FARVARD UNIVERSITY. JET BROATES OF THE MUSEUM OF COMPARATIVE ZOOLOGY. AE Dadongo Md aqua ARA) d'4 IL rt, KONI BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della 2. Univetsità di Torino ——®—— vee Ma N. 520-545 TORINO TIPOGRAFIA PIETRO GERBONE Via Gaudenzio Ferrari, 3 LU Di at a a si Pa ‘ e SISI, AA TORCE si Sai. I EE GE METRART 24 MRO n 6A FIA È » U Veglia ss E SITO ì , KDE î i b Ù privato î Ù Opel ALIA E è lat l 9 i 5 SOL cri | pi Mata E s AT n: Quae se Arena ana) | | dici ® devia y° : È n N ha p i 9 Y dio : v = È PIT ] o dal % ì DARI, i La b P Li La i % * Pi Pi De de Di “a » x x ; ki | Arai i "” P su è $ CA 11 22 2uzzz 2 2 2 22 2 22 535. . 536. ». 537. INDICE . Borelli A. — Di alcune forficole dell’isola di Madeira. . Cognetti de Martiis L. — Contributo alla conoscenza della drilo- fauna delle isole Canarie. ‘+ Camerano L. — Giulio Bazetta. Cenni biografici. Zavattari E. — Descrizione di due nuove specie di Vespidi dell’Ame- rica meridionale. . Festa E. — (Viaggio del Dr. E. Festa nel Darien, nell'Ecuador e regioni vicine). XXX. Mammiferi; II. Chirotteri. . Gognetti de Martiis L. — Nota sui Lombricidi delle Tremiti. . Camerano L. — Materiali per la storia della Zoologia in Italia nella prima metà del secolo XIX. — II. . Cognetti de Martiis L. — Nuovi dati sui Lombricidi dell'Europa orientale. . Borelli A. — (Viaggio del Dr. E. Festa nel Darien, nell’Ec.iador e regioni vicine). XXXI. Di una nueva specie di Forficola. . Zavattari E. — (Viaggio del Dr. E. Festa nel Darien, nell’Ecuador e regioni vicine). XXXII. Imenotteri; I. Diploptera. . Camerano L. — Osservazioni intorno alla Talpa caeca Savi. . Borelli A. — Forficole di Costa Rica. . Nobili G. — Una nuova Telfusa di Madagascar. . Borelli A. — Di una nuova forficola di Madagascar. . Cognetti de Martiis L. — (Spedizione al Ruwenzori di $S. A. R. Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi). I. Un nuovo Oligo- chete Criodrilino (Diagnosi preliminare). Gamerano L. — Materiali per la storia della Zoologia in Italia nella prima metà del secolo XIX. — II. I manoscritti di Franco Andrea Bonelli. — II. Appunti di filosofia naturale. Camerano L. — (id.) — III. I manoscritti di Franco Andrea Bonelli. — III. Appunti intorno ai Mammiferi. Cognetti de Martiis L. — Lombrichi di Madagascar e dell’isola Riunione. . Pollonera @. — (Spedizione al Ruwenzori di S. A. R. Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi). — lI Nuove specie di Molluschi terrestri (Diagnosi preventive). . Cognetti de Martiis L. — (id) — III. Nuovi Megascolecidi africani (Diagnosi preliminari). . Pangella G. — (id.) — TV. Nuova specie di Passalidi (Diagnosi pre- ventiva). . Borelli A. — (id.) — V. Nuove specie di Forficole (Diagnosi preli- minari). . Salvadoriî T. — (id.) — VI. Nuove specie di Uccelli. . Pollonera @. — (id.) — VII. Vaginutdue e Urocyetitae. (Diagnosi preventive). . Nobili G. — (id.) — IX. Crostacei (Nota preventiva) . Camerano L. — (id) — X. Mlis pardus Rincenszorir, sabsp. n. (Nota preventiva). Seb... \\LI5 BOLLETTINO Musei di Zoclogia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino | er a Le N. 520 pubblicato il 29 Gennaio 1906 Vor. XXI Dott. ALFREDO BoRELLI Di alcune forficole dell’isola di Madeira. Il chiaro entomologo Padre E. Schmitz ebbe la cortesia di man- darmi in istudio alcune forficole raccolte nell’isola di Madeira. Benchè le specie rappresentate nei diversi invii siano poco numerose, tuttavia spero che il loro elenco non rimarrà privo d'interesse, giacchè fra esse incontrai una specie non ancora descritta e un’altra nuova per l’isola di Madeira. Labidura riparia (Pallas). 1773. l’orficula riparin Pallas, Reise Russ. Reichs, v. 2, p. 727. 1900. Labidura riparia riparia (Pallas) in: Bormans, Tierreich, Lief. 11: Forf. e Hemim. & e 2 dintorni di Funchal. Lunghezza totale del corpo: o 34 mm. » delle pinzette: (0 gl (0 ASAP Anfsolabis amnulipes (H. Luc.). 1847. Forficesita a., H. Lucasin: Ann. Soc. ent. France. ser. 2, v. 5, Bull. p. 84. 1864. Forcinella a., H. Dohrn in: Ent. Zeit. Stettin, v. 25, p. 290. Numerosi esemplari 9 9 e larve: dintorni di Funchal e Poiso. Questi esemplari presentano la massima varietà riguardo al colore del pronoto, delle antenne e delle zampe. In alcuni il pronoto è quasi interamente giallo-oscuro, in altri gli articoli delle antenne sono tutti di un colore giallo-bruno e le zampe sono uniformemente gialle ad eccezione dei femori del paio anteriore i quali sono oscurati di bruno nella parte mediana, altri finalmente invece di avere gli articoli 12 e 13 deile antenne bianchi o giallo-pallidi hanno gli articoli 13 e 14, o 11 e 12 e anche 9 e 10 di questo colore. Dohrn (I. c.) aveva già no- tato una grande varietà di colorazione in esemplari di questa specie raccolti a Madeira. Labia curvicauda (Motsch.). 1863. Furfiscelia c., Motschulsky in: Ball. Soc. Moscou, v. 36, nr. 3, p' 2, i Le (JT) d da Porta da Cruz (nord dell’isola), parecchie 9 da Funchal. Specie nuova per l’isola di Madeira. La presenza di questa specie comune a Ceylan, nelle Scychelles e in tutto l'arcipelago Malese è un fatto degno di nota; probabilmente essa fu importata con piante provenienti da quelle lontane regioni. Forficula auricularfa Linn. 1758. Forficula a., Linnè, Syst. Nat., ed. 10%, p. 423. Parecchi esemplari 9° e 9 da Funchal e da Poiso. Tutti questi esemplari appartengono alla forma ciclolabia col dente posteriore del forcipe appena separato dalla crenulatura basale. In un individuo non perfettamente adulto raccolto a Funchal, il dente poste- riore è così poco distinto da ricordare il forcipe della Forficula de- cipiens Gené. Psecudochelidura edentula (Woll.). 1858. Forficula e., Wollaston in: Ann. Nat. Hist, ser. 3, v. 1, p. 20. Una sola 9 da Funchal. Pseudochelidura Schmitzif nov. sp. Capo ferrugineo col vertice castaneo, clipeo e parti boccali giallo bruni; debolmente convesso con suture ben distinte principalmente la . medio-posteriore, fornito di due piccole fossette mediane dietro le an- tenne. Antenne (rimangono 13 articoli) grigio-testacee ad eccezione dei 2 primi articoli giallo-pallidi e del terzo giallo coll’apice testaceo. Pronoto rettangolare leggermente arrotondato al margine posteriore, coi lati riflessi o volti in su; segnato nel mezzo per metà della sua lunghezza da un solco longitudinale che incontra posteriormente due piccole coste oblique ed è fiancheggiato anteriorme:te da due piccole impressioni; leggermente rugoso e di colore castaneo coi lati e il terzo posteriore giallo chiaro. Elitre poco più lunghe del pronoto, col margine posteriore tronco, sparse di minute rughe e leggermente punteggiate, di colore giallo testaceo. Ali rudimentali completamente nascoste sotto le elitre. Zampe gialle. Segmenti dell'addome di colore bruno-rossiccio più oscuro nella parte mediana, allargantisi gradatamente dal primo all’ultimo seg- mento, leggermente punteggiati; pieghe tubercu lari dei segmenti 3 e principalmente 4 ben marcate. Ultimo segmento bruno-rossiccio, debolmente con- vesso, depresso posteriormente fra le branche della pinzetta, con due piccole prominenze o ripiegature leggermente rugose addossate internamente alla radice delle branche della pinzetta; margine po- steriore leggermente rialzato. Pigidio di colore bruno-rossiccio, sporgente, più largo che lungo; visto dal disotto, trapezoidale colla parte posteriore sensibilmente arrotondata e Pseudochelidura frastagliata Schmitzii 5 Branche della pinzetta di colore giallo-bruno con una macchia giallo-chiara alla base e le punte oscure quasi nere; assai distanti fra loro alla base, arrotondate e punteggiate; dapprima allargate e diritte per un breve tratto, poi debolmente incurvati ed assottigliantisi leggermente sino alle punte ad uncino e distanti fra loro. Internamente divergenti dall’interno all’esterno per un breve tratto poi leggermente inarcate verso l’in- terno; vicino alla base, dietro al pigidio, esse sono debolmente intaccate e il loro margine inferiore è fornito di un minutissimo dente seguito da alcuni piccoli granuli. Inferiormente capo e torace testacei ; segmenti dell’addome castaneo rossicci leggermente rugosi e punteggiati e sparsi di alcuni peli gialli; ultimo segmento fortemente arrotondato posteriormente, di colore fer- rugineo. 9 Addome più oscuro che nel; ultimo segmento stretto posterior- mente, rugoso, depresso nella metà posteriore fra le branche della pinzetta. Segmenti inferiori bruni, leggermente rugosi e punteggiati, forniti di peli più numerosi che nel maschio. Pigidio castaneo oscuro, poco sporgente, quadrangolare fornito di 2 punti agli angoli posteriori. Branche della pinzetta di colore giallo orlate esternamente di bruno, più corte che nel d, triangolari, leggermente ricurve e incrociate al- l'apice; margine interno leggermente dentellato. Lunghezza totale del corpo: o Ebmm., 910 » » della pinzetta » circa 2,5 » » Lo e e ? da Poiso; larve da Poiso e Funchal. Questa specie che sono lieto di dedicare al Padre E. Schmitz, è facilmente riconoscibile alla forma del pigidio e della pinzetta. o Cori onmid-oliaia solo ip Sprarsai SI nvitgritoren, Ù ig IRISIPFORRRIB g 149 ARESE DITTITO ROSA dico i, ata E È 6 sì ‘n VIE i ] Co Î ù ivi ping LR int beva ghi Ata, sr ie 3, 3740" SMP PERE È Ra al taral Me aa dh 9 RETTO: agile nin a Meg» — “as la sil 19 NOpaennini. 9) 1 COSTE Pa CALI 131 hi "0 aladRofovi abifer idlutos Store ofing RHOS RETTO sstririntigt ai iù domina ertlensapo triennio. di o Ù ni. pig rt 1200 poli ei Hi Moria coil gi | inoltego gle. pala, adi ISGKIARNOL, dA Eni oziar st nds ni EI 0g 1 vent ai dai ut date > gteongtit ia sib pi stoih, i sudffluzoe i il Db Onmize to at fr: Cig Wollastop-ia: Any Dal, Mi nt ohi dI diidbba titanio ‘ 01-09 voro! ig ad shifaty deg inuola Reiner idai "Eotenraggs na (rt i pc» D - AMA no) 1danpiataotata doo Î vd ud RICO, SAGA “oicralità È QGLTO set, A gAdee ih di; Hit ing hace pasa PROSA plinti i y ti ‘ di f di uu x 13% î di “ Î] Lotviogatto : s00î I RSA avi “bey The mid Qi CA “piro sese 84 i i gui È È HR Neben DLE tutilbotte it 10 SRI, ih ppt PRATI RI Rafa YA *riionro rullo do: Ni LA o Wi ta Altro LO, ai ae det Pa seta Ù het PASTO ino 1 foomm pr o \\LXS BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino ee meter N. 521 gi RT il 9 Febbraio 1906 Vari XXI Dr. Lurci COGvETTI DE MARTIIS Assistente al R. Museo Zoologico di Torino Contributo alla conoscenza della drilofauna delle isole Canarie Il materiale illustrato in questa nota appartiene al Museo Zoolo- gico di Torino: esso fu raccolto dai dottori A. BORELLI, E. FESTA e G. NEGRI. Comprende specie rappresentate anche in altre località più o meno discoste dalle Canarie, e delle quali non può dirsi che siano proprie lì eoteste isole. Onde consegue una nuova conferma del fatto impor- tantissimo, assodato da MiICHAELSEN, che « Alle ozeanischen Inseln, « die seit ihrem Bestehen, oder wenigstens seit der Zeit, da Terricolen « zum ersten Mal zu aìilgemeiner Verbreitung gelangten, durch betr:i- « chtliche Meeresstrechen von den Festlindern getrennt waren, ent- « behren einer endemischen Terricolen-Fauna » (1). Questo medesimo autore ha dato recentemente una lista di 11 specie segnalate nelle isole Canarie (2), tutte quante importatevi, o per veicoli naturali o per opera dell’uomo; sono: l. Microscolea dubius (Fletch.); 2. Microscolex phosphoreus (Ant. Dug.); 3. Pheretima hawayana (Rosa); 4. Eiseniella tetraedra (Savi): o. Eisenia foelida (Sav.); 6. Eisenia rosea (Sav.); 7. Helodrilus caligi- nosus (Sav.); 8 Helodrilus chloroticus (Sav.); 9 Helodrilus Eiseni (Sav.); 10. Octolasium complanatum (Ant. Dug.); 1l. Lwnbricus rubellus Hoffmstr. (1) Die Geographische Verbreitung der Oligochaeten (Berlin, Friedlinder u. Sohn, 1903), p. 171. (2) Loc. cit., p. 175. | IO) Di esse le due prime sono specie quasi cosmopolite, la terza ap- partiene alla fauna indo-malese, le altre sono proprie dell’ampia re- gione evrasica-nordamericana, la decima del bacino mediterraneo. La piccola collezione studiata comprende alcune delle suddette, inoltre due specie proprie della parte settentrionale della regione neo- tropica, e una specie segnalata finora a Madeira soltanto. Fam. MEGASCOLECIDAE. Subfam. Ocnerodrilinae. Ocnerodrilus (Ilyogenia) Calwoodìi Michlsn. 1900. O. (I.) c. MicharLsren. Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10, p. 381, ubi liter. Loc.: Las Palmas; BoRELLI, II - 1894. In un esemplare giovane notai un'anomalia: l'apertura della sper- mateca sinistra e il poro maschile sinistro sono rispettivamente al- l’intersegmento 9-10 e al segmento 18°. Questa specie venne già segnalata all’isola S. Thomas (Antille). Ocnerodrilus (P.) simplex Cogn. 1904. O. (I.) i CoGNETTI, in: Boll. Mus. Torino, vol. 19, n° 478, p. 3 1905. O. (IL.) s., COGNETTI, in: Mem. Acc. Sc. Torino, ser. 2, vol. 56, p. 53. 106%: dita Cruz di Tenerifa; FESTA, 7 - V - 1895. Questa specie è, al pari della specie precedente e di tutte le con- generi, propria della porzione settentrionale della regione neotropica ; venne già raccolta a S. José di Costa Rica. Fam. LUMBRICIDAE. Eiseniella tetraedra (typica) (Sav.) 1900. E. t. (t.). MicHAELSEN. Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10, p. 473 ubi liter. Loc.: Santa Cruz di Tenerifa; FESTA, 7 - V - 1895. Elisenia rosea (Sav.) 1900. E. ». MIcHAELSEN, id. id., p. 478 ubi liter. Loc.: Las Palmas ; BORELLI, II - 1894. Barranco del Agua presso Las Sances nell’isola Palma; NEGRI, III - 1905. Eisenia foetida (Sav.) 1900. E. f. MicHAELSEN, id. id, p. 475 e 476 ubi liter. Loc.: Las Palmas; BoRELLI, II - 1894. der Helodrilus (Allolobophora) caliginosus (Sav.) subsp. trapezoides (A. Dug.) 1900. H. (A) c. #., MICHAELSEN, id. id., p. 483 ubi liter. Loc.: Las Palmas; BoRELLI, II - 1894. Helodrilus (A.) chloroticus (Sav.) 1900. H. (A.) c. MICHAELSEN, id. id., p. 486 ubi liter. Loc.: Las Palmas; BoRELLI, II - 1894. Helodrilus (A.) Mobii (Michlsn.) 1900. H. (A.) m., MICHAELSEN, id. id., p. 487 ubi liter. Loc.: Santa Cruz di Tenerifa; FESTA, 7 - V - 1895. Parecchi esemplari, in parte adulti. A complemento della descri- zione di MIicHAELSEN (1) riferisco qui alcuni dati. Gl’intervalli parziali fra le setole, misurati a metà del corpo hanno questi valori numerici : ag’ —*'38; ab 6. be =*29:Ved' ='5; dad =' (108. Le setole copulatrici hanno il tratto distale marcatamente tetra- gono, sicchè appare segnato da quattro ampî solchi longitudinali. Le spermateche sono piccole, rotonde, sessili, contenute nello spes- sore dei sepimenti, ma visibili. Se ne contano quattro paia, disposte agl’intersegmenti 7-8, 8-9, 9-10, 10-11: le prime due paia sono malamente riconoscibili (2). Primo dissepimento è il 5-6; questo e i successivi fino all’ 11-12 sono mediocremente ispessiti. Al 10° segmento si scorge il diverticolo di Perrier formato dalle ghiandole calcifere. I cuori sono ai segmenti 6° -11°, moniliformi; al 12° segmento si scorge un paio di anse sottili non moniliformi. In un esemplare: il clitello s’estende sui segmenti 42-61, i tuber- .cula pubertatis s'estendono sui segmenti 56-61, si contano 248 segmenti per una lunghezza di 150 mm., con diametro di mm. 5; gli altri carat- teri coincidono con le descrizioni di MICHAELSEN. Credo si tratti di un esemplare anomalo piuttosto che di una varietà o specie distinta. H.(A.) Mobii venne prima d’ora segnalato soltanto all’isola Madeira. (1)-Abhandlungen aus dem Gebiete der Naturwissenschanften, vol. 13, p. 4. Hamburg 1895. (2) MicHAELSEN segnala tre sole paia agl’intersegmenti 7.8, 8-9, 9-10. dl Ze Non è improbabile che esso, facendo eccezione alla regola michael- seniana sopra ricordata, sia una forma endemica di Madeira e delle: Canarie. Octolasium complanatum (A. Dug.) 1900. O. c. MIcHAELSEN, id. id., p. 508, ubi liter. 1905. 0. c. COGNETTI, in: Ann. Mus. Civ. Genova, ser. 3*, vol. 2 (= 42) p. 17 e 22. Loc.: Tacoronte, nell’isola Tenerifa; NEGRI, IV - 1905. T_T eg 2648 - Tip. P. Gerbone, via Gaudenzio Ferrari. 3 - Torino. GAISIIO fe \\95 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino | ——rr—_rr————@=@ —s- ox = ———_—_—_—__—_m___mot@re_los@ N. 522 pubblicato il 9 Febbraio 1906 Vor. XXI Prof. LorENzo CAMERANO GIULIO BAZETTA Cenni biografici. Alle ore 19,45 del 24 Gennaio 1906 moriva a Domodossola Giulio Bazetta. « La Libertà » giornale di Domodossola, nel suo numero del 31 Gennaio dice che « solenni, spontanei, imponenti » furono i funerali e che fra il generale compianto la salma venne accompagnata all’ul- tima sua dimora. Giulio Bazetta riposa. circondato dalla splendida corona dei monti Ossolani che egli amò di amore ininterrotto e pro- fondo. i La morte di Giulio Bazetta è perdita dolorosa non solo per gli.0s- solani. ma anche per tutti i numerosi amici che egli aveva nelle varie regioni d’Italia, i quali ammiravano' in. Lui la mente larga, la soda coltura, l’attività instancabile, la rettitudine scrupolosa e la bontà grandissima dell’animo. Io non parlerò qui delle numerose cariche coperte da Giulio Bazetta a Domodossola e fuori: nè ‘del Bazetta valoroso ufficiale dell’esercito ita- liano (1) dirò invece dell’opera sua nel campo delle ricerche zoologiche. (1) Giulio Bazetta nacque in Omegna il 2 dicembre 1838: fece gli studi nel Collegio Rosmini, a 16 anni fu diplomato maestro e un anno dopo geo- metra. Insegnò a Domodossola e a Novara. Nel 1859 partì volontario arruo- landosi nell’artiglieria. Dopo la guerra entrò nella scuola militare di Ivrea e ne uscì sottotenente. Dopo la battaglia di Custoza. fu promosso tenente. Prese parte attiva alla repressione del brigantaggio ed ebbe campo di espli- care le sue migliori qualità di uomo d’azione. Nel 1873 fu uno dei primi ufficiali alpini nella compagnia di Domodossola. Nell’anno 1884 lasciò il ser- vizio attivo; successivamente venne promosso maggiore e tenente colonnello. +* D's Fu nell’estate del 1880 che il Prof. Giorgio Spezia, decoro delle forti terre Ossolane e maestro celebrato nello studio dei minerali, mi fece conoscere per la prima volta Giulio Bazetta. Alla mia mente si affol- lano i ricordi delle ore deliziose passate insieme a percorrere e a studiare le valli Ossolane che egli conosceva in tutte le loro parti, anche le più recondite, i ricordi delle ascensioni fatte per ricercare qualche raro campione della fauna o per mettere in chiaro qualche punto oscuro della biologia alpina. La mia mente ritorna con grande compiacimento alle lunghe e piacevoli discussioni intorno agli animali ossolani che egli andava raccogliendo e preparando con grande cura per l’incremento del Museo Galletti di Domodossola. Giulio Bazetta fu il fondatore della raccolta zoologica ossolana del Museo ora menzionato. « Mentre egli era tenente della 10* compagnia <« Alpini imbalsamò l’animale che nell’ordine cronologico formò il nu- « mero primo della collezione della fauna ossolana. Il Bazetta vera- « mente aveva espresso ii desiderio di preparare alcuni uccelli per <« la Sala della Sezione locale del Club Alpino, ma venne invece con- « sigliato a destinare i suoi preparati a questa fondazione, la quale <« per aver nei suoi statuti il compito di impiantare un Museo, era « meglio in grado di fornire i fondi necessari per l'acquisto delle ve- < trine, e di disporre convenienti locali per il loro collocamento. La « Amministrazione accolse tanto più volentieri l’offerta ehe le veniva « fatta dal Bazetta inquantochè già alcun tempo prima aveva desti- « nata una sala per raccogliervi esemplari di tronchi di piante os- « solane e di campioni mineralogici, donati questi ultimi in gran parte « dallo stesso signor Bazetta. Deliberato l’acquisto degli scaffali anche per la collezione zoologica (Verbale 25 Febbraio 1875 della Giunta) il Consiglio Direttivo lo ratificò (Verbale 24 snecessivo), votando lo DI À Giulio Bazetta trascorse la maggior parte della sua vita a Domodossola dove per la stima e la fiducia dei suoi concittadini gli vennero affidate numerose e dalicate cariche pubbliche. Ispettore degli scavi e monumenti, vice-presidente della Croce Rossa italiana, segretario della società dei Veterani, direttore del Museo e della Biblioteca della Fondazione Galletti, membro della Com- missione provinciale della pesca, ripetutamente inviato quale commissario del Governo in occasione di disastri e di pubbliche calamità, ispettore del corpo locale dei pompieri, delegato scolastico, direttore della sezione ossolana del Club Alpino, direttore del tiro a segno, ispettore delle carceri, ecc. ecc. in tutte queste cariche egli seppe esplicare l’attività sua grandissima e vi lasciò traccie durature di provvide innovazioni. Ebbe dimostrazioni di stima singolari che non lo insuperbirono, ebbe anche non poche amarezze e prove di ingratitudine che tuttavia non fecero diminuire in lui l’amore pel bene dei suoi concittadini e per le sue valli native. = B — « stanziamento regolare dei fondi in bilaneio per la formazione delle « raccolte. » (1). A poca distanza di tempo vennero iniziate anche le raccolte nu- mismatiche, archeologiche, le raccolte dei quadri, delle stampe, dei libri, ecc. L'anima di tutto ciò fu Giulio Bazetta, il quale sapeva comunicare il suo entusiasmo a tutti coloro che imparavano a conoscerlo. Ricor- derò fra i suoi collaboratori più eflicaci il Trabucechi, il Bazzi, il Cal- pini, il Roggia, il Pertusi, ecc. Anche lontano da Domodossola il Bazetta, sì Jegge nello scritto ufficiale della Cronaca della Fondazione Galletti, sopra menzionato, « anche in mezzo alle sue non poche occupazioni del servizio attivo « non perdè mai di vista la sua nobile e imperitura creazione, che <« beneficò costantemente coi suoi doni e coì suoi consigli: il Bazzi « Innocenzo dopo avere appresa meravigliosamente bene e presto dal « Bazetta Varte non facile della preparazione di animali con pose « proprie dei loro istinti, che rappresentano anche gli episodii più « curiosi, e le abitudini più spiccate della loro esistenza, seguitò a « lavorare con passione, quanto intelligente altrettanto disinteressata, « non solo all'incremento della raccolta zoologica ed al suo ordina- « mento, ma anche alla classificazione regionale delli esemplari mi- « neralogici. » « Compreso di riconoscenza per tanti titoli di merito verso il Museo, « il Consiglio Direttivo, sulla proposta della Giunta amministratrice, « nell’atto che esprimeva i suoi ringraziamenti a tutte le persone che « hanno cooperato al suo sviluppo, deliberava di far coniare una me- « daglia in onore delle due più benemerite presso lo stesso: li signori « Bazetta capitano Giulio e Bazzi Innocenzo. » Non molti anni dopo e precisamente nel 1887, la sezione zoologica ossolana del Museo Galletti conteneva 89 mammiferi preparati a secco o in alcool, 415 uccelli rappresentanti 200 specie, una numerosa collezione di uova e di nidi, ece., 237 rettili fra i quali oltre ad una cinquantina di vipere, 150 anfibi oltre a numerose collezioni di mol- luschi, insetti, fossili, piante, minerali, roccie (2). Questi numeri dimostrano a chi ha una qualche pratica di collezioni zoologiche e sa quante difficoltà si incontrano nel riunire i materiali «di studio e nella loro preparazione, la somma di lavoro grandissimo compiuto dal Bazetta e dai suoi collaboratori. (1) Il Museo Galletti. Cronaca della Fondazione Galletti di Domodossola. Anno I° (1881-82) pag. 6. (2) Confr. L. CAMERANO e G. M. Prario. « Il Museo locale biellese ». Torino 1887, pag. 4. La collezione faunistica ossolana, e in special modo quella dei ver- tebrati riunita dal Bazetta, non è soltanto bella a vedersi per le ben riuscite preparazioni tassidermiche: ma è anche importante dal punto. di vista scientifico perchè ciascun esemplare è accompagnato da note. precise intorno al tempo, alle condizioni della sua cattura e intorno alla località. Cose queste che spesso mancano nelle cosidette collezioni di fauna locale riuscendo esse per tale ragione di scarsissima utilità per la scienza. 3 La raccolta faunistica ossolana ha fornito materiali interessanti per numerosi lavori intorno alla fauna del Piemonte e dell’Italia al Lessona, al Giglioli, al Pollonera, al Camerano, ecc. ecc. i Giulio Bazetta non era un semplice raccoglitore di animali e pre- paratore abilissimo, egli, sì era venuto formando a poco a poco un corredo di cognizioni sicure intorno ai vertebrati nostrali, ne aveva. studiato i caratteri ‘ed i. costumi ed. aveva riunita una serie di osser- vazioni assai interessanti intorno ai vertebrati ossolani. Cedendo alle insistenti preghiere degli amici si era accinto in questi ultimi anni a pubblicare il risultato: dei suoi studi. Vogliono essere ricordati qui in particolar modo due suoi lavori: 1° Osservazioni intorno agli uccelli ossolani, stampato nel volume XXXVI degli Annali della R. Accademia. di Agricoltura di Torino; 2° I mammiferi ossolani, pure stampato negli Annali della stessa Accademia nello scorso anno 1905 (vol. XLVII). Questi lavori sono molto interessanti ed utili, ed, è da deplorare .che il Bazetta non abbia potuto condurre a termine l’opera sua trattando. degli altri gruppi di vertebrati ossolani. i Giulio Bazetta pubblicò numerosi brevi scritti in varii ‘periodici; di indole. meno schiettamente scientifica dove in forma popolare assai efficace trattò di varie questioni relative ai costumi degli animali, alla caccia, alla pesca; ecc. In tutti si rivela la mente sua finamente osservatrice. Col Museo; Zoologico di ‘Torino il Bazetta ebbe dal 1880. in poi rap- porti! cordialissimi per scambio continuato di materiale e di dati, scientifici. Le collezioni. erpetologiche del. Museo Torinese vennero inoltre da lui arricchite con. numerosi doni di raccolte fatte in varie, regioni italiane. È giusto e doveroso iche il Museo di Torino inseriva il nome di Giulio Bazetta fra i suoi più benemeriti cooperatori. Le pubblicazioni del Museo di Torino conserveranno il ricordo della, opera efficacissima di Giulio Bazetta in prò della zoologia, italiana, tutti coloro che lo conobbero personalmente serberanno sempre viva l’immagine dell'amico schietto e provato, dell’uomo buono e del cit- tadino > esemplare. 2675 - Tip. Gerbone - Via Gaudenzio Ferrari, 3 - Torino. 19) ) I fel \\bg5 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 525 pubblicato il 10 Marzo 190 VoL. XXI EDpoARDO ZAVATBARI Descrizione di due nuove specie di Vespidi dell'America Meridionale. Caba Borellii n. sp. o Cabae (*) lecheguanae similis, sed corpore toto nigro, seginentò secundo tantum margine extremo supra subltiliter flavo marginato, linea medio interrupta. Long. corp. (fino al second. segm.) 8 mm. Corpo largo, tozzo, nero, ricoperto sul capo e sul torace di unà pu- bescenza leggermente sericea, peli del metatorace e delle mesopleure più abbondanti e più lunghi, pubescenza dell’addome più fina, più ab- bondante, vellutata, specialmente alla parte inferiore. Punteggiatura del capo e del torace assai grossa, più fitta sul capo che sul torace, più grande e reticolata quella dello scudetto. Punteggiatura dell’addome invece molto fina, superficiale, poco abbondante. Bordo del protorace rilevato, ben distinto: un’impressione longitudinale, poco profonda, ova- lare sul mesotorace. Margine dello scudetto tagliente acuto, legger- mente rientrante ad angolo ottuso nel mezzo, angoli laterali quasi retti, acuti, margini del metatorace compressi formanti un angolo spiniforme acuto ben distinto. Tutto il corpo intieramente nero, mandibole, epi- (*) Nella sua recentissima monografia Buysson (Annales de la Société Entomologique de France, vol. LXXIV, 1905, 4° trimestre) conserva ancora il nome di Nectarina. Tuttavia io ho adottato il nome di Cada proposto da R. von Jhering (Revista do Museu Paulista VI, 1904) giacchè il conservare il nome Nec/aurina sarebbe contrario alle leggi, che governano ora la nomen- clatura zoologica. i stoma e scapo lucenti, funicolo nero neatto. Addome nero: secondo ter- gite con il margine estremo ornato di una sottile striscia giallo-chiara, non raggiungente i lati, interrotta 0 meglio ristretta nel mezzo. Gli altri segmenti neri, apice dell’aculeo rossigno. Zampe pure nere pube- scenti, sericeo vellutate, tegule delle ali nere, finamente punteggiate, ali ialine, ferruginee alquanto oscurate, nervature giallo-brune, ner- vatura costale più oscura. 1 solo esemplare . di salta (Repubblica Argentina). Questa specie, che ho il piacere di dedicare al suo scopritore, fu raccolta appunto dal Dott. Alfredo Borelli insieme a molti altri ime- notteri, durante i suoi viaggi nella Repubblica Argentina, Paraguay e Bolivia. L’elenco di tutte le specie da lui riunite sarà pubblicato non appena avrò a termine lo studio delle numerose famiglie. Alastor Festae n. sp. (s ‘0. Alastoroides, div Hypalastoroides). $i Niger, clipeo, antennarum scapo sublus, maculis în sinu o0cu- torum postocularisque, protorace anlice posticeque angustius, ma- eculis in mesopleuris, scutello fascia interrupta, abdominis segmentis omnibus, apicibus femorum, tibiis maxima parte, tarsisque flavis, legulis ferrugineis, segmento abdominis primo utrimque macula fer- ruginea ornato, alis leviter infuscatis ad costam tamen obscurioribus. Long. corp. 8 mm. lat. thor. 2 mm. alae 5 mm. Nero, clipeo finamente e sparsamente punteggiato, punti della parte inferiore più profondi, margine inferiore appena leggermente curvo, coi denti laterali poco salienti, lucente, giallo coperto di una finissima pubescenza sericea. — Antenne nero opaco, terminanti con un uncino, scapo posteriormente nero lucente, anteriormente ornato di una linea gialla. — Capo puntato reticolato nero, un piccolo tubercoletto fra la base delle antenne, seno degli occhi giallo, occipite limitato da una carena meno accentuata nel mezzo, che scende fino alla base delle mandibole, un’altra piccola carena in avanti a questo dietro gli occhi limitante con Ja prima un’area triangolare, la quale è ornata di una piccola macchia gialla dietro il lobo superiore degli occhi. — Torace punteggiato reticolato. — Punteggiatura del postscudetto e della part* declive del metatorace più grande quasi rugosa, più fina quella delie mesopleure, finissima, poco profonda e rara quella della cavità meta- toracica. i Corsaletto col margine anteriore acuto quasi retto, lievemente rialzato ed ingrossato, angoli laterali acuti. Margine posteriore ar- cuato. Margine anteriore ornato di una striscia gialla abbastanza grande, il margine posteriore invece finamente bordato di giallo e solamente in vicinanza della base delle ali. Mesonoto leggermente con- O a vesso con una sottile impressione longitudinale. dalla meta fino al cor- saletto. Tegule ferruginee, alquanto gialle posteriormente un po’ più .. scure nel mezzo. Scudetto rettangolare, ornato posteriormente di una fascia gialla interrotta nel mezzo. Postscudetto triangolare convesso. Parte orizzontale del metatorace trapezoide inclinata all’ indietro, tron- cita posteriormente, troncatura concava finamente seghettata e mac- chiettata di giallo. Cavità metatoracica lucente, abbastanza profonda, quasi sferoidale nella parte superiore, con una sottile solcatura lon- gitudinale nel mezzo, lati inferiori laterali acuti, taglienti, finamente colorati di giallo, formanti all'incontro con i margini supero-laterali un angolo ottuso saliente; da questo parte lateralmente una cresta transversa orizzontale che percorre la parte esterna del metatorace fino alla sua unione colle mesopleure, Queste presentano due creste ; una di esse originante in vicinanza dell’angolo anteriore del corsaletto giunge all’anca intermedia, quasi rettilineamente; una seconda che origina sotto la base delle ali e discende pure all’anea intermedia in vicinanza della prima; essa però non è rettilinea ma foggiata ad S con la concavità superiore volta all’indietro e l inferiore in avanti, una macchia gialla non molto grande situata sotto ed alquanto in avanti della base delle ali disposta obliquamente dall’alto al basso e dall’avanti all’indietro. Ali leggermente giallastre, nervature e stigma testaceo oscuro, margine costale dell’ala più oscurato. — Anche e trocanieri neri, femori anteriori neri in alto e posteriormente, ante- riormente con una linea giallo-ferruginea, l'apice di tutti i femori poi è giallo. 'ibie gialle in gran parte, solo ornate medialmente di una macchia oscura triangolare in vicinanza del loro apice. Articoli dei tarsi gialli leggermente rossastri all’apice. Tutte le zampe finissima- mente vellutate di una pubescenza sericea. # Addome nero, finamente punteggiato, punti poco profondi, lo spazio situato fra i punti piano lucente, pubescenza sottile poco marcata se- ricea. La cresta del primo segmento ben visibile circolare a margine libero tondeggiante. Estremità dei segmenti dell’addome 2 a 6 fornita di una serie anteapicale di punti grossi, profondi, più piccoli nel mezzo più grandi ai lati, dove assumono un aspetto quasi di un piccolo solco, di un'impressione digitale. Tutto questo sistema di punteggiatura più marcato nel 2° segmento, va lentamente attenuandosi negli altri conservandosi però sempre ben manifesto; primi di questa serie di punti il segmento è leggermente rigonfiato, disposizione questa che ricorda la forma del terzo tergite delle crisidi. Anche i margini estremi dei segmenti venirali presentano una serie anteapicale di punti ma più piccoli e meno numerosi. Primo tergite ornato di una fascia gialla, che occupa la metà api cale della parte posteriore di detto segmento. Lateralmente la colo- sui pa razione gialla si restringe, la separazione fra la parte più grande e quella ristretta non si fa gradatamente, bensì la Spltg più grande. è troncata, e ad un mezzo millimetro più in basso si continua la marginatura, che assotigliata lateralmente borda il margine del tergite fino alla sua inserzione toracica. In questo spazio delimitato in alto dalla cresta che divide il tergite in due aree, in basso dalla mar- ginatura gialla ristrettasi, lateralmente dalla sottile x 30 circa linea gialla summenzionata e medialmente dal nero del fondo del segmento, sta una macchia ferruginea a contorni ben limitati: Ciò è appunto dimostrato nell’annessa figura in cui la parte tratteggiata rappresenta la macchia ferruginea e quella bianca la fascia gialla. Tutti gli altri segmenti dorsali e ventrali sono ornati alla loro estremità di una fascia gialla più grande nei primi, più sottile negli ultimi. Ano nero. 1 Esemplare & di Colon (Darien). Questa specie è senza dubbio vicina all’Alastor Scrrotthyi Bi setnos {Ann. Museo nacional de Buenos Aires, serie III Tom. II, 19083, p. 305) tuttavia ne differisce e per alcuni caratteri morfologici e per la colo- razione; infatti presenta le macchie gialle alle mesopleure, tutti i seg- menti dell'addome bordati di giallo, le zampe tinte prevalentemente di giallo e le due macchie ferruginee sul primo tergite. Dedico questa specie al dottor Enrico Festa, che ha portato dal Darien e dall’ Ecuadore una ricca collezione di Imenotteri, che sto appunto studiando. Anche l’elenco delle specie raccolte sarà pubblicato non appena avrò completato lo studio delle varie famiglie. 2737 - Pip. Gerbone - Via Gaudenzio Ferrari, 3 - Torino. % et i LI \\bg5 BOLLETTINO... Musei di Zoologia ed ‘Anatomia comparata della R. Università di Torino: N 524 pubblicato il 15 To Tav rione Vot. XXI Viaggio del Dr. Enrico Festa nel Darien, nell'Ecuador e regioni vicine XXX. Dr. ENRICO FESTA MAMMIFERI lie OCnhirotteri. L’ordine dei Chirotteri è rappresentato nella collezione di Mammi- feri da me fatta durante il viaggio compiuto dal 1895 al 1898 nel Darien e nella Repubblica del Ecuador, da 119 esemplari appartenenti a 21 specie. Tre di esse non sono state, per quanto io SA, fino ad ora .indi- cate del Darien, cioè : Anthorina crenulalitin (E. Geofir.). Dermanura quadrivitlatuin, Peters. Chiroderma Jesupi, Allen. Sarebbero nuove per l’Ecuador le seguenti : Rhynchonyeteris naso (Wied). Tonatia brasiliense (Peters). Mycronycleris inegalolis (Grav). Glossophaga soricina (Pallas). Uhyronycteris minor, Peters. Mancando di materiali per il confronto, mandai al Museo Britan- nico alcuni dei miei esemplari, per una più sicura determinazione. Sono lieto di poter fare qui i miei più vivi ringraziamenti ad Oldfield Thomas ed al D.r Kk. Andersen, per la gentilezza con cui vollero aiu- tarmi. 1. Vespertilio hilarii, Is. Geoffroy; Dobson, Catalogue of the Chi- roptera in the collection ot the British Museum, 1878, p. 196 (Neotropical region); Trouessart, Catalogus Mammalium, Quinquennale Supplementum, 1904, fasciculus I, p. 79. Vesperugo hilarii, Trouessart, Catalogus Mammalium, 1898, vol. I, p. 109 (America Merid.). ? Vesperugo serotinus, Alston, Biologia Centrali-Americana, Mammalia, pag. 20. a, g° juv., Punta de Sabana, (Darien), Giugno. b (giovanissimo), Foreste presso la quebrada Tin-Tin (Darien). L’esemplare d, essendo giovanissimo, è quasi indeterminabile con sicurezza. Ma con ogni probabilità appartiene al V. Nilarti, J. Geoffr. 2. Myotis nigricans (Wied): Trouessart, Catal. Mamm., Suppl. I, p. 93. Vespertilio nigricans, Wied, Beitrag. Naturg. Brasil., 1826, II, p. 266; R. F. Tomes, Proceedings of the Zoological Society of London, 1860, p. 211 (Pallatanga); Dobson, Catal. of Chiropt., p. 319, pl. XIX, fig. 9, (Ecuador): Alston, Biolog. Centr. Amer., Mamm., 1879, p. 24 (Ecuador); H. Allen, Mo- nograph of the Bats of North Amer., Bull. of the U. S. Nat. Museum, N. 43, 1893, p. 96 (Panama); Trouessart, Catal. Mamm., I, p. 130 (Equator). ? Vespertilio chiloensis, Tomes, P. Z. S., 1858, p. 546 (Gualaquiza). Vespertilio osculati, Cornalia, ? V. quirensis, Osculati, Cornalia, Vert. Synops., (1) p. 303, 312. a-e Td, f-i 9% j —, Gualaquiza (Ecuador orientale), Gennaio. — & $ juv., Vinces, (Ecuador occidentale) Settembre. — / 9, Balzar (Ecuador occid.), Dicembre. Alcuni degli esemplari di Gualaquiza hanno la lunghezza dell’avam+ braccio alquanto maggiore di quella segnata dal Dobson ; altri hanno alquanto minore. Il Dr. Andersen, che ha esaminato alcuni dei sud- detti esemplari, giudica che tali differenze siano dovute all’età. Credo di dover riferire al M. rigricans (Wied) un esemplare rac- colto nel Quzros (Ecuad. orient.) dal viaggiatore italiano Osculati, ora conservato nel Museo Civico di Milano, e descritto dal Cornalia (I. c., p. 312) col nome di Vespertilio Oscutati. Il suddetto esemplare è imbalsamato ed in pessimo stato di con- servazione. (1) Vertebratorum synopsis in Museo Mediolanense extantium, quae iu novam Orbem Cajetanus Osculati collegit annis 1846-1848 ; in: Osculati, Esplo- razioni nelle Regioni equatoriali, Milano, 1854. Per le dimensioni, pel colorito ed anche per la forma del trago, per quanto almeno si può vedere, dato il pessimo stato in cui si trova, esso è simile ai miei esemplari di Gualaquiza. 3. Myotis thomasi, A. Cabrera Latorre, Boletin de la Sociedad Espa- Nola de Historia Natural, I, 1901, p. 370; II, 1902, p. 298 (Archidona); Trou- essart, Cat. Mamm., Suppl. 1904, I, p. 95. a, Pun (Ecuador orient.), Febbraio. Il mio esemplare corrisponde bene colla descrizione di questa specie data dal Cabrera, ma ha dimensioni alquanto maggiori: esso ha l’avam- braccio lungo mm. 42: la tibia mm. 10. 4. Myotis albescens (E. Geoffr.); Trouessart, Catal. Mamm., Suppl 1904, fasc. I, p. 94. Vespertilin albescens, E. Geoffr., Annales du Museum d’Hist. Nat., Paris, VIII, (1805), p. 204; Tomes, Proceedings of the Zoological Society of London 18360, p. 261 (\W. Ecuador); Alston, Biologia Uentr. Amer., Mamm., p. 25 (Ecuador); H. Allen, Monogr. Bats. N. Amer., 1893, p. 87; Trouessart, Catal. Mamm., I, p. 132 (Equator.. a-b TT, c-h 9 d-jjuv.; A Q (Es. imbalsamato), Balzar (Ecuad. occid.). 5. Rhynchonyeteris maso (Wied); Dobson, Cat. Chir., p. 367, pl. XX, fig. 4; Trouessart, Cat. Mamm., I, p. 187; Id., Suppl., 1904, I, p. 97. a %, Rio Daule (Ecuador occid.): Per quanto io sappia, questa specie non è stata sino ad ora indi- cata fra quelle dell'Ecuador. 6. Saccopteryx leptura (Schreber); Tomes, P. Z. S., 1888, p. 547 (Gualaquiza); Dobson, Cat. Chir., p. 371; Trouessart, Catal. Mamm. I, p. 137; Id., suppl. 1904, p. 97. a, b, Gualaquiza, (Ecuador orientale). I miei esemplari hanno dimensioni alquanto maggiori di quelle as- segnate dal Dobson a questa specie. Ma il Dr. Andersen, il quale ha esaminato i miei esemplari, dice che alcuni esemplari della S. leptura conservati nel Museo Britannico hanno dimensioni quasi uguali a quelle dei miei esemplari. 7. Saccopteryx bilineata (Temm.); Dobson, Cat. Chir., p. 372; Alston, Biol. Centr. Americ., p. 28; Trouessart, Cat. Mamm. I., p. 137; suppl. 1904, p. 98. a, $, Punta de Sabana (Darien), Giugno. Quest’'esemplare corrisponde bene colla descrizione di questa specie data dal Dobson; ma ha le striscie bianche sul dorso quasi indistinte. 8. Molossus sp. ? Molossus obscurus, Tomes, P. Z. S., 1858, p. 346 (Gualaquiza). a, 3° Gualaquiza (Ecuador orientale). sO na . Questo esemplare. corrisponde per quanto riguarda la dentatura colla descrizione del M. obscurus data dal Dobson; ma ne differisce per la forma diversa del muso, mancando esso della ripiegatura della pelle a foggia di carena, che nel M. 0bscurus, corre dal punto d’unione dei margini anteriori delle orecchie al naso. 9. Miolossus obscurus, E. Geoffr.; R. F. Tomes, P. Z. S., 1860, p. 213, (St. Croix); Dobson, Cat. Chir., p. 412 (W. Ecuador); Trouessart, Cat. Mamm., I., p. 143 (Equator); Id., Suppl., 1904, I, p. 101. Molossus rufus, Alston, Biolog. Uentr. Amer., Mamm., p. 31. a, 3g, Balzar. (Ecuad. occid.). b, juv., Foreste presso il Rio Cianati (Darien). I suddetti esemplari corrispondono bene colla descrizione, del M. obscurus, E. Geoftr. data dal Dobson. Essi hanno però dimensioni al- quanto minori. ‘Secondo il Tomes (1. c. p. 212) anche gli esemplari dell’ Ecuador occidentale raccolti dal Fraser erano alquanto più piccoli del M. 0b- scurus, E: Geoffr. 10. Nyetinomops laticaudatus, (E. Geoffr.;; Thomas, Ann. Mag. Nat. Hist., 1901, ser. 7, vol. VIII, p. 441-442 ; Trouessart, Cat. Mamm., Suppl. 1904, fasc. 1, p. 103 (Amer. merid.). Nyctinomus gracilis, Dobson, Cat. Chir., p. 436, pl. XXII, fig. 7, (Ecuador); Alston, Biol. Centr. Amer., Mamm., p. 33; Trouessart, Cat. Mamm., I., p.. 147 (Equator). a-l JT, m-k' 92; l'-n' (—, 162, 165) —, g, 9 (Es. iambalsamati) Balzar (Ecuador occid.). 11. Nyetinomus brasiliemsis, Is. Geoff., Gervais, Exp. du Comte Castelnau, p. 60, pl XII, fig. 2, 2 a.; Dobson, Catal. Chiropt.. p. 437, pl. XXII, fig. 8; Trouessart, Cat. Mamm., I, p. 147; Id., suppl. (1904) fasc. I, p. 106. a 9, Tulcan (N. Ecuador), Gennaio | 12. Tonatia brasiliense, (Peters); Trouessart, Cat. Mamm., Suppl., fasc. I, (1904) p. 111. Lophostoma brasiliense, Dobson, Cat. Chiropt., p. 474; Trouessart, Cat. Mamm.. I, p. 153. 1 ae Td, fp 99, Gualaquiza (Ecuad. orientale). Specie nuova per l’Ecuador. 13. Wicronyeteris megalotis,(Gray.), Trouessart, Cat. Mamm., Supp. 1904, «fabea I, pu lil. Schizostoma megalotis, Dobson, Cat. Chir., p. 478, pl. XXIV, fig. 5; Alston, Biolog. Cent. Amer. Mamm., p. 40; Trouessart, Cat. Mamm. TI, p. 154. a, 9, Balzar (Ecuad. occident.). Specie nuova per l’Ecuador. 14. Anthorfina crenulatum, (E. Geoffroy); Trouessart, Cat. Mamm., Suppl. 1904, p. 112. Tylostoma crenultatum, (E. Geoffr.), Ann. Mus., XV, p. 183, pl. X; Ger- vais, Castelnau, Exp. Am. Sud, Zool., p. 49, pl. VIII, fig. 6; Dobson, Catal. Chir., p. 489, pl. XXV, fig: 5; Trouessart, Cat. Mamm, I, p. 155. a, 9, Punta de Sabana (Darien). Specie nuova per il Darien. 15. Glossophaga soricina (Pallas); Dobson, Cat. Chir., p. 499, pl. XXVII, fig. 2; Alston, Biol. Centr. Amer., Mamm., p. 44; Trouessart, Cat. Mamm. I, p. 113; Id., suppl. 1904, fasc. I, p. 157. a-h TT,.j-0 9g; i (99) TY, p (100) 9 (Es. imbalsamati), Vinces, Settembre Gli esemplari suddetti presentano due varietà di colorito. Gli uni hanno il pelame delle parti superiori del corpo di color bruno-ciocco- latte, colla base dei peli molto più chiara, e quello delle parti inferior: pure di color bruno-cioccolatte, ma più chiaro. Altri hanno il pelame di colore cannella. I suddetti esemplari vennero da me trovati, insieme a moltissimi altri della stessa specie, in un oscuro camerone dell’77a - cienda « La Vitalia ». Per quanto io sappia, questa specie non è stata fino ad ora men- zionata dell'Ecuador. 16. Choeronycteris minor, Peters; Dobson, Cat. Chir. p. 511, pl XXVII, fig. 6, 6a.; Trouessart, Cat. Mamm., I, p. 159 ;-Id., suppl. 1904, fasc. kh} py 115. a, b, Foreste presso il Rio Peripa (Ecuador occidentale) ? I miei esemplari corrispondono alla descrizione di questa specie data dal Dobson, ma ne differiscono per la mole del cranio alquanto mag- giore e per la minor lunghezza del calcanerm. Anche il Dr. Andersen, che ha esaminato uno dei miei esemplari constatò le suddette differenze. Però il Thomas è d’opinione che i miei esemplari debbano attribuirsi alla C4. minor. La Ch. minor non è stata sino ad ora menzionata dell’Ecuador. 17. Uroderma bilobatum (Peters); Trouessart, Cat. Mamm., I, p. 159, (Equator); Id., Suppl., I, p. 116. Artibeus bilobatus, Dobson, Cat. Chir., p. 518; Thomas, P. Z. S., 1880, p. 396 (Sarayacu); Thomas, Novitates Zool., vol. X, N. I, (1903), p. 40 (Islands off the coast of Western Panama). Uroderma converum, Lyon, Proc. Biol. Soc. Washington, XV, (1902), p. 83 (Thomas, l. c.); D. G. Elliot, Field Columb. Mus. Zool. Ser., vol. IV, part. IT, (1904), p. 697 (Uolon.); vol. VI, p. 524 (Colon, Panama). a, bj c ST, d 9, Punta de Sabana (Darien). e (cranio), Foreste presso il Rio Peripa (Ecuador occid.). I suddetti esemplari corrispondono per la dentatura e la forma del cranio colla descrizione di questa specie data dal Dobson, ma mancano della linea bianca lungo la parte mediana del dorso. Il Dr. Andersen, che ha esaminato uno dei miei esemplari, dice che in parecchi esemplari dell’Z/. 2ilobalum (Peters) la linea bianca sul dorso è poco appariscente. Trovai gli esemplari da me raccolti a Punta de Sabana nascosti fra il fogliame di un albero di Mango. 18, Dermanura quadrivittatum, Peters; Trouessart, Cat. Mamm., Suppl., fasc. I, p. 117. Artibeus quadrivittatus, Dobson, Cat. Chir., p. 521; Trouessart, Cat. Mamm., I, p. 160. a, 9, Darien? 19. Vampirops lineatus (E. Geoffroy); Gervais, Castelnau, Exp. Amer. Sud, Zool., p. 35, pl. X, fig. 2; Dobson, Cat. Chir, p. 522; Alston, Biol. Centr. Amer., Mamm., p. 48; Trouessart, Cat. Mamm., I, p. 161 (Am. merid.); Id., suppl., I, p. 117. a, %, Punta de Sabana (Darien), Luglio. 20. Chiroderma jesupi, Allen, Bull. Amer. Mus., 1900, p. 88 (Co- lombia); Trouessart, Cat. Mamm., Suppl., fasc. I, p. 118. a 3, è 9, Punta de Sabana (Darien). Specie nuova pel Darien. 21. Desmodus rotundus (E. Geoffroy), Trouessart, Cat. Mamm., Suppl., fasc. I, p. 120, (Amer. Merid.). Desmolus rufus, Gervais, Castelnau, Exp. Am. Sud., Zool., p. 31, pl. VIII, fig. 6, pl. IX. fig. 1; Tomes, P. Z. S., 1858, p. 547, (Gualaquiza); P. 1860, p. 212 (W. Ecuador); Dobson, Cat. Chiropt., p. 547 (Ecuador); Alston, Biol. Cent. Am., p. 52; Trouessart, Cat. Mamm.. I. p. 165. aJ,(66)(Es. imbalsamato), 6 9. La Concepcion (Valle del Chota), (E- ecuador). Credo utile dare qui l’elenco delle specie di Chirotteri state fino ad ora, per quanto io sappia, indicate dell'Ecuador : ECUADOR OCCIDENTALE. 1. Eptesicus espadae (Cabrera); Trouessart, Catal. Mamm., Suppl., I, p. 78 (Equator). — Vespertilio espadae, Cabrera, Bol. Soc. Espan., I, (1901), N. 10, p. 368, fig. 1°-a-c (Babahoyo). 2. Rhogéessa velilla, Thomas, Ann. Mag. N. H., ser. 7%, vol. XI (1903), p. 383 (Punà Island, Gulf of Guayaquil); Trouessart, Cat. Mamm., Suppl., I, p_. 83. 3. Myotis nigricans (Wied.. Myotis albescens (E. Geoffr.). Rihynchonyeteris naso (Wied). 6. Saccoptheryx bilineata (Temm.); Rosenberg, (in litt.) (N. W. E- cuador). u a 7. Balantiopteryx infusca, Thomas, Ann. Mag. Hist., ser. 6%, v. XX (1897), p. 546 (N. W. Ecuador); Trouessart, Cat. Mamm., II, Appendix, p. 1284 (Equator); id., Cat. Mamm, Suppl., fasc: I, p. 98 (Equator). 8. Peropteryx canina (Wied.).— Mybaltonura canina, Tomes, P. Z. S., 1860, p. 261 (W. Equador). 9. Noetilio mastivus (Dabl.); Dobson, Cat. Chir. p. 397 (Esmeraldas): Trouessart., Cat. Mamm. I, p. 141 (Equator); Id., Suppl., p. 100. — Noctilio leporinus, Tomes, P. Z. S. 1860, p. 261 (W. Ecuador). 10. Molossus obscurus, E. Geoffr. 11. Nyetinomops latienudatus (E. Geottr.). 12. -Nyetinomus brasiliensis, Is. Geoffr.; Rosenberg., (iu litt.) (N. W. Ecuador). 13. Thyroptera tricolor, Spix; Dobson, Cat. Chir., p. 345 j Trouessart. Cat. Mamm. I, p. 134 (Equator); Id., Suppl. I, p. 108; Rosenberg (in litt. Cachavi? N. W. Ecuador. 14, Mormops megalophilla, Peters; Rehn, Proceedings Acad. Phila- delphia, 1902, p. 167, (N. Ecuador) (file Thomas); Trouessart, Cat. Mamm., Suppl., I, p. 109 (Equator). 15. Miycronycteris mezalotis( Gray). 16. Hemiderma perspicillatum Linn.; Trouessart, Cat. Mamm. Suppl. I, p.113. — Memiderma brevicaudum, Rosenberg (in litt.) Cachavi? — Carollia brevicauda, Dobson, Cat. Chir., p. 493, pl. XXVI, fig. 5, 5 a; Troues- sart, Cat. Mamm., I, p. 156 17. Glossophaga soricina (Pallas). 18. Uroderma bilobatum, Peters. 19. Artibeus jamaicensis, Leach.; Thomas, Ann. Mag. Nat. Hist., sez. (*; vol. VIII, (1901), p. 192. — Ar/ibeus perspicillatus, Tomes, P. Z. S., 1860, p. 260 (W. Ecuador). 20. Dermanura rava, Miller., Proceedings Acad. Nat. Sc. Philadelphia. 1902, p. 404 (S. Javier, Carondelet, Pambilar); Trouessart, Cat. Mamm., Suppl I, p. 117 (Equator). :21, Dermanura rosenbergi, Thomas, Ann. Mag. N. H., ser. VI, vol. XX (1897), p. 545 (N. W. Ecuador); Trouessart, Cat. Mamm., II, p. 1286; Id. Suppl., I, p. 117 (Equator). . 22 Vampiroeps dorsalis, Thomas, Ann. Mag. Nat. Hist., ser. 7* v. V, (1900) p. 269 (Paramba 1100 m.). 23. Vampiressa pusillus (Wagner); Tomes, P. Z. S., 1860, p. 260 (W. Ecuador); Dobson, Cat. Chir, p. 535; Trouessart, Cat. Mamm., I, p. 161; Id. Suppl., I, p. 118, Rosenberg (in litt.) (N. W. Ecuador) 24. Chiroderma salvimni, Dobson, Cat. Chir., p. 532, pl. XXIX, fig. 3, 3a, 3 4.; Alston, Biol. Cent. Amer., Mamm., p. 49, pl. IV; Dobson, Report. Brit. Ass. 1880, p. 29; Trouessart, Cat. Mamm., L, p. 161 (Equator); Id. Suppl., I, p. 118 (Equator). 25. Sturnira lilium (E. Geottr.); Tomes, P. Z. S., 1860, p. 211(Palla- tanga); Dobson, Cat. Chir., p. 538, pl. XXX, fig. 4; Alston, Biol. Cent, Am., Mamm., p.50; Trouessart, Cat. Mamm., I, p. 164 (Equator); Id.. Suppl., I, p. 119. 26. Desmodus rotuandus (È. Geoffr.). ECUADOR ORIENTALE. 1. Histiotus velatus (Is. Geoffr.). Tomes., P. Z. S., 1858, p. 546 (Gua- laquiza): Dobson, Cat. Chir.; p. 188; Tronessart, Cat. Mamm., I, p. 106; Id., Suppl., I, p. 77. 2. ? Scotophilus furinulis, Tomes. P. Z. S., 1858, p. 546 (Gualaquiza). 8. Miyotis nigricans (Wied). 4. Miyotis thomasi, A. Cabrera. 5. Saccopteryx leptura (Schreber). 6. Molossus obscurus, E. Geoffr. 7. Promops abrasus (lemm.); Trouessart, Cat. Mamm., I, p. 144; Id. Suppl., I, p. 102. — Molossus abrasrs, Thomas, P. Z. S., 1880, p. 395 (Sa- rayacu); Dobson, Cat. Chir., p. 415. 8. Thyroptera tricolor, Spix; Thomas, P. Z. S., 1880, p. 395 (Sarayacu); Trouessart, Cat. Mamm., I, p. 134; Id. Suppl., I, p. 108 (Equator). — Hy%0- nycteris albiventer, Tomes, P. Z. S., 1856, p. 179 (Rio Napo). 9. Tonatia hrasiliense (Peters). 10. Phyllostoma hastatum (Pallas); Tomes, P. Z. S., 1858, p. 546 (Gua- laquiza); Thomas, P. Z. S, 1880, p. 395 (Sarayacu); Trouessart, Cat. Mamm., I, p. 155 (Rio Napo); Id., Suppl., I, p. 112. 11. Hemiderma perspicillatum (L.); Trouessart, Cat. Mamm., Suppl. I, p. 113. — Carollia brevicauda, Thomas. P. Z. S. 1880, p. 395 (Sarayacu). 12. ? Lonehoglossa caudîfera (E. Geoffr.); Trouessart. Cat, Mamm., Suppl., fasc. I, p. 115. — G/ossophaga ecaudata = Anoura geoffroyi, Tomes, P. Z. S., 1858, p. 547 (Gualaquiza). 13. Uroderma bilobatum (Peters). 14. Dermanura quadrivittatuna (Peters); ''rouessart, Cat. Mamm,, I, p. 160; Id., Suppl., I, p. 117 (Equator). 15. Sturnira lillium (E. Geoffr.); Dobson, Cat. Chir., p. 538, pl. \XX, fig. 4 (Rio Napo); Trouessart, Cat. Mamm., I, p. 164 (Rio Napo). 16. Desmodus rotundus (E. Geoftr.). 17. Diphylla ecaudata, Spix; Tomes, P.Z. S., 1860 (Rio Napo); Troues- sart, Cat. Mamm., I, p. 165; Id., Suppl., I, p. 120 (Equator). REGIONE INTERANDINA 1. ? Myotis oxyotus (Peters). 2. Nyetinomus brasiliensis, Is. Geoffr. 3. Desmodus rotundus (E. Geottr.). REGIONE ANDINA 1. Myotis oxyotus (Peters); Trouessart, Cat. Mamm., Suppl. I, p. 94 (Equator, Chimborazo, 3000-3500 m.) — Vespertilio oryotus, Peters, M. R. Ak. Berl. 1866, p. 20; Dobson, Cat. Chir., p. 320 (Chimborazo, 9000 to 10000 feet); Tronessart, Cat. Mamm., I, p. 130 (Equator, Chimborazo. 3000-3500 m.). 2743 - Vip. P. Gerbone, via Gaudenzio Ferrari. 3 - Torino. (695 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino - N. 525 pubblicato il 23 Aprile 1906 Vor. XXI RES ITALICAE XX. DR. LuIGir COGNETTI DE MARTIIS Assistente al R. Museo Zoologico di Torino. Nota sui LOMBRICIDI delle Tremiti. Il piccolo gruppo delle Tremiti, le Diomedee degli antichi, sorge nell'Adriatico a settentrione del Gargano. Nulla finora si sapeva sulla arilofauna di quelle isolette: debbo alla cortesia del Sig. CEccoNI l'aver potuto occuparmene io pel primo. Questo valente raccoglitore visitò S. Domino, S. Nicola e Caprara; la prima è l’isola più importante di tutto il gruppo: ha una superficie di chilom. q. 2,33, e un’altezza mas- sima di 116 m. s. m. Le specie ch’egli raccolse appartengono alla fa- miglia Lumbricidae; sono in tutto quattro, una delle quali nuova. Helcdrilus (Allolobophora) caligimosus (Sav.) subsp. trapezoides (A. Dug.) 1900. H. (A.) c. subsp. £. MicHa©rL:en, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10. p. 482, 483, ubi liter. Loc.: Is. S. Nicola, 4 esempl. adulti e 1 giovane. Helodrilus (Dendrobacna) diomedaeus n. sp. Tre esemplari giovani. CARATTERI ESTERNI. — Lunghezza circa 30 mm.; diametro mm. 2,5 a 3. Segmenti 130. La /0rma è cilindrica, poco attenuata alle due estremità, la cau- dale è un po’ depressa e leggermente trapezvide. Il colore è gialliccio. Il prostomio, breve, incide per ‘|, il primo segmento rimanendone distinto per mezzo di un solco (Kopf prolobisch). I segmenti sono subuguali. Le setole sono geminate strettamente; a metà del corpo: aa=2;ab=0;16; be=1;cdi= 0,13; dd = 3,3 (1). Quindi: aa=2 be; dd < '|, perimetro. In un esemplare quasi adulto i fascì ventrali del 15° segmento sono portati ognuno su una lieve intumescenza, così pure il fascio ventrale destro del 16°. Le setole di quei fascì sono copulatrici, cioè ricurve al solo tratto prossimale, mentre il distale, dritto, s'allarga un po’ a guisa di lanceola per poi terminare appuntito; misurano mm. 0,6 in lunghezza e mm. 0,018 in diametro. Di clitello non v'è ancora traccia. I /ubercula pubertatis, tumidi, s’'estendono sui segmenti 29-31 rimanendo interrotti agl’intersegmenti. Un esemplare, lo stesso in cui sono manifeste le intumescenze ventrali al 15° e 16° sopra ricordate, mostra pure rigonfi i segmenti 25-28 e 32 in direzione dei tubercula pubertatis : ciò è probabilmente in rapporto con un’incipiente formazione del clitello. I porî dorsali cominciano al- l’intersegmento ‘/.. Non sono riconoscibili nè i nefridiopori nè le aper- ture sessuali nè quelle delle spermateche. CARATTERI INTERNI. — Al 10° segmento è visibilissimo il rigonfia- mento dell’esofago dovuto al forte sviluppo delle griandole di Morren. Il ventriglio, poco muscoloso, occupa i due segmenti 17° e 189. I testes con i rispettivi padiglioni sono ai segmenti 10° e 11°, privì di capsule seminali. Le vescicole seminali sono in tre paia ai segmenti 9°, 11°, e 12’; quelle del 9° un po’ minori delle altre che hanno di- mensioni uguali. Sono disposte dorso-lateralmente all’esofago e allun- cate verso la linea mediana dorsale. Le spermateche, ovali, munite di sottile peduncolo, sono in numero di due paia nei segmenti 10° e 11°, aperte agl’intersegmenti °/,, e ‘°/,, in direzione dei fascì dorsali. Loc.: Is. S. Nicola. Questa specie mostra affinità con Z. (D.) Handlirschi (Rosa) (2), e con H. (D.) riparius (Bretscher) (3): se ne distingue tuttavia per la posizione dei /ubercula pubertatis, e, dalla prima, anche per la dispo- sizione delle setole. Lo studio di esemplari adulti permetterà di pre- cisare anche meglio i caratteri differenziali. (1) Valori in millimetri ricavati da un esemplare adulto. (2) Cfr. MicHaELSEN 1900 Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10, p. 490 ubi liter. (3) Cfr. BreTscHER 1901, in: Rev. suizze zool. vol. 9, fasc. 2 p. 218. Helodrilus (Eophila) januae-argenti Cogn. 1903. H. (E.) j.-n. CocneTTI, in: Boll. Mus. Torino, vol. 18, n. 456 p. 1. Loc.: Is. S. Domino; 2 esempl. adulti e 8 giovani. (ili esemplari raccolti dal Signor CEccoNI rispondono quasi esatta- mente alla mia descrizione, fatta su un solo esemplare del Monte Gen- nargentu in Sardegna. Devesi aggiungere soltanto qualche nuovo dato. Così, riguardo alle dimensioni e al numero dei segmenti, i due indi- vidui adulti di S. Domino hanno: l’uno lungh. 110 mm., diam. 6 a 7 mm., segm. 281; l’altro lungh. 100 mm., diam. mm. 5, 5 a 6, 5, segm. 348. Ai fascì ventrali dei segmenti anteriori fino a tutto il clitello le setole sono lassamente geminate, soprattutto ai segmenti 12° - 14° ; così al 14° l’intervallo ab è poco maggiore di */, aa. Ritrovai l’ultimo paio di cuori al 12° segmento, sicchè ciò è da ritenersi come carattere co- stante. Il clitello può estendersi anche sul 23° segmento, i ‘bercwla pubertatis possono essere limitati ai segmenti 25-31 .32. Va ricordato che questa specie vive in prossimità degli acquitrini. Octolasium complanatum (A. Dug.) Loc. : Is. Caprara. Due esemplari adulti, l’uno con clitello ‘/, 29 - 38 e {abercula pu- bertatis 30-40, l’altro con clitello ‘|, 28 - 37 e tubercula pubertatis 29 - 39. Nel primo noto un’anomalia alle vescicole seminali del 12° segmento, che sono rudimentali, brevemente peduncolate, ravvicinate fra loro sopra il vaso dorsale e fuse assieme rimanendo distinti i peduncoli. _—_—.,y 7 XYr>___—_m . Gerbone - Via Gaudenzio Ferrari, 3 - Torino, \\\695 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 526 pubblicato il 9 Maggio 1906 Vor. XXI Prof. LorkeNzo CaMERANO Materiali per la storia della Zoologia in Italia nella prima metà del secolo XIX. IL () Giuseppe Gautieri pubblicò, nell’anno 1805, un libro intitolato « Slancio sulla genealogia della terra e sulla costruzione dinamica della organizzazione seguito da una ricerca sull’origine dei vermi abitanti le interiora degli animali, Jena in Sassonia 1805 ». Questo libro venne dall’A. scritto a Novara e la prefazione porta appunto la data: « Novara li 13 Giugno 1805 ». Esso è dedicato allo Schelling colle parole seguenti: « Al fondatore della filosofia della natura l’immortale Schelling ». Dice il Gautieri (pag. V) « Fu nello scorso autunno, e nella mia villeggiatura di Casalbeltrame, che io in seno alla mia famiglia, libero da ogni pungente cura, ed in compagnia di buoni amici, progettai il pensiero della concatenazione universale degli esseri organizzati. L’opi- nione dell’Uomo-pianta, contro la quale tanto si scrisse senza inten- derla, o senza volerla intendere, non fu mai assurda per il filosofo, il quale sa negli stessi avversari suoi rinvenire degli argomenti alla sua opinione favorevoli. Abbozzai quindi un albero genealogico di varie specie «li animali, il quale non mancò di divertire la brigata, e di sol- leticare l’intelletto: Ovidio, e forse anche Du Maillet, La Métherie, Darwin e Voi (l'A. indirizza la sua prefazione allo Schelling) non (1) Parte I. Confr. questo Bollettino N. 486 (1905). avreste sdegnato di trovarvi presenti alle relative discussioni: pro- misi però di investigare più profondamente e sviluppare il soggetto. Nei susseguenti mesi scrissi quindi la presente Operetta, che io a Voi offrir volli, come a persona universalmente stimata ed intelligentis- sima, nonchè amante delle ricerche filosofiche. » ..... « Queste mie pagine non contengono, e non debbono rappresentare più, che una metamorfosi dell’inorganico all’organico ; essa in molti luoghi lungi dall’essere ben descritta, non potè che venir toccata di volo, ed a riprese; senz’avvedermene vergai perciò più un ditirambo, che un poema epico. Ma al naturalista dinamico, siccome al lirico son permessi gli slanci; nè mi saria forse stato possibile il trattenere colla imaginazione la penna, la quale in trattare un tale soggetto ama piut- tosto di far scintillare la verità, che di vestirla di luce incessante ». Nel] giudicare dell’importanza del libro del Gautieri è d’uopo tener stretto conto delle parole sopradette dell'Autore stesso le quali ne chiariscono bene l’indole e lo presentano più che altro, come allora dicevasi, come un dzvertimento intellettuale di persona coltissima e dallo spirito inclinato a ragionamenti filosofici. Non pare che il Gautieri fosse saldamente convinto della bontà degli argomenti da lui sostenuti nel libro in discorso poichè Giuseppe, Genè col quale ebbe dimestichezza e che di lui scrisse la biografia, (1) dice: « Egli era dotto in più lingue e parlava con singolare facilità la tedesca e l’inglese. Aveva indole e fantasia vivacissima, e da questa, più che da filosofica persuasione, lasciossi trasportare quando nel bollor della gioventù e appena tornato dalla patria di Kant e di Schelling scrisse il suo « Slancio sulla Genealogia della terra ». Egli stesso il confessava e se ne doleva ». Il libro del Gautieri è presentato come stampato a « Jena in Sas- sonia ». Ma è lecito aver qualche dubbio sulla veridicità di questa indicazione; manca qualunque indicazione di editore o stampatore. La qualità della carta, il tipo dei caratteri sono piuttosto quelli delle opere che in quel tempo si stampavano a Milano che non quelle che ci ve- nivano dalla Germania. Non sono tuttavia riuscito a chiarire questo punto. Leggendo il libro del Gautieri si riconosce che i principali autori sui quali egli fonda i suoi ragionamenti che potremino dire evoluzio- nistici, sono in particolar modo il Buffon, Erasmo Darwin, il Batsch, il Cabanis, lo Schelling. Il concetto generale filosofico sul quale il Gautieri si fonda per (1) Biblioteca Italiana, vol. LXX. Milano 13833. spiegare la sua « genealogia della terra » e la sua « costruzione di- namica della organizzazione » al suo tempo non era al tutto. nuovo, ed anzi si deve dire che nel modo col quale egli presenta « la con- catenazione degli esseri » fu molto meno felice del Bonnet e del Val- lisneri per non citare che due fra i nomi principali. (1). Ricorderò qui alcuni brani del libro del Gautieri fra i più carat- teristici. « La Natura non è che un intiero organismo : i suoi prodotti quan- tunque diversi sono unissonamente obbedienti alle di lei leggi e l’uno dall’altro dipendenti, ed affini: il fenomeno della vita è dunque colle- gato con tutti i rapporti al primitivo prodotto dell’azione dinamica della natura, che è quanto dire alla formazione dei corpi, abbenchè esso sia di più il risultato della combinata azione, e reazione delle relative forze di diversi agenti. Dall’anorganico, od inorganico passò il prodotto all’or- ganico, quindi all’animato : e perciò dall’informe al formato, cioè a dire dal fluido al solido. Ma il solido non sarìa stato organizzabile, se non fosse insieme stato esposto all’azione del processo chimico; e questo, che attirò e fluidi e solidi, ebbe il vanto di apprestare l’organizzazione all’inorganico, e la formazione all’informe. Li corpi meno composti, e quelli, che sono affatto informi, o totalmente formati, sono meno sog- getti a questo processo, perciò difficilmente si organizzano: tali sono i sommamente fluidi, ed i decisamente solidi. Tutto in natura ebbe poi una gradazione, e tutto conobbe una causa, che non potè non essere l’effetto di una sola anteriore e primitiva.... Dal primo prodotto, che fu il regno minerale ne nacque il vegetabile, e dal concorso dell’ester- namento delle varie forze, dalle quali erano compresi questi due regni, ne nacque il regno animale. La materia col passare nel vegetabile si rese suscettibile di vita; quindi l’animale può vivere, nutrirsi, e_ri- prodursi co’ semplici vegetabili, ma non mai co’ semplici minerali »........ «++... « Al naturalista dinamico non solo traluce la necessità di una origine indivisa di tutte le specie di animali, ma pargli anche di scor- gere in tutti loro una somiglianza, la quale malgrado la degenerazione indetta da infinite circostanze seppe però finora mantenersi sincera al- l’occhio del pensatore. Non avvi salto in natura ; perlocchè chiare ap- pare, dovere necessariamente trovarsi gli anelli tra tutti i viventi: tutti gli animali sono di fatto fra se affini ». « La Struttura dell’uomo è assai poco differente da quella di vari bruti bipedi, e non molto lontana da quella di vari quadrupedi, e potrà (1) Confr. L. CamekANO. « Antonio Vallisneri ed i moderni concetti intorno ai viventi.» Mem. R. Accad. Scienze di Torino. Sez. II. vol. LV, 1905. 8°, PRE nuovamente avvicinarsele d’assai, se l'Uomo vestisse gli stessi costumi, © soggiacesse alle medesime circostanze dei bruti ». L'A. continua con un ragionamento assai curioso intorno alle cause che hanno prodotto le varie forme delle parti degli animali, nel quale vi è un misto delle idee del Buffon con idee sue proprie, e intorno al modo col quale gli animali adattaro le loro parti alla funzione loro. Poche righe basteranno a dare una idea dei concetti dell’A. « Negli uccelli le braccia (non credasi già, che io tragga argomento dalla proibizione da Mosè fatta di non mangiar carne di uccelli di quattro zampe) cangiaronsi in ale: un desiderio più vivo fu quello forse, che loro le apprestò ; quindi ai maschi delle Cocciniglie, delle formiche, delle Falene, ecc. spuntaron l’ali: i ragazzi i più vivaci sognano di volare soventi: questo desiderio di volare degli uccelli fu verosimil- mente la conseguenza del loro bisogno di dover inspirare molt’aria (a motivo dell’ingrandimento de’ polmoni, occasionato dalla aspirazione trattenuta nei primi voli, e massime dal difetto della escrezione, se non secrezione, in alcuni delle orine, ed in altri del sudore, per cui tutto pressochè il sangue arterioso ritorna per le vene al cuore e quindi nei polmoni), di cangiar cielo, o di alzarsi negli strati più sublimi dell'atmosfera. Fra quest'ultimi sono da annoverarsi le Aquile, e molti uccelli rapaci, e fra quelli le Beccaccie, le Rondini, le Quaglie ecc. Quindi lo Struzzo non vola, abbenchè forse ai tempi di Arsinoe potesse (come io credo con Monti) servire di Cavallo alato, ed alcuni uccelli perdono la virtù di volare in ragione diretta della cessazione.dei desideri » ..... POLSI «La voglia di afferrare, ed il continuo lor uso allungò, e fece cornee le unghie agli uccelli, ed a vari quadrupedì »..... La man- canza de’ mezzi di offesa ed il timore di esser sopraffatto, eccitò so0- pramodo, quand’anche indirettamente, la cute all’Amadillo, ed alla testuggine, e produsse in quello una semplice lorica, ed in questa una magione intangibile ..... « La paura di cadere fra l’ombre allungò le dita al Pipistrello e produsse fra queste quella membrana, che fa in lui le veci di ala » ..... Il bisogno di pascersi delle foglie degli al- beri, allungò il collo alla Giraffa, e le raccorciò le gambe posteriori » ..... « Non è già, dice ancora il Gautieri, ch'io cogli enunciati esempi pretenda di dimostrare, che il desiderio, e con esso la sensazione fos- sero costantemente anteriori alla formazione degli organi, mentre mi è noto, che l’animale ha, giusta Cabanis, quasi necessariamente tai desideri a seconda di tali organi e di tali impressioni; solo però ar- disco-far osservare che le bisogna abbiano eccitato cad indotto l’animale a desideri stessi, e che col cangiarsi di quelle abbiano dovuto 0 svol- gersi nuovi organi, 0 perfezionarsi li gia esistenti »..... e È noto, che l’apparecchio elettrico, e la calamita acquistano maggior forza quanto più soventi son messi in azione. Che se l’inorganico ci da 0. a esempi e prove della nostra proposizione, come avrian essi a mancare nell'organico vivente e semovente? — Non altrimenti il discorso ed il canto svolgono la laringe, e la rendon mobilissima, mentre in molti animali passa per la sua inerzia ad esser cartilaginosa ed ossea: cosi nei suonatori di cembalo, di violino, o di arpa li muscoli estensori 0 flessori delle dita suddividonsi precisamente in tanti altri muscoli quante sono le dita, mentre negli animali e perfino nell'uomo appena nato, sono in un sol pezzo » ..... i Prescindendo dalle stranezze ed anche dagli errori di anatomia che sono contenuti nelle parole sopra riferite del Gautieri e nelle altre analoghe che si leggono nel lavoro del nostro Autore, è indubitato che il Gautieri nel suo ragionamento, per quanto grossolano lo sì voglia ritenere, profila alcuni dei concetti fondamentali della teoria del La- marck. Non pare tuttavia dal libro del Gautieri che questi avesse conoscenza delle idee Lamarckiane perchè del Lamarck non è mai fatto cenno. Giova osservare d’altra parte che la « Philosophie zoologique » del La- marck venne subblicata solo nel 1809, e la sua « Histoire des Animaux sans Vertébres » tra il 1816 e il 1822. — Il Lamarck aveva tuttavia nel 1802 già pubblicato le sue « Recherches sur l’organisation des Corps Vivants » in cui da un primo schizzo della sua teoria dell’Evoluzione. Credo tuttavia si possa dire che il Gautieri non conosceva tale lavoro perchè certamente l’avrebbe menzionato, come ne menziona altri di quel tempo. Neppure potè il Gautieri trarre direttamente o indiretta- mente insegnamenti dalle lezioni, impartite dal Bonelli a Torino, lezioni che erano informate ai concetti evoluzionistici del Lamarck. Poichè il Bonelli incominciò il suo insegnamento nell’anno scolastico 1811-12 e lo proseguì fino al 1830. (1) — Il Gautieri ebbe corrispondenza scientifica col Bonelli, e il Museo di Torino possiede parecchie lettere del Gautieri del 1823, 1824, 1825, 1828 ma tutte trattano di argomenti attinenti alla determinazione di insetti. Il Gautieri pregava il Bonelli di volergli for- nire dati sulla classificazione di insetti specialmente nocevoli alle piante che egli gli aveva mandato. Molto probabilmente i dati che desiderava dal Bonelli dovevano servirgli pel lavoro sulla « Storia generale degli Insetti, specialmente di quelli che danneggiano gli alberi e gli arbusti d’Europa » lavoro che è menzionato dal Genè nella citata biografia del Gautieri e che rimase incompleto per la morte del Gautieri stesso. A pag. 14 del suo libro il Gautieri dice: « Alla mente dell’analitico (1) Confr. L. CaMERANO « Contributo alla storia delle teorie Lamarkiane iu Italia - Il corso di zoologia di Franco Andrea Bonelli. » Atti R. Accad. Scienze di Torino. Vol. XXXVII. 1902, appare da quanto sopra, che le bisogna dei diversi animali fecero svol- gere in loro eminentemente quegli organi, che servir doveano ad ap- pagarle. Gli animali non furon tali, quali essi sono al presente, vicini alla loro origine. -L’istinto loro, il loro metodo di sentire, di pensare, e di ragionare cangiansi a seconda delle circostanze : infiniti sono gli esempi, che il naturalista può addurre in prova di tale proposizione: Buffon, Linnè, Darwin, Adanson, Cabanis, e molti altri, quanti non ce n’offrirono già? » DI Il Gautieri a pag. 16 parla pure dello « equilibrio in natura » con- cetto non nuovo al suo tempo ed ampiamente svolto dal Vallisneri e dal Malthus stesso nella prima edizione del suo libro famoso che uscì per le stampe nel 1798. « Volle la natura, dice il Gautieri, colla lun- ghezza della gravidanza porre nei vivipari i confini alla salacità, co- stringendo dall’altra parte gli ovipari a deporre le uova, acciò od esse o gli animali, che avessero a nascere, servissero di pasto, o d’utilità ad altri animali; la quantità dei semi delle piante va di fatto corre- lativa al loro pericolo di putrefarsi assieme a quello di esser distrutti dagli animali. Così pure le Acciughe p. e., le Sardelle, i Merluzzi de- pongono moltissime uova, perchè gli altri pesci li divorino, ovvero ne ingoiano gli animali da esse svolti. Quanto è armonico l'equilibrio in natura! chi lo contempla da vicino appena può schermirsi dal ravvi- sare nelle di lei opere la più convincente perfezione, e la più decisa necessità ». Il Gautieri ritiene in seguito che tutti gli animali hanno avuto istessa origine « Questa legge di continuità fra gli animali, che da Buffon tentossi e venne da Batsch progettata per i vegetabili, ab- benchè difficile a dimostrarsi, è però innegabile. « E veggiam pure, come l’uomo sappia far tuttogiorno degenerare le piante, e gli ani- mali; perlocchè, ben ragionevole essendo il supporre, che le menome combinazioni artificiali dell’uomo siano incomparabilmente inferiori alle magnifiche produzioni della natura, creder giova, che vadano giornal- mente formandosi diversi esseri, che è quanto dire diverse classi, ge- neri, specie, e famiglie di pietre, di piante, e d’animali, e che nell’istesso tempo periscano delle altre ». Intorno alla origine o trasformazione dell’uomo riassume ad un di- presso le idee di Dumaillet « L'uomo non potè esser tale, quale al pre- sente, ai primi secoli della sua configurazione: egli pure dovette obbedire a tutti gli agenti, ai quali si espose, egli pure non potè forse esimersi dall’associarsi col muto gregge; se altra volta fu quadrupede, fu l’ul- tima almeno anfibio, se non pesce >». « Più il mondo organico s’'avvicinava alla sua origine, più egli era ‘semplice, più era egli minuto, e diviso, ma non meno perfetto. .... Noi abbiam detto, che non dassi vera degenerazione in natura : li passaggi perciò che si osservano in essa, non sono, che il risultato della com- binazione di altre azioni, che ebbero forza di far declinare il fenomeno della esistenza da quello, cui erasi fissato l'Uomo di vedere. Quindi il Pipistrello per esempio non è necessariamente il risultato della dege- nerazione di un quadrupede in un uccello per mezzo della generazione ma sibbene quello d’altre cagioni, che lo poterono trarre dallo stato di quadrupede, e condurlo a quello di volatile »..... « L'uomo, l’Ele- fante, le Scimmie, e vari altri animali, massime quadrupedi, dotati in eminente grado della virtù di imitare, sono da considerarsi come es- seri presso che staccati dalla natura, e diriasi quasi come ultimi anelli della catena dei prodotti organici animali, e perciò meno degli altri pertettibili..... ». Non seguiremo lA. nella lunga serie di argomenti che egli adduce a sostegno della sua asserzione nei quali fa raffronti e deduzioni, talvolta assai curiose, come ad esempio: « Il Camelo, il Dromedario, le Gru, le Cicogne, ed altri animali, li quali hanno il collo assai lungo dormon pochissimo, mentre la Marmotta, gli Orsi, l'Uomo ed altri ani- mali di collo corto dormono assai. » ..... e via discorrendo. Neppure mette conto seguire l’A. nelle sue discussioni intorno alle cause che diedero origine alle conformazioni speciali della terra e alla formazione dei corpi organici, e alle affinità dei varî regni di corpi fra loro. Vi sono ripetute le idee della seconda metà del XVIII secolo con ravvicinamenti e deduzioni fatte dall’A. talvolta in modo assai strano. A pag. 62 il Gautieri dice: « Non è però da supporsi, che gli ani- mali abbiano dovuto aver origine dalle sole piante, mentre le proprietà loro concesse dalla natura potevano esser attribuite ad altri corpi organizzati e vegetabili, senza che fossero piante. Tanto più parmi verosimile una tale opinione (abbenchè io non sia per anche convinto, e persuaso, che gli animali, che nascono dagli animali, non siano privi di nervi, e di cervello, e che poi quelli, che nascono dalle piante, ne siano sprovvisti), quantochè la perfezione maggiore della pianta porta seco deviazione maggiore dalla sua originarietà, e quanto che essa in tal modo allontanasi dalla formabilità dipendente dalla pieghevolezza della materia. » « L'epoca della formazione de’ vegetabili (pag. 64) pare general- mente parlando anteriore a quella degli animali..... Siccome l’ordine naturale delle cose non fu mai, che invece di progredire, ed analiz- zarsi, tornasse affatto sulle proprie vestigia, ed appieno sintetizzasse, a meno che non ve l’avesse costretto una rapida e violenta mutazione del globo, ossivvero la cessazione dell’organizzazione, com'è, che l’ani- male non passa (non fatto calcolo del racconto Frankliniano sui tu- bercoli delle ale del Vanello armato, le quali, morto l’uccello, formansi DB in rami!) forse mai in vegetabile, e così fu, che quanto più allonta- naronsi i suoi prodotti dalla prima formazione, tanto meno furon essi semplici e riconoscibili. » « Gli animali primitivi erano, per così dire, tutto sensazione, questa però col cangiarsi delle circostanze, e quindi dei diversi bisogni, do- vette svolgersi, e passare in irritabilità, e da questa dovetter poi gli animali, che già si allontanavano dalla loro prima origine, previa ir- ritazione, la facoltà di muoversi..... ». « Tutti gli animali debbono adunque il loro reciproco allontana- mento, o le loro divisioni (permettami il Filosofo di parlar il linguaggio degli Scolastici) in generi, specie, e famiglie, alle innumerevoli ripro- duzioni, e mescolanze anteatte, e sembranci essi perciò solo l’uno dal- l’altro staccati, perchè non ci fu dato di seguire li diversi cangiamenti, che nel lasso d’infiniti secoli ebber forza di modellarli a poco a poco diversamente ». Il Gautieri ammette la trasmissione ereditaria dei caratteri acqui- siti. A pag. 58 il Gautieri ha il seguente notevole brano: « Sono tutti gli animali e le piante che trovarsi seminate in sul globo, provenute da un solo seme, da un sol germe? Mi sento rinfacciare, che il sol dubitare è iniquità, che Linnè il provò e che io stesso ho già accen- nato avere tanto gli animali, che i vegetali dovuto avere un origine somigliante. Io però rispondo 1° allo storico, che le nostre tradizioni non hanno potuto mai al naturalista servire di base nello stabilimento delle verità fisiche, o di lampada nelle ricerche di esse; che, come è delitto avanti la scienza il giurare di sostenere per verità incontra- stabili gli errori contenuti in alcune opere geologiche, così è assurdo il voler far credere per assioma (dicanlo Galileo, Newton, Senebier, Dupuis ed altri), il contradditorio, per evidenza l'impossibile, per certo il conghietturale: 2° al naturalista, che l’autorità di Linnè non fu mai superiore a quella di qualunque altro, mentre la scienza sdegna l’ap- poggio, ed il suffragio della docilità intellettuale, ecc. ». Il Gautieri nell’ultima parte del suo libro tratta dei vermi « abi- tanti le interiora degli animali » tenendo conto dei lavori, più impor- tanti intorno a questo gruppo di animali: ma facendo considerazioni, e conclusioni sue, talune delle quali assai curiose e strane. Dopo aver affermato che tutti gli animali possono avere vermi dice il Gautieri (pag. 83) « Necessaria conseguenza di una tale considera- zione si è il quesito sul fine, che ebbe la natura in produrli : quesito, il quale avria già pria d’ora dovuto esser sciolto, se il naturalista si fosse dimenticato di esser uomo, cioè a dire, l’animale il più prepo- tente, e talmente ambizioso da credere tutto quanto il creato a lui soggetto, e prodotto per il suo comodo..... ». Curioso assai è il brano della sua opera in cui il Gautieri dimostra che i vermi negli animali hanno una parte precipua nel promuovere l’organizzazione o certe funzioni degli animali stessi. Ad esempio, egli dice « Come allo stomaco muscolare di alcuni granivori sono neces- sari i sassolini, così necessari sono per alcuni animali, in specie per alcuni volatili, pesci ed anfibi li vermi..... Forse la marmotta, ed altri animali riconoscono dai vermi il fine del loro letargo..... Siccome la vita è il prodotto degli stimoli, così avrian potuto li vermi stessi collo stimolo suo servir d’utilità all'uomo. Ma li vantaggi provenienti dai vermi non riduconsi già essi alla semplice consumazione del muco, poichè altre, e più sublimi, siccome già per parte viddimo, destina- zioni ebbero essi a compiere. Ad esse uopo è altronde aggiungere quella di far svolgere i polmoni. Ho veduto i bambini attualmente presi da vermi a dimenarsi continuamente in avanti; ora questo moto non può a meno di coadiuvare a far svolgere li polmoni, ed a comprimere i visceri addominati; di più: è noto, che i bambini verminosi si grat- tano le narici, e per tal modo si cagionano non di rado lo sternuto; qual più possente mezzo di questo per sviluppare i polmoni, per com- primere le intestina, e per procurar la discesa dei testicoli, l’escrezione dell’orina, delle feci e de’ vermi stessi? Che se li vermi non sempre apportano tal bene, se ne accusi pure la tuttora non affatto abbando- nata viziosa maniera di fasciare, quai mummie, li bambini, e non la natura, mentre questa seppe talvolta procurare una irritazione tale alle nari da indurre perfino, siccome viddi: risipole, ed ulceri ». Non seguiremo oltre l’A. nei suoi ragionamenti, che certamente non è il caso di discutere. Il saggio sopra riferito può bastare a dare una idea di tutta la parte del libro del Gautieri che si riferisce ai vermi. Riferirò tuttavia ancora la conclusione dell'A. « Giunti alla fine di quest’operetta, giova richiamarci alla mente quanto saggia sia la vista della natura nel rinchiudere, quai Giona nel ventre della Ba- lena, li vermi nelle interiora degli animali; somiglianti quelli ad alcune piante parasitiche, che vivono in altre pìante, ed a vari minerali, che formansi in altri minerali, crescono essi a dispendio del corpo, che loro appresta la culla, togliendo perciò a questo il superfluo della nu- trizione. Così la natura tenta giornalmente di analizzare la produ- zione, moltiplicare le specie, e mutar la faccia all’universo ». * * * Volendo venire ad un giudizio sul libro del Gautieri riguardo al- l’importanza sua nell’evoluzione dei concetti di filosofia naturale è d’uopo dire che esso non ha speciale importanza e neppure la presenta nella storia della Zoologia in Italia. L'idea della concatenazione degli esseri era già stata più ampiamente svolta fra gli altri dal Vallisneri — MO e dal Bonnet; il Vallisneri stesso per non ricordare che un solo nome aveva già con grande dottrina e col sussidio di osservazioni dirette importanti chiarito molti punti intorno ai vermi e profilato con acume notevolissimo i concetti di filosofia naturale che meno felicemente pre- senta il Gautieri. La stessa cosa si dica per i lavori di Benedetto de Maillet, del Buffon, del Bonnet. I concetti propri più importanti che il Gautieri aggiunge sono quelli che si riferiscono alle cause produt- trici della organizzazione degli animali e questi sono notevoli perchè collimano in parte con quelli del Lamarck ; gli altri sono in generale assai strani e dimostrano, appunto come dice il Genè nella biografia del Gautieri, immaginazione assai fervida. Essi tuttavia lasciano scor- gere nel Gautieri un corredo di cognizioni relative ai viventi e in generale una coltura filosofica poco estesa e superficiale. Giuseppe Gautieri fu uomo di notevole ingegno e sopratutto versatile. Egli acquistossi coll’opra sua in vari campi benemerenze grandissime da parte dei suoi contemporanei, e certamente più tardi, appunto per- chè uomo di largo ingegno, forse dopo la pubblicazione dell’opera ca- pitale del Lamarck, venne condotto, a riconoscere le deficienze del suo libro, e come riferisce il Genè nella sopracitata biografia del Gautieri, a dolersi dell’opera sua. -Asdittanio si Ta do fog 4 ri, e x ; sE li Monvi dati sul Luntbriciti dell'Europi mal bp sò (1 uiribgzionie pò: fi dd TI via! ?_ n] di nh DI, ag Ga Ta sn: ragzion anne i | È È trata (44 n° SITt 00 , a © me por FW] to wa A i "pes i LP Lun : stare CN. Ù Ù sà i / bia RA mai dj È Pri. J OD di fui. LI RE i bei ? ul : mAh sali Moi 4 : po! a eo» ol vd 60) h | G : DD) . I È ago T = È Nipoti. hp pren AV = wuartret) sot > = . \ € f ? % L] 286 - Tip. Gerbone - Via Gaudenzio Ferrari, 3 - Torino bs BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino zo N. 527 pubblicato il 25 Maggio 1906 Vor. XXI TT DR. Lurcr COGNETTI DE MAKTIIS Assistente al R. Museo Zoologico di Torino. Nuovi dati sui Lumbricidi dell'Europa orientale. Il prof. D. Rosa, in una nota pubblicata in questo Bollettino varî anni or sono (1), stabiliva cinque provincie europee in base alla di- stribuzione geografica dei Lumbricidi: Nordica, Centrale, Occidentale, Meridionale, e Orientale. Quest'ultima, tra tutte « la più ricca e quella che ha un maggior numero di forme caratteristiche », venne di poi illustrata in special modo dallo stesso prof. Rosa, e i lavori ch'egli andò a mano a mano pubblicando (2) giustificarono sempre di più il suo asserto. Buona parte delle collezioni che servirono al Rosa gli ven- nero affidate dall’I. R. Museo di Storia Naturale di Vienna, e proveniva da varì punti dell'impero Austro-Ungarico, dalla Bulgaria, dalla Ru- melia. In questi ultimi anni alla ricca serie di Lumbricidi del Museo di Vienna s’aggiunse nuovo materiale dell'Europa orientale, conservato in alcool, raccolto pur esso in varì punti dell’Austria-Ungheria, special- mente meridionale, e ancora in Montenegro e Creta ; alcuni esemplari provengono da caverne. Raccoglitori furono i Dottori STURANY, GANGL- BAUER, PENTHER, @ REBEL (3). (1) Catalogo e distribuzione geografica dei Lumbricidi, nel vol. VIII, 1893, n. 151. (2) Cfr. i num. 160 nel vol. VIII, 170 nel vol. IX, 215 nel vol. X, 246 nel vol. XI, 269 nel vol. XII di questo Bollettino. (3) All’Intendente prof. Hofrat F. STEINDACHNER e al Custos prof. E. von MARENZELLEK che gentilmente mi affidarono questo materiale porgo ì sensi della più viva gratitudine, come pure ai valenti raccoglitori. Questo l’elenco delle località : l. Monte Goller, al confine tra l’Austria inferiore e la Stiria (Dr. Su- rany leg. VII, 1901). 2. Schneealpe, id. id. (id. VIII, 1890). 3. Rax-Alpe, nell’Austria inferiore (id. V, 1901). 4. Dùrrenstein presso Gostling, id. (id. IX, 1900). o. Monti Holle (2000 m.), sulla sinistra del fiume Traun nell’Austria superiore (id. VIII, 1901). - 6. Hochkahr (1809 m.) presso Lassing nell’Austria inferiore (id. IX, N . Wildalpe (1520 m.) presso Frein in Stiria (id. VII, 1901). A Schafberg nel Salzkammergut (id. VIII, 1902). 9. Tauer inferiore sopra Radstadt (Dr. Ganglbauer leg. VII, 1899). 10. Tarnowaner-Wald (1200 m.) presso Gorz (id. VII, 1902). 11. Leopoldsteinersee-Pfaffenstein in Stiria (Dr. Sturany leg. IX, 1900). 12. Karer-Wald am Latemark nel Tirolo merid. (id. VIII, 1900). 13. Langenthal presso S. Maria nel Volkenstein, Tirolo meridionale (Dr. Ganglbauer leg. VIII, 1900). 14. Sella-Joch presso id. id., valle del Gròdner (id. id.). 15. Pertisau sull’Achensee in Tirolo (Dr. Ganglbauer leg.). 16. Negoi (1000-2000 m.) sulle Alpi Transilvaniche (id.). 17. Monti Paring nel Siebenbùrgen sud-orientale (id.). 18. Crna Prst (600-1350 m.), nelle Alpi Giulie (Dr. Penther leg. VII, 1899). 19. Velobrdo presso Makarsk in Dalmazia (Dr. Sturany leg. IV, 1901). 20. Dintorni di Celebic presso Foca in Bosnia (id. VII, 1902). 21. Trebovic (1629 m.) presso Sarajevo (id. id.). 22. Treskavica presso « Annahutte » in Bosnia (id. VII, 1903). 23. Monte Ljubicna (2239 m.) presso Celebic, al confine tra la Bosnia e la Turchia (id. VII, 1902). 24. Priboj pure al confine tra Bosnia e Turchia (id. id.). 25. Monte Radovina (1994 m.) presso Celebic (id. id.). 2(. Monte Stolac al confine tra Bosnia e Serbia (Dr. Penther leg. VII, 1905). 27. Dintorni di Visegrad (1673) sul Monte Stolac (Dr. Sturany leg. VII: 1902). 28. Jablonica, in Erzegovina (id. IV, 1903). 29. Gacko, id. (id. VII, 1899). 30. Vucija bara, presso Gacko (id. id.). 51. Plasa, in Erzegovina (Dr. Penther leg. VI-VIII, 1900). 32. Monti Prenj, id. (id. VII, 1901). 33. Urbanje, presso il Colle di Orien, al confine tra Erzegovina e Montenegro (Dr. Sturany leg. VII, 1899). —_—_ le 1138 Zis. Monte Orien (1895 m.), id. (id. id.). 34. Monte Durmitor, nel Montenegro (Dr. Penther leg. 1904). 35. Monte Lovcen, id. (Dr. Sturany leg. VI, 1903). 36. Ivanova Aluga, ai piedi del Monte Lovcen (id. IV, 1901): 37. Caverna sulla spiaggia di Cattaro verso Njegus (id. V, 1903). 38. Caverna Popovo, presso Njegus (id. id.). 39. Caverna Krstac, id. (id. id.). 40. Neapolis, Creta orientale (id. 1904). 4l. Kristallenia, ai piedi del Monte Lasiti, Creta orient. (Dr. Rebel leg. 1904). Elseniella tetraedra (typica) (Sav.) 1900. E. t. MicHAELSEN, Oligochaeta, in: Das Tierreich Lief. 10, p. 471 ubi lit. 1903. E. t., COGNETTI, in: Boll. Mus. Torino, voli 18, n. 451, p. 2. 1905: E. £., COGNETTI, in: Ann. Mus. civ. Genova, vol. 42, p. 104. Loc.: 37, 40. Questa, specie è tra quelle che con maggior frequenza s'incontrano nelle caverne, ma è pure assai comune nei terreni acquitrinosi super- ficiali. Eisenia tigrima (Rosa). 1900. E. t., MicHaer.seN, Oligochaeta, in: Das Tierreich Lief. 10, p. 476, ubi liter. i Loc.: 16, 17, 20, 26, 28. L'esame di buon numero di esemplari mi permise di riconoscere in questa specie una certa variabilità nell’estensione del clitello. Rosa in esemplari dell'Ungheria meridionale, lo trovò esteso sui segmenti 27-33 =7 (1); io in 13 esemplari della località 17 trovai costante- mente: c/ifello (24) 25 — (33) 349 a 11, e tubercula pubertatis (!/, 28) 29 — (31) ‘/352 (32), mentre gli altri caratteri corrispondono alla descri- zione originale. Dubitai a tutta prima di essere in presenza di una varietà nuova, ma in. seguito trovai in esemplari di altre località. i termini intermedì tra l’estensione del clitello riferita da Rosa e quella massima sopra indicata. Così: in un esemplare di loc. 26 trovai cli- tello 27-34; in varì esemplari di loc. 16 clit. 26-34; mentre un esem- plare di loc. 20 mostra clit. 26-33: ma a questi sono commisti esem- plari corrispondenti ai tipi di Rosa. i Anche la colorazione non sembra essere in questa specie aff'aito co- stante, potendo essa variare d’intensità. I 13 esemplari di loc. 17, hanno tutti colore uniformemente gialliccio, taluno presenta una. fascia tra- aversa carnicina ad ogni segmento preclitelliano limitata alla re- gione dorsale. Ma è difficile decidere, su materiale conservato in alcool (1) Cfr.: Rosa, Allolobophora tigrina ed' A. eracystis nn. sp., in questo Bollettino, vol. XI, 1896, n. 246, p. 2. : i 4 A da qualche tempo se veramente si tratti di variabilità di colorazione : è forse da ritenere che la tinta più pallida sia conseguenza della so- lubilità in alcool del pigmento bruno-rossiccio (1). In esemplari affatto adulti di loc. 16, e già in giovani muniti di tu- bercula pubertatis, trovai le setole ventrali dei segmenti 23°-33° sor- rette ciascuna da una piccola papilla, e inoltre geminate più lassamente che altrove (aa =3 e */, ab). Le spermateche possono essere talora contenute nei segmenti 10° e 11° anzichè nel 9° e 10°, ma ciò è noto essere d’importanza secon- daria (2). Le aperture di questi organi sono « agl’intersegmenti 9-10, 10-11 a meno di 1 mm. dalla linea mediana dorsale, » come è detto nella descrizione originale: tuttavia anche questo carattere è un po’ varia- bile potendo quelle aperture essere discoste mm. 1,5 dalla linea me- diana dorsale, ad ogni modo sempre meno di ‘/, dell’intervallo medio dorsale (dd). Qui risiede un carattere distintivo importante tra la specie in que- stione e un’altra ad essa molto affine, 7. spelaea (Rosa): in quest’ul- tima le aperture delle spermateche sono « collocate 1"” più dorsalmente delle setole 4, cioè a ‘/, della distanza fra la serie delle setole d e la linea dorsale », sono quindi discoste dalla linea mediana dorsale di un tratto pari a */, dell’intervallo dd. Eisenia veneta (typica) (Kosa). 1900, E. v., MicnHaELSEN, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10, p. 477 ubi liter. Loc.: 31. E degna di nota la presenza in questa specie di setole copulatrici ai fascì ventrali dei segmenti clitelliani. Queste hanno forma slanciata, poco sigmoide, il tratto distale, più lungo del prossimale è nettamente tetragono: lungh. mm. 0,6 a 0,8 diametro mm. 0,025 ; coteste setole sono circondate ognuna da una piccola papilla bianchiccia più facilmente riconoscibile nella serie delle ventrali superiori (0). Setole analoghe s'incontrano pure in altre specie congeneri. ‘‘’Le aperture delle spermateche trovai più vicine alla linea occupata dalle setole dorsali superiori (d) che alla mediana dorsa’e (4 — poro spermti + circa ‘/, 44). o T tubertula pubertatis possono estendersi anche sul 29° segmento oltre che sul 30° e 31°. (1) Cfr. più avanti a proposito di Helodr. (Al/olod.) smaragdinus. (2) Cfr.: Rosa, 1893, Revisione dei Lumbricidi, in; Mem. Acc, Sc. Torino ser, 2, vol. 43, pag. 413, ee = E. veneta var. hibernica (Friend). 1900. £. v. h., MicHakLsEn, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10, p. 477 ubi liter. Loc.: 40. Elsenia alpina (Rosa). 1900. E. a., MricHaELSEN, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10, p. 478 ubi liter. 1903. E. a., CoGNETTI, in: Boll. Mus. Torino, vol. 18, n. 451, p. 3. Loc:: DE Eisenia rosea (Sav.). 1900. E. ». MicnakLsEn, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10, p. 478 ubi liter. 1900. A/lo/obophora r., BreTscHER, in: Rev. suisse Zool. vol. 8, pag. 39. Loc.: 2, 3,12,'13, 16;‘29; 7:30, 32; 36. Eisenia spelaea (Rosa). 1901. AZlolobophora s., Rosa, in: Atti Soc. Natural. Modena, ser. 4, vol. 4, p. 36. 1902. E. s., COGNETTI, in: id. vol. 5, p. 5. 1903. E. s., MIicHAELSEN, Geogr. Verbr. Olig. p. 137. 1904. E. s., COGNETTI, in: Boll. Mus. Torino, vol. 19, n. 459, p. 2. 1905. E. s., COGNETTI, in: Annali Mus. Civico Genuva, vol. 42, p. 7. Loc.: 18. Due esemplari adulti: A) clit. 27-38, tub. pub. 28-32: 2) clit. 27-32, tub. pub. 28-31. In entrambi le aperture delle spermateche sono alquanto più vicine alle linee occupate dalle setole dorsali superiori (4) che alla linea dorsale mediana (1). Il secondo esemplare mostra una colorazione simile a quella di £. /0etida in cui le spermateche « si aprono quasi sulla linea mediana del dorso (2 ; il primo è invece uniformemente gial- liccio. In entrambi è ben visibile la « forma posteriormente un po’ tra- pezoide » (RosA). Helodrilus (Allolobophora) smaragdinus (Rosa). 1900. H. (A.) s., MicHAFLSEN, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10, p. 482. 1903. H. (A.) s., COGNETTI, in: Boll. Mus. Torino, vol. 18, n. 434, p. 3. Loc.: 2 18 (2 juv.), 20,21, 22, 23,.24,.25; 26, 34, 36,39. Questa specie è propria esclusivamente de'la provincia orientale dove non è rara, come potei convincermene studiando. la. collezione illustrata in questa nota. Le sue dimensioni si scostano poco o punto da quelle indicate da (1) Cfr. quanto è detto sopra riguardo a . tigrina. (2) Rosa 1893, Revis. dA. Lumbricili, pag. 413, in: Mem. Ace, Sc. Torino, ser. 2, vol. 43. Rosa (1). La colorazione verde non è più riconoscibile negli esemplari studiati, tranne in quelli di loc. 39: devesi concludere quindi alla so- lubilità in alcool del pigmento caratteristico in questa specie. Il processo posteriore del prostomio è spesso mediocremente largo. I segmenti 15°-23° sono più o meno visibilmente biannulati. Gl’intervalli tra le setole hanno questi valori, calcolati a metà del corpo di un esemplare adulto : aa=3Nm:;:8,65; al mm. 0254 de 1,65; 4016 jddli=4;5 quindi: aa = /, be; da= circa 3 aa; dd > |, perimetro. Le setole normali sono sigmoidi, provviste di nodulo; sul tratto di- stale mostrano numerose leggerissime incisioni trasverse, con aspetto di linee spezzate ; misurano in lunghezza m. 0,48, in diametro mm. 0,03. I fascî ventrali dei segmenti clitelliani portano setole copulatrici, si- mili nella forma alle normali, ma lunghe circa il doppio: il tratto di- stale, pari in lunghezza a circa tre volte il prossimale, è segnato nella sua metà distale da quattro solchi longitudinali che lo rendono qua- drangolare. Il clitello oltre che sui segmenti 24.25-33 s’estende talora anche sul 34° e parte del 23°, ma può anche avere estensione minore: così in un esemplare di loc. 39 trovai clit. 23-33. Riguardo ai tubercula pubertatis ho già fatto notare altra volta (1903, v. sopra loc. cit.) che « oltrechè sui sementi 30, 31, 32, sì esten- dono pure su di un piccolo tratto dei segmenti 29 e 38 »; in un esem- plare di loc. 36 li trovai estesi per intero anche su questi due ultimi segmenti. In altro esemplare di loc. 25 trovai: clit. 24-34, e tub. pub. a destra 81-34, a sinistra 30-33. Quasi costantemente il primo poro dorsale è all’intersegmento */,. Possono talora trovarsi papille larghe, tumide, in corrispondenza dei fascî ventrali del 29° e ‘4° segmento, e ciò anche in giovani già muniti di tubercula pubertatis. Le aperture delle spermateche sono più esattamente in direzione delle setole dorsali inferiori (c). —_ Si contano cinque paia di cuori moniliformi distribuite nei segmenti Vado bc, delle papille appaiate ai segmenti 9°, 10°, e 11° in cor- rispondenza delle setole dorsali inferiori (c), e di tubercula pubertatis (1) Cfr. in questo Bollettino, vol. 18 (1903), il n. 434: Lumbricidi del Ca- dore e del Tirolo, a pag. 2. (2) È verosimilmente da ascriversi alla forma typica (? alla var. dyblica (Rosa)) un esemplare mostruoso con le caratteristiche esterne seguenti : seg- mento 13" sdoppiato sul lato sinistro e quindi clitello a destra 25-30, a sini- stra 26-31; tubercula pubertatis 26-29; a metà del corpo aa = ab > de = cdi i fascì ventrali dei segmenti 9°, 10° e 11° sono portati da papille tumide, bianche; pure sorrette da papille sono singole setole ventrali dai segmenti clitelliani specialmente sul lato sinistro, e ancora su questo lato le setole ventrali dai segm. 32°-41° 44", e 45°, mr; & 26 -4/, 29 (in uno 26-30). Trovai però talora l’intervallo aa poco > ab. Di papille ne trovai saltuariamente anche alle singole setole 4, d, 0 € dell?89, 14°, 15°, 25°, 30°, 31°; quelle alle setole a e d dell’8° quasi costanti. La lunghezza di tutti gli esemplari è superiore ai 50 mm. Helodrilus (Dendrobaena) octaedrus (Sav.). ì ; , } 4 1900.. H. (D.) 0., MicHakLSEN, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10, p. MA 4 ubi liter. Loc,: 2, 7, 8, 14, 16, 26. Nell’unico esemplare dell’ultima località sono sviluppate soltanto le spermateche delle prime due paia, e i tubercula pubertatis sono estesi soltanto sui segmenti 31° e 32° (1). Helodrilus (Dendrobaena) illyricus n. sp. Due esemplari adulti. CARATTERI ESTERNI. — Lunghezza 30-55 mm.; diametro 2, 5-3 mm. Segmenti 94-104. Forma cilindrica, poco attenuata alle dae estremità, un po’ depressa al clitello. Colore gialliccio, più chiaro al clitello. Prostomio mediocre, privo di solchi: il suo processo posteriore, largo, incide il primo segmento fino circa a metà, rimanendone distinto. Setole ampiamente geminate; a metà del corpo trovai in un esem- plare: G0,= Mall; d0—0,685 de = 0,9 :Fcd = 0,795 td4 — BE quindi ga = ?|, dd; be poco < aa; ab poco < cd ; dd poco < '/, perim®. Clitelto a sella 28-34.35, tumido, poco segnato dai solchi interseg- mentali. Isuoi limiti ventrali variano: al 28° e 29° si spingono fino alle setole ventrali inferiori (4), in seguito s’arrestano alle ventrali supe- riori (2), al 34° e 35° un po’ sopra ad esse. Il 27° segmento mostra su ciascun lato una lieve ma larga intumescenza che abbraccia le due setole ventrali. I {ubercula pubertatis potei riconoscere in un esemplare in forma di due tenui striscie ghiandolari longitudinali, poco esterne alle setole ventrali superiori (0), estese sui segmenti 31-33. i Aperture maschili al 15° segmento con atrì alquanto tumefatti estesi in parte sul 14° e 16° sporgenti ai lati del corpo; la faccia ventrale del 15°, frammezzo alle dette aperture, appare un po’ tumida e bian- chiccia. Le aperture delle spermateche sono in due paia agl’interseg- menti */,, e ‘°/,,, in direzione delle setole dorsali superiori (d). Un esemplare porta attaccati alla cuticola, mediante un peduncolo, tre piccoli spermatofori ovoidi, disposti: uno al 23° segmento accanto (1) Simile riduzione nei tubercula pubertatis venne già notata da DE RI- BAUCOURT, (1896, in: Rev.'suisse zool. vol. 4, p. 27 e 28) e da BRETSCHER (1900, ‘n: id. vol. 8, p. 458). alla setola ventrale superiore (2) sinistra, gli altri due al 28° rispet- tivamente accanto alla setola dorsale superiore (4) sinistra e presso la linea mediana ventrale; misurano în lungh. mm. 0,5, in diam. mm. 0,24. | CARATTERI INTERNI. — Stomaco al 15° e 16°, ventriglio al 17° e 18°. Cuori 6° -10°, Sistema riproduttore. Testes e padiglioni liberi al 10° e 11°; Vesci- cole seminali in tre paia al 9°, 11° e 12°: quelle del 9° molto piccole le altre mediocri (11° < 12°), oblunghe, lobate. Le spermateche piccole, rotonde, quasi sessili, sono al 10° e 11°. Questa specie è aflinissima a Z. (D.) Aftemsi Michaelsen (1) da cui si scosta per l’estensione maggiore del clitello e dei tubercula puber- tatis, per maggior lunghezza e numero minore di segmenti, e per altre caratteristiche di minore importanza. Helodrilus (Eophila) Sturanyi (Rosa). 19C0. H. (Helodrilus) s., MicHAELSEN, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10, p. 499, ubi liter. 1903. H. (E.) S., MicHaELSEN, Geogr. Verbr. Olig., p. 141 (2). Loc.: 21, 32. Sono ascrivibili a questa specie: un adulto della prima, tre adulti e un giovane della seconda località. A complemento della descrizione di Rosa (3) aggiungerò che la lunghezza della specie in discorso può essere anche di soli 55 mm. con 107 segmenti; in un altro esemplare trovai lungh. 90 mm., segm. 178. L’incisione determinata nel primo segmento dall’estremità posteriore del prostomio è sempre minima. Il clitello può estendersi all’indietro sui segmenti 38° e 39°; il suo margine anteriore, non netto, trovai al 28°. I tubercula pubertatis sono mal distinti: possono estendersi anche su piccola parte del 37° segmento. I segmenti dal 7° fino al clitello (escluso) sono biannulati, taluno tri- o tetrannulato; i postclitelliani tutti biannulati. Di papille a circon- dare singoli fascî ventrali, oltrechè a taluni segmenti clitelliani, ne trovai, in un esemplare, al 24°-27°. Altre papille notai: in un esem- plare ai fascî dorsali e ventrali dell’11° segmento e ai ventrali del 15° ; in altri ai fascî dorsali dell’11° e 12°, È probabilmente da ascriversi anche a questa specie un esemplare giovane di loc. 31. (1) 1902, in: Mitt. Mus. Hamburg., vol. 19, p. 47. (2) Per la sostituzione del nome sottogenerico Fophila a Helodrilus ve- dasi il lavoro di MicHAELSEN, Die Lumbriciden-Fauna Norwegens und ihre Beziehungen, in: Verhandlungen des Naturw. Vereins in Hamburg 1902, 3. Folge IX, a pag. 9. (3) In questo Bollettino, vol. 10 (1895), n. 215, p. 5. e RIO Lee Helodrilus (Eophila) ictericus (*av.). 1900. /7. (HMelodrilus) i, MichageLsEN, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10, p. 500 ubi liter. 1903. 77. (E.) î., MichaeLsien, Geogr. Verbr. Olig. p. 141 (1). Ascrivo a questa specie due esemplari uno giovane e l’altro quasi adulto, che in alcune caratteristiche se ne scostano un poco, onde stimo opportuno istituire per essi almeno in via provvisoria, una varietà di- stinta dalla forma tipica di SAVIGNY. var. pannonica var. nov. Lunghezza 120 mm. e più, essendo l’esemplare maggiore privo di coda ; diametro 4,5-6 mm. Segmenti 223 nell’esemplare completo. Setole geminate strettamente; sia alla regione anteriore che alla media e alla posteriore l’intervallo aa è pari a circa il doppio di de (laddove nella forma typica anteriormente aa = de) Nell’individuo quasi adulto il clitello, poco distinto, pare occupare in lunghezza i segmenti 33-46, estensione già riscontrata in esemplari svizzeri da DE RIBAUCOURT (2); in questo stesso individuo i segmenti 200-48° sono muniti di larghe pa poco tumide in corrispondenza dei fascî ventrali. Primo poro dorsale all’intersegmento (? ‘°/,,) 14/,, (3). Le spermateche sporgono nei segmenti 10° e 11°. Negli altri caratteri simili alla forma typica, così pure nell’ispes- simento dei setti 5°-10°, come potei convincermene coll’esame di esem- plari studiati da Rosa e conservati nel Museo di Torino. Questa specie non era ancora stata trovata nell’Europa orientale. Loc: 17. Helodrilus (Bimastus) Eiseni (Levins ). 1900. H. (B.) E., Mrcnaetsen, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10 p. 503, ubi liter. Loc: 33 Helodrilus (Bimastus) constrietus (Rosa). 1900. H. (B.) ©., MicharLsEN, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10, p. 503, ubi liter. Loc.: 18, 22, 23, 26, 31132, ,33 dis, 34. In un esemplare di loc. 32 trovai il clitello esteso sui segmenti 25-32. (1) Vedasi la nota 2 a pag. 8. (2) Cfr. in: Rev. suisse zool. vol. 4 (1896) p. 59. , (3) Nella forma /ypica 5/,. — . - In cinque esemplari di loc. 31 sono riconoscibili i tubercula puber- tatis, più o meno distinti, ai segmenti 29° e 1300. L’affinità tra questa specie e l’//. (Dendrob.) rubidus (Sav.) venne più volte riconosciuta. Già alla primitiva descrizione (1) Rosa univa le seguenti: « OssERVAZIONI. — Questa specie è affinissima alla pre- cedente (2); quel che la distingue è la sua piccolezza ed un molto mag- gior numero di segmenti. Infatti mentre nella specie precedente l’in- dividuo più piccolo che in alcool non era lungo che 28 mm. non aveva che 58 segmenti, in questa individui lunghi in alcool da 20 a 24 mm. hanno da 97 a 103 segmenti ». Più tardi questo autore, in una Revi- sione dei Lunbricidi (3) affermò di nuovo l’affinità delle due specie in questione, tuttavia credette utile conservarle separate, distinguendosi la sua specie « pei caratteri della mancanza di spermateche e di tu- bercula pubertatis » (pag. 435); laddove MIcHAELSEN le aveva fuse pur lasciando a constr. valore di « forma » (4). Pochi anni dopo lo stesso MICHAELSEN riprese la questione (5) con- siderandola da un nuovo punto di vista: egli pose in chiaro (p. 4 e 5) che constr. « weist stets nur zwei Paar Samenszcke auf, die von Disse- « piment °/,, und */,, in Segment 11 und 12 hineinragen » ; la specie con cui l’aveva fusa presenta invece costantemente « 3 Paar Samen- « sticke..... ;2 Paar ragen von Dissepiment ‘°9/,, und ‘/,, nach hinten « in Segment 11 und 12 hinein, 1 Paar ragt von Dissepiment */,, nach « vorn in Segment 9 hinein ». Onde in quel medesimo lavoro è stabi- lita la classificazione delle due specie in due differenti sottogeneri del gen. A/lolobophora. Questo vasto genere (6) di ErsEN (emend. Rosa) ve- niva allora da MicHAELSEN diviso in cinque sottogeneri: Notogama, Dendrobaena, Allolobophora s. s., Bimastus, Octolasion. I tre primi e l’ultimo aveva già Rosa in parte delineati come tali nel 1884 (Lumbr. Piem.), poi del tutto adottati nel 1893 (Revis. Lumbr. p. 424) aggiun- (1) In: / Lombricidi del Piemonte, Torino 1884, pag. 39. (2) Cioè a quella allora chiamata AZ/o/odbophora subrubicunda Eis., e in Das Tierreich (1900) designata come He/odri/us (Dendrobaena) rubidus (Sav.) var. subrubicunda (Eisen). (3) Mem. R. Acc. Scienze Torino, ser. 2, vol. 43 (1893). (4) Die Lumbriciden Norddeutschlands, in: Mitt. Mus Hamburg vol. 7 (1890), p. 15. (5) Die Lumbriciden-Fauna Nordamerikas, in: Abhandl. a. d. Geb. d. Naturwissenschaften, vol. 16, Hamburg 1899. (6) Cui corrisponderebbero i gen. Eisenia + Helodrilus + Octolasium, in : MicHaELsi.N, Oligochaeta (1900). NOR}. ge. zendovi in quell’anno il sottogen. Zopria ch'egli ritenne « alquanto provvisorio » (1). Per Bimastus venne da MICHAELSEN presa come tipo una specie nord-americana, A. (B.) palustris, descritta da MooRE (2), il quale aveva per: essa istituito, un genere nuovo (Bimastos), e le pose accanto: A. tumida Risen, A. Gieslerî Ude, A. parva Eisen, A. Beddardi Michlsn., A, constr icta Rosa, A. Eiîseni (Levins.), A. syriaca Rosa. La diagnosi di questo sottogenere. era: .« Erster Rickenpours meist auf Intersegmentalfurche 5/;, selten 4/., « oder 5]. Gurtel nicht inber die Intersegmentalfurche 3°/,., nach hinten « hinaus reichend; Pubertits-Tuberkeln mehr oder Nea undeut- « lich oder fehlend. Hoden und Samentrichter frei; 2 Paar Samensà- « cke von Dissepiment ‘°/,, und ‘‘,, in Segment 11 cina 12 hineinra-. « gend. Samentaschen fehlen ». MICHAELSEN, associandosi a Rosa, mantenne nel sottogenere Den- drobaena la specie di cui altra volta aveva considerato constr. quale « forma », ma riconobbe subito che « die Untergattung Bimastus ist « zweifellos mit der Untergattung Dendrobaena verwandt » (3). Nella monografia per « Das Tierreich » (1900) il vasto genere A/- lobophora è smembrato nei tre generi Zisenia, Helodrilus e Octolastium. Hetodrilus a sua volta comprende quattro sottogeneri (4), tra cui Bà- mastus, costituito come sopra è detto, da otto specie, e così diagno- sticato : « Gurtel hòchstens bis an Intersegmtf. *°/,, meist nicht so weit nach hinten gehend; Pubertitstuberkel fehlend oder undeutlich, nicht besonders scharf ausgepriigt. Minnliche Poren am 15. Segm. Mus- « kelmagen mehr als 1 Segm. einnehmend. Hoden un Samentrichter « frei; 2 Paar Samensicke vom Dissep. ‘°/,, und ‘/,, in das 11. und 2. Segm. hineinragand. Samentaschen fehlen. Meist kleine, roòtlich pigmentierte Formen ». Dal 1900 ad oggi il numero dei Bimastus s'è accresciuto di tre (5). A A À A (1) « Viaggio del Dr. E. Festa in Palestina, nel Libano e regioni vicine » II. Lumbricidi, in: Boll. Musei Torino, vol. 8, n. 160, p. 10. (2) In: Zoolog: Any. vol. 16 (1893) p. 333. (3) Quattro degli otto Bimastus erano da Rosa così ripartiti nel 1893: constricta, Eiseni nel sottogen. Dendrobaena, syriaca » » Eophila, tumida, parva incertae sedis, gli altri non gli erano ancora noti. (4) Allolobophora, Dendrobaena, Helodrilus, Bimastus; per Helodr. vedasi la nota 2 a pag. 9. (5) Cioè: norvegicus (Eisen), oculatus Hoffmstr. (v. più avanti), e minu- culus (Rosa). SSL — Ancora un quarto lombricida dovrebbe secondo MrcHAELSEN (1), essere annoverato tra i Binastus: quello ch'io descrissi nel 1901 sotto il nome di Zisenia rosea (Sav.) forma bimastoides, poichè, inteso il sot- togen. Bim. quale è diagnosticato in Das 'l'ierreich, « condurrebbero « appunto ad ammetterlo senz’altro in esso i caratteri forniti dall’ap- « parato riproduttore »; ma siccome cotesta forma dbimastoides « ... si « presenta nel suo /4c7zes complessivo simile all’ /. rosea (Sav.) io non « esito a ritenerla più vicina a questo che a qualsiasi altro Lumbricide, « nè credo pertanto necessario elevarla al grado di nuova specie » (2). Contro l'opinione di MicHAELSEN replicai recentemente (3) valen- dlomi anche del fatto che nel liquido celomico della forma da me so- stenuta si trovano quei particolari linfociti distinti da RosA col nome di mucociti (4), e finora segnalati soltanto in Zzsenia rosea (Sav.) [= A/olob. mucosa Eisen]. E ricordai pure esemplari che segnano un passaggio tra £. rosea typica ed E. r. bimast. Devesi aggiungere che queste due forme possono incontrarsi associate in una medesima lo- calità. Ritornando ora a Z. (B.) constrictus rammento ancora una volta la sua grandissima affinità con 7. (Dendr.) rubidus, talchè MIcHAELSEN dovette ammettere che « die Untergattung Bimastus ist zweitellos mit « der Untergattung Dendrobaena verwandt » (5). Se poi s’adottasse l'opinione espressa da questo autore riguardo alla forma bimastoides sopra ricordata dovrebbesi necessariamente riconoscere anche una strettissima parentela tra il sottogen. Bim4stus ed il gen. Hisenia. Ma un’altra specie, Z. (B7..) oculatus Hoffmstr., da MICHAELSEN recentemente (6) tolta dal sottogen. Eophita (= Helodrilus, s. s.), ove egli l’aveva altre volte collocata, prova una stretta parentela di 2- mastus ancora con quest'altro sottogenere, di cui riferisco la diagnosi da « Das Tierreich » (p. 496): « Gurtel mindestens bis an Intsegmtf. #*/,,, meist weiter nach hinten « reichend. M:innliche Poren am 15. Segm.; Samentaschenporen selten « fehlend, meist 2-7 Paar oder Gruppenpaare, in der Borstenlinie < cd oder, falls, Gruppen-paare vorkanden sind, teils in, teils. oberhalb (1) Die Geographische Verbreitung der Oligochaeten (1903), pag. 130. (2) In questo Bollettino, vol. 16, n. 404, pag. 20. (3) Lombrichi Liguri del Museo Civico di Genova, in » Ann. Mus. Genova, vol. 42, a pag. 107 e 108. e (4) I linfociti degli Oligocheti, in: Mem. R. Acc. Sc. Torino, ser. 2, v. 46, p. 172-175. (5) Loc. cit. in: Abh. Naturw. Hamburg, vol. 16 (1899), p. 6. (6) Die Lumbriciden-Fauna Norwegens und ihre Beziehungen, in: Ver- handlugen d. Naturw. Vereins in Hamburg 1902, 3, Folge IX, pag. 9. — Id -— A der Borstenlinie cd. Muskelmagen mehr als 1 Segm. einnehmend. Hoden und Samentrichter frei; 2 Paar Samensiicke vam Dissep. ‘°/,, « und ‘/,, in das 11. und 12. Segm. hineinragend. Samenthaschen meist « vorhanden, falls fehlend: Giuùrtel weit ilber Intsegmtf. ®/., hinaus « nach hinten reichend. Meist mittelgrosse, pigmentlose Formen ». Siccome 77. (B.) oculatus è munito di spermateche così MICHAELSEN conclude alla separazione dei due sottogen. Hophila e Bimastus « le- « diglich nach der Lage des Girtels, der bei 7. mindestens bis auf das | « 38, Segment hinauf, meist noch weiter nach hinten geht, bei 5. « hòchstens bis uber das 32. Segment, meist nicht so weit, geht » (1). Da quanto sono venuto esponendo risulta chiaro che se s’accoglies- sero in tutto le idee di MIcHAELSEN 2Bimastus mostrerebbe in fine stretti vincoli con due sottogeneri e con un genere distinto. Si considerino ora gli altri B7nastus. H. (B.) norvegicus (Eis.) è affinissimo a constrictus, dal quale differisce essenzialmente per le dimensioni un po’ maggiori e pel possedere spermateche (2), caratteri che lo accostano assai a Z. (D.) rubidus, dalla qual specie va distinto pel numero minore di vescicole seminali e per la maggiore estensione dei tubercula pubertatis. MicHAELSEN espresse perfino l'opinione che norvegicus sia « nur eine Varietit oder Ruckschlagsform von Z. constrictus », ovvero « wahrscheinlich nur eine lokal beschrànktr Ruùckschlagsform » (3), di questa specie peregrina (4). Rimangono infine otto Bimastus : patustris, tummidus, Giesleri, parvus, Beddardi, minusculus, Eiseni, e syriacus, pei quali non è facile pre- cisare dei rapporti di parentela con specie di altri gruppi di Lumbri- cidae, a meno che non si voglia collegarli al sottogen. Eophzla pel solo fatto che maggiormente vi si accostano nel complesso dei caratteri, À CS (1) Lumbr.-Fauna Norveg., in: loc. cit. (2) H.(B.) norv. ha sempre tubercula pubertatis, e più estesi ('/, 28-31) di quelli che compaiono talvolta in constr. (v. pag. 11, e anche in: Das Tier- reich, Lief. 10, p. 501). (3) Die Geogr. Verbr. d. Olig., 1903, p. 141 e 150. (4) Reputo trascurabili le differenze che si possono incontrare nei valori degl’intervalli parziali fra le setole dall’una all’altra delle tre specie norve- gicus, constrictus e rubidus. Invero i rapporti tra i singoli intervalli possono oscillare en/ro un certo limite, dipendendo essi dal vario grado di contrazione dei muscoli del tubo somati8o. Da osservazioni mie e da « Das Tierreich » (Lief. 10, p. 504) ricavo: per norvegicus aa = 2 ab aa=4‘/;be aa=*lcd aa = !/, dd | aa > 2 ad iL, ala 4 LI » constrictus l aa<3ab aa = be aa pocod*/, cd aa poco> !/, da » rubidus anapoco>2 ab aa poco > be aa poco>S/x cd aa poco>!/} dd sù I appunto come ha fatto MIcHAFLSEN (1), unendo ancora ad essi constri- ctus, norvegicus, ocutatus e la forma bimastoides di Eisenia rosea. L'oculatus di HorFrMEISTER sarebbe in tal caso l’anello di congiunzione. Ma una simile soluzione non mì sembra accettabile: risultano troppo evidenti l’artificiosità del sottogen. Bir4stus e la sua origine polifi- letica. Onde si deve concludere che la comunanza di certi caratteri in talune specie è dovuta a un fenomeno di convergenza (2). Questo specehietto ne da un’idea chiara: Eisenia Eophila Dendrobaena rosea i rubidus f. bimastoi.les oculalus constriclus I spe POT CENE Bimastus pal. tum. (iels. parv. Bedd. minusc. Fis. syr. Nè è agevole risolvere appieno la questione seguendo un metodo naturale: la stessa distribuzione non mi pare stia in appoggio al sot- togen. Bimastus costituito come vorrebbe MICHAELSEN. In un’opera di carattere specialmente pratico quale è « Das Tier- reich » può tornar utile e soprattutto comodo ammettere dei gruppi artificiali, ma questi non possono sfuggire alla critica quando l’esten- dersi delle conoscenze a loro riguardo permette d’intravvedere lo schema più confacente di una classificazione filogenetica: « Die Ver- « wandschaftsverhiltnisse innerhalb der Familie LwWbricidae sind « nicht ganz Klar iùbersichtlich » (3), e ciò a malgrado che cotesta famiglia sia la meglio nota di tutto l'ordine (4). Quanto a Binastus mi pare sarebbe più opportuno separarne le specie delle quali si può affermare la parentela con specie annoverate in gruppi più naturali (Dendrobaena, Eisenia) e lasciarvi le altre a formare un gruppo provvisorio incertae sedis. (1) Geogr. Verbr. Olig., 1903, p. 129 e 130. (2) Oltre al numero ridotto di vescicole seminali, carattere distintivo co- mune a tutti i Bizastus sarebbe la posizione del margine posteriore del cli- tello (v. pag. 14). (3) MicHaeLsen, Geogr. Verbr. Olig. 1903, p. 130. (4) In un mio lavoro sui « Lombricidi dei Pirenei » (ft questo Bollettino, vol. 19, n. 476) ho messo chiaro (pag. 13) le difficoltà che sorgono circa la esatta classificazione di alcune forme meroandriche. Octolasium lacteum (0rley). 1900. O. /., MicHarLseN, Oligochaeta, in: as Tierreich, Lief. 10, p 506, ubi liter. 1908. O. 2, COGNETTI, in: Boll. Mus. Torino, vol. 18, n. 434, p. 3. Docankhi8)} 317,829 42% IPF 19<1}023) 37 Un esemplare è anomalo nella posizione delle spermateche aperte in direzione delle setole dorsali superiori (4). Octolasium transpadanum (Rosa). 1900. O. ., MicHAELSEN, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief 10, pag. 507, ubi liter. 1905. O. /., COGNETTI, in: Ann. Mus. Civ. Genova, vol. 42, p. 126. Loc.: 18,21, 22,29. Due esemplari adulti di loc. 22 mostrano il clitello esteso sui seg- menti 27-36.37 e i tubercula pubertatis (? 28.....) 32-86, mal distinti prima del 32°, dimensioni superiori ai 100 mm. in lunghezza e ai 7 mm. in diametro, segmenti circa 125, mentre hanno spermateche in numero di 5 paia aperte agl’intersegmenti ‘/,-'/,, e disposte nei segmenti 7° (due paia), 8°, 10°, 11°. . Li considero come anomali, ma essi provano la stretta affinità che v'ha tra questa specie e 0. complanatum (a. Dug.). Octolasium lissaense (Michìsn.). 1900. O. ., MicHa&usEeN, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10, pag. 507, \ ubi liter. 1902..0. croaticum, f. typica + var. argoviense, MicHAELSEN, in: Mitt. Mus. Hamburg, vol. 19, p. 51 e 52, ubi liter. Loc. : **, 4, 9, 12, 17, 33, 35, 36, 38. . Ho preferito rifondere, almeno in via provvisoria, le specie distinte da MIcHAELSEN nel 1902 poichè la serie di esemplari che ho avuto oc- casione di esaminare troppo spesso non mi permise di riconoscere delle entità sistematiche sufficientemente definite. Questa opinione aveva già espresso Rosa nel 1897 (1). Secondo MicHaELSEN le caratteristiche di- stintive sarebbero : O liss.: « Gurtel am 20.-36. Segm., Kopf epilobisch (< 4/3) ». O. croat. typ.: « Gùrtel am. 28-35. Segm., Kopf epi-tanylobisch (> fa) ». O. croat. argov.: « Gùrtel am 28.-34. Segm., Kopf epi- bis tanylobisch (> ‘) Aggiungasi che in tutti tre è stata segnalata una colorazione ros- sastra o violacea sul dorso, ben evidente alla regione preclitelliana, e (1) In questo Bollettino, vol. 12, n. 269, p. 4. i — che tutti tre hanno lunghezza: non superiore a 60 mm., diametro non superiore ai 4 mm., segmenti 80-123, come risulta dalle descrizioni di MICHAELSEN, Rosa, e BrRETSCHER. Gli esemplari ch'io esaminai corrispondono soltanto in parte a queste caratteristiche di colore e di dimensioni: soltanto quelli di loc. 2. 9, 12 (in tutto 14 adulti) sono violacei sul dorso, hanno lunghezza 25-35 mm., diametro 3 mm., e 85-100 segmenti; tutti gli altri (9 adulti) si distinguono pel colore cenerognolo, per dimensioni maggiori (lungh. -50- 80 mm., diam. 6-7 mm.) e pel maggior numero di segmenti (130 - 150). Quanto alle spermateche le trovai in numero di 5 o 6 paia, aperte agl’intersegmenti %/,-4°/,, 0 5/4-!°/1u 0. 5%-!5/135 costante in. tutti l'assenza di spermateche al 9° segmento. Per le altre earatteristiche: Loc. 2, quattro adulti: Clitello */; 27-34, tub. pub. 28-35; prostomio '/, » 9, tre . » ‘|,27.28-9495» > 2835.36 >» .4/, » 12, sette » » 21, 28-34 » » 28-35 Ri » 4, un » ee * 29-36 » » 29-36 » SD, >» » » 27-36 » » 27-36 » "a » 36, > » PRMBSTRZI 50" a AME BETA NT: GIO IRE >» 38, tre » » 27.28-36.37 » >» 28. 29-36.37 > 705 >» 33 bis, due > °° 26,27-35 » > 27.28-4/,95.95>» (ellapinzettàa co 1» ol» 0008 » Patria: 3.@ 9g Ecuador: Gualaquiza (800 metri circa di altitudine, regione. orientale), A a Questa specie la quale fa parte della raccolta del Dr. E. Festa era stata da me confusa coll’Ancistrogaster intermedia Burr. in un pre- cedente lavoro (1). Essa è affine all’Ancistrogaster aterrimus Borm. dalla quale differisce principalmente per la mancanza di ripiegature oblique laterali sui segmenti dell'addome e per la forma della pinzetta. (1) BoRELLI, in: Boll. Mus. Zool. e Anat. Comp. Torino, vol. X]X, n. 475, 1904. Lai A ti. dns stu unt è i sd ’ P di DI 14 Tot en sa LIONS MirtÈ CMLTI UE i 7 E Oo e DA US Gall bi EI i k (fi, aILLO0 IPC AZIO È ) VII BARI DO ANTEGONBAOO hs fa: dti oe duet efron e \IOYDTK sti60) ptmtot mE asi "9 atto! ppattionatità: n i "IU A ul rana - i, IE AREA Litto) iste 8 CIO O a 3% vi ‘ . ITC ik 2 rate to, ritto “atbgiioni to \asi 4 *p SIE ne; i se ni ran TETRA | i Lal pub ù HR 3 ‘ w ‘7 a si diri, 4 4 ri ' sfuita di (PP mr i; 13 0 i rn ——= “hp ù » ui / NI BT Li 4 ; (2% 2929 « Tip. Gerbone - Via Gaudenzio Ferrari, 3 - Torino © È ] AF 2 19IV/ \\b9F BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 529 pubblicato il 9 Giugno 1906 Vor. XXI Viaggio del Dr. Enrico Festa nel Darien, nell'Ecuador e regioni vicine XXXII. EDOARDO ZAVATTARI Imenotteri I. DIPLOPTERA. La regione neotropica, come ci si presenta oltremodo ricca di [forme in tutti i gruppi animali, così pure rispetto agli imenotteri ci offre numerosissimi i rappresentanti delle varie famiglie, che costituiscono questo ordine, con una grande quantità di generi peculiari e con la quasi totalità di specie proprie, che assumono spesso una distribuzione ben caratterizzata ed abbastanza costante. Rispetto ai Vespidi, che appunto ci interessano in questo momento, dopo i classici Zudes sur la Famille des Vespides e la successiva Sy- nopsis of American Wasps (Solitary Wasps) di Saussure, non abbiamo per un periodo di tempo assai lungo; ad eccezione di descrizioni di specie nuove pubblicate qua e là da vari autori, nessun lavoro abba- stanza importante, che riassuma in tutto od almeno in una parte co- spicua, le conoscenze, che intorno a questo gruppo si avevano fin allora, rispetto all'America Meridionale. In questi ultimi anni invece un grande risveglio si è avuto rispetto allo studio dei vespidi ameri- cani, e quasi contemporaneamente sono stati pubblicati parecchi lavori e revisioni importanti su tali argomenti. E fra gli investigatori e de- scrittori, che più contribuirono a questo risveglio, vanno ricordati : l'ox, Brethes, Bnvsson, Ducke, Schrottky, R. von Jhering, Schulz, Le ricerche loro però riguardano specialmente la Repubblica Ar- ventina e soprattutto il Brasile; è quindi con grande piacere che ho intrapreso lo studio della collezione formata dal Dott. cav. Enrico Festa nel Darien e soprattutto nell’Ecuador, poichè appunto proveniente dalla regione meno nota dell'America Meridionale. La collezione non è molto rieca, circa una cinquantina di specie, dato il numero grandissimo di Vespidi e soprattutto di Eumenidi che sì riscontrano nell'America Meridionale, tuttavia è molto interessante perchè contiene parecchie cose nuove. Vi si trova infatti il nuovo genere Hypochartergus, una forma molto caratteristica, che per l’apparato boccale si avvicina al genere Chnarlergus Lep., ma che per la forma dell'addome si stacca completamente da tutti i generi noti di vespidi ; esso ricorda invece il sottogenere Ancistrocerus degli Odynerus per la carena circolare del primo segmento. Notevole è pure una nuova specie del gen. Chartergus, il CA. pa- namensis, anche perchè è questa una delle poche forme che si spingono tanto al nord. Parecchie anche sono le nuove specie del gen. Polybia, gli esemplari del qual genere costituiscono oltre la metà di tutta la collezione, eccezione fatta pel Po/istes canadensis L., rappresentato da un numero grandissimo di esemplari, numero appunto, il quale mi ha permesso di osservare tutta la serie di forme e l’estrema variabilità li questa specie e di riunire insieme come già fece Schulz, le forme tenute separate, il P. canadensis L. ed il P. annularis L. ed anche la subspecie a,mazonicus Schulz. ; Notevolissimo è l'aver ritrovato l'Odynerus lapiensis Sauss. una forma molto localizzata dell'Ecuador e molto distinta e caratteristica. Pure interessante è l’Odynerus romandinus Sauss. forma questa, che ricorda moltissimo tutta la grande schiera degli Odynerus del Chili e del versante pacifico delle Ande, caratterizzati dalle due fascie gialle dell'addome e dalle ali rosse e brune, e che costituisce quasi insieme ad altre specie una forma di passaggio fra questi ultimi e gli Odyneris del Bacino del Rio delle Amazzoni e del Plata. Havvi pure una nuova specie di 4/4s/0» che io ho pubblicata or son due mesi in questo stesso bollettino. Nel suo insieme adunque, la collezione porta un notevole contributo alla conoscenza della fauna di queste regioni ancora poco note, e serve in parte a colmare alcune delle lacune, che restano nella fauna imenotterologica neotropicale. Credo utile di fare seguire l'elenco delle località, dove vennero rac- colti gli imenotteri studiati con alcune indicazioni, che servono a rin- tracciarle facilmente, DARIEN. Colon, situato nella costa atlantica nell’istmo di Panama. Rio Cianati, sbocca nel golfo di San Miguel sul Pacifico. Rio Lara, affluente del Rio Sabana che sbocca nel golfo di S. Miguel. Punta de Sabana, promontorio situato a destra dello sbocco del Rio Sabana. Laguna della Pita, estuario sulla costa nei pressi della Punta de Sabana. ECUADOR. Gualaquiza (800 m. s. 1. d. m.), Ecuador orientale. Pun » » San José (1800 m. s. 1. d. m.) > » Manta » » Rio Santiago (500-600 m. s. 1. d. m.). E un afuente di sinist. del Maranon. Cuenca (2580 m. s. 1. d. m.). Regione interandina. Canar (3176 m. s. l. d. m.). » » Nieblì, situato presso Quito » > Iliniza, sulle montagne presso Quito » » La Conception (1400 m. s. 1. d. m.), situato nella valle del Rio Chote, che nella sua parte inferiore prende il nome di Rio Mira. Balzar Ecuador occidentale. Guayaquil » » Vinces » » Cuchipamba » » Baia di Caraquez » » Rio Peripa, affluente del Rio Daule » » Tunaco. Colombia in vicinanza del confine con la Repubb. dell'Ecuador. Fam. VESPIDAE. Gen. Caba R. v. Jhering. €. lechexuana Latr. var. velutina Spin., Ann. Soc. Ent. France, X. (1841), p. 126, n. 77. — Sauss., Études sur la famille des Vespides, II, p. 231, n. 7. — Buysson, Mouographie de Nectarina, Ann. Soc. Ent. Franc. LXXIV (1905), p. 563, n. 8 bis. 1 solo esemplare ® di Colon. Già prima ancora che fosse pubblicata la monografia di Buysson, io pure ero venuto nella convinzione che la C. rvelulina Spin. non po- tesse considerarsi come specie distinta, poichè la variazione che subisce la pubescenza del capo e del torace è molto grande, come avevo po- tuto osservare in una serie di C, lecheguana Latr. della Repubblica Di. ee Argentina; variazione, che del resto si riscontra pure nei tipi di Spi- nola. Invero già Saussure aveva accennato a questo dubbio colle parole: « je ne suis pas convaincu que ces espéces (lecheguana Latr. et velutina Spin.) soient distinctes ». Gen. Chartergus Lep. Ch. laticincetns Ducke, Boletim do Museu Goeldi, Vol. IV, 1904, p. 330, n. 2. 1 esemplare 9 di Vinces. È notevole l’aver ritrovata questa specie descritta di Belem do Parà fino nell’Ecuador occidentale. Il mio esemplare presenta tuttavia qualche variazione, così il margine anteriore del protorace è un poco orlato di giallo, le tegule sono gialle con una macchia nera nel mezzo, il terzo tergite non presenta la piccola macchia gialla nel mezzo del suo margine apicale, il quinto tergite anzichè una fascia gialla pre- senta un punto mediano e due laterali; finalmente i segmenti ventrali dal secondo al quinto presentano il loro margine apicale orlato d'una fascia gialla, più ampia sul secondo sternite, più ristretta negli altri. Ducke non fa accenno alcuno alla colorazione ventrale della sua specie, per cui ho. supposto, che ciò fosse una dimenticanza, data la concordanza degli altri caratteri, sopratutto quelli di struttura. Non avendo però ricevuta risposta dal Dott. Ducke riguardo alla surrife- rita disposizione ed. essendo d'altra parte terminato questo studio, pubblico senz’altro il mio individuo di Vinces sotto il nome di laticin- ctus Ducke, ritenendone giusta la determinazione, riservandomi però qualora le mie previsioni non si avverassero, di farne una successiva rettifica. Ch. panamensis, n. sp. Q Parvus niger, facei lineolis duabus lateralibus punclisque mediis, marginibus prothoracis, scutellis, maculis mesopleuris, segmentorum omnium abdominis marginibus fiavo ornatis. Segmentum abdonminis primum brevissimum planum ut in Cabis. Long. tot. 7 ‘/, mm. par. 6 mm. alae 5/, mm. . Piccolo, nero lucente, finamente punteggiato, leggerissimamente pubescente. «Capo piuttosto largo, depresso, margine occipitale distinto, ocelli in triangolo equilatero. Tempie molto ristrette, occhi allungati raggiun- genti la base delle mandibole, le quali sono ristrette nel mezzo, fornite di,quattro denti disposti in linea obliqua, l’ultimo smusso. Clipeo cor- diforme un pò più largo che alto, con il margine inferiore tondeggiante, smusso, antenne inserite piuttosto in basso, molto vicino al clipeo. » | Torace elittico. Protorace col margine anteriore lievemente ribor- dato ed un poco ondulato, angoli laterali sporgenti. Mesotorace trape- zoide a lato minore volto in avanti, convesso nel mezzo. Scudetto rettangolare, abbastanza grande, un po’ rialzato, postscudetto trian- golare. Metatorace con la parte orizzontale ridottissima subito rivolto in basso, concavo nel mezzo, rilevato lateralmente con i margini smussi tondeggianti. Addome con il primo segmento molto breve discoidale, applicato contro la base del secondo, come nel genere Cada, tuttavia non così piccolo, secondo segmento molto grande, globoso un poco più ristretto alla sua estremità posteriore. Di colore fondamentalmente scuro. Mandibole testacee alla metà apicale. Antenne nere con -lo scapo testaceo in avanti. Gialle sono: le orbite esterne, una linea, che partendo dal seno degli occhi, scende lungo il margine interno del lobo inferiore dell’occhio stesso, ornando pure il margine del clipeo per raggiungere il suo angolo inferiore dove sì incontra con quella del lato opposto, in modo che le due linee in- sieme assumono una forma di un V; due piccole macchie ovali fra la base delle antenne; i due margini del protorace, una linea sottile sulle mesopleure sotto la radice delle ali, la massima parte dello scu- detto e postscudetto; solco interscutellare nero. 'Tutti i segmenti del- l’addome sono ornati al loro apice di una ristretta fascia gialla; la quale li orna pure ventralmente ad eccezione del primo, nel mezzo del margine del primo segmento havvi una piccola depressione nera, ano nero, zampe nere, testacee alle tibie ed ai tarsi, anche anteriormente macchiate un poco di giallo. Ali ialine un poco grigie; stigma e ner- vature nero testacee, squame alari nere alquanto testacee nel mezzo. 1 esemplare 9. di Colon. Ascrivo questa nuova specie al gen. Chartergus Lep., seguendo l'opinione del Ducke, il quale abolisce il gen. Chrarterginus Fox, po- nendo le tre specie del Fox in parte nel gen. Chartergus ed in parte nel gen. Polybia Lep. facendo appunto del gen. Charterginus un sot- togenere di quest’ultimo genere. Tuttavia il Chartergus panamensis potrebbe essere un Charterginus data sopratutto la forma delle man- dibole e del capo. Ma la mancanza completa di materiale, possedendo un solo esemplare riferibile, senza dubbio, al gen. Chartergus, mi im- pedisce assolutamente di farmi un concetto del valore dei caratteri differenziali di questi due generi. Deve la nuova specie essere assai vicina al Charterginus cincteltus Fox ed alla Nectarina (Chartergus) chartergoides Grib. ed ha un facies alquanto simile al ChRartergus zonatus Spin. e si riferisce al settimo gruppo (grupo do nitidus Ducke) di Ducke, o forse costituisce una formà di passaggio al sesto gruppo (grupo do cinctellus Fox), pure sempre secondo il nuovo ordinamento proposto da Ducke (Boletim do Museu Goeldi, Vol. IV, 1904, p. 325 e seg.). Hypochartergus, n. g. Labbro corto; palpi labiali costituiti di quattro arvicoli dei quali il primo ed il secondo di uguale lunghezza, il terzo assai più corto, il quarto, più lungo del terzo, ma più corto del secondo (fig. 1, x 30). Mascelle con la galea corta; palpi mascellari di sei articoli tutti assai brevi, andando lentamente diminuendo dal primo all’ultimo, so- lamente questo assai più lungo del quinto (fig. 2. x 30). Mandibole a margini quasi paralleli, appena lievemente ristretti nel mezzo, margine libero fornito di quattro denti disposti in una linea obliqua, il primo smusso, gli altri invece acuti (fig. 3 di fianco, fig. 4 di fronte. x 30). Testa piatta, epistoma pentagonale, occhi raggiungenti la base delle mandibole; ocelli disposti in triangolo equilatero. Antenne corte lie- vemente ingrossate verso l’apice, costituite da articoli brevi, stretta- mente serrati gli uni agli altri. Torace quadrangolare, gli angoli anteriori inferiori del pronoto salienti, acuti, scudetto e postcudetto rettangolari, metatorace quasi verticale, lievemente incavato a margini laterali tondeggianti, poco manifesti. i Addome conico, primo segmento brevemente peduncolato, allargato subitamente, appiattito a guisa di disco, abbracciante tutta la base del secondo, presentante in vicinanza del suo margine, una cresta cir- colare ben visibile. Secondo segmento depresso nella sua parte apicale, nel mezzo la depressione è suddivisa in due aree da una cresta lon- gitudinale che occupa la metà posteriore del tergite (fig. 5. x 6). Gli altri segmenti normali. — Ali come nel genere Chartergus. SS RA 5 e SPE co Lai “I Hyp. carinatus, n. sp. Q Niger, opulentissime flavo pictus, capite flavo inurima parte, ma- cula nigra diademulis; thorace nigro, prothorace flavolimbato, me- sothorace lineis qualtuor, sculellis, mesopleuris flaro piclis. Segmentis abdominis omnibus lalissùne flavo inarginatis. Pedes nigri flavo variegati. Long. tot. 10 mm.; par. 8 mm.; alae 7 ‘/, mm. Capo finemente punteggiato, occipite senza creste, terminante però lateralmente dietro agli occhi all’unione con le guancie con un piccolo angolo spiniforme. Mandibole quadridentate, giallo brune, col margine triturante bruno, clipeo lucente, giallo lievemente coperto di peluria argentea con una piccola macchia nera nella sua parte superiore con- fluente con la macchia nera, che occupa la regione interantennare. Orbite interne ed esterne gialle, così pure una marginatura sull’oc- cipite e lo spazio situato fra il seno degli occhi e le antenne, in modo da delimitare un’area elittica nera abbracciante gli ocelli; tra gli ocelli però stanno due piccole macchioline gialle. Antenne nero brune, con l’apice rossigno inferiormente, scapo giallo in avanti e sotto alla base. Torace un po’ tozzo, globoso, quadrangolare, col margine anteriore alquanto curvo, con quello posteriore rettilineo ben marcato; punteg- giato assai grossolanamente sopratutto alla parte posteriore. Protorace col margine posteriore fortemente arcuato, con quello anteriore leg- germente curvo, terminante lateralmente ed in basso con due angoli spiniformi, colorato di giallo lungo tutto il suo margine posteriore e nella sua parte mediana, macchiato di nero agli angoli in vicinanza dell’inserzione delle ali. Mesotorace convesso, nero ornato di quattro strie gialle, due nel mezzo e due sui lati più brevi in vicinanza delle ali. Mesopleure rugose, convesse, determinanti due solchi profondi nelle ® sue congiunzioni con il protorace ed il metatorace, riccamente ornate di giallo. Scudetto rettangolare giallo, con una sottile impressione lon- gitudinale nel mezzo nera, postscudetto pure giallo, solco interscutel- lare nero. Metatorace grossolanamente punteggiato, cordiforme, obliquo in basso, lievemente depresso nel mezzo, più rialzato ai lati. Anche delle zampe nere, ornate di giallo in avanti, femori neri macchiati di giallo più abbondantemente sulle zampe anteriori e medie, tibie e tarsi quasi completamente gialli, ultimi articoli tarsali alquanto più oscuri. Ali ialine lutescenti, con il margine un po’ più oscuro, nervature e stigma testaceo, tegule gialle. Addome punteggiato, punti poco profondi e non molto fitti, ricoperto di una pubescenza breve, fina, sericea. Primo segmento brevemente peduncolate, allargato subito dopo il peziolo, ed appiattito, abbracciante la base del secondo. Esso presenta presso il margine anteriore una cresta sporgente, la quale non è perfettamente circolare, ma in alto si appiattisce e per un tratto decorre quasi rettilinea ; questa disposi- zione ricorda un poco la forma del primo tergite di certi Odynerus appartenenti al sottogenere Anczstocerus. La colorazione di questo seg- mento è fondamentalmente nera, con una larga marginatura apicale gialla. Secondo segmento molto più grande degli altri, con la metà apicale depressa, fornito nel mezzo di una cresta a margine libero smusso tondeggiante, longitudinale, che occupa soltanto la metà apicale del segmento, inferiormente lo sternite è alquanto rigonfio alla base. Questo secondo tergite è nero, ornato di una larga fascia gialla api- cale un po’ ondulata sul suo margine anteriore, alquanto ristretta sui lati, dove si ripiega per bordare anche i margini laterali. Gli altri tergiti sono pure neri, marginati di giallo. Tutti gli sterniti sono neri ed eccettuato il primo, sono marginati di un giallo più oscuro di quello che orna la parte superiore dell’addome, e nel secondo la colorazione si estende alquanto sui lati. Il giallo che orna questo insetto non è brillante, è bensì un giallo un po’ bruno, ocraceo. 1 solo esemplare 9 catturato in una foresta presso le sponde del. Rio Cianati. E questa una forma che si stacca notevolmente da tutte le altre forme di vespidi ad addome brevemente pedunculato. La forma del- l’addome è caratteristica e ravvicina questo genere agli Odynerws, ma la mancanza assoluta di denti alle unghie lo fanno ascrivere alla fa- miglia dei Vespidi, l'apparato boccale si avvicina a quello del genere Chartergus, tuttavia ne differisce per il rapporto di lunghezza che esiste fra i vari articoli sopratutto dei palpi labiali, nei quali manca pure quel pelo caratteristico grande arcuato unciniforme. Credo quindi * per queste ragioni che sia più che giustificata la ragione di ereare un nuovo genere. Gen. Polistes Latr. ”. canaidensis Lin., Syst. Nat. Ed. 10, p. 574, n. 15. — Sauss., op. cit. II, p. 72, n. 32. - Jhering, As Vespas sociaes do Brazil, Rivista.do Museo Paulista, ‘Vol. ‘VI. 1904) p. 176, n. 17. P. ammularis Lin. Syst. Nat., p. 950, n. 9. — Sauss., op. cit., p. 79, n. 41. — Jhering, op. cit, p. 147, n. 20. P.o anentaris (L.) und eanafonsis (L.) Schulz. Berl. Ent. Zeitschrift, XLVIII, B. 1908, p. 255. P. canadensis amazoniens Schulz, Hymenopteren Studien Leipzig 1905, p. 113 Molti esemplari dei vari sessi di Vinces, Balzar, Guayaquil, Tumaco, La Conception, ed oltre un centinaio della punta di Sabana. a | a Molti degli esemplari non corrispondono che in parte, alla descrizione li Saussure. Recentemente Schulz (Myrenopteren Studien, Leipzig, 1905), ha istituita una sottospecie il Polistes canadensis amazonicus, per avere sopratutto « Scnezle! beiderseits bis zum mittleren Wangen- teîle herab hellgetb ».Io credo però, specialmente per l'osservazione dei numerosissimi esemplari della punta di Sabana, provenienti tutti dallo stesso nido, che sia impossibile fare una distinzione fra sottospecie e specie. Infatti la variabilità è enorme. Da individui a capo rosso bruno si passa ad altri con il capo nella metà superiore gialla per giungere finalmente ad esemplari a testa totalmente gialla, appena un po’ ros- sastra intorno alla bocca. Parimenti la colorazione del corpo passa dal rosso bruno ad un nero pece solo attenuato agli ultimi segmenti addominali. Le ali in alcuni sono completamente brune con riflessi violacei, in altri hanno la metà basale oscura a riflessi viola e la metà apicale testacea opaca senza riflessi. Alcuni esemplari presentano il primo segmento dell’ad- dome orlato di una linea gialla. Tutte le variazioni accennate si riscon- trano in esemplari provenienti dallo stesso nido, per cui è dimostrato essere impossibile istituire delle specie, sottospecie o delle varietà, poichè ciascun individuo può costituire il tipo per descriverne una nuova. Riunisco quindi insieme il P. canadensis L. al’annularis L., seguendo l’opinione di Schulz, come pure la nuova sottospecie P. cana- densîs amazonicus Schulz perchè credo, per le ragioni suesposte, sia impossibile tenerle distinte. La colorazione dei favi è grigiastro-giallognola a strie alternate chiare ed oscure. P. aterrimus Sauss, Études Fam. Vesp. II, p. 73, n. 33. — Jhering, op. cit. p. 140, n. 9. 2 esemplari $ di San Josè e Valle del Rio Santiago. P. rnfidens Sauss., Étud. Fam. Vesp. II, p. 77. n. 88. 1 esemplare $ di Niebli. Ho confrontato questo individuo con l’unico esemplare di questa specie della collezione Spinola, esemplare proveniente da Cuba, però quest’ultimo appartiene alla varietà con la testa ed il corsaletto rosso ferrugineo, mentre il mio esemplare è completamente nero, esso inoltre presenta anche l’estremità dell’epistoma di un rosso cupo ferrugineo simile a quello che colora le mandibole e le zampe. i. versieolor Oliv., Encycl. Méth. Insect. VI, p. 692, n. 114. — Sauss., op. cit., p. 81, n. 44. — Jhering, op. cit., p. 134, n. 1. 5 esemplari $ di Vinces, Gualaquiza, Manta, Bahia de Caraquez e Punta de Sabana, Seal Gen. $Symoeca Sauss. S. surimana L., Syst. Nat. Ed. 12, I, 2, p. 952, n. 23. — Sauss., op. cit., p. 158, n. 1. — Jhering. op. cit., p. 155, n. 1. 1 esemplare 9 di Gualaquiza. S. cyanea Fab., Syst. Ent., p. 372, n. 45. — Sauss., op. cit., p. 159; n. 2. — Jhering, op. cit., p. 156, n. 4. 6 esemplari $ di Tumaco, Vinces, Balzar ed un solo della Punta de Sabana. Quest'ultimo si riferisce senza dubbio a questa specie, benchè presenti qualche differenza; così la metà superiore dell’epistoma è azzurro lucente e questa colorazione passa poi gradatamente con quella rosso bruna della parte inferiore. Rimasi dubbioso se questa colora- zione potesse farla riferire alla specie ulramarina Sauss. ma manca assolutamente qualsiasi accenno al « carrè noir au milieu » che la caratterizza, e per di più presenta la colorazione rosso bruna al di- sopra della base delle mandibole. Finalmente in questo individuo la estrema punta dello scapo ed il secondo articolo delle antenne sono rosso brune, come le mandibole ed il clipeo. Gen. Tatua Sauss. T. tatna Cuvier, Bull. Soc. Philon. Par. Vol. I, p. 57. — Sauss., op. cit., p. 214, n. 1. — Jhering, op. cit., p. 159, n. 1. 2 esemplari $ di San Josè e Balzar. Gen. Apoîca Lep. Pi arborea Sauss., Étud. Fam. Vesp. II, p. 108, n. 3. — Jhering, op. cit., p. 163, n. 4. 1 esemplare 9 di Cuenca. Gen. Polybia Lep. P. minutissima Spin, Mem. Ace. Sc. Torino, XXIII, 1853, p. 78, n. 59. — Sauss., op. cit., p. 170, n. 4. — Jhering, op. cit., p. 178, n. 4. 1 esemplare $ delle foreste del Rio Cianati. P. sedula Sauss., Étud. Fam. Vesp. II. pag. 169, n. 3. — Jhering, op. cit, MOST, 05, 1 esemplare % delle foreste presso la laguna della Pita. EP. Cameranii n. sp. Q Minima, crassa, prothorace laleraliter angulato, mesonoti disco circulari, melathorace medio canaliculato, abdominis segmento primo brevi, parvo, discoidali, secundo maximo, globoso. Nigra, facie, prothoracis marginibus, imaculis mesopleuris, Scu- tellis, lineis duabus methathorace, segmentorum primi, secundi ter- liique marginibus el disco secundi, flavo pictis, SRL Alis hyalinis, cellula cubitali secunda minima, tertio laliori quam. alta, quarta magna. Div. a (I div.) Sauss. Long. tot. 5 mm.; par. 4‘/,; alae 4 mm. Molto piccola, globosa, nera ornata di giallo. Testa larga, appiat- tita, clipeo terminato ad angolo ottuso, occhi molto allungati, raggiun- genti la base delle mandibole, ocelli assai meno distanti fra di loro che dagli occhi; antenne ingrossate all’apice inserite molto vicino alla base del clipeo. Protorace tondeggiante nel mezzo, terminato lateralmente da due angoli ben visibili, sporgenti. Disco del mesotorace quasi circolare. Metatorace profondamente scavato nel mezzo, sopratutto nella parte superiore con i margini laterali tondeggianti, rilevati. Addome molto globoso, primo segmento brevemente peduncolato poi allargato in un piccolo disco convesso, di metà più ristretto del secondo segmento, il quale è molto grande, globoso, costituente da solo quasi tutto l’addome. Gli altri segmenti sono brevi, molto più piccoli. Ali con la seconda cellula cubitale molto piccola, la terza più larga che alta, la quarta molto ampia. Fondamentalmente nera. Clipeo mar- ginato, meno alla sua base, di una fascia gialla, che sale lungo il mar- gine interno dell’occhio fino al suo seno. Orbite esterne ed una macchia quadrangolare fra la base delle antenne gialla. Mandibole gialle alla base con la parte apicale rossastra. Antenne picee in alto e posterior- mente, ferruginee in avanti. Margine anteriore del protorace con una linea gialla interrotta finamente nel mezzo, che cessa in vicinanza degli angoli, i quali sono ornati ciascuno di una piccola macchia gialla triangolare sul suo apice; margine posteriore pure listato di giallo. Una macchia rettangolare disposta obbliquamente sotto la radice delle ali. Una piccola macchia pure gialla orna ciascun angolo anteriore dello scudetto, postscudetto con una linea gialla interrotta nel mezzo, metatorace avente da ambe le parti una macchia reniforme a conca. vità mediale. Zampe ferruginee con le anche anteriori macchiate di giallo in avanti. Primo tergite con una fascia apicale gialla. Secondo tergite ornato pure di una fascia apicale gialla, che lateralmente si ripiega lungo i margini, e quivi si dilata alquanto in due macchie ovali fuse però lateralmente colla marginatura. Nel mezzo di questo tergite alla base havvi una macchia gialla piriforme. Terzo tergite ornato di una fascia gialla, come sono pure ornati il secondo e terzo sternîte. Ali ialine iridescenti, nervature e stigma bruni, tegule gialle medialmente, ferruginee lateralmente. 1 esemplare 9 o ® della Punta de Sabana. Questa specie è riferibile alla divisione « (I div.) di Saussure ed è assai vicina alla P. pumita Sauss. ed alla P. bella Jhr., tuttavia ne AT pre differisce notevolmente per la colorazione sopratutto del capo e del- l'addome. P. liliacen Fab., Syst. Piez., p. 271, n. 10. — Sauss, op. cit., p. 174, n. 10. Jhering, op. cit., p. 199, n. 34. 3 esemplari 9 di Gualaquiza e Valle Rio Santiago. Schulz cita pure (.S7z. Arad. Munk., XXXIII, 1903, p. 789), questa specie del Rio Napa nell’ Ecuador ed aggiunge: « Das betreffende (weibliche) Stiick weicht von denen vom Amazon dadurk ab, dass seine Mandibeln nichit ganz schwarz geftirbi sind, sordern einen hetl- gelben Fleck an der Basis aufiweisen ». Ora i tre esemplari dell’ E- cuador della collezione Festa non presentano traccia alcuna di questa colorazione. P. Jurinei Sauss., Étud. Fam. Vesp. II, p. 176, n. 12. — Jhering, op. cit., p. 194, n. 26. 1 esemplare 9 della Valle del Rio Santiago. P. chrysothorax Weber, Obs. Ent., p. 103, n. 9. — Sauss., op. cit. II, p. 179, n. 16. — Jhering, op. cit., p. 203, n. 41. 1 esemplare ® della Valle del Rio Santiago. P. nigra Sauss. (atra Sauss.), Étud. Fam. Vesp. II, p. 181, n. 20. Atlas pl. XXIV, fig. 1, notes. — Jhering, op. cit., p. 188. n. 18. 3 esemplari $ di Vinces e San José. P. flavicincta Fox, Proc. Acad. Nat. Sc. Philad. 1898, III, p. 452. — Jhering, op. cit, p. 185, n. 29. 4 esemplari % di Vinces. Credo che a questa specie si riferiscano i quattro esemplari sur- riferiti, benchè piuttosto che alla /. /ugubriîs Sauss. io le avvicinerei alla P. chrysothoraxr Web. e non alla anguticollis Sp., colla quale non ha nessuna comunità di carattere morfologico e perchè la colorazione delle zampe è ben differente essendo gialla e non bruna. Non mi pare, se son ben determinati questi esemplari, che non possano assolutamente rammentare quest’ultima specie. P. litoralis n. sp. cd Media, nigra, pubescens, prothoracis margine postico, anteriori postsculelli, segmentorumque abdominis omnium marginibus decolo- ratis, pallidis, praecipue ventraliter. Alae ad costam flavescentes, stigma nigro cellula radiali obscurata. Pethiolus brevior quam thorace, campanulatus ; cellula cubitatis lertia allior quam lala, quarta magna. div. (II div.) di Saussure. Long. corp. tot. 13 mm.; part. 10 mm.; alae 9 mm. Capo non depresso, clipeo pentagonale, lucente con un solco me- diano nella parte inferiore, terminante ad angolo acuto, occhi non — 13 — raggiungenti la base delle mandibole, ma molto prossimi ad essa, an- tenne inserite alquanto in alto dalla base del clipeo. Torace piuttosto breve, protorace a margine anteriore rialzato, lateralmente angoloso ad angoli smussi, non molto pronunciati. Disco mesotoracico leggerissimamente impresso da una linea mediana nella metà anteriore. Metatorace non molto allungato, convesso appena sol- cato nel mezzo. Peziolo fortemente campanulato, rigonfio, breve come nella Polybia siricea Oliv. il resto dell'addome normale. Ali con la seconda cellula cubitale trapezoide, la terza più alta che larga, allargata all’esterno, quarta più grande della seconda e terza riunite insieme. Di colore fondamentalmente nera, ricoperta di una fina pubescenza biancastra. Capo ed antenne nere, una piccola macchiolina bianco gial- lastra sulla base delle mandibole. Torace nero, margine posteriore del protorace ed anteriore del postscudetto listati pure di bianco giallastro. Addome nero un po’ bruno; primo tergite marginato di bianco gial- lastro, i margini estremi degli altri segmenti appena leggerissimamente decolorati nel mezzo, marginati strettamente di bruno giallastro ai lati; gli sterniti dal secondo al quinto pure bordati di bianco gial- lastro, la marginatura ristretta ma ben distinta. Zampe nere, estremità dei tarsi appena un po’ più chiare. Ali ialine, flavescenti intensamente lungo la costa, cellula radiale ed una piccola parte della quarta cubitale in prossimità della radiale tinta invece di bruno, estremità dell’ala un poco grigiastra. Nervature testacee, stigma bruno, tegule ferruginee oscure. 5 esemplari © o ® della Punta de Sabana e delle foreste del Rio Peripa. Questa specie che non differisce morfologicamente dalle Po/ybia del secondo gruppo di Saussure, è molto distinta per la sua colorazione, che ricorda quella della 2. /Heresiana Schulz, specialmente per la dipin- tura ventrale, ma ne differisce per la colorazione del capo e delle ali. P. fasciata Lep., Encycl. Meth. Ins. X, 1825, p. 171, n. 4. — Sauss., op. cit., II, p. 182, n. 21. — Jhering, op. cit., p. 210, n. 54 (P. septentrionalis). 6 esemplari $ delle foreste del Rio Peripa e del Rio Santiago. Gli esemplari (5) del Rio Peripa presentano il fondo perfettamente nero e le linee giallo zolfo. Quello del Rio Santiago invece presenta il peziolo ed il secondo tergite fondamentalmente di colore castagno; questa disposizione l’ho pure ritrovata in numerosi esemplari di questa specie provenienti dalla Bolivia e dalla Repubblica Argentina. Non trovo giustificato il mutamento di nome proposto da Jhering per questa specie. Invero egli crede doversi usare un nuovo appella- 5 pile tivo, perchè il nome /asciata sarebbe di Olivier e si riferirebbe ad un’altra forma (prtisica Fab. 17983, Sauss.), ma occorre notare che il nome phtisica Fab. e quello di /asciata Oliv. vanno sostituiti con quello più antico /ulvofasciata di De Geer che è del 1775, mentre quello di Olivier è del 1791. — Quindi devesi chiamare la phiistca Fab. Sauss. col nome di fulvofasciata Degeer, e lasciare il nome di /asciata Lep. alla prima forma, invece di seplentrionatis da lui proposto. P. proeellosa n. sp. Q Media, corpore toto, pedibusque obscure ferrugineis, capite, meso- tIhoraci disco scutelloque mnigris, clipeo lateraliter mandibularumque basibus pallide flavo piclis. antennis mnigris scapo ferrugineo. Alis filavescentibus. Pethiolus brevior thorace, leviter campanulatus, oculi basim man- dibularum fere atlingenies, cellula cubitali terlia allior quam tata quarta magna. Div. 1 (LI div.) di Sauss. Long. corp. tot. 11 mm.; par. 9 mm.; alae 9 mm. Capo alquanto depresso, clipeo pentagonale terminato: da un angolo non molto ottuso, con un solco mediano nella parte inferiore, fornito di radi punti grandi e poco profondi. Occhi raggiungenti quasi la base delle mandibole. Ocelli disposti in triangolo equilatero, molto vicini gli uni agli altri, la distanza che separa i due superiori fra di loro è metà di quella che li separa dal margine interno dell’occhio. Torace allungato, protorace circolare, con il margine anteriore lie- vemente rialzato, mesotorace a margine anteriore pure circolare post- scudetto triangolare, metatorace piuttosto allungato appena solcato nel mezzo, il solco fra il postscutello ed il metatorace piuttosto pro- fondo. Peziolo campanulato, come nel secondo gruppo della divisione II di Saussure, rigonfiato, con un'impressione longitudinale, breve, mediana, alla sua estremità; gli altri segmenti normali, addome conico. Capo totalmente nero, una piccola macchia nella base delle man- dibole ed un’altra sugli angoli laterali inferiori del clipeo, gialle. Antenne nere, scapo e primo articolo del funicolo testacei. Torace completamente ferrugineo, solo il disco del mesotorace e lo scudetto perfettamente neri. Zampe pure testacee come il torace. Addome con il primo segmento completamente testaceo, il secondo testaceo alla base più oscuro all’estremità, gli altri segmenti pure testacei ma oscuri, che va gradatamente intensificandosi andando verso l’apice dell'addome. Segmenti ventrali dal secondo al quinto con il margine apicale colorato di un bianco grigiastro. | Ali trasparenti, grigio giallastre con lievissimi riflessi. Stigma te- staceo come pure le tegule, nervature brune. 1 esemplare $ 0 9 di San José. Questa specie è caratteristica per la sua colorazione, morfologica- mente non sì distingue dalle altre del gruppo a cui appartiene e ri- corda alquanto la Polybia rejecta Sauss., ma ne differisce per la colo- razione del torace. P. flavicans Fab., Syst. Piez, p. 276, n. 33. Sauss., op. cit. II, p. 183, n. 22, (P. testacea). — Jhering, op. cit., p. 43, n 44. 1 esemplare 9 di San José. Questa specie è già citata del Rio Napo nell’Ecuador dal Dr. Schulz. P. angulata Fab., Syst. Piez., p. 275, n. 32. — Sauss., op. cit. II, p. 185, n. 24. — Jhering, op. cit., p. 192, n. 23. 8 esemplari $ delle foreste del Rio Lara e di San José. P. fulvofasciata De Geer., Mém. Hist. Nat. III, p. 581, n. 4. — Sauss., op. cit. II, p. 186. n. 26 (P. pheivica). — Jhering, op. cit., p. 211, n. 56 (P. fasciata Oliv.). 8 esemplari $ di Balzar e San José. P. species? 8 esemplari 9 di Cuchipamba e Punta de Sabana. Forse una varietà della specie precedente ; presentano l’addome con la base di tutti i segmenti gialla. P. pallipes Oliv., Encycl. Meth. Ins. VI, p 675, n. 30. — Sauss, op. cit, p. 213, n. 57. 11 esemplari ® di Vinces, Balzar, Foreste della Valle del Rio San- tiago e della Laguna della Pita. P. aequatorialfs n. sp. 9 Media, bicolor, capite Ihoraceque nigris protorace flavo margi- nato, pedibus ferrugineis. Abdominis segmentis duobus primis supra testaceîs, ceteris nigris omnibus flavo marginatis, abdomine subtus ferrugineo flavo marginalo, ano nigro. Alis griseis ad costam valde flavescentibus cellula radiali obscurata. tegulis flavis. Oculis basim mandibularum fere allingentlibus, prothorace circulari, pethiolo valde longo, ad apicem infilato, laleraliter parve biltuberculato. cellula cubitali secunda parva, terliori, latiori, quarta latissima, st- cunda lentiaque simul sumplis inaiori. Div. 9 (ITI div.) di Sauss. Long. cor. tot. 12 mm.; par. 10 mm.; alae 10 mm. Capo alquanto depresso, clipeo pentagonale ad angolo inferiore ot- tuso, raggiungenti quasi la base delle mandibole, ocelli disposti in triangolo isoscele, l’anteriore alquanto allontanato dagli altri. Protorace circolare appena lievemente ribordato, disco del mesoto- race con il margine anteriore elittico. Metatorace poco allungato non solcato nel mezzo. Pedicello allungato, sottile, non così lungo come il torace, campa- si nulato, il rigonfiamento però si fa insensibilmente, da ciascun lato nella parte mediale presenta un piccolo rigonfiamento, un tubercoletto. Il resto dell’addome di forma ovale, alquanto depresso. Zampe piuttosto brevi. Ali con la seconda cellula cubitale non molto ristretta, terza quasi quadrangolare più larga, ma di poco, che alta, allargata verso la quarta, che è molto grande, maggiore della seconda e terza prese insieme. Capo ed antenne nere, una piccola macchia gialla nell’angolo de- limitato dal clipeo e dalle orbite interne in basso, dove esse si rag- giungono ed un’altra piccola macchia pure gialla sulla base delle mandibole, quest’ultima non costante, scapo rossigno. Margine posteriore del protorace, due piccoli punti sugli angoli laterali del postscudetto, qualche piccola linea sulle mesopleure, e due macchioline piccolissime sull’estremità del metatorace presso l’artico- lazione dell'addome gialle. Zampe giallo testaceo con le anche un po’ più oscure. Addome con il primo ed il secondo tergite ferruginei, un po’ più oscuri verso l’estremità, gli altri tergiti neri, tutti i segmenti margi- nati di giallo, la marginatura del secondo larga, frastagliata in avanti. Sterniti ferruginei chiaro, marginati di giallo; l’ano nero. Ali grigio giallastre, flavescenti sopratutto lungo la costa, cellula radiale più oscura, stigma testaceo, nervature brune, tegule ferruginee con una macchia oscura medialmente. s esemplari 9 o ® di Pun. Questa specie ricorda la P. rejecta Fab. e la P. sulcata Sauss., ma differisce dalla prima per le marginature gialle dell'addome, dalla se- conda per la colorazione più uniforme del capo e del torace e per il mesotorace non solcato, e da ambedue per la forma del peziolo che è in queste notevolmente campanulato, come nella seconda divisione (div. +) di Sauss. mentre la P. aequatorialis è per la forma di esso allungata, campanulata lungamente, riferibile alla terza divisione di Saussure (div. 9). P. occidentalis Oliv., Encycl. Meth. Ins. VI, p. 673, n. 31. — Sauss., op. cit. p. 194, n. 35. — Jhering, op. cit., p. 198, n. 33. 1 esemplare $ di Gualaquiza ed alcuni di Macuto nel Venezuela. l’. infernalis Sauss,, Etud. Fam. Vesp. II, p. 195, n. 36. — Jhering, op. cit., p. 205, n. 45. 5 esemplari $ della Valle del Rio Santiago. P. fastidiosusceula Sauss., Étud. Fam, Vesp. II, p. 197, n. 39, — Jhering, op. cit., p. 210, n. 53. var. nigriceps n. Vv. 14 esemplari $ di Guayaquil, Vinces e Balzar. — Agi Perfettamente simile alla specie tipica e similmente colorata, solo ne differisce per avere il capo completamente nero, e per le due linee gialle del torace un po’ più brevi e meno sviluppate. Antenne come nella specie tipica. P. Festae, n. sp. o Nigra, facie flavo variegata, macula nigra media in clypeo, antennis nigris sublus apice ferrugineis, scapo antice leslaceo, ma- culis duabus minimis sub alis, petiolo leviter incrassato, fere lineari longitudine thoracis breviori. pedibus flavis, coris mediis posteriori - busque atque femoribus posticis nigris. Alae hyalinae, leviter fuscentes, ad costam testaceae, aureo nitentes. Cellula cubitalis quarta magna, secunda tertiaque simul sumpiis grandior, triplo fere tertlia. Div. p. (IV div.) Sauss. Long. corp. tot. 11 mm.; par. 9 mm.; alae 10 mm. Q Clipeo pentagonale, terminato da un angolo acuto ben pronunciato, rigonfiato alquanto nel mezzo, giallo con una macchia ovale, longitu- dinale nel mezzo, che raggiunge il suo margine superiore. Mandibole a margini paralleli, quadridentate, gialle con l’estremità triturante ferruginea. Occhi non raggiungenti la base delle mandibole; guancie ed orbite interne fino al seno degli occhi gialli, il resto del capo nero, con una piccola macchia triangolare a base inferiore nello spazio in- terantennare. Ocelli disposti in triangolo alquanto allungato; antenne nero brune, con lo scapo ed il primo articolo del funicolo gialli in avanti, tutta la faccia inferiore del funicolo è ferruginea. Protorace arrotondato, leggermente rialzato lungo il suo margine anteriore, mesonoto circolare, scudetto lievemente solcato nel mezzo. l'orace totalmente nero, due piccole macchie sotto l'origine delle ali, la prima piriforme, situata sull’angolo laterale del pronoto al di sopra della radice dell’anca anteriore, la seconda circolare piccola, sulla me- sopleura. Zampe molto lunghe sottili rammentanti la Polybia filiformis Sauss. non però così lunghe. Anche e trocanteri anteriori gialli; femori pure gialli macchiettati di nero posteriormente, il resto delle zampe ante- riori giallo. Zampe intermedie con le anche e la base dei trocanteri nere, il resto giallo, femori un po’ oscuri posteriormente. Zampe po- steriori con le anche, i trocanteri ed i femori neri, quest’ ultimi con un po’ di giallo alla base ed all'estremità, il resto delle zampe giallo. Ali ialine, un po’ testacee con riflessi alquanto dorati, nervature testaceo chiare. Seconda cellula cubitale, molto piccola, trapezoidale, margine radiale di un terzo di larghezza di quello discoidale; terza cubitale un po’ più alta che larga, allargata verso la quarta, la quale . . {_B. pasa è molto ampia, più grande della seconda e della terza prese insieme, grande tre volte come la terza. Peziolo allungato, non così lungo però come il torace, lineare alla base, lentamente allargantesi senza assumere una forma campanulata, il resto dell'addome un poco globoso, sopratutto il secondo segmento. Tutto l'addome è nero, di un nero, come tutto il corpo, non lucente ma volgente alquanto al bruno. 2 esemplari 9 o © di San José. Questa specie rassomiglia notevolmente ad una piccola P. anguli- collis Spin. per il suo corpo.nero e per le zampe gialle, ma differisce moltissimo da essa per la colorazione del capo e delle antenne, per la mole, e sopratutto per i caratteri morfologici ; fra i più importanti dei quali vha da notare la forma circolare del protorace che nell’angu- licollis è invece angolosa, la forma del peziolo che in quest’ultima è campanulato, mentre nella Festae è filiforme ed ingrossato unifor- memente, per il rapporto di grandezza, che intercorre fra la terza e la quarta cellula cubitale. Quest'ultima è nella P. angulicolltis grande appena un po’ più di due volte della terza. Questa specie per i ca- ratteri morfologici surriferiti va quindi ascritta alla divisione p (IV Div.) di Saussure. Fam. EUMENIDAE. Gen. Eumenes Fab. ? Eu. (Pachymenes) sericens Sauss., Etud. Fam. Vesp. I, p. 74, n. 1; Sauss. American Wasp , p. 62, n. 1. Sono molto dubbioso se a questa specie debbansi ascrivere due esemplari 9° di Vinces, perchè differiscono alquanto nella colorazione e nella mole dalla femmina descritta da Saussure. Presentano una lunghezza totale di 15 mm. e rispetto alla colora- zione offrono le seguenti differenze: Clipeo colorato in basso di giallo e così pure un poco le orbite interne, due punti nel vertice, due punti negli angoli laterali dello scudetto, il postscudetto ed un poco le me- sopleure, macchiate di giallo. Il funicolo delle antenne è ferrugineo, le zampe in parte gialle ed in parte testacee, epistoma ricoperto di una peluria argentea. Questi caratteri potrebbero probabilmente essere sufficienti a giu- stificare la creazione di una nuova specie, ma ciò che me ne trattiene è la perfetta omologia del capo e sopratutto del peziolo che corrisponde perfettamente alla forma del Packymenes sericeus come è rappresen- tato nel Saussure, Tav. XII, fig. 50, Vol. I. Solo l’osservazione di una femmina potrà chiarire la questione e dimostrare se sia una specie distinta oppure se sia la stessa forma. 19 — FE. wagnerianns Sauss, Smith. Misc. Collect. XIV, p. 94, n. 35. 1 solo esemplare $ di San José. Questa specie, che è fra le più grosse del gen. #wwenes era nota soltanto dell’istmo di Panama. E. simulans Sauss., Smith. Misc. Collect. XIV, p. 91, n. 32. 1 esemplare + di Balzar. Questa specie era nota soltanto del Messico. Gen. Montezumia Sauss. M. aznrescens Spin., Mem. Acc. “c. Torino. V. XIII, 1851, p. 82, n. 62. — Sauss., op. cit. I, p. 89‘ n. 5 (M. rufipres sauss.). — Sauss., Am. Wasps. p. 117, n 6 (M. cnerulen'Sauss.). 1 esemplare c di Gualaquiza. M. rofidentata Sauss, Etud. Fam. Vesp. I, p. 88, n. 1. — Sauss., Am. Wasps. p. 117, n. 7 (M azureipennis Sauss.). 1 esemplare & di Balzar, il quale presenta i femori anteriori co-. lorati in rosso bruno come sono colorati le parti circondanti la bocca ed i margini posteriori dei due scudetti. M. cortesiana Sauss., Etud. Pam. Vesp I, p. 92, n. 10. — Sauss., Am. Wasps. PELLI "DI LU: 1 esemplare &' della Valle del Rio Santiago. Sono rimasto dubbioso se quest’esemplare costituisse una specie nuova, perchè differisce alquanto dalla descrizione, e cioè manca il colore rufo ai margini del clipeo, e poi la punteggiatura del protorace "non è così grossa come quella del postscudetto e del metatorace ; ma piuttosto assomiglia a quella mesotoracica; finalmente non si fa ac- cenno nella descrizione, fatto che invece si riscontra nella fig. 2, tav. XV, Attas, Vesp. II, del margine estremo del periodo alquanto più de- color ato del resto del segmento, CIPOSAIO questa che si riscontra appunto nel mio esemplare. Gen. Qdynerus Latr. 0. (Hypoilinerns) tapiensis Sauss., Rev. d. Zool. XXII (1870), p. 56, n. 5. — Sauss., Am. Wasps., p. 218, n. 47. 3 esemplari & e di Canar. Della Torre nel suo Catalogus, Vol. IX, p. 100, pone d $ accennando alla « Revue de Zoologie », ora in essa non è nient’affatto descritta la femmina, nè al Saussure essa era nota, come risulta dalla « Smith. Misc. Collections », p. 218, in cui accanto al segno 4 trovasi un punto inter- rogativo. Credo perciò utile fare seguire una breve descrizione dell’u- nica femmina che possiedo: Simile in tutto al maschio, ne differisce come è naturale, per la mancanza degli uncini alle antenne, della MOD peluria argentea del clipeo, e della caratteristica delatazione della base dei femori delle zampe intermedie. Pure nel Dalla Torre, sia nel « Ca- talogus », Vol. IX, p. 100, come nel « Genera Insectorum », p. 55, n. 722 trovasi accennata questa specie del Plata, ed anche ciò è ripetuto da Schrottky nell’ « Enumération des Hyménoptères de la Republique Argentine ecc. », p. 179, mentre invece Saussure nella « Revue de 7001. » non fa cenno di questa località ed anzi nelle « American Wasps », p. 219 dice: « The elevated regions 0g the Republic of Ecuator..... taken on the plateau of Tapia at the foot of Chimborazo » ed il ritro- varlo ora a Canar (3176, m. s. 1. d. m.) nella regione interandina con- ferma il detto di Saussure. O. (Pachodynerus) nasidens Latr., Voyg. Hum. Bompl. Zool. II, p. 112. — Sauss., op. cit. I, p. 171, n. 61. — Sauss., Am. Wasps., p. 232, n. 67. 3 esemplari o 9 di Vinces e Balzar. Citato anche da Schulz di Guayaquil. 0. (Enodynerus) romandinus “auss., Etud. Fam. Vesp. I, p. 184, n. 79. — Sauss. Am. Wasps., p. 296, 109. 1 esemplare 9 di Pun. Gen. Alastor Lep. A. 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Vol. XXI, 1906, n. 523. ‘@ fugno 1900 Von RX PI i CT pe na . fa "ARL: Renzi Medina TT À SE pi Infarto atta YALPA "MEGA Sari "pracestanta Lavoro Litseno alla Lapo. 1 furgone l'inipo suropee (1) tu dio dita paio disttala Ade; rondine dinesi n validità apee!fica dellu Fulpa < Lara ti mivere deo desalilta tano pentgidorare ail oKra:l bis asino nua I dara un. per lo iatertara bor solnhi fisatiplari di Zia satvull la #arie | ra terioina s A LL fatta To) invinica, DI 3) liarni FAVA fAyuto db: ha La Talpa don. paipo: gonindio Manto c01 LL i @ Misa | riapfiati siano comp el , La (ELI rata alin vani È Sh Mico, La ear A rafbcarato ;1 satin ; Papi: » delléd frà 04 A 69p; dal È ì 4 uit di Torio, Tenge 7° 00 7 (li mo elle Li fn bn dal gueo;: Spr; 11, >. DX, a : nata - ll Sante Ainett n)7 - di ‘ 44 i 113 Molto Lf î Ù Ro, MEZ 3 odi) Aa AI si li SIRO: dir; È nai go LEE retng Baton Gr LA uebticà: Upi Boim ; sN Put vor BE " LONOCSTO Be "4 È Anpedbe dei Ja Boch tai, SCE; > (INNI i vi A — Ragaja malirt Aa Veni Wrc MRO, Sl si iuatioi n bu d'anl Voti VI tali VET si e 'oneta dy O A A bai, Arinatàda) Mai: 4 “Cdk dii Riv. a a n edi “0 N° Was Hi bi seg; DI ba Ù “I. Sa Quit‘ te) mo Erudas ra M da digita bri ‘ra da, I PIL: TE ) v,: Maypangone Md. ta» (oh pi sli Molbirtenaia Li iù png cia: PO \ | i ra risi . 4 V.; ù Ù dpi ae d; . putin MI Acri tiunn Wings Molteni + N anpasi Da ENTRE Pi (A rollontioteo.; Vil. NIVL 0Kk9S : CARLA ; e Gi pria Abi piria A, vis Bairo ene Batte “day wu RI i Vuaitaotpift fut Hemai TTI, rolegio und Li pro rit ld, Val ron uo arto Attan' dai n. ana (Patiuimzas Nortotiîa Vip ca ad PI SM Di - VertiaalMangg: der Zoet' Hot Li: sollentiute Arion, Volt 1 x ti Sopot, y s N vitiae ti, Moriondo rigori rin Hymenopiareu fa itiiohori Gudhmatte NCARZAIT é ae jo. Patraskerit, Vie sl DR ì, MW alsrialod ‘rai } Mpeg. onto dt totti È: #14 fiji niiado Ta MLT, ad v pil alta N bi | la frati rn Pi é n Ù É ul att va ì , a LIT der pipi Li ne: Pe I ni AO ì l'aa 10} Liuron * tn Kad pe) 1° V oro ret) (PI A sucine 14 ui Ti ae (VA Lif,. ‘long: L n sid è ALGUII Pisa hai ri PARITA LI e. È sa } Mag Miionaijogià, Val, Im - al'aà DI.) I Hraxtia had mon ario Solpuntify drv satin 3 { ila at Vol; 14 II, l i Pa I nirabion set Myromopidrot cita colta Sta Vogt, Are x C'AvAnuui MISTI To IT] fai Mes Lig: lai : Tomo LI Y PG Pos gii pop \\\cq Ss BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 53O pubblicato il 22 Giugno 1906 Vor. XXI Prof. Lorknzo CaMERANO Osservazioni intorno alla TALPA CAECA Savi. In un precedente lavoro intorno alla 7alpa romana Olfield Thomas e ad altre forme di talpe europee (1) io dicevo che « dopo la separa- zione in specie distinta della Talpa romana Olt. Thom. rimaneva da studiarsi la validità specifica della 7a/pa caeca Savi. Il carattere delle palpebre completamente saldate trovandosi pure nella 7a/pa romana è d’uopo considerare altri caratteri. La 7a/pa caeca del Savi è forma molto affine alla 74/pa europea Linn. da cui, secondo il Savi, si diffe- renzia per la saldatura normale delle palpebre. Dico saldatura n0rmate poichè esemplari di 7u/pa europaea con palpebre saldate si trovano talvolta in varie località. Io conchiudevo allora: « Per potere con sìcu- rezza determinare il valore tassonomico della 7a/pa caeca Savi è d’uopo chiarire il fatto della sua localizzazione nella regione montuosa ap- penninica e studiarne i caratteri in serie numerose di individui ». Avendo avuto, per la cortesia del dott. Cecconi, una serie di esem- plari di Talpa con palpebre saldate di Vallombrosa ho proceduto al loro studio minuto col metodo seguito nel precedente lavoro citato af- finchè i risultati siano comparabili (2). Le dimensioni delle varie parti degli animali sono le seguenti : Statura. La statura è misurata in millimetri dall’apice del muso al- l’apice della coda ed è espressa in millimetri. (1) Mem. R. Ace. Scienze di Torino, Ser. II, vol. LIV, 1903. (2) Confr. anche sulla Talpa caeca Savi il mio lavoro più antico: « Ricerche intorno alle specie italiane del genere Talpa », Mem. R, Acc, Se. di Torino, Ser. II, vol. XXXVII, 1885. , rad è li Maschi : 128-129-130-152-133,-138-140-141-142,-144-145,-151 Femmine: 126-127-130,-138-140-143 Lunghezza del muso dagli incisivi anteriori all’apice (Questa e le mi- sure seguenti (salvo indicazioni in contrario) sono espresse in 360esimi somatici). Maschi : 75-81,-82-84,-86,-89, Femmine : 72-78-81-83-84,-89, Larghezza massima del muso Maschi : 96-97-102-104-106-107-108-110,-113-114-116-12$ Femmine : 83-84-90-94-99-103-108, Larghezza del disco proboscideo Maschi : 57-58,-59,-60-61-62-63-64, Femmine : 53-07-59-60,-62 Distanza dell’occhio dall’apice del muso Maschi : 192-194-197-201-204-209,-210-215-217,-218-219 Femmine: 198-207-210,-211-212-213-218 Larghezza massima del piede anteriore Maschi : 168,-171,-174,-177-179-181-186-192-194 Femmine : 165-168-177-180,-182-186 Lunghezza massima del piede anteriore senza le unghie Maschi : 168,-170-171,-173-174;-177, Femmine : 165-168,-174-177,-180 Lunghezza massima del piede posteriore senza le unghie Maschi : 170-171-k74,-177,-179 Femmine : 165-174,-177,-180, Larghezza massima del piede posteriore Maschi : 79-81,-83-86,-87-91-93 Femmine : 83,-84,-87,-89 Lunghezza della coda Maschi : 283-284-290,-295 300-302-312-313-318-325-326-331 Femmine : 288-300-301-307-310-312-313 515 Lunghezza massima del cranio (misura base) espressa in millimetri Maschi : 30,-30.5,-31;-31.25-31.5,-81.75 (32 tipo del Savi) Femmine : 29-30,-30.5, Lunghezza massima basale del cranio Maschi: 297-300-302-307-308,-309,-311-312-313 (315 tipo del Savi) Femmine : 300-301,-307-309-310-312 Larghezza massima del cranio misurata sulle arcate zigomatiche Maschi: 110-114-116,-118,-120,-121-122-128-131 Femmine : 114-118,-120,-124-126 Larghezza massima del cranio misurata alla regione mastoidea Maschi: (169 tipo del Savi) 170-171-174;-177,-179-180, Femmine; 171-174-177,-180, sal a Larghezza massima del cranio nella regione orbitale Maschi : 64-66-68-69,-70,-71, (73 tipo del Savi) Femmine : 62-69-71,-72, Lunghezza del palato Maschi : 151,-153,-156,-160,-161-163, Femmine: 156-159,-161-162, Larghezza del cranio a livello del 1° molare superiore Maschi : 67-78-79-80-81,;-83,-86 Femmine : 77,-78-81-84,-87 Larghezza del palato a livello del 1° molare superiore Maschi : 38-39-40,-41,-43,-44-46 Femmine : 37-41,-42,-44 Lunghezza dello spazio occupato dai molari superiori Maschi : 64-68,-69,-70,-71, Femmine : 62-65-69,-71,-72, Lunghezza dello spazio occupato dai molari inferiori Maschi: 71-72,-733-743-753-77 (79 tipo del Savi) Femmine : 71-72,-73-74,-75-77 Larghezza massima del 2° molare superiore Maschi: 23-24,-26 Femmine ; 21,-22,-24,-25-26 Lunghezza massima del 2° molare superiore Maschi : 23,-24-25,-26,-29 Femmine : 24,-25 Larghezza massima del 2° molare inferiore Maschi : (11 tipo del Savi) 12,-13-14,-15y-16-17 Femmine : 14,-15, Lunghezza massima del 2° molare inferiore Maschi : 23,-24, (28 tipo del Savi) Femmine : 24,-25, Lunghezza del canino superiore Maschi : 23,-24,-25-26-28-29-30, Femmine : 19-21-24; Lunghezza del canino inferiore Maschi : 11-12,-13-14,-15-17-18 Femmine: 9-12, Confrontando i dati sopra riferiti con quelli relativi alla 7alpa eu- ropaea Linn. ed alla 7a/pa romana Olf. Thom. da me pubblicati nel precedente citato lavoro si viene ai risultamenti seguenti : 1. Statura: Talpa romana: maschi classi estreme 176-207 ; femmine 164-200. Talpa europaea : maschi cl. es. 160-194; femm. 147-176. Talpa caeca: maschi cl. es. 128-151; femmine cl. es. 126-143 (1). (1) Misure assolute espresse in millimetri. ce "E, cf DO, . Larghezza massima del muso: 7. romana: maschi cl. es. 69-92: femmine cl. es. 66-97. 7. europea : maschi cl. es. 78-120 ; femmine cl. es. 70-113. 7. caeca: maschi cl. es. 96-128; femm. cl. es. 83-108 (1). . Larghezza del disco proboscideo: 7. romana: maschi cl. es. 46-66 ; femmine cl. es. 44-60. 7. europaea : maschi cl. es. 49-70; femm. el. es. 50-67. 7. caeca; maschi cl. es. 57-64; femm. cl. es. 53-62. 4. Lunghezza del muso dagli incisivi anteriori all'apice : 7. romana : maschi cl. es. 69-92; femmine cl. es. 66-97. 7. europaea : maschi cl. es. 60-92; femmine cl. es. 64-90. 7. caeca : maschi cl. es. 75-89; femmine cl. es. 72-89. . Distanza dall’occhio all’apice del muso: 7. romana : maschi cl. es. 175-218; femm. cl. es. 185-220, 7. europaea: maschi cl. es. 175-215; femmine cl. es. 170-216. 7. caeca: maschi cl. es. 192-219; femm. cl. es. 198-218. 6. Larghezza massima del piede anteriore : 7. romana : maschi cl. es. 175-212; femm. cl. es. 175-220. 7. europacea: maschi cl. es. 161-212; femmine cl. es. 164-201. 7. caeca: maschi cl. es. 168-194; femm. cl. es. 165-186. 7° Lunghezza massima del piede anteriore senza le unghie: 7. romana: maschi cl. es. 152-195 ; femm. cl. es. 136-185. 7. europaea: maschi cl. es. 131-200 ; femmine cl. es. 140-191. 7. caeca: maschi cl. es. 168-177 ; femmine cl. es. 165-180. 8. Lunghezza massima del piede posteriore senza le unghie: 7. romana: maschi cl. es. 161-208 ; femm. cl. es. 136-185. 7. europaea: maschi cl. es. 151-195; femmine cl. es. 154-200. 7. caeca: maschi cl. es. 170-179; femmine cl. es. 165-180. 9. Larghezza massima del piede posteriore: 7. romana: maschi cl. es. 71-90; femmine cl. es. 68-97. 7. europaea: maschi cl. es. 73-97; femmine cl. es. 67-103. 7. caeca: maschi cl. es. 79-93; femmine cl. es. 83-89. 10. Lunghezza della coda: 7. romana: maschi cl. es. 240-323 ; femm. cl. es. 243-294. 7. europaea: maschi cl. es. 244-350; femm. cl. es. 217-330. 7. caeca: maschi cl. es. 283-331; femmine cl. es. 288-315. 1l. Lunghezza massima del cranio (misura base) espressa in millim.: T.romana: maschi cl. es. 35-99; femm. cl. es. 36-38. 7. europaea: maschi cl. es. 34-39; femmine cl. es. 33-38. 7. caeca: maschi cl. es. 30-32; femmine cl. es. 29-30.5. 12. Lunghezza massima basale del cranio: 7. romana: maschi cl. es. Pe) (Dl (i) Misure espresse in 360esimi somatici. — La stessa cosa si dica per le misure che seguono. 13. li. 10. 17. 18. 19. e 302-322 ; femm. cl. es. 300-321. 7. europaea: maschi cl. es. 300-329; femmine cl. es. 297-323. 7. caeca: maschi cl. es. 297-315; femmine cl. es. 300-312. Larghezza massima del cranio misurata sulle arcate zigomotiche : T. romana: maschi cl. es. 123-147; femmine cl. es. 125-146. 7. europaea: maschi cl. es. 113-132; femm. cl. es. 106-125. 7. caeca : maschi cl. es. 110-131; femmine cl. es. 114-126. Larghezza massima del cranio misurata alla regione mastoidea : T. romana: maschi cl. es. 157-185; femm. cl. es. 161-175. 7. eu- ropaea: maschi cl. es. 161-180 ; femmine cl. es. 160-170. 7. caeca : maschi cl. es. 169-180; femmine cl. es. 171-180. . Larghezza massima € ani i i Pago RATTO. * Larghe assima del cranio alla regione orbitale: 7. romana maschi cl. es. 71-83; femmine cl. es. 70-83. 7. europaea : maschi cl. es. 63-82; femmine cl. es. 67-80. 7. caeca maschi cl. es 64-73; femmine cl. es. 62-72. Lunghezza del palato: 7. romana: maschi cl. es. 146-170; femm. cl. es. 146-166. 7. europaea: maschi cl. es. 140-160; femm. cl. es. 144-154. 7. caeca: maschi cl. es. 151-163; femmine cl. es. 156-162. Larghezza del cranio a livello del 1° molare superiore : 7. romana : maschi cl. es. 85-102; femmine cl. es. 85-97. 7. europaea: maschi cl. es. 66-102; femm. cl. es. 72-95. 7. caeca: maschi cl. es. 67-86; femmine cl. es. 77-87. Larghezza del palato a livello del 1° molare superiore : 7. romana : maschi cl. es. 41-51; femmine cl. es. 41-49. 7. europaea: maschi cl. es. 38-50; femm. cl. es. 40-49. 7. caeca: maschi cl. es. 38-46; femmine cl. es. 37-44. Lunghezza dello spazio occupato dai molari superiori: 7. romana: maschi cl. es. 58-74; femmine cl. es. 68-75. 7. europaea: maschi cl. es. 58-71; femmine cl. es. 57-77. 7. caeca: maschi cl. es. 64-71; femmine cl. es. 62-72. Lunghezza dello spazio occupato dai molari inferiori: 7. romana: maschi cl. es. 71-83; femmine cl. es. 75-82. 7. europaea: maschi cl. es. 63-80; femmine cl. es. 67-77. 7. caeca : maschi cl. es. 71-79; femmine cl. es. 71-77. . Larghezza massima del 2° molare superiore : 7. romana : maschi cl. es. 24-33; femmine cl. es. 24-30. 7. europaea: maschi cl. es. 18-26; fenimine cl. es. 20-26. 7. caeca: maschi cl. es. 23-26; fem- mine cl. es. 21-26. . Lunghezza massima del 2° molare superiore: 7. romana: maschi cl. es. 19-29; femmine cl. es. 24-29. 7. europaea: maschi cl. es. 19-29; femmine cl. es. 20-27. 7. caeca: maschi cl. es. 23-29; fem- mine cl. es. 24-25. Larghezza massima del 2° molare inferiore: 7. romana : maschi Sl cl. es. 15-22; femm. cl. es. 15-19. 7. europaea: maschi cl. es. 12-18; femm. cl. es. 13-16. 77. caeca : maschi cl. es. 11-17 ; femm. cl. es. 14-15. 24. Lunghezza massima del 2° molare inferiore: 7. romana: maschi cl. es. 19-28; femm. cl. es. 19-25. 7. europaea: maschi cl. es. 20-27; femm. cl. es. 21-27. 7. caeca: maschi cl. es. 23-25; femm. cl. es. 24-25. 25. Lunghezza del canino superiore: 7. romana: maschi cl. es. 24-39; femmine cl. es. 28-35. 7. europaea: maschi cl. es. 22-34; femmine cl. es. 18-32. 7. caeca: maschi cl. es. 23-30: femmine cl. es. 19-24. 26. Lunghezza del canino inferiore: 7. romana: maschi cl. es. 14-22; femmine cl. es. 15-20. 7. europaea: maschi cl. es. 10-19; femmine cl. es. 10-19. 7. caeca: maschi cl. es. 11-18; femmine cl. es. 9-12. Aggiungerò che negli esemplari sopra indicati di 7a/pa caeca Savi di Vallombrosa la lunghezza che va dall’angolo posteriore dell’arcata zigomatica all’angolo posteriore della cavità orbitaria, portata lungo la faccia del cranio in modo che essa parta dall’angolo posteriore della cavità orbitaria stessa, arriva colla sua estremità anteriore general- mente a livello del 2° premolare, o raramente fin presso il 1° premolare. Nella 7alpa europaea (conf. Camerano, op. cit. (1903)) la lunghezza sopradetta arriva colla sua estremità anteriore o a livello del 1° pre- molare o al più al margine posteriore del canino. Nella 7alpa romana (Camerano, op. cit.) la lunghezza sopradetta arriva colla sua estremità anteriore o al di là del canino, o a metà della larghezza del canino stesso. Tenuto conto delle misure soprariferite e di questo ultimo carat- tere si scorge facilmente che la 7a/pa caeca Savi è specie nettamente separata dalla 7alpa romana Olfield Thomas, e che è necessario procedere ad un più minuto confronto colla 7, europaea per stabilire bene il valore dei caratteri differenziali delle due forme. Le più spiccate differenze fra la 7. caeca Savi e la 7. europaea si osservano: 1° Nella statura che è notevolmente minore nella 7. caeca che non nella 7. europaea. 2° Nella larghezza massima del muso che è alquanto maggiore nella 7. caeca sopratutto nei maschi che non nella 7. ecuropaea. 3° Nella lunghezza della distanza dall’occhio all’apice del muso che è maggiore sia nei maschi che nelle femmine nella 7. caeca che non nella 7. europaea. 4° La coda appare un po’ più lunga nella 7. europaea che non nella 7. caeca. 5° La lunghezza basale del cranio è maggiore nella 7. europaea che non nella 7. caeca. 6° La lunghezza del palato è alquanto maggiore nella 7. caeca che non nella 7. europaea. 7° La larghezza del cranio a livello del 1° molare superiore è alquanto maggiore nella 7. europaea che non nella 7. caeca. 8° La lunghezza del canino superiore è minore nella 7. caeca che non nella 7. europaed. 9° La lunghezza del canino inferiore è minore nelle femmine della T. caeca che non nelle femmine della 7. ew'opaea. Rispetto al sistema generale della colorazione non si notano diffe- renze spiccate fra le tre specie di Talpa romana, europaea, caeca. Aggiungerò ancora che gli esemplari di 7a/pa caeca Savi di Val- lombrosa e gli esemplari tipici inviati dal Savi stesso al Museo di Torino presentano in complesso una dentatura meno robusta che non quelli di 7a/pa europaeca. Si confrontino a questo proposito le figure 26, 27, 34, 39, tav. I, e la fig. 1 della tav. II del mio precedente lavoro: < Ricerche intorno alle specie italiane del genere 7a/pa » (1). Prima di venire a qualche conclusione intorno alla 7/pa caeca Savi, è d’uopo riesaminare gli individui colle palpebre saldate che sono stati trovati a Domodossola (maschio) ad Andrate (Piemonte) (fem- mina) e in Andorno (Biellese) (maschio) tenendo conto dei dati raccolti sugli esemplari di 7. caeca di Vallombrosa e sui tipi del Savi sopra menzionati. Dal complesso delle proporzioni delle varie parti (vedansi gli spec- chietti delle misure) e pel carattere della lunghezza che va dall’angolo posteriore dell’arcata zigomatica ecc. ecc. che i sopra menzionati esem- plari presentano credo si possano riferire alla 7/pa caeca Savi. Le specie di talpe italiane allo stato presente delle nostre cogni- zioni si possono intendere nel modo seguente : A — La lunghezza che va dall'angolo posteriore dell’arcata zi- gomatica all’angolo posteriore della cavità orbitaria, portata lungo la faccia laterale del cranio in modo che essa parta dall’angolo poste- riore della cavità orbitaria stessa, arriva colla sua estremità anteriore o a livello del 1° premolare o al più al margine posteriore del canino superiore. — Lunghezza totale del corpo nei maschi da mill. 160 a 194; nelle femmine da mill. 147 a 176. — Palpebre non saldate fra loro normalmente, con apertura palpebrale di ampiezza variabile, eccezio- nalmente le palpebre si saldano fra loro ‘Talpa europaea Linn. (1) Mem. R. Acc. Sc. di Torino, Ser. II, vol. XXXVII, 1885. — Ricorderò che le figure dello stesso lavoro: 33, 35, 28, 29, tav. 1 e 6, di tav. II, sono da riferirsi alla 7a/pa romana e le fig. 30, 37 tav. I; fig. 3, tav. II, sono da riferirsi ad individui di Ta/pa europea con occhi e palpebre saldate. — Contr. anche L. Camerano, « Ricerche interno alla Ta/pa romana ecc, ». Mem, Acc. Scienze Torino, Ser. II, vol. LIV, 1903, B — La lunghezza che va dall’angolo posteriore ecc. come sopra, arriva colla sua estremità anteriore o a livello del 2° premolare o talvolta appena a livello del 1° premolare. — Lunghezza totale del corpo nei maschi da mill. 128 a 151; nelle femm. da mill. 126 a 143. — Palpebre completamente saldate fra loro. Talpa caeca Savi. C — La lunghezza che va dall’angolo posteriore ecc. come sopra, arriva colla sua estremità anteriore o al di là del canino superiore 0 a metà della larghezza del canino stesso. — Lunghezza totale del corpo nei maschi da mill. 176 a 207; nelle femmine da mill. 164 a 200. — Palpebre completamente saldate fra loro. Talpa romana Olfield Th. A queste differenze fra le tre specie si debbono aggiungere quelle già discusse in questo e nei precedenti miei lavori sopra citati che qui non si ripetono. Neppure ripeterò i dati che presentemente si pos- seggono intorno alla distribuzione geografica delle specie di Talpa in questione, tanto più che essi dopo le nuove distinzioni specifiche risultano essere in gran parte poco sicuri e bisognevoli di nuovo studio. Ricorderò soltanto che recentemente Olfield Thomas nel suo lavoro intitolato: « New Insectivores and Voles collected by Mr. A. Robert near Trebizond » (Ann. and. Mag. Nat. Hist., ser. 72, vol. 17 (1906) pag. 416, ha descritto una sottospecie della 7a/pa caeca col nome di Talpa caeca levantis particolarmente distinta dalla Talpa caeca tipica pel carattere seguente: « Interorbital inflation more marked than in true caeca forming a more strongly developed convexity on the frontal profile ». PE © SO RI ns da — to î Cet MR e ; 1 | i da ci si ici siva VALLOMBROSA 3 | SA) 28) 89 VALLOMBROSA 5 |» » della pinzetta: a destra 2,3 a sinistra circa 2,7 mm. » » » » 193,2 mm. Specie vicina alla Pyragra fuscata Serville dalla quale differisce principalmente per la mole, la forma dell’ultimo segmento dell’addome e delle branche della pinzetta. Psalis americana (Palis.). 1817. Forficula americana, Palisot, Ins. Afr. Amer., p. 165, Orth. t. 14, f. 1. & e 9 da Reventazon, pianura di Santa Clara, (versante dell’Atlan- tico) — P. Biolley. Psalis gagatina (Burm.). 1838. Zorficula gagathina, Burmeisteir Hand. Ent., V. II p. 753. Larve da Reventazon e dalla costa del Tablazo (1600 metri). — P. Biolley. Larva da Pacaca. — J. F. Tristan. Carcinophora robusta (Scudd.). 1869. Chelidura robusta, Scadder in: Proc. Boston Soc., v. XII, p. 344. 1883. /salis columbiana, Bormans in: Ann. Soc. ent. Belgique, Vol. XXVII, pi 61, t. II, f. 2, 2a-b. 1 o e parecchie femmine, dalla costa del Tablazo, 1600 metri; d e 9 da Altos del Cangrejal de Aserrà (regione del Pacifico, 1000 metri), aprile 1906 — P. Biolley. Questi esemplari sono notevoli per la loro mole; inoltre le elitre di tre di loro invece di essere di colore nero pece aniforme presentano una macchia giallo-ocracea posta sui margini laterali, un po’ al disotto degli angoli anteriori. Non credo però che queste differenze siano suf- ficienti per costituire una specie distinta. Lunghezza totale del & più grande 33 mm., della 9 più grande 31 mm. » della pinza: 0 7 mm., 9 circa 6,5 mm. Anisolabis ambigua nov. sp. Capo di colore ferrugineo col vertice oscuro, clipeo giallo, labbro superiore e palpi boccali ferruginei; più lungo che largo, debolmente convesso con suture distinte principalmente l’occipitale segnata da un leggero solco. Antenne di 19 articoli di cui i due primi gialli e gli altri giallo-bruni, pubescenti. Pronoto di forma trapezoidale, più stretto del capo anteriormente. posteriormente di larghezza uguale a quella del capo e appena infe- riore alla propria lunghezza. Margini laterali diritti e riflessi o volti in su, angoli e margine posteriore arrontondati. Superficie superiore leggermente rigonfia nella parte mediana depressa sui lati, segnata per metà della sua lunghezza da un solco longitudinale mediano il quale è fiancheggiato posteriormente da due piccole coste oblique. Mesonoto quasi totalmente coperto dalle elitri, grandi, più larghe che lunghe, quasi contigue col margine interno arrotondato. Metanoto di lunghezza superiore a quello del mesonoto, segnato di una linea longitudinale mediana, fortemente concavo posteriormente. Pronoto, mesonoto e metanoto del colore del capo, più oscuri nella parte posteriore, = Zampe di colore giallo chiaro, sparse di lunghi peli più numerosi ma più corti sulla superficie inferiore dei tarsi. Segmenti dell'addome di colore castagno; allargantisi leggermente e gradatamente dal primo al penultimo, molto leggermente punteggiati e sparsi di alcuni peli lungo il margine posteriore; pieghe tubercolari dei segmenti 3 e 4 distinte ma poco marcate. Ultimo segmento castagno oscuro, lucente; di forma trapezoidale, leggermente convesso, fornito nella metà posteriore di una piccola fossetta mediana ovale, sparso di minuti punti e leggere rughe più numerose e ben marcate lungo il margine posteriore il quale è leggermente concavo e fornito di due piccoli tubercoli in corrispondenza della carena superiore delle bran- che della pinzetta. Branche della pinzetta quasi contigue, robuste alla base, quasi diritte, debolmente ricurve vicino alle punte che s’incrociano, la destra sopra la sinistra; superficie superiore fortemente carenata; margine interno leggermente dentellato. Inferiormente: capo e torace testacei; segmenti dell'addome ca- stagno-rossicci fortemente punteggiati e coperti di lunghi peli gialli. Loc.: 49 dalla foce del rio Jesus Maria (versante del Pacifico, re- gione dei mangli), gennaio 1906 — P. Biolley. Lunghezza tot. del corpo: 16 mm.; lungh. della pinzetta circa 2,5 mm. Questa specie di cui non conosco che la femmina è distinta per la forma delle elitre che l’avvicinano all’ A. Janeirensis Dohrn dalla quale differisce per il colore delle antenne e delle zampe. Anfisolabis armata nov. sp. Capo più lungo che largo, debolmente convesso con suture non di- stinte, ad eccezione della medio-posteriore segnata da un solco corto ma ben marcato ; liscio lucente, di colore castagno rossiccio colle parti boccali bruno seppia. Antenne di 17 articoli, i due primi di colore giallo ferrugineo, gli altri, pubescenti, grigio-bruni ad eccezione degli articoli: 12, 13 e 14 a destra, 13, 14 e 15 a sinistra nel maschio, 13 e 14 0 13, 14 e 15 e anche 14, 15 e 16 nelle femmine di colore giallo- pallido. Pronoto di larghezza uguale a quella del capo, poco più largo che lungo, quadrangolare col margine posteriore insensibilmente arroton- dato; superficie superiore piana, debolmente depressa sui lati coi mar- gini laterali debolmente riflessi, segnata da un leggero solco mediano il quale non raggiunge il margine posteriore ; liscio, lucente, di colore castagno-rossiccio più oscuro nel terzo posteriore. Mesonoto del colore del pronoto, liscio e lucente; di lunghezza uguale a circa la metà del pronoto, diviso da una leggera intumescenza tra- sversale in due parti di cui la posteriore è più corta e più convessa dell’anteriore; fornito sui lati di due piccole elitre in forma di pieghe scagliose molto strette nel terzo anteriore. Metanoto più corto del mesonoto, liscio lucente, fortemente concavo nella parte posteriore. Zampe di colore giallo miele oscurate di bruno anteriormente e posteriormente nel terzo distale dei femori e all’estremità pros- simale della tibia, sparse di peli gialli bruni più numerosi e più ruvidi sulla superficie inferiore dei tarsi. 56 Segmenti dell'addome di colore castagno oscuro, lucenti, leggermente ma fittamente punteggiati e segnati sui lati, ad eccezione dell'ultimo, da tre piccole impressioni ro- \2 tonde liscie e lucenti; allargantisi modera- ag tamente e gradatamente dal primo al penul- Anisolabis armata timo. Pieghe tubercolari del terzo e quarto segmento non distinte. Segmenti .5, 6,7, 8 e 9 leggermente rugosi sui lati e forniti di una costa o carena che oltrepassa il margine posteriore del segmento il quale si prolunga la- teralmente in punta triangolare. Ultimo segmento dell'addome pressocchè trapezoidale, lucente e sparso di pochi punti leggermente impressi; debolmente convesso, segnato da un leggero solco mediano; margine posteriore debolmente concavo fra le radici della pinzetta con due piccoli tubercoli rotondi in corrispondenza delle carene mediane delle branche della pinzetta. Inferiormente, capo bruno ferrugineo, torace giallo testaceo ; seg- menti dell’addome castagno rossicci, fortemente punteggiati sparsi di peli gialli più numerosi lungo il margine posteriore del penultimo segmento. Branche della pinzetta di colore nero pece, distanti fra loro, triquetre e robuste alla base; esternamente diritte per i tre quarti circa della loro lunghezza poi fortemente piegate ad arco verso l’interno, la destra più della sinistra la quale è anche più lunga; internamente sensibil- mente dilatate e parallele per un breve tratto, fornite di una 'spor- genza triangolare dopo la quale esse vanno assottigliandosi, divergenti fin oltre il secondo terzo della loro lunghezza, poi convergenti e arro- tondate sino alle punte. Superiormente carenate per un terzo circa della loro lunghezza con una debole escavazione esterna vicino alla base. g Segmenti dell’addome nè rugosi nè carenati sui lati, metà poste- riore dell’ultimo segmento più stretta che nel maschio, Branche della pinzetta meno divaricate che nel maschio, triquetre e robuste per un quarto circa della loro lunghezza, poi assottigliantisi e cilindriche, quasi diritte sino alle punte debolmente ricurve ed acu- minate; internamente fornite dopo il primo quarto della loro lunghezza di una sporgenza triangolare poi dentellate sino alle punte. 19 e83 9 da Altos del Cangreial de Aserrà (versante del Pacifico, 1000 metri di altitudine) aprile 1906 — P. Biolley. Misure in millimetri: lunghezza totale del corpo d': 23,7: g: 22 — lunghezza della pinzetta d': a destra 3,35, a sinistra 3,7; g: a destra 3,5, a sinistra circa 3,7. Questa spesie ricorda l’ Anzsolabis peruviana Borm. e 1’ Anisolabis Festae Borelli per la forma della pinzetta; essa si distingue dalla prima per la mole, la forma del mesonoto e la scultura dei segmenti dell’ad- dome, dalla seconda pel colore la forma del mesonoto e la presenza di elitre rudimentali. Spongiphora croccipennis parallela (Westw.). 1837. Forficula parallela Westwood in: Mag. Zool. v. 7, t. 178 (g'°). 1900. Spongiphora croc. par., Bormans e Krauss in: Tierreich Forf und emim , p. 56. 24 da Reventazon, pianura di Santa Clara, 150 metri di altitudine (versante dell’Atlantico). L’uno di questi esemplari ha le branche della pinzetta lunghe, quasi diritte, curve soltanto all’apice, incrociantisi dopo il secondo terzo della loro lunghezza: l’altro le ha più corte, più volte ricurve e si avvicina alla figura data del Dohrn. (H. DoHRN, in: Ent. Zett. Steltîn; v. 23, p. 227, t. I, f. 3). Specie nuova per Costa Rica. Lahia chalyhea H. Dohrn. 1è64. Labia chalybea, Dohrn, in: Stett, ent Zeit., Vol. XXV, p. 429. Q Dalla costa del Tablazo (1600 metri); raccolta sopra funghi marci. = Luglio 1904. — P. Biolley. Labia Biolleyi nov. sp. Capo di colore nero pece colla parte anteriore del clipeo e le parti boccali giallo sporco, convesso, con suture non distinte. Antenne di 12 articoli, pubescenti, di colore bruno o giallo bruno, i due primi ar- ticoli più chiari. Pronoto di colore nero pece, più chiaro del capo, orlato lateralmente di giallo sporco; di forma trapezoidale, anteriormente di larghezza uguale all'incirca a quella del capo, poco più largo posteriormente, margine anteriore tronco, margini laterali leggermente riflessi, mar- gine posteriore debolmente arrotondato; segnato per i due terzi an- teriori della sua lunghezza da un leggero solco mediano. Elitre di colore bruno pece, di lunghezza pressocchè Ma uguale a quella del pronoto, anteriormente appena spor- la genti oltre il margine posteriore del pronoto, liscie col GLI margine posteriore tronco. | la N Ali deficienti. | SE Zampe giallo-testacee coi femori oscurati di bruno =» nella metà prossimale. 08) Segmenti dell'addome di colore bruno rossiccio, i NY primi segmenti castagni; convessi e leggermente punteg- giati allargantisi dal primo al quarto, a lati pressocchè Labia Biolleyi paralleli dal quarto all’ottavo, restringentisi leggermente dall’ottavo al decimo. Pieghe tubercolari poco distinte nel terzo segmento marcate nel quarto. Ultimo segmento di colore rossiccio sereziato di bruno, di forma quadrangolare, di lunghezza uguale a poco più di un terzo della larghezza ; superficie superiore debolmente con- vessa, quasi interamente liscia, sparsa di minute rughe lungo il mar- gine posteriore il quale è leggermente ingrossato e debolmente concavo fra le radici della pinzetta. Pigidio poco sporgente, di forma quadrangolare fortemente concavo lateralmente col margine posteriore tronco. Branche della pinzetta di colore bruno rossiccio più chiare dell’ad- dome; pubescenti, distanti alla base, robuste e diritte per metà della loro lunghezza poi piegate verso l’interno e assottigliantisi insensibil- mente e gradatamente sino alle punte. Internamente debolmente inca- vate col margine inferiore leggermente sporgente per metà circa della loro lunghezza poi leggermente sinuose per un breve tratto, finalmente diritte cilindriche e assottigliantisi gradatamente sino alle punte; su- periormente triquetre per metà della loro lunghezza, poi arrotondate. Inferiormente: capo bruno, torace testaceo, segmenti dell'addome bruno rossicci leggermente punteggiati e debolmente rugosi con alcuni peli gialli lungo il margine posteriore. 2 Ultimo segmento dell’addome restringentesi nella metà posteriore, depresso fra le radici della pinzetta, leggermente rugoso lungo il mar- gine posteriore. Branche della pinzetta cilindriche, diritte, leggermente ricurve nell’ultimo terzo della loro lunghezza, ingrossate alla base per un breve tratto poi assottigliantisi gradatamente sino alle punte acuminate che s'incrociano. Margine interno leggermente dentellato. Lunghezza totale del corpo: d 9,5 mm., 9g poco più di 10. » »> della pinzetta: 2,3 » 9 2,2. e 9 Costa del Tablazo (1600 metri), luglio 1904 — P. Biolley. Specie vicina alla Labia burgessi Scudd. dalla quale differisce princi- palmente per la forma del pigidio e della pinzetta affatto priva di denti. Labia Tristami nov. sp. Capo di colore nero, colla metà anteriore del clipeo giallo pallido il labbro superiore ed i palpi boccali bruni, liscio e lucente ; sensi- bilmente convesso con suture non distinte. Antenne di 12 articoli di colore bruno oscuro ad eccezione degli articoli 11 e 12 bianchicci, nell’esemplare 9 rimangono soltanto 8 articoli di colore bruno oscuro a sinistra, mentre a destra gli articoli 7 e 8 sono bianchicci. Pronoto di colore giallo bruno nella metà anteriore, bruno piceo nella metà posteriore; di forma trapezoidale, col margine anteriore tronco, margini laterali leggermente riflessi o volti in su, margine posteriore insensibilmente arrotondato. La sua superficie superiore depressa sui lati presenta nella parte mediana un triangolo legger- mente convesso di cui la base è formata dal margine anteriore mentre l’apice raggiunge il margine posteriore. Elitre di colore bruno piceo, lucenti, lunghe circa una volta e mezzo il pronoto. Ali deficienti. Zampe di colore giallo chiaro con una macchia bruna nella parte superiore prossimale dei femori. Segmenti dell’addome di colore bruno rossiccio, più oscuro nei quattro primi segmenti; lisci e lucenti, a lati paralleli. Pieghe tuber- colari poco marcate. Ultimo segmento di colore castagno oscuro, lu- cente, quadrangolare, due volte più largo che lungo, leggermente con- vesso con una grande impressione triangolare posteriore fra le radici della pinzetta; debolmente rugoso lungo il margine posteriore il quale è tronco e leggermente rialzato. Pigidio sporgente, quadrangolare, all’incirca largo quanto lungo, appiattito col margine posteriore fortemente intaccato e gli angoli sporgenti e acuminati. Branche della pinzetta di colore rossiccio, fornite lateralmente di numerosi peli gialli; separate dal pigidio, diritte e allargate vicino alla base per un breve tratto, poi cilindriche leggermente e gradata- mente incurvate sino alle punte acuminate, lasciando fra loro uno spazio di forma ovale. Superficie superiore arrotondata con una pic- cola depressione foveiforme esterna vicino alla base. Segmenti inferiori dell'addome di colore bruno rossiccio, legger- mente punteggiati; il penultimo segmento arrotondato posteriormente come nelle altre specie del genere, è notevole per avere la parte me- diana del margine posteriore fortemente intaccata. o Segmenti dell'addome castagno-oscuri, a lati paralleli; ultimo segmento circa una volta e un terzo più largo che lungo, liscio e lu- cente con alcuni granuli sparsi lungo il margine posteriore e nel tratto infossato, fra le radici della pinzetta. Pigidio non visibile. Branche della pinzetta di colore castagno oscuro, punteggiate, quasi contigue alla base, robuste e diritte per metà della loro lun- ghezza poi assottigliantisi leggermente e gradatamente sino alle punte ricurve e debolmente volte all’insù ; leggermente dentellate interna- mente; triquetre per i due terzi circa della loro lunghezza poi arro- tondate, superiormente. Lunghezza totale del corpo: S 7,5 mm., 9 circa 8. » » della pinzetta: dc 1,4 » 913. 19 20 da La Palma (1600 metri), aprile 1905 — P. Biolley. Questa specie che sono lieto di dedicare al prof. J. F. Tristan è molto vicina alla Labîa Championi Borm; essa ne differisce per la mole, il colore delle antenne, la mancanza di ali e la forma alquanto diversa del pigidio e della pinzetta nel maschio. Labia conspicua nov. sp. Capo di colore bruno oscuro o nero pece screziato di giallognolo vicino al margine posteriore, col clipeo giallo pallido, il labbro supe- riore ed i palpi giallo-bruni; lucente, leggermente convesso con suture non distinte ad eccezione dell’occipitale resa più evidente da un corto solco longitudinale. Antenne di 14 articoli di colore bruno, pubescenti, oblunghi, allungati dal quinto all’ultimo. Pronoto di colore giallo oscurato di bruno, liscio, un po’ meno lungo che largo, di larghezza poco inferiore a quella del capo, di forma quadrangolare cogli angoli posteriori fortemente arrotondati mentre il margine po- steriore lo è debolmente. Superficie superiore leggermente convessa e segnata da un leggero solco longitudinale mediano nella metà anteriore, piana nella metà poste- riore e sui lati; margini laterali leggermente riflessi. Elitre di colore giallo più o meno oscurato di bruno lungo i margini interni ed esterni, lucenti, sparse di minutissime rughe, di lunghezza superiore a una volta e mezza quella del pronoto, appena sporgenti oltre i margini laterali del pronoto, quasi diritte col margine posteriore tronco. — Ali quasi completamente nascoste dalle elitre, di colore giallo. Zampe gialle, oscurate di bruno nella parte superiore dei femori @ Labia conspicua di i) delle tibie, fornite di alcuni lunghi peli gialli più numerosi ma più corti sulla superficie inferiore dei tarsi. Segmenti dell'addome di colore bruno cioccolato coi margini poste- riori rossicci, pubescenti, fortemente convessi, allargantisi sensibil- mente dal primo al sesto, restringentisi insensibilmente dall’ottavo all’ultimo. Pieghe tubercolari appena visibili sul terzo segmento, mar- cate sul quarto. Ultimo segmento di forma quadrangolare quasi 4 volte più largo che lungo, leggermente convesso e fornito vicino al margine posteriore di una piccola fossetta mediana fiancheggiata da una leggera prominenza appena distinta addossata alla radice della pinzetta; mar- gine posteriore tronco. Pigidio grosso, sporgente, convesso e arrotondato col margine po- steriore intaccato; superficie superiore convessa, granulosa lungo i margini laterali. Branche della pinzetta di colore castagno, coperte di corti peli giallo-chiari, molto distanti fra loro, robuste e quasi diritte alla base per un terzo della loro lunghezza, poi assottigliantisi, cilindriche e piegate verso l’interno sino alle punte ricurve ad uncino le quali si incontrano ; internamente concave e scavate sin oltre il primo terzo della loro lunghezza, dove esse sono fornite sul margine inferiore di una sporgenza appiattita a mo’ di spina colla punta rivolta all’indietro, fortemente intaccate sotto questa sporgenza poi leggermente convesse e sinuose sino alle punte. Q Ultimo segmento dell’addome restringentesi sensibilmente nella parte posteriore. Pigidio sporgente più lungo che largo, in forma di cono tronco coll’apice intaccato fornito di due punte; superficie superiore forte- mente convessa. Branche della pinzetta pubescenti, separate dal pigìdio, cilindriche, ingrossate alla base per poco più di un terzo della loro lunghezza poi assottigliantisi sensibilmente e gradatamente sino alle punte acuminate, diritte e parallele per metà della loro lunghezza poi incurvate l’una verso l’altra sino alle punte che non s’incontrano; margine interno liscio. Lunghezza totale del corpo: cd 11,8 mm., 9 10,2 mm. » » della pinzetta: &' poco più di 2 mm., 9 1,8 mm. 249 e 26 da Tablazo (1600 metri), agosto 1004 #-“P. Biolley. Specie vicina alla Labia rotundata Scudder, dalla quale differisce per la mole, la forma del pigidio e delia pinzetta e la pubescenza dell’addome. e DR Sparatta pulchra nov. sp. Capo appiattito, di lunghezza uguale alla larghezza cogli angoli posteriori arrotondati ed il margine posteriore fortemente concavo ; suture poco distinte. Liscio, lucente di colore terra d’ombra bruciata col clipeo giallo pallido e le parti boccali giallo brune. Antenne di 15 articoli bruni o giallo bruni ad eccezione degli articoli 14 e 15 o 18 e 14 ed anche ll e 12 o 12 e 13, secondo gli esemplari, bianchicci. Pronoto liscio, lucente, del colore del capo ; di lunghezza superiore a quella del capo ma di larghezza alquanto inferiore, di forma pres- sochè rettangolare cogli angoli anteriori ottusi e gli angoli posteriori leggermente arrotondati, ristretto nel terzo anteriore in forma di un piccolo collo; margini laterali e posteriore tronchi. -Superficie su- periore leggermente convessa, depressa sui lati e lungo il margine posteriore, segnata da un solco longitudinale mediano il quale è fian- cheggiato da due piccole fossette e non raggiunge il margine posteriore. Elitre di lunghezza uguale a poco meno del doppio del pronoto col margine posteriore tronco e gli angoli anteriori arrotondati; liscie, lu- centi, di colore bruno oscuro con iridescenza azzurrognola o violacea. Ali del colore delle elitre, iridescenti, poco sporgenti, di lunghezza uguale a un terzo circa delle elitre. Zampe gialle. Addome lucente di colore giallo o giallo bruno, più oscuro negli ultimi segmenti; pieghe tubercolari dei segmenti 3 e 4 poco marcate ma distinte; primi segmenti scarsamente punteggiati, segmenti 6 a 9 fittamente punteggiati con alcune rughe disposte in serie longitudinali, segmento 9 punteggiato. Ultimo segmento liscio e lucente di forma qua- drangolare di larghezza uguale a circa una volta e un quarto la lun- ghezza, fornito superiormente di tre impressioni longitudinali di cui la mediana occupa la metà posteriore del segmento mentre le laterali cominciano un po’ al disotto del margine anteriore e terminano con due piccole prominenze sovrapposte alle radici della pinzetta. Pigidio sporgente, più largo che lungo, trapeziforme, coi margini laterali leggermente concavi, margine posteriore leggermente spor- sente nella parte centrale e fiancheggiato dagli angoli laterali, forte- mente sporgenti a mo’ di spine triangolari. Branche della pinzetta di colore giallo bruno, allargate triquetre e diritte per metà della loro lunghezza poi assottigliantisi cilindriche e leggermente curvate sino alle punte che s’inerociano. Internamente, depresse e denticolate per metà della loro lunghezza dove s'incontra una forte sporgenza spiniforme poi arrotondate e liscie sino alle punte; superiormente fornite per metà della loro lunghezza di una carena mediana ben marcata e leggermente dentellata, poi arrotondate. 0-2 Q Pigidio uguale a quello del maschio. Branche della pinzetta più robuste che nel maschio, diritte e pa- rallele per i tre quarti della loro lunghezza poi attenuate e ricurve sino alle punte: margine interno dilatato a mo’ di lamine per i tre quarti della loro lunghezza, dentellato dalla base al di là del primo terzo dove s’incontra una spina triangolare meno sporgente che nel maschio. Var. ciclotabia: 3, branche della pinzetta accorciate e sensibil- mente incnrvate nella metà posteriore; questa forma ricorda la varietà della Sparatta pelvimetra var. rufina figurata da DE BorMans nella Biologia centrati-americana, fig. 13. Lunghezza totale del corpo: & 15,5 mm., 9 16,5. » » della pinzetta: o 3,2 » 0 38. Parecchi esemplari è e 9 da Escazù vicino a San Josè (regione centrale) raccolti sotto la corteccia di un albero morto, maggio 1904 — P. Biolley. Questa specie è vicina alla Sparatta semirufa Kirby, dalla quale essa differisce principalmente per l’iridescenza delle elitre e delle ali e per il colore delle antenne. Sparatta incerta Borelli. 1905. Sparatta incerta Borelli in: Bollett. Mus. Zool. Anat. compar. Torino. Volendo: dI e 999 raccolti lungo le rive del Reventazon, pianura di Santa Clara (versante dell’Atlantico) a 250 metri di altezza sotto le corteccie, marzo 1904 — P. Biolley. Specie nuova per Costa Rica. Ancistogaster mixta nov. sp. Capo di colore terra d’ombra bruciata col clipeo e il labbro supe- riore testacei, palpi castagni; poco più lungo che largo, leggermente convesso sul vertice, fornito di due piccole fossette mediane alla base delle antenne, leggermente depresso nella parte posteriore, con suture non distinte ad eccezione dell’occipitale segnata da un leggero solco: lucente e sparso di pochi peli bruni, più numerosi sugli angoli poste- riori. Antenne di 11 articoli castagno-oscuri ad eccezione degli articoli 9 e 10 in parte bianchicci. Pronoto appena più stretto del capo, subquadrato cogli angoli ed il margine posteriori leggermente arrotondati; rigonfio nei due terzi anteriori, appiattito posteriormente e sui lati coi margini laterali fortemente riflessi; metà anteriore segnata da un leggero solco lon- gitudinale mediano; di colore nero-bruno coi margini laterali testacei, lucente. — 13 — Elitre di lunghezza poco inferiore al doppio del pronoto, carenate lateralmente per tutta la loro lunghezza, cogli angoli anteriori leg- germente arrotondati ed i margini posteriori debolmente concavi ; di colore nero-bruno con una piccola macchia rotondeggiante di colore giallo ocraceo vicino agli angoli anteriori, non lucenti, sè, sparse di pochi peli più numerosi sui lati. n en) Ali sporgenti di lunghezza poco superiore a quella | sii | IE del pronoto, di colore nero-bruno con una grande mac- HAKAN, chia giallo-ocracea mediana collocata dietro il margine E posterivure delle elitre ed una piccola macchia dello da stesso colore all’apice interno, non lucenti e sparse di f? pochi peli. \) Zampe coi femori nero-bruni, tibie e tarsi bruno-seppia, i sparse di peli giallo-bruni più numerosi e più chiari sulla superficie inferiore dei tarsi. Segmenti dell’addome di colore cioccolato, zigrinati e sparsi di peli giallo-bruni più numerosi sui lati; allargantisi fortemente dal terzo al settimo, restringentisi debolmente dal settimo all’ultimo. Pieghe tubercolari ben marcate sul terzo e principalmente sul quarto segmento; segmenti 5, 6 e 7 forniti lateralmente di appendici falciformi molto lunghe e imbricate, come nell’ Ancistrogaster falcifera Rehn (1). Ultimo segmento quadrangolare, due volte largo quanto lungo, di lar- chezza uguale a quella del terzo segmento; debolmente convesso e leggermente depresso posteriormente nel tratto compreso fra le radici della pinzetta, segnato da un leggero solco mediano longitudinale che non raggiunge il margine posteriore il quale è leggermente ingrossato fra le radici della pinzetta. Pigidio quadrangolare più lungo che largo col margine posteriore leggermente sporgente. Branche della pinzetta del colore dell'addome, coperte di peli giallo bruni; fortemente ingrossate alla base, cilindriche, dirette obliquamente verso l’interno per un breve tratto poi leggermente incurvate verso l'interno sino all’apice dove esse si allargano e terminano in due punte di cui, l’anteriore corta e diritta e la posteriore più lunga e ricurva ad uncino. Internamente, fornite alla base di un piccolo tubercolo spiniforme, ingrossate e liscie per un breve tratto con un’altra piccola spina rivolta all’indietro poi cilindriche col margine inferiore sensi- bilmente denticolato sino alla prima spina apicale. Inferiormente: capo bistro, torace nero-bruno; segmenti dell'addome di colore cioccolato coperti di peli giallo-bruni, penultimo segmento J' Ancistogaster mixta (1) J. A. G. REHN. « Notes on exotic forficulids ecc. » in: Proced. of Unit. Stat. Nat. Mus., Vol. XXIX, p. 510, fig. 7, Washington 1905. tar fg quadrangolare col margine posteriore leggermente concavo, fornito di una piccola costa o ripiegatura laterale. Lunghezza totale del corpo: o 15,5. mm. » » i Itdella: pinzetta: d' 142.1» d da San José (1161 metri), dicembre 1905 — P. Biolley. Specie intermedia fra l’Ancistrogaster maculifera (Dohrn) e VA. Iuctuosa Stiil.: essa differisce dalla prima per la forma delle appendici falciformi dell’addome, la presenza di peli sui segmenti dell’addome ed il colore delle antenne; dalla seconda per le macchie delle ali e delle elitre e per la dentellatura della pinzetta. Ancistrogaster Alfari nov. sp. Capo di colore terra d’ombra bruciata colle parti boccali più oscure; largo quanto lungo convesso nella parte anteriore con suture distinte. Antenne di 12 articoli pubescenti, di colore bruno oscuro ad eccezione degli articoli 9 a destra, 9 e 10 a sinistra in parte bianchicci. Pronoto di colore nero pece coi margini laterali gialli, liscio e lucente nella parte anteriore, leg- germente rugoso posteriormente; di larghezza poco inferiore a quella del capo, di forma quadrangolare col margine posteriore leggermente arrotondato. La sua superficie superiore convessa nei due terzi anteriori, appiattita posteriormente è segnata da un leggero solco mediano longitudinale a destra ed a sinistra del quale notasi una piccola fossetta. Elitre di colore nero bruno con due macchie giallo d’ocra vicino agli angoli anteriori, non lu- centi e sparse di alcuni peli gialli; di lunghezza uguale a circa una volta e mezzo quelle del pronoto, carenate lateralmente per tutta la loro lunghezza, cogli angoli anteriori leggermente arrotondati e poco sporgenti, tron- che posteriormente. Ali deficienti. Zampe sparse di peli gialli più corti ma più fitti sulla superficie inferiore dei tarsi. Femori di colore giallo d’ocra nero-bruni nel terzo distale, tibie giallo-brune, tarsi gialli. Segmenti dell'addome di colore bruno-rossiccio, pelosi, allargantisi fortemente dal quarto all’ottavo. Pieghe tubercolari dei segmenti terzo e principalmente quarto ben marcate. Segmenti 5, 6 e 7 fortemente dilatati lateralmente e forniti di appendici falciformi, piegate ad angolo retto nel quinto segmento, incurvate e addossate al segmento posteriore nel sesto e nel settimo; nell’ottavo segmento esse sono rappresentate da un semplice prolungamento spiniforme. Ultimo segmento di colore SJ Ancistrogaster Alfari =" bruno-nero, subrettangolare, di larghezza doppia della lunghezza ; la sua superficie superiore è leggermente convessa e depressa posterior- mente fra le radici della pinzetta con due prominenze o ripiegature laterali poco marcate addossate alle radici della pinzetta; a poca di- stanza del margine posteriore, tronco e debolmente ingrossato, notasi una piccola fossetta mediana. Segmenti inferiori dell'addome bruno rossicci fortemente pubescenti ; penultimo segmento trapezoidale col margine posteriore leggermente concavo e gli angoli posteri sporgenti; ultimo segmento quasi intera- mente coperto dal penultimo, i lati soli visibili e forniti di una pic- cola costa o carena che si prolunga posteriormente in una spina. Pigidio poco sporgente, più largo che lungo, col margine posteriore leggermente arrotondato. Branche della pinzetta di colore castagno oscuro coperte di peli gialli; robuste, appiattite, distanti fra loro e leggermente ingrossate alla base, incurvantisi leggermente dalla base all’apice dove esse si allargano e terminano in due punte di cui l’anteriore corta e triangolare e la posteriore lunga e ricurva ad uncino. Internamente esse sono for- nite vicino alla base di una forte spina colla punta rivolta all’indietro e presentano inferiormente dopo il primo terzo della loro lunghezza, una dilatazione laminiforme a mo’ di aletta. 9 Segmenti dell'addome meno dilatati che nel maschio, privi di ap- pendici falciformi; ultimo segmento restringentesi posteriormente. Pigidio poco sporgente, conico. Branche della pinzetta di colore nero-bruno, pubescenti, arroton- date, col margine interno leggermente sporgente e leggermente den- tellato, diritte, restringentisi dopo il primo terzo della loro lunghezza sino alle punte debolmente incurvate. Loc.: Tablazo, 9 e 9 raccolti sotto la corteccia di un albero morto, luglio 1904 — P. Biolley. Lunghezza totale del corpo: d 18 9 16,5 mm. » » della pinzetta: o 5,5, 9 45 » Larghezza del quinto segmento dell’addome : & 5,6 » » dell’ultimo » » méenzot» Questa specie che mi permetto di dedicare al prof. ANASTASIO ALFARO direttore dell’ « Istituto fisico-teografico di Costa Rica », è affine all’ A. arthritica Scudd. dalla quale essa si distingue principalmente per il colore, la forma delle appendici laterali dell'addome e della pinzetta. Ancistrogaster championi Borm. 1893. A. championi Bormans in: Biol. Centr.-Amer., Orth., p. 10, t. 2, f.13 (J7?). d La Palma (1600 metri); & Cuesta de Tablazo (500 m.) — P. Biolley. Specie nuova per Costa Rica. Ancistrogaster perdita nov. sp. Capo di colore bruno-chiaro col clipeo giallo, labbro superiore e palpi boccali giallo-bruni; appena più lungo che largo, leggermente convesso fornito di due piccole fossette mediane alla base delle antenne, con suture distinte principalmente l’occipitale. Antenne di 13 articoli giallo-bruni, gli articoli basali più oscuri, pubescenti. Pronoto del colore del capo coi lati giallo-pallidi ; subquadrato col margine posteriore leggermente arrotondato, poco più largo che lungo, di larghezza pressocchè uguale a quella del capo; leggermente rigonfio e segnato da un leggero solco longitudinale nella metà anteriore, ap- piattito posteriormente e sui lati coi margini laterali volti in su; liscio anteriormente, leggermente rugoso posteriormente. Elitre*brevi, poco più lunghe del pronoto e di colore più oscuro ; trapezoidali, cogli angoli umerali ottusi poco sporgenti oltre i margini del pronoto: internamente separate alla base e lasciando fra loro un piccolo spazio libero o scutello, esternamente carenate per tutta la loro lunghezza; margine posteriore tronco diretto obliquamente verso l'interno. | Ali deficienti. Zampe giallo-testacee oscurate di bruno nel terzo distale dei femori e nel terzo prossimale delle tibie, sparse di peli gialli più numerosi sulla superficie inferiore dei tarsi. Segmenti dell’addome bruno-rossicci o castagni, leggermente pun- teggiati, fortemente dilatati dal primo al settimo, attenuati dall’ottavo all’ultimo. Pieghe tubercolari distinte sul terzo segmento, fortemente marcate sul quarto: segmenti 4 a 7 rugosi lateralmente e forniti di una forte carena o ripiegatura obliqua, leggermente dentellata, che oltrepassa il margine posteriore dei segmenti; sul terzo segmento questa carena è appena indicata mentre l’ottavo e il penultimo seg- mento sono semplicemente rugosi lateralmente e prolungati in punta triangolare. Ultimo segmento circa tre volte largo quanto lungo, de- presso posteriormente fra le radici della pinzetta, fornito vicino al margine posteriore di 4 prominenze di cui 2 laterali, ben marcate, rispondono al margine esterno delle branche della pinzetta mentre le altre interne compresse e arrotondate sono addossate alle radici delle branche; lo spazio compreso fra queste prominenze è leggermente in- cavato. A poca distanza dal margine posteriore, bordato e leggermente sinuoso notasi una piccola fossetta mediana. Segmenti inferiori dell’addome leggermente punteggiati e coperti di corti peli gialli; penultimo segmento trapezoidale, concavo poste- riormente cogli angoli laterali prolungati in una forte spina trian- solare ; ultimo segmento quasi completamente nascosto dal penultimo, preti! Are diviso in 2 lobi forniti di un tubercolo spiniforme collocato vicino ai margini laterali. Pigidio subquadrangolare, più largo che lungo col margine poste- riore sporgente. Branche della pinzetta di colore bruno rossiccio, distanti fra loro, robuste alla base, cilindriche, leggermente arcate per un terzo circa della loro lunghezza, quasi diritte e parallele per il secondo terzo poi piegate ad angolo verso l’interno sino all’apice allargato ed in- grossato fornito di 2 punte, poco distanti fra loro, di cui la superiore appena visibile e l’inferiore grossa e ricurva ad uncino. Internamente, ingrossate alla base e fornite di un piccolo tubercolo nascosto dal pigidio ; liscie e compresse per un terzo circa della loro lunghezza poi arrotondate, fornite dopo il loro primo terzo di una forte spina triangolare e dopo il secondo terzo di un’altra spina più piccola, la quale manca in alcuni esemplari. 9 Segmenti dell'addome non rugosi lateralmente e privi di carene laterali. Ultimo segmento molto attenuato posteriormente, privo di prominenze interne posteriori; penultimo segmento ventrale arroton- lato posteriormente e privo di spine laterali. Pigidio conico poco sporgente. Branche della pinzetta pubescenti, quasi contigue, quasi diritte, assottigliantisi dalla base alle punte debolmente incurvate; margine interno leggermente dentellato. Lunghezza totale del corpo: cd più grande 19 mm., 9 13,5 » » della pinzetta: d' » » Gea Larghezza del quinto segmento dell'addome: 4» 9 3,3 Numerosi esemplari 9° e 9 da Reventado (2400 metri), Rancho ro- dondo (1700 m.), Tablazo (1600 m.), La Palma (1600 m.) — P. Biolley; Volcano de Poas (2800 metri), aprile 1906 — J. F. Tristan. Questa specie fu da me confusa coll’ Ancistrogaster impennis Borm. in un precedente lavoro (1); il chiaro entomologo Mr. Malcolm Burr, assieme al quale confrontai i miei esemplari col tipo dell'A. #2pennis conservato nella raccolta del British Museum, me ne fece notare le differenze, ed ebbe la cortesia di autorizzarmi a fare la descrizione della nuova specie. L'A. perdita differisce dall'A. ;npennis principalmente per la pre- senza dello scutello alla base delle elitre e per la forma della pinzetta che ricorda quella dell’ Ancistrogaster Championi Borm, colla quale essa ha anche comune la forma del penultimo segmento inferiore dell’ad- (1) BorxeLti in: Boll. Mus. Zool. e Anat. comp. Torino, vol. XVIII, n. 449, 1903. A dome; quest’ultimo carattere avvicina l'A. perdita all’Opisthocosmia (Sarcinatria) anomalia Rehn (1). Apterygidea linearis (Eschscholtz). 1822. Forficula linearis Eschscholtz, Entomographien, I, p. 84. Parecchi esemplari & e 9 da Surubres vicino a San Mateo (versante del Pacifico) 250 metri, febbraio 1905 — P. Biolley. Apterygida califormica (Dohrn). 1865. Forficula californica Dohrn, Entom. Zeit. Stettin, XXVI, p. 85. Parecchi esemplari & e 9 da Surubres. — P. Biolley. Forficula lugubris Dohrn. 1862. Forficula lugubris, Dohrn, Stett. ent. Zeit. v. XXIV, p. 230. Esemplari & e 9 dintorni di San José (1161 metri), dicembre 1965 e aprile 1906 — P. Biolley. Var. Macrolabia: 3 da San TO bind de Heredia (1000 metri), feb- braio 1906 — o e 9 delle rive del rio Tiribì vicino a San José (1161 m.), aprile 1906 — J. F. Tristan. Pseudochelidura Biolleyi nov. sp. Capo bruno-rossiccio coi palpi giallo testacei, liscio e lucente ; de- bolmente convesso con suture appena distinte ad eccezione della medio posteriore, fornito di due piccole fossette dietro le antenne. Antenne di 13 articoli pubescenti, bruni ad eccezione dei tre o quattro articoli basali giallo testacei. Pronoto subquadrato, più largo che lungo; margine anteriore tronco cogli angoli anteriori leggermente sporgenti e forniti di una piccola carena, margini laterali leggermente riflessi 0 volti in su, margine posteriore sensibilmente arrotondato. Superficie superiore divisa da una leggera depressione trasversale in 2 parti di cui l'anteriore è più convessa della posteriore ed è segnata da un leggero solco mediano longitu- dinale fiancheggiato da 2 piccole coste oblique; liscio e lucente di colore castagno nella metà anteriore, leggermente rugoso e di colore ferrugineo nella metà poste- riore e sui lati. Pseudochelidura Biolleyi (1) J. A. G. REHN, 1903. Studies in American Forficulidae in: Proc. Acad. Nat. Sc. Philadelphia, v. 54, pp. 308-309. RAC 1: ROTA Elitre di lunghezza uguale a circa una volta e un terzo quella del pronoto, di colore bruno-ferrugineo, margine posteriore tronco. Ali deficienti. Zampe giallo-testacee, tarsi coperti inferiormente di peli gialli. Segmenti dell'addome di colore castagno volgente al rossiccio lungo i margini posteriori, lucenti, leggermente convessi e fortemente pun- teggiati, allargantisi dal primo al quinto segmento, a lati pressocchè paralleli dal quinto all’ultimo. Pieghe tubercolari distinte sul terzo segmento, ben marcate sul quarto. Ultimo segmento castagno lavato di rossiccio; subquadrangolare, di larghezza uguale a poco più di due volte la lunghezza, debolmente convesso nella metà anteriore, declive posteriormente con due prominenze 0 tubercoli rotondeggianti in cor- rispondenza delle radici della pinzetta, lo spazio compreso fra questi tubercoli è infossato e leggermente rugoso e presenta una piccola fossetta mediana a poca distanza del margine posteriore tronco. Parti inferiori: capo e torace di colore giallo testaceo, segmenti dell’addome castagno volgente al ferrugineo lungo il margine posteriore, fortemente punteggiati e forniti lungo il margine posteriore di alcuni peli gialli i quali sono molto più numerosi sul penultimo segmento. Pigidio più largo che lungo, col margine posteriore sporgente. Branche della pinzetta di colore nero pece, lucenti, punteggiate all'apice. Robuste ed allargate alla base per metà circa della loro lunghezza poi sensibilmente attenuate e cilindriche: esternamente diritte per metà circa della loro lunghezza, poi fortemente piegate ad arco sino alle punte che non s’incontrano ; internamente sensibilmente dilatate e fornite vicino alla base di un tubercolo sporgente, poi di- vergenti obliquamente verso l’esterno e dentellate per metà della loro lunghezza, finalmente arrotondate e liscie sino alle punte. Superficie superiore convessa con una leggera depressione mediana vicino alla base, superficie inferiore debolmente convessa. 9 Ultimo segmento dell’addome restringentesi fortemente nella metà posteriore. — Pigidio conico. Branche della pinzetta quasi diritte incurvate all’apice, restrin- gentisi gradatamente dalla base alle punte che si toccano. Margine interno leggermente denticolato per tutta la loro lunghezza ; superficie superiore, fortemente convessa e debolmente carenata nella metà basale. Lunghezza totale del corpo: d' 13,5 mm., q 12 » Ni tdella; piuzetta Vo, Boua 01:90 & e 9 da Paraiso (versante dell’Atlantico) 1300 metri, nelle bro- meliacee, marzo 1905 — P. Biolley. Specie vicina alla Pseudochelidura vara (Scudder) dalla quale differisce principalmente per la forte punteggiatura dell’addome e per la forma della pinzetta.. 2985 . Tip. Gerbone - Via Gaudenzio Ferrari, 3 - Torino Î Di Pat \\k95 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di lorino N. 532 pubblicato il 10 Luglio 1906 Vor. XXI Dr. GiusePPE NOBILI Una nuova Telfusa di Madagascar Il Signor Giuseppe Pittarelli, residente a Moramanga (Madagascar) che aveva già inviato lo scorso anno una nuova specie molto carat- teristica di Telfusa da me descritta (1), mandò ancora nell’anno cor- relite al nostro Museo parecchi crostacei interessantissimi. Le specie inviate sono le seguenti: Caridina Wycki var. paucipara De Man, forma pecilogonica della C. Wyckiî, nota prima solo del Natal e recen- temente segnalata da BouvieR nel Madagascar, Palgdemon lepidactylus Hilgendorf, Astacoîdes madagascariensis importantissimo genere di Parastacidi localizzato nel Madagascar, e Hydrothelphusa agilis A. M. Edw., genere di Potamonidi pure proprio alla regione Malgascia. ll Palaemon lepidactylus proveniva probabilmente da Moramanga ; le altre specie da Ankarahara. Pure da questa località proviene la nuova specie di GeoMRelphusa che qui descrivo. Potamon (Geothelphusa) amkharaharae n. sp. Due maschi. Il carapace è moderatamente largo; il rapporto fra la larghezza e la lunghezza è circa di 4:3. La parte anteriore del carapace fino all’altezza del solco delimitante il lobo mesogastrico dagli urogastrici è molto convessa e declive in avanti longitudinalmente, meno convessa in senso trasversale. La superficie del carapace è assolutamente priva di gra- nuli, liscia e lucente, ma provvista di punteggiature visibili ad occhio (UL G. NuBiLi. Des-rizione di uninuovo Potamonide di Madagascar. Boll. Mus. Torino XX, n. 5C7. I e nudo, ma sparse e distanti. Il solco cervicale è praticamente scom- parso, perchè non è rappresentato che dal solco ad H e da due bre- vissimi tratti impressi superficiali. La regione gastrica non è quindi delimitata che nella sua parte posteriore; anteriormente però essa presenta i due lobi epiga- strici. Questi sono brevi, col mar- gine anteriore netto e diretto alquanto obliquamente, ben se- parati nel mezzo da un solco superficiale che all’indietro si biforca leggermente a V delimi- tando soltanto l’estremo dell’a- reola mesogastrica. Non esiste traccia di cresta postfrontale; soltanto la parte anteriore della larga regione gastrica in con- tinuità dei lobi epigastrici è un e DI Fig. A - Potamon ankaraharae Nob. maschio PORT alta dello Spazio che tipo — Fig. B- Terzo maxillipede — Fig, precede le orbite, ma il margine C - Addome del maschio colla estremità NOn è acuto. I lobi epigastrici » distano dal fronte, misurando la distanza dalla parte esterna, tanto del fronte che dei lobi, di una porzione che è circa ‘/; della lun- ghezza del carapace: nel mezzo però, per la loro obliquità, essi sono un poco più ravvicinati al fronte. I lati dell’H formato dal solco ga- stro-cardio-branchiale sono più larghi e più profondi che il. tratto mediano delimitante la regione mesogastrica dai lobi urogastrici; questi sono assai sviluppati; ben circoscritti e divisi posteriormente. I solchi delimitanti la regione cordiale sono affatto superficiali, late- ralmente un poco più profondi, posteriormente il solco è quasi nullo. Il fronte e le orbite sono marginati da una linea saliente; questa linea nel mezzo del fronte è continua e non va ad attaccarsi inferior- mente al setto interantennulare ; il fronte sporge anzi alquanto sopra la regione antennulare. Il fronte declive è largo un poco meno di un terzo della larghezza del carapace; esso è alquanto smarginato, ma debolmente, nel mezzo, e si riattacca alle orbite per un bordo ricurvo. La sua superficie è grossamente punteggiata, non granulata. Le or- bite hanno una direzione alquanto obliqua, viste di fronte. Il loro margine superiore è quasi diritto, liscio; l’angolo orbitale esterno trian- golare, acuto, ma non sporgente; il margine inferiore dell’orbita è diviso in grossi granuli arrotondati al disopra. Il dente estraorbitale si dirige obliquamente all’infuori, e a breve distanza da esso vi è il dente epi- dello sterno. branchiale, il quale è assai piccolo e appena sporgente sulla linea an- tero-laterale del carapace. Dietro il dente epibranchiale il carapace è marginato di una distinta cresta debolmente granulata la quale si arresta al termine del rigonfiamento della parte anteriore. Dietro il termine della cresta vi sono sui fianchi del carapace alcune brevi ru- gosità oblique, assai poco marcate. di La porzione sottorbitale e le regioni pterigostomiche hanno grossi granuli arrotondati. Il margine anteriore del quadro boccale ha il lobo mediano arrotondato all’apice e sporgente. Gli orifici efferenti sono ampii. Il solco longitudinale sull’ischio dei maxillipedi esterni decorre obliquamente ed è ravvicinato alla linea mediana dell’articolo ma sempre più vicino al margine interno; la sporgenza del margine esterno apicale del mero è quasi rotondata. Lo -sterno è grossamente punteggiato e sull’ultimo segmento vi è un largo spazio fra il termine dell’addome e il principio del quadro boccale; nel quale spazio vi sono quattro solchi o fossette, dei quali i due anteriori tendono a riunirsi nel mezzo. L’addome del maschio è relativamente largo, e va attenuandosi al- quanto dal 3° articolo in avanti. La sua forma è triangolare coi mar- gini alquanto concavi. Il settimo segmento è triangolare, più breve della sua larghezza basale; il sesto è un poco più lungo del settimo, e lungo i 2[3 della larghezza del suo margine posteriore, mentre il suo margine anteriore è appena più largo che la lunghezza del seg- mento. Ì I chelipedi sono disuguali, ma non fortemente. Il maggiore è quello di destra. Il margine anteriore dell’ischio e i tre margini del mero portano una serie di granuli; la faccia esterna o posteriore del mero è provvista delle solite piccole rughe trasverse e granulate. Il carpo è liscio, senza granuli, nè fossette, solo punteggiato. Esso porta al- l’interno una acuta spina, alla quale segue più in basso una seconda ben distinta, indi una terza che è piuttosto una piccola intaccatura del margine. La palma è ben convessa dal lato esterno, ed anche, ma in minor grado, dal lato interno. Essa è assolutamente liscia, senza granuli o rugosità, soltanto punteggiata come tutto il resto della su- perficie del corpo. Il suo margine superiore è obliquo in alto; il mar- gine inferiore convesso e il dito fisso è diretto alquanto in basso. La mano destra è lunga quanto la lunghezza del corpo, la mano sinistra un poco meno; l’altezza della mano destra è i 3[5 della sua lunghezza; quella della mano sinistra un poco maggiore, il che proviene dall’ac- corciamento dell’organo. In entrambe le pinze le dita, misurate oriz- zontalmente, sono più lunghe della palma. Le dita chiudono bene o lasciano uno spazio vuoto minimo; esse sono liscie, munite di linee longitudinali di grosse punteggiature e minutamente e regolarmente denticolate fino all’apice. Due denti sul dito fisso ed uno sul dito mo- della mano destra sono alquanto più grossi degli altri. i Le zampe ambulatorie sono mediocremente allungate; quelle del penultimo paio misurano meno di 1 1]2 volte la larghezza del cara- pace e meno di 2 volte la sua lunghezza. Gli. articoli sono alquanto gracili;; il mero è lungo meno di 3 volte la sua larghezza, senza spina ma con un semplice dente apicale, il propodite un poco più di 3 volte; il dattilopodite è alquanto più lungo del propodite. Il propodite non ha che alcune brevi spinule alla estremità del suo margine inferiore ; il dattilopodite è normalmente spinuloso. Le misure sono le seguenti: Larghezza massima del carapace $ ; ù «0 Mid, 27 Lunghezza » » o 9 _ È » 20 Distanza fra i denti orbitali esterni . ° î ; » 19 è » » epibranchiali . x ». 23 » » l’apice del dente epibranchiale e prat del dente orbitale . } i ; : : ; » (8 Larghezza del margine frontale . È " j » 8,5 Distanza tra il fronte (lato esterno) e i lobi ai » 3,9 » » margine frontale e il limite posteriore della regione gastrica . : , ; 9 >» l4 Larghezza del margine posteriore del Sata . sil Lunghezza dell’orbita . : ‘ i , ‘ ; » Db Larghezza » 5 . ; 3 Pià Lunghezza dell’ ultimo sento addoriînalo è - > nu ila » del penultimo » » $. 14 Larghezza del margine posteriore dello stesso apsninin »{r-G » » anteriore » » » » 4,0 destra sinistra Lunghezza orizzontale della mano . î & e: 18 » » del dito mobile . ; ent id; Dial Altezza della palma all’articolazione digitale . . 8,5 7 Lunghezza orizzontale della zampa del penultimo paio » 37 » del mero . ; . 3 à ù : > La Larghezza » 5 - : 7 > 4,5 Lunghezza mediana Da cigni ; ì x s Pitt Larghezza » » ‘ ’ È 4 *: 3 Lunghezza del dito . ; ; ; EVO E i » 8,5 3924 . Tio. P. Gerbono, vin (+nudenzio Forrari. 3 - Torino. BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino _————___—_—_______+P++@ N. == pubblicato il 22 Agosto 1906 Vor. XXI Dott. ALFREDO BORELLI Di una nuova specie di forficola di Madagascar Chaetospania Pittarellii nov. sp. Capo cordiforme, convesso, segnato da un solco longitudinale mediano» ben marcato nella parte occipitale, col margine posteriore leggermente concavo, di colore castagno oscuro colle parti boccali giallo-brune, fittamente coperto di corti peli gialli. Antenne di 10 articoli, pube- scenti, giallo-brune ad eccezione del primo articolo bruno oscuro. Pronoto pressocchè rettangolare, di larghezza poco inferiore a quella del capo, col margine anteriore leggermente sporgente, i margini la- terali diritti, il margine e gli angoli posteriori leggermente arroton- dati, debolmente convesso e segnato da un leggero solco mediano lon- gitudinale nella metà anteriore, compresso nella metà posteriore e- lungo i margini laterali. Di colore bruno-rossiccio, alquanto più chiaro. del capo e coperto di corti peli gialli. Elitre di lunghezza uguale al doppio del pronoto, cogli angoli an- teriori leggermente arrotondati e poco sporgenti oltre i margini del pronoto, coi margini posteriori tronchi obliquamente verso l’esterno;. di colore castagno oscuro, fittamente ma leggermente punteggiate e coperte di corti peli giallo-bruni. Ali di lunghezza uguale alla metà delle elitre, dello stesso colore, punteggiate e pelose. Segmenti dell'addome a lati quasi paralleli, debolmente convessi, di colore rossiccio più oscuro nei primi segmenti, zigrinati e coperti ad eccezione dell’ultimo di corti peli gialli, più lunghi e sparsi sui lati. Pieghe tubercolari dei segmenti 8 e 4 appena indicate. Ultimo segmento liscio con alcune minutissime rughe lungo il margine po- steriore; quadrangolare, quasi tre volte largo quanto lungo; legger- mente convesso, depresso posteriormente nel tratto compreso fra le radici della pinzetta, segnato nel mezzo da un leggero solco longitu- dinale che non raggiunge nè il margine anteriore nè il margine po- steriore. Lungo il margine posteriore leggermente rialzato a mo’ di cercine, sono da notare due prominenze tubercoliformi addossate alle radici delle branche della pinzetta. Pigidio molto sporgente, più lungo che largo, convesso e trapezi- forme vicino alla base, poi compresso e rettangolare col margine po- steriore leggermente concavo. Branche della pinzetta di colore bruno rossiccio colle punte ca- stagno oscuro, fornite di corti peli gialli più lunghi e più numerosi sui lati; distanti fra loro alla base; robuste, tri- quetre, diritte e quasi parallele per i due terzi della loro lunghezza, poi piegate internamente e assottigliantisi bruscamente alle spese del margine interno sino alle punte acuminate e ricurve. Inter- namente, debolmente solcate col margine inferiore leggermente sporgente a mo’ di lamina per i due terzi della loro lunghezza, poi debolmente cilin- driche presentando un notevole distacco dai due terzi anteriori dato dalla maggiore sottigliezza del terzo posteriore. Zampe coperte di peli gialli; femori ingrossati di colore giallo-bruno olivastro, tibie e tarsi di colore J' estremità poster. giallo-miele. : I (ca. 9 e 1/,) Inferiormente capo e torace giallo-testacei; seg- menti dell’addome giallo-bruni coperti di peli gialli. Lunghezza totale del corpo . . . ... 115 mm. . delle branche della pinzetta . 3,1 » 1 solo esemplare &° da Moramanga. Questa specie ben distinta per la forma caratteristica del pigidio e della pinzetta, fa parte delle ricche e interessanti collezioni radu- nate dal sig. Giuseppe Pittarelli nella regione Est di Madagascar e da lui generosamente mandate in dono al R. Museo Zoologico di Torino. Oltre alla Chaetospania Pittarellii che sono ben lieto di dedicargli, il sig. Pittarelli inviò a diverse riprese parecchie altre specie di for- ficole di cui credo che l’elenco non sarà privo d’interesse : Echinosoma bolivarii Rodsjk. Parecchi esemplari ® e 9 da Moramanga. 3 = Labidura riparia erythrocephala (F.). Numerosissimi esemplari d' 9 e juv. da Ankarahara e da Mora- manga. Amisolabis annulipes (H. Luc.). Numerosi esemplari °° e 9 da Ankarahara e Moramanga i quali presentano la massima varietà nel numero e nella disposizione degli articoli bianchicci delle antenne. Brachylabis malgacha Burr. 1 solo d da Moramanga. Opisthocosmia hova (Borm.). Parecchi esemplari & e 9 da Ankarahara e Moramanga. Apterygida arachidis (Jers.). 1 solo esemplare 9 da Ankarahara. 3084 - Tip, Gerbone - Via Gaudenzio Ferrari, 3 - Torine- ATTO 243 (13564 \\5 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino —_——{‘@tf)t*@‘ctòo@e» N. 554 pubblicato il 16 Ottobre 1906 Voc. XXI SPEDIZIONE AL RUWENZORI DI SN, A. R. LUIGI AMEDEO DI SAVOIA DUCA DEGLI ABRUZZI L DR. Luci COGNETTI DE MARTIIS Assistente al R. Museo Zoologico di Torino Un nuovo Oligochete Criodrilino (DIAGNOSI PRELIMINARE) Alma Aloysii Sabaudiae n. sp. Cenerognolo ; clitello giallastro. Setole ornate ; alla regione anteriore ampiamente geminate: aa = 3 ab; cd = 4/3ab; alla regione media e posteriore in geminazione meno ampia: aa =40b; cd = ab; ovunque at= bc = dd. Apertura anale fendente l’ultimo segmento sul dorso. Peni al 19° segmento ma estesi su parte dei contigui, in direzione delle setole ventrali inferiori (4), nastriformi, ovali nella metà distale, lunghi circa 40 mm.; nella metà prossimale larghi 1 mm., apparentemente seg- mentati; nella metà distale ovali, con largh.* mass. di mm. 4,5; la parte allargata porta sulla faccia interna (ventrale) : 10-15 piccole impressioni ventosiformi, allineate in una serie lungo il margine dell’estremità li- bera, equidistanti, più estese lungo il margine anteriore ; inoltre 2-10 pa- pille e impressioni ventosiformi, allineate in una serie lungo il margine posteriore là dove la parte allargata si restringe per continuarsi con la parte sottile. Impressioni e papille portano una setola copulatrice, dritta, liscia, con estremità libera foggiata a lancetta rombica, lunghe mm. 0,47, spesse mm. 0,02. Clitello a cingolo 50... 53 -- 90...100..103. Ventrigli muscolosi rudimentali al 20° e 21°. Sacchi seminali in quattro paia al 9° - 12°. — Lungh. 115-210 mm.; diam. mm. 3,5-5,5. Segmenti 300-405. Loc.: Valle Mobuku, Ruwenzori, a circa 2000 m.; Dint.i di Toro, a circa 1000 m. Nel terreno fangoso. lt Adiuottao Hob srfiaat LE ogett stona eta ai atua ip comgoe MORESTER PI ITTTI RI OITITO KO die Gli span pini RSA Loi ione sU E È #0) “amata piana i Da bid sura van dr tata Vu sinto La Sie rivi, Ng eni i 45 Si } » Li 3 pn e SA i un Gi È sd APR 29 1507 ua BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 335 pubblicato il 17 Ottobre 1906 Vor. XXI Prof. LorkÒnNzo CAMERANO Materiali per la storia della Zoologia in Italia nella prima metà del secolo XIX. II. I manoscritti di Franco Andrea Bonelli. II. APPUNTI DI FILOSOFIA NATURALE. In precedenti pubblicazioni ho trattato dei manoscritti di Franco Andrea Bonelli che il Museo di Zoologia di Torino possiede e del loro particolare interesse per la storia delle teorie Lamarkiane in Italia in sul principio del secolo XIX (1). Credo utile di iniziare la pubbli- cazione dei più importanti di essi incominciando dagli « appunti » che il Bonelli lasciò scritti su varie centinaia di piccole schede classificate da lui stesso nel modo seguente: Filosofia naturale — Phisiol. et Philosoph. de la nature (2) — Mam- miferi — Uccelli, Rettili, Pesci, Insetti, Crostacei, Vermi, Molluschi. Io mi occupo ora degli « appunti » che si riferiscono alla « Filosofia (1) L. CamerANO, « Il corso di Zoologia di F. A. Bonelli ». Atti R, Accad. Scienze di Torino, vol. XXXVII, 1902. — « I manoscritti di Y. A. Bonelli », Atti del congresso storico internazionale, Roma 1903, vol. XII, Roma 1904. (2) Si riportano testualmente le parole segnate dal Bonelli.il quale, come era uso a quel tempo in Piemonte, adoperava ora la.lingua italiana ora la. francese. O Re naturale » e alla « Filosofia della natura », ricercando anche negli altri gruppi di schede quelle contenenti pensieri che riguardano i due so- pradetti argomenti. Le schede vengono qui trascritte testualmente (1). In esse il Bonelli veniva scrivendo mano a mano molti dei concetti che poi svolse più ampiamente nei manoscritti che verranno successivamente da me pub- blicati. Le schede in questione sono state scritte, a quanto risulta, dal 1800 al 1825 o 1826 circa. 1. « Concatenazione delle specie. « Esse non sono realmente ben distinte in natura perchè i motivi « della loro origine cioè l’influenza delle circostanze non è diversa essa « stessa da un sito all’altro da un’epoca all’altra, che per gradi in- « sensibili risulta perciò che l’incostanza, ossia variabilità non può «mai essere per noi di grande rilievo perchè poco diverse essendo le « circostanze nel piccol spazio da noi tenuto per sua patria, leggeri «ne sono anche le diversità d’influenza. E cosa sarebbero di fatto «le così dette da noi Varietà negli animali e piante, se essi fossero « realmente costanti, all’accidente si attribuiscono così, ma questo «appunto non essere in buona logica ammissibile, non serve nell’uso «ad altro che ad esprimere un effetto di una causa ignota sopra uno È, = & A E È q : x % a i di, °° S POTEVOREORUITI © d : Principii VE Formaz. mineral. miste p Zoofiti element. LS È [Sad [S) i2S) 2 = (a C% =" (<) ” lo) 5 IS Ò da Pea Bi Co a È 2A eta (©) lei 27. « Transito dei mammali anfibii. « Essi conducono direttamente ai Carnivori, e non ai ruminanti « giacchè avendo comminciato gli anim. p. essere primite marini e i — « Carnivori per conseguenza, si fù ad anim. carnivori che essi con- «dussero e si fu tra questi che si operò la separazione di coloro che « si diedero a profittar dei vegetabili che dovevano più abbondare che « gli animali, perciò la transizione ascendente dovette essere presso e A i ‘ n Maio i de irprosi | +; i Vs ire ita saieot z co trial ati tive i - ha ” Wi dello pigli x 1.48 i #1) NOR. WEA Id VO 1 \ IC) | a ; 7 re c. à d. un mois plutot que le Bouquetin. i Bouquetin — il va en rut a la fin de Janvier c. à d. un mois plus tard que le chamoix. Bouquetin — (Obs. communiqué p. un Montagnard de Noasca) Les Montagnards des vallées de Pont et de Novasca qui s’adonnent a la chasse des Bouquetins qui paraissent y ètre moins rares qu’aillieurs, connaissent simplement à& l’inspection de la téte d’un bouquetins sil est de leur pays ou si c’est un bouquetin venu des montagnes de Cour- mayeur. Il pretendent que les leurs ont la téte plus grosse, et le cornes quoique non plus longues, beaucoup plus volumineuses. Les bouquetins de Courmayeur et des autres montagnes confinant avec la Suisse ont, suivant. eux, la téte plus petite, et les cornes plus minces. L’age des bouquetins ordinaires qu'on chasse est de 15-20, mais ils en prennent qq fois qu’ont, suivent eux, jusqu’à 40 ans et qu’ont des SII a: corfnes de 20 et de 22 onces de longueur, qui present de 12-15 Rubb. — d’ordinaire il pesent 8-10 Rubb. La chaire dans les montagnes se mange et se vend jusqu’a 5 e 6 soll la livre. En hiver il sont fort gras; et an printemps assez maigres. — Le poil en hiver et fort long. ils ressemblent alors à des Ovis par le poil. — La femmelle ressemble au màle; mais elle est plus petite et a les cornes plus courtes. 10. Bouquetin et autres Mamm. alpins. — Le bouquetin est devenu très rare sur nos hautes montagnes de la vallèe d’Aoste; ou n’en trouve presque plus. Les montagnards de Courmayeur pretendent que ce fut l’eflet d’une epidemie qui s’est manifestée pendent la guerre (en 1798 environ) parmi la plus part des animaux alpins. et qui à com- mencée par les marmottes, ensuite les renards, e qui s’est plus tard communiquée aux lièvres variables, ensuite aux chamoix. — Mais les marmottes et les chamoix se sont déjà fort multiplée depuis. ll. Bouquetin. — Les Montagnards de la vallèe d’Aoste font beaucoup de cas de la chair du Bouquetin qu’ils trouvent fort savourose. — Sui- vant l’assertion de l’Abbé, ou plutot le Pere..... d'Aoste le bouquetin s'accouple avec la chévre et produit un metis qui differe des 2. il suce le sel qu'il aime beaucoup, mais ne le mange point, et enfin sa mue se fait l’été, et.s’étend, suivant l’opinion générale jusqu’aux sabots. — On en trouve sur les montagnes de Cogne. 12. — On prend souvent des jeunes bouquetins sur nos RESTI e Gia en tuant ou simplement en blessant la mère qu’alors fuit. Dans ce cas le jeune bouquetin se cache dans quelque trou, ou entre des rocher, on va le prendre, on les attache alors p. une corde ou bien on les porte pendant qq temps jusqu’ ce que l’animal ait perdu de vue l’endroit ou il a laisse sa mère; alors tout libre il suit le chasseur jusque chez lui comme un chien, on les éleve alors en les mettant sous une chèvre. Les jeunes bouquetins élevé en domesticité ‘sous les chevres retien- ‘nent encore beaucoup de leur naturel; Ils aiment p. e. à aler toujours sur les hauteurs, dans les chaletts ils montent sur les toit et y dorment la nuit sur la neige qui couvre les pierres qui servent, de toit. + Ils ont une adresse admirable pour sauter et se tenir debout sur. des points tres-peu étendus. 13. — Outre la valeur réelle d’un bouquetin par sa.peau, son sang, sa ‘chair, il a encore celle qui lui donnent dans nos alpes des gens. qui les traquent et les font passer tout vivants en Suisse ou ils sont fort recherchés. Un beau bouquetin vant mort jusqu’a 100 F. 14. Capriolo. — Questo animale esiste ancora selvatico in un solo sito della Savoia nel Faucigny in luogo dove eravi altre volte un fa- moso convento ora in possesso di un negoziante in pelletterie .cioè M. Antoine de Millehomme (au reposoire près Cluse). sia = 15. Stambecchi. — Sul finir di giugno 1820 si prese ancora un enorme stambecco sulla montagna di Ceresole, che pesava 8 rubbi e diverse libbre, aveva le corna a 20 nodi e longhe 32 pollici, esso era cono- sciuto da tutti i cacciatori col nome di gran diavolo (notizie date dal ‘sig. Zumstein all’Accademia 9 luglio 1820). 16. Ermellino. — Il 1° novembre 1824 uno venuto da Lanzo gia tutto bianco colla punta della coda nera. 17. Lince. — Presa il 13 agosto 1826 sui monti di Exilles mandata al Museo dall’Intendenza di Susa il 14 e messa a pelle. 18. Volpe carbonina 9 comprata pel Museo il 27 febbraio 1823 am- mazzata sui monti di Cuorgnè. — Sotto cinereo scura, orecchie ben nere, apice della coda bianco, pianta dei piedi intieramente pelosa come nel lepre meno le sole estremità delle dita. 19. Lince presa a Mirabaco il 15 febbraio 1821 comprata per 12 F pel Museo, fu presa a colpi di bastone mentre cercando di fuggire passò accanto di chi l’attendeva al passo, era così magra che la pelle sola pareva avere e si credette indebolita dalla fame a segno di lasciarsi prendere così facilmente. 20. — Sorex etruscus trovato morto da Ferrero in un giardino di Pecceto li 15 settembre 1822, lungh. dalla punta del muso alla base della coda poll. 1 lin. 7, all'estremità della medesima poll. 2 lin. 6 perfettte concorde al descritto dal Savi. 21, Vespertilio murinus. — Li 15 giugno 1821 presi molti vicino al Valentino quasi tutte femmine col feto (unico sempre) nel ventre ma prossimo ad uscire in uno delli 17 usci spontaneamente nella notte. 22. Lontra. — Osservazione fattasi più volte alla Certosa di Pesio sopra Lontre domestiche si è quella che essa dorme sempre tutta in- volta e colla ponta della coda in bocca. Essa si serve della sua coda per snicciare di sotto le pietre i pesci ivi nascosti. 23. Lepre. — Questa primavera di 1819 morirono in grandissima quan- tità le lepri nei boschi di Stupinigi, e se ne trovarono molte morte in mezzo ai sentieri. Fu questa mortalità attribuita all’azione delle larve che in gran copia infestarono il bosco e che trovandosi sui bot- toni degli arbusti erano mangiate dalle lepri insieme alle fogliette, 24. Lupi. — (Pare che i lupi i quali infestavano nell’inverno del 1814 le montagne di Santo Remo e che continuarono a rendervisi no- civi anche i due estati ed inverno seguenti si siano in parte rifugiati nel Piemonte. Pendente tutta la primavera e l’estate del 1816 vari) lupi stabiliti nei boschi di Caselle, della Veneria, ecc. si resero ter- ribili al punto di assalire, portar via, e divorare ragazzi e persino donne e uomini. Contro questi spedì il governo nel mese di agosto una compagnia di dragoni da caccia dei quali si attende l’esito. Contro quelli di San Remo aveva egualmente in marzo vestito ed armato com- i pletamente 12 cacciatori della Valle d’Aosta sotto la direzione di Da- riar i quali in un mese e mezzo non ne uccisero che uno solo. 25. Ours. — On trouve assez fréquemment des ours dans les forets du Dauphinée ou il est assez dangereux p. conséquent de s’arreter la nuit. 26. Lynx. — Le Linx sont rares dans nos alpes; mais il sont tres dangeraux ou il s'en trouve. — Dans le Biellois (ou on leur donne le nom de Xiene il y en avait cette été 1812 une coupe qui avait fait des ravages tres considerables, et etait arrivé jusqu’à tuer differentes per- sonnes (Perotti m’a dit 10). — La commune de..... avait mis la téte de ces animaux à prix en payait celle de la femelle jusqu’à 500 F. 27. Ours. — L’endroit du Piemont où l’on prend assez frequement des ours, non seulement l’hiver, mais méme en étè sont les forets si- tuées sur les montagnes de la Vallée d’Aoste au dessus de Morgéx. — Les montagnards chasseurs de Morgéx sont cependant les seuls qui s’adonnent à cette chasse. 28. Marte. — Il est fort commun dans la vallée du Pesio e de la Chiusa. — Perotti le medecin en a tué 2 dont un est empaille chez M. Avena il 2 a la gorge jaune. 209. Renard. — Un appat assez sur et employée chez nous pour at- tirer les renards est le nus7 ou marc qui resulte par l’espression des noix dans la fabrication de l’huile de noix; on le fait frire avec de l’huile de noix, il a un odeur qu’on sent de plusieurs mille au loin. 30. Putois. — Pris pres de Turin le 21 novembre 1816. 31. Belette. — Le 28 8bre 1812 Rubinetti tua près d’un fossée a la Crocetta une belette de la petite espèce commune en France. 32. Lynx. — Sans moucheture, roussatre, tué en janvier 1813 à Cour- mayeur; preparé pour le Musée. Le Lynx envoyé d’Aoste par M. Chera le 9 fevrier 1816 parait avois été trouvé mort ou plutòt empoisance avec des entrailles de poulet. Lynx moin rare a Courmayeur qu’ailleur on ly connai sous le nom de 2uc cerclin. 33. Ours. — Cet animal n’est pas rare sur le montagnes du Petits S.t Bernard entre lui et Montiers. Il y est mème assez redonté par les ravages qu'il fait en été aux moissous qu’il embrasse par faiseaux étant debout, et avec sa guele il leur coupe ensuite tout d’un coups les sommets pour les devorer. — Dans cette montagne on est mème ge- neralement dans l’usage d’allumer pendant la nuit des feux aux en- virons des champs pour l’en tenir loin. 34. Loup. — En 1814 et cette année en 1815, pendant l’hiver, des loups se sont avvancées du còtéè de S.t Remo et y ont exercé leur feroce contre les femmes et plusieurs enfant ce qui engagé les auto- rités locales à mettre leur tèéte a un prix haut, et à faire essayer des = moyens de les détruire. On est venu à bout de tuer en 1814 celui qui infestait le pay à cette époque la, et reste maintenant (20 janv. 1815) encore à tuer le dernier selon que m’a dit. M.le D.r Arnaud de S. Remo qui m’a de plus fourni ces renseignements: qu’ils ne veulent plus gouter d’autre chair que de l’humaine et repoussent l’ammorce de toute autre chair. — Que le motifs de telles habitudes est probablement la loi francaise qui avant defendu les inhumations dans les eglises, a mis souvent à decouvert certain cadavres humains par la negligenge qu’on a mise à les ensevelir, et à fermer le cimètiere, ce qui a invité les loups affamés à venir s° y repaitre pendant la nuit, e les a habitués à la chair humaine, pour la quelle ayant pris un gout IropAgia aci ils dedaignent celle de tous les autres animaux. — De ces mémes Ioups acoutumés à manger les enfants méme déjà assez grands il y en a aussi depuis qq ans, pendant l’hiver surtout, dans les plaines de Roesenda dans les rizieres, ou il paraissent descendre des montagne de la Vallée de Sesia. 55. Lupi. — Incominciarono i lupi ad essere molesti alli ragazzi verso il 1808 e 1809 néei boschi del vercellese tra la Sesia e Biellà dove uccisero e mangiarono diversi ragazzi e dove in quelli anni e nei successivi le furono date varie caccie generali per ordine delle Autorità. Le quali caccie poi non avevano altro effetto che quello di cacciarli maggiormente verso le montagne. Questi lupi vi erano chia- mati lupi di marina, 0 lupi rossi e comparivano soltanto in estate e lasciay ano le pecore ed i cani, per avventarsi ai fanciulli, alle don- ‘zelle'e perfino agli uomini. a» capre ci ssdagcivie sa Va "p sn Di 0 20 Oiopea 1906. Ven, XXI AE nai D Lara fieri (ll: Mast n - | Gion i Rufo Bass be LI "ie >” i i dt a A ea NT ‘ = A Do noriohi di foods datl'issia Minios aL 3 ioni è i ti acatn MUSA BOL [a Veg (94 E! 5.8 64 d N i ir ragiua. miti: MBIOlA di cibdagnen ae 8 i Cigno de Cilikde usi interno Bonsgrvatà biglie Gizd Mau intta dalla nin Sie I DEI TPRa | vt Riiinona, Arre atei unt Sie tree: ri bava I i datkacab rd nertliauta pe Tuda AR] sua ky, VII SPA i YI fr Per ie ) b €299 , ‘ l Ù —= Voli, Rertiaia, Diporto; let ces. i, f Hicn prev, int E) i30ah sa. ro pie lare» " } 4 as PR, A 1 di Sg) sc gulag, ono YOFYAK VUELCIE | i i Cri di Gilsoa, Réunion, SISORA 1000, > Pare bilia rdae -< ' i è: 4° Aanarna, Meglio. io: DL: Vineria) fi 1 GIL DI0G, ia ghi 4 T.ò > rep è pg? è Loto: n è Mipgno nesngiari affinità —- Mei Tipo: liege de Cla ET TT cc 10 Call saluti È* fs Olnatia cn ” csuntinit) pit "oe *--% © ‘ » © 3201 Tip, Gerbone » Via Gaudenzio Ferrari, 3 Torino APR È 1309 \\9s BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata. della R. Università di Torino e—__________ tu N. ==" pubblicato il 20 Ottobre 1906 Vor. XXI DR. LuIGi COGNETTI DE MARTIS Assistente al R. Museo Zoologico di Torino. Lombrichi di Madagascar e dell’isola Riunione. Riunisco in questa nota i risultati dello studio di due piccole colle- zioni conservate in alcool, l’una fatta dal defunto Sig. F. Sikora a Fort Dauphin nell’isola di Madagascar e a Cirque de Cilaos nell’ interno dell’isola Riunione, l’altra fatta dal Sig. GrusePPE PITTARELLI a Mora- manga e Ankarahara nell’isola di Madagascar. In quest’ultima sono comprese due nuove specie, Kynotus Pittarellii, e K. Rosae. Colgo oc- casione per esprimere al solerte raccoglitore i sensi della mia più viva gratitudine. Fam. MEGASCOLECIDAE. Subfam. Mezascolecinae. Perionyx excavatus E. Perrier. 1900. /. e., MICHAELSEN, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10,p.208, ubi liter. 1903. /.e., MicHaELSEN, in: SB. Bòhm. Ges., ottobre 1903, p. 11 e 12. Tre esemplari adulti, uno giovane, e quattro frammenti. Loc.: Cirque di Cilaos, Réunion; F. Sigora 1902. Pheretima Schmardae (Horst). 1900. P. s. MIicHaELSEN, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10, p.302, ubi liter. 1900. Amyntas s., BeppaRD in: P. Zool. Soc. London, p. 619, ubi liter. Cinque esemplari adulti. Loc.: Cirque de Cilaos, Réunion; F. Sriora 1902. BOO e Prlreretima heterochaeta (Michlsn.). 1905. P. h., Ubk, in: Z. wiss. Zool. vol. 83, p. 443, ubi synonim. Due esemplari adulti. Loc.: Moramanga e Ankarahara, Madagascar; G. PirrARELLI 1905. Fam. GLOSSOSCOLECIDAF. Subfam. Microchaetinae. Ei ymotus Sikorai Michlsn. 1901. KX. S. MicHAELSEN, in: Bull. Ac. St.-Pétersb., ser. 5, vol. 15, n° 2, p. 205. Un solo esemplare, adulto, ma privo di un tratto posteriore: ne riferisco alcune caratteristiche a complemento della descrizione di MicHaÈeLsEN fatta su due esemplari giovani. CARATTERI ESTERNI. — Lunghezza 250 mm.; diametro massimo 15 mm.; segmenti 270. Colore come nei tipi di MicHaELSEN; al clitello la tinta violacea dorsale è più pallida. Prostomio e primi due segmenti mal distinguibili, solcati da rughe longitudinali. Segmenti 3° e 4° lisci e semplici; 5°-10° affatto biannu- lati, per modo che i solchi intersegmentali non sono distinguibili dagli intrasegmentali. L’11° è ventralmente triannulato, dorsalmente bian- nulato. Segmenti 12°-16° nettamente biannulati, pur essendo facilmente riconoscibili i solchi intersegmentali; 17° e 18° biannulati negl’inter- valli medio ventrale (4a) e medio-dorsale (dd). Setole ventrali superiori (0) dal 6°, inferiori (a) dal 7°, dorsali (ab) dal 16° segm. Al 6°-10° le setole sono portate dall’anello anteriore, all’11°-18° dal posteriore. Clitello a cingolo, esteso sui segmenti 19°-29°/,,, non tumefatto. Pori maschili e delle spermateche come nei tipi di MICHAELSEN. Pori femminili all’intersegmento ‘/,,, in direzione delle setole ven- trali superiori (0). Trovai setole copulatrici ai fascî ventrali del 14° e del 16° segmento; l’apertura dei follicoli ventrali del 14° è spostata un po’ internamente. CARATTERI INTERNI. — Oltre all’ispessimento più o meno forte dei primi nove sepinenti va notata la loro irregolarità nell'inserzione alla parete del corpo che potei verificare per la regione dorsale: il 1° dsp.° separa i segm. 5° e 6°, s’inserisce al solco intersegmentale %/, > ew » » 6%6 ‘78; » a metà del 7° segmento » 90 » >. T°.885 » un po’ dietro al solco inter- segmentale ?/, s-dia il 4° dsp.° e quelli che seguono s'inseriscono rispettivamente ai solchi interseg. 3/5, */,0, ecc. Le spermateche sono disposte nei segmenti 14°, 15°, 16° e s' aprono all’esterno al margine anteriore di ciascuno di questi ; i peduncoli non sono molto sottili. ° Loc.: Fort Dauphin, Madagascar; F. Sikora 1899. Hynotus Pittarvellii nov. sp. Due esemplari adulti. CARATTERI ESTERNI. — Lunghezza 160 mm., diametro massimo 7 mm., segmenti 234 in un esemplare ; lunghezza 230 mm., diametro 8-10 mm., segmenti 173 nell’altro. La forma è cilindrica davanti al clitello, altrove un po’ depressa dorso-ventralmente. L’estremità anteriore è-poco attenuata, la poste- riore è tronca. Il colore è bruno-gialliccio più o meno chiaro, al cli- tello tendente al cenerognolo. Il prostomio è ben visibile, munito sulla faccia dorsale di alcune rughe longitudinali; il suo processo posteriore è stretto e si prolunga fino all’intersegmento ‘/, (Kopf tanylobisch) lasciando riconoscere un lieve solco trasverso circa all’altezza del margine anteriore del primo segmento. Il primo segmento è solcato da circa una ventina di rughe longitudinali parallele, colle quali si confonde il processo posteriore del segmento. Le rughe del primo segmento coincidono con altrettante rughe del secondo. Il terzo segmento, più allungato dei precedenti, è pure rugoso e inoltre leggermente carenato. I segmenti 4°-10° mostrano una netta biannulazione; entrambi i loro anelli sono carenati al pari dei segmenti 11°, 12°, 13° ove non c’è più traccia di biannulazione. Nell’esemplare maggiore gli ultimi dieci segmenti, tranne l’anale, sono più lunghi dei precedenti; nell’altro a partire dal 55° i segmenti sono fortemente ravvicinati. Le setole dorsali e ventrali sono presenti a partire dal 6° segmento: a questo e ai quattro che seguono esse trovansi sull’anello anteriore. Sono strettamente geminate ovunque. Davanti al clitello l'intervallo medio ventrale (44) è poco maggiore del medio laterale (bc), l’inter- vallo medio dorsale (44) è pressochè uguale a metà del perimetro. Dietro al clitello, nella regione mediana: aa = 3 de, dd poco < ‘|, pe- rimetro (1). Le setole normali sono sigmoidi, liscie, munite di nodulo; misurano, a metà del corpo, mm. 0,9 in lungh., e mm. 0,04 in spessore. I fascì ventrali dei segmenti 14° e 16° portano ognuno due se/ole copulatrici lunghe mm. 3,6 spesse mm. 0,08, leggermente incurvate, (1) aa=6 mm.; ab=0,5 mm.; 6e=2 mm.j cd =0,5 mm.; dda=9 mm. IN ABI poco dilatate presso l’apice libero a mo’ di fuso compresso: la loro su- perficie mostra, al tratto distale, un gran numero di minutissime brevi strie longitudinali, disposte a formare tanti anelli assai ravvicinati fra loro. I fascî ventrali del 14° segmento non sono allineati coi pre- cedenti, ma spostati verso il dorso di un tratto pari a circa metà dell’intervallo laterale (bc); in corrispondenza di ciascuno di essi la superficie del corpo lascia riconoscere due lievi intumescenze a mo’ di papille. I fascî ventrali del 16° non sono visibili esternamente giacchè le loro setole sporgono nelle fessure maschili. Clitellto a cingolo, poco tumido, esteso sui segmenti 18°-28°/,; alla regione ventrale i solchi intersegmentali vi sono poco distinti. Nefridiopori facilmente visibili, posti presso il margine anteriore di ogni segmento a partire dal 8°. Fino al 9° sono allineati poco in- ternamente ai fascî dorsali, in seguito si spostano su ciascun lato sino a raggiungere la metà dell’intervallo laterale (bc) ove rimangono alli- neati a partire dal 18° segmento. Aperture maschili in forma di due lunghe fessure trasverse, semi- beanti, a labbra arrotondate non tumide, poste al 16° segmento (= seg- mento apparente 23°) in direzione dei fascîì ventrali dei segmenti 6°-13°, Aperture femminili al margine anteriore del 14° segmento, poco esternamente alla metà degli intervalli laterali (bc), riconoscibili ester- namente come due minuti pori nascosti nel solco intersegmentale, davanti ai nefridiopori e pressochè nella stessa direzione. Aperture delle spermateche solo in parte riconoscibili dall’esterno per la lieve tumefazione dei loro orli. Nell’esemplare più grosso: al- l’intersegmento ‘/,. ve ne sono due paia: le più esterne, poste nell’in- tervallo medio dorsale (44) a mm. 1,5 dalle setole dorsali superiori, distano fra loro circa ?/3 di detto intervallo; le più interne sono circa a metà dell’intervallo laterale (bc) quale è segnato dalle setole dei segmenti 5°-12°. Altre tre paia di aperture di spermateche trovansi all’intersegmento ‘/,,: le due aperture più esterne sono allineate con le corrispondenti dell’intersegmento che precede, altre due aperture sono in direzione dei fascî dorsali, le due più interne stanno davanti ai nefridiopori. Nell’esemplare minore: all’intersegmento ‘/,. quattro aperture a destra, tre a sinistra, di cui il paio più esterno ha disposizione uguale a quella ricordata pel primo esemplare, un secondo paio è poco ester- namente alle linee delle setole dorsali superiori (d), e un terzo paio in direzione dei fascî dorsali, l'apertura più ventrale del lato destro è circa a metà dell’intervallo laterale (bc). All’intersegmento ‘/,;, quattro paia di aperture pressochè allineate con le precedenti. Pori dorsali assenti. CARATTERI INTERNI. — Il primo selio mostra un lieve ispessimento: duo [ff s'inserisce al tubo somatico a metà del secondo anello del 6° segmento, ma separa i due segmenti 5° e 6°, Il secondo è molto robusto, in special modo nella parte prossima al tubo digerente: la sua inserzione alla parete del corpo cade circa a metà dell’anello anteriore del 7° segm. Il terzo setto, robusto come il precedente, s’inserisce poco dietro al- l’intersegmento ?/.. Seguono quattro setti, anche più robusti, inseriti agl’intersegmenti 5/3, o» ‘°/1» !/,,. Pure intersegmentale è l’inserzione dei setti che seguono: il 12-13 è ancora alquanto ispessito, il 13-14 è sottile, e più ancora lo sono i setti che vengono dopo. I setti robusti sono tutti più o meno imbutiformi. Il bulbo faringeo è molto sviluppato, numerosi muscoli retrattori lo trattengono alle pareti del corpo: due tra questi, più lunghi e più robusti, giungono ad inserirsi alla parete dorsale a metà del 7° segmento, attraversando i due primi setti *|, e ‘/,. L’esofago s’estende fino circa al 12° segmento: immediatamente davanti al primo setto mostra un robustissimo ventriglio muscolare, in forma di botte, riferibile al 5° segmento, preceduto da una dilatazione stomacale. Mancano tasche esofagee. L’intestino sacculato sembra cominciare al 18° segmento; a partire dal 18° mostra grosse borse appaiate, di tinta oscura. Il vaso dorsale non è sdoppiato. I cuori, moniliformi, sono in numero di sei paia, disposti nei segmenti 6°-11°: quelli delle ultime quattro paia assai più grossi dei precedenti. I nefridî delle prime tre paia hanno dimensioni subuguali, non molto voluminose: sono posti davanti al primo setto e quindi debbonsi riferire ai segmenti 3°, 4° e 5°. Quelli del 3° hanno il tubulo stretta- mente ripiegato più volte su sè stesso, addossato alla parete posteriore del bulbo faringeo, e coperto da una membrana muscolare tesa tra il bulbo e l’inizio dell’esofago a formare una sorta di capsula da cui fuo- riesce il tubulo. Questo s’estende fino al margine anteriore del 3° seg- mento, ove attraversa la parete del corpo. I nefridi del secondo e terzo paio hanno il tubulo disposto a zig-zag in ampie anse, trattenute da esili membrane al bulbo faringeo: raggiungono la parete del corpo al margine anteriore rispettivamente del 4° e del 5° segmento. I nefridî che seguono diminuiscono alquanto in volume, ma conservano una uguale disposizione del tubulo. Questo non è addossato ai dissepimenti neppure nella regione mediana del corpo, ove le masse nefridiali pren- dono una disposizione allungata trasversalmente, e sono trattenute da esili membrane alla parete somatica, mentre fino al 12° segmento esse appaiono allungate secondo l’asse longitudinale del corpo, in relazione anche con la forma a imbuto dei dissepimenti. Manca un cieco laterale al tubulo terminale. Apparato riproduttore. — A ciascuno dei segmenti 10° e 11° rico- nobbi masse spermatiche libere, e un paio di sacchi seminali. Questi Sa ‘sono pressochè reniformi, attaccati mediante un peduncolo ai robu- stissimi setti 10-11 e 11-12, e disposti ventralmente al tubo esofageo. Ciascun sacco seminale ha la superficie anteriore rivestita per breve tratto da un padiglione cigliato, di mediocre misura, munito di un solco radiale che conduce nell’interno del sacco. Pressochè al centro di ogni padiglione si osserva un piccolo rilievo papillare in cui s’inizia il canale deferente (1). Su ciascun lato del corpo i due vasi deferenti decorrono vicinissimi ma distinti. Raggiungono entrambi la parete di un grosso bulbo muscolare sericeo che comunica coll’esterno attraverso alla fessura maschile. Ogni bulbo (bursa propulsoria, Klammer, clasper) è contenuto nel 16° segmento, ma reclinato all’indietro in modo da giungere coll’estremità prossimale nel 18° segmento, rimanendo a lato dell’intestino, e senza attraversare alcun setto. Cotesta estremità pros- simale è collegata alla parete laterale del 16° mediante un forte fascio muscolare: si continua all’indietro, oltre il setto 16-17, in un organo ghiandolare, la pseudoprostata, bianchiccio, strettamente on- dulato, proteso, attraverso ai setti, fin nel 23° segmento. Ciascun bulbo muscolare porta attaccato, dal lato interno, presso l'apertura maschile, l’estremità distale di un grosso e lungo /0/Zicolo contenente due setole copulatrici. Tale follicolo ha lo stesso aspetto sericeo del bulbo ; è ripiegato lateralmente davanti a questo, e riceve circa a metà della sua lunghezza il peduncolo cavo di una grossa ghiandola ovale, a superficie rugosa, che sporge nel lume del 16° seg- mento, tra il follicolo e l’intestino. Un paio di follicoli affatto identici trovasi al 13° segmento. Tutti quanti cotesti follicoli, analogamente ai bulbi muscolari, hanno il tratto prossimale collegato alla parete laterale del corpo mediante un muscolo retrattore. Al 13° segmento, attaccati al setto 13-14, sono visibilissimi due padiglioni di ovidutti, ampî, allungati, e increspati. Rimpetto ad essi pendono dal setto 12-13 due grossi ovar? laminari. Le spermateche sono digitiformi, complessivamente in numero di cinque paia nell’esemplare maggiore, di sette paia, più una spermateca spaiata, nell’altro esemplare. Tali organi s’aprono esternamente all’in- tersegmento ‘|; sporgendo nel 15° segmento, e all’intersegmento ‘/,; sporgendo nel 16°. Parassiti. — Nei sacchi seminali trovai delle grosse cisti di Gre- garine in stadio di sporulazione ; nel 13’ segmento, attaccate al setto 12],3 delle grosse Gregarine adulte incapsulate. Loc.: Moramanga, Madagascar; G. PirrARELLI 1905. (1) Maggiori particolari morfologici e anatomici intorno a questi curiosi sacchi seminali riferirò in un lavoro a parte sull’apparato riproduttore dei Kynotus, corredandoli di figure. ma e Hynotus Rosae n. sp. Un esemplare adulto, privo di un tratto posteriore. CARATTERI ESTERNI. — Lunghezza 105 mm.; diamelro trasverso mm. 5,5; diametro verticale (alla regione posteriore) 4 mm. Segm. 240. Forma cilindrica alla regione anteriore, compreso il clitello; conica all'estremità. Dietro al clitello fino all’estremità posteriore il corpo è depresso. Il colore è bruno-gialliccio, un po’ più chiaro al clitello, più scuro nell’intervallo medio ventrale della regione postelitelliana. Prostomio, breve, cupuliforme: è un po’ respinto verso il dorso in seguito a parziale estroflessione della cavità boccale. I primi tre seg- menti sono pressochè di uguale lunghezza : il 1° e il 2° mostrano lievi tracce di solchi longitudinali. I segmenti 4°-10° sono nettamente bian- nullati. Il segmento anale è rigenerato. Le sefole sono presenti a partire dal 2° segmento, strettamente geminate ovunque. Ai segmenti 4°-10° sono portate dall’aneZlo ante- riore. Alla regione media del corpo, avendosi un perimetro di 15 mm.: aa=mm::5,5 ; te=2mm.; dda =5 mm. Alla regione caudale: aa = 2 bc; aa = ‘|; dd; dd = !|; perim. La forma delle setole è sigmoide con nodulo; la loro superficie è liscia. Alla regione caudale le setole sono più robuste ed hanno l’e- stremità libera foggiata a uncino. Misurano in lunghezza mm. 0,4 a 0,55 ; in diametro mm. 0,02 a 0,03. All’intersegmento ‘/,;, poco esternamente alla linea occupata dalle setole dorsali superiori (d), si scorge ai due lati del corpo un piccolo rilievo papillare, bianchiccio: corrisponde questo allo sbocco d’un fol- licolo contenente due lunghe setole coputatrici, fortemente ricurve presso l’apice prossimale, in seguito quasi dritte. Il tratto distale ri- conobbi essere cavo, foggiato a fuso oblungo presso l’apîce. Lunghezza 2 mm.; diametro mm. 0,05. Il clitetto, a cingolo, non rigonfio, è esteso sui segmenti 18-'/ 28; vi si distinguono bene i solchi intersegmentali. I nefridiopori, almeno nel tratto preclitelliano, sono circa a metà dell’intervallo laterale (bc). Le aperture maschili sono in un paio al 16° segmento, allineate coi fascî ventrali: appaiono come due sottili fessure trasverse a labbra arrotondate, non tumide. Le aperture femminili, minutissime, invisibili esternamente, sono pure in un paio, all’estremo margine posteriore del 13° segmento, in direzione dei fascî ventrali. Le aperture delle spermalteche, invisibili, trovansi agl’intersegmenti 13/4 tilt Pleo £/, disposte negl’intervalli laterali (ad); ad ogni in- RR gr tersegmento se ne contano da una a quattro. Non v'è simmetria nel numero e nella disposizione. Mancano pori dorsali. CARATTERI INTERNI. — Il primo dissepimento visibile è sottile, in- serito alla parete dorsale del corpo a metà del secondo anello del 6° segmento: esso separa il 5° dal 6° segmento. Il secondo setto, poco ispessito, s'inserisce poco avanti alla metà del 7° segmento. Sono pure un po’ ispessiti i quattro setti che seguono, inseriti rispettivamente a metà dell’8°, del 9°, del 10°, e dell’11° segmento. Un lieve ispessimento si nota ancora al settimo setto, inserito poco avanti all’intersegmento 1°/,3, @ all’ottavo inserito a metà del 13° segmento, essi separano i tre segmenti interni 11°, 12°, 13°. In seguito i setti sono sottili e inseriti rispettivamente in corrispondenza dei solchi intersegmentali Li iii ‘ERE Il blbdo faringeo, mediocre, è trattenuto alla parete del corpo da numerosi retrattori: tra quelli dorsali i più lunghi raggiungono il margine posteriore del 6° segmento. Al 5° segmento, immediatamente I 1349 davanti al primo setto trovasi un robusto ventriglio muscoloso oblungo, il quale mostra al suo limite anteriore una fitta serie di brevi muscoli ventriglio-esofagei, affatto simili a quelli da me descritti e figurati in altri Glossoscolicidi (1). L'ultimo paio di cuor? trovasi all’11° segmento. Apparato riproduttore. — Kynotus Rosae è olandro, cleistorchide ; le capsule seminali sono periesofagee e s’estendono da un setto all’altro nei due segmenti 10° e 11°, racchiudendo pure i cuori assieme ai Zestes, ai padiglioni dei vasi deferenti, a molte masse spermatiche in matu- razione, e a buon numero di cisti di Gregarine. Mancano vescicole o sacchi seminali. Dalle capsule si partono i vasi deferenti, i quali al 16° segmento attraversano la parete di due mediocri bu/bî muscolari presso il loro sbocco alla superficie del corpo, cioè presso le aperture maschili. Ogni bulbo è ripiegato all’indietro, ed attraversa i sottili se- pimenti ‘°/,, e ‘"/,;, per continuarsi, entro al 18° segmento, in una pseu- doprostata bianca, altrettanto grossa, poco allungata. I follicoli dei fascì dorsali del 15° segmento sono molto sviluppati e muscolosi, in rapporto con le setole copulatrici sopra ricordate: sporgono nella cavità del corpo in forma di mediocri masse allungate, una per ciascun lato. Circa a metà di ognuno di essi sbocca una ghiandola bianchiccia, subpiriforme, peduncolata, più grossa del folli- colo stesso. Gli ovarî, laminari, pendono dal setto ‘°/,, nel 13° segmento, ove (1) CocnETTI DE MartIIs L. Gli Oligocheti della regione Neotropicale, parte II, in: Mem. R. Acc. d. Scienze, Torino, ser. 2%, vol. 56, p. 153, tav. I, fig. 12, n.v.-e. _— ile sono fronteggiati dalle ampie tube degli oviduttz: questi ultimi non attraversano il setto ‘/,,. Le spermateche sono in numero di due a sette od otto a ciascuno dei segmenti 14°, 15°, 16°, 17’, presso il setto anteriore; non v'è sim- metria ai due lati del corpo. Le loro ampolle, subsferiche, hanno un diametro di 2 mm., e si continuano bruscamente in un tenue e breve canale spesso appena mm. 0,05: spiccano per la colorazione bianca. Parassiti. — Nelle capsule seminali trovai cisti di Gregarine in sporulazione, talune con diametro di mm. 1,5. Nel lume dei follicoli setigeri dorsali del 15° e dei bulbi al 16° seg- mento trovai dei giovani Nematodi. Loc.: Moramanga, Madagascar, G. PitrTARELLI, 1905. Fam. LUMBRICIDAE. Helodrilus (Dendrobaena) rubidus (Sav.) var. subrubicuada (Eisen.). 1900. H. (D.) r. s., MicHakLSskEN, Oligochaeta, in: Das Tierreich, Lief. 10, p. 4190 udi liler. 1906 H. (D.) o., CogwxkrtI, in: Boll. Mus. Torino, vol. 19, n 466, p. 4. Due esemplari adulti. Loc.: Cirque de Cilaos, is. Riunione, F. SigoRa, 1902. n rI__——-— | Spi DI Help Sqratintin i A nibbio + vel iaiotaneQoinoyaig lista ptaruosò beni RI I mae 6 o drag i ui: Ù - LE g Ù al Manarola dis anioni, DET SE PRI oli se | ontfs An dfn Hi the. n odi ib span at'ondw m sinto: smià A ISO Paris dine ii ui Gartibà GA attra ti ne Kiiagioò inbordhi. ani i srora Gatto AA PONI (OTACISTILA Lat OItT iritiuo Da Dale Ù ntitid Mds deg did MRO santo aaa cui enna ih Delo beraali FIAMME sii ETA ce vanni: di ca biamo Di Ra ste Ti'betomatb. pri Uli vafonoge. 90 Le FRLot ‘as sure [AS Ifivangods inuito: Garitioli brenta i $i ba 6) LO a sAURNÀ vet ma Vane crepi nani 7 04 va A È { i iLago drogrit bad Ala TRO F t la ) : ‘ ME 4 Trey . 1 ito) Parigi IAARIBAII cc AL cri de un Di È Deli (A) Pili YaneziraRite: i Piega (1 | ne vot ovo { pae + RELTA uti tata k nagiti. mUragsoi Îigtars: due SIE ron | ì, p i Ki par 1] Ca K ot ML! log 1216 RR Ere PL Balitichi sorlamesgro: vieni ge lix sd dry ul: Lotti 4 2 La dor RICAVI MIO AAA, si } Chi eviti per ov. 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[ene Co ag Ap» | pi tip, /eo DI, Rio rt I. pila; 129 foi” VIPEVITÀ: Pa doitrigrarie e vado my, orto Aperte ira è anti % Bit, 4 fe Tel tela, #, i ARZIETI cà Lil Dj na data toga rin E Gion PIA at V°- WII0APSOR) arpa ti ‘ © î Lu N n 3210 - Tip. Gerbone - Via n Gaudenzio Ferrari, - crv I CHET Mali A A : Ai n # 12% \\o5 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia APUDEFSIE della R. Università di Torino N. 338 pubblicato il 22 Ottobre 1906 Vor. XXI SPEDIZIONE AL RUWENZORI DI S. A. R. LUIGI AMEDEO DI SAYOIA DUCA DEGLI ABRUZZI II. CARLO PoLLONERA Nuove specie di Molluschi terrestri (DIAGNOSI PREVENTIVE) 1. Helicarion Aloysii Sabaudiae. Testa depresse auriformis, tenuis, translucida; sublus convexriuscula, glabra ; supra converior, scabriuscula, apice prominulo ; corneo-ru- fescens, concentrice plicato striata, ad peripheriam obtuse angulata. Anfr.3*|,, rapide evoluti, sutura profunda separati. Apertura obliqua, îrregulariter subovata, margine membranaceo basali angustissimo. Long. mill. 25, lat. 18 '/,, alt. 12 ‘/,. Apert. long. 15 ‘/,, alt. 1L, Hab. Bujongolo (Uganda). Un solo esemplare. 2. Vitrina Cagnil. Testa depressa, subsolidula, nitida, laevigata, transverse subplicata, colore fusco-corneo; spira brevissima, apice subprominulo, albido. Anfr. fere 3, celeriter crescentes, sutura filomarginata separati x ul- timus depressus, basi compressus, margine membranaceo angustis- simo, elongato. Apertura oblique oblongo-ovata, margine supero ar- cuato, îinfero rectiusculo. Long. mill. 9 ‘/,, lat. 7 ‘/,, alt. 4 ‘/,. Apert. long. 5 ‘/,. Aa, | 5 det Differt a proxima V. oleosa Mart. Testa paululum matore, supra et subius compressiore, solidiuscula, colore minus succineo. Hab. Ruwenzori, ghiacciaio Mobuku, a quasi 4500 metri. Un solo esemplare. 3. Bulimimuws (Pelraeus) Aloysii Sabaudiae. Testa ovato-conica, tenuiuscuta, pallide cornea, angustissime et subobtecte umbilicata, plicato-subcostulata et minutissime malteata>; spira conica, apice obtusiusculo ; anfr.:6 convextusculi; rapide evoluti, sutura lineari separati, ulltimus magnus, turgidus. Aperiura irregu- lariter subovata, intus cornea, peristomate albo, reflexo, marginibus remotis; margine externo arcuato, supra medium scrobiculato ; co- lumellare subverticaliîi, supra umbilicum in triangulum oblongum dilatato, atque antrorsum producto et angulato. ATt. mill. 28; lat. 14; apert. alt. 11 1/.. Hab. Versante Est del Ruwenzori; Valle Mobuku, fino a 2000 metri. Un solo esemplare. 4. Subulina Roccatiîi. Testa subulata, tenuis, albida, longitudinaliter tenui-costulata, co- stulîs basi evanescentibus ; anfr. 9 converiusculi, sutura impressa divisi; ullimus basi altenualus. Apertura angustae ovalis, superne acutangula, labro simplice; margine exlerno et basali simplicibus ; columellare recto, late reflexo-adhaerente, rimam angustissimam for- mante, basi levissime oblique subiruncato. Alt. mill. 124/,; lat. 4;-apert.-alt. 34h. Hab. Versante Est del Ruwenzori; Valle Mobuku, fino a 2000 metri. Un solo esemplare. 5. Glessula De-Albertisi. Testa oblonge-subsubulata, lucidissima, translucida, succineo-vi- rescens, subtilissime longiludinatliter strialula ; spira turrita, apice optuso; anfr. 7 converiusculi, sutura impressa separati. Apertura oblunga pyriformis, superne acutangula, intus non dissimiliter colo- rata ; ‘peristomate simplice, tenue; margine columellari arcuato , oblique truncalo. Alt. ‘mill. 18; lat. 57/,; apert: alt. 16%. Hab. Bihunga, Ruwenzori; Valle Mobuku a circa 2500 metri. Un solo esemplare. 6. Streptaxis Cavallii. Testa albida, valde obliqua ; anguste umbilicata ; ; regulariter, crebre, subtiliter et acule costulata ; apice obtusa, compressa. Anfr. 5; primi, 3 CONDOR PERI normatliter spirali ; ; ultimi subplanulati, perobliqui. Apertura edentula, valde obliqua, irregulariter subovata, peristomate -reflexo, marginibus callo tenuissimo junctis. \ Alt. mill. 9, lat. 7 4/,; apert. alt. 4.4/,. Hab. Versante Est del Ruwenzori; Valle Mobuku, fino a 2000 net -Esempl. 9. 7. Ennea Roccatii. Testa ovata, turgide dolioliformis, superne oblusa, inferne attenuata, albido-cinerea, tenuissime striatula. Anfr. 8, planiusculi, sutura li- neari incisa divisi, superne saepius ad suturam acute carinati. Aper- tura ringens, obliqua, irregulariter ovato-oblonga ; peristomate crasso, late reflexo, marginibus callo junctis. Lamellae parietales 2, în unam validissimam, emersam, distortam et cum margine externo conglu- tinatae ; margine externo arcuato, 4- dentato : 1° (supremo) Tuber- culiforme sat crasso ; 2° valido, lamelliforme ; 3° et 4° lamelliformibus, minoribus ; margine columellari oblique subrecto, 4-dentato : primi 3 lamelliformes progrediendo crescentes, scilicet: 1° (supernus) mi- nutus, 2° maior, 3° maximus, transverse postti, 4° profundus, minu- lissimus, tuberculiformis. ATE: mill. 12 4/,, lat: 6 *#/;p apert. alt. 4 4/5. Hab. Versante Est del Ruwenzori; Valle Mobuku, fino a 2000 metri. Esempl. 10. 8. Ennea $Sellae. Testa ovata, dolioliformis, superne obtsusa, inferne leviter attenuata, albida, tenuissime striatula, fere laevigata. Anfr. 7, supremi con- vexiusculi, coeterî planiusculi, sutura profunde incisa divisi. Aper- tura recta, subquadrangularis, tamen superne latior ; peristomate crasso, late reflexo, marginibus callo junctis. Lamella parietalis unica, validissima, flexuosa, emersa, superne longe producta et cum margi- nem externum peristomatis juncta ; margine externo subarcuato, crasso, întus 4-dentato, dente 1° (supremo) tuberculiforme, angusto, 2° validissimo, sublamelliforme, 3° profundiore, tuberculiforme, mi- nimo ; 4° (basali) lamelliforme, sat valido ; columellari unico, crasso, transverse postto. Alt. mill. 12 ‘/,, lat. 6 d,; apert. alt. 4 ‘/,. Variat forma turgidiore, alt. 11, lat. 6 ‘,; apert. alt. 4 '/,. Hab. Versante Est del e OCT Valle Mobuku, fino a 2000 metri. Esempl. 5. 9. Ennea Camerani. Testa tenuiuscula, ovata, turgide dolioliformis; superne obtusa, ‘apice levissime prominulo ; inferne attenuata ; albida, subtranslucida, regulariter et ..confertim striata. Anfr. 8, supremi converiusculi , ul: fi) coeteri planiusculi, sutura profunde incisa divisi. Apertura recta, sublriangularis, peristomale reflexo, non incrassato, marginibus re- motis. Lametta porietalis unica, subquadrata, sat elevata, oblique po- sita et cum lamellam angularem, angustiorem juncia ; margine externo arcuato, intus denie mediano unico, conico, sat valido, mu- nilo; columella intus lata, margine columellari subrecto, obliquo su- perne subtuberculoso, inferne luberculo valido sublu nelliforme munito. AT, 0a ADR Hab. Versante Est del Ruwenzori; Valle Mobuku, fino a 2000 metri. Esempl. 2. 3230 - Tip. P. Gerbone, via Gaudenzio Ferrari. #8 - Torino. At? ” IS BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 559 pubblicato il 12 Novembre 1906 Vor. XXI SPEDIZIONE AL RUWENZORI DI S. A. R. LUIGI AMEDEO DI SAVOIA DUCA DEGLI ABRUZZI III. DR. Luigi CocNETTI DE MARTIIS Assistente al R. Museo Zoologico di Torino Nuovi Megascolecidi africani. (DIAGNOSI PRELIMINARI) Subfam. Trigastrinae. Dicogaster Alcysii Sabaudiae n. sp. Dieci esemplari. Cenerognolo-brunastro. Capo tanilobo. Setole ovunque geminate : aa=bc= circa 4 ab; ab= cd; da= circa */; perimetro. Primo poro dorsale */;. Clitello a cingolo 12°-19°9; area genitale non affondata; solchi seminali estesi da ‘/, 16° a 4/, 19°, pressochè in forma di due graffe prospicienti ({}); aperture prostatiche due paia al 17° e 199; aperture maschili al 18°. Due paia di aperture delle spermateche. Ghiandole calcifere 3 paia al 15°-17°. Ultimi cuori al 12°. Micronefridi 3 0 4 per lato non allineati. Testes liberi al 10° e .11°; sacchi se- minali rocemosi all’ 11° e 12°. Prostate mediocri, con tratto musco- lare sottile, e porzione ghiandolare spessa, disposta metà nel 17° (e nel 19°), metà nel 18° (e nel 20°). Setole peniali al 17° e 19°, una per follicolo, lunghe mm. 1,7, spesse a. metà mm. 0,08, torte in.un giro di rame spira assai lassa nel tratto distale che è ornato di denti robusti, a grado a grado mutati verso la metà della setola, in semplici incisioni trasverse sempre più ampie. Spermateche all’8° e 9° con ampolla e ca- nale separati da una strozzatura; il canale porta sul tratto prossi- male, che è rigonfio, un breve diverticolo: terminato a palla, addossato al canale stesso, diretto appostiaunente all’ampolla. — L. circa 80 mm.; D. circa 2 mm.; Segm. 85 circa. Loc.: M.te Ruwenzori; Nakitava, a 2652 m. Dichoganster Roccatii n. sp. Due esemplari giovani. Cenerognolo-bruniccio. Capo pro-epilobo '/;. Setole disposte ventral- mente; ai segmenti 4°-10° molto robuste, specialmente le ventrali, curve al solo tratto distale, lunghe mm. 1,3, spesse mm. 0,15, geminate las- samente, fino a distanti, così ad es. al 6°: aa = ‘ab; ab=bc=2cd; altrove setole sigmoidi, lunghe mm. 0,5 : aa = de = 3 ab; da = circa */, perimetro. Primo poro dorsale 5|;. Aperture delle spermateche due paia. Ventrigli muscolosi al 7° e 8°; tre paia di ghiandole calcifere reniformi lobate, al 15°, 16°, 17°, crescenti in volume dal primo al terzo paio. Ultimi cuori al 12. A metà del corpo circa 10 serie di micronefridi per parte, più o meno allineati. All11° e 12° rispettivamente un paio di sacchi seminali; due paia di prostate tubulari, con tratto ghian- dolare ondulato, contenute nei segmenti 17° e 19°. Setole peniali, circa 6 per lato (? condizione giovanile) in luogo dei fasci ventrali al 17° e 19°; lunghe circa 3 mm., a metà lunghezza spesse mm. 0,03, ondulate leg- germente 0 quasi dritte nel tratto distale che s’attenua in esile punta, e porta circa 25 lievi escavazioni semilunari, e, in prossimità della punta 6-7 dentini; Spermateche distinte da una strozzatura, in am- polla tondeggiante e canale, lungo più del doppio, formato di un tratto prossimale rigonfio, a lume ampio in cui sporgono ripiegature longi- tudinali «lella parete, e di un tratto distale cilindrico, a lume angusto, cilindrico: al confine dei due tratti s’attacca un piccolo diverticolo nascosto nei tessuti. — L. circa 75 mm.; D. circa 6 mm.; Segm. 165. Loc.; M.t* Ruwenzori : Nakitava, a 2652 m., e Buamba, a circa 3500 m. Dichogaster Cagnli n. sp. Un esemplare adulto. Cenerognolo. Capo pro-epilòobo poco > ‘/,. Setole geminate, in nes- suna regione distanti: aa > de; qa = 4 ab; ab = cd; ddi>'|; pe- rimetro. Primo poro dorsale all’intersegmento 5/,.. Clitello 13°-20°, è cingolo, tranne: al 17° e 19°. Due paia di aperture delle prostate: al 17° e 19’; solchi seminali concavi verso l’esterno ; due paia di aperture delle spermateche. Ghiandole calcifere al 15°, 16°, 17°, diminuite in volume dal primo al terzo paio. Ultimi cuori al 12°. Micronefridi al- lineati in 6 serie per lato. Testes liberi al 10° e 11°; sacchi seminali 11° e 12°. Prostate brevi, con tratto muscolare sottile, e porzione ghian - dolare spessa, disposta, con le due estremità nel 17° (e nel 19°), col tratto mediano nel 18° (e nel 20°). Setole peniali al 17° e 19°, una per lato, lunghe 1 mm., con diametro massimo di mm. 0,027, munite al terzo distale di circa 4 o 5 denti, e presso l’apice libero di 3 o 4 lievi incisioni lineari, trasverse, che abbracciano circa i], perimetro. Sper- mateche grosse all’ 8° e 9°; ampolla oblunga, poco più grossa del ca- nale, da cui la separa una strozzatura ; il canale porta sul tratto pros- simale, che è rigonfio, un breve diverticolo terminato a palla, adagiato contro il canale stesso in direzione opposta a quella dell’ampolla. — L. 63 mm.; D. mass. mm. 2,5; Segm. 116. Loc.: M.te Ruwenzori : tra Fort Portal e Ibanda, a circa 1500 m. Subfam. Ocnerodrilinae. Pygmaeodrilus Cavallii n. sp. Un esemplare. Capo pro-epilobo ‘/. Setole strettamente geminate: aa > de; da poco > */. perimetro; ai primi segmenti aa poco < be. Clitello mal distinto 14: 16°, a cingolo, tranne, al 14°. Pori maschili al 17°, su due papille coniche, in corrispondenza dei fasci ventrali assenti. Aperture delle spermateche */,, in direzione dei fasci ventrali. Prostate estese fino al 30° segmento. Spermateche sporgenti con l’ampolla piriforme nell’8 segm., il canale assai breve sbocca all’esterno assieme a 5 o 6 diverticoli, alcuni lunghi quanto l’ampolla, pur essendo strettamente pieghettati, sporgenti parte nell’ 8° parte nel 9°. — L. 25 mm.; D. circa 1 mm.; Segm. 90. Loc.: Entebbe. TZ APO (#9 F_——__ > 3472 - Tip. Gerbone - Via Gaudenzio Ferrari, 3, Torino ALY ui \\br5 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino [r——=—== = _ = =: — dI TOR N. 54°O pubblicato il 13 Novembre 1906 Vor. XX] SPEDIZIONE AL RUWENZORI DI S. A. R. LUIGI AMEDEO DI SAVOIA DUCA DEGLI ABRUZZI EV. Dott. GiorGINA PANGELLA Nuova specie di Passalidi. (Diagnosi preventiva) Eumelosomus Aloysii Sabaudiae, nov. sp. Piastra metasternale perfettamente liscia e lucente, senza punti nè infossature: angoli posteriori di essa punteggiati da piccoli punti. Carene frontali ad angolo ottuso terminate da piccola spinetta a meta distanza tra la punta del corno del capo e i denti laterali del clipeo. Corno del capo punteggiato, appiattito, con punta rilevantesi all’indietro. Angolo frontale privo di verruca. Labbro inferiore diritto. Scudetto con leggera linea mediana. Intervalli delle elitre con doppi punti. Lungh. 28 mill. — Largh. prot. 8,5 mill. — Largh. elit. 8,5 mm. 2 esemplari. Versante est del Ruwenzori. Valle Mobuku. — Ma- dudu, 1328 m. dna? tb ù i intorfnti. ni alto P pu fe » o es da Ibanda. Apterygida Cagnii n. sp. Capo fulvo-rossiccio col labbro superiore ed i palpi boccali gialli ; poco più lungo che largo col vertice appiattito e gli angoli posteriori arrotondati e fortemente convessi, separati da un solco mediano largo e profondo; margine posteriore debolmente concavo. Antenne di 12 articoli, testacei. Pronoto più lungo che largo, di larghezza inferiore a quella del capo; quadrangolare coi margini laterali diritti e paralleli ed il mar- gine posteriore sensibilmente arrotondato ; superficie superiore segnata per metà della sua lunghezza da un leggero solco mediano il quale si prolunga posteriormente in una debole carena. Colore nero non lu- cente coi lati orlati di giallo-chiaro. L ie Elitre poco più lunghe del pronoto, diritte, strette, coi margini posteriori tronchi e tagliati obliquamente; colore nero non lucente. Ali deficienti. Zampe : femori robusti, neri; tibie e tarsi gialli. Segmenti dell’addome di RE nero. lucenti e coperti di phifto gie sime rughe; debolmente convessi, allargantisi sensibilmente dal primo all’ultimo. Pieghe tubercolari appena indicate sul terzo segmento, mar- cate sul quarto. Ultimo segmento nero lucente coperto di piccolissimi punti disposti in serie longitudinali che alternano con spazii lisci, qua- drangolare, un terzo più largo che lungo; declive posteriormente col margine posteriore tronco nel tratto compreso fra le radici della pin- zetta e tagliato obliquamente sui lati, vicino al margine posteriore notansi una piccola fossetta mediana e 2 piccoli tubercoli addossati alle radici della pinzetta. Pigidio nero, quadrangolare molto più largo che lungo, appiattito col margine posteriore tronco e gli angoli posteriori leggermente sporgenti. Branche della pinzetta di colore nero colle punte castagno-rossic- cie, distanti fra loro, punteggiate, cilindriche; parallele per un breve tratto poi fortemente inarcate e piegate l’una verso l’altra sino alle punte che non s’incontrano; internamente fortemente dilatate alla base per un terzo circa della loro lunghezza col margine interno for- nito di numerosi granuli, poi concave con pochi granuli sparsi. Inferiormente: capo fulvo-rossiccio ad eccezione del labbro inferiore nero-pece; torace nero. Segmenti dell’addome neri e fortemente pun- teggiati, penultimo segmento grande, poco più largo che lungo col margine posteriore arrotondato. Lunghezza totale del corpo: o 12,4 mm. » della pinzetta: d' 2,4 » 1 solo 9 da Ibanda. Specie vicina all’ Apterygida erythrocephata (01.) dalla quale differisce per il colore caratteristico. Apterygida Cavallii n. sp. Capo fulvo oscurato di bruno sul vertice, parti boccali testacee; poco più lungo che largo, debolmente convesso con suture appena di- stinte, margine posteriore debolmente concavo. Antenne di 12 articoli pubescenti, di colore bruno grigiastro ad eccezione dei due primi ar- ticoli testacei. Pronoto testaceo coi margini laterali più chiari; pressochè qua- drato col margine posteriore debolmente arrotondato, poco più largo che lungo, di larghezza uguale a quella del capo; debolmente con- vesso, coi margini laterali leggermente riflessi, coperto di minute rughe e segnato da un leggero solco longitudinale mediano. MD, pr Elitre testacee, debolmente rugose e sparsamente punteggiate ; di lunghezza poco superiore a quella del pronoto che oltrepassano appena coi margini laterali, margini posteriori tronchi e tagliati obliquamente angoli posteriori interni leggermente arrotondati. Ali deficienti. Zampe testacee. Segmenti dell'addome castaneo oscuri quasi neri, lucidi, fortemente punteggiati, rugosi lateralmente, allargantisi insensibilmente dal primo all'ultimo ; pieghe tubercolari appena indicate nel terzo segmento for- temente marcate nel quarto. Ultimo segmento lucente, punteggiato e leggermente rugoso; quadrandolare, alquanto più di due volte largo che lungo, leggermente convesso e depresso posteriormente nel tratto compreso fra le radici della pinzetta con una piccola fossetta me- diana. Margine posteriore tronco, debolmente ingrossato e fornito di 2 promineuze tubercoliformi addossate alle radici della pinzetta. Pigidio trapeziforme alla base poi più stretto, quadrangolare, spor- gente col margine posteriore fornito di tre punte ottuse di cui una mediana più grande e due laterali. Branche della pinzetta castaneo rossiccie, punteggiate, cilindriche, distanti fra loro alla base; ingrossate e diritte per un breve tratto poi dolcemente inarcate e più sottili sino alla punte che non s’incon- trano. Internamente liscie e fornite di un grosso tubercolo triangolare a poca distanza dalla base. Inferiormente : torace testaceo, segmenti dell’addome castaneo-oscuri lucenti e leggermente punteggiati e rugosi. g: Addome dilatato nella parte mediana ; ultimo segmento stretto posteriormente coi tubercoli meno marcati che nel maschio. Branche della pinzetta contigue e diritte, ingrossate per metà della loro lunghezza poi assottigliantisi sino alle punte debolmente ricurve che s’incrociano ; internamente leggermente dentellate, superiormente arrotondate. Var. macrolabia : 3 Branche della pinzetta più lunghe, ingrossate per un breve tratto, dolcemente inarcate per metà circa della loro lunghezza poi diritte e piegate l’una verso l’altra, assottigliantisi sino alle punte leggermente ricurve. Lungh. totale del corpo : è 14 mm., 9 var. macrolabia 16,5, 9 11,5 » della pinzetta: dd 3,1 » d » >» 5,9, 9 SITI oi ai, dd + EA x % Ac Li Nur oubRi #67 tro } 0 1 di. ® fg ii Giani g) “da SPTDIZIONIA RI A agone » - VARI METTATIAO peg. MA: POCA IIULI PRIORI USI ra ved n è: | 5 i Tee VASINULIDAL è» L nr \ beni n tu - i TASSE cigni into. è; 3 : Lat ? Pet (A GA #iti Re. : 4 BUI A da ni ba fe LA find LL Lr ì È Dl A fa @ A Ni POS J Ù 3 Lai la I/°L9 (e ‘ 4 PA * t ebay "Moto Teti Wa 17% dd INIT PTE0O.7 (71° E è i bia. n Mu i Labini prasiano pepati Gusto : PID î Piu povtice 'uttrtpir ì i pes i : tia, fr, | #14 La di fi. CLI UIZALT li n) rai lo » il d77 Wo Tage 9] ILA f4 ld 12 4 er” Resi dl L) srt FI niVo vu5 faeb ii > Disc " $ ? E 4 : $ ® \\\9S BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 543 pubblicato il 25 Novembre 1906 ATTTT== ur Vor. XXI SPEDIZIONE AL RUWENZORI DI S. A. R. LUIGI AMEDEO DI SAYOIA DUCA DEGLI ABRUZZI VII. CARLO PoLLONERA VAGINULIDAE e UROCYCLIDAE (DIAGNOSI PREVENTIVE) 1. Vaginula Roccatli, n. sp. A. oblongo-elongatwn, antice posticeque fere aequaliter rotundatuim. Notaeum griseo-olivaceum, maculis nigris rotundatis, parvulis, sub- seriatim dispositis notatwm. Hyponotaeum griseo-oliracewm unicolor. Solea flavescens. Long. 32, lat. 15 mill. Hab.: Toro, presso Fort Portal; 1 es. 2. Uroeyclus (Mesocyclus) zonatus n. sp. A. pallide brunneum, antice pallidior, utrinque distincte castaneo csonatum, clypeo trifasciato. Clypeus reticulate granulosus, postice ro- tundatus ; apertura postica ampla, apertura pulmonea leviter post- mediana, castaneo trizonatus et prope margines maculatus, zona mediana postice furcala et antice în maculis scissa. Dorsum rugo- sum, postice altenuatum et carinatum, carina ultra dimidiam dorsi partem producta, utrinque distincte castaneo unifasciatum. Pedis U- Si e UL: Me margo externus laevis, tantum prope glandulam caudalem tenutter sulcatus. Solea laeviuscula, transverse sulcata. Long. soleae 28, dorsi 17, clypei 11 mill. Hab.: Toro, presso Fort Portal; 2 es. Pene assai lungo, poco ingrossato, contorto e fortemente intrecciato con l’epifallo, flagello abbastanza lungo. Borsa copulatrice in forma di sacco allungato, incurvato ad U; collo lungo quasi 3 volte la lun- ghezza della borsa, ripiegato a gomito e con una escrescenza laterale arrotondata verso la sua metà. 3. Urocyclus (0Mesocyclus) tenuizonatus, n. sp. A. pallide brunneum, pallidissime, plus minusve, interrupte, et fere inconspicue brunneo zonatum. Clypeus relative parvulus, minute gra- nulosus ; apertura postica conspicua, ovata; apert. pulmon. exacte mediana ; fere inconspicue brunneo quadrizonatus ; zonae laterales fere continuae, medianae interruplae marginem anteriorem non at- tingentes. Dorsum leviter rugosum, rugis longitudinalibus magis inci- sîs; postice obtuse carinatum, carina ad dimidiam dorsi partem eva- nescente ; glandula caudatlis parvula ; zonae laterales brunneae inter- ruptae et fere inconspicuae. Pedis margo externus transverse sulcatis. Solea eiusdem coloris, granutlosa, zonae laterales transverse sulcatae, mediana laevior. Long. soleae 43, dorsi 22, clypei 13 ‘| mill. Hab.: Toro, presso Fort Portal; 1 es. Pene assai lungo, ingrossato a clava prima del suo restringimento terminale, ritorto e fortemente intrecciato coll’epifallo ; flagello lungo come nella specie precedente, ma più ingrossato alla base. Ghiandola calcare molto sviluppata, in forma di un piccolo ovo portato sopra un peduncolo che lo unisce all’epifallo. Borsa copulatrice lunghissima (più lunga del pene), grossamente subcilindrica, più volte ripiegata, a collo relativamente corto e cilindrico. 4. Urocyelus (Mesocyclus) subfasciatus n. sp. A. brunneum, utrinque nigrescenti unifasciatum. Clypeus minute granulosus, ultrinque sat distincte nigrozonatus, medio obscuratus ; apertura postica distincta ; apert. pulmon. aliquantulun antemediana. Dorsum rugosum, utrinque fere îinconspicue nigrescenti unizonatum ; obtuse carinaltum, carina usque ad clypeum producta, sed prope cly- peum debilior. Pedis margo externus transverse sulcaltus. Solea cius- dem coloris, zona mediana subgranulosa, lalerales transverse, pro- funde sulcatae. Long. soleae 35, dorsi 16, clypei 11 ‘|, mill, Hab.: Toro, presso Fort Portal, l es. PC Pene lungo, nella parte inferiore (a poca distanza dal suo sbocco) con un ingrossamento in forma di collare allungato, superiormente ritorto a spirale e strettamente intrecciato coll’ epifallo; flagello più corto e meno sottile che nelle due specie precedenti. Ghiandola cal- care di forma normale. Borsa copulatrice grossa, appuntita, un po’ in forma di trottola, a collo lungo quasi 2 volte Ia lunghezza della borsa, non sottile e più volte ripiegato. dò. Urocyelus (Mesocyclus) raripuncetatus, n. sp. A. terreo unicolor, clypeo tantum lateraliter seriatim nigro-macu- tato. Clypeus minute granulosus, utrinque maculis nigris paucîis se- riatim dispositis ornatus ; apertura postica stricta -et longa, apert. putmon. distincle anlemediana. Dorsum rugosum, tuberculosum, po- slice obtuse carinalum, carina ante dimidiam dorsi partem evaniaa. Pedis margo externus lransverse tenui-sulcatus. Solea eiusdem colo- ris, lransverse irregulariter sulcata. Long. soleae 47, dorsi 25, clypei 17 mill. Hab.: Toro, presso Fort Portal; 1 es. Pene abbastanza lungo, inferiormente (a poca distanza dal suo sbocco) ingrossato a clava, superiormente ritorto a spirale e stretta- mente intrecciato con l’epifallo ; flagello più lungo che nelle specie precedenti. Ghiandola calcare ovoide, ma non peduncolata. Borsa co- pulatrice in forma di lungo sacco terminato a punta e ravvolta a spi- rale; collo della borsa non sottile, subcilindrico e lungo circa la metà della lunghezza della borsa. Propongo per queste 4 specie il nuovo sottogenere Mesocyclus, perchè in tutte 4 la ghiandola prostatica (glande muqueuse di Poirier, Pfeilsack di Simroth) è un po’ meno sviluppata che negli Urocyclus tipici, ma per di più manca del forte retrattore terminale che si os- serva in quelli, e possiede soltanto i numerosi retrattori laterali. Per la mancanza del retrattore terminale della ghiandola prostatica i Mesocyclus sì avvicinano ai Microcyclus, ma in questi ultimi la ghian- dola prostatica è di gran lunga più piccola che nei Mesocyclus. Forse anche il genere Mzcrocyclus si dovrà considerare come sottogenere di Urocyclus. 6. Mficrocyelus modestus, n. sp. A. colore terreo, fere inconspicue brunneo zonatum. Clypeus mi- nutissime granulosus, utrinque evanide brunneo zonatus, medio z0- nulis subtilioribus duabus fere inconspicuis notalus ; apertura postica brevis, angusta ; apert. pulmon. aliquantulum postmediana. Dorsum minute rugosum, rugis longitudinalibus levissime incisis, per totam longitudinem sal distinclte carinatum, carina non etata; lateribus zona brumnnescente fere inconspicua notatum. Pedis margo eaxternus posgi fere laevis, transverse parum el levissime sulcatus. Solea eiusdem coloris subgranulosa, zonis laleralibus aliquantulum obscuratis et le- viter transverse sulcatis. Long. soleae 45, dorsi 24, clypei 15 mill. Hab.: Fra Kijemula e Madudu ; l es. Ghiandola prostatica più grossa e più arrotondata che non nel M. Baumanni Simroth; anche il pene è più lungo e più flessuoso e ingrossato alla sua estremità inferiore; il flagello è quasi uguale. Borsa copulatrice non arrotondata, come nel Baumanni, ma in forma di sacco allungato e ripiegato in due; collo assai grosso, che va re- stringendosi procedendo e un po’ più lungo che la lunghezza della borsa. 7. Milcrocyelus incertus, n. sp. A. colore terreo, clypeo tantum pallidissime et fere incanspicue brunneo bifasciato. Clypeus minutissime granulosus, sal amplus, utrin- que zona pallidissime brunnea, angustissima, notatus ; apertura po- stica ampla, ovato-rotundata ; apert. pulmon. levissime anlemediana. Dorsum levissime rugosum, rugiîis fere inconspicuis ; postice perobtuse carinatum, carina usque ad *|, dorsi producia; glanduta caudalis parvula. Pedis margo externus transverse sulcatus. Solea eiusdem coloris, subgranulosa, zonae laterales iransverse sulcatae, zona me- diana laevior. Long. soleae 44, dorsi 18, clypei 15 ‘/, mill. Hab.:'Toro presso Fort Portal; l es. Ghiandola prostatica meno arrotondata che nella specie precedente. Pene meno flessuoso e senza improvviso ingrossamento alla sua estre- mità inferiore ; flagello brevissimo. Ghiandola calcare in forma di pic- colo ovo allungato, sopportato da un peduncolo sottile e ben distinto. Borsa copulatrice in forma di sacco a fondo arrotondato, trasversal- mente come suddiviso da 3 o 4 pieghe o solchi assai profondi; collo breve, un po’ ingrossato. 8. Trichotoxon Roccatii, n. sp. A. magnum, terreo unicolor, nec fasciis nec maculis notalum. Clypeus amplus, ovatus, minule subgranulosus ; apertura postica an- gusta ; aperti. pulmon. exacle mediana. Dorsum leviler et irregula- riter rugosum, per totam longitudinem obtuse carinatum, carina tantum super glandulam caudalem acutiore. Pedis margo externus transverse sulcatus. Solea minute granultosa et transverse subtiliter sulcata, zonis lateralibus leviter obscurioribus. Long. soleae 73, dorsi 58, clypei 39 mill. Hab.: Nakitava; 1 es. 4 RE La conformazione dell’apparato riproduttore si avvicina a quella del 7. Heynemanniî Simroth (Beitriige Kenntn. Nachtschn. 1889, tav. II, f. 8), ma nel 7. Roccatîi l’ovidotto e la borsa copulatrice sboccano molto più inferiormente nel grande atrio che contiene i sacchi dei dardi, cosicchè questo atrio resta libero ed isolato nei suoi */, supe- riori. La borsa copulatrice è più arrotondata; il pene diritto, sottile e rigonfio inferiormente, l’epifallo lunghissimo e molte volte attorci- gliato su se stesso; il flagello non molto lungo. 9. Atexon ornatum, n. sp. A. pallide ochraceum, capite pallidiore, clypeo obscuriore, confuse brunneo quadrifasciatum, et lateribus maculatum. Clypeus confuse brunneo-nigricante quadrifasciatus et ad margines maculatus ; aper- tura postica subovata, distincla ; apert. pulmon. levissime postmediana. Dorsum mediocriter rugosum, postice sat valide carinatum ; carina pallida, ante dimiditam dorsi partem fere evanescente, utrinque pal- lide castaneo, irregulariter et subinterrupite zonatum ; medio lineolis obscuris utrinque fasciam simulantibus ; lateribus minute et irregu- lariter maculatum. Pedis margo exlernus transverse sulcatus. Solea pallida unicolor, transverse leviter sulcata. Long. soleae 29, dorsi 16, clypei 11 mill. Hab.: Entebbe ; 5 es. di cui uno solo adulto. Pene assai grosso e non molto lungo ; epifallo non molto involuto; flagello di lunghezza mediocre. Borsa copulatrice grossa, in forma di sacco arrotondato alla sua estremità, a collo piuttosto grosso e lungo ?., della lunghezza della borsa. 10. Atoxon variegatum, Simroth, Die Nacktschn. Ost-Afrikas (in Deutsch- Ost-Afrika, vol. IV, 1898), p. 9, T. I, f. 7. Hab.: Fra Kijemula e Madudu. Un solo individuo affatto identico a quello figurato dal Simroth, e delle stesse dimensioni, ma non an- cora del tutto adulto. Pi 11. Atoxon Cavallii, n. sp. A. sordide flavescens, anlice pallidior, utrinque distincte sed pal- lide brunneo-griseo unizonatum. Clypeus minute granulosus, zonis distinctis ; apertura postica ovata, ampla ; apert. pulmon. leviter post mediana. Dorsum minute rugosum, sulcis longitudinalibus parum incisis, per totam longiludinem distinete carinatum : carina ad cau- dam obtusa sed sat valida et flerxuosa, deinde debilior et ad clypeum fere evanida. Pedis margo externus fere laevis, sulcis transversis paucis. Solea pallida, minute granulosa, transverse subtiliter striata, zona mediana laevior. Long. soleae 33, dorsi 19, clypei 11 ‘/, mill. RE Hab.: Fra Kijemula e Madudu; un esemplare non perfettamente adulto, ma tale da poter già distinguere i caratteri dell’apparato sessuale. Pene assai lungo e grosso; epifallo breve e non involuto; flagello lungo più della metà del pene. Borsa copulatrice ovale, a collo lungo più del doppio della sua lunghezza. Pel colore e le dimensioni questa specie si avvicina all’A. Aavum Simroth (1. c., p. 9, t. I, f. 5), ma se ne distingue per la minore am- piezza del cappuccio rispetto alla lunghezza del dorso; infatti dalla figura del Simroth si vede che la lunghezza del cappuccio è nell’ A. lava quasi uguale a quella del dorso, mentre nell’A. Cavalli è molto mi- nore. Inoltre, nè la figura, nè la troppo incompleta descrizione data dal Simroth ci permettono di sapere fino a che punto VA. /lavwn sia carenato. Oltre a ciò, le fascie brune nell’A. CavaZlii sono assai meno scure e meno interrotte che non nell’altra specie. 12. Dendrolimax leprosus, n. sp. A. olivaceum, maculis albido-ochraceo-rufescentibus irregularis- sime ornatum ; capite nigrescente. Clypeus subpolygonaliter reticula- tus; apertura postica angustissima, foraminiformis sed distincia ; apert. pulmon. leviter postmediana. Dorsum per tolam longitudinem valide sed obtuse carinalum, carîna postice breviter loriuosa ; sulcis lateralibus obliquis, linearibus. Pedis margo externus transverse pro- funde sulcatrs. Solea pallida unicolor ; zona mediana laevior, lrans- verse subliliter sulcata, zonae laterales subgranulosae, transverse sulcatae. Long. soleae 54, dorsi 27, clypei 26 mill. Hab.: Fra Kijemula e Madudu ; 1 es. Pel colore e per la singolarissima ornamentazione, questa specie è prossima al D. continentalis Simroth (Ub. bekannte u. neue Urocy- cliden, 1896, p. 300, t. I, f. 1-6), ma se ne distingue per le dimensioni molto maggiori e per parecchie differenze nell’apparato sessuale. Con- frontando gli apparati sessuali di queste due specie, si vede che il D. leprosus differisce dall’altro per il pene più lungo, cilindrico, quasi della stessa grossezza in tutta la sua estensione, con un forie e im- provviso restringimento al suo sbocco ; per il 2° flagello lungo quasi il doppio del 1° e terminato in un piccolo ingrossamento ; per la borsa copulatrice terminata in punta, ma breve, ed a collo più grosso e lungo quasi il doppio della lunghezza della borsa. AGNA LA DLP (i ni x a” 24% n si a par pr spinte 4 baffo pet ves srarir eni .Ì ito, i} PSI Novembre V 1008 le sN P, , dl violare REIT LIA I ia TeP' i D) (ae APERIZIONE I ‘em DE dita CTER Di BLVD PUCA:DR bt ‘URGE LA Di _- LI RITMO PIPE +e ai la Ti: p' 4 ‘ 5 URGSLALE WOT A LR 4 T) : rs mi 7 A Ò x iP : Popainon (Wriamoniioi Miogeti Subagrdiao 207. 3) i a vi Patata, horave sm l MEET Nar1b8s, feci us et DAPrca. in n sì taptisun' carpacia STITTITITO: r c eta, " deri ì Muri into etrsarginata, Oegli sudbre IPY, pia deve x Ma neuar mtelta don .owari We |! liogra n i) Aran n) vv tà : call dotati î Morino canonico Laodrot) IP» (em Me Mi 0 ELIA tufo (9) tueso = n ha ugo o dalla. ragth el fanti ar dn deg): pia ib defla via “Puefin sE e ie; A ismmbiina” pi Di ‘ PA Ki FIS i «dt i de” &in dica I da ui | i Ni RISO) #0 Ei cina LA i mid ha Vara DI "A le e posta de4.£ ripeto ima META pari rita do (AA nia î } nra i , dei Bento BI 4 ben MI ‘ . . 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LUIGI AMEDEO DI SAVOIA DUCA DEGLI ABRUZZI 19, Dr. GiusxPpe NUBILI CROSTACEI (NOTA PREVENTIVA) DECA PODA Potamen (Potamonantos) Aloysli Sabaudiae nov. sp. Potamon thorace subplano, sed lateribus declivibus et parce infla- tis. Frons tertiam carapacis partem fere aequans, antice subrecta sed paullum late emarginata. Oculi subrecti parvi, spina extraorbi- talis triangularis orbita non longior; oculi mediocres. Tergum carapacis conspicue sutura cervicali notatum ; sutura car- dio-gastrica quoque conspicua; regulis branchialibus minimis. Sulcus epigastricus brevis, laevis, bifurcatus. Margo posterior minus quam dimidia carapacis latitudo, plus quam tertiam partem aequans. Abdo- men maris triangulare, regulare, laeve, penis uncus, acutus, basi pi- losus. Pedes laeves in mari subaequales. Abdomen foeminae regulariter semicirculatum. Parathelphusa nilotica Edw. Aliquot specimina in lacu Victoria, prope Toro atque Ibanda col- legit clarus Dr. A. Roccati. Specimina aliquantum sed laeviter diffe- runt a speciminibus ex Nili valle. LI VEE ISO PODA Synarmadilloides Roccatt! n. gen. n. sp. Corpus valde in globum contractile. Flagellum antennarum exter- narum triarticulatum; mandibula incisiva; lacinia anterior maxillae prioris paris (Hansenii maxillula) penicillis 8-12; maxillae secundi paris penicillis duobus. Maxiilipes normales apice acuto, unco, setoso. Hypopharynx optime constituta, distincte quadriloba. Pedes gressorii et gnathopodes normales. Telson rotundate truncatum ; uropodes nor- males, aequaeles, ramo interno biarticulato, externo simplice ; endopo- dus supra angulum externum basipodi insertus, obsolete biarticulatus. Habitat Toro et in Monte Ruwenzori (3000 m.). da Ei es ERRATA pag. 1 lin. 1 — Aloysii Sabaudiae » » 7 — regulis » » 10 — lacve, penis » » 11 — mari » » 12 — semicirculatum pag. 2 » 6 — normales » » 9 — acquaeles CORRIGE Aloysii-Sabaudiae rugulis laeve ; penis mare semicirculum normalis aequales ICLOP. Dik i \ Tao \\.bIS BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparaic della R. Università di Torino N. 345 pubblicato il 27 Dicembre 1906 Von. XX 1 SPEDIZIONE AL RUWENZORI DI S. A. R. LUIGI AMEDEO DI SAVOIA DUCA DEGLI ABRUZZI X. Prof. LORENZO CAMERANO FELIS PARDUS RUWENZORII, subsp. n. (NOTA PREVENTIVA) La spedizione al Ruwenzori condotta da S. A. R. il Duca degii Abruzzi catturò nel luglio 1906 a Bujungolo (3800 metri circa sul }i- vello del mare) un esemplare maschio di leopardo: ne venne fatta cc n molta cura la pelle e preparato il cranio. Si tratta di un individuo completamente adulto come risulta dalla saldatura delle. suture craniche e dallo sviluppo delle creste ossee del cranio stesso. DIMENSIONI. — Lunghezza totale metri 2,20. Lunghezza della coda m. 0,68. Lunghezza della zampa anteriore, dalla linea dorsale medianu all'apice delle dita m. 0,70. Distanza fi'a Je orecchie m. 0,14. Distanza dall'angolo superiore dell'orecchio all’angolo posteriore dell’ occhio m. 0,10. La tinta fondamentale della parte superiore e laterale del capo, del collo, del dorso, dei fianchi (nella loro parte superiore) della parte esterna delle estremità e della parte superiore della coda è spiccata- mente uniforme ed è di color bruno chiaro, come di? terra d'ombra naturale chiara. Questa tinta è leggermente più scura e rossiccia nella regione dorsale intrascapolare, sulla nuca, e sulla parte superiore del collo. Questa tinta è più chiara: nella regione sottoculare, nella parte inferiore dei lati del collo, e nella parte inferiore dei lati del corpo e così pure nella parte anteriore della gamba e del piede posteriore. La gola, il petto, la parte interna delle zampe, il ventre e la rce- gione inferiore della coda sono bianche. L'animale guardato di fianco, ad una certa distanza, dà l’impres- sione di una colorazione uniformemente brunastra chiara nella sua tinta fondamentale. La macchiettatura nera è abbondante e ben spiccata. Sul capo le macchie nere sono piccole e numerose nella regione interoculare, grandi, relativamente, e fitte nella regione della fronte e nello spazio fra l’occhio e l’orecchio e nella regione sottorbitale. Nella regione nucale le macchie nere costituiscono delle rosette con spazio mediano bruno chiaro. La parte posteriore dell’orecchio è di color nero spiccato, meno verso la punta che è di color grigio bru- nastro scuro. Nella regione superiore del collo continuano le macchie nere a ro. setta, frammiste a qualche grossa macchia nera. La stessa cosa sì osserva nella regione intrascapolare. La regione mediana longitudinale dorsale è occupata da macchie a rosetta più grandi, alcune rotondeggianti, altre un po’ allungate, con prevalenza tuttavia delle prime: qua e là qualcuna è intieramente nera, mancando lo spazio centrale più chiaro. Le parti laterali del dorso ed i fianchi sono occupati da macchie nere a rosetta relativamente grandi e ben delimitate. Le macchie nere che costituiscono la rosetta sono grandi, e talvolta si fondono in un anello. La parte mediana della rosetta è di color brunastro più scuro dello spazio che sta fra le rosette. Macchie nere a rosetta si trovano nella regione scapolare ed ome- rale e si estendono pure‘ essendo assai spiccate, anche sul resto della zampa anteriore : lo spazio mediano chiaro tende in quest’ultima parte a scomparire facendosi nero. Nella regione posteriore del dorso nelle regioni glutea e femorale e della gamba le macchie nere a rosetta sono grandi e assai spiccate con prevalente sviluppo della parte nera della rosetta sulla parte chiara mediana. Le macchie nere a rosetta si prolungano in serie ben spiccate dal dorso sulla regione superiore della coda. Fino verso al terzo della lun- ghezza di essa le rosette nere, più o meno complete e tondeggianti, hanno distinta la porzione mediana più chiara; in seguito si trasfor- mano in grosse macchie nere che sono assai avvicinate fra loro. La coda nell’ultimo suo quarto presenta cinque anelli neri, com- preso il terminale, separati da sottile strisce bianche. L’apice della coda è nero. Le macchie nere della regione golare e del petto non sono molto grandi. Grandi, spiccate e numerose sono invece quelle della regione ventrale e delle parti interne delle estremità. Confrontando la colorazione dell'esemplare ora descritto con altri catturati nell’Uganda nelle regioni che stanno fra il Lago Victoria e la regione del Ruwenzori si notano differenze spiccate. In un esemplare di Bweya, della lunghezza di m. 2,25, che è di tinta generale giallo rossiccia, si nota che le macchie a rosetta sono in com- plesso molto più numerose e più piccole con più spiccata tendenza delle macchie nere che formano le rosette a rimanere separate fra loro. Sulla nuca e sul collo le macchie nere sono meno numerose e più pic- cole. Le macchie nere che stanno nella regione dorsale verso la coda e sulla coda sono allungate, quasi parallele fra loro tanto da dare l'aspetto di una striatura nera longitudinale. In un altro esemplare pure di Bweya della lunghezza di m. 2,64 che è di tinta generale bruno rossiecia scura, le macchie a rosetta sono relativamente più spiccate che nell’esemplare precedente; ma tuttavia conservano lo stesso schema di conformazione generale e lo stesso si dica per le macchie nere della regione dorsale della coda. In un esemplare del Kikuju in cui il solo corpo è lungo m. 1,30 (la coda ‘è incompleta) la colorazione generale fondamentale si avvicina a quella dell'esemplare del Ruwenzori e le macchie nere a rosetta sono ben spiccate: ma sono in complesso più piccole e più numerose che non nell’esemplare del Ruwenzori. Le macchie nere dell’ultima parte ilel dorso e del primo tratto della coda sono allungate e strette. Ho avuto occasione di esaminare oltre a cento pelli di Leopardi provenienti dalla Colonia Eritrea, dal Benadir, e dal Congo. Le varia- zioni del colore generale del corpo sono numerose ed anche è varia- bile lo sviluppo relativo delle macchie nere che formano le rosette: ma queste sono tuttavia sempre in complesso più piccole relativamente che non quelle dell'esemplare del Ruwenzori. Nell’esemplare del Ruwenzori la lunghezza dei peli non è spicca- tamente diversa dagli altri esemplari da me esaminati, salvo sulla coda dove i peli sono più fitti e, verso l’estremità sua, anche più lunghi. Uno dei caratteri più spiccati per cui si differenzia l'esemplare del Ruwenzori è quello delle proporzioni e della forma generale della coda. Essa è, paragonata alla lunghezza totale dell’animale, notevolmente più corta ed è anche più grossa e fornita di peli più lunghi, sopratutto verso la sua estremità che non nei Leopardi delle altre regioni del- Uganda, del Benadir, della Colonia Eritrea, del Congo ed anche del- ely ar” l'Africa Orientale Tedesca, per quanto almeno ho potuto osservare e come risulta dallo specchietto di misure seguente. MISURE ASSOLUTE Emdividui della Colomia Eritrea Lunghezza Lunghezza totale della coda 1". 499 m. 0,80 ai pi » 0,81 SENO ZITO » 0,85 40» 2,24 » 0,92 i ear RIO » 0,87 6» 2,25 » 0,86 1 Veg? 2090 » 0,85 8» 2,40 » 0,90 9 » 2,46 » 0,87 10 » 2,54 » 0,91 Endivi:dui del Congo l. » 2,30 » 0,84 2. » 2,30 » 0,90 Imdividu! dell'Uganda To » 0,85 2 » 2,64 aggdi bf) Indivi.iui dell’Africa O rientale Tedesca (I) 1 >» 1,90 » 0,70 Felis pardus nanopardus Tpomas (2) maschio LIETLOO » 0,65 femmina STE 00 >» 0,58 Individuo del Ruwenzori maschio adulto 11» 2,20 » 0,68 MISURE ESPRESSE IN 36088ÎMi SOMATICI Emdividisi della Colonfa Eritrea Lunghezz Lunghezza totule della coda 1 360 145 5 360 143 A, 360 142 4 360 150 f) 360 139 6 360 158 7 360 log 8 360 139 9 360 129 10 360 129 Individuai del Congo 1 360 131 2 360 138 Individui deli’Uganda 1 360 136 Si 360 140 Emndividui dell’Africa Orientale Tedesca 1 360 133 Felis pardus nanopardus Thomas 1 360 130 2 360 126 Individuo del Ru\venzori 1 360 112 (1) Misure date dal MarscHie (Die Scixvethiere Deulsch-Ost-Ajrikas — Berlino 1895). (2) OLr. Thomas - Mummals from Somatitant - Ann. and Mas. Nat EITSEtES An VOTE NOE VASTI OT READ Il cranio dell'esemplare del Ruwenzori si presenta nella sua confor- mazione generale e nelle proporzioni delle sue varie parti diverso dai o pus ‘uuy - ‘999 ‘uung È © = So î $ ee) — E 19 OS e = SS 0g, Te Qo sr 209 [GEE 1 PI PR DEFOE SCUSE 1 E o ge | se-|:ee [ze —.|-- | 9£ }_@ Lo 4 Sg ee Res | SG sE BT | SL gi (ae | cl o ‘7 qo|F°|6F|6F| 99 || 8F 5° 28|zg|tg|ee|og|cg]| eg © £ Ex LE) S2|OLD TI è S +— L= lede. ls la6:| Ie | 78 2 08 | I8| 23| — | 86] 98| TE Pe == ROL SSIS) EL | 86 a GOT |G2I1|8FI|OST|SFI|ISI|6£I ss 19: #9 |-P9 [Ceo (19-19 | IL Cla — | — |#31|631|8E1|8TTI|9I - 2 FOI|SOT| 26 | 66 | SOT] 88 | 26 ia L98 | 926 | OLE | OLE | €93 | L8 | 696 = 098 | 09€ | 09£ | 09€ | 09€ | 09€ | 09£ = zo = SEP|IEF|0€F|EG7|GIF|GOP]| Le} 5 ni 1013 2WOS 1u1s0)9g UL osso1dso cinsIN ss pe (9 | 7 [e | 5 E 3 5 Z lo di _ ei Mera (of 22% e 8 VELI] 2 CL = SE|20,| eIuo[og èIlop P 3 O O Sele E UGO ne a S "(Fo6t) - #6 "d ‘ATX “TOA ‘L “I0g ‘ISIH ‘3eN ‘Ser ‘N “H dolnyy fiq ruoynnmuos ur paurv7go smuuwDvT Jo uo:722770) VD UO - SYRORI ‘0 (8-3) ‘1019 8UIOS IWIS®)9g UT eInssIUI e[[ap tuorznpri e] 10d oseq ezzagFunt (1) ai OLE ia e E = TRN | e ALLE meet i Oa 66 So ZI9T |a 987 ESS STE 9I | = IU6T 8 ‘0T|9 "3I) OI 6 al dn 8 ee Led L'Tel 96 | ca | IG | S6 | 06 | S8 SÒEI SI FI | ST [IST PI {EMI i Ge = LG y |G°S iS 6 = 01108 RISI OSE (05) > lar SETT ego VE en IORNSSE: |- 8 SS E Z9| 91 LO (EL Fe | IE | 66 | 26 | 06 | 26 | 26 sai — (998 908] [N99 Di ES | FP EP LES 6E | TS GOT | 661 |66I|LIT|OSI|FII|IFI GVI | ELI | €91 |9C1|8LI | 091 | 68I 99T | 106 | O6T | E8T|t0Z|88I|7FZ3 113 WI[]jIWI Ur 0gm[osse @InsIj{ a 0 G , | g | z I =|2 Qy Co © Du sE VOIZIIH n Bia] voro sep P |. 2eE|Q® =D 2 4 = | © E SHE ° eJorI97sod 0197ZUt « @seq e[[e OUIURI [PP o|EsIdASCIZ 017 QUI] * * * * OUIUR9I [op gWISSCUI eZZ0qSUNT abeti) x < « < < Ù he sa < < < < * * gd [op ezzoqSun] :QJ01I9JUI E[[ROSEK OASI < < < im ASA 30 < < < < ni se sd < < < < * * dep ezzegSun] :sgorigdos e[[doseKx by ®© Pat QIREGARRI < @stq è[[Re ‘OUTue9 ]9p *19)s0d 0.197UE 017 QUI] eJorladns ourugo [ap ewrsseur eZzzoySunr] COIUBII ESSBO E[[dp BUISSEUI < orlo e < < eZZQ4IIET * ro 7 *.* I[eseu-10p Senese < o[eseurq eIngns e| oSun] Ipeseu rop ‘'YySUNT qewosiz ezeoIe a];ms euttsseu eZzQYSIET . . . . . . ‘ . (1) o[eseq P * 8WISS BUI [230] eZzoy4SunT È da notarsi lo sviluppo notevole dei canini superiori ed inferiori, la larghezza dei nasali la minor larghezza della cassa cranica. Il cranio osservato di profilo appare più piano superiormente che non in tutti i cranii di Leopardo da me osservati, malgrado il notevole sviluppo delle creste nella regione cranica. Tenuto conto dei caratteri generali della colorazione, delle propor- zioni e forma della coda, della forma generale del cranio e dello svi- luppo relativo dei canini, pare a me che l’individuo del Ruwenzori possa considerarsi come rappresentante di una forma particolare di . Leopardo da distinguersi almeno provvisoriamente, con un nome di sottospecie. Quando si possa avere un materiale più abbondante si potrà meglio stabilire il valore dei suoi caratteri differenziali. Gli esemplari di Leopardo delle altre località dell'Uganda da me esa- minati appartengono, per quanto si può giudicare dalla 4r0ppo breve de- scrizione data dal Neumann (1) al Felis leopardus suahelica Neumann. (1) Die von mir in den Jahren 1892-95 in Ost und Ceutral Afrika speciell in den Massai-Lindern und den Lindern am Victoria Nyansa, gesammelten und beobachteten Siugethiere. — Zoologischer Jahrbiicher Syst. XIII. p. 572 (1900). ip sro i A ® Ù ù (pet ; 4 AERLOTE lhi : n UR RAI NIE TAN di. | v e Mio L Ù | È o | Ì J tr REATO VIA I 'OANIETI TOT IR + RPS TUO RE RIMTITO bt b. 4 vi 1a fa }, ibi } \ j x hl LESS NUR i dii aut | r È Di ì Ù è 7% + dt fi, = Li 3 65 ELI i | 1890- tip. Gerbone - (Vin Gaudenzio Perna, torino | "» j I ia SS - i E