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Lt y î : wi mal È, È - { n (EA LA ni Ù) : Ù tas 9 NAVI A _- n « : ì : TRIO , pu” } FAI SI È I} UO STRE Lal : 3 ABREC so Rn i s L| p fici 5 ) aut Rei | LA ì n , » SM « i LA À A > LR a E * LE i ci) T A i fe FExia” I à * . pos i, uo 1% È Ù e 7 DRY ; La F È | RA gi A ? ] ; n ; ni é : s ì Y » ) è e : SI, re 4° : À ge" » de È È. dp x Di) Na n Pala, de : & } A i x n ; hi dk AI iS w si Pa Na b A \ : br ta BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 195 pubblicato Il 6 Febbraio 1895 Vor. X Viaggio del dott. Alfredo Borelli nella Repubblica Argentina e nel Paraguay X. Dott. M. G. PERACCA ————_—& RETTILI ED ANFIBI I rettili ed anfibi raccolti dal dott. A. Borelli e donati, assieme alle altre numerose collezioni riunite nel suo recente viaggio, al Museo zoologico di Torino, costituiscono una collezione considerevole che com- prende 84 specie, cioè: 1 chelonio, 1 coccodrillo, 23 sauri, 33 ofidi e 26 anfibi. Cinque specie sono nuove per la scienza: 3 sauri, il Pantodactylus Borelli, seconda specie del genere, il Lepidosternum Borettti, il Lepidosternum Camerani: 2 anfibi, 1’ Hylodes discoidatis e la Palu- dicota Borelli. Fra le specie non nuove parecchie presentano un interesse grandissimo : il Phyltopezus goyazensis Ptrs. descritto dal Peters sopra un solo esem- plare a coda riprodotta nel 1877, di cui il Borelli raccolse 7 esemplari: il Perodactylus modestus, R. & I.. descritto sopra un solo esemplare femmina nel 1861 e di cui il Borelli trovò un esemplare maschio che permise di stabilire in modo completo e soddisfacente la diagnosi di questa rara forma: l’Aporophîs dilepis, Cope, descritto in modo un po’ troppo sommario fin dal 1862, tanto che il Boulenger, mancando il vero A. dilepîs alle ricche collezioni del Museo Britannico, non osò ammetterla come specie distinta nel Catalogue of Snakes, vol. II, e la pose in sinonimia dell'A. /ineatus. L.: 1 Elaps pyrrhocryplus. Cope, descritto pure molto superficialmente dal Cope nel 1862 e che, per quanto so, non venne più ritrovato di poi da altri naturalisti: 1’ Zypo- pet pachus Mulleri. Bòttgr. descritto dal Bòttger nel 1885 come apparte- nente al genere Engystoma, come tale elencato dal Boulenger nella sua « Lista dei rettili raccolti nei dintorni di Asuncion dal dott. Bohls » e che un più attento esame mi convinse doversi invece riferire al genere Hypopachus, modificandone in parte la diagnosi: il Leptodactylus du- fonius Blgr. (di cui il Borelli portò numerosi esemplari, maschi e fem- mine), descritto recentemente su soli esemplari femmine, il quale pre- senta, quanto alla forma del capo, un interessantissimo caso di dimor- fismo sessuale, La collezione del dott. Borelli costituisce pertanto un notevole con- tributo alle conoscenze erpetologiche della fauna dell’Argertina e del Paraguay. Una parte di questa collezione veune da me studiata nell’ottobre scorso al Museo Britannico di Storia naturale di Londra, e lo studio me ne fu grandemente agevolato dalla cortesia dei dottori A. Gunther e G. A. Boulenger, ai quali con grato animo sono lieto di porgere qui i miei più vivi ringraziamenti. REPTILIA CHELONIA 1. Testudo tabulata — Walb. Boulenger (5), p. 157. Un solo esemplare maschio, assai grande, di Rio Apa (alto Paraguay). EMYDOSAURIA I]. Caiman sclerops — Schn. Boulenger (5), p. 294. i Un esemplare di mole media, dei dintorni di Asuncion (Paraguay). LACERTILIA 1. Phyilopezus goyazensis — Peters. Boulenger (4), vol. I, p. 145. — Peters (22), p. 415. La collezione contiene 7 individui (3: adulti e 4 di mezza età) di questa rarissima specie descritta dal Peters nel 1877 sopra un solo esemplare, il solo, per quanto io mi sappia, fino ad oggi esistente nelle collezioni europee. L’esemplare tipico ha la coda riprodotta (?) e la descrizione del Peters è assai breve; credo quindi che non sarà inutile la seguente de- scrizione più completa fondata su di un discreto numero di esemplari. Sr E 7 — 9 Capo assai allungato, piriforme, depresso; muso arrotondato all’estre- mità, di poco più lungo della distanza che intercede tra l’occhio e l’aper- tura dell'orecchio, eguale in Junghezza a due volte il diametro del globo oculare, leggermente incavato sulla Jinea mediana dietro le narici e tra gli occhi. Apertura dell’orecchio piccola, ovalare, col massimo dia- metro diretto obliquamente in avanti ed in basso, orlata anteriormente e posteriormente da piccole scaglie triangolari sporgenti. Corpo mode- ratamente allungato, depresso; estremità robuste ed assai lunghe. Muso coperto da piccole scaglie ovalari poligonali, che vanno gradatamente diminuendo di grandezza tra gli occhi trasformandosi sulla regione po- steriore e laterale del capo, sul collo, sul dorso e sulla base della coda, în scaglie minute, granulari. Sul dorso e sui fianchi si osservano nume- rosi tubercoli ovalari, convessi, grandi come le scaglie che rivestono il muso, disposti assai regolarmente in 12-13 serie longitudinali. I tuber- coli delle serie mediane sono carenati. Sul capo, dietro agli occhi, sulla regione temporale e sul collo, sì notano numerosi tubercoli un po’ più piccoli di quelli che sì vedono sul corpo; i tubercoli mancano affatto sulle estremità che sono coperte da squame piatte, semicircolari, supe- riormente e posteriormente più piccole, inferiormente grandi come le squame ovalari embricate, che rivestono la faccia inferiore del ventre. Le squame della gola sono piccolissime e pochissimo embricate. Rostrale quadrangolare, eguagliante in larghezza due volte la sua altezza, pre- sentante sul margine superiore un’incisione verticale che si estende per metà della sua altezza. La narice, assai piccola, è limitata dalla rostrale, da una larga internasale quadrangolare in contatto sulla linea mediana con quella del lato opposto, dalle scaglie (due) del muso e dalla prima labiale. Vi sono sette-otto labiali superiori, decrescenti in grandezza, tantochè l’ultima non ha più carattere di labiale: otto labiali inferiori, di cui le prime grandissime. Lo scudetto mentale, pentagonale, è lar- ghissimo e seguito da due scudetti post-mentali, esagonali, assai grandi, ma più piccoli del mentale; essi sono seguiti alla loro volta da una serie trasversale di tre alti scudetti post-mentali più piccoli, subeguali. La coda, larga e depressa alla base, oltrepassa, quando è intatta, di circa un quinto la lunghezza del capo e del corpo presi insieme e va, assottigliandosi gradatamente, a terminarsi in punta sottile. La sua faccia superiore è coperta da squame subcircolari poco embricate, disposte in serie trasversali, ed appare divisa in segmenti composti ciascuno da 7 ad 8 serie trasversali di scaglie, limitati da leggere depressioni lineari circolari, per cui essi risultano nettamente visibili, quantunque tutte le serie trasversali di scaglie della faccia superiore della coda siano per- fettamente eguali. La faccia inferiore è coperta da larghe squame tra- sversali quadrangolari, che occupano quasi tutta la larghezza della faccia inferiore: due di esse corrispondono alla lunghezza di uno dei Mg Li segmenti visibili sulla faccia superiore. Negli esemplari a coda ripro- dotta i segmenti non sono più visibili sulla faccia superiore, le squame, irregolari, non sono più in serie trasverse e le squame della faccia in- feriore sono meno alte, più larghe e più numerose. Un fatto degno di nota si è che la folidosi della faccia superiore della coda s’inizia bru- scamente, senza forme graduate di passaggio alla folidosi del dorso, sul limite posteriore del bacino, per modo che a tutta prima sembrerebbe che tutti gli esemplari abbiano la coda riprodotta. Il che però non è, come lo dimostrano le code effettivamente riprodotte di alcuni esemplari. Dimensioni. Grande individuo a coda Individuo mezzano in parte riprodotta a coda intera Elunghbsgza statale. -)-0/°. (gle, win. 1144... no » Bel'enpo 04%, 17 0 AREE 17 Largbezzionise piro ili è Rie di A CR e Lunghezza:fdel (compo: n. (Lc le 9 Pen » delle estremità anteriori . . » Db DI » 20 » » » posterigni è... »»:. (8l:\vic #0) See » della’ cada #10 AMO » 191 PERVENIRE »i I Località. Rio Apa (alto Paraguay). 2. Polychrus acutirostris — Spix. Boulenger (4), vol. II, p. 99. Numerosi esemplari di Asuncion e di Rio Apa (alto Paraguay). Il dott. Borelli mi riferi che queste curiose lucertole hanno le abitudini dei Camaleonti: esse stanno generalmente immobili sui bassi rami degli alberi e sui cespugli e non cercano di fuggire quando vengono presi. Come i Camaleonti essi cambiano rapidamente di colore. Generalmente di color grigiastro ora più chiaro, ora più scuro, presentano sui fianchi deìle macchie irregolari giallo-verdognole. Le righe nere, visibili sugli animali conservati in alcool, variano nel rettile vivo di intensità e so- venti da nere diventano brune o rossiccie. Qualche volta l’animale as- sume un colore biancastro uniforme e le macchie ed i disegni scuri scompaiono completamente. Anche le femmine presentano un sacco golare sviluppato quasi come: nei maschi. Gli esemplari di Rio Apa sono grandissimi e superano le dimensioni indicate dal Boulenger, come appare dal seguente specchietto: co #6 Dimensioni. ò 9 Lunghezza totale... . .....°. mm. 348. . . mm. 425 » MR DI 9 RI OR 0 VU MAT@nezza: ri ni, RR BGA IE 01010 Lunghezza del corpo. dit iaia OZ 5) 130108 » delle estremità. anteriori . . » 39... » 46 » Le » posteriori oli. la » 59 » ue... SMR RE i Me 3. Liolaemus Wiegmanni — D. & B. Boulenger (4), Vol. II, p. 156. Un esemplare del Chaco argentino (Resistencia). 4. Tropidurus spinulosus — Cope. Boulenger (4), vol. II, p. 175. Numerosi esemplari di Rio Apa (alto Paraguay). 5. Tropidurus torquatus — Wied. Boulenger (4), vol. II, p. 176. Un solo esemplare di Corrientes (Argentina). 6. Tropidurus hispidus — Spix. Boulenger (4), vol. II,.p. 177. Parecchi esemplari di Salta (Argentina). 7, Ophiodes intermedius — Bigr. Boulenger (13), p. 343. Parecchi esemplari di Luque (Paraguay) e del Chaco argentino (Re- sistencia). 8. Tupinambis teguixin — L. Boulenger (4), vol. II, p. 335. Un. solo esemplare in pelle di Rio Apa (alto Paraguay). 9. Ameiva surinamensis +— Laur. Boulanger (4), vol. II, p. 352. Numerosi esemplari di Luque, della colonia Nuova Germania (Pro- vincia di San Pedro — Paraguay) e di Rio Apa (alto Paraguay). 223 RE 10. Cnemidophorus ocellifer — Spix. Boulenger (4), vol. II, p. 372. Due esemplari è e 9 di Rio Apa (Colonia Risso — alto Paraguay). Secondo la diagnosi del Boulenger questa specie non presenta freno orbitale (preoculare) e novera soltanto otto serie longitudinali di piastre addominali. I miei due esemplari presentano entrambi uno stretto preo- culare alto come il margine anteriore della loreale ed in contatto col primo sopracigliare. La femmina poi presenta dieci serie longitudinali di piastre ventrali, di cui le due esterne non raggiungono nè l’ascella, nè l’inguine. Nel maschio, assai più piccolo, queste due serie esterne sono meno sviluppate. La maggior parte degli esemplari della collezione del Museo Britannico presentano pure visibile lo scudetto preoculare e le due serie esterne di piastre addominali come gli esemplari raccolti dal dott. Borelli. | 11. Telus teyou — Daud. Boulenger (4). vol. II, p. 379. Numerosi esemplari di Salta (Argentina), del Chaco argentino (Resi- stencia) e di Rio Apa (alto Paraguay). 12. Pantodactylus Schreibersii — Wiegm. Boulenger (4), vol. II, p. 988. Un solo esemplare, femmina, di Tucuman (Argentina). 13. Pantodactylus Borellii — Peracca. Peracca (20). Un solo esemplare di Rio Apa (alto Paraguay). 14. Perodactylus modestus — R. & L. Boulenger (4), vol. II, p. 423 — Reinhardt og Litken (24), p. 218, tav. V, fig. 7 — Peters (21), p. 188. L’unico esemplare maschio raccolto dal dott. Borelli differisce note- volmente in parecchi punti dalla descrizione data dai signori Reinhardt e Lutken, tanto che io non avrei potuto con sicurezza identificarlo col P. modestus se il dott. Lutken, a mia richiesta, non mi avesse con cortese sollecitudine, inviato il suo lavoro sui Rettili del Brasile e par- ticolareggiati schiarimenti sulla folidosi del tipo (una femmina) che si conserva nel Museo di Copenaga. E necessario perciò, per completare la conoscenza di questa forma, di cui sono attualmente noti due soli esemplari, riformare tanto la diagnosi del genere data dal Boulenger lu sl: dd pe * della al - È x Pi 4 a nel suo catalogo e desunta dalla descrizione dei signori Reinhardt e Lutken (la loro diagnosi generica essendo affatto insufficiente), quanto la descrizione della specie. Genere Perodactytus. — Capo coperto da larghe piastre normali : nasali separati dal frontonasale: prefrontali e frontoparietali presenti : occipitale ora presente ora mancante: narice aprentesi nel punto medio del margine inferiore della nasale unica. Palpebre sviluppate, l’inferiore munita di un disco trasparente. Orecchio visibile. Arti ben sviluppati; il pollice delle estremità anteriori rudimentale. Scaglie dorsali penta- gonali-lanceolate, allungate, carenate, embricate, disposte in serie tra- sversali ed oblique, scaglie laterali liscie: scaglie ventrali quadrango- lari, liscie, disposte su quattro serie longitudinali. Coda cilindrica: scaglie della coda esagonali allungate, carenate, disposte ad anelli. Collare mancante. Maschi con un poro anale ed otto femorali: fem- mine senza pori nè anali, nè femorali. Perodactylus modestus. R. & L. — Facîes lacertiforme. Muso corto, ottuso: un largo frontonasale pentagonale: due prefrontali esagonali irregolari: un frontale esagonale, a margini laterali paralleli, largo quanto sono lunghi i suoi margini laterali, iungo quanto la distanza che intercede tra il frontale ed il margine posteriore della rostrale: due frontoparietali grandi come i prefrontali: un paio di grandi parie- tali separati da un interparietale di eguale lunghezza, più stretto, a margini laterali rettilinei, leggermente convergenti all'indietro. Uno scudetto occipitale appena più piccolo dei frontoparietali, ristretto in avanti, pentagonale, mancante nel ipo. Tre sopraoculari, di cui l’an- teriore è il più piccolo e i due posteriori sono subeguali. Un grande nasale, romboidale, più lungo che alto, sul cui margine inferiore, nel punto medio, si apre la narice: due scudetti loreali, il primo, presso a poco quadrangolare, in contatto col prefrontale, col 1° sopraoculare e col 1° sopraciliare; il secondo, più piccolo della metà del primo, più lungo che alto, in contatto in alto col 1° sopracigliare e posteriormente cogli scudetti che circondano l'occhio. L'occhio, a palpebre sviluppate, di cui l’inferiore è munita di un disco trasparente, è circondato in alto da tre scudetti sopracigliari ed in basso e lateralmente da sei piccoli scudetti. La regione temporale è coperta da piccole squame liscie, irre- golarmente poligonali. L'apertura dell'orecchio ovalare, verticale, più piccola dell’occhio, è orlata da scaglie triangolari sporgenti. Sei labiali superiori e cinque inferiori. Cinque scudetti postmentali disposti su tre serie longitudinali; la 1° serie è costituita da uno scudetto impari me- diano; la 2° da due scudetti trapezoidi in contatto sulla linea mediana per mezzo del loro lato più corto; la 3* da due scudetti più grandi, ‘pentagonali, in contatto sulla linea mediana. A questi fanno seguito: due squame corte, larghe come gli scudetti postmentali del 3° paio; Me i due serie trasversali di piccole e numerose squame che si continuano lateralmente con quelle del collo; quattro serie longitudinali di grandi squame golari disposte su due file; infine una serie trasversale di cinque grandi ed allungati scudetti pettorali. Le scaglie dorsali, affatto diffe- renti dalle caudali, sono disposte in serie trasversali ed oblique. Esse sono embricate, pentagonali lanceolate, fortemente carenate, ma mentre i lati più lunghi delle scaglie sono obliqui per rispetto all’asse longitu- dinale del corpo, le carene sono parallele a questo asse. Sulle scaglie dei fianchi simili per forma e grandezza a quelle del dorso, la carena è meno visibile e sulle due serie più esterne scompare. Sulla nuca e sul collo le scaglie sono più grandi, quadrangolari, a margine poste- riore arrotondato e non carenate. Si contano 31 serie trasversali di scaglie dallo scudetto occipitale alla base della coda. Le scaglie ventrali irregolarmente quadrangolari, un po’ più lunghe che larghe nella re- gione mediana, sono disposte su quattro serie longitudinali e le scaglie delle due serie mediane sono più grandi. Si contano 19 serie di piastre ventrali dalla serie degli scudetti pettorali alle piastre preanali. Nella parte più grossa del corpo sì contano 29 serie longitudinali di scaglie (ventrali e dorsali). Quattro scudetti preanali: due mediani, di cui l’an- teriore romboidale è grandissimo, il posteriore quadrangolare è circa tre volte più piccolo; due laterali romboidali, grandi come lo scudetto preanale anteriore. Estremità anteriori e posteriori ben sviluppate, le anteriori a pollice rudimentale. Le anteriori sono coperte da larghe scaglie liscie non carenate, salvo la regione anteriore del braccio, che è coperta da piccole squame pure liscie. Le posteriori sono coperte anteriormente ed inferiormente da grandi squame liscie, superiormente (coscia e gamba) da squame carenate, posteriormente (coscia) da squame granulari. Le estremità anteriori. e posteriori piegate lungo il corpo l'una verso l’altra appena vengono: a toccarsi nei maschi. Maschi con otto pori femorali ed un poro preanale, scavato in uno scudetto grande due volte quelli in cui sono scavati i pori femorali. Femmine senza pori nè anali, nè preanali. Nelle femmine gli scudetti corrispondenti a quelli che portano nei maschi i pori femorali sono in numero di sei e più grandi che nei maschi (come da informazione del dott. Lutken). Coda cilindrica, lunga circa due volte il corpo (capo e tronco insieme), terminante gradatamente in punta, coperta da squame esagonali allun- gate, embricate, carenate, formanti degli anelli completi e regolari. Colorazione. Bruno-olivastro iridescente superiormente, coi margini posteriori delle scaglie, il capo eccettuato, macchiati di nero, per cui il dorso presenta delle linee nere irregolari, trasversali, corrispondenti alle serie traverso-oblique delle scaglie. Lati del capo e del collo neri: labbra bianco-giallognole, con una serie di macchie nere. Coda supe- riormente bruno-grigiastra, con due serie longitudinali di ocelli bian- ci Je t castri poco appariscenti. Femmine (Liitken) con due linee longitudinali biancastre sui fianchi. Parti inferiori di un color giallognolo-carneo. Dimensioni. 6) Q (tipo R. & L.). Lunghezza totale (coda completa) mm. 152 Coda incompleta mm. 112 fimmg «mo all’orecolio:... . » UT... 0.60. » 9 Dalla punta: del muso alla spalla . » 18... .... ». (14 ie del usorallano ou... » 500.0. +... mi 0 47 Muminiozza estremità anteriori“... »u Oi. La... » 10 » » posteriori . . » Me » 16 Lunghezza della coda . . . .. » 102 15. Amphisbaena alba — L. Boulenger (4), vol. II, p. 4388. Un solo esemplare di Luque (Paraguay). 16. Amphisbaena vermicularis — Wagl. Boulenger (4), vol. II, p. 411 — Strauch (25), p. 73. Quattro esemplari del Rio Apa (alto Paraguay). Tre esemplari pre- sentano due pori anali visibilissimi, sul quarto invece essi sono appena visibili. I due pori occupano i due segmenti anali contigui, centrali. Essi presentano sul corpo da 223 a 235 annuli, divisi ciascuno in 31-32 segmenti e da 8 a 19 annuli sulla coda. 17. Amphisbaena Darwinii — D. & B. Boulenger (4), vol. II, p. 442 — Strauch (25), p. 78. La collezione comprende tre esemplari di Rio Apa (alto Paraguay), un esemplare di Asuncion (Paraguay), uno di Salta (Argentina), due di Tucuman (Argentina) e due del Chaco argentino (Resistencia). Tutti gli esemplari presentano 4 pori, soventi poco visibili: da 192 a 206 an- nuli sul corpo, divisi ciascuno in 30-39 segmenti e da 10 a 28 annuli sulla coda. Un ultimo esemplare proveniente pure da Tucuman ed identico per la folidosi del capo a tutti gli altri, presenta 208 annuli sul corpo, di- viso ciascuno in 56 segmenti (27 sopra e 29 sotto i solchi laterali), 18 annuli sulla coda e 5 pori preanali, riducibili in realtà a 4, poichè mentre a destra della linea mediana le due piastre che portano i pori «corrispondono alle due piastre anali sottostanti, a sinistra le tre piastre ‘che portano i pori sono più strette e corrispondono a due sole piastre anali. Il numero rilevante di 56 sesmenti che contansi sugli annuli «ella regione mediana del corpo, mentre tutte le altre A. Darwintît sota raccolte dal dott. Borelli sia a Tucuman che in altre località presen- tano solo da 30 a 39 segmenti, mi fece nascere il dubbio che questa forma dovesse venir distinta dalla A. Darwinti, come già ne era stata separata, essenzialmente pel numero rilevante dei segmenti ‘74-84) degli annuli, lA. camura di Cope. Ma la mancanza di un più ricco mate- riale di A. Darwinîi m'impedì di risolvere la questione. E difatti, stando ai dati della folidosi riferiti nel catalogo del Boulenger (che riassumono i dati degli autori che trattarono di questa specie) abbiamo per lA. Darwinti da 177 a 214 annali sul corpo da 28 a 40 e da 44 a 60 segmenti sugli annuli da 17 a 25 annuli sulla coda. L'esemplare di Tucuman paragonato a questi dati, rientra, malgrado i suoi 56 segmenti sugli annuli del corpo e per gli altri caratteri, nel quadro della folidosi della A. Darwinîî. Si tratta di decidere se le. A. Darwinti che presentano da 44 a 60 segmenti sugli annuli, possano o no costituire una specie intermedia tra la vera A. Darwinîi (segmenti da 28 a 40) e la A. camura (segmenti da 74 ad 84). Non potendo ri- solvere io stesso la questione, mi limito a richiamare l’attenzione degli studiosi sulla questione. 18. Amphisbaena camura — Cope. Boulenger (13), p. 344. Un solo esemplare di Asuncion (Paraguay). Esso presenta 201 annulî sul corpo, comprendente ciascuno nella parte più grossa del corpo 84 seg- menti (40 sopra e 44 sotto i solchi laterali) e 20 annuli sulla coda. 19. Lepidosternum latifrontale — Blgr. Boulenger (13), p. 345. Un solo esemplare di Asuncion (Paraguay). Si contano 262 annuli sul corpo, divisi ciascuno in 66 segmenti nella parte più grossa del corpo e 14 annuli sulla coda. 20. Lepidosternum Borellii, n. sp. Denti premascellari 3, mascellari 4, mandibolari 6. Muso subacuto,. leggermente rivolto all’insù, a margine arrotondato; capo fortemente convesso nella regione fronto-occipitale, senza solchi nè longitudinali, né trasversali. Scudetto rostrale moderato, a margine posteriore con- Ro. di pe di di Sur ch da cavo, interrotto da un incisura nel suo punto medio, in corrispondenza della sutura dei prefrontali. Un paio di prefrontali romboidali, irrego- lari, allungati, in contatto rispettivamente, per mezzo del loro angolo interno smussato, sulla linea mediana e separanti così il frontale dal rostrale: frontale esagonale piriforme, grande una volta e mezza all’in- circa il prefrontale, più lungo che largo, largo come è lunga la sutura dei parietali e degli occipitali: un paio di parietali pentagonali, irre- golari, di poco più piccoli del frontale: un paio di occipitali irregolar- mente quadrilateri, corti e larghi, assai grandi, disposti dietro la con- vessità del margine posteriore comune, convesso, dei parietali: occhio leggermente visibile nell’angolo superiore dello scudetto oculare, irre- golarmente triangolare, sormontato da un sopraoculare subpentagonale assai grande: tre scudetti temporali, disposti verticalmente l’uno sul- l'altro, di cuì i due inferiori molto piccoli: due labiali superiori, di cui il primo grandissimo, irregolare, in contatto col rostrale, col prefrontale e coll’oculare, il secondo più piccolo della metà del primo, in contatto coll’oculare e coi temporali inferiori. Scudetto mentale quadrilatero, ivregolare, pic- colo, seguìto sulla linea mediana da un grande scudetto postmentale quadrilatero allungato, a margine posteriore convesso, accompagnato la- teralmente da due piccoli scudetti, di cuì l’an- teriore è in contatto col postmentale, il poste- riore col secondo labiale, e tutti e due col primo labiale: due labiali inferiori, di cui il primo grandissimo (più lungo del primo labiale superiore) ed il secondo molto piccolo. Sul corpo si contano 274 annuli, contenente ciascuno, nella. parte più grossa del corpo, 54 segmenti (29 sopra e 25 sotto i solchi laterali) più lunghi che larghi; i segmenti ventrali, più larghi dei dor- sali, sono quasi quadrati sulla linea mediana del ventre. Sulla coda si contano 15 annuli. Gli scudetti sternali sono piccoli, quadrilateri, rom- sboidali, e formano delle serie oblique divergenti in avanti. Sei segmenti preanali, di cui i due mediani trapezoidi sono i più grandi. . I solchi laterali sono ben visibili fino alla distanza di circa tre cen- timetri dal capo: il solco dorsale invisibile, o quasi, sul terzo anteriore del dorso, si continua poi visibile fino sulla coda. Lunghezza totale 30 centimetri. Colorazione. Superiormente di un cinereo-brunastro, sotto di un bianco sudicio. Località. Un solo esemplare del Chaco argentino ({Resistencia). ele * E 21. Lepidosternum Camerani n. sp. Denti premascellari ], mascellari 2, mandibolari 5. Muso arroton- dato all'estremità, leggermente rivolto all’insù, a margine (rostrale) tagliente: capo fortemente convesso superiormente, senza solchi. Scu- detto rostrale (visto dal di sopra) moderato, un poco più piccolo del frontale in ampiezza, a margine posteriore (concavo in complesso) pre- sentante tre concavità eguali in lunghezza, di cui però la mediana è più marcata, più profonda, quasi foggiata a /\ ed in contatto col frontale, mentre le due la- terali sono in contatto coi prefrontali fusi coi sopraoculari. Scudetto frontale lungo un po’ meno di due volte la sua larghezza, subesago- nale, leggermente più stretto in avanti ed in contatto coi suoi due lati più lunghi, laterali, con un grande scudetto (uno per parte) allungato, subpentagonale, risultante dalla fusione del pre- frontale col sopraoculare. Questo scudetto è in contatto lateralmente ed in fuori col primo la- biale superiore e collo scudetto oculare e poste- riormente col primo temporale (superiore) e col parietale. Due grandi parietali quadrangolari, tanto lunghi quanto larghi, formanti col mar- gine posteriore angolare del frontale una sutura due volte più lunga della sutura formata dal margine anteriore del frontale col rostrale. Nessuna traccia di occipitali. Oculare romboidale, assai grande, col punto oculare leggermente visibile nell'angolo superiore dello scudetto. Tre parietali disposti l’uno sull'altro verticalmente, di cui il superiore, quadrato, è grande due volte l’oculare e l’inferiore è piccolissimo, trian- golare. Due labiali superiori, di cui il primo, irregolarmente esagonale, è grande quasi due volte il secondo. Scudetto mentale quadrangolare, con evidente tendenza a fondersi con un postmentale allungato, irre- solarmente esagonale, fiancheggiato da due altri scudetti quadrango - lari (uno per parte) in contatto ciascuno col primo e secondo labiale. Due labialî inferiori, di cui il primo, triangolare, è grande tre volte all'incirca il secondo, che è quadrato. Sul corpo si contano 273 annuli, contenenti ciascuno nella parte più grossa del corpo 62 segmenti, di cui 31 sopra e 31 sotto i solchi laterali. I segmenti, che sono quasi quadrati sulla linea mediana del ventre, vanno sui fianchi, sopra e sotto i solchi, facendosi più stretti, per ridiventare più larghi sul dorso, dove tuttavia sono un po’ più lunghi che larghi. Sulla coda si contano 15 annuli. Gli scudetti della regione sternale sono irregolarmente rom- boidali, mediocremente grandi, disposti in serie oblique divergenti in — 13 — avanti; quelli delle due serie mediane sono un po’ più grandi e leg- germente allungati. Sei segmenti preanali più lunghi che larghi, di cui i due mediani sono molto più grandi e sono sormontati da due scudetti quadrilateri, assai grandi, che appartengono all’annulo precedente, com- posto, eccezione fatta di questi due scudetti mediani, di segmenti (scu- detti) analoghi a quelli della regione ventrale sopradescritta. Il solco dorsale è quasi invisibile: i solchi laterali, assai distinti, cominciano ad essere visibili alla distanza di 6 centimetri circa dalla punta del muso. Lunghezza totale: 35 centimetri. Colorazione. Uniformemente di un grigio-giallognolo molto pallido. Località. Un solo esemplare di Luque (Paraguay). Questa specie assai affine al L. onychocephalum Bttgr., se ne di- stingue tuttavia nettamente per l’assenza degli scudetti occipitali e per lo scudetto frontale più stretto in avanti che indietro. 22. Mabuia aurata — Gravh. Boulenger (4), vol. III, p. 189. Un solo esemplare di Rio Apa (alto Paraguay). 23. Mabuia frenata — Cope. Boulenger (4), vol. III, p. 194. Parecchi esemplari di Luque (Paraguay), della colonia Nuova Ger- mania (provincia di S. Pedro, Paraguay), di Rio Apa (alto Paraguay) e del Chaco argentino (Resistencia). OPHIDIA. 1. Glauconia albifrons — Wagl. Boulenger (6), vol. I, p. 63. Un esemplare della colonia Risso (Rio Apa, Paraguay), ed un secondo di Tucuman (Argentina). 2. Eumectes murinus — L. Boulenger (6), vol. I, p. 115. Un esemplare grande della lunghezza ui metri 2,65 di Rio Apa (alto Paraguay) e numerosi esemplari, completamente formati, partoriti negli spasimi dell’agonia da una grande femmina uccisa sulle rive di una laguna del Chaco argentino (Resistencia). SE E. 3. Helicops leopardinus — Schleg. Boulenger (6), vol. I, p. 278 — Jan (19), livr. 28, pl. III, fic.2, prlV. fig. 23 5° “, . Tre esemplari, uno del Chaco argentino (Resistencia), due di Cor- rientes (Argentina) ed uno di Asuncion (Paraguay). Serie 19.7. 115-191. La Sc. 65-12. 4. Drymobius bifossatus — Raddi. Boulenger (6), vol. Il, p. 10. Un solo esemplare di Luque (Paraguay) è. Serie 15. V. i SC 00. 5. Herpetodryas carinatus — L. Boulenger (6), vol. Il, p. 73. Un solo esemplare di Rio Apa (alto Paraguay) 9. 1 Serie 12.V.150.A 7. SO.123. 6. Leptophis liocercus — Wied. Boulenger (6), vol. II, p. 113. Un esemplare di Luque (Paraguay) è. Luna 15.V:156,A-+, 80.127. 7. Liophîs poecilogyrus — Wied. Boulenger 6), vol. II, p. 131. ‘ Numerosi esemplari dell’Argentina (Chaco-Resistencia, Tucuman) e del Paraguay (Villa Rica, Luque e Rio Apa). La loro folidosi può rias- sumersì nella seguente formola: Serio 19. V.149-156.A-7 . SC. 39-46, Gli esemplari del Rio Apa presentano una colorazione notevole. Tutte le scaglie del capo e del dorso sono di un color grigio-olivastro scuro, marginate di nero. Il ventre è bianco-giallognolo immacolato e questa tinta si estende in alto sui fianchi sopra le tre serie esterne di scaglie e sulle labiali inferiori. Un esemplare presenta sui fianchi (sopra le tre serie esterne di scaglie) una tinta giallo-aranciata spiccatissima. PE, F,, GARE 8. Liophis almadensis — Wagl. Boulenger (6), vol. II, p. 134. Parecchi esemplari dell’Argentina (Corrientes) e del Paraguay (Asuncion e Rio Apa). 1 Serie 19. V. 157-161. A Ni: SC. 58-62. 9. Cyelagras gigas — D. & B. Boulenger (6), vol. Il, p. 144. Un solo esemplare di statura mediocre, di Corrientes (Argentina). Serie 19, V., 150.Al.:S0.7394+%. 10. Xenodon Merremii — Wagl. Boulenger (6), vol. II, p. 150. Due esemplari di Luque (Paraguay) adulti, di cui il più grande di colore uniforme non presenta più traccie, nè sul capo né sulla coda, dei disegni caratteristici della specie: un terzo esemplare giovane di Asuncion (Paraguay). Ii Serie 19, V. 134-145. A To SC .34-42. ll. Lystrophis d’Orbignyi — D. & B. Bgaulenger (6), vol. II, p. 151. Un esemplare di Resistencia (Chaco argentino). Serie 21.V.136.A].80.34. 12. Aporophis dilepis — Cope. Aporophis lineatus. L. Boulenger (6), vol. II, p. 158 partim. — Cope (15), p. 81. Di questa rara. specie la collezione contiene quattro esemplari provenienti dal Rio Apa (alto Paraguay). A tutta prima io avevo «determinato questa specie per A. /inealus L.: ma la forma del capo più tozza, a muso. fortemente ottuso, la relativa brevità della coda, monchè l’aspetto delle fascie laterali brune che mantengono sul corpo €@ sul capo la stessa larghezza, mentre nell’A. Zineatus esse sono sul «corpo molto più strette che non sul capo, m’indussero ad esaminare più attentamente le diagnosi date per questa specie dai differenti au- tori. Ora la diagnosi del Lygophis dilepis descritto dal Cope nel 1862, per quanto breve, pare coincidere assai bene coi miei esemplari, sopra- tutto per quanto riguarda la colorazione e la brevità della coda, per quanto il Cope non indichi il numero dei gastrostegi e degli urostegi, nè l’esatto rapporto tra la coda e la lunghezza totale del corpo. Non sarà perciò inutile ridare qui una più accurata descrizione della specie. Capo assai tozzo, a muso ottuso, arrotondato, più distinto dal collo che non nell’A. lîneatus. Rostrale più larga che alta, ben visibile guar- dando il capo dal di sopra: internasali di poco più piccoli dei prefron- tali, tanto gli uni quanto gli altri relativamente più grandi che in A. lineatus: frontale lungo come la distanza che intercede tra il suo margine anteriore e la punta del muso, lungo come i parietali o di poco più corto; la sua massima larghezza (margine anteriore) è conte- nutà da una volta e due terzi a due volte nella sua lunghezza: parie- tali comparativamente più larghi che in A. /îneatus: primo nasale un po’ più grande del secondo; loreale generalmente tanto alto quanto lungo: un solo preoculare (due secondo Cope): due postoculari: tem- porali 1+- 2: otto labiali superiori, di cui il quarto ed il quinto en- trano nell'orbita, comparativamente più alti (sopratutto il 6°, 79, 8°) che nell’A. Zineatus: dieci labiali inferiori, di cui cinque in contatto col primo paio di scudetti mentali, tutti considerevolmente più ‘alti (larghi) che nell’A. lineatus. Serie 19.V .165-178.A-1 . SC. 79-93. LS La coda, assai più breve che nell’A. /2neatus, è contenuta da 4 volte ed un sesto a 4 volte e quattro quinti nella lunghezza totale, Colorazione. Una. fascia longitudinale nero-bruna sul capo e sul collo, che diventa rosso-bruna sul dorso, dove occupa tre serie di scaglie, orlata di nero intenso, corre dalla punta del muso all’apice della coda. Un'altra fascia nero-bruna parte dalla narice, attraversa l’occhio e corre sui fianchi fino all’estremità della coda. Questa fascia occupa circa due serie di scaglie, generalmente la quarta e la quinta. Lo spazio compreso tra le tre fascie nero-brune sul dorso è di un color grigio- chiaro leggermente brunastro. I fianchi sotto le fascie nere, le labbra, la metà inferiore della rostrale ‘e le parti inferiori, sono di una tinta giallognola-chiara. 13. Aporophis linceatus — L. Boulenger (6), vol. II, p. 158 (non Lygophiîs dilepis, Cope) — Schlegel (26), vol. Il, p. 191 — Jan (19), livr. 24, pl. VI, fig. 4. Parecchi esemplari del Chaco argentino (Resistencia), di Luque, di Villa Rica (Paraguay). Tutti i nostri esemplari hanno una colorazione differente da quella figurata dal Jan: essi si avvieinano invece alla colorazione degli esemplari del Brasile descritti dallo Schlegel. Quasi tutti presentano più o meno netta una grande fascia longitudinale nero- bruna, marginata di giallo, o bruno-chiara orlata da una sottile linea nera, fiancheggiata alla sua volta da una sottile linea gialla. Sui fianchi si osservano ora una, ora due striscie bruno-nere, più o meno inter- rotte e formate in questo caso da tante macchie isolate nerastre, che cominciano dietro l’occhio e verso la coda soventi si riuniscono per formare una sola striscia nera che accompagna fino all’estremità della coda sui suoi lati, la linea bruno-nera mediana. Serie 19. V.163-174.A TSO ‘78-90. La coda ha presso a poco le stesse proporzioni che nell’A. lavîfre- natus, Cope. Essa è contenuta da 3 volte e mezza a 3 volte e tre quarti nella lunghezza totale del corpo. Il capo presenta pure le stesse pro- porzioni relative del capo dell’ A. /lavifrenatus. 14. Aporophis fiavifrenatus — Cope. Boulenger (6), vol. II, p. 158. Un solo esemplare di Villa Rica. Serie 17. V.167.A-PAS0:91. La coda è contenuta 3 volte e mezza nella lunghezza totale. 15. Rhadinaea fusca — Cope. Boulenger (6), vol. II, p. 169. Due esemplari di Luque (Paraguay). Tv 185-187. A 7 - SC. 58-60, 16. Rhadinaea jaegeri — Gthr. Boulenger (6), vol. II, p. 169. Due esemplari di Pirapò (Paraguay centrale) Serie 17. V. 156-161. AJ SO . 63-66. 17. Oxyrhopus immaculatus — D. & B. Dumeril & Bibron (18), vol. VII, p. 1029. NOR ie Un solo esemplare maschio del Chaco argentino (Resistencia). Serie 19. V. 172.A4 . SC. 66. La coda è contenuta circa 4 volte e mezza nella lunghezza totale. 18. Phîilodryas Schottii — Schleg. Boulenger (9), p. 434. Un solo esemplare femmina di Luque (Paraguay). Serie 19. V190. E SC . 105, 19. Phyledryas Olfersii — Licht. Boulenger (9), p. 435. Due esemplari, uno giovane ed uno adulto di Luque (Paraguay). Serie 19. V. 186-196. Ea ‘SC.108-107. 20. Thamnodynastes Nattereri — Mik. Boulenger (9), p. ‘436. Un esemplare grande del Chaco argentino (Resistencia) ed uno gio- vane di Rio Apa (alto Paraguay). Serid'10 Vv 195462 AT ‘SC. 58-63. 21. Thamnodynastes strigatus — Gthr. Boulenger (9), p. 437. Un solo esemplare di Tucuman (Argentina). Serie 17. V-.1149. Wa; SC. 38. 32. Homalocranium melanocephalum — L. Dumeril & Bibron (18), vol. VII, p. 859. Un solo esemplare di Luyue (Paraguay). Serie 15 JA 150. ma SC. 46, sir) La 23. Elaps lemniscatusg — L. Boulenger .(9), p. 438. Numerosi esemplari di Luque (Paraguay) di tutte le età; l'esemplare più grande misura metri 1,14 di lunghezza. Serie 15, v.226-231.,A-T, 80, 20-23. Alcuni esemplari per qualche tratto della coda, invece della consueta doppia serie di urostegi, presentano una sola serie di larghi urostegi. 24. Elaps pyrrhocryptus — Cope. Cope (17), p. 347. Due esemplari, uno piccolo del Chaco argentino (Resistencia) e l’altro grande di Rio Apa (alto Paraguay). Questa specie è, con ogni proba- bilità, riferibile all’EZaps pyrrRocryptus descritto dal Cope, ma la sua diagnosi è così incompleta che è necessario ridarne una più accurata. Capo piuttosto depresso, largo, a lati quasi paralleli, a muso /arga- mente arrotondato, assai distinto dal collo. Rostrale quasi triangolare, più largo che alto, la sua larghezza superando di un terzo l’altezza. Internasali irregolarmente quadrangolari, circa della metà più piccoli dei prefrontali, un po' più larghi che lunghi: frontale pentagonale (o meglio subesagonale il lato anteriore presentando in avanti un angolo molto ottuso) a margini laterali leggermente convergenti all’indietro, un poco più corto -della distanza che intercede tra il suo margine an- teriore e la punta del muso, più corto dei parietali; ‘la sua massima larghezza (margine anteriore) eguaglia i due terzi della sua lunghezza: parietali piuttosto larghi, eguali ‘in lunghezza «alla larghezza massima dei due prefrontali presi insieme. Nasale janteriore più grande del po- steriore, il nasale anteriore s’intromette tra. il rostrale e il primo labiale in modo da separarli quasi completamente: un preoculare pentagonale, tanto lungo quanto ;alto, quasi più grande dell'occhio: due postoculari, di cui il superiore, più grande, è allungato: temporali 1+-1; il primo temporale è in contatto coi due postoculari ed il secondo è seguìto da un terzo scudetto temporale un poco più grande delle scaglie della nuca, disposto lungo il parietale. Sette labiali superiori di cui il primo, triango- lare, piccolissimo, è appena in contatto coll’angolo esterno del rostrale, da cui è quasi totalmente separato dal primo nasale; il terzo ed il quarto labiale entrano nell’orbita, ed il quinto, sesto (sopratutto) e settimo sono i più grandi e molto alti. Sette labiali inferiori, di cui il quarto «è grandissimo ,ed .i primi quattro sono in contatto col primo paio di .Scudetti postmentali. Due paia di scudetti postmentali subeguali. Serie 15. V. 225-227. A i ‘SC 25-30. d'ee Colorazione. Tutti gli scudetti del capo, labiali e temporali compresi, sono nerì coi margini o per dir meglio colle suture (tra scudetto e scu- detto) gialle, ad eccezione delle suture tra i sopraoculari ed i margini laterali del frontale e la sutura dei parietali, che sono nere. Dietro i parietali (interamente neri) osservasi una zona rosso-corallo che occupa: in lunghezza lo spazio di sette scaglie. Tutte le scaglie di questa regione presentano sull’apice una macchia nera. Dopo questa zona rosso-corallo osservasi un gruppo di tre anelli neri (completi) così disposti: un prîmo: anello nero della lunghezza di quattro scaglie; un anello bianco-latteo della lunghezza di tre scaglie; un secondo grande anello nero, della lunghezza di nove-dodici scaglie, lungo all’incirca due volte il primo anello nero: un anello bianco-latteo simile al precedente, seguito da un ferzo anello nero identico al prîmo. Si contano da nove a dieci (seî secondo Cope) triadi di questi anelli neri sul corpo proporzionata. mente meno estesi man mano che ci avviciniamo alla coda e sulla coda. Ciascuna triade è separata da un grande anello rosso-corallo eguale in lunghezza (od un poco più lungo) al grande anello nero mediano e cia- scuna scaglia di esso presenta l'apice nero. Le prime quattro labiali inferiori e le due paia di scudetti postmentali presentano ciascuno una macchia nera. La gola e la superficie inferiore del collo fino al primo anello nero sono giallognoli: sulla rimanente superficie inferiore del corpo si nota che gli anelli neri sono completi, che gli spazi corrispon- denti agli anelli bianchi sono bianco-giallognoli e quelli corrispondenti ai grandi anelli rossi sono giallo-rossicci. 25. Erythrolampus venustissimus — Boié. .Dumeril & Bibron (18), vol. VII, p. 851. Parecchi esemplari di Luque e di Asuncion (Paraguay). 1 Serie 15. V.195-201.A T: SC. 34-4]. 26. Elapomorphus erythronotus — Ptrs. Peters (23), p. 222. Un solo esemplare di Asuncion (Paraguay). Serie 15.V.238.A1.5SC.21. L’esemplare in tutto simile per la folidosi al'tipo descritto” _dal Peters, ne differisce alquanto per la colorazione. Il capo, la nuca, i lati del collo e la gola sono neri; giallognoli gli scudetti sottomentali e parte del terzo, quarto e cuinto labiale inferiore e parte del terzo, quarto e quinto labiale superiore. Il dorso è rosso-mattone e le tre serie laterali | RT Ha, ‘esterne di scaglie sono più pallide ed immacolate, mentre nel f7po sono mere. La coda nel suo terzo posteriore è nera sopra e sotto, ma l’apice inferiormente è giallognolo. I gastrostegi e gli urostegi sono giallognoli, immacolati, mentre nel 700, ad eccezione del collo, presentano delle macchie nere. 27. Elapomorphus tricolor — D. & B. Dumeril & Bibron (18), vol. VII, p. 837 — Bòttger (2), p. 91 — Jan (19), Mivr. 14, pl. II, fig. 2 Un solo esemplare di Asuncion (Paraguay) che ricorda assai bene la colorazione del tipo e l'esemplare figurato da Jan. Il collare che segue la grande macchia nera che si osserva sul capo è di un color bianco- latteo, occupa circa la lunghezza di sei scaglie e copre gli apici dei parietali. Le labbra superiori, il rostrale ed i due prefrontali riuniti “sono giallognoli come la gola e la regione ventrale. 1 Serie 15.V.202.A- I . SC. 30. 28. Leptognathus Mikami — Schleg. Boulenger (9), pag. 436 — Jan (18), livr. 37, pl. VI, fig. 3. Due esemplari, uno del Chaco argentino (Resistencia) ed uno di Rio Apa (alto Paraguay). Serie 15. V.149-150.A.1.SC, 50-51. 29. Leptognathus ventrimaculatus — Blgr. Boulenger (8), p. 87. Un solo esemplare, femmina, di Luque (Paraguay), corrispondente assai bene alla descrizione del tipo, salvo nel numero dei gastrostegi «ed urostegi che nel tipo è meno elevato. Berio 150'V 167. A ist 52. 30. Seytale coronata — D. & B. Dumeril & Bibron (18), p. 999 — Jan (19), Livr. 34, pl. V, fig.3 e pl. VI, fig. 2. Un solo esemplare di Rio Apa (alto Paraguay). Serie 19. V.211.A1.SC.84 in serie unica L’esemplare presenta due fossette apicali sull’apice di ciascuna scaglia ve ricorda per la folidosi e per il profilo del muso assai sporgente la «fig. 2 della tavola VI del Jan sopracitato. Quanto alla colorazione esso = dé 4 sì avvicina alla varietà nera della Scylale Neuwtedti D. & B. Il nostro esemplare è nero-brunastro sulla parte superiore del corpo, con dellè macchie o fascie irregolari bianche sui fianchi che si uniscono col co- fore bianco-sporco immacolato del ventre. Sulla coda queste macchie chiare costituiscono cinque anelli irregolarmente disposti. Ai lati del capo, nella regione temporale, vi sono due macchie chiare, a margini diffusi colla tinta bruna del capo, che, nell’animale vivo, a quanto mi riferisce il dott. Borelli, erano, a differenza delle macchie del corpo, di; un verde foglia pallido. 31. Bothrops diporus — Cope. Cope (17), p. 347 — Bòttger (1), p. 27. Parecchi esemplari di Chilcas (provincia di Salta, Argentina), del Chaco argentino (Resistencia) e di Luque (Paraguay). Serie 23-26. V.176-180.A.1.SC. 43-53. 32. Bothrops alternatus — D. & B. Dumeril & Bibron (18), p. 1152 — Boulenger (9), p. 438. Un solo esemplare di Villa Rica (Paraguay centrale). Sefle. sl; Wed 1, SO, 5L 33. Crotalus horridus — L. Boulenger (9), p. 439 — Jan (19), livr. 46, pl. II, fig. 1. Un esemplare di media grandezza del Chaco argentino (Resistencia) ed un esemplare grande, di cui il dott. Borelli portò Soltalito la pelle, di Rio Apa (alto Paraguay). Esemplare del Chaco. Serie 29.V.1'73.A.1,SC.31 in serie unica. La sonagliera è composta di quattro segmenti. BATRACHIA ECAUDATA 1. Atelopus Stelzmeri — Weyenbergh. Boulenger (14), p. 374 e (3), p. 150 — Dumeril & Bibron (18), p. 723. Numérosi esemplari del Chaco argentino (Resistencia) di Luque (Pa- raguay) e di Villa Rica (Paraguay). Gli esemplari di Luque corrispon- dono in tutto alla descrizione del Dumeril e Bibron: Quelli del Chaco. ie sd Rssii . par e di Villa Rica presentano invece sul ventre numerose macchie, più 0 meno grandi ed irregolari, gialle che diventano d’un color rosso-cinabro sulle estremità. Gli esemplari di Villa Rica presentano alla faccia infe- riore delle coscie una larga macchia triangolare rosso-cinabro, che va da una coscia all'altra. Sul dorso poi si osservano numerose macchie rotonde od allungate, più grandi negli esemplari del Chaco, più piccole negli esemplari di Villa Rica, di un color giallo-zolfo. Questa colora- zione accuratamente notata sugli animali vivi dal dott. Borelli, scom- pare naturalmente nell’alcool e sì muta in una tinta giallo-paglierina. Gli esemplari del Chaco argentino sono notevoli per mole: i più grandi esemplari misurano dai 29 ai 30 millimetri dall’apice del muso all’ano. 2. Hypopachus Milleri — Bòttg. Engystoma Mulleri, Bòttg. (1), p. 29. Due esemplari del Rio Apa (alto Paraguay). Il Bòttger che descrisse nel 1885 questa specie è caduto in errore riferendola al genere Engy- stoma. Senza dubbio, nell’esaminare l’apparato sternale, i precoracoidi, che sono sottilissimi e profondamente nascosti nei fasci muscolari pet- torali, vennero rotti ed asportati. Una diligente preparazione dimostra facilmente la presenza dei precoracoidi. Occorre però, per far rientrare questa forma nel genere Hypopachus modificare leggermente la diagnosi generica; l’Hyp. Mvleri presenta le diapofisi della vertebra sacrale for- temente dilatate, mentre esse sono date per moderatamente dilatate nella diagnosi generica del Boulenger, e, per errore, nella diagnosi stessa è indicato come carattere la presenza di un rilievo dermico at- traverso il palato che riunisce le coane, il quale rilievo non si trova nella posizione indicata nè nell’Hyp. Mwzleri, nè in altre specie del genere, che, grazie alla cortesia del Boulenger, potei esaminare al Museo Britannico, ma contro e prima del grosso rilievo dermico che attra- versa la parete superiore della faringe, all'origine dell'esofago stesso. Gli esemplari raccolti dal dott. Borelli, simili per colorazione a quelli descritti dal Bottger ed a quelli raccolti dal dott. Bohls, presentano la pelle fortemente rugosa nella regione superiore del corpo: mentre gli esemplari che ebbi ultimamente in dono dal dott. Bohls presentano la pelle assolutamente liscia: ciò può essere in parte dovuto all’azione di un alcool troppo forte ed in parte all'essere gli esemplari del dottore Borelli in livrea di terra. 3. Engystoma ovale — Schn. Boulenger (3), p. 163. Parecchi esemplari del Chaco argentino (Resistencia) e di Villa Rica {Paraguay}. — 24 — 4. Pseudis limellum — Cope. Boulenger (3), p. 187. Numerosi esemplari del Chaco argentino (Resistencia) e del Rio Apa (alto Paraguay). 5. Mylodes discoidalis n. sp. Lingua ovalare, intera. Denti vomerini in due piccoli gruppi subeir- colari od ovalari, disposti obliquamente e convergenti all'indietro, a cavallo di una linea ideale che riunisce i marginì posteriori delle coane. Muso subacuto, a canthus rostratis distinto, a spigolo smussato: narice vicinissima alla punta del muso, separata dall’angolo anteriore del- l'occhio da una distanza eguale al diametro orizzontale dell’orbita ; spazio interorbitale eguale al diametro orizzontale dell'occhio, superante di un terzo la larghezza della palpebra superiore: timpano distinto, eguale in diametro alla metà del diametro trasversale dell’orbita. Dita delle estremità anteriori assai lunghe: il 1° dito è eguale al 2°, ed en- trambi non dilatati ma arrotondati all’estremità: il 3° dito supera il 4° in lunghezza di circa un millimetro ed entrambi sono dilatati e troncati all'estremità (spatulati): tubercoli sotto articolari, subconici, molto spor- genti. Dita delle estremità posteriori assai lunghe, senza membrana in- terdigitale, i due primi non dilatati ma arrotondati all’ estremità: i tre seguenti dilatati (meno però delle dita delle estremità anteriori) e troncati all'estremità: tubercoli sotto articolari conici, ben sviluppati: due tubercoli metatarsei sporgenti, di cui l'interno è ovalare e due volte più grande dell’esterno, che è conico, a punta arrotondata. Le dita, tanto delle estremità anteriori quanto delle estremità posteriori, specialmente verso la parte distale, sono orlate da una piccola piega cutanea. Tirando in avanti lungo il corpo le estremità posteriori, l’ar- ticolazione tibio-tarsale negli adulti raggiunge o supera di poco l’angolo anteriore dell'occhio: nei giovani raggiunge od oltrepassa di poco la metà della distanza che separa l'occhio dalla narice. La pelle sul dorso ha un aspetto leggermente rugoso, glandulare e presenta: una linea vertebrale glandulare appena rilevata che va dalla punta del muso fino sul sacro: qualche leggera granulazione glandulare sulle palpebre e nella regione temporale: una piega glandulare cutanea che parte dal- l'angolo posteriore dell’occhio e circonda il timpano in alto e indietro e si perde sulle spalle: una piega glandulare cutanea, più o meno vi- sibile secondo gli esemplari, che corre lungo i lati del dorso e si perde a livello della vertebra sacrale. Sulla gola, sul ventre e sulla faccia inferiore delle coscie la pelle è assolutamente liscia e diventa finamente rugoso-granulare sulla faccia posteriore delle coscie. Sul ventre si nota, a poco marcata, una piega cutanea discoidale come nelle specie del genere Leptodacty!lus. Colorazione. L'animale è superiormente di un color grigio plumbeo- chiaro, più chiaro sul muso, al davanti di una fascia nera trasversale che va da una palpebra all'altra. Una linea nera parte dalla punta del muso, attraversa la narice, segue il chantus rostraliîs, attraversa l’oc- chio, e circondando il timpano si perde sulla spalla. Negli adulti il dorso, più scuro del capo, è irregolarmenle cosparso di macchiette nero- Igrigiastre irregolari: nei giovani si osserva tra le scapole una macchia ovalare irregolare grigio-biancastra e sulla regione sacrale una macchia mera assai grande ma poco visibile. Le labbra sono macchiate di nero. Le estremità posteriori sono attraversate da fascie nere poco spiccate, in numero di 4-5 sulle coscie, e di 3-4 sulle gambe. La gola è color rosso-bruno, macchiata finamente di bianco ed il rimanente delle parti inferiori è di un color giallo-verdognolo-chiaro. Mancano i sacchi golari. Dimensioni. Lunghezza dall’apice del muso all’ano . Ò ‘mm. 37 Larghezza del capo . ‘ 3 4 ; : GIODpI 4 Estremità anteriori . . 3 i ì s OTO» 125 » posteriori . : 9 i i 7 ratò® rod Parecchi esemplari di Tucuman (Argentina). | 6. Cerathoprys americana — D. & B. Boulenger (3), p. 226. ‘Quattro esemplari giovani di Rio Apa (alto Paraguay). 7. Paludicola fuscomaculata — Stdchr. Boulenger (3), p. 233. Due esemplari di Luque (Paraguay) ed uno del Chaco argentino {Resistencia). 8. Paludicola signifera — Gir. Boulenger (12), p. 454. Parecchi esemplari di Villa Rica, Asuncion, Rio Apa (Paraguay) e del Chaco argentino (Resistencia) ricordanti ora la P. Xròyerî R. & L. ora la P. diligonigera, Cope. 9. Paludicola gracilis — Blgr. Boulenger (7), p. 17. Un solo esemplare di Villa Rica (Paraguay). n RE 10. Paludicola falcipes — Hensel. Boulenger (3), p. 236. Un solo esemplare del Chaco argentino (Resistencia). 11. Paludicola Borellii n. sp. Lingua subcircolare, leggermente incisa dietro ed avanti. Denti vo- merini in due gruppi obliqui (convergenti in avanti), tra le coane. Muso, dal di sopra, subrotondo; di profilo, spesso, obliquamente troncato dal- l’avanti all’indietro, di poco più lungo del diametro orizzontale dell’or- bita. Narice più vicina alla punta del muso che all’occhio: canthus rostralis arrotondato: spazio interorbitale appena più stretto del dia- metro trasversale della palpebra superiore. Timpano ovale, col grande diametro verticale: il suo diametro orizzontale eguaglia o supera di poco la metà del diametro orizzontale dell'occhio. Dita delle estremità anteriori assai lunghe, arrotondate negli esemplari ben conservati, de-. presse in quelli molto contratti per azione di un alcool troppo forte: il pollice è un po’ più lungo del secondo dito e nei maschi porta alla base, sulla faccia superiore ed interna, una spazzola copulatrice ovale, glandolare, nerastra. Sulla faccia palmare si trovano due grossi tuber- coli metacarpei, ovalari, piatti, di eui l’esterno è più grande. Dita delle- estremità posteriori assai lunghe, rotonde, non orlate da pieghe cutanee, senza traccia di palmatura, almeno negli esemplari ben conservati, non essicati dall’alcool troppo forte. Tubercoli sottoarticolari conici, bene sviluppati, seguiti da una serie di piccoli tubercoli sulla pianta del piede, disposti lungo i metatarsi. Due tubercoli metatarsei robusti, di mediocre grandezza, ovali, a margini esterni sporgenti, adatti a scavare. Nessuna piega tarsale cutanea. Tirando in avanti lungo il corpo le estre- mità posteriori, l'articolazione tibio-tarsale, tanto nei maschi che nelle femmine, arriva tra il timpano e l’occhio. Pelle delle parti superiori liscia in complesso. Si osservano: una robusta piega cutanea glandolare: che circonda in alto il timpano e si prolunga fino alle spalle: delle ru- gosità glandolari sopra le palpebre : due pieghe cutaneo-glandolari, poco- marcate, che disegnano sul dorso una X, di cui le sbarre non sarebbero. in contatto al centro: una glandola lombare larga, ovale, lunga due volte all'incirca il diametro orizzontale dell’occhio. Sul ventre si osserva, come nelle specie del genere Leptodactylus una specie di piega cutanea. discotdale. Colorazione. Parti superiori grigio-cineree o brunastre; inferiori bian- chiccie o grigio-brunastre. Una striscia nera parte dal labbro superiore,. raggiunge la narice e finisce all’angolo anteriore dell’occhio. Un'altra. striscia o fascia nera irregolare copre il timpano e termina spezzata in una o più macchie sulla spalla. Sul labbro superiore si vedono general- mente tre larghe macchie verticali nere, di cui la mediana sotto l'occhio. Si osserva una macchia foggiata a V (aperto in avanti) tra gli occhi e due linée sinuose, ùna per parte, nere, interrotte, che partono dagli occhi e convergono sul dorso verso la linea mediana, dove però non sî raggiungono, per poi di nuovo divergere e scomparire nella regione lom- bare. La glandola ovalare inguinale è generalmente coperta da due macchie nere irregolari. In molti esemplari si nota una linea chiara mediana dorsale, più visibile e netta generalmente sulla regione sacrale. Le faccie superiori delle coscie e delle tibie presentano rispettivamente, con sufficiente regolarità e costanza, tre sbarre nere, che si corrispon- dono quando la tibia è piegata sulla coscia. Sul piede e sull’avambraccio si osservano pure delle sbarre nere più o meno visibili. Maschi con un sacco vocale subgolare. La pelle della gola, coperta da pieghe longitudinali, è nei maschi colorita in bruno-grigiastro scuro. Dimensioni. ò Lunghezza dall’apice del muso all’ano . . . mm. 45 Larghezza del capo . . . cir ite ade Lunghezza delle estremità anteridht li a PARRTIRAZIE, 28 » » » posteriori. . . . >» 62 Parecchi esemplari di Tucuman (Argentina). 12. Leptodactylus gracilis — D. & B. Boulenger (oh D. 24. F. Un esemplare di Tucuman (Argentina) e due del Rio Apa (alto Pa- raguay). 13. Leptodactylus poccilochilus — Cope. Cope (16), p. 156. — Boulenger ’3), p. 243. Un solo esemplare di Rio Apa (alto Paraguay). L’esemplare è assai giovane e se non avessi avuto l'opportunità di confrontarlo cogli esem- plari tutti adulti del Museo brittanico, mi sarei forse indotto a deseri- verlo come una specie nuova. Esso differisce dalla diagnosi dei signori ;oulenger e Cope nei punti seguenti: diametro orizzontale del timpano eguale 0 di pochissimo più corto del diametro orrizzontale dell'occhio: dità dei piedi presentanti un rudimento di palmatura: pianta dei piedi non liscia (Cope) ma presertante una serie di tubercoletti conici smus- sati disposti su ciascuno dei quattro metatarsi: tirando in avanti lungo il corpo le estremità posteriori, l'articolazione tibio-tarsale raggiunge l'angolo anteriore dell'occhio. SER TEOR 14, Leptodactylus ocellatus — L. Boulenger (3), p. 247. Numerosi esemplari di Tucuman, del Chaco argentino (Resistencia) e di Asuncion (Paraguay). 15. Leptodactylus caliginosus — Gir. Boulenger (3), p. 247. Parecchi esemplari del Chaco argentino (Resistencia), di Villa Rica e del Rio Apa (alto Paraguay). 16. Leptodactylus diptix — Bòttgr. Bòttger (1), p. 32. Due soli esemplari di Villa Rica (Paraguay). 17. Leptodactylus prognathus — Blgr. Boulenger (10), p. 187. Numerosi esemplari di Salta (Argentina), del Chaco argentino (Resi- stencia), di Tucuman (Argentina) e del Rio Apa (alto Paraguay). I nostri esemplari coincidono assai bene colla diagnosi data dal Boulenger, (fon- data sopra un solo esemplare maschio) salvo nella descrizione del muso. Visto dal di sopra il muso tanto nel maschio quanto nella femmina è ad un dipresso eguale, subacuminato, più lungo però e più acuminato nel maschio. Visto invece di profilo il muso si presenta assai diversa- mente nei due sessi. Nei maschi esso è assai più sporgente (il che col- pisce subito guardando il muso dal disotto) ed è terminato da un mar- gine sporgente assottigliato e depresso. La distanza dell’angolo anteriore dell'occhio all'apice del muso è un po’ più grande nei maschi che nelle femmine. 18. Leptodactylus bufonius — Blgr. Boulenger (13), p. 348. Numerosi esemplari di Salta (Argentina) e di Rio Apa (alto Paraguay). In questa specie, più che nella precedente, sono accentuate le differenze sessuali nella forma del capo. Nei maschi il capo ha i margini laterali meno convessi che nella femmina, per modo che esso appare più sottile €@ più stretto, quantunque in realtà esso non presenti differenze apprez- zabili nella lunghezza e nella larghezza. Visto di profilo il labbro su- periore nel maschio è fortemente prominente; a margine quasi tagliente in modo da ricordare l’aspetto della piastra rostrale di alcune specie di Lepidosternum (Amphisbaenidae) ed il margine tagliente si prolunga ble E° So ge lateralmente fin sotto l'occhio. Nella femmina (guardando il capo di profilo) il labbro superiore è molto meno sporgente, appena assotigliato alla sua estremîtà e lateralmente è affatto liscio e piano. Al davanti degli occhi, nei maschi il capo è molto meno convesso che non nelle fem- mine. I maschi sono muniti di due sacchi vocali interni o sottogolari. La pelle della gola corrispondente ai sacchi è di color nero intenso. 19. Bufo arenarum — Hensel. Boulenger (3), p. 314. Numerosi esemplari di Tucuman e di Salta (Argentina). 20. Bufo marinus — L. Boulenger (3), p. 315. Parecchi esemplari del Chaco argentino e del Paraguay centrale. 21. Bufo granulosus — Spix. Boulenger (3), p. 324, Parecchi esemplari del Chaco argentino (Resistencia) e di Asuncion (Paraguay). 22. Hiyla vemnulosa — Laur. Boulenger (3), p. 364. Un solo esemplare, adulto, di Luque (Paraguay). 22. Hyla pulchella — D. & B, Boulenger (3), p. 375. Alcuni esemplari di Tucuman e Paranà (Argentina). 23. Hiyla masica — Cope. Boulenger (3), p, 376. Parecchi esemplari di Tucuman, del Chaco argentino (Resistencia} di Asuncion, di Villa Rica e di Rio Apa (alto Paraguay). 24, Hyla pRrieynoderma — Bigr. Boulenger (11), p. 248, Tav. Il, fig. 3. Un esemplare di Chaco argentino (Resistencia) e due di Rio Apa (alto Paraguay). 25. Eylia Spegazzinii — Blgr. Boulenger (11), p. 247, Tav. II, fig. 1. nb a Parecchi esemplari del Chaco argentino (Resistencia) di Luque (Pa- raguay) e di Rio Apa {alto Paraguay). 26. Phyllomedusa Sauvagiî — Blgr. Boulenger (3), p. 429, Plate XXIX, fig, 3. Numerosi esemplari di Salta (Argentina). gli 10. ll. 12. 13. 14. 15. veg pae INDICE BIBLIOGRAFICO ——__—-— . BOTTGER. 0. Liste von Reptilien und Batrachiern aus Paraguay. — Zeitschrift fur Naturwiss. — Bd. LVIII, 1885. BòTtTeER 0. Bemerkungen ber cinige Reptilien des Naturhistorischen Museums d, N. G. N.: aus Peru, Brastlien, Cuba ‘und Gross-Namaland, — Jahresbericht der Naturhistorischen Gesellschaft zu Nurnberg, 1888. . BOULENGER G. A. Catalogue of the Batrachia Salientia, S. Ecaudata in the British Museum (Natural History). — Second edition, 1882. . BoULENGER G. .A. Catalogue of the Lizards in the British Museum (Na- tural History), vol. I, Il, ll. . BOULENGER G. A. Catalogue o fthe Chelonians, Rhynchocephalians and Crocodils in the British Museum (Natural History). — 1839. . 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Xo Viaggio del dottor Alfredo Borelli nella Repubblica Argentina e nel Paraguay XII, G. A. BOULENGER POISSONS La petite collection dont la détermination m’a été confiée par le Musée de Zoologie de Turin, a été formée par M. le D”. Borelli aux endroits suivants : 1. Colonia Risso, près du Rio Apa, Haut Paraguay. 2. Villa Rica, Paraguay Central. 3. Asuncion, Paraguay. 4. S. Jose, Paraguay. 5. Luque, Paraguay. 6. Buenos Ayres. 7. S. Pablo, Tucuman. Cichlidae. l. Crenicichla saxatitis, L. — Colonia Risso. 2. Acara bimaculata, L. — Colonia Risso, Luque. 3. Mesops taeniatus, Gthr. — Colonia Risso. Les nombreux exemplaires recueillis montrent combien cette espèce est variable. D. XV-XVI 5-6. A. II-IV 5-6. Sq. 24-26 33;. La ligne la- térale est parfois réduite à trois ou quatre écailles. La bande latérale . noire, bien marquée chez les uns, peut disparaître complètement et étre remplacée par une série de taches accompagnées de bandes ver- ticales foncées plus ou moins distinctes. ” Siluridae. 4. Callichthys asper, Q. & G. — Villa Rica, Colonia Risso. Characiniadae. 5. Macrodon trahira, Spix. — Colonia Risso. 6. Pyrrhulina semifasciata, Stdr. — Colonia Risso, Villa Rica. 7. Nanostomus lateratis, sp. n. i Hauteur du corps égalant la longueur de la téte, 4 fois dans la lon- gueur totale. Diamétre de l’oeil excédant la longueur du museau, 3 à 3 LA fois dans la longueur de la téte. Dorsale au dessus des ventrales, à 11 rayons, le premier un peu plus près du bout du museau que de la base de la caudale; une très petite nageoire adipeuse. Anale à 9 rayons. Caudale fourchue, à lobes longs et pointus. L. lat. 32-34; 1. tr. 10; quelques unes des écailles antérieures de la ligne latérale tubuleuses. Jaunatre, avec ou sans barres brunes verticales assez indi- stinctes; la plupart des écailles du dos et des flanes brunes à la base; une ligne noire s’étend de chaque còté, depuis le bout du museau, à travers l’oeil, jusqu'à la base de la caudale. Longueur totale 35 millim. De nombreux exemplaires, recueillis à Colonia Risso. La découverte du D". Borelli porte à six le nombre des espèces du genre Nanostomus, Gthr., tel qu'il a été défini par Steindachner en 1876. Le tableau suivant indique les rapports et différences qui existent entr’elles. A. L. lat. 32-34; I. tr. 10. A. 11; pas de dorsale adipeuse . . . . 1. N, bdbeckfordîî, Gthr. A. 9; une dorsale adipeuse. . . . . . 2. N. /ateralis, Bigr. Bi vba 22225= 1 tr. bi a. Hauteur 4 à 4 5 dans la longueur (sans la caudale). A. 11; pas de dorsale adipeuse . . . . 3. N. anomatus, Stdr. A. 11-12; une dorsale adipeuse . . . . 4. N trîifasciatus, Stdr. A. 9; dorsale adipeuse présente ou absente 5. N. eques, Stdr. b. Hauteur 5 à 5 -} dans la longueur. A. 11; une dorsale adipeuse . . . . . 6. N. wnîfasciatus, Stdr. Nanognathus, g. n. Ce genre se rapproche de Nanostomus, Gthr., par l’étroitesse de la bouche, qui n*est armée que d’une seule rangée de petites dents sub- tricuspides et peu nombreuses aux prémaxillaires et à la mandibule. Il en est toutefois aisément distingué par la position de la dorsale, qui se trouve en avant des ventrales, et par le développement de la ligne latérale, qui s°étend jusqu'à la base de la caudale. Comme chez Nanostomus, les narines sont rapprochées et les membranes des ouies sont libres. 8. Nanognathus borellii, sp. n. Hauteur du corps 4-1 fois dans la longueur totale, longueur de la téte 4 i fois. Largeur de la bouche moindre que le diamètre interocu- laire; huit dents à la maàchoire supérieure, autant à l’inférieure; ma- xillaire s’étendant jusqu'au dessous de la narine postérieure; diamètre de l’oeil un peu moindre que la longueur du museau, compris 5 fois «dans la longueur de la téte; diamètre interoculaire 4 fois dans la lon- gueur de la téte. Dorsale à 10 rayons, commencant un peu plus près «du bout du museau que de la base de la caudale, le sixièòme rayon ‘correspondant au premier rayon de la ventrale; dorsale adipeuse petite mais bien développée. 7 rayons à l’anale, Caudale assez faiblement échan- ‘erge. L. lat. 37; 1 tr. 42. Brun olivàtre en dessus, jaunatre en des- sous; une bande grisàtre s’étendant de chaque còté, au dessus de la ligne latérale, jusqu’à la base de la caudale. Longueur totale 75 millim, Un seul exemplaire, de S. Pablo, prov, Tucuman. 9. Tetragonopterus multiradiatus, Star. — Colonia Risso. 10. Tetragonopterus agassizii, Stdr. — Colonia Risso. 11. Tetragonopterus maculalus, L. — Colonia Risso. 12. Tetragonopterus gracilis, Ltk. — Villa Rica. 13. Chirodon, sp. — Colonia Risso. Un seul spécimen, en mauvais état. Cyprinodontidae, 14. Rivulus punctatus, sp. n. Téte déprimée ; tronc subquadrangulaire, légèrement comprimé; queue fortement comprimée. Hauteur du corps 4-4 A 5 fois dans la longueur totale, longueur de la téte 3 da à 4 fois. Dorsale à 6 rayons, le troisième ‘correspondant au dernier de l’anale, qui en a 11 ou 12. Pectorales me- ssurant les deux tiers de la longueur de la téte, les ventrales la moitié. L. lat. 30-33; 1. tr. 13. Olivatre, avec ou sans marbrures noiràtres en dessus, blanchàtre en dessous; de gros points noiràtres sur les còtés; des points noirs sur le nageoires impaires. Longueur totale 28 millim. Cinq spécimens, de Colonia Risso. 15. Girardinus decemmaculatus, Jen. — Buenos Ayres. Gymnotidae. 16. Sternopygus virescens, Val. — Colonia Risso. 17. Carapus fasciatus, Pall. — Colonia Risso, Villa Rica. Symbranchidae. 13. Symbranchus marmoratus, BI. — Asuncion, S. Jose, Luque. 60 Isa ie Mr Dita 2 MD LANE: Se dit teri iii Oda ddr iti Frattigio|. i cIMNÈ siaciatoni RCA "3 sets “i RESI 2ibY ife Sia atta II TE pira Pot, ia Ai ul HE sa ® n ; far sè) E pia Sessi tà QIPES dé FIRIFRPE SOS pag 01 o & able: dat ® È ast Pani Bogsh n» de REG i sa L- ui “ep Ni e; STA x) Mo, n, sprte* È ER E ASE mia BRIVIO: @ His sw ipo bis FED + 005; giri sue ki re . at ; ea E Pegi p. PALg ge TATO Pa (9, pier li fino de" da a Ce PIETOR FI è ì ‘nba CRT 81 } * pal dt | pes Réx io Lu Ù A LOR a TUA Ati don è ‘d EnE w - alt sa E Mogol di ca via Gaudenzio Ferrari, 1: BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 497 pubblicato il 25 Febbraio 1895 Vor. X I MOLLUSCHI dei terreni terziarii del Piemonte e della Liguria descritti dal Dott. FLiDERICO Sacco PARTE XVII (CERITHIIDAE, TRIFORIDAE, CERITHIOPSIDAE e DIASTOMIDAE) Fam. CERITHIIDAE Férussac 1821. Gen. Cerithium Adanson 1857 (tipo C. Adansoni Brug.) Sottog. Cerithium (str. s.). — C. Meneghinii Micht. e var. scalara- tior — €. filigrana Koen. var. laevitalica — C. cf. Delbosit Micht. — C. cristatohirtum Sace. — C.? acuticosta Micht. e var. angula- tior — C. ornatum Fuchs var. apenninensis — C. taurosimplea Sacc. e var. /ongofusata, subconica, utriculosissima, doliolospinosa e perdolioliformis — C. Sismondae Micht. — C.vulgatum Brug. e var. pergranulosa, pauciornata, gracitlis, alucastra, tuberculata. Basteroti, bollenensis, spinosissima, totospinosa, taurominor, unino- dosa, taurocristata, miospînosa, pseudoterebella, depressornata , dertomutica, pertorquata; nodulosa, granosoligustica, pergranosa, crassecingulata, subsimplex, persimplex ; pulchella, dertopulchella, dertornatutina, tauroparva, venirosonana — C. apenninicum May. e var. derltosulcata — C. dertonense May. e var. latetorquata, cîn- gutellatior, perlongata, tauropraecedens — C. Zeleborî Hòrn. var. tlaurorara e laevituberculata — C. europaeum May. e var. perutri- culata, graciliornata, cingulosella, doliololaevis — C. laevisubu- Zoîdes Sacc. — C. obsoletum Rov. e var. perobsoleta e plicatellula — C. varicosum (Br.) e var. laevissima, transiens e pyramidalis — C. cathedrale May. — C. Isselî May. — C. neogenitum May. e var. subcathedralis — C. taurinium (Bell. e Micht.) e var. ventricosula, turritissima, scalaratissima, subdolium, perconvexa, laeviscalaris, posttaurinia, dertoperplicata e dertoascalariîs — C. crenatum (Br.) Midi, , e var. pergranulatina, semisublaevis, ligusticolaevis, perplicatellata, suturatior, subcrenatocoronata, gracilitonga e pliosalmo — C. cre- natocoronatum Sacc. — C. procrenatum Sacc. e var. nodulosofa- sciala, striclisuturata, terebroîdes, magnastensis, pseudocrenata, plurifasciata, dertogranosa e salmovaricosa — C.taurocoronatum Sacc. — C. tauroacrenatum Sace. — C. Klipsteini Micht. e var. tatinflata, pertuberculata, unituberculata, pseudoltaevigata e toto- tuberculata. Sottog. Conocerithium Sacc. 1895. — C. fauroconicum Sace. (tipo del nuovo sottog.) e var. înflatocrassa, elalomagna, subtorquata, pli- catellata ed acutispira. Sottog. Ptychocerithium Sacc. 1895. — P. Ighinaî (Micht.) e var. r'otundulotdes, latecincia, percostata, taurotransiens e taurogigantea — C. granulinum Bon. (tipo del nuovo sottog.) e var. fuberculor- nata, percostulata, dertoconvexrula, ornatella, torquatior, dertola- mellosa ed acutolonga — P. taurobronnioides Sacc. e var. subbicin- gulata — P. Bronni (Partsch) e îvar. fauroplanata e transiens — P.2 tuberculatum (Bors.) — P. turritoplicatum Sacc. e var. turri- tissima, astrangulata, bronnioides, pluriplicata e plicatogolicenica — P. plicatovarîicosa Sacc. e var. striclisuturata — P.? pseudo- elongatum (D’Orb.) e var. aconvexa e granutatella. Sottog. Pithocerithium Sacc. 1895. — P. doliolum (Br.) (tipo del nuovo sottog.) e var. fossanensis e granulosissima — P. praedo- liolum (Fisch. e Tourn.) — P. furonicum (May.) var. derltoconica — P. îitalicum (May.) e var. tauropraecedens , perinflata, laevin- flata, dertonepos e taurinflala — P. dertocostalum Sacc, e. var. suturata e taurocrassa — P. costalum (Bors.) e var. dotltoloides, tongoutriculala , fusogractilis, perplicata e colligens — P. rubigi- nosum (Eichw.) e var. tauropraecedens, subtypica, subbigranosa, percingulellata e taurorubiginosa — P. Michelotti (Hòrn.) var. der- toaspinosa, infracingulellata e mediocristata — P. taurovalula Sace. e var. irregularicosta — P. obliquistoma (Segu.) e var. Mayeri, subturrita ed inflatovula. Sottog. Tiaracerithium Sacc. 1895 — 7. pseudotiarelta (D'Orb.) (tipo del nuovo sottog.) e var. fauroturris, simplicocincia, pseudopicta, elatecincla e rugulosa. Sottog. Vertagus Klein 1753 — V. Voglinoî (Micht.) e var. conico- scalaris e cingulellatior — V. oligasper Sacc. — V. orditus Mica e var. longofusata. Sottog, Semivertagus Cossm. 1889 — S. submelanoides (Miebt. ) e var. turritolonga, conicina e crassecincia. Sottog. Campanile Bayle 1884 — C. oligocenicum Sacc. cn 73 La Gen. Bittium Leach in Gray 1847 (tipo B. reticulatum Da Costa). Bittium reticultatum (Da Costa) var. pliolatretttit, rudîs, tauropar- vula, exferruginea , pliojadertina, pliorotundula, taurosuturatis , laevicincta, dertoconica, dertofenestrata e dertobicarinata — B. lae- vielegans Sacc. e var. striolata — B.exiguum (Montrs.) var. pago- diformis, parvoligustica e pliohelicoides — B. spina (Partsch) e var. converorudis e taurocostatissima. Gen. Potamides Brongn. 1810 (tipo P. Lamarcki Brongn.). Sottog. Potamides (str. s.) — P. Basteroti (De Serr.) var. pseudoîm- bricata, e Bargellinii — P. granosus (Bors.) e var. unogranosa e pliolapidum — P. Giulii De Stef. e var. costatopercincta , costicil- lata e transîens. Sottog. Ptychopotamides Sacc. 1895 — P. tricinctus (Br.) (tipo del muovo sottogenere) e var.sca/laratina, subagranosa e conîcina. Sottog. Tympanotomus Klein 1753 — 7. deperditus (Micht.) — 7. mar- garttaceus (Br.) e var. cingulatior, compressa, înornata e conjun- gens — T. calcaratus (Grat.) var. promargaritacea , taurinensîs, Squinaboli, tuberculosa, ornata, Rovasendae, ligustica, apenninica, solitaria , sasselliana ed Isselî — T. pedemontanus (Sacc.) e var. minor — T. trochlearîispîina Sacc. e var. acîingulellata, subfene- - strata, spinosissima e perconica — T. conjuncitoturris Sacc. Sottog. Terebralia Swains. 1840 — 7. palustris (L.) var. lîneata (Bors.) ‘i — T. dertonensis (Sacc.) e var. plurisulculellata , subaequicincia e fasciculata — T. lignitarum (Eichw.) var. Meliî —- T. colligens (Sacc.) — T. monregalensis (Sacc.) e var. rara — T. bidentata (Defr.) var. su/furea, taurinensis, cingulatior, planulata, proligni- larum, reticulata, Perrandi, turrita, cingulosa e Clericti. Sottog. Pyrazus Montf. 1810 — P. cf. pentagonatus (Schlot.) — P. monstrosus (Grat.) var. pedemontana. Sottog. Telescopium Montf. 1810 — T°. Charpentieri (Bast.) var. apen- ninensis, scalaralissima, crassecincta, subcylindrica, subagranosa, ornatior e tuberculaloconica. Sottog. Granulolabium Cossm. 1889 — G. plicatum (Brug.) e var. italoturrita, pertateplicata e Galeotti — G.? batillarioîdes Sacc. Sottog. Pirenella Gray 1847 — P. didisjuneta Sacc. e var. turritu- loîdes, conicoides e bifunicillata. Sottog. Tiarapirenella Sacc. 1895 — T. dicincta (Br.) (tipo del nuovo sottog.) e var. dertobicincta, undalo-pincta, pseudocarinata,; turri- . togracilis, propinquecincta, sexcincia e pergranulina —- T. picta (Bast.) var. mitratis. SIA, 7 A Fam. TRIFORIDX Jousseaume 1884. Gen. Triforis Desh. 1824 (tipo T. plicatus Duj.). Triforis taurolurrita Sace. e var. spiraliornata — T. taurorara Sacc. — T. Dujardini May. var. mulinensts. Sottog. Monophorus Grillo 1877 — M. perversus (L.) var. adversa, cylindrata, obesula, subbicingulata e pertricingutata — M. cristu- tatus Sace. — M. Dollfussî 2 (Cossm.) var. apenninica e taurotran- stens — M.tricarinatus (St. Meun.) var. fauroregularîs — M. Bru- guierî (Micht.) e var. fauroparva. Fam. CERITHIOPSIDZ Adams 1854. ‘ Gen. Cerithiopsis Forb. e Hanley 1849 (tipo C. tudereularis (Mat,)). Cerithiopsis tubercularis (Mont.) e var. nana, pygmaea, obesuta, filifera, taurosulcata e nanocolligens — C. taurorecta Sace. — C. con- catenata (Cont.). Sottog. Dizoniopsis Sacc. 1895 — D. dilineata (Hòrn.) (tipo del nuovo sottog.) e var. Clarki, turritotransiens e ventricosa. Gen. Cerithiella Verril 1882 (tipo C. metula Lov.). Certthiella oligoapenninica Sace. — C. Geneî (Bell. e Micht.) e var. tatefenestrata, graciliturrita, spiculina e pliotransiens — C. man- zoniana (Cocc.) e var. Saccoî — C. paucicincta Sace. — C. dertabi- carinata Sacc. — C. exasperata (Dod.) — C. postdensicosta Sace. e var. conjungens e pliocenica — C. suprabicincta Sacc.e var. supra- depressa — C. încertula Sacc. i Sottog. Seila Adams 1861 — S. trilîneata (Phil.) e var. crassicineta ed înfrapercincia — S. dertolrilineata Sacc. e var. conicina e sub- acosticilltata — S. turretla (Grat.) var. taurotransiens. Fam. DIASTOMID/Z Cossm. 1894. Gen. Piastoma Desh. 1861 (tipo D. costellatum (Desh.)). Diastoma Grateloupi (D’Orb.) var. turritappenninica — D.? cylin- draceoplicatum Sacc. e Ve 8805 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco, via Gaudenzio Ferrari 3 - Torino BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino —rin——_—_—————————_—__———————_—————— FASE N. 498 pubblicato il Dott. A. GARBINI. | Fauna limnetica e profonda del Benaco, (Osservazioni fatte nel 1894). Di queste faune ebbi già ad intrattenermi tempo fa in una breve comunicazione fatta intorno al lago di Garda (1), dando un elenco delle specie trovate. Scopo di questa mia nota è di aggiungere all'elenco dato le specie nuove raccolte durante l’anno 1894, e di riassumere le osservazioni fatte in proposito, le quali, quantunque poche, potranno | servire sempre d’incremento allo studio tanto importante e tutto mo- derno della limnobiotica. Elenco della fauna limmelica e profonda del Benaco. NB. Il segno (n) indica le specie non menzionate nell’elenco pubblicato nel 1893. Il segno # indica le specie proprie del Benaco. Fauna Pg Re A I] — dd SPECIE euli- |ticolim-| # S fa TA mnetica| netica | & | la specie Pza dia ai; Me gii “in metri. Amoeba diffluens Ehr. (n) ne 40 * — mucronata Maggi (n) . 0 40 ; — verrucosa Ehr. (n) . Ch 40 Actinophrys sol Ehr. (n) di i : LE 70 Dinobryon sertularia var. divergens Trad) I Pe . i 4 Peridinium tabulatum Ehrd. . . . . . ..| + $ | a Stentor polimorphus Ehrb. . . . . 7 È ai 40 * Epistylis lacustris Imh. . . . è. + ; de 40 (1) A. GaRBINI: Primi materiali per una monografia limmologica del lago | di Garda; Mem. Acc. Verona, 1893; Bull. Soc. Ent. Italiana, Anno XXVI, 1894 (Firenze). Fauna s i e — e. ri e H H 4 SPECIE euli- |ticolim-|] mnetica| netica | A ____——|\._—— a Coelenterata : Hydra grisea L. (n) Platodes: Mesostomum ebrenbergii O. Schm. (n) Vortex (truncatus Elr.?) (n) Dendrocoelum lacteum 0Oerst Vermes: Mermis aquatilis Duj. (n) Gordius aquaticus Duj. Dorylaimus stagnalis Duj. Piscicola geometra L. (n) Tubifex rivulorum Lam. . MESI, > Stilaria lacustris L. (n) if: LIA 9 Asplanchna helvetica Imh. . : Anurea longispina Ke/licot. . Arthropoda: Sida crystallina O. F. Mull. Daphnella brachyura Léev. Daphnia pulex L. : Daphnia galeata Sars. — kahlbergensis Schoedl. Bosmina longicornis Schoedl. . Bythotrephes longimanus Sol. Poliphaemus pediculus L. (n) . Leptodora hyalina A Cyclocypris laevis O. F. Muller. Cypris fusca Str... . . SR A lA, Diaptomus castor Jur. . . . . +... . ++ ++: - bt. - Fot ++: +++ — gracilis Sars. Cyclops signatus Koch. ha Canthocamptus minutus 0. F. Mall. Gammarus fluviatilis Roese!. ; Chironomus plumosus L. Corethra plumicornis Fabr. . Atax crassipes O. F. Mill. Milnesium tardigradum Doy. Mollusca: * Pisidium imhofi Clessîn. * Neritina fluv. var. riodocolpa Jan. * — — var. gardensis Stenz. # Pirgula annulata MwhZf. (n) # Vivipara immersa Clessîn, # Bithynia tentaculata L. Valvata imbuta Clessin. Spice (+) +++ - P4++++ +4+4+4+4+5 ++ +44: Profondità dalla quale fu raccolta la specie in metri 40) 11333355 LIZ ETA Dal quale elenco risultano: 20 specie appartenenti alla fauna limne- tica (di cui 12 eu — e8 ticolimnetiche), e 28 specie alla fauna profonda. 1° Fauna limnetica. — Le escursioni fatte per raccogliere questa fauna ebbero luogo in varî punti del lago, tanto della parte larga, | Mi di quanto del braccio, — La raccolta fu eseguita con una reticella avente il diametro di cm. 20, mantenuta nelle diverse corse fra m. 1 e 2 di profondità, sempre dopo il tramonto, e con lo scopo di osservare la quatità, la distribuzione, la periodicità e il quantitativo di detta fauna. In quanto alla qualità della fauna eulimnetica, essa risulta composta di 2 Infusori — 2 Rotiferi — '7 Cladoceri — 1 Copepodo; la ticolimne- tica, da 2 Cladoceri — 2 Ostracodi — 2 Copepodi — 1 Esapodo (larva), — l Aracnide. Fra le specie eulimnetiche nominate per la prima volta vi ha il Po- liphaemus pediculus, di cui raccolsi un esemplare solo (giugno 1894) a m. l di profondità, fra Torri e Salò. L’aver trovato questo crostaceo nel Benaco mi porterebbe a supporre la sua presenza anche nei laghi svizzeri, tanto più che esso si trova nei laghi di Boemia (Hellich) e di Germania (Schoedler), i quali certo come il Benaco, l’hanno avuto per mezzo del trasporto passivo dalle acque di Danimarca (P. E. Muller), e di Norvegia (G. O. Sars), centro dispersivo comune di tali forme. Di specie ticolimnetiche nuove per il Benaco pescai solo la Corethra plumicornis, alla superficie, pure fra Torri e Salò. La distribuzione qualitativa e quantitativa varia da un punto al- l’altro del bacino; la parte del lago in cui ho trovato il limnoplancton più numeroso di specie e di individui è fra Torri e Salò; si mantiene molto numeroso nella parte larga del lago, mentre va leggermente di- minuendo lungo il braccio, probabilmente per l influenza delle acque del Sarca. La massima profondità dalla quale ebbi organismi limnetici fu di m. 115 (Leptodora hyalina). — Lo strato d’acqua che trovai più . frequentato fu sempre quello compreso fra la superficie e m. 10 di profondità. La periodicità della fauna limnetica, dovuta al fatto che non sempre si trovano le stesse specie e in quella data quantità, va soggetta a date leggi, che si stanno studiando diligentemente alla stazione biologica di Ploen, diretta dal solerte direttore O. Zacharias (1), ma che sono tut- (1) La prima Stazione biologica d’acqua dolce istituita permanentemente, con intenzione di risolvere i numerosi problemi scientifici e pratici inerenti alla limnologia, fu quella di Ploen, dovuta alla iniziativa dell’infaticabile O. Zacharias, e diretta dallo stesso con vera dottrina e ammirabile energia. — Mentre si componeva questa mia nota ho ricevuto appunto il Vol. III dei « Forschungsberichte aus der Biologischen Station zu Ploen; Berlin, 1895 », nel quale si trovano argomenti interessantissimi e molte nuove osservazioni, fra cui alcuni articoli sulla periodicità e sulla distribuzione orizzontale e verticale della fauna limnetica del lago di Ploen, che gettano vivi sprazzi di luce sulla via lungo la quale si troveranno le leggi che si stanno cercando. Re fp tora sconosciute. Riunisco ì dati delle mie osservazioni fatte allo stesso scopo durante l’anno passato, nella tab. A. Tab. A. Periodicità della fauna limnetica del Benàco nel 1894. NB. + = numeroso; — = scarso; 0 = raro. D v 2|F olo 3|0|S|S SPECIE 51818 BISI SS Pe o|e|S|s{2|2|8|5|5]2 Gl&|=z|=2{5|A|2|S|Z|A Dinobryon. sert. var. divergens- +. 0. (CA RARO Peridinium tabulatum “’. Mena] s Asplanéhfia:bbelyetica i: 1; gia e —10/.{.{=|J=]oJwd#]|+ Anurea:lengispina i... AE enne] LVII i Sida crhystallina 00. 00 ee Nt RR | SZ IO Daplihella: brachyuta "i i sSmmrereà ebeo Se Daphnia galeata MNT Dl o. [eee n — “kablbersegsigc' +3... «e, L'HEITÒ. PST SD. Bythotrephes longimanus bl pibadito Poliphaemus pediculus ETNO VI Leptodora hyalina . n e TA TEA Diaptomusi: gracilig 0... ia e PIPA RO Dalla quale si possono trarre le seguenti deduzioni, che, se non avranno un valore permanente, daranno almeno un concetto generale della pe- riodicità di questa fauna. a) Il maximum qualitativo si riscontra in settembre e ottobre; il minimum in gennajo. b) La specie che si riscontra tutto l’anno è il Diaptomus gra- cilis; quella che non si trova per un periodo molto lungo (5 mesi) è la Leptodora. c) La stagione più ricca qualitativamente sarebbe l’estate; la più povera l'inverno. ad) Il macimum quantitativo l'ebbi a riscontrare in ottobre; il minimum in marzo. e) Il quantitativo di quasi tutte le specie, fra 1 e 2 metri, va cre- scendo dal gennajo ai mesi estivi, per diminuire da questi al dicembre; farebbe eccezione il Diaptomus gracilis che si troverebbe comune nei mesi invernali e raro negli estivi. Il quantitativo planctonico per m.? di un dato bacino presenta pur vivo interesse, perchè tocca molto dappresso l’argomento pratico del- l'allevamento dei pesci; e così ho tentato alcune ricerche in proposito, valendomi sempre della reticella con apertura di cm. 20, in un’ per- corso verticale di m. 50 (1). r————r——r——rP——P———___—_—t (1) I limnologi con la frase quantitativo în peso 0 numerico per m.?, inten- dono il peso o il numero di forme limnetiche contenute in una colonna d’acqua | AR, I Il quantitativo massimo trovato (comprese anche le forme limnetiche vegetali), pesando il plancton filtrato umido, fu di gr. 95; il minimo di gr. 7,6. Per dare anche una idea del quantitativo numerico di forme limne- tiche che si trovano in m.? 1 del nostro lago, darò il risultato della raccolta fatta nel maggio 1894 a Sermione, in una posizione profonda appunto m. 50 (tab. 2). Il metodo segulto per contare il numero degli individui è quello adottato alla Staz. biol. di Ploen [una modificazione del metodo Hensen (1)], come il più rapido, e, nel medesimo tempo, abbastanza approssimativo (2). Tab. B — Quantitativo volumetrico, în peso, e numerico delle forme limmneliche del Benaco nel 12 novembre 1894 (3). Temperatura dell’acqua: 8° O. Volume del plancton per m.*?1=c.? 62 Peso umido » » Mmiil= sr. 35 Numero degli individui per m.* 1: Asplanchna helvetica . è ; 3 344000 Sida chrystallina . È i ? i 12578 Daphnella brachyura . 3 i 3 40322 Daphnia galeata . ; È - È 62484 — kalbergensis . È j ; È 257328 Bythotrephes longimanus . ; è 454 Diaptomus gracitis ; * ; Ù 140272 Totale : 857433 Un totale di quasi un milione di organismi animali (e che coi vege- tali salirebbe a più di 2 milioni) per metro quadrato di superficie; e quindi un probabile quantitativo in questo giorno per tutto il lago di circa 317 trilioni di individui, calcolata la superficie di cm.?370. E ancora il novembre è uno dei mesi più scarsi tanto quantitativamente come qualitativamente (tab. A)! Da ciò solo si può arguire l’importanza somma di questa faunula per l'alimentazione delle specie rimuneratrici. con base di m.* 1 e con altezza eguale al percorso verticale dal basso in alto fatto dalla reticella, e quindi nel nostro caso di m. 50; vale a dire il quan- titativo del plancton in m.* 50. (1) HENSEN: Ueder die Bestimmung des Planktons oder des im Meere trei- benden Materials an Pflanzen und Tieren; V Bericht der Kommis. z. wis- senschaftl. Untersuchung der deutschen Meere zu Kiel, 1887, pp. 1-106. (2) O. ZAcHARIAS: Ueder das Gewicht und die Anzahl mikroskopischer Lebewesen in Binnenseen; Plòn (Opuscolo senza data di pubblicazione). __— Statistische Mitth. ueber das Plankton des Grossen Plòner Sees; Zool. Anz., 1894, p. 457. (3) Furono lasciati da parte nel quantitativo numerico gli organismi vegetali, 2. Fauna profonda. — I dragaggi per raccogliere Ù materiale furono fatti in pochissime posizioni, fra m. 30 e 70 di profondità. Le operazioni furono eseguite con la draga metallica del contenuto di litri 2. La fauna profonda, per quanto risulta dalle limitatissime osservazioni fatte, sarebbe composta fino ad ora di: 6 Protozoi — 1 Celenterato — 3 Platodi — 6 Vermi — 5 Artropodi — ' Molluschi. Tutte le specie, ad eccezione dell’Atax, sono limicole: vagili le Ina; sessili le altre. ‘ Per lo più le forme trovate nella zona profonda sono le stesse di bite della zona neritica; trovai, fino ad ora, solamente nella prima: Epi- . stylis lacustris, Pisidium imbhofi, Viani immersa, Valvata imbuta. Non ebbi mai a trovare nè Briozoari, nè forme cieche; per queste ultime, forse, potrebbesi cercare la causa nei dragaggi non più profondi di m. 70. Che se Forel trovò tali forme prive di organi visivi anche a m. 45, ed io no, potrebbe benissimo dipendere dalla circostanza che le acque del Benaco sono molto più trasparenti di quelle del Lemano (1), e quindi tanto il limite medio annuale di visibilità [m. 14,9 per il Be- naco (Garbini), m. 10,2 per il Lemano (Forel)], quanto il limite medio annuale di oscurità assoluta [m. 100 per il Benaco (Garbini), m, 72,5 per il Lemano (Forel)], più profondi nel nostro lago che in quello di Ginevra; donde la possibilità che le forme cieche si debbano trovare al di là di m. 70. — Potrebbe pur dipendere dall’aver fatto i dragaggi in posizioni mancanti di tali organismi. Intorno al quantitativo individuale della fauna prodi le niente di ‘assoluto posso dire, stante il numero ancora troppo limitato di osser- vazioni; tuttavia darò l'elenco delle specie e il numero degli individui raccolti in due operazioni, fatte l’una a m. 40, l’altra a m. 70 (tab. C) di profondità. Noto solo le specie maggiori. Tab. C. Quantitativo individuale di due dragaggi fatti nel Benaco. SPEC LE Pieveg 1894 Nora bre 1894 da m. 40 m. 70 Hydra grisea . ‘ 2 Le ° ‘Dendrocoelum lacteum 8 4 Piscicola geometra. 4 Ì Tubifex rivulorum . 4 2 Stilacia lacustris l — Canthocamptus minutus . 3 l Chironomus plumosus 10 6 Pisidium imhofi . 4 2 Vivipara immersa . — 4. T'Otalo -./.;. 36 e LAT (1) Le osservazioni intorno a cotesto argomento, le pubblicherò quanto prima | nel « Saggio di limnobiotica veronese ». In due litri di limo adunque un complessivo di 30 individui a m. 40 di profondità, e di 20 individui a m. '70, senza contare le specie minime (Rotiferi e Protozoi) che sono numerosissime. : Confrontando, poi, il numero di individui raccolti nei varî dragaggi fra 30 e 70 metri, si potrebbe dedurre che il quantitativo individuale massimo si trova a m. 40, e che da questo limite in giù va diminuendo. Ma, ripeto, conclusioni stabili si potranno dare solo in seguito. Le specie raccolte nella zona profonda, fatta eccezione per le pochis- sime proprie ad essa, sono uguali morfologicamente a quelle della zona neritica; se qualche differenza esiste sta nella grandezza, che, nor al- cune forme della fauna profonda, si riscontra minore. =——_£t_NIG3 —P_——_ ì4 1 GOA k Dit EVO, li Sho sita usi piatti EURI i ff biro 06) ‘2gdii0g GE 190 Gipafis»» pino spl uf 4 Hantti A Sica SO Ride; «ero Se “Ca 39 >: se “od ST ni n BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 199 pubblicato il 9 Marzo 1895 Vor. X Viaggio del Dott. E. Festa in Palestina, nel Libano e regioni vicine. XIII, FILIPPO SILVESTRI. CHILOPODI e DIPLOPODI. Della Siria prima del 1890 non si conosceva alcuna specie di Chilopodi, di Diplopodi solo 5 specie. In quell’anno però il Dr. Barrois, esplorando dal lato zoologico tale regione, ne raccoglieva un gran numero di indi- vidui, che venivano riferiti da C. O. von Porat (1) a 19 specie delle quali 14 appartenenti ai Chilopodi e 5 ‘ai Diplopodi. Il Dr. E. Festa nel suo viaggio compiuto nel 1893, raccoglieva 6 specie di Chilopodi e 5 specie di Diplopodi. Fra quelli è da ricordarsi parti- colarmente il Geophilus flavidus C. Koch. siccome nuovo per tale re- gione, e fra i Diplopodi la nuova specie Pachîu!us Festae. La fauna della Siria, come era da aspettarsi per la sua posizione, ri- sulta costituita per la maggior parte di specie della fauna paleartica, ed in parte, certo assai minore, di specie appartenenti a generi, propri della regione tropicale. CHILOPODA. Fam. Scutigeridae. Scutigera coleoptrata, (L.). Madaba, Est del Giordano, Beirut. Oss. Questa specie è diffusa in tutta la regione paleartica. (1) Myriopodes récoltés en Syrie par le Dr. T. Barrois, Revue bdiologique du Nord de la France, T. VI, 1893-94. Fam. Scolopendridae. Scolopendra cingulata, Latr. Est del Giordano, Madaba, Gerusalemme, M. Ermon m. 1800, Sana» meim (Hauran), Beirut. | Oss. Anche questa specie è diffusa in tutta la regione paleartica. Scolopendra oraniensis, Lucas. S. dalmatica, C. Koch., Gerusalemme, Est del Giordano, Merdsch-Ain (Libano), Beirut. Oss. Comuné in tutta la regione circummediterranea. Cormocephalus teretipes, Porat. Merdsch-Ainv (Libano). Fam. Geophilidae. Geophiluas fiavidus, C. Koch. M. Ermon m. 1800, Merdsch-Ain. Oss. Comune in quasi tutta la regione paleartica. Bothriogaster afffimis, Sseliw. Gerusalemme, Est del Giordano, Merdsch-Ain, Beirut. Oss. Si trova anche nel Caucaso. DIPLOPODA. Fam. Polydesmidae. Strongylosoma syriacum, (Humb. et Sauss.). d Color fusco-rufus, pedibus flavo-rufescentibus. Pedes copulativi summa parte lamina revoluta, parte media lateraliter processu cylindrico, revoluto, sat longo instructa. Gerusalemme. | Fam. Callipodidae. Callipus rufolineatus, (C. Koch.). Gerusalemme, Merdsch-Ain, Beirut. . DI Fam. Julidae. Pachiulus Barroisf, (Porat.). Madaba. Pachiulus Festae, sp. n. ‘Color piceo-niger, splendens, antennis fuscis, pedibus pallido-vinosis. Caput vertice sulco sat profundo, foveis duabus frontalibus magnis. Oculi subcirculares ocellis c. 35. Antennae longae, segmentum tertium superantes. Segmentum primum antice rotundatum, postice lateribus minus acute productis, striis parvis. Segmenta caetera parte antica laevi, sutura profunda, parte postica profunde striata. Segmentum ultimum postice trianguliforme valvulas anales spatio mi- nimo non superans. Pedes sat longi. Segmentorum numerus 74. & Pedes primi paris uncinati. Pedes copulativi iisdem Pachiuli Bar- roisi similes, sed laminis anticis externe vix rotundatis. Long. corp. mm. 30; lat. corp. mm. 2. Merdsch-Ain (Libano). Obs. P. Barroisi finitimus, sed colore, segmentorum numero, forma pedum copulativorum distinctissimus. Fam. Spirostreptidae. Spirostreptus syriacus, (Saussure). Gerusalemme, Mar Saba. _———s,as— > (En) a / À "i ar ; ‘ L Y a ri c' r iaia TA L'REA E Gaudenzio Ferrari, 3 RISO: n A " Ap È v LAT 1 i, #1) , dà DS, F1 c'e - » ; i W LIL i tp, i i De) P t { sù di i ov * Nel LIRE W ne Para [> i gi »% SE CE Boni ida VA BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. Z2O0O pubblicato il 15 Marzo 1895 Vor. X Dott. M. G. PERACCA _—— Nuova specie di LEPIDOSTERNUM del Museo Zoologico di Torino Lepidosternum sinuosum n. sp. Capo piriforme, fortemente convesso superiormente, senza solchi o pieghe cutanei. Denti premascellari 3; mascellari 3; mandibolari 6. Muso subacuto, prominente, leggermente rivolto all'insù, a margine rostrale arrotondato. Scudetto rostrale, visto dal «di sopra, di mediocre grandezza, a margine poste- riore presentante, lateralmente (una per parte) una sinuosità foggiata ad w che accoglie lo scu- detto prefrontale e nel centro una intaccatura foggiata a 1 che riceve la parte anteriore, assot- tigliata dello scudetto frontale. Scudetti prefrontali dilatati trasversalmente, irregolarmente pentago- nali, separati sulla linea mediana dallo seudetto fron- tale : frontale poligonale-irregolare, assai grande, in contatto col rostrale, coi prefrontali, coi sopra- oculari pentagonali allungati, e con due grandi parietali , irregolarmente romboidali, ad angoli smussati. Nessuna traccia di scudetti occipitali. Scudetto oculare irregolarmente romboidale, grande una volta e mezza circa il sopraoculare, col punto oculare leggermente visibile nell’an- golo superiore dello scudetto. Tre temporali disposti l’uno sull'altro verticalmente, di cui il supe- riore è leggermente più grande del sopraoculare, ed i tre inferiori sono piccolissimi. Due labiali superiori di cui il primo, pentagonale irrego- lare allungato, è lungo quasi due volte il secondo; il secondo è qua- drilatero irregolare, grande presso a poco come lo scudetto oculare. Ri 1) ee a Scudetto mentale quadrangolare, piccolo, seguìlto da un grande post- mentale mediano quadrilungo, coi margini laterali convessi, fiancheg- giato da due piccoli scudetti laterali in contatto col margine posteriore del primo labiale. Due labiali inferiori, per grandezza e per forma presso a poco eguali, rispettivamente, ai due labiali superiori. Sul corpo sì contano 284 annuli, contenenti ciascuno nella parte più grossa del corpo, 38 segmenti, di cui 18 sopra e 20 sotto i solchi late- rali. I segmenti della regione dorsale, più lunghi che larghi, a margini laterali generalmente non paralleli, sono sul dorso più stretti all'incirca della metà dei segmenti delle serie mediane della regione ventrale. Snlla coda si contano 15 annuli. Gli scudetti della regione sternale ricordano per la forma e pel nu- mero gli scudetti sternali del L. Wuchereri Peters (1). Si osservano da 8 a 9 scudetti longitudinali, a margini paralleli, disposti trasversal- mente. I laterali sono gradatamente più corti, fino a ridursi alla metà della lunghezza dei due scudetti mediani, che occupano la lunghezza di circa 12 annuli. Mentre però nel L. Wuchereri questi scudetti ter- minano in avanti più o meno in punta, nel L. sînuosum i due me- diani sono fortemente dilatati trasversalmente all’esterno, facendo così deviare all’esterno lo scudetto laterale seguente nella sua parte anteriore. Quattro segmenti preanali, subeguali. I quattro solchi sono assai vi- sibili; i solchi laterali, essendo i segmenti dorsali (18) degli annuli molto più stretti dei segmenti ventrali (20) si trovano molto in alto sui fianchi, sul limite esterno della regione dorsale propriamente detta. Lunghezza totale: 59 centimetri. . Colorazione. Il capo, superiormente e lateralmente, e gli scudetti sternali sono fulvo-giallognoli: tutta la rimanente parte del corpo è di un giallo-verdognolo molto chiaro. Località. Un solo esemplare del Brasile. Questa specie è molto simile al L. Wwuchereri Peters, da cui però si distingue facilmente, oltre che pel diverso numero degli annuli, per il profilo sinuoso caratteristico di tutti gli scudetti corrispondenti del capo. (1) PetERS. Mon. Ber. Berliner Ac. 1879, p. 276, pl. —, fig. 2. 4 qucian ci rrsì sorop Ralieeto PESA MASERATI iLlntzzzntinnznnnt ttt SEDI 8828 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco, via Gaudenzio Ferrari 3 - Torino BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino ———__r©—t€@1@111@@1@1—@—T—P@__t12_@@É@_r_@ N. 2O1 pubblicato 1l 17 Marzo 1895 | Vor. X Dott. ACHILLE GRIFFINI Studii intorno ai Membracidi del genere UMBONIA Burm. | esistenti nel R. Museo Zoologico di Torino. Il genere Umbonia, appartenente alla sottofamiglia delle Hop/opho- ridae (@) fu stabilito da Burmeister [(2), p. 138] ed accettato da tutti gli entomologi che si occuparono di Membracidi, senza veruna modificazione. | Fairmaire nella sua accurata Monografia [(4), p. 274-279] descrisse 13 specie di questo genere, includendovi anche le due indicate per la prima volta da Amyot et Serville nel loro genere Prysoplia [(1), p. 942], non ammettendo quindi tale genere, come esso non fu riconosciuto neppure da Stal. ris Quest'ultimo autore però, separò dal genere Umbonia due specie del gruppo £ di Fairmaire, e propriamente la UV. venosa Germ. e la U. Jaculus Fabr. (= U. indicator Fairm.), costituendone il genere Polnia [(8), p. 388], il qual genere è bastantemente caratterizzato e degno di esser adottato. Dopo l’opera di Fairmaire non mi consta sieno state descritte altre — Umbonie, fuorchè la U. funesta Stal, che l’autore stesso riconobbe in . seguito [(10), p. 265] identica alla U. reclinata Germ., la U. curvi- mspina Stal {(9), p. 33; = U. spinosa Fairm. nec Fabr.], e la U. rec- — tispina Stal [(10), p. 265]. 53 Studiando ì Membracidi delle collezioni del Museo Zoologico di Torino, | vi trovai parecchie specie di Umbonia, rappresentate da un buon nu- Ri mero di individui, provenienti dal Messico e dal Brasile; quelle di — quest’ultima località vennero raccolte da Truqui. (a) Veggasi una tavola dicotoma dei generi e sottogeneri di tale sottofa- | miglia in Stal (9), pag. 37, nota. Alcune di queste specie sono nuove per la scienza, le altre meritano, quale più, quale meno, alcune osservazioni od una figura; reputo quindi utile il riunire e pubblicare nella presente nota le descrizioni delle specie nuove, le figure delle più inferessanti, le sinonimie di alcune; e in ge- nerale il risultato dei miei studi, Gen. Umbonia Burmeister. Umbonia — Burmeister (2), p. 138. — Am. et Serv. (1), p. 543. Physoplia — Am. et Serv. (1), p. 542 Hoplophora — Germar (5), p. 240, partim. Umbonia — Fairm. (4), p. 274, partim. — Stàl (9), p. 37; (10) p. 264. a) U. erassicornis (Am. et Serv.). Physoplia crassicornis — Am. et Serv. (1), p. 543, T 10, f. 1 (figura valde emendanda). Umbonia crassicornis — Fairm. (4), p. 275. — Stàl (7), p. 69; (10), p. 264. Di questa specie trovansi buone descrizioni nelle opere di Amyot et Serville e di Fairmaire; la figura però datane da Amyot et Serville è assolutamente grossolana, pochissimo simile al vero. Fairmaire [(4), p. 275] paragona questa specie alla U. niîgrata, della quale ch dà un ottimo disegno (Tab. VI, fig. 7, (e non fig. 6, come erroneamente si indica nel testo, trovandosi poi in se- guito, a p. 278, e nella spiegazione delle tavole a p. 530, che la fig. 6 rappresenta la U. Signoreti)]; tale disegno del Fairmaire può sempre servir meglio di quello di Amyot et Serville a far riconoscere la specie in discorso, quantunque ne rappresenti una affine. Reputo pertanto utile il figurare ancor io la U. cras- sîcorniîs, rappresentando colla qui unita incisione N. 1, l’unico è esistente nelle collezioni del Museo di Torino, proveniente dal Messico. Fig. l Umbonia crassicornis dg b) U. Peraccae n. sp. Long. cum elytris mm. 10 — Fusco-brunnea, flavo et rubro va- riegata; creberrime at subtiliter punctata — Caput fuscum — Pro- nolum fusco-brunneum, rubro et fiavo varium; pronoti processus posticus acuminatus, non apîcem elytrorum, sed tantum horum in- cisionem internam altingit; anguli laterales antici laeviter promi- nuli, fusci, antice obsolete flavido-limbati, apice tamen fuscî — Cornus magnus, (long. a basi pronoti mm. 9), reclinatus, minime incrassalus, compressiusculus, a basi usque ad apicem magîs ma- gisque latus, apice abrupte et fere horizontaliter truncatus, retror- sum acutus, carina antica în summo cornu et postica subtota, nec- non apex fere foliacea — Cornus hic fusco-niger; duo carinae ta- — RON RT TT LO ue - ALZI srrgrnaietiati ME gegio terales subposticae, in parte postica acuta apicis orientes, deinde sensim curvatae, posteaque rectae, rubro-sanguineae, per totum cor- num descenduni, ad basin evanescunt, retrorsum cur- vatae, cum verticibus macularum duarum subtriangu- larium mediîii laterum pronoti baseos coniunctae; pars ipsa apiîcatis postica cornus acuminata, ubi carinae la- lerales oriuntur, rubra; et carinulae duo laterates anticae îpsius cornus, non în apicem orientes, perob- soletae, antrorsum vergentes, atque ad basin cum ma- culis duabus anticis elongatis flavis fusco-nigro limbatis quae eas continuant contunctae, colore rubro videntur ornatae — Sinus ante cornu perdistincius — Pars antica pronoti brunneo-fusca, carinula media percurrenie rubra in carinam anticam cornus ascen- dente, ibique tamen colore rubro obliterato, colore hoc ante cornu diffusiore, et maculis duabus elongatis flavis lateralibus, de quibus supra diximus, carinulas lalerales rubras anticas cornus conti- nuantes, varia — Processus posticus în medio rubro-carinulatus, colore rubro etiam în carinulam posticam cornus ascendente, ma- culisque duabus ad carinulae latera in hoc processu subitriangula- ribus flavîs ; limbus basalis huius processus subtiliter totus flavus, bases harum macularum subtriangularium posticarum cum bases macularum triangularium maiorum medii laterum pronoti, de quibus supra dixiîmus, carinas laterales subposticas sanguineas cornus continuantes, conîungit; ideoque processus posticus maxima parte flavus videtur, flavo-limbatus — Corpus, pedes, rufo-fusca — Elytra infuscata, costa externa (idest inferiore) nigricante — Atae albido- hyalîinae. Un esemplare è (fig. 2) -— Brasilia (Truqui). Fig. 2 Umbonia Peraccae 3g c) U. Camerani n. sp. Long. cum elytris mm. 10-11 — Quoad formam et staturam U. Pe- raccae simillima, aequaliter punctata; sinu tamen ante cornu minus distincto, cornu minus reclinato, et colore praecipue distinguenda. Fliava, brunneo-varia — Caput brunneum — Pronotum ut in U. . Peraccae construclum, flavum, brunneo-varium, processu postico tantum încisionem internam elytrorum attingente, angutis lateralibus amticis leviter prominulis, fiavis, summo apice brunneîs — Cornus magnus (long. a basi pronoti mm. 9), reclinatus, ad modum cornus U. Peraccae confectus fapex vero in 2 umnicis speciminibus mihi Cognitis leviter plus minusve erosus) — Cornus hic flavus, antice, postice, et ad apicem fusco conspersum, coloribus flavo et fusco-brunneo valde ‘intermixtis — Duo carînae laterales. subposticae, în apicem orientes, regulariter per totam longitudinem retrorsum curvatae, i Ain per totum cornum descendunt, rubro-fiavae, vitta postica brunnea appostta eas continuante fere usque ad basîn pronoti, dum carinae evanescunt — Sînus ante cornu distinctus; minus tamen quam în U. Peraccae +— Pars antica pronoti fiava, carîinula media percur- rente rufa, vittisque latis duabus apposîtis etiam rufo-brunneis et, plus minusve cum colore carinulae confusîs, vittam latam unica rufo-brunneam formantibus, in parte antica cornus ascendentem, ibique attenuvatam — Processus posticus ut totum pronotum flavus, în medio rufo-brunneo carinulatus, colore rufo brunneo eliam in carîinulam posticam cornus ascendente — Corpus, pedes, rufa — Elytra leviter rufo-tincta, venis flavido-rufis = Alae hyalinae. Due maschi — Brasilia (Truqui). NOTA + Queste due nuove specie, in unione alla U. crassicornis ed alla U. nigrata, possono costituire un sottogenere od una sezione ab- bastanza naturale del genere Umbonia, corrispondente più o meno al genere Physoplia Am. et Serv. La distinzione sopra accennata può farsi nel modo seguente: l. — Anguli laterales antici pronoti laeviter prominuli; processus po- sticus modicus, apicem elytrorum non attingens; cornus dorsale per- magnus, obliquus, plus minusve reclinatus, perlongus, a basi usque ad apicem magis magisque dilatatus, subcompressus aut in medio plus minusve incrassatus, apice abrupte truncato et retrorsum acuto, vel parte apicali magna, angulo obtuso retrorsum deflexa. Subg. Physoplia (A. et S.), m. A — Cornus pronoti plus minusve incrassatus, parte apicali magna, angulo obtuso retrorsum deflexa — Species Mexicanae. a) Flava, rubro-variegata, cornu longo, distinete inflato U. crassicornis (A. et S.). 3) Brunneo-nigra, flavo rubroque variegata, cornu longiore sed minus infilato, apice magis et evidentius angulato-deflexo U. nigrata (A. et S.). B — Cornus pronoti compressus, haud conspicue incrassatus, apice non reclinato sed abrupte truncato et retrorsum acuto — Spectes Brasilienses. x) Flava, brunneo-varia, sinu ante cornu minore U. Camerani n. sp. è) Brunneo-nigra, fiavo rubroque variegata, sinu ante cornu, maiore U. Peraccae n. sp. II. — Anguli laterales antici pronoti valde prominuli; processus posticus magis evolutus, apicem elytrorum saltem attingens vel subattingens; cornus dorsalis magnus vel modicus, obliquus vel perpendicularis, Ro subcompressus aut frequentius plus minusve conicus, apice acuto, numquam lato, nec truncato, nec deflexo Subg. Umbonia str. sensu. Ad hoc subgenus 12 species mihi cognitae pertinent, inclusa U. £r- manni m. a) U. orozimbo Fairm. Umbonia orozimbo — Fairmaire (4), p. 277, Tab. VI, fig. 2. — Stal (7), p. 69; (10), p. 265. Sono ottime la descrizione e la figura date da Fairmaire di questa specie, la quale pare abbia un’area di diffusione notevolmente vasta, trovandosi nel Brasile, nella Colombia e nel Messico, come già accennò lo stesso Fairmaire. Nel Museo Zoologico di Torino esistono 6 esemplari di tale specie, di cuì quattro provenienti dal Messico e due dal Brasile, assolutamente per ogni riguardo tutti simili fra loro, senza mostrare alcuna variazione dovuta alla diversa regione in cui furono raccolti. e) U. spinosa (Fabr.), Stal. Membracis spinosa — Fabricius (3), p. 675. La cigale armée — Stoll (11), p. 83, Tab. XXI, fig. 116 (fig. imperfecta). Umbonia spinosa — Burm. (2), p. 138. — Stal (9), p. 37; (10), p. 265; nec Umbonia spinosa Fairm. Hoplophora spinosa — Germar (5°, p. 243. Esiste nelle collezioni da me studiate un solo individio riferibile a questa specie, ossia alla vera U. spinosa fabriciana, quale fu ricono- sciuta da Stal, distinta dalla U. spînosa di Fairmaire, che corrisponde invece alla successiva. Questo unico individuo proviene da Cayenna; la specie fu già indicata dell'America meridionale, del Brasile, del Parà, del Surinam, di Bahia. Il tipo di Fabricius, secondo quanto vien accennato da Stàl, portava l’indicazione: « India », probabilmente però doveva esser stata omessa l’aggiunta della parola « occidentalis », giacchè non mi consta, nè mi pare ammissibile che questa Umbonia viva anche nella vera India asiatica. Ad ogni modo, anche ritenendo che tutti gli autori che indicarono la U. spinosa dell'America meridionale l'avessero confusa colla seguente il che è difficile, e di quest’ultima intendessero parlare, l’esemplare del Museo di Torino, proveniente da Cayenna, appartiene senza dubbio alla U. spinosa (Fabr.) Stàl, mentre per quanto io mi sappia, nessuno ac- cennò mai più alcuna specie di tal genere come abitante le Indie _ orientali. | Poichè la U. spinosa e la U. curvispina sono assai simili fra loro e di buone figure di esse non se ne possiede alcuna, reputo utile il ridare nel qui unito disegno il profilo del protorace delle due specie: la fig. 3, A rappresenta appunto il pronotum della vera U. spinosa. 7) U. curvispina Stal. Umbonia spinosa — Fairm. (4), p. 276-77. — Stal (6), p. 26; nec Umbonia spinosa (Fabr.) Stal. Umbonia curvispina — Stal (9), p. 38; (10), p. 265. "I ra Fig. 3, A. Profilo protoracico della U. spinosa Ri » » » U. curvispina C. » » » U. Ermanni. La descrizione di Fairmaire corrisponde esattamente a questa specie, che Stàl dimostrò affine ma distinta dalla antecedente. Ne differisce pel corno protoracico un po’ più lungo, sensibilmente curvo all'indietro, quantunque in lieve grado, nonchè per l’insenatura del profilo anteriore del pronotum, alla base del corno, meno distinta. Nei 4 esemplari posseduti dal Museo Zoologico di Torino e provenienti tutti dal Brasile, questi caratteri sono ben visibili ed uniformemente sviluppati in tutti. La figura 3, B rappresenta il profilo protoracico di uno di tali esemplari, da me delineato. 9) U. Ermanni n. sp. Long. cum elytris mm. 11 — F/avescens, crebre, sat fortiter regu- tarîterque punctata; haud nitida — Pronotum apicem elytrorum sen- sim attingit, antice et supra în cornum assurgîit, sinu ante cornu nullo — Pronoti anguti laterales antici valde prominuli, robustiores, laevîiter sed distincie antrorsum. vergentes, immaculati — Cornus modice evolutus (altit. a margine inferiore pronoti mm. 6), tamen crassus, compressiusculus, parum sed distincte recurvus, acuminatus; carina antica media flava, vitlis lateralibus appositis dilute rufe- scenlibus, perobsoletis; carina postica, usque ad apicem processus poslici extensa, rufescente; radiis duobus tateralibus posticis, in npicem cornus orientibus, sensim curvatis, in apice ipso carinulatis, deinde evanescentibus, rufis, posi medium perparum conspicuis et obliteratis — Caput, pedes, abdomen, fiava — Elytra hyalîna, venis flavis. Descrivo sotto questo nome un'unica femmina, esistente nel Museo | Zoologico di Torino, e ne pubblico anche il disegno del profilo proto- raeico (fig. 3, C). Non mi fu dato riferire questa Umbonia ad alcuna specie finora nota; essa si avvicina forse alla U. Amazili Fairm., specie imperfettamente descritta, non indicandosi in essa se esiste insenatura nel profilo del pronotum avanti al corno, nè se il pronotum stesso raggiunge l'apice delle elitre. Ad ogni modo nella U. Ermanni la carenatura anteriore è gialla, non rossa, gli angoli laterali non portano macchia nera apicale, il corno non è conico ma sensibilmente compresso, il corpo non è lucido. L’esemplare descritto porta in collezione un biglietto colla indicazione « Messico? ». Ho dedicata questa specie al D." Ermanno Giglio-Tos. INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE l. AMYOT C. I. B. et AUDINET-SERVILLE. — Histoîre naturelle des insectes «Hémiptères ». Paris, 1843. 2. BURMEISTER H. — Handbuch der Entomologie, Il Band, erste abtheilung. Rhynchota. Berlin, 1835. . FABRICIUS J. C. — Systema entomologiae. Flensburgi et Lipsiae, 1775. FAIRMAIRE L. — Revue de la Tribu des Membracides. Ann. de la Soc. Entom. de France. Il Ser., Tome VI, Paris, 1846. 5. Species Membracidum Musaei E. F. Germari. — Revue Entomol. publiée par G. Silbermann. Tom. III, Strasbourg, 1835. 6. StAL C. — Bidrag till Rio Janeiro — Traktens Hemipter- Fauna. K.Svenska Vetensk. Akad. Handlingar, III Band, 1860. 7. Id. — Hemiptera Mexicana. Stettin Entom. Zeitschrift., 25 Ihg., N. 1-3, Stettin, 1864. 8. Id. — Analecta hemipterologica. Berl. Entom. Zeitschr. X Ihg., 1866. 9. Id. — Hemiptera Fabriciana « Homoptera». K. Sv. Vetensk. Akad. Han- dlingar, VIII Band, N. 1. Stockholm, 1869. 10. IÙ. — Bidrag till Membracidernas Kainnedon. Oefvers. af K. Sv. Vetensk. Akad. Fòrhandlingar. Stockholm, 1869-70. ll. StoLL C. — Representat. etc. des Cigales. Amsterdam, 1788. a 0 er LMR gr ______ é* PIA shgni n via Gaudenzio Ferrari, is, iP e BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 202 pubblicato il 17 Aprile 1895 VoL. X Viaggio del dott. Alfredo Borelli nella Repubblica Argentina e nel Paraguay XIII Dottor ALFREDO BOkRELLI PLANARIE d’acqua dolce. L'unico autore che si sia sino ad ora occupato delle planarie d’acqua dolce dell’ America .del Sud, è il Kenne:, (1) il quale descrisse 2 planarie ch’ egli trovò nell’isola della Trinidad, alle foci del fiume Orenoco: la Pl. avrita e la PI. fissipara. Lo stesso naturalista menziona ancora un’ altra planaria che gli fu mandata dal Brasile, ma che egli non potè descrivere nè identificare, giacchè tutti gli esemplari mancavano di apparato genitale. Durante il mio soggiorno nella republica Argentina e nel Paraguay, mi diedi con speciale cura alla ricerca di questi Tricladi; ma i risultati non corrisposero alla mia aspettativa, e da essi non si deduce né una gran ricchezza nè una grande varietà faunistica. Difatti io non incontrai una sola planaria nei numerosi ruscelli che scendono dalla Cordigliera centrale del Paraguay, fra Paraguarì ed Escobar da una parte e Valenzuela dall’ altra; nei dintorni di Villa Ricca non fui più fortunato. Nelle lagune coperte di Azo//a e di Sa/vinia dei dintorni di Asuncion (Paraguay), incontrai finalmente, in numero abbastanza con- siderevole d' esemplari, una specie di planaria che credo nuova e che descriverò più sotto col nome di P/anaria dubia. Ritrovai poi la stessa planaria in mezzo alle foglie di una pianta acquatica, del genere Ce- ratophylum, che popolava le acque stagnanti di una palude situata (1) Untersuchungen an neuen Turbellarien, in Zool. Jahrb. V. 3 Abth. f. Anatomie 1889. Tau: i nella Colonia Risso, in vicinanza del Rio Apa (Alto Paraguay). Conti- nuando le mie ricerche nelle provincie di Tucuman e di Salta, al nord ovest della Republica Argentina, incontrai a San Pablo, località poco distante da Tucuman, molti esemplari di un’ altra specie di planaria, nuova anch’essa, che chiamerò : Planaria andina. Gli esemplari di questa planaria si trovano in ruscelli di acqua corrente e limpidissima, i quali discendono dalla Cordigliera di San Pablo, serie di colline poco elevate che fanno parte delle prime ramificazioni delle Ande. Planaria dubia, nova species Questa planaria (fig. 1) è di forma stretta, molto allungata colla su- perficie superiore del corpo un po’ convessa. I più grossi individui che io raccolsi, avevano una lunghezza di 13 millimetri ed una larghezza da 2 mm. a 2 millimetri e mezzo ; la più gran parte però avevano una lunghezza da 9 a 10 mm, ed una lar-: ghezza da un millimetro e mezzo a 2 millimetri; queste misure furono prese sopra individui striscianti sulle pareti di un vaso. La parte ante- riore del corpo è di forma triangolare colla punta un po’ arrotondata; alla base del triangolo stanno due appendici o tentacoli abbastanza spor- genti che l’animale porta voltati all’ insù durante 1’ incesso. Dopo la morte dell’ animale nel sublimato corrosivo o nell’ alcool, questi tentacoli sono ancora visibili, ma molto contratti e non si ma- : nifestano che con una sporgenza arrotondata. Gli occhi sono situati in parte tra i tentacoli, per modo che una linea retta, la quale unisse le due estremità dei tentacoli, toccherebbe la loro base. Essi sono rappresentati da 2 macchie nere, reniformi, colla convessità molto pronunciata, situate al lato interno di 2 macchie bianche ovali un po’ appuntite sul davanti. In due esemplari trovati vicino al Rio Apa, gli occhi sono in numero di tre; il supplementare si trova in mezzo agli altri due, però un po’ più in avanti. Dietro i tentacoli si trovano 2 macchie chiare di forma allungata; in questo punto il corpo si restringe un poco, e poi, mantenendosi i suoi margini pressapoco paralleli, conserva a un dipresso la medesima larghezza quasi sino al- l’ultimo quarto della sua lunghezza, dove esso sì restringe sen- sibilmente formando la coda, corta ed appuntita. Il colore fondamentale dell'animale è giallo grigio leggermente ver- dognolo; alcuni esemplari sono giallo bruni più o meno oscuri a seconda del contenuto del canale digerente. La superficie superiore del corpo, ad eccezione dei margini, chiari quasi trasparenti, è tutta coperta di piccole macchie o punti oscuri quasi neri, dati dal pigmento. In alcuni esemplari questi punti sì riu» RE I nc miscono ai lati del corpo formando 2 striscie oscure che, partendo dal disotto dei tentacoli, si prolungano quasi sino all’ estremità posteriore, lasciando in mezzo a loro uno spazio chiaro interrotto all’ altezza della faringe, che è contornata di nero, ed alla base dell’apparato genitale che è segnato da una macchia oscura di forma forcuta. La superficie inferiore è molto più chiara; essa lascia vedere per trasparenza la macchia oscura che contorna la base dell’ apparato ge- nitale e 2 striscie bianche, le quali, dapprima riunite all’ altezza degli socchi, divergono e si prolungano sino alla coda ; esse indicano i nervi longitudinali centrali colla loro commissura anteriore. Il poro orale rotondo, situato al terzo posteriore del corpo, è visibile ad occhio nudo; il poro genitale molto più piccolo, visibile appena con una lente, si trova pressapoco ad eguale distanza dal poro orale e dalla punta della coda. Il ramo anteriore dell’ intestino si prolunga sino all’ altezza degli occhi, oltrepassandoli un poco ; (fig. 1)i 2 rami posteriori si prolungano sino all’ estremità della coda, senza riunirsi ; essi presentano un numero abbastanza considerevole di rami secondari molto finamente suddivisi ad eccezione dei 2 primi del ramo anteriore, i quali sono semplici e corti. L'apparato riproduttore (fig. 2) non si di- scosta gran che dal tipo rappresentato dalla PI. Polychroa. O. Schmidt. La figura 2 rap- presenta in parte schematicamente, coll’aiuto di diverse sezioni, l’apparato riproduttore isolato. L'antro genitale vi è semplice, costituito quasi unicamente dalla borsa del pene (b. DA In quest’ultimo, piriforme, vi è da notare la punta molto ristretta della parte posteriore anch’essa molto allungata. I vasi deferenti (v. d.) dopo di essere penetrati nella parte superiore della base del pene, indipendentemente l'uno dall'altro, sboc- cano in 2 canali dapprima allargati, i quali non si uniscono in un canale comune che nella parte posteriore del pene. I testicoli molto numerosi e stipati sono ventrali, al disotto dell’ in- testino, disposti in 2 serie da una parte e dall’altra dei nervi longitu- dinali; essi incominciano al disotto del terzo 0 quarto ramo secondario dell’intestino ed accompagnano i nervi longitudinali sino alla coda. Il ricettacolo del seme (r. s.) un po’ più grosso della parte basale del pene, continua con un canale stretto, il quale passa sopra il pene in mezzo ai 2 vasi deferenti poi volgendo un po’ a sinistra, va ad aprirsi nella borsa del pene vicino alla punta di quest’ultimo. Gli ovarii visibili, per trasparenza negli animali vivi, sono situati nella parte inferiore del corpo sotto il quarto ramo secondario dell'intestino ; NRE LEO ad essi fanno seguito i 2 ovidotti (0. d.) i quali accompagnano i nervi longitudinali, internamente, sino al disotto dell'apparato genitale, poi, piegandosi in alto, vanno a sboccare indipendentemente l’uno dall’altro nell’estremità allargata del canale del ricettacolo del seme, un po’ al disotto del punto dove quest'ultimo si apre nella borsa del pene. Il bozzolo, rotondo, più piccolo di quello della P/. polychroa, è mu- nito di un lungo stilo col quale si attacca alle foglie delle piante acquatiche. Località= Paludi dei dintorni di Asuncion (Paraguay) — Paludi inè vicinanza del Rio Apa (Alto Paraguay). a — Var. maculata. In molti esemplari dei dintorni di Asuncion di un colore giallo grigio chiaro, il pigmento è disposto in modo da formare delle macchie ovali allungate posteriormente, molto chiare quasi trasparenti all’interno e contornate di grigio oscuro, le quali coprono tutta la superficie supe- riore del corpo ad eccezione dei tentacoli e dei, margini del corpo più chiari. Alcuni esemplari raccolti vicino al Rio Apa, di un colore giallo bruno, hanno anch’essi queste macchie trasparenti col contorno quasi nero. La frequenza di tali esemplari m’induce a farne una varietà. La Planarta dubia, specialmente nella varietà maculata, rassomiglia molto alla PZ. maculata Leidy denominata poi Dugesia maculata da Girard (1). Però, siccome questi due autori non hanno descritto gli apparati ge- nitali della P?. maculata e, siccome la fauna dell'America del Sud è, per quanto io sappia, troppo differente da quella dell’ America del Nord, per potere identificare 2 planarie, basandosi soltanto sopra la rassomi- glianza dei loro caratteri esterni, così non esito a fare della mia planaria una specie nuova. Planaria andina nova species. Come già dissi più sopra, trovai questa Planaria in ruscelli di acqua corrente e limpida che discendono lungo le falde della Cordigliera di San Pablo presso Tucuman. Ne incontrai un gran numero di esemplari attaccati alla superficie inferiore delle pietre ed alcuni che strisciavano sul fondo sabbioso di questi ruscelli. La PI. andina è di forma allungata colla superficie del corpo un po’ convessa. I più grossi individui che raccolsi avevano una lunghezza di 14 a (1) Charles Girard — Recherches sur les Planariés et les Nemertiens de VAmerique du Nord, Ann. Sciences naturelles VII ser. tom., XV, Paris, 1893, N a 15 millimetri ed una larghezza di un po’ più di 3 millimetri; il maggior numero però aveva una lunghezza da 10 a 13 millimetri ed una larghezza da 2 mm. e mezzo a 3 millimetri. La larghezza è misurata all’altezza della faringe dove l’animale ha la sua maggior larghezza. La parte anteriore è triangolare coi lati del triangolo un po’ più arrotondati che nella PZ. dudia ; i 2 tentacoli che si trovano alla base del triangolo sono molto sviluppati ; negli esemplari conservati nell’alcool, essi sono molto sporgenti conservando ancora la loro forma appuntita. Il margine superiore dei tentacoli è quasi diritto, l’inferiore invece si attacca al margine del corpo con una curva molto pronunciata. Durante l’incesso l’animale porta i tentacoli sensibilmente voltati all’ insù. Dietro ai tentacoli si trova una macchia trasparente, la quale, allargata, sul davanti sì confonde con essi, e termina in punta al disotto di questi. In questo punto il corpo si restringe, poi si allarga insensibilmente sino quasi alla metà della sua lunghezza cioè verso l'altezza della faringe ; quivi esso raggiunge la sua maggior larghezza che esso conserva sino all'altezza del poro orale; allora esso comincia a restringersi formando la coda, la quale è più lunga che nella specie precedente. I 2 occhi sono rappresentati da 2 macchie nere reniformi, situate alla parte interna di 2 macchie chiare di forma ovale un po’ appuntite sul davanti. Essi sì trovano un po’ al disopra dei tentacoli ed una linea retta che unisse i punti d’inserzione del margine superiore dei tentacoli li taglierebbe per metà. La distanza fra di loro è minore di un terzo della distanza che separa ciascuno di essi dal punto d’inserzione del margine superiore dei tentacoli. Il colore dell'animale va dal giallo bruno chiaro sino al giallo bruno oscuro, a seconda della maggior quantità di pigmento. L’estremità della testa, i tentacoli ed i margini del corpo sono molto più chiari, quasi trasparenti. La faringe e l’apparato genitale sono indicati da due striscie di un colore bruno oscuro. La superficie inferiore è molto più chiara; in essa si vedono per tra- sparenza 2 striscie chiare che indicano i 2 nervi longitudinali. Il poro orale visibile ad occhio nudo è situato pressapoco a metà della distanza dai tentacoli all’estremità della coda ; il poro genitale è visibile solo con una lente e la sua distanza dal poro orale è uguale alla metà della distanza che lo separa dall’estremità della coda. La faringe è molto lunga, più della sua guaina nella quale essa sta ripiegata, come nella . gonocephala Dugès, oltrepassando il poro orale. I rami principali dell’intestino presentano molte ramificazioni, le quali però sono meno finamente suddivise che nella PI. dudia ; i due rami posteriori arrivano sino all’estremità posteriore del corpo senza unirsi. L’apparato riproduttore rassomiglia nelle sue parti principali a quello rele MR ga della P/. aurita Kennel colla quale d’altronde la P/. andina è quasi identica nei caratteri esterni. Esso è rappresentato un po’ schematica- mente dalla figura 3 fatta coll’aiuto di se- zioni e di un apparato riproduttore isolato. In esso come, nella PZ. aurita, sono degne di nota la piccola lunghezza del canale del ricettacolo del seme e la larghezza del canale ejaculatorio del pene. Quest'ultimo (p.), di forma conica e tozza, è attraversato nella sua parte anteriore, basale, dai due vasi deferenti (v. d.), i quali sboccano in 2 canali molto allargati che si uniscono nella parte posteriore del pene per formare il canale ejaculatorio. Il canale del ricettacolo del seme (r. s.) si apre nella borsa del pene un po’ in alto e a destra, dopo di avere ricevuto i 2 ovidotti (0, d.), a differenza di quello che succede nella 7P/. aurita Kennel, dove il canale del ricettacolo del seme sbocca mell’antro genitale proprio vicino all’aperlura esterna dell’apparalo genitale, e precisamente in questo punto sboccano gli ovidotti. (1) A questa differenza si ag- giunge ancora quella dell’antro genitale il quale è semplice nella P4. aurita, mentre nella Pl. andina esso è formato da un lungo canale o vagina (v.), il quale dopo essersi allargato ad imbuto, si unisce colla borsa del pene, (b. p.). La posizione dei testicoli è anche diversa. Nella Pl. avurtta, essi sono molto numerosi ed occupano la parte ventrale di tutto il corpo; nella P/. andina essi sono anche molto numerosi, disposti senz’ordine fra i diverticoli dell'intestino, insinuandosi talvolta fra di loro, ma invece di essere posti al disotto dell’intestino, essi stanno al disopra, occupando tutta la parte dorsale del corpo, dal terzo o quarto ramo secondario anteriore dell’intestino sino alla coda. Non incontrai il bozzolo di questa planaria. Aggiungerò che raccolsi parecchi individui bene sviluppati a cui man- cava l’apparato riproduttore, ed altri in cui la parte posteriore del corpo era molto accorciata, terminando con una coda corta un po’ al disotto del poro orale ; questi fatti mi inducono a credere che la Pl. andina come la PI. subtentaculata Drap. sì riproduca anche ases- sualmente per scissione. (1) Kennel. 1. c. p. 467, AA |, PIERI $ 4° i * > ae? . "04 ì ola tb do pui 16105, | Ri N 3 è paia n - LITI Met) L% * ef © inekts EL - pf 4 Hi i para < Ù | "DIRE di à % 4a id ui Z “nn e E Li î x mu Nan F ì dà, È Pi , 6 "| A 1 I Li IRPI PS x \ ; »* Grp A bn | 009” È LA bai SIA; AL 53 VARE k€ IL {: PR Mer LI V | : REN, arto ao \ Oto a . La sE - $ %* 1 Da Sy PARC : Ù f zl tà Sia pe tia PIRLO 4 DI a i Ul , =“ ì: Sat \ , pa: i è z 4 à ch \ ci N i di = }° * . "a f dI È A x \ w N x \ ' i Po Le! s È i à SO e VE vi Ù s.. si . O Sv U POT L$ $ P dis P ’ i L te > ì ‘ ù Ì J Koi i 4 FILM Pr _ ì i \ f Ln i da Ki) L “ L b Ù Ta Pi î ì Y fa n À so 7 . > TÀ (A A > Î È » Ù y 8872 - Tip, V. Fodratti & E. s| n til ME" Ù BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 203 pubblicato il 25 Aprile 1895 Vor. X Viaggio del dottor Alfredo Borelli nella Repubblica Argentina e nel Paraguay XIV. FILIPPO SILVESTRI. —_—_—_—_—___ CHILOPODI e DIPLOPODI, I Chilopodi ed i Diplopodi del Paraguay e dell'Argentina non erano fino ad ora conosciuti altro che per le poche specie che si trovano in- dicate qua e colà in vari lavori e per quelle raccolte dal prof. Balzan a Rio Apa (Paraguay) e dal Cap. G. Bove nelle Missiones (Argentina). Il dott. Borelli nel suo viaggio raccolse 10 specie di Chilopodi e 29 specie di Diplopodi numero che non rappresenta certamente che una piccola parte di quelle esistenti nelle regioni visitate; ma che ad ogni. modo concede di portare un contributo importante alla conoscenza dei sopradetti gruppi di Artropodi. Dei Chilopodi ricorderò particolarmente la nuova specie di Sco/o- pendra, e le 2 nuove specie di Geophilus. Tra i Diplopodi, tolte le due specie: Odontopetltis Bovei ed Alloporus americanus da me già descritte in un lavoro di recente pubblicazione, tutte le altre sono nuove; e nuovo è il genere P/ustoporus. Devono qui particolarmente menzionarsi le specie di Pseudonannolene, appar- tenente alla famiglia Pseudonannolenidae da me stabilita per due specie delle Missiones, raccolte dal capitano G. Bove, e l’Odontopyge para- guayensîs siccome la prima specie di questo genere, che viene indicata dell'America. CHILO PSESO DA: Fam. Scolopendridae. 1. Secolopendra morsitans, L. — Paraguay: Rio Apa. Argentina: Chaco. 2. Scolopendra longipleura, sp. n. Color viridescens vel fusco-flavus — Lamina cephatica orbicularis, non sulcata — An/ennae longiusculae, 17-articulatae — Corae pedum maxillarium dentibus 3.1+1.3 armatae, dente basali magno tuber- culato — Laminae dorsales praeter ultimam immarginatae — Laminae ventrales profunde bisulcatae, ultima postice aliquantum angustata, rotundata — P/eurae poris parvis, in processum longum, aliquantum arcuatum, apice inermi sed circa spinulis 5, lateraliter spina singula armatum, productae — Pedes omnes tarsis inermibus — Pedes anales ungue singulo, femore in margine supero-interiore spinis 15 in series ternas digestis, in margine infero-exteriore spinis 12-20 in series 2-3 digestis armato — Long. corp. mm. 60; lat. corp. mm. 4 — Had. Ar- gentina: Tucumani. 3. Gtostigma inerme, Porat. — Paraguay: Assuncion, S. Pedro. 4. Otostigma limbatum, Meinert. — Paraguay: Rio Apa. 5. Rhysida celerîs, (Humb. et Sauss.). — Paraguay: centrale, Rio Apa, Assuncion. Argentina: Chaco. 6. Cryptops Galatheae, Meinert. — Paraguay: centrale. Argentina: Chaco. 7. Newportia Balzanii, Silvestri (*). N. longîtarsi, (Newport) finitimum, sed patella inermi et femore spinis ternis magnis armato, praesertim distinctum — Zad. Paraguay: Rio Apa. Fam. Geophilidae. 8. Geophilus Borellii, sp. n. Color pallido-flavus, vel ochraceo-ferrugineus — ZLamina cephatica longior quam latior, postice aliquantum angustata — Antennae longae, hirsutae — Lamina praebasalis indiscreta; lamina basalis duplo latior quam longior, antice sat angustata — Pedes maxillares flexi marginem frontalem superantes, coxis et femore inermibus — Laminae dorsates bisulcatae — Laminae ventrales anticae fovea parva anteriore, sub- circolari, profunda, caeterae mediae fovea longa, profunda notatae; ultima sat lata, postice parum angustata, recte truncata — Pleurae (*) F. SiLvestRI. Chilopodi e Diplopodi raccolti dal Cap. G. Bove. e. dal Prof. L. Balzan nell'America meridionale. Ann. Mus. Civ. Genova, Serie 2° Vol. XIV, (XXXIV). e poris evanidis — Pedes anales inermes, pedibus paris praecedentis lon- giores, hirsuti — Pedum paria 47-56 — Long. corp. mm. 39; lat. corp. mm. 12 — Had. Paraguay: Rio Apa. 9. Geophilus longitarsis, sp. n. Color flavus, capite ferrugineo — Lamina cephalica longior quam latior — An/ennae longae — Lamina basalis antice valde angustata — Pedes maxtllares flexi marginem frontalem superantes, coxis et fe- more inermibus — Lamzi7nae dorsates bisulcatae — Laminae venirates anticae fovea anteriore profunda, posticae fovea mediana, longa; ultima lata, postice parum angustata — P/eurae poris binis permagnis, obtectis vel semiobtectis — Pedes anales pedibus paris praecedentis longiores inermes, articulo penultimo longiore attenuato, ultimo longissimo, magis attenuato — Pedum paria 67 — Long. corp. mm. 45; lat. corp. mm. 1.5 — Had. Paraguay: centrale. 10. Orphnaeus polypodus, Silvestri. O. breviltabiato Newport finitimus, sed poris ventralibus evanidis, et segmentorum numero, qui est 112 in hac specie, distinctus — Zad. Paraguay: Rio Apa. DIPLOPODA Ordo Helminthomorpha. Fam. Polydesmidae. 1. @dontopeltis Bovei, Silvestri. Color rubescens totus — Sculum primum dorsale antice et latera- liter rotundatum, postice incisum angulis productis — Scula dorsatlia coelera laevia, carinarum angulo antico rotundato, postico in parte anteriore corporis rotundato, in parte posteriore aliquantum producto — Segmentum uttimum scuto dorsali postice attenuato, cylindrico, truncato, scuto sternali trianguliformi tuberculis sat parvis — d Pedes copulativi fig. 1 — Long. corp. mm. 34; lat. corp. mm. 4.5 — lab. Paraguay: Rio Apa. 2. Odontopeltis Borellii, sp. n. Cotor fusco-ruber totus — Anfennae elongatae articulis 2-6 subae- qualibus — Scultum primum dorsale breve, antice rotundatum, postice Vix sinuatum, lateribus angulo postico subacuto — Scuta dorsalia coe- tera supra laevia, minus convexa, margine laterali carinarum omnium integro, carinis 2-3 magnis angulis antico et postico subrectis, 4-10 angulis antico et postico rotundatis, 11-15 angulo antico valde exciso, postico retrorsum aliquantum producto — Segmentlum ullimum scuto dorsali postice crasso tuberculis 4 parvis instructo, scuto sternali brevi tuberculis permagnis in longitudine partem medianam fere aequantibus MESE -- d' Pedes copulativi (fig. 2) processibus duobus constituti, quorum alter internus, longior, aliquantum curvatus, apice attenuato, alter externus, brevior apice lato, concavo — Long. corp. mm. 40; lat. corp. mm. 5 — Hab. Paraguay: centrale, Assuncion — 0ds. O. Bovei fini- tima, sed colore minus rubro, forma scuti sternalis segmenti ultimi, nec non pedibus copulativis distincta. 3. GOdontopeltis Salvadorii, sp. n Cotor fusco-rubescens — Scutum primum dorsale antice rotundatum, postice in medio sinuatum — Scuta dorsalia coetera supra laevia, sat convexa, margine laterali carinarum omnium integro, carinis 2-4 an- gulis antico et postico subrectis, 5-10 angulo antico valde exciso, po- stico subrecto, retrorsum vix producto, 11-19 angulo antico valde exciso, angulo postico retrorsum producto — Segmentum ultimum scuto dor- sali postice sat crasso, truncato, scuto sternali tuberculis minus magnis — & Pedes copulativi (fig. 3) parte interna longiore, lata, bipartita, externa breviore apice lato — Long. corp. mm. 35; lat. corp. mm. 4-6 — Heb. Paraguay: Rio Apa — Obs. Speciebus praecedentibus affinis, sed carinarum forma et pedibus copulativis distinguenda. 4. Qdontopeltis Camerani, sp. n. d' Color nigro-fuscus, segmentorum omnium margine postico et ca- rinarum parte laterali-postica flavis, antennis pedibusque rufescentibus — Scutum primum dorsale perbreve, antice rotundatum, postice in medio sinuatum — Scuta dorsalia coelera supra laevia, margine laterali carinarum omnium in- tegro, carinis in parte anteriore corporis angulo antico subrecto, postico parum producto, in parte Li de i; 7 posteriore corporis angulo antico rotundato, postico magis producto — Segmentum ultimum scuto dorsali postice minus crasso, aliquantum curvato, scuto sternali processu mediano perlongo, atte- nuato, arcuato, tuberculis vix distinctis — Pedes copulativi (fig. 4) processibus subaequalibus con- stituti, quorum alter apice biuncinato, alter apice #4 processibus 4 instructo — Long. corp. mm. 43; Fig. 1. Oionisbellia: Borei Fig. 2. O. Borellii lat. corp. mm. 8 — Had. Paraguay: centrale. Fig. 3. 0. Salvadorii 5. Odontopeltis argentinea, sp. n. Fig,4.0.\Camerani d' Color sanguineus, seementorum omnium mar- l'ig. 5. O. Argentinea 5 : 4 Una gine postico flavo — Sculum primum dorsale breve, antice rotundatum, postice in medio in- cisum, lateribus sat acutis — Scuta dorsalia coetera supra laevia carinis angulo antico rotundato, postico aliquantum producto, mar- gine laterali carinarum porigerarum postice incisura sat magna angulum rectum formante — Segmenitum ultimum scuto dorsali postice crasso, è fecto, scuto sternali triangulari, tuberculis parvis — Pedes copulativi (fig. 5) processibus duobus subaequalibus constituti, quorum alter atte- nuatus, integer, alter apice lato et lateraliter superne processu magno uncinato — Long. corp. mm. 40; lat. corp. mm. 5. — Zad. Argentina: Tucumani. 6. Odontopeltis discrepans, sp. n. g Cotor fusco-niger, segmentorum omnium margine postico flavo, antennis pedibusque rufis'— Scutum primum dorsale forma obsoleta — Scuto dorsatia coetera supra laevia, carinis angulo antico rotundato, postico parum producto, margine laterali carinarum porigerarum po- stice incisura sat magnam angulum rectum formante — Segmentum ultimum, scuto dorsali sat elongato, aliquantum curvato, scuto sternali processu mediano perlongo, arcuato, tuberculis perparvis — Long. corp. mm. 40; lat. corp. mm. 8 — Zab. Paraguay: Assuncion — 0bs. Speciei praecedenti et O. Camerani affinis, sed ab illa colore, forma scuti ster- nalis segmenti ultimi, ab hac incisura carinarum porigerarum distinc- tissima. 7. Odontopeltis proxima, sp. n. Cotor nigro-fuscus, segmento primo toto flavo marginato, segmentorum omnium parte postica fascia lata, fiava, antennis pedibusque rufo-fuscis — Sculum primum dorsale breve, antice rotundatum, postice in medio vix incisum, lateribus rotundatis — Scula dorsatia coetera supra laevia, carinarum omnium margine laterali integro, carinis 2-4 angulo antico rotundato, postico subrecto, 5-10 angulo antico rotundato, postico parum producio, 11-19 angulo antico rotundato, postico sat longe et acute producto — Segmentum ultimum scuto dorsali sat crasso, vix curvato, truncato, scuto sternali triangulari processu mediano perbrevi, tuber- culis distintis — & Pedes copulativi (fig. 6) processibus duobus consti- tuti, quorum alter aliquantum longior, apice laminari integro, alter brevior apice laminari et externe unco longo — Long. corp. mm. 45; lat. corp. mm. 7 — ZHab. Argentina: Salta — 0bs. O. Camerani fini- tima, sed colore, forma pedum copulativorum distinctissima. 8. Strongylosoma Borelli, sp. n. o Color piceo-niger, nitidus, antennis pedibusque rufis — Scutum primum dorsale magnum, subrectangulare, angulo antico rotundato, postico retrorsum vix producto — Scuta dorsatia coetera supra laevia, sulco transversali nullo, carinis perparvis, linearibus, angulo postico non producto — Segmentum ultimum scuto dorsali postice crasso, truncato, scuto sternali subtriangolari, tuberculis parvis — Pedes longi articulis 2 ultimis infra valde pulvinatis — Sterna sesmenti 5! procesu Fectangulari, longo, minus lato — Pedes copulativi fig. 7 — Long. corp. Imm. 21; lat. corp. mm. 1,5 — Zab. Argentina: Tucuman. Mirri. a”, RS 9. Strongylosoma Camerani, sp. n. Cotor fusco-rufus vel fusco niger, segmentis supra in media parte antica et postica post sulcum macula singula flava, parva, subovali ornatis, antennis pedibusque rufescentibus — Sculum primum dorsale lateribus rotundatis — Scu/a dorsatlîia coetera supra laevia, sulco partis posticae tenui, profundo, carinis perparvis, crassis — Segmentum ul limum, scuto dorsali postice crasso, truncato, scuto sternali semiellip- tico, tuberculis minimis — d' Sterna segmenti bi processu nullo. Pedes omnes articulis 2 ultimis infra valde pulvinatis. Pedes copulativi fig. 8 — Long. corp. mm. 9 22, & 18; lat. corp. mm. 9 2-6, * 2 — Had. Chaco. 10. Strongyliosoma pseudomorphum, sp. n. Color fusco-rufus vel fusco niger, segmentis supra in media parte antica et postica ante sulcum macula singula flava, sat parva, subcir- culari, antennis pedibusque rufis vel fusco- rufis — Scutum primum dorsale lateribus rotundatis — Scula dorsalia coetera supra laevia, sulco partis posticae tenui, profundo, carinis parvis, crassis — Segmenium ul- Sh F9 Fio timum scuto dorsali postice crasso, trun- Fig. 7. Strangylosoma Borelli cato, tuberculis minimis — &' Sterna segmenti Fig. 8. S. Camerani 5 processu nullo, Pedes omnes articulis 2: PARE Preti e ig ultimis infra pulvinatis. Pedes copulativi fig. 9 | Fig. 10. S. Salvadorii. — Long. corp. mm. 9 28, & 25; lat. corp. mm. 9 3-8, * 2-8 — Hab. Paraguay centrale — 0Obs. Speciei praece- denti facie persimilis, sed macularum forma et positione, magnitudine, forma pedum copulativorum distinguenda. Il. Strongylosoma Salvadorii, sp. n. S Color fusco-rufus, dorso fascia mediana flavicante evanescente, pe- dibus articulis 2 ultimis flavis — Scutum primum dorsale lateribus rotundatis — Scuta dorsalia coelera supra laevia, sulco transversali partis posticae minus lato, profundo, carinis minimis — Segmentum ullimum scuto dorsali crasso, truncato, scuto sternali minus triangu- lari, tuberculis parvis — Sterna segmenti 5' processu sternali nullo — Pedes omnes articulis 2-ultimis infra valde pulvinatis — Pedes copu- lativi fig. 10 — Long. corp. mm. 33; lat. corp. mm. 3-2 — Had. Ar- gentina: Salta. 9 12. Strongylosoma paraguayense, sp. n. Color rufescens vel rufo-flavus — Scutum primum dorsale lateribus vix productis, rotundatis — Scuta dorsalia coetera supra laevia, parte postica sulco nullo, carinis tantum in segmentis 2-4 manifestis, parvis, linearibus, in coeteris nullis, sutura profundissima — Segmentum ul. ltimum scuto dorsali postice recto, sat crasso, scuto sternali semiellip- Me LI Ra di tico, tuberculis parvis — o Sterna segmenti 4' processibis duobus at- tenuatis, sat longis, retrorsum vergentibus; sterna segmenti 5i processu longo, subrectangulari, crasso; sterna segmenti 6* antice processibus duobus rectangularibus, brevibus, postice processibus duobus spiniformibus — Pedes omnes articulis 2 ultimis minus pulvinatis. Pedes paris 2° coxis infra processu Ps brevi, crasso, apice aliguantum recurvato instructis — Pedes srrongytosoma copulativi fig. 11 — Long. corp. mm. 9 22, &' 19; lat corp. paraguayense. mm. 9 2-8, d 2 — Zad. Paraguay: centrale, S. Pedro, As- î!8:1!. suncion. Subordo IULOIDEA. Fam. Pseudonannolenidae, Silvestri. Corpus elongatum, cylindricum, in spiram contractile — Labrum tridentatum — Mandibulae pectinibus 10 (11) instructae — Gnathochi- larium eidem Cambalidarum similis, sed differt parte antica promenti longitudinaliter partita — Segmentum quartum apodum — Pori re- pugnatoriî distinctissimi, a segmento quinto incipientes. Gen. Pseudonannolene, Silvestri. Caput oculis distinctis, pluriseriatis; antennis sat longis, subclavatis, articulis 2°, 3°, 4° longioribus, poris labialibus 6 — Characteres coeteri ut in familia — d' Pedes soleis destituti — Pedes copulativi inter se fusi, partem basilarem crassam formantes, apice appendicibus duabus quarum altera forma varia, altera interna concava setis longis mar- ginalibus instructa. Fig. 12. Pseudonannolene Borelli - Fig. 13. P. pusilla - Fig. 14. P. sulcatula. 13. Pseudonannolene Borellii, sp. n. d Color griseo-cinereus, capite, segmentis 2 primis et ultimo, nec non pedibus flavis — Caput vertice sulco longo, fronte convexa, nitida — Ocuti ocellis c. 30 — Anfennae segmentum quintum superantes — Segmentum primum lateribus angustatis plus minusve rotundatis, striis utrimque 6-7 — Segmenta coetera sutura minus profunda, punctis ornata, supra nitida, inferne striis obsoletis; pori magni — Segmentum LE ultimum. valvulas anales immarginatas non superans, scuto sternali plus duplo latiore quam longiore, rotundato — Pedes tenues, longi, infra setis instructis — Pedes copulativi fig. 12 — Segmentorum numerus c. 68 — Long. corp. mm. 58; lat. corp. mm. 3 — Zad. Paraguay: S. Pedro, Assuncion. 14. Pseudonannolene pusilla, sp. n. d Color fusco-cinereus, margine postico segmentorum rufescente, antennis pedibusque flavis — Caput vertice sulco brevi — Oculî ocellis c. 30 — Antennae segmentum quartum vix superantes — Segmentum primum lateribus latis, antice valde rotundatis, postice subrectis, striis utrimque 4, parvis — Segmenta coetera sutura parva, supra nitida, inferne striis obsoletis; pori magni — Segmentum ultimum valvulas anales immarginatas spatio minimo non superans Pedes sat breves, exiles — Pedes copulativi, fig. 13 — Segmentorum numerus 66 — Long. corp. mm. 47; lat. corp. mm. 2.5 — Had. Argentina: Chaco. 15. Pseudonannolene segmentata, sp. n. Q Color: parte antica segmentorum nigrescente, postica flava vel pallido rufescente, antennis pedibusque flavidis — Caput vertice sulco brevi — Oculî ocellis c. 32 — Antennae segmentum tertium superantes — Segmentum primum lateribus sat latis, antice rotundatis margine sursum parum vergente, postice angulo minus acuto, striis utrimque 6 — Segmenta coetera sutura perprofunda punctis impressa, supra nitida inferne striis obsoletis; pori magni — Segmentum ullimum valvulas anales immarginatas spatio minimo non superans — Pedes sat longi, exiles — Segmentorum numerus 57-60 — Long. corp. mm. 72; lat. corp. mm. 4.4 — ZHab. Paraguay : Rio Apa. 16. Pseudonannolene sulcatula, sp. n. cd Color nigro-piceus, antennis fuscis, pedibus pallido-rufescentibus — Oculi ocellis c. 35 — Antennae segmentum quintum superantes — Segmentum primum lateribus angustatis, utrimque striis pluribus — Segmenta coetera parte antica laevi, sutura sat profunda, postica sulcis latis notata, inferne striis profundis — Segmentum ultimum valvulas anales immarginatas vix superans — Pedes longi, exiles — Pedes co- pulativi, fig. 14 — Segmentorum numerus 73 — Long. corp. mm. 85; lat. corp. mm. 3,5 — Zad. Argentina: Tucumani. Fam. Spirostreptidae. Gen. Archispirostreptus, Silvestri. Genus generi Spirostreptus (typus S. vittatus, Newport) affine, sed distinguendum praesertim forma pedum copulativorum, qui a lamina reflexa basim pedis paris postici, longi, cylindrici complectente, consti- tuti sunt. Typus Spirostreptus gigas Peters. 17. Archispirostreptus Borellii, sp. n. d Color fusco-rufescens, pedibus rubris — Caput vertice sulco longo — Antennae segmentum quartum superantes — Oculî ocellis c. 30 — Segmentum primum lateribus latis, angulis antico et postico subrectis, sulcis utrimque 2 — Segmenta coetera sutura profunda, parte postica punctis minimis obsessa, sub poris striis obsoletis Segmerntum wltimum postice lateraliter compressum valvulas anales vix superans — /edes longi, tenues — Pedes copulativi : par anticum, fig. 15, par posticum longissimum, attenuatum, bipartitum, parte altera longiore — Segmen- torum numerus 48 — Long. corp. mm. 50; lat. corp. mm, 4 — Had, Argentina: Tucumani. 18. Archispirostreptus compressicauda, sp. n. d Color fusco-rufescens, pedibus rubris — Caput vertice sulco longo» sed tenuissimo in fovea magna terminante — Ocu/l? ocellis c. 45 — Antennae longae, attenuatae, segmentum quartum superantes — Seg- mentum primum lateribus latis angulo antico rotundato, postico sub- recto, utrimque sulcis ternis profundis — Segmenta coetera sutura sat profunda, parte postica supra strigosissima, sub poris striis obsoletis — Segmentum ultimum postice in medio lateraliter compressum, ca- rinam parvam fere formans, valvulas anales spatio minimo non supe- rans — Pedes perlongi — Pedes copulativi, fig. 16 — Segmentorum numerus 50 — Long. corp. mm. 57; lat. corp. mm. 4.5 — Zad. Pa- raguay : Assuncion. 19. Archispirostreptus Camerani, sp. n. @ Color nigro-piceus, margine postico segmentorum rubro, parte an- tica segmentorum, antennis pedibusque rufescentibus — Caput vertice sulco tenuissimo — Ocu/? ocellis c. 43 — Anfennae segmentum secundum superantes — Segmentum primum. lateribus latis, angulo antico valde ro- tundato, postico subrecto, sulcis utrinque ternis profundis — — Segmenta coetera sutura minus profunda, parte postica supra strigosa, sub poris striis obsoletis — Segmentum ultimum postice , lateraliter in medio compressum, parvam carimam | formans, valvulas anales spatio minore non su- perans — Pedes sat longi — d' Segmentum pri- mum angulo antico antrorsum aliquantum pro- ducto, rotundato, angulo postico obtuso. Pedes 3 “he Fig. 15. Archispirostrectus longiores. Pedes copulativi, fig. 17 — Segmento- Borellii rum numerus 56-59 — Long. corp. mm. 65; lat. Fig. 16. A. compressicauda Fig. 17. A. Camerani corp. mm. 5-5 — Had. Argentina: Salta, Tucumani ieri. — Obs. A. compressicaudae finitimus, sed colore, magnitudine, forma segmenti l' et pedum copulativorum distinctus, L'ORA 20. Archispirostreptus curiosus, sp. n. d Color lurido-cinereus, capite, segmentis primo et ultimo, et val- vulis analibus nigrescentibus, parte postica segmentorum rufescente, antennis fuscis pedibus vinosis — Caput vertice suleo brevi et tenui — Oculi ocellis c. 32 — Antennae hirsutae, articulis sat crassis, seg- mentum secundum superantes — Segmenitum primum lateribus latis, angulo antico subrecto, antrorsum vix producto, angulo pustico valde rotundato, utrimque sulco singulo profundo — Segmenta coetera sutura profunda, supra nitida, sub poris striis parvis; pori parvi — Segmen- tum ultimum valvulas anales spatio maiore non superans — Pedes tenues, sat breves — Pedes copulativi, fig. 18 — Segmentorum nu- merus 58 — Long. corp. mm. 46; lat. corp. mm. 3 — Had. Paraguay: Rio Apa. Gen. Plusioporus, nov. Genus generi A//oporus Porat affine — Antennae longae, articulis elongatis — Segmentum primum lateribus non adstrictis, sed latis et sulcatis ut in Archispirostreptus — Porî repugnatorii a segmento quinto incipientes — & Segmenti primi angulus anticus antrorsum valde productus — Pedes copulativi ut in AZ/oporus fere constituti, sed dif- ferunt forma paris postici, quod in A//oporus breve et laminare, in Plusioporus perlongum, attenuatum est. 21 Plusioporus Salvadorii, sp. n. Q Color : parte antica segmentorum fusca, sutura flava, parte postica fusco-nigra, margine rufo, ventre pedibusque flavo-rufis vel fusco-rufis — Caput vertice sulco longo, profundo — Anfennae segmentum ter- tium superantes — Ocudî ocellis c. 35 — Segmentum primum late- ribus latis, angulo antico vix rotundato, postico suboctuso, sulcis utrim- que binis, profundis — Segmenta coetera supra punctis minimis obsessa, sutura punctis sat magnis, sub poris striis obsoletis; sterna laevigata — Segmenitum ultimum valvulas anales immarginatas spatio sat magno non superans, scuto sternali fere vi tam longo, quam lato, triangulari — Pedes tenues, sat breves — d Segmentum primum CE x lateribus angulo antico antrorsum producto, da A; DEN angulo postico valde rotundato. Pedes lon- giores, articulis 4° et 5° solea magna, Pedes copulativi, fig. 19 — Segmentorum numerus 52-55 — Long. corp. mm. 70; lat. corp. mm. 5 — ZHab. Paraguay: centrale, Assuncion, S. Pedro, Rio Apa; Argentina: Chaco, Tucumani. 22. Plusioporus Camerani, sp. n. g Cotor griseo-cinereus, antennis fuscis, pedibus pallido-rufescentibus — Caput vertice sulco longo — Ocudi ocellis c. 42 — Antennae seg- == ‘mentum tertium superantes — Segmentum primum lateribus latis, ‘angulo antica suboctuso, postico aliquantum rotundato, sulcis utrimque binis profandis — Segmenta coetera supra punctis minimis obsessa, sutura punctis sat magnis, sub poris striis obsolentis; sterna strigosa — Segmentum ultimum valvulas anales non superans ; scuto sternali latiore quam longiore' subtriangulari — Pedes breves, tenues — d' Seg- mentum primum lateribus angulo antico’ antrorsum valde producto, angulo postico valde rotundato. Pedes articulis' 4° et 5° solea magna, Pedes copulativi, fig. 20 — Segmentorum numeris 60-64 — Long. corp. mm. 94; lat. corp. mm. 7 — Had. Paraguay : Rio Apa. 23. Alloporus americanus, Silvestri. d' Color fuscus parte antica segmentorum cinerea vel rufescente, margine postico segmentorum rufo, antennis pedibusque rufescentibus .— Caput vertice sulco manifesto — Oculî oblongi, ocellis c. 92 — Antennae' sat breves, articulis crassis, segmentum secundum superantes — Segmentum primum lateribus parum latis, inferne adstrictis, an- gulo antico recto, postico vix rotundato, plicis utrinque quaternis — Segmenta coetera sutura sat profunda, .supra laevia, sub poris striis plus minusve F8I MI d manifestis — Segmentum ultimum val- ( ” vulas anales parum marginatas non su- perans, scuto dorsali plus duplo latiore -quam longiore, sultriangulari — Pedes sat -crassi et sat longi — 0 Segmentum primum lateribus angulo antico antrorsum parum Fig 21. Aoporus americanus ) Fig. 22. Odontopyae paraguayensis. producto, angulo postico obtuso. Pedes ar- ticulis 4° et 5° solea magna. Pedes copulativi fig. 21 — Segmentorum numerus 64 — Long. corp. mm. 100; lat. corp. mm. 7.5 — Hab. Pa- raguay: centrale, Assuncion, S. Pedro, Rio Apa; Argentina: Chaco, Salta. 24. E CTANIARSO Sulalizvensib: sp. n. d' Color fusco-rufescens, pedibus fusco-rufis, vel pallido-rufis — Caput vertice sulco tenuissimo — Anfennae segmentum tertium superantes — Oculî ocellis c. 40 — Segmentum primum lateribus minus latis, an- gulo antico rotundato, subacuto, postico octuso, sulcis utrimque binis .— Segmenita coetera supra laevigata, sutura sat profunda, sub poris .striis obsoletis — Segmentum ultimum postice processus superos val- vularum analium non attingens — Processus superî valvularum ana- lium sat breves, spiniformes — Pedes tenues, breves, articulis 4° et 5° salea parva — Pedes copulativi, flg. 22 — Segmentorum numerus 54 .— Long. corp. mm. 48; lat. corp. mm. 4 — Had, Paraguay: Rio Apa. Fam. Spirobolidae. ‘25, Rbinocricus Borellii, sp. n. Color fusco-niger, segmento primo pallido marginato — Segmentum n feti primum lateribus margines laterales segmenti 2' spatio maiore non attingens — Segmenta coetera supra sulcis nonnullis, inferne striis. obsoletis; scobina in segmentis 5-45 — Segmentum ullimum postice valvulas anales spatio minore superans; scuto sternali postice rotundato — Coxae pedum paris 8' et 4’ processu perlongo auctae. Pedes co- pulativi lamina postica trapezoidea, in medio carinulata, processu supero, longo, attenuato, apice minus acuto, parte interna apice bifido, cylin- drico — Segmentorum numerus 45-48 — Long. corp. mm. 62; lat.. corp. mm. 7 — ZHab. Paraguay centrale. 26. Rbhinocricus indiscretus, sp. n. Speciei praecedenti persimilis, sed distinguendus: Colore fusco vel cinereo, segmento primo rufo-pallido marginato, segmentis coeteris mar- gine postico rufo — Scuto sternali segmenti ultimi minus rotundato — o Pedibus copulativis lamina postica lateribus rotundatis, processu su- pero angustato, minus longo — Segmentorum numerus 51] — Long. corp. mm. 55; lat. corp. mm. 6 — Zad. Argentina : Chaco. 27. Rhinocricus tucumanensis, sp. n. Color fusco-niger, segmento primo rufo-pallido marginato — Caput et segmentum primum forma obsoleta — Segmenita coetera supra nitida, inferne striis parvis; scobina fere in segmentis totis — Segmen- tum ultimum postice valvulas anales spatio sat magno non superans ;. scuto sternali postice truncato — d' Coxae pedum paris 3! et 4i proces- sibus sat longis. Pedes copulativi lamina postica lateribus rotundatis, processu supero longo, angustato, apice acuminato, laminis lateralibus — Segmentorum numerus 51-54 — Long. corp. mm. 90; lat. corp. mm. 9 — Had. Argentina: Tucumani — 05s. R. indiscreto persimilis,. sed magnitudine, forma segmenti ultimi et pedum copulativorum distin- guendus. 28. Rhinocricus persimilis, sp. n. A specie praecedente tantum differt: Scuto sternalî segmenti ultimi: non truncato, sed triangulari, Cauda segmenti ultimi valvulas anales. vix superante — d' Processus pedum paris 3 et 4’ aliquantum bre- viores; pedibus copulativis lamina postica valde rotundata — Segmen-- torum numerus 49-53 — Long. corp. mm. 806; lat. corp. mm. 9 — Had. Pgraguay : Rio Apa. 29. Rhinocrieus dispar, sp. n. g Color fusco-niger, parte postica segmentorum rufo-flava — Caput et segmentum primum forma obsoleta — Segmenta coetera sulcis binis. transversalibus sat profundis instructa, supra nitida, sub poris striis parvis; scobina fere in segmentis totis — Segmentum ultimum val- vulas anales spatio maiore superans; scuto sternali brevissimo, postice rotundato — Segmentorum numerus 55-57 — Long. corp. mm. 78; lat. corp. mm. 8 — ZHab. Paraguay : Rio Apa. 8866 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco, via Gaudenzio Ferrari 3 - Torino BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. ZO4 pubblicato il 10 Maggio 1895 Vor. X- Viaggio del dottor Alfredo Borelli nella Repubblica Argentina e nel Paraguay XV. DR. DANIELE ROSA OLIGOCHETI TERRICOLI (Inclusi quelli raccolti nel Paraguay dal Dr. Paul Jordan). Fra le specie qui sotto enumerate quelle nuove sono state più este- samente descritte in una Memoria intitolata « Contribuzioni allo studio dei terricoli neotropicali» da me presentata alla R. Accademia delle Scienze di Torino il 21 dello scorso Aprile, e che è ora in corso di stampa, perciò mi limiterò qui ad un’enumerazione delle specie raccolte con qualche cenno sui caratteri più importanti ed all’indicazione delle loro località. 1. Allolobophora caliginosa Sav. sbsp. trapezoides. Cordillera de S. Pablo (Prov. di Tucuman, Rep. Arg.), moltissimi es”: Dr. A. Borelli. 2. Criodrilus TJheringi Michaelsen 1895. Valenzuela (Paraguay centrale) e Rio Apa (alto Paraguay): Dr. Borelli. 3. Anteus papillifer Michaelsen 1892. S. Bernardino (Paraguay): Dr. P. Jordan. 4. A. Jordani n. sp. S. Bernardino (Paraguay): Dr. P. Jordan; Paraguay centrale, Dr. Borelli: Lungh. 6-7 cm., setole normali tliscie, copultatrici poco differenziate, clitelto 15-24-10, dissepimenti sotti- lissimi, 7 paia di ghiandole di Morren, 2 paia di cuori intestinali, 2 (sole?) paia di spermateche. 5. A. paraguayensis.n. sp. S. Bernardino (Paraguay): Dr. P. Jor- dan; Villarica, Rio Apa (Paraguay): Dr. Borelli. Lungh. 32-33 cm., setole ornate, copulatrici molto differenziate, clitetto 17-26-10, selli anteriori spessi, 3 paia di gh. di Morren, 4 paia di cuori intestinali, fetta da 3-4 paia di spermateche la cui prima parte è una massa ovale for- mata da acîni sboccanti nel condollo. 6. A. parvus n. sp. Resistencia (Chaco Argentino): A. Borelli: Lungh. 6 cm., setole ornate, copulatrici poco differenziate, clitello 14-20=7, dissepimenti anteriori spessi, 3 paîa di gh. di Morren. 7. Opîstodrilus Boretlii n. gen. n. sp. Luque (Paraguay centrale) e Resistencia (Chaco): A. Borelli. Geoscolicîde postclitelliano con cli- fello ai segm. 14, 15-24 e tubercula pubertatis sui segmenti 32-36 portanti sul segmento 340 sui suoî margini) le aperlture maschili, setole geminali parallele, ventriglio al 6° segmento seguito da 3 paîa di gh. di Morren, un paio di vesc. seminali lunghe circa 20 seg- menti, 3 paia di spermateche a grappolo. Affine al gen. Pontoscolex. 8. TyhRonus iruncatus n. sp. Paraguay centrale e dintorni di Asuncion: A. Borelli. Distinto dal T. grandîs Mîchaelsen 1894 per minor lunghezza (8-16 cm.) aperture maschili al segm. 17 e un paio di vescicole seminali estese per 7 segmenti. 9. Microscolex dubius (Fletcher 1884). Paraguay centr., A. Borelli. 10. M. Beddardî n. sp. Cordillera de S. Pablo (prov. di Tucuman): A. Borelli. Simile al M. dubius da cui si distingue per î testes e vasî . deferenti în un sot paio (al 10° segmento) e le vescicole seminali collocate nei segmenti 9 ed 11. 11. M. modestus Rosa 1887 Dintorni di Asuncion: A. Borelli. 12. Benhamia octonephra n. sp. S. Bernardino (Paraguay): P. Jordan; Asuncion (Paraguay) e Resistencia (Chaco): A. Borelli. A/fine alla B. Bolavi Michaelsen da cui sî distingue sopratutto peî nefridii in 8 serie invece che în 6. 13. Kerria Garmani n. sp. Paraguay centrale: A. Borelli. LungA. 5 cent. papille prostaliche sublaterati, aperiure delle spermateche un po’ ventrali alle setole esterne (3-4), ventriglio poco sviluppato, spermateche spirali senza diverticolo, prostate lunghissime. 14. K. eisentana n. sp. Paraguay centrale, Asuncion e Rio Apa: A. Borelli. Lungh. 2!],:3 |, cm., papille prostatiche sublaterali, aper- ture delle spermateche dorsalmente alle setole esterne, ventriglio ru- dimentate, spermaleche a sacco con condotto breve rigonfio senza diverticolo, prostale lunghissime. 15. K. subandina n. sp. Salta (Ovest della Rep. Arg.): A. Borelli. Lungh. 3-4 cm., pori prostatici ventrali con solchi longitudinali, aperture delle spermateche equidistanti dalle setole ventrali e dorsali, grosso ventriglio, spermaleche claviformi senza diverticotlo, prostate mediocri. 16. K. Asuncionis n. sp. Asuncion: A. Borelli. Lung4h. 34/4 '|, cm. porî prostatici come netta sp. preced., aperture delle spermateche davanti alle setole ventrali, grosso ventriglio, diverticoli esofageî (al AT Ali 9 segm.) piriformi, mentre nella sp. preced. sono tubulari e simili a un pato di cuori, spermaleche piriformi senza diverticoto, pro- state minute. 17. K. papillifera n. sp. Paraguay centrale: A. Borelli. A/}ine alla K. Spegazzinti Rosa, ma tunga solo 5,5-6 cm., con grandi papille prostatiche ventrali acetabuliformi e 3 papille sottoclitelliane impuri, prostate lunghissime coi condotti muniti come nella K. Spe- gazzini di un bulbo muscolare. 18. K. Spegazzinii (Rosa 1890) Buenos-Aires: A. Borelli. 19. Ocnerodilus Boretllii n. sp. Asuncion: A. Borelli. Ha, come lO. occidentalis Eisen un solo paio di testes e vasi deferenti mancando «come quetto di vescicole seminali nei segm. 9 e 11, ma se ne distingue facilmente per clitello esteso sui segm. !*|,-3°9|, presentante solo una stretla area non ghiandolare mediana al 17°, e per la presenza dî spermaleche che sono qui biloculari senza diverticolo. 20. Ocnerodrilus paraguayensis n. sp. Asuncion: A. Borelli. C%i- dello 14-18 incompleto ventralmente per tulla la lunghezza, appa- rato maschile normale, spermateche biloculari, quasi sessili, senza «Giverticolo. RS » gs Mint eare Vaot dt Na n AM MEER DAB e KA pifortit.. StiManionie, 4... Sib sr viso pipa si Li Det Lana Li tO ROBE PIERA TI avra: % De, irta iigotano Rica FHM. Leon Alen Mer Bir. pe PMO Ret gl Baosi “LA ae) MARE: 205 n VR, IVATOLIOARIY, LAS BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 2O5S pubblicato il 20 Maggio 1895 TO PARE Dr. D. Rosa. ALLOLOBOPHORA DUGESII nuova specie di Lumbricide europeo, Di questa n. sp. ho due esemplari, l’uno adulto proveniente da Nizza marittima (raccolto dal Dr. Alfredo Borelli), l’altro giovane proveniente da Ormea sulle alpi marittime a circa 700 m. sul mare (raccolto dal Conte Mario G. Peracca sin dal 1885). Quest’esemplare giovane d’Ormea era stato da me riferito al Lum- dbricus gigas di Dugès (1) e (2) ed era stato perciò descritto sotto il nome di A//o/obophora gigas in appendice alle mie « Note sui lombrichi del Veneto (3) »; quella descrizione si ritrova, riassunta, nella mia « Re- visione dei Lumbricidi (4) »; già in quest’ultimo lavoro io ero però in qualche dubbio sull’esattezza di quell’identificazione e perciò avevo te- nuto separata la descrizione del mio esemplare da quella fatta sui dati dal Dugès. Ora l’esame dell’esemplare più adulto proveniente da Nizza ha dimo- strato che il mio dubbio era fondato e che l'esemplare di Ormea e quello di Nizza si devono attribuire ad una specie distinta da quella del Dugès, specie che descrivo qui sotto il nome di A. Dugest?. Dimensioni: L'es. giov. (Ormea) è lungo in alcool 177 cm. e vivo era lungo in stato di media contrazione 20 cm.; l’adulto (Nizza) è lungo in alcool 25 cm. e perciò da vivo sarà stato lungo circa 30 cm. Il dia- metro massimo è di 9-10 mm. Numero dei segmenti: Nell’es. di Ormea 304, in quello di Nizza 325. Forma cilindrica ingrossata anteriormente. Cotore: l’es. di Ormea che solo ho visto vivente era terreo come un’A. complanata. Setole strettamente geminate, sopratutto le dorsali; lo spazio me- ciale diano ventrale è circa il doppio del laterale (aa= 2 dc), le setole dor- sali (cd) sono pressapoco laterali. Le setole sono in generale, poco vistose, sopratutto le dorsali che p. es. sul clitello non son lunghe che 4 deci- millimetri. Le setole ventrali sottoclitelliane dei segmenti 27,28-40, por- tate ciascuna di una piccola papilla, sono trasformate in setole copulatrici lunghe 12 decimillimetri, col nodulo più presso alla base che è curva mentre la parte sopra al nodulo è quasi dritta; queste setole sono svelte, molto appuntite, non ornamentate ma però munite ‘di poche (2 o 3), larghe scanalature longitudinali che giungono dalla punta sino a metà strada fra la punta stessa ed il nodulo. Le setole normali sono più tozze, più brevi, sigmoidi ed ornate verso l’estremità di molti piccoli archi contigui colla concavità aperta all’avanti, come nelle setole normali di molti Anfeus (Rhinodrilus), essi sono sopratutto ben visibili nei segmenti preclitelliani (dove le ventrali sono lunghe sino a 7 decimillimetri): mentre altrove non si presentano più in generale che come linee do LOI irregolarmente ondulate e scabre. Prostomio breve con prolungamento posteriore piccolo, trapezoide, intaccante circa per ‘|, il 1° segmento. Critelto non ancor ben sviluppato nemmeno nell’esemplare di Nizza; esso però non sembra estendersi oltre ai segmenti (27, 28-40)= 13,14. Tubercula pubertatis estesi sui segmenti 29-37, protraendosi anche in parte sul 28 e 38; essi si presentano come una striscia scura continua il cui margine ventrale arriva contro alle setole ventrali esterne (0) e che è orlata dorsalmente ed ai due capi da una stretta linea bianca più opaca. L’esemplare di Ormea non presentava traccie di clitello nè di tuber- cula che avrebbero mostrato subito che esso non apparteneva al L. gigas; noto però ora che anch'esso ha le setole ventrali dei segmenti 28-40 portate da papille e trasformate in setole copulatrici, per cui questa regione corrisponde al clitello che abbiamo trovato nell’esemplare di Nizza. Aperture d al 15° segmento appena visibili nell’esemplare di Ormea, ma in quello di Nizza ben visibili come brevi fessure portate da grosse intumescenze che interessano anche in piccola parte i due segmenti attigui e che dalle setole ventrali vanno sin presso alle setole dorsali. Aperture 9 al 14° segmento in forma di piccolissime fessure collocate vicino (esternamente) alla setola ventrale esterna, Pori dorsali dall’intersegmento 9-10 in poi; da essi, come avevo o0s- servato nell’es. vivente di Ormea, il verme emette, se irritato, un liquido giallo. Dissepîmenti 6-1, "7-8, 8-9, 9-10 molto spessi, meno spessi i due at- tigui 5-6 e 10-11, gli altri sottili. Ghiandole di Morren visibili al 10° segmento come due masse reni- vi 4 : > elet formi inserite per tutta la faccia concava sui lati dell'esofago e giacenti in un piano parallelo ai setti. Stomaco occupante i segmenti 15 e 16. Ventriglio occupante i segmenti 147, 18, 19, 20. Cuori moniliformi nei segmenti 7, 8, 9, 10, 11. Testes liberi nei segmenti 10 e 11 contro al setto anteriore. Padiglioni grandi collocati di fronte ai testes, e liberi come quelli cioè non chiusi in capsule seminali; i vasi deferenti che ne partono nei segmenti 11 e 12 dopo un breve tratto circonvoluto si portano verso i lati e si riuniscono insieme nel segmento 12. Vescicote seminali grandi reniformi allungate giacenti in due sole paia nei segmenti 11 @ 12 contro ai setti anteriori. Spermateche piccole globulari aprentisi sulla linea delle setole dorsali; nell’es. di Ormea non ne erano visibili che due paia agli intersegmenti 12-13 e 13-14, nell’es. di Nizza ne ho trovate 5 paia agli intersegmenti 9-10 a 13-14. La specie più vicina all’A. Dugesti sembrami essere l'A. Tellinii (Rosa 4) di cui è noto un solo esemplare del Friuli (Udine) e si può «collocarla con essa in quel sottogenere provvisorio Eonhi/a (Rosa 5) che «comprenderebbe sinora oltre a quelle due specie l'A. syrîaca (4), VA. Leoni (4) e l'A. patriarchalis (5); tutte queste specie hanno come carattere comune la presenza di due sole paia di vescicole seminali. (1) DucÈs, Ann. Sc. Nat., I Ser., T. XV, 1828. (2) » » pi Sg ©*#FSer., T. VIII, 18474 (3) Rosa, Atti R. Istituto Veneto, VI Ser., T. IV, 1893. (4) » Mem. R. Accad. Scienze Torino, Il Ser., T. XLIII, 1893. (5) Rosa, Boll. R. Mus. Zool. Torino, Vol. VIII, N. 160, 1893 (Viaggio del ‘Dr. Festa in Palestina, II, Lumbricidi). tara cr o ni iti e ì dts Pa i Sets % < g31 MI ps: pros gh wratidt: so è pa 4% URLA ro (E Hartok ar 8»! PAS n if VA BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 206 pubblicato il 30 Maggio 1895 I MOLLUSCHI dei terreni terziarii del Piemonte e delia Liguria descritti dal Dott. FepERICO Sacco PARTE XVIII (Melantidae, Littorinidae, Fossaridae, Rissoidae, Hydrobiidae, Paludinidae e Valvalidae), Fam. MELANIIDAE H. e A. Adans, 1854. Gen. Melamia Lk. 1799 (tipo M. amarula L.). Sottog. Striatella Brot. 1871. — S. /udberculata (Mill.) var. curvicosta, gracilicosta, granulosa, costilillatlissima e semigranosa. — S. elrusca ‘(De Stef.) var. derfopraecedens e dertostricta. Sottoe. Balanocochlis Fisch. 1885. — 2. propatula Sacc. — B. palula (Bon.) e var. /aurostriata. Sottog. Ptychomelania Sacc. 1895. — P. buccinelta (Bon.) (tipo del nuovo sottog.) e var. perplicatlella. Gen. Hemisimus Swains. 1840 (tipo H. Zineolatus Gray). Hemisinus? miodertonensis Sacc. Gen. Melanopsis Fér. 1807 (tipo M. praemorsa L.). Sottog. Melanopsis (str. s.). — M. cf. praemorsa (L.) e var. fusulatina, pseudofallax e longopyrulata. Sottog. JLyreaea H. e A. Ad. 1854. — L. impressa (Krauss) var. Boneltii, carinalissima e monregalensis — L. aquensis (Grat.). — L. clava (Sandb.) var. faurinensîs e conjungens. — L. pedemontana (Sacc.) e var. dertoliva, taurinensis e pseudopraerosa. — L. narzolîna (Bon.) e var. ecarînata, italica, Doderteîni, agalensis, derlocylindrica e compressoides, La Fam. LITTORINIDAE Gray. 1840. Gen. Littorina Fér. 1821 (tipo L. liltorea L.). Sottog. Melaraphe Mihlf. 1828 — M. ariesensis (Font.) — M. zibinica (Dod.) e var. ovuloides. Gen. Lacuna Turt. 1827 (tipo L. puteolus Turt.). Sottog. Epheria Leach in Gray 1847. — E. dasterotina (Br.) e var. acarinatutla. Fam. FOSSARIDAE Adams 1853, emend. Gen. Fossarus Phil. (tipo 7. ambdiguus L.). Sottog. Phasianema S. Wood 1842. — P©n. costatum (Br.) e var. infra- costicillata, pluricostata, parvulicincla, paucicostata, taurocrassa e clathrala. — Ph. taurelegans Sace. Fam. RISSOIDAE H. ed A. Adams 1854, Gen. Rissoia Frém. 1813 (tipo R. ventricosa Desm.). Sottog. Rissoia (str. s.). — 4‘. vartabilis (Miuhlf.) — . ventricosa Desm, — £. lineala Mich. e var. rolunduloides e taevirotunda. Sottog. Apicuiaria Montrs. 1884. — A. Guerini (Récl.) e var. miotrian- gula, antiqua, pupoidina e longofusata. — A. angulatacuta Sacc. e var. laevigracilis — A. sulzeriana (Riss.) var. villalvernensis, sub- laevis e pertlaevis. Sottog. Mohrensternia Stolicz. 1888. — M. infilata (Andr.) e var. cri- stulatolaevis. Sottog. Zippora Leach 1819. — ‘Z. auriîscalpium (L.) — Z. oblonga (Desm.). Sottog. Rissostomia G. O. Sars. 1878. — £è. membranacea (Ad.) var. pliorara Sacc. Sottog. Schwartzia B. D. D. 1884. — S. monodonta (Biv.) e var. bast- striata e laevigata. Sottog. Turbella Leach. 1819, — 7. discors (All.) var. miolaurinensis e perlonga. Gen. Alvamia Leach in Risso 1826 (tipo A. Montagui Payr.). Sottog. Alvania (str. s.). — A. Monltaguiî (Payr.) e var. miocenica. — A. curla (Duj.) e var. depressecincia e rotundulina. — A. rolu- tata (Dod.) var. pergibbosa. Sottog. Acinus Montrs. 1884. — A. cîimex (L.) var. fauroparva — A. reticulatus (Mont.) var. acinus, longovata ed antiquata — A. Mariae (D’'Orb.) var. perregularis. Sottos. Alvaniella Montrs. 1895 (tipo A. scadra Ph.). —- A. Thalia (De Stef. e Pant.) e var. eadbrevîs e subacingulata — A. pagodutlina Sace. — A? cîimicoides (Forb.) e var. scabrella. Sottog. Arsenia Montrs. 1891. — A. purnciura (Montrs.) var. eaquisila — A. lauropraecedens Sacc. ld Sl a » | . BLOTELO Sottog. Aeinopsis Montrs. 1894. — A. cancellata (Da Costa) e var. /ur- ritior. — A. venus (D'Orb.) var. parvotaurina — A.? sculpta (Phil.) e var. transiens. Sottog. Galeodinopsis Sacc. 1895. — G. tiberiana (Coppi) (tipo del nuovo sottog.) e var. percrassicosta. Sottog. Massotia B. D. D. 1884. — M. /actea (Mich.) var. semiacostata e fusulatovaricosa. Sottog. Alvinia Montrs. 1884. — A. dictyophora (Phil.) var. carînala, Gen. Manzonia Brus. 1868 (tipo M. costata Ad.). Sottog, Manzonia (str. s.) — M. costata (Ad.) e var. depressicosta — M. miocristala Sacc. Sottog. Flemingia Jeffr. 1884. — Y. zellandica (Mont.) e var. mmiocras- sîcosla, perraricincta, taurograciîlis e tlaurohirta. — F. scalaris dp: var. paucicincla e taurinensis. Gen. Omoba H. e A. Ad. 1854 (tipo O. striata Mont.). Sottog. Onoba (str. s.) O. miostriata Sacc. Sottog. Hyala H. e A. Adams 1854. — Z. vilrea (Mont.) e var. plio- major. Gen. Stossichia Brus. 1870 (tipo S. planarotdes DesM.). Slossichia planaxoîdes (DesM.) e var. ovatulina, paucisulcata e crassolaevis. Gen. Cimgula Flem. 1828 (tipo C. cingilla Mont.). Sottog. Setia H. e A. Ad. 1854. — S. fauromiocenica Sacc. Sottog. Cingulina Montrs. 1884. — C. laurominima Sacc. Sottog. Parvisetia Montrs. 1884 — P. mioscrobsoides Sacc. Sottog. Nodulus Montrs. 1878. — N. fauromiocenicus Sacc. e var. inflatina e postbombycina. Sottog. Pisinna Montrs. 1878. — P. pupa (Dod.) e var. pseudangulella. Sottog. Peringiella Montrs. 1878. — P. fauroatava Sacc. Gen. Barleeia Clark 1853 (tipo B. rudra Ad.), Barleeia rubra (Ad.) var. miocenica e mioelongala. Gen. Alaba A. Ad. 1862 (tipo A. picta Ad.). Alaba costellata (Grat.) e var. triangularis. Gen. Rissoina D’Orb. 1840 (tipo R. Inca D’Orb.). Sottog. Rissoina (str. s.) — R. Bruguierî (Payr.) e var. perstriatulina — R. pusttla (Br.) e var. promyosoroîdes, percosticittala e parvo- fusuta. Sottog. Rissolina Gould. — A. /a7ze/osa (Desh.) e var. bicrassecincta, mutinocostata, colligens e subacincia. Sottog. Zebinella Morch. 1876 — Z. decussata (Mont.) e var. rarico- stulata, turritopaucicosta e percosticiltatina, — Z. obsoleta (Partsch.) e var. fesseltata — Z. moravica (HOrn.) var. tauroplicatior. te as. Sottog. Zebina H. e A. Ad. 1854. — Z. nerina (D’Orb.) var. faurolaevis — Z. volaterrana (De Stef.). | Gen. Pseudotaphrus Cossmn. 1888 (tipo P. buecinalis Lk.). Pseudotaphrus Desmoulinsi (D'Orb.) var. tauroinflata. Fam, HYDROBIIDAK Fisch. 1885. Gen. Hiydrobia Hartm. 1821 (tipo H. acuta Drap.). Hydrobia ventrosa (Mont.) e var. inflatuta — H. etrusca Cap. Gen. Saecoia Brus. 1893 (tipo S. Escofferae Tourn.). Saccoia Escoffierae (Tourn.) var. trîiangutata, oryza, carinatolaevis, ed înermis. — S. Fontannesi (Cap.) var. congermana e rotundula, S.? perforata (Pant.). Gen. Emmericia Brus. 1870 (tipo E. patula Brum.). Emmericia pliocenica (Sacc.). Gen. Bythinia Gray 1821 (tipo B. ten/aculata L.,. Bythinia tentacultata (L.) var. Teltinîi. | Gen. Nematurella Sandb. 1874 (tipo N. Mexilabris Sandb.). Nematurella subcarinata (Bon.) e var. carinatior, ventrosula e lon- giuscula. — N. (Pseudonematuretlta) oblonga (Brn.) var. persuturata. Fam. PALUDINIDAE H. ed A. Adams 1854. Gen. Vivipara Lk. 1819 (tipo V. vivipara L.). Vivipara Pollonerae Sacc. Fam. VALYATIDAK Gray 1340. Gen. Valvata O. F. Mùll. 1774 (tipo V. cristata Mull.). Sottog. Valvata (str. s.) — Valvata cristata (Mùll.). Sottog. Cincinna Hibn. 1810. — C. Lessonae (Sacc.). 2002 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco, via Gaudenzio Ferrari 3 - Torino a BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 207 pubblicato il 5 Giugno 1895 bet VoL. X TOMMASO SALVADORI. Notizie intorno al Gypaetus barbatus. Questo interessante rapace si va facendo sempre più raro sulle Alpi. — Il Fatio e lo Studer nel loro Catalogue des Oiseaux de la Suisse, pubblicato nel 1889, hanno dato ragguagli completi intorno agli 86 esem- plari che sono stati presi nella Svizzera dal principio di questo secolo, ed intorno all’area di distribuzione del Gipeto nella stessa regione. Intorno al Gipeto sulle Alpi italiane manchiamo di completi ragguagli e per contribuire alla storia di detto Uccello, pubblico le seguenti no- tizie relative a quattro esemplari che sono stati presi sulle Alpi italiane nei tempi a noi più vicini. l. — Un adulto fu ucciso sul colle di Tenda nel gennaio del 1879; esso sì conserva nel Museo Civico di Genova. 2. — Una femmina adulta fu uccisa addì 27 marzo 18817 sulla mon- tagna Valletta, nel distretto delle Caccie Reali presso Valdieri; essa si conserva nel Museo Zoologico di Torino, cui fu donato dal Cav. B. Comba, il quale mi assicurava che un altro esemplare era stato ucciso alcuni anni prima sul colle di Tenda (1). 3. — Un altro esemplare fu ucciso con carne avvelenata mediante (1) Il Giglioli (Avéf. Ita?., p. 264) menziona due esemplari, uccisi sul monte Bego presso Tenda e conservati nel Museo Craveri di Bra, ma più tardi (Prémo Resoconto, p. 419) mette in dubbio tal cosa, e menziona, per testimonianza dell’Abre, una femmina uccisa nella stessa località il 21 giugno 1876, ed un maschio giovane ucciso il 21 gennaio 1885 a Couraza presso Scarena (Tenda); questo si conserva nel Museo di Storia Naturale di Firenze, e forse è quello stesso menzionatomi dal Comba, come ucciso sul Colle di Tenda. Ricordo di aver inteso dire dal compianto prof. De Filippi che egli, passando sul Colle di Tenda in diligenza, aveva visto volare vicinissimo un Gipeto. gf i o stricnina, addì 25 marzo 1889, sulla montagna Rogerol, distretto di Val. dieri, e fa parte della collezione di Uccelli che S. M. il Re Umberto, possiede nel R. Castello di Moncalieri. 4. — Finalmente un esemplare adulto fu ucciso col fucile addì 3° marzo 1895, pure sui monti del distretto di Valdieri, e fu inviato al Re Umberto, che l’ha fatto preparare dal sig. Filippo Genovesio in Torino, presso il quale ho avuto occasione di vederlo. Queste notizie provano che il Gipeto vive ancora sulle Alpi marittime, e specialmente nella regione fra il Colle di Tenda ed i monti sopra Valdieri. 9057 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco, via Gaudenzio Ferrari, 3 - Torino. BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 2OS pubblicato il 25 Giugno 1895 Vor. X Viaggio del dott. Alfredo Borelli nella Repubblica Argentina e nel Paraguay XVI. TOMMASO SALVADORI UCCELLI raccolti nel Paraguay, nel Matto Grosso, nel Tucuman e nella Provincia di Salta. La collezione di uccelli che mi accingo a descrivere è stata fatta dal Dr. A. Borelli durante un suo viaggio nell'America meridionale; le regioni da lui visitate sono il Paraguay, il Matto Grosso nel Brasile, il Chaco Argentino, il Tucuman e la provincia di Salta, nella Repubblica Argentina. La collezione consta di 436 esemplari, appartenenti a 190 specie, delle quali 149 sono state raccolte esclusivamente nel Paraguay, 11 soltanto presso Corumbà nel Matto Grosso, 15 nel Tucuman e 15 nella provincia di Salta, nella Repubblica Argentina. Delle 145 specie del Paraguay venti (1) non sono annoverate dal Graf von Berlepsch (2) nel suo Catalogo degli uccelli di quella regione, e tra esse due sono nuove, cioè: l’Hypotriorchis ophryophanes e la Pyrrhura (1) 1. Anthus nattereri — 2. Arremon polionotus — 3. Saltator similis — 4. Paroaria cervicalis — 5. Elainea pagana — 6. Contopus brachytarsus — 7. Sittosomus erithacus — 8. Antrostomus parvulus — 9. Eleothreptus ano- malus — 10. Ceophloeus erythrops — 11. Ceophloeus galeatus — 12. Chrysoptilus melanochlorus — 13. Trogon variegatus — 14. Ara auricollis — 15. Pyrrhura borellii — 16. Asturina pucherani — 17. Rostrhamus sociabilis — 18. Hypo- triorchis ophryophanes — 19. Harpyprion cayennensis — 20. Leptoptila ochro- ptera. (2) Systematisches Verzeichniss der in der Republik Paraguay bisher beo- bachteten Vogelarten (Journ. fur Orn., 1887, pp. 113-134). MR Dl Borelliî; sono pure specie nuove la Spermophilta plumbeiceps e la Columba tucumana ambedue del Tucuman. Le località nelle quali sono stati raccolti gli uccelli del Paraguay ap- partengono parte al centro e parte all'alto Paraguay; quelle del centro sono Paraguarì, Valenzuela, San Josè, Ajos, Villa Ricca, Caaguazù, San Joaquin, Carajao, Pirapò, Cavallero, Carapeguà e Luque, e queste fu- rono esplorate dalla fine di giugno alla metà di agosto del 1893; le loca- lità dell'alto Paraguay, oltre a Concepcion, sono Baranquera la novia e Bahia negra nel Chaco Paraguay, Puerto Pagani, Puerto Francia, 14 Maggio e Colonia Risso vicino al Rio Apa, e quivi il Borelli rimase dalla fine di agosto al principio di novembre. Gli uccelli di Corumbà nel Matto Grosso furono raccolti durante pochi giorni del settembre, quelli del Tucuman in dicembre e finalmente quelli di Salta nel gennaio 1894. La collezione ornitologica fatta dal Borelli, oltre al contenere molte specie mancanti nel Museo Zoologico di Torino, aggiunge nuovi ed im- portanti materiali per lo studio dell’ Avifauna del Paraguay e delle altre regioni da lui visitate; gli esemplari sono quasi tutti forniti di indica- zioni relative al sesso ed al colore delle parti nude, la quale cosa ag- giunge pregio alla collezione. Mi corre l’obbligo di ringraziare lo Sclater, per aver confrontato al- cuni esemplari di difficile determinazione con altri del Museo Britannico. Il. Turdus lewcomelas, Vieill.; Seeb. Cat. B. v. pag. 213 (1881). — Turdus amaurochalinus, Cab.; Berl. J. f. O. 1887, p. 113, n. | (Paraguay). a. (67) 9 Villa Ricca. — 6. (346) o Santa Rosa, Salta « Becco bruno-corneo; iride bruna; piedi grigi » (B.). 2. Turdus rufiventiris, Vieill; Seeb. Cat. B. v. p. 222 (1881); Berl. I. c. p. 113, n. 2 (Paraguay). a (124) 9 Paraguarì « Becco grigio corneo; iride di color castagno; piedi grigio-giallognoli » (B). — 5. (144) © Concepcion. 3. TFurdus nigriceps, Cab.; Tacz. P. Z. S. 1874, p. 503, pl. LXIV. — Merula nigriceps, Secb., Cat. B. v. p. 254 (1881). a, d (325, 326) gg S. Pablo, Tucuman « Becco e piedi gialli; iride castagna. Trovato soltanto nella località sovra menzionata » (B.). 4. Riimus modulator (Gould); Sharpe, Cat. B. vi. p. 347 (1881); Berl. 1. c. p. 113, n. 3 (Paraguay). a (114) &' Paraguarì. « Iride castagna » (2.). 5. Miimus triuwres (Vieill.); Sharpe, Cat. B. vi. p. 342 (1881); Berl. 1. c. p. 113, n. 4 (Paraguay); Sclat. Argent. Orn. I. pl. 1 (1889). a (174) 9 Bahia negra, Alto Paraguay « Becco nero; iride grigia; piedi grigio-nerì » (5). 6. Polioptila dumicola (Vieill.); Sharpe, Cat. B. x. p. 445 (1885); Berl l,te.p:0113, n. 6:(Paraguay): | | | i ten fa Ain DI ne LI a (353) & Santa Rosa, Salta « Becco nero colla base chiara; iride bruna scura; piedi peri » (2). 7. Donacobius atriceapillus (Linn.); Sharpe, Cat. B. vi. p. 364 (1881); Berl. l. c. p. 113, n. 6 (Paraguay); a. b (247, 248) T'9 Colonia Risso « Becco nero; iride rossa; piedi bruno- carnei; pelle nuda suilati del collo gialla » (B). — e (185) 7 Corumbà, Matto Grosso. — d (206) &° Corumbà « Iride ranciata » (B). 8. Troglodytes furvus(Gm.); Berl. 1. e. p. 113, n.7 (Paraguay); Sclat. Argent. Orn. I. p. 13 (1889). — 7Troglodytes musculus, Naum.; Sharpe, Cat. B. VI. p. 255 (1881). a (66) ® Villa Ricca. — è (78) — Villa Ricca. I due esemplari sono notevoli per avere sul groppone macchie nascoste bianco-argentine circondate da un sottile margine nericcio, il quale ca- rattere non è indicato nè dallo Sharpe (1. c.), nè dallo Sclater, al quale debbo la identificazione di uno degli esemplari suddetti. 9. Thryophilus rufiventris(Natt.). — Thryothorus rufiventris, Natt. Ms. Cat. in Mus. Vindob. — Thryothorus galbratthi, Pelz. (nec. Lawr.) Orn. Bras. p. 47 (1870) (Brasile centrale). — Thryophilus rufiventris, Sharpe, Cat. B. vI. p. 209 (nota) (1881) — Thryophilus galbraithi, Allen (nec. Lawr.) Bull. Am. Mus. N. H. ir. p. 343 (Matto Grosso) (1891). a (186) 9 Corumbà, Matto Grosso « Mandibola superiore corneo-bruno, mandibola inferiore bianco-carnicino; iride castagna; piedi nero corneo » (8). La identificazione dell’esemplare suddetto è stata confermata dallo Sclater, il quale mi ha fatto notare come esso differisca dagli esemplari del Natterer, conservati nel Museo Britannico, per le dimensioni minori. 10. Amthus mattereri, Sclat., lbis, 1878, p. 366, pl. X (Brasile). — Xanthocorys nattereri, Sharpe, Cat. B. x. p. 619 (1885). a (126) &' ad. Paraguarì « Iride castagna; piedi carnicini » (8). Devo allo Sclater la identificazione dell’ esemplare sovramenzionato che è in abito perfetto colla gola e col petto tinti di color giallo. Specie nuova pel Paraguay. ll. Parula pitiayumi (Vieill.); Sharpe, Cat. B. x. p. 259 pl. XI, f. 1 (1885). — Compsothlypis pitiayumi, Berl. l. c. p. 113, n. 11 (Paraguay). a, ò, c (421, 427, 428) Colonia Risso. 12. Vireosylvia chiîvi (Vieill.); Berl. 1. ec. pp. 5, 114, n. 16 (Paraguay). 4 (307) 9 ad. Colonia Risso « Becco grigio colla mandibola inferiore chiara; iride bruna; piedi grigi » (B). — 8 (381) Resistencia, Chaco australe, Argentina. 13. Cyelorhis viridis (Vieill.); Berl. Zeitschr. d. ges. Orn. 1885, p. 116, Anm. 1; id. J. f. O. 1887, pp. 5, 114, n. 17 (Paraguay) — Cyclorhis altirostris, Salv.; Sclat. Argent. Orn. 1. p. 24, pi. III, f. 2 (1889). a (119) Ad. Carapeguà « Becco grigio-corneo, colla base ceruleo-ferreo iride giallo-aranciato ; piedi grigio-ferreo » (B). 14. Procne domestica (Vieill.); Sharpe, Cat. B. x. p. 177 (1885). — Procne chalybea domestica, Berl. J. f. O. 1887, pp. 5, 114, n. 19 (Paraguay). a (271) 3 ad. Colonia Risso « Becco e piedi neri; iride castagno-scuro » (B.). — bd, c (425, 426) ad. Colonia Risso. dae ll 15. Pipridea melanonota (Vieill.); Berl. 1. c. p. 114, n. 31 (Paraguay). a (327) 9 S. Pablo, Tucuman « Becco e piedi grigio-perla; iride rossa » (B). 16. Tanagra sayaca (Linn.); Berl. Zeitschr. d. ges. Orn. 1885, p. 119; id. J. f. O. 1887, pp. 6, 115, n. 35 (Paraguay). a (43) 3 ad. Ajos « Iride castagna » (B.). — è (60) © ad. Villa Ricca. — c (210) 9 ad. Corumbà, Matto grosso. Colorito generale azzurrognolo; ala senza area azzurra distinta sulle cuopritrici; gli esemplari del Paraguay sono più piccoli (ala 0",08$, cul- mine del becco 0”,013) di quello di Corumbà (ala 0",095; culmine 0”,015). 17. Tanagra sp. a (82) gd Luque, Paraguay centrale. Simile agli esemplari della specie precedente, ma di colore verdognolo anzichè azzurrognolo; ala 0",094; culmine del becco 0",015. 18. Tanagra bonariensis (Gm.); Berl. 1. c. p. 115, n. 36 (Paraguay). a (314) 3 San Pablo, Tucuman « Becco superiormente nero, inferiormente biancastro; ir de rosso-bruno; piedi grigio ferreo » (B.). — d, c (368, 331) 0, Santa Rosa, Salta. 19. Pyranga azarae, D'Orb.; Berl. ]. c. p. 115, n. 37 (Paraguay). a (266) 3° Colonia Risso « Becco corneo (plumbeo?); piedi neri » (B.). Esemplare in abito quasi perfetto, ma con alcune piume giallognole sul pileo, residuo dell’abito giovanile, le parti inferiori sono di color rosso minio uniforme e non roseo-rosso, « rosy-red » come dice lo Sclater (Argent. Orn. I, p. 186). 20. Tachyphonus melaleucus (Sparrm.); Berl. I. c. pp. 7, 115, n. 39 (Paraguay). a, bd (292, 305) dd Colonia Risso « Becco nero colla base della mandibola più chiara; piedi neri ; iride bruna » (B.). 21. Trichothraupis melanops (Vieill.); Berl. Zeitschr. d. ges. Orn. 1885, p. 120 (1885); id. J. f. O. 1887, p. 115, n. 41 (Paraguay). — Trichothraupîis quadricolor (Vieill.); Sclat. Cat. B. xI. p. 220 (1881). a (99) 9 Pirapò. 22. ARremon polionotus, Bp ; Berl. 1. c. p. 115, n. 44 (Paraguay). a (241) 3 ad. Colonia Risso; « Becco aranciato col culmine nero; piedi grigio-carnicini » (B.). — 5, c (422, 423) 7 9 Colonia Risso. Foem. Mari similis, sed dorso cînereo-olivascente, pileo et plumis aurium fuscis, laleribus olivascentibus ei statura minore diversa. Questa specie è nuova pel Paraguay, ma era stata trovata a Cor- rientes e nel Matto Grosso. 23. Saltator cserulescens, Vieill.; Berl., 1. c. p. 115, n. 45 (Paraguay). a (183) 9 ad. Corumbà, Matto Grosso « Becco nero-verdognolo; iride grigio- castagno; piedi nero corneì » (B.). — 5 (i82) S' (juv.?). Corumbà . Ambedue questi esemplari hanno il sottocoda di colore fulvo vivo. L’adulto ha le parti superiori di colore plumbeo con lievissima tinta olivastra sul dorso e sul groppone ed il margine carpale bianchiccio ut Il giovane ha tutte le parti superiori tinte di olivastro ed il margine carpale giallo canarino; il petto è tinto di giallognolo. 24. Saltator similis, Lafr. & D’Orb.; Selat. Cat. B. xI. p. 287 (1886); Allen, Bull. Am. Mus. N. H. nm. p. 365 (Matto Grosso) (1891) a (424). Colonia Risso. Nuovo pel Paraguay. 25. Saltator aurantiirostris, Vieill.; Berl. 1. c. p. 115, n. 46 (Pa- raguay). . a (373) ad. S. Pablo, Tucuman. 26. Guiraca argentina, Sharpe, Cat. B. xI. p. 73 (1888). — Guzraca cyanea, Berl. (nec. Linn.) J. f O. 1887, p. 115, n. 48 (Paraguay). a, b (338, 348) 3 Santa Rosa, Salta « Becco grigio ferreo, iride bruna scura; piedi grigi scuri » (B.). — c, d, e (330, 337, 435) 9 Santa Rosa, Salta « Becco nero-bruniccio; iride bruna; piedi grigio scuro » (5.). 27. Spermophila sp. a (2) 9 an juv. Paraguarì. 28. Sperimophila sp. a (282) 9 Colonia Risso » Becco nero; iride castagna; piedi grigi » (B.). Simile al precedente, ma col groppone e colle parti inferiori meno rossigne; il becco un poco più grosso e più convesso ; per queste diffe- renze ho creduto di annoverare l’esemplare suddetto, separatamente dall’ esemplare precedente, ma secondo lo Sclater, ambedue potrebbero spettare alla Spermnophila melanocephata. 29 Spermophila cserulescems (Vieill.); Sharpe, Cat. B. xII. p. 126 (1888). — Sporophila cerwlescens, Berl. 1. c. p. 115, n. 53 (Paraguay). a (369) 7? San Pablo, Tucuman. — 5 (420) 3°? Colonia Risso, Rio Apa. — € (180) g' juv. Corumbà, Matto Grosso. — d (419) 9 Corumbà, Matto Grosso. 30. Spermophila limneola (Linn.); Sharpe, Cat. B. xl. p. 131 (1888). a (347) d' ad. Santa Rosa, Salta « Becco e piedi neri; iride bruna scura » (B.). Differisce da un esemplare adulto del Museo di Torino, per la fascia bianca che dalla fronte si estende lungo il mezzo del pileo, molto più ristretta. Questa specie non è annoverata dallo Sclater fra gli Uccelli delia Repubblica Argentina, sebbene fosse stata trovata nel Chaco, lungo il Rio Vermejo. 31. Spermophila sp. a (456) o juv.? Corumba, Matto Grosso. — d (179) & juv.f Corumba, Matto Grosso. « Becco e pieiii brunicci; iride castagna » (B.). Gli esemplari suddetti essendo giovani, la sicura determinazione della specie non è stata possibile neppure allo Sclater, che tuttavia sospetta che essi possano appartenere alla S. nîgrorufa (D’Orb. & Lafr.). Si noti che il primo esemplare ha una piuma del sopracoda di color cenerino puro. 32. Spermophila plumbeiceps, sp. nov. Capite supra et cervice cinereo-plumbeis; dorso et supra caudalibsu hrunneis; vropygio castaneo; gula et genarum colore salurate brunneo-castaneo fere nigro, sensim in colorem castaneum pectoris Iranseunte; abdomine el subcaudalibus cinnamomeis; aliîs nigrican- libus, plumarum margiînibus pallidioribus, tectricibus brunneis, dorso concoloribus; speculo alari albo; subalaribus fuscîs, remigibus subtus basim versus albis; cauda nigricante, rectricum marginibus subtilissimis pallidioribus; rostro nigro; pedibus brunneis. Long. tot. circa 0”,105; al. 0",058: caud. 0",044; rostri culm. 0”,008; tarsi 0”,015. ” a (320) > ad.? San Pablo, Tucuman, Dicembre. Non conosco alcuna specie, alla quale la presente si possa dire affine ; forse quella cui più si avvicina è la Spermophila palustris, Barrow, avendo il pileo e la cervice di color cenerino, il groppone castagno, e l'addome col sottocoda di color cannella, ma ne differisce pel color bruno- castagno della gola e del petto. 33. Paroaria cucullata (Lath.); Berl. 1. c. p. 116, n. 57 (Paraguay). a (418) 3 juv. Porto Pagani, Rio Apa. 34. Paroaria cerviealis, Sclat.; Sharpe, Cat. B. x. p. 814, pl. XVI» f. 6. (1888). a (167) 3 ad. Porto Pagani, Rio Apa « Beeco rosso-giallognolo coll’apice e coi margini bruni; iride castagna, piedi rosso bruni » (2). Specie nuova pel Paraguay. 35. Coryphospingus cristatus (Gm.); Berl. 1. c. p. 116, n. 59 (Pa- raguay). a, b, © (3, 74, 76) 7 9 Villa Ricca, Paraguay Centrale. — d, e, f (415, 416, 417) Sd Colonia Risso, Alto Paraguay. — 9 (219) 3 Puerto Francia, Rio Apa « Becco grigio scuro superiormente, grigio chiaro inferiormente; iride castagna; piedi neri » (B.). 36. Lophospiazus pusillus (Burm.), J. f. O. 1860, p. 254; Sharpe, Cat. B. xII. p. 805 (1888); Sclat. Argent. Orn. 1. p. 48 (1889). — Coryphospingus pusillus, Salv. Ibis, 1880, p. 354, pl. IX. f. 1, (g an juv?) (Tucuman). a (335) ® ad. Santa Rosa, Salta « Mandibola superiore nera, inferiore bianca; iride bruno-grigia; piedi nero-grigi » (B.). L'esemplare suddetto ha una larga fascia nera lungo îl mezzo della gota e le piume del pileo e dei ciuffo di un nero intenso; la figura del Salvin rappresenta una femmina od un giovane senza nero sulla gola e col pileo e col ciuffo di color nericcio bruno; lo Sharpe erroneamente descrive la femmina come simile al maschio. 37. Poospiza melanolerea (Vieill.); Salv. Ibis, 1880, p. 354, pl. IX, f. 2; Berl. I. c. p. 116, n. 62 (Paraguay); Sharpe, Cat. B. xI1. p. 638 (1888). d, 6 (172, 173) 3 Bahia negra, Chaco Paraguay. « Becco e piedi neri; iride rossa » (B.). — 0 (358) gd Chilchas, Salta « Becco nero; iride bruno cupo; piedi grigio scuri » (B.). — c (—)]uv. S. Pablo, Tucuman. Il giovane ha colori meno puri, ed il nero della testa alquanto bru- niccio. 38. Poospiza whitei, Sclat. P. Z. S. 1883, p. 43, pl. 1X (Cordova); Sharpe, Cat. B. xtr. p. 641 (1888); Sclat. Argent. Orn. I. p. 50 (1889). a (215) &' ad. S. Pablo, Tucuman « Becco nero; piedi bruno-neri; iride castagno grigia » (B.). 39. Zonotrichia pileata (Bo 1d.); Berl. I. c. pp. 9, 116, n. 65 (Paraguay). a, db (77, 77.bis) & Villa Ricca. — c (145) # Baranquera la novia « Becco bruno corneo; iride castagna; piedi grigio-cornei » (B.). — d (413) 9 Colonia Risso. — e, 7 (456, 457) ad. Colonia Risso. 40. Saltatricula multicolor, Burm.; Sclat. Argent. Orn. I. p. 61, pl. V (1889). a (334) 3 ad. Santa Rosa, Salta « Becco giallo, col culmine nero; iride bruna; piedi grigi » (B.). Esemplare in muta, colle piume logore, ma simile alla figura citata. 4). Embernagra platensis (Gm.); Berl. I. c. pp. 10, 116, n. 67 (Pa- raguay). a, 6 (44, 45) T'© Villa Ricca « Iride grigio castagna » (B.). — c (380) ad. Chaco australe. 42. Haemophila whitei (Sharpe); Sclat. Argent. Orn. 1. p. 64 (1889). — Zonostrichia whitii, Sharpe, Cat. B. xII, p. 608, pl. XIII (1888) (Cordova). a (336) O juv. Salta. Somiglia alla figura citata, ma ha colori più sbiaditi, specialmente il grigio dei lati della testa e del collo. 43. Chrysomitris ieterieca (Licht.); Berl. 1. c. p. 116, n. 70 (Paraguay); Sharpe, Cat. B. x1I, p. 217 (1888). a (136) 3 ad. Luque « Iride castagno scuro » (B.). — d, c (71 72) To. Villa Ricca. — d (454) &' ad. Colonia Risso. — e (378) ® ad. S. Pablo, Tucuman — f(363) 9 ad. Chilchas, Salta. 44. Sycalis pelzelniì, Sclat.; Berl. 1. c. pp. 10, 116, n. 71 (Paraguay). a (453) dg ad. Colonia Risso. — d (171) d' ad. Bahia negra « Becco nero; iride castagna; piedi bruno-neri » (B.). — c, d (217, 218) TA ad. Puerto Francia. — €, f (361, 362) 99 Chilcas, Salta « Becco e piedi grigio-bruno; iride bruna » (B..) — 9g (309) 3 juv.? Corumbàa, Matto Grosso « Becco superiormente nero, inferiormente più chiaro; iride castagna; piedi grigi-nerastri » (B.). L'ultimo esemplare somiglia alle femmine di Chilcas, ma ha il pileo meno fittamente striato, e con lieve tinta giallognola sul margine di alcune piume. 45. Ostinops decumanus (Pall.); Berl. l. c. pp. 10, 116, n. 73 (Pa- raguay). a, 6 (85, 86) TT Yhu (Paraguay centrale). « Becco giallo paglia; occhi ‘ celesti; piedi neri. Fa il suo nido in forma di borsa, sospeso all’estremità dei rami degli alberi » (B.). 46. Cassicus albirostris (Vieill.); Berl. I. c. p. 116, n. 74 (Paraguay). a, 6 (150, 151) d3 Baranquera la novia. « Becco grigio chiarissimo coll’a- pice bianco; iride bianco sporco, piedi neri » (B.). — €, d (231, 232 #9) Co- lonia Risso « Becco grigio perla, coll’apice bianco; iride bianca; piedi neri » (B.) ben ope 47. Amblycercus solitarius (Vieill.); Ber]. ]. c. p. 116, n. 75 (Paraguay). a (243) 9 ad. Colonia Risso. « Becco bianco; iride rossa; piedi neri » (B.). — è (195) & ad. Corumba, Matto Grosso « Becco colla base grigio-perla e col. l'apice bianchiccio; iride arancio; piedi neri » (B.). — c (372) — ad. Resi- stencia, Chaco Australe. 48. Cassidix oryzivora (Gm.); Berl. I. c. p. 116, n. 76 (Paraguay), a (89) ad. Caaguazù, Paraguay centrale « Becco nero; iride castagna » (B.). 49. Molothrus bonariensis (Gm.); Berl. 1. c. p. 116, n. 78 (Paraguay) a (414) > ad. Paraguarì. 50. Molothrus brevirestris (Lafr. & D'Orb.); Berl. 1. c. pp. 10, 116, n. 79 (Paraguay). — Molothrus rufo-axrillaris, Cass.; Sclat. Cat. B. xI. p. 338 (1886); id. Argent. Orn. I. p. 86 (nec pl. VI, f. 2?) (1889). a (146) 9 Baranquera la novia, Chaco Paraguay « Becco grigio ferreo scuro; iride castagna; piedi neri » (B.). — 5, c, a (147, 148. 149) &' ad. Baranquera la novia. — e (339( 9 ad. Santa Rosa, Salta « Becco e piedi neri; iride bruna » (8). bl. Agelzseus sp. a, 6 (202, 203) & juv. (?) o Corumbà, Matto Grosso « Becco nero bruno; iride gialla; piedi grigio-neri » (B.). Somigliano alla femmina dell’ Agela@us cyanopus (Vieill.) figurata nel- l’Ibis, 1884, pl. 1, ma ne differiscono per le dimensioni notevolmente minori; anche lo Sclater ha dato lo .stesso giudizio. 52. Leistes superciliaris (Bp.); Berl. l. c. p. 117, n. 85 (Paraguay). a, b (312, 313) &' ad. Colonia Risso « Becco nero colla mandibola inferiore bianco sporco; iride giallo bruno; piedi bruni ». (B.). 53. Ambliyrhamphus holosericews (Scop.); Berl. 1. c. p. 351, n. 86 (Paraguay). a, b (293, 298) 3 ad. Colonia Risso « Becco e piedi neri; iride bianca- giallognola » (B.). — c, d (299, 300) 9 juv. Colonia Risso. — d (155) o Juv. Baranquera la novia. 54 Pseudoleistes guirahuro (Vieill.); Berl. 1. c. p. 117, n. 87 (Pa- raguay). a, b (19, 20) T'9 ad. Valenzuela « Iride castagno » (B.). — c (40) 9 Villa Ricca. È 55. Keterus pyrrhopterws, Vieill.; Ber]. I. c. p. 117, n. 88 (Paraguay). a, d (122, 123) 3 9 Carapegua, « Becco nero; iride rosso castagno; piedi nero grigio » (B.). — c, 4 (199, 200) 7 9 Corumbà, Matto Grosso « Becco nero; iride castagno; piedi neri » (£.). 56. KHeterus crocomnotus (Wagl.); Sclat. Cat. B. xI. p. 383 (1886); Allen, Bull. Am. Mus. N. H. it. p. 378 (Matto Grosso) (1891). a, b (197, 198) #3 Corumbà, Matto Grosso « Becco nero colla base grigia perlacea; iride arancio; piedi grigio ferreo chiaro » (B.). Anche in questi esemplari, simili fra loro, vi ha una tendenza alla for- mazione di una fascia nera interscapulare, costituita da macchie nere. 57. Aphobus chopi (Vieill.); Berl. 1. c. p. 117, n. 89 (Paraguay). a (51) & Villa Ricca « Iride castagno scuro » (B.). siii ci) 1 58. Cyanocorax chrysops (Vieill.); Berl. 1. c. p. 117, n. 90 (Paraguay). a, 6 (69, 70) Td Villa Ricca «Iride giallo chiaro » (8.). 59. Cyanocorax crrruleus (Vieill.); Berl. 1. c. p. 117, n. 92 (Paraguay). a (26) & ad. S. José « lride castagno scuro (B.).— 6 (222) & ad Puerto Francia, Rio Apa «Becco e piedi neri; iride castagna » (B.). 60. Toaenioptera nengeta (Linn.); Berl. 1. c. p. 117, n. 93 (Paraguay). a (73) © ad. Villa Ricca « Iride grigia » (B.). — è (106) # Paraguari « iride grigia » (B.). 61. Taenioptera irupero (Vieill.); Berl. 1. c. p. 117, n. 96 (Paraguay). a, 6, c (159, 160, 402) #9 Puerto Pagani « Becco e piedi neri; iride ca- stagno » (B.). 62. Fluvicola albiventris (Spix); Berl.1].c. pp. 117, n. 97 (Paraguay). a (169) 3 Bahia negra « Becco nero; iride castagna; piedi neri grigiastri » (B.) — d (274) 3 Colonia Risso. — c (178) 9 Corumbà, Matto Grosso. « Becco e piedi neri; iride castagna » (B.). 63. Aleetrurus guira-yetapa (Vieill ); Berl. 1. c. p. 117, n. 99 (Pa- raguay). — Alectrurus risorius (Vieili.); Sclat. Cat. B. xiv. p. 39 (1888). a, è (46, 62) 99 Villa Ricca. — c (63) juv. Villa Ricca. Il giovane somiglia alla femmina, dalla quale differisce per mancare delle due timoniere esterne allungate. 64. Cybernetes yetapa (Vieill.); Berl. 1. c. p. 117, n. 101 (Paraguay). a (50) 9 ad. Villa Ricca « Iride castagno scuro » (8). 65. Sisopygis icterophrys (Vieill.); Berl. 1. c. p.117, n.102 (Paraguay). a (35) 3° San José. — è (113) ® Paraguarì. » Iride castagna » (B.). — c (138) ad. Luque. — d (408) ad. Colonia Risso. 66. Cnipolegus anthracinus, Heine; Sclat. Cat. B. xIv. p. 44 (1888). a (371) S' (?) juv. Salta. Devo allo Sclater la identificazione dell'esemplare suddetto, che sembra molto simile alla femmina adulta. Credo opportuno di darne la descrizione: Superne brunneus; lorîs et lateribus capitis pallide rufescentibus; uropygio, supracaudatlibus, caudaeque basi laete rufis, seu cinnamo- meîs; corpore subtus rufescente, gula pallidiore ; alîs fuscis, tectri- bus mediis el majoribus macula rufescente terminatis, fasctis dua- bus formantibus; remigibus primartis basin versus subliliter rufo- marginatis, secundartis în dimidio apicali tantum rufo marginatis; remigum basi intus late rufa; subalaribus rufescentibus; caudae parle apicali fusca, parte basali cinnamomea, sensim în rectricibus exlernis magîs exlensa; rectricis ecxlimae pogonio eaxterno omnino rufo cinnamomeo; rostro fusco; pedibus nigrîs. Long. tot. 0%, 170; alae 0",079; caudae0",079; rostri culm. 0°,013; tarsi 0,023. u (371) &' juv. Salta. 67. Lichenops perspicillatus (Gm.); Berl. 1. c. p. 117, n. 104 (Pa- raguay). MM a (27) 3 ad. San Josè. Iride e palpebre giallo paglia » (B.). — 5, c (102, 107) 99 Paraguarì « Becco bruno colla mandibola gialla; iride e palpebre giallo paglia » (B.). — d (120) 9 Carapeguà. « Piedi neri » (B.). — e (317) &' S. Pablo Tucuman. « Becco bianco gialliccio; piedi neri » (B.). 68. Machetormis rixosa (Vieill.); Berl. 1. c. p. 117, n. 106 (Paraguay). a, d (64, 48) T'© Villa Ricca « Iride bruno-castagno » (B.). — e (151) 9, — d (405) ad. Puerto Pagani, Rio Apa « Becco nero corneo; iride castagna; piedi grigio nero » (B.). — e (337) &' juv. Salta. T L’ultimo esemplare manca del rosso sul pileo. 69. Habrura pectoralis (Vieill.); Sclat. Cat. B. xIv, p. 95 (1888). — Hapalocercus pectoralis, Berl. 1. c. p. 117, n. 112 (Paraguay). a (117) ' ad. Paraguarì « Iride castagna; piedi neri » (B.). 70. Serpophaga suberistata (Vieill.); Berl. 1. c. p, 117, n. 114 (l’a- raguay). a (55) — Villa Ricca. — è (164) 9 Puerto Pagani, Rio Apa. La femmina, in cattivo stato, ha meno distinta la macchia nascosta bianca sul pileo. 71. Elainea albiceps (Lafr. & D’Orb.); Sclat. Argent. Orn.1, p. 145 (1888). a (316) 9 S. Pablo, Tucuman. « Becco grigio; iride castagna; piedi grigi » (B). — 0 (379) ad. Santa Rosa, Salta. Il Cabanis ha descritto una specie del Tucuman col nome di E. stre- pera (J. f. 0. 1883, p. 215), ma i due individui mi sembrano riferibili alla E. a/biceps, essendo simili ad altri di Santiago e della Patagonia. 72. Elainea pagana (Licht.); Sclat. Cat. B. xIv, p. 137 (1888). a (56) ad. Paraguarì. Simile ad un esemplare del Messico, ma con una traccia soltanto della macchia bianca nascosta fra le piume del pileo. 73. Empidagra suiriri (Vieill.); Berl. 1. c. p. 118, n. 120 (Paraguay) Sclat. Cat. B. xiv, p. 154 (1888). a (65) & Villa Ricca, Paraguay certrale. L'esemplare suddetto ha il dorso ed il groppone con lieve tinta oli- vastra, e non cenerina, e l’apice delle timoniere bianchiccio anzichè ce- nerino, come è detto nella descrizione dello Sclater, il quale ha con- fermata la mia identificazione. 74 Pitangus bolivianus (Lafr.); Berl. 1. c. p. 118, n.122 (Paraguay). a (30) 3 S. Josè «Iride castagno-rossiecio » (B.). — è (68) o Villa Ricca. 75 Myiodynastes solitarius (Vieill.); Berl. 1. c. p. 118, n. 124 (Pa- raguay). a, 6, e, d (277, 278, 279, 404,) To Colonia Risso «Becco nero bruno; iride bruna; piedi color ardesia» (R.). 76 Hirumdimea bellicosa (Vieill.); Berl. }. c. p. 118, n. 126 ( Pa- raguay). a (223) 3 ad. Puerto Francia «Becco e piedi neri; iride castagna» (B.). — 6 (270) 9 ad. Colonia Risso «Becco nero; iride castagno giallognolo; piedi grigio nero » (B). — c (402) ad. Colonia Risso. ET = 77. Pyrocephalus rubineus (Bodd.); Berl. |. c. p. 118, n. 127 (Pa- raguay). a, è (411, 412) & Colonia Risso. — c (162) 3 ad Porto Pagani «Becco e piedi neri; iride castagna» (B.). — d (177) 3 Corumbà. 78. Contopus brachytarsus, Sclat.j White, P. Z. S. 1882. p. 608 (Salta). a (406) ad. Colonia Risso. Esemplare adulto; somiglia al C. dorealis (= cooperi ) ma è molto più piccolo, più biancheggiante inferiormente, e senza tinta ocracea sulle cuopritrici inferiori delle ali che sono grigiastre; lo Sclater ha confermato la mia identificazione facendo notare come l'esemplare abbia le parti inferiori piuttosto bianche. Nuovo pel Paraguay. 79. Myiarchus ferox (Gm.); Sclat. Cat. B. x1v, p. 253 (1888). — 2M/y- tarchus cantans, Pelz.; Berl. ]. c. p. 118, n. 129 (Paraguay). a, d (272, 285) FF Colonia Risso « Becco bruno colla mandibola più chiara; iride castagna; piedi neri» (B). — c (166) è Porto Pagani, Rio Apa «Becco e piedi neri; iride castagna» (5.). L’ultimo esemplare ha dimensioni alquanto minori; il pileo più scuro ed il giallo delle parti inferiori un po’ più vivo. 80 Myiarchus erythrocercus, Sclat. & Salv.; Berl. Ibis, 1883, p. 140; id J.f.0. 1887, p. 118, n. 130. (Paraguay). — Mytarchus tyrannulus (Mull.); Sclat. Cat. xIv, p. 251 (1888). a (216) 3 Puerto Francia «Becco bruno corneo ; iride castagna; piedi neri» (B). 8]. Empidonomus aurantio-atro-cristatus (Lafr. & D’'Orb.); Sclat. Cat B. xiv, p. 266 (1888) — Tyrannus aurantio-atro--cristatus, Berl. 1. c. p. 718, n. 133 (Paraguay). a (409) 3° Colonia Risso. — d (297) o Colonia Risso «Becco e piedi neri ; iride bianca» (B.). La femmina, oltre all’avere le remiganti primarie meno acuminate, ha le parti inferiori tinte di olivastro. 382. Tyrannus melancholicus, Vieill.; Berl. 1. c. p. 118, n. 132. a, 6 (273, 301) 9 Colonia Risso «Becco e piedi neri; iride bruna» (B.) 83. Milvulus tyrammus (Linn.). — Milvulus tyrannus violentus (Vieill.); Berl. l. c. pp. 13, 118, n. 134 (Paraguay). a (202) 3° ad. 14 Maggio « Becco e piedi neri» (B.). — 0 (268) © ad. Colonia Risso «Iride bruna» (B.) — c (410) Colonia Risso. 84. Chiroxiphia caudata (Shaw). Ber]. l. c. p. 118, n. 135 (Paraguay); a, d (33, 42) FT & Ajos, Paraguay centrale « Iride castagna» (B.). 85. Hadrostomus atricapillus (Vieill.); Berl. |. c. pp. 13, 118. n. 1 (Paraguay). a (291) © ad. Colonia Risso «Becco bruno, colla mandibola chiara; iride bruna ; piedi neri» (B.). 86. Casiornis rubra (Vieill.); Berl. 1. c. p. 119, n. 140 (Paraguay). i i a (156) 9 Baranquera la novia «Becco colla base giallo-rossigna e coll’apice bruno; iride castagno chiaro» (B.) — è (261 3) Colonia Risso. — ec (403) ad. Colonia Risso. 87. Phytotoma angustirostris, D’Orb. & Lafr.; Sclat. Cat. B. xIv, p. 402, (1887); a, è (359, 360) T & ad. Chilcas, Salta «Pecco grigio-bruno corneo, infe riormente più chiaro; iride gialla; piedi grigio scuri» (B.). Gli esemplari suddetti corrispondono meglio colla descrizione della PW. angustirostris, che non con quella della Ph. rutila, che sì trova nel- l'Argentina. 88. Furmarius rufus (Gm.); Berl. 1. c. p. 119, n. 143 (Paraguay). a (100 3° Paraguarì «Iride castagno-rossiccio» (B.) — è (137) 9 Luque. 89. Phlacocryptes melamops(Vieill.); Ber]. 1.c.p.119, n. 145(Paraguay) a (320) ad. S. Pablo, Tucuman «Becco bruno; piedi grigi; iride castagno scuro» (B.). 90. Synallaxis frontalis, Pelz.; Ber]. 1. c. p. 14, 119, n. 142 (Paraguay) — Synallaxis azarae, D’Orb.; Allen. Bull. Am. Mus. N. H. tI, p. 243 (1889); V. p. 111-(1893). 6 (399) 401 ad. Colonia Risso. Ambedue gli esemplari mostrano piccole macchiette bianche all’ apice delle piume nericcie della gola; esse non sono menzionate nelle descri- zioni dello Sclater (Cat. B. xv, p. 40). 91. Symallaxis albilora, Pelz.; Berl. l. c. p. 48, n. 148 (Paraguay ?); Sclat. Cat. B. xv, p. 47 (1890). a (400) ad. Colonia Risso. Esemplare alquanto sciupato; esso, anche per giudizio dello Sclater, che lo ho confrontato con esemplari tipici del Natterer nel Museo Bri- tannico, è riferibile, alla specie indicata: testa bruno grigiastra; redini e fascia sopraccigliare bianchiccia; dorso di color rossigno cannella con lieve tinta olivastra; ali, sopraccoda e coda di color cannella vivo; parti inferiori di color fulvo rossigno, mezzo del petto e dell’ addome bianco. 92. $Synallaxis phrygamophila (Vieill.); Berl. 1. c. p. 119, n. 151 (Paraguay). a (154) y Baranquera la novia « Becco bruno-corneo; iride castagna; piedi bruno cornei — d (120) è Bahia negra «Becco nero corneo colla mandibola infe- riore bianca; iride rossicci; piedi bruno cornei» (B.). 93. Amumbius acuticaudus (Less.); Berl. 1. c. p. 119, n. 153 (Pa- raguay). a (53) 9 ad. Villa Ricca. — d, c (128, 127) do Paraguarì. « Iride rosso- castagno; piedi grigio-plumbei » (B.). 94. Sittosomus erithacus (Licht.); Sclat. Cat. B. xv, p. 119 (1890); Berlxi; li 3% Hap9e Pîf TIM tei i li È E È. : £ 4 ‘ Ò bti 4 n 4 L'OT FI SRI) ST î . CT ri i = LO Pf) (33 LIS {1 A i a ja Hat fs ha ZIA È sE 1 daN I Ad Lo 4 LEFE' VE) c F i i } DI gene LE 14 tit dai Pomo A i of MIDONIIEMIISSO UTOrVAZIOE 4 i DUOSTILO ‘ Lod Val / hi P a LI . \ BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino Vor. X N. 2414 pubblicato il 16 Agosto 1895 Dott. ACHILLE GRIFFINI NEMOPTERA BAUDII Nuova specie di Neurottero dell’isola di Cipro. Nello studiare i Neurotteri della famiglia « Mega/optera Burm. » che si conservano nelle collezioni del Museo di Torino, trovai fra gli altri una interessante specie di Nemoptera, appartenente al sottogen. Croce M. L., che ritengo come nuova e degna di menzione anche pei caratteri sessuali secondarii che più sotto accennerò. Questa specie, rappresentata da due individui, 0 e 9, venne raccolta nell'isola di Cipro da Truqui, come appare da un cartellino unitovi an- cora da Ghiliani, coll’indicazione N. nov. sp. an nov. gen. Le Nemoptere vennero già accuratamente studiate da parecchi autori, e principalmente KLUG (1), WESTWOOD (2), HAGEN (3), ne pubblicarono dei lavori monografici. L'ultimo di questi lavori, ossia quello di Hagen (3) non è però una vera monografia, non essendo in esso descritte tutte le specie enume- rate. Westwood (2) descrive come appartenenti alla subseclio 2, (d), del genere Nematoptera (caratterizzata nel seguente modo: « Alae posticae (1) KLUuG H. Versuch einer systematischen-feststellung der Insecten- Familie « Panorpatae » und auseinandersetz. ihrer Gattungen und Arten. Abhandl. der K. Akademie der Wissenschaften zu Berlin: aus d. Jahre 1836. Berlin, 1838. (2) WestwooD J. 0. A monograph on the genus Nematoptera. Proceedings of the Zoologic. Society of London, Part IX, 1841. (3) HaGEeN H. A. Monograph of the Hemerobidae. Part I. Nemopteridae. Proceedings of the Boston Society of Natural History, Vol. XXIII, part. II, Boston, 1886. setaceae haud fasciate ») ossia in altre parole, al sottogenere Croce, le sotto indicate specie : setacea Klug, dell’Africa meridionale. capîtlaris Klug, dell'Arabia. aristata Klug, di Ambukohl. alba Oliv., di Bagdad. filipennis Wat. dell'India orientale. Hagen (3) aggiunse a queste Croce la pusilla Tasch. , molto dubitativa- mente però, ritenendola probabilmente come sioni della a/ba Oliv. Dopo le specie sopra indicate non venne più descritta se non la N. (Croce) ephemera della Mesopotamia, recentemente pubblicata da Ger- staecker (4), la quale è specie affine alla capi/tarîs Klug, però eviden- temente ben distinta. Ora, in tutte le Croce finora descritte, nessun autore ha mai indicato esistere degli spiccati caratteri sessuali secondarii sulle ali posteriori filiformi dei &. Nell’individuo che appare esser &, fra i due esemplari di Cipro che sopra accennai esistere nel Museo di Torino, al termine della '7* parte basale delle ali posteriori filiformi risalta una rimarchevole vescicola superiore opaca, bianca, tenerissima, mentre nella 9 un tal carattere non esiste. Ecco pertanto la descrizione della specie: Nemoptera (Croce) Baudîî, n. sp. d, g — Corpus gracile, ltotum pallide flavido-testaceum — Rostrum in utroque sexu nigrum, lantum ad basin anguste testaceum, conspicue elongatum — Ocutli grisei — Antennae pallidissime albido-fila- ci vidae — Pedes albî — Alae anticae ad i basîin sensim angustatae, attenuatae; tolae agere sc OBOL pellucidae,tenuissime albido-lacteotinctae, PRC ; Dice nervis concoloribus, nunquam variegatis, emoptera Baudtii È i A A posteriori. plerostigmate brunneo, apice lacteo Si Y, piccola vescicola delle ali anteriori. A/ae posticae selaceae, totae albae, longis- B. Id. td. d simae, longitudinem anticarum fere tri. Parte basale di un’ ala posteriore vista di fianco. — «, vescicola. piam aequantes. (4) GERSTAECKER A. Ueber neue und weniger gekannte Neuropteren aus der Familie « Megaloptera Burm. ». Mittheilung. aus dem naturwissensch. Verein fur Neu-Vorpommern und Riigen in Greifswald. Jahrg. 1893. Berlin 1894. ce — Ind: ad bdbasin alarum posticarum (circiter septimae partis dbasalis ad limitem posticum), superne, vescicula ovatlis nivea, sat grandis, tumida, tenerrima, verisimiliter ea minutissima el confer - tissima pubescentia intime cohaerente confecta (fig. A et B, x), exstat: în marginem posticum alarum anticarum, aliquantulum post lerliam partem basalem (ubi margo sensim incavatus, et ubi venuta postica curvata terminat), parva macutla nivea, leviter vesciculosa, confertim breviter pilosa, maxima probabilitate e pubescentia confertissima confecta (fig. A, y), conspicîtur. Hab. Insula Cypro. Questa bella specie, che dedico al cav. F. Baudi di Selve, si accosta alquanto alla N. capîZlaris Klug [(1), p. 96 et fig. 4] ed alla N. epnhe- mera Gerstaecker [(4), p, 172]; da entrambe nondimeno si discosta pel rostro nero, notevolmente lungo e per le ali posteriori totalmente bianche. Si distingue poi dalla N. capiîl/aris, oltrechè pei caratteri sessuali ‘secondari delle ali posteriori del o, principalmente per le ali anteriori più attenuate alla base, colle nervature non variegate di scuro, e pel pterostigma oscuro nella prima metà. Differisce dalla N. ephemera (della quale non si conosce che la 9), principalmente pel corpo non variegato di colore oscuro, pel rostro nero, per le ali anteriori non ceree, ma invece lievemente tinte di un bianco- latteo, senza margine anteriore bruno, e colle venature tutte pallide, quasi trasparenti, non variegate di chiaro e di scuro. ——_—_—=—>_»-<=— REQ RIT e ___————_—————r SI 5 9247 - Tip, V. Fodratti & E. Leéco - Torino. ® BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 246 pubblicato il 24 Novembre 1895 Viaggio del Dott. E. Festa in Palestina, nel Libano e regioni vicine. XIV. ARACNIDI pel prof. PretRo PAVESI Il dott. E. Festa, nella buona stagione del 1893, intraprese un viag- gio scientifico in Palestina e Siria, visitando anche parecchie località, dal punto di vista zoologico; finora inesplorate. Il progetto d’itinerario non gli andò tutto a seconda ; comunque però raccolse gran numero di ani- mali nella parte settentrionale della Giudea, internandosi da Giaffa a Geru- salemme e Gerico: nel centro della Perea, passando per Es-Salt a Gerasa e di qui, ripiegando su Medaba, di nuovo verso il mar Morto: nella Galilea a S. Giovanni d’Acri, al monte Carmelo e sulle rive occidentali del lago di Tiberiade : nella Decapoli per l’Hauran : nella Fenicia, da Beirut portandosi a Bukfeiya e Furzul sul Libano, indi sull’Antilibano, a Damasco, a’ suoi laghi ed al monte Ermon : nella Celesiria fino al lago di Emesa. Il suo racconto particolareggiato del viaggio è stato pubblicato in questo Bollettino (n. 1'72 del 1894), e se n’apprende come egli non abbia trascurato d’interessarsi, oltre che degli uccelli, da lui stesso elencati (ibid. n. 174), dei rettili e degli amfibi, studiati dal prof. Camerano e dal dott. Peracca (n. 162 del 1893 e n. 167 del 1894), degli svariati artropodie anellidi, catalogati da distinti specialisti (interpolatamente dal n. 157 del 1893 al n. 199 del 1895), anche degli aracnidi. Questi mi furono gentilmente comunicati per mezzo del chiar. collega Camerano, e mi tengo onoratissimo di farne oggetto del presente opu- scolo, come già ebbi a studiare i pochi presi a Gerico e Smirne dal nostro prof. Achille Costa (Atti R. Accad. Sc. fis. mat. Napoli, vol. VII. 1875; cf. estr. pp. 2, 29-30, 33). Non mi sono illuso però che la colle- zione aracnologica del Festa offrisse molte novità, ben sapendo quanto CTR la Palestina e la Siria fossero state ricercate già dal Savigny, da Hem- prich ed Ehrenberg, dal sullodato Costa, molto più poi dal compianto Carlo Piochard de la Brulerie, i cui aracnidi, raccolti nel 1869-70, ven- nero qua e colà descritti dal Simon, anzi gli scorpioni e le solpughe particolarmente in una memoria, inserta negli Annali della Società entomologica di Francia (5.° ser., II. 1872, p. 245). L’egregio Simon pubblicò pure gli aracnidi riportati da Beirut ed altre località dal padre David (ibid. 6° ser., IV. 1884, p. 181); non che la più numerosa e recente raccolta aracnologica fatta in Siria dal dottor Teodoro Barrois durante la sua missione del 1890 (Rev. biolog. du nord de la France, ann. V. 1892). Ma, a questo riguardo, l’opera fondamentale sulla regione percorsa dal dottor Festa è la Genera! List of the Spiders of Palestine and Syria (Proc. Z. S. London 1872, p. 212 e tav.) del rev. O. P. Cambridge. Per i ragni l’insigne aracnologo di Bloxworth non ci lasciò più ormai che da spigolare, perchè ne ha illustrate 278 specie, da lui medesimo raccolte nel 1865, di cui 151 nuove. Io ne ho quindi seguito l’ordina- mento, onde rendere più facile un riscontro. Dei ragni del Festa soltanto 8 specie non erano quivi segnalate da alcuno, sebbene proprie di paesi vicini, quali la Transcaucasia, l'Armenia, il Basso Egitto, ecc. e forse una (un Chiracanihium) ne è nuova. Si può misurare a colpo d’occhio l’importanza della sua collezione aracnolo- gica dal seguente Riassunto per _————___—_+-+T++-+ aaa ecce—e- Numero delle specie Ord. ScORPIONES 6 Fam. Pandinidae 2 . Gen. (Hempr. Ehr.) Heterometrus Il » Nebo (Sim.) ] Fam. Androctonidae 4 Gen. (Hempr. Ehr.) Androctonus l >» Buthus(Leach) 3 Ord. SOLIFUGAE 2 Fam. Galeodidae 2 Gen. Galeodes (Oliv.) 1 » Rhax (Herm.) | Ord. ARANEAE 70 Fam. Filistatidae 2 Gen. Filistata (Latr.) 1 » (Sim.) Prodidomus l Fam. Oecobiidae 2 Gen. Uroctea (Duf.) 2 Fam. Dysderidae l Gen. Dysdera(Latr.) 1 Fam. Drassidae 7 Gen. Gnaphosa(Latr.) 2 » Drassus(Walck.)2 » (L. Koch) Prosthesima l » Chiracanthium (C. L. Koch) 2 Fam. Palpimanidae ] Gen. (Duf.) Palpimanus Fam. Dictynidae 3 Gen. (Sim.) Stegodyphus l » Eresus(Walck.) 1 — 9 Numero delle specie Gen. Dictyna (Sund.) 1 Fam. Agalenidae 3 Gen. Storena(Walck.) 1 » Enyo (Sav.) l » Agalena (W.) 1 Fam. Hersiliidae l Gen. Hersiliola(Thor.) 1 Fam. Scytodidae l Gen. (Hein. et Lowe) Loxosceles ] Fam. Pholcidae l Gen. Holocnemus (Sim.) l Fam. Theridiidae 6 Gen. Mimetus (Hentz) | » Lathrodectus(W.)]1 » (Thor.) Lithyphantes l » Linyphia(Latr.) 2 » Enoplognatha (Pavesi) 1 l Fam. Epeiridae ll Gen. (Latr.) Tetragnatha 2 » Singa(C.Koch) | .» Epeîira(W.) 6 Ì l Ù RA » Lariînia (Sim.) » Argiope (Sav.) Fam. Thomisidae Gen. Xystîcus (C. K.) 2 » Diaea(Thor.) l » Heriaeus (Sim.) l » Misumena (Latr.) 2 Fam. Philodromidae 2 Gen. Thanatus (C. K.) 1 Numero delle specie Gen. Sparassus (W.) 1 Fam. Sphasidae 3 Gen. Peucetia (Thor.) 1 » Oxyopes (Latr.) 2 Fam. Lycosidae ll Gen. Tarentula(Sund.)3 » Trochosa(C.K.)1 » Perata (Sund.) 2 » Aulonia (C. K.) » Lycosa(Latr.) » Pisaura(Sim.) Fam. Salticidae Gen. (Sim.) Menemerus l » Philaeus(Thor.) 1 » Thya (Sim.) 1 » Hasarius(Sim.) l » (Sim.) Habrocestum l » Aelurops(Thor.) l » (C. Koch) 9: EST 2 Heliophanus l .» Cyrba (Sim.) 1 » (C. Koch) Enophrys I Ord. OPILIONES 3 Fam. Phalangiidae 3 Gen. Phalangium (L.) 2 » Liobunum (C.K.) 1 Ord. ACAKI Ì Fam. Ixodidae N Gen. (C. Koch) Hyalomma Totale specie 82 Bag e: 1. Heterometrus maurus (Linn.) 1758. Quattro ad. e giov. di Gerico ed Es-Salt. 2. Neho hierichonticus, Simon 1873. Due ad. e giov. a Gerico in marzo, perciò topotipi della specie prima- mente descritta dal Simon sotto il genere ZHem:iscorpio. 3. Amdroctonus crassicauda (Oliv.) 1807. Sub: Bulhus crassicaudatus in Simon (bicolor auct.). Un giov. a Gerusalemme. 4. Buthus nigrocinetus (Hempr. Ehr.) 1829. Sub : B. nîgrociînctus + pelopponensîs K. in Simon. Due giov. ia 24-25 mill. (escl. vescica) ad Es-Salt il 17 aprile, della forma nîgro- cinctus Hempr. Ehr. in Symb. phys. Arachn. tav. II, fig. 3, con evidenti processi spinosi al margine posteriore dei segmenti in continua- zione delle carene addominali. Due altre femmine ad. (una pregnante), lunghe "2-84 mill. a Gerico in marzo, della forma pelopponensis K. in Simon (Arachn. de Syrie, p. 248), con denticolazioni e lobi del margine inferiore del V segmento codale, di color bruno, tranne le man- dibole, l’estremità delle dita della mano, i tarsi ed i pettini giallo-oli- vastri o gialli, senza i processi spinosi predetti. Kraepelin (Revîs. Skorp. I. 1891, p. 51) subordina ambedue le forme a 2. gibbosus Br. 5. Buthus judaîcus, Simon 1872. Un solo esemplare a Jerash (Gerasa). Kraepelin (op. cit., p. 43 e 48) lo considera altro dei sinonimi o var. dell’hottentotta Fabr., divenuto per tal modo una specie caotica ; è ben distinto, per la mancanza dei lobi al margine inferiore del V segmento codale, dalla forma bruna del nigrocincius, cui somiglia. 6. Buthus quinquestriatus (Hempr. Ehr.) 1829. Alcuni ad. e giov. a Mar Saba, Gerico e sui monti presso Suk nel- l’alta valle o Wady del Barada (Antilibano, 1500 m.). 7. Galeodes araneoides (Pallas) 1772. Una femmina ad. a Gerico. E quella grande solpuga, di cui parla il dott. Festa nella narrativa del suo viaggio (p. 10). 8. Rhax phalangium (Oliv.) 1807. Un maschio malconcio a Merj-Ahin (Libano sett.). 9. Filistata testacea, Latr. 1810. Sub: F. attalica Koch in Cambridge. Due femmine a Jerash. 10. Prodidomus amaranthimus (Lucas) 1849. Sub: M?tia in Cambridge. Una femmina sulle rive del mar Morto. 11. Uroctea limbata, C. L. Koch 1843. Sub: Clotho in Cambridge. Un maschio giovane .a Gerico. 12. Uroctea septempuncetata (Cambr.) 1872, sub: Clotho, Una femmina ad. sul monte Ermon a 1800 m. con macchie addominali poco distinte e zampe bruno-olivastre. par 13. Dysdera BHollari, Doblika 1853. è Sub: D. Westringîi Cbr. in Cambridge, Costa e Simon (Zsp. nowv. Dysd. 1882, p. 221 nota). Alcuni esemplari d’ambo i sessi a Jerash e Bukfeiya. La femmina di quest’ultima località ha cefalotorace di color rosso più cupo, nerastro, e mandibole un po’ più lunghe e robuste. 14. Gnaphosa Mochiîi, Cambr. 1872. Sub: Pyfhonîssa in Simon. Alquanti ad. ed immaturi d’ambo i sessi a Jerash, Merj-Ahin e Furzul (Libano). 15. Gnaphosa conspersa, Cambr. 1872. Sub: G. /entiginosa K. in Costa. Un maschio adulto a Gerico. Specie ben distinta dalla precedente, ma confondibile con essa senza il confronto. 16. Drassus lapidicola, Walck. 1802. Sub: D. Zapidicolens in Cambridge, /apidosus in Simon. Un maschio nella regione ad est del Giordano, grande e con mandibole robustis- sime, prominenti; un altro a Medaba più piccolo e con mandibole più brevi, quasi verticali, sebbene anche lui sessualmente maturo. 17. Drassus troglodytes, C. L. Koch 1839. Alquanti ad. d’ambo i sessi a Mar Saba, Gerico e Jerash. 18. Prosthesima carmeli (Chbr.), 1872 sub: Melanophora (M. latipes Canestr.). Una femmina adulta di Es-Salt. 19. Chiracanthium pelasgicum, C. L. Koch 1839. Una femmina giov. a Bukfeiya, 20. Chiracanthium Festae, mihi? Un maschio ad. nelle paludi intorno al lago di Homs (Emesa). Potrebbe considerarsi un anceps, Cbr., per la lunghezza e robustezza delle mandibole ed il color giallo (mattone chiaro) dell'addome, sebbene privo delle macchie cretacee; ma questa specie di Cambridge è stata descritta sol- tanto sulla femmina, ed è troppo noto il dimorfismo sessuale nei C%z- racanthium. Ove: risultasse certamente nuovo, proporrei il nome di Festae; ad ogni modo è assai diverso dal Seîdlitzîi L. Koch e dal Médei L. K. ritrovati nella stessa regione, anzi quest’ultimo ivi comune. Appartiene al gruppo dei Chiracanthium con stria cefalica mediana; ha cefalotorace lungo come patella e tibia I, poco più degli stessi arti- coli del IV paio di zampe ; occhi mediani posteriori appena più discosti fra loro che dai laterali, mediani anteriori più vicini; mandibole con l'articolo basale assai prominente, più lungo della metà del cefalotorace, oltre il doppio della patella e più robusto della coscia e del femore I, attenuate all’estremità, incavate all’interno, con un dente fortissimo presso la base del margine superiore del solco unguicolare, seguito da un altro assai più piccolo, e con parecchi minutissimi denti uniformi al margine inferiore. Palpi giallo-testacei, armati di una spinetta superiore e 2 preapicali al PE femore ; patella lunga il doppio del proprio diametro e 14/, volta la tibia, con lunga setola basale e apicale superiore ; tibia con 2 setole allineate al lato interno, continuata all’esterno in un processo più breve dell’arti- colo e bruno-nerastro verso l’apice ottuso ; tarso stretto, molto peloso e con alcune lunghe setole all’interno, senza appendice basale esterna; bulbo semplice a margine sinuoso e uncinato in alto dal lato interno. 21. Palpimanus gibbulus, L. Duf. 1820. Sub: P. haematinus in Cambridge. Parecchi esemplari a Bukfeiya (1000 m.), monte Ermon (1800 m.), Jerash. Uno di Bukfeiya ha cefalo- torace, sterno, parti boccali, zampe del I paio ed epigastrio fulvo-testacei, giallicci i palpi e le altre paia di zampe. Non credo siano sufficienti caratteri specifici, sebbene gli individui delle stesse dimensioni e della medesima località si presentino normali, tanto più che la disposizione degli occhi è senza dubbio di g970pv/us; penso che possa essere un maschio immaturo, perchè sappiamo che il maschio ha l’addome più piccolo e i colori più chiari. 22. Stegodyphus lineatus (Latr.) 1803. Sub : Eresus acanthophilus in Cambridge (/îturatus Koch). Alcune femmine di Mar Saba, Gerico e Furzul (19 giugno). 23. Eresus moerens, C. L. Koch 1846. Sub: E. pruinosus K. in Costa. Una femmina in Paledtniai senza de- signazione di località. 24. Dictyna puta, Cambr. 1872. Una femmina malconcia in Siria, località non precisata. 25. Storena libani (Simon) 1873, sub: Hadronestes. Una femmina giovane a Bukfeiya (Libano). L’addome violaceo di questo topotipo manca delle macchiette bianche (per altro proprie anche della Meadti Cbr. più comune), epperò potrebbe riferirsi all’istamita Sim. ; ma le tre fascie longitudinali testacee del ventre, il colore fulvo, e non nero, dello sterno ecc., m’inducono a considerarla una /ibaniî, un po’ diversa perchè immatura. 26. Enyo luctuosa, Cambr. 1872. Una femmina a Gerico, che ha però gialla la metà basale dei femori III e IV ; le tibie sono bruniccie, come in alcuni esemplari della pia- nura del Giordano indicati dal Cambridge. 27. Agalena syriaca, C. L. Koch 1843. Sub: A. labyrinthica var. orientalis K. in Simon. Alcune femmine ed un maschio giovane a Beirut e Bukfeiya (28 luglio), col ventre concolore. 28. Hiersiliola Simoni (Cambr.) 1872. Sub: ZHersiltada in Cambridge. Un maschio adulto nei dintorni del mar Morto. 29. Loxosceles rufescens (L. Duf.) 1820. Qualche esemplare d’ambo i sessi a Gerico e Medaba. 30. Holocnemus rivulatus (Forsk.) 1775. Sub: Phro/eus in Cambridge. Due maschi immaturi a Gerico. 31. Mimetus interfecetor, Hentz 1850. Sub: Ctenophora monticota Blkw. in Cambridge. Una femmina ad, nella Wady-Seir. 32. Lathrodectus pallidus, Cambr. 1872. Un solo maschio immaturo a Gerico, 33. Lithyphantes Payhulliamus (Walck.) 1806-08. Sub: Lathrodectus hamatus Koch in Cambridge, Tre femmine a Gerico. 34. Linyphia albuloides, Cambr. 1872. Tre d’ambo i sessi nella Wady-Seir. 35. Limyphia leprosa, Ohlert 1865 (confusa Cbr.). Tre d’ambo i sessi a Bukfeiya (1000 m. in luglio). 36. Enoplognatha mandibularîs (Lucas) 1849. Sub: Pachygnatha in Cambridge. Una femmina in Siria (ubi ?). 37. Tetragnatha molesta, Cambr. 1872. Un maschio adulto a Gerusalemme. 38. Tetragnatha perlongipes, Cambr. 1872. Una femmina adulta a Bukfeiya il 28 luglio. 39. Singa albovîittata, Westr. 1851. Una femmina a Bukfeiya (1000 m. in luglio). Specie nuova per la regione, ma che vive anche nel Caucaso (L. Koch 18'79) e nel Turkestan (Kroneberg 13875), oltre che in Europa; per la macchia bianca longi- tudinale lanceolata del cefalotorace è ben distinta dalla Heerzi Hahn, e neta Chr., che sono pure di Palestina e Siria. 40. Epeira diademata (Clerck) 1757. Una femmina giovane a Bukfeiya. Specie nuova per la regione; vive però anche nella Transcaucasia (Kulezynsky 1895). 41. Epeira cornuta (Clerck) 1757. Sub: £. apoctisa in Cambridge, Alquanti esemplari d’ambo i sessi nelle paludi intorno al lago Homs ed a Schtora. 42. Epeira dromadaria, Walck. 1802. Due femmine a Gerico e Mar Saba (20 marzo). Finora trovata in Palestina (Gerico) soltanto dal Costa; vive però anche in Egitto (Cam- bridge 1876). 43. Epeira adianta, Walck. 1802. Esemplari d’ambo i sessi a Mar Saba (20 marzo) e sui monti presso Fik (Draulan). 44. Epeîra ceropegia, Walck. 1802. Molti esemplari d’ambo i sessi, non diversi da quelli europei, & Merj-Ahin, Beirut, ecc. Specie nuova per la regione, ma trovata anche nella Transcaucasia (Kulezynsky 1895). 45. Epeîra acalypha, Walck. 1802. Una femmina adulta nella Wady-Seir. Specie nuova per la regione, ma rinvenuta anche nella Transcaucasia e nell’Armenia (Kulezynsky 1895). 46. Larinia chlorîs (Aud. in Sav.) 1825-27. Sub: Argiope epeiroîdes Cbr. in Cambridge. Una femmina a Beirut. 47. Argiope lobata (Pallas) 1772. Tre femmine adulte a Beirut. 48. KXysticus cristatus (Clerck) 1757. Sub: Tromisus in Cambridge. Parecchie femmine a Gerico e Mar Saba (20 marzo). Essendo di tal sesso ed immature, non posso ricono- scerle piuttosto per edaa Cbr. o per cristatus Cl., che è parimenti segnalato in Palestina e Siria. 49. Xysticus Tristrami (Cambr.) 1872. Sub: Thomisus in Cambridge e forse X. lineatus Westr. in Costa, che è dell'Europa settentrionale, non mai segnalato più a sud della Cor- sica. Alquante femmine a Gerico, Mar Saba, Medaba e Jerash, alcune più pallide, 50. Diaea giobosa (Fabr.) 1775. Sub: Thomisus rotundatus in Cambridge, Synaema globosum in Simon. Un maschio adulto a Mar Saba (20 marzo). 51. Heriaeus setiger (Cambr.) 1872, sub: Thomisus. Un maschio ad. fra i cedri del Libano a 1900 m. 52. Misumena trunecata (Pallas) 1772 (Thomisus horridus auct.). Un maschio ad. ed una femmina giov. a Gerico a Mar Saba; specie nuova per la regione. 53. Miisumena vatia (Clerck) 1757. Una femmina della forma Thomisus citreus Hahn a Mar Saba. Specie nuova per la regione, ma indicata anche della Transcaucasia (Kulc- zynsky 1895). 54. Fhanatus Thorellii (Cambr.) 1872, sub: Phi/odromus. Due femmine a Gerico e fra i cedri del Libano (1900 m.). 55. Sparassus Walckenaeri Aud. in Sav. 1827. Alquanti esemplari d’ambo i sessi a Mar Saba, Medaba, Jerash, Es-Salt, ecc. | 96. Peucetia virescens (Cambr.) 1872, sub: Pasîthea. Tre femmine a Gerico e Jerash. 57. Oxyopes transalpimus (Walck.) 1806-08. Sub : O. gentitis K. in Cambridge. Parecchi nella Wady-Seir, a Furzul (19 giugno) e Bukfeiya (1000 m. s. m. in luglio). 58. Oxyopes heterophthalmus (Latr.) 1804. Sub: O. lineatus W. in Cambridge. Molti d’ambo i sessi a Gerico e Mar Saba in marzo. 509. Tarentula Cambridgeî (Simon) .1876. Sub: Lycosa (Tarentula) Apuliae e fors'anche narbonnensis in Cambridge. Un maschio;immaturo e tre femmine ad. nella parte setten- trionale della pianura di El-Bukaa (Celesiria). 60. Tarentula radiata (Latr.) 1817. Sub: Zycosa in Simon. Una femmina adulta a ventre nero di Gerico e parecchie ad. e giov. con ventre fulvo a Merj-Ahin, sul monte Ermon (1800 m.) e sui monti presso Suk (1500 m.). 61. Tarentuia albofasciata (Brullé) 1832. Sub: Lycosa sagîttata K. in Cambridge. Alcune femmine a Jerash nell’ Harran, e presso il Bahret-el-Utaybah (uno dei laghi ad oriente di Damasco). 62. Trochosa cinerea (Fabr.) 1790. Sub: Lycosa in Simon. Una femmina a Beirut. 63. Pirata leopardus (Sund.) 1833. Sub: LZycosa cambrica Blkw. in Cambridge e L. articulata A. Costa, che, secondo le mie annotazioni, era un’ Arctosa come la farinosa Koch, sinonima di /eopardus. Alcuni esemplari ad. d’ambo i sessi nelle paludi intorno al lago di Homs (20 giugno). 64. Pirata piraticus (Clerck) 1757. Sub: Zycosa in Cambridge. Due maschi sulle rive del mar Morto ad Ain-Saweimah e Ain-el-Feshkah presso la fontana. 65. Aulonia albimanma (Walck.) 1805. Sub: Lycosa in Cambridge. Due maschi nei dintorni del lago di Ti- beriade. 66. Lycosa venatrix, Lucas 1842. Sub: Lycosa fidelîs Cbr. in Cambridge (L. galerita L. Koch). Pa- recchie d’ambo i sessi a Beirut, nei dintorni del mar Morto ed a Buk- feiya (a 1000 m. in luglio); il maschio ad. di quest’ultima località ed uno di Beirut sono piccoli, mentre un altro di Beirut è assai più grosso, quantunque abbia la stessa struttura del bulbo, la fascia di peli bianchi al palpo, ecc. 67. Lycosa proxima, C. L. Koch 1848. Una femmina a Furzul (19 giugno). Specie nuova per la regione. 68. Lycosa inopimna, Cambr. 1876. Sub: L. proxima K.?® in Cambridge Paz. a. Syria Spîd. p. 316, ri- descritta dallo stesso (Egypt.-Spid. p. 607, tav. LX, fig. 16) come n. sp. Tre d’ambo i sessi a Schtora, nei dintorni del mar Morto, e presso il Birket-er-Ram (lago Phiala). 69. Pisaura consocia (Cambr.) 1872, sub: Dolomedes. Sub: Ocyale in Costa. Due femmine, quella di Mar Saba con la se- conda parte delle zampe testacea, quella di località incerta ad est del Giordano con tutta la zampa fosca. Le riferisco alla presente specie, quantunque il carattere distintivo dalla 227radîlîs CI. stia soltanto nel palpo maschile e questa ultima viva anche in Crimea (Thorell 18175) e perfino nel Turkestan (Kroneberg, 1875). = CM 70. Menemerus semilimbatus (Hahn) 1831. Una femmina alle cisterne di Sanamayn (Aere, sulla strada per Da- masco). 71. Philaeus haemorrhoicus (C. L. Koch). 1846. Sub: Sazticus in Cambridge. Due maschi sul monte Ermon (1800 m.), dove furono pure raccolti gli esemplari, che servirono alla descrizione di Simon (Attides, p. 27); uno di quelli del Festa ha l’addome rosso con la linea mediana nera, l’altro tutto nero, forse perchè depilato. 72. Thya imperialis (W. Rossi) 1847. Sub: Sazticus (Altus) regittus L. K. in Cambridge. Un maschio adulto a Gerico. 73. Hasarius Adamsonii (Aud, in Sav.) 1827. Sub: Salticus (Plexippus) in Cambridge, Una femmina fra i cedri del Libano a 1900 m. 74. Habrocestum latifasciatum, Simon 1869. Sub: Sa/ticus (Attus) in Cambridge. Alcuni maschi ad, e giov, a Buk- felva.o 75. Aelurops Monardiî (Lucas) 1849. Sub: Sa/ticus (Attus) in Cambridge. Un maschio pallido a Beirut. 76. Heliophanus merdax, Cambr. 1872, sub: Salticus (Heliophanus). Parecchi esemplari d’ambo i sessi a Merj-Ahin (1500 m.) e sul monte Ermon; attribuisco a questa specie le femmine, sebbene non descritte, perchè prese insieme al maschio nella stessa località. Le femmine hanno zampe e palpi in tutto giallo-testacei; il maschio di Merj-Ahin ha fe- more e patella delle zampe neri, tibia fosca, tarsi testacei. 77. Cyrba algerina (Lucas) 1842. Sub: Salticus cephatotes in Cambridge. Due femmine malconcie nella Wady-Seir. Il mezzo della testa è parimenti fulvo, come in qualche esemplare vide Simon (Attid., p. 548, nota 2), ossia il nero della piastra cefalica è diviso da una striscia fulva mediana, più larga al di dietro, dove è troncata da una linea trasversale nera fra gli occhi posteriori; l'addome fulvo chiaro ha strisciette longitudinali e punti nerastri, quelle formanti due archi recurvi, seguenti l’uno all’altro, i punti nella seconda metà limitanti un campo pallido; le zampe non sono scure alle artico- lazioni, lo sterno è testaceo. Per tutto ciò s’avvicinano al Saztes bar- dipes Sim. e sono forse una delle tante varietà chiare della C. algerina. 78. Euophrys cilemems (Cambr.) 1872, sub: Salticus (Attus). Una femmina a Gerico, E del gruppo frontatlis. 79. Phalangium Savigmnyf, Aud. 1827. Sub: Cerastoma in Costa. Molti esemplari d’ambo i sessi a Giaffa, Gerico, Mar Saba, Jerash, monte Ermon ecc. in Palestina e Siria. Pa- recchi maschi, come quello di Giaffa, hanno corno mandibolare lunghis- simo; altri, per es di Gerico e Jerash, corno più breve e curvato innanzi, att ET a variabilità nota anche nel PX. 0piio 0 cornutum L. europeo. Riferisco alla medesima specie le femmine raccolte insieme coi maschi, od a quelle identiche. 80. Phalangium hebraicwwm, Simon 1884. Una femmina giov, di 3 mill. fra i cedri del Libano a 1900 m,, che riferisco con qualche dubbio alla specie di Simon, descritta su esemplari di Beirut e che in Palestina ha una var. /eucomezas, per altro forse un vero Dasy/obus. Ha evidenti i piccolissimi denticoli sull’addome, bruno, constellato di macchiettine testacee irregolari. 81. Liobunum seriatunm, Simon 1878. Tre femmine giov., la maggiore lunga 3 mill., a Bukfeiya (28 luglio). Le ritengo appartenenti a questa specie, segnalata soltanto dell’Asia minore, sebbene non abbiano distinte le denticolazioni sul tubercolo ocu- lare, nè la striscia nera davanti ad esso, ed i punti bianco-argentei dei lati dell'addome siano entro macchie trasversali nere separate. Nel resto deì caratteri corrispondono alla breve descrizione del Simon; aggiungasi che le parti inferiori sono in tutto testaceo-pallide. :82. Hyalomma dromedari, C. L. Koch 1844. Una femmina ad Hefa (14 agosto). Pavia, dal Laboratorio zoologico della R. Università, Ottobre 1895. Da Pica e ia ul Ù) È gd "SAC Lu ‘ 4 $ st dep eD°4 è IE VARE 0 ;.1 il at ha - Pi y det ans I Assi Ù E pi je è Tu 4 x d 1874 CI d É psi POTE Piu | 4 pi , n PRIA (ros kit) Meg. & Aa A ATC SR pa Ra stai TA suda 19) vi iI i 4 vw vg "% RI è a 13 pl Ar Lai ra iti 9 OE dre prat d 4 ) * 3 3 4 | ap Y ALS, Lene 0a IRR SETE La IA da Lio cicca GU: ia È srioy 408. DE “ 106} È SRI FASO ils 6) la nga.i pu si MARGARITA i) It et al ao tener fe 06 DIA REGNARE. RO 3 LÀ È x * Pai pata RO Sì Ri i PI ARS Di DESE Ò n ò pr È a - Dg : 4 Ser Ù 5 DI SRIGIMI RIESI A SR # ‘3a . è o x ‘ uo , de A x n , A; 4 13 LI Y A nd VAI ; ù dj stiro nica Sato dato ” Le be ala n bi . ì è ; i } vet I, x rat } Ù A x pasta ù » ù è. 1a t £ Pi 134; si ' Lo Pi "a PATO. ni î LS v 4 { ' A Ca Va, 4 a è % t. - Ra pi b (a. da ) fat En: f s Le È TO, I RIT © ; r LELE | AE Ly : \ - } di Vw Ù À : » ù LA La k di Y ® PI A A 4 “ Vi - ) fx i Raf ® dà Ù nigi a i « K ” } " Pd AR LITIO PT LAS 3] rete): DURA STRO TUC «E: Ie aa i i d ti d } s'e vi b4 ‘ PODI] a è ar dc DI, LL a lgerti: È fi » e DA * Î dle va f i a di i Ct, not Weffar : 1 da “prat eri, viva a wy % ba N, n rata bel WI) " È " s ii A vale -. A / * Pal F| é 4 2°] Li + di NE Pi % . Pas d i x ò n A Il i a k \ su: 7 A f pe: k ì ts PI c, ì i } » hi Ì BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino VOX DoTT. M. G. PERACCA assistente al Museo Zoologico di Torino Sul fatto di due distinte dentizioni nella TILIQUA SCINCOIDES White. Nel mese di Aprile del corrente anno due femmine di Ti/îqua scin- coîdes White, di cui posseggo da oltre tre anni numerosi esemplari vivi provenienti da Sydney, mì partorirono complessivamente quindici pic- coli, misuranti, appena nati, circa 14 cm. di lunghezza. Maneggiando alcuni di questi animali mi colpì un fatto estremamente curioso, osservai cioè che la dentizione del giovane è notevolmente diversa da quella dell’adulto. Nel giovane, sul vivo, i denti anteriori e posteriori, tanto sul mascel- lare superiore che sull’inferiore, sono appena visibili, nascosti dalle gen- give; solo appaiono grossi e spiccati due denti, uno sul mascellare su- periore, situato verticalmente sotto il secondo scudetto loreale ed un altro, più grosso, sul mascellare inferiore, che sarebbe in contatto con una verticale ideale, che passasse per l’angolo anteriore dell’occhio. Esaminando un cranio (fig. 2) si osserva che questi due grossi denti presentano due lobi, ottusamente conici, uno interno ed uno esterno, determinati da un leggero ed irregolare solco longitudinale. Nel dente superiore il lobo interno è il più piccolo ed è meno sporgente; nell’in- feriore il lobo interno è pure un poco più piccolo, come volume, ma è più sporgente del lobo esterno. Il grosso dente superiore occupa il quinto posto, cominciando a contare i denti dal fondo della bocca; l’inferiore occupa generalmente il terzo posto (qualche volta il secondo) contando i denti nello stesso modo. I denti che si trovano al davanti di questi due denti più grossi sono, proporzionatamente, sui due mascellari, 7220/t0 più piccoli che nell’adulto, ma hanno sensibilmente la stessa forma : inoltre essi non sono tutti eguali, ma vanno decrescendo in avanti e, a cominciare dal grosso dente, sono alternativamente, meglio di quanto non appaia sul disegno, uno grande ed uno piccolo. I denti, che stanno rispettivamente dietro i quattro grossi denti, sono, quantunque più piccoli, simili in tutto ai denti posteriori dell'adulto. Il numero dei denti sopra una metà del mascellare superiore è di 14; sul mascellare inferiore è di 11-12. Nel cranio della Tiliqua scincoîdes adulta (fig. 1) i denti laterali tanto del mascellare superiore che dell’inferiore si. presentano grossi, sube- guali, a corona sferoidale, sporgenti tutti egualmente sul margine dei ma- scellari. Posteriormente (sui due mascellari inferiore e superiore) i tre- quattro ultimi denti sono più piccoli, ma conservano la stessa forma; anteriormente ì quattro-cinque primi denti sono più piccoli, cilindrici, a corona conico-ottusa. Il numero dei denti sopra una metà del mascellare superiore è di 17-18; sul mascellare inferiore è di 17. Nelle giovani Tilique che sto allevando e che hanno ora all’incirca sei mesi e mezzo, i grossi denti si sono mantenuti inalterati nei loro rapporti di posizione e grandezza cogli altri denti laterali per den quattro mesi, malgrado 7 rinnovamento continuo dei denti che ha luogo net rettili e che constataîi nei miei esemplari: diffatti più di una volta ho visto rifarsi identici ai precedenti, i grossi denti caduti. In molti degli esemplari, attualmente, i grossi denti tanto sul mascellare superiore che sull’inferiore spiccano meno: pare che i denti anteriori (sui due ma- scellari) ai grossi denti, siano stati sostituiti da denti più grossi, sensi- bilmente eguali tra di loro in grandezza, mentre quelli posteriori ai grossi denti non hanno sensibilmente variato. Non mi è possibile fare ora lo studio completo di questo interessante fenomeno per mancanza di materiale, Nella prossima primavera, otte- nendo una seconda riproduzione, preparerò dî mese in mese i cranii dei giovani nati ed otterrò così una serie completa dei graduati passaggi dalla denlizione primitiva della giovane Tiliqua, che figuro oggi, alla dentizione dell’animale adulto. Oggi con questa nota preventiva mi limito a constatare il fatto che nella’ Tiligqua scincoides White, indipendentemente dal noto continuo rinnovamento dei denti, esiste una vera dentizione primitiva, diversa dalla dentizione dell'adulto, che ricorda la dentizione di latte o prima dentizione dei mammiferi, Di lontanamente analogo a quanto ho sopra accennato sulle due den- tizioni della Tilîqua scincoîdes, non conosco che le osservazioni del. £ I Si ki it er ris DI 1 54 Ci : op: TETTI Ve E NR El nea: Pat), PZA “ "b do "GI UAAR fi Fig. 3. — Hemisphaeriodon Gerrardii (adulto). i e é : ì SNA o GE @Giinther (*) sulla dentizione dello Sprenodon punctatus Gray e dello Uromastia Hardwickti. Nel giovane SpRenodon esistono sui mascellari superiori due piccoli incisivi per parte, conici, che sono sostituiti nell'adulto da due grossi incisivi, uno per parte, larghi ed appiattiti dall’avanti all’indietro. Gli altri denti non si modificano affatto col progre- dire dell’età dell’animale. Nell’U. Hardwickîi giovane l’intermascellare unico è munito di quattro incisivi seguiti sui due mascellari, inferiore e superiore, da una ininterrotta serie di piccoli denti affatto simili tra di loro. Nell’adulto i quattro piccoli incisivi sono scomparsi e l’inter- mascellare privo di denti forma come un piccolo decco piegato all’ingiù «che sopravvanza sulla sinfisi del mascellare inferiore; i denti scompa- iono pure sulla parte anteriore dei due mascellari (superiore ed inferiore) ed il margine alveolare di essi, divenuto tagliente, tien luogo dei denti. Dal punto di vista sistematico va notata la stretta rassomiglianza pre- sentata dalla dentizione della giovane Tilîqua scincoîdes con quella dell’ Hemisphaeriodon Gerrardîi Gray, del Queensland (fig. 3). Qui però i grossi denti bilobi della Ti/igua scincoides giovane sono sostituiti da grossi denti a!lungati in senso antero-posteriore, a superficie arrotondata. Il cranio di Hemiîsphaeriodon figurato oggi per la prima volta, grazie alla squisita cortesia del D" G. A. Boulenger, assistente al British Museum «di Londra, al quale sono lieto di porgere qui l’attestato della mia rico- noscenza, appartiene ad un esemplare adulto e la dentizione del giovane, secondo quanto mi riferisce il Boulenger, è perfettamente identica a quella dell’individuo adulto. (*) Contribution to the Anatomy of Hatteria. Phil. Trans. Roy. Soc. London, 1867, vol. 157, pag. 602. SIR ARPEMEZ A) or poro. Mo FE + ata ; (usi » ONT è IRIO PSN noto "A Dish MERE URI TU GELO Usictatea SORTRSIRO anivoti \birtikioa:. aos d,3 xJatiroa i STRA sagch ffittaiàoie ha Hiotaf- stre 180 000 dfonte to odiata du 0ot0150r0 8 dor) lab a pssllesramtotati onnyétg. TRADITE I LL &oimgt isilosas (tn spie us ifiugsa: tal dd: Uifxta, Oggetto itu5b. tonsfoib DE: PVOTIEIH RAGA "tatti? a Ale iDoA Gias4 {plaiogt; (r: “l egizi Frs, (IMMA VOM otunol tf fg (esa | suon gh) eat ant st 1 SORA na (Motistit bs Sioregue Lio 5Orb6 ai io: [ SIAT SOL LS) NRE, ita 3: otite leg toi "artigli ateiti DSS RI COMET ISO E Sk Aia IAT) Rd. gita feta i pre Reti: ioni gob\igoata, £ TUNIS ve Puerto ug “REFGNI SRO dig ich (6. ii Bagle tout) IESEa FILE eran Be LAtitano onor si 19 TAN Votate E MISI | L Merci vi ì #57 1A OASITS EOTETTA) i AS) aa ale sai al pia O svga sto uao atti Meotuoizizat session IRON VE ol dior ulali cigicolta'LUip ssaa. AOG oto mismo ih eg Liztiu90 nia Igea è piskgaiono (ie LS e Rigoni Elo LA 15 VIa affi 1 IRE 1 ARIA SLA pt : i LÌ i bi 3 POLLO sar sa avension % gioni 304 si mi RNA VOR NO OPE E 0. ,3 d iii cr. RT NA Li Cd BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino i ———_——————————————————————_—————_——_————tk RI dl : ip a ———€@--___—_ __c__ooeoc<--PPPuio-@i —— ei N. 248 pubblicato il 3 Dicembre 1895 Dott. ACHILLE GRIFFINI Sopra alcuni LEPTIDI e TABANIDI del Piemonte. a) Del Psammorycter vernvileo in Piemonte. Questo raro e interessante dittero non era stato finora con certezza indicato di qualche provincia italiana; Rondani però [(1), pag. 153] aveva ammesso il genere Vermi/eo fra i Leptidi dell’Italia. Nel 1892 il D" Bezzi [(2), pag. 36] scrisse come fosse stata trovata la larva di questa specie nell’Orto botanico di Milano, e come sperasse nell'allevamento intrapreso di ottenere gli insetti perfetti. Però, per quanto io mi sappia, il D" Bezzi non ha più fatto menzione del Psam- morycter vermileo in alcun suo lavoro, nè il D" E. Corti, nelle sue aggiunte alla fauna ditterologica della provincia di Pavia, ebbe finora ad indicarci questo insetto. Nella collezione di ditteri piemontesi donata dal prof. Bellardi al Museo Zoologico di Torino, vi ha un Psammorycter vermileo raccolto nei dintorni di Bra (Piemonte). Resta dunque finalmente accertata l’esistenza di questo interessante dittero in Italia, e propriamente nelle provincie settentrionali. La principale sinonimia della specie è la seguente: Psammoryceter vermileo. Musca vermileo, Linné (12), p. 982; Schrank (18), p. 441; Villers (19), p. 412. Nemotèle du ver-lion, De Geer (5), p. 168 et Tab. 10. Rhagio vermileo, Fabr. (6), p. 419. — Leptis vermileo, Fabr. (8), p. 70; Meig. (16), p. 96. Vermileo De Geeri, Macq. (14), p. 428, Tab. 10, fig. 12; Schiner (17), p. 171; Gobert (10), p. 6; Coucke (4), p. 130 et 134. Psammoryceter vermileo, Blanchard (3), p. 603. Io adotto il genere Psammorycier Blanch. [(3), p. 603] invece del genere Vermileo Macquart [(14), p. 428], poichè trovo giustissima la SR + -_ nota di Blanchard ove è detto che il vocabolo specifico del nome d’una specie non deve essere preso come vocabolo generico per la stessa specie, quando si voglia creare un nuovo genere per questa. Infatti lo stesso Macquart che creò il genere Vermi/eo, non chiamò poi la specie Ver- mileo vermileo, ma dovette cambiare anche il vocabolo specifico nel nome di questo insetto, mentre la legge della priorità richiede che alla specie sia conservato il suo primo nome. Ricorderò poi che il genere creato da Blanchard è Psammorycter e non Psammoryctes ; questo secondo nome spetta ad un genere di Mam- miferi (a). Le differenze del Psammorycter vermileo coi veri Leptis si trovano indicate nelle opere di Rondani (1), Blanchard (3), Coucke (4), Macquart (14), Gobert (10) ed ancora in due note di Bigot (2), (c). Per la biologia e le metamorfosi di questo dittero, si consultino, oltre le prime interessanti osservazioni di Degeer e Reaumur, i lavori di Romand (d), Vallot (e), Siebold (7), Courtiller (9), Brauer (%). ») Sulle specie piemontesi del gruppo Athrerix Meig. Il genere Atherix venne per la prima volta stabilito da Meigen [(15), pag. 271] e come sua specie tipica fu allora indicato il Rhagio diadema Fabr., ossia un Leptide che attualmente appartiene al genere CArysopila Maca. Questo genere nel Systema Antliatorum di Fabricius [(8), pag. 72] cor- risponde quasi esattamente ed unicamente al genere CARrysopila. In seguito il genere Afherîx fu meglio circoscritto da Meigen (16), venendone levate le specie che appartennero poi al genere Chrysopiîla e che questo autore riunì nel genere Leptis, sect. B. Allora il genere Atherîix ebbe come specie tipica la A. /bîs. Nel 1842 Zetterstedt [(20), pag. 226] stabili il genere Pliolina, corri- spondente, come in seguito fu dimostrato, al gen. Spanîa Meig. (1830; Syst. Beschr. VI, pag. 335, Tab. 66, fig. 12-14). Erroneamente invece schiner (17) ritenne questo genere Piiol7na una suddivisione del genere Afherix e vi fece entrare quelle Atherix in cui la cellula anale delle ali è aperta. (a) Veggasi: Agassiz. Nomina systematica gen. Dipterorum, in Nomenclator Zoologicus, Soloduri, 1842-46, pag. 32. (5) Bull. de la Soc. Entom. de France, 1879, pag. XX. (Vermileo De-Geeri). (c) Bull. de la Soc. Entom. de France, 1881, pag. LIIl (Vermileo). (d) Ann. de la Soc. Entom. de France, Tom. 2, 1833, p. 498. (Leptis vermileo). (e) Mem. Acad. Sc. Dijon, 1836. (7) Versamm. deutsch. naturf., 1861, p. 105 (Leptis vermileo). (9g) Ann. Soc. Linn. depart. Maine et Loire, IX année, 1867, p. 72. (h) Denkschr. d. K. AK. d. Wiss. Wien XLVII, 1884, p. 43. Rilevando tale errore, Frauenfeld [(9), pag. 497|, dopo aver dimostrato come Ptiolina Zett. fosse sinonimo di Spanza Meig., e come Ptiolina Schiner non corrispondesse al genere omonimo di Zetterstedt, creava il genere Symphoromyia per sostituire il corrispondente P/i0/na Schiner (nec Zetterstedt) (2). In tal modo, ossia nel 1867, l’antico genere AtRerîa, dal quale erano già state tolte le Chrysopila, veniva diviso come segue: Cellula anale aperta — Symphoromyia Frfld (= Pliolina Schin. nec Zett.) Cellula anale chiusa — Afheria (Meig.) Schin. Frfld. Ma fin dal 1856 Rondani [(1), pag. 154] aveva già diviso il genere Atherix, prendendo pure come carattere di divisione la cellula anale chiusa od aperta; soltanto Rondani conservò invece il nome di Atherix alle specie in cui la suddetta cellula è aperta, mentre creava il genere Ibisia per quelle in cui è chiusa: Cellula anale aperta — Afherîx (Meig.) Rond. Cellula anale chiusa — Idiîsîa Rond. La priorità spetta adunque al genere di Rondani, e ciò era già stato indicato dal D" Bezzi [(2), pag. 37], quantunque questo autore, limitan- dosi ad accennare tale giusta opinione, abbia egli pure accettato il ge- nere di Frauenfeld. L'unica obbiezione che parmi si potrebbe fare, prima di abbandonare la divisione del genere Afherîx secondo Schiner e Frauenfeld, finora da tutti seguita, per accettare come la priorità richiede quella di Ron- dani, sarebbe quella di mostrare come, considerando l’antico genere Atherix diviso nel modo di Schiner e Frauenfeld, all’odierno genere Atherix rimarrebbe come spece tipica la A. Ibîs, la quale appunto fu specie tipica in Meigen [1820 (16), pag. 105], mentre colla divisione di Rondani, all’odierno genere Atherîx la specie tipica non verrebbe più ad esser quella, ma bensì la A. me/aena Meig. Credo però che tale obbiezione non regga, giacchè il genere Atheria la prima volta che venne stabilito [1803 (15), pag. 271] non aveva a tipo neppure una specie che attualmente potesse rientrarvi, sia ammet- tendo l'una o l’altra divisione, ma ebbe a tipo alquanto impropriamente il Rhagio diadema, come sopra indicai, cioè una Chrysopila. Ed allora, volendo dare un eccessivo valore nel carattere d’un genere, alla specie tipica indicata per esso la prima volta che venne stabilito, si dovrebbe passare il nome di Afheria alle Chrysopia, il che sarebbe affatto inopportuno, giacchè i caratteri dati da Meigen (15) non corri- spondono a quelli delle CRrysopila, benchè la specie indicata come tipica vada riferita a questo genere. . (a) Veggasi su tale questione anche ScHineR: Verhand. der K. K. Zool-Bot. Gesellsch, in Wien, XVIII Bd., 1868, peg. 910-913. Pertanto accetto, come sono convinto debbano accettarsi, le divisioni ed i nomi di Rondani ai quali spetta, senza alcun ostacolo, la priorità, Ciò stabilito, ecco quali sono le specie piemontesi del gruppo Atheria: (8) I. Genere Ebisia Rondani. (Atheria Meig. partim, Atherix Schiner 1860, Frauenfeld 1867, nec Rin dani, 1856). I. Ibis. Rhagio Ibis, Fabr. (7), p. 556, — Leptis Ibis, Fabr. (8), p. 70. Atherix Ibis, Meig. (16), p. 105; Schiner (17), p. 179; Gobert (10), p. 18; Jaenn. (11), p. 100; Coucke (4), p. 132. Frequente in Piemonte : Pesio, Valdieri, Monviso. Veggansi per la sua biologia i lavori di Chapman (a), Tournier et De Borre (2), De Borre (c), Perez (4), Billups (e), Ashmead (7). I. crassipes. Atherix crassipes, Meig. (16), p. 108; Schiner (17), p. 178; Gobert (10), p. 18; Coucke (4), p. 132. Atherix nebulosa, Macq. (13), p. 87, nec Fabr. (9). Rara: Parco di Racconigi; boschi lungo il fiume Stura. I. marginata. Bibio marginata, Fabr. (6), p. 413, nec Musca marginata, Fabr. Syst. Entomol., p. 784. : Atherix marginata, Meig. (16), p. 106, Tab. 15, fig. 27-28; Zett. (20), p. 225; Schiner (17), p. 178; Gobert (10), p. 17, fig. 5; Jaenn. (11), p. 100; Coucke (4), p. )32. Frequente ed abbondante: Torino, Pesio, Novalesa. II. Genere Atheriîx (Meigen) Rondani. (Atherix Meig. partim. — Atherix Rondani, 1856, nec Schiner 1860, nec Frauenfeld, 1867). (Ptiolina, Schiner nec Zetterstedt, Symphoromyia Frauenfeld). A. crassicornis. Atherix crassicornis, (Panz), Meig. (16), p. 108, Tab. 15, fig. 23, 29, 30; Zett. (20), p. 225. — Ptiolina erassieornis, Schiner (19), p. 179; Gobert (10), p. 19, fig. 7; Jaenn. (11), p. 100. ‘ (z) Nessuna di queste specie fu finora indicata del Piemonte. ‘ (a) Entom. Mon. Magaz., III, 1866, p. 94. (5) Comptes-rendus de la Soc. Entom. de Belgique, 1874, p. LKXXIX. (c) Comptes-rendus de la Soc. Entom. de Belgique, 1879, p. CXX. (d) Act. Soc. Linneenne de Bordeaux, Tom. 32, 1878, p. XLIII. (e) The Entomologist, vol. 22, p. 193, Tab. VII. (f) The Entomologist, vol. 22, p. 290. ‘(g) Veggansi per questa sinonomia anche le idee di Coucke (4), pag. 133 e 135. | Frequente ed abbondante : Valdieri, Moncenisio, Pesio, Valle di Lucerna. Per le sue metamorfosi veggasi il lavoro di Beling (). A. grisea. Atherix grisea, Meig. (16), p. 109. — Ptiolina grisea, Schiner (17), p. 180. Di questa rara specie, pochissimo nota, che sembra non sia più stata trovata da Meigen in poi, esistono due 9 nelle collezioni da me studiate; credo utile darne la seguente descrizione. Lungh. del corpo mm. 4-4,5: lungh. delle ali mm. 4,5-5. Di color grigio-cinereo scuro; poco pubescente. Capo grigio-cinereo, cogli occhi, le antenne, un tubercolo sul vertice e ì palpi bruni; proboscide note- volmente lunga, bruno-nera. Torace cinereo, ornato di 4 fascie longi- tudinali di color grigio-scuro ; di queste fascie le due più interne stanno sulla linea mediana del torace, e sono tanto ravvicinate da apparir come costituenti un’unica larga fascia, divisa longitudinalmente al mezzo da una sottile ed indistinta lineetta cinerea ; le due fascie laterali sono ben marcate internamente, sfumate esternamente — Per tale disposizione il torace a primo sguardo, osservato superiormente, appare grigio scuro, dotato di due linee longitudinali cineree — Callosità omerali grigio- brune; scudetto grigiastro. Addome subconico, grigio-bruniccio. Ventre grigio scuro; zampe brune o nerastre, coll’articolazione dei femori colle tibie rossiccia. Ali alquanto tinte di giallognolo, colla base distintamente gialla, le venature rossastre, l’orlo anteriore nerastro nella sua parte apicale : stigma bruno, distinto. Bilancieri giallognoli coll’apice un po’ bruniccio. Due 9 da Dogliani (Piemonte). c) Pangoninae del Piemonte. Di questa interessante sottofamiglia dei Tabanidi, intesa nel suo più largo senso, ossia in quello attribuitole da Schiner [(17), pag. XLVIII]; nessuna specie venne finora indicata del Piemonte, Possiamo a questo riguardo eccettuare il Nemorius vitripennis (Meig.), di cui una. 9g rac- colta presso Pinerolo, venne dall’ing. Gribodo inviata al Dott. Kriech- baumer e da questi nel 1873 (25) descritta come ZMaemophila Fallottti N. g., n. sp. — Non mi consta però che altri autori abbiano verificata: questa sinonimia. Le Pangonîinae piemontesi che si trovano nelle collezioni del Museo Zoologico di Torino sono: però numerose, ed alcune di esse non vennero” finora indicate neppure per altre provincie italiane — Eccone il cata- logo sinonimico : (y) Beling, Beitr. z. metam. zweifl. Insecten, Archiv. fur Naturgeschichte, 1882, 1 Band pag. 193 (Symphoromyia crassicornis). n PATI I. Genere Pangonia Latr. P. maculata. Tabanus maculatus, Rossi (21), pag. 75, Tab. 1, fig. M, Tabanus proboscideus, Fabr. (22), p. 862. Pangonia maculata, Fabr. (8), p. 90; Schiner (17), p. 44. Frequente — Torino, Villastellone, Bra, Valdieri. P. marginata. Tabanus haustellatus, Fabr. (22), p. 362; Villers (19), p. 558, Tab. 10, fig. 15. Pangonia marginata, Fabr. (8), p. 90; Meig. (16), p. 24; Macq. (14), p. 192. Frequente — Torino, Moncalieri, Bra, boschi lungo il fiume Stura. P. micans. Pangonia micans, Meig. (16), p. 25. » ornata, Meig. (16), p. 26, Tab. 13, fig. 7; Macq. (14), p. 193. Rara. — Alpi marittime. II. Genere Silvius Meig. S. vituli. Tabanus vituli, Fabr. (8), p. 97, verisimiliter. Silvius vituli, Meig. (16), p. 27, Tab. 13, fig. 13; Macq. (14), p. 218, Tab. 5, fig. 7; Schiner (17), p. 43. Frequente — Torino, Stupinigi, Veneria, boschi presso il fiume Stura, Alpi marittime, Susa, Oropa, Sagra di S. Michele. III. Genere Chrysops Meig. C. perspicillaris. Chrysops perspicillaris, Loew (23), p. 25; (24), p. 633; Schiner (17), p. 41. Non raro. — Torino, Veneria, boschi lungo il fiume Stura, Susa. C. coecutiens. Tabanus coecutiens, Linné. (12), p. 1001, 17 = 9; Fabr. (22), p. 372. » lugubris, Linné (12), p. 1001, 183 = o; Fabr. (22000; Villers (19), p. 556, Tab. X, fig. 12, (figura valde imperfecta). | Tabanus maritimus, Scopoli, Entom. carniolica, p. 374, verisimiliter. » viduatus Fabr. (22), p. 374, verisimiliter. Chrysops coecutiens, Fabr. (8), p. 110; Meig. (16), p. 67; Macq. (13), p. 164, (14), p. 214, Tab. 5, fig. 5 (figura valde imperfecta); Zetterst. (20), p. 123; Loew (24), p. 628; Schiner (17), p. 42. ] Chrysops lugubris, Fabr. (8), p. 113. Molto comune — Torino, Ivrea, Villastellone, boschi lungo il fiume Stura, Cambiano, Veneria, Oulx. Le metamorfosi di questa specie vennero descritto da Beling (a) Parecchie 9 piemontesi hanno il secondo segmento addominale total- mente giallo, o ppure soltanto dotato di un punto o di una piccola li- (a) VerHANDL. der K. K. Zool. Bot. Gesellsch. in Wien, 38 Bd., 1883, p.1. neetta di color nero, uniti alla tinta nera del primo segmento. Un fatto analogo fu gia osservato da Loew [(24), pag. 628)] in esemplari della Sicilia. C. relietus. Chrysops relietus, Meig. (16), p. 69; Macq. (18), p. 166, (14), p. 215; Zett. (20), p. 124; Loew (24), p. 627; Schiner (17), p. 42. Tabanus coecutiens, Scopoli, Entom. carniolica, p. 373, verisimiliter. Molto frequente. — ‘Torino ; boschi lungo il fiume Stura, Cigliano. Le metamorfosi di questa specie vennero pure descritte da Beling (d). C. pietus. Chrysops pietus, Meig. (16), p. 70, 4, = 9 » quadratus, Meig. (16), p. 7, b = » pictus, Macq. (13), p. 166; (14), p. 215; Zett. (20), p. 125. » quadratus, Macq. (13), p. 167; (14), p. 215; Zett. (20), p. 125 Loew (24), p. 626; Schiner (17), p. 4l. pi Raro — Moncrivello, Moncenisio, Alpi marittime. C. rufipes. Chrysops rufipes, Meig. (16), p. 71; Macq. (13), p. 167; Zett. (20), p. 126; Loew (24), p. 625; Schiner (17), p. 41. Frequente. — Cavaglià, rive del Sangone, Caselette, lago di Candia. IV. Genere Nemorius Rondani. N. vitripennis. Chrysops vitripennis, Meig. (16), p. 74; Macq. (14), p. 216; Loew (24), p. 616. Nemorius » Schiner (17), p. 39. Chrysops vitripennis o Ch. Ranzoni, Schiner, Dipter. Fragmente, VI, Verhand, K. K. Z.-B. - Ges., Wien, 1858, p. 34 = 9 Haemophila Fallottii, Kriechbaumer (25), p. 70. = 9g Raro. — Bra, Dogliani, Leynì, boschi lungo il fiume Stura, Veneria. Non esito a porre in sinonimia la Haemophita Fatllottiî col Nemo- rius vitripennis ; infatti leggendo attentamente la descrizione data da Kriechbaumer, molto ben fatta e dettagliata, ed avendo presenti alcune Q di Nemorîus vitripennîs si può constatare come ogni particolare vi corrisponda e vi coincida in modo perfettissimo. Anzi appare come la Haemophila Fallottii sia stata descritta su di una 9 di Nemorius vi- tripennîs un po’ grande (lungh. 10 mm.) col lato ventrale dell’addome privato della pubescenza chiara lungo un largo tratto mediano. Quanto alla erronea creazione del genere Haemophiîla, questa può facil- mente comprendersi pel fatto che i palpi nelle 9 di Nemorius vitripennîis sono frequentissimamente divaricati, divergenti dal rostro, mentre è rara eccezione che essi vi sieno aderenti come indica Schiner (17); inoltre la rassomiglianza generale esterna che le 9 di questa specie presentano colle (5) Arch. fur Naturges., XLVIII Band, 1882, pag. 189. PSN Haematopota, la piccolezza delle spine apicali alle tibie posteriori, nonchè la quasi perfetta suddivisione in anelli secondari di alcuni articoli delle an- tenne (suddivisione che però si accenna già spiccatamente anche nei CRry- sops) possono aver deviato nella classificazione il dott. Kriechbaumer, il quale. probabilmente non conoscendo in natura il Nemorius vitripennis specie rara, credette di ravvisare nell’unica 9 inviatagli dall'ingegnere Gribodo il rappresentante di un genere e di una specie nuovi, aventi afli- nità colle Zaematopota e le cui antenne sarebbero state 5-arliculatae. Le antenne però non sono veramente 5-arliculatae come ciò appare a primo sguardo, ma sono invece 3-articulatae, e solo i primi due articoli portano ciascuno una incisione circolare trasversale, il prìîmo presso l'a- pice, il secondo al mezzo, venendo così accresciuto di 2 pseudo-articoli il numero dei veri segmenti che costituiscono ogni antenna. Ciò che riesce invece molto meno spiegabile, si è come Bigot (c) ammetta. nella sua tavola di generi dei Tabanidi il gen. HaemophRita, indicandone anzi un carattere proprio dei d' e sempre coincidente coi caratteri del Ne - morius vitripennis, mentre poi del genere Nemorius scrive non sem- brargli abbastanza distinto dal gen. CXrysops, ed infatti con questo lo pone: in sinonimia. Probabilmente Bigot classificò come Haemophila Fatltottiî tutti i Nemorius vilripennis a lui noti, e credette non conoscere in SEPA alcuna specie di Nemoriîus. (c) Mémoires de la Soc. Zoolog. de France, Année 1891, pag. 412-419. a 9 e INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE RONDANI ©. — Genera Italica ordinis Dipterorum ordinatim disposità et distineta, Parmae, 1856. — Dipter. ltal. Prodromus, vol. I. . Bezzi M. — Contribuzione alla fauna ditterologica della provincia di Pavia. Parte II, Firenze, 1892. Estr. d. Bullett. d. Soc. Entomol. Italiana, Anno XXIV, 1892. . BLANCHARD E. — Histoire naturelle des insectes, Tome III, Paris, 1840. . CouckE L. — Matériaux pour une étude des Leptides de Belgique. Ann, de la Soc. Entom. de Belgique, Tome 37, Bruxelles, 1893. . DE GEER CH. — Mémoires pour servir a l’Hist. des Insectes, Tome VI, Stockholm, 1776. . FaBRIcIUS J. C. — Species insectorum, Tom. II, Hamburgi et Lipsiae, 1781. 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Borellii, nov. sp. — Salta, San Pablo. — Noir brillant à reflets quelquepeu bronzés sur tout le corps avec la marge élytrale et quelques petites taches blanchàtres sur les élytres, et les tibias jaunàtres. Téte obiuse, subtriangulaire, arrondie en avant, prolongée au milieu au devant de la ligne du niveau antérieur des yeux un peu plus de la longueur du diamétre longitudinal de 1’ ceil; joues finement et assez densement ponctuées, ridées surtout en avant; tylus à còtés parallèles, aussi long que les joues, plus lisse que ces dernières, surtout vers sa partie postérieure où il est presque brillant. Pronotum brillant, très finement et superficiellement ponctué surtout sur le disque; ponctuation un peu plus accentuée le long des còtés la- téraux qui sont legèrement arqués en dehors. Ecusson très sensiblement plus étroit et plus court que 1’ abdomen, à ponctuation presque imperceptible sur le milieu de la base qui est lé- gèrement renflé; de chaque còté du renflement basilaire 1’ écusson est assez fortement déprimé et finement mais très densement ponctué; sur les deux tiers postérieurs de l’écusson la ponctuation fine est assez dense mais moins serrée que sur les còtés à la base. Elytres élargies à l’ extrémité qui est un peu brunatre le long de la suture avec la membrane; la nervure costale jaunatre pàle sauf |’ extrème I | bord de l’élytre très étroitement noiràtre ; 1° espace marginal en dedans de la nervure costale avec la base très étroitement jaunAtre pale et deux petits traits longitudinaux parallèles de méme couleur sur la partie po- stérieure, séparés par un sillon enfoncé noiràtre, l’ extérieur atteignant presque l’ extrémité de la corie, deux fois plus long que l’interne qui reste éloigné du bord postérieur de la corie d’ une distance un peu plus grande que sa longueur; l’ espace discoidal finement et assez densement ponctué sur sa moitié basilaire, presque lisse sur sa moitié postérieure. Membrane jaunatre, transparente. Rostre et antennes d’un jaune brunatre, plus clair à la suture des articles. Fémurs noiràtres; genoux, tibias et tarses jaunatres; les.tibias avec plusieurs rangées d’ épines brunàtres. Dessous de l’abdomen brillant, très finement ponctué, Reda meso et metasternales plus mates et ridées diagonalement. Longueur 5 mill., largeur 3‘, mill. Cette espèce que je me fais un plaisir de dédier au courageux explo- rateur, appartient à la division aa de Stal; elle ressemble un peu à 7. maculipennis Germ. dont elle diffèére, par la taille un peu plus grande que celle donnée par H. Schaeffer, Wanz. Ins.: près de la figure 485. Les taches pales des élytres moins claires, moins nombreuses et moins nettes, et l’absence de bordure pale sur les còtés latéraux du pronotum. *Tetyra pocila, Berg. — Buenos Ayres. Demoleus Haglundi, nov. sp. — Resistencia. — Oblong à còtes Ìa- téraux parallèles, flavescent à ponctuation noire forte et dense sur toute la partie supérieure où la teinte noire de la ponctuation, extravasée, réunit plus ou moins les points entre eux en grandes taches noires qui laissent entre elles des petits espaces lisses, flaves. La ponctuation noire du dessous du corps est assez forte mais beaucoup plus rare. Téte très large, peu convexe et légèrement rétrécie pri arrondie à l’extrémité; tylus dépassant légèrement le bord antérieur de la téte, quelque peu rétréci un peu avant le sommet par les joues faiblement convergentes à 1’ extrémité; ces dernières à ponctuation assez rare sur une seule ligne I le long des còtés latéraux, plus dense et irrégulière à la partie interne; pourtour des yeux presque lisse, flave. Yeux petits, peu saillants; Joe NOE très éloignés entre eux situés sur la méme ligne transversale que les yeux et la distance qui les sépare est plus de deux fois He Bando que la distance des ocelles auX yeux. Pronotum avec les còtés latéraux antérieurs très faiblement arqués en dehors, bordés d’ une étroite bande flave à ponctuation concolore; sur la partie antérieure du pronotum la ponctuation noire laisse de nombreuses taches flaves et lisses Politi calleuses et irrégulières; la partie postérieure est complètement envahie par la teinte noire extra- vasée de la ponctuation forte et dense. Ecusson fortement et densement ponctué, rugueux vers la base, à teinte noire extravasée envahissante, laissant par places des espaces lisses, flaves, légèérement calleux plus nombreux près de la base et sur le milieu du disque; recouvrant tout l’abdomen à còtés latéraux droits, parallèles, se terminant postérieurement au dessus des pièces génitales en angle obtus arrondi au sommet. Partie visible de la corie flave sur la marge avec des points noirs enfoncés et peu serrés en lignes longitudinales; la ponctuation noire très dense et irrégulière sur l’angle interne de la corie. Antennes flaves à premier, deuxièéme et troisième articles subégaux en longueur, le quatriéme plus d’une fois et demi plus long que le pré- cèdent et à peine plus court que le cinquiéme. Rostre dépassant les hanches postérieures, flave à la base, brunatre à l’extrémite. Dilatations antérieures du posternum flaves à ponctuation rare et con- colore; sur le reste des pièces de la poitrine la ponctuation est noiràtre fine et assez dense; les còtés latéraux du dessous de la téte sont aussi marqués de petits points noirs enfoncés, disposés en lignes longitudinales. Abdomen flave, lisse sur le disque, à ponctuation noire assez rare sur les còtés, plus dense sur la région des stigmates, où elle forme une bande longitudinale assez bien marquée sur laquelle les stigmates res- sortent en callosités blanchàtres. Le bord externe des còtés abdominaux est lisse, flave, très obtus, avec un tubercule ou plutòt une forte cal- losité flave concolore sur l’ angle postérieur de chacun des segments. Pattes testacées sans taches, tibias bisillonnés sur leur tranche supérieure. Un seul exemplaire 9, longueur 13 mill., largeur 74/, mill. Cette espèce me parait très voisine de D. obMlongus Hagl., que je ne connais pas en nature; mais outre sa taille sensiblement plus forte, l’ éè- troite ligne longitudinale lisse manque sur l’écusson, la ponctuation paraît plus accentuée et la teinte beaucoup plus obscure (*). (*) Ma collection possède aussi un exemplaire g provenant de Montevideo, très semblable de forme, d’aspect et de dimensions à l’espèce que je viens de décrire; il n’en diffère que par la ponctuation un peu moins forte de la partie supérieure, brunàtre et non noire, la couleur de la ponctuation ne s° extravasant pas entre les points, ce qui donne à l’insecte une teinte beaucoup plus claire, flave. La téte un peu moins allongée est aussi moins arrondie en avant où elle est un peu plus brusquement tronquée; les joues et le tylus sont a ponctuation concolore sur leur tiers antérieur; les còtés du tylus sont pa- rallèles jusqu’à 1’ extrémité sans rétrécissement avant le sommet, 1° écartement CERA *Cyrtomenus ciliatus, Pall. de B. — Paraguay central, Luque, San Pablo, Salta. Pang®us serripes Westw. — San Pablo; un seul exemplaire. — Par sa forme, ses dimensions, la ponctuation du pronotum et des élytres, les sillons latéraux ponctués de l’ écusson et la ponctuation de ces der- niers, les deux points pilifères de la marge élytrale, la longueur rela- tive des articles des antennes, cet exemplaire unique répond très exac- tement à la description donnée par Signoret (Annales de la Sociòté Entom. de France, 1881, p. 247 (133)) qui a eu le type sous les yeux; il en diffère cependant par la forme des ostioles olorifiques un peu at- ténués à l’ extrémité où l’on n’apercoit pas non plus la petite dent qu'il a signalée. *Geotomus subparallelus, Sign. — San Pablo. Dryptocephala punetata, Am. et Serv. — San Pablo. Discocephala polita, Sign. — San Pablo. * Mormidea croceipes, H. S. — Buenos Ayres, Salta, San Pablo, Re- sistencia. — Espèce très variable pour la forme des angles latéraux du pronotum, parfois à peine saillants presque arrondis, parfois prolongés en pointe transversale très aique à sommet obliquant quelque peu en arrière. Qenopia unidentata, Spin. — Buenos Ayres. des joues restant le méme sur toute sa longueur. Les céòtés latéraux antérieurs du pronotum sont légèrement arqués en dedans, ce qui fait paraître les angles latéraux un peu moins largement arrondis. La bordure è ponctuation conco- lore des còtés latéraux est assez large; la marge élytrale est aussi a ponetuation concolore; et l’ écusson prolongé au sommet au dessus des pièces génitales est légèrement sinué de chaque còté avant l’ extrémité largement arrondie. Sur le milieu de l’ écusson, une très fine ligne en carène lisse, longitudinale, im- ponctuée. Premier et deuxième articles des antennes subégaux, le troisiome plus court que le précédent, les quatrième et cinquième sensiblement égaux sont chacun presque le double de longueur du troisième. i La ponctuation du dessous du corps très rare et en grande partie concolore sauf sur la bande longitudinale qui recouvre de chaque còté la région des stigmates; ces derniers sont surmontés d’une callosité blanchàtre ressortant nettement sur la teinte brunatre de la ponctuation qui les environne. Pour les autres détails de conformation cet insecte ressemble tout è fait è D. Ha- glundi Montana. dont on ne saurait 1’ éloigner; la différence de taille et les proportions des articles des antennes ne permettent pas non plus de le con- fondre avec D. oblongus Hagl. Je l’ai étiqueté dans ma collection D. Lethierryi, nov. sp. en souvenir de l’ami perdu récemment auquel je devais cet insecte. PS Edessa rufomarginàta, De Geer. — Buenos Ayres, San Pablo. Id. meditabunda, Fab. — Salta, Asistencia, Luque. Stirethrus decemguttatus, Lep. et Serv. — Salta, un seul exemplaire. Oplomus cruentus, Burm. — Resistencia. — Un seul exemplaire à @pine laterale du pronotum aigué mais très courte. Oplomus tripustulatus, Fabr. var.? — Asuncion. Un seul exemplaire presque entièrement noir, deux très petites taches rouges sur le devant du pronotum; deux taches arrondies flaves parsemées de quelques gros points enfoncés noirs, une de chaque còté sur les angles basilaires de l’ écusson et une autre tache flave transversale sur le sommet subtronqué de l’ écusson avec quelques fins points enfoncés noiràtres à son bord antérieur. Dessous du corps noir avec des taches rougeftres irrégulières, au nombre de trois sur le prosternum, deux sur les méso et une sur les metapleures, de chaque còté. Epine abdominale rouge ainsi que le milieu des deuxième et troisième segments, formant une grande tache sur le milieu de l’ abdomen; deux autres taches rouges de chaque còté de l’abdomen, une sur le bord du deuxiéme segment et l’ autre sur le bord du cinquième segment couvrant aussi l’ angle postérieur enterne du quatrièòme segment. * Oplomus punetatus, nov. sp. — Salta. — Trés voisin de O. mar- ginatis Westw. mais de taille un peu moindre, les angles latéraux du pronotum. moins accusés, la ponctuation sensiblement plus forte et beau- coup plus dense sur tout le corps, en dessus et en dessous; les taches noiràtres moins bien accusées plus brunàtres, celles du pronotum ré- duites à' deux bandes étroites longitudinales un peu élargies en arrière, s'arrètant en avant derrière les cicatrices; l’ écusson avec une tache basilaire médiane qui se rejoint plus ou moins avec la bande transver- sale médiane et les còtés latéraux étroitement brunàtres, au devant de la tache transversale; clavus brunatre. Longueur 11-11 */, mill. Asopus (Te/epia Stal) nigrolimbatus, Spin. Sign.? — Buenos Ayres. — C'est avec doute que j'ai identifié cet insecte (un unique exemplaire) qui a 14 mil. de longueur, car ainsi que l'a très bien signalé M. Berg, (Hemipt. Argentina, 1879, p. 35) la dimension des sujets rap pantes à cette espèce varie considérablement suivant les auteurs. Podisus Borellii, nov. sp. — Salta. — Flavescent pale à clranao dense brunàtre claire, concolore par places. Téte plane subtronquée en avant, tylus atteignant le bord antérieur de la téte à còtés parallèéles, densement ponctué à points concolores ainsi que les joues au devant des yeux; partie postérieure de la téte lisse avec une bande longitudinale ponctuée concolore derrière le tylus jusque sur la base et une ligne longitudinale de points enfoncés brunàtres de chaque còtè au devant des ocelles; ces derniers noirs. Còtés latéraux antérieurs du pronotum obtusèment crénelés, étroi- tement orangés, angles latéraux très aigus dirigés transversalement en dehors, couverts d'une tache noire très fortement ponctuée presque jusqu’au sommet de l’angle qui est étroitement lisse; le dessous des angles flave, sans épine. Còtés latéraux postérieurs fortement sinués en arrière formant un angle presque droit à peine obtus avec le bord postérieur. Partie antérieure du pronotum à ponctuation concolore, fine et assez dense avec une carène longitudinale médiane lisse qui s’ étend jusque sur le milieu du disque de la partie postérieure; cette dernière à ponctuation quelque peu rougeatre dense, régulière et assez forte. Ecusson avec trois petites plaques lisses mais non ou trés peu calleuses sur la base; surface de l’ écusson couverte d’ une fine ponctuation rou- geàtre irrégulière plus espacée sur le milieu du disque et des còtés la- téraux; la ponctuation est aussi plus rare et concolore vers l’ extrémité de 1’ écusson, Ponctuation de la corie assez dense; concolore sur la marge élytrale, à peine rougeàtre sur le disque et le clavus laissant un espace lisse sur la partie postérieure externe du disque élytral près de la nervure; à peu près au milieu de l’espace lisse une tache noire subarrondie un peu allongée. Membrane transparente avec l’ angle interne assez largement noir et une bande longitudinale légèrement enfumée sur l’extremité. Dos de l’abdomen clair avec une large bande longitudinale rougeàatre de chaque còté du milieu, connexivum flave sans taches en dessus et dessous. Dessous du corps uniformement flave pàle assez grossièrement ponctué. Rostre flave à deuxième article aussi long que les deux derniers réunis. Antennes légèrement orangées, à cinquième article ovoide très allongé, le plus court de tous, fortement sillonné supérieurement sur sa moitié antérieure; le deuxièéme article le plus long de tous. Pattes fiaves quelque peu orangées sur la moitié apicale des fémurs et sur les genoux; les tibias aux deux paires antérieures sont faiblement aplatis supérieurement, sans sillon apparent; à la paire postérieure le sillon est assez visible sur toute la longueur du tibia. Un unique exemplaire 9, longueur 7*/, mill. Cette espèce rentre dans la coupe aa de Staàl et semble faire le pas- sage avec les espèces du sous genre Ty/ospilus dont elle diffère par le frenum dépassant le milieu des cotés de 1’ écusson et les callosités ba- silaires de l’ écusson presque nulles. Les angles des segments abdominaux sont terminés en très petite pointe aigue, un peu plus forte au sixième segment. Coreidae. ° Acanthocerus niger, Stàl. — San Pablo, Salta. *° Athaumastus haematicus, Stàl. — Salta, Resistencia. ni È — ‘ Leptoglossus impictus, Stal. — San Pablo, Salta. Phthia picta, Drury. — Buenos Ayres, San Pablo, Resistencia, San Pedro, Luque. Spartocera, fusca, Thunb. — Buenos Ayres, San Pedro, Asuncion. di. RR lativentris, Stàl. — Salta, San Pablo. Soci DU dentiventris, Berg. — San Pablo. UL, brevicornis, Stàl. — San Pedro, Asuncion. Acidomeria cipciicornis, Stàl. — Buenos Ayres. * Margus distinetus, Sign. — San Pablo. ° Anasa seorbutica, Fab. — Salta. * Zicca nigropunctata, De Geer — San Pablo. * Cebrenis centrolineatus, Westw. — Resistencia, San Pedro. * Hypselonotus interruptus, Hahn. — Salta, San Pablo, San Pedro. *Corizus pictipes, Stàl. — Buenos Ayres, Salta, San Pablo, Resi- stencia, Luque, San Pedro. *Jadera sanguinolenta, Fabr. — San Pablo. Phymatideae, Phymata fortificata, H. S. — Salta. Lygaseidsas, Oncopeltus varicolor, Fabr. — San Pablo. — Un seul exemplaire. *Lygeus alboornatus, Blanch. — Salta, Resistencia, San Pablo, Luque, Asuncion. *Nysius simulans, Stàl. — Buenos Ayres, Tucuman, Resistencia. * Id. major, Berg. — Salta, Resistencia, San Pablo. * Geocoris callosulus, Berg. — Resistencia. Pyrrhocoridea., Largus fasciatus, Blanch. — San Pablo. — Un unique exemplaire. Id. humilis, Drury. var. — San Pedro. — Un unique exemplaire. * Id. rufipennis. Lap. — Resistencia, San Pablo, Asuncion, San Pedro, Luque, Rio Apa alto. °Dysdercus ruficollis, LL — Paraguay central, San Pedro, Asuncion, Luque. Capsidee. *Lygus Uruguayensis, Berg. — Resistencia, San Pablo, San Pedro, Asuncion. ‘ga Readuvidex. * Cosmoclopius nigroannulatus, Stàl. — Resistencia, San Pedro; Asuncion, Luque. i Mindarus discus, Burm. — Tucuman, Luque, Rio Apa alto. ge fraternus, Stàl. — Paraguay central, Rio Apa alto. ‘ Pothea ventralis, Lep. et Serv. — Tucuman, Luque. Melanolestes Argentinus, Berg. — San Pablo. Conorrhinus infestans, Klug. — San Pablo, Resistencia, Rio Apa alto. Spiniger limbatus, St. Farg. et Serv. — Rio Apa alto. n * Leogorrus litura, Fab. — Resistencia; Paraguay central, San Pedro, Asuncion. Hydrometridae., Hydrometra Argentina, Berg. — Resistencia. Mononychidseae, Mononyx nepeformis, Fab. — San Pablo. * Id. raptorius, Fab. — Reésistencia, Rio Apa alto. Naucorid» (illisvoria eruralis, dicax, inseeta, me- E | xieana nov. sp., Messico, Giglio Tos, VIII, 158. 9) RE: — Dejeania aurea n. sp.; Messico, Giglio Se” ARS: VIII, 158.. . —IDemoleus Lethierryi n. sp., Montevideo - ea Haglundi n. Ha Resistencia, Mon- A iarinioi 219, Por DE; Di Da feno vecta, n. sp., Messico, stinus, Es-Sanamein e Brak, Zaudî, 173 IX. » | Dexinae — nn. sp., Messico, GigZio- Tos, VIII, 147. Diaframma, omologia anfibi e mammi- feri, Giglio-Tos, IX. 166. Diehrophlus bicolor, distingnendus, e- longatus, exilis n. sp., Paraguay, Ar- gentina, Giglio- Tos, IX, 184. Diploglossus Lessonae n. sp., Peracca, TU: Ditteri — n. sp., GigZio-Tos, V. 78,84; VI, 94,96, 97, 102; VII, 123, 132; VIII, 147, 158 - n. gen., Giglio-Tos, VI, 108; VII, 117, 118; VIII, 147, 158 - parassi- tismo (Aricia), GigZo- Tos. VII, 116. Ditiscidi del Paraguay e della Repub- blica Argentina. Notizie, Gr:/fizi, 194, X. Ditomyia mexicana (Messico), pallida (Piemonte), zonata (Messico) nn. spec., Giglio- Tos, V, 84. Ditomus (Aristus) punctatissimus n, sp., Gerusalemme e Djerach, Baudi, 173, IX. Discohelix italica n. sp. zanelaea var. ligustica (fossile dell’Appenino setten- trionale), Sacco, 10, I. Dytiscus marginalis variab. apofisi me- tasternali, Griffini, 115, VII. Dromicus dolicocereus n. gascar, Peracca, 112, VII. Drosophila excita n. sp., Messico, Giglio Tos, VIII, 158. Echinaster Doriae, E tribunlus (osser- vazioni), Marchisio, 149, VIII. Echinomyia fera, Macquartii, Meigenii, nigricornis, regalis, tessellata, tricon- Ayla, discuss. sinon. VI, 96 - Camerani, cenisia, dispersa, ligustica, Roederiì, similis, n. sp., Piemonte, Gzig/io- Tos, VI,97-E. autumnalis, Bellardii, magna, Rondanii nn. Sp., Piemonte, VI 05 Echis colorata, Osservaz. e descrizione, Peracca, 167, IX. Elaps pyrrhocryptus (descr.), Paraguay, Peracca, 195; X. Elaphis quaterradiatus, costumi, riprod. Peracca, 16, 1. Emitteri eterotteri della rep. Argentina e del Paraguay, Morzandon, 219, X. Emys orhicularis (mostruosità), Camze- rano, 106, VI. Ephippigera Borellii n. sp. 9, Colle Ciriegia (Piemonte), Grifini, 138, VIII. Eremus Camerani n. sp. 9. Nuova Olanda. Griffini, 154, VIII. Eriphia spinifrons (forza muscolare as-. soluta), Camerano, 111, VI. Eristalis bombusoides, clarissimus, prae- clarus, Sallei, triangularis, trilimbatus n. sp., Messico, Gig%io- Tos, VII, 132 - Sp., Mada- Giglio-Tos, VII, 132. Euaresta andax n. SP. Messico, Giglio d0s; VIII. 158. Giglio-Tos, VI, 102. Exocaetus fuscatus a Rapallo, Camerazo, 109, VI. «__Fabricia nigripalpis n, sp., Piemonte, | Giglio-Tos, V, 78. na Festella n. g., Siria, GigZio- Tos, IX, 191. —_—Formiche della repubblica Argentina e del Paraguay, Zzzery, 186, IX. Fruticicola scioana, strigelloides nn. | sp., Scioa, /o/lonera, 34, II . Geniates Borellii n. sp., Tucuman - 6. _ tneumanensis n. sp., Tucuman, Camerano Mie 179, IX. vi Gymnomma novum nov. sp., Messico, Giglio-Tos, VIII, 158. Geomalacns maenlosus, lusitanicus, nu- ® ” ——midicus, Tournieri, atlanticus, Moreleti, angniformis, squammatinus, Oliveirae, Descriz. delle specie. PoMonera. 87, V. n. Geophilns Borellii n. sp., Paraguay; G. __vlongitarsis n. sp., Paraguay, Silvestri, pd 203, X. Geopla na Langi n. SP.; Paraguay, Graff, n d. 182, IX. Geoscolecidae nov. fam., osa, 41, III, | Argentina, Sorensen, 210, X. __—Sordius alpestris, Perronciti, Rosae, fi | Pioltii nn. sp., Italia, Camerano, II, 20 - G. Alfredi, Danielis, Peraccae nn. sp., È America merid., Camerano, IX, 175 - G. È. È madagascariensis, pardalis nn. sp., Ma- dagascar, Camerano, VIII, 148 - G. Wol- terstorfii n. sp., Francoforte; G. Tellinii ne: n. sp., Valle del Tagliamento, III, 42 - —_—»G. pustulosus (parassitismo e sviluppo), __ Camerano, VII, 124 - G. tricuspidatus (cuticola), Camerano, II, 25. « —‘6Graphomyia mexicana n. sp., Messico, |__ Giglio-Tos, VIII, 147. | Grillidi del Piemonte, Gri/fzi, 159, VIII. dis Gryllodes incertus nov. sp., Paraguay, __ Giglio-Tos, IX, 184. __Grillotalpidae —. discuss. gen. n, sp. ‘> Paraguay, Giglio- Tos, IX, 184. _ Gryllus tucumanensis n. sp., Argentina, e Giglio- Tos, IX, 184, | Haementeria Ghilianii (osserv. e descr.), . Blanchard, 145, VIII. u» Haemophila Fallottii Kriech. Ne- °° ——morius vitripennis Meig. Q, crilai pene —218, XX; > Halobates Wullestorfi Fr., H .germanus, | B. W.; H., germanus n. var. Bankae, Stretto” di Banka; H. Streatfieldanus, - Atropos, Snmiehrasti n. Spi; Messico, È D Vini, 213, X. TRE lonera, 34, II i RI % Euparyphus carbonarius n. sp., Messico, Hylemyia abrepta, levipes. rhodina, ma : Y «|_. Gonyleptes Borellii n. sp., Paraguay e Isophyia Borellii, hamata, pulchella no se HE. gascar, Rosa, 119, VII. Helicarion Ragazzii n Helix caturigia n. sp. si ‘Cesana; H. rigia var. dertonensìs - Poli ra. Helix Pollonerae n, SP. Salta; H. rellii, n. sp., Rio Apa, Pallavicini, 181, Helix Stabilei n. sp. +. H. vagienna > sp., H. chonomphala var. monozona! A Piemonte, Pollonera, 17, 1. Homyza iniens n. sp. Messico, Gi È n Tos, VIII, 158. ù î ig i Heteracanthia mexicana n. s S Giglio-Tos, VI, 102. | Ùi Me sica Homalosoma coronella, H. collaris. H bo (osserv. e descr.), Peraica, | Homorus Ragazzii n. sp. ts Scioa, Pollo nera, 34, II i Hormogaster Redii n. gen. n. Pa Rosa, > a 32, II; anat. Rosa, III, 35. TRI si Hyadesimyia grisea nov.. SP.; Messico, | î ARE Giglio-Tos, VIII, 147. e Hyetodesia abacta, abdicta, insons, mul pi cata, parsura, nn. sp., Messico, Giglio a Tos, VIII, 147. n ro sp., Messico, GigZto- Tos, VILLA TE pur Hylodes discoidalis n. sp., Paraguay, Per FAL Ò racca, 195, X. dna Hyperophora Gie%o- Pos, IX,184. 000 Da ) Hypopachus Miilleri, (descr.), Peracca, MAIA 95, LET Hypotriorchîs ophryophanes, 1 n. Sp., Pa 3 za raguay, Salvadori, X, 208. Pes: Hystricodexia aurea, mellea n. sp. Mest Sita sico, Gigtio- Tos, VIII, 147. ET Hystrisiphona bicolor N...SP., Messico, ca Giglio- Tos, VIII, 147. da Ibisia Rondani, caratteri, sinonim. rt ; do fini, 218, X. 3 Ichnusarion n. subg., Bollonaa 87, va Iguana tnbercolata (riproduz.), Perdeca; | 3 si 110, VI. ius cd sp., Paraguay, Giglio- Tos, IX, 184. Toe È Isasphva festae n. sp., Gerico, Goto) Pa 157, VIIL pn Isopodi della repubblica. Argentina e a del Paraguay, Do/fus, 183, IX. i De, Julodis corrosa Reiche var. 9, Bandi, | 173, IX. Kerria Garmani n. sp., K. eiseniana mi sp., K. subandina n. sp., K. Asuneionis_ n. Sp.:, papillifera, Paissan e Repubbl. Argentina, osa, 204, X. “0 Kynotus Michaelsenii nov. SP Mada= i di ur Go, Di j dre cp) ROL ra d'atto: ° dn telo n # ” i rei 1% de Pot so RESO dai Grifini, 194, ad È fini Borelli n. Sp. i Tucuman, Grif- Tax 194, X | Tasiops mexicana, n. sp. , Messico, Gigtio- Tos, VIII, 147 Leguminaia ret ALA n. sp., L.. Cra- > veril nè sp., FISIOVATS, Pollonera, 72, IV. DI da Cameranii n. sp. vi Paraguay, panche Re 195, X; IL. sinuosum, n. sp., Brasile, (0 | Peracca, X, 200. È sl "DOMA Lepidotteri (larve), metodo per conserv. le larve, Crosa, 85, V. — lLeptidi del Piemonte, Griffini, 218, X. __—’eptismyna pallida, rosea n. sp., Argen- | tina, Gig4Zio- Tos, IX, 184. __—Leptophyes Festae n. sp., Siria, Gig4io- Snares VIII, 164. « — Letourneuxia n. subg., Pollonera, 87, V. Leucomelina corvina, garrula, strigata, n. sp., Messico, Gigzio- Tos, VIII, 147. | Limacidi; Classif., PoMonera, 23, II, — TLimax corsicus var. ciminensis, Monte . Cimino, Pollonera, 75, Vi. _ _—Limax polipunctatus n. sp., Givoletto ; | var, raripunetatus, n. var.; L. milli- punctatus Pini, descr.; L. canapicianus | var. ocellatus, ‘Pollonera, 51, III. Limnaea cottiana n. sp., Moncenisio; T.. alpina n. sp., Moncenisio; L. frigida var, rufescens, var. nigricans var. intu- slabiata, Moncenisio; L. stagnalis var. (I taurinensis, Torino, PoWonera, 72, IV. —_ —Limnobdella n. gen.; L. mexicana nov. spec., Blanchard, 145, VIII. Locustidi del Piem., ‘Griffini, 141, VIII, della Valtravaglia, Gr:/îzi, VIII, 133. . Lombrichi sulle. Alpi ( distribuzione), iosa; 3k;cII Lucilia praexia, quieta, sp. n., Messico, È: | Giglio-Tos, VIII, 147. . % Lumbricus eiseni in Italia, insa 22jIT. . Maeroscincus coctaei (oviparità), Peracca. 105, VI; caratteri specifici, Peracca, 107. | Malacolimax melilensis, descriz.- della È | specie, PoZ/onera, 99, VI. È Malacolimax raymondianus, brondellia- i . nus, Algeria, descriz., PoMonera, 74, V. Masicera glauca, sesquiplex, usta n. sp., | Messico, Giglio-Tos, VIII, 158. Mastodon arvernensis, descriz. di resti . fossili, Cartamessa, 90, V. 4 Megadytes laevigatus, Olivier, ridescr. .» N AM. carcharias n. Spor Paraguay, Griffini, È er È: — Megametopon n. gen, pa Giglio» iper: VI, 108, n Megascolex templetonianus n.sp.,Ceylan, Rosa, 131, VII. Melanostoma bellum, elegans nov. sp., Messico, Gzg4o-Tos, VII, 132. Melitolimax n. subg., PoMonera, 99; VI. .Merosargus coriaceus, dissimilis, hya» lopterus, Oryzabae nn. spec., Messico, Giglio-Tos, VI, 102. Merula alpestris (osservaz.), Salvadori, 152, VIII. Mesembrinella bicolor n. gen., n. sp.; Messico, Gig%o-Tos, VIII, 147. Mesogramma ciliatum, comma, diver- sum, rhombicum n. sp., Messico, GIghA, Tosy VII, 132. Mesolimax Brauni n. gen., n. PEù Asia minore, Po/lonera, 43, III. Messico. Ditteri, GigZo-Tos, VI, 102, 108; VII, 123,132; VIII, 147, 158, Metoponorthus argentinus n. sp., Rio Apa, Dollfus, 183, IX. Metoponorthus trifasciatus Dollf. ridescr. Dalifwss 177, IX. Microchrysa nova n. Sp., petrino. Giglio- Tos, VII, 102. Microdon aquilinus nov. sp., Messico, Giglio-Tos, VII, 123. Mixogaster dimidiata n. sp., Messico, Giglio- Tos, VII, 123. Microphthalma. sordida n. sp., Messico, Giglio-Tos, VIII, 147. Microscolex modestus n. gen., n. Sp., Italia, Rosa, 19, II. - M. Beddardi n. Spa, Tucuman, Rosa, 204, X.-. Microtrichomma n. g., Messico, Giglio: Tos, VIII, 158. Miriapodi della repubbl.. ‘Argentina e del Paraguay, Silvestri, 203, X.; di Pa lestina, Silvestri, 199, Xx. Myioscotiptera n. gen., Messico, GigZio- Tos, VIII; 147. 2 Mystacomyia nh. gert., Messico, Giglio- Tos, VIII, 158, Mochlosoma anale, sericeum n. sp., Mes- sico. Giglio-Tos, VIII, 147. Molynocoelia n. gen. lutea n. sp., Mes- sico, Giglio-Tos, VIII, 158. ! Muscinae n. sp., Messico, Giglio-T. a VIE4r Nanognathus Borellii, n. g. Paraguay, Zoulenger, 196, X. i Nanostomus lateralis n. sp., Paraguay, Boulenger, 196, X. - Naucoridi e nepidi del Piemonte, Grif- fini, 150, VIII. ) Noenchytraens bulbosus n. sp., Torino, Rosa, 29, II. Neoglaphyroptera immaculaia n. Piemonte, GigZio- Tos, VI, 94... Neotenia, Camerano, 56, IV. em spe; sp. è Fo; .Nemochaeta aberrans, crucia, dubia, in- - certa, jurinioides, pernox n. sp., Mes- sico, Giglio-Tos, VIII, 158. Nemoptera Baudii n. sp., Cipro, Griffini, 214, X. Nephelis atomaria octoculata, (osserv. e descriz.), Blanchard, 146, VIII. Newportia Balzanii, Silvestri ridescr., — aSilvestri, 203, X. Notonettidi del Piemonte, (Notonettine e Corisidi), Grifini, 150, VIII. Odontopeltis Borei, Silvestri ridescriz.; O. Borellii n. sp., 0. Salvadorii n. sp., 0. Camerani n. sp., 0. diserepans nov. SPp., Paraguay; 0. argentinea nov. sp., 0. proxima n. sp., Argentina, Silvestri, 203, X. Odontopyge paraguayensis n. Sp., Pa- raguay, Silvestri, 203, X. Ocnerodrilus Borellii n. sp., 0. para- guayensis n. sp., Paraguay, osa, 204, X. QOedopa elegans n. sp., Messico, Giglio: Zos, VIII, 158. OQloturie, (uova), Gety, 155, VIII. Omegasirphus n. gen., Messico, Gigdio- Tos, VI, 108, discus. VII, 118. Opiliones laniatores della. Repubb. Ar- gentina e del.Paraguay, Sorezsen, 210, X. UVpistodrilus Borellii n. gen. e n, sp., Paraguay, osa, 204, X. Oplomus punctatus n. sp., Salta, JMorx- Zandon, 219, X.; Orphnaeus. polypodus Silvestri ridescr., Silvestri, 203, X. _ Orphula discus, gener., Giglio-Tos, IX, 184. Orphulella n. gen., gracilis, elegans, n. sp., Paraguay, Gigdio-Tos, IX, 184, Orphulina n. gen., pulchella n. sp., Pa- raguay, Gizlio- Tos, IX, 184. Ortalidinae n. gen. n. . sp.,. Messico, Giglio- Tos, VIII, 158... Ortotteri del Piemonte, Grifinî, 141, 159, VIII. Ortotteri, Palestina, Giglio-Tos, VIII, 164, IX, 191; Rep. Argentina e Paraguay, IX, 18 4. Osmilia coriacea n. Sp. Paraguay, Giglio. Zos,s IX, 184. Ossa n. gen., bimaculata, n. Sp.) Argen- tina, Giglio-T. os, IX, 184, CER @stracocoelia n, gen., mirabilis n. sp.; Messico, Giglio-Tos, VIII, 158. Lats Oxibleptella n. gen., sagitta nov. sp. î Paraguay, Giglio- Tos, IX. Pachiulus Festae n. sp., < gra Silvestri, 199, X. aludicola Rouen Dara, Paraguay, eracca, 195, X., i Pangoninae, del Piom., era, 218, X. —% di. Parcoll tetti Borellii 1 n Cor À raguay, Peracca, 176, INS: Paradichroplus' aberrans, bi pricotailiàà cal Borellii, Brunneri n. sp., Paragiadpoi tnt si gentina, Gielio-Tos, IX, 184, Paragorgorpis n. gen. maculata fi. Pb det Messico, Giedio- Z0os, VII, 158. Pelobates fuscus in Italia, Camerano, 9,L Pelobates latifrons, discuss. dei caratt., SA Peracca, 46, III. Pelodytes punetatus in Ital., Portsoelii L Ii. Pelocoris politus n. sp., P. minutus n. sp., Rio Apa, Montandon, 219, X.. Perichaeta Feae n. sp., Tenasserim , Rosa, 50, III - P. birmanica N. Sp., Birmania, Roda, 50, III. Perodactylus modestus, descriz;; Peracca, 9) ° Petronia stulta subsp. puteicola, Festa; LT4, IX Pezotettigi n. gen., N. SPey Paraguay, Giglio-Tos, IX, 184, ©» Phaneropteridae — n. sp., Paraguay, Giglio-Tos, IX, 184... Phyllodromia Borellii n SDA, Paraguay, Giglio- Tos, IX, 184. Phyllopezus goyazensis, descr., Peracca, 195, X. Physocephala maxima n. SP.; Messico, Giglio- Tos, VII, 132. Pyrgomorphidae — n. gen..h, SP.) Argen: tina, Giglo- Tos. IX, 184. . Pyrrhura chiripepè (descr.), P. Borellii IX. n. sp., Salvadori, 190; Plagia dicta, mexicana n. sp., Messico, Giglio- Toss VIII, 158. Plangia venata n, Sp. d Madagascar, Griffini, 144, VIII. Planaria alpina (osservazioni, anat. ) Bo- relli, 137, VIII; P. dubia n. Spa, andina n. Spi, Borelli, "202, A. Planorbis Cecchii ti sp. Scioa, Pollo- nera, 34, II; P. Tancredii n. ps Para- guay, Pallavicini, 181, IX. Platynochaetus niger n. sp. of Messico, Giglio- Tos, VII, 123. Platystoma mexicanum n. sp., Messico, | Giglio- Tos, VIII, 158... Platyura minima nov. sp., Piemonte, Giglio- Toss V, 84. Plusioporus n, gen. (Diplopodi), P. Sale } vadorii n. sp., Argentina, P. (’amerani SD Paraguay, Silvestri, 203, X. Podisus Borellii n. sp., Salta, Montandon, i 219, Xi Procolpia minor n. Sp., Paraguay, Giglio. Tos, IX, 184. | Prosarthria Borellii n. SP. Paraguay, | Giglio- Tos, IX, 184. ‘Prosthecocotile n. Lo Monticelli, 1 127, vIT + en Hate - SERIA 218, X. - Rrcndonanne nidae — Silvestri ridescr. . Silvestri, 203, X. - Pseudonannolene Silv, "ricer, ; P. Borellii n. sp., P. segmen- tata n. sp., Paraguay; P. pusilla n. Sp., Ba suleatula n SP.) Argentina, Silvestri, 209, XK. | Ptoeticns trivittatus n. sp., Messico, sl Giglio-Tos, VI, 102. SE Ptilopus tristrami n, sp., Hivaoa, .Sa/- | vadori, 135, VII. SE PtyodactyIus lobatus e subsp. syriacus, |’ descriz. e osserv., Peracca, 167, IX. ho Puerolia n. g. (opilionidi), P. armata | m Sp., Paraguay, Sorezsez, 210, X. » °‘’‘Rana esculenta, girino anomalo Came- mancano; 36, III;.106, VI. _ Rana Tatastii in Piem., Camerano, 5, 1; LI lea. ti . Ne dIX:1169; i E ) nel Veneto, 26, II. Rane rosse d’Italia, Camerano, 8, I. Rana aspera, femoralis, Cowanii, osserv. e descriz.; Rana inaudax n. sp., opi- paris n. sp,, aerumnalis n. sp., aluta n. sp., Madagascar, Peracca, 156, VIII. Ranae fuscae, diff. osteol., Bore/4, 14, I. Reduvius Festae n. Sp., Siria, Giglio Tos, Rhacophorus liber n. sp., Madagascar, | Peracca, 156, VIII. — Rhacophorus Boulengerii n, sp., Mada- | gascar, Peracca, 112, VII. Rhinocricus Borelli n. Sp., persimilis | n. sp.; dispar n. sp., Paraguay; R. indi- seretus n. sp., tucumanensis nov. sp., — Argentina, Silvestri, 203, X. Rhinotora di versa n. sp. , Messico, Giglio- Tos, VIII, 158. Rhynchodesmus stenopus n. sp., Borellii n. sp., Paraguay, Graffi 182, IX. | —Rhynchites praeustus n. var. nigripenniîs, Bekfeia, Zaudi, 173, IX. Rhopalosyrphus n. gen., Messico, Gig/tio- Tos, VI, 108, sinon. VII, 118. Rineoti, Palestina, GigZio- Tos, IX, 169. . Rivulus punctatus n...sp., Paraguay, Boulenger, 196, X. __Salamandridi normalmente apneumoni, Camerano, 178, IX. Salpingogaster nova n. sp. +. Messico, Giglio-Tos, VII, 123, Sapromyza innuba, plagosa, sonax, | stata, urina, vinnula nn. sp., Messico, | Giglio- Tos, VIII, 158. Sargus filiformis n. sp., Messico, Giglio- Tos, VI, 102. — Saundersia aurea, picea n. sp., Messico, Giglio- Tos, VIII, 158. — Scapteriscus Borellii, Camerani n. sp., . Paraguay, Giglio- Tos, IX, 184. Scatophaga coenosa, reses n. sp., Mes- | sico, Giglio- Tos, VIII, 158. Seyllina Borellii nov. sp., Paraguay, Giglio- Tos, IX, 184. Seymnus quadrivalneratns nn. var., hi- vulnerns, rufithorax , Caiffa;, ZBaudi, 173, IX. Scolopendra lolgtrvhra n, sp., Tucu- man, «Silvestri, 203, X. Scopas n. gen. obesus n, Sp., Paraguay, Giglio-Tos, IX, 184, Scotiptera cyanea n. sp., Messico; Giglio- Tos, VIII, 147, Scotussa n. g.; impudica n. sp.; Paraguay, Argentina, Gze%o- Tos, IX, 184, Sepedon praemiosns nov. sp., Messico, Giglio- T 08, VIII, 158. Siratte in Italia, Salvadori, III, 47; 52; 70} IV. Sirfidi della Valtravaglia, Grifizi, 143, VIII; di Avigliana, Griffizi, 168, IX. Sitala trochulus n. Sp. Scioa, Pollonera, 37, III. Symmorphocerus Piochardi Bedel dg de-. scriz. e discuss., ZBaudi, 173, IX. Syrphidae nn. sp., GigZio-Tos, VI, 94;, VII, 123, 132 - n. gen., Gielio-Tos, VI, 108; VII, 117 - Valtravaglia, Griffini, VIII, 143. Syrphus lautus, Saussurii n. sp., Mes-. sico, Giglio-Tos, VII, 132. Spermophila piumbeieeps n. sp., Tucu- ‘ man, Salvadori, X, 208. Sphaerophoria syrphica n. sp., Messico, Giglio-Tos, VII, 132. Spilogaster abdita, etesia, meracnla, pansa, refusa, scabra, sera n. sp., Mes-. sico, Giglio-Tos, VIII, 147. Stenopelmatus calcaratus 9, Sten. Tes- sonae c', Y, nn. SEDÙ Messico, Griffini, 154, VIII. Stratiomyidae nn. sp., Messico, Giglio- Tos, VI, 102; n. gen., VI, 108. © Streptaxis hylephila var. Todros, Para- . guay, Pallavicini, 181, IX. i Strongylocentrotus li vidus, diff, sessuali, - Camerano, 91; V. Strongylosoma Syriacum Humb. et Sauss. d' descr., Silvestri, 199, X. Strongylosoma Borellii n. sp. Tucuman, St. Salvadorii n. sp., Salta, St. Came- rani n. sp., Chaco, St. pseudomorphum n. sp., St. paraguayense n. sp. Paraguay, Silvestri, 203, X. Subulina (hiarinii n. sp., Scioa, Po/o- nera, 34, II Tabanidi del Piemonte, Grif, 218, X. Tachymenis Boulengerii n. sp., Mada- gascar, Peracca, 112, VII. Taenia circumvallata e T. infundibuli- do | ce e formis, descriz, delle specie; T. nigra» punctata n. sp., Crety, 88, V. _ Taenia pluriuncinata, n.sp., (rey, 88, V. Lai . ù: Talpa europaea in Sicilia, Camerano, 4, È Tanipeza mexicana n. sp., Messico, Giglio- Tos, VIII, 158. Tanypezinae — n. sp., n. gen., Messico, Giglio-Tos, VIII, 158. Tauromyia n. gen., pachyneura n. sp., Tetraspis Letourneuxi, descriz. ‘specie, Pollonera, 87, V. Messico, GigZio- Tos, VIII, 158. Telendrilus Ragazzii n. gen. n. Scioa, Rosa, 50, III Telphusa fluviatilis (forza muscolare as- soluta), Camerano, 111, VI. SP.» Tenia inerme fenestrata, Maggiora, 104, VI. Testacella Mangei, (descriz. erit.), Pod lonera, 79, V. Testacella haliotica var. dubia, PoWonera, 57, IV. Testacella dubia n. sp., Torino ; T. sub- trigona n. sp., Torino; T. barcellonensis Mi Sp., Spagna; T. catalonica nov. sp., Spagna, Pollonera, 43, III. Tetanocerinae — n. sp., Messico, Giglio- Tos, VIII, 158. dilatata; T, delle Thelairodes hbasalis, n. sp., Messico, Giglio-Tos, VIII, 147. Thyreocoris Borellii n. sp., Salta, Tu- cuman, Montandon, 219, X. _ Tiliqua scincoides, doppia certa, iPeracca; X.,:217, Tyconus truncatus n. sp., Paraguay, Rosa, 204, X. — Tylemyia n. gen., Messico, Gig4io- Tos, MWROVITI, 158. Tricholyga gracilens, insita nov. sp., Messico, Giglio- Tos; VIII, 158. __ Triton cristatus, color. BO,cIV. — Triton alpestris in Piemonte, Zorzone, IRO,.4. | Triton blasii, caratt. ibridismo, Mea 12, I. anom., esta, ‘Trypetinae — n. sp. n gem, Messi Pi Giglio-Tos, VIII, 158. Tryxalidae, n. gen., n. DI Sinn sat Giglio-Tos, IX, 184, Tropidonotus tessellatus (elorocroismo), | Peracca, 92, Vi. Trofidonotus: insignis, modestus, n. sp. vil si Argentina, Giglio-Tos, IX, 184. Ubristes chysopyga nov. sp., Messico, — Giglio- Tos, VII, 123. Umbonia Peraccae Brasil Um. Dein rani Brasile, Um. Ermanni Messico nn. Spp.; Griffini, 201, X. — Umbonia ‘oro- zimbo Fairm., Um. spinosa Fab., Um. curvispina Staàl., Um. erassicornis Am. et Serv., Notizie e caratteri, Gr:ffini, 201, X — Umbonia Burm., Notizie e divisione, È Griffini, 201, X. Uroplates phantasticus, descr, e osservi, Peracca, 156, VIII. Vitrina Giuliettii n. sp.; V. Martinii n. sp., V. Antonellii n. sp., Y. Licatae n. sp, V. Ragazzii n. sp., V. Bianchii n. 5Pir: ca Scioa, Pollonera, 37, III Volucella brevis, Craverii, dichroica, i fiavissima, furens, hirsuta, hispida, hya- loptera, hystrix, Messico, Giglio-Tos, VII, 123. Xerophila mentita n..sp., Palermo; X.% ilvatica n. sp., Valle della Scrivia; ;X. sp., Isola di Pianosa; X.; balteata n. sp., Cagliari; X. Warnie-' rella n. sp., Tunisia, X. cliens n. sp., > Tunisia; X. parca n. sp., Tunisia; X.. neglecta, limara, triphera, limarella. (descrizione delle specie); X. Stossiciana n. sp., Trieste; X. trinacrina n. sp.,' trimetina n. Palermo; X. nerusia n. sp., Grasse e Nizza; X. mendica n. sp., Rapallo; XX. janalis n. sp., Genovaj X. senensis n. sp., Siena; X. pistoiana, Pistoia; -X. margarita n, sp., Algeria; X. bigesso= nica n. sp., Lourdes; X. Festae n. sp.; Tunisia; Pollonera, 128, VII. ‘minima, obesoidesy omochroma, trigona, volueris nn. SPes f X. Roncayroli n spy Algeria, SI $ "i i Lo (O Par pi #; \ ti te aut *% CRA Ca È A » ? \ IMMBBPPR > TE ut . NORBMARMA NI GT I sita Val e at og ARRE fe alli) i LA v, lag I dA i MIO DA a k l AA DE, Ns ARIA Vai; 204 e - } MEN] | o te | iù % SII Ea O) 1a] w 1 OI I ISLA ‘ ii î SR LA A : j [ab È A n ” È lb Lr n A ® é SÈ n k sa È ) 7 i Ù K dep a i "Re LS 25, 30; “II, 38: IV, 54, Vi in; VII, 184; VII, 139, ev 67; IX 166; ACQUA Negro, V, 76. VI, SR p.d 217. III, 1 Onnis; | DI 180; x, 209. PI " Protoro! ux v, 81. Vermi. ta ; _ - Crety, V, 88. li, VII, (122, DIS; io, IV, 65. _. Camerano, II, 20, 24, 25, 38, 42; IV, 54, 61, 66; V, 83; VII, 199, 148; IX, 175. Rosa, I, 2, 3, 15, 18; II, a, EA III, 35, 39, 40, 41, 44 0, 63, 69, 71, 73; V, 93; VII, 22, 180, 131; VIII, 151, 160; CHI 215. da ite aj * Pe di È n VIE CAETANI INDICE DEGLI AUTORI ta DISPOSTI SECONDO L'ARGOMENTO DEI LORO SCRITTI TARE —_ Blanchard, IVI, 145, 146, 161; IX, 192. RIAD Camerano, V, Sha Marchisio, VIII, 149. Crety, VIII, 155. Crostacei, Camerano, VI, III Camera, VII, 120. Dollfus, IX, 177, 183. Miriapodi. Silvestri, X, 199, 203. Insetti. Ortotteri. — Griffini, VII, 125. 138; VIII, 138, 141, 144, 154, 157, 159; X, 193. + Giglio-Tos; VIII, 164: IX, 184, 191 Coleotteri. Pero, T 19° Gibelli, II, 33. Camerano, VW 106: VII. 134 Don Griffini, VII, 115; IX, 194; x 220, Giglio-Tos, VIII, 136, 142. Baudi, IX, 173. Ditteri. — Giglio-Tos, V, 78, 84; VI, 94, 96, 97, 102, 108; VII, 116, 117, 118, 123, 132; VIII, 147, 158. Griffini, VIII, 143; IX, 168; X, 218. Neurotteri. — Griffini, X, 214. Rincoti. — Griffini, VIII, 150; X, 201, 213. Giglio-Tos, IX, 169. Montandon, wi 219. Imenotteri. — Emery, VIII, 163; IX, 185, 186, 187. sii gt, c) LA à o - pt ner da dt ngi PRC e La + TT calli n ae si ne <% È. ci x Gt - Pi ie n È " a a ES À SI 4 ° # e” = ta è FA CT De SL TO ‘ & ti SE ASA x pae n pi di a ar ia =. pari >, CI "Mn È s Mei A fi e e n ARA I + Cabal "i di 2A Fide P GAI di ; ì "i Sa " - a, “> d vira sz pr e DI î n ta < de h n° pre beg) » di re + IR » ondì » DS SR Tout at er sal = * i “ai Va alare a» e FP N A CT , SR Po Sei f SA PED Lo ad SE i è Sele gi CREDA, sia Lei » - pis 14 E Se ACEA o alghe È Dt Lui » 8%, Teo, si = i Xx se MOTI ZII pd ia EL DR LET S SARE IE Co a Sa A È + det ice ii ee REA, 13] a 2 Aracnidi. Mesfenser, X, 210. A Pavesi, X, 216, i Ro. è. — Molluschi. È | Pollonera, I, 17; II, 21, 28, 34; III, 37, MS; DI; IV, 57,58, 72; V, 74) 75, 79, 80, 87; VI, 99, 100; VII, 128. | Sacco, I, 10; V, 82, 86; VI,103; VII, 121; III, 153, 165; RI 171; VS 197, 206, Hi Paravicini, IX, 181. ar + Ret pes i 8 7 Vertebrati. | Pesci. — Camerano, VI, 109. f | — Festa, VII, 129. 18 ia Ky:196, SL SER urodeli.. _ i Iv. sesto, IV 56; pod 178. esta; IV; 5D. TELA anuri. Si a È 1, IH 46: DO Ginetto 1 IRB019 IL, 26, 80; III, 86; EI, 64; VI, 106; VIII, 140, 162. Borelli, pe 14. ila Mati A ha, a 1% alibi vetro PAT Tai ed Î Î Y.® ni, fl dat L'IRPLITA dii, da Siliaderi, III, 47 I, 185; VII 5 Sd Camerano, IV, 65. | Festa, IX, 174. Mammiferi. — Cirieradi Cantamessa, V, 90. bit D 166. sa v, ne. | Crosa;'M; 85. È Camerano, VII, 126. Generalità, argomenti varli, |’ bibliografia, biografie. © | Salvadori, III, 48. Camerano, Peracca, Rosa, rv, 58, Rosa; V, 89% VISA. Camerano, NI 113; IX, 188, 189; Garbini, X, 198, ; Festa, IX, 172. n. MICI f CO ZE STE N. 221-267 | TORINO V. FODRATTI & E. LECCO Via Gaudenzio Ferrari, 3 Rei ro . % 2Z 2222 ZZZ # eis caz sa SF VA 223. 224, 225. 226. 227. 228. 229. 230. 231. 232. 233. ». 234. 235. 236. - 237. . 238. ». 239. » 240. * et à Cuenca. 50041. INDICE . 221. Griffini (AcHILLE). Nuova Pseudofillide del genere Semileptotettix. . 222. Nobili (GrusePPE). [Viaggio del Dott. A. Borelli nella Repubblica Ar- gentina e nel Paraguay, XIX] Crostacei decapodi. Camerano (LorENZo). Onicofori raccolti nel Darien dal dott. E. Festa. Giglio-Tos (ERMANNO). Un nuovo genere di Tabanidi raccolto nel Darien dal dottor E. Festa. Griffini (AcHILLE). Antracidi del Piemonte. Nota preventiva. Griffini (AcHILLE). Nota sinonimica intorno al Conocephalus nitidulus. Marchisio (Pietro). Echinodermi del Golfo di Rapallo. Dollfus (ApkIEN). lsopodes terrestres recueillis dans le Darien par le Dr. E. Festa. Emery (CarLO). Formiche raccolte dal dottor E. Festa nei pressi del golfo di Darien. Emery (CARLO). Alcune forme nuove del genere Azteca For. e note biologiche. Peracca (MARIO G.). Sopra un nuovo genere e una nuova specie di colubride aglifo dell’America meridionale. | Griffini (AcHILLE). Ortotteri raccolti nel Darien dal dottor E. Festa. l. Silvestri (FiLIiePo). Nuovi Diplopodi e Chilopodi dell’Italia settentrion. Griffini (AcHiLLE). Di un Pristes {ubdberosus anomalo raccolto nel Darien dal dottor E. Festa. Peraeca (MARIO G.). Descrizione di una nuova specie di Teiide raccolta nel Darien dal dottor E. Festa. Griffini (AcHiLLE). Ortotteri raccolti nel Darien dal dottor E. Festa. II. Camerano (Lorenzo). Nuove ricerche intorno ai Salamandridi normal- mente apneumoni e intorno alla respirazione negli Anfibi urodeli. Nobili (GiusePPE). Di un nuovo genere di Crostacei decapodi raccolto nel Darien-dal dottor E. Festa. Martin (RENÈ). [Viaggio del dottor A. Borelli nella Republica Argentina e nel Paraguay, XX]. Olonates. Martin (RENÈ). Sur les Odonates recueillis par le D.r Festa au Darien Ludwig (HuBERT). Ueber die Exemplare des Echinaster doriae und E. tribulus in Turinen Museum. 222222 22 Da 22. de 2 a 2 zz 2 VA 242, 243. 244. 245. 246. 247. 248. 249. 201. 266. 332015 Rosa (DANIELE). I linfociti degli Oligocheti. Sunto. Paravicini (GrusEPPE). Ricerche anatomiche ed istologiche sul bulbo: faringeo dell’ Helîx pomatia. Griffini (AcHILLE). Di alcune Acroceridi italiane. Griffini (AcHILLE). Sui generi Exodontha e Acanthomyia. Rosa (DANIELE). AZlolobophora tigrina e A. exacystis, n. sp. Giglio-Tos (ERMANNO). Sulle cellule del sangue della lampreda. Riassunto. Griffini (AcHiLLE). Sul valore specifico del Dytiscus dijunetus Vamer. Salvadori (Tommaso). Descrizione di una nuova specie del genere Rham- phocaelus di Chiriqui. . Salvadori (Tommaso). Catalogo di una collezione di uccelli delle vici- nanze di Deli in Sumatra. Camerano (LorENZO). Note Zoologiche. VII. Di un cranio di Cercopithecus- ruber con dentatura anomala. VIII. Di una Mo/ge vulgaris polimelica.. . Peracca (MarIo G.). Sopra alcuni Ofidi nuovi o poco noti dell’America. meridionale. . Peracca (MarIo G.). Rettili ed Anfibi raccolti nel Darien e a Panama. dal dottor E. Festa. . Silvestri (FiLiPPo). Chilopodi e Diplopodi raccolti dal dottor E. Festa. a La Guayra, nel Darien e a Cuenca. . Peracca (MaRIo G.). Rettili ed Anfibi raccolti a Kazungula ecc. . @riffini (AcHiLLE). Di due Acrididi anomali. . Silvestri (FiLipPo). Nuovi Diplopodi di Kazungula. . Parona (CorraDo). Note intorno agli Elminti del Museo Zoologico di Torino. . Ariola (VincENZo). Note intorno agli Elminti del Museo Zoologico di: Torino. Di alcuni botriocefali. . Boulenger (G. A.). Liste des Poissons de Kazungula. . Boulenger (G. A.). Sur le Bombdinator Pachypus Bp. e sa var. dre- vipes Blas. . Nobili (GiusePPE). Di una nuova varietà della The/phusa dubia di Ka- zungula. . Blanchard (RAPHAEL). [Viaggio del dottor A. Borelli nella Republica Argentina e nel Paraguay. XXI]. Hirudinées. . Pollonera (CARLO). Appunti di malacologia, IX-X. . Nobili (GrusePPE). [Viaggio del dottor A. Borelli nel Chaco Boliviano- e nella Repubblica Argentina. ]]. Crostacei Decapodi. Peracca (MARIO G.). Nuovo genere di Colubride Aglifo dell'America meridionale. Sacco (FEDERICO). I molluschi dei terreni terziarii del Piemonte e della, Liguria (Sunto). Parte XIX, XX, XXI e XXII. fiati tini rientrati ini. BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino _ —_—_————————m@& N: 224 pubblicato il 2 Gennaio 1896 Vor. XI Dr. ACHILLE GRIFFINI Nuova Pseudofillide del genere SEMILEPTOTETTIX Brunn. Semileptotettix Salvadorii n. sp. — è — Pallide viridi-flavescens ; statura modica — Corpus agîle, pedibus sensim elongatis; primo în- tuitu glabrum, altamen hinc illinc valde breviter perobsoleteque pu- bescens = Caput pallidum, obtuse subglobosum; ocutis brunneis, globosis, prominulis; antennis basi haud contiguis; fastigio verticîs acuminato, brevi, sulcato, basi utrinque subtuberculato — Pronotum lotum granulosum, sulcis duobus transversis distinctis, quorum lamen secundus, în medio pronoti situs, magîs distinclus et im- pressus; pronoti metazona aliquaniulum assurgit, margine postico late rotundato mAquamobrem pronolum subsellatum videtur) et cari- nuta perbrevi longitudinali postica praedîta ; pronoti margo anticus în medio tuberculo minimo sed acuto praeditus 5 pronoti lobi laterales multo longiores quam alliores, granulosi, limbati, margine infero subrecto, angulisque oblusis — Elytra parum coriacea, ut în figura allata confecta et venosa; tympanum în ulroque elytro magnum, hyalinum — Alae PEER è elytris breviores, pellucidae, laeviter albi- CELA LAIEZO cantes, venis fiavidis, margine postico exter- noque rotundatis — Femora omnia lobîs Salvadorii 3° genicularibus utrinque spina praeditis ; Elitra destra femora antica subtus în dimidia parte apicali marginis antici ridest Interni) 5-6 spinulosa s tibiae anticae superne lale sed perparum profunde sulcatae, conchis hiantibus, subtus in utroque margine plu- rispinulosae, supra spînulis destitutae; femora intermedia subius, Semileptotettia vis 59 cia în dimidia parte apicali marginis antici (idest externi), 4-spinulosa + libiae intermediae supra, în margine postico ridest interno) 3-Spi- nulosae; femora postica basî îincrassata, abdomine longiora, subltus 7-spinulosa; tibiae posticae femoribus aequilongae, subprismaticae, marginibus omnibus multispinulosis — Pecius anguslum ; prosternum dispinosum; metasternum fovea unica fere orbiculari praeditum — Abdomen compressiusculum, omnibus segmentis, ultimo excepto, utrinque macula fusca elongata, verticali (idest Iransversa), ornatis; segmentum anale magnum, pallide castaneum, villosum, apice trun- catum et în medio apîcîis supra concavo-impressum ; segmenltum prae- anale margine postico lateribus productiîs, fusco limbatis — Lamina supraanalis villosa, pallide castanea, subrotundata, medio longîudi- naliter impresso-sulcata; cerci breves, incurvi, apice spinula nigra praediti; tilillator prominulus, compressus, apice clavato, subirun- cato, supra rotundato, subtus fere recto; lamina subgentîtalis magna, elongata, fere navicularis, attamen havd carinata, ad apicem sensim attenuata, sat profunde rotundato-emarginata, stylis haud longis însiructa. Long. corporis mm. 33; * ‘V0M9. pronoti “© Masoioao » elytrorum » 34; latit. elyir. medio » 8,9 » em. antic. » . 12,7; long. fem. postic. » 26. Hab. — Brasile — (Un d nelle collezioni del Museo Zoologico di Torino). Questa specie è ben distinta da quante finora si conoscono, e viene a collocarsi vicino alla S. friangularis Br. (1) vivente nel Paraguay. (1) €. Brunner von Wattenwyl — Monographie der Pseudophylliden — _ Wien, 1895, pag. 227. 3 WR 9635 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Torino. BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 222 pubblicato il 10 Gennaio 1896 Vor. XI Viaggio del Dott. A, Borelli nella Republica Argentina e nel Paraguay. XIX. GIUSEPPE NOBILI CROSTACEI DECAPODI Il Dr. Alfredo Borelli nel suo viaggio nella Repubblica Argentina e nel Paraguay, fatto negli anni 1893-94, raccolse un certo numero di Crostacei decapodi e anfipodi di quelle regioni. I primi formano l’og- getto della presente nota. Essi sono riferibili a sette specie, di cui cinque brachiuri e due macruri, tutte di acqua dolce. Cinque di queste sono già note per essere state descritte su esemplari provenienti dal Brasile, due sono nuove per la scienza. Queste collezioni, sebbene non molto numerose, sono tuttavia importanti, poichè, mentre si conosce assai bene la fauna carcinologica terrestre, d’acqua dolce e salmastra del Brasile, della Guyana e di altre regioni Sud-Americane, nulla finora è stato pubblicato, che io sappia, intorno ai crostacei della Repubblica Argentina e del Paraguay. BrachyoOoUura. Fam. TRICHODACTYLACEAE — M. Edw. Gen. DILOCARCINUS A. M. Edw. (6) p. 178. D. pictus. A. M. Edw. (6) p. 181 — Un c. Colonia Risso - Rio Apa, Alto Paraguay. D. pardalinus. Gerstàcker. (1) p. 148 — Una 9. Colonia Risso. D. septemdentatus. (Herbst) (4) p. 155 — Gerstàcker (1) p. 148 cum Ssyn. 2 d' e.2 9 dalla Colonia Risso; 12 g' e 9 9 da Resistencia, Chaco meri- dionale, Repubblica Argentina. Gen. TRICHODACTYLUS. Latr. \ T. Borellianus, n. sp. — 7. parvus, carapace fore plana, antice parum convera, tareti, minulissime punctata, subquadrata, margi- nibus lateralibus curvatis, quinque dentibus interdum quatuor) praeditis, quorum priores (aut prior si qualuor tantum sunt) bre- viores et obiusiusculi (raro spiniformes) in margine latero-anteriore, ab orbilarum angulo exteriore eta subsequentibus dentibus aquidi- stantes. Hî inter sexe pariter distant; primus în medio carapaciîs posîtus, porrectus, spiniformis et omnino forma et magnitudine coe- terîs duobus similis. Frons în medio haud valde sinuata et biloba, orbitarum angulus exterior obtusus, pedum priorum chela inaquales, in d dextera maxima inflata et duplo triplove quam leva maior. Pedes cotteri sicut în genere Trichodaciylo observalur. In speciminibus ex Rio Apa long. max. & mm. 14, 9 mm. 13: tal max. ° mm. ‘13, 9 mmista. In 9 ex Resistencia long. max. mm. 15; lat. max. mm. 14. Callera specimina omnia minora. Numerosi esemplari * e 9 di Colonia Risso, e 2 9 adulte di Resistencia. La forma, la posizione e il numero dei denti rendono questa specie perfettamente distinta dalle altre dello stesso genere. Pel numero dei denti sarebbe affine a 7. quinquedentatus Rathbun (8) p. 660. Da esso però differisce perchè la fronte è molto meno sinuato-biloba, e i denti sono disposti in modo assolutamente diverso. Nel T. quinquedentalus Rathb. infatti i denti sono in fila non interrotta, e i 3 anteriori sono maggiori dei due ultimi. Gen. SELVIOCARCEINUS. A. M. Edw. (6) p. 176, pl. XIV fig. 1. S. Camerani, n. sp. — Carapax fore circularis, convera, subti- liter granulata, crista transversa, arcuata convexitate antica în medio notata, lalera huius cristae foere reclilinee carapacîs latera atltingunt. Frons horizontatis, in medio late parumque sinuatus, mi- nule granulosus, dens orbitarum anguli exterioris oblusus, denticulo insiruclus; dentes laterales carapacis quinque, spiniformes, robusti, anlerius directi, plus minusve setosi, aquidistantes, postremus ultra medium carapacis positus. Pedum anteriorum brachia apice externo unispinosa; carpi spina robusta, curva instructi; manus in vtroque sexu îinaequales, apîce spina acuta, minuta pradita ; digîti subregu- lariter dentati. Pedes caleri longi, graciles, et sicul in genere Syil- viocarcino confecti. Longit. max. d'° mm. 19, 9 mm. 22. Latit. max. 7 mm. 22, 9 mm. 24. Quattro & e 2 9 raccolti a Colonia Risso. Questa specie differisce per varii caratteri da tutte le altre descritte di questo genere. Dal S. Devi/leî A, M. Edw. (6) p. 1776 differisce pel aa Ri fronte che nion è profondamente bilobato, pei denti più robusti e spinosi. La forma e la posizione dei denti la distaccano pure da Ss. panoplus Mart. (5) p. 3, taf. I, fig. 1 a cui si avvicinerebbe per la forma del fronte e delle zampe. Il numero dei denti la differenzia nettamente da S. petropolitanus Géoldi (2) p. 35, taf. II, fig. 18-23; come pure essa è nettamente distinta dal. S. peruvianus A. M. Edw. (7) p. 174 per la mancanza di spinulosità frontale, e dal S. latidens A. M. Edw. (17) p. 175 per la lunghezza dei bordi latero anteriori, e conseguentemente per la posizione dei denti. In nessuna descrizione o figura delle specie «di Sy/viocarcinus ho trovato mai accennata la curiosa elevazione cre- ‘stiforme del mezzo del carapace. Macroura, Fam. PALAEMONIDAE. Palaemon Amazonicws. Heller (3) p. 418, taf. II, f. 45. P. ensiculus. Smith (9) p. 26, pl. I, fig. 2. | Tredici individui maschi e femmine raccolti a Colonia Risso. : Questa. specie fu descritta la prima volta da C. Heller nel 1862 su «esemplari raccolti da Natterer nel fiume Amazzone, Più tardi S. .J. Smith nel 1871 descrisse il Pa/omon ensiculus raccolto dal Prof. C. Hartt al. Parà. I caratteri però di queste due specie concordano identicamente ‘fra di loro. Lo Smith tuttavia parla di un rivestimento di minutissime spine all'estremità dei segmenti sotto le chele (and a the segment to the base of the fingers closely beset vith short spinules) che si osserva negli esemplari maschi adulti, e che invece è molto meno sviluppato nelle femmine e nei maschi giovani. Negli esemplari del Dr. Borelli non potei trovare che femmine e maschi giovani, presentanti pochissimo sviluppato questo carattere ed assai meno che nella figura di Smith. ‘Tuttavia la piena concordanza degli altri caratteri, e il fatto che lo Smith non conosceva il lavoro di Heller (come appare dalla sua Liste .Of the described species of Brazilian Podophtalma che trovasi come aggiunta alla fine del lavoro citato, ove non elenca diverse specie del- l’Heller brasiliane), m’inducono a considerare il P. ensiculus Smith «come sinonimo di P. amazonicus Hell. Palaemon brasiliemsis (?) Hell (3) p. 419, taf. II, fig. 46. Riferisco con qualche dubbio i tre esemplari raccolti dal Dr. Borelli nelle lagune della Colonia Risso al P. drasiliensis Hell. perchè la forma del rostro è simile assai alla figura data da Heller, e perchè esso uguaglia l’appendice fogliforme delle antenne esterne. I tre esemplari del Pa- uso fa raguay presentano tuttavia una differenza nel fatto che la loro denta+ tura rostrale 04, mentre nel P. brasiliensis Hell. essa pil Non. so però se si debba dare grande valore a questo fatto, vista la notevole- variabilità delle dentature nei Paleemon. Lo stato cattivissimo 6 oltre+ modo incompleto degli esemplari mi impedì di verificare i caratteri delle zampe. INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE . Gerstecker A. Carcinologische Beitrage Arch. f. Naturg. 1856, I Band, p. 101. . GOldi E. A. Studien uber neuen und weniger bekannten Podophtalmen- Brasiliens. Arch. f. Naturg. 1886, I Band, p. 19. 3. Heller C. Beitrdge zur ndheren Kenntniss der Macrouren. Sitzb. d. Math. Naturw. Cl. d. k. Akad. d. Wissensch. Wien, 1862, t. 45, p. 389. 4. Herbst J. F. W. Versuch einer Naturgeschichte der Krabben und Krebse. Zùrich, 1782. 5. Von Martens E. Sudbrasilische Stiss-und Brackwasser Crustacea. Arch. f. Nat. 1869, | Band, p. l. 6. Milne Edwards A. Notes sur quelques crustaces nouveaux ou peu communs.. Arch. d. Mus. d’Hist. Nat. Paris, 1854-55, t. VII, p. 145. 7. Id. Revision des Trichodactylus, Dilocarcinus, Sylviocarcinus. Ann. Soc. Ent. Fr. 4° serie, t. IX, p. 170. Paris, 1869. 8. Rathbun, Mary J. Description of new species of American freshwater Crabs. Proc. U. S. Nat. Mus. vol. 16, p. 649. Washington, 1893. 9. Smith, Sidney J. Notice on the Crustacea collected by Prof. C. Hartt on: the coast of Brazil în 1867. Trans. Connecticut Aead. of Arts an& Sc. vol. lI, p. 113. New Haven, 1871-73. | DD e —— 'eoMES> TZ] ri o 9636 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Torino. BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 2255 pubblicato il 15 Gennaio 1896 VoL. XI Prof. L. CAMERANO Onicofori raccolti nel Darien dai Dott. E. Festa Il dottor Enrico Festa diede opera nell’estate del 1895 per varie set- timane a raccolte zoologiche in una parte del Darien poco nota ancora per ciò che riguarda gli animali, e precisamente nelle regioni vicine a Punta Sabana e nelle foreste che stanno lungo il corso del Rio Sabana e del Rio Lara. Le numerose e interessanti raccolte fatte volle donare, colla sua con- sueta generosità, al Museo Zoologico di Torino. Il dottor Festa raccolse due Peripatus intorno ai quali credo utile dare qualche ragguaglio, poichè, come è noto, lo studio delle specie di questo genere della regione neotropicale è oggi ancora, a differenza di ciò che avviene per le specie Africane ed Australiane, pieno di in- certezze. Peripatus juliformis Guilding. Peripatus juliformis Guilding, Zoolog. Journ. II, p. 443, pl. 14 (1826) — Isis XXI, p. 158, pl. II (1828) — Sedgwich, Quart. Journ. Microsc. Sc. XXVIII, p. 478 — Pocok, Nature, vol. 46, p. 100 — Arthrop. Fauna of the West. Indies — Journ. Linn. Soc. XXIV, p. 520 (1894). Peripatus Edwardsii, Sedgwick, op. cit. p. 467-473 = (?) Edwardsti Blan- chard. Ann. Sc. Nat. 3* ser. vol. 8, p. 140 (1847). 1 esemplare — Punta Sabana (Darien) con 32 paia di estremità. 1 esemplare — Rio Lara (Darien) con 33 paia di estremità. I due esemplari raccolti dal Festa si debbono, a mio avviso, riferire al Peripatus juliformis Guilding inteso secondo il Poeok (Linn. Soc. vol. XXIV — 1894). Essi sono (in alcool) di color bruno sul dorso e di color bianco sporco nelle parti inferiori. La parte esterna delle estremità è brunastra, le antenne sono nerastre. La conformazione generale del corpo e dei caratteri principali corri- sponde alle figure e alle descrizioni date dal Sedgwik (op. sopra citata) pel suo P. Edwarsti (che è da ritenersi sinonimo della specie antica- mente descritta dal Guilding col nome di P. juZiformis) tuttavia le strie dorsali della pelle sono meno frequentemente interrotte e si presentano disposte in modo più regolare che non nella figura data dal Sedgwick (tav. XXXVII, fig. 6). Il Museo Zoologico di Torino possiede da lungo tempo un esemplare di Peripatus coll’indicazione « Peripatus Edwarsti Blanch. Local. Ve- nezuela ». Questo esemplare, che molto probabilmente il De Filippi ebbe dal Museo di Storia Naturale di Parigi, conta 30 paia di estremità e non si mostra per gli altri caratteri principali gran fatto diverso dagli esemplari raccolti dal dottor E. Festa nel Darien. Anche questo esem- plare è da riferirsi al P. juliformis Guil. poichè in questa specie, se- condo le osservazioni del Pocok, pare che il numero delle paia di zampe possa variare da ventinove a trentaquattro. 9654 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Toritio. BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino NN =—‘ ————— È. ET rt’ @mmÀ4@Àtn_—————_—_—_—_—_——_——— x ——r——r———————_————_—_———————————————————n N 224 pubblicato il 27 Gennaio 1896 Vor. XI DOTT. ERMANNO GIGLIO-TOS. Un nuovo genere di Tabanidi raccolto nel DARIEN dal dott. E. Festa Fra gli insetti raccolti dal dott. Festa nel Darien e da lui mandati in generoso dono al R. Museo Zoologico di Torino, havvi una specie di dittero, della famiglia dei Tabanidi, che mi colpì immediatamente per la forma peculiare delle antenne. Queste sono grandi, col cosidetto terzo articolo che non è anellato, ma diviso in sette segmenti, di cui i sei primi sono alla loro estremità lungamente biforcati in due rami ben distinti e divergenti; il settimo è invece semplice e leggermente subulato. Così fatte, queste antenne assumono nell’aspetto una lontana somiglianza con una pianta conifera o con una foglia di felce, e ci fanno ricordare una identica struttura che si osserva nello stesso ordine dei Ditteri, ma inun genere ben lungi da questo : nel genere Ctenophora fra i Nematoceri. Ma nella famiglia dei Tabanidi non si ha alcun esempio di forma nemmeno lontanamente simile, se pure non si voglia vedere come un tentativo, per dir così, di una tale conformazione nelle antenne della Dicrania cervus, descritta dal WIEDEMANN (1) e proveniente anche da quelle medesime località americane. Per verità, sapendo che tale singolare conformazione delle antenne non è generalmente che un carattere sessuale secondario del maschio, come ce ne porge esempio lo stesso genere Clenophora già citato, mi venne il dubbio che questo curioso dittero non fosse altro forse che il (1) WIEDEMANN W. — Aussereurop. zweiflùg. Insekten - I Bd. - 1828 - p. 94. 15: Pangonia cervus. Macquart J. — Diptères exotiques, I vol. p. 110. 1. tab. XV. fig. 4, 4, Dicrania cervus. Spor maschio della Dicranîa cervus. Ma la larghezza notevole del fronte, — che in tutta questa famiglia è nei maschi strettissimo, se pure non è quasi nullo, perchè gli occhi si toccano, — la forma dell'addome ottuso posteriormente e la direzione dei palpi — non rilevati come nei maschi delle specie di questa famiglia, ma adagiati lungo la proboscide — mi convinsero che i sei individui che io esaminavo erano pure essi delle femmine. Aggiungerò ancora che, a parte questi caratteri sessuali, anche per i caratteri specifici le due specie nen concordano bene, a giudicare dalla descrizione del WIEDEMANN, come anche dalla descrizione e dalle figure del MACQUART, sebbene in certi punti presentino ambedue una note- vole somiglianza. Così, per esempio, le antenne non sono di color arancio fiammeggiante (sehr brennenda rostgelb), nè la faccia è bruno rossiccia uniforme, come WIEDEMANN dice, ed è anche assai più sporgente e protratta di quanto sia figurata dal MACQUART per una Dicrania cervus del Museo di Parigi. Infine poi, — e questo è carattere assai importante e ilecisivo — il così detto terzo articolo antennale non ha otto divisioni, come MACQUART attribuisce alla Dicrantia cervus e chiaramente figurò; ma solamente sette, come già dissi. Per le stesse ragioni poi non credo che sia identica a questa la varietà di Dicrania cervus descritta dal WALKER in List of the Dipterous Insects in the Collection of the British Museum Part.AV. Suppl.«T:sp.7 181.466: Se dunque così si esclude che il Tabanide in questione sia un maschio e sia il maschio della Dicrania cervus WIEDEM. e si ammette necessa- riamente che sia il tipo di nuovo genere e di una nuova specie, certo è che questo genere, per la forma e lunghezza della proboscide, del labro, delle setole boccali, del muso, delle ali e anche delle antenne, è da collo- carsi vicinissimo al genere Dicrania, e per ciò anche al genere Pangonia. Una Pangonia sì direbbe di fatto questo insetto in tutti i suoi caratteri, se la peculiare forma delle antenne non ne lo separasse nettamente. La scoperta di questo nuovo Tabanide cade a proposito in questi tempi, in cui un lavoro di WANDOLLECK (1) richiama in campo. la tanto discussa questione sulla struttura delle antenne dei Ditteri. Il suddetto autore, con giuste ragioni e con splendide e convincenti figure in pro- posito, sostiene e conferma la opinione del WALKER, contraria a quella della maggioranza dei Ditterologi: che cioè gli anelli o segmenti, in cui pare diviso il terzo articolo antennale di molti ditteri brachiceri, non siano già anelli o divisioni di un solo articolo, ma altrettanti veri articoli fra di loro equipollenti ed omologi. (1) WANDOLLECK B. — Ueber die Fùhlerformen der Dipteren, in: Zoologischen Jahrbùchern - VIII Bd. 1895. a fa Non potrebbe, dico, la scoperta cadere più a proposito, perchè preci» samente nella famiglia dei Tabanidi il cosidetto flagello o terzo articolo delle antenne viene considerato, come un unico articolo anellato e non formato di articoli fra di loro omologi. Questo di fatto è uno dei carat- teri principali che l’OSTEN SACKEN indica come distintivo del suo gruppo degli Eremochaeta. Una medesima interpretazione diede pure il BRAUER (1), il quale, nella sua Classificazione dei Ditteri, considera il terzo ar- ticolo delle antenne dei Tabanidi come munito di uno stilo terminale (Endgriffel) costituito di più anelli, non omologi pertanto col terzo ar- ticolo. A cagione appunto di ciò il BRAUER, e con lui gli altri moderni ditterologi, ascrivono i Tabanidi al gruppo dei Brachiceri. Ora, nel Tabanide in questione, non v’è dubbio che i singoli creduti anelli del flagello delle antenne sono invece veri articoli omologi fra di loro, perchè di omologa struttura, salvo l’ultimo di esso. E non v'è ragione alcuna dì non ritenerli tali, se tali sono invece ritenuti quelli del genere Ctenophora, i quali presentano precisamente la stessa conformazione. Per necessaria conseguenza ne viene che, dovendo dare una tale giusta interpretazione alla struttura delle antenne in questo Tabanide, il numero dei loro articoli non è di tre, ma di 9 e pertanto più di 6, come nei Nematoceri. Io non intendo certamente dietro questa considerazione di ascrivere ai Nematoceri i Tabanidi. Altri caratteri ben più importanti, indicati nei lavori suddetti del Prof. OSTEN SACKEN e del BRAUER, servono a distin- guerli. Ma l’esempio presente può aggiungersi alle prove esposte dal WANDOL- LECK, ed io lo ritengo di gran peso per dimostrare ancora una volta, come il carattere della struttura delle antenne nella classificazione dei Ditteri sia molto fallace e possa dar luogo, preso da solo, a conclusioni erronee. Premesse queste considerazioni, faccio seguire le descrizioni: di questo interessante genere che chiamo Pityocera per la somiglianza delle an- tenne con una pianta di pino e della specie, che sono lieto di dedicare all’amico Dott. E. Festa. Pityocera nov. gen. nirus = pinus — xÉpas, = antenna PANGONIAE Latr. seu DICRANIAE Macq. affine. Caput thoraci aeque latum: facie valde porrecta: proboscide exserta; antennis articulis IX composttis: I-II simplicibus, III-VIII brevibus, apice longe bifurcatis, IX simplice, subulato; oculis pubescentibus: ocellîs tribus, distinctis. (1) BrauER F. — Die Zweiflùgler des k. Museums zu Wien, in: Denkschriften der k. Akademie der Wissenschaften. - XLII Bd. « Wien, 1880, p. 105. Abdomen ovatum. Pedes graciles, tibiis posticis bicalcaratis. Alae abdomen superantes; cellula prima postica clausa, longe pedunculata: ramo antico furcae cubitalis appendiculato. Pityocera Festae n. sp. Foem. — Colore piceo, apicem versus abdominis nigrescente: sublus pallide-ochraceo. Proboscide dimidiam longitudinem corporis via supe- rante, nigrescente; palpîs fuscîs, nigro-pîilosulis, subulatis. Facie fulvo- testacea, genîs late nigro-vittatis, nitidis. Antennis brumnneis. Fronte nigra. Oculis albo-pubescentibus. Abdomine ovato, sub-plano, apice lateribus argenteo-ciliato. Alîs piceo-fuscîs. Calypterîs piceîs. Halte- ribus pedibusque testaceîs; unguiculis nigris. Longît. corporis mm. 15 » proboscidis » 8 » alarum "SURE fo » antennarum » 3 Antenna destra di PityocERA FESTA 9 (Disegno eseguito alla camera lucida di Abbe) (Ingr. 20 volte). DESCRIZIONE. — Corpo robusto, tutto brevemente pubescente, special- mente sul torace: sul dorso di color bruno pece che diventa gradata- mente nerastro all’estremità dell’addome: sul mento, sul petto e sul ventre di color ocraceo molto pallido, quasi biancastro. — Capo largo quanto il torace colla /accîa fortemente sporgente in avanti a cono, bruno testacea, liscia e lucida, percorsa ad ogni lato, sulle guancie, da una striscia larga, nera, lucida che va dal margine anteriore dell’occhio fino all’epistomio. Un solco traversale arcato separa la faccia dall’epistomio che è molto sporgente e nero lucente. — Proboscide lunga poco più della metà del corpo, gracile, nera colle labbra sottili. Setole boccali. giallo- pallide e poco più brevi della proboscide. Labbro superiore gracile e lungo quanto le setole boccali, nero. — Pa/pî lunghi quanto le antenne, neri, ricoperti di brevi peli, adagiati sulla proboscide, coll’ ultimo articolo lungo e assottigliato a lesina verso l'estremità. — Antenne pro- porzionalmente grandi (lunghe 3 mm.), pubescenti, impiantate su di un tubercolo frontale abbastanza distinto e conico: di 9 articoli, di cui il 1* è cilindrico, verso l'estremità e al margine superiore munito di alcuni peli setolosi: il 2° ellissoideo, munito anche di peli setolosi: gli articoli dal 3° all'8° gradatamente più lunghi e più gracili, alla loro estremità biforcati in due lunghi rami, gradatamente più gracili e più brevi; il ramo superiore del 3° articolo porta verso la sua estremità alcuni peli setolosi neri; il 9° articolo è semplice, più lungo degli altri, quasi subu- lato, ed alla sua estremità porta alcuni brevi peli setolosi. — Fronte nero, coperto di brevi peli neri, mediocremente largo e lineare; in basso, sporgendo a cono, forma il tubercolo antennale che è superiormente solcato da tre sottili rughe interrotte nel mezzo. — Occhi grandi, neri con leggeri riflessi verdi, irti di fitti ma brevi peli bianco-argentini. — Ocelli ben distinti e disposti in triangolo al vertice. — Torace e scudetto picei e vellutati: ai lati del torace, davanti alle ali, e sulle pleure i peli sono più lunghi. — Addome di forma ovata, posteriormente arro- tondato, ottuso, poco convesso superiormente, meno pubescente del torace, ornato alla sua estremità da ciglia argentine disposte verso i lati ed al margine posteriore dei segmenti 6* e 7°. — A/7 bruno-picee, più fosche verso la base del margine anteriore. — Calîttere dello stesso colore bruno pece del corpo. — Biancieri giallo-testacei. — Piedi giallo-testacei, coi tarsi nereggianti verso l’apice, e le unghie nere. LOCALITÀ. Darien nell'America centrale: foreste della laguna della Pita e del Rio Lara. 9675 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Torino. . È . gi‘ LA lì | DER. hd * » Pa ui n: ia pe S. ci E (4 ATRIA I Li ; olii Se UOL i vd dara RO njin: LUO dite "i sonda | Ò ni Fota BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 2255 pubblicato il 8 Febbraio 1896 Vot. XI Dott. ACHILLE GRIFFINI Antracidi del Piemonte. (NOTA PREVENTIVA) La R. Accademia d’Agricoltura di Torino ha recentemente approvato per la stampa nei suoi Annali un mio studio monografico sugli Antracidi del Piemonte (1). In questo lavoro, premesse alcune considerazioni generali sugli Antra- cidi e particolarmente sulle specie piemontesi di tale famiglia, si trovano le tavole dicotome per la distinzione dei generi e delle specie viventi in Piemonte, le diagnosi e le descrizioni diffuse, eseguite prendendo a tipo gli esemplari piemontesi che si conservano nelle collezioni del R. Museo Zoologico di Torino, dei seguenti Antracidi. Di ogni specie poi ho appurato colla maggior cura possibile la sinonimia spesso intricata, ed ho dovuto anzi a tal riguardo portare diversi cambiamenti in alcune denominazioni; di tutte inoltre ho indicate le dimensioni massime e mipime, le varie località in cui vennero finora trovate in Piemonte, aggiungendo spesso osservazioni diverse sulle variabilità, la biologia o su d'altri caratteri notevoli. I. Gen. Amthrax Scopoli. a) subg. Anthrax str. sensu: l. A. fenestratus Fallen — 2. A. fenestratus subsp. perspicillaris Loew — 3. A. morio Linn. — 4. A. velutinus Meig. — 5. A, maurus Linn. — 6. A. afer Fabr. — 7. A. vagaus Loew. (1) Antracidi del Piemonte, studio monogratico del Dott. Achille Griffini — Annali della R. Acc. d’Agricolt. di Torino, vol. XXXIX. è) subg. Vila Lioy: 8. A. humilis Ruthe — 9. A. Ixion Fabr. — 10. A. Ixion subsp. quinquefasciatus Meig. — ll. A. hottentottus Linn. (= A. lava Meig., Macq., Zett., Schin., Rond.) — 12. A. hottentottus subsp. Paniseus Rossi — 13. A. hottentottus subsp. cireumdatus Meig. (= A. hottentotta Meig., Schin., Rond.) — 14. A. hottentottus subsp. fasciatus Meig. — 15. A. Abbadon Fabr. (= A. concinna Meig.) — 16. A. leucostoma Meig. II. Gen. Argyromoeba Schiner. l. Arg. hetrusca Fabr. — 2. Arg. anthrax Schrank (= A. sinuata Meig., Macq., Zett., Schin.) — 3. Arg. aethiops Fabr. 4. Arg. virgo subsp. pedemontana miki. — Lungh. del corpo mm. 7-8,4; lungh. delle ali mm. 8,4-9,3. — Corpo nerastro o di color plumbeo intenso, irto di pubescenza cinerea piuttosto rada, e coll’addome ornato di una lineetta biancastra lungo l'orlo posteriore di ciascun segmento; di tali lineette però le due prime, alquanto distanti fra loro per l’am- piezza del 2° segmento, sono le meglio marcate, più bianche ed un po’ più larghe delle altre. — Ali limpide, colla metà basale anteriormente bruna, dotate cioè quivi d’una grande zona subtriangolare bruna, estesa dalla base lungo l’orlo anteriore fin oltre il mezzo, non contigua però coll’orlo posteriore dal quale rimane nettamente e abbastanza largamente distante, terminando obliquamente al mezzo dell’ala e venendo a finire posteriormente ad angolo ottuso verso il centro dell’ala. Il color bruno è notevolmente diluito, principalmente al centro delle cellule, più MARTIRE e più intenso sulle venature. (Nel lavoro monografico segue a questa diagnosi una lunga e detta- gliata descrizione). 5. Arg. trifasciata Meig. (= A. leucogaster Meig., Macq., Schin.; = A. ca- pitulata Muls.) — 6. Arg. varia Fabr. — 7. Arg. binotata Meig. — 8. Arg. Hesperaus Rossi. 9. Arg. nivea subsp. Lioyi mihi. — Lungh. del corpo mm. 6,3-7; lungh. delle ali mm. 5,6-7,5. — Piccola, fondamentalmente nerastra, irta di pubescenza bianca e biancastra; addome piuttosto esile, subconico, bianco, colla base nera | 0 nerastra; capo grosso, con tutta la faccia e la fronte coperta di fitta e minuta pubescenza bianco- I madreperlacea; zampe biancastre. — Ali limpide, Argyromoebda nivea col margine anteriore lievemente giallognolo. subsp. Léoyî (ingr.) (Nel lavoro monografico a questa diagnosi segue una lunga e diffusa descrizione). È notevole come la Bidbio nivea di Rossi sia stata assolutamente dimen- ticata dagli autori che seguirono Meigen. — Schiner non la nomina neppure nel suo ben incompleto « Catalogus system. Dipt. Europae » — Riferisco questa sottospecie, come credo deve esserlo pure la specie, al gen. Argyromoeba ; un po’ dubbiosamente però, perchè difficilissimo riesce È pra VEL Ar? LI i D Saia ‘scorgervi i caratteri dell’ultimo articolo delle antenne così piccole (1) e lievemente guaste in tutti gli esemplari esaminati. — Nondimeno, studiando questi organi con fortissime lenti, pare realmente che all’apice portino dei minuti peluzzi terminali; lo stesso Bellardi poi nella cui ‘collezione trovasene un esemplare, aveva collocato questo Antracide fra le Argirumebe; inoltre questa specie trova in tal genere quella a cui più si avvicina, cioè la Arg. Hesperus. — L'individuo figurato, cioè quello della raccolta Bellardi, appare esser un &; due altri individui invece, paiono 9, ed hanno l’addome meno bianco, meno coperto di pubescenza chiara, essendovi tale pubescenza piuttosto disposta a foggia di linee trasversali lungo l’orlo posteriore dei varii segmenti. Ill. Gen. Exoprosopa Macq. l. E. stupida Rossi — 2. E. Minos Meig. — 3. E. rivularis Meig. (= £. argyrocephala Macq.) — 3. E. vespertilio Wiedm. — 4. E. capucina Fabr. — 5. E. italica Rossi (= E. Pandora Fabr., Meig., Macq., Schin.; = £. Jacchus -Fabr., Meig., Macq.); nec E. italica (Meig.) Loew. (1) Anfennae vix apparentes (Rossì). 9701 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Torino. Co (t} alobple uo MRTtIT, di is rotaia "497 intane: astigiana solgn “BRA At JOtriI Nb Str nok sta LO pilot FIOR agri ag AESOra' SPIE Al DIOGIIGUE Dre. =} Poxo: ‘OPS BUIO ii) gf VR N BIisup far: so fit Ni ao STostar DISAarasegtzoo pigli. RA af inbitibafe:iat canto. fio MiA iiutago,. case tosti ottoca si Sia DI Riggok a-sbabio adattano adiacente Roba: Se ; Afifartrgon tore Lo SR ALENIA oasi di kigi gi x ef Xi x MERITI si 49 LIE Mii; x x $ Ù % F. cr ì Y LIS # Pa a ‘ 3 2 } gi b Li À 1] - Wie = a © A e r \ % 4 v . sad — 7 a) 7aa , sj d Pi N Lt Ò Ma be ji his di L “, “ Pa ì - real * ui La nh » #4 [| pa i È L; rg vr ; ; ni è d si 13 id E, MG 04 d94 Ù x % r1 vA el * IIS o A; A Win I°; da 4 è i r gii f bri, x “A PIC, ta®) Dati CELTI”: di NT Pa ; sa . da” 4 3 Vil TRE A i fr dt x da , 7 P fi P d Îà, agg > Di i «i Ani {Miao ki pla ca ‘ 204 .4,] Li CEIETLO 4g “i Lupi Hiaftnse ara + PRESI va se & - di, x si È L'i CI pi AA ASP Ni “a N È A ba Y LEX li Ma Pa s Ù Li PO det CIA: LA v Ue Le DERGII "n «7 st de i PRA E: - ; cer ' LETO ) Vi PO, “ e, x ; più tifa bl È ue di LORIA ts A DI, k ui Ar — gag » 3 2 INN + a : (È 4 4 = 4 là 14 ; i ti Pd x 4 Sa VA DI ds; La » Pi Mi 2) pei fia . h ; / La o - } Ty A > à ua Ù Pam 11 pa » è a BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N 226 pubblicato il 4 Febbraio 1896 Vor. XI Dott. ACHILLE GRIFFINI Nota sinonimica intorno al CONOCEPHALUS NITIDULUS (Scop.). (C. mandibularis auct.). Avendo avuto occasione di consultare l’antica opera di Scopoli, intito- lata « Deliciae florae et faunae insubricae (1) », rimasi colpito dal trovarvi descritta e figurata sotto il nome di Gry/2us nitidulus una specie di ortottero, assolutamente corrispondente a quel comunissimo locustide nostrale molto noto col nome di Conocephalus mandibularis (Charp.). Ciò mi sorprese pel fatto che in nessun autore avevo mai trovato quel nome, neppur menzionato fra le sinonimie. Volli pertanto rivedere tutte le principali opere monografiche e sino- nimiche riguardanti anche il Conocephalus mandibularis, come quelle di Serville, Fischer, Brunner, Redtenbacher, lo stesso lavoro accurato di Charpentier, ed in nessuna parte vi rinvenni indicazione alcuna del Gryllus nitidulus Scopoli. Per maggior chiarezza riporterò qui la descrizione di questa specie quale si trova in Scopoli: Gryllus nitidulus. — Viridis, capite lucido, luteo. Long. ab E capîtis usque ad extremitates alarum contractarum biuncialis. Caput lucîidum, flavescens, inter antennas convexum. Frons convexra. An- tennae longîtudine corporis; oculi nigri, prominentes. Labium est lamina rotunda integerrima, plana. Elytra viridia, obtusa, reticulato rugosuta, ultra apicem ensis non elongata. Alae albae. Pedes luleo- (1) ScopoLIJ. A. — Deliciae fiorae et faunae insubricae, seu novae aut minus cognitae species plantarum et animalium quas in Insubria Austriaca ecc. vidit descripsit et aeri incidi curavit. Pars I, Ticini MDCCLXXXVI. sig VO INI virides. Femora postica angutlala, subtus denticulata, dentibus duobus primis solitartis, caeteris în duplicem seriem dispositis. Tibiae spinosae, longitudine femorum. Tarsum constat articulis 4 villosulis, ultimo dilametlloso, înler quas lamellas extt petiolus sustinens ungues binos. In Museo D. Comitis Castiglioni, circa Mediolanum repertus. La descrizione, come sono in generale quelle che si trovano negli autori più antichi, non è molto dettagliata nè quale oggigiorno sarebbe desiderabile, però abbastanza buona. La figura poi che accompagna il testo (Tab. XXIV, fig. B), quantunque un po’ grossolana, non lascia alcun dubbio circa il riconoscimento della specie di cui si tratta. Secondo le leggi della priorità, adunque; questo locustide dovrà cer- tamente assumere il nome di Conocephalus nitidulus (Scop.), poichè non parmi corretto quanto venne recentemente fatto da alcuni autori in questioni consimili di nomenclatura, col non tener più conto di alcune antiche descrizioni e dei relativi nomi ai quali spetta il diritto di priorità, pel solo fatto della lunga dimenticanza in cui vennero a cadere e del- l’universale uso da gran tempo e da tutti gli studiosi di un nome poste- riore per designare la stessa specie. La principale sinonimia di questo Conocepralus resta così stabilita : Conocephalus nitidulus (Scop.). 1776. Locusta acuminata Sulzer. Abgek. Gesch. des Ins. nach d. Linneisch Syst. Winterthur, p. 83, Tab. IX, f. 1; (verisimiliter) — Nec : GryMus acuminatus Linné, 1764, Museum S. M. R. Ludovicae Ulricae Reginae, p. 130. — Neque Locusta acuminata De Geer, 1773, Mém. pour serv. A ‘I’Hist. ‘dés ‘ins. Tom: ITT ‘pi. 296) Tab. 37; £. 8 1786. Gryllus nitidulus Scopoli. Deliciae florae et faunae insubricae, Titivi, pars I, p. 62, Tab. xx1v, fig. B. 1790. Locusta tuberculata Rossi. Fauva Etrusca, Tom. I, pag. 269. — Nec Zo- custa tuberculata De Geer, 1773, Mém. pour serv. a l’Hist. Nat. des ins., Tom. III, p. 288, Tab. 38, f. 1. 1794. — Rossi. Mantissa insectorum. Pisis, Tom. I, p. 103. 1825. Locusta mandibularis Charpentier, Horae Entomologicae, Wratislaviae, p. 106. 1839. Conocephalus mandibularis Serville. Hist. Nat. des ins. Orthopt., Paris, Pie: 1853. — Fischer. Orthoptera Europaea. Lipsiae, p. 245, Tab. xrv, f. 1. (Cum synonymtis). 1882. — Brunner von Wattenwyl, Prodromus ‘der Europ. ‘Orthopt., Leipzig, p. 304, Tab. vi, f. 71. (cum synonymis). 1891. — Redtenbacher. Monogr. der Conocephaliden. Verhand. ik. k..z-b Ges. Wien, p. 427, (cum synonymits). 1893. — Griffini. Ortotteri del Piemonte. I Locustidi. — Boll. dei Mus. di Zool. ed Anat. comp. Torino, Vol. VIII, N. 141, p. 16. (cum synonymts). 9705 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Torino. SU CISTI BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 22'7 pubblicato il 29 Febbraio 1896 Vot. XI Dr PieRO MARCHISIO. Echinodermi del Golfo di Rapallo. I lavori intorno agli Echinodermi del Mediterraneo sono numerosi. ma si riferiscono a poche località. Di vero, mentre il Carus (1) cita più frequentemente Nizza e Napoli come quelle località nelle quali fu trovata la più gran parte degli Echinodermi, pochi ne nota come raccolti in punti a quelle intermedì, tanto che delle ventisei specie da me qui sotto enumerate, quattro soltanto il Carus dice raccolte in località comprese tra Nizza e Napoli. Per la qual cosa mi è parso non inutile il pubblicare la lista seguente corredandola di tutte quelle notizie che mi parvero interessanti per una migliore conoscenza delle specie stesse che io potei ricavare dal materiale raccolto dai sigg. Prof. Lorenzo Camerano e Dr. Daniele Rosa nel Golfo di Rapallo e da loro cortesemente concesso al mio esame. Le specie studiate furono pescate a profondità poco con- siderevoli, la sola Cucumaria pentactes Forb. essendo stata dragata a 70 metrì circa sotto il livello delle acque. Per | Echinaster sepostitus M. et Tr., ho stabilita la varietà mediterranea per le ragioni che dirò più avanti. La descrizione della colorazione è fatta generalmente sugli animali freschi e paragonata a quella degli animali in alcool. Crinoidea. 1. Antedon rosacea Norm. — N. 1 esemplare portato dai pescatori. — Id. N. 1 esemplare. — Località: Portofino 1894. (1) Julius Victor Carus — Prodromus Faunae Mediterraneae — Pars I, 1894, a Asteridae. 1. Asterias glacialis O. F. Miller. — N. 6 esemplari. — Colore: bianco giallognolo. — In alcool: bianeo giallognolo. 2. Asterias tenvispina Lam. — N." esemplari. — Colore: grandi macchie gialle e nere. — In alcool: bianco giallognolo. — Località: Portofino 1890. — Id. N. 2 esemplari. — Colore: dorso a macchie bian- castre ed azzurre, pedicelli giallognoli, spine bianche, corone di pedi- cellarie ruggine. — In alcool: bianco giallognolo. — Località: Porticciolo (Rapallo) 1894. — Profondità: pochi centim. 3. Echinaster sepositus M. et Tr. — N.3 esemplari. — Colore: rosso mattone. — In alcool: bianco giallognolo. — Località: comune a Porto- fino nel porto. — Profondità: 1] metro circa. Echinaster sepositus var. mediterraneus mihi. — N. 12 esemplari. Cinque bracci uguali, di forma conica, che verso il 3° inferiore presen- tano un rigonfiamento a cominciare dal quale vanno poi man mano rimpicciolendosi verso la loro estremità libera. Il loro raggio sta, a quello del disco :: 6.4, : 1. Alla faccia ventrale, all’esterno della serie papillare, le spine formano 3 serie longitudinali. La più interna è costituita da spine semplici di poco più corte delle papille e poco acute, che vanno grada- tamente diventando più piccole verso la estremità libere dei bracci. La serie mediana consta per i ?/, inferiori di gruppetti trasversali di 2 spine impiantate sopra un debole rilievo longitudinale; verso il 3° superiore essa non presenta che spine isolate. La esterna infine è pure formata di gruppetti di 2 spine, ma questi sono longitudinali; verso il 3° supe- riore anche questa serie si fa semplice. Le spine che si elevano sui rilievi della faccia dorsale, più lunghe e più sottili delle spine ventrali, sono prevalentemente isolate, solo qua e là notandosi gruppetti di 2-3 spine. Nelle maglie delimitate dalle trabecole si aprono da 4-5 pori ten- tacolari. In corrispondenza dell’angolo tra i bracci, alla parte ventrale, havvi una piastra nuda, rugosa. — Larghezza della base dei bracci: cm. 1,4. — Lunghezza dei bracci: cm. 6,6. — Larghezza totale: cm. 14,3. — Località e colore: come per l’Echinaster sepositus M. et Tr. Risulta dalla precedente descrizione che la nuova varietà è special» mente fondata sulla disposizione delle spine ventrali. Mentre, infatti, nell’Echinaster sepositus M. et Tr., alla faccia ventrale, le spine costi- tuiscono serie semplici longitudinali, nell’E. sepositus var. mediterra- neus esse assumono una particolare disposizione, per cui le serie da esse formate risultano diverse dalle stesse serie ventrali dell’ E. seposîtus M. et Tr. D’altra parte l’uno e l’altra hanno, per così dire, due fisio- nomie diverse, essendo ciò specialmente dovuto al fatto che nell'E. sepo- sttus M. et Tr.le spine ventrali passano insensibilmente a quelle dorsali, perfetto. Il formicaio era collocato in un albero cavo. A. fasciata Emery. ? Flavo-testacea, capîte rubescente, abadomine nigricante, nitiduia, si , tenuiter pruinoso-pubescens et parce longe pilosa, piliis erectis in tibiis et scapo vix ullis. Caputin. ®© 6. majore elongatum, antice via angustatum et postice 0 0 7 angulalim excisum, oculis ad 115 anteriorem, în © minore paulo longius quam lalius et antice distinetius br aungustatum, postice subrectum, oculis paulo: ante medium, scapo in ® majore brevi, in è minima longiore, margineni occipitis lamen; vix superante, mandibulis nilidis, 7 dentatlis.. Tl'horax mesonoto convexo, haud gibboso;, înter mesonolum et' meta- notum. incisus, metanoium. angulo oblusissimo. et rotundato. Petiolus humitlîs, superne obluse subacu- minatus, L. 2-41j4 mm. Fig..IX Az. fusciata. a capo della ? mass. ò » » min. c profilo del torace. Santarem (Parà); raccolta dal sig. A. Schultz sotto corteccie di alberi. Riferisco queste ?, non senza qualche dubbio, alla specie da me isti- tuita col nome di A. fasciata sopra una sola 9 di Chiquitos (Bolivia). La differenza nel colore e nella forma della squama corrisponde a quella che si osserva in altre specie. Il capo è molto meno allungato nelle mie più grandi % che nella 9, e privo affatto di qualsiasi vestigio di ocelli, la qual cosa mi fa sospettare che esistano esemplari ancora più grandi, La © qui descritta si avvicina alle A. dicolor e subsp. Belli Emery; ne differisce pel colore, pel capo ancora più allungato, con gli angoli posteriori meno rotondati e gli occhi più piccoli. e——- ff (7NRPS3 a--—-,____— —_——_— —6——ucnic. + <--— 9933 - Tip. V, Fodratti & E, Lecco - Torino, ul isudla iBaioat: 6 ( \ fog (ORD "R ‘a i Dia Usi a RIA BIFPinidd b) sas tane IR i LIBRI UL ATI oto e È "pr DL pi i i ATE Mi mr] GS att DS 50 sara } Gi ttt ESTE Ol AA: tra SISI SI (KI I : ; I. 5 dI TRI f\ 9 IIET8 LI "i ì LS PI UTO } GETS ti443 ‘AA RE , TALIA STA NI ca dI # i 3 n IPER e Bi, [edita 191 cost aNezaniià it F'IOS(CRE sig dia P{{3dh 1 I a 9 # tx iS È Li 4 È Td “aa ; <= . ho LA 1 è [ * ; # î a PA ._ ARR by x ba) Ù : mei iL Dì [ s iea È Id » s PYÙh act ea 1 TRO Lie dec. (defi ? n p flat SIRO : = "AT A : Tr "IT de 2° sia ata ci glo 4 SD su sue! e b » x LI sendio aaa } o. is1sab I y DI ea ld ra . Li . j ché Ù _ Ù È » | ali } È I LE LVETA, è 1 0 a ’ ù | 3 | Le n4, ; Oa DI 7 v MR Loi Aaa hi ID AI AT (LEE, i a er” rdvA I "i tar >] BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 234 pubblicato il 1° Marzo 1896 Vor. XI Dott. M. G. PERACCA. Assìstente al Museo Zoologico di Torino Sopra un nuovo genere ed una nuova specie di colubride aglifo dell'America meridionale. In una piccola raccolta di ofidi donati al nostro Museo nel 1891 dal signor Bertotti Luigi e provenienti da Yquitos, sull’Alto Amazzoni, rin- venni un ofidio aglifodonte, il quale rassomiglia in modo spiccatissimo alla Cloelia anomala Jan, che il Jan figurò nella sua Iconographie générale des ophidiens, Livr. 35, pl. 1, fig. 4, ma non descrisse e che non trovasi menzionata neppure in sinonimia, o fra le specie 7nqui- rendae nei due volumi del Catalogue of Snakes în the British Museum (1893-1894) del Boulenger, quantunque esso sia un colubride aglifo. Il Jan indica questa specie come avuta in comunicazione dal Museo di Neuchatel. Essendomi rivolto al prof. Paul Godet, direttore di detto Museo, per avere in esame il tipo di Jan, egli fu così gentile da in- viarmelo immediatamente : del che sono lieto di porgergli qui i più vivi ringraziamenti. Esaminato accuratamente il tipo di Jan, rilevai come la figura datane non ritrae troppo fedelmente l’animale. Nella figura l’occhio è disegnato con pupilla decisamente ovale: ora nell’esemplare tipico ì due occhi presentano una pupilla perfettamente rotonda. Di più il frontale, giusto nelle sue dimensioni, è rappresentato esagonale, coi lati laterali legger- mente concavi in fuori, mentre nell’esemplare essì sono invece convessi in fuori ed il lato anteriore non è spezzato in due, ma semplicemente convesso in avanti. In tutto il resto la figura può dirsi esatta, per cui, dopo le rettifiche sopraccennate, io mi riferirò senz'altro ad essa per la descrizione della specie che darò in seguito. Confrontando col tipo di Jan l'esemplare del nostro Museo, rilevo che "MY Pi por se per la dentizione ed il facies generale esso può figurare nello stesso genere, deve tuttavia rimanere distinto specificamente. Infatti la Cloelîa anomala Jan, presenta su ciascuna delle scaglie dor- sali due distinte impressioni apicali ovali (apîca? pîts) assai grandi ‘(simili a quelle dell’OxyrRopus plumbeus), mentre il nostro esemplare, sottopo- nendo anche le scaglie a forte ingrandimento ed alla più favorevole illu- minazione, presenta le scaglie asso/utamente prive di impressioni apicati în tutte le regioni del corpo. Io non ho trovato negli autori nessun accenno al fatto che Ze specie normalmente provviste di împressioni apicali ne possano totalmente mancare. Il prof. O. Bòttger, alla cui esperienza ebbi ricorso per ragguagli in proposito, mi informò cortesemente che non poteva nulla dirmi in propo- sito, non avendo mai portato la sua attenzione su questo particolare, e mi segnalava un esemplare di Cloelia anomala posseduto dalla collezione del Senckenbergischer Museum, affatto sprovvisto di apîca? pîts ed in tutto simile all’esemplare di Torino. Con rara cortesia egli mi comunicò una completa descrizione dell'esemplare, autorizzandomi a pubblicarla, del che gli sono sinceramente grato. | La Cloelia anomala, Jan, ha la pupilla rotonda: ora se, anatomica- mente, non rimane escluso che una pupilla rotonda, post mortem, potesse essere ellittica 7» vifa, va notato il fatto che tanto l’esemplare di To- rino quanto quello del Senckendergischer Museum presentano una pu- pilla spiccatamente ellittica. Il numero dei gastrostegi ed urostegi è pure proporzionatamente assai più basso nella Cloelîia anomala Jan che nei due esemplari di Torino e Francoforte, nei quali detto numero concorda molto di più nei limiti della variazione di una stessa specie. La Cloelia anomala Jan presenta infine un piccolo loreale, che manca affatto nei due esemplari di Torino e Francoforte. Credo pertanto che la Cloelîta anomala Jan e gli esemplari di Torino e Francoforte siano due specie distinte, che, avuto riguardo alla iden- tità della dentizione, possono stare provvisoriamente nello stesso genere. Infatti se venisse segnalato qualche altro esemplare di Cloelza anomala Jan che presentasse, come il tipo, la pupilla rotonda e le due impres- sioni apicali ovali sulle scaglie del dorso, la presenza di questi due ca. ratteri che hanno generalmente valore generico e che mancano nei due esemplari di Torino e Francoforte, autorizzerebbe alla formazione di due generi che starebbero tra di loro come il genere Liophis al genere Rha- dinaea intesi come lo furono dal Boulenger nel suo Calalogue of Snakes of British Museum, vol. II Quanto al nome del genere, credo che esso debba esser cambiato per evitare ulteriori confusioni, Il gen. Cloelia è indicato dal Jan nell’ Elenco SI. sistematico degli ofidii descritti e disegnati per l'iconografia generale (Milano, 1863), colla indicazione Cloezia m. (mihi). Ora il Jan, pur non errando nel creare un genere nuovo per la sua specie, non aveva posto mente che già il Wagler ed il Fitzinger si erano serviti di questo nome per indicare degli o/idz: opiîstoglifi, compresi ora nei generi Zomatlocra- nion e Oxyrhopus (1). Probabilmente al Jan venne suggerito questo nome dalla grande somi- glianza che la sua nuova specie presentava coll’OxyrhRopus Cloelia, che egli figura appunto nella stessa tavola ; infatti le due forme se non si esamina la dentizione, quasi non si possono distinguere alla sola ispe- zione dei caratteri esterni. | Drepanodom nov. gen. Dentì del mascellare superiore da '7 a 10, piccoli, crescenti in lun- ghezza dall’avanti all’indietro, seguiti dopo un interspazio (eguale allo spazio occupato dai due ultimi denti precedenti) da due grossi denti ri- curvi (lunghi due volte almeno l’ultimo dei denti precedenti), larghi, appiattiti fortemente da destra a sinistra, a margine anteriore convesso, arrotondato, a margine posteriore concavo, tagliente (*) senza alcuna trac- cia di solco. Denti del mascellare inferiore da 10 a 13, piccoli, subeguali. Denti palatini da 4a 5 subeguali, assai distanti tra di loro ; pterigoidei più piccoli, più vicini tra di loro, subeguali, in numero di 8-9. Capo distinto dal collo, occhio mediocre, a pupilla verticale ellittica 0 rotonda. | Corpo subcilindrico, scaglie liscie con o senza impressioni (due) apicali (apîca! pits) in 15 serie; ventrali arrotondate ; anale intera. Coda mo- derata; urostegi in due serie, Alto Amazzone ; Bolivia; Perù (?). Drepanodon anomalus Jan. Cloelia anomala Jan, Elenco sist. ofidi, pag. 92 e Iconogr gén., livr. 35, pl. 1, fig. 4. | Corpo ovale, allungato, assai distinto dal collo. Muso arrotondato, che sopravvanza leggermente sul labbro inferiore. Occhio mediocre a pupilla rotonda. | DELTA n A | (1) Confronta Dum. & Bibr., volume VII, 2.e partie, pag. 855 e 1007 ; Gunther, Catalogue of Colubrine Snakes in the Collection of the British Museum, 1858; pag. 18 e 189. (*) Come nel genere Leptocalamus Gthr. i E Rostrale campaniforme, la cui larghezza supera di circa un terzo l’al- tezza. La parte visibile dal di sopra misura circa un quarto della distanza tra il rostrale ed il frontale. Internasali più corti che larghi, lunghi la metà dei prefrontali : prefrontali lunghi quanto larghi, in contatto tra di loro sulla linea mediana, cogli internasali, col nasale posteriore, con un piccolo loreale che li separa dai labiali, col preoculare, col sopra- oculare e col frontale. Frontale pentagonale, col lato anteriore convesso in avanti, leggermente più lungo che largo, lungo quanto la distanza dal margine anteriore del frontale alla punta del muso. Parietali di me- diocre grandezza leggermente più lunghi del frontale. Sopraoculari pic- coli, in forma di triangolo isoscele, coll’apice rivolto in avanti, che lasciano l'occhio ampiamente scoperto. Nasale anteriore che si intromette profondamente tra il rostrale ed .il primo labiale, più grande del nasale posteriore. Narice aprentesi tra i due nasali. Loreale piccolissimo, trian- golare, alllungato, al contatto col suo apice, col nasale posteriore. Preocu- lare stretto, tanto largo in alto che in basso, in contatto col sopraoculare, col prefrontale, col loreale, col secondo e terzo labiale. Postoculari due, subeguali. Temporali 2 + 2. Labiali superiori sei, di cui il terzo ed il quarto entrano nell'orbita ed il sesto è il più grande. Mentale triangolare, separato dai postmentali dai due primi labiali, largamente in contatto tra di loro sulla linea me- diana. Sette labiali inferiori, di cui ì primi quattro in contatto col primo paio di scudetti postmentali e di cui il primo ed il quarto sono i più grandi. Due paia di postmentali, di cui il posteriore più corto e più pic- colo della metà circa dell’anteriore. Scaglie del dorso romboidali, ad angoli arrotondati, appena più lunghe che larghe. Le scaglie della coda conservano sensibilmente la stessa forma di quelle del dorso, ad eccezione delle due serie della regione superiore mediana che sono leggermente dilatate trasversalmente. Le scaglie del dorso (ad eccezione delle scaglie della nuca e delle quattro serie laterali) e della coda mostrano distintamente verso la loro estremità due impressioni apicali ovali assai grandi. La coda è contenuta quattro volte ed un sesto nella lunghezza totale. 2 67 S. 19.65 150. Ad, SC. a La parte superiore del capo, compresi i parietali, la regione loreale ed il labbro superiore fisso sotto l'occhio, presentano una tinta nero, bruna che sì estende sullo scudetto mentale e sui primi labiali inferiori. Sul collo osservasi un collare nero bruno che si arresta lateralmente ai gastrostegi, che comincia in avanti alla 4-5 serie trasversale di scaglie dopo i parietali, si estende per la lunghezza di 5-6 serie di scaglie e va sfumando a poco a poco sul corpo. Questo collare nero è riunito alla ci i tinta nera delle parti superiori del capo da una sottiie linea nera longi- tudinale mediana, a margini poco netti. Tra il col'are e le parti nere del capo domina una tinta bianco giallognola immacolata. Le parti superiori e laterali del corpo sono di un color giallognolo chiaro e ciascuna scaglia ha l’apice punteggiato di bruno. Le parti infe- riori sono di un color giallognolo chiaro senza macchie, Località. L'etichetta del vaso del Museo di Neuchatel, contenente il tipo, porta scritto: Pérou — voyaye Tschudi. Ora è interessante osservare come nel Reptilium Conspecius quae în Republica Peruana reperiuniur et pleraque observata vel collecia sunt în itinere (1) del Tschudi, nessuno degli ofidi citati possa riferirsi alla specie figurata dal Jan, per modo che rimane grandemente incerto l'habitat preciso di questa specie. DBrepanodon astigmaticus. n. sp. Capo ovale allungato, assai distinto dal collo. Muso arrotondato che sopravvanza leggermente sul labbro inferiore. Occhio mediocre, a pupilla ovale. Rostrale campaniforme, di cui la larghezza supera di un terzo l'altezza; la parte visibile dal di sopra misura circa un quarto della di - stanza tra il rostrale ed il frontale. Internasali più corti che larghi, lunghi circa la metà dei prefrontali ; prefrontali un po’ più lunghi che larghi, in contatto tra di loro sulla linea mediana, cogli internasali, col nasale poste- riore, col secondo labiale, col preoculare, col sopraoculare e col frontale. Frontale esagonale (il suo lato anteriore non è più convesso, ma spezzato in due lati che formano un angolo assai ottuso), leggermente più lungo che largo, lungo quanto la distanza che intercede tra il margine anteriore del frontale e la punta del muso. Parietali di mediocre grandezza, lunghi come il frontale. Sopraoculari piccoli, in forma di triangolo isoscele col- l’apice volto anteriormente, che lasciano l’occhio ampiamente scoperto. Nasale anteriore più grande del posteriore, che si intromette profonda- mente tra il rostrale ed il primo labiale. Narice aprentesi tra i due nasali. Nessuna loreale. Preoculare stretto, tanto largo in alto che in basso, in contatto col sopraoculare, col prefrontale, col secondo e terzo labiale, Postoculari due, di cui l’înferiore è più stretto e più allungato. Tempo- rali 2+2 a sinistra e 1+2a destra. Labiali superiori sei, di cui il terzo e il quarto entrano nell'orbita ed il sesto è il più grande. Mentale triangolare, separato dai postmentali dai due primi labiali, lar- gamente in contatto tra di loro sulla linea mediana. Sette labiali infe- riori, di cui i primi re in contatto col primo paio di scudetti postmentali, dg i ) Wiegmann's, Archiv fur Naturgeschichte, 1845. 220 i e di cui il primo ed il quarto sono i più grandi. Due paia di postmentali, subeguali in grandezza e lunghezza. Scaglie del dorso romboidali, ad angoli arrotondati, appena più lunghe che larghe. Le scaglie della parte superiore della coda sono notevolmente allargate trasversalmente. Non esiste traccia di impressioni apicali (apical pits). La coda termina molto appuntita ed è contenuta fre volte e quattro quinti nella lunghezza totale. —P i S.15.G. Vie:169 Ad. SC, JI li La parte anteriore e superiore del capo è nera fino al limite poste riore del frontale e dei sopraoculari : sono pure neri la regione loreale, i quattro primi labiali ed i postoculari. Il mentale ed i primi labiali inferiori sono pure neri. Sul collo osservasi un collare nero, nettamente definito in avanti, sfumato al suo margine posteriore, che sì arresta late- ralmente ai gastrostesgi. Esso incomincia sulla sesta serie trasversale di scaglie dopo i parietali e si estende all’indietro per circa 7-8 serie tra- sversali di scaglie. Tra il collare nero e le parti nere del capo osservasi una tinta bianco-lattea uniforme, che presenta alcune macchiette nere irregolarmente disposte. Le parti superiori e laterali del corpo presentano una tinta giallognola uniforme, e ciascuna scaglia ha l’apice macchiato o, meglio, punteggiato di nero bruno. Nella parte anteriore del corpo, dietro il collare nero le scaglie sono più scure, giallo brune. Le parli inferiori sono di un color giallo chiaro uniforme; senza macchie. Località — Yquitos — (Alto Amazzoni). Il Senckenbergischer Museum di Francoforte possiede un altro esem:= plare di questa specie, che figura sotto il nome di Cloelîa anomala Jan. Secondo quanto mi riferisce il prof, O. Bottger esso appartiene senza dubbio alla mia nuova specie. Come per il Drepanodon astigmaticus in esso notasi una pupilla ovale, nessuna lo1eale, temporali 2 + 2, nessuna traccia di impressioni api- cali. Inoltre esso presenta : 72 & 4 S.15.G.7V.164.A4.1.S0. 79. La dentizione è simile in tutto a quella della nuova specie (mascellari superiori 10 + 2, palatini 5, pterigoidei 9). SSR L’esemplare, giovanissimo, concorda pure assai bene nella colorazione. Solo la tinta nera della parte anteriore-superiore del capo si arresta fra gli occhi, interrotta da qualche macchietta bianca, ed il collare nero, nettamente delimitato in avanti e sfumato all'indietro, sì presenta note- volmente più corto. Località — Sorata (Bolivia). 9282 - lip. V, Fodratti & E, Lecco - Torino, ® BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 252 pubblicato il 2 Marzo 1896 Dott. ACHILLE GRIFFINI ORTOTTERI raccolti nel DARIEN dal dott. E. Festa . Founerotteridi, Pseudofillidi, Conocefalidi e Grillacridi. Gli Ortotteri raccolti recentemente dal D.r E. Fesfa nel Darien, e generosamente donati al Museo Zoologico di Torino, sono numerosissimi e molto interessanti, poichè appartengono ad una regione la cui fauna entomologica fu finora poco nota. . Le quattro famiglie infatti, oggetto di questo mio studio, presentano sopra un totale di 32 specie il notevolissimo numero di 12 specie nuove e di due sottospecie pure nuove. Queste raccolte fanno pure conoscere in più casi uno dei sessi, finora ignorato, di specie poco note, e forni- scono per varie altre dei dati importanti circa la variabilità di alcuni caratteri. La classificazione da me seguita è quella delle monografie ben note di Brunner e di Redtenbacher. — Devo avvertire che tutti questi insetti vennero conservati per alcuni mesi in alcool, e ciò affinchè si tenga il dovuto conto delle colorazioni che qui si trovano descritte. FANEROTTERIDI. 1. Gen. Miicrocentrum (scudd.) Brunn. M. lanceoiatum (Burm). Phylloptera lanceolata Burm (1) p. 692 — Microcentrum lanceolatum Brunn (2) p. 335, tab. VII, fig. 97 — (3) p. 179. .2d e 29 — Punta di Sabana ‘Darien). 2 Gen. Phylloptera (Serv.) Brunn. Ph. Festae n. sp. — è — Tota pallide viridi-flavescens, haud ni- tida, sed opaca et fere pruinosa, fronte valde reclinata, elytris lineis perobsoletis circiter 4 fuscioribus, obliquis, tantum maxima alten- tione conspiciendis, a punctulis confeclis, în campo ulnari el parum sub hoc perductis, praeditis; stalura modica. Caput sat parvum, pallidum, fronte valde reclinata, subnitida, longi- tudinaliter sat tumescente, lateribusque compressa, utrinque longitudi- naliter carinulata, fastigio macula subovali eburnea ornato; epistoma albidum; labrum et palpi albidoflava; genae, post compressionem late- ralem frontis, sat tumidae; oculi globosi, prominuli, anterius tamen et supra vergentes, ibique convexiores, grisei; antennae gracillimae, arti- culo etiam primo basali sat gracili, basi flavidae, deinde ferrugineae; fastigium verticis acuminatum, supra sulcatum, cum fastigio frontis haud contiguum; occiput planiusculum. — Pronotum totum viridi- flavescens, haud nitidum, supra inaequale, idest ad sulcos anticos et medios transversos subconcavum, dein subconvexum; margo anticus pronoti concaviusculus, margo posticus rotundatus. In tertia parte antica sulci duo transversi laterales, sat breves sed extus in lobos deflexos descendentes, conspiciuntur; dein adest sulcus medius late V-formis, po- stice (idest ad verticem) fere lyratus; sulculus longitudinalis medius tantum apicalis postea conspicitur. Lobi deflexi rotundato-inserti, nullam carinulam cum dorso efficientes, angulo insertionis haud fusciore, rotun- dato, parum expresso; obsolete altiores quam longiores (hoc postice magis videtur, quia postice lobi quam antice altiores); margo anticus horum loborum subrectus, supra levissime concaviusculus; margo inferus limbatus, subrotundatus, anterius, supra coxas anticas, obsolete sinuatus; margo posticus satis sed parum conspicue rotundatus, fere rectus, sub angulo inflexionis rotundato-obtusus. — Elytra ampla, ovalia, in medio latiora, viridi-flavescentia, opaca; ramo radiali medio oriente, in tertia parte basali furcato; venis transversis sat regulariter oblique dispositis, fere ut in fig. 89 Brunneri (2); margines elytrorum concolores; apex sat rotundatus. Lineae vittaeformes obsoletissimae, fusciores, 4-5, obli- quae, inter se parallelae et aequidistantes, in utroque elytro postice (idest supra), attentione maxima conspici possunt; haec lineae a punc- tulis minutis confectae. Campus tympanalis carinulis lateralibus expressis, crenulatis, vena plicata elytri sinistri bene expressa. — Alae albido- hyalinae, ultra elytra perparum productae, parte producta ut elytra viridi-flava. — Pectus modice compressum; prosternum muticum; meso- sternum lobis triangularibus sat acutis; metasternum lobis rotundatis, inferius, extus, obtuse angulatis, praeditum. — Pedes sat breves et sat crassiusculi, obsolete puberuli, omnes et toti viridi-flavescentes. Femora 0A E antica et:intermedia subcylindrica, compressiuscula, subtus, in margine antico 3.5 spinulosa; femova postica dimidia elytrorum longitudine sub- breviora, basi modice incrassata, subtus, in margine externo (antico) 11-13 spinulosa, in margine interno 6-spinulosa. Tibiae anticae utrinque fovamine concolore aperto instructae, supra inermes, subtus, in utroque margine 4-spinulosae, tibiae intermedie supra, in margine postico, 2-3 spinulosae; subtus, in utroque margine circiter 6-spinulosae; tibiae po- sticae multispinulosae. — Abdomen albido-flavum, pruinosum, crassiu- sculum. Segmentum anale truncatum; lamina supraanalis inflexa, apice rotundato-acuminata, supra obsolete longitudinaliter ter sulcata, sulculis basi magis perspicuis. Cercìi rufì, pilosi, apice parum inflexo, supra ni- grato et denticulo sat acuto praedito. Lamina subgenitalis lata, brevis, medio longitudinaliter carinulata, stylis brevissimis instructa. Long. corp. mm. 29 Long. partis alarum prod. mm. 2 » pronoti » 7 » femor. antic. ». 5,5 » elytrorum » 40 » femor. postic. ». 19,5 Latitudo maxima elytr. Mu i45 Un è — Punta di Sabana (Darien). Ph. Finoti n. sp. — è — Pa/lide viridi-flavescens, subopaca, fronte regulariter subperpendiculari, pronoti disco pone medium fusco-pur- pureo, nîgro limbato, ibique macula magna cordiformi aurantiaca media ornato, cuius vertex marginem anticum partis fusco-purpureae allingit, dum basis lata marginem poslicum nujus partis (idest mar- ginem posticum pronoti) tangit. Statura submodica. Caput modicum, pallidum, totum flavido-albidum, fronte regulariter subperpendiculari, sat tumescente, lateribus sat compressa et sensim longitudinaliter utrinque carinulata; oculi globosi ; antennae gracillimae, articulo eciam basali sat gracili, basi flavidae, deinde subferrugineae. Occiput parum convexiusculum; fastigium verticis acuminatum, supra sulcatum, cum fastigio frontis apice subcontiguum. — Pronotum haud nitidum, maxima ex parte pallide viridi-ffavescens, disco pone medium purpureo velutino, nigro sat subtiliter limbato, macula magna cordiformi aurantiaca ornato, cuius vertex, anterius situs, marginem anticum partis purpureae usque ad medium limbi nigri attingit, dum basis lata mar- ginem posticum huius partis una cum marginem posticum pronoti tangit. Pavs antica dorsi pronoti et lobi laterales hinc illinc parum distincte infuscati; praecipue in dorso pronoti vittae laterales transversae supra inflexionem loborum etiam perductae et inferius parum continuatae, subfuscae, sat obsoletae, videntur forte in vivo conspiciendae. Dorsum «pronoti anterius modice angustius quam postice, sulco medio late V-formi praeditum et sulculis duobus lateralibus transversis anticis. Lobi late- rales angulo obtusissimo inserti, fere rotundato-inserti, anguio inser- <= tionis haud fusciore; altiores quam longiores, margine antico obsolete subconcavo, margine infero sat discrete rotundato. — Elytra modice ampla, ovato-lanceolata, in medio latiora, viridi-flavescentia, subopaca, textura venularum sat tenera sed creberrimam ac minutam reticula- tionem efficiente; ramo radiali in tertia parte basali furcato. Margines elytrorum concolores; margo superus (posticus) rotundatus, margo inferus (anticus) subrectus; apex rotundatus. Campus tympanalis carinulis late» ralibus expressis, minute crenulatis, vena plicata elytri sinistri bene expressa. — Alae albido-hyalinae, ultra elytra sat productae, parte pro- ducta ut elytra viridi-fiavescente. — Pectus sat compressum; prosteruum muticum; mesosternum lobis triangularibus sat acutis; metasternum lobis rotundatis praeditum. — Pedes modici, omnes et toti viridi-flave- scentes. Femora antica et intermedia compressa, subtus, in margine antico, ]-4 spinulosa; femora postica elytrorum dimidiam longitudinem superantia, basi incrassata, subtus, in margine externo circiter 6-spi- nulosa, in margine interno circiter 4-spinulosa. Tibiae anticae utrinque foramine aperto, maxima parte basali nigro, instructae; supra perobso- lete sulcatae, atque excepta spina apicali inermes; subtus in utroque margine 3-4 spinulosae, basi spinularum nigricante, Tibiae intermediae supra sulcatae, et in margine postico, excepta spina apicali, 1-spinulosae; subtus in utroque margine circiter 7-spinulosae, basi spinularum obso- lete nigricante. Tibiae posticae multispinulosae. — Abdomen. viridi- flavescens. Segmentum anale truncatum; lamina supraanalis inflexa, sulcata. Cerci è conici, pilosi, flavo-rufescentes, apice perparum inflexo supra denticulis nigris sat acutis 3-4 praedito; lamina subgenitalis sat lata, carinulata, stylis brevissimis instructa. Long. corpuris mm. 2] . Long. partis alarum prod, mm. 3,5 » pronoti » 5,3 » fem. antic. » 5 » elytrorum » 34 » fem. postic. » 18 Latitudo maxima elytr. » 10,5 Un d — Punta di Sabana (Darien). 3. Gen. Hyperphrona Brunn. H. irregularis Brunn. Hyperphrona irregularis Brunner (3), p. 168, D. Una 9 — Foreste lungo la laguna della Pita (Darien). Il D.r Brunner non descrisse che il o di questa bellissima specie. Credo utile il dare qualche cenno della 9 raccolta dal D.r Festa. Questa 9 corrisponde in generale alla diagnosi di Brunner; vanno però fatte le seguenti ogservazioni. Il capo è piccolo, pallidissimo, quasi bianco; il primo articolo delle antenne è quale fu descritto da Brunner pel o, il secondo anteriormente ha i margini superiore ed inferiore neri, collegati longitudinalmente da una fascia anteriore nera; gli altri arti- di coli sono esternamente bruni, internamente nericci e con tutta la base giallognola. Il pronotum non presenta nulla di notevole, fuorchè i lobi laterali « rofundalo-inserti ». Le elitre nella parte più ampia misurano in larghezza circa due volte e mezza la lunghezza del pronotum. Esse sono verdi-giallognole, colle vene radiali rossiccie, ornate poi sulla vena ulnare di tre belle macchie quasi elittiche, di un bianco d'avorio, lie- vemente circondate di bruno; le vene trasversali ramificate che si innalzano da queste macchie verso l'orlo superiore (posteriore) delle elitre sono esse pure lievemente circondate di bruno, essendo queste tinte brune costituite tutte da punticini, ossia essendo solo di tal colore le minute areole fra le piccole e fitte vene minori che formano il reti- colo fondamentale dell’elitra in quella parte, non invece le vene stesse. Anche le vene trasversali contigue al margine superiore (posteriore) delle elitre, principalmente quelle basali, sono pure analogamente cir- condate un po’ di bruno. Delle 3 macchie bianche ia prima è un po’ maggiore della seconda e questa lo è distintamente della terza, la prima inoltre è assai leggermente più distante dalla seconda che non questa dalla terza. L’ovopositore è curvo, arcuato, giallastro, coll’apice alquanto dilatato, bruno, e l'estremità appuntita; i suoi margini nella metà api- cale sono minutamente seghettati. La lamina sottogenitale è piccola, triangolare, carenata. Le dimensioni di questa 9 sono le seguenti: Long. corp. mm. 26 Long. fem. antic. mm. 7 » pronoti » 6 » fem. postic. » 22 » . elytror. »i1..139 » ovipositoris Di (73D 4. Gen. Anaulacomera (Stil) Brunn. A. Darwini subsp. darienica mihi — d, 9 — Gracitis, tota pallide viridi-flavescens, cercis T abnorme longissimis; A. Darwinîî Scudd. [ (8), pag. 19, tab. III. f. 1, 4, 5] sîmillima, cercis 3 tamen valde lon- gioribus, necnon altis notis, recte distinguenda Statura gracili. — Caput modicum, pallidum; fronte laevi, cum labro et pa!pis albido-flava; oculi globosi, nigro-fusci, haud parvi. Fastigium verticis compressiusculum, supra sulcatum, lateribus sulci subtiliter rufo limbatis, sulco tamen in apicem fastigii non perducto; hoc apex latiu- sculus, teres, rotundatus, cum fastigio frontis lineola subcontiguus (hoc tamen haud tangens). Fastigium frontis macula ovali pallida, parum conspicua, ornatum. — Pronotum supra planum, margine antico recto, postico sat rotundato, disco impressione media lyrata, necnon lineola media longitudinali impressa, a basi impressionis lyratae usque ad mar- ginem posticum dorsi perducta atque a sulculo perobsoleto transverso cruciatim secata, notato. Lobi deflexi perpendiculares, angulo acuto inserti (vertex tamen anguli rotundatus), perfecte aeque lati ac longi, primo intuitu altiores quam longiores, carinulam nullam cum dorso in linea inflexionis efficientes. Color pronoti viridi-flavescens, in 9 unicolor, in * minute obsoleteque hinc illine fusco conspersus, fere infumatus; lineae tamen laterales inflexionem loborum lateralium supra limitantes sunt flavidae. — Elytra angusta, marginibus subrectis, subparallelis, apice rotundata, sensim elongata, viridi-ffavescentia, subpellucida, tex- tura tenera, circiter ut in figura 85 Brunneri (2) venosa, venis tamen minus flexuosis, venulisque magis confertis praedita ; ramo radiali distine- tissime ante medium furcato, fere in tertia parte basali. Campus tym- panalis modice productus; tympanum dextrum in & pellucidum, intus parum fusco-marginatum; tympanum sinistrum & fusco-nigrum. Campus tvmpanaiis elytri dextri in 9 punctulo fusco notatus. — Alae limpidae, hyalinae, venis pallidis, elytra superantes, parte ultra elytra producta ut elytra pallide viridi-flava, subpellucida. — Pectus compressiusculum; prosternum inerme, mesosternum et praecipue metasternum rotundatim lobata. — Pedes graciles, viridi-ffavescentes, unicolores, obsolete pube- ruli. Femora antica et intermedia teretia, subtus haud sulcata. Femora antica subtus in margine antico ]-3 spinulosa ; femora intermedia eodem loco 3-4 spinulosa; femora postica, basi incrassata, subtus in utroque margine dimidiae partis apicalis spinulosa, spinulis marginis externi circiter 4-5, marginis interni 3-4. Tibiae anticae et intermediae supra teretes; anticae foramine utrinque aperto et pone foramine subito angu- statae, supra 1-2 spinulosae, subtus 3-4 spinulosae; tibiae intermediae supra inermes, subtus, in utroque margine circiter 6-8 spinulosae; tibiae posticae plurispinulosae. — Abdomen modicum, flavido-viescens, fusco punctulatum. Segmentum anale * truncatum, margine postico supra leviter concavo; lamina supraanalis d circiter ut in fig. 5 Scudderi [(8), tab. III] confecta, sive in lobum sat longum, teretem, pilosulum, apice crassiusculum, ibique leviter concavum et in concavitate carinulam parvam longitudinalem gerentem, producta. Sub lamina aculeus conspi- citur ut in A. Darwini. Cerci d circiter ut cerci A. Darwini confecti sed valdes longiores; hi cerci sunt abnorme longi, horizontaliter pro- ducti, recti, basi tantum ievissime incurvi, pubescentes, in quarta parte apicali spina longa externa, sursum vergente, compressiuscula, primo intuitu articulatim inserta, quamvis hoc non sit, armati. Pars cercorum maxima, idest pars a basi usque ad spinam perducta, cylindrica; pars pone spinam compressiuscula, intus longitudinaliter sulcata, apice sub- dilatata, apice ipso intus tuberculato et extus appendiculo helicoidali, idest spiraliter contorto, praedito. Lamina subgenitalis ® pilosula, apice incisa. Lamina supraanalis 9 sat parva, obtusa; cerci 9 breves, conici; ovipositor pronoto subduplo longior, modice latus, subrectus, obsolete punctato-rugulosus, margine supero lenissime subconcavo, margine infero post basim subrecto, deinde arcuato-convexo, utroque margine in di- midia parte apicali minutissime serrulato, apice acuto. POCRCRA gd (el Q of Q Long. corp. mm. 13 17,9 Long. fem. antic. mm. 3 4,5 » pronoti picco. 4 » fem. postic. d 10,0 Aci » elytrorum #0 205, 25,5 » ovipositoris » — 9 Latituldo max. elytr. » Mo id » cercorum » 8 — Un di — Punta di Sabana (Darien). Una 9g — Foreste del Rio Cianati (Darien). Come sopra accennai, questa Anavlacomera è assai simile alla A. Dar- win? Scudd., ma presenta i cerci del d* molto più lunghi e qualche altra differenza. Qui però convien osservare come le figure dello Scudder siano poco attendibili; infatti nella fig. 5 si vede, per es., il ramo radiale dell’elitra spuntare dalla base di questa, il che è assolutamente impos- sibile; così nella fig. 4 la lamina sopraanale del o assume tutt’ altro aspetto che non nella fig. 5: anche i lobi laterali del pronotum che se - condo la descrizione dovrebbero esser alti quanto lunghi, nella fig. 5 sono assai più lunghi che alti. Con simili inesattezze poco si può tener conto degli altri caratteri. Supponendo che i cerci disegnati da Scudder (figg. 5 e 4) sieno esat- tamente rappresentati, allora sì può osservare che nella subsp. dartîe- nîca la spina interna della parte apicale è più stretta e ben più lunga, raggiungendo la lunghezza della parte di cerci che rimane dopo di essa. 5. Gen. Amepsia Brunn. A. tessellata subsp. obtusa mihi — 9, 9 — Saturate testacea, valde (praecipue in d) fusco-conspersa ; statura modica. A. tesellatae Sauss. (a) similis, lobîs tamen deflexis pronoti angulo obtuso (interdum subrecto sed persaepe obtusissimo) insertis, necnon nonnullis aliis notis, statim distinguenda). Caput modicum, sat parvum, obsolete subcompressum. testaceum; fronte, labro, palpisque pallidioribus; occiput, praecipue ad latera, fu- scior, minute fusco-irroratum, praesertim saepe lineolis duabus longitu- dinalibus sinuatis, anterius ad verticem convergentibus, a punctulis confectis, fuscis, ornatum. Fastigium verticis sulculo longitudinali prae- ditum, apice tamen haud sulcatum et apice ipso pallido, obtuse rotun- dato, nitido, articulo primo antennarum fere aequilato; cum fastigio frontis lineola contiguum. Frons interdum punctulis fuscis conspersa; oculi oblongi, obsolete fusco longitudinaliter lineato-conspersi; antennae pergraciles, saturate testeceae, albo et nigro annulatae, annulis albis minoribus annulos nigros praecedentibus. — Pronotum subunicolor, te- staceum ; supra planum, rugulosum, antice parum angustius quam postice, margine antico concavo, postico sat late rotundato: pars postica disci (a) Phylloptera tessellata Sauss. (7), p. 129 — Anepsia tessellata Brunn. (2), p. 269, tab. VI, f. 82. SERE interdum punctulis elongatis nigro-fuscis conspersa et per exceptionem etiam punctis duobus maioribus fuscis, aut lineola supra carinulam me- diam longitudinalem apicalem perbrevem fusca, notata; parum ante. medium impressio late V-formis vel late lyrata conspicitur. Lobi late- rales angulo semper obtuso (interdum subrecto, sed persaepe obtusissimo) inserti; vertex tamen huius anguli subrotundatus. Hi lobi perpendicu- lares, angulum diedrum rectangulum cum parte supera pronoti efficiunt valde expressum, quia lineae laterales superae inflexionem loborum delimitantes, fere carinatae; saepe haec carinulae inferius distinete fuscae, seu fusco-vittatae. Lobi laterales parum altiores quam longiores, regulariter rotundati, margine antico supra subconcavo et inferius obso- lete sinuato ; testacei, marginibus omnibus subtiliter limbatis et fusco- tessellatis, idest punctis nigro-fuscis ornatis inter se aequidistantibus, spatios marginales lineares testaceos inter se limitantibus. — Elytra ampla et longa, ovato-ellyptica, apice rotundata, ut in figura 82 Brun- neri (2) venosa, venis, exceptis radialibus, sat parum expressis; per- parum nitida, folias siccas sat bene imitantia, saturate testacea vel testaceo-fusca, irregulariter et summa variabilitate fusco ac nigro-fusco conspersa, venis majoribus plerumque totis flavo-testaceis. In campo antico elytrorum, ante (idest subtus) venas radiales, puncta sat magna nigro-fusca, cuius centrum distincte est testaceum, semper conspiciuntur ; haec puncta, plus minusve expressa et numero variabili, in lineas lon- gitudinales plerumque duas videntur irregulariter disposita. Margo inferus (anticus) elytrorum irregulariter et minute fusco-punctatus. In reliqua maxima parte elytrorum puncta irregularia, crebra, irregulariter dispo- sita, fusca, quorum majora magnitudinem punctorum anteradialium raro attingunt, dum etiam centrum pallidum gerunt, conspiciuntur. In hac parte insuper, maculae 3-6 irregulares, variabilissimae, sat magnae, fuscae, centro irregulariter pallidiore, fere in lineam longitudinalem di- spositae, adsunt; secunda et tertia saepe majores et magis conspicuae. Margines elytrorum magis crebre fusco minute conspersi; margo superus (posticus) a punctis creberrimis nigro-fuscis, nigro-fusco et testaceo tes- sellatus. Margines campi tympanalis in o fusci, carinis laevibus; ma- cula magna nigro-fusca praecipue in 3, campum tympanalem postice limitat et sequitur, in marginem superum (posticum) elytrorum perducta. Campus tympanalis in utroque sexu atque in utroque elytro sat pro- ductus, margine interno sat rotundato, vena plicata testacea in elytro sinistro 3 bene expressa; campus huius elytri circum venam parce fusco-conspersus, vel fusco-punctatus, deinde plica transversa lata, con- cava, ut campo elytri dextri impresso et post plicam a macula magna postica nigro-fusca, de qua supra dixi, limitatus. Pars marginis superi (postici) elytrorum quae campum tympanalem sequitur et in quam macula postica continuatur, punctis nonnullis etiam nigro-fuscis sat magnis, 1 rasi centro pallido praeditis, est ornata. — Alae hyalinae, elytra superantes, parte producta subtriangulari, ut elytra testacea, irregulariter et sat crebre fusco et maculis punetiformibus fuscis conspersa. — Pectus sat compressum; prosternum inerme, mesosternum lobis rectangulis prae- ditum, apice tamen angulorum sensim acuto, metasternum lobis rotun- datis. — Mesothorax et metathorax lateribus fusco notata. — Pedes sat graciles, testacei, fusco-variegati, minute pubescentes. Femora omnia subtus a spinulis nigris cuius basis etiam regulariter est nigra, nigro et testaceo tessellata in margine infero videntur. Femora antica apicem fuscum saturationem et annulum medium subfuscum dilutius, saepe in- conspicuum, necnon punctulos crebros fuscos, gerunt; femora intermedia apice tantum parum fusciora sed tota minutissime fusco-conspersa, et supra, ut antica, serie punctorum flavidorum ornata, quamobrem supra flavido et fusco-testaceo videntur tessellata. Tibiae anticae foramine utrinque aperto, pallido, praeditae, geniculo tamen fusco, annulo nigro- fusco lato sub foraminis, dein annulo pallido, caeterum fuscae, annulo tantum pallido obsoleto post annulum pallidam foramina sequentem, notatae. Haec omnia praecipue postice observanda. Tibiae intermediae testaceae, annulis fuscis tribus ut spatiis inter annulis latis testaceis, ornatae. Femora postica basi incrassata, testacea, minute creberrimeque fusco-conspersa (praecipue supra); in parte basali dilatata, extus et supra spatiis haud fusco-conspersis, idest testaceis, crebris, regulariter con- fertis, subrotundis, squamas imitantibus, praedita. Tibiae posticae femora postica parum superantes, nigro-fuscae, vel fusco-ferrugineae, post basim annulo sordide testaceo interdum ornatae. Tarsi testacei. Femora com- pressa; antica subtus spinulis 5 in margine antico praedita; intermedia spinulis 6-7; postica in margine externo subtus 11-13 spinulosa, spinulis nigris, spinulis basalibus obsoletis sed a parva macula nigra indicatis, in margine interno spinulis circiter 7-10 nigris armata Tibiae anticae et intermediae supra sulcatae; anticae supra in margine postico (externo) 4-5 spinulosae, spinula prima infra foramina sita, in margine antico inermes; intermediae supra in margine postico 7-8 spinulosae, in mar- gine antico 5-7 spinulosae; haec tibiae subtus, ut posticae, omnibus marginibus multispinulosae. — Abdomen sat breve, testaceum. Segementum anale & truncatum, leviter emarginatum; }amina supraanalis & inflexa, sat rotundata; apice tamen acuta, basi concavo-sulcata. Cerci d cras- siusculi, conici, pilosi, rufo-testacei, modice breviusculi, apice mucrone modice incurvo praediti, basi mucronis nigra. Lamina subgenitalis & modica, basi convexa, apicem versus attenuata, ibique ter-carinulata, apice ipso subconcavo-truncato, stylis brevibus apice nigris, instructa. Segmentum anale 9 longitudinaliter concavo-sulcatum; lamina supraa- nalis 9 inflexa, sulcata: cerci 9 conici. Ovipositor pronoto longior, f:l- catus, incurvus, minute granulato longitudinaliter rugulosus, margine x ME supero basi curvato-concavo, dein subrecto, margine infero regulariter curvato-convexo, apice fere utrinque laevi, apice ipso minutissime ser- rulato. Lamina subgenitalis 9 parva, triangularis, sulcata. e) Q o 9 Long. corporis mm. 23-29 21-30 Long. fem. antic. mm. 7-7,5 » pronoti » 6 » fem. postic. » 26-29 » elytror. » 37-44 » ovipositoris » _ 8,5 Latit. elytr. maxima » 15-16 Un 3 ed una 9 — Foreste della laguna della Pita (Darien). Tre d' e due 9 — Foreste del rio Cianati (Darien). 6 Gen. Peucestes (Stàl) Brunn. P. sp. Una larva 9 abbastanza sviluppata, non determinabile specificamente, però riferibile forse al P. dentatus Stal. Foreste del rio Lara (Darien). 7 Gen. Ceraia Brunn. C. Peraccae n. sp. — d — Tota viridi-flavescens, milida, elytris alisque longissimis; stalura modica sed salt robusta. Japut modicum, pallide flavidum totum, fastigio frontis puneto pal- lide rufo notato; fastigium verticis cum fastigio frontis lineola conti- guum, supra sulcatum; oculi magni, globosi; occiput parum convexum; antennae graciles, rufae, articulis singulis apice fuscioribus, articulis 2 basalibus ut fronte pallide-flavidis. — Pronotum pallide viridi-flavescens, obsolete rugulosum, antice parum angustius quam postice, margine antico recto, postico late rotundato; disco punctis impressis inaequali, anterius utrinque sulculo transverso sat impresso praedito; post hos sulculos uirinque punctum, deinde sulcus medio situs, ample lyratus, et sulcus transversus posticus carinulam transversam includens, adsunt. Lobi deflexi rotundato-inserti, altiores quam longiores, obsolete rugosuli. — Elytra nitida, valde longa, parum lata, tota viridi-flavescentia, areolis tamen superioribus (posticis) minutis creberrimisque puncto perobsoleto rufo repletis, necnon paucis punctis perobsoletis in lineam longitudi- nalem mediam alineatis, perparum perspicuis, ornata. Haec elytra sat coriacea, textura tamen tenera, venis (exceptis radialibus) modice expressis, venulisque confertissimis reticulata, Venae radiales a medio sat divisae; ramus radialis a medio furcatus; venae transversae sat regulariter inter se parallelae; campus tympanalis elytri sinistri minute conferteque reticulatus, vena transversa subobliqua plicata optime expressa, margine interno (postico) antice oblique truncato. Apex ely- trorum obtusus. — Alae hyalinae, ultra elytra productae; parte pro- ducta viridi-flavesceute, margine supero (postico) et angulo apicali scimn” RI * cnl subtiliter sed sat distincte rufis. — Prosternum muticum ; lobi mesoster- nales triangulares; lobi metasternales rutundati, — Pedes ut corpus viridi-flavescentes. Pedes postici longissimi, antici ed intermedii modici, sat breves. Femora compressiuscula; antica et intermedia subtus inermia, postica basi sat incrassata, subtus, in margine interno spinulis 6 fuscis, et in margine externo spinulis 5-6 etiam fuscis praedita. T'ibiae anticae foramine utrinque aperto et nigrato praeditae, supra, in margine externo (postico) 3-4 spinulosae; spinula prima basali pone foraminis sita; tibiae intermediae supra, in margine postico, 6-spinulosae. Tibiae posticae multispinulosae. — Abdomen sat breve; segmentum anale margine postico inflexo, concavo, utrinque appendici brevi, crassiuscula, tuberculiformi instructum. Cerci sat robusti et breviusculi, pilosi, punctati, apice mu- crone nigro nitido, acuminato, intus inflexo, longitudinem cerci fere aequante, armati. Lamina subgenitalis pubescens, longa, parum lata, marginibus semper parallelis, apice ipso tamen levissime latiuscula, ibique perparum, fere obsolete, concavo-emarginata, lateribus apicis paullo obliquis, stylos minimos, aegerrime perspicuos, gerentibus. Haec lamina subtus in duas tertias partes basales longitudinaliter carinulata; lateribusque externis totis carinulato-marginatis, carinulis tamen tere- tibus, haud angulatis. Long. corpor. mm. 24 Long. partis alar. productae mm. 8 » pronoti » 7 » femor. antic. » 5,5 » elytror. po 4E » femor, postic. » 132 Latit. elytr. maxima » 10 » laminae subgenit. di i)6 Un d' — Punta di Sabana (Darien). Questa specie ha qualche affinità colla C. punctulata (Br.), ma ne è molto distinta per la fronte, la base delle antenne e le zampe del colore del corpo, non rossiccie, inoltre per la maggior lunghezza delle elitre e dei femori posteriori, per le spine di questi e delle tibie anteriori, nonché per la struttura degli organi sessuali. 8 Gen. Seudderia (Stal) Brunn. S. Paronae n. sp. — d — Tola viridi-flavescens, nitida; statura submodica, graciti. Processus anatis insignis, supra furcato-bilobus, inferius inter cercos în appendicem iînflexam calcariformem pro- ductus. Caput modicum, pallide viridi-flavescens totum, labro albido-fiavo; frons hinc illine nebulis obsoletis, saepe punetiformibus, ornata, fastigio macula ovali rufa perobsoleta notato, cum fastigio verticis non perfecte contiguo. Oculi sat magni, globosi, prominuli, grisei; occiput perparum convexum; fastizium verticis compressum, apice tuberculatum, supra subconcavum, subsulcatum. Antennae sat graciles, basi viridi flavescentes, dein annulis latis fuscis et flavidis ornatae. — Pronotum nitidum, totum ME pe viridi-flavescens; supra planum, sulculo unico medio Y-formi bene im- presso; margine antico recto, margine postico rotundato. Lobi laterales rotundato-inserti, carinulas nullas, neque obsoletas, cum dorso efficientes; inferius et postice limbati; aeque alti ac longi, subtus et anterius per- fecte rotundati, postice oblique subtruncati. — Elytra nitida, perparum lata, tota viridi-flavescentia, apicem femorum posticorum distinete sed perparum superantia, apice rotundata, more solito elytrorum Scudderiae et Ceraiae venosa; venis haud flexuosis, textura tenera, ramo radiali parum ante medium furcato; campus tympanalis elytri sinîstri horizon- taliter optime productus, minute conferteque reticulatus, vena transversa subobliqua plicata bene expressa, margine interno antice oblique trun- cato. — Alae hyalinae, ultra elytra productae, parte producta subtrian- gulari, viridi-flavescente. — Pectus sat compressum; prosternum mu- ticum; mesosternum et metasternum lobis rotundatis parvis instructa, supra coxas nullo modo extensis. — Pedes viridi-flavescentes, obsolete puberuli, sat longi, spinulis nigris vel apice (in pedibus posticis) nigris, Femora antica et intermedia subcylindrica, subtus obsolete sulcata, inermia; femora postica basi parum incrassata, subtus, in margine interno, 3-spinulosa, in margine externo l-spinulosa, spinulis perparvis, apice nigris. Tibiae anticae foramine utrinque aperto et utrinque intus modice nigro-limbato instructae, pone foramina subtus angustatae, supra subsulcatae, in margine externo (postico) 5-spinulosae, spinula prima basali infra foraminis sita; inferius in utroque margine 6-spinulosae. Tibiae intermediae supra subsulcatae, in margine postico 7-spinulosae, subtus in utroque margine circiter 8-spinulosae. Tibiae posticae multi- spinulosae. — Abdomen flavidum; segmentum anale in processum in- signe, cuius pars superior circiter ut in figura 72 a Brunneri (2) est confecta, productus. Apex partis superioris huius processus apicem la- minae subgenitalis incurvae tangit, neque unum alium superat. Haec pars superior, subtriangularis, rufa, praecipue subtus fuscior, apicem versus constricta et deinde in lobos duos sat crassos, obtusos, nitidos, parum (circiter subduplo) longiores quam latiores, furcata; latera huius partis superioris usque ad lobos limbata. Inferius, sub basi con- strictionis subapicalis partis superioris, processus valde est incrassatus, inter cercos descendit sulcatus, subconcavus, et infra cercos appendicem inflexam obliquam, postice directam, compressam, a latere visam fere calcariformem vel spatulaeformem, apice rotundato sed compresso rotu- laeforme medium laminae subgenitalis tangente, emittit. Cercì crassiu- sculi, sat breves, pilosuli, apice incurvo, tuberculato, dilatato et nigro- mucronato; apices mucronati cercorum intus inflexi, partem inferiorem processus analis subconcavam sulcatam, ante emissionem appendicis com- pressae amplectuntur. Lamina subgenitalis longa, basi latior, deinde lateribus subparallelis et carinulato-limbatis, incurva, apice etiam in — 13 — medio carinulata, margine apicali triangulariter parum profunde emar- ginato, ideoque apice utrinque obtuse angulato; styli nulli. Long. corp. mm. 20,5 Long. fem. antic. mm. 5 » pronoti » D » fem. postic. » 23 » elytrorum » 28 » = laminae subgenit. » 4,5 Latit. maxima elytr. > BA Un a — Colon (Darien). Oltre questo o, provenienti da Colon, hannovi pure due larve 9g di cui una abbastanza sviluppata e probabilissimamente corrispondenti alla S. Paro- nae. Anche in questa 9 le antenne sono ornate di lunghe anellature nerastre e gialliccie; il capo è costrutto come nel &; i femori anteriori e medii sono inferiormente inermi, i posteriori portano inferiormente sul margine esterno nella metà apicale 2 piccole spine nere all’apice, e sul margine interno 3 analoghe spine; le tibie sono egualmente fatte e portano egual numero di spine egualmente disposte; sul margine posteriore del ato superiore delle tibie medie le spine sono 6-8; l’ovopositore è me- diocre, ricurvo all’insù. 9 Gen. Hormilia (Stàl) Brunp. H. Bolivari n. sp. — 9 — Fusca, teslaceo conspersa, fusco et te- staceo variegata; pronoto supra teslaceo, maculis duabus posticis et duabus parvis anticis fuscis ornato; segmentis abdominis 2° et 3° supra, macula magna trapezoidea fusco-nigra, nitida, lateribus linea sublili fiava marginata, ornatis. Statura submodica. Caput modicum, fuscum, testaceo haud definite irroratum, occipite in medio et vertice flavo-testaceis, Frons nitida, macula ovali albido-flava in fastigio praedita, et spatio fusciori subquadrato supra epistoma ornata; frons sub oculos utrinque carinula longitudinali sat irregulari et parum conspicua praedita, linea flavo-testacea ab oculo descendente, carinulae extus apposita. Epistoma lateribus incerte flavido-marginatis et punctis nonnullis fuscioribus ornatum; labrum et palpi apice testacei. Oculi parum oblongi, prominuli, grisei. Antennae setaceae, basi testaceae, dein annulis latis testaceis et fuscis ornatae. Occiput parum convexum, in medio testaceum, lateribus fusco-irroratum. Fastigium verticis angustum, testaceum, obsolete sulcatum, cum fastigio frontis subrotundato-contiguum. — Pronotum maxima ex parte supra testaceum, lateribus fuscum, mo- dice nitidam. Dorsum pronoti ante medium distinete rotundato-constric- tum, postice quam antice latius, margine antico recto, postico rotundato sed in medio paullo concaviusculo. Hoc dorsum pronoti, planum, fere subconcavum, est testaceum, carinulis lateralibus eum a lobis distinguen- tibus flavis; haec carinulae, ut supra dixi, arcuatae, concavitate externa, antice divergunt, ante medium pronoti convergunt, deinde rursus di- vergunt. Maculae duae laterales (latera tamen haud tangentes), sat magnae, fusco-nigrae, subtriangulares, fere subcordiformes, ad marginem posticum pronoti conspiciuntur, hunc marginem parte latiori fere tangentes, oblique directae, verticibus anticis convergentibus. Post convergentiam verticium harum macularum (idest in parte postica) pronotum est lon- gitudinaliter inter maculas carinulatum, ante convergentiam longitudi- naliter usque ad quartam partem anticam sulcatum; impressionibus transversis perobsoletis. Maculae duae minores, etiam fuscae, laterales, carinulam lateralem fiavam tangentes, ad marginem anticum pronoti adsunt, inter se valde remotae, irregulariter triangulares. Lobi laterales pronoti rotundato-inserti, saturate fusci et fusco conspersi, vitta longi- tudinali fusciori ornati, superius infra carinulas flavas apposita, anterius a carinula secata, quamobrem macula parva antica superior fusca cari- nulae apposita eflicitur. Margo horum loborum est limbatus, testaceo et fusco minute tessellatus, idest spatiis linearibus alterne fuscìs testaceisque minutis ornatus. Hic margo subtotus rotundatus, parte infera tamen anterius obsolete subobliqua. Sulculus subobliquus anterius vergens in hos lobos conspicitur. — Elytra sat coriacea, abdomen superantia, an- gusta, medio gradatim subattenuata, margine antico (infero) late obso- leteque subconcavo, postico (supero) subsinuato, apicem versus gradatim subampliata, apice obtusa, idest apice inferius (antice) rotundato et supra (postice) oblique truncato. Ramus radialis ante medium furcatus, medio oriens, in marginem posticum elytri exeuns: vena ulnaris parum post ortum rami radialis angulo obtuso marginem posticum versus flexa. Haec elytra fusco et testaceo marmorata, nebulis et punctis fuscis con- spersa, apice valde fusco-nebulosa et fusco punctata, margine antico (infero) a quarta parte basali subtoto punctis fuscis et testaceis fere tes- sellato, disco maculis 2-3 sat parvis et angustis, obliquis, in lineam lon- gitudinalem mediam sitis, a nonnullis punctis etiam fuscis in parte basali elytri praecessis, ornato. Harum macularum posterior inter ramulos rami radialis est sita, oblique eos coniungens et ab eis limitata, altera infle- xionem venae ulnaris cum oritu duorum ramuloram radialium coniungit' et ab his ramis est limitata. — Alae elytris longiores, subinfumatae, venis fuscis, parte producta nigro-fusca, apice fusco et pallido conspersa, inferius fusco et pallido tessellata. — Pectus modice compressum, fuscum, lobis mesosternalibus et metasternalibus extus albido-marginatis; pro- sternum muticum, mesosternum et metasternum rotundatim lobata, lobis supra coxas haud productis. — Pedes sat longi, fusco et testaceo variegati. Femora antica et intermedia apice late fusca, deinde annulo testaceo ab annulo latiori fusco versus basim praecesso, ornata; basi fusco et testaceo conspersa. Femora postica basi modice incrassata, te- stacea, parte basali incrassata supra, extus, intusque late fusca. Tibiae anticae ed intermediae testaceae, annulis tribus sat latis sed dilutis fuscis, basali, medio, apicalique ornatae; tibiae posticae femoribus longiores, n È testaceae, valle incerte obsoleteque basi dilute fusco biannulatae. Tarsi omnes fusci. Lobi geniculares femorum omnium utrinque in spinam acutam producti; apex femorum anticorum et intermediorum supra obsolete compressiusculus, parum acuminatus; apex femorum posticorum rotundato-obtusus. Femora antica et intermedia subtus sulcata, in mar- gine antico 2-4 spinulosa, spinulis plerumque nigris. Femora postica subtus in utroque margine a lineolis brevibus nonnullis longitudinalibus fuscis, primo intuitu spinulas simulantibus, late incerteque tessellata, spinulis tamen duabus nigris, parvis, in utroque margine, ad medium sitis, armata. Tibiae anticae foraminibus sat fuscis, in utroque latere apertis, praeditae; pone foramina parum gradatim angustatae, supra sulcatae, in margine antico 1-2 spinulosae, in margine postico 4-5 spi- nulosae, spina prima basali infra foramina sita; subtus, in utroque mar- gine circiter 8 spinulosae, spinulis nigris. Tibiae intermediae supra sul- catae, in margine antico 4-spinulosae, in margine postico circiter 7-spinulosae: subtus in utroque margine circiter 10-spinulosae; tibiae posticae plurispinulosae. — Abdomen crassiusculum et sat elongatum, fusco-castaneum, fusco conspersum, dorso pallidiori sed segmentis 2° et 3° dorsalibus macula latissima fusco-nigra, velutina, trapezoidali, basi majori postice sita, ornati. Haec duae maculae unicam formant quia secunda primam continuat, latum apicale tamen primae, quia basis major trapezii est sensim latius quam latum basale secundae cum eo contiguum. Latera externa harum macularum optime delimitataruma linea flava pulcherrime sunt marginata. Segmenta dorsalia quartum et sextum ma- culas duas fusco-nigras laterales, basi nebulosas et haud inter se con- ticuas, praebent. Sexmenta dorsalia abdominis haud compressa, lateribus omnia subcarinulata, in medio marginis postici omnia (primo et duobus ultimis exceptis) spina nigra acuta armata. Venter unicolor. Segmentum anale truncatum. Lamina supraanalis parva, horizontalis, rotundato- acuminata, subsulcata, subtus crassior. Cerci sat longi, conici. Ovipositor brevis, valde compressus, subito incurvus, minute longitudinaliter punc- tato-rugulosus; apice valvarum superarum acuto, fere spiniformi, mar- ginibus apice minutissime serrulatis. Lamina subgenitalis triangularis, acuminata. Long. corporis mm. 22 Long. partis alarum prod. mm. 4,5 » pronoti DE: — » femor. antic. » 6,9 » elytror. Bere z0 75) » —femor. postic. » 21,5 Latit. elytr. medio fi 1638 » ovipositoris ©’ d.15 Una 9 — Colon (Darien). PSEUDOFILLIDI. 1 Gen. Pristes Redt. in Brunn. P. tuberosus (Stal) Br. Pristes tuberosus Bruun. (4), p. 135, fig. 60. Una 9 — Foreste presso il rio Cianati. Numerosi esemplari d' e 9 — Foreste della laguna della Pita. (*) ‘Questi individui sono alquanto più grandi di queili descritti da Brunner, misurando le 9 fino a 56 mm. di lunghezza. Le loro parti stermali poî sono di color castagno, non nerissime, come viene indicato da Brunner. 2 Gen. Brachyauchenus Brunn. Br. Festae n. sp. — & — Totus dense sed breviter minuteque pilosus; ferrugineo-testaceus, pronoto postice macutis duabus magnis eburneis ornato; stalura minore. Caput modicum, a pronoto sat bene detectum, pilosulum, ferrugineo- castaneum, fronte nitida, castaneo-ferruginea, mandibulis concoloribus, labro flavo. Fastigium verticis triangulare, supra concaviusculum ; ar- ticulus basalis antennarum robustus, spina apicali interna armatus. Oculi globosi, valde prominuli. Supra utrunque oculum fascia lata, leviter obliqua, a basi antennae usque ad pronotum perducta, parum fuscior, subtiliter nigro-marginata, conspicitur; haec duae fasciae antice con- vergunt. —gPronotum sat amplum, parum subsellaeforme, totum dense et ininute granulosum, granulis tamen haud acutis, sat dense insuper pilosum. Margines omnes pronoti sat manifeste limbati, atque (postico excepto) granulati; in medio marginis antici tuberculum acutiusculum sed perparvum adest. Sulci duo transversi adsunt, quorum primus perparum impressus, et posticus, paullo ante medium pronoti situs, magis impressus, in lobos laterales parum oblique descendit. Sulculus etiam longitudinalis minutus, a tuberculo medii marginis antici usque ad medium sulci transversi secundi perductus et postea evanescens, adest. Lobi laterales trapezoidales, margine infero fere recto, angulo antico subrecto sed apice rotundato, angulo postico obtuso, apice valde rotun- dato, sesquilongiores quam altiores. Metazona pronoti parum elevata, carinis duabus lateralibus optime expressis eam a parte postica loborum deflexorum distinguentibus; haec metazona magis granulato-rugosa, margine postico limbato, laevi, rotundato-truncato, atque in medio (ab antice viso) sensim levissime concaviusculo. In hac. metazona supra, postice, maculae duae magnae pulcherrime eburneae, laterales, subovales, marginem posticum et dimidiam partem internam apicalem carinarum (*) Uno di questi 9° presenta una notevolissima anomalia che verrà da me descritta in un prossimo lavoro. n) a lateralium tangentes, conspiciuntur. — Elytra abdomen aequantia, sat coriacea; pilosula, opaca, venis parum expressis, sed circiter ut in figura 73 Brunneri (4) venosa, apice rotundato-subacuminata. Campus tyvmpanalis elytri sinistri brunneus, opacus, sat productus. — Alae in- fumatae. — Pectus modice latum; prosternum bispinosum; metasternum postice angustatum, foveolis inter se et a margine laterali aeque remotis, sulco transverso subrecto coniunctis. — Pedes breviusculi, dense villosi. Femora breviuscula, compressa; femora postica fortiora, basi optime dilatata. Lobi geniculares femorum, excepto lobo antico (interno) fe- morum intermediorum, utrinque spina modica et modice acuminata, triangulari, praediti. Femora antica subtus in margine interno (antico) 3-spinulosa; intermedia etiam in margine antico (externo) 3-spinulosa; postica in eodem margine 6-spinulosa. Tibiae anticae superne planae, inermes, conchis sat hiantibus: tibiae intermediae compressae, superne muticae; tibiae posticae superne in utroque margine spinulosae, spinulis tamen marginis interni valde robustioribus. — Abdomen modicum. Cerci breviusculi, ceylindrici, pilosi, apice mucronato-incurvi. Lamina supra- analis parva. Lamina subgenitalis sat elongata, haud navicularis, parum angustata, apice concava, stylis modicis haud clavatis instructa. Long. corporis mm. 21,5 Long. femor. antic. mm. 5,8 » pronoti mp0, » femor. postic. » ll » elytrorum » 14,5 Un d — Darien. Coll’introduzione di questa specie, la diagnosi del genere Brachyau- chenus dovrà esser alquanto modificata, in ciò che riguarda il prono- tum, i femori posteriori e l’apparato genitale del &. 3 Gen. Gongrocnemis Redt. in Brunn. G. Danielis n. sp. — © — Parum puderula;testacea, parum fusco- variegata, pronoto superne flavo sed lobis deflexis testaceo-castaneîs; statura modica. Caput submodicum; fronte grisea, sensim depresso-concava, episto- mate flavido, fastigio verticis basi utrinque subtuberculato. Antennae subannulatae, articulo basali robusto, haud tamen in spinam producto. — Pronotum granulato-rugosum, sulcis duobus transversis optime im- pressis, sulco postico parum pone medium sito atque a sulculo longitu- dinali perbrevi in medio cruciatim secato; margo anticus rotundatus, supra occipitem sensim productus atque parvo tuberculo convexo in medio praeditus; margo posticus subtruncatus, limbatus ; tuberculi parum fortiores duo in lateribus mesozonae et duo in lateribus metazonae, supra deflexionem loborum lateralium conspiciuntur. Lobi laterales haud perfecte perpendiculariter descendunt; hi lobi distinete longiores quam altiores, angulis rotundatis, margine infero late limbato et in medio subtuberculato. Color partis superioris pronoti laete flavus; color loborum RS VT deflexorum testaceo-castaneus; colores hi duo inter se optime distincti. — Elytra testacea, perparum nitida, venis concoloribus, areolis parvis nigro-fuscis venulis transversis hinc illine appositis. — Alae dense infu- matae, venis flavidis, haud pallide circumdatis. — Pectus sat latum; prosternum bispinosum; foveolae metasternales inter se aeque remotae quam a margine laterali, sulco subcurvato coniunctae. — Pedes robusti, sat dense pubescentes. Femora antica fere non compressa, subtus in margine antico, 4-spinosa; femora intermedia compressiuscula, subtus spinis 4 praedita; femora postica basi valde incrassata, spinis nigris 9, necnon spinulis 3 etiam nigris post spinas in parte basali sitis, subtus armata. Lobi geniculares, excepto lobo interno femorum intermediorum, obtusi; sub geniculo femorum posticorum tamen utrinque spina obtusa nigra adpressa, subcurvata, adest. Tibiae anticae femoribus aequilongae, supra planae, conchis sat hiantibus, et infra conchas haud productae, subtus, in utroque margine spinulis 6 praeditae ; tibiae intermediae supra, in margine postico, bispinulosae, subtus in utroque margine 6-spinu- losae ; tibiae posticae supra in utroque margine 12-spinosae, spinis mar- ginis interni parum fortioribus. Basis coxarum extus superne nigrescens. — Abdomen sat elongatum. Cerci pilosi, conici, paullo incurvi. Lamina subgenitalis parva, triangularis, apice parum incisa. Ovipositor testaceus, rectus, acute acuminatus, apice parum fuscior, marginibus minute ser- rulatis. Long. corpor. mm. 35 Long. femor. antic. mm. 13,5 >» pronoti ’ 9,8 » femor. postic. » 28 » elytrorum » 40 » ovipositoris » 22 Una 9 — Foreste presso la laguna della Pita (Darien). Questa specie è dedicata al D.r Daniele Rosa. Coll’introduzione della G. Daniezis, la diagnosi del genere Gongro- cnemis dovrà esser alquanto modificata. — Per la fronte depressa, per le spine subgeniculari dei femori posteriori, e per qualche altro carat- tere, questa specie potrebbe anche collocarsi nel genere Lichenochrus (Karsch) Brunn., ma mi sembra preferibilmente situabile nel genere Gongrocnemis per le fossette metasternali più ravvicinate. 4 Gen. Ischnomela (Stal) Brunn. I. gracilis Stal. Ischnomela gracilis Stàl (10), p. 93 — Brunn. (4), p. 218, f. 94. Una 9 — Tintin (Darien). Questa 9 è notevolmente grande, rispetto a quella le cui dimensioni vennero date da Brunner. Essa infatti presenta: Corpo mm. 44 Femori posteriori mm. 37 Pronotum » 7,5 Ovopositore 10 17 Elitre » 514 Aggiungasi che la diagnosi generica data da Brunner non è esatta in alcune parti, così i femori posteriori sono « în ulroque margine apicem versus spinis nonnullis armata » come appunto indicava Stil, e non soltanto sul margine esterno; le tibie medie poi sono superiormente solcate come le anteriori. Nell’unica 9 raccolta dal D.r Festa i femori posteriori portano inferiormente 4-6 spine sul margine interno e 6-7 sul margine esterno; il femore anteriore destro ha una piccola spina infe- riormente sul margine esterno, verso l’apice. 5 Gen. Bliastes (Stil) Brunn. B. Camerani n. sp. — o, 9 — Rodustus, pedibus elongatis; fusco- testaceus, niîgro-fusco variegalus, geniculis pallidioribus, conchisque utrinque testaceîs; breviter pubescens; statura maiore. Caput modicum, puberulum, maxima ex parte nigro-fuscum; occiput nigro-fuscum ; fastigium verticis sulcatum, basi utrinque tuberculatum. Antennae fusco-brunneae, longissimae, sat robustae, articulo basali brunneo-testaceo in angulum obtusiusculum supra intus producto; oculi globosi, valde prominuli et sat magni, grisei. Frons depressiuscula, te- nuissime obsoleteque transverse punctato-rugosula, atra; utrinque infra insertionem antennarum vitta flavo-fulva longitudinali ornata, et ante has vittas utrinque inferius carinula tuberculiformi longitudinali prae- dita; post vittas flavas utrinque vitta atra longitudinalis adest, ab oculo descendens usque ad palpum, et post has vittas atras genae sunt flavo- fulvae. Fastigium frontis macula parva ovali albida ornatum; epistoma albidum; labrum et mandibulae atra; palpi maxima ex parte testaceo- castanei, articulis singulis apice flavis. — Pronotum obsolete subsel- laeforme, dense puberulum, totum dense et sat acute granulosum, mar- ginibus omnibus limbatis. Color pronoti fusco-castaneus, marginibus ipsis nigris. Margo anticus late rotundatus, in medio tuberculo quam alios fortiore praeditus; sulci duo transversi adsunt, quorum anticus modice, posticus valde impressus; sulcus posticus, valde pone medium situs, in lobos laterales oblique descendit. Metazona pronoti parum elevata, mar- gine postico rotundato-truncato, in medio levissime concavo. Lobi late- rales perpendiculares, parum longiores quam altiores, subrectanguli, angulis tamen rotundatis, margine infero subrecto, anterius tamen, ubi sulcus posticus dorsi descendens terminat, sensim convexo-curvato et inferius paullo producto, quamobrem lobi deflexi antice aliquantulo al- tiores quam postice videntur. — Elytra abdomen distinete superantia, parum lata, marginibus subrectis, subparallelis; apice rotundata; obscure testacea, venis flavido-testaceis, areolis ad venulas minutissimas et con- fertissimas appositis fuscis, necnon areolis maioribus etiam fuscis ad extremitates venarum transversalium appositis. Margo superus (idest posticus) elytrorum fuscior, venulis fuscis, et serie macularum flavarum irregularium circiter 14 parum delimitatarum, a spatiis nigris inter se separatarum, ornatus, fere tessellatus. Haec elytra circiter ut in figura 84 Brunneri (4) venosa, ramo radiali parum ante tertiam partem api- Mes e calem excurrente. Tvmpanum elytri dextri in &' hvalinum, productum; tympanum elytri sinistri minus evolutum, sat productum, infumatum, cercine rugoso, fusco. Campus tympanalis 9 in utroque elytro sat pro- ductus et ut caetera pars elytrorum venulosus et coloratus. — Alae amplae, infumatae, venis maioribus flavidis. — Pectus modice latum; prosternum bispinosum; mesosternum et metasternum haud lobata; foveolae metasternales in foveam unicam latiusculam coniunctae. — Pedes longi, puberuli, robusti, obscure testacei spinis nigris, geniculis ‘ pallidioribus. Coxae omnes (praecipue intermediae et posticae) subtus apice tuberculatae; coxae anticae supra spina valida armatae. Femora omnia supra teretia; lobi geniculares obtusi, mutici, excepto lobo antico (idest interno) femorum anticorum et postico intermediorum spina di- stinctissima praeditis. Femora antica subtus 4-5 spinosa, intermedia etiam 4-5 spinosa; femora postica basi bene incrassata, subtus 7-9 spi- nosa. Apex femorum, praecipue posticorum, pallidior, flavidus. Tibiae quam femora, praecipue basi, fusciores, et femoribus subaequilongae. Tibiae anticae pronoto sesqui distinctissime longiores, supra planae et muticae, subtus in utroque margine spinulis 6-7 praeditae. Conchae sat hiantes, lateribus distincte et pulchre testaceae. Tibiae intermediae supra subsulcatae, muticae, dimidia parte basali quam dimidiam apicalem di- stinete fusciori, subtus in utroque margine spinis 6-7 praeditae. Tibiae posticae prismaticae, multispinosae. Spinae omnes femorum tibiarumque nigrae, colore nigro basi interdum dilatato. Tarsi robusti, inferius ut in Priste callosi. — Abdomen robustum, castaneum, segmento ventrali septimo utrinque tuberculo modico praedito. Lamina supraanalis 9 ro- tundata, supra concaviuscula; subtus, basi robustior, altior; sub lamina tuberculi duo magni adsunt. Cerci 9 conici, perparum curvati, pilosi. Ovipositor subrectus, parum latus et parum robustus, modice elongatus; testaceus, apicem versus fuscior, basi niger, marginibus haud serrulatis. Lamina subgenitalis 9 triangularis, sat ampla, apice obtusa, minimeque ibi concavo-emarginata. Lamina supraanalis 0° etiam rotundata, apicem versus carinula arcuata transversa praedita. Cerci o robusti, subeylin- drici, pilosi, apice incurvi. Lamina subgenitalis d elongata, apice satis attenuata, ibique sat profunde incisa; stylis modicis, crassiusculis, pilosis, instructa. t Q Tea ©, Long. corpor. mm. 47-58. 52 Long. femor. antic. mm. 15-16 16 >» pronoti » 9,5-10,5 10 >» femor. postic. > 34 34 » elytror. » 54-56 57 >» ovipositoris » ita Due &, una 9 ed una larva 9 — Foreste presso il rio Cianati (Darien). Coll’introduzione di questa specie, la diagnosi del genere B/iastes dovrà alquanto esser modificata per ciò che riguarda le tibie anteriori, i lobi geniculari ed il pronotum. Pei caratteri delle tibie anteriori questa Pseudofillide avrebbe potuto collocarsi nel genere Cecentromenus Br., ma ho creduto più opportuno pat ip ascriverla al genere 2/iastes per le maggiori affinità che essa presenta colle specie già note di questo genere, essendo invece molto diversa dall’unico Cecentromenus noto. 6 Gen. Cocconotus (Stàl) Brunn. C. De Geeri (Stàil). Meroncidium De Geeri Stàl (9), p. 322 — Cocconotus De Geeri Stàl (10), p. 89 — Brunn. (4), p. 206. | Numerosi individuì o e 9 — Foreste presso il rio Cianati; foreste presso la laguna della Pita; punta di Sabana (Darien). Gli esemplari raccolti dal D.r Festa per alcuni caratteri non corri- spondono con precisione alla specie di Stàl, il che dipende in parte dalla variabilità della specie stessa. Così, ben raramente, e solo nei più pallidi, esistono distinte Je 5 fascie nere longitudinali sulla fronte, essendo invece generalmente le 3 me- diane fuse insieme, per il che la faccia appare nera, essendovi poi due fascie nere che discendono dagli occhi venendo fino alla base dei palpi. In tal modo la faccia del maggior numero di questi esemplari ricorda ottimamente quella del B/iastes Camerani da me qui descritto. L’epistoma è in gran parte giallo, negli individui meno intensamente coloriti, ed il labbro è in massima parte nero. — Anche la colorazione nera dell’occipite e della parte dorsale del pronotum è notevolmente va- riabile, poichè in alcuni individui è pochissimo marcata o quasi limitata alla parte anteriore del pronotum. — I lobi laterali di questo sono poi sempre dotati di un sottile margine nero anteriore e posteriore. — Le elitre non sono « basin versus obscuriora », ma uniformemente gial- lastre, minutissimamente e fittissimamente variegate di bruno, essendo di color giallo o giallastro tutta l’intricata e fitta rete delle venature, ed essendo invece brune tutte le piccole e numerosissime areole che rimangono fra le anastomosi di quelle. Le elitre poi variano di lun- ghezza, potendo arrivare solo fino all’apice dell'addome, o potendo ol- trepassare notevolmente questo. — I femori anteriori e medii portano inferiormente 3-5 spine nere; i posteriori 6-8. — Le parti genitali & e 9 sono quali vennero descritte da Stàl e da Brunner; l’ovopositore però non è sempre marginato di nero. Deve poi essere corretto un errore nella diagnosi del genere Cocco- notus che leggesi in Brunner [(4), p. 199], là ove si dice « lamina subgenitalis 7 haud attenuata », inquantochè quella del C. De Geeri, come del resto si trova anche nella descrizione stessa di Brunner (p. 206), è « valde attenuata ». Le dimensioni degli individui raccolti dal D.r Festa sono: d o, CI) 9 Corpo mm. 34-43 30-40 Femori anteriori mm. 10-11 9,5 Pronotum » 8-8,5 7-7, Femori poster. » 23 20-24 Elitre » 35-40 38 Ovopositore » — 16-18 din N a C. Pollonerae n. sp. — o — Saturale testaceo-ferrugineus, occipite pronolique dorso atris, elytris longis, valde fusco-conspersîs, pedum spinis concotloribus; statura modica. Caput subglobosum, saturate testaceum; occipite atro parum nitido ; fastigium verticis ut occiput atrum, sulcatum, sat acuminatum. Antennae ferrugineo-brunneae, articulis 2 basalibus anterius maxima ex parte nigro-fuscis; fastigium frontis sicut basis antennarum nigro-fuscum. Frons et geneae unicolores, testaceo-ferrugineae; fronte hinc illinc ca- staneo dilute notata, fere infumata, et anterius utrinque macula sat discreta et sat magna, subrotunda, subtus uniuscuiusque antennae in- sertionem, flavida, ornata. Epistoma flavum, punctis duobus minimis lateralibus notatum, et ad limitem superum (idest ad contactum cum fronte) lateribus distincte transverse linea parva nigra praeditis. Labrum fuscum, apice testaceum, basi flavidum; mandibulae et palpi ferrugineo- testacei, illae apice anterius obscuriores, hi singulis articulis apice flavis. — Pronotum sat constrictum, sat dense, sed modice argute, gra- nulosum; supra aterrimum, haud nitidum: lobis deflexis, testaceo fer- rugineis sed marginibus antico et postico atris. Pronoti dorsum magis granuloso-rugosum quam lobos laterales; margine antico parum rotun- dato et tuberculo medio parvo sed acuto praedito ; sulcis duobus distincte impressis, quorum postico sensim post medium sito: margine postico ro- tundato, sed in medio distincte, quamvis paullo, concavo-emarginato, limbato. Lobi deflexi parum longiores quam altiores, subrectangulares, angulis tamen rotundatis, praecipue angulo antico valde rotundato, marginibus limbatis, superficie parum rugosa, subnitidi, anterius paullo quam postice altiores. — Elytra longa, apicem ovipositoris superantia, sat angusta, primo intuitu testacea, valde creberrimeque fusco-conspersa, parte basali dorsuali horizontali interna (idest campo tympanali) tota fusca. Creberrima reticulatio enim elytrorum venulis flavis constat, exceptis venis radialibus ferrugineis, ulnaribusque testaceis, exceptisque venulis campi tympanalis totis ut areolis fuscis. Areolae omnes inter venulas sunt fuscae, et insuper ad basim majorum venarum transversa- lium adsunt areolae fuscae maiores, quamobrem elytra videntur testacea minute creberrimeque fusco-conspersa, atque maculis hinc illine irre- gularibus, sat parvis, fuscis, insuper notata, venis transversis appositis. — Alae infumatae, venis flavidis, Pectus sat compressum, prosterno breviter bispinoso, mesosterno fovea unica praedito. — Pedes elongati, puberuli, ferrugineo-testacei, spinis concoloribus; tibiis femoribusque apicem versus saturatioribus. Femora antica subtus 2-3 spinulosa. Tibiae anticae supra planae, inermes, totae (hoc etiam de aliis tibiis notandum) saturate ferrugineae, unicolores; conchis concoloribus parum hiantibus; subtus in utroque margine '7-spinulosae. Femora intermedia compressa, subtus 3-spinulosa. Tibiae intermediae supra subsulcatae, inermes, subtus in utroque margine 6-7 spinulosae. Femora postica basi incrassata, subtus, apicem versus, 5-6 spinulosa: — Abdomen obscure testaceuti, dorso infuscato, Lamina supraanalis sat parva, obtuse rotundata, con- caviuscula ; cerci conici, pilosuli. Ovipositor robustus, latiusculus, valde compressus, margine supero fere recto, a tertia parte basali minute serrulato, nitens, testaceus, basi subfuscus, in dimidia parte apicali late saturateque ferrugineo-marginatus, apice acuto. Lamina subgenitalis compressiuscula, sat parva, subtriangularis, apice tamen obtuse rotun- data et apice ipso leviter emarginato. Long. corpor. mm. 36 Long. fem. postic. mm. 28 >» pronoti GENE; » OVipositoris I) » elytrorum » 47,5 Latitudo maxima ovipos. » 3,9 » femor. antic. mec 13 Una 9g — Foreste lungo la laguna della Pita (Darien). Questa specie presenta probabilmente qualche affinità col C. nîgrescens Br. e col C. aelhiops Br. 7 Gen. Leptotettix (Stàl) Brunn. L. Gigliotosi n. sp. — , 9 — Testlaceo-virescens, pronoto 3 supra ample et valde dislincte triangulariter flavo, abdomine în utroque sexu margiînibus posticis segmentorum sat late (praecipue superne) transverse nigro-fasciatis, cercis 3 longîs; statura modica. Corpus agile, pedibus sensim elongatis; primo intuitu glabrum, at- tamen hinc illine breviter obsoleteque pubescens. — Caput modicum, sat parvum, paullo verticaliter elongatum, pallide flavescens; fronte parum convexa, fastigio (praecipue et distinctius in 4) macula eburnea ovali notato. Labrum, palpi, mandibulae (apice tamen subinfuscatae) cum fronte concolores, Oculi globosi, prominuli, grisei, transverse subo- blique fusco-fasciati, colore fusco lineolam transversam pallidam inclu- dente. Fastigium verticis breve, sulcatum, basi utrinque tuberculatum. Antennae longissimae, graciles, basi fere contiguae, articulo basali mu- tico, annulis inter se distantibus pallidis ornatae. — Color pronoti in 9 uniformiter pallide testaceus totus; pronotum d' maxima ex parte satu- rate testaceum, sed supra pulcherrime flavum, idest fascia lata trian- gulari flava ornatum, vertice antico a medio marginis antici oriente, basi postica marginem posticum tangente sed totum hunec marginem non occupante, quamvis vero subtotum fere usque ad insertionem lo- borum deflexorum invadat, Haec fascia flava, cuius forma est trianguli isoscelis elongati vertice valde acutangulo praediti, optime est distincta et delimitata, quia color saturate testaceus laterum pronoti in eam non transit, sed etiam rectilineo ad latera fasciae saturatior videtur. Pro- notum in utroque sexu rugulosum totum, minute granulosum etiam in lobis deflexis; margine antico rotundato, in medio tuberculo minimo, tamen sat distincto praedito, margine postico rotundato-truncato. Sulci duo sat impressi, quorum posticus in medio pronoti situs et in o a sul- culo longitudinali perbrevi cruciatim et secatus. Lobi laterales longiores = quam altiores, fere rectangulares, limbati, margine infero recto, angulis rotundatis. — Elytra paruùm coriacea, abdomen in utroque sexu parum superantia, marginibus subparallelis, circiter ut in figura 98 Brunneri (4) confecta et venosa, apice sat rotundata. Haec elytra testaceo-viridia, margine supero (postico) praecipue in o flavo-limbato, idest linea flava marginali post tympanum oriente ornato; haec linea tamen, a supero tantum conspicua, a colore testaceo obscuriore lateris hine illinc, prae- cipue in 9 est subinterrupta, fere tessellata. Tympanum in utroque elytro c' sat productum; in elytro dextro maior, magisque productum, hyali- num; in sinistro paullo minor, optime infumatum. — Alae infumatae. — Pectus sat angustum; prosternum primo intuitu muticum, tamen tu- berculis duobus parvis triangularibus sat acutis praeditum ; metasternum fovea unica parva subovali ornatum. — Pedes sat longi, puberuli. Coxae anticae spina armatae. Femora supra teretia, lobis genicularibus, excepto lobo interno (postico) femorum intermediorum, muticis; apex loborum saepe utrinque albido-flavum. Femora antica et intermedia subtus 3-5 spinosa, spinis basi apiceque nigris; femora postica, basi incrassata, subtus 6-8 spinosa, spinis maxima ex parte nigris. Tibiae compressae, longitudinem femorum parum superantes. Tibiae anticae supra pla- niusculae, muticae, conchis sat hiantibus et concharum lateribus plus minusve distincte ovato eburneis; tibiae intermediae supra subsulcatae et ut anticae utrinque muticae. Tibiae anticae et intermediae subtus, in utroque margine 6-spinulosae. Tibiae posticae multispinulosae. — Abdomen testaceo-virescens, nitidum, segmentis omnibus margine postico sat late (praecipue superne) transverse nigro-fasciato, fasciis in medio latioribus et ad latera angustioribus, evanescentibus. Segmentum anale supra totum nigrum, in d' parum pubescens et parum concavo-impressum. Lamina supraanalis o inflexa, sat nitida, nigra, rotundata, pubescens, basi altior, supra leviter concavo-depressa. Cercì & testacei, valde longi, latitudine subquintuplo longiores, pubescentes, subcylindrici, apicem versus tamen subattenuati sed apice ipso dilatato subclavato, clava com- pressa lateribus punctato-subconcava et spinulis duabus apicalibus nigris armata, quarum supera maiore, inflexa. Lamina subgenitalis & elongata, ut venter testacea, apice tamen brunnescens, ibique minute et sat crebre transverse rugulosa, lateribus tantum carinata, stylis brevibus pubescen- tibus instructa; longitudo stylorum tertiae partis laminae longitudinem parum superat. Segmentum anale 9 etiam nigrum, sed giabrum, impres- sione apicali parva tantum praeditum. Lamina supraanalis 9 nigra, nitida, inflexa, subrotundata. Cerci 9 elongato-conici, flavicantes. Ovi- positor sat brevis et sat robustus, rectus, basi testaceus, apice saepe fusco-niger, acuminatus, margine supero apice serrulato et basi subsi- nuato, margine infero basi subconcavo, deinde subconvexo. Lamina subgenitalis g parva, subtriangularis, sat emarginata, lobis rotundatis. FuPi:19 Sul n@ Long. corpor. mm. 37 35-37 Long. femor. antic. mm. 11,5 12,5-13 » pronoti » 7 6,5-7 » femor. postic. » 24,5 25-27 >» elytror. » 38. 40-41,5 » OVipositoris » — 15,5 Un d' ed una g — Punta di Sabana (Darien). — Una 9 — Foreste del rio Lara (Darien). — Una 9 — Foreste del rio Cianati (Darien). Coll’introduzione di questa specie la diagnosi del genere Leploteltix dovrà essere alquanto modificata per ciò che riguarda i cerci del &' e le tibie medie. CONOCEFALIDI. 1] Gen. Copiophora (Serv.) Redt. C. brevirostris Stàl. Copiophora brevirostris Stal (10), p, 105 — Redt. (6), p. 344. tab. 3, f. 5. Un d' ed una 9 — Foreste del rio Cianati (Darien). — Due g — Tintin (Darien). — Una 9 — Foreste della laguna della Pita (Darien). Stàl e Redtenbacher non descrissero che delle 9 e la descrizione che danno di queste non è propriamente completa, essendo le dimensioni del corpo e principalmente dell’uvopositore assai più variabili di quanto venga scritto da quegli autori. Dallo studio degli individui raccolti dal D.r Festa mi risultano degni di esser menzionati i seguenti caratteri : Le antenne sono in massima parte di un verde-giallognolo pallido, ma verso l’apice divengono brune, ornate di rare anellature gialliccie ben distinte. La grande macchia bruna frontale può estendersi o non esten - dersi all’epistoma. — Il pronotum è ornato nel 3 ed in alcune 9 di due fascie longitudinali superiori brune nella parte posteriore del dorso, di- vergenti posteriormente, ove giungono fino al margine posteriore, con- vergenti invece verso il mezzo del pronotum ove svaniscono mentre sembrano poi continuarsi anteriormente con due altre piccole fascie brune sfumate, lievemente divergenti e che giungono divergendo fin quasi all'orlo anteriore. Le fascie posteriori stanno sulle linee d’inflessione dei lobi laterali. — Le tibie medie portano superiormente 3 spine; l’ultimo articolo dei tarsi non è nero, ma ha soltanto la base delle lamelle late- rali spesso indistintamente bruna, oppure di questo colore il peduncolo mediano sostenente gli uncini. — Le elitre sono ornate, spesso in modo affatto indistinto, di 2-3 serie longitudinali di punti brunicci, poco nu- ‘merosi e mediocremente marcati, situati nella metà interna o superiore, ossia al disopra delle vene radiali. Il campo timpanale destro del o è quasi liscio, limpido, quello dell’elitra sinistra è ornato di vene irrego- lari, intricate, e di una vena plicata trasversale ben. marcata, ante- riormente bruna e fornita pure posteriormente di una piccola tinta bruna. — L’ovopositore è spesso lunghissimo, assai più di quanto sia Meri i indicato da Redtenbacher. Il segmento anale del e ha il margine poste» riore concavo, coi lati pure leggermente concavi e due piccole promi- nenze angolari fra la concavità mediana e le due laterali. La lamina sopraanale è obliquamente inflessa all’indietro, solcata al mezzo. I cerci sono robusti, più brevi della lamina sottogenitale, alquanto sinuosi, ottusi all'apice, muniti di un dente interno pure ottuso nella terza parte apicale, concavi internamente dopo questo fino alla base. La lamina sottogenitale è abbastanza larga e lunga, incisa mediocremente all'apice ad angolo quasi retto, piuttosto arrotondato al vertice, e fornita di stili molto brevi. ci g ci È Lungh. del corpo mm. 40 45-48 Lungh. dei femori » » pronotum >» 9,9 9,5-10 posteriori mm. 21 21-26 » delle elitre » 54 50-59 Lungh.ovopositore» — 64-85,5-95,5 2 Gen. Conocephalus ‘Thunb.) Redt. C. guttatus (Serv.) Redt. Conocephalus guttatus Redt. (6), p. 392, tab. 3, fig. 33. Due o e quattro ? — Punta di Sabana (Darien). — Un & e una 9 — Colon (Darien). — Un d' — Foreste del rio Lara (Darien). Uno dei &' di Punta di Sabana, per la lunghezza un po’ maggiore del « fastigium verticis », potrebbe riferirsi alla varietà C. niîgropunctatus Redt. (6), p. 391, tab. III, f. 32. Il d' di Colon è distintissimo pel colore testaceo-ferrugineo scuro; ha le elitre ornate di due serie longitudinali poco spiccate di punti nericci, 3 punti gialli distintissimi sull'orlo po- steriore del pronotum e 3 minori sull’ anteriore, porta visibilissima la linea gialla che discende obliquamente dagli occhi ed ha il « fastigium verticis » nero-bruno inferiormente, ferrugineo superiormente, con una linea apicale curva giallognola che divide queste due colorazioni. La sommità della fronte, che è tutta oscura, è ornata in questo d' di un ocello ovale giallo, molto appariscente. C. muticus Redt. Conocephalus muticus Redt. (6), p. 393. Tre # e tre 9 — Punta di Sabana (Darien). La fascia nera inferiore del « fastigium verticis » si mostra in questa specie alquanto variabile, potendo esser ridotta ad una semplice linea trasversale o potendo occupare tutto il lato inferiore di questo « fasti- gium ». In una g infatti fra quelle raccolte dal D.r Festa, tale lato inferiore è tutto nero. C. mexicanus (Sauss.) Redt. Conocephalus mexicanus Redt. (6), p. 395. Un &' ed una 9 = Punta di Sabana (Darien). C. frater Redt. Conocephalus frater Redt. (6), p. 399. Un d' e due $ — Punta di Sabana (Darien). Nel o anche i femori posteriori sono inferiormente bruni. În tutti eli individui il pronotum presenta le due fascie laterali brune sul lato esterno delle linee d’inflessione dei lobi, e queste sono continuate alquanto sopra le vene radiali delle elitre; inoltre il pronotum ha il primo solco trasversale anteriore tinto di bruno, due linee sfumate longitudinali mediane bruniccie, fra le quali e ai lati delle quali si trova una linea giallastra; altre due linee o fascie più sfumate, bruniccie, si possono vedere nel &, fra queste e le linee d’inflessione dei lobi laterali che superiormente sono pallide. Negli stessi lobi laterali si continua la linea gialliccia obliquamente discendente dagli occhi, e che in questi lobi di- viene orizzontale. Le elitre sono nel d notevolmente variegate di bruno ; esse hanno un sottile ma distinto margine esterno anteriore bruno; le ali invece hanno un margine esterno giallo verso l’apice. C. surinamensis Redt. Conocephalus surinamensis Redt. (6), p. 423. Un o — Colon; due 9 — Punta di Sabana (Darien). Questi individui sono notevolmente grandi; essi presentano 1-2 spine ai femori anteriori; 2-4 spine ai femori medii ; 7-8 spine sul Jato esterno inferiore dei femori posteriori. Le loro dimensioni sono le seguenti : i (el Q oa Q Corpo mm. 31 32 Femori posteriori mm. 21 24-24,5 Pronotum » 8,2 8 Ovopositore » — 21,5-23 Elitre » 38 45,5-46,5 3 Gen. Bucrates (Burm.) Redt. B. capitatus (De Geer). Locusta capitata De Geer (5), p. 455. tab. 40, fig. 1 — Bucrates capiîtatus Burm. (1), p. 709 — Redt. (6), p. 429, tab. 3, fig. 48. Un a — Tintin (Darien). — Un d — Punta di Sabana (Darien). De Geer, Burmeister, Redtenbacher, non descrissero che delle 9; credo quindi utile il dare qualche notizia sui è da me esaminati. Essi sono di color testaceo scuro, ornati di due fascie longitudinali laterali nere sul pronotum, sopra le linee d’inflessione dei lobi laterali, continuate sulle elitre marginando di nero il campo timpanale, ossia la parte orizzontale basale superiore che è assai sviluppata in lunghezza. Il pronotum, rispetto a quello della 9 (fi 7. 48 di Redtenbacher) è dotato di lobi laterali molto meno alti. Le elitre portano alcune punteggiature irregolari e poco marcate, bruniccie; le tibie anteriori portano supe- riormente, alla base, 2-3 macchie nere talora riunite a formare una striscia basale longitudinale nera irregolare; le tibie medie invece ed anche le posteriori, quantunque meno spiccatamente, portano alla base due macchiette laterali nere puutiformi, ornamento che spesso si ri- scontra sulle tibie posteriori dei Conocephalus. I femori anteriori por- tano 0-2 spine apicali inferiormente; i femori medii ne portano 4; le «9 spine dei femori posteriori sono nere soltanto all’apice. Il segmento anale porta da ambo i lati un dente acuto, volto all’infuori; la lamina sopraanale è inflessa perpendicolarmente fra i cerci, solcata al mezzo; i cerci sono robusti, grossi, pelosi, ottusi all’apice, e forniti interna- mente presso l’estremità di un grosso dente pure peloso, terminato da una spina acuta, nera. La lamina sottogenitale è grande, depressa ai lati, un po’ incisa ad angolo all'estremità e dotata di stili molto de- pressi. Le antenne sono ferrugineo-testacee, ornate di punti nericci, radi e poco marcati; il capo è in massima parte di un cinereo sudicio, col tubercolo del vertice ampio, pallido anteriormente, quasi giallognolo ; l’epistoma, il labbro ed i palpi sono pure giallognoli. Corpo mm. 32-34,5 Elitre mm. 41-44 Pronotum » 9,9-10,] Campo timpanale » 20 circa Altezza mass. dei lobi la- Femori posteriori » 729,9 terali del pronotum » 5,2 4 Gen. Agroecia (Serv.) Redt. A. Festae n. sp. — 0, g — Sal nitida; pallide albido-flavescens; pronoto margine antico truncato, lineîis duabus lateralibus flavis ornato în marginem posticum (superum) elyltrorum continuatis; campo tympanatli în ultroque sexu hyalino. Statura gractti. Caput modicum, conicum, fronte valde reclinata, totum pallidum, albido-flavescens, oculis sat parvis, subglobosis, griseo-fuscis. Labrum magis flavum. Frons sat nitida, supra epistoma paullo concava, ibique macula ovali parum perspicua, concolore, praedita, lineolis longitudi- nalibus approximatis in medio etiam concoloribus et parum perspicuis ornata, fastigio ocello subrotundo albido notato. Occiput fere planum; verticis fastigium subconicum, compressum, cum capite concolor, arti- culo primo antennarum longior, cum eo superne aequilatus, subtus quam eum valde angustius. Apex fasligii compressus, obtuse rotundatus, magis flavescens; latera fastigii ad medium et parum superne ocellum albidum gerunt. Latera dorsi fastigii occipitisque utrinque lineolam lon- gitudinalem obsoletam flavam ferunt, quae lineolae in pronotum conti. nuantur. Antennae totae albidae, graciles, articulo primo sat lato, intus apice in processum obtusum producto, ibique fiavescente. — Pronotum sat nitidum, quamvis rugulosum, totum pallide albido-flavescens, lineis duabus longitudinalibus flavis superne, supra inflexionem loborum late- ralium sitis, ornatum. Margo anticus dorsi pronoti truncatus, in media obsolete subconcavus; margo posticus subtruncatus, sensim tamen ro- tundatus. In tertia parte antica dorsi sulcus transversus optime conspi- citur in lobos laterales evanescens, Hi lobi deflexi longiores quam altiores, postice quam antice altiores, angulo obtuse rotundato inserti; angulo antico obsoleto sed sat conspicuo, deinde rotundati. — Elytra pallide albido- flavescentia, abdomine (etiam cum ovipositore) femoribusque posticis i #0 longiora, apice rotundata, sat angusta, textura tenera, campo tympa- nali extus et margine supero (postico) toto lineola flava longitudinali limbatis. (Haec duae lineae lineas pronoti occipitisque continuant). Venae radiales et ulnaris albido-flavescentes; campus anticus (praeradialis) subpellucidus: campus tympanalis in utroque elytro et in utroque sexu hyalinus, in o vena plicata antice parum conspicua praeditus, — Alae elytris aequilongae, albido-hyalinae, margine antico flavescente, — Pro- sternum bispinosum; mesosternum et metasternum transversa, obsolete lobata. — Pedes albido-flavescentes, puberuli, parum elongati. Femora omnia supra teretia; antica subtus 0-2 spinulosa, intermedia 3-4 spinosa; postica, basi incrassata, extus 8-spinosa, intus, apice, 1-2 spinulosa. Lobi geniculares femorum omnium utrinque spinosi; lobi tamen anticorum postici minus spinosi. Tibiae anticae et intermediae supra teretes, subtus in utroque margine 5-spinulosae; tibiae posticae multispinulosae. — Abdomen modicum, pallidum. Genitalia d* ? Ovopositor incurvus subfal- catus, apice acuminatus ibique obscurior; lamina subgenitalis 9 parva, subrotunda, sulcata. e) Q d' Eq Long. corpor. mm. 16 20 Long. femor. postic. mm. ? 11,5 » pronoti » 4,5 » ovipositoris » — 9 » elytror. ReRazio «| 24,5 Un dc, una 9 ed una larva 9 — Foreste del rio Lara (Darien). Il 9 manca di femori posteriori ed ha l’estremilà dell'addome pu- trefatta. 5 Gen. Xiphidium (Serv.) Redt. X. angustifrons Redt. Xiphidium angustifrons Redt. (6), p. 524. Un & e quattro 9 — Punta di Sabana (Darien). Una 9 — Colon (Darien). In questi individui le tibie anteriori presentano da ambo i lati 5-7 spine; i femori posteriori sono pochissimo punteggiati e forniti inferior- mente di 2-4 spine; i lobi geniculari di questi femori sono bispinosi da ambo i lati. La lamina sottogenitale della 9, non descritta da Redten- bacher, è arrotondata, indistintamente troncata all’apice, quella del & è tronca e lievissimamente concava all'estremità. Gli altri caratteri concordano pienamente con quelli dati dalla diagnosi di Redtenbacher; la fascia dorsale bruno-nera dell’occipite e del mezzo del pronotum è molto intensa e ben marcata. Le dimensioni di questi esemplari sono: lot Q lei Q Corpo. mm. 14 13-17,5 Femori posteriori mm. 13,4 15-15,5 Pronotum »ra:d;8 3,2-3,4 Ovopositore » — 9-95 Elitre D1:8,2 _7,8-9 X. propinquum Redt. Xiphidium propinquum Redt. (6), p. 522. Riferisco a questa specie numerosissimi individui di Punta di Sabana, Colon, Tintin (Darien) e di Macuto la Guayra (Venezuela). — Son Si riscontra nondimeno una grande variabilità di caratteri fra questi esemplari, con ogni graduale passaggio fra i termini estremi. Così, i femori posteriori presentano 0-3 piccole spine variamente col- locate; frequentemente in uno stesso individuo un femore porta 1 spina e l’altro ne porta 3; i lobi geniculari di questi femori sono dotati di 1-3 spine. La fascia dorsale bruna dell’occipite e del pronotum varia notevolmente d’intensità, potendo esser molto scura, oppure pallida, 0, frequentemente, più pallida al mezzo e più scura ai lati, apparendo fiancheggiata da due linee longitudinali più scure, a fianco delle quali, esternamente, esistono le due linee giallognole poco distinte. Anche le elitre variano, principalmente nella 9, di lunghezza rispetto al pro- notum. L'ovopositore è per lo più dritto. Le dimensioni principali sono: ei ©, o 9 Corpo mm. 12-15,7 13-18,5 Femori poster. mm. 12-13,2 12,5-15 Pronotum » 3,2-3,5 3,1-3,5 Ovopositore » — 9-12,2 Elitre »:1516;5-7,8113;3-D7 X. fasciatum (De Geer) Redt., et var. saltator (Sauss.) Redt. Xiphidium fasciatum Redt. (6), pag. 506. » saltator Redt (6), p. 507. = var. Un buon numero di individui — Punta di Sabana (Darien). Essi hanno le dimensioni e la colorazione dello X. fasciatum e come in questo i femori posteriori dotati di 0-1 piccola spina inferiormente; la lunghezza però dell’ovopositore è quella dello X. sa/tator, specie così simile alla prima, che credo non possa assolutamente distinguersi che tutt'al più come varietà vivente colla specie nelle medesime località. Gli individui raccolti dal D.r Festa costituiscono un reale passaggio fra l’una e l’altra forma. La fascia dorsale del loro pronotum è d’ordinario lievissimamente bruniccia, segnata lateralmente da due linee più scure, fiancheggiate da due linee giallognole. Le dimensioni principali di questi esemplari sono : dk Q o 2 Corpo mm. 14,5-17 15,5-18,5 Partediali sporg. mm. 3,5-4,5 4 Pronotum » 3,5 3-3,5 Femori poster. » 12,5-14 14-15,5 Elitre » 17,5-18,5 19-21 Ovopositore » — . 12 6 Gen. Thysdrus (Staàl) Redt. Th. mantispa (Boliv.) Redt. Thysdrus mantispa Redt. (6), p. 536. Un o e due 9 — Punta di Sabana (Darien). Una 9 ed una larva d' — Macuto la Guayra (Venezuela). Un a, una 9 ed una larva d — Rio do paso real (Puerto Cabello). Th. teres (De Geer). Locusta teres De Geer (5), p. 458, tab. 40, fig. 5 — Thysdrus teres Stal (10), p. 116 — Redt. (6), p. 535. Una 9 — Darien. TOA Le Le è dd î = Quest’unico individuo, in poco buon stato di conservazione, ha il pro» notum ornato di una fascia longitudinale mediana verde come nel 77%. nemoptera Boliv., le sue dimensioni però, il colore delle elitre, le tibie anteriori dritte, le spine delle zampe, corrispondono invece a quanto si osserva nel Th. feres. GRILLACRIDI. l Gen. H{yperbaemus Brunn. H. Festae n. sp. — d — Pilosus, stramineus, concolor : ocutis oblongis, nigris; elytris amplis, sed primo intuitu sal angustis quia elytrum dextrum alas, elytrum sinistrum dextrum alasque superne involvit; segmento abdominatli octavo spinutlis duabus nigris inferius vergentibus, segmento nono spinulis etiam duabus nigris sursum ver- gentibus, praeditis; statura sat gracîili. Caput .modicum, longe sed haud conferte pilosum, pallidum, mandi- bulis apice bidentatis ibique brunneis, oculis ovato-oblongis, nigris. Frons, labrum palpique pallida; fastigium frontis macula ovali albida perparum conspicua ornatum. Vertex sat latus, fastigio pallido inter antennas fere albicante et articulo primo antennarum parum latiore. Occiput strami- neum, nitidum. Antennae robustae, longae, pubescentes, stramineae. — Pronotum breve, nitidum, limbatum, postice perparum productum ibique rotundato-truncatum; margine antico obsolete rotundato, disco sat inae- quali. Lobi deflexi haud perpendiculares, subquadrati, angulis tamen rotundatis, angulo obtuso inserti. — Elytra staminea, sat ampla, ovata, latitudine maxima (mm. 8,3) pone medium sita, apice subrotundata, subtota regulariter reticulata, spatiis inter venulas confertis, maxima ex parte subquadratis: campus tympanalis etiam hoc modo reticulatus. Haec elytra, abdomen subduplo superantia, primo intuitu videntur an- gusta, quia superne curvato-inflexa; et vero elytrum dextrum alas supra intusque involvit, elytrum sinistrum dextrum alasque ab hoc jam invo- lutas eodem modo supra involvit et regulariter in dextram partem de- scendit ultra medium partis erectae elytri dextri. — Alae subhyalinae, elytra obsolete superantes, eodem modo conferte reticulatae, maxima ex parte reticulis quadratis. — Pectus latiusculum inerme. — Coxae anticae spinula armatae. Pedes pilosi. Femora antica et intermedia subtus inermia; femora postica elytro dimidio breviora, sat incrassata, subtus in utroque margine apicem versus spinis 4 apice fuscis armata. Tibiae anticae supra fusciores, teretes, subtus in utroque margine spinis quinis armatae, binis prinis longioribus, caeteris sensim longitudine decrescen- tibus; tibiae intermediae eodem modo confectae et spinosae; haec spinae omnes pilosae, apice mucrone acuto et sat longo, subincurvo, praeditae. Tibiae posticae subtus in utroque margine, exceptis 4 calcaribus api- IRE calibus apice nigris, spina unica subapicali praeditae, supra in margine interno 5-6 spinosae, in margine externo 7-spinosae, spinis apice fuscis. — Abdomen modicum, sat nitidum, Segmentum octavum dorsale sat magnum, convexum, postice sulco medio longitudinali sat lato, subcon- cavo, praeditum, et in hoc sulco apicem versus spinulis duabus nigris inferius vergentibus, in tumescentia quadam sitis, armatum. Segmentum nonum sub octavo fere absconditum, perpendiculariter inflexum, planiu- sculum, carinulis duabus mediis apicem versus (idest inferius) conver- gentibus praeditum, ibique spinulas duas nigras incurvas, sursum ver- gentes, ferentibus. Cerci sat longi, pilosuli. Lamina subgenitalis apice late et sat profunde rotundato-emarginata, lobis triangularibus, apice emarginationis acutiusculo. Long. corp. mm. 15 Latitudo maxima elytr. mm. 8,3 » prouoti pe Leng. femor. antic. dins » elytror. » 26 » femor postic. AN) Un d — Punta di Sabana (Darien). INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE. 1. BURMEISTER H. — Handbuch der Entomologie. ll Band, Il Abtheil., Berlin, 1838. 2. BRUNNER von WATTENWYL C. — Monographie der Phaneropteriden, Wien, 1878. ) 3. — Additamenta zur Monograph. der Phaneropteriden, Verhand. d. K. K. Z.-B. Gesellsch. in Wien, XLI Band, 1891. 4. — Monographie der Pseudophylliden, Wien, 1895. 5. De GEER C. — Méemotres pour serv. a l Hist. des Insectes, tom. III, Stockholm, 1773. 6. 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Tergita cotera sculplura di- . stincia, carînis magnis angulo antico vix rotundato, postico paullo producto, margine laterali tridentato, dentibus perparvis. Pedes sal tenues, non incrassati. Organum copulativum (Fig. 2) dentibus duobus pone apicem sat magnis et dente în parte arcuala armatum; pulvillum în cavitalem manifestum. Long. corp. mm. 13; lat. corp. mm. 15. Foemina ignota. Hab. Torino. ZFig.1 Fig. 2 Specie di mediocre grandezza essendo lunga mm. 13 e larga mm. 15; nella parte anteriore e nella posteriore va debolmente restringendosi, Il colore è rosso terreo uniforme. i RI Il capo è normale. Le antenne oltrepassano di poco la larghezza del COrpo. Il primo tergite, rappresentato dalla Fig. 1, anteriormente è arcuato, posteriormente nel mezzo è alquanto inciso ad arco, e da una parte e dall'altra è troncato obliquamente, ai lati è largo con una piccola pro- tuberanza, fornita di un pelo, nel terzo anteriore. La sua faccia supe- riore è ornata da due serie di tuberculi grandi ed arrotondati, ed il suo margine anteriore da una serie di piccoli tubercoli piliferi. Tutti gli altri tergiti sono ornati superiormente dei soliti tubercoli, ed hanno i lati allargati in carene bene sviluppate. Le carene dei ter- giti anteriori si rivolgono alquanto all’insu, le altre sono orizzontali. Il loro angolo anteriore è appena appena arrotondato, il posteriore si prolunga un poco in dietro, i margini laterali sono debolmente tridentati. I piedi sono sottili, quantunque trattisi di un individuo maschio. L’organo copulativo (Fig. 2) si presenta presso a poco della stessa forma di quello di altre specie di questo genere, è arcuato ed è prov- visto presso l’apice di un dente lungo e sottile e di uno triangoliforme, più in basso di un altro dente pure sottile con la punta tagliata da un lato obliquamente, nella cavità di un pulvillo; la sua base è armata di un dente triangolare. Raccolsi presso Torino un solo individuo 3 di questa specie; che è ben. distinta da tutte le altre fin qui descritte. Si avvicina alquanto al mio Brachydesmus Latzeli; ma per la forma del primo tergite che in questa nuova specie ha i lati tronchi, mentre nel Brachydesmus Latzelî sono arrotondati, Come anche per le dimensioni può subito distinguersi. Allaiulus Salvadorii, sp. n. Gracittlis, attenuatus, filavo-pallidus totus. Caput vertice sulco indi- stincto, foveîs frontalibus nullis. Antenna hirsutae, resupina seg- mentum primum via superantes. Ocuti sat distincti, ocettis 8-10, 3-4 seriatis. Tergitum primum utrinque antice excisum, lateribus aliquantum rotundatis et angustatis, striîs nullis. Segmenta coelera parte antica levigata, postica dorso et laleribus profunde et rare striatis, inferne lavia. Porî repugnatorii multo longe ante suturam siti. Segmentum ultimum tergito in spinam rectam sal longam pro- ducto. Valvula anales marginate. d Pedes primi paris uncinati. Organum copulativum (Fig. 4 e 5) laminis anterioribus elongatis apice rotundato, latere externo ali- quantum excîso, laminis posterioribus ad basim incisuris duabus magnis, et parte maiore trianguliformi apice inciso et dentato. Fla- gellum copulalivum maniîfestum. Segmentorum numerus 50. Long. corp. mm. 12; lat. corp. mm. 1. Hab. Torino. fi / rd N ( | (1. "RE pr» \ {È | d acli © >. \ | \ | 7) À î Fig.3 59 IT Piccola ed assottigliata specie di un colore pallido-giallognolo uniforme. Alcuni, esemplari misurano in lunghezza 9 e 10 mm. ed in larghezza mm. 0,9-1, i più grandi sono lunghi mm. 12 e larghi 1 mm. Il capo non presenta al suo vertice un solco distinto, e manca di fossette frontali. Le antenne sono pelose, e rivolte indietro superano di poco il mar- gine posteriore del primo tergite. Gli occhi sono abbastanza distinti, nericci, composti di 8-10 ocelli e disposti in 3 o 4 serie. Il primo tergite (Fig. 3) anteriormente e dall'una parte e dall’altra è un poco scavato, ai lati si restringe alquanto ed è arrotondato. La sua faccia superiore è sfornita di strie. Gli altri segmenti hanno la parte anteriore affatto levigata, la po- steriore ornata superiormente ed ai lati di strie un po’ rare, ma pro- fonde; la parte inferiore di ogni segmento è liscia o debolmente rugosa. I pori repugnatorii sono distintissimi (Fig. 8) e si trovano situati nella parte anteriore dei segmenti molto innanzi la sutura. L'ultimo segmento (Fig. 3) ha il tergite terminante in una spina retta, abbastanza lunga. Le valvole anali sono marginate. d' Il primo paio di piedi è a forma di uncino. L'organo copulativo ha le lamine anteriori (Fig. 4 e 5 a) allungate con l’apice arrotondato ed il lato esterno un po’ scavato; le lamine posteriori (Fig. 5 b) pre- sentano alla base due profonde incisure, ed alla sommità pure una in- cisura finamente dentellata. Il flagello copulativo è presente, Il numero dei segmenti negli individui maggiori arriva a 50. Un buon numero di individui di questa specie furono da me raccolti presso Torino alla base di un tronco d’albero un po’ putrefatto. L’AMlaiulus Browniî (Pocock) sì avvicina a questa specie per la po- sizione dei pori repugnatorii, per la striatura e per tutta la facies, è però ben distinta per gli occhi, e per la forma della spina caudale, CHILOPODI Geophilus cispadanus, sp. n. ct Parvus, hirsutellus, flavus, capite ferrugineo. Lamina cephalica longîor quam lalior. Anienna sat longe, attenuata. Pedes maxî!- lares flexî marginem frontalem via superantes, coxîs inermibus, lineîs chilineis abbreviatis; unguiîs dente basali sat magno armatus. Sfernita 2 — c.15 antice area porosa trasversali, postice area ali- quantum arcuata impressa et media sulco longitudinali, cotera media sulco longîtudinati et impressionibus lateralibus. Sternitum ultimum breve et latum. Pleura poris 5 instructa, quorum 3 permagnis, 2 sat parvis. Porî anales nulli. Spiracula subrotunda antica sat magna, cotera parva. Pedes anales pedibus parvis precedentis paullo longiores, ungue sat magno armati. Pedum paria 39. Long. corp. mm. 13; lat. corp. mm. 0,9. Hab. Oriolo apud Voghera. Il corpo è un po’ ristretto all’innanzi ed alquanto di più all'indietro, è coperto da molti peli, ed è di un colore giallognolo uniforme, eccetto la testa, che si presenta bruno-rossastra; misura in lunghezza mm. 13 ed in larghezza mm. 0,9. Il capo è abbastanza grande, la sua lamina è più lunga che larga. Le antenne sono abbastanza lunghe ed assottigliate. I piedi mascellari oltrepassano di poco il margine frontale, alla base dell'unghia hanno un dente abbastanza forte, ed hanno le coscie sprovviste di denti e con linee chitinose interrotte. Gli sterniti dal 2° fino verso il 15° presentano una fascia di pori tra- sversale nella parte anteriore, una un po’ arcuata nella parte posteriore ed un solco longitudinale nel mezzo, gli altri oltre un solco longitudi- nale nel mezzo mostrano delle depressioni ai lati. L'ultimo sternite è breve e largo. - Le pleure sono fornite di 5 pori, tre dei quali sono molto grandi, e due piuttosto piccoli. I pori anali non sono visibili. Gli stigmi sono quasi rotondi, e gli anteriori sono più grandi dei posteriori. I piedi anali superano in lunghezza quelli del paio precedente e sono armati di una robusta unghia. Il numero delle paia di piedi è 39. Il signor Angelo Solari raccolse un solo individuo di questa specie nei dintorni di Oriolo presso Voghera. Questa specie si avvicina al Geophilus pusittus Meinert specialmente sE per la sua grandezza e per il numero dei piedi; devesi però tener di- stinta perchè nel Geoprz/us pusittus Meinert la lamina cefalica è tanto lunga quanto larga, e gli sterniti sono soltanto trisolcati. , Chaetechelyne brevis, sp. n. d Gracilis, ochracea tota. Lamina cephalica tam tatior quam tongior. Antenna minus longe. Pedes maxillares fNiexi marginem frontalem vix superantes, coxîs inermibus, unguis dente basali nullo. Sternita media area porosa tata, oblonga, subovati impressa. Ster- nitum ulltimum breve, minus tatum angutis rotundatis. Pleure poro singulo permagno însiructa. Spiracula rotunda. Pedes anales pedibus paris precedentis vix lonyiores, percrassi, ungue parvo armati. Pedum paria 43. Long. corp. mm. 12; lat. corp. mm. 0,8. Hab. Oriolo apud Voghera. Corpo breve, assottigliato, di un colore ochraceo uniforme, di una lunghezza di mm. 12, ed una larghezza di mm. 0,8. La lamina cefalica è tanto lunga che larga. Le antenne sono poco lunghe. I piedi mascellari sorpassano appena il margine frontale, hanno le coscie sprovviste di denti ed una unghia sfornita di dente basale. Gli sterniti hanno tutti nel mezzo un’area porosa larga e di forma ovalare con il diametro maggiore dispesto secondo l’asse trasverso. L’ultimo sternite è breve, non molto largo, con gli angoli arrotondati. Le pleure sono fornite di un solo poro ciascuna e molto grande. Gli stigmi sono rotondi; gli anteriori sono alquanto più grandi dei posteriori. I piedi anali sono poco più lunghi di quelli del paio precedente, in- grossati ed armati di una piccola unghia. Il numero delle paia di piedi è 42. Un solo individuo maschio fu raccolto dal signor Angelo Solari nei dintorni di Oriolo presso Voghera. Sono stato alquanto indeciso nell’ascrivere questa specie al genere Chactechelyne non avendo potuto fare un esame accurato delle mandi- bole e delle mascelle per mancanza di materiale; la piccolezza però dell'unghia dei palpi labiali, la grossezza dei piedi anali, la disposizione dei pori sugli sterniti mi sono sembrati caratteri sufficienti per ritenere | questo individuo una Chatechelyne. Di tale genere si conoscevano fino ad ora due sole specie, Chatfechelyne vesuviana (Newp.) e C. montana Meinert, che si distinguono sopratutto dalla presente per i pori pleurali e per il numero delle paia di piedi. v PAISIO È: vit SLM) 10 malata ‘ x MO (is E @ “ i per. 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ACHILLE GRIFFINI Di un PRISTES TUBEROSUS anomalo raccolto nel DARIEN dal dott. E. Festa Fra le Pseudofillidi raccolte nel Darien dal Dott. Festa (1) havvi un Pristes tuberosus d' che presenta una notevolissima anomalia, meritevole secondo il mio avviso di essere descritta. Come appare dalla figura qui unita, nella quale ho rappresentato colla Pristes tuberosus d' (anomalo). maggior cura ed esattezza possibili i tratti generali di questo insetto, la zampa posteriore sinistra è piccolissima, molto minore delle zampe (1) A. GRIFFINI — Fanerotteridi, Pseudofillidi, Conocefalidi e Grillacridi raccolti nel Darien dal D.r E. Festa. Bollett. dei Musei di Zool. ed Anat. Comp., Torino, vol. XI, n. 232, 1896. | | anteriori e medie, mentre dovrebbe esserne assai più sviluppata, più lunga e più robusta, foggiata come in tutti i locustidi, in modo da es- sere un valido organo di salto. Le zampe posteriori normalmente sviluppate, nei & di Pristes tube- rosus provenienti dal Darien, presentano le seguenti dimensioni: Lunghezza del femore, mm. 34; lunghezza della tibia, mm. 35; lun- ghezza dei tarsi complessivamente considerati fino all’estremità degli uncini, mm. 9; lunghezza del peduncolo apicale dei tarsi, cogli uncini, mm. 4,5. Tali zampe poi, sempre negli individui normali, sono pubescenti come: le anteriori e le medie; i loro femori sono piuttosto compressi, dilatati alla base, forniti inferiormente d’una serie di 9-10 robuste spine; le tibie sono ben compresse, prismatiche a sezione triangolare, armate sui tre spigoli di numerose spine; l’ultimo articolo dei tarsi, come negli anteriori e medii, ha due lamelle laterali elittiche, depresse, ed è dotato di un lungo peduncolo che esce fra queste lamelle sostenendo all’apice due uncini acuti, ricurvi. Nell’esemplare anomalo, figurato, la piccola zampa posteriore è ben diversamente conformata, quantunque nelle dimensioni delle sue parti, eccezion fatta principalmente per l’ultimo articolo dei tarsi, mantenga a un dipresso, in scala molto minore, delle analoghe proporzioni. La lunghezza delle varie parti della zampa atrofica è la seguente: Lunghezza del femore, mm. 11; lunghezza della tibia, mm. 8,8; lun- ghezza dei tarsi complessivamente considerati fino all'estremità degli uncini, mm. 3,7. L’anca è fornita posteriormente di una spina abbastanza robusta, un po’ ricurva. Il femore è bastantemente pubescente, ma la tibia non lo è quasi affatto; sia poi il femore, come la tibia ed i tarsi, presentano una notevole levigatura, una superficie tutta molto lucida. Il femore non è quasi compresso, pochissimo e pressochè insensibilmente dilatato alla base ed all’apice, quasi cilindrico, liscio, privo di qualsiasi rugosità o carenatura, e privo affatto di spine, non presentando neppure dei rudi- menti o delle rughe inferiori accennanti il posto di queste; i lobi geni- culari di questo piccolo femore sono arrotondati, privi di spine. La tibia è insensibilmente compressa, non è poi affatto prismatica nè tanto meno a sezione triangolare, ma essa pure pressochè cilindrica, soltanto un po’ più compressa all’apice, priva di spigoli, di carenature, e priva di spine, eccettuata un'unica piccola punta apicale inferiore. I primi arti- coli del tarso, tenuto conto delle minori dimensioni, d’una maggiore levigatezza e convessità, e della minore impressione di solchi laterali, ricordano abbastanza bene gli articoli normali corrispondenti dei tarsi di tutte le zampe ben sviluppate; l’ultimo invece è assai più anormale è molto maggiormente ridotto. Quest'ultimo articolo, come si vede nella il DE figura, non consta di due laminette basali depresse, elittiche, e di un lungo peduncolo mediano portante gli uncini all'apice, ma è conformato sullo stampo degli articoli basali, egualmente liscio, un po’ meno alto, privo di solchi laterali; esso si attenua lievemente verso l'estremità, dividendosi quivi in due piccoli uncini laterali abbastanza ben marcati e ricurvi, ma pochissimo distinti dalla restante parte dell’articolo stesso. La zampa posteriore atrofica di questo Pristes uberosus, così con- formata nelle varie sue parti, pare essere una zampa riprodotta, rimessa dall’animale dopo la perdita, avvenuta durante i primi tempi della sua esistenza, della zampa posteriore corrispondente, allora normale; per- dita avvenuta per strappo, o, molto più probabilmente, pel noto feno- meno di autotomia proprio di tutti gli ortotteri saltatori, che anche allo stato larvale abbandonano con somma facilità le zampe posteriori. Nondimeno finora, per quanto almeno io mi sappia, non sì sa che le zampe posteriori di questi insetti, perdute durante i primi periodi della vita, possano riprodursi. Infatti i principali autori che si occuparono dell’argomento, Contejean(1), Werner (2), Giard (3), Fredricq (4), non indicano mai nei locustidi un tale fenomeno di riproduzione della parte perduta; l’ultimo anzi di questi zoologi così scrive: < Cependant, les pattes une fois tombées, ne repoussent pas; une « sauterelle privée d’une ou de deux pattes de derrière sera donc pour « toujours estropiée ». Convengo anch’io nell’ammettere che una zampa perduta durante lo stato adulto non si rimetta più; ma parmi non impossibile nè improba- bile che, qualora pel fenomeno di autotomia la zampa venga perduta durante i primissimi stadii giovanili dell’ortottero, questa poi possa essere rimessa, quantunque forse imperfettamente, come apparirebbe nel Pristes tuberosus qui descritto. (2) Sur l’autotomie chez la Sauterelle et le Lezard — Comptes-rendus de l’Acad. des Sciences. Paris, 1890, tom. 111; pag. 611-614. (3) Selbstverstummelung bei Heuschrecken — Zool. Anzeiger, n. 384, 1892. (4) L’autotomie dans la série animale — Revue Scientifique, III ser., 1887, tom. 39, n. 20, pag. 629-930. (5) La lutte pour l’existence chez les animaux marins. Paris, Baillière, 1889. — Autotomie chez les insectes, pag. 258-260. Veggasi anche dello stesso autore: L’autotomie chez les étoiles de mer. Revue Scientifique, III ser., 1887, tom. #9, n. 19, pag. 589-592. 3 A x La * RfAt> toa 4 i: GU 3 dI RR SARTRE 4) 13 Roi OPHUE10] To4 A 1448, scopa Resti) USARE a) ATTI “OLE Ri) SETT (Sio È CET) a Tea P, sua* Î % 74 , si tt) rave ati “TASTE a ; lt Pe K DE ICATITI GRIS GINE Di, Die to det OTEBTA LG (E Cipe ‘af LADA s le J a) Nr; Ri tte AE cf CORI CR ale e, ata & ( La sele Do UPITI PERS î Ì si A 3 } ESCONO © 0 co, WET) IO) VI CA ds [0 I * ; ; BUG (Hora (Oafri vate Pa GUERE ere ER È i n Ù si f (GITE h \ PA bf ì I! È ì » t. v P.ES CE GIRA pIniioTE GORASE SAD SAI bi NES pio to n | più È Cs [ È | i ; 7 3 Belgli DE 4 ACACIA RIETI. Fio "So fi BILD Beast hi CRETA dio ddt (SD "Gg 13048 LI CARA " ' È DL ì è URRA 4 ì pd x î x ne Pa x » vec Kai np. vi | << < AS "i, PRA è ° k e 7 Var î La t ta P * VE | Hi 61) si x va ai di AAT SRI LTS AAA ae fe vati ‘a serio #30 LA $7 ASSE a Na: DIE Oo - Ve: ER tà Aa ti sun dic —————È€—_._r__——_—_e_ BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 255 pubblicato il 31 Marzo 1896 Vor. XI Dott. M. G. PERACCA Assistente al Museo Zoologico di Torino _—— Descrizione di un nuovo genere e di una nuova specie di TEIIDAE raccolta nel DARIEN dal dott. F. Festa Diastemalepis n. gen. Lingua molto lunga, che si estende profondamente nelle fauci, bifida anteriormente, in forma di punta di freccia, coperta per tutta la sua estensione da una doppia serie di papille in forma di pieghe oblique convergenti in avanti, sulla linea mediana a V.* Denti laterali bicuspidi, colla cuspide anteriore più piccola. Capo coperto da larghi scudi rego- lari, cioè: da un frontonasale, due prefrontali, un frontale, due fronto parietali, un interparietale, due parietali, un occipitale. Narice apren- tesi in mezzo ad un nasale unico. Palpebre sviluppate, l’inferiore con un disco semi-trasparente composto di tre scaglie quadrilatere oblunghe verticali. Apertura uditiva grande, a timpano ben visibile. Estremità ben sviluppate, pentadattili, con tutte le dita ben sviluppate, munite di unghie adunche, Scaglie dorsali esagonali, allungate, strette, fortemente carenate, imbricate ; laterali della Stessa grandezza ma subquadrangolari, allungate, strette, debolmente carenate, disposte in serie trasversali , Net- tamente separate dalle ventrali, colle quali non si continuano. Ventrali nettamente quadrangolari, in regolari serie trasverse e longitudinali. Collare presente. Coda cilindrica, lunga, appuntita, munita alla base di un solco laterale. Maschi con pori anali e femorali. " Come nel genere Alopoglossus Blgr. — "NESS Diastemalepis Festae n. sp. Aspetto lacertiforme. Capo assai distinto dal collo, dilatato nella re- gione masseterica, non depresso, a muso corto, ottuso. Sulla sua faccia superiore osservasi: un rostrale, subquadrangolare, la cui lunghezza supera di poco il doppio della sua altezza; un largo frontonasale, pen- tagonale, più largo che lungo, in contatto col nasale, col loreale e coi prefrontali: due prefrontali pentagonali, più larghi che lunghi, che for- mano sulla linea mediana una sutura eguale alla metà circa della lun- ghezza del frontonasale, in contatto col loreale, col primo supraoculare e col frontale: frontale esagonale, a lati laterali quasi paralleli (legger- mente convergenti all'indietro), lungo poco più della sua larghezza, leg- germente più corto della distanza che intercede tra di esso ed il mar- gine superiore del rostrale, in contatto col secondo sopraorbitale (e coi suoi angoli con gli angoli del primo e terzo sopraoculare): due frontoparietali, pentagonali, più grandi dei prefrontali, in contatto tra di loro e col terzo sopraoculare: un grande interparietale allungato, pentagonale, largo in avanti come il frontale posteriormente, lungo poco più del frontale e della sutura dei prefrontali presi insieme: parietali allungati, lunghi come l’interparietale e di esso più grandi, irregolarmente esagonali, più larghi in avanti, che costituiscono i più grandi scudetti del capo; un occipitale mediocre, pentagonale, un po’ più stretto dell’interparie- tale: due paia di scudetti nucali, dilatati trasversalmente: gli scudetti del primo paio, stanno dietro i parietali separati sulla linea mediana dall’occipitale, quelli del secondo paio, più grandi, sì riuniscono sulla linea mediana dietro l’occipitale. Sui lati dei parietali, osservansi due scudetti temporali allungati, ovalari. Quattro grandi sopraoculari, di cui il terzo è il più grande, il primo ed il quarto subeguali, triangolari. Cinque sopraciliari, di cui il primo più grande del primo sopraoculare e gli altri quattro, piccoli, subeguali. Nasale quadrangolare allungato colla narice subrotonda aprentesi nel mezzo: un loreale quadrangolare, più alto che lungo: nessun preoculare; cinque-sei suboculari piccoli, corti, salvo il quarto, posto sotto l'occhio, molto allungato: regione temporale coperta da scaglie di mediocre grandezza, liscie, piatte, irregolarmente poligo- nali; apertura uditiva orlata da piccoli granuli convessi, verticale ellit- tica, il cui massimo diametro eguaglia il diametro dell’occhio, sei-sette sopralabiali, di cui la terza molto lunga e la quarta, sotto l’occhio, bassis- sima e corta: labiali inferiori cinque: un grande postmentale (fig. 1), pentagonale, impari, seguito da tre paia di altri postmentali, dilatati trasversalmente, di cui i due primi formano una sutura mediana; gli scudetti del terzo- paio sono separati sulla linea mediana da un gruppo di tre scaglie lisce, poligonali; sulla gola si osservano sei serie trasver- sali di squame subquadrangolari, subeguali; le due scaglie mediane della Suo. a QUE «quarta, quinta e sesta serie sono più grandi e disposte simmetricamente în due serie longitudinali. Il collare che si confonde lateralmente colle scaglie del collo è composto di nove scaglie subquadrangolari, simili a «quelle della serie precedente ed è separato dagli scudetti sternali da «tre serie trasversali di minute scaglie, Fig. 1. Fig. 3. Fig. 5. Scaglie dorsali esagonali, leggermente embricate, tanto lunghe che “Marghe sulla nuca e sul collo, liscie, che si fanno gradatamente più lunghe che larghe e carenate sulla parte anteriore del dorso. Sul dorso “esse sono strettissime, e presentano una forte carena, parallela ai loro margini laterali, sporgente e larga, che si termina in breve punta ot- tusa all'estremità delle scaglie. La figura annessa (fig. 2-3) rappresenta ‘appunto le scaglie della metà posteriore del dorso, la loro disposizione ‘in serie transversali (né longitudinali, nè oblique) ed il modo caratteri- «stico con cui dette serie trasversali si terminano sui fianchi, invece di continuarsi colle ventrali. Nella parte più grossa del tronco si contano ‘sopra una serie trasversale di scaglie dorsali 24 scaglie, 34 includendovi le ventrali. Dal secondo paio di scudetti nucali ad una linea ideale che riunisca tra di loro le due teste dei femori si contano 27 serie trasversali «di scaglie. Le regioni ascellari ed inguinali sono coperte da minute «scaglie embricate, liscie. Ventrali in 10 serie longitudinali, in 17 trasversali, rettangolari, a ‘margini posteriori rettilinei (ad eccezione delle squame della prima serie «sternale che hanno il margine posteriore angolare), poco embricate, più lunghe che larghe in avanti, più larghe che lunghe posteriormente; ‘le due-tre serie esterne sono quasi strette come le scaglie laterali. Sei preanali; due paia mediani quadrangolari, di cui il secondo paio «due volte più lungo del primo e due scudetti laterali allungati uno per parte (fig. 4). Due pori anali e dodici pori femorali per parte. o ere Estremità anteriori coperte nella loro parte antero-superiore da grosse scaglie poligonali liscie, posteriormente coperte da minute scaglie: ti- rate in avanti lungo il muso giungono a metà circa della distanza che intercede tra l’occhio ed il timpano. Estremità posteriori: parte ante- riore e superiore della coscia coperta da grosse scaglie liscie, parte posteriore granulare, faccia inferiore della tibia coperta da grosse scaglie liscie, faccia esterna e superiore coperta da piccole squame carenate. Tirate in avanti lungo il corpo giungono a circa un centimetro dalla ascella e raggiungono ed oltrepassano la punta delle dita delle estre- mità anteriori tirate indietro lungo il corpo. Coda con un solco laterale che va perdendosi sui lati di essa. A poca distanza dalla base le scaglie della faccia superiore simili a quelle della metà posteriore del dorso, si fanno nettamente quadrangolari allungate, carenate (fig. 5), non sono più embricate e sono disposte in serie longitudinali e trasversali: la faccia inferiore è coperta da squame quadrangolari, semplicemente in contatto tra di loro (non embricate), in serie regolari longitudinali e trasversali. Colorazione. Parti superiori nero-brune con riflessi violacei: parti inferiori gialliccie, volgenti al gialliccio rossastro sotto la coda, imma- colate, salvo le labbra inferiori che sono macchiate di nero bruno, e l'estremità posteriore della coda che è punteggiata di nero bruno. DIMENSIONI Lunghezza totale mm. 106. Dalla punta del muso all’ano mm. 47 » del capo Di CORE Lunghezza estremità anter.. » 10,5 Larghezza del capo » 8 » » poster. » 19 Dalla punta del muso alla Coda (riprodotta) » 58 spalla » 18,5 Località. — Un solo esemplare è delle foreste del Rio Cianati. 10046 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Torino. BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 236 pubblicato il 5 Aprile 1896 Vor. XI Dott. ACHILLE GRIFFINI ORTOTTERI raccolti nel DARIEN dal dott. E. Festa. LI Blattidi, Mantidi e Fasmidi (a). BLATTIDI. 1. Gen. Blatta (L.) Sauss. B. germanica (Linn.). Blatta germanica Sauss. (3), p. 42 — Phyllodromia germanica Brunn. (1), p. 90, tab. II, fig. 7. Una 9 — Punta di Sabana (Darien). B. vitrea (Brunn.). Phyllodromia vitrea Brunn. (1), pag. 109, tab. II, fig. 8 — Blatta vitrea Sauss. (2), p. 30, tab. 1, fig. 18. Riferisco alquanto con dubbio a questa specie un unico esemplare , privo di zampe, proveniente dal Darien. B. acolhua Sauss. Blatta acolhua Sauss. (2), pag. 40 — (3), p. 45. Riferisco (a questa specie non senza dubbio un unico individuo in poco buone condizioni di conservazione, proveniente da Punta di Sa- bana (Darien). In questo esemplare i lati esterni del pronotum non sono trasparenti e le elitre superano lievemente l’apice dell’addome. 2. Gen. Pseudophyllodromia Brunn. P. venosa Sauss. Pseudophylodromia venosa Sauss. (3), p. 47, tab. III, fig. 30. (0) Vedi I: Fanerotteridi, Pseudofillidi, Conocefalidi e Grillacridi — Boll. Mus. Zool. e Anat. Comp., Torino, 1896, vol. XI, n. 232. Numerosi individui da Colon, Rio Cianati, Punta di Sabana (Darien). 3. Gen. Nyetobora Burm. N. mexicana Sauss. Nyctobora mexicana Sauss. (2), p. 68, tab. II, fig. 38 — (3), p. 55 — Brunner, (1); p-d37. i Un esemplare. Foreste della laguna della Pita (Darien). Quest’unico individuo è più piccolo di quello descritto da Brunner e più grande di quelli descritti da Saussure. Le sue dimensioni sono : Lungh. del corpo. mm. 32,8 Largh. mass. del pronotum mm. 14 » » pronotum » 9,5 » delle elitre >». 16 » delle elitre »._ 40 4. Gen. Epilampra Burm. E. mexicana Sauss. Epilampra mexicana Sauss. (3), p. 63 — Brunn. (1), p. 188. Una 9. Foreste presso la laguna della Pita (Darien). In questa 9 l’occipite è gialliccio, ornato di due macchie basali nere ; la sommità del capo anteriormente, fra gli occhi, è nera; la fronte è gialliccia, dotata di due punti neri sopra l’epistoma e di una linea trasver- sale un po’ arcuata, pure nera, fra le antenne. Le sue dimensioni sono : Lungh. del corpo mm. 31 Lungh. delle elitre mm. 32,5 » » pronotum » is » del pronotum » 9,5 K. azteca Sauss. Epilampra azteca Sauss. (2), p. 82 — (3), p. 65. Due esemplari. Foreste del Rio Cianati e Punta di Sabana (Darien). È. Festae n. sp. — Ferrugineo-testacea, facie flava, pronoti late- ribus eaternis flavis, elytris abdomen valde superantibus, femoribus anticis in margine antico plurispinulosîs ; statura E. aztecae. Capo giallo col vertice tutto ampiamente nero e con una linea trasver- sale un po’ arcuata, bruno-nera, fra le antenne ; la convessità di questa linea è volta inferiormente ; occhi neri, distanti fra loro 1 mm. ; antenne bruno-giallastre. — Pronotum bruno-ferrugineo, marginato largamente di giallo sugli orli esterni e meno largamente, come meno distintamente, sull’orlo anteriore ; esso ricopre quasi totalmente il capo; i suoi lati esterni sono piegati all’ingiù ; il lato posteriore è quasi rettilineo, lie- vemente arrotondato e prominente al mezzo. La parte superiore mas- sima, oscura, del pronotum, non è di un colore molto cupo e ben spic-. cato, ma piuttosto di un bruno-ferrugineo qua e là sfumato, nebuloso, mostrando principalmente al mezzo una indecisa fascia longitudinale più chiara, giallastra. — Elitre notevolmente più lunghe dell’addome, fer- ruginee, coll’orlo esterno (anteriore) giallo, principalmente e più larga- mente alla base; nel campo anale si notano 5-6 venature; la parte di elitra destra coperta dalla sinistra ha il medesimo colore della restante È superficie delle due elitre, la linea suturale su quest’elitra destra si mostra lievemente violacea. Apice delle elitre arrotondato. Ali tinte di ferrugineo. — Zampe gialle, coi femori marginati inferiormente da una linea rossiccia ; tutti i femori portano spine su ambo i margini inferiori ; i femori anteriori sono dotati sul margine anteriore di numerose spine sottili, pressochè uniformi tutte fra loro ; i tarsi portano pulvilli distinti. — Parti sternali e ventrali giallognole. — Addome superiormente gial- lastro. Cerci lunghi oltre il doppio della lamina sopraanale. Lamina sopraanale trapezoidale, insensibilmente sinuosa all'apice. Lamina sotto- genitale convessa, minutamente rugosa, bruna. Long. corpor. mm. 16,8 Latit. pronoti mm. 5,9 » pronoti » 4,5 » elytror. > 5 » elytror. #T,5 Long. cercorum » 4,2 Un’unico individuo. — Punta di Sabana (Darien). E. Bergrothi n. sp. — Brunneo-testacea, facie atra, nîtida, etytris abdomen obsolete subsuperantibus, femoribus anticis în margine an- tico basiîn versus spînis 4 praedîtis, deînde usque ad apicem spinulis minutissimis compluribus, brevibus, seliformibus, instructis; statura minore. Capo tutto di un bel nero lucido; colla bocca giallastra e la base delle antenne pallida ; occhi cinerei, distanti fra loro mm. 0,7. Antenne brune. — Pronotum uniformemente di un bruno-ferrugineo molto scuro, coi margini laterali alquanto piegati all’ingiù e lievemente più pallidi, ros- sastri; esso copre quasi totalmente il capo; il suo lato posteriore è quasi rettilineo, lievemente arrotondato e prominente al mezzo; la parte superiore presenta verso il mezzo due zone più scure, quasi violacee, ed una linea longitudinale mediana fra queste, lievemente più pallida. — Elitre lunghe circa come l'addome, pochissimo di più, bruno-ferru- ginee, coll’orlo esterno (anteriore) alla base un po” meno scuro ; nel campo anale si notano 5-6 venature. La parte di elitra destra coperta dalla sinistra ha il medesimo colore della restante superficie delle due elitre. Apice delle elitre arrotondato. Ali tinte di ferrugineo. — Zampe giallastre, coi femori marginati inferiormente da una linea rossiccia ;, tutti i femori portano spine su ambo i margini ; ì femori anteriori hanno il margine anteriore dotato di spine come nel tipo P/atamodes più volte accennato da Saussure (3), ossia sono dotati verso la base di 4 spine abbastanza lunghe e robuste, e quindi fino all’apice di molte minute spine brevi, setoliformi; i tarsi portano pulvilli assai distinti. — Parti sternali giallastre. — Addome di un bruno intenso, un po’ meno scuro: ventralmente. I cerci, neri, superano in lunghezza di circa il triplo la lamina sopraanale ; questa è nera, triangolare, però molto ottusa al- l'apice, quivi lievemente incavata, e quivi pure dotata di una macchia gialla. Lamina sottogenitale convessa, lucida, bruno-nera, LARE Long. corpor. mm. 15 Latit. pronoti mm. 5,3 » . pronoti » 4,2 ». elytror. >» 4,5 » elytror. » 14 Long. cercorum ia > Un'unico esemplare. — Punta di Sabana (Darien). 5. Gen. Periplaneta Burm. P. americana (Linn.) Sauss. Periplaneta americana Sauss. (3), p. 73-74 — Brunn. (l), pag. 232, tab. V, fig. 24. Due &. — Punta di Sabana (Darien). P. australasiae (Fab.) Sauss. Periplaneta australasiae Sauss. (3), p. 74 — Brunn. (1), p. 233. Un d, una 9 e due larve. — Punta di Sabana e foreste della laguna della Pita (Darien). P. truncata (Br.) Sauss. Periplaneta truncata Sauss. (3), p. 74. Un d e una g. — Rio Lara (Darien). 6. Gen, Panchlora Burm. P. viridis (Burm.) Brunn. Panchlora viridis Brunn. (1), p. 273 — Sauss. (3), p. 94. Tre d' e una 9. — Punta di Sabana (Darien). — Un &'. — Ciman (Darien). 7. Gen. Achroblatta Sauss. A. luteola (Blanch.) Sauss. Achroblatta luteola Sauss. (3), p. 100, tab. VI, fig. 12. Un unico individuo. — Punta di Sabana (Darien). 8. Gen. Rhyparobia Krauss. R. maderae (Fab.) Sauss. Panchlora maderae Brunn. (1), p. 282 — Sauss. (3), p. 89. Una 9g. — Punta di Sabana (Darien). 9. Gen. Blabera Serv. B. marmorata (Stoll) Brunn. Blabera marmorata Brunn. (1), p. 378 — Archimandrita marmorata Sauss. (3), p. 116. Una 9. — Foreste presso la laguna della Pita (Darien). B. trapezoidea (Burm.) Sauss. Blabera trapezoidea Brunn. (1), p. 374 — Sauss. (3), p. 118, tab. V, fig. 26-31. Una 9. — Punta di Sabana (Darien). La macchia nera del pronotum ha in questo individuo a un dipresso la forma di quella rappresentata dalla figura 28 di Saussure, avanzan- dosi però molto meno verso l’orlo anteriore. B. rufescens Sauss. Blabera rufescens Sauss. (3), p. 119, tab. V, fig. 22. = Ya Una 9. — Ciman (Darien). Il capo di questa 9 è nero, colla base delle antenne circondata di giallo ; l’epistoma ed il labbro sono marginati di giallo-fulvo al loro apice. Le elitre sono arrotondate all’apice. Le sue dimensioni sono: Lungh. del corpo mm. 47 Lungh. delle elitre mm. 44 » » pronotum »°° 12,5 Largh. del pronotum » 18,5 B. thoracica Sauss. Blabera thoracica Sauss. (3), p. 120, tab. V, fig. 25. Una 9. — Punta di Sabana (Darien). In questo esemplare il capo è giallastro-fulvo, con una grande macchia nera occupante tutto l’occipite, il vertice, ed estendentesi sulla fronte a forma di prominenza ristretta alla base, alquanto allargata all’estre- mità ; nell'interno di questa macchia, là ove fra gli occhi un po’ sotto il vertice essa è ancora larga, sì osserva una macchia ovale fulvo-gial- lastra. — Il pronotum ha l'orlo posteriore largamente nero, essendone però la fascia nera alquanto incisa al mezzo; da questa fascia partono superiormente verso il mezzo, lievemente divergenti, due serie simme- triche di macchie nere, così disposte da ogni parte: una prima macchia analoga a quella disegnata nell’opera di Saussure (3) è connessa colla fascia nera e si presenta biloba, col lobo interno minore ; sopra questa, esternamente, havvi un punto nero, mentre direttamente sopra la sud- detta macchia ne esiste un’altra irregolarmente rotonda, e sopra questa, due pure irregolarmente rotonde, disposte l’una a fianco dell’altra. La serie di macchie destra e la sinistra, sono entrambe così fatte e per- fettamente omogenee, simmetriche. Le zampe hanno i femori di un fulvo-rugginoso, picei però all'apice come le tibie ed i tarsi. Corpo mm. 39; pronotum mm, 11,8; larghezza del pronotum mm. 15. MANTIDI. l. Gen. Mantoida (Newm.) Sauss. M. maya Sauss. Mantoida maya Sauss. (3), p. 125, tab. X, fig. 26-27. Un individuo. — Darien. 2. Gen. Liturgousa Sauss. L. cayennensis Sauss. Liturgousa cayennensis Sauss. (3), p. 159. Una 9 e parecchie larve. — Rio Lara (Darien). 3. Gen. Musonia (Stàl) Sauss. M. femorata Sauss. Musonia femorata Sauss. (3), p. 116, tab. X, fig. 20-21. Un a. — Colon (Darien). dist Gini Riferisco un po’ con dubbio a questa specie, di cui non fu descritta che la y, l’unico esemplare d' raccolto dal dott. Festa ed in cattive con- dizioni di conservazione. — Il suo colore è fulvo-grigiastro ; più distin- tamente fulvo sulle zampe. Il pronotum e le zampe anteriori presentano ai lati delle variegature bruniccie, maculari e sfumate. Il pronotum è alquanto più slanciato di quello delle 9 figurato da Saussure; la sua parte posteriore è lunga il doppio della anteriore. Le elitre sono traspa- renti, ma un po’ tinte di grigiastro, colle vene longitudinali dritte, fulvo-grigiastre, e le piccole vene trasversali incolore. Le anche ante- riori, stirate all’indietro, giungono fino alla base del pronotum; i femori anteriori portano spine nella metà apicale ed anche per un po’ di più ; le tibie sono conformate come nella 9; la prima loro spina esterna però non è sensibilmente più lontana dalla seconda di quello che non lo sieno le susseguenti l’una dall'altra. Lungh. del corpo mm. 32 Lungh. dei fem. anter. mm. 6 » » pronotum >» Hd » delle elitre » 15,5 » delle anche anter. » 5,2 4. Gen. Acanthops (Serv.) Stal. A. erosula Stal. Acanthops erosula Stal (5), p. 90. Una 9. — Punta di Sabana (Darien). Questa 9 corrisponde abbastanza bene alla descrizione di Stàl; devono però esser menzionati alcuni suoi caratteri. Il corpo è del consueto colore di foglia morta, proprio delle specie di questo genere : il pronotum però nella terza parte posteriore è ci- nereo, chiaro, ornato quivi di due macchie laterali brune. L’addome è giallastro, col quarto segmento superiormente ornato di una grande macchia mediana nera lucente, contigua cogli orli anteriore e posteriore; i segmenti 5° e 6° presentano ciascuno una linea nera trasversale ar- cuata, semilunare, che colla convessità ne tocca l’orlo posteriore; una analoga linea, molto minore, si osserva nel segmento successivo. Le anche anteriori sono giallastre, marmoreggiate di bruniccio, essendo nella parte interna però quasi rossastre, a punteggiature chiare ; queste anche hanno i margini minutamente e fittamente denticolati. I femori anteriori sono robusti e presentano un distintissimo angolo ottuso basale sul margine superiore; essi sono esternamente giallastri ornati di due indistinte fascie trasversali bruniccie, internamente invece si presentano di un giallastro rossiccio, col margine superiore variegato di gialliccio e di bruno, mentre il margine inferiore è ornato di punti neri, ossia porta un punto nero alla base di ciascuna delle spine un po’ maggiori che quivi alternano con altre un po’ minori. I femori medii e posteriori sono giallastri, con due larghe anellature bruniccie pochissimo marcate titan PP i è cogli orli inferiori ornati di colore giallastro e bruniccio alternata» mente disposti. Le tibie e i tarsi tutti sono brunicci ; le tibie medie e posteriori sono alquanto ingrossate nella metà basale, ossia presentano sull’orlo superiore (e ciò principalmente le medie) un rialzo longitudi- nale sorgente gradatamente dalla base e limitato alquanto dopo il mezzo. Il capo è subtriangolare, con occhi ben prominenti, abbastanza acumi- nati, bianco-cinerei coll’apice bruniccio, volgenti all'insù ed un po’ al- l’infuori ; la sommità del capo è lievemente convessa, presentando ai lati due tubercoli piuttosto larghi e pochissimo alti, presso gli occhi; le antenne sono piccolissime. Il pronotum è granuloso, denticolato ai lati nella metà posteriore ; esso presenta una gibbosità anteriore, quindi un solco trasversale sopra l’inserzione delle anche anteriori, poi una seconda gibbosità e quindi il restringimento pallido ornato delle due macchie brune di cui sopra ho parlato e che forma la parte posteriore del pronotum. All'estremità di questa parte posteriore, ossia alla base del pronotum, si notano due distinti rialzi tubercoliformi contigui, me- diani; anche le due gibbosità anteriore e media appaiono lievemente divise in senso longitudinale al mezzo, in modo da formare ciascuna i due tubercoli accennati da Stàl. Questi tubercoli sono poi sormontati da granulazioni più acute. Sulla parte anteriore del pronotum si osser- vano due fascie oblique pochissimo marcate, bruniccie, divergenti ante- riormente. Le elitre sono quali vennero descritte da Stàl; le ali sono gialle, ornate di fitte macchiette puntiformi e lineari nere, regolarmente disposte. Lungh. del corpo mm. 40 Lungh. delle anche ant. mm. 9,5 » » pronotum » 11,9 » dei fem. anter. » 12 » delle elitre » 29 » » fem. poster. » 8,9 5. Gen. Stagmatoptera (Burm.) Sauss. St. septentrionalis Sauss. var. minor Sauss. Stagmatoptera septentrionalis var. minor Sauss. (3), p. 187. Una g e una larva. — Foreste del Rio Cianati (Darien). — Una g e due larve. — Punta di Sabana (Darien). — Una larva. — Rio Lara (Darien). Le dimensioni delle due 9 adulte sono : CD asd Corpo mm. 79 "1 Anche anteriori Dini Pronotum wo: 3 Femori anteriori » AGESI Elitre > 45 44 FASMIDI. 1. Gen. Phasma (Stoll) Stàl. Ph. Menius Westw. Phasma Menius Westw. (6), p. 118, tab. XVII, fig. 2 — Stàl (4), p. 97. Mi p Una 9. — Foreste del Rio Cianati (Darien), Credo di poter riferire senz’ alcun dubbio questa 9 alla specie di Westwood, di cui non venne descritto che il d. Della 9 meritano di esser ricordati i seguenti caratteri : Le antenne presentano 12 anellature pallide, di cui le due ultime poco distinte ; il capo ed il torace sono ornati superiormente di linee longi- tudinali nerastre e giallastre, ben visibili ma poco ben delimitate. Il pronotum superiormente è sparso di minute granulazioni ; il mesotorace porta invece delle minute spine, circa 4 per parte, inoltre posterior- mente è granuloso, quasi fornito d’una carenatura longitudinale me- diana ed ornato ai lati di due linee gialle che giungono fino alla radice delle elitre. Le elitre hanno le venature giallognole e le numerose e fitte areole fra il reticolo di queste di color nero, sono poi ornate di una fascia nera longitudinale che margina inferiormente il rialzo ango- lare ottuso, giungendo fino all’apice dell’elitra, che è pure ottuso, arro- tondato ; sotto la fascia nera (esternamente) ne esiste una gialla, più sottile, e quindi il largo margine esterno inflesso (anteriore) delle elitre è reticolato e colorato come la parte dorsale di esse. Le ali hanno la parte superiore (anteriore) coriacea di color giallastro sudicio, qua e là irregolarmente chiazzata di nero, con minuti punticini neri alla base delle vene trasversali ; la rimanente parte delle ali, membranosa, ampia, è biancastra, marginata da una fascia nericcia. Il metatorace porta sui fianchi da ambo i lati due macchie rotondeggianti giallastre, di cui la posteriore molto più grande dell’anteriore. I femori hanno la metà ba- sale di un giallastro terreo, quindi sono neri fino all'apice, essendo però l'estremità apicale di un bel giallo, come è giallo un anello irregolare, quasi in forma di >, al mezzo della parte nera. Le tibie sono nere, colla base gialla, ed ornate di due anellature gialle poco marcate ; i tarsi sono bruno-neri. L’addome è irregolarmente tinto in senso longitudinale di giallastro e di bruno. La lamina sopraanale è arrotondata, un po’ incavata all’apice, quivi pure leggermente carenata; i cerci sono brevi, neri; la lamina sottogenitale è un po’ compressa alla base, quindi quasi pianeggiante, alquanto lanceolata, un po’ curva all’insù, terminata ad angolo acuto ; essa non giunge all’estremità dei cerci. Lungh. del corpo mm. 74,5 Lungh. dei fem. anter. mm. 22 > » pronotum » » >» fem. medii » 16 »> delle elitre >: 298 > » fem. poster. » 22 Lungh. della parte di ali sporgente oltre le elitre mm. 58. 2. Gen. Phanocles Stal. Ph. Burkartii (Sauss.). Bacteria Burkartii Sauss. (2), p. 151, tab. III, fig. 6 — Phanocles Bur- kartii Stàl (4), p. 81. 209 SE Una 9. — Foreste presso la laguna della Pita (Darien). Questa 9 corrisponde esattamente per dimensioni, per conformazione e proporzioni delle varie parti, alla specie di Saussure ; però le sue tibie medie e posteriori mancano delle appendici lobiformi descritte e figu- rate da quell’autore, mentre sono invece i femori medii e posteriori che portano inferiormente, presso la base, un piccolo lobo foliaceo, Questi caratteri credo però non possano servire neppur a distinguere come varietà l'esemplare 9 in discorso, inquantochè sembrano in tutti i Fasmidi essere molto variabili. L’opera stessa di Westwood infatti ci mostra spesse volte nelle accurate tavole ché l’accompagnano (per es. tab. XXII, fig. 3) degli individui in cui una zampa delle due ultime paia è dotata di appendici lobiformi, mentre l’altra corrispondente ne è priva. Le granulazioni del torace nell’individuo raccolto dal dott. Festa sono minori, più ottuse, meno salienti di quelle figurate da Saussure. Del resto, il capo coi suoi tubercoli, il torace, le parti genitali, i tarsì, sono quali si trovano indicati nell’opera di quest’autore. Saussure però non descrisse la colorazione della specie ; credo quindi utile il dare qualche notizia di quella della 9 in discorso. Il corpo è di un bruno simile al colore dei rami secchi, variegato di giallastro, in modo poco ben definito, e dotato di grandi spazi bianco- giallognoli irregolari e poco ben delimitati. — L’occipite, il vertice del capo, i tubercoli, gli occhi sono bianco-giallognoli ; la faceia è bruna come sono brune le antenne e due larghe fascie dietro gli occhi. — Il protorace superiormente è bianco-giallognolo al mezzo, bruno ai lati; il mesotorace è bruno variegato di giallastro, con una grande macchia anteriore bianco-giallognola ed una consimile posteriore ; il metatorace ed il segmento detto mediano sono superiormente bianco-giallognoli, bruni invece ai lati, sempre irregolarmente, senza esatta delimitazione fra i due colori. — Le parti sternali come il ventre dell'addome sono fittamente e confusamente variegate di bruno, bianco-giallognolo e gial- lastro. — L’addome superiormente è nei vari segmenti in gran parte bianco-giallognolo, avendo però i lati e spesso anche l’orlo posteriore dei diversi anelli largamente di color bruno. — Le zampe presentano sui femori 4 anellature brune, larghe, e 4 anellature giallastre un po’ meno ampie, tutte irregolari, sfumate e poco marcate ; le tibie sono in gran parte brune, con accenno a 3 anellature giallastre indistinte i tarsi sono bruni. 3. Gen. Caulonia Stal. C. Molita (Westw.). Bacteria Molita Westw. (6), p. 29, tab. XXIV, fig. 3 — Caulonia Molita Stal (4), p. 74. — EE Un &. — Foreste presso la laguna della Pita (Darien). Questo d' è assolutamente identico quanto a forma ed a struttura delle varie parti a quello figurato da Westwood ; le sue dimensioni sono però un po’ maggiori, e cioè: Corpo mm. 67 Femori anter. mm. 21,3 Pronotum si 030 » medii » 16,8 Mesotorace >» 21 » poster. » 20,7 Metatorace 30(12,9 4. Gen. Bostra Stàl. B. Martini n. sp. — d — Olîvacea, capite olivaceo sed castaneo-nigro et flavido variegato ; elongata, subgracitis, glabra, nîtida, mesotho- race longo, subcylindrico, minutissime rugutloso, metathorace granu- loso, în dimidia parle postica superne gibboso, fere tuberoso-inflato ; femoribus multi-carinutatis, carinulis plurimis crebre denticutatis, femoribus posticis subtus spinîs 8 fortioribus praedttis. Caput modicum, laeve, parum convexum, olivaceum, macula supera inter oculos castaneo-nigra, a sulculo postico transverso arcuato mar- ginata lineasque tres posticas subtiles emittente (quarum media sulculiforme), ornatum, necnon vittis duabus longitu- dinalibus supraocularibus flavidis prae- ditum. Oculi globosi, sat parvi, grisei; utrinque sub insertione uniuscuiusque antennae, extus, ante oculum, tuber- culum nigro-castaneum, trigonale, ob- tusum, adest; sulcus transversus an- ticus haec tubercula coniungit. Os et palpi flavicantes. Antennae longae, cor- pus superantes, olivaceae, basi flavidae; antennarum articulus primus sat robu- stus, pubescens, inermis, subcylindricus, flavidus, secundi duplam longitudinem aequans et tertio subaequilongus. Ca- pitis pars infera planiuscula, rugosula. — Pronotum breve, laeve, longius quam latius, subrectangulare, disco subinae- quali, sulcis. duobus, transverso et lon- gitudinali, cruciatim unum alium secan- tibus, praeditum; margines pronoti (pos- RO, sal AR tico excepto) limbati. — Mesonotum | Corpo velilio longum, subceylindricum, postice tamen ». Corpo veduto di profilo. quam antice latius, minutissime obso- © Zampa posteriore destra veduta dal lato leteque rugulosum; mesosternum etiam TTT i fi subeylindricum, punctulis impressis minutis praeditum. — Metanotum insigne, crebre ut metasternum granuloso-rugosum; supra, in dimidia parte postica gibbosum, fere tuberoso-inflatum, dum antice est sub- eylindricum. Pars antica metanoti subeylindrica antice perparum est latior et in partem posticam regulariter transit, quia metanotum parum ante medium superne assurgit rotundatum, inflatum, ut in figura al- lata videtur, et deinde ad coniunctionem cum segmento mediano regu- lariter descendit. Pars infilata fere hemisphaerica. Latera metathoracis regulariter dilatationem partis dorsualis sequuntur etiam rotundata, subinflata. — Segmentum medianum (idest primum abdominis) teres, antice tantum subrugulosum, parum longius quam latius, parum minus quam tertiam partem metathoracis occupante. — Abdomen elongatum, seementis 2-6 subaequalibus, subcylindricis, superne tamen parum con- vexis, laevibus, ante marginem posticum leviter fuscioribus; segmento secundo basi latiore quam postice, et segmento sexto apice obsolete quam basi latiore. Segmenta reliqua apicalia superficie inaequalia; segmentum septimum. postice (retrorsum) distinctissime ampliatum [ut in B. turgida Westw. (6), tab. VIII, fig. 4]; segmentum octavum com- pressum; carinatum ; segmentum nonum subcompressum, in medio po- stice longitudinaliter subsulcatum, apice sinuoso-truncatum sed in medio apicis leviter prominulum, ibique in medio obsolete incisum. — Cerci breves, decurvi, pubescentes, obtusi, subcylindrici. — Pars infera apicis abdominis ut in figura d confecta. — Pedes antici ? -— Pedes intermedii sat robusti et modice longi. Femora intermedia basi subattenuata, lon- gitudinaliter pluri-carinulata, carinulis duabus dorsualibus et duabus lateralibus (marginalibus) crebre denticulatis, denticulis ultra 30 prae- -ditis ; inferius haec femora spinulas discoidales.6 in carinula longitudinali etiam minute denticulata media sitas gerunt, quarum duae subapicales inter se proximae sunt fortiores ; lobi geniculares horum femorum spina armati et ut femorum apex fusciores. Tibiae intermediae prismaticae, leviter pubescentes, pluricarinulatae, carinulis omnibus sub lente regu- lariter minutissimeque multi-denticulatis, fere granulato-denticulatis. Tarsorum intermediorum articulus primus prismaticus, tribus marginibus longitudinalibus (2 superis, 1 infero) pubescentibus et confertis spinulis setiformibus instructis; hic articulus caeteris unitis sublongior; latera et dorsum huius articuli late sed parum discrete sulcata. Articuli 2-4 breves ; articulus quintus dimidiam primi longitudinem haud attingens; arolium inter ungues curvatos et sat longos optime evolutum. — Pedes postici (fig. c) robusti. Femora postica basi attenuata, longitudinaliter pluri-carinulata, carinulis duabus dorsualibus et auabus lateralibus (mar- ginalibus) crebre et manifeste denticulatis, denticulis ultra 30 praeditis, «dum carinula dorsualis media sat expressa et laterales parum expressae inter marginales et superas sitae sunt teretes. Inferius haec femora cà PRIZE spinas discoidales 8 in carinula longitudinali media obsoleta, tantum sub- lente minute denticulata, sitas, validas, gerunt. Lobi geniculares spina valida nigricante armati. Tibiae posticae prismaticae, supra sulcatae, marginibus superis crebre minuteque denticulatis, lateribus haud distinete- sulcatis, margine infero interno minute ut superis denticulato, margine- infero externo basi minute denticulato sed post basim spinis 13 sat ro- bustis armato. Tarsi postici pubescentes ; articulus primus caeteris unitis (etiam cum unguiculis) longior, prismaticus, supra sulcatus, marginibus superis et inferis (lateralibus) spinulis confertis setiformibus instructis ; articuli sequentes 2-4 breves; articulus quintus dimidiam primi longi- tudinem haud attingens; arolium et ungues ut in tarsis mediis ‘optime evoluta. Long. corp. mm. 82 Long. fem. intermed. mm. 19,5 » pronoti ». (3,8 » tib. intermed. » 19,5 » mesonoti » 22 » primiartic.tars.int.» 4,7 » metathoracis » 14,4 » fem. postic. » 25,5 » metanoti »: 10,2 » tib. postic. » 29 » segm. mediani » 4,3 » primiartic.tars.post.» 5,5 Un unico &, privo di zampe anteriori. — Foreste presso la laguna della Pita (Darien). Questa specie è molto Motosidà per la gibbosità del metatorace, e per: questo fatto essa ricorda lontanamente la Monandroptera gibbosa Burm. [Westw. (6), p. 80] e l Acanthoderus (Xylodus) adumbratus Saussure (Revue et Magaz. de Zoologie, Fevrier, 1859, p. 63), nelle quali specie però è il mesotorace che presenta una analoga gibbosità. Mi sembrò dopo lungo esame doversi essa collocare meglio che in ogni altro genere nel gen. Bostra Stal, anche per le affinità che sembra possedere colla B. podagrica Stal [(4), p. 79], quantunque il suo segmento: mediano ‘occupi un po’ meno della terza parte del metatorace. La specie è dedicata al sig. René Martin. INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE 1. BRUNNER VON WATTENWYL C. — Nouveau système des Blattaires — Vienne, 1865. 2. SAUSSURE H. — Récherches Zool. pour servir a VHist, de la faune de l’Amerique centrale et du Mexique — Paris, 1870. 3. SAUSSURE H. et ZEHNTNER L. — Orthoptera - Biologia Centrali Americana — London, 1893-1895. 4. STAL C. — Recensio Orthopterorum. III — Stockholm, 1875. 5. Ip. — Systema Mantodeorum — Bihang till K. Svenska Vet. Akad.. Handlingar — Stockholm, 1877, Bd. 4, N. 10. 6. Westwoon J. 0. — Catalogue of Orthopterous insects in the collection of. British Museum, I, Phasmidae — London, 1859. 60 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Torino. 2 ni ici A AI 2 7 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 253"7 pubblicato il 14 Aprile 18960 | Vor. XI Prof. L. CAMERANO Nuove ricerche intornò ai Salamandridi normalmente apneumoni e intorno alla respirazione negli anfibi urodeli (RIASSUNTO). In un lavoro stampato negli Atti della Accademia delle Scienze di Torino per l’anno 1894 (1) io dimostravo che, analogamente a quanto aveva poco prima osservato il Wilder (2) per alcune specie di P/e/ho- dontinae e di Desmognathinae dell'America settentrionale, lo Spelerpes fuscus, specie italiana, è privo totalmente di polmoni, di trachea, di laringe e di aditus ad laringem e che la Salamandrina perspicillata, specie pure caratteristica della fauna erpetologica italiana, ha l'apparato polmonare e tracheo laringeo al tutto rudimentale e non funzionante. Nello stesso lavoro io rendeva conto delle esperienze fatte sopra ani- mali vivi delle due sopradette specie per determinare in che modo ve- nisse sostituita la funzione respiratoria dei polmoni assenti. La conclu- sione a cui giunsi fu: che la respirazione polmonare viene sostituita dalla respirazione della cavità bocco-faringea, risultando essere di ‘ assai scarso aiuto la respirazione cutanea. Io non credetti di fare allora nessuna ipotesi intorno alla causa che può aver determinato l’atrofia dell’apparato polmonare o la sua totale scomparsa. Nuove ricerche fatte in proposito, mi concedono di ritornare sull'argomento e mi inducono a fare alcune considerazioni sul fenomeno in questione (3). (1) Ricerche anatomo-fisiologiche intorno ai Salamandridi normalmente apneumoni, vol. XXIX. (2) Anatomischer Anzeiîger, vol. IX, n. 7, 1894. (3) Il lavoro completo si trova negli Atti della R. Accad. delle Scienze di Torino, vol. 31, 1896. 2. QUE Recentemente al tutto (1) il dott. Einar Lònnberg di Upsala ha osser- vato pure la mancanza o la riduzione notevolissima dell’apparato pol- monare nelle seguenti specie : Desmognathus aurîculatus Cope. di Savannah (Georgia) e della Florida. Plethodon glutinosus (Green) Id. Id. Manculus quadridigitatus (Holbrook) della Florida. Amblystoma opacum (Gravenh.) di Savannah (Georgia). A queste specie io posso oggi aggiungere lo Spelerpes variegatus (Gray) (0Oedipus variegatus Gray). Questa specie, di cui ho esaminato due esemplari provenienti dal Messico, è totalmente priva di polmoni, di trachea e di adîtus ad larîingem. ‘ Gli Anfibi Urodeli quindi, nei quali venne fino ad ora osservato o) la mancanza totale dell'apparato tracheo-polmonare o la riduzione di esso allo stato rudimentale, sono i seguenti disposti secondo il catalogo del Boulanger (2). Fam. I. — Salamandridae. Apparato I WPachsts 0 Subfam. Salamandrinae . Salamandrina perspicilltata Savi — Rudimentale (Camerano) Subfam. Ambdlystomatinae Amblystoma opacum Gravh. — Rudimentale Rapesto Subfam. P/lethodontinae Pletodon glutinosus Green — Manca (Lònnberg) Plethodon erythronotus Green — Manca (Wilder) Batrachoseps attenuatus Eschsch. — Manca (?) (Eschscholtz- Camerano) (3). ) 8% Spelerpes porphyriticus Green — Manca (Wilder) Spelerpes fuscus Bp. — Manca (Camerano) . Spelerpes variegatus Gray — Manca (Camerano) Manculus quadridigitatus Holbr. — Mancano i polmoni : vi | è un rudimento di aditus ad laringem — (Lònnberg) Subfam. Desmognathinae Desmognatus ochrophoeus Cope — vi (Wilder) Desmognatus fuscus Raf. — Manca (Wilder) Desmognatus fuscus var. auriculatus Cope — Manca (Lònnberg) Risulta da questo specchietto che tutte quattro le sottofamiglie in (1) Notes on tailed Batrachians without lungs (Zoologischer Anzeiger, vo- lume XIX, n. 494 — Gennaio, 1896). (2) Catal. of. Batrac. Graden. British Museum. Londra, 1882. (3) Attî Acc. Sc., XXIX, 1894. cui si divide la famiglia dei Salamandridi (che comprende la quasi to- talità della specie di Batraci Urodeli, vale a dire un centinaio circa, poichè le altre famiglie, Anfiumidi, Proteidi, Sirenidi ne comprendono fra tutte solo otto), presentano il fatto della mancanza completa del- l'apparato polmonare o della sua riduzione ad organo rudimentale non funzionante. Dallo specchietto sopra riferito si può pure arguire che molto proba- bilmente il fatto in questione è generale per le specie delle sottofamiglie, Plethodontinae e Desmognathinae, vale a dire per la metà circa di tutte le specie fino ad oggi conosciute dell’intiera famiglia dei Sala- mandridi. Di fronte a questo risultato nasce spontanea la supposizione che negli Anfibi Urodeli la respirazione polmonare non assuma quella importanza funzionale che ha negli altri gruppì di Vertebrati respiranti per pol- moni, e che per ciò essa possa venir facilmente sostituita in massima parte dalla respirazione boccofaringea (1) e forse in piccola parte dalla respirazione cutanea. Per chiarire ciò è necessario anzitutto studiare comparativamente lo sviluppo dell’apparato polmonare in tutti gli Anfibi Urodeli, la qual cosa non è agevole per la difficoltà di procurarsi non poche delle specie di questo gruppo di Anfibi. Valendomi delle collezioni del Museo Zoologico di Torino, ho potuto fare questo studio in un certo numero di specie appartenenti a generi diversi e precisamente ai seguenti: Sa/amandra, Chioglossa, Molge, Tylototriton, Amblystoma che appartengono alla serie di quei Sala- mandridi che sono provvisti di polmoni. Colle precedenti osservazioni e con queste vengono ad essere esaminati tutti i generi della sotto- famiglia Sal/amandrinae (salvo il genere Pachytriton che comprende una specie assai rara della China) e il genere più ricco di specie della sottofamiglia Amb/lystomatinae. Non potendosi pensare pel meccanismo stesso col quale si compie la respirazione polmonare in questi animali, come agevolmente si com- prende, ad una misura diretta della capacità polmonare e dovendosi, d’altra parte, operare per la maggior parte delle specie su materiale conservato in alcool, è bene, per avere dati comparabili, servirsi di materiale conservato nell’alcool comune da collezione per tutte le specie. La forma generale dei polmoni degli A. Urodeli è riducibile all’in- grosso a due sacchi cilindrici per un certo tratto e più o meno brusca- mente appuntiti verso la loro estremità inferiore. Essi variano notevol- mente in lunghezza da specie a specie : mentre il loro diametro trasver- sale varia in un rapporto quasi costante col diametro longitudinale, il (1) Camerano, op. cit. 22° ee che facilmente si comprende tenendo conto della forma generale del corpo che negli A. Urodeli tende ad allungarsi anzi che ad allargarsi. Nella Salamandra macutosa in cui il corpo è proporzionatamente più largo i polmoni sono anche in proporzione della loro lunghezza un po’ più larghi che non nelle altre specie di A. Urodeli. Per la questione che ci occupa basta tener conto del solo diametro longitudinale del polmone poichè da esso si può arguire in modo suf- ficientemente approssimativo lo sviluppo generale del polmone stesso e i risultati riescono quindi comparabili fra loro. Ho misurato in tutte le specie studiate la lunghezza dei polmoni a cominciare dall’adîtus ad laringem. Si ottengono così, data la struttura del primo tratto dell'apparato respiratorio dei Salamandridi, risultati più facilmente comparabili fra loro. Nei Salamandridi per lo più i due polmoni sono lunghi egualmente o la differenza fra essi è piccola. Ho misurato poi l’animale dall’estremità del muso all'apertura cloa- cale e da questa all’estremità della coda. Trattandosi di animali dal corpo generalmente allungato e molto simile nelle varie forme, le rispet- tive lunghezze del tronco e della coda possono bastare per indicare lo sviluppo generale dell’animale senza ricorrere ai diametri trasversali i quali variano troppo facilmente per le condizioni temporanee in cui possono trovarsi i diversi individui (canal digerente pieno o vuoto, svi- luppo variabile degli ovarii e dei testicoli, ecc.). Per le stesse ragioni non ho considerato il peso degli animali poichè sopra di esso oltre alle cause sopra dette influisce pure il tempo più o meno lungo da che gli individui sono usciti dal letargo, tempo che nella maggior parte dei casi non è determinabile con certezza. Ho fatto in seguito il rapporto della lunghezza del polmone con quella del capo e del tronco riuniti insieme ed il rapporto della lunghezza del polmone colla lunghezza totale dell’animale. Per maggior comodità ho riferito le due serie di valori così ottenuti ad una lunghezza unica di 100 millimetri in modo da avere per ciascuna specie il rapporto centesimale fra la lunghezza dei polmoni e la lun- ghezza totale dell'animale. Nella Salamandra perspicittata Savi i polmoni sono al LIO rudi- mentali e non misurano che 120 micromillimetri circa (1). Le specie studiate si possono disporre ne’ gruppi seguenti, tenendo conto della lunghezza dei polmoni, misurata nel modo sopradetto, para- gonata: (1) Camerano, op. cit. Alla lunghezza del capo e del tronco fatta = 100 Alla lunghezza totale dell'animale fatta — 100 — 22% Molge torosa . . . .|7N Ve 1 i 9g \578 » marmorata . .\100|\ 5 CARO, CEE Aida] Dj < 100/25 #3 Se ERIC: A 67 | s FAC a 2 » cristata . 100 37 2 » marmorata ml ca ha La IEEE Sa to su 6232 3» viridescens ioof E° » viridescens . . ) “A 2 È, la s|3% » torosa Lil g'8 4» vulgaris io) Do » vulgaris. no TO v . 80 |4 Amblystoma tigrinum 27 | 3 7 » alpestris branch. 39 malvagi nati — [ES di eaigistomna vigrenrà 5318 individui nati in Europa 100 2» " (100} 34 ra 26\8 2 bacia ui cnsitivi i 5 Molge Waltlii se a individui nati in Europa #5 0) 100( e © 6. Molge. Waltlii 2 È Salamandra atra . E 3 i 100 5° Molge alpestris branc. E 2 » alpestrisabranch.)50| # | 6° ,C RAMBO 1a (cetaceo E 15 7 p 4 la = Amblystoma tigrinum (100] 8 5 » Hagenmulleri 100, individui provenienti | Aa dal Messico ] FAO 45 era — 2 acis 8 Salamandra atra . - 7% 7 Molge Hagenmiilleri . ni 333 3858 9 Amblystoma tigrinum . | 43 16 BREE individ. prov. dal Messico)100 8 pi i ispere eat PRE P 100/32 CCI, 23 | Salamandra maculosa 15 10) Chioglossa lusitanica . i To | Tylototritonverrucosus 100 Molge Ruscontit s'e e Re 28 4, 14 er 10 Molge Rusconii . ol i dapera . .. ]30\555 Ù Salamandra maculosa . \100(3$.£ 34 smo Vie n (elè) BE): ze: ; 28 S55/11 Chioglossa lusitani 13338 12 Tylototriton verrucosus 3 828 fsi SCR O 00 535 3855 |Fo $ > 9 Uni lm. Reni Ne risulta : 1° che nella famiglia dei Salamandridi lo sviluppo dei polmoni è molto variabile, da un terzo cioè ad un decimo circa della lunghezza dell'animale. Da questo grado di sviluppo si passa bruscamente ai ru- dimenti di polmoni, come nella Sal/amandrina perspicittata ; 2° che tenendo conto del genere di vita delle specie si osserva, in generale, uno sviluppo maggiore dei polmoni in quelle nelle quali è ica, fe prevalente la vita acquatica anzichè in quelle nelle quali prevale la vita terragnola ; 3° che presumibilmente nelle specie (ad es. : Mo/ge Hagenmleri, aspera, Tytototriton verrucosus, ecc.), in cui i polmoni sono meno lunghi della quinta parte dell'intero animale, il fenomeno di regressione nello sviluppo di questo organo si deve ritenere come già inoltrato e che a più forte ragione ciò si deve dire per quelle specie (es.: MM0/ge Rusconti, Chiogiossa lusitanica), in cui i polmoni giungono a misurare poco più della decima parte di tutto l’animale. In queste specie la re- spirazione docco-faringea ha certamente assunto di già importanza notevole, importanza che raggiunge il suo massimo grado nella Sa/a- mandrina perspicillata e nelle altre specie di A. Urodeli prive di pol- moni (Pletodontini, Desmognatini). Esaminando ora tutto il gruppo degli Anfibi Urodeli per ciò che ri- guarda la mancanza, e lo sviluppo vario dei polmoni si giunge ai risultati seguenti : A — Anfibi Urodeli con branchie esterne ben sviluppate e normalmente persistenti nello stato adulto — Proteidî — Sîrenidî — Vita esclusivamente acquatica — Polmoni relativamente lunghi. B — Anfibi Urodeli con branchie esterne ben sviluppate nello stato adulto in seguito a fenomeni di neofenîia che in certe località agiscono sopra numerose serie di individui, dando luogo ad un vero dismorfismo nella specie (esemp.: Ambdlystoma tigrinum, Motge alpestris, ecc.) — Vita esclusivamente acquatica — Pol- moni relativamente lunghi e ben sviluppati. C — Anfibi Urodeli senza branchie esterne nello stato adulto con 0 senza spîiraculum — Anfiumidi — Vita acquatica — Polmoni sviluppati. D — Anfibi Urodeli senza branchie allo stato adulto — A. Vita preva- lentemente acquatica (1) (esemp.: Molge cristata, marmorata, vulgaris, alpestris abranch., Wallliî, ecc.) — Polmoni relativa- mente ben sviluppati — B. Vita prevalentemente terragnola (esemp.: Molge Hagenmuilleri, aspera, Rusconîi, Chioglossa lusitanica, ecc.) — Polmoni relativamente poco sviluppati o al tutto rudimentali come nella Safamandrina perspicillata. E — Anfibi Urodeli senza branchie allo stato adulto con vita più o meno terragnola od acquatica con prevalenza tuttavia della vita terra- gnola — P/etodontini, Desmognatini — I polmoni mancano. Ciò premesso, è ora necessario vedere in quale misura i polmoni concorrano nei vari gruppi di Anfibi Urodeli alla funzione generale (1) Cfr. Camerano, op. cit. MM OR REM della respirazione che in questi amimali si può compiere nei modi prin- cipali seguenti : ‘1. Respirazione cutanea ; 2. Respirazione branchiale ; 3. Respirazione polmonare ; 4, Respirazione bocco-faringea. Lascio in disparte qui la respirazione cutanea, la quale certamente sì compie in tutti gli A. Urodeli, ma, secondo le ultime ricerche, in misura non sufficiente a sostituire nessuna delle altre maniere di respi- razione. Nel primo gruppo (A — Proteidi, Sirenidi), tenuto conto della strut- tura stessa dei polmoni e delle esperienze fatte già dal Configliacchi e dal Rusconi e stampate nella loro celebre « Monografia del Proteo an- guino » (1), sì può credere che la respirazione polmonare sia nulla. Il Rusconi ammette pure che nella Siren lacertina i polmoni non funzionino come organi respiratorii. Nei Proteidi e nei Sirenidi la respirazione è essenzialmente branchiale con un accenno tuttavia alla respirazione bocco-faringea. I polmoni non hanno qui probabilmente che la funzione di organi idrostatici. Nel secondo gruppo di Anfibi Urodeli (B. forme branchiate neote- niche), la respirazione è in massima parte branchiale : ma sussidiata in un certo periodo della vita dalla respirazione bocco-faringea e polmo- nare (2). Anche in questi A. Urodeli la funzione dei polmoni come or- gani idrostatici è certamente notevole. La respirazione polmonare va facendosi più intensa ed importante nel gruppo D. degli Anfibi Urodeli in cui i polmoni raggiungono il loro maggior sviluppo. Si è probabilmente nelle specie schiettamente acquaiuole del genere Molge che i polmoni hanno la maggior attività respiratoria. In queste specie è tuttavia spiccatissima la funzione di organo idrostatico dei polmoni. Anche nelle forme acquaiole di questo gruppo è tuttavia spiccata la respirazione bocco-faringea. Nelle forme schiettamente terragnole si direbbe che il diventare meno importante la funzione dei polmoni come organi idrostatici induca una progressiva riduzione di sviluppo dei polmoni stessi: mentre contempo- raneamente va crescendo d'importanza la respirazione bocco-faringea. È d’uopo tener conto tuttavia per parecchie specie con polmoni rudi- (1) Pavia, 1819. (2) Confr. a questo proposito; L. Camerano, Nuove osservazioni intorno alla Neotenia ed allo sviluppo degli Anfibi (Atti Acc. Sc. di Torino, vol. XX, 1884), Ri mentali o mancantl del loro genere di vita che è caratteristico; queste specie, vale a dire, vivono quasi sempre fuori dell’azione della luce’ viva, in ambienti umidi e a temperatura relativamente costante. É d’uopo pure tener conto della lentezza dei loro movimenti e in generale della loro scarsa vita di relazione. Tutto ciò tende evidentemente a rendere meno attivo ed ampio il ricambio respiratorio, e fa sì che la respirazione bocco-faringea, aiutata in piccola misura dalla respirazione cutanea, diviene sufficiente per l’animale. L'allungarsi del tronco e il restringersi della cavità del corpo, unita- mente allo sviluppo talvolta notevole degli organi riproduttori interni concorrono pure certamente insieme colle cause sopra dette a favorire la riduzione progressiva dei polmoni. Nell'ultimo gruppo E, in cui i polmoni mancano, la respirazione bocco- faringea assume importanza massima, Il fatto citato dal LOnnberg (1) che lo Spe/erpes porphyriticus, privo di polmoni, ha vita precipuamente acquaiuola, si può spiegare come un adattamento secondario o cenogenetico di una forma derivata da altra a costumi prevalentemente terragnoli (come sono in genere le pui dello stesso genere Spe/erpes) e priva di polmoni. D'altra parte, la mancanza di un organo idrostatico nelle forme acqua- tiche può essere compensata per gli effetti della locomozione da una leggera modificazione nella forma del corpo e in particolar modo della coda, delle estremità posteriori e dallo spostamento del centro di gra- vità dell’animale stesso. D'altra parte pure, la cavità bocca-faringea degli Spe/erpes che nel- l'evoluzione delle forme schiettamente terragnole è andata assumendo uno speciale sviluppo, tanto da essersi notevolmente estesa allo indietro, può in una specie di questo genere che ritorni a fare vita prevalente- mente acquaiola, quando l’animale la riempie d’aria, sostituire in parte anche i polmoni nella loro funzione di organi idrostatici. Risulta da quanto precede che in nessun altro gruppo di vertebrati il ricambio respiratorio può essere ottenuto con organi così diversi come negli Anfibi Urodeli nei quali si può ritenere che esso si compia nelle principali maniere seguenti allo stato adulto. 1* Il ricambio respiratorio si ottiene mediante : ni o la respirazione branchiale, la respirazione bocco- faringea, la respirazione cutanea. I polmoni funzionano da organi idrostatici — (Esemp.: gen. Proteus, Siren). (19 40p:"c24, 3° 4° Id. Id. Id. Id. alga gio la respirazione branchiale, la respirazione bocco- faringea, la respirazione polmonare, la respirazione cutanea. I polmoni funzionano pure da organi idrostatici — (Esemp.: Ambilystoma tigrinum branch., Molge al- pestris branch., ecc.). la respirazione polmonare, la respirazione bocco- faringea, la respirazione cutanea, I polmoni funzionano attivamente anche da organi idrostatici — Esemp.: (Mo/ge cristata, vulgaris, ecc.). la respirazione bocco-faringea, la respirazione polmonare, la respirazione cutanea. I polmoni perdono in gran parte la loro importanza come organi respiratori e come organi idrostatici — (Esemp.: Chioglossa lusita- nica, ecc.). . la respirazione bocco-faringea, la respirazione cutanea. I polmoni mancano intieramente — (Esemp.: gen. Spelerpes, Desmognathus, ecc.). La cavità bocco-faringea può funzionare da organo idrostatico in qualche specie a costumi acquaiuoli. _———_ ve Sez ga —_ — o” . i a inianrigeate dI 9A or Jan i oi Sa wi | if ‘ der Pa ,% Hi LH4 di a dA \imridi 21) #30 nubi: 15621405 lab rin ‘iron I ta SIOE tor sita ga DICOM ie A le Pet ci replace» ALE; mivabagi META TO TETAM TURI NICO ETNIA hà I ao paloca ast 1 EPA 6 PIA CB SNTO sab 5 (13065 ci iti ta {yJ PEFISTIAAS (Oc { : ba Be (PAT) FRA: LE VELLA arto La GAL ivo saprbtgg pla sn iv capisssioret ts \nSREER ta SO: sapisanic. "9% a Pat ; fare a IA us aaa onto ‘sita rd: ai og1e free n quobrag «Batosalog i: i, De, . » - r - n CN I » na . - vu n dar de ce "a me Ger LIS BETA O) su Me “ ” us "e è n Da, | sa i Pal La è* x pe Ei ” _ bone t-_ n na » IUSR dea s DI di : Y £a 163 È 4 ’ [elsti v-f Dry Rn A bu li n. | LEASELS (4 RISAIE LETI RIA À È . vi DI è 3 Po) P ve“ 4, e z i RA (71% DIPA: a3 È 4 . È E * pi: sd È rp . 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XI RENE MARTIN Sur les ODONATES recueillis par le D.r FESTA au Parien et à Cuenca Le D.r Festa a, ilans son voyage de 1895 dans l’Amérique centrale, récolté quelques Odonates interessants. Le nombre des insects névro- ptères qu'il a rapporté de ce voyage n’est pas trés-considérable, eu égard à la richesse entomologique des pays parcourus, mais plusieurs de ces insectes sont remarquables, et il faut savoir grand gré au savant voyageur qui a pris la peine de chasser les Odonates, ces insectes $ dignes d’intérét et pourtant si dédaignés! Fam. des Libellulidae. l]. Mesothemis annulata Rambur (Lepthemis verbenata Hagen). Un male de cette espèce assez commune, au moins le sexe male, car les envois contiennent trés-rarement des femelles, depuis le Mexique jUsqu'aux provinces IN du Brésil; aussi dans la plupart des Antilles. Le male pris par le D.r Festa au Darien, ‘est d’assez grande taille et porte aux ailes inférieures une tache basale peu étendue, s’avancant à peine jusqu’à la, première antécubitale, tandis que chez beaucoup d’individus du Honduras et du Brésil elle atteint la 2° antécubitale et le triangle. Chez les jeunes mAles, le thorax est d'un brun pourpré et la tache d’un noiràtre clair, mais chez les vieux le thorax devient d’un noir profond virant au bleu foncé et la tache prend une couleur d'un marron noir brillant, à travers lequel on distingue quelques cellules brunes un peu transparentes. 2. Diplax illota Hagen. Une femelle de Cuenea, d’assez grande taille. Peut-étre aurions-nous dù, a l’exemple de beaucoup d’auteurs et comme nous l’avons fait MA fois nous-mémes, laisser à l’illota le nom générique de Sympetrum, au lieu de lui donner celui de Diplax. Mais, entre autres raisons, il en est une qui milite en faveur du nom < Diplax », c'est que ce nom « Diplax » une fois adopté, M.r de Selys- Longchamps et d’autres auteurs en ont tiré une conséquence en créant, pour des genres plus ou moins voisins, des noms dérivés « Thecadi- plax, Erythrodiplax, Brachydiplax, Microdiplax, Macrodiplax, Pachy- diplax, etc. ». Est-il bien logique de laisser subsister ces noms dérivés et de sup- primer le nom générateur? Fam. des Agrionidae. 3. Megaloprepus coerulatus Drury. Trois beaux sujets pris au Darien, sur une rivière. L’espèce est ré- pandue dans toute l’Amérique centrale, depuis le Mexique jusqu’à la frontiére du Brésil. 4. Mecistogaster iphigenia Selys. Une femelle. L’espèce est assez commune dans toute la Colombie. 5. Ischnura fluviatilis Selys. Une femelle de la varieté orangée capturée au Chaco. Habite l’ Amé- .rique du Sud. -6. Ceratura capreola Hagen. ‘Deux individus du Darien. Cette jolie petite espèce habite le Antilles, l’Amérique centrale, et est surtout commune au Brésil. 7. Acanthagrion gracile Rambur. Un individu de cet Acanthagrion qu'on trouve assez communement dans la Colombie et au Brésil. 8. Erythragrion filiola Perty. M.r le D.r Festa a pris cette espèce dans une lagune, au Darien. Elle est assez rare en Colombie et au Brésil. 9. Erithragrion Griffinii nov. spec. Abdomen d' 25 mm., aile inférieure 16 mm. Pterostigma oblong, Signo, couvrant une cellule, brun clair cerclé de couleur moins foncée à l’entour. Quadrilatère à cOté superieur ayant aux premières ailes moins de la moitié, aux secondes la moitié du «còté inférieur. Ailes hyalines, pétiolées jusqu'à la nervule postcostale qui est placée entre la première et la deuxième antécubitales, plus près -de la première. )l postcubitales. Téte assez robuste; lèvre inférieure jaune trés-pàle, la face rou- geàtre, le front jaune, le dessus de la téte noir mat tirant sur le vert foncé, ainsi que le derrière, avec un commencement de trait jaunàatre partant de chaque ocelle postérieure dans la direction des antennes ‘qu’il n’atteint pas. Antennes rougeàtres avec le troisième article al- longé, noir. Prothorax jaune, coupé de droite à gauche en deux parties par une ‘tache noire courbe, le lobe postérieur en feston trés-déprimé au milieu. Thorax entièrement jaune-verdàtre avec une large raie dorsale noire -descendant en droite ligne du prothorax jusqu'à la naissance des ailes. Abdomen rouge, devenant jaune-orangé aux derniers segments, sans taches. 10° segment plus court que la moitié du 9°, à echancrure petite «dont les bords sont légèrement relevés. Appendices anals noirs, les supérieurs ayant presque la longueur du dernier segment, écartés, minces, légèrement courbés en dedans; les inférieurs à peine plus longs, minces, pointus, excavés en dedans, jaunatres. Pieds brun clair avec une raie noire sur les fémurs. Prise au Darien, sur une lagune. La femelle est encore inconnue. Cette espèce a beaucoup d’analogie avec l’E. vuneratum Hagen, smais elle en diffèere notablement par le prothorax et les dessins du thorax. Nous la dédions avec grand plaisir au D.r Griffini. Pi $i ee LHOi i 005% dl a RA pr der on olà) si: DIO MR diirnst disrà: olk iosa nsatitào. n MN to niratnis rob soit901i5. st ensb . a'ineì BM ia Pisis agi el nove 2o"I 93 utt STO ondata gus no osa È na obre sta us Srningdb-abnt Nosasì 40 è edol ol il ni, E a 54 phi TA Rs dI pie: otios ale ob dist Vito alt 90 Sabbrsv-onst ; ul Ssalle 255 ovusezico sl d'vpant be nb segli sj Bu Ra 2) toria a sie lgnod vite dpaetordhusi I BL9v ! 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Im Jahre 1859 (1) hat der damalige Director des zoologischen Museums in Turin, de Filippi, zwei Echinaster- Arten aufgestellt die ihm von dem Marquis Doria mit der Angabe ubergeben worden waren, dass er sie bei Spezia gefisecht habe. Dem Schenker zu Ehren nannte de Filippi die eine Art E. doriae, wahrend er die andere mit dem Namen E. tri- bulus belegte. Was in der kurzen Beschreibung beider Arten besonders auffallt, ist die Bemerkung, dass sich an den Basen der Stacheln des Ruckens und der Seiten je ein kreisformiges, von Rauhigkeiten besetztes Feld finde. Da mir weder aus eigener Beobachtung noch aus der Litteratur irgend eine mittelmeerische Seestern-Art bekannt geworden war, welche dieses eigenartige Merkmal zeigte, so vermuthete ich bei der Abfassung meines Prodromus einer monographischen Bearbeitung der Echinodermen des Mittelmeeres (2), dass de Filippi mit den rauhen Feldern an der Basis der Stachel die Pedicellarienkrànze gemeint habe, die bei der Gattung Asterias die Stachelbasen umgeben, und glaubte daher seine beiden Echinaster-Arten, bei denen er ibe” die Zahl der Fiisschenreihen nichts bemerkte, zur Gattung Di insbesondere zu der Art A. tenui- spina ziehen zu diirfen. Dieser Meinung hat sich dann spàter Sladen in seinem grossen Werke iber die vom « Challenger » erbeuteten See- (1) Revue et magasin de zoologie par F. E. Guérin-Méneville, 2 Sér.,T. XI, ‘Paris, 1859, p. 63-64. (2) Mittheilungen aus der zoologischen Station zu Neapel, I, Bd., Leipzig, 1879, p. 538. ora sterne (1) angeschlossen. Einige Jahre spàter jedoch hat P. Marchisio die im Turiner Museum aufbewahrten Originalexemplare de Filippi’s nochmals untersucht und beschrieben (2), und von den schon erwàhnten rauhen Feldern an den Stachelbasen eine Abbildung beigefiigt. Aus seiner Schilderung geht zweifellos hervor, dass meine Vermuthung, es handle sich um Asterias tenuispina, eine irrige war; doch kam auch Marchisio zu dem Ergebnisse, dass man den Echinaster tribulus wohl kaum als eine besondere Art neben dem Echinaster doriae gelten lassen koònne. y' Die Frage stand also nunmehr so: Gibt es im Mittelmeer ausser dem’ weitverbreiteten Echinaster sepositus noch eine oder gar zwei andere, bis jetzt nur bei Spezia gefundene Echinaster-Arten oder sind diese etwa doch auf Echinaster sepositus zuriichzufihren ? Vergeblich bemuhte ich mich an den zahlreichen Exemplaren des E. sepositus, die mir durch die Hinde gegangen sind, auch nur eine Spur von jenen rauhen Feldern (« campi di asperità » Marchisio) wahrzunehmen; auch die von de Filippi und Marchisio angegebene Zahl der in einem Porenfelde stehenden Papulae, sowie die Anordnung der Riicken-und Seiten-Stacheln der Arme in sieben, resp. neun Langs- reihen stimmte durchaus nicht zu E. sepositus. Um aus meinen Zweifeln endlich herauszukommen, wandte ich sive schliesslich an den jetzigen Director der Turiner Sarti Herrn Prof. Dr. L. Camerano, der mir mit der gròssten Liebenswirdigkeit sofort das eine, 1l Cm. lange, der beiden von Marchisio beschriebenen Originalstiicke des E. doriae und das ebenfalls von dem Genannten beschriebene Originalstick von E. tribulus zur Ansicht ùberschickte. Dass beide, in trockenem Zustande conservirte Formen nicht wesentlich von einander verschieden sind, ergab sich eben so bald wie dass es sich hier in der That um eine von E. sepositus vòllig verschiedene Art handelt, die also den Namen E. doriae zu fuhren hàtte. Dennoch konnte ich mich ùber das Bedenken nicht hinwegsetzen, dass dieser E. doriae nirgends sonst im Mittelmeere und auch bei Spezia nur ein einziges Mal gefunden worden sein soll. War.es denn nicht méglich, dass die Angabe, Marquis Doria habe die Thiere bei Spezia gefischt, trotz ihrer Bestimmtheit auf irgend einem Versehen beruhte ? Und wenn das so ist, versteckt sich dann vielleicht ‘unter dem E. doriae irgend eine andere, von anderen als mittelmeerischen Fundorten bekannte Art? Ich ging also die Beschreibungen aller bis jetzt Si) Report on the Asteroidea (Voyage of the Challenger, vol. XXX). London, 1889, p. 583, 819. (2) Bollettino dei Musei di zoologia ed anatomia compar ata di Torino, N. 149, vol. VIII, Torino, 1893, p. 1-4. mal RI Pi mnterschiedenen Echinaster-Arten durch um zu erfahren, ob dort ir- gendwo von jenen rauhen Feldern an den Stachelbasen die Rede sei. Das Einzige, was ich fand, var eine Stelle bei Miller & Troschel (1), -die von ihrem nordamerikanischen Echinaster spincsus sagen: « Die ‘ Balken, auf denen die Stacheln sitzen, sind hier und da stellenweise mit «Kleinen Kòrnchen besetzt ». Dieser E. spinosus von Miller und Troschel ist zum Theil identisch mit E. spinosus (Retzius) [= Asterias echino- phora Lam.], zum Theil mit E. sentus (Say) der spàteren Systematiker :(Perrier, Sladen); neuerdings hat aber Ives (2) gezeigt, dass zwischen E. sentus und spinosus keine Grenze zu ziehen ist und hat deshalb beide wieder unter dem àlteren Retzius’schen Artnamen als E. spi- nosus vereinigt. Das Wohngebiet des E. spinosus erstreckt sich an der ‘Ostkiste Amerikas von Virginien bis Brasilien. In der zoologischen Sammlung der Universitàt Bonn befinden sich zwei trockene Exemplare «des E. spinosus von der Campeche Bank. Als ich sie zur Hand nahm ‘und mit den Turiner Stucken verglich, war das Rathsel gelòst. Sie stimmen in allen Merkmalen mit jenen ùberein und insbesondere sind ijene rauhen Felder, auf die sich demnach in Wirklichkeit jene Stelle bei Muùller & Troschel bezieht, in Form und Anordnung volkommen identisch mit denen des E. doriae. Sonach ergibt sich, dass die von de Filippi als E. doriae und E. tri- ‘bulus aufgestellten Arten als Synonyme zu E. spinosus (Retzius) gehòren. Soll man aber nun noch glauben, dass dieser Seestern der amerika- nischen Kùste wirklich einmal und nicht wieder im Mittelmeere gefischt ‘worden ist? Ieh denke nein und lasse es dahingestellt, wie es mòglich ‘war, dass den Exemplaren des Turiner Museums die nach meiner Ue- berzeugung falsche Fundortsangabe beigegeben werden konnte. Schade “aber ist es, dass auf diese falsche Angabe hin die Litteratur mit drei Veròffentlichungen (von de Filippi, Marchisio und der vorliegenden) ‘belastet werden musste. Bonn, 17 april 1896. (1) System der Asteriden, Braunschweig, 1842, p. 22. (2) Proceed. Acad. Nat. Sc., Philadelphia, 1890, p. 325-326. dà i i, ch È de SIANO neon ag materia coreani: FILA 16 Ul. posa Aiualota signs HR, ee ao si R 9 NASA =: (ntstosi) sans Rata n n BIP' solicaivs send gissog (8 ieri sia MN 0 RA; sn. MEANT DIN. 20 GAlsincafo ax cone nto DA VC BE USL BRA TOTt0a sai SR CIS (20 CI LIPARI y : È feta ev : o La SOI aaa Ha sr. pe ii na/ziscalia 14 nas "17 4 x P ; S DAG ted prato EVE er 3 Staten +06 È APRE 4 > x 4 x î inpzi : da ES p d Chi d La ha: È, He E È tel» d fi 3 È, ì AREE RR: (£'E Sr PRETOTÌ ARIE LA £ . 3 RIN Tei NERA DI We aa gipo aa diga ai Cri FALEGNO)., PIO ESI OA PI SI ded i ESP SONIA DI 9 dux pr VE r ) Pai FAR BIT ASINI ; 108 aridulebabae n; ir BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N 242 pubblicato il 4 Maggio 1896 | Vor. XI Dr. DANIELE Rosa I Linfociti degli Oligocheti. (Sunto dell’A. (1)). Negli oligocheti che furono oggetto del mio studio (lumbricidi) ho distinto le seguenti forme di linfociti: I. — Linfociti ameboidi e presentanti quando si alterano fuori dell’or- ganismo i cosidetti fenomeni di diffluenza (2) proprii delle cellule ameboidi tipiche (amedociti). II. — Linfociti anameboidi ma presentanti i detti fenomeni di diffluenza degli amebociti (Zinfociti vacuolari). . III. — Linfociti anameboidi non presentanti i fenomeni di diffluenza degli amebociti. A. — Linfociti con uno strato periferico di globuli adiposi (e/eociti). B. — Linfociti mucosi (mucoctiti). i Amebociti. Le forme tante volte descritte e disegnate (da Geddes, Cuenot, Vejdovsky, ecc.) per gli amebociti dei lombrichi sono tutte forme molto alterate; la forma normale (che si ritrova in tutte le specie) è quella di uno sferoide presentante a un lato un ciuffo di grandi pseudopodii simili a petali allungati. Si trovano inoltre in tutte le specie ma in nu- mero molto minore amebociti con un solo pseudopodio digitiforme. I fenomeni di diffluenza di questi amebociti sono quali furono descritti dal Cattaneo (2), con qualche modificazione che però si deve probabil- mente estendere agli amebociti in generale. Nel vivo gli amebociti non (1) D. Rosa, I Linfociti degli Oligocheti ricerche istologiche (30 pag. con 1 tav.). Approvato per la stampa nelle Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino nell’adunanza del 22 marzo 1896 (in corso di stampa). (2) Cfr. CATTANEO, Sulla morfologia delle cellule ameboidi. Boll. scientifico, Pavia 1889. — Id. Gli amebociti dei cefalopodi; Atti R. Univ. Genova, 1891. = Re formano mai plasmodii (contra Geddes e Cuenot) e dopo aver emesso i pseudopodii di diffluenza non ripresentano mai la forma primitiva (contra Owsjannikow). I nuclei degli amebociti sono grandi, generalmente ovali, spesso poli- morfi e si hanno talora due nuclei distinti; se alla divisione (amitotica) del nucleo possa seguire la divisione della cellula è dubbio. Il nucleo con- tiene uno o due grandi nucleoli e piccoli granuli di cromatina disposti spesso in linee flessuose che danno l'apparenza di uno spirema lasso ; però sono presenti anche allora i nucleoli e del resto manca ogni altra apparenza di mitosi. Fenomeni riferibili a fagocitosi non si osservano che negli amebociti con un solo pseudopodio digitiforme che aderiscono alle masse di cellule cloragogene morte e vaganti pel celoma e che si nutrono, a quanto pare, del plasma che esse ancora contengono, non però dei loro granuli. Linfociti vacuolarî. Queste cellule sono abbondanti solo nelle forme in cui sono rarissime o mancanti le altre forme di linfociti non ameboidi; quando sono piccole sono difficilmente discernibili (e forse non diffe- renti) dagli amebociti unipolari; le forme tipiche hanno forma sferoide e più spesso irregolarmente discoide (con diametro di sino a:50. x.) e non emettono pseudopodii normali, ma solo, alterandosi, pseudopodii di diffluenza. In questi fenomeni di diffluenza essi si accostano agli ame- bociti. Il nucleo è grande, eccentrico o affatto marginale, ha uno o due grossi nucleoli ed è in complesso simile a quello degli amebociti, salvo che non presenta più accenni ad un’amitosi. La struttura di questi linfociti è vacuolare; i vacuoli sono grandi, pieni di sostanza omogenea meno colorabile mentre le maglie son fatte di sostanza granulosa molto colorabile. Le maglie irraggiano da un punto (centrosfera ?) collocato al centro delle cellule dove c’è un addensamento di plasma. Eteociti. In molti lombrichi la linfa è gialla e allora è inodora come nell’Allolobophora chlorotica od ha cattivo odore come in A. foetida e A. putris. Il colore, ed eventualmente l’odore, sono dati alla linfa, dalle gocciole oleose degli eleociti. Questa. linfa così colorata è emessa in abbondanza dai pori dorsali quando i vermi vengono irritati meccani- camente o chimicamente (p. es. con vapori di etere), Gli eleociti, finora noti solo in stato alterato e perciò confusi con cellule staccate dallo strato cloragogeno, sono, in istato di riposo, cellule sferiche od. ‘ovoidi, del diametro medio di 25 «, ma di consistenza semiliquida per cui basta che si trovino alla superficie di un liquido perchè esse assumano la forma di sottili dischi. Sono trasparenti tanto che senza colorazione non si distingue che lo strato di globuli adiposi uniformemente disposti sotto alla loro superficie. Questi globuli si tingono coi colori basici di anilina. Questi linfociti non sono ameboidi ed alterandosi fuori dell'organismo si contraggono in un ammasso composto dal nucleo e da poche goccioline adipose con una minima quantità di protoplasma; talora (A. putris) i fenomeni che presentono alterandosi sono più complicati, ma in ogni caso non sono mai da paragonare aì fenomeni di diffluenza degli amebociti. La sostanza degli eleociti è composta in massima parte da un liquido non colorabile (linfa?) od in minima parte da protoplasma disposto a grosse maglie irraggianti da un centro. In quest’ultimo sta una grande centro- sfera globulare da cui irraggiano anche fini filamenti di mitoma che si suddividono senza anastomizzarsi e si possono seguire sino ai margini dalla cellula; attorno alla centrosfera essi dànno l’apparenza di un aster. Il nucleo subcentrale è spesso appuntito verso la centrosfera in causa della contrazione dei filamenti che partono da questa; questo nucleo è relativamente piccolo, non mostra mai accenni a divisione e manca di nucleolo. Mucoctti. Questi linfociti esistono solo (insieme cogli amebociti ed ‘eleociti) nell’Allolobophora rosea e dànno l'apparenza mucilaginosa alla linfa che essa emette in abbondanza dai pori dorsali. Son cellule lenti- «colari, grandi sino a 100 &, senza inclusi, non ameboidi e che alterandosi si cambiano in cellule mono- bi- o tripolari terminate da lunghissimi filamenti indivisi. La loro superficie esterna è zigrinata, all’interno sono omogenei con un grande spazio jalino che contiene il nucleo e gruppi di globuli rifran- gentissimi (microcentri?). Il nucleo è centrale, grande, sempre sferico ‘od ovale con uno o due grossi nucleoli. Spesso in uno stesso spazio jalino vi sono due nuclei, ma la cellula non accenna a dividersi. La divisione dei nuclei deve essere avvenuta nello stadio giovanile delle cellule, anche qui senza condurre a divisione cellulare. In questo lavoro non è trattata la questione dell’origine dei linfociti degli oligocheti, si vede però che la questione è più complicata di quanto abbiano ritenuto gli autori che se ne sono occupati. I fatti citati bastano però già a confutare la teoria del Cuenot che fa derivare gli amebociti dalle cellule cloragogene per via delle cellule gialle vaganti pel corpo (eleociti), le quali cellule egli ritiene siano cloragogene staccate mentre sono veri linfociti di tutt'altra natura che non possono certo trasfor- marsi in amebociti. è; sHniluisaog: aflbog sb. W os (efidabi cod Gens bi ce psi i (ioni sA) anolsì antasiggserrg ib, Afiasup poniivier 028% 130 Mbit ballano gig OLHOs irbbaaneite DUO; rai si ia fans too) asustiib beta amonsti imosgsone. 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GIUSEPPE PARAVICINI Ricerche anatomiche ed istologiche sul BULBO FARINGEO dell’Helix pomatia L. Già dal 1817, in seguito agli studi di Borden e Swammerdam, il Cuvier (1), dettando la sua anatomia dei Molluschi, s'era occupato del bulbo faringeo dei Polmonati, ma in modo molto superficiale. Ad esempio egli distinse una parte dei muscoli estrinseci dell’H. pomatia col nome di muscles estrinseques et laterauax de la masse de la dbouche, l’altra parte (quelli più specialmente che si attaccano alla faccia inferiore), col nome complessivo di musc/les extrinseques inferieurs. Nella figura 3 della tavola II (cap. « Sur la limace et le colimacon ») segnò i fasci del Muscolo triangolare Paravicîni, ma di esso non fece motto alcuno nel testo; distinse poi i muscoli delle faccie laterali ed i muscoli vestibolari col nome generico di musc/es palmes. La cartilagine linguale fu da lui considerata siccome composta di tessuto cartilagineo ed elastico (osseo in alcuni gasteropodi). Dopo Cuvier, Delle Chiaje (2) considerò il bulbo dei Bullidi siccome uno stomaco. Moquin-Tandon (3) egli pure non portò, riguardo alle conoscenze intorno alla massa boccale, grandi modificazioni. Valenciennes (4) fu il (1) Cuvier — Mémoire pour servir à l’histoire et à l’anatomie des Mollusques, 1817, Paris. (2) Delle Chiaje — Animali senza vertebre. Napoli, 1823-29. (3) Moquin-Tandon — Histoire nat. des Moll. terr. et fluv. de France. — Paris, 1855. (4) Valenciennes — Recherches sur la structure du tissu elementaire des cartilages des Poissons et des Mollusques. — Archives du Mus., Tom. 5, 1851. o 59 E primo a studiare microscopicamente la cartilagine linguale; Lebert (1) ne intravide la vera struttura; Semper fece un passo innanzi, riconobbe nella detta cartilagine una natura muscolare, ma errò nel ritenerla un vero muscolo. (Siccome dirò in seguito, fu tratto in errore dall'esame microscopico delle cellule vescicolose, ch' egli scambiò con sezioni tra- sversali di fasci muscolari). Malgrado i lavori del Van Beneden, del Lacaze-Duthiers, del Sicard, del Wegmann, la conoscenza della parte muscolare del bulbo faringeo non fece grande strada fino al lavoro del Loisel (2). Questo autore non riuscì tuttavia a dare una descrizione e sopratutto una interpretazione del complesso dei muscoli del bulbo faringeo che sia soddisfacente in tutti i punti. Per tale ragione credo non inutile pubblicare le osservazioni che ebbi campo di fare intorno alla struttura certamente assai complessa del bulbo faringeo della Helix pomatia la di cui preparazione è utile eseguire nel modo seguente. Si tiene sommerso l’animale, che è bene sia adulto, in un vaso ri- pieno d’acqua, leggermente acidulata, 2 o 3 giorni nell'estate, 3 0 4 nell'inverno, poscia, reciso nettamente in due fra il dorso ed il man- tello, si isola dal rimanente del corpo con un taglio trasversale la re- gione cefalica contenente il bulbo, il pene e porzione dell’ovidotto, Si fissa allora questa parte su una lamina di sughero, ed incisa longitu- dinalmente e dorsalmente l’epidermide, che si risvolta ai lati, si procede all’ isolamento del bulbo, esportando i resti dell’apparato genitale, la- cerando la sottile membrana connettiva, che a guisa di velo avvolge tutti i visceri, ed infine tagliando a mezzo il ganglio cefalico. In questa preparazione bisogna conservare il muscolo retrattore del bulbo più lungo che sia possibile, affine di poter fissare in seguito più facilmente la massa boccale in qualunque posizione richiegga lo studio. Dopo di ciò è necessario ricorrere ad alcuni semplici artifizi per met- tere in evidenza i vari muscoli estrinseci, giacchè essendo essi alquanto trasparenti e biancastri, siccome la sottostante massa faringea, difficil- mente si lasciano isolare. Un primo artifizio consiste nel disporre fra il muscolo che si vuole isolare e la sottostante massa boccale una sottile laminetta di latta, verniciata in nero, che si fa scorrere opportunamente lungo il muscolo stesso, giacchè in tal guisa si pongono in evidenza le inserzioni, la forma, nonchè i rapporti colle parti circostanti. Un secondo artifizio consiste nell’immergere per una ventina di mi- (1) Lebert — Beitràge zur Anat. und Physiol. der Pulmonaten. (pag. 396). (2) Loisel — L’appareil musculaire de la radula chez H. pom. — Id., Les cartil. ling. des Mollusques, 1892, Paris. ali VI di» nuti l’intero bulbo nel carmino alcoolico, che io adoperai con ottimi risultati, o in altra sostanza colorante analoga. I muscoli estrinseci, così ‘operando, rimangono colorati più rapidamente e più intensamente di tutta la restante massa boccale, perchè più sottili e meno resistenti, ed allora potranno essere più facilmente studiati. La dissezione degli altri muscoli si può fare coi metodi soliti. E importante controllare i risultati così ottenuti mediante l'esame di sezioni dell’intiero bulbo boccale condotte in varie direzioni, la qual cosa io ho fatto valendomi del procedimento ben noto delle sezioni in serie. Classificazione e struttura dei muscoli faringei. Il bulbo farîngeo 0 doccale è un organo prettamente muscolare di forma grossolanamente ovoidale, di color bianchiccio madreperlaceo, le sue pareti risultano dall’intreccio di grossi e numerosi fasci musco- lari, che servono a muovere gli organi della masticazione. Sulla superficie esterna del bulbo si inseriscono numerosi altri mu- scoli, i quali servono ai movimenti della massa faringea e nello stesso tempo a fissarla nella regione cefalica. Viene adunque naturale lo sta- bilire una classificazione, nella quale i muscoli che formano le pareti faringee siano separati da quelli che muovono l’apparato bulbare. Il Lacaze-Duthiers (1), il Wegmann (2) e molti altri distinsero i primi col nome di muscoli intrinseci, ed i secondi col nome di muscoli estrinseci. Lo specchietto qui unito dà una idea del modo con cui io credo si deb- bano raggruppare i muscoli che costituiscono il bulbo faringeo non che i muscoli, da alcuni autori (Cuvier) confusi coi muscoli faringei, e che all'incontro fanno parte del vestibolo boccale. (1) Lacaze-Duthiers — Anat. du Pleurobranch, Ann. des Sc. Nat. Zool., Serie 4, Vol. II, p. 209. l854 + Id., Hist. de la Testacelle, p. 499. Archiv. de Zool. exp. 1887, tom. V, ser. II. (2) Wegmann — Hist. nat. des Haliotides, Arch. de Zool. exp., vol. II, p. 301. 1884. MUSCOLI FARINGEI VESTI- — e E A nella faccia anteriore { m. grande protrattore del bulbo Lacaze-Duthiers » » posteriorej m. protrattore » Cuvier m. grande trasverso * Paravicini » » inferiore ‘ m. piccolo protrattore * Paravicini . del mov. laterale del bulbo Wegmann m. piccolo trasverso * Paravicini ESTRINSECI TT Te=——r—————c tr?! e) a by 3 nella ; OR ina m. vestibolo-faringeo Paravicini » » laterale fascia lata * Paravicini superficie{ m. anomali * Paravicini ©) Sie si . 2 ® = (.A nella papilla e nella i Ì 4 O 3 | PRE m. papillare anteriore Loisel EST massa muscolare ==B5 S 5 & \ 2 nei muscoli radulari { m. triangolare * Paravicinì odo "= Rba= (®) Le. G° A con due estremi (| m. orizzontale Semper TO = ci 3 : A i, nella cartilagine (membrana papillare * Loisel ASI +5 _ È o z| 25 o | 2 con un solo estremo | m. costrittore faringeo Lister SISO RNA Sa nella cartilagine e x ; =.= \ È m. radulare anteriore Loisel 90 l’altro nella massa SES “ OI (RS “VACANTE pe: briati De AO RE Miti nefp 7. atto ros nti ra “di e I CRETINO 8883 TOMAIBIDINE RADIO PA SS sins ade FOA Ge SPVRSE RRSRE gio" supia ola i bb noli 004 BL Tila Midi che n (ani È è CALA Ex Pal pa». i % fr $ ID) ì Ò A A YI ti î : ut È È n * A ; =» v. i, al I - E " U \ la \ È Ji ter va a > : | a Tad PA f gra” va a” PO n Met +] BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 245 pubblicato il 2 Giugno 1896 VoL. XI Dott. ACHILLE GRIFFINI Sui generi EXODONTHA (Bell.) Rond. e ACANTHOMYIA Schiner Durante le sue numerose escursioni sulle Alpi piemontesi a scopo di raccolte ditterologiche, il compianto prof. Bellardi trovò sul Monte Rosa, a Pesio ed a Valdieri alcuni ditteri appartenenti alla famiglia delle Stra- tiomiidi, che egli ritenne rappresentanti di un genere e d’una specie nuovi. Nella sua collezione, il Bellardi li denominò: Exodontha (n. g.) pede- montana (n. sp.). Il Bellardi però, per quanto almeno io mi sappia, non pubblicò mai nè la diagnosi del genere nè quella della specie (a), ma si limitò a comunicarli în Zilterîs a Rondani. Questi allorchè pubblicò nel 1856, il primo volume del suo « Diptero- logiae Italicae Prodromus », volume in cui è data la tavola dicotoma per la determinazione dei generi di Ditteri viventi in Italia, vi inserì il gen. Exodontha Bellardi, facendone seguire il nome dall'indicazione: Spec. Typ. (nova: E. pedemontana Bellardi, în litteris). Il Genere Exodontha (Bell.) Rondani, nell'opera citata, restava così caratterizzato : « Antennarum articulus tertius sulciolis ad summum 4 distinctis. Tibiae nullae spinutlis seu calcaribus terminantibus. Calipiera parva. Halteres detecti. Scutellum sexdentatum (1) ». (a) Veggasi infatti: OsrEN-SACKEN C. R. — On prof. Brauer ’s paper « Versuch eîner charact., etc.» — Estr. d. Berl. Entom. Zeit., 1882, XXVI, p. 363 et. segg. (Gen. Exodonta Rondani, p. 13). (1) RONDANI C. Dipterologiae Italicae Prodromus, Vol, I, Parmae, 1856, pag. 15, 35, 169. SERE In seguito nessun autore ridescrisse mai il gen. Exodontha nè diede i caratteri della Ex. pedemontana Bell. Nel determinare le Stratiomiidi del Piemonte delle raccolte del Museo Zoologico di Torino, raccolte fra le quali viene in prima linea quella donata dal prof. Bellardi, vi trovai tre individui, tipi di Bellardi, col nome Exodontha pedemontana, appostovi dallo stesso autore. Postomi a studiarli accuratamente, potei riconoscere non appartenere già essi ad una specie nuova, come aveya supposto Bellardi, ma bensì non esser altro che Beriîs dubia Zetterst. La creazione di un nuovo genere per questa specie era però giusti- ficata, e quindi la specie. in discorso avrebbe dovuto assumere il nome di Exodontha dubia (Zett.). Ora, nella diagnosi del genere Exodontha, data da Rondani, incorse un errore, il quale consiste nell’espressione: « Anfennarum articulus tertius sulciolis ad summum 4 distinctis », 0 per meglio dire, nell'aver Rondani collocato nella tavola dicotoma il gen. Exodontha fra quelli compresi sotto quella frase. Invece, i piccoli solchi trasversali del terzo articolo delle antenne della Beris dubia Zett. (= Exodontha pedemontana Bell.) sono 7, e dividono tale articolo in 8 segmenti. Ma tale errore è facile a comprendersi ed a scusarsi, inquantochè è solo col microscopio che questi solchi si possono discernere, nessuna delle comuni lenti, per quanto forte, riuscendo a farli intravedere. Nel 1860, Schiner riconobbe utile la creazione di un genere nuovo per la Berîs dubia Zett., ma ignorando che la Exodontha pedemontana Bell. non era altro che questa specie, e non riconoscendo nel genere Exodontha descritto da Rondani, perchè in parte erroneamente definito, quel genere nuovo appunto che già era stato creato per la stessa specie, fondava il genere Acanthomyia per la suddetta Beriîs dubia Zett., e chiamava quindi questa Stratiomiide col nome di « Acanthomyia dubia (2)». Il genere Exodontha non figura nella Fauna Austriaca « Die Fliegen » e nell’incompleto « Catazogus systematicus dipterorum Europae » dello stesso autore, ma si può vederlo nominato in un’altra opera di Schiner (3), in una enumerazione di generi di Stratiomiidi, enumerazione in cui ap- pare anche il genere Acanthomyta, il che ci mostra come Schiner cono- scesse la diagnosi di Rondani del gen. Exodontha e come fosse sicuro che il suo gen. Acanthomyia fosse tutt'altra cosa. D’allora in poi il genere Exodonitha fu assolutamente dimenticato, (2) Wien. Entom. Monatschr., IV, n° 2, 1860. (3) Reîse der Fregatte « Novara » — Diptera —. 1868, p. 5l. dell'Ex. pedemontana Bell. nessuno più si ricordò, e la Berîs dubia di Zetterstedt assunse sempre il nome di AcanthRomyia dubia (4). Il solo Brauer nel suo accuratissimo studio sui generi dei Notacanti (5) intravide la realtà delle cose: infatti a pag. 87, della sua opera si legge indicato come genere dubbio: (86) Exodonta Bellardi. type Ex. pedemontana Bell. Italia (2? Acan- thomyia). In seguito ai risultati dei miei studii e dell'esame da me istituito sui tipi di Bellardi, mi affretto ora adunque a confermare non solo la sup- posizione di Brauer circa la sinonimia dei due generi, ma ad aggiungere anche che la specie Exodonitha pedemontana Bell. altro non è che la Beris dubia Zett. Il genere Exodontha (Bell.) Rond., deve avere però la priorità sul gen. Acanthomyia Schiner, e ciò sembrami debba ammettersi anche quan- tunque nella diagnosi di Rondani sia incorso quell’errore che sopra ac- cennai, errore però non così grande da rendere irriconoscibile ìl genere. Quest’errore infatti non impedì a Brauer di supporre, con ragione, la sinonimia fra i due generi. La sinonimia del genere resta dunque la seguente: Gen. Exodontha (Bell.) Rond. 1856. Exodontha Rondani — Dipterol. Ital. Prodr. Vol. I, p. 169. 1860. Acanthomyta Schiner — Wien. Entom. Monatschr. IV, n° 2, 1862. Acanthomyta Schiner — Fauna Austriaca «Die Fliegen», I Theil, p. 23. 1882. Acanthomyia Brauer — Denkschr. K. AK. Wien, 44 Band, p. 72 e 61. 1890. Acanthomyia Schoch — Diptera, Fauna insect. Helvetiae, p. 26 La sinonimia della specie rimane: Exodontha dubia (Zett.) 1840. Beriîs dubia Zetterstedt — Insecta Lapponica, Lipsiae, p. 512. 1842. Beris dubia Zetterstedt — Diptera Scandinaviae, Lundae, p. 13). 1856. Exodontha pedemontana (Bell.) Rondani — Dipterol. Ital. Prodr., Vol. I, p. 169. 1862. Acanthomyia dubia Schiner — Fauna Austriaca « Die Fliegen » — Wien, p. 23. 1890. Acanthomyia dubia Sechoch — Diptera. Fauna insect. Helvetiae, p. 26. (4) Veggasi p. es.: ScHocH G., Fauna insectorum Helvetiae — Diptera — Schaffhausen, 1890, p. 26. (5) Versuch einer characteristik der gattungen der Nota canthen. Denkschrift. der K. Akad. der Wissensch., 44 Band, Wien, 1882, ‘Sito rino. ratt 59 |É o # BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 246 pubblicato il 12 Giugno 1896 Vor. XI Dr. DANIELE Rosa Allolobophora tigrina ed A. exacystis nn. sp. Dopo la pubblicazione dei « Nuovi lombrichi dell'Europa orientale » (questo Boll. N. 215, ottobre 1895) ho ancor ricevuto dal Dr. E. v. Marenzeller altri lombrichi raccolti anch'essi in varie parti dell’ Austro- Ungheria. Fra questi erano le due nuove specie che qui descrivo (1). Allolobophora (Notogama) tigrina n. sp. Loc. Herkulesbad presso Mehadia (Ungheria meridionale). Dimensioni degli adulti (es. non contratti). Lunghezza 9-12 cm., dia- metro massimo 5-6 mm. Segmenti 110-120. Forma simile a quella di un’A. foetida, cioè alquanto depressa ven- tralmente, posteriormente un po’ trapezoide. Colore (in alcool) ricordante quello dell’A. foetîda; ciascun segmento porta dorsalmente una fascia bruno-rossiccia larga sui primi segmenti ma sempre più stretta e in fine quasi lineare all’indietro con limiti molto netti, che cessa d’un tratto sulla linea delle setole dorsali oppure sì prolunga ventralmente ad esse per un breve tratto appuntito e sfu- mato che è quasi interamente staccato dal tratto dorsale in causa del- l’orlo chiaro che circonda allora la base delle setole dorsali; all’estre- mità anteriore le fascie circondano interamente i primi 4-5 segmenti; ai lati dei segmenti 9, 10, 11, 12 le fascie sono lateralmente un po’ più sfumate. Setole geminate strettamente, sopratutto le dorsali. Subito dietro al clitello lo spazio mediano ventrale (aa) è poco maggiore del laterale medio (2c), le dorsali sono press’a poco sulla linea laterale; alla parte (1) Per le descrizioni e sinonimie di altre specie citate nel testo, vedi: Rosa, Revisione dei Lumbricidi (Mem. R. Accad. Scienze Torino, 1893). anteriore l’intervallo dc è un po’ più stretto e le setole cd diventano più ventrali. Le setole sotto al clitello nella metà distale della parte che va dal nodulo alla punta libera sono ornate di piccole linee arcuate irregolarmente disposte, ne esistono traccie anche nelle altre setole dalle quali le sopradette non differiscono del resto sensibilmente. Prostomio piccolo con stretto prolungamento quadrato che taglia *|, del 1° segmento e che è coperto dalla fascia bruna che circonda questo ultimo. Clitello occupante i segmenti 27-33 = 7, a sella, coi 4 angoli arro- tondati e cessante poco sopra alle setole ventrali; su esso si distinguono ancora le setole dorsali e traccie degli intersegmenti (almeno lateral- mente) e di alcuni pori dorsali; vi si distinguono ancora sempre le fascie brune, ma larghe, sfumate e pallide. Il clitello non ha margini laterali sporgenti, e sotto di esso le setole non sono mai portate da papille, nè circondate alla base da un solco circolare. Tubercula pubertatis in forma di una lista piana, pellucida, più larga ai segmenti 29, 30 e 31 ed estendentesi sull’ultima parte del 28 e su quasi tutto il 32, sui quali segmenti essa va terminando in punta; i suoi margini ventrali opachi formano una linea bianca che si continua coi margini del clitello. Aperture maschili al 15° segmento fra le setole ventrali e dorsali, circondate da una tumefazione poco rilevata e senza margini definiti, che però fa leggermente inarcare gli intersegmenti attigui. Una striscia poco rilevata le connette coi tubercula pubertatis. Aperture femminee al 14° segmento in forma di piccoli pori adia- centi (dorsalmente) alla setola ventrale esterna (D). Aperture delle spermateche visibili anche esternamente come due paia di pori agli intersegmenti 9-10 e 10-11*a meno di 1 mm. dalla linea mediana dorsale. Porî dorsalî dall’intersegmento 3-4, ma ben visibili solo dal 4-5; agli intersegmenti 9-10, 10-11, tra le aperture delle spermateche, essì sem- brano impervii. Papillte copulatrici mancano del tutto. Ventriglio nei segmenti 147, 18, 19. Cuori moniliformi nei segmenti 7, 8, 9, 10, 11 (cinque paia). Vescicole seminali 4 paia nei segmenti 9, 10, 11, 12; deo dei due primi segmenti più piccole e laterali. Testes e padiglioni liberi (senza capsule seminali). Spermateche due paia nei segmenti 9 ‘e 10 aperte posteriormente presso alla linea mediana dorsale. Questa n. sp. è una Notogama affatto tipica e vicina alla comune Altotobophora (Notagama,) foetida. Se ne distingue sopratutto per la posizione alquanto diversa del clitello, dei tnubercula pubertatis (il. cui e aspetto è diverso) e del 1* poro dorsale, e inoltre per una maggior bre- vità del processo del prostomio, per la mole maggiore e per qualche diversità nella colorazione che la fa riconoscere a primo aspetto. Si potrebbe pensare a paragonarla coll’ A. Nordenskjéòldii di Eisen. Questa fin'ora non è nota con certezza che dalla Siberia, il che rende già improbabile l'identità delle due specie, I dati che possediamo sull’A. Nordenskjòldit non sono molto completi, ma taluno fra essi ci porta a considerare questa specie come differente dalla nostra; fra altri la co- lorazione. Infatti l’Eisen ci dice che « to judge from alcoholie specimens, « the bright yellow bands of that species (A. foetida) do not exist in « A. Nordenskjòldii ». Ora il pigmento negli esemplari dell’Eisen non era scomparso, perchè egli ci parla di una « macula pallida in latere superiore segmentorum anteriorum 8, 9, 10 »; dunque sembra potersi concludere che la colorazione dell'A. Nordenskjò/dii non si presenta in fascie trasverse come nell’A. foetida e tigrina. Inoltre nell’ A. Nor- denskjòldii il corpo è « postice depressum » e il lobo cefalico taglia !/, del 1° segmento. Allolobophora (0ctolasia) exacystis n. sp. Loc. Schuler presso Kronstadt (Siebenburgen) 4000 piedi s. m. Dimensioni molto variabili, poichè di tre esemplari l’uno è Jungo 20 cm. con diametro di 8-10 mm., gli altri rispettivamente 10 e 11 cm. con diametro di 6 e 7 mm. Segmenti. Es. grande 170; es. piccoli 165 e 180. Colore (in alcool) senza traccia di pigmento. Forma anteriormente clavata col massimo diametro verso il 9° seg» ‘mento, poi cilindrica e dopo il clitello più o meno poligonale coll’ estre- mità posteriore ottusa. Setole distanti: nella regione postelitelliana gli intervalli laterali de- crescono dal basso in alto, però il laterale superiore cd è più o meno eguale al laterale medio dc; il laterale inferiore ad è doppio del laterale medio de ed uguale a ?|, del ventrale aa; la 3* serie c di setole sta quasi sulla linea laterale per cui lo spazio dorsale dd è molto ampio. Le setole ‘sottoclitelliane sono più dritte delle altre, ma ornate solo come esse di lineette scabre trasverse poco evidenti. Prostomio separato per mezzo di un solco trasverso da un piccolo processo intaccante per ‘|, il 1° segmento. Clitetlo occupante negli es. piccoli i segmenti 30-37=8, nel grande 30-38=9, senza pori dorsali nè setole dorsali, ma con traccie di solchi idginaniali almeno ai lati. Tubercula pubertatis continui su tutta la lunghezza o] clitello con traccie anche al primo segmento successivo (rispettivamente al 38 o al 39); sono due striscie pellucide a margini paralleli, tagliate dai solchi Mis e intersegmentali e fiancheggiate da due linee opache sulla ventrale delle quali stanno i nefridiopori. Aperture maschili al 15° segmento; sono pori grandi come un ne- fridioporo, sulla stessa linea delle setole d e c ed equidistanti da ciascuna. di esse, senza alcun rigonfiamento. Aperture femminee al 14° segmento, minuti pori un po’ esterni e@ anteriori alla setola d, quasi dietro al nefridioporo. Poriîi dorsali visibili in uno degli esemplari piccoli fin dall’interseg- mento 9-10. Papitle copulatrici mancano. Dissepimenti 12-13, 13-14, 14-15 molto spessi. Cuori moniliformi nei segmenti 6, 7, 8, 9, 10, 11; il 1° però, seb- bene moniliforme, molto minore; vasî întestino-tegumentariî nascenti dal vaso dorsale nel 12° segmento. Vescicole seminali 4 paia; le due paia anteriori fatte a storta chi- mica, le altre reniformi. Testes e padiglioni liberi nei segmenti 10 e 11 i cui dissepimenti (9-10, 10-11, 11-12) sono però saldati insieme ai margini, sostituendo. così in parte le capsule seminali. Spermateche 6 paia nei segmenti 5-10 incl., aprentisi posteriormente- cioè agli intersegmenti 5-6 e seguenti sulla 3* serie di setole. Malgrado la mancanza di capsule seminali questa specie è una vera Octolasia, affinissima all’A. complanata e transpadana. Per la posizione delle spermateche essa concorda colla A. /issaensîs: Mich. su cui non abbiamo dati molto estesi. Realmente la descrizione del Michaelsen si adatta tanto a questa specie come alla forma che io. ho chiamato (a) A. l“issaensis var. croatica; tuttavia quest’ultima è certo specificamente distinta dall'A. exacystis. Potrebbe essere che io avessi riferito a torto la var. croatica alla A. lissaensis e che que- st’ultima fosse invece identica alla A. exacystis. Tuttavia ciò è molto improbabile; parlano contro quest’identificazione la statura molto mi- nore dell'A. /issaensîs tipica, la posizione anteriore almeno di un seg- mento che ha il suo clitello, i pori dorsali non visibili in essa prima. dell’intersegmento 14-15, la posizione dell’ultimo e talora del penultimo. . paio di spermateche nel segmento posteriore all’intersegmento in cui sì aprono. (a) Questo Boll. N. 215. 10228 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Torino. Ae gÀ*® | BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di T'orino N DAT pubblicato il 20 Giugno 189 VoLr. XI DoTT. ERMANNO GIGLIO-T0S. Sulle cellule del sangue della Lampreda © RIASSUNTO Le cellule del sangue in circolazione della lampreda sono le seguenti: o gli eritroblasti e gli eritrociti che ne derivano i /eucoblasti, da cui derivano 2 o a) i leucociti a nucleo semplice d) i leucociti a nucieo polimorfo 3 le cellule eosînofile | a cui si devono. aggiungere gli stadî loro di passaggio. Gli eritroblasti sono cellule il cui protoplasma è dotato di movi- mento, ma non emette veri pseudopodi; è trasparentissimo e ricco ‘di acqua; il suo strato periferico forma una membrana protoplasmatica. Il nucleo è perfettamente sferico se giovane: la cromatina è raccolta in numerosi granuli legati da filamenti cromatinici che formano una rete. Lo si distingue facilmente da quello dei leucoblasti. Il succo nucleare Stesso, o una parte di esso, trasuda dal nucleo e forma dei granuli che sì, muovono nel Protoplasma con vivaci movimenti browniani. Questi sono i granuli emoglobigeni, i quali stanno legati dai filamenti tenuissimi dello Scarsissimo citoplasma del corpo dell’eritroblasto. Nel plasma del | O | Sangue preesiste una sostanza la quale vien trasformata in emoglobina ber opera dei granuli emoglobigeni. A mano a mano che l’ emoglobina sì forma, si scioglie nell'acqua di cui è ricco l’eritroblasto e lo colora gradatamente in giallo. Fresa ngain a (1) SuZle cellule del sangue della Lampreda, in Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, 1896 (con una tavola). E, Li Gli eràfrocîti sono vescichette sferiche con membrana euticolare ben distinta ed elastica, piene di emoglobina. Immersi- in questa e subito sotto alla membrana, perciò in posizione affatto periferica, stanno i gra- nuli emoglobigeni legati dai filamenti citoplasmatici, i quali circondano il nucleo e lo tengono nel mezzo dell’eritrocito. Il nucleo non è dunque affatto libero, ma tuttavia mobile a cagione della tenuità dei filamenti citoplasmatici. Esso è diminuito di volume, cioè si è appiattito per l’uscita della sostanza che forma i granuli emoglobigeni: ed è perciò sempre discoide. Talvolta l’appiattimento è tale che le membrane delle due su- perfici piane del disco si avvicinano fino a saldarsi ed il nucleo si perfora. La sua funzione, se non è affatto nulla nell’eritrocito, è però di molto diminuita. ‘ I l/eucoblasti sono minutissime cellule di circa p. 3,80 con un grande nucleo di circa w. 3,30. Il protoplasma è perciò scarso, relativamente alla massa totale, e non emette pseudopodi finchè sia alquanto aumentato di massa. I leucociti a nucleo semplice sono i leucoblasti ora descritti aumentati di volume, sia per aumento del nucleo, sia per quello del protoplasma. Questo non contiene granulazioni e possiede spiccati movimenti ameboidi con molti pseudopodi. I leucociti a nucleo polimorfo provengono dai leucoblasti, per au- mento del nucleo e del protoplasma, ma si distinguono perchè ben presto intorno al nucleo incomincia la produzione delle granulazioni neutrofile finissime che riempiranno tutto il corpo del leucocito. Nel frattempo il nucleo ingrandendo si piega, prendendo la caratteristica forma di sal- siccia, preludiante alla divisione diretta. In questo periodo del loro svi- luppo posseggono movimenti ameboidi spiccati con molti e lunghi pseu- dopodi, e si comportano come le piastrine dei mammiferi ammucchiandosi e formando falsi plasmodi. Avvenuta quindi la divisione diretta del nucleo essa è seguita da quella della cellula e così si hanno due leucociti, nei quali vanno aumentando le granulazioni neutrofile che si allogano tra i filamenti sottilissimi di citoplasma, ed il corpo cellulare ed il nucleo si acerescono. Intanto la proprietà di emettere pseudopodi va scomparendo ed il nucleo allun- gandosi prende la forma di biscotto o di ferro di cavallo e poi si scinde in due. La divisione nucleare diretta in questo caso non è più seguita dalla divisione della. cellula. Le cellule eosînufite non presentano nulla di specialmente diverso da quelle degli altri vertebrati. Le granulazioni eosinofile sono grandi, sfe- riche o irregolari. Giammai hanno la forma di fusi, come quelle descritte dal Bizzozero. Il nucleo è polimorfo. Non mi fu possibile riconoscere la loro origine. Non potendo in questo breve riassunto trattare la parte bibliografica = +9 «+e storica, nè la tecnica usata, rimando al lavoro ésteso, dové pure ho accennato alle alterazioni prodotte dai diversi liquidi fissatori sugli er'i- trociti. Qui mi limito a riferire Ie prinéipali conclusioni seguenti : 1° Giì erîtrocità 0 globuli rossi della lampreda comune hanno forma -di vescichette pressochè sferiche, ripiene di emoglobina, sparsa fra lo scarso citoplasma, Essi hanno membrana distinta e nucleo discoide. Fra l’emoglobina, legati dai filamenti del citoplasma, stanno i granuli emo- globigeni. 2° Fra tutti i vertébrati adulti la lampreda comune presenta gli ‘eritrociti a struttura più semplice. 0089 La: struttura degli eritrociti della lampreda corrisponde sostan- zialmente a quella» che gli eritrociti degliì altri vertebrati presentano nei «primi stadi del loro sviluppo. 4° Gli eritrociti derivano dagli eritroblasti per la formazione dell’e- moglobina accompagnata da altri mutamenti secondari. 5° Gli eritroblasti si distinguono per molti caratteri dai leucoblasti e amolto probabilmente non hanno uno stipite comune di origine. 6° La produzione di emoglobina ha luogo per opera di granuli emo- ‘globigeni. 7° I granuli emoglobigeni non mancano mai negli eritroblasti di tutti ii vertebrati. 8° I granuli emoglobigeni nella lampreda perdurano anche negli “eritrociti; scompaiono invece, come granuli, negli eritrociti degli altri vertebrati, 9° I granuli emoglobigeni provengono dal nucleo e forse dallo stesso ‘succo nucleare. 10° L’emoglobina vien prodotta per opera dei granuli emoglobigeni «che la tolgono dal plasma sanguigno per trasformazione di una sostanza in esso preesistente. . 11° I vivaci movimenti browniani dei granuli emoglobigeni sono forse indizio di questo scambio molecolare. 12° Gli eritroblasti in circolazione non si riproducono mai per divi- «sione indiretta; forse, ma raramente, per divisione diretta. Gli eritrociti ‘non si riproducono mai. 13° I leucociti a nucleo semplice ed i leucociti a nucleo polimorfo provengono da una medesima sorta di leucoblasti. 14° I leucoblasti si riproducono per divisione nucleare diretta; ‘giammai per divisione indiretta. 15° Le fini granulazioni neutrofile dei leucociti a nucleo polimorfo provengono probabilmente dal nucleo. 16° La divisione amitotica del nucleo di questi leucociti adulti non è mai seguita dalla divisione del corpo della cellula. 17° Stando alle più comuni e generalmente accettate divisioni dei LE corpuscoli bianchi del sangue degli altri vertebrati essi sono nella lam- preda così rappresentati : a) i leucoblasti, i leucociti a nucleo semplice, i leucociti a nucleo polimorfo e le cellule eosinofile da elementi perfettamente loro equipol- lenti, salvo la loro origine: | d) le cellule granulose (Mastzellen dei Tedeschi) mancano affatto nella lampreda, nè vi ha alcun elemento che li rappresenti; c) le piastrine dei mammiferi e le cellule fusiformi (Spîndelzellen) o trombociti degli altri vertebrati inferiori sono nella lampreda rappre- sentate, non morfologicamente da uno speciale elemento, ma solo fisio- logicamente da leucoblasti. in quel periodo di sviluppo che precede immediatamente la divisione diretta del loro nucleo. CL - ----- —patlitonict hac) 10243 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Torino. I n A A: LL LA. 7 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 248 pubblicato il 22 Giugno 1896 ——’ Vor. XI Dott. ACHILLE GRIFFINI Sul valore specifico del DYTISCUS DISJUNCTUS Camer. Nel 1847, in un suo lavoro su alcuni Coleotteri del Piemonte (1), il Ghiliani accennava come fosse stata trovata dal prof. Bellardi, in un piccolo lago (a) delle Alpi Marittime, una specie del genere Dytiîscus, che egli qualificò come D. /apponicus Gyll.; la stessa specie, col mede- simo nome, si trova indicata nel suo Elenco dei Coleotteri del Piemonte (2). Nel 1880, il prof. Camerano meglio studiando i Ditiscini del Piemonte (3), mostrò le notevoli differenze che intercedono fra i Dytiscus viventi nel suddetto lago della Maddalena ed il vero D. /apponicus Gyll.; egli li denominò allora D. lapponîcus var. disjunctus. In seguito, il D. disjunctus venne molto diversamente considerato e valutato dai varii autori. Sharp, nella sua Monografia (4) non ne fa parola, e indica soltanto l’esistenza del D. /apponicus anche nel lago della Maddalena. Van den Branden, nel suo particolareggiato catalogo sinonimico (5), non ricorda affatto il D. disjunclus. (a) È questo il lago detto « della Maddalena », sull’Argentera, situato all’al- tezza di circa 2100 metri sul livello del mare. — La specie in discorso vi fu poi raccolta ancora da altri zoologi, e fra questi dal compianto prof. Michele Lessona, nel 1875, come si legge nel lavoro del prof. Camerano qui più volte ricordato. (0) Catalogue des Coléopt. carnassiers aquatiques. Ann. de la Soc. Entomol, de Belgique, Tom. XXIX, Bruxelles 1885. Heyden, Reitter e Weise, nel Catalogus Coleopt. Europe del 1883 (5) e Baudi nel Catalogo dei Coleotteri del Piemonte ('7) elencano la specie in questione sotto il nome di D. lapponiîcus var. disjuncetus. Pel primo il Seidlitz (6) considerò il D. disjunctus come una specie autonoma; egli però fu incerto assai nell’assegnarle i caratteri distintivi, non conoscendone in tutto che una sola 9 e dubitando che i caratteri che vi riscontrava appartenessero solo a questo sesso; talchè alla sua descrizione fece seguire la frase: « Die Constanz der Merkmale ist daher noch zu prùfen ». Heyden, nel Catalogus Coleopt. Europa del 1891 (8), seguendo l’opi- nione di Seidlitz, come in generale degli autori delle Bestimmungsta- bellen, indica il D. disjunctus quale specie distinta: così pure Stierlin, nell’ultima edizione del Kaferbuch (12). Recentemente invece il Ganglbauer in un esteso lavoro sui Coleot- teri europei (9) nega al D. disjunctus non solo valore di specie, ma ben anco di varietà, e lo considera come aberrazione del D. tlapponicus. Ciò non mi pare sostenibile, inquantoché, se pur si volesse negare al D. dîisjunctus il valore di specie, si dovrebbe considerarlo almeno come una sottospecie, ed anzi come una buonissima sottospecie, sempre co- stante nei suoi caratteri quanto strettamente localizzata, e non quindi come varietà, tanto meno poi come una aberrazione (c). Io ebbi già occasione in due miei lavori, l'uno sulla biologia degli insetti acquaioli (10), l’altro di indole popolare sui coleotteri italiani (11), di accennare la mia convinzione sull'essere il D. disjuncius una specie ben distinta, ed in quelle opere ne diedi una breve descrizione. Mi sembrò nondimeno opportuno, nell’incertezza che tuttora regna sul valore di questa specie poco conosciuta e fra tanta disparità di opi- nioni, il darne qui la figura, la sinonimia, ed una descrizione dettagliata, eseguita prendendo a tipo gli esemplari che si conservano nelle collezioni del Museo Zoologico di Torino. (c) Secondo il mio modo di vedere, l’aberrazione, la varietà e la sottospecie sì dovrebbero considerare nel seguente modo: Aberrazione. — Anomalia individuale (per es. melanismo, albinismo). Varietà. — Complesso d’individui appartenenti ad una forma distinta per caratteri di non molta importanza e variabili nel loro sviluppo (per es. mac= chiettatura, dimensioni, punteggiatura) dalla forma specifica tipica, vivente però frammista ad essa. Sottospecie. — Forma distinta per caratteri sempre costanti e notevolmente importanti, vivente in una regione o località diversa da quella abitata dalla specie tipica e rappresentante quindi una modificazione localizzata di questa. NB. La valutazione di tale forma come specie o come sottospecie è puramente soggettiva. é - 2 Li Mic Dytiseus disjunetus Camer. 1847. Dytiscus lapponicus — Ghiliani (1), p. 118 (nec D. lapponicus Gy]).). 1880. Dytiscus lapponicus var. disjunetus — Camerano (3), p. 120. 1882. (partim) Dytiscus lapponicus — Sharp (4), p. 645(nec T. XVII, f. 204-205). 1883. Dyticus lapponicus var. disjunctus — Heyden, Reitter et Weise (5), p. 32. 1886. Dytiscus lapponicus — Ghiliani (2), opera postuma, p. 3? (nec D. lap- ponicus Gyll.). 1887. Dytiscus disjunetus — Seidlitz (6), p. 1ll. 1889. Dytiscus lapponicus var. disjunetus — Baudi (7), p. 37. 1891. Dytiscus disjunetus — Heyden, Reitter et Weise (8), p. 65. 1892. Dytiscus lapponicus ab. disjunctus — Ganglbauer (9), p. 516. 1894. Dytiscus disjunetus — Griffinìi (10), p. 11. 1894. Dyliscus disjunctus — Grifilni (11), p. 59. 1895. Dytiscus disjunetus — Stierlin (12). p. 73. Subellyplticus; parum latus. Subtus flavo-testaceus, abdomine in utroque latere piceo-bimacutato ; supra testaceus vel testaceo-rufescens, piceo-varius. — Caput piceum, nilidum, picluris flavidis compluribus varium, praecipue macula media cyatiformi et margine oculari fla- vidis superne ornatum. Oculi flavido-varii. Labrum, epistoma, an- lennae, palpique flavo-testacea. — Prothorax flavido-testaceus, macutis lribus medtis piceîs praeditus, în d maioribus, in 9 Minoribus, semper dislinclis disjunclisque, quarum media obtrian- gulari,lateralibusque subirapezoidalibus vel cur- vatis. Sculellum flavidum. — Elytra în 3 laevia, sed minute el sat crebre (praecipue ad apîicem) punciulata, rufo-testacea, lineolîs compluribus longiludinalibus piceis, quarum exlernis postice confluentibus, ornata; margo exlernus elyiro- rum testaceus, apex nebulosus. Elytra 9 ultra medium longitudinaliter 10-11 sulcata et tota insuper crebre puncitata, flavido-testacea, mar- ) giîne ealerno late flavido, sulcîsque lestaceis, sed Fia. cariniîs inter sulcos superne picescentibus ; apex Dytiscus elytrorum post sulcos flavo-testaceo et brunneo- disjunetus d piceo varius, nebulosus, his coloribus valde minuteque inter se inter- miatis. — Pedes flavo-testacei, femoribus anticis supra saepe linea drunnea praeditis; coxarum poslicarum apicibus distantibus, subito angustalis, elongatis, acuminatisque. Q Minus elongata, pallidior, pedibus simplicibus, elytris sulcatis. d Oblongior, leviter fuscior, sat nilidus, tarsîs intermedtis articutlis lr'ibus hasalibus dilatatis, tarsîs anlicis articulis tribus basalibus pa- fellatis, tibiîs anticis lalis, compressîs, margine externo arcuato, superne (antice) extus depressione nitida, intus longitudinatliter brunnea, praeditis. 2h ye Long. corpor. c mm. 25,5-27,3; 9 mm. 23,5-26 latitudo maxima di st MR; DI 12,1-14 tat. media prothoracîs d' >» De. (o 8,6-9,8 HAB. — Lago della Maddalena sull’Argentera. Ho esaminato di questa specie due d' e dieci 9 che si conservano nel Museo Zoologico di Torino, tutti raccolti nella suddetta località, ed in tutti ho trovato costanti i caratteri indicati. Descrizione. — Corpo elittico, nei d' alquanto più allungato che nell» 9, mediocremente largo e mediocremente convesso. — Capo superior- mente nero-piceo con riflessi verdastri; labbro, epistoma, antenne e palpi giallastri. Occhi variegati di giallastro e circondati superiormente da una larga fascia giallastra alquanto irregolare. Queste due marginature in- terne superiori dei due occhi si congiungono anteriormente fra loro per mezzo di una sottile lineetta trasversale dello stesso colore giallastro, situata immediatamente sopra l’epistoma, sul davanti quindi della fronte, lungo l’orlo posteriore di quello; nella sua parte mediana questa lineetta presenta una piccola dilatazione triangolare il cui vertice è rivolto al- l’indietro. Nel mezzo della parte superiore del capo spicca sempre una grande macchia giallastra, costantemente a foggia di calice, ossia costi- tuita da una dilatazione quasi a guisa di coppa, talora tridentata, rivolta in avanti, e quindi di un restringimento posteriore, il quale spesso sì allarga alquanto al suo termine a guisa di piedestallo del calice; questa ultima parte (principalmente nelle 9) è sempre divisa in due per un breve tratto, da una lineetta longitudinale mediana del colore oscuro fondamentale del capo (vedi fig. 2 a). — Il corsaletto dei d' si può considerare come fondamentalmente bruno- piceo, dotato di una larga marginatura giallastra su tutti 4 i lati; la sua parte superiore mediana bruno- . picea però, che rimane compresa nella inquadratura gialla data dalle marginature dei 4 lati, non è intera, ma divisa nettamente in 3 macchie di cui la mediana ha forma di triangolo isoscele, colla base rivolta verso Fig. 2 il capo (vedi fig. 1). Tale suddivisione è dovuta a due a Disegno del capo linee oblique, giallastre, convergenti posteriormente, e del corsaletto che congiungono la marginatura giallastra anteriore di una 9. del corsaletto colla posteriore, attraversando la parte © Zampa anteriore centrale bruna suddetta. — Nelle 9 il color giallastro è destra di un d. assai più sviluppato e il color bruno-piceo assai minore, talchè il cor- saletto può considerarsi come giallastro, dotato di tre piccole macchie brune disposte in linea trasversale al mezzo; di tali macchie (vedi fig. 2a), la mediana è come nel & obtriangolare, le due laterali poi, invece di essere subtrapezoidali come nell’altro sesso, sono arcuate, colla con- vessità rivolta in avanti, più sottili nella parte interna in cui convergono bi, inferiormente verso il vertice della macchia mediana, alquanto più di- latate verso la parte esterna. In ambo i sessi il corsaletto è alquanto convesso, coi lati esterni però depressi, principalmente appiattiti nelle 9. Scudetto giallastro. — Le elitre dei d* sono liscie, minutamente punteg- giate in principal modo verso l'apice; esse sono di color giallastro-ros- siccio, dotate di una marginatura laterale esterna giallastra, mediocre- mente larga e non molto spiccata; sono poi percorse su tutto il rimanente della superficie da un gran numero di lineette longitudinali picee, sottili, di cui le più esterne convergono posteriormente fra loro (vedi fig. 1); queste lineette riproducono a un dipresso la disposizione delle carenature che esistono fra le solcature sulle elitre delle 9; all'apice delle elitre si nota una nebulosità bruniccia, dovuta ad un fitto intreccio di punteg- giature e di brevissime lineette irregolari bruno-picee e giallastre. Le elitre delle 9 sono alquanto più convesse, nella parte basale e mediana, quasi depresse invece verso l’apice; esse sono tutte fittamente e ben sensibilmente punteggiate, percorse ciascuna da 10-11 solchi longitudinali molto ben impressi, che giungono fino un po’ oltre il principio della terza parte posteriore dell’elitra. Fondamentalmente queste elitre sono gial- lastre, dotate anzi di una larga marginatura laterale esterna di questo colore; il fondo delle solcature è pure giallastro, ma le carenature che sì trovano fra esse, e di cui le più esterne convergono fra loro poste- riormente, hanno invece una tinta bruna. La parte apicale delle elitre, non solcata, è nebulosa, ossia marmoreggiata da intricate punteggiature e brevissime lineette irregolari brune e giallastre. — Ventre totalmente giallastro, colle giunture delle parti sternali e dei segmenti addominali segnate da una sottile linea nerastra; d’ambo i lati della base dell’addome esistono ventralmente due macchie bruno-picee. — Zampe giallastre, coi femori anteriori spesso ornati sull’orlo superiore di una fascia longitudi- nale bruna. Le tibie anteriori dei 9° sono molto larghe e compresse, col margine esterno arcuato; esse sono dotate superiormente (anteriormente) di una depressione liscia, situata verso l’orlo esterno, il cui fondo porta internamente una tinta longitudinale bruna (vedi fig. 2 0). Questa specie, oltrechè pel colore generale assai pallido, si distingue facilmente dal D. /apponicus per dimensioni minori, per corpo più elit- tico, non sensibilmente dilatato all’indietro dopo il mezzo, pel disegno del capo e del corsaletto diversi, sempre costanti, inoltre ancora per le tibie anteriori dei 9° molto più dilatate. Le sue 9 sono tutte ad elitre solcate. Alcuni dei caratteri indicati come specifici da Seidlitz, non possono però realmente considerarsi come tali. Così le tibie posteriori non pre- sentano sensibile differenza con quelle del D. /apponicus, gli angoli del corsaletto non sono diversamente conformati; solo si può osservare col VA DI aL 6 e suddetto autore che i latì esterni del corsaletto, mentre nel D. lapponicus sono regolarmente arcuati, nel D. disjuncitus posteriormente, fin’oltre il mezzo, sono assai poco curvi, mentre lo divengono distintamente in avanti; ma anche questo carattere presenta alcune lievi variazioni da individuo a individuo. Il D. disjunctus è certamente assai più distinto dal D. Zapponicus per pluralità e costanza di caratteri, di quello che non sia il D. circum- cinctus dal D. marginalis, che dagli autori vengono nondimeno consi- derati come specie separate. Ciò non toglie che il D. disjunctus sia più affine al D. lapponicus che non alle altre specie note, e che, per essere così strettamente e definitamente localizzato, possa considerarsi come originato anticamente da un gruppo o colonia di individui originariamente appartenenti al D. tapponicus od alla forma capostipite delle due specie, i quali individui furono in quei tempi molto remoti limitati per qualche cagione nella località speciale del lago della Maddalena, ove i loro discendenti si mo- dificarono gradatamente, in modo da presentare oggidì dei caratteri tali da esser facilmente distinguibili specificamente dal D. lapponicus. Le cause di tale modificazione saranno state molto probabilmente quelle accennate dal prof. Camerano nel suo lavoro, ossia le condizioni speciali di nutrimento e di temperatura. INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE ————@—& 1. GHILIANI V. — Mémotre sur la station de quelques Coléoptères dans les dif- férentes regions du Piémont. — Ann. de la Soc. Entom. de France, 1847, Tom. 5, ser. Il. 2. — Elenco delle specie di Coleotteri trovate în Piemonte. Opera postuma. — Estr. d. Annali della R. Acc. d’Agricolt. di Torino, Vol. XXIX, 1886. 3. CAMERANO L. — Note intorno ai Ditiscini del Piemonte. — Bollett. della Soc. Entomol. Ital., anno XII, 1880. 4. SHARP D. — On aquatic carnivorous coleoptera or Dytiscidae. — Scient. Trans. of the R. Dublin Society, vol. 2, ser. II, 1882. 5. HEYDEN, REITTER et WEISE. — Catalogus Coleopterorum Europae et Cau- cast. Berolinì, 1883. 6. SEIDLITZ G. — Bestimmungs-Tabelle der Dytiscidae und Gyrinidae des europ. faunengebietes. Brùunn, 1887. 7. BauDI F. — Calalogo dei Coleotteri del Piemonte. — Estr. d. Annali delia R. Accad. d’Agricolt. di Torino, vol. 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Mn it vi EP I : IEIOL 38 DIS IAT SAR Ro 330 b " 3 sie TR) É a tino i 4 diete zie ripa È gent | p LA LI à Pr (Vir x > c3 > LAI titti P xe à CI È 4 1% stresa .., 4 4 aid ME di ser i misg sare / vi = , 7 pera ? . AV PIRATE Sa i ] 4 x : % 1) - $ À J hai k | 1 i 3 LA; Ù E Ì 7 DI i 7A ae z di Fi Ù AI La N N È . DE 4 + > > »>y> tt} 10319 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Torino. VARO h BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 255 pubblicato il 23 Luglio 1896 VoL. XI Dott. M. G. PERACCA Assistente al Museo Zoologico di Torino. RETTILI ed ANFIBII raccolti nel DARIEN ed a PANAMA dal dott. E. Festa. Le 39 specie di rettili ed anfibii, studiati nel presente lavoro, vennero raccolte dal D.* E. Festa durante un soggiorno al Darien nell’occasione del suo viaggio all’ Ecuador e regalate colla consueta sua generosità, assieme alle altre raccolte al Museo di Zoologia di Torino. La collezione è assai importante avendo il D." Festa scoperto una nuova specie del gen. Piychoglossus, Blgr. e ritrovato lo Scolecosaurus pallidiceps, Cope, la cui posizione sistematica era tuttora incerta, non conoscendosi . che un solo esemplare, il tipo di Cope, imperfettamente descritto. Pei necessari confronti relativamente allo studio di alcune specie, ebbi ricorso alla cortesia del D." G. A. Boulenger, del British Museum, che mi fu largo di ragguagli e di consigli ed al quale porgo qui i più cordiali ringraziamenti. BEPTITILIA. CHELONIA l]. — Cinosternum leucostomum, A. Dum. Boulenger, Cat. of Chelon. p. 42. Un solo esemplare. Laguna della Pita. EMYDOSAURIA 2. -- Crocodilus americanus, Laur. Boulenger, Cat. of Chelon. Rbynch. & Crocodil. p. 281. Due esemplari del Rio Sabana. 3. — Caiman sclerops, Schn. Boulenger, Cat. of Chelon. Rhynch. & Crocodil. p. 294. Un solo esemplare, lungo m. 1,30. Laguna della Pita. LACERTILIA 4. — Gonatodes albogulariîs, D. e B. var. fuscus, Hallow. Boulenger, Cat. of Lizards, vol. I, p. 59. Numerosi esemplari delle foreste del Rio Cianati, della punta Sabana e di Panama. 5. — Thecadactylus rapicaudus, Houtt. Boulenger, Cat. of Lizards, vol. I, p. 111. Numerosi esemplari della punta Sabana. f fa 6. — Anolis limifrons, Cope. Boulenger, Cat. of Lizards, vol. II, p. 49. Un solo esemplare femmina delle foreste del Rio Cianati. 7. — Anolis Copii, Bocourt. Boulenger, Cat. of Lizards, vol. II, p. 65. Due esemplari, di cui uno della punta Sabana, l’altro di Panama. 8. Amnolis Cumingii, Ptrs. Boulenger, Cat. of Lizards, vol. II, p. 80. Due esemplari, in cattivo stato, delle foreste del Rio Lara, che rife- risco con dubbio a questa specie. 9. — Basiliscus americanus, Laur. Boulenger, Cat. of Lizards, vol. II, p. 108. Una femmina delle foreste del Rio Lara. 10. — Iguana tuberculata, Laur. Boulenger, Cat. of Lizards, vol. II, p. 189. Parecchi esemplari, di tutte le età di Tin-tin e della pnnta di Sabana, GATE ae ll. — Ameiva undulata, Wiegm. Boulenger, Cat. of Lizards, vol. II, p. 437. Parecchi esemplari della punta Sabana e delle foreste della laguna della Pita. Nei maschi e, in grado minore, anche nelle femmine, si 0s- serva sui due lati della coda una serie longitudinale di scaglie, la cui carena, pronunciatissima e rilevata si termina in una punta soventi ri- curva lateralmente ed in avanti. Questa dentellatura è più sviluppata verso la base della coda e va perdendosi, diminuendo gradatamente, verso la metà della coda stessa. j 12. — Ptychoglossus Festae, Peracca. Diastemalepis Festae, Peracca. Boll. Mus. Zool. Anat. Comp., n. 235, vol. XI. 1896. La nuova specie, che riferii a tutta prima ad un genere nuovo, per non aver esaminato il gen. Pfychoglossus, indotto in errore dalla nota- zione del Record del 1890 in cui il nuovo genere viene qualificato dal Recorder « near Alopoglossus » col quale genere, per verità, all'infuori della struttura della lingua, il Piychoglossus non ha nulla a che fare, si distingue facilmente dal P/yc. dilineatus, Blgr. per la presenza di uno scudetto occipitale e di due paia di scudetti nucali, di sei preanali e per il diverso numero delle serie longitudinali e trasversali di scaglie. La figura della folidosi della faccia superiore del capo, che ommisi nella precedente nota, gioverà a far meglio ri- conoscere la nuova specie trovata dal D." Festa. Ca i CT S Dì 1} A /— i Ne TAI A N ©, 13. — Scolecosaurus pallidiceps, Cope. Cope /Brachypus pallidiceps/. Proc. Ac. Nat. Sc. Phil. 1862, p. 356. Boulenger, Cat. of Lizards, vol. Il, p. 417 e vol. 1II, p. 507. Un solo esemplare in ottimo stato delle foreste della laguna della Pita. Questa specie venne posta erroneamente in sinonimia del Cophias (Chalcides) heteropus Licht. dal Boulenger (vol. III, p. 507) in base alla diagnosi incompleta del Cope che nè menziona gli scudetti prefrontati, mancanti nel Cophias ‘ heteropus Lîcht. e presenti nello Sco/. pallidiceps Cope, nè dice che le dita dell’animale sono provviste di ungnie. La presenza dei prefrontali e delle unghie serve appunto a far riconoscere il genere Sco/ecosaurus, Blgr. dal ge- nere Cophias, Fitz. Credo perciò utile di dare la descrizione del nostro esemplare. Capo allungato, più largo del collo. Rostrale più largo che alto ; fronto- uc i nasale irregolarmente esagonale, leggermente più largo che lungo, in contatto col rostrale, coi nasali, coi prefrontali e col frontale; la sutura col frontale è lunga, presso a poco, come la sutura coi prefrontali; pre- frontali pentagonali irregolari, in contatto col frontonasale, col nasale, col loreale, col primo sopraoculare e col frontale; frontale eptagonale, più lungo che largo, in contatto, oltre che cogli scudetti sopranominati, coi due sopraoculari, coi parietali e, col suo angolo posteriore, coll’in- terparietale ; parietali allungati più larghi in avanti che all’indietro, più lunghi del frontale, separati da un interparietale stretto, in forma di triangolo isoscele, in contatto, col suo angolo anteriore, coll’angolo posteriore del frontale. Narice aprentesi tra un nasale più lungo che largo, che si estende anche sul secondo labiale, ed il primo labiale; un loreale più lungo che alto; due piccoli sopraoculari, di cui il primo è il più piccolo; un lungo e stretto suboculare che riposa sul terzo, quarto e quinto labiale; due postoculari assai piccoli; cinque scudetti temporali; sette labiali superiori, di cui l’ultimo lungo e basso. Quattro-cinque la- biali inferiori; uno scudetto mentale pentagonale, seguito da uno scu- detto post-mentale impari, eptagonale e da due paia di larghi scudetti postmentali, di cui quelli del primo paio sono in contatto fra di loro sulla linea mediana; una serie trasversa di scudetti golari, di cui i due me- diani più grandi e lunghi. Sul collo le scaglie sono quadrangolari, tanto lunghe quanto larghe; sul dorso esse si modificano, diventando esagonali allungate e si con- servano tali anche sulla faccia superiore della coda. Sulla faccia ipfe- riore del collo le scaglie sono quadrangolari e sono separate dalle ventrali da una serie trasversa di quattro scudetti pettorali, di cui due laterali, piccolissimi e due mediani, quadrangolari, due volte più lunghi che larghi. Ventrali quadrangolari, tanto lunghi quanto larghi sulla parte ante- riore del ventre, più lunghi che larghi sulla parte posteriore. Quattro scudetti preanali, uno impari mediano, anteriore, grande, triangolare ; due laterali, stretti ed allungati, ed uno impari mediano, piccolo, poste- riore. Tanto le scaglie del dorso quanto quelle del ventre non sono em- bricate e le scaglie dorsali si continuano su ciascun anello con quelle ventrali, senza presentare sui fianchi interruzione alcuna. Sui lati del corpo si osserva una piega cutanea che parte dall’ascella e scompare verso la metà del corpo, sul fondo della quale le scaglie non sono affatto modificate. Dall’occipite alle estremità posteriori si contano 46-47 serie trasversali di scaglie: 35 serie tra l’ascella e l’inguine e 23 serie longitudinali di scaglie sugli anelli della parte più grossa del corpo. Le estremità sono cortissime: le anteriori hanno quattro piccole dita fornite di unghie; le posteriori tre dita pure fornite di unghie, La coda, ha 5 2 in parte riprodotta, è più corta dalla distanza che intercode tra le estre- mità anteriori e posteriori. Parti superiori ed inferiori di un color bruno plumbeo: capo sopra e sotto cinereo: sul dorso -corrono due piccole striscie bianco-giallognole, parallele} che, originatesi a poca distanza dal capo, si estendono fino alla parte riprodotta della coda e sono separate l’una dall'altra da quattro serie di scaglie. DIMENSIONI: Lunghezza del capo mm. 6 lunghezza estremità anteriori mm. 3,5 » del collo » 6 » » posteriori » 3,5 dall’ascella all’inguine » 19 » coda pira OPHIDIA 14, — Epicrates cenchris, L. Boulenger, Cat. of Snak. vol. I, p. 94. Un solo esemplare giovane di punta Sabana. 15. — Boa imperator, Daud. Boulenger, Cat. of Snak. vol. I, p. 119. Un solo esemplare neonato, preso presso il Rio Cocunati. o V.:299 A LL; SC470 16. — Drymobius Boddaertii, Sentz. var. A. Boulenger, Cat. of Snak. vol. II, p. ll. Un solo esemplare di punta Sabana. l 101 S.17.V.19.Aj SC. 701: 17. — Drymobius rhombifer, Gthr. Boulenger, Cat. of Snak. vol. II, p. 14. Un solo esemplare delle foreste del Rio Cianati. 1 98 S.17.V.151.A75.S0. GR 18. — Drymobius dendrophis, Schleg. Boulenger, Cat. of Snak. vol. II, p. 15. Un solo esemplare delle foreste del Rio Cianati. iv 158) A do 18 l ‘+148: "Ri 19. — Phrynonax poecilonotus, Gthr. Phrynonax Guentheri, Bigr. — Boulenger, Cat. of Snak. vol. II, p. 20. » lunulatus Cope. — » » «poten » fasciatus Ptrs. — » » Di» Pila I quattro esemplari portati dal D." Festa, pur ricordando maggior- mente il Phryn. poecîtonotus, Gthr. presentano tali variazioni, avvici- nandosi ora più ora meno alle diverse specie poste in sinonimia, che la loro determinazione, sulla base della chiave dicotomica, e delle diagnosi date dal Boulenger nel vol. II del Catalogue of Snakes, mi tornò affatto impossibile. Non avendo materiale di confronto, comunicai gli esemplari all’egregio amico D." Boulenger, il quale, dopo averli esaminati, mi confermò pienamente quanto già avevo supposto, che cioè Phryn. poeci- lonotus, Gthr. — Gueniheri, Blgr. — lunutatus, Cope. — fasciatus, Ptrs., devono venire riuniti, a/meno provvisoriamente, in una sola specie, il Phryn. poecilonotus, Gthr. Le brevi diagnosi dei quattro esemplari, dimostrano l’opportunità di questa conclusione. 1° Esemplare. d' Rostrale più largo che alto, assaî visibile guardando il capo dal di sopra; internasali più corti dei prefrontali; frontale un po’ più lungo che largo, più lungo della distanza che lo separa dal rostrale, lungo quasi quanto i parietali; loreale più lungo che alto; un preoculare în contatto col frontale; due postoculari; temporali 1+2 a sinistra, 2+2 a destra; otto labiali superiori, di cui l’ultimo gran- dissimo risultante evidentemente dalla fusione di due labiali (8 e 9), il quarto, quinto e sesto labiale formano il margine inferiore dell’orbita; otto labiali înferiori in contatto col primo paio di scudetti postmentali, i quali sono assai più corti degli scudetti del secondo paio. Scaglie in 23 serie, le scaglie dorsali mediane fortemente carenate, formanti delle linee longitudinali rialzate lungo il corpo; ventrali assa? spiccatamente piegate ad angolo lateralmente, 205; anale intera; sotto caudali 125 in due serie. Giallo bruno superiormente con macchie gialle che formano delle fascie oblique irregolari sui fianchi; le scaglie delle serie esterne e le scaglie gialle sono marginate di nero; labbro superiore giallo, labiali non marginati di nero; la gola e il terzo anteriore del ventre gialli, senza macchie, il resto della faccia inferiore del corpo bruno-grigiastro macchiato di giallo — Lunghezza totale m. 1,67; coda m. 0,43 — Punta di Sabana. 2° Esemplare 9. Facies del precedente. Rostrale più largo che alto, appena visibile dal di sopra; infernasati lunghi come i prefrontali; frontale tanto largo quanto lungo, più corto della distanza che to separa dal rostrale, notevolmente più corto deî parietali; loreale molto basso, molto più lungo che alto; un preoculare non în contatto tu col frontale; due postoculari; temporali 2+2 tanto a destra che & sinistra, 7 femporale superiore della prima serie piccolissimo; otto labiali superiori, di cui l’ultimo grandissimo, il quarto, quinto e sesto formano il margine inferiore dell’orbita; otto ladbiali inferiori in con- tatto col primo paio di scudetti postmentali, è quali sono più lunghi degli scudetti del secondo paio. Scaglie in 283 serie, le dorsali mediane con carena appena visi- bile, le laterali liscie; ventrali poco piegate ad angolo lateralmente, 218 (1424 n (= 42)+ 72); anale intera; sottocaudali 130 in due serie, Rosso bruno superiormente, con macchie rosso chiare, disposte come nell’esem- plare precedente ; labbro superiore giallo; la gola e la maggior parte del ventre gialli, coi gastrostegi orlati di bruno grigiastro ; il resto della faccia inferiore del corpo bruno grigiastro, macchiato di giallo, Lun- ghezza totale m. 1,85; coda m. 0,50. Punta di Sabana. 3° Esemplare $ giovane. Facies dei precedenti. Rostrale più largo che alto, appena visibile dal di sopra; internasali appena più corti dei pre- frontali; frontale 10/0 più lungo che largo, un po’ più lungo della distanza che lo separa dal rostrale, lungo quasi come i parietali ; loreale appena più lungo che alto, piccolo; un preoculare non în contatto col frontale; due postoculari; femporali 1+-2 tanto a destra che a sinistra; nove labiali superiori, di cuì l'ottavo ed îl nono subeguatli, il quarto, quinto e sesto formano il margine inferiore dell’orbita; selle ladiali in- feriori a sinistra e otto a destra in contatto col primo paio di scudetti postmentali, î quali sono più corti degli scudetti del secondo paio. Scaglie in 23 serie, le dorsali mediane con carene relativamente spiccate, le laterali liscie; ventrali assa? piegate ad angolo lateralmente, 212; anale intera; sottocaudali 131 in due serie. Rosso bruno superiormente, con macchie rosso chiare, meno spiccate che negli esemplari precedenti ma disposte pure in fascie oblique: tra queste si osservano delle fascie oblique nere irregolari, prodotte dall’ assieme delle marginature nere delle scaglie che stanno tra le fascie costituite dalle macchie gialle; labbro superiore giallo, gola e parte anteriore del ventre giallo bruno, la rimanente parte più scura, volgente al bruno grigiastro, macchiato finamente di bruno più scuro e di giallo. — Lunghezza totale m. 1,14, coda m. 0,30. — Foreste della laguna della Pita. Questi tre esemplari hanno in fondo lo stesso /acies, malgrado le notevoli variazioni presentate e le ‘pressioni apicali variano pure notevolmente. Il 1° e il 3° esemplare presentano due impressioni apicali sulle scaglie mediane, ed una sola sulle scaglie laterali oblique: il 2° esemplare presenta spiccatissime ad occhio nudo due impressioni api- cali tanto sulle scaglie delle serie mediane quanto sulle serie laterali oblique. 4° Esemplare, 9 giovane. Rostrale più largo che alto assai visibile dal Pa Ro, di sopra: internasali lunghi come i prefrontali; frontale molto più lungo che largo, molto più lungo della distanza che intercede tra esso e l’apîce del muso, lungo presso a poco come i parietali; loreale più lungo che alto; un preoculare non în contatto (appena separato) co? frontale; due postoculari; temporali 2+2; labiali superiori nove, di cui il quarto, quinto, sesto formano il margine inferiore dell’ orbita; sette labiali inferiori in contatto col primo paio di scudetti postmentali, i quali sono motto più corti degli scudetti del secondo paio. Scaglie in 23 serie, le dorsali mediane con carene deboli, le laterali liscie; ven- trali assai piegate ad angolo lateralmente, 205; anale intera; sottocaudali 102+% (n= 15. ?) in due serie. Parti superiori bruno chiare (nocciuola) punteggiate finamente di nero; sul dorso osservasi una serie di macchie nere, irregolari, poco definite. romboidali, che discendono obliquamente sui fianchi; il centro delle macchie, rappresentate soventi da un con- torno nero, spezzato, è più chiaro, del colore del corpo; il capo è irre- golarmente macchiato di nero, una larga fascia bruna va, attraversando l’occhio, dalla narice all’angolo della bocca, il labbro superiore è bianco, le tre prime labiali sono orlate posteriormente di bruno; sotto l'occhio vedesi una macchia bruna verticale, ed il margine posteriore della set- tima labiale è pure orlato di bruno. Gola e breve tratto del collo bianchi, il rimanente delle parti inferiori, bruno nocciuola come sopra, punteg- giato di nero, con macchie bianco brunastre, orlate di nero, alternate, sui lati dei gastrostegi. Le scaglie laterali oblique portano una sola im- pressione apicale, le dorsali mediane due. Questo esemplare, di Punta Sabana, ricorda prevalentemente il PRry®. fasciatus, Ptrs. | 20. — Coluber corais, Boie var. B. Boulenger, Cat. of Snak. vol. II, p. 31. Un solo esemplare giovane di punta Sabana. Le scaglie sono disposte in evidenti serie oblique su tutto il corpo. Le scaglie delle serie mediane portano ciascuna due impressioni apicali mentre quelle delle serie laterali ne portano una sola. 88 SAI Ve ROS SO, i > 88 21. — Herpetodryas carinatus, L. var. A. Boulenger, Cat. of Snak. vol. II, p. 73. Un esemplare adulto delle foreste della laguna della Pita ed un esem- plare giovane di Panama. Esemplare adulto: S.12.V.166.A 1 “SO n ; 1 124 iované: S.12,V,153.A-.S0.==% » giovane ] G 194 RAT a 22. — Leptophis occidentalis, Gthr. Boulenger, Cat. of Snak. vol. lI, p. 111. Quattro esemplari, di cui due adulti e due giovani di punta Sabana, di Tin-tin, delle foreste del Rio Lara e di Panama, ev... 3 «80 0O Sabana. SUIb.v.175.A3 80% 573? Tin-tin. SM a iso. Rio Lara. 8.15.V.176.A1.S0. ed Panama. L'esemplare di Rio Lara presenta sei labiali inferiori in contatto col primo paio di scudetti mentali e l'esemplare di Panama presenta, tanto a destra quanto a sinistra lo scudetto nasale diviso solo inferiormente. In tutti gli esemplari i gastrostegi sono, sui lati, assai spiccatamente piegati ad angolo e le carene delle scaglie sono appena più scure del colore fondamentale verde del corpo. 23. — Liophis albiventris, Jan. Boulenger, Cat. of Snak. vol. II, p. 130. Un solo esemplare delle foreste della laguna della Pita. 1 65 S.17.V.136.A7.S0. 0 La coda è contenuta quattro volte nella lunghezza totale, lo scudetto rostrale è eguale in larghezza a due volte l'altezza, il ventre è imma- colato, ed il diametro dell’occhio è eguale alla distanza che intercede tra l'occhio e la narice, eguale alla larghezza dello scudetto frontale. 24. — Coronella micropholis, Cope. Boulenger, Cat. of Snak. vol. II, p. 203. Un solo esemplare, assai grande di Panama. 42 9.23. V.225.A.1.50.3-2 25. — Leptocalamus torquatus, Gthr. . Boulenger, Cat. of Snak. vol. II, p. 250. Un solo esemplare di questa specie, la cui area di diffusione ci è an- cora poco nota. Esso è in tutto simile al tipo. Punta Sabana, I 108 BRIT. V.176,A7-S0- sog 26. — Himantodes cenchoa, L. Boulenger, Cat. of Snak. vol. III, p. 84. Un solo esemplare delle foreste della laguna della Pita. l 1178 S.17.V.280.Ar.S0, a. 27. — Leptodira occellata, Gthr. Boulenger, Cat. of Snak. vol. III, p. 94. Due esemplari di Panama. S.23.V.1792.A 79 SC. ag: I I: 1 79 S X29 Vie Poi 1 75° 28. — Leptodira annulata, L. Boulenger, Cat. of Snak. vol. III, p. 97. Un solo esemplare delle foreste del Rio Cianati. 1 80 n e) —— 3] __ 2 S.19.V.192.A;.S0. ra 10?)d. 29. — Oxybelis acuminatus, Wied. Boulenger, Cat. of Snak. vol. III, p. 192. Un solo esemplare di Panama. 1 1173 . . . 8 ° n °.* i ppereIO) Sì. E. Ve E99 Ai SC 179 30. — Elaps fulvius, L. Boulenger, Cat. of Snak. vol. III, p. 422. Due esemplari di Panama. 1 34 15 ZIA ‘72. Slo 219. A I SC 34°? 1 34 150% VE AZOIRATZO . 37.2. SC. lor Me 22 i SC 34° I due esemplari appartengono alla varietà F. del Catalogo del Bou- lenger. Uno degli esemplari presenta venti anelli neri completi sul corpo orlati di bianco-gialliccio: gli spazi tra gli anelli neri sono di un rosso vivo intenso e ciascuna scaglia ha l'apice nero: l’altro esemplare pre- senta venti anelli neri, non orlati di giallo, e gli spazi interposti, eguali a circa quattro volte la lunghezza degli anelli neri sul mezzo del corpo, sono di un color rosso bruno intenso, con l'apice delle scaglie largamente macchiato di nero, «si AES 31. — Lachesis atrox, L. Boulenger, Cat. of Snak. vol. III, p. 537. Due esemplari, uno di Punta Sabana, l’altro di Tin-tin. 96 ene 904 A Ugg S.25.V 1.80. Sos v 00 ALI 800" 64 n 33. — Lachesis Lansbergii, Schleg. Boulenger, Cat. of Snak. vol. III, p. 546. Un solo esemplare delle foreste della laguna della Pita. S.27.V.154.A.1.S0.33.9. La coda è contenuta otto volte e tre quarti nella lunghezza totale. La punta del muso è notevolmente rialzata, più che in Vipera aspîs. BATRACHIA. 33. — Dendrobates tincetorius, Schn. Boulenger, Cat. of Batr. Sal. p. 142. Un esemplare delle foreste della laguna della Pita ed uno delle foreste «del Rio Lara. 34. — Hylodes palmatus, Blgr. Boulenger, Cat. of Batr. Sal. p. 201. Un esemplare di punta Sabana. L'esemplare coincide assai bene colle ‘descrizioni del Boulenger e del Brocchi, salvo per quanto riguarda il primo dito o pollice della mano, che oltrepassa appena in lunghezza il secondo dito, tanto da parere piuttosto eguale che più lungo del secondo dito. 35. Eumpemphix trinitatis, Blgr. Boulenger, Ann. & Mag., N. H. (6) 1889, p. 307. Numerosi esemplari di punta Sabana e delle foreste del Rio Lara. Differiscono dal tipo per i tubercoli metatarsei che nei nostri numerosi esemplari non sono ovali nè eguali. Il tubercolo metatarseo esterno è più grande all'incirca del doppio dell’interno, allungato e sporgente, coll’apice inclinato verso il piede: l'interno è più piccolo, conico. Questa specie non fu indicata dal Re- ‘corder nel Record del 1889, AGO 36. — Bufo crucifer, Wied. Boulenger, Cat. of Batr. Sal. p. 316. Numerosi esemplari di punta Sabana e del Rio Cianati. ° 37. — Bufo thyphonius, L. Boulenger, Cat. of Batr. Sal. p. 317. Parecchi esemplari delle foreste del Rio Lara e di Tin-tin. 38. — Hyla maxima, Laur. Boulenger, Cat. of Batr. Sal. p. 349. Un solo esemplare di punta Sabana. 39. — Agalychnis Helenae, Cope. Cope, Proceed. Am. Philos. Soc. xxI. 1884, p. 182. Parecchi esemplari di punta Sabana. In alcuni esemplari. mancano» affatto i denti vomerini. — ———_—e—erzen —_——_—_ —————————+«<€--—z_Yt@ -À@k6€_€——_—_ tI 103I1 - Tip. V. Fodratti & K. Lecco - Torino. RE TRO ETA TT SR PA ei CATA A BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 254 pubblicato il 20 Agosto 1896 | Voc. XI Dott. FILIPPO SILVESTRI. CHILOPODI e DIPLOPODI raccolti dal Dott. E. Festa a La Guayra, nel Darien e a Cuenca. La collezione dei Chilopodi e Diplopodi fatta dal dott. E. Festa nel Darien in occasione del suo viaggio all’Ecuador che il Museo Zoologico di Torino mi inviò in esame, sebbene non molto numerosa, è tuttavia ricca di forme interessanti o nuove per la scienza. Essa consta di 4 specie di Chilopodi e di 10 specie di Diplopodi; fra queste ultime vi sono 6 specie nuove e 2 generi nuovi. CHILOPODA. Scolopendra angulata, Newport. Venezuela: La Guayra (Macuto). Questa specie era indicata del Brasile, Granada, e delle isole Trinità e S. Vincenzo. Otocryptops ferrugineus (Linn.). Cuenca. Molto diffusa nella regione neotropicale e riscontrata anche nell'Africa occidentale. Newportia longitarsis (Newport). Punta Sabana e foreste del Rio Cianati. Gli esemplari di questa località differiscono dalla descrizione tipica per possedere tre spine al femore dei piedi anali invece di quattro, e per avere i tarsi composti di 8 articoli invece di 11. Questi caratteri per me non costituiscono una differenza specifica, ma sono da conside- rarsi semplici variazioni individuali, tanto più che in un individuo un MERI piede anale ha il femore armato di 4 spine ed il tarso 9-articolato, mentre l’altro ha il femore armato di sole 3 spine ed il tarso 8-articolato. Orphnaeus brevilabiatus (Newport). Foreste presso la laguna della Pita. Specie sparsa in tutte le regioni tropicali. DIPLOPODA. Subord. STEMMATOIULOIDEA. Fam. Stemmatoiulidae. Stemmatoiulus bioculatus, Gervais. Punta Sabana. Gli esemplari di Gervais provenivano dalla Colombia. Trattandosi di una specie assai interessante credo opportuno rifarne la diaghosi. Q Caput vertice sulco manifesto; oculi ocello singulo magno ad antennarum radices approximato constituti. Antennae longae, arti- culo 2° maximo, tertio quarto minore, quarto et quinto subaequalibus, sexto quinto minore, septimo perparvo. Tergitum primum lateribus angustatis, acutis. Segmenta caetera supra et laleribus oblique striata. Porî miînimi pone suturam siti. Segmentum ulltimum angulatum valvulas anales non superans. Pedes allenvati. Pedum paria primum eil secundum 5-articulata; pedes secundi paris minores. — Segmen- torum numerus c. 42. — Color fusco-cinereus, antennis pedibusque tlerreîs. — Long. corp. mm. c. 26; lat. corp. mm. 1-8. Subord. JULOIDEA. Fam. Spirostreptidae. Archispirostreptus guayrensis, sp. n. d' Caput vertice sulco profundo, facie laevi, labro aliquantum ru- goso. Oculi ocellis c. 42, 6-seriatis. Antennae segmenitum lertium superantes, articulo sexto inflato. Tergitum primum lateri- bus valde talis, angulo antico rolundato, postico octuso, sulcîs utrimque duobus. Segmenta caetera parte anteriore antice concentrice striata postice laevigata, sutura perprofunda, parte posteriore supra rugoso-punctata, infra striis pro- fundis. Pori pone suturam siti. Segmenium uttimum tergito valvulas anales spatio permagno non superante, sternito triangulari;, apice acuto. Valvulae anales compressae, non marginatae. Pedes articutis 4° et 5° soleatis. — Organum copulativum Fig. |. PA peso Fig. 1 (pars dextera postice visa). — Segmentorum numerus 64. — Color fusco-rufus, parte antica segmentorum minus fusca, antennis pedibusque ochraceis. — Long corp. mm. 20; lat. corp. mm, 5. Had. La Guayra. Plusioporus Festae, sp. n. Q Caput vertice sulco distincio minus profundo, facie apud anten- narum radices foveis duabus circularibus, sal profundis impressa, tabro porîs 4. Ocutli ocellis c. 50, 7-seriatis, subtriangutlares, eltongati. Antennae segmentum secundum superantes, articulis crassîs, breve setosis, articulo secundo matore, articulîs 4-6 longitudine fere aequa- libus, sed gradalim crassioribus, infra ad apicem articulo singulo rotundatim aliquantum producto, arliculo septimo minimo. Tergitum primum lateribus sublus plicatis, angulo antico acute rolundato, po- stico obiuso, ulrinque in plica carina magna et sulcis tribus. Segmenta 2-11 sub poris carinata, antica vero magîs, supra minutissime pun ctata, segmenta caetera supra minulissime punciala, sub porîs pro: funde et sat rare sulcata, sutura profunda. Pori longe pone suturam siti. Segmentum ulltimum lergito parum angulato valvulas anales non superante, sternito lalissimo, brevi, rotundato. Valvulae anales marginalae. — Pedes sat longi, infra setis insiructi. — Segmentorum numerus 49-54. Color rubro-fuscus, antennis pedibusque rubris vel fusco-rubris. — Long. corp. mm. 60-90; lat, corp. mm, 5-7. Had. Punta Sabana. Fam. Spirobolidae. Rhinocricus diversicauda, sp, n. o Caput sulco integro, labro profunde exciso. Ocuti acellis c. 20, subcirculares. Antennae attenuatae, perbreves, tergilum primum non superantes, articulis 1-6 subaequalibus, ultimo perparvo. Tergitum primum lateribus non multo latiîs, rotundatis. Segmenta caetera parte antica laevi, parte postica dorso et lateribus distincte striatis, parte postica media sulco distinctissimo. Poriî manifesti, in sulco siti. Sco- bina nulla. Segmentum ultimum tergito valvulas anales valde supe- rante eltongato, acuto, apice sursum aliquanlum vergente, sternito sat elongato, subitriangulari, apice rotundato. Valvulae anales îm- marginatae. Pedes perbreves. — Segmentorum numerus 43. — Color nigro-fuscus, segmentorum parie postica fascia flava, antennis pedi- busque nigrescentibus. — Long. corp. mm. 42, lat. corp. mm. 6. Hab. Guenca. SSN Oxypyge, gen. n. Genus generi Rbinocricus perproximum, sed differt valvulis analibus superne in spinam, longamw, rectam productis. Oxypyse varicolor, sp. n. Caput sulco integro, laeve, labro poris 2+ 2, normali. Oculi sub- circulares, ocellis parum deptanatis c. 380. Antennae crassissimae, lergitum primum non superantes. Tergi- tum primum lateribus semi-circularibus. Segmenta caetera parte antica laevigata, postica dorso et lateribus aliquanium ru- I gosîs, inferne distincte striata, sulco tran- sversali fere dimidiata. Porî ante sulcum Fig. 2. Fig. 3. partis posticae emarginatum siti, post poros stria profunda. Segmentum ulltimum tergito postice elongato, atte- nuato processus valvularum analîium non superante, sternito elongato, triangulari. Valvulae anales immarginatae, superne processibus per- longiîs, acutis, retrorsum vergentibus' armatae. Scobina in segmentis 7 — c. 42. — d Organum copulativum, Fig. 2 e 3. — Color variabilis : niger lotus vel niger dorso seriebus duabus macutlarum flavarum ornato, pedibus ochraceîs, vel eliam fusco-terreus dorso seriebus duabus macularum flavarum ornato, pedibus pallidis. — Segmen- torum numerus 54. — Long. corp. mm. 50; lat. corp. mm. 4. Hab. Punta Sabana; Foreste presso la laguna della Pita. Subord. POLYDESMOIDEA. Fam. Strongylosomatidae. Ortomorpha eoaretata (Saussure). Panama; Punta Sabana. Specie diffusa in tutte le regioni tropicali. Ortomorpha Festae, sp. n. d Caput normale. Antennae segmenium terlium supe- rantes. Tergitum primum subsemicirculare, angulis parum acute productis, postîce medium vix excisum. Tergita cae- tera laevia, carinis magnis vix sursum vergentibus, an- gulo antico octuso, postico acute producio, sulco transver- sali minus profundo. Segmentum ulltimum tergiîto postice 2 brevi, recte truncato, ad dbasim utrimque tubercuto singuto Fig. 4. magno, sternito rotundato tuberculis duobus parvis. Sterna multo deplanata, media sulco profundo. — Organum copulativum = 8 — Fig. 4. — Color rubro-fuscus, ventre pedibusque paltidis, anten- narum articulis primo et duobus ultimis pallidis. — Long. corp. mm. 15; lat. corp. mm. 1.8. Hab. Foreste del Rio Cianati. CHELODESMIDAE. Leptodesmus Frauen feldianus (Humbert et Saussure). Punta Sabana, Foreste del Rio Cianati, Foreste del Rio Lara. Questa specie era indicata fino ad ora della Nuova Granada. Alocodesmus, gen. n. Corpus angustatum. Antennae conîs 4 olfactortis. Segmenta tota granulata; dorso seriebus duabus posticis granulorum maiorum or- nato. Carînae laterales non magnae, margine integro. Segmenta a quinto dorso sulco profundo notato. Porî in segmentis 5,7, 9, 10, 12, 13, 15-19, în parte latero-posteriore carinarum siti. Segmentum ultimum tergito triangulari, apice truncato utrimque tuberculo magno instruclo, sternito subsemicirculari apice parum producto utrimque tuberculo magno. Valvulae anales mediae eliam utrimque ad marginem tubercuto însiructae. Sterna processu brevi, spiniformi ad basim pedum armata. d Corpus magis attenualum, pedes aliquantum longiores, organum capulativum rectum. Obs. Genus generi Odontopeltis Pocock proximum sed carinarum brevitate, pororum stituatione, granulorum forma, sulco dorsali di- stinclissimum. Alocodesmus angustatus, sp. n. Caput vertice sat prominente, sulco profundo. Antennae segmenitum tertium fere superantes, articulis 2-6 subaequatibus, septîimo brevi. Tergitum primum abbreviatum antice rotundatum, pos- lice truncatum, medium parum excisum, angulîs parum preductis, supra serie granulorum posticorum matorum ornatum et granulis parvîs. Segmenta caetera tota gra- nulis parvîs obsessa, dorso a quinto transversaliter pro- funde sulcato et seriebus duabus posticis granulorum ma- forum ornato et granulis nonnullis. Carinae parvae angulo antico valde rotundato, postico producto, margine laterali integro. Pori laterales-posteriori. Carinae porigerae ex- cisae. Segmenitum ultimum lergito triangulari, apice recte truncato setîs longîs instructo, ultrimque tuberculis duobus magnis seligerîs, supra etiam nonnultis tubercutis (4) setigeris ornato, ster- Fig. 5 ARIE nito subsemicirculari, apice parum producto, utrimque tuberculis duobus magnis. Valvulae anales ad marginem medium tubercutis duobus setigeris instructae. Sterna lata, ad basim pedum processu brevi, spiniformi armata. Pedes perlongi, setis instrucii. d' Foemina angustior antennis pedibusque longioribus. Pedes primi paris articutis abbrevialis, magis setosis, secundi parîs articulo primo infra ad apicem aliquantum producto, late r'otundato. Organum co- pulativum (Fig. 5) rectum basi selosa, hasta bipartita, quorum pars altera processu arcuato, acuto, magno et processu minore bifido în- structa, altera processu laminari dentato et processu laterali acuto, parum arcuato. — Color nigropiceus, ventre, pedum articulis basa- lîbus terreis, angulo postico carinarum flavo. — Long. corp. mm. 42; lat corp. mm. 5 *|,, — Long. antennarum mm. 7, pedum mm. 7. Cyrtodesmidae Gn codesmus granosus (Gervais). Foreste presso la laguna della Pita. Prima d’ora era stato indicato della Colombia. rà TT, 0 OA BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 255 pubblicato il 4 Settembre 1896 Vor. XI Dott. M. G. PERACCA Assistente al Museo Zoologico di Torino. RETTILI ed ANFIBI raccolti a Kazungula e sulla strada da Kazungula a Buluwaio dal Rev. Luigi Jalla, Missionario Valdese nell’alto Zambese. La collezione che forma oggetto della presente nota, generosamente donata al nostro Museo dal Rev. L. Jalla, comprende 17 specie (di cui una nuova per la scienza), rappresentate da 27 esemplari. LACERTILIA. 1. Eremias lugubris, Smith. Boulenger, Cat. of Lizards, vol. III, p. 84. Un solo esemplare raccolto sulla strada da Kazungula a Buluwaio. 2. Acontias meleagris, L. Boulenger, Cat. of Lizards, vol. III, p. 427. Un solo esemplare. Strada da Kazungula a Buluwaio. 3. Chamaeleon dilepis, Leach. Boulenger, Cat. of Lizards, vol. III, p. 450. Due esemplari di Kazungula. OPHIDIA 4. Glauconia scutifrons, Ptrs. ‘Boulenger, Cat. of Snak., vol. 1, p. 68. Due esemplari. Kazungula. 5. Tropidonotus olivaceus, Ptrs. Boulenger, Cat. of Snak. vol. I, p. 227. Un solo esemplare. Kazungula. 6. Chlorophis neglectus, Ptrs. Boulenger, Cat. of Snak. vol. II, p. 94. Un esemplare. Kazungula. 7. Chlorophis irregularis, Leach. Boulenger, Cat. of Snak. vol. II, p. 96. Due esemplari giovani. Kazungula. 8. Philothamnus semivariegatus, Smith. Boulenger, Cat. of Snak. vol. II, p. 99. Quattro esemplari. Kazungula. 9. Tarbophîs semiannulatus, Smith. Boulenger, Cat. of Snak. vol. III, p. 51. Un solo esemplare. Kazungula. 10. Trimerorhinus tritaeniatus, Gthr. Boulenger, Cat. of Snak. vol. III, p. 139. Un esemplare. Kazungula. ll. Psammophis sibilans, L. Boulenger, Cat. of Snak. vol. II, p. 161. Un solo esemplare appartenente alla varietà F del catalogo citato. Kazungula. 12. Psammophis Jallae, n. sp. Capo sub-acuminato, assai sporgente sul labbro inferiore, molto con- cavo tra gli occhi e la punta del muso. della sutura dei prefrontali, che sono assai grandi; Ra. ge Lunghezza del muso di poco inferiore ad una volta e mezzo il dia- metro orizzontale dell’occhiò, che è uguale alla distanza che intercede tra l’occhio e la narice. Rostrale pressochè lungo quanto è alto, ben visibile guardando il capo dal di sopra; narice aprentesi in mezzo a tre scudetti, uno anteriore e due posteriori; internasali piccoli, più lunghi che larghi, in contatto per una corta sutura, la cui lun- LI ghezza è compresa due volte e mezza nella lunghezza frontale lungo all’incirca due volte quanto è largo, lungo come i parietali, molto più lungo della distanza che intercede tra il frontale e l'apice del muso, molto più stretto, nel suo mezzo, degli scudetti sopraoculari; loreale lungo due volte quanto è alto; un preoculare, semidiviso, largamente in contatto col frontale; due postoculari di cui l’inferiore più stretto e più corto; temporali 2+2; sette labiali superiori, di cui il terzo ed il quarto formano il margine inferiore dell'orbita; quattro labiali inferiori in contatto col primo paio «di scudetti postmentali, i quali sono più corti degli scudetti del secondo paio. Scaglie in 15 serie; gastrostegi 168 (*); anale diviso; urostegi 153 in doppia serie (°*). Capo superiormente color nocciuola chiaro, senza macchie. Corpo supe- riormente bruno nocciuola, uniformemente più chiaro sui lati. Sul dorsò osservansi due linee bruno-giallastre chiare, parallele, orlate superior- mente (od internamente) da una sottile linea nera. Dette linee vanno man mano confondendosi colla tinta fondamentale del corpo in avanti, per sparire del tutto a circa dieci centimetri di distanza dal capo; al- l’indietro esse si continuano assai visibili fino alla estremità della coda. Sui lati del corpo osservasi una striscia bianco-gialliccia che occupa la serie esterna delle scaglie dorsali ed un tratto dei gastrostegi. Supe- (*) Questo numero è soltanto approssimativo, l’animale avendo larghe ferite al ventre ed asportati molti gastrostegi. Esso venne però stabilito con molta ‘cura, contando le corrispondenti serie trasversali delle scaglie dorsali, per modo che può ritenersi molto vicino al vero. (**) La coda è rotta in tre pezzi, tenuti insieme appena dall’epidermide, per ‘modo che vi può essere un errore di qualche urostego nel computo totale. RAUTI. riormente essa è orlata da una sottile linea nera, inferiormente, sui gastrostegi e in parte sugli urostegi, essa è orlata da una linea nera interrotta, 0, meglio, da una serie lineare di piccoli punti neri irrego- larmente distanti. Detta striscia anteriormente non è più orlata di nero. Preoculari, postoculari e labbro superiore, dietro gli occhi, giallo-bru- nastro-chiari; scudetti postmentali e primi labiali inferiori punteggiati irregolarmente di bruno-nero. Parti inferiori color giallo paglia, legger- mente più scuro in avanti. Località: Strada da Kazungula a Buluwaio. 12. Elapechis Guentheri, Bocage. Boulenger, Cat. of Snak. vol. III, p. 359. Un solo esemplare. Kazungula. 13. Elapechis Sundevallii, Smith. Boulenger, Cat. of Snak. vol. III, p. 360. Due giovani esemplari. Kazungula. 14. Naia nigricollis, Reinh. Boulerger, Cat. of Snak. vol. III, p. 378. Un solo esemplare appartenente alla var. mossambica Ptrs. (var. A). Kazungula. 15. Causus rhombeatus, Licht. Boulenger, Cat. of Snak. vol. III, p. 467. Tre esemplari. Kazungula. BATRACHIA 16. Rappia cinctiventris, Cope. Boulenger, Cat. of Batr. Sal. p. 126. Due esemplari. Kazungula. Al D.° Boulenger, al quale comunicai in esame alcune specie pei necessari confronti, i più vivi ringraziamenti per i ragguagli fornitimi. 10415 - Tip, V. Fodratti & E. Lecco - Torino. BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 256 pubblicato il 12 Settembre 1896 Voc. XI Dott. ACHILLE GRIFFINI Di due ACRIDIDI anomali. Il notevole caso ilel Prîstes tuderosus anomalo da me descritto (1) e l’inte- ressante commento che ne fece il sig. P. de Peyerimhoff (2), mi fanno credere non inutile la pubblicazione di due altri casi di anomalie con- simili riscontrati in due Acrididi nostrali. I. — Qedipoda miniata (Pall.) 9, raccolta nel 1890 a Ceresole Reale (Piemonte) dal prof. Camerano. — Collezione del Museo Zoologico di Torino (fig. 1). — L’individuo è in tutte le sue parti regolare, sia per forma, per dimensioni e per co- lorazione; mentre però la sua zampa posteriore destra è normalmente fatta e proporzionata, la sinistra si presenta alquanto più piccola, più de- bole specialmente nella tibia che è curvata come Fig. 1 cedente sotto il peso del corpo, e che certamente Oedipoda miniata non poteva servire all’ insetto vivo quale strumento A. Zampa posteriore destra di salto come la destra. — Il prof. Camerano infatti normalmente sviluppata. LOR SER B. Zampa posteriore sini- Si ricorda che questo individuo saltava meno bene orari degli altri forniti di zampe robuste. — Le dimen- sioni delle varie parti delle zampe posteriori di questa Oed?poda, poste a confronto, sono le seguenti : é (1) A. GRIFFINI. — Di un Pristes tuberosus anomalo ecc., Bollett. d. Musei di Zool. ed Anat. Comp. Torino, vol. XJ, N° 234 — Pubblicato anche in « Mi- scellanea Entomologica », vol. IV, N° 3, con una incisione. (2) P. DE PEYERIMHOFF. — Note sur l’atrophie des membres chez les ortho= pières. — Miscellanea Entomologica, vol. IV, N° 5. t Zampa post. Zampa post. destra sinistra anomala lunghezza del femore mm. 14,7 13,8 » della tibia ».. 12,0 10 » dei tarsi fino agli uncini » 3,5 2,8 Il femore sinistro, oltre all’esser alquanto piccolo, appare piuttosto tozzo; la tibia è debole, i tarsi poi e gli uncini appaiono veramente ru- dimentali. — Gli articoli del tarso non sono bene distinti gli uni dagli altri, e i due uncini terminali sono appena accennati, formando come un unico piccolissimo tubercoletto nero all’apice del tara La zampa posteriore sinistra adunque, dell’acridide in questione, pre- senta una graduale mancanza di sviluppo e di consistenza dalla base al- l’apice, minore cioè nel femore, massima nei tarsi. II. — (omphocerus sibiricus (Linn.) 9, raccolto presso la cascata della Frua (Piemonte). — Collezione del Museo Zoologico di Torino (fig. 2, B). — Questo individuo, normale in ogni sua parte ed in tutti i caratteri, presenta però le an- pia tenne molto piccole, di cui anzi la sinistra ancor sa in più ridotta della destra, quasi rudimentale. — Le antenne normalmente sviluppate nei Gom- phocerus sibiricus & (fig. 2, A), sono lunghe circa Spagloreta 9 mm., terminate da una distinta clava depressa, A. Individuo dotato di an- lanceolata: queste antenne constano di circa 23 vote DormalmentesviluP" articoli, di cui i 7 apicali formano la clava; di B, Individuo aberrante, for- colore le antenne sono testacee colla clava bruna nito di antenne atrofiche. * il cui apice però è spesso giallognolo. Nell’ individuo anomalo, benchè ridotte assai, le antenne sono analo- gamente conformate, presentano una piccola dilatazione apicale claviforme, non però lanceolata, sono pure giallastre colla dilatazione terminale su- periormente bruna ed il cui apice è giallognolo. L’antenna destra è lunga mm. 4,5 e consta di 9 articoli. L’ ultimo articolo forma di per sè solo la dilatazione claviforme apicale, presen- tando minutissime traccie di 3 segmentazioni appena accennate, ed il penultimo mostra pure una incompleta suddivisione irregolare in 3 parti, di cui la mediana alquanto gibbosa. L'antenna sinistra è lunga mm. 1,9; essa presenta due articoli basali ben marcati, quindi è quasi fatta d’un unico segmento, in cui si notano irregolari e minuti accenni a circa 5 suddivisioni incomplete ; la parte ‘apicale claviforme non è depressa e non presenta traccia alcuna di segmentazione. Fig. 2 Per spiegare queste anomalie, come nel caso del Pristes tuberosus da Pa at deri me descritto, una ipotesi che facilmente si presenta alla mente è quella di supporre che le parti anormali, così ridotte, di questi ortotteri, non sieno altro che parti riprodotte, în via di sviluppo o con arresto di sviluppo, dopo perdita per strappo (nel caso delle antenne), per strappo o per autotomia (nel caso delle zampe o di parte di esse) del corrispon- dente membro; questa perdita sarebbe avvenuta nei primi stadii di vita dell’ insetto. Per lungo tempo si credette che in ortotteri non saltatori, quali sono i Fasmidi, una tal riproduzione avvenisse, ma le osservazioni di A. Durieu (3), riportate da Peyerimhoff, concludono contrariamente a ciò. — Quanto agli ortotteri saltatori, non si sa ancora nulla di sicuro in proposito, ed io devo convenire che per quante esperienze io abbia iniziate sopra individui giovani di varie specie nostrali, tutte finora mi diedero risultato negativo. — Nessun acridide o locustide privato d’una zampa posteriore, giunse in schiavitù a riprodurla. (3) A. DuRIEU. — Notes sur quelques orthoptères — Petites Nouv. Entomol. N° 158, 1876, bs 1) i ] pi A i I YO : } di Ti > i { all simoze atiomiaà ars te Î ga rog ciusitotro Hesnp ih pi. fi" fog fa: ; (N20 O sortito sh -Sio Mor di ba sf %e; Osa 198 SALIAVITR SEG nappa) o se 199 Ne si «lig3l1105' Job (S8ca Ai OS'TRO 6° t) ‘0 sti > sea (3) Ta d siti DO 1(DEIS-I0,CIO ION "Et FIT i ct XE ® $ É 704 MRS) Sato 3 ONDE By IO. Pit IUBNS TON OIRARItA 07 RATIO i 1 VAI 5 10. cc di n Milite A : Bo «P » da, P : q rd cura Ss LA i - sl di; URTO — 0 FUMATO 0 UO Sp0O Mntite! 5 vOdS hi Ù > “} : ‘ È Pa Aia \9 Pret N c $ Ò i 1 } ti dl h , Bi RISSA CS APRIRE, RETI Hi i] sr i n 7 s QIDOLIei: YO 800 IS ESRI AYTOBI1 è à } ti Pare. A TARA i LA Ata LI br] È Po ti 205 i CSR CAS O 901 di der N IS e AI Ca | BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino nasa» cvneni N. 257 pubblicato il 15 Settembre 1896 Vor. XI Dott. FiLIPPO SILVESTRI. NUOVI DIPLOPODI raccolti dal Rev. Luigi Jalla a Kazungula. Il Rev. Sig. Luigi Jalla, Missionario Valdese nell’alto Zambese, ha gene- rosamente fatto dono al R. Museo Zoologico di Torino di interessantò raccolte zoologiche fatte nel paese dei Barotze. Fra esse vi sono alcuni diplopodi che, inviatimi in studio dal Direttore del Museo stesso, risulta- rono appartenere tutti a specie nuove per la scienza. Odontopyge Jallae, sp. n. d' Color nigrescens parte antica segmentorum macula lata trape- zoidea, fiavicante notata, antennarum articulis primo et secundo, labro pedibusque flavis. Caput vertice sulco tenui în fovea terminante, inter oculos etiam sulco tenui, facie laevî, labro aliquantum exciso et rugutloso, porîs circa 10. Oculi ocellis c. 50. Antennae segmentum tertium supe- rantes, articulo secundo maximo, sexto aligquantum incrassato, septîmo perparvo. Tergitum primum (Fig. 1) lateribus sat lalis, angulo antico acuto- rotundato, postico obtuso, late rotundato, margine sat în- crassato, utrimque plicîs tribus integris et sulcis nonnullis. B Segmenta caetera parte antica antice concentrice striata, Ne parte postica supra parum rugolosa sub poriîis striis di- stinctis. Pori parvi, distinclissimi, longe pone sulturam sîti. Segmenium anale tergito postice angulato processus valvularum spatio sat magno non attingente, sternito triangulari, valvulis mar- ginatis processibus superis sat longis acutis instructis et processibus Fig. 1. Rapa SA inferioribus ad sternitum minimis. Pedes articulis 4° et :5° solea auctis, infra aliquantum setosis, praesertim ul- timo. Pedum par secundum segmentorum ab octavo articulo primo incrassato retrorsum ali- quanium acute producito praesertim în segmentis [ partis posterioris corporîs. — Organum copu- dr laltivum Fig. 2. — Segmentorum numerus 63. | — Long. corp. mm. 80; lat. corp. mm. 5-5. Hab. Kazungula. Odontopyge exquisita, sp. n. S Color rufus totus vel rufo-pallidus, lateribus ad poros nigro- maculatis. Caput vertice sulco tenui, facie laevi, labro parum exciîso, circa porîs 6 impresso. Oculi triangulares ocellis c. 30. Antennae segmentum quarium superantes articulo secundo maximo, WJ sexto crassissimo. Tergîitum primum (Fig. 3) lateribus ali- quantum angustatis angulo antico obtuso, postico acuto, utrim- Fig. 3. que striis tribus. Segmenta caetera parte antica concentrice striata, sulura perprofunda, punctata, parte postica supra subtiliter rugosa, sub poris rare el tenuiter striata. Porî minimi, longe pone suturam siti. Segmenium anale ter- gîto processus valvularum ad basim attingente, sternito triangutari, valvulis parum marginatis processibus superis acutîs, brevibus. Pedes exiles, infra setis paucîs instructi, articulis 4° et 5° soleatis. — Organum copulativum Fig. 4. — Fig. 4. Segmentorum numerus 58. — Long. corp. mm. 36 ; lat. corp. mm. 3. Hab. Kazungula. Archispirostreptus Jallae, sp. n. d Color nigro-fuscus totus vel fusco-cinereus parte postica segmen- torum mnigrescente. Caput vertice sulco profundo, fronte ad antennas area subrotunda rugosissima, facie rugosa, labro profunde exciso circa porîs 4. Oculîi elongati, inter se diametron ocuti distantes, ocellis c. 65. Seal Antennae segmentum quartum fere superantes, attenuatae. SS Tergitum primum (Fig. 5) lateribus angulo antico an- E: trorsum produeto, aliguantum rotundato, postico obtuso, Fig. 5 utrimque striis 4 integris, nonnullis minoribus, supra ter- gîlum medium fovea parva rugosa. Segmenta caeltera medio dorso linea manifesta, parte antica concentrice, rare, profunde striata, PESA gr ‘sutura profunda, parte postica supra rugosa-punctata tateribus supra poros striîis rarîis, tenuibus, sub poris striis profundis. Poriîi parvi, longe pone suturam siti. Segmentum anale tergito parum angulato vavulas non superante, sternito sat lato, aliguantum rotundato, valvulis parum margi- natis. Pedes longi, non attenuati articulis 1-3 infra ad apicem seta singula, caeterîs praesertim ultimo, setis plurimis instructis, articulis 4° et 5° soleatis. Pedum par secundum segmentorum articulo primo incrassato, «in processibus duobus, parviîs, obtusis producto. — Or- ganum copulativum Fig. 6. — Segmentorum numerus 59. — Long. «corp. mm. 160; lat. corp. mm. 14. Hab. Kazungula. Fig. 6. Archispirostreptus dexter, sp. n. @ Color niger antennis pedibusque flavo-rubescentibus. Caput ver- dice sulco profundo, facie laevigata, labro non excîso circa poriîs 4. Ocuti triangulares-elongati, inter se multo minus quam dia- metron oculi distantes, ocellis c. 90. Antennae segmentum secundum superantes. Tergitum primum (Fig. 7) lateribus angulo antico acuto vix producto, postico obtuso, utrimque Fig. 7. -striîis duobus. Segmenta caetera parte antica concentrice striata, su- tura profunda, parte postica supra dense punctata, lateribus inferne Striis manifestis. Poriî longe pone suturam siti. Segmentum anale tergito spatio minimo valvulas non superanite, sternito rotundato, valvulis immarginatis. Pedes lenues, perlongi, înfra setis paucîs în- «strucli. — Segmentorum numerus 69. — Long. corp. mm. 150; lat. «corp. mm. 9. Hab. Kazungula. Lophostreptus Cameranii, sp. n. Q Color niger, antennis pedibusque fuscis. Caput totum profunde punciatum, vertice sulco tenui, labro parum “«exciso circa porîis 6. Oculi subtriangulares, inler se bis diametron «oculi distantes, ocellis c. 32. Antennae segmentum secundum vix superantes, allenuatae, apice via incrassato. Tergitum primum (Fig. 8) profunde punctatum, aliquantum ru- gulosum, lateribus antice excîsis, latis angulo antico ro- tundato, postico obtuso, utrimque plicîs iribus, margine postico laterali carinis 6 abbreviatis instructo. Segmenta caetera parte ‘antica antice concentrice et subtiliter striata, postice rugosa, sutura profunda grosse punctata, parte postica magis elevata omnino carinis Fig. 8. Ri UP parvis, longitudinalibus obsessa. Pori sat magni, tonge pone suturam siti. Segmentum anale totum valde rugoso-punctatum, tergito postice non producto, rolundato valvulas non superante, sterniîto brevi, lato truncato, valvulis valde marginatis. Pedes infra setis paucîs instructi. — Segmentorum numerus 47. — Long. corp. mm. 40; lat. corp. mm. 3.. Hab. Kazungula. 10437 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Torino. MEUNPAOOTO lu CRC, —__ BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 258 pubblicato il 15 Ottobre 1896 VOL'AT Prof. GorrADO PARONA Note intorno agli Elminti del Museo Zoologico di Torino. La raccolta elmintologica del Museo Zoologico di Torino, che il Di- rettore Prof. Lorenzo Camerano gentilmente ebbe ad inviarmi in esame, sebbene relativamente poco numerosa di specie, presenta tuttavia un yalore storico notevole, poichè comprende molte delle forme state de- terminate e studiate dall’ illustre nostro elmintologo, Filippo De Filippi, il quale di sua mano scrisse molti cartellini che tuttora si conservano. Credo non inutile pubblicare le note seguenti, le quali si riferiscono a specie o nuove per la fauna italiana, o per altre ragioni interessanti. Il Dottor Vincenzo Ariola, mio assistente, venne da me incaricato di studiare alcuni Botriocefali. I risultamenti del suo studio yerranno pub- blicati nel N. 259 di questo stesso Bollettino. I, - TREMATODES. l. Octobothrium lanceolatum F. S. Leuck, Dalle branchie dell’ A/osa vulgaris. Parecchi esemplari. È forma interessante e che ancora non figurava nell'elenco degli elminti italiani. 2. Diplozoon paradoxum v. Nordm. . Dalle branchie del Phoxinus laevis. Sebbene specie notissima, tuttavia non trovasi esplicita indicazione della sua presenza in Italia, ad eccezione di quella ch'io feci, per ayerlo raccolto sul Cyprinus cephatus al lago d'Orta (L’elmintolog. ital. dai suoi primi tempi ecc., pag. 136). sE, 3. Distomum maculosum Rud. Intestino del Cypselus apus. È nuovo per l’Italia. 4. D. (Dicrocoelium) heterostomum Rud. Due grandi individui ed uno più piccolo nell’intestino dell’ Ardea purpurea. Anche questa specie non sarebbe stata indicata in Italia. 5. D. (Dicrocoelium) holostomum Rud. Intestino della Sferna Rhirundo. Due esemplari, che però assegno con qualche dubbio a questa specie, tuttavia poco conosciuta. 6. D. (Dicrocoelium) crassicolle Rud. (= D. enterarchos De Fil. n. sp. = D. Salamandrinae perspicillatae Sons. Dall’ intestino della Sa/amandrina perspicillata. Gli esemplari portano un cartellino scritto dal De Filippi, col nome sopra registrato (D. enterarchos n. sp.). Da quanto mi consta nulla fu pubblicato in argomento, epperò la specie sarebbe inedita. Dopo attenta disamina mi sono per altro persuaso che non si può considerarlo come n. sp., ma che è da riferirsi al D. crassicolle Rud., proprio delle sa- lamandre e dei tritoni. In altro recentissimo mio scritto (Di alcuni distomi ecc.: Atti Soc. ligust. Sc. nat. Vol. vir, Genova 1896) ho enumerate le ragioni per le quali al D. crassicolle debbonsi assegnare gli esemplari indicati coi nomi sopra segnati. Il Polonio (Prospect. helminth. 1859) nominava già il D. crassicolle nel Triton cristatus a Padova. 7. D. (Dicrocoelium) globiporum Rud. Parecchi esemplari dal tubo digerente della Perca Auviatitis. Trovavansi insieme ad un nematode femmina, che ritengo di Cucui- lanus elegans Zed. Questo distoma non fu ancora annoverato fra le specie italiane. 8. D. spirale De Fil. n. sp.? Nell’ intestino di Dentex vulgaris. Sono due soli esemplari, il di cui stato di conservazione non permette di poter fare un confronto col D. carnosum, che pure vive nel dentice, e stabilire così se realmente si tratta di una nuova specie. Non mi consta che il De Filippi abbia fatto pubblico cenno di questo D. spirale. 9. Monostomum filavum Mell. Un esemplare raccolto nelle narici dell’ Anas fuligula. È forse da identificarsi col M. mutabile Rud. Quest'ultima specie fu già trovata a Venezia dal Ninni (Stossich: Bollett. Soc. Adriat. Vol. XII, 1890). 10. M. lanceolatum Wed! Dal tubo intestinale di A?mantopus melanopterus. Non ancora indicato per l’Italia. | E TT = n Magi II. - CESTODES 1]. Taenia, an. n. sp.? Nul tubo digerente di Felis /eo. Tre frammenti, lunghi complessivamente 59 centim., ma manca lo scolice. Il primo pezzo, lungo 46 centim. ha i primi articoli più larghi che lunghi (largh. 1 mm.). Ad otto centim. gli anelli giungono ad 1 mm. di lunghezza e 3 di larghezza. Le papille sessuali si appalesano a dodici centim., quando cioè le proglottidi misurano 4 mm. di larghezza. Dette aperture sono marginali, irregolarmente alterne. Il secondo frammento giunge a 6 centim. di lunghezza e le proglottidi sono quadrate (5 mm. di diam.), con discreto spessore e con margine posteriore allargantesi ad abbracciare la base dell’anello successivo. La papilla genitale è molto saliente, sempre alterna, e più precisamente a sinistra trovasi agli anelli 1°, 3°, 4°, 5°, 10°, 11°, a destra ai 2°, 6°, '7°, 8°, 9° e 12°. Il terzo pezzo, di '7 centim., non è che la continuazione del precedente e consta di 19 anelli, che nelle misure e nella distribuzione delle aperture genitali non diversifica da quello. Le ramificazioni uterine sono molto distinte, quando si rischiari una proglottide matura, e si presentano con rami laterali molto numerosi, che ricordano non poco quelli della T. saginata. Sebbene non determinabile, mancando lo scolice, tuttavia è un cestode molto interessante, perchè finora non furono indicate tenie parassite del leone. Sarebbe stato di molta importanza il constatare le condizioni di schiavitù o di libertà dell'ospite. 12. T. marginata Batsch Nell’intestino di Canîs lupus. Insieme a molti individui di Botlriocephalus decipiens Dies. si tro- varono due esemplari di questa tenia. Il lupo ospite fu ucciso a Borgaro (Venaria Reale) il 17 dicembre 1895, 13. Dipylidium Pasqualei Diam. Un esemplare completo, non perfettamente maturo, stava colla 7. mar- ginata nell’ intestino del lupo succitato. Difettando i caratteri relativi alle capsule uterine, perchè immaturo, vi potrebbe essere qualche dubbio sulla sicura distinzione fra esso e gli affini dipilidii. 14. D. caninum Linn. Nell’intestino del Felis catus. Vi si trovano anche due larve di Oestrus; il che credo importantissimo, giacchè non furono mai indicate tali larve nei gatti, ‘ e: Re 15. Mesocestodes lineatus Goeze (= 7. litterata Batsch). Nello stomaco di Vw/pes vulgaris. Gennaio 1888. Interessante perchè trovato insieme ad esemplari di Cysticercus fasciolarîs e di Ascarîs mystax. 16. MI. planissima Stil. e Hass. Alcuni lunghi frammenti, e un esemplare completo. I frammenti, seb- bene manchi il nome dell’ospite, tuttavia si possono con certezza asse- gnare a questa specie; misurano circa 150 centim. complessivamente, e appartengono alla porzione più matura dello strobilio. Le loro proglot- tidi misurano un diametro massimo di 20 mm. È noto come la M. prà- nissima fu specie istituita da Stiles ed Hassall (Bull. U. S. Departm. of Agricult., Washington, N. 4. 1893) a spesa della M. expansa dei bovini. Presenta essa, oltre varii caratteri differenziali, quello delle di- mensioni molto maggiori. 17. Hymenolepis serpentulus Schrank, nec Duj. Nell’intestino del Garru/us glandarîus. Nessun autore l’avrebbe fi- nora citata per l'Italia. 18. Taenia platycephala Rud. In intestino di A/auda arvensis. Lo scolice è inerme; nella descrizione generale coincide maggior- mente con quanto n il Dujardin ed il Diesing. Le aperture ge- nitali sono irregolarmente alterne; non unilaterali, come asserì Dujardin; mentre Diesing lasciò in dubbio il posto di loro ento Borsa del pene piriforme. Escludo possa appartenere al Gen. Davaînea per lo scolice e le ventose inermi; invece sarebbe a considerarsi come Taenia s. str. Questa specie è pure essa da aggiungersi all’elmintologia italiana. 19. Hymenolepis liguloîdes Gerv. Dall’ intestino del Phroericopterus roseus. Ho potuto constatare lo sbocco unilaterale delle aperture genitali; inoltre essendo inerme differenzia dalla Taenia Caroli, già da me de- scritta nella Elmintologia sarda. 20. Davainea sphaerocephala Rud. Nel tubo digerente del Numenius arquata. Leé aperture genitali sono irregolarmente alterne, abbastanza visibili, contrariamente a quanto asserisce il dott. Messea (Lo Spallanzani 1896). I peni sono arcuati e simili a quelli disegnati dal Cobbold; ma però di dimensioni molto minori, 21. Hymenolepis capillaris Rud. Nell’ intestino del Podiceps auritus. Sarebbe nuova pér FP Italia. cas d. Oysticèreris csttatosio Rid. Nei muscoli di un uomo. Mancano indicazioni di data 6 dî località, che avrebbero dato maggior importanza al. caso; pur sempre notevole. 23. C. fasciolaris Rud. Nello stomaco di una volpe (gennaio 1888), inisiomée al Mesocestoides lîneatus ed all’ Ascaris mystax, trovavasi un bell’ esemplare di questo cisticerco, con scolice e vescica caudale ben sviluppate. È interessante l'aver colto il mofnento in cui essa forma larvale, proveniente seriza dubbio dal fegato di udi topo, stava per trasformarsi nella Taenia cras: Sicottis Rud. Mete”, 24, Bothriocephalus decipiens Dies. (B. maculatus Leuck). Dall’ intestino di Canis lupus preso a Borgaro (17 dicembre 1895) come sopra sì disse. Numerosi esemplari. E forma non ancora statà tro- vata in Italia. 25. B. hiams Dies. Numerosi individui nella Proca vitulina e nel Pelagius monachus. 26. B. elegams Krabb. Nell’intestino della Phoca vitulina, in unione alla specie precedente. Nuova per l’Italia. 27. Bothriotaenia rugosa Rud. Nel tubo digerente del Mer/ucius esculentus. Un solo esemplare. Fi- nora non compreso negli elminti italiani. III. - NEMATODES. 28. Ascaris transfusa Rud. Neil’ intestino dell’Ursus ma/ajanus e dell’ U. arctos. In entrambi gli ospiti sono numerosi assai. L’ U. malajanus sarebbe nuovo ospite per l’ascaride citato. 29. A, cephaloptera Rud. Nell’ intestino di Vipera aspis. Furono raccolti in abbondanza dal Sig. S. Baraldi a Pisa il 21 giugno 1890. Riferirei pure a questa specie un esemplare d, dell’ intestino della Natrîa forquata, stato raccolto dal Sig. Ivaldi, li 8 dicembre 1886. La Natrîa citata sarebbe nuovo ospite di quest’ascaride. 30. Heterakis maculosa Rud. In grandissimo numero nell’intestino del Turtur sylwaticus, 1889. Questa tortora sarebbe ospite finora non indicato per l’ Heterakîs. E noto LOSE che spesso si riscontrano polielmintiasi straordinarie di questo nema- tode nei piccioni, e talora con grande mortalità. 31. Oxyuris curvula Rud. Dall’ intestino di Equus caballus, morto a Luque (Paraguay) e rac- colto dal Sig. A. Borelli (1893). 32. Filaria perforans Molin (= F. quadrispina Dies.). Sotto la pelle della Muszela foina in numero ragguardevole. Raccolta dal Maggiore Giulio Bazetta di Domodossola, sotto la cute e fra i muscoli dorsali. È specie molto ovvia, e la si menziona, benchè comune, per la località italiana finora non segnalata. Genova, luglio 1896. LAN aero Lì x x 3 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 25 pubblicato il 20 Ottobre 1896 “Von. XI Dott. VINCENZO ARIOLA Note intorno agli Elminti del Museo Zoologico di Torino. Di alcuni botriocefali. E | Bothriocephalus maculatus Leuck. Bothriocephalus macutatus, Leuckart, 1848 [9]. Dibothrium decipîens, Diesing, 1850 [3]. Insieme a diversi individui di Taenîa margiînata Batsch e Dipylidium Pasqualei Diam., stavano alcuni frammenti di dibotridi, dell'intestino «di un lupo. In quest'ospite, finora non erano stati segnalati cestodi di- botri, per cui, studiati con diligenza e fatti i debiti confronti, mi assi- curai appartenere essi alla specie B. maculatus, riscontrata spesso nei felini, e descritta anche dal Diesing, col nome di Dibothrium decipiens [3]. E qui è necessaria una rettifica, giacchè questo autore ha passato in | sinonimia, senza ciò giustificare, la specie del Leuckart per sostituirla con la propria. Un rapido sguardo retrospettivo varrà a dimostrare la mia asserzione. Il Creplin [2], col nome di Bothriocephalus felis, indicò due individui di cestodi, non ancora completamente sviluppati, della lunghezza di mm. 4,5 e 6,6 rispettivamente, parassiti di un gatto a Greifswald. Il Dujardin [4], nel suo trattato, si limitò a fare sulla specie del Creplin delle considerazioni, ma non la riconobbe come specie buona. Nel 1848, Leuckart formava una seconda nuova specie « B.maculatus» per alcuni parassiti di altro felino (F'elîs pardus) misuranti fino a 160®®, Ma il Diesing [3], descrivendo un dibotrio del Fe/îs onca, proponeva la nuova denominazione « Dibothrium decipiens », mettendo in sinonimia coni essa specie il B. felis ed il B. maculatus. RI Di tale idea non fu il Krabbe [6], il quale, avendo riscontrato quattro botriocefali in un gatto a Copenaghen, descrivendoli volle riferirli alla denominazione del Creplin. Per le dimensioni del corpo (15-20 cm.) e per la disposizione degli organi, quale risulta dai disegni del Krabbe, la specie 2. felîs differisce da quella del Diesing, e perciò non una, come questi vorrebbe, ma due specie di botriocefali vivono nei felini. Inoltre il D. decîpiens, secondo la descrizione data dall'autore, è da riferirsi alla specie B. maculatus, la quale, siccome più antica, ha la priorità su quella del Diesing, che passa in sinonimia. Ora parmi opportuno esporre alcuni dettagli sopra questo botriocefalo, ricavati dall'esame di materiale molto bene conservato. I maggiori esemplari raggiungono la lunghezza di un metro; le di- mensioni delle proglottidi mediane corrispondono a quelle indicate dal Diesing (mm. 8); non così lo scolice, il quale ha dimensioni minori (lungh. mm. 1,2; largh. nel diametro massimo mm, 0,4); è lanceolato, esile, con botridi lunghi ed alquanto aperti. La parte non segmentata (collo), che segue allo scolice, misura mm. 5 dopo di che, a guisa di lievissime striature, comincia la segmentazione del corpo, il quale insensibilmente va allargandosi. Le proglottidi, nel primo tratto del corpo, non mostrano alcuna spor- genza posteriore; in seguito, pur conservando la primitiva forma ret- tangolare, presentano inferiormente gli angoli alquanto sporgenti. Il corpo è trasparente, di uno spessore inferiore a mezzo millimetro, e presenta una fila mediana di punti oscuri per quasi tutta la sua lunghezza. Molte proglottidi offrono delle irregolarità: così in certi punti si osserva p. e. che due di esse, mentre sono nettamente separate da un margine, all’altro appariscono completamente fuse. In altra porzione sono quattro o cinque proglottidi di seguito, che si fondono ; allora anche gli organi genitali perdono la loro regolare disposizione, per dar luogo a delle ano- Miei riccepheit® malie, per altro non rare in questo gruppo di cestodi. strobilio con anomalie : Gli organi genitali sono raccolti in un’unica massa ingrandito. centrale; le loro aperture sboccano tutte sulla stessa faccia, con la disposizione seguonici Nella parte superiore della linea mediana della proglottide, sopra un rilievo circolare si osserva l’apertura genitale maschile, dalla quale a guisa di papilla, sporge il cirro. Immediatamente al disotto è posta la vulva, che appare come un’apertura sagittale disposta orizzontalmente, e che alcune volte viene ricoperta dal pene, quando è svaginato. Final- mente segue un rigonfiamento di colore scuro, che visto al microscopio, ei nata detriti irta dan, Sd sì mostra pieno di uova: è l’utero ramificato, il quale forma una rosetta molto simile a quella che è nel 2. Zatus; le anse non sono più di sette od otto. Nel punto più vicino alla vagina sì osserva l’apertura uterina, un po’ allun- gata anch'essa nel senso orizzontale. Le uova sono numerosissime, ovoidali, prive d’oper- colo e misurano # 58 in lunghezza e 39 in larghezza. | I testicoli, in una sezione trasversale di proglottile, si appalesano in due strati, ade- renti uno alla superficie dorsale e l’altro alla ventrale. Hanno forma globulare od ellissoidale: sono notevoli le loro dimensioni, poichè raggiungono « '70 nel diametro lon- gitudinale e 56 nel trasversale. Il sistema escretore, tanto per trasparenza ‘!8: °- — Potrioceplialus mac/aluo ue proglottidi mature, ingrandite 5 che nelle sezioni, non mi riuscì visibile. volte. — : testicoli. #: utero con I corpuscoli calcari, molto numerosi nel ‘9a 2: pene. v: vagina. primo tratto del corpo, non si osservano più nelle proglottidi comple- tamente mature. HABIT. — Canîs lupus, intestino; Borgaro (Torino). o Questo botriocefalo non fu mai riscontrato in Italia, quindi è da aggiun- gersi al catalogo degli elminti italiani, II. Bothriocephalus elegans Krabbe Ho riferito a questa specie un numero grandissimo di esemplari, della lunghezza non superiore ai 10 cm., parassiti della Phroca vitulina, e ciò malgrado che i caratteri di essi non corrispondano perfettamente a quelli che il Krabbe [7] diede per siffatta specie: ma a questa, più che alle altre che sono parassite delle foche, si avvicinano moltissimo. Intorno a questo dibotrio non avendosi che le poche notizie del Krabbe, credo utile aggiungere alcune indicazioni che meglio varranno a carat- terizzarlo. Lo scolice, alquanto più largo delle prime proglottidi, è appiattito e molto sottile. Porta due botridi marginali, tanto profondi, che all’interno sono separati soltanto da un lieve setto mediano. Compresso leggermente lo scolice sotto il coproggetti, le labbra dei botridi, a causa della loro estrema sottigliezza, si ripiegano ed assumono l'aspetto di quelli del genere Anthobothrium. Il collo è lungo poco meno di 2 mm. ed è seguito dalle prime pro- glottidi che sono molto corte e strette; in seguito esse insensibilmente aumentano fino alla parte terminale, dove raggiungono una lunghezza di 18", Le proglottidi anteriori sono quasi rettangolari, le seguenti vanno facendosi trapezoidali, e l'angolo posteriore diviene sempre più sporgente. A circa 3 millimetri dallo scolice esse sono già mature. La massa ovarica è sempre unica in ogni proglottide, centrale e piuttosto ricca di uova. Queste hanno guscio sottilissimo e sono opercolate. Il loro diametro lon- gitudinale è di 45, e il trasversale di 35. Lo sbocco del pene è laterale, e non presenta nessuna particolarità. I corpuscoli calcari sono piuttosto numerosi. Lunghezza totale del corpo da 6 a 10 centimetri. Scolice : lungh. mm. 3; largh. 1,5. HABIT. — Phoca vitulina, intestino. TILL Bothriocephalus polycalceolus, n. sp. Una trentina di esemplari che riscontrai insieme al 2. elegans, di cui ho fatto cenno, e ad alcune centinaia di esemplari di B. X7ans Dies. Qualche individuo raggiunge i 34 centimetri di lunghezza, ma in media non sorpassano i 25. Lo scolice ha aspetto fogliaceo, a margine non interrotto; misura 2" tanto in lunghezza che in larghezza. Ad una delle sue facce è perfet- tamente piano; all’opposta presenta un rilievo mediano, che va degra- dando verso i margini, sicchè lo scolice assume la forma di un diedro. I due botridi sono marginali, lunghi quanto lo scolice, non molto profondi, stretti e con labbra che si appog- giano l’uno sull’altro. Il cano è sostenuto da un brevis- simo collo a guisa di picciuolo. Le prime proglottidi appena si possono discernere, stante la loro brevità; man mano che si allontanano’ dallo scolice, aumentano pure nelle dimensioni. La larghezza dello strobilio raggiunge il massimo (mm. 3), ad una distanza di poco inferiore ai 5 centi- metri dal capo, e si mantiene costante per tutto il resto Fig. 3. — Bothrioce- del CRLPA: £ i phalus polycalceolus. Anche il diametro longitudinale delle proglottidi au- peli molto ingran- menta sensibilmente nel primo tratto, dove arriva a | circa un millimetro; poi questa misura rimane co- stante, tranne nella parte estrema del corpo, dove giunge ad 1"®,5. Gli anelli anteriori sono leggermente trapezoidali con gli angoli poco spor- genti; in seguito divengono decisamente rettangolari. Dopo i primi dieci centimetri dallo scolice, le proglottidi, interrotta- dar Ms mente, cominciano a mostrarsi mature, e l'apparato riproduttore ma- schile e femminile sempre unico, è laterale. > e Le aperture genitali sono ventrali, e presentano he VERRI NIE la disposizione comune nel mezzo della faccia; alla {ff tà parte superiore delle proglottidi è l’apertura geni- tale maschile, contenente il pene che sbocca all’e- sterno; nella stessa direzione, più in basso, si vede ©. «@ ao l’utero contenente poche uova. Queste sono allun- ILE Dai gate, ed opercolate; misurano « 48 longitudinal- nvzyeazceo!us. — Quattro mente e 32 trasversalmente. proglottidi mediane in- I testicoli sono globulari, piuttosto grandi e stanno £"2"*ite # volte. al disotto dello strato muscolare dorsoventrale che riveste il corpo. Con- centricamente ad essi si osserva un forte strato di fasci muscolari lon- gitudinali. Ù si SER TE a DORATI PETE ONCIE. FOA L'ECA para Td ea, SPIRI ERO BEL CRITERI Fn UMANI ASI ZA” ica Fig. 5. — Bothriocephalus polycalceolus. Sezione trasversale di proglottide matura, ingrandita. mdv: muscoli dorso-ventrali — m 2: muscoli longitudinali - ‘: testicoli - ce: corpuscoli calcari. Fatto notevole per questa specie è la straordinaria quantità di cor- puscolì calcari, disposti come nella fig. 5. Per questo carattere l’ho de- nominato Bolrriocephalus polycalceolus. HABIT. — Phoca vitulina, intestino. La sopra descritta specie ritengo come nuova perchè non si può iden- tificare od avvicinare ad alcuna fra quelle parassite delle foche. Infatti, differisce dal B. felrapterus [11], dal B. fascîatus [7] e dal B. varia- bilis [7] perchè questi presentano organi genitali duplici e talora tri- plici; dal B. elegans [7], dal B. lanceolatus [7] e dal B. schistochiîlos [5] per le dimensioni molto minori che questi hanno; dal B. anthocephalus [10], dal B. antarticus [1] e dal B. cordatus [8] per la forma molto diversa. dello scolice, e finalmente dal B. hians [3] perchè esso, pur avendo eguale lunghezza, tuttavia se ne discosta per la posizione e per la forma delle botrie, nonchè per la larghezza maggiore del corpo e per altri caratteri degli organi interni. Da ultimo, per dimostrare maggiormente le differenze tra questa nuova specie e le congeneri, riassumo nel seguente prospetto le carat- teristiche dei varii botriocefali finora conosciuti come parassiti delle foche; ricavate dalle descrizioni esposte dai diversi autori o da osserva- zioni mie, praticate sopra il materiale che ho potuto avere a disposizione. | ‘een *qBael ‘gp N -ySanT] ‘egeSunj[e ‘a)e[oo1edo ‘E 7) 08001) -149 01[FOAUI, [[0p 0408 -seds ‘02-02 “i ‘ySae] ‘GL-0S 77 ‘USUn] ‘ iTeaO ‘09-29 11 ‘gun ‘ee 77 *‘q3ae[ ip 7 ySun] *‘a7e[odsedo ‘imeAo 0004 ‘06-< 2 ‘ySun] *06- 0I-S “wòd 08-83 “w9 GETS CUD 001-08 "w9 ca “ud 9g “WI 9[ "Wu9 QuIIDA._ [9p uZzzaySun'f *(onue) ours -91U]) 07720 02044 (‘3893U]) 020940q 090YH ‘(enuaz *1S92U) 0709409Q 0I0UT ‘(enua) ‘19993U]) 22) -NNA “Ud ‘07025049 “Ud ‘DPLASIY 0I0YT ‘(enus3 0u1s9)u]) DUWNNILA “UT 9 DI0Q4OQ DIOUT ‘0I0IS049 DIOUT *(0013S9ZUT) $240272U% -Dj stunI ‘suardos ow -0H ‘SNADWSOL SNYI9YI -04I ‘0210940Q 0I0YT *(ourgsoruI e cogwI0IS) *ds 22074 ‘(onua1 0u13se93u1 8 09gUI0)S) 220940qQ "UA ‘0prdsy 0290/T ‘snyonuow sn280734 *(ou19s -29UI) DUYNILA DI0YJ ‘(ours -93UI) 220940Q DI0UH opos e 091dso R[OLITW SN7229709 -fip0d sn]0yda20140g SOUCUIIOY) 50/22/2028 —2428 SN7DYd220040g *‘eqquizi s770/029 =D) sn]0yda20.4|0g ‘eqqeig suono -919 SN7DYd:22014Y0)0gT ‘aqqeIiz sn2 -01280) sn4odouobordig ‘'OQQRIH S2229 —DI4DA SNYODYKFI004NNOT ‘HonoT] sn20p 402 SN]DYdF200.4NOT PIreg Sn222 -407UO SN]OYd2901470g ‘SeI( suv sn] 0Yyda9 004Y10g P[OQeIS “A sn491d -D4232 snuodovobo? dig ($n701Yd22092UDA -fiad)' Pay sn70Yd22047 -UO SN7OYd59024YW0T QUII9A [IP QUON vit Meta BIBLIOGRAFIA l]. BaiRD W. — Catalogue of the species of Entozoa of the British Museum pag. 90. London, 1853. 2. CREPLIN FR. CHR. — Observationes de Entozoîs, P. J. Gryphisw. pag. 67. fig. 9, 1825. . Dresina C. M. — Systema Helminthum. Vol. I, p. 588. Vindobonae, 1850. . DusARDIN F. — Histoire Naturelle des Helminthes. p. 612, Paris, 1845. 5. GeRMANOS N. K. — Fan neuer Cestode aus dem Darm von Phoca barbata. Jena. Zeitschr. f. Naturw. 30. Bd. (N. F. 23. Bd.) 1 Hft., pag. 1, 1895. 6. KRABBE H. — Recherches Hetminthologiques en Danemark et en Islande, pag. 19, Paris, 1866. 7. Id., id., pag. 34. 8. LEUCKART R. — Die menschlichen Parasiten und die von ihnen herruh- renden Krankheîten. Erst. Band. p. 437. Leipzig, 1863. 9 — Beschreibung zweter neuer Helminthen: Arch. f. Naturg. 14 Jahrg. Bd. 1, pag. 28, tab. II, fig. 4, 1848. HW 10. RupoLPHI C. A. — Entozoorum sive vermium intestinalium historia na- turalis. Vol. II, part. Il, pag. 91. Amstelaedami, 1810. ll. SteBoLD v., C. TH. — Lehrbuch der vergleichenden Anatomie. 2 Bde, p. 120, 143 e 147 in nota. Berlin, 1848. Genova, luglio 1896. (ones AO ASILO SI CARA CIELI ERROR CRAVATTE TINTO > lari sedi LABÎ, Sar Car À dirt, \ ® "A ' x è Ri ui) 7( i, hi, è» ta LI pr î . ì » » % *. i RI] cisti + nabgoba USA | si De, P ‘15 LA » 3508] 4 nfinG Èi Et, topi .ì Ko iride: À Lu ' db (lettati sati sà rà e va hd dedi Ra TRAE 06 8 bee di Patio 4 (MSOIALI t senti st NE ATI UN = i ) Ù } " ì 4 si + PO i è 4 l } * v n i! Ù | i “ , } v n) o ad to "fiocgà "ge: nta SOL 24 ronigii E -s part adatto podit Ì fog ETTI. ae > La Ghost; FIS (DA Ripieni sò PR 5,9 728) x per LA GP Ki} li tie nigi aj to ‘ (a) x ‘ A ' $ \ A Ù De vi + i e ct ba | Da | E, # t% *, PNE Ì tt o dea dd “ina Usi rstroiba sr BEBE. i o da W sog «tut Lai "È 2. PCR "9081 "I qll v Ag \ ba N RIS bi; LO il aa: Ra cari] Ro ba ce Tie DI Li f vera ‘“W a bè | p Wok 3 pin PT Sa i de o, i si o KH LAM art Leni 2: VE CIAO gf AIA, de e È Der ci i 1 DI, me # VIE NONA, ‘90 ” TP: P n Veifhtoy. fat a LI de n «0 E deg chi 4 14} H : up ke) dpi pu MEG NET" pa) di) ‘ aka \ e a pr Fon le Vv Ù La ” La 4 he Ras wa LI +‘ «i eri: CÈ n io) w. Ì x > Mo ACT n Lc BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino . N 360 pubblicato il 5 Novembre 1896 Voc. XI fotosio _————m—Ék____ G. A. BOULENGER LISTE DES POISSONS | recueillis par le R. P. Louis Jalla à Kazungula, haut Zambèse. Ctenopoma multispinis, Peters. . Chromis sparrmanni, Smith. . Chromis mossambicus, Peters. . Chromis acuticeps, Steind. . Chromiîs jalloe, sp. n. Dents bicuspides, 21 de chaque còté dans la série supérieure externe. Hauteur du corps comprise trois fois et demie dans la longueur totale, longueur de la téte comprise trois fois et un quart. Museau un peu plus long que le diamétre de l’oeil, qui est compris trois fois et demi dans la longueur de la téte, maxillaire ne s’étendant pas jusqu’'au dessous de l’oeil; espace interorbitaire mesurant les deux tiers du diamétre de l’oeil; six ou sept séries de petites écailles sur la joue; de grande écailles sur l’opercule. Branchiospines très courtes, au nombre de neuf sur la branche inférieure du premier arceau. Dorsale XV 10; épines subégales à partir de la cinquième, mesurant le tiers de la longueur de la téte; la partie molle pointue, les derniers rayons prolongés en filaments. Anale III 8; pointue comme la dorsale; la troisiéme épine plus forte et un peu plus longue que les épines dorsales. Pectorale mesurant les deux tiers de la longueur de la téte. Caudale non échancrée. Pédoncule caudal une fois Ot 49 0 : i 3 21 et demie aussi long que haut. Ecailles cycloides, 33 3; Lat. = Brun olivàtre, avec traces de cinq barres plus sombres sur les còtés. Un seul spécimen, mesurant 75 millimétres.. 6. Hemichromiîs jalla, sp. n. Hauteur du corps un peu moindre que la longueur de la téte, com- RE prise trois fois dans la longueur totale. Museau un peu plus long que le diamètre de l’oeil, qui est compris quatre fois dans la longueur de la téte et égale la largeur de l’espace interorbitaire; maxillaire s’étendant jusqu’au dessous du tiers antérieur de l’oeil ; huit séries de petites écailles sur la joue; de grandes écailles sur l’opercule. Branchiospines courtes, au nombre de dix sur la branche inférieure du premier arceau. Dorsale XV 15; épines croissant en longueur jusqu’à la dixième, qui mesure près du tiers de la longueur de la téte; la partie molle pointue. Anale III 10; la troisième épine aussi longue et plus forte que la plus longue épine dorsale. Pectorale mesurant les trois cinquièmes de la longueur de la téte. Caudale à peine échancrée. Pédoncule caudal un peu plus long que haut. Ecailles cycloides, 39 no; nglat, i. Brun en dessus, blanchàtre en dessous; une bande noiràtre s'étend de l’oeil à la racine caudale; passant sur la ligne latérale postérieure; une bande, moins distincte, sur la ligne latérale antérieure; dorsale molle et caudale è ponctuation sombre. Un seul spécimen, mesurant 10 centimétres. 7. Schilbe senegalensis, C. & V., var. fasciata, Steind. 8. Synodontis schal, BI. Schn. 9. Mormyrus macrolepidotus, Peters. 10. Barbus argenteus, Gthr. 11. Barbus trevelianus, Gthr. | di > pa 10550 += Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Torino. BOLLETTINO Musei di Zoologia ed: Anatomia comparata della R. Università di Torino “N, 261 pubblicato Il 6 Novembre 1896 ‘Ton xI G. A. BOULENGER. Sur le BOMBINATOR PACHYPUS, Bonaparte et sa var. brevipes, Blasius. Après tout ce qui a été publié dans ce dernier temps sur les Sonneurs d’Europe, il paraîtra peut-étre étrange que je revienne sur une quéstion que l’on croit définitivement résolue. Mais, après avoir réussi à dé- montrer que. le Bombinator pachypus de Bonaparte mérite d’étre séparé spécifiquement du Bombinator igneus de Laurenti, je voudrais au- jourd-hui attirer l’attention des herpétologues italiens sur la nécessité de pousser la distinetion encore plus loin et de séparer, comme variété ou sous-espèce, la forme type bu Apennine du 2. pachypus de la forme . du Nord de l’Italie et de l'Europe centrale, le B. brevipes de Blasius. Les herpétologues italiens me semblent se désintéresser un peu trop . de l’étude de leur faune; c’est pourtant un champ où il reste beaucoup à glaner. J’espère, par cette note, attirer l’attention sur la distribution exacte de deux races bien tranchées; car, faute de matériaux suffisants, je ne puis, pour le moment, qu’indiquer les caractères différentiels et exprimer l’opinion, qui reste à vérifier, que le 2B. pachypus typique est confiné aux montagnes de la péninsule, tandis que la var. brevipes se rencontre seule au Nord du Po, ainsi qu’à l’Est de l’Adriatique. Le B. pachypus typique, dont j’ai sous les yeux trois grands spécimens sans localitéè mais provenant sans doute «des Apennins, deux plus petits provenant des environs de Florence (don du Prof. Giglioli), et un sixième de Calabre, qui m’a été gracieusement communiqué par le Prof. Came- rano, a des formes particulièrement lourdes et atteint ou méme dépasse un peu 50 millimètres de longueur du museau à l’anus. Le 5. brevipes a des formes un peu plus déliées, et ne dépasse guère 45 millimètres. C'est surtout la coloration des faces inférieures qui permet de distinguer 3) e les deux formes. Chez la*première, le dessus du tarse, et généralement aussi le dessus du tibia, est noiràtre, ou gris marbré ou moucheté de noir, de sorte que la grande tache orange de la face plantaire est isolée et largement ‘séparée de l’orange de la face inférieure de.la cuisse; la poitrine et l’arrière de la gorge sont sombres, avec une paire de taches pectorales orange comme chez B. îgneus ; ces taches pectorales sont généralement isolées, parfois confinantes avec les taches sous-hu- mérales. Chez la seconde, le jaune ou l’orange du pied s’étend ininterrompu, ou à peine interrompu, le long du tarse et du tibia, jusqu’au fémur, et le jaune du dessous du bras s’étend ininterrompu ou légèrement in- terrompu, au travers de la poitrine. Dans son intéressant travail sur les Bombinator de Hongrie, L. von Méhely (Math. Naturw. Ber. Ungarn, X, 1892) indique la continuité des taches planiaire et tarsale comme caractère presqu'’infaillible pour la distintion du B. pachypus; cependant, en examinant 25 exemplaires recueillis par moi en Luxembourg, j'en trouve 7 chez lesquels les deux taches sont discontinues des deux còtés et 6 chez lesquels cela s’observe d’un còté seulement. Par la méme occasion, je ferai observer que la forme ‘des rugosités cornées des tubercules ne peut servir de criterium pour la distinetion' des deux espèces européennes ; car si les piquants sont toujours: bien distincts chez les mfles de B. pachypus, il nen est pas de méme des femelles, chez lesquelles je trouve souvent les rugosités aplaties comme chez 2. igneus. Et que la decouverte des aspérités ou brosses copulatrices aux ‘orteils du màle B. pachypus, attribuée à Leydig, est due à Bruch, qui les décrivit en 1863. 10551 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco = Torino. BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 262 pubblicato il 10 Novembre 1896 GiusePPE NOBILI Di una nuova varietà della THELPHUSA DUBIA B. Capello raccolta dal Rev. Luigi Jalla a Kazungula, Nelle interessanti collezioni zoologiche fatte dal Rev. Luigi Jalla, mis- sionario evangelico, nella regione dell'Alto Zambesi, e da lui donate al Museo Zoologico di Torino, si trovano cinque esemplari in perfetta con- servazione di The/phusa dubia B. CAPELLO (1), raccolti a Kazungula. Gli esemplari del Rev. Jalla, concordano nei principali caratteri colla minuziosa ed accurata descrizione della specie citata, differendone tut- tavia in qualche parte. Infatti nei cinque individui da me esaminati (4 &' di età diversa, e una grossa 9 adulta) il fronte è alquanto più stretto che nella descrizione e figura di Brito Capello, meno profondamente si- nuato (in un solo d' è identico), le granulazioni ne sono appena visibili alla lente. La cresta dei denti orbitali e epibranchiali è meno fortemente denticolata che nella suaccennata figura (forse alquanto inesatta) e i denticoli non si conservano per tutte le età dell’animale, come nella descrizione dell’autore (fanto nos individuos pequenos como nos de grandes dimensdes), ma vanno diminuendo coll’età e smussandosi via via fino a trasformarsi in tubercoli nella grossa femmina da me esami- nata. Così pure le granulazioni della cresta postfrontale, visibilissime negli esemplari piccoli e medii, vanno diminuendo nei grossi fino a scom- parire. Rimangono sempre invece per tutte le età le granulazioni dei orli orbitali. - (1) F. pE BrITo CAPELLO. Descripgdo d’uma nova especie de Telphusa da Africa occidental. Jornal de Sciencias Math. Phys. Nat. da Acad. R. d. Sciencias d. Lisboa. t. IV, p. 254. P ie Credo quindi opportuno che gli individui da me studiati siano consi- derati come una varietà, a cui propongo il nome di Th. dubia var. Jalla Nobili. Notevole è pure la variazione di colore secondo l’età. Quantunque conservati in alcool, e quindi ne sia alterato il colore naturale, non credo inutile accennare al fatto come tuttora si può rilevare. In un & giovane (largh. mm. 25, lungh. mm. 21) la colorazione del carapace è verde azzurrognola, simile assai a quella del comune Carcîinus manas Leach., e le zampe sono brune; in un altro a' il colore verde non appare più che qua e là mescolato all’aranciato predominante, e che ne tinge le chele e le zampe. Infine in una grossissima 9 (largh. mm. 75, lungh. mm. 61) il verde è scomparso, e sull’aranciato predominano grandi macchie rosso-vinose. Questa stessa femmina ha l’addome pieno di uova, della forma, gran- dezza e colore d’un grano di ruiglio, PISANO PP SO SRO SG OTT WELL 10568 - Tip. V Fodratti & E. Lecco - Torino. a) BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 263 pubblicato il 22 Novembre 1896 —Vot. XI Viaggio del dott. A. Borelli nella Republica Argentina e nel Paraguay XXI HIRUDINÉES par le D" RAPHAEL BLANCHARD. INTRODUCTION. Au cours de son voyage dans la République Argentine et le Paraguay, . M. le D' Alfredo Borelli a recueilli un certain nombre d’ Hirudinées qu'il a données au Musée Zoologique de Turin et qu’il a bien voulu soumettre à mon examen. J'en ai entrepris l’étude avec un intérét tout spécial, car on n’a encore que des renseignements très confus sur la faune hirudinéenne de cette partie de 1’ Amérique méridionale: Une pareille assertion peut paraître inexacte, puisqu’on n’a pas signalé moins de vingt-et-une espèces dans les régions de l’Amérique du sud qui sont situées 4 l’est des Andes, y compris l’île de la Trinidad : 1° Haementeria Ghilianti F. De Filippi, 1849. — Espèce gigantesque, qui vit dans l’Amazone; j'en ai donné naguère une description détaillée (1893). 2° Oxyptychus striatus Grube, 1850 (novum genus). — De Mon- tevideo. 3° Clepsîne triserialîs Grube, 1859. — De la Plata. 4° Hirudo Billberghi Kinberg, 1866. — De Montevideo. 5° Semiscolexa juvenilis Kinberg, 1867 (novum genus). — De Mon- tevideo. 6° Cylicobdetla lumbricoides Grube, 1871 (novum genus). — De Desterro, dans l’île de Santa Catharina (Etat de Santa-Catharina, Brésil). 7° Clepsine Budgei Fr. Muller, in Grube, 1871. — De Desterro, 8° Clepsine tineolata Grube, 1871. — De Desterro. — 9° Crepsîne tubercutifera Grube, 1871. — De Surinam (Guyane hol- landaise). 10° Nephelis argentina Weyenbergh, 1877. — Environs de Cordoba (République Argentine), 1l° Nephetlîs cinerea Weyenbergh, 1877. — Environs de Còrdoba. 12° Nephetlis similis Weyenbergh, 1877. — Environs de Cordoba. 13° Nephetlis picta Weyenbergh, 18477. — Environs de Cordoba. 14° Nephetlis corduensis Weyenbergh, 1877. — Environs de Cordoba. 15° Nephelis subolivea Weyenbergh, 1877. — Environs de Cordoba. 16° Schlegelia nepheloides Weyenbergh, 1877 (novum genus). — Environs de Cordoba. 17° Cycltobdella glabra Weyenbergh, 1877 (novum genus). — En- virons de Cordoba. 18° Hybobdella Doringi Weyenbergh, 1877 (novum genus). — En- virons de Cordoba. 19° HAybobdella flavolineata Weyenbergh, 1877. — Environs de Cordoba. 20° Cylicobdella coccinea Kennel, 1886. — Trinidad. 21° Lumbricobdella Schaefferi Kennel, 1886 (novum genus). — Trinidad. Quant au versant occidental des Andes, le Chili est la seule contrée dont les Hirudinées soient connues. On en cite jusqu’à dix espèces no- minales; nous les énumérons par ordre chronologique: 1° Glossiphonia triserialis Em. Blanchard, 1849. 2° Hirudo cylindrica Em. Blanchard, 1849. 3° Hirudo gemmata Em. Blanchard, 1849. — Sangsue terrestre. 4° Hirudo tessellata Em. Blanchard, 1849. — Environs de Valparaiso. 5° Blennobdella depressa Em. Blanchard, 1849. 6° Dermobdella purpurea Philippi, 1867. 7° Theromyzon paltens Philippi, 1867. 8° Hirudo brevis Grube, 1871. 9* Macrobdella valdiviana Philippi, octobre 1872 (non Macrobdella Verrill, février 1872). — De Valdivia. 10° Hemiclepsis tessellata (0. F. Miller, 1774). — Jai RO en 1892, la présence de cette Hirudinée au Chili. On arrive donc, pour toute l’Amérique méridionale, au total important de trente-et-une espèces d’Hirudinées terrestres ou d’eau douce, actuel- lement connues. En réalité, ce nombre devra subir une réduction no- table, car il est hors de doute que certaines espéces ont été décrites sous plusieurs noms différents. Par exemple, en ce qui concerne le Chili, j'ai démontré en 1893 que l’Hirudo cylindrica, l’ Hirudo gemmata et 1° Hi- rudo brevis ne sont qu'une seule et méme espèce, en faveur de laquelle j'ai établi le genre Mesobdella: elle doit désormais porter le nom de . LT tm Mesobdella gemmata (Em. Blanchard, 1849). De méme, j'ai prouvé que le Theromyzon pallens n’était autre chose que |’ emiclepsis tessellata. Voilà donc que les dix espèces chiliennes se réduisent déjà A sept, qu'il serait fort utile de soumettre elles-mémes à une sévère révision et de comparer aux espèces vivant de l’autre còté des Andes. Les vingt-et-une Hirudinées de la région orientale se réduiront elles- mémes à un petit nombre d’espèces. J'ai constaté, par exemple, que le Schlegelia nephetoides est identique à l’Oayptychus striatus; dans le cours de ce mémoire, j'aurai l’occasion d’opérer d’autres fusions de cette nature. Je ne sais rien de plus ardu que de tenter d’établir la synonymie d’espèces dont, le plus souvent, les types n’ont pas été conservés, dont la description est d’une déplorable insuffisance et dont aucun caractère anatomique ou morphologique n'est représenté, espèces que leurs auteurs ont dénommées « au petit bonheur », sans se soucier aucunement des naturalistes qui, avant eux, avaient pu les voir et leur infliger un nom. Weyenbergh est particuliòrement remarquable à cet égard. Il établit trois genres nouveaux et dix espéces nouvelles, sans tenir le moindre compte des travaux de Kinberg et de Grube, qui avaient décrit pré- cédemment, d’une facon d’ailleurs beaucoup trop sommaire, quelques-unes de ces mémes espèces. Il rapporte au genre Nephezîs, en leur attribuant une disposition oculaire inexacte, des espèces qui sont, à n’en pas douter, de véritables Hirudinides; ou bien, malgré l’importance exceptionnelle qu’ont les yeux pour la classification des Hirudinées, il néglige d’examiner ces organes, sous prétexte que leur recherche présente des difficultés! L’interprétation de descriptions aussi imparfaites offre des difficultés encore plus grandes. Je suis néanmoins parvenu à établir l’identité de quelques-unes des espèces admises par Weyenbergh, espéces dont les types n’ont pas été conservés, ainsi que je m’en suis assuré. Le Hirudinées recueillies par M. le D* Borelli proviennent des loca- lités suivantes: Station n° I]. — Environs de Buenos-Aires (République Argentine). Station n° 2. — Paraguay, sans indication plus précise de localité. Station n° 3.— Plusieurs localités aux environs d’Asuncion (Paraguay). Station n° 4. — Luque (Paraguay). Station n° 5. — San José (Paraguay central). Station n* 6. — Colonie Risso, près le rio Apa (haut Paraguay). Ces Hirudinées ont été récoltées dans l’année 1893. Elles appartiennent à quatre genres et à six espèces, — ee GLOSSOSIPHONIDAE. Ces Hirudinées sont représentées, dans la collection du D” Borelli, par (rois espèces, dont aucune n’est nouvelle: elles appartiennent aux genres Glossosiphonia et Haemenieria. Les études que nous poursuivons depuis plusieurs années nous ont démontré l’abondance des espèces de petite taille et munies d’une seule paire d’yeux, qui sont incorporées actuellement dans le genre G/osso- siphonia. En raison de leur grande similitude d’aspect, nous créons en leur faveur le genre ZMe/obdella. Par suite, les Glossosiphonides rap- portées de l’Amérique du sud par le D" Borelli se trouvent appartenir, les unes à ce nouveau genre et les autres au genre Haementeria. Genre Helobdella R. Blanchard, novum genus. ETYMOLOGIE. — “EAos, marais; 80éÉXa, Sangsue: Sangsue qui vit dans les marais. DIAGNOSE. — (G/ossosiphonidae parvi habitus, duobus Ooculis praeditae, ‘papillis segmentariis plerumque non conspicuis. Generis typus: Helobdella stagnalis (Linné, 1758). Glossosiphonides de petite taille, pourvues de deux yeux, à papilles segmentaires le plus souvent non apparentes. Type du genre: ZHe/obdella stlagnatis (Linné, 1758). Helobdella stagmalis (Linné, 1758). SYNONYMIE. — ZHirudo stagnatis Linné, 1'758, Quinze exemplaires, station n° 3; un exemplaire, station n° 6. Tous ces individus ont la « glande cervicale » bien marquée; elle ne porte chez aucun des Infusoires parasites. C'est une intéressante observation de géographie zoologique, que de rencontrer au Paraguay cette espéce, qui est si abondamment répandue dans toute l'Europe. Sa présence dans ì’Amérique du nord est certaine: c'est elle que l’on connaît aux Etats-Unis sous le nom de C/epsiîine mo- desta Verrill, 1872, et au Canada sous celui Clepsine submodesta Ni- cholson, 1873. Il est donc permis de se demander si elle n’existe pas aussi dans les régions intermédiaires aux Etats-Unis et au Paraguay. Toutefois, elle semble habiter de préference les pays tempérés; on ne l’a pas encore rencontrée dans les régions chaudes de l’ancien continent. J'ai démontré ailleurs que quatre autres espèces d’Hirudinées étaient communes à l’Amérique et à l'Europe. G/ossosiphonia complanata vit aux Etats-Unis; Haemopis sanguisuga vità Terre-Neuve, à Saint-Pierre, à Miquelon et aux Etats-Unis; Dina quadristriata, sì abondante dans lei _ + = è toute la région méditerranéenne et aux Acores, ne l’est pas moins au Me- xique; enfin, Hemiclepsis tessellata, qui se trouve dans toute l'Europe et qui abonde dans la région du Caucase et du Turkestan, se rencontre aussi au Chili. J'ai discuté, à propos de cette dernière espéce, les différentes manières dont un animal aussi sédentaire qu’une Hirudinée peut accom- plir le long voyage d'Europe en Amérique ou vice versa; je ne reviendrai donc pas sur cette question. Helobdella triserialis (Em. Blanchard, 1849). SYNONYMIE.— G/ossiphonia triserialis Em. Blanchard, 1849, — Clepsine triserialis Grube, 1859. — C/lepsine lineolata Grube, 1871. HISTORIQUE. — Comme l’indique la synonymie ci-dessus, cette espèce a été décrite déjà sous trois noms différents. Bien que nous n’ayons vu aucun des types sur lesquels sont basées ces descriptions, nous n’avons aucune hésitation à admettre qu’elles se rapportent à une seule et méme espèce, que ses trois (ou cinq) rangées de tubercules à pointe noire rendent aisément reconnaisable. 1° Em. Blanchard en a donné tout d’abord la description suivante, en 1849, dans l’ouvrage de Cl. Gay sur la faune du Chili: « G. (lossiphonia) albo-rufa, depressa; oculis duobus ; punctis nîgris, tubercutlosis, în seriebus longiîiudinalibus tribus dispostitis. « Esta especie es llana, muy finamente estriada al través, con la porcion anterior del cuerpo muy delgada cuando se estiende ; la boca es mediana, y el esofago sale à veces en forma de trompa, come se ve comunmente en los Glosifonidos; solo dos o0jos situados en la misma hilera y cerca uno de otro; por cima del cuerpo hay tuberculitos dispuestos en tres lineas de una estremidad &à otra, las laterales atenuandose un poco por delante; la ventosa posterior es mediana. « Esta especie se halla en Carelmapù en las aguas dulces y en los estanques: cuando se la inquieta se achica y arrolla en forma de bola como hacen generalmente sus congéneres. » 2° Grube la décrit ensuite, d’après un ou plusieurs exemplaires re- cueillis par Kroeyer à la Plata, au mois de décembre: « (Alcohole servata) sordide olivacea-fusca, sublanceolata, depressa, papillis dorsualibus minutis ordines 3 longitudinales componentibus, p. seriei mediae ab annulo 24° incipientibus, in 35° quoque usque ad 63'um patentibus, nec minus in 654° visis, serierum lateralium rarioribus, an- nulis fere 62. Discus anterior suborbicularis, posferior extremitatem corporis vix excedens, longitudine annulorum fere 10. Oculi haud visi. Apertura genitalis inter annulum 28tium et 24tum sitae (1); altera non observata. (1) Sic! sizae, au lieu de sia. mu e « Longitudo 2,5 lin., latitudo maxima ad annulum 40®um paene 1 lin. » 3° En 1871, Grube décrit de nouveau cette méme espèce, d’après des spécimens que Fritz Miller lui avait envoyés de .Desterro: « Paulo latius lanceolata, magîs foliacea, lucidius umbrina (1), supra e longitudine ordinibus papillarum 3 et lineis tenerrimis fu- scioribus utrinque 6 vel 8 munita, annulis completis fere 64. Pa- pillarum ordines *|, latitudinis corporis inter se distantes, medius în annulo 28%, laterales in 34! incipientes, papillae laeves, obtuso- conicae, în annulto Bio quoque observatae. Oculi 2, diametro 1 pauto tongius distantes, apertura gentitatis 1 tanlum eaque sub annulo 28%0 observata. « Long. 5 m., lat. max. 3 m., diameter disci posterioris 1 m. (2) ». En comparant cette diagnose à la précédente, il est évident que Grube a eu affaire à une seule et méme espèce. L’identité de celle-ci avec l’espèce établie précédemment par Em. Blanchard se trouve d’autre part démontrée par cette observation de Grube, que les papilles disposées en trois rangées « portent d’ordinaire un point noir à leur sommet ». DIAGNOSE. — Corpus concolor, griseum, abdomine clariore, aut dorso plu- rimis lineis brunneis longitudinalibus ornatum. Dorsum tribus vel quinque seriebus papillarum conicarum, apice nigro, ornatum, una serie media, altera intermedia, tertia submarginali, quandoque non conspicua. Hae series papillarum supra primum annulum somiti jacent, media vero apparet solummodo circa decimum somitum, sese usque ad anum extendens ; inter- media et submarginalis apparent circa duodecimum aut tredecimum somitum, aut adhuc tardius, et saepius ante anum evanescunt. Cotyla parva. Somitis I-IV sex annuli respondent. Somiti v-xxII întegri; somiti XXIII-XXIV e duobus annulis constantes; somitus xxv ex uno annulo, quandoque ad marginem diviso, constans; somitus XXVI e duobus annulis constans, inter quos anus defluit. Annuli 67, duobus annulis praeocularibus non inclusis. Porus genitalis masculus inter annulos 23-24, vulva inter annulos 25-26. Anus inter annulos 66-67. Longitudo 8", latitudo 3", In lacubus et rivulis. | Corps concolore, gris, plus clair à la face ventrale, ou orné au dos de plusieurs lignes longitudinales brunes. Dos orné de trois ou cinq rangées de papilles coniques à sommet noir: une rangée médiane, puis de chaque còté une rangée intermédiaire et une rangée submarginale; cette der- nièére fait parfois défaut. Ces rangées de papilles sont situées sur le premier anneau des somites: la médiane n’apparaît que vers le somite x et se poursuit jusqu’à l’anus; l'intermédiaire et la submarginale se montrent vers le somite xII ou XIII ou méme plus tard et souvent s’ef- facent déjà avant d’atteindre l’anus. Ventouse postérieure de petite taille. Somites I à IV représentés par six anneaux. Somites Vv à XXI (1) Par comparaison avec la Clepsine Budgei, que Grube venait de décrire, (2) Par la lettre 72, Grube indique le millimétre. ua Coal —_ % complets; somites XXIII et xxIv formés chacun de deux anneaux; s0- mite xxv formé d’un seul anneau, parfois dédoublé sur ses bords; somite XXVI formé de deux anneaux, entre lesquels s'ouvre l’anus., 67 anneaux, non compris les deux anneaux préoculaires. Pore génital male entre les anneaux 23-24, vulve entre les anneaux 25-26. Anus entre les anneaux 66-67. Longueur 8"®, largeur 3"", Dans les lacs et les ruisseaux, Un exemplaire, station n° 3; trois exemplaires, station n° 6. Les trois individus de la colonie Risso sont d’un gris uniforme, sauf quelques taches brunes à l’extrémité antérieure et quelques raies brunes sur la ventouse postérieure. Les papilles à pointe noire, étudiées sur l’un des spécimens, affectent la disposition suivante: celles de la rangée médiane apparaîssent sur le somite x et se poursuivent jusque sur le somite XXVI; celles des rangées intermédiaires apparaîssent sur le somite XII et se poursuivent jusque sur le somite xxII; celles des rangées sub marginales apparaîssent sur le somiie XVII et se poursuivent jusque sur le somite XXI. L’individu des environs d’Asuncion présente au contraire un aspect des plus gracieux. Les papilles sont noires dans toute leur étendue et, par conséquent, très visibles; la rangée médiane apparaît dés le somite IX, les rangées intermédiaires et submarginales se montrent dès le so- mite XIII; toutes se continuent jusqu’à l’extrémité postérieure. De chaque còté de la ram&ée médiane court une ligne d’un brun noir, qui naît im- médiatement en dedans et en arriére des yeux et se poursuit sans in- terruption jusqu'à l’anus. De méme, les papilles de la rangée intermé- diaire sont accompagnées de part et d’autre par une ligne d’un brun olivàtre; en avant du somite xII, ces deux lignes se fusionnent, s'at- ténuent et s’effacent bientòt; en arrière du somite XXI, elles se com- portent de méme. L’espace compris entre les deux systèmes de lignes continues ainsi placées est occupé par trois lignes brunes beaucoup moins marquées, interrompues cà et là, s'atténuant en arriére et se fusionnant en avant, au niveau du somite x ou xI, pour former des traînées bru- nàtres qui s'étendent jusque sur le deuxièéme anneau. De méme, l’espace compris entre les rangées intermédiaire et submarginale de papilles est orné de trois lignes brunes, fusionnées en arrière vers le somite XXII, fusionnées aussi en avant vers le somite xII, puis se continuant sous forme de traînées brunàtres. En dehors des papilles de la rangée sub- marginale, on observe encore une ligne brune, marquée seulement sur les anneaux 2 et 3 de chaque somite; toute la zone marginale est elle- méme marquée de macules brunes, présentant une répartitiou toute semblable. De la sorte, la segmentation du corps devient très apparente, puisque le premier anneau de chaque somite est reconnaissable à ce que, en dehors des papilles submarginales, il est dépourvu des lignes et ma- cules brunes qui ornent les autres anneaux., En avant du somite x, cette e méme fragmentation des lignes et traînées brunes s’étend méme è toute la largeur du premier anneau des somites, à l’exception des deux lignes noires flanquant les papilles de la rangée médiane, qui n’offrent aucune interruption. La ventouse postérieure présente à sa base une tache brune continue, d'où partent des lignes brunes rayonnantes qui vont aboutir au bord libre. Genre Haementeria F. De Filippi, 1849. SYNONYMIE. — B/ennobdella Em. Blanchard, 1849. — AHybobdella Weyenbergh, 1877. Nous avons donné dans ce méme Bo//ettîno (1893) la diagnose du genre Haementeria, qui semble étre exclusivement américain et qui ne comprend encore que deux espèces, toutes deux décrites par F. De Fi- lippi: Zaementeria officinalis et Haementeria Ghilianti. La première vit au Mexique. La seconde se rencontre au Para, dans l’Amazone, et aux environs de Rio de Janeiro (à en juger par le spécimen que Lang avait recu de cette ville) : c’est le géant des Glossosiphonides, puisqu’elle atteint une longueur de 190", une largeur de 1002" et une épaisseur de 82, Ainsi que nous l’indiquions dans le mémoire déjà cité, le D" C. Berg, directeur du Musée de Buenos-Aires, a vu au Musée de Montevideo une Glossosiphonide vivante, qui n’avait pas moins de 80 à 90"” de longueur; on peut affirmer qu'il s'agit là d’une Zaementeria, en raison de cette taille considérable. D’autres Haementeria plus petites nous sont connues de Rio de Janeiro, des confins du Brésil et de la Colombie, du Chili. L’Hirudinée chilienne décrite par Em. Blanchard sous le nom de B/en- nobdella depressa (1849) est conservée au Muséum de Paris (n° 174): ce n'est autre chose qu’une Haementeria, trop jeune et surtout trop mal conservée pour qu’on puisse définir ses caractères spécifiques; le genre Blennobdella tombe donc en synonymie. Il ressort donc de ces considérations que les Haementeria sont très répandues dans l’Amérique du sud; elles se rencontrent de chaque còté des Andes, mais on ne saurait dire actuellement si chaque versant a ses espèces propres ou si certaines espèces vivent indifférement de l’un et l’autre còté de la Cordillère. Voici maintenant que le D" A. Borelli rapporte une Haementeria du Paraguay; on conviendra que la présence d’une pareille Hirudinée dans cette rézion était facile à prévoir. Les Haementeria ont, d’ailleurs, été déjà signalées deux fois, depuis F. De Filippi, dans l’Amérique du sud. La C/lepsine tuberculifera Grube, 1871, n'est autre chose que l’Haementeria officinalis F. De Filippi, ainsi que je m’en suis convaincu par l’examen du type méme, qui est conservé au Musée de Berlin, Les Haementeria ont encore été observées dans = (9 È la République Argentine par Weyenbergh. Bien que cet auteur prétende ne décrire que des (@nathobdellides, il est certain que son genre Zydo- bdetta fait double emploi avec le genre Haementeria, comme le démontre uné étude attentive des caractères qu’il lui assigne: deux yeux, cinq rangées de tubercules dorsaux, dont une rangée médiane, grande ven- touse antérieure, répartition ternaire des anneaux sans papilles, longueur de 6 à '7°m à l’état d’extension. . Haementeria officinalis F. De Filippi, 1849. Un exemplaire, station n° 4. La disposition des anneaux est exactement conforme à la description ue nous avons donnée de cette espèce, en 1893, d’après les types de F. De Filippi.On note pourtant certaines différences, qui ne nous semblent pas assez importantes pour légitimer la création d’une espèce nouvelle; nous les considérons simplement comme caractéristiques d’une race mé- ridionale. A partir du somite vI inclusivement, le deuxième et le troisièome an- neau de chaque somite sont dédoublés à la face dorsale sur toute leur largeur, au moyen d’un sillon trasversal, qui s’arrète avant d’atteindre les bords latéraux; de méme, le premier anneau du somite est dédoublé dans l’intervalle des deux papilles submédianes. A la face ventrale, les deux derniers anneaux du somite vy sont déjà dédoublés; les anneaux 8 et 9 sont délimités sur toute leur étendue, en sorte que la lèvre posté- rieure de la ventouse est constituée par l’anneau "7. Gnathobdellidae. La famille des Grnathobdellidae, à laquelle nous avons fait subir des remaniements assez considérables, était divisée naguère en deux groupes: les Hirudinides et les Herpobdellides (Néphélides). Nous avons démontré la nécessité d’établir pour ces dernières une famille distincte, dans la- quelle sont venus successivement prendre place une série de genres nouveaux (Dina R. BI., Orobdella Oka, Salifa R. BI.). Ainsi restreinte et rendue plus homogéne, la famille des Gnazhoddel- lidae renferme des Hirudinées qui toutes présentent ce caractère com- mun d’avoir cinq paires d’yeux et trois màchoires armées de dents plus ou moins nombreuses. Nous les avons divisées en deux groupes naturels, dont il suffira de rappeler ici les caractères les plus saillants. 1° HAEMADIPSINAE. — Sangsues terrestres. Les néphridies de la pre- mière paire viennent s’ouvrir en avant, au niveau de la ventouse; celles de la dernière paire (sauf chez Mesobdelta) débouchent par les « aur?- cules», à la base et de chaque còté de la ventouse postérieure; toutes les autres, de la 2° à la 16° paire inclusivement, s'ouvrent à l’endroit normal, dans l’interstice des somites, mais sur la partie dorso-latérale. Màchoires armées d’un seul rang de denticules. Le nombre des anneaux qui entrent dans la constitution du somite normal est assez variable d’où l’établissement de divers genres, entre lesquels se répartissent un assez grand nombre d’espèces: Mesobdella R. BI. (à somite trimère), Philaemon R. BI. (tétramère), Haemadipsa Tennent (pentamère), Phy- lobdella R. BI. (hexamère) et Planobdella R. BI. (heptamère),. A cette sous-famille se rattache aussi la Xerodbdella Lecomteî, Sangsue terrestre du sud de l’Autriche. Elle n’a que quatre paires d’yeux, par avortement de la première paire; son somite est pentamère; ses pores néphridiaux sont situés à la face ventrale; ceux de la dernière paire s'ouvrent en commun dans un infundibulum situé à la base de la ven- touse, sur la ligne médio-ventrale, caractère qui s’observe aussi dans le genre Mesobdella. 2° HIRUDININAE. — Sangsues d’eau douce; quelques-unes passent volontiers sur la terre humide. Le somite normal est constamment formé de cinq anneaux. Les 17 paires de néphridies débouchent toujours sur les còtés de la face ventrale, la première entre les somites vI et VII, la dernière entre les somites xxII et xxII. Suivant que les màchoires portent une ou deux rangées de dents, nous avons été amené à diviser les Hi- rudininae en deux séries: 46 MONOSTICHODONTA. — Une seule rangée de dents: Hirudo, Hirudi- naria, Limnatis, etc. DISTICHODONTA. — Deux rangées de dents: Haemopis, Pranbdetlla. Jusqu’à ce jour, les divisions énumérées ci-dessus ont suffi à tous les besoins et ont permis de classer toutes les espèces de Gnathobdellides. Mais elles se montrent insuffisantes, en ce qui concerne deux espèces que nous allons décrire et en faveur desquelles il devient nécessaire de créer une troisième sous-famille parmi les Gnathobdellidae. 3° SEMISCOLECINAE. — Sangsues d’eau douce, passant volontiers sur la terre humide, totalement dépourvues de dents et de màchoires. Cinq paires d’yeux disposées comme chez les autres Gnathobdellides. Ce groupe ne comprend encore que le genre Semiscolex Kinberg, qui établit net- tement le passage entre les Gnathobdellidae et les Herpobdellidae. Genre Semiscolex Kinberg, 1866. SYNONYMIE. — Cyclobdella Weyenbergh, 1877. HIsTORIQUE. — Kinberg établit ce genre pour des Hirudinées auxquelles il attribue la diagnose suivante: « Maxillae nullae ; pharyna marginem posteriorem segmenti buccalis sulco transverso et pone illum sulcis longitudinalibus praedita ; habitus Hirudinis. » Il en distingue deux espèces: Semiscolex Novae-Hollandide, de Sydney, et Semiscolex juventitis, de Montevideo. Nous avons vu le type de cette dernière espèce, qui nous a été gracieusement communiqué par le Musée Zoologique de Stockholm. Le genre Cyezobdella est identique à celui-ci. Weyenbergh en donne la diagnose ci-dessous et lui attribue une seule espèce, Cyclobdella glabra: « A este género faltan las quijadas, y aùun los pliegues de la boca no se distinguen. La parte cefal es muy aguda, y cinco pares de 0jos estàn puestos en los pliegues cutàneos siguientes — 1°, 2°, 3°, 4° y 6°. El ano se encuentra en el dorso, à poca distancia del margén superior de la ventosa posterior, que es circular y bastante plana. « Si hubiera dientes en las quijadas de esta especie, no habria obstà- culo en clasificar la que se describe en seguida, en el género Hirudo 6 Haemopis. » En combinant ces deux descriptions, on arrive à établir une diagnose exacte du genre Semiscolex. DIAGNOSE. — Hadilus Hirudinis. Quinque paria oculorum supra annulos fimum, Qdum, Btium, dium et 6tum posita, extremitate anteriore corporis magîs contracta quam apud Hirudinem. Pori genitales apud varias species varie siti. Papillae segmentariae ut in Hirudine, plerumque non conspicuae. Os inerme, maxtllis deficientibus. Labium superius intus ad basin foveam praebdet. Pharyna ab ore sulco transverso separatus, sulcisque longitudinalibus prae- ditus. Aquae dulcis incola. Aspect d’Hîrudo. Cinq paires d’yeux situées sur les anneaux 1, 2, 3, 4 et 6, l’extrémité antérieure du corps étant plus contractée que chez Hirudo. Pores génitaux diversement situés chez les différentes espèces. Papilles segmentaires comme chez ZH?îrudo, le plus souvent non appa- rentes. Bouche inerme, les màchoires faisant défaut. La lèvre supérieure présente une fossette à sa face interne et à sa base. Pharynx séparé de la bouche par un sillon transversal et orné de sillons longitudinaux. Habite les eaux douces. Verrill a fait connaître, en 1874, sous le nom de Semiscolex grandis, une Hirudinée des Etats-Unis qui nous est encore inconnue et sur la- quelle, par conséquent, nous ne pouvons nous prononcer actuellement. D’autre part, S. A. Forbes a décrit, en 1890, le Semiscolex terrestris, grande Hirudinée qui vit dans la terre humide, dans l’Illinois: nous en avons recu des exemplaires, que nous avons pu identifier à la Macrobddella | valdiviana Philippi, 1872, laquelle n’appartient du reste ni au genre Macrobdella Verrill, ni au genre Semiscolex Kinberg. Ce dernier genre est représenté par deux espèces dans les récoltes du D° A. Borelli. Semiscolex juvenilis Kinberg, 1866. SYNONYMIE, — Nephelîs similis Weyenbergh, 1877. HISTORIQUE. — Voici la diagnose que Kinberg a donnée de cette espèce; — iN « Corpus laeve, dorso fascia dorsuali media angusta et serie macularum utrinque ornato ; lobus cephalicus longiusculus, 3-annulatus; oculi 8: par 4 in segmento corporis secundo; orificium abdominale in segmento 26; seg- menta 97; longitudo 40 mm. « Montevideo: aquam dulcem habitat, prope ora ad Cerro. » Comme il a été dit plus haut, mous avons examiné le type de cette espèce, qui est conservé au Musée de Stockholm. L’unique exemplaire est long de 36"", large de 6"", avec une ventouse postérieure large de 2°» seulement. Il est totalement décoloré; les yeux ne sont plus visibles, sauf l'oeil droit de la cinquième paire, d’ailleurs peu apparent. DIAGNOSE. — Corpus infra griseo-fulvum concolor, supra griseum concolor aut variis taeniis ornatum: pars media taeniam luteo-fulvam praebdet, utrin- que taenia subviridi et minore taenia luteo-fulva comitatam; în quibusdam vero lata taenia subviridis aut nigricans partem mediam occupat. Somiti 1-VI et XXII-XXVI contracti, hoc modo formati (fig. 1 et 2): somiti 1-M1 ab uno annulo, somitus Iv a duobus annulis, infra non separatis, somitus v a tribus annulis, somitus VI etiam a tribus annulis, secundo et tertio divisiîs, somitus XXIII a quatuor annulis, somitus XXIV a tribus annulis, somitus xxV a duobus annulis, somitus XXVI ab uno annulo. Annuli 101. Porus genîtalis masculus inter annulos 29-30, id est inter tertium quartumque annulum somiti x; vulva inter annulos 35-86, id est inter quartum quintiumque annulum so- miti xi. Anus inter annulos 98-99, id est inter somitos XXIV-XXv. Cotyla parva, latitudine 2mm 5. Longitudo corporis 62mm (apud animalia în liquore servata), latitudo 9mm, Habitat aquas dulces in America meridionali. Corps d’un gris fauve concolore en dessous, d’un gris concolore cn dessus ou orné de diverses bandes: la partie médiane présente une bande jaune roux, qu’accompagnent de chaque còté une bande vert olive et une bande jaune roux plus étroite; chez certains individus, une large bande vert olive ou noiràtre occupe la partie médiane. Somites I à VI et XXIII à XXVI raccourcis et constitués de cette manière (fig. 1 et 2): les somites I à III chacun par un seul anneau, le somite Iv par deux anneaux fu- sionnés à la face inférieure, le somite v par trois anneaux, le somite VI également par trois anneaux, dont le deuxième et le troisième sont dé doublés, le somite xxII par quatre anneaux, le somite xxIV par trois anneaux, le somite xxv par deux anneaux, le somite xXVI par un seul anneau. 101 anneaux. Pore génital male entre les anneaux 29 et 30, c’est-à-dire entre le troisième et le quatrièéme anneau du somite x; vulve entre les anneaux 35 et 36, c’est-à-dire entre le quatrième et le cinquième anneau du somite xI. Anus entre les anneaux 98 et 99, c’est-à-dire entre les somites XxIV et xxv. Ventouse postérieure petite, large de 2"5. Longueur du corps 62"" (chez des animaux conservés dans l’alcool), largeur 9"". Habite les eaux douces dans l’Amérique méridionale. Deux exemplaires, station n° 1; onze exemplaires en trois lots, station n° 3; cinq exemplaires, station n° 5; neuf exemplaires, station n* 6. L’un des exemplaires des environs d’Asuncion (station n° 3) a le pore génital male percé sur le milieu de l’anneau 29 ou troisième anneau du somite x. Chez quelques individus de cette méme provenance, l’anneau 6, qui porte les yeux de la cinquième paire, est dé- doublé en avant de ceux-ci, dans % partie d'29-30 Fig. 2. — Extrémité postérieure q3539 de Semiscolex juvenilis vue par la face dorsale. médiane et sur une largeur plus ou moins i grande; il se peut donc qu'on rencontre Fig. 1. — Extrémité antérieure ges spécimens dont le somite Iv soit formé SIR ig A al de trois anneaux. Assez souvent, les yeux A, face dorsale; B, face ventrale. i È % 5 de la quatriéme et de la cinquiéme paire sont peu apparents; ils peuvent méme faire défaut les uns ou les autres, soit des deux còtés à la fois, soit d’un seul còté. . Weyenbergh a décrit sous le nom de Nephelîs similis une Hirudinée des environs de Cordoba, qui peut atteindre, à l'état vivant, une longueur de 100"" et une largeur de 8""; elle n'a pas de mfchoires et ses pores sexuels sont séparés l’un de l’autre par six anneaux. En raison de ces caractères, nous pensons que cette espèce n’est autre chose que le Se- miscolex juvenilis. Son attribution au genre Nephelis tiendrait soit à une observation insuffisante des yeux, soit à l’avortement de quelques- uns de ces organes chez les individus examinés. Semiscolex glaber (Weyenbergh, 1877). SYNONYMIE. — Cyclobdella glabra Weyenbergh, 1877. HISTORIQUE. — Weyenbergh est jusqu’à présent le seul auteur qui ait mentionné cette espèce. Il en donne la description suivante: « El color es gris-oscuro; la abertura genital masculina està entre los pliegues cutàneos completos 26° y 27°, contando desde el labio inferior; "a E la femina entre los 29° y 30°. El mayor tamanio es de 8 a 9 centim., siendo el animal, en este estado de estiramiento, muy delgado, en al- cohol no tiene màs de 6 centim. de largo; y el mayor ancho es de 6 milim., siendo la forma, en este ùltimo caso, muy chata. Los pliegues cutàneos casi no se distinguen, especialmente en el lado dorsal. « Viven en acequias en los alrededores de Cordoba. » DIAGNOSE. — Corpus infra et ad latus luteo-fulvum concolor, supra brunneo- violaceum aut brunneo-subviride, tribus taeniis irregularibus luteolis, una media, ornatum. Somiti 1-vi contracti, hoc modo formati (fig. 3): somiti 1-11 ab uno annulo, somitus IV a duobus annulis, secundo quandoque diviso, somitus V a tribus annulis, primo et tertio quandoque divisis, somitus VI etiam a tribus annulis, secundo et tertio divisis. Somitis XxxII-XXVI undecim annuli respon- dent, quos, papillis segmentartis non conspicuis, in somitos dividere non licet. Annuli 102. Porus genitalis masculus latus, areola circumdatus, defluens inter annulos 31-32, id est inter somitos x-XI;} vulva inter annulos 35-36, id est inter quartum quintumque annulum somiti xI, aut supra annulum 35 (fig. 4). Tres annuli post anum. Cotyla parva, latitudine 2mm-2mm5. Longitudo corporîs 30mm, latitudo 4mm (apud juvenes in liquore servatos ). Habitat aquas dulces in America meridio- nali; saepius terram petit foditque sub lapides, ar- borum cortices aut excre- menta boum. Corps d’un gris fauve concolore en dessous et sur les flanes, d'un brun violacé ou verdatre en dessus et orné de trois bandes jaunàtres irrégu- lièéres, dont l’une est mé- diane. Somites I à VI rac- courcis et constitués de cette manière (fig. 3): les somites I à III chacun par un seul anneau, le somite A D IV par deux anneaux, dont Fig. 8. — Organisation du Semiscolex glaber. le dernier est parfois dé- A-C, extrémité antérieure: A, vue par la face dorsale; B, vue doublé, le somite V par par la face ventrale; C, vue par le profil droit. — D, extré- {trois anneaux, dont le pre- mité postérieure vue par la face dorsale. mier et le troisiéme sont parfois dédoublés, le somite vi également par trois anneaux, dont le deu- xièéme et le troisième sont dédoublés. Les somites xxIII à XXVI sont con- stitués par un total de onze anneaux, qu’il n’est pas possible de répartir -II-199 — 15 — en somites, les papilles segmentaires n’étant pas apparentes. 102 anneaux. Pore génital màle large, entouré d’une aréole, s’ouvrant entre les anneaux 31 et 32, c'est-à-dire entre les somites x et xI; vulve entre les anneaux 35 et 36, c'est à-dire entre le quatrièòme et le cinquièéme anneau du somite XI, ou sur l’anneau 35 (fig. 4). Anus suivi de trois anneaux. Ventouse pos- térieure petite, large de 2"" à 2""5. Longueur du corps 30"", largeur 4mm (chez des jeunes conservés dans l’alcool). Habite les eaux douces dans l’Amérique méridionale; gagne assez souvent la terre et s'enfouit sous les pierres, sous l’écorce des arbres ou sous les bouses de Vache. e) ? C PA î Fig. 5. — Variations S So de l’extrémité antérieure Position diverse des pores génitaux chez Semiscolex glader. chez Semiscolex glaber. l A, face dorsale; B, face ventrale. Sept exemplaires, station n° 3; neuf autres exemplaires de méme pro- venance. Chez cette espèce, le somite 1v est parfois formé de trois anneaux, comme chez ZHirudo, le troisième étant plus court que les deux autres; le somite v est parfois formé de quatre anneaux, le second étant le plus court, et présente méme une tendance manifeste à acquérir un cinquième anneau, le dernier offrant parfois des traces évidentes de dédoublement (fig. 5). On peut donc s’attendre à rencontrer des individus chez lesquels ce dernier cas sera réalisé. Le pore génital male est très large, généralement à contour anguleux, et est entouré d’une aréole qui occupe toute la hauteur des deux anneaux entre lesquels il est percé. La vulve se présente sous l’aspect d’une très petite fente transversale. La ventouse antérieure est très petite. La lèvre supérieure présente à sa face interne une fossette circulaire. La limite entre la bouche et l’cesophage est marquée par un sillon transversal circulaire. L'oesophage est marqué suivant sa longueur de sillons peu profonds. Comme nous l’avons dit dans la diagnose, l’absence des papilles segmen- taires ne permet pas de délimiter les quatre derniers somites, Néanmoins, n 2 6 si on admet que l’anus s’ouvre aussi entre les somites XXIV et Xxv, comme.chez Semiscolex juvenilis, on peut attribuer soit quatre anneaux à chacun des somites XXIII et XXIV, soit cinq anneaux au somite XXIII ‘et trois anneaux au somite XXIV; le somite XXYaf deux anneaux et le somite: xXVI un seul anneau. Herpobdellidae. Nous avons vu plus haut que Weyenbergh a décrit comme nouvelles jusqu'à six espèces de Nephezis habitant les eaux douces de la République Argentine: à ne s'en tenir qu’aux descriptions de cet auteur, on pourrait donc penser que les Herpobdellides sont représentées dans l’Amérique du sud par un grand nombre de formes, appartenant pour la plupart è des genres européens. Mais une telle opinion serait totalement erronée. Nous avons démontré ci-dessus l’identité de la Nephetlis similis Weyen- bergh avec le Semiscolex juvenilis Kinberg; il est très vraisemblable que d’autres rectifications pourraient étre faites encore, qui réduiraient singuliérement la liste de ces prétendues Nephelis, si leur description: élait si défectueuse (1). En réalité, les Herpobdellides authentiques, actuellement connues de l’Amérique méridionale, se réduisent à trois espèces: deux appartiennent au genre Liostomum Wagler, la trosième appartient au genre Lumbri- cobdella Kennel. Dans mon mémoire sur les Hirudinées de l’Italie continentale et in- sulaîre, j'ai donné une diagnose de la famille des Zerpobdellidae, qui s’appliquait alors à tous les genres qu'elle renfermait. L’incorporation du genre Liostomum à cette famille et la création du genre Sul?fa, dont je donne la description dans un mémoire actuellement sous presse (2), m’obligent à modifier la diagnose sur plusieurs points importants. DIiAGNOSE. — Gula maxillis dentatis carens, quandoque tribus pseudogna- this chitinosis inermibus ornata, uno medio infero, duobus lateralibus su- peris. Oculi aut deficientes, aut diverse dispostti, plerumque numero 8, duas series a pluribus annulis separatas formantes, duobus paribus anterioribus et duobus paribus posterioribus. Papillae segmentariae non apparentes. An- nuli 5-11 în somito integro, saepius. dispares. Pori nephridiales in latere ventris hiantes. Intestinum caecis lateribus carens. Ova pauca in capsulis ellipticis complanatis pellucidis lapidibusque vel herbdis adhaerentibus postta. Habitant aquas dulces aut terram humidam. (1) En passant, signalons ici une rectification importante, qui supprime un genre et deux espèces. Oxyptychus striatus Grube, 1850 = Hirudo Billberghi Kinberg, 1866 = Schlegelia nepheloides Weyenbergh, 1877. Nous avons exa- miné les trois spécimens de Grube (Musée de Berlin, n° 1420) et l’ unique spécimen de Kinberg (Musée de Stockholm). ee (2) R. BLANCHARD, Hirudineen Ost-Afrikas. Berlin, 1896. — È Pharynx dépourvu de machoires dentées, orné parfois de trois pseu- dognathes chitineux inermes, un inféro-médian et deux supéro-latéraux. Yeux faisant défaut ou disposés de facon diverse, le plus souvent au nombre de huit et répartis en deux groupes séparés par plusieurs anneaux, deux paires antérieures et deux paires postérieures. Papilles segmen- taires non apparentes. Anneaux au nombre de 5 à 11 dans le somite complet, assez souvent inégaux. Pores néphridiaux débouchant sur les còtés de la face ventrale. Intestin sans culs-de-sac latéraux. (Eufs pondus en petit nombre dans des capsules elliptiques, aplaties, transparentes, adhérant aux pierres ou aux herbes. Habitent les eaux douces ou la terre humide, Genre Liostomum Wagler, 1831. SYNONYMIE.— Liostoma Wagler, 1881. - Centropygos Grube et (Ersted, 1859. - Cylîcobdella Grube, 1871. ETYMOLOGIE. — Ae/os, lisse; otoua, bouche; Hirudinée à bouche lisse, non armée de dents. Wagler lui donne le nom de G/attmaut. HISTORIQUE. — Ce genre a été établi par Wagler, en faveur d’une espèce mexicaine, dont il avait recu plusieurs exemplaires. Il en a donné la diagnose suivante: « Corpus quoad formam, ac genitalia quoad situm et numerum MHîrw- dinîs; os sine maxilla, sine dentibus et sine plicis, simplex, minutum; eculi nulli; caput indistinctum. » L’unique espèce a recu de Wagler le nom de Liostoma coccîneum, en raison de sa couleur rouge carmin. Les moeurs sont inconnues. L’o- rifice génital male est arrondi; il est percé derrière le dix-septième ou le dix-huitieme anneau (1), à partir de la lèvre postérieure de la ven- touse buccale. La vulve est un peu plus petite et s’ouvre trois anneaux plus loin. En 1859, Grube et (Ersted ont fait connaître, dans deux publications distinctes, une Hirudinée américaine, recueillie par ce dernier à San José (2): ils la désignent sous les noms de Centropygos Joseensis et de Centropygos Jocensîs (novum genus, nova species). Ils attribuent à ce nouveau genre la diagnose suivante: « Corpus elongatum, subteres, nudum, distincte annulatum, anteriora versus sensim maxime, postice minime attenuatum. Discus anterior (1) C’est apparemment par une erreur de transcription que Wagler attribue une semblable situation au pore génital màle. Cet orifice se trouve en réalité dix anneaux plus loin. (2) La localité n’est pas désignée plus explicitement. Un grand nombre de villes d’Amérique portent ce nom de San José. Nous pensons que celle dont il est question ici est située dons l’Amérique centrale, non loin de Panama, — BC Hirudini generi similiter conformatus, posterior acetabulum referens, ab ano perforatuna, margine postico spinulis aliquot armato. Aperturae genîtales inter annulum 217% et 28vum et sub medio 30"° sitae. » En 1871, Grube décrit sous le nom de Cy/icobdella lumbricoides (no- vum genus, nova species) une Hirudinée découverte à Desterro par Fritz Muller. En voici la diagnose générique : « Subterranea, corpus rotundato depressum elongatum, angustum, an- trorsum valde attenuatum, annulis perfectis ad 100, discus anterior haud dilatatus, posterior acetabuliformis, anus rima transversa, satis magna, supra basin ejus sita. Plicae maxillares crassiores nullae, pro iis plures teneriores, circulum componentes. Ocw/? haud distinguendi. Aperturae gentitales inter 2'7mum et 28vum et inter 29Num et 30mum sitae. » Les deux genres Centropygus et Cylicobdella se ressemblent étroite- ment par l’absence de machoires et par la position des orifices génitaux; ils se distinguent nettement l'un de l’autre par leur habitat et surtout par la position de l’anus. Cet orifice occupe sa situation normale chez Cylicobdelta, mais débouche au fond de la ventouse chez Centropygus, contrairement à ce qui a lieu chez toutes les autres Hirudinées. Pendant son voyage à la Trinidad, J. Kennel a recueilli trois espèces d’Hirudinées terrestres. L’une d’elles est identique à la Cy/icobdella lumbricoides. Une autre appartient à ce méme genre, mais représente une nouvelle espèce ; à cause de la couleur rouge, elle a recu le nom de Cylicobdella coccinea. DISCUSSION DES ESPÈCES. — Le type du Centropygus joseensîis ne se trouve ni au Musée de Copenhague, qui possède les collections d’(Ersted, ni à celui de Breslau, qui renferme une partie de celles de Grube: il appartient au Musée de Berlin (n° 1421), où il figure à còté du type de la Cylicobdella lumbricoides (n° 1431). En examinant ce précieux spécimen, il est aisé de constater que l’anus est percé à la face dorsale, entre le pénultièòme et l’antépénultième an- neau, et non au centre de la ventouse postérieure. Les pores néphridiaux sont assez visibles pour qu’on puisse reconnaître la limite des différents somites. Le pore génital male est percé sur la partie antérieure du cin- quième anneau du somite x; il a la forme d’une boutonnière transversale. La vulve est plus petite, arrondie, et percée sur le milieu du deuxième anneau du somite xI. L’animal est long de 110®" et large de 7"" au maximum. La Cylicobdella lumbricoîdes est plus petite: sa longueur n’est que de 76%», pour une largeur de 6 à 7°". L’anus a identiquement la méme position que dans le Centropygus; dans l’un et l’autre individu, il dé- bouche en arrière du 70° anneau faisant suite au pore génital màle. Cet orifice est percé entre le quatrième et le cinquième anneau du somite x; la vulve s'ouvre au bord antérieur du deuxième anneau du somite XI; 19 mais c’est là une différence insignifiante, dont les autres Hirudinées nous offrent de nombreux exemples. Quant au reste, la Cy/icobdella lumbricotdes est si semblable au Cen- tropygus joseensîs qu'il ne peut subsister le moindre doute au sujet de l’i- dentité spécifique de ces deux individus. On demeure surpris, en con- statant l’erreur commise par Grube, qui a décrit un méme animal comme constituant non seulement deux espèces différentes, mais méme deux genres distinets. L'’espèce unique dont nous venons de démontrer l’exi- stence doit donc prendre le nom de Centropygus joseensis, cette déno- mination ayant la priorité, bien qu'elle soit inexacte quant è la signifi- cation littérale du nom générique. Si l’on compare maintenant sa description avec celle du Liostoma cocci- neum, on ne tarde pas à se convaincre de l’identité des deux genres Liostoma et Centropygus; ce dernier doit donc disparaître et l’espèce envisagée ici doit prendre définitivement le nom de Liostomum joseense (Grube et @Ersted, 1859). Dès lors, le Cy/icobdella coccined Keunel ne peut étre autre chose que le Liostoma coccineum Wagler, comme le pnrouve la concordance de leurs descriptions. Jai signalé en 1892, sous le nom de Nephetis tergestina (nova species) une Hirudinée faisant partie des collections du Musée Zoologique de Trieste; elle ne portait aùcune indication de provenance, mais, m’a-t-on affirmé, avait été recueillie dans la région. Cette espèce, dont j'avais reconnu les étroites affinités avec les Herpobdellides, n’est autre chose que le Liostomum joseense (1). En résumé, le genre Liostomum Wagler se réduit actuellement à deux espèces. l° Liostomum coccineum Wagler, 1831 (Cylicobdella coccînea Kennel, 1866), qui habite le Mexique et l’île de la Trinidad; 2° Liostomum joseense (Grube et CErsted, 1859), qui habite l’Amé- rique centrale et le Brésil. Les récoltes du D” Borelli nous font con- naître l’existence de cette méme espèce au Paraguay et à l'Uruguay. J'indiquerai plus loin un bon nombre d’autres localités où elle a été rencontrée. DIAGNOSE. — Corpus teres. In media parte corporis, somitus e quinque annulis aequis non divisis constans. Oculi et papîllae segmentariae non con- spicui. Pseudognathi deficiunt. Vivunt in terra humida, in America. (1) J'ai déja indiqué d’un mot les diverses rectifications dont il vient d’ètre question. Dans mon mémoire sur les Hirudinées de l’Italie continentale et insulaire (page 55, note 2), je m’exprimais ainsi: « Ajoutons encore que des études récentes nous ont démontré l’identité de notre Nephelis tergestina avec le Liostomum joseense (= Centropygus joseensis Grube, 1859 = Cylicobdella lumbricoides Grube, 1871). » e 20. — Corps arrondi. Dans la partie moyenne du corps, le somite est formé de cinq anneaux semblables, non dédoublés. Yeux et papilles segmen- taires non apparents. Les pseudognathes font défaut. Vivent dans la terre humide, en Amérique. Liostomum joseense (Grube et (Ersted, 1859). SYNONYMIE. — Centropygos Joseensîs Grube et (Ersted, 1859. — Cen- tropygos Jocensis Grube et (Ersted, 1859. — Cy/icobdella lumbricoides Grube, 1871. — Nephetlis tergestina R. Blanchard, 1892. ICONOGRAPHIE. — Ed. Grube, 1871, pl. III, fig. 6, 6a et 66. — Kennel, 1886, pl. III, fig. 3, 8, 22; pl. 1V, fig. 25, 28, 29 et 33. Fig. 7. — Extrémité postérieure de Liostomum joseense. A, face dorsale; B, face ventrale. A Fig. 6. — Extrémité antérieure A de Liostomum joseense. Fig. 8. — Variations de position des A, face dorsale; B, face ventrale. pores sexuels, chez Liostomum joseense. DIAGNOSE. — Corpus albidum, fulvo-griseum aut luteo-fulvum, concolor (apud animalia în liquore servata). Capula e quinque annulis constans, quinto utrinque lobum ventralem formante. Somitis 1-VI duodecim annuli respondent (fig. 6); somitis xxII-xxVI undecim annulîi respondent, ultimo annulo supra cotylam inscripto (fig. 7). 103 annuli. Porus genitalis masculus ante aut supra quintum annulum somiti x, vulva supra secundum annulum somiti xI (fig. 8). Anus inter paenultimum et antepaenulltimum annulum hians, id est inter annulos 101 et 102. Constrictio inter annulos 102-103, cotylam li- mitans, videtur. Longitudo ad 145mm, latitudo ad Smm, nr STAT LETT OI IT Sen — N —- Corps blanchatre, gris fauve ou jaune fauve, concolore (chez les ani- maux conservés dans l’alcool). Ventouse antérieure formée de cinq anneaux, le cinquième présentant de chaque còté un lobe ventral. So- mites 1 à vi constitués par un total de 12 anneaux (fig. 6); somites xXII à XXVI constitués par un total de 11 anneaux, dont le dernier est tracé «sur la ventouse (fig. 7). Anneaux au nombre de 103. Pore génital male s’ouvrant devant ou sur le cinquième anneau du somite x; vulve percée sur le deuxiéme anneau du somite xI (fig. 8). Anus entre le pénultième et l’antépénultièìme anneau, c’est-à-dire entre les anneaux 101 et 102. Une constriction entre les anneaux 102 et 103, limitant la ventouse postérieure. Longueur du corps atteignant 145%", largeur atteignant 5", . Trois exemplaires, station n° 2; un exemplaire, station n° 3; huit autres .exemplaires, station n° 3; vingt autres exemplaires, station n° 3. L’absence des yeux et des papilles segmentaires empéche de recon- . naître la limite des six premiers somites; il en est de méme pour les quatre derniers somites, par suite de l’absence des papilles. Chez l’un des individus des environs d’Asuncion, les anneaux 99 et 100, c’est-à-dire le septième et le huitième anneau après le somite xxII, sont notablement plus longs que ceux qui les précèdent ou les suivent. Ce caractère étant en général l’indice d’une coalescence peu ancienne, nous sommes en droit d’en conclure que les deux anneaux susdits équivalent chacun è deux anneaux fusionnés. Dès lors, on doit attribuer au somite xx les cinq anneaux 93 à 97, au somite xxIv les trois anneaux 98 à 100, au . somite xxv les deux anneaux 101 et 102, enfin au somite xxVI l’anneau 103. L’anus s'ouvre. donc entre les deux anneaux du somite XXV. L’un des individus provenant RR FS ni de la station n° 3 présentait o CAO une légère anomalie du somite Caeriiani | I e id. XI (fig. 9). Un autre, outre les | deux pores génitaux occupant = se e leur position normale, portait Fig. 9. — Anomalies du somite xI un orifice supplémentaire, au chez Liostomum joseense. A, face dorsale; B, face ventrale, C, profil gauche. bord antérieur du troisième an- neau du somite xI (fig. 8, B). Cette espèce est très répandue dans l’Amérique méridionale; nous la connaissons d’un grand nombre de localités, qu’il ne sera pas inutile de mentionner ici: Le Muséum de Paris en possède un exemplaire recueilli à Rio de Ja- neiro par CI. Jobert (n° 170); le Musée Senckenberg, à Francfort-sur-le- Mein, un exemplaire recueilli à Sao Paulo (Brésil) par Duschanek, en 1881; le Musée de Hambourg, un exemplaire capturé dans la région du Paru (Brésil) par le D Ehrenreich, pendant une expédition dans le bassin du Xingu (n° 21); le Musée Zoologique de Leyde, un exemplaire rapporté dia du Brésil par H. de Dréneuf, en 1891; le Musée de Vienne, quatre in- dividus de San Bernardino (Paraguay). Le Musée Zoologique de Berlin en possède dix exemplaires, savoir: un individu recueilli à Chiriqui (Amérique centrale) par Ribbe (n° 657); six exemplaires capturés à Caracas (Venezuela) par Gollmer (n° 241); un spécimen trouvé à Puerto Cabello (Venezuela) par Martin (n° 240); un autre, pris à Santa-Catharina (Brésil) par Lehl (n° 670); un autre enfin, rapporté de Rio Grande do Sul par Hensel (n° 444). Je dois ajouter encore que ma collection en renferme deux exemplaires, qui m’ont été envoyeés de l’Etat de Rio Grande do Sul par le D" H. von Ihering, en 1893. Cet animal s’étend fort loin vers l’ouest: le Musée de Madrid en pos- sèéde deux individus, récoltés par Martinez dans la province d’Antisana. (Equateur), c’est-à-dire au milieu méme des contreforts orientaux des Andes. L’espèce franchit-elle ces montagnes et se retrouve-t-elle sur leur versant occidental? Rien ne le démontre encore, mais cela n’est pas impossible, puisque d’autres espéces peuvent habiter l’un et l’autre versant de la Cordillère, ainsi que nous l’avons démontré plus haut. INDEX BIBLIOGRAPHIQUE, 1831. WAGLER, Einige Mittheilungen uber Thiere Mexicos. Isîs, xxIv, p. 510, 183); voir p. 533-535. 1849. Gay (Cl.), Historia fisica y politica de Chile. Paris, lu, p. 50. 1859. GruBE und (ErstED, Amtlicher Bericht ber die 33. Versammlung deutscher Naturforscher und Aerzte zu Bonn im September 1857. Bonn, 1859; voir p. 157. 1859. GruBE (Ed.), Annulata (@Erstediana. Videnskadbelige Meddelelser af naturhist. Forening i Kjebenhavn for 1858. Kjobenhavn, 1859; voir p. 115. 1866. KINBERG (J. G. H.), Annulata nova. Oefversigt af k. Vetensk. Akad. Forhandlingar, xx, n° 9, p. 337; voir p. 357. 1871. GRUBE (Ed.), Beschreibungen einiger Egel-Arten. Archiv fur Natur- geschichte, p. 87-121; voir p. 101, 105, 106 et 107. 1877. WEYENBERGH (D. H.), Algunas nuevas Sanguijuelas o Chancacas de la familia Gnathobdellia y revista de esta familia. Periddico zooldgico, 1, p. 231-244. 1886. KENNEL (J.), Ueber einige Landblutegel des tropischen America {Cy- “icobdella Grube und Lumbricobdella nov. gen.). Zoologische Jahrbucher, 11, p. 37-64. 1893. BLANCHARD (R.), Courtes notices sur les Hirudinées. — x. Sur les Hirudo cylindrica et H. gemmata Blanch., 1849. Bulletin de la Soc. Zool. de France, XVIII -.D. I10. 1893. BLANCHARD (R.), Révision des Hirudinées du Musée de Turin. Bollettino dei Musei di zool. ed anat. comp. di Torino, vm, n° 145; voir p. 7 et I6. © pre n n Po TABLE DES MATIÈRES Introduction GLOSSOSIPHONIDAE Genre Helobdella Helobella stagnalis Helobdella triserialis Genre Haementeria Haementeria officinalis . GNATHOBDELLIDAE Genre Semiscolex Semiscolea juvenilis Semiscolex glader . HERPOBDELLIDAE Genre Liostomum Liostomum joseense Index bibliographique i OSO 900 UT sao na Là —--24 — TABLE ANALYTIQUE DES MATIÈRES #8 pages où se trouvent decrits les animaux cités sont indiquées par des chiffres gras, Blennobdella, 8. — depressa, 2, 8. Centropygos, 17. — Jocensîs, 17, 20. — Joseensis, 17, 20. Centropygus, 18, 19. — Joseensîs, 18,19. Clepsine Budgei, 1. — lineolata, 1, 5. — modesta, 4. submodesta, 4. — tri- serialis, |], 5. — tuberculifera, 2, 8. Cyclobdella, 10. — glabra, 2, 11, 13. Cylicobdella, 17, 18. — coccinea, 2, 18, 19. — lumbricoides, 1, 18, 19, 20. Dermobdella purpurea, 2. Dina, 9. — quadristriata, 4. Distichodonta, 10. Glattmaul, 17. Glossiphonia triserialis, 2, 5. Glossosiphonia complanata, 4. Glossosiphonidae, %. Gnathobdellidae, 2. Haemadipsa, 10. Haemadipsinae, 9. » Haementeria, 8. — Ghilianii, \, 8. — officinalis, 8, 2. Haemopis, 10. — sanguisuga, 4. Helobdella, &. — stagnalis, &. — tri- serialis, ©. Hemiclepsis tessellata, 2, 3, 5. Herpobdellidae, £6. Hirudinaria, 10. Hirudininae, 10. 2. — Ccylindrica, 2. — gemmata, 2. — stagnatlis, 4. — tessellata, 2. Hybobdella, 8, 9. — Dòringi, 2. — fla- volineata, 2. Limnatis, 10. Liostoma, 17, 19. — coccineum, 17,19, Liostomum, 16, @l'd. — coccineum, 19. — joseense, 19, ZO. Lumbricobdella, 16. — Schaefferi, 2. Macrobdella, ll. — valdiviana, 2, }l. Mesobdella, 2, 9, 10. — gemmata, 3. Monostichodonta, 10. Nephetlis, 16. — argentina, 2. — cine- rea, 2. — corduensis, 2. — picta, 2. — similis, 2, 11; 13, 16. — sudolivea, 2. — tergestina, 19, 20. . Orobdella, 9. Oxyptychus striatus, 1, 3, 16.0 Philaemon, 10. i ii Phytobdella, 10. Planobdella, 10. Praobdella, 10. Salifa, 9, 16. o Schlegelia nepheloides, 2, 3, 16. Semiscolecinae, RO. Semiscolex, #0. — glaber, 13. — grandis, ll. — juvenilis, 1, fl. — terrestris, ll. k Theromyzon pallens, 2, 3. Hirudo, 10.— Billberghi, 1, 16.— drevis, | Xerobdella Lecomtei, 10. RZ? &—-—r.-—- ———yrr_______—______—_—_—_—_—_—_—_—_—_—_——_——————————— 10522 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Torino, È BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 264 pubblicato il 12 Dicembre 1896 Vor. XI CARLO POLLONERA. Appunti di Malacologia (*). IX - X IX. — Sui Limacidi della Corsica. Il Sig. Caziot, malacologo e Maggiore d’Artiglieria francese, attual- mente residente a Bastia, mi mandò in esame i limacidi da lui raccolti in vari punti dell’isola. Ne do qui sotto l’elenco con alcune osservazioni. Lehmannia marginata Miller. var. nova. Requienii. Minor, ochraceus, zonis et maculis nigrican- tibus, minus aquosus. — A. gracîlis; dorso minute rugoso, ochraceo, nigriscenti fuscato, in medium zonula fiavicante usque ad clypeum producia diviso, lateribus pallidiore. Clypeo postice angutato, fints- sîime striato, ochraceo, medio fuscato, zonîs lateralibus nigrescentibus latis, marginibus (anter. et lateral.) punciulis minutissimis fuscatis ; apertura pulmonea pallide marginata. Carina parum conspicua , * usque ad '|, dorsi producta. Solea pallida unicolore. Longit. in ex- Fig. 1. tens. maxima: 5 centim. | Hab. Vizzavona, nel centro del- l’isola. Ho veduto due soli esemplari vivi di questa forma che si distingue dal tipo della specie per le dimen- sioni minori, l'aspetto meno gelati- noso e meno trasparente, ed il co- lore fondamentale ocraceo e non ci- nereo. L’apparato riproduttore pure presenta alcune differenze (fig. 1, a, RO i & “ (*) Vedi Vol. VI, nel n. 100 di questo Bollettino. Le e d). La borsa copulatrice è grossa, rotonda ed a collo breve e grosso, ed il flagellum non è risvoltato a mo’ di corno di camoscio come nella L. marginata del continente. La radula è come nella forma tipica. Questa specie non è ancora stata trovata finora in nessuna delle isole italiane. In Corsica essa sembra vivere soltanto nella parte montuosa e più centrale dell’isola. Limax (P/epticolimax) flavus L. Hab. Bastia. Ne ho ricevuto un solo esemplare, ma si deve trovare in molte altre località. Limax (Eulimax) cellarius D'Argenville. A. typus. Esemplare molto grande, a colore fondamentale molto chiaro, macchie nerissime, ed una larga fascia nericcia sui fianchi. Hab. Toga; Bastia (forma piccola). B. fasciatus Moquin-Tandon. Hab. Bastia. JLimax (Eulîmax) cinereo-niger Wolf. var. nova, minimus. Clypeo et dorso fusco-cinereo unicolore; solea pallida, zonîs lateral. cinereîs. Longit. în extens. maxima, 8 cent. Hab. Vizzavona. A prima vista supposi fosse un individuo giovane ; ma avendolo aperto, trovai l'apparato riproduttore perfettamente svi- luppato, ed in questo la verga di una lunghezza straordinaria, supe- rando ancora quella del L. unicolor di Castellonchio figurata nella Monografia dei Limac. ital. alla Tav. II, fig. 20. Limax (Eulimax) corsicus Moquin-Tandon. A. typus Moq. Dorso unicotore. B. Fabrei Moq. Dorso plus minusve zonato. Hab. Corte; Toga; Bastia. La descrizione di Moquin-Tandon è buona, ma la sua figura è. me- diocrissima; rappresentando il capuccio come perfettamente arrotondato posteriormente, mentre in realtà esso è distintamente angoloso. Gli in- dividui raccolti dal sig. Caziot nelle succitate località sono generalmente di una colorazione più scura e più spenta che negli individui di Bastelica descritti dal Moquin-Tandon. Le zone laterali della suola sono sempre di color carneo più o meno rosso, ed il muco colorato. Agriolimax agrestis L. Hab. Bastia, molto abbondante. Individui sovente assai grandi, a sere- ziature e macchiettature molto marcate, che si fanno più fitte sul cap- ns OI puccio, talmente che in qualche individuo questo diventa quasi unifor- memente nero, e soltanto verso i margini con qualche macchia chiara. Non ho mai ricevuto dalla Corsica la varietà bianchiccia ed a screzia- tura quasi nulla che è tanto frequente in molte regioni del continente. Agriolimax Cazioti, n. sp. A parvulus, brevicarinatus, cinereus unicolor, capite et lateribus pallidioribus. Mucus aqueus. Dorso lenuiter verrucoso, supra fusco- cinereo, lateribus pallide cinereo; carina brevi sed prominula. Clypeo longo, postice cuneato, grosse rugoso, rugis anticis, concentricis di- stantibus, cinereo-fulvo unicotore. Capite pallide cinereo - ocraceo, tentacutlis oculiferis cinereis. Solea pallide cinereo-ochracea unicolore, Longit. in eatens. max. 39 milt.: longilt. Fig. 2, clype 14 '|,; longît. dorsi 15 *|, mill. Hab. Vizzavona, nel centro dell’isola. Ho ricevuto un solo esemplare vivo di questa specie che differisce dall’ A. agrestis per la statura minore, la mancanza assoluta di macchie e di screziature e per il muco acqueo incoloro invece di bianco latteo. Questo carattere del muco mi accerta pure che questa di Corsica non è la specie (finora ancor quasi sconosciuta) della Provenza che Draparnaud chiamò L. sy/vaticus. Il suo cappuccio molto lungo, ed a rughe concen- triche anteriori assai distanti tra loro, gli dà pure una certa somiglianza coll’ A. /@vîs Muller (L. brunneus Drap.), ma da questo si distingue per le dimensioni maggiori, per le rughe del cappuccio più numerose, ed infine per i caratteri dell'apparato riprodut- tore, che ha il pene munito di parecchie appendici flagelliformi. L'apparato riprodut- tore dell'A. Cazioti (fig. 2) si distingue da quello dell’agrestîs per il pene più lungo, meno grosso, non gibboso, con 3 o 4 appendici flagel- liformi terminali, brevi, non lobate nè ramificate. Immerso nell’alcool, le zone laterali della suola diventano leggerissi- mamente più scure di quella mediana, questa conservandosi di color paglierino sbiadito e quelle diventando leggermente cineree, Agriolimax sardus Simroth, Agr. sardus Simroth, Ueber bekannte u. neue palaearkt. Nacktschn., in Deuts, Malakoz. Ges. 1886, p. 319, T. 10, f, VII. Hab. Corte. Il dott. Simroth descrivendo questa specie della Sardegnà dice di averne pure ricevuti 2 esemplari di Corte in Corsica, non scre- ziati nè punteggiati, ma di una colorazione uniformemente nerastra, ed a suola colle zone laterali grigie. Io non ho ricevuto dal sig. Caziot nessun individuo adulto di questa specie; ma suppongo che forse debba ad essa appartenere un piccolo Agriolîmax (lungh. in alcool 12 mill.) da lui raccolto a Pigno, ma troppo giovane ancora, cosicchè l'apparato sessuale, affatto rudimentale, non presentava ancora nessun carattere distintivo. La colorazione dei succitati esemplari di Corte è assai più somigliante a quella del mio A. Cazioti che non a quella dell’A. sardus di Cagliari, che ho potuto osservare anch’io ; ma certamente il Dott. Simroth non li avrà riuniti nella stessa specie con quelli di Sardegna senza essersi accertato che l’apparato sessuale era uguale, malgrado la colorazione così diversa. Amalia pyrricha Mabille. Milax pyrrichus Mabille, Limaciens franc. Ann. de Malacol. I, 18170, pag. 125 (excl. synon.) Hab. Bastia, Vizzavona, Toga. Questa specie (o varietà della A. marginata Drap.) si distingue dalla A. marginata tipica, per il colore castagno rossiccio invece di carneo- cinereo, per la punteggiatura nera più fina e Fig. 3. meno fitta, ed infine per la carena assai meno elevata ed appena un po’ più chiara del colore fondamentale del dorso. Nella vera A. marginata la carena è più alta e più acuta e di una tinta bianchiccia che fa col dorso un distacco molto più marcato. Queste differenze ho potuto ravvisarle confrontando un esemplare vivo di Bastia con uno, pure vivo, di Rivarossa in Piemonte; ma esse ri- mangono ancora visibili (sebbene attenmato) anche negli esemplari im- mersi nell’alcool. L'apparato sessuale (fig. 3) si distingue da quello della A. e (vedi fig. di Moquin-Tandon, Lessona e Pollonera, Simroth) per la pro- stata vestibolare più sviluppata e per la borsa copulatrice a collo breve e rotonda, invece di essere piriforme allungata, quale fu osservata nella marginata di Francia, Italia e Germania. Il sig. Mabille considera come sinonimo della sua specie il L. marg? natus di Moquin-Tandon, basandosi evidentemente sulla figura 4 della Tav. II di questo autore. Io non credo a questa identità che non è con- fermata dalla descrizione e contraddetta dalla fig. 15, che rappresenta l'apparato riproduttore della. vera A. marginata. Per me dunque la ci-. a lata fig. 4 di Moquin-Tandon è una pessima rappresentazione della A. marginata Drap., e soltanto la sua var. ru/wulus si può considerare come sinonimo della A. pyrricha. Amalia carinata Risso. Hab. Bastia; poco frequente. Amalia gagates Drap. Hab. Bastia (comunissima); Toga. Varia assai nelle dimensioni e nella intensità del colore, che dal nero intensissimo va fino al cinereo pallido. Queste sono le specie di Limacidi della Corsica da me conosciute (di Arionidi non ne vidi mai alcuna); cosicchè tra quelle finora indicate come viventi in quell’isola non resta più a decifrare che l’enigmatico Krynîickillus cyrniacus di Mabille (Rev. et Mag. de Zoologie, 1868, ‘ p. 142), del quale riferisco qui la descrizione testuale per maggior co- modità degli studiosi. Krynickillus cyrniacus. Aniîmal.: corpore elongato, subcylindrico, supra parum convexo, antice ventricoso, postice paululum acuto, rufescente aut ferrugineo- nigrescente; — dorso sublevigalo, ad margîinem corporîs rugîs obtli- teratis ornato ; — pede flavicante; — clypeo magno, subgibboso, ovali, subgranuloso, rufescente, antice subrotundato, postice paululum emar- ginato; tentaculis superioribus elongatis, nigrescentibus. Animal de taille moyenne, atténué et cependant un peu élargi en ar- rièére, faiblement bombé en dessus, d’un roux noiràtre uniforme; partie dorsale à peu près lisse, offrant vers les bords du pied quelques sillons obliques. Téte et cou plus foncés que le corps; ce dernier couvert de tubercules arrondis, peu élevés, assez saillants. Pied jaunatre; marge du pied séparée du corps par un sillon assez apparent, au-dessus duquel se trouve une bande longitudinale de points noirs; tentacules peu al- longés, noirs. | | i Limacelle ovale, bombée, forte, épaisse, sans stries d’accroissement, mais à granulations nombreuses. Longueur de l’animal, 38 à 45 millimètres. Habite les environs de Bastia, en Corse. Dal sig. Caziot ho ricevuto a più riprese dei limacidi raccolti a Bastia e nei suoi dintorni in varie stagioni dell’anno, ma fra questi non ne ho mai ricevuto alcuno che avesse questi caratteri. Spero che ulteriori ricerche gli faranno scoprire questa specie, ed allora i caratteri anato- mici paleseranno a qual genere di limacidi essa appartenga, RE it X. — Un nuovo Limacide della. Toscana. Agriolimax Cecconii, n. sp. A. parvulus, valide sed brevissime carinatus, niger vel brunneus unicolor, lateribus pallidiore. Mucus aqueus. Dorso verrucoso ; ver - rucis crebris, validis, carîinatis, in medio dorsi angustioribus et magis elongatis s carina brevissima sed valida. Clypeo elongato, postice obtuse cuneato, grosserugoso. Capite et tentacutis nigricantibus vel brunneis. Solea cinerea, zonis lateralibus obscurioribus. Longit. max. 30 Mill.; tongit. clypei 12; tongît. dorsi 13 mill. Hab. Vallombrosa in Toscana, dove lo raccolse il Dott. Giacomo Cec- coni insieme all’A. agrestis e ad altri limacidi. Questa specie differisce dall’ A. agrestis per le dimensioni minori, per la colorazione uniformemente nera o bruna, senza traccia di macchie 0 screziature più scure; per la carena più pro- Fig. 4. minente; per le rughe del dorso più elevate e più serrate; per il cappuccio più lungo ed a rughe più rade; infine pel muco incoloro e trasparente e non bianco latteo. Il suo apparato sessuale (fig. 4) è simile ma non identico a quello dell’agrestis. Il pene è meno globoso ed a gibbosità molto più mar- cate, e le appendici flagelliformi sono diffe- renti. Infatti nell’agrestis della stessa località queste sono 2 o 3, a margini lobati ma non ramificate, e di grandezza poco dissimile tra loro; invece nell’A. Cecconîi vi sono due piccole ap- pendici flagelliformi semplici, quasi rudimentali, che fiancheggiano una terza più grossa la quale sì ramifica in 40 5 bracci di varia grandezza e lobati sui margini. L’A. Ceccontî somiglia assai più all’A. Cazioti, descritto più sopra; ma ne differisce pel cappuccio meno acuminato posteriormente; per la carena più sporgente; per la colorazione più scura e più uniforme perchè in quello il cappuccio è un po’ più chiaro del dorso e la testa. più chiara che il cappuccio; per le zone Jaterali della suola più SCUre ; ed infine pei caratteri dell’ apparato sessuale. BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 265 pubblicato il 12 Dicembre 1896 Vor. XI Viaggio del Dr. Alfredo Borelli nel Chaco Boliviano e nella Repubblica Argentina I GiusEPPE NOBILI CROSTACEI DECAPODI Il Dr. Alfredo Borelli continuando le sue ricerche scientifiche nell’A- merica Meridionale, compì negli anni 1895-96 un nuovo viaggio, durante il quale percorse particolarmente la parte Nord-Ovest della Repubblica Argentina ed il Chaco Boliviano, riportandone ricche collezioni, inte- ressantissime per la scienza, di cui fece dono al Museo Zoologico di Torino. Pubblico in questa nota la specie di crostacei decapodi d’acqua dolce che, sebbene solo in numero di due appartenenti ai Macruri, sono tut- tavia assai importanti sia come contribuzione alla conoscenza della fauna carcinologica tuttora pochissimo conosciuta di quelle regioni, sia anche perchè una di esse è nuova per la scienza. In questa nota accenno pure agli esemplari di queste stesse specie, raccolti dal signor T. Crivelli nella provincia di San Luis, e donati dal Dr. Mario G. Peracca al Museo Zoologico di Torino. Decapoda Macrura (Ga/atheida inci.). 1. Aeglea levis LEACH, Dict. Sc. Natur., t. xVII, pag. 49. 2.9 adulte, di cui una con uova rotonde, minute rosee, di San Lo- renzo (Jujuy) e 2 esemplari di Tala (Tucuman); 5 adulti di San Luis. È notevole la differenza di colore fra gli individui di Tala e quelli di San Lorenzo e San Luis. Nei primi il carapace è rossastro con grandi macchie carminate nelle regioni branchiali, e macchie verdi sulle re- gioni stomacale e cardiaca. Le zampe sono di colore carmino. Negli altri invece la colorazione del carapace è verde-azzurognola-grigiastra; e le zampe sono giallo-grigiastre. pata, i È interessante il ritrovamento di questa curiosa specie nella Repub- blica Argentina, ove, a mia conoscenza, non fu ancora segnalata. Rac- colta la prima volta nel Chile, ove pare comune, fu in seguito ritrovata anche nel Brasile meridionale a Porto-Alegre (1) (Questa specie, assieme a molte altre, non è tuttavia segnata da S. J. Smith nella sua incom- pletissima « Liste of the described species of Brazilian Podophtal- mata » (2)). Nella Repubblica Argentina, come appare dalle località in cui fu trovata, deve essere assai comune; e credo pure lo sia in tutta” la regione inferiore dell'America Meridionale. 2. Palomon Borellii, n. sp. P. roglro supra 8-subtus 3-dentato, antennarum appendici foliacee subaquatli, chelipedis equalibus, gra- cilibus, carpo brachio palmaque matore, digitis palma minoribus, ut palma setosîs. Il rostro è uguale o di poco minore dell’appendice fogliacea delle an- tenne esterne, leggermente convesso, colla punta diretta in avanti, e alquanto rivolta in alto. Porta superiormente otto denti; di cui l’ultimo vicinissimo all’apice, inferiormente tre, e tanto i superiori che gli in- feriori sono forniti di numerose e assai rigide setole. L’appendice fogliacea delle antenne ha al lato esterno una minutissima spina, nascosta fra le setole che ne guarniscono l’apice, inferiore in lunghezza ad esse, diretta in avanti e leggermente all’infuori. Il cefalotorace è liscio, i cheliped sono eguali, gracili, appena più robusti delle altre zampe, il carpo è di poco maggiore del braccio, ingrossato verso la sua articolazione colla mano, la palma è lunga pressochè la metà del carpo, le dita sono più brevi di essa e non dentate. Lungo il braccio e il carpo si trovano rare e sparse setole, che si fanno di molto più lunghe e fitte sulla palma e sopratutto sulle dita. Non v'è traccia di spinule. Il quinto paio di zampe supera l’apice del- l’appendice fogliacea. L’ultimo articolo addominale ha i margini quasi lineari, e la punta ottusa arrotondata. Le misure prese su un adulto di San Lorenzo (Jujuy) sono: Lunghezza dall’apice del rostro al termine dell'addome mm. 45 » del braccio mm. 5 » del carpo mm. 6,9 » della mano mm. 6 » della palma mm. 3,4 » delle dita mm. 2. (1) Ep. von MARTENS. SUdbrasilische Suss-und Brackwasser Crustaceen nach den Sammlungen des Dr. Reinh. Hensel. Archiv fùr Naturgeschichte, 1869, I Band., pag. 14. (2) Transactions of the Connecticut Academy, vol. 2, New Haven, 1871-73. O gie Questa specie è assai affine al Palaemon brasitiensis Hell. (1). Il rostro «è quasi identico per forma, dentatura (P. brasiliensis Do, P. Borettti 3) e lunghezza. Ne differisce però fortemente nelle zampe. Infatti nel P. brasiliensis Hell. le zampe del secondo paio sono disuguali fra loro, il carpo è minore della palma e questa di molto maggiore delle dita, inoltre il quinto paio di zampe arriva alla metà dell’appendice fogliacea .antennale. Nella mia specie le zampe del secondo paio sono uguali fra loro, la palma è minore del carpo, e non v’è grande differenza fra essa “e le dita; e il quinto paio di zampe *ffriva alla metà dell’appendice ‘fogliacea. 4 esemplari di San Lorenzo (Jujuy) e 3 di età diversa della provincia «di San Luis. (1) C. HELLER Beîòtrdge zur ndheren Kenniniss der Macrouren. Sitzb. Math. Naturw. CI. d. k. Akad. Wissensch, Wien 1862, t. 45, pag. 419, taf. Il, fig. 46. a atea ol deo HE TEA di iI ct NE SIA. i siascas) anno GI Là INIGE, MIE SHAtt Mic “ape er rtok pai pate. fonde Aiaduo 10g6m IRC - JdilKallaf) gii oant oder db steogp. Let: Id dai perla 19asiob Steetia 115 forte | filibonin alto». ih Qhionss ib sg asd pi p. ren ASERNIRÌ r'abaero 4ty i: pe pe 19. orscattoa ‘9 po Gaielis go isp Lietmeralla rave cari Digg. sd 4 ti Hi dr die? ta f à È , 4 a RITTER è iva CUANDO #20vib sio Ibc-o.| Michi cuneo] ose ia RE a dii i ole VI Bb sla Li FRANE NY via Mi n pisa Ta dal 4 160 IS 980 08 d'SDO0L ti LIA "pi Dos A si 5 E 4 —- Pa ali | n N° : di Aa at y i: : } i de ki. Ù% ri unt? N è i nana der Feo ei APE 29 “A Py Sd FA agi ss irc 4 (OE î ha Li 1 E PALA di al 4 Pa dei, LORO. le eva $ lx | cai 4 dadide DI LIT eg SEI | DA ’ - I * LI LS f L'E Dr. N i (Re, STA < N = A a : Da ae bea A E a È 7 p 5 i si È ; mx i TESS —— VA 10668 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Torino. % 3 b. ; | ke, «o. ” 9; BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino —————————————_—_——————————€_-€ N. 266 pubblicato il 14 Dicembre 1896 Vous] Dott. M. G. PERACCA Assistente al Museo Zoologico di Torino. Nuovo genere di Colubride aglifo dell’America meridionale. Synophis n. g. Denti mascellari superiori in numero di 16, piccoli, crescenti legger- mente in lunghezza dall’avanti all’indietro; denti palatini 9-10 subeguali; pterigoidei 21-22 più piccoli, decrescenti leggermente all’indietro; ma- scellari inferiori subeguali. Capo distinto dal collo, occhi grandi, spor- genti, a pupilla rotonda; internasali piccolissimi; prefrontali uniti in un largo scudetto; corpo leggermente compresso, snello ; scaglie striate, carenate, senza impressioni apicali, in 19 serie. Coda assai lunga; anale intero; subcaudali in due serie. Ipapofisi sviluppate nella parte poste- riore della colonna vertebrale (dorsale), in forma di carena rialzata, più elevata posteriormente. Synophis bicolor, n. sp. Capo distinto dal collo; muso arrotondato, non prominente. Rostrale triangolare, appena visibile guardando il capo dal di sopra, rappresen- tante quasi un triangolo equilatero, più largo che alto, ad angolo superiore arrotondato, a superficie fortemente con- cava, rientrante, Internasali piccolissimi, due volte più larghi che lunghi; prefrontali riuniti in un largo scudetto, in contatto cogli internasali, col nasale, col loreale, col preoculare, e col frontale; frontale pentagonale, tanto largo quanto lungo, lungo od appena più lungo della distanza che intercede tra il suo margine anteriore e la punta del muso, più corto dei parietali; parietali assai larghi; nasale unico, scavato, colla narice f aprentesi nella sua porzione anteriore; loreale piccolo, quadrangolare, più lungo che alto; un preoculare assai grande in contatto col frontale ; sopraoculare piccolo assai ristretto in avanti; postoculari due, di cui il superiore assai grande, l’inferiore piccolissimo; temporali 1+-2; labiali superiori otto, di cui il quarto ed il quinto formano il margine inferiore dell'orbita; labiali inferiori nove, di cui ì primi cinque in contatto col primo paio di scudetti mentali, che sono appena più lunghi degli scu- detti del paio posteriore. Scaglie in 19 serie, striate finamente (come nel gen. Streptophorus), debolmente carenate, senza impressioni apicali. Ventrali 180; anale intero; subcaudali 136 in doppia serie (i sei urostegi che precedono l'apertura anale sono uniîc?î). Coda contenuta 2 volte e 3]; nella lunghezza totale. Colorazione. Parti superiori uniformemente brune, più chiare sui fianchi; labbra superiori, angolo della bocca e parti inferiori bianco- gialliccie. Località. America meridionale. Un solo esemplare giovanissimo. Questo nuovo genere pare molto affine al gen. Streptophorus, D. & B. secondo il parere anche del Dr. Boulenger al quale lo comunicai. sm DOST—a_ —_—c 10670 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - ‘l’orino. BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino — tina — — N. 267 pubblicato il 14 Dicembre 1896 Vor. XI I MOLLUSCHI dei terreni terziarii del Piemonte e deHa Liguria descritti dal Dott. FrpERICo SAcco Parti XIX, XX, XXI e XXII (fine dei Gasteropodi e Scafopodi) PARTE XIX (1). (Turritellidae e Mathildidae) (con #93 figure). Fam. TURRITELLIDAE Clarck 1851. Gen. Turritella Lk. 1799 (tipo T. teredra, L.). Sottog. Turritella (str. sensu). — Turriîtella turrîs Bast. e var. taurocrassula, badensis, tauroangulata, laeviuscula, taurolaevis, carinatoîdes, crassulecincia, numeroseciîincia, convexopercincia , percinciula e stazzanensis — T. incîsa Brongn. e var. gracilicincia, imbricatoidea e subfasciolatina — T. tricarînata (Br.) e var. com- munis, percincita, laevicincia, miofasciata e pseudocarinata — T. firmata May. — T. Bellardii May. e var. terebellatoides, bicarinatula e carinulata — T. aspera Sismd. e var. semiaspera e distanticincia — T. terebralis Lk. e var. subgradata, turritissima, subagibbosa e percingulellata. Sottog. Zaria Gray 1847. — Zaria subangulata (Br.) e var. spirata, ditropis, depressecarinata, laevirotundula e pseudorotundula. Sottog. Archimediella Sacco 1895 — Av'chimediellta Archimedis (Brongn.) (tipo del nuovo sottog.) e var. laevicrassa, miocenica, dertornatior — A. dertonensîs (May.) e var. subconica, transiens e persulcata (1) Dicembre 1895. £ $0 — A. miataurina Sacc. e var. gracîlipercineta, mediobicineta, su- prapercincla e laevicincta — A. cf. indigena (Eichw.) — A.? trica- rinata (Eichw.)e var. subunocincta, taurocrassula, Sole E percingulellata, taurevanescens e conoligustica. Sottog. Haustator Montf. 1810. — Haustator granutosus (Desh.) var. postica e subaequicincta — H. marginatis (Br.) — H. laevissimus (May.) e var. subrotunduta — H. striateltatus Sacc. — H. asperulus (Brgn.) var. asperulella, simplicula, ventrososimplex, perfasciata e fasciatosimplex — H. magnasperulus Sace. e var. gracîticincta — H. conofasciatus Sacc. — H. turgidus (Koen.) — H. strangulatus (Grat.) e var. perstrangulata — H. desmarestinus (Bast.) e var. gigantea, basidepressa, perstriotata, bicatenata, mediosubcarinata, substrangulata e perlaevigata — H. tauroperturritus Sacc. — H. strobelianus (Cocc.) e var. mediocinciula — H. biplicalus (Brn.). — H. vermicularis (Br.) e var, pervermiculata, pertalecincta, pla- nalula, protoides, tornatoprotoides, lauroprotoides, avermiculata, alternipercincta, linealocineta, planopereincia, Broechii, tauro- brocchii, laevibrocchii, Doublieri, subdoublieri e doublieroidina — H. tornatus (Br.) e var. peraequicincta ed imbricatarioides — H. tri- cinctus (Bors.) e var. faurocoltigens. — H. miotrifasciatus Sace. — H. Sismondai (May.) e var. biplanecinola. — H. triplicatus (Br.) e var. derlosimplex, superneaplicata, crasseplicala, depresseplicata, supraduptlicata, perplicalellata e mediocrassutlata. Sottog. Torculoidella Sacc. 1895. — Torcul/oidella varicosa (Br.) (tipo del nuovo sottog.) e var. derfonodulosa, derlopernodaosa, percingu- lata, subanodosa, pseudolaevis ed astensis — T.subvaricosa (Sacc.) e var. perlaevis — T. dicosmena (Font.) e var. pseudocincia. Gen. Mesalia Gray. 1842 (tipo M. drevialis Lk.). Mesalia cochleata (Br.) e var. conveaulina, crassecincia, angula- tella,taurocompressa, depressoturrilae brevialoides.— M., derlobicineta Sacc. Gen. Protoma Baird 1870. Protoma cathedralis (Brgn.) e var. pseudolaevîs, obetlisca, pseudo- vermicularis, semilaevis, unisulcata, funicutata, paucicineta, conca- vosimplex, inflatosimplex, exfasciata, suprainfiata, quadriplicala, sexplicata, allterniplicata e septemplicata. Fam. MATHILDIDAE Sacco 1892. Gen. Miatkilda Semp. 1865 (tipo M. quadricarinata (Br.)). Mathitda Schreiberi (Koen.) var. pseudocarinata. — M. quadrica- rinata (Br.) e var. squamosa, perconica, perelegans e taurocolligens. ee QU — M. Semperî Tourn. — M. granosa (Bors.) e var. gemmulata e propecincia. — M. cf. scabrelta, Semp. Sottog. Fimbriatella Sacc. 1895. — Fimbriatella fimbriata (Micht.) (tipo del nuovo sottog.) e var. /aurotransiens e taurinensis. — F. Brocchii (Semp.) e var. ornatior e cinguleliata. — F. filogranata (Dod.) e var. tricingulellata. Gen. Tuba Len 1833 (tipo 7. striata Len.). Tuba sulcata (Pilk.) e var. alternicincta, pedemontana e Bellardîîi. — T. Rovasendae Sacc. Sottog. Gegania Jeffr. 1884 — Gegania? miocenica Sacc. e var. percingulata. LA PARTE XX (1). (Caecidae, Vermetidae, Phoridae, Calyptraeidae. Capulidae, Hipponycidae e Neritidae). (con B34 figure). Fam. CAECIDAE Gray 1847. Gen. Caecum Flem. 1847 (tipo C. trachea Montg.). Sottog. Caecum str. s. — Caecum trachea (Montg.). Sottog. Brochina Gray 1847. — Brochina glabra (Montg.). Fam. VERMETIDAE D’Orb. 1840. Gen. Vermetus Adams 1757 (tipo V. Adansoni Daud.). Sottog. Vermetus str. s. — Vermetus clathratus (Desh ) var. otigo- transiens. — V. Deshayesî (May.)e var. crebrecincta e rarecincta. — Vermetus miotaurinus Sacc. — V. glomeratus (L.). — V. crassi- sculptus Koen. var. mamillaris e vulcanoides. — V. laevisculpius Sacc. — V. granosocostatus Sace. Sottog. Petaloconchus Lea 1843. — Petaloconchus intortus (Lk) e var. percristata, angutosa, semilaevis, turritelloîdes, solutellta, Woodîî, taurinensis e laevirugosula. Sottog. Lemintina Risso 1826. — Lemintina arenaria (L.) e var. den- tifera, perpustulata, horrida, taurogranosa, major, minor, regu- larispira, conglobata, angulata. — L. semisurrecta (Biv.) e var. tauromagna. Sottog. Bivonia Gray 1842. — Bivonia triquetra (Biv.) e var. crîsta- tissima, bicarinata, gregata, miobicarinata, subnummulus, tauro- colligens. — B. granulata (Grav.) var. subdiscoidea e miogranosa. Sottog. Bivoniopsis Sacco 1896. — Bivoniopsis tauropustutata Sace. — B. sulcolimarx Sacc. e var. laevigranosa e depressa. — B. sul- covaricosa Sacc. Sottog. Spiroglyphus Daud. 1800. — Spîrogi!yphus cristatus (Br.). Fam. SILIQUARIIDAE Chenu 1860. Gen. Tenagodes Guett. em. 1774. Tenagodes anguinus (L.)e var. parvula, anomata, ligustica e mio- vermiculata. — T. promuricatus Sacc. (1) Maggio 1896 mi BI Fam. PHORIDAE Gray 1840 an XENOPHORIDAE Desh. 1864. Gen. Xenophora Fisch. e Waldh. 1807 (tipo X. trochîformis Born.). Sottog. Xenophora str. s. — Xenophora Deshayesi (Micht.) e var. elatespîirata — X. crispa (K6n.) e var. elatior, depressior, mediter- ranea e trinacria — X. înfundibulum (Br.) — X. testigera (Brn.) e var. elatiuscula e tauroturrita. Sottog. Tugurium Fisch. 1880. — Tugurium subextensum (D’Orb.) var. ornatoparva — T. plioîtalicum e var. gracilior. — T. post- extensum Sacc. — T. oligostriatum Sacc. — T. plioextensum Sacc. T. Borsoni (Bell.) e var. pagodaeformis Sace. Fam. CALYPTRAEIDAE Broderip 1835. Gen. Calyptraea Lk. 1799 (tipo C. chinensis (L.)). Calypiraea chinensis (L.) e var. muricata, squamutlata, conica, de- pressa, subelliplica, plicata, squama, Monicti, taurostrialteltata, par- vula e punctata — G. cf. aperta (Sol.). . Gen. Crepidula Lk. 1799 (tipo C. fornicata (L.)). Sottog. Crepidula str. s. — Cr'epidula gibbosa Defr. e var. giîbbosissima, rugosa, cochlearis e planovata. Sottog. Janacus Mòrch. 1852. — Janacus crepidulus (L.) e var. sca- phoîides, perampla e subcarinata. Gen. Crucibulum Schum. 1817 (tipo C. rude Brod.). Sottog. Bicatillus Swains. 1840. — Bicatiltus deformis (Lk.) e var. sepîioîidea ed ampilectens. Fam. CAPULIDAE Férussac 1821. Gen. Capulus Montf. 1810 (tipo C. hungaricus (L.)). Sottog. Capulus str. s. — Capulus hungaricus (L.) e var. Forestii, neglecia, rotundolaevis, rotundula, conicoelongata, subalata, obliqua, perobliqua, compressa, percompressa, forestiana, unguis e pedemon- tana — C. Barrandei (Hòrn.) e var. anceps, perampla, îmbricata e peradunca. Sottog. Brocchia Bronn. 1827. — Brocchia sinuosa (Br.) e var. Bel- lardii, similis, cornaliaeana, transiens e Formae — Br. laevîs Brn. e var. depressa — Br. tapparoneiana (Cocc.). Sottog. Amathinoides Sacco 1896. — AmatRhinoîdes sulcosa (Br.) (tipo del nuovo sottogenere) e var. hamata e subcristata. Gen. Plesiothyreus Cossmn. 1888 (tipo P. parmophoroides Cossmn.). Plesiothyreus taurinus (Micht.). Fam. HIPPONYCIDAE Fischer 1885. Gen. Hypponyx Defr. }819 (tipo H. antiquatus (L.)). Hipponyx bistriatus (Grat.) e var. radiata. ici BRE Gen. Amalthea Schum. 1817 (tipo A. acuta Q. e G.). Amalthea acuta (Quoy e Gaym.) var. exfavaniella, sublaevigata, transiens, înterrupta ed obsoleta — A. sulcata (Bors.) e var. pyrami- data, subgranulata, plioparva e dertornatutlina. Gen. Mitrularia Schum. 1817 (tipo M. equestris (L.)). Mitrultaria Bredai (Micht ) e var. rugutlosa. Ordine Scutibranchiata H. ed A. Adams, Fam. NERITIDAE Adams 1854 (Neritacea Lk. 1809 pars). Gen. Nerita Adams 1757 (tipo N. albicilla L). Nerita tauralbicilta Sacc. — N. gigantea Bell. e var. oblonga, stria- tulata e permarmorata — N. martiniana Math. e var. albofasciata, maculatellata, variemaculata, Salana e percrassa -- N. emiliana (May.) e var. connectens — N. Plutonis Bast. e var. dicrassecincta — N. asperata Duj. var. taurotransiens — N. Caronis (Brongn.). Gen. Neritima Lk. 1809 (tipo N. zî9-zag (Lk.)). Sottog. Puperita Gray 1857. — Puperita picta (Fér.) var. li perzonata, azonala e subpisiformis. Sottog. Theodoxus Montf. 1810. — Theodogus fAuviatilis (L.) Var. — Th. Morellii (Bell. e Micht.) e var. /atereticultata — Th. Hisingeriî (Bell. e Micht.) e var. suda/bescens. Sottog. Tripaloia Letourn. 1878. — Tripaloîa grateloupeana (Fér.)e var. dertonensis. Sottog. Neritodonta Brus. 1884. — Neritodonta mutinensis (D’Anc.) e var. înterposita, areolata ed albina — N. Doderleinî (D’Ane.) var. narzolina e pervariabilis. Sottog. Smaragdia Issel 1869. — Smaragdia viridis (L.) var. virgata, paucilineata e producia. Fam. NERITOPSIDAE Gray 1847. Gen. Neritopsis Grat. 1832 (tipo N. radula (L.)). Nerittopsis radula (L.) var. subpustulosa. 5. PARTE XXI (1). Naricidae, Modulidae, Phasianellidae, Turbinidae, Delphinulidae, Cyclostrematidae e Tornidae) (con 48@ figure). Fam. NARICIDAEK Fischer 1885. Gen. Narica Récl. in Orb. 1841 (tipo N. cancella/a (Chemn.). Narica (?) plioastensis Sacc. Fam. MODULIDAE Fischer 1885. Gen. Modulus Gray 1840 (tipo M. tectus (Gmel.). Modulus Basteroti (Ben.) e var. spîratissima e rotundolaevis. Fam. PHASIANELLIDAK Chenu 1860. Gen. Phasiamella Lk. 1804 (tipo Ph. australis (Gm.)) Sottog. Steganomphalus Harr. e Burr. — Steganomphalus pultus (L.) e var. picta. Sottog. Tricolia Risso (1826. — Tricolia speciosa (MUbhlf.). Fam. TURBINIDAE Woodward. Gen. Turbo L. 1758 (tipo 7. marmoratus L.). Sottog. Senectus Humphr. 1797. — Senecius miotaurinus Sace. Sottog. Ninella Gray 1850. — Ninezlta mutticineta Sacc. Gen. Leptothyra Carp. in Dall (tipo L. sanguinea (L.)). Sottog. Leptothyra str. s. — Leptothyra sanguinea (L.) — L. prosan- guinea Sace. Sottog. Cantrainea Jeffr. — Canirainea mamilta (Andr.) e var. derto- nensis e minor — C. tauromiocenica Sace. Gen. Collomia Gray 1852 (tipo C. marginata (Lk.). Sottog. Collonia str. s. — Co/lonîa excallifera Sacc. Sottog. Cirsochilus Cossmn. 1888. — Cirsochilus globulus (Dod.). Sottog. Pseudonina Sace. 1896. Pseudonina Bellardtii (Micht.) (tipo del nuovo sottog.) e var. laurosimplex. Gen. Astralium Link. 1807 (an Sol Klein 1753) (tipo S. longispina Lk.). Sottog. Bolma Risso 1826. — 2Bo/ma rugosa (L.) var. turritior, tu- (1) Settembre 1896, sota berculata, horrida, spînosa, subtuspînosa, affinis, excanaliculata, Cocconti, crassiplicata e perrugosella — B. Meynardai (Micht.) — B. taurinensis Sacc. e var. pseudaffinis e percarinata — B. granosa (Bors.) e var. miocenica — B. muricata (Duj.) var. italica, peran- gulata e taurangulata — B. Borsoni (Micht.) e var. semilaevis, basicarinata ed uvanilloides — B. proborsoni Sacc. var conjungens — B. (an Oobolma Sace. 1896) castrocarensis (For.) e var forqua- lella. Sottog. Ormastralium Sacco 1896. — Ormastralium (Bors.) (tipo del nuovo sottog.) e var. unocingulata, percommunis, bicingulata, bi- torquata, tritorquata, subbitorquata, tricingutata, suprabicincta, ornata, supraornata, ornalissima e totornata. — 0. carinatum (Bors.) e var. prohenica, scalarata, elatissima, intercincia, perro- tunda, rotundornata e bolmoîdes — O. subspinosum (Rov.) e var. acrenulata — O. (an Tylastraltium Sace. 1896) speciosum (Micht.) e var. laevior — O. (an Tyi.) taurospeciosum Sace. Fam. TROCHIDAE Gray. Gen. Trochus (Rond. 1554) Linneo 1758 (tipo Tr. néiloticus L.). Sottog. Tectus Montf. 1810. — Tectus lucasianus (Brongn.) var. pli- catoîdes. — Tectus vertex (Micht.) e var. subacrenata. — T. însignis (Micht.). Gen. Clanculus Montf. 1810 (tipo C. pharaonius (L.)). Sottog. Clanculus str. s. — Clanculus corallinus (Gm.) e var. turri- culata. Sottog. Claneulopsis Montrs. 1879. — Crtanculopsîs cruciata (L.) var. Araoniîis — Cl. granifera (Dod.) — Ci. Hoernesi (Dod.). Sottog. Clanculella Sacco 1896. — Clanculezta Jussieui (Payr.) (tipo del nuovo sottogenere). Gen. Danilia Brusina 1865 (tipo D. Tinei Calc.). Danîlia sublimbata (D'Orb.). Gen. Mionodonta Lk. 1799 (tipo M. ladio (L.)). Sottog. Monodonta str. s. — Monodonta cf. elegans Bast. Sottog. Monodontella Sacco 1896. — Monodontetla quadruta (Micht.) (tipo del nuovo sottog.) e var. simplicior — M. taurelegans Sace. Gen. Trochocochlea Klein 1253 (tipo T. turbinata (Born.)). Trochocochlea turbinata (Born.) var. pliocenica — Tr. tauroparva Sacc. — Tr. laevigata (Dod.) — Tr. Brocchii (May.) e var. paucipicia, perpicta, elalissima e depressula — Tr. subcineraria (D’Orb.) e var. raripicta, Gen. Oxystele Philippi 1837 (tipo 0. meru/la (Chemn.)). Oxystele Amedei (Brongn.) e var. magnoelata e graneltosa — O. tei 4 AA LPP, qua rotellaris (Micht.) e var. sudaspirata, torquala, paucicincta e radia- tetta — O. patuta (Br.) e var. convexodepressa, turritula e semisphae- rica. Gen. Gibbula Risso 1826 (tipo G. magus (L.)). Sottog. Gibbula str. s. — Gi00u/a magus (L.) e var. cingulatior, per- depressa, înfundibuliformis e laurominima — Gibbula semirotunda Sace. e var. /atesulcalta — G. argentaria (May.) — G. neglecta(Micht.) — G. euomphata (Phil.) e var. anodosula — G. tauranodosula Sace. Sottog. Forskalia H. ed A. Adams 1855. — Forskalia fanulum Gmel. var. cingulifera, canaliculata e convexula — F. depressula Sacc. — F. Guttadauri (Phil.) var. sudunisulcata, planata, perelata e fanuloides — F. cf. calenutaris (Eichw.). Sottog. Magulus Montrs. 1888. — Magu?lus ardens (v. Salis) var. ela- tastensis — M. laeviardens Sacc. — M. pliosubcincius Sacc. — M. albidus (Gmel.) — M. tauracutus Sacc. e var. gracitlincia. Sottog. Tumulus Montrs. 1883. — Tumulus dertosulcatus Sace. Sottog. Phorculellus Sacco 1896. — Phorculellus varius (L.) (tipo del sottog.) — Pl. tauroparvus Sacc. = Ph. apenniînicus Sacc. — Ph. mutinocincius Sacc. — Ph. affinis (Eichw.) var. protumida — Ph. tauroangulosus Sacc. e var. mioturbiînoides — Ph. cf. quadristriatus (Dub.) — PR. biangulatus (Eichw.) var. porella. Sottog. Colliculus Montrs. 1888. — Co/liculus Adansoni (Payr.) e var. castrensis, taurinensis, perconica e mionheticoides. Sottog. Glomulus Montrs. 1888. — G/omwuzus cf. Iurbinoîdes (Desh.) (an G/. purpureus (Risso)) — G/. Monterosatoî Sacc. Sottog. Phoreus Risso 1826. — Phorcus taurolaevis Sace. e var. de- pressula. , Sottog. Gibbuloidella Sacco 1896. — Gibbuloîdella divergens (Bon.) (tipo del nuovo sottog.) e var. rofundula e supraplanata. Sottog. Steromphalus Leach 1847. — Sferomphalus cf. obliquatus (Gmel.) — Sf. divaricatus (L.). Gen. Eumargarita Fischer 1885 (tipo E. helicina (Fabr.)). Eumargariîta taurinensis Sacc. — Eu. cf. Kickxi (Nyst.). Gen. Solariella Wood 1842 (tipo S. obscura (Couth.)). Solariella plioobscura Sacc. — S. taurocîncta Sace. — S. peregrina (Lib.). Gen. Calliostoma Swains. 1840 (tipo C. conulum (L.)). Sottog. Calliostoma str. s. — Ca/liostoma conulum (L.) e var. per- elata, latecincta e Scacchiî — C. crassocinctum Sace. Sottog. Ampullotrochus Montrs. 1890 — Ampullotrochus granutatus (Born.) var. laureata, percoronata, polygonatis, stoppanîana e per- conica — A. Sculiformis Sacc. — A. subexcavatus (Wood.) var. le fauromiliaris — A. miliarîs (Br.) e var. simplicior, miîllegranus e Paoluccîiae — A. tauroelegans Sacc. — A. cf. boscianus (Brongn.) — A. oligocenicus Sacc. — A. cingulatus (Br.) e var. perdentata e miotaurina — A. perstriolatus Sace. — A. papîlla (Eichw.) var. taurogranosa. Sottog. Jujubinus Montrs. 1884. — Jujubinus exasperatus (Penn.) e .var. Matoni, colligens e subcolligens — J. turricula (Bichw.) var. taevigranosa — J. striatus (L.) e var. perlurrita, laeviuscula, biba- silaris e Gravinae. Sottog. Strigosella Sacco 1896. — Strigosellta strigosa (Gmel.) (tipo del nuovo sottog.) var. /urgidula, substrigosa e simulans. Fam. DELPHINULIDAK Fischer, 1885. Gen. Delphiînula Lk. 1803 (tipo D. laciniata (LK.)). Delphinula scobina ‘(Brongn.) var. appenninica Sacc. Delphinula (an Pseudoninella) miosolarioides Sacc. Fam. CYCLOSTREMATIDAE Fischer 1885, Gen. Tinostoma H. ed A. Adams 1853 (tipo T. politum A. Adams). Tinostoma Woodî (Hòrn.) e var. astensis e parvillima. Gen. Leuchorhymchîia Crosse 1867 (tipo L. caledonica Gross.). Leucorhinchia miorotelloides Sacc. Gen. Adeorbis Wood 1842 (tipo A. striatus Phil.). Adeorbiîis supranilidus Wood — A. trigonostoma (Bast.) — A. mio- taurinensis Sacc. e var. duplicocincia, crassecincia e plioastensis — A. miobicarinatus Sacc. Fam. TORNIDAK Sacco 1896. Gen. Tormus Turton 1829 (tipo 7. sudcarinatus (Montg.)). Tornus subcarinalus (Montg.). a GL PARTE XXII. Fam. PLEUROTOMARIIDAE D’Orb. Gen. Pleurotomaria Defr. 1821 (tipo P. ornata Defr.). Sottog. Entemnotrochus Fisch. 1885. — Znafemnotrochis? gigas (Bors). Fam. SCISSURELLIDAE. Gen. Scissurella D’Orb. 1823 (tipo S. crispata (Flem.) Sottog.: Sehismope Jeffr. 1856. — S. striatula (Phil). Fam. HALIOTIDAKE Fleming 1828. Gen. Hialiotis L. 1735 (tipo H. iuderculata L.). Sottog. Haliotis str. s. — 4. tuberculata (L.) var. tauroparva, per- spirata, tauroplanata e lamellosoides = H. ovata Bon. — H. mo- nilifera Bon. — H. anomiaeformis Sace. Fam: FISSURELLIDAE Risso 1826. Gen Fissurella Brug. 1789 (tipo F. crassa Lk.) Fissurella (Glyphis) graeca (L.) var. alveolata — F. (Glyphis®) ttalica Defr. e var. convexospirata, pergîbbula, perexpansa, depres- stuscula, taurominor, reticulina, parvulîna, gibboparvula e cory- thoides. — F. gibberula Lk. e var. dorsata e pergibberula — F. excentrica Dod. — F. costicîllatissima Sacc. Gen. Fissurellidea D’Orb. 1839 (tipo F. hiantula (Lk.)). Fissurellidea clypeata (Grat.) e var. fapîna e marginalella. Gen. Emarginula Lk. 1801 (tipo E. fissura (L.)). Sottog. Emarginula str. s. — Emarginula fissura (L.) e var. pseu- doconica — E. conica Schum. — E. Grateloupî Bell. e Micht. e var; laeviuscula, fenestratella, variecostata e crassiclathrata — E. Chem- nîtzi Micht. e var. elatecostata — E. cancellata Phil. e var. plio- granulosa e pyramidatior — E. crassa Sow. — E. Huzardîi Payr. — E. elongata Costa var. plioaspera, gibbovata e Sotteri — E. bisvicatà Rov. — E. profundesulcata Rov. e var. parvelliptica. Sottog. Loxotoma Fisch. 1885 — Loxrotoma eocaenicum Sace. Sottog. Subemarginula Blainv. 1825. — Sudbemarginuta? prosculphitis Sacc. Gen. Rimula Defr. 1819 (tipo R. exquisita A. Ad.). Sottog. Semperia Crosse 1867. — Semperia dissita (Micht.). Gen. Secutum Mont. 1810 (tipo S. australe (Lk.)). Scutum Bellardii (Micht.) e var. strictula e dertonensis. Gen. Zeidora A. Adams 1860 (tipo Z. reticulata (A. Ad.)). Zeidora ligustica Bell. Gen. Puncturella Lowe 1827 (tipo P. noachina (L.)). Puncturella noachina (L.). Fam. TECTURIDAE Gray (an Acmae?dae Carp.). Gen. Teetura Aud. ed H. M. Edwards in Cuv. 1830 (tipo 7. mitra Esch.). Teclura virginea (Mull.) var. acuta e parvolicustica — T. tauri- nensiîis Sacc. — T.? tauroconica Sace. Gen. Seurria Gray 1847 (tipo S. scurra Less.). Scurria pîleata (Bon.) e var. elatiuscula, digitiformis. Fam. PATELLIDAE Férussac 1821. Gen. Patella Lister i688 (tipo P. vulgata L.). Patella neglecta Micht. e var. oblita, Klipsteini e percrassa — P. Borni Micht. — P. anceps Micht. e var. perradiata — P. crassosimplea — Sacc. — P. subcentratlis (Rov.) — P. pyramidalis Rov. e var. graci- licosta — P. protea Dod. — P. crassicostata Rov. e var. parvostriata. Sottog. Cymbula H. e A. Adams 1854. — Cymbula excrenata Sacc. Sottoclasse Prosobranchiata. Ordine Pectinibranchiata (Aggiunte). Gen. Fusimorio Sacco 1896 (tipo F. carcarensis (Micht.)). | Fusimorio carcarensis (Micht.) (Fusus) e var. cingulatior e sim- plicior. Gen. Trochocerithium Cossmn. e Sacc. 1896 (tipo T. (urritum (Bon.)). Trochocerithium turrilum (Bon.) (Trochus) e var. îmbricatior, ta- tecrenata e supracincia. Fam. 00CORYTHIDAE Fischer 1885. Gen. Qocorys Fisch. 1884 (tipo 0. sulcata Fisch.). Oocorys ligustica Sacc. ar 0 Fam. CYCLOPHORIDAE Gray 1847. Gen. Pomatias Stud. 1789 (tipo P. obscurum Drapn.). Pomatias subalpinum Pini var. fossilis. Gen. Craspedopoma L. Pfeiff. 1847 (tipo 0. lucidum Lowe). Craspedopoma' conoîdale Micht. var. fossanensîs Sace. Gen. Ferussina Grat. 1827 (tipo N. anostomaeformis Grat.). , Ferussina. anostomaeformis Grat. var. ialica Sacc. Fam. CYCLOSTOMIDAE Menke 1830. Gen. Cyclostoma Drapn. 1801 (tipo C. elegans Miull.). _Cyclostoma rhinocerontophilum Sace. — C. praecurrens De Stef. var. fossanensîs e Camerani. Fam. ACICULIDAE Fischer 1885. Gen. Acicula Hartmn. 1821 (tipo A. Zéneata Drapn.). Acîcula cf. lineata Drapn. Fam. TRUNCATELLIDAE Gray. Gen. Truncatella Risso 1826 (tipo T. truncatula (Drapn.). Truncatella truncatuta (Drapn.) e var. laevigata. Sottoclasse Opistobranchiata Milne-Edwards. Ord. 'Tectibranchiata Cuvier 1812 (Vedi Ringiculidae in Parte XII). Fam. ACTAEONIDAE D’Orb. 1842. Gen.. Aetaeon'Montf. 1810 (tipo A. fornatilis (L.)). Actaeon tornatilis (L.) — A. cf. subulatus Wood — A. inflatus (Bors.) e var. fusuloides— A. punctutatus (Fér.) e var. ventricosa, striatel- latior, malléata e gigantea — A. semistriatus (Fér.) e var. fusulatior, maculata, ligustica, perstriata, totostriata ed inflalella — A. altenuatus (May.) — A. Woodi (Mày.) — A. pinguiîs D’Orb. e var. gibboselta — A. levidensîis (Wood). Gen. Actaeonidea Gabb. 1863 (tipo A. 0ryza Gabb.). . Actaeonidea: pseudopinguis Sace. — A. achatina (Bon.) e var. mu- tinensis e brevispira. —_. 92. — Sottoe. Crenilabium Cossmn. 1889. — Crenstabium pedemontanum Sacc. Gen. Tornatella Conr. 1860 (tipo 7. bella Conr.). Tornatella simulata (Sol.) e var. diplicata. Fam. TORNATINIDAE Fischer 1883. Gen. Tornatina A. Adams 1850 (tipo T. voluta (Quoy e Gaim.)). Tornatina lajonkaireana (Bast.) — T. spirata (Br.) e var. com- pressior ed Agassizi — T. tornata (May.). Sottog. Pseudavena Sacc. 1896. — Pseudavena taurogianduta Sace. ‘tipo del nuovo sottog.) e var. fransiens — P. coclis (Ponzi) var. ligustica, radians e tornatinotdes. Gen. Retusa Brown 1827 (tipo R. truncatula (Brong.)). Retusa truncatula (Brug.) e var. clavata — R. decussata (Bon.) — R. ebtusa (Montg.) var. plioparva. G. Volvula Adams 1850 (an Yolvulella R. B. New. 1881) (t. V. acuminata (Brg.)). Volvula acuminata (Brug.). Fam. SCAPHANDRIDAK Fischer 1883. I Gdn. Scaphander Montf. 1810 (tipo S. lignarius (L.)). Scaphander lignarius (L.)e var. fargionia, parvulina, dertonensîs e Grateloupiîi — N. oligoturritus Sacc. Gen. Sabatia Bell. 1877 (tipo S. uniplicata (Bell.)). Sabatia uniplicata (Bell.). Gen. Roxania Leach 1847 (tipo R. Cranchi Leach.). Roxania utriculus (Br.) e var. totornata e taurolaevis. Fam. BULLIDAE Lamarck 1822 p. p. Gen. Bulla (Kleln 1753) Linn. 1759 (tipo B. ampulZla L.). Sottog. Bulla str. s. — Bulla subampulla D’Orb. e var. brunnea, lau- rinensis e colligens — B. d’anconeana Coce. Sottog. Aerocolpus Cossmn. 1895. — Acrocolpus oligoplicatus Sacc. Sottog. Haminea Leach 1847. — Haminea hydatis (L.) e var. Aydatina. Fam. CYLICNIDAE A. Adams 1850. Gen. Bullinella New. 1891 (Cylichna Lov. 1846 non Burm. 1844) (tipo B. cylindracea (Penn.)). Sottog. Bullinella str. s. — Bu/linella cylindracea (Penn.) e var. con- voluta — B. subovulariîs Sacc. e DO Sottog. Cyliehnina Montrs. 1884. — Cylichnina umbiticata (Montg.) —C. elongata (Eichw.) — C. cf. clathrata Defr. — C. pliosimplea Sacc. — C. Brocchii (Micht.) — C. crassiplicata (May.) — C. testi. culina (Bon.) — C. intermedia Sacc. — C. pliocrassa Sace. — C. dertocrassa Sacc. e var. perclavata. Fam. PHILINIDAE Fischer. 1883 (Bullaeidae Chenu 1860). Gen. Philine Ascanius 1772 (tipo Ph. aperta (L.)). Sottog. Megistostoma Gabb. 1864. — Megistostoma rostratum (Desh.). Sottog. Hermania Montrs. 1884. — Hermania scabra (Mùll.) — A. catena (Monig.) — H. ventrosa (Wood) var. ligustica. Fam. UMBRELLIDAE Chenu 1860. Gen. Umbrella Chemn. 1788 (tipo U. chinensis Chemn.). Umbrella mediterranea Lk. e var. plicata ed elongata. Sottoclasse Pulmonata Cuv. 1817. Ordine Geophila Fér. 1812. Fam. TESTACELLIDAE Chenu 1860 Gen. Testacella Cuv. 1800 (tipo T. haliotidea Drapn.). Testacella pedemontana Sacc. Gen. Glandina Schum. 18!7 (tipo G. truncata Gmel.). . Glandina tauriînensis Sacc. e var. Melti. Sottog. Poiretia — Potîretia aigira (Brug.) var. pseudoalgira. Fam. LIMACIDAE Lk. 1809. Gen. Limax L. 1758 (tipo L. maximus L.). Sottog. Heinemannia Malm — Heinemannia fossilis Sacc. — H. plio- ligustica Sacc. Fam. VITRINIDAE Chenu, 1860. Gen. Vitrima Drapn. 1801 (tipo V. major Fér.). Vitrina breviîs Fér. Gen. Hyalimnia Fér. 1819. Sottog. Vitrea Fitzinger — Vitrea Faustinae (Sacc.) e var. tassaroliana. Sottog. Euhyalinia Albers 1857 — Euhyalinia depressissima (Sacc.) . e var. planospîra — E. cf. nitens (Gmel.) var. astensîs Sace. — E.. cf. glabra (Stud.) — E. cf. radiatula (Ald.). Fam. HELICIDAE Gray 1824. Gen. Geomalacus Allm. 1846 (tipo G. maculosus Allm.). Geomatacus pliocenicus Sace. Gen. Hielfix L. 1758 (tipo H. pomatias L.). Sottog. Galactochilus Sandberg.— Galactochilus exbrocchii Sace.e var. major. Sottog. Tachea Leach, Gray 1840 — Tachea sepulta (Micht.) e var. roccadebdbaldiana. Sottog. Macularia Albers. 1850. — Macu/arîa vermicularia (Bon.) — M. Bottinii Sacc. — M. magnilabiata Sace. — M. pliobraidensis Sace. Sottog. Campylea Beck 1837. — Campylea? Haveri (Micht.). Sottog. Zenobia Gray 1821. — Zenobia carinatissima (Sacc.) e var. villafranchiana. Sottog. Trichia Hartmn 1840. — Trichia cf. hispida (Li): Sottog. Carthusiana Kobelt. — Carthusiana cf. carthusiana (Mull.). Helix (?) Tarametllii Sacc. — H. (?) pseudohyatinia Sace. Sottog. Polygyra Say 1817 — Polygyra planorbiformis (Sacc.) e var. tassaroliana — P. plioauriculata (Sacc.). Sottog. Drepanostoma Porro 1836. — Drepanostoma cf. nautiliformis (Porro). Sottog. Gronostoma Held. 1837. — Gonostoma obvoluta (Mùll.) — G. patuliformis (Sacc.). Sottog. Acanthinula Beck 1846. — Acantrinula Paronae Sace. Gen. Patula Held. 1837 (tipo. P. rotundata Drapn.). Sottog. Discus Fitzing. 1833. — Discus lateumbilicatus Sacc.— D. Pan tanellit Sace. Sottog. Janulus Lowe 1852. — Janulus angustiumbilicatus Sacc. Fam. PUPIDAE v. Martens.emend. Gen. Bulimimus Eheremberg 1881. Buliminus Sp. Sottog. Petraeus Albers 1850. — Petraeus sp. Gen. Pupa Drapn. 1805. . Sottog. Pagodina Stabile 1864 — Pagodina Bellardîî (Sacc.). Sottog. Orcula Held 1837. — Orcu/a dolium (Drapn.). Sottog. Coryna Westerl. — Coryna proexcessiva Sacc. Gen. Vertigo Mill. 1774 (tipo .V. antivertigo Drapn,.).,, Sottog. Scarabella Lowe 1854. — Scaradella fossanensis (Sace.) e var. quatuordentata Sacc. — S. Capettinii (Sacc.) e var. ligustica,. — 9 — Sottog. Alaea Jeffv. 1830. — Azaea giobosa (Sace.) e var. tassaroliana Sace, Sottog. Istmia Gray 1840. — Istmia vitltafranchiana (Sacc.). Gen. Clausflia Drapn. 1805 (tipo C. plicatula Drapn.). Sottog. Polloneria Sacc. 1885. — Pozoneria pliocenica Sacc. Sottog. Laminifera Bottg. 1863. — Laminifera viltafranchiana (Sacc.). Sottog. Serrulina Mousson 1873. — Serruzina decemplicata (Sacc.). Settog. Pyrostoma Mòllend. — Pyrostoma Portisti (Sacc.). Sottog. Marpessa Gray 1840. — Marpessa prolaminata (Sacc.). Gen. Triptychîa Sandb. 1872 (tipo Tr. antiqua (Schùbl.)). Triptychia mastodontophita (Sismd.) e var. emyphita. Fam. STENOGYRIDAE Fischer 1885. Gen. Ferussacia Risso 1826. Sottog. Folliculus Agass. 1837. — Folliculus Pollonerae (Sacc.) — F. tassarolianus (Sacc.). Gen. Cionella Jeff. 1829 (tipo C sudcylindrica (L.)). Sottog. Zua Leach, Gray 1840. — Zua cf. exîgua (Menke). Gen. Caecilianella Fér. 1817 (tipo C. acicula Mull.). Caeciîlianella cf. acicula Mull. e var. irregularis. Fam. SUCCINEIDAE Chenu, 1860 emend. Gen. Succinea Drapn. 1801 (tipo S. putris L.). Succinea oblonga Drapn. var. tripiychiophila. Ordine Gehydrophila Férussac 1819. Fam. AURICULIDAE Risso 1826. Gen. Alexia Leach (in Gray) 1847 (tipo A. denticulata (Montg.)). Alexia myotis (Br.) e var. vasiensis, subbidentata, denticulatior, subglobosa, dentata, subpunctala e turritula. Sottog. Monica H. A. Adams 1853 — Monica Firmini (Payr.). Gen. Sulcomarinula Sacc. 1896 (tipo S. taurinensis Sacc.). Sulcomarinula taurinensis Sacc. Gen. Leuconîia Gray 1840 (tipo L. didentata (Montg.)). Leuconia Serresi (Tourn.) e var. parvulina. Gen. Carychium O. F. Mùll. 1774 (tipo C. minimum Mull.). Carichium minimum Mull. e var. Pantanelltîi — C. crassum Sacc. = = Ordine Hygrophila Férussac 1821. Fam. LIMNAEKIDAE Lk. Gen. Limmaea Lk. 1801 (tipo L. stagnalis L.). Sottog. Limnophysa Fitzinger. — Limnophysa anthracotheriorum (Micht.). Sottog. Gulnaria Leach. — Gulnarta plicata (Sace.) — G. èf. peregrà (Mill.). Sottog. Limnus — Limnus bucciniformiîs (Sacc.). Gen. Ameylus Geoffr, 1767 (tipo A. /uviatilis Mùll.). Sottog. Aneylastrum Bourg. — Ancylastrum simplex (Buc’hoz) var. parvula. Gen, Plamorbis Guett. 1756 (tipo P. corneus L.). Sottog. Spirodiscus Stein. — Spiîrodiscus Barettii (Sacc.) e var. cere- solensîs — S. Isseli (Sacc.). | Sottog. Tropidiseus Stein. — Tropidiscus anceps (Sacc.). — T', (2) di- gnitarum (Micht.). Sottog. Gyrorbis Agassi — Gyrorbîs depressissima (Sacc.). Sottog. Gyraulus Agass. — Gyraulus albus (Mill.) — G. Stoppantt (Sacc.)..- Fam. PHYSIDAKE Fischer 1885. Gen. Physa Drapn. 1801 (tipo Ph. fontinalis (L))). Physa Meneghinii Sace. Ordine Thalassophila Gray 1850. Fam. SIPHONARIIDAE Gray 1840. Gen. Siphomarîa Sow. 1824 (tipo S. sipho Sow.). Siphonaria polygona (Sismd.) e var. pluricositulata, longiuscata ed trregularis — S. variecositata Sace. Gen. Williamia Montrs. 1884 (tipo W. Gussonti (0. G. Costa)). Williamia Gussonti (0. G. Costa) var. piiocenica, miocenica «e pare volaevis — W. taurosimplex Sacc. di tt Aria ll fl Li Classe AMPHINEURA v. Iber. Ordine Polyplacophora Blainv. emend., 1816. Fam. CHITONIDAE Guilding 1829. Gen. Chiton L. 1758 (tipo Ch. squamosus L.). Sottog. Chiton str. s. — Chiton olivaceus Spengl. var. plioparva — C. miocenicus Micht. Gen. Middendorfifia Carp. 1882 (tipo M. caprearum (Sch.)). Middendorffia subcajetana D’Orb. ‘Gen. Lepidopleurus Leach in Risso 1826 (tipo L. cajetanus (Poli)). Lepidopleurus cajetanus (Poli) — L. marginatus (Penn.). Gen. Aeantochiton Leach emend. in Risso 1828 (tipo A. fascicularis (L.)). Acantochiton costatus (Rov.) e var. mutinocrassa ed astensîs. Classe SCAPHOPODA. Brown 1862. Ordine Solenoconchia Lacaze-Duthiers 1857. Fam. DENTALIIDAE Roemer emend. 1836. Gen. Dentafifum (Aldrov. 1615) Linn. 1740 (tipo D. elephantinum L.). Sottog. Dentalium str. s. — Dentalium sexangulum Schròt. e var. striolatissima, Noe, magnocostata, peracuta ed acutangularis — S. Guidottii Sacc. — D. îinaequale Brn. e var. rotundatior — D. pas- serinianum Gocce. e var. strialissima — D. Michetottiî Hoern. e var. intercosticillata, rotundulina, rolundosimplex, costulatior e costula- tissima — D. (2) novemcincium Sace. Sottog. Antale Aldrov. 1618. — A. vulgare (Da Costa) var. perstriolata — A. Bouet (Desh.) e var. /auraspera, perlaevis e taurogracitis — A. fossile (Schròt.) e var. raricostata — A. vitreum (Schròt.) — A. taurocostatum Sace. e var. costulattor, atava, octogonalis e septem- costata — A. novemcostatum (Lk.) var. pseudaprina, mutabitis, inaequicostata, decemcostata, undecimcostata, duodecimcostata e tredecimcostata — A. dentale (L.) e var. astensis, sexdecimcostata, quatuordecimecostata, paucicostulata e macutatellata. Sottog. Entalis Gray 1840. (an Entaliopsis New. e Harr. 1894) — En- talis simplex (Micht.) — £. miopseudoentalis Sacc. e var. costatior — E. cf. acuta (Héb.) e var. appenninica — E. badensis (Partsch.) e var. pliocenica, laticostata, pseudobouei, pavcicostata e planico- stata — E. miocenica (Micht.) — E. interrupta (Schròt.) — E. tau- rostriata Sacc. e var. simplicior, subjuvenis, decemcostata ed ano- malocostata — E. recta (L.) e var. dertonensis ed elaticostata. Sig: ife Sottog. Coccodentalium Sace. 1896. — Coccodentalium raduta (Schròt.) (tipo del nuovo sottog.) e var. gracillima e raricostata. Sottog. Pseudantalis Montrs. 1884. — Pseudantalis rubescens (Desh.). Sottog. Fustiaria Stoliezka (868. — Fustiaria polita (L.) — F. Janî (Hoern.) e var. striatellata — F. incertuta Sacc. Sottog. (xadilina For. 1885. — Gadilina triquetra e var. taurogracitis. Gen. E°ulsellum Stoliczka 1868 (tipo P. Zophotense (M. Sars)). Sottog. Pulsellum str. s. — Pu/seZZum tophotense (M. Sars) — P. cf. affine (M. Sars). Sottog. Entalina Montrs. 1884. Entalina tetragona (Br.) e var. pau- cistriata, Gen. Siphonodentalium M. Sars 1859 (tipo S. lobatum Sars). Sottog. Discides Jeffr. 1867. — Discides bifissus (S. Wood). Gen. Cadulus Phil. 1844 (tipo C. 0vulus (Phil.)). Sottog. Cadulus str. s. — Cadulus ovulus (Phil.) — C. taurovulus Sacc. — C. tlauroltumidosus Sace. — C. tumidosus Jeffr. var. par- vulina e perinflata. Sottog. Loxoporus Jeffr. 1869. — Loxoporus subfusiformis (M. Sars) e var. faurominima — L. cf. propinquus (G. O. Sars). Sottog. Gadila Gray 1847. — Gadila gadus (Montg.) e var. ventricosa, gracilina e gadula. _———————£——————r—_——_brP——m——P———___ nnt e——_—..-. * "*=*-rr**e- pe 10661 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco - Torino. È Naro vi “ I 4 \TRSGHPA Na te u PL La asia