta la consuetudine costituiscono un vistoso ramo di rendita pei loro padroni , cosi moltiplicate vengono all' infinito , e com- pongono piu classi , le iniime delle quali rilegansi nei sobborglii. Le altre passano il loro tempo a bordo di grandi vascelli espressameiite costrutti , e divisi in appartamenti propiissimi e conveaevolinente ornati. Qnesti battelli tro- vansi tutti rinniti all' ingresso d' uno dei numerosi canall che dal fuiine emettonsi sul fianco di Canton, e formano, per cosi dire, un quartiere della citta flnttuante, la quale in iino co' soliborghi , almeno per quanto a me parve, e il solo Inogo in cui tali donne esercitare possano la loro industria, giacche non ne vidi in alcun' altra parte. Questa saggia esclusione , in un paese in cui le donne, ognor rinserrate , non mai compajono nelle strade se non in ben chiuso pa- lanchino , non e tuttavia nojevole o molesta pei Cinesi nel loro gusto per quelle sgrazlate , vittime d' un odioso po- tere, e tra le quali i facoltosi scelgono spesso le concujjine, destinate fors' anche a dar loro qualdie erede. Verissima cosa e altresi che non poche di esse vennero colla piu grande sollecitudine educate pel piaceri de' piii facoltosi i <(uali ne vanno ben presto annojati, o muojono innanzi d' aver loro assicurata una t'ortuna. Elleno sono oieneralmente 126 I'ARTE SIT. \NI1',KA. leggiadi'c , Ijiauchissiiiie , Ijca tattc ed alj'jisrliato con civct- teria , iioii lueiio die coa isquisitczza di gusto. La loro ijsonoinia 5 nelle dassi superior! dello quali sole inteiido di parlarC', c per lo piii dolce , graziosa , nulia prcsen- tando di sfacciataggine o di avviliineiito , ma uii'aria beiisi d"" indili'erenza , bcii naturale a doiine dalla sorte e siiio dalla prima loro gioventii condannaie ad uii inestiere di cui forse non. conoscono V infamla. Uii iateresse qnauto colpevole altrettaiiio barbaro le priva del soave iiome di luadre, di' io vidi ben anclie tra popoli piii selvaggi fare r orgoglio della donna , ed agli occhi loro subliuiarla. ;< II sig. Laplace stato era in questo lungo tragitto piacevol- luente trattenuto da' curiosi e nioltiplici oggetti die a inano a inano al suo sguardo oll'erivausif, ma qnando la scialuppa, su cui egli trovavasi , entro iiello stretto passaggio, die solo rimaae libero in mezzo al Tigre tra T innnmerevole folia di navigli , die forniano quasi un' altra cittii dinanzi a Canton, le grida de"" mercanti domiciliati su migliaj di piccioli Ijattelli die loro servono di Ijottcga e d'' aliitazione, e su' quali portavansi a vendere le varie provvigioni agli abitanti de'grossi vascelli, lo schiamazzo de'fluttuanti vendi- tori di vivande , da' quali percuotevansi enormi cemliali dl metallo detti c,ong per prevenire i lor avveiitori die giunta era 1' ora della distribuzione de' cibi e delle bevande, in fine Tassordanie sinfonia , con cui dagli equipaggi dei Ijat- telli die venivano via via giugnendo salutivansi gli amici fra' quali passavaoo , tutte sconvolsero le sue idee, ed in lui dtstarono un vivo desiderio di riposare col sacrilicio tincora della curiosita sua. Grandissimo fu quindi il pla- cer suo allordie irovossi sotto 1' ospitale tetto del console francese , il sig. Gernaert, 4a cui accolto venae coi segni della piii affetluosa amicizia e distinzionqi Pure andava egli indarno su niorbido letto cercando la tranquillita , di cui taiito abbisognava f, perciocclie in quella medesima notte cadeva il novilunio , avveniinento pe' Cinesi ?olennissimo , il cui ritorno annunzia loro il soio giorno di riposo, di cui godere possano in ciascun inese : quindi grida , rumori di ogni genere succedevansi col riiuboiubo de' fuoclii d' arti- ficio „ e mescovausi cogU accordi d'una muslca la piii iufer- nale. _ Siccome poi le linestre deila sua camera riguarda- vano il liuiue , principal teatro ddia festa, cosi gli fu im- •possibile di chiudere occhio. Nondimeno , giunto nppena il I'AKTi; STUAN1EU\. 127 innttirio , si>ogIiaridosi lV ogni raiicorc contra gli aliitantl tli Canton, comincio a solleckumente iatertenersi di essi, della Joro citta e della niokitudine de' nuovi e singolari oggetti, de' qiiali tiovavasi circondato. Ma le sue prime osserva- zioni fiirono specialmente rivolte suUe fattorie , nel ciii seno rltrovo cordiale ospitalita ed amabili conoscenze. Tali fattorie oflVono certamente all' occliio deir europeo appcaa cola giuuto uno spettacolo non si agevole a de- scrivcrs! : bandiere di pressoche tiUte le nazlont che sven- tolano sulla soinniita di altissinii alberi dominanti belle rade , iatorao a' quali formicolando preuionsi innunierevoli Ijattelli cariclii di inerci ; case niagnifiche di terrazzi rJco- perte , doade lo sguardo estendesi sul Tigre e sui sobbor- ghi deir opposta riva ; vaste galierie , fresche nelP estate , gradevolissime nelT inverno per godervi de' raggi del sole , necessarie pot in tutte le altre stagioni per farvi del iiioto e conservare la salute. Queste galierie dal prinio piano delle abitazioni gettate veggonsi come altrettanti ponti sovr' una iDellis^ima strada per un alto muro divisa dalla spiaggia donde sbarcansi le mercanzie e si depougono in grandi cortili ben livellati e coperti di linissima arena. Quella delia Gompagnia e adorna di liorite ajuoie e di gruppi d^alberi , la cui piantagione non ascende oltre I'epoca delle ultiine turbolenze tra gl' Inglesi ed il governo della Cina, al quale si fa tti abl)ellimenti sembrarono vui' anfrazione dei trattati , e quindi furono causa di vive ma inutili lagnanze La facciaia di questi begli editicj costrutti sul niodello degli europei dagii stessl Ginesi , che soli , giusta le leggi deir impero , esserne possono proprietary , non ha che un sol piano. E'sa alia sinistra e circoscritta da un canaie che internasL nella citta , e al destro lato da vina lunga serie di larghissime case ciie mettono ugualmente sul fiitme , e preccdute veggonsi da un quartiere assai largo e d' ogni parte da battelli assediato. L' interno di tali abitazioni e pure con ogni eleganza costrutto : sontuosi ne sono gU addobbi i le suppellettili in oro , in argento , in cristallo in ogni angolo prodigate rammentano ie piii insigni niani- fatture delle nietropoli d' Europa : tutto in somina vi si vede profiiso cio die piii gradevole o piii cava rendere puo la vita: quindi gll interminabili desinari , rare volte dalla teraperanza preseduti , ed i piii ricercati vini di Fran- cia j quiadi 1' arte de' nustri cuochi trapiantata in qucstc 128 PARTE ST1!ANIER\. lontane regioni e da' Ciiiesl loro allievi ben iiniiata. Ivi e iiure il ceiitro degli aJFari e d' iin coiitiimo iiioviiueiito : ivi nna tnrba di scrivani ed interpreti cinesi iiitenti a re- golare i coiiti , a ponderare e nnmerar le piastre, i ciy mucclij estratti da cantiue fatte a volta ed a grossi strati di pietra perclie resistere possano al fiioco , vengono con somma ciu*a incassati oud'essere poi trasft'riti a bordo dei vascelli della Conijiagnia, pero dopo il pagainento d' un gra- vissimo diritto a* r^laadarini. Quest' immensa qunntita di da- iiaro che per quauto dicesi superar snole pressoclie ogni amio la somina di cinqnanta milioiii di piastre e il prodotto della vendita dell' oppio frodolenteinente sbarcato a Liiitino. Pure nel seuo stesso di queste belle abitazioui, fra tauto auimas- samento di dovizie, di piaceri , di feste , di bagordi pene- trano ognora la noja, la sazieta ed il disgnsto. Perciocclie le riccliczze e 1' opulenza , siccoine opportnnamente osserva il nostro autore , non soiio clie pocbissima cosa ae abbel- lite non vengano dalla presenza del sesso piu gentile die solo addolcir puo le dure collisioni die tra gli uouiini ad- duconsi dall' ambizione e dall' ingordigia dell' oro. Ma le Europee sono da Canton bandite con eccessiva severita, alia quale non fu sinora possibile d'apportare modiiicazione al- cuna, ad onta de' moltipHci sforzi tentati dagli Inglesi per sottrarsi ad un divieto cbe forma uno de' principali motivi del malcontento cbe fra le due nazioni tuttora sussiste. E forse nna delle principal! cause di tanta austerlta ripetersi dee daU'arbitrio }iel quale i primi agenti della Compagnia, jiialgrado il contrario avviso della plii parte de' loro compa- triotti , venire fecero a Canton le proprie consorti. Tale straordinario avvenimento attrasse in folia gli abitanti ad amiilirare le straniere , tra le quali non poche sostenere poteano 1' onore del bel sesso britannico. Pero credere con- viene die quel vicere temesse le conseguenze della sedu- zione sullo spirlto de' Cinesi ; perciocclie troncando 1' or- dinaria lentezza della sua diplomazia slancio iin decreto , con cui iniponevasi alle belle Europee di abbandonare air istante il territorio del celeste impero. Questa specie di violenza unita agli anticbi rancori risveglio 1' amor proprio e r indegnazione degli Inglesi. L' ordine del .vicere non venne cseguito. Alle minacce di espeliere le belle inglesi coUa forza si rispose collo sbarco di mille e cinque- cento raarinai per la ciistodia delle fattorie. La citta fu PARTE STR.VNIERA. I29 f npi-picameiite minacciata : i vascelli dclla Conipagnia ri- liiasero alT iinboccatnra del Tigre, a Canton le eroiae del- ranior conjngale. ]Ma col partire della flotta inglese per r Enropa , cesso ogni rignardo , ed il fatal decreto eljbe to?to plena esecuzione. Per tntte le qnali cose non e dif- ficile a concepirsi quanto essere debba monotona 1' esi- stenza degli Europe! a Canton. L' anzidetta precauzione e inerente alia tenacita stessa della politica cinese, e forse piii ancora all' Interessata fer- niezza de' Mnndarini ; giacche senza di essa le fattorie di- venute ua luogo di distrazioni e di piaceri ben poco pro- durrebbero alio Stato ed a chi lo rappresenta. Notarsi delibe ancora die gli Europei sino dalle prime loro relazioni com- inerciali con Canton non furono considerati dai Cinesi che come temporaneamente in qnesta citta stabiliti ^ e tut- tora , trattone pocbi negozlanti d' oppio die col danaro cbiudere fanno gli occhi ai Mandarini , tutti gli stranieri costretti sono a partirne nel mese di marzo , epoca nella qunle la tratta del the e al sno termine pervenuta. Tale partenza , che vien pronuilgata con un ordine del vicere, produce ogn' anno vistose somnie al governo , che ai ne- gozianti e niassime agli agenti deile fattorie fa carissima costare la permissione assolutamente necessaria onde po- tere pe' canali dell' interno discendere a Macao, unica via che a quest' epoca solenne accordata venga dai trattatl e dalle anticlie consuetudini : navigazione dagli Europei pre- fcrita , come pin gradevole e sovente meno lunga di quella del Tigre , e che praticasi su battelli comodi e coperti il cni nolo pero e tanto piii alto quanto che una gran parte del suo valore passa alle inani de' Mandarini. Gli stranieri asjifttano con inipazienza quest' epoca die ricondurii dee nel seno delle loro famiglie , dalle quali per tanti mesi trovarousi lontani. La presenza pertanto delle donne a Can- ton sparire farebbe cotanta ansieta , e massime negli In- glesi estinguerebbe la voglia di far ritorno ad alcuno de- gli altri loro stal)ilimenti nelle Indie e meno gradevoli e piii dispendiosi. Con si fatta concessione le fattorie piu non earcbbero abbandouate ^ gli Europei vi si stalillirebbero come quasi in novella patria ; e Canton anderelibe tosto soggotta alia sorte delle piu iuagui]lche citta dell' Indostano. Ma il prudente e sospettoso governo della Ciua opponesi con ogni suo mezzo a si perigliose inuovazioni , ed alia Bill iiai T. l:xxxiv. o l30 PARTE STRAMERA. noja stessa lascia la cura di rimovere ogii' anno per sei niesi un neinico , che coUa sua permaiienza a Macao gli e gia troppo vicino , e dalla cui condotta verso i Birniani gia svelate gli vennero le ambiziose di liii pretensioui. Dalla citta fluttuante e dai sobborghi passa qnindi il si- gnor Laplace a ragionare della citta continentale , quelle cose espoiieiido che piii meritevoli gli sembrarono d' atteii- zione. Essa e in due citta divisa , pari ia grandezza ed iimuensamente popolata , ma per 1' europeo distintissim*-. L'una posta a qualclie distanza dalle sponde del iiume, e sic- coilie ogni altra citta della Cina, ricinta da mura non molto elevate, e nelle quali noa vedesi praticato che un piccolis- simo nuraero di porte, il cui ingresso e severamente agli stranieri vietuto. Eglino percio esporrebbersi a' piii gravi insulti, se superare osassero ben anche per un solo istante la barriera, che dalla cinese diffidenza venne alia loro cu- riosita opposta. Tale e l' antica Canton , la quale siccome dicesi , racchiude cinquecento niila anime , ed una molti- tudine di case ad un sol piano , costrutte alcune in legno, altre in pietra , circondate tutte da giardini « e divise da contrade strette , tortuose , ma di una grande pulitezza. Grandissirao vi e il nuuiero delle manifatture. Nondimeno sembra che tutta Tattivita del conimercio trasportata siasi nella nuova Canton , la quale per la sua stessa jjosizione sulle sponde del Tigre, tra 1' antica citta ch' ella tocca dul- r una parte, e le fattorie clie dall' altra circonda , farebbe quasi supporre che debba la sua fondazione alia presenza degli Europei. Essa venne non ha guari dalle fianime ri- dotta in un raucchio di rovine : spaventevole disastro die lascio agli abitanti crudelissime rimembrauze. La nuova citta , rifabbricata sulle medesime sue antiche fondamenta , giace sull' orlo d'una pianura da numerosi suoi quartieri tutto ricoperto. Pero non e altrimenti murata, e quindi da' Cinesi considerasi come formaute da questo lato i sobborghi dell'antica Canton, della quale non e che una copia. Se lasciate le fattorie entrisi nella citta, vi si trova da per tutto I'imagiae dell' industria e dell' attivita. Le strade appajono bensi strette e tortuose, ma lunghe , uguali , a li- vello , e d' una proprieta ammirabile. Le case per la psii parte di legno con una galleria coperta al prlmo piano , presentano un' aria di agiatezza gradevole all' occhio : la particolare forma del tetto sporjjente ia fi;or« , i bizzarri PVRTE STUANIERA. l3l ornanicnti ond' e gncrnito , il brillare dci colori , de' quail tutta copresi la facciata , forinano uno spettacolo difficile a dcscrivcrsi. Siccoiiie poi ciascuna classe di mestieri oc- cupa uii particolare distretto, cosi le Ijotteglie d' ogni con- trada conservaiio uiv apparente unifurmita clie va dive- nendo tanto piii l)iillaiite , quanto piu esse avvicinansi alle fattorie. In qaella parte delia citta i uiagaz7.ini offrono un aspetto die dire])besi totaliiiente europeo. Le due priiicipali con- trade die portano Ijen auco i nomi inglesi di New-China- Strer-t , e di China-Street, per la simmetria, per I'elegau/.a delle botteglie, e per rimhistriosa vaghezza colla quale di- sposte vi si veggono le mercanzie per allettarne gli avvea- tori, gareggiare potrebbero ca'piii bei quartieri mercaiitill di Londra e di Parigi. Qneste specie di pa ssaggi lastricati con pietre, tcnuti seinpre pulitissiini, e con una tenda difesi contra i raggi del sole , sono fiancbeggiate da piccole case contigue , ben dipiote e portanti ciascuna in letlere d' oro il nome d' un mercante. Cola trovansi esposti gli oggetti in Europa si ricercati : cola liriUano tutti que' moljili in lacca di siiigolari forme, d'ancor piii bizzarri disegni, die dall' industria europea , sprovveduta delle inaterie che sol- tanto dalla Cina e dal Giappone produconsi , non vennero giaminai nella perfezione pareggiati. Ne gli artefici nostri potnto hanno finora surrogare quel legno di grana spu- giiosa e lina, cui si solidamente attaccasi la vernice ch'una metallica coniposizione a noi sconosciuta ricopre de' piii brlUanti colori. Da un lato per la biancliezza e pel mirabile fininiento del lavoro fannosi ainmirare moltitudini d' og- getti in avorio, capi d' opera della pazienza cinese : pii lungi vasellami di porcellana d'ogni specie e grandezza, i quali al nostro vlaggiatore testimoniavano die se i primi inventori di questa preziosa ed utile materia stati erano vinti dai Francesi nella bellezza dei disegni e delle forme, la loro superiorita era tuttora intatta , quanto alia gran- dezza delle dimensioni, alia niinoranza del prezzo ed alia qualita di perfettamente resistere all' attivita del fuoco. Egli provava anzi un sentimento d' invidia , vcggendo in quegli imniensi magazzini le belle stolTe di nancliino a s\ varj colori , fra' quali il rosso trionfante per la sua brillante durevolezza ; le liello sciarpc di seta , con tanta magnifi- cenza ricamatc ; I deusi e hicidi rasi, e i tanti altri drappi 1 32 P\RTB STRANIERA. di seta, destinati tutti pe' lontani paesi , die un giorno ri- cevevanli dai Frances:, ed ora provveduti ne vengono dal- r Inghilterra. In mezzo a quelle due serie di botteglie , nelle quali brillavano i prodotti dell' industria cinese , gli occhi del sig. Laplace su tutto si affissavano con grande cui'iosita, e da per tutto incontravasi in mercanti che con grande com- piacenza rispondevano ad ogni sua inchiesta. Essi parla- vano pressoclie tutti una specie d' inglese , di cui I' accento nasale de' Cinesi formato avea un particolare linguaggio , pero non diflicile ad intendersi quando per un po' avvez- zato siasene I'orcccliio. Ma allorche egli dai due bei pas- saggl allontanandosi s'innoltro nell' interno della citta, al- lora riconobbe 1' origin ale e vero color cinese senz' aicuna tinta europea ; ed allora il grazioso non meno che soUe- cito soccorso del console francese gli divenne assolutaniente necessario. Perciocche fra quelPsnguste contrade, per lun- ghezza interminabili e affollate per calca d' uomini afFac- cendati , sarebbe imprudenza per clii siavi appena giunto r avventurarsi senza guida a qualche distanza dalle fatto- rie f, solo distretto in cui gli stranieri godere possano di qualche considerazione , la quale svanisce interamente e da Inogo all'avversione del basso popolo per gli Europei quanto piu questi innoltransi verso i quartieri dai iiume lontani. L' infelice che quivi per avventura smarriscasi nulla vede di consolante sulla fisonomia degli abitanti che taciturni circondanlo con un' aria di rancore : egli colle preghiere sue non otterrebbe che risa grossolane e spregianti. Che se alle ripetute grida dei portatori d' un palanchino in cui racchiudasi una cinese , Tnuprudente non trova una strada traversaie ove salvarsi da si fatale incontro , fe costretto a fugglrsene precipitosamente se essere non vuole inaltrattato. E il suo perlcolo divenuto ognor piii grande non cessa se non allor quando dopo non poche ed inutili corse e dopo die votate gli furono le tasche dai piu destri niariuoli , gli riesce iinalmente di trovare il punto dond' era partlto. Fortunato il nostro viaggiatore , a cui questa visita non costo che la perdita de' suoi fazzoletti ! G. i33 APPENDICE ITALIANA. Dcscrlzione del magnlfico Palio d argento massiccio eseguho da artisti milanesi per- commissione del conte monsigiiure Stanislao Taverna canonico ordiiiario delta MetropoUtana e da lid offerto agli illustrlssiinl c reverciidissiini siioi coUeglii I anno MDCCCXXXV. — Mllano, presso V editore Carlo Trezzi, incisore, coi tipi di Ornobono Manini , in 8.°, dl pag. 24, con tavole grand' in foglio. V< olendo noi col mezzo di questl fogli accennare qnesto atto niagnauiiuo di un nostro concittadino e nel tempo stesso far conoscere i nomi di varj benemeriti artefici che fm*ono adoperati onde riusclsse degno della noJjile sua desti- nazione, non sapremmo piu opportunamente dar principio alle nostre parole, che riportando testnalmente un sen- tenzioso periodo che leggesi nella desci'izione di circostanza stata pubbUcata dall' incisore Carlo Trezzi. = II parlare di tutto cio die contril^uisce alia gloria della patria, oltre- che riesce sempre gradevole all' animo d' ogni cittadino, sul quale pare che si rifletta parte di questa istessa gloria, e uii tributo di gratitudine , ua giusto omaggio che devesi a colore che rendono illustre la patria medesiina o coi prodotti del loro iagegiio, o col favore concesso airingegno altrui , divenuto percio utile e glorioso. = A questo debito si grato agli animi gentili un diritto acquistaronsi molti illustri pa- trizj , i cui nomi sono iiienzionati coi dovuti onori nella enunciata descrizione, per aver in diverse epoclie prov- veduto al maggior decoro della insigne nostra Metropolitana. Ediicato a seguirne gli esempi il conte monsignore Sta- nislao Taverna avendo osservato che tra i tanti e preziosl arredi ond' essa va doviziosa, mancavale un palio che cor- rispondcsse alia magnificenza delle altre suppellettili deco- rative dcir altare niaggiore , lo comniise all' argentiere Gio- vanni Battista Sala con questo solonui parole che caratte- rizzano Tauimo vcramcnte irrande e ^encroso : lu non 1 34 ArPENDICE ITALIANA. impongo limite di tempo e di spesa in quest' opera ; iinica condizione sia quelln die riesca vf:ramenV- magnifica , degna della insigne destinazione e tale da meritare V approvuzione del pubhlico. Fin dal tempo di Benvenuto Cellini 1' arte deir oreficerla in Milano sostcnnc i piu luminosi paragoni ; richiamata nello scorso secolo a quelle stesse norme ed alia imitazione deir antico , or sono molti anni clie i suo'i lavori destano r ammirazlone delle piii coke ed indnstriose nazioni. Non e qiiindi da iiiaravigliarsi se T opera riusci sontiiosa , con- forme alia nobile prescrizione e tale da essere riguardata come nn monnmento di gloria per le arti nostre. L' incarico del disegno di questo palio venne afTidato al sig. arcliitetto Francesco Dnrelli, professore di prospettiva neir Accademia nostra , il quale due ne presento al nobile committente. In consogucnza delle sovraespresse intenzioni nella scelta fu preferito quello die ofFeriva maggior ric- cliezza. Noi ne daremo una descrizione piii concisa clie sia possibilo, amando mcglio die i nostri lettori soddisfacciano la loro curiosita coll' acquisto dell" opuscolo pubblicato dal Trezzi , il quale va accompagnato di due disegni da lui incisi a contorno e di conveniente grandezza onde porgere nn' adequata idea si della composizione generale come dei parziali compartimenti. La forma del palio presenta un ret- langolo lungo sei braccia e due once , alto un braccio sette once e sette punti : in questa dimensione e compresa l' altezza di una cornice di basamento, la quale si volge lateralmente sul fianclii della mensa. Per rispetto alio stile, siccome il palio forma parte integrante dell' altare cui va unito 5 cosi fu adottato quello del cinqnecento die ricorre nel tenipietto e nel sottoposto ciborlo. Con fino accorgi- mento poi , ond' evitare il pericolo della confusione degli oggetli minuti die sarebbe apparsa in un edificio di co- lossale proporzione, il disegnatore appigliossi ad uno scom- parto architettonico die fosse semplice in modo da pre- starsi ad una decorazione ricca si ma grandiosa. Infatti consist' egli in una cornice di basamento formato da uno zoccolo alto un' oncia da una gola rovescia supina alta otto punti e da due grandi fasce. La maggiore di esse forma tre rettangoli, cioe un quadrilungo posto per traverse nel mezzo della composizione e due quadrati che vi corrispou- dono lateralmente. Una gola diritta di questa fascia, decorata APPENDICE ITALIAN.V. 1 35 con oinamenti semplici ed uniformi , mcntre serve a de- scrivere cluaramente il contorno del palio , raccoglie e lega fra loro le decorazioni e forma all' opera tutta una elegante cornice. L'altra fascia gira a seconda dello sconi- parto determinato dalla prima, e nel quadrilungo centrale forma uno scomparto secondario composto da un esagono oblnngo posto per traverse, e da tre piccoli cassettoni di figura triangolare prodotti a ciascuno dei due fianchi , i quali arricchiscono il corpo di mezzo. Tal e r ossatura generale del palio : trattandosi dl deco- rarlo era d'uopo dare ad esso un carattere rappresentativo che analogo fosse agli usi cui e consacrata la mensa. Clie fece quindi T inventore '' trascelse T instituzione della San- tissima Eucaristia da espriniersi con nn bassorilievo e lo dispose nel centro siccome il luogo piu appariscente della decorazione, occupando cos\ la figura esagona per traverso e coilocandolo fra i due minori bassirilievi laterali di forma quadrata ^ ne' quali espresse a destra del cenacolo il mi- stero doloroso dell" orazione all' Orto , a sinistra il gaudioso della Risurrezione. Dovendo poi sulla scorta de' cinquecen- tisti ornare le due grandiose fasce gia per noi accennate , adotto il Durelli un nieandro a bassissimo rilievo , conti- nuato in tutti i suoi giri e lo racchiuse tra un festone che circonda le parti figurate , ed una cimasa formata a sesto di cerchio ed intagliata ad ovoli che divide questa fascia dall'altra esteriore. Indi nel fondo dei piccoli cassettoni triangolari , risultanti dallo scomparto esagono del quadri- lungo , introdusse un' allusiva decorazione di gruppi di pampinl e spiche. Le membrature finalmente dell' altra fascia maggiore con- sistono in due listelli , 1' uno sopra la gola gia descritta die serve a legare tutto 1' insieme , 1' altro che ricorre al lembo della medesima fascia. Nel largo piano che resta sono ripartite ad equidistanza ventidue patere che alterna- tivamente sugli angoli dei due quadrati e nel mezzo dei due lati orizzontali del quadrilungo fanno centro a dieci ricchi gruppi di ornamenti isolati composti di foglie d' a- canto e di pahna, e si distendono lungo la differente dire- zione determinata dallo scomparto L' isolamento e la gran- diosita di questa massa di ornamenti , divisi da spazj proporzionati di fondo , il contrasto fra il liscio e lo spor- gente che e reso mago-iormente visibile dalle due diverse l36 Ari'ENDICE ITALIANA. t'mte, cioe a pulimento nel fondo e bianco sui lilievl , produce un eflelto vivace ed ahbabtanza sentito , da non iscemare anclie alia distanza da cui devesi vedei* T opera. Le patere sopriiidicate in numero soiio Incavate nel mezzo ed lianno all'ingiro una ciinasa intagliata ad ovolt del ge- nera di quelle clie ornano i labhri delle anfore antiche, e tutte, nieno le due clie corrispondono al mezzo de' due fianclii del palio , lianno nel loro ceutro una testa alata di clierubino a tutto rllievo. Le due patere lateral! sojiFncceii- nate presentano due stemuii , Tuiio gentilizio e T altro prc- latizio, portanti sulla gola interna di ciascuna una iscri- zione die indica il nouie , il grado , il casato del donatore e delTanno in cui quest' opera insigne apparve per la pri- ma \olta sul sacro hiogo cui e destinata. Parlando ora del metodo adottato per Tesectizione di qne- sti lavori avrebbe potuto I'argentiere Sala trovare un vn- lente artefice che ad esempio di quanto adoperarono in altri tempi il Volvino ed il Caradosso (pel palio d'oro del primo clie conservasi in S. Ambrogio e per la Pace dello stesso metallo del secondo esistente in questa cattedrale ) avesse balzato a cesello da line lastre tutte le parti deco- rative clie abbiamo descritte ; ma per savie considerazioni si attenne alia pratica seguita dal celebre Lorenzo Ghlberti nelle famose porte del Battistero di Firenze , cioe a quella della fusione. Dovendosi quindi trascegliere innanzi tutto nn artefice cui affidare Tesecuzione del modelli delle parti iigurate , siccome piii importanti , si ricliiese la ben nota abilita dell'egregio accademico scultore Abbondio Sangior- gio ; ma le sue occupazioni di dover condurre i modelli e dirigere T csecuzione dei colossali bronzi clie fra non molto saranno collocati sul grand'Arco della Pace , fecero si cli'eglinon potesse addossarsi clie I' incarico di dirigerne la esecuzione, la quale poi venne in sua vece allogata ai giovani esperti artisti milanesi Giovanni Pandiani e Felice Figlni. Posti quesii in si onorifico impegno dimostrarono col fatto clie I'espettazione non fu in loro mal fondata. " II primo iece il modello dell" Orazione all' Orto ; il secondo quello della Risurrezione ^ entrambi poi di coniune concerto formarono il modello della Cena, spiegando in ciascun la- voro non ordinarj talenti e un' armonia particolare di di- segno e di stile, pregio certaraente grandissimo in un* opera di tante e si svariate parti. » II sig. Pandiani poi sotto la APPEXDICE ITALIANA. lo7 ininiediata ilirezione Jel chiarissimo professore Dnrelli mo- dello gli oriiali i qnali riiiscirono perfettissiuii. " Sopra tali modelli vennero eseguiti i pezzi in argento, ncl clie (are il sig. Sala assunse come priucipali cesellatori i signori Giuseppe iNIiiioIa, Giovaani Bellezza. Eiigeiiio Rouzi, e Giovanni IMagnani :, particolarmente il ^Minola lavoro TOra- zione airOrto; il Magna.'ii la Risurrezione , e lo stesso Minola col Bellezza e col Ronzi condussero a cesello la Cena sotto la direzione del gia lodato accademico Sangior- gio. " La perfezione de' modelli, la diligenza e la 'i:iicezza della esecnzione resero tpieste meda2;Iie di una bellezza somnia. Concetto bene immaginato, purgatezza ili stile, cor- rezione di disegno vanno del pari colla perfetta iiitelligeaza del bassorilievo, tutto in soinina spira qnel sapore e qnella grazia che fanno raccoraandabili e preziose le prodiizioni delle arti. " Ne la parte ornamentale rinsci ineno perfetta delle ti- giirate condotta sui modelli del Pandiani, e diretta dal professore Dnrelli. Essa pub dirsi che non teme il con- fronto dei raigliori del cinquecento i, tanto e TetTetto e il grazioso andamento de'contorni, tanta la morbidezza ed eleganza de' rilievi. Posero mano specialmente a qne- sta parte il INIinola ed il Ronzi. Del Bellezza poi soprac- cennato sono le due patere laterali rappresentanti gli stem- rai gentilizio e prelatizio di una incomparabile perfezione. " Cbinnque poi ( cosi prosegue T autore dell' opuscolo ) si fara a considerare il Palio da noi descrltto . trovera senza dubbio cagione di ragionevole meraviglia in quella perfetta uniformita che dal concetto generate si stende fino alia esecuziofce delle parti meno importanti. Di questa nnifor- iiiita vuolsi dar lode eziandio al gia mentovato argentiere Sala per la soinraa cixra onde si adopero pel risnltamento di essa sia nel far rifondere , sia nel far ritoccare quel pezzi ne' quali sembravagli che non fosse ragginnta la per- fezione. Noi non prosegniremo a descrivere i lodevoli congegna- menti con cui fu assicurata quest' opera , ne farenio cenno delle qnattro mila viti d'argento per le quali si puo a piaci- mento sconiporla e ricomporla; ma chiuderemo queste no- stre parole sul merito di essa col dire che mentre attestera la^non coniune munilicenza , la gentilezza e la coltura dello spirito, i'amore per le arti e la pieta del nobile douatore l38 APPENDICE ITALIAN A. conte monslgnore Stanislao Taverna , rimarra e7,ianc1io come onoiificentlssimo monnmento del modo con clie sono trat- tate le arti a'giorni iiostri in questa bella parte d' Italia (i). Poesie e prose scelte di donne italiane del secolo XIX raccolte e pubhlicate per cura di Giuseppe V EDO'/ Ay socio di varie Accademie. — Milano , i836,Pirotta € C, in 4.°, fascicolo i.", di pag. 32. Lir. a, 61 itaL al fascicolo. Quest' opera constera di quattro volumi , ognuno dei quail diviso in 5 fascicoli , e quello die annunziamo e il prime. Ottimo divisaniento fu qnello di ofterire unite in un sol corpo le migliori produzioni letterarie di donne con- temporance, e mostrare cosi a quanta elevatezza sia ormai giunta anclie fra noi 1' educazione niuliebre. Ne fu meno degno d' invidia il pensiero d' intitolare simile lavoro a Sua Altezza I. R. la Serenisslma Arciduchessa nostra Vicere- gina ver trarne propizio augurio di compimento fdice, e por- gere splendido esempio di vntii alle donne italiane. AblDiamo qui dunque dei saggi poetici di due bellissimi infi;egni , la vivente Albarelli Vordoni di Verona , e la Gri- smondi Suardi di Bergamo, die appena tocco questo se- colo 5 delta in Arcadia Lesbia Cidonia. Non troppo vaghi di sifFatti battesimi accademici , 1' annunciamo sotto questo nome , perclie piu conosciuto presso i letterati , e percbe le acqiiisto maggior lustro pel Carme di Mascheroni 1' In- vito a Lesbia. I componimenti di queste due donne , cbe scrissero ad un terzo di secolo di distanza Tuna dalPaltra, rilevano r indole diversa dei tempi , ai quali appartennero : e cio non tanto pei temi trattati, quanto per 1' intima loro strut- tura. La poesia della Grismondi Suardi , senza defraudare al molto merito di una purgatissima lingua , di un ver- seggiare sempre armonioso e nobile , adorno di vividi ed (l) Alcune circostanz6 fecero difFeriie di jiarecchi mesi la pub- blicazione di questo articolo. Frattanto cesso di vivere il beuemerito donatore del palio; e pero possianio aogiungere alia data descrizione una notizia taciiua da prima per ubbiclire alia sua modestia , cioe che il palio costo al coute Taverna ciica 90,000 lire. APPENDICE ITALTANA. I Sq elevatl concetti , sente di quel fare convcnzionale , e di- rcimiio (junsi ipotetico , dal quale allora era dato a pochi soniini ingcgiii il potersi staccare. Quindi lunghe perifrasi ad inilicare idee, die una sola parola con piii uerljo rac- chiuderelibe quindi le immancabili Castalie Dive, la Pa- stnrrlla, le silvestri Canrie, V iiicnde Febea, BeUona. Marte^ Apollo e compagni. Ma la Vordoni prediligendo la Satira e tutta vita e realta : ha brio spontaneo, rapidita di inotti« sapore di frase, non lusso ma sceltezza di pensieri : i suoi Sermoni lianno il niovimento ed il frizzo di quelli del Goz-zl. In una visione , nella quale Satfo la consiglia a non teni- prnr mai note d'amore, s' innalza a niolta dignita di stile e forza d' imagini. Ecco alcune terzine, ove 1' infelice poe- tessa greca dipinge i suoi amorosi tornienti. Diamo la pre- ferenza a qnesti , perclie trattandosi di donne , gli e bene senliile quando e il cuore die parla. Emmi presente ancora il primo istnnte , Che in quel del traditor gli occhi fissai , Ed insensata ! la credetti amante. All non lo avessi pur crediito mai 1 ' Era il mio amor, die riflettea da lui, Mio quel raggio fatale , onde obbagliai. Ma tutti perde il senno i diitti siii Sul nostra cor, se per avverso fato Avvien die cieca passion I' ahbui. E quindi amante mi sembrb V amato , E felice mi tenni , e il mio conrento Con quel dei Numi non avrei cangiato. Tutti gli affetti miei da quel momenta In lui sol posi , ed ogni altro desire Nell' egra anima mia riniase spento. Ma fu breve il placer , lungo il martire : the il cor presago del futuro danno Tosto d' amaro asperse il mio gicire. Oh quante volte, oh quante il nero inganno Lassa! previdi, e passaggiera doglia Nunzia mi venne d' un etemo affanno ! Ma il criulo amor , die a sua voler ne irivoglia , Mi trascinava incerta , palpitante Di pensiere in pensier , di voglia in voglla. I4O APPENDIOE IT.VLIANA. Ahi cjual dwenni allor che disperato Coiiobhi tant.o amor ! arsi , gelai , Senza moto rimasi, e senza fiato. Poi furibonda al Ciel le maiii alzai , Griddi vendetta , e deW infido il nome Etnpia ! con quel de' Numi bestemmiai. A ciocca a ciocca mi strappai le chionie ecc. Chiuderemo questo brevissimo cenno coiranniinziare, che ogni fascicolo andra fregiato di due ritratti in litogralia. Dei due vennti alia luce diremo , che valgono a smentire I'ingiusta ed odiosa taccla da mohi apposta al bel sesso , che cloe all' ombra dell' alloro riparino quelle donne sole, per le quali e dispei-ata inipresa lo incoronarsi di mirti. Almanacchi. I nomi sojjravvlvono spesso e langamente alle cose : percio non dubitiamo d' intitolare quest' ariicolo dagli Al- manacchi menti-e dol^biamo in vece annunziare dei libri di genere alFatto diverse, e spettanti alia vera letteratura pill forse di quanti se ne stampino ai nostri giorni. V e un'altra cagione d' insistere sul nome antico ^ che tfon sa- premmo trovarne un nuovo sotto cui comprenderli tutti; e il trascrivere il titolo di ciascuno sarebbe una lunga fac- ceiida. Qualche anno addietro parve in procinto di preva- lere il nome di Strenne; ma ne sorsero presto molti altri a disputargli quel trono su cui gla pareva salito; sicche per non mostrarsi parziali dell' uno piu che dell' altro molti hanno adottato il consiglio di comprenderli tutti sotto una generale denomiuazione che non appartiene propriamente a nessuno. In quaato a noi crediamo che il nome pii'i ap- propriato per tutti I'abbia trovato clii pose al suo volume il titolo di Piesagio ; parendone clie da tittti cotesti libri si faccia sentire la manifesta tendenza ad itna nnova letteratura : la quale a poco a poco e nella scelta degli ar- gomenti , e nella tenipra delle immagini, e nello stile si va facendo piii uniforme e quindi anche piu degna di es- sere considerata. Qualunque siasi I'interpretazione che vorra darsi a questa parola, qualunque siasi I'opinione che I'uo- mo puo avere su questa nuova inclinazione delle lettere italiane , sulla sua durata, sui frutti che ne possono con- seguitare, ci par non di meno che il sentimento d" un APPENDICE ITALIANS. 14I Ictterario presagio emerga quasi spontaneo da tutti questi volnmi recent! che noi comprendiamo sotto V antico norae di Altnanacclii. Abhiamo pol voluto premettere questa dichlarazione, noa solo perche ne sembra ragionevole e vera , ma si anche perche jjno servire in gran parte di giustificazione alia brevita con cui parleremo di qnestl libri , dei quali non si potreljbe dare un minuto raggnaglio senza scrivere un articolo raolto Inngo. Dacclie noi li considerianio come ua presagio , e crediamo che in questi libri si debba cercare noa tanto lo state della letteratura presente , quanto gli indizj di quello ch' essa potra diventare col tempo ; gia e ragionevole clie si possano senza ingiuria lasciar nel si- lenzio le produzioni dei molti che non appartengono piu air eta dei presagl propriamente parlando. Molte eleganti ed afFettuose poesie , molte prose belle e sapienti sommi- nistrarono a questi volumi i signori TuUio Dandolo, Cesare e Ignazio Cantii , Bartolommeo Gamba, Defendente e Giu- seppe Sacchi , Andrea IMafFei, Achllle Mauri , Luigi Carrer, Egidio De Magri , Michele Sartorio , Luigi Toccagni, Giu- seppe Nicolini, Op])randino Arrivabeue, Marco Renieri, Giuseppe Borghi, Cesare Rovida , Michele Parma, Mel- cliiade Gabba ed altri ; o le signore Diodata Saluzzo , Aglaja Anassillide , Teresa Albarelli Vordoni ed Adele Curti : ma le loro produzioni vennero a confermare il giudizio gia fatto dei loro ingegni e dei loro studj gia noti , piuttosto- clie a far nascere nuovi presagi d' ingegni e di studj dei quali o noa si avesse notizia finora , o non si fosse per anco formato un giudizio abba stanza sicuro. Ma dopo tutti questi nonii ed alcuni altri che noi per brevita omettiamo, se ne incoutrano ancora non pochi in questi almanacchi, o nuovi aliatto o tuttora molto recenti nella nostra lette- ratura: e questi (qualunque siasi il titolo del volume in cui amarouo ili collocare le loro produzioni ) ne par che si possano tutti ragionevolmente comprendere sotto il nome acconcissimo di Presagio. Quindi in generale consideriamo come un presagio di molta e molto bella speranza la Strenna ferruiunile italiana (i) , dove sono prose e poesie piene di (i) Presso Paolo Ripamonti Cai-pano , tip. Bonfanti. Vi e ua jioco (li prefazione di Opprandino Arrivaljeue ; nel restante tutto il volume e scritto da doune. Le iatisioni sono della sigaora Ca- terina Piotti-Pirola. 142 Al'l'ENDTGE ITALIaNA. nohili afl'etti , di niolta ilottrina e non ortVinaiia cohnra di stilc. Oil patria carita ! die ognor C apprendi liapklanieiite ad anima gentile ; Oh sacro ciffetto ! die le mend accendi D' iin ardor die disdegna opera vile ; Di me , del sesso mio waggior mi rendi. Si die narrando con soave stile Del Tosco cittaditi V ardiio naggio Renda al suclo natio d' onore omaggio. Questi versl clie incoiitransi in una delle prime pagine potreljbero coiasiderarsi come uii' epigrafe geiierale di tutto il volume, come una dlchiarazione di quello die si propo- sero tutte le antrici: e quaado le donne tendono per una via si nobile a farsi inaggiori del proprio sesso , ad iikistrar coll' ingegno la patria ed i nomi dei grandl concittadini , non sara questo un presagio di lieto e glorioso avvenire '. " Oil giovanette italiane ! II Cielo vi forni di nobile in- gegno : vi pose in quests sacra terra che sublima lo spi- rito nelle tele, ne'monumenti, ne' suoi grandi scrittori, o nella sua storia ! Noa corrispondete con ingratitudine a doni si preziosi ! » Cosi da quelle ciie gia per prova conoscono e I'importanza e la dolcezza dei Ijuoni ed utili studj ri- cevono eccitamento le giovani a seguitarle. » Quanta tristezza all^erga talvoka nelle sale de' grandi , fra lo splendore deH'oro e delle gemme! Tristezza cui non iscemano i suoni festanti del ballo , ne le dolci melodie del liuto , ne la romanza del trovatore ! V lian tali non conosciute angosce , delle quali non si potreblje nemmeno concepire I'idea se esse non si rivelassero talvolta con certe strane malattie , davanti alle quali e forza che la scienza ceda , conscia della sua inefficacia : bizzarre ma- lattie che attestano pene segrete nascoste all' occhio di chicchessia , le quali in poclii anni disertano d' ogni suo fiore la piix giovane vita. >i Ma quando 1' animo s' e prov- veduto di ricchezze sue proprie non lianno piu arbitrio sopra di lui ne la fortuna, ne le ingiustizie del mondo ; allora il desiderio di una gloria acquistata colle doti del- 1' ingegno rivolto al bene comune , e la speranza di riuscir utile a' suoi siuiili , sostiene e conforta in ogni condizione della vita il coltivatore de' Ijuoni studj : e chi vorra dir che le donno non debbano far prova e sperarc di giun- gere a questo nobile fine^ AITENDICI:. ITALIANS. 1 /j-S << In mezzo alia fallacia tli alcune social! opinioni che fecero iiiai sempre ostacolo ai feiiuninili progressi letterarj , sorsero pero moke donne a dimostrare che i moUi studj non riescono d"" iuciampo alia pratica de' sacri doveri al loro stato prescritti ; e adorue di que' delicati modi , e di qiiella dolce e disinvolta iirbanita, atta a cattivarsi gli aaimi nella vita civile ; e affettuose congiunte , e fedeli consort! e madri tenerissime , si procacciarono 1' estimazione di tutti coloro ch' erano in possesso di distribuirla. Ed in vero ; quale fra le donne debb' essere piii atta a possedere sa- viezza , bonta e cortesia di colei che continuamente studia ad airicchire la mente colle filosofiche dottrine? Chi me- glio di quella che viene per opera di svariati studj occu- pata , sfuggira all' ozio ed ai mali seguaci di quel nimico d'ogni virtii ? E qual mai cuore infine sara piii aftettuoso, pill sensibile e ben fatto di quello in cui vengono sve- gUati i piu nobili e generosi seasi trasfusi nelle sapientl pagine degli egregi scrittori di tutte le eta? « Noi speriamo oggimai venuto al suo termine anche in Italia quel tempo in cui le donne dovevano in certo modo giustificarsi, quando coltivavano i buoui studj , quel tempo in cui gli uomini s' iiumaginavauo die P ignoranza fosse una salvaguardia della virtii femminile. E questo voluraetto dal quale siaiuo venuti levando alcuni saggi puo riconciliare anclie i pitx schivi colla nuova tendenza delle nostre donne a coltivare le lettere i tanto van qui del pari, generalmente parlando, I'amor del sapere e la stima della virtii i tanto e sicuro il presagio d' una generazione migliore quando le madri po- trauno educate il cuore e 1' ingegno dei loro figliuoletti. Conslderando la cosa principalmente dal lato dell' utilita domestica e nazionale noi speriamo che le nostre glovani troveran uecessario di cousacrare il loro studio ai libri di morale e di storia piuttosto che a quelli dei poeti. Molte volte r lulia ha potuto vaatar^ di donne che nelle sacre muse hanno fatto mirabUi cose ; ma noa crediamo che su queg^li studj si fondasse cm cost ragionevol presagio di tempi migliorl come si fouda su qnelli a cui le vediamo in gran parte rivolgersi ai nostri giorni. Questa consider azione ci riconduce al Presagio (i) pro- priamente dettoi volume di trecento pagine, delle quali (i) II Presagio licordo di lettera.tura giovauile , l837, n.° 2, per Coilo Canadelli. 144 APPENDICE ITALIANA. ajujcna qnaranta furoiio concedute alia poesia. £ lavoro di giovaui ingegiii ma di studj non giovaiiili , e uii libro die nierita di essere considerato per se medesimo e per quello die fa presagire della nostra letteratnra. " lo noil voglio narrare una vita d'azione, una vita tessuta d' avventure strane , una vita roiiianzesca , clie ac- carezzi la fantasia del lettore : io narro la vita dell' auima die si strugge nelT inoperosa eiiergia , la vita d' un senti- mento die lotta col inondo esteriore, col duhbio e coa se stesso, e lascia sul cuore die agito un solco die non si cancellera giammai . . . V Io non domando die una lagrima per la pieta d'una cara fanciulla. E una storia malincouica e seinplice quella cir io racconto , e la storia di un dolore solitario e recente ; nia essa e verace nella piii ingeaua significazione di qiiesta parola . . . " Non ardisco pigliare la penna per ordinare cosi trista narrazione, come e d' nn episodio del secolo XVI ... I delitti e ie sveiiture dei nostri padri rinnovano a raccontarle oiita e dolore : solo conforta la vista di qualclie rara virtu, e il pensiero die i tempi sono in tauta parte cangiati. » Odi ! susuran iili albcri Al vento della notte ; un suono effuso Giu^ne fin ndla mia cella romita. Ma questo cuore e chiiiso Al clamor della gioja e della vita . . . E cosi in generale ban principio da nialinconidie idee , quasi da una corauiie intonazione , tutti i componitiienti di questo volume. Del resto qualunque sia per essere la car- riera letteraria dei giovani autori in una eta piii matura i qualunque I'effetto che il loro esempio potra produrre sui coetanei , e un bello e molto lodevole pensiero questo Pre- sagio; e in generale son testimonj di forti studj, e ornate di molte '.lellezze e di nobili sensi le prose e le poesie di die si compone. — Ne solamente dal lato lettcrario ma ben anche pei pregi deir edizioue e delle stampe questo Presasio vuol essere distinto fra tutti gli altri suoi emuli o confratelli die si debbano dire. Certo non e men pre- gevole degli altri anni la Strenna della ditta Vallardi (i) (i) Non ti scordar di mc ^ Strciina pel capo d'anno ccc, coiupi- lata per ciua di A. C. Piesso Pietro e Giu&eppe VallaicU, coi tij'j di Luis,! di Giacomo Pjrola, APPliNDICK UALIVNA. 1 45 con IjL'llc ineisioni , iiitidaineijtc siampiata , e comiiosta di scritti de' nostri niigliori ingegiii. Di bellissinie ineisioni va acloriia anche la Strenna Italiana (i); ha niolte lode- voli proiUizioni , etl e stanipata con rara eleganza. Ne l' Iride (i) vuol essere dimcnticata ; la quale se di splen- dore e di jicllezza non pno garcggiare quest' anno colle rival! , tnttavolta e pel numero strordinario dei rami , e per la varieta degli argonienti crediauio sara preferita dai nioltl clie conslderano qiiesti lil)ri come destinati al pas- satempo di poclii giorni. Ma il rresagio par clie coniprcnda in se tutte le l)uone doti clie sono divise negli altri vo- Iiimi , e spira inoltre quell" aura di gloventu clie piace an- che malinconica, e non si puo contraffare. Noa aliliiamo quest' anno almanacchi di Belle Arti ; sicclie oramai pos- siamo assal brevemente concliiudere il nostro nrticolo. Per- che degli altri almanacclii gia conosciuti negli anni prece- dent! (come a dire la Streiina poetica sacra e morale. Monza, Corljctta. 11 Cbstuine di tuiti i popoU , presso Stella, tip. Bravetta, ecc. '^ non accade clie si faccia menzione ; e fra i nnovi ci bastera di nominare Le Stredie dono del Folletto alle signore, presentato da Defendente Sacchi , tip. Manini ; clie a noi e per la materia e j^el modo con cui e scritto parve un liliretto iiiolto piacevole e da fare noa poca iortuna. A. (i) Strcnna Icallana per t' anno 1837. Prqsso Ripamonti Cavpaiio , iiii tipi Pirola. Dedicau a S. A. I. R. la SereniJsima Arciduchessa V icprcgina. {■1) V Iride 0 Strenna plttoresca. Presoo LorcuEO Sonzoguo , up. PiroLta. BiOL Ital. T. LXXXIV. 146 V A R 1 E T A. Al sig. prof, cavaliere Domcnico V'uiaui a Gciiova. Rispetwbilissinio sig. Professore, Odessa, 24 setteiiibre i836. Vjrinnto al tennine del mio viagglo e delle mie botaniche escursioni in questi russi paesi , e sail' istanie d' intraprea- derne nn altro verso la Francia , sono per credere cli' ella gradira volontieri uii ceniio che vengo a darle , prima di lasciare la Russia , dei paesi da me percorsi e delle mie collezioni. Dopo un' assai prospera navigazloiie sino ai Dardanelli, il vento contrario avendoci trattenuti alcjaanto in quel ca- nale, ho profittato di una tal circostanza per visitare quelli anieni luoghl , le cui storiclie e poetiche memorie mi de- stavano grande interesse e curiosita : cosi ho avuto il tempo di porre il piede su diversi punti d' ambe le coste d'Asia e d' Europa ; e circa la tomba di Ecuba , ai Dardanelli , sulle roviiie d'Abido, a GuUipoli ho dato principio alle mie raccolte. Non senza rincrescimento e desiderio di rivederle ho lasciato quelle coste e Costautinopoli , dove per poco tempo mi sono arrestato, rlsoluto di accelerare il mio viag- gio per recarmi ancora in una bnona stagione in Crimea , eve era mia intenzione di passare da Odessa. Pochi giorni dopo il mio arrivo in questa citta , e nel mentre che pre- paravami a mettere in esecuzione il mio disegno , arrivava pure da Parigi il signer De-Verneuil membro del conslglio della Societa geologica di Francia, diretto anch' egli alia stessa volta : quindi ci siamo uniti insieme e senz' altro indugio ci siamo imbarcati sopra un battello a vapore di- rettamente per A'erc/i, dove arrivammo dopo 2 ore e mezzo di navigazione. lo sono stato verameate fortunnto di avere incontrato un cosi eccellente compagno, col quale ho di- viso i disagi e i piaceri di un viaggio sotto diversi rap- porti luteressante , e del quale riniasi sommamente con- teiito. II signer Verncuil . persona di molte cognizioni ed VARIETA. 14-r ingegno, coltlva la geologia con molto amore ; ha viag- giato nei Pireiiel , in Irlanda e in Scozia ; ed applicasi principalmente alio stndlo dei fossili dei terreni dl transi- zione. — Da Kerch , traversato il Bosforo sopra ua piccolo hattollo, ci recammo sulla costa d'Asia per comiiiciare di la le nostre osservazioni e raccolte, e per esaminare le eruzioni di fnngo die avevarao inteso esistere in diver&i punti di qnella penisola. Un officiale polacco di guaniigione nella foi'tezza di Fa- nagoria ebbe la compiacenza di condurci egli stesso sul ciatere di un vicirio vulcano di ftingo , di due eruzioni del quale stato era testimonio , Tuna avvenuta I'anno scorso , Taltra due giorni iuuanzi il nostro arrlvo, e i fenomeni ci racconto clie T acconipagnarono : noi trovamaio infatti tutta recente e ancor molle rjuella per cosi dire specie di lava; altri due cratcri, uno dei quali ripieno d'acqua , trovauimo sopra due attigue eminenze. Invogliati di magglormente estendere le nostre ricerche , il giorno appresso saliti so- pra una leggiera pavoska di posta abliiamo percorso in tutta quasi la sua estensione queirisola, ed al)biamo visitato 4 o 5 siniill vulcani , alcuno de' quali in attivita : talora in- sieme col fango si solleva dell' acqua e si svolge del gas, e quasi sempre un forte odore di nafta esce dalle crepa- ture di quel recente terreno. Tutta la penisola e composta di sifFatti conlci luonticelli , e tutto ci consiglia a gludicarli come altrettanti vulcani di fango estinti. Durante il tragltto di questa incolta e disabitata terra, incontrammo una quan- tita di tumuli, i quali ci attestano clie un tempo esser do- vcva assai popolata. — La citta di Taman, che ancora 5o anni addietro conteneva una gran popolazione, al presente piu non esiste : solamente qualclie misero abituro e qual- che framinento di pario marmo e di graniticlie straniere pietre clie s' incontra in mezzo a vaste rovine , resta a conservarne ancor la memoria. — La vegctazione e presso a poco la stessa degli stepp della Crimea e della Bessa- rabia. ■ — Noi eravamo a poca distanza dalle frontlere della Circassia, e scorgevanio le prime montagne della catena del Caucaso : alcuno non oserebbe passar oltre quel con- fine: le ostilita di quegli indomablli e selvaggi popoli con- tx-o i Russi e contro qnalunque stranlero sono tuttora vivc : appena i Russi sono riusciti a trinccrarsi entro 607 fortezze lungo la costa del mar Nero a cominciare da quella 148 V A a I E T a'. di Anapa ( poclie mig^ia c'.istante da Tamnii ) sino alln Min~ grelia ; e sono stato assicurato die talmente sono soggetti al pericolo degl' iniprovvisi loro attacchi , die allorquaado vogliono andare in cerca di (ieno , e perfino a far la prov- visione d' acqua , soiio obhligati a nscire aniiati e cou cannone. Di ritonio a Kerck avendo approdato a Yenicalc dicon- tro air isola die venivaino di lasciare nelle niontagnuole at- torno alibianio trovato le stesse eruzioni di fango e le stesse sorgenti di nai'ta di Tainan. I terrcni terziarj di Kerck ( come quelli di Tamau )ci hanno dato occasione a fare nna prima Imona raccolta di fossili. — II territorio di que- sta rinascente citta offre tntto all' intorno sopra nna vasta estensione il giocondo spettacolo di una quanlita prodigiosa di tumuli^ entro ai qnali fiirono trovati dei curiosl oggetti d' antichita die si conservano parte nel Museo di Kerck , e parte fnrono trasportati in quello di Pietrobnrgo. Da Kerck abbiamo cominciato il nostro viaggio di Cri- mea , che duro circa un mese , attraversando 1" antico re- gno del Bosforo , e quindi tntta la catena dellc montagne che da Teodosia si estende sino a Balaklava , la cui piu elevata alpe da noi ascesa, il Tscliaturdapfi credesi essere il Trapezum degli anticlii. Queste montagne , in gran parte calcaree , lungo la costa marittima meridionale si sollevano quasi perpendicolarmente, formando nna specie di terrazza, e vanno lentamente inclinandosi dalla parte del nord , al- r incontro dei terreni cretacei e sopracretacei degli stepp della Crimea settentrionale, i quali si mostraiio runo dope raltro sollevati d'' una maniera assai marcata ed istruttiva. Frutto di questo viaggio e stato per me una bnona rac- colta di piante , di rocce e di petrificazioni. L'ardore die metteva nelle mie ricerche era anclie avvivato da una coii- tinua somiglianza e confronto ch' io faceva della bella e pittoresca costa meridionale colla nostra ligustica riviera , e dair incontrare sovente qualche memoria genovese , per per cui mi parea quasi di essere sul patrio inio suolo. Io non ho lasciato alcnno di questi monuinenti senza visitarll : molto e stato dal tempo e piii ancora dai Russi distrutto, ma quello che ancora rimane e tuttavia veramente ammi- rabile. I fossi , gli avanzi delle mura e della cittadella di Caffa ( ora di nuovo appellata Teodosia), la fortezza di Sudak ( Solddja ) in gran )>arte ancora intiera , quella di V A n I E T A . I 49 lialaklava ( raiuica Cembalo) sono lavori stiipendi clcirrirtc : iliuano tuttavia sulle torri delle clue ultiine T aniie della lepuhblica , di quelle terre e di diversi loro cousoli, e un auuiero d'' iscrizioni. : quelle di Caila sono tutte trasportate nel Museo d^'.nticliita di quella ciita : io dubito clie nelle Icttere ligustiche sinno riportate coa qualche errore, e per quanto mi ricordo 1" Oderico stesso si lagna e mette in dubl/io la fedelta di chi le aveva copiate. Taccio gli altri iiionuiucuti e rortificazioiii di minor conto o quasi intiera- niente distrutte die tratto ti-atto s' incontrano. Ma un' altra memoria ancoi- vivente del soggiorno degli avi nostri in quel paese ho trovato io suUa parte piu meridionale della Crimea, la ove moke piante proprie dei climi temperati Iianno trovato ancora un angolo ove rifugiarsi e vengono cosi ad unire la Flora russa alia Flora dei paesi piii me- ridionnli dell' Europa. Nei luoghi stessi ove spontaneo cre- scono Talioro , il fico, il terebinto , il Diospyrus lotus, I' Ar- butus andmdine , ed altre simili piante, e ceppi auaosi di selvatica vite s' arrampicano sulle cime dei piii elcvati al- beri , ivi s' iiicontra ancora qua e la disperso qualehe an- tico albero di Olive, la cui introduzione e cultura rimonta per la tradizione stessa dei Tartari al tempo dei Genovesi. Io sono stato assicurato dal sig. Hartulst, direttore dell'orto agrario imperiale di Nikita , e da altre persone ancora clie tali olivi resistono al freddo di — i i°, laddove le novella piantagioni di ceppi fatti venire d' Italia e di Provenza , clie si cerca continuamente d' introdurvi , poco alia volta periscono insoll'erenti dell' insueta temperatura. Oltre le accennate vi sono ancora le seguenti citta o luoghi principali tutti da me visitati, cioe : Karassuba~ar ( antlca capitale dei Tartari della Crimea ), SmferopoU (nuova capitale ), Alusta, Yalta, Sevasropoll ( porto d'Armata ) nel- r antico Taurico Ctiersoneso , Koslof ( ora Eupatoria ). In Sinferopoli vive ancora la moglie di Pallas i, e nella stessa citta ho fatto la conoscenza del sig. Steven , il ciuale pos- siede una inagnitica collezione di piante e d'insetii : a Laspi sulla costa meridionale lio fatto pure la conoscenza di ua altro botanico, il sig. Comper. Le diro in ultimo clie tanto per parte dei governatori di Sinferopoli e di Kerck die del conte JVoionzow^ govcrnatore della Nuova llussia e della Bessaral)ia abliiamo ricevuto ogni sorta di facilitii per ese- guire un tal viaggio : I'accoglit'nza c'.ie aljbiamo avuto da l50 V A R I E T a'. questo gran personaggio, amatore passionate e benemerito della Crimea, nella sua aniena villeggiatura cU Jlupka , e stata veramente distinta ;, e non saprei se altrove avremmo trovato tanta accoglienza e ospitalita , con quanta fummo ricevuti dai Signori Russi nelle belle lore campagne suUa costa meridionale , non die dai Tartar! stessl nelle umili lore capanne. Ritornati in Odessa, il mlo compagno parti per Costan- tinopoli , ed io rimasi a percorrere gli stejjp di questi con- torni, e protrassi le mie botaniche escursioni sino ad Ot'i- diopoll e Akermdn sulle rive del Dniester ai confini della Bessarabia : se non die la Flora di tntti questi terreni di senipre uguale formazione e assai monotona e seccante. La mia carapagna in Russia e terminata : un lungo in- verno mi sorprenderebbe e impedirebbe il progresso dei miei studj , se piii a lungo soggiornassi in questi paesi : io percio parto, e memore del saggio di lei consiglio, ben- che tardato abbia finora a metterlo in esecuzione , parto dopodoraani stesso per Parigl ove mi fermero sino alia Ven- tura priiiiavera. Eccole le mie notizie: bramoso di ricevere le sue passo a dicliiararmi con profonda stima e sincero attaccamento Suo aiF.° e Dev.° Servitore Giovanni Casaretto. NB. La Storia naturale del bel Bacino del Mediterraneo e di sue adiacenze trova nel D. Casaretto un nuovo illu- stratore. II Serafini nella Corsica , il Delia Cella nei libici deserti, il Figari nelP Egitto s'' adoperarono ed in parte s' adoperano tuttora per rincremento della scienza e Tonore della scuola genovese , distinguendosi non meno per T af- fezione professata verso il loro Maestro. — Faccianio voti perche 1' autore della lettera qui consegnata faccia tosto di pubbllca ragione le sue scoperte onde non sia prevenuto dai molti viaggiatori die da qualche tempo frequentano le contrade caucasiche. ( / Direttori. ) Jl. GiRONi, F. Carlini, I. FuMAGALLi e G. Brvgnatellj , direttori ed editori. Pubblicato il dl 4 gennajo 1837. i5i 'stnitto (/e/Zc osscivazioni ineteorologiche fatttt alia iiuova tone astroiioinica dell' I. R. Osservatorio di Brera ull'altezza di lese i 3^62. (metri 36,54) siiir urto botanico , e di tese 75^48 {metri 147,11) sul Uvello del mare. OT T 0 B R E 1 856. BAUD METRO 1 riduUo alia temj: eiaUira + 10° R. 2l'> Dir 0'^ szione ael Aento. 1 0 I o'" 7l> 6'' 9" 12'-- 18'^ 6'' 12'' 1 8'" l.ull. 27 7v l>n. 7--2 i.ii. 6,9 ii"^ lin. 6,2 lui. 5,0 4.5 N E E eO s eO 2 27 46 4,3 4,D 4-7 4,8 5,4 5,q E S E 0 s 0 s e E 3 27 5,9 5.8 5,9 6,4 7,3 7,7 7,8 S S E E S E E E 4 ■''7 S,. 8,0 8,6 9,0 9,1 10,1 10,0 E S eC> E £ E ~6 ~ J 10,6 10,4 10,6 "J-,9 1 1,0 10,8 11,1 j S S 0 0 N 0 27 10,9 10,5 10,4 10,5 10,5 10,1 10,2 s S N E E 7 27 9i9 9,1 9-, 2 9:2 9,0 8,2 8,3 S £<"> S S E E E S E 8 OT 7.« 7,-^ 6,9 '%9 6,8 6,2 5.q E S E<") E S lO E S i.'') E S E 9 27 5,7 5.6 6,1 6,8 7,2 8,2 8,7! E S tO N N E N E 10 27 «,9 89 9^" ri,6 9,8 10,2 10,5 S 0 s 0 N K E E 1 1 27 10,4 9,7 9^7 9-5 8,8 7,3 "2 N E K E E S E eseO 12 27 6,8 6.8 7,2 7,5 7,8 !i,6 9,0 E S E E N E N E ID ■•^7 9,0 9,0 9,3 9,8 10,0 10,4 10,9 S S 0 s s 0 S 0 N E li 27 10,8 10,6 10,7 1 1,1 '0,9 1 09 II, I s s 0 S S E 0 0 i5 ~ 1 10,9 10,5 10,5 10,8 10,9 11,2 11,8 N 0 s N S E i6 27 11,6 11.3 1 1,2 1 i.i 11,3 1 1,0 11,2 s 0 S 0 0 s 0 •7 27 11,1 10.8 10,7 '0,9 I I.O 1 1,0 11,2 s 0 S S 0 0 N 0 iS 27 IT,0 11,0 11,2 ",7 ",7 12,2 12,4 S S E E N E N u) 27 12,1 1 1,8 11,5 ",7 11,6 11,6 11,4 S S 0 s s 0 N S 20 ",'< 10,6 10,4 10,4 10,2 8,9 8-7 0 S S 0 S 0 "21 27 8,2 7,8 8,i 1 0, 1 1 1.0 11,6 12,1 0 N E N E N E 22 27 12,0 11,4 1 1,6 "J 12,0 ",7 ",7 S S E s E s 0 20 27 11,4 10,6 10,i) 10,5 10,6 10,2 io,G E S E N E £ ^4 27 10,7 10,2 10,0 10,0 10,0 10,5 10,7 s s 0 s 0 N E N E 25 27 10,5 5,9 9,9 10,1 10,;) 10,1 10,5 E S E S E NE S E \ ■if, 27 10. ti 10,1 10,0 10,0 9,7 9,2 9,1 S 0 N E s N E S E \ s 0 1 V V 8,8 7,9 7,3 6,7 6,4 4,2 3,7 E S E N 28 •^7 0,0 2,6 D,l 3-9 5.q 2,D 2. J N E S N E 1 ■^9 27 1,5 0,9 0,8 1-1 I -4 ',4 1,1 N E E N E N E .10 27 2,2 2,5 0,0 •',9 4,5 4,9 5.9 N E NNOC > 0 N 0 DI 27 6,2 6,5 7,1 7-7 7,8 ll),0 9,8 N 0 S S E N E N N E Altczzu inas siiua 1. cl barometro poll. 28 liu • 0,4 " niir linn . " 27 » 0,8 8,65 ale da mezzodi. Le ore delle osscrv dzioiii 60U0 in tempo \cro con 1 5. 1 OTTO B RE i856. Allez-za del teiniomelro R. Stato d el cielo. •J 0'^ o>^ 6'- 1, ,2'' 18'^ 21'' da 0'' a 12'' da 1 2'' a 24'' ' I -m5,8 + i5,8 + 10,5 +10,1 +12,9 + 12,9 +i3,8 Ser. uuv. piog. Piogg. nuv. ? 0 + l5,2 +i5,5 +14, 1 +12,8 +is'.,i) + 9,5 + '2,9 Nuv. lainpi. Ser. nuv. +14,6 + 1 5, 2 +i5,6 +12,6+12,6 +ii,9 +12,0 Ser. nuv. Nuv. piogg. 4 + I.'|,0 +12,6 +12,1 +1 i,7j+i 1,5 +1 i,3!+i3,5 Nuv. piogg. Nuv. roUo. 0 + i5,3 4-i5,6 +14,4 +12,7 +11, i + 8.9 + 12,3 Sereiio. Sereno. , 6 + 14,9 +>5.6 +14,1 + 12.7 +1 r,9 +1 1,0 + l5,2 Nuv. sei'. Ser. nuv. 7 +14.91+15,2 +i4,'j + i2,7: + i2,6 + 11,8 +i5,o Sei-. nuv. Ser. nuv. 8 + 14,6+15,7 +10,1 + i5,i +12,6 + 1 1,0 +1 1.0 S, r. nuv. temp. p;oE. Piogg. (1 + 1 I,8j + I2,0 + 9,8 + f.'," + 8,8 + 7,4 + 11,3 Nuv. ser. Sereno. ro + i2,6|+i3,o +11,8 +I0.5 + 9-P + 9,0 + 9,8 Sereno. Ser. nuv. 1 1 +ii,8j+ii,9 +10,3 +10,5 + io„6 + 11,5+10,7 Nuv. pioggia. Pioggia. 12 +10,61+1 1,1 1+10,0 + O,'' + 8,5' + (),,7kio,i Nuv. ser. Sereno. I D + 12,2 +12,5 +1 1,2 + ln,8 + 9,8 + 8,1 +10,3 Ser. nel)b. Sereno. •4 + 12,2 +l5,4 +1 1,8 + 11,1 +10.2 + 8,7 +1 1,0 Sereno. Sereno. li) + l5,0 +l4,0| + I2,2 +1 1,5 + 10, 1 + 8,6 +[1,5 Sereno. Sereno. iG +i3,8 +i4,5i+i3,oj+i 1,9 + 1 0,5 + 8,1 +11,4 Sereno. Sereno. 17 +14.2 +14,8 +i5,5 + r.!,2 + 10,6 + 7,8 H-i 1,0 Sere no. Sereno. i8 +i3,8 +i4,5 +i5,7 +10,7 + 10,8 + 9,1 +12,2 Scr.aurora bortale Sereno. '9 +14,3 +i5,o| + i5,5 + 11,7 +10,8 + 8.C) +11,8 Sereno. Sereno. i 'iO +i5,9 + 14,6+12,7+11,8 4IO,7 + 7,0 + 1 1,0 Screuo. Sereno. 1 -• +i4,i + 1 'J,n'+13,5 +1 1,2 + 10,0 +10,6 Sereno. Seveuo. i -2 +12,0 + i2,5j + io,5 + 9,4 + altfc fallatie siiuili ci fareljljo luaiiifeste. Per eseiii[)io alia j)agina 2 3 scrlve I autorc clie " im titolo ad uu ginsto jjossediniento e quello in cui la invaslone sia talaieiite po- derosa da coiiijjiutainente paralizzare e 1' azione del pos- sessore antecedeate , e la reazione di quami altri avessero azioiie dal possessore >> dalle quali parole puossi con Jjuona raglone coiicludere clie un titolo a posscder ginstamente sia anclie 1' assassinio con forte auimo e con validi uiezzi eseguito. Cosi alia pag. 41 si dice " airapiue, dir Legge e dir copia del vero o verita ^ Jloralita „ Libcrta , valgono esercizio di vita giusta le norrne eterue del sauto, dell' incor- rutiiljile vero: Legge, IMoralita, Liljerta son cosa stessa a dir l)reve clie lleligione. " Cio clie non puo dirsi clie sia as- solutamente vero; poiche, prcsciiidendo dalla prima origine di tutte le cose cli' e Dio , nella cruaie origine tutte le cose si convengono e si assiinilauo , egli e certo che la reli- gioue ha principj , IJni , foudameuti clie la legge , la luo- ralita e la liberta non lianno , e quindi non sono la stes- sa cosa. Ne pero ci lascereiuo indnrre a dare per silTatte os- servazioni alcana taccia alT auture : forse non bene noi pe- uetriauio la mente di Ini, e non sappiamo scorger le prove cli' egli prcljabilmente uel dettar le sue sentenze ebbe pre- sent! al pensiero , ma che non si euro poi di far cono- scere agli altri. Per qitesto motivo pensiamo clie il disegno colorito dal sig. Fagnani in questo volnme non giovi va- lidamente al fine ch' egli si propose , e che la maniera con cui ordino ed espose le sue idee piu clie alia meditata opera sarebbe acconcia ad un discorso che servisse d' in- troduzione alP opera niedesima , ovvero ad una prolusione ad un corso di lezioui. Perocche in tali componimenti ba- sta presentare un prospetto delle materie da trattarsi in progresso , e mostrare i prlncipj clie por si vogliono per fondainenti ed il punto di vista sotto cui si vogliono ri- guardare , onde la via da battersi appaja aperta e chiara, e la si possa coU' ccchio x-iconoscere e misurare ; e nulla iiuporta che qualche parte sia oscura e luanchevole , per- clie uelle lezioni e nei trattati successivi vi e P opportu- nitii di porgere ogni occorrente ilhistrazione. A tntto cio si aggiunge che la clevazione o naturale, o ailettata, o forzaUi, o spontanea che Pautore dar voile ai buoi peusieri , ed i hruschi torciniemi - ed i passaggl 1 56 EIBLIOGR.\FIA. violent!, a cul la rapidita del suo dire lo costringe, piodii- cono ua' oscnrita che uon lascia ne leggere pazientemente, ne rettamente discernere , ed uno stile in cui dir non sa- preljbesi se piii domini il secentismo italiano o T oltre- montano idealismo. Sia prova di cio il brano seguente tratto dalle pngine So e 5 1 in cui si discorfe della pena di morte : " In questa solitudine cliiuaque pno inseguirlo ( r uonio rispinto dalla societa ) come tiera divoratrice , cliiunque puo scagliarvi gli efFetti della paui-a e del terror che gl' ispira. Egli e fatto ludibrio di tutte le paci clie ha conturbate, dello scompiglio che incute il suo principio di- struggitore. — Un uomo abbandonato a cosi gran vitupero e uomo che verra straziato a furore di popolo. La societa o la ragione di tutti gli uomini abborrente dalle conse- guenze inevitabili di un cosi formidato interdetto , lo ac- compagna colla giustizia a quel conline ove delega la ca- rita di un uomo a toglierlo con un colpo di scure da piu feroce sciagura , , La carita di un uomo ? Si sveglia dunque nelP atto estremo della giustizia? — Si, e questa crisi si manifesta col merore e col pianto di quanti sono uomini che accompagnano I'infelice alia consacrazione della scure. Tremendo rimprovero che T afFetto del cuore dirige in silenzio al giudizio della Kagione , e che essa e necessitata ad accogliere nel silenzio di un dulsljio indefi-, nito ! ecc. n Pertanto avviene alle idee del nostro autore cio che av- A'iene alle acque che abhiano un corso ne pel tempo , ne per lo spazio proporziouato alia loro massa. Le quali sendo soverchiamente costrette ^ e non avendo uno sfogo suffi- ciente, si contorcono, si raggruppano , s'iucalzano , si acca- vallano e formano e meandri , e seni , e giri intricati e penosi a quelli che devono navigarle. Senza dubbio alto e splendido fu il concetto del signor Fagnani di fare che il process© delle scienze morali costituisca una parte im- portante della istoria dell' umana potenza. Ma non era im- presa da pigliarsi a gabbo; e tal lode che pur sareblie beila e singolare si attenua, ed in gran parte si toglie per quella malaugurata costipazione d'idee che apporta ai let- tori piuttosto pena che vantaggio , ed al libro ingombro anziche ricchezza. Ed in prova di cio riportar vogliamo le parole con cui si conchiude il volume : « La volonta lunana , scrive il Fagnani, illuminata dalla memoria amplia BTBLIOGRAFIA. iS^ i\ pniito su cui e nata cli qnanto sa die e grande la terra, di cjnanto sa die sono estese le regloni del cielo , di quanto sa di' e vasta 1' amplezza dell' universe. fi 11 tempo delP uomo si estende a cjuanti farono 1 se- coli di cni ha storia, a quanto pub piu spingersi T analo- gia nella costruzione del future. » Se la Sjieranza , nudrita forse , di spingei-e V attivita del potere a tutti gli aditi del create si avesse da soddi- sfare, la volonta uinana sarebl)e coalizzata a tutti i moti della natura, saria raggiunta la sicurezza imperturbaliile, e conseguita la perpetuita della vita. Ma forse T albero vie- tato noa era gia die 11 sirabolo di qitesta folle ed ambi- ziosa fiducia. » Una forza ci susclta ; la forza stessa nostro malgrado ci ritira dal niondo. Questa sola e la spada dell' angelo sterminatore. Questa sola saria bastevole a fulmiiiare Tor- goglio uniano sulla scala della dominazione dei cieli. IP Pure r uomo s'illude, e la natura dissimula e lo con- duce per questa via agl' imperscrutabili fini. Le speranze dell' nomo sono sempre maggiori delle forze die lo ajutano. " Da per tutto egli interroga e fa parlare le forze col combinar la materia ^ molte ne coglie ^ molte ne vince; domina le fiumane, il mare, il fuoco , P elettricita , il va- pore. » Prima die la iisica le interrogbi , le forze della na- tura sono tremende ; nel calore della immaginazione esal- tata dallo spavento, sono penetrate le menti della esistenza di un Ente dominatore, unico, supremo^ universale; si manifesta nei catadismi della natura i e un Dio di furore e d' esterminio. » La preghiera e la confessione delle miserie umane ; chi non moverebbe a compassione ? la preghiera aspira a movere la divinita. » La natura del Dio de' terrori e plia austera della na- tura umana ; in quel tempo la miseria degli uoaiini , la servitii degli uomini al Dio dello sterminio si confessa coUa offerta del proprio sangue ; gli uomini si fanno sacri alia divinita, aspirano a moverla coll' esterminio dell' uomo. E fallita la via. " Nei tempi barbari , nelle teneljre dell'ignoranza la pre- ghiera e il sagrifizio non valgono i parafnhuini dei tempi illuminati dalla Iisica. Io3 KIDLTOGTIAFIA. » La fisica e figlia della necessita di dominare le ire della natura ^ per la fisica la sicurei;za degli uoniini si fonda e si amplifica in siilla terra ; allora la grandezza e la po- tenza di Dio si manifestano nel beneficio ; un raggio illn- inina la barbarle dei popoli. » La vita e allora la battaglia delle forze inique; la di- nianda e T ajuto ; la nieta e la grazia ; il sacrilizio sono le fiamme del cuore ; la vittoria sta nelle glorie del cielo. » Cosi la metafisica dei popoli corre lo stadio della fi- sica ; cosi la potenza degli nomiiii si rassicixra in sulla terra colla face del Vero ; debella le potenze infornali col sacri- iizio delle passioni, e porta neif aspettazione della plu fer- iTia credenza la sua durata e la propria azione ai campi: misteriosi della eterna , della inconiprensibile iinmensita. " II secondo dei due volunii annunziati, cli' e il quarto ed ultimo di tutta V opera, costituisce la terza parte deli'opera inedesima , e non e in sostanza che un Trattato di este- tica. Questa terza parte parla " dei sentiment! e delle ten- denze die nascono nella potenza umana , passando dui h- miti della prova a quelli del giudizio " ;, e si divide in tre capi , dei quali il primo tratta " delle apparenze con cui si manifestano 1' esistenze esteriori " j il secondo << della ne- cessita di dare nianifestazione durevole alle fuggevoli in- dicazioni della Meinoria , e al carattere dell' intimo senti- mento " ; il terzo « dei mezzi dell' arte ossia dei caratteri piu semplici con cui si manifestano ai sensi esterni le esi- stenze della natura. » 11 capo I si suddivide in tre arti- coli clie parlano della bellezza , della sublimita, e della re- liglone, e della grazia f, il II comprende un solo articolo in cui si discorre delia natura e delFarte;, il III ne com- prende tre , che trattano del suono , dei colori e delle ii- gure. Questa terza parte , come le antecedenti , e confusa , intralciatissima , piena di aridita e di tenebre ; lo stile oscuro , contorto , durissimo. Percio per gli stessi motivi che di sopra abbiamo addotto non farenio ne 1' analisi , ne r estratto delle idee che vi si trovano esposte , e soltanto rapidamente discori'eremo il primo articolo del capo I per offerire ai nostri lettori un snggio anclie di quest' ultima parte del lavoro del sig. Fagnani. Comincia pertanto a dire nell' indicate articolo I'autore: '< Se aspetterete a decidere del potere di una Hera quando vi abbia gia azzannato , sarcte stritolato prima che ia BIBLIOGRAFIA. I Si) (lifcsa sla ^\a vol preparata: " immagine veramente clUcttosa , e Oltre di clo, aggiunge, abbiamo voluto provve- dere ad nn inconiodo che T opera originale presenta, ridu- cendo sotto certe classi gli Estratti e i Giudizii del libri clie Fozio venue scrivendo secondo che questi gli capita- vano alle mani , o, conforme egli dice, a niisura che la memoria delle cose lette gli suggerlva. « In questa ( edi- zione ) adunque verranno classificate , e sotto lo speziale loro titolo distinte le varie opere delle quali si tratta. Cosi s' avranno unite insieme tutte quelle che apparteiigono alio stesso ramo di scibile. >; Ma considerando poi che gli scrit- tori di materie teologiche occupano uua gran parte del- r opera di Fozio, e che questa parte potrebbe non essere la piu desiderata dal maggior numero di quelli che tra noi attendono agli stitdi e alia erudizione delle scienze e delle lettere, noi (dice) alnieno per ora abbiamo determinato di non comprendere questa j^arte nella presente edizione. — Non crediamo di dover aggiuagere altre parole per annua- ziare questo liiiro di cui T Italia doveva essere tanto piii desiderosa in quanto che il Sonzogno e il Molina non hanno creduto di doverlo comprendere nella CoUana degli antichi storici greci volgarizzati. A. BIBLIOGRA.FIA. 1 60 Nelle soLennl escquie dcW embic litis simo Placldo car- diiiale Zuiia arcivcscovo di Edcsaa , ecc. , ccledrate il di 2Y di novembrc deU anno 1834 nella chiesa del Seminario patriarcale di S. M. delta salute, Ora- zione di Giannantonio canonico Moschini , vicedi- rettore dcgli studj ncl Seminario medcsimo. — In Venezia dalla tipografia di G. B. Mei"lo. Potraimo alcuni desiilerare iii questa orazlone roaggiori oi-nanienti di stile o miglior ordine ; ma tutti confesse- ranno che vi a])bonda T afFetto spontaneo e sincero , dote principalissima di sifl'atte procluzioiii. L'autore vieiie ac- cennando le principali virtu e gli av\ enimenti principali, j)ei- cui fu segnalata la vita del cardinale Zurla. Questi nacque in Creaia di nobile stirpe , e ben presto si pa- les6 in lui la vocazione di ritirarsi nei chiostrl , alia quale i parenti noa lasciarono di opporsi. << Pero ren- duto allegro e dei materni impedimentl die disgroppo, e della cessata guerra contro la carne e il sangue >> fu accolto dal P. Mandelli nella congregazione canialdolese. Neiio studio della filosofia e della teoiogia ebbe per com- jiagno l\Iauro Gappellari era Pontefice Sommo , ed en- tranibi su quelle discipline fecero pubblici e lodatissimi sperimenti. Scrlsse quindi la Vita del cardinale Giovanetti e deir aljate Nacchi , di cui era stato discepolo, e volendo " porre sotto I' unica scoria dell' Angelico dottoie tutte le discordanti scuole teologiche n pubblico P Enchindio dei Dogmi e de' Costuini ; " pigliando verbo a verbo ogni sen- tenza da quella fenice degli Ingegni. » Raccolse un ricco Museo di storia naturale i « e bibliotecario erudito e pa- ziente e intelligente, svolse pergamene e codici. >/ Poscia volse i pensieri alia fomosa Ma^jpa di F. Mauro ; ed al- r ardua impresa d' illustrarlo fu coufoitato dall' eccelso ar- ciduca Giovanni d'Austria , il quale " messogli aninio con suo dolce eloquente parlare , il condusse a scriverne un ampio volume, seguitato dappoi dalla iliustrazione de' Viaggi antichi de' nostri cittadini, le cui benemerenze ci viene ad- ditando; iliustrazione celebrata in tanti giornali e nostri e stranieri, che t'e' aver posto al Zurla tra coloro clie, ducc il Maltebrun , faticosi ed utili in Parigi si applicano alio gcografiche illustrazioni , e che tanto lunge ne reco il no- nie, che i dotti uoniini , ondc va Petcrl'urgo chiarissinia , Bibl. iLul T. LXXXIV. 12 170 EIBLIOCRAFI.V. il fecero fra tutti trascegllere per illustratore c1i geograficlie carte, che adJitano anlichi viaggi di Rnssi. » Ne tan ti stud j resero il P. Zurla men sollecito nelT aden)pimento de' siioi religiosi doveri: che sempre pronto fn egli al coro dov^era " sosteuitore anzi del canto con sua dotta voce volnbile, >/ ed alle sante meditazloni, ed al tribnnale di peniteaza ed alia direzione spirituale di conventi di monache , ed all'as- sistenza degli inferiiii, ed alle teologiclie consnltazioiii. I nintamenti politici fecero che il iiionastero de' camaidolesi di Vcnezia fosse soppresso ; ma il P. Znrla , racct ki a!- cunl de' snoi confratelli, vi fondo an collegio di giovinetti. Cessate quelle vlcende, egli per eccitameiuo del patriarca Milesi consent! ad essere professore di teologia nel Semi- nario di Venezia ^ dove servi d' esempio agli altri " nel passo, nel portamento, nel vestito , nelle maniere, nella ritiratezza, nel discorso , nella prudenza sempre, quasi Abramo, nostra legge parlante e camminante , secondo Li vivace nia sincera sentenza dell'eljreo Filone. »/ Nelle ferie autunnali recossi a Roma con aniino di ritornare^, ma cola fu trattenuto prima da grave malattia die lo colse , poi dalle istanze de' suoi camaidolesi. Risanato, recito 1' Ora- zione funebre nelle solenni esequie del cardinale Fontana ; quindi nell' Accademia di religione lesse una Dissertazione sui vantaggi che la cattolica religione apporto alia gcogra- fia. Da quel momento tutte le Accademie letterarie lo vol- lero socio; le congregazioni di Propaganda Fide e dell'In- dice lo eljbero consultore^, gli fu dato 1' uiBzio di prefetto degli stiidj nel collegio Urbano, e di ordinatore del Mu- seo Borgiano e della Biblioteca di Propaganda; e non tra- scorsi ancora due anni fu da Pio Vll nominato cardinale, da Leone XII suo vicario , da Pio YIII prefetto di tutti gli studj negli Stati pontificj, e divenne anclie arclvescovo di Edessa, protettore dei Domenicani , generate delTordine suo. Pero uflizj si gravi, e tante e si cospicue dignita non poterono distrarlo da' suoi prediletti studj. NelFArcade Ac- cademia diinostro quanto vantaggio provenga dalla reli- gione alia poesia ; in quella di arclieologia lesse una Me- moria SuW Unita del Quadra della Tmsfi^urazione di Baf- faello ; e nelle due conglunte di arclieologia e di S. Luca un' altra ne recito sul gnippo dtlla Pietci e di altre opere religiose del Cunova. E maggiori frutti si attendeva dal viag- gio che intraprese di fare nella Sicilia j, ma colpito da liero BIBLIOGRAFIA. lyl iiiorho in Puleniio , hen tosto si vide gimito al termiue de' siioi giorni , e cliiesti e ricevnti con singolare pieta. i supremi soccorsi della I'cligione » e dato pieno arljitrio al S. Padre di dlsporre del suo patrimoiiio, mori uella pace del Sijrnore. Nodzie Intorno la vita e gli stitdf deU abate Danlcle Francesconi raccolte e scrilte. dalV abate Fortunato Federici, vicebibliotecario delV I. B.. Universkd di Padova. — Fenezia , i836, coi tipi di Luigi Plct, in 8° di pag. 36. Belvedere di Cordignano gia feudo della Repubblica ve- neta nella provincia di Treviso fii la patria deli' abate Da- niele Francesconi che vi nacque nel 1761. Ma in Padova egll consLiino quasi tutta la sua piu che settuagenaria car- riera , cli' egli pcrcorse tra i doveri del sacro suo niiai- stero , gl' iiupleghi di cui fregiollo in varie occasioni la ci- vile autorita , e i moltlpUci stndj , de' quali i prediletti da lui erauo la letteratura , T archeoiogia , le scienze fisico- mateniaticlie. Nel rinomato Seniiiiario di quella citta elilje la sua letteraria educazione ; ne aveva ancora terminato il giro delle scuole, quando fu creduto capace d'insegnarvi la giurisprudenza ; divenuto cosi ad un tempo alunno e mae- stro. Indi fn invitato al diflicile imj:)egno di Istitutore nella casa del patrizio veneto Giovanni Barbarigo , in cui duro dal 178a al 1793 con fama di probo e valente precettore. Gia PAceademia padovana P aveva in questo intervallo ascritto tra i snoi membri , quando il governo di Venezia gli assegno la cattedra di geonietria e di fisica nel collegio di S. INIarco in Padova. Se egli non esercito cjuel magi- stero , contento di affidarlo alle veci altrui , coaipi nondi- nieno le funzioni di professore attivo allorclie dopo essere stato eletto nel i8o5 da S. M. P imperatore Francesco I. di senipre gloriosa inemoria a biljliotecario dell" I. R. Uni- versita padovana , gli si aggiunse la cattedra di storia e diplomazia nel 1807, camljiatagli nel 1809 in quella del parallelo tra il codice Napoleone ed 11 Diritto Koniano. Nel j8i2 venne nominato sev^retario del reale Istituto italiano per la sezioiie di Padova, e poco dopo socio onorario ilel niedcsinio ntlla terza divisionc dcllc arti del di&cirno e delU Ija BIBLTOGRAFIA. musica. Noii era ancora passato 1' anno qiiantio riceveva il niiovo incarico d' ispettore generate della puhhllca istru- zione, e di visitatore de'licei, ginnasj e stabilinienti, o scuole niinori. Ne la serie e le iiicumbenze de' suoi incarichi gl' impe- dlrono totalmente di poter viaggiare. Clie anzi soggiorno ben quattro anni a Roma, visito la Toscana , ando a Pa- rigi : e cupido qual era di ampliare il tesoro delle sue co- gnizioni , e di raccogliere oggetti a' snoi studj confacenti , giovossi delle congiunture clie gli permisero quelle itinera- rie escursioni. Contrasse amicizia con dotti di primo ordine: fra i quali bastera annoverare un Prony , un Biot e il principe degli archeologi Ennio Qulrino Visconti. A quest'ul- timo porse ajuto nella compilazione della sua applaudita Iconogrnfia great. Non di opere di lunga lena , ma di varj opuscoli letti per lo pill alle accademie fu autore il Francesconi. Per accennarne di fnga le j^rincipali , cominceiemo da quelle di argomento filologico-letterario. Certa maccbia arcana presso gli Egizj , che quel popolo superstizioso rappreseniar solea sulla fronte del hue Api, e un oscuro cenno che ne fa Erodoto , era soggetto di viva controversia tra gli eruditi , classe di persone a cui nella venerata antichita una parola , una sillaha , un apice e materia di serie e diuturne investigazioni. II conte di Cay- lus a cui la comune interpretazione che volea triangolare quella enigmatica maccliia non andava a sangue , perclie contraddiceva un suo sistematico modo di vedere, senten- zio scorretto il testo dello storico e acconciollo a suo ar- bitrio. II Francesconi trasclnato , certamente senza preve- derlo 5 da una considerazione di geometria ad una questione di archeologia egizia , difese Pimpugnata esattezza del te- sto e con poderose armi si misuro col temuto avversario. Dal suolo d'Africa passando a quello dell' Iialia , egli prese in altra Memoria a dimostrare che una lettera creduta di Baldassar Castigiione e invece di Raffaello d'Urbino, ar- gomento in cui venne a capo di guadagnarsi de' seguaci , e di cui si compiacque cosi, da ritornarvi in seguito cor- redando d' aggiunte il suo discorso. Ebbe vanto ancora I'il- lustrazione clT ei compilo di un' urnetta lavorata in oro ed altri metalli all' agemina coll' iscrizione : Paiilus Agemiiiius faciebat. BIBLIOGRAFIA. 1^3 Ma si dilettava ancor plii delle cose flsico-matematiclie, siccome lo prova il luaggior nnmero delle elncnhrazioni che in esse palibllco. Tale fa una Memoria sulle deviazloni dei gravi cadenti ( die tutta s' aggira sopra riflessioni storico-logiche , anzi- che in una intrinseca discussione del fatto ) a cui dierono motivo gli sperimenti inti-ajiresi dal bolognese Guglielmini che con essi s' avvisava di dovere e poter concjuidere per sempre i superstiti aderentl del tolemaico sistema. I feno- meni dell' urto dei corpi , e specialuiente degli elastic!, gli prestarono materia di piii opuscoli , e d' immaginare e far eseguire una inacchinetta , che poi miglioro, per rendere sensibile all' occhio 1' errore dei leibniziani nella famosa controversia circa le forze vive. Modello di una crltica tenl- perata e dignitosa , couibatte in uno scritto sopra il rlui- halzo dei corpi projetti obbliqnamente nei fluid! i principj esposti dal cliiarissiino professor Bidone nella teorica dei rimbalz! pubbhcata da quest' ultimo nel tomo XX degli Atti della R. Accadeniia di Torino nel i8ii. Nei discorsi che fece sopra nn luogo d! Timeo di Locri , e sopra varj passi di autori greci relativi ad invenzioni di geomeiria e di ari- tmetica , ove riusci a sciogliere nodi intricati pei traduttori e commentator!, mostio di essere ad un tempo valente el- lenista e perito geoiiietra. Ma lasciando qualch' altra disser- tazione, nomineremo in iine come forse la piu interessante quella sulla figura dello specchio delle vestal! dietro la de- scrizione lasciataci da Plutarco nella vita di Numa. Giusto Lipsio nel suo trattato dc Vesta et Vestallbus ignorando per avventura le leggi della Ince riflessa erro stranamente nel delineare la forma dello specchio , e male interpreto le parole del biografo di Cheronea. L' abate Francesconi chia- mando 1' ottica a sussidio della filologia provo che le ve- stal! conservavano il fuoco in tin vaso della forma d' un cono ordinario, e che bastava una sezione di esso paral- lela all' orlo dell' altezza di circa due polllci , avente in luogo di fondo un graticcio da cui potessero lijjeramente cadere le ceneri. A conferma di tale spiegazione fece co- struire un siffatto specchio , e fu questa una delle mac- chine da lui ideate o perfezionate ne' suoi studj intorno alia fisica. Estimatore intelligente nelle Ijelle art!, non meno che nel genere bibliogralico , amava di andare acquistando preziosi 1-4 BIELIOGRAFIA. disegni. Egll aveva Intenzione di pubblicarli in un' opci'.T da intitolarsi Fadx)va pittrice ; ma ne questa , ne altre concei-nenti la storia delle arti ebbe poi il tempo, impe- guato com' era in diflorenti occupazioni, di mandare alia luce. Dal prospetto de' lavorl scientifico-Ietterarj del France- sconi appar manifesto com' egli appartenga alia classe degli illnstratori delle scienze , non a qnella dei promotori ; die pero non gli sarebbe mancato Fingegno per mettersi sulla via delle invenzioni e scoperte se la moltitndine delle sue occupazioni e il mode di alternarle non glielo avessero contrastato. Avea pero conseguita la riputazione di un raro sapere. — Egli venne estinto da un colpo d'apoplessia in Venezia il 17 novembre i835. Orazloiie delta nclla chiesa parrocchiale di Santa Maria de Servi nel gioriio 26 marzo i835, anni- versario delle eseqide solenni ai henefattori della Pia casa , dalV abate Stcfano dottor Agostini P. O. P. di enneneutica biblica ecc. nell I. II. Universild di Padova. — Padova ^ 18 35, coi tlpi del Seminaiio. La proposizione su cui si aggira la presente orazlone non e gran fatto nuova, ma e vera: la Pia casa di Rico- vero coiiseguire quanta la limosina , noa in prima ordiaaia sccondo adesso in quell' Istituto , non ha mai conseguita, re- stituire ciae il povero alio stato d' iionio , capacitarlo ad opre di braccia e di mente canvenienti al sua perffzianamento, in una parola formare V educazione del povero. Dipinge 1' ora- tore a questo fine i poveri d' una volta , abbandoiiati d' i- struzlone e di certo soccorso, e quindi prorompenti ad ogni pill nero fatto, e indirizzatl a popolare le carceri e a dar faccenda al carnefice. II povero deve essere non solo ali- mentata , ma diretto , coltivato , educato , cio die si fa dalla Beneficenza nella Pia casa. Parlando la Beneficenza in per- sona propria , dicbiara com' essa assennatamente attenda a cio appunto, e concliiude proinettendo durevole lode a quelli cbe la soccorrono in questo noljile uffizio , ricordando i nomi de' piii recenti , e quelli propriamente dell* anno an- teriore. r.TDLIOORAFIA. 1^5 In questa ornzione non manca ccrto Ijrio giovanile cli frasl e d'immagiuif, si tlesidera per a'tro una sohrietii ina<'- giore negli ornamenti : la pi'olissith delle descrlzioni con- corre a scemare evidcnza , e la forza del ragioaaraento ri- niane raolte volte perdnta tra la moltitndine delle parole die sviano T attenzione e fanno ingombro alia memoria. Delle cose clie possono provarsi con brevi esempi daremo nn saggio; dell'altre, clii non credesse alle nostre parole, si pigli la briga di farsene certo colla lettura del libro : r acqiiistarlo torna a beneiicio della Pia casa. Immagini uon coniportate dalla gravita delP eloqnenza , specialmente sa- cra , sono a modo d' esempio que' poveri a cut la came laceravasl aperta dn tante e s'l grandi piaglie che pareva t anima loro stesse sempre con un pie per andarsene sul U~ mitare di quelle pone. L' anima che sta con un pie sulla porta di una piaga? Ancora T anima del povero a pag. i5, ridotta all' ultimo grade d' inettitudine a cagione dell' ali- mento mancato alle membra , ritiratnsi nelf ultimo centro di quel corpo ammalato , it lasciava come un arbore mono che snsticne uii trofeo , da cui staccate le spogUe rimane un tronco. Egnalmente censurabile a pag. 1 1 e quel povero die dive- nuto tale di agiato eh' egli era, e come un angelo senza raggi che ha smarrito il cammino de' cieli. Aggiungasi un languore capitano di morhi alia png. 14, le funzioni de' u- sceri che si smodellano , pag. i3, e a pag. 20 una reliquia di corpo freddo , secco , scomposto , che a muoversi mandava un suono come di foglie morte agitate dal vento, e si avr.a in ritratto lo stile di questa orazione , iuesatto talvolta, e troppo spesso bizzarro e inegnale all' indole del luogo e deir argomento. Anclie nelle sentenze v' e spesso esagera- zione ; tale, a citarne un esempio, e il dire die si fa a pag. 17, die il povero inediicato e vagante noa mandava un sospiro alle stdie che non fosse imprecazione, non ICK'avxt un pensiero all' Onnipossente che non fosse errore , non in- nalzava una voce air Eterno che non fosse blasfcma. Qui r iperbole varco ogni confine. Da ultimo se poteva toUe— rarsi il fatterello accaduto In Enego , patria dell' oratore, e raccontato a pag. 14., esso rende piu censurabile la se- cOiida uscita nel dialogo col carcerato a pag. 21 in cui 1' oratore cita di bel nuovo se siesso. Questi modi draiii- matici , oltre la lunga e ripetuta prosopopea della Beueli- cenza , danno all' orazioue un andamento tutt' ahro cUe 1^6 BIBLIOGUAFIA. noblle e rlposato come si tlomanda da clii nella casa del Si- gnore si fa a perorare la causa de' suoi po\eri. Moke cose, buone in se stesse , diventano , chi nol sa ''. difettose per trovaisi spostate \ e cio se pno talvolta dhnenticarsi da chi parla ed aspira al facile applauso degli orecchi , deve sem- pre aversi presente da chi staiiipa ed assoggetta i proprj lavori a piii lento e severe giudizio. Orazione delta nella chiesa parrocchiale di Santa Maria de Seivi, nel giorno 17 marzo l836, anniversario delV esequie solcnni ai benefattori della pia casa di ricovero e d'' iiidustria in Padova , dal professore ah. Antonio D. Meneghelli. — Padova, i836, coi tipi del Seminario. E cjnesta la seconda orazione composta dal Meneghelli sopra il niedesirao argomento. Dopo avere nella prima mo- strato come T elemosina in virtu delle Case di ricovero e d' industria torno piii sicura e quindi piii cara agU allevia- torl 5 pik dolce e quindi piii utile agU allwiati , in questa seconda si accinse a provare che un tale asilo e il com- pimento dei voti della Religione e dello Stato. Descrisse a tal iine i danni della mendicita vagabonda , e per 1' opposto 1 vantaggi sensibili provenuti dal circo- scriverla e regolarla. Tolte quindi per un lato le frodi ; per r altro resi piii proficui i soccorsi, in quanto non piii dispersi alia Ventura , ma saggiamente accumr.Iati dov' e reale il bisogno. Continuo dimostrando che anclie 11 buon costume ne rimanea vantaggiato, non solo nel jiJresente, nia ben anche in futuro , considerata 1' educazione dei fi- gli i e vantaggiata la dignita della specie umana di cui una parte non e piii costretta a implorure un soccorso da chi gli e pari, e a rimaneie alcuna volta sfregiata da un villano rifiuto o da un amaro rimbrotto. I falsi mendici a cio noa pensarono , o mostrarono noa curarsene ; ma non era per- cio men giusto ritorre all' indebito oltraggio i mendici veri. Veri infelici noi chiederemo per vol, dissero i pii institutori della Casa ; saran nostre le consolazioni delle preghiere esau- dite, nostre le amarezze delle ripulse ■ . . Per voi pure chie- deremo che preso avevate il partito d" infingervi incapaci di prowedcre a voi stessi ; ma chiederemo per destinarvL all' una BIBLIOGRAFIA. I77 Oil all' altro ilei tunti svaiiati lavori ; chiederemo perche , ro- busti quali i^oi siete , abbiate a prestani a vantaggio della civile societa di cni siete parte. Conchiude quincU co' rim- proveri a chi si mostra pigro al promovere , potendo, istituzione tanto proficua , e colle lodi di cjuelll che mo- rendo destinarono ad essa una parte delle proprie sostanze. Giustissiini , come si puo vedere da ognuno , sono i pen- samenti delT aiuoi-e , e piraiissinia la disposizione. Nulla per verita c' e in questa orazione di nnovo , ma ne manco nulla di strano qiianto alle idee. Vnolsi per altra parte notare che T autore metteya la falce ad un campo parec- chie volte mietuto da altri , e come s' e detto, da lui stesso otto anni prima. Di certa spossatezza nelle sue facolta in- tellettive sembra averne egli avuto il presaglo in se me- desimo , per quanto leggiamo sulla prima fronte delP ora- zione , se gia certe proteste non vanno messe insieme cogli altri vecchi artifizj della rettorica. Si desidera inoltre in questa orazione stile piu proprio e piu esatta tessitura di periodo. Non e, a modo d'esempio, senza qualclie ambi- guita il periodo seguente ( face. 3 ) : Nell' invito gentile non vidi che i poveri , e ossunsi di buon grado V incarico : che indesno pareami di chi senta alcun poco un rifiuto , per iscon- sigliata temenza, che ul buon volere non corrisponda I'eJJetto. Una vana ripetizione si vedra essere compresa in quest' altro (face. 4): e il cuore e appunto I' oggetto precipuo di chi prende a parlare , giacche gli e mestieri piegarlo a quella beneficenza di cui tanto gl' infelici ndla Pia Casa raccolti abbisognano ; e non piega ove non gli si desti il caro affetto d' un operosa misericordia. Certo che tanto e destare 1' af- fetto deir operoia misericordia (notisi operosa) quanto pie- gare il cuore a quella benvfcenza di cui abbisognano gV in- felici nella Pia Casa raccolti. Ma queste minute osservazioiii meglio si farebbero a chi entrasse novizio nella carriera delle lettere , che ad uomo , quale si e il prof. Meneghelli , in essa provetto. E quando la sua dizione si paragoni a quella di niolti altri scrittori del nostro tempo , scorretta e intralciata per angoscia di novita e di eleganza , c' e ia generale piix argomento di lode che di censura. J 78 Bir,T.IOGr»AFIA. Iscrizioid dl Bnldessarc LAMBERTE'NGin. — Comn ^ 1 836, Ostinelli figli dl Cajiaiitonio, in 8.", dt pa~ ginc 2.O. Clil recandosi in mano queste quindici iscrlzioni, delle quail si e voluto fare uii libro , vede nel he\ fronllspizio r autore cliianiarsi Baldessare in liiogo di Baldassare, clie dal Mane Techcl Phares delle sacre carte pervenne invio- lato sino a noi , e tentato di credere die trovera profuse a larga mano quelle minuziose eleganzie e leziosaggini, colle quali da alcuni viene facilinente scambiata la purezza e noliiltH dello scrivere. Eppure non e cosi. Trattasi anzi della piu schietta e modesta jDrosa che mal. Sentitene nii esenipio. Giambattista Medici uno dei settanta insdtutori di questo Casino lego per testamen'o il marzo tnille ottocento trentaquattro lire austriache cinquemila, i cuifrutti concorrano ogn' anno alia spesa d' un'accadcniia inusicale a pro de' rico- verati indigenti. Non e possibile immaginarsi die queste parole sieao da batter si in niarmo, se P incedere lore a due, a tre, a quattro per riga , e quella porzione ciie restaci ancora da rifer'.riie non lo indicassero. La Societa d' una- ninie veto collocb qiiesta lapida , pcrche la sowenzione inge- gnosn perpctuamente restasse ed esemplurmente onorat.n. E somiiio preglo di simil genere di scritture la nitidezza delle idee, ed il dime il piii clie occorra col niinimo possibile dispendio della penna. Ora come credere die a tali norme si attenesse 1' autore nella seguente die e pur brevissima? 11 Sacra Pastore Di Questa Villa Domenico Ostinelli Benediccva II Sua Popolo Con Cristo In Sacramento Quando La Folgore Cli Spense La Vita Di Soli Sei Lustri II Primo Maggio MDCCCXXXVL Oh Franclin Ok Perdita. Dal fatto esposto rilevasi cbiaro die e un sacro pastore di cui si parla : quindi 1' epiteto si poteva sopprlmere, o nieglio commutare in altro die acceunasse a meriti perso- nal!. Di soli sei lustri. Qui, come repiicatamente altrove , abbiamo un aggiunto all' eta, fratello carnale deireta t'erf/e, fiorente , acerba, ecc. che si vorrebbero affatto sbandire dalle niBLioonAFiA. 1-9 lapiili come inutill froncll], e come idee troppo evidentemente snggerite dalia nuda cifra degli anni. E quel con Crista in Sacramento non e modo di dire si aspro ed avventato, da rammentare plnttosto nu'lmprecazioue clie un augusto mi- stero? E quel volo plndarico deirinvocazloiie a Franclia inveiitore del parafnliniiii chi nol giudicheia slrano, Incon- clndente, ed iiiarrivabile dalla piu parte dei lettori? Come mai la terribile e forse unica circostanza d'nn parroco colpito dalla folgore nell' atto del dare la bencdizione in cliiosa non sia stata fonte di niig'iore inspirazione ? Queste censure, die parranno soverchiamente dure o minute, non le abbiamo risparmiate e pcrclie nei brevigsimi lavori di epigrafia e da credersi cattivo tutto quanto non e sqnlsito, e perche ne semlira che , generalmente pailan lo , si voglia oggidi attribuir loro maggiore importanza di quanta ne possano ragionevolmente meritare. Fersl alia Luna di moderni aiiton italiani. — Parma, per Pietro Fiaccadori , in 32.°, di png. 72. Tristo il Cantor , che di Diana tace! Cosi comincii Tinno di Callimaco alia Luna. E qual poeta non sottoscriverebbe a questo anatenia '' Da Oniero a INIonti slidiamo a trovarne uno, che se non la celebro di proposito , non le abbia al- meno per incidenza rivolte alcnne dolci parole. Ma anclie per r astro notturno e arrivata F epoca del romanticismo : non pero di un nenioso e tetro romanticismo, no. Stan- chi , com' era giusto , di far discendere dal cielo la figlia di Latona a cacciare nelle foreste , od a cambiare Atteone in cervo , ora siamo saliti noi fino a lei coi cannoccbiali di Herscbel per trovare in quel pianeta i castorl , i papaveri e gli uomini alati coi nostri costumi, e perfino colle no- stre libidini. Ben mescbina al confronto fu la fantasia del- I'Ariosto, cbe si contento di farvi salire lo svaporato senno dei matti. Calcolando dalla immensa voga cbe ot- tennero le recenti scoperte lunari, bisogna acclamare pel capo d' opera della odierna letteratura quello spiritoso ro- manzettc, col quale a torto poi ando in coUera tanta gcnte die sa leggere, schernita da un si buon dinamometro della um.ina credulita. All'aprir dunque un volnmetto di versi alia Luna di mo- derni autori , ci aspettavamo qualclie cenno almeno sui l8o BIBLIOGUAFIA. vespertilli e sulle montagne dl basalto : ma c'ingannamina. Qui si tratta di versi serj , ed in buona parte anche me- sti. Apre la raccolta una bell' ode d' Ippolito Pindenionte , tutta sparsa di quella soave tuistezza che gli fu natura, e gli valse il titolo di poeta della melanconia. Segnono alcune eleganti terzine di Giovanni Zuccala , recenteniente rapito alle lettere nel fiore della virilita : 1' indole ed i versi di lul riflettevano tutta T anima del Pindemonte. Di Agostino Cagnoli abVjiamo diversi brevi coniponimenti di vario me- tro. E poicbe ne vien data occasioue, ci congratuliamo con lui e per questi , e per altri coniponimenti riportati qua e la dai giornali, e meritevoU per bonta di stile e d'ima- glni di pill fissa dimora. Onorano questa raccolta due so- netti ed un' anacreontica di Luigi Carrer, ed un breve la- voro di Andrea MafFei, imitazione di Lamartine. Di questi ingegni e vano il ripeter lodi consentite da tutta Italia. Sono due belle ghirlande del moderno Parnaso, delle quail la prima intrecciata di fiori piu varj e vivaci ; la seconda di plii dilicati e con piu squisito artificio di- sposti. Pier Alessandro Paravia ofFri quattro sole strofette che ciascuno amera sentirsi replicare , tanto sono sponta- nee , morbide , musicali. O Luna , che splendi DaW alto dt cieli , E V ansia riveli Dell' egro mio cor. Che, il raggio d' argento A Nice rivolto, Illumini un volto Che ride d' amor : In lido frequence In piaggia romita , Che lume , che vita Riceve da te , Vedesti di Nice Pill vago sembiante ? Piu misero anumte Vedesti di me ? D'altre pin o meno leggiadre produzioni omettiamo parlare per brevita. L' inno sovraccennato di Callimaco , elegantisslma ver- sione del cavaliere Strocchi chiude 1' operetta. V'e posta bibliogrAlFia. i8i in calce la nota segueate : " L' editore di quest! versl ha .; creduto opportuao Y aggiugnere alle poesle originali ita- „ liaae quest' inno di Callimaco tradotto tanto leggiadra- » meiite dallo Strocchi , aflinclie il lettore possa e gustare .; un bt-ano di pocsia antica e fare anclie con questo solo » un paragone del bello greco con quello che si giudica >/ piu peifetto da molti e scrittori e lettori moderni. Colla »/ sola lettura degli antlchi e dei poclii che ancora fan ri- " tratto da quelU si puo sperare , che agli animi italiani )/ vengano a sdegno i modi e i concetti o gonfj o plebei, » dei quali si riempiono le scritture dei nostri giorni. » Ammettendo che squisitissimo sia stato il Bello de' Greci, e che molti scrittori d'oggidi alibiano modi e concetti o gonfj, o plebei , come sara avvenuto in ogni secolo a tanti che non avrebbero dovuto impacciarsi di poesia , ci pare nul- lameno, che non si dovrebbe mal scegliere quest' inno a Diana per incoraggiare i poeti moderni a far ritratto dagli antichi. Qui infatti non e questione di stile, di lingua, di armonia, trattandosi di un poemetto tradotto da un idioma sconosciuto a novantanove letterati su cento. La massima dnnque risguarda proprio i concetti, 1' organizzazione , e diremmo quasi 1' impianto del carme. Che e dnnque quest' inno di Callimaco ' Come gli antichi tutti immiseri- vano e pressoche annichilavano i sublimi portenti della natura , personificando gli astri, e dando loro passioni , fragilita e pettegolezzi non pochi , cosi fece Callimaco della sua Diana. Questa ( la Luna ) recatasi ancor piccina sulle ginoccliia del Babbo Giove , gli dichiara che vuol esser sempre vergine e vestir corte gonnelle , e andare a caccia di cignali: vuol sessanta donzellette al suo cenno ; vuole il dominio di una citta , e la sovra intendenza alle trava- gllate spose , che stanno per alleggerire il fianco. Giove ra- pito da tali sentimenti , protesta , che se tutte le dee lo fanno padre di prole simigliante , non gli cale di gelosie , e fara sempre la solita vita : e non una ma trenta citta accorda in feudo alia llgliuolina (la Luna) , e per soprap- piii are, e fores te , e mari, e monti. Ed essa corre giu- liva a Leuco , raccoglie uno stuolo di cento verginelle , e vanno tutte all'isola dei Ciclopi , dove Diana sedutasi sulle ginecchia di Bronte dail'irsuto petto gli commette un arco ed una farftra per helve , delle qualt fornira la mensa dei fabbri. Le armi sono fatte, e segue una luuga storia di cani t8a EIBLIOGUAFIA.. da fermo e da presa , di prodezze , di viaggi , dl onori , di ninfe predilette, ecc. Cose tntte die avranno eccitato ne- gli antichi Greci quel vivo interesse che ia noi sveglia la Pentecoste di Manzoni , pevche , astrazione fatta dal bello scrivere, riferivansi alle loeo tradizioni e credenze religiose: cose die anclie presentemente possono rivedersi coa pia* cere e pel riferirle che facciamo a que' tempi, e per es- sere I'attenzione ravvivata dai bei versi, onde seppe rin- verdirle il traduttore : ma die mai non consigliereiiimo di ripetere , ne d' imitare oggi giorno. Che sono mai cjueste eleganti ine^ie mitologiche per noi , che eleviamo V atto- uito pensiero all' Onnipotenza , e la vediamo lanciare nei cieli quegli iinmensi globi aggirantisi con si meravigliosa varieta ed ordinanza pel firinamento '' E della Luna in ispe- cie, le regolari tardanze di sua apparizione , il presentarsi a noi tnnto varia di luce e di forma , le degradazioni delle sue fasi , delle quali non un cenno solo troviamo in que- sta raccolta , non sarebbero assai miglior tenia d' Inspira- zione , che non il ripetere eternamente, che e figlia di Latona e sorella d' Apollo e casta diva ( salvo 1' episodio di Endimione ) , e regina della notte , e dea dci boschi , delle montagne e dei laghi? Ceriamente che quelle idee (jiiasi vergini ancora alia poesia richieggono tutt' altro polso d'ingegni, che non le trite lavolette che si risalutano ad ogni pagina dei verseggiatori. A queste difficolta appunto accenna Orazio ove dice : Difficile est proprie cominuiiid die ere , tuque Rectius Iliacuiu carmen deduces in actum , Quam si proferres ignota , indictaque primus. Ed e in questa palestra che si brama veder cimentarsi i valenti scrittori italiani : dai quali i tempi esigono tutt' al- tro succo e nodrimeuto di poesia che si colleghi alle co- gnizioni ed alle vedute del giorno. Allora , se anche agli antichi restera inviolata la pahna delle estrinseche bellezze di forma, noi di lunga mano li avremo soverchiati nel vero 5 nel sublime , nella moralita dei concetti. r.lULIOGKAFlA. 103 Per la faustissime nozze Del Negro-Segntd. — Saii- Vito, i836, tipografia Pascatti. Per le faustissime nozze Stefani-Novello. — Padova, 1 8 36, coi tipi del Seminario. Per le faustissime nozze Vivorio-Savi. — Vicenza , io36 , tipografia Picntti. Per nozze Cocceani-Mrlini. — Mediina, i836. Per nozze 3luzzani-Gubrieli. — Venezia, 1 836, tipo- grafia Alvisopoli. Ecco un fascio di ojiiiscoli per inatrimonj, tutti s'intende poetici, ad eccezione dell' ultimo annnnziato, clie e una Ijreve indicazione del viagigio fatto in Inghiiterra , Francla e Spa- gna da uii Anton Maria Ragona vicentino vissuto nel se- colo decimosesto , e clie , dicesi , ha fatto di quel suo iti- nerario un interessante volumeito visibile nll'Ambrosiana. II ricorrere alia puloblicazione di opere o proprle Iiiedite, o d'aitri dimenticate o rare, e dedicarle a sposi od a per- sone lore attenenti a perenne nieinoria di doinesticlie alle- grezze , senibra 1' unlca tavola di salvaniento per chi sente r estrema diificolta di creare canti epitalamici atti per loro intriiiseco valore a guadagnarsi Tattenzione del pubblico. E di s\ avveduto consiglio al)biaino recenti esempi in Milano; e giovi la speranza clie varranno a miiiorare la concorrenza di si trito genere di poesia. Da venti anni uella sola Lom- bardia clii potrebbe dire il subbisso de'sonetti, delle can- zoni , degll sciolti , delle ottave , che in libri , in sete , ia fogli volanti ci vennero ad annnnziare del grand' amore che si volevano il tale e la tale , e del sospirato iniene che gli annodava? Ma di tanta messe poetica quanto poca ando illesa dal pronto tarlo della dimenticanza ? E fra gli scarsl lavori di elette penne quali mai ottennero assoluta celebrita? A nostro avviso due soli. II sermoiie di Yincenzo Monti L'audace scnola boreal ilannando ecc. e le sestine in dialetto milanese di Porta e Grossl per le nozze Yerri- Borroaieo. E ad ottenere tale intento que' forti ingegni ac- cortamente adoperarono 1' argomento del matrimonio noa come scopo , ma come pretesto code sviluppare il primo in grave linguaggio, gli altri in brioslssima satira opposte opinion! letterarie , die a que' giorni dividevansi ardenti Jjartiii. Ma donde avviene clie in oma a si universale nau- ^Vagio di caraii nuziali , la loro foga non illaiaguidisca mai? 184 BII5LIOGRAFIA. Da cio clie moliissiini credono potei* fare eccezione alia regola in tali circostanze, e, comeche profani, entrare nella palestra poetica e rompervi una lancia. Queste parole ci sdebiteranno dall' entrare in disamina dei qui indicatl opu- scoli. Diremo solo che merita onorata inenzione nn' ode di Giuseppe Capparozzo sul celibe dissoluto, ov' e molta evi- denza e dignita di concetti. Viva e toccante e la pittura della sorte a che sono condannati gl'infelici, cui il vizio non lascio conoscere i genitori. Ignota alia luce del pubblico sole Va niuia e raininga la misera prole, Che tetto non trova , che padre non ha. Del grembo materno rifiuto infelice Gelb fra le braccia di coinpra nutrice Con lungo vagito gridando pieta. AW arti dannata dell' ultima plebe Qual pende sul reino , qual solca le glebe Bagnando la fronle di servo sudor. E forse la miri con lurida faccia Agli atrj paterni protender le braccia , I solchi mostrartl del luns,o dolor. Fiori anacreontici cold ncl giardino di Citerea , e nella stagione d amore offer d alle belle da Glro- lanio conte Agapito. — Veiiczia , i836, per Giu- seppe Antonelli. Che vi aspettate , o lettori , da questo bel titolo posto in froate ad un volume di poesie d' ognl ritmo e misura? Certamente la quintessenza delle sdolcinatezze arcadiclie ; ne v' ingannate. Sono voti a Cloe , rimprove'ri ad Aniaril- lide , disperazloni per Glicera , giuramenti di Tirsi, ecc. Frine e amljiziosa, ingenua Clori , Lisa pudica : L'Auretta air adorata Nice seconda i carvi inquieti palpiu — del bi- partito seno. — Si dice a Fillide : Or tutto appellane — Fille ai diletd — Ai lascivetti — ■ Scherzi d'ainor. Vere stem- prate lascivie , e puerilita, nelle quali vanno ogni giorno perdendosi tanti ingegiii in onta al buon senso, che indarno li chiania ad opere migliori. Questa severita di giudizio ne verra perdonata da chi ben consideri essere in Italia tanto inutile quanto antico ed universale il lamento contro T ir- ruzione delle poetiche frivolezze. ^ BIULIOGRA^FIA. 1 85 Ma questo giardino sacro a Citerea , nel quale colse tanti fiori il signer coiite , e tiitto di sua proprieta ''. I lavori , che portiino in capo i nomi di Gesner, di Vekerlin , di Ebert, ecc. indicano che sono traduzioni , od imitazioni al- nieno di quegli autori. Ma degli altri tutti diremo , che se per la piu parte si appalesano di un solo artefice per I'u- nisono dello stile e dei concetti, alcuni rivelano tutt' altro sentire poetico , tutt' altro maneggio di frase e di verso. Prova ne sieao il sonetto al Sonno, e 1' anacreontica intL- tolata il Neo , nostra vecchie conoscenze, delle quali non ci avventuriamo ad indicare gli autori , perche ne potrebbe ingannare la memoria, ma die certaniente non caddero dalia penna del signor conte Agapito. Non voglianio jiartirci da questo giardino senza cogliervi na par di fiorellini , della cui fragranza giudichi chiimque lia buon naso. Sono due epigramuii : Sofia. L' instabile Sofia Ama la moda sino alia follia : E d' essere fedele , e casta , e soda (!) Pur amerebbe, purche fosse moda. In morte di Jjella e colta giovane. Ei^lt mori : sulla sua toinba Amore Franse i lacci , oiide uvea ciuto il sua cuore .- Or delle Muse ancor il iiumer e Nove , e le Grazie son di nuovo tre. Intorno le Belle Arti e gli artisti. fiorid in varie epo- che in 3Icssiiia. Ricrchc di Currnelo La Fabina ordinate in piii letterc. Parte prima. — 3Iessina , 1 835, statnperia Fiumara. Sempre piu va togliendosi cagione al lamento che molto giustaniente era noto farsi nei tempi passati dagP italiani , che cioe gli studj di una parte della penisola rinianes- sero pressoclie sconosciuti ad un'altra: girano da un capo all' altro della nostra bella conti\ida le opere tutte di qualche pregio che in essa si vengono pubblicando , e i giornali si alfrettano a giudicaruc. Si fa iii questo modo JJibl. Ital. T. LXXXiV. 1 3 l86 BlBLIOGRAFI\. proprieta deH'intera nazioae cio che sarebbe altrimenti patrimonlo esclusivo di una provincia. Chi adunqne si pone ad indagini anche soltanto mnnicipali e certo a' di nostri di preparare , quando esse siano di qualche iniportanza , mill materiali alia storia generate del nostro glorioso paese. Ecco qui un libro scritto con qnesto iatendiniento, e a cut ogni futuro storico deirarti belle italiane potra atdngere qualche buona notizia, o qualche utile docuiuento. DodicL sono le lettei'e comprese in questa prima parte, e parlano per lo plii di pittori , o di cose relative a pit- lure, rivendicando proprieta, rettific.indo date, illustrando in somma per varie guise la storia dell' arti , rispetto sin- golarmente alia citta di Messina. Non tutte banno la stessa iniportanza, nm tutte si possono leggere con qualche ge- nere di profitto. Nella seconda , a modo d'esempio, niolto puo piacere di le;:gere inessi in chiaro alcuni abbagli del Vasari in proposito del celebre Polidoro Caldara da Cara- Vaggio. Le circostanze riferite da quello storico circa il fine infelice del pittore sono diniostrate inesatte dal La Farina, e, che pill monta , 1' anno della sua morte , che il Vasari vorrebbe fosse accaduta nel 1643, e dall' autore delle let- tere si mostra , dietro esame fatto di antichi registri , e giustissime illazloni cavate dal proprlo ingegno, essere suc- cessa probabilmente verso la fine del i535, e fuori d'ogni dubbio prima del marzo 1541. Abbiamo anche avuto occasione di notare che il La Fa- I'ina , in cio diverso dalla comune degli scrittori , non si fa ciecamente ad ammassare testimonianze favorevoli alia sua patria , poco o molto peso ch' elle abbiano , ma dove trova la verita , quella solamente raccoglie. Cos! nella let- tera III nega potersi annoverare fra gli scrittori che fiori- Tono in Messina il creraonese Paolo Fondoli, e cio contro Tautorita di qualche iscrizioue che avrebbe potuto indurre in errore critici meno veggenti e disappassionati. Per ultimo, a non dilungarci soverchiamente sopra que- sto argomento , noteremo la parsimonia della erudizione usata dair autore , anche in cio scostandosi dall' ordinario costume seguito in simili opere iielle quali , oltre a cio che ha riguardo al soggetto, trovi un Ingombro di cose ad esso straniere che lungi dall'acchetare il giudizio, stancanoPat- tenzione. Fcrse forse, che questa parsimonia usata dal L^ Farina nelle sue lettere possa dirsi anche troppo, essendoi EIBL10GRA.F1A. 1 87 jitniiesso e aiiche iiecessario talvolta Iasci;;rc clie la nieute riposi. Aucora se avesse scliivato T uso di alcime parole e frasi poco solite e natural! gli avreinrao dato lode , tanto piu ch' esse parole e frasi troppo antlcjuate , o j^ellegrine alia prosa famillare delle letteie, si trovaiio inescolate con altre die lianuo in se poca proprieta e correzione. Dlscorsi lettl iielU I. R. Accadcmla dl Belle Aid in Veiiczia per la dlstrlbuzloiie del prewj delV anno i835 , pel Picotti. Nel primo di questi dlscorsi, destiiiati a svolgere alcuni jirincipj dell' arte , ad istillare sane massime agli studios! o a rendere col panegirico di qualche celeiicrrimo artelice piu erticace al progresso la pompa della distribuzione del premj nolle Accadeniic , il nobile sig. Antonio Diedo , se- gretario , f. f. di presidente di quella di Yenezia tolse a trattare un tema , cui, ben badando, inal saprebbesi porre a raffroiito un altro die tendesse a inaggior utilita e con- vincinit-nto del vero. Con la solita sua elevata dizione paria egii della influenza ch' esercltano i meceaati sul progresso delle arti, sia die prendano sotto la imaiediata loro tutela e protezione i giovani di belle speranze, sia die souiiui- nistrino possenti mezzi per 1' educazione delle arti. A cor- redo di esenipio viea egli assai opportuaaineiite citando 11 recente del t igeneratore delta scultura , T immortale Possa- gncse , die sortita avendo vina condizione pari a quella di Giotto, trovo nel due distinti patrizj Falier e E.euier jjiii die le cure di padre, e quindi i soccorsi per isviluppare i preziosi doni onde natura gli fu si cortese. Come pure uon dinientica 11 celebre Giorgio Trissiuo letterato e poeta die tanto e state benemerito di Palladio per averlo con- tlotto a Roina ed ivl fornito del necessarj mezzi onde i suoi studj fermasse sul nioaumenti della maestra antldiita. Da queste generose azioui trae la giusta conseguenza per dicliiarare die la patria va ad esse deljltrice di quelle opere egregie die molta parte costituiscono della sua gloria ^ per- tauto oplna die 1 mecenati meritino di essere riguardatl quail secondl creatori. ]Ma dopo di aver esposto 11 lusin- gliiero qnadro dei vautaggl si fa a prpvare per lo con- trario 11 lauguore die succede nellc arti , allorquaudo la loO EIBLIOGRAFIA. scelta deir artefice destinato a godere del beneflcio mal rl- sponda al tine propostosi dal inecenate, o perche vetiga iiieuo in Ini quel genio die si e crediito di ravvisare , o perche intoi-pidisca, neghittoso ed insensibile al dovere della riconoscenza. Tal difetto dice poi farsi maggiore quando coi mecenati mancano pure quelle graudi occasioni di operare clr egli cliiania teatro , palestra , stadio in cui gli spiriti eccelsi danno prove di se , e qual luininosa meteora ri- splende la vivida fiamma del genio. Cliiude finalinente il suo discorso dimostrando che le arti belle languiscono di frequence non per difetco di ajuti , ma per il poco buon USD del beneficio ; e da cio prende argomento per esaltare quella efficace protezione che la sovrana clenienza non cessa di mantenere a pro delle arti, alia quale pero la gio- ventix studiosa educata in quello stabilimento ha provato di corrispondere per molte opere distinte e degne di gui- derdone. Tali sono presso a poco i pensieri espressi dal no- l)ile autore che noi abbiamo procurato di succintamente conipendiare , ma che vorremmo meditati dai giovani ar- tisii suir originale , nella persuasione in che siamo di pro- per loro una proficua lettura. II secondo di questi discorsi consiste nell' elogio di Pom- ponio Amalteo, letto nella stessa solenne occasione dal sig. dott. Jacopo Maatovani di Bertiolo nel Friuli, socio di due Atenei e deU'Accademia Veneta. L' oratore accusa da prin- cipio^ dolente, la trnseurata memoria di questo pittore che tanto contrilDui alle glorie del Friuli , per la qual cosa egll fu costretto a cercare qua e cola i dispersi monunienti della sua fama. In fatti dopo aver annumerato gli uomini insigni in ogni sapere che diede quella provincia, accenna la nascita di Pomponio in S. Vito nel i5o5 da un Pier Amalteo di quella terra e da una Natalia degli Amaltei di Pordenone: ignorandosi poi da chi apprendesse i primi rudimenti del disegno , dice che stimolato dagli onori renduti ad un suo cuglno medico e ad un suo zio poeta , e dotato di non comune intelletto per la pittura applicossi nel terzo lustro preferibijmence alio studio dei dipinti di Licinio da Por- denone. Espone poscia suU' asserzione di Federico Altan die Pomponio dopo aver scelto a tipo de' suoi lavori un perfetto maestro studio profondamente la notoniia , indi esercitossi nel colorire a fresco, genere die fu da lui mai aenipre anteposto al dipinto ad olio , sia perdie cpella niBLIOGrw\FI,V. lEg fosse la manlcra precViletta del suo Pordenone , sia pcrche spaziando sopra vast! campl avesse la fantasia maggior agio dl valersi di tutti i suoi mezzi. Qui noi cessiamo dal se- g«ire I'oratore, glacche prlncipia la descrizione di tiitte le opere di Pomponio, la quale occVipa otto pagine pel mi- luero considerevole di esse che tuttora ritrovansl in van conmni del Friuli. Egli e certo pol che questo uuniei-o sta in ragione degli anni da lui vissuti, segnando 1' ultima sua tela il i58o, e in relazione al tempo in cui visse si fe- condo per gli artisti di occasioni da operare. Nel tessere quindi anche noi le debite lodi all' oratore per le cvire da- tes! di far conoscere tale illustre suo compatriota, non credianio fiiori di luogo 1' aggiungere per porgere un' idea del fare di questo pittore ai nostri paesani , die avendo avuta occasione di vederne le opere in Udine ed in Civl~ dale trovammo clie molto si avvicina alia maniera procac- cinesca ; nel quale sentimento concorse eziandio un pittore cl)e alia non poca conoscenza dell'artelice accoppiava somnia perizia nel giudicare del merito de' quadri e degli autori. Consegulta a questi discorsi T elenco dei premiati in quella cospicua Accademia, il cui numero considerevole porge un non dubbio attestato del calore ond' e animata la gio- Ventii e della zelante operosita di que' professori e direc- tor i nei rispettivi loro ofEcj. F. Solenne distribuzione de preinj cd esposizionc dell anno lo35 neW Accademia provinciale delle Belle Aid in Ravenna. — Ravenna, i836 , prcsso i Roveri. Avendo negli anni addietro renduto conto dei vantnggi prodotti alia provincia di Ravenna dalla istituzione di quella Accademia e dalla operosita del corpo insegnante e de" co- spicui cittadini clie ne formano il consiglio , non sara di- scaro ai nostri lettori , se partecipiamo loro 1" esito degli annnali concorsi. Dall'esame del processo verbale delTadu- nanza tenutasi per giudicare i lavori degli alunni e le opere degli artefici che concorsero ai premj annual! del i835 potra ciascitno dednrre il progre'-so che va sempre piu diffondendosi cosi nella classe di coloro i qnali applicansi espressamente al disegno, come in quella de" maiuifattnrieri. In quanto a noi, il numero maggiore de' concorrenti, la 1()0 ETBLIOCRAFIA. jnaggiore importanza dei soggetti presi a trattare , e fa pre- ziosith delle produzioni ci confermano in tale opinione. Non iiitendiamo pei'cio di qui enumerare ad nno ad uno i saggi clie furono assoggettati alle prove di confronto e di onore , giacclie ci sembra che le segnenti notizie in coii]ples5o possano soddisfare bastevolmente a chi tiene in pregio P incremento delle buone arti. La fignra in dr- segno ed in plastica , 1' arcbitettura e la parte decorativa condotta con isqnisitezza di esecnzione tanto monocroma- ticamente, quanto a colori ^ il disegno di maccliine idrau- liche e di manifiitture in legno , in ferro , in acciajo van- tarono non pocbi studiosi , come non pocbi presentaronsi concorrenti in lavori da intarsiatore in legno , da eba- nista, da fabbro e da falibricatore di strmnenti musicali. Non vuole tacersi poi die alia bella scelta delle forme e delle parti ornamentali di queste produzioni molto abbia contrilouito il buon gusto introdottovi dall' esimio profes- sore Ignazio Sarti colle sue invenzioni. A queste ed a' suoi dettati andarono singolarmente debitricr le leggladre prove esiliite dai dlsegnatori ebanisti e dai disegnatori dell' arte del fabbro , i cui soggetti per risguardo ai primi furono = gli stalli di un coro semicircolare di una chiesa catte- drale ; e pei second! =: il disegno geometrico della eleva- zione longltudinale e lo spaccato trasversale del ponte di ferro detto delle Arti in Parigi ( opera dei signori Dillon e Desessart). Ad afForzare poi la nostra asserzione intorno al fervore di studio ed emulazione destatisi tra gli artisti e i dilettanti di quella provincia si aggiunge I'elenco delle principali opere in ogni ramo e genere di esecuzione espo- ste oltre le premiate , il quale apparisce piii numeroso del solito , ed a cui rimandiamo coloro clie bramassero piu circostanziate notizie. II processo verbale di che abbiamo favellato e preceduto da una prefazione del conte Alessandro Cappi segi-etario , cbe prese con essa ad encomiare il defunto cav. Federico Kasponi, gia vicepresidente di quello stabilimento. A tale elogio aveva questi ben diritto , percbe oltre di essersi distinto in varie magistrature e singolarmente nella qualita di delegate della provincia, si era reso benemerito degli studj e delle arti coll' avere con niolta eflicacia cooperato al buon andamento di quel collegio , alia erezione delPAc- cademia ed a! conseguimento degli opportuni assegni. BIBLICCRAFIA. jf)! Air enunciate elogio consegnita iin cliscorso dl monsignor Pellegrino Fai'ini consigliere, intorno le ragioid dell' inven— tare della pittura vcdute nelln poesia. Con questo Pesimia oratore cliinostra la simiglianza del rapporti ch' eslstono tanto nella pittura , quanto nella poesia per la parte die risguarda I'invenzione. Si nelF una die nell" altra egli di- ce , inventare non e inimaginare cose die noa si videro mai. Tntte quelle clie 1' nonio immagina nell' estro , nel- 1' ebbrezza , nel segno, nel delirio, o sono sembianze di opere intere della natnra o raccozzamenti di parti di essa. Da cio precede rimiiazione e da qnesta il diletto die noi proviamo allorcfuando essa piii si avvicina al sue tipo. Il diletto poi tanto piii si accresce , quanto piii riscontriamo die r opera die ne risulta e cempesta delle parti migliori, le quali non sogliono trovarsi unite in un solo individnoi ma sparse pero sussistono. Si cerchino dunque queste perfette parti negl' individui della natura , nelle opere di celero die le seppero discernere e in buene compesizieni ridnrre. E qui avverte I'egregio autore die dicendo indi- viduo e specie non intende delle sole persone ; ma eziandio dei casi, delle azioni, dei pensieri , degli affetti e dei modi con cui si manifestano. — Tutte queste cose banno i lero particolari, i quali sotto ai lore universali , come gl' indi- vidui sette alia specie si riducono. Quando la steria rac- centa la battaglia di Cestantine centre Massenzio, la morte del conte Ugolino , i particolari che ne da, sono tra i veri die se n' ebbere ; il pittore e il poeta pero, tenendo la verita della steria quanto ai particolari pin principaii del fatto , del luogo, dei costumi, ceixa negli universali i casi, gl' intrecciameuti , i ragionamenti piii veresimili, piu iDelli, e con essi finge i suoi cemponimenti i quali riescone assai pill diletteveii che non sarebbe se fessere stati cendetti in tutte le parti colle strette simiglianze del vere. Cesi fece Dante nel canto trentesimo terze del sue Inferno, cesi Rafl'aello nella sua battaglia di Cestantine ; e i versi del- I'une e il dipinto dell' altre per le imitazioni del verisi- inile migliore danne a chi legge e vede un diletto , che molte avanza quelle che le lero opere avrebbero ferse date , se dal vero non si fossero saputi discostare. Prescgne poi 1' autore, sempre coUa scerta di esempi tratti dalla Divina Couimedia del sovrane imitatore della natura , a considerare nelle cose que' rispetti coUa natura 192 BIBLIOGRAFIA, nostra , 1 quail destando in noi o direttamente o dl rlper- cossa r amore di noi, sono per le art! uii bello , col quale a gran diletto ne commovono. Indi aggiunge un' altra os- servazione da lai stimata non meno necessaria delle gia dette ed e =: che tanto il poeta, quanto il pittore nelle per- sone die rappresenta , rappresenta piu se stesso die altri. Bisogna dunque, egU dice, che esso nella sua immagina- zione si ponga nel luogo di coloro die vuole ritrarre , e che in se avvivi i piii bei pensierl , i piii begll afFetti che in coloro si dovrebbero commovere e che coi inezzi del- I'arte nelle figure li faccia vedere. Se i pensieri, gli afFetti e i modi di significare, del quali avra arricchita la mente studiando e considerando gli avra fatti suoi , se di essi avra fatto succo e sangue , certamente fara belle inven- zioni , diversamente no. Ma noi desistiamo dal seguire piu oltre 1' autore, giac- che ci sembra che il sunto che per noi si e da to e qual- che brano sieno sufilcienti per chiarire 1' importanza del- I'argomento, per dare un' idea del modo con che fa con- dotto , e per iiivogliare i giovani inizlati alle artl onde si procurino la lettura di questo discorso sparso di ottimi pre- cetti e condito di molta erudizione Oltre a quanto aljljiamo iinora indicato intorno di questl atti , non dispiacera agli anianti delle arti il leggere 1' in- ■ seritovi rapporto di una deputazione accadeniica tendente a far conoscere il pregio e lo state attuale degU afFreschi di Guido , del Gessi e del Sementi , scolari del primo, nel duojno di Ravenna ; come pure andra loro a grado il sa- pere ch' e stata data esecuzione a quanto fu proposto per ripararii , illuminarli maggiormente e guarentirli da ulte- riore deterioramento. Vi troveranuo poi anche diverse al- tre notizie concernenti la nomina del successore al vice- presidente , di cui il segretario , come gia accennaramo, ha tessuto le lodi ; le nomine di altri accademici di merito ; un nuovo dono fatto da monsignor Canova vescovo di Mindo, un ristauro di una pala a olio del Cottignola ordinato da monsignor arcivescovo, e finalmente i progrnmmi per i con- corsi ai premj triennali ed annuali del i836. /. F. BIBLIOGRAFIA. 198 Campione dl antica bilibra romana in piombo , con- servato nel museo Kircheriano con greca iscrizione , illustrata dal P. Giampietro Secchi della Compa- gnia di Qesii , profcssore dl filologia grcca nel Col- legia Tomano. — Roma, i835, in 4.°, di pag. 35, con tav. litogr. Con questa dissertazione il ch. P. Secchi Intraprende le Illnstrazioni degli antichi monumenti ineditl del celebre mu- seo Kircheriano, che " quantunque le opere del Bonanni , del Contucci, del Lupi, delF Oderici , del MafFei, del jMa- rini , del Lanzi e di altri ne mandassero a luce , chi di proposito , chi di passaggio la maggior parte, e le note vicende a cui soggiacque ne facessero sparire taluni, mol- tissimi ve ne hanno i qnali , o perche fuori di serie ua tempo , o perche posteriori di acquisto , non furono illu- strati giammai. » E certamente la raolta dottrina storica e filologica , il sano giudizio critico , e 1' amore agli studj ar- cheologici onde con questo prirao sagglo si mostra fornito il ch. prof. P. Secchi , lo rendono abbondevolmente ba— stante aH'ardua impresa ; e solleticano vieppiii il desiderio nostro di vederla seguita dalle illnstrazioni degli altri ine- diti monumenti di non poca importanza che si conservano in quella grande raccolta , alcuni de' quali vengono oppor- tunamente citati in questa dissertazione medesima. Questo antico pioml^o di forma cubica , pesante poco meno di due libbre romane , sebbene in parte corroso e schiacciato , porta su due lati opposti ed in caratteri guasti ed a fatica leggibili la seguente epigrafe : ETOTE • AI ArOPANO TnATETON MOXrsTOE TOE • lyKAA MEISEEOE TIOT EEOT ct;EKPHET HPOT ITA sAIAEITPON AlKON per la c{uale si rende di non poca importanza alia paleo- grafia e filologia greca , e molto piii alia storia romana in uno de' snoi piii oscuri periodi. Perocche vi hanno alcune particolarita di caratteri che sono proprie soltanto deU'eta cui appartiene il monumento, e che servono di grande ajuto per determinarla ; tali sono il sigma in figura detta 194 BTBLIOGRVFIA. quadrata E , e il cllttongo OT simile al minuscolo k; sen^a far parola dell' O minora delle altre lettere , e dell'E, it cut nso trovasl esteso ad un periodo assai maggiore. Eil in quanto al carattere E ; ne' piu antichi nionnmenti tro- vasi avere il valore del diganima ;, in appresso si vede adoperato in Inogo del K, onde non ricevette il valore del 2 , die dopo aver ces^ato di rappresentare le altre due lettere ;, e percio il gran maestro nella dottrina niim- maria stanziava, che il sigma quadrato, del pari clie I'Dmega in forma minuscula fosse olnhim in minimis inferioris ce^'i us([ite ad Valeriani lempora, nel quale tratto e compresa la data del nostro monnmento, siccome appresso diremo. Nella stessa gnisa il nesso a e noto a' numismatici clie scorgesi per la prima volta sulle medaglie di Settimio Severo, onde' nelP uso gli si puo assegnare la stessa eta. Nella prima liiiea si vede notato 1' anno XIV (frci? Al) preposto al nome del console; ed a ragione si crede in- dicare I'anno del regno di qualclie imperadore , clie in grazia de' criterj paleografici or ora accennati, e inolto piu dal nome del console stesso non pub essere che Alessan- dro Severo. E questo fii appnnto I'ultimo anno del suo impero , intorno al quale tante dispute si svegliarono nello scorso secolo, in proposito delia famosa cattedra marmorea di S. Ippolito , le qufili vengono nuovamente discusse dal dottissimo autore colla produzione di antiche epigrafi ve- nule piu recentemente alia luce. L'acquisto maggiore clie da questo piombo letterato ri- trae la storia, e di cui facciamo le sincere nostre congra- tulazioni al benemerito illustratore , egli e il nome e pre- nonie del console ordinario deU'anno varroniaao 988, del- r era volgare 235, coUega di Qninziano; di amendue i quali fino da pochi anni non si erano conoscinti clie i nudi cognomi; ma die per gli studj del cliiariss. Borghesi erasi giunii a conoscere quelli del secondo in Tiberio Claudio ; onde rimanevano vieppiu disperati quelli del primo , die taluni sopra semplici congetture aveano supplito in L. Ca- tilio, altri in Cneo Pinario ; ed altri piii sinceramente af- fermavano non potersi sapere. Ora in grazia di questo incontrastabile antico monumento si rende manifesto essere Tito Giulio Clazio Severo. Delia gente Giulia si sa quanto da Roma si fosse estesa nelT Asia e specialmente nella Siria, e come da lei sortissero gli Augusti Bassiano ed BIBLTOCRAriA. Iq5 Alossamlvo : dolla Clazia pei'b rarisslme sono le memoiie co- nieclie originaria della Siria. Se non che molto fondatamente sospetta r autore che Clatius e non Catilhts debba leggersL quel Catilio Severe parente dl Alessandro, e uonio dottis- sinio secondo che narra Lampridio. La qual parentela gli derivava da Glulia Maminea madre dell' imperadore e figlia di Giulia Mesa sorella di Ginlia Domna moglie dell' impe- radore Seltiniio Severe ; sicche il CatiUus del testo di Lam- pridio non sareb!)e che una delle solite storpiature de' nomi fatte da'menanti, da doversi correggere col nome del con- sole or ora indicate. L'altra faccia del monumento presenta il nome di Me- ncsteo Cresto Agoronomo; della quale magistratura furono varie le incumbenze ne' luoghi diversi , siccome si ha dngli scrittori e dalle lapidi , e sostanzialmente esercitava nelle cltta e nelle provincie le funzionl degli Edili di Roma. Pero il nominate in questo pubblico campione si vuole non fosse gia un funzionario provlnciale, ma piuttosto uno de' quat- tordici curatori eletti dall' imperadore Alessandro fra' con- solari per giudicare Insicme col prefetto urbano gli affari civiii , e de'quali fa menzione II citato biografo. Percio questo Menesseo Cresto sarebbe state nome di alto afFare nella capitale dell' inipero , ancorche porti nomi all'intittto greci , cosa non insolita nel tempo che discorriamo. Anzi il nostro autore spingerebbe la congettura a credere fosse quel Cresto medesimo , che in compagnia di Flaviano fa ucciso per le brighe del gravissimo Ulpiano, giusta il rac- conto del compilatore di Dione e di Zonara. Finalmente sospetta che fosse le stesso snocero dell' imp. Gordiano Pio , da Capitolino nominate Misitee , che per la ragione detta disopra debba correggersi in Menesteo. Le parole irxXtKOv SiXsit;:ov indicant! questo plombo es- sere un pubblico campione del legittimo peso di due libbre italiche ossia romane , trovansi divise e quasi confuse nelle due facce , sicche imbarazzano il sense dell' epigrafe , e saranno state certamente di non poco ostacole alia retta sua lezione non che all' interpretazione : non pub dubitarsi pero doversi congiungere insieme e formare un sense se- parate del rimanente. II logoramente poi cagionato dalla vetusta e dalla moUezza della materia impediscone che questo antico campione formi una nueva preva materiale del peso reale dell' antica libbra romana ; sii di che non inaiicano piii sicuri argomenti. 196 BIBLTOGRAFIA. L' interpretazlone latina del testo greco tieircplgrafe clie abbiamo posto a principio di questo brevissimo sunto della dotta ed interessante dissertazione , e la segnente : Jnno XIV- Aedili Tito Julio Clado Menestheo Severn Consule. Chresto Jtalica Bilibra. P. V. A. DelT istitiizione delle zecche girl possedute dai mar- cliesi di Saluzzo in Piemonte. Ragionamento di Qiidio Cordcro dc Conti di S. QuiNTiNo. — Lucca, i836, tipografia Bertini , di pag. 76 , ifi 8." Fra i raoiti lavori archeologici , onde si e meritata bella fama tra i cultori di questi studj in Italia il conte di S. Quintino , semljra in oggi essersi specialmente rivolto alia numismatica del medio evo , avendo gia alcuni anni pubblicata in Pisa un' opera importante intorno alle mo- nete degli anticlii marchesi della Toscana, ed ultlmaniente in Napoli una non meno dotta dissertazione intorno alle itionete dei Longobardi; oltre di die altre ne fa sperare suUe zecche di Piemonte, e specialmente sulla serle im- portantissima delle monete di Pavia. II ragionamento che annunciamo ^ avvegnache di un interesse men generale, ofFre pero al ch. autore occasione di mostrare la profon- dita di sue cognizioni e il sottile criterio nelle materie diplo- maticlie e genealogiche , unite ad un forte amore del vero, ed independenza da ogni blandlmento e cortigianeria, mo- tivi principali per lo piii di consimlli lavori. I marchesi di Saluzzo fnrono assai potenti in Piemonte sino dal X secolo , ma non ebbero , o almeno non eser- citarono la regalia della zecca che verso la fine del XV sotto il marchese Lodovico II, e non duro che sino al 1548 allorche colla morte del marchese Gabriele cesso non meno la zecca che V esistenza politica di quel gran feudo. Nel qual periodo di 64 anni circa si hanno non poche monete d' oro e d' argento , con alcune assai pregevoli per mole e per bellezza di lavoro, onde si tengono nelle raccolte in conto di raedaglie storiche. Perocche in allora 1' opera del conio era esercitata da artisti degni del miglior secolo delle arti italiane. " E sarebbe pur ottimo provvedimento , BIBLIOCRAFIA. li^J se anche a'd\ nostri sulle monete almeno di maggior mole, in vece di qnegli stemmi gia le mille volte leplicati e per lo pill resi siiperflui , e dalla figura dell' autore delle monete medesime e dalle circostanti iscrizioni , si traraan- dassero alia posterita coa opportune rappresentazioni , od allegoric , le memorie dei fatti piu gloriosi ed importanti di ciasciina eta ad onore de' viventi , ad esempio e stimolo per le future generazioni, ad incremento finalmente e con- forto delle buone artl. Cosi adoperarono nei loro niigliori tempi tanto i Greci come i Romani antichi ; percio le loro monete sono ora per noi un tesoro prezioso di storia , di mitologia, di geografia ; col loro sussidio per lo spazlo di venti e pin secoli noi ora possiamo tenere dietro passo passo, nelle loro varie vlcende , alle arti dei disegno e deir intaglio presso le piix illustri nazioni. " Questa pratica si commendevole dopo mille anni di lan- guore e di barjjarie , avea cominciato a ridestarsi in Italia piu die altrove sul finire del secolo XV. Quindi quella serie ben nuraerosa di ritratti illustri , di memorie pre- ziose, con si bel garbo ed in tanti modi consegnati al metallo^ quindi quegl' intagli stupendi , que' con j si ben condotti, si ricchi d'immagini e di pensieri , ciie onorano ancora i secoli di Buonaroti , del Cellini, di Ralfaello. Ma il cattivo gusto clie invalse per tutto dopo il regno di Fi- lippo II venne a guastare ogni cosa f, percio noi vediamo ora la maggior parte de' tipi quasi uniforini , sempre coUe stesse croci , cogli stessi vanissimi stemmi per la ceutesima volta inquartati ; quindi inutili quasi sempre ad ogni ma- niera di scienza. >> Partecipiamo di buon grado al voto del sig. di S. Quin- tino, e sentiamo con piacere che il magnanimo Lodovico Re di Baviera , non meno die il sapientissimo pontefice Gregorio XVI abbiano gia da qualche anno cominciato a porlo in elFetto. I signori Muletti nella loro voluminosa opera col titolo di Memorie storiche e diplomadche del marchesato di Saluzzo, delle quali si e parlato in questo Giornale (t. yS.", p. io3), vollero far precedere di pochi anni la zecca medesima , a motivo d' una piccola moneta col nome di Lodovico ia caratteri semigotici , percio attribuita al primo ; nientre tutte le altre cbe certaraente spettano al figlio , si veggono serine in caratteri di forma antica roraana. Ad escludere lf)0 BIBLIOGRA.FIA. la tjuale op'mlone il sig. di S. Quiatiiio riferisce non pochi jnonuinenti , non die sole monete della stessa eta battute in paesi circonvicinl, ed una persino di Gabriele viltimo de' marches! di Saluzzo, nelle quali si vede continuare I'uso de' caratterl barbarici promiscuamente co'romani sino oltre la meia del XVI secolo. " E benche nelle piii coke provincie d' Italia, abljandonate le stranezze del medio evo, assai piu presto si sia fatto ritorno nella pratica delle artl alia severa regolarita degli anticlii , furono pero necessarj uioltl e molti lustri onde sbandire intieramente anche fra noi (in Piemoote) il gusto per le cose gotiche o moresclie che si vogliano dire; gusto verso il quale pur troppo , e per sazieta e per noja dell'ottimo, pare che volgasi ora nuovamente la nostra generazione. " Molto meno puo crescer fede alia sentenza de' signori ]\Iuletti per rlguardo ad una zecca anterlore al marchese Lodovico 11 la testimonlanza di alcune carte per essi pro- dotte, parlandosi in esse di monete che avean corso bensi nel marchesato di Saluzzo, ma non assicurano essere state cjuivi battute e che ne portassero le impronte ed il nome. II diploma poi che si reca dell' imperatore Federico II colla data del I2c6 a favore di Manfredo II gia piu volte pub- blicato, in cni fra molti altri privilegi si concede codesto diritto i avvegnache se ne conservino due antiche copie o transunti nel regio arcliivio di Torino, autenticati un secolo appresso da tre notaj , pure il nostro autore con argomenti desuntl da caratteri diplomatic! intrinseci , che ci sono sembrati della maggior evidenza , noa duljita di giudicarlo apocrifo: ed aver anche ritrovata I'occasioae ed il vero motivo , onde nel i3o6, per opera del marchese Manfredo IV, fosse stata fabbricata quella impostura. Di maggiore importanza riesce la discussione , se i prin- cipi di Saluzzo potessero aver derivata cotesta prerogativa del marchese Aleramo cognato di re Lottario , il quale amplissimi privilegi ottenue dall' imperatore Ottone I con un diploma assai celebre del 967 , che originale ed in- tegerrimo si conserva nel prefato reale arcliivio. Se noa die in esso non si fa menzione di cotale regalia , ne al- cuna moneta si e giammai trovata col nome di Aleramo , onde poter comprovare il fatto se non 11 diritto. Okrechb rimarrebbe a provarsi come i Saluzzo traggan da quel- V antico inardiese la lor discendenza. La qual casa noa UIIJLIOGRAFIA. JiJCf ineno die di alcune altre principalisslme case tuttor sus- sisieiiti in Piemonte , percio denominate Aleraaiiche, si sono sforzati di niostrare alcuni scrittori animati piuttosto dal desiderlo di servire ad interessi ed all' ambizione pri- vata , died! ricercare la verita; onde non potranno giam- niai far paghi colore die nelle materie storidie in gene- rale, ed in queste particolarinente , non vengono illusi da ardite asserzioni , ma doniandano Tappoggio di sincroni ed autentici monumenti. I qnali atti ignoti finora a tantL scrittori e famiglie interessatissiaie a produrli per 1' intiero corso di quattro secoli , sono venuti alia luce da poco tempo in bnon numero, chiari ed opportunl piu del bi- sogno ; e quindi citati e pubblicati a larga niano da re- centi scrittori , e particolarmente dai siguori IMuletti nel- r opera sopra Indicata , dal ]\Ioriondo nei Monumenti ac- quensi, dal Grassi nelle Memorie storiche della chiesa di Mondovi, e da altri nelle Memorie deirAccademia reale delle scienze di Torino. " Tutte queste carte fnrono messe fuori quasi ad iin tempo da Gaspare Sclavo da Lezegno presso Ceva , lette- rato di non mediocre dottrina ed assai versato nella scienza dei diplomi . . . Ma foss' egli T ingannatore o T ingannato . . . volenilo pur far cosa grata probabilmente a piii d'una persona fra' suoi protettori ed amici, in mancanza di prove sufticienti , invento egli stesso od accetto da altri un buoa numero di quelle carte , stese a dir vero con molt' arte , e preparate tutte al medesimo intento. Lo Sclavo non pub- hVicb pero egli stesso quelle scritture, ma scritte tutte di sua mano, altre ne lascio fra' suoi manoscritti, altre ne comunicava , a mio ricordo ancora e a mia notizia , or a questo or a quello de' suoi amici ; al teologo Meyranesio ])rincipalmente, a DeUino Muletti , a Giambattista Moriondo, a Clemente Doglio , a Gioacliiuo Grassi e ad altri ancora, eh' erano chiari allora nello studio della storia patria ; dai quail furono poi nelle opere loro incautamente divulgate e fatte di pubblica ragione. Diceva loro lo Sclavo per lo piij, d'aver tratto que' tesori da varj archivj , soprattutto da quello di Aix nella Provenza , e di Albenga nella Li- guria. lo pero dopo che 1' autore dell' opera die ha per titolo Pedcmornium sacrum, il gia ricordato Meyranesio, ed altri ancora aveano gia visitati quegli archivj senza farne parola , avendone cio nou ostaate faita fare nuova 200 BIBL10GRA,FIA.. ricerca in Aix , ed avendoli ricercati io medesimo in Al- henga ed in Torino , non mi riusci di trovarne traccia in alcun luogo. Tanto e X'ero , come scriveva gia il ch. Giu- seppe Vernazza, che ai genealogist! non basta niai la ve- rita. >> Su' quali delicati argomenti il noblle autore entra corag- glosamente diniostrando la falsita ed irapostura della no- minata inoderna oflicina di carte spnrie ed apocrlfe , che nuovamente hanno deturpato il regno delle lettere , ed ira- posto ad uomini di merito distinto , i quali secondando i magnauimi impulsi del R. Governo di Piemonte dedicano i lore stud] all' illustrazione delle cose patrle. Pero non possono mettersi in dubbio le tnonete esistenti de'marchesi di Saluzzo, cominciando da Lodovico II, sic- come abbiam riferito ; laonde e forza di ammettere che avessero ottenuta qixella regalia da una suprema autoritaj non potendo neppur cader dubbio d' una usurpazione di simil fatta, in sul declinare del XV secolo, ed in un pic- colo principe in allora feudatario della Casa di Savoja , e die nello stesso tempo prestava omaggio e riceveva T in- vestitura dalla corona di Francia. Quindi si osserva , come nella venuta in Italia di Carlo VIII per T impresa di Na- poli, il detto Marchese gli presto grandi servigi , ond' e probabile , slccome osservava anche il Carli nell' opera sulle zecche d' Italia , che da quel sovrano ricevesse cotal diritto. — " E la probabilita di tal concessione si fara an- che maggiore se si pon mente che non poche monete del marchesi di Saluzzo , massimamente di Michel'Antonio e di Francesco ( dal i5o4. al iSSy) ed anche talvolta di Lo- dovico loro padre , portano o sulle estremita delle croci , od in altra guisa T impronta del giglio. Dimostrazione di dipendenza e di vassallaggio a que'di molto comune , della quale abbiamo non pochi esempi in quelle stesse comrade, sulle monete battute prima e dopo d' allora dagli Astigiani, dai Genovesi ed anche dai marchesi di Ceva , allorche do- vettero subire la signoria or degli Angioini , or dei Vi- sconti, or di questo or di queiraltro dei monarch! francesi. v P. V. A. BIBLIOGRA.FIA. 201 Storie del 3Iunicipj italiam illustrate con documentl inedid , notizie bibliografiche e di belle arti da Carlo Morblo. — Milaiio , 1 836 , coi torch] dl Omobono Maniiii. Vol. i.°, in. 8, di pag. i33. Opera certamente di somma utilita alia storia d' Italia sareljbe T illustrare Torigine e le vicende de'suoi Municipj, i cjiiali tanta parte si fiirono della sua vita sociale nel lungo e tenipestoso perlodo del medio cvo. Questa, cougiunta al fiuicoso e lodevolissiino lavoro del conte Pompeo Litta intonio alle ilkistrl famlglie italiane, ci potrehbe sommiai- strare una completa cognizione deile due forme politiche pill importanti , die in Italia si svilupparono e si alterna- rouo governando tutti i destiiil della ' nazlone , il regime comuiiale ed il prlncipesco , e ci ammaestrerebbe aiicora , come r lino dall' altro soventi volte sia germogliato. Gia al- cua de' nostri e noii pochi degli stranieri , o con apposite scritture, sicconie il Pagnoncelli ed il Leo, o per ragione della materia clie ad altro proposito trattavano, slccome il ISIuratori nelle sue Dissertazioni , il Savigiiy nelhi sua sto- ria del Diritto Romano nel medio evo, banno toccata la parte generale risguardante 1' origiue e la piii comune costituzione de' Municipj , ma niuno lia tenuto dietro al nascimeato ed ai progressi di ciascuno de' medesimi , niuno ne ha date filosofiche storie municipali. Tiitte le storie delle citta ita- liane, se facciasi eccezione di poclie, non in altro consi- stono clie nella raccolta delle piii antiche e popolari tra- dizioni sulla fondazione delle medesime, nella narrazione di que' fatti della Romaaa storia che accaddero durante il tempo, in cui furono le medesime sottoposte alia signoria della repubblica o delPimpero, e delle piii memoraljiii vi- cende cb' elibero luogo dopo 1' invasiosie e lo stabilimento de' popoli settentrionali. Ma di que' primi rudimenti dei Comiini , delle cause onde sorsero e crebbero poi a ma- ravigliosa potenza , de' diversi ordini de'quali si compose 11 loro governo , degli elementi da ci\i risulto, quanta parte v'avesscro le Romane instituzioni, quanta le barbariche , sono le notizie poche ed inesatte. Pero fu d'uopo a colore che si acciusero a fare profonde indagini in tale argomento, per cavarne generali cousiderazioni e per istabilire alcun saldo principio , andare con somma diligenza in cerca di uotizie e di testimonialize qua e la sparse ed oscure. Laonde Bihl. Ital. T. LXXXIV. 14 202 niBLIOGRAFlA. non sempre si trovarono concord! ne' risultaiuentl cle' lopo studj, coine appare a chiunque voglia fra gli altri confroa- tare i sistemi del Savigny e del Leo. La narrazione sola delle cose operate da' Municipj italiani, clie si rinviene co- }>iosa in assai libri , e che fu con tanto splendore di locu- zione esposta dal Sismondi, non basta a darci un'adequata cognizioue degli stessi Municipj, della loro vera natura , della loro intinia potenza, della loro alta importanza in tutto quanto risgur.rda le vicissitndini delle italiclie genti. EgU e percio che abbiani sempre desiderata una compilazione di storie municipali fatta sull'esempio de' Saggi che ce ne diede Agostino Thierry nelle sue lettere, con abbondanza di materiali , acume di critica e filosofia d'indagini, d' os- servazioni e di deduzioni. Questa credemmo dover essere impresa plena bensi di diflicolra e di fatica, e da condursi a teriuine da pin uoniini dottissimi , non bastando forse ne la vita, ne la lena di un solo a tant' uopo ; ma nel medesimo tempo la sola che atta fosse a darci una vera storia italiana del medio evo. la vedere il libro che noi era annunciamo , ci sorse speranza che questo fosse ua primo tentativo di simil genere , e pero Tabbiamo accolto con lietissimo animo. E molto piii ci torno gradito mlran- dolo corredato di documenti inediti, i qnali tosto credeairao dovessero servire di fondamento o di prova ad alcuna no- vella verita istorica risguardante la vita civile de' IMunicipj nostri, e specialmente di que' due che in questo libro son toiti ad illustrare, come quelli die vanno coUocati tra i piu insigni. Ma cotesta aspettazione fu in gran parte delusa , perocche non v'abbiamo scorto alcun metodo di ordinata trattazione , non abbiamo veduto giusta i nostri desiderj I'autore affaticarsi a ricercare i principj piii remoti di queste due Comunita italiane, spiegarne i progress!, gl' in- crement!, gli ordini civil! e militari, narrarne le vicende in modo da renderci quasi present! a quell' esistenza agi- tata e tumultuosa che fu propria de' nostri Stat! repubbli- cani. Egl! invece favellando di Ferrara, di subito ci tras- porta a' tempi in cu! aveva signoria nella medesima Al- fonso I, e pigliata occasione di parlarne da alcun! vers! di Lodovico Ariostc, fa de' cenni rapid! e senz' ordine intoruo a' piu celebr! letterati ed artist!, ! quali o ebl^ero per pa- tria Ferrara o in quella soggiornarono chiamati e favoriti dalla muuificenza de'diiclii, valeudosi a cio particolarmentq BIBMOCRAFIA. 203 di akuiie notizie tintte dalla vita di Benvenuto Cellini. Yi si rinvengoao ancora alcune parole circa i progressi die in Ferrara face la musica, circa i tornei e gli spetta- coli icatrali, e quindi, cio clie doveva premettersi, circa la tjualita del sito e dell' acre in cui sorge quella citta. Si conchiude per ultimo qucsf istoria (per usare il vocabolo delTautore) del Municipio ferrarese con alcnni cenni ed illustrazioni suirAhbazia di Pomposa. Questa parte del siio scriito e senza dubbio la piii degna di lode, perclie scende a particolarita curiose ed interessanti circa la fondazione , i privilegi e i piix celebri abbati di quella, e perclie ci da eziandio le iscrizioni die si trovano nella medesima, le quali meritano qualcbe considerazione. Pero noi non ista- remo qui ad avvertire gli errori che sono incorsl nello copie esibiteci in questo libro , poiche furono gia notati da altri. Allorcbe poi il signor Morbio si fa a parlare di Pavin, citta clie sorge tanto cospicua nella storia del medio evo jier le sue glorie e per le sue sventure , che fu uno de' pill sodi fondamentl del partito GhilDcllino in Lonibardin, clie dnio in una lunga lotta coUa vicina e potente Mi- lano, all' illiistrazione della quale avreljlie avuto copia di materiali, specialmeiite giovandosi de'vokimi pnbblicati dal gentiluoiiio Robolini , ben si discosta dalla via clie dee batiere clii vuol darci la storia d' un Municipio. Premesse poclie parole sul sito e su la popolazione di Pavia , as- serisce essere stati da lui scoperti i due arcliitetti che gittarouo il ponte snl Ticino, Giovanni da Ferrara e Ja- C0J30 da Gozzo (aientre, come si noto da altri, quella sco- perta era gia stata fatta ). Ci porge quindi brevissimi ccnni intorno alle principali chiese di quella citta, come San Michele, San Pietro in Ciel d'Oro, San Teodoro, Santa JMaria del Carmine, la Cattedrale , indicando que'dipinti e monumenti che gli son sembrati degni di maggior atten- zioue, tra' quali TArca di S. Agostino. Non sappiamo pero come I'autore afTermi essere parecclu dipiati in S. Michele ed in altre chiese pavesi , opere di Andreino d' Edesia , giacche non si puo nulla di certo asserire ne pure circa 1' esistenza di questo pittore. Spende poscia alcune parole intorno alle principali torrl, per cngion delle quali era gia tanto celeljre Pavia, siccome quelle de' inarchesi del Majno e Belcrcdi; nelF additare il sito ove sorgeva la torre detia 204 BIBLIOGRAFIA. di Boez-io, e nel lamentare 1' atterraiiiento della torre chia- mata per la sua sti-avagaate conformazione del pizzo in giu. Indl precede a favellare del Castello, e dopo aver brevemente toccata T epoca della sua costruzione, la sua forma , le raccolte d' armi e di libri di cui andava adorno, i danni ch' eLbe a provare dal Lautiek, e dalla negligenza nel farvi gli opportuiii ristauri , aggiunge qualche parola su certi fregi di terra cotta che si veggono tuttavia ia al- cune facciate di case pavesi , su la raccolta di quadri che possedeva il ch. professore Scarpa, su la collezione di codici del professore Aldini , su la raccolta delle stampe che si ve- dea nello studio del soramo incisore Garavaglia in tempo che dimorava ancora in Pavia, sulla statua detta volgar- nieute il Muto dell' accia ( non deU'azza) al collo, su un bassorilievo rappresentante una coloinba coUa strana leg- genda hie est nidus nidorum voe i>ce vcb debellantibus eum , sulla porta S. Giovanni, ch' ei dice celebre pel fatto raccon- tato da Paolo Diacono , del cavallo caduto sotto Alboino allorche vi entrava dopo avervi tenuto Tassedio per tre anni, e su la statua ecjuestre di bronzo che sorgeva nella piazza piccola , chiamata comunemente da' Pavesi il Eegisole , la quale I'autore crede rappresentasse M. Aurelio o L. Vero. Noi, seuza entrare in discussione circa quest' ultimo soggetto , che forse e disperata iiiipresa il ridnrre a certezza istorica, faremo notare uii' espressione inesatta dell' autore che po- irebbe farlo creder caduto in gravissimo abbaglio. Ecco le sue parole : <• Pare che veuisse trasportata in Pavia du- rante la dominazione dei Longobardi , e che in origine adornasse il grandioso palagio erettovi dal re Teodorico. >> II signor Morbio non poteva ignorare, che Teodorico fon- datore della dominazione gotica precedette i Longobardi , che alia signoria gotica successe la riconquista d'ltalia e il breve dominio de' Greci, e clie I'invasione de' Longo- bardi si fece appunto durante un tal dominio : sicche do- vette voler dire, essere stato il nionumento di cui si ragiona trasportato in Pavia da' Longobardi, e da loro coUocato in fjuel palazzo, che fu gia molto tempo innanzi edificato dal prime re degli Ostrogoti , e che probabilmente fu eletto a soggiorno de' re Longobardi. Pero a trarne questo ragio- nevole significato, bisogna far forza alle proprie parole deir autore. E rispetto alia porta S. Giovanni, era da av- veitire die non vuolsi intendere la presente, comunemente BIBLIOCRAFIA. 2c5 detta d! S. Ginstina , ma qpella die a foggla cf nn pesante arco sorgeva nell' interno della citta , e che fu da alcnni anni demolita. Prosiegue T aiitore somministrando alcnne brevi notizie su le due basiliche di S. Giovanni in Borgo e di S. Maria alle pertiche, le qnali fiirono volte ad nso profano poi anche atterrate, quindi si allarga alqnanto piu nel par- lare dell' Universita, de" due coUegi Borromeo e Ghislieri, e degP instituti pii che o gia furono, o tuttavia sono esistenti. Notiamo pero che accennando 1' ospedale di S. Matteo fe trascorso in un errore di cifre, asserendo ch'e capace di 400 letti e che ricovera ogni anno circa 3 20 malati. Qiianto troviamo lodevole e degno d' un italiano T incitamento ch' egli da a promovere lo studio delle storie municipali , altrettnnto ci sembra irrngionevole il disprezzo che mostra per gll studj storici delT antichita , e fuor d' ogni proposito citata quella sentenza, ccrtaniente non degna d' uom saggio! clii ci liberera da' Greci e da' Roman! ? II giusto amore che si deve portare alle storie patrie, non ha niai a dege- nerare in discredito e biasimo della storia antica, che tanta parte abbraccia delle piu memorabili vicende del genere umano , che pur contlene tanto tesoro di sapienza e virtu, e che a dir vero non fu per anco abbastanza tilosofica- mente illustrata. Questo dispregiare i tempi antichi, ed in ispecie i Greci ed i Romani, pare che sia a' di nostri ve- nuto in moda , quasi volessinio vendicarci de' nostri mag- giori che tma profonda venerazione ed un indefesso studio ponevano ne' medesimi. Ma cio ch' e grande e glorioso sara senipre tale , sia antico o moderno ; e per verita niuno vorra negare che molta grandezza e nobilta abbia la na- tura umana spiegato ne' tempi clie si chiamano antichi, e sia stata operatrice di azioni generose , splendide, utilissime al civile consorzio. Al qual proposito ci parve uno strano paradosso 1' asserire che fece in un Giornale niio scrittore dotato pure di Imona dottrina e di squisito giudizio, es- sere stata peggiore la condizione dell' Attica a' tempi di Milziade e d'Aristide che sotto il dominio Ottomano. E questo uno sconvolgere tutte le idee di prosperita sociale, ed un contraddire a tutte le testimonianze storiche , per la pazza voglia d' ofFu scare quelle glorie che sempre ri- splendettero e risplcnderanno a nostro avviso finche vi siano uomini ai quali non possa venire a noja la narra- zione delle grandi e virtuose opere, della sapienza civile e 2o6 BIBLIOGRAFIA. inilitare, delle eccellenti produzioni delle art! e di tntto c'lb clie piu raanifesta la potenza e T intelligenza deir uomo , sehbene si riferisca a' tempi da noi molto discosti. Che nella costituzione delle societa antiche vl fossero mold e radicali vizj , noi siamo pronti a confessarlo , ma il preten- dere die uno State, il quale fu de' piii civlli e fiorenti della Grecia, deliba cedere il vanto ad un govcrno per essenza oppressive e distruggitore, cio e di cui iien posslame re- stare ia alcuna guisa capaci. Basta leggere le relazioai dei piu illuminati viaggiatori moderai, e di quelli eziandie clie per le lore opinioni letterarie non sone certamente entu- siasti per 1' antichita , siccome il Chateaubriand nel sue Itinerario di Palestlna , per formarsi un' idea della deso- lazione , della miseria , delT abbrutimento e dell' orrenda oppressione che si riscontrava nella Grecia, innan/i clie vi si destasse centre 1' Ottemana Signeria quella memoranda sollevazione che cesto tanti dolori e tante sangue , e che nen di mene si tenne pel massime de' beneiicj, ralFrontata eel prime durissime e bestiale reggimente. Del reste la profonda cegnizione della societa antica sara sempre indi- spensabile a meglio spiegare e rischiarare la storia della moderna ^ la quale, se alcuni nuovi e poteatissimi element! v'intervennere, ritenne pero ancora buona parte degli an- tichi. E molto piu quelle studio e necessarie, se si tratta d'illustrare 1 Comuni die le lore radici con somma pro- babilita nascondono uegli erdiuamenti munlcipali deli' Im- pere Romano. Egli e percio che mentre da alcuni troppo leggermente si da mala voce agli studj dell' antichita , e specialmente a que' della Storia Greca e R.omana , altri di pill sane giudicio e di piu profondo sapere si vanuo tut- tavia faticando con erudite ricerche iiitorne a' niedesimi , come lo dimestrane fra molti altii i libri del Niebhur, dello Sclilosser , del Michelet, dell' Heeren , del Creuzer, del Quinet e di Amedee Thierry. Ma per ternare al nostro seggetto , diciame che 1' au- tore dair Universita , da' Collegl e dagl'Istituti di benefi- cenza volgesi a far qualche ceono delle chiese suburbane di S. Salvatore , S. Lanfranco e S. Teresa , attribuendo pero alle due prime maggior merito di dipinti e di sculture che Veramente non abbiano ; indi toccata la fabbrica di qnei sostegni . del canal navigabile tra Milane e Pavia, che a questa citta sono piu prossimi , ed accennato il disadorao BIBLIOCnAFTV. 207 cittiltcro che sorge fuor della porta Orlentale, plglia da cio occasione per esprimere nn suo voto veramonte filanti-o- pico e sacro , che s'abbiano cioe ad introdnrre anche in Italia gli asili mortuarj stal)iliti specialinente in molte parti di Germania. Avremnio peio desiderate che le sue parole fossero piu gravi e adatte all'argomento, ne sappiamo escnsare, come troppo satirico e plebeo, questo sno modo di esprimersi : « e' si scinpano da' Municipj le migliaja di lire per allineare le case, per allargare di qnalche metro le vie, si spande sullo selciato de' pubblici passeggi colia piu scrnpolosa diligenza la piii minuta ghiaja aiiinche non si oftendano i pledini delle dame e de' vagheggini , si re- cidono con miraljiie precisione le chiome degli alberi, si scinpano forti somme in altre simili dilicature e non si pensa frattanto che con pochi quattrini si potrebbe salvare la vita a parecchi infelici , e che quel danaro essendo sa- cro patrimonio della nazione dovrebb' essere molto piu utilmente impiegato •;: perche vestire di cosi ignobile locu- zione pensieri certamente belli ed onorati ! Ed a questo proposito non dissiniuliamo che ci ha fatto sdegno il leg- gere di Francesco Petrarca parole che fanno onta all' alto sentire di quel sommo , e mirano a render ridicolo quel- Tamore si puro da cui fu la sua calda e gentile anima inspirata. n Un' avvenente lomljarda, cost 1' autore , lo ri- sarci dell'amore troppo platonico di madonna Laura, e re- selo padre d' una bimba che poi marito ad un Francesatolo di Brossano. » Oltre le accennate notizie trovasi pur fttta menzione del castello di Belgiojoso , della Certosa, per cui r autore usa questa frase : elln trovasi oggidi fresca e luc- cicante come una sposa ; e di Binasco. Si accinge poscia a dare alcuni cenni storici di Pavia , ed implega tre pagine a scorrerne le vicende dalla sua fondazione iino al tempo in cui comincio a reggersi a comune, ed in una mezza pagina si sbriga per cio che risguarda il periodo repub- blicano fino a che passo sotto il dominio de' Visconti, per dirci poi che dopo i Visconti vi signoreggiarono gli Sforza, che fu celebre la battaglia data nelle sue vicinanze T anno iSaS in cui fu fatto prigioniero Francesco I, e che pel trattato di Cambray, Pavia venne in potesta degli Spagnuoli. Questo saggio storico e anche tramezzato da una leggen- da del beato Giuliano da Faenza , che P autore credette potesse gituire qualche luce sii la storia pavese , e die 208 BIBLIOGR\FIA. certo si doveva in altro luogo collocare. Ci facclamo lecko di notare in questa parte del suo libro alcuni non tenui errori, qiiali soao i.° die gli Eriili e i Goti conquistassero Pavia nel 475, mentre ciascnno sa die prima gli Ernli ca- pitaiiati da Odoacre insieme ad altre genti barbariche, spenta quella larva d'lmpero occidentale che ancor durava, fon- darono una nuova dominazione T anno 476, la quale fu poi abbattuta dagli Ostrogoti condotti da Teodorico, die pu- gnarono percio non insieme , ma contro gli Ilruli e gli altri seguaci di Odoacre dalF anno 489 al 498 i quindi non potevano qneste due genti nemiche insiem con2;iuiite im- padronirsi nell' istesso anno di Pavia , nella quale fu per alcun tempo assediato il re de' Goti ; 2.° die Alboino con- dusse Gepidi , Bulgari e Longobardi, mentre fe certo clie andie altre genti , e speclalmente Sassoni , in numero di ao,ooo seguirono il re de' Longobardi nella conquista d' Ita- lia; 3.° die Rosmunda si vendico a misura cU carhone col- Tadulterio, e straziata dal rimorso dei due delitti si uc- cise : a clii non sono noti i particolari di questo tragico avvenimento ''. 4." Clie Carlo Magno venne con Desiderio a campale giornata, laddove a tutti e palese che i Longo- bardi soprafFatti da inopinato terrore abbandonarono il passo delle Chiuse, e si ritrassero parte con Desiderio nella forte Pavia, e parte con Adelchi in Verona; 5." che i Longo- bardi vissero per lungo tempo senza lingunggio e senza leggi scritte ; vera e quest' ultima parte, ma nulla di plu assurdo che 1' immaginare un popolo senza linguaggio, sia quanto si vuote rozzo ed informe ; 6.° che ai vinti era permesso di regolarsi anche secondo le leggi Romane ; ora non e piii lecito diibitare, speclalmente dopo le ricerche del Savigny, che non permesso ma prescritto era ai vinti 1' uso delle leggi Romane, reputanuosi prerogativa riserbata ai soli vincitori il far uso delle proprie leggi. A cotesto Saggio storico tiene dietro una langa relazione d' un ma- gnifico torneo bandito per la notte della domenica di car- nevale 8 febbrajo 1587, che a propriamente parlare non fu altro che una splendida mascherata. Vi sono in questo racconto alcune curiose particolarita che lo ponno rendere di qualche importanza per chi studii gli usi, il gusto e lo stato deir arti in queU'eta. Per ultimo leggonsi alcune parole tributate alia cara memorla dell'ottinio incisore Giovita Ga- ravaglia che I'autore vuol paragonare a Gaudenzio Ferrari. BIBLIOGRAFIA. 2O9 Ma quando pure potesse reggere il paragone In tutto il re- 9to, niuno potra. assentirgU che, come il Vasari fu ingiu- sto col Novarese pittore , tutti i Lombardi lo siano stati coir incisore Garavaglia. Clil non sa di quanta stiraa e di quauto amore era circondato in patria , che vivo desiderio lascio di se al dipartirseae , che dolore profondo si susclto nel cuore di tutti i buoni quando s* udi la triste novella della sua immatura niorte ? E perche egli fu da un prin- cipe italiano chianiato a sostenere la gloria d' una illustre scuola, si avranno a chiainare ingrati i Lombardi? Ed a sraentire vieppiii quest' accusa , sappia P autore cli'' e gia compiuto per le ofFerte generose de' Pavesi un monumento con isquisita arte condotto da Abondio Sangiorgio esti- niatore degno degli alti meriti del Garavaglia. Ed e in oltre falso che il solo dottor Defendente Saccbi celebrasse coi debiti encomj il valore dell' avtefice pavese , mentre in que- sto medesimo Giornale ( tomo 78.°, pag. 160) fu inserito un articolo necrologico in cui della persona e delle opera del Garavaglia si parla con ammirazione e con quella pie- nezza e caiore d' afi'etto die la perdita di un '^sifFatto uo- rao doveva necessariamente destare. La pubblicazione di 33 diplomi relativi alia citta di Fer- rara e di 4 relativi a Pavia e certaraente meritevole della comune riconoscenza ; perocche tutt* quanto si cava daglL archivj pubblici e privati die possa servire di materiale alia storia pntria e cosa preziosa, e generosi sono da reputarsi coloro che ne fanno dono alia letteraria repubblica, ma noi avremmo desiderate die si fosse usata maggior diligenza nella correzione , percioccbe quando i documenti sono tanto ingombri e contaniinati di niende, non sappiamo qual pro- fittevole lume .e sussidio possano apprestare. L'elenco degli scrittori di cose pavesi die occupa 1' ultime pagine del li- bro di cui ragioniamo, si mostra in apparenza molto ricco, ma cotesta ricchezza e in gran parte straniera al sog- getto , perocche vi si leggono i titoli di moltissimi scritti stampati in Pavia che non lianno pure la piu lontana affinita coUa storia di questo Municipio, siccome molte Orazioni d'argomento scientifico recitate nell' Universita Ticinese. Dalle cose fin qui minutamente notate si raccoglie die il libro del signor Morbio e ben lontano dal fomirci un esempio di storie de' Municipj italiani , ch' egli ha adunate DOtizie piu o meno interessanti , e spesso anche comuni aiO BIBLTOGRAFIA. e trlviali, clie non le ha tlisposte secondo un prostnhllit0 disegno di materia e di tempo , ne svolte con suiiiciente esattezza e chiarezza. Queste nostre parole clie potranno senibrare troppo aspre e severe non muovono da alcuna inonesta cagione, ma solo dal desiderio che T autore meglio si accorga della grandezza ed importanza del tema ch' ei s' e recato salle spalle , conosca il lungo e faticoso cam- mino che gli resta ancora a percorrere , ne si riposi in questo primo tentativo credendolo sufficiente , ma nel me- desimo tempo non disperi di miglior riuscita, quando vo- glia confortarsi di profondi, continuati ed ordinati studj ; perocche allora soltanto potra vincer si ardua ed onorata prova Con V animo che vince ogni battagUa. Monumenti e fatti politlci e religiosi del borgo di Can- turio e sua pieve, raccolti ed illustrati da Carlo An- NONI proposto-parroco nel borgo siesso, e dedicate a monsignor Carlo Romano lescovo di Coma. — • 3Tilano , io35, tipografia del dottor Giulio Ferrario. Un vol. in 4.° di pag. 483, con atlante, al prezzo di oust. lir. So. L' erudito autore nella sua prefazione comincia dal ri- spondere a coloro che avrebbero (cora'egli dice) voluto impedire il compimento delle sue fatiche , e privare cosi la storia e le h'ttere di nuove e sconosciute notizie e veritci , imraagi- nandosi che non meritasse una storia Canturio sconosciuto , negletto ed imboschito paese , appena fra le carte notato. E dice potersi trovare anche in una semplice capanna nasco- sta nella solitudine de' boschi , ignota alia superbia delle metropoli, non ricor data da libra alcuno , tesori si famosi ed illustri ( forse doveva dirsi si degni di fama e d' illustra- zione ) da render eterno il suo nome ed equipararlo anco a quello delle piii celebri cittd : uomini dottissimi e sapientis- simi esser nati in terre oscure ; le quali ebbero anch' esse i loro esempi di private e pubbliche virtu massimamente in Italia 5 dove ogni paese si resse un tempo con leggi sue proprie. Oltre di che poi Canturio nei secoli piu lempe- stosi accolse con sentimenti di patria carita la nobilta mi- lanese obbligata a spatriare dalle cittadine discordie. " E BIBLIOCRAFIA. 211 parlando ileiritalla (prosegue) , non e forse debito cU gi-a- titudine ed arra di gloria novella il procurare per ogai uianlera di far manifeste le tre grand! epoclie che la re- sero si temuta e si grande fra tiitti i popoli , voglio dire la possanza romana ^ lo stabilimento del cristianesimo, la grandezza del medio evo? E di queste tre epoche famo- sissime parlano tante volte le umili casnpole, qnattro pie- tre di una tomba nascosta sotto i cardi e le erbe selvati- che , una torraccia diroccata cadente sul ciglione di sco- scesa rnontagna. >/ Per tutto cio soggiunge: /< Destinatodalla Provvidenza alia cura spirituale di questo amatissimo greg- ge , nella tranquilla solitudine di questi colli beati , seduto sulle rovine del tempo che fu , io non potei non essere convinto, clie tante e si preziose memorie ben meritavano d' essere raccolte, studiate e pubblicate per onore del luogo, per gloria della vicina Milano , per comune vantaggio delle lettere e delle arti. " Quindi, ajutandolo da una parte gli abitatori del borgo che unirono le low fatiche e pensarono alle spese necessarie per I' edizione , dall' altra il dottissimo La bus che di buon aniino si accinse non solo a rischiarare i monumenti aicheologici , ma si prese anche gentihnrnte la direzione dtlla incisione delle tavole ecc. , il nostro antore scrisse il volume che noi ora annunziamo. " Eravi per al- tro un gravisslmo difetto da fuggire : la piu parte di coloro che in questi tempi scrissero storie di alcune citth meno illustri o di borghi o villaggi compilarono molti vokimi , daiidoci piuttosto la storia di tutta T Italia, che quella dei lor pacsi. Con questa nojosa ripetizione I'animo si stanca, il cuore inaridisce, e si confondono le idee d'ogni piu ri- flessivo intelletto . . . Meno dunque alcuni periodi, o direm colle scuole incisi , per coUegare i fatti che narriamo , il nostro pensiero fu queilo di scrivere le memorie del borgo di Canturio, la sua pieve e nulla piu; tale slstema noi credemmo 11 migliore e per soddisfare i voti di coloro che la patria istoria desideravano, e per ovviare ai difetti ac- cennati . . . Alia parte storica abbiamo unita la statistica si neccssaria a'' di nostri , e di questa andiamo debitor! alle premure del signor ingegnere Carlo Montanara , il quale ci sottopose tutti gli element! uecessarj alia conipilazione della medesima. » Con questo compendio della prefazlone crediamo di avere bastevolmente soddisfatlo alia curiosita de' nostri lettori, in ata BTBLIOGRAFIA. quanto al far loro conoscere 1' intenzione dell' autore di questo libro , e i modi da lui tenuti per mandnrla ad ef- fetto. Noi, per dire schiettamente la nostra opinione, siamo tra coloro i quali pensano che di Canturio e de' paesi con- simili a questo non accada scrivere istorie voluminose, ben- che sappiamo che da per tutto si possono trovare monu- menti importanti all' intlera nazione. Ma vorrenimo che questi monnmenti s' illustrassero dagli uomini dotti e dili- genti coine il signer Annoni in servigio di chi scrivera la storia della nazione , non gia che si scrivesse la storia di tin paesello di poca o nessuna importanza per innestarvi la descrizione di quattro o sei monumenti. Cio non ferisce il merito letterario od archeologico del libro annunziato; ma e soltanto un' opinione nostra e di molti intorno a tutta una classe di libri ed alia stima che debbe farsene consi- derandoli non in sfe stessi , ma rispetto al desiderato edi- ficio di tutta la storia nazionale. E noi pensiamo che le cose nuove e importanti di questo libro si sarebbero potute com- prendere in un Discorso non molto lungo, che la dottrina e Tingegno del sig. Annoni potevano illustrare per modo che senza perdere punto d'interesse e di amenita, si spogliasse di molte cose inutili o superflue. Ecco per esempio nelle pri- me pagine quella perpetua questione degli Orobj; e poi gli Etruschi, e gl'Insubri, e i Galli , e 11 dominio dei Romani ; ma con quale utilita ? Quando la storia generale della no- stra provincia attesta in modo non dubbio che questi po- poli n' ebbero successivamente il dominio, perche dovrem dire e provare che anche Canturio soggiacque a siffatto do- minio ? Qui sarebbe importante il provare 1' eccezione , se tal fosse il caso , non gia la regola generale ch' e ammessa e ricevuta da tutti per vera. La storia ci dice c!ie i Ro- mani conquistarono la Gallia Cisalpina : chi dubita che non occupassero anche Canturio e il suo territorio^ Vero e bene che durante il tempo della repubblica non si trova fatta men- zione di questo paese : ma non per questo crediamo che alcimo lo stimasse indipendente da quel popolo conquista- tore. Se un tal silenzio potesse condurre a si strana coii- chiusione , troppi sarebbero i paesi d' Italia, anche vici- nissimi a Roma, ai quali dovrebbe applicarsi. Quando per- tanto il sig. Annoni illustra assai lungamente due monete romane rinvenute entro sepolcrl sul territorio canturino, quan- tunque di poco momento, non rare, ne ben conservate; e le BIBLIOGRAFIA. 21 3 illustra solo perclie ci additano che qualche popolazione era a que' tempi fiovente in questo paese , perche provano che III tempo dl Roma e correvano qui ( in Canturio ) le sue mo- jiete , e vivevano le persone che se ne servivano, e quivi pure erano sepolte le stesse persone con onoranza di tomba ;, nasce naturalinente la doinanda , se forse alcuno ha dubitato che di que' tempi il territorio di Cauturio fosse deserto, o che mentre i Roniani s* erano impadroniti di tutta quanta la Gallia Cisalpina, in quell' angolo solo durassero ancora gli antichi dominatori. Vero e die queste monete vengono ad accertarci di un fatto non attestato direttamente d'altri do- cunienti ; ma quando questo fatto e quasi una necessaria consegueuza di tanti altri certissimi , quando nessuno si e mai levato a niettcrlo in dubbio , la necessita o 1' impor- tanza storica di quella illustrazione sono grandemente di- rainuite. Noi non vogliamo addurre verun altro esemplo i non vogliam parlare di certe istituzioni o fondazioni stra- niere affatto alia storia propriamente detta, perche le no- stre parole potrebbero interpretarsi a contrario della no- stra intenzione. Noi crediamo che questo libro onori I'au- tore per la dottrina e la dlligenza ; ma portiamo opinione che questi grossi e dispendiosi volumi sopra oggetti ai quali bastava una breve dissertazione non siano molto appro- priati a promovere la difFusione delle utlli noiizie. A. Biografia degli Italiani illiistri nelle scienze , lettere ed arti del secolo XVIII e dei cojitemporanei , compi- lata da letterati italiani d ogni provincia e pubbli- cata per cnra del profcssore Emilio De Tjpaldo. — Venezia, 1 835-1 836, dalla tipografia di Alvisopoli, volume 2.°, in S.", di pag. 5 1 2. Lir. 12 austiiache. Vedi BibL Ital. tomo 8a. °, pag. 98. Per le beneinerite cure del prof. Tipaldo progredisce fe- licemente quest' opera tutta intesa a proinuovere i piii no- bili studj ed il patrio decoro. La quale per la maniera con cui e condotta puossi a buon diritto considerare come un copioso magazzino di materiali accumulati per servire al- r istoria della letteratura italiana : perciocche non trovan- dosi in questi volumi ne serie alfabetica , ne ordine cro- aologico , ne classiiicazioue di materie chiamar nou si 214 BIBLIOGUAFIA. ijossono glustamente ne dizionarj, ne storie , ne annali , ma pinttosto una raccolta di notizie disposte come piacque alia fortuna di fornirle, e compilate e ordinate secondo 1' in- tenzione ed il genio , e secondo il capriccio o meglio di- remo 1' inspirazione dei diversi scrittori. Da cio nasce che quest' opera, prescindendo dai termini fissati dal suo primi- tive disegno , non ha ne limiti determinati , ne positive norme , e clie le simpatie individuali del pari che le pre- t.ensioni municipali possono prolungarla a loro piacimento i onde mano a mano che la generazione si va spegnendo e che talnno s' invoglia di por qualche nome nella hiografia, tosto esce alia luce un nuovo fascicolo ; ne niai puossi tac- ciar il quaderno d' inesattezza o d' ommissione , perche la partita rimane aperta, ed il conto e sempre corrente. Cio che se per una parte e comedo per gli editori , puo rlu- scire per 1' altra increscioso e molesto agli associati ed ai lettori :, e noi non dubitiamo di afFermare che se T egregio Tipaido prima di dar mano alia pubblicazione di questa Biografia ne avesse raccolto 1 materiali, e quindi gli avesse hene scelti e convenlentemente distribuiti a seconda dei casi, ritoccando , correggendo, modificando, illustrando, e talvolta anche sfrondando, egli avrebbe formato un com- plesso piu giusto e meglio composto da cui derivato sa- rebbe maggior onore a Ini , e maggior vantaggio al pub- blico ; e cio farassi piii chiaro colle osservazioni che ora esporremo. II volume che annunziamo in 496 pagine, oltre gl' in- dici e le correzioni, e nove pagine di aggiunte da farsi agli articoli finora puljblicati , contiene 184 articoli biogra- fici , fra i quali e per 1' intrinseca loro importanza e pei personaggi a cui riguardano pare a noi die sieno da no- tarsi quelli che parlano di Vincenzo Bellini , di Gio. Bat- tista Bodoni, di Ruggero Boscovich , di Antonio Cesari, di Melchior Delfico , del Forcellini , del Fortis , di Giustina Michieli , del Morelli , del Moscati , del Tiraboschi , del Yittorelli, di Girolamo Segato, di Giulio Perticari , ecc. Ma in tanto numero di articoli pare a noi che alcuno sia stato in questo volume compreso senza che vi fosse ragion snf- iiciente di comprenderlo ; come p. e. quelle di D. Pietro Santoni che altro non fece che compor versi vernacoli per jjredicateri, j)er nuevi sacerdoti , per nozze, per accade- miej del parroco Automuaria Borga che fuggi dalla pieve BIBLIOGRAFl\. 215 tVi Cavernacro per la paura dei topi, die fii senipre tor- inentato dal suo carattere e dalla Frusta del Barretti, clie pubblico prima un Canzoniere che non fu bene acceUo -^ po- scia nn volume di Rime piacevoli ancli esse poco fortunate e cjuindi parecclii componimenti non notevoli che per biz- zarria e per sapor di lingua anche soverdiio ; di Giuseppe Terzi buon soldato e pittore mediocre; di Micliele Ber- gonzoni cbe presto diligenti e sollecite cure all' esercito po- lacco, presso il quale avea I'impiego di medico generale ; di Francesco Antonio Monti poeta " che fu alquante fiate amator di parole, e alquante altre tumido per esser gran- de e die non si elevo molto dalla mediocrlta. » Noi avvi- siamo die in un' opera com' e quella di cui parliamo noa si possa fnr decentemente menzione che degli uomini che accrebbero la gloria patria con insigni e straordinarie virtu od il grail patrimonio dell' umano sapere colle produzioni del loro ingegno: se si dovesse concedere un luogo a quelu che vissero la vita bene adempiendo i doveri loro sortiti, o cokivarono gli studj facendone una occupazione ad cssi dilettosa, e sterile per gli altri , o si renderebbe il libro di una mole smisurata ed incomportabile , o non si eviterebbe la taccia di cieca prevenzione e d' ingiusta parzialita. Av- visiamo pure che In un libro di tal fatta si debba secondo i casi render conto o del tenore delle azioni o delle pro- duzioni degl' ingegni con istorica precisione e con esat- tezza logica senza larglieggiare ne di preamboli , ne di osservazioni dottrinali, ne d' inutili parole, dalla qual re- gola pare a noi die si dilunghino gli articoli relativl a Vin- cenzo Bellini, a Donienico Antonio Farini, a Giulio Ge- sare Ferarini e quello di Giuseppe Tartini che solo occupa 3 1 colonne di stampa e quello soprattutto di Ruggero Bo- scovich che ne occupa 54. Ne ci sembra die in quegli arti- coli una giusta misura ed una conveniente proporzione siano state se.upre osservate; poiche mentre 1 1 colonne si vedono dedicate al Cesari, e solo 4 al Forcellini e noa pill di 3 al Moscati che pur tutti furono uomini reverendi e delle lettere e delle scieaze in singolar modo benemeriti, l)en 36 se ne scorgono dedicate a Gio. Giacomo Casanova! Sappiamo che sifTatti lavori non possono esser aggiustati col filo , ne misurati col compasso :, ma egli e certo che il senso comune e la comune utilita del pari richiedono die piii si parli della virtii die del vizio , e che niaggiore e piii ai6 BIBLIOCRAFIA. minuto conto si renda di cio che al genere umano apporto decoro e giovamento , che di cio che recogli onta e dolore. Qualche nienda abliiamo pure in akri luoglii notato. Alia pag. a44 si scrive che Pietro Marocco nacque nell' anno 1817 e poscia che mori nell'eta d'anni 27; cosicche lo si vorrebbe morto nell' anno 1844 ch' e ancor fra i venturi. Alia pag. 465 facendosi cenno della consulta di Lione la si chiama ridicola : la qual parola a noi non sembra ne giusta , ne decente. Forse quella consulta fu piuttosto una cerimonia che una deliberazione , forse piuttosto un' appa- renza che una realta ; ma ad ogni uiodo queir assemblea , e pei personaggi che v' intervennero , e per 1' oggetto per cui adunossi , e per gli efFetti che produsse fu tutt'altro che cosa da ridere. Alia pag. 877 si da colpa alia Biblioteca Italiana <' di aver negato ingiustainente I'operoso zelo nelia chimica al Melandri. » Ma cio non e vero : la Biblioteca Italiana nel suo tomo 69 alia pag. 2.61 scrisse che il Me- landri " era pronto a* suoi doveri e nel loro adempimento zelantissimo » , e che " non ristava dalP adoperarsi egre- giamente ogni qual volta le occasioni della fatica gli si pa- ravano dinanzi " , ma che per la non vigorosa salute e per le molte sue fortune " non ferveva in lui tale ardore che lo rendesse insofFerente di riposo e lo facesse niuover ill cerca di quelle occasioni medesime. « Ora tra il non aver zelo operoso , ed il non essere insofFerente di riposo avvi quella difTerenza che ogaun vede j la qual difFerenza apparira piu chiara quando si ponga niente che dopo le accennate parole la Biblioteca subito soggiunge , " che il Melandri lascio molti onoratissimi frutti del suo ingegno e tale onorata memoria del suo zelo e valore nel dettar la chimica che mai non verra meno. w Non si deve supporre che da noi si voglia con sifFatte osservazioni attenuare il valore di quest' opera cd il me- rito dell'editore, perche tal supposizione tanto sarebbe Ion- tana dal nostro proposito come lo e 1' errore dalla verita. Noi anzi abbiamo dentro di essa guardato alquanto sottil- mente perche ne conosciamo la somma importanza , e tro- viamo piuttosto ammirabile che lodevole lo zelo generoso di chi primo seppe darvi mano e condurla a buon ter- mine. Solo ablsiamo inteso a mostrare che se posta si avesse una cura piu diligente nello scegliere gli articoli , nel con- frontarli fra loro, nel coiTeggerne le mende, nell' adattarli BIBLIOGllATIA. 2I7 al disegno generale dell' opera , nieglio si sareLlie raggiunto il line , ch' e quello di far palese di quanta prove d' inge- gno e di virtu sia stato in Italia fecoiido ii secolo XVIII, e quale influenza esso al^bia esercitato sui nostri studj e sui nostri costuuii, e maggior iucremento avuto ne avrebbe la gloria italiaua, e meglio si sarebbe onorata la memoria di quelli clie coUe chiare gesta e colle eccellenti loro pro- duzioni la patria onorarono. La Reale GaUeria di Torino illustrata da Roberto d'AzEGLio, direttore della medcsima ecc. — • Torino, 1 835-1 836, per Chirio e Miiia , fascicoli 4, in fo- glio, ciasciino di 4 tavole col relaUvo testo. Lir. 12 ital. al fascicolo. In MiUino , presso Angelo Monti libraj'Oy contrada del Cappello n.° 4023. Coir annunziare in questo giornale ( Vedi tomo 79-% ]iagiaa 91) la nobillssima iuipresa assunta dal cliiarissimo signer marcheso lloberto d'Azeglio ne abbiamo gin fatto conoscere la dedica , il prospctto e le condizioni dell' as- sociazione. Anzi siccoaie a questl lavori preparatorj an- davano uniti alcuni saggi calcograficl alio scopo di dare al puliljlico con tali prove una specie di arra sulla ia- tenzione e suU' impegno dell' editore , cosi non alibianio potuto esiuierci dal nianifestaro simultaaeamente que' favo- revoli pronostici ch' esse seppero in noi destare. Pervenu- teci ora le quattro prime dispense dell' opera stessa, ci sem- bra clie non sia per riuscire dlscara una breve indicazione del contenuto , come per noi si e praticato per altre del- r uguale categoria i e quindi nello stesso modo non ci re- steremo dal soggiungervi eziaudio quelle osservazioni che nel discorrerla ci vennero fatte , andando persuasi che la gentilezza dell' autore vorra riguardarle come provenienti da imparzialita, e ch'esse d'altronde non potranno tornare di gran momento atteso il merito intrinseco e distintissimo gia rilevato negli anzidetti sag^^i. Nella dovizia di classici dipinti d' ogni scuola onde va decorata quella Reale Galleria, era pure mestleri prima di tutto trasceglierne il piu acconcio per porre in fronte ed aprire cosi 1' illustrazione con un pezzo , come suol dirsi, Bibl Ital. T. LXXXIV. 1 5 210 BIBLIOCRAFIA. madornale :, ne potevnsi intorno a cio niettere in dabliio I'ac- fortezza di chi ne ha la direzione. L' esimio sig. luarchese in- fatti diede la preferenza ad un quadro di Gaudenzlo Ferrari e con questa provvide in modo da slidare qualunque cen- sura. Primieramente perche qnesto antore e italianof, in se- condo luogo sorti i natali in un paese che sebbene nel 1703 sia stato ceduto alia R. Casa di Savoja , non cessa per- tanto di appartenere alia Lombardia ; e finalmente perche" Gaudenzio e plttore che sostiene il paragone con qualun- que altro sommo. Noi non entreremo a discutere la que-' scione promossa dal colto illustratore , se quesio artefice per essere nativo di Valduggia e per essere stato educate air arte dal Giovenone in Vercelli debbasi riguardare come )3iemontese , e quindi erronea reputare T asserzione del ce- leljre Lanzi clie lo qualified tra i pittori Lombard!. Meno poi disputereaio sul quesito di condizione di sudditanza dal lato de' Vercellesi , glacche cio che piii moota e il me- rito del pittore, e Intorno a questo diciamo niolto volon- tieri che ogni artista o 1' intelligente che abbia visitato specialmente il sacro Monte di Varallo , dove Gaudenzio si e col pennello eretto un monumento di gloria immor- tal e , non puo a meno di simpatizzare con lui , di accla- niarlo genio trascendente e di annoverarlo tra i sommi del- r arte. Che poi il suo fare partecipi talora del leonardesco e talvolta del rafFaellesco, ella e cosa da non porsi in dub- bio : ma non tutte le sue opere ofFrono questa impronta o mistura , giacche secondo le epoche in cui venaero ese- guite , si distinguono, diremmo, queste sensazioni, come puo dirsi del pari ch' egli non aljbia mai rinuaciato del tutto alia prima maniera contratta nella scuola del Gio- venone. II quadro trascelto a comparire pel primo in questa rac- colta rappresenta un Deposto di Groce con niolti santi ed altre figure, ed e ben degno degli elogi e dell' elegante il- lustrazione che ne ha fatta il nobile scrittore. La perizia deir arte , 1' erudizlone , una elevata dicitura e la dottrina (sia detto la prima volta anche pel tratto successivo ) sal- tano fuori ad ogni scorrere di linea. A questi pregi s' ac- coppiano un accurato disegno eseguito da Lorenzo Metalli allievo deli' Accademia di Torino ed uno squisito intaglio fatto nella maggior parte da Glovita Garavaglia, successore al posto di Morghen in FireazCy e termiiiato da FaustiiiQ BIBLIOGRAI'IA. 2I9 Atideiloiii , talclie iioii si saprebbero formare ulteriori de- siilerj. Parlamlo del cjiiadro se ci e periiiessa una cosa, jiiccola si , a)a che col portare 1' osservazione a tutto ri- gore noa conteiita del tutto i, F artista mal potreblDe difen- dere la posizioae della mano di qaella figura piaageate piii loatana di lutte le altre , la quale si ajjpoggia sopra uaa spalia di ua'altra seaza uu aiotivo, e fa si che il braccio apparisca piii luago del dovere. Ma Gaudeazio soleva reu- dei- conto di ciascuaa parte dalle ligure aache quando avrcbbe potuto ragioaevohaeate ometterla , e bisogaa ar- guire cii' egli aaiasse di mostiare le diflicolta da lui supe- i\Tte aiassiaie aei gruppi coaibiaaii di aiolti iadivldui. L'il- lustrazioae di tutte le sue pitture clie ae sta faceado il sig. Gaudeazio Bordiga coll' opera di Silvestro Piaaazzi che lie disegaa ed iataglia coa rara diligeaza i coatorai , fraa- clieggera I'eauaciata coasegueaza aostra. La secoada tavola e uaa Sacra Faiaiglia di Pietro Paolo Ruljeas, disegaata ed iacisa dal professoi'e Cesare Ferreri, ed offre de' bei pi"egi laato dal lato della iaiitazioae del carattere dell' origiaale, che da quelle del geaere d' iata- glio adottato dal calcografo par raggiuagerla. I peasleri del- r illustratore suUa scieaza del colorito di quel celebre fiaia- laiago e sulKeffetto che qucsto produce ael riguardaate , rie- scoao siaiiliueate prezlosi, perclie distesi coa facoadia, coa calore e coa tutta quella persua^ioae che aasce dalla veriia. La terza tavola e uaa Caccia del Ciaghiale ( i soli aai- raali ) del aiedesuno aiuore, disegaata dal Metalli ed iacisa coa aiolta seaiplicita di taglio , aoa disgiuata pcro da ia- telligeaza e gusto dal professore cav. Lasiaio : la quarta prescata ua paese di Giovaaai Predeaiaa de Uries , dise- gnato da Earico Goaia ed iaciso da Tito Boselli sotto la direzioae del cav. Toschi di lul maestro. Vi douiiaaao dei tuoai gradevoli , uaa heW araioaia ed uaa adatta varieta di tagli. Nelle descrizioai illustrative di queste due tavole, che raccliiudoao aiuhe preziose aotizie risguardaati gli studj, la vita e la aiaaiera di nperare dei rispettivi autori ia- coatrasi a teaipo a teaijjo ua aoa so che di poetico de- etato dalla aatura stessa degli oggctti descritti che lasciaa do])0 la lettura uaa grata iaipressioae. Coaipreade il secoado fasciculo il ritratto di ua iaco- gaito di P. P. Kubeas, disi-gaaio dal Wetalli , iatagliato dal cav. Lasinioi, il ritorao del Fii^Uuol Prodigo del Giiercino, 22C BIBLIOGR.VFIA. disegnato dal Pianazzi, inciso dal professore accademico di Bologna Francesco Rosaspina ; il rltratto dl Erasmo, dipinto da Giovanni Holbein , con disegno del INIetaili ed incisione del prof. Ferreri i e TAnnunciazione di Nostra Signora, di Orazlo Loiiii detto il Gentilesclii , disegnata come sopra, ed incisa d-sl cav. Lasinio figlio. In tutte queste qnattro tavole i rispettivi caratteri degli autori riscontransi ba- stevolinente pronnnciati 5 nella ]>riina si ripete lo stesso siile facile dell'incisore gia enunciato ; la secoada uon dif- ferisce dal nietodo misto d' acqua forte , bulino e punta secca, iisato dnl professore Rosaspina in diversi altri suoi lavori dell' ngnal dimeusione: la terza quantuuque condotta con diligenza si niostra come tin disegno , quiiuli avremmo desiderate che il vestito ed il lierretto fossero stati trattatl con tagli piix larglii e pasciuti , percbe cosi le carni e la pelliccia avrebljero maggiofmente trionfato nella loro fi- nezza: la quarta riflette a meraviglia il gusto, Fandamento larp'o e piltoresco dell' autore. Per rispetto al testo , oltre le doti gia commendate , riescon pnre soddisfacenti le no- tizie clie se ne ricavano, sia intorno agli autori, sia alia storia o meglio dire vicenda de' quadri descrilti. Delle qnattro tavole componenti la terza dispensa, le tre prime sono disegnate dal piii volte nominato Metalli ; e sono intagliate dal gia mentovato prof Rosaspina la Santa Francesca Fiomana del Guercino ; dal cav. Lasinio figlio la Immacolata di Carlo Doici ; dal prof Ferreri il S. Giovanni I-lepomuceno die confessa la regina di Boemia, di Daniele Crespi : la quarta finaluiente disegnata dal gia nominato Gonin ed incisa dal Boselli i-appresenta un Paese di Both, detto Both d' Italia per differenziarlo da un altro. Nella prima di queste stampe Fegregio incisore tenne opportuna- mente un taglio piii regolare e piii largo di quello dell'al- tra gia enunciata, ed il suo lavoro non ismentisce punto la bella sua rinomanza : nella seconda del cav. Lasinio ci sem- bra che troppo fini sieno in generale i tagli da lui impie- gati pe'panni, die alcitni specialmente non assecondino coa giusto giro F avvolgersi delle pieghe sul davanti 1, e che la luce nelle carnagioni non riesca si serrata come suol essere nelle mezze figure dipinte dal Dolci : F intaglio del profes- sore Ferreri per rispetto alia terza risulta a nostro avviso quale conviensi all" autore da lui tradotto ; egli impieg6 nerbo, vigore^ efTetto , qualita tutte che contrassegnano i BITillOGRAPlA. 221 dipfntl del Crcspl. Net pacse di Both, tranne qnalche parte lontana figurata frondosa , in cul le frappe nou sono ba- stantemente diminuite a raffronto delle piu viciiie e rie- scono percib di un tuoiio alqiianto roljusto, si vede traspa- i-enza, bel tocco, granitura ne' terreni e quaiito puo ricor- dare 1' antore del qnadretto. II testo si fa leggere coa sem- pre crescente piacere anclie la seconda volta pev la spie- gazione si de' particolari del dipiiito, che deU'artefice, e pel dotto lingnag'^io artistioo in esso adoperato. II quarto fascicolo finalinente comprende un quadro di Ginlio Cesare Procaccini, con S. Francesco e S. Carlo in adorazione avanti la statua di Maria Vergine , disegnato ed inciso dal ]iiu volte citato Ferrerl ; altro di Pier Francesco Mazzucchelli, detto il IMorazzone, in cni e ritratta Fulvia colla testa di Cicerone, disegnnta da Pietro Aries , allievo dell'Accademia di Torino, ed incisa dal cav. Antonio R'c- ciani prof. deirAccadeniia di Napoli : il terzo di Gnido Reni, rappresentaute la Faiiia , disegnata da Pietro Aries, ed in- ciso dal cav. Lasinio figlio, e nel quarto riscontrasi un se- condo paese di Both, disegnato da Baldassare Revigho, ed intagliato dallo stesso incisore del priino. Osservando le ta- vole dei SS. Francesco e Carlo ci e sembrato, a malgrado delle inolte bellezze che ivi rJsaltano , die la statna della Vergine avrelibe potuto essere trattata in modo di far ve- dere il divario che corre tra una statua e le figure coperte di carne ed animate. II testo die accompagna questa stampa somministra al lettore Ijelle cognizioni sia sulio stato delle arti a qne' tempi ravvlvate in Milano dal gran cardinale Federico Borromeo , sia per la perspicacia delle riflessloni che sono in esso a dovizia sparse e con molto accorgi- luento. La storica flgura di Fulvia del Morazzone e incisa con finezza; ma si scorge, a nostro avviso , un salto forse soverchiamente ardito tra i tagli impiegati per ie parti fi- gurate, e quelli per le accare convenga il nostro autore il quale, parlando del niiglioramento della condizione sociale del regno di Napoli , annovera fra le prime cause le ricchezze meglio distribuite ( pag. 324) (i): ed altrove (pag. 117) ne dice : " la distribuzione delle ricchezze forma una parte >/ essenziale degP insegnamenti dell'economia politica. Non >/ si tratta gia de' sogni della legge ograria , ne delle leggi " sontuariej cose tntte die attaccano il dlritto di proprieta, » e non menano alio scopo ; ma parlasi dei vantaggi di II un'equa distrilmzione delle proprieta nelle mani de'molti, n nascente da Una legislazione bene stabilita e adattata ai II bisogni del tempo. — Le ricchezze concentrate in po- II tere de' pochi non sono punto favorevoli alia produzione II e air industria : alimentano i vizj ed il nial costume, e II nuocciono ai progress! della civilta. >i Dietro questi principj come potremo noi comprendere r antecedente sua proposizione : che V accwnulamento dei capitali e utile alia societa ? Qualunque sia F uso clie in progresso di tempo se ne faccia , questi capitali accumulati sono sempre una sottra- zione alia ricchezza generate ed all' industria. II superfluo del ricco , anche quando e produttivamente impiegato tende a iiioltiplicarsi con grande rapidita, progredendo per una progressione geometrica : e non sai tu quanti pesciolini una balena ingoja ? Cosl il nostro Genovesi. Sono quindi indispensabili dei provvedimenti economici , non gia per produrre un' equa distril)uzione delle ricchezze , ma bensi per mantenerle nella proporzione in cui attualmente si trovano II capital totale di uno Stato diminuisce quando (l) Ossevva Tautore che in un deceanio, cioe dal io2C al i83o il niuuero dei conaibueud di fondiaiia e aumentato di 46,487, ci- fra clie appena da raumento di essendo preso sul nuiuero oii- 291 ginario di 1,349,407. aaG BiBMOGrariA. le grantli riccliozze sono lm]3iegatc all' ncquisto tVi terrenJ^ essendo che le terre dei grandi possessor! A'engono gene- ralinente mal coltivate ; ne il colono e interessato a farvi delle migliorie cho gli attirerelibei'o un aumento di fitto. Cosi e dei grandi capitali impiegati nella specnlazione. Qual difFerenza nel prodotto del lavoro d'nn operajo che ne ha per se tntto il profitto , e qnello d' un gionialiero che lavora per un tenue compenso ! D' altronde nell' accu- mulamento dei capitali vi e sempre un risehio suU'uso che ne puo esser fatto ; iiientre in vece d' impiegarli al- r utile pubblico, lo sono piii sovente al monopolio od a favorire quegli efFetti ancor piu fatali che poc' anzi ab- biamo veduto dall" autore stesso indicati. II diritto adunque da noi riconosciuto ne' proletarj di provvedere col lavoro alia propria sussistenza implica r obbligo dei ricchi di spendere il superfluo delle lore en- trate in modo da sovvenire con questo mezzo ai bisogni altrui. E cio possono fare in due maniere , cioe produtti- vamentc impiegandolo nelPistruirsi od in opere che diano un successive prodotto, od improduttivamente spendendolo in divertimenti od in oggetti di lusso. L' autore , ricono- scendo in cio non 1' obbligo ma I'litilita, ammette quiiidi 11 lusso ^ colla condizione nondimeno " che questo non » abbia a privare dei comodi rispettivamente all'indivi- » duo. » Qnesta condizione, si osservi per incidenza, e di un genere altrettanto indefinito quanto piio esserlo la sfera dei bisogni fittizj. Aggiunge egli dipoi : il proprietario ha il diritto di usare come di ahusare delta sua proprieta. II diritto e I'abuso forinano un tale contrasto , che dif- ficilmente potrenimo conciliare. L'abuso esclnde ogni sorta di dovere, e quindi non e ammesso ne in buona morale, ne in religione. II diritto di proprieta sembra 11 solo riconosciuto dal- r autore. Piii sopra , o per meglio dire in fine del sup libro Id abbiamo veduto riprovare le leggi sontuarie, siccome lesive a questo diritto: ma perche non riprova per Tegual ragione anche le imposte? Forse rispondera egli: il bene dello Stato le esigono ; da quindi jJotremmo soggiungere che 11 bene di tutti gl' individui di cui uno Stato si compone od almeno della massima parte di essi , deve esigere dei sagrifizj anche maggiori. Laonde anzi che ammettere il di- ritto di abusare, inclineremo piuttosto a ritenere qual utile BIBLIOCR\Ft\. 227 mP7zo cli far guadagnare un competente salarlo a qnelli che vivono dl travaglio, lo spediente ch' egli propone di elevare il capitale fruttifero dello Stoto ; spedieate pero che deve giudiziosaniente applicarsi , e che secondo le sue mas- siiue non puo essere clie coasigliato. Riconoscendo egli poi come il salario della mano d' opera sia rare volte proporzionato al lavoro prestato , propone la taato da Ini inagnificata Cassa di risparmio, come un mezzo dl sovvenire ai bisogni degll artigiani in caso di tnalattia o di vecchiaja. E per noi tuttavia un proliiema di sua natura alquanto intralciato , e non ancora compiutamente risoluto, il pre- cisare qual sia il compenso piii equo che alia mano d'opera si compete. Un tale compenso 6 generalmente , come il prezzo d'una qualunque derrata , determinato dalla con- correnza; cresce col crescere il bisogno del lavoro, e di- minuisce a niisura che si aumenta il numero di coloro che sono nella necessita di prestarlo. Nella determinazione degli emolumentl degl' impiegati cntrano inoltre delle cause poli- -tiche ed economiche, quali sono il compenso del merito, la vista di sostenere una certa classe di persone o di pro- tUirre una certa distribuzione nei beni di fortuna. A tutta ragione parlando, un individuo che lavora noa deve solo guadagnare quanto e indispensabile al vitto pro- prio e della moglie per la giornata , ma eziandio con che provvedere pei giorni festivi, ed a quello della prole, fin- che questa sia in grado di procacciarselo. Non pertanto accorderemo un maggiore compenso a quel lavoro clie ri- chiede lunga e preventiva applicazione onde abilitarvisi , ed a quello che per sua natura insalubre viene piix diffi- cilmente compoitato. Per poi stabilire nn giusto rapporto tra i compensi dovuti Si diversi generi di lavoro , con- verreblie ancora indicare, s"" e possibile, nna unita di fatica; mcntre un uomo che tranquillo se ne sta pia ore ad un tavolo occupato in doveri di non arduo applicare, ne dure- relihe una soltanto a declamare con enfasi da una tribuna. 11 nostro autore attribuisce la mala condizione delle classi inferiori a diverse cagioni, e come prima tra queste an- novera Taccrescimento della popolazione, e troppo ligio ai pensamenti di Malthus mostra su di cio i piii gravl timori. Pone ([uindi per seconda la dimlnuzione del capitale in conseguenza delle ultime guerre (dal 1789 al i8ao). aa8 BIBI.IOCRAFIA. senza por mente clie in fine dell' opera dimostra die appnnto in quest' epoca ebbero luogo tanti dlssodamenti dl terreni , i quail niolto coiitribuiroiio ad aumentare il capltale istesso. La guerra manteneva forzataniente in circolazlone tanto danaro, e questa circolazlone, sebbene obbli2;nta ad opere iiiiproduttlve, equivaleva, in quanto al suo effetto econo- mico , a delle grandi spese fatte in oggetti di lusso. Ces- sato questo stato di violenza j i capitali riniaseio stagnanti; i proprietarj pensarono coi risparmj a ristabilire le loro sconcertate fortune;, gl' intraprendiiori non potendo piu implegare con vantaggio i loro capitali e ces'^nndo dalle loro speculazioni non ebbero piii bisogno di chi loro pre- stasse la niano d' opera, il popolo ebl^e a soffrirne disagio ; ed e era appunto che toccliianio quest' ultima eta clie Tau- tore ne manda i suoi lamenti. La cosi chiamata Tassa del poveri , imposta in Ingbil- terra a carico dei proprietarj, non va neppure a saogue al nostro autore:^ giaccbe si storza di dimostrare die cjuesta oltre all' aggravio recato alio Stato, non ha servito clie ad allmentare la poltroneria. Non istaremo a decidere se questa tassa venisse sugge- rita da un puro sentiniento d'umanita, da una vista poli- tica, o da un calcolo di mercatantesca ipocrisia. II fatto, che 1' autore sembra ignorare, in cio solo consiste, che il limitato soccorso I'ato ai poveri in un paese dove le grandi manifatture e T introduzione delle macchine ha di tanto accresciuta la concorrenza alia prestazione del lavoro, fece si che i proprietarj degli stabilimenti di manifatture pra- ticassero una riduzione sui salarj degli operaj ; cio che prima non poteva farsi senza comproniettere la loro esi- stenza. I prodotti delle fabbriche inglesi ebbero quindi un minor valore originario, ed a fronte della concorrenza colle istesse manifatture d'altri paesi poterono esser pre- ferite pel minor costo. Ne a cio si limitano le accuse dell' autore contro le leggi economiche d' Inghilterra , egli le taccia ancora d' aver troppo favorito le manifatture e di avere con questo mezzo contrlbuito al tanto da lui temuto accrescimento della po- polazione. Ignora egli forse che il bisogno di sostenere le manifat- ture ed il coramercio d'economia nei dlversi paesi e sem- pre in ragione inversa della fertilita del sixolo? Vorrebbe BIBLIOGRAFIA. 229 egli ridurre 1' Inghilterra alia condlzlone in cul era pri- ma del regno d' Elisabetta ? E d' altra parte non sa egli die se la popolazione fosse realmente dannosa al paese , (jnel Goveruo trovereljjje una facil via per isliarazzarsene coiiuuique esuberante si fosse , e fors' anche senza costria- gervi alcuao ? La Notasia ed il Nord dell' America e le tante colonie inglesi potrebliero facilmente mantenere sul loro suolo la meta della popolazione di tutta Earopa. Se dobbiamo accusare le leggi economiclie degl' Inglesi , si e piiutosto , perclie furono dettate sotto V influenza di avidi ed inumani s|iecuIatori , e d'avere per vie indirette ridotto gran parte del popolo alia condizione dei bruti. Chi vive a steiito col prodotto d' un glornaliero lavoro , e non po- trebbe aliontanarsi un solo istante dall' officina in cui lo presta senza riscliio di perir di fame , chl non fu mai educato die ad una sola operazione macchinale ed inetto a tutt* altro potra forse sostenere le spese d' un tragitto attraverso 1' Oceano ' E quand' andie il Governo assecon- dasse con sussidj 1' emigrazione ^ i capi manifatturieri , al veder disertare i loro staliilimenti, alzerebbero i loro la- ment! 5 cercando fors' anche di avvalorarli col principle che il nostro autore desume da alcune proposizioni di Malthus , cioe die l' uonio miserabile non ha dlritto all' as- sistenza puhblica. Egli pero non divide in tutto questa opi- uione. Ne sia lode al suo pudore. Siccome P autore si mostra propenso alle imposizionl poco gravose, stabilisce dipoi (pag. 173) die i soldi degli iiupiegati non devono essere ne troppo elevati , ne troppo scarsi. >' I forti emolumenti , die' egli , lianno 1' inconve- » niente di eccltare sovercliiamente la cupidigia ... d' altra i> parte gli emolumenti scarsi allontanano dagl' impieghi » le persoiie di inaggior talento o le rendono facilmente » venali. " Ottime ci semlirano queste massime ; ma siccome egli le dednce dalla necessita di alleviare le imposte, avrebbe do- vuto limitarsi a parlare degli emolumenti troppo elevati ; osservando ancora come questi espongano i governi a fre- quenti sorprese , aizzino fra i pretendenti una guerra se- greta sosteuuta dair iuvldia , dalla calunnia e dalla corru- zione ; e die inolire tendano a produrre un accumulamento di ricchezze , a demoralizzare gli uomini ed a porre il merito a conllitto coU' iatrigo, il quale ne riceye talvolu 230 EIBLIOGRAFJA. nn largo guiderdone. L'eniolnmento d''una carica non deve per nulla rassomigliare ad una porzioae del hottino che un barbaro conquistatore distribuisce tra i suoi compagni d' arine. Asserisce pol I'autore die " la moltitudlne non sa per- » suadersl che i soldi superflui sono delle somme strap- » pate ingiustaiiieute all'industria ed all' econoinia de" con- >» tribuenti. » Si dia egll pace ; la moltltudine e di cio interameute jjersuasa, e lo sara vie meglio ogni qualvolta vedra coii- trapposti dei grandi emolumenti alia somma miseria del popolo, o vedra stlpendiarsi Pozio od il iavoro non produt- tivo. Se gP impieghi sono creati alio scopo di far eseguire delle operazioni che risguardano Tandamento del Governo od il benessere dello Stato, e d' uopo , come in una per- fetta macchina, che tutte le parti di cui essa si coaipone abbiano una determinata importanza, senza nulla di siiperfluo. Che se un impiego e dato come un premio a' lunghi e scgnalati servigi , un emolumento sufiiciente per vlvere senza disagio puo tornar allora giustissimo. Tuttavolta alcuni impieghi sono creati alio scopo di prov- vedere ai bisogni di coloro die consumati negli studj delle cose veramente utili alia societa , non troverel)bero un equo compenso alle lor faticlie, quando questo venisse stabiliio dalla sola concorrenza , e cio massime dove la troppo grande disuguaglianza delle fortune tende ad elevare il prezzo degli oggetti di piacere e di lusso ed a detrimento delle cose utili. In questo caso 1' emolumento dovrebbe regolarsi su que' principj d' equita. di cui testfe abbiamo fatto mea- zione, e che I'autore in tutto il corso dell' opera si poco tiene in conto. II massimo dl tulti i niezzi di risorsa di'egli sa proporre e la sua favorita Gassa di risparmio. A quegli cui manca la sussistenza e che per un atto di quasi disperazione si da vittima all' usurajo per ricevere un niomentaneo sussl- dio consiglia un' economia. La benefica istituzione di questa Cassa non e d'alcun Vantaggio ai piu indigenti : e limitandosi a tutelare i ri- sparmj di coloro che lo son meno, non puo garantirli dagli effetti delle politiche vicissitudini : il Governo die se ne rcnde depositario, deve, senza uuocere all' industna tlei piccoli speculatori, tosto impiei^are produttivaiucute ie BI15LIOGKAFIA. 2o I sonniie affidategli, onde al)ilitarsl a pagarne gl' interessi a nierito doppio. Ora Tautoi'e verso il fine della sua opera, trattando dei del)iti pubblici, si dicliiara apertaiuente con- tro ogni sorta di debito, e si pone cosi in nianifesta con- tiaddizione con qnanto ha dianzi asscrito , ed in partico- lare distrngge T argoniento die adduce in. prova del suo assiinto , cjuello cioe che i ci-editori verso la Cassa di ri- sparmio (argomento che piio applicarsi ad ogni sorta di debito ])ubblico ) e una gente interessata al uiaateniuiento deli'ordine. Ma esamini I'autore qual elTetto abbiano pro- dotto gii nssegnad in Francia ? Con lui d' accordo in gene- r;i!e sul disconvenir dei deliiti ( che son talvolta un male necessario per rimediare a dei maggiori ) esser lo dobbiamo anche sui vantaggi della Cassa di risparaiio, poiche un atto di beneficenza non porra niai un limite ad un sagri- fizio per qnanto grande possa parere. Nondimeno T interessare alia pnbblica tranquillita, me- diante una diftnsa distribuzione de' heai , quel niiuiero di indlvidui che si puo uiaggiore , non e forse una piu sicura nialleveria per la tranquillita di uno Stato ' Toko i cumuli delle riccliezze , la cupidigia manca di scopo. Nelle politiche convulsioni la moltitudine de' raise- rabili , interessata a mantenere I'anarchia, e ognora presta ad ofl'cndere ; mentre i proprietarj , comunque limltati nei loio possess!, vegliano alia difesa dell' ordine. Sianvi pure delle differenze col superfluo della proprieta: saranno qneste un luile eccitamento all' industria ed un premio all' utile ap- plicazione. Ma che la salutare risorsa del lavoro non nianchi all'uomo assiduo ed ingeg'noso , od a chi e oppresso dalla sventura : la miseria non rimanga, che quale una giusta. jinnizione dell' infiugardaggine ! Ne per noi si vorra al certo iiegarc essere 1' equa distribuzione dei beni una mera astra- zione, non realizzabile nelle umane societa. Tuttavia I'eco- nomista non deve perder di mira quel pruicipio, secondo il quale i punti e le linee della geometria, sebbene intan- gibili , costituiscono , in una macchina od in un disegno , la mnta della perfezione. Tal sia del principio enunciato , che ne addita lo scopo cui deve agguardare una saggia economia d'accordo col diritto e coll' umanita. Dopo la Cassa di risparmio , l' Istruzione e 11 secondo inezzo che vedlamo proposto daU'autore, onde porre un ar^'inc alia crcgcente jnopia del popolo. Ed ccco la caterva 232 BIBLIOCRAFIA.. di quegli sventurati, a cui strettissiraa necesslta impone assiduo un lavoro dall' alba al tramonto , accorrere solleciti al generoso appello ; affoUarsi nelle biblioteclie ed attorno ai ininistri della sclenza per ricevere ammaestramenti : che son pur queste le ottinie cose , ma che per disavventura non provvedono ai capitali blsogiii della giornata. la mode indiretto , 1' istruzlone maggiormente diffusa sarebbe ia parte un ostacolo ad una tale sventura allora che appro- fittar ne dovesse lo stuolo del grandi e piccoll sfaccendati che infestano le citta e che, con un grade maggiore di coltura , potrebbero meglio servire la cosa publjlica : ed utile ancora ai piu miseri sarebbe V istruzlone quando applicata alia prima eta, si come da noi si pratica nelle di recente istituite Case d'asllo. Non dimentichiamo pero clie r istruzlone non e la sussistenza ; ma bensl un mezzo d'ottenerla, 11 quale non va esente da quelle modilicazloai di valore che la concorrenza vi determina. Quand' anche merce di essa ci fosse dato allevare un popolo dl genj se isolatamente lo consideriamo, rlspetto alia ricchezza tro- veremo di non aver per nulla mlgliorata la condlzione de- gli indlvidui che la compongoao, essendo questa per sua natura subordinata ad altre cause eilicienti. E per ultimo non lasceremo d'osservare come il vocabolo Istruzlone im- plichi Tidca d'una cosa per se stessa troppo generica e della quale non si possono determinare gli effetti , senza prima distinguerla ne' dlversi suoi generi. Dopo tali rimedj suggeriti dall' autore onde allevlare le angustie della classe indigente, saremmo In vero inclinati | a credere ch' egli non dlvida i notati principj ascritti a Malthus, ov'egli, senza considerare quanti sagrilizj imponga gia per se stessa la miseria , pur non mirasse a togliere a chi ne e vittima anche i conforti della natura. AUorche si fa a considerare il disagio delle classi inferiori dice (pag. 114) ^ r ignoranza del popolaccio che fa prender moglie , e parlando degl' impiegati a tenue soldo , scaglia ' su di essi i piu acerrimi rimproveri, perche ardlscano di ' I ammogliarsi, e quel che piii di avere anco dei figli , rl- guardando questo atto come la primaria foute delle lore miserie e della pubblica corruzione. I piu. celebri legisti hanno sempre considerate il matri- monio come il fondamento della pubblica morale : " Cest » uae regie tiree de la nature que plus on diminue le BIBLIOGRAFIA.. 233 » nombre des inariages qui pourraient se faire , plus on » corrompt ceux qui sont fails ^ moins il y a de gens nia- » rics, moins il y a de fidelite dans les marlages ; comma » lors qu'il y a plus de voleurs , il y a plus de vols, » dice Moutesquieu (Esprit des lois , liv. XXIII, chap. XXl). Dio ha detto crescite et midtiplicamini : parole che possono forse riguardarsi come una ligura della forza riproduttiva che Dio ha impressa in tutto il regno organico, e che con tanta energia si agita negP individui, si presenta varla e mul- tiforme, e sembra costituire il primario scopo della vita animale. Or non sappiamo su quale autorita fondato, I'au- tore si opponga alia parola di Dio , e per troppi riguardi alle leggi umane , voglia entrare in lizza contro quelle della natura. ]\Ia confortlamoci nella certezza che forza alcuna non potra caugiare 1' ordine prestabilito , quando non sia un atto d' orieiitale barbarle che nessun governo vorra tollerare. Ciie se poi vogliasi riguardare questo ar- gomento dal lato politico od economico , osserveremo come le anzi accenaate cause che rendono i miserabili proclivi al disordine, jjossano avere qualche ritegno dai vincoli del sangue e dell'amore, e come questi vincoli tolti alio scapolo , lo reudano un essere sempre piii pericoloso. JMan- cante d' ogni priacipio , ne sapendo darsi ragione dello stato in cui e posto , odia quella societa che lo disprezza e quelle leggi cli' egli riguarda come oppressive ; e piii che i conforti della religione incllna ad ascoltare le mas- sime perverse e sovvertitrici : e cio tanto piu , siccome quegli , che faciluiente potendo eludere il rigor delle leggi, trova nel delitto una sussisteuza migliore di quella che dalla societa gli viene assegnata. " Ileureux les peuples » chez lesquels on pent etre bon sans effort, et juste » sans vertu ! S'll est quelque miseraljle etat au monde >i oil chacun ne puisse vivre sans malfaire et ou. les ci- ') toyens soient fripons par necessite, ce n'est pas le » malfaiteur qu'il faut pendre , c'est celui qui le force a » le deveulr. » ( Emile , liv. ill.) Se jjoi dall' un canto i figli legittlmi sono caglone di mi- seria a molti genitori , gli esposti lo sono dall" altro alio Stato. Se i prim! talora non ricevono una buona educa- zione , quella che la sola pieia procura a qucgl" infelici cl»e uwi nou sentiranno chiamarsi col nome di ligUo , non Btbl. Iiul. T. LXXXIV. 1 6 234 BICLIOGRAFIA. e pmito migUore. Sciolti da ogn'i vincolo dl natura ed iso- lati su cjnesta terra , 1' odio per la societa e il prinio sen- tiinento che si risveglia nel loro seno : ( ils ne tiennent a la societe que par la haine ). Forseanati imprecano quel genltore che fra le ombre del mistero , privo forse di coii- forti e fra gli aneliti d' una cadetite eta mal nascoiide il rimorso che lo rode, e tutte le maledizioni riversa su quella sorte iniqua che ha reso lul snaturato. Pill oltre not! c' intratterremo sulle umane sventure , e per non uscire dalla sfera delle idee economiche, giovera richiamare il principio , che 1 rapporti dei prezzi staljiliti dalla concorrenza dei diversi oggetti , non son quelli che sempre si accordano coi principj delP equita. In uno Stato ove la miseria del popolo e vivamente risentlta , agevol cosa e r operare una riduzione anche sulle gia tenui mer- cedi concesse al lavoro, giacche la miseria istessa vi nian- tiene la concorrenza ^ ma tale misura e solo consigiiata da quell' orgoglio cui e noja il bene altrui o da coloro che ignari d' ogni principio d' economia e di diritto , per cal- ccli di un freddo egoismo sanno soflfocare que' sentiment! che piu onorano 1' umana specie. Che I'avido manifattu- riero conceda appena un ammuffito pane all' operajo che gli presta tutta T opera di cui e capace ; un saggio Go- yerno ne alcun onest' uomo non seguira mai si ingiusto esempio. Gravl inconvenienti pur troppo emergono nell'or- dine sociale delle scarse mercedi^ ma il difetto sta forse nella natura che ha creato tutti gli uomini con bisogni fra loro poco diversi ? risponda il nostro autore ! Egli si tace su quest' argomento 5 e seguitando ne' suoi precetti, Vuol farci comprendere '< i." che il Governo deve prote- » zione a tutti, sussistenza a nessuno. >i Povero il nostro Milano se dopo il ritorno degli Au- striaci in Italia , il popolo soflPerente si fosse appellato ar consiglio del nostro autore! Ma un saggio governo ve- gliava allora^ niolte opere pubbliche furono promosse, e tuttavia riniangono come un monumento non di orgoglio, ma di ben diretta giustizia e d' umanita ! '< 2." Che gli uomini sono creati da Dio con facolta suf- i> ficienti a provvedere da loro stessi i mezzi da vivere. » Cio e pur vero in istato di natura , ove V uom libero gpazia sulla superficie della terra a suo talento, ed ove coltivar volcndo un campo non trova dappertutto chi ne lo caccia diceudo : questa terra e mia. BIBLIOGRAFIA. 235 E come vorreljl>o Tautore iielle coadizloiil preseati ap- jjlicare questo principio f, e qiiiadi all' implegato quando questi, pel fatio dell" iiupiego stesso , si e procurato nii mezzo onde sussistere' Se questo noa gli basta , e ch' egli iavori quanto uom puo farlo senza sofTrirne nella persona la colpa noil viene certamente da liii. Sotto tali punti di vista continua 1' autore a dettare le niassime die vorrebbe inculcate agP indigent! , e delle quali tralasceremo per brevita di far cenno. Nondimeno, se male nou ci apponlamo, in mezzo a si strane deduzioni tralucono i seutinienti d"" un animo gene- roso indignato contro quc-Ha tiirba indiscreta, die priva d' ogni capacita , e pure bastevolmente fornita di mezzi , assedia le anticamere dei potenti sperando merce gli otte- uuti favori coudurre con ostentata importanza frainniezzo la societa oziosa la vita, in aggravio alloStato e di utile a nessuno. Se cotal gente fu lo scopo die T autore ebbe in mira, fareiu plauso alia rettitudine di tali sentiuienti, e ci limitereiuo a censurare il senso troppo lato de' suoi precetti. Le susseguenti nozioni date dalT autore sul deliito piil)- IjIico , sulla utilita e-elle macchine e su altri oggetti souo si leggennente toccate die iion ci serabra dovere il pnrti- tameute esaininarle. Ne molto ineno ci arrcsteremo sui dati positivi e d* iiiteresse locale die costituiscono il Prospetto dell" entrata e della spesa dell' anno 1834 nel regno di Najjoli (i). Conchiude egli alia peifine con un quadro della cre- scente floridezza di quel regno , di cui parendoci fuor del caso il qui tener ragioiie , liniremo nol pare col permet- terci su quest' oggetto un* ultima osservazione. L' impulso alle ottime istituzioni fu dato a tutta I'Europa verso la fine del secolo era trascorso. Tutte le nazioui ue provarono i benefici elVetti, e ciascuna di esse puo som- niinistrare ampia materia a' suoi panegiristi. Ma allora qiiando vogliasi istituire un paralello fra loro , e d' uopo prima distinguere quelle die prime ne diedero il geueroso (i) Tanto r entrata come la spesa ainmontano a a6,ioo,io'7 dii- cati, e quindi si pareggiano. Tal soiuma vitenendo il Ducato del Regno al pari a|ipvossimativo di fiaiiclii 4,35 couispoude a circa banclii 111,100^4.07 c cemesiuii yS, 236 B BLIOGUAFXA. irapulso, come sono T Austria e la Francia jjer rispetto alle strade e canali, ed alia pubbllca istruzioae , T Ingliilterra per le applicazioni del vapore e le strade di ferro ; indi quelle che guidate da maggiore prudenza solo le hanno seguite dopo averne verificata I'utilita; e finalraente le na- zioni che piii restie sono state come loro malgrado trasci- nate nella corrente progressiva in cui fu spinta tutta la massa sociale. Adolfo Corti. * Vitruvii de urchitectura libri decern , apparatu prae- muniti, emendationibus et illiistrationibus refecti, the- sauro variariun lectionum ex codicibns widique quce- sitis et editionibiis universis locupletati, tabulls cen- tum quadraglnta declarati ab Aloysio 3Iarinio Marcldone Vacwice et equhe plurium ordiruun : ac- cedunt compendium arcliitecturce emendatum et in~ dices ties etc. — Romoe , i836 , ex typis ad opus comparatis in Pompeji Theatro , vol. 4 in fol. Prezzo in Roma ital. lir. 820. Questa grandiosa e bella edizione gia da lungo tempo aspettata, e dai cultori della classica letteratura e dell'arti belle desiderata venne linalmente alia luce. Che sebbene delTarchitettura dl Vitruvio gia moke e pregevoli edizioni si avessero , fra le quali la recente dottissima e laboriosa del conte Stratico , molto ancora rimaneva a farsi , e an- cora non poca messe a raccogliersi. Ne cio debb' essere niaraviglia , trattandosi d' uno scrittore che tra gli antichi, trattone forse 11 solo Plinlo scrittore di cose naturall , e r unlco che abbraccl tante e disparatissime dottrine in ogni geoere di arti e di scienze , e che piii difficile sla ad In- terpretarsl specialmente la dove discorre sit gli usl e sulle ragioni d' ogni edificio , e plu ancora cola dove tratta delle iiiacchine e di altrl si fatti oggetti gia da lungo tempo ca- duti neir oljlio , e de' quali nessun esempio sussiste. Ag- giungasi che nessun testo de' classicl latini ci e pervenuto si di errori ridondante quanto il vitruviano, qualunque stata siane la causa, o la negligenza cioe degli amanuensi o la la loro ignoranza in una si difficile materia : qulndi alcune parole viziose , altre omesse i interi periodi dalla loro pro- pria sede in altra &balzati j le note uiarginali iatruse nel UIBUCGKAFIA. 237 testo ; cVifTonnnte le cifere risguardantl le misvire ; e piu e piii altri difctti clie ad ogni passo ne' codici di Vitrnvio incontransi. Ne a tanto disordine erasi fiiiora dalle niolte successive edizioni provvednto in modo die fiaalmente nulla piu si avesse a bramare qnanto alia perfetta o piu sicura lezione del testo. Clip molti luoglii rimanevano tuttavia ad emendarsi , non pochi prolilemi relatlvi all' arte a scio- gliersi od a ben determinarsi II sig. niarchese Marini pertanto , il cui nome gla suona altissimo per altre sue opera e specialmente per la cele- berrima e splendida edizione dell' Arcliitettura militare di Francesco de" Marchi , dopo un lungliissimo ed indefesso studio sui codici e sit tutte le edizioni di Vitruvio , su tutti gli scrittori clie trattarono dei libri vitruviani , sui nionnmenti e si greci come romani , da' qnali trarsl poteva qualclie luce per 1' intelligenza di essi libri e finalmente sui principj stessi dell' arte , presentarci pote 1' opera del romano arcliitetto ridotta a nuova , ed anzi osiam dire migliore lezione delle antecedent! edizioni , e corredata di tutto cio clie sia per 1' arte , sia per la critica , sia ancora per la dottrina , rcnderla possa chiara , utile e grandiosa. Quest' edizione percio merita d' aver luogo non solo nelle grandi e pulililiclie bibliotecbe , ma ancora nelle private collezioni di libri d' arte e di classici anticlil. Noi ne par- leremo piii a Inngo in alcuno de' successivi fascicoli. In- tanto non sara a' leggitorl nostri discaro V intenderne la disposizione delle materie. II testo viene preceduto da cinque dissertazioni cbe ser- vono quasi d' introduzione o d'appareccbio, e la prima delle quali risgunrda la vita di Vitruvio , la seconda 1' opera , la terza i codici, la quarta le varie edizioni , la quinta le ver- sioni ed i dlversi comeniarj : segue il testo di Vitruvio nuo- vamente restituito all' integrita sua ed illustrato con cbia- rlmenti e colla solnzione delle varie quistloni vitruviane: quindi 11 Tesoro analitico delle variant! tratte da'codici e dalle edizioni tutte, omesse pero quelle, 1^ quali riscon- trate eransi come indubitatamente viziose , e poscia il vec- chio Compendio d'arcbitettura nuovamente emendato. L' edi- zione chiudesi con tre copiosi indici : 1' uno delle cose ar- cbitettonicbe e d' ogni genere d' erudizione cbe in tutta 1' opera contengoasi ^ Taltro dei vocaboli greci die nel te- sto s'incontrano ; il terzo degll anticbi scrittori cbe citati a38 RICLIOGRAFn. Vengono od lllnstrati ne' Comentarj. Dnnno poi all' opcrrf magnifico corredo centoqnai-anta tavole diligentemente incise in rame, e tendenti le une ad illustrare il testo , le altre, tratte da' monnmenti , ad ornarlo. II prinio volnme per- tanto componesi delle anzidette dissertazioni e de'primi cinque libri di Vitruvio con emendazioni e cliiarimenti ; il secondo, degli altri cinqne libri corredati da' medesimi sussidj f, il terzo contiene il Tesoro , il Compendio e gli Indici; il quarto, le centoquaranta tavole colla loro no- menclatura. G. Per la solenne in augur az: one del busto di Grego- rio X^^I P. M. fattasi ncl Seminario gregoriano della R. cittd di Bellnno , il di i^ maggio i835 , Ora- zione deW abate Giuseppe Valenj'inelli., ecc. — • Belluno, i835, tip. Tissi, in 4.° La regia citta di Belluno esultante, e ben con ragione, d'aver dati i natali al Sommo Pontefice Gregorio XVI, die ora si gloriosamente governa la Chiesa di Cristo , ergere voile alia Santita di lui un monumento che del giubilo sue facesse all' universo ed a' posteri bella testimonian/a. E voile ancora che il monumento sorgesse in quel seminario, il quale intitolato essendo alio stesso Beatissimo Padre po- tesse col nome di lui 1' imagine ancora conservarnC;, quasi etema scintilla ad accendere la fiamma del sapere , la glo- ria. Pertanto la splendida Orazione die tardi annnnziamo , perclie tardi ci pervenne , fu con generale e ripetuto ap- plause recitata nella solenne inaugurazione di tale monu- mento. Diciamo splendida, perclie dettata ci sembra con magniloquenza e di concetti e di parole , e perclie ne fri splendidamente emergere le virtu e le memorande gesta del regnante Pontefice. A cliiarimento poi delP Orazione stessa s' aggiungono in fine varie note , le quali costitui- scono tutte insieme la biografia del Santissimo Padre, da documenti corredata. Percio afFermare potrebbesi che un doppio monumento siasi da'Bellunesi eretto al sommo loro concittadino i T uno col busto di lui, raltro coU'crazioae ehe annunziamo. e. r,iRiTocnAri\. 239 Dcllc iscrlzioni dl Lidgi Muzzi accndemico della Crii- scn. Centuria VIII. — Padova , i836, al segnn dl 3Iinerva , in 8.", di pag. 160, prezzo lit: 3. 5o. Ne' varj articoli, co' qnali ci facemmo a ragionare intorno air italiana epigralia, tribntammo sempre le ben dovute lodi al signor Lnigi Muzzi , proponendo altresi non poche delle sue iscrizioni quasi a modello di questo genere di componimenti. Veggansi i tomi 5o.°, pag. 819, 58.°, pag. 347 e 73.°, pag. 106 di questo giornale. Pero dal sistema nostro non niai dipartendoci , ed alieni dall' imitare coloro cbe non altro se non purissimo oro ravvisano in cio clie cade dalla penna dello scrittore cui fannosi ad encomiare, qualclie critica osservazione soggiugnemmo pure a quelle epigrafi deilo stesso sig. Muzzi, clie corrispondere non ci sembravano alia bellezza delle altre : e cio praticammo senza fiele o prevenzione , da' quali due vizj abbiamo sem- pre abborrito ^ ma con quclla nrljanita cbe ad anime gen- tlli conviensi. Imperocche traitandosi d'un genere di com- ponimenti jiressoclii? nuovo in Italia, sembravaci cbe una modcrata discussione sulle italiane epigrafi cbe venivano pubblicandosi , e cbe percio divenute erano di pubblico diritto, giovare potesse a vie meglio determinarne e la natura e le forme. Ora chi mai creduto avrebbe cbe 1' au- tore de' nostri articoli dovesse nella sovr' annunziata Cen- turia VIII divenire bersaglio alle piu ingiuriose parole ed alia pill amara ironia, non pur rispettato il semianonimo clie da Ini erasi assunto ? E la cosa va si oltre cbe im- putato egli viene di occulte passioni e della turpissima taccia di continuatore delle anticlie vergogne italiane, come se vere vergogne non fossero le contunielie contro di lui in essa Centuria scagliate, e come se una decente critica non siasi sempre fra le colte nazioni ammessa e praticata. Ma quale occulta passione poteva dal coUaboratore nostro nu- trirsi contro del sig. Muzzi, se mai non ebb' egli con lui relazione alcuna , non mai quistioni o cause di dispiaceri? Leggansi i suddetti articoli , e si vedrii cbe piu delle cri- ticlie osservazioni ne emergono le lodi a lui nel giornale nostro compartite. Ma tra' letterati iacontransi pur troppo alcuni d' animo s\ irascibile clie insolentemente adontansi, quando a lor dinanzi tutta aon si spalanclii l' urna dell'incenso, quasi 240 ElBLIOGRAFIV. che ognl loro composlzione uscire non possa dal lor capo se non perfettissima, come Pallade dal capo di Giove. Se non che le inginrie non sono altrimenti ragioni. Buon dun- que pel collaboratore nostro che fra quelle contumelie nessuna ragione incontrlsi che tenda a distruggere le cri- ticlie sue osservazioni ! Queste sussistono anzi intatte, ed autorita e forza ricevono dal niodo col quale contro di lui scagliossi lo scrittore di quelle malauguratisslme parole. E saremmo quasi per credere che la veracita stessa di tali osservazioni sia stata Tunica causa da cui cotanta bile destossi. Col fatto stesso adunque , cioe colle slesse ingiurie poste in luogo di ragioni, vi si concede essere affettaio quel Gompendio della piu lunga vita, iperbolico quell' afFermare che la virtii nel trapasso di Giovanni Blasini ancJi'ella quasi mori , ed essere non meno viziose le altre epigrafi ne' fa- scicoli nostri prese ad esame. Ne saremmo pure per ar- renderci si agevolmente a quella falange d' esempi tratti dal vocabolario per dimostrare non essere da riprovarsi r affisso piii al superlativo. Perciocche nell" uso degli esempi fa d' uopo di quel tale criterio che sa sceverare la buona messe dal loglio : e moke maniere del dire comeche vi- ziose quando si considerino colla ragione filosofica, tolle- rarsi possono nondiiueno in un lungo discorso , od in una famigliare elocuzione, ma non mai in un' epigrafe, bre- vissimo componimento di squisitlssima natura , in cui ogni formola essere dovrebbe modellata sulle piu rigorose leggi del retto e del bello. Percio all'nutore di quelle note, chiun- que esso siasi , ricorderemo il precetto d' Orazio : Scribendi recte , sapere est tt principium et fons. Sappia egli in ol- tre che il nostro eccitamento ai milanesi tipografi sorti I'effetto suo , e che vennero qui gia pnbblicati tre fascicoli in 4.° d'una bella edizione col titolo di Monumenti sepol- crali dei cimiteri di Milano , misurati e disegnati dalV I. A. Francesco Turconi, a'quali monumenti trovansi pur aggiunte le iscrizioni ad essi relative. Noi ritorneremo su' quest' ar- gomento in altra occasione. Intanto se alcuno ci chiedesse del parere nostro su questa Centuria VIII, risponderemmo ch' essa ci e sembrata piu pregevole delle antecedenti e che belle fra le altre a noi parvero le epigrafi per la gio- vinetta Adelina Carmo. BIBLlOGRAriA. 24 T Sulla formazionc geologica della collina detta la Fa- vorita presso Lonigo; Memojia del dottor Francesco Orazio Scortegagna, membro di varie societd scien- tifiche. — Verona, i836, tip. Antonelli, di pag. 26 in 8.° con due tavole. Ebbe 1' autore altra volta a occuparsi delle ossa fosslU di coccodrillo che rinvengonsi nella collina della Favorita ( V. Giorn. dell' italiana letteratura , torn. 64, bim. di sett. e ott. i8a5); e alcune sue espressioni fecero altrui cre- dere che dette ossa fossero annidate in un terreno terzia- rio, e sono in vece in un misto di terreno vulcanico e di alluvione (i). Egli affine di rendere cio dimostrato scrisse questa Memoria esponendovi distesamente qnal sia la for- mazionc geologica della collina suddetta. E ne conclude ch' essa in origine sembra il prodotto di un vulcano su- bacqueo , nato dopo 1' epoca dei terreni terziarj , che cola vissero dei coccodrilli sino all' epoca dei terreni d' allu- vione , nel qual tempo uon ancora estinti gl' incendj vul- canici , vennero nuovamente sconvolte le rocce e le terre in varj punti deHa medesima , fondendole e ricoinponendo altri minerali , egualmente che le gemme ( cioe a dire gia- cinti ) nei inedesimi contenute , non che insieme anche im- pastando le ossa dei coccodrilli, che vi si nascondono scora- paginate , o piii profondamente ricercandole sgretolate , logore e guaste. B. Opere dei Padrl Aquilejensi tradoUe, illustrate ed ira- presse col testo a f route dalV abate Giuseppe Onorio 3'Iarzvttini , ecc. Vol. I. — • Padova, i835, Car- tallier , in 4.°, prczzo del presente fascicolo per gll associati austr. lir. 4. aS , pei non associati austr. lir. 6. Nel proemio die il canonico dott. Pietro Pianton dirige agli studiosl delle sacre lettere, egli glustamente commenda r abate Marzuttini , perche veggendo gli scritti de' Padri (i) II calcai-e rosso ainnionitico di Trescli^ nei Sette Couiuni rac- cliiude anch'' esso avanzi fossili di coccodrillo ( V. Cuvier. Oss. fos- siles^ torn. V. 2. part. CatiiUo, Zoologia fossile delle provincie ve- nete, pag. 190 ). 242 BIBLIOGRAriA. Aqnilcjensi , parte incditi, parte clivenuti rarlssimi, e non esistenti clie nelle grandi e dispendiose Biblioteche dci Padri , siasi accinto a produrli alia pubblica luce in questa sna collezione, e le loro dottrine espoiiga a' fedell nell' ita- liano idioma. Ne il nostro Giornale fin dal 1829 ( t. 53.°, pag. 238) tacque le lodi dovute al benemerito collettore , approvandone insieme il tenore e randamento del sno lavoro. Gli scrittori clie hanno luogo iiel ptesente fascicolo sono dei piu rinomati che vantar possa I'antiea letteratura ec- clesiastica ; e sono i Santi Pio I papa ed Erraete sopran- norainato Pastore; segue San Cromazio arcivescovo d'Aqui- leja ; indi Turanio Rufino , prete d' Aqnileja. Negli altri fascicoli si riportano le opere di San Niceta, dl San Pao- lino , di Paolo Diacono , e d' altri di non comune sapere. La scienza teologica, V eminentc scienza dl Gesit Crista, Opera dell abate Giovanni Batdsta Vertua, ecc. — Mllano , 1806, tip. Bernardoni , vol. Ill, parte iJ^ Questo lavoro del sig. Vertna gia piu volte annunziato nel nostro Giornale (tomo 77-°5 pag. iSa), prosegiie colla stessa solidita di dottrina , collo stesso zelo di religione che neir autore abbianio altre volte coinniendato. II sig. Vertua , dopo aver ragionato nell" antecedente volume in- torno la creazione, e dopo avere colF usata sua logica e preclsione di idee respinte le difficoka che dai materialisti antichi non meno che recenti si sogliono niettere in campo su tale materia, si occupa ora a ragionare in particolari dispute delFuomo, della sua originale eccellenza, della sua miseranda caduta, della propagazione dell' originale pec— cato , della redenzione ; e stabilito il principio che tutto nelFantico Testamento era preparazione al nuovo, cio ra- pidamcnte diraostra nella serie degli avvenimenti che da Adamo ci guidano a Cristo. Anche per questi argomenti gli fu d' uopo ribattere i varj sofismi degl' incrednli , e proporre alia mente del savio legjiitore severe riflessioni , appoggiate pure all'autoritk della divina parola e degl' in- gegni i piu illuminati di cui va onorato il cristianesimo. BIBLTOCR\rT\. 243 Parnaso strnn'icro , fdscicolo 7.° - Poesic scritturali. - Profezie. ■ — Venezia , 1806, Antonelli. Le poesie scritturali di questo fascicolo sono verslone in terza rima, iu ottave , in versi anacreontici , ecc. di letterati di bella riputazione , fra i cjuali abbiamo i nomi di Ilario Casarotti , di Isacco Reggio, di Evaslo Leone. In questo fascicolo trovasi pure un Ragionamento tratto dair opera del Lowtli intorno Torigine e la forma della Elegia ebraica e sopra i Treni di Geremia. Nel commen- dare 1' editore veneto per un lavoro, che cosi da vicino ci fa gustare la sublimita de' sacri cantici, non oniettiamo r enconiio dovuto alia Societa tipografica de' Classici Ita- liani per averlo preceduto nella sua impresa delle Foesle. bibUdie (Vedi Bibl. ital. tomo yS.", pag. 67 ). PredicJie sulla religione scelte dalle splegazioni evan- gellche, di Adriano Qretsch, ecc. — Milano, 1 836, per Gioianni Silvestri. Queste prediclie formano il volume decimosettimo della BihUoteca scelta di opere tedesche tradotte in lingua italiana. Sono esse tradotte nella nostra lingua dal prof. Teglio, dl cui e noto il valore per altre versioni fatte di pubblico diritto. L' editore di questi sacri ragionamenti si e proposto di presentare alle stndiose persone un saggio della lettera- tura alemanna , e insieme di giovare specialmeute a' pro- fessori catechisti , poiclie vi si contengono quasi in epilogo tutti quegli argomenti clie nelle classi di umanita e ne' licei formano il complesso dell' istruzione religiosa. Memorie istorico-crhiche delle gloriose gesta di S. Fla- viano martlre ecc, raccoUe dal P. lett. Stanislao Melchiorri, ecc. — Fenno, i836, Bartolini. In 8.°, dl pag. VIII e 2-1, lir. 2, 78 ital. Affinche ogni fedele potesse ammirare i subliml meritl e le virtu luminose di questo Santo Patriarca costantino- politano, si indusse I'autore a tessere qvieste il/emorje isto- rico-cridche; bramoso d'altronde di accrescere negli animl de' suoi concittadini la sincera divozione verso questo Invitto 244 BIBLI0G114P1A. testimomo dl nostra fede, e principale protettore del c!ero e della citta di Recanati. Per questo intento , e per cor- redare insieme la sua opera di quelle diligenti investiga- zioni , che meritamente richiede il proposto soggetto, non trascuro 1' autore di esaminare , non che il lavoro de' Bol- landisti , i compendj ben anco e le varie antiche narra- zloni che volgono intorno alPepoca di cui imprende a ra- gionare. Nel fine poi dell' opera si e pur determinate a riportare e in latino e in italiano due speciali lettere di Teodoreto unitamente alia celeberrima XXVIII del ponte- iice San Leone , tutte dirette a quel Santo Patriarca ; alia quale pubblicazione in questo lavoro del Melchiorri diede motivo il riflettere che tutti possono ritrarre da tali scritti esempi luminosi di virtu e di costanza cristiana , ma che non tutti possono avere in pronto quelle opera voluminose da cui le citate epistole furono dedotte. Jgiopatrologia ossia Collezione dl tutte le opere del Santl Padri grecl e latini traslatate dal testa ori- gincde nella nostra volgar favclla da Bernardo Bel- lini, ecc. — Cremona, i836, stereotipia Bellini, vol. I.", in 8.°, di pag. kjG^ prezzo cent. lo ognl l6 pagine. Impresa certamente vasta e laboriosa , non che utile ad ogni pia persona si e assnnta il sig. Bellini con questa sua Agiopatrologia ; il merito e il valore di lui nella greca fa- vella abbastanza noto ci inducono a credere cli" essa riu- scira a buon fine. Pero siccome di tanta opera noi non abbiamo sott' occhio che poclii fogll e per cost dire un primo tentativo , parleremo qui in brevi termini solo ac- cennando per norma de' leggitori , quale sia 1' intendimento del sig. Bellini in queste sue versioni , e quale il modo a cui si e appigliato. II sig. Bellini nel suo proemio a' leggitori, premesso un breve cenno sul preglo di eccellenza e di santita delle opere dettate dal religioso senno de' Santi Padri , e sullo studio da lui antecedentemente fatto intorno gli scritti mas- simamente de' Padri greci , introduce una obbiezione a se medesimo : " Era egli per te il prezzo dell' opera I'afFati- carti in cosifFatta impresa , quando le versioni de' Padri BIBLIOGRAFIA. 248 greci son gia tuttc pubblicate fino ab antico in lingua la- tina , e quando eziandio ne' presenti tempi si danno fuori cotali opere in quel linguaggio cognitissimo ad ogni ma— niera di sacerdoti per le stampe? E mette poi bene per te il render volgari i Padri latini , quando senza cotesta tua fatica insino a questi giorni sono stati per ciascuno de' chericl e studiati ed intesi ? v Al clie egli risponde in primo luogo non essere cosa assurda il presentare a noi nati italiani i pietosi e santi concetti de' Padri greci , ed essersi gia cosi praticato dal trecento in qua coUa pubbli- cazione in italiano di tanti greci e latini scrittori ; 2. i traslatamenti fatti gia da mohi anni , essere posti a riscon- tro del teste in vobimi di amplissima e grossissima mole , assai rari e difficili ad aversi ^ le moderne edizioni poi contenere una scelta delle opere da' Santi Padri dettate anzi che il complesso delle medesime ; 3° che la lingua nostra essendo , per suo sentimento , ricchissima di modi qnanto la greca , e percio meglio aceoncia della latina a rendere felicissimo il traslatamento del greco. " In quanto poi a' Padri latini (egli aggiugne ) per non darmi carico, che io gli abbia renduti italiani , vagliami la stessa raglone die agli altri traduttori degU autori del Lazio , che leg- gonsi tutti italicamente traslatati. » Le opere di S. Giustino niartire sono le prime che com- pajono nella verslone del sig. Bellini, alle quali e premessa la vita di quel cristiano e santo filosofo. II primo volume conticne 1' Orazione ai Greci e 1' Esortazione ai Greci. Egli si e indotto a mettere S. Giustino per antesignano della presente collezione e perche S. Giustino fu tra i primi anti- chi filosofi , die si voltarono a credere in Cristo, e perche i< pigliando a combattere valorosamente I'idolatria, ci reca col pensiero molto piu vicino ai cominciamenti della trion- fante religione , die taluni altri non facciano , se ne togli Clemente Alessandrino. » Sagglo sidle i-itl e sid vinl della Valle d'Aosta , del dott. Lorenzo Francesco Gatta {Memoria estratta da cjnelle della R. Societd agraria di Torino, t. XI). — Torino, i836, in 8.°, di pug. 126. Viti e vini sono soggetti intorno ai quali tuttor si brama che r ind^siria italiana si occupi piii die geueraliaeute non a46 BIBLIOGUAFIA. fa, e b' affinl eniulaiido quella craltre nazioiii. Quanto alia Francia riesca fruttuoso il progresso di detta industria eel diiiiostra cio che Lenoir ci racconta (i), cioe che nientre essa lion veiideva iiel 182,0 piu di 3ooo ettolitri dl viiii liquor i all' estero , in pochi anni , anzi in un solo quin- quennio lie ha rpandato fiiori 28, 000, ricevendone in prezzo pill di 5,000,000 di lire ^ ed a questi tempi tale uscita si e in proporzione grandemente accresciuta. Lodevoli imprese si fecero in Napoli ed in Toscana per il commercio al- r estero de' vini nazionali , ne mancano tra noi egregi esempi di diligenti colture di viti e fabjjricazioni di vino, nia ben altro ci vuole peiche T Italia non si rimanga an- cora troppo lontana dal porgere rispetto a qiiantita di vini e masslme rispetto a qualita, cio clie il suo suolo e il suo cielo consentirebbero. Quindi con particolare senso di rico- noscenza voglionsi accogliere que' libri che possono con- ferire al perfezlonamento delle nostre cognizloni e della nostra industria circa le viti e i vini italiaui. E libro di tal fatta ne sembra quello che annunziaino , cui 1' autore seppe anche sovente aggiungere i pregi di una venusta e nobile locuzione. Dopo aver dato una descrizione topografica e fislca della valle d'Aosta , T autore racconta quali sorta di vini vi si coltivino , e quali sieno i metodi con cui si governano, e con quali modi si proceda alia fabbricazione del vino, pro- ponendo poscia circa tali soggetti que' luigUorauienti die piu gli sembrano opportuni. La vite , die' egli , e tra le prlncipali fonti donde il po- polo della valle d'Aosta trae il suo sostentamento. Bello e iiiaraviglloso ( cos\ prosegue ) e ad un tempo il vedere come ogni poggio , ogni coUe , ogni china di iiionte volta al meriggio , benche a grandi altezze (2) , sia ridotta a (i) Vfdi Trattato della coltivazione della vite e dulla vinillca- zione, Wilano , i833, Ruscoui ( Bibl. Ital. torn. yS, pag. 1 12), il quale, a pai-ere del sigiior Gatta , e forse il j^iii compito e dotto lavoro clie abbia sinora in siffatto argoniento visto la luce. (2) Alcimi -vigneti di San Pietro c di Villaiiuova sono i piu ele- Yati del ))aese, forse delPEuropa, e niostransi a piu di looo luetri sopra il livcllo del mare ancoia rLgogltosi e )irudutiivi di viiii neri lion aifatto mancanti di pregio : altri della Sala e di Morgesso non daiiuo clie vino bianco, ma ccccdono i uiciri 1200. BIBLIOGRAFIA.. 247 pianerottl sostenutl da muri e copertl da questo fecondo arboscello : nessuna spesa e si grave, cui il valdostano noa si adatti ; iioii fatica, cui non induri perche la ddetta vite alligni e prosperi ^ ne valgono a distorlo dal teatarne la riuscita T iiifelice esposizione del sito , 1' altezza , la diffi- colta sua o T ingrata natura del suolo. A signillcare la di- ligeuza del valdostano ai buon govcrno della vite e del suo frutto valga anche cio die T autore ci raccouta intoroo ai regolamenti della vendemniia osservati nella valle d'Ao- sta (1), e in altre parti d' Italia con tanto detriniento del raccoko e della bo:}ta del vino, non poco trascurati. 'iVol- gendo le uve al loro complto maturaiuento , il consiglio comunale d"" ogni terra nianda alcuni vecclii vignajuoli (ex- perts vignerons ) a visltarle , e poscia a riferire ■ con giura- niento al giudice distrettuale della condizione loro e del giorno in cui sia conveniente dare principio al piu gajo , al piu festevole fra i lavori agricoli ; quindi si toglie il divieto clie i regolamenti niunicipali vi arrecano : e guai a clii non aspetta il l^andito giorno : questa trasgressione non passa mai impunita , come nemnieno il piix piccolo furto d'' iiva , solendo ogni villagglo mettere su e pagare in quel tempo una guardia di contadini che invigila in- torno ai vigneti giorno e notte. " La descrizione delle specie (2) e varieta delle viti col- tivate nella valle d'Aosta formano quella parte del suo sog- getto che il dott. Gatta tratto con maggior a more e con piii fina diligenza :, inteso a porgere un esempio che se fosse iniitato in ciascuna provincia vltifera italiana, porgerebbe i matcriali della tanto desiderata sinonimia e classificazione delle viti italiane , bellissima inipresa gia dal cav. AcerbL lodevolmente cominciata (3). Due delle specie descritte sono nieritevoli di particolare riguardo. E in primo luogo la (1) Tali regolamenti 6oao rifcrlti per disteso uclle patenti so wane drj 1 3 agosto 1773. (2) E opinione dcir autore, e n'' adduce le ragioni , clie le viti da vino sieno a i-iguavdarsi non comi* altrettante varieti d'' una sola sj>ecie , ma come compoiieuti un genere abbracciante molte specie, e tjueste dividentisi poscia in varieta e sotto-varieta. (3) Vcdi Tentativo (T una classificazione gcoponica delle viti ecc. Bibl. Ital, torn. 3o.° pag. 344 ( giugno iBa3), e Trattato sulk viti italiane, ossia materiali per servire alia classifica~ioac , iiioiuj^tvfia e sinonimia ecc, Milano i825, tip, Silvistri, 248 BIBLIOGR/VFIA. specie orioii per essere indigena alia vallata e straniera, per quanto consta all' autore, agli altri paesi. Le sue foglie per r ordinario dure, spesse e verdichiare, hanno incision! poco profonde, al piimo invajare dell' uva le fa segnalate ii ri- dursi a secchezza in alcuna ioro parte mentre dura nel rimanente tutto il vital vigore ; i peduncoli dei grappoli sono molto spiccaticci ; gli acini di polpa floscia , dolce , scipita , ed inclinati al nioUume ; tal vite e raolto precoce ond' e che ben s' accordi alia condlzion fisica del luogo. L' altro vitigno degno di special menzioae e il prie. E bianco, amico delle regioni elevate ed alpestri , il cui freddo tollera niirabilmente ; e di molta gettata e assai primatic- cia. I suoi tralci sono sottili, lunghi , con nodi piuttosto frequenti e cirri moUi , sottili : le foglie piccole, dure, con incisioni poco distinte, che si conservano verdi assai oltre lo sfruttamento ecc. Ogni casa, ©gni abituro della val d'Ao- sta, dice 1' autore, ha dappresso la sua cara piantadipn'e, al cui lezzo siede lo stanco contadino , e del cui dolcis- simo frutto si disseta. II vino di Donasso fatto o col solo nebbiolo , od anche con un po' di neretto die lo rammorbldisca, si ha pel nii- gliore della valle inferiore e sotto certi rapporti di tutto il paese; a questo tien subito dietro quello di Arnazzo, quindi di Ponte-San-Martino , poi di Bardo , poi di Verrezzo ed infine di Mongiovetto ^ ed e la principale rendita di que- ste terre. Con 1' uve di Donasso e d'Arnazzo fabbricansi anche se si voglia degli eccellenti vini liquori ; ma il pro- durne e proprio specialmente delle viti della parte supe- riore del paese , la quale ne da veramente de' lini e squi- sitissimi , fatti con nessuna nianiera d' artifizio , ma natu- rahiiente , e solo conservando le uve per tre o quattro mesi sopra cannicci. Sono questi il torretta di San Pietro , la malvagia d'Aosta, il moscadello ed il chiaretto di Ciam- bava: il primo cioe quello che si fabbrica coll' uve rac- colte da vitigui quasi adusti, e all' aspetto intristiti , dalla breve pianura detta Torretta , sul monte Tole , puo anno- verarsi tra i migllori d' Italia. E un vino vermiglio, gen- tile, odoroso , polputo , morbido , che ha molto spirito, perde colore invecchiando , e prende un sapore delicato , che volge all' amaro aromatico. La totale quantita del vino che produce il paese , se- condo le ultimo consegnazioni fatte all' uffizio di quella BIBLIOGRAFIA. 249 Intendenza, rlsulterebbe essere di ettolitri 22,455 (i), ma ella e sicuramente inolto minore del vero. Comunque sia non basta all' uso ed abiiso della popolazione , die e di 75,376 individui , ond' e clie la provincia ne riceve un mi- gliajo di ettolitri all' anno dal Canavese e dal Monferrato. Quanto ai vini di lusso n' e ben poca la copia , cioe ap- pena piu clie 20 ettolitri annul , de' qiiali una meta circa e jnandata fuori di paese. Terniiaeremo col far plauso ad una raccomandazlone del- Tautore, la quale se fosse osservata apporterebbe sicuro nii- gliorameuto alia tempra de' nostri vini « uno studio da farsi e quello delle mlscele delle diverse uve e della loro pro- porzione : un' uva che sola porge vino mediocre o cattivo, unita ad un' altra , che da se sola darebl^e pur vino di mala qualita , compone un liquore di pregio : tutta 1' arte sta nel sapere couiljinare quelle che sovrabbondano ad esenipio di acido vegetale con altre che ne mancaao , ed in sua vece hanno in eccedenza la sostanza gommosa e mucilaginosa. » B. Scetticismo e Religione. Poenietto di Giovanni Torti. — Milano, i836, clalla Societd tipogr. de Classici italiani, di pag. Sa, in 8.° Crediamo innanzi tutto di dover trascrivere le parole pro- prie con cui I'autore ha deiiaito il suo tema. " Le remini- " scenze , 11 discorso interno , lo stato dell'animo di un ra- » gionatore, che, rigettata la rivelazione, duljbioso di tutto » cio che r uomo ha piu bisogao di credere, trovasi a »/ quello stremo di vecchiezza e di malori , in cui non e >< pill godiniento ne speranza di l^ene al di qua della toni- '• ba ; — i sentinienti , la vita di una persona semplice , H idiota, che, fernia nella religione in cui nacque , ignora 1) finanche la possibilita di dubitarne , — sono il tenia di »< quest! versi. >/ E rispetto alio scopo del libro , od al iine che il poeta si e proposto di conseguire , cosi egli (i) E cuvioso il sapere che v'' ha in Londia uua botte da biiTa, la ([iialc; basterebbe a conteneie quasi il riijilo tli tutto il vino clie si fabbiifa annualmeiite nella valle d'Aosta^ la sua capacita e di 6o,ooo ettolitri. Blbl Ital. T. LXXXIV. 17 2i)0 BIBLIOCRAFIA. ancora si esprlme : « Chi dei due sta megUo' — II glu- // dizio e il desiderio die sorgono dal confronto dei per- » sonaggi rappresentati , sono T efFetto che il componi- >/ mento intende a produrre, spezialmente ne' cuori tnttora >i ingenui de' giovani lettori. » Trattasi dunque di descri- vere e metlere al confronto tra loro un uomo inveccliiato nella negligenza di quanto vi ha di piu grave e di piu importante , straziato dai dubbj, mal contento del passato, incerto e pauroso deiravvenire^ e una vecchierella vissuta sempre nella fede a cni fu edncata, senza rimorsi della vita gia scorsa, tutta speranza per quella a cui oramai si avvi- cina : afEnche si giudichi chi dei due sta megUo ; ed anche affmche, non potendo il giudizio esser dnbbio, nasca il desi- derio di soniigliare alia semplice vecchierella , piuttosto che aH'altro. — Non vi e materia che si faciimente conduca alle declamazioni come questa; e ne corre anzi una inoda, di cui sentiamo che molti s'annojano, alcuni non senza ragione si sdegnano. Ne solamente per questo vogliamo astenerci dall'aggiungere alcuna parola suU' iinportanza del- r argomento ; ma si ancora perclie ne parrel^be di contraf- fare all' intenzione dell' autore ed al!e ragioni dell' arte, facendo precedere all' annunzio di un breve poenietto che non esce dai limiti del sentimento , un' introduzione con- veniente forse ad un grave e formale trattato di filosofia. II poemetto del sig. Torti ha raolte bellezze , appropriate a quel fine a cui egli I'ha indirizzato : ma se noi ne fiil- elamo il concetto; se questa poesia di semplice sentimento vogliamo sollevarla ad essere un trattato filosofico , le sue bellezze ci appariranno troppo tenui , ne potra dirsi pie- namente raggiunto il suo scopo. La prima parte dei componimento s'intltola La Malvagita, e ci mette innanzi i pensieri di un ragionalore vecchio ed infermo , quando Ne Serena gU ride ora ventura, E il presente gli e fatto intoUerando. Spaventato dall aspetto della niorte che oramai gli sta so- pra, egli vorrebbe poter dire a se stesso, che tutto fiiiisce col corpo , Ma sente ei ben che una vicenda oscura, Che un mistero e la morte , e una aspcttaiiza 3{i5era, amara il nulla, e mal seciira. BIBLIOCnAFIA. 201 Di peiisiero in pensier dunque s' avanza , Meinora i mali ad uno ad uno , e gode Inacerbame in se la rimembranza. Come incapace di soUevare lo sguardo al di sopra di cjueste cose terrene, le quali a guisa di fuggevoli larve, dope molte care illusioni , ora T abljandonano infelice e senza speraa- ze , egli non vede nel mondo se noa una razza ipociita^ ne trova nei fasti umani altro che una storia di delitti , uaa vicenda di alterne oppressioni, ora aperte eviolenti, come fra i popoli ancor barbari , ora coperte e ingaane- voli , come fra quelli che si vantaao di civilta. Scindonsi in parti , e ahbattonsi a vicenda j Oggi e oppressor chi era pur jer V oppresso. Sorgon , cadon .- del vinto e la faccenda Vituperar chi e in cinia , onde in ogni opra Poscia il rifaccia se in suo loco ascenda ; E oh sciagura ! mandar tutto sossopra Ponno i tristi a lor pro; se in pro di tutti Pensa pur qualche illuso , invan s' adopra , E coglie di sue cure amari frutti. E La Vila (e questo il titolo del secondo capitolo ) , la vita deiruomo, il quale presume di far servire ogni cosa a'suoi desiderj , non e altro al suo sguardo che una continua e iiecessaria servitii dell' uomo stesso all' egoismo. 0 c/i' uoni r eniulo uccida , o il caro estinto Pianga , o altrui spogli , o doni occuko e pio Cui nianca il pane e da vergogna e v'nto , Fine ultimo all' oprar , supremo Iddio Sempre abbiani quel , che, quai sembianze ei vesta , Ciascun , se il ravvisiamo , il nominiam lo. Questa (dice il ragionatore ) e necessita di natura , a cui serve del pari e chi ghiottamente banchetta , e chi dispe- rato si uccide ; e chi perseguita e chi favorisce il suo si- mile : ma pochissimi souo coloro che almeno dalla spe- ranza del proprio vantaggio siaao condotti ad esser utili e benelici : / pill vaghezza tal fa travedeve , Che le pill volte lii dove e altrui danno , Dove insieme e il lor peggio , e il lor piacere. Fuggeyolissima (egli dice) e l' intanzia, prtHjaf era De la vita , in cui gioja e del presente , DeW avvcnir nulla si tenic u spcra. aSa BIBLI0GRAFI4. i\'e di nequizia de V umana gente E conoscenza , ne superbi o avari Pensieri han loco ne la vergin. mente ! Ma noa e ignoto il dolore nemmaiico a quegli annl ; poi soprarrlva ben presto T eta dei desiderii e della speranza. Come al tormento atroce beffa aggiunge Natura la nella hollente sabhia Del Shara interminabile , e da lunge Al miser , ad del her strugge la rabhia , Fa di chiare diffuse acque una scena , Veder cogli occhi , qual se innanzi I' abbia ; Gia sentir nelle fauci arse la piena Del fresco sorso , e gia sguazzar si finge Nell' onde ov' ei non trovera che arena; Tal questa madre di fantasmi pinge Immagini di bene e di contento Al giovane, e ver quelle ehbro lo spinge. Ma clie vi trova egU poi ? Voto, pentimento e noja. Ne meno fallaci sono i desiderj e le speranze dell' eta piu matura , deir eta cosi detta del senno virile. Ma o ch' egli agogai al potere ed alle ricchezze , o che cerchi la gloria della sa- pienza , dopo niolte inutili e dolorose fatiche noa abbrac- cia mai altro che vane larve : Ahi natura ! che e I' uom ? Niun bene , affanni ^ Terror , malori : ecco de V uom la vita , Anzi la morte lunga a che il condanni ! Ma quanta de' viventi e V infinita Gente , da V uomo al rettil de la polve , Non e a la morte ed al dolor sortita ? E V un ne I' altro i corpi ne travolve Un sempiterno avvicendar siffatto , Che agli uni e vita cib che gli altri solve. E fu dunque . . . e perche dal nulla tratto , Questa universo ^ c gli e tal ordin fisso , E da chi e come e per cut bene e fatto ? Oh arcani ! Oh umana intelligenza ! Oh abisso ! Per rispondere a queste doiuande il ragionatore non ha al- tro che le Ipotesi dell' umana filosofia, dalle quali la terza parte del poemetto prende il suo nome. Egli dunque le considera queste Ipotesi, e donianda loro, ma invano, quella tranquillita, quella pace di cui sente U Jjisoguo, poiche le EIBLIOCnAFIA. 253 tllusionl ilella vita lo vengono ad una nd una abbando- nando. Ma credera egli a chi dice clie non v' e Dio , qnnndo le raaraviglie del creato gli parlano continnamente dell'esi- stenza di un sommo fattore '. o dira che il concorso ca- suale degli atoml produsse ogni cosa ? o die tntto al) eterno sussiste ' E non e da credei- piuttosto clie Dio produsse in principle ogni cosa dal nulla? Ma produsse dunque anche i morlji, e i vlzj dell' uomo, e la guerra universale degli es- seri ? O v' ha un Dio benefico dator dei beni, e un Dio ma- lefico da cui procedono i mali? E sopravvive lo spirito al corpo ? o non siamo noi altro che materia? — Cosi il vec- chlo discorre per tutte le opinioni , ugualmente incapace e di rlgettar pienaraente le false e di fermarsi nella vera. Ne s' acquieta pur nelT esemplo di Socrate; perclie s' egli mori tranquillo persuaso che I' aninia e iramortale, e che i giusti dopo la morte saranno premiati , come pote assi- curarsi che quelia sua opinione fosse vera? Jnvidiabil chi di lei si bea ! Ma a me ne V aspra vita che mi avdnza Alcr' uopo e die d'uri sogno che ricrea. Certezza , d' uho Iddio testimonianza Chieggo. — Ah misero ! forse non fu mai Che un credulo desir quelia fidanza. Tutto adunque ( conchiude ) tutto e dolore per me, e quindl invoca la morte: ma la morte e un'idea d'insuperabil terrore. Da se ini'olarsi medica al tormento Insopportabil della iita , e fieme Di dolor vinto , d' ira e di spavcnto ; Vorria darsi la morte, e niorir tenie. Tale e il vecchio incredulo ragionatore : Ma canta allegra al bosco e a la campagna, J Sempre un riso benevolo ha sul lubro La vecclderella della mia montagna , Che apprese a creder nel Figliuol del Fabro , Ed ha conforto e Inme in quelia fede Ad ogni passo travaglioso e scabro. liecarla a dubitar di quanto crede Saria come voler ch' ella negasse Quel che tocca la vian , che V occhio vedc. Sua vita umil sempre adorando trasse ; E 0 del raccolto le godesse il core , O la gragnola i tralci le scldantusse , -204 BinilOGRAFIA. BeneJisse nel gaudio e nel dolore i Ne fit il suo ragionar che una parola : La volonta sia fatta del Signore ! Ha fermo in cnore die i mali nascono dal peccato; che Dict e sempre buoiio e clemente ; che a qnesto vlver breve e caduco tien dietro una seconda vita imraortale. Nelle in- giurie raffrena 1' interao risentimento pensando a Lui Che vittima volente e immacolata Pregb pe suoi crodfissori in croce. Odio ne rancore non mostro mai de' suoi giorni ; mia tutti ama ed e in ricambio amata. Del poco ch' ella ha soccoire volentieri i piu bisognosi di lei. Alia vista del create e del suo ordine esaka le stu- pende opere del Signore, ignara e non punto curiosa d'in- dagarne le leggi e le cause \, e cosi del pari Quanta e mi- stero de la fede adora. — Da questa vecchierella derivfi dunque il poeta 1' intitolazione del suo quarto capitolo , e donianda : Qual piii sudata umana saptenza Fu mai pace del cor , compenso at mali , Fratema , universal henevolenza ; Come i precetti lucidi immortali , Che questa semplicetta feminella Imbev^e nelle pie stanze natali , E ne la chiesa villereccia , ov' ella GU ode U di del Signor, gia fin da gU anni Clie a I' erba conducea la vaccherella ? Costei non conobbe afFaniii , e non ha rimorsi. Amo ; fa moglie e madre ; e coiruoino del suo cnore allevo la prole alia fatica ed al bene operare ; perdette 11 marito, e se ne duole ancor rammentandolo, ma poi si consola diceudo : Quel che Dio vuole! Ogni giorno sul vespro essa viene alia nota croce , e inginocchione bacia il terreno : Ode la squilla nunzia de la sera , E , o Madre te de la pieta divina , D' ogni grazia ricetto e dtspensiera ; Vita , dolcezza , stella mattutina , Degli afflitti sollievo in questo esiglio , E del beati spirti in del Reina , Te implora: deh! quel tuo pietoso ciglix) A noi converti , e V anime fcdeli Veggan per te il tuo benedetto figtio BIBLIOGRAFIA. 255 A faccia a faccia , che nulla ombra il veli « E qual sedente a la destra del Padre Empie di luce e d' esulranza i cieli ; E sovra tutte le angeUche squadre Te in alto adorna di stellatn manto. A la destra del Figlio , o Vergin Madre. O huona Madre , quel tuo Figlio santo Prega ne I' ora del nostra passaggio ; Ed or ne impetra che I'amiam, che intanto Aspettiam con fidanza e pio coraggio L' avvicinarsi delle angosce estreme , Si che troviamo al termin del viaggio V adempimento della nostra speme. I nostri lettori si sarnnno accorti che il sunto di qnesto libretto poteva comprendersi ia poche riglie; ma nessuno vorra dolersi clie ci siamo alquanto allargati citando versi cosi pensati , e per la maggior parte assai belli. Pensati poi e quasi pesati a scrupolosa bilancia sono in generale anche gli altri ; e questa e veramente una dote che noa si scorn- pagna giammai dalle produzioni del sig. Torti : ma non di- remmo pero tutti belli ne quei die abbiamo trascrifti , ne gli altri di che si compone il poemetto. Non vogliamo par- lare di qualche verso dure e faticoso a pronunciarsi i ma bensi di alcuni altri dove il pensiero non pare sviluppato abbastanza da ogni ambigi^ita, o dove quasi direbbcsi che lo scrittore non voile dare al sue concetto 1' espresslone propria e semplice della prosa, ne seppe vestirlo della poe- tica eleganza. Gia fra le cose da noi trascritte , non vor- renimo lodare quei versi : Fine ultimo a I'oprar. supremo Iddio Sempre ahhiani quel, che, quai sembianze ei vesta , Ciascun , se il ravvisiamo , il nomiam lo ; perocche dove il proprio della poesia e di ridurre In ira- magini i concetti della mente ailinche siano piii facili a percepirsi , e piii fortemente si stampino nella memoria de' leggitori , qui ne par che 1' autore lo sia andato rav- volgendo in un giro assai tortuoso di parole che sarebbe vizioso ad un prosatore e non e bello ad un poeta. Cosi ci sembra che manchino e la precisione della prosa e gli ornamenti della poesia in questi altri versi : E in mille e I' un che U placer proprio sotto Forma di heneficio a di dovere Sia con retto consiglio a far condotto. 256 BIBLIOGRAFIA. Infatti qui voile dirsi che gU uomini servono sempre ed unicamente all' amor di se stessi, anche qiiando riescono henefici ai loro simili, e fanno opere conformi al dovere. Ma noil vediarao come c' entri il retto consigUo dove si voile affermare clie ruomo non e mai benefico, ne coiiforme nelle sue azioni coUa giustlzia , se non per caso. Cosi ancora non pare abbastanza libero da ogni ambl- guita quel verso ove si dice clie 1' uomo abbraccia colla mente i' universo , E tiitto in terra a sue vaghezze inchina ; giacche potrebbe assai bene interpretarsi, ch^egli serve sem- pre alle sue passioni ; cio che sarebbe contrario all' inten- zione del poeta, 11 quale voile dire die 1' uomo si studia di far servire ogni cosa alle sue passioni. Cosi non sapplamo se nell' espressione : La terra ove de I' uomo il frale Ad aspettar sua mutamento glace .• la parola mutamento desti in tutti d' un modo abbastanza pronto e abbastanza cliiaro il concetto dell' autore che probabilmente penso a quelle parole dell'apostolo : Omnes quidem resurgemus, sed non omnes immutabimur. E ne pare altresi clie non si vantaggi ne di chiarezza, ne di venusta sul gretto parlar delle scuole quel dire : Che uno e il suo se , non molti , •■■'■ Hanne invincibil coscienza ognuno. Ne loderemo la seconda meta di questo ternarlo : E terre e campi desolatl ed arsi Son forse a noi , quasi dismcsssa cosa Sol per rettorico ozio a deplorarsi? Ne ci pajono bei modi la deliziosa dolzura invece dello zuc- cliero , ne il tedesco ordigno per I'ane della stampa con ca- ratteri mobili, ne il desiderio inesplehile di delizie intellettive pel desiderio della sapienza. Ma di queste cose clie appar- tengono al gusto ci basti aver fatto questo brevissimo cenno : rispetto alle altre dove si tratta della piena e precisa si- gnificazione del concetto , se qualcuno ci vorra dire che di sifl'atte se ne incontrano non di rado anche negli scrittori pill celebrati , noi certamente non contraddiremo. Ne le ab- biamo notate con animo di conchiudere che il poemetto del sig. Torti sia scritto con poca diligenza o con poca arte; la quale opinione, oltreche sarebbe lontana dal vero, non e da presumersi, sperianio, in chi ha trascritta cosi gran BIBLIOCRAFIA. sS/ parte del libro. Ma parendone die questa nostra eta studii diligentemente la lingua, e trascuri intanto lo stile, cloe la piena e lucida espressione del pensiero, percio abbiamo creduto opportune di fame una qualche dimostrazione. E n'abbiarao pigliata occaslone da uno scrittore diligentissimo, affinche si vegga quanta cura questa materia richieda ; e da un libro ricco di tanti pregi , che anche dopo queste osservazioni potesse essere sinceramente lodato. II sig. Torti poi non ha voluto darci un libro filosofico pro- prlamente detto ; non ha posto ne sviluppato verun principio di raziocinio da cui I'intelletto dovesse rimanere rigorosa- mente convinto: ma ci mette innanzi in una poetica de- scrizione gli efFetti dello scetticismo e della Fede, affinche r uomo senta sempre piu vivamente T orrore del prinio e s'innamori sempre piu della seconda. Non e xin concetto nuovo : perche lo scetticismo e antichissimo (i) : e dacche I'uomo ha potuto aver sentimento di una vita avvenire, dove i mail di questo mondo pazientemente sofFerti saranno scala a salire in piu perfetta beatitudine , la Fede ha dovuto esser sempre uno stato d'invidiabile felicita : e il porre a riscontro fra loro la tranquillita dell'uomo che credf*, e le tormentose incertezze di chi e vissuto nel dubbio, ha dovuto parer sempre opportuno in questa materia, dove appunto perche si tratta di Fede, non e tanto da convincere I'in- telletto, quanto da muovere il sentimento e la volonta. Del resto , perche 1' uomo in tutte le sue cose e grnnde- mente modificato dalle differenze dei tempi, percio l' idea fondamentale di questo poemetto , cioe il confronto tra il credente e I'incredulo, puo sempre esser materia di nuove produzioni sotto la penna di uno scrittore che studii con diligenza il suo tempo e sappia rappresentarlo. Sotto que- sto rlspetto crcdiamo che potra dubitarsi se il sig. Torti abbia trattato il suo tema nel modo piii conveniente alia nostra eta ; se nel suo Vecchio ragiouatore egli abbia ri- tratti i dubbj delle scuole inoderne e viventi ; se quella beata sua Vecchierella cosi bene, cosi afFettuosamente de- scritta fosse quel meglio che si poteva mettere in campo (i) Quia fideles semper habent locum, imde dubitare possunt ^ et infideles unde credere valent , juste et fidclibus pro fide datur jirae- mium, et infidelibui pro infidclitate suppliclum. Hug. a S. Vict, ci- tato tlal Segneri. aSS BIBLIOCRAFIV. da un poeta per Innamorare della Fede nn secolo come li nostro. E proprio orba e null' altro die orba la ragione umana? E i luali e i vizii di cui parla il veccliio snssistono veramente? Ed c necessario patirii? essere idioti, non saper nulla, come la vecchierella della montagna, consolandoci che saremo felici in una vita avvenire ? Un gran maestro in fatto di leligione lascio scritto : « Com' e foUia riputare " per buona una religione per questo solo, percbe si beve » col latte , cosi e gran fallo alzare nella sua niente un » tribunale sofistico, che non voglia in materia di religione » passare per legittima altra prova che I'evidenza non sog- f> getta a contrasto. Convien saper sospettare dov' e ragio- » nevole sospettare; e convien saper sicurarsi dov' e ra- zz gionevole sicurarsi. Altrimenti tanto sara contra ragione " il credere tutto , quanto il dubltare di tutto (i). » Ci parve poi sempre un gran fallo in colore che trattano di que- ste materle 1' usar parole che tendano a screditare la ra- gione umana , e dalle quali potrcbbe conchiudersi che I'ignoranza sia da preferirsi alia sapienza, o piu di que- sta conforiue ai supremi destini dell' uomo. Orbo sara I'in- telletto che presume di ragionare e profondandosi invece nel dubbio, finisce nell' incredulita; ma non e orba percio la ragione a cui ha pur voluto lasciar tanta parte nelle cose del mondo Chi poteva far tutto con tin sol cenno. Fra la tempesta in cui si dibatte 1' incrednlo atterrito dall' idea della morte , e la serenita della vecchierella sicura nella sua fede di tramutarsi ad un secolo d' interminabile felicita, r elezione non potrebb' essere incerta : ma dobblamo noi augurarci un' eta in cui tutti sieno idioti come costei ? — ■ Andremmo certamente lontani dall'intenzione dell' autore se interpretassimo di questo modo il suo poemetto : ma ap- punto percbe non crediamo che questo fosse il suo inten-- dimento, appunto percio portiamo opinione che sarelibe stato conveniente rappresentare i benefici effetti della Fede in un soggetto piu adattato alia nostra eta. J. (i) Segiieri. 15IBLI0GII\FIA. 269 Sermonldl Ambrogio Mangiagalli. — Cremona, dalla tipografia Manini, i836. In i6.°, dl pag. 80. Prezzo lir I, 25. Quest! Sermoni sono sei. I prlmi quattro , gia stait piib- blicati altra volta (i), leggonsi qui riprodotti con pochis- sime variazloni. Dei due ultimi si puo dire clie oggi sola- mente facciano la prima loro comparsa nel puhblico , poiche alcuni franimenti gia messine in luce dai giornali non erano tali da fame concepire la debita idea. Nel primo Sermone 1' autore park della mitologia , e ne parla in modo onninamente opposto a quanto ne sentiva il maggior traglco della Germania (2). Ma gli otto lustri trascorsi da clie cosi sentiva quel grande, videro tanti e tali miracoli , die a petto loro appare una bolla codcsto della quasi generale niutazione delle opinioni intorno al- Targomento di sapere a quale velo debba ricorrere il poeta ogni volta che preda D' illusion , come esser dee , sia tratto ad illudere altrui con quell' estro il quale e fiamma Jgil che guizza per volubil aure e i misurati spazj Sdegna e trapassa ( p. 42 ). Nel secondo Sermone 1' autore si congratula col vnloroso nostro Grossi per I'ultimo dei lavori poetici da lui dati in luce. Le Virtii domestiche formano soggetto del Sermone terzo. Un povero Tigenno, lasciatosi accalappiare a nozze da una donna mezza lusinghiera e mezza dottoressa leziosa, fra le molte altre amarezze sente predirsi dal poeta questa che di tutte e la maggiore : E se giacessi Egro tu mai , poco ella intorno al seggio Del tuo dolor si poseria. Che s' ivi (1) Sermoni, altre hrevi poesie ed una tragedia di A. M. Cre- mona, io32, tipogi-afia Manini, in 16.", di pag. 204. Lii". 2. (3) Die Go tier Criechenlandes o sia Lc Divinita della Grecia , pnesia srrirta da Federigo Scliiller neir anno 1 788, vale a dire nel secondo periodo della sua \ita poetica. a6o EIBLIOGRAFIA. Restasse pur , da stranie idee rapitd ^ Fora inutil custode , i tronchi indicj T>e tuoi bisogni , ed i chiedend sguardi Inetta a interpretar. Sfasciata cade Da una sponda la coltre ^ e la tua testa Dallo smosso guancial striscia e s'affonda: Tu nccenni ; ed ella esita alquanto ; infine Ti trovi o il nappo od il cucchiajo al viso (p. 89); e 11 povero Tigeano , convinto della verita di tutto questo, le virtii vantate . Danna qual esca ai semplici esibita Da furbo padre che di lor fa orpello Di sua prole alle tacche ( ivi ). II Sermone e scritto per nozze di cui il poeta augura bene perche nella sposa primeggiano le virtu domestiche, nelle quali, e non nelle cosi dette virtu da comparsa, e da tro- vare la felicita conjvigale. E lien a ragione , poiche i lettL da parata sono buoni a tuti' altro clie a giacervi riposa- tamente 1' uom vivo. Per nozze e scritto anclie il quarto Serraone i Matrimonj: Frequenti nozze la legal rubrica Impinguano ai notaj ... a cui ben altro Guida , che santa di scambievol fede . . . Conoscenza dei cuor ... (p. 46 ) ; ma slbbene , o per fastidio di celibato, o per aversi un sostituto da bottega , o per rimediare ai del)iti , o incanu- tlti non piu trovando Jjaci se non compri , il piu degli uomini come al dito Mandrillo 0 Pongo s' opporrian la gemma , Cosi alia man di lor donzdla ancli essi V affihbiano sbadati ( p. 47 ). Agll sposi pel quali fu scritto 11 sermone nessuna di tali cattive ragionl fu spinta alle nozze ; e percio anche di questi augura felicemente 1' autore. II quinto Sermone e Intitolato Lo Scemamento del ballo. Nipote mia, dice Clodio a Lucinda, perche a mezza veglia gia di ritorno ? Forse pochissimi erano ivi 1 danzatori e troppe piu le vogliose di danza ? No , risponde Lucinda , ricca di vaghi jittiUati garzoni , e ver , la festa Splendea, ma ritti, BIBLIOGRAFIA. a6l Nel mezzo al par di sup id , mirarci Godono errar low d' attorno , e i dorsi E i sen piii nudi adocchiano , ed il prezzo Staa de' giojelli e delle nuove i>esti Specolando ; e notar amaii casati E domestici fatti. e amor segreti. E che ? congeste hanno di duttil burro Le tibie forsc , o temono far onta Al senno che lor piowe or or sul capo Msto alia polve del museo ... 0 mente il grido, o tali Non fur le sorti un giorno Fiii amor guidava ai halli , e U reggeva Fill eletto gusto . . . . ( p. Sy ). E perche camminano oggidi a questo modo le cose , do- nianda la nipote alio zio : e questi le ne rende ragione coUe parole seguenti : Pont che il cor di donna La terra sia dov' uom si volga : rare E difficili strode ad esso un tempo Scorgean. Vicine eran le belle im^ano: Che siepi, ed acque, e andirivieni, e occJuute Scoke ^ e ripulse timide da not Le tenevan divise. Assidua cura , Ed omaggio , ed ardir , e gli afferrati Fuggevoli momenti o al tempio , o sotto Men guardato balcone , in dubbia luna , Male alia meta conducean , se , aita Unica quasi in tanto uopn , la sera Non venia delle danze Fin liberal costume al contenuto Talento giovenil mille altri or schiuse Aditi e calli : appianb scale, e spranghe Huppe d' invide poite ; in luce trasse Celati volti , e il nero vel lor tolto , Lascib liberi i guardi. Etadi e sessi E ceti anddr commisti. 11 pissipissi Alia chiesa scemato , i pubblicL orti E i corsi s' affolldr ; quotidiani Al teatro sedemmo ; e in gid romite Coscenziose stunze al comun riso E al comun gioco cesse il sonnolento Rosario impreteribile Incctta quiiidi a6a BIBLIOGRAFIA. Di sudori e di tossi a die far niai Quello a cercar cut largo altrove porga Breve studio ed agiato? (pagg- 60 e 61). Dopo che le donzelle con goniie brevissiuie aerlformi si posero ad aflfrontare la calca , Ne d' avvertlr fer mostra e dove e quanta Dietro alcua le premesse , eguali al pingue Vendibil hue che sotto a' fiandii ignaro Runiinando e tranquillo , il tocco sente Delia mono che V adipe gli esplora (p. 62), le veglie decaddero dall' antico spleadore, e nactjue cio di die si lagaa Lucinda: Voi dunque , o belle : . . . armatevi tie' prischi Atti guardingbl e peritosi. Entrate Ne' gelosi recessi ; i vecchi tempi Rivocate in che raro eccelso onore Era un sorriso femniiml . . • ( pag. 64 ) i e in allora ritorneranno quelle belle notti nelle quali il gaudio , il brio Ed il moto vivace erravan fino Che il sol venisse a scolorar le faci (pag. 57). L' ultimo Sernione ha per tltolo le Biografie : A pro de' sommi a cui negdr condegno Grido 0 V avara sorte, 0 il troppo schietto E timido costume , io doppia invoco De' btografi V opra Ma ond' e che sol di lui che niille hocclie Suonan di gid , cui gid fan chiaro ovunque Tele , marmi e volumi , ognun s' affretta Piii a scriver sempre? Tal la vece e appunto Nello spartlr delV oro : a gia ricolmi Scrigni s' addossa ingente asse testato , . . E. di quanto avvivar potria migliori Parenti molti d' egual sangue U fasto A un sol ricco s' accresce ... E il lodar vita che al sua mezzo or volga Dirb del par savio concetto? In prima Che lieta al fin del periglioso studio Non giungesse la biga, il verso ardito Non si spiccb dal teban vate. A infrunte Ruote e a vinto cocchier serbata forse La tua palma vorrai '( , BIBLIOCKAFIA. 263 Come dal ghigno derisor poi salva Aadra sLorica penna allor die i giorni Tutti annoveri e segni ad uom cui pregio Fu solo un altro esser dei mille a cui La cospicuu progenie , // favor inolto , U lauto censo , o il caso , un titol diero O un decoroso scanno ? At vnlorosi Onta € V inchiostro mal profuso, e a scherno Quindi anco i giusd lodator si prende U vera egregio , ihe s' annoja al fumo Di cotantl turiholi, agitati Da inette mani o conipre .... Ma per noi le biografle sono mi fior d' ajuto dice ua glornalista al poeta ; e cjnesti, acchetandosi al detto, bene 6tia risponde; e poi die A schiuder s' ha la cattratta , e lice Narrar se stesso eccotl anche la mia delle vite ^ e qui il poeta narra di se ironicamente piu cose per la loro comunalita ben confa- centi alle biografie contro cui muove ranipogna , ma tace inodestamente di cio che i lettori de' suoi versi attuali e dei passati (*) potrebbero memorare a tema di ben meri- tata biografia. Se fiacchezza di mente e senso di amicizia non c'in- gannano, pare a noi che in questi sermoni esistano i pregl segnenti. Corrispondenza di nome e d'assunto, perclie sfer- zano follie, debolezze , errori , e non lacerano vizj o pec- cati capitali ; puiigono scherzando i deboli, e non feriscono a morte i malvagi ;, tengono il mezzo fra Orazio e Persio, rinnnziando seinpre all' invido fiele di Giovenale. Vigoria di correzlone , perclie alia forza delle ragioni quasi seuipre congiungono quella vita e quell' artificiosa esagerazione die sono i migliori veicoli pei quali il sermonante giugne per r imaginazione a penetrare nel cuore dell'uomof, che men- tre dal Signore di Brava e da quello di Montalbano ere- ditianio ancora Orlancllno eNalduccio, solo dall'Eroe della INIancia vediamo sperdersi ogni seme di foUia cavalleresca. Semplicita, unila d' argoniento , giacclie in ognuno de' Ser- moni il poeta non esce mai del proposito, ma insiste (*) Poesie di A. M. Mlhino, Veladini, l8lO. — Nuove poesie di A, M. Milauo, Puiini, 1016. 264 BIBLIOGRAFIA. onninamente in quello. Dipintura comica si itia nrbana quasi sempre ; di che fanno prova i versi del Sermone quioto gia riportati. Robustezza di concetti e vibratezza d'idee, e ne siano qualche prova i versi del Sermone terzo per noi riferiti. Forse i plii severi in proposito di testura del Verso afFermeranno die una minore quantita di endecasillabi contesti a quinarj e senarj susseguentisi renderebbe piii ricchi questi sermoni di quella varieta d' armonia che al- cuni credono il Parini andasse istudiando nel Femia del Martello ;, ma per avventura cio venne fatto ad arte dal poeta coir idea di contenere il suo numero in quella tem- peratezza che i pratici esigono in questa specie di poesia. E qualclie altro dira che in questi versi e sovente piii nobilta e sostenutezza che non comporti il nome loro , giacche ne' sermoni si vuole ritrovare mia certa sprezza- tura di stile e una tale quale popolarita di locuzione. A questi pero e bene sia ricordato come nessuno , siamo per dire , dei nostri poeti siasi piegato a rendere i suoi ser- moni pedestri et translaticia locutione confecti ; ragion prima per avventura in forza della quale nessuno di loro fino ad ora abbia avuta la soddisfazione di ritrovare accettata ne' Dizionarj italiani questa specie di poesia coU' intitola- zlone cli' essi le accattarono da Orazio e dai lessici latini. Del resto siccome I'autore prega alcun passo a questa prima compiuta Raccolta de' suoi sermoni tra la folia delle JVovelle, dei Romanzi stranieri e dei Lessici^ cosi noi, per quella po' di cognizione che al)l)iamo di queste genti , vo- glianio attentarci d' assicurargli esaudita la preghiera. Sara esaudita dalle prime e dai secondi perche nelle foUe non sono come colui che quinci e qidndi Vrta e percote e col gomiti punta ; ma sibbene cercano .. A poco a poco, ed alia destra spalla Volgendo il viso t in sid due pie ristretti Insinuarsi, e accarezzatori della moda , sapendo ch' essa fa brutto viso ai gelosi , portano, non foss' altro, dipinta nelle assise la disinvoltura. Sara esaudita dai terzi fra que"'signori perche a rigor di nome ei sono si pochl , che , graudi o no , pic- ciola siepe, anco volendolo , potrebbero fare contro questo degao sorvegnente , ma noi possono volere , perche essi BIBLIOGRAFIA. 265 hanno in particolar dllezlone chiunque serba il senso di se medesimo , ama i chiari ingegni , non e lento a far diritto alia virtii , e fa soggetto de' suoi carmi la verita. DelV Imitazione dl Cristo e disprezzo del mondo e di tuUe le sue vanltd libri IF, sccondo il manoscritto De-Advocatis del XIII secolo. Prima traduzione del presidente G. De-Grecory. — Farigi, i835, Fir- min Didot, in ia.°, di pag. 396. Lir. 4 ital. In Blilano si vende da L. Damolard e figlio , corsia de Scrvi. De limitation de Jesus-Christ, etc. {^traduzione fran- cese dello stesso sig. De-Gregory). — Paris, i835, Firmin Didot, in ia.°, di pag. 43a. Lir. 4. ital. In Mdano si i>ende dai suddetti. Delia Imitazione di Cristo libri quattro , tradotti in lin- gua italiana dot dottore Giuseppe Acqujstjpace. — Mlilano, i836, Bravetta, in ia.° di pag. xii e Syo. Prezzo ital. lir. 2 in carta comune, lir. 3 in carta velina. Nel t. 76.°, p. 37 di questo giornale esponemmo il parere nostro siille due edizioni de' libri dell' Imitazione di Cristo fatte a Parigl dal sig. presidente De-Gregory, ed accennam- uio le ragioui , per le qaali alPillustre editore ed a noi an- cora pareva non potersi piu dubitare: i.° che il vero autore di queir opera santissinia fosse il monaco Giovanni Gersea da Cabanaco , in oggi Cavaglia , terra ne' dintorni di Ver- celli, uomo dotto e pio , clie dall' anno 12.20 al 1240 fa abate del monastero de' Beuedettini di Santo Stefano nella inedesima citta di Vercelli ^ 2.° che il codice acquistato in Parigi dallo stesso sig. De-Gregory ed appartenente gia al- r illustre vercellese famiglia degli Avvocati od Avogadri ri- guardare doveasi come il piu antico de' codici di que' li- bri, e considerare se non come Tautografo, almeno come una copia fatta nel secolo XIII suU' autografo stesso del uionaco Gersen. Tale fu pitre il giudizio che dato ne venne da varj dotti e d' Italia e d' oltramonte , non che dalla R. Accademia di IMonaco e dalla I. e R. di Modena. II sig. De-Gregory eblje poi la conteiitczza di vedere le due Bibl. Ital. T. LXXXIV. i8 266 BIBLIOGRAPIA. sue edizioni benignainente accolte dalla Santita del regiiante Gregorio XVI, la quale con breve del 19 giugno i835 de- giiossi d' attestarne all' editore la sua sovrana approvazione e di nominarlo cavaliere dell' ordine poutilicio dl San Gre- gorio IMagno. Per tutte le qnali cose semhra doversi og- gimai nelle nuove edizioni del libro dell'Imitazione di Cri- sto escludere il nonie di Tomaso da Kempis , e quello so- stituire del monaco Giovanni Gersen. Ci ba fatto qulndi qualche maraviglia 1' intendere die in Roma pubblicato siasi il manifesto per una splendida ristampa di esso libro, faceudosene tuttavia autore Tomaso da Kempis. Animate il sig. De-Gregory da si grande degnaziene , e vedendo la scoperta sua coronata dal favorevole accogli- mento de' dotti, ne intraprese le due versioni die ora an- jiunziamo , e intitololle Alle Donne Cristiane. Ambedue poi dettate ci sembrano con facilita e cbiarezza , e coerenti ambedue per quanto e possiliile a! testo De A.fvocatis. II sig. De-Gregory ba dunque ben meritato e dell' Italia , ri- vendicandole il famoso libro della Imitazione di Cristo , e della Religione e della morale, traducendolo in due delle pill colte lingue moderne. Egli poi ba ben meritato altresi da Vercelii, patria sua, deponendone il prezioso codice nel- r arcbivio di quella metropolitana. Semplice , chiara , disinvolta , e percio bella ci senibra pure la verslone del dottore Giusepjie Acquistapace, nieri- tevolniente intitolata al sacerdote Francesco Maria Rossi ])roposto degnissimo della nostra insigne basilica de' Santi Apostoli e di S. Nazaro. Ma egli anzicbe seguire il testo De Advocatis amo meglio di attenersi all' edizione bodo- niana per le seguenti ragioni die crediamo bene di qui ri- ferire colle stesse sue parole : " Vi bo trovato ( dice egli ) » differenze important!: 1° In tutti gli altri esemplari la- » tini cb' io bo potuto vedere , compreso il codice De Ad- » vocatis , nel lilaro secondo , cap. X, vers. 10 si trova : >> semper enini debetur gratia digne gratias referenti. Questa >i seatenza erronea in se e ancbe aff'atto contraria a tutta " la dottrina dell' autore, il quale inculca in tutta 1' opera " essere la grazia non debito ma puro dono di Dio. INel » Bodoni si legge : semper enlm datur gratia digne gratias " referenti. 2.." Si trova nel Bodoni un senso migliore e piii )/ giusto nelle lezioni variant!. 3.° Una diversa divisione 'J di molti capitoli assai piu consentauea alia materia. BIBLIOGRVFIA. 267 >' 4." Quasi tutto il llljro terzo e esposto in tUaloglii di >i Dio coir aiiiiiia fedele , e di questa con lui , il che da » al discorso una vivacita , nu'aaima, un intercsse die >i tocca veraiiientc e coinniove il cuore , il che gli akri o » non faano o noa cosi per uiinuto. 5.° Nel Bodoai leg- i< gesi tutto quello che si trova nelle altre edizioni e tut- ./ tavia nel libro terzo al fine del capitolo Y dice : Qui » lie incinoscritti manca per lo meno un fot^lio. lananzi al » capitolo VI ripete : Manca il principio del capitolo. Nel « line del capitolo XXV torna a dire : Qui seinhra inancur » t'ualclie cosa, e nel fine del capitolo XXXIV : Qui manca » per lo meno un foglio. E avanti il couiinc.amento del » capitolo XXXV: Manca il principio del capitolo. » Tali sono le ragioui, per le quali il sig. Acquistapace ha cre- duto di noa doversi dipariire dal testo bodoniano. Tuttavia le anzidette ragioni non ci senibrano bastevol- ineute gravi od autorevoli , perche al testo De Advocatis anteporre si debba il bodoniano. E di fatto alia ])rima os- servazione rispoudere potrebbesi che il dehetur del censu- rato versetto , siccome tutto ancora il versetto , prendersi debbono in astratto, e quasi come un cliiariuiento del ver- setto antecedente , il quale tutto a Dio si riferisce unicu datore della grazia. SeiuJjra pertauto che 1' autore jiarlando come maestro a' suoi novizj ( giacche piii duliitarsi uon pu6, essere il libro dell'Imitazione una specie di manuale o di catechismo pe' giovani iuiziati alia vita monastica ), dopo d' aver dimostrato nell' antecedente versetto che non possono derivare in noi i doni della grazia , perche siamo ingrati al suo autore., ecc, chiarisce questa medesima sentenza quasi con un paragone di cio clie negli uomini suol addiveuire, cioe che uel vivere comune dovuta e seinpre la grazia a chi dcgnamente accetta , ovvero rende grazia. II dtbetur dee duiKjue prendersi in uu senso largo , siccome vien pure iiidicato dalla passivita stessa del vcrbo ^ ne potreblje in alcun modo a Dio riferirsi. Ci sembra ancora che la ver- sioae del versetto fattaiie dal sig. Acquistapace uon sia to- talmente couforme al testo da lui adottato. Egli tradasse : Iddio d(L scmpre la grazia a chi corrispon.de alia grazia, at- iriljueuilo a Dio cio che nel testo e generate od astratto ( datur ) e dimenticando il degnamente ( digne ) clic leggesi anche nel testo bodoniano. Per tutte le quali cose la le- zione dehetur non ci jiare altrimenii difettosa. ma aiizi cou- seutant' a alio tpirlto dolP opciM. 268 BIBLIOGRAFIA. Noa sapremmo poi indovinare su quali argomentl il si- gaor Acquistapace fondi la seconda e la terza osservazione, qnanto ad un senso niigliore e piii giusto nelle lezloni va- rianti ; e quanto aiicora ad una assai piu consentanea di- visione ne'' capitoli. Noi bramato avfenimo ch' egli si fosse pur coinpiacivito di esporci i niotivi di tali sue opinioni. I Dialoglii poi de' quali egli parla nella ^.* osservazione trovansi pure nel libro terzo del codice De Advocatis , cui danno aniina e forza ia uu niodo al certo comraovente e di una unzione soavissinia ripieno. Finalmente le mancanze delle quali parlasi nella 5.* osservazione, ci senibrano egre- giamente supplite nel codice De Advocatis. Ivi la lunghezza del cap. V, lib. Ill ia confronto del teste bodoniano ci da non dubbia prova contenervisi il foglio che in quello manca: ivi e evidente il principio del cap. YI del medesimo lib. Ill, clie pur manca nel testo bodoniano ; ivi in soninia tutte Vedonsi rlempite le lacune die ncglL altri testi incontransi. Noi siamo quindi d* avviso che il testo vercellese debba ad ogni diritto anteporsi a quello della parmense edizione. A tutte le quali cose vuolsi pur aggiugnere doversi alle bo- doniane edizioni ogni vanto di splendidezza e di niagnifi- cenza , ma non essere da prendersi tutte , ne si agevol- mente a canone j giacche non tutte coadotte furono sopra testi autentici , o sceveri da mende e da imperfezioni. Cliecche siasi pero di queste nostre osservazioni, il signor dottore Acquistapace ha certamente prestato colla sua ver- sione un bel servigio alia pieta ed alia morale. E noi ben lieti andiamo, vedendo ciie quasi ad un tempo fatte furono tre versioni di quel celeberrimo trattato, clie formo le de- lizie de' piu gran santi , che in ogni seatenza contiene mas- sime della piu perfetta morale , e che riputato venne come il libro pill hello che uscico sia dalla maiio deW uomo , giac- che U Vangelo non e opera umana, G. Un perlodo della vita di Giannantonio LiciJVio detto il Pordcnone = Udiiie , 1 836 , tipografia Masutti. Chi iidandosi al titolo di quest' opuscolo avvisasse di riiivenire in esso qualche vicenda ineritevole di essere raccoiuaiidata alia memoria , o qualche peregrina notizia coacernente 1' arte clie con tanta gloria esercito il Por- deuoiie , s' ingamierebbe a partito ; giacche contiene una BTr.LiOGnAFiA. 269 novella, o romnnzotto imniaginato cli planta da nn autore alemanno, portante i Dadi per secondo titolo , stato trasla- tato ill itnliano da nn anoniino sotto le iniziali U. V. M. e puM)licato in segno di Ictizia , come rilevasl da'.la de- dica in foluna epigrafica , il giorno delle nozze di Angelo De Rosmini con Caterina Antivari. L'autoi-e da principle alia novella col raccontare di un qnadi'o di Licinio detto il Poi'denone stato esposto in Venezia ( scnza indicarne il soggetto ) die gli amici del pittore e gl' Invidiosi della gloria di Tiziano volevano recare in giro per quella citta a modo di trionfo ; la qual cosa non eblje Inogo , perclie lo stesso Licinio corse da Tiziano per dimostrargli la sua rJtrosia a si fatto omaggio e per assicurarlo die lo vene- rava come il primo di tntti i maestri. II risultaniento di quest' atto modesto e generoso fu nn al>braccio di Tiziano , una sna didiiarazione intorno al nocumento die all' arte prodncono i partiti , ed il dialogo termino con queste pa- role del grande A'ecellio. " Possiamo tntti alcuna cosa im- parare.r nno daU'altro. Trovo Michelangelo una scuola nelle celesti grazie di Raflacllo, e questi la trovo nel gran- diose stile di quelTardito maestro. Di me si dice die io abbia jiiii naturalezza die nianiera : di voi die abbiate una luigliore maniera ed una dotta anatomia. Io stesso ri- conosco in voi questi prer;i. Ora uditemi : io so cbe cosa deggio fare. Mandate il quadro vostro alia raia scuola , e lasciatemelo per (jualclie tempo come soggetto di studio e di colloquio co' miei discepoli. " Oh signore ! esclamo ra- pito il Pordenone , qucsto e ben piii die P onore di un puiiblico trionfo ecc. Ciascuno die conosca un po' addentro Parte ed, abbia considerate le produzioni di ambidue i nominati maestri non ]iotra a meno di scntire 1" inverisi- niiglianza di qnesto dialogo, e forse sara costretto a smct- tere la lettura del libro. Ma coloro die trovano un sedu- cente pascolo in simili invenzioni potranno simpatizzare con qnello die seguita appresso. Noi ne darenio quindi la tessitura , sembrandoci che per risguardo al rimanente bastar possa il premesso saggio. Partitosi il Pordenone depo Penunciato trionfo da Vene- zia giunge in Collalto, castello posto in vicinanza della patrla sua e posseduto da un conte, amico ed animir.ntore del pittore : cola s' imbatte in una dama genovese cliia- mata Leonessa , e pittrice , die stava contemplaudo uu 2~0 ETr.LTOCr.Ari \. ritratto cTi Giorgione, e qnantnnrjue egli avesfe gia claf.t fede di sposo ad una certa Boranga di Odeizo , perdnta- niente in un snbito se ne innamova. Corrisposto nello stesso niodo dalla dama , come sogliono assicnrarei i ro- maiizieri , parte lo stesso giorno alia volta del Inogo na- tale , ove attendevalo la sua iidanzata , accompagnata da nno zio , e dove fu accolto con giubilo da tntti gli abi- tanti della citta , ivi ritrova nella valigia che aveva per dimenticanza lasciata a Collalto , ed eragli stata spedita, tra mezzo ad alcuni cartoni il ritratto di Leonessa dipinto ad acquerfUo ; come ritrova dopo la mezzanotte Boranga snpplicante dinanzi nn' immagine da loi stesso dipinta^ perche gia informata dell' accadnto era agitata dal timore di perderlo. Piegatosi il Pordenone alle manifestazioni di gelosia ed alle iterate amorose proteste di Boranga, e fatto certo altresi di essere incfnisito in forza di dicerie ch'cransi sparse nel castello per la condotta deU'altra innamorata, parte di nuovo per Venezia , dove unitamente a Tizianr* viene creato cavaliere da Carlo V, e dove per njezzo di nn braccio straniero viene salvato da nn colpo di stocca vibratogli da un sicario. E chi e qnest'assassino ? e una mandate da un rivaie sprezzato dalla bella Lionessa. Chi sara lo straniero che mandb a vnoto tnl missione'' (Eccoci al rivelamento delP origine del titolo data a qneste pan- zane ) E un malfattore che doveva essere appiccato uni- tamente ad un akro, la ciii salvezza era stata ginocata ai dadi per avere il senato di Geneva di allora , senza sa- persene il motivo , concesso la grazia ad uno di essi , eel averne lasciata arbitra la sorte. Alle preghiere di Leo- nessa pero il doge e i senatori avevano fatto grazia anche a qnesi' altro , il quale d' allora in poi il nome di Dadi aveva assunto, e riconoscente verso colei cui andava debi- tore della vita si era posto^ probabihnente per ordine di lei , ai fianchi di Pordenone onde difenderlo dalle insidie che gli erano tese. In fatto ahbandonata tosto Venezia e recatosi il pittore a Cremona dov' era atteso pei lavoi'i al- logatigli in quella cattedmle , incontra nuovi pevicoli. Quivi egli disarma in un duello un ufliciale piemontese ( sempre per la stessa cagione ) , ivi si scopre un trabocchetto che era stato preparato per farlo precipitare dal ponte su cui doveva dipingere ; ivi succede un abboccamento con Lio^ nessa che ravveduta richiama 1' aiuante a"" suoi doveri. ntnLIOCRAFIA. 2jt Kccltato a Iiherare la sua promessa Pordenone rimpatria j)er passnre alle nozze con Boranga , indi ricomparc in Cremona colla sposa ^ ma questa da U a poco soccumbe ad una malattia dl languore. All' invito poscia del contc Cesarei , lo sconsoiato artelice si reca a Piacenza onde dipingere nn qnadro per la chiesa di S. Domenico , in cui ritrae i lineamenti dall' estinta compagna; ed ivi pure il suo fedel servo Dacli gli salva nn' altra volta la vita , col sncrificio della propria. Abbiate , o lettori , ancor sofFe- renza per poco, die ormai siamo alio scioglimento di questo dramma di moda. Rimpatriato di nuovo entra una mattina nella chiesetta delle domenicane , ed udita una voce soave, a lui nora ignota , intuonava il Deiis in adjutorium, chiede al sagre- stano di chi fosse quella voce , gli viene risposto di una dama genovese che era da un anno in quel convento , e da un mese aveva fatta professione: n E Leonessa , disse allora Pordenone tra se. " Incaricato di portarle un pe- gno meniorablle del suo servo , die consisteva in tre dadi, lo consegna alia badessa : da questa invitato a veder la monaca si rifiuta ; ma le porge pero notizie di Pordenone, dicendo che trovavasi in viaggio per Ferrara diiamatovi dal diica. II romanziere ci dice in fatto che il dipintore non tenne la via verso Pordenone , ma rivolse il viaggio a Mantova. Quivi " dipinse alcun qnadro pel fratello del conte Cesarei da lui conosciuto a Piacenza e ripiglio la via di Ferrara. Grandi e belle cose fece il Poi-denone in Ferrara, e da Ferrara spesso ad altre citta veniva invitato e vi andava. Pareva che 1' invidia e la gelosia gli avessero una volta data pace. Nondimeno una interna voce gli annunziava la sua fine vicina. lo vivo, diceva, come se ognt giorno essere dovesse T ultimo per me. Ogni qnadro che io di- pingo , dico a me : anche questo e poi, forse , addio mio pennello ! Tale presentimento spiro alia sua vita umanita e virtii ^ ed ardimento e tbrza alle opere sue immortali. Quand' ebbe cominciato i lavori pel duca di Ferrara , mori d' improvviso in sulla robusta eta di quarant' anni. Si sospetto di veleno. " Noi non aggiungeremo altre parole ai pochi cenni che qua e la abbiamo intrecciati nel sunto che abbianio dato di questa novella , e lasceremo che ciascuno ne giudichi a 372 BIBtT0GRAPI4. suo talento, conchlndendo per6 col dire die da essa, per quanto ci sembra , si possono trarre argonienti per balli pantomimici, qnalL sogliono porsi in iscena a' giovni nostri, perche amoreggiamenti , agguati, sicarj , sponsali, duelli , niorti , veleno , tutto in somma coiicorre a presentare un periodo straordinario di casi sventnrati nella vita dl un solo individao ; ina ne la storia delParte, ne la letteratura non crediamo che possaao trarne vervin vantaggio. I. F. Le imprese di Cesare dipinte in undid quadri a huon fresco in una sala delV I. e R. palazzo Pitti dal professore Giuseppe Bezzuoli ed illustrate dal di lui amico 1. Gi am fieri — Firenze i836 per Leo- nardo Ciardetti, in 8.°, di pag. gS. Nella breve introcUizlone di questo opuscolo il cliia- rissinio autore , appoggiato alia generale notorieta della vita e delle imprese di Cesare per le opere di Plutarco , di Svetonio , di Lucano e pei Commentarj, accenna la scon- A'enienza che ne sarebbe derivata , s' egli nell'interpretare gli speciali argomenti dal pittore Bezzuoli rappresentati e presi saltuariamente , si fosse attenuto ad un regolare sto- rico andamento. Limitatosi percio in questo suo lavoro a notare di fuga quello che precede a ciascuno dei fatti , previene pure che il suo proponimento fu solo di descri- vere uon di giudicare i dipinti ;, lasciando, come egli dice, la seconda parte a migliori giudici di me che saranno moltissimi. Se mai anche qualche volta mi escisse qualche sentenza snl merito loro , si prenda come appellabile, perche giudizio di sensazione non di perfetto conoscitore. Avverte in seguito che la sala e divisa in undici scom- partimenti , in ognuno de' quali si riscontra la figura di Cesare in altrettante sue gloriose e memorabili azioni. Tre di queste veggonsi espresse nella volta, una delta grandissima e con figure piii grandi del vero , e le altre due minori : il restante a compimento del numero am- mirasi inferiormente nel quadrilatero della sala , talche qnesti dipinti formano uno specchio a undici facce ove ri- flette quasi la vita intera di quel grande. Fatta indi una leggiera osservazione sul lodevole esempio die puo trarsi dalla contemplazione di si gloriose vicende, incomiucia mBLIOCRAFIA. 3^3 a descrlvere 11 primo dipinto in cul sta espresso Cesare in Rodi mentre unitaniente a Cicerone pende dai precetti dettati dal i-etore Apollonio, famoso in tutta la Grecia per r eloquenza. Non e intenzione nostra lo svolgere i particolari di queste descrlzioni , giacclie ci devierebbe > da quanto ci siamo proposti , ne il lettore potrebbe dalle nostre parole raccorre notizie tali da poter formarsi un' adequata idea del modo con che il pittore ha saputo combinare le sue composizioni perclie manca il principale elemento cbe sa- rebbe un grafico tipo. E poi a ciascun brano di storia che conduce alia descrizione del quadro sono frammisie osservazioni , sentenze e dottrine , che quantunque erudite ed assennate, tornano, a nostro avviso, estranee alia cor noscenza di ciascun cpadro ; e talora, allorche trattasi dl espressione, s'incontrano degli estetici concetti che tra- scendono la possibilita delT esccuzlone , come talvolta in fatto di bellezza di composizione 1' autore stesso della illustrazione sente la necessita di dover invitare il lettore ad esaminare il dipinto. A tutto questo aggiungasi che sebbene i fatti si succedano secondo le epoclie delU sto- ria , si cerca invano un punto od una indicazione donde partire per tutti discorrerli secondo I'ordine in cui sono stati disposti, e ritenerne la localita. Non pertanto questo scritto non riesce men degno di plauso , perche puo non poco glovare a coloro che si recassero ad esaminare quelle pitture i e consideratolo poi dal lato lettcrario, e s\ ridon- dante di storica erudizione e condito di si leggiadra dizione che se ne pub cavare un dilettevole frutto. Pensando noi pero che rluscira sempre grato il conoscere almeno gli argo- nienti sui quali si sono esercitati il genio ed il valente pennello del Bezzuoli , qui gli accenniamo di seguito , ed a questi terra dietro un brano di descrizione onde possa servire di norma per giudicare dello stile dell' egregio autore. Avendo gia accennato di sopra il primo, il secondo dipinto rappresenta Cesare che piange suU' immagine di Alessandro ; il terzo , il triunivirato di Cesare, Crasso e Pompeo; quarto un ponte gettato sul iiume Reno; quinto Cesare al Rubicone; sesto Cesare sul fiume Anio detto ora Vajussa ; settimo Cesare vincitore a Farsagiia ; ottavo Cesare die salva a nuoto i suoi Commentarj ; none Cesare 574 BTBLTOCRAFXA. nbbandonn Cleopatra ; declmo il ilittatore perpetno .• ei L'aiUore chinde linalmente qnesto sno scritto con iiii l)en doviuo elogio al principe Leopoldo II che trascelse dalla vita di Cesare i piii gloriosi argoiuenti per essere trattati dal pennello del Bezzuoli : enuinera in esse gli alt.ri artefici die furoiio iinpiegati a decorare di leggiadre pittnre a fresco le stanze del sontuoso palazzo Pitti , e mette in bella mostra tutto qiianto quel muniiico principe lia operato a pro della Toscana colT attiva predilezione da lui concessa alle belle arti ed agli ottinil studj , e coa altri statistici beneficj che sono , e verranuo da quella po- polazione riguardati come il piii durevole monumento. 1. F. Le rimembranze di Blevio , Armonia poetica di Gio- vanni Rezzonwo. — Como , i836, dai figli di CarlanTonio Ostinelli. L'afFezione fraterna detto questi versi all'autore, cTie cercava scrivendoli qualche soUievo alia malinconia , e colse una lode desiderata da raolti , ma possibile a conseguirsi da pochi. II ciiore si e versato in questa poesia con uu calore tanto sincere in se stesso , quanto spoutaneo nel- r espressione i la quale e altresi elegante ed armoniosa quanto mai possa desiderarsi. L' autore descrive la tristezza in cui lo ha lasciato la partenza del fratello, compagno di tntta la sua vita ; e come senza di lui , le campestri de- lizie non possono pid rallegrarlo. Colle man sal ginocchio cadenti , Tra le zolle fioventi , m assido Su quel I'ulo che nido fu un giorno Di contento e di gioja per me. '- Te Germano rammento e la Sposa Che amorosa tue cure divide , Ed il Fegno cotanXo diletto D' un ajetto che pari non ha. Angiolctta dal cielo discesa Con un raggio del del nella fronte, 11 coraggio, al pensiero, vien meno Che in terreno lontano sei tu. 276 BIBtlOGR&PlA. Ma i tuoi giuochi, i trastulU innocently 1 tuoi vezzi presentl mi stanno : Dolce inganno! Ti veggo, ti stringo, E mi fitigo un piacer die non ho. Egli la vede , qnesta cara fanciulla, ora correr leggiera leggiera per le ajuolo del giardino :, ora gherniire nna far- falla, ammirarne la bellezza, e ridonarle per compassioiie la liberta ; ora svellere un fiore , e poi con trepido anelo correre a lui e baciarlo. ^" "" D'uman velo Angioletta vestita . "if,. -^ '■^ '^ cielo costante sorrida: ' ^*i ' Dolce guida ti sia della vita Nel cammin la materna virtii. Tra il frastuono de' cocci d accorrenti ^ --OiO i\> ft'KOJf^ra le genti, tra i gridi assordanti, '}^: '•vr\\ h:^J,^'^^(^ '^ veglic 1 tra i suoni ^ tra i canti DelV Insubre fastosa cittd, Sovverranti le sere tranqiiille , II brillar delle sfere luccnti, Lo spirar delle anrelte dementi, ir/(crj;35s;iin:> r Delia luna il modesto chiaror. ..:;; ,;.) :y.,Tra i ceapugU usignol non turbato Qui il celato suo nido raccoglie , Delle foglie al snsurro e delV otide Ei confonde il lamento d' amor. Tutto intomo sorvide il soggiorno ; Che sovr' esso henefico Nume Di quel lume onde I' orbe sfavllla Pill diffusa scintilla soffib. II sig. Rezzonico non ha voluto sottoporsi alia legge dl rimare con costante uniformita i suoi versi : ma perche il componimento e tutto di decasillabi ; le sue strofe lianno tutte quattro versi , e tutte finiscono con una voce tronca ; e le rime abbondano da per tutto spontanee per modo die nessuno potrebbe mai accusar difetto ne di r.rmonia in generale , ne di rispondenze di suoni ; percio anche dai piu rigorosi gli sara facilmente perdonata questa poca li- cenza. Quanto a noi crediamo die nuoca in generale il passaggio improvviso a versi di varia misura e di vario BIBLIOGRAFIA. 277 suono, del che non possiamo a meao di accorgerci, spesso spiacevolmeme , sempre con qualche interrompiiiiento del- I'attenzlone. Ma quando T andamento generale e condauo e confarme , e v' e da per tutto arnionia , spontaneita , no- bilta di vocaboli, eleganza e chiarezza dL frasi , ed espres- sione nata insleme col pensiero ; allora che importa se le rime di una strofa avvicendansi con legge alquanto diversa deir altra ? A. Schizzl di costumi di Tullio Dandolo. Tomo 864 della JBiblioteca scelta di opere italiane, antiche e mo- derne, — Milano, i835, per Gio. Silvestri, in 12.° Sotto il modesto titolo di schizzi di costumi il sig. Tullio Dandolo ci ofFre un volume di molto amena ** svarlata let- tura. Sieno pitture dl domeetica pace , o sieno descrizioni di ardite geste guerriere e di feroci clttadine vendette : ne ac- compagni per un giardino inglese, o ci trasporti nel tram- busto d' una fiera, o fra le danze di una sagra campestre, egli tien sempre vivi in noi quegli afl'etli, onde ci vuole animati. Lo stile era gagliardo e severo , era lieve e gajo, da per tutto accomodato a materia , la sceltezza delle ima- gini, e soprattutto il seiitire con forza le scene che si tol- gono a presentare, vagliono ad iufondere in altrui le diverse emozioni dell' antore. Vuoi tu vedere i ritratti di tanti o o vili , o superbi , od importuni , o sfrontati , che ad ogni passo incontri nel cammino della vita? Egli te li dipinge con tanta evidenza , che, mutati i nomi ideali nei veri di tua conoscenza , son tutti loro. Brami sapere le caratteri- stiche differenze onde vanno distinte tante specie di stu- pidi e di sciocchi che formano il brutto o , se credi , il bello delia societa ' Eccoti un museo antropo-zoologlco coa molto spirito classificato e disposto. La fiera di Bergamo colle sue niille bottep:lie stivate , coUe sue tende e barac- che, colTandirivienl d'immenso popolo afl'accendato od ozio- so , collo scliiamazzo de' cinrmadori , mnsicanti e strillatori d' ogni genere , e descritta con tale vivacita , che si po- trebbe coUa sola sua scorta spacciare di averia veduta. Da quella si passa ad un' assai piii tranqullla e non meno vaga scena , diremmo quasi elegiaca . la festicciuola di Zerbo. Quindi librate le peiine a piu robusto volo , ci trasporta 2-8 EiBLIOCRAFXA. r autore in Firenze a vedervi il Palazzo Vecclilo , a me— ditarvi quella democrazia inquieta, veudicativa, travagllata da si accanite guerre clvili , a rintracciare le foati di tante italiane sciagure. A riscontro di questo quadro v' e una piltura del palazzo ducale di Venezia e della sua aristo- crazia gelosa, avvolta nel mistero, arniata di scure , ope- ratrice di stupeade juiprese uiilitari , apportatrici alia Re- jjubblica di prodigiosa ricchezza , di stermlnata potenza. Come quel politico reggimento arrivasse a tanta forza , e quali cause ne preparassero la caduta lenta ma inevitabile, cio vi e discusso coq molta profondita di vedute e sicu- rezza di criterio. Dopo, quasi a conforto di clii sospira in trovar Venezia troppo diversa dalP antica regiua de' niari, fa seguire una vaga descrizione ( tratta dal francese ) di quel cielo ridente, di quell' amena laguna , di quel jiopolo spensierato ed allegro, clie passa le notd estive cantando in gondola : vi e detto : HJido gli uomini , il tempo e la for- tuna d' impedir die Venezia sla bella e gaja : Eccomela ia- torno , clie si specchia come sultana ecc. Omettendo per amore di brevita altri pregevoli coinponimenti originali, o d' imitazione , chiuderemo con dire , die da tutti gli scritti del sig. Dandolo spira quella retdtudine e bonta di cuore, clie se fa talora perdonare alia mediocrita di alcuni libri , diventa precipuo dtolo d'encomio in opere, die pel loro intrinseco valore vogliono essere raccomandate alia gloventu. La grata ricordanza di spettabili amici , la venerazione alia jnemoria d' un padre illustre , la perdita amarissiuia d' una sposa , le gioje tutte e le sventure di famiglia sentono tanta geutilezza ed abbandono di affetto , da onorare al- ia mente r ingegno ed il cuore di chi le ha tratteggiate. Sur les forces qui rcgisseiit la constitution intcrieur V-' des corps , apercu pour seivir d la determination de la cause et des lois de Taction moleculuir par O. F. MossOTTI, un des quarante de la Societe italienne des sciences — Turin, i836, de l itnprimerie royale, "' in 4.°, di pag. 84. Qualdie giornale ha gia da tempo annunziato il ritorno di Ottaviano Fabrizio Mossotti dairAinerica in Europa : e cio veuiva risguardato siccome uu felice presagio per UlBUOCnAFIA. 279 Pamoie delle scienze italiane. E veramente non appeaa il Mossotti ebbe riposto piede in Italia , che gia tlava novella pi'ova del sno profondo ingegiio e della sua gra- tiriidlne verso rillusLre suo amico Giovanni Plana, jjub- blicando, ed a lui dedicaado la Menioria di cui facciaaio e che contiene un fattore esponenziale. E I'equazione diflerenziale lineare die detcriuina la densita e soddisfatta da una somma qua- lunque di cosi fatte funzioui rlspondenti alle molecole. (^uindi ne deduce che le loro almosfere possano Tuua aSo BIBLIOORAFIA. air altra sovrapporsi, o I'uaa nell'altra compenetrarsi eenza die requilibrio dell' etere sia sturbato. Passando poi I'au- tore ad analizzare le condizioui d' equilibrio delle molecole , riconosce che 1' azione reciproca di due di esse e delle atmosfere che le clrcondaao e indipendente dalla presenza delle altre , e gode di tutl"' i caratteri di ua' azione mole- colare ; e questa deduzioiie egli fa per una prima ap- prossimazione , la quale , come asserlsce , puo essere suf- ficiente in quasi tutt'i casi. Cotale azione niolecolare e da prima ripulsiva , ed e espressa da una funzione conte- nente un fattore esponenziale che la pub far decrescere rapidissimamente , per cui poi diventando nulla , e alia distanza corrispondeate che le molecole opporrebbero una resistenza a ravvicinarsi , come all' allontanarsi 1' una dal- r altra ; e pero rimarrebbero in uno staljile equilibrio. Piu lontaae le molecole si attrarrebbero , crescendo I'attra- zione coUa distanza One a dlvenir mp-selma , per dimi- nuire quando quella distanza continuasse a crescere. E ad una distanza sensibile 1' attrazione comincerebbe a decre- scere nella ragione diretta del prodotto delle masse , ed inversa del quadrato della distanza. Tutti questi teoremi deduce il Mossotti partendo dalle tre equazioni volute per F equilibrio dell' etere , e dalle tre per 1' equilibrio di una iiiolecola. Le une e le altre vengono da lui losto modificate coll' ipotesi di Laplace , cioe che 1' elasticita di un fluido considerato come una massa continua e proporzionale al quadrato della densita. Quindi puo dalle prime dedurre un' equazione die da questa densita espressa dalla somma di piu funzioni che sono altrettanti integrali triplicati. Ed e processo arduo, e che conferma sempre piii 1' abilita dell' illustre nostro Geometra , quella con cui riesce a dar a questi integrali tale forma da dedurne poi alcune delle cose sopra e- sposte. E vi riesce per quell' acume con cui sa far uso di alcune belle proprieta degl' integrali definiti , registrate qua e la in varie opere , e di alcune permutazioni di coordinate e dei difFerenziali. Dalle tre equazioni dell' equi- librio d'una molecola deduce poi la formola esprimente r azione reciproca di due molecole , supposta sferica la loro figura: ed e per mezzo di questa formola che egli giugne a conchiudere le altre sue proposizioai da iioi sopra notate. BIBLIOGRAFIA. 28 1 Chiuderemo quest! poclu cenni con quello die il Mos- sotti stesso scrive in fine della pagina 9 e segnente , cioe die I'azione molecolare da lui rinvenuta col calcolo e dedotta dalle sole forze di gia aminesse dai fisici , e che posta alia prova nella spiegazioiie del fenomeni cui ha rapporto , si potra conoscere se puo essere aniniessa o rKiutata. Ed agginngeremo soltanto che il tentativo del Mossolti vorra essere tenuto laudabilissimo dai geometri, e far ad essi desiderare che egli continni le sue ricerche, le quali noa potranno che spargere nuova luce sopra questa nuova scienza , la Meccanica molecolare. A. G. Supplementi al compendio delta storia della filosofia dl G. Tennemanii , compilati dai prof. Qaetano MoDENA. Pavia i835 , Bizzonl , in 8.° La prefazione di questi Supplementi e un brano di Cousin ^ segue la storia della filosofia tedesca copiata let- teralmente da alcuni articoli della Revue Encyclopedique (die. 1 83 1, febb. e lugl. i83a ecc. );, la storia della fi- losofia inglese e raccapezzata da alcuni brani della Bihlio- tJieque Britannique e da altri scritti ^ la storia della filosofia in Francia occupa maggior estensione essendo una tradu- zione letterale dei due \olnnii di Damiron ; i supplementi alia storia dei filosofi italiani in cio che riguarda Vico dalla pagina 292 alia 3o5 sono copiati da Miclielet; dalla pagina 3o.S alia 3o6 sono tolti da Cousin: gli altri filosofi italiani per il sig. prof. Modena si riducono a Zanotti, Stellini , Genovesi, Gerdil e Soave ^ nel darne notizia ha seguito alcune biografie grettissime e scolorate , stese senza convinzioni scientifiche. La giustizia vuole che si dica che il sig. prof Modena ha sempre citate le foiiti a cui atthise , ed ha dichiarato di seguire le tracce di JDamiron: ma nel linguaggio scienti- fico seguire le tracce di uno scrittore , o adottarlo come fonte non e ripetere letteralmente le sue idee o ripor- tare materialraente i suoi scritti. Si puo dire che Mi- chelet segui Niebuhr, che Tennemaun si giovo di Bruker , ma non si puo dire che il professore Modena abbia seguito le tracce di alcuno ; egli ha copiato puramente e seinpM- cemente. Sarebbe stato miglior cousiglio compendiare il £ibl. Iiul. T. L:^XXIV. 19 282 E)BLIOGnAFI\. Damiron, comblnare in un' esposizione propria le Idee di due scrittori : ma il signer Modena ha copiato lette- ralniente perfino le intestazloni. Ogiii capitolo d^ Damiron porta in fronte il noma del filosofo e 1' anno della nascita e della niorte -^ Modena ha messo in fronte ai filosofi francesi T anno della nascita e della morte : la Revue Eii- cydopedique , e le altre fontl hanno omessa quest' inte- stazione , ed egli pure I'ha omessa riguardo ai filosofi tielle altre nazioni. Non conoscendo niente di mezzo tra il copiare e il non copiare , il nostro autore per abbre- viare le analisi di Damiron e degli altrl non ha altro niodo pill spedito che quello di ometterne di quando in qnando alcuni paragrafi. Per esempio nel dar conto di Volney egli riporta il testo fino alle applicazioni del prin- cipio fondamentale , poi tronca a meta lo sviluppo delle applicazioni per saltare alle ultime frasi : Tel est le fond du cathechisme de Volney , c'est la toute sa theorie. L' au- tore fraacese soggiunge : Quelle est la verke de cette tlieorie? e consacra venti pagine ad esaminarla; il prof. Modena si contenta di dire : " Tal e il fondo del catechismo di Vol- ley, qui e tutta la sua teoria. Quale sia il merito di questa teoria OGNUNO SEL VEDE )i i e in virtu di questo ognuno set vede , in vece di tante lungaggini d' esame , di discus- sioni di critica , ci dice in due parole, che la dottrina di Yolney e spaventevole ; e passa senz'altro a copiare un'altra pagina dell'autor francese. Noi non sappiamo se il prof. Modena sia buon tradi.it- tore , ma le sue version! ci sembrano troppo grettaineute attaccate alle parole del testo; a ]>ag. i35 leggesi la njo- rale di Volney trovasi nella piu perfetta delle edlzioni in se- giiito alle rovine: il testo diceva in vece : se trouve dans la plupart des editions a la suite des mines. Nella scelta del testo di Tennemann fii disgraziato , essendosi attenuto ad un' edizione che T istesso autore in altre successive ha corretto e arricchito di moke note (1). Qnal e dunque il merito del prof. IModena nell' opera che abbiamo annunziato ' Egli ha il merito della fatica , della buona volonta , dell' applicazione a diflbndcre alcune idee die egli non ha intese nella loro portata sisteraatica. (i) Vedi la preHiz. di Cousin airedizlone francese. bibliogrSlFia. s83 Che cosa ha cli proprio il nostro professore nel suo llhro ' Niill'akro Ciie le traiisiiioni granimaticali , tjualclie riserva tei)logica , V idea di raccozzare i giadizj di scrittori ap- parteiienti a scuole diverse , e il pensiero di credere die qnesta congerie possa servire di supplemento al libro clas- sico di Teniieuiann. JiiccTche sulla struttura del caule ncllc plante mo- nocotiledoid di Giuseppe Meneghinj , dottore in medicina, ecc. Fadova i8o(y, coi tipi della Minerva in 4.° grande con 10 tavole litografiche. Mantissa Ifuscorum ad Floram Pedemontanam anctore J. De Notaris M. D. ( Negli atd della R. Ac- cademia in Torino , stampata anche separatamentc) in 4.° 1 836. Plantce qaoedani yEgypti ac Nuhiae enurncratce atque illustratcn a Roberto De Visiani M. D. etc. Patavii i836, ^37^^ Mirieivce, in 8.° cum tab. ceneis VIII. ( Dissertazione estratta dui Cominentarj di medicina del D. Spongia , fuse, d agosto ). La prodiittivita dei botanici italiani prende sempre piii lena , come lo provano le opere citate qui in fronte , per tacere d' altre , delle quali terra altri discorso. E tanta iiiag- gior festa lie ineniamo ia qiianto die i lavori,.dei quali ci accingiamo parlare , aJ^bracciano diversissinii rami di bo- taiiiclie cognizioal. Gomlnccrenio dall' opera fito-fisiologica del dott. Mene- ghiiil di Padova e dalla Dissertazione muscologica del dot- tore De Notaris attualmente addetto al R. Orio botanico in Torino , perclie versano le medesime sovra materie , delle quali era poco lueno die sileuzio in Italia — Di- resse il primo dei cliiari autori poc' anzi citr.ti le sue ri- ccrclie a bea conoscere qual sia la vera strnttura degli or- gan! foiulametitall nelle iiionocotiledoni , precipuaiuente del caule, e l" indole diversa di aiodliicazioni cui il tipo pri- initivo di quella numerosa e inoltifornie classe di vegeta- liili puo andaro soggetto. Raccolso air uopo qiuinto iiaora veune csaininato , studiato e riierito in proposito da Du Petit-Thouars^ De Gaudolle , Brisscaii-Mirlicl, Tieviraaus, 284 BIBLIOGRAriA. Mohl e dalla piu parte del cospicui botanici che a quel- I'argomento dedicarono attenzione particolare , non senza dissentire piu volte dalle loro opinioni; e siccome arricchi- sce di molti esempi positivi la parte anatomlca della scienza , espone pol il proprio avviso talvolta contrario alle teorie prevalent!, sia che s' appoggi Tautore a nuovi fatti meglio avverati, sia che diversifichi nelle induzioni ch' egli trae dalla meditazione sovra dati gia conosciuti. Appartiene al primo caso la difFerenza che egli c' insegna esistere fra le I'adici primordiali delle monocotiledoni e le avventizie ia puuto alia direzione delle loro libre la dove giungono a con- tatto coi fasci vascolari del tronco : difFerenza che eminen- teraente gli si appaleso nelle sezioni verticali d'un vecchio tronco di Chamcerops humilis , e d' un ramo di dragoniere (p. 3a, 33). Delia ugual categoria e 1' osservazione snlla infiorescenza di alcune aroidee , mettii.idocl in diffidenza contro 11 sentimento di Mohl che le dichiara assai affini alle palme, cui alcuiii le voUero persino riunite (p. 52, 53). Originarie poi pel modo di valutare fenomeni per I'avanti conosciuti sono le sue supposizionl intorno al valore del- I'epiblasto nelle graniigne (p. 67), sulla forraazione del nodi nei culmi (p. 7 3 ), ed in generale circa le alterazioni di iillotassi pei diversi spostamenti che sofTrono gli organi appendlcolari. Riguardo per altro al valore che debbe attribuirsi al corpo carnoso nel seao delle gramigne, sem- bra che il dotto autore non abljia avuto coguizione di quanto esponeva lo Agardh negli atti deirAccadeaiia Ce- sareo-Leopoldina ( Nova Acta Acad. Ccesar.-Leopold. , vol. XIII, p. 86-112 ). Partendo quindi da due fatti riconosciuti costanti nella economia vitale delle piante monocotiledoni, cioe : i.° che dove si mantengono determinate correnti di succhi nutritivi, ivi senipre organizzansi fibre vascolari ; a.° che alle interne fibre vascolari vengono inipresse determinate inflessioni merce i dislocamenti degli organi appendicolari dai quali esse fibre dipendono , il dott. ]\Ieneghini intraprese la soluzione di varj prolilenii dai combinato risultamento dei quail ei Vedesi abilitato a concludere, " che per deterrninure con si' " curezza la distrihuzione degli organi esterni nelle monO" " cotiledoni ci giovera grandemcnte portare lo studio nostra >i suW interna struttura del loro caule , mentre per lo con- it trario Iq st^ssa criteria rimarra insujjiciente quando s' abbia BIBLIOCRAFIA. a85 " a trattare delle dicotiledoni » ( pag. 87 ). A ben de* terminare il grado d' importanza clie meritar possa qnesto assioina si richiedono osservazioni non poclie ; ne saremo noi cotanto presuntuosi da discuterne coll' unico soccorso di logiclie astrazioni. Forse era a desiderai-si maggior ordine nella successione delle singole esposizion'i e deduzioni onde si componc ciascnn capitolo : piii cliiare ne rifletterebbero le idee , ne defluirebbero piu decise le concliiusioni , e qualclie ripe- tizione sareblje scomparsa. Ma non sono mende queste da togliere 1' intrinseco nierito dell' opera , ne il distinlo au- tore avra per mala cortesia Taveile accennate. Contlnua i'assiduo De Notaris ne' suoi stndj briologici , ed osiamo pronosticare clie per esso gl'Italiani saliranno ancbe ia queste cognizioni ad alto onoie presso i doiti d' oltremonte. Nella nnova sua fatica egli illustra 90 specie di musclii , tutti dell' Italia boreale , e singolarraente del Piemonte , fra le quali non meno di 10 sono nuove af- fatto. Ci accontentiamo di accennarle per nome, giaccbe la succosa Memoria non e suscettibile di estratto. N.° 7 Poblia laete-virens — - N.° 9 Pohlia cirrbifera — N.° 18 Hypnnm concinnnm — N.° 35 Hypnum demissnm — N.° 37 Fabronia major — N.° Sa Dicranum mlxtum — N.° G6 Encalypta lacera — N.° 73 Grimmia capillata — ■ N.° 85 Anictangium flaccidum — N.° 88 Spbagnum va- riegatum. — Ad altri generi 1' autore riduce la Weissia latifoUn dello Scbwaegriclien ( Coscinodon lotifolius. DNtrs viss. ) ed il Dijptodon patens Bridel ( Grimmia arcuata DNtrs mss. ) ; finalmente del Didymodon pdiferus Wablbg. egli crea due distinte specie : Didymodon spatlndatus cor- rispondente alia var. j3 ( ossia Desmatodon latifohus Brid.) e D. piliferus che equivale alia \.'ar. a della succennata specie del Wablenberg (ossia al Desmat. hrevicriulis Brid.). Qnesto ed altri importantlssimi lavori cbe 1' oculatissimo briologo nostro ha in pronto sono prelndj alia taato de- siderata storia generale dei mnschi delT Italia , nel qual la- Voro speriamo git possa presto diventar compagno un altro nostro conipaesano come dapprima lo fu il prof, dottor Balsamo , cni di cuore desiderianio maggior ozlo , onde non gli vengan meno e forza e tempo. Nel tomo 83.", pag. 64 di questo Giornale leggesi una breve ma succosa Meuioria deU'esimio dott. De Visiaai, prof. 236 BIBLIOCUAFIA. supplente alia cattedra di botanica in Padova sovra alcune piante raccolte dal cav. Acerbi nell' Egitto, ed in parte dallo sfortunato Brocchi nella Nnbia. Piii tardi egli inse- riva nei Comentarj di niedicina del dott. Spongia piu esteso ragguaglio su qiiella preziosa collezioncella , e for- nivalo di otto tavcle , sulle quali sono rappresentate a semplici contorni tntte le piante die allora per la prima volta furono descritte. Qnesto saggio di piante egizie forma un gradito snpplemento alle Flore del Forskalil e del Delile ed alle recentissime Florule araljicbe del Laborde, Bove , Decaisne, Ebrenberg e Fresenius , alle qnali non leggiero comento somministrano la raccolta di piante seccbe messa in circolazione dal Sieber e la p-u ricca ed ottima teste dispensata dalla Socleta botanica di Esslingen , per le di cui premnre la formarono il bravo Scliimper, ed in poca parte il dottor Wiest soggiaciuto a fatale morbo sul bel principio delle operazioni (*). Se male non ci veune rife- rito , gli eredi del Brocchi posseggono piu ampj botanici (*) Quest'' ultima collezione nel sao coniplesso contiene non meno di o-ooo specie, nella maggior pai'te deff Arabia Peirea, il rimanente dalle pianure d''Ee;itto. La quota per ogni azionista S di ben 6co specie. Prcssoclie mtte le piante sono preparate con niolta cura, ed in luodo assai isivuttivo ; in via d'esempio dii-emo soltanto die della bella pabiia Cucifcra tliebaica nel nostro pacco ti-ovammo persino eseniplari di semi nei jirimi stadj di germoglia- zione, e tanta diligenza non e il minor pregio per vi-getabill die furono raccolti a gran numero di^doppj in deserte contrade. Le 6]iecie di recenti scoperte quasi tutte vi sono comprese , e piii di una nuova ne abbiamo in agginnta ; tali sono p. e. il Papaver Decaisnei (N." laS ) Hoclist. et Steud. ; la Moricandia crassifolia Gay in litt. (N." 444); Melica n. sp. (N." 104) etc. II N-° 244 or offre un genera affatto nuuvo della famiglia delle crucifere. Ripro- duciamo la sclieda che accompagnava la pianta : N." 344. Schimpera aralica. Hoclist. et Steud. Species nova et genus novum e secdone Isatidearuin DC. Char, [generis : Calyx patens ; Silicvla inde/dsccns , wiilocularis , monosper/iM , stylo oUic/iio dilntato foliaceo coronata. In planitie Marcha Arab. Petroeae die 18 mart. 1 835 legit. W. Schiinper. La pianta dlstribuita sotto 11 N.® St 3 h preclsamente [''Anthemis Cahirica del De Visiani ; e riteuiamo die delle due jiianticelle spe- diteci col nome di Trigonella laciniata soltanto cjuclla al N. 40 ^ delle vicinanze del Cairo , appartenga a questa specie , menti'e F al- tra al N." 4, sebbene picciolissiina per esser crescinta nelle arene r.IELIOGUAFIA. 387 tpsorl cli'egU accutnulo in quelle remote regioni afrlcane. Dell! ne siano essi cortesi al diligente prof. De Visinni ,' oncle presa ispezione di qiiei deposiu , possa con ua nuovo lavoro accresccre la propria e 1' altrni gloria. V. C. Sopra le acquc tcrmali del terrltor'io padovano, Mc- moria geologica lettanell I. R. Accademia di scienze, letters ed arti di Fadova il di ib marzo i836 d(d socio attivo T. A, Catullo, prof, di storia naturale speciale nclTUniversitd di Padova. — Padova, i836, tip. dclla Mmcrva, di png. 2.1 , in 4.° Per aggiunta a cio clie abljiamo detto ( Blblioteca ital. torn. 82.", pag. 136^ aprile i836) circa le acque niinerali del Regno Lombardo-Vcneto e circa i dotti die le illnstra- rono , ci e grato d' annunziare che dell' illustrazione dl quelle delle Provlncie Venete sta occupandosi il chiaris- simo antore della snddetta Memoria (com'egli stcsso eel fa sapere sul principio della niedesinia) per fame soggetto d' un' opera particolare. Frattanto, niediante la JMeiuoria medesiina, vien egli sin d' ora ragionando eruditamente delle piu celebrate, vale a dire, di quelle di Abano, fa- cendole in ispecie argomento di geologicbe speculazioni. Cos'i, poiclie la loro aka temperatura ascrive al calor cen- trale della terra , cerca da qual profondita elle debljono essere sorte per avere potuto recar seco que'tanti gradi di cni la loro temperatura medesima eccede la media del paese in cni sorgono •■, e cerca inoltre qual sia presuniibil- mente la roccia tra cui hanno fatto un tanto acquisto di calore. B. del deserto vicLoo atl Abu-Zaljel , coUe sue ouibiellotte pressoche sessJi e coi legumi diritti oljkmglii loigosi si dichiarerebbe per la Tr. argiita De Vis. Ive manca in qiiesia raccoba il genere Brocchla del De Visiaiii ( N." 38 Cotula cinerca Del. ). — In questo piuito nceviaiuo lettere da Esslingen nelle ([iiali ci \iene annunciato che il N.° 402 creduto una specie sconosciuta del geuere Promus ^ dee snmniinistrare il tipo ad un genei'e nuovo di Graniigne ; lo Scliiuiper poi , in compagnia di lui missionario e peneti-ato nelFAbissinia. Da- reino nel tratto successive luaggiori ragguagli siille imprese della naenzionata Societa botanica, ad uso di coloro che volessero preuder parte alle sue operazioni. a88 BIBLIOCRAFIA. Dizionario delle scienze naturali redatlo da varj pro- fessori del Giardino del Re e delle principali scuole di Parigi. Prima traduzione dal francese con ag- giunte e correzioni ( Vedi Biblioteca Ital. torn. 74.° pag. 317, torn. y2.° pag. 867. Ne sono pubblicate 47 distribuzioni di testo [con altrettante di figure'\ che non arrivnno a compire il vol. VII e terminano col vocabolo Concinati ). — Firenze , l83o-i836, per V. Battelli e figli. Dizionario classico di storia naturale , con rami mi- niati, traduzione dal francese {Ved. Biblioteca Ital. torn. 76.° pag. 433. Ne sono pubblicati fascicoli 38 che, non compiendo il vol. VIII, giungono al vo- cabolo GroUa). — Venezia, i83i-i836, tip. Tasso. Nel ripetere Tannunzio di qiiestl due Dizionarj di storia naturale, affinche sia noto come ne vada progredendo la pubblicazione , noii possiamo dispensarci dal far voti per- clie questa avvenga piu sollecitameate (seguendo la tempra delle scienze naturali tanto soUecite al progredire), e cosi dette opere apportino tutto quel vantaggio , che veramente possono, al nostro paese, e che in tanta parte la tardita scemerebbe. Trattato delle cose naturali e dei loro ordini conser- vatori ; contenente i principj e le generiche dottrine d osni scienza naturale , con illustrazione de natu- rah oggelti put necessarj a conoscersi; mteso at perfezionamento morale delt uomo , e a porgere circa le cose suddette la coltura conveniente all attuale civiltd ; del dottor Gaspare Brugnatelli , P. O. di Storia naturale generate neU I. R. Universitd di Pavia. — Pavia , i836, tipog. Bizzoni, vol. i.°, di pag. 288 in 8.°, con tav. in istampa e in tame. Prezzo lir. 4. 41 austr. ( 3. 83 ital. ) Quest' opera e compilata secondo le norme e gl' Inten- dimenti esposti dall' autore nella Biblioteca Italiana , torn. 68.°, pag. 167, nov. iSSa, e torn 77.°, pag. a86, marzo 1 835; essa dee comporsi di quattro volumi. BIBLIOCRAFIA. 289 L' annunzlato primo volume contlene II llbro I - Delia materia e delle forze ( Fisica ) - il libro II - Astronomia - il libro III - Geografia fisica. II secondo raccliindera il libro IV - Delia cognizione dei corpi , e in pnrticolare della costruttura e sostanza de' mineraU (^Cliimica) - il libro V - Minemlogia - il libro VI - Geognosia. II terzo racchiudera il libro VII - DeU'organismo e della vita - il libro VIII - Funzioni conservatrici dell' organismo e della vita ( Organogrnfia e Fisiologia ). II quarto raccbiudera il libro IX — Fitologia 0 Botanlca — il libro X - Zoologia - Appendici. Le parole con le quali termina T Introduzione all' opera sono le seguenti : " Proponendoci dunque la descritta forma )t di contemplazione , cbe ne pare esser quella dell' uomo » colto e gentile , del filantropo e pio , noi con piani am- }> maestramenti , e adattati alia comune capacita , passe- w remo in rivista le sensibili cose e i loro ordini conser- >; vatori, prendendo principio (dopo alcuni preliminari n circa la materia e le forze) dall' Universo , e ponendo >f fine col soggetto a cui pro sembrano principalmente or- >/ dinate le cose dell' Universo e le terrene in ispecie , » vale a dire coU' uomo. " L' architettura pradca dei mulini trattata con mctodl semplici ed elemeiitarl desuntl dal Neumann e dal- I'Eytelwein, per cura dell' ingcgnere G. Cadolini. Fascicoli 1-6. — Milano, i^'iS-l^2>6 , presso Angela Monti, tip. Fanfani, in 4.°, lir. 3. o5 ital. al fascicolo. II sig. Cadolini prosegue lodevolmente la ben incomin- ciata sua opera ; i fascicoli pubblicati finora confermano sempre piii la favorevole opinione cbe il primo di essi la- scio in noi. Vediamo con vera compiacenza quel giovane e valente ingegnere occuparsi fruttuosamente della illustra- zione d' un ramo dell' idraulica pratica , comecbe in ap- parenza volgare , pure utilissirao. Preferendo egli 1' utile sociale al puro lusso scientifico, e procurando di spargere i lumi i pill atti a favorire i miglioramenti non solo del- I'arte di prima necessita da lui contemplata, ma ben anco di molte altre cbe si prevalgono di mezzi analogbi, porge un esempio degno d' essere emulato ai novelli ingegneri dotti ed esperti che ia Lombardia abboadano, i quali piii 290 ■BIELIOGRAFIV. di cliiunque potrcbbero ajntnre e promovere i progressivi ■ sviluppamenti clella nazionale iiiclustrla, se prevalendosi del!e teorlche dottrine da loro possednte volessero istituire gindiziosi confrontl tra i dettaini di queste e le pratiche in uso presso di noi e quelle altrove ammesse ^ cosi bi- lanciando essi con maturo criterio le relative utilita ed in- convenienti de!le inoovazionl di cul tntto glorno s'arricchisce r industria straniera , potrebbero scegliere, far conoscere e difFondere , sia cogli scritti , sia coll' opera , quelle che vantaggiosamente conciliare si possono colle locali circo- stanze, tenendosi ugualmente lontani da fanatico trasporto e da cieca noncuranza. I sei prirai fascicoli dell' opera del sig. Cadolinl conten- gono , oltre 1' introduzione , nove capitoli appartenenti al libro prime il qnale e in particolare consacrato alia parte pratica ed operativa. II capo prime tratta dei mulini ad acqua in geuerale. II secondo descrive tutte le parti essen- ziali die compongono uu mulino a cui deve dar moto una ruota a palinette girevole in vma doccia incurvata. II terzo insegna a determinare per approssimazione la quantita di acqua necessaria per dare moto ad un muliiio , avuto ri- guardo all' altezza della caduta ed alia disposizione della doccia. II quarto tratta del numero dei denti e de' fusi cbe nelle varie circostanze dar si dee alle ruote ed alle laa- terne. II quinto esamina i modi di derlvare I'acqna desti- nata ad agire sopra ruote idrauliche. II sesto espone quanto s' appartiene alia costruzione delle docce. II settimo parla della ossatura delle ruote in generate e della struttura in particolare dei cercbj od armille die ne formano il con- torno. L' ottavo tratta specialmente della costruzione delle ruote idrauliche tanto a palmette , quanto a cassette. II nono per ultimo s' aggira intorno la costruzione delle ruote com- jDOnenti il meccanismo interno. Tutti questi oggetti sono dall' autore esposti con molca chiarezza e minutezza*, i raetodi di calcolo da lui usati sono facili , elementari e di sufficiente precisione ; e degna di lode la diligenza con cui suole rischiarare le dottrine coa molte applicazioni ai casi piu usuali , le tecnlche descri— zioni sono bene circostanziate e rese di facile intelligenza da molte figure disegnate in grande. Taluno potrebbe forse trovare troppo diiTusa 1' esposi- zione di alcune ininutezze pratic'ie ; lua e da riflettersi clie BIBLTOGRAFI.V. 29 1 la perfezione trima maccliina, come pure di qualtinqnc al- tro protlotto indnstriale, risietle appunto iiella jjrecisa e ben stntliata coaforniazione tli ogni minima sua parte, quindi e die una tale diffnsione , anziche reputarsi viziosa , dee commendarsi in chi scrive non gia per i soli dotti, ma piu particoiarmente per le persoue destinate a porre in pratica que' tali insegnamenti. I libri tedeschi die servirono di guida al nostro autore sono infatti giustamente apprezzati per la molta diligenza con cui pongono sott' occhio e smi- nuzzano tutto cio die crtntriliuire puo al perfetto esegai- mento di quanto insegnano. Per tale motivo eziandio man- tiens! ill fiore la rinomanza delle opere di Belidor, sebbene deturpate da non poclii errori teorici, e sebbene siano so- pravvennti notabilissimi perfezionamenti dopo 1' epoca gia rimota della loro pul)bIicazione. Altri ben anco potrebbero accagionare di soverdiia pro- lissith i discorsi tenuti iiitorno alcuni meccanismi ricono- sciuti difettosi a fronte di altri equivalenti piu perfetti , come per esempio le ruote a palmeite piane clie sono da posporsi alle ruote a palmette ricurve di Poncelet ; le ruote e le lanterne di legno di gran lunga inferiori alle ruote di gbisa. A questo riguardo e d' uopo didiiarare cbe 1' autore promette di descrivere in altri fascicoli questi migliora- mentl assieme con varle altre recenti e pregiate invenzioni. Gia nel fascicolo quinto leggesi un cenno sulla ruota di Poncelet, corredata di una annotazione interessante che qui trascriviamo per fare conoscere quanto i nostri ingegneri siano premurosi a mettere in uso le straniere invenzioni allorcbe sono veramente utili. /( II prirao a introdurre da noi e far conoscere pratica- mente questo utile perfezionamento delle ruote idrauliche e stato r onorevole ingegnere sig. Filippo Ferranti, attuale aggiunto anziano all' I. R. Direzione generale delle pubbli- clie costruzioni di Lombardia il quale I'applico al movi- mento delle trombe che servono ad elevare T acqua die alimenta i tre getti della pubblica fontana di Milano si- tuata sulla piazza di questo nome. La ruota di queste trombe ha un diametro di metri 3. — La corona e larga met. o,S5, e le palmette sono 24, lunghe met. i,t8, e fatte di lamie- rone di ferro. E animata dalle acque del Seveso , al quale e assegnata una competenza di once 12 magistrali mila- nesi , ma che per termine medio uella localita di cui si 292 BIBLIOGRAFIA. tratta deve conslderarsi solo di 8 , colla caduta totale di met. i,3o o poco meno e fa ordlnarianiente 5 giri al mi' nnto. Un' altra di queste ruote si esegulsce attualmente coi disegni del signer Giovanni Battista Bareggi , ingegnere di prima classe alia Direzione sullodata , da attivarsi all' I. R. Polveriera di Lambrate per il movimento di alcuni mec- canismi di quel importante Stabilimento. Una ruota dello stesso genere ma di straordinarle dimensloni, con un dia- metro di sette metri ed altrettanti di Innghezza , e quella eretta di recente a cura dell' ingegnere Glulio Sarti per mo- tore degli ordigni meccanici clie hanno da servire alia ma- cinazione dei grani con nuovi metodi nello stabilimento clie si va attivando sul Lambro presso Melegnano da una so- cieta di azionisti » (i). I miglioramenti poi che guidare possono qualunque ramo della nazionale industria verso la possibile perfezione di- stinguere devonsi in due categoric, parziali cioe e radicali. Miglioramenti parziali sono quelli i quali senza carabiare I'essenza dei metodi pratici in uso tendono a correggerli progressivamente rendendoli o piii regolari, o piii precisi, 0 pill pronti , o piii semplici. I miglioramenti radicali cani- biano all' iavece essenzialmente i metodi , derlvandoli da nuovi principj piu fecondi d'utili risultamenti. I primi sono per lo piu applicabili ovunqne, e quantunque in generale non siano atti a produrre quegli efFetti straordinarj che sca- turiscono talora dai secondi , nulladimeno esercitano sem- pre benefici influssi in aspettazioiie di altri piii sostanziali. 1 secondi , comeclie di maggiore eflicacia e potenza, hanno il pifi delle volte bisogno d' essere preparati ed assecon- dati da particolari circostanze locali ; la loro buona rlu- scita in un paese non da sicuro criterlo d' uguale esito in altro paese sottoposto a cause diverse. Percio con retto di- visamento il sig. Cadolini ha indicato dettagliatamente come si possono disporre nel miglior modo le ruote a palmette plane, sebbene, teoricamente parlando, siano poco plausibilii COS! pure ha discusso lungamente i modi di eseguire con precislone e connettere con solidita le ruote dentate di le- gno e le lanterne ad onta della loro palese inferiorita in confronto alle ruote metalliche. E d'uopo confessare che (i) Questi ordigni sono attualmente in piena atdvlta. BIBLIOGRAFIA. 2gZ le circostanze local! nostre oppongono ancora non pochi impedimenti al fruttuoso adottamento dl varie radical! in- novazioal meccaniclie riconosciute ottime altrove ; si pro- curi adunque in primo luogo di fare sparire codesti impe- dimenti, ma intanto ragione vuole clie con ogni cnra si dia mano ai parziali miglioramenti. La generate ammissione delle ruote non die delle armature di ghisa apporterebbe senza dubbio grande perfezionamento all' arte di costruire macchine in Italia, e quindi a tntti i generi d' Industrie , ma questa non puote essere fritttuosa ne scevra di grandi inconvenienti se prima non e ammigliorata la fabbricazione della ghisa , e tale ammigliorazione vuole essere preceduta dal ritrovamento di ricche cave di carbon fossile. Onore e riconoscenza deesi adunque tributare ai promotori della societa che si sta formando in Miiano per la ricerca e lo scavo del carbone fossile; se le loro cure otterranno I'ef- fetto favorevole die con tutta probabilita si presagisce , r italiana industria ne conseguira il massimo beneficio, poi- che non solo sara provveduta dell' alimento die conviensL a quel poderosissimo motore die ovunque puo essere sta- bilito nel seno delle popolose citta, come nelle piii rimote campagne ; ma inoltre potra prevalersi di quel energico combustlbile per dare alle iiietallurgiclie operazioni rapidis- simo perfezionamento , il (juale si diflfondera per necessa- rla conseguenza su tutte le altre parti delle arti industriali. La primazia acquistata dagl' Inglesi nelle arti industriali devesi attribuire in gran parte alle ricche e numerose cave di carbon fossile che rinvennero ed attivarono , ed alia favorevole circostanza che varie di queste si trovano in vicinanza d' altre ricche cave di ferro : cosi poterono po- polare la loro isola d' i^n numero sorprendente di macchine a vapore die suppliscono ad immensa quantita di braccia; poterono pure, sostituendo il nietallo al legno dare alle loro macchine una inopinata precisione c solidita, e renderle nel tempo istesso eleganti e poco voluminose. Dalle cave di carbone fossile ebbero origine in Lighilterra le strade a guide di ferro , le prime delle quali servirono a traspor- tare i loro prodotti sino ai fiumi ed ai canali navigaljili i pill vicini. Poi le rotaje di ferro ( rese trasportabili ) fu- rono appllcate con molta ntilita al carico ed alio scarico delle merci nei porti, lungo i fiumi e ncU' interno dei ma- gazziui i come pure lo fuvoao al trasporto delle materie 294 niBLIOGRAFIA.. ne' grandi movimenti cU terra. In ultimo il basso prezzo del ferro e del carbone fossile perraise di stabilire con van- tagglo le grandi linee di rotaje ove e niaggiore la fre- cjuenza delle comunicazioni tra luogo e luogo e tuaggiore il bisogno di renderle celeri. In Italia e da sperarsl che col rinvenimento di quel pre- zioso combustlliile aumenterassi il nuuiero delle maccliine a vapore , sara perfezionata la costruzioae delle varie mac- cliine e spariranno alcuni de' principali ostacoli che ora sgraziatamente railitano contro il tornaconto di varie grandi intraprese di strade di ferro , il ciai eseguimento sarebbe d' altronde di grande utilita alle provincie clie fossero da esse attraversate. Intanto brameremmo che il pregevolissimo metodo delle metalliche rotaje fosse applicato in Italia come lo fu al suo nascere in Inghilterra a piccole linee anche mobili, e che lo fosse eziandio ai grandi movimenti di terra. Que- ste applicazioni meno imponenti di quelle delle grandi li- nee sarelabero pero d' un esito piii sicuro ; ed aitesa la loro limitata natura sarebbero conveuevolissime per iniziarsi nella pratica di tali costosissime operazioni. Sareblje pure desiderabile che in tali tentativi venisse sperimentato il nuovo Vagone a ruote indipendenti recen- temente posto in uso in Francia, il quale e destinato a to- gllere il gravissimo inconveniente delle difficolta delle vol- tate pei Vagoni ordinarj le cui ruote, come qnelle dei carri iisuali , essendo accoppiate per mezzo dell' asse che le at- tra versa, provauo molta difficolta ad adattarsi alle curve nelle voltate quando sono alquanto risentite ; motivo per cui e d'uopo rendere minimo il numero delle voltate e dare alia curva un grandissimo raggio , la quale cosa pro- duce spesso grandi difficolta ed aumento riflessibile di spesa. II metodo adottato nel nuovo Vagone e seinplicissimo, con- sis te soltanto nella soppressione delFasse e nel rendere in- dipendenti le ruote per mezzo di stafie poste al di sotto del telajo del Vagone e girevoli nel senso orizzontale la- sciando pienamente libero il moto rotatorio verticale delle ruote , le quali possono in tal modo assecondare senza dif- ficolta le curve di jjiccolo raggio , sebbene il Vagone si jimova con firande velocita. • i •: BIBLIOCRAFIA. 2^5 Architettura idrauUca dl Bernardo Belidor con note ed agguinte di Navier, versione italiana dl BasUio SoRESiNA. — Mantova, 1 835- 1 836, presso i fra- telli Negretti , in 4.°, fascicoU 7. Llr. 3. c5 ital. ciascuno. Mllano presso Angclo Monti. Ci spiace di vedere procedere con inolta lentezza Tedi- 2ione italiana delT arcliitettura idranfica di Belidor piege- vole per la maestria del tradiittore c per la bellezza delle tavole. I sette fascicoli liuora pubblicati contengono il primo libro e qviattro capitoli del secoiido 'jolle annotazioni cor- rispondenti di Navier , le quali ottiine aggiuiite dovranno cessare col primo volume , essendo mono uon ha guari r esimio autore di esse. Navier fu valente geometra ed abilissimo iiigegnere: egli rese alle scienze non meno die all' arte da lui professata niolti distiati servigi. L'edizione della celebre opera di Gau- they sui ponti fu il primo grandiose suo lavoro , poi co- meiito con geometrica precisione e con vastita di dottrine le riiiomate opere di Belidor, la Scienza dell' ingegnere, e I'Arcbitettiira idranlica ; ma sgraziatamente le moke altre sue occupazioni gl' impedirono di spingere i comenti del- r ultimo oltre il primo volume. La perdita di quell' uomo celelire nel fiore dell' eta non solo tolse la speranza di vedere ultimate le tanto pregiate sue annotazioni all' Ar- chitettura idraulic. . ma lascia imperfetta un' altr' opera non meno utile che egregia , cioe il sunto delle lezioni da lui dettate nella scuola de' ponti ed argini di Parigi intorno al- r applicazione della meccanica alle costruzioni architetLoni- che ed alle niaccbine, della quale manca il secondo vo- lume , cioe quello che doveva essere consacrato alle mac- cliine in particolare. Navier pubblico eziandio varie. altre pregevoli opere ed una speclalmente sulla teoria dei ponti sospesi a catene di ferro. Un grandioso ponte di tale ge- nere sulla Senna ia Parigi, di cui diresse la costruzione, ebbe poco felice esito per colpa non sua, ma a cagione di sfavorevoli circostanze non prevedute. La spiacevole circostanza per cui la nuova edizione fran- cese delTArchitettura idraulica di Belidor rimane imperfetta, f:i nascere in noi piii vivo il desiderio clie non solo glunga a pronto compiuiento il primo volume della versione ita- liana, ma che gli altri possano vcdcre proiilameute la luce. 296 BIBLIOGRAFIA. non gia col nudo te8to di Belidor In cui annidansi non pochi errori di teoria, ma bensi con annotazioni diligen- temente elaborate , le quali possono sostenere il confronto con quelle di Navier tanto per I' esattezza delle dottrine , quanto per la precisione e chiarezza deU'esposizlone, e clie inokre vi siano delle giudiziose aggiunte clie facciano co- noscere le migliori recenti invenzioni die i continui pro- gress! della meccanica sostltuirono a varie delle macchine o processi tecnici di Belidor. Un tale lavoro e ben degno di eccitare I'emulazione dei valenti collaboratori della Scelta biblioteca dell' ingegnere civile , di cui il tomo primo del- I'Architettura idraulica di Belidor forma 11 volume decimo. Discorso inaugurale letto nella grand^ aula delE I. R. Universitd di Padova per V apertura di tutti gli studi nel giorno 3 novembre i836, deW abate Luigi CoN- FIGLIACHI, prof. dEcononiia rurale e di Storia na- turale generale , e rettore magnifico. — Padova , 1 836, coi dpi del Seminaiio, in 4.°, di pag. 35. E veraraente salutare la costumanza antichissima delle TJniversita nostre di eleggere ogn' anno un professore di dif- ferente facolta ad inaugurare con una ben meditata prolu- sione il riprendimento degli studi nelle vacanze autunnali intermessi. Bello e a vedere come la gioventu accorra quasi a festa, a cosi solenne adunanza, e noi stessi piu d'una fiata vi assistemmo palpitant! nell'ansia d'udire il nome dell'uom grande che s'imprendeva a celebrarvi. Tale onorevole inca- rico tocco in quest'anno nell' Universita di Padova all' egre- gio prof. Luigi Configliachi innalzato altresi alia dignita di Rettore magnifico , ed egli vi corrispose assai degnamente e colla scelta dell' argomento e colla pienezza del dire e del- I'erudizione, e coll' alto scopo al quale indirizzava il suo discorso. L' argomento aggiravasi suUa vita e sugli scritti del cav. Antonio Vallisneri decoro gia dell' Universita pa- tavina e del ceto medico italiano , ma piii ancora della Scuola galileana o degli osservatori della natura. II valente oratore accenno come per incidenza e di passaggio agli altri merit! del "Vallisneri, ma si trattenne con lunghe pa- role, com' era suo assunto, sti quello di profondo scruta- tore e ritrovatore della natura. Sortito il Vallisneri fiao BIBLIOGKAFIA. 297 Jalla prima educazione e sotto la scorta di liiiomati mae- stri nu vero geuio o talento per la lisica sperimentale e per le scienze iiatnrali , le venne illnstraudo colla dottrina sulla generazioiie degl' insetti , colla dlmostrata esistenza degli orgaiii sessuali iiell'alga marina, colla teorica sulla generazione dei vermi iatestinali , colle osserv^azioni sul- r origine delle foiitane e dei finmi , sulla giacitura delle rocce , suir indole delle terme e delle petrificazioni , e so- prattutto col mctodo costaute ed indeclinal)ile della rigorosa esperienza : col cjual metodo arrivo effettivameute ad ar- riccliire anco di pensamenti proprj od originali la Storia naturale. L' alto scopo del discorso del Configliaclii erasi qiiello di mostrare I'intimo congiungimento o maritaggio tra la filosoiia e la Religione : al che egli pote agevol- niente riuscire ; perocclie se andava innanzi iiel Vallisneri la sapienza ne'piii reconditi misteri della natura , uon fu- rono da meno in lui F animo religioso e pio e la somma riverenza aH'Autore superno di quella. Felice il maestro die seppe oflerire a' fervidi discepoli un cost preclaro esem- pio. Felici i discepoli che si faranno ad imitarlo ! Noi au- gur ia mo che quest' elogio venga reputato degno di stare insieme con tanti altri per formare una raccolta di Bio- grafie degli scicnzkiti ituliani singolarmente pregevoli dal lato delle cognizioui tecniche , essendo d' ordinario i piii esperti ((uelli che si pongono a dettarle. Allora le prolu- sioni d' Universita non sarebbero piii condannate a morire nel giorao che nascono , ma a diventare perenni mouu- nienti di estera e nazionale letteratura. Storia della fisiologia per Lorenzo Martini. — To- rino, io35. dni tipografi Gassoni, Marzorati e Vcr- cellotti. Vohimi VIII in 8.° Eletncnta pliysiologice auctore Laurentlo BIjrtinio , cdido tenia. — Taiirini , io35, ex typogr. Jos. Fodratti, in 8.°, di pag. i58. L' autore delle riputate Lezioni di fisiologia voile fare ua nuovo dono alia scienzi: che con tanto zelo e pubblica uti- lita professa, pi\bblicando la Storia di essa lisiologia, inti- tolata alia Societa filosofica americana di Filadellia. E scritta con molta e profonda erudizione , grande discernimento e senno. Il prof. Martini mondo di ogni spirito di parte , BibL ItuL T. LXXXIV. 20 29b BIBLIOGRAFIA. retto e giusto ne' giuJizj e nelle osservazioiil coiidusse il sno lavoro con tale esattezza e niaestria da rinscire molto profittevole ai lettori , ed onorevole a lui. Nella modestia sua ofire il nuovo scritto alia gloventu ch'' esce di fresco dalle Universita, cni spera raccorciare la via del sapere ; ma esso sta benissimo auche nelle maiii dei luedici provetti. In qnesta storia Tegregio professore fece due fermate una a Galeno , 1' altra ad Haller. Cosi si riconosce appiin- tino quanto e doviito a ciascniio dei secoli. Ed egli e veris- simo che le dottrine vogliono essere studiate nel loi-o coin- plesso e non nelle loro parti separata mente. Alia fine della storia poi viene presentato uiio specchio delle priiicipali scoperte e delle piu cardinal! dottrine secondo i tempi nei quali vennero fatte e proposte. II metodo quindi seguito riesce di ripartimento in tre sezioni ed epoche. La prima termina con Galeno; la seconda con Haller; la terza col mille o'utocento trenta. Quest' ultima e suddivisa in qiiattro parti, cioe in fisiologia razionale, sperimentale , coniparata. e positiva- La razionale espone le dottrine desnnte dal sem- plice raziocinio ; la sperimentale riporta gli spcrimenu che si fecero ad oggetto di spiegare il maa;isterio delle funzioni; la comparata institnisce il confronto tra gli animali e le piante , e tra le varie specie di qnelli e di queste ; la po- sitiva in fine mette innanzi i principj fondamentali della fisiologia dedotta dalle tre parti preccdenti ; risulia come una serie concatenata di corollarj die scatnriscono dall'os- servazione e dalla sperienza nelle varie specie di viventi. L'autore avverte die a qnesta storia terranno dietro, quale Euccessione, gli Annalt della fisiologia , ne"" quaVi si daranno le dottrine die verranno di rnano in mano divulgate. Ci duole che la natura di questo giornale non ci per- nietta di entrare in particolarita maggiori onde provare il merito reale della nuova fatica delFillustre fisiologo Tori- iiese i della quale i teneri della gloria nazionale non pos- goi;o non andare lieti. In quanto agli Elementa physiologic^ , libro di testo alle lezioni del chiarissimo professore e di notissimo merito, noi ci limitiamo a commendare il divisaniento di una terza edizione essendo le anteccdenti esaurite, non intralasciando pero di convenire con coloro die desideravano di vedere no. po' ampliati i troppo ristretti liiuiti di essi dementi. F. =99 V A III E T A. llonumenti erettl in Gcrmama agli inventori delta stampa. V. olgono gia parecchi anni da che la Geniiania si dietle nd onorare la inemoria dei primi tipografi. Una societa in Magonza raccolse le somme ofTerte dai principi e privati per innalzare una staiua a Gutienberg nativo di quella citta. La statua , il cui modello fu esegnlto a Roma da Tliorwaldsen , venne fusa a Parigi da Crozatier. Spera- vasi di poterae fare T iiiaiigurazione quest' anno ( i836 ); cosa taiito piii desiderata in quanto die , opinando qnal- clie biljliografo appartenere F invenzione delia stampa al 3436 , si sarel^be ad un tempo celebrata la memoria di Guitenberg , e la quarta festa secolare deli' arte sua. ]Ma , oUre clie il monumento al cui piedestallo il paese di Nas- sau dee fornire il maruio , non e pronto, alcuni dotti a- lemanni banno considerato clie celebrando uel i836 la festa secolare della tipografia si verrebbero a convalidare le pretese della citta di Strasburgo , secondo le quali la stampa sarcblje stata inventata entro le sue nuira nel 1436. Certo egli e clie durante quell' anno Gutteuberg ivi sog- giornava. La piccola citta di Gernsbelm , patria di Pietro SchoefFer , uao (.lei tre inveutori della stampa, o piuttosto uno dei tre primi tipografi , fu piu felice di Magonza -, imperoccbe il monumento cli' essa fece lavorare ad onore del suo cele- Ijre cittailiao fa inaugurato nel prossimo passato giugno , alia presenza de' libra] , stampatori e legatori , come aucbe de' letterati ed artisti delle citta vicine , specialmente di Darmstadt. Vero e pero die il monumento e men grau- dioso di quello die i l\Ligojzesi si propongono d' erigere a Gutteaberg. E una staiua alta 12 piedi , in grcs di Ileilbronn , sostenuta da un piedestallo alto altrettanto , sul quale fu scol[)ita a caratteri gotici T iscrizione segueute : " Alia memoria di Pietro Schoeller di Gernslieim giudice secolare di Magonza , co-iuveutoru della stampa , il quale 3oO V A R I E T A. colla sua sagaclta perfeziorto quest' ai-te, e propagolla con uno zelo sommamente attivo. Monumento dedicaio dalla sua patria , la citta rlcoaoscente di Gernsheiui , I'amio di nostra salute i836. '/ Alcuni giornali tedeschi contendono a Pietro Sclioeffer il titolo di co-iaventore attnbuitogli nel monumento. Egli , dicono , noa era tutt' al piu die un calligrafo : come tale si reco a Parigi chiamatovi da Faust e Guttenberg per or- nare di iniziali uiajuscole i liljri clie stampavano, perche, provveduti com' erano soltanto di tipi di una dimensione , vedevansi astretti a lasciare le iniziali in bianco , per farle poscia scrivere , disegnare o dipingere a mano. Fin da quando si associarono Sclioeffer facevano uso di tipi nie- tallici f, dunque 1' invenzione era gia avvenuta , ue rima- neva a Sclioeffer die di perfezionarla quando , sposata I' unica figlia di Faust , venne iniziato nei secreti della ti- pografia. Debbonsi a Sclioeffer la venusta de' tipi , il miglio- ramento della fusione de' caraiteri , e le matrici d'acciajo impiegate per essa. Chi bramasse istruirsi ue' particolari di qnesto soggetto interessante consulti un opuscolo di Daunou intitolato Analyse des opinions diverses sur I' origine de I' iinprimerle (Parigi, anno VI, in 8.°). Divenuto genero d' un uomo arricchitosi per la sua sco- perta, Sclioeffer sali ad onori cospicui a Magonza : ottenne la carica di giudice secolare die solevasi , prima di lui , conferire a nobili e giuris^^ieriti. Possedette tre case in quella citta , e acquistossi il dirltto di cittadinanza a Fran- coforte per 1' esercizio del suo comniercio. Duolci il ricor- dare che , giudice qual era , non siasi condotto con niag- gior rettitudine del suocero verso il povero Guttenberg , loro assoclato, che privarono, litigando, del suo diritto, fa- cendogU sequestrare la tipogralia ; talmente che quegli stesso , cui la citta di Magonza e per erigere una statua in bronzo , sarebbe morto di fame se con una airimirabile perseveranza non avesse lottato contro la sciagura. Ma questa venne poi a cadere anche sul troppo fortit- nato giudice e tipografo Sclioeffer che sino^ al 146a avea fatto vin segreto dell' arte sua. Nel detto anno, presa d'as- salto Magonza in una guerra guerreggiata tra l' arcivescovo e il papa , i laboratoj si cliiusero , gli operaj addetti a Sclioeffer se ne andarono qua e la recando in diverse contrade il secrete del loro padrone ^ ed ebbe line cosi il V A n 1 E T A*. 3ot suo monopolio. SchoefFer recossi a Parigi, ne ritorno a Ma- gonza clie nel 1476. D' indi iino al i5c3 uscirono ancora da' snoi torclii ventisctte opere , 1' ultima delle qnali fn il Salterio considerato oggidi come nn capo-lavoro di tipografia. Sclioeffer mori ottnagenario nella prima meta del i5o3. La statna erettagli e dello scukore Scholl di Assia. £ rappresentato in piodi , con un mantello a pelliccia , e tenente in niano le matrici dei tipi di stamperin. [Nouv. Ann. de Voyages.) Scopcrta di anticlutd ad Atene. II giornale tedesco il Kunsthlatt c' Informa clie nella mo- derna capitale della Grecia si proseguono con impegno le escavazioni. Tra le scoperte di niaggior momento e una lungliissima iscriziooe, di cni si fe trovato prima il pezzo principale , poscia varj frammenti , che contiene una me- moria , o registro delle spese sostenute per ornare di scultnre un tempio clie sembra PEretteone. II nome del- r architetto e Arcliiloco d' Egilia , nome quindi restituito alia storia delle arti , e finora ignoto. Citansi in seguito molti scultnri che Lnvorarono alcune figure , indicandosi le mercedi. Due ceroplasti, o modella- tori in cera , hanno eseguito i modelli di rosette e acanti in bronzo : si e stipulato un contralto con certo Dionisodori ]ier la pittura all' encausto di ii3 piedi di scannellature deir arcliitrave , in ragione di un pentobolo al piede : 166 foglie d' oro per la doratnra degli ornamenti in bronzo costarono altrettante dramme : 1' oro era fornito da un cittadino di Melita chiamato Donis ;, il pionibo per sigil- lare le figure costo 10 dramme, ecc. Questa iscrizione e un prezioso documento da cui puo trarre ilkistrazione la storia delle arti ne' bei tempi della Grecia. Atterrandosi una batteria clie ceiava 1' entrata de' pro- pilei , si mise a scoperto 1' antica strr.da o salita clie vi conduceva. Essa e copcrta di ampie gronde in marmo pentelico : il pavimento e solcato nella sua largliezza af- finche i cavalli possano montare e scendere senza sdrnc- ciolare. I gradini pei pedoui erano stati denioliti in parte quando si costrusse la liatteria : ora si potranno rimeltere. Nel ristabilire le colonne del Partcnone si trovo nelie rovine un frammcnto ben conservato del fregio , che ando 302 V A n I K T \\ salvo dair avltllta dl lord Elgin. Esso rapprcsenta tre delfa" dodici divinita sedute die ornavano il mezzo del fregio af di sotto dell' Ingresso orientale. Prossimo a rjnesto basso rilievo si rinvenne vn iiiagnifico seggio o trono di marmo hianco, il cni dosso e oruato d' nna figura panneggiata e alata. Sara, per avventura ^ nna delle seggiole , su cni, al riferir di Erodoto , soleva assidersi la sacerdotessa di Mi- nerva. Questi dne bei frammenti antichi erano sepolti tra le colonne del peristilio e quelle del pronao. In altri Inoglii deirantica citta si scopersero frantnnii di statue e di tombe di epoclie diverse. Qnivi si disotter- rarono alcnni sarcofagi marmorei sopra i quali sono scol- piti genj bacchici ed altre figure, ma die in temjn di barbarie , a quel die pare , vennero schiusi con rottnra e destinati a nuove sepolture. In uno di questi sarcofagi gia- cevano ammucchiati fiuo a dodici corpi , o sdieletri. In una parola , Atene puo nutrir liducia di veder sor- gere un insigne museo d' antichita se pure gli oggetti die andranno scoprendosi non verranno destinati , per coni- piaceiiza verso Taugnsto padre del re Ottone , ad arric- chire il inuseo di Monaco. {IVouv. Ann. de Voyages.) Carte corografiche dcJle daisioni governat'ue de Resj Stall Sardi in terra ferma. — Torino , presso Gio. Battista Maggi., iiegoziante e provveditore di stampe di S. M. Sarda. Gli antichi conquistatori senza carte geogralidie, sen7;a; bussola e senza indicatori stradali percorrendo vaste regio- ni , immensi sconosciuti mari , gettarono le prime fonda- menta di una scienza die divenir doveva indispensabile e pei viaggi e per le conquiste. Le guerre de"" Greci e dei Romaiii sommamente accreb' hero il catalogo geografico, e le irmzioni degli EruH , dei Vandali 5 dei Goti e dei Longolxirdi fnrono in questa parte fortunate per le nuove cogmzioni di numerosi popoli , dl ignoti paesi. Dopo una Innga oscillazione di potere rimessl i popoli; in un equilibrio politico sorsero nei grandi le speculazioni V A R I K T A . 30.1 (\o\ vinggi sclentifici, ctl nomini arcliti por nrriccli!re il niu- sro e la nazione , sjjingendosi iino a!le jiiu estreme pnrti tiel globo, portarono questa scienza fin dove giunger pote mnana possa. Con passi assai piii lenti segniva i progress! della geo- grafia lo studio delle carte geografiche. I primi geografi ponendo per centre il lore paese cjna- lunqne esso fosse, andarono estendendo il viaggio della snperficie segnata a niisura die ie scorrerie si avanzavano. Nelle prime carte una linea partiva da questo centre ai divers! paesl secondo 1' incerta idea die il geografe aveva della lore direzione rispetto ai punti cardinali ed a quella approssiinativa distanza die esso o conosceva e immagi- nava. A poce a poco si agginnsero alcune strade d'inter- posizione fra una citta e I'altra, e qualdie tempo dope si penso a dar lore una tortuosita , non perdie questa fosse stata realmente rilevata , ma solo perclie sapevasi die le strade erano tortnose , come tutte si puo dir lo erane per lo passato. Per molto tempo non si seppe come segnare sulla carta i monti, e non e moite die tanti piccoli pani di zuccliero disegnati qua e la a capriccio indicavano quella tratta di paese die era montuoso. Le matematiche , e Tastrononiia specialmente , vennero in ajuto di questa scienza die altrimeiiti sarebbe riniasta neir infanzla , e per esse si poterono stabilire le dlstanze, le direzioni e la di versa altezza del siiolo. Con questi importanti sussidj lo studio delle carte geografiche elibe nuova vita , ma la loro esecuzlone era ancora imperfetta. Le carte della Francia' del Cassini offrirono il priino inodelle d' una ragionata rappresentazione delle cateue di monti e di tutti gli accidenti del terrene , nella quale si poterono finalmente distinguere le strade principal!, le se- condarie, i finmi, i torrenti , i canali navigal^ili e di de- rivazione; ed in quanto ai monti non solo la vera direzione della catena die li conginnge, ma dalla forza del disegno o del bnlino anclie la maggiere o minore elevatezza loro. Avendo cosl queste studio acquistata tutta I'importanza, fisso anclie la pubblica atten/ione e prova ne sieno le numerose carte geografiche pubblicatesi in breve voiger d'anni, il cui pregie seiripre si fece maggiore e per eie- ganza d' incisiene e per le sempre piii estese cognizioni, linclie moke carte non piu geografiche ma corograficiie si I 304 V A R I K T a". cliiamarono per la piu niinuta descrizione dl quel regno 0 paese die si prendeva a trattare. II primo esempio in Italia di lavori geografici condotti a qnesto grado di perfezione si ebbe in quelle della Lom- bardia disegnate dal Pinchetti ed incise dai fratelli Bor- diga (i) sotto la direzlone degli astronomi di Milano , alle quali tennero dietro le carte delle provincie venete del generale de Zacli , quelle del ducato di Parma ed indi di tutto il Regno Lombardo-Veneto delPIstituto geografico di Miiano, qutlle della Toscana del padre Ingliirami incise da Stanislao Stuccbi ed altre luolte che sarebbe qui inutile r annoverare essendoseae gla parlato in piu luoglii di que- sta Biblioteca. Una carta degli stati del Piemonte costrutta sopra una grande scala e con tutto il lusso calcografico sarebbe opera immatura 5 finclie quei paesi sono niancanti d'un regolare catasto e d'una compiuta triangolazlone. Frattanto in at- tenzione che i lavori geodetici intrapresi da quelle stato maggiore siano terminati , e che si dia mano alle ope- razioni censuarie , il signer Maggi ci ofFre una descrizione degli Stati di S. M. Sarda in terra feruia sulla scala di 1 a 24000 fondata sulle migliori carte o per dir meglio suUe meno difettose. Esse sono in sei fogli e coinprendono (l) Gavidenzio Bordiga , il minore dei due fratelli, ha cessato di vivere in Milano il Jl 18 gennajo iSSy. Fin dal 1798 egli pose fiiano al lavoro della suddetta cai-ta di Lombardia, finche sospeso queirincaiico alP arrivo delle annate francesi, fu nel 1797 imj.iegato come diseguatove nelP Ufficio topogi-afico nillitave sotto Baclcr d'Albe, ove opevo efficacemeiite nella gran carta d^ Italia da questi pubbli- cata. Indi ftt ainmesso al Deposito della gueiTa della Repiibblica Italiana e del siiccessivo Regno d^ Italia come disegnatore ed incisore di prima classe. Nel mavzo del 1807 fu nominate capo degP inci- sori in quelP Ufficio , nella qital carica fu confermato nel 1 814, qiiando il Deposito della giieifa prese il nome d^ Istituto geografico niilitare e la tenne fiuo al fine della sua laboriosa carriera. Si fece conoscere come accurate scrittore e come intelligente in vai-j rami delle belle arti ptibblicando le Notizle intorno alle opere di Gau- denzio Ferraii (V. Biblioteca italiana tomi 33.° pag. 411, e 79° pag. 96 ) , e congiuntamente al fratello gli Elementi di figura dise- gnati dair antico ed incisi in diciassette tavole. Neir aprile dell' anno 1 834 ^- ^^- ^- ^- ^- !;'' conferi la media medaglia d'' oro delf onor civile in ricompensa de' snoi luagbi e di- stinti servigi. V A R I E T a'. 3c5 le dlvlslonl : i." tli Torino c tVi Aosta, a." cU Novara, 3.° di Cuneo e Nizza ^ 4.° dl Savoja, 5." di Geneva, 6." di Alessandria ( non ancora pubblicata ) oltre la carta ge- nerale di riunione sulla scala di 1,600,000. Questi fogli offrono un snlliciente spazio per racchiudere i punti piu. importanti f, in fatti oltre T esservi in facil modo distinti i conlini territorial! esterni ed interni , le citta capiluoghi di divisione , i comuni capi di mandamenti ; vi si coui- prendono tutti i minori dipendenti coniuni , i borghi, le ciiiese , le cappelle isolate , le grandi strad? reali , le pro- vinciali e le comunali carreggiabili , le stazioni di posta, gli stabiliinenti balnearj, le sorgenti e le miniere delle quali abbonda quel regno. E poiche quelle carte lasciavano varie lacune , si penso a riempirle introducendovi piu di trenta piani delle di- verse citta del Piemonte in iscala piu grande , le quali ci sembrarono disegnate ed' incise con piu nitidezza e preci- sione del rimanente del lavoro. Con tal sussidio il fore- stiere dojio aver avuto una guida possibilmente esatta pel suo viaggio, questa non le manca nella citta die lia fatto meta del suo cammino. La carta di unione preseuta inol- tre una tabella statistica contenente le divisioni, le pro- vincle , il numero de' mandamenti e dei comuni , la popo- lazione , i vescovadi. Nel manifesto d' assoclazione si parla di varie riconoscenze coUe quali si procuro di migiiorare il lavoro , ma non si dice ne dove, ne con quai mezzi ne da chi siano state ese- guite. Ivi non si da il nome di cbi ha disegnate ed incise le carte , il quale pero si rileva dalla nota posta a piedi di ciascuno de' sei fogli , e piu chiaramente dal titolo della carta di riunione ove si legge : disegnata ed incisa dietro le migliori e piit. recenti carte = A. Stucdd = corretta ed aumentata nel i83o. Avendo noi data un' occhiata al fcglio clie contiene i contorni della citta di Milano , vi abbiamo rilevati diversi error i di nome che crediamo pregio del- r opera di rettificare : Errori. Correz'oni, Oerola Gerola Corana della mensa Corona ? della mensa Cantaluppo Cantalupo Mongano . IMangano ; Piottello Pioliello t 3o6 r A R I E T .\\ Eirori. Correzioni. No sate Nossate Fpi'iho Ferno Sera go Jerago Montonale Montonate. II prezzo staliilito per 1' associazione e di lire 9 di Pie- monte per ogni foglio, pel non associati e jier qnelli che vogliono acquistarne uno separatamente di lire 10. Delle stelle cadenti e della luce zodlacnle. L'annunzio inserito in varj giornali (V. Bibl. it. t. 82.% p, SaS ) deir incontro clie suol riprodursi verso 11 1 3 di novembre d" un gran nnmero di stelle cadenti ha resi at- tenti in quest'anno a sifi'atto curioso fenomeno non po- clii osservatori. A Milano il cielo in quel giorno fu co- perto di nuvole , ma in altri luoghi , e principalmente in Francia, si raccolse un buon nnmero di osservazioni die sempre piii confermano la reaUa del fatto. All' osser- vatorio di Parigi se ne notarono 170 , fra le quali 62 hanno attraversata la costellazione del Leone , 40 non si sono potute determinare, e 5 sembravano muoversi in direzioni diverse. Intorno a questi fenomeni il celelsre sig. Arago promove le seguenti questioni : i." la quantita delle stelle cadenti osservate nella notte dal la al i3 e veramente un caso straordinario, oppnre e solaniente la consegnenza d' una maggior attenzione prestata alia loro apparizione? A questo dubbio risponde confrontando il numero delle nieteore luminose osservate la detta notte all" Osservatorio di Parigi con quella delle notti prece- dente e seguente ^ dal confront© risulta die nella notte dair II al la non se ne vide alcuna , in quella dal la al i3 circa 14 per ora , in quella dal 14 al i5 poco piu di 3;, 2.° La direzione pin comunemente notata nel loro movimento deve forse aitribuirsi alia circostanza die gU osservatori preveiiuti da quanto era stato gia annunziato, rivolgevano generalmente verso le stelle del Leone la loro attenzione '' Cio sembra a lui ed e infatti molto proba- bile ; giacche non si era avuta Tavvertenza di distribuire fra gli osservatori le diverse plaglie del clelo. Ma egli qnk soggiunge un' importante riflessione. In ogni stagione le direzioni piii ordiaarie liiago le quali si niuovono le stelle V .\ R I E T A.'. 307 cndenti sembrano contennte nell' emisfero dinmctralmente opposto al movimento di traslazione dclla terra; ora il i3 novenil)re la terra percorre una tangente della sua or- l)ita diretta verso la costellazlone del Leone, onde con- segue die aiiche supponendo i movimenti reali ripartiti uniformemente in tutte le direzioni , i movimenti appa- renti devono partire dalla costellazlone suddetta. Nelle os- servazioni fatte a Dieppe razziniutto medio di 36 stelle cadenti risulto a S 1 1 1° O, mentre 1' azzimntto del pro- Inngamento della tangente die seguiva la terra verso la mezza notte era a S 98° O, difterente percio dall' osser- Vato di soli t 3°. Un altro illnstre astronomo parigino , il sig. Eiot , ia una nota die ha letta a queirAccademia il di 5 dicembre 1 836 ha avanzate alcune ipotesi per ispiegare il fenomeno di cui si tratta ; egli ricorre a tal fine alia luce zodiacale die molti riguardano come 1' atmosfera propria del sole , ma die secondo il Laplace dovrebb' essere composta di molecole non fluide die girino liberamente come altrettanti pianeti. Per provare cio il suddetto matematico (i) pre- niette die tutti gli strati d' un' atmosfera die circondi un corpo rotante devono prendere al lungo andare il medesimo moto di rotazione , giacche lo sfregamento degli strati gli uni contro gli altri e contro la superficie del corpo deve accelerare il movimento dei piu lenti e ritardare i piii rapidi , fino a tanto die siano ridotti ad avere un'eguale velocita angolare. Supposto pol che 1' atmosfera del sole sia arrivata a questo stato permanente , egli dimostra : I .° che non puo estendersi fino alle orbite di Mercnrio e di Vencre , giacche a tale distanza dal sole la forza centrifnga prodoita da una rotazione che si fa in aS giorni vincerebbe la gravita delle molecole , e le obbli- gherebbe a dissiparsi nello spazio ; 2.° che gli strati rl- manenti dell' atmosfera stendentisi slno al punto eve la forza centrifnga e la centripeta sono eguali , prenderelj- bero la figura d'un eliissoide in cui I'asse polare noa sarebbe minore dei 'f^ deir asse equatoriale , e qnindi sa- rebbero lontani dal presentare Tapparenza lenticolare che realmente si osserva. A questi raziocinj pero si potrebbe (l) Laplace. Mecaniquc celeste^ tcl |iriuc)pio di qacsta Rlemoria alibiamo scrilto circa i diversi periodi Ji foiuuiioiie as5cgiuiti alle italauili direiiio , cLe le inii modcruc spctUuo 3l6 V A K 1 E T a'. ove sonovi stalattlti , avranno campo di chiarirsi della ve- rita di qiianto qui si asserisce. Nel d;ir contezza delle diverse varieta di calcare con- crezionato che s' incoatraiio nelle provincie venete , faro una breve descrizione di ciascuna seiiza entrare in lunghi discorsi sopra i luoghi ne' quali mi fu dato di ravvisarle , giacche delle caverne , dove piu abbondano tali varieta , mi sono alquanto disteso in un' altra Memoria. Ho poi creduto di separare dai tofi le varieta suddette , non gia perclie io le reputi geognosticamente difFerenti , ma perche non tutte le cause die presiedono alia generazione delle stalattlti si ripetono , e nello stesso modo influiscono alia formazlone dei tofi, come chiaro lo manifesta la varia struttura che queste rocce presentano. Di fatto le prime in cambio di essere opaclie e smorte come i tofi , sono pel- lucide , dure e cristalline, ne mai o quasi mai ammettono iiella loro massa gli avanzi vegetabili od animali che sono cosi frequenti ne' calcari d' acqua dolce , sebbene spesse volte possano esse medesime inviluppare in tutto od in parte i corpi stranieri siii quali vanno a depositarsi. I. Calcare concrezionato. Di coiupage cristallina, pellucido non gia solamente suL margioi , ma in ogni sua parte. La tinta n' e bianco-gial- liccia , e quando e pulito riceve una lucentezza grassa non niolto spleiidente. Comune nelle spaccature dei monti cal- carei del Bellunese, dentro le quali viene anche adesso portato dalle acque. II saggio accompagnato dalla presente iscrizione fn schiantato da uno s):)acco del calcare di monte S. Boldo presso Trichiana nel Bellunese. Trovasi del pari nei monti calcarei tanto terziarj che secondarj del Vicen- tino e del Veronese. II. Calcare concrezionato fibroso. Le fibre della frattura sono finissime, sericee , parallele fra loro , talvclta flessuose , ma non mai radiate o disposte al Terreno lisiano ; fjuelle di media antichita formano parte del Terrena (lismiano clastico , ciii pure appartengono le brecce ossee di luoiti paesi ; e ]« ultime o plii antlche sono riposte ne' Terieni ta/assici epilimnici , ai (juali e unito il calcare lacustre superiore de' contonii di Parigi ( Brongniart, Ta- ikau da Teriains, j'ag- 42, 59, i35 ). varieta'. 3i7 ft ventaglio. SI distingue tlal tofo fibroso di Abano di cul abljiamo altrove parlato per essere translucldo e suscetti- bile di piiliineiito. Rinviensi sotto forma di lamlne sottili nelle fessure del calcare di monte Carrera presso il vil- laggio di Peron sette miglia circa al nord di Belluno. III. Calcare concrezlonato stalattke. In cllindri spesse volte molto volumlnosi d"' ordlnarlo conici o di diametro disugnale , ricoperti esteriormente di varici o di rigonfiamenti clie rendono la superficie irrego- lare e scabra. Qnando i cilindri hanno soltanto il diametro di una penna da scrivere, la struttura interna n' e lamel- lare , e quando sono piii grossi acquistano la strnttura radiata. Ve ne sono pero alcnni che ingrandiscono note- volmente , conservando sempre la strnttura Inmellare. Le fibre o raggi interni delle stalattiti vanno dal centre alia circonfercnza , e presentano una forma clie si avvicina alia romboidale. Di questa varieta di calcare ho raccolto negli anni andati un certo numero di modiiicazioni o sotto-va- rieta che ancora cnstodisco , fra cni piacemi ricordare le seguenti : a. Stalattke rurlimentaria. In piccoli tubi blanchi traspa- renti del diametro di due o tre linee, e della lungliezza di un poUice o poco piu. Questi tubi che sono i primi rudimenti delle stalattiti , rinvengonsi sulle volte e suUe pill elevate pareti di una caverna che mette nelT in- terno di un nionte posto al sud di Belluno non lungi dal sito chiamato S. Pietro in Tulia. Si trovaao ezian- dio nelle spelonche della valle Pantena presso il ponte di Veja nel Veronese, e sono poi comuni a tutte le caverne nelle quali si formano masse stalattiticlie. b. Stalattite comurie. In colonne piii o meno prolungate che prendono spesse volte la forma di un cono inverse. II colore n' e grigio , sovente rossastro con la superficie ricoperta di cristalll solamente abliozzati di calce car- bonata roml^oidale. La frattura presenta talvolta una serie di zone concentriche diversamente colorate, e tal- volta comparisce intieramente cristallina. Di questa sotto- varieta si trovano esemplari magnifici nelle caverne di Romagnano presso Foldruna nel \eronese;ed il conte Antonio Gazola padre del naturalista ne ha rndunato parecchie per abbellire il suo giardino. Stal.nttiti di 3i8 V A n I E T a'. piccolo volume si trovano nelle grottaglie di Galzlgnano e di Valsanzlbio negU Eugaiiei. c. Stalattite duplicata e triplicata. I solchi longltndinall e mo]to profondl clie si ainm'u-ano sul corpo di qnesta stalattite, danno a divedere ch'' essa e formata di piu stalattitl accoppiate insienie pel verso della loro Inn- ghczza , lo clie viene aiiche confermato da uii numero corrispondente di tubi che si vede nelle interne sue parti. Gli esemplari di questa sotto-varieta si trovano nella spelonca detta Col Viceotiuo nel Belliinese e sono tutti intieramente hianchi. Sarcbbe sconcia cosa descri- vere con inuiili particolarita le forme svariate e biz- zarre delle stalattitl che ho osservate nello State ve- neto, iraperocche nulla esibiscono al naturalista che possa eccitare la sua curlosita , nulla che non sia co- mune a molti altri paesi, quantunqne in altri tempi abbiano potato porgere argomento di Innghi e roman- zeschi ragionamenti. Di fatto non vi sono lilDri di storia naturale publjlicati ne' secoli addletro ne"" quali non si parli di stalattiti, e non se ne esagerino le figure e la derivazione. IV. Calcare concrczionato stalagmite. Questa varieta si eleva, com' e detto , dal suolo, e prende aDch''essa forme varialjili. II suo carattere principale e quello di non ofFerire zone concentriche ma ondeggiantl , e nel tempo stesso parallele , le quali distinguonsi le une dalle altre per la loro diversa densita e pei colcri spesso diffe- renti ch'esse hanno. Talvolta la stalagmite ricopre a guisa di tappeto il fondo e le pareti delle caverne , talvolta si presenta in masse voluminose suscettibili di essere lavo- rate , e riceve aliora il nome di alabastro , e talvolta veste r apparenza d'un tronco clie finisce in una specie di ro- tella o di cappello simile a quello dei funghi. La somiglianza delle stalagmiti con le forme di certe piante ha fatto credere al Bagllvi ed al sommo Linneo che tali concrezioni dotate fossero della facolta vegetativa. Tournefort stesso dopo di avere csaminata la famosa grotta di Antiparos, ricca di grandiose stalagmiti, scrisse con pompose ed enfatiche frasi una Memoria diretta a provare la verita de' suol pensamenti intorno alia vegetazione delle pietre. Alciine delle caverne che saro per ricordare nei V A p. 1 E T A . 3(9 Rn?!iC2;nenti niiel scritti , contengono stfilagmitl abbastanza ^ Vo'.nminose per fomiire de' pezzi da poter essere messi ia opera ia lavori di ornamento. Di tal fatta sono quelle della caverna di Ollero jiresso Bassano , resa praticabile per cura del conte Alberto Parolini cultore egregio della storia naturale. a. Stalag;mue tuhercolosa. La parte superiore di questa concrezione e composta di tnbercoli ovoidi, pienl, coa la superficie solcata , talvolta ricoperta di pnuti rile- vati , kiccicanti cbe si danno a conoscere per cristalU minutissimi di caJce carhonata. I tnbercoli sono disposti gli uni accanto gli altri ed il corpo della stalagmite, cui aderiscono, presenta i consneti accidenti clie so- gliono accompagnare le concrezioni. Trovasi nelle ca- verne del Belliinese ed in quelle della provincia di Verona. b. Stalagmite coniune. I cilindri di questa sotto-varieta finiscono in una specie di rotella ricoperta di tubercoli riuniti fra loro in niodo da simulare I'aspetto del cavolo fiore. Talvolta i tubercoli sono molto prominenti con la cima rigata da solcbi sinuosi , e recano allora la iigura di piia denti molari stretti insieme. La concrezione clie afFetta quest' ultima forma rinviensi in una grotta del calcare terziario di Monteforte nel Veronese. c. Stalagmite stratifonne. Con questo nome applicato dagli autori alle stalagmiti in genere bo voluto iudicare quella concrezione calcaria cbe senza elevarsi gran fatto dal suolo, ricopre a guisa di tappeto il fondo delle caverne. Sotto di questa crosta stalagmitica si rinvengono gli ossami di belve cbe in epocbe assai remote si sono ritirate in que' sotterranei per sottrarsi ad alcuna delle primordiali terrestri catastrofi. La stalagmite stratiforme si vede nelle caverne del Bellunese ed in alcune altre del territorio di Verona. Tali sono le varieta di calcare concrezionato cbe bo raccolte nelle caverne da me visitnte alle quali avrei potuto aggiungerne altre pareccbie , se il desiderio di non trat- tencre il lettore con isterili descrizioni non mi avesse ob- bligato ristriiigermi a quelle pocbe cbe sembrate mi sono le piii curiose e le meno frequenti tra noi. Se poi le mi- nute descrizioni nelle quali sono entrato in parlando delle rocce alluviab in genere fossero esse stcsse per riuscire nojose a que' naturalisti cbe sogliono dare in poche pagine Sao V A R I E T a'. la geognosia delle piii vaste provincie, spero die non tutti saranno di questo avviso , molto meno gli osservatori pro- vetti, i quali credoao, e gl' Italian! lo hanno creJnto sem- pre, clie da lirevi e fnggitive indicazioni noa possano giam- mai derivare efficaci ammnestramenti, fermi gia nel pensiero che la qualita migliore di uno scritto diretto ad illustrare le rocce di ogni specie e di ogni eta, sia la circostanziata e completa descrizione de' luoghi , della giacitura e della condizione del siiolo in cui si trovano. Chi e abituato a contemplare con posatezza la varieta immensa delle cose appartenenti alio studio delle montagne, intende pur anche a qual classe di scrittori io voglia dirigere questo discorso. Osservazioni. Oltre ai calcari d'acqna dolce da noi descritti, havvi altre focce spettanti al periodo postdiluviano , le quali hanno presso a poco la forma delle concrezioni , senza che le parti di cui sono coniposte sleno state preventivamente disciolte nell' acqua. Tali sono le stalattiti arenacee di tes- situra granellosa che vidi atiaccate agli orli superiorl di una cava di pietra molare presso Belluno, delle quali parlo in una Llenioria impressa nel glornale di Padova per I'an- no i8i3 (Giornale deW italiana Ictteratura , tomo xxxf). I grani compatti per la piu parte sllicei che costituiscoao queste concrezioni sono stati soltanto sospesi nel liquido, e poscia depositati per sedimento sopra l' arco d' ingresso che mette nella cava; quindi si vede che tali prodotti ap- partengono a quel modo di formazione che dicesi niecca- nica di cui ho gia discorso piu sopra parlando del Cal~ care d' acqua dolce sedimentario. Per altro si riconosce che huona dose del calcare che unisce insieme quei grani ha potuto disciogliersi completamente nell' acqua, perciocche in alcune di quelle stalattiti si ravvisa infioita di piccoU cristalli lamellari di calce carbonata , i quali annunziano che una porzione del sale calcario si e formata per via di chimica cristallizzazione e non per sedimento. Tuttavia, astrazione facendo delle parti lamellari abbandonate dal- r acqua dentro i pori e le fessure della raassa arenacea, si puo dire che fra le rocce alluviali prodotte per via meccanica , ve ne sono alcune , le quali , oltre di avere la tessitura grossolana delle arenarie, esibiscono una forma al tutto analoga a quella che ricevono le vere concrezioni* V A R I E T a'. 321 In nessuaa delle peregrinazioni mie per lo Stato veneto mi veiine fatto d' incontrare stalattiti arenacee , se quelle del Belluuese se ne eccetiuino, quantunque v' abbiano ia niolti hioghi latomie di pietre molari , nelle quali dai pe- trefattl in fiiori , niuna varieta d'impasti lapidel si pu6 osservare (i). Piii assai che di arenaria si trovano stalat- titi di solfato di ferro , di solfato di rame ecc. , di cui faro peculiare ricordanza nella IMemoria die ha per oggetto la descrizione delle specie raiiierali metalliche e bitumiaose riferibili ai terreni postdiluviani. T. A. Catullo. Programma dell I. R. Istituto di scienze, lettere ed arti. Ia esecuzione delle Sovrane benefiche disposizioni che permisero sia continuata la distriliuzione di uii premio biennale scientilico d'italiane lire i5oo, pari ad austria- che 1724. 1 3, r I. R. Istituto nell' adunanza del 7 corrente diceinbre ha deliberato che pel concorso , che spirera col- I'anno i838 , venga corrisposto esso premio il di 3o inaggio 1839, onomastico di S. M. I. R. A. , a chi avra presentata la niigliore soluzione dei seguenti quesiti tendenti all' uti- lita deir agricoltura , sorgente prima della riccliezza del Regno Lombardo-Veneto. i.° Quali vantaggi possono ridondare all' agricoltura lom- bardo-veneta dalla piix accurata ed estesa coltivazione delle radici bulbose. 2." A quali degli animali domestici conferiscano meglio le singole radici bulbose pel manteaimento e perPalleva- meoto loro , e come convenga meglio conservarle ed ap- prestarle. (l) Ragg^ardevoli per le bizzarre loro forme sono le cor.crezioni arenacee staccat* ddl cb. consigliere Acerbi Jai nionti di gres rosso che sono ad Ibsambul nell" Egitto , e da esso regalate al Gabinetto di storia uaturale an- nesso air I. R. Universita di Padova. E natiirale a credere che i pezzi ora botriodi, ora stalattitici di qxiest' arenaria siano essi niedesimi un prodotto del terreno alluviale, se non che i segni di sofferta fusione che si rawisano in al- cuni cousigliano in vece a supporli uii laToro corabinato dell' acqua e del fuoco VTiIcauico , ed in questo ca:0 I' origine loro rimonterebbe ad un' epoca ben pili antica di quella a cui spettano le concrezioni d" actpia dolce. Roziere ne' suoi lavori geognostici e mineralogici sull' Egitto non fa alcun cenuo di queste arenarie ricomposte , benche nieritassero di essere convenient euiente illuitrate. 32:? V A R I E T a\ 3.* Dl qnnli ell esse radicl vorrebliesi preferire la colti- vazione, aviuo rignardo, in qnanto alia barbabietola, anche alia produzione dello zuccliero indigeno cristallizzabile. 4.° Qnali piu utili modlficazioni avrebbersi quiadi ad introdnrre nell' avvicendamento agrario secondo le condi- zionl special! e la naiura diversa dei terreni. 5." Quale la migliore pratica in qiiesto ramo di econo- mia rnrale , se le attnali lombarda o veneta , o le straniere. Qnesto confronto dovra essere corredato dei relativi quadri sinottici; noii omesse altresi le osservazioni sngli efFetti presnmibill dell' aumento delle sostanze aniraali tanto come alimento dell' uonio , quanto come oggetto di manifattura e di commercio. I dotti nazioiiali e stranieri , eccettnatl 1 soil Membri dell' I. R. Istituto del Regno Lombardo-Veneto , sono egual- mente ammessi al concorso , e potranno a loro grado va- lersi della lingua italiana , della latina , della tedesca e della francese. Gli scritti dovranno essere rimessi francbi di porto entro tutto I'anno i838 alia Segreteria dell' I. R. Istituto medesimo in Milano, e giusta le norme accademiche sa- ranno contraddistinti da un' epigrafe ripetuta in su di un bigiietto suggellato, cbe contenga il nome , cognome ed indicazione del domicilio dell'autoro. Non verra aperto cbe il biglietto dello scrltto premiato, e gli altri scritti coi rispettivi biglietti suggellati saranno restituiti sulla domanda e presentazione della riceviUa di consegna. Milano, il 3o dicembre i836. II f. f. di direttore delle due classi cav. CAntiNi. II f. f. di segretario , Faiitonetti. Aid delll. R. Accademia delle belle arti in Milano. — Discorso del sig. Ignazio Fumagalli, f. f. di pro- fessore segretario dell I. R. Accademia , letto ■*i.clla grande aula delV I. R. Palazzo delle scienze ed arte in occasione della solenne distribuzione dc prcmj fatta da S. E. il sig. conte di IIartic , governatore della Lombardia, il giorno 7 scttembre i836. — Milano, dull I. R. Sluniperia. i< Di tutte le arti imitatrici , die lavorano sopra una superficie piana , primiero elemento, unica e solidissima V A R I E T a'. 323 hnse e la prospottlva. Poche linee da lel tracclate con mano sicura bastano per se sole a produrre una snbita illusione : ma se si agginnge rarmonica gradazione delle tinte, il prestigio de' colori , il iniracolo e compiuto ; P oc- chio cjnnsL ribelle al giudizio della mente spazia tra i di- versi obbietti , ne calcola le distanze , e con irresistibile inganno ci sforza a scanibiare 1' imagine col tipo , T imi- tazione colla verita. Sino dalT epoca in cui le buone artl da Inngo sonno rideste salutarono T Italia qual madre no- vella , non pochi artefici operatori di si delizioso incanto levaronsi ad alta fama specialmente nelle nostre contrade. Per assicurarci questa specie di provinciale onoranza la storia cl ricorda i bei nomi di Frate Luca Pacciolo , dL Giovanni da Valle , di Costantino Vaprio, del Foppa, del Civercblo , dei Bevilacqua , del Crivelli , dello Zenale , del Bramantino e di tant' altri anteriori alia venuta di Leo- nardo da Yinci , ond' e clie il Lomazzo , giudice autore- vole , perche artista distinto , afFerraava essere il disegno propria lode de' Romani , il colorito de' Veneti , e la pro- spetliva de' Lombard!. Ne qnesta felice attitudine a si bella disciplina venne mono giammai nel nostro paese per vol- ger di eta o variar di vicende ,• che anzi ne risccntriamo gli evidenti segni perfino negli stessi errori , voglio dire cioe quando, ripudiata la castita del primiero stile, le buone arti furono sedotte dal capriccioso e protei forme gusto degli abitanti della Senna! Fu rapida e generale la corruzione i ma se P artista volge lo sguardo alle ancor dorate volte di alcuni palagi e templi di questa citta in queir epoca decorati , anche in mezzo a quanto v' ha di pill fantastico e bizzarre , egli e costretto ad ammirar la bravura e P esattezza con che que' cartocci e quelle cala- mistrate membratnre sono prospetticamente coiidotte e colorite. Non e mio intendimento ragionare dell' eccellenza in che venne tra noi la prospettiva , clio'dbbastanza ne parlano la floridezza di queste scuole , il numero grande degli artisti che vi jjongono 1' ingegno e la fama ancor pill grande di alcuni che le brevi tele e le vaste scene ren- dono spettacolo si caro ai nostri e segno d' emulazionc ai rivali stranieri. Un oflicio piu cnro io mi assumo in questo giorno , o giovani alunni , porgendo qualche triljuto di lodi e di riconoscenza ad un uomo di straordinario ingegno , die formossi grande da se , che introdusse il ))ello stile 3i4 Y A R I E T A.' lottantio col pregludizj del tempo e levo a si alto grado quest' arte cell' opera e cogl" insegnamenti. Non e iiiestieri ch' io pronunci il nome di Giuseppe Levati , gia profes* sore di quest' I, R. Accadeinia , perciocche il vostro pen- siero , e , voglio sperare , anche il vostro suffragio mi han gia prevenuto. Se diro il vero , ne faranno testimonianza que' medeslmi che 1' ebbero compagiio e maestro ; se adem- piro alle parti clie questa splendida solennita mi pre- scrive , spettera gludicarne a chi onora di qualclie atten- zione le deboli mie parole. » La provvida natura suole non poche volte correggerc i falli della fortuna : s'ella consente la disuguaglianza degli uomini stabilita e laudata nelle sociali oi'dinazioni , si ri- serba cio non ostante il diritto di mostrare cli' ella e pia potente degli usi e costumi , e compensando il difetto dei natali e delle riccbezze coU'elevatezza dell'ingegno, fa sor- gere bene spesso dalle classi volgari alcuni esseri i quali empiono del loro nome la terra. II Fidia del nostro secolo, gloria Italiana e celebrita europea, nacque semplice pasto- rello in Possagno ; il nostro calcolatore de' nioti di Urano soleva mostrare con una certa compiacenza nel suburlDano Linterno un muricciuolo alia cvii costruzione aveva egli stesso contribuito coll' opera delle sue mani. Non ha quindl da maravigliare se anco il Levati umili sortisse i natali il giorno in marzo del lySf) in Concorrezzo. Figlio di un falegname esercitavasi ancora adolescente nel niesliero del padre, quando un industrioso suo parto manifesto la pre- potenza del genio che cliiamavalo a tutt'altra carriera. Un presepio da lui ideato e costrutto con legni , cera e colori attrasse l' attenzione di un possidente del paese , il quale , ravvisati i semi di un ingegno trascendente per la coltura delle arti, persuase a'di lui genitori di spedirlo a Miiano, siccome a luogo piu adatto per lo sviluppamento di si fe- lici disposizioni. Ma se la paterna tenerezza non consen- tiva di abbandonarlo costi ai soli raezzi del suo troppo tenue guadagno , le strette domestiche gli toglievano di somministrargliene maggiori : onde determino di trapian- tarvi la famiglia , e perche mancavagli fondo a lavorar per proprio conto, dovettero amendue allogarsi ad un padrone nella stentata qualita di lavoranti. II Se questi particoiari sembrassero troppo minuziosi , io mi sgravero dicendo che mi gode 1' animo di ramraentarii T A R I E T a'. 325 ad alcuni giovani che frequentano le nostre scnole , e forse noil sono di migliori fortune assistlti. In tal fran- gente dunque di doinestiche angustie venne fatto al gio- vinetto di provvedersi degli dementi architettonici di An- tonio Barozzi da Vi^aola : ma in possesso di questo libro, per quaato tentasse di trarne un profitto , non gli era dato di trovar la chiave , come suol dirsi , di leggerlo ed intenderlo. Per deciferare 1' essenza e l" use del modulo indirizzavasi egli invano al suo principale , che ne sapeva nieno di lui , talche era ridotto al punto di disperare della riuscita di sormontare gli ostacoli , e quindi di ab- bandonare del tutto quegli studj cui si sentiva strascinato e clie lo dovevano far grande. Per buona ventura capito neir officina 1' Agrati , dipiiitore di vaglia che sosteneva ia quel tempo, il decoro dello stile dominante , e veduta la inestizia ch' era dipinta sul viso del giovinetto e che ren- devalo svogliato ed inetto al consueto travaglio, ne chiese i niotivi , ed udlte le insuperate difficolta che lo affligge- vano , sorridendo spiegogli col braccio da falegname la corrispondenza del moduli , che fino allora eranglisi pre- sentati come gli enigmi della Siinge. Noa mai accensibile esca divampo con maggior celerita al tocco dell' igaea scintilla , quanto T intelletto del tenero garzone alia sem- plice dimostrnzione dell' artista : fu subitanea luce che tutto lo irradio. (' D' allora in poi soleva egli stesso ingenuamente ripe- tere = Non mi fu d' uopo dell' altrui sussidio per tutto comprendere , cosicche, apprese le leztoni del Vignola con tanta intensita di studio da disegnarle poscia a memoria e ritenere le misure fiao dclle minime frazioni componenti gli ordini , mi diedi a tutt'anima a svolgere le opere del Serlio 5 dello Scamozzi, del Palladio e di tutti gli altri au- tori cinquecentisti che ml veniva fatto di poter contemplare, le quali gia neglette in forza del contrario stile dominante, appena cominciavano a rlalzarsi di credito. = Fu in questo tempo ch' egli determinossi a calcare di proposlto la via delle arti liberali , e che assunto in quallta di fattorino da tin pittore ornamentale e quadraturlsta , nominate il Co- niaschino , dovette assoggettarsi a niacinar color! e pre- starsi a tutti que' manual! servlg! ch' esiger solevano i prlncipali da que' poveri giovanetti che niettevansi sotto una direzione per apprender i' arte ; dura e malagevole 326 V A R I E T A. condizlone , ma comune a tanti arteflcl clistinti die oggi hanno si bella fama e dalle opere loro e dalla storla. /( Ma il Levati fino d' allora si puo dire die difettasse della sola pratica , giacche il di lui disceniimeiito trova- va?l gia ailinato in modo da saper sceverare il buono dal mediocre. Ed e s\ vero che tntte le ore di riposo die gli eraii concesse alP intralasciar del lavoro , le spendeva egli nella contemplazione delle dipiiiture degli altri pittori coii- temporanei che a di lui giudizio sia per nerbo di colore , o piu magia di chiaroscuro sovrastavano a quelle del pro- prio maestro. Chi crederebbe che a questo esercizio di osservazioue ed a qualche copia che furtivamente aadava egli facendo dappresso i rivali derivar ne dovesse il priii- cipio della sua riputazione e la lilserta di operare da se ? Sorpreso dal pittor Longoni uq di festive mentre nel pa- lazzo Litta stava egli appunto traendo il disegno da una sua pittura , non solo questi altauiente si querela e mi- naccia , ma si reca dal signore della casa e domanda che I'ardito giovane venga espulso e chiuso gli sia ogni ulte- riore accesso nella sala. II marchese Pompeo Litta Visconti Arese , nel cui generoso animo associavansi svegliato in- gegno ed alti sentiuienti , udito il lagno , cerca in vece di vedere il disegnatore , si fa raostrare i di lui saggi , lo fa padrone di copiare cio che piu gli attaJenta nel suo palazzo 5 lo accoglie sotto la speciale sua protezione e gli assegna una provvigione che valesse a renderlo indipen- dente dal bisogno. » Non mai patrocinio fn si opportuno , ne mai cliente rispose si bene al beneficio. Appena il Levati si trova ia men disagiata condizione , ei tutto si dedica agli studj suoi prediletti e si prepara con instancabile applicazione al- r esercizio delle sue facolta. Ne audo guari che gli venne allegata la dipintura di un gabinetto nella illustre Casa Borromeo, ed ei la conduce con tanto fiaiaiento ed amore che accorsi artisti e dilettanti per trarsi dalla curiosita , sono presi da amniirazione e la gridano lavoro in minia- tura. Dopo questa novellizia odi il suo nome difFondersi per tutta Milano , lo vedi sopraccaricato di ordinazioni e costretto a far pazlentare molti couimettenti. Ma tanta e ]a riputazione ch' egli gia si e procacciata che i signori vanno da per tutto ripetendo che per possedere ua' opera del Levati si puo aspettarc aaco tre auui. lo amo uicglio V A R I E T a". Say trasmettere queste seiuplici e vere espressioni die alterarle con ponipa od artiticio di dizione , perche le tengo ori- giiiali da chi ammesso alia di lui coiifidenza raccoglieva gl' ingenul saoi racconti (*). » Fill qui il Levatl aveva segnito ne' suoi lavori lo stile del giorno die aveva succhiato dai niigliori artisti contem- poranei , quantunque , come gia dissi , contemperato in certa gnisa tornasse da quegli studj piii severi die instan- calille non aveva mai ditnessi. Quesio stile pero era giunto al tennine della sua fase , e la rinnovazione giusta T av- vicendarsi delle cose doveva pi'ocedere dalla sede stessa ond' eras! diffuso con niaggior capriccio , ed in cui aveva avuto maggior culto. Sia per efTetto della fiigace moda , sia die per legge naturale cola dove il delirio si manifesta con -pm '^^ efFervescenza , assai piii presto si ritorna alio stato norniale , incomincio in Parigi la nausea dei frastagli, a cui s'andarono sostituendu mano a mano cornici retti- linee con ovoli ed altre intagllate modanature. Come poi tale niefamorfosi succedesse nelle arti nostre , come il gu- sto deiraatico riprendesse il suo impero , e com' al^bia gagliaruamente contribuito il nostro artista ad introdurlo ed a fermargli il dominio , ve lo andro dimostrando nel secondo periodo della di lui carriera. " Rednci in allora i fratelli Gerli da Parigl seco reca- rono alcuni saggi del nuovo genere ornamentale cola adot- tato : la vista di questi produsse nel Levati 1' efFetto di ua sipario die s' innalzi ed ofFra simultaueamente una scena tutta nuova , piu seducente e piii consentanea alia ragioue per vm carattere piii vero e totalmente diverso da quello fino allora praticato. AtFerrare di jjrirao slancio P idea , ainplilicarla , applicaila , sostenerla col fatto e farsene pro- pagatore fu per lui agevole impresa. Gli urti delle con- trarie opinioni ch' era costretto a sostenere specialraente per parte degl' inveterati nel gusto barocco , i quali d' al- tronde vedevansi rapire commissioni e fama , perclie le novita d' ordinario attraggono seguaci , lo rendevano sein- pre piu saldo nelP operare la riforraa. Ne valse die nei luoghi pubblici e ne' teatri di'egli soleva frequentare lo (*) 11 signer Francesco Durelli, distiiitissimo di lui aliievo , po- pcia suo successOre uetla scuola di jirospectiva , cui vado deJ:)itoro jiejla maggior pai'Ce delle notiae couceruenti il Levati, SaB V A R I E T a'. additassero col ridicolo soprannome dl pittore di Qreco : era una fredda allusione al paesello di qnesto nome , eppur nascondeva una vei'ita ed un pronostico di gloria , merce die accennava un gusto piu puro e dellcato. Senza la- sciarsi intiniorire, ne sopraft'are da si fatti espedienti di partito , tendenti a screditarlo presso del volgo , continuo senza interruzione nel suo proponimento con tanto suc- cesso die il celebre ardiitetto Piermarinl chiamato dal Governo a ditigere la scuola accademica dell' arte di' egli professava , trovo alia sua venuta in Milano die nell' arte ornainentale erano gla stabiliti que' principj di buon gusto ch' egli doveva difFondere per le ardiitettoniche costruzioni. Un' evidente prova di quella giusta estimazione die 1' egre- gio arcliitettore concepi pel nostro arteiice la manifesto , inentre diede opera ai restaur! del palazzo arcidncale ia Milano ed alia costruzione di pianta dell' I. R. Villa di JMonza : chiamo il Levati per le decorazioni in dipinto e fece si di' ei venisse nominato pittore generale dei Palazzi di Corte. lo ommetto volonfieri un cenno sui nioltissimi lavori ch' ei condusse con isquisitezza di esecuzione e con luagistero d' arte in servizio del Principe e degl' illustri patrizj ; ma fra questi non vuol essere passata sotto silea- zio la decorazione della volta della camera da letto del- I'Arciducliessa Maria Beatrice d' Este nell' I. R. Villa di Monza , perche contribui a divolgare la sorprendente sua abilita non pure fra' suoi paesani , ma eziandio in lontane contrade. Essendo I'accennata volta di superficie intera- mente piana , il Levati vi iignro una cupola a cassettoni , e seppe con tanta giustatezza di linee , di tinte e di chia- roscuro degradarne lo sfondo , che la realta cedeva il luogo air illusione , di modo che Paolo 1.°, ospite in allora della Corte Arciducale sotto il nome di Conte del Nord , preso all'ingauno non voile jiersuadersl di tanto artificio , ne seppe discredere agli occhi senza la prova del tatto. Ma- ravigliato il Monarca ordinava esattissimo disegno a colori , onde farlo ripetere in Pietroburgo. " lo ho seguito finora questo genio da' siioi primordj al suo passaggio da uno stile all' altro , ve lo mostrai in queste sue fasi distinto perfino nel vapore che 1' avvolgeva ; sfolgorante di bella luce nel suo apogeo ; ora mi rimane a toccare della parte scientifica dell' arte da lui con tanto successo professata e con altrettaato inipegno e vantaggio V A R I E T a'. 329 inseguata. Nel 1775 mentre 1' immortale Maria Teresa ac- cresceva un titolo di piii alia sua gloria ed alia riconoscenza de' Lombardi colla istituzione di qnesti stiulj , si penso Valersi dell' opera del Levati e destinarlo all' istruzione : ma come spesso avvieiie die nelle cose anche nuove s' a- dopera il consiglio de' piu vecclii , il giovane venne sacri- ficato al maneggio e alia gelosia di cjuesti , sotto colore di limitarsi al jiiii ristretto posslbile numero di personale in- segaante. E fuor d' ogni dubbio pero cbe sotto gli augusti di lei successor! la voce del Levati peiietrata nel gabinetto del ministro plenipotenziario coate di Wilczek , aveva in- dotto quell' uomo di Stato , che caldo zelatore mai sempre apparve ove trattossi di vantaggi di questo paese e della maggior gloria del suo Sovrsno , a proporre , oltre i premj accademici , 1' addizione dello speciale iasegnamento della prospettiva. E gia il voto del saggio ministro era stato da Cesare sanzionato ^ ma le guerresche vicende succedute nel 1796 troncarono con questo molti altri progetti di perfezionamento. Cio nulladimeno 1' utilita. di pubblici det- tati pei prospettivi era troppo sostenuta e cbiarita dai validi ragionamenti del nostro arteiice , perche non s'r desse opera ad attivarla. Quindi e sotio il Reggimento Cisalpino e poscia sotto il Governo Italiano nel i8o3 , epoca in cui furono sanciti gli aiicor vigenti statuti dell'Accademia , la carica fu istituita , ed il Levati vi sedette a professore. » Qual fosse 1' ordinamento della sua scuola , interroga- tene i valeati di lui allievi , e ciascuno vi dira ch' ei seppe profittare di tutto quanto era scritto intorno all' arte die doveva insegnare , e guidato dal solo suo genio seppe compilare un corso di lezloni sufiiciente ai bisogni di qualunque artista. Ne i suoi insegnamenil liniitavansi alia sola prospettiva lineare, che anco la prospettiva aerea , la quale per l' intinita moltiplicita degli dementi da cui dipende sfugge e seml)ra ribelle a qualunque teorica ge- nerale , era da lui spiegata con tanta chiarezza e tanta precisione di principj die diventava poco raeuo die una scienza esatta come la geometria. Chi non terra per fermo dietro questa sposizione che il Levati avesse fatto prece- dere profondi studj in matematica ed in fisica? Eppure nulla di tutto cio : uscito egli da una oflicina da fale- gname non aveva avuto campo , ne mezzi ond' educarsi e premunlrsi del corredo di studj opportuni per una carriera Bihl Ital. T. LXXXIV. 22 L 33o V A R I E T a". si decorosa ed Importante. Tutto scatuii da lui come al colpo del martello clie percosse il capo di Minerva. La natura 1" aveva fatto matematico : T Ingegno suo snppliva i dettad e rendevalo atto a concopire di primo slancio e tramatidare le verita piu astruse. La trigonometria , le se- zioni coniche , su cui si appo;^gia la prospettiva lineare , gli erano famigliari senza averne ex professo studiate le teorie. L'ottica \a generale e tntti i rami che ne derivaiio congiuiiti a tuttc le osservazloni da Ini fatte sul vero lo coiidussero a perfezionare il niodo onde illiidere coUa giu- sta appllcazione delle ombre e specialmcnte de' riflessi. » Ma lion la sola- prospettiva assorhi tutta quanta la sua attenzione ; a molti e svariati oggetti ei la voise , e senipre maraviglioso ne torno 1' efFetto. Anclie il disegno geometrico dell' architettura risentissi del sussidio de' suoi Inmi , ed io a vol me ne appello , o professori di que- st'arte- Noil era forse prima di lui pressoche incognita la maniera di degradare in una cupola semisferica i casset- toni capaci a contenere senza inconveniente i rosoni di forma rotopda ? Egli la prende in esame, ne analizza tutte le difiicolth , e non desiste dal considerarla e dal tentarne graficamente la riusclta fino a die giunge a trovare il plansibile scioglimento del probleina ; di questo probleraa die moltl anni dopo confermar doveva 1' esattezza delle sue idee. Perocche la soluzione ottenutane coll' analisi mate- matica di un esimio professore ohe tanta fiima riverbera suir nnlversita di Pavia (*) coincise col risultamento del mctodo grafico applicato dal Levati : e sebbene piu fa- cile e nieao com|5licata ne risulti col secondo trovato la soluzione , prova tuttavia nel priino ua graade sforzo d'ingegno (**). (*) II celebre proFessore Boidoni attualnicute socio onorano di questa I. R. Accademia. (**) Si puo aggiungere la notizia che luenti-e verteva n-a due esinij architetti una grande questione sulla couvenienza di adoftai'e o di esckidei-e i modiglioui nei rroniispizj , il Levati fa un attento studio sulla costioizione dei fabbricati luodfini , coordiua a questa coslrazione rlitte le uieiiibra delle j iu belle trabeazioui roaiaae , e allontanarsi del tutto clalla mortuaria. II disegno pertantt> V A U I E T a'. 335 fclic offerse una uiaggior elevatezza di peusiero ed una mag- gior ricchezza di ben concertata decorazione , vinse git akri per aver ottenuto un mnggior numero di snfTragi. Nella pittura , sel)ljene il tenia =: Cueriiia d'Aragona die , citauT a comparire al cospetto di due legatl pontilicj , rispinge con indegnazione la pretesa illegalita del suo ma- triinonio e gettasi ai piedl di Enrico VIII re d'Inghilterra di lei niarito onde distoglierlo dall' intentato divorzio = atto fosse per le sitnazioni e la espressione dei singoli personaggi a scuotere I'immaginazione e destare buoni concetti; pure non trovossi artista die abl)ia voluto cimentare anclie sotto il manto di un epigrafc le sue forze. Un qnadro pero venne presentato dopo 1' epoca prescritta , quindi per questo ti- tolo non fu sottoposto a giudizio ; nia quand'andie stato 16 fosse, non avrebbe potuto considerarsi clie come itn' opera giovanile , o prova di uno stiidioso non per anco maturo. La scultnra fu aniniata a niostrarsi in un bassorilievo ncl quale fosse espresso il nioniento in cni Alceste presso a morte racconianda al re Adnieto suo sposo i dne teneri figli , secondo vien descritto nella tragedia di Euripide. Fra quattro concorrenti, ciascuno de' quali era mtritevole di encomj , rimase superiore , dopo aver sostennto un arduo confrouto specialniente con uno de' competitor! , il signor Guido Butti di Viggiu, allievo dell' Accademia per essersi attenuto piii severamente degli altri al puato del- r azione richiesto dal programma. Nel concorso d' incisione la palma fia aggiudicata pari- inente ad un allievo della nostra scuola per aver tradotto in un intaglio fluido , nitido , ben degradato cd armonico un bellisbinio disegno ch'egli trasse da un grnppo in marmo scolpito dalTaccadeniico Benedetto Cacciatori per la chiesa di Hautcombe in Savoja . Avrebbe egli forse trovato un competitore ncirautore di una stampa tratta dalla famosa Fornarina di RalFaello, se questa stata non fosse da meao delle dimensloni volute dal programma , e se il medesimo soggctto non fosse stato antecedentemente intagliato dal celebre Morghen. II uoine del premiato e il signor Aurelio AHieri , milanese. II premio del disegno di fignra non ando soggetto a contrast! , perclie dei tre concorrenti il giovinetto Andrea Appiani , milanese, discendcnte dal celebre cavalicre dello stesso noiue, che stanzia era in Koma onde perfezionarsi 336 . V A R I E T a'. nella pittura , supero di lunga raano i compagni nel pro- posto tenia della morte di Corradino sulla piazza del mer- cato di Napoli , presenti 11 re Carlo d' Angio ed 11 popolo. Mentre andlamo lieti per questa crescente speranza, con- sigliaino per una maggior gloria futura 11 distinto da que- sto premio accademico a non lasclarsi illudere dall' onore conferitogli , perche nel suo lavoro fu da taluni riscontrata qualche disugnagllanza di esecuzione. Cinque furono i disegni di ornamenti eslbiti sul tema di una fontana isolata ricchissimaraente decorata da co- struirsi in un giardlno. La corona fu aggiudicata al signer Luigi Baj della provlncia di Como , allievo dell' I. R. Ac- cademia. Noi non ardiremo far le glose al giudlzio pro- nunziato da un corpo si rispettablle; ma se puo qui trovar luogo una semplice nostra opinione, ci sembra che il mo- tivo principale cui viene appogglaio il giudizio pizzichi al- quanto di pedanteria. II merlio sostanziale di un disegno di questa natura sta , se non andlamo errati , nel risulta- mento del concetto e nel contorno grafico di esse , ne stiiuiarao percio indispensablle 1' ombregglatura , massime quando 11 disegno sia corredato da una pianta. In virtu pertanto dl questo prlncipio ne pare che il saggio distinto dair epigrafe : Se depor sapessi in carte, ecc. avrebbe do- vuto essere antlposto a tutti gli altri concorrenti, perche a ciascuno sovrastava e per invenzlone , per gusto e per eleganza di forme e di stile. li. GisONi, F. Carlini, I. IvMAGALLi e G. Brvgnatelm, direttori ed editori. Fubblicato il di 17 febbrajo iSSy. Milano , daU I. R. Stamperia. 337 IND ICE delle materie contenute in qiiesto tomo LXXXIV. PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. Un n nuovo poema , Cristoforo Colombo a la scoperta deW America , dell' avvocato Costa pag. 3 Trattato deW arte oratorio. Art- a." ed ultimo )/ i3 Degl' Istituti di pubblica carita e d' istruzione primaria in Roma , di C. L. Morichini " 33 Vicende delta costituzione delle citta lombarde fino alia discesa di Federico I imperatore in Italia, di E. Leo ; traduzione dal tedesco di C. Balbo » 49 PARTE II. SCIENZE ED ARTI MECCANICHE. Prospetto delle principali malattie curate nelVanno sco- lastico i833-i834 nella clinica chirurgica di Lucca da I. Borelli >/ 68 Memoria geognostica sopra i calcari d'acqua dolce delle provincie Venete , di T. A. Catullo. Continuazione » 79 Detta. Fine » 3 1 2 PARTE STRANIERA. Le teoriche piii recenti del botanici del Nord in fatto di fisica vegetabile, esposte da V. Cesati. Articolo i." » 92 Essai sur la litterature anglaise, et considerations sur le genie des hommes , des temps et des revolutions, par M. De Chateaubriand. — Le Paradis perdu de Milton, traduction nouvelle par M. De Chateaubriand » 99 Viaggio all' intorno del mondo pel mari dell' India e della Cina , del cap. Laplace. Articolo 3." n 116 APPENDICE ITALIANA. Agraria. — Viti e Vini della valle d'Aosta, di L. Gatta » 245 Archeologia. — Campione di antica bilibbra romana in piombo, di G. P. Secchi " 193 Arti belle. — Vitruvil De Architectura libri decern, de- clarati etc. ab A. Marinio " a36 338 t N D I C E. La R. Galleria di Torino illustrata da R. d'Azpglio p. 217 Le imprese di Cesare dipinte da G. BezzuoU, illuiti ate da I. Giampieri " 272 Intonio le belle aid e ali aitisti fioriti in Messina^ ri- cerclie di C. La Fai'iaa » io5 Discorso di L Fumagalli letto neW L R. Accadcmia di hdle cirti in Miluiio per la iolenne distrihuz'one de' premj dell' anno i836: elogio di G. Levati.." 322 Discorsi leiti neW I. R. Accadcmia di belle arti in Venezia per la distiibnzione de' preinj dell' anno i835 " 187 Solenne distribnzione de' prewj dell' anno i835 nel- r Accadcmia di belle aril in RMvenna » 189 Arti e mestieri. — Descrizione del magnifico palio d'ar- gento niassiccio offerto da monsignor S. Tuverna, canowco ordinario dclla Metropolitana di Milano, ai snoi colleghi . ., " 1 33 L' urchitettura pratica dei mnl.ini , per cura di G. Cadolini " 289 Economia puhblica. — Saggio snlla spesa pubblica e pri- vata , dicdoghi di G. Delia Vulle » 22a Eloquenza. — Per la solenne inaugurazione del busto di Gregorio XVI P. M. nel Seniinario di Belluno, orazione di G. Valentinelli " 2 38 Nelle solenni esequie del cardinale Zurla , orazione di G. A. Moschird » 169 Orazione detta in S. Maria de' Servi in Padova nel 1 835, nelle esecpLde pei benefattori della pia casa di licoveio, da S. AgosUid " 174. Orazione detta in S. Maria de'' Servi in Padova nel 1 83 6, nelle esequie pei benffattori della pia casa di ricoveio , da A. MeneglwUi >> 176 Discorso inangurule letto aU'Universitd di Padova da L. ConfigUachi per I' apertura di tutti gli stndj " 296 Epigrafia. — Dclle iscrizioni di L. Muzzi » 239 Jscrizioni di B. Lambertenghi » 178 Filosofia. — SiippUmenti al Compendio della storia della filosofia del Tennemann, compilati da G. Modena » 28 1 Storia naturale della potenza wnana , di E. Fa- gnani ; " ^^^ Fisica. — Sopra le acqne termali del territorio Pado- vano , di T. A. Catullo " 287 1 N D I C E. 339 Idraulica. -— Arcldiettura idraullca di B. Belldor, con note tec. di Navier : versione di, B. Soresina ..p. 395 Matcmatica. — Sur Ics forces qui regissent la constitu- tion interienr dcs corps etc., par O. F. Mossotti » 278 Medicina. — Storia delLi Jisiologia per L. Martini . . . •» 297 £lenientn physiologice L. Martini » ivi Nmnisniadca. — Dtlla istiiuzione delle zecche dei inar- chesi di Salazzo , di G. Cordero di S. Quintino .» 196 Poesia. — Poesie e prose scclte di donne italiane del secolo K)." pnhhlicate da G. Vcilova » i38 Parnaso straruero. Poesie scritturali. Profczie » 243 Scetdcismo e religione , poemetto di G. Torti » 249 lersl alia luna di moderni antori italiani >; 179 Poesie varie per nozze " i83 Fiori anacrcontici di G. Agapito » 184 Sermoni di A. MangiagalU » ^89 Le riniemhranze di Blevio , armonia poetica di G. Rczzonico » 278 Vn periodo della iita di G. A. Licinio detto il Por- denone : romanzctto » 268 Poligrafia. — Alinanacchi ;; 140 Religione. — Agiopatrologia , ossia collezione di tutte le opere dei Santi Padri greci e latini traslatate dal testo originale nella nostra volgar favella da B. Bellini " 244 Opere dei Padri Aquilejensi tradotte ecc.^ da G. 0. Marzutcini >/ 241 Meniorit istorico-critiche dclle gloriose gesta di S. Fla- viano martire , raccolte da S. Melchiorri » 243 La scienza teologica .1' eminence scienza di Gesii Cri- sto , di G. B. Vertua » 242 DelV iniitazione di Crista secondo il manoscri'to De Advocatis , prima tradiizione di G. De-Gregory » 265 De V imitation de Jesus-Chiist, etc. (traduzione fran- cese dello stesso De-Gregory^ " ivi DeW imitazione di Crisio, trad, di G. Acquistapace » ivi Prediclie sidla religione scelte dalle spiegazioni evan- gcliche di A. Gretsch " 243 Storia, Biografia. — Collana degli antichi storici greet volgarizzati " 166 Bihlioteca di Fozio tradotta da G. Compagnoni . . . » 167 340 I N D I C £. Delia Congregazione Mechitaristica e degV illustri Mc chitarid del secolo 19.° nelP isola di S. Lazzaro in Venezia : narrazione p. 161 Storie del Municipj italiani, di C. Morbio >/ 201 Monumenti e fatti politici e religiosi del borgo di Can- turio, raccolti ecc. da C. Arinoni » a 10 Schizzi di costumi , di T. Dandolo >/ 277 Biografia degV Italiani illustri del secolo 1 8.° e dei contemporanei , per cura di E. De Tipaldo » ai3 Notizie intorno la vita e gli studj di Daniele Fran- cesconi , di F. Federici » 171 Storia naturale. — Trattato delle cose naturali e dei lore ordini conservatori , di G. Bnignatelli » 288 Dizionario delle scienze naturali " ivi Vizionario classico di storia naturale tt ivi Ricerche sulla struttura del caule nelle piante mono- cotiledoni , di G. Meneghini. — Mantissa muscorum J. De Notaris. — PlantOR qucedam ^gypti ac Nu- bia enumerates atque illustratce a R. De Visiani » 288 Sulla formazione geologica della Favorita , cotlina presso Lonigo, di F. O, Scortegagna >/ 241 V A R I E T A. Agraria. — Quali vantaggi possono ridondare all'agri- coltura lombardo-veneta dalla piit accurata ed estcsa coltivazione delle radici bulbose : premio proposto daW I. R. Istituto di Milano >t 821 Archeologia. — Scoperta di antichita ad Atene " 3oi Arti belle. — Monumenti eretti in Germania agli in- ventori della stampa >; 299 Chimica. — Dell' iodio " 3 1 o Fisica. — Osservazioni meteorologiche di ottobre ....»» i5i di novembre e di dicembre." 341 Delle stelle cadenti e della luce zodiacale » 3 06 Geografia. — • Carte corografiche dei regj Stati Sardi di terra ferma >» 3o2 Necrologia. — Gaudenzio Bordiga " 804 Storia naturale. — Lettera di G. Casaretto da Odessa. t} 146 341 jtratto delle osservazioni meteorologiche fatte alia nuova torre astronomica dell' I. R- Osservatorio di Brera all' altezza di tese i3^62 {metri 26,84) sulV orto botanico , e di tese 75,48 {metri 147? 11 ) sul livello del mare. L NOVEMBRE i836. BARO METRO Direzione del vento. 1 1 ridotto alia temp eralura + 10 R. , 1! u 0 6 c ^ 3*^ ei^ 9" 12'^ 18*^ 21'^ 0^ ^^ n" i8»» I |>oll. 27 9v lin. 9-5 lin. 9,7 9T6 Un. 9,7 l.n. 9,5 lin. 9,6 s s E E 2| 27 q6 9,3 9iO 9,2 9,' 8,8 9,0 0 s 0 s N E £ 5 27 8,9 8,3 8,3 8,6 8,5 8,2 7,2 s s 0 0 N E N E 4 27 7,« 7,0 7,0 7,1 7,1 5,2 b,i N 0 S S E E E 5 "6 27 ^r7 6,0 4,7 4,5 4,> 4,0 5,9 N 0 s 0 S 0 E 27 4,0 3,8 4,1 4,4 4,4 4,6 5,6 £ S 0 S S E 7 27 5,4 5,5 6.3 7,0 7,4 «,7 9,5 S £ S E E N E 8 27 q^q 10,1 10,3 1 1,5 1 1,5 .2,6 12,9 N E S S 0 N E £ () 27 12,8 12,5 12,8 1 3, 1 K^Q •2,7 12,9 S E s N E 10 27 12,6 12,0 ",9 11,8 11,5 10,2 10,0 S S E S E N £ N E M 27 r),8 q,2 9,0 8,6 8,2 7,6 7,7 S S 0 N N E s 0 12 27 7,6 7,^ 8,1 8,5 9,0 9,1 9,7 S 0 S S 0 S 0 10 27 q,6 9,4 9,6 9,« 9,6 8,8 8,9 N 0 S E N S 0 i4 27 8,1 7,6 7,2 7,' 6,9 6,6 6,9 E E E N £ i5 27 9,6 7,0 7,5 7,9 7,9 8,0 8,8 N E N N E N 0 S 0 16 27 8,7 8.7 8,q 8.9 8,8 7,4 7,3 N 0 S N 0 N E 17 27 6,q 6,5 6,2 6,. 6,0 6,0 4,8 S S 0 S E S £ 18 27 3,q 3,3 2,9 2,5 2,2 ',• 1,2 S S E N E N 0 S 0 'Q 27 o,q 0,8 0,9 1,4 1,4 1,4 i,b S S 0 N 0 ONO 0N0''> 20 27 ':7 1,6 2,1 2,6 2,5 -^4 4,4 N 0 N 0 N S S £ 21 27 4,9 5,4 5,q 6,3 5.6 6,1 7,7 s S S E N £ S ■XI 27 7.6 7-0 7,3 7,7 8,1 8,. 7,7 IP £ N £ E N E N E E i7) 27 6,4 6,1 5,8 5,5 5,4 5,4 E S 0 s 0 ONO i.\ 27 5,1 4,2 4,t 5,8 5,7 4.'-' 5,4 N N £ NNE ir £ 25 27 5,3 5,i 6,1 6.e, 7,' 7,4 7,8 S N E E N£ E N E ^ 27 7,5 7,5 7,5 7,6 7,7 7-7 8,2 N 0 S 0 N s s 0 27 27 8,2 8,0 8,3 8.8 9,1 !),7 10,2 S 0 S 0 S S £ ENE 28 27 10,6 10,5 •0,4 10.6 11,1 '0,9 1 1 ,.-) S S 0 0 S 0 E N E 2f) 27 11,2 II, I II, I 11,0 10. q 10,2 10,;) E NE 0 S 0 0 0 3o 27 10,5 10,1 9,9 9,9 9,7 9,3 9,4 S S £ S 0 S 0 N £ Altezza ma ssima del barometrc ) poll. 28 lin. 1,16 » mil lima . . » ij >' <^,76 riia . azioni 27 » 7.428 Le ore deUe osserv soDO in ten ipo ve ro con tate da mezz 3di. 34a <" '" — i novembrl: i856. Allezza del termomelro R. Slato del cielo. 3 0'' 3'' 6'' 9^^ I2*> 18^ 2."' da o'' a 12*^ da i2''a24^' I + U + 4>7 + 3°3 4- 0,5 - 0,2 _ 1,8 + 0,1 Serena. Sereno. a + 3,5 + 4,0 + .1,2 + 2,3 4- I,V 4- 0,4 > 1,8 Ser. nuv. Nuv. ser. nebb. 5 + 5,0 + G,G + 5,0 4- 3,7 4- 1,8 4- 0,() 4- 2.5 Sermo. Ser. nuv. 4 + G,. + 7,0 + 5,5 4- 5,3 + 4,7 4- 4,0 + 4,5 Niivolo. Nuvolo. 5 + 4,1 + 5,5 + 5,2 4. 5,1 4- 5,1 +~578 4- 5,0 4. 5,4 Nuvolo. Nuvolo. 6 + 6,G + G, Pioggia. Pioggia. OiJ + 4,9 + 5,2 4- 5,1 4. 4,8 + 4,7 4- 4,7 + 4,8 Pioggia. Pioggia. Allezza niassima dt 1 teruioiucliu 4- 8°,i )> minima . . - I ,8 » media . . + 5 ,60 Quantita della pioggia in UiUo il mcjsc linee 34, 14. 343 iiniito (Idle osservczioni meteorologiche fatte alia nuova tone astronomlca iliir I. R. Osservatorio cli Brera all' altezza di tese 18,62 (mctri 26,54) snir orto botaiiicu, e di tese 75^48 (^metri 147^11) sul livcllo del mare. ,m^ „;,„ _,^^. -,„-„Trn-. 1 1 , =- D I C E M 13 R L ;■ 806 • BARO METRO Direiione del ve ridollo all 1 tein jeiatiiia + 10° R. rito. 0' 13 o'- 5'- & 9'^ 12'' 18*^ 21'' 0'^ & .2'' ', 1 oi;. ii„. li... 9.2 li.,. 95^ 9.9 1,.,. 9.9 Ilu. 11,1 i.„. I i,0 s s 0 0 s 0 N 0 N N E i2 27 1 2,0 \I.O -'V. 12,4 I2,() 12,2 12,5 S 0 S S E E N E S E '3 2-7 12,1 I f,5 •0'-9 10,8 lu,2 10,2 10,1 E N E SSO 0 S E 4 27 1 1), t 9,6 9,7 9-4 9,4 8,5 8,9 N E S £ N N E S E .b -7 8,5 8,5 9,0 9P 9:4 9,4 9,6 0 s 0 E N E E '6 ■2y fh6 XO,l 10,5 10,7 'o,9 'o»9 1 1,0 E NE E N E S 7 ■>i io.,S 10,5 10,2 10,2 10,1 9,2 9-' s s 0 S 0 0 N 0 N E 8 v7 8,7 8,? 7^9 7,<3 6,8 4,8 4,7 s 0 S 0 E E 9 '^ i 16,0 1 5,^ i5,, 14,6 14,1 11,5 1 1,;) E s 0 s 0 N 0 10 vG 11,6 12,5 14,0 '4,9 i5,5 17,5 18,1 oC) N 0 0 s oC) 0 NO<'l M •7 6,6 6,8 7,2 7,3 7:" 6,7 Q)^o S 0 0 S 0 N N 0 12 ■ y 7./J 8,5 8,T n,2 9,4 10,2 s N E E N '■' -^7 c).S 'N< 9,4 9^' «,9 6,4 7,«J N E N N E N E S E ., 27 6,5 6,4 6,5 Ci.^i 6,6 6,7 7,3 N E s 0 s 0 S 0 .,, ..7 6,6 7,5 8,0 8,5 8,7 9,1 9.^ S 0 SSO E N E U- ■•'-7 9,4 8,7 8,4 8,3 8,4 9,9 S S 0 S 0 17 ■7 10,5 10,1 ro./J 11,1 1 1,3 11,4 ii,b N 0 N E N E 18 ■-'7 I ),6 1 1,1 1 1,:) i.,3 11,4 'o,9 11,2 N E K 0 E N 0 '9 ■27 1 1,0 10,8 11,1 .1,6 11,6 10,5 10.51 E S E N N 0 0 30 '•'7 10,4 9o9 10,2 10,3 10,6 10,8 ",4 N 0 E S M E N ai 27 1 1,(5 11,4 n,4 1 1,5 11,4 10,7 1 1,0 0 N 0 S 0 S 0 22 •1-] 10,6 1 0,0 9^9 9i9 9,4 7,5 7,' 0 S 0 N E N 0 ao 27 (so b,i 4,5 4,0 3,5 2,1 2,0 S E N E E E<'> 24 vC 1 5.,r, 1 3,5 10,0 12,4 12,2 11,3 11,1 E E S S E 2b an 10,8 1 0,5 10,8 10,5 10.5 10.4 lo,S S E eneW SSE E N E N E N E 26 •i(3 i.,4 12,1 10,0 1 3,8 ■ i4,3 14,6 1 4 -9 S s 27 -7 0, ■^7 5,4 5,5 5,3 5,4 5,5 5,7 5,7 0 N N 0 N E N E 61 -7 5,6 5,8 6,5 6,7 6,7 7,-^ 7,8 •SSO S 0 N E SSO Allez za niassima del ha omclr 0 poll 28 lin. o.G ore r » lellc c Ulll )sscrvc 26 " 10,1 -^7 „ -.oS dl. iia Le liioui souo in I cm po vc ro con ate da mezzo 344 Dl C EMBRE i836. Altezza del termomelro R. Stalo del cielo. '3 '6 o'^ 5'^ 6^ 9^ 12'' .8^ 21^^ da o^a 12'' da 12^3 24'' 0 ^"^^ 0 0 0 0 0 I + 5,6 + 5,7 + 6,0 + 6,3 + 6,1 + 5,7 + 6,6 Piogg. nuv. Sereno. 2 + 8,5 + 0,3 + ^,9 + 2,7 + 2.6 + 2,0 + 1,3 Sereno. Ser. nebb. 1 3 + 5,7 + 4,2 + 5,2 + 3,0 + 2,5 + 1,2 Sereno. Ser. nebb. 'j 4 + 1.6 + 2,6 + 1,9 + 1,4 + 1,3 + t,0 + 1,5 Nebbia. Ser. nebb. 5 + 3,0 + 4,5 + 3,6 + 3,2 + 2,6 + 1,6 + 2,0 Nebbia. Nebbia 6 + 3,1 * 3,1 4. 3,3 + 3,6 + 4,0 + 4,0 + 4,0 Nebbia. Nebbia. 7 + 5,1 + 5,1 + 4,8 + 4:.7 + 5,0 + 4,5 + 4,9 Nebbia nuv. Nuvolo. 8 + 5,4 + 5,6 + 5,3 + 5,1 + 5,0 + 4,7 + 4,7 Nuvolo. Piogg. nuv. q + 5,0 + 5,0 + 5,0 + 4,8 + 4,7 + 4,4 + 4,5 Piogg. nuv. Nuvolo. 10 + 6,1) + 5,5 + 5,3 + 4,0 + :>,7 + 1,0 + 3,2 Ser. nuv. Sereno. 1 1 + 4,8 + 5,5 + ^,9 + 3,1 + 3,5 + 2,3 + 2,0 Sereno. Sereno. 12 + 4,4 + 5,1 + 3,4 + 2,9 + 3,7 + 2,7 + 3,8 Ser. nebb. Ser. nuv. i5 4. 4,0 + 4,2 + 3,3 + 3,9 + 5,5 + 3,4 + 4,0 Nuv. piogg. Pioggia. '4 +• 4;0 + 4,0 + 36 + 3,5 + 3,6 + 3,4 + 2,0 Nuvolo. Nuvolo. i5 + 5,5 + 5,8 + 2,4 + 0,9 + 0,4 - 1,0 - 1,5 Nuv. nebb. Nuv. nebb. i6 - 0,2 + 0,1 - 0,7 — 0,8 - ',« - 2,3 - 2,0 Ser. nebb. Nebb. densd. 17 - 1,3 - I5' - 1,4 - 2,9 -3,2 - 5,8 - 3,3 Nebb. densa. Nebb. ser. 18 + 0,1 + 3,3 + ",9 + 0,4 - 0,3 - 0,2 + 0,7 Sereno. Ser. nebb. 19 + 1,0 + 1,8 + 2,7 + 2,0 + 1,6 0,0 + 1,5 Sereno. Sereno. 20 + 2,4 + 3,1 + 1,6 + 2,0 + 0.9 + 0,6 - 0,Q + 0,5 Sereno. Ser. nebb. 21 + 2,9 + 3,4 + 1,5 + 0,6 - 0,9 - 0,2 Ser. nebb. Sereno. 22 + 2,1 + 3,1 + 2,0 + 2,0 + 0,3 - 0,3 + 0,1 Sereno. Ser. nuv. 23 + 2,0 + 1,6 + 1,8 + 0,9 + 0,8 + 1,4 + 1,9 Nuvolo. Pioggia. 24 + 2,1 + 3,1 + 3,5 + 2,9 + 2,1 + 1,9 + 2,5 Pioggia. Pioggia. 25 + 2,6 + 4,2 + 2,3 + 4,8 + 5,1 + 2,9 + 2,0 Pioggia. Nuvolo. 26 + 2,7 + 3,3 + 1,5 + 1,1 + 0,5 0,0 Nuvolo. Nuv. ser. 27 + 1,5 + 0,9 0,0 - 0,8 - 1,9 - 0,4 - 0,3 Sereno. Nuv. neve. 28 + 0,9 + 0,3 0,0 0,0 0,0 - 0,4 0,0 Neve. Neve. 2q + 0,9 + 0,8 + 0,4 - 0,4 0,0 - 0,1 - 0,5 Neve. Nuv. ser. 3o 0,0 - 0,9 - 1.6 - 2,6 - 4,0 - 3,7 - 1,9 Ser. nuv. Ser. nuv. 3i - 0,4 -0,4 - 0,5 -2,6 -4,7 - 6,3 - 5,1 NuYolo. Sereno. Allezza massima del termometro + 8°,5 » minima - 6 ,3 edia + 2 ,06 linee 26,57. 1 Quantita della piogg., ne ve e nebb. sciolta in tutto il mese LiH 1 Iridice generalc delle materie contcnute nci tomi 8i.°, 82.°, 83.°, c 84.°, anno i836 delhi Bddioteca ita- liana, Gioruale dl letteratura^ scienze ed aid (*). /Igraria. Ammostatojo di G. Rossi t. 81 p. 126 Aj)i ( S Lille ) " 81 >i 122 Araciiide ipogea ( Intorno alia coltivazione eJ utilita dell'), di A. Longoni " 82 » 118 Aratro Grange " 81 " 1 15 Alti deir I. R. Accaderaia dei Georgofili di Firenze » 81 " 1 1 o Baclii da seta (Del mal del segno o calclno de"), di A. Bassi t. 81 p. 276 e 356 ■ ■ nuova inaniera di ciistodirli nella cjuinta eta, di R. Lambruscliini t. 81 p. 120 Barbabietola (Sulla coltivazione della)...." 81 » 12a " 8a " 463 Bovine ( Esperienze sulle proporzloni del nutrimento delle ) , colla prodnzione di determinata quantith di carne e di latte " 81 " ii3 Calendario georgico della R. Socicta agraria di Torino " 82 » 488 Colline del territorio Volterrano : premio proposto per nn metodo atto a renderle utilmente friittifere " 81 » 1 1 a Coltivazione de' contorni di Pisa , di G. W. Tighe " 81 " 117 Coltro toscano " 81 " 1 1 5 Corsa agraria nella maremnia Pisana e Vol- terrana e a Serravezza , di C. rvidoili . . " 81 " 118 Dizionario ( Nuovo ) universale d' agricol- tura ecc. , per cura di F. Gera >> 81 " 840 Esperienze fatte al giardino agrario dell' I. R. Accademia de' Georgolili di Firenze. .» 81 " ii3 (*) A uiaggiur coiiiodo de' lettori i titoli delle maii-rie si sono distribuiti -^iusia. 1" o;(.Une allabetico. Fave. Premio proposto dall' Accadeniia di Pesaro per uq modo facile e sicuro di togliere loro quando sono nei caaipi la mala erha t. 8 1 p. 1 1 a Fuiiglii ( Descrizione de' ) mangerecci piu comnni dell' Italia , e de' veleriosi c!ie pos- sono co"" aiedesimi confondersi , di C. Vit- tadiiii " 8 1 " 264 Celsi ( Coltivazione dei ) negli Stati Uniti d' America >> 83 " 469 ( Mannale pratico per coltivare 1), di D. Rizzi » 81 " 1 63 Gelso delle Filippiiie. Esperiiiieiiti per met- tere in cliiaro 1' influenza della foglia del gelso niedesimo suUa seta prodotta dai bachi nutiiii con essa, Premio proposto da M. Bonafous >/ 8 1 v 112 — — — Altro premio proposto dalP Accademia di Pesaro per esperimenti di confronto tra la foglia del gelso delle Filippine e quella del gelso comnne " 81 " 112 Giardinangio (Almanacco pei dilettanti di), di G. Savi t. 81 p. 1 14 » 83 » 464 Giornale agrario toscano » 81 » 1 10 Crano ttuco " 83 '/ 76 specie denomlnata di Bignulo , clie pare sopporti benissimo P aridita n 81 " ii3 Gymnochiilus canadensis ( II ) prospera feli- cemente in Toscana t. 81 p. ii3 e 126 Inglans nigra: albero proposto per contor- nare le strade piibbliche t. 8i p. 126 Insetti dannosi al grano siciliano ed agli ulivi " 81 >/ 119 Istituto d' istrnzione agraria di PvoviUe. . . . " 81 •' ii3 di Meleto " 81 » 1 1 3 Letauil ( Sul ). Premio proposto dalT I. K. Accademia dei Georgofili di Firenze. . . . >' 81 " 11 1 Maccliiua per adacqnare il grano turco... " 81 " 116 Mais {Histoire n'lturdle (III) par M. Bonafous » 83 » 76 Miglioiamenti agrarj ( De' ) " 81 ''-114 Patate: della miglior mauiera di coltivarle .»; 82 » 46a ['oudn'tte ( L:i ) riesce piii proficua seppel- lendola nella terra die noa ispargendola sulla superljcie t. 8 1 p. 1 1 3 Prunus (II) curoliniana prospera felicemeiite in Toscana " 8 1 " i i 3 Radici bnlljose ( Quali vantaggi possono ri- doiidare all' agricoltnra loaibanlo- veneta dalla piu accurata ed estesa coltivazioiie delle) : premio proposto dall' I. R. Istituto di INIilaiio » 84 >/ 821 Riso secco della Cliiaa : al)l)isogna di ripe- tute irrigazioni t. 81 p. 1 13 e 122 Strtimenti agrarj perfezioaati dclla fabbrica di Meleto t. 81 p. 1 1 5 Terreni iacoiti : esperienze fatte per ferti- lizzarli » 82 " 453 ( SliI dlmagrainento dei) che rispetto al frumento possono opeiare il foriueutone , e la canapa , di D. Paoli » 81 » 116 Tino di sasso con iiuovo ceinento per la vinlficazione " 81 " 126 Trel)biatojo del Ginliti " 82 " 464 TJliveti (Sulla coltivazione dcglj) in Toscana v 81 " 119 Vinacce , uiodo di conservarle per la distil- lazione seiiza che iufortiscano » 82 » 462 Viti ( Saggio snlle ) e sui vini della valle d' Aosta , di L. F. Gatta . t. 83 p. 3ia " 84 » 245 AlMAKACCHI. V. POUGRAFIA. Anatosiia. v. Medicixa. Anijiali.' v. Storia naturale. Ar.CHEOLOGIA. V. ArTI BELLE. Architettura. v. Arti eelle, Aritmetica. v. Matewatiga. ARXr EELLE, ArGHEOLOGIA, NujlISMATICA. Accadeiuia I. R. di belle arti in Rlilauo . ." 84 » 322 in \'enezia . .» 84 » 187 provinciale di belle arti in Ravenna » 84 » 189 Alceste presso a uiorte raccomanda al re Admeto suo sposo i due tcueri iigli : pre- mio di scultura aggiiidicato a G. Butti .» 84 >/ 335 Aiiticiiita deir Asia minore n 81 » 160 (Stoperta di) ad Atcac , . . . " 84 » 3or 4 Aiiticliita (Le) della Sicilia esposte ed illu- strate da D. Lo Faso Pietrasaiita duca di Scrradifalco t. 82 p. 169 Ape (L') italiana delle belle arti, giornale » 83 " 3oc^ Arcldtcctnra ( Vitruvii de ) I'thri decern decla- rati etc. , ab A. Mariiio " 84 » a 36 Architettiira ( Istituzioni di) civile raccolte da L. Ponza di S. Martiuo t. 82, p. 3o6 » 83 » 3ii ■ in Toscana » 81 " 233 ' idraulica di Belidor e Navier; versione di B. Soresina t. 83 p. 309 » 84 >/ 296 ( L' ) pratica dei muliai , per cura di G. Cadoliiii t. 83 p. 309 » 84 » 289 Arti l^elle (Intorno le ) e gli artisti fioriii ia Messina, ricerche di G, La Farina. . » 84 » i85 toscane ( Qnadro delle ) dalia loro re- stauraziotie fino ai tempi nostri, di M. Missirini t. 81 p. 71 e 233 Campidoglio (Descrizione del), di P. Riglietti t. 83 p. 309 Campioae di antica hilibbrarouiana in piombo, i'lnstrato da G. P. Secchi " 84 " 193 De])osto di Croce: preniio d' incisione aggiii- dicato ad A. Aliieri » 84 >^ 335 Discorsi per la distribnzione tie' premj nel- 1' Accadeniia di belle arti in Ravenna...;^ 84 " 189 ' per la distribnzione de' premj dell' I. R. Accademia di belle arti in Venezia..>^ 84 " 187 Biscorso per la distribnzione de' premj del- VI. R. Accademia di belle arti in MUano » 84 " 322 Disegni di A. Appiani v 84 >/ 335 di L. Baj „ 84 ,; 336 di A. Sidoli j> 84 » 334 Elogio di P. Anialreo „ 8q. » 188 di Giuseppe Levati professore di pro- spettiva . . >> 84 » 324 Epigrafia. V. Epigeafia. Esposizione delle principali opere di pittnra nelle sale dell' I, R. Accademia di belle arti in Venezia » 83 " 116 Fontana (Una) isolata ricchissimaraente de- corata da costruirsi in un giardino : pre- mio di disegno d' ornamenti aggiudicato a L. Baj , , II 84 " 336 Galleria (La reale ) di Torino illastrata da R. d' Azeglio t. 83 p. 809 t. 84 p. 2 17 Giiulizio finale, affresco di Baccio della Porta, fra Bartoloineo ,; 82 » 820 Iiuprese (Lc) di Cesare dipiate da G. Bez- zuoli, illustrate da I. Giampieri „ 84 » 27a Incisioni t. 83 p. 25 t. 84 p. 317 e 335 ■ fatte per coato di Giaa Mario Artaria t. 81 p. 365 Inventare (Delle raoioiii dcU') della pittnra vednte nella poesia „ 84 » 191 Iride ( L' ) o Strenna pittoresca » 84 " 145 Mecenati (Deirinflaeaza clie esercitano i) sul progresso delle arti „ 84 » 187 Memorie della vita di Girolamo Pennacchi pittore del secolo i6.°, di A. Ricci » 82 » 122 Monnmeati e fatti poHtici e religlosi del bori^o di Caiiturio, raccolti ecc. , da C. Annoni )/ 84 " 210 erett'. in Cenuania agrinveatori della stampa ,/ C4 " 299 ■ ( Sopra due anticlii) egiziani, di C. Zardetti „ 81 „ 33a Gabiai descritti da E. Q. Visconti . . ,; 8a " 3oi Monumento ( Del ) eretto a Gaspare Gozzi , colla giunta di alcuae lettcre » 83 »/ 94 grandioso da erigersi alia memoria di Francesco I.°: premio d' architettura a-^- giudicato ad A. Sidoli ,/ 84 " 334 jNIorte (La) di Corradino sulla piazza del mercato di Napoli , prescnti il re Carlo d'Angio ed il popolo : premio di disegno di figura aggiudicato ad A. Appiani. . . . .» 84 » 336 Mnsaico ( II gran ) Poaipejano spicgato da G. Sancliez .' „ 81 » 228 — — (Sopra il ^ran) ponipejano: lettere due di G. B. Baizini » 82 » 433 Museo della R. Accademia di Mantova de- scritto ecc, da G. Labus >> 83 " 3i i Nuniismatica ( Quadro di geografia ) da ser- vire alia classificnzione geografica delle coUezioni , di C. Strozzi <> 83 >> oil Palio magnifico d' argento ninssiccio, ese- guito da artisti miLnnesi , oll'erto da M. S. 6 Taverna canonico ordlnnrio flella Metro- politana di Milano ai snoi colleghi t. 84 p. i33 Piede romano miovauiente scoperto » 81 " 179 Pittura in Toscana " 81 " 71 PitUire di P. Amalteo » 84 " 188 a fresco di P. Benvennti nel cappel- loii'.^ de' sepolcri Medicei in Firenze ...." 83 " i23 a fresco di G. Bczzuoli " 84 " 272 • del Boi'sato » 83 » 116 di E. Bosa ,> 83 " 118 del. Cnri-pi- „ 83 » i23 • del Cliilone » 83 » 117 ■ ■ del Coniirato « 83 " 118 • ■ del Dnsi » 83 » 122 del Francesconi » 83 » 118 del Gavagiiin " 83 » 1 23 del Giuseppini >> 83 » 12a ■ ■ del Grigoletti t. 83 p. 120 e i23 -^ di L. LipparinI t. 83 p- J 1 9 • del Malatesti " 83 » i 2 r del Milani >, 83 ,> ii'd a fresco di Baccio della Porta » 82 » 320 . di N. Scliiavoni » 83 » 120 della Tagliapietra » 83 n i23 di T. Viola " 83 >, 117 Premj dell' I. E. Accademia di Belle arti in Milano , " 84 V 32 2 in Venezia » 84 " 187 deirAccademia provinciale di belle arti in Ravenna >> 84 " 189 Prospettiva (Della ). » 84 » 323 Ritratti di trenta illnstri Bolognesi » 82 » 482 Ritratto a cesello : premio Girotti aggindi- cato a D. Cesari " 84 >> 334 Scnltura in Toscana ,....» 81 >t 86 ,di G. Biuti " 84 » 33S Stampe ( Le classiclie ) dnl cominciamento della calcografia fino al presente , di G. Ferrario " 83 » 2 5 Statue (La) vocale de Memiion consideree dans ses rapports avec I'Egypte et la Grcce, par Letronne " 82 » aS? Stiulj snlla storia dolle arti, di P. J. De- cliazelle t. 83 p. 33? Teatro (Del) cliuriio e della sua costruzioue, di P. Landriaiii » 82 » 207 Zecclie ( Deir istitiizione delle ) di Saluzzo , di G. Cordero di S. Qnintino » 84 <; 196 Arti e biestieri , Tecnologia. Cadaveri (Niiova maniera di perpetuare i) , del Tfancliiiia " 81 " 187 Cascami di seta (Filatnra dci), e tessuto fatto con essi in Toscana " 81 » 121 Lana (Metotlo per preparare la) affia di fi- larla seaza aggiunta di grasso, di G. F. Breclu " 81 " 1 84 Maccliiiaa die ser\e a sollevar 1' acqua per r azioiie del vento , di L. Turcliini >i 81 »> 127 Mauifnttiire ia Prato " 81 » 121 esjjoste nelPAccadeniia di belle arti in Pvavenna » 8.'. >/ 190 Minieie
  • > 124 Mulini (L'architettura pratica dei), per cnra di G. Cadoiini t. 83 p. 809 » 84 » 289 Nocciuoli delle olive : utile c'le se ne puo ricavare " Si » 356 Olio (Snlla fabbricazlone dell') d* nliva . . . .>; 81 » 119 di ricino usato dagli antichi Egizj per olio da ardere " 81 " 69 Palio magnilico , d' ar^;;ento massiccio, ese- guito da artisti milanesi , olFerto ila M. S. Taverna canonico ordinario della ]Metro- politana di Milano a' snoi collegbi » 84 " i33 Ililievi di snle calcario delle acqne deposi- tato in forme concave di zolfo : inven- zione del dott. Vegni » 83 » 423 Ritiatto a cesello : preniio Cirotti aggindi- cato a D. Cesari " 84 >/ 334 Seta ( Sulla riforma della trattura della ) in Toscana , di F. Vasse " 81 » 120 Stampa (Dell' invenzione della) " 84 " 299 Strada di ferro da Milano a Conio: progetto di G. Bruschettii con tavola in rame. . .» 83 » 263 8 Teste umane (Preparazione e commercio di) t. 83 p. iSy Tino cla bagno a pozzi da coaaettersi al bi- sogno, rivestito all' interno da ua lenzuolo reso impenneabile „ 8i » 128 Torba (Vantatigi drlla) come combustibiie ,» 83 » 462 Zuccliero di Imrbabietola. Premio proposto da M. Bonafous per incoraggiarne la fabbri- cazione „ 82 » 463 ASTRONOMIA. Cometa d" Halley " 81 » 842 Congettnre snll' esistenza di un nuovo pla- neta . di N. Cacciatore » 81 " 841 Deterniinazione dell' orbita della cometa di Biela : preinio proposto dalla R. Accade- niia delle scienze di Berlino ;; 83 " 262 Scoperte (Delle) fatte nella Lnna da Herscliel >» 81 » 172 Stelle cadcnti t. 82 p. SaS e 470 (Delle) e della luce zodiacale t. 84 p. 3o6 Atti Accabewici. Accadeniia I. R. di belle arti in Rlilano. . .» 84 » 822 I. R. in Venezia >; 84 >; 187 di belle nrti in Ravenna ,, 84 y> 189 - I. R. dei Georgofili di Firenze » 81 » 110 Istitnto I. R< di scienze, lettere ed arti in Milano " 84 " 33 1 Societa (Reale) agrnria di Torino » 82 » 468 BlELIOCRAFIA. Blblioteca (Sulla) Malatestiana di Cesena, lettcra di P. V. Aldini » 83 » i33 Biblioteche (Quadro comparative delle piii grandi) del globo anticlie e nioderne ...» 81 " 140 Bihliotheques ( Essai statistique sur les ) de Vienne , par A. Balhi t. 81 p. i3o » 83 » 289 Catnlocius manuscript onun BihUothecce palatince Vindobonensis. IDigessit S. EiuUicher . . . .» 82 » 87 Edizione sconoscinta del poetna romanzesco La Spagna , notizia di P. A. Tosi >, 82 » 809 Innamoramento (DelF) di Carlo IMagno, poe- nia romanzesco " 82 /; 812 Libro (El) de Salione, ecc, poema romanzesco)/ 82 " 3io Manoscritti italiani (Notizia dei) o che si ri- feriscono all' Italia esistenti nella lil.'reria 9 cleir Arsenale di Parigl , compilata da G. Molini t. 82 p. 319 e 456 Vaticininm quo prcedickur universum orbem terranim ihrisiiance rcli^ionis iniperium su- hiturum,, poemetto di G. Aiuaseo : edizione I'ara t. 82 p, 3io BlOGRAFIA V. StORIA. EOTAN-ICA V. StOEIA NATURALE. ChiwICA v. FlSICA. Chirurgia v. Medicina. Classioi. Arte (L") poetica di Orazio esposta in dia- letto milanese » S2 » 288 Biljlioteca di Fozio tradotta da G. Coinpa- gnoni >/ 84 '/ 167 Collana degli anticlii storici greci volgariz- zati » 84 " 166 Descrizione della Grecia di Pausania , tra- dotta da S. Ciampi >/ 84 " 166 Epistole di Francesco Petrarca recate in ita- liano da F. Ranalli » 82 » 35 1 Geografia di Strabone tradotta da F. Am- brosoli » 84 V 166 Istoria delle gnerre persiane e vandaliche di Procopio; traduzione di G. Rossi >> 84 »» 166 Muse (Le novc ) di Erodoto tradotte da A. Miistoxidi )/ 84 •; 166 Odi di Pindaro : traduzione letterale e li- bera di M. A. Marclii col teste a f'ronte " 81 » 170 Storie (Le) di Polibio tradotte dal Kohen..)/ 84 » 166 Vitnivii (le Architectura libri. decern decla- rati etc. ab A. Marinio » 84 " 2 36 COMMERCIO. V. ECON'ORIIA PUDELICA. COSTRUZION'I PUEBLICHE. Acfjue e strade in Toscana " 8t >i 23() Strada di ferro da Milano a Como : progetto di G. Brnschetti ; con tavola in rame. . .'^ 83 » 263 Vantaggi (De') e difetti die banno le strade giusta il metodo di Mac- Adam » 81 » I25 CosTUMi. V. Storia. Drammatica. v. Poesia. 10 ECONOMTA rUBBLICA, StATISTICA, GoMMERCIOj POLITICA. ^ Asili di carita per riiifanzia t. 8i p. no, laS e 3/^.'^ t. 83 p. 444 Beneficenza (A qnall opere di) possono piii utiliiiente rivolgersi !e facolia e p,Ii sforzi dei privati. Preniio propo'^to dall'Accade- mia del Georgofili di Fireaze " 8t d i i t Beni rnstici : sconvenienza di allivellarli in Toscana >> 8 1 " 124 Bihliolli'cques {^Essai statisiique sur les) cle Vicnne, par A. Bnlbi t. 81 p. i3o « 83 " 239 Casse di risjiarmio in Toscana " 81 '> 124 Commercio (Del) dei Veiieziani, di F. Mu- tinelli „ 82 " 3 nei porti del Mar Nero i> 81 .; 122 Congetture sui futuri destini delle Indie orientali » 83 " 220 Economia politica (Priacipj foidanientali di), di N. C. Senior » 83 " 356 Firenznola (Statistica del territorio di) . . . .» 81 " 117 Istituti (DegP) di puhblica carita e d' istrn- zione priiiiaria in Rou)a ; sagglo di G. L. Morichini v 84 " 33 Liberia dell' indnstria •, grande iitiiila die ne ridonda alia Toscana . . .'i 81 " 123 Mauuale dei commercianti in relazione alle Icggi e alle tarifFe di finanza ora vigenti nel regno Lombardo-Veneto " 83 » 3ii Mezzerle toscane n 8 s » 124 Ornament] (Sugli) preziosi delle spose dei poveri di contado in Toscana » 81 v i23 Pesi ( Tavola coniparativa dei) di tutte le principali piazza di commercio del mondo, di C. Bellati " 83 „ 82 Qnadro riassuntiy-o numerico di qnanto si e operato nelle provincie di Lombardia a tntto dicembre i835 a tutela della pub- blica salute e per l' eventuale sviluppo del Cholera -morbus » 81 )/ 194 Quesiti sopra i puliblici ufficiali di G. Manno >/ 81 >> 3i5 Societa enologica (Progetto di unn) in Toscana;) 81 » I23 II Spesa (Sulla) pulibllca e privafa , sagglo di G. Delia Valle T t. 84 p. 222 Statistica dei divers! Stati delle dne Americlie )/ 83 >• 4.^0 Teste umane (Preparazione e commercio di) >» 83 " i 57 Trattato eleineiitare di pnblilica econoniia accomo> 11 r Vicende (Delle) della costituzione delle citta londmrde fiiio alia discesa di Federico I. imperatore in Italia ^ di E. Leo: tradn- zioiie di C. Balho " Ziiccliero (Storia dello); commei'cio clie ne fanno le colonic attuali » EdUCAZIONE, ISTRUZIONE. Asili di carita per I' infanzia in Milano. . . ." Case d' asilo pei fanciulli prouiosse in To- scana t. 81 p. Educazioue (L') letteraria del bel sesso, di C. Vannetti t. Gnida pei foadatori e direttori delle scuole infiintili di carita, di F. Aporti » Istitnti (DegP) di puhblica carita e d' istru- zione pritnaria in Roma ; saggio di C. L. Moriciiini >i 84 » 33 Istrnzione (Sull') conv'eniente alle diverse condizioni di persone , col progetto di rendere 1 istrnzione sininltanea ai lavori feniniinili , ed nn' appendice sulle scnole deir infanzia , di G. Bagutii » 83 " 3i i JIutno insegnamcnio in Toscana : premio proposto per nn' opera originale ad nso di esercizio di lettura e d' istrnzione ... .» 81 " laS Scuola di Geometria e meccanica applicate alle arti in Toscana " 81 " 12S Eloquenz.\. Arte oratoria (Trattato dell").!. 83 p. in3 " 84 " i3 Discorsi per la distribnzione de' premj nel- le II. KR. Accadeuiie di belle arti di Milano e di Venezia , e nella provinciale di Ra- venna t. 84 p. 322, 187 e 189 04 f, 49 83 " 146 81 " 343 10 e 125 81 p. 325 83 " 444 DIscorso inaugurale letto nell' I. R. Univei'- sita cli Padova da L. Configliaclu per r apertura di tntti gli studj il 3 novem- bre i836 t. 84 p. 2,96 Eloqnenza sacra. V. Religione. Ora/iotie di G. A, Rloscliini nelle solenni eseqnie del cardinale Placido Maria Znrla " 84 » 169 ■ di C. Valentinelli per la soleime inau- n,urazione del biisto di Gresorio XVI P. M. nel Seminario di Belinao » 84 >/ 288 Orazioiii dette in S. Maria de' Servi in Pa- dova nelie esequie pei benefattori della pia casa di ricovero da S. Agostini e da A. Meneglielli t. 84 p. 174 e 176 EPIGEAFIA. Iscrizioiii di B. Lamliertenghi t. 84 p. 178 • di L. Muzzi » 84 " 23c) Errata Gorkige. t. 81 p. 367. t. 82 p. 166 e 326. " 83 » 470 FaRMACIA. V. FiSICA. FiLOLOGIA, Analecta grnmmaticn maxlmam partem anec- dota e'iderunt J. cdi EidienfcUl et S. End- licher >i 82 » 90 Bisso (Del) degli antichi, di D. Viviani . . . .» 81 " 94 Cataln^iis maiiuscriptomni EihliotheccB palati- nce. Vin'iohonensis. Pars I. Codices phllolo- gici Intini. Digessit S. Eiidllcher n 02 » 87 Difesa di Dante Ali:,'.hieri, ossia avviamento Y>el retto studio della Divina Comniedia e della Monarcliia , di F. Scolari » 83 " 100 Divina Cominedia ( bitorno ad alcnne va- riant! nel testo della), di F. Federici..." 82 » 282 Dizionario (Nnovo) italiano-francese e fran- cese-itallano di F. Allierti » 83 " 109 ■ universale critico-enciclopedico delhi lingua italiana , di F. Alberti " 03 >f 104 -^— — tibetano-inglese , di A. Csouia . . . .» » 82 » 281 Dizionariu (Nou) universali sardu-italianu , compilau de V. Porru » 83 » 161 Geroglilici egizj t. 81 p. 21 e 332 ;/ 82 » 261 i3 Glagolita Clotianus^ id est codicis glagolitici etc. , ediilit B. Kopitar t. 82 p. 260 Graminatica tlellu lingua tibetana ia inglese, di A. Csoma " 82 » 28 1 tedesca di G. L. Gross " 83 » no Graiumatici (Del soverchio rigore de'), di L. Fornaciarl " 82 » 284 Lessicomania (La) csaminata, di F. Antolini « 83 » 107 Lexicon Untj^uce copticcB studio A. Peyron. . .» 81 >/ 21 Lingua (Dc) Othoinitorum dissertatio E. Na- xera » 83 » 81 Lingue orientali aatlche per Tinterpretazione dei geroglifici egizj " 81 >i 21 Slave '> 82 >i 260 Maniiale per insegnare ed apprendere i pria- cipj della lingua latina, di M. Ponza t. 83 p. 3i i e 444 Meditazione sopra T arbore delhi Croce : te- sto tli lingua ora nnovaniente publjlicato da G. Manuzzi t. 83 p. 442 Odi di Pindaro : traduzione letterale libera col testo a fronte e coa note gransaiati- cali c lilologiciie di M. A. Rlarchi » 81 » 170 Ordinamenti della ine^sa , testo di lingua ora publjlicato per la prima volta da G, Mannzzi " 83 » 442 Poeta (II) epico noii deve intromettersi nel- r azione : canone de' precettisti contrario aU'esempio dei grandi poeti epici » 84 v 112 Statue {L(i) vocale de Meninon consideree dans ses rapports avec VEgypte et la Griice, par Letronne " 82 » 281 FiLosoFiA , LoGiCA , Morale. Filosofia (Supplimenti al Conipendio della storia della ) di G. Tennemann, compilati da G. Modena " 84 » 281 ■ (Elementi di) per nso del seminario arcivescovile di Palermo: di S, Mancino » 82 » ii5 Giudizj (Sulla validita dei) del puliblico a discernere il vero dal falso : opera po- stunia di G. D. Romagnosi " 83 » 3 11 Opere postume di G. D. Romagnosi per cura di G. Ferrari e C. Cattaueo " 83 >i 3i i 14 Quesltl sopra i pubblici ufliciali, di G. Maano t. 81 p.3i5 Kapporti (Dei) tra le belle lettere e le scienze e del loro- possibile perfezionamento. . . .» 82 >> 839 Storia natnrale della potenza uiuana , di E. Fagnatii » 84 » i53 Stud] storici di F. Rossi u 81 » 353 FisiCA , Chiwica, Farmacfa. Acqne niiaerali del regno Lombardo-Veneto /; 82 » 126 • di Carlsbad " 81 » 398 ininerali della Toscana, di G. Cinlj ." 82 » 3i3 ■ (Sopra le) termali del territorio Pado- vano , di T. A. CatuUo » 84 >/ 287 (SuUe) polabili di Bellnno: loro cattiva qualita » 84 >^ 80 (Proprieta niedlcinali delle) niiiierali di Castellaraare e delT isola d' Ischia , di » 6. Chevalley de Rivaz, Sementiai, Viilpes e Cassola . » 82 " i23 Aeroliti t. 82 p. 323 e 470 Animall (Riduzione artificiale a solidita la- pidea e inalterabile degli) : congetture di G. Giulj t. 82 p. 160 Apparizione (Prossima) di una nuova iscla nel golfo di Santorino " 83 ,1 i35 Aurora boreale osservata il 18 ottobre io36» 83 " 465 Baroaietro (Discese straordinarie del) >/ 83 " 258 Clima (Cangiamento di) in Egitto » 82 » ] 6a della Palestina » 83 » 464 Creosoto (Nuovo processo econoiuico per ot- tenere ii), di A. Cozzi " 81 " 128 Dinamica (Delia) e statica niagneto-eletirica, dl F. Zantedesclii " 82 » 399 Elettricita (Sul dissiparsi piii faciliiiente nel- r aria 1") negativa che non la posiiiva, di G. Belli t. 81 p. 189 " 83 .; 137 (SiilT) negativa delle cascate d''accjLia, di G. Belli; con tavola in rame n 83 >» 32 Elogio di Leopoldo Nobili , di V. Antinori » 82 » 293 Fenonieni atmosfcrici straordinarj succedati in hioghi diversi >/ 83 » 261 Fisica (La) dello Spettacolo della Natura Jel- r ab. Pluciie recata agli odienii luini da B. Bizio t. 83 p. n I Forces (Siir les) qui ret^issent la constitution ini'eiieure des corj)s etc., par O. F. Mossolti » 84 " 278 Iiiverno ( L' ) i835-i836 in Loiubardia t. 81 p. 35o )/ 82 » 4.70 lodio (Dein » 84 <> 3 1 o Istituzioni fisico-cliimiclie di G. B. Pianciaai " 82 " 36 Lnce dalla cristallizzazione 83 " 139 spogliata artiricialnieiite d'ogni suo ca- lore, del IMelioiii » 81 " 189 • zodiacale >> 84 u 3o6 Maniera (NLiova) di pcrpetnare i cadaveri , del Trancliina " 81 " 187 Meteorologia. Osservazioiii fatte nelF I. R. Osservatorio di Brera in Milano t. 81 p. 197 e 373 t. 82 p. 167, 327 e 487 t. 83 p. iSg, 3i5 e 478 t. 84 p. i5i e 341 Neve. Deir utile e del danno die ne viene air agricoltura t. 82 p. 478 Novita risguardanti le foize natnrali . . . . » 83 » 460 Potassa (Snlla) dai semi dell' uva » 82 » 46a Premio (Generosa istituzione di) fatta da C. Bressa alia R. Accademia delle scienze di Torino „ 83 » 466 Stelle cadenti t. 83 p. 32j e 470 (Delle) e della luce zodiacale t. 84 p. 3o6 Teoria analitlca delle pressioni laterali clie esercita un fluido In movimenlo; preuilo proposto dair Istituto R. dei Paesi Bassi " 83 " 14^ TerremoLi sentiti in diversi punti del globe nel i834 e i835 » 83 » 253 Teste utuane (Preparazione e commercio di) " 83 » iSj FisioLOGiA. V. Medicina. FiUMi. V. Idkaulica. Geogtafia, Viagci. Atlante del basso ed alto Egitto lUustrato da D. Valeriani » 83 " 309 Carlsbad (Sopra) » 81 " 298 Carta geometrica del graaducato di Toscana, di G, Maaetti 1/ Si » liS i6 Carte corograficlie degli Stati Sardl di terra ferma t. 84 p. 3o2 Cfiiiiea (Sulla): lettera di G. Gasaretto . . » 84 » 146 Geografia di Strahoiie tradotta da F. Am- brosoli >; 84 >/ 166 Him-al-Aya (Monti) neU'Asia raeridionale . » 81 » 355 Isola nuovamente scoperta nell' arcipelago delle Caroline »; 82 " i58 (Prossiina apparizione di una nuova) nel golfo di Santorino »; 83 »/ i35 Italia (L') la Sicilia , le isole Eolie , 1' isola d'Elba, la Sardegna ecc /* 83 »/ 3io Lettere di C. Vidua scritte dalle cinqne parti del inondo, pnbblicate da C. Balbo . . d 82 » 178 Posizioni geografiche di citta , borglii, pro- montorj , foci e monti di Grecia . , . . « 8 1 " i Sy Profondita del mare » 81 >/ 181 Topographic {Recherches siir la) cle Cartage , par Dureaii de la Malle ^ »> 82 >; 2 56 Yiaggi in Arabia di J. L. Bnrckhard. . . . j; 81 " 282 Viaggio in Inghilterra, Francia e Spagna fatto nel secolo i6.° da A. M. Fvagona . . . . » 84 " i83 intorno al mondo pei niari dell' India e della Cina eseguiti negli anni io3o, i83i e 1832, dal cap. Laplace t. 83 p. 220 e 424 t. 84 p. 1 16 neir Arabia Petrea , di L. Di Laborde e Linant j> 82 )* 410 Voyage scientifique de la goelctte la Messange sur les cotes de Caramanie, dirige j:)ar Texier » 81 » 160 GlORNALI. V. POLIGBAFIA. GlURISPEUDEKZA. V. LegISLAZIONE. Grammatica. v. Filologia. Ibraulica. Arcbiteitura idraalica di Belidor e Navier ^ versione di B. Soresina . . t. 83 p. 309 » 84 " 295 Fiumi (Di una nuova maniera di ovviare alle corrosioni dei), di G. Bravi « 8l " 164 Macchina idraulica clie solleva T acqua ad una certa altezza ;; 81 " 128 Incisione. v. Arti belle. ISTRUZIONE. V. EdUCAZIONJS. 1? LeCISLAZIONE, GlURISrnODENZA. Juris civilis (/. V- GravincB de ortu et pro- gressu) libri tres , quibus accedunt de Ro- mano imperio liber singularis , et adnota- tiones G. Mascovii t. 83 p. 3io Letteratura. Conilizione letteraria della Turchia ....>/ 82 » i56 Educazlone (L') letteraria del bel sesso, dl C. VannettL >/ 81 " 325 Litterature anglaise {Essai sur la) et conside- rations sur le genie des hommes , des temps et des revolutions , par M. De Chateau- briand *> 84 •/ Cf<) Rapporti ( Dei ) tra le belle lettere e le scienze e del loro possiljlle perfeziona- mento » 8a « 329 Lettere. V- Poligrapia. LiNGUE. V. Filologia. LoGicA. V. Filosofia. Matematica. Aritmetica (Una lezione dl), di L. G. Crippa » 83 " 1 15 elemeiitare di C. Goati »< 83 « 3ii Esposizioiie d' uii metodo proprio alia deter- niinazione delle radici inimaginarie delle equazioni numeriche: preniio proposto dalla R. Accademia dl scienze di Berllno . . . >; 83 >; 26a Forces {Sur les) qui regissent la consliuuion interieure des corps, etc., par O. F. Mossotti " 84 » 278 Inferriata ( Gonslderazioiil intorno ad una ) riguardata come superficie, di V. A. Rossi >» 83 » 70 Opcrazioni gcodetiche eseguite in Morea da Peytier, Puilloa-Boljlaye e Servier . . . . ^; 81 « i53 Piede romano n Si » i'j<) Scuola di geometria e meccanica applicata alle arti in Toscana » 81 >/ laS Meccanica pratica. V. Arti e mestieri. Medicina , Chirurgia, Anatomia, Fisiolo- GiA , Veterinaria. Abusi (Di alcuni) nella medicina pratica ita- liana, e della necessita di emeadarli , di A. Gasparini , . . » Z2. » Z^o Acque V- Fisica. p. 244 Biografia dl Francesco Agliettl scrltta da P. Zannini t. 83 Bovine (Sulle cause del carbonchio nelle be- stie ) » 82 „ 469 — — (Sulla malattia aftosa nelle) x 82 » 489 Cenno biografico su il cav. Giacomo Loca- telli medico e professore emei'ito di cli- nica in Milano »; 81 » 358 Cholera-morbus a Venezia : esperienze di G. Namias " 81 >/ 167 — — pestilenziale (L'ontologismo medico ca- gione precipua del caos in die le menti sono intonio il) di F. G. Geroiuini . . . » S2. » 116 (Relazione del) osservato negli spedali di Genova 5 di A. Bo » 81 » 166 (Riflessioni sul), di A. Rubini e D. Curtarelli >* 8 a » 117 (II) , notizia tratta da un anticliisslmo libro cinese n 83 » 242 EfFenieiidi delle scienze mediche compilate da G. B. Fantonetti » 83 >/ 3ia Epitome institutionum medichice, theoretico-pra- cticce M. Griffa " 81 -; i65 Fisiologia (Storia della) per L. Martini . . » 84 » 297 Frenologia (Nuovo manuale di) di G. Gomlie e L. Fossati >/ 82 '^ 98 Galateo (Nuovo) medico di G. De Filippi . » 81 » 241 Infiammazione catarrale nei cavalii » 82 » 469 Istituti (Degl') di puljblica carita e d' istra- zione primaria in Romai, saggio di G. L, Morichini >/ 84 w 33 Leggi (Le) fondamentali deU'arte medica espresse con una formola matematica da G. Wagner .; 84 >; 93 Litotripsia (Sulla), lettera di A. Benvennti " 83 " 199 Litotripsie {De la) ^ par Leroy d'Edolle . . » 83 >i 79 Malattie (Intorno alle) che dorainarono a Ve- nezia neir ultimo quadrimestre del ]835, di G. Namias > 8v » idj ( Prospetto delle principali ) curate nell' anno scolastico i833-io34 aella cli- nica chirurgica di Lucca da I. Borelli . ;; 84 v 68 Malattie (Quail) si presentano sotto le stesse forme nelP uomo e nei grandi aaiaiali do- mestici : Premio proposto dalP Istituto R. dei Paesi Bassi t. 83 p. 146 Materia inedica (Trattato completo di) di G. A. Richter , tradotto da D, Gola , ...» 82 « 108 Neuronomia F. Canaveri : opus postiimum . » 83 i 108 Physiologice {Elementci) L. Martini >/ 84 »< 297 Placenta (Pvicerche intorno all' oiigine della)>/ 82 » 164 Rabbia manifestatasi ia un cavallo ....»» 82 >; 458 ^ in varie persone per morsicature di animali rabbiosi » 8a »/ 460 Risaje (Intorno alle) considerate rispetto alia loro influenza suU' uniana salute « 83 » 140 Scissura di Glaser , osservata da F. Civiniai>/ 8a >< i63 Vajuolo aiabo in Toscana »; 81 >* 128 (Rjflessioni sul) naturale e suUa vac- cina, di S. Chevalley de Rivaz >/ 8a » laS Vasi incaricati di far ch'colare 1' aria nel- r uraano organismo : argoraenti che ne provano P esistcnza »< 84 »/ 76 MeTAFISICA. v. FiLOSOFlA. M1NERAI.OGIA. V. StoRIA NATURALE- Morale. V- Filosofia. Musica. Composizione (11 maestro di), di B. Asioli Frusta nuisicale di N. E. Cattaneo .... Opere di V. Bellini Necrologia. v. Storia. NoVELLE. V. POESIA. Numismatica v. Arti belle. Pastorizia. v. Agraria. PiTTURA. V. Arti eelle. POESIA,DRAftliMr,NoVELLE,ROMANZI,TRAGEDIE. Angelo tlranno di Padova, draauua di V. Hugo : versione di G. Barbieri » 8a »/ 439 Arte (L') poetica di Orazio esposta in dia- letto uiilanese >i iz >> i.88 8a It 293 83 II 17 83 >i 96 20 Colombo (II) 0 la scoperta ddl" America ; l)Oema inedito dell' avvocato Costa ... t. 84 p. 3 Elegia di F. Bisazza per la morte di Vin- cenzo Bellini » 83 " 96 Epigrammata {A. Salince). " 81 » 178 Fiori anacreontic! di G. Agapito " 84 » 184 Guglielmo Tell, tragedia di F. Schiller-, tra- duzione di A. MafFei " 82 " 28 Laude di Feo Bclcari » 82 » 2S6 Morte ( la ) di Antonietta Trevisan Gabardi e di Adelaide Trevisan » S3 » 92 Novelle di G. Parolini v 82 " 290 Novelliere (II) pel giovanetti >» 83 " 309 Odi di Pindaro, traduzione libera di M. A. Marclu >» 8r >' 170 Onori alia memoria di Vincenzo Bcliini. . » 83 » 96 Opere di G. Parini t. 83 p. 3o8 e 441 Pace ( La ) di Adrianopoli , ossia !a Grecia liberata ; canti epico-lirici di D. Biorci t. 82 p, 22 Puradis {Le) perdu de Milton , traduction noui'clle par M. Da Chateaubriand . ..." 84 " 99 Parisina, tragedia di A. Somma v 83 " 84 Periodo (Un) della vita di G. A. L'cinio detto il Pordenone >» 84 " 268 Poemi ( Analisi dei principali ) epici spa- gnuoli, di G. Qnintana t. 82 p. 68 e 2 32 Poesie e prose scelte di donne italiane del secolo 19.°, per cura di G. Vedova. . , t. 83 p. 309 '/ 84 » 1 38 in dialetto mllanese di C. A. Pellizzoni » 81 " 33o scrittnrali, Profezie » 84 >/ 243 varie per nozze 3o8 llimenibranze di Blevio, armonia poetica di G. Rezzonico " 84 « 278 Saggi in verso e in prosa di letteratura spagauola >/ 82 ^ loa Satire di Qnlnto Settano recate in versi ita- liani da M. Missirini >< 82 " 436 Scetticisnio e Religione , poeraetto di G. Torti v 84 " 249 Seriuoai di A. Mangiagalli » 8^ » 269 21 Strenna portlca sacra e morale t. ^4 p. 145 Torqnato Tasso , canti tre di J. Cabianca " 82 " 446 Tragedie di G. Marenco " 8 1 " 3 Versi alia luna di moderni autori italiani . " 84 » 170 POLEMICA. Difesa di Dante Aligliieri in punto di rcligione e costume, di F. Scolari " 83 » ico POLIGRAFIA, LetTERE , GlORNALI. Aliuanacchi >; 84 » 140 Annotatore (L') pieniontese, giornale . . » 82 » arja Ape ( L' ) iialiana delle belle arti , giornale " 83 » 309 Effeoieridi delle scienze raediclie , giornale, compilate da G. B. Fantonetti j^ 83 " 3i2 Emporio di cogalzioni ntili, giornale ...» 8a »; 3 18 Epistole di F. Petrarca recate in italiano da F. Ranalli »/ 82 » 35i Giornale agrario toscano » Zi » 110 Giornali letterarj ( Alcune parole siii )...'; 8 1 v 4 Lettera di G. Casaretto da Odessa, snila storia naturale della Crimea » 84 » 146 di A. Benvenuti sulla litotripsia . . " 83 " 199 di G. Barbo >/ 81 " 356 Lettere di C. Vanaetti ^ 81 " 325 di C. Vidua V 82 " 178 ■ (Due) sopra il Musaico di Pompei, di G. B. Baizini / 82 " 433 . quattro di I. Newton suU' esistenza di Dio // 82 " 107 (Alcune) di G, Gozzi « 83 " 94 Non ti scordar di me, strenna »/ 84 " 144 Opere di G. Parini t. 83 p. 3o8 e 441 Presagio , ricordo di letteratura giovanile t. 84 p-i43 Prose (Poesie e) scelte di donne italiane del secolo 19.°, per cura di G. Vedova. » 83 " 309 » 84 » 1 38 Saggi in verso e in prosa di letteratura spagnuola v 82 » 102 Streghe ( Le ), dono del foUetto alle signore, presentato da D. Sacclii »; 84 " 14^ Strenna feuiminlle italiana >; 84 " 14* italiana » 84 " 14^ ■ poctita sacra e morale » 84 " 145 22 POLITICA. V. ECONOMIA PUBBLICA. PONTI. V. COSTRUZIONI PUBELICHE. Prose. V. Poligrafia. RELIGIONE, StORIA sacra ED ecclesiastica. Agiopatrologia , ossia CoUezioue di tutte le opere dei Santi Padri greci e latini tras- latate dal testo orlglnale nella nostra vol- gar favella da B. Bellini t. 84 p. 244 Bibbia (La sacra) di Vence, giusta la quinta edizione del sig. Drach ; con illu- strazioni ecc. , per cura di B. Catena . " 83 » 3o8 Discorso parrocchiale suU' utilita degll Asili di cai'ita per I'iafanzia, di P, Zezi . . » 81 " 343 Eloquenza ( Dell' ) del pulplto t. 83 p. ic)3 »» 84 " 1 3 Filosofia (Element! di) per uso del seminario arcivescovlle di Palermo, di S. Mancino »/ 82 » ii5 Imitation (Def) de Jesus-Christe : prima tra- duzione francese, secondo il manoscritto De Advocatis , di G. De Gregory . . . >/ 84 »' a65 Imitazione ( Dell' ) di Cristo , secondo il ma- noscritto De Advocatis: prima traduzione italiana di G. De Gregory »; 84 »i 2 65 — — • traduzione di G. Acquistapace, secondo 1' edizione bodoniana » 84 v a65 Istituti (Degl') di pubblica carita e d'istru- zione primaria in Roma; saggio di C. L. Morichini » %^ » 33 Lettere quattro di I. Newton contenenti alcune prove dell' esistenza di Dio ..." 82 >/ 107 Meditazione sopra 1' arbore della Croce : testo di lingua era nuovamente pubblicato da G. Manuzzi . ;» 83 » 442 Memorie istorico-critiche delle gloriose gesta di S. Flaviano, raccolte da S. Melcliiorri » 83 » 3 10 )> 84 " 243 — — storico-critlche intorno la vita, trasla- zione ed invenzioni di S. Marco evange- lista 5 di L. Manin >; 82 « io6 Opere dei Padri aquilejensi tradotte ecc. da G. O. Marzuttini / 24.8 Scienza ( La ) teologica 1' eininente scienza dl Gesu Ciisto, di G. B. Vertua .... »^ 84 " 24a Strenna poetica sacra e morale /< 84 >» i^S Verita (La) dei fatti evaiigelici provata colle testimonianze di celebri scrittori gentili ed ebrei, di C. G. Macclii »/ 82 >» 457 ROMANZI. V. POESIA. SCULTURA. V. Arti EELLE. StaTISTICA. V- ECONOJIIA pubblica. Storia civile e letteraria, Biocrafia. Aniiali del moado ..." 8 3 " 1 1 2, Bijjlioteca di Fozio tradotta da G. Coaipa- gnoni t. 83 p. 3 10 v 84 •/ 167 Biblioteclie (Tavola cronologica delia fonda- zioiie di alcuue delle piii conslderabili ) di Europa » 81 ^ i33 Biografia- AgUetti Francesco >» 83 >/ 244 Amalteo Pomponlo " 84 >; i88 Arici Cesare " 83 " 3i3 _ _— - Artaria Gian Mario » 81 » 365 AsioU Bonitazio 1/ S2 » 228 Bacone Francesco da Verulamio . » 8x » 168 Bellini Vincenzo 1/ 83 m 96 , Bolognesi ( Trenta illustri) . ..." 82 " 482 Bolognini Lodovico >; 82 " 22a . Bordiga Gaudenzio " 84 " 804 ■ Bosi Giacomo » 82 » 280 Cappellari Mauro, era Gregorio XVI" 84 " 288 — — — Ciax'di Francesco " 82 " 280 ■ Francesconi Daniele ...,...." 84 " 171 Gabai'di Gioacliino " 82 " 281 ■ Gonzaga di Mantova " 81 " 201 Guglielmi Pier Alessandro " 82 " 228 Hugo Vittore " 82 " 489 Italian! illustri nelle scienze, let- tere ed arti del secolo i8.° e de' coatem- poranei t. 82 p. 98 " 84 » *i3 Lauiberti Lui:;i " 8a " 2*4 24 Biografia. Levati Giuseppe t. 84. p. 824 ■ Locatelll Glacomo »/ 81 " 358 . Lotti Giuseppe » 8a " a3o Lusverti Gaetano >/ 82 " aSo Mabil Pier Lulgi >; 8a » i36 Maglieri Luigi » 81 " 128 . Marzarl Pencati Giuseppe '/ 83 » 887 . Mecliitariti illustx-i del secolo 19.° " 84 " 161 . -. Nelli-Ciani Douienico >; 8a " 139 Noljili Leopoldo >/ 8a " agS . Olio (Dair) Gio. Battista' » 8a » 227 ■ Pacchi Doraenico »/ 82 » aaS ■ Paganiai »/ 83 « 18 Pennacchi Girolamo » 8a >' laa Porru Vincenzo « 83 » 18a _^^— Pozzetti Pompilio » 8a " a3r — — ^— . Rossini Gioachino »/ 83 >' 18 ■ Ruffini Paolo " 8a » 214 ■ Salvioni Gioachino Girolamo e Sa- verio » 8a » 23o ■ Scrittori dello Stato Estense . . . » 8a » 214 " Stanhope Estei', ladl, regina di Pal- mira »> 83 « a5i < Tomaselli Gio. Battista „ 82 » a3o Valerian! Luigi >/ 83 " 870 — — — Vallisneri Antonio » 84 " 396 i Vannetti Clementino » 81 >; SaS Venturi Gianimaria » 82 » 229 Venturi Gio. Battista « 8a " 214 Yincenzi Lodovico Antonio . . , , " 8a »; 229 ' ' Zurla Placido Maria, cardinale . . » 84 » 169 Commercio (Del) del Veneziani, di F. Mu- tinelli , »; 82 » 3 Condizlone letteraria della Turchia . . . . >t 82 » i56 Congregazione (Delia) mechitaristica . . . /; 84 » 161 Costituzione (Vicende della) delle citta lom- barde fino alia discesa di Federico I im- peratore in Italia, di E. Leo: traduzlone di C. Balbo >, 84 » 49 Costume (II) del Romani , alraanacco . . . » 84 » 145 Costurai ( Schizzi di), di T. Dandolo . . / 83 " 9 Istoria delle guerre persiane e vandaliche di Procopio i tradnzione di G. Rossi. ... »^ 84 v 166 Istorie (Delle) fiorentine di G. M. Bruto, volgariz/.ate dal P. S. Gatteschi t. 83 p. 3io e 35o Italia ( Condizione dell') sotto il governo degl' imperatori romani t. 83 p. 3 Memorie storico-criticiie intorno la vita, tra- slazione e invenzioni di S. Marco evan- gelista , di L. Manin >; 82 >; 106 Monumenti e fatti politici e religiosi del borgo di CaDturio, raccolti ecc. da C. An- noni . . . . • >/ 84 " 210 Municipj italiani t, 84 p. 49 e 201 Muse ( Le nove ) di Erodoto tradotte da A. Mustoxidi >/ t. 84 p. 166 Nozze ( Le ) di Gostanzo Sforza con Camilla di Aragona celel^rate in Pesaro nel 1475: narrazione di anonitiio contemporaneo . ;; 83 " 317 Stampa (Dell' invenzione della) >» 84 '/ 299 iStutue {La) vocale de Meinnon consideree dans ses rapports avec VEgypte et la Grece. par Letronne ;; 82 '/ 25i Storia d' Ancona dalla sua fondazione al- r anno i532, di A. Peruzzi >/ 83 '» 3io della lingua e della letteratura inglese : saggio di M. De Chateaubriand >; 84 " io3 (La) delPantica Liguria e di Genova, scritta da G. Serra » 81 » 212 dello zuccliero: commercio che ne fan- no le colonic attuali ** 83 »> 146 a6 Storlci greci (CoUana degll antichl) volga- rizzati t. 84 p. i66 Storie (Le) tli Polihio tradotte dal Kohen . » 84 » 166 Streglie (Le), dono del folletto alle sigiiore, presentato da D. Sacchi ^ alnianacco . . » 84 >i 145 Stud] storici di F. Rossi » 2,i » 253 ossia discorsi storici sopra la caduta deir Impero romano , I'origine e i pro- jrressi del Gristianesimo e I'irivasione dei barbari; con un'analisi della storia di Fran- cia, del Viscoate di Chateaubriand; tradotti per cura di P. Molinelli x 83 » 3io sulla storia delle arti, di P. J. Declia- zelle » 83 .; 33/ Testaniento di Lodovico il Moro . t. 82 p. 3 19 e 453 Vantaggi (Dei) in fatto di scienze , ecc. re- cati a Milano dalla religione e dal clero milanese, di C. G. Macchi t. 82 p. 467 Stouia natukale. Acarithophyllwn ( Rtscbiarlmenti intorno all") di Meyer, di E. Fenzl » 81 » 147 Acque, V. FlSICA. Alberi di gran dimensione '...'.» H3 ,1 467 Annali del Miiseo di storia naturale di Vienna » 81 >> 146 Ai-acnidi deU'Egitto » 83 » Sy Bisso (Del) degli antichi , di D. Viviani . „ \ii ,, r)4 Breccia calcarea (Filonidi) scoperti in To- scana >> 82 >> 160 Calcari d'acqna dolce delle provincie Venete: Memoria geognostica di T. A. Catullo . » 83 j^ 407 t. 84 p. 79 e 3 12 Caoutchouc ( Sospettata esistenza del) nella seta t. 83 p. 3 12 Caule (Ricerche sulfa strnttura del) nelle piaote monocotiledonj , di G. Meneghini i> 83 » 3j2 » 84 ; 283 Cenno sulla storia naturale della Crimea : lettera di G.'Casaretto da Odessa . . . » 84 " 146 Conchifere deU'Egitto >> 83 -; 58 Gonchiglie bivalvi fossili , auova tribii, di V. P. Partsch » 8 1 ./ 1 5o. 149 49 27 Crittogaino prodotto dal calciao nei baclii da seta t. 8 1 p. 356 Crostacei dell'Egitto » 83 .; 56 Cmstacei ( Snpplimento ad illustrazioue de' ) lernelfonni, di V. KoUar »/ 8i Dizionaiio delle scienze naturall » 84 classico di storia naturale >; 84 •» 288 Fauaa italica ( Iconogralia della), di C. L. Bonaparte >* 83 -' 376 Fisica vegetahile (Le teoriche piu receiiti dt*i botanici del Nord in fatto di), esposte da V. Cesati » 84 » 9a Floia coincnse , di G. Comolli » 81 >» 270 delle isole del mare del sud (Sopra la ) di S. Eudlicher .» 81 » i5a Flora italica {A. Benolonii): coq tavola in rame v 8 Formazione geologlca della Favorita , coUina presso Loaigo, di F. O. Scortegagna. . . » 84 » 241 Fnnglii. V. Agraria. Infusorj (Aiiimnli), dell' Erenberg . . . . » 82 >/ 467 losettiosservati neiraccjna piovanada G. Giuljo 8a » i5a daanosi alPagricoltura V. Agraria. Istituzioni botaniclie di C. A. Agardli . . . » 84 j^ q5 Leone (Nnovo) >» 8a " i65 Longevita (Siilla) delle plante, di A. Bellaai >, 83 » 457 Lucciola (Sulla fosforescenza della) coraune, di M. C.iirara: coa tavola in rame. . . " 82 >i SSj Mn's (His toil e nnturelle du), par M. Bonafous 83 » 76 Mammlferi dell' Egitto » 83 » 45 Mnruio statu.Tfio di monte AitissimoiaToscana" 81 >i 119 Minerali dell'Egiito ., 83 .; 60 Miniera ( Snlla ) di ferro dell' isola d' Elba , di P. Savi » 83 •> 249 Mini ere di piombo argentifero e di raiue riat- tivate in Toscana » 81 »/ 134 Mollusclu deH'E-itto / 83 .» Sj ' ( Due nuovi generi di ), di C. Porro » 8a » 468 Muscorum (Mantissa) J. de Notaris . . . . „ Sq. » 283 Notlzia sulla vita e sugli studj di Giuseppe Marzari Pencati, di L. Pasiai > 8'S » 387 28 Ombrellate ( Sulle ) Jella Germania e dei- r Italia boreale : coll' aggiunta di alcunc nuove specie recate dalla Grecia , di V. Cesati t. 82 p. 379 Ornitologia to&cana di P. Savi » 82, » 3i6 Ornitorinco ( Notizia circa 1') >; 83 >; 143 Pentastoma ( Ricerche per la composizione di una nuova nionografia del genere) di C. M. Diesing »/ 81 v 146 Pesci (Intorno al fregolo de*), di M. Rusconi » 81 " 182 deirEgitto V 83 ,; 53 Philosophie de I'histoire naturelle,par J. Virey » 8a " 91 Plantcn quoedcim novcR vel minus cognitce in jEgypto a cl. Acerbi, in Nubia a eel. Broc- chi detectcB t. 83 p. 64 » 84 » 283 Polipi dell'Egitto » S3 » 60 Radiali dell' Egitto >, 83 » 89 Regno (II) aniaiale tratto dalle migliori opere per cnra di A. Locatelii >; 81 '> 164 Relazione dei doni fatti da G. Acerbi al ga- biaetto dell' Universita di Padova ....>/ 83 » 44 Rettili deir Egitto » 83 >> 5a Rocce dell'Egitto ....... t. 83 p. 60 >/ 84 » 32 1 Scapliirhyncus , nuovo genere di pesce _, de- scrizione di I. Heckel » 81 '^ 148 Testuggini (Proposta di un slsteniatico ordi- namento delle) secondo i principj del rae- todo naturale, di L. Fitzinger >; 81 »> i5i Trattato delle cose naturali e dei loro or- dini conservatori , di G. Brugnatelli . . " 84 » a88 Tufi (Scoperta intorno alia composizione di alcuni ) silicei, deU'Erenberg » 8a » 467 Vegetabili ( Tendenza splrale ne'): aforismi di Goethe »/ 84 >> 96 ( Sopra nna fnnzione non ancora de- scritta nei ) , di A. Trinchinetti >; 8a '> 477 Vita nelle bestie ( Delia indefinibile durabi- litadella), di A. Bellani ...» 83 » 487 Uccelli dell'Egitto , » 83 » 46 Unghie di capra^ cosi dette, petrilicate del lago Balaton, di V. P. Partsch » 81 '^ iSo 29 Stoma sacra eb ecclesiastica. V. Rehgione. StKADE. V. COSTRUZIONI PUBBLICHE. TeaTRO. v. MuSICA e POESIA. Tegnologia. v. Arti e mestieri. Teologia. v. Religione. ToPOGRAFIA. V. GeOGBAFIA. Tragedie. r. Poesia. Vegetaeili. F. Storia naturale. Veterinaria. v. Medicina, VlAGGI. V. GeOGRAFIA. Vocabolarj. v. Filologia. Zoologia. v. Storia naturale. 3o Indice generale del nomi. XXcerbi G. t. 83 P 44 Bassi A. t. 81 P- 276 e 356 Acquistapace G. >. 84 .. 265 Belcari F. t. 82 P- 286 Agapito G. » 84 » J 84 Eelidor B. t. 83 p. 3o9 » 84 » 295 Agarclh C. A. >• 84 .. 95 Bellani A.. « 82 » 475 Aglictti F. .. 83 .. 144 t. 83 p 457 e 468 Agostini S. .. 84 .. 174 Bellati C. t. 83 P- 8a Albarelll Vordoni Teresa j. 84 » i38 Bellezza G. .. 84 " 137 Albert! F. t. 83 p. 104 e 109 Belli G. t. 81 P- 89 t. 83 p. 3. e i37 AlcUni P. V. t. 83 P- i35 Belliui E. t. 84 r- 244 Alfieri A, ,. 84 « 335 — V. .. 83 '• 96 Alighieri Dante >. 83 >. ICO Eeuvenuti A .. 83 .' 219 Amaseo G. >. 8a >. 3io — N. >. 81 » 83 ArabrosoHF. t. 83 P 109 >> 84 >, 166 — P. t .8] p. 80 >. 83 .. J23 Andreiui G. » 81 >. ia6 Berti G. « 81 » 83 Anuoni C. ; » 84 » aio Eertola F. T » 82 .. 459 Antinori V, ; » 8a >. 293 Bertoloni A. . 8 I p. 95 » 82 >■ 49 Antolini F., « 83 » 107 Bettarini .. 81 .. 238 Appiani A. >. 84 .. 335 Bezzuoli G. t . 8 1 p. 83 " 84 " 372 Arago t. 8 a P 3a3 .. 84 .. 3o6 Biorci D. « 8a » 22 Ariel C. ,. 83 » 3i3 Bisazza F. >. 83 « 96 Asioll B. „ 8a » 283 Biscarra » 81 .. 85 Azeglio (D') R. B 83 84 « 309 217 Bizio B. Blengini Bluff Bo A. '■ 83 8a 84 81 " II I 462 98 166 Boblaye (Puillon-) .. 81 .. i53 Bagutti G. 83 » 3ia Bonafous M. >. 81 .' 1 la Baizini G. B. » 8a » 433 t. 82 p. 463 .. 83 .. 76 Baj L. « 84 « 336 Bonaparte C. L » 83 » 376 Balbi A. t. 8 1 r- i3o » 83 .. aSg Bordiga G. » 84 » 304 Balbo C. .. 3a » 178 >. 84 >- 49 Bore E. .. 84 >> i65 Balbuena « 8a >' 344 Eorelli I., « 84 .■ 68 Baraona L. ,. 8a » 83 Borsato » 83 .. 116 Barberis ,. 8a » 46a Eosa E. » 83 » 118 Barbieri G.j 83 ,. 439 Botello >- 8a » a5i Barbo G. ,. 81 .. 356 Eravl G. >. 81 » 164 Baroni G. 81 » ia6 Brecbt G. F. .. 81 .. 184 Battoliiii « 81 » 9a Brioschi » 81 .' 85 3i BrDgnatelli G. t. 84 P a8S Collignon G. t. 81 P- 3a fii-u3chetti G. » 83 .. 463 Combe G. » 8a 1* 95 Bruto G. M. t. 83 p 3io e 35o Comirato » 83 » Hi Buffini A. t. 82 P- 108 Comolli G. » 81 ■1 270 Barckhard J. L. =. 81 .. 282 Comptignoni G. >. 83 » 3 10 Buret Ui Longchamps « 83 » ii3 - 84 " 167 Batti G. " 84 W 335 Coufigliacbi L. Contl C. ■ 84 83 » 296 Sii ' C Corda A. J. C. Cordero di S. Quintino G » 81 84 : 298 196 Cabianca J. • 82 M 446 Corsi h. > 81 p 12S Caccialli » 81 w 237 Corti A. .. 84 » 236 Cacciatore N. m 8i » 341 Casta » 84 » 3 CaJolini G. t. 83 p. 3io » 84 » 289 Coste » 82 » 164 Calamaj n 8i > 85 Costoli » 81 » 9a Cambi >. 81 » 93 Cottam » 81 m 356 Canaveri F. .> 83 . 3l2 Cozzi A. » 81 m 12? Cantu C. » 83 » 9 Crippa L. G. -.. 83 » iiS Cappaiazzo G, .. 84 » 184 Csonia A. « 82 » 28i Cappi A. •■ 84 » 190 Gueva (Delia) G. » 8a » Si Capponi G. t. 81 p. 124 » 83 >■ 334 Curtarelli D. » 82 .. 117 Carrara M. » 82 • 357 Carrer ~ 83 » 123 D Carro (De) ■ 81 .. 298 Casaretto C. » 84 » i5o Dandolo T. » 84 w 277 CassoU » 82 •• 123 Dante Alighieri .. 83 » 100 Catena E. » 83 » 3o8 Dechazelle P. J. » 83 » 337 Cattaneo C. » 83 » 3ii Demare >» 81 » Si — N. E. > 83 » »7 Demi » 81 » 93 Catullo T. A. ~ 82 » i53 Diedo A. ,. 84 » 187 t. 83 p. 64 t .84 p- 287 e 321 Diesing I. C. M. » 81 » 146 Cerboncelli (Pini- )N. t. 81 P- 124 Digny (Conte di Cam- Cesari D. .. 84 .. 334 bray) L., ,. 81 u 238 Cesati V. t. 82 p. 399 •• 84 » 92 DracU V 83 » 3o8 Cliateaubriand » 83 » 3io Dumont d' Urville » 83 » 157 » 84 » 99 Bureau de la Malic y 8a » 256 Chevalley de Kivaz > 82 P 123 Durelli F.. » 84 » 134 Chilone » 83 « 117 Busi .. 83 M 12a Ciampi S. » 84 - 166 Cianfatielli ~ 81 » 84 £ Cioci A. » 81 « 125 Civiniiii F. » 82 >, i63 Eicbenfcld C; » 8» w 90 Colli A. t. 83 p .258 , 262 e 466 EuJlicber S. y Si » i5a t. 8. 1 p. 8 7 < e 90 32 Ercilla A. t^ 8a p. 76 Gazzerl G. t 81 p. 127 e J28 Erenberg » 8a » 467 Gene C. t. 83 p. 376 Erodoto » 84 » 166 Gera F. » 81 .. 340 Esquilace » 82 » a5o Geromiui F. G. .. 82 » 116 Etiolle (Leroy d') » 83 ,. 79 Gerseu G. j> 84 » 265 Giarapieri I. » 84 » 272 F GiuHti » 82 J. 464 Giulj G. t. 82 p. 1O2 e 3i3 Tabbroni (PelU-) L. t. 8 1 p. 1 II e laa Giuseppini t. 83 p. 122 fagnani E. t. 84 p. i53 Goethe >. 84 .. 96 Fantonetti G. B. » 83 » 3ia Gola D., X 8a » 108 Farina (La) C. s. 84 » i85 Good A. >. 84 » i65 Farini P. » 84 ?. 191 Gozzi G. » 83 .. 94 Federici F. t. 83 p. 28a « 84 ,. J71 Graviua G. V. « 83 .. 3io Fenzl E. » 81 » 147 Gregory (De) G. » 84 » 265 Ferrari G. » 83 » 3ii Gretsch » 84 » 243 Ferrario G. 1. 83 >. aS GrifFa M. .. 81 J. i05 Ferrucci (Franceschi) Ca- Grigoletti t. 83 p. 120 e 123 terina .. 8a >. 453 Grismondi Suardi t. 84 p. 1 38 — M. J. 81 » 178 Gross G.L. » 83 7. 110 Figini F. >. 84 » i36 FilippI (De) G. t. 81 p. 241 e 365 H Fini t. 81 p. 85 Fitzinger L. » 81 » i5i Hallen » 81 » 356 Foruaciari L. » 8a J. 284 Heckel I. » 81 » 148 Fossati L. >- 8a » 95 Herschel >. 82 .. 323 Fozio t. 83 p. 3 10 » 84 » 167 Hildenbrand F. .. 83 >. 447 Franceschi Ferrucci Ca - Hogg E. >. 83 >. 25i terina 7> 82 » 453 Hojeda D. 3> 82 » 232 Francescbini F.] » 81 " 121 Hugo V. » 8a » 439 Francesconi » 83 ,. 118 HCigcl C. 3. 81 7, 355 — D. » 84 » 171 Fumagalli I. » 84 » 32a J Jomard 179 Gaguereau »> 81 » 81 Galattl A. » 83 >. 89 Gasparini A. » 82 » 370 Kohen Gatta L. F. t. 83 p. 3ia 3. 84 » 245 IColIar V. Gatteschi S. t. 83 p. 3io e 35o Kopitar C Gavagnin t. 83 p. I23 Gazzarini T. * 8i » 84 84 > 166 81 , 149 82 > 260 33 L Manuzzi G. Maraue^i E. I. 83 p. 44a M 83 3. 309 Lal)orde (DJ) L. t. 8a p. 410 Marclii M. A. j> 81 » J 70 Labus G. t. i !2 p. 3oi I >. 83 ,. 3ii Marenco C. >. 81 >. 3 Lamliertenglii B. 5> 84 » 178 Marini A. » 81 » 84 Lambruscliini R. V 81 » lao — L. » 84 !• a36 Lamlriaiii P. » 8a » 207 Marte".i » 81 » a38 Laplace t. 83 p. 220 e 4240 84 V J 16 MartolUni » 81 » 83 Laso G. » 8a s aSi Martini L. 3. 84 » 297 Leo E. j» 84 » 49 Marzarj Pencati G .. 83 » 387 Leoui » 81 » a38 Marzuttini G. O. » 84 » 341 Leroy d'Etiolle .. S3 J. 79 Mascovi G. » 83 » 3io Lessona C. » 8a ■ 469 Melcbiorri S. » 83 » 3io Letronne » 8a » 25a » 84 » 243 Linaut » 8a » 410 Melloni » 81 » 189 Lipparini L. » 83 » 119 Meneghelli A. t. 83 p. 94 f» 84 » 176 Litta P. » 81 » 201 Meneghiui G. » 83 » 3ia Livingston J. 83 » a4a — » 84 » 283 Locatelli A. » 81 j> 164 Menici G. . 81 » ia6 Locatelli G. » 81 » 358 Mesa (Di) C. » 8a » a5i Longchamps (Buret . 81 » 119 Molinelli P. > 83 » 3io Luciano G. » 8a X 459 Molini G. t. 8a e p. 3 456 19, 320, 453 t. 83 p. 339 M Monti N. t. 8 I p. 83 >. 82 » 320 Morbio C, » 84 » 301 Macclu C.G. >. 8a .. 457 Moricbini C. L. « 84 >. 33 Maffei A. » 8a » 28 Mortara F. y> 8a p 386 IVIagnani G.) » 84 J. 137 Moscbini G. A. » 84 » 169 IMalatesti » 83 » 121 Mosquera (Di) F. » 8a » a5i Malle (Bureau dc U) >. 82 .. 256 Mossotti 0. F. » 84 » 378 Maiicino S. » 82 >. ii5 Mussini J. 81 » 84 Manetti G. » 81 » laS Mustosidi A.] 3> 84 » 166 Mangiagalli A. » 84 » 259 Mutinclli F. » 8a » 3 Mania L, » 8a » 106 Muzii L. J. 84 » 239 Manno G. ,. 81 » 3i5 Mantovani J. J. 84 .. 188 34 N Kainiaa G. t. 8i p. ifi? Kavie» t. 83 p. 809 >. 84 » 295 Kaxera E. » 83 » 81 Nenci Ifewton J. Notaris (De) G. 8a 84 8a 107 483 Orazio Ortaadini F. t. 82 p. 3o6 t. 83 p Foccianti Poll B. Polibio Fonza L. — M. Porro C. Porru V. Porta (Bacclo delta) Porti L. Pozzi Presl C. B. Procopio . 81 . 83 , 84 . 83 3ii :. 8a » 83 • 8a 84 t. 81 p. ia3 e ia8 Puillon-Boblaye p. a37 .. 375 » 166 .. 3ii e 444 p. 470 .. 161 .. Sao » 124 - 93 ). 298 .. 166 » i53 Pacini t. 81 p. a37 Quintana G. t. 82 p. 68 e 23a Paganini » 83 » 18 Quintiuo (Corderodi S. > Pampaloni » 81 » 9a G. t. 84 p. 196 Pandiaiii G. ,. 84 » i36 Faoletti G. ^ Si « a37 R F^dU D. ,. 81 » 116 Pa^linj A. « 81 p. no, ia8 e 129 Racchetti P. „ 83 » 140 I-ariui G. i. 83 p. 3o8 e 441 Ragona A. M. ,. 84 .. 183 Parolini G. t. 8a p. ago Ealmjnn ( De ) G. N." .. 8a « 108 Partsch V. P-j J. 81 » i5o Raualli F. » 8a .. 35i Pasini L. ,. 83 » 405 Rcgazzoni G. , , .. 83 .. 143 Passerini C. J) 81 >. 119 Repettl E. -.-■ 81 « 125 Fansania „ 84 ,. 166 Rez;;onico G. >. 84 » 275 Pecori » 8a » 46a Ricci A. » 82 .. 12a Felli-Fabbroni L t. 8 I p. in e laa — 9. » 81 .- 9a Peilizzoni C A. t. 81 p 33o — { De ) L. t. 8 1 p. 1 1 8, 123 e 126 Peltier „ 83 .. 137 Richtcr A. t. 82 p 108 Fencati (Marzari )G. „ 83 .. 387 Ridolfi C. t. 81 p. ii3 , 114. ii5. Perozzi A. ,, 83 » 3io 118, 119, 122 , 124 e laS Petrarca F. >. 83 .. 35i Righetti P. t. 83 p 309 Peyroa A. .. 81 » 31 Rivaz ( Chevalley de ) « 82 » ia3 Peytiep » 81 » 1 53 Rizzl D. « 81 .. i63 Pianciani G B. « 8a ,. 36 Roeper » 84 -> 98 Pietrasanta ( Lo Faso) D. .. 8a >. 169 Romaguosi G. D. ,. 83 .. 3ii Pindaro » 81 .. 17c R'iDzi E. „ 84 » i37 Pini Cerboacelli N. >. 81 .. 124 Rossi F. „ 81 .. 253 Pluche .. 83 >- 1 1 1 — G. . 8-, .. i66 Rossi V. A. Rossiai G. Royle Rubini A. Rufo G. Raiz Rusconi M. Ryba J. E. S 83 p. 70 Silvcstri 83 >• 18 Sismomla F. A. 83 » 3 12 Sisniondi (De) S. 8a » 117 Somma A. 8a » 7a Soresina B. t. 83 p. 3ot) 8z » 25 1 Stone 81 u 1 8a Strabene 81 » 298 Strozzi C. Staccbi A. Suarili ( Grismondi ) t. 81 ). 82 .. 83 » 83 » 84 » 8a y 84 » 83 .. 84 » 84 a3g 45s 9 84 395 3a3 166 3ii 3o5 i38 Sabatelli L. Sacclii D. Sala G/ B. Salina L. Sauchez G, Sangiorgio A. Santarelli E. Savi G. t. 81 p. 1 14 — P. t. 8a p. 316 Schiavoni N. Sclilchowsky Scluller F. Sc\iieibers Schreiuer SciarelU Scolari F. Scortegagna F. O. Secchi G. P. Segato G, Scmentini Semper G. Senior N. G. Sergardi L. Sergent A. Serra G. Serradifuico D. Serristoi'i L. Servier Scrvoliht Settauo Q. SidoU A. Silvcira 81 » 81 84 » 145 84 » i33 81 .. J 78 81 » aa8 84 81 82 83 83 84 82 81 83 81 i36 93 464 249 120 99 28 146 a39 12a 83 » 100 84 » 241 84 » lyS 83 » 309 8a » 123 8a ■ 7a 83 » 356 8a » 436 83 » 109 81 » 313 8a » 169 8i » 122 81 » i53 81 » 84 82 » 436 84 P 334 8a » aSi Tagliapietra Targioni Tozzetti A. Taverna S. Texier Tighe G. W. Tipaldo (De) E. Torti G. Tosi P. A. Tozzetti (Targioni) A. Tranchiaa Travaui G. B. Trezzi C. TrincUiiietti A. Turcliini L. U >. 83 » ia3 » 81 » ii3 j> 84 i> 1 33 » 3 1 » 160 » 81 » 11? » 82 I) 98 » 84 » ai3 ■n 84 » 249 J. 8a » 309 » 81 » ii3 » 81 » 187 J. 81 » i63 » 84 i> i33 » 8a ,. 477 u 81 » 137 Urvillc (Domont d') >■ 83 >■ 1S7 V Vai G. Valentinelli G.; Valcriani D. Valle (Sella; G. Vasse F. VedovaG. t. 83 p. 309 Vega (Lope di) Vegezzi G. 81 » 131 84 » a38 83 » 309 84 » aaa 81 120 4 >• i38 a > 238 2 » 68 36 Tegni t. 83 p. 413 W Vence ,. 83 « 3o8 Yertua G. B. ,> 84 » 343 Wagner G.; t. 84 P 93 Vidua C. » 8a > 178 Walkenaer « 81 .. 179 Viola T. » 83 » IJ7 Virey J. s 8;k a 91 y Virlet T. » 83 >. i35 Virves C. 3> 8a ■ 74 YouDg » 81 » 181 Viscontj E. Q. > 8» > 3ox Visiani (DeV K. » 83 . ■» 84 » 65 a83 Z Vitruvio « 84 ■ a36 Zandonella G. B. r 81 » 168 VJttadini A. > 83 « 447 Zannini P. >. 83 » 244 — C. (T 81 » 364 Zantedescbi F. .. 8a >. 399 VittoMlli J. » 83 •> 93 Zapata L. >. 8a » 7a Viviani D. 9 81 » 94 Zarate ( Lopez di ) » 8a " 236 VorUoni (Albarclll) Te- Zardetti C. ,. 81 V 333 resa » 84 » i38 Zendrini A. » 8a » i53 Vulpes » 8a » ia3 Zesi P. Zurla P. M. ,. 81 » 84 ^ 343 169 FINE. /gS^^ ■■„■ / •-»-r.^-.