x - { % ) ‘ N î } . x - Î LO “ : f * Caf >» | Le f e a pa A a : RI x: Sese Pò è Ù.ae è HARVARD UNIVERSITY. LEBRARY OF THE MUSEUM OF COMPARATIVE ZOOLOGY. \195 \N Mi; ASPEN - Nor PIANTA A DIA dr gt; ue: i BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino —_ > 7 SERE Ne og N. 367-381 A hi ORINO TIPOGRAFIA PIETRO GERBONE via Gaudenzio Ferrari, 3 - ui DAI “ag d° H4 fase Mit ide ha sipolo@ti vi oditot ib sitsrorini + ailah ei 188-108 «Ki "Suor MUOGSIOA ORTHIT ATTA:NI VOTE ‘AE Ù nati ciseluat) aly N. 367. N. 368. N. 369. N. 370. . 371. za 2 a 2zZ2 2 2 A 2 2 Sì D INDICE Festa E. — Di un caso di icterismo nel Petromyzon Planeri, Bloch. Salvadori T. e Festa E. — (Viaggio del Dr. E. Festa nell’Ecuador). XXII - Uccelli - Parte terza - Trochili — Tinami. Cognetti L. — (Viaggio del Dr. A. Borelli nel Matto Grosso e nel Paraguay). II - Contributo alla conoscenza degli Oligocheti neotro- picali. Boulenger G. A. — (Viaggio del Dr. A. Borelli nel Matto Grosso e nel Paraguay). III - Liste des poissons recueillis è Urucum et à Carandasifiho près de Corumbà. Frassetto F. — Nuove fontanelle accessorie e nuovi ossicini fontanel- lari nel cranio dell’uomo e dei primati in genere. . — Caso singolare di asimmetria faciale in un cranio di Ovîs nahura. Hodg - con tavola. . Camerano L. — Osservazioni intorno al modo di dividere la lunghezza base nel calcolo del coefficiente somatico. . Tua P. — Contribuzione alla conoscenza degli Isopodi terrestri italiani - Con una tavola. . Camerano L. — Lo studio quantitativo degli organismi ed il coefficiente somatico. . Frassetto F. — Di 11 parietali di Primati parzialmente divisi. . Giglio-Tos E. — (Viaggio del Dr. A. Borelli nel Matto Grosso e nel Paraguay). IV - Ortotteri. . Salvadori T. — (Viaggio del Dr. A. Borelli nel Matto Grosso e nel Paraguay). V - Uccelli. . Nobili G. — Descrizione di un nuovo Palaemon di Giava e osserva- zioni sulla Callianassa turnerana Wh. del Camerun. . Dervieuz E. — La Lepidocyclina marginata (Michelotti). . Borelli A. — Descrizione di una nuova Forficula del Congo. “ “nriazao d svsiò ID somsnisi ovovna nu ib ossoisi1ondli a s » unt «dfool® togaiT nostmotdot ten omsiiniotib osso att lr: x QPERETI RO adotti Ul 300 ob cisgaiV) — .E aîsot CO imtagi® = ilidon dl a si i Tosi \iaivib otastrloistag itemix1 ib ilatettag ri ia =. Isa 0 cszoni) ottalli fem illeso! A .10 Iob ciggait) — .itaston10 - VE Age fon 4 oszotà). oss Ion ille .A_.10 fab ciggaiVY all 7 hrob silt009! = MG mbl. no È «irtoni09) fob {VW matrona: nazssnil ittoladol}) atanigram asilogpobhigel sta di ag .09400 [95 slsofro avo ans ib enoisissag li = «e BOLLETTINO 9 di Zoologia gui “Anatomia comparata | della R. Università di Torino SN. S67 pubblicato il 13 Gennaio 1900 Vor XV Dr. E. FESTA. Di un caso di icterismo nel Petromyzon Planeri, BLocH. Il 31 dicembre 1899 da un pescatore di Cercenasco (Vigone) veniva pescato un esemplare di Lampreda (Pelromyzon Planeri, Bloch) il quale presenta un interessante fenomeno di icterismo. L'esemplare sopradetto ha la parte superiore del capo di un bel colore giallo cadmio, il resto delle parti superiori del corpo di color giallo in- diano, ed i lati del corpo di color giallo cromo. Esso misura 155 mm. circa di lunghezza totale, ed è nello stadio lar- vale (Ammocoetes branchiatis); però appare già prossimo a trasformarsi nella forma adulta. Nella suddetta descrizione in quanto ai colori io mi sono riferito alla Nomencilalure of colors for naturalists del Ridgway (1), pl. vI, n. 6,5, 8. L’albinismo è assai raro nei pesci e ciò attestano i pochi casi enu- merati dal Pavesi (2). Più raro ancora appare essere nei pesci l’icterismo, del quale non conosco altri casi che quelli verificatisi nell’Anguilla (Anguilla vulgaris, Turt.) descritti dal Bolau (83). Quest’autore cita pure un Acîpenser rvu- 'henus proveniente da Nischnij-Novgorod e descritto dal Brandt (4). Quell’esemplare aveva un colore fondamentale pale dbrownish orange, una tinta color carne ai lati del ventre, mentre che sulla parte supe- riore del corpo, più scura, presentava una tinta gialla. (1) R. Ridgway, A nomenclature of colors for naturalists and compen- dium of useful knowledge fur ornithologists — Boston, 1886. (2) Curioso metacromatismo in Anguilla: in Rendiconti del R. Istituto Lombardo, serie II, vol. XXVII, fasc. xvI, 1894. (3) Ueber eine gelbe Varietàt von Flussaal,-in Troschel’s Arch. f. Naturg. xLVII, 1881, p. 136. Trad. ingl. in Annals and Mag. Nat. Hist., ser. 6*, Ix, p. 65. (4) Bull. de l’Acad. de St. Pétersb., vol. x, 1852, p. 13. i ee Il Bolau.cita inoltre (I. c. p. 67) un esemplare di Cobitis barbalula menzionato dal Siebold (1) avente un colore rossiccio pallido e la pupilla rossa. L'icterismo mel Petromyzon planeri, per quanto io sappia, sembrerebbe un: fatto nuovo. Questo caso di icterismo infirmerebbe pure sempre più la teoria del Fischer-Sigwart (2) sulle cause dell’albinismo negli animali, teoria già stata contestata dal Camerano (3). Anche per quanto riguarda i pesci non si può davvero affermare che l’albinismo vada facendosi più frequente. Inoltre nella località, in cui fu preso l’esemplare, del quale ora ci occupiamo, la pesca delle Lamprede da lunghissimo tempo fu sempre esercitata assai attivamente, e non mi consta affatto che in quest'anno le Lamprede vi siano in condizioni più o ineno favorevoli al loro sviluppo ed alla loro moltiplicazione di quanto lo fossero negli anni precedenti. (1) Siisswasserfische von Mitteleuropa, p. 18. (2) Sur l’albinisme chez les larves de Rana temporaria, avec quelques re- marques. sur l’albinisme en genéral. Arch. des Scienc. Phys. et Nat. 3 per., vol. 20, Soc. Helv. des Sc. Nat., p. 350, 1888. (38) Di alcuni girini albini e delle cause dell’albinismo, Boll. dei Musei di Zool. Anat Comp. Torino, vol Iv, n. 64. 26 - Tip. Gerbone - Torino. BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata » della R. Università di Torino 11,698 = N. SBG6S pubblicato 11 19 Febbraio 1900 VoL. XV Viaggio del Dr. Enrico Festa nell’Ecuador. XXII. T. SALVADORI ed E. FESTA UCCELLI PARTE TERZA — Trochili - Tinami. Questa terza ed ultima parte del nostro lavoro intorno agli uccelli dell'Ecuador raccolti dal Dr. E. Festa comprende le specie appartenenti agli ordini susseguenti ai Passeres, dai Trochili fino ai Tinami; esse sono in numero di 268. Quattro specie vengono ora descritte come nuove: 1. Chloronerpes rubripileus. 3. Pulsatria fasciativeniris. 2. Capîto aequatoriatis. 4. Penelope aequatoriatis. Inoltre ben 34 già note non erano state annoverate prima d'ora fra quelle dell'Ecuador; esse sono le seguenti: 1. Chrysoptilus guttalus. 9. Rallus semiplumbeus. 2. Chetidoptera tenebrosa. 10. Limnopardalus nigricans. 3. Gypagus papa. ll. Gallinula galeata. 4. Accipîter tinus. 12. Arenaria interpres. 5. Buteo erythronotus. 13. Oreophitus ruficoltis. 6. Asîo accipiîtrinus. 14, Squatarola helvetica. 7. Pulsatrix perspicillata. 15. Numenius hudsonius. 8. Ciccaba nigrotlineata. 16. Macrorhamphus griseus. 17. Symphemia semipalmata. 26. Sula cyanops. 18. Calidris arenaria. 27. Fregata aquila. 19. Lîmonites minutilia. 28. Pelecanus californicus. 20. Heteropygia maculata. 29. Podicipes dominicus. 21. Thinocorus rumicivorus. 30. » Juninensiîs. 22. Theristicus branickhii. 31. Dendrocygna fulva. 23. Botaurus pinnatus. 32. Dafila spinicauda. 24. Sterna maxima. 33. Nomonyax dominicus. 25. Haltocyptena microsoma. 34. Tinamus tao. Talune delle specie menzionate in questa parte sono state identificate dal Graf von Berlepsch ed a lui torniamo a rendere le più vive grazie per il validissimo aiuto che ci ha prestato colla più grande cortesia. Torino, Museo Zoologico, gennaio 1900. 346. Eutoxeres heterurus, Gould.; Salvin, Cat. B. xvi, p. 262 (Eastern Ecuador); Hartert, Nuv. Zool. v, p. 493 (Cachavì, Paramba). — Eutogeres aquila heterurus, Berl. et Tacz. P. Z. S. 1885, p. 102 (Machay). — Euloweres baroni, Hartert, Nov. Zool. 1, pp. 54, 55, f. 3 (Rio Pescado), near Naranjal, W. Ecuador) (1894). a-d (967, 995, 1035, 1060) 7'J, e (993) 9 Gualea, maggio. — f-2 (2360, 2536, 2554, 2570) 7 ad., j, &, l (2396, 2422, 2435) JT juv., m-r (2401, 2424, 2469, 2523, 2544, 2574) 99 Foreste del Rio Peripa, ottobre, novembre. Gli esemplari suddetti confrontati con un esemplare dell’E. aquila (Bourc.) della Nuova Granata, differiscono per avere le strie chiare sulla parte mediana delle piume delle parti inferiori del corpo più larghe; queste strie sono di color fulvo sulla gola e sul petto, e di color bian- chiccio sull’addome. Fra gli esemplari suddetti ve ne sono tre 9, 7, î, i quali pel colore grigio-olivaceo della coda, per le macchie bianche all'apice delle timo- niere molto piccole, e quasi mancanti, sembrano corrispondere colla de- scrizione dell’. baroni, Hartert, Nov. Zool. I, p. 54, ma noi dubitiamo che essi siano giovani dell’ E. Referurus, ed in questo dubbio ci conferma il fatto che tali esemplari si trovano insieme con quelli tipici, e non è facilmente ammissibile che due forme tanto somiglianti si trovino nella stessa località. Aggiungiamo che le timoniere mediane degli esemplari corrispondenti all’E. baroni sono alquanto più larghe che non negli adulti, e pare che esse coll’età si restringano per consumo dei margini dei vessilli. 347. Threnetes fraseri (Gould); Salvin, Cat. B. xvI, p. 266 (Esmeraldas, Sarayacu); Hartert, Nov. Zool. v, p. 493 (Cachavì). — Glaucîs ruckeri, Sclat. P.Z.S. 1860, p. 296 (Esmeraldas). a, b (1073, 1074) Gualea, maggio. — c-h (2386, 2418, 2539, 2686, 2348) 7g, > Si î (2473) 9 Foreste del Rio Peripa, ottobre, novembre. « Becco nerastro, man - dibola inferiore gialla colla punta nerastra » (F.). Le timoniere mediane degli esemplari suddetti sono nere verdognole, e non di color nero-violetto, come le descrive il Salvin (/. c.). La pre- senza di queste specie nell’Ecuador orientale, ammessa dal Salvin, ci sembra non al tutto certa. 248. Threnetes cervinicauda, Gould, P. Z. S. 1854, p. 109 (Quijos); Salvin, Cat. B. xvi, p. 265 (Canelos, Sarayacu); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 54 (Gualaquiza, Rio Pastassa). a-d (126, 197, 200, 210) Valle del Zamora, dicembre. 319. Phaetornis syrmatophorus, Gould; Sclat. P. Z. S. 1859, p. 145 (Pallatanga); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 303 (Cayandeled); 1885, p. 102 (Machay, Mapoto?); Salv. Cat. B. xvI, p. 274 (Ecuador). — Phaetornis ber- lepschi, Hartert, Nov. Zool. I, p. 56 (Rio Pescado, W. Ecuador) 1894. a (1104) Y'? Gualea, maggio. L’esemplare suddetto, proveniente dall’occidente dell'Ecuador, corri- sponde in tutto colla descrizione originale dell'esemplare tipico di Quito (Contr. Orn. 1851, p. 139) e colla figura del Gould (Mon. Troch. 1, pl. 20). L’Hartert assegna al PR. syrmaltophorus caratteri che non gli sono stati attribuiti dal Gould, così egli afferma che esso ha il mezzo dell’ad- dome di color bianco puro, mentre ciò ron si trova nella descrizione del Gould, il quale dice espressamente: chest, abdomen and under tail- coverts rich buff. Il Berlepsch, cui abbiamo inviato l'esemplare suddetto, conviene interamente colle nostre conclusioni; egli ci ha inviato in co- municazione un esemplare di Quito, simile in tutto al nostro. Il Berlepsch ci ha inviato anche un esemplare avente il mezzo delle parti inferiori bianche; questo corrisponde colla descrizione del Ph. syrmatophorus Hartert (nec Gould), e secondo il Berlepsch (in litt.) appartiene al PW. columbianus, Boucard, col tipo del quale è stato confrontato. 350. Phaethornis bourcieri (Less.); Salvin, Cat. B. xvI, p. 278 (Ca- nelos, Sarayacu). a-c (289, 393, 394) JJ, de (292, 332) J' juv., Valle del Rio Santiago, E- cuador or., febbraio, marzo. Specie notevole pel becco quasi diritto. 351. Phaetornis emiliae (Bourc. et Muls); Salv. Cat. B. xvI, p. 268 (Ecuador). — Phaetornis guy emiliae, Hartert, Nov. Zool. I, p. 54 (Zamora). a, db (80, 477) 9L Gualaquiza, novembre, giugno. 352. Phaethornis yaruqui (Bourc.); Ber]. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 566 (Chimbo); Salvin, Cat. B. xvI, p. 269 (Intac, Bafios, Ecuador); Hartert, Nov. Zool. I, p. 54 (Rio Pescado near Naranjal); v, p. 493 (Cachavì, Chimbo). — ? Phaethornis moorii, Sclat. (nec Lawr.) P. Z. S. 1860, p. 296 (Esmeraldas). a (1012) g° ad., Gualea, maggio. — d-s (1309, 1310, 1311, 1313, 1314, 1316, 1317, 1323, 1325, 1326. 1332, 1339, 1345, 1349, 1362, 1365, 1381, 1381bis) Intac, giugno. — £ (2562) g', «,v (2480, 2505) 99 Foreste del Rio Peripa, novembre. See, Le 353. Phacethornis moorei, Lawr. — Phaetornis superciliosus; part., Salv. Cat. B. xvi, p. 270 (Canelos, R. Napo, Sarayacu). a (339) ad. Valle del Rio Santiago, marzo. Esemplare determinato dal Berlepsch. 354. Pygmornis striigulariîs (Gould); Salv. Cat. B. xvi, p. 281 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. I, p. 57 (Rio Pescado near Naranjal). — Phaethornis strii- gularis, Sclat. P. Z. S. 1854, p. 111 (Quijos); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 566 (Chimbo); Hartert, Nov. Zool. v, p. 493 (Chimbo, Cachaviì). a, d (2579, 2576) SS, c, d (2391, 2399) 99, e (—) Foreste del Rio Peripa, novembre. 355 Oreotrochilus pichimeha (Bourc. et Muls.); Sclat. P. Z. S. 1860, p. 79 (Guagna and Rucu Pichincha); Salvin, Cat. B. xvi, p. 234 (Pichincha, Ecuador); Hartert, Nov, Zool. 1, p. 58 (from the mountains near Cuenca to the Chimborazo). a-f (1402, 1407, 1409, 1416, 1418, 1419) JJ ad., g-é (1406, 1415, 1417) 7g juv. Monte Pichincha, giugno. 356. Lampornis iridescens, Gould; Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 566 (Guayaquil). — Lampornis violicauda, part., Salvin, Cat. B. xvi, p. 92 (E- cuador occ.). a-d (2173, 2254, 2262, 2263) gg ad. Vinces, settembre. — e, 7 (2290, 2304) SS Balzar, ottobre. — g, h, è (2712, 2739, 2742) 97Yg' juv. Balzar, dicembre. I tre giovani sono notevoli per avere molte piume bianche sulla testa, sul collo e sul dorso. 357. Lafresnaya gayi (Bourc. et Muls.); Sclat. P. Z. S. 1861, p.8ì (Lloas), p_ 94 (Nanegal); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 303 (Cayandeled, Chaguar- pati): Salvin, Cat. B. xvi, p. 327 (Jima, Ecuador); Hartert, Nov. Zool. I, p. 58 (road from Naranjal to Cuenca). a (1006) g° Gualea, maggio. — 6 (1558) 9 Frutillas (Occidente del Pichincha), luglio. La femmina ha l'apice scuro delle timoniere più esteso che non nel maschio; in ambedue detto apice è nero bronzato, più bronzato nel maschio che non nella femmina. 358. Hemistephania rectirostris (Gould); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1885, p. 102 (Mapoto); Salvin, Cat. B. xvi, p. 39 (Baisa, Sarayacu, Ecuador), — Dorifera ludoviciae, Scl. P. Z. S. 1860, p. 95 (Nanegal). — Hemistephania ludoviciae rectirostris, Hartert, Nov. Zool. I, p. 44 (Zamora, Rio Pastassa). a (1053) g" Gualea, maggio. 359. Hecliodoxa jamesonmi (Bourc.); Sclat. P. Z. S. 1860, p. 94 (Nanegal); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 567 (Chimbo); TE p. 304 (El Placer); Salvin, Cat. B. xvi, p. 320 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 58 (W. Ecuador). — Heliodoxa jacula jamesoni, Hartert, Nov. Zool. v, p. 494 (Cachavì, Chimbo). a-d (998, 1003, 1059, 1062) JY'T, (1085) 9, Gualea, maggio. — f-j (1327, 1340, 1341, 1342, 1353) JJ, 4-l (1324, 1352) 99 Intac, giugno. — 7 (2646) 9 Foreste del Rio Peripa, novembre. *. Das 360. Thalurania nigrofasciata, Gould; Salvin, Cat. 'B. xvi, p. 82 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 44 (Zamora, Gualaquiza). a (171) g' juv. Valle del Zamora, dicembre. Esemplare giovane, certamente diverso dagli esemplari della specie seguente, avendo il sottocoda interamente nero, senza i margini delle piume bianchi; inoltre le timoniere e le remiganti sono più larghe che non nella specie seguente; esso sembra riferibile alla specie indicata; forse per essere un giovane, non presenta la fascia nera fra il verde del petto e l’azzurro dell’addome. 36]. Thalurania famnyae (Bourc, et Delatt.); Salvin, Cat. B. xvi, p. 81 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 454 (Chimbo, Paramba). — Thalurania verticeps, Sclat. P. Z. S. 1860, p. 95 (Nanegali, Puellaro). a-d (1029, 1037, 1066, 1106) —J, e (1043) ? Gualea, maggio. — f (1296) J° Guallabamba, giugno. — g (1337)g, A (1355) 9? Intac, è (2680) y" Foreste del Rio Peripa, novembre. I due esemplari e, 2, indicati come femmine, sembrano riferibili a questa specie avendo la parte anteriore del collo ed il petto di color bianco- grigiastro, nettamente separato dal colore dell’addome che è nericcio, coi margini delle piume verdi splendenti; il sottocoda è bianco; ambedue hanno il becco alquanto più lungo che non nei maschi, ed inoltre sono notevoli per avere le piccole cuopritrici delle ali tinte di azzurro splendente, quasi come nei maschi, la quale cosa non è indicata nelle descrizioni della femmina, e neppure nella figura che della medesima sì trova nell’opera del Gould (Mon. Troch. II, pl. 107). 362. Panoplites jardinei (Bourc.); Salvin, Cat. B. xvI, p. 372 (Nanegal, Intac); Hartert, Nov. Zool. v, p. 494 (Paramba). a (613) g Gualea. — 5, c (1049, 1070) Y'J, d-f (938, 1007, 1113) 99 Gualea, maggio. 363. Panoplites fiavescens (Lodd.); Salv. Cat. B. xvi, p. 374 (Ecuador). a-h (610, 614, 956, 989, 1031, 1047, 1963, 1086) JJ, è (1026) 9 Gualea. — J-n (1659, 1722, 1725, 1728, 1746) gg, 0,p (1674, 1695) 9g Niebli, luglio: — q senza cartellino. Gli esemplari suddetti si distinguono da quelli della Colombia per i margini verdi-scuri delle timoniere più larghi e per le piume del sot- tocoda d’ordinario con una macchia scura, che manca negli esemplari della Colombia da noi esaminati. 364. Acestrura mulsanti (Bourc.); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 306 (Alausi); Salvio, Cat. B. xvVI, p. 406 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 50 (Pogio, roads from S. Rosa to Loja and from Loja to Riobamba); il. Nov. Zool. V, p. 494 (Ibarra). — Calothoraa mulsanti, Sclat. P. Z. S. 1859, p. 146 (Palla- tanga); 1860, p. 94 (Puellavo). a, d (687, 697) 7g Pun (Ecuador or.), febbraio. 365. Miywrmia mierura (Gould); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 568 (Gua- yaquil). — Acestrura micrurus, Salvin, Cat. B. xvI, p. 409 (Tumbez). i Gi — a, db, c (1934, 1960, 1962) Y imm. JJ ad., d-é (1929, 1932, 1935, 1936, 1956, 1961) 99, j (1930) jav. Sabana de Guayaquil, agosto. — £, 2 (2885, —) JJ, mm (2831) 9 Puntilla de S. Elena, gennaio. 366. Chaetocercus bombus, Gould; Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 568 (Chimbo); 1884, p. 306 (Cayandeled); 1885, p. 102 (Yaguaci); Salv. Cat. B. xVI, p. 416 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 60 (Rio Pescado, Pogio); v, p. 494 (Quito). — Cactocercus (sic) bombillus, Muls, Hist. Nat. Ois. Mouch. 1v, pl. 111. — Polycemus bombus, Muls. op. cit. Iv. p. }23. a (1872) y° Playas (Prov. Guayos), agosto. — è (2096) Y juv. Vinces, set- tembre. 367. Myrtis famnyae (Loss.); Salv. Cat. B. xvi, p. 417 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 60 (Loja, Cuenca). — Calothorax fanniae, Sclat. P. Z. S. 1858, p. 459 (Cuenca). a (831) 9? Ibarra, aprile. Esemplare determinato dal Berlepsch. 368. Calliphlox mitchelli (Bourc.); Salvin, Cat. B.'xvi, p. 388 (E- cuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 494 (Paramba). a, d (874, —) 39 La Concepcion (Valle del Chota), aprile. 369. Spathura melananthera, Jard; Scl. P. Z. S. 1860, p. 95 (Nanegal); Salv. Cat. B. xvI, p. 376 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 60 (Western slopes of the Andes of Ecuador). — Steganura melananthera, Berl. et Tacz. 1884, p. 305 (Cayandeled, Pinyampunga, Surupata). a, è (1100, 1110) gg}, c-f (1013, 1034, 1093, 1103) 99 Gualea, maggio. — I, h (1208, 12232) Y9 Nanegal, giugno. — èé (1737) 9 Niebli, giugno. 370. Psalidoprymna gracilis (Gould). — Lesbdia gracilis, Sclat. P. Z.S. 1860, p. 70 (Chillanes), p. 94 (Puellaro, Calacali); Salv. Cat. B. xvi, p. 149 (Ecuador). — Lesbia gouldi gracilis, Perl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 305 (Cechce); Hartert, Nov. Zool. I, p. 48 (Loja, Cuenca). — Lesdia gouldi (part.) Salv. Cat. B. xVI, p. 149 (Ecuador). a, b (1286. 1225) Y'? Nanegal, giugno. 371. Psalidoprymna vietoriae (Boure. et Muls.). — Lesbia ama- ryllis, Sclat. P. Z. S. 1858, p. 460 (Cuenca), p. 555 (Pinipi, Titiacun, Riobamba); 1860, p. 81 (Quito), p. 94 (Calacali); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 305 (Cechee, Alausi); 1885, p. 103 (Penipe). — Lesbia victoriae, Salvin, Cat B. xVI, p. 146 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. I, p. 48 (East and West of the Andes); v, p. 495 (Cayambe). a (600) Quito. — 6 (640) Tulcan (N. Ecuador), gennaio. — e (815) El Troje (Huaca) N. Ecuador, marzo. — d (1171) Chaupi, giugno. — e, 7 (1230, 1223) Sg Nanegal, giugno. — g (1361) Intac, giugno. — A (518) 9 Cuenca, agosto. — î (1646) 9? Lloa (prov. di Pichincha), luglio. — j (1820) 9 Valle del Chillo (Quito), agosto. — & (1860) g' Dintorni di Quito, agosto. — / (senza cartellino). Gli esemplari suddetti dell'Ecuador differiscono da un maschio adulto di Bogota nel Museo di Torino per essere alquanto più grandi e per avere la coda più lunga e colle timoniere più larghe. La medesima cosa fu notata dal Berlepsch e dal Taczanowski (I. c.). a 372. Cyanoleshbia ccoelestis (Gould); Salvin, Cat. B. xvI, p. 139 (Ecuador)} Hartert, Nov. Zool. I, p. 47 (West side of the Andes); v, p. 495 (Milligalli, Paramba). — Cynanthus cyanurus cclestis, Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 517 (Cayandeled); 1884, p. 305 (Cayandeled). a-j (970, 990, 1018, 1032, 1048, 1061, 1069, 1080, 1089, 1116) 77, Am (966, 1022, 1072) 99 Gualea, maggio. — n-p (1293, 1294, 1295) Guallabamha, giugno. — q (senza cartellino) Y Ecuador occidentale. 373. Pterophanes temminchi (Boiss.); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1885, p. 108 (S. Raphael); Salvin, Cat. B. xvI, p. 118 (Lloa, Intac, Ecuador); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 46 (Sigsig). a (952) J° Gualea, maggio. — d, c (1196 1253) Y'g juv., Nanegal, giugno. — d (1412) £ Monte Pichincha, giugno. — e-g (1749, 1750, 1851) g juv. TT Papallacta (Ecuador orient.), luglio. 374. Aglaeactis cupreipennis (Bourc. et Muls.): Sclat. P. Z.S. 1860, p. 81 (Lloa, Rucu Pichincha); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 304 «Cerro Mar- garita, Cechce); Salvin, Cat. B. xvi, p. 350 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 59 (Andes between Cuenca and Loja). — Aglaeactis cupreipennis aequa- torialis, Hartert, Nov. Zool. v, p. 495 (Gayambe). a (811) 9 El Troje (Huaca) Ecuador sett., marzo. — 0-4 (1178, 1180, 1181) 99 Chaupi, giugno. — e (1102) g' immat. Gualea, maggio. — /, 9g (1209, 1219) d'g Nanegal, giugno. — h (1405) 5g Monte Pichincha, giugno. — é-22 (1421, 1423, 1444, 1445, 1446) Chinguil (Lloa) prov. di Pichincha, giugno. — n (1644) Lloa, luglio. — 0-t (1543, 1546, 1568, 1583, 1592, 1607 (?)) —9? Frutillas, luglio. — u-y (1769, 1770, 1771, 1772) JJ, 2, a' (1775. 1777) 9L Papallacta, luglio. 375. Rhamphomicron microrhynehum (Boiss.); Berl. et Tacz., P. Z. S. 1884, p. 205 (Cechce); “alvin, Cat. B. xvI, p. 342 (Intac, Quito, Ecuador). a, è (727, 743) 9L Pun, febbraio. — c (1109) J' juv. Gualea, maggio. — d, e (1210, 1291) gg Nanegal, giugno. 376. Metallura tyrianthina (Lodd.); Sclat. P. Z. S. 1859, p. 145 (Papal- lacta); 1860, p. 95 (Puellaro); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 305 (Chaguarpata); Salvin, Cat. B. xvi, p. 152 (Ecuador). — Metallurat yrianthina quitensis, Berl. et Tacz. P.Z. S. 1885, p. 104 (San Raphael, Baîios); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 48 (Eastern and Western Ecuador). a, è (692, 716) 3° immat., 9 Pun, Ecuador orient., febbraio. — c (1674) g' immat. Papallacta, Ecuador orient., luglio. — 4 (810) El Troje (Huaca) Ecuador settentr., marzo. — e-h (984, 1023, 1052, 1091) JT, è, 4 (953, 1030) 99, A (1082) Sg immat., Gualea, maggio. — 2-» (1221, 1258, 1194) 779 Nanegal, giugno. — 0 (1299) Pelagallo (N. Ovest di Quito), giugno. — p (1162) 9 Chaupi (Paramos dell’Illiniza), giugno. — gq-s (1430, 1440, 1447) Chinguil (Lloa), giugno. — #, (1643, 1653) 99 Lloa (prov. Pichincha), luglio. — v-)' (1559, 1563, 1571, 1575, 1577, 1579, 1590, 1594, 1597, 1599, 1605, 1606, 1607, 1608) gg, #'(—), 2'-p' (1563, 1581, 1593, 1595, 1603) g' immat., q'-s' (1596, 1600, 1609) 99, #' (1578) Frutillas, laglio. — ', v' (1318, 1401) Intac, giugno. 377. Metallura primolina, Bourc.; Berl. et Tacz. P. Z. S. 1885, p. 103 (S. Raphael); Salvin, Cat. B. xvI, p. 154 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 495 (Mount Cayambe ). LR. a-c (1766, 1767; 1678) TT, d, e (—, 1765) Papallacta (Ecuador orient.); luglio. — /-h (senza cartellino) Ecuador. 378. Adelomyia maculata, Gould, Mon. Troch. mi, pl. 199; Hartert, Nov. Zool. I, pp. 51, 54, fig. 4 (cauda) (from Loya to Santa Rosa, Guayaquil) (1894). — Adelomyia melanogenys, Sclat. P. Z. S. 1859, p. 145 (Pallatanga); 1860, p. 70 (Chillanes), p. 94 (Puellaro). — Adelomyia melanogenys maculata, Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 305 (Chayandeled, Chaguarpata); 1885, p. 104 (Mapoto, Machay). — Adelomyia melanogenys, part. Salv. Cat. B. xvi, p. 169 (Ecuador). a, 6, c (1662, 1675, 1738) Niebli (Ecuador occ.), luglio. Berlepsch e Taczanowski, e più recentemente l’ Hartert, hanno indicato i caratteri che distinguono questa specie dall’affine Ade/omyia melano- genys, tuttavia anche più recentemente il Simon (Cat. des Trochil. p. 31) non ammette l'A. maculata come distinta dalla A. melanogenys. 379. Mlais guimeti (Bourc. et Muls.); Salv. Cat. B. xvI, p. 359 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 59 (Zamora). a (425) g° Gualaquiza. « Becco nero; piedi nericci » (F.). Nelle descrizioni non è menzionata una macchia bianca molto cospicua postoculare, bene indicata nelle figure di questa specie. 380. Heliothrix barroti (Bourc.); Berl. et Tacz. P. Z. S 1883, p. 567 (Chimbo); Salv. Cat. B. xvi, p. 32 (W. Ecuador); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 43 (Naranjal). — Heliothrix purpureiceps, Sclat. P. Z. S. 1860, p. 296 (Esmeraldas) — Heliothrix auritus, Hartert (nec Gm.) Nov. Zool. v, p. 495 (Chimbo, Pa- ramba). a (1902) 9 Guallabamba, luglio. — d, c (2538, 2597) 9? Foreste del Rio Peripa, novembre. 381. Schistes albigularis, Gould; Sclat. P. Z. S. 1860, p. 70 (Pallatanga); Salvin, Cat. B. xvI, p. 34 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. I, p. 43 (Gualaquiza). a (26) Sigsig, novembre. — (1015) g” Gualea, maggio. i 382. Petasophora iolata, Gould; Sclat. P. Z. S. 1858, p. 459 (Cuenca, Gualaquiza); 1859, p. 145 (Pallatanga); 1860, p. 81 (Lloa); p. 94 (Calacali, Pe- rucho, Puellaro); Salvin, Cat. B. xVI, p. 107 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. I, p. 45 (higlands of Ecuador from Riobamba to Loja); v, p. 495 (Lake Yaguar- cocha, Ibarra, Cayambe, higlands of Quito). — Petasophora anaîs, Berl. et. Tacz. P.Z.S. 1884, p. 303 (Cechce, Alausi); 1885, p. 104 (Chimborazo, Baîios). a (124) g Foreste presso il Rio Zamora, dicembre. — 6 (612) Dintorni di Quito. — c (954) ?? Gualea, maggio. — d (1307) Pelagallo (prov. Pichincha), giugno. — e (1344) Intac, giugno. — 7 (1396) Calacali (prov. Pichincha), giugno. —. gi (1620, 1629, 1651) JY79? Lloa (prov. Pichincha), luglio. — 7, & (1828, 1845) Yg' Valle di Chillo (Est di Quito), agosto. — (senza cartellino) Ecuador. L’esemplare a, forse non adulto, dell'Ecuador orientale differisce no- tevolmente dagli altri pel colore verde delle parti superiori bronzato, e pel colore verde delle parti inferiori pure bronzate; l'azzurro del mezzo dell’addome è poco esteso. = gt L’esemplare & ha il colore azzurro del mento che si estende alquanto di più sulla gola che non negli altri esemplari, sul petto presenta una macchia a margini non ben definiti nerastra ed ha il colore delle parti superiori verde splendente alquanto più chiaro. 383. Petasophora cyanotis (Bourc.); Sclat. P. Z S. 1859; p. 145 (Pal- latanga); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1881, p. 303 (Cayandeled, Cechce); Salv. Cat. B. xvi, p. 110; Hartert, Nov. Zool. v, p. 495 (Ibarra). a, bd (904, 920) 7g La Concepcion (Valle del Chota), aprile, maggio. 384. Patagona gigas (Vieill.); Sclat. P. Z. S. 1858, p. 555 (Riobamba); 1860, p. 81 (Quito); Salvin, Cat. B. xvi, p. 3418 (Riobamba, Ecuador); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 58 (Riobamba). a, b, c (593, 594, 595) TT Valle di Riobamba, novembre. 385. Docimastes ensifer (Boiss.); Sclat. P. Z. S. 1860, p. 81 (Lloa); Salvin, Cat. B xvi, p. 315 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. I. p.57 (both sides of the Andes at a elevation from 8000 to 12000 feet). — Docîmastes ensiferus schliephackei (Heine);Berl. et Tacz. P. Z.S. 1884, p. 304 (Cechce); 1885, p. 105 (San Raphael). a, 6 (673, —) Y— Pun, Ecuador or., febbraio. — e-e (791, 812, )T_—- — El Troje (Huaca) Ecuador settentr., marzo. — (616) Dintorni di Quito. — 9, h (1257, 1245) 79 Nanegal, giugno. — #-7 (1759, 1760, 1761, 1762, 1787) Td Papallacta, luglio. — ‘n (senza cartellino) Ecuador. 386. Helianthea lutetiae (Delatt. et Bourc.); Sclat. P.Z. S. 1860, p. 81 (Lloa); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1885, p. 105 (Puela); Salvin, Cat. B. xVI, p. 126 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 46 (Loja, Zamora). a-d (996, 602, 961, 1038) JP? et juv., Gualea, maggio. — e-j (1530, 1533, 1570, 1582, 1588, 1528) Tg, 4-/ (1526, 1598) 99 Frutillas, luglio. — 72-t (1752, 1753, 1754, 1755, 1756, 1757, 1758, 1786) JJ, u-y (1773, 1774, 1781, 1785) 99, 3-a' (1779, 1780) g juv., Papallacta, luglio. — 0' (1814) g* Foreste del versante occidentale del Monte Corazon (prov. Pichincha), agosto. i 597. Heliotrypha exortis (Fraser); Salv. Cat. B. xvI, p. 165 (Ecuador). — Hetio!rypha parzudakti(Longuem); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1885, p. 105 (Bafios). a, d (695, 728) 99 Pun (Ecuador orient.), febbraio. 388. Heliotrypha viola (Gould); Sclat. P. Z. S. 1859, p. 145 (Pallatanga); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p, 303 (cechce, La Union); 1885, p. 105 (La Union, Yoyacsi); Salv. Cat. B. xvi, p. 164 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. I, p. 50 (West and east sides of the Andes). a (290) g Cuenca, novembre. — 6 (senza cartellino) Gualaquiza? 389. Heliangelus strophianus (Gould); Sclat. P. Z. S. 1860, p. 95 (Na- negal); Salvin, Cat. B. xvi, p. 161 (Ecuador). ac (955, 1044, 1105) Tg, d f (981, 1036, 1079) 99 (2), 9, fl (956, 964) Gualea, maggio. — è, J (1272, 1273) 99 (?) Nanegal, giugno. — &-gq (1312, 1315, 1828, 1334, 1301, 1374, 1378) Intae, giugno. E singolare che nessuno degli esemplari suddetti manchi delle piume violette sulla gola, e perciò sembra che nessuna femmina faccia parte della serie, tuttavia dai cacciatori sono state indicate come femmine al- = 19° cuni esemplari che hanno le piume violette della gola molto meno nu- merose che non altri decisamente adulti, e quelle piume hanno la base nascosta più o meno bianca ; siffatti esemplari sono forse maschi non al tutto adulti. i 390. Bourcieria torquata (Boiss.); Berl. et Tacz. P.Z.S. 1885, p. 105 (Baîios); Salv. Cat. B. xvI, p. 139 (Baisa, Baîios). a (224) Pun, Ecuador or., febbraio. L’esemplare ha i caratteri della femmina e somiglia ad una di Bogota conservata nel Museo di Torino; ambedue si distinguono da una fem- mina della specie seguente, 58. fu/gidigulta, pel colore verde delle piume del pileo, tinto di azzurrognolo; facciamo notare questo carattere, siccome il Salvin, }. c., dice che le femmine delle due specie si distinguono con difficoltà. 391. Bourcieria fulgidigula, Gould; Sclat. P. Z. S. 1859, p. 145 (Pal- latanga); 1860, p. 81 (Lloa); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 304 (Cayandeled, Tribulpata); Salv. Cat. B. xvi, p. 131 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. I, p. 46 (Mollituro). a-d (605, 975, 982, 1076) Tg, e (957) 9 Gualea, maggio. — 7 (1302) g' Pe- lagallo (N. Ovest del Pichincha), giugno. — g, A, è (1321, 1333, 1335) gg Intac, giugno. 392. Lampropygia wilsonii (Del. et Bourc.); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 567 (Cayandeled); 1884, p. 304 (Cayandeled, Pedregal); Salvin, Cat. B. XVI, p. 134 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. I, p. 47 (Rio Pescado). — Celigena wilsonit, Sclat. P. Z.S. 1859, p. 145 (Papallacta); 1860, p. 94 (Nanegal). a-d (949, 965, 969, 1101) JT, e, f (1000, 1083) 99, 9 (979) juv. Gualea, maggio. — A (1346) — Intac, giugno. Il giovane g ha poche piume violette sulla gola. 393. Floricola albicrissa (Gould); Salvin, Cat. B. xVI, p. 231 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 52 (between Amboca and Loja). — Heltomaster albi- crissa, Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 567 (Guayaquil, Chimbo); 1885, p. 105 (Yaguaci). a (159)g° Valle del Zamora, dicembre. — d-d (2736, 2737, 2759) gg ad., e (2738) J' immat. Balzar, dicembre. (li esemplari suddetti hanno le piume del sottocoda grigie alla base e con larghissimi margini bianchi. Non riesciamo a comprendere come sia che il Salvin riferisca alla Y. tongirostris gli esemplari di Balzar, di Canelos e del Napo! 394. Eriocnemis luciami (Bourc.); Scl. P. Z. S. 1860, p.81 (Lloa), p. 94 (Puellaro); Tacz. et Berl. P. Z. S. 1884, p. 303 (Cechce); 1885, p. 105 (San Raphael); Salvin, Cat. B. xvi, p. 366 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. I, p. 60 (Guasi-Guaico). a-î (960, 985, 1033, 1041, 1668, 1084, 1097, 1115, 1119) gg Gualea, maggio. — j (1179) g° Chaupi (Paramos dell’Illiniza), giugno. — &# (1261) 3° Nanegal, giugno. — 2-0 (1301, 1308, 1304, 1305) Pelagallo, giugno. — p-@ (1544, 1547, 1560, 1569, 1572, 1574, 1586, 1601) Frutillas, luglio. — y-e' (1425, 1426, 1428, 1433, 1434, 1436, 1437) Chinguil (Lloa), giugno. — f'-#' (1623, 1625, 1626, 1630, 1638, 1639bis) JJ, 2-0’ (1641, 1642, 1654, —) 7g Lloa (prov. Pichincha, luglio. 395. Eriocnemis nigrivestis (Bourc.); Salvin, Cat. B. xvI, p. 365 (Ecuador). a (1088) gY” Gualea, maggio. — 5-d (1235, 1236, 1287) 77, e, 7 (1290, 1292) 99 Nanegal, giugno. — g (1536) 9? Frutillas, luglio. 396. Eriocnemis derbyi (Delatt. et Bourc.); Salvin, Cat. B. xvI, p. 362 (Ecuador). a (814) g' El Troje (Ecuador settentr.), marzo. 397. Agyrtria viridiceps (Gould); Berl. et Tacz. P.Z. S. 1883, p. 568 (Chimbo); Salv. Cat. B. xvi, p. 181 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. I, p. 52 (Rio Pescado); v, p. 496 (Paramba). a (1338) — Intac, giugno. 398. Agyrtria fiuviatilis (Gould); Salv. Cat. B. xvi, p. ‘89 (Napo); Hartert, Nov. Zool. I, p. 52 {Rio Pastassa, Zamora, Gualaquiza). a, è (266, —) gg Gualaquiza, gennaio. — c (141) g' Valle del Zamora, dicembre. 399. Amazilia dumerili (Less.); Sclat. P. Z. S. 1860, p. 283 (Baba- hoyo); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 568 (Guayaquil); 1885, p. 105 (Yaguaci); Salv. Cat. B. xvI, p. 206 (W. Ecuador); Hartert, Nov. Zool. I, p. 52 (Naranjal, San Martin). a (1887) J' Playas (prov. Guayas), agosto. — 8, c (1882, 1883) 7 — Ba- bahoyo, agosto. — d-h (1937, 1942, 1945, 1952, 1957) 7, în j (1950, 1951) 99, k-1n (1919, 1943, 1963) gg juv. Savana di Guayaquil, agosto. — n (2014) gf, o, p (2088, 2121) 99, q (1979) gJ' juv. Vinces, settembre. — r, s (2319, 2727) Sd, t (2105) 9 Balzar, ottobre, dicembre. — v (senza cartellino) Ecuador occ. 400. Amazilia riefferi (Bourc.); Sclat. P. Z. S. 1860, p. 94 (Nanegal, Perucho), p. 283 (Babahoyo), p. 296 (Esmeraldas); Salv. Cat. B. xvI, p. 216 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 52 (Naranjal). — Amazilia fuscicaudata jucunda, Hartert, Nov. Zool. v, p. 496 (Chimbo). a, è (1096, 1092) gg Gualea, maggio. — c (1320) Intac, giugno. — d(—) d' Niebli, e (1871) J Playas, agosto. — f, 9g (2266, 2097) 79 Vinces, settembre. h (senza cartellino) Ecuador occidentale. 401. Chrysuronia cenone (Less.); Salvin, Cat. B. xVI, p. 248 (Eastern Ecuador); Hartert, Nov. Zool. I, p. 52 (Zamora). a (310) — Valle del Santiago, febbraio. 402. Eucephala grayf (Del. et Bourc.); Salv. Cat. B. xVI, p. 239 (Ecuador). a-d (856, 908, 915, 918) JJ, e (861)g' immatur., f (919) 9 La Concepcion (Valle del Chota), prile, maggio. 403. Damophila juliae (Bourec.); salvin, Cat. B. xvi, p. 236 (Guajaquil, Balzar, Babahoyo); Hartert, Nov. Zool. 1, p. 52 (Naranjal). — Juliamyia tipyca, Sclat. P. Z. S. 1860 p. 283 (Babahoyo), p. 296 (Esmeraldas). — Juliamyia fe- liciana, Berl. et Tacz. P. Z.S. 1883, p. 568 (Chimbo), 1884, p. 306 (Bugnac). — Damophita juliae feliciana, Hartert, Nov. Zool. v, p. 494 (Chimbo). ADE a-c (1873, 1875, 1878) YZ Plava:, agosto. — d (1420) Babahoyo (dono del Sig. Soderstrom Console inglese in Quito). — e, 7 (1879, 1900) JJ, 9 (1881) ? Babahoyo, agosto. — A, ? (1931, 1958) 7g Savana di Guayaquil, agosto. — i, k (1972, 1981) gg, l (2179) g' immat. Vinces, settembre. — mm, n (2444, 2582) g'J7, juv. Foreste del Rio Peripa, novembre. 404. Chlorostilbon pumilum, Gould; Salv. Cat. B. xvi, p. 54 (W. Ecuador). — Chlorostilbon atala, Sclat. P. Z. S. 1859, p. 145 (Pallatanga); 1860, p. 94 (Puellaro). — ? Chlorostilbon melanorhynchum, Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 568 (Chimbo); 1884, p. 306 (Cayandeled); Salv. Cat. B. xvI, p. 54 (part., Quito, Perucho). a, b (829bis, —) J°g Ibarra, aprile. — c-e (875, 917, 938) JJ, f, 9g (858, 922) 9? 9 La Concepcion (Valle del Chota), aprile. — l (1679) 9 Niebli, luglio. — tî,j (1848, 1852) 99 Valle di Chillo (Quito), agosto. Riferiamo gli esemplari suddetti alla specie indicata, anzichè all’affine C. melanorhynchum per le dimensioni minori, avendo il becco lungo soltanto poll. ingl. 0,62, e quindi più breve ancora di quello assegnato al C. pumitum (0,65). Le femmine, che non troviamo descritte, hanno le parti superiori di color verde splendente, alquanto bronzato sul capo, le parti inferiori grigie, tinte di verde sui fianchi, la coda di color nero ceruleo acciaio, colle timoniere mediane verdi verso la base, e colle laterali terminate da una macchia grigia (non bianca) all’apice. Notiamo quest'ultimo carattere giacchè la femmina del C. melano- rhynchum viene descritta cogli apici delle timoniere laterali bianchi. 405. Hemiprocne zomaris (Shaw); Ber]. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 569 Guayaquil, Chimbo). — Chaetura zonaris, Harfert, Cat. B. xVI, p. 476 (Quito, Intac); id. Nov. Zool. v, p. 496 (Pichincha). a, b (1154, 1155) gg Chaupi (Paramos dell’lliniza, giugno. Gli esemplari suddetti hanno le ali alquanto più lunghe di un esem- plare del Brasile, col quale li abbiamo confrontati, ed il colorito di un nero più intenso, meno bruno. 406. Chaetura sclateri, Pelz.; Hartert, Cat. B. xvi, p. 485 (Ecuador). a (446) g° Gualaquiza, gennaio. L’esemplare suddetto non corrisponde in tutto colla descrizione data dallo Hartert, giacchè esso ha il groppone ed il sopraccoda di color ce: nerino e non grigio-lavagna scuro; inoltre ciascuna piuma di quelle parti ha un sottile margine bianchiccio; tuttavia il Berlepsch ha confermato la nostra determinazione, facendoci notare come l’esemplare differisca dalla C. sclateri occidentalis, Beri. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 569 (Chimbo). 407. Chaetura brunneitorques (Lafr.); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1885, p. 105 (Mapoto). — Cypseloides brunneitorques, Hartert, Cat. B. xvi, p. 493 (Ecuador). a, db (- —) SKY Gualaquiza. = i 406. Cypseloides fumigalus (Streube!); Hartert Cat. B. xvi, p. 496 (Ecuador). a (271) 3g Gualaquiza, gennaio. 409. Sten>psis ruficervix, Scl.; Hartert, Cat. B. xvI, p. 584 (Ecuador). a (862) 9 La Concepcion (Valle del Chota), aprile. Un esemplare in cattivissimo stato, apparentemente riferibile alla specie indicata. 410. Nyetîidromus albicollis (Gm.); Berl. et Tacz. P. Z.S 1883, p. 569 Chimbo); 1884, p. 206 (Cayandeled); Hartert, Cat. B. xvI, p. 587 (Santa Rita, Saray;cu, Esmeraldas); id. Nov. Zool. v, p. 497 (Chimbo). a (493) g° Gualaquiza, giugno 411. Chordeiles acutipenmîs (Bodd.); Hartert, Cat. B. xvI, p. 614 (Guayaquil). a, 6 (2103, 2105) {Y"g}, c,d (2015, 2104) 99 Vinces, settembre. 412. Nyetibius jamafccusfs (Gm.); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 569 (Chimbo); Hartert, Cat. B. xvI, p. 625 (Andes of Quito, Quito, Sarayacu); id. Nov. Zool. v, p. 496 (Paramba). — Nyctibius pectoralis, Sclat. P. Z. S. 1860, p. 79 (Western slopes of the Andes). « Nome degli Jivaros: Ahulu» (F.). a (48) J' Gualaquiza, novembre. — è (2226) g” Vinces, settembre. « Iride gialla >» (F.). 413. Nyetibius longicaudatus (Spix); Hartert, Cat. B. xvI, p. 626 (Sarayacu). a (359) 9 Valle del Santiago (Ecuador orient.), marzo. Frequente, ma non comune; di notte fa udire il suo lamentevole canto composto di tre note (F.). 414. Steatornis caripensis, Humboldt; Hartert, Cat. B. xvI, p. 653 (Sarayacu). — Steatornis caripensis peruvianus, Berl. et Tacz. P. Z. S. 1885, p. 106 (Mayorazgo). « Nome degli Jivaros: Tayu ». a, d (352, 383), JS c-g (380, 381, 382, 383, 413) 99, A (379) — Valle del Rio Santiago (Ecuador orient.), marzo. — è (1614) Gole di Batan (Quito), luglio. « Verso il crepuscolo questi uccelli cominciano ad andare in giro volando per la foresta ed emettendo un grido gracchiante; di giorno si tratten- gono in sterminato numero in profonde ed ampie caverne nelle quali nidificano. Gli Jivaros mi dissero che il nido è posto sulle radici sporgenti a cornice lungo le pareti celle caverne; esso contiene da due a tre uova bianche, circa della grandezza di quelle del nostro Colombaccio. Gli Jivaros entrano due volte all’anno nelle caverne abitate dai Tayus e ne uccidono allora un numero sterminato. Dall’adipe che ricopre i nidiacci ricavano un grasso che serve loro per condimento. I nidiacei arrostiti allo spiedo ed affumicati vengono conservati per lungo tempo. La carne dei nidiacci è abbastanza gustosa, non così quella degli adulti, special- mente perchè ha disgustoso odore. Quest’uccello si ciba specialmente di frutta, che trovai abbondante nello stomaco dei nidiacei. Gli Jivaros Zig adoperano le ossa delle ali di quest’uccello per farsi un complicato orna- mento del capo detto /ayu-concha » (F.). 415, Hypoxanthus brevirostris, Tacz.; Hargitt, Cat. B. xvi, p. 31 (Ecuador). — Calaptes eleguns, Sclat. (nec Sw.) P. Z. S. 1858, p. 555 Matos, Titiacun); 1860, p. 81 (Llua), p. 95 (Calacali). — Hypowanthus rivolti brevi- rostris, Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 307 (Cayandeled); 1885, p. 107 (San Rafael). a, 6 (710, 678) Y'9 Pun (Ecuador orieut.), febbraio. — c, d (794, 806) Tg El Troje (Huaca, Ecuador settent.), Marzo. — e, / (892, 893) 79 La Concepeion (Valle de! chota) aprile. — g (1146) y" Chaupi, giugno. —. A, è (1703, 1709) Pululagua, luglio. 416, Chloronerpes leucolaemus(Malb.); Hargitt, Cat. B xvi, pe 79 (Sarayacu). a 367) J° Valle del Rio Santiago, marzo. L’esemplare corrisponde in tutto colla figura del Malherbe (Mon. Pi- cidae, pl. rXXxv, f. 3). Notiamo che l’Hargitt descrive le piume nasali nere, la qual cosa non è esatta, giacchè non solo non si riscontra nel- l'esemplare, ma neppure nella figura indicata. 417. Chyoronerpes rubripileus, nov. sp. — Chloronerpes rubdigi- gosus, Scl. (nec Sw.) P. Z. S. 1860, pp. 286 (Babahoyo); id. Cat. Am. B. p. 339, Sp. 2126 (part., Babahoyo, Esmeraldas). — Chloronerpes canipileus, Berl. et Tacz. (nec D’Orb.) P. Z. S. 1883, p. 571 (Chimbo). — Chloronerpes yucatanensis, part., Hargitt, Cat. B. xvi, p. 84 (Esmeraldas, Bababoyo, Balzar). ‘Chlonerpes C. yucatanensi sî7rilis, sed valde minor, gula nigricantiore, fasciis flavis uropygii et supracaudalium laetioribus, scapis rectricum mediarum basi flavicantioribus, pileo maris rubro, et taenia malari foeminae niger- rima, plus minusve albido punctulata, diversus. Long. tot. circa 200 mm. Mas. Supra olivaceus, paullum aeruginoso tinctuss; pileo et taenia matlari ruberrimis; lateribus capitis albo-flavidis; uropygio et supracaudalibus flavo- et olivaceo-transfasciatis; gulae plumis mnigris, albido maculatis; pectore abdomine et subcaudalibus flavo- et olivaceo-transfasciatis, fasciis fiavis ab- dominis latioribus; alis fuscis, exterius olivaceis ; margine interno remigum et subalaribus flavis; scapo remigum subtus flavo; cauda fusca, rectricibus mediis basi olivaceis, reliquis exterius tantum olivaceis, scapo rectricum mediarum basi flavo. Long. tot. circa 200 mm.j; al. 115; caud. 80; rostri culm. 22; tarsi 21. Foem. Mari similis, sed pileo saturate cinereo, taznia malari nigra, in- terdum albo punctulata. a (2448) J ad. Foreste presso il Rio Peripa, rovembre. — d, e (2268, 2056) 99 Vinces, settembre. La femmina c differisce dall’altra per avere la regione malare nera, quasi senza macchie bianche. L’Hargitt aveva già fatto notare (I. c.) che i maschi dell’Ecuador da lui attribuiti al C. yucafanensis avevano il pileo rosso; questa cosa si verifica nel maschio soprannoverato e c’induce a considerare gli esem- Chia plari dell'Ecuador come appartenenti ad una specie distinta, nella quale opinione conviene anche il Berlepsch. 418. Chrysoptilus guttatus ($pix); Hargitt, Cat. B. xVvII, p. 117. a (211) 9 Valle del Rio Zamora. Simile ad una femmina indicata del Brasile nel Museo di Torino, ma alquanto più grande. Specie nuova per l’Ecuador. 419. Eleopicus fumigatus (Lafr. et D’Orb.). — Chloronerpes fumigatus, Sclat. P. Z. S. 1859, p. 146 (Pallatanga); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1886, p. 307 (Cayandeled, El Placer); 1885, p. 106 (Machay, Mapoto). — Dendrobates fu- migatus, Hargitt, Cat. B. xvin, p. 342 (Quito, San José, Maravifio). a (972) 3 Gualea, maggio. 420. Eleopicus callonotus(Waterh.). — Chloronerpes callonotus, Scl. P. Z. S. 1860, p. 286 (Bababoy.), p. 297 (Esmeraldas); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 570 (Yaguaci, { himbo); 1885, p. 106 (Yaguaci). — Dendrobates cal- lonotus, Hargitt, Cat. B. xvi, p. 346 (Guayaquil, Puna Island, Babahoyo); Hartert, Nov. Zool. v, p. 497 (Chimbo). a, b, c (2133, 2215, 2232) Yg ad. g immat., d (2016) 9 ad., e-g (1976, 2017, 2098) 9? immat. Viuces, settembre. — Ah, è (2774, 2767) 9 ad., gimmat. Balzar, dicembre. 421. Eleopicus nigriceps (Lafr. et D'Orb.). — Chloronerpes sp. Sclat. P.Z.S. 1858, p. 555 (Matos). — Chloronerpes matherbii, Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 307 (Cechce); 1885, p. 106 (San Raphael). — DenArobates nigriceps, Hargitt, Cat. B. xvi, p. 350 (Eastern Ecuador). a (704) J, b-d (656, 668, 712) 99 Pun (Ecuador orient.), febbraio. — e (1778) Jjuv.? Papallacta (Ecuador orient.), luglio. L'ultimo esemplare differisce dal maschio adulto a per le dimensioni molto minori, per le piume del pileo più brevi e pel rosso della testa meno esteso in addietro. In nessuno degli esemplari le piume del sopraccoda sono così distinta- mente fasciate come appare nella figura del Malherbe e come è detto nella descrizione dell’Hargitt. 422. Eleopicus ceciliae (Malh.). — Chloronerpes ceciliae, Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 571 (Chimbo). — Dendrobates ceciliae, Hargitt, Cat. B. xVII, p. 366 (W. Ecuador). a (2651) g. Foreste del Rio Peripa, novembre. Differisce dalla figura del Malherbe per avere il rosso del groppone molto meno esteso in alto e quasi confinato al sopraccoda ; inoltre esso ha sulla nuca una larga fascia gialla, che nella figura del Malherbe appare appena. 423. Campophilus rubricollis (Bodd.); Hargitt, Cat. B. xvi, p. 467 (Sarayacu, San José). « Nome degli Jivaros: Fatdschma » (F.). a, è (237, 132) Y79 Valle del Zamora, dicembre. — c (279) J', d, e (378, 420) 99 Valle det Santiago, febbraio, marzo, e, pra 424 Campophilus melanoleucus (Gm.); Hargitt, Cat. B. xvm, p. 470 (Sarayacu). a (218) 9? Valle del Zamora, dicembre. 425. Campophilus guayaquilensis (Less.); Hargitt, Cat. B. xv, p. 475 (Western Ecuador). — Dryocopus selateri (Malh.); Sclat. P.Z.S. 1860, p. 71 (Pallatanga), p. 286 (Babahoyo). — Campephilus sclateri, Ber]. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 570 (Chimbo); 1884, p. 307 (Cayandeled). a, b (2456, 2635) YZ ad., c, d (2338, 2341) 99 ad., e (2364) Y juv. Foreste del Rio Peripa, ottobre, novembre, L’esemplare 2 ha talune piume rosse a traverso le plume nere della parte inferiore della gola. L’esemplare e, indicato come maschio giovane, somiglia alle femmine, ma ha talune piume rosse fra le bianche della regione malare; le fascie nere delle parti inferiori sono poco distinte e più strette che non negli adulti, 426. Campophilius pollens (Bp.); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 307 (Cayandeled, Chasuarpata); Hargitt, Cat. B. xvi, p. 476 (Churuco). ac (679, 750, 754) YJ, 4 (735) 9 Pun (Ecuador orient.), febbraio. 427. Campophilus haematogaster (Tschudi); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1885, p. 106 (Mapoto); Hargitt, Cat. B. xvi, p. 478 (Rosario); Hartert, Nov. Zool. v, p. 497 (Cachavi). a (465) 9? immat. San José (Ecuador orient.), maggio. L’esemplare suddetto ha talune piume sui lati del petto con strette fascie nere e fulve, residui dell’abito giovanile. 428. Ceophleus fuscipennis (Sclat.); Hargitt, Cat B. xvi, p. 512 (Babahoyo). — Dryocopus fuscipennis, Sclat. P. Z. S. 1860, p. 286 (Babahoyo), p. 297 (Esmeraldas). a (1890) — Babahoyo, agosto. — (2488) ({ juv. Foreste del Rio Peripa, novembre 429. Picumnus lafresnayeli, Ma!).; Berl. et Tacz. P. Z. S. 1885, p. 106 (Mapoto); Hargitt, cat. B. xvi, p. 545 (Sarayacu). a (78) — Gualaquiza, novembre. — 6 (358) y Valle del Santiago (Ecuador urient.), marzo. 430. R'icumnus gramadensis, Lafr.; Sclat. P. Z S. 1860, p. 95 (Na- negal), p. 287 (Babalioyo); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 570 (chimbo, Ya- guaci); 1885, p. 106 (Yaguaci); Hargitt, Cat. B. xvi, p. 549 (Babahoyo, Momji); Hartert, Nov. Zool. v, p. 497 (Chimbo). a-c (2012, 2123, 2131) JJ, d-f (—, 2150, 2247) 99 Vinces, settembre. 431. Pharomacrus auriceps (Gouli); Sclat. P. Z, S. 1858, p. 60 (Rio Napo); 1859, p. 144 (Paliatanga); 1860, p. 93 (Nanegal); Grant, Cat. B. xVII, p. 434 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 499 (Milligalli). — Pharomacrus auriceps heliactin (Cab et Hein.); Berl. et Tacz. P. Z.S. 1884, p. 308 (Cayan- deled); 1885, p. 107 (Machay). a (1395) — Intac, giugno. é« Becco giallastro » (F.). Li RE, 432. TIrogon personatus, Gould; Sclat. P. Z. S. 1858, p. 555 (Matos); 1859, p. 144 (Pallatanga); 1860, p. 93 (Puellaro); Grant, Cat. B. xvIr, p. 446 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 499 (Chimbo, Paramba). — Trogon perso- natus propinquus (Cab. et Hein.); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 307 (Ca= yandeled, Chaguarpata). a (632) g° Huaca, Ecuador sett., gennaio. — 5 (762) J, c, d, e (672, 744, 757) 99 Pun, Ecuador or., febbraio. « Becco giallo; piedi giallo-aranciati; si nutre d’insetti » (F.). 433. Trogon collaris, Vieill.; Grant, Cat. B. xvII, p. 448 (partim). — Trogon sp.? Sclat. P. Z. S_ 1858, p. 459 (Gualaquiza). « Nome degli Jivaros: Tahuay » (F.\. a (47) g° Cuchibamba, Ecuador or., novembre. — d, c (342, 409) Y'9 Valle del Rio Santiago, Ecuador or., marzo. I maschi hanno le fascie bianche trasversali della coda più larghe od uguali alle nere e la femmina manca affatto di nero sul mento_ed in- torno agli occhi. 434. Trrogon virginalis, Cab. et Hein., Mus. Hein. Iv, ‘p. 173 (Palla- tanga); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 572 (Chimbo); 1884, p. 307 (Pedregal)* — Trogon collaris, part., Grant, Cat. B. xvII, pp. 448, 449 (specim. 2, 2, 0, Pallatanga). a, b, c (2411, 2559, 2679) 7g, d(2335) 9 Foreste del Rio Peripa, novembre. Questa specie, che anche recentemente è stata confusa col 7. collarîs, è ben distinta da questa per caratteri che si possono constatare in am- bedue i sessi; i maschi hanno le fascie nere della coda più larghe, delle bianche, mentre avviene il contrario nei maschi del 7. co/larîs; la fem- mina si distingue facilmente per avere il mento e la regione perioculare neri. Taczanowski e Berlepsch fanno notare giustamente la somiglianza di questa specie col 7. puezia dell'America centrale. Il T. virginalis è la forma occidentale dell’orientale 7. coZaris. 435. Trogon atricollis, Vieill.; Grant, Cat. B. xvi, p. 456 (Sarayacu). a (2469) g° Foreste del Rio Peripa, novembre. Questo esemplare ha le fascie bianche della coda un po’ più larghe che non in un esemplare di Rio Janeiro. 436. Trogzon viridis, Linn.; Grant, Cat. B. xvII, p. 458 (Sarayacu, Napo). a, d (386, 398) Y'J, c (408) 9 Valle del Rio Santiago, Ecuador or., marzo. 437. Trogon chionurus, Sclat. et Salv.; Grant, Cat. B. xvII, p. 460 (Balzar Mountains); Hartert, Nov. Zool. v, p. 499 (Cachavi). a-d (2513, 2543, 2641, 2642) JJ, e (263) 9 Foreste del Rio Peripa, novembre. Questa specie è confinata nell’Ecuador occidentale, ove rappresenta la precedente. 438. Trogon melanurus, Sw.; Sclat, P.Z.S. 1860, p. 284 (Babahoyo); Grant, Cat. B. xvII, p. 472 (E:uador). — Troctes mesurus, Cab. et Hein., Mus. Hein. Iv, p. 202 (Babahoyo). a (1899) g" ad. Babahoyo, agosto. — 6 (2050) Y" ad. Vinces. — c, d (2785, — 2310) JJ ad. et juv. Balzar, dicembre, ottobre. — e, f (2413, 2637) JYg> 9 (2357) 9 Foreste del Rio Peripa, novembre. 439. Trogon sp. Trogon T. melanuro valde affinis, sed major et colore rubro gastrei miniaceo, haud rosaceo, fascia pectorali alba tenuissima, lineari, fere obsoleta et rec- trice extima în pogonio externo obsolete albido punctulata, diversus. Corpore supra aureo-vîridi, pectore concolore, supracaudalibus paullum cyanescentibus, facie et gula nigris; fascia pectorali tenuissima alba, gastreo reliquo rubro-miniaceo; tectricibus alarum minoribus aureo-viridibus, dorso concoloribus, medtis et majoribus cum remigibus internis tenuissime griseo- undulatis; tectricibus remigum primariarum mnigris; remigibus primartis nigris, exterius albido limbatis; cauda nigra, rectricibus duabus mediis nitide viridi-caerulescentibus, fascia apicali nigra notatis, caeteris, extima excepta, în pogonio externo plus minusve latius viridi-caerulescentibus ; rectrice ex- tima nigra, vix punctulis albidis in pogonio exrterno notata; rostro flavo ; pedibus fuscis. Long. tot. circa 300 mm.; al. 160 mm.; caud. 155 mm.; rostri culm. 23 mm. a (1058) J° Gualea (Ecuador occ.), maggio. L’esemplare suddetto è notevole specialmente per la sottigliezza estrema della fascia pettorale bianca, la quale è ridotta ad una sottile linea nel mezzo di alcune piume del petto, sul confine fra il verde del petto e del rosso dell’addome; quelle piume hanno l’apice rosso e la base di color grigio molto più scuro che non nel 7. melanurus. Si noti che Gualea, ove fu raccolto l'esemplare suddetto, è molto più elevata e più al nord delle foreste del Rio Peripa e di Babahoyo, che sono i luoghi dell’Ecuador occidentale, nei quali finora è stato trovato l’affine T. melanurus. Per decidere del valore specifico, o no delle differenze sopraindicate sarebbe necessario avere una serie di esemplari simili a quello di Gualea. 440. Urospatha martii (Spix); Sharpe, Cat. B. xvi, p. 314 (Ecuador). — Momotus martiî, Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 571 (Chimbo). — Urospatha martii semirufa (Sclat.); Hartert, Nov. Zool. v, p. 497 (Paramba, Cachavi). a-d (318, 452, 414, 417) — —, e, f (286, 421) 99 Valle del Rio Santiago (Ecuador or.) febbraio, marzo. — g (1385) Intac, giugno. — h=j (2332, 2366, 2547) JJ, k,l (2594, 2632) 99 Foreste del Rio Peripa, novembre. È singolare che nessuno degli esemplari del Rio Santiago abbiano le due timoniere mediane foggiate a racchetta. 141, Momotus microstephanus, Sclat.; id. P. Z. S. 1860, p. 296 (Esmeraldas); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 571 (Chimbo); 1883, p. 197 (Ya- guaci); Sharpe, Cat. B. xvII, p. 322, pl. x, fig. 2. — Momotus sp., Sclat. P. Z. S. 1860, p. 284 (Babahoyo). —? Momotus argenticincetus, Sharpe, l. c. p. 323 (Santa Rita, Babahoyo). « Nome degli indigeni: Pedrote ». (F.). a-c (2076, 2110, 2111) — Vinces, d-f (2209, 2227, 2230) 7g Vinces, settembre. — g-î (2404, 2405, 2333) YJ9 Foreste del Rio Peripa, novembre. 218 Tutti gli esemplari suddetti si distinguono per avere la fascia coronale verde-ceruleo-argentino (Nile Blue, Ridgway), intorno alla macchia nera del pileo, molto larga sulla fronte e che si restringe posteriormente, dove è marginata da una fascia occipitale di colore azzurro oltremare. La macchia nera sul mezzo del pileo è variamente grande. In alcuni esem- plari, e specialmente in quelli segnati a, d, è ben distinta una tinta, 0 macchia castagna sull’occipite, nascosta dalla fascia azzurra. Notiamo specialmente questa cosa, giacchè lo Sharpe nella chiave dicotomica si serve della presenza, o della mancanza di quella tinta, o macchia per distinguere le specie, mentre quel carattere è variabile. Gli esemplari a, /% differiscono dagli altri per avere il colore verdo- gnolo delle parti inferiori lievemente tinto di rossigno. Si noti che lo Sharpe descrive questa specie colle parti inferiori interamente di color cannella (cinnamomeus), mentre nella figura (1. c.) le stesse parti ap- paiono invece di color verde, quali appunto sono nella maggioranza degli esemplari soprannoverati. Lo Sharpe ha diviso il M. microstephanus in due forme, luna distinta per avere la macchia coronale nera circondata da una fascia di color cobalto argentino con le piume dell’occipite terminate di azzurro oltre- mare, l’altra per avere la nuacchia coronale nera circondata da una larga fascia azzurro-verdognola argentina; alla prima riferisce gli esemplari tipici della Colombia ed uno di Esmeralda, alla seconda gli esemplari di Santa Rita e di Babahoyo. Sembra difficile che gli esemplari di Vinces soprannoverati possano essere differenti da quelli di Babahoyo, tuttavia non sappiamo risolverci a riferirli alla forma che lo Sharpe chiama argenticinclus, gicchè essi hanno ben distinta la fascia azzurra occi- pitale, la quale non è menzionata dallo Sharpe nella descrizione del M. argenticinctus. 442. Ceryle torquata (Linn.); Sclat. P. Z.S. 1860, p. 284 (Babahoyo); Sharpe, Cat. B. xvII, p. 121 (Guayaquil, Babahoyo, Sarayacu). a, ò (2267, 2112) 7°? (Vinces, settembre. — c (3) 9 Naranjal, ottobre. 443. Ceryle americana (Gm.); Sclat. P.Z.S. 1860, p. 284 (Babahoyo), p. 296 (Esmeraldas); Sharpe, Cat. B. xviI, p. 131 (Ecuador). — Ceryle cabanisi, Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 571 (Guayaquil); 1885, p. 107 (Yaguaci). — Ce- ryle americana cabanisi, Hartert, Nov. Zool. v, p. 498 (Cachavi). a (2082) g' Vinces, settembre. « Becco nero, piedi rosso-bruno cupo » (F.). — 6 (2369) g Foreste del Rio Peripa, ottobre. 444, Jacamerops grandis (Gm.); Sclat. Cat. B. xIx, p. 176 (Napo). a (389) J' Valle del Rio Santiago, marzo. — d (435) — Gualaquiza, aprile. 445, Galbula melanogemia, Scl.; Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 572 (chinbo); Sclat. Cat. B. x1x, p. 166 (W. Ecuador); Hurtert, Nov. Zool. v, p. 498 (Cachavì). a-d (2344, 2378, 2598, 2614) JJ, e-g (2428, 2561, 2602) 99, L (—) Foreste del Rio Peripa, novembre. è. ‘dr I maschi hanno la gola bianca, e le femmine l’hanno rossigna; ma l'esemplare e, indicato come femmina, ha la gola bianca tinta di rossigno, e sembra in uno stadio di transizione. 446. Galbula tombacea, Spix; Sclat. Cat. B. xIx, p. 167 (Ecuador). a (217) — Valle del Zamora, dicembre.« Nome degli Jivaros: Embarmur » (F.). L’esemplare suddetto differisce notevolmente da altri due di Bogota nel Museo di Torino, i quali corrispondono colla descrizione della G. fuscicapitta, che lo Sclater ha recentemente riunito colla G. fomdbacea. I caratteri per i quali l'esemplare suddetto si distingue sono le dimen- sioni maggiori, il pileo interamente verde dorato come il dorso, e la mancanza di tinta azzurra sotto il bruno del mento. Non è improbabile che sotto il nome G. tombacea lo Sclater abbia confuso diverse specie. 447. Galbula pastazae, Berl. et Tacz. P. Z. S. 1885, p. 107 (Mapoto, Machay); Sclat. Cat. B. xIX, p. 168 (F. Ecuador). a (464) — San José (Ecuador or.), maggio. Questo esemplare differisce da quello della specie precedente per essere più grande, per avere il dorso verde meno bronzato e per le timoniere laterali interamente di colore cannella senza macchie all’apice. Lo Sclater si è mostrato incerto intorno al valore specifico della G. pastazae, ma forse le due forme appartengono a due zone diverse, giacchè la località di S. José è molto più elevata della Valle del Zamora. 448. Bucco dysoni, Sdi; id. Cat. B. xIx, p. 182 (Ecuador). — Bucco leucocrissus, Scl. P. Z. S. 1860, p. 284 (Bababoyo). a, b, c (2041, 2043, 2219) YJ, d, e (2051, 2197) 99 Vinces, settembre. 449. Malacoptila panamensis, Lafr.; Sclat. P. Z. S. 1860, p. 297 (Esmeraldas); id. Cat. B. xIx, p. 166. — Melacoptila panamensis poliopsis, Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 572 (Chimbo, Palmal). — Malacoptila pana- mensis, var. aequatorialis, Cab. et Hein.; Sclat. Cat. B. xIx, p. 197. a-d (2374, 2421, 2549, 2609) JJ, e, f (2466, 2648) 99, Foreste del Rio Pe- ripa, novembre. « Becco nerastro colla mandibola inferiore bianco-gialliccia; iride rosso bruna. Si nutre d’insetti » (F.). ; Gli esemplari suddetti, tanto i maschi quanto le femmine, corrispondono colle descrizioni che dei due sessi vengono date dagli autori, ma è sin- golare che i maschi abbiano tutti il becco più piccolo ed il colorito più rossigno delle femmine, nelle quali predomina la tinta grigia e la fronte ed i mustacchi sono di un bianco puro. 450. Micromonacha lanceolata (De Ville); Sclat. Cat. B. xx, p. 199 (Sarayacu). a (432) g° Gualaquiza, aprile. 451. Hapaloptila castanea (Verr.); Sclat. Cat. B. x1x, p. 202 (Ecuador). a (1512) — Gualea, luglio. 452. Monasa peruana, Sclat.; id. P. Z. S. 1858, p. 60 (Rio Napo); id. Cat. B. xIx, p. 205 (Sarayacu). pa a (55) J° Gualaquiza, novembre. — 0, c, 4 (338, 351, 385) 9, —, ? Valle del Rio Santiago, marzo. « Becco rosso corallo; piedi neri. Nome degli Jivaros: Tiuécia » (F.). 453. Chelidoptera tenebrosa (Pall.); Sclat. Cat. B. xIx, p. 207. a (204) 9 Valle del Zamora, dicembre. « Nome degli Jivaros: Usciàm » (F.). Specie nuova per l’Ecuador. Tranne che nel becco alquanto più piccolo, l'esemplare suddetto corrisponde per le dimensioni con due altri del Museo di Torino, ricevuti come provenienti dalla Guiana e da Cayenna (Museo di Parigi), i quali, si noti, sono più grandi (coll’ala quasi mezzo pollice più lunga) di un altro esemplare d’incerta località, che per le dimensicni minori sarebbe riferibile, secondo lo Sclater, alla vera C. tenebrosa. L’Allen, discorrendo degli esemplari del genere Che/zdoptera, raccolti dallo Smith nel Matto grosso (Bull. Am. Mus. N. H. v, p. 185), dice che gli esemplari settentrionali (di Cayenna e dell’Amazonia) sono in media più piccoli e più scuri, ma che la differenza non è costante. 454. Coccyzus melanocoryphus, Vieill.; Shelley, Cat. B. x1x, p. 307 (Ecuador). a (914) 9 La Concepcion (Valle del Chota), maggio. « Becco nero; piedi plumbei » (F.). 455. Diplopterus naevius (L'nn); Sclat. P. Z. S. 1860, p. 285 (Baba- hoyo); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1885, p. 108 (Yaguaci); Shell. Cat. B. xIx, p. 423 (Ecuador). a (1886) 2 ad. Babahoyo, agosto. — d (2083) g' juv. Vincas, sett‘-mbre. 456. Piaya cayana (Linn.); Sclat. P. Z. S. 1854, p. 115 (Qui]jos); Berl. et Tacz. P. Z.S. 1883, p. 572 (Guayaquil); Shelley, Cat. B. xIx, p. 373. — Piéaya mehleri, Sclat. P.Z. S. 1858, p. 75 (Rio Napo), p. 460 (Gualaquiza, Zamora). — Piaya nigricriesa, Sclat. P. Z. S. 1860, p. 285 (Babahoyo), p. 297 (Esme- rallas). — Piaya cayana mesura (Cab. et Hein.); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 308 (Surupata); 1885, p. 108 (Mapoto). — Piaya cayana menhleri (Bp.); Hartert, Nov. Zool. v, p. 499 (Chimbo, Paramba). a (434) — Gualaquiza, aprile. — 0-4 (886, 894, 895) g— La Concepcion, Valle del Chota, aprile. — e, 7 (951, 962) — Gualea, maggio. — g (1300) — Pelagallo, giugno. — hh, è (2415, 2432) 99 Foreste del Rio Peripa, novembre. « Becco giallo, piedi plumbeo scuro. Si nutre d’insetti » (Z.). 457. Piaya minuta (Vieill.); Shelley, Cat. B. xIx, p. 378 (Ecuador, Ba- bahoyo, Balzar). — Piaya rutila (111.); Sclat. P. Z. S. 1860, p. 285 (Babahoyo), p. 297 (Esmeraldas); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 572 (Chimbo). a (474) g° Gualaquiza, giugno. « Recco giallo corneo. Si nutre di bruchi di farfalle notturne » (F.). — 5 (2260) 9 Vinces, settembre. « Becco giallo; piedi verde grigio scuro » (F.). La femmina di Vinces è notevolmente più piccola del maschio di Gua- laquiza e di colore alquanto più pallido; notiamo questa cosa, giacchè gli esemplari dell'Ecuador occidentale (Esmeralda) sono stati descritti sic- 1 i come appartenenti ad una specie distinta, Coccyzura gracilis, Heine, J.f.O. 1863, p. 556, caratterizzata da dimensioni minori e colorito più LI pallido; questa forma non è stata ammessa dallo Shelley come distinta. 458. Crotophaga major, Gm.; Shelley, Cat. B. x1x, p. 428 (Sarayacu). a (230) 3g" Valle del Zamora, dicembre. 459. Crotophaga ani, Linn.; Sclat. P. Z. S. 1860, p. 285 (Babahoyo); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1885, p. 108 (Yaguaci); Shelley, Cat. B. xIx, p. 429 (Santa Rita, Babahoyo); Hartert, Nov. Zool. v, p. 500 (San Pedro). « Nome degli Jivaros: Garrapatero » (F.). a-c (844, 845, 878) —Jg, d (879) 9 La Concepcion (Valle del Chota), aprile. — e, f (2143, 2013) Y9 Vinces, settembre. 460. Crotophaga sulcirostris, Sw.; Sclat. P. Z. S. 1860, p. 285 (Ba- bahoyo), p. 297 (Esmeraldas); Shelley, Cat. B. xIx, p. 432 (Intac, Babahoyo, Guayaquil). a (1926) g° Savana di Guayaquil, agosto. — (1993) g' Vinces, settembre. — c-e (2280, 2281, 2731) Y'g} f (2718) 9 Balzar, ottobre, dicembre. — g, h (2540, 2687) gg, i (2667) 9 Foreste del Rio Peripa, novembre. 461. Capito aequatorialis, nov. sp. — Euducco dourcieri, Sclat. (nec Lafr.) P. Z. S. 1859, p. 146 (Pallatanga); 1860, p. 95 (Nanegal), p. 297 (Esmeraldas. — Capito bourcieri, Sclat. Ibis, 1861, p. 188 (part., Esmeraldas, Nanegal); Salv. Ibis, 1870, pp. 111, 112 (part. Ecuador); Marsh. Mon. Capit. p. 165, pl. 66 (1871) (part., Ecuador); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 573 (Chimbo); Shelley, Cat. B. XIX, p. 118 (part., Intac, Esmeraldas, Nanegal)) (1891). a, d (1376, 1380) JJ (?) Intac, giugno. Ambedue gli esemplari, senza dubbio maschi, hanno il rosso della testa e del collo non esteso sulla parte inferiore del petto, come negli esem- plari di Bogota; questa cosa fu già fatta notare dal Salvin (l. c.); e sic- come sembra costante negli esemplari dell'Ecuador occidentale, abbiamo creduto di poterli separare specificamente. Forse l’esame delle femmine potrà far scorgere altre differenze spe- cifiche. 462. Rhamphastos tocard, Vieill.; Sclat. P. Z. S. 1860, p. 71 (Palla- tanga); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1885, p. 108 (Mapoto); Sclat. Cat. B. xIx, p. 127 (W. Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 498 (Paramba). — Rhamphastos am- biguus, Sw.; Sclat. P. Z. S. 1859, p. 146 (Pallatanga); 1860, p. 95 (Nanegal); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 573 (Chimbo); Sclat. Cat. B. xIx, p. 128 (W. and E. Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 498 (Paramba). a, db (423, 424) 59 Valle di Mendez (Ecuador or.), aprile. — ce, d (443, 444) 9 (an pot. g'?)— San José (Ecuador or.), maggio. — e (1057) g°? Gualea, maggio. — /-h (1383, 1390, 1392) ad., è, j (1391, 1382) juv. Intac, giugno. — h-0 .(2402, 2558, 2624, 2626, 2627) JJ}, PD, q (2363, 2403) 92 Foreste del Rio Peripa, ottobre, novembre. « Becco giallo superiormente, nero nella parte infe- riore, gola e pelle nuda intorno agli occhi gialle. Piedi azzurro-verdognoli » (7.). Le indicazioni suddette si trovano segnate sui cartellini di molti degli _ dd esemplari annoverati, e tuttavia parecchi degli eseniplari del Rio Peripa, k, tl, n, 0, p, hanno il becco rossiccio nella metà basale, e siccome uno di cosiffatti individui (£), ha sul cartellino segnato il becco di color giallo e nero, è evidente che il colore rossiccio non si trovava nell’esemplare fresco ed è sopravvenuto durante il periodo dell’essicamento e non è proprio del £. focard vivo. La serie sopraindicata presenta una grande variabilità nelle dimensioni, quasi nessuna nel colorito; in generale il becco è più grande nei maschi adulti, ma alcune femmine l’hanno così grande come i maschi; nei gio» vani il becco è colorito come negli adulti. 463. Rhamphastos cuvieri, Wagl.; Sclat. Cat. B. xIx, p. 130 (Sara- yacu). — Ramphastos culminatus, Gould; Sclat. P. Z. S. 1858, p. 75 (Rio Napo), p. 460 (Gualaquiza); id. Cat. B. xIx, p. 130 (San José). a (49) g° Gualaquiza, novembre « Becco nero, culmine del becco e base della mandibola superiore gialla; base della"mandibola inferiore bianca s (F.). — b, c (350, 422) 73, d (412) 9, e, f (277, 371) — Valle del Rio Santiago, Ecuador or., febbraio, marzo. Il maschio di Gualaquiza ed i due del Rio Santiago sono notevolmente più grandi ed hanno il becco molto più grande degli altri esemplari, tra i quali la femmina d; questi ultimi hanno la mascella alquanto com- pressa lungo i lati, ma non è improbabile che ciò dipenda dall’essica- mento. Sembra molto probabile che il £. culminatus Gould, si fondi sopra gli esemplari aventi dimensioni minori, e che perciò non sia spe- cificamente diverso, tanto più che si troverebbe insieme colla forma maggiore avente il becco rigonfio sui lati. 464. Pteroglossus erythropygius, Gould; Sclat. P. Z. S. 1860, p. 71 (Pallatanga), p. 286 (Babahoyo); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 573 (Chimbo); Sclat. Cat. B. xIx, p. 143 (Santa Rita, Pallatanga, Intac). a-g (2334, 2487, 2557, 2595, 2608, 2622, 2634) JJ, h (2495) 9 Foreste del Rio Peripa, ottobre, novembre. — i (1394) juv. Intac, giugno. « Becco giallo pallido: fascia lungo il margine della mandibola superiore e punta della man- dibola inferiore nere; punta della mandibola superiore giallo vivo » (7.). L'ultimo esemplare differisce dagli altri per avere, oltre il margine della mandibola superiore una fascia lungo il culmine e la mandibola inferiore di color nericcio; secondo noi questi caratteri sono distintivi del giovane. Anche nell’esemplare 4 vi è un residuo della fascia nericcia lungo il culmine del becco e la parte apicale nericcia della mandibola inferiore è più estesa che non negli altri esemplari adulti. L’Hartert recentemente (Nov. Zool. v, p. 498) ha annoverato esem- plari di Cachavì e di Paramba, che egli riferisce al P. sanguineus, ma ci viene il dubbio che anch'essi siano esemplari non adulti del 2, ery- thropygius. 1 60 = 465. Andigena laminirostris, Gould; Sclat. P. Z. S. 1859, p. 146 (Pallatanga); 1860, p. 95 (Nanegal); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 308 (Cha- guarpata, Cayandeled); Sclat. Cat. B. x1x, p. 135 (W. Ecuador). A (1511) — Gualea, luglio. — 6 (1184) 9 Nanegal, giugno. « Becco nero, colla lamina gialla, la base della mascella e la mandibola rosse. Si nutre di frutta » (F.). Il primo esemplare ha il becco più grande del secondo e forse è un maschio. 466. Andigena hypoglaucus (Gould); Tacz. et Berl. P. Z. S. 1885, p. 108 (San Rafael); Sclat. cat. B. xrx, p. 134 (Ecuador). a, b, c (647, 648, 780) JJ; d (685) 9, e-h (708, 709, 765, 781) —, é-k (752, 768, 649) 9— juv., Pun, Ecuador or., febbraio. « Nome degli indigeni: Pa» leton » (F.). La femmina non differisce dai maschi altro che pel becco notevolmente più corto. I giovani, che non troviamo descritti, oltre al non avere le macchie del becco distinte, hanno l’addome tinto di verdiccio- giallognolo. 467. Selenidera reinwardti (Wagl.); Sclat. P.Z S. 1858, p. 75 (Rio Napo); id. Cat. B. xIx, p. 151 (Sarayacu, Rio Napo). a (192) J' Valle del Rio Zamora, dicembre. 468. Aulacorhamphus derbianus (Goul.l); Sclat. Cat. B. xIx, p. 155 (Jima, Archidona). a (453) 9 S. José (Ecuador orient.), maggio. 469. Aulacorhamphus haematopygius (Gould); Sclat. P. Z. S. 1859, p. 146 (Pallatanga); Berl. et Tacz. P. Z, S. 1884, p.308 (Pedregal, Cayan- deled); Sclat. Cat. B. xIx, p. 158 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 499 (Pa- ramba). a, b (1386, 1389) — Intac, giugno. — € (1521) Gualea, luglio. — d, e (2548, 2604) JJ Foreste del Rio Peripa, novembre. « Becco bruno, con fascia basale bianco-gialliccia » (F.). In tutti gli esemplari il becco è rosso-castagno verso Ja base. 470. Ara ararauna (Linn); Salvad. Cat. B. xx, p. 152 (Sarayacu). a (502) J° Gualaquiza. — 6 (2630) 9 Foreste del Rio Peripa, novembre. « Becco nero, pelle nuda dei lati della testa e gola bianchiccie; iride giallo- chiara; piedi bruni » (F.). 471. Ara severa (Linn.); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 573 (Chimbo); Salvad. Cat. B. xx. p. 161 (Sarayacu). a-c (2410, 2556, 2631) JJ, d (2629) 9 Foreste del Rio Peripa, novembre. 472. Conurus weddelli, Deville; Salvad. Cat. B. xx, p. 181 (Sarayacu). a (597bis) 9 Valle del Rio Santiago (Ecuador or.). « Becco grigio-nerastro; iride grigio chiaro; piedi nerastri » (F.). Esemplare morto in schiavitù. 473. Conurus rubrolarvatus, Mass. et Souancé; Salvad. Cat. B. xx, p. 182 (W. Ecuador). — Conurus erythrogenys (Less.); Sclat. P. Z. S. 1859, p. 146 (Pallatanga); 1860, p. 71 (Pallatanga), p. 287 (Babahoyo), Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 573 (Chimbo, Guayaquil). e a, b (1993bis, 1998) Y'J, c (2005) 9 Vinces, settembre. — d, e (2349, 2633) 99 Foreste del Rio Peripa, ottubre, novembre. « Becco color corneo-gialliccio; piedi bruno-nericci » (F.). Soltanto nell’esemplare e il rosso della faccia si estende sul mento e sulla gola. 474. Conurus callogenys, Salvad. Cat. B. xx, p. 188 (E. Ecuador). a (395) 9 Valle del Rio Santiago (Ecuador or.), marzo. — 6-d (457, 458, 459) JJ, e-î (456, 460, 461, 462, 463) 99 San José (Ecuador or.), maggio. Soltanto il primo esemplare ha le grandi cuopritrici inferiori delle ali gialle, negli altri esse sono olivaceo-giallognole, marginate più o meno di giallo, indizio d’immaturità. In nessuno le piume rosse della parte inferiore delle gote sono così numerose come negli esemplari tipici del Museo Britannico. Tutti gli esemplari suddetti hanno un sottile margine frontale castagno, non menzionato nella descrizione originale. 475. R°sittacula coelestis (Less.); Sclat. P. Z. S. 1860, p. 287 (Babahoyo); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 574 (Guayaquil); Salvad. Cat. B. xx, p. 241 (W. Ecuador). — ? Psittacula passerina, Sclat. (nec Linn.), P. Z. S. 1859, p. 115 (Quijos). a (1948) g' Savana di Guayaquil, agosto. « Becco verde-cenere chiaro con leggera tinta «zzurrognola » (F.). — 6 (2116) 9 Vinces, settembre. — c, d (2787, 2806) 79 Balzar, dicembre. — e, f (2872, 2893) gg Puntilla de Sant'Elena, gennaio. 476. Brotogerys pyrrhopterus (Lath.); Sclat. P. Z. S. 1860, p. 287 (Babahoyo); Berl. et Tacz. P.Z.S. 1883, d. 573 (Guayaquil); 1885, p. 109 (Ya- guachi); Salva. Cat. B. xx, p. 258 (W. Ecuador). a (1862) J' Playas, agosto. — 6 (2420) g' juv. Foreste del Rio Peripa, no- vembre. « Becco bianchiccio, culmine della metà anteriore della mandibola superiore e metà anteriore della mandibola inferiore bruno-verdastro; piedi grigio chiaro » (F.). — c, d (2729, 2750) JJ, e (2709) 9 Balzar, dicembre. 477. Chrysotis mercenaria (Tsch.); Sclat. P. Z. S. 1858, p. 75 (Rio Napo); Salvad. Cat. B. xx, p. 282 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 500 (Pa- ramba). a (425) g juv. Valle del Mendez, Ecuador or., aprile. 478. Chrysotis amazonica (Linn.); Sclat. P. Z. S. 1858, p. 75 (Rio Napo); Salvad. Cat. B. xx, p. 283 (Rio Napo, Sarayacu). a (620) — Valle del Rio Santia 0. Esemplare morto in schiavitù. 479. Chrysotis imornata, Salvad, Cat. B. xx, p. 281 (Sarayacu). — Chrysotis farinosa, Sclat. (nec Bodd.) P. Z. S. 1858, p. 75 (Rio Napo); ? Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 579 (Chimbo). a, d (356, 357) (f9 Valle del Rio Santiago, marzo. — e (—) Valle del Rio Santiago; esemplare ancora vivo. — 4 (2650) g' Foreste del Rio Peripa, no- vembre. « Becco corneo gialliccio. Nome degli Jivaros: Caudsciu » (F.). — 26 — I primi tre esemplari dell'Ecuador orientale corrispondono bene coì tipi del Museo Britannico, l’ultimo dell'Ecuador occidentale si distingue specialmente per avere numerose piume gialle fra altre verdi della fronte. Se gli esemplari dell’Ecuador occidentale presentassero costantemente quel carattere, certamente dovrebbero essere considerati come spettanti ad una specie distinta. 480. Pionus menstruus (Linn.); Sclat. P. Z. S. 1858, p. 460 (Zamora); 1860, p. 287 (Babahoyo); Salvad. Cat. B. xx, p. 322; Hartert, Nov. Zool. v, p. 501 (Cachavì). a (586) g ad., 6 (519) juv. Gualaquiza. — c (1898) Y Babahayo, agosto. — d, e (2336, 2560) Y9 Foreste del Rio Peripa, ottobre, novembre. Il giovane è notevole per avere le piume della fronte rosso-rosee, miste con altre azzurre; le piume del capo sono verdi marginate di azzurro. Gli ultimi tre esemplari dell'Ecuador occidentale differiscono dall’adulto di Gualaquiza per avere la macchia gulare rossa molto più estesa e corrispondono al P. rudbrigularis, Cab. J. f. O. 1881, p. 222, che nel « Catalogue of Birds » (1. c.) non fu considerato come specificamente di- stinto per essere la macchia gulare rossa più o meno estesa in individui della stessa località. 481. Pionus seniloides (M. et S.); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 309 (Cayandeled); 1895, p.109 (San Rafael); Salvad. Cat. B. xx, p. 330 (Ecuador). a, bd, c (683, 763, 766) Yg, d (764) 9 Pun, Ecuador or., febbraio. « Becco color giallo corneo; piedi giallo-arancio. Si nutre di frutta e di semi » (7.). Gli esemplari suddetti hanno pochissimo distinti i margini rossigni delle piume bianche del pileo. 482. Sarcorhamphus gryphus (Linn.); Sharpe, Cat. B. 1, p. 21 (Ecuador). — Sarcorhamphus aequatorialis, Sharpe, Cat. B. I, p. 21 (Ecuador); Scl. P. Z.S. 1883, p. 340, pl. 35 (juv.) Ecuador). a (583) g' ad., 6 (584) J' immat., c (585) 9 juv. Caîiar, ottobre. La femmina giovane, oltre al colorito bruno ed alla mancanza di cresta carnosa, ha il collo tutto ricoperto da fitto piumino grigio-bruno. Il maschio immaturo, mentre ha già la cresta carnosa, conserva tut- tavia il colorito grigio-bruno, ma tra le piume di questo colore ne ap- paiono talune che accennano a diventare nere lucenti; le piume del collare sono ancora grigie, ma tendono alquanto al bianchiccio. Tutti tre gli esemplari furono uccisi contemporaneamente in uno stesso branco di forse cinquanta, o sessanta, e non pare probabile che i due di color bruno si possano riferire ad una specie diversa dall'ordinario S. gryphus. « Venni assicurato da persona degnissima di fede che oltre al cibarsi di animali morti, questa specie assale i vitelli ed i cavalli neonati. Per lo più aggrediscono la loro vittima in due o tre, la stancano inseguendola e quando accasciata dalla stanchezza non può più difendersi, la divorano cominciando per lo più dall’ano » (F.). i da 483. Gypagus papa (Linn.). — Cathartes papa, Sharpe, Cat. B. 1, p. 22. a (500) 9 ad. Gualaquiza, luglio. « Collo aranciato sui lati, giallo sulla parte anteriore, bianco gialliccio sulla parte posteriore; gola e gozzo bianco gialliccio; una macchia rosso aranciato sull’occipite; davanti agli occhi una macchia di color azzurro grigio oscuro » (F.). — 0 (2326) 9? ad. Foreste del Rio Peripa, ottobre. Non troviamo questa specie annoverata dell’Ecuador (!). 484. Cathartes burroviana, Cass. — Cathartes aura, Sel. (nec Linn.) P. Z. S. 1860, p. 96 (Puellaro), p. 287 (Babahoyo). — Oenops urubitinga (Pelz.); Sharpe, Cat. B. 1, p. 28, pl. I, f. 2. — Oenops durroviana, Sharpe, Cat. B. 1, p. 28 (note). a (—) 9 ad. Gualaquiza, Ecuador or. « Becco bianco; parti nude giallo- rossiccie, nuca ed occipite di color giallo chiaro; piedi bianchicci » (F.). — b (2619) g'imm. Foreste del Rio Peripa, novembre. « Becco bianco-roseo; parti nude della testa bianchiccio-carnicine, rosso-carnee con verruche bianche sulla parte posteriore » {Y.). — c (2328) g' juv., d, e (2620, 2621) 99 juv. Foreste del Rio Peripa, ottobre, novembre. « Parte posteriore del capo rossiccio= carneo » (F.). Tutti gli esemplari suddetti, tranne uno (2), hanno gli steli delle remi- ganti primarie bianchi tanto superiormente, quanto inferiormente, e quindi sembrano riferibili alla specie indicata; l’esemplare d, che ha gli steli delle remiganti primarie bruniccie superiormente, ha segni evidenti di non essere ben adulto, conservando un po’ di piumino sulla cervice. Il Gurney (dis, 1875, p. 53) ha fatto notare che il colore degli steli delle remiganti primarie è variabile nella specie dalla testa rossa e che forse lo è pure in quella dalla testa gialla. Ci sembra probabile che quel carattere sia in rapporto coll’età. Rispetto al colore della pelle nuda della testa, pare che anch'esso sia un carattere variabile, forse coll’età; il solo esemplare adulto della serie sopra in- dicata, quello di Gualaquiza, ha la nuca e l’occipite di color giallo, mentre in tutti gli altri, più o meno immaturi, quelle parti sono di color rossiccio carnicino. 485. Polyborus cheriway (Jacq.); Sharpe, Cat. B. 1, p. 38 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 501 (Cayambe). — Polyborus tharus, Scl. (nec Mol.), P. Z.S. 1860, p. 288 (Babahoyo). a (784) 3° Ei Troje (Huaca), marzo. — d, c (829, 830), imm. Ibarra, aprile. — d, e (2024, 2027) 5? imm. Vinces, settembre. = / (2836) ? imm. Puntilla de S. Elena, gennaio. 486. Ibyeter ameriennus (Bodd.); Sclat. P. Z. S. 1858, p. 451 (Guala- quiza); Sharpe, Cat. B. I, p. 35 (Guayaquil). a (240) g, db, c, d (235, 243, 250) 99 ad. Valle del Rio Zamora, dicembre. « Vive nella foresta, e fa vita arborea » (7). 487. Phalcobaenus carunculatus, Des Murs, Rev. et Mag. de Zool, 1853, p. 154 (Colombia!); Gurn. Cat. Rapt. B. Norw. Mus. p. 25 (Ecuador) (1864); A I G. R. Gr. Hand-List. 1, p. 5, n. 34 (1869); Ridgw. Bull. Geol. and Geogr. Surv. (2) n. 6, p. 464 (1876): Gurn. List Diurn. B. of Prey, p. 18 (1884); Gurn. jun., Cat. B. of Prey, p. 18 (1894). — M#vago megalopterus, Scl. (nec Meyen) P. Z. 8. 1858, p. 555 (Punin). — M#vago carunculatus, Scl. P. Z. S. 1860, p. 81 (Pi- chincha); id. Ibis, 1860, p. 147; 1861, p. 19, pl. 1 (Rio Napo!); Orton, Am. Nat. v, p. 94 (Quito Valley) (1871); Scl. et Salv. Nom. Av. Neotr. p. 122, n. 4 (Columbia, Aequatoria) (1873). — Ibicter carunculatus, Sharpe, Cat. B. 1, p. 38 (Ecuador, New Granada) (1874). — Polyborus megalopterus, part., Gieb. Thes. Orn. 11, © p. 258 (1877). a (560) g al. Paredones, Paramos dell’Azuay., ottobre. « Becco bianco- azzurrognolo; piedi gialli » (F.). — (919) 2 ad. La Concepcion, Valle del Chota, aprile. « Becco azzurrognolo; pelle nuda delle gote e della gola giallo- arancio; piedi gialli » (F.). — c (522) 9 imm. Altipiano di Tarquì, settembre. « Becco azzurrognolo, pelle nuda della testa rosso-arancio; piedi gialli » (7.). — d (533) juv. Altipiano di Tarquì, settembre. « Becco azzurrognolo; pelle ruda della testa gialliccia » (F.). — e (568) 9 juv. Cafiar. « Cera gialla » (7.). — f (793) 9 juv. El Troje, Huaca. « Si nutre di lucertole e d’insetti » (F.). La serie suddetta illustra benissimo gli stadii diversi per i quali passa questa specie, e che finora erano rimasti ignorati. I giovani, non ancora descritti, hanno il colorito generale bruno-terreo, il groppone ed il sopraccoda fulviccio chiaro; l’esemplare di El Troje, a quanto pare il più giovane di tutti, ha macchie chiare all’apice delle piume del dorso e dell'addome. In questo abito i giovani hanno una grandissima somiglianza con quelli del Pf. megalopterus. In uno stadio di transizione, conservando molte piume bruno-terree, residuo dell’abito giovanile, le medesime gradatamente si fanno nere coll’apice bianco; l'addome ed il sottocoda sono bianchi; il sopraccoda è bianco con fascie trasversali bianchiccie; la coda si fa più scura e vi appare la fascia terminale bianca. Le parti nude della testa sono di color gialliccio nei giovani e giallo- arancio negli adulti, nei quali le caruncole sono ben distinte, mentre non si scorgono nei giovani. Gli adulti, nell’abito già noto, differiscono fra loro soltanto per le di- mensioni, maggiori nella femmina. Il genere Phra/cobaenus sembra che si debba tenere distinto dal ge- nere /bycter, non solo pei caratteri dei tarsi più lunghi, della coda più corta, del becco più alto e più compresso e delle piume del pileo ricurve, ma anche per ì costumi, giacchè le specie del genere /byc/er fanno vita arborea nella foresta calda, mentre quelle del genere Pha/codbaenus fanno vita terragnola nelle regioni dei Paramos. È probabile che questa specie sia confinata nell’Ecuador ; l'indicazione Colombia dell'esemplare tipico descritto dal Des Murs non è convalidata dal nome del collettore, e da quasi mezzo secolo nessun altro collettore l’ha ritrovata nella Colombia. Si aggiunga che, secondo le osservazioni del Festa, questa specie è molto comune nella regione dei Paramos fino a Quito, e si fa sempre più rara verso Nord. 488. Circus cinereus, Vieill.; Sharpe, Cat. B. I, p. 56. a (805) J' ad. El Troje, Huaca, marzo. — d, € (1448, 1452) 99 Valle vicioso, Paramos del Cotopaxi, luglio. — d, e (1131, —) gg ad., 7 (1132) juv. Chaupi, Paramos dell’Illiniza, giugno. — g (549) 9 juv. Caîiar, ottobre. « Becco nero- azzurrognolo, cera e piedi gialli, unghie nere. Si nutre di giovani conigli ed uccelletti. Vive nei luoghi acquitrinosi del Paramos » (F.). Gli esemplari suddetti nei vari loro abiti sono simili in tutto a quelli del Chilì conservati nel Museo di Torino. Non troviamo questa specie annoverata fra quelle dell'Ecuador. 489. Geranospizias caerulescens (Vieill.); Scl. P. Z. S. 1860, p. 288 (Bababoyo); Sharpe, Cat. B. I, p. 81 (partim) (Puna Is.); Gurn. List Diurn. B. of Prey, p. 25. a (2211) 9 Vinces, settembre. — d (2327) 9 Foreste del Rio Peripa, ottobre. « Becco nero, colla mandibola grigio-azzurra, piedi gialli, unghie nere » (F.). Il primo esemplare ha sull’addome e sul sottocoda strette fascie tra- sversali bianche, che mancano nel secondo. 490, Accipiter bicolor (Vieill.); Sclat. et Salv. Ex. Orn. p. 137, pl. 69 (Ecuador); Sharpe, Cat. B. I, p. 154; Berl. P. Z. S. 1885, p. 119 (Pallatanga, Esmeraldas); Hartert, Nov. Zool. v, p. 502 (Cachavì). — Accipiter erythro- cnemius, Scl. (nec Kaup), P. Z. S. 1860, p. 96 (Nanegal). — Accipiter pileatus, Scl. (nec Max) P. Z.S. 1860, pp. 72 (Pallatanga), 298 (Esmeraldas). a, è (653, 659) — Pun, Ecuador or., febbraio. « Il becco negli esemplari suddetti è nero, colla base della mandibola inferiore gialla; cera e piedi gialli »(F.). Nessuno dei due esemplari è in abito perfetto; le tibie sono di color rossiccio-castagno uniforme, le cuopritrici inferiori delle ali bianche con fascie trasversali nericcie, le parti inferiori bianche con numerose fascie rossigne in parte bruniccie. I due esemplari suddetti hanno notevole analogia con due esemplari in abito imperfetto dell’ Accipiter pilealus, dai quali si distinguono fa- cilmente pel colorito bianco delle cuopritrici inferiori delle ali; sembra quindi che gli esemplari dell’ A. dicolor passino per uno stadio con fascie trasversali sulle parti inferiori, come i giovani dell’ A. pileatus, la quale cosa non troviamo indicata. 491, Accipiter timus (Lath.); Sharpe, Cat. B. 1, p. 139. a (411) g' ad. Valle del Rio Santiago, Ecuador or., marzo. « Becco azzurro- nerastro, cera e piedi gialli. Si nutre di coleotteri ed ortotteri » (F.). Non troviamo che questa specie sia stata annoverata prima d’ora fra quelle dell'Ecuador. 492. Heterospizias meridionalis (Lath.); Sharpe, Cat. B. 1, p. 160. — Buteogallus meridionalis, Scl. P. Z. S. 1860, p. 288 (Babahoyo). a, d (2025, 2278) JT ad., c (2069) 9 ad., d (2026) 9? imm. Vinces, settembre. 3 0 « Becco grigio-azzurrognolo alla base, nero all’apice, cera e piedi gialli, unghie. nere » (F.). 493. Geranaetus melanoleucus (Vieill.); Gurn. Ibis, 1876, p. 66 (Ecuador). — Buteo melanoleucus, Sharpe, Cat. B. 1, p. 168; Hartert, Nov. Zool. v, p. 501 (Cayambe, Ibarra). a (885) 9 ad. La Concepcion, Valle del Chota, aprile. — % (923) juv. La Concepcion, maggio. « Becco azzurrognolo; cera grigio-azzurrognola; piedi gialli » (F.). — € (1133) Y' ad. Chaupi, giugno. « Becco giallognolo coll’apice nericcio, cera e piedi gialli, unghie nere. Si nutre di uccelli e conigli » (7.). — d (589) 9gjuv. Cuenca, novembre. « Iride bruna, piedi gialli. Femmina morta in schiavitù » (7.). 424. Buteo erythronotus (King); Sharpe, Cat. B. 1, p. 172. a (924) 9 ad. La Concepcion; Valle del Chota, maggio. — 5 (2832) juv. Puntilla de S. Elena, gennaio. La femmina adulta somiglia in tutto ad altri esemplari del Chilì; lunghezza dell’ala pollici inglesi 16. Il giovane somiglia ad un altro del Chilì, ma non ha il dorso rosso, e quindi è in uno stadio più giovanile. Questa specie sembra nuova per l’Ecuador. 495. Asturina nitida (Lath.); Sclat. P. Z. S. 1860, p. 288 (Babahoyo); Sharpe, Cat. B. I, p. 203. a (52) juv. Gual«quiza, novembre. « Cera e piedi gialli » (F.). Esemplare giovane, similissimo ad un altro di Yquitos, determinato dallo Sharpe. 496. Rupornis magnirostris (Gm.); Gurn. Ibis, 1876, p. 482. — Astu- rina magntrostris, Sclat. P.Z.S. 1858, p. 451 (Gualaquiza); 1859, p. 147 (Pal- latanga); 1860, p. 288 (Babahoyo); Sharpe, Cat. B. 1, p. 207; Hartert, Nov. Zool. v, p. 502 (Chimbo). a (50) 9 Gualaquiza, novembre. — d, c (2023, 2036) Y'9 Vinces, settembre. « Becco nero, azzurrognolo alla base, cera e piedi gialli, unghie nere »(F.). Soltanto la femmina di Vinces è al tutto adulta, avendo il petto di color cenerino puro come le parti superiori; negli altri due esemplari il petto è tinto di color rossigno; tutti tre hanno le tibie bianchiccie con fascie rossigne. 497. Erythrocnema unicincta (Temm.); Sharpe, Cat. B. I, p. 85. — Urubitinga unicineta, Scl. P. Z. S. 1859, p. 147 (Pallatanga). — Spizageranus unicinclus, Scl. P. Z.S. 1860, p. 288 (Babahoyo). a (871) — La Concepcion, Valle del Chota, aprile. Esemplare adulto, probabilmente maschio e notevolmente più piccolo di una femmina del Messico, ma assolutamente identico nel colorito. 498. Urubitinga zonura (Shaw); Sclat. P. Z. S. 1860, p. 288 (Baba- hoyo); Sharpe, Cat. B. I, p. 213; Gurn. List Diurn. B. of Prey, pp. 77, 149 (Sarayacu, Ecuador). Ra a (2698) J" ad. Foreste del Rio Peripa, novembre. « Piedi gialli, unghie nere » (F.). — d (2339) 9 juv. Foreste del Rio Peripa, ottobre .. « Piedi gialli » (F.). Il maschio adulto nero ha le piume delle tibie con strette fascie ir- regolari bianchiccie. 499. Leucopternis albicollis (Lath.); Gurn. Ibis, 1876, p. 473 (Quito). — Urubitinga albicollis, Sharpe, Cat. B. 1, p. 216. a (436) — Gualaquiza, maggio. Esemplare in abito non ancora perfetto, con numerose strie longitu- dinali brune sull’occipite. 500. Rostrhamus leuc>pygus (Spix); Sharpe, Cat. B. I, p. 328. — Rostrhamus sociabilis (Vieill.); Sclat. P. Z S. 1858, p. 60 (Rio Napo); 1860, p. 289 (Babahoyo); Gurn. Ibis, 1879, p. 337. a (2028) g' Vinces, settembre. « Becco nero, cera gialla, piedi gialli, unghie nere. Nome degli indigeni: Gabdilan ranero » (F.). 501. Hetinia plumbea (Gm.); Sharpe, Cat. B. I, p. 864; Tacz. et Berl. P.Z.S. 1883, p. 574 (Chimbo); Hartert, Nov. Zool. v, p. 501 (Paramba). a (228) — Valle del Zamora, dicembre. 502. Falco sp. a (2834) juv. Puntilla de S. Elena, gennaio. « Cera bruno-nera, piedi gialli, unghie nere. Frequentava la costa lungo la regione indicata » (F.). Esemplare giovane di difficile determinazione; confrontato con due esemplari del F. cassinîi del Chilì, l’uno adulto e l’altro quasi adulto, conservati nel Museo di Torino, oltre all’avere la cervice bianchiccia, si distingue pel becco più piccolo, per le dita più brevi e per le unghie pure più piccole. È esso riferibile al 7. peregrinus, ovvero al F. pealei? 503. Falco albigularis, Daud.; Sharpe, Cat. B. 1, p. 401; Hartert, Nov. Zool. v, p. 501 (Paramba). — Hypotriorchis rufigularis (Daud.); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 574 (Chimbo). a (263) 9 Gualaquiza, gennaio. — d, c (468, 469) YP_ San José (Ecuador or.), maggio. 504. Falco columbarius, Linn.; Sharpe, Cat. B. I, p. 408; Gurn. Ibis, 1882, p. 160 (Quito, Cuenca). a (567) 9 Cafiar, ottobre. « Becco azzurrognolo coll’apice nero; cera e piedi gialli; unghie nere » (F.). 505. Tinnunculus cinnamominus (Sw.); Gurn. Ibis, 1881, pp. 547- 566. — Tinnunculus sparverius, Scl. (nec Linn.) P. Z. S. 1858, p. 556 (Matos); 1859, p. 147 (Pallatanga); 1860, p. 96 (Calacali, Puellaro). — Cerchneîs cinna- momina, Sharpe, Cat. B. I, p. 439; Ber]. et Tacz. P. Z. S. 1885, p. 110 (Riobamba, Chimborazo). — Falco sparverius aequatorialis, Mearns, Auk, Ix, p. 269 (1892) (Ecuador). — Tinnunculus sparverius cinnamominus, Hartert, Nov. Zool. v, p.501(Cayambe). — Cerchneis aequatorialis, Sharpe, Hand-List Gen. and Spec. B. 1, p. 278, n. 24 (Ecuador). a (44) 3° S. Bartolomé (prov. Azuay), novembre. — bd, c (537, 538) TY Caîiar, ottobre. — d, e (789, 790) gg, 9 (797,801) 99 El Troje (Huaca, marzo. Li — h, i (827, -) JJ Ibarra, aprile. — j-2 (834, 867, 883) JJ, m., n (841, 851) 99 La Concepcion, Valle del Chota, aprile. « Becc» azzurrognolo coll’apice nero, cera e piedi gialli, unghie nere. Nome degli indigeni: Killé2lico » (F.). Parecchi fra i maschi vecchi hanno la timoniera esterna di ciascun lato colla sola fascia subapicale nera, come le altre timoniere; invece altri maschi hanno le timoniere esterne con fascie nere più o meno nu- merose, in uno (827) fino in numero di sei, laddove in altri, come negli esemplari (537, 790), le fascie nere sono ridotte a piccole macchie; evi- dentemente quelle fascie, o macchie sono residuo dell’abito giovanile, e quindi non è esatto quanto afferma lo Hartert che i giovani maschi abbiano le timoniere precisamante come negli adulti. Anche nelle femmine si nota una certa variabilità nelle fascie nere delle timoniere esterne, giacchè mentre una (881) ha le timoniere esterne quasi senza fascie, le altre le hanno distintamente fasciate. La separazione specifica degli esemplari dell’Ecuador, ammessa dal Mearns, ci sembra affatto insostenibile. 506. Asfo accipitrinus (Pall.); Sharpe, Cat. B. It, p. 234. a (1130) 9 Chaupi, Paramos dell’Illiniza, giugno.« Si nutre di uccelletti » (F.). Esemplare notevole pel colorito molto scuro, non solo assai più che non negli esemplari d'Europa, ma anche assai più che non in quelli del Chili. Non troviamo che questa specie sia stata annoverata prima d'ora fra quelle dell’Ecuador. 507. Bubo nigrescens, Berl. et Tacz. P. Z. S. 18384, p. 309 (Cechce). — Bubo crassirostris, Scl. (nec Vieill.) P. Z. S. 1858, p. 451 (Cuenca). — Budo virginianus, part., Sharpe, Cat. B. 11, pp. 19-23 (Ecuador). a (562) — Paredones (Paramos dell’Azuay), ottobre. — è (921) 9 La Con- cepcion, Valle del Chota, maggio. Gli esemplari suddetti sono alquanto più oscuri di uno del Messico, rife- ribile al B. virginianus, e le differenze ci sembrano davvero lievissime. 508. Pulsatrix perspicillata (Lath.). — Syrnium perspicillatum, Sharpe, Cat. B. II, p. 277. a, è (2038, 2212) 92 Vinces, settembre. « Becco bianco corneo, piedi grigio- cenerini » (F.). Non troviamo che l’Ecuador sia stato annoverato prima d'ora fra le località abitate da questa specie. 509. Pulsatrix fasciativentris, nov. sp. a (239) g, 6, c (241, 246) — Valle del Rio Zamora, dicembre. Pulsatrix P. melanonotae a/finis, sed abdomine albo, rufo-transfasciato, dorso postico, supracaudalibus alisque maculis transversis albis, vel fulvescentibus notatis, diversa. Supra fusco-brunnea, capite paullo saturatiore, alis brunnets, maculis trans- versis albido-rufescentibus notatis; facie albida, superciliis late rufescentibus, LL 33d genis postice brunneis ; gula alba; fascia praepectorali brunnea, fulvo trans- fasciolata; abdomine albo, fasciis transversis rufis nigro-marginatis notato; subcaudalibus abdomini concoloribus; subalaribus et tibiis fulvis; cauda fusca, fasciiîs transversis albis quinque notata; rostro pedibusque pallidis. Long. tot. circa 470 mm.; al. 280; caud. 160; rostri culm. 34; tarsi 46. I tre esemplari non presentano differenze notevoli. 510. ? Scops guatemalae, Sharpe, Cat. B. I, p. 112, pl. 1x; Salv. et Godm. Biol. C. A. I, p. 20 (Ecuador). a (1994) 9 Vinces, settembre. Non è senza incertezze che riferiamo l'esemplare suddetto alla specie indicata; esso ha notevoli somiglianze col S. brasiltanus, ma ha le parti inferiori più biancheggianti e dimensioni minori. L’Ecuador è indicato dal Salvin e Godman (I. c.) tra le località abitate dal S. guatematae. 511. Ciccaba nigrolineata (Scl.).. — Syrnium nigrolineatum, Scl., ‘| Tr. Z. S. 1v, p. 268, pl. 63; Sharpe Cat. B. 1, p. 276. — Ciccaba nigrolineata, Salv. et Godm. Biol. C. Am. 111, p. 27 (Mexico, Central America, Colombia). a, b (2331, 2330) Y'9 Foreste del Rio Peripa, ottobre. « Becco giallo, iride rosso-bruna ; piedi gialli, unghie gialliccie. Si nutre di chirotteri » (7.). La femmina differisce dal maschio per avere le piume delle gote fit- tamente macchiate di bianco; inoltre essa ha una serie di macchie bianche anche intorno all’occipite. Gli esemplari suddetti concordano in tutto colla figura sopraindicata. Questa specie è nunva per l’Ecuador ; essa finora era stata segnalata soltanto del Messico, dell'America Centrale e di qualche parte della Colombia. 512. Glaucidium jardinei (Bp.); Sharpe, Cat. B. 11, p. 207; Tacz. et Berl. P. Z. S. 1885, p. 109 (san Rafael). a (896) 3° La Concepcion (Valle del Chota), aprile. « Becco giallo corneo; piedi gialli. Si nutre di acridii e di altri insetti » (7.). Esemplare simile ad un altro della Nuova Granata nel Museo di Torino. 513. Glaucidium ferox (Vieill.); Sharpe, Cat. B. 11, p. 200; Berl. et Tacz. P. Z.S. 1883, p. 574 (Yaguaci). — G/aucidium ferrugineum, Sclat. P. Z. S. 1860, p. 289 (Babahoyo). — Glaucidium infuscatum, Sclat. P. Z. S. 1860, p. 289 (Babahoyo). a (809) 9 El Troje, Huaca, Ecuador settentr., marzo. « Becco giallo corneo, piedi gialli, iride gialla » (F.). — 6 (1887) — Babahoyo, agosto. — €, d (2163, 2204) TT, e (2238) — Vinces, settembre. Gli esemplari c, 4 di Vinces e d di Babahoyo sono nella fase bruna, l’esemplare e, pure di Vinces, è nella fase rossiccia, e finalmente la femmina di El Troye, pure nella fase rossiccia, differisce notevolmente dagli altri pel colorito rossiccio cannella quasi uniforme, non ha strie di sorta sul pileo, ed ha le parti inferiori predominantemente di colore rossigno cannella, bianchiccie soltanto lungo il mezzo del petto. E 514. Speotyto cunicularia (Mol.); Sharpe, Cat B.u, p. 142; Hartert, Nov. Zool. v, p. 502 (Ibarra). a (826) 3g Ibarra, aprile. — b, c, d (833, 832, 838) g9— La Concepeion, Valle del Chota, aprile. — e, / (2868, 2830) J'? Puntilla de S. Elena, gennaio. 515. Strix perlata, Licht. — Strix punctatissima, Sclat. P.Z.S. 1860, p. 82 (Quito), p. 96 (Puellaro). — Strix /lammea, part., Sharpe, Cat. B. u, p. 291. — Strix fiammea contempta, Hartert, Nov. Zool. v. p. 500 (Cayambe). a (34) J, b-d (35, 36, 37) juv. Sigsig. — e, f (566) JY, (563) 9 Caîar, ottobre. « Becco bianchiccio, iride nera » (F.). I giovani hanno le parti superiori più oscure degli adulti, i quali non riesciamo a distinguere da altri del Chilì e dal Brasile. Le parti inferiori variano moltissimo, ora quasi bianche, ora decisamente fulvo-giallognole. 516. Columba speciosa, Gm.; Sclat. P.Z. S. 1860, p. 298 (Esmeraldas); Salvad. Cat. B. xxI, p. 281 (Balzar, Sarayacu). — Chlorena speciosa, Sclat. P. Z. S. 1858, p. 76 (Rio Napo). a, è (54, 428) J'9 Gualaquiza, novembre, aprile. 517. Columba rufina, Temm.; Sclat. P. Z. S. 1860, p.97(Nanegal), p. 289 (Babahoyo); Tacz. et Berl. P. Z. S. 1885, p. 110 (Yaguaci); Salvad. Cat. B. xXI, p. 287 (Balzar). a, d (2199, 2214) J'g, e (2196) 9, d (2296) J juv. Vinces, settembre. « Piedi rosso-rosei » (F.). Gli esemplari suddetti appartengono alla forma avente la coda colla fascia terminale chiara, non nettamente distinta dalla base scura. 518. Columba albilinea, Gray; Sclat. P. Z. S. 1860, p. 72 (Chillanes); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 311 (Bugnac); Salvad. Cat. B. xxI, p. 294 (Ecuador). — Chlorenas albilinea, Sclat. P.Z.S. 1858, p. 556 (Matos). a, bd (646, 759) JJ Pun, Ecuador or., febbraio. — c (887) g' La Concepcion, aprile. — d, e (1216, 1188) 77? Nanegal, giugno. « Nome degli indigeni: Tor- cassa » (F.). La femmina ha colori meno puri e meno vivi e la testa più rossigna. 519. Columba plumbea, Vieill.; Salvad. Cat. B. xxI, p. 323 (Sarayacu). — Columba vinacea, Sclat. P. Z. S. 1860, p. 289 (Babahoyo). a (418) 9 Valle del Rio Santiago, Ecuador or., marzo. « Becco bruno scuro, piedi rosso-rosei » (F.). Esemplare adulto con piccole macchie rossigne ametistine sulla parte posteriore del collo. 520. Columba subvinacea, Lawr.; Berl. et Tacz. P. Z.S. 1883, p. 574 (Chimbo); Salvad. Cat. B. xxI, p. 326 (Ecuador). — Columba rufina, Sclat. (nec Temm.) P. Z. S. 1859 (Pallatanga). — Columba subvinacea berlepschi, Hartert, Nov. Zool. v, p. 504 (Paramba). a, è (2678, 2414) J'9 Foreste del Rio Peripa, novembre. « Becco bruno- nero, piedi roseo cupo, iride grigio-verde-azzurrognola » (F.). Ambedue gli esemplari sono alquanto più piccoli di uno del Darien, col quale l’abbiamo confrontato; la stessa cosa fu fatta notare nel « Ca- — Sur talogue of Birds » rispetto ad un esemplare di Balzar, tuttavia quella differenza non ci sembra sufficiente per attribuire gli esemplari dell’E- cuador ad una forma distinta, tanto più che altri esemplari dell’ Ecuador, di Pallatanga, di Monji e di Quito, conservati nel Museo Britannico, non presentano le stesse dimensioni minori. 521. Zenaida auriculata (Des Murs); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 575 (Guayaquil); 1884, p. 311 (Cechce); Salvad. Cat. B. xxI, p. 384 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 503 (Yaguarcocha, Cayambe, Ibarra). — Zenaida hypoleuca, Gr.; Scl. P. Z. S. 1858, p. 460 (Gualaquiza), p. 556 (Riobamba); 1860, p. 97 (Calacali). a, è (15, 17) YJ, c (16) J' imm., d (512) 9 juv. Cuenca. ottobre, luglio — e, f (822, 824) gg Ibarra, marzo. — g (913) J'?, h-j (939, 940, 941) 99, La Concepcion, maggio. — & ([612) juv. Quito, luglio. — 2 (2873) g° Puntilla de S. Elena, gennaio. Recentemente Forbes e Robinson (Bull. Liverp. Mus. I, p. 36) hanno fatto notare che uno almeno dei tre esemplari tipici della C. meridio- nalis Lath., conservati nel Museo di Liverpool, appartiene a questa specie. 522. Chamaepelia passerima (Linn.); Tacz. et Berl. P. Z. S. 1885, p. 111 (Riobamba); Salvad. Cat. B. xxI, p. 473 (Ecuador). — Chamaepetia gra- natina, Sclat. P. Z. S. 1858, p. 556 (Riobamba). — Columbigallina passerina granatina (Bp.); Hartert, Nov. Zool. v, p. 503 (Chimbo). a, è (943, 944) YZ La Concepcion, maggio. « Piedi roseo-pallido » (F.). — ce (820) 2 Ibarra, marzo. — d (1491) 9 Tumbacko (Quito), luglio. « Nome degli indigeni: Tucurpia » (F.). 523. Chamaepelia cruziana (D’Orb.); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, (Chimbo, Yaguaci); Salvad. Cat. B. xxI1, p. 483 (Guayaquil, Puna I.). — Co- lumbula cruziana, Sclat. P. Z. S. 1858, p. 461 (Cuenca); 1860, p. 289 (Baba- hoyo). a, è (513, 514) YJ Cuenca, agosto. — c (2866) J' imm., d-f (2855, 2867, 2870) ££ Puntilla de Santa Elena, gennaio. « Becco giallo alla base, nero nel resto, piedi rosso-rosei. Nome degli indigeni: A?pu?pi. » (F.). L’ultimo esemplare è notevole per avere la fascia a traverso le cuo- pritrici delle ali di colore azzurro-acciaio, laddove in tutti gli altri quella fascia è di color castagno. 524. Chamaepelia buckleyi, Sclat. et Salv.; Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 675 (Yaguachi, Guayaquil); 1885, p. 111 (Yaguachi); Salvad. Cat. B. xxI,(Dp-.484, pi. x, f...l. a (1891) g" Babahoyo, agosto. — d-f (2053, 2183, 2258, 2259, 2264) JJ 9-1 (2127, 2141, 2257, 2265, 2269, 2271) 99, m (2198) —, n (2193) 9 juv. Vinces, settembre. — 0-q (2782, 2762, 2283) 7? Balzar, dicembre, ottobre. 525. Peristera cinerea (Temm.); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 575 (Chimbo); 1885, p. 111 (Yaguaci); Salvad. Cat. B. xxI, p. 491 (Balzar); Hartert, Nov. Zool. v, p. 504 (Chimbo). — Peristera —? Sclat. P. Z. S. 1860, p. 98 (Esmeraldas). pe a, b,c (2600, 2649, 2681) YJ' Foreste del Rio Peripa, novembre. — d (2052) 9 Vinces, settembre. 526. Metriopelia melanoptera (Mol.); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 311 (Cechce); 1885, p. 111 (Chimborazo); Salvad. Cat. B. xxI, p. 497 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 503 (Cayambe). — Peristera melanoptera, Sclat. P. Z. S. 1860, p. 82 (Panza). a, è (571, 578) 9g Caîar, ottobre. « Becco nericcio, piedi rosso-vinoso » (F.). — c-2 (1123, 1124, 1143) gg Chaupi, Paramos dell’Illiniza, giugno. — f-h (1863, 1864, 1865) JT, è (1862) 9 Chuquipocquio, agosto. « Nome degli indigeni: Puguita » (F.). Gli esemplari suddetti sono alquanto più oscuri di quelli del Perù e del Chilì, ma la differenza è molto lieve. 527. Leptoptila verreauxi, Bp.; Sclat. P. Z. S. 1859, p. 147 (Palla- tanga); 1860, p. 289 (Babahoyo); Ber]. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 311 (Pedregal, Cayandeled); Salvad. Cat. B. xxI, p. 548 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. €03 (Lake Yaguarcocha). a (882) 9 La Concepcion, Valle del Chota, aprile. « Becco bruno-nerastro, piedi rosso-vinoso » (F.). — è (1496) g" Tumbacko, Quito, luglio. — c, 4 (2070, 2063) 79 Vinces, settembre. — e 2771) 9 Balzar, Prov. Guayas, dicembre. « Becco nerastro, piedi roseo-rosso scuro » (F.). i 528. Leptoptila rufaxilla (Richard et Bern.); Salvad. Cat. B. xxI, p. 551 (Sarayacu). a (53) «f Gualaquiza, novembre. » Piedi rosso-roseo, pelle nuda intorno agli occhi rossa » (F.). — 5 (175) — Valle del Zamora, dicembre. — c (410) 9 Valle del Rio Santiago, marzo. 529. Leptoptila pallida, Berl. et Tacz., P. Z. S. 1883, p. 575 (Chimbo); 1885; p. Ill (Yaguaci); Salvad. Cat. B. xxI, p. 560 (Balzar). i a (2412) J' juv., d-/ (2421, 2494, 2613, 2664, 2693) T'S, g-i (2340, 2605, 2644) 9£ Fureste del Rio Peripa, ottobre, novembre. Il primo esemplare giovane hi, come sempre nei giovani del genere Leptoptila, l'apice della prima remigante molto meno assottigliato, e gli apici delle grandi cuopritrici delle ali e delle remiganti secondarie mar- ginati di rossigno chiaro. 530. Osculatia sapphirina, Bp.; Sclat. et Salv. P. Z. S. 1880, p. 155 (Eastern Ecuador); Salvad. Cat. B. xxI, p. 863 (Sarayacu). a, 6 (278, 354) JJ, c (353) 9 Valle del Rio Santiago, Ecuador or., febbraio, marzo. La femmina non differisce sensibilmente dai maschi. 581. Geotrygon montana (Linn.); Salvad. Cat. B. xxI, p. 567 (Balzar, Sarayacu). a (167) 5g" Valle del Zamora, dicembre. — 6, c, d (320, 369, 406) TT, e (362) 9 Valle del Rio Santiago, Ecuador or., marzo. — f, g, fl (2438, 2442, 2512) ST, ij, k (2534, 2639, 2645) 99; (2682) g juv. Foreste del Rio Peripa, novembre. « Becco rosso, 0 rosso-roseo scuro; piedi rosso-rosei, dita più chiare » (F.). See sa 532. Geotrygon bourcieri, Bp. Mus. Paris; id. Consp. Av. 1, p. 71 (Lloa) (1854); Sclat. P. Z. S. 1860, p. 72 (Pallatanga); Scl. et Salv. Exot. Orn. p. 79, pl. xL (1862); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 312 (La Union); 1885, p. 111 (Machay, Baîios, San Rafael); Salvad. Cat. B. xxI, p. 577 (San José, Monji, E. Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 504 (Paramba). — Geotrygon erythropa- reja, G. R. Gr. Mss. in Brit. Mus.; id. List. B. Brit. Mus. Columbae, p. 56 (Ecuador) (1856); Salvad. Cat. B. xxI, p. 578 (lima, Rosario, E. Ecuador). a (604) 9 &I. Gualea, maggio. « Becco nerastro, piedi rosso-rosei » (£.). — è (1552) — juv. Gualea, giugno. — c, d (466, 467) 7g S. José, Ecuador or., maggio. « Piedi anteriormente rosso-carnicino, più chiaro posteriormente » (7.). I due esemplari dell’oriente sono alquanto più chiari degli altri sulle parti inferiori, tuttavia, considerando che le due forme ammesse nel « Catalogue of Birds » non hanno una definita distribuzione geografica, ma sono rappresentate ambedue da esemplari orientali, dubitiamo del loro valore specifico, e perciò crediamo doverle riunire in una sola. 533. Mitua salvini, Reinh.; Sclat. et Salv. P. Z. S. 1889, p. 155 (Eastern Ecuador); Ogilvie Grant, Cat. B. xxII, p. 487 (Sarayacu). a (248) 35" ad. Valle del Zamora, dicembre. — (403) g Valle del Rio Santiago, Ecuador or., marzo. 534. Henelope montagnii Bp.); Berl. et Tacz. P. Z.S. 1884, p. 312 (La Union); Ogilvie Grant, Cat. B. xxII, p. 492 (Ecuador). — Ortatida mon- tagniîi, Scl. P. Z. S. 1858, p. 76 (Rio Napo), p. 556 (Matos, Riobamba); 1860, p. 72 (Chillanes). a (732) J' ad., 6, c (733, 781) 99 ad., d (718) gjuv. Pun, Ecuador or., febbraio. « Piedi rosso vinoso. Si nutre di frutta e bacche » (F.). — e (658) pullus, Pun, febbraio. Il maschio adulto è alquanto più grande ed ha più sviluppato il bar- giglio sulla gola; gli ultimi due esemplari hanno la parte inferiore del dorso e l’addome di un castagno più bruniccio; tutti hanno più o meno distinte le fascie brune sui fianchi, sull’addome e sul sottocoda. Il mento e la gola in tutti sono rivestiti di piume setolose nericcie. Il nidiaceo ha colorito generale bruno-castagno, l’addome bianchiccio lungo il mezzo, le remiganti e le timoniere nericcie, l’occipite e la cer- vice di color nero con due fascie longitudinali bianche, una per lato, ed una fascia trasversale bianca sull’occipite. 535. Penelope ortoni, Salv. Ibis, 1874, p. 325 (W. Pichincha); Berl. et Tacz. 1883, p. 576 (Chimbo); Ogilvie Grant, Cat. B. xxII, p. 496 (W. Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 504 (Cachavì, Paramba). a (4) — Naranjal, Ecuador occ., ottobre. « Nome indigeno: Pavîta » (F.). Questa specie ha le gote di color bruno nero uniforme; il Grant invece la colloca nella sezione delle specie distinte dalle piume delle gote grigie, o largamente marginate di grigio, la quale cosa è al tutto erronea, e forse l’errore è derivato dalla mancanza di esemplari nel Museo Bri- tannico. = AR 536. Penelope aequatorialis, nov. sp. — Penelope cristata, Berl. et Tacz. (nec Linn.) P. Z. S. 1883, p. 576 (Chimbo); Ogilvie Grant, Cat. B. XXII, p. 498 (part. specim. n, Balzar) (1893); Hartert, Nov. Zool. v, p. 504 (Pa- ramba) (1898). Penelope P. cristatae simillima, sed alis, scapularibusque nitide viridi- olivaceis, nec cupreo nitentibus. a, dò, c (2496, 2501, 2625) JJ ad.. d (2500) 9 ad. Foreste del Rio Peripa, novembre. « Becco bruno scuro, pelle nuda intorno agli occhi violacea, pelle nuda della gola color arancio, piedi rosso vinoso » (F.). Gli esemplari suddetti differiscono da quelli del Darien per avere le ali color verde oliva splendente, senza riflesso rameico sulle remiganti secondarie e sulle scapolari. Anche lo Hartert sospetta che gli esemplari dell'Ecuador occidentale differiscano subspecificamente da quelli dell’A- merica centrale, ma le differenze da lui indicate non vengono confermate dal confronto degli esemplari soprannoverati con altri del Darien; invece la differenza nel colorito delle ali sembra costante. 537. Penelope jacuacu, Spix, Av. Bras. I, p. 52, pl. 68 (1825) (Soli- moés). — Penelope boliviana, Rchnb. Syn. Av*, Novit. No. vI, t. 271, ff. 2493-94 (Oct. 1851); Bp. Compt. Rend. xLII, p. 877 (1856); Rchnb., Tauben, p. 151 (1862); Ogilvie Grant, Cat. B. xxII, p. 499 (Sarayacu). a (247) 9 Valle del Zamora, dicembre. Esemplare adulto simile alle figure dello Spix e del Reichenbach. Non si comprende perchè si voglia considerare come di dubbia iden- tificazione la P. jacuacu, Spix, che fu descritta del Rio Solimoés, nella quale località il Natterer raccolse uno degli esemplari conservati. nel Museo Britannico. Il nome di P. dboliviana non deve essere attribuito al Bonaparte, come è stata fatto dall’Ogilvie Grant, ma appartiene invece al Reichenbach. 538. Ortalida guttata (Spix); Sclat. P. Z. S. 1858, p. 76 (Rio Napo). — Ortalis guttata, Ogilvie Grant, Cat. B. xxII, p. 510 (Sarayacu). a (471) 9 Gualaquiza, giugno. « Becco verde azzurrognolo, iride bruno- castagno, piedi rosso-rosei, parti nude della gola gialliccie, regione oculare bruno-oscura » (F.). 539. Ortalida erythroptera (Natt.); Scl. et Salv. P. Z. S. 1870, p. 540 (Babahoyo, Guayaquil). — Ortalis ruficeps, Scl. (nec Wagl.), P. Z. S. 1860, p. 289 (Babahoyo). — Ortalis erythroptera, Grant, Cat. B. xxn, p. 516 (W. Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 505 (Chimbo). a (2675) J, d, c (2490, 2628) 99 Foreste del Rio Peripa, novembre. « Fem- mina: Becco grigio-azzurrognolo, pelle nuda intorno agli occhi violaceo scuro, pelle nuda della gola giallo-arancio, iride bruna, piedi grigio-azzurrognoli chiari » (F.). 040. Pipile cumanensis (Jacq.); Ogilvie Grant, Cat. B. xxII, p. 517 (Sarayacu). — Penelope pipile, Sclat. P. Z. S. 1858, p. 76 (Rio Napo). a, è (234, 249) FJ, c-f (233, 242, 251, 752) 99, g (253) — Valle del Zamora, — 9a dicembre. — h, è (407, 274)gg' Valle del Rio Santiago, marzo, febbraio. « Nome degli Jivaros: Cuju » (F.). 541. Aburria caruneulata, Rehnb.; Sclat. P. Z. S. 1858, p. 76 (Rio Napo). — Abdurria aburri (Less.); Ogilvie Grant, Cat. B. xxII, p. 520 (Chiguinda, E. Ecuador). a (272) ad. Bassa Valle del Rio Zamora, gennaio. « Becco e parti nude intorno alla base del becco grigio-azzurrognolo oscuro. Si nutre di frutta e semi » (7.). 542. Odontophorus marmoratus, Gould; Ogilvie Grant, Cat. B. xxII, p. 433 (Sarayacu, E. Ecuador). a,ò (413, 416) 99 Valle del Zamora, dicembre. « Nome degli Jivaros: Puccia ». Questi due esemplari hanno il pileo bruno-rossigno, nel primo varie- gato con linee trasversali nericcie e rossigne, nel secondo colle fascie ros- signe ridotte a punteggiature; nessuno dei due ha le piume posteriori del pileo nere, come in un esemplare del Darien. 543. Odontophorus speciosus, Tsch.; Ogilvie-Grant, Cat. B. xxII, p. 437 (Granadillas, E. Ecuador). a (450) 5 imm. S. José, Ecuador or., maggio. Differisce dalla figura di questa specie data dal Gould (Mon. Odont., pl. 25), o meglio da quella copiata dal Reichenbach (Gallin. t. 306, ff. 3003-3004) per non avere distinto il sopracciglio bianco e nero che sì prolunga in una fascia dietro le piume auricolari nere, ed anche per avere le gote castagne, ma siccome l'esemplare sembra un giovane, è probabile che quelle differenze siano dovute all’età; anche il Grant fa notare che un maschio giovane ha il sopracciglio meno distinto ed i lati della testa castagni. 044. Odontophorus parambae, Rothsch. Bull. B. O. C. vu, p. 6 (Paramba); Hartert, Nov. Zool. v, p. 505 (Paramba and N. Colombia) (1898). a-h (2362, 2455, 2461, 2542, 2546, 2099, 2606, 2617) JJ, i-n (2406, 2407, 2419, 2492, 2498, 2640) 99, 0(—) J' Foreste del Rio Peripa, ottobre, novembre. Le femmine sono simili ai maschi. 545. Rallus semiplumbeus, Scl.; Sharpe, Cat. B. xxu, p. 19, pl. II. a (508) Y' imm. Laguna di Kingora (Sigsig), luglio. Esemplare apparentemente riferibile a questa specie e non al R. aequa- torialis, giacchè sebbene abbia le parti inferiori tinte di rossigno, tut- tavia traspare sulle medesime il colore cenerino che dovrà seguire al consumo degli apici rossigni delle piume; il colore cenerino delle gote si estende già sui lati del collo. Si noti inoltre che le piume laterali del sottocoda sono bianche sul vessillo esterno, nere sull’interno, mentre nel R. aequatorialis le piume laterali del sottocoda vengono descritte bianche, senza nero sul vessillo interno. Specie nuova per l’Ecuador. 2 ab e 546. Limnopardalus nigricans (Vieill.); Sharpe, Cat. B. xxI1, p. 31. ‘ a, dè (264, 472) gg, c (473) 9 Gualaquiza, Ecuador or., gennaio, giugno. « Becco e piedi rossi, iride bruna » (F.). Specie nuova per l’Ecuador. 547. Aramides wolfi, Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 576 (Chimbo); Sharpe, Cat. B. xxI, p. 65 (Balzar). a; 6 (2366, 2429) J9, e, d (2339, 2430) JKT, e, 7 (2493, 2623) 99, 9 (2499) — Foreste del Rio Peripa, Ecuador occ., ottobre, novembre. « Becco giallo col- l’apice chiaro, iride rosso-bruna, piedi rosso-rosei, o rosso scuro. Si nutre di insetti » (F.). I primi due esemplari, apparentemente in muta più recente, hanno il pileo grigio-bruno, le gote grigio-rossigne, il collo di color rossigno; gli altri esemplari hanno il pileo di color grigio più chiaro, le gote più grigiastre, il collo di color grigio-vinoso. I primi corrispondono meglio colla descrizione originale; quella dello Sharpe non sembra al tutto esatta, indicando il groppone di color bruno- rossigno, laddove è nero come il sopraccoda, e soltanto negli esemplari d ed f il groppone è tinto di bruno. 548. Gallinula galeata (Licht.); Sharpe, Cat. B. xx, p. 177. a (2604) 9 Vinces, Ecuador occ., settembre. « Base del becco e scudo fron- tale rosso, apice del becco giallo-verdastro, piedi giallo-verdastri » (F.). — d (2035) 9 juv. Vinces, settembre. « Piedi verdi-giallastri » (7.). Specie non indicata prima d'ora dell’Ecuador. 549. Fulica ardesiaca, Tsch.; Scl. et Salv. P. Z.S. 1868, p. 464 (Andes of Ecuador); id. Exot. Orn., p. 113, pl. 57 (Euador); Sharpe, Cat B. xx, p. 217 (Colta, Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 503 (Lake Yaguarcocha). — Fulica chilensis, Des Murs.; Scl. P. Z. S. 1860, p. 82 (Andes of i, between Riobamba and Mocha). a, d, c (503, 504, 505) 99? ad. Laguna di Kingora (Sigsig), luglio. « Becco bianco, scudo frontale bianco-gialliccio, piedi grigio-plumbei » (7.). Tutti tre gli esemplari suddetti hanno lo scudo frontale notevolmente elevato, e separato dal culmine del becco da una ben distinta linea tras- versale, che, tanto secondo l’Hartlaub, quanto secondo lo Sclater ed il Salvin, costituirebbe il carattere principale della F. ardestaca. Inoltre tutti tre gli esemplari hanno il margine carpale bianco, la prima remi- gante marginata di bianco, le remiganti secondarie senza apice bianco, il becco bianco, lo scudo frontale bianco-gialliccio ed i piedi grigio plumbei. Differiscono poi i tre esemplari tra loro, avendo il primo esemplare il sottocoda quasi interamente nero, con traccie appena di bianco sui margini delle piume esterne, e gli altri due invece hanno le piume esterne del sottocoda cospicuamente bianche. d (27) juv. Laguna di Kingora (Sigsig) novembre. Esemplare giovanissimo colle parti inferiori biancheggianti, colle piume Se Al delle parti superiori sottilmente marginate di bianco, e così pure gli apici delle remiganti secondarie. e, f, 9 (621, 622, 626) Y9? ad. Laguna di Yaguarcocha, dicembre. Anche questi tre esemplari hanno come i tre primi lo scudo frontale notevolmente elevato e separato dal culmine del becco da una ben di- stinta linea trasversale, ma ne differiscono pel colorito dello scudo fron- tale disgraziatamente non indicato sul cartellino, ma che nelle spoglie secche appare di colore rosso-bruno. Due degli esemplari, il maschio e e la femmina 9, hanno il sottocoda nero, mentre l’altra femmina l’ha nero colle piume esterne bianche; tutti tre hanno il margine carpale ed il margine esterno delle prime remiganti bianchi, ma tutti tre differi- scono dagli esemplari di Kingora per avere le remiganti secondarie ter- minate di bianco! Inoltre tutti tre hanno i piedi non grigio-plumbei come quelli di Kingora ma alquanto olivastri. Le differenze indicate dipendono esse dalla stagione? — Crediamo di dover rispondere affermativamente, ma in tal caso il carattere delle re- miganti secondarie unicolori, o marginate di bianco non ha valore spe- cifico, e neppure il colore del sottocoda, nero in tre degli esemplari soprannoverati, e bianco sui margini e nero nel mezzo degli altri tre. 550. Fulica sp. a (545) 9 Lago di Culebrillas, ottobre. « Becco giallo, scudo frontale e due macchie all’apice del becco di color bruno scuro, piedi giallo-verdastri, membrane delle dita verdastre » (7°). Questo esemplare ha lo scudo frontale di forma triangolare terminante in punta verso il vertice, per questo carattere, come anche per le macchie brune all’apice del becco, e per l’apice bianco delle remiganti secondarie esso somiglia alla F. americana, ma ne differisce per altri caratteri e specialmente per non avere tinta olivastra sulle parti superiori, che sono interamente ardesiache. Le dimensioni dell’esemplare sono molto minori di quelle della Y. ardesiaca. La conservazione poco buona dell'esemplare c’impedisce d’identificarne la specie. 551. Heliornis fulica (Bodd.); Sharpe, Cat. B. xxII, p. 233 (Sarayacu). a (2690) 9 ad., d, c, d (2353, 2691, 2692) YJ juv. Rio Peripa, ottobre, dicembre. « Giovane: becco colla mandibola superiore verdastra, inferiore corneo- gialliccio; piedi con fascie verdastre e gialle » (F.). Specie nuova per l’Ecuador occidentale. 552. Aramus scolopaceus (Gm.); Sclater, P. Z. S. 1860, p. 290 (Ba- bahoyo); Sharpe, Cat. B. xxuII, p. 237. a (2815) 9 Balzar, dicembre. « Becco verdastro oscuro colla base della mandibola inferiore verde-giallastro, piedi di colore verdastro oscuro. Nome degli indigeni: Kardu » {F.). Lai ADI — L’esemplare suddetto appartiene senza dubbio alla specie indicata, alla. quale crediamo pure che debba essere riferito l'esemplare di Babahoyo,. menzionato dallo Sharpe (I. c.); quindi non vediamo la ragione per do- vere riferire gli esemplari dell'Ecuador all’A. pictus, al quale dubitati- vamente li ha attribuiti lo Sharpe. Si noti inoltre che un esemplare del Darien (n. 145 4 Laguna della Pita) da noi per inavvertenza ommesso nel Catalogo di quella regione (Boll. Mus. Zool. ed Anat. Comp. Tor., n. 339) appartiene anch'esso all’A. scolopaceus e non all’ A. pictus, e quindi la prima specie sarebbe estesa verso nord anche nell'America centrale, ove a quanto pare sono i limiti seografici delle due specie. 553. Psophia napensis, Scl. et Salv. Nom. Av. Neotrop. pp. 141, 162 (Rio Napo); Sharpe, Cat. B. xxItr, p. 280 (Rio Napo, Sarayacu). — Psophia —?, Sclat. P. Z. S. 1858, p. 16 (Napo). a-d (305, 337, 400, 404) ad., e (349) 9 ad., 7 (330) pullus, Valle del Rio Santiago, Ecuador vr., febbraio, marzo. « Nome degli indigeni Trompetéro » (F.). Il pulcino differisce notevolmente dalla descrizione del pulcino dell’af- fine P. crepîtans; esso è coperto di fitto piumino di color castagno sulle parti superiori, più chiaro sulla regione interscapolare e sulle ali; dalla fronte si distacca una fascia bianchiccia che passa lungo il mezzo del pileo e della cervice, alla parte inferiore di questa la fascia si estende sui lati del collo formando una sorta di collare incompleto anteriormente; il dorso è percorso posteriormente da due fascie bianchiccie che si fra- stagliano sui lati; gola bruna-nericcia come pure la regione del gozzo; resto delle parti inferiori grigiastre. 554. Parra jacama, Linn.; Scl. P. Z. S. 1860, p. 290 (Babahoyo): Berl. et Tacz. P. Z. S. 1885, 112 (Yaguachi); Macfarlane, Ibis 1887, p. 209 (Guayaquil). — Jacana jacana, Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 82 (Yauayacu). a, b (1, 2) ad., juv. Narranjal, ottobre. — c, d (2181, 2220) JJ ad., e-î (1999, 2006, 2067, 2187, 2188) {79 juv. Vinces, settembre « Nome degli indigeni: Gallito » (F.). 555. Arenaria interpres (Linn.); Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 92. a (2845) J Puntilla de S. Elena, gennaio. — è, c (2846, 2847) 99 Baia di Ballenita (S. Elena), gennaio. . Esemplari adulti in abito invernale. Specie nuova per l’Ecuador. 556. O@reophilus ruficollis (Wagl.); Sharpe Cat. B. xxIv, p. 123. a (2878) J, è (2877) g' immat. Puntilla de S. Elena, gennaio. « Becco nero,.dita verde-grigio » (7.). Nelle spoglie secche i tarsi appaiono di color giallo arancio. Gli esemplari suddetti non sembrano bene adulti, tranne forse il primo; essi differiscono da tre esemplari del Chilì, conservati nel Museo di Torino, pel colorito generale più pallido, e specialmente per avere il pileo, la éervice ed il petto di color grigio-cenerino senza tinta olivastra, la quale viene menzionata anche dallo Sharpe. « Questa specie frequentava le pianure arenose della Puntilla de S. Elena, ove non era stazionaria, ma comparve verso la fine di gennaio » (F.). L’O. ruficollis non è stato trovato finora nell’Ecuador. 557. Hoploxypterus cayamnus (Lath.); Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 135 (Sarayacu). — Hoplopterus cayanus, Sclat. P. Z. S. 1860, p. 290 (Babahoyo). a, b (2703, 2704) Y'J, ec, d (2701, 2702) 9? Rio Daule (Balzar), dicembre. « Becco nero colla base della mandibola inferiore gialliccia, piedi rossi » (F.). 558. Ptiloscelis resplendens (Tschudi); Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 137 (Ecuador). — Vanellus resplendens; Sclat. P. Z. S. 1858, p. 556 (Punin); id. P. Z. S. 1860, p. 82 (Quito). a (948) J' Malcinguì (prov. Imbabura), maggio. — 5, c (1147, 1148) Chaupi, «giugno. — d, e (1465, 1466) y°? Vallevicioso, luglio. — f (1815) Y" Aloag (prov. Pichincha), agosto. « Becco roseo colla punta bruno-nera, piedi rosso-rosei. Si nutre di vermi e larve d’insetti acquatici » (7.). Compare nella regione interandina ed andina in maggio e ne riparte in settembre ed ottubre. « Frequenta gli altipiani e si trattiene specialmente nei pascoli. Il suo grido è alquanto simile a quello del Vanelus cristatus » (F.). 559. Squatarola helvetica ({Linn.); fharpe, Cat. B. xxiv, p. 182. a (2848) 9 Baia di S, Elena, gennaio. Specie nuova per l’Ecuador. 560. Ochthodromus wilsomi (0rd); Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 215 (Puna Is.). a (2855) 9 Baia di Ballenita (S. Elena), gennaio. 561. Oxyechus vociferus (Linn.); Sharpe Cat. B. xxIv, p. 242 (Ecuador). a (1501) ad., 6, c (1483, 1490) 79 immat. Rio de S. Pedro, Tumbacko, luglio. — d (1145) Chaupi, giugno. « Becco nero, piedi rossi » (F.\. 562. Aegialems semipalmatus (Bp.); Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 250. — Aegialites semipalmata, Berl. P. Z. S. 1885, p. 119 (Puna,. a, bd (2871, 2874) K9 in abito invernale, Puntilla de S. Elena, gennaio. 563. Himamntopus mexiîcanus (P. L. S. Muller); Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 320 (syn. emend.). — Himantopus nigricollis, Sclat. P. Z. S.1860, p. 290 (Babahoyo). a, d (2175, 2237) JJ, c-e (2080, 2196, 2228) 99 ad., 7, 9g (2044, 2189) 99 immat. Vinces, settembre. — ” (2821) {"? Rio Daule, dicembre. « Becco nero; piedi rosei « (/.). Lo Sharpe ha riferito all’. melanurus (= dbrasiliensis) la citazione H. nigricollis, Tacz. (Orn. Per. HI, p. 388), ma la descrizione data dal Taczanowski mostra chiaramente che gli esemplari di Tumbez (N. Perù) appartengono all’. mexicanus e. non alla specie meridionale. 564, Numenius hudsonieus, Lath.; Sharpe Cat. B. xxIV, p. 364, i = 44 a (2888) 3, d, c (2849, 2889) 99 Baia di S. Elena, gennaio. « Becco verde scuro, mandibola verde-cenere; piedi grigio-plumbeo » (7.). Specie non indicata prima d’ora dell'Ecuador. 565. Maerorhamphus griseus (Gm.); Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 294. a (577) g° Caîar, ottobre. Specie nuova per l’Ecuador. 566. Micropalama himantopus (Bp.); Scl. P. Z. S. 1860, p. 290 (Ba- bahoyo); Sharpe, Cat. B. xx, p. 401. a (2229) 9 ad. Vinces, settembre. « Recco nero » (F.). 267. Symphemia semipalmata (Gm.); Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 405. a (2854) 9? Baia di S. Elena, gennaio. Specie nunva per l’Ecuador. 568. Totamnus melanoleucus (Gm ); Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 426. a (29) 9 Laguna de Kingora (Sigsig), novembre. — 5 (573) 9 Cafiar, ottobre. « Becco nero, piedi gialli » (7). Specie nuova per l’Ecuador. 569. Totanus fiavipes (Gm.); Sharpe, Cat. B. xx1v, p. 431 (Ecuador). — Gambetta flavipes, Scl. P. Z. S. 1860, p. 290 (Babahoyo). a (31) 9 Laguna de Kingora (Sigsig), novembre. — d, c, d (574, 575, 576) JP? Caîiar, ottobre. — e (1856) 9 Quit», agosto. — 7 (2223) Y Vinces, settembre. « Becco bruno nero, piedi gialli » (F.). 570. Helodromas solitarius (Wils.); Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 444 (Sa- rayacu). — Totanus solitarius, Scl. P. Z. S. 1858, p. 491 (Gualaqu:za). a (430) 9 Gualaquiza, aprile. — d (521) g Altipiano di Tarqui (Cuenca), settembre. 571. Tringoides macularia (Linn.); Scl, P. Z. S. 1858, p. 461 (Gua- laquiza); 1860, p. 191 (Esmeralda); Sharpe, Cat. B. xxIV, p. 468 (Ecuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 503 ( achavì). — Ac/itis macularia, Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 577 (Chimbo). a (328) — Valle del Rio Santiago. — 6, c (818, 819) 79 ad. in abito perfetto, Ibarra. — 4 (23) £ Cuenca, ottobre. — e (2567) y° Foreste del Rio Peripa, no- vembre. — 7 (2838) g" Puntilla de S. Elena, gennaio. Soltanto i due esemplari d’Ibarra sono in abito perfetto, gli altri hanno le parti inferiori bianche senza macchie nere. 572. Calidris arenaria (Linn.); Sharpe, Cat. B. xx, p. 526. a (2837) J, b-e (2839, 2841, 2842, 2844) 99, 7 (2843) — Puatilla de S. Elena, gennaio. Esemplari in abito invernale. — Specie nuova per l’Ecuador. 573. Limonites minutilla (Vieil!.); Sharpe, Cat. B. xxII, p. 548. a (2879) 9 Puntilla de S. Elena, gennaio. Specie nuova per l’Ecuador. 574. Heteropygia maculata (Vieill.); Sharpe, Cat. B. xxIt, p. 562. a (30) Laguna de Kingora (Sigsig), novembre. — b (540) g immat. Stagni presso Caîar, ottobre. — c-g (1854, 1855, 1857, 1858, 1859) 77 Quito, agosto. de AA iù Non pare che questa specie sia stata indicata prima d'ora fra quelle dell'Ecuador. 575. Heteropygia bairdi (Couss); Sharpe, Cat. B. xxnI, p. 570 (Ecuador). a (539) Y Paludi presso Caîiar, ottobre. — d (2272) 9 Vinces, settembre. « Bacco nero, piedi verde scuro » (F.). 576. Gallinago nobilis, Scl.; Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 313 (Yo- yacsi); Sharpe Cat. B. xxII, p. 648 (Ecuador). a (565) 9? Paramos di Caîiar, ottobre. — d (816) 9 EI Troje (Huaca), marzo. — (1139) g” Chaupi, Paramos dell’Illiniza, giugno. « Becco bruno, piedi verde- grigio chiaro. Si putre di vermi » (F.). 577. Gallinago jamesoni (Bp.); Tacz. et Berl. P. Z. S. 1885, p. 112 (Chimborazo); Sharpe, Cat. B. xx, p. 661 (Ecuador). — ? Gallinago sp., Scl. P. Z. S. 1860, p. 82 (Panza, Chimborazo). a (564) 9 ad. Paredones, Paramos dell’Azuày, ottobre « Piedi bruno-ver- dastri » (F7.). — è (797) juv. Monte Mirador, El Troje (Huada), marzo. Il giovane, rivestito in parte di piumino, ha tinta più rossigna del- l’adulto, e meglio distinte la fascia nera sulla fronte e quelle delle redini. 578. Attagis chimborazensis, Scl. P. Z.S. 1860, pp 73, 82 (Chimbo- razo); Scl. et Salv. Ex. Orn. p. 157, pl. 79; Tacz. et Berl. P. Z. S. 1885, p. 112 (San Rafael); Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 716 (Ecuador). a, b (1136, 1137) 937 Monte Corazon. « Becco bruno-nero, piedi giallicci « (F.). Il maschio, il quale è indicato come giovane, ha dimensioni minori, ed è molto più nereggiante della femmina sulle parti superiori. Il colorito più scuro delle parti superiori ed il disegno a fascie semi- lunari sul petto e sulle parti superiori distinguono questa specie dall’af- fine A. gayî del Chilì e del Perù. 579. Thinocorus rumicivorus, Eschscholtz; Sharpe, Cat. B. xxIV, MWaL9: i a-e (2826, 1857, 2860, 2761, 2562) JJ ad., /, 9g (2859, 2864) YJ immat., h, î, j (2827, 2858, 2363) 99 Puntilla de S. Elena, gennaio. » Becco giallo corneo coll’apice nero, piedi giallo paglia » (F.). Gli esemplari suddetti differiscono da altri del Chilì e dell’Uraguay, pel colorito notevolmente più chiaro delle parti superiori, e forse si possono considerare come appartenenti ad una varietà, o sottospecie, mo- dificata per l’influenza del suolo. Specie nuova per l’Ecuador. 580. Theristicus branicki, Berl. et Stolzm. Ibis, 1894, p. 404 (Peruvia alta, Junin, Maraynioc, Pariayacu). a, b, c (1460, 1461, 1463) JJ ad., d (1456) 2 ad., e (1455) g imm., f, 9 (1462, 1464) juvenes, Vallevicioso, Paramos del Cotopaxi, 3500-3800 m., luglio. « Becco e parti nude della testa nerustri, iride bruna, piedi rosso-giallicci negli adulti, verdastri nei giovani. Si nutre di vermi e d’insetti » (F.). Questa specie è nuova per l’Ecuador. PET ‘Tutti gli esemplari soprannoverati, tanto i giovani quanto gli adulti, hanno la striscia piumata lungo il mezzo della gola, la quale è nuda sui lati. Gli aduzti hanno il collo bianco-rugginoso e la parte superiore della testa, l’occipite e le gote sotto gli occhi tinte più o meno vivamente di rugginoso; il dorso, le cuopritrici delle ali e le remiganti terziarie sono di color grigio quasi uniforme, un po’ più chiaro sulle cuopritrici medie e maggiori; sul petto havvi una fascia trasversale grigia; il resto del petto ed il mezzo dell'addome sono bianchi; i fianchi, la regione anale ed il sotto coda nero-lavagna, con qualche riflesso verde; le remiganti e le timoniere di color nero-verdone. L’esemplare non bene adulto ha la testa ed il collo più bianchicci, meno tinti di rugginoso, le piume del dorso e le cuopritrici delle ali con distinte fascie subapicali brune e con i margini più chiari. I giovani finalmente, oltre all’aver la pelle nuda delle redini liscia, senza bitorzoli, hanno tutte le piume della testa e del collo con sottili strie nericcie lungo lo stelo; le piume grigie del dorso e le cuopritrici delle ali con margini decisamente bianchicci, il petto e l’addome bian- chieci, con strie grigio-bruniccie lungo il mezzo delle piume; i piedi sono di color verdastro. Questa specie è perfettamente distinta tanto dal 7. caudatus, quanto dal 7. melanopis, e quindi erra grandemente lo Sharpe (Cat. B. XXVI, p. 21) riunendo il 7. branîcki al T. melanopis. Lo Sharpe non ha avuto nel Museo Britannico altro che un esemplare del 7. branicki, che egli a torto descrive come giovane del 7. melanopiîs, mentre evidentemente è un adulto del T. branîcki. 581. Florida caerulea (Linn); Sharpe, Cat. B. xxvI, p. 101 (Balzar Mountains, Puna Isl.). a (2003) gi ad, d, e (2002, 2034, 2273, 2277) J9 juv. Vinces, settembre. — f-h (2696, 2697, 2672) 7g juv. Rio Peripa, novembre. — è (2817) g' ad. Rio Daule, dicembre. Il primo e l’ultimo esemplare sono adulti nell’abito ceruleo-lavagna, gli altri invece sono giovani nell’abito bianco, con lieve tinta grigia sul pileo, e cogli apici delle remiganti primarie grigi. 582. Nyeticorax tayazu-guira (Vieill.); Sharpe, Cat. B. xxvI, p. 155. — ? Nycticorax gardeni, Sclat. P. Z. S. 1858, p. 77 (Rio Napo). a (625) 3g ad. Laguna di Yaguarcocha, dicembre. ‘Esemplare adulto colle parti inferiori e colle cuopritrici inferiori delle ali grigie. i Lo Sharpe riferisce un esemplare di Balzar ed un altro di Sarayacu al N. griîseus, la quale cosa riesce difficile da ammettere, giacchè. in tal caso nell’Ecuador s’incontrerebbero due specie grandemente affini. 09 583. Butorides striata (Linn.); Sharpe, Cat. B. xxvI, p. 175 (Quito, Sarayacu); Hartert, Nov. Zool. v, p. 502 (Cachavì). a (2818) gJ' ad. Rio Daule, dicembre. — è (2408) 9 juv. Rio Peripa, no- vembre. — c (2032) g juv. Vinces, settembre. — d (—)juv. Senza cartellino. 584. l'igrisoma marmoratum (Vieill.);: Berl. J. f. O. 1887, pp. 30, 123; Sharpe Cat. B. xxvI, p. 195. — Tigrisoma tigrinum, Scl (nec Sw.?) P. Z. S. 1858, p. 461 (Gualaquiza) (?); 1860, p. 290 (Babahoyo) — ? Tigrisoma lineatum, part., Sharpe, Cat. B. xxvI, p. 194 (Sarayacu, Yanayacu). — Tigrisoma bra- siliense, Sclat. P.Z.S. 1860, p. 72 (Pallatanga); Hartert, Nov. Zool. v, p. 502 (Paramba). a (2142) g' ad., 6 (2054) J' juv. Vinces, settembre. — ce (2670) g' juv. Foreste del Rio Peripa, novembre. — d4(—)juv. Ecuador occ. (senza cartellino). L’adulto è presso che indistinguibile da esemplari adulti dal 7. 2720r- moratum del Paraguay. Tutti hanno la linea piumata sporgente all’in- nanzi alla base della mandibola inferiore, precisamente come è indicata dal Berlepsch, per cui non si comprende come lo Sharpe abbia anvo- verato il T. marmoratum nella sezione comprendente le specie colla base della mandibola inferiore nuda. Insistiamo su questa cosa, giacchè è evidente che per quel carattere gli esemplari suddetti. non possono essere riferiti al 7. lineatum (= brasiliense), ai quale invece tanto lo Sharpe, quanto l’Hartert riferiscono gli esemplari dell'Ecuador. Le ascellari nell'adulto hanno le fascie bianche sottili e non larghe, come pare che debbano essere nel 7. linealum. 585. Tigrisoma salmonmi, Scl. et Salv.; Berl. et Tacz. P. Z. S. 1883, p. 577 (Chimbo); Sharpe, Cat. B. xxvI, p. 198 (Sarayacu). a (470) 9 ad. Gualaquiza, giugno. « Becco nerastro, parte inferiore basale della mandibola inferiore giallo verdognolo, una fascia nera interrotta da una macchia gialla corre dal becco agli occhi » (F.). — è (401) 9 quasi adulta. Valle del Rio Santiago, marzo. « Becco nerastro, parte inferiore bisale della man- dibola inferiore e pelle nuda intorno agli occhi giallo-verdastro », c (225) 9 immat., Valle del Zamora, dicembre. — d (309) 5g immat., e (325) giovane, Valle del Rio Santiago, febbraio, marzo. « Nome degli Jivaros: Cauhu » (£.). Il giovane e ha la testa ed il collo di color cannella con larghe fascie nere; la regione interscapolare e le ali di color nero con larghe fascie cannella; il dorso, il groppone ed il sopraccoda neri con fascie bianche; la coda nera con 4 strette tascie bianche e lapice marginato di fulvo chiaro; le parti inferiori bianche, tinte di fulviccio lungo il mezzo e con larghe fascie nere; le remiganti nere cogli apici bianco-fulvicci e qualche macchietta fulva sul vessillo esterno della prima remigante. L'esemplare d, d in uno stadio più avanzato, ha le fascie nere e ros- signe della testa e del collo più strette che non nel giovane; le parti superiori nericcie con strette fascie rossigne; il dorso nericcio con fascie sottili evanescenti; la coda nericcia con 8 o 9 sottili fascie bianche; a ALI le parti inferiori fulviccie; le remiganti, come nel giovane, sono nericcie, cogli apici fulvo-bianchicci. L’esemplare c 9 somiglia al precedente nelle parti superiori, ha le parti inferiori grigio scure con fascie irregolari bianchiccie. Finalmente gli esemplari a, d, ambedue adulti, hanno il pileo nero senza fascie rossigne, eccetto che sull’occipite; le remiganti di color lavagna cogli apici bianchi, le parti superiori nericcie con strette e fitte fascie rossigne; la coda nera, quasi senza fascie, avendo appena qualche traccia di sottili strie bianche sul vessillo interno; e finalmente mentre l'esemplare d ha le parti inferiori grigio scure, l'esemplare a, che sembra il più vecchio, ha le stesse parti di color fulviccio. 586. Botaurus pinnatus(Licht.); Scl. et Salv. Ext. Orn. p. 181, pl. xCI; Sharpe, Cat. B. xxvI, p. 262. a (2022) J' Vinces, settembre. « Nome degli indigeni: Pajaro /igre » (F.). Esemplare simile in tutto alla figura citata. Specie nuova per l’Ecuador. 587. Sterna maxima, Bodd.; Saund. Cat. B. xxv, p. 80. a, 6 (2887, 2886) J9 Baia di S. Elea, gennaio. « Becco giallo, piedi neri» (F.). Esemplare in abito autunnale. colla fronte bianca. Specie nuova per l’Ecuador. 588. Larus serranus, Tscl.; Saunders, Cat. B. xxv, p. 188 (Colta). a (572) 9 ad., 6 (591) Y Caîar, ottobre. — c (1453) 9 ad. Vallevicioso, Paramos del Cotopaxi, luglio. « Becco rosso-bruno, piedi rosso scurì » (F.) Tutti tre gli esemplari hauno il cappuccio nerissimo; nelle tre spoglie il becco appare di color rosso mogano. 589. Halocyptena microsoma, Coues, Pr. Ac. Philad. 1864, pp. 79, 90 (Lower California); Towns. Pr. U. S. Nat. Mus. xHI, p. 142 (Panama); Salv. Cat. B. xxv, p. 247 (Mazatlan). a, b (2896, 2897) Y'9 ad. Oceano Pacifico, Coste dell'Ecuador settentrionale, lat. N. 1° 30’, febbraio. Esemplari adultì, simili fra loro; essi furono presi a bordo del vapore « Quito » durante la notte, attratti dalla luce elettrica. Finora si conoscevano tre soli esemplari di questa specie, il tipo di San José del Cabo, sulla costa della California meridionale, un secondo di Panama, preso pure a bordo dell’« Albatros », e un terzo, una femmina di Mazatlan sulla costa occidentale del Messico. Specie nuova per l’Ecuador. 590. Phalacrocorax vigua (Vicill.); Ogilvie Grant, Cat. B. xxvI, p. 378 (Sarayacu). — Phalacrocorax sp., Sclat. P. Z. S. 1860, p. 290 (Babahoyo). a (244) 2 ad. Rio Zamora, Ecuador or., dicembre. — d, c (2350, 2674) Tg ad. et juvn., d, e (2354, 2673) 99 immat. et juv., Rio Peripa, novembre. 591. Plotus anhinga, Linn.; Ogilvie Grant, Cat. B. xxvI, p. 419 (Rio Napo, Sarayacu). a-c (2352, 2355, 2695) JJF ad., d (2699) 2 imm., e (2351) J' imm. (?).. Rio Peripa, ottobre, novembre. Nessuno degli esemplari suddetti ha il collo nero, e quindi nessuno è in abito di nozze. I primi tre hanno le strie chiare delle parti superiori di color grigio puro, invece gli ultimi due hanno le stesse strie di un grigio sudicio. 592. Sula cyamops (Sundev.); Ogilvie Grant, Cat. B. xxvI, p. 430. a (2853) 9 juv. Baia di S. Elena, gennaio. i Specie nuova per l’Ecuador. 593. Fregata aquila (Linn.); Ogilyie Grant, Cat. B. xxvI,,p. 443. — a (2816) g{' ad. in muta Rio Daule, presso il Villaggio Daule, dicembre. — b (2891) J' ad., c-f (2852, 2890, 2892, 2851) 99 Baia de S. Elena, gennaio. J' « Becco nerastro colla base grigio-plumbeo chiaro, sacco gulare rosso- minio, piedi nerastri, iride bruna scurissima » (F.). @ « Becco grigio-azzurrognolo ardesiaco, sacco gulare violaceo, piedi rosei chiari » (7.). Tutti gli esemplari indicati femmine hanno il petto bianco; l’ultimo esemplare ha la testa ed il collo con molte piume bianchiccie, residuo dell’abito giovanile. Specie nuova per l’Ecuador. 594. Pelecanus californicus, Ridgw. in Baird, Brew. et Ridgw. Water-Birds N. Am. u, p. 143; Ogilvie-Grant, Cat. B. xxvI, p. 478. a (2850) J' ad. Baia di S. Elena, gennaio. « Becco bianchiccio, borsa gu- lare con tinta rosso cinabro scuro, piedi nerastri » (F.). x L’esemplare suddetto è in abito perfetto di nozze e si distingue facil- mente da quelli dell’affine P. fuscus per le dimensioni maggiori e pel colore castagno del collo molto più cupo; anche il colore della borsa gulare è diverso. i Il P. californicus è specie nuova per l’Ecuador; essa è intermedia al P. fuscus ed al P. thagus (= molinae, Gray.). i 595. Podicipes dominicus (Linn.); Ogilvie Grant, Cat. B. xxvI, p. 520. a, ò (2059, 2086) Y? Vinces, settembre. « Becco bruno-verdastro, colla mandibola inferiore giallo-verdastra, piedi nerastri » (F.). Specie nuova per l’Ecuador. 0 596. Podicipes juninensis, Berl. et Stolzm.; Ogilvie Grant, Cat. B. xXVÎ, p. 538. — Podiceps callipareus juninensis, Berl. et Stolzm. Ibis, 1894, p. 112 (Lake Junin, 17,700 ft., C. Perù). a (546) J' ad., 6-f (542, 547, 552, 554, 555) 99 ad., 9 (550) juv. Lago di Cu- lebrillas, Azuay, ottobre. — A, è (628, 824) 7g ad., j (627) ad. Lago di Ya- guarcocha, dicembre. — & (1459) 9 ad., 2 (1457) juv. fere pullus, Vallevicioso, luglio. I giovani mancano delle lunghe piume filamentose sui lati della testa. Il giovanissimo esemplare di Vallevicioso è quasi ricoperto di piumino, grigio sulle parti superiori, bianco-sericeo sulle inferiori; inoltre esso ha una lieve tinta rossigna sui lati del collo nella parte superiore. Specie nuova per l’Ecuador. 597. Cairina moschata (Linn.); Salvad. Cat. B. xxvII, p. 51 (Pastaza). a (270) g° immat. Rio Bomboiza, Ecuador or., gennaio. 598. Dendrocygna fulva (Gm.); Salvad. Cat. B. xxvII, p. 149. a, è (2029, 2038) JJ Viuces, settembre. « Becco verdastro, piedi grigio- azzurrognolo. Nome degli indigeni: Patillo Maria » (F.). Specie nuova per l’Ecuador. 599. Dendrocygna discolor, Scl. et Salv.; Salvad. Cat. B. xxVII, p. 161 (Balzar). ; a (2705) g° Balzar, dicembre. 600. Nettion andîum (Scl. et Salv.); Salvad. Cat. B. xxvII, p. 263 (E- cuador) — Dafila sp., Scl. P. Z. S. 1180, p. 83 (between Riobamba and Mocha). — Querquedula andium, Scl. et Salv., Nom. Av. Neotrop., pp. 129, 162 (bet- ween Riobamba and Mocha). a (570) J' Caîiar, ottobre. — d, c (543, 548) JJ, d, e (544, 551) 9YLago di Culebrillas, ottobre. — 7, 9g (1134, 1135) Chaupi, giugno. — & (1454) Valle- vicioso, luglio. 601. Dafila spinicauda (Vieill.); Salvad. Cat. B. xxvII, p. 279. a (541) g' ad. Stagni presso Caîiar, ottobre. — 5 (520) Y" juv. Altipiano di Tarqui (Cuenca) 2500 m., settembre. « Becco giallastro col culmine nericcio, piedi grigio-verdastri » (F.). Specie nuova per l’Ecuador. 602. Querquedula discors (Linn.); Salvad. Cat. B. XXVII, p. 299 (E- cuador). — Cyanopterus discors, Scl. P. Z. S. 1860, p. 83 (Rio Machangra, Quito). a, 6 (506, 507) 99 Laguna di Kingora, Sigsig, luglio. 603. Nomonyx dominicus (l.inn.); Salvad. Cat. B. xxvII, p. 438 (Sa- rayacu). a (2694) 3" quasi adulto. Foreste del Rio Peripa, dicembre. « Becco grigio- plumbeo azzurrognolo, col culmine verdastro s (F.). ‘Specie nuova per l’Ecuador occidentale. 604. Erismatura aequatorialis, Salvad. Cat. B. xxvII, p. 450 (E- cuador); Hartert, Nov. Zool. v, p. 502 (Jaguarcocha). a (536) g ad. Lago dei Paramos presso Caîiar, ottobre. « Becco azzurro col culmine scuro » (F.). — è (28) 9 ad. Laguna de Kingora (Sigsig), novembre. c(—) g juv. (?). Maschio giovane simile alla femmina, ma con traccie di color castagno incipiente sulle piume del dorso; anche sul petto comincia ad apparire la stessa tinta. d (1458) 9 juv. Vallevicioso, luglio. Simile alla femmina adulta, ma più piccola e con talune timoniere laterali di color rossigno chiaro. TRE e (561) pullus. Lago di Culebrillas, ottobre. Simile in tutto alla descrizione del pulcino data recentemente dallo Hartert. 605. Merganetta columbianmna, Des Murs.; Salvad. Cat. B. xxvII, p. 462 (Ecuador). — Merganetta leucogenys, part., Scl. et Salv. P. Z. S. 1876, p. 408 (Ecuador). a (1451) g” ad. Vallevicioso, Sorgenti del Rio Napo, luglio. « Becco rosso- corallo col culmine verdastro, piedi rosso-corallo colla membrana verda- stra » (F.). — 6 (1450) 9 ad. Vallevicioso, luglio. « Becco rosso col culmine verdastro più largo che non nel maschio; piedi rosso corallo, membrana ver- dastra » (F.). — c (1449) juv. Vallevicioso, luglio. « Becco rosso col culmine largamente verdastro, piedi rosso-corallo colla membrana verdastra » (F.). Il giovane ha sulle parti inferiori di colore cannella numerose piume bianche; sui fianchi vi sono fascie alterne bianche e nericcie. 606. Tinamus tao, Temm.; Salvad. Cat. B. xxvII, p. 497. a (445) J' ad. S. José, Ecuador or., maggio. « Piedi verdi-azzurrognoli » (F.). Specie nuova per l’Ecuador. 607. Tinamus latifrons, Salvad., Cat. B. xxvII, p. 506 (Balzar). a (2497) g, d (2611) 9, c (2491) J (?) Foreste del Rio Peripa, novembre. « Piedi grigio-alluminio, si nutre di frutta e bacche » (F.). I primi due esemplari sono molto somiglianti fra loro; differiscono nelle dimensioni, minori nel maschio, maggiori nella femmina, come suole essere nelle specie di questo genere. Il terzo esemplare è grande come la femmina d e tuttavia è indicato come maschio! Inoltre esso differisce dai due esemplari precedenti per la tinta decisamente olivastra delle parti inferiori. 608. Tinamus ruficeps, Sc}. et Salv. Nom. Av. Neotr. pp. 152, 162, sp. 30 (part. Ecuador); Salvad. Cat. B. xxvII, p. 506 (Rio Napo, Sarayacu). a, b (283, 304) ad. Valle del Bio Santiago, Ecuador or., febbraio. — e (—) ad. Valle del Rio Santiago? 609. Nothocercus julius (Bp.); Tacz. et Ber]. P. Z. S. 1885, p. 112 (San Rafael); Salvad. Cat. B. xxvII, p. 509 (Monji, E. Ecuador). — Tinamus julius, Scl. P. Z. S. 1858, p. 76 (Rio Negro, Ecuador). a (652) 3g" Pun, Ecuador or., febbraio. « Becco bruno colla mandibola in- feriore color corno chiaro nella parte apicale, piedi grigio verdastri » (F.). 610. Crypturus transfasciatus, Scl. et Salv. P. Z. S. 1878, p. 141, pl. xi, (Santa Rosa, W. Ecuador); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, pp. 282, 312 (Guayagnil); Salvad. Cat. B. xxvII, p. 556 (Balzar). a, d (1964, 2820) Y'J' ad., c (1965) juv. Guayaquil, agosto, gennaio. Gli adulti hanno le parti superiori molto meno fasciate dei giovani; la parte anteriore del dorso è di colore bruno-grigiastro senza fascie trasversali; invece nella figura di questa specie anche la regione inter- — ino — scapolare ed il pileo appaiono fasciate, la quale cosa prova che l’esem- plare figurato non era al tutto adulto. Il giovane ha tutte le parti superiori fasciate di nero; le fascie sono più ravvicinate sulla regione interscapolare; anche le parti inferiori del giovane sono attraversate da fascie nere, più larghe sul petto. 611. Nothoprocta curvirostris, Scl. et Salv. Nom. Av. Neotr. pp. 153, 163 (Ecuador); Berl. et Tacz. P. Z. S. 1884, p. 312 (Cechce); Salvad. Cat. B. XXVII, p. 556. — Rhynchotis perdix, Scl. (nec Mol.), P. Z. S. 1860, p. 97 (Calacali, Puellaro, W. Ecuador). a, b, c (1127, 1128, 1129) JJ, d, e (1126, 1142) 99, 7, 9 (1144, 1125) pulli, Chaupi, Paramos dell’Illiniza, giugno. ” (1816) pullus, Paramos del Corazon, agosto. — è (592) J juv. Caîiar, novembre. — j (511) pullus, Sigsig, luglio. « Becco bruno, colla mandibola inferiore gialliccia, piedi giallo paglierino. Si nutre di semi » (7.). Non troviamo che gli esemplari adulti soprannoverati abbiano le fascie scure delle remiganti secondarie più larghe delle rossigne, come vor- rebbe il Taczanowski (Orn. Per. III, p. 307), il quale crede che per quel rispetto gli esemplari dell'Ecuador differiscano da quelli del Perù. I pulcini hanno le parti superiori bruniccie, con linee longitudinali bianche e macchie trasversali nere; le parti inferiori bianchiccie; una fascia nera che dalla fronte si estende lungo il mezzo del pileo; quella fascia si divide posteriormente in due linee che percorrono i lati del- l’occipite e si riuniscono lungo la cervice; inoltre essi hanno sulle redini una macchia triangolare nera, la quale si prolunga in una fascia lungo i lati della gola; altre due sottili fascie nere dai lati della testa si esten- dono sui lati del collo; la gola è bianca e così pure una larga fascia sopraccigliare. LT In uno stadio più avanzato i giovani hanno il petto ed i fianchi di color rossigno con larghe macchie nere quasi circolari. Nota. — Durante la stampa del presente lavoro, nel Bulletin of the British Ornithologists” Club, N. LXIX, p. xLVII, è apparsa la descrizione di una He- lianthea hamiltoni, fondata sopra esemplari di Papallacta nell’Ecuador Orien- tale, ove, secondo il Goodfellow, essa rappresenterebbe la H. Zutetiae dell'Ecuador occidentale. Alla pag. 9 del nostro lavoro noi abbiamo attribuito numerosi esemplari di Papallacta alla H. 2utetiae, non avendo trovato alcuna differenza fra essi e quelli dell’Ecuador occidentale. Quindi la H. hamiltoni non ci sembra una specie valida. ERE CONCLUSIONE Come abbiamo avvertito nella introduzione alla prima parte del nostro lavoro, le regioni, fisicamente considerate, nelle quali si può dividere l’Ecuador sono quattro: la occidentale, la interandina, la orientale e la andina propriamente detta; ciascuna delle quali ha caratteri fisici propri, derivanti non solo dalla posizione geografica, cioè dalla longitudine e latitudine, ma specialmente dall’altitudine, per le quali cambiano le con- dizioni fisiche del calore, della umidità e della vegetazione. La regione Andina, sebbene la più povera di forme, tuttavia è quella che possiede il maggior numero di specie caratteristiche, perchè proprie delle grandi altitudini e che non scendono di solito al di sotto dei 3400 metri. Alla fauna andina appartengono l’Oreomanes fraseri, il Phry- gilus alaudinus, le Muscisaxicotae (M. alpina e rufescens), le specie dei generi Upucerthia (U. excelsior), Cinclodes (C. albidiventris), e Leptastenura (L. andicota), la Siptornis flammutata, fra i Trochili l’Oreotrochilus pichincha e VO. chimborazo, fra i Rapaci il Sarco- rhamphus gryphus, il Phalcobaenus caruncutatus, fra le Limicolae la Gallinago nobilis, la G. jamesoni e l’ Attagis chimborazensis, fra le Platalee il Theristicus branickii e fra i Tinami la Nothoprocta curvirostris. Sono comuni alla parte più bassa della regione andina ed alla inte- randina il Turdus giîgas, | Anthus bogotensis, il Phrygilus ocularis, l’Agriornis solitaria, il Phalcobaenus carunculatus, il Circus cinereus, il Geranaetus melanoleucus, il Bubo nigrescens, la Metriopelia me- lanoptera, la Fulica ardesiaca, il Ptiloscelis resplendens, \ Oxyechus vociferus, il Larus serranus, il Podicipes juninensis, il Nettion andium, l’Erismatura aequatorialis e la Merganetta columbiana. Pochissime sono le specie che si possono dire confinate nella regione interandina e fra queste troviamo il Turdus conradi, la Dendroeca morcomi, la Calliste vitriolina, la Tanagra darwinti, il Pheucticus crissalis, la Spermophilta minuta, la Catamenia analoides, la C. înor- nata, la Chrysomitris mexicana, la Sycalis luteiventris, 1° Anaeretes parulus, la Grallaria squamigera, la Gr. monticota, l’ Acropternis infuscatus e la Patagona gigas. — Saia Tanto la regione orientale, quanto la occidentale hanno non poche specie comuni colle parti corrispondenti della Columbia e del Perù; così dalla parte occidentale della Colombia si estendono nell’ Ecuador oc- cidentale |’ Enlomodestes coracinus, la Chlorochrysa phoenicotis, il Rhamphocoelus icteronotus, il Tachyphonus tluctuosus, la Guiraca cyanoîdes, l’Eucorystes Wagleri e molte altre. Invece dalla parte Orientale della Colombia si estendono nella regione corrispondente dell’ Ecuador il Turdus phaeopygus, il Basileuterus ‘uteoviridis, la Sericossipha albocristata, la Cissopîs (leveriana, la Spermophila castaneiventris, il Gymnostinops yuracarium ed altre. Specie che si rappresentano a vicenda nella regione orientale ed oc- cidentale sono specialmente le seguenti: ll Turdus ignobdilis ed il 7. maculirostris, il Basileuterus uropygialis ed il B. semicervinus, la Stetgydoptery®x ruficollis e la S. uropygialis, Vl) Arremon spectabilis e l'A. erythrorhynchus, l Ostinops alfredi e lO. atrocastaneus, il Copurus colonus ed il C. leuconotus, il. Machaeropterus striolatus ed il M. de- liciosus, la Pipreola riefferi e la P. melanolaema, la Rupicola peru- viana e la R. sanguinolenta, il Cephalopterus ornatus ed il C. pendu- liger, il Formicarius thoracicus ed il F. rufipectus, il Trogon collaris ed il T. virginatlis, \'Osculatia sapphirina e VO. purpurea. La regione occidentale per estendersi fino al mare possiede talune forme che sembrano confinate alla parte arida costiera, tali il M772us longicaudatus, la Dondroeca aureota, il Neorhynchus devronis, la Poospiza bonapartet, la Elainea cinereifrons, la Myrmia micrura, la Psittacuta coetestis, lOreophilus ruficollis ed il Thinocorus rumicivorus. I generi più caratteristici dell'Ecuador, e che non hanno rappre- sentanti altrove, sono principalmente i seguenti: Oreomanes, Oreo- thraupîs, Urochroa, Eugenia, Phlogophilus, Pseudomyobius, Phalco- baenus, Osculatia. ‘ Torino, Museo Zoologico, marzo 1900. 1,695 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino ON. 569 pubblicato il 16 Aprile 1900 Vor. XV Viaggio del Dr. A. Borelli nel Matto Grosso e nel Paraguay. II. Luci COGNETTI Contributo alla conoscenza degli OLIGOCHETI NEOTROPIGALI. La collezione, oggetto di questo lavoro, venne raccolta lo scorso anno dal cav. dott. ALFREDO BORELLI. La maggior parte degli esemplari pro- viene da Urucùm, località collinosa e fertile del Matto Grosso, a circa 18 chilom. a SO. di Corumbà, sulla destra del fiume Paraguay (1). Altri esemplari provengono dai terreni paludosi di Carandasinho pure nel Matto Grosso, ma sulla sinistra del Paraguay, a circa 60 chilometri a NE. di Corumbà, altri infine da Asuncion. Naidomorpha. Dero sp. Loc.: Carandasinho. Non potei osservare che un solo esemplare, e per di più mancante dell’estremità anteriore. All’estremità posteriore si trovano i processi branchiali dorsali in numero di 8 disposti a paia; di questi il primo è più breve dei rimanenti. Il padiglione che li avvolge si prolunga ven- tralmente in due appendici più lunghe dei processi branchiali, per cui l’insieme ricorda il disegno che dà il SEMPER (2) dell’estremità poste- (1) Cfr. Guipo BocGIaNI. — Nei dintorni di Corumbà (Brasile), in: Bull. Soc. Geografica Italiana, Fasc. x-xI, 1897. (2) Semper C. — Beitrige zur Biologie den Oligochaeten, in: Arbeiten aus dem Zoologisch-Zootomischen Institut in Wiirzburg. Iv Bd., 1 Hft,, Taf. Iv, fig. 15, riore di Dero Rodriguezii, Semp. (= D. furcata, Oken), ma ne differisce pel maggior numero di branchie anali (V. Tav. fig. 1). Il frammento osservato misura 5 mm. in lunghezza, ‘/, mm. in dia- metro, e si compone di circa 75 segmenti, gli ultimi sprovvisti di setole e assai ravvicinati, oltrechè di diametro minore. Le setole sono in nu- mero di due nei fasci dorsali, di cui una capillare, l’altra uncinata, e in numero di tre (due ai segmenti posteriori) nei fasci ventrali, uncinate. Cotesta Dero non è certo in condizioni da poter essere determinata, tuttavia l’ho voluta notificare poichè è la prima volta che detto genere vien segnalato nella regione Neotropicale. Infatti in BEDDARD, Mono- graph of the order of Otigochaeta, 1895, trovo indicati soltanto i se- guenti luoghi di provenienza: Europa, America Settentrionale, Filippine, Ceylon ?, ed Africa tropicale orientale. Enchytraeidae. Di questa famiglia di Oligocheti trovai un individuo frammischiato a dei Terricoli raccolti dal dott. Borelli ad Urucùm. Dopo averlo disidratato cogli alcooli lo colorai con Picrocarmino e lo inclusi in balsamo del Ca- nadà. Dall'esame microscopico mi risultò che esso non era ancora giunto a completa maturità sessuale non presentando traccia alcuna di clitello, tut- tavia un discreto numero di altri caratteri mi permisero di farne una breve diagnosi, e di ascriverlo provvisoriamente al genere Mesenchytraeus. Mesenchytraeus brasiliensis, nov. sp. Loc.: Urucùm. La lunghezza totale dell'esemplare è di mm. 3,25; il diametro (tra i vetrini) mm. 0,25; il numero dei segmenti 27. Le setole (mancanti soltanto al segmento boccale ed al segmento anale) sono dritte, senza nodulo mediano, e leggermente ricurve all'estremità interna (V. Tav. fig. 4). Disposte come al solito in quattro fascietti per segmento, ogni fascietto si compone di due sole setole. Il poro cefalico è mediocre e situato all'estremità del lobo cefalico; mancano i pori dor- sali. Dei nuclei sparsi nella cavità celomica accertano la presenza di cellule linfatiche, ma di queste è impossibile determinare la forma. Il cervello è intaccato posteriormente. L’esofago passa direttamente nel- l'intestino propriamente detto. Le cellule cloragoghe sono piccole, gra- nulose e non appiattite. Potei seguire il vaso dorsale fino al 12° seg- mento, ma non mi fu dato di scorgere in esso un corpo cardiaco. Le ghiandole septali sono ai segmenti 4°, 5° e 6°. I nefridii sono piccoli, l’anteseptale è ovale allungata, la postseptale, circa tre volte più grossa, sbocca all’esterno coll’estremità posteriore, sulla linea delle setole ven» trali. Non potei seguire il decorso del canale escretore nella postseptale ; edi nell’anteseptale è rettilineo (V. Tav. fig. 3). Le aperture & sono al 12° segmento, senza vere prostate ma con poche ghiandole unicellulari; i canali deferenti sono corti, pari a circa due volte e mezzo la lunghezza dell’imbuto, che è allungato, cilindrico, e porta il ciuffo di spermatozoi. Contro la parete anteriore dell’11° segmento si trovano i testicoli. Gli ovarii stanno contro la faccia posteriore del dissepimento 11-12 sulla stessa linea dei testicoli, ad essi sono attaccate numerose grosse uova wa Tay. fio. 2). Non riuscii a vedere nè le ghiandole salivari (se pur ci sono), nè le spermateche, nè una tasca per i prodotti sessuali. Ho detto sopra che soltanto provvisoriamente ascrivo questa nuova specie al genere Mesenchytraeus, e invero la forma delle setole ne la staccherebbe: tuttavia la posizione terminale del poro cefalico, l'assenza di pori dorsali, le piccole dimensioni dei vasi deferenti sono caratteri . comuni coi Mesenchytraeus (1). L’osservazione di altri esemplari potrà in avvenire mettere in chiaro se si tratti di un nuovo genere. Cryptodrilidae., Ocnerodrilus Michaelseni, nov. sp. Loc.: Asuncion, Urucùm. CARATTERI ESTERNI. — Lunghezza 30-35 mm., diametro 2mm.; segmenti circa 100, il primo, o segmento boccale, è lungo quasi il doppio del secondo dal quale è inoltre poco distinto ; i 5-6 segmenti che seguono sono tra loro ravvicinati, e così i 10-12 segmenti che formano l’estremità posteriore. La lunghezza maggiore è raggiunta dai segmenti del clitello. Il corpo è leggermente appiattito dorso-ventralmente, e nella metà po- steriore è anche un po' incavato sul dorso; il colore (in alcool) è bianco- gialliccio. Prostomio largo, breve, con processo posteriore arrotondato che in- tacca per ‘/, il primo segmento. Setole geminate in 4 fasci, due ventrali e due affatto laterali (aa < dec), sigmoidi a contorno liscio, ornate di poche impressioni semilunari (6-8) presso l'estremità libera. Il clitello, che si distingue pel colore perlaceo, si estende sui segmenti (14)15-19, ed è completo tranne al 17° segmento. Le aperture delle prostate o maschili in un paio si trovano al 17° segmento sulla linea della seconda setola ventrale (0), ciascuna al centro di una leggerissima papilla con orlo bianchiccio. Le papille sono abbrac- (1) Cfr. la diagnosi del genere Mesenchytraeus, in: MICHAELSEN, Synopsis der Enchytraeiden. Abh. Nat. Ver. Hamb., Bd. xr, Hft. 1. E ciate da un’area elisscidale, non ghiandolare, che si estende lateralmente sino circa a metà dell’intervallo dc, e longitudinalmente sino ai due margini del segmento 17°. In questo segmento le setole ventrali mancano. Le aperture 9 sono visibili all’intersegmento 13-14 sulla linea della prima setola (a), e seguite ciascuna da un piccolo rilievo trasversale, bianchiccio. Le aperture delle spermateche sono anch’esse in direzione delle setole ventrali, all’intersegmento 8-9. Nefridiopori non visti; pori dorsali assenti. CARATTERI INTERNI. — Primo setto visibile è il 4-5, sottile; i setti seguenti fino all’8-9 compreso, sono alquanto inspessiti. Il bulbo faringeo, ben sviluppato, non presenta (quando è retratto) delle profonde ripiega- ture come quelle disegnate dall’ErsEN per l’Ocnerndrilus Beddardi (1), ma l’alto epitelio della sua parete dorsale è invaginato in una tasca a lume quasi annullato che si insinua trasversalmente e all'indietro; talchè in una sezione longitudinale dorso-ventrale, passante per l’asse mediano del corpo, il bulbo faringeo appare semplicemente ripiegato una volta su se stesso, mentre in sezioni trasversali si rende ben evidente l'iunvagi- nazione a fondo cieco sotto forma di un T, e se ne può seguire il decorso dall’avanti all’indietro. Dei forti fasci muscolari retrattori del bulbo faringeo alcuni vanno ad inserirsi fino all’intersegmento 8-9, attraversando gli ammassi di cel- lule ghiandolari che costituiscono le ghiandole septali. Coteste ghiandole giungono fino nell’8° segmento, diminuendo grada- tamente in volume, e riducendosi ai lati e al di sotto dell'esofago. Manca assolutamente il ventriglio. Al 9° segmento si origina dall’'eso- faco un paio di ciechi del tutto simili a quelli disegnati dall’EIsEN per lO. Beddardi (2); essi danno origine a loro volta a due tronchi san- guigni che ho potuto seguire fin nel 5° segmento. Al 12° seemento l’esofago si allarga bruscamente nell'intestino pro- priamente detto. Il vaso dorsale è semplice; i cuori in numero di due paia sono ai segmenti 10 e 11. L'apparato riproduttore presenta un solo paio di testes nel 10°, non avvolti da vescicole seminali; rimpetto ad essi, nello stesso segmento, un paio di padiglioni cigliati; nell’11* trovasi un paio di grosse vescicole seminali. I canali deferenti probabilmente non si aprono all’esterno in comune colle prostate al 17° segmento, ma si versano prima in esse (3). : (1) G. EisEN. — Anatomical studies on new species of Ocnerodrilus, Tav. v, fig. 2; in « Proc. Calif. Acad. of Sciences », Serie 2°, Vol. III, parte 2°. O) dd ad; lay. Vi digo, I eo 19. 1) (3, Nei miei preparati osservai un unico condotto attraversare le pareti del corpo in corrispondenza di ciascuna apertura maschile. = Db — Î;e prostate cilindriche, leggermente ondulate si estendono all'indietro fino al 23° segmento. Un paio di ovarii e le tube di un paio di ovidotti stanno al 13° seg- mento, in direzione dei testes. Le spermateche senza diverticoli sono al 9° segmento, obovate, con un leggero restringimento che le divide in due cavità comunicanti: una ampia è la più interna, l’altra più ristretta si apre all’esterno per un breve canale (V. Tav. fig. 5). I nefridii sono ben sviluppati e traspaiono all’esterno in numero di due paia per segmento, collocati dorso-lateralmente. Questa specie si accosta all’O. Borelli, Rosa ed all’O. /acuum, Bedd., e unitamente ad essi costituisce il gruppo degli Ocnerodrilus ad un solo paio di testes, mentre tutte le altre specie di questo genere ne hanno due paia. L’EIsEN (1) ha recentemente allargato i confini del genere Ocnero- .drilus approvando la riunione ad esso di Ilyogenia (= Phoenicodrilus) e Pygmaeodrilus, ai quali conserva tuttavia ancora un significato di sottogeneri. Di più ha raggruppato le specie già note e alcune altre nuove in cinque nuovi sottogeneri (Ocnerodrilus, i. s. s., Enicmodrilus, Leiodrilus, Nematogenia, Haplodrilus), sicchè in definitiva il genere Ocne- rodrilus, i. s. ], comprenderebbe sette sottogeneri, distinti ciascuno da parecchi caratteri. Nematogenia ed Haplodrilus comprendono appunto le specie suddette a un solo paio di testes, più O. (Nematogenia) lacuum var. pana- maénsîs, Eis. Nella tavola qui sotto sono posti a confronto i caratteri di questi due sottogeneri eon quelli di O. Michaelseni : da essa apparirà chiaramente come non si possa ascrivere la mia specie a nessuno dei due. Nematogenia| Haplodrilus {O. Michaelseni | Prostate dali, bici Hé 4 RI Bspermafeehe/##00 Ul IA, al IX senza diverticoli Vescicole seminali . . . +. | + racemose 0 + Vesc. semin. avvolgenti i testes 0 ? 0 | Pori dorsali “pe Ar + 0 0 ER e n ce Mi all'XI al X al X Mesdnilio i ae ei VI. VII 0 0 rudimentali (1) G. EiseN. — Researches in American Oligochaeta, with Especial Refe- rence to those of the Pacific Coast and Adjacent lsîands, in: Proceedings of the California Academy of Sciences, Serie III, Vol. II, N° 2. (2) Della varia posizione dell'unico paio di testes nou pare che l’Eisen abbia tenuto conto. = Ga Tuttavia non mi è parso necessario di ammettere per essa un nuovo sottogenere. Invero se unitamente all’ EISEN considero io pure Nema- togenia ed Haplodrilus come affatto distinti dagli altri Ocnerodrilus, non mi accordo con questo autore nel dare a ciascuno il valore di sotto- genere, ma trovo più opportuno, almeno per ora, riunirli in un sotto- genere unico nel quale sarebbe compreso l’O. Michae!senti. In questo sottogenere, oltre ad altri caratteri, specialmente la varia posizione dell'unico paio di testes rimarrebbe a provare la derivazione delle tre specie che lo compongono dalle forme a due paia di testes per riduzione dell’uno o dell’altro paio. Acanthodrilidae. HMerria Borellii, nov. sp. Loc.: Urucùm (Matto Grosso), sotto i tronchi d’alberi atterrati e marci. CARATTERI ESTERNI. — Lunghezza 60-80 mm., diametro 2 mm., seg- menti 100-130. Forma cilindrica, un po’ affusolata anteriormente; agli ultimi due o tre segmenti il diametro diminuisce leggermente. In qualche individuo gli ultimi 35-40 segmenti, talvolta soltanto gli ultimi 10-12, sono alquanto ravvicinati e di diametro un po’ iuferiore ai precedenti. Il colore (in alcool) è biancastro. Il prostomio è breve, ben distinto da primo segmento. o Le setole, in numero di otto per segmento, sono strettamente geminate in quattro fasci, due ventrali e due laterali; l’intervallo ventrale aa è un po’ minore del laterale dc. Presso l'estremità libera le setole sono ornate di impressioni semilunari come in KX. papillifera, Rosa (1). Il clitello di color giallastro, occupa i segmenti (13-19) =, è com- pleto tranne alla regione ventrale dei segmenti 17, 18, 19 ove trovasi l’area maschile. Questa è, come nella XK. Garmani, Rosa, un cuscinetto molto rilevato, ma meno esteso trasversalmente, chè oltrepassa di puco la linea delle seconde setole ventrali (9). Un orlo bianco ben distinto la delimita tutto all’ingiro. La forma dell’area è in complesso quadrango- lare, i margini anteriore e posteriore rientrano un po’, e nella massima parte degli esemplari descrivono due sgraffe (——-), spesso interrotte a metà, che abbracciano l’area medesima; i margini laterali presentano ciascuno a metà due noduli ravvicinati e disposti longitudinalmente. I. quattro angoli sono ampiamente arrotondati e sporgono ai lati dell’area; in corrispondenza di essi si trovano le papille al centro delle quali son (1) D. Rosa. — Contributo allo studio dei Terricoli Neotropicali, in: Me- morie della Reale Accademia delle Scienze di Torino, Serie II, Tom. xLv, 1895, Tav. fig. 21. # OR collocate le aperture delle ghiandole prostatiche. Due solchi a margini bianchicci, rilevati, collegano fra di loro le due papille di uno stesso lato; a metà di essi, nel 18° segmento, sì scorgono le aperture maschili (V. Tav. fig. 6). Nell’area maschile mancano quasi totalmente le setole (ventrali): in un individuo che osservai più minutamente era presente soltanto la prima setola ventrale sinistra (a) dei segmenti 17 e 18, e questa molto più piccola delle corrispondenti negli altri segmenti. Le aperture femminili si trovano presso il margine anteriore del 14° segmento, un po esternamente alla linea delle seconde setole ventrali. Le aperture delle spermateche in numero di due paia, sono agli in- tersegmenti 7-8 ed 8-9, a metà dello spazio compreso fra la linea delle setole dorsali e la linea delle setole ventrali; ognuna di esse è circon- data da un’areola bianca, rigonfia, un po’ oblunga trasversalmente. Nefridiopori minutissimi (visti nelle sezioni), interni alla doppia serie delle setole dorsali; non si aprono agli intersegmenti, ma all’indietro di essi, il primo è al margine anteriore del 5° segmento. CARATTERI INTERNI. — Il puimo dissepimento visibile s'inserisce un po’ avanti all’intersegmento 5-6, esso è molto inspessito, e così i disse- pimenti 6-7, 7-8, 8-9; questi ultimi tre non si inseriscono al corrispon- dente intersegmento, ma circa a metà del segmento che precede. Le ghiandole septali che si partono dalla parete dorsale del bulbo faringeo giungono fin nel 6° segmento, attraversando il setto 5-6. È presente un ventriglio al 7° segmento, ber differenziato : in esso lo spessore dello strato muscolare è pari al quintuplo di quello dell'epitelio. I due ciechi (ghiandole calcifere) sono anche in questa specie al 9° seg- mento, ma molto più lunghi che larghi. Si originano dalla parete dor- sale dell'esofago contro il dissepimento 9-10 e si spingono in avanti fin contro il dissepimento 8-9 portandosi sotto l’esofago stesso. All’origine hanno forma cilindrica, poi si appiattiscono un po’ dorso-ventralmente ; il lume è ridotto, e in sezione sì presenta discretamente ramificato. La parete di cotesti ciechi è percorsa longitudinalmente da numerosi vasi sanguigni che all'estremità sì fondono a formare due grossi tronchi i quali decorrendo ai lati e al di sotto dell’esofago, attraversano i setti 8-9, 7-8, 6-7, 5-6, e nel 5° segmento si suddividono in rami secondarii. Il vaso dorsale è semplice; i cuori che lo mettono in comunicazione diretta col vaso ventrale sono in numero di tre paia (1) ai segmenti 9, (1) EisEN nel suo lavoro « On the anatomical structures of two species of Kerria » (Proc. Cal. Acad. of Sc., Serie 2*, vol. III, pagg. 291-315-318) dà una estesa diagnosi del genere Kerria (Bedd. 1892), ed in essa dice: « The ventral and dorsal vessel connected by two pair of hearts in somites X and 10, 11. Il primo paio (quello del 9°) sì origina contro il setto posterioté del relativo segmento, poggia contro di esso portandosi lateralmente e all’indietro, indi si ripiega bruscamente in avanti e va a sboccare nel vaso ventrale; i due ciechi (0 gh. calcifere) ne sono abbracciati al punto in cui si originano dall’esofago. Il secondo ed il terzo paio si originano invece contro il setto anteriore dei segmenti che occupano relativamente, ma si portano essi pure, a causa dello sviluppo maggiore, fin contro il setto posteriore, si ripiegano poi fortemente in avanti e di nuovo contro il setto anteriore sboccano nel vaso ventrale. I cuori del 9* segmento sono muniti, al punto in cui si originano dal vaso dorsale, di un forte anello muscolare che sporge nel loro lume; ciò prova come anch'essi siano veri e proprii cuori pulsanti. Le spermateche contenute nei segmenti 8° e 9° sono grosse, quasi sessili, ovali-allungate; e leggermente ritorte alla base (V. Tav. fig. 7). L’epitelio prismatico che tappezza la porzione allargata è liscio e non pieghettato. Presso la parete del corpo ogni spermateca è abbracciata dallo strato muscolare che in questo punto è anche più inspessito. Nel 10° segmento si trovano i testes ed i padiglioni, questi assai svi- luppati; nel 9° e nell’11° due paia di vescicole seminali racemose, bian- chiccie: il primo paio è attaccato alla faccia anteriore del setto 9-10, il secondo alla faccia posteriore del setto 10-11. Nel 10° segmento si trovano numerose masse spermatiche libere. Gli ovarii, allungati, cilindrici, sono al 13° segmento contro il setto anteriore, sulla stessa linea dei testes. Contro il setto posteriore del me- ‘desimo segmento stanno attaccati gli ovidotti, di fronte agli ovarii. Le quattro prostate, ondulate, e più volte ripiegate su se stesse si pro- lungano fino al 30°-32° segmento. Il tratto muscolare è assai sottile e breve, ‘estendendosi per un tratto pari alla lunghezza di 1 ‘'/, a 2 segmenti. Il primo paio di nefridii sporge coi padiglioni nel 4° segmento. Anche in questa specie, come in Keria subandina, Rosa, e K. MeDonatdi, Eisen, sono evidenti dei vasi sanguignì che decorrono sui tubuli nefridiali (1). XI. No other connecting vessels ». Ora se l’A. ha provato ciò perla Kerria Medonaldi, Eis. (e lo troviamo confermato nelle figure | e 2 della Tav. XI unita al suo lavoro) non mi risulta che fosse stato provato per la X. ha- .lophila, Bedd., nè che sia stato provato in seguito per tutte le altre Kerria. Cosicchè non credo che il suaccennato carattere generico si possa ancora ri- gorosamente ammettere per tutte le specie: per la X. Borellii no certamente. D’altra parte il Beddard non lo ha riportato nella diagnosi pubblicata in Monogr. of Olig., 18935. (1) ‘Cfr. D. Rosa, loc. cit, pag. 56; e Eisen G, Pacific Coast Oligochaeta TI; în: Mem. of the Cal. Acad. of Sc., vol. II, n. 4, marzo 1895, pag. 70, e Tav. XXXIII, fig. 23. La X. Borettit differiscè esternamente dalle altre specie del genefe per la forma caratteristica dell’area maschile; dalla K. Garmani, Rosa, che ha pure un’area maschile rilevata, ma più estesa, differisce per le, dimensioni maggiori, per la posizione e la forma del clitello, per la forma delle spermateche, pel maggiore sviluppo del ventriglio, e per varii altri caratteri. Quanto alle due specie del Beddard, X. Rosae e K. saltensis, cui forse la KX. Boretltîi si avvicina, potei dedurre questi pochi caratteri diffe- renziali dalle diagnosi che ne dà l'A. (1): K. Rosae | K. saltensis | K. Borellii Lunghezza . . . 265 mm. 25 mm. 60-80 mm. Ventriglio . . .| poco sviluppato | poco sviluppato ben sviluppato Epitelio rivestente le spermateche . pieghettato S liscio Merria eiseniana, Rosa. Rosa D. — Contributo allo studio dei Terricoli Neutropicali, in: Memorie » —R. Accad. delle Scienze, Torino 1895, p. 141. Loc.: Asuncion. Benhamia octonephra, Rosa. Rosa D. — Contributo allo studio dei Terricoli Neotropicali, in: Memorie R. Accad. delle Scienze, Torino 1895, p. 187. Loc.: Corumbà, Urucùm, Carandasinho, Asuncion. In molti esemplari il clitello si estendeva normalmente ai segmenti (13-20) = 8, in alcuni invece occupava anche il 21° segmento. Noto anch'io la grande affinità tra questa specie e la B. Bo/avî, Mcehlsn., tuttavia gli individui che sezionai (scegliendoli nelle varie località) pre- sentavano posteriormente al clitello quattro paia di nefridii per segmento, e di essi il paio ventrale assai minore degli altri. Era inoltre presente un paio di vescicole seminali al 12° segmento, mentre nella B. Bo/avî non v'è in detto segmento traccia di prodotti sessuali maschili, nè liberi, nè chiusi in vescicole seminali (2). . (I) F. E, BeppARD. — Preliminary Account of new Species of Earthworms belonging to the Hamburg Museum, in: Proc. Zool. Soc. London 1895, p. 210 (2) W. MICcHAELSEN. — Oligochaeten des Naturhistorischen Museums în Hamburg, IV (Jahrb. Hamb. wiss. Anst, VIII, 1890), e: T'erricolen der Ber- liner Zoologischen Sammlung, Il (Arch. f. Naturgesch. Jahrg. 1892, Bd.1, H. 8). — Geoscolicidae, Pontoscolex corethrurus, F. Miller. Lumbricus corethrurus, Fxirz MiuLLER. Arch. f. Naturg., Jahrg. XXIII, Bd. I, 1857; p. 118-116. Urochaeta corethrura, E. PERKIER, Arch. de Zool. experim., T. 111, 1874; p. 8831- 530, pl. XII-XVII. » » D. Rosa, Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, 2* vir, 1889-90; p. 125-186. Pontoscolex corethrurus, F. E. BeppARD, Monograph. of the order of Oligochaeta, 1895; p. 653. ? » » subsp. mexicanus, G. ErseN, Proc. Calif. Acad. of Sc., Vol. II, N. 2. La presenza di questa specie nel Brasile è affatto normale, già ve la rinvenne FR. MÙLLER che pel primo ne diede descrizione, e oggidì il MI- CHAELSEN (1) indica appunto il Brasile come patria originale di essa. Gli esemplari raccolti dal Dr. Borelli sono assai numerosi, la massima parte di Urucum, due di Asuncion, e sono per lo più adulti e ben con- servati. Riscontrai in essi i caratteri già indicati dai precedenti descrit- tori; aggiungerò soltanto alcuni dati che potei mettere in chiaro studiando l'abbondante materiale di cui disponevo. I segmenti li numero seguendo l’opinione del Rosa accettata anche dal BEDDARD: considero cioè come primo segmento quello che precede il 1° setigero, le setole si presentano dunque al secondo segmento vero. La forma di queste è sigmoide, ingrossata nel mezzo; le setole copula- trici che sostituiscono le ventrali ai segmenti 19, 20, 21, 22, sono invece semisigmoidi, la porzione esterna essendo dritta, mentre la porzione impegnata nell’integumento è ricurva. Per l’ornamentazione delle setole rimando a quanto dice il PERRIER. Ciò che non mi fu mai dato di vedere, per quanto abbia osservato, è una bifidità delle setole così distinta come la vide e la disegnò il Perrier; qualcuna di quelle che osservai era tronca e presentava forse un accenno di bifidità, ma la massima parte di esse, specialmente quelle più tozze e più robuste degli ultimi segmenti, erano coniche all’estremità esterna. La disposizione delle setole è identica a quella descritta da Perrier e da Rosa, aggiungerò soltanto due particolarità che credo costanti nel Pontoscolex corethrurus : a) Al 2° segmento (= 1° setigero) le setole ventrali sono sulle stesse linee longitudinali occupate dalle setole ventrali dei segmenti 3°, 49, 5°, 6°, 7°, 8°, 9°, 10°, (11°); le setole dorsali invece sono nel 2° segmento (1) W. MicHAELSEN. — Die Terricolenfauna Ceylons. Mitteil. aus dem Na- turhist. Mus. in Hamburg, XIV Jahrg, 1896; pag. 247. Ea de spostate dorsalmente, dimodochè la prima dorsale (c) di detto segmento viene a trovarsi sulla stessa linea della seconda setola dorsale (a) del segmento susseguente (o più dorsalmente ancora); allora la seconda dor- sale (d) del 2° segmento viene a trovarsi piuttosto lontana dalla linea che occupano le sue omonime dei segmenti 3°-10° (11°), tanto più che ca del 2° segmento è maggiore di cd del 3° segmento, mentre la distanza ab si conserva sempre uguale nel 2°, 3*,..... 9° (10°) segmento. b) Lo spostamento delle setole nei segmenti medii e posteriori si fa sempre verso il dorso, e le setole di un lato non oltrepassano mai la linea mediana dorsale per portarsi all’altro lato. Queste particolarità le riscontrai anche negli individui di Engano (Su- matra) raccolti dal Sig. E. Modigliani e studiati dal Rosa. Il clitello a sella occupa normalmente i segmenti (15-22) = 8, tuttavia in varî individui era anche più o meno esteso sul 23°. In pochi trovai uno spostamento nel limite anteriore del clitello, e cioè disposizioni come queste: (‘/,-22)= 7 !/,, e (16-22) = 7. Finalmente in un solo esemplare il clitello era ai segmenti (!4/,-21)= 7 !/,. In molti individui era evidentissimo, verso il terzo posteriore del corpo, il rigonfiamento che corrisponde secondo Perrier al punto in cui ter- mina il typhlosolis, e secondo F. Muller e Beddard al punto in cui si vanno formando nuovi segmenti. I 4-6 segmenti di cui si compone erano ravvicinati e profondamente biannulati. Le spermateche in numero di tre paia sono ai segmenti '7°, 8°, 9° ai quali segmenti li videro pure Horst, Perrier e Rosa. Le aperture maschili non mi fu dato di vederle esternamente, tuttavia ritenevo fossero all’intersegmento 19-20, chè in alcuni individui erano ben visibili i tubercoli ovali allungati sui due segmenti 19 e 20, compresi nello spazio tra le setole ventrali e le dorsali, e già notati dal Rosa. Esaminando invece delle sezioni longitudinali passanti per il clitello ritrovai dette aperture alquanto più all’ indietro, e cioè quasi a metà del 20° segmento. Evidenti i nefridiopori ai segmenti anteriori cominciando dal 4°, so- pratutto ai segmenti occupati dal clitello dove un solco longitudinale unisce tra loro i nefridiopori di uno stesso lato. Sull’anatomia. interna nulla ho da aggiungere se non che riscontrai, per quanto era possibile in individui conservati in alcool, i caratteri che già descrisse il Perrier nella sua particolareggiata monografia. Leggendo attentamente questa monografia mi accorsi di qualche inesat- tezza dovuta senza dubbio a sviste per parte dell’A.; prendo quì occasione per chiarirle e correggerle, chè esse potrebbero trarre altrui in errore. A pag. 413, parlando delle ghiandole calcifere o di Morren del Pon- toscolex corethrurus, il Perrier dice: = = « La position morphologique de ces glandes est la suivante: la. pré» « mières paire dépend du huitième (*) anneau, la seconde du neuvième, « et quant a la troisième, elle est située entre la cloison postérieure et «la cloison antérieure du douzième; la cloison X-XI manque ». Questo è quanto confermano pure i dati di Rosa, di Beddard e le mie osservazioni: le ghiandole calcifere sono ai segmenti 79, 8°, e 9-10 (=VII, IX, e X-XI). 2. N Più avanti, nel $ 5, APPAREIL VASCULAIRE, l’A. parlando dei. cuori intestinali li colloca « immédiatement en arrière de la cloison XII-XTIT, «qu devant de laquelle se trouve la dernière paire des glandes de « Morren ». Ciò evidentemente non si accorda con quanto è detto nel periodo ci- tato sopra, chè l’ultimo paio di ghiandole calcifere dovrebbe trovarsi al segmento XII (= 11) anzichè nello spazio X-XI (= 9-10) in cui realmente si trova. Se il primo paio di cuori intestinali si trova imme.liatamente dietro al dissepimento all’avanti del quale si trovano le ghiandole cal- cifere (e appunto lì li vidi io pure), esso dissepimento sarà |’ XI-XII (= 10-11) e non il XII-XIII (= 11-12). Ritengo quindi che il Perrier sia inconsciamente caduto in errore, e di conseguenza abbia pure erroneamente concluso che « on est conduit <«à rattacher ces coeurs (intestinali) aux (roizième et quatorzième an- «neaua (1) ». Lo stesso dicasi riguardo ai cuori laterali colleganti il vaso dorsale al vaso ventrale o sopranerveo nei segmenti 7, 8, 9-10, e per brevità 7, 8, 9. A pag. 464 l'A. dice giustamente : ira « Il existe chez les UrocQkaela (=> Pontoscolex) trois paires de coeurs « latéeraux proprement dits, occupant les mémes anneaux VIII, IX et X « que les glandes de Morren du tube digestif ». Ciò è confermato dalle Tav. XIV, fig. 23, 25; e XV, fig. 28. A pag. 469 invece, nel riassunto del paragrafo, è detto che il vaso dorsale « dans « les anneaux IX, X et XI, comunique, par des anses contractiles, avec «le vaisseau sus-nervien ». Anche quì si tratta di un semplice sposta- mento di numeri, Nella grande Monografia del Beddard ho pure trovato qualche im- precisione; così a pag. 653 e 656 le aperture maschili sono indicate all’intersegmento ?°/,,. Quì invero le collocò il Perrier, ma sappiamo che (*) Come già mise in chiaro il Rosa, Perrier chiamava in questa specie secondo segmento quello che oggidì si considera primo, /erz0 il primo segmento setigero che noi consideriamo come secondo. Per evitare confusione scrivo in cifre romane i numeri del Perrier. (1) Cfr. anche PERRIER, op. cit. Tav. XV, fig. 28. = ig i numeri del Perrier vanno diminuiti ciascuno di un’unità come sopra ho ricordato: dunque dette aperture si trovano all’intersegmento ‘/s0. Inoltre a pag. 655 è detto: « The dorsal vessel communicate with the « ventral vessel by three vessels (i cuori laterali) in the eight, ninth, «and tenth seemenis » mentre già abbiamo visto che essi si trovano ai segmenti 7, 8, 9. Infine, a pag. 658 troviamo nella diagnosi del P. corethrurus « Sper- mathecae in 6°, 7° 8° » laddove va scritto 7°, 8°, 9°. SUL VALORE DEL Ponfoscolex corethrurus, MULL., subsp. mexi- canus, G. EISEN. Codesta sottospecie, minutamente descritta dall’Eisen nelle sue Re- searches in American Otigochaeia, vien distinta dall'A. per una serie di caratteristiche che non erano state finora rigorosamente provate nel P. corethrurus, Mùll.; anzi di taluna di esse non s’era neppure tenuto conto dagli autori che si occuparono di questa specie. È appunto per ciò che lo stesso Eisen dubita se il Pontoscolex mexicanus, da lui raccolto nel Messico e nell'America centrale, sia da ritenersi come « a variety, «a subspecies, a distincet species, or, perchance, identical with the Pon- « toscolex corethrurus », e soggiunge che per risolvere la questione sarebbe necessaria una revisione di tutti i tipi. Le caratteristiche che |’ Eisen dà per la sua sottospecie sono in tutto undici, e tra esse è annoverato lo spostamento delle setole c e d. del secondo segmento. Come è delto sopra, esaminando i numerosi esemplari di P. core- thrurus raccolti al Brasile dal Dott. Borelli, rilevai anche in essi cotesta particolarità, e ciò quando non ero ancora a conoscenza del lavoro del- l’Eisen, cosicchè in seguito volli indagare più minutamente, dubitando io pure della differenza tra il P. corethrurus e la sottospecie creata dal- |’ Eisen. Enumerando ora le singole caratteristiche del P. mexicanus indi- cherò per ognuna i risultati delle mie ricerche. J. Anche nei miei esemplari riscontrai un dissepimento inspessito che separa i due segmenti 3 e 4; contro di esso poggia la massa delle cellule costituenti le ghiandole soprafaringee (= ghiandole septali ?) 2. Apposite sezioni passanti pei segmenti posteriori del clitello mi dimostrarono la presenza di ghiandole identiche a quelle descritte dal- l’ Eisen come caratteristiche dei tubercula pubertatis; esse attraversano i muscoli della parete del corpo dei segmenti 19-21, e giungono fino a sporgere nella cavità celomica. Di veri e proprii tubercula pubertatis, visibili alla superficie del corpo, in molti esemplari non v’era traccia alcuna, ma in parecchi altri i limiti ventrali del clitello erano più netti cod a ai segmenti 19-22(23) che ai precedenti, per modo che si aveva l’aspetto di due serie di tubercoli esternamente alla linea delle seconde setole ventrali; tali tuberboli però non si avanzavano ventralmente in corri- spondenza degli intersegmenti (1). 3. Quanto alla posizione delle aperture delle spermateche posso asse- rire che, negli esemplari sezionati, essa era quasi esattamente interseg- mentale, vale a dire pochissimo anteriore agli intersegmenti 6-7, 7-8, 8-9, e che l’ultimo tratto del canale di ogni spermateca non attraver- sava il setto anteriore del segmento occupato dalla spermateca stessa, ma soltanto si internava in esso. Nel P. mexicanus invece l’apertura delle spermateche sarebbe al mar- gine posteriore dei segmenti 6, '7, 8, e per di più preseptale. Ora, senza mettere per nulla in dubbio le osservazioni dell’ Eisen, rilevo tuttavia che la fig. 11, in Tav. V, facente parte del suo lavoro, se prova il primo fatto, non prova sufficientemente il secondo, quello cioè ritenuto di mag- giore importanza. E invero ciò che l’ Eisen in detta figura chiama mwu- scoli longîtudinali potrebbesi anche ritenere come una parte del sepi- mento 7-8 non attraversata dal canale della spermateca. 4 e 5. Le setole c e d del secondo segmento erano anche nei miei esemplari brasiliani spostate più dorsalmente delle corrispondenti dei segmenti 3-9, e un po’ più robuste. 6. Così pure il rapporto tra la lunghezza del canale delle sperma- teche e la lunghezza della porzione rigonfia era uguale o quasi a quello indicato pel P. mexicanus. D'altra parte la lunghezza minore che si osserva nelle spermateche disegnate dal Perrier potrebbe dipendere dal fatto che nessuno degli esemplari studiati da questo autore era giunto a maturità sessuale, e per tal modo non poteva avere l'apparato geni- tale completamente sviluppato (2). 7 e 10. Neppure io potei osservare un numero maggiore di vasi sanguigni capillari alla zona caudale che non agli altri segmenti del corpo. In quella zona le cellule epidermiche normali erano quasi total- mente surrogate da cellule più sottili ed allargate all’apice, del tutto simili a quelle disegnate dall’Eisen per la sua sottospecie. 8. Le aperture maschili sono, nel P. mexicanus, alla parte ante- riore del segmento 21; negli esemplari brasiliani di P. corethrurus, almeno in quelli studiati in sezioni, sono invece nella metà anteriore del 20° segmento. 9. Sulla presenza di un prostomio nel P. corethrurus, Mùll. non ho dubbio alcuno: sezionai appositamente un individuo che presentava il 1° segmento ben evaginato e trovai in esso quanto l’ Eisen rappresenta (1) Cfr. EisEn, loc. cit., Tav. V, fig. 5. (2) Cfr. PERRIER, loc. cit., $ 6. Apparel génital, pag. 516 (err. 566). 2 Wa in fig. 9, Tav. V. Tuttavia mentre quì il bulbo faringeo è spinto in- nanzi e il prostomio è un po’ retratto, nei miei preparati si osserva pre- cisamente il contrario. 10. Nei miei preparati erano pure visibilissimi, fino al 10° o 11°, i vacuoli che separano i due strati muscolari nella parte anteriore di ognuno di questi segmenti. Da quanto son venuto esponendo appare chiaro come molte delle sup- poste differenze tra il P. corethrurus e le forme di Pontoscolea rac- colte al Messico dall’ Eisen non sussistano realmente; di più come la caratteristica più importante nel P. mexicanus, quella dello sbocco pre- septale delle spermateche, si possa mettere in dubbio. Sussiste ancora la diversità nella posizione delle aperture maschili, ma per questo come per altri caratteri credo si possano ammettere delle variazioni individuali. Ad ogni modo spetta certamente all’ Eisen il merito d’aver posto in evidenza buon numero di fatti finora sfuggiti all’esame di altri studiosi. Rimane ora a provare la loro presenza negli esemplari di P. core- thrurus raccolti nelle numerosissime altre località non appartenenti alla regione neotropicale. SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA. 1. Estremità posteriore di Dero sp. 2. Mesenchytraeus brasiliensis nov. sp., vaso deferente e ovario. dsp., dissepimento; é. c. imbuto cigliato; 0v., uova. 8. Id. nefridio. 4. Id. setole. 5. Ocnerodrilus Michaelseni nov. sp., spermateca. 6. Kerria Borellii nov. sp., spermateca. è snt'ottiga 4 osgalisì*bdfod Li fupr= Wat pvioezo 1 itatiagong Polar Jon d «If 0 °00Is on amientidi ri ID 0 i astrig Bilo fisloozidi sb di Ma se È Sei. ;i è » ‘gue èliab stlogt aston” osi; ANSE IA TI] pi agfibo-uig Tir--attafi! pl ° ROLE LI ufirici ot d vasto PE TIR, RBL Oo” e] dbogatla tf XI sttoup ‘ aa propos etrisente alddiitr ui on | ni: Ato 0I#9U) TS5qgam (eos or + 3 pi «fan bivibatimornettie, offof on tri di. 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Ra 933 - Tip, P, Gerbone » Torino Boll.Musgi Zool. Anat. Comp. Torino - /o4 AV L. Cognetti dis. /1;b Li BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino VID x% N. STO pubblicato il 5 Maggio 1900 Viaggio del Dr. A. Borelli nel Matto Grosso e nel Paraguay. . III. G. A. BOULENGER. Liste des poissons recueillis à Urucum et à Carandasifiho, près de Corumbà. Cichlidae., 1. Crenicichla saxatilis, L. 2. Acara tetramerus, Heck. 3. Acara vittata, Heck. . Hygrogonus ocetlatus, Ag. . Mesonauta insignis, Heck. . Mesops laeniatus, Gihr. Dì Ot a siluridae. 7. Pimelodus sebae, C. et V. 8. Pimelodus quetleni, Q. et G. 9. Callichthys asper, Q. et G. 10. Catltichthys paleatus, Jen. ]l. Catlichtys tongifitis, C. et V. 12. Hypoptopoma inexpectatum, Holmberg. — H. guentheri, Blgr. — H. inexpectatum, Berg, Comun. Mus. Buenos Ayres, I, 1898, p. 11. 13. Loricaria maculata, BI. 14. Loricaria parva, Blgr. 15. Bunocephalus iheringii, Bler. Characinidie. 16. Macrodon trahira, Spix. 17. Pyrrhulina semifasciala, Stdr. 18. Nanostomus lateratis, Blgr. 19. Curimatus spilurus, Gthr. 20. Curimatus elegans, Stdr. 21. Curimatus bimaculatus, Stdr. 22. Anostomus borelliî, sp. n. Là hauteur du corps égale presque la longueur de la téte et est com- prise 4 */, fois dans la longueur totale. Museau deux fois aussi large que long, aussi long que le diamètre de l’ceil, qui est compris 4 fois dans la longueur de la téte et 2 !/, fois dans la largeur interoculaire; une paupière adipeuse assez développée au bord antérieur de l’ceil; 8 dents quadricuspides à chaque machoire. Dorsale à 12 rayons, dont:10 branchus; le 3", le plus long, mesurant les 3/, de la longueur de la téte; dorsale adipeuse extrémement réduite. Anale très petite, à 8 rayons, dont 6 branchus. Pectorale mesurant un peu plus de la moitié de la longueur de la téte, le double de la distance qui la sépare de la ventrale. Pédi- cule caudal 1 ‘/, fois aussi long que haut. 40 écailles le long de la ligne Lu 5 ‘/o de la ventrale. Gris de plomb en dessus, blanc d’argent en dessous; quatre grandes taches noiràtres de chaque còté, la seconde sous la moitié postérieure de la dorsale, la quatrième. entre l’adipeuse et l’anale. Un seul exemplaire, mesurant 30 centimètres, provenant de Caranda- siùho. latérale, en série transversale, 4 entre la ligne latérale et la base 23. Leporinus frederici, BI. 24. Telragonopterus rutilus, Jen. 25. Tetragonopierus moorti, Blgr. 26. Tetragonopterus ternetzii, Blgr. 27. Tetragonopterus argenteus, Cuv. 28. Tetragonopterus haurwellianus, Cope. 29. Tetragonopterus compressus, Gthr. 30. Tetragonoplerus dichrourus, Kner. 31. Tetragonopterus agassizii, Stdr. 32. Tetragonopterus callistus, sp. n. La hauteur du corps est comprise 2‘/, à 2 */, fois dans la longueur totale, la longueur de la téte 34/, à 34/, fois; diamètre de l’ceil double de la longueur du museau 2 */, à 23/, fois dans la longueur de la téte; maxillaire sans dents, s'étendant jusque sous le quart antérieur de l’e@il. Dorsale à 11 rayons, commencaut bien en arrière des ventrales, sa hauteur DIA: MIPTS égalant la longueur de la téte. Anale à 28 ou 29 rayons, les antérieurs, les plus longs, ne mesurant guère plus de la moitié de la longueur de la téte. Caudale fourchue. 32 à 34 écailles en rangée longitudinale, 12 en rangée transversale; ligne latérale réduite à 5 à 7 écailles derrière l’opercule. Jaune roussàtre en dessus, rouge vermillon en dessous et sur les nageoires ventrales, anale et caudale; dorsale presqu'entièrement noire; anale bordée de noir; une courte barre noire verticale, souvent en forme de larme, de chaque còté du corps, derrière l’opercule. Longueur totale 32 centimètres. De nombreux individus ont été recueillis à Carandosifiho. 33. Tetragonopterus ulreyi, Blgr. 34. Chirodon nattereri, Stdr. 35. Chirodon calliurus, sp. n. Voisin de C. 7nsignis, Stdr. La hauteur du corps est comprise 2 ?/, à 8 fois dans la longueur totale, la longueur de la téte 3‘/, à 3 ?/, fois; diamètre de l’ceil près du double de la longueur du museau, 2‘/, à 2 ?/, fois dans la longueur de la téte; maxillaire sans dents, ne dépassant pas le bord antérieur de l’oeii; dents assez grandes, à couronne étalée et denticulée. Dorsale à 9 rayons, commencant en arrière des ventrales, sa hauteur égalant la longueur de la téte. Anale à 21 à 24 rayons, falciforme, les rayons antérieurs, les plus longs, un peu plus courts que la téte. Caudale fourchue. Pédicule caudal à peine plus long que haut, sans denticulations. 32 à 34 écailles en rangée longitudinale, 12 en rangée transversale; ligne latérale réduite à 6 à 10 écailles. Brunàtre en dessus, blanchatre en dessous; une grande tache noire à la base de la caudale, se prolongeant sur les rayons médians de celle-ci, sans en atteindre l’extrémité; une tache d’un blanc mat à la base de chaque lobe de la caudale; la tache caudale parfois précédée d’une fine ligne noire s°é- tendant de chaque còté jusque sur le corps; parfois une tache noire arrondie de chaque còté du ventre, entre la ventrale et l’anale. Petite espèce, ne dépassant pas 35 millimètres de longueur totale. De nombreux individus proviennent de Corandasifiho. D’autres avaient été recuillis par M. Borelli à San Lorenzo, dans la province de Jujuy, République Argentine, mais je les avais confondus avec le jeune de ‘Tetragonopterus agassiziî, auquel ils ressemblent superficiellement. 36. Brycon hilarti, C. et V. 37. Chalcinus paranensis, Gthr. 38. Anacyrtus macrolepis, Kner. 39. Xiphorhamphus ferox, Gthr. 40. Serrasalmo nattererîi, Kner. 41. Serrasalmo spîtopleura, Kner. 42. Serrasalmo humeratlis, GC. et V. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. Myletes asterias, M. et T. Myletes hypsauchen, M. et T. Scombresocidae. Belone taniata, Gthr. Gymnotidae. Rhamphichthys brevirostris, Stdr. Sternopygus virescens, Val. Carapus fasciatus, Pall. Symbranchidae. Symbranchus marmoratus, BI. 949 - Tip: Gerbone - ‘Torino. BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino IN ST7I pubblicato il 14 Maggio 1900 Vor. XV FaBIO FRASSETTO. Nuove fontanelle accessorie e nuovi ossicini fontanellari nel cranio dell'uomo e dei primati in genere NOTA PRELIMINARE. Da uno studio sulle fontanelle già note ò potuto dedurre l’esistenza di altre fontanelle per le quali proporrei le denominazioni seguenti : 1° Fontanella parietale al di sotto e all'indietro della bozza pa- rietale, là dove è possibile l’incrocio delle suture soprannumerarie del parietale (sutura parietale orizzontale e sutura parietale verticale). 2° Fontanella parieto-squamosa data dalla apparente espansione della estremità inferiore della sutura soprannumeraria parietale verti- cale sulla sutura squamosa. 8° Fontanella sotto-lambdieca data dalla apparente espansione della estremità superiore della sutura soprannumeraria interparietale laterale sulla sutura lambdoidea. 4° Fontanella lambdoidea laterale data dalla apparente espansione della estremità posteriore della sutura soprannumeraria parietale oriz- zontale sulla sutura lambdoidea. 5° Fontanella sopra asterica data dalla apparente espansione della sutura frasversa squamae occipîtis sulla sutura lambdoidea. 6° Fontanella anfi-iniaca data dalla apparente espansione della estremità inferiore della sutura soprannumeraria interparietale laterale sulla sutura frasversa squamae occipitis. Va da se che le fontanelle sono bilaterali, che gli ossicini fontanellari si trovano in queste fontanelle e che da esse prendono il nome, fara "QRIFT Gi di IOA È È 50 81878 qmao Binoisnà: bo sipolooS iti , stiro? 1 Atteso im) «Al etlab atalanta i VETRO, TERI Nast. a, 60 38 | 13/159 2420 10 Faccia metà d. MESSA Lollo TI Faso Mld: 7 Re ee 2 SO Metà d. 56 | 25] — | 22|13|— | 19 B (esi see | gg ont LO 1h cu Salg hevioneta(d. . |. NE — || — (2 |/—| 4 Prev. metà s. 3 Comparando ora le cifre di questo specchietto se ne deduce: 1° che la disimmetria è maggiore nella faccia che non nella base (1>4); 2° che essa è più uniforme nella faccia (2, 2, 2,3 7 6 3) che non nella base (4324); 3° che mentre nella faccia il massimo grado è circa a metà della faccia, nella base i massimi sono due e si trovano verso le estremità; 4° che sulla faccia prevale la metà sinistra 6 volte su 7 e sulla base la destra 3 volte su 5. In conclusione ci troviamo davanti ad un cranio in cui tanto la de- viazione della faccia, come la disimmetria sono molto bizzarri. La mandibola è anch’essa disimmetrica ma leggermente. Affinchè ie misure prese possano essere utilizzabili, sarà bene adottare il metodo del cofficiente somatico di Camerano (4), nel quale si consi- derano le misure dell’animale o dell’organo che si vuol studiare, in rapporto ad una misura base presa sullo stesso animale o sullo stesso ‘organo. Calcolato poi col mezzo delle tavole il coefficiente somatico di questa misura presa per base, lo si moltiplica per tutte le altre misure espri- mendole così in 360 esimi. E siccome il Camerano raccomanda che fra le misure prese, sì scelga come base quella meno variabile, io scelgo l’altezza del cranio che è di mm, 112. Calcolo per mezzo delle tavole il coefficiente somatico di 112; che è 3,214 lo moltiplico per tutte le misure prese e ottengo così ì seguenti valori: Misura-”bas6#17=puo, PI crgt Ne RL a Coefficiente somatico Camerano (0) = 3,214 Diametro amntero post... ... . . 401,790 » davero gn... . 399,908 (4) CameRANO L. — Lo studio quantitativo degli organismi ed il coefficiente somatico. Estr. dagli Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino, Vo- Jume XXXV, Adunanza del 14 gennaio 1900. — 4 Circonferenza dalle corna alla base 803,500 Zighia Gnatia ( larghezza RUolO { lunghezza is s| Metà d. i E | Metà s. — ©| Metà d. |178,984| 71,350) — | Metà s. [167,128] 71,350) — » 395,322 427,466 138,202 144,630 154,272|115,704|35,354|35,568|64,538|44,296| 41,782 160,700|122,122|41,782|48,210|77,136|64,280|32,14 70,708|41,782 60,066|35,354 60,066 48,210 Ho creduto utile ridurre le misure col metodo Camerano per preparare dati che possano confrontarsi con altri, calcolati alla stessa maniera, sia nei cranii normali che negli anomali, nella stessa specie o in specie affini. SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA Fig. lb Cranio di Ovis nahura Hodg. (Norma facciale). (2/5 del vero). AM. Retta d'intersezione del piano mediano passante per la metà dell’osso occipitale. AB. Retta determinante il grado di deviazione totale. GB. Mediana che stabilisce. la fase della deviazione della faccia conside- rata rispetto alla retta AM. H punto pel quale passa il piano verticale che determina la fase della deviazione. : Fig. 2. Cranio di Ovîs nahura Hodg. (Norma Basale). (43/106 del vero), A'M'. Come AM. nella figura 1. A'B. Come AB. nella figura |. SB. Mediana che stabilisce la fase della deviazione dalla base del cranio rispetto alla retta A'M'. H' come H. nella fig. 1. [La lettera H' fuori della figura, devesi considerare trasportata accanto e a destra del N. 14; immediatamente sotto il 1° premolare di destra]. 934 - Tip. Gerbone - Torino. Dastzonia TI —» Condoni I/, 699 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino e = ON. "73 pubblicato il 18 Maggio 1900 VON L. CAMERANO Osservazioni intorno al modo di dividere la /unghezza-base nel calcolo del coefficiente somatico. Oggi, più che non nei tempi passati, col numero oramai grande di coloro che si occupano dello studio dei viventi è frequente il caso di due o più osservatori che, all'insaputa gli uni dagli altri, imprendono ricerche intorno ad un°dato argomento e quasi contemporaneamente giungono a risultamenti poco dissimili. Un caso di questo genere si è dato recentemente fra il Prof, A. Andres e me rispetto alla misura degli organismi ed al coefficiente somatico. Or fa un anno circa, occupandomi dello studio del Bw/o vulgaris Laur. in ordine alla sua variabilità per giungere, se possibile, alla delimita- zione di varie sue forme locali da lungo tempo in discussione, avevo ricorso al metodo proposto dall’ Andres nel suo lavoro sui caratteri sessuali secondari delta tinca (1) di ridurre cioè, le misure assolute delle varie parti in misure espresse in millesimi di una lunghezza del corpo stesso assunta come misura base. Si trattava di studiare parecchie cen- tinaia di esemplari e di calcolare per ciascun esemplare 38 misure col mezzo della nota formola: L:100=: (L= alla lunghezza presa come base, = lunghezza di una parte del corpo). In queste condizioni di cose il lavoro era straordinariamente lungo e faticoso. Pensai allora se non fosse possibile rendere più spedito il metodo in questione, calcolando (1) Rend. R. Istituto Lombardo, Sc. e lett., Ser. II, vol. xxx, 1897. — G. Warren nelle sue ricerche intorno alla variazione del Portunus depurator. — Proceedings of the Royal society of London, vol. Lv, 1 luglio 1896, aveva usato un metodo analogo. A gt i coefficienti somatici, che proposi di indicare colla lettera @, e scelsi come divisione della lunghezza base il numero 360, numero che, come è noto, concede una maggior semplificazione del calcolo avendo un maggior numero di divisori intieri che non il numero 1000, e già scelto e man- tenuto, per ragioni note, per la partizione della circonferenza. Calcolai i coefficienti dei numeri intieri da 1 a 360 e poscia i coeffi- cienti pei ‘/, successivi fra due numeri intieri consecutivi, la qual cosa per le ricerche in questione mi concedeva una approssimazione più che sufficiente. Avuto così una serie di tabelle pensai che esse potevano venir utili anche ad altri facendo risparmiare un lungo e non piacevole lavoro e, poichè tabelle di simil genere non ne esistevano ancora, le feci di pub- blica ragione (1). Contemporaneamente, come risulta dalla sotto citata pubblicazione, il Prof. Andres lavorava allo stesso scopo; egli calcelava pure le tabelle dei coefficienti somatici (dividendo però la misura base in 1000 parti) da l a 4000, e li pubblicava (2) recentemente, poco dopo le mie. Si hanno ora due serie di tabelle dei coefficienti somatici, l’una quella dell'Andres che intende divisa la misura base in 1000 parti e l’altra, la mia, che l’intende divisa in 360 parti. Quali delle due conviene seguire? L’Andres crede si debba preferire quella da lui proposta, poichè egli dice: « La nostra mente sia, per innata struttura cerebrale, sia per lunga ereditaria abitudine, afferra più facilmente le quantità espresse nel sistema decimale che quelle del dodecimale o di qua!siasi altro. Un 250, un 333, un 500 ci danno più presto l’idea quantitativa del quarto, del terzo e della metà, che non un 90, un 120, un 150, se anche il 333 sia meno esatto del 120. E ciò si capisce considerando che i simboli sen- sibili, grafici e fonici, che noi usiamo per esprimere i numeri, sono connati co! sistema decimale; che hanno valore e significato soltanto perchè di quello sono parte, e non ne hanno se impiegati per un altro sistema. L'impressione sensoria che noi riceviamo dai simboli numerici del sistema decimale (e non ne possediamo altri) collima col concetto astratto del numero o della quantità che secondo lo stesso sistema noì ci siamo formato in mente. Usando questi stessi simboli, per un sistema diverso, l'impressione sensoria non collima più col concetto astratto del numero o di quantità che secondo quest’altro sistema ci siamo formati, e quindi dobbiamo fare un lavoro mentale di calcolo per trovare il rap- (1) Lo studio quantitativo degli organismi ed il coefficiente somatico. — Atti R. Accad. delle Scienze di Torino, vol. xxxv, seduta del 14 gennaio 1900. (2) La misurazione razionale degli organismi col metodo dei millesimi somatici 0 millisomi. — Rend. Istituto Lombardo, Sc. Lett., Ser. II, vol. XXXII, 1900, seduta del 15 marzo. ig AOP porto e l'accordo. Da ciò proviene la minore facilità che abbiamo di riconoscere che 90 equivale ad un quarto, 120 ad un terzo, 180 ad un Mezzo ». « Ebbene questo, vale a dire la minore facilità di riconoscere nelle cifre il valore quantitativo astratto che devono significare, non è un inconveniente da poco nel caso presente della misurazione razionale degli organismi; perocchè quivi dove spesso si tratta di avere lunghe serie di cifre da confrontare, se le cifre non sono per sè stesse eloquenti il paragone riescirà malagevole; oltre che forse non sempre verranno in evidenza tutti gli eventuali rapporti e forse persino si potranno tirare erronee conclusioni. In base a tali considerazioni parmi quindi che la sola maggior precisione di conteggio che può offrire il 360 non basti a farlo anteporre alla semplicità e praticità che presenta il 1000 ». Mi si permetta di fronte a queste obbiezioni dell’Andres di fare le considerazioni seguenti: Concedo all’Andres che quando si tratta di numeri (1), come 250, 333, 500 considerati rispetto a 1000 per l'abitudine nostra al sistema decimale, sì possa conchiudere facilmente che essi rappresentano un ‘/,, un '/, e un 4/, per quanto il numero dall’Andres citato di 333 ricchiegga di già uno sforzo maggiore che non 250 e 500; ma mi si ammetterà certamente, che diquisizioni così sottili di velocità e facilità di lavoro intellettuale non hanno importanza quando chi deve accingersi a ricerche della na- tura di quelle di cui ci occupiamo ha necessariamente la mente eser - citata a lavoro ben più difficile e complesso che non sia quello necessario per conchiudere che, dato il numero 360; 90, 120 e 180 ne rappresentano il quarto, il terzo e la metà. Anzi per ciò che riguarda il numero 360, i numeri 45, 90, 120, 180 richiameranno immediatamente alla mente i valori delle varie parti della eirconferenza e i corrispondenti valori degli angoli al centro e, per poco che si ricordino le elementari nozioni di matematica studiate nelle scuole secondarie, non si proverà difficoltà alcuna a valutare immedia- tamente i numeri sopradetti in rapporto col numero 360. | Non è il caso, ben inteso, di parlare qui di quelle menti assolutamente refrattarie a. qualunque considerazione sui numeri, alle quali la sola vista di una tabella di dati numerici, o di una fovmola semplicissima (1) A dire il vero stando all’espressione adoperata dall’Andres la vista di « un 250, di un 383, di un 500, senz’altro non fa sorgere nella nostra mente nessuna idea del quarto, del terzo o della metà, egli vuol intendere forse a 106 Fun , e così pure un 90, un 120, un 150 (deve esser 90 120 180 360 * 860’ 360° la vista di: corretto in 180) vogliono essere : — ge produce un senso di penoso sgomento, poichè suppongo» che fra i natu- ralisti menti cosifatte non ne esistano. Ma ammettiamo pure, per un momento, che la mente nostra risparmi una piccola quantità di lavoro adoperando i numeri 250 e 500 ecc. anzichè, 90 e 180 ecc. avverrà la stessa cosa quando si tratti di altri numeri qualunque, come 6, 7, 9, 32, 68, 109, 216, 877, ecc. ecc.? Evi. dentemente no, sia il numero al quale si vogliono riferire, 1000, o, 360 od altro qualsiasi, D'altra parte i numeri, che come quelli sopra citati concederanno di conchiudere immediatamente ad un rapporto esatto sa- ranno assai scarsi e nella maggior parte dei casi sarà necessario ricorrere ad un’operazione numerica per conoscere il rapporto esatto di due mi- sure qualunque sia la divisione adottata per lunghezza base. Il vantaggio di cui parla l’Andres a favore della divisione in mille parti della lunghezza base, praticamente, è nullo, e quindi il metodo proposto dall’Andres non è a questo riguardo nè più semplice, nè più pratico di quello da me proposto, pel quale sta sempre invece che con esso sî può oltenere în molli casì una maggior precisione e semplicità di calcolo. i L’Andres prosegue: « Inoltre è da osservare ancora che la divisione teorica del corpo in 360 parti è più rigida della divisione in 1000, pe- rocchè con quello non è possibile che il calcolo in 360 esimi mentre con questa puossi trattare di decimi, centesimi, millesimi ». Non si comprende bene ciò che l’Andres voglia intendere colla sua espressione di divisione più rigida. Si divida una lunghezza in mille parti, o in 360, o in & parti, la divisione della lunghezza sarà sempre rigida egualmente. Molto poco chiara è pure la seconda parte del pe- riodo sopra citato, in cui dice che colla divisione in 360 parti non é possibile il calcolo che « di trecento sessantesimi mentre con quella in 1000 parti si può trattare di decimi, di centesimi, di millesimi ». Se si ha ad esempio: o = 3,919 forse che 9 non rappresenta i decimi, 1 i centesimi e 3 i millesimi? Dice ancora l’Andres: « E dippiù, la singola parte, che è il trecento sessantesimo, è quasi tre volte più grande » del millesimo ; e quindi pren- dendo quella per unità si ottiene una misurazione che di certo è meno minuta e forse pure meno esatta della misurazione conseguita con questo ». Anche questa espressione dell’Andres non corrisponde forse al suo î ' | 1 l pensiero; che la misura sia meno minuta confrontando #77 ad Un 000 sta bene; ma che sia meno esatta evidentemente no, pel solo fatto che st prende per unilà di misura il 360 esimo anzichè il millesimo. La circonferenza è divisa in 360 parti e non in mille e i calcoli che da ME 28441. RS tanto tempo si fanno su di essa sono tutto ciò che si può desiderare di più esatto, ed anche nel caso nostro la divisione della lunghezza presa per base in 360 parti darà più facilmente che non col numero 1000 valori nei quali non sarà necessario trascurare alcuna quantità frazio- naria e quindi il calcolo sarà più esatto. « Gli è ben vero, dice l’Andres, che al numero intiero dei trecento- sessantesimi susseguono le eventuali frazioni; ma queste, come ben sì capisce, restano espresse da decimi, centesimi e millesimi di trecento= sessantesimo, i quali sono quindi valori che devono esser interpretati col criterio di un sistema diverso dal fondamentale. Con ciò evidente. mente si produce la complicazione d’introdurre due sistemi; uno (duo- decimale © presso a poco) per i numeri intieri, ed uno (decimale) per le frazioni. E ciò all'atto pratico può ingenerare confusione ». Non si riesce a capire dove consista nel metodo da me proposto la confusione possibile sulla quale insiste l’Andres. Non certo nel campo matematico. Se noi dividiamo 360 per un numero qualsiasi, ad esempio 82, avremo a = 4,390. Ora 4,390 è un numero che appartiene perfettamente al sistema decimale, poichè rappresenta 4 unità e 390 millesimi dell'unità. Vediamo nel campo pratico delle misure degli organismi, al quale credo voglia particolarmente riferirsi l’Andres colle sue parole. Si ab- biano ad esempio 3 individui di Bw/o vulgaris Laur. d' in cui sì prenda come misura base la lunghezza del corpo dalla sinfisi della mandibola all'apertura anale. Siano le tre lunghezze A = m. 5,087; B = m. 0,077; C= m. 0,75. I coefficienti somatici rispettivi calcolati con 2 cifre decimali sono: co=4,14; c' = 4,68; 0" =4,8; con essi otteniamo le misure rispettive calcolate in 360 esimi: Lunghezza del capo. . . . . 95,22 93,60 96,00 Larghezza del capo ._. . . . 107,64 117,00 115,20 Diametro trasversale dell'occhio 28,98 32,76 38,40 Ottenuti questi valori, che cosa si fa in pratica? Si confrontano fra di loro. Affinchè si possano confrontare, la. prima condizione si è che essi siano fra loro confrontabili. Ora mi pare non sia necessario spendere parole per dimostrare che essi sono perfettamente paragonabili fra loro, tanto nella parte intiera, quanto nella parte frazionaria e che dal loro reciproco confronto NON NE SGORGA, NÈ PUÒ SGORGARNE CONFUSIONE QUALSIASI. — E sì noti ancora: i valori espressi in 360 esimi e loro frazioni possono, e ciò non sarebbe necessario neppure dire, essere sottoposti a qualsiasi calcolo ulteriore e possono perfettamente servire a qualunque conside- Ba razione di confronto con altri valori calcolati colla stessa unità di misura e colle sue frazioni, L’obbiezione che fa l’Andres che la divisione della lunghezza base in 360 esimi conceda una misurazione meno minuta che non dividendo la base stessa in 1000 parti sarebbe giusta se uno si limitasse ai numeri interi e se non intervenisse qui la questione della possibilità di ottenere praticamente una sufficiente minutezza, per servirmi dell’espressione dell’Andres, nelle misure dirette, poichè rimanendo nel campo pura- mente teorico, si potrebbe domandare se invece che in 1000 parti non sarebbe conveniente, per ottenere una minutezza anche maggiore, il dividere la lunghezza base in 2000, o in 3000 o più parti. Come già dissi a lungo nel mio lavoro sopracitato, nella massima parte dei casi, la divisione in 360 parti è più che sufficiente, e tenendo conto dei decimi e dei centesimi od anche dei millesimi si ottiene una appros- simazione assai grande e che concede operazioni di calcolo sui dati stessi con errori minimi, senza bisogno di ricorrere alla divisione in mille parti della lunghezza base. Per ultimo l’Andres fa l'appunto alle tavole da me pubblicate di ar- restarsi al numero 360. Questo appunto riguarda la mia persona e non il sistema che divide la lunghezza base in 360 esimi. Se qualcuno vuol continuare le dette tabelle e calcolare anche tutti i valori consecutivi colla distanza di un decimo, io ne sarò lietissimo; ma ciò non ha nulla a che fare colla bontà maggiore o minore del sistema proposto. Le mie tabelle dànno i coefficienti per quarti succcessivi di tutti i valori da 1 a 360: mentre quelle dell’Andres non dànno i coefficienti che dei numeri intieri. Ora /e frazioni dell’unità di misura adoperata per misurare direttamente la lunghezza base devono essere trascurate il meno possibile. Così ad esempio se la lunghezza base è misurata in milli- metri bisogna cercare di tener conto almeno del ‘/, millimetro e s'è possi- bile anche del ‘/, di millimetro, sopratutto se si tratta di lunghezze rela- tivamente piccole. Orbene per molti valori frazionari, non si può dalle tabelle dell’Andres, neppure con calcolo semplice, ottenere il coefficiente somatico. Ciò dipende dal metodo seguito dall’ Andres di calcolare i coef- ficienti dal 1 al 1000 facendo: l’intervallo fra le cifre consecutive eguale 1 dal 1000 al 2000, l'intervallo eguale 2, da 2000 a 3000 l'intervallo eguale 3 e dal 3000 al 4000 l’intervallo eguale 5. Ne risulta che avendo, ad esempio, una lunghezza base eguale a millimetri 202,50, il numero 2025 manca nelle tavole, oppure una lunghezza base eguale a millimetri 14,75 il numero 1475 manca pure e così per altri casi analogi. Ma ciò non sarebbe a mio avviso inconveniente grave, poichè, in genere, le tabelle di dati calcolati, simili a quelle pubblicate da me e dall’Andres servono a facilitare il grosso del lavoro; ma non si può pretendere che esse diano il lavoro fatto per tutti assolutamente i casi possibili e chiunque So Pegi colla formola nota soprariferita: L:1000=/:; oppure L:360=/:, secondo che vorrà seguire l’uno o l’altro sistema, potrà facilmente per i casi speciali calcolare il coefficiente somatico di cui ha bisogno. Il lavoro lunghissimo che richiederebbe la compilazione di tabelle che potessero soddisfare a tutti i casi possibili non sarebbe compensato, data la facilità grande di calcolare il coefficiente somatico. In conclusione io credo che, sia il sistema che divide la lunghezza base in 1000 parti, sia quello che la divide in 360 parti possono servire allo scopo a cui mirano e le tabelle relative pubblicate dall’Andres e da me possono far risparmiare al ricercatore la massima parte di un lavoro lungo e per nulla dilettevole, nella riduzione delle misure assolute delle parti degli animali in misure fra loro comparabili. Ambedue concedono una approssimazione più che sufficiente. Credo tultavia che il dividere la lunghezza base în 360 parti sia ‘miglior metodo che non dividerta In 1000, poiché, quando in pratica sî hanno da eseguire molte e molle centinaia di moltiplicazioni coi coefficienti somatici, se questi coefficienti sono, nella maggior misura possibile, espressi solo da numeri intieri si ottiene, oltre ad una notevole precisione, una rapidità, una semplificazione di calcolo che possono far risparmiare un buon numero di ore; e questo risparmio di tempo diventa anche più apprezzabile se î valori ottenuti sono poi da sotto- porsi a calcoli ulteriori per la determinazione di altri elementi per lo studio quantitativo degli organismi come: gli indici di variabilità, di variazione, di frequenza ecc. (1). Il metodo che l’Andres (2) propone e che ehiama grafico-geome- rico col triangolo trasformatore dà risultati pratici meno precisi del metodo dei coefficienti somatici appunto perchè procedimento grafico, ma potrà anch’esso servire per uno studio rapido di confronto sopra- tutto nella determinazione specifica degli individui, allorquando le specie saranno state sottoposte ad uno studio quantitativo sufficientemente pre- ciso col metodo dei coefficienti somatici per modo che nella’ diagnosi specifica abbiano potuto prender posto i dati di questo studio. Al triangolo trasformatore si può, non è d’uopo dirlo, applicare anche la divisione della lunghezza base in 360 parti. Un inconveniente dell'impiego del triangolo trasformatore sta nella necessità che ha l'osservatore di tracciare il triangolo stesso e suddivi- (1) L. CamerANO. — Lo studio quantitativo degli organismi e gli indici di variabilità, di variazione, di frequenza, di deviazione e di isolamento, Atti R. Ace. Sc, di Torino, vol. xxxv, adunanza 25 marzo 1900, (2) Op. citata. = @ “= derlo su un foglio di carta; in questa operazione sono possibili troppe inesattezze che possono alterare la precisione dei dati finali. Tuttavia anche se si costruissero triangoli trasformatori in metallo o in altra sostanza il metodo dei coefficienti somatici concederà sempre di ottenere una maggiore precisione la quale compenserà il maggior tempo impiegato. i 984 - ‘l'ip. Gerbone - ‘l'orino. Il. bro BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino vi ON. S'Z4 pubblicato il 5 Giugno 1900 Vor. XV PAoLO TUA (| pensa ATE ‘ Contribuzione alla conoscenza degli Isopodi terrestri italiani. Le conoscenze, che si avevano sin’ora sugli Isopodi terrestri dell’Italia, erano assai scarse, limitandosi ai lavori speciali del Miani (8), il quale elenca 12 specie per il Veneto, di Dollfus, che, in due note (5: III e VI), enumera 41 specie, di cui 31 per la Sicilia e 10 per i pressi di Vallom- brosa (Appennino Centrale). Sono ancora da ricordarsi due note di F. Silvestri (12: I e 11), che segnala 4 nuove specie a Bevagna (Umbria) ed infine un accenno assai incerto ad un nuovo isopodo, che difficil- mente si potrebbe ricostituire, di Balsamo Crivelli (1). Ad eccezione dei sullodati lavori, non conosco opere speciali, per la fauna isopodologica italiana, ma soltanto accenni a località italiane nelle opere d’indole generale di Budde-Lund (3: 1), che scrisse il lavoro fin ora più completo sugli Isopodi terrestri, del già menzionato Dollfus (5: Iv) di Risso (10) e di Koch. — Noto di passaggio, che le specie descritte da quest’ultimo, riportate pure da Budde-Lund, difficilmente si possono ricostruire, come lo stesso Budde Lund fa osservare (op. cit., p. 549). Facendo lo spoglio delle specie citate o descritte con località italiane in tutte le opere suddette, potei rilevare che 70 sono le specie cono- sciute per la nostra Penisola. — Avendo poi io avuto occasione di stu- diare alcune collezioni fatte dal conte dott. Peracca nell’Italia Meridionale ed in Sicilia, dal cav. dott. E. Festa nei dintorni di Spezia, dal cav. dott. A. Borelli nei pressi di Nizza marittima, e da altri ancora in loca- lità del Piemonte, della Lombardia e della Sardegna, ho creduto utile di dare un breve catalogo delle specie da me riscontrate. In esso sono elencate 47 specie e 3 varietà: 22 che non erano ancora state segnalate per l’ Italia, alle quali bisogna aggiungere, 5 specie e 2 varietà nuove. Complessivamente adunque conosciamo 97 specie di Isopodi terrestri della fauna italiana sulle 128 segnalate da G. Budde-Lund (op. cit. p. 308) per la fauna dell'Europa Meridionale. Famiglia 1* — ONISCIDI Sezione 13 — Armadilloidei. » Genere - Armadillo. 1. — Armadillo officinalis Des. Budde-Lund (11 1) p. 16. Armadillo officinarum Br. Brandt. (2) p. 29 tb. 4. fig. 16, 17, 19 — M. Edwards (9) mn 178. Sassari (dr, pr. Rosa) Randazzo-Etna (dr. Peracca); Catania (dr. Peracca, cap. Bazzetta). Genere - Armadillidium. 1. — Armadillidium Pallasii 8. ZL. Budde-Lund (3-1) pp. 50-51 - Brandt (2) p. 23 - M. Edwards (9) II 181 - Apricena-Gargano; Otranto (dr. Peracca) - Genova. Le dimensioni degli esemplari numerosissimi di Otranto e di Apricena sono molto maggiori di quelle già riscontrate da Budde-Lund. Lungh. mm. 25-27 - Largh. mm. 10 - Altezza mm. 5-5, 5. 2. — Armadillidium Peraccae nov. spec. Corpo ovale ed oblungo, fortemente convesso coperto di granulazioni e di punti setigeri minutissimi. Le granulazioni sono dense e perliformi, numerose sul dorso, meno accentuate e più rade sugli epimeri ove pre- valgono i punti setigeri. Sul capo e sul primo segmento pereiale vi hanno, nel margine posteriore, tubercoli accentuatissimi bicuspidi. Antenne esteriori lunghe quanto la metà del corpo: quinto articolo dello scapo lungo ‘/, più del flagello: articolo primo del flagello lungo il doppio del secondo. Tutti gli articoli finemente setigeri: articolo terminale con una setola apicale. L’epistoma dalla carena mediana si allunga superiormente in una lamina quadrangolare lunga quasi quanto il capo, rigettata all’indietro, sinuata ai lati, profondamente incisa al lato anteriore. — Fossetta frontale poco accentuata. — Tubercoli antennari triangolari, molto arrotondati este- riormente. Primo anello del pereion molto più lungo dei seguenti, posterior- n ‘mente sinuato profondamente ad angolo ai lati. Secondo segmento pari- menti sinuato. Pleon: anelli 1,2 brevi: 3-4-5, con epimeri quadrandolari, molto ‘allargati all'apice, divergenti. Telson triangolare, allungato, superante l’estremità degli epimeri del 3 anello pleonale: lati sinuati leggermente: apice stretto e arro- tondato. Uropodi con esopodite triangolare, allungata, ad angoli arro- tondati, priva affatto di granulazioni, endopodite più corta assai del telson. Colore grigio-flavo: tre zone più chiare decorrenti lungo il corpo: lamina frontale e tubercoli antennarî bruni, finemente orlati di chiaro. Lungh. 18-20 mm. — Larg. mm. 9,5-10 — %lt. 4,5-5 mm. S., Cataldo, Bosco di Rauccio (Lecce) Otranto, Bari. I numerosissimi esemplari di questa bella specie furono raccolti dal ‘conte dr. Peracca cui la dedico. — La specie in questione s’avvicina molto all’A. Pallasii B. L., ma ne differisce spiccatamente per la forma della lamina frontale e per le granulazioni. 3. — Armadillidium frontirostre B. L. — Budde-Lund (3-1) pp. 52-53. Otranto (Dr. Peracca). 4, — Armadillidium Esterelanum 20//f. — Dollfus (5-Iv) p. 12, fig. 16. Nizza (Dr. Borelli). 5. — Armadillidium Simoni Do2f. —- Dollfus (5-1v) p. 11, fig. 14. Colline di Spezia (Dr. Festa). Alcuni esemplari raggiungono dimensioni un po’ maggiori di quelle già osservate da Dollfus, mm. 22 X 10. - 6. Armadillidium nasatum 2. L. — Budde-Lund (3-1) pp. 5152 - Dollfus (5-Iv) p. 10, fig. 12. Apricena-Gargano; Otranto (Dr. Peracca); Nizza (Dr. Borelli); Rapallo (Dr. Nobili); Isola Tinetto-Spezia - Colline di Spezia (Dr. Festa). 7. — Armadillidium Willii XocX. — Budde-Lund (3-1) pp. 54-55 - Dollfus (5-1v) pp. 10-11, fig. 13. Armadillidium trianguliferum Stein (13) 263, 5. Dollfus descrive brevemente l’A. maculatum Risso facendo sinonimo di quello VA. Willii Koch, ridescritto da Budde-Lund. Mi sono attenuto alla denominazione di Budde-Lund, sembrandomi che l’A macwlatum. Risso, come è descritto e figurato da Dollfus, non corrisponda all’A. Wittiî Koch di Budde-Lund. Questi invero dice: « caudae annulus analis latitudine vix longior, lateribus subrectis, laevissime sinuatis», mentre Dollfus scrive: « Le pleotelson est 7ncurvé sur les còtés » e di più dà ‘una figura in cui questa sinuatura appare evidentissima. Gli esemplari da me studiati corrispondono invece alla descrizione di Budde-Lund per l'A. Willi Koch = A. trianguliferum stein. Tenda-Cuneo (Dr. Noelli); Usseglio - Valle di Lanzo. 8. — Armadillidium granulatum 27. — Budde-Lund (3-1) p. 57 - Sc Dollfus (5-Iv) pp. 8-9, fig. 10 - Brandt (2) p. 23-1 - Milne Edwards (9) p. 181, 1 - Vogl. caj (14). pp. 509-511 tf. X, fig. 3, a, b. c, d, Cosenza, Otranto, Metaponto, Apricena-Gargano (Dr. Peracca) Sassari; Asinara-Cala d'Oliva; Istintino-Sardegna (Frassetto) - Catania (cap. Baz- zetta) - Valtravaglia. Lombardia (Dr. Griflini); Modica (pr. Martel). 9. — Armadillidium assimile B. Z. — Budde-Lund (3-1) pp. 59-60 - Dollfus (5-Iv) p. 15, fig. 15. S. Cataldo-Lecce; Apricena-Gargano, Surbo-Lecce (Dr. Peracca) Chia- lamberto Valle Lanzo; Sagra di S. Michele - Torino. 10. — Armadillidium pictum 27. — Budde-Lund (3 1) pp. 60-61 - Brandt (2) p. 24-6 - Ms Edwards (9) II p. 182 - Lereboullet (6) 1, c. 74, tb. 1, fig. 19, tb. 4, fig. 102 104 - Dollfus (5-IV) p. 13, fig. 18. Nizza (Dr. Borelli) Torino. Noto che la forma e la disposizione delle macchie è molto variabile, restando invece fisso il carattere del colore bruno agli epimeri del "7° segmento del pereion. 11. — Armadillidium Zenckeri Br. — Budde:Lund (3-1) pp. 61-62 - Brandt (2) p. 25, 5 - M. Edwards (9) III p. 182 - Dollfus (5 Iv) p. 18 fig. 17. Otranto (Dr. Peracca). 12. — Armadillidium depressum 2Br. — Budde-Lund (3-1) p. 63 - Dollfus (5 IV) pp. 17-18, fig. 25 - Brandt (2) p. 24,8 - M. Edwards (9) ir 1 if+,b, 182,0. Castelmarte - Lombardia (pr. Parravicini); Valtravaglia - Lombardia (pr. Griftini) - Omegna - Lago d'Orta (Dr. Nobili) Genova. 13. — Armadillidium fallax 287. — Budde-Lund (3-1) p. 65 - Brandt (2) p. 25, 15 - p. 26, 16, 17 - Milne Edwards (9) p. 185, 13, 14, 15. Spezia, Portovenere sulle colline (Dr. Festa). Nei molti esemplari studiati, noto che la colorazione è variabilissima, potendo andare dalla diagnosi di Brandt, riportata da Budde-Lund: « Dorsum e griseo olivaceum, flavo marmoratum » fino a quest’altra da me osservata: « Dorsum flavum, griseo-olivaceo marmoratum ». 14. — Armadillidium vulgare Za/r. — Budde-Lund (3 1) pp. 66, 67, 68 - Risso (10) p. 157, 1 - Brandt (2) p. 25, tb. 4, fig. 14, 15 - Milne Edwards (9) 1, p. 184, 9 Lucas (7) I, p. 73, 148 - Lereboullet (6) p. 70, tb. 3, fig. 95, 101 - Dollfus (5-1v) pp. 14-15, fix. 19. Randazzo-Etna; Cosenza; S, Cataldo-Lecce; Capaccio, Salerno (Dr. Peracca) - Asinara-Sardegna (Frassetto) - Sassari (pr. Rosa) - Spezia (Dr. Festa) - Rivarossa-Piemonte (pr. Lessona) - Sagra di S. Michele, Torino; Nizza (Dr. Borelli). Avendo io esaminati minuziosamente più di 200 esemplari di A. Vu/gare Latr. e di A. decîpiens Br. ho potuto constatare che questa specie, forse per la sua vastissima distribuzione geografica, va soggetta a delle continue variazioni, in modo che è molto difficile lo stabilire quando = un individuo cessi di essere A. vulgare e cominci ad essere un A. decipiens, poichè vi sono tutti i gradi intermedii fra le due forme tipiche. Dei caratteri che dà Budde-Lund per differenziare le due specie, l’unico che rimanga con qualche costanza è la troncatura del telson, netta nell’A. vulgare e smussata nell’A. deciîpiens. Gli altri caratteri non si ritrovano mai riuniti nel medesimo individuo (a meno forse di forme tipiche, che io non potei trovare). Rimanendo dunque soltanto l’accennato carattere, e non parendumi questo sufficiente a caratteriz- zare una specie distinta, ho seguito il Dollfus, nel considerare la specie brandtiana come una varietà della specie tipica del Latreil. 14 bis. — A. vulgare Lafr. var. decipiens Br. — Dollfus (5-1v) pp. 14-15, fig. 20 - Budde-Lund p. 69. — Per gli altri autori vedi sopra. 14. ter. —- A. vulgare Latr. var. rubra nov. var. Otranto (Dr. Peracca). Colore rosso corallino, con striolature longitudinali gialle. Forse a questa varietà accennava Risso (10) p. 157, dicendo: « On trouve dans nos environs des individus colorés de rongeatre » — Non trovando accenno su altri autori di questa colorazione, ho creduto bene di farne una varietà, perchè riscontrata in numerosissimi individui (più di 100) staccantisi così nettamente dalle forme solite. 15. — Armadillidium sordidum 2D02//. — Dollfus (5-1v) p. 15, fig. 21. Spezia; Portovenere (Dr. Festa). 16. — Armadillidium Gestri nov. spec. B. L. Borgio Marina - Riviera di Ponente (Cognetti). Questa bellissima specie, che pare localizzata alla riviera Ligure, era già stata studiata da Gustavo Budde-Lund su esemplari raccolti ‘dal prof. Gestro a Finalmarina. Io poi ebbi fra mani alcuni individui, gen- tilmente concessi al R. Museo Zoologico di Torino dal professor Gestro stesso: portavano l'indicazione Arm. Gestroî B. L., sebbene l’ illustre isopodologo di Copenaghen non ne avesse ancora data la descrizione. Avendo poi io studiati degli esemplari di Borgio Marina raccolti dal signor Luigi Cognetti, li trovai nuovi e al tutto simili a quelli che Budde-Lund aveva chiamati Arm. Gestroî. Ora, col gentile consentimento del sullodato Autore, che mi autorizza a pensare quel che credo in merito alla validità della sua specie, rite- nendola veramente per nuova ne dò la descrizione, conservandole il nome dato da Budde-Lund. DESCRIZIONE. — Corpo ovale allungato molto convesso, superficie - liscia, lucente, finemente punteggiata, granulazioni leggere sparse, spe- cialmente sul capo e sugli epimeri dei segmenti; lineole longitudinali non punteggiate ai lati dei primi segmenti pereiali. de, A angoli anteriori di questo primo segmento superano notevolmente il margine anteriore del capo e raggiungono quasi le estremità dei tuber-. coli antennali. L’epistoma dalla carena inferiore si protrae in una lamina; rettangolare, che supera di 4/, la lunghezza del capo. Questa lamina è. un po’ rigettata all’indietro, superiormente è concava. —. Tubercoli antennali ben sviluppati triangolari: lineole marginali frontali subsì- nuate : esse si continuano sino alla fossetta frontale che è piccola e netta. — Antenne uguali ai #/; della lunghezza totale del corpo : arti-. coli del flagello subeguali. Pereion: primo e secondo segmento notevolmente sinuati ai lati: segmenti successivi sub trasversi. Pleon : segmenti grandi con epimeri rettangoloidi, divergenti. Telson triangolare, più lungo che largo, a lati sinuati: estremità alquanto arrotondata. Uropodi con esopodite allungata trapezoidale, endopodite più breve del telson. Colore grigio: macchie grandi, nette, irregolari così disposte : 1 sul capo, 4 per ciascun segmento pereiale, 2-3 sui segmenti pleo- nali: 1° segmento del pleon generalmente immaculato : epimeri larga- mente listati di chiaro. Lungh. mm. 15-22 - Largh. mm. #7, 5-10 - Alt. mm. 4-6. 17. — Armadillidium album 2Do///us. — Dollfus (5-1v), p. 18, fig. 26. var. marmoratus nov. var. Val Salice - Torino (Cognetti). i Fondo flavo con una triplice serie di striolature brune. — .Ne ho fatta una varietà ex colore, essendo la specie di Dollfus, completa- mente bianca. 18. — Armadillidium brevicaudatum nov. spec. — Un dà esem- plare cui mancano le antenne. Moncenisio (Dr. Pr. Camerano). Corpo oblungo ovale, molto convesso, nitidissimo, lucente, cosparso di punti minutissimi, segnato ai lati degli anelli pereiali di alcune ana non punteggiate. «Capo completamente infossato nel primo segmento del pereion —_ piro tenne ?..... — Epistoma inferiormente carenato, superiormente concavo: margine superiore dritto e applicato contro la fronte. Linee marginali frontali sinuate. Tubercoli antennari brevi, arrotondati, inspessiti supe- . riormente. Occhi composti piccoli: occelli pochi. Pereion: primo segmento molto più lungo ‘dei segmenti, posterior- mente. sinuato ai lati: segmenti 2-3 poco sinuati: 4-6. quasi trasversi. Pleon: Segmenti 1-2 brevi, abbracciati dal 7 segmento del. pereion :_’ 3-4-5 ripiegati in basso come tre archi di cerchio concentrici :. epi-. meri grandi, largamente troncati all’esiremità. Ia 76 - Telson: ha la forma di un triangolo schiacciato, a lati incurvati, colla convessità all’esterno; più largo che lungo, arrotondato all'apice: più corto dell’estremità degli epimeri del 5° segmento pleonale. Uropodi con esopodite trapezoidale, collocata lateralmente e inferiormente al telson: endopodite superante di molto il telson, Colore bruno uniforme : lineole più chiare ai lati del pereion. Lungh. mm. 12, 5 - Larg. mm. 6 - Alt. mm. 2. Sezione 2*. — Oniscoidei. Genere - Cylisticus. 1. — Cylisticus convexus De Geer. — Budde-Lund (3-1) pp. "77-78. Porcellio spinifrons Brandt (2) p. 15, 9. » » » M. Edwards (9) II, p 168-9. » armadilloides Lereboullet (6) p. 65, tb. 1, fig. 18, tb. 3, fig. 88 94. Valtravaglia-Lombardia (pr. Griffini). 2. — Cylisticus gracilipennis B. LZ. — Budde-Lund (3-1) p. 79. Monte Rosa (?) — Un vecchio esemplare conservato a secco sulla cui località ho i miei dubbi. : Genere - Porcellio. 1. — Porcellio Ratzeburgii 87. — Budde-Lund (3-1) pp. 83-84 (3-11) p. 46-8 - Brandt (2) p. 133 - M. Edwards (9) II p. 167 Iv. Valtravaglia-Lombardia (pr. Griftini); Sagra di San Michele - Torino; Usseglio - Valle Lanzo ; Cervasca - Cuneo (Tua); S. Cataldo - Lecce (Pr. Peracca). Un esemplare di San Cataldo, porta sul pereion 7 macchie laterali anzichè 6 come vorrebbe la diagnosi di Budde-Lund. Per tutti gli altri caratteri morfologici, assai più importanti, lo determinai come P. Rat- zeburgii Br., appoggiandomi al fatto che nè Brandt, creatore della specie, nè M. Edwards fanno cenno del numero delle macchie, ma notano solo una doppia serie di macchie laterali dorsali. 2. — Porcellio intermedius Lered. — Lereboullet (6) p. 60, tb. 1, fig. 16, tb. 3, fig. 76-80 - Budde-Lund (3-1) p. 84. Omegna (dr. Nobili). Valtravaglia-Lombardia (pr. Griffini). Budde-Lund, accennando a questa specie, che non ridescrive, dice: « Huic speciei affinis et forsitam ab illa (P. Ratzeburgii) haud diversa ». — Ora avendo io a mano esemplari delle due specie, ho potuto stabilire le seguenti differenze, in base alle quali, mi paiono sufficientemente . caratterizzate e distinte la specie Brandtiana e quella di Lereboullet. P. Ratzeburgii Br. (sec. B. L.) P. intermedius Lereb. l. — Lobo medio grande arroton- 1. — Linea marginale frontale pro- dato. dotta in arco: lobo nullo. 2. — Epistoma con un tubercolo 2. — Epistoma con tubercolo quasi poco prominente ottuso. distrutto o nullo. 3. — Anello anale quasi più largo 3. — Anello anale quasi più lungo che lungo, con apice sub- che largo, con apice arroton- acuto. dato. 4, — Flagello delle antenne este- 4. — Flagello delle antenne ante- riori, con il primo articolo riori, col primo articolo sub- 1+!/,0 2 volte più corto eguale al secondo o poco più del secondo. breve. 3. — Porcellio nodulosus KocR. — Budde-Lund (31) pp. 299-300, (3-11) p. 47-7. Surbo, Bosco di Rauccio - Lecce (dr. Peracca); Omegna - Lago d’Orta (Dr. Nobili) - Torino (Dr. Nobili). 4. — Porcellio affinis Koch. — Buddde-Lund (31) pp. 88 89 - (3-11) p. 47-14. Sagra di S. Michele - Torino. 5. — Porceellio Rathkii Br. — Budde-Lund (3-1) pp. 85-86 - (3-11) p. 47-16 Brandt (2) p. 15-10 - M. Edwards (9) II, p. 70. Porcellio ferrugineus Br. (2) p. 16-3. » » >» M. Edwards (9) III, p. 170. » trivittatus Lereb. (6) p. 54, tb. 1, fig. 13-14, tb. 3, fig. 66-70. Moncalieri - Torino (Cognetti). 6. — Porcellio dilatatus Br. — Budde Lund (3-1) pp. 106-107 - Brandt (2) p. 14-6, tb. 4, fig. 7 e 13 - Lereboullet (6) p. 41, tb. 1, fig. 6, tb. 3, fig. 48-54. Porcellio scaber M. Edwards (9) It, p. 167, 5. Rivarossa-Canavese (pr. Lessona); Cuneo (dr. Bruno); Sassari-abitato (Frassetto) - Torino. 7. — Porcellio Nobilii n0v. spec. Sardegna (Gené). Corpo ovale, pianeggiante, cosparso di numerosissime granulazioni più spiccate sulla parte mediana che sugli epimeri, ove prevalgono le punteggiature setigere, che sono numerosissime nel pleotelson. Antenne esterne lunghe quanto la metà del corpo : articoli 2-3-4-5 debolmente solcati e carenati: 2-3 dentati: il dente dell'articolo 3° è grande ma ottuso : articoli del flagello subeguali. Capo quasi completamente avvolto dal primo somite del pereion: gli angoli anteriori degli epimeri di questo raggiungono quasi l'estremità dei lobi laterali cefalici. — Lobi laterali grandi, lunghi quanto il capo, triangolari, obliqui; lato interno largamente arrotondato, lato esterno tipe retto: lobo-medio grande, lungo la metà dei laterali, triangolare, retto : angolo interno (*) acuto. Epistoma con una breve carena longitudinale. Pereion: segmenti 1-2-3 sinuati posteriormente, epimeri grandi espansi, angoli posteriori acuti. Pleon: segmenti 3-4-5 con epimeri grandissimi divergenti: l'estremità del segmento 5° raggiunge l’estremità del telson. Telson: triangolare, nel mezzo alquanto allungato, all'apice largamente troncato e un po’allargato, superiormente scavato. — Uropodi con eso- podite breve, appiattita: l'articolo basale rettangolare raggiunge la metà del telson: articolo apicale lanceolato. Endopodite lunga esattamente quanto il telson, irsuta all’apice. Colore bruno nero (?), con una serie di macchie chiare triangolari ai lati di ciascun segmento, formanti nell’ insieme come due larghe fascie longitudinali. Lungh. mm. 16, 5 - Largh. mm. 11,3 - Alt. mm. 2, 5-3. Non posso afiermarmi sulle generalità della colorazione perchè i due esemplari studiati, appartengono ad una collezione conservata a secco e, sebbene ben conservati per gli organi, sono alquanto sbiaditi nei colori. 8. — Porcellio Camerani n0v. spec. Corpo ovale, leggermente convesso coperto di granulazioni forti e fitte, meno accentuate e più rade sugli epimeri ove abbondano i punti setigeri. Antenne esteriori lunghe quanto la metà del corpo o poco più: arti- coli 2-3-4-5 dello scapo solcati, carenati e cosparsi di punti setigeri: articoli 2-3 dentati all’apice, dente del terzo segmento grosso e smussato: articolo basale del flagello molto più corto dell’apicale: questo è mu- nito all'apice di una setola. Capo completamente incassato nel seno del primo segmento pereiale: gli angoli anteriori degli epimeri di questo raggiungono l'estremità dei lati laterali cefalici. Lobi laterali grandi, lunghi quasi quanto il capo, triangoloidi: lato esterno retto, lato interno arrotondato: lobo medio largo, arrotondato, subemarginato nel mezzo : tutti superiormente con- cavi: angolo interno acutissimo. Epistoma con un tubercolo careniforme. Primi segmenti del pereion leggermente sinuati nella parte posteriore: angoli posteriori acuti, arro- tondati. Ogni segmento del pereion è segnato da una linea impressa . nella parte posteriore e che accompagna la curva del somite. Questa linea, presente anche nel capo, va facendosi meno accentuata negli ultimi segmenti: manca nel settimo. (*) Adotto il modo di Budde-Lund: angolo interno = angolo fra il lobo laterale e il medio. 2-1 == Pleon: segmenti 3-4-5 con epimeri espansi, rettangolari, divergenti : l'apice degli epimeri del quinto segmento raggiunge l'apice del telson. Telson triangolare, prodotto in una lamina larga, lineare, arrotondata all’apice, leggermente scavata nella faccia dorsale. Uropodi con esopodite breve: articolo basale rettangolare, lungo la metà del telson: articolo apicale lanceolato. Endopodite lunga quanto il telson, irsuta all'apice. Colore flavo uniforme. Lung. mm. 12-15 - Largh. mm. 7-9 - Alt. mm. 2, 5-3. S. Cataldo, Bosco di Rauccio, Surbo-Lecce (Dr. Peracca). 9. — Porcellio sordidus B. L. — Budde-Lund (3-1) pp. 107-108. Surbo - Bosco di Rauccio - Lecce (Dr. Peracca). Avendo l'esemplare, da me determinato, le antenne ben conservate e mancando la descrizione di queste, nella diagnosi di Budde-Lund, credo bene di così completare la diagnosi stessa : ‘« Antennae exteriores, articulis 2-3-4-5 longitudinaliter sulcatis et carinatis: articulis 2-3-4 apice dentatis: articulo tertio dente apicali magno: flagelli articulus prior altero fere duplo longior ». 10. — Porcellio marginalis B. L. — Budde-Lund (3-1) pp. 115-116. Spezia, Portovenere, Colline N-E e N-W di Spezia, Isola Tinetto (Dr. Festa). Budde-Lund ne esaminò tre esemplari per i quali dà le seguenti misure: Lungh. mm. 8-9 - Largh. mm. 4-4, 5 - Alt. mm. 1,5. ‘Credo opportuno, avendone esaminati parecchi esemplari, di dare le dimensioni da me riscontrate, oltre alle già citate di Budde-Lund. Lung. mm. 13 - Largh. 6 mm. - Alt. mm. 2, 5. "11. — Porcellio monticola Leredou?!. — Budde-Lund (3-1) pp. 118-119 - Lereboullet (6) p. 57, tb. 1, fig. 15, tb. 3, fig. 71-75. ‘Tenda - Cuneo (dr. Noelli); Spezia, Portovenere, Colline N-W di Spezia, Isola Tinetto (dr. Festa); Nizza (dr. Borelli). Gli esemplari da me determinati hanno la solcatura del telson più accentuata di quanto dica la diagnosi di Budde-Lund: m’attenni perciò a quanto dice in proposito Lereboullet e, d’altra parte, potei fare un confronto con un esemplare determinato dallo stesso Budde-Lund (Mus. di Genova: racc. da Mantero). ‘Trovai alcuni esemplari (Spezia) a fondo giallastro chiazzato di bruno: anche Lereboullet dice (p. 60): « J' ai trouvé sur une colline, près de Bar, un exemplaire femelle à fond jaune marbré » — Lo stesso fatto fu ‘riscontrato da Budde-Lund per esemplari di Arnedillo. Per altro Dollfus (5-11) contesta che tali esemplari siano appartenenti a questa specie per la forma del telson. 12. — Porcellio spinipennis B. LZ. — Budde-Lund (3-1) pp. 119-120. Tenda - Cuneo (dr. Noelli). —mt_ (13. —-Porcellio pietus Br. — Budde-Lund (3-1) pp. 123-124 - Brandt (2) p 14-4- M. Edwards (9) 111, p. 166.3 - Lereboullet (6) p. 49, tb. 1 fig. 8-12, tb, 3 fig. 61 65. Cervasca-Cuneo (Tua); Colle di S. Giovanni-Torîno. 14. — Porcellio scaber Latr. — Budde-Lund (3-1) p. 129 - Risso (10) p. 155-1 - Lereboullet (6) p. 34, tb. 1 fig. 4-5, tb. 2 fig. 43-44 - Brandt ( 2) p. 14-5. Porcellio Brandtii M. Edwards (9) Itt, p. 168. » granulatus » (9) Int, p. 169. 14 bis. — Porcellio scaber Latr. var marmuratus Br. e Ratz. — Budde-Lund (3-1) p. 130. Valtravaglia. -Lombardia (Dr. Griffini). 15. — Porcellio laevis La/r. — Budde-Lund (3-1) pp. 138-139 - (?) Risso (10) p. 156:2 - M. Edwards (9) n, p. 169-10 - Lereboullet (6) p. 45, ‘tb. 1 fig. 7, tb. 3 fig. 55 60 - Desmarest (4) p. 321. Porcellio eucercus Brandt (2) p. 15-7 - M. Edwards (9) III, p. 168 7. » Syriacus Brandt (2) p. 16 12 - M. Edwards (9) tr, p. 170. » . cinerascens Brandt (2) p. 16-14 - M. Edwards (9) 1, p. 170. » dubius Brandt (2) p. 16-15 - M. Edwards (9) n, p. 170. Metaponto, Capaccio Salerno; S. Cataldo-Lecce, Bari; Otranto; Surbo- Lecce; Apricena-Gargano (dr. Peracca): Nizza (dr. Borelli); Cuneo (dr. Bruno); Sassari (dr. Rosa e Frassetto); Sennori, Istintino, Cala d’O- liva-Sardegna (Frassetto); Rivarossa-Canavese (pr. Lessona); Omegna- Lago d'Orta (Dr. Nobili) - Torino. Da Sassari ho due esemplari presentanti un fenomeno di albinismo. Da Capaccio molti individui d'un bel verde-bruno dorsalmente, rossicci ventralmente. La colorazione del ventre però credo doversi ascrivere all’azione dell’alcool. Genere Metoponorthus. 1. — Metoponorthus glaber /KocX/ B. L. — Budde-Lund (3-1) pa- gine 166-167. Sassari (Frassetto). 2. — Metoponorthus sexfasciatus (Xoc/X) B. L. — Budde-Lund (3-1) pp. 167-168. Sardegna (Gené ?). 3. — Metoponorthus pruinosus (2Br.) B. ZL. — Budde-Lund (3-1) pa- gine 169-170. i Porcellio pruinosus Brandt (2) p. 19-26 - M. Edwards (9) It, p. 173-25. » truncatus M. Edwards (9) I, 171-177. » frontalis Lereboullet (6) p. 63, tb. 1 fig. 17, tb. 3 fig. 81-87. S. Antonio in Valtravaglia-Lombardia (dr. Griffini); Nizza. 4. — Metoponorthus planus B. L. — Budde-Lund (3-1) pp. 187-188. — 12—-. Apricena-Gargano (dr. Peràcca); Sennori, Grotta del Rettore-Sassari (Frassetto); Isola Tino-Spezia (dr. Festa); Cervasca-Cuneo (Tua). Ne determinai molti esemplari specialmente di Tino e potei confron- tarli minutamente con esemplari del Museo Civico di Genova, raceolti a N. S. della Vittoria (Apennino Ligure) da G. Mantero e determinati da Budde-Lund, Ora sia gli esemplari da me determinati, come quelli dello stesso Budde-Lund, hanno alcune divergenze importanti dalla de- . scrizione del sullodato Autore, divergenze che credo opportuno qui di registrare. Diagnosi di Budde-Lund. Esemplari studiati. 1. — Flagelli articulus prior al- 1. — Flagelli articuli subequales tero longior. vel prior-paulisper brevior. 2. — Trunci annuli 2-5 linea tra- 2. — Trunci annuli 2-6 linea tra- sversa elevatiore. sversa elevatiore. 3. — Coxae macula nigra. 8. — Coxae immaculatae. 4, — _ 4. — Antennae albido annulatae. 5. — Metoponorthus meleagris, B. ZL. — Budde-Lund (3-1) pp.168-169. Otranto; Apricena-Gargano; Surbo-Lecce (dr. Peracca). Sardegna — Genere Philoscia. 1. — Philoscia museorum (Scop.) Latr. — Budde-Lund (3-1) pp. 207-208 — Dollfus (5-v) p. 12, fig. 11 a. d. — Risso (10) p. 53 + M, Edwards (9) p. 164. Philoscia marmorata Brandt (2) p. 21-4 - M. Edwards (9) p. 165-5 .Castelmarte-Lombardia (pr. Parravicini); Valsalice-Torino (Tua); Ra- pallo (dr. Nobili); Capaccio-Salerno {dr. Peracca); Nizza (dr. Borelli); Collina di Spezia Isola Tino (dr. Festa) Usseglio. 2. — Philoscia elongata Do//fus — (5 v) p. 74, pl. 1, fim. 3a bed. -Philoscia pulchella )3. L. - Budde-Lund (3-1) p. 214. Capaccio-salerno; Surbo-Lecce; Cosenza (dr. Peracca); Nizza (dr. Bo- relli); Rapallo (dr. Nobili); Colline di Spezia (dr. Festa); Sassari (dr. Rosa). 18, — Philoscia madida (Kock.) B. L. — Budde-Lund (3-1) p. 217 - Dollfus (5-v) p. 5. Cosenza (dr. Peracca). 4. + Philoscia corsica Dol/. — Dolltus (5-v) pag. 12 fig. 10 a b-e-d - (5-1) fig. 1-2. Isola Tino-Spezia (dr. Festa). e_N 113 Famiglia 2* — LIGIDI. Genere Liglia. 1. — Ligia Italica Fabr. — Budde Lund (3-1) p. 269 - Rosso (10) p. 152 - Roux (11) Libro n, p. 61 tb. 13 fig. 1-7. Ligia Ehrembergi Brandt (2) p. 11-6. » Italica Brandt (2) p. 11-7. >» Brandt M. Edwards (9) I, p. 152-3. » Italica » » =’. Lucas (7) ‘p:2II;to.. 9, fig 10. Isola Tinetto-Spezia (dr. Festa). Famiglia 3* — TILIDI. Genere Tylos. 1. Tylos Latreillei Aud. e Sav. — Budde-Lund (3-1) p. 273 - M. Edwards (9) Ir, p. 188, Atlas pl. 70bis . Lucas (7) I, p. 73-149. Borgio Marina - Riviera di Ponente (Cognetti). SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA Fig. 1. — Armadillidium Peraccae nov. sp. — a. Capo e primo segmento pereiale visti di profilo per mostrare la curvatura della lamina epi- stomatica. - 5. I medesimi dorsalmente. - c. telson. » 2. Arm. brevicaudatum nov. sp. — a. Capo e primo segmento pereiale. - db. Pleotelson. » 38. Arm. Gestri, n. sp. B. L. — a. Capo e primo segmento pereiale. - b. telson. » 4. Porcellio Nobilii, n. sp. — a. Capo e primo segmento pereiale - d. telson. » 5. Porcellio Camerani, n. sp. — 4 Capo e primo segmento perejale, - d. telson. Re - DA INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE DELLE OPERE CITATE NEL PRESENTE LAVORO 1. BaLsaMO CRIVELLI G. — Di un nuovo crostaceo della famiglia dei Bran- chiopodi Fillopodi riscontrato nella provincia di Pavia e consideraziuni sui generi affini. Memorie del R. Istituto Lombardo di Scienze, lettere ed Arti. Vol. VII, p. 118, Milano 1869. 2. BraNDT. J. Fr. — Conspectus monographiae Crustaceorum oniscodorum Latreillit. Mosca 1833. 3. Buppe-Luxp G. — I. - Crustacea Isopoda terrestria per familias et genera et species descripta. Copenhagen 1885. — II - Landisopoden aus Griechenland, von E. v. Oertzen SRRAREE Estr. Arch. f. Naturg. Copenhagen 1896. 4. DESMAKREST A. G. — Considerations generales sur la classe des Crustacées. Parigi 1825. 65. DoLLFUs A. — I. - Description d’une espece nouvelle du genre Philoscia. Extrait du Bulletin de la Société d’ètudes scientifiques de Paris. 11° année. Paris 1888. — II. - Cataloque raisonne des Isopodes terrestres de l’Espagne. Ann. de la Soc. Esp. de Hist. Nat. Tomo XXI. Madrid 1892. — III - Crustacés Isopodes de la Sicile. Paris 1896. — IV. - Le genre Armadillidium. Estr. de La Feuille des jeunes Natu- ralistes. N. 259. Paris 1897. — V. - Tableau iconographique des Philoscia d’Europe. Estrait de La Feuille des jeunes Nat. N. 316-317. Pa is 1897. — VI. - Isopodes de Vallombrosa. Bollett. dei Mus. di Zool. ed Anat. Comp. della R. Università di Torino. Vol XII. N. 85. Torino 197. 6. LEREBOULLET A. — Memoire sur les Crustacés de la famille des Clopor- tides qui labitent les environs de Strasbourg Mémoire de la socictéè du Museum d’histoire naturelle de Strasbourg. Tomo IV, Libr. 2-3. Strasburgo e Parigi 1840. © Lucus H_— Exploitation scientiphique de l’ Algérie penda»rt les années 1840-41-42. Sciences Physiques-Zoologie I Histoire naduitoe des animaux articulés. Partie I. Paris 1849. 8. Miani I. — Ni alcuni crostacei isopodi terrestri osservati nel Vrneto. Atti della Soc. Veneto-Trentina di Scienze Naturali residente in Padova. Vol. XI, Fascicolo I, Anno 1887, pp. 11-16. Padova 1888. DE {gl 9. MILNE EpwarDS H. — Histoîre naturelle des crustacés. Tomo III, Paris 1840. 10. Risso A. — Histoire naturelle des crustaces des environs de Nice. Paris 1816. 11. Roux P. — Crustacées de la Mediterranee et de son littoral descrits et lithographiés. Marseille 1828. 12. SiLlvEsTRI F. — I. - Descrizione di un nuovo crostaceo isupodo caverni- colo delle caverne liguri. Estratto degli annali del Mus. Civ. di Storia naturale di Genova. Serie 2%, Vol. VIII (xxxvit). Genova 1897. — II.- Descrizione di alcune nuove specie di Isopodi della fuuna medi- terranea. Id. id. 13. STEIN J. P. E. Fr. — Einige neue europaische Isopoden-Arten. Berliner Entomologische Zeischrift. Jahrg 3, p. 260-267. Berlino 1859. 14. VogL Eaj v. — Bettrag zur Kemnitsz der Land-Isopoden. Verhandlungen der Zool. Bot. Geselschaft in Wien. Jarg 1877 Rd. XXV, p. 501-548, tf. 11-12. Wien 1876. elia 111 omo cibano 206 alloniinfi Siiotti sito +59 3b ssrotiano snf'ebrinin: 19 106 È is aiiroasb caz tor sibi aber tibet si > Go ME va Tea ta Rea Pili | Ù Br 8iell ricco shoot svanire pacafgto rac (ib pra ib vid. .anlî Seb isans ilgafo otsestat .ruig .N081 avonod .'imuizize ELLA lol 08 ana seg AA “bas psn) plisb ibogorì ib atta soit, armenia i bi | sqopiiro@ .sesvtà Gavcani astozipgoi vo UTSENI ogni dd LOR i .0381 onilroti . 795-008 :.q lt pudel idibeieN o) go SRI ve I ibhottorI-bieL “sb zerbesunA ssa -_ K'ba tra gibt indi 197 ni' 1616) Z| 159 id i "è. i sie fsi pui id ff, Mono del 1 1; vd Arti. Voi” VIL, P. ‘ER Ain aa ; ve. Haano? 3. Fi PAR DORGE Hi0 4g pae'tyry rire AFUME 4! wittir. Nossa 18 1 Mex) È Î Huopgi cri G — 1, Crede 7 corrente RARA »i 97) ILA i fn E, CERI Ae . - ù è. 07/MIMA À ; rania N01 7 Parigi it "g ; Bb. Posta. A | tre sortie a pile npinaltte Rd Bate du Paollatia dada So... bindéa sci04h Le { è 2 Ta x Doe e } LI jol Ia ì x 10, aa ur dI Gib Pa : “i 0 dI iui usi ì lita di MT Parti tesa I ] { (IR 4 ‘ x iau , % Veio DE rai.izto n ds j fa) e È tear d ca volti ri 6 14 di i) Pi i 1691 Ù xi 4] 9 4” i "è n AP AI LU pei (3 o { #8, fi Mies qui ladl/9? Ups g RE da Ni è‘ La AI AIBRITI AZ CL) OLI DIA IT LOR i irasbutgo è Parigi 108 ORA E I iai0ss H Baplotialaga, vgsrti qua le l'Afgpenia da ESAMI RT, GOA, Ehyo È Guslogia I {Lato ATILTUAT articalé L'asta 1: o IL pe? o Miani I. - Îì dallzdà CIRO I, Sorrertta cdi miti della Boo VanetosTrestss di Belepes Xatprali Ludeva, Vol, Ni, 1085 Tipi P. Gerbone - Torino... |}.10, I MII e < > ì: Boll. Musei Zool. Anat. Comp. Torino - Vo 4 va. St n.9: 060.00 00 Cio) FIOed) 900 900 900090,9: 149, 9-00 9.0 507 2. a! TUA dis. a) 695 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. =75 pubblicato il 7 Giugno 1900 Vor. XV L. CAMERANO Lo studio quantitativo degli organismi ed il coefficiente somatico. | (Ristampa del lavoro pubblicato negli A/tî della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. XXXV — Seduta del 14 Gennaio 1900). « La forme numérique ne doit pas abuser. Les chiffres employés dans la méthode stati- stique ne sont qu'une manière de grouper des faits, dans le but d’extimer mieux leur valeur et les causes qui les ont produits. » A. DE CanpoLLE, Hist. des sciences, p. 111 - 1873. A chi segue l’andamento odierno delle ricerche intorno ai viventi riesce manifesta la tendenza di tentare lo studio delle leggi della va- | riazione coi procedimenti della matematica. Una ormai lunga schiera di naturalisti, particolarmente inglesi ed americani, si occupa con grande . lena, diremo coll’espressione inglese, del quantitative study of 0rga- nîsms (1). Essi sperano di giungere per tale via alla soluzione di que- | stioni importanti relative alle leggi della variazione, alle cause della variazione, agli effetti della selezione, all'origine della specie, e conse- guentemente alla definizione della specie e alla distinzione fra specie e (1) Una diligente bibliografia relativa a questo argomento si trova nelle opere seguenti: GrorG DuNCKEK, Die Methode der Variationsstatistik (« Archiv fir Entwickelungsmechanik der Organismen ») di W. Roux, VIII, 1899, | p. 167. — C. B. DavenpoRT, Statistical methods, p. 40. New York, 1899. — G. DuncKER, Wesen und Ergebnisse der variationsstatistischen Methode in der Zoologie («Verhandl. der Deutschen Zoolog. Gesel. neunten Jahresversam »). Leipzig, 1899, p. 209. varietà. Si cerca pure di ottenere per tale via nuovi criterii in ordine alle omologie, ai fenomeni ereditari, alle differenze sessuali, ecc. In una parola, dice il Davenport (op. cit., pag. 39) « by the use of the quantitative method biology will pass from the field of the specu- lative sciences to that of the exact sciences », Questa entusiastica affermazione del Davenport può invero ritenersi per lo meno prematura, come lo dimostrano i lavori seguenti che sono fra i più importanti : PEARSON, Contribulions to the mathematical theory of Evolution (« Phil. Trans. », CLXXXV, p. 71-110 (1894))— AMANN, Application du calcul des probabitlités à l’élude de la variation d’un type végétal (« Bull. herb. Boissier », IV) — THoMPSON, On certain changes observed în ihe dimensions of the carapace of Carcinus maenas (« Proc. R. Soc. London », IX) — WELDON, A/tempt to mesure the death-rate due to the selective destruction of Carcinus maenas with respect to a par- ticular dimension (« Pr. R. Soc. London », LVII). A proposito di questi ed altri consimili lavori, molto opportunatamente osserva il Coutagne (1): « Je crains que les savants anglais qui pour- suivent actuellement avec tant de zéle et d’ingéniosité, ce qu’ils appellent eux-mémes l’étude mathématique de l’évolution, ne se fassent un peu illusion sur l’efficacité de ces recherches si pénibles. Les statistiques mémes très perfectionnées, c’est-à-dire encore plus compliquées de calculs mathématiques que ne l’était celle du Rapport de Weldon, ne donneront guère de conclusions utilisables, tellement sont nombreuses les causes de variations, dont les statistiques montrent simplement les résultantes, surtout lorsqu’il s’agit des phénomènes anthropologiques. Chaque fois que l’on en vient à la discussion des résultats donnés par le calcul, on s’apercoit le plus souvent que le fait constaté comporte plusieurs interprétations, toutes aussi admissibles les unes que les autres, bien que parfois contradictoires ». Lo stesso Coutagne (2), a proposito del lavoro di K. Pearson (Contri- butions to the mathematical theory of Evolution, op. cit.), dice pure giustamente: Les développements mathématiques de ce mémoire sont forts interessants. Mais il y aurait bien des réserves à faire aux raison- nements par lesquels l’auteur essaye de nasser des résultats positifs et incontestables fournis par l’analyse mathématique, à des énoncés de faits ou lois biologiques. Il faut simplifier les problèmes biologiques par un si grand nombre d’hypothèses plus ou moins vraisemblables lorsqu’on veut les ramener à des problèmes mathématiquement solubles! Ainsi, (1) « Année biologique », 1896, pag. 272 — Confr. per la critica di questi lavori: « Année biologique » 1895-1896-1897. (2) « Année biologique », 1895, pag. 502. pato a savons-nous seulement si la tychopsie est bien réellement la forme nor- male que préesentent les synoptiques de tous les caractères chez les groupes très homogènes, c’est-à-dire chez les races pures? Qu'est-ce, méme, q'une race pure? Toutes les hypothèses sur lesquelles repose la « théorie mathématique de l’evolution » devraient étre préalablement contròlées par l’expérience ». A. Giard nella sua nota intitolata: Sur cerfains cas de dédoublement des courbes de Galton dus au parasilisme et sur le dimorphisme d’ori- gine parasttaîre (« Compt. Rend. Ac. Sc. Paris », vol. 118, 1894, p. 870) dice: « Le calcul ne peut que rendre sous une forme diffèrente, souvent plus saisissante, ce qu'on lui a confié, et la statistique ne dispense pas de l’étude analytique des faits enregistrés. C'est ainsi que toute consi- dération arithmétique ou statistique est impuissante à expliquer une particularité singulière déjà signalée par plusieurs auteurs ». Considerazioni analoghe si possono pure fare intorno al recente Studio comparativo tra le forme organiche naturati e le forme geometriche pure, del prof. Schiapparelli (Milano, Hoepli, 1898) (1). Da quanto precede dobbiamo forse conchiudere che la nuova via di ricerche particolarmente indicata dai naturalisti inglesi ed americani dev'essere senz'altro considerata come inetta a condurre a qualche utile risultamento ? No certamente. Il pensiero, diremo coll’Emery (2), che le manifestazioni diverse della natura possano essere espresse con equazioni algebriche, e che queste siano casi speciali di formole più generali, si affaccia spontaneamente a chi scorge nell'universo percettibile dei sensi, non soltanto un oggetto di meraviglia, ma un argomento di studio non inaccessibile alla nostra intelligenza. E perciò, attribuire a ciascun organismo la sua equazione specifica, alle cui variazioni corrispondano modificazioni dell’organismo stesso, è un pensiero che, nella sua arditezza, mi piace: « esso tende a creare nuovi simboli, sui quali la mente possa lavorare con ragionamenti astratti, che dovrebbero poi, per non rimanere vana speculazione, essere ricondotti a concetti concreti, quindi suscettibili di controllo empirico. » Io credo che il « metodo matematico » applicato allo studio dei viventi possa produrre risultati buoni a condizione che i problemi che si vo- gliono risolvere con esso siano posti bene e che le conclusioni siano interpretate con prudenza e con esatta cognizione dei fenomeni biolo- gici (3). (1) Confr. per la critica di questo lavoro C. EMERY « Rivista di Scienze biologiche », Anno I, N° 4, 1899, Torino. (2) Op. citat. (3) Nèll’applicare il cosidetto metodo matematico e statistico allo studio degli animali uno scoglio è da evitarsi: bisogna cioè badar bene di non ca- st es Volendo anche ritenere che il metodo matematico non possa, da solo, condurci alla spiegazione dei fenomeni biologici, si può tuttavia ammet- — tere che la sua introduzione nella biologia può produrre un buon effetto sull'andamento degli studi biologici stessi: si può sperare che esso in- duca gli studiosi a cercare di stabilire con maggiore precisione di quello che non sia stato fatto fino ad ora, i dati relativi alle cosidette varia- zioni quantitative dei viventi, precisione che si osserva mancare, anche in lavori recenti, in troppo larga misura. Lo studio quantitativo degli animali importa anzitutto la constatazione con misure precise dello sviluppo delle varie loro parti. Le misure delle varie parti di un individuo devono essere prese in modo che esse siano l'espressione delle risultanti delle molteplici cause di variazione che hanno agito sull’individuo. Così pure le misure che si dànno come co- stantî (1) di una specie devono essere l’espressione delle risultanti delle cause che hanno agito sull'evoluzione della specie stessa, inducendo in essa una forma determinata. Forse si può pensare a misure caratteristiche, costanti, per i gruppi tassonomici più elevati, generi, famiglie, ecc., ma per ora la questione non è certamente matura. Nel campo pratico sono da considerarsi anzitutto due punti principali : 1° Il modo di eseguire le misure per ottenere la maggior precisione possibile; i 2° Dato un animale di una determinata specie, quali parti devono essere misurate e in quali direzioni. Io non mi fermerò qui a parlare dei mezzi materiali di misura, essi dere nella via seguita dagli antropologi nello studio del cranio dopo le opere del Broca. Contro a questa scuola è sorto oggi assai felicemente il Sergi (Specie e varietà umane - Saggio di una sistematica antropologia. Torino, Bocca, 1900). « Si è creduto. egli dice (p. 18) che aumentando misure e cifre si possa de- terminare la forma del cranio: e l’ultima espressione di questo metodo si ha nei lavori di V. Tòròk, il quale ha creduto che migliaia di misure lineari e angolari possano darci le forme razionali del cranio, non pensando che i numeri sono astrazioni, e più si moltiplicano, più allontanano dalla reale percezione dell’oggetto, il quale allora fugge ad ogni determinazione con- creta » . . . « il metodo craniometrico che è una esagerazione d’un principio esatto cioè di esprimere numericamente alcuni rapporti del cranio, come spesso e in altre occasioni ho ripetuto, può servire di sussidio ad un metodo naturale, che non deve essere differente nel principio da quello introdotto nelle altre scienze biologiche per la sistematica, cioè per la botanica e per la zoologia ». (1) La parola costante applicata a caratteri specifici, generici o di altri gruppi tassonomici va intesa nel significato moderno della idea di specie, di genere, ecc., quindi in modo relativo e non assoluto. 2a sono oramai ben noti; dirò soltanto che il regolo graduato, il compasso ordinario ed il compasso di spessore, ben adoperati, ci concedono, nella massima parte dei casi, di ottenere misure dirette coll’approssimazione di almeno ‘/, di millimetro. L’uso dei nonii, dell’entomometro (EMERY, « Bull. Soc. Ent. Ital. », XXII, 1891) o di altri strumenti analogi potrà darci una approssimazione maggiore, la quale potrà crescere ancora se si tratta di animali sottoponibili alle misure micrometriche col microscopio. Neppure mi fermerò a lungo sul secondo punto sopra indicato. Ciascun gruppo di animali che si vuol misurare deve essere studiato preventi- vamente per poter stabilire quali siano le direzioni per le quali si devono condurre le misure, analogamente a quanto venne fatto, ad esempio, pel corpo umano. A questo proposito è d’uopo osservare che nei lavori speciografici, anche recenti, si nota spesso una completa mancanza di criterî direttivi sicuri intorno al modo di misurare gli animali. Spesso il descrittore si limita a dare una o due misure per ciascuna specie, prendendole sopra individui scelti fra quelli di mole maggiore, spesso anche nelle descri- zioni delle specie dello stesso genere si danno misure di parti diverse per ciascuna di esse, in guisa che non riesce possibile utilizzare questi dati per nessun studio di comparazione. Nello stato presente dello studio degli animali è importante, se si vuole fare lavoro utile per un ulteriore progresso della zoologia sistematica e per lo studio quantitativo degli animali : 1° Stabilire per ciascun gruppo di animali un piano uniforme di mi- sure per tutte le specie; 2° Non limitarsi a dare le misure degli individui di mole maggiore, ma è d’uopo aggiungervi anche quelle degli altri gruppi d’individui di ciascuna specie ; 3° È necessario accompagnare le misure dei varî gruppi d’individui di una specie con tutte quelle osservazioni e con tutti quei dati (sesso, stadio di sviluppo, età, condizioni di sviluppo, condizione degl’ individui rispetto al periodo riproduttivo, ecc., condizioni di habitat, presenza 0 mancanza in essi di determinati parassiti, ecc.) che possono in qualche guisa condurre alla interpretazione delle misure stesse. Tutto ciò spesso manca nei lavori speciografici e per tale ragione molti lavori faunistici non hanno oramai altro interesse che di aridi in- ventari. Una serie invece di lavori faunistici, anche di località ristrette e vi- cine le une alle altre, fatti coi criteri fondamentali sopradetti e colle uorme del moderno metodo statistico (Davenport, op. cit.), avrebbe im- portanza assai grande quale materiale utilizzabile per uno studio com- parativo intorno alla variazione degli animali e conseguentemente per lo studio dei limiti specifici, delle varietà, ecc. Lo studio delle entità, specie, varietà, ecc., deve precedere lo studio matematico della evoluzione nel senso dei lavori del Pearson, dello Schia- parelli, ecc., poichè fino a tanto che non si sia venuti a determinare bene che cosa si debba intendere per gruppo omogeneo d’ individui, 0, come altri dice, per gruppo d’individui di razza pura, non è possibile che le teorie matematiche dell'evoluzione possano essere sottoposte al controllo dell'esperienza. Giova osservare inoltre che non solo in questo, ma in tutti i campi di studio della biologia si fa ogni giorno più impellente la necessità di una delimitazione più esatta dei limiti dei gruppi specifici e di varietà: delimitazione degli studi recenti dietologici hanno reso anche meno fa- cile di prima introducendovi il criterio biologico. Certamente di grande peso è l’asserzione di Cockerell (« Proc. Acad. Nat. Sc. Philadelfia »), che cioè i caratteri distintivi essenziali fra le specie sono fisiologici, mentre i caratteri morfologici non hanno valore diagnostico che in quanto coincidono coi caratteri fisiologici. Certamente un campo vastissimo è aperto al lavoro dei zoologi che non si accon- tentano di creare frettolosamente specie su specie con un superficiale ed incompleto studio dei caratteri morfologici. Nei lavori speciografici, alle misure assolute delle varie parti degli animali si fanno seguire frequentemente misure comparative o rapporti fra le parti stesse. Ma anche questo grande materiale di dati numerici (anche volendolo ritenere esatto) riesce oggi pressochè inutilizzabile per la grande disparità dei criterî secondo i quali venne riunito. Spesso nello stesso lavoro, anzi nelle specie dello stesso genere, sono considerati pei confronti e pei rapporti organi diversi fra le varie specie, per modo che i dati di una specie non si possono paragonare con quelli delle specie vicine. In secondo luogo il confronto delle dimensioni di un organo con un altro, dal quale ne dovrebbe venire qualche dato per lo studio della correlazione di sviluppo dei due organi in una specie, o fra le specie di un dato genere, viene fatto scegliendo spesso a casaccio gli organi stessi. Un autore, ad esempio, nella descrizione di una specie, paragona la lunghezza del capo a quella del tronco, nella descrizione di una specie vicina paragona la lunghezza del capo a quella della tibia. Un’escrescenza cornea, ad esempio, uno sperone delle zampe posteriori vien paragonato al diametro massimo dell’occhio o della membrana tim- panica. Le misure, i paragoni di organi ed i rapporti che se ne deducono, s possono in certi casi servire per fare una diagnosi frettolosa di una specie, non possono in alcun modo servire per alcun studio ulteriore di com- parazione. Chi volesse oggi servirsi dell'enorme materiale di descrizione delle specie e delle varietà in ordine allo studio delle leggi della variabilità c'e DEA rimarrebbe, nella maggior parte dei casi, disilluso per l’incompletezza grande ed anche per la superficialità di osservazione che hanno presie- duto alla sua formazione. Anche in questo campo il lavoro è in gran parte da rifarsi con metodi più esatti e con maggior larghezza di vedute. Nè si tratta di studio breve, nè agevole, poichè la correlazione, nel vero senso della parola, vuole una relazione persistente ed operante in egual misura fra due ordini di fenomeni concomitanti che, nel caso nostro, dànno come risultante il correlativo variare di due o più organi. La causa della correlazione di due o più organi non sta sempre nell'azione che un organo sviluppandosi o riducendosi esercita sugli altri; ma spesso va ricercata fuori di essi. Un lungo lavoro è da farsi per determinare nelle varie specie di animali le correlazioni propriamente delle fra i varî organi e le semplici coîncidenze (correlazione fortuita di Pear- ‘| son, Op. cit.). Lo studio quantitativo degli animali fatto coi criteri moderni può for- nire il materiale adatto per le ricerche sopra menzionate. Nello studio quantitativo di una serie d’individui appartenenti ad un gruppo determinato, noi possiamo limitarci a stabilire, colla massima precisione possibile, delle serie di misure assolute dei varî organi. Con questi dati il variare correlativo di due o più organi potrà essere facilmente studiato senza ricorrere al sistema del Warren (Variation in Porlunus depurator, « Pr. R. Soc. London », IX, 1896) di paragonare, ad esempio, le misure di due organi ad una terza e poi paragonare i due rapporti così ottenuti fra loro. Evidentemente i risultati numerici non cambiano, limitandoci, per maggior semplicità di calcolo, ai rapporti delle grandezze assolute degli organi fra loro. Ma di maggior interesse è lo studiare lo sviluppo dei varî caratteri col. variare della mole dell'animale, per l’età, per le condizioni speciali di vita e via discorrendo, non solo negli individui di una specie, ma negli individui delle varie specie di un genere, di una famiglia, ecc. Per tali ricerche è duopo comparare fra loro individui di mole diversa nell’ambito di ciascuna specie ed anche specie di mole spesso notevol- mente diversa nella cerchia dello stesso genere. Non essendo in questo caso comparabili le misure assolute, si suol dire, ad esempio, che il ca- rattere a negl’individui giovani di una specie è la ‘/, del carattere d, mentre negli individui adulti ne è i */,, oppure ‘che nella specie A il carattere a è eguale a ‘/, del carattere 6; mentre nella specie B lo stesso carattere a è soltanto eguale ad '/, del carattere d, e così di seguito. Questo metodo molto grossolano, che è quello generalmente seguito, se può servire per una rapida e sommaria diagnosi specifica, non può servire per lo studio preciso, quantitativo degli animali. Fay ea Angelo Andres, nel suo recente ed accurato lavoro sui caratteri ses- suali secondari della tinca (1), si occupò pure di.questa questione, La difficoltà, egli dice, di esprimere con cifre i rapporti di posizione e di grandezza dei varì organi e delle varie regioni del corpo, si è pre- sentata sempre ai zoologi; e non soltanto per i pesci, sibbene per qual- siasi animale. In generale però essi non l’hanno risolta; tutt’al più si sono limitati a paragonare fra loro le distanze o le grandezze dei varî organi; a notare, per esempio, che una pinna (per attenerci sempre ai pesci) è lunga quanto il capo, che un’altra eguaglia l'altezza massima del corpo, che l’occhio sta a due terzi fra la punta del muso ed il mar- gine opercolare, ecc.; ovvero a prendere come unità di misura un de- terminato organo, p. es. il diametro dell'occhio, e dire che il capo è lungo dieci diametri, che la narice ne dista uno dalla punta del muso, che l’occhio stesso ne dista due e mezzo, ecc. Procedimenti già usati, del resto, dagli artisti a proposito del corpo umano. — Ma, come è facile riconoscere, sono metodi affatto empirici che non possono dare risultati attendibili; metodi che valgono sino ad un certo grado per una specie ben nota, come è la nostra, v per confrontare grossolanamente specie diverse, ma che non servono affatto quando si tratta di determinare minute e fuggevoli differenze quali sono quelle delle variazioni indivi- duali e sessuali. — È per queste considerazioni che io ideai il metodo dei millesimi somatici, che, per quanto mi consta, è nuovo, o per lo meno poco usato ». « Le misurazioni, continua l’Andres, vennero fatte in millimetri; ma ciò non bastava, perocchè in causa della inevitabile diversità di gran- dezza degli esemplari esaminati, le cifre ottenute per le singole distanze non erano facilmente paragonabili da una serie all’altra. E ciò non reca meraviglia se si riflette che in questo caso, le distanze misurate non rappresentano quantità concrete ed assolute, sibbene soltanto quantità astratte e relative; vale a dire semplici rapporti fra la parte ed il tutto, fra la grandezza di una singola regione o di un singolo organo e la gran- dezza dell’intiero corpo. Così essendo, fu necessario di trasformare queste cifre concrete del sistema metrico in cifre astratte, esprimenti cotali rap- porti. Per ottenere questo, adunque, in luogo di usare come unità di misura il metro con le sue frazioni, presi come unità la lunghezza del corpo dell'animale misurato, ed espressi le singole distanze come fra- zioni di tale unità. Io ho quindi presupposto che in ogni caso il corpo dell’animale fosse lungo 1000 parti e con millesimi indicai di conse- guenza le varie distanze in esso misurate. Con una semplice equazione (L:1000=2:, essendo L la lunghezza totale del corpo ed 7 una delle distanze parziali) fu facile, benchè assai tedioso e lungo, di ridurre tuite (1) « Rendiconti R. Istituto Lombardo di lett. ». Serie II, vol. XXX, 1897. e Ru a le. serie di millimetri concreti in serie di millesimi astratti, o 7mi//esimi somatici, come li chiamai ». Il metodo proposto dall'A. dà certamente buoni risultati: ma è assai lungo e faticoso, poichè per ogni misura assoluta è d’uopo calcolare l'equazione L:1000=2/:<. Si può, a mio avviso, rendere più rapido e semplice il metodo pro- posto nel modo seguente. Dalla equazione sopradetta si ha: 1000 XL salice rendi ; ; 1000 ora io posso scrivere anche 2 = > /. Il rapporto So è una quantità costante per ogni individuo, di cui il corpo ha la lunghezza di L, che moltiplica le misure assolute delle varie parti dell’ individuo stesso; fn può essere calcolato una volta per tutte. La divisione inoltre del corpo che si prende come base essendo arbi- traria, si può domandare se non converrebbe scegliere un numero che avesse un numero maggiore di divisori intieri del numero 1000, poichè ciò concederebbe in molti casi una maggior precisione di calcolo, evi- tando di dover trascurare molte frazioni. Il numero che meglio soddisfa a questa condizione è, come è noto, 360. Io propongo di sostituire 360 a 1000, e così, nel caso di Andres, la lunghezza del corpo sarebbe divisa in 360 parti e le misure delle altre parti sarebbero espresse in 360 esimi della lunghezza del corpo. Ciò stabilito, si può calcolare una volta per tutte il rapporto Di, facendo successivamente L= 1, L=2, L=3, ecc., fino a 360, di modo che chiamando « il rapporto D potrà seriversi € =@X /, in cui @ è il rapporto della lunghezza del corpo di un dato individuo a 360, £ la lunghezza assoluta di una data parte dell’individuo stesso, « la lunghezza della parte stessa espressa in 360 esimi della lunghezza del corpo. e quindi è il coefficiente pel quale è d’uopo moltiplicare le lunghezze assolute delle varie parti di un individuo per rendere le lunghezze stesse comparabili con quelle di altri individui di dimensioni diverse calcolate nello stesso modo. Non è d'uopo dire che L ed / potranno essere espressi colle unità di misura che si crederanno più opportune: in metri, in decimetri, in cen- timetri, in millimetri, in decimi di millimetri, in centesimi di millimetri, 10 = in millesimi di millimetri, ecc., come pure in millimetri quadrati, ecc., in millimetri cubici, ecc. Nelle tavole qui unite ho calcolato il valore di « da ‘/, di uno fino a 360, procedendo per quarti successivi. Credo che ciò possa essere sut- ficiente nella pratica; poichè nella maggior parte dei casi L ed / potranno essere espressi in millimetri e, per lo più, la precisione delle misure dirette sino ad ‘/, di millimetro è la sola possibile. Nei casi in cui la cosa sia possibile, L e / potranno essere espressi in decimi di millimetro e si potranno avere i valori di @ calcolati a ‘/, di decimo di millimetro. La stessa cosa si dica se noi daremo i valori di L e in micromillimetri. Nei casi speciali di animali a grande mole la precisione ad */, di cen- timetro e talvolta anche ad */, di decimetro, sarà la sola praticamente raggiungibile, sopratutto se si tratta di animali in carne. È inutile evidentemente tener conto in una misura assoluta del */, di millimetro se le condizioni nelle quali la misura viene fatta può far credere ad un errore possibile non inferiore ad un millimetro, ecc. A] coefficiente @ io do il nome, per brevità, di coefficiente somatico individuale. Le ricerche future decideranno se sarà possibile giungere a stabilire un coefficiente somalico specifico, un coefficiente somatico generico, ecc. Nel metodo proposto dall’Andres e nel mio sono sempre da stabilirsi per ciascun gruppo di animali i limiti precisi della lunghezza L dell’aui- male che s’intende divisa in 360 parti. Essa potrà essere la lunghezza totale dell’animale dall’apice del muso all’estremità posteriore del corpo: potrà essere una lunghezza minore (come, ad esempio, quella presa dal- l’Andres). Nello stabilire questa lunghezza sono da tenersi presenti due punti principali: 1° È d’uopo stabilire limiti misurabili colla massima precisione pos- sibile, poichè si è con essa che dalle tabelle qui unite si ottiene il valore del coefficiente somatico ®; 2* È d’uopo cercare quella parte che negl’ individui di una specie presentasi meno variabile. Così, ad esempio, volendo coi metodi proposti studiare le dimensioni delle varie parti di una lucertola o di una sala- mandra, sarà bene fare L= alla lunghezza che va dalla sinfisi della mandibola alla metà della apertura anale, lasciando fuori la coda (parte variabilissima), la quale viene poscia misurata isolatamente come un’altra parte qualsiasi dell'animale. Scelta una determinata parte per ottenere il valore L, essa dev'essere conservata per tutti gl’ individui dei quali si vuole fare uno studio comparativo delle dimensioni dei loro organi. Ecco un esempio pratico applicato ad alcune misure di 3 individui di mole diversa di Bufo vulgaris Laur. bank SAR Misure assolute în millimetri. Lunghezza totale misurata dalla sinfisi della mandibola a db c all’apertura anale = (L) m. 0,045 m. 0,060 m. 0,120 Lunghezza del capo = (2) » 0,0]1 » 0,020 » 0,042 » della tibia = (2) » 0,017 » 0,022 » 0,045 Diam. massimo dell'occhio = (/") » 0,005 » 0,0055 » 0,009 Lnnghezza totale, ecc., come sopra, per l'individuo @ essendo di m. 0.045, dalle tavole qui unite si deduce @ = 8; analogamente per l’indi- viduo d, @ = 6, e per l'individuo c, 0= 3. Moltiplicando rispettivamente pei tre individui le misure /, 2°, 2" per 8, per 6 e per 3, si ottengono le misure espresse in 360 esimi somatici. a d G Lunghezza del capo 88 120 126 » della tibia 136 192 135 Diam. massimo dell’occhio 40 33 27 Coll’uso del coefficiente somatico, rapidamente ottenibile dalle tavole qui unite, la riduzione delle misure assolute viene ad essere resa facile e operazione non lunga. Io credo che tale modo di presentare le misure delle varie parti degli animali potrà concedere confronti sicuri delle variazioni degli individui d’una specie e delle varie specie fra loro, e potrà servire alla riunione di buoni materiali per lo studio della siste- matica e per lo studio quantitativo degli animali. a Lunghezza del corpo Coefficiente somatico 144 130,909 120 110,769 102,857 96 Lunghezza del corpo Coefficiente somatico Pa bo | Lunghezza del corpo Coefficiente somatico 16,363 16,179 16 15,824 15,652 15,484 l'0:319 15,158 15 14,845 14,693 14,545 14,4 14,257 14,118 13,981 13,846 13,714 13,585 13,457 13,933 13,211 13,091 12,973 12,857 12,744 12,632 12,02% 12,413 12,308 12,203 12,101 12 11,901 11,803 11,707 11,612 11,52 11,429 11,339 1125 11,163 11,077 10,992 Lunghezza del corpo Coefficiente somatico Lunghezza del corpo Coefficiente somatico Lunghezza del corpo Coefficiente somatico Lunghezza del corpo Coefficiente somatico 4,706 4,691 del corpo a N N [c»] = O a 3 H 87,75 Coefficiente somatico Lunghezza del corpo 95,25 95,50 95,75 96 96,25 96,50 96,75 97 97,25 97,50 97,75 98 98,25 98,50 98,75 Coefficiente somatico Lunghezza del corpo 100,75 101 101,25 101,50 101,75 102 102,25 102,50 102,75 103 103,25 103,50 103,75 104 104,25 104,50 104,75 105 105,25 105,50 105,75 106 106,25 106,50 106,75 107 107,25 107,50 107,75 108 108,25 108,50 108,75 109 109,25 109,50 109,75 Coefficiente somatico x : e NS Lunghezza del corpo Coefficiente somatico Lunghezza del corpo Coefficiente somatico e—lifge— Lunghezza del corpo Coefficiente somatico 2,987 2,981 121 121,25 121,50 121,75 122 122,25 122,50 122,75 123 123,25 123,50 123,75 124 124,25 124,50 124,75 125 125,25 195,50 125,75 126 126,25 126,50 126,75 127 127,25 127,50 127,75 128 128,25 128,50 128,75 129 129,25 129.50 129,75 130 130,25 130,50 130,75 131 131,25 131,50 131,75 9,975 2,969 2,962 2,956 2,951 92,944 2,938 2,932 9,927 2,920 2.914 2.909 2,903 2,897 9,891 2.885 2,88 2,874 2.868 2.862 2.857 2,851 2.845 2,840 2,835 2,829 2,823 2,818 2.813 2,807 2,801 9,796 2,791 2,785 2,779 2,774 2.769 2,764 2.759 2,753 2,748 2,743 2,738 2,732 132 132,25 132,50 132,75 133 133,25 133,50 133,75 135,25 135,50 135,75 136 136,25 136,50 136,75 137 137,25 137,50 137,75 138 138,25 138,50 138,75 139 139,25 139,50 139,75 140 140,25 140,50 140,75 141 141,25 141,50 141,75 142 142,25 142,50 142,75] 2,728 2,722 2,717 2,712 23707 2,702 2,696 2,692 2,687 2,681 2,677 2,672 2,667 2,662 2,657 2,652 2,647 2,642 2,637 2,633 2,628 2,623 2,618 2,613 2,609 2,604 2,599 2,595 2,590 2,585 2,581 2,576 2:571 2,567 2,562 2,558 2,553 2,549 2,544 2,540 2,535 2,591 2,526 2,522 Lunghezza del corpo 146 146,25 146,50 146,75 147 147,25 147,50 147,75 148 148,25 148,50 148,75 149 149,25 149,50 149,75 150 150,25 150,50 150,75 151 151,25 151,50 151,75 152 152,25 152,50 152,75 153 153,25 153,50 Ss fio =9 N fc eta PRE "Ra Es du ee do S| 2,517 | 154 2,357 | 163,75 2,353 | 164 2,349 | 164,25 2,345 | 164,50 153,75] 2,841 | 164,75 Coefficiente somatico Lunghezza del corpo Coefficiente somatico Lunghezza del corpo 176 176,25 176,50 176,75 177 177,25 177,50 177,75 4178 178,25 178,50 178,75 179 179,25 179,50 179,75 TESTO, 181,25 180,50 180,75 LSL 181,25 181,50 181,75 182 182,25 182,50 182,75 183 183,25 183,50 Coefficiente somatico Lunghezza del corpo Coefficiente somatico Lunghezza del corpo 188,75 LSO 189,25 189,50 189,75 190 190,25 190,50 190,75 LOL 191,25 191,50 191,75 192 192,25 192,50 192,75 193 193,25 193,50 193,75 198 198,25 198,50 198,75 199 199,25 199,50 199,75 20900 200,25 200,50 200,75 20 L 201525 201,50 201,75 202 202,25 202,50 DORIA 206,25 206,79 Coefficiente somatico 82 + gie” RARA i + +» + Sio SEL nt 00 SIT 000° RES FRRpEPRpREnRjaaiaea ae il NY 2 DI 0202 0200 005 a a PifpeurlrdiIiaRlaì 0 » Lunghezza del corpo 209 209,25 209,50 209,75 210 210,25 210,50 210,75 211 211,25 211,50 211,75 212 212,25 212,50 912,75 213 213,25 213,50 213,75 24 214,25 214,50 214,75 215 215,25 215,50 215,75 Coefficiente somatico Sell SD "n° SÈ sp 9 BS | 82 | BS Re fao, 3 a 220] 1,636 | 231 220,25 | 1,635 | 231,25 220,50| 1,633 | 231,50 220,75| 1,631 | 231,75 2231 [11,629 233 221,25| 1,627 | 232,25 221,50| 1,625 | 232,50 221;75| 1,623 | 232,75 222 | 1,621|233 222,25] 1,620 | 233,25 222,50| 1,618 | 233,50 2292,75| 1,616 | 283,75 DB LO SSA 223,25| 1,613 | 234,25 223,50| 1,611 | 234.50 223,75| 1,609 | 234,75 224 | 1,607 | 235 2924,295| 1,605 | 235,25 224,50| 1,604 | 235,50 224,75|'1,602 | 235,75 Sai VE DO 225,25| 1,598 | 236,25 225,50|' 1,596 | 236,50 225,75| 1,595 | 236,75 226 | 1,594 237 226,25 | 1,591 | 237,25 226,50 | 1,589 | 237,50 226,75 |'1,583 | 237,75 237 | 1586 | 238 227,25| 1,584 | 238,25 927,50] 1,582 | 238,50 227,75| 1,581 | 238,75 3238 | 1579/2539 228,25 |‘1,577 | 239,25 228,50| 1,575 | 239,50 228,75 | 1,574 | 239,75 2239 | 1572/2140 229,25 | 1,570 | 240,25 229,50| 1,569 | 240,50 229,75| 1,567 | 240,75 STRO |P 9600 | PELI 230,25| 1,564 | 241,25 230,50] 1,562 | 241,50 230,75| 1,560 | 241,75 Coefficiente somatico Oni (0 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Dig DI DI 19 NON UL UT VI Ut Lunghezza del corpo - 2583 253,25 253,50 203,75 254 254,25 254,50 254,75 255 255,25 255,50 LEN) 256 256,25 256,50 256,75 257 257,25 257,50 257,75 258 258,25 258,50 258,75 259 259,25 259,50 259,75 260 260,25 260,50 260,75 261 261,25 261,50 261,75 262 262,25 262,50 262,75 2653 263,25 263,50 263,75 è Step somatico Lunghezza del corpo Coefficiente somatico Coefficiente | fd EI I Lunghezza del corpo Coefficiente somatico Lunghezza del corpo 291,25 291,50 291,75 2923 292,25 292,50 292,75 293 293,25 293,50 293,75 2O9OL 294,25 294,50 294,75 295 295,20 295,50 295,75 296 297,25 297,50 297,75 Coefficiente somatico Lunghezza del corpo 306,50 Coefficiente somatico Nn 09 00 00 (3) pa DOLLS VD + Hip pi pd Ji fd fi pop nm Jeeg SHNOO (ni a “1 00 NAUZAIAINSNAFAI | i ee gu e gi Sn i i ET (ee DI Et DOH IN Wa UU » Lunghezza del corpo 314,50 314,75 S15 315,25 315,50. oloacia SL16 316,25 316,50 316,75 I re ati 317,50 diva 318 918,20 318,50 318,75 Coefficiente somatico 1,1688 11679 1,1669 1,1659 1,1650|£ 1,1641 1,1632 1,1622|: 1,1613 1,1604 1,1594 1,1584 1,1575 1,1566 1,1557 1,1548 1,1538 1,1529 1,1520 1,1510 1,1504 1,1492 1,1483|: 11474 1,1465 1,1455 |: Lunghezza del corpo 321,50 321,75 322 322,25 322,50 322,75 323 323,25 323,50 523,75 329, "50 329,75 Coefficiente somatico 1,1285 1,1276 1,1268 11259 1,1250 11241 1,1232 11234 1,1215 1,1206 1,1198 1,1189 11178 1,1171 1,1162 1,1154 1,1142 1,1137 1,1128 11119 LUI 11108 11094 11085 1,1077 1,1068 1,1059 1,1051 1,1043 1,1034 1,1023 11018 11009 11000 1,0992 1,0984 1,0981 1,0967 1,0959 1,0951 1,0942 1,0934 1,0925 1,0917 3 inse Lunghezza del corpo Coefficiente somatico Lunghezza del corpo Coefficlente somatico 330 330,25 330,50 330,75 ssl 331,25 331,50 331.75 332 332,25 332,50 332,75 3353 333,25 333,50 383,75 334 334,25 334,50 334,75 335 335,25 335,50 335,75 1,0909 1,0900 1,0892 1,0884 1,0876 1,0868 1,0859 1,0851 1,0843 1,0835 1,0827 1,0818 1,0811 1,0802 1,0795 1,0786 1,0778 1,0770 1,0765 1,0754 1,0746 1,0738 1,0731 1,0722 336 336,25 336,50 336,75 337 337,25 337,50 337,75 338 338,25 338,50 338,75 339 339,25 339,50 339,75 SAO 340,25 340,50 340,75 SAL 341,25 341,50 341,75 1,0714 1,0706 1,0698 1,0690 1,0682 1,0675 1,0666 1,0659 1,0651 1,0643 1,0635 1,0627 1,0619 1,0612 1,0604 1,0596 I » >» STO UU UOUO Ue Lunghezza del corpo S42 342,25 342,50 342,75 343 343,25 343,50 343,75 SLA 344,25 344,50 344,75 345 345,25 345,50 345,75 AG 346,25 346,50 346,75 SA7 347,25 347,50 347,75 Coefficiente somatico 1,0526 1,0518 1,0511 1,0503 1,0496 1,0485 1,0480 1,0472 1,0466 1,0458 1,0449 1,0443 1,0435 1,0427 1,0419 1,0412 1,0405 1,0397 1,0389 1,0382 1,0371 1,0367 1,0359 1,0352 Lunghezza del corpo 348 348,25 348,50 348,75 3149 349,25 349,50 349,75 350 350,25 350,50 350,75 351 351,25 351,50 351,75 352 352,50 352,75 358 353,25 353,50 353,75 Coefficiente somatico 1,0345 1,0337 1,0329 1,0323 1,0315 1,0308 | 1,0300 1,0293 1,0286 1,0278 1,0271 1,0264 1,0256 1,0249 1,0242 1,0234 1,0227 1,0220 1,0213 1.0205 1,0198 1,0193 1,0184 1,0177 Lunghezza del corpo S54 354,25 354,50 354,75 [ld 355 355,25 355,50 350,75 356 356,25 356,50 356,75 357 357,25 357,50 357,75 358 358,25 358,50 358,75 359 359,25 359,50 359,75 360 Coefficiente somatico II, b9s- BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino È N. 376 pubblicato il 15 Giugno 1900 Vor. XV FABIO FRASSETTO. Di Il parietali di Primati parzialmente divisi. Nello studiare l'andamento delle suture soprannumerarie del parietale dell’uomo e degli altri primati (*), ho potuto distinguere i seguenti tipi di suture. 1. Una sutura che dal margine coronale del parietale va al margine lambdoideo di quest’osso attraversandolo orizzontalmente nel suo terzo mediano (sutura sotto-sagittale (Pozzi) o parietale orizzontale) oppure obliquamente (sutura parietale orizzontale cbliquata). a) un segmento anteriore di questa sutura innoltrantesi più o meno ne) parietale ; b) un segmento posteriore. 2. Una sutura che dal margine sagittale del parietale va al mar- gine squamoso di quest’osso attraversandolo verticalmente nel suo terzo posteriore (sutura parietale verticale) od obliquamente (sutura parietale verticale obliquata). a) un segmento superiore di questa sutura; d) un segmento inferiore. 3. Una sutura a squadra od obliqua separante l’angolo bregmatico ; il lambdico o l’asterico (mai vidi separato l’angolo pterico) del parietale. Dalla presenza e dalla direzione di questi vari tipi di suture sopran- numerarie ed in base ad una legge che governa la genesi delle suture ho potuto, per coordinazione di fatti craniologici ammettere nello sviluppo del parietale dei primati (l’uomo compreso) 4 nuclei di ossificazione. (*) Non riporto qui l’abbondante bibliografia riguardante quest’argomento perchè la ò già data in un mio lavoro che è in corso di stampa e che uscirà . in: Verhandlungen der Anatomischen Gesellschaft auf der Vierzehnten Ver- sammlung in Pavia vom 18-21 April 1900, sotto il titolo di: a) Su la legge che governa la genesi delle suture nel cranio; 5) Su la probabile presenza di quattro nuclei di ossificazione nel parietale dell’uomo e delle scimmie. Ed in certo modo ho potuto anche testè dimostrarlo nella 14* riunione della Società anatomica internazionale (Anatomische Gesellschaft) tenu- tasi in Pavia, dal 18-21 dell’aprile u. s. Ora son lieto di portare nuovo contributo in appoggio alla mia ipotesi. I casi di parietali divisi che ho riscontrato nei Musei civici di Ge- nova, Milano e Trieste e in quello di Anatomia Comparata di Torino e che raccolgo in questa nota, sono ì seguenti: I. Parietali parzialmente divisi da sutura soprannumeraria parietale orizzontale (segmento anteriore) in cranio di Cedus fatuellus. II. Parietali parzialmente divisi da sutura soprannumeraria parietale orizzontale (segmento anteriore) e parietale verticale (segmento inferiore) in cranio di Simia saftyrus Linn. III-IV. Parietali parzialmente divisi da sutura soprannumeraria pa- rietale orizzontale (segmento anteriore) in altri due cranii di Simia satyrus Linn. V. Parietali parzialmente divisi da sutura soprannumeraria parietale verticale (segmento superiore) in cranio di Cercopilhecus specie (?). VI. Parietale sinistro parzialmente diviso da sutura soprannumeraria obliqua separante l’angolo lambdico di quest’osso in cranio di Cerco- pithecus albogularis. Lù Dopo il caso di parietale diviso in cranio di S7m27a silenus pubblicato - dal GRUBER (1) nel 1852, ne descrissero o ne accennarono altri casi, il CORAINI (2), il WELCKER (2Pis), il MAGGI (3), il RANKE (4) ed ii FRAS- SETTO (5). (1) GruBer, — Abhand aus. d. menschl. und vergl. Anat. St. Petesburg 1852 (III Abhand. Veber ossicula wormiana an Saigethierschàdel Taf. 1* fig. I). (2) CoxaIiNni. — Osso parietale diviso in cranio umano e studio critico del- l'anomalia. Boll. R. Acc. Medica di Roma, Anno XX, vol. xv. (2bis) WELcKER HrMm. — Abnorme Schàdelnihte bei Menschen und Anthro- pomorphen Mit 2. Taf, in Festschr. zum. 70 Geburst R. Leuckarts. (3) MaggGI. — Note craniologiche. Bollettino scientifico, N. 2, 1897 e N. 2, 3 e 4, 1899. (4) RANKE. — Die uberzàhligen Hauthnochen der menschlichen Schiàidei- dachs (Abhandlungen der K. Kaiser. Akademie der Wissenschaften, II CI., XX Bd., II Abth Munchen 1899). (5) FrasseTTo. — Di un cranio di Simiîa satyrus Linn con rara sutura sopranummeraria nel parietale destro. Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia comp. Torino, Vol XIV, N. 344, 1899. — Nuovo caso di parietale diviso in cranio di scimmia. Rivista di Scienze Biologiche. 1899, ottobre. -g >= Nessuno però dei casi descritti od accennati dai sullodati autori, fu riscontrato nei Cedus. Sarebbe quindi questo caso, che debbo alla cor- tesia del prof. Sordelli (direttore della sezione di Anatomia comparata nel Museo Civico di Milano) il primo caso che si descrive nel gen. Cedus. Cranio di Cebus fatuellus del Museo Civico di Milano (N. anat, 1567). Beloides (6) appartenente ad un individuo giovane col 3° molare an- cora involuto in entrambi i mascellari e da ambo i lati. Suture semplici. Processo frontale della squama del temporale a destra e a sinistra. c » LA CE I i RS SS ti > pa a " __ Fig. 1. Cranio di Cebus fatuellus (norma lateralis) in naturale grandezza, ce’ sutura coronale — ss segmento anteriore della sutura parietale orizzontale. Ossicino fontanellare bregmatico di forma triangolare col vertice sulla sagittale nell’esocranio e a forma di martello, col manico pure sulla sagittale, nell’endocranio. Fontanelle sotto asteriche (5Pis) (la sinistra è inaggiore della destra che è un po’ dubbia). Fossetta occipitale mediana (Lombroso) o cerebellare mediana (Verga). (5bis) Frassetto. — Di altre e nuove fontanelle (fontanelle sotto asteriche o mastoidee) nel cranio umano e degli altri mammiferi. Nota preliminare in « Rivista di Scienze Biologiche » (gennaio-febbraio) 1900. (6) Adotto la sistematica antropologia di Sergi (Specie e varietà umane, Torino - Bocca, 1900) trasportandola nello studio dei primati in genere. (7) ScHwaLBE. — Naturwissenschaflich-medicinischer Vereim in Strasburg i E. Medicinische Section — Sitzung am 10, november 1889, (Separatabdruck aus der Wiener Klinischen Wochenschrift, 1889, N. 50, i È Entrambi i parietali sono divisi parzialmente da un segmento di sutura che parte dalla coronale e sì dirige verso la lambdoidea (sutura parietale orizzontale). Queste due suture soprannumerarie, mentre sono entrambe chiuse all’esocranio ed aperte all’endocranio, non sono allo stesso livello, nè hanno la stessa lunghezza. Quella di destra è lunga mm. 12 ed è inferiormente al punto medio della branca coronale destra in prossimità dello Sfephanion, quella di sinistra è un po’ più corta e si trova 5 mm. più in su del livello di quella di destra, in prossimità del punto medio della branca coronale sinistra. Casi di sutura parietale orizzontale incompleta, come questo che ab» biamo testè descritto furono recentemente notati dal RANKE (4) e testè riportati dallo SCHWALBE (7). « Eine unvollstandige [sutura] von der Kranznaht ausgehende mehr oder weniger weit in das Parietale ein- dringende Naht fand Ranke je einmal beim Schimpause, jugen Gorilla, bei einem Cynocephalus und einem Mycetes, nie bei Hylobates ». Per quanto riguarda l’interpretazione di questa sutura soprannume- raria, dirò che si tratta di una incompleta fusione fra i due nuclei an- teriori ossificativi del parietale (nucleo anteriore superiore ed inferiore). II, Il segmento anteriore della sutura parietale orizzontale fu notato negli Oranghi dal RANKE, l’anno scorso. Ma di una sutura parietale ver- ticale o di un suo segmento superiore od inferiore, in crani di Oranghi non ne ho notizie. Granio di Simia satyrus Linn. (Orango) del Museo di Anatomia Comparata di Torino. N, 3851, Sphenoîdes rotundus. Individuo giovane con 2° e 3° molare ancora involuto e suture alquanto aperte. Persistono le suture squamo-condiloidee e metopica parzialmente e la sfeno-basilare e la esoccipito sovraoccipi- tale totalmente. Processo frontale della squama del temporale da ambo i lati. Grande osso epipterico-squamoso, adagiato sulla metà anteriore della sutura parieto squamosa. Ossicino fontanellare obelico oblungo con uno strozzamento mediano, ed ossicino lambdico. Due ossicini parieto-mastoidei a destra ed uno a sinistra. Tutti questi ossicini sopranumerari sono visibili all’endocranio per una superficie maggiore di quello che non lo sieno all’esocranio. Sulla coronale in corrispondenza degli Sfephanion si dirigono, verso la sutura lambdoidea, due suture sopranumerarie che sono i segmenti anteriori delle suture parietali orizzontali. Quella di destra s’innoltra nell’esocranio per 13 mm. e nell’endocranio per 10 mm. Quella di sinistra s’innoltra per 17 mm. all’esocranio e per 10 mm. all’endocranio. Nel punto in cui la sutura soprannumeraria di destra (V. fig. 2) in- “g er contra la coronale vi è un ossicino fontanellare stefanico inferiore (1) visibile all’endocranio ad un livello inferiore a quello in cui è visibile all’esocranio. Eguali disposizioni hanno all’endocranio le suture sopran- numerarie. P parietale — / frontale — S squamoso — A alisfenoide — s ossicino fontanellare stefa- nico — s' idem superficie endrocranica — + sutura parietale orizzontale segmento ante- riore — + idem all’ endocranio — = por- zione di coronale all’ endocranio — Cresta temporale. Fig. 2. Un’anomalia come questa testè descritta la presenza cioè della sutura parietale orizzontale associata ad ossicino fontanellare stephanico deve essere un caso molto raro giacchè nella letteratura anatomica di due secoli (1700, 1800) non ne esiste, secondo le mie ricerche, che un caso del CALORI (2) in un cranio umano. La presenza di queste suture è dovuta ad incompleta fusione dei due nuclei anteriori del parietale, e la loro particolare disposizione, all’eso- cranio e all’endocranio (dislivello o sovrapassaggio) la si deve cercare nella natura connetivale dei nuclei di ossificazione. Dal che si potrebbe osservare che la sovrapposizione esiste oltre che fra i diversi ossi di origine secondaria come ha dimostrato il dott. U. DALL’ACQUA (3) anche fra i nuclei di ossificazione che costituiscono detti ossi. La terza sutura soprannumeraria è nel parietale sinistro. Dal 8° poste- riore della sutura temporo-parietale di sinistra, in corrispondenza del- (1) Vedi mio lavoro sulle fontanelle stefaniche in « Rivista di Scienze Bio- logiche » (giugno) 1900. (2) CaLORI. — Intorno alle suture sopranummerarie del cranio umano e su quelle specialmente delle ossa parietali. Memorie dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna. Serie II, Vol. 5, pag. 327, Anno 1865. Memoria letta nella sessione 20 dicembre 1866. (8) DaLL’Acqua Uco. — Sopra lo sviluppo delle suture (Monitore Zool. It. Anno IX, N. 7-8, 1898). l'estremità posteriore della rocca petrosa, si origina nell’endocranio una sutura che innoltrandosi nel parietale lo percorre verticalmente per 6 mm. All’esocranio questa sutura non è visibile mentre all’endocranio è aperta. La ragione di questa sutura la si deve attribuire alla incompleta fu- sione dei due nuclei inferiori del parietale (nucleo inferiore anteriore e posteriore). III e IV. Abbiamo già accennato nel 1° caso a parietali parzialmente divisi da suture parietali orizzontali incomplete in crani di Oranghi. Mi dispenso quindi dal fare ogni premessa bibliografica per questi altri due casi. Solo dirò che nella descrizione mi limito alle cose principali, riportandole dagli appunti presi nei Musei di Genova e Trieste. Cranio di Simia satyrus Linn, (*) del Museo Civico di Genova, N. 22. Abbastanza regolare e simmetrico appartenente ad individuo giovane. Ossicini fontanellari asterici e sotto asterici multipli. Interparietale du- plice. Bregmatico duplice occupante il 4° anteriore della sagittale. Grande osso sagittale di forma triangolare con la base sulla lambdoidea, occupante quasi tutti i */, posteriori della sagittale. Nel parietale destro, un po’ al disotto dello stepranion nel punto in cui la coronale forma un angolo acuto rientrante nel parietale, si origina una sutura che percorre il parietale, dirigendosi verso la sutura lamb- doidea, per mm. 25. Nel parietale sinistro, quasi allo stesso sushi vi è una identica sutura che è però appena accennata. Cranio di Simia satyrus Linn. del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, N. 123, Individuo giovane con parecchi ossicini asterici a destra ; grande osso fontanellare sotto asterico destro e fontanellare asterico sinistro. Tre ossicini squamoso-condiloidei a sinistra. Nel parietale sinistro in vicinanza dello sfephanion la coronale si in- sinua nel parietale a ferro di cavallo. Dal punto più interno di questa curva a ferro di cavallo, si origina una sutura soprannumeraria che attraversa il parietale I EbLOMiAnfent per circa 15 mm. Per la interpretazione della presenza di questi due segmenti di sutra valga la interpretazione del 1° caso (incompleta fusione fra i due nuclei anteriori del parietale). V. La bipartizione del parietale in una porzione anteriore ed in una po- steriore per una sutura parietale verticale, rarissima nell’uomo, fu notata più di frequente nei Cercopiteci (MAGGI, CORAINI, FRASSETTO) e casi di parietali parzialmente divisi per un segmento superiore di detta sutura Ca io ne conosco tre soltanto. Uno in Cercopîthecus patas (MAGGI) un altro in Cercopithecus Campbetlli (Maggi) ed un terzo in Cercopithecus specie (?) (FRASSETTO). Cranio di Cercopithecus specie? del Museo di Anatomia Comparata di Torino. N. 71. Ovoides di individuo adulto. Suture semplici, persistenza della sutura sfeno basilare. Processo frontale della squama del temporale al lato destro. Ossicino pterico sinistro. Traccia della sutura suprannumeraria interparietale mediana. Calotta di Cercopithecus? (norma verticalis). quasi di naturale grandezza. ce coronale — PV segmento superiore di sutura parietale verticale sinistra — P'V' segmento superiore di sutura pa- rietale verticale destra — + traccia di sutura interparietale mediana. Fig. 3. Dalla metà circa della sagittale (più esattamente 3 mm. innanzi alla metà) si dirimano, a destra e a sinistra innoltrandosi nei corrispondenti parietali perpendicolarmente alla sagittale due suture in direzione fra loro opposte, Entrambe sono nella metà anteriore, e la prima dista 3 mm. dal punto medio, la seconda 1 mm. La PV misura mm. 6 ed è appena visibile all’endocranio; la P'V° misura mm. 3 ed è limitata soltanto all’esocranio in cui apparisce come una traccia. La presenza di queste suture è dovuta ad incompleta fusione dei due nuclei di ossificazione dei parietali che costituiscono le coppie superiori (nucleo superiore anteriore e nucleo superiore posteriore destro e sinistro). Per quanto riguarda la insolita posizione centrale delle suture che come sappiamo sono per lo più spostate nel tergo posteriore credo che si debba ad una eguale attività dei due nuclei che le individualizzano. VR Casi di parietali parzialmente divisi da sutura sopranumeraria sepa- rante l’angolo lambdico non esistono, secondo le mie ricerche, che due ded # casi in crani umani descritti il secolo scorso (1759 SuE (1), 1763 EKMARK CAROLUS (2)). Nelle scimmie non mi risulta che siasi descritta una simile particolarità. Granio di Cercopithecus albogularis del Museo di Anatomia Comparata di Torino, N. 39, Betoîdes. Individuo adulto. Suture semplici, persistenza della sutura sfeno-basilare. Processo frontale della squama del temporale a sinistra. Ossicino pterico endocranico destro. Fossetta occipitale mediana (Lom- brosu) o cerebellare mediana (Verga). Calotta di Cercopithecus albogularis quasi di naturale grandezza. (Norma verticalis). CC coronale — SS sagittale — LL lamb- doidea — PVO segmento superiore della sutura parietale verticale spo- stato obliquamente — + sutura pa- rieto-squamosa. Fig. 4. La sutura soprannumeraria che divide parzialmente il parietale sinistro (V. fig. 4) si origina dalla 4* posteriore della sagittale e si dirige obli- quamente verso la metà della sutura lambdoidea all’esocranio, proten- dendosi sino al terzo inferiore della stessa sutura nell’endocranio. All’esocranio la sutura misura mm. 16, all’endocranio mm. 21, il seg- mento che essa determina sulla sagittale è di mm. 5 all’esocranio e di mm. 6 all’endocranio ove risulta quindi che la porzione endocranica è maggiore dell’esocranica. Qui ci troviamo davanti ad un caso nuovo, diverso da quello dei pre- cedenti e perciò varrà un’altra interpretazione. A primo acchito questa anomalia potrebbe sembrare un grande osso suturale lambdoideo. Ma siccome la lambdoidea ha sviluppo normale e simmetrico, l’osso è com- preso tutto nel parietale, e la sutura P. V.O si origina nella regione in cui la ò osservata presentarsi più frequentemente, e cioè nel 3° po- steriore della sagittale, io non indugio a dichiarare che si tratta di un parietale diviso, dovuto alla autonomia del nucleo di ossificazione po- steriore superiore. (1) Sue. — Traitéè d’Osteologie de Monro ecc. Tomo II, nota. Paris 1759. (2) CaroLus D. EkmarKk. — Dissertatio medica exhibens hydrocephalum internum annorum XLV. Upsaliae 1 juni 1763 in Tesaurus dissertat, Eduards Sandifort, Tomo II, p. 325-331. ‘ 1039 - Tip. P, Gerbone - Torino _- = ii BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata \bgS della R. Università di Torino | sica TN. 2777 pubblicato il 15 Agosto 1900 Vor. XV | Viaggio del Dr. A. Borelli nel Matto Grosso e nel Paraguay. | freni È Dr. ERMANNO GIGLIO-TUS IV. ORTOTTERI. Le specie menzionate in questa nota sono state raccolte dal Dr. Alfredo | Borelli, durante il suo breve viaggio nel Matto Grosso e nel Paraguay, | nelle seguenti località: Corumbà, nel Matto Grosso. Urucum, a circa 18 chilom. verso sud-ovest da Corumbà. Carandasinho, a circa 50 km. verso nord-est da Corumbà. Asuncion nel Paraguay. | Tebicuari presso Villa Rica nel Paraguay. Formosa nel Chaco argentino. Delle specie raccolte, solamente quattro sono nuove cioè: Prionolopha brevipennis, Abila Bolivari, Xiphiolta Borelli fra gli Acrididi, e An- chiptolis atrifrons fra gli Pseudofillidi. Gen. Anaplecta Burm. — A. albomarginata Saus. et Zehnt. — Urucum, Asuncion. er n Gen. Temnopteryx Br. — T. Guatemalae Saus. et Zehnt. — Urucum. Gen. Blatta Lin. — B. germanica Lin. — Asuncion, Urucum, Tebicuari. Gen. Phyllodromia Serv. — P. brunneriana Saus. — Urucum. Ph. bivittatata Serv. Br. — Urucum. Ph. zapoteca? Saus. — Urucum. L’esemplare che riferisco dubbiosamente a questa specie corrisponde molto bene alla descrizione per quanto riguarda i curiosi disegni del capo e del pronoto, ma ne differisce per le dimensioni assai minori. Difatto mentre SAUSSURE dà per questa specie mm. 14,5 di lunghezza, questo esemplare non è lungo che 8 mm. Gen. Ischuoptera Burm.— 1. marginata Br. — Carandasinho, Urucum, Asuncion. I brasiliensis Br. — Asuncion, Urucum, Tebicuari. I tolteca Saus — Carandasinho, Corumbà, Urucum, Formosa. Gen. Epilampra Burm. — E. conspersa Burm. — Carandasinho, Corumbà, Urucum. E. gracilis. Br. — Carandasinho, Corumbà, Urucum, Asuncion. Gen. Calolampra Saus. — ©. heusseriana Saus. — Urucum. Il maschio di questa specie, non conosciuto finora, è più piccolo e più gracile, con ali ed elitre oltrepassanti notevolmente l’addome. il pronoto è più piccolo e di forma ellissoidea, mentre invece è quasi parabolico nella femmina. Gen. Leucophaea Br. — L. surinamensis (Lin.). — Carandasinho, Corumbà, Urucum. Gen. Panchlora Burm. — P. viridis Burm. -- Urucum. Gen. Blabera Burm. — B. Atropos Stoll. — Corumbà, Carandasinho, Urucum, Asuncion. B. Fusca Br. — Urucum. Gen. Acontista Burm. — A. brevipeanis Saus (= A. vitrea Saus. et Zehnt. — Biol. centr. amer.). — Urucum. Gen. Brunneria Saus. — B. brasiliensis Saus. Gen. Musonia Stal. — M. cubensis Saus. — Urucum. Gen. Oxyops Saus. — 0. rubicunda (Stoll.). O. icterica Saus. et Zehnt. — Urucum. Gen Bactridium Saus. — B. Clinteria Westw. (Catal. of. Orth. Ins. British. Mus., Part. I - Phasmidae, 1859, p. 27, n° 21, pl. xxv, fig. 9). Il Dr. Borelli ha raccolto ad Urucum quattro individui di questa specie: 3 femmine ed un maschio. Una sola delle femmine mi pare completa- mente adulta e per le maggiori dimensioni, e per l’opercolo molto più lungo e ancora perchè sul fronte presenta fra gli occhi due spine acute, compresse, ricurve in avanti. Nelle altre due femmine queste spine sono invece. appena rappresentate da due piccoli tubercoli, come si vede rap- presentato nella figura del WESTWOOD. Le femmine da me esaminate concordano in generale abbastanza bene con la figura e la descrizione data dal WESTWOOD, ma ne differiscono tutte per la mancanza assoluta di spine sui femori, come del resto su tutte le zampe. Io non credo tut- tavia che queste differenze sieno sufficienti a distinguere questi esemplari da me esaminati in una specie diversa, poichè, com’è noto, in questo gruppo di Ortotteri sono troppo notevoli le differenze che si riscontrano in individui della stessa specie, specialmente per quanto riguarda la presenza o la disposizione delle spine. Il maschio è assai più piccolo, gracilissimo, con le antenne più lunghe che nella femmina, e privo assolutamente di spine anche sul capo. Gen. Anisomorpha Gray. — A. Borellii Giglio-Tos. — Due femmine ed un maschio da Urucum. FEB 13 1901 I È Dall'esame di questi esemplari mi sono accorto che quegli altri, rac- colti dal Dr. Borelli nel suo primo viaggio, e che mi servirono per la descrizione di questa specie nel n° 302 di questo Bollettino (Vol. XII, 1897) non sono individui adulti. Sono invece adulti questi sopracitati, e differiscono daì primi raccolti per avere il corpo nero vellutato, l'apice di tutti i femori nereggiante e sopratutto poi perchè le elitre e le ali sono più grandi, così da raggiungere quasi il margine posteriore del me- sonoto e del metanoto. Le elitre e le ali sono affatto somiglianti per colore e per forma, però le ali sono un po’ più grandi. Esse hanno tutte una forma ellittica; sono tumefatte nel mezzo e col margine tutt’intorno visibilmente risvolto all'insù. Le venature sono di color rosso-ruggine, ben rilevate e sporgenti sulla superficie, col fondo delle cellette che esse limitano di color nero vellutato. Tali elitre ed ali per il loro colore prevalente rosso-ruggine spiccano nettamente sul corpo nero, come due scaglie applicate ai lati del corpo. Gen. Nephele Bol. — N. Asmodeus (Serv.) — Urucum, Asuncion. Gen. Tettigidea Scud. — T. multicostata Bol. — Urucum, Tebicuari. Gen. Batrachidea Serv. Bol. — B. mucronata Serv. — Urucum. B. flavonotata Bol. — Asuncion. Una sola femmina che differisce alquanto dalla descrizione data dal Dr. BOLIVAR, perchè il pronoto, acuto, oltrepassa notevolmente l’apice dei femori posteriori e perchè le ali sono più lunghe del pronoto. Gen, Tetanorhynehus Br. — T. incertus Br. — Quattro femmine ed un maschio da Urucum. Gen. Ossa Giglio-Tos. — 0. bimaculata Giglio-Tos (questo Bollettino n° 184, vol. IX, 1894, p. 15, e n° 802, vol. XII, 1897, p. 27). — Corumbà. Gen. Ommexecha Serv. — 0. Germari Burm. — Asuncion. 0. Servillei Blanch. — Urucum, Asuncion. Gen. Metaleptea Br. — M. brevicornis (Lin.), — Formosa. M. minor Giglio-Tos (questo Bollett. n° 302, vol. XII, 1897, p. 28). Urucum, Carandasinho, Corumbà, Asuncion. Gen. Dieromorpha Morse — D. viridis Scud. — Asuncion. Gen. Grphula Stal., Giglio-Tos — 0. (orphul:Ila) maculipennis Scud. — Urucum, Carandasinho, Asuncion. Gen. Amblytropidia Stal. — A. ferruginosa Stal. — Carandasinho, Urucum, Asuncion. | Gen. Coelopterna Stal. — (€. acuminata (De Geer), — Formosa, Asuncion, Urucum. var. brevipennis Giglio-Tos. — Tre individui da Carandasinho. Gen. Procolpia Stal. — P. minor Giglio-Tos (questo Bollettino, n° 184, vol. IX, 1894, p. 17). — L'unico esemplare proveniente da Asuncion è un maschio che mi era finora sconosciuto. Esso non differisce dalla femmina descritta che per le dimensioni alquanto minori. Gen. Prionolopha Stal. — P. serrata (Lin.). — Carandasinho, Prionolopha brevipennis n. sp. da De Pr. serratae sîmi/lima, tamen distincta: în utroque sexu etytris brevibus, marginem posticum segmenli terlii abdominalis tantum al- tingentibus, alis elytris brevioribus: elylrorum margine antico fortiter incurvalo, campo marginali valde dilatato: crista pronoti nigro-lim- bata, laevi, sulcis tribus transversîs înterrupta, postice tantum subtil- lime crenutata. g 9 Long. corporis mm. 43-45 55 » pronoti e 5 30 » elytrorum » 14-15 20 » fem.-postic.» 22-23 28 Una femmina e due maschi da Urucum. Questa specie è molto somigliante alla Pr. serrata da cui tuttavia si distingue facilissimamente per la brevità delle elitre. Certamente questo carattere, per quanto vistoso, non mi avrebbe tuttavia deciso a creare una nuova specie per questi esemplari, se insieme ad esso non ve ne fosse qualcun altro che mi permette di credere che si tratti, non sola- mente di una varietà, ma di una specie diversa dalla P. serrata. Di fatto, le elitre non solamente sono più corte, ma sono anche di- versamente foggiate. Il margine anteriore, fin dalla base, è così forte- mente ricurvo da formare un vero lobo ben distinto o sporgente che occupa la metà basale dell’elitra, così che in questa regione il campo marginale è molto largo, mentre nel resto, ossia nella metà apicale, è assai più stretto. Quanto al margine posteriore esso è diritto dalla base fin verso l’apice dove poi si ricurva bruscamente verso il margine an- teriore e lo incontra quasi ad angolo. La cresta del pronoto è meno alta che nella P. serrata, ma è liscia in tutta la sua lunghezza e colorata in nero lungo il suo ciglio: essa non è interrotta che dai tre solchi del pronoto e non presenta che pochi e piccoli denti nella sua terza parte posteriore. Sul capo una striscia nera per parte, comincia dal margine anteriore del pronoto, sull’occipite, lambisce il margine superiore degli occhi e si continua sui margini del fastigio del vertice, così che questo appare ilistintamente listato di nero. Le antenne, nella femmina, sono quasi fili- formi. Gen. Tropidonotus Serv. Stal. — T. discoideus Serv. — Carandasinho, Urucum. Gen. Zoniopoda Stal. — Z. tarsata Serv. — Corumbà. Gen. Tropidacris Scud. — T. Dux (Thunb ). — Urucum, Asuncion. Gen, Paracornops Giglio-Tos. — P. longipenne (De Geer). — Formosa. Gen. Abila Stal (Sistema Acridiodeorum, p. 21). Abila Bolivari n. sp. 9 (ex alcool). OckRraceo-ferruginea; subtus testacea. Caput magnum, eaxsertum, facie distincte reclinata, antennis filiformibus. Costa fron- a E-* tulis, anle labrum evanescens, subsulcata, pone oceltuni sulco destitiula, impresso punctata, inier anltennas laeviler dilatata, prominula, ad verticem rotundato-declivis. Carinae lalerales frontales deorsum dis- tincte divergentes. Fastigium verlicis breve, antice rotundalum, cari- nula oblusa a costa frontali divisum. Occiputtransversim rugultosum. Prcenotum forliler impresso-punctalum, dorso rotundato, metazona planiuscula, angulo postico subrecto, carina media obsoleta, sulcis [ransversîs subobsolelis. Elytra apice oblique subtruncata, în medietale basalî dense venosa, dehinc parce venosa, subhyalina, maculis non- nullis fuscis adspersa. Pedes, praesertim tibiae posticae, pilis albidis praedîtî. Tibiae posticae margine exlerno spinis 8, margine interno spinis 9 praeter spinam apicalem inslruclar. Spinae summo apice nigrae. Spina apicatlîis externa distincia. Long. corp. mm 42 » pron. » 9 » elytr. vncoa » femi.ipost. » 24 Due femmine da Urucum. Dedicata all’illuostre ortotterologo Dr. Jenazio Bolivar di Madrid, Gen. Jodacris Giglio-Tos (questo Bollettino, n° 802, vol. XII, 1897, p. 32). — J. ferruginea Giglio-Tos (questo Boll. n° 184, 1894, p. 30 — (Anniceris ferru- gineusy). — Urucum. Gen. Vilerna Stal. — V. rugulosa Stal — Carandasinho, Urucum. Gen. Xiphiola Bol. — (Actas de la Sociedad espaîiola de Historia natural, 1896, p. 17). — X. Borellii n. sp. — Una sola femmina da Urucum. ‘ Siccome questa specie è alquanto somigliante all’unica specie di questo genere, X. cyanoptera, descritta dal Dr. BOLIVAR e siccome d'altra parte essa ne è ben distinta per parecchi caratteri, così, per rendere più evidente le differenze e facile la distinzione, riassumerò e contrap- porrò nello specchietto seguente le descrizioni di queste due specie. X. Borelli n. sp. X. cyanoptera Bol. Q Ochraceo-ferruginea. 9g Ochraceo-ferruginea. Anlennae subfiliformes, 0- Anlennae basi dislincte tri- chraceo-ferruginec concolores. quelrae, nigrescenles, medio et ante apicem flavo-annulalae. Caput ah antico visum mar- Caput ab antico visum sur- ginibus laleralibus sub-paral sum angustatum. lelis. Costa frontatlis inter anlernnas Costafrontalis inter antennas parum prominula, sulco de- forliter prominula, sulcata. slitulta. Fastigium verlicis breve, an- Fastigium verticis iongé prò- guto reclo lerminalum, spatio ductum, angulo acuto termi- inleroculari aeque longum. | nalum, spazio interoculari longius. Pronolum carinis laleralibus Pronotumcarinis lateralibus reltrorsum distincle divergen- paratllelis, dorso angulo postico tbus anguto postico reclanguto, acuto, margine postico utrinque margine poslico utrinque recto. sinuato. Metapleura® parle postica Melapleurae parte postica ni- tantum infuscala. gerrima. Elylra concotoria, area me- Elytra area mediastina basi, diaslina basi fusciore. nec non area discoidali fusco- nigris, alque nitidiusculis. Peclus laleribus el margine Pectus abdominisque basi nî- antico tate nigro-nilidis: medio gro-nilidis. lesluceo: abdomen tolum lesta- ceum. Femora postica area infero- Femora poslica area îinfero- exlerna mnigro-nilida, supra exlerna mnigro-nilida, supra fascîis duabus obliquis sub-0b- fasciis duabus obliquis genicu- solelis geniculisque fuscis, la- lisque fuscis, lalere interno tere-interno pallide lestaceo, im- nigro quadri-fascialo. maculalo. Long. corp. mm. 24 Long. corp. mm ato » pron. » I » pron. > ge » elytr. NAME » elytr. » 30-31 » fem. posl. » 14 » fem. post. » 18-20 Gen. Schistocerca Stal. — S, flavofasciata (De Geer). — Asuncion. Gen. Chlorus Giglio-Tos (questo Bollettino, n° 811, vol. XIII, 1898, p. 50) — C. Borellii Giglio-Tos (questo Boll. n° 184, vol. IX, 1894, p. 27 — Paradi- chrophus). — Urucum. Gen. Paradichroplus Br. — P. fusiformis Giglio-Tos (questo Bollettino, n° 302, vol. XII, 1897, p. 35). — Urucum, Carandasinho, Asuncion. P. bipunctatus Giglio-Tos (questo Bollettettino, n° 184, vol. IX, 1894, p. 26) — Formosa. Gen. Osmilia Stal. — 0. violacsa (Thunb.) Stal. — Urucum. O. obliqua (Thunb.) Stal. — Urucum. ; Gen. Isophya Br. — |. hamata Giglio-Tos (questo Bollettino, n° 184, vol. IX, 1894, p. 37). — Parecchi individui dei due sessi da Urucum, Corumbà, Asuncion. La colorazione di questi individui è molto varia. Taluni sono unifor- memente verdi; altri hanno due striscie laterali brune al pronoto segnanti l'inserzione dei lobi laterali; in alcuni maschi le elitre sono infoscate SOLA = nel campo timpanale; finalmente alcuni hanno sull’addome una serie mediana di macchiette brune ed altri hanno anche due striscie laterali brune. Il carattere costante che serve per la distinzione della specie sta nella forma dei cerci del maschio, quale fu da me descritta. I. punctinervis Stal., Br. — Urucum, Carandasinho. I. pulchella Giglio-Tos (questo Bollettino, n° 184, vol. IX, 1894, p. 37) Asuncion. Gen. Hyperophora Br. — H. major Br. — Urucum. Gen. Ceraia Br. — C. dentata Br. — Urucum. Gen. Anaulacomera Stal. — A. erinifolia Saus. — Urucum. A. Boliviana Br. I tre esemplari maschi provenienti da Urucum differiscono dalla descri- zione del BRUNNER perchè hanno la vena obliqua rilevata del campo timpanale, e tutta la metà basale dei cerci di color nero intenso. Non è improbabile che si tratti di una specie nuova. . Gen. Grammadera Br. — G. hastata Br. — Corumbà. | Gen. Plagioptera Stal. — P. bicordata Serv. — Corumbà. Gen. Turpilia Stal. — T. laevigata Br. — Urucum. Gen. Mierocentrum Scud. — M. lanceolatum Burm. — Urucum. Gen. Oxyprora Stal. — 0. flavicornis Redt. — Quattro femmine e due maschi da Urucum. Il maschio di questa specie, finora ignoto, somiglia affatto alla femmina ma è di dimensioni un po’ minori. La lamina sopranale è divisa in due lobi ed è percorsa da un solco mediano che diventa molto profondo verso l'apice. La lamina sottogenitale non oltrepassa l’apice dell’addome, è tronca e munita agii angoli posteriori di due brevi stili ottusi. I cerci sono grossi, robusti e non oltrepassano la lamina sopranale, essendo quasi coperti dai due lobi di questa. Tali cerci souo gialli (verdi ?) e alla loro estremità si ricurvano fortemente in avanti e all’indentro con una punta lunga, acuta e nera all'estremità. Gen. Caunlopsis Redt. — C. gracilis Redt. — Corumbà, Asuncion. Gen. Conocephalus Thunb. — €. maxillozus (Fabr.). — Urucum. C. heteropus Bol. — Corumbà. Gen. Xiphidinm Serv. — X. longipes Redt. — Corumbà, Asuncion, Gen. Thysdrus Stal. — T. mantispa Bol. — Urucum, Carandasinho, Asuncion, Formosa. Gen. Anchiptolis Br. — A. atrifrons n. sp. Castaneus, fronte atra, occipile infuscato, vitlis duabus subocutla- ribus, villisgque duabus obliquis sub-obsolelis in tobis deflexis pronoli fuscis: segmento praeanale, segmentoque anale atris; pectore testaceo. Ocuti globosi, prominutli. Antennae concolores. Pronotum distincte ruguloso-granosuin, sulco postico profundo, melazona elevala cariî- nula media oblusa sub-obsolela instructa, margine postico rolundato- truncato. Elytra di campo tympanatli brevi: venutis lransversis sub- parallelis compluribus areolas rectangulares dense reliculatas inclu- Ripa denlibus. Alae fuscae. Femora antica et intermedia în margine eaterno mulica,inmargine interno 4-spinosa: femora postica inmargine eaterno G-spinosa, basi late incrassala. Spinae lestaceae, summo apice niîgro. Segmentum anate 3 rotundato-emurginatum. Lamina supraanatis d' oblonga reclangularis, basi sulcata, apice depressa. Cerci d' crassi, apice intus forliter incurvato, acuminato. Lamina subgenilatis> longu, apice triangulariter emarginala, stylis longis, obtusis. Lamina anatis Q drevis, rectangularis, sulcata. Lamina subgenitalis apice triangu- lariter incisa. Ovipositor niger, basi teslacea. Long. corp. imm. 33 Long. fem. ant. mm. 11 » DION 3) » > DOSE NE DIA » elyir.- » ‘36 > ovipostt DIVI Un maschio ed una femmina da Urucum. Gen Hyperbaenus Br. — H. ensifer Br. — Urucum. Gen, Apotetamenus Br. — A. clypeatus Br. — Urucum. Gen. Eneopterus Burm. — E. surinamensis (De Geer) Saus. — Urucum, Co- rumbà, Asuncion, Tebicuari. Gen. Gryllus Lin. — G. argentinus Saus. — Urucum, Carandasinho, Corumbà. Gen. Miogrylius Saus. — M. pusillus Burm. — Corumbà, Urucum. Gen. Anurogryllus Saus. — A. muticus (De Geer). — Carandasinho, Formosa. Gen. Gryllodes Saus. — G. guyennensis Saus. — Carandasinho, Corumbà, A- suncion. Gen. Nemobius Serv. — N. fasciatus (De Geer). — Formosa, Asuncion, Urucum. Gen. Cyrioxiphus Br. — €. peruvianus Saus — Asuncion, Urucum. Gen. Tridactylus Oliv. — T. mixtus? Hald. Saus. — Urucum. Gen. Scapteriscus Scud. — S. oxydactylus Perty. — Formosa, Asuncion. S. dydaciylus Latr. — Urucum, Carandasinho. S. Camerani Giglio-Tos — Formosa, Carandasinho. Gen t&ryllotalpa Latr. — G. hexadaciyla Perty. — Urucum. Carandasinho. 1161 - Tip. P.-Gerbone - Torino FEB 18 1901 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata \\ LIS. della R. Università di Torino \ UN. 537s pubblicato il 20 Agosto 1900 VOL. XV Viaggio del Dr. A. Borelli nel Matto Grosso e nel Paraguay. V. T. SALVADORI UCCELLI Gli uccelli raccolti dal Dr. Borelli durante l’ultimo suo viaggio nel- l'America Meridionale sono in gran parte del Matto Grosso, pochi del Paraguay. i Uccelli del Matto Grosso. Il Matto Grosso è una grande provincia del Brasile confinante a Sud col Paraguay, ad Ovest colla Bolivia; essa è coperta da grandi foreste ed il nome Matto Grosso significa appunto la provincia delle grandi foreste. La Ornitologia di quella regione ci è nota specialmente per le ricerche ilel Natterer, e più recentemente per quelle di Mr. H. H. Smith. Il Natterer percorse ed esplorò il Matto Grosso dal 23 dicembre 1823 all'agosto 1829 e le grandi collezioni ornitologiche fatte dal Natterer durante il suo memorando viaggio furono descritte dal von Pelzeln nel- l’opera: « Zur Ornithologie Brasiliens.. Resultate von Johann Natterers. Reisen in den Jahren 1817 bis 1835 ». Non mi consta che, dopo il Natterer, il Matto Grosso sia stato esplorato per ricerche Ornitologiche da altri fino a che fu visitato dalla spedizione li M. Herbert H. Smith, durante il periodo dal 1882 al 1886; la spedizione aveva principalmente scopi entomologici, tuttavia la Signora Herbert H. Smith e Mr. W. C. Smith riuscirono a mettere insieme una collezione «li circa 6000 uccelli, appartenenti a 324 specie; essa fu fatta principal- nente nelle vicinanze di Chapada (Abrilongo, Cachoeira e Cuyaba), e di Corumbà, a 300 miglia circa a mezzodì di Chapada. Quella collezione, o o. acquistata per la massima parte dal Museo di Storia Naturale di New York, dette occasione a diversi lavori dell’Allen e del Ridgway, e final- mente ad un lavoro completo dell’Allen intitolato: « On a Collection of Birds from Chapada, Matto Grosso, Brazil, made by Mr. Herbert H., Smith » (Bull. Am. Mus. N. H., vol. III, pp. 337-380; IV, pp. 331-350; V, pp. 107-158). Finalmente il Dr. Borelli visitò Corumbà nel Matto Grosso per pochi giorni nel settembre del 1893, vi raccolse pochi uccelli e questi furono menzionati nel mio lavoro « Uccelli raccolti nel Paraguay, nel Matto Grosso, nel Tucuman e nella Provincia di Salta » (Bol. Mus. Torino, No. 208, pp. 1-24). Non credo che altre ricerche ornitologiche, oltre alle menzionate, siano state fatte nel Matto Grosso. ll Dr. Borelli, desideroso di estendere le sue ricerche nella vasta pro- vincia del Matto Grosso, vi si recava nel 1899, ma pur troppo la influenza della malaria lo costrinse dopo pochi mesi ad abbandonare l’impresa. La sua permanenza in quella regione durò soltanto dal ‘luglio alla metà di settembre. Egli si stabilì poco lungi da Corumbà, sulla frontiera della Bolivia, ad Urucum (l), ma si fermò pure per qualche tempo a Carandasinho ed a Corumbà. Gli uccelli da lui raccolti sono in numero di 250 appartenenti a 116 specie; di queste una era nuova, la PyrrRura hypoxantha, bellissima specie già da me descritta, inoltre sono nuove pel Matto Grosso le se- guenti 18 specie: 1. Turdus rufiventris. 10. Conurus nenday. 2. Tachycineta albiventris. 11. Pyrrhura moltinae. 3. Euphonia nigricollis. 12. » hypoxantha. 4, Amblyrhamphus holosericeus. 13. Myiopsîtlacus monachus. 5. Molothrus bonariensis. 14. Pionus maximiliani. 6. Euscartmus margaritaceiventer. 15. Asîo stygius. 7. Synallaxis whiteî. 16. Columba picazuro. 8. Xiphocolaptes castaneus. 17. Heteropygia maculata. 9. Formicivora strigitata. 18. Nettion torqualum. 1. Wurdus rufiventris, Vieill. a (78) 9 Urucum « Becco bruno; iride castagna; piedi grigio-bruni » (B.). Specie nuova per il Matto ‘rosso, (1) Urucum è una fazenda, proprietà del cav. Massimiliano Carcano, console italiano a Corumbà; essa si trova sul versante orientale di un gruppo di colline, che non oltrepassano 200 metri di altezza, circa a 18 chilometri a S. O. di Co- rumbà. FEB 18 1901 2. Turdus albiventer, Spix; Allen, Bull. Am. Mus. N. H. 1, p. 841 (Matto Grosso). a (114) 9 ad. Urucum « Becco grigio; iride bruna; piedi color nocciuola » (B.). 3. Campylorhynchus unicolor, Lafr.; Pelz. Orn. Bras. p. 49 (Cu- yaba); Allen, l. c. INI, p. 343 (near Corumba). — Opeziorhynchus cinerascens, Natt. Cat. Ms. fide Pelz. l. c. a, 6 (173, 174) 9? Urucum « Becco grigio-corneo; iride color arancio; piedi grigio-chiaro (B.). 4. Troglodytes musculus, Naum.; Allen, 1. c. p. 343 (Matto Grosso). a (131) — Urucum « Becco grigio-nero, inferiormente carnicino; iride castagno; piedi grigio-nocciola » (B.). — (198) { Urucum « Becco bruno- nero, inferiormente carnicino; iride bruna; piedi grigio-bruni » (B.). 5. Thryophilus rufiventris (Natt.); Sharpe, Cat. B. Brit. Mus. vI, p. 209 (nota) (ex Natterer). — Thryothorus rufiventris, Natt. Cat. Ms. in Mus. Vindob. — Thryothorus galbraithi, Pelz. (nec Lawr.) Orn. Bras. p. 47 (Goiaz et Cuyaba) (1870). — Thryophilus galbraithi, Allen. Bull. Am, Mus. N. H. n, p. 343 (Chapada). a, d (55, 56) 7g Urucum « Becco grigio-scuro, inferiormente perlaceo; iride bruna; piedi grigio-plumbei » (B.). — € (197) 9 Urucum « Becco nero, inferiormente bianco sudicio; iride bruna; piedi grigi » (B.). 6. Anthus rufus (Gm.); Allen, ]. c. p. 344 (Corumba). a, 6 (228, 257) 93° « Becco grigio-scuro, inferiormente chiaro; iride bruna; piedi gialli » (B.). 7. Basileuterus hypoleucus, Cab. Mus. Berol. unde Bp. Consp. 1, p. 313 (Brasil); Pelz. Orn. Bras. p. 72; Allen, l. c. p. 344 (Matto Grosso). — Tyrannulus pyrrhocephalus, Natter., Cat. Ms. teste Pelz. l. c. a, b (154, 155) 99 Urucum « Becco nocciola; iride bruna; piedi gialli » (B.). — c, d (178. 179) 79 Urucum » Becco bruno-nero, inferiormente nocciola; iride bruna; piedi giallognoli » (B.). 8. Basileuterus flaveolus (Baird ); Scl. et Salv. Nom. Av. Neotr. p. 10, n. 21 (Brasilia) (1873); Sharpe, Cat. B. x, p. 380 (Brazil); Allen, l. c. p. 345 (Matto Grosso). — Myiothlypis flaveolus, Baird, Rev. Am. B. p. 252 (Paraguay) (1865); Pelz. Orn. Bras. p. 72 (Brasile, Matogrosso) (1871). — Muscicapa sy1- viella, Natter. Cat. Ms. teste Pelz, l. c. a, bd (74, 93) 9g Urucum » Becco nero, o nero-bruno; iride castagna; piedi gialli » (B.). % La sinonimia di questa specie data dallo Sharpe è incompleta ed ine- satta. 9. Cyclorhis viridis (Vieill.); Allen, Bull. Am. Mus. N. H. 11, pp. 123- 135 (1889); III, p. 346 (Matto Grosso). a (202) 9 Corumbà « Becco nocciola, inferiormente grigio-perlaceo; iride giallo-arancio; piedi grigio-perla » (B.). 10. Tachycineta albiventris (Bodd.). a (240) Y° Carandasinho « Becco e piedi neri; iride bruna » (B.). Specie nuova pel Matto Grosso. 11. Dacnis speciosa (Max); Allen, 1. c. p. 346 (Chapada and Corumba). a (252) J' imm. Carandasinho « Becco e piedi grigi; iride bruna » (2). cis Esemplare in abito di transizione, con molte piume verdognole sulle parti superiori, residuo dell’abito giovanile. 12. Euphonia nigricollis (Vieill.). À a (34) 3° Urucum « Becco grigio-nero; iride castagna; piedi grigio- plumbei » (B.). Specie nuova pel Matto Grosso. 13. Euphonia violaceicollis (Cab.). — Euphonia ehlorotica viola- ceîcotlis, Allen, 1. c. p. 350 (Matto Grosso). a (269) g° Carandasinho « Becco grigio-plumbeo col culmine nero; iride bruna; piedi grigio-plumbei » (B.). 14. Tanagra sayaca (Linn.); Allen, l. c. p. 354 (Matto Grosso). a (182) 9 Urucum « Becco e piedi grigio-plumbei; iride bruna » (B.). 15. Eucometis albicollis (Lafr. et D’Orb.); Allen, 1. c. p. 358 (Matto Grosso). a (45) 9, db, c (46, 177) 33 Urucum « Becco bruno corneo, inferiormente bianco; iride grigia; piedi carnicini » (B.). La femmina, apparentemente più adulta dei maschi, ha il pileo ed il ciuffo di color grigio, laddove i secondi hanno il pileo ed il ciuffo più o meno di color giallognolo; il primo maschio, più giovane di tutti, ha anche la gola tinta di giallo. 16. Arremon poliomotus, Bp.; Allen, l. c. p. 278 (Matto Grosso). a (130) ? Urucum « Becco aranciato col culmine nero; iride castagna ; piedi grigio nocciola » (B.). — (201) 9, c (207) g' ad. Corumbà « Becco giallo-ranciato, superiormente nero; iride bruna; piedi grigio-nocciola » (B). Le femmine sono più piccole del maschio ed hanno il color cenerino del dorso lievemente tinto di olivaceo. 17. Saltator, caerulescens, Vieill; Salvad. Boll. Mus. Tor. No. 208, p. 4 (Corumbà). a, b (254, 255) J9 ad. Carandasinho « Becco grigio-ferreo; iride bruna; piedi grigio-plumbeo » (B.). — € (180) gX° Urucum « Becco grigio-ferreo; iride bruna; piedi grigio-corneo » (B.). Questo esemplare differisce dai due precedenti per avere una lievis- sima tinta olivacea sul dorso e sui margini delle cuopritrici delle ali. d (188) ? Urucum « Becco giallo, colla base e col culmine grigi e coi lati grigi scuri; iride bruna; piedi grigio-nocciola » (B.). L'ultimo esemplare ha il dorso e le ali tinte di color verde-oliva e forse appartiene al S. s77227/îs, ma ha le parti inferiori fulve quasi come negli esemplari precedenti. 18. Saltator aurantiirostris, Vieill. 2? a (206) 9 Corumbà « Becco giallo superiormente giallo-bruno; iride bruna; piedi grigi » (B). Non trovo questa specie annoverata fra quelle del Matto Grosso. L’Allen menziona una serie di 46 esemplari dell’affine S. atricollis. 19. Guiraca eyanea (Linn.); Allen, 1. c. p. 368 (Chapada). a (139) 7 juv. Urucum « Becco grigio-corneo; iride bruna; piedi grigi » (B.). Re. PRE Simile alle femmine, ma con alcune piume azzurre sulla fronte e sulle gote; il groppone ed il sopraccoda sono di color rosso-cannella ben di- stinto dal color bruno del dorso. 20. Spermophila sp. a, b (106, 144) g9 (juvenes?) Urucum « Becco grigio-ferreo; iride bruna; piedi neri, o grigio-neri » (B.). 21. Spermophila melanocephala (Vieill.). — Sporophila melano- cephala, Allen, 1. c. p. 368 (Corumbà). a, db, e (215, 216, 235) gg ad. Carandasinho « Becco e piedi neri; iride bruna » (B.). — d (88) gJ' (an pot. 9?) Urucum « Becco grigio-nero; iride castagna; piedi grigi » (B.). L'esemplare che a me sembra femmina (gli individui di questo sesso non sono stati descritti) ha la testa ed il dorso di color bruno-olivaceo, il groppone rossigno cannella, la gola bianchiccia, ed il resto delle parti _. inferiori fulvo, le ali nericcie con traccia di specchio bianchiccio alla base delle remiganti 3*-6°, le cuopritrici delle ali cogli apici fulvicci, più larghi all’apice delle mediane e la coda bruniccia. 22. Spermophila hypoxantha (Cab.). a (141) J' ad., è (165) 9 ad., c (89) g) juv., d (95) g' imm, e (166) 9, f (200) g' juv. Urucum « Becco bruneo-corneo, giallo inferiormente; iride bruna; piedi neri, o grigii scuri » (B.). — g-j ‘236) g imm., (237, 238) JT juv., (239) Y° imm. Carandasinho. I primi due esemplari, che sembrano adulti, avendo il groppone di color rossigno cannella, somigliano alquanto alla S. minuta, dalla quale dif- feriscono pel colore rossigno cannella del groppone e delle parti inferiori molto più pallido e pel colore delle gote rossigne come le parti inferiori; i giovani e gli esemplari immaturi hanno le parti inferiori più chiare, e traccie più o meno distinte del colore rossigno del groppone. 23. Spermophila caerulescens (Vieill.). — Sporophila caerulescens, Allen, l. c. p. 368 (Matto Grosso). a (87) g' (an pot. 9?), è (107) 9 Urucum « Becco grigio-nero; iride ca- stagna; piedi grigio-corneo » (B.). I due esemplari, simili fra loro, hanno le parti superiori di color grigio- olivaceo uniforme, e le inferiori più chiare, grigio-olivacee sui lati, bianchiccie lungo il mezzo. 24. Volatinia jacarini (Linn.); Allen, 1. c. p. 369 (Matto Grosso). a (167) g ad, 6 (85) g in muta, c (108) 9 Urucum « Becco grigio-nero, inferiormente chiaro; iride castagna, o bruna; piedi grigio-plumbei » (2.). Cuopritrici inferiori delle ali bianche nei maschi. 25. Coryphospingus cucullatus (Miill.); Allen, 1. e. p.370 (Chapada). a,b (70, 71) TY Urucum « Becco grigio-nero; iride castagna; piedi grigio- neri » (B.). 26. Porphyrospiza cacrulescens (Wied.); Allen, Bull. Am. Mus, N. H. 11, pp. 140, 225; IT, p. 871 (Chapada). a (68) J}, bd, c, d (69, 86, 143) 99 Urucum « Becco grigio, o grigio-nero, inferiormente carnicino; iride castagna; piedi grigio-carnicini » (B.). 27. Ammodromus manimbe (Licht.); Allen, l. c. p. 374 (Chapada). a-d (221, 227, 248, 258) gg Carandasinho « Becco grigio-scuro, inferior- mente chiaro; iride grigio-bruna, o bruna; piedi carnicini » (B.). — e (145) 9 Urucum « Becco superiormente grigio-nero, inferiormente chiaro; iride bruna; piedi grigio-carnicini » (B.). 28. Sycalis pelzelni, Scl.; Allen, l. c. p. 375 (Cuyaba\. a (142) 9 Urucum « Becco grigio-bruno; iride bruna; piedi nocciola » (B ) — (259) 9 Carandasinho « Becco e piedi grigi; iride bruna » (B.). 29. Ostinops decumanus (Pall.); Allen, 1. c p. 376 (Chapada). a (25) 53° Urucum « Becco bianco corneo, iride grigia-azzurrognola; piedi neri. Si nutre di frutta » (B.). 30. Ambliyrhamphus holosericeus (Scop.). a (241) gY° Carandasinho « Becco e piedi neri; iride bruna » (B.). Specie nuova pel Matto Grosso. 31. Molothrus bonariensis (Gm.). a (159) g° Urucum « Becco nero; iride castagna; piedi grigio-neri (B.). — b (160) 9 Urucum « Becco nero; iride bruna; piedi grigio-ferreo » (B.). La femmina è di color nericcio bruno. Specie nuova pel Matto Grosso. Ad onta della estrema somiglianza del maschio con altri del Brasile e de Rio della Plata, non sono al tutto certo che gli esemplari suddetti ap- partengano alla specie indicata; il maschio ha il becco più robusto, e le piume del corpo con riflessi più azzurrognoli. La femmina è di colore nericcio quasi uniforme. 32. Fluvicola albiventris (Spix); Allen, 1. c. Iv, p. 332 (Corumbòà). a (273) gJ° Carandasinho « Becco e piedi neri; iride bruna » {B.). 33. Arundinicola ieucocephala (Linn.); Allen, l.c. p.332 (Corumbà). a (232) g' Carandasinho « Becco nero, inferiormente giallo; iride bruna; piedi neri » (B.). 34. Euscartmus margaritaceiventer (D’Orb. et Lafr.). a (140) g° Urucum « Becco grigio-bruno; iride bruna; piedi nocciola » (B.). — bd (204) Y' Corumbà. Esemplari simili ad altri di S. Francisco nella provincia di Jujuy e di Caiza nel Chaco Boliviano. Specie nuova pel Matto Grosso. 35. Rhynchocyclus sulphurescens (Spix); Allen, l. c. p. 337 (Matto Grosso). a-e (82, 193, 194, 195, 196) 7g; f, 9 (42, 105) 99 Urucum « Becco nero, inferiormente bianchiccio, o carnicino; iride bruna; piedi nero-bruni, grigio- nero, o grigio-plumbei » (B.). 3 I primi due esemplari e l’uitimo sono notevolmente più piccoli degli altri. 36. Megarhynchus pitangua (Linn.); Allen, l. c. p. 338 (Chapada). a (183) 9 Urucum « Becco nero; iride bianchiccia; piedi neri » (B.). TO PIO E Esemplare senza la macchia verticale nascosta di color arancio e col becco notevolmente grande e largo. 37. Hirundinea bellicosa (Vieill.); Allen, 1. c. p. 458 (Chapada). a, è, c (152, 153, 181) 92 Urucum « Becco nero; iride bianca-grigiastra; piedi grigio scuro » (B.). 5 38. Pyrocephalus rubineus (Bodd.); Allen, l. c. p. 338 (Chapada). a (90) g' juv. Urucum. — bd, c (239, 230) Tg juv. Carandasinho. — d (212) g' ad. Carandasinho « Becco e piedi neri; iride bruna » (B.). 39. Myiobius naevius (Bodd.); Allen, l.c. p. 340 (Matto Grosso). a (75) J° Urucum « Becco bruno-nero, inferiormente chiaro; iride castagna; piedi neri « (B.). Macchia verticale gialla. 40. Empidonax bimaculatus (D’Orb. et Lafr.); Allen, l. c. p. 341 (Matto Grosso). A (119) Y° Urucum « Becco bruno-nero colla base della mandibola infe- riore bianchiccia; iride bruna; piedi oscuri » (B.). 41. Myiarchus tyrannulus (Mill.); Allen, l. c. p 342 (Chapada). a (83) 9, 6 (161) Y Urucum « Becco bruno-nero, o nero; iride castagna, o bruna; piedi neri » (B.). 42. Casiornis rubra (Vieill.); Allen, l. c. v, p. 110 (Matto Grosso). a, b (103, 104) J9, c, d (191, 192) ?g' Urucum « Becco bruno-nero colla base della mandibola inferiore chiara; iride bruna; piedi neri » (B.). 43. Symallaxis whitei, Scl. Ibis, 1881, p. 600, pl. xvi, f. 2 (Rep. Arg.). a (109) 9, 6 (118) Y' Urucum « Becco nero; iride bruna; piedi gialli o nocciola » (B.). I due esemplari sono simili in tutto ad altri di S. Lorenzo nella Re- publica Argentina. Questa specie è nuova pel Matto Grosso. 44, Symallaxis albilora, Pelz.; id. Orn. Bras. p. 87 (Matto Grosso). a (39) Urucum « Becco superiormente nero, inferiormente chiaro; iride castagna; piedi grigi » (B.). 45. Synallaxis phryganophila (Vieill.); Pelz. Orn. Bras. p. 36 (Cu- Jaba). a (222) g° Carandasinho « Becco grigio-nero; iride bruna; piedi plumbei » (B.). 46. Phacelodomus rufipennis, Scl.; id. Cat. B. xv, p. 83, specim. d (Chapada). a (171) f Urucum « Becco grigio-scuro; inferiormente perlaceo; iride gialla; piedi grigio-plumbei. Aveva il nido sopra un tronco di palma » (5.). L’esemplare suddetto somiglia in tutto ad un altro del Museo di Torino, d’incerta località, che a me sembra riferibile alla specie indicata. La figura data dallo Sclater (Cat. B. xv, p. 83, pl. v) non è molto felice. 47. Homorus cristatus (Spix); Scl. Cat. B. xv, p. 86 (Corumba); Allen, l. c. p. 113 (Corumba). a, b (225, 226) 9g Carandasinho « Becco e piedi grigi; iride gialla » (B.). — 8 — Ambedue gli esemplari hanno il pileo od il ciuffo distintamente di color grigio-bruniccio, diverso dal colore rosso-cannella del resto delle piume; questa cosa non è indicata nella descrizione dello Sclater. 48. Xenops rutilus, Licht.; Allen, l. c. p. 113 (Chapada). a (97) J° Urucum « Becco grigio, inferiormente perlaceo; iride castagna; piedi grigio-plumbei » (B.). 49. Sittasomus chapadensis, Ridgw. Pr. U. S. Nat. Mus. xiv, pp. 508, 509 (1891); Allen, Bull. Am. Mus. N. H. v, p. 113 (1893). — Siftosomus erithacus, Salvad. (nec Licht.) Boll. Mus. Tor. No. 208, p. 12 (Colonia Risso) (1895); No. 292, p. 20 (San Francisco, San Lorenzo, Tala) (1897). a (98) g’, è (117) 9, c (157) Y Urucum « Becco grigio; iride castagna; piedi grigio scuro o plumbeo « (B.). Gli esemplari suddetti senza dubbio corrispondono colla descrizione del S. chapadensis, avendo le parti inferiori di colore olivaceo-grigiastro, senza tinta giallognola, e la fascia giallo-rossigna sulla faccia inferiore delle remiganti a contorni non nettamente definiti come nel S. erfthacus. 50. Xiphocolaptes castaneus, Ridgw. — Xiphocolaptes major ca- staneus, Ridgw., Pr. U. S. Nat. Mus. xII, p. 16 (1889) (Pedra Blanca, Bolivia). a (67) 9 Urucum « Becco grigio colla punta nera; iride castagna; piedi grigio plumbeo » (B.). Questo esemplare differisce dagli esemplari dello X. 22aj0r del Paraguay e della Republica Argentina per avere la testa ed il collo di color ca- stagno più vivo, quasi uniforme col colore castagno delle altre parti. Specie nuova pel Matto Grosso. 51. Picolaptes bivittatus (Licht.); Allen, 1. c. p. 114 (Pedra Blanca, Bolivia, Corumba, Chapada); Salvad. Boll. Mus. Tor. No. 208, p. 13 (Corumba). a-c (58, 112, 146) 9? Urucum « Becco bianco-roseo grigio, o carnicino colla base grigia, o grigio-corneo chiaro; iride castagna, o bruna; piedi grigio- plumbei, o grigio scuro » (B.). Nessuno dei tre esemplari ha le parti inferiori di color cannella chiaro; esse sono bianchiccie tinte di grigiastro sull’addome, che presenta inoltre strie longitudinali bianchiccie lungo il mezzo delle piume. 52. Xiphorhynchus rufodorsalis, Chapman, Bull. Am. Mus, N. H. 1!, p. 160 (1889) (Corumbà, Matto Grosso); Allen, op. cit. v, p. 114 (Co- rumbà). a (176) 9 Urucum « Becco corneo (rossigno nella pelle secca); iride bruna; piedi grigio-plumbei ». — è (203) 9 Corumbà « Becco bruno-rossiccio coll’apice grigio; iride bruna; piedi grigi » (B.) — c (246) {7 Carandasinho « Becco giallo rossigno; iride bruna; piedi grigi » (2.). i Questa specie non fu identificata dallo Sclater nel « Catalogue of Birds » e se ne conosceva finora soltanto un esemplare, il tipo. 53. Dendrocolaptes pallescens, Pelz. Orn. Bras. p. 43 (Engenho de Gama, Matto Grosso); Allen, l. c. p. 115 (Pedra Blanca, Bolivia). a (156) 7 Urucum « Becco grigio-corneo; iride castagna; piedi grigio- plumbei » (2.). Simile agli esemplari di San Francisco, di Caiza e di San Lorenzo, raccolti precedentemente dal Dr. Borelli. 54. Thamnophilus stieturus, Pelz. Orn. Bras. pp. 76, 144 (Engenho de Gama) (1870): Scl. Cat. B. p. xv, p. 180. — Thamnophilus ambiguus, Scl. (part.) Cat. B. xv, pp. 201, 202, specim. A, é (Chapada) (1890); Allen (nec Sw.), 1. c. p. 115 (Chapada) (1893). a. db (35, 76) SS Urucum « Becco grigio-nero, inferiormente perlaceo; iride grigia, piedi grigio-plumbei » (B.). — c (208) g° Corumbà. — d-h (53, 54, 81, 110, 172) 92 Urucum « Becco grigio-plumbeo, inferiormente perlaceo; iride grigia; piedi grigio-plumbeo » (B.). L’Alien aveva già fatto notare che gli esemplari del Matto Grosso differiscono da quelli tipici del 7. ambiguus; a me sembra che i primi appartengano al 7. sticlurus, Pelz., che fu descritto sopra esemplari di Engenho de Gama, che si trova appunto nel Matto Grosso. I maschi soprannoverati sono più piccoli del 7. ambdiguus, hanno le parti inferiori più bianchiccie, e non tutte le timoniere macchiate di .bianco nel mezzo di ambedue i vessilli, 724 sol/lanto te tre timoniere esterne le quali hanno una macchia nel mezzo del vessillo esterno. 55. Thamnophilus radiatus, Vieill.; Allen, 1. c. p. 115 (Matto Grosso). a, b, c(36, 51, 111) gg ad. Urucum « Becco grigio-nero, o grigio plumbeo, inferiormente perlaceo; iride grigiastra; piedi grigio-plumbei » (B.). — d (52) 9 Urucum « Becco grigio ferreo, inferiormente chiaro ; iride bianco-grigiastra; piedi grigio-plumbei » (B.). 56. Formicivora strigilata (Max). (127) J, d, c (120, 128) 99 Urucum « Becco grigio bruno, o nero; iride bruna; piedi grigio-nocciola » (B.). Gli esemplari suddetti sono alquanto più piccoli di un maschio di San Lorenzo nella provincia di Jujuy (Republica Argentina). DS Questa specie è nuova pel Matto Grosso. 57. Formicivora rufatra (D’Orb. et Latr.); Scl. Cat. B. xv, pp. 250, 257, specim. g, h (Chapada). — Formicivora rufa (Wied); Allen, l. c. p. 121 (Chapada). a, db (TT, 116) 7g Urucum « Becco nero; iride din piedi grigio- plumbeo » (B.). 58. Pyviglena atra (Sw.); Scl. Cat. B. xv, p. 270, specim. g (Engenho de Gama). — Pyriglena maura, Ménétr.; Pelz. Orn. Bras.; ; p. 85 (Engenho de Gama, Matto Grosso). a (38) 7° Urucum « Becco e piedi neri; iride rossiccio » (B.). — db, € (78, 190) 9g Urucum « Becco nero, inferiormente corneo chiaro; iride rossa; piedi grigio neri » (B.). 59. Phaetornis pretrei (Less. et Delattre); Allen, l. c. p. 122 (Cha- pada). a (150) 9 Urucum « Becco nero; iride castagna; piedi grigi » (B.). 60. Heliomaster furcifer (Shaw); Allen, l. c. p. 123 (Chapada). a (72) J Urucum « Becco nero; iride castagna; piedi grigio-ferreo » (2.). Ù E° 10022 61. Thalurania eriphile (Less.); Pelz. Orn. Bras. p. 30 (Matto Grosso); Salv. Cat. B. xvI, p. 80 (Chapada); Allen, l. c. p. 123 (Chapada). a (199) 9 Urucum « Becco nero; iride bruna; piedi grigio carnicini » (B.). 62. Chlorostilbon pucherani (Bourc.); Allen, 1. c. p. 123 (Chapada). a (132) y Urucum « Becco rosso mattone coll’apice nero; iride castagna; piedi grigio-ferreo » (£.). 63. Podager nacunda (Vieill.); Allen, l. c. p. 125 (Chapada). a (224) 5" Carandasinho « Becco nero all’apice, rossiccio alla base ; iride gialla; piedi grigi » (B.). 64. Miomotus subrufescens, Scl.; Sharpe, Cat B. xvII, p. 321, pl. x, f. 1, specim. s-z (Chapada). — Momotus momota subrufescens, Allen, l. c. p. 125 (Chapada) (1893). di a (189) 9 Urucum <« Becco nero; iride bruna; piedi bruno-neri » (B.). Nessuna traccia di castagno nascosto dalle piume azzurre dell’occipite ; colore rossigno delle parti inferiori decisamente tinto di verde. 65. Trogon varfegatus, Spix; Allen, l. c. p. 129 (Chapada). a (125) g Urucum « Becco verde pomo; iride bruna, palpebre orlate di giallo; piedi grigio-plumbei » (B.). — 6 (126) 9 Urucum « Becco grigio-chiaro verdognolo col culmine grigio; iride bruna; palpebre orlate di bianco; piedi grigio-plumbei » (B.). 66. Chrysoptilus icteromelas (Vieill.); Allen, l. c. p. 129 (Matto Grosso); Hargitt, Cat. B. xvII, p. 114 (Matto Grosso). a (218) g° Carandasinho « Becco grigio-ferro; iride castagno rossiccio; piedi grigi » (B.). 67. Chloronerpes chrysochlorus (Vieill.); Pelz. Orn. Bras. p. 248 (Cuyaba); Allen, l. c. p. 129 (Corumbà). a (205) Y Corumbà « Becco grigio-scuro; iride bianchiccia; piedi grigi » (B.). Specie rara nelle collezioni. 638. Eleopicus olivinus (Malh.). — Campias olirinus, Pelz. Orn. Bras. p. 246 (Matto Grosso). — Dendrobates olivinus, Hargitt, Cat. B. xVIII, p. 356 (Matto Grosso); Allen, l. c. p. 130 (Matto Grosso). a, d, c (63, 121, 122) YJ, d (123) 9 Urucum « Becco e piedi grigio plumbei; iride castagna » (B). — e, f(219, 220) 79 Carandasinho « Becco e piedi grigi; iride bruna » (B.). Gli esemplari suddetti hanno il dorso più uniforme di quelli del Chaco Boliviano e di San Lorenzo raccolti precedentemente dallo stesso Borelli. 69. Celeus lugubris (Malh.); Pelz. Orn. Bras. p. 250 (Matto Grosso); Hargitt, Cat. B. xvi, p. 424 (Matto Grosso); Allen, l. c. p. 130 (Bolivia, Chapada). a-d (27, 28, 64 147) gg, e (148) 9 Urucum « Becco grigio-piombo; iride bruna, o rosso-bruna; piedi grigio-ferro » (B.) La femmina ha il sopraccoda castagno senza fascie trasversali nere; anche il maschio c ha il sopraccoda con poche macchie nere; invece gli altri tre esemplari hanno le piume del sopraccoda con fascie alterne nere e castagne, quasi ugualmente larghe. Po) VS Gli esemplari suddetti sono notevoli per la poca estensione della parte bianchiccia giallognola della gola. 70. Campophilus melanoleucus (Gm.); Pelz. Orn. Bras. p. 242 (Matto Grosso); Allen, l. c. p. 131 (Chapada). a (62), è (61) 9 Urucum « Becco bianco nel maschio, grigio-perla nella femmina; iride giallo-paglia; piedi grigio-ferreo » (25.). 71. Picumnus sp. a, 6 (50, 95) 9L Urucum « Becco grigio-scuro; iride bruna; piedi grigio» ferreo » (B.). I due esemplari, simili fra loro, hanno le parti superiori brune con macchie bianchiccie all'apice delle piume, il pileo nero con piccole mac- chie bianche, e le parti inferiori bianche con i margini delle piume nericci. Io non sono riescito ad identificarli. Nel Matto Grosso si trova il Picumnus guttifer, Sundev., ma esso ha la gola nera, con macchie bianche. 72. Pteroglossus eastanotis, Gould; Scl. Cat. B. xIX, p. 140 (Matto Grosso); Allen, Bull. Am. Mus. N. H. v, p. 132 (Matto Grosso). a (184) Y'° Urucum. — 5, c (251, 253) Yg Carandasinho « Becco giallo, nero, bruno e rosso; iride bianca (?); piedi grigio-verdognolo » (2B.). 73. Galbula rufoviridis, Cab.; Scl. Cat. B. xix, p. 165 (Chapada); Allen, l. c. p. 133 (Chapada). — Galbula maculicauda, Scl.; Pelz. Orn. Bras. p. 24 (Matto Grosso). a, b (29, 30) 7g Urucum « Becco nero; iride castagna; piedi grigio-car- nicini » (B.). — c, d (47, 94) Y9 Urucum s Becco nero; iride castagna; piedi giallognoli » (B.). 74. Bucco striatipectus, Scl.; id. Mon. Jac. and Puff-birds, p. 101, pl. xxxll. — Bucco maculatus striatipectus, Allen, Bull. Am. Mus. N. H. v, p. 134 (Matto Grosso). a (80) £ Urucum « Becco rosso col culmine bruno; iride bianca; piedi grigio-plumbei » (B.). 75. Monasa nigrifrons (Spix); Scl. Cat. B. x1x, p. 206 (Chapada, Matto Grosso); Allen, Bvll. Am. Mus N. H. v, p 135 (Matto Grosso). a (268) g° Carandasinho « Becco rosso corallo; iride bruna; piedi grigio- plumbeo » (B.). 76. Diplopterus naevius (Linn.); Allen, Bull. Am. Mus. N. H. v, p. 140 (Matto Grosso). a (84) g° ad. Urucum « Becco grigio-giallognolo col culmine nero; iride castagna; piedi grigio-perla » (B.). 77. Ara auricollis (Cass.); Salvad. Cat. B. xx, p. 165; Allen, Bull. Am. Mus. N. H. v, p. 140 (Matto Grosso). a (40) g Urucum « Becco grigio-ferreo; iride ranciata; piedi carnicini » (B.). 78. Conurus nenday (Vieill.); Salvad. Cat. B. xx, p. 179. a, d (231, 233) JJ, c, d (232, 234) 99 Carandasinho « Becco nero; piedi carnicini; iride bruno-rossiccia » (B.). Ù . . . . . . . . Le femmine non differiscono sensibilmente dai maschi, ma tutti diffe- e 902 riscono da un esemplare del Paraguay, conservato nel Museo di Torino, per le dimensioni notevolmente minori; lunghezza dell’ala nei primi mill. 1'75-165, nell’esemplare del Paraguay mill. 187. Questa specie non è comune nei Musei ed è nuova pel Matto Grosso. 79. Pyrrhura molinae (M. et S.); Salvad. Cat. B. xx, p. 225; Allen, Bull. Am. Mus. N. H. v, p. 141 (Piedra Blanca, Bolivia) (1893). a, d (31, 32) gg, c (60) 9? Urucum « Becco e piedi grigio-ferreo; iride castagna; palpebre bianche » (B.). Simili agli esemplari della Bolivia. Specie nuova pel Matto Grosso. 80. Pyrrhura hypoxantha, Salvad. Boll. Mus. Tor. No. 363 (1899). a, d (33, 59) 99 ad. Urucum « Becco e piedi grigio-ferreo; iride castagna; palpebre bianche » (B.). Tipî della specîe, simili fra loro, tuttavia uno ha il petto più viva- mente tinto di rossigno. 81. Myiopsittacus monachus (Bodd.); Salvad. Cat. B. xx, p. 231. a (218) 9 Carandasinho « Becco carnicino; iride bruna; piedi grigi » (B). Esemplare piuttosto piccolo, ma simile nel colorito agli esemplari della Republica Argentina e dell'Uruguay. Specie nuova pel Matto Grosso. 82. Brotogerys chiriri (Vieill.); Allen, Bull. Am. Mus. N. H. v, p. 141 (Chapada) (1893). a, è (24, 23) gq Urucum « Becco e piedi carnicini; iride castagna » (B.). 83. Pionus maximiliami (Kuhl); Salvad. Cat. B. xx, p. 327. a (26) Urucum « Becco grigio-ferreo colla mandibola bianchiccia; iride castagna; piedi grigio-ferreo « ‘B.). Specie non menzionata prima d’ora del Matto Grosso. 84. Glaucidium ferox (Vieill... — Athene ferruginea, Neuw.; Pelz. Orn. Bras. p. 9 (Cuyaba). — ? Athene minulissima, Pelz. 1. c. (Caicara). — Glaucidium phalaenoides, Allen (nec Daud ?) ]. c. p. 141 (Chapada). a, b (223, 247) JJ Carandasinho « Becco giallo-verdognolo; iride gialla; piedi gialli » (B.). I due esemplari non sono al tutto simili; il primo ha le macchie bian. chiccie del pileo più sottili e più lineari, le macchie bianche del dorso meno numerose, le fascie bianche della coda in numero di sei, laddove nel secondo esse sono soltanto cinque, non contando la fascia apicale. Il secondo esemp'are è simile in tutto ad un altro di Tala, nella pro- vincia di Salta (Bol. Mus. Tor., n. 292, p. 28). 85. Asio stygius (Wagl.). a (149) g° Urucum « Becco nero; iride gialla; piedi grigio-ferro » (B.). Specie nuova pel Matto Grosso. 86. Rupornis nattereri (Scl. et Salv.), — Astur magnirostris, Pelz. (nec Gm.) Orn. Bras. p. 6 (Matto Grosso). — Asturina nattereri, Scl. et Salv.; iid. Exot. Orn. p. 173, pl. LxxxvIn. — Rupornis magnirostris nattereri, Allen, l. c. p. 142 (Chapada). DINTX c. S « @(49)3 ad. Urucum « Becco grigio-ferreo, perlaceo alla base; cera gialla; iride bruna; piedi gialli » (B.). Esemplare adulto colla gola bruno-nera come tutta la testa. 6 (170) 3 (an potius 9 ad.?) Urucum « Becco grigio piombo; iride giallo- paglia; piedi gialli » (B.). Esemplare adulto simile al precedente, ma notevolmente più grande e perciò è probabilmente una femmina. e (185) g imm. Urucum « Becco grigio-plumbeo, inferiormente chiaro; cera gialla; iride giallo-paglia; piedi giallo-mais » (B.). Esemplare immaturo colla gola, la fronte e la regione sopraccigliare bianchiecia; esso ha le fascie bruno-rossigne delle parti inferiori più larghe, più irregolari e marginate di nericcio. a (169) J juv. Urucum « Becco grigio-plumbeo: iride giallo-paglia; piedi gialli » (B.). — e (113) 9 juv. Urucum « Becco grigio-plumbeo, perlaceo alla base; cera giallo-chiaro; iride giallo-paglia; piedi giallo-limone » (B). I giovani hanno Ja fronte bianca; anche le piume della testa e del collo sono bianche sui margini, mericcie lungo il mezzo ; le parti in- feriori bianche con fascie scure trasversali; le tibie sono lievemente rossigne; le timoniere hanno le fascie chiare più bianchiccie e meno rossigne : le piume del sopraccoda bianchiccie hanno macchie brune trasversali, e non vere fascie come negli adulti. L'esemplare figurato dallo Sclater e dal Salvin non era al tutto adulto, giacchè non aveva la gola nericcia, ma rossigna e le fascie trasversali dell'addome troppo larghe e meno numerose, come avviene negli esem- plari immaturi. 87. Heterospizìias meridionalis (Lath.); Allen, l. c. p. 145 (Cha- pada). — Urubitinga meridionatis, Pelz. Orn. Bras, p. 2 (Cuyabà). a (168) J' ad. Urucum « Becco grigio-ferreo; iride gialla; piedi giallo mais » (R.). 88. Urubitinga zonura (Shaw). — Uruditinga brasiliensis (Briss.); Pelz. Orn. Bras. p. 2 (Matto Grosso). a (274) ad. Urucum. Avuto in pelle dal sig. Carcano, residente ad Urucum. 89. Herpetotheres cachinnans (Linn.); Pelz. Orn. Bras. p. 7 (Cai- cara, Matto Grosso). a (175) £juv. Urucum « Becco grigio-scuro azzurrognolo, colla base gialla; iride e piedi giallo-chiaro » (B.). 90. Accipiter sp. a (162) J juv. Urucum « Becco grigio-ferro; iride giallo paglia; piedi giallo limone « (B.). Esemplare giovane di difficile determinazione, notevole per avere le parti inferiori bianche, con grandi macchie nere a goccia sul petto; il sottocoda è immaculato; le tibie rossigne, con macchie a fascie trasver- MPA i sali di colore rugginoso. Forse l'esemplare appartiene all’A. 9uttatus (Vieill.). 91. Micrastur ruficollis (Vieill.)?; Allen, l. c. p. 147 (Chapada). a (163) 9 (jun.?\ Urucum « Becco grigio-ferreo, base e cera gialla; iride giallo-paglia; palpebre giallo-limone; piedi giallo-mais » (B.). L'abito che riveste l'esemplare annoverato non mi sembra che sia stato descritto; esso ricorda alquanto quello del Fa/co leucauchen, Temm. PI. Col. 306, e somiglia pure ad un esemplare del Museo di Torino, che concorda abbastanza bene con quella figura; ambedue hanno la fascia sopraccigliare bianca che si continua nel collare nucale pure bianco; am- bedue hanno le parti inferiori bianche con fascie brune trasversali rade sul fondo bianco; la gola è bianca senza fascie, ma nell’esemplare del Museo di Torino una fascia bianca semilunare si estende dalla gola bianca sui lati della testa circondando le gete e le piume auricolari brune; le parti superiori sono brune, ma mentre nell’esemplare della collezione Borelli /uz/e le parti superiori ad eccezione del pileo presentano macchie trasversali bianche disposte a modo di fascie, nell’esemplare del Museo di Torino soltanto le ali presentano traccie di macchie, o fascie rossigne. 92, Gampsonyx swaimsoni, Vigors.; Pelz. Orn. Bras. p. 6 (Matto Grosso); Allen, l. c. p. 148 (Chapada). a (48) 9 Urucum « Becco grigio-nero; iride rosso-bruna; piedi giallo-zol- fino » (B.). 93. Milvago chimachima (Vieill.); Allen, 1. c. p. 148 (Chapada). a (158) g Urucum « Becco perlaceo; iride giallo-paglia; piedi grigio- verdognolo chiaro » (B.). 94, Gypagus papa (Linn.); Allen, l.c. p.148(Chapada).— Sarcorlamphus papa, Pelz. Orn. Bras p. 1 (Matto Grosso). a (41) 9 ad. Urucum « Becco ranciato, nero alla base; iride bianca; piedi grigi; cresta gialla alla base, ranciata verso l’apice; testa con peli neri sul fondo della pelle cinabro e rosso ranciato; collo giallo, ranciato anteriormente, posteriormente giallo zolfo che passa nel ranciato vivo quasi color fiamma; base della testa bianchiccia con peli neri » (B.). 95. Columba picazuro, Temm.; Salvad. Cat. B. xxI, p. 271. a (99)g Urucum « Becco grigio: iride ranciata; piedi rosso-carmino » (B.). Specie nuova pel Matto Grosso. 96. Zenaida auriculata (Des Murs); Salvad. Cat. B. xxI, pp. 384-387, specim. /, %, v (Matto Grosso) (1893). 1 (183) 9 Juv. Urucum « Becco nero; iride bruna; piedi rosso-carmino » (B.). 97. Chamaepelia talpacoti (Temm.); Salvad. Cat. B. xxI, pp. 485-487, specim x-x (Chapada). — Columbigallina talpacoti, Allen, Bull. Am. Mus. N. H. v, p. 149 (Matto Grosso). a, db, c (37, 133, 134) gg}, d-g (65, 135, 136, 137) 9? Urucum « Becco grigio-scuro; iride ranciata, o gialla; piedi carnicini » (8B.). 98. Peristera cinerea Temm.); Allen, Bull. Am. Mus. N. H. v, p. 149 (Matto Grosso) (1893); Salvad. Cat. B. xxI; pp. 491-493 (Chapada) (1898). | VIE ngn". A, d(249, 250) J'9, c-g (260, 261, 262, 263, 264) Yg Garandasinho « Becco grigio-chiaro leggermente verdognolo; iride ranciata; piedi carnicini chiari » (B.). 99. Leptoptila ochroptera (Natter.); Pelz. Orn. Bras p. 278; Salvad. Cat. B. xxI, p. 555 (Chapada, Corumbà) (1893) a (65) 9 Urucum « Becco nero; iride ranciata; piedi rosso-carmino » (B.). In questo esemplare non appare la tinta plumbea sul vertiee, propria degli esemplari tipici. 100. Crax fasciolata, Spix; Grant, Cat. B. xxir, p. 476. — (Crax sclateri, Gray (partim); Pelz. Orn. Bras. p. 287 (Matto Grosso). a (101) g Urucum « Becco giallo, colla parte apicale grigia; iride bruna rossiccia; piedi color nocciola scuro » (B.). — 4 (102. 9 Urucum « Becco grigio ferreo; iride bruna; piedi ranciati » (B.). 101. E'ipile caumanensis (Jacquin)?; Grant, Cat. B. xxII, p. 517 (British, Guiana, Venezuela, Trinidad, Rio Negro, Upper Amazons, United States of . Columbia, Rio Napo, Ecuador, E Peru, Bolivia. Matto Grosso\. —. Penelope nattereri, Rchnb.; Pelz. Orn. Bras. p. 283 (? Villa Maria). — /’enelope grayi, Pelz. l. c. p. 284 (Sangrador, Matto Grosso. a (266) 7 Carandasinho « Becco nero colla base azzurra; pelle nuda della gola bianca-azzurrognola; iride rosso bruna; piedi rosso-cinabro » (B.). L'esemplare suddetto sembra al. tutto adulto; esso ha le lunghe piume bianche del ciuffo collo sfelo nero; la identità specifica degli esemplari siffatti con quelli aventi le piume del ciuffo bianche senza lo stelo nero non mi sembra al tutto certa. 102.'Hetèropyzia maculata (Vieill.). a, 6 (210, 211) 75 Carandasinho « Becco nero, giallognolo alla base, iride bruna, piedi giallo-verdognoli » (B.). Specie nunva pel Matto Grosso. 103. Totanus melanoleucus (Gm.); Pelz. Orn. Bras. p. 308 (Matto Grosso). a (209) 5g" Carandasinho « Becco nero colla base verdognola; iride bruna; piedi gialli » (B.). 104. Totanus fiavipes (Gm.); Pelz. Orn. Bras. p. 309 (Matto Grosso). a (270) 9 Carandasinho « Becco grigio-nero; piedi bruni » (B.). 105. Helodromas solitarius(Wils.); Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 444 (Cha- pada). — Tutanus solitarius, Pelz. Orn. Bras. p. 309 (Matto Grosso); Allen, 1. c. p. 150 (Chapada). ‘a (151) 9 Urucum « Becco grigio-nero, lievemente verdognolo alla base; iride bruna; piedi grigio-verdognoli » (B.). 106. Jonornis martinica (Linn.); Allen, l. c. p. 150 (Chapada). a (265) gY° Carandasinho « Becco giallo-verdognolo colla base rossa, iride bruna; piedi giallo:verdognoli » (B.). 107. Pilherodius pileatus (Bodd.); Allen, l. c. p. 150 (Chapada). — Nyctycorax pileatus, Pelz. Orn. Bras. p. 802 (Matto Grosso). a (245) 9? Carandasinho « Becco cenerino, colla base e parti nude della testa azzurre; iride gialla; piedi grigi » (B.). 2 Ade 108. Cairina mosehata (Linn.); Pelz. Orn. Bras. p. 320 (Caigara); Allen; 1. c. p. 151 (Chapada). a (267) 5° imm. Carandasinho « Becco grigio-scuro con strie bianchiccie; pelle nuda e caruncole rosee; iride bruna-giallognola; piedi grigio-neri » (B.). 109. Dendrocygna discolor, Scl. et Salv. — Dendrocygna autunnalis, Pelz. (nec Linn.) Orn. Bras. p. 320 (Caicara). a, b (217, 214) J9 Carandasinho « Becco rosso mattone, colla base rosea, e coll’apice (unghia) cenerina » (B.). 110. Nettien brasiliense (Gm.). — Querquedula brasiliensis, Pelz. Orn. Bras. p. 320 (Matto Grosso). a (271) 3 ad. Carandasinho « Becco rosso vinoso; iride bruna; piedi rosso scarlatto » (B.). 111. Nettion torquatum (Vieill.). a, d (275, 276) 79 Urucum. Avuti in pelle dal sig. Carcano. Specie nuova pel Matto Grosso. 112. Phaethusa magnirostris (Licht.). — Sfterna magnirostris, Pelz. Orn. Bras. p. 324 (Matto Grosso). a (256) { Carandasinho « Becco giallo; iride bruna; piedi giallo-verdo- gnoli » (B... 113. Sterna superciliaris, Vieill. — Sterna argentea, Neuwied; Pelz. Orn. Bras. p. 325 (Cuyabà). a, b, c (243, 244, 242) gFL Carandasinho « Becco giallo; iride bruna; piedi gialli » (B.). 114. Crypturus parvirestris \Wagl.); Allen, Bull. Am. Mus. N. H. V, pp. 151, 158 (Matto Grosso) (1893); Salvad. Cat. B. xxvtI, p. 526 (Chapada, Matto Grosso) (1894). a (92) g' ad., 6 (79) Y' imm. Urucum « Becco rosso carmino, col culmine grigio, o nero; iride giallo-rossiccia, o bruno-rossiccia; piedi rosso-carmino » (B.). — c (115) gJ' pullus, Urucum « Becco grigio-scuro colla base rossiccia; iride bruna; piedi rosso-carmino grigiastro » (B.). L'esemplare d immaturo ha le cuopritrici medie e maggiori delle ali con macchie subapicali nericcie e col margine apicale bianchiccio. Il pulcino è di color bruno-olivaceo con macchie trasversali nere, ha le cuopritrici delle ali con macchie apicali bianchiccie e la gola bian- chiccia. 115. Crypturus tataupa (Temm.); Allen, Bull. Am. Mus. N. H. v, pp 151, 158 (Matto Grosso) (1893); Salvad. Cat. B. xxviI, p. 225 (Chapada, Matto Grosso) (1894). a (138) 9 ad., 6 (186) gY imm. Urucum « Becco rosso-aranciato, o rosso- . minio ; iride bruna-rossiccia; piedi violacei » (B.). Il maschio è notevolmente più piccolo della femmina ed ha le cuo- pritrici delle ali e le remiganti secondarie sottilmente marginate di fulvo chiaro, residuo -dell’abito giovanile. 116. Crypturus scolopax (Bp.); Salvad. Cat. B. xxvir, p. 258 (Villa Maria, Chapada, Matto Grosso)(1894). — Tinamus undulatus, Pelz.(nec Temm.), Ù è — ee Orn. Bras. p. 292 (Matto Grosso) (1871). — Crypturus undu/atus, Allen (nec Temm.) Bull. Am. Mus. N. H. v, pp. 151, 158 (Matto Grosso) (1893). a, d (43, 44) g9 ad., c, d (100, 129) 79 Urucum « Becco grigio-ferreo; iride grigio-bruna, o bruno-rossiccia; piedi grigio verdognoli. Si nutre di semi » (B.). Uccelli del Paraguay. I pochi uccelli raccolti nel Paraguay centrale sono tutti di Tebicuari, stazione ferroviaria poco lungi da Villa Rica; sono in numero di 22 ed appartengono a 16 specie. Di queste sono nuove pel Paraguay le seguenti. quattro: Stittosomus erithacus. Dysithamnus mentatis. Xenops rultilus. Corythopiîis calcarata. La prima ha uno speciale interesse, giacchè mostra che nel Paraguay centrale si trova la specie del Brasile orientale, laddove nel Paraguay settentrionale (Colonia Risso) si trova la specie del Matto Grosso (S. chapadensis). 1. Basileuterus auricapillus (Sw.); Sharpe, Cat. B. x, p. 393; Berl. J. f. O. 1887, p. 114, n. 13 (Paraguay). a, 6 (10, 22) gg Tebicuari « Becco bruno-carnicino, o grigio nocciola; iride bruna, o castagna; piedi gialli » (B.). Lo Sharpe non menziona il Paraguay fra le regioni abitate da questa specie. 2. Tachyphonus coronatus (Vieill.); Berl. J. f. O. 1887, p. 115 (Pa- raguay). a (13) g° Tebicuari « Becco grigio-nero, colla base della mandibola in- feriore biancastra; iride bruna; piedi grigio-ferro » (B.). 3. Trichothraupis melanops (Vieill.); Salvad. Boll. Mus. Tor. n° 208 p. 4 (Pirapò). a, 6 (11, 12) g9 Tebicuari « Becco grigio-plumbeo, inferiormente perlaceo; iride bruna; piedi grigio-plumbei » (B.). 4, Cyanocorax cacruleus (Vieill.). a (6) g° Tebicuary « Becco e piedi neri; iride bruna » (B.) 5. Syristes sibliator (Vieill.)?; Berl. J. f. 0. 1887, p. 118, no. 123 (Pa- raguay). a (8) g' Tebicuari « Becco e piedi neri; iride bruna » (B.). L’esemplare suddetto mi sembra che concordi colla descrizione della specie indicata, ma per due caratteri pare diverso ; esso ha il sopraccoda olivaceo-nericcio e le grandi cuopritrici anteriori marginate di rossigno come nel Myiodinastes solitarius, 6. Sitt>rsomus erithacus (Licht ); Berl. J. f. O, 1887, p. 132 (Paraguay?); Scl. Cat. B. xv, p. 119; Ridgw. Pr. U. S. Nat. Mus. xiv, p. 508. a (5) g Tebicuari « Becco e piedi grigi; iride castagna » (B.). È 1002 Sembra che questo esemplare sia veramente riferibile alla specie in- dicata, avendo le parti inferiori distintamente olivaceo-giallognole. 7. XKenops rutilus, Licht. a (21) 9 Tebicuari « Becco grigio-nero, inferiormente perlaceo; iride ca- stagna; piedi grigio-plumbei » (B ). Specie nuova pel Paraguay. 8. Dysithamnus mentalis (Tomm.; Sclat Cat. BR. xv, p. 221. a (9) g° Tebicuari « Becco nero; iride bruna; piedi grigio-plumbei » (B.). Questa specie si distingue dal D. semicinerus per avere tutto il dorso olivaceo senza tinta grigia, per l'addome di un giallo chiaro più vivo e per avere un’area bianco-nivea sulle piccole cuopritrici interne molto cospicua, Questa specie è nuova per il Paraguay. 9. Corythopis calcarata (Max); Scl. Cat. B. xv, p. 335. a (20) 9 Tebicuari « Becco nocciola, inferiormente giallo; iride bruno- grigia; piedi nocciola » (B.). Questa specie è nuova per il Paraguay ; alla medesima è forse da ri- ferire anche la C. nigrocincta (D'Orb. et Lafr.) Voy., Ois. p. 187, pl. 6, f. 2; Vesemplare suddetto corrisponde molto bene col'a figura citata. 10. Campophilus robustus (Licht.); Hartl. Ind. Azara, p. 16 (Pa- raguay). a (1) J (pot. 9) Tebicuari « Becco bianchiccio, superiormente grigiastro; iride giallo paglia, piedi grigio-plumbeo » (B.). 11. Ceophloeus erythrops (Valenc.); Salvad. Boll. Mus. Tor. n° 208, p. 15 (Pirapò). a, 6 (2, 15) Yg' ad. Tebicuari « Becco grigio, inferiormente bianchiccio; iride bianca; piedi grigio-plumbei » (B.). 12. Chrysoptilus melanmochlorus (Gm.); ‘alvad. Boll. Mus. Tor n° 208, p. 15 (Villa Rica, Paraguay). a (19) 9 Tebicuari « Becco grigio- ero; piedi grigi; iride castaguo » (B.). 13. Pyrrhura chiripepeè (Vieill.); Salvad. Boll. Mus. Tor. n° 190, pp. 1-3 (1894), n° 208, “p. 18 (Villa Rica) (1895). a (3)J',b,c(4,16) 99 Tebicuari « Becco e piedi grigi; iride castagna » (B.). Nessuno dei tre esemplari ha ben distinta la macchia rosso-bruna sul groppone, della quale tuttavia vi è traccia in tutti. 14. Brotogerys chiriri (Vieill.); Salvad. Boll. Mus Tor. n° 208, p. 19 (Colonia Risso). a (17) £ Tebicuari « Becco e piedi carnicini; iride castagna » (B.). 15. Glaucidium ferox (Vieill.); Berl. J. f. O. 1887, p. 122, n° 224 (Pa- raguay). — Cabureé, Azara, Apunt. I, p. 225 (Paraguay). a, 6 (7, 18) Y9 Tebicuari « Becco giallo-verdognolo; piedi gialli; iride giallo zolfino » (B.). La femmina appare alquanto più piccola del maschio, ma nel colorito bruno-scuro i due esemplari sono quasi al tutto simili. CAT RC i 19 Lo Sharpe (Cat. B. II, p. 200; Hand-List, Gen. and Sp. B. I, p. 298) non indica il Paraguay fra le regioni abitate da questa specie. 16. Rhynchotus rufeseens (Temm.); Salvad. Cat. B. xxvir, p. 548. A (14) g° Tebicuari « Becco bruno-grigio, inferiormente carnicino; iride gialla; piedi grigio-neri » (B.). L'esemplare suddetto appartiene aila razza dell'Argentina avendo il collo pochissimo tinto di rossigno, il petto grigiastro senza tinta rossigna, i fianchi con fascie trasversali nere ben distinte e le parti superiori con fascie nere molto larghe. TL fallo e IA 180e" PAL de Bia” “gap Wo. sci rianti Mb] iau p sb a 7 Pte asi RA pile «ava Giro snponstsa » bisi OR/OIAIAO s'hompicinstal sigronarid nai paio 6 + fenicio ; «lia pasit (a | 1760 li ong î ‘oto pato ì di di AC vo li, lora egli TICA Bigizon III Sas Oerig fel. b » e 109 fiuliegoe deg dI 4 0419) dt ilaria i fra e (Pell lA n 3 w dn di GP r: “Sta nie ta Vedi PHe4I Pio ink la urto Ur dA; % } fa Pi 4 2 î , si i ì, cad set gu re 5 uni A "O È € pe 3 LE) Py ia sa Rei LI ta ) cd #7] ne U "4 i I pr % la À sa Ta la ET dr: î R en. eno id | Mx Ù cegorto‘sas 143 F. pe [| Be: n $e' #°4 * v4 mn x kh me 5 De LA è sa a 13 a ' 431 pa dir ‘ 3 1 ef 59 . i) 4 i v PA) derrate raglgne tip. P. colaei - Torino FEB 13 1901 NES . BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino | Vo. XV = pubblicato il 5 Guibbre 1900 | Dr. GrusePPE NOBILI Assistente al R. Museo Zoologico di Torino. Descrizione di un nuovo PALAEMON di Giava e osservazioni sulla CALLIANASSA TURNERANA Wh. del Camerun. Il Dr. Willy Wolterstorff, Direttore del Museo di Storia Naturale di Magdeburgo, mi incaricò dello studio delle collezioni carcinologiche del suo Museo. Fra le varie forme interessanti che vi ho trovato, le due di cui tratta la presente nota, sono degne di particolare menzione, es- sendo l’una di esse nuova per la scienza, l’altra imperfettamente nota. Palsemon (Eupalz:mon) Wolterstorffi, n. sp. Scerabaia-Giava, 1 # lungo mm. 102. Questa nuova specie può considerarsi come intermedia fra il Pale@emon Iac, Hell., distribuito per tutta la Regione Indo Pacifica Occidentale, dall'Africa Orientale alla Malesia (1) e il P. /ongipes De Haan che abita il Giappone. Essa presenta il rostro del P. Ida e il secondo paio di pereiopodi del P. /ongipes. Il carapace è distintamente scabro sulle-regioni branchiali ed epatiche, pochissimo sulla parte dorsale. Queste asperità però sembrano minori che non in P. /ongiîpes (Cfr. DE-MAN., Zool. Jahrb. Syst., IX, pag. 770, (1) Nella Nuova Guinea pare che questa specie si presenti con una varietà o specie particolare a carapace liscio che io descrissi altrove sotto il nome di var. subinermis — (NoBtr1, Contrib. fauna earcinologica Papuasia. ete., Ann. Mus. Civico Genova, 1899, vol. XL, pag. 237). X, fig. 69). Analoghe asperità, ma assai più forti, incontransi anche sul ‘telson e sul penultimo somite del pleon. Il rostro è subeguale alle scafocerite. Esso è debolmente convesso nella prima parte, meno che nella citata figura di P. /ongipes, e avvicinasi mag- giormente alla forma del rostro del P. J/d@e. Porta superiormente tredici ‘denti subeguali, di cui i primi tre sono collocati sul carapace, e l’ultimo, piccolissimo, è presso all'apice. Inferiormente si osservano cinque denti. .La forma quindi e la dentatura rostrale di questo esemplare sono di .Paleemon Ide, perchè in P. Zongipes abbiamo i denti disposti secondo 10-11 2-3 I maxillipedi esterni sono più brevi del peduncolo delle antenne su- ‘periori. Il primo paio di zampe oltrepassa appena con una piccola porzione «del carpo lo scafocerite. La palma di questa zampa è subeguale alle dita. Le zampe del secondo paio sono disuguali più che non nel tipo di P. tongîpes. La maggiore è la sinistra lunga mm. 179, mentre la destra è lunga mm. 137. La lunghezza del corpo dell’animale è, come ho detto, di mm. 102. Il tipo di De Haan è lungo mm. 85, e ad essa lunghezza corrispondono quella di mm. 160 per la zampa maggiore (sinistra), e dì mm. 155 per la zampa destra. Vi è quindi un rapporto reciproco delle “zampe del corpo nelle due specie di 1,75 per la maggiore e 1,34 per la ‘minore nel P. Wozterstorffi e di 1,88 per la maggiore e 1,82 per la mi- «nore nel P. (ongîpes. Come si vede quindi, se non vi è grande differenza nella lunghezza proporzionale della zampa maggiore fra le due specie, ‘questa è invece notevole per ciò che riguarda la minore : quindi la dis- simmetria fra i due chelipedi è molto più spiccata nelle specie di Giava. Per tale dissimmetria si accorderebbe meglio col P. Jada. Però da essa specie si scosta per la forma e le dimensioni dei singoli articoli, che sono quali si riscontrano nel P. /ongipes. Il carpo invece di essere più lungo della mano ne è più breve, e le dita hanno una diversa forma. Il carpo del chelipede maggiore è lungo mm. 52, e il mero corrispon- dente mm. 28. Il loro rapporto è quindi 1,85; nel tipo di P. /ongiîpes esso è 1,67. Il carpo quindi in questa nuova specie tende ad accostarsi a P. Ia, da cui però differisce sempre per essere più breve della mano ed inoltre per essere ingrossato all’apice e non prima di esso come è in P. Ide. La mano è lunga mm. 69, cioè 1,32 volte il carpo esattamente . come nel P. /ongipes. Benchè sia similissima a quella disegnata nella fig. 69* citata di De Man, ne differisce per essere un poco ricurva, come pure è alquanto ricurvo il carpo. Le dita corrispondono sia per la forma che per la disposizione e il numero dei denti al P. /ongipes, ampiamente e accuratamente descritte e ficurate dal DE MAN., 2. cit. In complesso quindi questa nuova specie mostrasi intermedia fra il P. longîpes e il P. Ida, e forse non è che una varietà di una di esse. , e una forma più convessa del rostro. FEB 13 1901 è ee Dell’ultima ha la forma del rostro, l’asperità meno forte del carapace “e la dissimmetria marcatissima delle zampe del secondo paio. Della prima ha la forma generale delle zampe, la lunghezza proporzionale del carpo ‘e della mano, e la forma delle dita. Le misure sono: fiimehezza totale +00. Ib LI 6... 0:00..imi 102 destro sinistro Lunghezza II pereiopodi . . . . . . mm. 137 1179 » nero: drone a... » 24 28 » CARDONE . » 43 52 » Manor "art... DA 69 » palma: Nan . ur, wI7.34 46 » dt IV, Sla a L’esemplare tipo si conserva nel Museo di Magdeburgo. Callianassa Turnerana, White. WHITE. — Descripltions of two species of Crustacea belonging to the families | Callianasside and Squillida. — Proc. Zool. Soc., 1861, pag. 42, tab. VI. Camerun, in acqua dolce. 2 grossi esemplari, lunghi l’uno mm. 150 «e l’altro mm. 135. Questa curiosa e caratteristica specie, che pare finora localizzata al Camerun, fu descritta e figurata magistralmente dal White, così che è facile riconoscerla. Ma nella descrizione del White trovasi un carattere che non risponde al vero. Parlando dell’apice del dito della chela questo autore dice, prima nella diagnosi latina: digiîto superiore obtuso, e più sotto nella descri- zione inglese: Moveable finger of the large claw blunt. Invece în en- trambi i miei esemplari il dito mobile è 720/00 appuntito, curvato in basso, e nell’esemplare minore esso è fatto all’apice ad uncino. L’'esem- plare quindi descritto dal White era anomalo; e probabilmente era un individuo in cui la punta del dito s’era rotta e poi rigenerata. Tale supposizione si avvalora anche dall’esame della bellissima figura della tavola VI. Circa i costumi di questa specie, White dice: « #his long-bodied cru- stacean appears periodically in the river în prodigious numbers, ‘which disappears în the course of ten days or a fortnight ». Parmi molto probabile che tali apparizioni di numerosi individui di questa specie ‘siano in rapporto colla riproduzione dell'animale. Sarebbe quindi inte- ressante stabilirsi se si tratta di una forma di acqua dolce che abitual- mente vive nascosta nel fondo fangoso dei fiumi e che emigra quindi in «gran numero al mare per la riproduzione, migrazioni che si osservano in vari brachiuri terrestri, (e basti ricordare quelle ben note delle Car- Me disome) o se invece trattasi di forme marine che rimontano i fiumi nel periodo della riproduzione. La vita prevalentemente marina che fanno le Callianasse, renderebbe più probabile questa seconda spiegazione. Nel Camerun vi è un altro Callianasside trovato esso pure in acqua dolce | la Gebia furcata Aurivillius (Bih. Svenska Vetensk. Akad. Handl. 24, IV, Stockholm 1899, pag. 13, tab. I, fig. 5-7). 1265 - Tip. P. Gerbone - Torino boe «< eite £ FEB 193 1901 ILLY 5 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino — TN. SO pubblicato il 24 Ottobre 1900. Vo XV ERMANNO DERVIEUX. La LEPIDOCYCLINA MARGINATA (Michelotti). In attesa di poter pubblicare un più dettagliato studio sulle orditolitidae terziarie del Piemonte, presento la sinonimia di questa specie. 1841. 1842. 1847. 1847. 1861. 1871. 1889. 1893. 1896. 1900, 1900. Nummulites marginata Nummutlina » » » » » Orbitoides » » » » » » dispansa Nummulites marginata Miogypsina irregularis Orbitoides dispansa — Michelotti, pag. 45, Tav. III, fig. 4. — Sismonda, — Michelotti, pag. 16, Tav. I, fig. 10. — Sismonda. — Michelotti, pag. 18. — Sismonda. — Sacco, (Cat. paleont. piem., n. 671). — Dervieux, pag. 6 (1). — Sherborn, pag. 260 (2). — Schlumberger (3). — Dervieux (4). (1) DERVIEUX, Osserv. sopra le Tinoporine (Atti R. Accad. Sc. di Torino, Vol. 29, pag. 60). (2) SHERBORN, An inde® ... Vol. 37, pag. 260). WasPington. (3) ScHLUMBERGER, Nole sur le genre Miogypsîna (Bull. Soc. geol. France, 8° ser., vol. 28, pag. 328), Paris. Probabilmente questa citazione fatta dal sig. Schlumberger è stata causata da sbaglio dell'etichetta posta coi fossili spediti da Torino. (4) DeRvIEUX, Osservazioni alle osserv. (Rivista di paleontologia, Anno VI, fascicolo 3, pag. 147) Bologna. of the Forminifera (Smithsoniam Inst. Coll., Questa specie, che dai caratteri esterni sembra la orbi/oides dispansa sì rinviene. comune nelle vicinanze della villa Sacco sulla collina di Torino (Aquitaniano), nel calcare di Rosignano (Elveziano) e rara nel- l’Elveziano della collina di Torino (strada di Pecetto), ecc. La specie di Michelotti non ha nulla di comune colla orditolites mar- ginata Savi e Meneghini (Consid. geol. Toscana, Firenze 1851, p. 144). Torino, 18 ottobre 1900. 1298 - Tip. Gerbone - 'l'oribo. ue a FEB 13 1901 \WLIS BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino UN. SsI pubblicato il 15 Dicembre 1900 Vor. XV D.r ALFREDO BORELLI Descrizione di una nuova FORFICULA del Congo. Forcipula Gariazzi, sp. nova. Capo nero bruno coperto di fini peli di un colore giallo dorato, più lunghi verso la parte anteriore. Clipeo e articoli basali delle antenne gialli leggermente bruni; palpi boccali e antenne, ad eccezione dei due primi articoli, giallo-bruni più oscuri alle loro estremità; labbro supe- riore castaneo come la parte inferiore del capo ma un poco più oscuro. I palpi boccali come le antenne sono coperti di una fina peluria di un colore giallo dorato. Antenne di 81 articoli? Il pronoto, di color castaneo oscuro coi margini laterali e posteriore più chiari, è più lungo che largo, troncato anterior- mente, coi margini laterali paralleli al- quanto riflessi, o volti in su, e col margine posteriore arrotondato. La sua metà ante- riore tumefatta è lucente e leggermente rugosa; essa è segnata nel mezzo da un solco longitudinale e a destra ed a sinistra di questo, vicino al margine anteriore da due piccole impressioni; essa presenta inoltre un piccolo tuberculo ad ogni an- golo laterale. La sua metà posteriore è invece piana, leggermente rugosa e co- perta di granuli; essa presenta al posto del solco longitudinale una cresta leggermente accennata. Le elitre e le ali, rugoso-granulose, sono di un colore castaneo ros- siccio le prime con una linea giallo-bruna lungo il loro margine interno, le seconde, oltre a questa linea, con una piccola macchia gialla all’apice interno. Addome cilindrico, bruno-scuro, quasi nero superiormente, fina- mente punteggiato e coperto, ad eccezione dell’ultimo segmento, da piccoli granuli o tubercoli i quali diminuiscono di numero nei due pe- nultimi segmenti. I segmenti 2, 3, 4 e 5 presentano da ogni lato una forte spina ricurva all'indietro come un gancio; nei segmenti 3 e 4 questa spina è più grossa che negli altri e presenta alla sua base esterna una piccola carena liscia diretta obliquamente verso la parte anteriore del segmento. Sui lati del 6° segmento al posto della spina, ma un poco più in basso, si trova un piccolo tuberculo. I segmenti 2, 3, 4 e 5 presentano lungo il loro margine posteriore una serie di grossi granuli o tubercoli, rari sulla parte mediana molto più numerosi sui lati; questi granuli sono più rari nel segmento 6, ridotti a 4 su ogni lato del segmento 7 e non s'incontrano sul penultimo segmento. L'ultimo segmento finamente punteggiato appare liscio; egli è rugoso sulla sua parte posteriore, e le rughe formano dei solchi longitudinali, principalmente sui lati vicino agli angoli i quali sono muniti di un piccclo tuberculo; questo segmento presenta un solco mediano longitudinale, appena segnato sulla parte an- teriore, profondo e allargato a mo’ di triangolo nella parte posteriore. Parte inferiore dell'addome bruno-scura, più chiara della parte supe- riore, leggermente punteggiata, densamente ma finamente granulosa, con alcuni granuli più grossi vicino ai lati posteriori, coperta di corti peli di un colore giallo dorato i quali sono più lunghi vicino ai lati e lungo il margine posteriore di ogni segmento. Pinzetta castaneo-oscura, quasi nera nella sua metà posteriore. Le branche della pinzetta sono molto lunghe, divaricate alla loro base, dol- cemente ricurve verso l’interno sino al di là del loro primo terzo, dove esse sono munite internamente di un grosso dente ad uncino colla punta rivolta all’indietro; di qui all’indietro diritte ed incrociantisi col loro ‘apice ricurvo ad uncino verso l'interno. Il loro primo quarto presenta superiormente una carena leggermente dentellata, la quale, fortemente marcata vicino alla loro base, va gradatamente scomparendo; i due terzi posteriori delle branche sono superiormente lisci ed arrotondati. Il loro margine interno è leggermente dentellato, e nel loro primo quarto esse presentano inferiormente una leggera solcatura trasversale. Zampe pelose di colore giallo; il femore è bruno, giallo solo nella sua parte distale, mentre la tibia è gialla con una macchia bruna alla. sua base. Misure în millimetri : lunghezza del corpo 26 — lunghezza della pinzetta circa 26,5 — distanza dall'ultimo segmento dell’addome al dente interno della pinzetta 10 — larghezza del capo 4 — larghezza del pro- noto 3 — lunghezza del pronoto 3,9. i 1 Un solo esemplare &, 9 ignota. Patria, Madimba nello stato indipendente del Congo. La Forcipula Gariazzi è molto vicina alla Forcipula quadrispinosa (Dohrn), dalla quale essa differisce principalmente per la granulazione dell’addome e per la forma della pinzetta. Nella 7. quadriîspinosa (Dohrn) il dente interno ad uncino si trova al di là della metà della lunghezza . delle branche della pinzetta, mentre nella nostra specie questo dente si ‘trova soltanto al di là del primo terzo. Questa bella specie fa parte della ricca collezione entomologica fatta nello stato indipendente del Congo dall'ingegnere Pietro Gariazzo e da dui generosamente donata al R. Museo di Torino. SERA 3 a da E APT LET CRE plasegarto* slie anotaal dari fil sto Gion [#4 I sperano) E Ito. Migcn attebe euteroti eb) isernia fallab Slot sllabe sb È acari ‘ogiaso bi 6 SERSIIIEIO REINA QisaGI sona fi nio slieanigzali i 0 Ale 198 anita toe ADI % stili inifgoti scola ongigettoa? sE ty. gtiofe alisi E siga ni “assalti dusligfiony PA ib ogao0 letta babi >: “dati MIO T Li sO81 ESE 46 aida "d Loi: O3l0gi di iatpin9 su o È -;q. vorei bi area; stavi peatial ANPAE VI aggio od di a È SRO rÈgi einer DLGROI MT ap cf n dada, sito PI CINI, CIARTA i8l ki ocio, 1 fù lb o PIRO? dr E a stica Di o lm dis al ia Meri ree Sii t- osso 407 cè | Toso TETTNIRA 63 li 108 bimò; 188) 01, (906 eb ig Sa cdi ca iesuie Dal “oche: reùl Bic 9 ST CIPERZZI I Mb psi Poi db Vi à e ” “Di Mi Ù NE tub (UL ® peg e & sat, i SE | vibibeito crespi adr reni 10 bo pi 9 pa nix ino! ani pr condi “i | arrotron aa or "ioh timortko a baroh arti St art clio it li storia a gra astanti di. nifsh ‘Intgrzoe than nffb ve sa slleh Agp sisesdtà pe Wi sinto. suc > ire P, _—— rire .. 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I Fee pra ni ogrps fab ascot d 0 v° sldon M n'iob sand LA bi peppe ton na test eretti] io Coe lang olsitio! att avant (0 È pa ne oddat Toh Atarsstià f SA Dro ogohyf «iui liv 000 {* btinfortes'a .igval posts iaant@, {8 bi olleb ‘intatta i gt oldib Loi ensig "E aloh 1: ossottà {P 4179 4 Ò Di, PR) } = . n » » . a DI | a 1) Lunghezza dall’estremità candale all’apertura anale . 2) Id. dal punto in eui comincia À 1 3) Distanza tra la prima e l’ultima fessura branchiale . a 4) Altezza del corpo in corrispon- denza dell’apertura anale 5) Id. dell’ultima fessura branchiale 6) Distanza tra l’orifizio nasale e la 7) Intervallo tra le pinne dorsali . 8) Massima largh. all'estremità cau- 9) Altezza massima della 2% pinna dorsale 1) Lunghezza dall’estremità caudale all'apertura anale . 2) Id. dal punto in cui comincia la 1° 3) Distanza tra la prima e l’ultima fessura branchiale . 4) Altezza del corpo in corrispon- denza dell’apertura anale 5) Id. dell'ultima fessura branchiale 6) Distanza fra l’orifizio nasale e la 7) Intervallo tra le pinne dorsali . 8) Massima largh. all'estremità cau- 9) Altezza massima della 2* pinna | DM|F=M 38 73 0,5208 0,8282 0,0202 0,1382 pinna dorsale all’estr. candale 46 85 0,5411 0,6666 0,0404 0,0631 17 18 0, 9444 0,5252 0 1,0000 33 35 0,9429 0,3939 0,0404 1,0000 18 26 0,6923 0,7575 0 0,3736 estremità del labbro superiore 23 26 0,8846 0,6060 (0) 0,7472 15 24 0,6250 0,3535 0 0,6794 dale tra i margini delle pinne 20 20 1,0000 0,5454 0 1,0000 23 25 0,9200 0,3535 0,1414 0,8846 laneri 9 C 4 a F,>M|F=M|DM | dfM| m 0,3078 0,0209 0,2549 = 0,5448 0,0184 0,3631 ZI 0,8222 0,4747 0,4318 = 0,8104 0,5656 0,3192 = 0,7472 0,0905 0,5660 = 0,8681 0,2943 0,4849 na 0,4743 0,5032 0,1660 | 0,2727 1,0000 0,4545 0,5454 =. 0,8717 0,4467 0,0727 = D,> M | df» | DA <] e È dl di «È Fi po CARE PET Li i "i - ata A : BIULO "parta | Ty CB06,0 A > ba. Fa ni i; id, bi adr ILA È MEAVISIT Fi ada È To SORDI “Helo 1 17,0004,0 fr VARA (e “La Ta Ò Mpa co ide d bla UISTO UTERO Ì ESCI . LEO Orti QI Lan fa Me e RR SS 64 dio. JISET Pri ca s 008,0 TO isa MOTORI | put MERO (intsao ba gono ssientio set N° ARI CARO, MERI PESA LI levi A M BOO) STAT MLA cina (9) Dedo, Ig sha | NESTata SC] uu ge tk e 0000,Eh04 “ (M 06. È hi né: | e. LAs8,06 A t è i 0400, Si 4006 \ Ù = i L der Re + P i Le mi. nz Lol sz "defi % delgi, a. \ aridi i, ac sir ‘ | i Hdi GT RPS atae cate i Lat Leg Ù ANTA IOIITÀ Lui drcriniro i At TT azuti | sei (1 "© detti ,° fi e _—“ INDICE DI FREQUENZA MINORE DELLA MEDIA FM E? i ] | | | icraai SE e a 122 —3232—4242— 52/52 _ 62/62 — 7272—8282 ni 102 102—112|22 — 3232 — 42 42 — 52 52 — 62/62 — 72/72 — 82|82 — 92/92 — 102/102—112 1) Lunghezza dall’estremità candale I È | | all'apertura anale . . . . 0,0416 | 0,0196 0 0,0058 0 0,0124 | 0,0421| 00303 (0) 0,5000 ; 0,5588 | 0,7184 | 0,0760 | 0,5347 | 0,1242 | 0,4105 | 0,5151 | 0,2500 2) Id. dal punto in eni comincia la 1° È “ | pinna dorsale all’estr. candale 0 (0,0194] 0,0243 0 (|0,0374| 0 0 Ù 0 0,3912 | 0,5588 | 0,5670 | 0,3905 | 0,4983 | 0,5527 | 0,4205 | 0,5454 | 0,2500 3) Distanza tra la prima e l’ultima i fessura branchiale. . . . . 0 0 0 0,0584 0 0 0 0909 0 0,3750 | 0,4411 | 0,5696 | 0,5672 | 0,3957 | 0,7826 0,4842 | 0,3030 | 0,5000 4) Altezza del corpo in corrispon- | | | denza dell’apertura anale . .|0,1250) 0 0 0,1461 | 0,2139| 0,1496| 0 | 0 0 0,2500 , 0,4117 | 0,4000 | 0,4678 | 0,5080 Ma 0,6969 | 0,7500 5) Id, dell’ultima fessura branchiale | 0 0 o |0,1169|0,1497| o |0,0105)}M22 0. |0,5833|0,0196|0,3454|0,5672|0,6577|0,38500,9789| 0,3030 | 0,5000 6) Distanza fra l’orifizio nasale e la | | estremità del labbro superiore | 0,0416 | 0,2352 0 0,1988 0 0,2173| 0 è 0,2500 | 0,1250 | 0,2450 | 0,5393 | 0,1578 | 0,2947 | 0,0869' 0,4000 | 0,3636 | 0,2500 | 7) Intervallo tra le piune dorsali . 0 0 ! 0 0 0,0588 | 0,1118 0 i k09 | 0,2500 0,2727 | 0,1097 | 0,2312 . 0,5705 | 0,3636 | 0,2236 0,5368 | 0,2424 | 0,5000 8) Massima largh. all'estremità cau- silla . dale tra i margini delle pinne | 0,16661 0 0 0 0 0,0310 | 0,06 1 0,2500 | 0,2500. 0,2647 | 0,4727 | 0,3801 | 0,5294 | 0,7639 | 0,6736| 0,5757 | 0,5000 9) Altezza massima della 2* pinna l 0 13333 FOrSAO a a ORIO 0 0 0 0 U d 0 0,0416 | 0,1764 | 0,3333 | 0,2631 | 0,5240 | 0,2540 0,3263 | 0,5151 | 0,2500 Ì Ì | MARCO. KOME hs tes: 110014" 10 ADRIE dA a urti LI sa "‘ i MR 2hoe pg se — "ii è — ea TISIONE | tibi EI dosi 0 iù: RITI INTRA DET) : Ù) AL di | LAT d i foi YUGEO Di fino ATI LA 7 ME ip MR DOTE, "é i veuc is cl ® ddato [AEEt ) RATA Li 1600, 6 31071 BRE CS Pad È - Va - IRR Anke SH [9 Quid — TT zan | clelia HORA 1bOBA LA RLASISA | ggas | ao° URTI: PRO VbEdo LA, db LL ì a Pa e #10 10 ta ta alii i cal SORA Ou e tappe. ste 291 dnfitro" cari Lunghezza dal labbro inferiore INDICE DI DEVIAZIONE MINORE DELLA MEDIA D M Indice di deviazione e di frequenza minore della media d/7 I AASRIRAI II TOS 4,0000001 ni DOG: LAVO] be | LERI, sinnupatì. ib 0 detti: URaAgdti Dex) F MRO, i Vl SILA è ae b7 + +’ Lap FOZA san dann ) i ni ) 6 200,0 è solfa ro | - vio dali si NR " % ai e ped cut di Mit lel id blorego Lers NES: Tu BIDO.O* atadogisio votes 19)" ORE Di: santa pai i PETTHAI ITALO gb fil srt ora li) Cai Haas #518.0 VERBO! ig a PRMTB ETTI To de = do [era m00b, orti " \ «Mtoruvio ip autzl bara Tot. ; Race 14 race fa, Monk Aerial "ito trent ARE don Grin Maso pe 0 i IR, | ufali ogni avariati antiftu'#0: SRL) | foni alpes dira tot deirnti] n: Ho SH [OFIDA UNta,®PRANE00 0EA0,0 croirogua cons! sali CINICO Gea zrO PATRIA SICONTO ER0L.0 |. ‘dato annig dl 40 sine NOTE RE : uao. stereo deo [day 4 “ba st TOI, f tai | TYT6,1) [ESCI VCO INe04A) L perteta. « Hot ‘Iniyrattti FICA bi Ja " 12600 pufdg *U adl6l alata no MICIA A (9=- CES dico eeRtÒa OE... + RS X i è A lita . _ re Lene mini i ini n Da Grinc FOxEt23? Ù »” | crimine ent un _ nin ia - cngirsena ge imbivibolrite Per inegat ci i uil “4, é vr arota ita] Coal meri riad - DA « uo n nol nola #23 RA - te iigniiam sesi pi de : . Li pih #3 alslogimns ina xt Mia al 2200000) i Lungi «Siutttto"! a th BI» I -) siotfegtelontoni er) e —x è ” . - » - MITE i ar u a Ù ar| i si A Listed 111 Ì ‘TBTE dar { 0%. | patti alleb icigtàn = i I j Mast "E dgiioi) "ide (E i n TE A È DI @ 19 sc dt SRI , E > : n s I i É E E LU si i) »i % n É \ si i f = f n si ai b di sE - = ca bela”, x - da - La _ = i È Ò Usi _ 5 T n su o 4146 : î Fin all Lunghezza dal labbro inferiore all'apertura anale 1) Lunghezza dall’estremità caudale all’apertura anale . 2) Id. dal punto in cui comincia la n pinna dorsale all’ estr. caudale 3) Distanza tra la prima e l’ultima fessura branchiale. de 4) Altezza del corpo in corrispon- denza dell’apertura anale 5) Id. dell’ultima fessura branchiale 6) Distanza fra l’orifizio nasale e la estremità del labbro superiore 7) Intervallo tra le pinne dorsali . 8) Massima largh. all'estremità cau- dale tra i margini delle pinne 9) Altezza massima della 2% pinna dorsale STR SSIS 92 3932 4° | 0,1416 | 0,1305 | 0,662 0,0613 | 0,3267 | 0,3718 0,2150 | 0,3113 | 0,5044 0,2261 | 0,3675 ! 0,4000 0,4582 | 0,0029 | 0,2839 0,0446 | 0,2352 | 0,5393 0,1063 | 0,0274| 0,0704 0,0871 | 0,1628| 0,4727 0,0416 | 0,0940 0,2888 Î 42 59l52 — 62l62 — 72l7a— 98 ] 0,0091 0,1340 0,2555 0,4678 0,5672 0,0110 0,5705 0,3801 | 0,2255 | Lunghezza dal labbro inferiore —___ Indice di mancanza ma 3021021129] 22 —82 139 42 42 — 2 pra 0,3182 | 0,0164 0,3068 Î 0,4689 0,2249 | 0,7826 0,4545 | 0,3795 p6969 0,6524 | 0,3850 | 084gffina221 0,2947 | 0,0869 | 0.40ogfinz636 0,2357 | 0,0102| 038gdffp0s78 0,3769 | 0,7639 | 0,6730f4728 0,5240 | 0,1090 | 03 | 0,1000 0,0384 |C'120Z—0,3708 0,2000 0,3999 0,3333 0,2500 0,1388 m0,5416 | 0,2500 | 0,1666 m 0,1960 20216I=0,4435 m 0,0303 m 0,0058 C140I=0,4246 i C321=0,5500 Misure assolute in mm, e misure in 36088imi di alcuni individui 52 — 62 | 62— 72 Li 82 82- all’apertura anale 29 50 50 32 42 52 62 72 82 92 | 1) Lunghezza dall’estremità candale i all’apertura anale . 126 216 216 127 0,013 146 |0,018 154|0,018° 125| 0,024 139|0,0275 138|0,032 140|0,035 137 2) Id. dal punto in eni comincia la 1 pinna dorsale all’estr. caudale 120 259 256 140 0,020 225|0,029 249|0,0305 211|0,0405 235 |0,050 250|0,054 237 | 0,062 242 3) Distanza tra la prima e Vultima fessura branchiale . È 76 90 90 73 610,009 101|0,010 860,010 69|0,0135 79|0,015 75)|0,0165 72|0,0175 68 4) Altezza del corpo in corrispon- denza dell'apertura anale 32 25 29 29 0,0025 280,003 26|0,003 21|0,0045 260,006 30|0,007 31|0,0075 29 5) Id. dell’ultima fessura branchiale 38 32 32 33 0,0035. 39|0,0035 30] 0,004 28|0,005 29|0,0065 33|0.007 31)0,C075 29 6) Distanza fra l’orifizio nasale e la estremità del labbro superiore 25 18 14 20 0,002. 23|0,002 17|0,0025 17|0,003 17|0,003 15|0,0035 150,003 12 7) Intervallo tra le pinne dorsali , — 18 Pla) 20 0,0015 17|0,0025 21|0,003 21|0,003 17 |0,0035 18|0.003 13|0,0045 18 8) Massima largh. all’estremità cau- dale tra i margini delle pinne 19 25 25 27 0,003 34|0,003 260,002 14|0,004 23|0,005 25 |0,0045 20 0,004 16 9) Altezza massima della 2% pinna dorsale 6 ll 7 7 0,0005.6| 0,001 90,0005 3| 0,001 6 | 0,001 5|0,0015. 70,001 4 Ì Ul (#) Il valore isolato è stampato in carattere più ner0: 0,069 0,0215 0,008 0,0085 0,004 0,006 0,006 0,002 44|0,075 241 76|0,023 74 '28|0009 29 30|0,0095 30 14|0,004 13 21|0,007 22 21|0,0075 24 7|0,002 6 ani PA si GER 1 VOLE” n }0th1 D tn UTIZIAM &100;0 a eo ico me vii sd inslastgt mugnugim a. i SÈ muartà Le - Si “BIO + RARTD OSO % RARA)” LA peri (596 | ] - SIT I, 1 5 dk CH! te PI vl bai» [RE SC) SLC to ba COUOD ego +, na ia mia ego 1 Mec | Dt POOR in METTI "sd ini | QUER) ge A i "NUTI ina Lo sul a bi | Me sì . rl , Ù Ù 7 % ' f t x J1 TI CO ri n . iui T #y | i ì 1 ri n INDICE DI VARIABILITÀ A er: inferi | | | Tre riportare anale |23—32|32—4942—5252—6262—72 lio — salsa — 62/52 — ralza— salsa — 92.92 — 102/102—112 1) Lunghezza dall’estremità caudale : fon all’apertura anale . 18 33 46 48 4l 38 69 68 87 54 77 51 37 8 2) Id. dal punto in cui comincia la 1" | pinna dorsale all’estr. caudale | 17 51 58 56 54 50 89 77 84 TI 62 64 70 24 3) Distanza tra la prima e l’ultima fessura branchiale . OLO 28 26 26 28 28 34 28 27 34 32 22 19 9 4) Altezza del corpo in corrispon- denza dell’apertura anale 12 13 16 17 17 14 14 16 17 19 15 14 10 10 5) Id. dell’ultima fessura branchiale | 11 15 17 15 13 12 30 18 15 15 12 25 ll 6 6) Distanza fra l’orlfizio nasale e la Ù estremità del labbro superiore 8 11 12 8 8 7 ll 12 9 8 1 6 4 3 7) Intervallo tra le pinne dorsali . 9 21 23 22 22 28 33 28 24 27 37 24 27 17 8) Massima largh. all’estremità cau- dale tra i margini delle pinne | 12 20 21 20 20 17 24 22 20 22 21 15 14 9 9) Altezza massima della 2% pinna : dorsale Ea ORI 3 6 7 8 7 7 10 10 12 9 13 8 ò 4 Ammocoetes branchialis INDICE DI VARIAZIONE « CLASSI ESTREME Ce Lunghezza dal labbro inferiore LA la ea, ae (i È sà; , | sosia Al | all'apertura anale (22— 32 32 — 42 49 — 52.52 — 62.62 — 72/72 —8282—99 2.102 — 112/22 — 32 32 — 42 42 — 52.52 — 62 62 — 1272—82 82— 92 92—102 102—112 1) Lunghezza dall’estremità caudale | all’apertura anale . 0,3673 | 0,7101 | 0,6764 | 0,5517 | 0,7592 | 0,4935 | 0,6470 0,5000 | 98 146| 91 159 93 160 112 198115 168|112 188/114 164) 122 158) 137 144 2) Id. dal punto in cui comincia la na pinna dorsale all’estr. caudale | 0,1808 | 0,5730 | 0,7532 | 0,6666 | 0,7012 | 0,8064 | 0,6030 0,1666 |177 270172 260 190 266 202 285 205 281|213 274216 279) 221 270) 241 264 3) Distanza tra la prima e l’ultima ‘ fessura branchiale , . | 0,5000 | 0,8235 | 0,9285 | 0,9629 | 0,8235 | 0,8750 | 0,9090 0,3333 | 75 106) 72 105| 69 96| 66 92) 63 96| 55 86) 61 82) 63 81| 66 74 4) Altezza del corpo in corrispon- denza dell’apertura anale 0,9230 | 0,9285 | 1,0000 | 1,0000 | 0,8947 | 0,9333 | 0,8571 0,4000 | 23 35) 20 33) 19 34) 18 34| 17 35| 20 34) 22 35) 22 31) 23 32 5) Id. dell’ultima fessura branchiale | 0,8461 | 0,5000 | 0,9444 | 1,0000 | 0,8666 | 1,0000 | 0,5200 0,6666 | 28 41) 26 55| 24 41| 23 37| 22 36] 25 36| 13 37) 26 36] 27 32 6) Distanza fra l’orifizio nasale e la estremità del labbro superiore | 0,5333 | 1,0000 | 1,0000 | 0,8888 | 1,0000 | 1,0000| 1,0000| È 1,0000 | 19 33) 17 .27| 14 25! 15 23) 13. 20| 13, 19| 12 U7| 12 15) 12 14 È | 7) Intervallo tra le pinne dorsali . | 0,3333 | 0,6363 | 0,8214 | 0,9166 | 0,8148 | 0,7567 0,9166 | 0,2352 | 11 37) 9 41| 8 351 7 30 8 34) 4 40) 8 si 9 35) 14 30 8) Massima largh. all'estremità cau- F | dale tra i margini delle pinne | 0,5217 | 0,8333 | 0,9545 | 1,0000 | 0,9090 | 0,8095 | 1,0000 0,4444 | 19. 84| 12 35) 12 33) 15 34) 13 34| 9 29 12 26) 12 25) 16 24 9) Altezza massima della 2% pinna | 0 dorsale 1,0000 | 0,6000 | 0,7000 | 0,6666 | 0,7777 | 0,5384 | 0,8750 0,7500 Gita 13 12/0 3 14 RAI dia Be OI agio ì LA | i (1, Ù 11 , I vl oi i thi | <Ì | ii } Ì } tà } NO. ab: Ta È Vi 3 BL n f; a) v . 3, La eni: Se AE 1 v [8404 4 î i DI L) ” È I 4 i i è val \ Ì Va e aa re Sa pi AWG 20 Sia Sa idpiice ui COmT=a Maett., È — ha IR Lv NC] . PIP i BEI Var 201 Le) i VS i i Tg LES ON RSC (IP À pr \ Ho) ERA: I o, Ta SÉ ue | pid di n n "3 e P * Da Wli à de ù g i to somsuita ner RI RI» è ‘une so TE e AR 08 ae n tr ATELIO ALTA M 1a SAPICLAEI ue” n ro PEPTLLBRA se Qua ‘ startaprore 4 x har, } { x î i i È Ì PRI g | "RT MO teli. egi I be | su | PE dl | 0 | vl imediiofe RE LO dh | dI i AR Mbirà Pel de PR + ile A tè, | gi P 8° b (0 | 9 a Li se pes ” MMM TAM Lar AO il dir Art) DE H bo DEPBSE:S4F40 e kLARISLE OE La U» Ta Tad Prot tEUL, PER do it li ’ i A, HI si | Gir, CE 100 KA det , (6 d VO GL Aa e ant gg Lt Ii et et VAART cif pr° tb, Ld PA | ue Gill Au ati Cid Li PETRI e pucat fi 2 ti e è 15 mat + È % lo Le DI È iip:( | sno né i at | wi: î BI | pit R ci HH È ge li gu | a _— rr — —————nsit 4 Valta ew hi 081108 di BY ne Ma Pe Di #0: 09190 chop bit Ù È Ped {o cao SIE DISPOSIZIONE DELLE VARIANTI IN CLASSI NELLE SERIE © Ammocoetes branchialis. 1* SERIE Lunghezza dal labbro inferiore all'apertura anale mm. 22-32. Lunghezza dall’estremità della coda all’apertura anale: 98 100 102 104 106 111 112 116 118 132 124 126 128 129 131 135 142 146 — Id. dal punto in cui comincia la 1* pinna dorsale all’estremità caudale : 177 189 192 196 199, 209 212, 214, 216 217 (223,50) 225 236 242 248 250 267 270 — Distanza tra la prima e l’ultima fessura branchiale : 75 76 77 80 81, 84 87 90, (90.50) 93 94 95 100 101 104 105 106, — Altezza del corpo in corrispondenza dell’apertura anale: 23 24, 25, 26 27 28 29, 30, 32 33 34 35 — Id. dell’ultima fessura branchiale: 28 30, 31 33 34, (34,50) 35, 36 37, 38 39, 41, — Distanza tra l’orifizio nasale e l’estremità de) labbro superiore : 19 23,0 24; 253 26 27 28 33 — Intervallo tra le pinne dorsali: 11, 12, 17 19 20 23 (24) 28 29 37 — Massima larghezza all’estremità caudale tra i margini delle pinne : 12, 14 17, 18, 19, 20 23, 24, 25 27 28 34 — Altezza massima della seconda pinna dorsale: 6,, "7, 8. 2° SERIE : Lunghezza dal labbro inferiore all’apertura anale mm, 32-42. Lunghezza dall’ estremità caudale all’ apertura anale: 91 97 98 100, WWE Ft0Ggt0g0 085 "109"T10*T11*"1125 1135 TI4"115, T16, 117 ‘118, 120, 122, 123, 124, 125, 126 127, 128, 129, 103, 131, 132, 133, 134 135, 136, 137 138 139 140 142 144 145 146, 148 149, 152, 154 159 — Id. dal punto in cui comincia la 1* pinna dorsale all’estremità caudale : 172 182 183 188 190 192 194 195, 196, 198, 201 204, 205; 206, 207, (1) I valori delle varianti sono espressi in 360esimi della lunghezza base, eguale alla lunghezza dal labbro inferiore all’apertura anale. Il numero stampato in nero grosso è quello della classe media. fe è collocato tra parentesi vuol dire che nella serie studiata non è stato verificato. I numeri a sinistra della classe media indicano le classi di varianti inferiori alla media, quelli a destra le classi di varianti superiori alla media stessa. I numeri più piccoli collo- 2 dl 208, 210, 211 212, 213, 215, 2 LG, 218, 220, 221, 222, 223, 224, 225 226, 227 228, 229 230, 231, 232 233; 234, 236, 237, 238 240, 241 243, 244, 246 248 249 253 260 — Distanza tra la prima e l’ultima fessura branchiale: 72 73. 74 76 77, 79, 80; 813 82, 83, 84 85, 86; 87; 88; (88.50) 89, 90, 91.(,92, 93, 94, 95, 96, 97 98, 99 101, 10545 tezza del corpo in corrispondenza dell’apertura anale: 20, 21, 22; 23,, 24, 25, 26, (36,50) 27,, 28, 30, 31; 32, 33, — Id. dell'ultima fes- sura branchiale: 26 27, 28, 29 30,3 3lso 32, 33,0 349 35,2 96,0 37, 98; (40,50) 43 55 — Distanza tra l’orifizio nasale e l’estremità del labbro superiore: 17, 18,, 19, 20, 21,, 22, 23,3 24; 26 27 — Intervallo tra le pinne dorsali: 9, 10, 11, 13, 14, 15; 16, 17; 18,, 19; 20, 21; 22; 23, (25) 26, 27, 28 30 — Massima larghezza all’estremità caudale tra i margini delle pinne: 12 14; 15 16, 17, 18, 193 20, 219 :22,3. 23,0 (23,50) 24, 25, 26; 27, 28, 29 30, 31, 35 — Altezza massima della seconda pinna dorsale: 4,, 5;4 63 (8,50) 9, 10 13. 3% SERIE Lunghezza dal labbro inferiore all'apertura anale mm. 42-52. Lunghezza dall’estremità caudale all’apertura anale: 93 96, 99 104 110.113: 115 116,..117, 120, 121, :122; 123; 124; (125 126; (126:50) 127, 128, 129, 130, 131 132, 1333 154, 135, 136, 137, 138, 1393 140 141, 142, 143, 144, 145, 146, 147; 148, 149; 150, 1513.152153, 154, 155, 160 — Id. dal punto in cui comincia la 1* pinna dorsale all’estre- mità caudale: 190 197 199 201 203 204 205 206.207; 208, 209 :210 211, 212 213, 214, 215, 216, 218. 219, 220, 222 223, 224,1 2253. 226. 227, 228, 229, 230, 231, 232, 233, 234, 235, 236, 237, 238, 239, 240, 241, 249 243 244, 245, 246, 247, 248; 249, 250, 251, 252 253 256 257 259; 263 266 — Distanza tra la prima e l’ultima fessura ‘branchiale: 69 70, 71, 73 74, 75, 76, 77, 78, 79, 80,, 81; 82, (S2,50) 83, 84 907 86% 87,; 88, 89, 90, 91, 92, 93, 95, 96, — Altezza del corpo in corrispon- denza dell’apertura anale: 19, 20, 21,5 22,0 23,3 24,, 253g 26,, (26,50) 27,3 28,; 29,6 304 31 32, 33, 34 — Id. dell’ultima fessura branchiale: 24 253 26, 273 28,129 30, Blia 132,7, (33,50) 33,,,34,, 35, 360, 3% 38, 39, 41 — Distanza tra l’orifizio nasale e l’estremità del labbro supe- cati in basso indicano la frequenza delle classi nella serie. Una classe la di cui frequenza è uguale ad 1 non porta nessun numero più piccolo in basso. I valori sono stati arrotondati trascurando le quantità frazionarie infe- riori a 0,50, facendo = 1 le quantità superiori a 0,50 od = 0,50, come pro- pone il Camerano nel suo lavoro : « Lo studio quantitativo degli organismi e gli indici di variabilità, di variazione, di frequenza, di deviazione e di iso- lamento ». Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. XXXV-1900. i Ra riore; 14, 15, 16, 17,, 18,, 19, (19,50) 20,; 21,, 22; 23; 24, 25, — . Intervallo tra le pinne dorsali: 8, 10 11, 12; 13 14, 15, 16; 17, 18, 19,, 20, 21»; (21,50) 22, 23, 24; 25, 26, 27, 28; 29 31, 35 — Mas- sima larghezza all’estremità caudale tra i margini delle pinne: 12, 14, To. 6,7 18,019; 20})//215 22), (20530) 23, ‘24,3 /25,, 126, 277028, 29. 30, 31, 32 33 — Altezza massima della seconda pinna dorsale: 3, ARR: 50) (8,10, 11} 12 4% SERIE Lunghezza dal labbro inferiore all'apertura anale mm. 52-62. . Lunghezza dall’estremità caudal: all’apertura anale : 112 116 118 119, 120° 121,122, ‘123, 124, 126, 127, 128, 129, 130 131, 132, 133, 134; 135 136,, 137; 138, 139; 140; 141, 142 143, 144,, 145, 146, 147, 148, 149, 150, 151 152, 153, 154, 155 156, 158 159, 160 162, 163 167 186 198, — Id. dal punto in cui comincia la prima pinna dorsale all’estre- mità caudale: 202 205 208 210 211 214 216 218, 219, 220; 221, 222 223; 224, 225, 226, 227 228, 229, 230 231, 232, 233, 234, 235, 236, 237 238; 239,; 240, 241, 242, 243. (243,50) 244. 246, 247, 248, 249, 250, 251, 252, 253 254, 255, 256 257, 258 259, 260, 262, 264, 266, 267 268 271 285 — Distanza tra la prima e l’ultima fessura bran- ehiale »66767)6869;,,70, 71, :72,73, 74 75)0-163:77,g178;.!79,) 80; p68L 82,, 83,3 84 85,, 86, 87, 88, 90, 91 92, — Altezza del corpo in corri- spondenza dell’apertura anale: 18 19, 20 21, 22, 23, 24,, 25», @6,,. 27,5 28,6 29,0 30,; 31; 32, 33 34 — Id. dell’ ultima fessura branchiale : 2324, 25; 26 27, 28,, 29; SO; 31; 325; 33,3 34, 35g 36, 37; — Di- stanza tra l’orifizio nasale e l'estremità del labbro superiore : 15; 16,; 17,, 180 19; 20,3 21; 23 — Intervallo tra le pinne dorsali: 7 9 10; 12; 13, 14 15, 16,, 17, 18;; (18.50) 19,, 20,6 21,3 22; 23, 24, 25, 26; 27, 28, 29 30 — Massima larghezza all’estremità caudale tra i margini delle pinne: 15, 16, 17, 18, 195 20; 21,; 22,323,» 24, (24,50) 25; 26,0 27,; 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34 — Altezza massima della seconda pinna dorsale : 3, 6,3 7»; (8,50) 9,, 10,, 12, 13, 14. 5* SERIE Lunghezza dal labbro inferiore all'apertura anale mm. 62-72. Lunghezza dall’estremità caudale all’apertura anale: 115 121 122, 124 1254126 ‘127, 128; 1295*130g 131, 132, 133; 134; 135, 196, 197, 138, 139, 140; 141, (141,50) 142, 143; 144,, 145; 146; 147, 148, 149,, 150, 151, 152, 153, 154, 155, 157, 158 159 160, 164 168 — Id. dal punto in cui comincia la prima pinna all’estremità caudale: 205 216 218, 220, 221, 224, 225, 226; 227, 228, 229, 230, 231, 232, 233, 234, 235, 236, 237 238 239, 240, 241, 242,, S43, 244, 245, 246, 247 248, 249,, 250; alpe 251, 252, 253, 254, 255, 256; 257, 258, 259 260, 261 262, 263, 264, 265, 266, 267, 269 270, 274 279 281 — Distanza tra la prima e l’ultima fes- sura branchiale : 63-64 66, 67, 68; 69,0 705 71y 72, 1733, 7430 75 76,0 77,3 78379, (79,50) 80,, 81;, 82,5 83; 84, 85, 86, 87 88, 89 94 96— Altezza del corpo in corrispondenza dell’apertura anale: 17 20, 21 22, 23, 2431250, @6,0 (2730283929; 30,3 Sly 32 333/34.35. — Id. dell’ul- tima fessura branchiale: 22 25 26; 27, 28,, 29; 3035 3lio 32,6 3320 dio 35, 36, — Distanza tra l’orifizio nasale e l’estremità del labbro supe- riore: 13, 14, 15, 16} (16,50) 17,, 18,, 19 20 —- Intervallo tra le pinne. ‘dorsali; 8 40;:11y.13;014; 1153 016301718) 19}; (2034201), 225 23,3 24, 25,3 26,3 27, 28, 29 31 34 — Massima larghezza all’estremità caudale tra i margini delle pinne: 13 14, 15 16, 17, 18; 19, 20; 21, 22,, 2333; (23,50), 24,, 253,; 2620) 20,0; 2841: 298,80, dlo 34 = dlitozza massima della seconda pinna dorsale: 3,; 5;, 6,3 (7) 8. 9, 10, 11. 6* SERIE Lunghezza dal labbro inferiore all'apertura anale mm. 72-82. Lunghezza dall’estremità caudale all’apertura anale: 112 123 124, 126, 127; 129130; ‘131; 132, 133; 134, 135, 136; 137; 138,5 139% 140), 141; 142, 143; 144, 145, 146, 147; 148, 149, 150, 151, 152, 1533 1543 155, 157 158 161 163 166 188 — Id. dal punto in cui comincia la prima pinna dorsale all’estremità caudale: 213 217 220 221, 222 223 224, 226, 229 230, 231 232, 233, -234, 235, 236; 237; 238; (239,240; .241, ‘242311243; (243,50) 244, 245, 246, 247; 248,, 249; 250, 251, 252, 2533 255xz 257, 258 259, 260 262, 263 264, 266 267 268 270 272 273 274 — Di- stanza tra la prima e l’ultima fessura branchiale: 55 57 58 60 62 64, 65 66, 67, 68, 70, (70.50) 71,; 72, 73,4 74,0 75,9 76; 77,; 78,3 79, 80, 81, 82, 83, 84 85, 86, — Altezza del corpo in corrispondenza del- l’apertura anale: 20 22, 23; 24, 25,, 26,, 27,, 28,, 293 30; 3ly 32, 33, 34 — Id. dell’ultima fessura branchiale: 25, 26; 27,3 283 2935 30%p (30.50) 81,, 32,, 33, 384 35, 36 — Distanza tra l’orifizio nasale e l'estremità del labbro superiore: 13,, 14;3 15,; 16,; 17,, 18319 — Im- tervallo tra le pinne dorsali: 4 5 7 9 10 11, 123 13, 14,0 15g 16,3 174 - 18,19; 20,, 21,22} 23, 24, 250269 27, 28 29, 130. Soto sima larghezza all’estremità caudale tra i margini delle pinne: 9 14, 155 164.17,18, 49; 20,3, 21o, 22081291 241 209,26, 2, 29 tezza massima della seconda pinna dorsale: 2 4,0 537 739 (8) 99 10,, 14. 7° SERIE Lunghezza dal labbro inferiore all’apertura anale mm. 82-92. Lunghezza dall’estremità caudale all’apertura anale: 114 122 123, 124 125 127 128 129, 130, 131, 132 133, 134, 135; 136, 137, 138, 139, ca A i 140, 141, 142, 143, 144 145, 147, 148, 149 150, 151, 152 154 157 164 — Id. dal punto in cui comincia la prima pinna dorsale all’estremità caudale: 216 220 221, 224 225 229 231 233, 234 235, 236, 237 238, 239 240; 241. 242, 243, 244, 245, 246, 247, (247,50) 248, 249 250, 251, 253, 254, 256, 257. 258, 260, 261, 263, 265, 267 279 — Distanza tra la prima e l’ultima fessura branchiale: 61 62, 64, 65, 66, 67, 68, 69, 70,, 71, (71,50) 72, 73; 74, 75, 76, 77, 78, 79 81 82 — Altezza del corpo in corrispondenza dell’ apertura anale: 22, 23, 24, 25,3 26,z 27; 28% (28.50) 29, 30,, 31; 32, 35 — Id. dell’ultima fessura branchiale: 13 25 26, 27; 28,, 29,, 30,9 31, 32,, 33; 34, 35. 37 — Distanza tra. l’ori- ‘fizio nasale e l’estremità del labbro superiore: 12, 13,, 14,; (14,50) 1533 163 17, — Intervallo tra le pinne dorsali: 8, 10 11, 12; 13, 14; 15, L6-.17,.18-.19 (LO.50) 20, 21,,,225,23g) 24 25, 26,01 27 29 30,81,— Massima larghezza all’estremità caudale tra i margini delle pinne: 12 13 14.15; 16, 17, 18-19; 20,, 21,::22,, 233 24; 25, 26. — Altezza mas- sima della seconda pinna dorsale: 4,; 63g 7, (7,50) 8,g 9g 10, 11. 185 SERIE Lunghezza dal labbro inferiore all'apertura anale mm. 92-102. Lunghezza dall’estremità caudale all’apertura anale: 122 124, 129 131 132, 133, 134 135 137 138 139, 140 141, 142 143 144, 145 146, 147 148 150 155 158 — Id. dal punto in cui comincia la prima pinna dorsale all'estremità caudale: 221 229, 231 236 238 239 240, 241 243, 244 245 (245.50) 216, 247 248 249, 252 253 254, 255. 257 260 265. 268. 270 — Distanza tra la prima e l’ultima fessura branchiale: 63, 653 66, 67 68, 69, 70, 71 72, 73, 74, 76, 79 81 — Altezza del corpo in corrispon- denza dell’apertura anale: 22 24, 25, 26, (26,50) 27, 28, 29; 30; 31, — Id. dell’ultima fessura branchiale: 26, 27, 28; 29; 30; S1, 32, 33, 34 36 — Distanza tra l’orifizio nasale e l’estremità del labbro superiore : 12, 13,3 (13,50) 14, 15, — Intervallo tra le pinne: 9 14 15; 17; 18, 19, 20 21, 32; 23, 25, 27 33, 35 — Massima larghezza all’estremità caudale tra i margini delle pinne: 12 13 14 15 17, 18, (18,50) 19, 20, 21; 22, 24 25, — Altezza massima della seconda pinna dorsale : 4, 5a Gi 7 8o- 9° SERIE Lunghezza dal labbro inferiore all'apertura anale mm. 102-112 Lunghezza dall’ estremità caudale all’ apertura anale: 137 138 140 (140,50) 144 — Id. dal punto in cui comincia la prima pinna al- l'estremità caudale: 241 243 249 (252,50) 264 — Distanza tra la prima e l’ultima fessura branchiale: 66 67 (70) 74, — Altezza del LR corpo in corrispondenza dell’apertura anale: 23 (27,50) 28 29 32 — Id. dell'ultima fessura branchiale: 27 28 (29,50) 30 32 — Distanza tra l’orifizio nasale e l’estremità del labbro superiore: 12, 13 14 — Intervallo tra le pinne: 14 22 24 30 — Massima larghezza all’estre- mità caudale tra i margini delle pinne: 16 20 21 24 — Altezza. mas- sima della seconda pinna dorsale : 6 7. (7,50) 9. Petromyzon Planeri d Lunghezza dall’estremità caudale all'apertura anale: 103 125, 128, 130; 131 133 135 137 138 139, 140, 141, 142, 144 145, 146, 148, 149, 150, 151 152; 153, 154, 155, 156; 157 158, 159, 160 161, 162, 163; 164, 165, 166 167 171 175 — Id. dal punto in cui comincia la prima pinna all’estremità caudale: 218 236 243, 244 245 246, 247 248, 250, 252, 253, 254 256 257, 258, 259 260, 261; 262; 263, 264, 265, 266, 267, 268. 269, 270, 271, 272, 273 274, 275; 277 278. 279; 280, 282 283, 284 286 287 288 289, 297 300 302 — Distanza tra la prima e l’ultima fessura branchiale: 51 52. 53 54, 55, 56, 57, 58,, 59,, (359,50) 60,, 61,, 62, 63, 64, 65, 66, 68 — Altezza del corpo in «corrispondenza dell’apertura anale: 27 28, 29, 30, 31 32, 33, 34; 35, 36, 37, 38 39, 40, 41; 42 43, 44, 45 46, 47, 48 49. 50; Dl, 52. 53 54 55, 56 58 59 61 — Id. del- l’ultima fessura branchiale: 22 29 30 31, 32, 33, 34; (314,50) 35 36,0 37, 38, 39,, 40, 41,, 4% 43; 44, 47 — Distanza tra l’orifizio nasale e l'estremità del labbro superiore: 20 23 24, 25 263 27, 28, 29 30, 315 32 (32,50) 33,, 34, 35; 36 37; 38 39, 40, 41; 42, 43 45 — Intervallo tra le pinne dorsali: 4, 5, 8, 9, 11, 12 13, 14, 15, (15,50) 16 17, 18 24 25 27 — Massima larghezza all’estremità caudale tra i margini delle pinne 13, 14, 15, 16, 17, 18, 193 20; 21,22% (23.50) 23,0 243/240, 26, 27, 28, 29, 30; 31; 32 — Altezza massima della seconda pinna dor- sale: 910, 11, 13, 1£°15, 16, 173 18, 19, 20; 21,; 22 2004 alia o 27, 28, 29, 30, 32 33. Petrom: zon Planeri 9 Lunghezza dall’estremità caudale all’apertura anale: 117 123 126 127 129, 132, 135, 136 137, 139, 140;.14k 142 (142,50) 147; 148, 149 150 151, 154 155 157, 168 — Id. dal punto in cui comincia la prima pinna all'estremità caudale: 230 234 236 241 242, 245, 246 247 248 249 251, 252, 2535; 254, 256 257 259 261 262, 267 268, 269, 273 274 276 — Distanza tra la prima e l’ultima fessura branchiale: 51 52, 53, 54, 55; 56, 57, 58, 59, GO, 63, 66 69 — Altezza del corpo in corrispon- denza dell'apertura anale: 23 25 27, 29, 30, 31 32, 33, 34. 353; 36. 37 ci sE de 38 39, 40, 41, 45 46 48 52, 57 — Id. dell’ultima fessura branchiale : 27 29 30, 31 32, 33, S4. 35, 36, 37, 39, 40 41 — Distanza tra V’ori- fizio nasale e l'estremità del labbro superiore: 21, 22, 23 24; 25; 26; 27, 28, 29 30; 31, 33, 34 39 — Intervallo tra le pinne dorsali: 7, 11 12, 13, 14, (14,50) 15, 16 17 18 19, 22 — Massima larghezza all’estre- mità caudale tra i margini delle pinne: 12, 14, 15; 16 17 20. 21, (21.50) 22 23, 24, 25, 26, 27 28 29 31, — Altezza massima della se- conda pinna dorsale: 9 10 11 12; 13 14, 15, 16, 17, 18, (18,50) 19, 20; 23. 24 26 28. 1906 - Tip. Pietro Gerbone, Via Gaudenzio Ferrari, 3, Torino. cdi a INDIVIDUI GIOVANI 18. 21. 4l. 45. deo (misura base 25-35 mm.) . Capo. — Dist. dal solco vef. all’ RE: rostro 2. Lunghezza rostro 3. Larghezza rostro alla base 4, » » alle spine 5 » dalla spina D all’ap. (A » » Da SE VIE 7. Lunghezza della carena D » » » S n . Torace. — Lunghezza del torace : 10. Dist. dal bordo post. del branch. all’orb. 11. » fra i solchi dell’areola 12. Diametro trasverso 5 13. Lunghezza del solco D dell’areola . 14, » » v Ss » . Addome. — Lunghezza dell’addome 16. Distanza fra il 1° p. pleuron 7. » » 3° » » App. caud. — Larghezza natatoia caudale 19. Lunghezza porz. quad. telson . 20. » » termin. » ‘Chela D. — Lunghezza dactilopodite 22. Lunghezza propodite 23. » della porz. allarg. propodite ) 24. Larghezza propodite . o 25. Spessore » 26. Lunghezza car popodite ir » meropodite 25. » ischiopodite PSE » basipodite 30. » coxopodite . Chela S. — Lunghezza dactilopodite 32. Lunghezza propodite 35, » della porz. allarg. del propod. 34. Larghezza propodite . , 35. Spessore > 36. Lunghezza carpopodite 37. » meropodite 38. » ischiopodite 39, » basipodite 40. » coxopodite ge _ TRAE dalla se. dell’ant. D . » » ISTE 13: Larghezza della se, dell’ ant, D dd, » aa » Ss Zampa copulatrice. — Lunghezza . Do otorgà ci go ot JO COLD UT |oaunmponai aac | ou U10000 | 19 09 DIR OI > CIAO + DI OZ UT UL > TESTA OUOTHO e UL CUOU0O CIA i ID |a DD Py 0000 (o*) 14 14 9 7 10 10 24 24 10 11 6 12 5 LI C'- Classi osserv. | A — Ind, di variab, È Domo D Ù Ù rana |dossola| Grana a NR | 1 HH curosvyVo cossa ML azione | Ce - Classi estreme parlazione i frequenza ME Ma |P minore med, Domo- / Domo- FR Grana | dossola | FYANa | dossola 144 Lo 150 160] 150,50| 155 |0,6666| 0, 69 70| 65,50 | 69,50 |0,5555| 0) 32 38 34 35 |0,5555| 0, 14 19] 16 16,50 | 0,3333 | 0, 2| 14 19| 17,50 | 16,50 |0,3333| 0, 14 19] 17,50 | 16,50 | 0,3333| 0) 79 88| 8250 | 83,50 [06666| 0, 79 88| 82,50 | 83,50 | 0,6666| O, 7| 64 69] 62,50 | 66,50 [0,6666| 0, 76|172183] 171 |177,50|0,4444| 0, 39 44] 32,50 | 41,50 | 0,6666| 0, 105 113] 106,50| 109 |03333| 0; 52 56| 59 54 |O4444| 0, 52 56| 59 54 Î|o4444| 0 175 186| 181 |180,50|0,7777| 0, 99 110] 98 |104,50|0,5555| 0, 97 110) 94 |10350|0,2222| 0, 3/205 214| 194,50 | 209,50|0,7142| 0, 40 45] 40,50 | 42,50 [0,7777| 0, 7| 32 39 33,50 | 35,50 [0,5555| 0, 64 79) 69 | 7150] 05 | 0, 107 132] 127 |119,50|0,7142| 0, 54 68| 64 61 05 | 0, 43 53] 47,50| 48 |0,875| 0, | 30 38} 33 34 | 075 | 0, 42 47| 41,50 | 4450| 05 | 0, 70 75] 7150 | 7250 | 0,625| 0 36 38Î 35 37 |0,3333| 0, 23 25 — 24 SS Pc, a Do) o) 66 70 67 | 68 |o,4444| 0, 113 119 118,50 116 |{0,2222| 0 56 66] 58,50 6l 0,2222 | 50, 42 54 49, 50 48 0,2222| 0 28 38 30 33 0,2222| 0, 42 47| 40,50 | 44,50 | 0,4444| 0, 65° zo] 69 71,50 | 0,2222| 0, 36 38| 3350| 37 | 0,25 | 0, af abi «=. asp — nol Gong = 38 SUA 49 51| 49 50 0,8888 | 0, 49 bll 49 50 0,8888| 0, 20.28) — ansa 0; 20 23) — 22,50 - 0, 53 59 5450| 56 0,8 |0,6 BENMNPaRN Sì (eri Da Sal I (SN) al | ho >biemaeanmna a 0 o (51 (=) Do (DL: (=) INS ot horn DO% Miadici ° (Pai o (DL (SSIS SIRIO) (er) (en) lm - a rana | dossola| STana 0,3333 OLA444 (SSR To Ne CR N7) INSIIIACAE) iP 0 Pa PpepPo x (-gololei=i=) = Dow + è 00 See oc o 55 co 5 5° Pop sana S aero oi o fe00000 c0005000 ce Sata Seng (erezione (oleole) 2 (se) ww (0) DD è CLO NO E° LO Lì 4) Lo 1 td : SL (01.,! 1 £e-t3 i i (14 PA Pa ea 1) AI ag to 4 pot ® iti Erto [FRODE —@ogpgaiosi î i ' SR #1 di {7 tf} | e dt) dà î 9 do. 1,401 Para” ( Ì tw Ì U . | dapgda LE :() PROT Inaà | { DI ] (i muto È L dint, 4 i #% | ì x 09] O 73 at hf i rs è 4 1° J hG * Ì » ì be A) PeR, at 19 £ 000) Vita PSI » AR x3 di PORN ui di, sar ic 9] PERO asi b ta dilaZ 4 SIEDE 4 so qoios |sb dedi» _ quid CS OTIgoI! he saio RA L i} 4 fe pila Srisotanst dai, Gar A SLI Morige Sile —-- Nr a FA A al. i pe EDI MOVE pilati « ia sh 4 - da | i bas DL ì) [ Pe n° hab 8?) sà parati guanti ) <> i Pigi ‘ «E * bon:00 Lap bus: santini — agnnod | © P $ f \ \ seit ; ) n Nt DEGNI » prgastg tato ao] dbiod inb Sei. 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Lunghezza car popodite 27. » meropodite 28. » ischiopodite 29. » basipodite 30. » coxopodite Chela S. — Lunghezza dactilopodite 32. Lunghezza propodite 33. » della porz. allarg. del propod 34. Larghezza propodite . 35. Spessore » 36. Tua piena cal popodite 37. meropodite 38. » ischiopodite 39. » basipodite 40. » coxopodite a —_ LAgSuezza della sc. dell’ant. D . » S . 45. Larghezza delta sc. dell’ SRL D 44, » » » » S Zampa copulatrice. — Lunghezza . | ao] on por pwopscoos Aa Prpda TIARU5AWVAaAAO I-II apo Oo oa uo DETITWIUAO | © 000] ovorno 0,6666 0. 0,625 0,625 0,4444 0,3076 0,4 0,7142 0,6666 0,7142 0,8 0,8 ie 1 140 145/19 55 58 50 164 172 176 196 32 35 31 35 71 86 124 151| 1 5877 53 68 sl 4l 47 59 69 78 36 4 18 23 26 32 71 86 124 158 58 81 49 65 27 4l 47 59 69 78 36 42 18 28 26 32 40 44 40 44 18 18 57 61 0,8 Fe=M Fe>M * ss U Y UE VO vu w * è =Ù “ vw xv REI TU) I ML O io apt Dai It Te Un fi i] MI (0) 9 09 VI GI > > VD VI VI UD HS VI > > DI VI 03 DSH DI DIM OO 02 U3 09 03 03 dI 03 03 03 VI CI NI H> dI WWP VOTI AUADLOSO morirai vw 0600 ao00 PEAS OOIIAVOAOI 0,5 0,8 0,6666 0,4285 0,4285 0,4285 0,6666 0,6666 0,5 0,4285 0,6 0,75 0,75 0,75 0,5 0,625 1 141 146) 143,50 59 58] 57 27 33) 32 12 18) 15 12 18| 15 12 18) 15 62 70) 66 62 70] 66 65 70 176 182 27 31) 29 104 107 55 58 55 58 170 177 95 102 93 97 95 189 196 33 35] 34 31 33] 32 TA 8 132 141 61 70 54 60) 57 33 37| 35 44 48| 46 66 72) 69 37 41) 39 17 25) 21 26 33 75 83| 79 123 141 57 70 50 60| 55 31 37) 34 45 48 66 72 69 36 42) 39 17 25) 21 26 33) 29,50 4l 44 41 44 1719 Le rale] e) g" ) da g sp Ph ù TI 28 CR. P, Î i, toa ceÉ I È î ; Lat pa } YA P DT Pg LI Ì È % I it % ‘ Sa ate, 0 i i i ai | Tra { i 95 | i vol È i i RO: i (e) 14) ì ì, i ; è ri pa x Hi 3 ; li ARA | E i LI Ò L ! dn bia SANT i Kos PIPI Ù pa i | de Ù) . Mes : | ‘ id L'IRAN LICIA LAS i SRI dea; : f ui La gn Ì 1 Poi i Dari : 90 h Y4 li ij DO 4) x t 05. 68,0 Fa" somigli Lat tra i CARO TA SRO È { 1 i : PL É LA far n i MASSLO, ia Re tri > 5 7 ] re ì T | ri Fa POE A TA Li i 4 ii a i “i di \ PW DO n la x È { fe r ; f ALA ‘ É = ] i : i i i - i “” 7 Li {i to 13 } to Ò L 5 704 LI H i bad ‘ (ai ni i GAI ll pc 4 ; ” BRA 30) Ì ì 4 } ì #4 i , 3543 }, p” dii Î - ; è Li ) re ì ce PIT x GO 4 - i i h) i cha Tuta È Li : iù Li | "Pig: I , il À rara ' i i fur 78 $ {? €X:3) { A I LS) H LI x A bi È : I x GR E, : | i Magi .i = À Papa tnt î - î i Ò 7 sg É à 11,8) È È ) $ Lt È pa i a dè i Di È "a 3 di Ue dI pei | x 4 e; | Mo IG ROL | : i t a et) | ee Db | o e, mA ” È Tad . i tag i 4 Pero de DO hei [RGE6O ET G4) + Ce. 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Siti «Gt Po Mast 15 iunlos | ai È vati. crei nossa 'ffab LL Ibolos, fol sesodtàni sia imébba'tsfiessa go. ; - npitrsig oisé I Lint. 4 ; ETÙ i "000, n. Li e La - «Sè ©) ° | ni | di; A | i salt — dala pg assai i "GRII ig + DA nità A (] FENDI RL L RE e. aston dell d'a vsage RE HE: svert ati gli n sed 4 n stthéjor ì Cr n è stage 1% bero nb cavalla &et6g ailnb AP bi nosotl gps acsbllate.1 8» Cif. «dt É è so ftrtsi figo AGI > ADULTI — d A — INDICE DI VARIABILITÀ (misura base superiore ai 45 mm.) Greccio o Candiolo | Viverone | Zimone 10 | Piobesi GITE Greccio SL Candiolo | Viverone | Zimone | Saluzzo | Piobesi fan . Capo. — Dist. dal solco cef. DIAL: rostro 19 15 9 4 4 5 2 43 15 17 9 11 15 10 5 2. Lunghezza rostro . ; ; T 10 6 3 4 3 2 16 11 8 5 7 È) 3 4 3. Larghezza rostro alla base o 5 5 1( 6 5 3 4 92 3 7 Ha) 6 4 ri 4 3 4 4. » » allespine . 5 6 6 8 p 9 2 3 6 6 9 6 2 6 4 3 5. » dalla spina D all’ap. rostro ME 10 9 3 9 4 2 15 11 10 6 2 5 KA 5 6. » » SA » I 16 10 9 4 2 4 2 16 11 10 9 2 5 TA 5 7. Lunghezza della carena D 4 A 19 ital 9 5 4 4 di 35 13 12 lo 15 8 6 11 8 » » cf ; 2 IE, 11 10 5 4 4 3 33 13 13 13 15 8 6 16 9. Yorace. -- Lunghezza del torace . Ca) 12 6 5) 3 4 3 16 15 8 10 4 11 10 7 10. Dist. dal bordo post. del branch. all’ orb. | 11 12 11 4 4 5 3 19 15 21 11 10 ll 5 8 11. » fra i solchi dell’areola - 7) 8 6 4 4 4 2 8 8 7 4 5 7 4 4 12. Diametro trasverso . n 9 9 10 5 3 5 3 10 21 11 9 5 13 NU) 16 13. Lunghezza del solco D dell’areola . 8 it 9 5 4 3 3 14 ih 11 8 8 10 8 6 14. » at at RS: » 8 11 8 5) 4 4 3 14 17 15 8 10 10 11 11 15. Addome. — Lunghezza dell'addome x .| 10 12 11 6 4 5 3 20 17 14 17 10 13 9 5 16. Distanza fra il 1° paio pleuron - O 10 10 b) 4 5 2 15 12 16 8 T 6 1l 5 17. » Sa È) » 8 9 9 3 4 4 2 15 12 14 6 10 4 12 4 18. App. caud., — Larghezza natatoia caudale .| 18 12 7 5 4 5 3 19 12 10 14 9 12 18 18 19. Lunghezza porz. quad. telson . 3 6 1 9 3 3 4 3 7 9 7 3 3 5 8 6 20. » » termin. > 7 7 5 4 4 4 3 7 7 5 4 5 5 6 8 21. Chela D. — Lunghezza dactilopodite . si a10) 18 15 6 4 4 3 62 37 28 35 9 36 24 17 22. Lunghezza propodite È | 138 18 14 5 3 8) 3 87 63 46 34 nica 62 39 35 23. » della porz. allarg. propodite Rl28 18 12 6 4 5 3 41 47 31 22 13 40 18 23 24, Larghezza propodite . A 39620 14 11 5 4 3 3 10 31 22 14 8 32 10 18 25. Spessore » è 3 Î 6 9 11 4 4 4 2 27 14 17 7 6 10 9 10 26. Lunghezza car popodite 4 - ; UL 9 9 5 4 4 3 19 16 11 12 5 19 7 8 27. » meropodite . : : SR RO ALI 11 10 5 4 d 2 33 16 14 ll 9 22 10 7 28. » ischiopodite . 9 E sa 2 7 6 4 2 4 3 15 7 6 b) 2 6 5 6 29. » basipodite : i x RELO 6 5 3 3 2 3 10 6 5 3 4 5 2 8 30. » coxopodite . ; 3 URTO 7 6 4 b) 4 3 10 7 6 4 3 5 7 6 31. Chela S. — Lunghezza dactilopodite . a 2) 19 13 b) 2 0) 3 56 39 31 30 8 21 21 19 32. Lunghezza propodite 5 .| 42 18 13 5 2 5) 3 86 5I 56 42 13 35 34 25 33. » della porz, allarg. del propod. 24 13 12 5 2 5) 3 33 26 38 22 9 6 21 19 34. Larghezza propodite . o .| 23 14 12 5) 2 b) 3 36 22 19 14 2 15 13 27 35. Spessore » Mena a 10 11 4 2 4 3 23 12 13 7 5 10 8 19 36. Lunghezza carpopodite Le ò N18 10 10 4 2 4 3 21 16 11 14 0) 12 10 8 37. » Merppogite e, fe N URTO 11 11 4 2 tI 2 41 7 15 9 8 10 10 6 38. » ischiopodite . i; o 3a RI 8 6 3 2 4 3 13 9 6 4 2 6 5 5 39. » basipodite Ple cc i 7 5 3 2 2 3 8 7 5 3 3 4 2 8 40, » coxopodite RBB LI 5 MO) 7 6 3 2 4 3 10 7 6 3 2 4 7 6 41. Scaglie. — Lunghezza della se. dell’ant. D .| 14 10 6 3 3 0) 3 16 13 6 4 12 8 12 6 42. » » » » SR 9 6 8 4 4 3 17 9 6 4 8 8 12 6 43. Larghezza della se. dell’ant. D È a sa: 3 2) b) 3 3 ai 2: 3 3 4 6 4 4 44, » >» >» Al Cha RD - 3 3 3 3 3 = — 3 3 4 6 4 4 45. Zampa copulatrice. — Lunghezza . : - 8 8 8 5 4 4 3 10 10 8 7 9 8 6 3 È LU A 5A 49 4 pe) si cibi ri Fr LIO | po gnein ot + di 1 SA i Ha N A ARGILLA LO” veul \ th) è ADULTI — e x .. | Villa ? (misura base superiore ai 45 mm.) Greccio i Candiolo | Viverone | Zimone 1. Capo. — Dist. dal solco cef. all’ Se: rostro 0,4418| 1 0,5294 | 0,4444 2. Lunghezza rostro 0,4375 | 0.9090| 0,75 0,6 3. Larghezza rostro alla base 1 0,8571|0,8333| 0,75 4. » » alle spine 1 Il 0,8888 | 0,8333 5. » dalla spina / all’ap. rostro 0,9333 | 0,9090 | 0,9 0,5 6. » » » » » 1 L 0,9090 0,9 0,4444 6: Lunghezza della carena + 0,5757 Dea gi 0,3846 i a È 3 0,5757 | 0,8461 | 0,7692 | 0,3846 9. Torace. — Lunghezza del torace . .|0,9375| 0,8 0,75 0,5 10. Dist. dal bordo post. del branch. all'orb. 0,5789| 0,8 |0,5238|0,3636 11. » frai solchi dell’areola . | 0,875 1 0,8571 1 12. Diametro trasverso A 0,9. | 0,4285 | 0,9090 | 0,5555 ti Lunghezza del solco a dell’areola A 0,5714 | 0,6470| 0,8181| 0,625 » » » » 0,5714 | 0,6470|0,5333| 0,625 | 04 15. Addome. _ Lunghezza dell’addome 0,5 | 0,7058| 0,7857 | 0,3529 0,4 TE Distanza fra il H paio pleuron a OR LE 0,625 | 0,5714 ; » » So » 0,5 Rf) 642 0,5 0,4 18. App. caud. — Larghezza natatoia caudale 0,9473 1 0,9 | 0,3571 | 0,4444 19. Lunghezza porz. quad. telson . 0,8571 | 0,7777 i i i 20 » termin, 4 D 4 1 i i i 20. » » 1 1 0,8 21. Chela D. — Lunghezza dactilopodite 0,4838 | 0,4864 | 0,5357 | 0,1714 | 0,4444 22. Lunghezza propodite - | 0,4367 | 0,2857 | 0,1458 | 0,1470 | 0,1764 n si È So po allarg. propodite - | 0,5609 | 0,2765 | 0,3870 | 0,2777 | 0,3076 arghezza propodite . 0,625 | 0,4516| 0,5 |0,3571| 05 25. Spessore I E 0,5925 | 0,6428 | 0,6470 | 05714 | 0,666 n Lung "p pos ite 0,7894 0,5625 0,8181 | 0,4166| 0,8 de » ne Dolo 0,6875 | 0,7142 | 0,4545 | 0,4444 : » ,8 1 1 0,8 1 29.» basi podite Î l 1 1 | 07 30. » coxopodite 1 1 1 1 l 31. Chela S. — Lunghezza dactilopodite 0,5178 | 0,4871|0,4193| 0,1666| 0,25 ia Lunghezza SOIT . 0,4883 0,3529 | 0,2321 | 0,1190 | 0,1538 I; SIA A, Ri del propo SI Deal, QUI del cl 34, L bi 6 16315 | 0,357 di se » 0,8695 | 0,8333 | 0,8461| 0,5699| 0,4 unghezza carpopodite 0,8569 | 0,625 | 0,9090 | 0,2857| 0.4 DD: z, O 0,4634 | 0,6470 | 0,7373 | 0,4444| 0,25 3 » chiopodite 0,8461 | 0,8888 1 0,75 1 Do » basi podite 1 1 1 1 0,6666 î » coxopodite 5 3 I 1 1 1 1 dl. 00 - a cal sc. dell’ant. D 5 Co 0,7692| 1 0,75 dA » » tà 75 d 43. Larghezza della sc. dell’ ant. D "o "A i iù 0,75 dd, » » » » S a = 1 1 0,75 45. Zampa copulatrice. — Lunghezza . 0,8 0,8 1 0,7152 | 0,444 0,375 _|0,3636 0,5555 0,4545 0,3333 0,2777 0,5 08 |0,6666 0,1666 0,1282 0,2777 0,3846 0,5 0,4 0,4 0,8 Il 0,5714 0,4166 0,3333 0,75 0,8 el 9 | 0,6666 Ce — CLASSI ESTREME Domo- dossola Grecci franca Candiolo Viverone 0,4 0,1666 0,5 0,375 0,1764 0,0857 0, 3333 1 142 184 63 T4 34 20 30 31 82 82 78 177 195 32 39 108 117 49 49 62 62 166 185 97 111 90 104 189 207 34 29 40 35 74 135 139 225 59 41 22 4l 60 33 18 25 99 80 48 59 92 47 27 34 80 135 140 225 61 di 27 43 57 35 18 25 39 39 93 60 69 143 157 59 29 15 18 18 71 71 6l 69 174 188 31 38 98 118 48 48 64 64 166 182 97 108 92 103 195 204 33 29 41 35 72 108 128 56 40 28 40 69 35 18 25 68 132 57 dd 190 102 70 4l 5) 84 41 23 31 106 182 82 65 38 55 85 43) è 24 31 dd 54 55 30 10 10 58 58 142 158 60 107 117 68 72 154 167 93 108 87 100 30 30 186 195 36 34 86 115 152 197 70 100 57 34 49 T4 37 21 27 78 50 59 87 42 25 32 32 64| È 54 30 9 12 9 62 62 62 3|180 30 111 D4 D4 157 95 90 180 34 31 101 180 92 80 51 57 81 42 28 30 143 152 58 33 14 17 17 T4 T4 71 190 119 6l 6l 173 102 95 193 36 3 135 213 113 93 57 68 91 46 25 353 } 135 226 115 95 57 71 91 46 25 35 40 40 20 20 64 Zimone | Saluzzo | Piobesi 55 27 14 14 14 6l 6l 64 32 53 DI 88 dA 30 88 72 69 42 49 71 39 21 27 88 72 69 42 49 71 39 21 28 37 37 18 18 6l 106 110|111 123 166 175|160 172 97 105) 90 104| 99 109 97] 93 96) 93 104 185 193/190 201|184 201 141 151|138 152|146 155 61| 54 62) 60 62 35| 31 34| 50 32 Domo- dossola 56 30 15| 9 14) 17 20) 12 15| 10 14/21 27 15) 10 14) 21 27 12 12 75) 67 74) 68 73) 69 T5| 67 74) 68 73) 64 67| 67 77| 67 76) 63 176 185|182 192|183 187 36| 32 38| 34 37) 33 105 112 60| 55 64| 53 60| 56 60) 55 64| 53 63) 56 163 171 36| 35 39) 32 79| 38 34| 32 36) 27 32) 28 96| 81 116| 89 112| 77 148 164/151 212)154 192 84| 77 116] 70 87| 66 76) 70 101| 57 66| 52 47| 45 B54| 35 39) 35 53] 51 69| 47 53) 49 79) 75 96| 76 85) 79 40) 40 45] 37 41| 38 24| 23 27| 21 22| 17 29 31 35] 26 32) 28 95) 81 101| 89 109) 77 152 164/146 180|154 187|140 80| 75 90) 65 85) 66 70) 65 79| 51 63| 51 46| 44 53) 32 39) 35 53| 51 62) 47 56) 49 78| 75 84| 76 85| 79 40) 40 45| 37 4l| 36 23) 22 25| 21 22) 17 29) 31 34| 26 32) 28 48| 37 44| 41 52) 40 44 37 44| 41 52) 40 21| 15 20| 19 22) 17 21] 15 20) 19 22| 17 69| 63 70) 58 63) 61 147 151 59 33 14 16 16 79 79 69 178 185 36 112 127 6l 66 167 171 102 106 99 102 193 210 43 35 93 1536 170 88 69 aut { TT 0) è ma - = nb 14/7 na rpg n # r Ò Ò la x ; da » ‘ P 3 MA 7) È | A RIG, Pri Ì ; i Tati DE v è pa b f Bagthg (150 bi f P È î Ùa 1) i ue (gii si È. vt: ed Ò ta he, : A ì AM 9 MERATE i ì ? val LA fcatria LL i e tn: Tel, ft, Ì } n K "I : è arr 4 4: FLAT 41 o , 4 5 = " }, x 4 vt CA ti li 1° l (RT > è» ui bi % ‘ i î 18% j e pt br 4 Caos ì A È l î PAT ' xs e E 109 Pi « | ‘ è (OE SAR ti È fd; -Lé } x te È LS VIE ) $ 4 i È veg di z n k ji See 4 ? I] À, LA 11 [one Fo, Sg. 1 x ‘ x tà 4a fi / È i BUT i ARSILE? DI Di: d » ra 4 î 4 Ì ’ io è L 3a È 1 x 4 ( % to) x e è ‘ y î È € Li ? - N 45 ; PE 44 Cha À i: i 5 Ls { \ 153 = # i #1}, ha È cE } . i 4 LI _ ; - td. h ? i LoL) }À ranite }a n ° 2 id HS bd ie Ù i 304 — vo cn , ” * 1] Sr GESTI cc e di : A $ Ma RL | ci Oa e pa e" a Lat | do GI.) dadi ai sl ja A Roi T)os È Difé 4 er , ibi È i 0; di dio bho INI: ite, x j : s y È uiruibbbe ” 3 mal 4 : 4 HS AR -B Ù } l 09.0 iii tx VR (ha! È FM dd: parara NOR apt: TO door Messi LITTA! ci I bi 5 CI, a SIA, e 7 15 2 SA na cre cr ADULTI = e F .. | Domo {misura base superiore ai 45 mm.) Greccio nda Gandiolo | Viverone Piobesi li Greccio tranni Gandiolo | Viverone | Zimone | Saluzzo | Piobesi Fee. 1. Capo. — Dist. dal solco cef. all’ap. rostro .| 163 150 150 147 150.50 | 149 |0,9781|0,3214|0,8823 | 0,1666 | 0,25 0,2 0,2 | 0,6666 2. Lunghezza rostro . ; DIO 64 56,50 | 56 61 57,50 | 0,8823 | 0,2941 | 0,8235 | 0,3333 | 0,5 0,4 0,4 |0,3333 3. Larghezza rostro alla base Dai ; Soli 32 32,50 | 31,50 31 31,50 | 0,4705 | 0,7058 | 0,8235 | 0,8333| 0,5 0,5 0,8. | 0.6666 d. » > ‘alle spine . . || 117,50) |\ 17,50 14 11,50 18,50 13 | 0,4705| 0,5294 | 0,4705 | 0,3333 | 0,75 0,2 0,6 | 0,3333 DI » dalla spina D all’ap. rostro .| 23 23 14,50 | 14,50 24 14 |0,2666|0,3214|0,7058 | 0,6666 | 0,5 0,4 0,6 | 0,6666 (a » » SM » 23/0023 14,50 13 24 14 | 0,3932|0,3214|0,7058|0,6666| 0,5 0,4 0,4 |0,6666 7. Lunghezza della carena D 5 , .| 66 TT 69,50 | 68 70,50 | 74 |0,0329|0,3928|0,7647 | 0,3333 | 0,25 0,6 0,6 |0,3333 | 8. » » » S : è MO 77 66,50 | 68 70,50 | 71,50 | 0,0329 | 0,4643 | 0,4117 | 0,3333 | 0,25 0,6 0,6 |0,3333 h 9. Torace. — Lunghezza del torace . ; .| 70:50) |) (68 73,50 | 66,50 71,5 66 |0,5274|0,2142|0,7646|0,3333| 0,75 |0,8333| 0,6 |0,6666 10. Dist. dal bordo post. del branch. all’orb. | 186 181 193 185 185 | 181,50|0,4117 | 0,4705 | 0,8823 | 0,6666| 0,5 |0,6666| 0,4 |0.6666 | 11. » fra i solchi dell’areola . 5 .| 35,50 | 34,50 | 30 31,50 35,50 | 34,50 | 0,7058 | 0,5294 | 0,2941 | 0,6666| 0,25 |0,3333| 0,6 |0,6666 | 12. Diametro trasverso . ; . | 112,5 | 108 tut) 115 108,50 | 119,50 | 0,6470 | 0,2941 | 0,3888 | 0,6666| 0,75 |0,6666| 0,6 |0,3333 13. Lunghezza del solco D dell’ areola . . | 55,50 56 63 57,50 56,50 | 58,50 | 0,1764|0,5294|0,4705 | 0,5555| 0,75 0,5 0,4 |0,3333 14. » » SOS » ; . | 55,50.| 56 65 57,50 58 61 0,1764 | 0,5294 | 0,8235 0,5555 0,75 0,5. 0,2 | 0,6666 15. Addome. — Lunghezza dell’addome " .| 175,50 174 | 160,50] 165 167 169 |0,9411|0,5294|0,2941|0,3333| 0,5 |0,3333| 0,6 |0,3333 16. Distanza fra il 1° paio pleuron a .| 104 |102,50|100,50| 98,50 104 104 |0,6470|0,5294|0,8333| 0,5 0,5 MO) 0,8. | 0,3333 dre > SIMO ARS: » È DA O 97,50 | 93,50 | 92,50 98,50 | 100,50 { 0,7058 | 0,7647 | 0,7777| 0,5 0,5 0,5 0,8 | 0,3333 18. App. caud. — Larghezza natatoia caudale .| 198 |198,50| 190,50| 186,50 192,50 | 201,50 | 0,4505 | 0,3214 | 0,4705 | 0,3333| 0,5 |0,6666| 0,4 |0,3333 19. Lunghezza porz. quad. telson . : sl 37 37 33 35 35,50 | 40,50 | 0,4117 | 0,3529| 0,2352|0,3333| 0,5 |0,6666| 0,6 |0,6666 20. » a Mteinin nia e 3 82 32 32 32,50 29,50 | 31,50 | 0,2941 | 0,2941|0,4117|0,6666| 0,5 0,5 0,4 |0,3333 21. Chela D. — Lunghezza dactilopodite . . | 104,50| 90 99,50 | 118 100,50| 85 |0,9230|0,8214|0,7646| 0,5 0,5 0,6 0,6 | 0,3333 22. Lunghezza propodite . .| 182 159 |174.50| 196,50 173 153 | 0,9450|0,8571|0,8235| 0,6 0,25 0,8 0,6 | 0,3333 23. » della porz. allarg. propodite cul 279) 79 85 |102,50 78,50 | 77 0,8571 | 0,9642 | 0,5882| 0,8333 | 0,5 0,8 0,6 | 0,3333 24. Larghezza propodite . d : .| 60,50 | 55 67,50 | 86,50 6150 60,50 | 0,9010 | 0,6428 | 0,4705 | 0,6666 | 0,75 0,8 0,8 | 0,3332 25. Spessore » 3 : 5 colf 38) 34,50 | 42 54 37 39,50 | 0,8022 | 0,6785 | 0,2941| 0,5 0,25 0,4 0,4 |0,3333 26, Lunghezza carpopodite 5 o a .| 50 47,50 54 62,50 50 52,50 | 0,7582 | 0,7142 | 0,6470 | 0,6666| 0,5 0,8 0,6 | 0,6666 SIT » meropodite È A , AIOSZO 76,50 | 80,50 86 80,50 82 0,1758 | 0,7142| 0,4704| 0,5 0,5 0,8 0,8. | 0,6666 28. » ischiopodite . ; È .| 40 38 39,50 | 44 39 40,50 | 0,5824 | 0,5713 | 0,2352| 0,5 0,75 0,4 0,4 |0,6666 29. » basipodite ; o î .| 22,50 | 20,50 23 24 21,50 | 20,50 | 0,7252| 0,25 |0,1764]|0,1666| 0,25 0,4 0,2 | 0,3333 30, » coxopodite 5 i : 129/501] 428 29,50 | 31,50 29 30,50 | 0,7362 | 0,4285 | 0,4704 | 0,3333 | 0,25 0,2 0,4 | 0,3333 31. Ohela S. — Lunghezza dactilopodite . .|107,50| 87 98 120,50 99 86 |0,9333 | 0,6071 | 0,7058| 0,4 0,5 0,6 0,6 | 0,3333 32. Lunghezza propodite } .|182,50| 157 |172,50| 205,50 170,50| 152 |0,9340|0,8571|0,7058| 0,6 0,5 0,6 0,6 | 0,3333 BRE » della porz. allarg. del propod. UA 69,50 | 81,50 | 102,50 75 75 0,8791 | 0,8214 | 0,5882| 0,6 0,5 0,4 0,6 | 0,3333 34. Larghezza PIBNETIG:, È .| 61,50 | 54,50 69 86,50 57 64 |0,8901|0,7142|0,5294| 0,4 0,5 0,6 0,2 | 0,6666 35. Spessore Re Se 54 35,50 | 39 |0,8791| 05 |0,5882| 0,2 0,5 0,6 0,6 |0,3333 36. Lunghezza I arpopoiite ) s x o 6h) 47,50 | 54 64,50 51,50 | 52,50 | 0,8682 | 0,6428 | 0,4704| 0,8 0,5 0,6 O, | 0,6666 37. » Meropoditel fe e 77 80 87 80,50 | 81,50 | 0,2747| 0,75 |0,2352| 0,4 0,5 0,6 0,8 | 0,6666 38. » ischiopodite . 5 È .| 41 39 39,50 | 44,50 39 38 | 0,7252|0,7857|0,2352| 0,6 0,5 0,6 0,4 |0,3333 39. » basipodite - : : 22508 20508 823 24 21,50 | 20,50 | 0,5054| 0,25 |0,1177| 0,2 0,5 0,4 0:20 583 40. » coxopodite 5 , È .| 29,50| 28 29,50 | 32 20 30,50 | 0,7472 | 0,3928 | 0,4705 | 0,2 0,5 0,4 0,4 | 0,3333 41. Scaglie. — Lunghezza della sce. dell’ant. D .| 46,50 48 39,50 | 38,50 46,50 | 42,50 | 0,4204 | 0,1785 | 0,5294 | 0,1666 | 0,3333 | 0,2 0,6 | 0,3333 42. » » DS ZITTI 50 39,50 | 38,50 46,50 | 42,50 | 0,3977 | 0,5185 | 0,5294| 0,1666 | 0,75 0,2 0,75 | 0,3333 43. Larghezza della SC. dell’ ant. D $ ee == 18 19 20,50 | 18,50 — — 0,6470| 0,5 |0,6666| 0,2 0,8. | 0,3333 dd. d iti; n; = _ 18 19 | 20,50 | 1850| — — |0,6470| 05 | 0,75 | 02 | 08 |0,3333 45. Zampa copulatrice. — Lunghezza . È .| 64,50 | 64,50 | 60,50 | 61 | 60,50 62 0,7058 | 0,4705 | 0,4705| 0,5 0,75 0,6 0,6 |0,3333 di AIR 600; i siro aRedgvitA? | RI Ì ua 41 fì be: Li) L) 4 - Ri Pa PE RIO] bho tagasge 1) TREE è SRD Noa At, sd . ESILI AI BA) FA ed ari AI, meri L TM 7 46 ì Na 4 19 bi #4 \-L.t}.L {41 +4 ae ,! di le + È - » : 4 “0 RR RA | VAS, LOcdo 1] ME CEN: CHO LRCO8 1 OGES: I'ETAMI TI piva bi pene +] RL. : "i l 1a} PRETI è ni A malee $ OP9 i PES AV ; ‘aandi è gi 4 11% : Fi PS bi * [hi di Ri Î di, ri o Lod (NEI) 4 È ped G ) i } Mm Î 7% } 4 4% Ke ras pr Ì bi i Le pa] a vor pAsadoto 10 Za . de __- ___ 2 SY e = — = = —— — — Rue ADULTI — è F=M — FREQUENZA UGUALR. {LA MEDIA F>M — FREQUENZA MAGGIORE DELLA MEDIA i ___—_—_——__———_—_r_-<—-—««TY+Y-<-=-FT-7? Villa. K 3 i «+ | Domo: a Ù p coi i al . | Domo- : {misura base superiore ai 45 mm.) Greccio | franca | Candiolo | Viverone Tone juzzo | Piobesi | gossola Greccio | franca | Candiok | Viverone | Zimone | Saluzzo | Piobesi pasdli n È == 1 Gp _ pie di et sit retro oe e/o ln GAfelo,| 9 lego oecenuminel ol se ce lena hezza rostro. . | 0,0588 | 0,1176 di dio | 0:2 ) È 64|0,3333| 05 | 0,6 | 0,4 |0,6666 3. Lage rostro alla base. . .|0,2941 o1764| 2, È 085 Mo | 0 OL AA 0,1176 | 0,1764|0,1666| 0,25 | 05 | 02 |03333 a 3 > allespine. . "0 ) {0 0 |lo | 0 |0,3333[0,5294/0,4705|0,2941|0,6666| 0,25 | 08 | 0,4 |0,3333 So > dalleepina Doltaproire [0.2 Oont] 0 [osoosi SUM | © | © |ososr|upor|gesiorea| ne | 06 | 06 (0a 6. » MIR SOY»: ,07 ; odio | 0 ,6067 | 0,6 ,2941|0,1666| 05 | 0,6 | 0,6 |0,3333 | 7. Lunghezza della carena DO. . .|0,0219/0,1071| 0 0 oo | 0 o |o,9450! 0,5 |0,2352/0,6666| 0,75 | 04 | 0,4 |0,6666 8 È 3 prati o Li E RONZIO 0,107 LO 0 0 n 0 0 |0,9450|0,4285|0,5882|0,4444| 0,75 | 04 | 0,4 |0,6666 (p 9. Torace. — Lunghezza del torace . o |0,0714|) 0 0 0 d 0 O |0,4725|0,7142|0,2352|0,6666| 0,25 |0,1666| 0,4 |0,3333 10. Dist. dal bordo post. del branch. all'orb. | 0,1764|0,1764| 0 0 OMO | 02 O [0,4117|0,3529|0,1176|0,3333| 0,5 |0,3333| 0,4 |0,3333 pig cirie 0-0. losiv (citt QUINABP( © | 0 CRG0oce cos one colo fe 12. Diametro trasverso . ; : 12352 0 ,35 14705 | 0,33: ù, i 13. Lunghezza del solco D dell’areola . ) 0,0588 0,1176 0 o |do 0 0 0,8235 | 0,4117 | 0,4117 05555 0/85 (0° DI OGANA 14 3 De OE Ce ._I| o |00588|00588| 0 o |do 0 0 |0,8235|04117|0,1176|0,5555| 025 | 05 | 08 |0,3333 15. Addome. — Lunghezza dell'addome .| 0 |0,0588| 0 0 0 |lo 0 |0,3333|0,0588|0,4117|0,7058|0,6666| 0,5 |0,6666| 0,4 |0,3333 16. Distanza fra il 1° paio Pieumon ? .|0,1764| 0 0 0 0,9 | 20 0 0 0,1764 | 0,4705 | 0,1666| 0,5 0,25 0,5 0,2 | 0,6666 usa pe gol ID MOI (0 0 O) odo | 0 0 |0,1176|0,2352|0,2222| 0,5 | 05 | 0,5 | 0,2 |0,6666 18. lun. caud, — Larghezza natatoia caudale .|0,1428 0 0 0 0 0 0 0 0,4065 | 0,6785 | 0,5294 | 0,6666| 0,5 |0,3333| 0,6 |0,6666 19. Lunghezza porz. quad. telson . . .|0,2941|0,1764|0,2352| 0,5 | 0,25 | 0 0 o |0,2941|0,4705|0,5294|0,1666| 0,25 |0,3333| 0,4 |0,3333 20. > » termin. » . . .|0,1764|0,:352|0,2941| O | 0,25 |Q166| 0 0 |0,5294|0,4703|0,2941|0,3333| 0,25 |0,3333| 0,6 |0,6666 921. Chela D. — Lunghezza dactilopodite . AO] 0 ù Ù È î o 0 0,0769 | 0,1785 | 0,2352| 0,5 0,5 0,4 0,4 |0,6666 22. Lunghezza propodite . 10 0 0 O |0,0549|0,1428|0,1764| 0,4 | 0,75 | 0,2 | 0,4 |0,6666 PORZIO della porz. allarg. propodite . 0,0439] 0 |0,1176| 0 o fo | o 0 |0}0989|0,0357|0,2941|0,1666| 05 | 02 | 04 |0,6666 Ae Si a O paede sio «+. -|09065 n10 31000 : ) i x ,924 dd U ) Do Tanghene siemetie > >; ;[0ioe] o (00%. 0 | ‘it | 0 | 0 |Ouzia[CNSer Gata ‘ivo| Sf | Qu | ti (Oi 27. » meropodite . : È .| Oli ‘ 152! , } , , ddt 28. » ischiopodie . . . —|0,1428|0,2143| 0 |0,1666| 0 È 0,4 0 0,2747 0,2143 0,7646 | 0,3333| 0,75 | 0,6 | 0,2 0,3833 29. » basi podite | 0 o |0,4117| 05 | 0 0 0 O |0,2747| 0,75 |0,4117|0,3333| 0,75 | 0,2 | 0,8 |0,6666 30. > coxopodite O |0,2857| 0 0 0,25 (40,2 | 0 0 |0,2637|0,2857|0,5294|0,6666 | 0,5 0,6 0,6 | 0,6666 31. Chela S. — Lunghezza dactilopodite 0 |0,0714|0,0588| 0 o |Jo 0 o |0,0666|0,3214|0,2352| 0,6 | 05 | 0,4 | 0,4 |0,6666 32. Lunghezza propodite 7 0,0109 | 0,0357 | 0 0 0 0 0 0 0,0549 | 0,1071 | 0,2941| 0,4 0,5 0,4 0,4 |0,6666 33. > della porz. allarg. del propod. 0 o) 0 ‘ b È Do 0 |0,1208|0,1785|0,4117| 0,4 | 05 | 0,6 | 0,4 |0,6666 t : 0 0 0 i O |0,1098 57|0,4704| 0,6 3 |0,8: Pra i rr Sp Pa 0,0109] o |o,0588| 02 | 0 |Î0 | o |0,3333|0/1098 SAR 5 08529 06 08 04 04 05088 36. Lunghezza carpopodite . > o . | 0,0219 0 0,1177 0 0 0 0 (0) 0,1098 | 0,3571|0,4117| 0,2 0,5 0,4 0,6 | 0,3333 37. » meropodite . . . .|0,1428|0,1428|0,2352| 0 0 î 0 0 |o,5824|0,1071|0,529| 06 | 05 | 04 | 02 |0,3333 38. > ischiopodite . . . .|0,1428|0,0714|] 0 0 o o | 4 |0:3338|0,1318|0,1428/0,7647| 04 | 0,5 | 0,4 | 0,2 |0,3333 39. > Mamipodite* |. |. .. Mi 0 0 |0A117| 04 o [do 0 0 |0,4945| 0,75 |0,4705| 0,4 | 05 | 0,6 | 0,8 |0,6666 40. » coxopodite | Ti ef al eo AO Sa1z O 0,4 0 0 |0,2527|0,2857|0,5294| 04 | 05 | 06 | 0,6 |0,6666 41. Scaglie. — Lunghezza della se. dell’ant. D.| 0 |0,0714| 0 p } 3 Ù 0 |0,5784| 0,75 |0,4705|0,8333|0,6666| 0,8 | 0,4 |0,6666 42. »> $.|0,1022|0,1111| 0 0 0,5 |0,3703|0,4705|0,8333| 0,25 | 0,8 | 0,25 |0,6666 4; Larghezza della so, dell'ant:D > o|/— | /— 0562601669 8 0 0 — |'— |00588|0,3333|0,3333| 08 | 0,2 |0,6666 dd, » N tali CS al — |0,2941|0,1666| 0 0 0 _ — |0,0588|0,3333| 0,25 | 08 | 0,2 |0,6666 45. Zampa copulatrice. — Lunghezza . . .| 0 0 o |0,3333| 0 |P 0 |0,3333|0,2941|0,5294|0,5294|0,1666| 0,25 | 0,4 | 0,4 |0,3333 Pad ù" w I È x ? À - —_ L= Li a TI pù E, i cur - " ; d o pasvritota ei te > 7a LARA TI Ener A; parigi o î 3 9 6) e: tei A è ba Lisi Ri Bot0o br; È | saÒI +30) RSI bt} me fi | GRA.O Hi: Rs na i; LACIE 84 n° “i ir * } È i b oa i citeeia da è } pi Pa su } f% È AE WU l et à M Peg 4 9 } è ò a î d À i di » . Le . / I di PIE [E pi hà É ILLE. bid E SASL pit x ù Patt 30E #3. 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Larghezza rostro alla base 4. » » alle spine D. » dalla spina D all’ap. rostro 6. » » » S » » 7. Lunghezza della carena D 8. » » » . Torace. — Lunghezza del torace 10. Dist. dal bordo post. del branch. all’orb. 11. » fra i solchi dell’areola 12. Diametro trasverso 3 13. Lunghezza del solco D dell’areola . 14. » » DES, » Addome. — Lunghezza dell'addome 16. Distanza fra il 1° paio pleuron LG » » 3°» » App. caud. — Larghezza natatoia caudale 19. Lunghezza porz. quad. telson . 20. » » termin. > Chela D. — Lunghezza dactilopodite 22. Lunghezza propodite 23. » della porz. allarg. propodite 7 24. Larghezza propodite . , 25. Spessore » 26. Lunghezza carpopodite 27. » meropodite 28. » ischiopodite 29. » basipodite 30. » coxopodite Chela S. — Lunghezza dactilopodite 32. Lunghezza propodite 33. » della porz. allarg. del propod. 34. Larghezza propodite . ) ù c 35. Spessore » 36. Lunghezza carpopodite SIA » meropodite 38. » ischiopodite 39. » basipodite 40. » coxopodite Scaglie. — LuneReaza della sc. dell’ant. D ò 42. » 43. Tang hezza della sc, dell’ ii D 44, » » » S NIUNDDRPAMNWDI || PRaoapsiuUISIDO PESI IA 00 PR IU 12 C — CLASSI 084p Hu HH KH ot 0 0 apo o 090 DOH Ut OT 00 00 0 NDS Mowoo Quuuaiogooa DOS -DAa 0 a aaa a oi AAAIQL0S > oro 93 03 Ul Sì = co 00 DO 01 so ouiuror o > Sè Cè Ot Ut 1.00 DD doo - [mone Vate > 00 > CCP O DI WA 3 E GO OU UT O 0 VI > WA POV PAPPE POT 00 0 00ppoaror Saluzzo | Piobesi LC] A —-INDICE DI VARIABILITÀ Greccio |Villafranca| Candiolo | Viverone | Zimone |Saluzzo | Piobesi 3 13 22 15 10 11 7 10 2 8 10 16 D 7( 9 6 2 2 5 6 4 6 oz 2 2 T 10 8 8 4 4 3 2 9 20 8 8 6 6 2 2 9 20 8 8 6 6 2 6) 11 25 17 9 8 6 9 3 11 20 17 9 8 6 9 2 10 10 9 8 4 Ti 6 3 8 9 10 12 9 5 4 2 3 9 6 10 4 4 4 2 7 9 5 17 8 L( 2 2 3 9 12 9 Ti 1 3 2 3 8 12 9 7 8 3 2 8 10 16 14 16 6 3 9 18 18 21 20 22 18 3 2 16 16 16 14 21 15 2 6) 12 23 16 14 13 14 11 2 4 8 6 11 | 5 4 3 3 4 10 11 6 6 4 6 3 13 16 13 17 18 13 14 3 ita) 28 30 26 29 18 17 2 tl 19 Iti2) 17 15) 8 6 2 8 7 17 15 15 7 11 a) 8 12 12 10 10 4 7 3 “i 11 9 8 5 DI 6 2 8 12 9 ti 4 9 5 2 5 fi 5 5 5 4 2 3 4 6 4 3 4 6 Di 9 5 tti 5 2 4 6 5 3 13 13 17 29 14 10 16 3) 15 19 30 40 25 10 22 3 Ti 14 18 19 14 “i 11 3 10 11 105) 18 9 8 18 3) 8 8 10 14 8 9 9 3 8 ti 11 11 5 8 6 2 8 9 8 10 3 8 5 2 13) Ù 5 1a) 5 4 2 n) 4 6 4 3 4 6 5 3 5 7 8 3 4 6 5 2 8 11 8 8 8 7 3 2 8 Tal 8 8 8 fi 3 4 — — 6 4 5 4 5 5 _ -_ 5 4 5 4 5 4 Ù ì î Y \ ui LI ATI mi a nia i ge mire anne) i 53 Ai ici e id pa —_ a 4 n - o o i die - vd “ope - = } a RIS: ppt | | radiali it cada i BC { del mi vi ih PRIORI È APRO ti dov | DMI 4,6 SJ - OTO È, RM at A | Ben CONI At RL! 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Lunghezza carpopodite 37. » meropodite 38. » ischiopodite 39. » basipodite 40. » coxopodite 4l. gigia. = Laga gela se. dell’ant. D . » Sen ADULTI — 9 (misura base superiore ai 45 mm.) Greccio Villafranca | Candiolo 1. Capo. — Dist. dal solco cef. all’ap. rostro 2. Lunghezza rostro $ 3. Larghezza rostro alla base 43. Larghezza della sc. dell’ A D 4A. » » » » Ss 0,4615 0,375 1 0,5714 (1,6666 0.6666 0.6363 0,6363 0,7 0,5 0,6666 0,4285 1 1 0,5 02229 9211 0,25 0,6666 0,5454 0,8 1 0,7 0,6 0,6 0,56 0,6 0,9 0,8888 1 1 1 1 0,9 0,5555 0,6875 0,6956 0,875 0,7 0,8125 0,6071 0,6842 0,7058 0;75 0,6363 0,8333 ||ur HH 0,6 0,4375 1 0,75 0,875 0,875 0,5882 0,5852 0,5555 0,8 1 1 0,5833 0,6666 0,5625 0,3809 0,5 0,375 1 0,6363 0,6923 0,3 0,4210 0,5294 0,5833 a — INDICE DI VARigro Viverone ms 0,7 1 1 0,75 0,75 0,75 0,666 0,6666 0,75 0,6666 0,7 0,4117 0,7777 0,7777 0,6428 0,4 0,6428 0,5714 0,6563 0,8333 0,2941 0,2307 0,3529 04 0,6 0,625 0,7142 1 1 1 0,2413 0,2 0,4210 0, 4444 0,6428 0,6:363 0,6 0,8333 0,2222 0,3353 0,3571 0,75 Ce — CLASSI ESTREME Piobesi | Greccio |Villafranca 0,3 139 151 | 131 152 0,3333| 61 68| 58 67 1 900 3 “2832 0,6666| 15 21| 15 24 1 21 29 9 28 nl 2] 129 9 28 0,3333 |. 65 75| 61 85 ;j|0,3333| 65 75| 61 80 0,3333| 62 71| 62 71 0,75 | 173 180 | 171 179 0,5 | 37 39| 30 38 1 104 110 | 102 110 0,6666| 52 54| 50 58 0,6666| 52 54| 51 58 0,6666 | 176 183 | 175 184 1 118 135 | 108 125 1 107 122 | 104 119 0,2727 | 200 211 | 191 213 0,6666| 37 40| 34 41 0,5 | 32 35| 28 37 0,2142f 65 77| 63 78 0,1764118 132 | 105 132 0,3333| 50 60| 49 67 0,1818| 39 46| 35 dI 0,4285| 23 30| 21 32 0,5 4l1 47| 35 45 0,4 65 72| 63 74 1 99. BI (8039 0,6 | 18 21| 17 22 06 | 24 28| 23 29 0,1 65 77| 66 78 0, 1363 118 132 | 114 132 0,2727 52 58| 49 62 0,1666| 38 47| 41 51 0,3333| 23 30| 25 32 0,5 40 47| 40 46 04 | 65 72| 66 74 1 da: 97 9009 0:61.) 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Da ali per o et pi EI PRC î 1608 ,! | uf MI Nol TU TANT Ta | pig LET RIRIO uè 96 fee MEenne ic ci Bid e, ms UlE soli. apx : (u ix bb Rito, A, La: A è di à rea i "e PR A | si LR x CE: pi e PR EE AI b DELLE, TE (ee ch dt. | È AR CAL Seb ua. nas nf, Mede CLI ran x ai N PD LA ea Fi 41 s sg i bi DR Pei ADULTI — 9 Lo: 18. 21. 31. 4l. 1. Capo. — Dist. dal solco cef. all’ n rostro {misura base superiore ai 45 mm.) Greccio Villafranca Candiolo 2. Lunghezza rostro 5 3. Larghezza rostro alla base 4. » » alle spine 5. » dalla spina D all’ap. rostro 6. » » » S » > 7. Lunghezza della cornea D 8. >» » » . Torace, — Lunghezza del torace 10. Dist. dal bordo post. del branch. all’orb. 11. >» fra i solchi dell’areola 12. Diametro trasverso 4 13. Lunghezza del solco D dell’areola . 14. » » » Ss » Addome. — Lunghezza dell'addome 16. Distanza fra il 1° paio FIGLIO IA » » 30 » App. caud. — Larghezza natatoia caudale 19. Lunghezza porz. quad. telson . 20. » » termin. » Chela D. — Lunghezza dactilopodite 22. Lunghezza propodite : 23. > della porz. allarg. propodite È 24. Larghezza propodite . È 25. Spessore » 26. Lunghezza car popodite 27. » meropodite 28. » ischiopodite 29. » basi podite 30. » coxopodite Chela S. — Lunghezza dactilopodite 32. Lunghezza propodite 33. » della porz. allarg. del propor 34, Larghezza propodite . 0 35. Spessore » 36. PEA carpopodite 37. meropodite 38. » ischiopodite 39. » basi podite 40. » coxopodite Scaglie, — Tnt ezea Dn SC; SEE DI 42. PoJto 43. Larghezza della sc. du D 44, » » » Ss 145 64,50 30,50 141, 50 179,50 116.50 111,50 202 37,50 32,50 141 59 32,50 13,50 153,50 13,50 69 69 70 178,50 30,50 108 59,50 59,50 170,50 108 101,50 197,50 34,50 32 80 138,50 66 56 34,50 48 73 38 21,50 29 81 138,50 66,50 Viverone 176,50 115,50 Saluzzo | Piobesi | Greccio 146 | 146,5 0,3 59 | 57,50] (0/75 33,50 | 29,50 | 0,75 13,50 | 17 0,5 12,50 | 22,50 0,8 12,50 | 22,50 | 0,8 67,50 | 72 0,2 67,50 | 72 0,2 68 | 67,50] 04 178 |177,50| 0,5 32,50 | 33,50 | 0,75 114 |103,50| 0,25 56 57 0,25 55,5 57 0,25 174,5 | 177 0,5 111,5 | 124 0,75 108 |113,50| 0,75 200,50 | 201 0,6 38,50 | 37 0,5 36,50 | 32,50 0,5 81 84,50 | O,1111 144,50 | 141 0,6 72,50 | 62,50 0,5 64 55 0,3 41,50 | 33 0,7 49. | 45,50 || (058 75 72 0,4 37,50 | 34,50] 0,2 20,50 | 20 0,5 31,50 | 27 0,1 79,50 | 83,50 | 0,2 142,50 | 138,50f 0,6 70 60 0,4 62,50 | 51,50 0,3 39 32 0,6 50,50 | 45,50 | 0,8 74,50 | 72 0,4 37,50 | 34,50 | 0,2 20,50 | 20 0,5 31,50 | 27 0,1 4l 44 0,275 4l 44 0,2857 18,50 21 Si 18,50 21 a Villafranca 0,0882 0,6842 0,3157 0,8421 0,0882 0,0882 0,2647 0,2058 0,3529 0,5263 0,3157 0,4736 0,6842 0,7368 0,5789 0,3684 0,4211 04411 0,3157 0,1578 0,2058 0,1470 0,5883 O,147O 0,1470 0,0294 0,2058 0,4117 0,4411 0,2353 0,2941 0,3823 0,3529 0,4117 0,3823 0,4117 0,4118 0,3529 0,3838 0,2352 0,3636 0,3529 Candiolo | Viverone | Zimone 0,2727 | 0,5555 | 0,4285 0,8181 | 0,3333 | 0,4285 1,7272 | 0,4444 | 0,4285 0,2 0,6666 | 0,5714 0,3 0,5555 | 0,4285 0,3 0,5555 | 0,4285 0,4545 | 0,4444 | 0,2857 0,4545 | O,4444 | 0,2857 0,8181 0,5 0,5714 0,4545 0,6 0,5714 0,5454 0,3 0,2857 0,8 0,5 0,4285 0,9090 | 0,3 | 0,2857 0,8181 | 0,3 | 0,4285 0,5454 | 0,6 | 0,5714 0.8 0,3 | 0,4285 0,8 0,3 0,4285 0,6363 | 0,3 | 0,4285 0,6363 0,2 0,4285 0,0909 | 0,2 | 0,4285 0,5454 | 0,2857 0,5 0,8181 0,25 0,5714 0,5454 0,25 0,2857 0,5454 | 0,25 | 0,5714 0,5454 0,5 0,4285 0,5454 | 0,375 | 0,4285 0,5454 0,25 0,5714 0,5454 | 0,375 | 0,4285 0,7272 | 0,125 | 0,5714 0,5454 | 0,75 | 0,4285 0,4545 | 0,2222 | 0,5 0,5454 | 0,8888 | 0,5 0,4545 | 0,5555 0,5 0;2727 | O;4444 | 10,5 0,2727 | 0,5555 | 0,6666 0,2727 | 0,3333 | 0,3333 0,5454 | 0,7777 | 0,1666 0,5454 | O,4444 | 0,6666 0,7272 | 0,2222 | 0,5 0,3636 | O,1111 0,3333 0,5454 | 0,3333 | 0,2857 0,4545 | 0,3333 | 0,2857 0,1818 | 0,6666 | 0,5714 0,0909 | 0,6666 | 0,5714 FEMS, FREQUENZA MINORE DELLA MEDIA Saluzzo 0,6 0,8 0,8 0,4 0,2 Piobesi 0,3333 0,3333 0,6666 0,3333 0,3333 0,3333 0,6666 0,6666 0,3333 0,3333 0,3333 0,6666 0,3333 0,3333 0,3333 0,3333 0,6666 0,6666 0,3333 0,3333 0,6666 0,6666 0,6666 0,6666 0,6666 0,6666 0,6666 0,3333 0,3333 0,3333 0,6666 0,6666 0,3333 0,6666 0,6666 0,6666 0,6666 0,3333 0,3333 0,3333 0,6666 0,6666 0,3333 0,3333 i” Sea ei Fg) I È uo La dlbi pd PALE er” Pad Y i MIDO TEIL REL) CIN « hi E : rel 4 15. 18. 21. 31. 4l. ADULTI — 9 F. 43. Larghezza della sc. dell’ «f D 44, » » » » Ss (misura base superiore ai 45 mm.) Greccio . Capo. — Dist. dal solco cef. all’ di rostro 0,2 2. Lunghezza rostro 0 3. Larghezza rostro alla base 0 4. » » alle spine 0 5. » dalla spina D SG: 0,1 6. » SEO 0,1 7. Lu ica della carena D 0 8. > » >» S 0 . Torace. — Lunghezza del torace . ; 0 10. Dist. dal bordo post. del branch. all’orb. (0) 11. » fra i solchi dell’areola 5 ; (0) 12. Diametro trasverso ; 0,5 13. Lunghezza del solco D dell’areola . 0,5 14. » e >; » a 0,5 Addome. — Lunghezza dell’addome 0 16. Distanza fra il 1° p. pleuron (0) 17. » 3 MCIoO 1. » 0 App. caud, — Larghezza natatoia caudale 0 19. Lunghezza porz. quad. telson . 0 20. » » termin. > 0 Chela D. — Lunghezza dactilopodite 0,2222 22. Lunghezza propodite à NIRO, 23. » della porz. allarg. propodite x 0 24. Larghezza propodite . : 0 25. Spessore » 0 26. PIRguerza car popodite 0,1 27. meropodite 0 28. » ischiopodite 0,2 29, » basipodite 0 30. » coxopodite 0,4 Chela S. — Lunghezza dactilopodite 0,1 32. Lunghezza propodite : $ 0 33. » della porz. allarg. del propos. 0 34. Larghezza propodite . - : 0 35. Spessore » 0 36. Luoghczza carpopodite 0 37. meropodite 0 38. » ischiopodite 0,2 39. » basipodite (0) 40. » coxopodite Di] OI Scaglie. — TUE Rana palle sc. dell’ant. D . 0 42. » S 0 Villafranca | Candiolo 0 0,0909 0 0 0,3684 0 0 0 0 0 0 0 0,2352 | 0,1818 0 0,1818 0 0,0909 0,0526 0 0,2631 0 0,1578 | 0,1 0,1052 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,0588 0 0 0 0 0,2727 0 0,0909 0 0 0,2058 | 0,0909 0,0588 0 0 0 0,0294 | 0,0909 0 0,0909 0,2058 | 0,1818 0 0 0,3235 | 0,1818 0,0588 | 0,0909 0,0588 0 0 0 0,1764 | 0,1818 0 0 0,3235 | 0,1818 02647 0 0,2058 | 0,1818 0 0 0,3235 0 0,1515 0 0,1470 | 0 = 0 22.1 PO,BARA M — FREQUENZA UGUAL LE Viverone Pas [=] fa srocscceno rar pi no so Se SLL2000 iv ho ho Se eso DIO 2 Sile (©) io] (n se ho Do a SS IH O bo StNoNococoss © is Ss sesossoeso Se 2 o (o ©) [oli DA co 0,1428 ii ho (ee) ho (e e] id o cofkokoeooesie QQ Si (x) De pietas Egzgiooo Si > i Fi } > Cafimeminliizz ica fafa] (e Me] Saluzzo iS (O) bo bo ra Do coco coccccs09so cocco 0059 ceco co00o 009028 co00000o F>M — FREQUENZA MAGGIORE DELLA MEDIA Piobesi | Greccio |Villafranca| Candiolo | Viverone | Zimone (0) 0,5 0,9117 | 0,6363 | 0,4444 | 0,5714 0 0,25 | 0,3157 | 0,1818 | 0,4444 | 0,5714 0 0,25 0,3157 | 0,2727 | 0,5555 | 0,5714 0 0,5 0,1578 0,8 0,3333 | 0,4285 O) 0,1 0,9117 0,7 0,4444 | 0,5714 0 0,1 0,9117 | 0,7 | O,4444 | 0,5714 0 0,8 0,5 | 0,3636 | O,4444 | 0,7142 0 0,8 | 0,7941 | 0,3636 | 0,4444 | 0,7142 0 0,6 | 0,6470 | 0,0909 | 0,5 | 0,4285 o) 0,5 | 0,4211 | 0,5454| 04 | 0,2857 0 0,25 | 0,4211 | 0,4545| 07 | 0,7142 0 0,25 | 0,3684| 0,6 03 | 05714 0 0,25 | 0,2105 | 0,0909 | 05 | 0,4285 0 0,25 | 0,2631 | 0,1818| 05 | 0,4285 0 0,5 | 0,4211 | 0,4545| 04 | 0,4285 0,3333| 0,25 | 0,6314 | 0,2 0,7 | 0,5714 0 0,25 | 0,5789 | 0,2 0,7 | 0,4285 0 0,4 0,5 | 0,3636 | 0,7 | 0,4285 0 0,5 | 0,6842 | 0,3636 | 0,6 | 0,4285 0 0,5 | 0,8421 | 0,6363 | 08 | 0,5714 0 0,6666 | 0,7941 | 0,3636 | 0,7142 | 0,5 0 0,3 | 0,8529 | 0,1818 | 0,75 | 0,4285 0 0,5 | 0,2058 | 0,3636 | 0,625 | 0,7142 0 0,7 0,7941 | 0,4545 | 0,75 | 0,4285 0 0,3 0,8529 | 0,4545 | 0,5 | 0,5714 0 0,1 0,9411 | 0,3636 0,625 0,4285 0 0,6 | 0,7941 | 0,3636 | 0,75 | 0,4285 0 0,6 0,3823 | 0,2727 | 0,375 | 0,4285 0,3333| 0,5 0,5588 | 0,2727 | 0,25 | 0,4285 0 0,5 | O,44L1 | 0,27297 | 0,25 | 0,5714 0 0,7 0,6470 | 0,4545 | 0,7777 0,5 0 0,4 | 0,5588 | 0,4545 | O,1111 | 0,3333 0,3333| 0,6 | 0,6470 | 0,5454 | 0,4444 | ‘0,5 0 0,7 | 04117 | 05454 | 05555 | 0,5 0 0,4 | 0,6176 | 0,7272 | 0,4444 | 0,3333 0 0,2 | 0,2647 | 0,5454 | O,4444 5 0 0,6 0,3235 | 0,4545 | 0,2222 | 0,6666 0 0,6 0,4411 | 0,2727 | 0,3338 | 0,3333 0 0,5 | 0,5151 | 0,2727 | 0,3333 | 0,5 0 0,5 | O,4411 | 0,6363 | O,I111 | 0,6666 0 0,625 0,4848 | 0,4545 | 0,6666 0,625 0 0,7142 | 05 | 0,5454 | 0,6666 | 0,7142 0,3333 _ _ 0,8181 | 0,3333 | 0,2857 0,3333| — — | 0,5454 | 0,3333 | 0,2857 Saluzzo | Piobesi 0,2 | 0,6666 0,2 | 0,6666 0,2 |0,3333 0,6 | 0,6666 0,8 | 0,6666 0,8 | 0,6666 0,6 |0.3333 0,6 |0,3333. 0,2 | 0,6666 0,4 | 0,6666 0,6 | 0,6666 0.4 |0,3333 0,6 | 06666 0,6 | 0,6666 0,6 | 0,6666 0,6 | 0,3333 0,6 |0,3333 0,4 |0,3333 0,2 |0,6666 0,4 | 0,6666 0,4 |0,3333 0,6 | 0,3333 0,4 |0,3333 0,4 |0,3333 0,4 |0,3333 0,8 |0,3333 0,6 |0,3333 0,8 | 0,6666 0,8 | 0,3333 0,2 |0,6666 0,6 |0,3333 0,6 |0,3333 0,2 |0,3333 0,4 |0,3333 0,8 | 0,3333 0,4 |0,3333 0,6 | 0,3333 0,8 | 06666 0,8 |0,3333 0,2 | 0,6666 0,5714 | 0,6666 0,4 |0,3333 0,6 | 0,3333 0,6 | 0,3333 la VELA ATE E, NA SVI bia MORRA II TARA #R I, re a J " î un 4 ETA Pa Ta chiede). 199 è Er [{EpO MPSATLIDI) ) U, A I : { Ri Sr: ] ì j f LA } CUS RA) Ud L64243, e) Milare ° 1J VAL ife Nu i} } RES i i et) 1 (MR Gr 0) FAPEORA : Î dato PIT COTIIA SR CTR | | ; o ‘ è 3 dg e i a", ‘ i Tif al. i (8,1 vi bG “i ’ d sa srsi far..L | } 9A È : CREO n (0 Î î » BAIC Pa Pi { : È 3 R #4) : 5 E $ î } vit ) 3 { l it} i Dei } | i i È } Ù _ È Di Pr CI DI 4° l ; LI Ù ; ‘ AI | i î : H TI ij Pi È 4 5 vi i i Ì | i AI > (#44 d i l i} ) } SE è (R° | È 1) MORE) i sii $ a Me i « Lobo È } { dI). | 1.1) (3,ì RI, [] 4 ‘ à = i a \ GE È } ì . p 9! PRNAI tal x A Pi) né î (4 è "sin A o 2 CREA) l [ . : o >, | » è 6) h.(} x x Val! t\ JAIC0I f ì P 4 ì “Pit di dii dA > mi Prù è n E TATICIRLI Fi ( bi tag i Mo } : ’ v I ni l ò [PIT n lu 8) f . 3.4 , ‘ r “ ' A, La (0) (8, la GLI LARA es | | È ti, het | : sb nad! Mr AOL) Pedro EELO,0 DISPOSIZIONE DELLE VARIANTI IN CLASSI NELLE VARIE SERIE Individui giovani 3 e 9 catturati a Domodossole, Lungh. base 25-35 mm. Distanza dal solco cefalico all’apice del rostro: 144 145, 148, (150,5) 151, 157 — Lungh. del rostro: 59 60 63 64, (63.5) 66 67 70 72 — Largh. del rostro alla base : 30 32, (34) 35, 36 38 — Largh. del rostro alle spine: 13, 16, 18, 19 (*) — Distanza dalla spina destra all’ap. del rostro: 13 16 (177,5) 19, 20 22— Id. dalla sp. sinistra: 13 16 (L7,5) 19, 20 22 — Lungh. della catena destra: 71 72 73 75 77 79 (82.5) 84 86 94 —-Id. della sinistra: 71 72 73 75 77 79 (82,5) 84 86 94. Lunghezza del torace: 58 60 61, 62, (G2.5) 66, 67 — Dist. dal bordo post. del branchiosteg. all’orbita : 166 167 168, (171) 172, 174 176 -- Dist. fra i solchi dell’areola: 30 32, (32,5) 33 34 35 — Dia- metro trasverso del torace: 101, 103 (106,5) 107, 108 110, 112 — Lung. del solco destro dell’areola : 57 58, 59, 60 61 — Id. del sinistro: bD7 58, 59, 60 61. Lunghezza dell'addome: 174 177, 178 180, (181) 183 188 — Dist. fra il primo paio di pleuron: 94, 96, 97 98 99 101 102 — Id. fra il terzo paio : 90 93 O4, 95 96 98. Largh. della natatoia caudale: 186 188, 191 193 (194,5) 196 203 — Lung. della porz. quadrata del telson: 38, 39, 40, (40,5) 4l 43 — Lung. della porz. terminale del telson: 30, 32, (33,5) 35, 36 37. Chela destra: Lungh. dactilop.: 65 66 67, (G9) 70, 73 — Id. del propodite : 121 122, 123, (127) 129 133 — Id. della porzione allargata del propod.: 61, 62 63 G4, 66 67 — Largh. della porz. allarg. del propod.: 44 47, (47,5) 48, 51, — Spessore del propod.: 30 31 32, (33) 35 36 — Lungh. del carpopod. : 39 40, (41,5) 42 43, 44 — Id. del meropodite: 69 70, 71, (71,5) 72 73 74 — Id. dell’ischiopodite : 32 (35) 36 38. (#) Controllando la disposizione in classi si constaterà frequentemente la diversità del numero delle varianti nelle diverse classi. Ciò è dovuto alle lesioni che si fecero agli esemplari all'atto della raccolta, per cui taluno di essi si presentava mancante di qualche parte; e più specialmente al fatto di avere esteso lo studio ad una serie di caratteri di cui non avevamo-in principio tenuto conto. Chela sinistra: Lungh. dactilop. : 61 64 65 66 67 68 70, 73 — Id. propod. : 104 113 (118,5) 121 122, 123 127 129 133 — Lungh. della porz. allarg. propod.: 50 56 (38,5) 61 62 63 64 66, 67 — Largh. della porz. allarg.: 34 40 (42,5) 47, 48, 513 — Spessore prop. : 24 27 (30) 31 32, 35, 36 — Lungh. carpopod.: 37 39 40, (40,5) 41 42 43, 44 — Id. meropod. : 64 67 69 70 71, 72 73 74 — ld. ischiopod. : 29 (33,5) 35 36 38. Lungh. della scaglia dell’ant. destra: 44 45 46, 47, 48, (49) 54 — Id. della sinistra: 44 45 46, 47, 48, (49) 54. Lungh. della prima zampa copulat. destra : 51, 54, (54,5) 58. Individui giovani I e 9 catturati a Grana Monferrato (Casale) Lungh. base 25-35 mm. Distanza dal solco cefal all’apice del rostro: 150 155 158 160, — Lungh. del rostro: 69; (G9,5) 70, — Largh. rostro alla base: 32 33 34 35 38 — Id. alle spine: 14 16 (16,5) 17, 19 — Distanza dalla spina destra all’ap. rostro : 14 (16,35) 17 19, — Id. dalla sinistra: 14 (16,5) 17 19, — Lungh. della careza destra: 79 S1 (82,5) 83 84 88 — Id. della to 79 81 (S2,5) 83 81 88. - Lungh. del torace : 64 66 (66,5) 68 69, — Dist. dal bordo post. del ‘branchiost. all’orbita: 172 176 177 (177, S) 182 183 — Id. fra i solchi dell’areola: 39 40, (441,5) 42 44 — Diametro trasverso del torace : 105 107,.(109) 110 113 — Lungh. del solco lat. dest. : 52 53, 54 56 — Id. del sinistro: 52 53, 54 56. 4 Lungh. dell’addome: 175 (180,5) 181 183 186, — Dist. fra il primo paio di pleuron: 99 100 102 (L1O4, 5) 105 110 — Id. fra il terzo paio: 97 99 100 (LO3,5) 105 I0. Largh. della natatoia caudale: 205 (209,3) 210, 213 214 — Lungh. della porz. quad. del RISO; 40 di (42,5) 43 44 45 — ld. della porz. terminale: 32 33 34 (35,5) 38 39. Chela destra: Lungh, AR 64 66 69, (71,5) 79 — Lungh. pro- «podite : 107 119, (119,5) 121 132 — Jd. della porz. allarg. del prop.: 54 61 63 66 68 — Largh. della porz. allarg. prop.: 43 44 46 48 53, — Spessore propod.: 30 32 33 34 38 — Lungh. carpopod.: 42 43, «(44,5) 45 47 — ld. del meropod.: 70 72, peg 73 75 — Id. ischio- «podite : 36 37, 38, — Id. dell’ischiopod.: 23 4 253 — Id. del coxo- podite : 32 33 (33,5) 34, 35. ' Chela sinistra: Lungh. dactilop.: 66 68 69 70 — Id. propod.: 113 114 (116) 119, — Id. della sua porz. allarg.: 56 G1 64 66 — Largh. propod. : 42 44 (48) 50 54 — Spessore prop. : 23 33 35 38 — Lungh. «carpopod. : 42, (444,5) 46 47 — Id. del meropod.: 68 (71,5) 72 73 75 Bis pil — Id. dell’ischiopod. : 36 37 38, — Id. del basipod. : 24 (214,5) 25, — Id. coxopod.: 32 33 34,. Lung. scaglia dell’ant. destra: 49 50, 51, — id. della sinistra: 49 50, 51, — Largh. della scaglia destra: 20 21 (21,5) 22, 23 — Id. della sinistra: 20 21 (21,5) 22, 23. Lungh. della prima zampa copulat. destra : 53 55 (56) 59. Individui che non si possono con certezza ritenere atti alla riproduzione catturati a Candiolo (Verona) Lungh. base 40-45 mm. Tdi" Distanza dal solco cefalico all’apice del rostro : 140 142, (142,5) 144 145 — Lung. rostro: 55 (36,5) 57, 58 — Largh. base rostro: 27 (30) 31, 32 33 — Id. alle spine: 12, 13, 14 — Dist. dalla spina destra al- l’ap. del rostro : 12 13 14, 16 — Id. dalla sinistra: 12 13 14, 16 — Lungh. della carena destra : 66 69 71 (7 1,5) 73 77 — Id. della sinist.: 6bx6B0a E (71,5), 77. Lungh. del torace : 69, (G9,5) 70, — Dist. dal bordo post. del branch. all’orb.: 180, 182 184 — ld. fra i solchi dell’areola: 27 29 30 31, (#) — Lungh. del solco lat. destro : 54 55 57 (57,5) 58 61 — Id. del sinistro: 54 55 57 (57,5) 58 61. Lungh. dell'addome: 164 166 (168) 171 172, (*) (5). Largh. natatoia caudale: 186 190 191 194 196 — Lung. della porz. quad. telson: 32 33 (33,5) 34 35, — Id. della porz. terminale: 31 32 33 34 35. Chela destra: Lungh. dactil.: 71 (78,5) 79 84 85 86 — Id. propod.: 124 (137,5) 145 150 151, — ld. della porz. quad. prop.: 58 (67,5) 72 73 74 77 — Largh. prop.: 53 (38) 61, 63 — Spessore prop.: 31 36 40 41, — Lungh. del carpod.: 47 49, 52 (53) 59 — Lungh. del meropod. : 69 (73,5) 74 77, 78 — ld. dell’ischiop.: 36 39 40 4l 42 — Id. del basip. : 18 20 (20,5) 22, 23 — Id. del coxop.: 26 28 39 31 32. Chela sinistra : Lungh. dactilop.: 71 (78,5) 83 84 85 86 — Id. pro- pod. : 124 (141) 145 151, 158 — Id. porz. allarg. pr.: 58 (69,5) 74, 77 81 — Largh. prop. : 49 (57) 61, 63 65 — Spessore prop. : 27 (34) 40, 41, — Lungh. carpop.: 47 49, 52 (53) 59 — Lungh. merop.: 69 (73,5) 76 77, 78 — Id. ischiop.: 36 39 40 41 42 — Id. basip.: 18 20 (20,5) 22, 23 — Id. coxop.: 26 28 29 31 32. Lungh. scaglia ant. destra: 40, 42 43 44 — Id. scaglia sinistra : 40, 42 41 44 — Largh. scaglia destra: 18, — Id. scaglia sinistra: 18;. Tungh. zampa copul.: 57 59 60 61. o Spe Individui 9 Dist. dal solco cefalico all’ap. del rostro: 141 (143,5) 145, 146 — Lungh. rostro: 54 56 57 59 — Largh. rost. alla base: 31, (32) 33 — Id. alle spine: 12, 13 (15) 18 — Dist. dalla spina destra all’ap. rost.: 12, 13 (15) 18 — Id. dalla sp. sin. : 12, 13 (15) 18 — Lungh. della carena destra: 62 66 70, — Id. della sin. : 62 66 70,. ‘ Lungh. del torace: 65 66, (67,5) 70 — Dist. dal bordo post. del branch. all’orbita : 176 177 (179) 182, — Id. fra i solchi dell’areola : 27 29, 31 — Diametro trasverso : 104, 105, (103,5) 107 (*) — Lun- ghezza del solco lat. destro: 55 (56,5) 57 58,. Lungh. dell’addome : 170 171 (173,5) 174 177 — Dist. fra il primo paio pl. : 95 98, (98,5) 100 101 102 (#) — Id. fra il terzo paio pl.: 93 94, 95 96 97 (#). Largh. natat. caud. : 189 (L92,5) 194 195 196 — Lung. della porz. quad. telson: 33 (34) 35, — Id. della porz. term. : 31, (32) 33,. Chela destra: Lungh. dactil.: 77 (78) 79, — Lungh. propod.: 132 135 (136,5) 137 141 — Id. della porz. allarg.: 61 65 (65,5) 66 70 — Largh. della porz. allarg.: 54 57, 60 — Spess. prop.: 33 35 37, — Lungh. carpop.: 44 45 46 48 — Id. merop.: 66 (69) 70, 72 — Id. ischiop.: 37, 39 41 — Id. basip.: 17 19 20 (21) 25 — Id. coxop.: 26 29 (29,5) 31 33. Chela sinistra: Lungh. dactil.: 75 79, 83 — Id. prop.: 123 (132) 135 137 141 — Id. porz. allarg.: 57 (63,5) 65 66 70 — Largh. prop. : 50 54 (55) 57 60 — Spess. prop. : 31 34 (34) 37, — Lung. carpop. : 45 46, (6,5) 48 — Id. merop.: 66 (69) 70, 72 — Id. ischiop.: 37, 39 41 — Id. basip.: 17 19 20 (21) 25 — Id. coxop.: 26 29 (29,5) 3133. Lungh. della scaglia destra: 41, 42 (42,5) 44 — Id. della sin. : 41, 42 (42,5) 44 — Largh. scaglia destra: 17, LS 19 — Id. scaglia sin.: Li 18019. Individui atti alla riproduzione. di Greccio (Perugia). Dist. dal solco cefalico all’ap. rostro: 142 143 146; 147, 148 149,, 150, 151,, 152 153,3 154, 155, 156, 157, 158, 159, 160 163 184 — Lungh. del rostro: 60, 62 64, 65, 66, 67 74 (*) — Largh. rostro alla base : 28, 29, 30, 31, 32 33, 34 — ld. alle spine: 15, 16, 17, (L1'7,5) 18; 19; 20 — Dist. dalla spina destra all’ap. rost.: 16 18; 19, 20; 21, 22 25, 24,5 25g 26,3 27, 28; 29, 30 — Id. dalla sin. : 16 17 18, 19, 20; 213 23%; 23, (3,5) 24,, 25, 26,; 27; 28, 29, 30 31 — Lungh. della carena destra : 50 61 64 66, 68 69, 70, 71, 72, 73,, 74, 75,0 70,3 T7g 7858 79% — % — 80 81, 82, — Id. della sin.: 50 61 64 GG, 68 69, 70, 71, 72. 73,, 74,, porgo di 19, 80/81, 82. Lungh. del torace: 63 65 66, 67, 68, 69, 70,; (70,5) 71,, 72, 73,, 745 75 76, 77 78 — Dist. dal bordo post. del branch. all’orb.: 177 181 183 184 185, 1SG, 187 188, 190 191 195 — Id. fra i solchi dell’areola: 32 33, 34; 35, (35,5) 36, 37 39 — Diametro trasverso tor.: 108, 109, 110, 111, 112 (112,5) 114, 115 116 117 — Lungh. del solco lat. destro: 49 51 55 (55,5) 56, 57, 58, 60 62 — Id. del sin.: 49 51 55 (55,5) 56, 57, 08, 60 62. Lungh. dell’ addome: 166, 168 169, 170, 171 172, 173; 174 175, (175,5) 185 — Distanza fra il primo p. di pleuron: 97 98, 100 101 102, 103 104, 105, 111 — Id. fra il terzo paio: 90 92, 93, 94, 96 97, 103 101. Largh. della natat. caudale: 189, 190 191 192, 193, 194, 195, .196,, 197; 198,; 199, 2003 201; 202, 203; 204, 205, 207 — Lungh. della porz. quad. telson: 34 35, 36 37, 38, 40 — Id. della porz. terminale : 20030 31/52) 33) 34 35. Chela destra: Lungh. dactilopodite: 74 79 80, 82, 83 85, 86, 87 88, 895 905 91. 92 93; 94; 95, 96, 97, 98, 100, 102, 103, 104, (1'04;35) 107 108, 115 124 125 135 — Id. propodite: 139 142 143, 145 146, 147 148, 149 150, 151, 152, 153, 155; 156, 157, 158 159, 161, 162, 163, 164, 165 166, 167, 168, 169 171, 172, 173 174 175, 177 180 (182) 183 195 208 209 225 — Id. della sua porz. allarg.: 59 63, 64, 65 66. 67,5 68,0 69,0 703 71; 72 73,0 714, 75 76, 79, 80 8I, 82 83, 90 93 99 — Largh. del propod. : 41 44 45 46 47, 48, 49. 50,; 51,, 52, 53; 54, 55, 56, 57, 59 60 (GO,5) 64 65 67 70, 73 74 79 80 — Spessore del prop.: 22 29, 30, 31,g 32,; 33,0 34,0 SD; 36, 37, 40 41 42 43, 46 48 — Lungh. del car- popod. : 41 43 44, 45, 46,, 47,6 48,0 49, 50, 52 583, 54 D7, 58 59 — Lungh. del meropod.: 60 73, 74, 75, "76,. 77,,178, 79, 80; 813.82; 83, 85:16 €88 91, 92./— Lungh.’ dell’ischiopod.:133: 35,036, -37,, 38; 39%; 40,; 41,3 42, 43, 45 47, — Lungh. del basipod.: 18, 19, 20,; 21, 22,; (32,5) 23, 24; 25 26 27 — Lungh. coxopod.: 25 26, 27,, 28,3 29, (D95)3031, 32) 33 (34. Chela sinistra: Lungh. dactilop.: 80, 81 82, 85, 86 88, 89, 90, 91, 99,193, 94,953 96, 97, 98; 99; 100, 101, 102, 103,'104, 105 (107,5) 108 109 110 124 130 135 — Id. del propod.: 140 142 143, 144 145 146, 147, 148 149 150, 151, 152, 153; 155; 156 157, 158 159, 160 161, 162 163, 164, 165, 166, 167 168 169 171 172, 173 174 175, 176 177 180 182 (LS2,5) 183 184 205 224 225 — Id. della porz. allarg. del prop.: 61, 63 ID4X (66, (67, 68,,069,, 705°713:724 73) 74, 75, 764 ("7'7) 79.180,81 82 83 85 87 89 92 93 — Largh. porz. allarg. prop.: 44 45 46, 47, 48, 49; 50,3 Dl 02:058: 54,155, b6, 5960: (61,5) 63, 65 67 68.70 71, 77:79 — Spessore del propod.: 27, 28, 29, 30, 31,; 32,; 33, 34 35. 36 37 38 4 asti e 39, 40, 41 42 43 44 45 49 — Lungh. carpopod.: 43, 44, 45, 46; 47,; 48,; 49,3 50, 51,; 52, 58, 56 57, 60 61 63 — Lungh. del meropod.: 57.73, 74, 75, (6, 77,78, 19, 80; 81, 82; 83, 85 (86,87 SS 0a -— Id. dell’ischiopod. : 35, 363 37,3 38,g 39,0 40,, 41,; 42, 43, 45 47 — Id. del basipod. : 18, 19, 20, 21,) (21,5) 22», 23, 24, 25, — ld. del coxopod.: 25, 26, 27, 28, 29, (S9;5) 30); 31, 32 339934, Lungh. della scaglia destra : 39 40 41, 42, 43, 44, 45,0 46,. (46,5) 47,0 485 49,0 50,j 51; 54 — Id. della sin.: 39 40 42, 43, 44, 45, 46,3 47, 48,0 498 50,;, bl 53 54, 55. Lungh. zampa copulat.: 60, 62; 63, 64 (G4,5) 65 66.. di Villafranca (Piemonte). Dist. dal solco cefal. all’apice del rostro: 143 144 145 146 147 148, 149 150 151, 152, 153; 154, 155 156, 157 — Lungh. del rostro: 59 60, 61 62 G4, 65; 66, 67 68 69, (*) — Largh. rostro alla base: 29, 30, 31, 32, 33 35 — Id. alle spine: 15 16, 17, (L7,5) 18, 19; 20 — Dist. dalla spina destra all’apice del rostro: 18 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26 27, 28, — Id. dalla sin.: 18 20, 21, 22, 25, 24, 25, 26 27, 28, — Lungh. della carena destra: 71 72 73, 74 75, 76, '7"7; 78, 79, 80, 83 -sMa.idella.sinis' 71 72 787/4275, 76, /#"# 781099 80,085. Lungh. del torace: 61 65 66, 67, GS, 69, 70, 71, 72, 73 74 75, — Dist. dal bordo post. del branch. all’orb.: 174 176 178, 179 180 181, 182 183 184 185 187 188 — Dist. fra i solchi dell’areola : 31 32, 33, 34, (34,5) 35, 36 37 38 — Diamet. trasv.: 98 105 106, 107, 108, 110, 112 114 118 — Lungh. del solco lat. destro dell’areola : 48 51, 53; 55, 36 57, 58 59 60 61 64 — Id. del sin. : 48 51, 53, 55, 56 57, 58 59 60 61 64. Lungh. dell'addome: 166 169 170 171 172, 173, 174 175 176, 177 178, 182 — Dist. fra il primo paio pl. : 97 99, 100, 101, 102, (102,5) 1033 104, 106 107 108 — Id. fra il terzo paio: 92, 94, 95, 96, 97, (97,5) 98 100 102 103. Largh. della natat. caud.: 193 194 195 196 197, 198, (L98S,5) 199, 200, 201, 202 203 204, — Lungh. della porz. allung. telson: 33 34 35, 37, 38; 40 4l — Id. della porz. terminale: 29 30 31, 32, 33, 34, 35. Chela destra: Lungh. dactilop.: 72 73 77 79 81, 82, 83 84 85, 86, 87, 88 89, (90) 91 93 97 98 108 — Id. propod.: 128 136 132 139 140, 141, 143 144 145 147 148, 152, 153, 155 (159) 160 162 171 190 — T.ungh. porz. allarg. : 56 62; 63, 64, 65, 67, 68, 69, 70, 71, 72 75(79) 102 — Largh. prop. : 40 46, 48, 49, 50 51, 52, 53 54 55, 56, 57 60 70 — Spessore propod.: 28 29, 31, 32; 33, 34; (34,5) 35, 36; 41 — Lungh. carpop. : 40, 42 44 45, 46, 47, (47,5) 48, 49, 55 — Id. meropod.: 69 T0 72, 733 74, 75, 76, (76,5) 77, 78, 80 84 — Lungh. ischiopod.: 35, sat Des 36, 37; S8&; 39, 40; 41 — Id. basipod. : 18 19 20, (20,5) 21, 22,, 23 — Id. coxop.: 25 26, 27, 28; 29% 30 31. Chela sinistra: Lungh. dactilop. : 68 73 76 77 79 81, 82, 83 84 85 86, 87. 88, 89, 91 96 97 98 106 — Id. propod.: 132, 136, 139 140, 141, 144 145, 146 147, 148, 149 152 153, 155 157 160 162 182 — Id. della sua porz. allarg.: 57 62; 63 64, 65, 66 67, 68, 69, (G9,5) 70, 71 72 82 Largh. propod.: 44 45 46 48, 49, 50 51, 52, 53 54 (54,5) 55, 56, 60 65 — Spessore propod.: 27 29, 30 31, 32, (32,5) 33, 34, 35, 36, 38 — Lungh. carpop. : 40 42 44, 45, 46. 47, (47,5) 48, 49, 51 55 — Id. meropod: 69 70 72, 733 74, 75, 76, 7 7, 18 84 85 — Lungh. ischiop. : 353 36, 37; 38; 39, 40, 41 43 — Id. basip.: 18 19 20, (20,5) 21, 22,, 23 24 — Id. coxopod.: 25 26, 27, 28, 29, 30 31. Lungh. scaglia destra: 42 46, 47 48, 49, 50, 51; 52, 53 54 — Id. scaglia sin. : 46, 47 48, 49, 50, 51, 52, 53 54. Lungh. zampa copul.: 60 62 63 64, (G4,5) 65, 66, 67, 69. S di Candiolo (Verona). Dist. dal solco cefal. all’apice del rostro: 142 143, 144, 145 146 147, 148, (150) 152 158 — Lungh. rostro: 53, 54, 55, 56, (36,5) 57, 60 — Largh. rostro alla base : 30, 31, 32, (32,5) 33, 35 — Id. alle spine: 10, 11 12, 13, 14, 15 17; 18 — Dist. dalla spina destra all’ap.: 10 11 12, 13 14, (£14,5) 15 17, 18 19 — Id. dalla sinist.: 10, 11 12, 13 14, (144,5) 15 17, 18 19 — Lungh. della carena destra: 64 65 66 67, 68, 69 (G9,5) 70, 74 75 — Id. della sinist.: 63 64 65, 66, (GG,5) 67, 68, 10 TISLA 75. Lungh. de) torace: 70 71 72 73; (73,5) 75, 77, — Dist. dal bordo del branch. all’orbita : 183 184 185 186, 187, 188, 189, 190 191, 194 203 — Dist. fra i solchi dell’areola: 27, 28, 29 30, 31, 33 — Diametro trasverso : 107 109 110, 111; 112, 113 114 115 116, 117 (*) — Lungh. del solco lat. destro : 58 59 60, 61, 63, 64, 65, 67 68 — Id. del sin.: 58 60, 61, 63, 64, 65 70 72. Lungh. dell’ addome: 154 157 158 159 160 (160,5) 161 162 163, 164 165, 167, — Dist. fra il primo p. pl.: 93 95 96, 97, 98, 99, 100, (100,5) 101 103 108 — Id. fra il terzo p. pl.: 87 89, 90, 91, 92, 93; (93,5) 95, 96 100. I argh. natat. caudale: 186 187 188, 189, 190 (L90,5) 192 193, 194, 195, — Lungh. della porz. quad. telson: 30 31 32, 33, 34, 35, 36, — Lungh. della porz. teriin.: 30, 31, 32; 33 34,. Chela destra: Lungh. dactilop.: 86 87, 88 90, 91 92 93 94 95 96 98 (99,5) 100 101 106 113 — Id. del propod.: 152, 153 154, 157 159 161 166 167, 169 173 174 (174,5) 176 186 197 - Lung. della porz. allarg. prop. : 70 73, 75 76 79, 80, 83 85, 88 89 90, 100 — Largh. della p. —'8 all.: 57 64, 65 66, .67, (67,5) 68 71, 72 76 77 78, — Spessore prop.: 34 39, 40 41 42, 43 44 453 47, 48 50 — Lungh. del carpop. : 49, 50 51, 52, 53, 54 56 58, 59 — Lungh. del meropod.: 74 75, 77 80, (80,5) 81 83, 84 85, 86 87 — Id. ischiopod. : 37 38, 39 (39,5) 40, 413 42, — Id. basipod.: 21 22, 28, 24, 25, — Id. coxopod.: 27, 28, 29; (29,5) 30, 31, 32. Chela sinistra: Lungh. dactilop.: 83 86 88 90, 91, 93, 94 95 98 101 106 109 113 — Id. propod.: 145 154 157, 158 159, 161 167, 169 (1'72,5) 173 176 186 194 200 — Lungh. porz. allarg. prop.: 63 75 76 77 78 79, 80,(81,5) 84 87 88 90, 100, — Largh. della porz. allarg.: 60, 61 65 66, 67 68 (G9) 70 71, 72 76, 77 78 — Spessore del prop.: 38, 39 40 41, 42, 43 44 45, 47, 48 50 — Lungh. del carpop.: 49 50 51, 52 53, 54, 55, 56 58, 59 — Lungh. merop.: 73 74 75 77180; 81 82 83, 85, 86 87 — Lungh. ischiop. : 37 38, 39 (39,5) 40, 41, 42, — Id. basip.: 21 22 23, 24; 25, — Id. coxop.: 27; 28, 29, (S9;5) 30; 31, 32. Lungh. scaglia destra : 37 38; 39, (39,5) 40, 41 42, — Id. della sin.: 37 38, 39, (39,5) 40, 41 42, — Largh. se. destra: 17,, 18, 19 — Id. uella sc.csn. 17, ES 19 Lungh. zampa copul.: 57, 58 59 60, (60,5) 61, 62 63, 64. S del lago di Viverone (Ivrea). Dist. dal solco cefal. all’ap. del rostro: 143 14" 149, 152 — Lungh. del rostro: 54, 56, 58, — Largh. rostro alla base: 30 31, (31,5) 33 — Id. alle spine: 9 11 (11,35) 12 13 14 — Dist. dalla spina destra al- l’ap. rost. : 12, (144,5) 15 17 — Id. dalla sin.: 9 12, 13 17 — Lungh. della carena destra: 62 66 68 71 72 74 — Id. della sin. : 62 66 (68) 71 72 74,. Lungh. del torace : 62 66 (66,5) 68, 69 71 — Dist. dal bordo post. del branch. all’orbita : 180 181; (185) 188 190 — Dist. fra i solchi del- l’areola: 30 31, (31,5) 32 33 — Diametro trasverso: 111 113 114, (115) 117 119 — Lungh. del solco lat. destro: 54 56 57 (57,5) 58, 61 — Id. del sin. : 54 56 57 (57,5) 52 61. Lungh. addome: 157 162 (165) 167 169 170 173 — Dist. fra il primo p. di pl. : 95 96 98 (98,5) 100, 102 — Id. fra il terzo p.: 90; (92,5) 919055 Largh. natat. caudale: 180 182 (186,5) 188 189, 193 — Lungh. della parte quadr. del telson: 34, 35; 36 — Lungh. della p. terminale : ola oa) 33 4, i Chela destra: Lungh. dactilop. : 101 106 112 (118) 122 127 135 — Id. del propod.: 180 185 193 (196,5) 207 213 (*) — Id. della sua parte allarg.: 92 93 96 100 102 (102,5) 113 -—- Largh. della p. allarg.: 80 da di 84; 85 (86,5) 90 93 — Spessore del prop. : 51; 54 56 57 — Lungh. carpop.: 57 58 60, (62,5) 63 68 — Lungh. del merop.: 81 84 85 (86) 88 91, — Id. ischiop.: 42 43, 14 46, — Lungh. basip.:.23 24, 25, — Id. coxop.: 30 31 (31,5) 32, 33,. Chela sinistra: Lungh. dactilop.: 106 112 122 (120,5) 129 135 — Id. propod. : 185 193 205 (205,5) 221 226 — Id. della sua p. allarg.: 92 96 101 (102,5) 104 113 — Larg. p. allarg.: 80 85 (86,5) 89 91 93 — Spessore prop.: 51 54 56, 57 — Lungh. carpop.: 58 60, 63 (G4,5) 71 — Id. merop.: 83 84 (87) 88 91, — Td. ischiop.: 43, 44 (44,5) 46, — Id. basip.: 23 24, 25, — Id. coxop.: 31 32, 33,. Lungh. della scaglia destra: 37 (38,5) 39, 40, — Td. della sin.: 37 (38,5) 39, 40, — Largh. scaglia destra: 18, 19 20, — Id. se. sin. : 15; 19020,. Lungh. zampa copul.: 58 59 60 G1, 64. d di Zimone (Ivrea). Dal solco cefal. all’ap. rostro: 141 (1446) 148 150 151 — Lungh. rostro: 55 56 57 (38) 61 — Largh. rostro alla base: 27 28 30 33 — Id. alle spine: 14, (14,5) 15 — Dist. dalla spina destra all’ap. r.: 14, (14,5) 15, — Id. dalla sin.: 14, (14,5) 15, — Lungh. della carena destra: 61 (GS) 71 72 75 — Id. della sin.: 61 (GS) 71 72 75. Lungh. del torace: 64 65, (65,5) 67 — Dist. dal bordo post. del branch. all’orb.: 176 177 (180,5) 181 185 — Id. fra i solchi dell’areola : 32 S4 35 36 — Diametro trasverso : 106, 107 (108) 110 — Lungh. del solco destro: 53 55 56 (36,5) 60 — Id. del sin. : 51 53 55 (55,5) 60. I,ungh. dell'addome: 166 170 (170,5) 174 175 — Dist. fra il primo p. pleuron: 97 98 100 103 — Id. fra il terzo p.: 88 91 (92,5) 93 97. Largh. natat. caud. : 185 187 (189) 190 193 — Lungh. della p. quad. telson: 34, 35 36 — Id. della p. termin.: 30 31 33 34. Chela destra: Lungh. dactil.: 88 90 (92) 95 96 — Id. propod.: 148 (156) 158 164, — Id. della sua p. allarg. : 72 75 (78) 80 84 — Largh. prop. : 69 70 72 (72,5) 76 — Spess. prop.: 42 (44,5) 45 46 47 — I,ungh. carp.: 49 50 51 53 — ld. merop.: 71 72 (75) 7879 — Id. ischiop. : 39; (39,5) 40 — !d. basip.: 21 (22,5) 23, 24 — Id. coxop.: 27 28 29... . Chela sinistra : Lungh. dact. : 88 (91,5) 95 — Id. prop.: 152 (158) 164 — Id. della sua p. allarg.: 72 (76) 80 — Largh. prop.: 69 (69,5) 70 — Spess. prop.: 42 (44) 46 — Lungh. carp.: 49 (51) 53 — Id. merop. : 71 (74,5) 78 — Id. ischiop.: 39 (39,5) 40 — Id. basip.: 21 (22) 23 — Id. coxop.: 28 (28,5) 29. Lungh. scaglia destra: 37 (42,5) 44 48 — Id. della sin. : 37 38 40 Pesa; ES (40,5) 44 -- Largh. scaglia destra: 18 19 (19,5) 21 — Id. della sin.: 18 19, (19,5) 21. Lungh. f. copul.: 61 62 64 (65) 69. c di Saluzzo. Dist. dal solco cefal. all’ap. del rostro: 138 (145) 148, 151 152 — Lungh. del rostro: 54 57 (58) 59, 62 — Largh. rostro alla base: 31 32, (32,5) 33, 34 — Id. alle spine: 9 (11,5) 13 14,. — Dist. dalla sp. destra all’ap.: 10 (12) 13 14, — Id. a sinist.: 10 (12) 13 14, — Lungh. della carena destra: 67; (70,5) 73 74 — Id. della sinist. : 67, (70,5) 73 74. Lungh. del torace : 67 68 70 71 72 77 — Dist. dal bordo post. del branch. all'orbita: 182, 186 (187) 188 192 — Id. fra i solchi dell’areola : 32, 35, 36 38 — Lungh. diametro trasverso : 111 112, 113 (117) 122 123 — Lungh. del solco lat. destro : 55, 56 (39,5) 60 62 64 — Id. del sin.: 55, 56 (59,5) 60 62 64. Lungh. dell’addome: 160 163 (166) 168 170, 172 — Dist. fra il primo p. pleuron: 99 101, (101,5) 102 103 104 — Id. fra il terzo p. pl.: 93, 94 (904,5) 95 96,. Largh. della natat. caudale: 190, 195, (195,5) 196 201 — Lungh. della porz. quad.: 35 36, (37) 39, — Id. della p. terminale: 32 33, SA 36,. Chela destra: Lungh, dactil.: 81 85 92 (98,5) 101 116 — [d. propod.: 151 158 165 180 (181,5) 212 — Id. della sua p. allarg.: 77 79 89 90 (96,5) 116 — Largh. prop. : 70 71 79, (S35,5) 101-— Spessore prop.: 41 46 (49,5) 51 53 54 — Lungh. carpop. : 51 54 59, (GO) 69 — Id. merop. : 75 77 83 84 (835,5) 96 — Id, dell’ischiop. : 40 41 (42,5) 43 44 45 — Id. basip.: 23 24 25, 27 — Id. coxop.: 31 33 34, 35. Chela sinistra: Lungh. dact.: 81 83 85 (91) 92 101 — Id. propod.: 146 151 158 (163) 168 180 — Id. della sua porz. allarg. : 75.77 (77,5) 79 89 90 — Largh. p. all. : 65 70 71 (‘72) 79, — Spessore propod.: 44 45 46 (48,5) 5153 — Lungh. carpop. : 51, 54 (56,5) 59 62 — Id. del merop. : 75, 77 (79,5) 83 84 — Id. ischiop. : 40, 41 (42,5) 43 45 — Id. basip.: 22 23 (23,5) 24 25, — Id. coxop.: 31 32 (32,5) 33 34,. Lungh. della scaglia destra: 37 (440,5) 42, 43 44 — Id. della sin.: 37 (40,5) 42, 43 44 — Largh. sc. destr.: 15 (17,5) 19 20; — Id. della sin.: 15 (L1'7,5) 19 20,. Lungh. zampa copul.: 63 64 66 (GO,5) 68 70. d di Piobesi. Dist. dal solco cefal. all’ap. del rostro: 146 (130,5) 151 152 153 155 = Lungh. rostro: 60, GL 62, — largh. rostro alla base: 30, (31) 32 Mu ei — Id. alle spine: 17, (18,5) 20, — Dist. dalla sp. destra all’ap.: 21 22, (24) 26 27 — I[d.asin.: 21 22 (24) 26 27, —- Lungh. della carena destra: 68 69 70 (70,5) 73, — Id. della sin. : 68 69 70 (70,5) 73,. Lungh. del torace: 67 70, (71,5) 74 76 — Dist. dal bordo post. del branch. all’orbita : 183 184 185 186 187 — Id. fra i solchi dell’areola: 34 35, (35,5) 36 37 — Diamet. trasverso: 105 107 108 (108,5) 110 112 — Lungh. del solco lat. destro: 53, (36,5) 59 60 — Id. del sin.: 52 (5) 59 60, 63. Lungh. dell'addome: 163 165 166 (167) 170 171 — Dist. fra il primo p. pleuron: 99 100 102 103 (LO4) 109 — Id. fra il terzo p.: 93 94 95, (98,5) 104. Largh. della natat. caud.: 184 189 (192,35) 195 197 201 — Lungh. della porz. quad. telson: 32 35, (33,5) 37 39 — ld. della porz. termin.: 27 29 (29,5) 30 32,. Chela destra: Lungh. dactil.: 89, 97 (100,5) 102 112 — Id. del propod.: 154 157 165 (173) 174 192 — Id. della sua p. allarg.: 70 73. 74 (78,5) 79 87 — Largh. prop.: 57, 60, (G1,5) 66 — Spessore prop.: 35, >'7 38 39 — Lungh. carpop.: 47 49, (50) 52 53 — Id. merop.: 76 78 79, (SO,5) 85 — Id. ischiop.: 37 38 39, 41 — Id. basip.: 21 (31,5) 22, — Id. coxop.: 26 27 (29) 30, 32. Chela sinistra: Lungh. dact.: 89 91 97 (09) 102 109 — Lungh. prop.: 154 159 165 (170,5) 174 187 — ld. della sua porz. allarg.: 65 73 74 (735) 79 85 — Largh. p. allarg.: 51 57 59 60 63 — Spessore prop. : 32 35, (35,5) 37 39 — Lungh. carpop.: 47 49 (51,5) 52, 56 — Id. merop.: 76 78 79, (S0,5) 85 — Id. ischiop.: 37 38 39, 41 — Id. basip.: 21 (2.1;5) 22, — Id. coxop.: 26 27 (29) 30, 32. Lungh. della scaglia destra : 41 43 45 (446,5) 50 52 — Id. della sin. : 41 43 45 (46,5) 52 — Largh. sc. destra: 19, 20, (20,5) 22 — Id. della sin. : 19, 20, (20,5) 22. Lungh. zampa copul.: 58 60, (GO0,5) 62 63. o di Domodossola. Dist. dall’ap. del rostro al solco cefal.: 147, (149) 151 — Lungh. rostro: 56 (37,5) 59, — Largh. rostro alla base: 30 31 (31,5) 33 — Id. alle spine: 12 13 14 — Dist. dalla sp. destra all’ap. rostro: 12, (14) 16 — Id. dalla sin.: 12, (14) 16 — Lungh. carena destra: 69 (#42) 77 79 — Id. della sin. : 64 (71,5) 77 79. lungh. torace: 63 65 (GG) 69 — Dist. dal bordo post. branch. al- l'orbita: 178 180 (181,5) 185 — Dist. fra i solchi dell’ar.: 33, (34,5) 36 — Diametro trasverso : 112 (119,5) 124 127 —- Lungh. solco lat, destro : 56 (38,5) 59 61 — Id. del sin.: 56 59 (Gi) 66. —_ Bg el Lungh. addome : 167 169 171 — Dist. fra il primo p. pl.: 102 (104) 106, — Id. fra il terzo p. pl.: 99 (t00,5) 102. Largh. natat. caudale: 194 (201,3) 206 210 — Lungh. porz. quad. telson: 38 40 (40,5) 43 — Id. porz. termin.: 28 (31,5) 32 35. Chela destra: Lungh. dactil. : 77 (S5) 92 93 — Id. propod.: 136 (1583) 161 170 — Id. porz. allarg. prop.: 66 (77) 79 88 — Largh. prop. : 52 (60,5) 66 69 — Spess. propod. :. 35 (39,5) 44, — Lungh. carpod. : 49 52 (52,5) 56 — Id. del meropod.: 79, (82) 85 — Id. ischiop.: 38 40 (440,5) 43 — Id. basip.: 17 (20,5) 23 34 — Id. coxop. : 28 (30,5) 32 33. Chela sinistra: Lungh. dactil.: 77 (S6) 88 95 — Id. prop.: 140 (152) 157 164 — Id. della sua p. allarg. : 66 (75) 79 84 — Largh. prop.: 51 52 (G4) 77 — Spess. prop.: 35 39 53 — Lungh. carpop.: 49 52 (352,5) 56 — Id. del merop. : 79, (81,5) 84 — Id. ischiop. : 36 38 40 — Id. basip. : 17 (20,5) 23 24 — Id. coxop.: 28 (30,5) 32 33. Lungh. scaglia destra: 40 (442,5) 43 45 — Id. scaglia sin.: 40 (42,5) 43 45 — Largh. se. destra: 17 (18,5) 19 20 — ld. se. sin.: 17 (18,5) 19 20. Lungh. zampa copul.: 61 62 63. Q di Greccio (Perugia). Dist. dal solco cefal. all’apice del rostro: 139 144, 145, 146 149, 151 — Lungh. rostro: 61 63, (G4,5) 68 (*) — Largh. rostro alla base : 30; (30,5) 31 — Largh. alle spine: 15 17 (18) 20 21 — Dist. dalla spina all’ap. rost. a destra: 21, 22 23, 24, 25 29 — Id. a sin. : 21, 22 23, 24, 25 29 — Lungh. della carena destra: 65 67 (70) 71 72 73 Ag dD.—_Id. a sin. :.65..67.("7.0).,71.72 7907475. Lungh. del torace : 62, 65, (66,5) 67 68 69, 70 71 — Dist. dal bordo post. del branch. all’orb. : 173 176 (176,5) 177 180 — Dist. fra i solchi dell’areola : 37; (38) 39 — Diametro trasverso: 104 107, 110 — lungh. del solco lat. destro: 52 53, 54 — Id. a sin. : 52 58, 54. Lungh. addome: 176 177 (179,5) 180 183 — Dist. fra il primo p. pl.: 118 123 (126,5) 135 — Id. fra il terzo p.: 107 110 113 (114.5) 122. Largh. della natat. candale: 200 201 202 203, 204 (205,5) 207 208, 211 — Lungh. porz. quad. telson : 37, (38,5) 39 40 — Id. porz. termin.: 32 33 (33,5) 34 35. Chela destra: Lungh. dactilop. : 65 "7 1, 72, 74 76, 77 — Id. propod.: 118, 119 121 123 124 125 130 131 132 — Id. sua p. allarg.: 50 51 52, 54 (35) 56 57, 58 60 — Largh. del prop.: 39 42, (42,5) 43, 44 45, 46 — Spessore prop. : 23 24, 25 26, (®6,5) 27 29 30 — Lungh. carpop.: 41 42, 43, «4 47 — Id. merop.: 65, 68, (68,53) 69 70 71, 72, — Id. ischiop.: 33 34 35, 36, 37, — Id. basip.: 18, 19 (19,5) 20, 21; — Id. coxop.: 24 26, 27, 28. Pe a Chela sinistra : Lungh. dactil.: 65 68 71 72, 73 74 76 77, — Lungh. prop. : 118 119 121, 123 124 (135) 127 131, 132 — Id. sua p.allarg. : 52 53 54 (55) 56 57, 58, — Largh. prop.: 38 39 42 (42,5) 43, 45, 46 47 — Spess. prop.: 23 24, 25 26, (26,5) 27, 29 30 — Lungh. carpop.: 40 41 42, 43, (43,5) 44 47 — Lungh. merop.: 65, 68, (68,5) 69 70 71, 72, — Id. ischiop.: 33 34 35, 36, 37, — Id. basip.: 18, 19 (19,5) 20, 21, — Id. coxop.: 24 26, 27, 28. Lungh. scaglia destra : 41, 43 (444,5) 46, 47 48, — Id. della sc. sin.: 41 43 (44,5) 46, 47 48,. Q di Villafranca (Piemonte). Distanza dal solco cefal. all’apice del rostro: 131 140, (141,5) 143, 144, 145, 146, 147, 148, 149, 150, 151, 152, — Lungh. rostro: 58, 59 60, 61, 62, (G2,5) 63, 65, 67 (*#) — Largh. rostro alla base: 28, 29, 30, 31, 32 — Id. alle spine: 15 16, 17, 18; 19 (L9,5) 20, 24 — Dist. dalla spina destra all’ap. : 9 18, (18,5) 193 20 21 22, 23; 24, 25, 26, 27 28 — Td. dalla spina sin. : 9 18, (18,5) 19, 20 21 22, 23, 24, 25, 26, 27 28 — Lungh. della carena destra : 61 69 70, 71 72, '73, 74. 75, 16 77, 718, 719 80 85 — Id. della carena sin. : 61 69 70, (70,5) 71, 72 73, 74, 75, 76, 77, 78, 80. ‘Lungh. del torace : 62 63, 65, 66. (G6,3) 67, 68, 6% 70 71, — Dist. dal bordo post. del branch. all’orb. : 171, 172, 173, 174, 175 176, 177, 179 — Dist. fra i solchi dell’areola: 30 31 32 33, S4, 35 36, 37, 38 — Diametro trasverso : 102 103, 104, 105, 106, 107, 108, 109 110 — Lungh. del solco lat. destro : 50.51, 52, 53, 54, 55 56 57 58 — Lungh. del sol. lat. sin. : 51, 52, 53, 54, (54,5) 55 56 57 58,. Lungh. dell'addome : 175 176, 177, 179, (179,5) 180, 181 182, 183 184 — Dist. fra il primo p. di pleuron: 108, 109 111, 112 115 (116,5) 118 119, 121, 122, 125, — Id. fra il terzo paio: 104, 105, 106 108, 109 PASO 1270113 IT 115 ‘116; 119: Largh. della natat. caudale: 191 193 194 195 197 198 199 200 201, (202) 203, 204, 205 207 208 211 213 — Lungh. porz. quad. telson : 34 36 37, (3'7,5) 38, 39, 40, 41, — ld. della porz. termin.: 28 31 (S2,5) 33, 34, 35, 36 37. Chela destra: Lungh. dactilop. : 63 66 68 69, 70, (70,5) 71, 72, 73, 74 75, 76, 77, 78 — Lungh. propod. : 105 114 117 118, (118,5) 119; 120 121, 122, 123 124 125, 126, 127, 128, 129 130, 132 — Lungh. della porz. allarg. prop.: 49 51 52, 58, 54, 55, 56, 57; 58, 59, 60 62 67 — Largh. propod.: 35 38 40, 41 43, 44, 45; 46; 473 48, 49, 51, — Spes- sore prop. : 21 24 26; (26,5) 27, 28; 29; 30, 31, 32 — Lungh. carpod.: 35 40 41; 42, 43,3 44, 45 — Id. merop.: 63 66, 67 68, (68,5) 69, 70, 71; 72, 73, 74 — Id. ischiop.: 33 34; 35,, 36, 37, 38; 39 — Id, lago basipod. : 17 18, 19,, (19,5) 20,3 21, 22, — Id. coxop.:: 23 24, 253 2BG,, 27.28, 29. Chela sinistra : Lungh. dactil. : 66 68, 69 70, 71, 72, 73; 75, 76; 77, 78 — Lungh. propod.: 114 117 118 119, 120 121, 122, 123, 124 125, 126, 127; 128, 129, 130, 131 132. — Id. della sua porz. allarg.: 49 52 53 54, 55, (55,5) 56, 57, 58, 59, 60 62 — Largh. del propod.: 41 42, 43, 44, 45, 46; 473 48; 49; 51, — Spessore propod.: 25 263 27, 2%; (28,5) 29, 30, 31; 32 — Lungh. carpop. : 40 41, 42, 43,, 44; 45, 46 —- Id. meropod. : 66, 67, 68, 69, 70, 71, 72, 73 74 — Id. ischiop.: 33 34, 35, 36, 37, 38, 39 — Id. basip. : 17, 18, 19, (19,5) 20, 21; 22, — Id. cuxop.: 23 24, 25, 26,, 27, 28; 29. I.ungh. della scaglia destra : 43 44 45 46, 47; 48. 49, 50, 51, 52, 53 — Id. della sin. : 43 44 45 46; 473 4S, 49, 50, 51, 52, 53. g di Candiolo (Verona). Dist. dal solco cefal. all’apice del rostro: 134 135 136 141 142 143 144, 147, 148 — Lungh. rostro: 51 52, 54, 55, 58, (59) 61 66 — Largh. rostro alla base: 30, 31, (32,5) 32 33 34 35 — Id. alle spine: 10 12 (13,5) 14, 15 16 17, — Dist. dalla spina destra all’ap. del rostro : 10 11 12 (153,5) 14; 15 16 17, — Id. dalla sin.: 10 11 12 (13,5) 14, 15 16 17, — Lungh. della carena destra: 61 63 65 67 68 69, 70 72 74 77 — Id. della sin. : 61 63 65 67 68 G9, 70 72 74 77. Lungh. del torace : 66, 67, 68, 70 74 — Dist. dal bordo post. del branch. all’orbita: 174 175 176 178, (178,5) 180, 181 182, 183 — Dist. fra i solchi dell’areola : 28 29, 30, (30,5) 31, 32, 33 — Diamet. trasverso ; 106 107, 108 109, 110, — Lungh. del solco lat. destro : 54 559 56 57, 58 59, (59,5) 65 — Id. del sinistro: 54 55 56 57, 58 59, (59,5) 63 65. Lungh. dell'addome: 163 166 168, 169 170 (170,5) 173 175, 176 178 — Distanza fra il primo p. pleuron: 98 100 101 102, 104 105 (LOS) 110 113 — Id. fra il terzo paio: 94 95, 96 98, 99 101 (101,5) 105 109. Largh. natat. caudale: 190 195, 196 197 (197,5) 198, 205, — Lungh. p. quad. telson: 32 33 34, (34,5) 35, 36 37 — Lungh. p. term.: 27 32; 33 34, 35, 36 37. Chela destra: Lungh. dactilop.: 74 75 78, 79, SO 81 83 84 86 — Lungh. prop. : 124 129, 131 135 136 137, 138 (138,5) 140 153 — Id. sua porz. allarg.: 57 58 59 61, 63 66 67, 70 75 — Largh. p. allarg. : 48 50 53 54, 55 (56) 57, 58 59 64 — Spessore prop.: 29 31 32, 34 (34,5) 36; 37 40 — Lungh. carpop.: 44 45, 46 47 48 49 50 51 52 — Id. meropod.: 69 70 71, 72 73 76, 77 — Id. ischiop.: 36, 37, SS, 39 40, — Id. basipod. : 20, 21, (21,5) 22, 23 — Id. coxop.: 27, 28, 9, 30.31. Lala: IS Chela sinistra : Lungh. dactil. : 73 74 78 79 80 SL 83 84 86'87 89 — Lungh. propod.: 124 131 132 135 138, (138,5) 140 142 143 148 153 — Id. della sua p. allarg. : 58 63 65 66, (GG,35) 67, 68 72 73 75 — Largh. prop. : 50 54 55 57, 58, 59 61, 64 — Spessore del prop. : 31 33 34 (35,5) 36, 37 38 40 — Lungh. carp.: 42 44 46 47, 48, 49 50 51 52 — Id. merop.: 70 71, 72 73 (73,5) 73, 77 — Id. ischiop.: 36, 37, SS, 39 40, — Id. basip.: 20; 21, (21,5) 22, 23 — Id. coxop.: sio (er) 28, 29 30 3h. Lungh. scaglia destra : 35 36, 37 38 (38,5) 39 40, 41 42 — Id. della sin. : 35 36, 37 38 (38,35) 39 40, 41 42 — Largh. sc. destra: 14 15 a 18, 19, — Ta della sin. : 15 17; 18, 19. Q del lago di Viverone. Dist. dal solco cefal. all’ap. rostro: 141, 142 145 (145,5) 146 147 148 150 — Lungh. rostro: 55 56, 57, 58 59, — Largh. rostro alla base: 0-01 =)032533, — Id.-alle:spine :\10,(11 12, 13:(118;5) 143017 — Dist. dalla spina destra all’ap. r.: 10 12, 13 (13,5) 14 15, 17 — Id. dalla sp. sin. - 10 12, 13 (13,5) 14 15, 17 — Lungh. carena destra : 64 67, 68 69, 70 72 — Id. della sin. : 64 67, 68 69 70 72,. Lungh. del torace: 61 64, (G4,5) 65 66, 67 68 — Dist. dal branch. all’orbita : 172 173 174, 175 (177,5) 179 181 182 183 — Dist. fra i solchi dell’areola : 28 31 32 (32,5) 33, 34 35 37 — Diametro trasverso : 104 109, 111, 112, 115 117 120 — Lungh. del solco lat. destro ; 48 50 51 5°, 53, 54 56, — Id. a sin. : 48 50 51 52, 33, 54 56,. Lungh. addome : 170 173 174, 175 176 (176,5) 178 179 180 183 — Dist. fra il primo p. pleuron: 106 114, (115,5) 113 118 121 123, 124 125 — Id. fra il terzo p.: 102 105 106 (108,5) 109, 110 111 112 113 115. Largh. natat. caudale: 187 188 193 (L193,5) 195, 196, 197 198 200 — Lungh. p. quad. telson: 32 36 37, 38, 40, 41 42 — Id. p. termin.: 32 34 (34,5) 35, 36, 37. Chela destra: I.ungh. dactilop. : 78 85 (S6) 89, 91 94, — Lungh. prop. : 132 138 (144,5) 147 151 155 157, — Lungh. sua p. allarg.: 61 63 69 74 75, 77 — Largh. p.allarg. : G£ 56 (GL) 94 66 67, 68 — Spessore prop. : 35, 37 38 (39,5) 40 41, 44 — Lungh. carp.: 45 48, (48,5) 50, 51 52 — Id. merop.: 71 76 (74) 75 76 77, — Id. ischiop. : 38 39, 40, 41 42, — Id. basipod.: 22 23, 24, — Id. coxop.: 30; (30,5) 31,. Chela sinistra: Lungh. dactil. : 74 78 (SS) 89, 90 91, 97 102 — Id. propod. : 131 132 134 144 145 150 151, (152,5) 170 — Lungh. sua p. allarg.: 63, 65 69 71 (72) 73 74 75 81 — Largh. propod.: 55 56 59, (63,5) 64.65 67 68 72 — Spess. prop.: 33 34 35 37 39 (39,5) 2a 36R= 40 42 44 46 — Lungh. carpop. : 45 46 48 50, 51 52, 55 — Id. merop. : 71; 72 73, 75 (75,5) 77 80 — Id. ischiop.: 38 39, 40, 41 42, — Id. basip. : 22, 23, 24, — Id. coxop.: 29 30, 31. Lungh. della scaglia destra: 35 38, (3$S,55) 40, 41, 42, — Id. della sin. : 35 38, (358,5) 40, 41, 42, — Largh. se. destra: 19, 20, (20,5) 21, 22 — Id. della sin. : 19, 20, (20,5) 21, 22. Q di Zimone (Ivrea) Dist. dal solco cefal. all’ap. del rost.: 140, (145) 146 147 149 150 — Lungh. rostro: 53 55, (56) 58, 59 — Largh. rost. alla base: 27 29, (S9;5} 30 31, 32 — Id. alle spine: 11, 12, (142,5) 13, 14 =Disf dalla spina destra all’ap. rost. : 11 13, (13,5) 14, 15 16 — Id. dalla sin. : 11 13, (153,5) 14, 15 16 — Lungh. della carena destra: 64 66 (67,5) 68, 70 71, — Id. a sinistra: 64 66 (67,5) 68, 70 71,. Lungh. del torace: 62 63, (63,5) 64 65, — Dist. dal bordo post. del branch. all’orbita : 171 172 174, 175 178 179 — Dist. fra i solchi del- l’areola: 29 30 (30,5) 31, 32, — Diametro trasverso: 106, 108 (LO9,5) 110 111 112 113 — Lungh. del solco lat. destro: 49 50 52, 53, 55 — Id. del sin. : 49, 50 523 53, 05. Lungh. dell’addome : 165 168 171 172 (172,5) 173 179 180 — Dist. fra il primo p. pleuron: 100 101 104 (110,5) 113 114 115 121 — Id. fra il terzo p.: 94 95 100 104 105, 114. Largh. della natat. caudale: 190 191 193 196 198 201 202 — Lungh. della p. quad. telson: 35 36 3'7 38, 39 —- Id. della porz. termin.: 30 32, (329,5) 33, 34.35. Chela destra: Lungh. dactilop.: 75 77 83 (83,5) 87 88 92 — Lungh. propod. : 125 126 136 137 (139) 146 149 153 — Id. della sua porz. aliarg. : 58 59 (G5) 66 67 69 71 72 — Largh. propod. : 54 56 59, (G1) 62 63 68 — Spessore prop.; 33 35 36 (3'7,5) 39 40, 42 — Lungh. carpop. : 45, 46 47 49, — Id. merop.: 70 71, (71,5) 72 73, — Id. ischiop. : 37, 38 39 40, 41 — Id. basipod. : 20 21, (21,5) 23; — Id. coxop.: 26 27, (27,5) 28, 29,. ‘Chela sinistra: Lungh. dactilop.: 75 77 78 (S1,5) 83 86 88 — Lungh. propod. : 125 126 136 137 141 149 — Id. della sua p. allarg. 58 59 63 (64,5) 66 67 71 — Largh. del propod.: 54 56, (58) 59, 62 — — Spess. prop.: 33 35, 36 (36,5) 39 40 — Lungh. carpop.: 45 46 47 49, — Id. merop. : 69 70 71, — Id. ischiop. : 37; 38 (39) 40 41 — Id. basip.: 20 21, (31,5) 23, — Id. coxop.: 26 27 (S>"7,5) ‘28,020 Lungh. scaglia destra: 35 37 (38,5) 39 40, 42, — Id. della sin. : 35 37 (38,5) 39 40, 42, — Largh. sc. destra: 17, 18, 19 20 21 — Id: a sin. : 17, 18, 19 20-21. Lu Q di Saluzzo. Dist. dal solco cefal. all’apice del rostro: 143 144 146 149 — Lungh. del rost.: 55 56 57, (59) 63 — Largh. rostro alla base: 33, (33,5) 34 — Id. alle spine: 12 13 (13,5) 14, 15 — Dist. dalla sp. destra al- l’ap.:.10 (12,5) 14, 15, — Id. dalla sin.: 10 (12,5) 14, 15, — Lungh. della carena destra: 65 67 (67,5) 69, 70 — Id. della sin. : 65 67 (67,5) 69, 70. Lungh. del torace : 65 67, GS 71 — Dist. dal bordo post. del branch. all’orbita.: 176 177 178 180, — Dist. fra i solchi dell’areola: 31 32 (=) 33, 34 — Diametro trasverso: 111 114, 115 117 — Lungh. del solco lat. destro ; 53 55 (36) 57, 59 — Id. del sin. : 52 53 (55,5) DI, 59. Lungh. addome: 172 174 (174,5) 175 176 177 — Dist. fra il primo p. plu::,103 107 (L11,5) 118, 120 — Id. fra il terzo p. pl.: 101 103 (LOS) 112 114 115. Jargh. natat. caudale: 194 198 199 (200,3) 206 207 — Tungh. part. quad. telson : 37 38, (38,5) 40 — Id. della sua p. termin.: 835 36, (36,5) 37 38. Chela destra: Lungh. dactilop.: 75 77 81 83 87 — Lungh. propod. : 136 138 (144,5) 145 147 153 — Id. della sua p. allarg.: 69, 70(72,5) 73 76 — Largh. p. allarg. prop.: 61, G4 66 67 — Spessore prop. : 40, (41,5) 42 43 — Lungh. carpop. ; 47 (49) 50, 51 — Id. merop.: 71 74 (75) 77, 79 — Id. ischiop.: 36 (37,5) 38, 39 — Id. basip.: 18 (20,5) 22, 23 — Td. coxop.: 29 30, 31 (31,5) 34. Chela sinistra: Lungh. dactil.: 75 77 (79,5) 81 83 84 — Lungh. propod. : 138 136 (142,5) 145, 147 — Id. della sua p. allarg. : 67 69, 70 73 — Largh. prop.: 59 61, (62,5) 64 66 — Spessore prop.; 35 (39) 40, 42 43 — Lungh. carpop.: 47 50, (50,5) 51 54 — Id. del merop. : 71 74 (74,5) 77, 78— Id. dell’ischiop.: 36 (37,5) 38, 39 — Id. del basip. : 18 (20,5) 22, 23 — Id. coxop. : 29 30, 31 (31,5) 34. Lungh. scaglia destra: 38 40, (41) 42 44 — Id.asin.: 38 40, (41) 42 44 — Largh. sc. destra: 17 18 (18,5) 19, 20 — Id. a sin.: 17 18 (18,5) 19, 20. Q di Piobesi. Dal solco cefal. all’ap. del rostro: 142 (1-446,5) 149 151 — Lungh. rostro : 55 (5'7,5) 60, — Largh. rostro alla base: 29, (29,5) 30 — Id. alle spine: 16 (17) 18) — Dist. dalla spina destra all’apice : 22 (22,5), 23, — Id. dalla sin.: 22 (22,5) 23, — Lungh. della carena destra ::68 70 (72) 76 — Id. della sin. : 68 70 (A 2IV6. Lungh. del toraee: 65 (67,5) 70, — Dist. dal bordo post. del branch. SIBA all’orbita : 176 (177,5) 178 179 — Dist. fra i solchi dell’areola : 32 (33,5) 35, — Diametro trasverso : 103, (103,5) 104 — Lungh. del solco laterale destro: 56 (37) 58, — Id. del sin. : 56 (57) 58,. Lungh. dell'addome: 176 (177) 178, — Dist. fra il primo p. pl.: 123 124 125 — Id. fra il terzo p.: 113, (LL13,5) 114. Largh. della natat. caudale: 196 199 (201) 206 — Lungh. della porz. quad. telson: 36 (37) 38, — Lungh. della porz. termin.: 30 (SD) 343 Chela destra: Lungh. dactil. : 78 83 (84,5) 91 — Lungh. propod.: 133 138 (141) 149 — Lungh. della p. allarg. del prop.: 60, (62,5) 65 — Largh. prop.: 50, (55) 60 — Spessore prop. : 30 31 (33) 36 — Lungh. carpop.: 43 45 (45,5) 48 — Id. merop.: 70, (72) 74 — Id. ischiop. : 34 (34,5) 35, — Id. basip.: 18 20 22 — Id. coxop.: 25 (2"7) 28 29. Chela sinistra: Lungh. dactilop.: 76 83 (83,5) 91 — Lungh. prop. sinist.: 128 138 (138,5) 149 — Id. della sua p. allargh. : 55 GO 65 — Largh. prop.: 43 50 (51,5) 60 — Spessore prop. : 28 31 (32) 36 — Lungh. carpop. : 43 45 (45,5) 48 — Id. merop.: 70, (72) 74 — Id. ischiop. : 34 (34,5) 35, — Id. basip.: 18 20 22 — Id. coxop.: DOS) 8 29; Lungh. della scaglia destra: 43, (4-4) 45 — Id. della se. sin.: 43, (44) 45 — Largh. della s?. destra: 19 SL 23 — Id. della se. sin. : 19 SL 23. Tare” di plarie anzi st rt) Bia, rap Malo And + DG —__r r————_Prr—TrT_—_trr __—_rtT/t1!‘‘“'l(Iiiià), 1926 - Tip. Pietro Gerbone, Via Gaudenzio Ferrari, 3, Torino. N UTI 3 2044 106 299 365