iii e ( 'Hi Class ■?'->'- Book .-_^ vie <( r< V C f ffìf < f Ci < / Ce «.ce V SMITHSONISW DEPOSIT . e. . r c e X e Cr C e e - r. e < e e C' e e - ce e e ' ce e uè. ~ ^,^C • '. \' V <^< ce ce ce ^ ce ' Ce ^ Ce C < , e < e. (- < : C < c .... :: Ki e ■C; .-•.e^j.. c e ^ e CiL e e t ' Q^ ^ A) ATTI DELLA SOCIETÀ EKTOMOLOGICA ITALIANA Anni 1882 e 1885 Processi verbali delle adunanze tenute nell'anno 1882. Adunanza del 28 maggio. — Presidenza Targioni-Tozzetti Ad. {Seduta privata) Previa lettura, è approvato il verbale della precedente adunanza 26 di- cembre 1881. Il Tesoriere presenta il Bilancio consuntivo dell' anno 1881, e le lettere dei signori Sindaci Ridolfi e Bargagli. Dopo breve discussione il bilancio è approvato. Si procede alle elezioni generali, ed in seguito allo squittinio risultano confermati nelle rispettive cariche: Il Presidente Targioni Tozzetti Adolfo, il Vice-presidente Pietro Stefanelli, i Consiglieri Giglioli, Pavesi, Piccioli ed Emery; i Segretari Cavanna e Marchi; il Tesoriere Vimercati; i Sindaci Rjdolfi e Bargagli. La seduta è levata. (Seduta pubblica) I Segretari leggono le relazioni intorno agli Atti ed alle Corrispondenze della Società per l'anno 1881. Dal Segretario Cavanna vengono fatte le seguenti comunicazioni. II Museo Reale di Storia naturale del Belgio invia un Indice dei volumi dei suoi Annali. La Società imperiale dei Naturalisti di Mosca annunzia una sua adu- nanza per festeggiare il 50° anniversario della laurea del suo illustre Vice- presidente Carlo Renard. Il Signor Dott. Schmiedeknecht (Gumperda presso Kahla, Germania), dichiara avere intenzione di dare in luce una Monografia degli Apidi e degli Sfegidi, e chiede la pubblicazione dell'annuncio nei nostri Atti. La Real Società della Nuova Galles del Sud invia il programma dì con- corso ai premi da lei fissati per alcune ricerche scientifiche originali, relative in particolar modo all'Australia. IV L' editore E. Decq, partecipa la notizia che la nuova edizione della Cor- respondance botanique di E. Morren è già comparsa. Da parte della Società Zoologica di Francia, il Segretario presenta un foglio nel quale si richiama 1' attenzione dei naturalisti sulle regole che in- torno alla importante questione della Nomenclatura, la Società stessa ha di recente pubblicato. ■ Vengono poi letti e presentati i seguenti lavori : Targioni-Tozzetti Ad. - Sulla necessità di dimostrare la reale esistenza del- l' uovo d' inverno della Fillossera nelle viti europee. — Notizie sulla Fillossera in Italia. Bargagli P. - Note sulla biologia dei Lixiis e Larinus. — Nota sopra una Seraptia. Passerini Nap. - Gli organi glandulari ventrali del Geop/dlus Gahrielis. — Ricerche sulla pelle dei Miriapodi. Catani T. - Cenno storico sulla classazione degli Ortotteri. Stefanelli P. - Biston florentinus, nuova forma di Biston graecarius Staud. — Sopra Libellulidi dei dintorni di Firenze. Cavanna G. - Presentazione degli Artropodi da lui raccolti a Lavajano, in Provincia di Pisa, studiati da vari naturalisti, come segue: Aracnidi, Simon — Ortotteri, Targioni-Tozzetti — Coleotteri, Pic- cioli, Bandi di Selve, Cavanna — Emitteri, Cavanna, Ferrari, Puton, Carobbi — Imenotteri, Magretti — Miriapodi, (con la n. sp. Li- thohius tylopus) Latzel. Berlese. - Nuovi Acari. Mayer P. - Annunzio di studi sugli insetti del fico. Lorenzini. - Buoni resultati della carbolina adoperata come insettifuga nelle Collezioni. Magretti. - Varietà ed anomalie in alcune Tentredini. Lichtenstein. - Note su Coccidi. Cavanna annunzia il trovamento di esemplari del Phitonium Ztvierleini a Taormina, e di un individuo della stessa specie sul continente, a Cava dei Tirreni, per opera del prof. A. Costa. Annunzia anche non aver riscontrato differenza alcuna nello sviluppo di nova del Bombyx mori tenute costantemente e fatte schiudere sotto luci co- lorate. Targioni Tozzetti presenta rami di tiglio ricoperti del Coccus tiliae e sarmenti di vite infestati dalla Pulvinaria vitis. Presenta ancora i Crostacei ed i Miriapodi raccolti durante il viaggio di S. A. K. il Principe Tommaso di Savoia, e quelli riportati dal socio Ra- gazzi, Medico nella E. Marina: accenna alle specie piìi notevoli, e tratta in special modo di una Scolopendra di Giava, forse nuova. Sono proclamati soci i Signori : Arturo Bolles Lee in Bex (Svizzera). Tommaso Catani, delle Scuole Pie, in Firenze. La seduta è levata alle ore 4 pom. V. Il Presidente II Segretario Ad. Targioni Tozzet.ti. G. C a y a n n a. Relazione del Tesoriere; Bilancio e Lettere dei Sindaci dell'Anno 1882. Firenze, li 6 maggio 1883. Onorevoli Sigg. Sindaci della Società Entomologica Italiana, Firenze. Presento alle SS. LL. nel modo consueto il Bilancio Consuntivo dell'anno 1882, il quale si chiude con un avanzo attivo di Lire 20. 56. Come le SS. LL. vedranno al titolo II deW Attivo, sopra più di 150 soci soli 63 hanno soddisfatto al pagamento della quota pel 1882, ed è veramente doloroso che piiì della metà dei Soci abbia bisogno delle sollecitazioni parti- colari della Tesoreria per mettersi in pari; il sottoscritto non mancherà di fare il dover suo perchè ogni socio faccia altrettanto. Per lo contrario è confortante la, cifra di L. 390. 30 riscossa per quote arretrate tanto verso soci quanto verso associati, specialmente librai. Pronto a dare qualsiasi maggiore schiarimento sia desiderato, mi onoro di rassegnare alle SS. LL. la mia servitìi. Il Tesoriere G. V IME RCA TI. VI SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA - ATTIVO I. Avanzo effettivo in cassa al 1° gennaio 1882 L. II. Da N" 63 Soci Nazionali ed associati, pel 1882 » Dal Museo di Cremona, pagamento a mezzo librario » HI. Da N« 13 Soci Esteri, pel 1882 » IV. Tasse arretrate di Soci ed Associati Nazionali ed Esteri » V. Dal Ministero di Agricoltura Industria e Commercio » VI. Da Friedlander per Volumi » VII. Dal Sig. Grenier, Socio perpetuo . . . , ...» Totale Attivo L. 9 60 630 9 156 390 30 260 27 150 1,631 90 VII EAHCIO CONSUNTIVO DELL'ANNO 1882. I=»ASSIVO I. Stampa del Ballettino {Allegato A) L. II. Stampa delle copie a parte {Allegato A) » IH. Stampa degli Atti e Circolari {Allegato A) » IV. Incisioni e tavole {Allegato B) » V. Spese di posta, spedizioni e archivio » VI. Esazione di tasse e spese di tesoreria » VII. Spese di adunanza e diverse » Vili. Gratificazione all'ajuto Bibliotecario » Totale Passivo L. BILANCIO Attivo L. 1,631. 90 Passivo » 1,611.34 Avanzo al 31 dicembre 1882 L. 20. 56 Il Tesoriebe Cr. VI M Elie ATI. 1,053 150 12 53 60 209 14 27 60 6 100 1,611 34 V.ii Firenze, 25 maggio 1883. Illustrissimo Sig. Presidente Il bilaiicio consuntivo del 1882, che ho acCT ratamente esaminato insieme ai j-elativi allegati, è perfettamente regolare, e su di esso non potrei fare altre osservazioni che lamentare il ritardo per parte dei soci al pagamento della tassa annua. Se nell' attivo del 1882 non figurasse una risorsa straordinaria colla tassa di un socio perpetuo, avremmo avuto nel passato esercizio un di- savanzo anziché l' avanzo enunciato di L. 20, 56. Perciò ogni mezzo che la Società crederà opportuno di adottare per rag- giungere lo scopo indicato, sarà pienamente giustificato dalle considerazioni ripetutamente fatte anche negli anni precedenti. Mi pregio frattanto dichiararmi colla massima stima ed ossequio Della S. V. 111.'"* Devotissimo Piero Bargagli. All' 111."° Sig. Prof. A. Targioni Tozzetti Presidente della Società Entomologica Italiana, Firenze. IX Firenze, 22 maggio 111.™° Sig. Presidente Kitorno a V. S. 111.™^ il Bilancio Consuntivo del 1882 della nostra Società Entomologica, che ho trovato regolare, essendo ogni spesa giusti- ficata da corrispondenti Allegati. Trattasi di piccola amministrazione, ma nondimeno reputerei che per maggiore regolarità i pagamenti dei conti fossero fatti dal Tesoriere col Visto del Presidente almeno, e ciò non per sfiducia dell'egregio Tesoriere, ' ma per uniformarsi al sistema che in ogni Ammini- strazione suol tenersi. Deplorando che, malgrado premure e sollecitazioni, più della metà dei Soci non abbiano pagata la loro Tassa Sociale, sarei di parere che la nostra Società, approvando il Bilancio, manifestasse con una deliberazione il suo rammarico, di avere dovuto constatare che un sì gran numero di Soci tra- scura di adempiere gli obblighi sociali, ed invitasse il Tesoriere a richia- marli con tutta sollecitudine a mettersi in pari con le loro Quote. Così il Tesoriere avrebbe un appoggio dal Corpo Sociale e le di Lui pre- mure forse riuscirebbero piìi efficaci. Di Lei 111.™» Sig. Prof. Adolfo Targioni Tozzetti Presidente della Società Entomologica Italiana, Firenze. Dev. Servitore Niccolò Ridolfi. Relazione del Segretario degli Atti, per Tanno 1882. Signori Nella vita degli individui si suole solennizzare il momento nel quale l'an- tico anno cede al nuovo, non davvero per rallegrarsi che un altro anno siasi aggiunto agli altri, e la fine sia più vicina, ma perchè i destini permisero fosse toccato quel termine, e per augurare giungasi con egual fortuna a molti altri termini simili. Nella vita degli Istituti come il nostro invece, (sebbene le istituzioni siano perenti anch'esse), si festeggia proprio anche l'accresciuta età, poiché sembra sia miglior fondamento della vita avvenire un piìi lungo periodo di vita passata. E tutti gli anni in questa adunanza io vorrei pur trovare parole adatte a festeggiare il genetliaco della Società. Se non che, r ho detto altra volta, da troppo tempo occupo questo seggio e la vita sociale scorre abbastanza tranquilla e regolare perchè quelle parole possano essere d'anno in anno varie ma sempre efficaci. Però il consueto dovere mi spinge, ed eccomi a tracciarvi con poche linee il quadro della nostra operosità du- rante il 1882. Pubblicammo il volume quattordicesimo, che secondo le norme statutarie è di circa 400 pagine accompagnate da tavole litografiche e da qualche xilografia. Come sempre, gli scritti risguardanti la fauna italiana occupano il maggior posto. Ne abbiamo di parecchi zoologi nostri e stranieri su materiali da me raccolti in diverse regioni italiane; ve ne ha dei soci Curò, Magretti, Macchiati e Berlese, intorno a gruppi che già sapete essere scopo agli studi speciali di quei nostri colleghi, cioè, rispettivamente, i Lepidotteri, gì' Imenot- teri, gli Afidi, e gli Acari. Vengono poi note biologiche del socio Piccioli su alcuni insetti dannosi; di Bargagli sui Lixidi; di Stefanelli sul cannibalismo ed altri singolari co- stumi di certi Libellulidi; di Mayer sugli insetti del Fico, tanto notevoli per il loro polimorfismo, i peculiari adattamenti e gli uffici nella fecondazione dei Ficus; di Targioni Tozzetti, il quale contradicendo Balbiani, prova non essere ancora del tutto dimostrata la presenza od almeno la frequenza del- l' uovo d' inverno della Filossera sullo viti europee. Non dimenticherò poi di XI richiaiiiare la vostra attenzione sopra altra nota dello stesso nostro Presidente risguardante la conformazione delle ariuaturo genitali negli Ortotteri salta- tori; sopra la Storia della classazione degli Ortotteri assai ben raccolta dal collega Dott. Catani; sopra un Elenco di Pediculidi del Museo di Pavia, (grappo, questo dei Pediculidi, quasi affatto trascurato tra noi), redatto dallo stu- dente Simonetta sotto la responsabilità del suo maestro Prof. Pavesi. I compilatori del BuUettino credettero poi opportuno di riprodurre, dai Rendiconti del il. Istituto lombardo, alcune note del Prof. Sordelli su insetti fossili italiani, indotti a ciò dalla importanza dell'argomento e dal sapere assai scarse le pubblicazioni relative ad Artropodi fossili. Alla Letteratura entomologica italiana, alla Rassegna e Bibliografia entomologica ed alle Note di Ento- mologia applicata fu data una parte non scarsa nel volume. Nulla ho da dirvi di speciale da parte del Segretario per le Corrispon- denze che non ha potuto assistere a questa Adunanza, e per il quale vi presento le opere venute in cambio od in dono alla Società. Anche in questo anno si è accresciuto il numero dei sodalizi scientifici nostri corrispondenti, onde la nostra Biblioteca va ad arricchirsi notevolmente. Vorrei qui finire, ma non lo posso, poiché nel corso del 1882 grave sciagura ha colpito la società nostra e la scienza. Il nostro illustre Vicepre- sidente Prof. Emilio Cornalia, nato in Milano nell'anno 1824, cessava di vivere il dì 8 giugno. Appena ho bisogno di rammentarvi quale uomo Egli fosse. — Tosto incominciati in gioventìi, per obbedienza al padre, gli studi di Giurisprudenza, attratto dalle Scienze naturali li abbandonava per intraprendere quelli di Medicina, che gli permisero di assecondare le sue tendenze in quel solo modo che allora si poteva, studi che menò a compimento con plauso. La Geologia dapprima, la Zoologia poi, ebbero in lui un cultore di primo ordine; basta a provarlo, tra i moltissimi lavori che ci ha lasciato, quella classica monografia del Bombice del gelso, che insieme ad altri lavori pubblicati dopo, valse a gettare viva luce sulla malattia dei Bachi e molto contribuì alla scoperta dei mezzi atti a combattere il male che minac- ciava distruggere interamente una delle principali sorgenti di ricchezza na- zionale. — Nella sua vita Emilio Cornalia fu costantemente accompagnato dalla stima e dall'amore dei concittadini e dei colleghi; lo provano i tanti importanti uffici ai quali venne chiamato e gli onori che a Lui vivo furono tributati in Italia e fuori. — Aspettiamo dagli scienziati Lombardi una com- pleta biografia, che dichiari appieno il cuore, la mente e le benemerenze del- l' Illustre Presidente del R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. Anche i nome del Prof. A. W. Malm mancherà d'ora in poi nell'Albo XII della Società, perchè il Direttore del Museo di Gottemburgo, l' illustratore della Fauna del Nord, al quale si devono lavori di capitale importanza, mancava ai vivi il dì 4 di marzo, e la sua perdita veniva amaramente rimpianta anco dai nostri Zoologi, tra quali Egli contava alcuni intimi amici e molti caldi ammiratori. Ho con questi brevi cenni necrologici compiuto, come meglio io poteva, il dovere che lo Statuto mi impone. Vogliate adoperare tutta la vostra benevolenza nel valutare le cause per lo quali le mie annue Relazioni non presentano che ben poco interesse, e. sono in fondo null'altro che un indice illustrato del Ballettino. Il Segretario degli Atti Gr. Cavanna. XIII Processi verbali delle Adunanze tenute nell'Anno 1883. Adunanza del dì 7 gennaio — Presidenza Targioni Tozzetti Ad. È approvato il verbale dell' adunanza precedente, tenuta il dì 28 maggio 1882. Il Segretario presenta lettere di alcuni corpi scientifici corrispondenti, che dichiarano aver ricevuto le pubblicazioni sociali, ed annunziano spedizione dei loro periodici. Distribuisce poi alcune circolari del Comitato generale per un monumento a Darwin. Partecipa, per incarico dell'Accademia Gioenia di Catania, la morte del prof. comm. Andrea Aradas, e per incarico della Società di Storia naturale in Augsburgo quella del dott. Gustav Horber. La Società si unisce ai due illustri consorzi scientifici per deplorare la perdita di quegli egregi naturalisti. Cavanna annunzia che il socio dott. Paolo Magretti sta per recarsi a Massaua e di là, per Keren e Kapala, a Gallahat. Il segretario è incaricato di partecipare al dott. Magretti che la Società gli augura prospere sorti, e desidera le ricerche eh' egli si propone di fare abbiano felice successo. Il dott. André di Beauno ha costituito un Uflicio per gli scambi e la vendita degli Estratti di soggetto entomologico. Per cura del Segretario la cosa venne annunziata sul nostro Bullettino, per comodo dei Soci che inten- dessero valersi delle facilitazioni offerte da queir UfBcio. Soci nuovi presentati : S. A. I, il Granduca Nicolas Michailowitch in Pietroburgo, presentato da Bargagli, Targioni e Cavanna. Pozzi ing. in Modena presentato da Cavanna, Targioni e Stefanelli. Sono presentati e letti i seguenti lavori : Pirazzoli. - Un cenno sull' /za&zYai del Carabus eavernosus in Italia, con elenco di Coleotteri del Gran Sasso d'Italia. Emery C. - Alcune formiche della Nuova Caledonia, con la descrizione di alcune nuove specie. Targioni Tozzetti A. - Studi anatomici sugli Ortotteri, riguardanti più spe- cialmente il cervello e le armature genitali. Macchiati L. - La Clorofilla negli Afidi. XIV Barnhard Gerhard. - Sopra alcune forme imitative dei Lepidotteri. Bargagli P. - Nota sul Bhagium indagator. Berlese presenta un Saggio di una classificazione degli Acari. Il Segretario annunzia la scoperta del nido del Geojjhilus flaviis, fatta in Sardegna dal socio Prof. Fanzago. Cavanna fa alcune osservazioni intorno a certi Miriapodi carboniferi, gli Archy^jolypoda, che l'illustre Scudder ha voluto elevare al grado di ordine, ma che sono molto probabilmente da considerarsi soltanto come un sott'ordine. Stefanelli espone alcune sue osservazioni sullo sviluppo di alcuni insetti. Marchi narra il caso di grande sviluppo di Ixodes in una casa della città. Catani, con una lettera al Segretario, annunzia aver trovato molte Coc- cinelle a Poggio Guadagni nell' ottobre del 1882. Questa osservazione, ed altre dello stesso genere, fatte dai soci Catani, Martelli ed altri, vanno ad ingros- sare il materiale che il segretario vien raccogliendo intorno alle cosidette emigrazioni delle Coccinelle. V.° Il Presidente II Segretario degli Atti Ad. Targiosi Tozzetti G. Cavanna. Adunanza generale del dì 3 giugno — Presidenza Targioni-Tozzetti Ad. {Seduta privata). È approvato il verbale dell' adunanza tenuta il dì 7 gennaio. Il Tesoriere espone lo stato finanziario della Societcà e presenta il Bilancio consuntivo dell' anno 1882, insieme alle lettere dei sigg. Sindaci Bargagli e Eidolfi, che concludono per 1' approvazione del Bilancio medesimo. Lo stesso Tesoriere, in risposta ad alcune osservazioni contenute nella lettera del Sindaco march. Eidolfi, riferisce sulle pratiche fatte pel ricupero degli arretrati. Si approva il seguente ordine del giorno. « La Società approva il Bilancio consuntivo dell' anno 1882; constata con rammarico che un notevole numero di soci trascura l'adempimento degli obblighi sociali; invita perciò il Comitato a perseverare nelle cure dirette a rimuovere il lamentato inconveniente. Inoltre porge vivi ringraziamenti al XV Tesoriere ed al Comitato, per il modo col quale fu condotta 1' amministrazione sociale anche in quest' anno ». Cavanna, Segretario, espone come il lavoro di riordinamento della biblio- teca proceda assai lentamente. Insiste sulla necessità di trovare per i nostri libri una sede più conveniente dell' attuale. Solo allora il riordinamento potrà esser compiuto. Dichiara che abbisognano nuovi scaffali, e pel loro acquisto, associandosi ad una idea messa innanzi dal Vice-presidente prof. Stefanelli, propone una sottoscrizione volontaria, col prodotto della quale far fronte anche alla pubblicazione del Catalogo. Mancando il tempo opportuno, vien rimessa ad altro momento la discus- sione sui provvediuienti da prendersi per la Biblioteca. Si procede a votare per le elezioni parziali e le suppletive. Fatto, lo scrutinio, il Presidente proclama eletto : a Vice-Presidente il march. Boria di Genova ; ed a Consiglieri i sigg. Cav. Bandi di Selve di Torino; Conte Dott. Ninni di Venezia; Prof. A. Dei di Siena; Ing. Cav. Pirazzoli di Imola, e Conte Napoleone Passerini di Firenze. A Sindaci, Bargagli e Eidolfi. Il sig. Della Torre è eletto, in seguito a pri-oposta del Presidente e del Segretario degli Atti, a collaborare per la redazione del Bollettino. (Seduta pubblica). Il Segretario delle Corrispondenze prof. Marchi presenta le Memorie ed i libri venuti in. dono, e legge una breve relazione sulle Corrispondenze per r anno 1882. Il Segretario Cavanna legge la relazione sugli Atti della Società durante r anno 1882. Il Consigliere Piccioli, dall' Elba, dove fu inviato, scrive doversi attribuire non alla Fillossera, ma molto probabilmente al Mal nero i danni lamentati in alcuni luoghi dell' isola. Accenna alla notevole scarsità di Artropodi da lui verificata nell' isola stessa, dovuta alle circostanze metereologiche non or- dinarie di quest' anno. Il prof. Targioni annunzia aver iniziato trattative col benemerito prof. Denza, per organizzare negli Osservatori metereologici un servizio di Effeme- ridi e di Cronaca entomologica. Egli ritiene che se le trattative giungeranno a felice conclusione avremo trovato il modo di essere informati di molti fenomeni, come apparizioni, sviluppi rapidi ed inusitati, emigrazioni ec. degli artropodi; osservazioni che sarà poi possibile coordinare. La Società applaude allo idee espresse dal Presidente. XVI Sono presentate, per essere poi pubblicate nel Bollettino, le seguenti Note e Memorie : Berlese. - Acarofauna sicula. Macchiati - Fauna e flora degli Afidi di Calabria. Osten-Sacken. - La deformazione del Cynodon dactylon. Parona. - Caso di Allocroismo in un Armadillus. Intorno alla questione della esistenza dell'uovo d' inverno della Fillossera esprime alcune idee il Presidente Prof. Targioni, in opposizione a quelle del Sig. Balbiani, di Parigi. Le considerazioni del disserente troveranno anch' esse posto nel venturo fascicolo del Bullettino. 11 Segretario presenta il 1° fascicolo dell' anno XV del Bullettino, con- tenente soltanto un lavoro dei Soci ing. Antonio Curò e Conte Gianfranco Turati sopra Nuovi lepidotteri italiani, in continuazione del Saggio di un Ca- talogo dei Lepidotteri italiani edito, in varie parti, nel Bullettino medesimo. La stampa di questo fascicolo è stata fatta a spese degli autori sullodati, onde il fascicolo è un loro generoso dono alla Società. Gli adunati unanimi ringraziano i benemeriti donatori, e deliberano che tale ringraziamento venga inserito nel processo verbale. Il Prof. Targioni mostra alcuni Artropodi, per una o per altra ragiono interessanti, sviluppatisi negli apparecchi del Laboratorio di anatomia e zoo- logia degli animali invertebrati all' Istituto superiore, da lui diretto, e quindi dichiara sciolta l'adunanza. V.° Il Presidente A. Targioni Tozzetti. Il Segretario degli Atti G. Cavanna. XVII Relazione del Tesoriere; Bilancio e Lettere dei Sindaci dell' Anno 1883. Firenze, 5 Giugno 1884. Onorevoli Signori Sindaci della Società Entomojogica Italiana Firenze. Mi pregio rimettere alle SS.LL. il Bilancio Consuntivo dell'anno 1883 il quale, anche questa volta, si chiude con un piccolo avanzo. Mentre non posso fare a meno di richiamare 1' attenzione delle SS. LL. sullo scarso numero di Soci che regolarmente spediscono le dovute quote, segnalo con piacere la non indifferente cifra di L. 306 riscosse per arretrati, nonché il lodevole esempio di non pochi Soci che spontaneamente spedirono, insieme alla quota del 1883, anche quella di qualche anno avvenire. Faccio finalmente notare che al titolo VI del Passivo figurano L. 82 per mobiliare (scaffali ec), la qual somma non è, in realtà, che una trasfor- mazione di contanti in mobili, i quali aumentano il Patrimonio sociale. Voglio sperare che nella prossima Adunanza i Soci vorranno consentire al mio desiderio di essere, dopo quasi dieci anni, sostituito nell' ufficio di Tesoriere, e perciò, prima di cessare, desidero compiere al dover mio, ringra- ziando le SS. LL. della benevolenza e della cortesia di cui mi vollero sempre onorare nelle loro Relazioni sui Bilanci da me presentati. Gradiscano, Egregi Signori, gli attestati della mia servitìi. Devotissimo G. V I M E R e A T I. XVIII SOCIETÀ EMOMOLOGICA ITALIANA - ATTIVO I. Avanzo effettivo in cassa al 1° gennaio 1883 L. 20 ir. Da N» 62 Soci Nazionali ed associati pel 1883 » (320 Dal Museo di Cremona, pagamento a mezzo libraio » 9 HI. Da No 13 Soci Esteri, pel 1883 » 156 IV. Tasse arretrate di Soci ed associati Nazionali ed Esteri » 306 V. Dal Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio » 200 VI. Dai signori Hoepli e Bocca, librai » 20 VII. Quote sociali pel 1884 e 1885 anticipate da alcuni Soci » 210 Totale Attivo L. 1,602 »V. Il Presidente A. TARGIONI TOZZETTl. XIX LANCIO CONSUNTIVO DELL' ANNO 1883, F»ASSIVO I. Stampa del Bullettino {Allegato A) L. 1,109 II. Stampa delle copie a parte {Allegato B) » 53 ni. Stampa degli Atti e Circolari {Allegato C) » 14 IV. Incisioni e Tavole {Allegato D) » 4 V. Spese di Posta, spedizioni e Archivio {Allegato E) » 195 19 VI. Spese per Mobiliare {Allegato F) » 82 • • VII. Esazione di tasse e spese di tesoreria {Allegato G) » 27 40 VIII. Spese di adunanze e diverse {Allegato H) » 12 IX. Gratificazione all'Ajuto Bibliotecario {Allegato I) » 100 •• Totale Passivo L. 1,596 59 BILANCIO Attivo L. 1,602. 06 Passivo » 1,596. 59 Avanzo al 31 dicembre 1883. . . L. 5.47 Il Tesoriere G. VIMERCATI. XX Fireuze, 12 Giugno 1884. Onorevole Sig. Presidente. Il Bilancio consuntivo del 1883 è in perfetta regola, e tutti i titoli di spesa sono giustificati dai relativi documenti. È desiderabile di vedere andar sempre migliorando il rapporto tra il numero dei Soci, le quote pagate in regola e quelle arretrate. Il nuovo titolo « Spese per mobiliare » mentre era necessario per provvedere all'ordinamento della Biblioteca, non reca effettivamente altro aggravio che per la piccola spesa di montatura e smontatura di scaffali e per collocarvi i libri ; giacché, come fa notare il Sig. Tesoriere, i detti scaf- fali rimangono quale aumento di Patrimonio sociale. Nel rendere conto pertanto del mio mandato, devo pure constatare con rincrescimento il desiderio che il Conte Vimercati esprime nel suo Eapporto, di lasciare 1' ufficio di Tesoriere, che egli ha esercitato con tanta intelligente solerzia, meritandosi la gratitudine della nostra Società. Voglia gradire, Sig. Presidente, gli atti della mia stima perfetta, mentre colla massima considerazione me le dichiaro Devotissimo P. Bargagli. Air Ill."'« Sig. Prof. A. Targioni Tozzetti Presidente della Società Entomologica Italiana. Firenze. XXI Fircnzo, li 11 Giug-no 1884. Onorevole Signor Presidente. Ho esaminato il Bilancio consuntivo del decorso anno 1883 della nostra Società' Entomologica che mi è stato trasmesso dall' Egregio Tesoriere. Ogni partita di Uscita è corredata regolarmente della relativa giustificazione, e quindi nessuna osservazione ho da farvi, se non che elogiarne l'esattezza. Quanto alle partite di Entrata, mentre faccio plauso che anche in questo anno sia riuscito al nostro instancabile e benemerito Tesoriere, di riscuotere la cifra non indifferente di L. 306 di Tasse arretrate da Soci, è sconfortante deb- basi sempre deplorare lo scarso numero dei Soci che regolarmente sodisfano al pagamento'delle loro Tasse Sociali, per cui in quest'anno il Bilancio si sarebbe chiuso con tm dìsavanso di L. 204 e Cent. 53, se per avventura alcuni Soci non avessero anticipatamente corrisposte le quote Sociali da essi dovute nel 1884 e 1885, nella complessiva somma di L. 210. Occorre quindi che il Consiglio richiami con sollecitudine i Soci negligenti all'adempimento dei loro obblighi con regolarità e precisione, e possibilmente cerchi di aumentare ancora il loro numero, e altrimenti tenti di ottenere qualche diminuzione nelle spese, onde non si manifesti un disavanzo, che potrebbe essere assai più conside- revole nel corrente anno Sociale, per la diminuzione di Entrata delle Tasse anticipate che figurano nel Bilancio del 1883, se specialmente non si avranno nuove anticipazioni di Tasse, e di pivi crescesse ancora il numero dei Soci ritardatari al pagamento annuo delle quote. Con queste poche osservazioni invitando la Società ad approvare il Bi- lancio consuntivo del 1883, non mi resta che esternare il mio vivo rincre- scimento per l'espresso desiderio dell'egregio nostro Tesoriere di essere in quest'ufficio sostituito, augurandomi che riesca ai colleghi di dissuaderlo. Mi pregio di protestarmi con distinta considerazione ed ossequio Bev. Servo Niccolò Kidolfi. 111.'"'' Sig. Prof. A. Targioni Tozzetti Presidente della Società Entomologica Italiana. Firenze. XXII Relazione del Segretario degli Atti, per l'anno 1833. Signori. Il Segretario per la Corrispondenza è assente; perciò debbo io annunciarvi che anche in questo anno la nostra Società ha esteso le sue relazioni. Alle pubblicazioni periodiche che venivano in cambio del Bullettino, tre altre se ne sono aggiunte ; il Bovartani LapoTc, di Budapest; la Eevue mensuelle d'En- tomologie di Pietroburgo ed il giornale Science, di Cambridge (S. U.). Questi periodici e gli altri tutti, trovansi convenientemente ordinati in una delle stanze da me occupate nel R. Museo, a disposizione dei Colleghi che desiderassero consultarli. Nel Bullettino, sotto le rubriche Letteratura entomologica ita- liana e Rassegna entomologica, troverete indicati i lavori speciali inviati dagli autori in dono alla Società, e che qui vi presento prima che siano passati in Biblioteca. Ed ora, per attendere al mio ufficio di Segretario degli Atti, comincerò dal descrivere brevemente il nostro operato nell'anno decorso. L'annata quin- dicesima del Bullettino, sebbene di soli 24 fogli circa, può stare a confronto delle altre per i molti argomenti in essa trattati. Il primo fascicolo, come ebbi già ad annunziare in altra occasione, è tutto dedicato alla conti- nuazione del Saggio di un Catalogo dei Lepidotteri d' Italia, e comprende alcune importanti famiglie: fu stampato a spese degli autori Ing. Curò e sig. Conte Gianfranco Turati, che del loro dono conviene nuovamente rin- graziare. Negli altri fascicoli sono inseriti diciotto articoli dovuti a parecchi dei nostri soci piìi operosi: li dividerò in gruppi. Sapete che, per ovvie ragioni, non troppo di frequente è dato incontrare nel Bullettino lavori relativi ad Artropodi non italiani; in questo volume però, ed è da congratularsene, hanno trovato posto nuove specie di formiche della Nuova Caledonia descritte dal Prof. C. Emery, ed una notevole con- tribuzione alla conoscenza degli Imenotteri dell'Africa Orientale, dovuta al socio Dott. Magretti, che in persona raccolse, durante un viaggio nel Sudan, i materiali di studio. >■ > III Intorno alla Fauna italiana potemmo pubblicare note o memorie di Berlese su Acari di Sicilia, di Macchiati su Afidi calabresi, del compianto Pirazzoli sul Cardbus cavernosus ed altri coleotteri d'Abruzzo, di Curò su Lepidotteri, e dell' infaticabile Vicepresidente Prof. A. Costa le descrizioni degli Artropodi nuovi da lui raccolti nell' Isola di Sardegna, Di ordine diverso sono 1 lavori dei quali brevemente dirò adesso. Il Pro- fessore Macchiati annunziava avere osservato negli Afidi la Clorofilla; ritiene égli però, con saggia prudenza, che l'argomento meriti ulteriore studio: in- fatti la lista degli animali clorofilliani è stata in questi tempi singolarmente ridotta, perchè la presenza della clorofilla in molti di essi è stata spiegata am- mettendo dei fatti di simbiosi o dei fenomeni puramente accidentali. — Sulla istologia della pelle dei Miriapodi ha scritto il socio K Passerini, ed il suo lavoro potrà forse mettere in evidenza la necessità di studiar meglio i rap- porti tra l'ipoderma e gli strati cuticolari negli Artropodi; i c[uali rapporti possono sembrare non ancora troppo ben dichiarati nei loro particolari. — L'egregio sig. G. Pasquali dava in luce nell'Annuario della Stazione bacologica di Padova una sua breve nota sopra un curioso fenomeno scoperto in certi in- crociamenti tra diverse razze del baco da seta. Abbiamo reputato opportuno riprodurre quella nota, perchè mette in rilievo fatti ragguardevoli, i quali mostrano una volta di più che gl'ibridi non sempre presentano i caratteri delle forme parentali immediate: l' incrociamento, per esempio, di due razze bianche diede per resultato individui a bozzolo giallo, ed altre non prevedute e normalmente non prevedibili gravi irregolarità nella colorazione si presen- tarono in diversi incrociamenti tra razze originarie o tra meticci etc. Non è facile scoprire la causa di tali apparenti irregolarità, che sono forse da col- locare tra i fenomeni dovuti all'atavismo. Nelle incertezze che i fatti enun- ciati suscitano, troviamo un segno non dubbio della loro importanza, e del quanto meritino di essere ulteriormente investigati. Rammenterete come il nostro Presidente esprimesse già l'opinione che la presenza dell'uovo d'inverno della Fillossera sulle viti europee, od almeno la sua frequenza, non fosse appieno dimostrata: in questo volume del BuUet- tino egli ritorna sull'argomento, ed opponendosi di nuovo al Balbiani, che innanzi all'Accademia delle Scienze di Parigi gli si era posto contro, dichiara non averlo rimosso dalla sua prima opinione i ragionamenti dell' Illustre contradditore, e del suo insistere espone le ragioni, toccando qualche punto ancora molto oscuro del ciclo vitale della Fillossera. La Lucciola, già soggetto di studio a parecchi valenti naturalisti, è stata in- vestigata dal Prof. C. Emery, che servendosi della odierna tecnica microscopica XXIV ha potuto penetrare più addentro nella struttura intima degli organi luminosi di quel malacoderma, pur confermando in massima i resultati del Targioui Tozzetti intorno all'architettura degli organi stessi. Delle sue ricerche, desti- nate a venire alla luce in altro periodico scientifico, il nostro collega ha pub- blicato un sunto nel BuUettino, e noi non sapremmo che incoraggiare i Soci e gli altri Entomologi a servirsi in quel modo del Bullettino stesso. Altri contributi recano Bernhard Gerhard, il barone di Osten Sacken, Fanzago, Parona e Bargagli. Il primo analizza casi di mimismo nelle far- falle, ed alle conclusioni generali alle quali ogli arriva non potrebbero per avventura le nostre convinzioni essere troppo vicine : il secondo dimostra come Kedi pel primo, in una sua lettera al Cestoni, descrivesse le deformazioni che nel Cynodon dadylon produce la Lonchaea lasiophtalma: il terzo accresce col Geophìlus flavus la lista dei Miriapodi nidificanti; il quarto descrive un isopodo a colorazione irregolare; mentre l'ultimo comincia in questo volume la pubblicazione di una Rassegna biologica dei Eincofori europei, nella quale si troveranno raccolti tutti i dati che intorno alla vita di questi notevoli co- leotteri si conoscono oggi e per le altrui e per le indefesse ricerche per- sonali dell'autore. La parte che nel Bullettino riguarda recensioni od indicazioni bibliogra- fiche di lavori entomologici italiani è stata ricca a sufficienza perchè alcuni vi abbiano, e lo possiamo provare, attinto largamente nel compilare elenchi 0 note bibliografiche pubblicate con diversi intenti. Quanto ad opere di na- turalisti stranieri abbiamo scritto di quelle mandate dagli autori in dono alla Società non solo, ma eziandio di molte altre che pel loro argomento abbiamo creduto meritevoli di essere recate a cognizione dei Colleghi. Pur troppo una sola tavola litografica e poche xilografie accompagnano i lavori pubblicati nel volume: alle rappresentazioni grafiche occorrerebbe proprio poter assegnar nel Bilancio maggior somma. Passo ora ad altro argomento. Finalmente la Biblioteca ha potuto trovar luogo più vasto e meno incomodo, ed è stata sistemata con non molta spesa. La serie dei Periodici è in ordine, per opera dei soci Della Torre e Passerini: delle Miscellanee, il cui Catalogo a schede fu già iniziato dal collega Piccioli, si occuperà ora il Della Torre. I volumi recenti dei periodici si trovano distribuiti per nazionalità e nel cospicuo numero di 90, presso il Segretario, a disposizione dei Soci. La Miscellanea è protetta da cartelle ; i libri, al solito, e non è pic- cola iattura, non sono rilegati; ma per questo inconveniente assai grave mi rimetto a quanto ebbi occasione di dirvi in altra Relazione. Il Magazzino, per cura del sig. Oreste Mancini, è in perfetto ordine. Terminato il Catalogo XXV delle Miscellanee, (e non correrà molto tempo), sarà forse il momento di addi- venire alla valutazione del Patrimonio sociale, rappresentato dalla Biblioteca, dal Magazzino e da pochi mobili, ahimè anche troppo modesti. Devo aggiun- gere che se la sistemazione della Biblioteca non ha importato una maggiore spesa lo si deve al nostro Presidente Prof. Targioni Tozzetti che generosa- mente donava due non piccoli scaffali. In quest'anno posso chiudere la mia Relazione senza la consueta triste nota necrologica. Di questo almeno dobbiamo rallegrarci. Il Segretario degli Atti G. Cavanna. SAGGIO DI UN CATALOGO DEI LEPIDOTTERI D'ITALIA COliriLATO dall' Ing. ANTONIO CURO (Le TineinBì Micropterigine, Pteroforine, e Alucitine in collaborazione col sig. Gianfranco Turati). T I M E I M A. 'D CHOREUTIDAE Gen. Ch'os'euiia Hb. Dolosana Hb. — Aprile, luglio — Boschetti, tìiill'Aristolochie — Piano, colli, Z. seti. 5, Z. cent. 4, (Toscana, Nizzardo?). Europa mer., Asia minore. La larva, sec. Milliére vive s,\)i\Y Arìstolochia clematitis. Bjerkandrella Tìmb. — Vibrana Hb. — Primavera, estate — Luoghi erbosi — Piano, valli, Z. seti. (Lomb. ?), Z. cent. 3, Z. merid. 3. Germania, Svizzera, Pirenei. Il bruco divora le foglie radicali del Carduus carlinaefolius. e vive anche sull'Inula salicina ed liélenium. V. Pretiosana Dup. — Australis Z. — Settembre. In tutta Italia; però poco abbondante. Forma più piccola, propria dell'Europa meridionale (e della Persia), che da noi si sostituisce generalmente al tipo. La larva vive snW Inula. Nota. — Va probabilmente ascritta a questa la forma Mica li s 3/n., che l 'entomologo viennese descrive a pag. 181 d. Wiener Ent. Mon. I, e che egli raccolse sui cardi in Istria e Sicilia. (1) Anche per questo si è seguito fedelmente il Catalogo di Staudinger e Wocke del 1871. Opinano però parecchi Microlepidotteristi che la classificazione delle Tineine adottata dal Dott. Wocke debba subire delle importanti modificazioni. — 2 — Myllerana F. — Fine aprile, maggio — Luoghi erbosi — Piano, valli. Z. seti. 4 (Milano, Turati — Tirolo meridionale). Eur. centr. e seti Bruco sulla Scutellaria gallerimlata. Stellaris Z. (Isis 1847). Forse varietà della precedente; osservata da Zeller nei dintorni di Siracusa. Italia e Grecia, sec. Wocke. Larva ignota. Gen. Sinuieihis Leacìi. Nemorana Hh. — I n e i s a 1 i s Tr. — Da mag, a sett. — Siepi, cespugli — Piano, monti. In tutta l'Italia; alquanto frequente. Europa meridionale. Larva sui fichi. Pariana L. — Estate — Frutteti, giardini ecc. — Piano, monti. Z. sett. 3, Z. cent. 2 (Tose, Alto Nizzardo). Europa centr. e parte della meridionale. Bruco nelle foglie del Pyrus malus, Tanacetum, ortiche, e a. Diana Hb. — Decorana Zett. — Maggio. Boschi di Stura, secondo Gliiliani; Italia centrale secondo Woche, Gran parte dell'Europa centrale e settentrionale. Larva ignota. Oxyacanthella L. — Fabrì ciana Stph. — Aprile, maggio — Sulle or- tiche e praterie — Piano, Monti. In tutta l'Italia; comune nei dintorni di Milano. Larva sulla Parietaria officinalis e ortiche. ATYCHIDAE Gen. Atf/chies Latr. Fumila 0. — Ghiliani ne raccolse in giugno una ? in Valle di Susa ; Mann l'osservò all'Ardeuza (Toscana). Ungheria, Eussia meridionale. Larva ignota. — 3 — Appendiculata Esj:). — Aprile, maggio — Cespugli, praterie — Colli, valli. Z. seti. 4 (Piemonte, Tirolo meridionale, Istria). Germ. m., Ungheria, Dalmazia, Kussia. La larva vive nelle radici della Festuca ovina. ? Nana Tr. — Credo sia stata raccolta in Sicilia da Dahl. Dalmazia. Larva ignota? TALAEPORIDAE (Bruchi portatiiaccki ; fcmtuioo aptcrc) Gen. 'T(B!aepot*ia Hb. Politella 0. — Raccolta da Mann nel Tirolo meridionale in giugno. Germ. m., Ungheria, Francia. Bruco sui licheni. Pseudobombycella Hb. ~ Maggio, giugno — Luoghi umidi, contro alle mura, ecc. — Piano, Alpi. Z, seti. 3, Z. ccntr. 4. Gran parte dell'Europa. Larva sui licheni dogli alberi e sassi. Conspurcatella Z. — Marzo — Contro alle rupi — Colli, alpi. Z. seti. 4 (Val Bregaglia), Z. centr. 4 (Tose, Mn.). Inghilterra, Belgio. Bruco come i precedenti. ? Lapldella Groeze. — Pectinella D. — Estate. Osservata in Piemonte, e in Lombardia (Tur.). Francia. Larva probabilmente sui licheni. Gen. Solenobift Z. Clathrella F. — Giugno — Contro alle mura umide — Piano, colli. Z. seti. 4 (Piemonte, Lombardia). Germania. Larva forse sui licheni. Pinoti Z. — Lichenella Z. — Prim., estate — Come la precedente Piano, valli — Z. seti. 3 (Piemonte). — Germania. Bruco sul licheni dei legni e muri (forma V parthenogenetica). __ 4 — Triquetrella F. — Osservata dal Millière nell'alto Nizzardo. Germ., Ungh. — (forma ? parthenogenetica). Larva sul Dematiiim virescens. LYPUSIDAE Gen. Eiypusft Z. Maurella F. — Mag., giug., lug. — Luoghi erbosi, cardi ecc. — Piano, monti. Z. sett. 4 (Lomb. sigg. Turati), Z. cent. 4 (Toscana, Mu.; alto Nizzardo) Z. nier. 5 (Sicilia, Mn.). Europa cent, e sett. Bruco sui licheni dei sassi. Gen. M*siìothtHS. V. — Maggio, giugno — Boschi, sui fiori delle margherite — Piano, colli, alpi. Frequente nell'Italia seti e cent. Eur. cent., Russia, Siberia, Armenia. Larva snlVAlsine media, Bumex e. a. u. Laqueatella. Z. — Italia centrale, secondo Wocke. ? Religatella Z. — È stata raccolta da Mann nei dintorni di Fiume; si troverà quindi forse anche in Istria. Bruco ignoto. Assoclatella Z. — (Me gerle Ila Hb. 307 ?) Mag., giug. — Sugli aceri, ec. — Piano, monti. Z. seti. 4 (Istria), Z. cent. 5 (Antignano Mn.), Z. mer. ? (Camaldoli, Costa). Germ. m.. Svizzera, Francia m., Russia m. Bruco forse sugli aceri. Virldella. ^c. — Reaumurella Dup. — Aprile, mag. — (agosto sulle Alpi). Siepi, boschi — Colli, alpi. Non rara in molte parto d'Italia. Quasi tutta l'Europa, Asia minore. La larva vive nelle foglie fracide del faggio e dQ\\e querce. Guprella. Thnb. — Estate — Macchie nei boschi — Piano, alpi. Z. sett. 3 (Piemonte e Lombardia), Z. cent. 3 (Liguria e Toscana). — 16 — Z. ins. 2 (Sardegna). Gran parte dell'Europa centrale e settent.; Dalmazia. Bruco nelle foglie fracide dei salici ? Gen. 1%'eÈnoiois Ho. Metallicus Poda. — Scabiosellus Se. — Giugno — Luoghi aridi, sui fiori delle scabiose, ec. — Piano, monti. Frequente nell'Italia settentrionale e centrale. Europa sett. e cent., Francia mer., Russia mer. La larva vive nei fiori della Scahiosa arvensis. V. A e r 0 s e 1 1 u s Z. — (forma più piccola, meno verdognola). È propria della regione montuosa, e non è rara anche in Italia. Latreillellus F. — Giugno, luglio — Come la precedente — Colli, monti. Z. sett. 2 (Piem., Lomb.), Z. cent. 2 (Lig. Tose), Z. mer. 3 (Sicilia). Eur. mer., Lidia. Bruco nei fiori delle Scabiose ì Raddaellus Hb. — È stata raccolta dal Sig. doti Reyna e altri, nei din- torni di Palermo. Austria, Ungheria. Bruco sui Bipsacus.. Gupriacellus Hb. — Luglio e agosto — Boschetti, ec; sui fiori delle Sca- biose, ec. — Colli, monti. Z. sett. 3 (Brianza: G. F. Tur.), Z. cent. 4 (Toscana). Parte dell'Europa cent., Catalogna, Russia. La larva vive sul Seclum album e Seclum reflexum, secondo altri nei fiori delle Scabiose. ? Istrianellus Stt. — (Forse varietà del precedente — Siria e Asia minore — Mann l'avrebbe raccolta verso i confini istriani). Fasciellus 2^. — Schiffermùllerella Tr. — Giug., lug. — Luoghi aridi — Piano, colli. Comunissima in Piemonte, più rara in Lombardia — Gran parte dell'Europa temperata. Bruco sulla Ballota nigra. Mollellus Hb. — Zeller ne raccolse una ? alla fine di aprile, presso Siracusa. — 17 — Parte dell'Europa mer. orientale — Asia minore. Bruco ignoto. Violellus Z. — Il sig. Emilio Turati lo raccolse nell'Alta Lombardia. Europa centrale — Bruco sui fiori delle fienziane. Minimellus S. V. — Settembre — Boschi soleggiati e brughiere di Alzate (Brianza) (E. T.). Probabilmente in tutta la zona settentrionale; alto Nizzardo. Parte dell'Europa temperata. Bruco sui Sedimi, e sui fiori della Scahiosa succisa. Barbatellus Z. — Maggio, giugno — Pascoli, luoghi erbosi — Colli, monti. Mann, la raccolse sul monte Nanos, poi in Toscana e anche in Sicilia, Brianza, dai sigg. Turati. Andalusia, Dalmazia, Asia minore. Larva ignota. V. chalcochrysellus Bln. — Forma propria della Corsica e della Sardegna. (Fascia più larga sulle ali anteriori; vedasi Verhdlg. d. zool. bot. Ver. Wien, 1855, p. 561). OCHSENHEIMERIDAE Gen. OclisetèhcitneÈ'éft Hb. Taurella Schiff'. — Maggio, giugno — Luoghi cespugliosi (umidi ?) — Colli, monti. Z. seti. 5 (Pieni., Istria ?), Z. cent. 5 (Tose: Mn.), Z. ins. 5 (Sardegna). Germ., Ungh., Dalm., Spagna (var). Il bruco vive nei steli di varie erbe. ? Bubalella Eh. (fig. 376) [276] ) — Ghiliani cita per la Taurella la figura 376 (276) di Hùbner. Non è improbabile che anche questa specie si rinvenga in Piemonte. Francia mer., Andalusia ? Hederarum Mill. — (Rev. zool. 1874, p. 249). Forse anche nel Nizzardo. (Cannes, novembre, sulle ellere in luoghi ombreggiati). e. 2 — 18 — Trifasciata Stgr. — Italia centrale (Cat. Wocke, pag, 276, n. 1524). Forse anche nel Nizzardo (Cannes, ottobre). ACROLEPIDAE. Gen. Acroìepiu Curt. Gariosella Tr. — Primavera, estate — Margine dei boschi — Monti, Alpi (sino a 2200 m.). Z. seti. 4 (Alpi sett.), Z. cent. 4 (Pratovecchio: Mn.). Parte dell'Europa centrale, Asia minore. Larva nelle gemme dei Gnaphalinm. Fumociliella Bln. — Maggio — Luoghi cespugliosi ecc. Scoperta da Mann nei dintorni di Livorno; dallo stesso rac colta ad Ajaccio e da Staudinger in Sardegna; rara. È propria dell'Italia — Bruco ignoto. Vesperella Z. — Aprile — Luoghi incolti, caldissimi; muri, ec. — Piano colli. Z. cent. 3 (Livorno, ec, Liguria ?), Z. mer. 3 (Sicilia). Francia meridionale, Dalmazia. Larva sui fiori e foglie della Smilax aspera. Assectella Z. — I Signori Turati l'osservarono in Brianza nel settembre. Probabilmente anche nel Nizzardo, essendo frequente a Cannes negli orti, lungo l'inverno. Germania, Francia — Bruco ignoto. ? Betulella Curt. — Forse in Sardegna. Inghilterra — Larva ignota ? Pygmaeana Hw. — I Signori Turati la raccolsero in ottobre ad Alzate (Brianza). Milliére in luglio a Berthemont-les-Bains (alto Nizzardo), Inghilterra, Germania. Il bruco mina le foglie del Solarium dulcamara. Granitella Tr. — Prim., aut. ? — Giardini, siepi, ec. — Piano, colli. Z. sett. (Istria), Z. cent. 4 (Livorno, Mn; alto Nizzardo), Z. mer. 4 (Sicilia, Z. Mn.). Parte dell' Eur. cent, e mer. Il bruco mina le foglie ^aW Inula dysenterìca e. a. ? Solidaginis Stgr. — ( Probabilmente varietà della precedente). Prob. nel Nizzardo, essendo stata rinvenuta a Cannes. Larva sn\V Inula. — 19 — Eglanteriella. Bln. — Mann ne raccolse due esemplari nei dintorni di Ajaccio in maggio, in un cespuglio di rose. Francia m. — Larva ignota. HYPONOMEUTIDAE. Gen. Ctiìnntic€$ Z. Dealbatella Z. — Scoperta da Zeller presso il lago d' Agnano, in agosto, ove la trovò in abbondanza fra cespugli di quercia. Mann la ritrovò in Toscana. È propria dell' Italia, e il bruco vive probabilmente sulle querce. Gen. Scyiht*opÌ€9 Hb. Crataegella L. — Giugno — Orti, giardini — Piano, colli. Z. sett. 3, Z, cent. 3 (Toscana), Z. ins. 3. Eur. cent., Dalmazia. Bruco sul Crataeg. oxyacanthea e. a. Gen. Mlyponotneutft Z. Egregìellus Bup. — Giug. — Luoghi aridi e scoperti nei boschi — Colli, monti. Z. sett. 5 (Mandria, Tirolo m.), Z. cent. (Nizzardo ?). Spagna, Trancia mer., Dalmazia. Bruco sull'j^nca scoparla ed Erica arborea. Vigintipunctatus Betz. — S e d e 1 1 a Tr — Aprile, maggio — Giardini, muri, ec. — Piano, colli. Z. sett. 4 (Piemonte, Veneto), Z. cent. (Nizzardo ?). Eur. cent., Spagna, Dalmazia, Sarepta. Bruco sul Secìmn purpitrascens. Plumbellus Schiff. — Giug. settera. — Luoghi erbosi, umidi — Piano, colli. Z. seU. 2, Z. cent. 3. Europa cent., Francia m., Dalmazia. Bruco s,Vi\V Evonymus enropaens e Rhammis frangula. Irrorellus Hb. — Irrorea Hiv. — Giugno — Siepi, contro ai tronchi — Colli, monti. - 20 — Z. seil. ?, Z. cent. 4 (Toscana), Z. mer. 4, Z. ins. 4. Parte dell'Europa centrale, Dalmazia, Ungheria, Asia minore. Larva sul prugnuolo e. a. Padellus L. — V a r i a b i 1 i s Z. — Magg, ag. — Siepi, ec, — Piano, Alpi. Comune in quasi ogni parte d'Italia. Quasi in tutta Europa, Armenia. Rorellus HI). — Estate — Boschetti, siepi — Colli, monti. Z. seti. 4. (Piem. Lomb. ?). Germ., Eussia m., Dalmazia, Grecia. Larva sugli alberi da frutta, salici, ec. Malinellus Z. — Giug. luglio — Giardini, boschetti — Piano, colli. In quasi tutta l'Italia. Eur. cent, e mer., Asia minore. Larva spesso dannosa al melo, susino e a. Gagnagellus Hh. — Cognatella Tr., — E v o n y m e 1 i a Se. — Come la precedente. Comune in tutta l'Italia. Tutta l'Europa (eccetto le reg. poi.). Larva dannosa specialmente eìÌV Evonijmus eiiropaeus. Nota. — Ghiliani (Elenco ann. 99) opina che il M a 1 i n e 11 u s Z. e i 1 Cagnatella Tr. (Gagnagellus Hb.) abbiano a raccogliersi in una sola specie avendo egli ottenuto da una medesima nidiata di bruchi, contemporanea- mente i due sessi del Malinellus e delle femmine a frangia quasi interamente bianca nelle ali posteriori, che gli autori tengono come carattere distintivo del H. Gagnagellus. Faccio osservare però a questo proposito, che Frey (Tineen Schweiz, p. 60) dice: la larva del H. Cognagellus essere più grande e più giallastra di quella del M a 1 i n el l,u s. Evonymellus Z. — P a d i Z. — Luglio, agosto — Siepi folto o boschi, in luoghi umidi — Piano, monti. Italia settentrionale, non frequente. Eur. cent., Russia, Dalm., Armenia, Siberia or. Larva sul Prunus padns e a. Gen. S»ra»nwieÈ*dnmin Hb. Combinella Hh. — A p i e e 1 1 a Dons. —^ Apr., magg. — Siepi, boschetti — Colli, valli. Z. seti. 4 (Piem), Z. cent. 4 (Tose ), Z. mer. 5 (Sicilia) Z. ins. 3 (Sardegna m.). — 21 — Parte dell'Europa centr., Dalmazia, Asia minore. Larva sul Prunus spinosa. Compunctella H. &'. — Mann la raccolse nella valle di Wippaco.. Germania, Svizzera. Bruco sul Sorbì(S auciqmria. Gaesiella HI). — Oxyacanthella Dui). — Giugno — Siepi, boschetti — Colli, monti. Mann la osservò a Pratoveccliio, Staudinger in Sardegna. Probabilmente in tutta l'Italia. Europa centrale. Larva sulle betulle, e sul Crataegus oxyacantJia. Pyrella Vìi. — Cerasiella Hb. — Prim., est., aut., — Sugli alberi da frutta ec, — Piano, monti. Z. seti. 3, Z. cent. 3, Z. ine. 3 (Corsica). Europa centrale, Dalmazia. Bruco sugli alberi da frutta. Alternans Stgr. — Luglio — Praterie asciutte — Valli, Alpi. Da noi, sin qui solo nell' alto Nizzardo. Alpi marittime, Svizzera. Larva ignota. ? Alpicella Hs. — Credo sia stata osservata nelle nostre Alpi orientali. Alpi austr. — Larva ignota ? Gen. M*È'ays Hb. Curtisellus Don. — Giugno — Cespugli e luoghi erbosi — Valli, monti È stata raccolta rarissima dal Ghiliani in Val di Lusernà (Piem.). Europa centralo, Russia oc, Armenia. Larva sul frassino e tremolo. Oleellus F. — A d s p e r s e 1 1 a //s. — Prim., aut. — Olivati — Piano, colli. Ovunque alligna 1' olivo, alle foglie e frutta del quale il bruco arreca danni grandissimi. Francia, Dalm., Grecia, Spagna ?, Asia minore. Nota. — I bruchi della generazione primaverile, si cibano del paren- chima delle foglie dell'olivo, mentre quelli della seconda apparizione pene- trano nel nocciuolo. del frutto. Un fatto analogo verificasi per la C o e hy 1 i s roserana Froel, la cui larva si nutre in primavera delle foglie e dei fiori della vite, e nella successiva generazione penetra nel frutto. La presente — 22 - specie corrisponde alla E 1. ole al e 11 a B. de Fonsc, 0 e e. olive Ila B. de Fonsc, T. Roraaniana Costa, e adsper sella JIs. oG-1. È me- rito del Sig. Baldasarre Romano (da Palermo) l'aver chiarito riferirsi la Elachista olealella e la Oecophora olivella del Boyer de Fonscolombe alle due apparizioni estiva e autunnale di una medesima specie. Geli. Rai'aiioaeus SU. ? Osyridellus SU. — È frequente in giugno a Cannes, ovunque cresce la Osyris alla, su cui vive la larva. Probabilmente anche nel Nizzardo e Liguria. Francia mer., Dalmazia, Andalusia, Asia minore. Gen. MeMietHa SU. — 'i HeparieUa SU. — Nelle « Verh. d. zool. hot. Ver. in Wien 1855 p. 568. » Mann dice di aver scoperta a Livorno e raccolta anche ad Ajaccio laZelleria hepariella (Mann in litt.) a cui dà per sino- nimo laSomnulentella H. S. 819. Wocke pone quest'ultima fra le L i t h o e o 1 1 e t i s. L' entomologo viennese non menziona la Z. hepariella H. S. 650, da cui il catalogo assegna per pa- tria l'Inghilterra, la Germania m. or., e la Grecia. Phyllirella Mill. — Secondo Wocke incontrerebbesi in varie parti d'Italia. Francia m., Grecia. Larva sulla Phillyrea angusti f olia. ? Oleastrella Mill. — Probabilmente nel Nizzardo, essendo propria dei dintorni di Cannes, (inverno), ove il bruco vive qxìXV olivo. Grecia, ec. ? Fasciapenella SU. — Forse nelle nostre Alpi orientali. Scozia ec, Alpi bavaresi. Saxifragae Stt, — Milliére dice di aver presa questa specie a Mentono in giugno. Bruco sulla G-ypsophila saxifraga. Alpi (Cat. Woke). Gen. AÈ'gyresiin HI. Ephippella F. — T e t r a p o d e 1 1 a Stph. — Maggio, giugno — Siepi e boschetti — Piano, monti. — 23 — Non rara in ogni parte d'Italia. Europa, cent., Dalmazia, Eussia, Asia min. Larva nelle gemme del ciliegio, avellano e a. Nitidella i^. — C u r v e 1 1 a Z, — Estate — Cespugli, boschetti — Piano, monti. Z. seti- 3, Z. cent. 3. Gran parte dell' Eur. cent., Russia. Il bruco divora le gemme del Crataegus oxyacantha e acero. Semitestacella Citrt. — Il sig. G. F. Turati la trovò comunissima sui faggi, al Monte Generoso, alla metà d'agosto. Inghilt., Germ., Svizzera — Larva sui faggi. Albistria Hiv. — Mann la raccolsa in maggio sui fiori dei Terehynthus in Toscana e Corsica; regione montuosa (rarissima). Parte dell'Europa cent., Ungheria. Larva nelle gemme del Prunus spinosa. Spiniella Z. — Milliére .la raccolse nell'Alto Nizzardo, fra siepi di bianco spino. Parte dell'Europa cent., Dalmazia. Larva &\\[V avellano ? Conjugella Z. — Osservata da Mann nei dintorni di Pratolino. Europa cent., e seti, Lapponia. Larva sulle betulle. Mendica Hw. — S p i n o s e 1 1 a Sft. — Maggio — Siepi folte, boschi — Piano, monti. Z. seti. 3 (Piera., Lomb. ?), Z. cent. 2 (Lig. e Toscana). Europa cent, e parte della merid., Asia minore. Larva nelle gemme del frugnuolo. Fundella F. H. — Giugno — Siepi folte, boschi. Ghiliani la cita come rara sulla collina di Torino. Parte dell'Europa centrale. Larva ignota. Retinella Z. — Luglio — Siepi, cespugli — Colli, valli. Z. sett. 4 (Piera., Carniola ?), Z. cent. 4 (Alto Nizzardo). Parte dell'Eur. cent. Bruco sui salici e betulle. Abdominalis Z. — Probabilmente in tutta l'Italia. Mann la trovò abbon- dantissiraa a Montenero e Poppi (Toscana) in giugno sui cespugli di ginepro, sul quale vive la larva. Gran parte dell'Eur. cent, e sett., Asia minore. — 24 — Inauratella T(jstr. — Secondo Milliére (Cat. rais. Ili, p. 316) nella valle di Lantosca (Alpi niarit.). Finlandia — Bruco ignoto. Andereggiella Diip. — Luglio — Cespugli d'avellano — Alpi. Pochi esemplari; alpi del Sempione — Parte dell'Europa cent. Larva nelle gemme ABÌVavellano e melo selvatico. Cornelia F. — C u r v e 1 1 a ^S*^^. — Secondo il Catalogo di Milliére (III, p. 316), rara in luglio a Berthemont-les-Bains (Alto Nizzardo) in località ombrose. Europa cent., Eussia mer. or. Larva nelle gemmo del melo, pruno e a. Sorbiella Tr. — Fine maggio (Tose); giugno, luglio (Alpi) — Siepi ecc.; probabilmente in quasi tutta l'Italia — Piano, Alpi. Z. seti. 5 (Alpi di Valt.), Z. cent. 5 (Pisa, Mn.). Gran parte dell'Europa. Larva nelle gemme dei Sorhus e a. Pygmaeella Hb. ~ S e m ifascell a Stph. — Estate — Praterie elevate Monti, Alpi, Z. seti. 3 (Piemonte, Lomb, ?), Z. cent. 3 (Alpi marittime). Europa bor. e parte della cent. Bruco nelle gemme del S'alix cuprea. Goedartella L, — S e m i a r g e )i t e 1 1 a Don. — Giugno, luglio — Cespu- gli, boschi — Colli, Alpi. Z. seti. 3 (Brianza), Z. cent. 3 (Liguria). Bruco nelle gemme degli alni, betulle. Europa cent, e sett., Russia m. or. Brockeella Hb. — A u rivitella Hiv. — Estate — Cespugli, contro ai tronchi delle betulle — Alpi. Z. seti. 3 (Piemonoe, Lomb.). Parte dell' Eur. cent., Russia — Larva nelle gemme delle betulle. Arceuthina Z. — Mann ne raccolse parecchi esemplari in giugno a Bib- biena in Toscana — Forse nel Nizzardo; apparisce a Cannes (nella seconda generazione ?) alla fine d'estate. Parte dell'Europa cent, e della meridionale. Bruco sul ginejyro. ? Certella Z. — La Harpe l'osservò sul versante sviz/^ero del Sempione (giugno) — Alpi, monti della Germania Larva ignota. — 25 — Gen. Cedeslis Z. Gysseleniella Thip. — Giugno — Cespugli, boschi — Colli, Alpi. Z. seti. 3, Z. cent. 4 (Pratolino Mn., Alpi m.). Gran parte dell'Europa cent., Eussia s. occ. Bruco sul T^ìnus syìvestris. Farinatella Diip. — Estate — Raccolta da Mann nel Tirolo mer. (Bolzano) e nelle Alpi Giulie. (Probabilmente nelle Alpi di Valtellina). Ingh., Germ., Svizz., Eussia. Larva probabilmente sulle conifere. Gen Oeatei^osiotna Z. Piniariella Z. — È pure stata raccolta da Mann nel Tirolo meridionale (Bolzano). Distribuzione geogr. come la precedente- Anche questo bruco vive sulle conifere. ? Copiosella Frey. — Probabilmente nelle Alpi del Bernina (Eugadina: sul Pimis cembro), Alpi del Grigione e del Tirolo. PLUTELLIDAE Gen. Pìutetla SchiJc, Hufnagellii Z. — Mag. giug. — Luoghi erbosi e rupestri — Colli, monti. Z. sctt. 3 (Monte Nanos Mn.), Z. ins. 4 (Monreale Mn.). Germania, Carniola. Porrectella L. — H e s p e r i d e 1 1 a Hb. — Maggio, settembre — Prati orti — Piano, colli. Z. seti. 3 (Piemonte, Carniola ecc.), Z. cent. (Liguria ?). Europa cent., Eussia, Asia minore. Larva sulla Hesxìeris matronalis e a. Geniatella Z. — Maggio, princ. di giugno — Luoghi erbosi — Colli, Alpi. Z, sett. 4 (Alpi del Sempione, di Valtellina ecc.). Alpi, Francia m. — 26 — Sec. Minière (C. rais. Ili, p, 317) apparirebbe anche a Cannes (!). Xylostella L. — Cruciferarum Z. — Da maggio a settembre — Luo- ghi erbosi, campi — Colli, alpi. Comune in tutta l'Italia. Tutta r Europa, America sett., Africa sett.,. Asia. Bruco talvolta dannoso alle erhe alimentari e altre. Nota — Fra le Più tei li di del regno di Napoli, Costa cita anche le seguenti, alcune delle quali certamente sono da ascriversi ad altre tribù. Triangulosclla — (Alis ant. griseo purpui^eis, cinereo fimbriatis, al. post, violascentibus ecc. tab. 6, flg. 2), che egli stesso opina essere forse la Orn. upupaepennella Tr. — Rara in agosto a Canistro (Abruzzo). Clialybacella — (Al. ant. chalybeatis, iramaculatis ecc. tab. 5, fi. 9). Luglio — Monti. È forse una Coleophora (Vedi Gen. Coleophora). Canaella — (Unicolore canascente, fimbria alarum flavicante). Basilicata — Fine luglio. Hypsolopha persicclla — Fine agosto, presso Canistro (Abruzzo ultra.) Vedi Cerostoma persiceli a). n. caimciDclla — (Tab. 6, flg. 8) colla precedente (Vedi Ypsolophus ustu- lellus F.). n. forniosclla — (Tab, flg. 9) Maggio, Camaldoli (Vedi Rhinosia formo- sella Hb.). Harpltetrix cultrclla — Ottobre, Camaldoli, Siepi. (?Theristis Mucro- ne 11 a Se). Gen. Cevosiownn Latr. Vittella L. — Maggio, luglio — Orti, giardini, sui tronchi — Piano, monti. Z. sett 3, Z. cent. 3 (Lig. Tose), Z. mer. 4. Europa cent, e parte della mer., Asia minore. Larva sull'oZmo, fagcjìo^ e caprifolio ? Sequella CI. — Da maggio a luglio — Contro ai tronchi ec. — Piano, colli. Z. sett. 4 (Piemonte), Z. cent. 4 (Toscana Mn.). Distribuzione geogr. come la precedente. Rruco sul tiglio e sul Salix cuprea {?). Radiatella Don. — L u t a r e 1 1 a Hb. — Estate — Boschetti dì querce — Colli, Alpi. Z. sett. 3 (Piemonte), Z. cent. 3 (Tose. Mn.) Z. mer. 4 (Napo- letano, [Cesta] ). 27 Tatta l'Europa (ecc. veg. poi. e Grecia). Larva sulle querce. Parenthesella L. — Costella F. — Agosto — Boschi di fagg'i. La presi in più esemplari al Monte Generoso (Tur. G. F.). Sylvella L. — Bifasciatus Htv. — Da maggio a luglio — Boschetti di querce — Colli, monti. Z. seti. 3, Z. cent. 3 (Lig. ?, Toscana). Europa cent., Russia, Dalmazia. Bruco sulle querce. Persìcella F. — Estate — Siepi e boschetti — Colli, monti. Z. seti. 2 (Lomb. [Turati] ), Z. cent. 3, Z. mer. 4 (Abruzzo ul- tra [Costa]). Parte dell'Europa centrale e meridionale. Larva sui peschi ec. Asperella L. — Falcatella Don. — Pine aprile — Cespugli, verzieri ec. Valli, monti. Z. sett. 4 (Piem. Istria), Z. cent. 4 (Pratovecchio, Mn.). Europa centrale, Dalmazia, Russia, Siberia, Asia min. Larva sul melo, querce (?). Scabrella L. — Pterodactylella Hb. — Giugno, luglio — Contro ai tronchi ec. — Colli, monti. Z. cent. 4 (Alto Nizzardo, Tos.). Eur. cent., Ungh., Russia. Bruco sul melo, ed altri alberi da frutta. Horridella 2V. — Falcella StpJt. -~ Da noi è stata sin qui osservata solo nell'alto Nizzardo. Parte dell'Europa centrale. Larva sugli alberi da frutta. Hemorella L. — Cult rea Hw. — Primavera, estate — Siepi, giardini, boschi — Colli, monti. Z. sett. 3 (Lomb., Piemonte), Z. cent. 4 (Tose). Europa cent. Ungh — Larva sulle lonicere. ? Falcella Hh. — Probabilmente nel Nizzardo, apparendo ad Antibo in giugno e luglio. Svizzera, Germania, Russia — Bruco sul CaprifoUo. Denteila F. — X y 1 o s t e 1 1 a L. — Estate — Siepi, giardini — Piano, colli, monti. In tutta l'Italia, piuttosto comune. Eur. cent., Russia, Grecia, Armenia. Larva sulle ìonicere e parecchie erbe alimentari. Gen. Theifisiis Hh. Mucronella *S'c. — C a u d e 1 1 a L. — Primavera, autunno — Siepi, bo- schetti — Piano, colli. Z. seti. 3, Z. cent. 4 (Nizzardo, Toscana), Z. nier. (Camal- doli [Costa]). Eur. cent, Russia, Dalm., Spagna, Asia min. Bruco suW JEvonymics europaeus. ORTHOTAELIDAE Gen. Ofihotaeìia Stph. Sparganella Thnh. — TosteUa Hb. — Estate. Eaccolta da Giuliani in pochi esemplari, nelle paludi di Stu- pinigi e ai laghi di Casalette. Parte dell' Eur. cent., Russia mer., or. Bruco sul Sparganmm ramosum. CHIMABACCHIDAE Gen. Oasysio»»t€9 Curi. Salicella Hh. — Primavera — Contro ai tronchi degli alni, salici e a. — Colli, monti. Z. seti. 5 (Colle di Torino), Z. cent. 4 (Tose. Mn.). Eur. cent, e sett., Dalmazia, Russia mer. or. Bruco suWaìno, salici e a. Gen. Chitnnhacctte Z. Phryganella Hh. — Novembre — Boschi di querce, ec. ■— Colli, valli, monti. Z. sett. 4 (Piemonte, Lombardia). Eur. cent, Ungheria, Russia mer. or. Bruco sul faggio, querce e a. — 29 — Pagella F. — Marzo — Boschetti ec. — Piano, monti. Z. self. 3, Z. cent. 2 (Liguria, Toscana). Eur. cent., Livonia, Dalmazia. Bruco sulle betulle, alni, pioppi. GELECHIDAE Gen. SemioscopiH Eh. Strigulana F. — A 1 0 m e 1 1 a Hh. — Primavera — Boschetti, in siti mon- tuosi — Valli. Z. sett. 4 (V. di Fenestrelle ec). Parte dell' Eur. cent., Ungh. Russia. Larva sulle betulle ec. Avellanella Hh. — Primavera — Siepi e cespugli di nocciolo. — Colli. Z. sett. 4 (Colli di Torino, Lomb. [?] ). Europa cent, e sett. Larva ^vXVavellano e a. Gen. Epigfvnphin Stph. Steinkellneriana Schijf. — Characterella Hb. — Prim. — Boschetti, siepi — Colli, monti. Z. sett. 4 (Piemonte, Brianza [Tur.] ). Eur. cent, e sett., Dalm. sett., Eussia m. or. Bruco sugli alberi da frutta. Gen. PsecwUa Hb. Sexpunctella Hb. — Prim., estate — Contro alle rupi ec. — Valli, monti. Z. sett. 5 (Tii-. m., Istria), Z. cent. 5 (Toscana), Z. mer. 5 (Si- cilia) Z. ins. 4. Germ., Dalm., Andai., Asia minore. Larva ignota. Pusiella Boemer — L i t h o s p e r m e 1 1 a Hb. — Maggio, settembre — Al calcio degli olmi ec. — Piano, alpi. Z. sett. 3, Z. cent. 2, Z. mer. 4. Europa cent, e mer., Asia minore. Bruco sulla Cerintha major, Barralo officinalis e m. a. — 30 — Bipunctella F. — E e li i e 1 1 a Hb. — Aprile, settembre — Cespugli, muri, sassi — Piano, monti. In quasi ogni parte d'Italia; poco abbondante — Come la precedente. Bruco euir Echium calycinum e vnlgare e Lithosperum offì ■ cinale. Funerella F. — Aprile, maggio — Cespugli, luoghi erbosi — Colli, monti. In quasi ogni parte d'Italia; piuttosto rara. Europa cent., Russia, Dalmazia. Bruco sul Syniphyfum officinale e a. Decemguttella Hb. — Primavera, estate — Cespugli, erbe — Colli, valli. Z. seti. 4 (Piemonte, Carniola). Eur. cent., Dalm., Ungh., Catalogna. Bruco snWEcJiium vulgare e LitJiospermum officinale. Flavianella Tr. — Mann ne raccolse un cf nella vai di Wippacco in giugno. Austria mer., Asia minore. Bruco ignoto. Chrysopyga Z. — Mann la raccolse in giugno, in pochi esemplari, in Car- niola, Toscana e Sicilia. Parte dell'Europa merid. Bruco ignoto. Pyrausta Pali — At r opunctella Thnb. — Ghiliani la raccolse di estate a Oneglia (Liguria) e Iglesias (Sard.) in pochissimi esemplari. Ingh., Russia, Sib., Amer. Larva probab. sugli EcJiium. Flavitibiella //. ^S*. — Flavianella Ev. — È stata osservata a Esino (Lago di Como) in giugno, dai Turati. Russia mer., or. Bruco probabilmente sul Thalictrum. Aurifluella Hb. — Maggio, luglio — Pascoli ec. — Colli, monti. Z. cent 3 (Tose), Z. mer. 3 (Calabria ultra) Z. ins. 3 (Sard.). Vallese, Grecia, Asia minore, Armenia. Bruco ignoto. Gen. Bepvessnt^in Hiv. Costosa Hw. — Depunctella Hb. — Estate — Cespugli, luoghi er- bosi, boschi — Piano, colli. — 31 — In quasi ogni parte d'Italia, noti abbondante. Europa cent., Daini., Ungheria. Bruco : Spartium scopar., Coriaria myrtifolia, Ulcx. eur. e a. Flavella Hh. — L i t u r e 1 1 a Tr. — Estate — Luoghi ombrosi — Piano, monti. Comune iu quasi ogni parte d'Italia. Eur. cent., Dalm., Asia minore. Bruco sulle Ccntaiirea e sugli Hypericum. Pallorella Z. — S p a r m a n n i e 1 1 a H. S. — Maggio, giug. — Cespugli, siepi — Piano, colli. Z. cent. 4 (Liguria, Livorno, Mn.). Eur. cent., Ungh., Spagna. Bruco sulla Centaurea scahiosa G.,jacea e Serro.tula tlnctoria, Doronicella Wk. — È stata raccolta nelle Alpi Giulie da Schmidt. Austria mer., Slesia or. Bruco sul Borycm. ausfrkmim. Umbellana Stph. — Venosa Wd. — G. F. Turati la osservò nel mese d'agosto a Pegli (Liguria). Ingh., Francia m., Spagna. Bruco: Ulex, genista e a. Assimilella Tr. — 1 r r o r e 1 1 a S'tph. — Maggio, agosto — Cespugli sie- pi e e. — Piano, colli. In molte parti d' Italia, non comune. Eur. cent, e parte della meridionale. Bruco sul Spartium scoparium e a. Nonatella Stt. — È stata osservata in varie parti d' Italia, anche in Sardegna. Ingh., Germ., Svizz., Dalmazia. Bruco sulla Carlina vulgaris. Aridella Bln. — Mann ne raccolse un cf in giugno nolla valle di Wippacco, sulle querce. Carn., Dalm., e Grecia. Bruco ignoto. Atomella Hb. — Aprile — Boschetti — In molte parti d' Italia, anche in Sardegna; piuttosto rara. Germ., Francia, Spagna, Asia minore. Bruco sullo Spartium scoparium e a. Scopariella Hein. — Atomella Z. — Agosto, settembre — Cespugli, ca- paunotti di paglia — I Turati la raccolsero iu Brianza e a Pegli. — 32 ~ Ingh., Francia, Germania. Bruco come il precedente. Rutana F. — Retiferella Z. — Giugno, settem., ottobre — Cespugli, giardini — Piano, colli. Z. seti. 4 (Brianza [Tur.] ) Z. cent. 3 (Nizz. Tose. [?] ), Z. mer. 3 (Napoli ec). Francia m.^ Spagna — Bruco sulla Ruta angustifolia. Arenella ScJii/f. — G i 1 v e 1 1 a Hb. — Luglio, agosto — Luoghi erbosi, boschetti — Colli, valli, alpi. Z. sett. 4 (Brianza [Tur.] ) Z. cent. 4, Z. ins. 3 (Sard.). Eur. cent, o parte della mer. Bruco sul Cirsium lanceolatum, Sonchus carolina e a. Propinquella Tr. — Y e a t i e 1 1 a Hb. — Settembre — Raccolta G. F. Tu- rati in Brianza, battendo i capannotti di paglia. Eur. cent., Francia m.. And., Russia m., or. Bruco ignoto. Subpropinquella Stt. — Sublutella St(;fr. — Questa specie, che il sig. Turati raccolse a Pegli, insieme alla ab. R h o d o e h r e 1 1 a //". ^S., è certamente comune in molte parti della nostra penisola. Eur. cent, e mer., Asia min. Larva sulle Centanrea e sui cardi selvatici, Laterella S'chiff. — Heracliella Hb. — Giugno e luglio — Siepi, bo- schetti — Colli, monti. Probabilmente in quasi tutta l'Italia, certamente in Lombar- dia (E. Tur.), Liguria, Toscana e Sardegna. Parte dell'Europa cent., Ungh., Russia, Siberia. Thapsiella Z. — Zeller scoperse questa specie in aprile e maggio nei din- torni di ]\Iessina. Grecia, Asia minore. Bruco sulla Thapsia garganica. Feruliphila Mill. — Forse anche nel Nizzardo. (Comune verso Antibo in luglio. Larva sulla Ferula, Hcraelcnm, Sescli, e m. a. Francia mer. Yeatiana F. — Putrida Hw: — Da maggio a settembre — Siepi, cespu gli, capannotti di paglia — Piano, colli. In Lombardia (Tur.) non rara; probabilmente anche in altre parti d'Italia. — 33 — Parte dell'Europa cent., Andalusia. Larva sugli Ilypericum ? Atricornella Mn. — Mann ne scoperse un esemplare (f in Corsica; la dice molto affine alla: Ocellana i*'. — Characterella Schi/f. — Lug., ottobre — Cespugli, erbe, muri — Piani, valli. Z. seti. 2 (Piemonte, Lombardia). Europa centrale, Dalmazia, Russia, Sib. orient. Il bruco vive sul Sallx caprea, S. viminalis, S. cinerea e hetula alba. Alstroemeriana Ci. — A 1 b id e 1 1 a JEy. — Estate, siepi, boschetti — Colli, monti. Z. seti. 3 (Piem., Lomb. (?), Carniola). Europa cent, e parte della merid., Eussia, Siberia. Larva sul Conium maculatmn. Purpurea Hiv. — Yaccinella Hh. — Aprile, agosto, settembre — Siepi, capannotti di paglia, ec. — Colli, monti. Z. seti. 4 (Brianza [Ture] ). Z. cent. 4 (Toscana). Probabil- mente in altre parti d'Italia. Eur. cent, e mer., Asia minore, ec. Bruco sul Baucus carota e Torilis anthriscus. Liturella Hb. — H i p e r i e e 1 1 a TV. — Comune in luglio a S. Martino Lantosca, Thorenc, ec. (Alto Nizzardo). Eur. cent, e sett, Spagna. Larva sulla Centaarea jacea e Scabiosa montana. Conterminella Z. — Probabilmente anche nel Nizzardo, esssendo stata rin- venuta a Cannnes nel mese d'agosto. Germania, Russia, ecc. Bruco ignoto. ? Lutosella H. S. — Dintorni di Fiume, quindi probabilmente anche in Istria. Dalmazia, Spagna, Armenia. Larva ignota. Appiana F. — C i e u t e 1 1 a Hb. — Giugno, settembre — Cespugli, pra- terie — Piano, colli, monti. Z. sett. 3 (Brianza [Tur.] ), Z. cent. 3. Europa centrale e settentrionale. Bruco: ChaerophyUum biilbosum, sylvestrc e temutcnium, Heracleum spondylium, e a. e. 3 — 34 — Ciliella Stf. — Annexella Z. — Raccolta dai Tarati in agosto e sett. sui monti e colli della Brianza (siepi, cespugli, capannotti di paglia). Inghilterra, Germania sett., Norvegia. Capreolella Z. — D e p r e s s e 1 1 a //.*?. — È stata raccolta in Camicia. Eur. cent., Livonia, Dalm.. Asia minore. Bruco sulla Pimpineìla saxifraga. Rotundella JDongl. — Pelorita nella Z. — Prim., fine estate. — Ce- spugli, siepi, ec. .Colli, monti. Z. sett. 5 (Brianza [Tur.] ), Carniola (Mn.), Z. cent. 5 (To- scana (Mn.), Z. mer. 3 (Sicilia [Z.] ). Inghilterra, Spagna, Asia minore. Larva probabilmente sulle more. ? Nodìflorella Hill. — Forse anche nel Nizzardo. Francia mer. or. (giugno). Bruco sulla Ferula nodiflora. Angelicella H&. — Eu b i d e 1 1 a Diip. — Estate (?). — In Piemonte (Wocke, Cat. p. 287, n. 1736). Europa centrale, Ungheria. — Larva sul!' Angelica sylvestris. Astrantiae Heìn. — I Sigg. Turati la raccolsero in agosto sulla sommità dei monti di Vill'Albese (Brianza) fra cespugli. Francia, Germania. Oinochroa E. Tur. — (Bull. 1879, p. 200). Specie nuova, affine alla CnicellaZ.; scoperta dai Sigg. Tarati ad Alzate (Brianza). Agos. e settembre; non rara, battendo i tetti di paglia dei capannotti nei boschi e vigneti — Bruco ignoto. ? Cnicella Tr. — Probabilmente anche nel Nizzardo. (Giugno, Cannes). Germ. mer.; Ungh., Russia, Asia minore. Bruco sull' Eryngìum vulgare. Sarraceuella Bossi. — Senecionis Stgr. — È stata raccolta alla lY^ Cantoniera dello Stelvio. Alpi, Germania, Castiglia. La larva mina le foglie del Senecio Doronycum e a. Selini Kcin. — È stata osservata in Carniola. Germania. Bruco sul Selinum carvifolium (?) — 35 — Parilella Tr. — H u m e r e 1 1 a Bup. — Mann la raccolse in principio di estate presso Bolzano. Livonia, Francia, Germania. Larva sul Selinum carvifolium. Farulae Z. — Maggio ~ Zeller scoperse questa specie sui monti dei con- torni di Messina. Francia mer. or. Larva sulla Ferula comnmnis (Mann la raccolse anche presso Wippacco). Furvella Tr. — Estate. Contro alle rupi, e sassi •— Falde dei monti. Z. seti. 4 (Piemonte, Carniola). Gemi., Ungh., Daini., Asia minore. Larva sul Dyctamus aìbus. Depressella Eh. — Estate — Giardini, cespugli, boschetti — Piano, colli. Z. seti. 4, Z. cent. 3 (Toscana), Z. ins. 3 (Corsica). Eur. seti e cent., Ungh., Dalm., Asia minore. Larva sul Baucus carota. Angelica sylvestris. Pinpinellae Z. — P u 1 v e r e 1 1 a Ev. — G. F. Turati la raccolse nei din- torni d'Alzate (Brianza) nell'agosto; rara, battendo i capannotti. Mann la osservò nel Tirolo meridionale. Europa sett. e parte della cent., Ungh., Eussia. Larva sulla Pinpinella. Badiella Hb. — P a s t i n a e e 1 1 a Bup. — Estate — Pascoli in località montuose. Monti, Alpi. In molte parti d'Italia, non abbondante. Gran parte dell'Europa. Bruco sulle ornielli fere. Veneficella Z. — Maggio, giugno. — Scoperta da Zeller. in Sicilia (Sirac). And., Grecia, Asia minore. Larva sui fiori e nei steli della Thapsia garganica. Heracliana Be G. — B a d i e 1 1 a Tr. — Est. — Siepi, praterie — Piano, colli. Non rara in quasi tutta l'Italia. Eur. cent, e seti, Ungheria, Eussia, Canada. Bruco ?,v\V HeracUum spondijVmm. Tenebricosa Z. — Il Sig. Emilio Turati prese questa Depressaria in agosto ad Alzate, alla lanterna. Secondo Wocke, Bitinia (Brussa) — Bruco ignoto. — 36 — Cortinicella Z. — Mann la raccolse in giugno in valle di S. Antonio (Corsica). Bitinia (Brussa). Bruco ignoto. Albipunctella Hh. — Albipuncta. Kw. — Maggio — Siepi, prati — Piano, colli. Z. sett. 3, Z. cent. 3 (Lig.), Z. ins. 3 (Sard.). Parte dell'Europa cent, e della mer. Bruco sui Chaerophylluni e m. a. * Douglasella Sett. — Miserella H. S. — Lug., ag., nov., Die, (?). — Ca- pannotti di paglia. Piano, colli. Z. sett. 4 (Alzate. [G. F. Tur.] ). Z. cent. (Nizzado (?). Inghilterra, Francia, Germania. Bruco sull'Olmo. Chaerophylli Z. — Probabilmente anche nel Nizzardo, essendo stata rin- venuta a Cannes nel mese di novembre. Inghilterra, Friuli, Brussa. Larva sui Chaerophyllum e a. Absynthiella //. S. — Dai Turati sui monti di Vill'Albese (Brianza). in settembre. Francia, Germania. Larva sulF krthemisia absìjnthium. Nervosa Hib. — Daucella Tr. — È stata raccolta in Sard. da Staudinger. Europa cent. Russia, s. oc. Bruco sulla Cicuta vlrosa, Oenanthe crocata, PheUandrlum aquaticum, Slum latifollum. Dictamnella Tr. -— Il Sig. Rololfo Z-ller la trovò in abbonlanza a Man- dello (Lago di Como); Mann ne raccolse i bruchi nella valle di Wippacco. Germania meridionale, Ungheria. Bruco sul Dlctaninus albus. ? Rubrìcella Mill. — Specie nuova scoperta da Milliére a Cannes, d' au- tunno, che forse si rinverrà anche nel Nizzarlo. Nota. — Costa cita una una II a e ni i 1 i s o b se u re 1 1 a (al. ant. fuli- ginosis, lineola obsoleta flavida intus nigro teruiiiiat i). Agosto, Marsiea negli Abruzzi, che forse si riforisce alla Gelee li la Itìntigiii osella Z. Poi unaRhinosia fulgi nella (nigra, alis anticis fulginosis nigro-irro- ratis; t^irsis posticis calearitis), Lugli(j nella Sila (C.ilai)ria eitr.i). La dice affine alla obscu ralla, ma un terzo più grande. Seinbia una D e p r e s s a r i a. — 37 — Gen. Psot^icopictra Stt. 9 Gibbosella Z. — Probabilmente anche nel Nizzardo (Cannes, aut.). Eur. cent., Livonia, Sarepta. Bruco sulle querce e sui salici. Gen. CetecMa Z. Vilella Z. — Aprile, maggio — Contro ai muri, luoghi erbosi — Colli valli. Z. cent 4 (Nizzardo, Tose. [?] ), Z. mer. 2 (Sicilia), Z. ins. 3 (Corsica). Eur. mer., Ingh., Germ., Francia m., Asia minore, Armenia. Larva sulle ortiche. Pinguinella Tr. — Estate. — Siepi di pioppi, ec. — Piano, monti, Z. seti. 3, Z. cent. 3, Z. mer. (?), Z. ins. 3. Parte dell' Eur. cent., Uugh., Dalm., Sarepta. Eruco sul pioppo. Rhombella ScJàff. — Estate — Cespugli, frutteti — Valli, Alpi. Z. seti. 4 (Alpi del Piemonte). Gran parte dell'Europa centrale. La larva incartoccia la foglia del melo. Hippophaella Sclirh. — Acupediella Frcy. — Secondo Mann nelle vi- cinanze di Bolzano. Inghilterra, Germania, Svizzera. Bruco sull' Hìppopliae rhamnoides. Tephriditella Bup. — Forse nel Nizzardo. (Cannes ec). Germania m. or., Ungh. Larva ignota. Spurcella H. S. — Principio d'estate. Mann l'osservò nel Tirolo merid. Francia, Gorm. m., Asia minore. Larva ignota. Holosericella — Luglio — È stata raccolta dal Sig. R. Zeller verso il Piz Umbrail, allo Stelvio. — Falde erbose — Alpi del Grigione. Bruco ignoto. Distinctella Z. — Giugno, luglio — Sul Thymus serpyllum e querce (?). Colli, Alpi. Z. sett. 4 (Lomb., Alpi orient.), Z. cent. 3 (Lig. e Toscana). ~ 38 — Gran parte dell'Europa cent, e della meridionale. Larva forse sul Thymus serpyllum. Velocella Dup. — Nebulea Stph. — Luglio — Praterie aride, bo- schetti — Piano, Alpi. Z. sett. 4, Z. cent. 4 (Toscana, Liguria [?] ). Europa cent, e sett.; Francia m., Turchia, Asia minore. Bruco ignoto. Scotinella US. — Da Mann in Toscana (Salviano). Germania, Svizzera. Bruco ignoto. Peliella Tr. — Estate (?) Nov. (?). Sulle querce e abeti — Colli, monti, Z. sett. 4 (Piemonte, Lomb. [?] ), Z. cent. (Lig. ec), Z. ins. 3 (Sardegna). Gran parte dell'Europa cent., Spagna. Bruco sulle querce. Ericetella Hb. — Lanceolella Sfph. — Maggio, giugno — Special- mente sulle eriche — Colli, monti. Non rara in quasi ogni parte d'Italia. ' Quasi tutta 1' Europa. Larva sulle eriche. Lentiginosella Z. — 0 b s e u r e 1 1 a Tr. — Maggio, giugno, — Luoghi erbosi — Piano, alpi. Z. sett, 3, Z. cent. 4 (Nizzardo). Eur. cent., Eussia, Dalm., Armenia. La larva vive nelle foglie della Genista tinctoria e G. germanica. ? Plutelliformis Stgr. — Forse nel Nizzardo. Francia merid.. Andai., Sarepta. Bruco sul Tamarix gallica. Aristotelis Mill. — (Sp. n. Cat. rais. Ili, pi. I. fig. 1, 2). Scoperta da Milliére in agosto a Berthemont e Thorenc, nel- l'alto Nizzardo; non rara. Infernalis US. — Forse nel Nizzardo (Cannes). Germ., Scand., ecc, Larva snW Inula helenium. Mulinella Z. — Interruptella Stph. — Forse nel Nizzardo (Cannes). Europa cent., Spagna. Bruco sul Juniperus oxycedrus. Interruptella III). — Secondo Duponchel nei dintorni di Genova. — 39 — Malvella Hh. — Estate — Praterie, sui fiori delle ombellifere. Monti, Alpi. In molte parti d'Italia, non comune. Europa cent.. Andai., Sarepta. Il bruco vive nei semi delle malve, e a. ? Nebulosella Heìn. — ? Alpi orientali. — Carniola. Continuella Z. — Estate — Contro alle rupi. Alpi centrali, rara — Alpi. Bruco ignoto. Perpetuella H S. — Estate -^ Contro alle rupi — Alpi dello Stelvio, rara — Alpi, monti dell'Ungheria. Interalbicella H. S. — Credo che sia stata presa nelle alpi di Valtellina. Minière la raccolse nelle regioni elevate del Nizzardo. Valle di Lantosca, Alpi del Grigione. Larva ignota. Solutella Z. — Maggio — Praterie in luoghi caldi, falde dei monti. Z. sett. 3 (Tirolo, Friuli.), Z. cent. 4 (Montenero (Toscana) Mn.). Parte dell' Europa cent, e della merid. Larva sul Thymus serpyllum. N. S p. se e. Staud. — Sec. Staud. dovrebbe prender posto dopo la so- 1 u t e 1 1 a, Pochissimi esemplari in giugno sulle montagne di Vill'Albese da G. P. Turati.. Longìcornìs Curi. — Z e b r e 1 1 a Tr. — Giugno — Cespugli, siti erbosi, rupi. — Monti, alpi. Z. seti. 3, Z. cent. 4 (Alto Nizzardo, Apenn., Tose). Gran parte dell'Europa cent, e sett.; Asia minore. Bruco sulle Erica. V. Alpi col a Freij. — Forma più piccola, la di cui ? ha tinte più vi- vaci, propria delle Alpi elevatissime. Elatella H. S. ~ Estate — Alpi centrali, rara — Alpi; larva ignota. DifDnis Hw. — ScabideUaZ. — Prim., estate. — Regione selvosa e montuosa. — Monti, Alpi. In molte parti d'Italia; poco frequente. Tutta l'Europa (ecc. reg. poi. e Grecia). Bruco sulla Pulmonaria, Lithospermum e a. Electella Z. — Mann la raccolse nel Tirolo merid. Germ., Svizzera, Russia. Bruco sul Pinns ahies, P. picea, e Juniperus comwnis. — 40 — ? Oxycedrella 3fill. — Jc. III. pi. 118 — Luglio, agosto, Probabilmente anche nel Nizzardo, essendo stata rinvenuta a Cannes. Bruco sul Juniperus oxycedrus. LugubrcUa F. — Lunatella Z. — Credo sia stata osservata nelle Alpi di Valtellina e nell'alto Nizzardo. Germania, Francia, Europa bor. Bruco sui Dorycnium e molte leguminose. Viduella F. — Luctuella Diip. — Giugn(J— Cespugli e praterie aride — Valli, Alpi. Z. seti. 3 (Valle di Luzerna, ecc., alpi di Vaiteli.). Europa sett,, monti dell'Ungheria, Alpi. Bruco ignoto. ? Trauniella Z. — Alpi orientali (?). — Camiola. Tessella Eb. — Eunestella Hb. — Mag., luglio — Siepi, giardini — Piano, falde dei monti. Z. sett. 3, Z. cent. 4 (Toscana [Mn.]). Germania mer., Vallese, Ungheria, Dalmazia. Larva sul Berberìs. Cytisella Tr. — Maggio — Siepi — Piano, monti. Brianza sec. i Sigg. Turati. — Istria e Corsica (Ajaccio) sec. Mann. — Piuttosto rara. Parte dell'Europa cent, e della merid. Bruco ignoto. Note. — Mann raccolse in Corsica sulle falde del Pozzo di Borgo una Gelechia stratiopunctata Kollar, che non trovò citata da Herrich Shaeffer ne da Wocke. Il Prof. C. Rondani descrive nel nostro Bullettino, anno Vili, una sua Gelechia cicerella, scoperta nel Parmigiano in due esemplari, otte- nuti da larve educate colle foglie del Ciceri arietiìn. Gen. JUt*ach»nia Ilein. MouCfetella Schìff. — Punctifera Iltv. — Giugno — Regione boscosa — Valli, Alpi. Z. sett. 3 (Piemonte — Vaiteli.). Ingh., Russia ecc., Germ., Svizz. Larva sulle Lonicera, di cui accartoccia le foglie. Ulicinella Stgr. — Maggio^ giugno — Da Millière nei contorni di Nizza. — 41 — Francia mer., Andai. Braco sui fiori dell' Ulex provincialis Nigricostella Dup. — Da Mann in Toscana (Montenero, ec.) e Sicilia (?). Germ. or., Ungh., Dalm., Bitinia Bruco ignoto. Petiginella 3In. — Maggio — Scoperta da Mann sul Monte Calvario presso Bolzano. Gen. Bt*yotropha Hein. Terrella ScJdff'. — Estate — Siepi, cespugli, boschi — Piano, monti. Piuttosto frequente in quasi ogni parte d' Italia. Tutta l'Eur. (ecc. reg. poi. e Grecia); Asia minore. Il bruco vive in un involucro, su molte piante erbacee. ? Figulella Stgr. — Aprile — Probabilmente nel Nizzardo, essendo stata rinvenuta nel Nizzardo. Francia mer., Andalusia. Bruco sul Sìlene niceaensis. Plebejella Z. — Maggio, giugno — Luoghi erbosi — Piano, valli. Z. seti. 5 (Valsasina [Turati] ), Z. mer. 5 (Sicilia [Z.] ), Z. ins. 3 (Corsica [Mu.], Sardegna [Stgr] ). Spagna, Grecia — Bruco ignoto. Umbrosella Z. — Giugno — Siti erbosi, aridi; boschetti di querce — Colli. Z. sett. 3, Z. cent. 4 (Toscana). Europa ceni, Grecia. Bruco sui licheni dei muri e tetti. Dryadella Z. — Giugno, luglio — È stata osservata nell'Alto Nizzardo, in Toscana (sulle giovani querce) Sardegna e Sicilia. Ungh., Russia, Asia Minore. Bruco sulle querce. Basaltìnella Z. — Mann la raccolse in principio d'estate nei dintorni di Bolzano — Dintorni di Milano (G. F. Turati). Gran parte dell'Europa cent. — Bruco ignoto. Gen. M^iia Tr. ? Diffluella Hein. — Credo sia stata osservata nelle Alpi dello Stelvio — Alpi — Bruco ignoto. — 42 — Artemisìella Tr. — Giugno — Luoghi erbosi, pascoli — Colli monti. Manu la raccolse presso Wippacco e in Toscana; non rara. Bruco nelle gemme ^q\V artemisia e sul Thymus serpyllum Salinella Z. — Fine aprile, maggio — Scoperta da Zeller nei dintorni di Siracusa, non rara. Andalusia — Bruco ignoto. Halymella Mill. — Forse nel Nizzardo (Cannes, da maggio a agosto; bruco sulV Atripìcx helymus). Francia mer. Palermitella Lah. — Un cr' scoperto dal sig. Dott. Eeina nei pressi di Palermo (Lah. Contrib. 8). Diminutella Z. — Estate — Sooperta da Z. in Sic (Messina). In seguito è stata trovata in altre parti d'Italia. Miniere la catturò anche a Cannes. Bruco ignoto. Promptella Stgr. — Specie propria della Sicilia e Andalusia (Staudiuger) Sp. n. prossima della M u r i n e 1 1 a H. S. stata presa a Montone in marzo (Stainton, The Tineina of Southern Europe, p. 210). Ingloriella Hein. — Giugno — Siti erbosi — Falde dei monti. Mann la raccolse a Gradisca e in Corsica. Austria — Bruco ignoto. ? Laceratella Z. — È propria della Carniola — Bruco ignoto. ? Brahmiella Heyd. — Maggio, settembre — Probabilmente anche nel Nizzardo, essendo stata rinvenuta a Cannes. Germ. cent., Francia mer. Bruco sulle gemme di Iurinea pyrenaica. ? Hyoschyamella Stt. — Come la precedente — Francia mer. — Il bruco vive sul Hyoschyamus albits. Maculiferella Dgl. — P r o x i m a Hw. — Staudinger la raccolse in Sard. Germ., Ingh., Kussia, Grecia — Bruco ignoto. ? Provinciella. Stt. — Forse nel Nizzardo, essendo stata rinvenuta, in aprile e maggio, nei dintorni di Cannes. Inghil., Germania. Bruco s. Silene Niceaensis. ? Marmorea JIw. — Giugno — Interno delle abitazioni — Probabilm. nel Nizzardo (Cannes). Parte dell'Europa cent. Bruco ignoto. — 43 — Junctella Dgl. — M a r m o r e a //. ^S. — Trovata da Mann in principio d'estate nel Tirolo merid. Germ., Ingh., Francia merid. Bruco ignoto. ? Alsinella Z. — Propria della Carniola — Bruco ignoto. ? Saginella Z. — Come la precedente. Gypsophilae SU. — Giugno — Dintorni di Mentone — Non credo che sia stata osservata altrove. Il bruco vive nelle galle delle GypsopJdla saxifraga. Singula Stgr. — (Eni St. Z. 1876). Scoperta dal Sig. barone Kalcliberg, presso Valdesi in Sicilia in ottobre. Punctata Stgr. — (Ent. St. Z. 1876). Come la precedente — Settembre — Atnbedue in pochissimi esemplari. Nota — Ghiliani cita anche nel suo Elenco, nel genere L i t a, la E x i- g u e 11 a Hb. (fig. 266), di cui altri autori non fanno menzione. Egli la nota : rara in giugno, boschi della Mandria, cespugli e praterie aride. Gen. VeMeJn Hem. Vulgella Hh. — Maggio — Siti erbosi e aridi — Collina di Torino, non frequente. Gran parte dell'Europa centr. Larve fra lo foglie del bianco-spino Scriptella Hh. — Aprile, luglio — Cespugli, siepi, tronchi — Piano, monti. In molte parti d'Italia, non infrequente. Gran parte dell'Eur. cent, e mer. Il bruco vive tra le foglie dell'Acer campestris. Alburnella Z. — Luglio — Boschetti, erbe — Colli. Z. seti. 4 (Piemonte), Z. cent. 4 (Toscana). Parte dell'Europa cent., Russia, Spagna. Bruco sulle betulle. Tamariciella Z. — Maggio — Sui tamarici — Mann la raccolse in Carniola e in Toscana (Livorno, Antignano, non rara) — Si troverà certa- mente anche nel Nizzardo e in altre parti d'Italia. Spagna. Bruco sul taniartx gallica. Sequax Hw. — Giugno — Siepi, cespugli — È pure stata raccolta in Carniola, Toscana e nell'alto Nizzardo (Lantosca, ec). — 44 — Europa centrale. Bruco s. Helianthemum vulgare, e Dorycnhim herbaceum. ? Cisti SU. — Forse anche nel Nizzardo, essendo frequente a Cannes, ove ha due apparizioni. Larva s. Cistus. Fugitivella Z. — Mann l'osservò in Carniola; probabilmente anche nel Nizzardo — Gran parte dell'Europa centr. Humeralis Z. — Primavera, estate. — Cespugli, erbe — Piano, monti. In quasi ogni parte d'Italia, ma poco abbondante. Eur. cent, e mer. (ecc. Spagna), Asia Minore. Bruco specialmente sul Qiiercus sugar. Proximella Hh. — Maggio, agosto — Cespugli, erbe — Colli, monti. Mann la raccolse in Toscana (Antignano, rara) e Bertoloni nell'Apennino bolognese. Europa centrale, Kussia. Il bruco vivo sugli alni, betulle e pioppi. Notatella Eb. — Euratella H. S. -^ Giugno — Cespugli di salici — Colli, monti. Z. seti. 4 (Piem. e Lomb). Europa cent, e sett. Bruco sul salix caprea. Triparella Z. — Mann la raccolse in giugno sulle querce in varie località della Toscana. — Probabilmente in tutta l'Italia. Europa cent, e parte della merid., Eussia, Asia Minore. Bruco sulle querce. Luculella Hb. — Luct nella Stph. — Da noi, sin qui solo in Piemonte e nel Nizzardo — Stupinigi, rara (Ghil.), contro ai tronchi dei pioppi. Eur. cent., Francia m., Dalmazia. Il bruco vive nel legno fracido (?). Dodecella L. — Giugno — Boschetti, ec. — Colli, monti. I Sigg. Turati la raccolsero in Brianza (Alzate), e Millierà nell'Alto Nizzardo. Gran parte dell'Europa cent., Castiglia. II bruco divora le gemme del Pinus sylvestris. Femoralis Stgr.~ (Stt. E. Z. 1876). Scoperta del sig. B. Kalchberg a Valdesi (Sicilia) in ottobre. 45 — Gon. necut*varin H. S. Leucatella CI — Albocingulella Dtip. — Maggio, agosto — Cespugli, siepi. — Colli, monti. Più 0 meno frequente in quasi ogni parte d'Italia. Tutta l'Europa (ecc. reg. poi., Spagna e Grecia). Bruco sul sorbo, bianco-spino e a. Nanella Hb. — Pr un lei la Hb. — Giugno, settembre — Frutteti, cespugli, ec. — Colli, monti. Non rara nell'Italia settent. e cent. Europa cent., Russia m., ec. Secondo alcuni autori la larva si ciberebbe dei fiori e foglie del pero, sorbo e a; secondo altri dei licheni del primo. Gen. Poecilin Hein. Nigrinotella Z. — N i g r a 1 b e 1 1 a H. S. — Giugno — Zeller la scoperse al pie' dell'Etna. Mann la raccolse a Wippacco, poi a Pratovecchio iu Toscana (rara). Germ. m^r., Ungh., Asia min. Larva sul Medi cago saliva. Nota. — E molto probabile che aiibiano a rinvenirsi nell'Italia sett. anche le due congeneri P. a I bi e e ps Z. (\ ana Hio) e P. Ni ve a Hvo. (Nigrovittella Dup.) Gen. ArgyvHis Hein. Pictella Z. — Giugno — Mann la raccolse a Gradisca, in Corsica ed iu Sicilia. Gran parte dell'Europa cent, e merid. Bruco sul Cerastiiim triviale. Superbella Z. — In Carniola da Mann. Russia occ, Germ., Ungh., Svizz., Sarepta — Bruco ignoto. Gen. il'annottin Hein. Stipella Hb. — Maggio — Boschetti, cespugli, muri — Colli, valli. In quasi ogni parte d'Italia, ma poco abbondante. — 46 — Gemi, m., Ungh., Svizz., Grecia ec, Asia minore. Bruco sul Chenopodium album. V. naeviferella Dup. — È stata osservata anche nell'Italia setten- trionale e in Corsica. (È più piccola e mostra un punto giallo, invece della macchietta gialla sulla linea mediana delle primi ali.) Hermannella F. — ZinckeeUa Hb. — Maggio — Siepi, muri — Colli, valli. Non rara in quasi ogni parte d'Italia. Tutta l'Europa (ecc. reg. poi., Spag. e Grecia.), Bitinia. Bruco sui Chenopodium e Atriplex, Gen. Apattin Hein. Bifractella Dgl. — Fine giugno — Mann ne raccolse alcuni esemplari sui fiori delle scabiose a Antignano in Toscana, e S. Martino in Sicilia. Europa cent, e parte della merid., Asia minore. Bruco nei semi àoìVInula dìjsenferica, e Conysa squarrosa. Gen. Silotroga Hein. Gerealella 01. — Da maggio a settembre — Campi, granai — Piano, valli. Questa specie, frequentissima nell' Italia settentrionale, lo è cer- tamente anche nel rimanente della penisola. ' La larva è dannosissima al grano, e ne produce il riscalda- mento; ove questo si manifesta si procura di distruggere il terribile nemico coi vapori del solfuro di carbonio. Europa cent., Ru.'^sia, Andalusia ecc. Gen, Fioche nusn Hein. 9 Subocellea Stph. — Probabilmente anche in Lombardia e nel Nizzardo, Europa cent., Dalmazia. Bruco s. Origcmum vulgare, Satureia montana e a. Lìttorella Dgl. — Quinquepunctella H. S. — Maggio — Siti erbosi in riva ai ruscelli — Falde dei monti — Non rarissima jn molte parti d'Italia, Iiighil, Austria, ec. — Bruco ignoto. — 47 — Inopella Z. — Paupella Z. — Aprile, settembre. È stata raccolta in Liguria, Toscana, Sicilia e Corsica; poco abbondante. Europa cent., Daini., Asia minore. Bruco sui fiori delle Inula. Gampicolella Mn. — Aprile — Sulle eriche — Monti. Mann ne raccolse alcuni esemplari nei dintorni di Ajaccio. Bruco ignoto. Gen. Parasin Bup. Paucipunctella Z. — Maggio, giugno — Luoghi erbosi — Piano, monti. Raccolta da Mann in pochi esemplari in Carniola e Toscana (Pratolino). Europa cent., e parte della merid. Bruco nei semi àoìV AntJiemis tinciorla. Torridella Mn. — Estate — Falde dei monti. Mann l'osservò in Sicilia (Monte Guercio), in Corsica (Ajaccio, 2 esempi.) e Staudinger in Sardegna. Asia minore — Bruco ignoto. Lappella L. — Astivella Z. — Estate — Specialmente sulle scabiose — Piano, monti. Lo stesso entomologo Manu l'osservò in Toscana (Ardenza) ed in Sicilia. Millierè la catturò nell'alto Nizzardo (Valle di Thorénc). Larva bw\V Arct'mm lappa. Selaginella Mn. — Mann la scoperse in luglio in Corsica sul Pozzo di Borgo, sui fiori del mirto; pochissimi esemplari. Non é stata an- cora osservata altrove. Neuropterella Z. — Luglio — Dintorni di Dogliani, dal sig. Dabbene, in luoghi erbosi. Probabilmente anche in Istria. Gran parte dell'Europa cent., Andalusia. Bruco s. Cirs'mm acaule. Gen. Et*gaiis Hein. Suberlcinella H. S. — Estate (2 apparizioni [?]) — Colli, monti. Brianza (Turati), Corsica (falde del Monte Rosso da Mann); Wippacco (Mn). — 48 — Parte dell'Europa mer., Asia minore. Bruco ignoto. Ericinella Bup. — M i e e 1 1 a Hb. — Forse nel Nizzardo (Cannes). Brianza, un solo esemplare in agosto da G. P. Turati. Bruco ignoto. Decurtella Hb. — T u rba t e 1 1 a Tr.— Mann la raccolse alla fine di giug nella Valle di Wippacco. Germ. mer., Ungh., Grecia. Bruco ignoto. ? Staticella Mill. — Specie nuova prossima alla B r i z e 1 1 a Tr, scoperta da Minière presso Cannes (bruco sulla Statice cordata), che forse potrà appartenere anche al littorale Nizzardo. Gen. DovyphOÈ'a Hein. Carchariella Z. — Osservata da Mann in principio d'estate nel Tirolo meridionale. Livonia, Germania, Asia minore. Larva sulle querce {?). ? Pulveratella H. S. — Intaminatella SU. — Probabilmente anche in Istria (Fiume, cespugli e pascoli). Iiigh., Germ., Dalmazia. Bruco ignoto. Tenuiella Mn. — Raccolta da Mann in Toscana (pascoli dietro Ardenza). Dalmazia, Bitinia. Bruco ignoto. Servella Z. — Un esemplare contro un muro dell'Albergo di S. Martino Lantosca in luglio da Milliére. In Carniola, nell'Italia centrale e in Corsica secondo il cata- logo di Wocke. Gormania, Livonia, Dalmazia, Asia minore. Bruco ignoto. Nomadella Z. — Propria della Carniola (e Dalmazia). Gen. Mfottwchfoa Hein. Tenebrella Hb. — Subcuprolla Stph. — Giugno — Siti erbosi, caldi; rupi — Piano, monti. — 49 — Z. seti. 4 (Lomb.), Z. cent. 4 (Toscana). Europa cent., Russia, Grecia. Bruco nelle radici e gemme del Rumex acetosellae. Gen. EiaÈnpt'oies Hein. Unìcolorella H. S. — Osservata in Caruiola da Manu — Germ. ec. Bruco ignoto. ? Atrella Htv. — Urabriferella H. S. — Forse nel Nizzardo (Cannes). Gran parte dell'Eur. cent., Ungh. Bruco ignoto. Gen. AnacaÈttpis Curt. Patruella Mn. — È stata raccolta in Carniola da Mann; probabilmente an- che nel Nizzardo (Cannes). Germ. m., Dalra., Francia raer. or. Bruco snìVHelianfhemum guttatum. Nigritella Z. — Aprile — Un esempi, d" scoperto da Zeller nei monti dei dintorni di Messina, e due altri raccolti da Mann nel Tirolo me- ridionale. ? Inghilterra, Andalusia. Bruco ignoto. Coronillella Tr. — Maggio, giugno — Margine dei boschi — Falde dei monti. In quasi ogni parte d'Italia, ma poco abbondante. Francia, Svizzera, Dalmazia. Bruco sulla Coronilla varia e a. Biguttella H. S. — Maggio — Siti erbosi aridi — Colli, valli. Ghiliani la raccolse sulla collina di Torino, Mann in Carniola e Toscana, e Milliére a Mentone. Ovunque poco abbondante. Germ cent, e merid. Bruco sui Dorycninn e Genista. Remissella Z. — Maggio, luglio — Luoghi erbosi. Scoperta da Zeller In Sicilia, dove la catturò in seguito Mann; pochi esemplari. Germania, Asia minore. Bruco ignoto. e. 4 — 50 — Anthyllidella Hb. — Maggio — Luoghi erbosi, aridi — Colli, monti. Z. seti. 3 (Brianza, [Tur.]), Z. cent. 3, Z. mer. 4, Z. ins. 4 (Sardegna). Europa cent., e merid., Russia, Asia minore. Bruco Bv\V Anthyllis vulneraria. ? Psoralella Mill. — Forse anche nel Nizzardo, essendo stata rinvenuta a Cannes (maggio, giugno). Francia meridionale. Bruco sulla Psolarea bituminosa. Ligulella Z, — C i n e t e 1 1 a Hb. — Maggio — Siepi, siti erbosi — Colli, monti. Non rara in tutta l'Italia. Quasi tutta l'Europa, Asia minore. Bruco sul Lotus corniculatus e a. Vorticella Se. — Maggio, luglio, — Cespugli, praterie aride — Colli, monti. Z. seti. %. (Piemonte e Lombardia). Eur. cent, e sett., Dalm., Sarepta. Bruco sulla G-enista tinctoria e a. ? Cincticulella H. S. — Forse in Istria (Fiume). Gemi., Dalm., Andalusia. Taeniolella Z. — Maggio — Boschetti ec. — Colli, monti. Z. sett. 3 (Lomb., Udenese), Z. cent. 3 (Toscana, Pisa). Parte dell'Europa cent., Asia minore. Bruco s. Lotus corniculatus, Medicaio, Trifolium. ? Captivella H. S. — Probabilmente anche in Istria (Fiume; di sera intorno ai frassini [Mn.] ). Bruco ignoto. Lamprostoma Z. — Principio d'estate — Scoperta in Sicilia da Zcller e Mann; pochi esemplari, falde dei monti. Spagna, Asia minore. Bruco ignoto. Basalis Str/r. — (Ent. St. Z. 1876) Scoperta in giugno a Castelbuono (Si- cilia) da Kalchberg. Gen. AennthophHa Hcin. Alacella Dwj). — Maggio — Siepi e cespugli di Prunus — Piano, colli. Mann la raccolse in Toscana (Livorno, Pisa ec; rara). — 51 — Eur. ceut., Russia o Grecia. Il bruco vive sui licheni delle querce. Gen. Tachypiilin Eein. Populella CI. — Estate — Specialmente sui pioppi e betulle — Piano, colli. Alquanto frequente in quasi tutta l'Italia (varia molto). Tutta l'Europa (ecc. reg. poi. e Grecia), Siberia orient. Bruco sulle betulle, pioppi e salici. Scintillella F. — Giugno — Siepi, erbe — Valli, monti. Da Mann nel Tirolo meridionale e nel Goriziano; da Staudin- ger in Sardegna. Gran parte dell'Europa cent., Dalm., Spagna, Asia minore. Bruco snìV Helianthemum vulgare e Dorycnium. Subsequella Hh. — Obscurella F. — Estate — Siepi ài pninus. Da Mann nella vallo di Wippaco e in Toscana (?): Secondo Costa negli Abruzzi. Eussia, Germania, Ungheria, Dalmazia, Grecia. Bruco sul Prunus, Salix caprea. Gen. Bvachycrossatn Hein. Cinerella 67. — S p o d i e 1 la Tr. — Estate — Praterie, margine dei bo- schi — Colli, monti. È piuttosto frequente in tutta l'Italia — Tutta l'Europa. Tripunctella Schlff. — Luglio e agosto — Praterie aride sul margine dei boschi — Monti, Alpi (sino a 2500). Z. seti. 2 (Valsasina [E. T.] ). Alpi, Francia. Il bruco, che si nutre di diverse piante basse alpine, si rinviene sotto ai sassi. Antirrhìnella Miìl. — Carniola(?). Nell'alto Nizzardo (Berthemont, in giugno). Francia mer. — Il bruco vive sugli kntirrhinum. Gen. Slontopiei^yop Hein. Detersella Z. — E g e n e 1 1 a H. S. — Giugno — Scoperta da Zeller nelle vicinanze di Siracusa. — 52 — Probabilmente in tutta la bassa Italia. Europa mer., Asia minoro. Bruco ignoto. Gen. Cefuiophot^n Hein. Lutatella H. S. — Maggio, settembre — Siti erbosi, cespugli — Colli. Z. seti. 4 (Brianza [Tur], Carniola). Europa cent. — Bruco sn varie graminee. Triannulella H. S. — Fine aprile, agosto e settembre. Osservata dai Turati in Lombardia (Milano e Brianza). Probabilmente anche in Liguria. Parte dell'Europa cent, Ungh., And., Armenia. Bruco sul Convolvulus sep'mni. Rufescens Hw. — Maggio — Siepi — Da Mann in Toscana (Livorno, An- tignano), e da G. F. Tur. in Brianza — Il sig. Emilio Turati prese a Kegoledo una forma più grande e con punto nero, che costituisce forse una nuova specie. Eur. cent., Ungheria. Bruco su parecchie graminee. Gen. Mtliinosin Tr. DeniseUa F. — Carmelitella Hh, — Maggio, giugno — Boschi, siepi, siti erbosi — Colli, valli. Alpi. Z. seti. 3 (Piemonte e Carniola), Z. cent, o (Liguria e Tose). Germ. mer., Ungh., Dalm., Asia minore. Bruco ignoto. Sordidella Hh. — Giugno, luglio — Cespugli — Alpi marittime sui due ver- santi, rara (Certosa di Pesio [Ghiliani], Lantosca, la Boléne ec. [Mill.j). Germ. m. ec, Francia, Pirenei or. Bruco ignoto. Ferrugella Schiff. — C o r i a e e 1 1 a Hh. — Fine maggio, giugno — Siepi, boschetti — Colli, monti. Z. seti. 4 (Brianza e Carniola), Z. cent. 4 (Toscana [Ardenza] ). Eur. cent., Russia, Dalmazia, Andalusia. Bruco sulla (Jampamtla persicifolia e Scahiosa columharia. Flavella Dnp. — S e g e t o 1 1 a Z. — Giugno — Praterie, margino dei bo- schi — Piano, monti — Frequente in tutta l'Italia. - 53 — Europa mer., Asia minore, Siria. Bruco ignoto. Formosella Hb. . — Fiammella Hb. — Come la precedente - Non rara in quasi ogni parte d'Italia. Europa mer., e parte della cent. Ungh-, Asia min., Siria. Bruco ignoto. Libidinosa Stgr. — Una coppia scoperta dal Ghiliani nelle Alpi del Pie- monte (Beri. Eut. Zeit. 1870). Gen. dadodCH Hein. Dimidiella Schiif. — Estate — Praterie, boschetti — Monti, alpi. Z. seti. 4 (Brianza; Alta Valtellina). Parte dell'Europa cent., Dalmazia. Bruco ignoto. Gerronella Z. — Maggio; sul margine di prati aridi — Piano, colli. Mann la raccolse in Istria, Livor. e Pisa; Zeller a Siracusa; rara. Parte dell'Europa cent., Ungli., Daini., Siria. Basilella H. S. — Mann ne catturò alcuni esemplari presso Bolzano. Un- gheria. Bruco ignoto. Gen. Cteodoi'a Curi. ? Strìatella Hb. — T a n a e e t e 1 1 a Sdirle. — Vari autori citano questa specie propria della Germ., Gallizia ec come italiana. È molto pro- babile che l'abbiano confusa colla seguente: Antliemidella Hein. — S t r i a t e 1 1 a //. /S. 563 — Maggio, giugno — Pra- terie aride, falde dei monti. Non rara in quasi ogni parte d'Italia. Germ., Eur. mer., Asia minore. La larva vive nei gambi e semi ^^W Anthemìs tìnctoria. Kefersteiniella Z. — Maggio, giugno — Pascoli ec. — Colli, monti. Z. cent. 4, Z. mer. 3 (Sicilia), Z. ins. 4 (Sardegna). Eur. mer., Asia minore. Bruco sui C/irysanthemum (?). Liueatella Z. — Maggio, giugno — Praterie aride, falde dei monti. — 54 — Z. seti. 4 (Piemonte), Z. cent. 4 (Toscana), Z. ins. 3. Eur. mer. (ecc. Grecia e Russia mer.). Bruco ignoto. Gen. MesopMeps E. S. Silacellus Hb. — Estate — Luoghi sterposi ed erbosi — Colli, monti. Z. seit. 3, Z. cent. 4 (Alto Nizzardo, Toscana), Z. ins. (Sar- degna — [Stand.] ). Parte dell'Europa cent., Dalm., Asia minore. Bruco sui Cistus (?). Corsìcellus //. S. — Giugno, luglio — È stata raccolta in Corsica dal sig. K. Zeller; in Toscana da Mann e in Sardegna da Stand.; probabilmente si rincontrerà anche nel Nizzardo. Francia mer. Bruco sul Cistus salvi folius e a. Trinotellus H. S. — Come il precedente; anche nell'Italia sett. (sec. Wocke). Boemia, Ungh., Grecia — Bruco ignoto. Acuminatus Stc/r. — (St. E. Z. 1876). Un solo esemplare scoperto dal si- gnor Kalchberg alla fine d'ottobre presso Valdesi (Sicilia). Gen. Tpsotoplius F. Renìgerellus Z. — È stato raccolto da Mann nel Tirolo merid, e in Car- niola, Svizzera, Austria ec. Bruco ignoto. Ustulellus F. — C a p u e i n e 1 1 a Hb. — Estate — Cespugli, siti erbosi ~ Colli, monti. Non rara in molte parti d'Italia. Europa cent, e parte della merid., Armenia. Bruco sulle betulle. Fasciellus Hb. — Come il precedente — Europa cent., Sarepta, Asia min. Bruco sul Prunus spinosiis. Schmidiellus Heycl. — D u r d h a m e 1 1 u s Stt. — Luglio, agosto — Falde erbose calde — Colli, monti. Osservata nell'alto Nizzardo da Millióre. Inghilterra, Germania. Bruco svlW Origan. vulgare. — 55 — Juniperellus L. — Giugno — Cespugli di ginepro ec. — Monti, Alpi. Z. sett. 5 (Alta Valtellina, Z. cent. 4 (Toscana, Pioppi [Mn.] e Antignano). Livonia ec, Germ. ec, Ungh., Asia minore. Bruco sai ginepro. Marginellus F. — C 1 a r e 1 1 a Tr. — Maggio — Cespugli, boschetti — Piano, monti. In varie parti della Zona settentrionale e della centrale; poco abbondante. Livonia, Eur. cent., Ungh., Dalm., Siberia. Bruco sul Juniperus oxycedrus e a. ? Millierellus Stt. — (Hist. n. Tin. XIII, p. 336). Forse anche nel Nizzardo, essendo stata raccolta a Cannes (maggio). Bruco sul Cisfus salvifolius. Gen. IVothÈÙs Hh. Verbascella Hb. — Estate — Luoghi sterposi ed erbosi — Piano, monti. In ogni parte d'Italia; non molto abbondante. Eur. cent., Livonia, Andai., Asia minore. Bruco sui Verhascum. Declaratella S'tgr. — Giugno — Milliére ritiene debba trovarsi presso Nizza. Francia mer.. Spagna. Bruco sulla Scrophularia lucida. Sentlcetella Stgr. — Forse nel Nizzardo, essendo stata rinvenuta a Cannes in giugno. Francia mer., Andalusia — Bruco sul Juniperus. Asìnella Hh. — Giugno — Uo d" da Mann sulle falde del Pozzo di Borgo, in Corsica. Livonia, Germania ec. — Bruco ignoto. Lsmniscella Z. — Luglio — Contro alle roccie in siti caldi. Piemonte, Caruiola, rara. Germ. mer., or., Ungheria — Bruco ignoto. Gen. Sophronia Hb. Semicostella Hb. — Estate — Il sig. E. Zeller ne raccolse alcuni esemplari nella valle di Gressoney e Mann nel Tirolo meridionale. — 56 — Europa cent., Russia, Cast. Bruco ignoto. Chilonella Tr. — Giugno — Trovata dal Ghiliani in Piemonte — Siti er- bosi, aridi — Piano, colli, rara. Gran parte dell'Europa cent., Ungb. ec. Bruco snlle Artemisie (?). Exustella Z. — Estate — Siti erbosi, aridi. Scoperta da Zeller presso Siracusa e Eoma; raccolta da Mann a Pisa e Livorno. Andalusia. Bruco ignoto. Humerella Schlff. — Probabilmente in Istria (Fiume [Mn.] ); nel Nizzardo (Cannes, boschetti) e nelle nostre Alpi centrali. Eur. cent., Castiglie. Bruco sul Thymus serpyllum, Arthemis cam^estris e a. Sicariella Z. — Estate — È stata osservata in Piemonte e nel Tirolo me- ridionale. Probabilmente s'incontrerà anche in altre parti d' Italia. Germ. ec, Ungh., Dalmazia, Bruco ignoto. lUustrella Hh. — Credo sia stata raccolta nelle nostre Alpi orientali. Austria, Ungheria, Dalmazia, Bitinia. Bruco ignoto. Gen. Anf*È*8ia Z. Spartiella ScJtrJc. — Robertson ella Curf. — Maggio, giugno — Ce- ' spugli, siepi. — Colli, falde dei monti. Z. seti. 4 (Brianza, Gorizia); Z. cent. 4 (Toscana); Z.mer.é (Sicilia). Eur., cent., Russia mer., or., Asia minore. Bruco sulla Genista e Ulex curop. Lineatella Z. — ? Pullatella Hh. 118. — Questa specie, il cui bruco danneggia i fiori del pesco, deve incontrarsi in molte parti d'Italia. Staudingcr la raccolse in Sardegna. Parte dell'Europa cent., e della merid. Asia minore. 57 - Gen. MegacÈ*a8pedu9 Z. Dolosellus Z. — Fine maggio — Siti erbosi, pascoli — Piano, colli. Z. sett. 4, Z. cent. 4 (Tose), probabilmente in tutta l'Italia. Austria, Ungheria, Dalmazia. Bruco ignoto. Separatellus F. R. — Raccolta da Mann sulla sommità del Monte Mag- giore in Istria ed in Sicilia. Austria, Dalm., Andai., Asia minore. Bruco ignoto. Subdolellus Sfgr. — Specie della Spagna meridionale; stata osservata anche nelle Alpi marittime. (Thoreuc, luglio, rara). Lanceolellus Z. — Hessleriellus Roessl —Fine maggio. — Pra- terie, pascoli — Monti. Zeller e Mann la trovarono in Sicilia, Toscana e Corsica (raris- sima). Germania cent., occ. Bruco ignoto. Binotellus F. E. — Da noi sin qui solo in Carniola (e. Istria?). Pascoli in siti montuosi. Austria, Ungheria, Dalmazia Bruco ignoto. Imparellus F. R. — Maggio — Pascoli e siti erbosi — Dintorni di Pisa (Mn.). Probabilmente anche nella zona sett. Austria, Ungheria, Dalmazia. Asia minore. Bruco ignoto. Gen. JPtet'olonelte Z. Albescens Z. — Luglio — Siti erbosi, aridi - Una coppia, scoperta da Zeller nei monti dei dintorni di Messina, dopo il tramonto. Ungheria, Francia mer. Bruco ignoto. Pulverulenta Z. — Maggio — Luoghi cespugliosi aridi; erbe secche. "Zeller ne raccolse pochi esemplari presso Siracusa. Andalusia. Bruco ignoto. 58 — Gen. Topeuiis Hb. Barbella F. — Crini tessa H. S. — Il Sig. Eodolfo Zeller mi assicurò di averla raccolta nelle Alpi dello Stelvio, verso il Piz Umbrail. Austria, Ungheria. Bruco ignoto. Criella TV. — C r i n e 1 1 a //. *S. — Giugno, luglio — Luoghi erbosi — Colli, monti. Z. seti. 3 (Italia seti). Austria, Dalmazia. Bruco ignoto. Labiosella Hi). — Estate — Cespugli, boschetti — Colli, monti. Z. seti. 3 (Piemonte, Istria (?) Z. mer. 3 (Camaldoli). Austria — Bruco ignoto. Gen. CaÈ'posinn H. S. Berberidella //. S. — Giugno — Cespugli — Mann ne raccolse un esemplare nel Tirolo merid. e pochi altri in Carniola. Germania mor., Dalmazia. Bruco ignoto. Gen. t*teu»*oia Hb. Rostrella Hb. — Estate — Praterie aride, brughiere — Piano, colli. In molte parti d'Italia, poco abbondante. Germania mer., Ungh., Dalm., Grecia, Siberia. Bruco ignoto. Pyropella Schi/f. — Come la precedente — Colli, Alpi. Non rara in tutta l'Italia. Europa mer., Siria, Asia minore. Bruco ignoto. Salviella H. S. — Probabilmente in Istria, essendo stata osservata a Fi- renze da Mann. Dalmazia, Grecia, Asia minore. Bruco sulle Salvie. — 59 — Brevispinella Z. — Aprile, maggio — Scoperta da Zeller nei dintorni di Siracusa, e dal Sig. Dott. Reyna presso Palermo; Toscana (Mn.). Ungìieria m. or., Sarepta. Bruco ignoto. Nota. — Una specie affine venne raccolta in Sardegna dallo Staudinger. Metricella Z. — Giugno, luglio — Falde erbose soleggiate — Valli, monti. Minière raccolse nell' Alto Nizzardo (Thorenc, S. Martin, ec.) questa specie, propria della Grecia e dell'Asia minore. Pungitiella E. S. — Maggio, giugno — Eaccolta da Mann in Istria e- Carniola. Dalmazia, Grecia, Siberia, or. Bruco ignoto. (?) Schlaegeriella Z. — Nelle mie memorie la trovo notata fra la Pleu- rota italiana, senza indicazione di località (Alpi dello Stelvio [?] ). Germania cent, e mer., Ungheria. Bruco ignoto. Aristella L. — Da maggio a luglio — Falde erbose, aride — Colli, monti. Z. seti. 2, Z. cent. 2. Parte dell'Europa centrale, Spagna, Sarepta, Armenia, Asia minore. Bruco polifago. Argentistrigella 3In. — Un solo Il bruco vive nella Genista germanica e Cr. Un<- pag. inf.). Viminetorum Stt. — Milliére l'osservò in maggio nell'Alta rio. Inghilterra, Germania, Francia. Bruco nelle foglie del Salix viminalis (pag. Salictella Z. — Fine marzo, estate — Cespugli, tronchi — nonti. Da Mann nel Tirolo meridionale e in Toscan i, Prato- vecchio) e da Milliére, nell'Alto Nizzardo. Finlandia, Germania, ec. Bruco minatore nelle foglie del Salix vimin'i inrpurea ec. (pag. inf.), Pomifoliella Z. — Aprile, estate — Sui meli — Colli, va' Non è rara nell' Italia sett. e nella cent. Europa sett. (ecc. reg. poi.) e cent., Dalina/.i.. . Larva nelle foglie del melo e pero (pag. int. ) Spinìcolella Stt. — Come la precedente. Inghilterra, Germania ec, Ungheria. Braco nel prugno e prugnolo (pag. inf.). Fagiuella Z. — Principio di maggio — Sui faggi — Min Italia sett. orient., da Mann (Carniola). Europa cent., Dalmazia sett. Larva nelle foglie del Fagus sylvatica (pag — 101 — Corili Nìceìli — Marzo, estate (?). — Sugli avellani — Colli, monti. Lombardia, Piemonte, Liguria. Europa centrale. Bruco nelle foglie ^oìV avellano (pag. inf.). Carpinicolella SU. — Primavera, estate — Sui carpini — Colli, monti. Come la precedente. Inghilterra, Francia, Germania, Svizzera. Larva nelle foglie del Carpmus Betulus (pag. sup.). Leucographella Z. — Mann la scoperse in aprile a Montenero in Toscana, fra siepi e cespugli. Anche in Grecia. Bruco ignoto. ? Ilicifoliella Z. — Probabilmente anche nel Nizzardo e in Carniola. Francia mer., Germania, Dalmazia sett. Larva nel Quercus rohur (pag. inf.). e Q. ilex (?). Endryella Mn. — È stata catturata da Mann, in Corsica (Ajaccio). Anche in Spagna. La larva tuttora ignota, mina probabilmente le foglie del Quercus ilex. Lantauella Schric. — Un esemplare raccolto da Mann a Cavro in Corsica. Nizzardo (?). Italia centrale, nel Catalogo di Wocke. Scozia ec, Francia, Svizzera, Germania. Il bruco vive nel Liburnum Lantana e a. (pag. inf.). Scitulella Z. — Mann ha roccolto questa specie in Carniola e in Toscana. Germania mer., or. Larva minatrice delle querce. Parisiella Wo. — Probabilmente in Istria, essendo stata osservata a Fiume. Italia cent., secondo Wocke. Francia, Dalmazia sett. Bruco nel Quercus róbur e Q. piihescens (pag. inf.). Quercifoliella Z. — Primavera, estate; sulle querce — Colli, monti. Comunissima in molte parti dell'Italia sett. e cent. Quasi tutta l'Europa. La larva mina le foglie del Quercus rohur e Q. pendimculata (pag. inf.). Messanìella Z. — Come la precedente — In quasi ogni parte d'Italia, però poco abbondante. — 102 — Inghilterra, Francia, Dalmazia, Russia mer. or., Bitinia. Bruco nelle foglie delle querce, carpini e castagno (pag. inf.). Platani Stgr. — Primavera, estate — Sui platani. Non rara in molte parti d'Italia. Anche in Grecia. La larve vive nelle foglie del platano. Denteila Z. — È stata osservata da Mann in Carniola nel Tirolo merid. e in Toscana (Pratovecchio) e credo anche in Corsica. Francia, Germania, merid., Dalmazia, Bruco nelle foglie del Quercus róbur (pag. inf.). Betulae Is. — Milliére la catturò nell'Alto Nizzardo — Probabilmente si rinverrà anche in altre parti dell'Italia sett. Livonia, Germania, Svizzera, Francia. Larva minatrice nelle foglie della Betula alba, Pìjnis nialus e P. commiinis (pag. sup.). Saberifoliella Z. — Aprile, maggio — Sui tamarischi ec. — Piano, colli. Non rara nell'Italia centrale e nella merid. Questa specie non s'è rinvenuta ancora che in Italia. Bruco sul Qiiercus rohur (pag. inf.). Froelichiella Z. — Marzo, estate (?) — Erbe, fiori — Colli. Piemonte, Lombardia ec. Nizzardo; piuttosto rara. Bruco neWAlnus glutinosa (pag. inf.). Kleemannella F. — Aprile, ottobre — Siepi, muri — Colli, valli. Nell'Italia sett. e nella cent, non frequente. Europa cent., Dalmazia, Bitinia. Bruco nQÌVAlnus glutinosa (pag. inf.). Schreberella F. — Maggio, ottobre (?) — Contro il tronco degli olmi — Colli, valli. Frequentissima in varie parti dell'Italia sett. Europa cent., Dalmazia, Bitinia. Larva nelle foglie dell'olmo (pag. inf.). Emberizaepennella Boucliè — Princ. d'estate, ottobre (?). Mann l'osservò nel Tirolo meridionale e in Toscana (Pisa). Distribuz. geogr., come la specie precedente Larva minatrice nelle lonìcere (pag. inf.). Millierella Stgr. — C e 1 1 i d e 1 1 a Bondani — Estate, autuno ? — Piano, monti. Comunissima in varie parti dell'Italia sett. e cent. ?. — 103 — Germania merid., Francia merid., Il bruco mina il Celtis australis (pag. inf). Scabìosella Dgl — I sigg. Turati 1' hanno osservata in ottobre in Brianza. Inghilterra, Germania, Svizzera. La larva vive nelle foglie della Scabiosa columharia (pag. inf.). Trifasciella Hw — Mann l'osservò in Toscana nei dintorni di Montenero. Inghilterra, Francia, Germania ec, Bitinia. Larva nelle lonkere (pag. inf.). Agilella Z. — Dallo stesso a Pratovecchio. Incontrasi anche in Germania. Bruco minatore n^Wolmo (pag. inf.). Pastorella Z. — Questa specie nordica, propria della Svezia e Norvegia, venne scoperta recentemente anche in Brianza, dai signori Conti Turati. (Giugno, boschi di Alzate). La larva vive nelle foglie del Saìix viminalìs e altre specie di salici (pag. inf.). Gomparella Z. — Mann la trovò abbastanza abbondante in principio di aprile a Pratovecchio, sul tronco dei pioppi. Inghilterra, Germania, Svizzera. Il bruco mina le foglie del Populus alba. (pag'. inf.). ? Italica Nick. — Non trovasi citata nel Catalogo di Wocke. Secondo Herrich-Schaeffer, voi. V, pag. 335, Zeller ne avrebbe catturato un esemplare in Toscana. Nota. — Milliére cita fra le Lithocolletis dei dintorni di Cannes, anche le specie seguenti: T riflorella Peye (sp. n.), Be 1 o 1 1 e 11 a Stgr. Distentella Z., Cerisolella Peye. (sp. n.), Cydonielia Freye. Stettinensi Ni. Non è improbabile che taluna possa ritrovarsi nel Nizzardo ecc. Gen. ]Hncfoc€È*w8 Stgr. Oecophila Stgr. — (Stt. e Z. 1876. — Nuova specie scoperta in Sicilia dal sig. Barone Kalchberg. (Un cf alla fine di settembre presso Val- desi e una ? alla fine di luglio in Palermo). Gen. TischCÈ'in Z. Complanella Hb. — Aprile, maggio, poi nell' agosto — Sulle querce — Piano, monti. — 104 — É frequentissima in molte parti d' Italia. Quasi tutta l'Europa, Asia minore. La larva mina le foglie delle querce e castagni. Marginea Hw. — Primavere, estate — Siepi di more — Piano, monti. In tutta l'Italia, però poco abbondante. Europa. Bruco nelle foglie delle more. Gaunacella Dup. — Mann la catturò in giugno nei dintorni di Pratovecchio Germania ec, Bitinia. Bruco nelle foglie del prugnolo. Angusticolella Z. — Aprile, mag., ag. (?) — Cespugli, siepi — Piano, colli. Incontrasi, non abbondante, in alcune parti dell' Italia sett. e centrale. Francia, Germania, Russia, Bitinia. Larva minatrice nei rosai selvatici. Ricciardella Costa (Tav. 3, fig. 7). — Questa specie citata dal Costa (Fauna del Regno di Napoli) probabilmente si riferisce alla Compiane 11 a Hi). 0 alla Marginea Hiv. Nota. — Nel Bull. d. Soc. ent. Ital. Anno 7." il prof. C. Rondani descrive una sua : Palumbina terebint bella (per la quale egli ha creato il nuovo genere Palumbina) propria della Sicilia, il cui bruco mina le foglie della Pistacia therehinthi. LYONETIDAE. Nota. — I generi che compongono questa famiglia, creata da Stainton, offrono caratteri tanto diversi, da rendere probabile la soppressione della fa- miglia stessa per incorporarne i diversi membri in altre affine. Anche il modo di vivere delle larve vai'ia moltissimo e talune si riscontrano mina- trici solo nella prima età. Gen. Mjyoneiift Hb. Clerckella L. — Primavera, estate — Frutteti, giardini — Valli, monti. Neil' interno della Sardegna Ghiliani la trovò abbondantissima. Europa sett. e cent. Il bruco mina il parancbima degli alò. da frutta^ delle betulle e a. Nota. — Questa specie presenta un interessante caso di dimorfismo nelle sue due apparizioni annuali, avendo la primaverile tinte scure nelle ali an- teriori, mentre nella estiva o autunnale sono più chiare. — 105 — f. A e r e e 1 1 a Tr. — Incontrasi talvolta assieme alla forma tipica nelle Alpi. Prunifoliella Hb. — Primavera, estate — Orti, frutteti, siepi — Piano, Alpi. È stata osservata in Piemonte, Lombardia ec. e in Toscana — Poco abbondante. Europa cent. Dalmazia, Russia, Asia minore. La larva mina il prugnolo e le betulle ec. ed il Mesp. co- toneaster. V. Padifoliella Hb. — Questa forma, più grande e più scura, apparisce specialmente nella regione alpina. Frigidariella H. S. — Estate; praterie elevate, cespugli — Monti, Alpi. Ne raccolsi pochi esemplari nelle Alpi del Bernina. Alpi centrali. La larva mina certi salici alpini a foglie strettissime. Nota. — Se non fossero le antenne brevissime (forse troncate?) sarebbe, secondo Zeller, da collocarsi in questo genere la Tinea raacrocerella Costa, T. 3, fìg. 4. Gen. t*iiyUoc»»isl9S Z. Suffusella Z. — (?) A u g u s t e 1 1 a Costa). — Primavera, estate — Orti, frutteti ec. — Piano, valli. In tutta l'Italia; poco abbondante. Francia, Germania, Svizzera, Dalmazia, Russia. Il bruco mina le foglie del pioppio e tremolo. ? Saligna Z. — Probabilmente nel Nizzardo ec. (Cannes, novembre). Inghilterra, Francia, Germania, Russia. La larva minatrice in varii salici. Gen. Cetniosioiiiu Z. Spartifolìella Hb. — Aprile, mag., ag. — Boschetti, siepi — Piano, colli. Piemonte, Lombardia, Toscana; non abbondante. Scozia ec, Francia, Germania, Dalmazia. Secondo Herrich-Schàeffer la larva si rinviene nei steli dello Spartium scoparium. Laburnella Stt. — Come la precedente, colla quale spesso viene confusa. Inghilterra, Francia, Germania ec. Bruco minatore nel Cytisics liburnum. — 106 — Zanklaeella Z. — Zeller la scoperse nei dintorni dì Messina. È stata orservata anche in Dalmazia da Mann. Larva ignota. Scitella Z. — Maggio; rinvenuta da Mann in varie parti d'Italia. Europa centrale, Dalmazia, Asia minore. La larva mina le foglie delibero, melo e Crataegus oxyacantha. Gen. Bucctttatt'iac Z. Nota. — Le larve sono minatrici nella prima età, dopo vivono libera- mente sulle foglie. Nìgricomella Z. — Prim., estate — Luoghi erbosi asciutti — Piano, Alpi. Italia sett. e Toscana (Pisa, Mn.), non abbondante. Germania ec, Dalmazia, Russia. Bruco sul Chnjsantliemum leucanthemum. V. Aurimaculella SU. — Ornata di quattro macchiette d'oro; s'in- contra nella regione alpina. Inghilterra, Germania, Svizzera, Francia. Cidarella Z. — Giugno — Sul tronco degli alni — Colli, monti. Mann l'osservò in Toscana (Pratovecchio ec). Inghilterra, Germania, ec. Bruco come il precedente; probabilmente anche svilYalno. Ulmella Z. — Come la precedente. Catturata da Mann in Istria ed in Toscana, (Ardenza, Sal- viano ec); non rara. Europa cent., Dalmazia, Russia, Bitinia. Larva sulle querce e olmi. Crataegi Z. — Maggio — Siepi di biancospino. Dallo stesso in Carniola, nel Tirolo merid. e a Livorno. Medesima distrib. geograf. che la precedente. Bruco sul Crataegus oxyac. e C. monogina. Boyerella Bup. — Aprile, maggio — Siepi, giardini; sugli olmi. É comunissima in varie parti dell'Italia sett. e della cent. Europa quasi tutta. La larva vive sui Chrysanthemum, Achillea e l'olmo ? Frangulella Goese. — Maggio, giugno — Orti, siepi. Carniola, Piemonte (Torino), Toscana (Pisa); rara. _ 107 — Europa seti e cent. Dalmazia. Bruco sul Ehamnus frangula. Cristatella Z. — Mann la raccolse in maggio in Carinola — Nizzardo ? Inghilterra, Francia, raerid., Germania ec, Russia. Larva bvìW Achillea millefolium. Gnaphaliella Tr. — Lo stesso entomologo la catturò nel Tirolo merid. Germania, Livonia. Il bruco divora il GnaphaUiim arenarium. ? Thoracella Thibg. — Probabilmente anche in Istria, essendo stata os- servata a Fiume. Europa cent, e parte della seti, Dalmazia. Alpina Frey. — Luglio, agosto — Praterie alpine (1800 m.). È stata catturata dal sig. Colonello Stainton sul Maloia (som- mità di Val Bregaglia). Alpi dell' Engadina (Sils-Maria ec). Larva ignota. NEPTICULIDAE Geu. Opostegn Z. Salaciella Tr. — Mag., giugno — Margine dei prati umidi. Mann l' ha raccolta in Carniola, Tose. (Pisa) e Corsica (Ajaccio). Francia, Germania ec, Russia. Larva ignota. Menthinella Mn. — Propria della Corsica, ove Mann la scoperse in luglio presso Ajaccio, sui fiori delle mente; rara. Bruco ignoto. Grepusculella Z. — Mag., giugno — Luoghi paludosi. Non rara in quasi tutta l'Italia. Europa cent, e parte della meridionale. Bruco ignoto. Gen. Tfifttrcufa Z. Pallidella Z. — Maggio — Erbe e cespugli in località umide. Mann ne raccolse alcuni esemplari in Carniola, Toscana (Pisa) e nel Palermitano; Milliére la trovò nell'Alto Nizzardo. — 108 — Germania, Dalmazia, Bitinia. Bruco ignoto. Immundella Z. — È stata raccolta da Mann nell'Appennino toscano. Inghilterra, Germania, Svizzera. Larva sconosciuta. Gen. Guenea Miti. Borreonella Mill. le. Ili, pi. 153 — Milliére ha creato il genere Guenea per questa specie nuova, da lui catturata in luglio a S. Martino Lantosca, nell'Alto Nizzardo. Gen. IVepiicuia Z. Ruficapitella Hiv. — Samiatella ?Z. — Credo si riferisce a questa specie la N e p t i e u 1 a catturata da Mann in aprile, sugli olmi, a Livorno e Montenero. Inghilterra, Francia, Germania, Svizzera. Larva sui Quercus. ? Samiatella H. S. — Italia centrale? (Wocke, pag. 335, n. 2978). Germania. Larva, come la precedente. Atricapitella Hw. — Ne catturai due esemplari al Jàger, presso Trieste, Nizzardo ? Inghilterra, Francia mer., Germania ec. Bruco come i precedenti. Anomala Goeze — È stata raccolta nel Goriziano e in Istria da Mann. Inghilt., Svezia, Francia, Germ., Svizzera. Larva sulla Bosa canina. ? Suberivora SH. — Probabilmente nel Nizzardo e Liguria (Cannes, aprile). Il bruco vive sul Qiiercus ilex. Aurella SU. — Mann ne prese parecchi esemplari, in aprile, sugli olmi, a Montenero (Toscana). Inghilterra, Francia, Germania ec. Larva sul Riibus fructlcosus. Marginicolella Stt. — È stata osservata in Piemonte. Inghilterra, Francia, Germania ec. Bruco suir Ulmiis campestris. — 109 — Gratiosella Stt. — Fine maggio — Siepi, sugli olmi — Piano, colli. Non è rara in varie parti della Lombardia e del Piemonte. Inghilterra, Germania, Svizzera. Larva sul Crataegus oxyacantJia. ? Alnetella SU. — Probabilmente nel Nizzardo e in Liguria (Cannes ec. maggio). Inghilterra, Francia, Germania, Svizzera. Bruco suWAlnus glutinosa. ? Hubnerella H. S. 829. — Corsica? (Wocke n. 3026). Austria. Larva ignota. ? Dimidiatella H. S. 830. — Mann (Wien. z, b. Ver. 1855) cita le due figure 829 e 830 di Herrich-Schaeffer, come appartenenti ad una medesima specie da lui catturata in Corsica. Austria (Vienna). Bruco ignoto. ? Suberis Stt. — Assai probabilmente s'incontrerà nella Liguria occidentale e nel Nizzardo, mostrandosi in abbondanza nel giugno e settembre lungo tutte le colline del littorale di Cannes. Larva sul Quercus siiber. Castanella Edi. — Secondo il Catalogo di Wocke (n. 3056) apparirebbe in varie parti d'Italia. Francia meridionale. Bruco sulla Casfanea vesca. Sericopeza Z. — Maggio, settembre — Boschetti di aceri. Piemonte e Toscana (Salviano ec.) rara. Anche in Germania. La larva s'incontra s\i\VAccr campcstris e Acer platanoides. Argyropeza Z. — Osservata da Mann in Toscana. Inghilterra, Germania ec, Russia. Bruco sul tremolo. Subbimaculella Hw. — In Istria e probabilmente anche nel Nizzardo e Liguria. Inghilterra, Germania, Svizzera. Larva sulle querce. Turbidella Z. — Mann raccolse questa specie in principio di giugno a Pra- tovecchio in Toscana. Germania ec, Russia mer. or. — 110 — Larva sul Popuhis nigra e P. alba. Cryptella SU. — Il sig. Colonnello Stainton l'osservò a Mentono in marzo. Scozia ec, Germania, Svizzera, Francia. Larva sui Lotus corniculatns, L. major e Borycnium Mr- suhim ? Euphorbiella Stt. — Marzo — Mentone e Eoccabruna da Stainton. Francia mer. orientale. Il bruco vive ^.xxW Euxiliorbìa dendroicìes. Nota. — Fra le Nepticule dei dintorni di Cannes ec. Milliére cita anche le seguenti, talune delle quali certamente si potranno rinvenire anche nel Nizzardo e nella Liguria occidentale. H. iiicitwru Peye. — Aprile; sul Quercus ilex. X. saiìoiiii Stt. — Aprile; sui salici. ]* cathuriicclla Stt. Maggio; sul Rhamnus alaternus. Jd iii-oiiiUku Stgr. — Gennaio; sul Pistacia lentiscus. X «iciivoi-a Peye. — (sp. n.), sui Cistus Monspeliensìs e C. salvifoUs. Hi auro ouputclla Mill. — (sp. n.). Maggio, giugno. Bobcnianni» fiiiadriiuaculclla B. E. — Maggio — Larva ignota. Gen. MMicÈ*optevyx Uh. Calthella L. — Nel piano apparisce in aprile e maggio — Fra i monti e n(41a regione alpina, anche solo nel luglio e agosto. Abbondante in tutta l'Italia, sui fion à&\ Caltha palìtstris ^ ?k. Incontrasi in quasi tutta l'Europa. È probabile che la larva viva su quel vegetale. Isobalella Stgr. — É probabilmente solo varietà della precedente. Staudin- ger la scoperse in luglio in sito cespuglioso, presso Macugnaga in Pif'oionte. Aruncella Se. — Estate — Sui fiori delle praterie umide — Piano, Alpi sin olf.re 2000 metri. È stata osservata in varie parti dell'Italia sett. e merid. Europa cent., Russia sett. occidentale, Lars'a tuttora ignota. (1) Costiluis oni> un piccolo gruppo fra i micrilepidotteri affatto distinto dalle Tine-d, iiUt^ qu.li furono impropriamente riunite da alcuni eutomologi. Hanno volo diurno e fauno i 1 irò apparizione in primavera o d'estate; talvolta s'incontrano in gran nuiuero sui iori delle Scabiose, Caltha palustris, ranuncoli e a. — Ili — V. Atricapilla Wo. — Forma alpina osservata da Wocke allo Stelvio, sul versante austriaco, che probabilmente s' incontrerà anche dalla parte valtellinese. Nota. La Tur ine Ha Hb. 377, citata dal Ghiliani (Elenco dei Lepi- dotteri degli Stati Sardi, p. 78), sembra riferirsi all'Aruncella Se. Seppella F. — Cespugli di mirti — Aprile e maggio. In varie parti d'Italia (Toscana, Sicilia ec); rara. Francia, Inghilterra. Bruco ignoto? Aglaella Dup. — Maggio, giugno — Sulle siepi in fiori; vola al levare e al cadere del sole. Abbondante nel Nizzardo. Credo che non se ne conosca le metamorfosi. Francia meridionale. Myrtetella Z. — Zeller la scoperse in maggio sulle siepi di mirto e l'erica, nei dintorni di Livorno e Montenero (Toscana). Ungheria merid., orientale Bruco ignoto. Paykulella F. — Primavera — Sui fiori e siepi — Colli, valli. Sembra rara nell' Italia sett. e piuttosto frequente nella merid. e in Sicilia Dalmazia, Francia meridionale. Larva ignota? Rablensis Z. — Stett. e Z. 1868. É propria della Carniola la quale, geograficamente, fa parte dell' Italia. Rothenbachii Frcy. — Italia cent. (Wocke) — Alpi di Valtellina (?). Svizzera (Primavera). Larva ignota. Anderschella H. S. — Primavera (piano), estate, (Alpi) — Sui fiori. É stata osservata in varie parti d' Italia (rara). Europa cent., Dalmazia, Bitinia. Bruco sconosciuto. Aureatella Se. — Primavera (piano), estate (monti). È frequente in quasi ogni parte d'Italia sui fiori del bianco spino e della Spiraea aruncus. Svizzera, Europa cent, e sett. — Larva ignota. — 112 — Completella Stgr. — Un solo individuo cf ,. scoperto da Staudlngernell' Isola di Sardegna (Beri, e Z. 1870). Wockei Stgr. — È propria dell'Italia centrale, e delle Grecia — (Staudin- ger Hor. 1870). Fastuosella Z. — In varie parti d' Italia ; vola in aprilo. Gran parte dell'Europa temperata. Dalmazia, Asia minore. Il bruco mina le foglie AoiV avellano e probabilmente anche quelle del Quercus puhescens. Semipurpurella Stph. — Mann raccolse questa specie alla fine di maggio in un querceto presso il castello di Romeo in Toscana. In molte parti d'Europa. Bruco ignoto ? Nota.— Ghiliani nel suo Elenco cita fra le Mi e ropt erigi ne del Pie- monte ec. anche le seguenti, non accennate nel Catalogo di Staudinger e Wocke: Donzelella Bup. (Maggio, cespugli, Spezia, rara), la quale da Duponchel viene ascritta alle varietà della M. S par mane Ila D. poi la: Pfeifferella ITò. che appartiene al genere An ti spi la fl"&. e quindi alle Elachistidae. JPTEI^OF^HORirsrA (1) Gen. Agttistis Hh. Frankeuìae Z. — Zeller scoperse questa specie in agosto nei dintorni dì Messina. È propria anche della Spagna meridionale. Il bruco vive sulla FrancJcenia pulverulenta. Meridionalis Z. — Dallo stesso entomologo scoperta d'estate nei dintorni di Siracusa, fra cespugli di tamarici. Mann l'osservò anche nel Palermitano. Larva ignota. (1) Le Pteroforine comprendono un gruppo affatto distinto, fra i Lepidotteri, caratte- rizzato da forme snelle, corpo gracile, gambe lunghe, ali strettissime; le superiori generalmente bipartite e le inferiori tripartite in falangi munite di frangie in guisa di piccole penne. Il solo genere Agdistis ha tutte le ali integre. Le larve hanno il numero normale di piedi (16), e vivono generalmente su piante erbacee, rodendone le foglie oppure le gemme, le capsole seminali o gli steli. — 113 — Heydenli Z. — Estate — • Sulle mente — Catturata da Mann in Corsica (Ajaccio). Si troverà certamente anche nel Nizzardo e in Liguria. Francia meridionale. Il bruco vive sulla EupJiorhia spinosa e VAfriplex halimus. A dactyla Hb. — (H ii b n e r i Z.) ~ Estate — Luoghi erbosi in località montuose. Secondo Zeller, in Sicilia. Ghiliani la dice non rara nell'interno della Sardegna. Germania, Polonia, Ungheria ec. Larva sul Chenopodium fructicosum. Paralia Z. — Scoperta da Zeller in maggio e luglio, nei dintorni di Catania, e di Siracusa. Questa specie appartiene pure alla fauna della Grecia. Il bruco vive sui tamarici. Tamaricis Z. — Estate — Nelle paludi dei dintorni di Siracusa, da Zeller; in Toscana (Livorno ec.) da Mann. Certamente anche nel Nizzardo ec. Spagna, Francia, Germania m-erid., Persia. Bruco sul Tamarix gallica e T. germanica. Nota. — Millière scoperse recentemente nei dintorni di Cannes tre nuove specie appartenenti al genere Agdistis. Non é improbabile che l'unao l'altra possa osservarsi anche sul littorale Nizzardo ec. ; eccone i nomi: Statices Mill. (Cai rais. Ili, pag. 375, pi. II) — Ha da 3 a 4 apparzioni. Il bruco vive sulla Statice cordata. Lerinensis Mill. (It., pag. 376, pi. II) — Ha pure parecchie apparizioni. Anche questa larva s'incontra sulla Statice cordata. Satanas Mill. (It, pag. 377, pi. II) — Apparisce in luglio. Bruco ignoto. Gen. Cnne»nidophoè*u8 Wallgr, Rhododactylus F. — Primavera, estate — Giardini, macchie nei boscdi — Colli, monti. Non rara in quasi ogni parte d'Italia. Gran parte dell'Europa centrale e merid., Armenia. La larva divora le gemme delle rose. — 114 Gen. RUttypimu Hb. Ochrodactyla Hb. — Ghiliani la cita come rarissima, in giugno, nelle pra- terie e boschetti della Collina di Torino. Europa cent,, Russia, Armenia. Bruco nei steli del Tanacetiim vulgare. Gonodactyla S. V. — Dalla prim. all'autunno — Praterie — Piano, xVlpi. In molte parti d' Italia. Europa cent, e sett. Larva nei steli della Tussilago farfara. Farfarella Z. — Italia, secondo il sig. conte E. Turati. Francia merid., Germania ec Zetterstedtti Z. — Giugno, luglio — Praterie e boschetti — Monti, Alpi. Piemonte (Ghiliani), Carniola (Mann), Stelvio 2,500 m. (Gri- gioni (G. F. Tur.). Europa centrale e settentrionale. Il bruco vive nei steli di varie specie di Senecio. Nemoralis Z. — v. Saracenica Wo. — Forma più piccola e più scura del tipo, stata osservata dai Signori Turati, in agosto, sui monti di Villalba in Brianza. Essa è indicata come proveniente dalla Slesia, nel Catal. di Staudinger. La larva vive nei steli del Senecionis saracenicL Tesseradactyla L. — Fischeri Z. — Primavera, estate — Pascoli e praterie — Piano, Alpi. Toscana in aprile da Mann; Tirolo meridionale. Alpi di Val- tellina (estate). Europa centrale e settentrionale. Persia. Bruco sul Gnaplialium cUoicum e altri. Metzneri Z. — Staudinger la catturò a Macugnana in Piemonte. Credo sia stata osservata anche nelle Alpi dello Stelvio in Val- tellina. Alpi, Ungheria, Turchia, liarva ignota. Acanthodactyla Hb. — Estate, autunno — Siepi, erbe — Piano, monti. Non rara in quasi ogni parte d' Italia. - 115 — Gen. MtnhMypIiìia Uh. Europa cent, e sett., Eussia mericì., Grecia, Armenia. Il bruco vive sugli Ononis, Stachys e altri. Cosmodactyla Hh. — Estate, autunno — Siti erbosi — Piano, Alpi. In Lombardia non rarissima. Secondo Mann anche in Corsica. Germania ecc., Scandinavia, Russia. La larva, stando a Frey, vive prima sulla Stachys selvatica poi, nei semi àeW Aquilegia vulgaris. Gen. OacyptiMus Z (1). KoUari SU. — Il Sig. R. Zeller ne raccolse parecchi esemplari in Val d'Aosta e nelle Alpi di Valtellina (Stelvio, oltre la III Cantoniera). Alpi, Armenia, Asia minore. Persia. Tristìs Z. — Primavera, estate — Pascoli, terreni silicei — Piano, valli. Tirolo merld., Istria, Toscana (Mann) e probabilmente in tutta Italia. Germania ecc., Francia, Russia merid. orient. Larva ignota ? Distaus Z. — Maggio, luglio — Pascoli, rive erbose — Colli, monti. Non raro in quasi ogni parte Italia. Europa centr. e merid., Asia minore. Bruco ignoto? Laetus Z. — Estate. Non rara in tutta l'Italia. Europa merid., Asia min., Armenia. La sua larva vive sui fiori AqW Andryaìa sinuata. Pilosellae Z. — Da maggio a settembre — Giardini, rive erbose — Piano, colli. Lombardia, Toscana (Pisa, Mn.). — Europa cent, e scttent. Il bruco divora le gemme del Hicracium inìosclla. Hieracii. Z. — Luglio, settembre — Fra le erbe alte — Colli, monti. Lombardia (Toscana?), Alto Nizzardo. Europa ceni, Dalmazia, Francia merid., Armenia. (1) I caratteri differeuziali fra alcune specie dei g-eueri Osyptilus, Mimaescopti- lus ec, essendo miuiuii, regna alquanta incertezza sulla classificazione di parecchie. — 116 — Bruco sul Hieracium umbellatum. Nota. — È spesso confusa colla specie precedente. Didactylus L. — Si riscontra in quasi ogni parte d' Italia; alquanto comune. Eurapa cent, e sett. ; Russia mer., Bulgaria. Larva ignota. Parvidactylus L. 0 b s e u r u s Z. — Estate — Praterie aride — Piano, Alpi. In tutta l'Italia, salvo la Sardegna ove, credo, non è per anco stato osservato. Tutta Europa (ecc. reg. polare), Armenia ecc. Il bruco vive nelle gemme della Stachys alpina e Hieraemm pilosella. Marginellus Z. —• Scoperta da Zeller in Sicilia (Catania, Siracusa) in siti erbosi. È stata osservata anche nell'Asia min. — Larva ignota. Geu. Minmeseoptilus Wallgr. Phaeodactylus Hh. — Maggio, luglio — Boschi ecc. ; sugli Ononis e altri — Piano, monti. Italia settentrionale, non rara. Toscana, Alto Nizzardo, comu- nissimo. Probabilmente anche nelle provincie meridionali. Europa cent, e meridionale. La larva vive nelle gemme dell' Ononis re^jens. Pelidnodactylus Stein ? — Bipunctatus Scop. — Giugno, settembre. Tirolo meridionale, Carniola, Alto Nizzardo e probabilmente anche in molte altro parti d'Italia. Quasi tutta 1' Europa (ecc. reg. poi.). Larva su varie Sassifraghe. Serotinus Z. — Da maggio a settembre — Praterie aride ecc. — Colli, Alpi. È comune in quasi ogni parte d'Italia. Eu'-opa cent, e sett. (ecc. reg. polare). Spagna, Grecia. La larva divora le gemme della Scahiosa arvensis, Linaria cymbalaria e altre. Zophodactylus Dup^ — L o e w i Z. — Estate — Luoghi erbosi e cespugliosi. Italia centrale, meridionale e insolare; piuttosto scarsa. Francia meridionale, Andalusia, Germania ecc. Asia minore. Il suo bruco vive sui fiori dell' JEry hraea centaureum. Aridus Z. — Da mag. a sett. — Siti erbosi aridi, brughiere — Colli, monti. — 117 — In quasi ogni parte ci' Italia, non rara. Europa raerid., Armenia, Siria — • Bruco ignoto. Coprodactylus Z. — Estate — Prat"rie u mille elevate — Monti, Alpi. Alpi del Piemonte e della Valtellina; monti della Sardegna. Alpi occid. e sett.; monti d(dla Francia merid. La larva divora i fiori della Gentiana verna e G. lutea.. Plagiodactylus Stt. — Giug., Ing. — Luoghi erbosi elevati — Monti, Alpi. Alpi della Valtellina e Grigioni (Tur.); monti della Corsica (Monte Corte, Mn.). Alpi, Francia, Germania merid., monti dell'Ungheria. Bruco sulla Gentiana asclepiadea. Stìgmatotlactylns Z. — È stata raccolta nel Tirolo mer. e in varie parti della Sicilia, da Mann e da altri. Francia, Austria, Ungheria, Majorca, Persia. Larva ignota. Pterodactylus L. — Fuscus Retz. — Estate — Siti erbosi — Piano, monti. In molte parti d' Italia; Alpi del Grigione. Tutta l'Europa (ecc. reg. noi.), Armenia. Bruco sulla Veronica chamacdrys e Convolvoìus arvensis ? Gen. Oet1e»nal»phovns Wallgr. Liithodactylus T. — Luglio (monti), agosto (Alpi) — Luoghi erbosi. Piemonte, Alto Nizza rzo, Val Livigno, monti di Vill'Albese '(G. F. Turati, un'esemplare. Europa cent-, Russia. Giganteus 3fn. — Ne furono raccolti parecchi esemplari in Corsica e Sar- degna da Mann e Staudinger. Il sig. Gianfranco Turati la trovò abbastanza frequente in Liguria. Questa specie è propria dell'Italia — Bruco ignoto. Gen. I*ieè'»i»h(n'ux Wallgr. Monodactylus L. — Pterodactyla Uh. — Primavera, estate, autunno — Boschetti, erbe — Piano, monti. È comunissima in tutta l'Italia. Tutta l'Europa, Armenia, Persia. c. — 118 — Geu. E/eioptilu» Wallgr. Scarodactylus Hh. — Maggio, giugno poi settembre — Luoghi erbosi — Colli, monti. Brianza (conti Turati), Toscana (Montenero Mn.) ; piuttosto rara. Europa cent. Russia. Il bruco vive nelle gemme dei Hieracium umhellatum e H. horealìs. Lienigianus Z. — Mann raccolse questa specie nel Tirolo merid., in Istria e credo anche in Toscana. Germania, Livonia. Bruco ignoto. Dìstinctus H. S. — Lo stesso entomologo l'osservò nei dintorni di Livorno, in sito erboso. Germania. Bruco ignoto. Tephradactylus Hh. — Maggio, giugno, settembre — Luoghi erbosi — Colli, monti. Brianza, Valle di Poschiavo, Toscana (Pratovecchio). Europa cent, e sett., Russia mer., or. La larva s'incontra sulla SoUdago virgaurea. Carphodactylus Hh. — Mag., agosto — Praterie e boschetti — colli, monti. In varie parti d'Italia, rara. Germania ec, Ungheria, Russia mer., or. Larva sulla Conysa squarrosa. Mycrodactylus Hh. — Mag., giug., sett., — Siepi, erbe, cespugli — Colli. In tutta l'Italia, ma rara ovunque. Gran parte dell'Europa, Bitinia. Il bruco vive sui fiori e nei steli àeW Eupatormm cannab'mum, Brachydactylus Tn. — È stato osservato in Toscana da Mann (Pratovec- chio) e dal Minière nell'alto Nizzardo (Berthemont-lcs-Bains; rara). Parte dell'Europa cent., Ungheria. Bruco sul Prenanthìs purpurea. Osteodactylus Z. — Giugno — Boschi, cespugli — Valli, monti. Mann la raccolse in Toscana (Pratovecchio), in Carniola e Istria Europa cent., e sett. Il bruco vivo sulla Solldago virgaurea. — 119 Gen. Acipiilia Hb. Semjodactyla Ln. — È specie propria della Corsica e della Sardegna, ove si riscontra in località montuose e umide. Larva ignota. Galactodactyla Hb. — Agosto — Collina di Torino e Val d'Aosta (Ghil), non rara. Germania, Ungheria, Russia, Armenia. Bruco sulla lappola. Spilodactyla Curi. — Mann ne catturò un esemplare in giugno, a Firenze, contro un muro. Credo che sia stato osservato anche in altre parti d' Italia. Quasi tutta l'Europa. Larva sul Marrubium vulgare. Xanthodactyla T. — Estate — Praterie e boschetti — Valli, monti. Vaile di Pesio, rarissima (Ghil). Tirolo mer. (Mann), Brianza (conti Turati). Spagna, Francia, Germania, Ungheria, Russia, Grecia. 11 bruco vive probabilmente sulla lurina. Baliodactyla Z. — Siti erbosi — Monti. Mann la trovò non rara a Pratovecchio. Probabilmente in tutta l'Italia. Quasi tutta l'Europa. Larva sull' Onganmn vulgare. Nota. — L'A. Meristodactylus Mn. , raccolta dall 'entomologo vien. nese in Carniola e nel Palermitano, non trovasi menzionata nel Catalogo di Staudinger e Wocke. Secondo Herrich. Schàffer (voi. V, pag. 384) sarebbe molto affina alla Ba 1 iod acty 1 a Z. Tetradactyla L. — D i d a e t y 1 a Se. — Estate — Località erbose so- leggiate — Colli, Alpi. Comune in molte parti d'Italia, specie nella regione alpina. (Monte Generoso — G. F. Tur). Gran parte dell'Europa, Asia minore, Armenia. La larva s'incontra sul Thymus serpyllum, Lavandula spiea ec. Malacodactyla Z. — Mag., sett. — Rive aride e sterpose — Piano, colli. In quasi ogni parte d'Italia, però non abbondante. — 120 — Europa mer., Asia minore. Bruco sulla Nepeta calamintha. Ischnodactyla Z. — Estate — Erbe e cespugli e siti caldi. È stato osservato in varie parti dell'Italia mer. e insolare. Francia e Germania merid.. Ungheria, Asia min., Siria ec. La larva vive sul Thymus creticus. Pentadactyla L. — T r i d a e t y 1 a ^Sc. — Da maggio a sett. — Siepi e erbe in località umide e fresche — Piano monti; ovunque comu- nissima. Quasi tutta l'Europa, Armenia, Siberia orientale. Bruco sul Convolvulus arvcnsis. Sìciliota Z. — Estate — Falde erbose ed aride. Scoperta in Sicilia da Zeller; da Mann catturata in Corsica e da Staudinger in Sardegna, poco abbondante. Francia mer., Dalmazia, Grecia, Asia minore, Sìria ec. 11 bruco vive snW I]lychrismm angusti folium. Baptodactyla Z. — Estate — Mann l'osservò in Toscana e Corsica, Stau- dinger in Sardegna, rara. Francia merid. e Spagna — Larva ignota ? Nota. — Ghiliani (Elenco pag. 82) dice comunissiraa d'estate nelle loca- lità ei'bose e calde di tutta la Sardegna la Pt. fuscolimbatus Dup. Suppl. , che non trovo citata ne da Wocke ne da Staudinger. Gen. Aiucitn Z. Zonodactyla Z. — Una sola femmina scoperta da Zeller in giugno, nei dintorni di Siracusa. Fu dipoi osservata anche in Grecia e nell'An- dalusia — Bruco ignoto. Dodecadactyla Hi). — Pochissimi esemplari ne sono stati sin qui trovati in Italia; però la specie è stata osservata, tanto nella settentrio- nale che nelle altre parti, compresa l' insolare. (1) Anche le Alucitine formano un gruppo a parte, totalmente distinto dalle Pterofo- rine. Hinno aspetto più tozzo, gambe più corte, e sono sopratutto caratterizzate da ali ampie in forma di ventatrlio, tutte partite in sei falang^i o rag'gi frangfiati, perfetta- mente simili a delicatissime piume. La fauna europea non ne conta più di nove specie, tutte raccolte in un unico genere. - 121 — Germania, Svizzera, Livonia. La larva vive nei ramoscelli della Lonicera ccylosteum. Palodactyla Z. — Zeller e Mann ne raccolsero alcuni esemplari in Sicilia, • Toscana e Corsica. Andalusia, Asia minore, Siria. Bruco ignoto. Desmodactyla Z. — Mag., sett,, — Cespugli e contro ai muri — Colli. I signori conti Turati ne raccolsero vari esemplari in Alzate (Brianza). Svizzera, Germania merid. La larva vive sulla Stachys sylvatica. Grammodactyla Z. — Anche questa specie è stata raccolta in maggio dai signori conti Turati nei sotteranei della loro villa in Alzate. Svizzera, Germ., Ungh., Francia mer. Asia minore. Bruco ignoto. Hexadactyla L. — Polydactyla Hh. — Da maggio a settembre — Luoghi ombrosi, sotteranei ec. Incontrasi (poco abbondante) in quasi ogni parte d'Italia. Gran parte d'Europa, Armenia. La larva vive sui fiori di varie lonicere. Hubneri Wallgr. — Hexadactyla Hh. 30, 31 — Da maggio a tutto agosto — Macchie nei boschi, contro ai muri ec. — Colli, monti. È pure stata osservata in varie parti d'Italia; piuttosto rara. Gran parte dell'Europa. II bruco vive nei steli della Scahìosa cohimbaria. e di varie lonicere. 122 — AGGIUNTE ALLE PIRALIDINE E TORTRICINE Cleodobia moldavica Esp. — Netricalis Hb. — La citai erroneamente fra le specie state raccolte in Brianza dai signori conti Turati. — angustalìs Sch. S. V. — Estate, boschetti ecc. — Piano, monti. Non rara in molte parti d' Italia. La larva vive sui fiori del Lotus corniculatus e a. — Europa cent, e merid. — brunnealis Tr. — È abbastanza frequente anche in Brianza. Botys porphyralìs S. V. — Va ascritto anche alla fauna lombarda, aven- dola io osservata nei dintorni di Bormio in Valtellina. — testacealis Z. — Appartiene anche alla Zona sett. Il sig. conte G. F. Turati ne raccolse in Brianza parecchi esemplari nell'agosto. Crambus malacellus Du}). — La citai come rarissima nella Zona sett. È co- mune in certi anni nel Brianzotto, in agosto, nelle praterie soleggiate. — conchellus Sch. S. V. — Frequente in luglio sui monti della Brianza. — perlellus Se. — Anche questo è comune nelle praterie umide di Alserio in Brianza, ove appare pure, in minor numero, la var. W a r r i n g- . 1 0 n e 1 1 u s. — speculalis Hb. — Incontrasi, rarissimo, anche nelle Alpi dì Bormio. — pyramidellus Tr. — Come il precedente. Eromene bella Hb. — Va ascritta anche alla Zona sett. Il sig. conte G. F. Turati ne catturò un esemplare in Alzate (Brianza). Myelois epelydella Z. — Anche in Lombardia (Brianza, agosto). Ancylosis cinnamomella Dup. — I pochi esemplari raccolti in Brianza si distinguono dal tipo per tinta piìi pallida. Rhacodia caudana F. — Anche nelle valli dell' alta Lombardia. Teras hastiaua v. rad lana Hb. — Altra delle numerose forme della hastiana L. stata raccolta in Brianza, in un solo esemplare. — 123 — Teras ferrugana ab. t r i p u n e t a n a Hh. — Assieme al tipo in novembre. In Brianza, nei cespugli di querce. Tortrix unifasciana Biip. — Mentre è poco abbondante in altre parti d'Italia è comunissima in giugno nei dintorni di Milano e sui colli brianzoli (G. F. Turati). — aeriferana H. S. 202. — Nuova per la nostra fauna. È stata cat- turata nella regione inferiore della Valle Bregaglia dal Sig. co- lonnello Bazzigher. Questa specie rarissima è propria della Stiria e Slesia. — viburniana F. — Raccolta pure in V. Bregaglia dallo stesso entomologo. — paleana Hh. — Giunge sino alla considerevole altezza di 2800 m. nelle Alpi dello Stelvio (Piz Urabrail). Sciaphila osseana Se. — var. S t e 1 v i a n a Miìl. — Forma piìi scura e più marcata, scoperta dal Sig. R, Zeller in quella medesima località. Cochylis cruentana Fri. — Anche nelle Alpi dolio Stelvio (R. Zeller). — pallidana Z. — É pure da ascriversi alla Lombardia; rara. Retinia pinivoriana Z. — Non è questa la specie che produce i maggiori danni alle conifere, nelle regioni elevate delle Alpi retiche, come indicai nel mio catalogo, bensì la: Steganoptycha pìnicolana Z. — Che fa talvolta perire annosi larici. Penthina sororculana Zett. — Il sig. conte G. F. Turati ne raccolse un esemplare in m^iggio presso Milano. È nuova per la nostra fauna. Appartiene all' Europa sett. e boreale ed all' Islanda. — gentiana Hb. — La citai come dubbia in Lombardia, invece vi si trova. — palustrana Z. — E stata osservata anche nelle Alpi dello Stelvio. — siderana Tr. — Come la P. gentiana, in settembre. — rupestrana Dup. — Come la precedente (G. F. Turati). — Schuiziana F. — Nuova por la fauna italiana. Il sig. R. Zeller la catturò nell' alta Valtellina, al Piz Umbrail. - olivana Tr. — Incontrasi anche nelle Alpi ticinesi. Aphelia lanceolana Hb. — Gli esemplari presi dai signori Turati nelle praterie umide di Alsorio (Brianza) si scostano dal tipo di Hiibner, per il colore più pallido e le dimensioni minori. Grapholita infidana Hb. — Va ascritta anche alle Valli lombarde. — campoliliana Tr. — Come la precedente ; anche nel piano. — solandriana L. — È stata raccolta anche in Valtellina. Grapholita nisella var. p avo nana Dons. — (Mancante del color giallo). È stata osservata nei querceti di Alzate dal sig. G. F. Turati. — 124 — Grapholita similana Hb. — S' incontra anche nelle Valli dell' alta Lom- bardia. — selenana Z. — Va ascritta anche alla Zona centrale. Il signor G. F. Turati ne catturò due esemplari in maggio a Firenze. Dìchrorampha rhaeticana Frey. p. 381. — Nuova specie scoperta dal prof. Frey al Passo del Bernina e dal sig. R. Zeller al Piz Umbrail. Dìchrorampha plusiana Stgr. — Anche nelle Alpi valtellinesi. Imetocera ocellana F. — ab. 1 a r i e i a n a Stgr. — Più scura del tipo. — È stata raccolta dal sig. conte G. F, Turati a Villalbese (Brianza) battendo le fronde dei larici. — 125 -- INDICE ALFABETICO dei Generi, Siiecie e Varietà, coiuiiresi io pesta parte il Cataloi Abdominalis Z., Argyr. Abrasella Z., Litlioc. Absynthiella Z., Depress. Acanthella iIf?:?Z., But. Acanthodactyla Kh., Ambi. AcANTHOPHiLA Kn.^ Genus. Achilella Costa. Tinea AciPTiLiA Ilb., Genus AcEOLEPiA Curf., Genus Acrolcpìdac Acuminatus Sfg., Mesoph. Acupediella Fr., Gel. Adactyla Hb., Adgistis Adela Laf., Genus Adeliflac Adgistis Hb., Genus Adscitella SU., Elach. Adspersella H. S\, Prays Aechmia Slf. Genus Aeneospersella Roes., Butalis » Aequidentellus Huf., Chaul Aerarìella H. S., Butalis Aeratella Z., Asyctina Aereella Tr., Lyon. Aerenitidella 3£ill., Glyph. Acrosellus Z., Nemofc. Aestivella Z., Parasta Agilella Z., Litliocol. Aglaella Dup., Mie. Alacella Dup., Acantli. Albella Costa, Tinea Albescens Z., Pterol. Albiapicella H. S., Stagm. Albicanella Z., Sym. Albicostella Dup., Col. e. pag . 23 » 99 » 36 » 90 » 114 » 50 » 10 » 119 » 18 » 18 » '54 » 37 » 113 » 14 » 14 » 112 » 96 » 21 » 84 s » 88 » 82 » 88 » 86 » 105 » 69 » 16 » 47 » 103 » 111 » 50 » 10 » 57 » 87 » 61 » 79 Albicostella D., Glypb. Albidella Fr., Depres, Albilabris Z., Oecoph. Albiceps Z., Poecilia Albifrontella Hb., Elach. Albifuscella Z., Col. Albipunctella Hb., Depres Albipuncta Hw., Depres. Albistria Hiv., Argyr. Albocingulella D., Ree. Alchimiella Se, Gracil. Alcyonipennella Koll, Col Alburnella Z., Teleja Alnetella Stt., Nept. Alniella Z., Lithoc. Alpicella H. S. Swam. Alpicola Wo., Coleopb. Al picei a Frey., Gelech. Alpina Fr., Buccul. Alseriella E. T., Butalis Alsinella Z., Lita Alstroemeriana CI., Depr. Alternans Stff., Swam. Alucita Z,. Genus Aliicitiiia Amblyptilia Hb Genus Amphonicella H. C, Butalis » Ampliatella Stt., Ornix Amyotella Dup., Lithoc, Anacampis Curt., Genus Anarsia Z., Genus Anatipennella Hb., Coleoph Anchinia Hb., Genus Andereggiella D., Arg. Angelicella Hb., Depres. pag 68 » 33 » 64 » 45 » 95 » 78 » 36 » 36 » 23 » 45 » 69 » 75 » 43 » 109 » 100 » 21 » 80 » 39 » 107 » 88 « 42 » 33 » 21 » 120 » 120 » 115 s » 87 » 73 » 99 » 49 » 56 » 76 » 62 » 24 » 34 — 126 — Anderschella R. S., Micr Anglicella Stf., Ornix Anguliferella Z., » Ang-nlosolla Costa., Oecoph. Angustella Ilb., » Anguste! la Costa Angusticolella Z., Tisch. Ang-ustipennella St23h., Sclireck Annexella Z., Depres. Anomala Coese, Nept. Anserinella Z , Elach. Anseripennella Hb-, Col. Anthemidella Hn., Cleod. Antirrhinella 3TiU., Biach. Anthophaga Stg., Blast. Antracinalis Se., Eupoc. Anthyllidella Hb., Anac. Antispila Hb., Genus Apicolla Donz., Swam. Aplota Stpli., Genus Apodia Hn., Genus Appeodiculata E., Atychia Appiana F., Depres. Arcella F., Tinea, Arceuthina Z., Argyr. Arcuella Costa, Oecoph. Ardeapennella T., Gracil. Arenella Schlff., Depres. Argentella CI., Elach. Argentipennella D., Col. Argentilimbella Miìl., Col. Argentipunctella Stt., Grac. Argentistrigella 3In., Plenr. Argillella Z., Incurv. Argyrestia Hb., Genus Argyropennella Tr., Col. Argyropeza Z., Neptic. Aegyrittis Hìi., Genus Argyrogrammos Z., Pyrod. Aridella Tr., Depres. Aridus Z., Mimaes. Arietella Z.,Oecoph. Aristella L., Pleur. Aristotelìs Mìll, Gelech. Armatolla //. S., Butalis, Artemisiella Tr., Lita, pag. » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 111 73 73 m 64: 98 104 91 34 108 96 76 53 51 68 5 50 93 20 60 46 3 oo Ot> 7 24 65 71 32 98 78 81 72 59 12 22 74 109 45 87 31 116 63 59 38 88 42 Aruncella Se., Micr. Arundinella Z., Elach. Arundinis H. S., » Asinella Hb., Nothris Asmodella Mìll., But. Aspersella X., Cerosi. Assectella Z., Acrol. Assimilella Tr., Depr. Associatella Z., Adela Asteroidella Mill., Col. Astrantìae Hn., Depr. AsYCHNA Stt., Genus Atomella Hb., Depres. Atomella Z., » — Hb., Semiosc. Atrella Stph., Aechm. Atrella Hw., Lamp. Atricapilla Wo., Micr. Atricapitella Hw., Nept. Atricornella Mn., Dep. Atropunctella Thb., Psec. Atychia Lat., Genus Atychidae Augustella Hb., Oecoph. Augustella Costa, Tinea Aurifluella Hb., Psec. Aureatella Se., Mict. Aurella Stt., Nept. Anroguttella Stpli., Grac. Auricella F., Col. Auricella Z., Col, Aurifrontella Hb. Chrys. Aurimaculella Stt.' Bue. Aurivitella Hiv., Arg. Aurocaputella Mill., Nep Auromaculata Frey., Heyd. Australis H. S., Adela Australis Z., Chor. Avellanella Hb., Sem. Avellanella Stt., Ornix AvoUinellla Costa, Oec. Badiella Hb., Depres. Badiella T., » Badipennella D., Coleoph. Baliodactyla Z., Acipt. Ballotella F. R., Coleph. pag. » 110. 95 » 95 » 55 » 90 » 27 » 18 » 31 » 15 » 80 » 34 » 86 » 31 » 31 » 29 » 84 » 49 » 111 » 108 » 33 » 30 » 2 » 2 ). 64 9 105 » 30 » 111 » 108 » 71 » 76 » 76 » 84 » 106 » 24 » 110 i. » 84 » 15 » 1 » 29 » 73 » 67 » 35 » 35 » 74 » 119 » 78 — 127 - Balteolellum F. R., Tin. Baptodactyla Z., Acipt. Barbatellus Z., Neraot. Barbella F. Topeiitìs Basalis St[/., Anac Basaltinella Z., Bryot. Basilella H. S., Ciad od es Bateachedra su. Geuus Bedelia Stt. Genus Belottella Stg., Litti. Berberidella H. S., Carp. Betulae Is.,' Lithoc. Betulella Curi., Acrob. Bicostella CI., Pleur. Bìfasciatus Hw., Cerosi. Bifasciella Stph., Oegoc. Bifasciella Tr., Elach. Bifractella Bgl., Apodia Biguttella H. .S'., Anac. Bilineatella Z, Coleopli. Binella H. S., Elach. Binotella Thnb., Oegoc. Binotellus F. R., Megac. Bipunctatus Se, Mira. Bìpunctella F., Psec. Biselliella Hev., Tineola lUsulcella Z, Elachista Bjerkandrella Thhg., Chor. BriABOPiiANES Z, Genus Blastob\sis Z, Genus BOHEMANNIA B. E. Bolettella F., Scardia Boleti F., Scardia ]!orckliauseniella H. S., Borreonella MIU., Guenea Botaurella Monsch., Col. Boyerella Dup., Bncculatrix Braccatella Stg., Gracil. Bkaciimia Hn., Genus Bractella L., Harp. Brahmìella Hd., Lita BraciiyctRossata Hn., Genus Brachydactylus Z., Leiop. Brevispinella Z., Pleur. Briantiella E. T., Lecit. Brizella Tr. Ergatis pag . 85 » 120 » 17 » 58 ■ » 50 » 41 » 53 » 93 » 98 » 103 » 58 » 102 » 18 » 59 » 27 » 68 » 90 » 46 » 49 » 79 » 9o ■t » 68 » 57 » 116 » 30 » 11 » 96 » 1 » 6 » 68 » 110 » 6 » 5 » 85 » 108 » 78 » 106 » 70 » 40 » 63 » 42 » 51 » 118 » 59 » 61 » 48 Brockeella Hb., Argyr. Brunnichiella L., Steph. Brogniardellum F., Corisc. Bryotkopha Heln., Genus Bubalella Rh., Ochs. BuccuLATRix Z. Genus Buffonella Mill., But. BuTALis Tr. Genus Caelatolla Z., Ornix Caelebipennella Z, Col. Caesiella Hb., Swam. Caespitella Z., Coleoph. Cagnagellus Hb., Hypon. Calantica Z., Genus Caliginella Mn., Sym. Calthella L., Microp. Calycotomella SU., Col. Campicolella Mn., Ptocli. Ganaella Costa, Plut. CapitcUa Tr., Incnrv. Capreolella Z., Deprcs. Gaptivella //. S., Anac. Capucinella Costa, Plut. Capucinella Hb., Ipsol. Carcina Hb., Genus Carchariella Z, Dorypli. Carìosella Tr., Adir. Carmelitella Hb., Ehin. Carphodactylus Hb., Leiop. Carpinicolella Stt., Lilh. Carposina H S., Genus Castanella Edt., Nept. Catharticella Stt., » Caudella L., Ther. Caudulatella Z, Ornix. Cedestis Z, Genus Cemiostoma Z, Genus Celtidella Bondani, Lith. Ceratophora Hn., Genus Cerisolella Peye, Litlioc. Cerealella Ot. Sitot. Cerostoma Lai., Genus Cerasiella Hb., Swaui. Certella Z, Argyr. Cerusella Hb., Elach. Chaerophyllellus G-oes., Chaul pag . 24 » 94 » 72 » 41 » 17 » 106 » 90 » 87 » 73 » 76 » 21 » 81 » 20 » 19 » 61 » 110 » 80 >> 47 » 26 » 12 » 34 » 50 » 26 » 54 » 61 » 48 » 18 » 52 » 118 » 101 » 58 » 109 » 110 » 28 » 74 » 25 » 105 » 102 » 52 » 103 » 46 » 26 » 21 » 24 » 96 ^ 128 Chaerophylli Z., Depr. Chalcochrysellus Mn., Nemot. Chalybaella Costa, Plnt. Chamaedryella SU., Col. Characterella Hb., Epig. Chauliodus Tr., Genus Chenopodìella Hb., But. Chilonella Tr., Soph. Chimabacche Z., Genus Chimahaccliidae Clioreutidac Choredtis Hb., Genus Christiernana L., Hyp. Chrysoclista su., Genus Chrysodesmella Z., Elach. Chrysopyga Z., Psec. Cìcadella Z., Butalis Cicerella Bond., Gelecli. Ciconiella H. S., Coleoph. Cidarella Z., Buccul. Cicntolla Hb., Depres. Ciliaris 0., Melasina Ciliella Hb., Depres. Cincticulella H S., Anac. Cìnerariella Mn., Oecoph. Cinerella CI., Brach. Cinctella Z., Elach. Cinctella //&., Anac. Cinctella Hb., Oecoph. Cingìlella H S., Elach. Cinnamomea Z., Oecoph. Cisti SU., Teleja Cisticolella SU., Urod. Cisti vora Peye., Nept. Cistorum Peye., Col. — Miil., But. Citrinalis Se., Hyper. Citrinellum Z., Cor. Cladodes Hn., Genus Clarella Tr., Sprol. Clathrella F., Solenobia Clementinella Costa, Tinea Cleodora Curi, Genus Clerckella L., Lyon. Cloacella Hw., Tinea Cnaemidophorus WU., Genus pag. 36 » 17 26 74 » 80 » 29 » 81 » 90 » 56 » 28 » 28 » 1 » 1 » 60 » 84 » 96 » 30 » 90 » 40 » 81 » 106 >. 33 » 4 » 34 » 50 » 64 » 51 » 96 » 50 » m » 96 » 64 » 44 » 98 » 110 » 80 » 90 » 60 » 73 » 53 » 55 » 3 9 63 » 53 » 104 » 7 » 113 Cnicella Tr., Depres. Cognatella Tr., Hyp. Coleophora Z., Genus Coleophoridae Collitella Diip., Elach. Columbaepennella Costa, Columbariella Wo. Tinea Gombinella Hb., Swam. Cornelia Se., Argyr. Comparella Z., Lith. Complanella Hb., Tisch. Completella Stgr., Micr. Compunctella H. S., Swam. Confusella H. S., Tinea Congeriella Stgr., Coleoph. Conjugella Z., Argyr. Conjunctella Costa, Oecoph. Conspurcatella Z., Taleop. Constitella Fr., Elach. Contaminatella Z-, >> Conterminella Z., Depr. Gontinuella Z., Gelech. Conturbatella Hb., Laverna Copiosella Fr., Ocnerast. Coprodactylus Z., Mimaes. Coriacella Hb., Rhin. Corili Nic., Lithoc. CoRisciUM Z., Genus Cornelia F., Argyr. Coronillae Z., Coleoph. Coronillella Tr., Anac. Corrucipenuella Z., Col. Corsicellus H. S., Mesoph. Cortinicella Z., Depres. Cosmodactyla Hb., Ambi. CosMOPTERYX Hb., Genus Costella F., Cerost. Costosa Hw., Depres. Coturnella Mn., Oecoph. Crassicornella Z., Tineola Cramerella F., Lith. Crataegella L., Scyth. Crataegi Z., Buccul. Crepidinella Z., Coleoph. Crepusculella Z., Opost. Criella Tr., Topeutis pag. 34 » 20 » 74 » 74 » 97 » 74 » 8 » 20 » 23 » 103 » 103 » 112 » 21 » 8 » 76 » 23 » 66 » 3 » 97 » 97 » 33 » 39 » 82 » 25 » 117 » 52 » 101 » 72 » 24 » 76 » 49 » 76 » 54 » 36 » 115 » 92 » 27 » 30 » 63 » 11 » 99 » 19 » 106 » 78 » 107 » 58 — 129 — Crinitessa H. S., » Crinella Z. S., » Cristalis Se, Anch. Cristatella Z., Buccul. CroeseJla *S'c., Adela Cryptella SU., Neptic. Cruciferaruni Z., Plut. CucuUipennellum Hb., Cor. Cultrea Hiv., Cerost. Cultrella Costa Cupediella H. S., Gracil. Cuprella Thnb., Adela Cupriacellus H.h., Nemotois Curtisellus Dons., Prays Curvella Z., Argyr. Cur velia Stt., » Cuspidella Sddff., Butalis Cyanella Z., Adela Cydoniella Fr., Lithoc. Cytisella Tr., Gelechia Cygnipennella Hb., Elach. Cyrniella Mn., Pleur. Daphnella Hb., Anchinia Dardoinella Mill., Psil. Dasyceea Hiv., Genus Dasystoma Curi., » Daucella Tf., Depress. Daucellus Peyhf., Chaul. Dealbatella Z., Calantica Deauratella Z., Coleopli. De Bornella Se, Adela Decemguttella Hb., Psec. Declaratella Stg., Nethris Decorana Z., Simaeth. Decurtella Hb., Ergatis Degeerella L., Adela Denteila Z., Lith. Denisella F., Ehin. Denteila F., Cerost. — Z., Aechmia Dentosellus H. S., Chaul. Depressaeia Hiv., Genus Depressella Hb., Depres. Derivatella Z., Coleoph. Desmodactyla Z., Aluc. Detersella Z., Stomop. pag- 58 » 58 » 62 » 107 » 15 » 110 » 25 » 72 » 27 » 26 » 72 » 15 » 16 » 21 » 23 » 24 » 89 » 14 » 103 » 40 » 98 » '59 » 62 » 4 » 63 » 28 » 36 » 82 » 19 » 75 » 15 » 30 » 55 » 2 » 48 » 15 » 102 » 52 » 27 » 84 » 82 » 30 » 35 » 80 » 121 » 51 Depnnctella Hb., Depres. Deviella Z., Coleoph. Diana Hb., Simaeth. Dictamnella Tr., Depres. Didactyla Se, Acipt. Didactylus L., Oyxpt. Diffinis Hw.. Gelech. Diffluella Hn., Lita Dimidiella Schiff., Ciad. Dimidiatella H S., Wept. Diminutella Z., Lita Dispositella Frey., Elach. DiPLODOMA Z., Genus Dìssemiella Z., Elach. Disertella H. S., » Distentella Z., Lithoc. Dispilella SU., Elach. Dispunctella H, » Distans Z., Oxypt. Distinctella Gelech. Distinctus H. S., Leiopt. Dìssimilella H. S., But. Dissitella Z., Batalis Dodecadactyla Hb., Aluc. Dodecella L., Teleja Dohrni Z., Stagm. Dolosana //. S., Chor. Dolosellus Z., Megac. Donzelella D., Microp. Doronicella Wo., Depres. Dorycniella 3IUI., But. DoRYPiiOKA Hn., Genus Douglasella SU., Depres. Douglasia SU., Genus Drurella SU., Cosm. Druryella Z., Cosm. Dryadella Z., Bryot. Dryadis Sf[/., Timag. Drymidis 3In., Coleoph. Durdhamellus SU., Echii //. S., Dougl. Echiella Hb., Psec. Egenella H. S., Stom. Eglantella ZeU., Lav. Eglanteriella 3In., Aerei. Egregiellus D., Ilypom. pag. 30 » 75 » 2 » 36 » 119 » 116 » 39 » 41 » 53 » 109 » 42 » 95 » 5 » 97 » 97 » 103 » 97 » 98 » 115 » 37 » 118 » 90 » 88 » 121 » 44 » 86 » 1 » 57 » 112 » 31 » 89 » 48 » 36 » 85 » 92 » 92 » 41 » 85 » 80 » 54 » 85 >> 30 » 51 » 82 » 19 » 19 — 130 — Elachista su., Genus pag. 94 £lacltisti«lac » 87 Elatella //. S., Gelechia » 39 Eleatella Z., Gelech. » 39 Elongella L., » 70 Emberezipennella Bouché » 102 Endrosis Hb., Genus » 91 Endryella 3fn., Lithoc. » 101 Enicostoma Stph., Genus » 61 Epigeaphia Stph., » » 29 Epilobiella Sch., Lav. » 83 — Boem., Laverna » 83 Ephippella F., Argyr. » 22 Equitella Se, Glyph. » 69 Ergatis Hn., Genus » 47 Ericella Dup., Pleurota » 59 Ericetella Hb., Gelech. » 38 Ericìnella D., Ergatis » 48 Eriocottis Z., Genus » 11 Esperella Hb., Butalis » 87 Euphorbiella SU., Nept. » 110 Eumenipennella Costa, Oniix » 74 EupocLAMUS Lah., Genus » 5 Euratella H. 8., Teleja » 44 Evonymella Sc, Hypon. » 20 Evonymellus X., Hyp. » 20 Exiguella Hb., Lita » 42 Eximia Hiv., Cosm. » 92 E'xustella Z., Soplir. » 56 Eabriciana Stph., Sim. » 2 Fabriciella 3IiU., Col. » 75 Padella Bltll., Elach. » 98 Eaganella Tr., Carcina » 61 Pagella F., Chim. » 29 Fagiuella Z., Lithoc. » 100 Falcatella Dong., Cerosi. » 27 Falcella Hb., » » 27 Palcella Stph., » » 27 Falconipennella Hb., Grac. » 70 Fallacella Schl, But. » 88 Familiella Pyrmh., Tinea » 9 Farlarella Z., Fiat. » 114 Farinatella B., Cedestis » 25 Fasciapennella Stt., Zeli. » 22 Fasciellus F., Ne mot. » 16 Fasciellus Hb., Ypsol. » 54 Fastuosella Tr., Oecoph. — Z., Microp. Fastuosella Costa Stath. Femoralis Stgr., Tel. Fenestrella Stt., Endrosis Ferrugella Schiff., Rhin. Ferruginella Hb., Blap. Ferulae Z., Depres. Feruliphila Mill., Depres. Festatiella Hb., Schreck. Festivella Z., Laverna Fibulella F., Adela Fidella Bcutti, Gracil. Figulella Stgr., Brachin. Fischerella Z., Glyph. Fischeri Z., Platip. Flammaepennella T., Ornix Fiammella Hb., Rbin. Flavella Costa Tinea Flavella Hb., Depres. Flavella D., Rhin. Flavianella Tr., Pscadia Flavianella Tr., Psec. Flaviella Mn., Coleoph. Flavifrontella Hb., Oecoph. Fravifrontella Costa Tinea Flavimaculella ;S'^., Heyd. Flavimitrella Hh., Lampr. Flavitibiella H. S. Psec. Flavocerella Costa, Oecoph. Forficella Hb., Holose. — Se, Harp. Formosella Costa, Plut. — Hb., Khin. — F., Oecoph. Forsterella F., Glyph. Franguelella Coese, Buccul. Franckella Hb., Geacil. Franckenie Z., Adgistis Fraudulentella H. S., Tinea Fraxinella Z., Lithoc. Pretella Z., Coleoph. Freyi Str/r., Elach. Frigidariella //. S., Lyon. Frischella Hb., Adela Froelichiella Z., Lith. » 64 » 9 » 85 » 11 » 30 » 67 » 60 )) 62 » 26 » 53 » 65 » 69 » 106 » 09 » 112 » 7 » 100 » 79 » 95 » 105 » 14 » 102 — 131 — Fugitivella Z, Teleja Fuliginella Costa, Depres, Fulvescens Hev., Lav. Fulviguttella Z., Heyd. Fulvimitrella Soci., Tinea Fulvosquamella H. S., Col, Fumociliella 3fn., Acrol. Fundella F. B., Argyr. Funerella F., Psecaclia Fniiestella Hb., Gelech. Furvella Tr., Depres. Fuscanella Z., Erioc. Fuscipunctella Hw., Tinea Fuscociliella Z., Colooph. Fuscoviridella Hw., Glypli. Fuscolimbatus -D., Acipt. Galactodactyla Hb., Acip. Gallipennella Hb., Col. Gangabella Z., Elach. Gaunacella D., Tiscli. Gelix'HIA Z., Genus Oclcebidac Geniatella Z., Plutella Geoffrella L., Harp. Gerronella Z., Claii. Gibbiferella Z., Lav. Gibbosella Z., Psor. Gìganteus Mn., Oed. Gilvella Ilb., Depres. Giraudi Rei/., Col. Glacialis Frei/., But. Gleicheniella F., Elach. (^lypliipterygidae GLYPinPTERYX Hb., Genus Gnaphaliella Tr., Bnc. Goedartella L., Argyr. Gonodactyla S. V., Plat. Gkaoilakia Z., Genus Grncilaritlac Grammodactyla Z., Aluc. Granella L., Tinea Granella Lat., Oec. Granitella Tr., Aerei. Graimlatella H. S., Tinea Gratiosella Stf., Nept. Gravatella Z., iJutalis pag. 44 » oG » 83 » 85 » 6 » 81 » 18 » 23 » 30 » 40 » 35 » 11 » 8 » 77 » 68 » 120 » 119 >> 77 » 96 » 104 » 37 » » 29 25 » 62 » 53 » 83 » 37 » 117 » 32 » 81 » 88 » 95 » 68 » 68 » 107 » 24 » 114 » 69 >> 69 » 121 » 7 » 67 » 18 » 8 » 109 » 88 Gravatella 3In., Bntal. Griseella Z., Elach. Griseolella Costa Tin. Grisescens Frey, Anchinia Gruneriella //. S. Gryphipennella Bonclté, Col Gdenea MUÌ., Genus Guerini Stt., Stath. Guttea Ilio., Ornix Guttiferella D., » Gypsophilae Stt., Lita Gysseleniella D., Ced. Halymella MiU., Lita Haupella Sdirle. Genus Hederarum Miìl., Ochs, Heinemanni Frcy., Elach. Helianthemella Mìll., Col. — //. S., Lith. Heliodines stt., Genus Heliozela //. *S'., Genus Hellerella D., Laverna. Hemerobiella Se, Coleoph. Hemidactylella F., Grac. Hemorella L., Cerosi Hepariella ^7^., Zelleria. Heracliana D. C, Depres. Heracliella Hb., Depr. Hermannella F., Nannod. Hesperidella Hb., Plut. Hessleriellus Boss., Meg. Heydenia Hofm., Genus. Heydenìella F. B., Stag. Heydenii Z., Adg. Hexadactyla Hb., Aluc. Hexadactyla L., » Hieracii Z., Oxypt. Hieronella Z., Coleopli. Hipericella Tr., Depres. Hippophaella Sdir., Glech. Hirtella Costa., Tenea, Holoscolia Z., Genus. Holosericella H. S., Gelech ia Horridella Tf., Cerost. Hortella F., Lithoc. Hubnerii WUg., Alno. — Z., Ae'distis pag. 88 » 95 » 11 » 62 » 62 _ ^ . » {■:> » 108 » 92 » 73 » 73 » 43 » 25 » 42 » 62 » 17 » 98 » 79 » 99 » 92 » 94 » 83 » 76 » 70 » 27 » 22 » 35 » 32 » 46 » 25 » *7 » 85 » m » 113 » 121 » 121 » 115 !-'■' » ^a oo » Of) o-^ >? o^ » 10 » 60 a » 37 » 27 » 99 » 121 » 113 132 — Hvìbnerella H. S., Nept. pag. Hufnagelii Z., Teleja. HuintTHlla B., Depres. Humerella ScJ/iff., Sopb. Hyoscyamella SU., Lita. Hypatuia H. S., Genus. Hypercallia Sìj^k, Genus. Hyperìcella Tr., Depres. Hyponomkuta Z., Genus. Hypononueutidae Ictella H. S., Ochrom. Icterella Z)., Col. Ictipennella Tr., Ochr. Ilicifoliella Z., Litlioc. Ilicivora Peye., Nept. Illigerellus Hb., Chaul. Illustrella Hb., Nethris. Imella Hb., Blab. Immolatella Z., Elach. Immundella Z., Trif. Imparellus F. R., Meg. Inauratella Tgst., Argyr. Incanella Hb., Elach., Incisalis Tr., Simaet. Incurvaeia Hw., Genus, Inferualis H. S., Gelecli. Inflatae ^S"^^., Coleoph. Ingloriella Hein., Lita. Inopella Z., Ptoch. Inquinatella Z., Tinea. Insecurellus SU., Chaul. Inspersella Hb., But. Insolatella H. S., Anch. Intaminatella Stg., Dor. Interalbicella H. S., Gelech. Interruptella Hb., » — Zett., Ornix Irrorea Hiv., Hyp. Irrorella Sìpt., Depres. Irrorellus Ilb., Hypon. Isabellella Costa., Stagni. Ischnodactyla Z., Acip. Isobalella Stg., Micr., Italica NicJc, Lithoc. Istrianellus Stt., Neraot. luliensis Frey., Elach. 109 44 35 56 42 68 60 33 19 19 86 77 86 101 110 ■ 81 56 6 98 108 57 24 95 2 12 88 80 42 47 8 82 90 62 48 39 38 73 19 31 19 86 120 110 103 16 95 lunctella DgJ., Lita., Iniiiperellus L., Yps. luglandella Mn., Grac. Kadeniella H. S., Apiota. Kefersteinella Z., Cleod. Kleemannella F., Lithoc. Knochella F., Butalis. Koerneriella Z., Incurv. Kollarella Costa, Tinea. KoUari Stt., Oxypt. KoUariella Z., Grac. Labìosella Hb., Top. Laburnella Stt., Cem. Laceratella Z., Lita. Lacertella Z., Grac. Lacteella St^jh., Lav. Lacteella Schiff., End. Laetus Z., Oxypt. Lambdella Hong., Oecoph. Laminella Hb., But. Lamprotes Hn., Genus Lampeonia StpJt. » Lamprostoma Z., Anac. Lauceolellus Z., Meg. Langiella Hb., Laverna. Lantanella Sdirle., Lith. Lapella Hb., Tinea. Lapidella Goeze., Tal. Lappella L., Parasia. Laqueatella Z., Adela. Laricella Hb., Col Laspeyrella Hb., Laverna. Laterella Schiff., Depres. Laticostella Mn., Col. Latreillellus F., Nem. .Latreillella Curt., Pane. Laureolella //. S., Anch. Lavandulae Mn., Oec. Laverna Ciirt., Genus. liavernidae. Lecithocera //. aS*., Genus. Ledereriella Z., Batr. Leioptilus Wlg., Genus. Leopoldella Costa, Tinea. Lentiginosella Z., Gelech. Lemniscella Z., Noth. pag. 42 » 55 » 70 » 60 » 53 » 102 » 88 » 12 » 9 » 115 » 72 » 58 » 105 » 42 » 71 » 83 » 91 » 115 » 65 » 89 » 49 » 11 » 50 » 57 » 83 » 101 » 8 » 3 » 47 » 15 » 74 » 82 » 32 — 133 — Lerinensìs Mill, Adg. pac Leucapennella Hb., Col. Leucatella CI, Ree. Leucocerella Se, Adela. Leucochrysella 3fill., Oec. Leucographella Z., Lith. — L., Pane. Libidinosa Sfgr., Rhin. Lichenolla Z., Solen. Lienigianus Z., Leiopt. Ligulella Z., Anac. Ligustrinellum Z., Coris. Limosella Z., Grac. Liimosipennella Z>., Col. Linealella T., Oecopli. Lineariella Z., Col. Lineatella Z., Cleod. — Z., Anarsia. Lineella CI, Chrys. LiTA Tr., Genus. liitbocolletidae. LiTHOCOLLETis Z., Genus. Lithodactylus Tr., Oed. Lithospermella Hb., Psecadia Littorella Dgl, Ptoch. Liturella Hb., Depres. Lixella Z., Coleopliora Locupletella F. B., Lobella Sch., Enie. Loevvi Z., Mimaes. Longicornis Curi., Gelech. Luculella Hb., Teleja, Luctuella B., Geleeh. — S'fph., Teleja Luctuosella 2)., Oecoph. Luctuosella Costa, Ornix Lugubrella F., Gelech. Lugubrella D., Eaic. Lugubris Hb., Melas. Luuaris Mio., Oecoph. Lunatella Z., Gelech. Lutarella Hb., Cerosi Lutatella H. S., Cerat. Liuteicornella H. S., Lee. Luteolella Costa, Oecoph. Luteicornella Z., Lecith. 113 78 45 14 65 101 91 53 3 118 50 72 71 74 67 80 53 56 84 41 98 ,99 117 29 46 33 78 83 61 116 39 44 40 44 65 74 40 61 4 65 40 26 52 60 66 60 Lutipennella Z., Col. pag, 75 Lutosella //. S., Depres. » 33 Lyonetia Hb., Genus » 104 l.yoiietidae » 104 Lypusa Z., Genus » 4 Lypuwidae » 4 Lythargyrella Z., Helioz. » 94 Macroceras Sfgr., Genus » 103 Macrocerella Costa., Tinea 10 98 Maculiferella Dgl., Lita » 42 Magiiificella Z., Steph. » 94 Magnifica Stt., Gracil. » 71 Majorana 3In., » 69 Malacodactyla Z., Acip. » 119 Malinellus Z., Hypon. » 20 Malvalla Hb., Gelechia. » 39 Marginatella H. S., Col. » 78 Marginatus F, Pleur. » 59 Marginaa Hw., Tisch. » 104 Marginallus F., Ypsol. » 55 Marginellus Z., Oxyp. » 116 Marmorea Hto., Lita » 42 Marsinicolalla Stt., Nept. » 108 Marginìpunctella St2}h., Dip. » 5 Maurella F., Lypusa Mayrella Z., Col. Mazzolalla Hb., Adela M. Clementinella Costa, Tinea Megacraspedus Z., Anarsia Megerlella Hb., Oecoph. Melaua H. S., Melasina Malanella Hw., Xysm. Melas ]Jd., Melasina Melasina B., Ganus Mendica Hw., Argyr. Mendosella Hornig., Sym. Menthinella Mn., Opost. Merianalla Hb., Oecoph. Maristodactylus Mn., Acip. Meridionalis Z., Adg. Merulaepennella D., Grac. Mesophleps //. aS"., Ganus Messianella Z., Lith. Metallicus Poda, Nem. Metallella Stph., Asych. Metallicella D., Hliozela » 4 » 75 » 14 » 9 » 57 » 66 4 5 4 4 » 23 » 61 » 107 » 66 » 119 » 112 » 72 » 54 » 101 » 16 » 86 » 94 134 - Metaxella Hb., Nem. Metricella Z., Pleur. Metzneri Z., Piai Micalis 3In., Chor. Micella //&., Erg-atis Microdactylus Hb., Leiop. ISSicroptery^iiia MicROPTERYX. Genus Millierellus SU., Yps. Millierella Stgr., Lithoc. MlMAESEOPTILUS WU., GeDUS Minimella Costa, Tinea Minimellus aS*. V., Nem. Minutella L., Oecoph. Miscela ScJiiff., Laverna Miscella Z., Tinca Miserella II. S., Depres. Miieraosinella 3fiU., Blast. Modestella D., Asyclina Mollellus Hb., Nemot. MoNociiROA Hein., Genus Monodactylus L., Pter. Monostictella H. S., Prot. Morella R, Me Moroph. MoROPHAGA H. S., Genus Mouffetella Schìff., Bi'ach. Mouffetolla Hb., Hyp. Mucronella Se, Ther. Mulinella Z., Gelech. Murinella H. S., Murinipennella D., Col. Muscalella F., Incurv. Muscolina Strr., Sym. Myllerana F., Chor. Myrtetella Z., Microp. Naeviferella D., Nan, Nana Tr., Atychia Nanatella Stt., Depr, Nanella Hb., Eeciirv. Nannodia Hn., Genus Ni^bulea StjJC, Nebulosella Hn., Gelech. Nemophora Hb., Genus Nemoralis Z., Plat. Nemorana Hb., Si in. Nemotois £lb., Genus ^S 13 » 59 » lU » 1 » 48 » 118 » 110 » 110 » 55 » 102 » 116 10 98 » 17 » 65 » 83 » 8 » 36 » 6S » 86 » 16 » 48 >? 117 » 60 » 6 » 6 » 40 » 6S » 28 » 38 » 42 » 81 » 12 » 61 » 2 » 111 » 46 » 3 » 31 » 45' » 45 » 38 » 39 » 13 » 114 » 2 » 16 Nepticula Z., Genus Mepticuliclac Nervosa Hw., Depres. Neuropterella Z., Par. Nicacella Moesch., Glypli. Nigralbella //. S., Poec. Nigricantella MllL, Tin, Nigricans 2., Apiota Nigrella Hv., Elach. Nigricantella Mill., Tinea Negricella Sti)Ji., Col. Nigricomella Z., Buccul. Nigricostella IJ., Bracb. Nigrinotella Z., Poec. Nigripunctella Hw., Tinca Nigritella Z., Anac. Nitidella F., xVrgyr. Nivea Hw., Poecilia Niveicostella Z., Col. Nobilella Z., Elach. Nodiflorella 3IiU., Depr. Nodesella Mn., Pane. Nomadella Z., Doryph. Nonatella Stt., Depres. Noricella Z., But. Notatella 7/6.,Telf'ja NoTHRis Hb., Genus Obscurella Tn., Gel. Obscurella F., Troch. Obscurella Se, Butalis. Obscurella Costa, Obscurus Z., Oxyp. Obtectella Z., Coleoph. Ochrea Htv., » Oehrodactyla Hb., Plat. OcHROMOLOPis Hb., Genus » Ochsenheimerella Hb., Adela » Ochsenheimeria Stph., Genus » Oclisc»hciiiiieriilae Ocellana Z., Depres. Ocnerostoma Z., Genus Ocnerostomella Stt., Aech. Oculatella Z., Glyph. Oecogonia Stt,, Genus Oecophila Stffr., Macr. Oecophora Z., Genus pag. » » » » » » » » » » » » >> » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » — 135 — Ocymoidella Rondani, Col. pag. 79 Oedejiatophorus WIL, Genus » 117 Oehlmanniella Tr., Inc. Oinochroa E. T., Depres. Olealella B. F., Prays Oleastrella 3IiU., Zeli. Oleellus F., Prays Oli veli a B. F., Oliviella T., Harp. Onobrychiella Z., Col. Ononidis Z., Grac. Opostega Z., Genus Opulentella H. S., Stagni. Onosmella Br., Col. Orbouella Hb., Dasyc. Oriolella Z., Col. Ornatipennella //&., Col. Ornix Z., Genus Orsowiella Hb., Lecitli. Orthotaelia S'cj)!/., Genus OrtliotaeEidae Ossianella 3IiU., But. Osteodactylus Z., Leiop. Osyridellus Stf., Farad. Otitae Z., Col. Oxyacanthella X., Sym. Oxyacanthella D., Swam. Oxybiella MiU., Sym. Oxydrerella ilf/ZZ., Gelecli. Oxyptilius Z., Genus Pabuleila Z., Col. Padellus L., Hypora. Padi Z., Padifoliella Hb., Lyom Palermitella Lai/., Lita Palliatella ZJc., Col. Pallidella Z., Trif. Pallida ,SY.(7., Sym. Pallipennella Tt:, Col. Pallorella Z, Depres. Palodactyla Z, Alnc. Paludicolella Z, Adela Pancalia C'?a-f., Genus Panorminatella 3In., Tinea Panzerella Hb., Neinoph. — Slph. Oecupli. » 12 » 34 » 22 » 22 » 21 » 22 » 68 » 79 » 72 » 107 » 86 » 79 » 63 » 79 » 78 » 73 » 61 » 28 » 28 » '90 » 118 » 22 » 81 » 2 » 21 » 62 » 40 » 115 » 79 » 20 » 20 » 105 » 42 » 76 » 107 » 61 » 76 » 31 » 121 » 14 » 91 » 8 » 13 » 64 Paradoxus StL, Genus Paralia 2, Adg-. Parasia Bitp., Parasitella Hb., Tinea Parenthesella L., Cerost. Pariana L., Simact. Parilella Tr., Depres. Paripennella Z., Col. Parisiella Wo., Litlioc. Parvidactylus L., Oxyp. Pascuella Z, But. Passeriniella Costa, Oecoph. Pastinacella D., Depres. Pastorella Z, Lith. Patruella 3In., Anac. Paucipunctella Z, Parasia Paupella Z, Ptoch. Paykulella F, Micr. Pectinae Hw., Incurv. Pectinella B., Talcop. Pedella Z., Stalli. Pelidnodactylus Stein., Mini Peliella Tr., Gelecli. Pellionella Se, Tinea Peloritanella Z., Depe. Perdicellum Z, Tinag. Pentadactyla L., Acip. Perplexella Stt., Elacli. Perpetuella //. S., Gelech. Persicella F, Cerost. Petiginella Mn., Bradi. Pfatfenzelleri Frey., Ornis Pfeiferella Hb., Ani Phacodactylus Hb., Mira. Phasianipennella Hb., Grac. Phycidella Z, Blast. Phryganella Hb-, Chimal Phryg'ianiluguhrella Brd., Phyllirella Mlll, Zeli. Phyllocnistis Z, Genus Picarella CI., Tinea Pictella Z, Argyr Pilella F., Nemoph. Pilosellae Z, Osypt. Pilulella llb., Nemopli. Pineti Z., Solenobia pag. 22 » 113 » 47 » 7 » 27 » 2 » 35 » 75 » LOl » 116 » 88 » 67 » 35 » 103 » 49 » 47 » 47 » 111 » 12 » 3 » 92 i. » 116 » 38 » 8 » 34 » 85 » 120 » 95 » 39 » 27 » 41 » 73 93 112 » 116 e. » 71 » 6S » 28 » 4 » 22 » 105 » 7 » 45 » 13 » 115 » 13 » 3 — 136 Pinguìnella TV., Gelech. Pinìariella Z.. Ocn. Piniariella H. S., Batr. Pinicolella D. Batr. Pimpinellae Z., Depres. Pistaciella Rondani, Grac. Plagiodactylus SU., Mim. Platani Stgr., Lithoc. Platyptilia Hb., Genus Plebejella Z., Bryot. Pleurota Hb., Genus Plumbellus S. V., Hyp. Plutella Schr., Genus Plutellidae Plutelliformis Stgr., Gel. PoECiLiA Hein., Genus Politella 0., Taleop. Pollutella H. S., Elach. PoIIinariella Z., Polydactyla Hb., Aluc. Pomifoliella Z., Litroc. Pomposella Z., Stagni. Pontiflcellus Hb., Chaul. Populella CI, Tachyp. Porrectella L., Plut. Praelatella S. V., Lamp. Preangusta Ihv., Bat. Praecursella Z., Cui. Pretiosaua D., Chor. Prays Hb., Genus Proboscidella SuU. Harpella Productella Z., But. Procerella Schif., Oecoph. Promptella Stgr., Lita Propinquella T., Dopr. Promìssa Stgr., Nept. Protatis H. S., Genus Provinciella Stt.. Lita Proximella Hb., Tel. Pruniella Hb., Ree. Prunifoliella Hb., Lyon. PsECADiA Hb., Genus Pseudobombycella Hb., Tal. PsiLOTHRix Stgr., Genus Pso palella MilL, Anac. Psoricoptera Strg., pag. 37 » 25 » 93 » 93 » 34 » 72 » 117 » 102 » 115 » 41 » 58 » 19 » 25 ». 25 » 38 » 45 » 3 » 98 » 97 » 121 » 100 » 86 » 82 » 51 » 25 » 12 » 93 » 80 » 1 » 21 a » 62 > 87 » 65 » 42 » 32 » 110 » 60 » 42 » 44 » 45 » 105 » 29 . » 3 » 4 » 50 » 37 Pterodactyla Hb., Pter. pa Pterodactylella Hb., Cerost. Pterodactylus L., Mim. Pterolonche Z., Genus Ptcrophoriiia Pterophorus Wll., Genus. Ptochenusa Hein., Genus. Pullella H. S., Elach. Pudorella Hb., Anchinia. Pulveratella H. S., Dor. Pulverella Er., Depres. Pulverosella Hn., Oec. Puiverulenta Z., Pter. Pumila 0., Atychia. Punctata Stgr., Lita. Punctata H. S., Melasina. Punctella Costa, Prot. Puncticostella H. S., Grac. Punctivitella Costa, Bat. Pungitiella H. S., Pleur. Purpurea Hw., Depr. Pusiella Jloem., Psecadia Pustulatella Z., Tinea. Putrida Hio., Depr. Putripennella Z., Laverna. Pyrausta Pali., Psec. Pygmaeana Hiv., Acrol. Pyamaeella Hb., Argyr. Pyrella Vili., Swam. Pyroderces Z., Genus. Pyropella Scliìff., Pleur. Pyrrhulipen nella. Col. Quadrella Hb., Elach. Quadrifarìella Mn., Oec. Quadriguttella Hiv., Aiit. Quadrìmaculella B. E., Boh Quadripuncta Hw., Oegoc. Quadrisignulla Z., Gracil. Quercana F., Carcina. Quercicolella H. S., Tinea. Quercifoliella Z., Lithoc. Quinquepunctella H. S., Rablensis Z., Micr. Raddaellus Hb., Nemot. Radiatella Donz., Cerost. Raschkiella Z., Lavar. ?. 117 » 27 » 117 » 57 » 112 » 117 46 95 62 48 35 65 57 2 42 4 60 71 66 89 » 59 » » » » » » 33 29 8 32 83 30 18 24 21 87 58 77 94 64 93 101 46 » 111 » 16 » 26 » 83 — 137 — Rectilìneella. Col. pag. 79 Eecurvaria H. S., Genus. » 45 Reaumurella Pyrli., Nemoph. » 13 Religatella Z., Adela. » 15 Remisella Z., Anac. » 49 Renigerellus Z., Ypsol. » 54 Resplendella Stt., Helioz. » 94 Restigerella Z., But. » 89 Retiferella Z., Depres. » 32 Retinella Z., Argyr. » 23 Revinctella Z., Elach. » 96 Rhamniella Z., Laver. » 83 Khinosia Z., Genus. » 52 Rhodinella //. S., Grac » 70 Rhododactylus F., Cnaem. » 113 Rhodochrella H. S., Depres. » 32 Rhombella Schiff., Gel. » 37 Ricciardella Costa, Tinea 10 104 Rivillei Stt., Antispila » 93 Rivlllella. Rond. » 93 Roboris Z., Lithoc. » ^99 Roesella L., Heliod. » 92 Romaniana Costa, » 22 — Z., Hj^pon. » 20 Roscidella Z., Blast. » 68 Roscipennella Hb., Grac. » 71 Rostrella Hb., Pleurota » 58 Rothenbachii Frey., Micr., » 111 Rotundella Dgì., Depres. » 34 Rubiella Bjerg., Larap, » 12 Rubricella Mill., Depres. » 36 Rubidella D., Depres. » 34 Rudectella Stt., Elach. » 97 Rufescens Hw., Cerat. » 52 Buficapitella Hw., Nept. » 108 Rufìfrontella Se, Adela. » 14 Rufipennella Hb., Gracil. » 70 Rufimitrella Hb., » » 67 — Se, Adela » 14 Rufocìnerea Hw., Elach. » 97 Rupella S. V., Ineuro. » 12 Rusticella Hb., Blab. » 6 Rutana F., Depres. » 32 Saginella Z., Lita. » 42 Salictella Z., Lith. » 100 Salicella Hb., Dasys. » 28 Salaciella Tr., Opost. pag. 107 Salicis Stt., Nept. » 110 Salinella Z., Lita. » 42 Saligna Z., Phyl. » 105 Salviella H. S., Pleur. » 58 Samiatella Z., Nept. » 108 Sangiovanella Costa, Tinea » 10 Saponarìeila Heeg., Col. » 79 Sarditella Costa, Tinea » 9 Sarracenella Boes., Depr. » 34 Satanas Mill, Adg. » 113 Saxifragae Stt., Zeli. » 22 Scabìdella Z., Gel. » 39 Scabiosella Dgl, Lith. » 103 Scabiosella Se, Nera. » 16 Scabrella L., Cerost. » 27 Scalariella Z., Grac. » 72 ScARDiA T., Genus. » 5 Scarodactylus Hb., Leiopt, » 118 Schaefferella L., Oec. » 65 Schlaegeriella Z., Pleur. » 69 Schmidiellus Heyd., Yps. » 54 Schmidtella Tr., Pancal. » 91 Schrankella Hb., Lav. » 83 Scliiffermullerella Tr., Nemot. » 16 Schwarziella Z., New., » 13 Schreiberella F., Lith., » 102 SCHRECKENSTEINIA H., GeUUS. » 91 ScintileUa F., Tach. » 51 Scitulella Z., Lith. » 101 Schwarziella Z., Nemoph. » 13 Scotinella H. 8., Gel. » 38 Scopariella Hn., Depres. » 31 Scribajella Z., Cosm. » 92 Scopolella Hb., Butalis » 89 Scriptella Hb., Teleja. » 43 Scurellus H. S., Chaul. » 82 Scyllaella Costa, Oecoph. » 67 ScTTHROPiA Hb., Genus. » 19 Scitella Z., Cemiost. » 106 Sedella Tr., Hypom. » 19 Sertella T, Hypon. , » 19 Seguax Hw., Teleja. » 43 Selaginella 3In., Par. » 47 Selini Hn., Depr. » 34 SelinieUa Z., Butalis. » 87 — 138 — Semiargentella Donz., Arg. Semicostella Hh., Sophr. Semifascia //w., Grac. Semifasciella Stph., Arg. Semidactyla Mn., A cip. Semipurpurella Stph., Mie. SEMioscons Hh., Genus. Semitestacella Curt., Arg. Senecionis Stgr., Depr. Senescens Stgr., But. Senticetella Stgr., Nothris. Sequax Hw., Teleja. Servella Z., Doryph. Seppella F., Micr. Separatellus F. B., Meg. Sequella CI., Cerosi. Serenella Z., Coleoph. Serotinus Z., Mim. Sericiella Ifw., Helioz. Sericopeza Z., Nept. Sericinella Z., Nemoph., Servella Z., Doryph. Sexguttella 3In., Tinea. Sexpunctella Hb., Psec. Serratella T., Stag. Sérvilella Costa, Tinea. Sicariella Z., Soplir. Siccella Z., Bntalis Siciliota Z., Acip. Signella Ilb., Sym. — H. S., » Silacellus Hb., Mesoph. Silenella //. S., Col. SiMAETHis Leacìi., Genus Similella Hb., Oecoph. Sirapliciella H. S., Tinea Singula Stg., Lita SiTOTROGA Hn., Genus Solenella Stgr., Col. SoLiiNOBiA Z., Genus Solidaginìs Stg., Acrol. Solutella Z.. Gelech. Somnulentella Z., Badel. Sordidella Hb., Rhin. SoPHRONiA Hb., Genus Sorbiella F., Argyr. pag. 24 » 55 » 70 » 24 » 119 » 112 » 29 » 23 » 34 » 88 » 55 » 43 » 48 » 111 » 57 » 26 » 76 » 116 » 91 » 109 » 13 » 48 » 8 » 29 » 87 9 56 » 90 » 120 » 61 »' 61 » 54 » 81 » 2 » 64 » 9 » 43 4() 77 18 39 » 98 » 52 » 55 » 24 Sparganella Thnb., Orili Sparmanella D., Sparmanniella //. S., Depr. Spartiella Schr., Spartifoliella Hb., Cem. Spilodactyla Curt., Acip. Spiniella Z., Argyr. Spinicolella Stt., Lith. Splendidella Z., Asych. Spurcella Hb., Gelech. Squamosella //. S„ Elach. Spumosella Stgr., Col. Spretella 8. V., Tinea Stagmatophora //. (S*., Genus Staintonellus Stt., Chaul. Staintonella Z., Harp. Stannella F. R., Hel. Staticella Blill., Ergaiis Statices BlilL, Adg. Steìnkellneriana Sch., Epig. Stephensia stt., G«nus Stellaris Z., Chor. Stettinensis Nic, Lith. Stigmatella F., Grac. Stipella Hb., Nanuodia Stipella L., Oecoph. Stigmatodactylus Z., Mim. Stojiopteryx Hn., Genus Stratiopunctaia Kol., Gel. Striatella Hb., Cleod. Striatella H. S., » Strigulana F., Somios. Strigulatella Z., Lith. Struthionipennea T., Col. Sturnipennella T., Lav. Suberifoliella Z., Lith. Suberis Stt., Nept. Suberivora Stt., Nepl. Subcuprella Stph., Mon. Succursella H. S., Col. Subbimaculella Hw., Nept. Subbistrigella Hw., Laverna Subdolellus Stgr., Megac. Subericinella //. .S^., Ergaiis Sublutella /S'i^^r/-., Depres. Subocellea Stph., Pioch, pag. » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 139 Subpropinquella Stf., Dep. Subse quella //&., Tach. Suffusella Z., Phyl. Sulphurella F., Dasyc. — flb., Oecopli. Sulphurellum Hiv., Corisc. Sulzella .S. V., Adela Superbella Z., Arg. SwAMMERDAJiiA HI)., Genus S-wammerdammella L., Sylvella L., Cerost — Hw., Lethoc. Symmoca //&., Genus Syringella F., Gracil. Tabidella //. S., But. Tachyptilia Un., Genus Taenionella Z., Anac. Taleoporia //&., Genus Talcoporiflac Tamaricis Z., Adg. Tamaricella Z., Tel, Tapetzella L., Tinea Taurella S. F., Ochsenh. Teleja Hein., Genus Teligerella Stgr., Pleur. Tenebrella Hb., Mon. Tenebricosa Z., Dopr. Tenella Z., Lithoc. Tergestinella Z., But. Tenuiella ilfw., Doryph. Tephradactylus Hb., Leoip. Tephriditella D., Gel. Terebintella Rond., Palumb Terrena ScMff., Bryot. Terrenella Z., But. Tessella Hb., Gel. Tesseradactyla L., Fiat. Tessulatella Z., Scard. Testacella Hb.. Cliaul. Tetradactyla X., Acip. Thapsiella Z., Uepr. Therìnella Tgst., Col. Theristis //&., Genus Thorencella MiU., Oecoph. Thrasonella Se, Glyph. Tigrella Hb., Oecoph. pa ag 32 » 51 » 105 » 63 » 64 » 73 » 15 » 45 » 20 » 13 » 27 » 99 » 61 •» 71 » 88 » 51 » 50 » 3 » 3 » 113 » ,43 » 7 » 17 » 43 » 59 » 48 » 35 » 99 » 88 » 48 » 118 » 37 » 104 » 41 » 89 » 40 » 114 » 5 » 82 » 119 » 32 » 80 » 28 » 66 » 69 » 64 Tigratella Tr., Oec. Tinagma Z, Genus Tinctella //&., Oecoph. Tinea Z, Genus Tineidlea TiNEOLA li. S., Genus TlSCHERIA Z., » ToPEUTis Hb., » Thoracella Thbg., Buco. Torquilella Z, Ornix Torridella Mn., Parasia Tostella Hb., Orthot. Transversellum Z., Ting. Ti'auniella Z, Gel. Treitschkiella F., Ant. Triangulosella Costa Triannulella //. S., Cerat. Tributella Z., But. Tricincteila Costa, Tinea Tridactyla Se, Acip. Trifariella Z, Col. Trifascella Tgst., Elach Trifasciella Hw., Lith. Trifloriella Peye » Trifasciata Stgr., Ochs. Trifurcula Z. Genus Trimaculella D., Oecoph. Triniaculella Costa Tringipennella Z, Grac. Triguttella Dup., Butalis Trinotellus H S., Mes. Triparella Z, Teleja Tripuncta Hw., Oecopli. Tripunctella Schiff., Brach. Triquetrella F., Solen. Tristolla Tr., Butalis Trìstigmatella Costa, Tinea Tristis Z, Oxypt. Trochilella D., Col. Trochilipeiinella Costa, Orn. Troglodytella D., Col. Turbatella Tr., Ergatis Turbidella Z, Nept. Turdipennella Tr., Bai Turinella Hb., Micr. Ulicinella Stgr., Brach. pag. 66 » 84 » 63 » 6 » 4 » 11 » 103 » 58 » 107 » 73 » 47 » 28 » 85 » 50 » 93 26 70 » 52 » 89 » 10 » 120 » 79 » 95 » 103 » 103 » 18 » 107 » 65 » 67 » 70 » 89 » 54 » 41 » 65 » 51 » 4 » 90 » 11 » 115 » 80 » 75 » 80 » 48 » 109 » 93 » 111 » 40 140 Ulmella Z., Buccul. UlmifoMelIa Hh., Lithoc. Umbellana Stpli., Depres. Umbrosolla Z., Eryot. Umbriferella H. S., Lamp. Unicolor Stgr., Scardia. Unicolorella H. S., Lamp. Unitella Hb., Oecoph. Upupaepennella Hb., Gracil. Urodela StL, Genus. Urticaella Costa, Tinea. Uslulellus F., Ypsol. Vaccinella Hb., Depres. Vagabundella H. S., But. Vanella Frey., Laverna. Variabilis Z., Hypon. Variella F., Lampr. Velocella D., Gelech. Veneficella Z., Depres. Venosa Wd., » Verbascella Hb., Nothris. Verrucella Sch., Anch. Vesperella Z., Acrol. VibicieUa Hb., Col. Vibicigerella Z., Coleoph. Vibrana Hb., Chor. Vicinella Z., » Viduella Tr., Gelech. Viginctipunctatus Rtz., Hyp. Vilella Z., Gelech. Vimìnetorum SU., Lith. Vìnculella H. S., Tinea. pag. 106 Violella Tr., Adela. pag. 14 » 100 Violellus Z., Nemot. ?> 17 » 31 Virgatella Z., Coleoph. » 76 » 41 Viridatella H. S., But. » 87 » 49 Viridella Se, Adela. » 15 » 6 Vitella L., Cerast. » 26 » 49 Vittella Costa, Oecoph. 67 89 63 68 Vorticella Se, Anac. » 50 » 70 Vulgella Hb., Teleja. » 43 » 98 Vulnerariae Z., Coleoph. » 77 » 10 Vulpecula Z., » » 80 » 54 Wockeella Z., Coleoph. » 78 » 33 Wockei Stcfr., Microp, » 112 » 88 Xanthodactylla T., Acip. » 119 » 84 Xylostella L., Plutella. » 26 » 20 Xylostella L., Cerost. » 27 » 12 Xysmatodoma Z., Genus. » 5 » .38 Yeatiana F., Depes. » 32 » 35 Yeatiella Hb., » » 32 » 31 Ypsolophus F., Genus. » 54 » 55 Zanklaeella Z., Cemiost. » 106 » 62 Zebrella Tr., Gelech. » 39 » 18 Zellkria ^S*^^., Genus. » 22 » 77 Zotterstedti Z., Platyp. » 114 » 77 Zieglerella Hb., Oecoph. » 66 » 1 Zinckeella Hb., Nan. » 46 » 77 Zinckenii Z., Aluc. » 121 » 40 Zinckenii Z., Inc. » 12 p. » 19 Zonodactyla Z., Al. » 121 » 37 Zophodactylus D., Mimaes. » 116 » 100 Zonariella Tgst., Elach. » 96 >> 9 14.1 — ABBREVIAZIONI E SEGNI PARTICOLARI A. Alpi Apr., gin., lug. Aprile, giugno ec. And. Andalusia aber. ab. aberrazione App. Appennino al. ani. alae anteriores Arm. Armenia al. post. alae posteriores As. min. Asia minore ale. alcune Aust. Austria hor., cent. boreale, centrale Cam. Carniola d. del, della Cat. Catalogna dint. dintorni Cors. Corsica ecc. reg. eccetto regione Daini. Dalmazia ec. etc. eccetera Eur. Europa « freq. frequente Fini. Finlandia mar. marittime Fr. Francia n. nel, nella Gemi. Germania mer., or., ecc. meridionale, ec. Lapp. Lapponia prec. precedente Lig. Liguria princ. principio Liv. Livorno prob. probabilmente Lomì). Lombardia Q- quasi Piem. Piemonte s. sul, sulla Buss. Russia seff., ott., nov. settembre ec. Sarà. Sardegna spec. sp. specie Scand. Scandinavia var. V. varietà Sih. Siberia vers. versante Sic. Sicilia Z. Zona (1) Svis. Svizzera cf , ? maschio, femmina Tir. Tirolo ? ! Specie 0 citazione Tose. Toscana incerta (1) Avvertenza. — I numeri posti dopo l' invlicazioue delle diverse Zone accennano al grado di frequenza delle specie: 1, significa la maggiore; 5, la minore. C. 10 — 142 — AUTORI CITATI ABBREVIATAMENTE JBjerh. Bjerkander Lin., L. Linneo B. Boisduval Mn. Mann Brd. Bruand Min. Minière CI. Clerck 3Ioesch. Moeschler Curi. Curtis Ni. Nicelli Bons. Donzel McJc. Nickerl Bougl. Douglas 0. Ochsenheimer Bup., B. Duponchel Pyrmf. Peyerimhof E. T. Emilio Turati Bets. Eetzius Esp., E. Esper E. Z. Rod. Zeller Ev. Eversmann Eoes. Eoesler Fab., F. Fabricio Se. Scopoli F. R. Fischer v. Eoslerst. . Sdir. Schrank Ghil. Ghiliani Stgr. Staudinger G. T. Gianfranco Turati Stt. Stainton Heeg. Heeger Steph. Stephens Hein. Heinemann Sodof. Sodoffsky Hofm. Hofmann Tr. Treitschke Hill)., H. Hiibner Tgstr.. Tengstrom E.S. Herricli-Scliaffer Thnb. Thunberg Hm. Kummel Wallgr. Wallengren Hw. Haworth Wo. VVocke Is. Isis Wd. Wood Klb. Kalchberg Z. Zeller Lah. La Harpe Zett. Zetterstedt LaL Latreille 143 — AGGIUNTE E CORREZIONI Alla, bibliografìa elencata nelle altre pa.rti del Ca.ta- logo, son.o da. aggi"u.n.gersi i diae la-vori segvien.tir H. Prey. — Die Lepidopterein der Schweiz. Leipzig, 1880. E. KiLLiAs. — Beitriige zu eiii. Vera. d. Inseck. Graub. Jahrb. d. Naturf. Gesell. Graub. Jahrg. 24-25. a pag. 7 - alla T. granella L. aggiungasi: Europa (ecc. Grecia ?), Asia minore. Bruco dannosissimo ai grani. a pag. 14 - fra A. rufifrontella T. e A. rufimitrella Se. si legga: Cyanella Z. — Scoperta in primavera da Mann a Livorno, fra siepi e bo- schetti (? rarissima) — "Larva ignota, a pag. 83 - fra L. Miscella Schiff. e L. Fulvescens Hiv. si ponga: Rhamniella Z. — Maggio — Siepi, boschi — Colli, valli. Ne furono raccolti alcuni esemplari in Lombardia e Toscana. Parte dell'Europa cent., Dalmazia. Il bruco vive nelle foglie dei Rhamnus. a pag. 86 - dopo A. Modestella D., va aggiunta la congenere: Aeratella Z. — Fine aprile — Giardini, siti erbosi — Piano, colli. Mann ne raccolse pochi esemplari in Toscana (Livorno ec.) Germania, Inghilterra ec. — Larva ignota. Pag. Ver. 1 10 ove è detto Dolosana Hb. si leg ga Dolosana H. S. » 28 » questo » queste 2 20 » Diana Hb. » Diana Hb. 7 28 » ive » vive 9 14 » nna » una 12 18 » Liberia » Siberia » 28 » nnova » nnova 17 20 » Ochsenhcimeria » Ochsenheimeria 20 26 » Cognagellus » Cagnagellus 21 21 28 » Hs. » H. S. » 25 » rarissima » (rarissima) 144 Pag. Ver. 22 17 ove è ( ietto da si legga a » 30 » Woke » Wocke 25 19 » SchiJc » Sdirle. 30 5 » Lithosperum » Lithospermum 33 18 » (Ture.) » (Turati) » 27 » Cannnes » Cannes 34 36 » Kcin. » Hein. 35 5 » Farulae » Ferulae » 18 » Pinpinellae » Pimpinellae » 22 » Pinp'melìa » Pimpinella 36 9 » Dee. » die. 37 29 » Holosericella » Holose ricella iy. ,9. 40 5 » LugubrcUa » Lugubrella 42 8 » helymus » halìjnms 43 17 » Hem. » Hein. 47 19 » Astivella » Aestivella 59 13 » la Pleurota italiana » le Pleurote italiane 61 17 » spnìosa » spinosa 69 20 » Forestella » Foersterella 86 13 » Slagmatophor a » Stagmatophora 94 4 » Heliozeta » Heliozela 95 37 » • Avìa » Aira 99 3 ». LithocoUetis » LithocoUetis Z. 103 5 » Scuhiosa » Scabiosa » 26 » Freye » Frey 104 4 » Primavere » Primavera » 19 » Anno 7° » Anno 8° » 20 » te rebint bella » terebintella 110 16 » ni. i^ictivora » UT. cistivora 111 12 » conosca » conoscano 113 30 » boscdi » boschi 114 19 » Villalba » Villalbese » 33 34 vanno trasportati a pag. 115, dopo il l'' verso. 115 33 ove è detto Mimaescoptilus si legga Mimaeseoptilus 116 22 » Stein? » Stein. 118 25 » Mycrodactylus » Mìcrodactylus 119 2 » Ln. » Mn. 120 12 V Siciliota » Siceliota 124 8 » Imetocera » Tmetocera — 145 — ALCUNE FORMICHE DELLA NUOVA GALEDONIA PER CARLO EMERY Le formiche della Nuova Caledonia sono poco note, a tal segno che nei lavori pubblicati finora, io non ho saputo trovare che due sole specie indicate come provenienti da quelle isole ; la Formica (Polyrìiachis?) carinata del Fabricius e im Leptomyrmex segnato dal Mayr come varietà dell' erijthrocepJialus F., che però ho creduto opportuno separara specificamente. La presente con- tribuzione, quantunque ben piccola e limitata a poche forme, varrà pure a dare un qualche concetto della fauna mirmecologica della Nuova Caledonia. Questa fauna ha una facies assolutamente australiana, e sebbene sopra 12 specie 8 siano nuove, nondimeno per la più parte esse mostransi strettamente afl3ni a forme note dell'Australia continentale; una si rinviene ancora nell' Indostan, due sono cosmopolite : è specialmente caratteristica la presenza del genere Myrmecia, le cui numerose specie sono tutte proprie dell'Australia e della Terra di van Diemen. Debbo la comunicazione di questa piccola ma interessante raccolta al sig. E. Léveillé, il quale ha voluto concedermi di arricchirne la mia collezione: gliene esprimo qui i miei più vivi ringraziamenti. Bologna, giugno 1882. 1. Camponotus Gambeyi n. sp. '^ (minor?). Nlgra, cmtennarum flageìlo, tarsisque litteis; undìque snh- tilissime coriacea, opaca, certa luce obsciire cocruìeo micans, cinereo du- Ann. XV. 11 — 146 — heseens et pilosa, clypeo sulcarinato, antice integro, thoracc angusto, dorso continuo, jpronoto convexo, mesonotl imrte posteriore et metanoli superficie basali suòrectis, protensis, squama crassa cuneiformi, iihiis pilis hrevihus oblique ahstantihus: C. extenso Mayr quoacl formam xjroxime affinis. Long. 6.5 — 7 min. Questa specie si avvicina molto al C. extensus dell' Australia con cui conviene nella forma del torace e nella pelosità delle tibie. Se ne differenzia pel colore, per la scultura più sottile e per la vestitura di tutto il corpo, nonché per la forma della squama ; che è però un poco più bassa e più mas- siccia, con lo spigolo superiore più tagliente e un poco elevato nella linea mediana. Camponotus camelus. 2. Camponotus camelus n. sp. ^ Picea, capite, mesonofo et metanoto ferrugineis, coxarum apice, p)c- tioli parte inferiore et antennarum scapis testaceis, suhtilissime coriacea, nitida, corpore glaberrimo (abdominis segmentorum margine setis aìtis paucis) antcnnis p)edihitsque subtiliter puheseentibus ; capite brevi, convexo, clìjxìeo convexo, haud carinolo, antice arcuate producto, mandibiilis 4-den- tafis; thoracc inter mesonotum et metanotum valde consfricfo, hoc gibboso; squama crassa, humili, siipra rotundata. Long. 3. 2 mm. (videtur esse ^ minor). Questa specie che per la forma del capo breve e convesso sembra avvi- cinarsi al gruppo del C. lateralis, si connette ad alcune piccole forme in parte nuove della regione papuana, le quali dovranno essere più tardi meglio studiate. La diagnosi e la figura basteranno intanto a far riconoscere la specie qui descritta: essa andrà probabilmente soggetta a variazioni nel colore. Ne ho veduto un solo esemplare. — 147 — 3. Polyrhachis exul n. sp. ^ Nigra, cainte thoraceque longitud'maliter stnafis, parce xmlescenti- hiis et hrevitcr pilosis, àbdomine pube densa aureo vel aeneo serìcea, tho- racis marginihì'jS carìnatis, sntiirarum loco profunde incisi s, pronoli angulis anticis dente acuto piroductis, ìnarginihus postice haud simiatis, metanoti margine laterali antice lohido elevato, postice spina flexuosa, obliqua, acu- tissima, intervallo quod ipsam a spina lateris alterius separai breviore; squama petiolari iitrinque sjnna (spinis tJwracis fere aequilonga) circiim abdominis basin inflexa. Long. 4. 5 — 5 mm, È questa una forma molto vicina alla P. Guerini Eog. dalla quale ho esitato a separarla specificamente: è conforme ad essa per la configurazione generale, per i margini del torace carenati e profondamente incisi alle suture, pel protorace prolungato in un dente acuto ai suoi angoli anteriori, pel lo- bulo sporgente alla parte anteriore dei margini del metanoto; ne diff'erisce pel margine laterale del pronoto non sinuoso nella sua parte posteriore, per le spine del metanoto e della squama più brevi e più gracili, per la pube- scenza molto più breve e più scarsa ^lel capo e nel torace, mentre quella del- l' addome è egualmente fitta come nella Guerini. In tutti gli esemplari esa- minati, l'addome aveva un bel riflesso tra il bronzino e il dorato 4. Plagiolepis gracilipes Sm. Specie diffusissima in tutta la zona torrida. Capo delle due specie di Leptomyrmex L.pallens. L. erytlirocephcdus X 5. Leptomyrmex pallens n. sp. g Flavo-testacca, àbdomine nigro; L, erythrocephali individuis palli- dioribus haud dissimilis, verum minor, capite breviore, postice minus an- gustato, sed potius rotundato. Long. 6 — 7 y, ram. — 148 — Considero la presente forma come una razza locale del L. erythrocephalus F., la quale è stata già segnalata- dal Mayr (Die Australischen Formiciden), e pare propria della Nuova Caledonia (ne ho veduto 5 esemplari): essa è ri- conoscibile dalla piccola statura e dal colore testaceo giallo, con l'addome nero. La forma del capo è alquanto diversa da quella degli esemplari austra- liani pili pallidi e minori della mia collezione (di Eockhampton nel Queens- land, dal Mus. Godeffroy), cioè più breve e meno gradatamente ristretta verso l'occipite; invece la forma del capo rassomiglia di più ad un esemplare grande (13 mm.) nero col solo capo rosso, pure del Queensland, ma di altra località. Forse la Formica nigriventris Guér, di Port Jackson, si avvicina alla razza Neocaledonese, con la quale ha comune il colore; però la forma del capo» molto allungato nella figura del Guérin, fa supporre che si tratti piuttosto di una varietà di colore del L. erythrocephalus. 6. Iridomyrmex sp. Una ? alata non determinabile specificamente. 7. Anochetus punctiventris Mayr. Due individui ^; questa specie è descritta dal Mayr sopra esemplari di Calcutta, né era stata ritrovata altrove. Capo degli Ectatomma. E. fulgens E. metallicum 8. Ectatomma fulgens n. sp. ^ E. metallico affmis et panilo major; capite magis elongafo, angidis posticis magis rotunclatis, occipite haud trimcato, clgpeo modice producto, sculptura verticis reticulati in rugas longitudinales minus confluente, l^rothoracis potius transverse rugosa, àbdominis segmentorum 1' et 2' strigis transversis inulto subtilioribus, hoc fere nìlido, haud sericeo; — 149 — color metalUcus ohscure viridis, pedibus antennisque piceo- fuscis, flagello, tarsisque hrunneis. Long. 7 mm. Questa bellissima specie è facile a distinguere dall' JEJ. mctallicum Sm. dell'Australia per i caratteri seguenti: il capo è più allungato, meno qua- drato, un po' più ristretto in avanti e indietro, onde gli angoli occipitali di- vengono meno sporgenti, la sua superficie fronto- occipitale si continua fino air articolazione del capo, senza presentare nessun vestigio di troncatura o di spigolo trasverso, mentre neW E. metallicum, se si guarda il capo di profilo, si vede che forma quasi un angolo fra la superficie frontale e la oc- cipitale: il clipeo è notevolmente sporgente in avanti, le sue rughe longitu- dinali sono più rade nel mezzo; la scultura del capo tende a formare rughe longitudinali solo fra le lamine frontali e sulle guancie, mentre nell' E. me- talUcmn questa disposizione si estende anche al vertice; sul protorace la scultura tende a formare rughe trasverse, mentre nello E. metallicum è disposta piuttosto longitudinalmente; il primo e il secondo segmento del- l'addome hanno una striatura molto più fina, per cui il secondo non ha il riflesso sericeo che osservasi nel metallicum, ma è debolmente lucente. Ho veduto un solo esemplare di questa forma che rappresenta VE. metallicum nella fauna neocaledonese. 9. Ectatomma pulchellum n. sp. ^ Nigra, pedibus et antennarum scapo, exceptis basi et apice, piceis, flagelUs, mandibularum marginibus, ano, trochanteribus, genuhus, tarsis- que testaceis; parcissime pilosa, pedibus antennisque pubescentibus, sub- opaca, mandibulis longitudinaliter striatis, capite (etiam clypeo) tliora- ccque rude reticitlato-foveolatis ; clypeo antrorsum angui ate producto, occipite Icviter emarginato, vertice absque carina transversa, pronoti an- gulis anticis inferius in denticulos testaceos acute productis, thoracis dorso continuo, suturis vix distinctis, metanolo postice excavato, super coxas posticas ntrinque tubere testaceo, petiolo leviiis reticulato, antice striato, nodo alto, supra rotunduto, abdominis segmento primo suhopaco, subtilius scmicirculariter striato, secundo basi subtilissinie transverse striato, apice lucido. Long. 3. 8 mm. Ne ho visto un solo esemplare; questa specie è ben distinta da tutte — 150 — quelle del gruppo Bliytìdoponera per la piccola statura ed i caratteri di co- lorazione riferiti nella diagnosi (1). 10. Myrmecìa apicalis n, sp. ^ Nigra, nitida, dense griseo-pubescens, pedibus et antennariim fla- gello testacele^ mandihuUs, clypeo anoque hiteis; mandihulis dentatis, modice angustatis; capiite subtilius striato; pronoto rugulis divergentibìis obsoletis, mesonoto sublaevi, metanoto transverse rugoso; petioU segmento primo latitudine plus quam dimidio longiore, nodo par iim elevato, suhlaevìy foveolis obsoletis impresso, secundo abdomine multo angustiore. Long. 11. 5. mra. Questa Myrmecia appartiene al gruppo delle piccole specie, M. pi- losula Sm., varians Mayr. e pietà Sm.; differisce dalle due prime pel mesonoto liscio, da tutte per la colorazione, pel primo segmento del picciuolo più allungato; con un nodo meno elevato, quasi levigato o appena segnato di (1) Descrivo qui in nota un bellissimo Ectatomma di cui ho nella mia collezione tre esemplari con T indicazione di patria « Nuova Zelanda: » pertanto ho qualche dubbio che possano provenire invece dall'Australia orientale. E. Mayrì n. sp. ^ Picea, minus nitida, mandibttUs pcdibusque caslaneis ; capile rude reticulalo-rugiso, subtuè coriaceo, punctis foveolutis magnis, vertice carina Iransversa elevata, medio interru- pla, lateribus obluse augniate producta, clypeo antice rotundato, mandibìdis striali^, anleti- narum flagelli arlicv.lo secundo primo longiore; thorace transverse rugoso^ punctis fovei- fonnibus magnis, pronoto obsolete bigibboso, sutura inter mesonotnm et metanoivm leviter impressa; petioli squama crassa reliculata, abdomine dense arcuatim striato, fere sericeo, sparse subliliter punctato. Long-. 11 — 12 mm. Questa specie si avvicina air£. rugosvm Mayr, dal quale differisce principalmente per la mancanza di distinti tubercoli sporgenti sul pronoto, e per la scultura. Negli Eciatomma del gruppo Rliytidoponera, la scultura del capo e del torace consta di punti foveolati a fondo liscio, misti a rughe che possono divenire più fine e strette e far posto infine ad una sottile granulazione interstiziale. Quando i punti foveolati sono molto grossi e vi- cini, le rughe spariscono, divenendo come setti tra le fossette, e formando la scultura reticolata scabra degli E. rugosum, convexum, (nlgen^ ec; i punti possono essere sparsi e piccoli e le rughe poco accentuate o nulle, come sul capo dell' £. nudalum Mayr; o ancora le rughe possono sparire e rimanere dominanti i punti e la granulazione cerne ueir E. crislatum Mayr. Neil' E. Mayri, il capo è quasi reticolato, però, specialmente in avanti, lascia riconoscere che questa scultura è dovuta alla combinazione di rughe e di fossette; inferiormente le rughe mancano e i punti sono separati da un fondo granelloso. 11 torace ha rughe trasverse sottili e punti; sui fianchi, granulazioni e punti più piccoli. Si può ritenere che VE. Maìjri rappresenti un membro di una serie intermedia fra gli E, rugosum e crislatum. — 151 — foveole poco marcate, pel secondo segmento assai meno largo dell' addome : ne ho veduti tre esemplari. Torace e picciuolo del Meranoplus Leveillei 11. Meranoplus Leveillei n. sp. y Ferrugineo-f lisca, abdomine rufo-testaceo, pube longa, tenui dense hlrsuta; capite reticidato, clypeo nitido; thoracis lateribus margine elevato et spinis membranaceis obscure tesfaccis, margine Inter spinas pellucido; pronoto angulis productis, mesonotq^ lobo laterali, spinisqice membranaceis postice quatuor, quarum par medium multo brevius, mesonoto spinis ma- gnis, sub spinis angularibus mcsonoti insertisi pel ioli nodo primo cunei- formi, postice striato, secundo reticulato; abdomine laevi, nitido. Long. 3 — 3. 3 mm. Pel numero e per la disposizione generale delle spino, la nuova specie si avvicina ai M. pubescens Sm., fenestratus Sm. e hirsutus MajT. ; differisce da tutti per la forma e la posizione delle spine del metanoto, che sono molto lunghe e robuste e si trovano precisamente al disotto delle spine laterali del mesonoto; i margini del disco costituito dal pronoto e dal mesonoto sono bensì pellucidi fra le spine, ma non mostrano finestre vitree; il primo seg- mento del picciuolo non è foggiato a squama come nei 31. pubescens e hir- sutus, ma più massiccio e superiormente si assottiglia a cuneo; per la natura della pelosità, 11 M. Leveillei si avvicina ViW Mrsutus. 12. Solenopsis geminata Fab. Specie diffusa in tutta la zona torrida; un esemplare di colore pallido. — 152 — UN CENNO SUL ABITATO DEL CAPJLABUS CAVEK,IVOSUS Fmv. Nota di O. PIRAZZOLI. Sono quasi sicuro che un cenno sulla abitazione di questo carabo riuscirà gradito agli entomologi, tanto più che il suo abitato presenta la singolarità di trovarsi sì nei Balcani, che in una ristretta plaga dell'Abruzzo, senza ve- runa stazione intermedia: strana distribuzione di questa specie! Il primo a descrivere questo carabo, come proveniente dai Balcani, fu il Frivaldszky e lo nominò Caràbus cavernosus; poco dopo il Costa descrisse il Carahus variolatus del Gran Sasso d'Italia. Un minuto esame ed un ac- curato confronto tra questi due carabi, ha constatato l'identità della specie, mentre poi le cresciute ricerche non hanno fatto scoprire altra stazione in- termedia a queste due località sì lontane e disparate fra loro. Nei passati anni molti amici mi stimolarono a farne la caccia, e nello scorso anno, con tale scopo, mi diressi al Monte Corno: la stagione perù al- quanto precoce e le continue pioggie me ne distolsero, sicché gettatomi nel Lazio, per raccogliere intanto VAnthypna CarceUi, pel mal tempo fui co- stretto a ritornare a casa. Quest' anno, in compagnia di un giovane amico desideroso di salire il M^ Corno, giunsi in Aquila la sera del 18 giugno 1882. Le informazioni to- pografiche che ci furono date riuscirono esattissime, solo fummo avvertiti che in quel luogo non dovevamo fare assegnamento ne sopra pane, né vino, né acqua! Prendemmo dunque le necessarie precauzioni, e riempita una grande cesta di viveri e vino per cinque giorni, giungemmo la sera del 19 in As- sergi, paesello che in precedenza era stato scelto come unico contro delle nostre escursioni. Trovammo che tutte le informazioni topografiche erano esatte, non però quella sui viveri, perchè in Assorgi un discretissimo albergo ci offrì ot- timo pane, discreto vino, salame, ova, galline (excusez du peu); ma, quello che più monta, vi trovammo l'ospitalità la più sincera e cordiale. Quanto all'acqua, in fondo alla piccola valle di Assorgi vi è un rio che ne porta dell' abbon- — 153 — dante ed ottima, ma è però vero che il viaggiatore che percorre quei monti non trova un misero fonte, che dopo quattro ore di faticoso cammino. Siccome la tradizione orale del vecchio amico Orsini mi avvertiva di avere preso quel carabo a Monte Cristo, ed anche la descrizione del Costa sul suo carabo vajuolato termina colle parole — Trovasi sulle maggiori alture del Gran Sasso d'Italia, luogo detto Monte Cristo — cosi al mattino del 20 ci portammo colà. Col più grande ardore e spirito di ricerca, assieme alle guide, sollevammo tutte le pietre di quel monte, ne perlustrammo tutti i valloncelli e ripiegature di terreno, tanto sui fianchi che sulla cima, ma non trovammo alcun carabo. Una ricerca però così minuziosa mi procurò le seguenti specie: Percus Dejeanii Dej., Phosphuga oxìaca L. e Ph. retìculata F., Asida S'ardiniensis Allard, Chaetonyx robushis Schaum, Limonius x>'ìlosns Leste, Athous JiaemorrJioidalis F., Corymhites cupreus F., C. melanchoUms F., C. aeneus L., C. latus F., Opatrum sahulosum L., Otiorhynclius pulveni- ìentus Germ. la varietà periscelis Gyll., TycMus curtics Briss,, Platytarsus sefiilosus Boh, Trachypthloeus aristafus Gyll., Alophiis MguttatusF., lAparus coronatus Germ., Cionus solani F., RMnoncus perìcarpìus L., Phytonomns rariabilis Herbst, Cymindis alpina Chaud, Licimis depressus Payk, Poeciìus Koyi Germ., Harpalus fuliginosus Duft., H. lìtigiosus Dej. Nel solo fontanile trovato lungo la salita vivevano Agabus hìpustidatus L. ed A. nìtidus F. Il mattino del 21 mi diressi all'unico luogo vestito di alberi, che è una selva di circa due chilometri quadrati, la quale veste la base del contrafforte detto Pis!2o Cefalone. Nulla vi era, e li stessi fogliami esplorati con dili- genza non offrirono che comuni coleotteri, e solo trovai sul terreno 3Ieloe violaceus Marsh., Timarcha Nicaecnsis Villa e T. pratensis Duft. e dai ce- spugli caddero Cryptocepthalus flavìpes F., Stenomax lanìpes L., Gonodera metallica Kiist, tanta era l'aridità di quella selva! Nel mattino del giorno 22 al sorgere del sole giungemmo ad un punto culminante del Monte Corno detto Portella, perchè da questo luogo, quasi da porta o finestra, si domina la vista di un profondissimo vallone, che ver- deggiante nel suo mezzo e rilevato da brusche elevazioni, ha tutta la sua periferia esteriore circondata da nevi che si appoggiano e risalgono alle basi dei tre monti Corno, Pizzo d' Intermesole, Pizzo Cefalone. Il mio compagno proseguì la sua ascensione alla vetta del corno, ed io discesi a traverso della neve in questo strano ed oltremodo profondo vallone che si chiama Campo Pericoli, e non a torto perchè tanto la discesa che la salita a traverso la neve presentava molti ostacoli. — 154 — Neppure colà potei trovare il ricercato carabo, sebbene quel vallone fosse ricchissimo in coleotteri, e molte specie vi fossero rappresentate a migliaia. Trovai Zcibrus Orsinii Dej, Percus Dejeanii Dej, Plerosiichus valkliusculus ChaucI, Galenica tanaceti L., Chrysomela limhata F., C. lucida 01. ed un al- tra Chrysomela simile alla C. atra H. Schàff. e forse specie nuova, Bembidmn lampros Herbst., Trechus obtusus Er., T. strigipennis Kiesn. Harpalus sul- jìhuripes Gerra., Notiophilus aquaticus L., Bracliynus crepitans L., Cychrus attenuatus F., Nehria Jockischii Sturm., N. tiòiaìls Bonn., Andalusica Kamb., N. fulviventris- Bhssi, N. Orsinii Villa, N. pkicornis F., Leistus spiniharhìs F., Calatlius Plrazzolii Putz., Amara similata Gyll., A. acumi- nata Payk., A. antica Pan/.., A. apricaria Payk, A. patricia Duft., Lesteva longelytrata Goeze, Otiorhynclms Helvetius Bob., 0. strigirostris Bob., Ba- rynotus moerens F., Goeriiis Italicus Arag., G. opJitalmicus Scot^., G.pici- pennis F,, XantJiotiniis distans Eey., Baptolinus affinis Payk. ed un genere forse nuovo vicino a Dichotrachelus. Un pastore che ci stava osservando intenti a svoltare pietre, si avvicinò e disse: Ah! vo' state cerchenno la bella vecchia pintricchiata che costa dieci sordi! mò vedete! •qua non ce stanno. Da questo strano ma incisivo lin- guaggio, capii che egli conosceva ed alludeva al Carabus variolattis, ma come mai poteva egli definirlo così bene, e nello stesso tempo stabilirne un prezzo? Bisogna sapere che, nei passati anni, alcuni entomologi ed anche altre persone, per incarico ricevuto, hanno eccitato i pastori alla ricerca di questo carabo, insegnando loro che il medesim^o, a differenza degli altri, ha la schiena pintricchiata, cioè impressa di fossette, e che di giorno sta ap- piattato sotto le pietre, promettendo loro dieci soldi per ogni esemplare. Di fatto i primi esemplari furono puntualmente pagati al prezzo convenuto, ma in appresso ne nacquero delusioni e dispiaceri, per parte dei pastori, che si portarono fino in Aquila a vendere la nuova e strana merce; ed è per questo che anche oggi i pastori, riuniti in concorde camorra, cercano di fare rivivere la prima splendida mercuriale di soldi dieci. Certo oggi è un fatto, che in tutti i dintorni di Monte Corno non vi è pastore che non conosca la vecchia pintricchiata e che non abbia una cieca fede al suo valore ! Non mancai certo d'interrogare quel pastore, ed egli colla usuale camorra sog- giunse, che quando colle sue mandre abitava le Scenderelle o le Fondre ne aveva venduto centinaia a dieci soldi l'una. Contento della notizia tornai allegro in Assergi. All'alba del giorno 23 partimmo per le Scenderelle, che è un lunghis- — 155 — Simo vallone di molti chilometri, e che principiando dal piede meridionale di Monte Cristo, si estende e si prolunga sempre incassato da continui contraf- forti, assumendo per ordine le diverse denominazioni Fossa Paganica, Ce- rase, Gaglìardelìe, Santo Egidio. Avevamo già raccolto una dozzina di Carabus variolatus, quando ad un tratto trovammo tutti i sassi della valle rialzati! I pastori ci avevano preceduti, e con i riuniti sforzi di sei persone, avevano non solo rialzato tutti i sassi, ma ancora enormi massi e pietre infossate nel terreno. Percorsi così inutilmente quasi due chilometri di pietre capovolte, ed essendo inutile il pro- seguire, perchè in questo lungo tratto non trovai che un solo carabo, sotto una pietra dimenticata, mandai le guide alla ricerca dei pastori che ci avevano fatta la soperchieria. Sebbene, per principio, non abbia mai comprato coleotteri, pure vista la stranezza del caso, e più ancora per non mancare allo scopo che mi era pro- posto, acquistai per trenta franchi, col più grottesco mercato del mondo, da questi sudati e trafelati pastori, una settantina di carabi. Il lato comico del mer- cato era, che quando casualmente veniya alle mani un Carabus Eossii od un Procrustes (essendo questi esclusi dal contratto); aguzzavano allora gli occhi, ed a mal in cuore constatavano che non erano pintricchiati. I pastori furono la causa che perdessi interamente la caccia dei piccoli coleotteri, e solo trovai Procrustes spretus Dej, Carabus Eossii Dej, però in esemplari molto più piccoli di quelli che si prendono nell'Appennino To- scano, ed anco con alquanto differente asperità delle elitre. Phgtonomus Sai- viae Schrank, Larinus Jaceae F. Crypticus alpinus Comm. Asida Sardi- niensis Allard, ed un gran numero di Amare ed Harpali. Annoiato dalla scena dei pastori io decisi di andare la mattina del 24 alle Fondre. La via fu oltre ogni credere aspra e forte. Io avevo contato di fare una buona caccia e senza il disturbo di importuni pastori, ma ebbi eguali noie, sebbene là i pastori non avessero pretese, perchè alle Fondre non tro- vasi il Carabus variolatus. Non rinvenni che Carabus Eossii Dej, la boUa varietà Carabus Picenus Villa, Calafhus Pirazzolii Putz., Goerius Italicus Arag., Ocypus falcifer Nordm., Leueosomus i-punctatus Schrank., Meìcus granuliger Boeh.; Plinthus Parthenius Costa, P. caliginosus F. Barynoius sqiiamosus Germ., Pedinus meridianus Muls, Crypticus alpinus Comm. Ne risulta che l'unico luogo, ove io abbia trovato il Carabus cavernosus Friv, è il gran vallone detto delle ScendcrcUe, che da Fossa Paganica, — 156 — mutando sempre denominazione, sì estende sino a Sant Egidio, e che più ci avanziamo verso questo ultimo luogo piìi cresce il ricolto di questo coleottero. Nel mezzo del vallone trovansi alcune pozzanghere d'acqua, a guisa di la- ghetti circolari, ed a questi accorrono cavalli, pecore, ed uccelli a dissetarsi. I pastori si provvedono l'acqua con barili, attingendola a fonti molto lontane. La vegetazione si compone di erbe minute ed eguali, e solo qua e là sorgono robusti cespiti del luteo-tumentoso Verhascum longifolium Rum et Schulz., sotto al cui foglioso piatto si nascondono sovente i carabi. Tutta intera la valle, ed anco i circostanti monti mancano non solo di alberi, ma di qua- lunque cespuglio od erba lignescente, come manca l'umidità per far pro- sperare i muschi; anco le numerose pietre di cui è tempestato il terreno non hanno licheni. Solo nei siti grassi, per avervi, nei passati anni, abitato i pastori, cresce il Eomice ed il Buono Enrico, ed ivi trovasi in copia il Percus Dejeanii in robusti esemplari, mentre vicino alla cima di Monte Cristo gli esemplari sono quasi di metà. Fra queste erbe brulicavano le larve non adulte di un Acridium, che sul momento non pensai di raccogliere. I pastori mi dissero che dopo le pioggie, ed in altre circostanze atmosferiche, uscivano questi carabi anche nel giorno a passeggiare nel terreno, e che ove le pietre erano molto affossate si nascondevano sotto le foglie dei Verbaschi. La na- tura del terreno che ho percorso è stata eocenica nelle più grandi eminenze, nel resto liasica. Il Carabus cavernosus Friv. per la particolare scultura delle elitre, in- cavate da sei o sette serie di fossette, per robustezza e colore dei suoi te- gumenti, non può confondersi con verun carabo italiano. A ragione il Costa dice che le maggiori affinità di questa specie sono col Carabus perforaius Fisch. della Bessarabia, che difatto appartiene anch'esso al gruppo Melan- carabus Thoms. L'unico Carabo che a prima vista ricordi il vajuolato di Costa sarebbe il C cribratiis Quens. del Caucaso, ma esso appartiene ad un altro gruppo o sottogenere. Oggi però trovo, neWAbciUe (Catalogne des Coléoptères de l'ancien monde), che il genere Carabus è stato suddiviso in un maggior numero di gruppi che nel catalogo Stein e Weise. Nel nuovo catalogo àeWAbeiUe non restano che quattro specie al gruppo Melancarabus cioè grceais Dej, troja- nus Dej, Carceli Cosi, morio Man., mentre sotto il gruppo Pacliystus Mots. trovansi riunite, una vicino all' altra, le specie C. perforatus Fisch., caver- nosus Lin., cribratus Quens. ' — 157 — È pure da osservarsi che questo recente catalogo dà la priorità al va- riolatus Costa, ed a luogo del Frivaldscky segna lo Schaum come l'autore del C. cavernosus. Mancando dei lavori di Thomson e di Gèhìn, del necessario materiale e competenza, mi asterrò da qualunque critica, solo annotando che il Carabus cavernosus Friv., fu descritto nel 1837 ed il Carabus variolatus Costa nel 1839, salvo che esista altra accidentale incompatibilità o doppio impiego di nomi. Le antenne dei maschi del nostro cavernosus sono semplici, cioè nessuna articolazione intermedia è rigonfia od assimetrica. Le prime quattro articola- zioni dei tarsi davanti sono nel di sotto vestite di una sòia giallastra, però i primi tre articoli sono maggiormente dilatati. I maschi sono più nume- rosi delle femmine, e nella raccolta ho verificato che la proporzione dei primi alle seconde sarebbe come 4:1. 158 BERNHARD GERHARD. - Ueber die Aehnlìchkeit einzelner Arten von Schmetterlingen aus ganz verschiedenen Familien. Et-was tìber Systematik. Es ist eine eigenthuemliche Erscheinung, dass viele Schmetter- linge, obgleich sie zu ganz verschiedenen Familien gehòren, doch eine seiir grosse Aehnlichkeit mit einander haben. Ich erlaiibe mir, Ihnen dies an einigen Beispielen nàher vor Augen zu fi'ihren, indem ich Ihnen die verschiedenen Arten in natura vorlege. Sie finden da also : 1. Danais AustraUs Hestina Nama Papiìio Cìytìe 2. JEuploea Sivainsonii Hypoìimnas Perimele Papiìio Palephates 3. Euploea Core Hypoìimnas Bolina ? Papiìio Panope 4. Aìnauris Niavius Hypoìimnas Dinarha 5. Amauris Egiaìea Pa])iìio JEcherioides 6. Danais Chrysippus Hypoìimnas Auge ? 7. Titliorea Tarracina Heliconius Ziileima 8. Mcìinaea Egina Heliconius Syìvana 9. Ly corca Cìeohaea Papiìio Zagreus 10. Napeogenes Toìosa aus der gruppe der ■ Danaicìen » >> » Nympìialiden » » » Papilioniden » » » Danaideii » » » Nympliaìiden » » » Papilioniden » » » Danaicìen » » » Nymphaliden » » » Papilioniden » » » Danaiden » » » Nymphadiden » » » Danaiden » » » Papiìioniden » » » Danaiden » » » Nympliaìiden » » » Danaiden » » » Eeìiconicìen » » » Danaiden » » » Heìiconicìen » » » Danaiden » » » Papiìioniden » » » Danaiden — 159 - - ArcJionias Eurytele aus der grnppe des Pienden 11. Satyrus Brahm'mus » » » Satyriden Papilio Cynorta » » » Papilioniden 12. Scada Bechia » » » Banaiden Dismori)h ia Fortunata » » » Pieriden Hyalurga Bica » » » Bombyciden (TÀthosiiden) 13. Scada Thcaphia » » » Banaiden Bhomia Eurimedia » » » » Bismorplda Eumelia » » » Pienden 14. Acraea Ozomene » » » Acraeiden Sanr/aris Bi fasciata >> » >? Bombyciden 15. ArcJ/onias Tercas » » » Pieriden Bapiìio AncJiiscs ? » » » Papilioniden Es giebt deren noch viele andere, ich babe nur diese wenigen gewàhlt iind glaube, Ihnen auch mit diesen die Aehnlichkeiten geniigend dargethan zu haben. Hat nim die Natur bei Schaffung diesar Aehnlichkeiten einen besonderen Zwerk verfolgt oder ist es nur ein reiner Zufall ? Der berijhmte Entomolog Bates, der langer als 10 lahre am Amazonenstrora sammelte und die dort zu Tausenden fliegenden Danaiden nnd Heliconiden beobachtete, erwahnt solche Aehnlich- keiten unter diesen beiden Gruppen und behauptet, dass diese Aehnlichkeiten fiir die den Danaiden angehorenden Arten als Schutzwehr diene. Die Heliconiden hàtten nàmlich einen àtzenden oder iibel rìechenden Saft, den sie bei Gefahr ausfliessen liessen und wiirden deshalb von Vògeln und andern Feinden wenig gesucht. Die ihnen àhnlichen Danaiden mischten sich nun unter sie und entgingen dadurch leichter den sie verfolgenden Feinden. Ob diese Ansicht begriindet ist, muss dahin gestellt bleiben ; ich, fiir meine Person, glaube nicht daran, demi es wàre eigenthiimlich, wenn nur diese einzelnen Arten von der Matur auf solche Weise bevorzugt worden seien, wilhrend so viele hundert andre Arten keinen derartigen Schutz geniessen. Zwar haben wir viele Insecten, die sowohl durch ihre Farbe, die gleich ist mit dem Stoffe, worauf sie sitzen. — 160 — wie Steine, Holz. Blàtter etc. als auch durch ihre Form sich vor Verfolgungen mòglichst schùtzen, doch diirfte ein Schutz, der auf Aehnlichkeit mit einer andern Art aus ganz verschiedener Gruppe, wohl zu den Fabeln zu rechnen sein. Gewissheit hierùber mùssen erst weitere Beobachtungen bringen. Ich halte es flir ein Spiel oder eine Neckerei der Natiir, wenn ein solcher Ausdruck gebraucht werden darf. Bemerkenswerth ist jedenfalls die Thatsache, dass solche Aehnlichkeiten fast ausnahmslos immer auf demselben Faunenge- biete stattfinden ; so z. B. gehòren: N" 1. alle drei zur ostine! ischen Fauna » 2. » » » Fauna der Philippinen » 3. » » » ostindischen Fauna » 4. 5. beide aus Afrika » 6. aus Ostindien » 7, 8, 9, 10, 12, 13, 14, 15, alle aus Sildamerika » 11. dagegen macht eine Ausnahmo; Satyrus Brahminus starami vom Himalaya, Papilio Cynorta aus Afrika. Nur die Tropenlànder haben solche Aehnlichkeiten aufzu- weisen, in den gemàssigten Zonen kommen sie nicht vor. Bei der grossen Aehnlichkeit, die zwischen den in Sildame- rika vorkommenden Danaiden und den ebenfalls nur Siidamerika bewohnenden Heliconiden herrscht, steigen wohl begriindete Zweifel auf, ob es gerechtfertigt ist, diese beiden Gruppen aus einander zu trennen, die fri'iher zu einer Farailie vereinigt waren. Die vielfachen neuen Systeme, die von gewiss beriihmten, tiichti- gen und bewàhrten Gelehrten aufgestellt sind, haben bisher noch immer zu kàmpfen gehabt mit einzeìnen Eigenthumlichkeiten in der Natur, sodass sie oft, trotz oder in Folge strengen Festhal- tens der Grundlage an einzeìnen Individuen scheiterten oder doch in's Ungewisse geriethen. Neuerdings hat Herr D.'" Ad. Ròssler, als Anhang zu seinem Werke « die Schuppenfliigler (Lepidopteren) des Kon : Reg. Bez. Wiesbaden » ein neues System zur Classifizirung der Lepidop- teren aufgestellt, das an Originalitat sowohl als auch an geist- — 161 — reicher Natur. — Philosophie sehr beachtenswerth ist. Mòschler hat in dem letzten Hefte der Stettiner entomol. Zeitimg fVir 1882 dasselbe einer eingehenden Kritik unterworfen ; da min wohl vielen der Herren die Zeitung nicht zur Hand ist, so erlaiibe ich mir, darùber ein kurzes Resumé zu geben. Der Verfasser stimmi mit Lederer und Herrich-Schàffer, sowie andren bedeutenden Systematikern darin iiberein, dass ein System der naturwissenschaftlichen Kòrper nicht in einer geraden^aufwàrts steigenden Linie erscheinen kann, sondern dass es vielmehr dol- denartig sich verzweigende Aeste auf einera gemeinsamen Stamme sind. Sein Grundgedanke ist, indem er die Schmetterlinge in die zwei Abtheilungen Macro-und Microlepidopteren trennt, der, dass diesa Abtheilungen wiederum in Ordnungen z. B. Tagfalter, Schwàrmer, Spinner etc. zerfallen. Nun finden sich, nach des Ver- Cassers Ansicht, wiederum sowohl in den beiden Abtheilungen oder Familien analoge Arten wieder, die sowohl durch ihren Habitus wie durch friihere Stànde etc. auf einander folgen und so ein auf einem leitenden Princip beruhendes System bilden. Ob hiebei die durch Aehnlichkeit eines oder einiger anatomischer Kennzeichen einander nahestehende Familien, beziehentlich Gattungen oder Arten getrennt werden, gilt dem Verfasser gleich, was Mòschler zwar mit dem zu Grunde gelegten Principe zu entschuldigen sucht, was aber doch die bisherigen Systeme vollstandig umstosst. Er zeigt auch noch eine weitere EigenthiJmlichkeit. Sein Sy- stem beginnt, wie gebràuchlich, mit den Tagfaltern und zwar, wie die franzòsischen und nordamerikanischen, mit den Papilio- niden, als den ausgebildetsten, denen er die Nymphaliden folgen làsst, dann erst die Pieriden, diesen die Castniiden, Satyriden, Eryciniden, Heliconiden und endlich die Lycaeniden. Von diesen Familien nennt er die ersten drei, also Papilioni- (len, Nymphaliden, und Pieriden, die eìgentlichen Tagfalter, die Hesperiden repriisentiren ihm die Schwàrmer, die Castniiden die Spinner, die Satyriden die Eulen, die Eryciniden und Heliconiden die Spanner, und die Lycaeniden die Microlepidopteren. Er hat sich also von den bisherigen Systomen vollstandig losgesagt ! Ann. XV. 12 — 162 — Eine Trennung der Pieriden von den Papilioniden durch die Nymphaliden scheint auch Mòschler nicht richtig oder doch sehr gewagt. Welter vergleicht er bei den Spinnern die Saturniden mit den Papilioniden, die Arctiiden, mit den Nymphaliden, die Lipariden mit den Pieriden imd die Limacodiden mit den Lycaeniden. Es wiirde mich zu welt fùhren, wollte ioli Mòschler in seiner Kritik vollstàndig folgen, ich habe das Gesagte nur angefùhrt, um auf das von D' Rossler anfgestellte neue System aufmerksam zu maclien. Leipzig, november 1S82. — 163 — La CloroflUn ncffìi Afidi. — Nota di L. MACCHIATI. Avendo osservato che gli afidi lasciati per qualche tempo al- l' oscuro sbiadiscono nello stesso tempo che sì decolorano le foglie delle piante che li albergano, mi si presentò l'idea che detti insetti potessero contenere la clorofilla; e per venirne in chiaro mi son servito degli stessi mezzi ai quali si suol ricorrere per preparare le soluzioni della clorofilla contenuta nelle cellule delle piante. — A tale scopo raccolsi una grande quantità di afidi verdi, quali sono, per esempio, quelli delle specie Siphonopliora malvae Mosley, Siphonophora rosae Koch, ec. che misi in infuso nell'alcool non troppo diluito, e cioè non inferiore ai gradi 75" dell' alcoolometro di Gay-Lussac ; e ne ottenni una soluzione al- coolica verde, che per l'aggiunta della benzina mi si divise in due strati, dei quali il superiore di clorofilla nella benzina, e l'inferiore di xantofìlla nelì' alcool. Non contento di questo primo risultato, mi era prefisso di ottenere la clorofilla cristallizzata, valendomi dello stesso mezzo al quale più di frequente ricorro per ricavarla dalle piante. A tale intento aggiunsi, nella soluzione alcoolica primitiva, del nero animale granuloso, ed agitai la me- scolanza. Le due sostanze coloranti rimasero aderenti al nero animale, ed il liquido perfettamente decolorato lo decantai. Per aggiunta dell'alcool ad 80-85" mi si ridisciolse la xantofilla, la cui soluzione alcoolica decantai e misi ad evaporare a parte per ottenerla in cristalli. E la clorofilla pura, rimasta aderente al nero animale, mi riusci facile di riottenerla in soluzione per rag- giunta dell' etere anidro. Filtrata la soluzione eterea, la raccolsi in un vetro d' orologio, e la misi ad evaporare. Nello spazio di di poche ore mi fu possibile di osservare sotto il campo del mi- croscopio, a mediocre ingrandimento, i cristalli aghiformi caratte- ristici della clorofilla, che dagli autori si sono voluti riferire al sistema monoclino. — 164 — Ora non dubito punto che, anche gli afidi, diversamente co- lorati che in verde contengano la clorofilla, la quale probabil- mente vi sarà mascherata da qualche altra sostanza colorante, come si verifica in molte piante, per esempio nelle alghe floride. Ciò premesso, riesce facile di spiegare per qual ragione gli afidi verdi tenuti all'oscuro si decolorano, dèi pari che le foglie delle piante : è probabile che nell' uno e nell' altro caso, quelli che più comunemente si chiamano corpuscoli clorofillici, e che in altri termini sono i leuciti primitivi, imbevuti dalle sostanze co- loranti, mancando la luce, prima incomincino a decolorarsi e poi si distruggano; e questo avviene perchè la luce non è sol- tanto necessaria alla produzione, ma del pari alla conservazione della clorofilla. Ho inoltre verificato che se si tornano ad esporre alla luce, gli afidi, come le foglie, rinverdiscono rapidamente. Riconosciuta la presenza della clorofilla negli afidi, bisogna accordare loro la proprietà, quando sono esposti alla luce, di fabbricare le sostanze organiche, perchè essi decomporranno r acido carbonico, per preparare col carbonio di questo e gli elementi dell' acqua le sostanze ternarie. Adunque possiamo con- cludere, che gli afidi si dovranno nutrire in parte a spese delle piante di cui sono i parassiti ed in parte a spese degli elementi dell' aria, e, cioè, sono in pari tempo agenti consumatori ed agenti produttori della sostanza organica. Mi sì potrà obbiettare, la con- clusione che ne traggo, essere troppo azzardata, dicendo che gli afidi assorbono la detta clorofilla dalle piante, invece di elaborarla essi stessi. E allora come si spiega che sono egualmente verdi anche gli afidi che suggono gli umori dai petali ? Tuttavia, non lo nego, r argomento ha bisogno di più maturo studio. R. Istituto Tecnico di Reggio Calabria Gabinetto di Storia naturale, 17 dicembre 1882. — 165 Sul R«tgitt*Èt ituiagatov Fabr. — Nota del socio P. BARGAGLI. Nella prima metà del mese di luglio dell' anno 1882 percorrevo in com- pagnia del Dott. Stefano Bertolini, nostro consocio, l' amenissima Valle di Sella, che è una delle valli secondarie della Val Sngana, e compresa tra i monti dell' Armentera (1497°>) da un lato, e dall'altra dalle dirupate pendici della Costa alta dei Managgi, della Cima delle Badici (2336). Spero di poter narrare in seguito delle belle raccolte di Coleotteri che facemmo percor- rendo quella bellissima regione, sparsa di ville, dove trovano piacevolis- simo soggiorno le famiglie signorili di Borgo, le quali insieme ai comodi della vita vi godono la delizia e la quiete di una natura incantevole. L'al- ternarsi di prati sempre verdi, di gruppi di abeti, di pini, di betaie e di faggi, di torrentelli che ora scorrano placidamente, ora si precipitano in spumanti cascate, fa sembrare quella valle un "Seguito non interrotto di parchi e di giardini, se pure questo paragone possa essere al caso, giacché può dirsi che in esso la imitazione vien presa come misura della cosa imitata. Non dirò qui come il nostro obiettivo fosse 1' esplorazione di una caverna posta sotto la cima di Costa alta; e come inutili riuscissero le nostre ricerche praticate per oltre duo ore in quel!' immenso speco, chiamato Grotta di Sella. L' unico ricordo di sì bella escursione che per adesso io presento alla Società sono le larve ed un adulto tutt' ora vivente (12 gennaio 1883) del Bhagium indagator Fabr. Le larve, che trovai sotto la scorza di una vecchia ceppa di abeto, furono da me portate viventi insieme a pochi pezzi di scorza ; ma una sola di esse sopravvisse e conservai le altre in alcool. L' unica superstite si rinchiuse entro una colletta scavata in uno dei pezzi di scorza verso la fine di agosto, ed io potei facilmente scoprire che la larva aveva preso la forma di ninfa e che questa si agitava con bruschi movimenti dell' addome quando veniva disturbata. I colori bruni e cenerini dell' insetto adulto cominciarono a pronunziarsi da primo alle articolazioni delle gambe, poi al resto del corpo, in ultimo ai rudimenti delle elitre, i quali gradatamente andavano a pren- dere maggiori dimensioni, finché congiunsero i loro apici e coprirono quasi tutta la parte superiore dell' addome. Una mattina, verso la metà di settembre, l'insetto aveva già lasciato il suo asilo e moveva lenti e stentati passi per quelle scorze. Ma dopo poche giornate di caldo divenne perfettamente colorato — 166 — e di una agilità non comune ; finché la stagione invernale lo ridusse mezzo intorpidito com' è attualmente. Non è nuova la storia del Rhagium indagator Fab. Ne descrissero le metamorfosi Dufour (Ann. de la Soc. Ent. de France 1840, p. 63, tav. V, fig. 1, 4, Stenocorus inquisitor) ; Eatzebourg (Forstins. t. I, p. 239, tav. XVII, fig. V, fig. 5 B) e Perris (Ann. de la Soc. Ent. de France 1859, p. 469). Perciò, è solamente per l' interesse che si prova nel verificare fatti, ancorché conosciuti, della biologia degli insetti, e per ricordare le bellissime impressioni ricevute per quei monti maestosi e per quelle valli deliziose, avendo per guida e per amichevole e grata compagnia il Dott. Stefano Bertolini, che io ho co- municato questa semplice notizia ai nostri consoci. 167 — PARONA Prof. CORRADO. — Caso di allocroismo in un .It'tuaditlns In una camera del Laboratorio dell'Orto botanico in Cagliari, tra una <]uantità grandissima di isopodi, tutti spettanti al genere ed alla specie so- praindicati, e che occupavano gran parte del pavimento e di una delle pareti, ebbi a catturare, il 22 giugno 1882, un individuo, il quale aveva attirata la mia attenzione per la colorazione del corpo suo, molto diversa dalla normale. Subito, al primo esame, m'accorsi trattarsi di un esempio di albinismo par- ziale, e ciò mi richiamò alla mente l'interessante nota del mio amico Dot- tore Paolo Magretti « Intorno ad alcuni casi di albinismo negli inverte- brati » (Bollettino scientifico dell' Università di Pavia, Anno 3°, n. 1, 1881, pag. 28.) Da essa venendo meglio a conoscere come gli esempi di albinismo negli artropodi siano tuttora poco conosciuti, fui indotto a fare brevissimo cenno del recente caso, quale aggiunta alla sopracitata nota e contributo per questo importantissimo argomento. Trattasi di un Armadilhcs, affatto conforme in dimensioni ai suoi com- pagni, ma che offre la colorazione bruna sua propria, mutata qua e là in altra bianchissima, che fa spiccato contrasto colla prima. Rimasero di colore naturale: l'antenna di sinistra, la testa ed il primo anello. Il secondo ha assunto una tinta più chiara, eccetto al margine laterale sinistro; il terzo segmento divenne bianco sui due margini, e così sempre più estendendosi la colora- zione bianca nei susseguenti anelli; per modo che il sesto è al tutto albino; e rimanendo soltanto due piccole macchioline fulve al quart ultimo e penultimo segmento dell'addome. Non mancano le macchie gialle, che hanno aspetto, intensità di colorito e distribuzione identica alla normale; il che parmi un fatto interessante nella teoria dell'albinismo. Le zampe e le parti inferiori dell'indicato isopodo offrono colorazione biancastra, o al tutto bianca. — 168 — Dalla succinta descrizione è ovvio ravvisare in questo un vero caso di allocroismo, o di albinismo parziale; l'esemplare da me raccolto, confrontato con quello descritto dal Doti Magretti (come io stesso ebbi occasione di fare nel Laboratorio di Anatomia comparata dell' Università di Pavia) si presenta in uno stadio di albinismo molto più avanzato. Cagliari, gennaio 1883. Nota. — L'esemplare or ora descritto, insieme a diversi altri normali, raccolti nellu stesso luogo, r ho ceduto alle Collezioni degli Invertebrati italiani del Museo di Firenze. 169 — TARGIONI TOZZETTI AD. — Questione sulla esistenza dell'uovo di inverno della Fillossera della vite, nuovamente proposta nel- r adunanza della Società, nel di 3 giugno 1883. L'anno decorso, pressa a poco in questo tempo e in occasione come questa, sottomisi alla Società alcune considerazioni intorno ad un voto di recente emesso dall'illustre Sig. Balbiani di Parigi, accolto dalla Commissione francese per la Fillossera e dal Ministro dell' agricoltura, alBnchè « sì prendessero a « fare esperienze metodiche in laboratorio e in campagna per determinare i « mezzi più efficaci a distruggere l'uovo d'inverno della Fillossera medesima; » e conclusi, proponendo dal canto mio, che, prima di tutto, si facessero inda- gini nuove per dimostrare sperimentalmente la presenza di questo uovo sulle viti europee. La ragione di siffatta trasposizione di domande, non era che io dubitassi degli effetti della distruzione dell'uovo d'inverno o fecondato, una volta ch'egli vi sia; ma prima di ammetterne la presenza reale, e prima di ammettere che esso « mantiene la vitalità delle colonie» sotterranee e che ogni focolare fìlos- « serico ha origine da lui », mi pareva necessario dimostrare che l' uovo in questione si trova realmente costante o almeno con relativa frequenza nella serie degli stati pei quali passa la Fillossera, vivendo sulle viti comuni; la qual cosa, non che chiara, mi pareva anzi messa in grave dubbio, o quasi esclusa dal maggior numero delle osservazioni. Se non fosse per non commettere indiscrezione, direi addirittura di avere io medesimo eccitato il sig. Balbiani ad esaminare e discutere le mie consi- derazioni, ripromettendomi o la sua approvazione nel dubitare, o di ottenere dal suo sapere e dalla sua autorità, quelle assicurazioni eh' io non trovavo nello stato dei fatti conosciuti o nelle induzioni piìi prossime. Il sig. Balbiani, portando tutta intera la controversia innanzi all'Acca- demia delle Scienze, ed accordandomi una lunga confutazione, ha elevato ad onore poco frequente, e per nulla sperato, i miei dubbi, e vorrà gradire ch'io gli corrisponda, portando non la certezza acquistata per esse, ma le sue nuove argomentazioni e i miei persistenti dubbi davanti a voi. Ecco prima di tutto, nella sua integrità, la nota del sig. Balbiani (1). « Dans la Note qu'on vient de lire (2), M. Targioni Tozzetti s'appuie, (1) Riprodotta dai Comptes rendus de TAcaderaie des Scieuces de Paris, t. XC\'I, 1G7 (15 Janvier 1883). (2) Targioni Tozzetti A. Sulle proposte del Sig. Bilbiani per combattere la Fillos- — 170 — pour critiquer ma propositioa d'arréter l'extension du Phylloxera par la destruction des ceufs d'hiver, sur un certain nombre d'arguinents qu'on peut résumer ainsi qu'il suit: « 1° Le principe fondamental sur lequel se base cette proposition, savoir : Fextinction des colonies souterraines par la destruction de la source à laquelle celles-ci s'alimentent, c'est-à-diro les ceufs d'hiver, n'a pas encore refu une démonstration scientifique suffisante. La diminution de la puissance génésique des femelles agames des racines avec le nombre des gónérations issues les unes des autres n'est pas un phénomène absolu en soi; cette diminution est en relation avec la décroissance des conditions extérieures, principalment de temperature et de nutrition, qui agissent sur ces insectes dans la succession des saisons. Les femelles, arrivées au minimum de leur faculté reproductrice en automne, récupèrent toute leur fécondité au printemps avec le retour d'une temperature plus élevée et d' une alimentation plus substantielle. « 2° Les ceufs d'hiver n' ont été rencontrés jusqu'ici que sur les vignes américaines; ils n'ont pas encore été trouvés sur les vignes indigènes (eu- ropéennes): par conséquent, rien ne démontre que les moyens proposés pour leur destruction sur ces dernières vignes atteignent leur but et soient avan- tageux pour arrèter la propagation du Phylloxera. « 3° Une autre différence que présentent les vignes américaines et les vignes indigènes est l'existence, sur les premières, de générations gallicoles du Phylloxera et leur absence sur les dernières; tous ces faits démontrent une diflférence profonde des mceurs de l'insecte des vignes américaines et de l'insecte des vignes indigènes. « 4° Les ceufs d'hiver ne sont pas l'unique ni mème la principale source de l'invasion phylloxérique; il n'est pas tenu compte des faits nombreux et bien connus qui prouvent la propagation du Phylloxera par le transport et l'importation de plants, principalement de vignes américaines, servant de véhicule aux colonies radicicoles. « 5° Enfia, uos connaissances concernant l'oeuf feconde des générations sexuelles hypogées sont encore trés incomplètes. Cette proposition contient implicitement, bien qu'elle ne soit pas énoncée par l'auteur, cette conséquence sera, e sull' uovo d' inverno deHa Fillossera delle viti americane e delle viti europee. — in Bullettino della Società entomologica italiana, anno XIV, p. 320. Firenze, 1882. — Nota riprodotta nei Comptes rendus de TAcademie des Sciences, t. XCVl, p. 167. (15 Jauvier 1883). — 171 — que la destruction des oeufs d'hiver aériens u'empécherait pas la régénératioii des colonies radicicoles par les oeufs d'hiver souterralns (1). « Aucun des arguments résumés dans les lignes qui précédent n'est iiouvean, et j'ai déjà eu plusieurs fois l'occasion de les réfuter dans mes précédentes publications sur le Pbylloxera. Je vais les examiner encore une fois dans l'ordre où je viens de les énumérer. « Et d'abord, je dois faire remarquer que M. Targioni Tozzetti ne tient aucun compie, dan ses critiques, des deux faces sous lesquelles j'ai toujours envisagé i'utilité et les conséquences de la destruction des oeufs d'hiver, et que je faisais encore ressortir avec soin dans ma Lettre, en date du 23 février 1882, adressée à M. le Ministre de l'Agriculture, ainsi que cela résulte da passage suivant de cette Lettre : « En résumé, la question de la destruction « de l'oeuf d'hiver se présente sous deux aspects dfférents, ainsi que je l'indi- « quais déjà en 1876: 1° comme traitement curatif, en amenaat par voie « indirecte la disparition des colonies établies sur les racines; 2" comme moyen « préventif, en conjurant le danger de l' invasion des vignobles indemnes par « les ceufs d'hiver déposés sur' le ceps. » « Sous le dernier point de vue, je «me suis prononcé trés afSrmativement sur les avantages de cette opération, en me basant sur nos connaissances les plus certaines et les mieux établies des mffiurs du Phylloxera, principale- ment de sa generation ailée chargée de fonder à distance de nouvelles colo- nies. Les ailés donnant naissauce à la generation sexuèe, qui, elle-mème, produit l'oeuf d'hiver, n'est-il pas évident que la destruction de ce dernier équivaut à celie des ailés, réclamée de tout teraps et pour laquelle cu a propose une foule de moyens, tels que le tassement du sol pour empècher leur sortie de terre, la plantation de végétaux agglutinants destinés à les arrèter au passage, etc, tous pro'cédés qui se sont raontrés ou inefficaces ou irréalisables dans la grande pratique. Kien de plus facile, au contraire, que d'atteindre l'ceuf d'hiver par des moyens culturaux ou chimiques pendant les quatre ou cinq mois qu'il reste à notre portée, dans la periodo la plus propice aux travaux agricoles. M. Targioni Tozzetti, qui semble attribuer lui-mème aux ailés un ròle important dans la dissémination du Phylloxera, voudrait-il restreindre ce ròle seulement aux vignes américaines et trouver une autre explication à la propagation du parasite sur les vignes indigènes? (1) Cette conclusion est esprimée d'une manière plus catégorique dans une autre Notice de M. Tarfrioni Tozzetti. [BuHeilino della Soc. eniomol, italiana, anno XIII, ISSI)- — 172 — Nous reviendrons plus loin sur ce point des opinions da savant naturaliste de Florence. « Autant j'ai été affirmatif sur les avantages pratiques de la destruction de l'oeuf d'hiver comme moyen propre à enrayer la marche du Phylloxera, autant j'ai mis de réserve à tirer les conséquences que cette opération peut avoir pour les colonies radicicoles. lei, je u'ai exprimé que comme une sim- ple probabilité, une hypothèse, l'opinion que ces conséquences pourraient étre la disparition de ces colonies par la destruction des germes ou elles puisent sans cesse une vitalité nouvolle. Ce n'est pas une supposition gratuite, mais une présomption fondée sur des études biologiques attentives de la reproduc- tion du Phylloxera. Ce sont Ics conclusions pratiques déduites de ces études que M. Targioni Tozzetti a cru pouvoir attaquer dans sa Note placée en tòte de ce travail. Avant de répondre aux objections de M. Targioni, j'ai cru bon de rajDpeler la distinction que j'ai toujours faite entre les deux résnltats que j'attribuais à la destruction de l'ceuf d'hiver: l'un, assuré, lorsqu'on l'emploie comme traitement préventif; l'autre, possible, probable méme, mais non certain, méritant toutefois d'ètre essayé, lorsque cette opération est faite à titre de moyen curatif. Cela pose, je passe maintenant à l'examen des obiections de M. Targioni Tozzetti. « M. Targioni m'oppose d'abord ce fait que la diminution de la fécondité des femelles agames des racines, dans les génératious qui se succédent du printemps à Fau tonine, n'est pas, comme je l'admets, l'épuisement graduel d'une force contenue dans l' organismo méme, mais la manifestation de l'influence décroissante des conditions extèrieures favorables, principalemeut de temperature et de nutrition,» qui agissent sur ces femelles dan le cours des saisons. M. Targioni ne s'est sans doute pas aperta que cette opinion est une simple hypothèse de sa part, à l'appui de laquelle il n'apporte ni observations ni expériences directes, Je vais montror, au contraire, que les observations et les expériences conduisent à une conclusion absolument op- posée à la sienne. « Chez le Phylloxera du chéne (1), le nombre des gaines ovigères est de 26 à 32 chez les femelles aptères de la première generation, issue en avril de l'ceuf feconde de l'année précédente ou ceuf d'hiver. Dés la deuxième et la troisième generation, l'ovaire se trouve réduit à 10 ou 12 gaines (en mai et juin), et dans les générations suivantes (de juillet à septembre) on (1) Il s'.ig'it ici de l'espèce commune sur les chèQes des environs de Paris et du nord de la France : c'est le Phyllovera coccinea de Heyden et autres auteurs. — 173 — n'en compte plus que de 4 à 6 eii tout. La décroissance du nombre des tubes ovariquos est tout aussi rapide chez les aptères radicicoles du Phylloxera de la vigne, en prenant pour poin de départ l'insecte issu de l'ceuf d'hiver, qui a de 24 à 28 tubes ovariques. A mori arrivèe à Montpellier, en mai 1874, ma première observation fut l'examen des gaines ovigères chez un grand nombre de feraelles aptères fixées sur les renflements des radicelles d' un pied de vigne au début de l'invasion. Chez les dix premières femelles examinées, le nombre des gaines est exprimé par les chiffres suivants: 17, 18, 16, lo, 16 à 18, 16, 20, 18, 16, 15. En octobre de la mèrae année, ce nombre, chez dix autres femelles, n'était respectivement plus que de 5, 5, 2, 4, 2, 2, 5, 3, 6, 7 (1). Les observations faites par M. Boiteau dans une autre région de la France (environs de Libourne) ont montré la mème décroissance rapide du nombre des gaines ovigères du printcmps à l'au tonine {Comptes renclus, 14 aoùt 1876). « Ces faits ne laissent donc aucun doute sur la dimination successive de a fecondità chez les Phylloxeras des racines par l'avortement graduel de leur appareil reproducteur dans le conrs d'une mème année. Mais on peut se demander si ce phénomène n'a pas un» liaison intime avec les modifications qui surviennent dans les conditions extérieures que les générations traversent dans le cours de leur évolution annuelle. L'influence de la temperature doit étre immédiatement écartée: nous venons, en effet, de voir que c'est au printemps, c'est-à-dire dans une saison qui n'est pas celle oìi la temperature moyenne atteint son chiffre le plus élevé, que le nombre des gaines de Y ovaire présente son maximum, et que ce nombre diminue rapidement dans les mois plus chauds de l'été et en automne. L'influence de l'alimentation ne doit pas étre mise davantage en ligne de compte; car, au commencement du printemps, les feuilles du chène, comme les radicelles de la vigne, contiennent une seve plus aqueuse, moins riche et moins élaborée que celle qui y circule à une période plus avaucée de la végétation. Toutes choses égales d'aillenrs, je n'ai pas observé de différence, chez le Phj'lloxera du chène, dans le nombre des tubes de l'ovaire chez les femelles fixées sur des feuilles molles et tendres et celles établie sur des feuilles dures et coriaces. De mérae, chez le Phyl- loxera de la vigne, les insectes des radicelles ne paraissent pas mieux pourvus sous ce rapport que leui's congénères, placés sur les grosses racines ligneuses. « L'expérience se joint à l'observation pour confirmer ce resultai En (1) Ces femelles étiient prises uu peu partout: les'résultats étaient sensiblerueut les mèmes dans tous les vignobles. — 174 — transportant les insectos ou leurs oeufs des racines épuisées sur des racines fraìclieSj on n'observc pas d'augmentation dans le nombre des gaines ova- riques chez ces individus ou les générations qui en proviennent; tout ce que l'on constate, c'est un& recrudescence dans l'activité fonctionnelle de la glande, se manifestant par des pontes plus abondantes et plus nombreuses. La tem- perature exerce une influence du mème genre. « Tous ces faits sont donc loin de plaider en faveur de l'hypothèse de M. Targioni Tozzctti touchant l' influence des conditions extérieures sur la constitutiou anatomique de l'appareil reproducteur du Pliylloxera. On ar- riverait plutót à une conclusion opposée si l'on examine les conditions dans lequelles se manifeste de la manière la plus prononcée et la plus prompte la dégénération de cet appareil. Je veux parler des métamorplioses de l'in- secte aboutissant à la generation sexuée. Ces métamorplioses consistent, ainsi qu'on le sait, d'abord dans la production de la forme ailée, laquelle, à son tour, donne naissance à la generation des sexués màles et femelles. Or, chez la première, l'ovaire n'est plus compose que de deux à cinq gaines, et chez la femelle sexuée cette réduction arrive à son dernier terme, c'est-à-dire à un ovaire forme d'une unique gaine produisant en tout et pour tout un seul oeuf infécond par lui-méme. La sterilite est donc devenue presque complète au point de vue anatomique, et complète au point de vue physiologique; l'espèce, menacée dans son existence, périrait, si l'accouplement ne venait rendre soudain la fertilité à cet élément arrivé à l'extréme épuisement (1). « Or toute cette phase sexuelle de la vie de l'insecte, chez le Phylloxera du chéne corame chez le Phylloxera de la vigne, a pour epoque la periodo de l'année qui correspond à la temperature moyenne la plus élevée, c'est- à-dire, pour la première espèce, de fin juin à fin juillet (sous le climat de Paris) (2), et pour la deuxième, de juillet à septembre (sous le climat de Montpellier). Lorsque les chaleurs sont précoces, la période sexuelle subit une avance plus ou moins considérable, comme cela eut lieu en 1876 oìi les ailés ont déjà été vus en grande quantité dès le 25 juillet, sous le climat relativeraent septentrional de la Bourgogne (3). (1) Cette dégénération organique ne se borne pas aux organes générateurs : elle se manifeste aussi par 1' atrophie complète de l'appareil dig-estifet quelquefois de plusieurs des articles des antennes ou des pattes- {21 Sur le littoral de la Normandie, la période des ailés et des sexués du Phylloxera du ebène tombe généralement en juillet -aoùt. (3) A Mancey (Sa5ne-et-Loire), par M. Rommier [Comples rendns, 1 aout ISÌG). La mème année, M. Boiteau, dans le Libouruais, observait les ailés le 31 juillet et les séxués le 3 aoQt {Comptes rendus, 14 aoùt \8~Q]. — 175 — « C'est tout aussi peu sous l'iufluence d'une alimeiitation appauvrie que se produisent les générations d'ailés ot de sexués, aux ovaires considérablt^- ment réduits, ptiisqae tous les observatours sont unanimes à signaler les radicelles (recherchées surtout par l'insecte ponr sa nourrlture et où il pro- spère le mieux) comme le siège de ses transformations les plas précoces et les plus abondantes (Planchon et Lichtenstein. Max. Cornu, Boiteau, Balbiani, etc). Tous cut remarqué aussi la rareté de ces transformations après que le Phylloxera, chassé par la destrnction des radicelles, s'est réfugié sur les gros- ses racines et y continue ses reproductions parthénogénésiques. « Dans ces conditions nouvelles, la diminntiou du nombre de gaines ovigères dans les générations aptères est beaucoup moins brusque que dans la sèrie des ailés et des sexués. « Des faits entiérement comparables s'observent aussi chez les Pucerons ordinaires qui vivent sur les parties aériennes de nos plantes annuelles ou vivaces. On sait que chez ceux-ci la reproduction a lieu pendant toute la belle saison par des feraelles agames et vivipares, et que, dans l'arrière saison et l'automne, elle s' opere par des ceufs fécondés et pondus, qui hivernent et n'éclosent que le printemps suivant. Ce»tte transformation du mode de repro- duction est généralement attribuée à l'influence directe de l'abaissement de temperature et des changements qui surviennent dans les sucs des plantes dont ces insectes se nourrissent. J'ai fait des observations qui ne me portent pas à croire à cette influence, mais à considérer la reproduction par oeufs fé- condés destines à hiverner et à conserver l'espèce pendant la disparition de son aliment comme en relation avec les causes de destruction qui la mena- cent à l'approche de l'iiiver (froid et arrèt de la végétation), ot n'ayant par conséquent qu'un rapport indirect et éloigné avec les conditions extérieures (1). Je partage complètement à cet égard les vues développées par M. le prn- fesseur Weismann, dans ses belles études biologiques sur les Daphnoi'des, re- lativement aux causes qui déterminent l'alternance des reproductions par perthénogénèse et par generation sexuelle dans les colonies formées par ces petits Crastacés: Weismann a montré, par un grand nombre d'observations (1) Od sait d'ailleurs que la période sexuelle uè tombe pas en automne pour tous les Pucerons: tei est celui du Saule [Aphis snlicis], où de Geer et Kyber ont observé dés le mois de juiu des màles et des accouplements. Kyber attribualt l'apparitlon precoce des maies daus cette espèce au durcissement premature des feuilles du Saule et prétendait qu'on pouvait la retarder en placaut les femelles agames sur des pousses jeunes et fraìches de cette piante. Cette explication est rejetée par Kaltenbach; elle est aussi en contradiction avec mes observations et mes expériences faites chez plusieurs espèces de Pucerons. — 176 — et d'expériences, que l'apparition des iiidividus sexués màles et femelles ne dépendait pas des conditions extérieures (temperature, nourriture, quantité on qualité de l'eau) aiixquelles les colonies se trouvent momentancment souraises, mais qu'elle était liée à certaines génératìons déterminées quant au rang qu'elles occupent dans le cycle d'évolntion de ces animaux. Cette generation sexaèe est tantùt la deuxième ou la troisième, tantOt la dizième, la douzième aa méme la vingtième du cyele, d'un genre ou d'une espèce à l'autre. Le •Seul caractère commun du cycle générateur chez tous les Daphnoides, c'est l'absence de màles fécondés dans la première generation de la colonie (1). « J'ai observé ches les Pucerons des faits analogues qu'il serait trop long d'exposer ici; il me suffira de dire que, pas mieux que Weismann chez les petits Crustacés qu' il observait, je n'ai réussi à transformer le mode de reproduction de ces insectes par des changements déterminés artificiellement dans la temperature ambiante et la qualité de la nourriture. Chez eux aussi, l'apparition des màles et des femelles est liée à certaines génératious déter- minées dans la descendance de l'oeuf d'hiver. Chez le Phylloxera du chéne, les ailés et leur progéuiture sexuée font toujours défaut dans les deux premières générations issues de l'ceuf d'hiver, et c'est dans la troisième seulement qu'ils commencent à se montrer pour deveuir graduellement plus nombreux dans les générations suivantes. On est moins bien renseigné sur la generation qui fournit les premiers ailés et les premiers sexués chez le Phylloxera de la vigne, des observations directes et précises manquant jusqu'ici; mais, si l'on se rappelle que les ailés se développent principalement sur Ics renflements radi- culaires et que ceux-ci caractérisent la première année de l' invasion (Max. (1) Weismann distingue parmi les DaplinoiJes des espèces polycycliques, mono- cycliques et acycliques, suivant que la generation sexuelle vient interrompre plusieurs ou une seule fois par an la sèrie des générations parthénogénésiques ou fait complète- ment défaut dans les pliénomènes de multiplicatiou de ces auimaux. Ces diverses for- mes du cycle reproducteur se sont développées, suivant Weismann, par sélectiou uatu- relle en relation avec le retour périodique annuel plus ou moins fréquent des causes de destruction des colonies formées par les Daphnoides. Si nous appliquons ces vues au Phylloxera, nous pouvons considérer le parasite de la vigne comme une espèce mono- cyclique, c'est-à-dire n' ayant qu' une seule période sexuelle dans le cours de son évolution annuelle, et l'apparition de la generation sexuée et des ceuf d'hiver comme en relation avec le danger que fait courir aux colonies la destruction des radicelles de la vigne. Ceci nous explique pourquoi la formatiou des ailés est abbondante surtout sur les radicelles et précède de peu de temps la destruction des renflemeuts sur lesquels se tiennent les individus destinés à subir cette transformation. — 177 — Cornu), on sera porte à adinettre que les preraiers sexués, clans cette espèce, appartiennent aussi à une generation peu éloignée de l'oeufd' hiver (1). « Je crois inutile d'insister plus longuement sur ces faits, qui répondont à une des principales objections de M. Targioni Tozzetti contre mes vues sur la cause de l'épuisement progressif de la fécondité chez les femelles agaraes des colonies radicicoles du Phylloxera. Cette cause a bien son siòge dans Torganisme memo, et n'a ancune relation, au moins directe, avec les condi- tions extérieures de temperature et de nutrition. Elle est de méme nature que celle en vertu de laquelle toutes les fonctions de l'economie dimiuuent d'energie par le fait méme de leur durée et de leur exercice prolongé. Mais quel est le temps nécessaire pour que la puissance de reproduction agame du Phylloxera arrive à sa dernière limite, en d'autres termes, dans quel délai les colonies radicicoles soustraites à l'influence régénératrice de l'oeuf feconde disparaissent-elles par épuisement total ? C'est ce que nous ne savons pas encore, et c'est pour éclairer cette question, qui interesse également la Science et la pratique, que j'ai propose les expériences sur la destruction des ceufs d'hiver. « Je passe raaintenant aux autres* objections de M. Targioni Tozzetti. Je uvy arréterai beaucoup moins longuement que sur la précédente, car il ne s'agit plus ici d'une question de principe, mais de simples faits d'observation sur lesquels, je crois, M. Targioni ne s'est pas suffisarament renseigné. C'est ainsi qu'il soutient que les ceufs d'hiver n'ont encore été rencontrés que sur des vignes américaines et que les recherches faites jusq'à ce jour n'ont pas réussi à démontrer leur présence sur les vignes indigènes. « M. Targioni en conclut que les moeurs de l'insecte ne sont pas les mèmes suivant qu'il habite Fune ou l'autre sorte de cépages. Il faut que mon savant contradicteur ait oublié tout ce qui se rapporte à la découverte de l'oeuf d'hiver, autrement il se fùt souvenu que c'est précisément sur des vignes (1) Pour élucider espérimeutalement cette question, il faudrait suivre toutes les générations issues les unes des autres à partir d'un méme oeuf d'hiver et placées sur des racines de vignes en pleine végétation. Le observations faites chez des insectes con- servés en captivité sur des fragments de racines mis en vase clos n'ont qu'une valeur très relative. C'est aiusi que Riley dit avoir constate quMl se passe au moins cinq gè- nérations de radicicoles, depuis la forme hivernaute, avant l'apparitiou des premiers ailés [Sixth Annmil Heport of the Slate Entomolo(jist of Missoicri, p. 66, ; 18Ì4), et que, d' après les observations plus récentes de M. Boiteau, ceux-ci ne commenceraient ò. se montrer que dans la deusième année du cycle d'évolution de l'insecte sorti de l'oeuf d'hiver (Complts rendvs, 11 décembre 1882). Anno XV. 13 — 178 — liidigènes que cette découverte a été faite pour la première fois on septein- bre 1875. « Et ce n'est pas en minime qaantité que ces ceufs y ont été trouvés, comme il pourra s'en assurer par mes Notes publiées aux Comptes rendus (numéros du 4 octobre 1875 et du 10 avril 1876). Depuis cette epoque, M. Boiteau, dans la propriété duquel cette constatation fut d'abord faite, a continue presque chaque année à signaler leur présence sur ces niémes cépages. << Il est vrai que dans les autres régions de la France les explorateur.^ ont été moins lieureux, mais leur insuccés s'expliqne d'abord par leur petit nombre, ensuite par la difficulté de ces recherches, vu la petitesse des ceufs d'hiver et leur rareté généralement grande sur le bois des ceps. « Il faut ajouter quo leur constatation demande une certaine babitude, les ceufs d'hiver différant sensiblement des autres sortes d'ceufs du Phvl- loxera et pouvant étre facilement confondus avec les ceufs d'autres animaux (Acariens, etc.) vivant sous les écorces des ceps. Sur les vignes américaines. les recherches ont eté beaucoup plus fructueuses, et c'est par centaines aujourd'hui que les oeufs d'hiver y ont été trouvés dans le sud-est et le sud-ouest de la France. Quelques personnes ont voulu tirer de cette différence les plus singulières conséquences, relativement aux moeurs du Phylloxera, qui, soivant elles, accommodait son genre de vie à la nature du cépage; d'autres ont prétendu que ses habitudes variaient avec les climats qu'il rencontre dans notre pays, etc. « M. Targioni s'est fait lui-mème l'échò de cette manière de voir lorsqu'il soutient que le cours de la vie cliez le Vliylloxera des vignes américaines et cJiez le Phylloxera des vignes ordinaires est profondément différent. donnant presqu'à entendre qu'il s'agit de deux insectes distincts. « Cette différence ne résulterait pas seulement de la présence des ceuf^^ d'hiver sur les vignes américaines et de leur absence sur les vignes indigènes, mais aussi de ce que les premières seules présentent des générations gallicoles de parasites, tandis que celles-ci feraient défaut sur les dernières, Toutes ces assertions sont beaucoup trop absolues. Nous venons de le voir pour l'ceuf d'hiver, dont la présence a été constatée aussi bien sur les vignes américaines qae sur les vignes européennes. Quant aux générations gallicoles, s'il est in- discutable qu'ellos se rencontrent beaucoup plus fréquemment sur les cépages américains que sur ceux de notre pays, elles ne font cependant pas absolument défaut chez ceux-ci, comme le prouvent les observations de MM. Laliman, Planchon, Max. Cornu, Boiteau, de Lafitte, Henneguy, etc; et, inversement, — 179 — des vig-nobles tout entiers de vignes américaines, taylor, Clinton, riparia, etc, dont les racines sont couvertes de légions de Phylloxera, ne présentent parfois aneline galle sur les feuilles pendant plusieurs années consécutives. Les obser- vations spéciales de M. Henneguy ne laissent aucun doute à cet égard. Il faut conclure de ces faits que les générations aériennos d'aptères ne représentent pas dans le cycle biologique du parasite une phase nécessaire et constante, mais ne sout qu'un simple accident, un épiphénomène de son évolution nor- male et régulière. Telle est aussi l'opinion de M. Riley, l'observateur américain qui a si profondément étudié les moeurs du Phylloxera dans son pays d'origine. Eiley considère les générations gallicoles comme une forme estivale passagère, sans signification essentielle pour la perpétuation de l'espèce (1). « J'en dirai autant de la generation sexuée hypogée dont j'ai fait conuaìtre l'existence en 1874. Je supposais à cette epoque que cette ge- neration hypogée constituait dans la sèrie des développements de l'in- secte une phase aussi nécessaire que la generation sexuée epigèe, bien que je n'eusse observé que des femelles et vu ni màles ni accouplement {Com- ptes rendus, 2 novembre 1874), Depuis, ni moi ni d' autres n'avons revu ces femelles, malgré des recherches spèciaks, attentives, faites dans des localités divorses (2). Leur rencontre isolée est donc un fait aussi exceptionnel que celle de la forme gallicole ailée eignalée par quelques observateurs. Dans tous les cas, ces formes accidentelles sont trop rares pour exercer une in- fiuence appréciable sur les phénomènes de propagation du Phylloxera, et (1) « It is but a transient suminer state, not at ali essential to the perpétuation of the species ». En Amérique merae, au rapport de Riley, beaucoup de variétés de cépages [Labrusca, etc), qui présentent des Phylloxeras aux racines, ne montrent jamais une galle sur les feuilles [Sivlh animai Reporl, p. 36; 1874) Les générations gallicoles avaient probablement, à une epoque reculée, une signification plus importante que de nos jours dans le cycle évolutif du Phylloxera. Il est à presumer que l^s ancètres de nos Phyllo- xeras actuels accomplissaienttoutes les phases de leur existence sur les parties aériennes de la vigne et ne sout devenus radicicoles que par adaptatiou à un genre de vie nouveau. Les générations gallicoles actuelles ne seraient, daus cette hypothèse, qu'un vestige de cet état de choses primitif, et il est, dès lors, facile de comprendre pourquoi elles se rencontrent surtout sur les vignes du nouveau monde, berceau primitif de l'espèce. J'ai mentre que l'on pouvait rendre aux radicicoles leur ancien genre de vie foliicole par une transition graduelle de la vie souterraine à la vie aérienne [Camples rendus, 2 novembre 187-1). (2) Il s'agit ici des observations faites en France. A l'étranger, M. V. Patio, eu Suisse et M. Roesler, en Autriche, auraient vu ce* sexués hypogés ; mais, n'ayant pas sous la main leurs Mémoires, que je ne connais que par des citations, jMguore les détails de leurs observations. — 180 — la pratique a parfaitement le droit de les negliger dans ses préceptes. Elle n'est, d'ailleurs, pas désarraée contro les sexués souterrains, puisque ceux-ci ou leur progéniture peuvent ètre attaqnés au moyen des insecticides intro- duits dans le sol, au meme titre que les aptères agaraes formant la popula- tion ordinaire des racines. « Il ne me reste plus qu'à examiner un dernier point de vue auquel s'est place M. Targioni Tozzetti pour critiquer l'utilité des opérations dirigées contre l'oeuf d'hiver, Suivant lui, cette destruction, quel qu'en soit le resultai, n'eu laisserait pas moins subsister les autres sources d'infection phylloxérique, notamment celle qui a lieu par importation de plants américains. M. Targioni pense que les agents de cette infection sont toujours les aptères ou leurs oeufs qui couvrent les racines de ces plants, et non les oeufs d'hiver que ceux-ci pourraient également recéler. Il rappelle à cette occasion l'origine de l'intro- duction première en Europe du Phylloxera, qu'il suppose y avoir été apportò par des plants enracinés. Je ne puis mieux faire que de lui opposer l'opinion d'un homme dont on ne contesterà pas la compétence en la matière, et qui exprime sa manière de voir avec le désintéressement du vrai savant : c'est celle de Riley lui-méme, qui parie dans les termes suivants de l'introduction en Europe du parasite avec les vignes américaines : « En réalité, dit-il, comme « l'expédition des plants en racine est rare, je crois fermement que le Pliyl- « loxera a été importé d'Amerique en Europe à l'état d'oeufs d'hiver Cet « oeuf peut se trouver sur le bois d'un an, je l'y ai trouvé. » Ailleurs, pour justifier la prohibition de l'importation des boutures de vignes américaines, adoptée par plusieurs États de l'Europe, Eiley dit: « Corame le fait que cet « ceuf d'hiver peut se rencontrer sur toutes les parties de la piante au-dessus « du sol, particulièrement sur l'écorce soulevèe du bois de deux ans, comme « ce fait, dis-je, rend tout à fait possible le transport de l'insecte sur des « boutures, à cet état d'oeuf d'hiver, la proihibition de l'importation de ces « boutures aussi bien que des plants enracinés, de quelque pays que ce soit « où l'insecte est connu, se trouve entièrement justifiéo (1) ». (1] RiLET, Sur le Phylloxera et les lois deslinées à empécher soii Introduclion dans les localités non infeslées (The American Naturalist, voi, V, p. 186; 1881). Uu fait récent vient apporter une confirmation complète à l'opinion de Riley: des boutures de vignes amé- ricaines qui, par une erreur de destination, étaient restées eufermées pendant trois mois dans leur caisse d'emballage, se sont montrées couvertes de Phylloxeras à l'état de mères pondeuses, d'oeuf et de jeunes individus fixés sur les radicelles emises par ces boutures pendant leur long séjour dans la caisse. On ne peut expliquer l'origine de ces insectes que par l'éclosion des oeufs d'iiiver que recélaient les boutures au moment où — 181 — « Ainsi, de quelque fa^on qu'oii envisage la question de la propagatioii du Phylloxera, qu'on se place au point de vue des loi naturelles de sa raul- tiplication, ou sous celai de sa dissémination par le fait de l'homme, toujours iious voyons l'ceuf d'hiver jouer un róle prépoudérant dans cotte question. Il eùt dójà sufi], pour arriver à ce ite conviction, de considérer l'existence si ré- pandue de cet élément génésique cliez tous ce groupe d'insectes, les Phyllo- xeras anssi bien quo les autres Aphidiens. M. Targìoni Tozzetti, qui a publié d'importants travaux sur une famille voisine, celle des Coccides (1), doit con- naitre inieux que personue l'importance de l'ceuf feconde dans les pliénomènes de reproductlou et de dissémination de ces insectes, si nuisibles aussi à une foule de nos plantes cultivées. Il la niéconnait si peu qu'un de ses principaux arguments contre ma proposition de combattre le Phylloxera par la destruction de cet ceuf consiste à dire quii n'a pas encore été démontré sur nos vignes indigènos, assertion dont nous avons prouvé Finexactitude. D'ailleurs, d'autres naturalistes et savants éminents se sont prononcés en faveur de cette pratique, et les viticulteurs qui y ont eu recours en attestent l'etScacité par le bon état de leurs vignobles et le rendement de leurs récoltes (2). Toutes ces raisons maintiennent ma confiance dans les opérations que je recommande et me font espérer qu'un jour leur utilité sera reconnue de ceux-là mémes qui la contestent aujourd'lmi. » elles out été placées dans la caisse. (Voir le Rapport adressé à M. le Ministre de l'Agri- culture, du Commerce et de l'Industrie en Hongrie, par M' Horvatb, directeur de la Station phylloxérique hongroise, aunée I, 1881. Budapesth, 1881). (1) Targìoni Tozzetti, Stndi sulle Cocciniglie, 1867-1868. (2) M. Émile Blanchard, professeur au Muséum d'Histoire naturelle, a plusieurs fois pris la parole au sein de TAcademie des Sciences, en faveur de cette pratique. De son coté, M. Boucbardat, professeur à la Faculté de Médecine de Paris, membre de la Société uationale d'Agriculture, en a parie dans les termes suivants: « Farmi les moyeus prè- conisés pour s'opposer aux ravages du Phylloxera, aucuu ne s'appuie sur des études biolog'iques plus attentives que ceux qui ont pour but la destruction des oeufs d'biver, placés sous l'écorce des ceps, par le raclage de l'écorce des ceps ou par le badigeonnage avec des mélanges goudronneux insecticides. » Après avoir rappelé les raisons par lesquelles M. Plancliou a cru pouvoir contester l'utilité de la destruction de Toeuf d'hiver, M. Boucbardat ajoute : « Malgré les cxcelleutes objectious de ra. Plancbon, je conseillerais, sans hesiter, de recourir au raclage et au badigeonnage des ceps dans les localités où des taches commencent seulement à se manifester. » [Annvaire de Thévapeu- tique pour 1879. Appendice sur les vigties phylloxérées.] "Voir aussi le Rapport de M. Bou- cbardat sur le Mémoire de M. Sabatè relatif à sa méthode de traitement des vignes phylloxérées [lìvllelin de la Société natimale d'Agriciiltinc, séance du 18 janvier 1882). — 182 — Osservazioni alla nota del sig. Balbiani. Tanto le mie considerazioni sul voto del sig. Balbiani, quanto la confu- tazione, si aggirano sopra dei fatti e sopra induzioni, conseguenze o corol- lari di essi. Quanto ai fatti, io non avevo per verità dimenticato né poco né molto delle cose scritte dal mio illustre contradittore e dal Sig. Boiteau intorno alla scoperta dell'uovo d'inverno a Villegouge; ma non era mia colpa s'io non vi avevo trovato dichiarazione precisa sulle qualità delle viti che lo por- tavano, e non era colpa loro se non l'avevan dettata (1). In quel tempo non vi era il dubbio, a ragione o a torto messo fuori ora, che l'uovo d'inverno, frequente sulle viti americane, potesse invece far difetto sulle viti europee. Ma comunque sia, l'incertezza non aveva gran peso nella mia argomen- tazione, la quale sollevata ora da quella può procedere anche più spedita. Nella somma dei fatti, l'osservazione dei sigg. Boiteau e Balbiani ri- mane isolata ed eccezionale fra le altre pochissime, incerte o evidentemente inattendibili o assolutamente negative, che si hanno in proposito; e il sig. Bal- biani mi concederà di non metterle tutte a conto della rarità dell' uovo de- siderato, (argomento di qualche pericolo per lui), della sua tenuità, della difficoltà delle indagini o della inesperienza degli indagatori. Conferisce semplicità alla nostra questione poi un altra dichiarazione del sig. Balbiani, ora emessa, ed è quella che i sessuati delle colonie ipogee da lui veduti nel 1874, erano femmine, non trovate mai più, nemmeno dietro speciali indagini da nessuno, e delle quali egli avverte di non avere riscontrato i maschi, né osservati gli accoppiamenti. Non che insinuare una diversità, non so di aver mai messo in dubbio che la Fillossera delle viti europee sia specificamente la stessa di quella delle viti americane ; e, ritornando anco indietro ai pochi lavori fatti (che il sig. Balbiani non ha certamente 1' obbligo di conoscere, come io sento quello di conoscere i suoi), trovo poi di non meritare nemmeno la taccia di avere ignorato o di ignorare le eccezioni che la Fillossera, nello svolgimento delle sue forme e (1) Di questo non si fa mai parola dal sig. Balbiani nella sua importantissima comu- nicazione all'Accademia delle Scienze datata, da Villegouge stesso, il 25 settembre ÌSló, né in quelle successive, dove invero si parla di vigne e di viti che avrebbero potuto esser però tanto di una qualità che dell'altra. Mi manca d'altronde la comunicazione originale del sig. Boiteau, pubblicata nell' Intent public di Libourn . — 183 — nel modo di vivere, presenta sulle viti americane di diversa natura o in condizioni diverse, e delle altre ancora per le quali, vivendo sulle viti europee talvolta accenna a ricordarsi della sua origine e la sua stazione più naturale. Ma con questo non si toglierà mai che, nella massima moltiplicità dei casi e per regola, la Fillossera viva diversamente su queste viti e su quelle, sulle une perdendo le forme gallicele che le sono ovvie quando vive sulle altre, in queste raggiungendo la differenza dei sessi, dalla quale viene l' uovo fecondato invernale tanto facilmente, quanto le riesce difficile e scabroso di conseguire questo 0 quella sulle viti europee; e finché i fatti saranno fatti, per quanto oggi i fatti sien conosciuti, queste differenze persisteranno, come d'altronde lo stesso sig. Balbiani, in gran parte e non ora soltanto, viene a concedere. La differenza fra il sig. Balbiani e me non è però tanto nella conoscenza dei fatti, quanto nella interpetrazione di alcuno di essi, e nel valore che in una questione di argomento sperimentale, egli attribuisce alla analogia e alla induzione. Sia pure che la dottrina del sig. Balbiani non sia « une supposition gra- tuite mais une présoniption fondée sur des études biologiques attentifs de la reproduction du Phylloxera » io vorrei» che ogni supposizione o presunzione sparisse, e che le osservazióni sole e le esperienze, delle quali egli è stato ed è maestro, parlassero. Per non confondere si noti però, che la questione, che io chiamo speri- mentale, non è quella per la quale anche il sig. Balbiani se ne riferisce al- l'esperimento; perchè egli vuol vedere colla esperienza gli effetti della di- struzione dell' uovo d' inverno, io invece voglio riscontrare l'esistenza dell' uovo medesimo, e la legge colla quale, se vi è, ritorna fra gli stati della Fillossera, sempre bene intesi vivente sulla vite europea. Dal mio punto di vista e a rigore potrei rimanermene a questo punto; ma poiché io medesimo non sono senza colpa di avere tentato la via delle induzioni, debbo anco seguitare in esso l' illustre mio oppositore, almeno tanto, quanto egli vi è corso. Per me avrebbero importanza secondaria le prove degli effetti pratici della distruzione dell'uovo d'inverno, perchè una volta dimostrata la sua esi- stenza, sarei dei primi a non dubitarne; anzi senza questo, e sotto la impres- sione delle prime affermazioni dei sigg. Boiteau e Balbiani, ho introdotto io medesimo la pratica delle decorticazioni, delle spalmature di diverse so- stanze ai tronchi delle viti attossicate con alte dosi di solfuro di carbonio e destinate dopo poco a esser divelte, e tanto piii ai tronchi delle viti delle nostre zone di sicurezza, fino dalle prime operazioni aperte in Lombardia nel — 184 — l'anno 1879. Io non avrei curato uemmen di distinguere, come egli ha tanta cura di fare, gli effetti presumibili della distruzione dell' uovo- d'inverno sulla istituzione delle nuove colonie, o quelli sulla conservazione delle altre esistenti, poiché, per me, l'esaurimento di queste e l'impedimento alla fondazione di quelle, nell'assenza di generatori sessuali d'altra origine, sarebbero stati sempre effetti correlativi fra loro, e non meno necessarii l'uno dell'altro. D' altra parte poi non avrei preso argomento diverso dalla opinione del Riley, opinione e non altro, che la Fillossera sia stata spedita in Europa sotto forma di uova d'inverno aderenti ai sarmenti; perchè questo, se mai, riguarderebbe la Fillossera delle viti americane, non quella insediata sulle viti europee. E per la stessa ragione non saprei di qual peso sia nella con- troversia il trasporto della Fillossera colle viti americane a Montecristo in un'esperimento male riuscito, sebbene iniziato dietro le assicurazioni che erano corse sulla situazione dell' uovo d' inverno. Il sig. Balbiani medesimo nelle sue prime comunicazioni circa la vita della Fillossera ha fatto conoscere quanto scarsamente e con quanta difficoltà gli alati riescano a deporre in certe condizioni le loro uova, e come difficil- mente venga a termine in esse la formazione dell' embrione, che dà il maschio 0 la femmina. Ora può essere meno importante per lui seguitare più avanti l'esito di quelli o di questi loro prodotti; ma a me importa assai; poiché se io non trovo le generazioni sessuate o l'uovo d'inverno, io debbo pensare male della sorte degli uni e degli altri, e considerar questi e quelli come forme 0 stati che possono avere un'importanza molto diversa secondo condizioni della vita della specie; ma il sig, Balbiani non si è pronunziato su questo punto. Io non saprei ammettere per verità, senza spiegazioni e riserve, una legge per la quale « toutes les fouctions de l'economie dirainuent d'energie par le « fait méme de leur durée et de leur exercice prolougé », e meno che mai mi affretterei a concludere che, per effetto di questa legge, la Fillossera, venuta colle sue generazioni agamiche ad uno stato di sterilità quasi completa dal punto di vista anatomico, e completa dal punto di vista fisiologico, « menacée dans son existence, périrait, si l'accouplement ne venait rendre « soudain la fertilité à cetélément arrivé à l'extréme épuisement »; ma quando ciò fosse, sarebbe assai indifferente per me di cercare se l'esaurimento medesimo e la determinazione della forma sessuale, che deve col suo intervento ripararlo, fossero fatti subordinati alle azioni esterne, o dipendente soltanto dai poteri propri dell' organismo, comunque preparati o predisposti. Io non vedo per conseguenza a che approdino molte considerazioni del sig. Balbiani, d' altronde ricche di dottrina, per avventura non recondita — 185 — troppo, su questo punto. A buon conto il Sig. Balbiani, col ricordo di alcune esperienze sugli afidi, con quello di osservazioni o esperienze fatte o fattibili sulla Fillossera medesima, per ricondurla da uno stato di degradata fecondità, a uno stato migliore, appellandosi pure alle osservazioni ed alle esperienze del Weismanu sui Dafnoidi, vuole escludere l' azione delle cause esterne nella mutazione,; ma poi invece di concludere secondo le promesse in modo asso- luto, non esclude un « rapport indirect, et eloigné (di queste mutazioni) avec les conditions extérieures », ed è poi facilissimo nell' ammettere an- ticipazioni e ritardi delle apparizioni degli alati; del cessare o sopravvenire del periodo d' ibernazione della Fillossera, secondo i luoghi, tanto da rispar- miarci la pena di richiamarlo a considerare quelli, che, per propria esperienza, gli avremmo potuto anco presentare. Così poi, per escludere refBcacia di una alimentazione più scarsa nella formazione degli alati, stato dell' organismo in via di esaurimento per lui, con compiacenza, ricorda eh' essi anzi appariscono nella stagione migliore, e negli individui che vivono sulle radicelle, ed è rara prima o dopo un certo momento, quando, distrutte le radici giovani, gli insetti sono costretti a rifu- giarsi sulle maggiori. Io non accetterei mai che nella trasformazione degli alati, si tratti di un esaurimento delle energie individuali in qualunque modo considerate ; ma è chiaro che l'argomento del sig. Balbiani destinato a escludere in questo fatto l'azione del nutrimento scarso, porta innanzi quella del nutrimento abbondante o piìi appropriato, lo che è perfettamente uguale per la tesi più generale. La quale poi, mi permetta l' illustre mio oppositore, se non è la sua, non è nemraen quella di escludere, nei fatti della vita, anco più strettamente legati alle condizioni esterne che non quelli della moltiplicazione e della moltipli- cazione sessuale in particolare, l'azione propria dell' organismo ; poiché sarà sempre inteso che questo, una volta determinato, operi come mezzo di fronte a se stesso, e reagisca sul mezzo realmente esterno, e non ancora immedesi- mato con lui. Potrei forse, non volendo, avere ecceduto nell' applicare questo principio per intendere la degradazione da cui son prese le generatrici della Fillossera al sopravvenire della peggiore stagione, e avere in questo modo avanzato, com3 osserva il sig. Balbiani, una ipotesi, ma il principio dal quale io parto non è ipotesi in Fisiologia, o io m' inganno di molto; e la ipotesi che io abbia, inav- vedutamente tratto da esso, è assai più prossima all'origine sua, dell' altra per la quale l'avvenimento delle generazioni sessuali e la riproduzione per — 186 — l'uovo d'inverno dipende dalle cause di distruzione che non minacciano nel- r attualità, ma minacceranno più tardi l' esistenza della specie. Entra perfettamente nella mia tesi l'idea del ritorno delle generazioni sessuali fra le generazioni agamiche di una specie, che per riprodursi abbia ormai raggiunto le prerogative della sessualità; come vi entra l'idea di un certo ordine o di certa successione di generazioni agamiche, prima dell'av- venimento della generazione sessuale medesima. L'appello alle dimostrazioni dei Dafnoidi non era pertanto necessario, o volendo si sarebbe potuto supplire facilmente con molte altre, prese anco fuori degli insetti o dei crostacei, fra i vermi non meno che fra i celenterati, e poi fra le piante, se giovasse alla causa, dove già la sola induzione piìi prossima è messa in dubbio, appellarsene ad altre meno vicine, e nelle quali entrano complessi di condizioni troppo difficili a decifrare. Ma poi lo stesso appello al ciclo obbligato, ma variabile secondo le specie dei Dafnoidi, porta con se la considerazione dei Dafnoidi aciclici, come l'appello ai ritorni obbli- gati e ben noti di tanti altri organismi, richiama gli altri, ben piìi numerosi, nei quali il ritorno non si conosce. Comunque faccia il sig. Balbiani non riesce a dimostrarlo neanco per la Fillossera, talché, a rigore la necessità stessa di esso si potrebbe impugnare. Io non vado fino a questo punto, e finché si tratti della Fillossera delle viti americane, per la quale 1' osservazione fa conoscere il ritorno effettivo della generazione sessuale, ammetto che, senza tante argomentazioni, colla Esperienza possa esserne trovato il periodo e la legge. Non è cosi però, al momento attuale, quando si tratta della Fillossera che vive sulle viti europee, per la quale in conseguenza mi sembra più che mai necessario lasciar di discutere, e cominciar di nuovo a osservare. Così, anco dopo le dichiarazioni del sig. Balbiani, mi trovo laddove stavo quando proposi la prima volta i miei dubbi, e confessarlo apertamente é, dalla parte mia, il più grande omaggio eh' io senta di poter rendere al sig. Balbiani medesimo; poiché se la certezza ch'avevo sperato di poter rilevare da lui, mi è mancata, non so chiederla ad altri che alla grande maestra della verità, la esperienza. — 187 — OSTEN SACKEN C. R. — La deformazione del Cfjn&fi&ti tiftcisjlott, prodotta dal dittero l^oticiitien !7«« italicum. (Pellero. Estate). Sulla Nymphaea alba. Reggio. Primavera, estate. 35. Rh. Persicae L. — Sulzer, Abgekiirz. Gesch. der Ins. p. 105, tab. XI, fig. 3. Morren Ann. Sci. Nat. Paris 1836. Koch. (Rhopal.) 1. e. p. 42, fig. 55, 56. Pass. 1. e. p. 20, n. 3. Ferr. 2^ M. e. p. 217, n. 10. Macch. Sp. Af. Sard. 1. e. — 234 — ApMs BiantJd Sclirk. Kalt. Wlkr, 1. e. A. vulgaris. Kyber. A. Bapae Curtis. A. diihia Curt. A. vastator Sme. Forme note. - Fem. viv. at. fem. v. al. Fera. ov. at. e mas. al. Morren, Hab. Sul Bianthus caryophillus, (dappertutto); e sui Senecio vulgaris, Senecio crassifoUus, (Autunno. Orto agrario), Hyacinthus orientalis, col- tivato; Persica vulgaris, Brassica rapa ec. Estate, autunno. Gen. 4. Mlyzu» Pass. 1. e. p. 21. Antentìae, basi clistantes tuberculo brevi insiJentes, articulo primo aud dentato. Nectaria cylindrica cauda longiora; caeterum ut priora. 86. Myzus Cerasi Fabr. — (Aphis) EntoQi. Syst. p. 221, n. 6. Kalt. 1. e. p. 45, n. 31. Kocb. 1. e. p. 87, fig. 115, 116. Pass. (Myzus) 1. e. p. 21 e 22, n. 1. Ferr. 1* M. e. p. 61, n. 28. Macch. Ag. af. Sar. 1. e. p. 245. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Sul Crataegus glabra; Orto agrario e Piazza Vittorio Emmanuele di Eeggio. Primavera; sul Pninus cerasus, orto agrario. Primavera, au- tunno; e suir Oplirys aranifera, a Monte Corbu. Primavera 37. M. Mali Ferr. - 2^ M. e. p. 221, n. 16. Forme noto. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Sul Pìjrus malus: Orto agrario. Primavera. 38. M. Mahaleb Boyer de Fonsc. — (Aphis) 1. e. X. p. 175. Aphis. Pruni. Mahaleb. Pass. (Myzus) 1. e. p. 26, u. 12. A Mahaleb Koch. 1. e. p. 113, fig. 150, 151. A. HumuU Wlkr. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Prunu^. Orto agrario. Primavera. 39. M. Matricariae Macch. — Agg. Aphid. Sard. Bull. Enc. it. 245. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Piante. Sulla Matricaria Chamomilla, a Pellero. Primavera ed estate. 40. M. Nerii Boyer de Fons. — L. e. Macch. (Myzus). Specie di Afid. che vivono nelle piante di Sard. 1. e. p. 336. — 235 — Mysus Asclepladls Pass. 1. e. p. 25. Ferr. 1-'' M. e. p. 62. Maccli. Altro contributo agli Af. di SarJ. Kiv. Scient. incl. 1880. Forme note. - Femni. viv. at. ed alata. Hab. Sul Nerìum oleancìer, spontaneo da Capo dell' Anni al Capo Spar- ti vento, e coltivato dappertutto. Primavera, autunno. 41. Myzus Oxyacanthae Schrank. — (Aph.) 1. e p. 116, n. 1219. Koch. 1. e. p. 55. fig. 70, 71. Pass. (Myzus) 1. e. p. 21, n. 5. Macch. Agg. 1. e. p. 215. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Pyrus comìmmis, P. malus, e Crataegus oxìjacantha. Nelle vici- nanze di Eeggio. Primavera, autunno. 42. M. Persicae Pass. — Gli Afidi ec. p. 35. Aphid. it. p. 23, n. 3. Ferr. 1"^ M. e. p. 61, n. 29. Macch. Afid. del pesco. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Persica vulf/arls, dappertutto. Primavera, estate. 43. M. Pyrarius Pass. — Aphid. e. p. 28. Macch. Altro cont. agli Af. di Sard. Riv. scient. indust., 1880. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Pìjrus communis; Primavera, autunno. 44. M. Pyrinus Ferr. — 2^ M. e. p. 222. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Sul Pyrus communis. In estate ed autunno, a Pellero, 45. M. Plantagìneus Pass. — Gli Af. ec. p. 35. Aphid. p. 24, n. 7. Forme note. - Fem. viv. at. e fem. viv. alata. Hab. Plantago major e P. coronojnis, a Ravagneso. Estate, autunno. 46. M. Portulacae. — Specie nuova. Fem. vivipara attera. - Di forma ovato allungata, ma molto convessa, di color verde pallido, con frefjaenti macchie avana, in modo da sembrare tutta marmorizzata; ha inoltre una fascia sfumata dello stesso colore nello spazio compreso tra i nettari. Testa piccola, di colori più scuri del resto. Le antenne raggiungono appena i dae terzi della lunghezza di tutto il corpo; quasi bianche ad eccezione dei due primi articoli, dell' estremità del 6° e di tutto il 7° che sono neri. Ocelli quasi perfettamente neri, convessi e mediocri. (tIì anelli del corsaletto distinti, quelli dell' addome fusi in uno. Vaiistello che raggiunge il 2° paio di zampe, ha la punta nera. Nectarii neri, mediocri, ed appena assottigliati all'apice. Codicina dello stesso colore dei nettarli e metà la lunghezza di questi. Le zampe bianche coi soli tarsi neri. Lunghezza millimetri 1 \'^. — 236 — Fem. vivipara alata. - Di forma ovata-acuminata verso V addome. Testa piccola e quasi nera. Corsaletto col primo anello verde scuro ed una fascia nera, 2" e 3° anello nero-lucenti. Addome verde uliva scuro. An- tenne mediocri, della stessa forma di quelle della femmina attera, ma più scurette e più sottili. Nettarli neri, più sottili di quelli della femmina attera e perfettamente cilindrici. Codic'ma dello stesso colore ed un terzo più breve dei nettarli. Zampe come quelle della femmina attera. Vaustello che arriva al 2" paio di zampe ha la punta nera. Hab. Sulla Portulaca oleracea, dappertutto presso Reggio. Autun. inv. 47. Myzus Ribis L. — (Aphis) 1. e. p. 540. Frisch. Ins. II, 9, pi. 14. Réaum. Ins. Ili, pi. 22, fig. 7-10. Fab. Eni Sy. IV, p. 211, n. 7. Schrank. 1. e. Kalb. 1. e. p, 39, n. 26. Pass. (Myzus) 1. e. p. 25. Ferr. 2- M. e. p. 13 Forme note. - Fem. viv. at. fem. viv. alata maschio al. Wlkr. Hab. liihis grossularia e B. riibrtim, coltivati. Estate, autunno. 4S. M. Rhamni Boyer de Fons. — L. e, non Kock, non Ferrari. Macch. (Myzus) kg. Af. Sard. Bui. Ent. it. p. 245. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Sul Rhamnus alaternus. Primavera, autunno. 48. M. roseum. Macch. — Altro Coni Af. Sard. 1. e. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Sulla Yucca, Orto agrario. Estate, autunno. 49. M. tetrarhoda Walcher. — (Aphis) 1. e. V, IV, p. 42. Pass. (Myzus) 1. e. p. 25. Ferr. 2^ M. e. p. 61, n. 32. Macch. Ag. Af 1. e. p. 244. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. • Hab. Bosa gallica, B. indica (Orto agrario di Eeggio). Basa semper- rivum a San Giovanni, Autunno ed estate. Gen. 5. SByulopierus Koch 1. e. CorjMS ovato oblongum acuminatum. Nectaria cylindrica crassitie sua vix longiora. Cauda nectariis longior, raro aequipar: caeterum ut priora. E E V I S I 0 S P E e I E R U M. 50. Hyalopterus Pruni Fab. — 'Aphis) 1. e. IV, 213, p. 14. Schrank. 1. e. II, p. 115. Degeer. Eéaum. Kali p. 52, n. 37. ec. Koch. (Hyalopt.) 1. e. p. 22, u. 5, f. 29 e 30. Macch. Agg. Af, 1. e. p. 246. — 237 — Forme note. - Fem. viv. at. e fem. viv. alata. Fem. ov. at. e maschio al. Degeer. Hab. Nelle seguenti piante: Pninus domestica, Pnmiis armenìaca, Persica vidgaris, Amygclalus coimminis; dappertutto. Primavera, autunno. 51. H. trirhoda Wlkr. — (Aphis) 1. e. voi. IV, p. 45, (Hyalopt.) Pass. 1. e. p. 27. Macch. Hy. aquilegiae Kocli. p. 19, fig. 25 e 26. Forme noto. Fem. viv. at. ed alata. Maschio alato. Wlkr. Hab. Aquilegia vìdgaris, Bosa indica, Rosa gallica, nell' Orto agrario di Reggio; Rosa sempervirium e Riihus dalmaticum, a G-allico; Autunno. Gen. 6. Toacopievn Koch. 1. e. p. 254. Antennae tuberculo frontali brevi insidentes, basi distantes. Alac ante- riores vena cubitali semel furcata. Caeterum ut Myzus. 52. Tox. Aurantii Boy. de Fons. — (Aphis) 1. e. 1. X., p. 178. Koch. (To- xoptera) I. e. p. 254, fig. 329, 330. Pass. 1. e. p. 28, n. 1. Ferr. l'^ M. e. p. 62, n. 35. Macch. 1" Cont. Af. Sard.l. e. p. 19. — Aphis Cameliae Kaltb. 1. e. p. 122, n. 94. Forme note. - Fem. viv. at. e fem. viv. alata. Hab. Sulle seguenti piante: Ciirus auranfium, C. ìimonium, C. limetta, C. media, C. vulgaris; frequente dappertutto. Primavera, autunno; e Cam- mellia japonica (Orto agrario) ; Primavera. 53. Tox. gramiuum Eondani. — (Aphis), Ann. delle Se. Nat. di Bologna, anno 1852. Pass. (Toxop.) 1. e. p. 28. Macch. Agg. e. 1. p. 246* Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. In molte graminacee, tra le quali mi limito ad indicare le seguenti; Dactylis glomerafa, Zea mays, Triticum villosmn, Bromus maximiis, Loliuììi perenne. Avena fatua, A. barbata, ec. frequentissima. Primavera, autunno. 54. Tox. Scirpi Pass. — Agg. Afid. italiani: estratto dal Bull, entomolog. Anno VI. Forme note. - Fem. vivip. attera e femmina vivipara alata. Hab. Scirpus Savii, a Gioja Tauro. Primavera. Gen. 7. ApMft L. 1. e. p. 540. Antennae tuberculo frontali haud suffultae, corpore ut plurimum bre- viores, glabrae, articulo ultimo praecedentem longitudine superante vel salterà aeqnante. Frons plana vel convexa. Nedaria cylinclrica vel a basi atte- nuata, raro minima, rarissime nulla. Cauda plus minus prominula, aliquando nulla. Alarum anteriorum vena cubitalis bisfurcata. Eevisio Specierum. 55. Aphis Arbuti Ferr. — 2^ M. e. p. 228. Macch. Sp. Af. Sar. 1. e. Forme, note. - Fem. viv. ai ed alata. Hab. ^v\V Arhutus unedo, coltivato e spontaneo. Primavera. 56. Aph. Atriplicis L. — L. e. p. 548, n. 32. Pass. 1. e. p. 47, n. 41 bis. Macoli. Cont. Af. Sar. 1. e. non Fabr. A. Chenopodi Scbrk. 1. e. II, p. 109. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Sul Chenopodium album, a Reggio Campi. Autunno. 57. Aph. Avenae Fabr. 1. e. IV, p. 214. Schrk. p. 104. Kalt. p. 108 Pass. p. 35, n. 4. Ferr. 2^ M. e. p. 224, n. 18. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Hordeum vulgare. In Reggio — Campi. Primavera. 58. Aph. Ballotae Pass. Gli Afidi ec. p. 35, e Aphid. ital. p. 37, n. Il, Forma nota. - Fem. viv. attera. Hab. Sulla Ballota nigra; frequente. Primavera, estate. 59. Aph. Beccabungae Koch. — p. 146. Pass. Ap. it. p. 48, n. 43. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Sul Chrysanthemum coronarium, al Capo Spartivento; sulla Te- Tonica anagallis a Pollerò: Primavera, Estate. 60. Aph. Brassicae L. — L. e. p. 543. Scbrk. p. 119. Fabr. Ent. Syst. IV, 218. Pass. 1. e. 25, n. 3. Kalt. p. 106. Koch. 149, f: 203, 204. Ferr. 1^ M. e. p. 63, n. 38. Maccb. 1°, Con. Af. S. p. 45. Aphis Raphanì. Schrk. 1. e. II. 119. A. Isatidis Boy de Fosc. p. 106. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Sulle seguenti piante. Brassica fruticulosa, Brassìca campestris, Jiaphamis Landra, Capsella-hursa pastoris, Sinapis geniculata, Bunias entcugo, Erysinum canescens; frequentissima. Primavera, autunno. 01. Aph. Gapsellae Kalt. — L. e. p. 58 n. 40. Pass. 1. e. p. 40. Macch. 1. e. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Sulla Capselìa bursa-pastoris, Primavera; sulle Verbena offtci- nalis e Y. ehamaedry folla, Autunno; s,\x\V Aster chinensls, Autunno. — 239 — 02. Aphis Carotae Koch. — L. e. p. 112, f. 149. Pass. p. 48. n. 44. Ferr. 1^ M. e. p. 72. n. 66. Macch. 1° Coni e. p. 15, Forme note. - Femm. \ìv. at. Fera. viv. alata, Pass. Hab. Daucus carota, B. foliosus, Tordylium apulum, Orlaya dau- coides, frequente dappertutto in dette piante nelle vicinanze di Reggio. Pri- mavera, autunno. 63. Aph. Cardui. L. — L. e. p. 544 n. 17. Fabr. Ent. Syst. 214. Koch. Kalt. 115 n. 89. Pass. 41. Ferr. Macc. A. Onopordi Schranl: Fau. b. 121. A. Chrysanthemi Koch. p. 75 f. 95, 96. A. Leucanthemi. Scop. Ent. carn. p. 138. Forine note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Cijnara horrìda, e S'colymus Mspanicus, a Capo Spartivento, Estate. Onopordon Uìijricum, a Melito. Maggio. Cynara Cardunculiis, Orto Agrario di Reggio, in estate. 64. Aph. Centaureae Koch. — P. 63. f. 80, 81. Pass. Aphid. p. 50 n. 49. Macch. Cont, ecc. p. 43. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Centaurea melitentis e C. sphaerocephala, Cataforio, Maggio. 65. Aph. Chloris Koch — p. 91 f. 122. Pass. p. 39 n. 14. Ferr. 1^ M. p. 65 n. 44 Macch. Altro Con. 1. e. Forme note. - Fem. viv. at. e Fem. viv. alata Pass. Hab Fragaria vesca, Primavera; Hypericum perforatum, H. crispum, a Gallico e a Capo Spartivento. Estate. 65.'"' Aph. convolvulicula Ferr. — Sul Convohmliis althoides. 06. Aph. Donacis Pass. — Aphid. it. p. 49 n. 46. Ferr. 1^ M. C. p. 72 n. 6S. Macch. Agg. Af. S. 1. e. 246. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Arundo donax, in tutti i canneti. Estate, autunno. 67. Aph. Euphorbiae Kalt. — 94 n. 69. Koch. 89 f. 119, 120. Pass. 47 u. 40. Ferr. 2^ M. e. 229 n. 24. Forme note. - Fem. viv. at. ed al. Hab. EujyJiorbia biglandulosa, E.peplus, E. ferracina, frequente. Pri- mavera. 68. Aph. Evonymi Febr. — Ent. Syst. IV. 214. Schrank. 1. e. 108. Wlkr. Koch. 121 f. 163, 164. Pass. p. 43 n. 28. Macch. Agg. ecc. p. 247. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. — 240 — Hab. Snir Evonymits europaeus. Autunno ed inverno. G9. Aphis Farfarae Koch. - 54 f. 68, 69. Ferr. 1*^ M. p. 73 n. 70. Forme note. - Fem. viv. at; e fem. viv. alata. Hab. Sul Tussilago farfara, Valanidi. Novembre 70. Aph. frangulae Koch. — 142 f. 192 e 193. Pass. p. 42 n. 25. Macch. Agg. ecc. p. 248. Aphis Bahmni Kalt. p. 64 n. 45, non Boy de Fonsa. Forme note. - Fem. viv. at. e fem. viv. alata. Fem. ovip. at. e maschio alato. Pass. Hab. Bhamnus frangula e R. alaternus, coltivati nell' Orto Agrario di Beggio. Autunno. 71. Aph. Galli Kalt. — p. 87 n. 63. Pass. Agg. alla Fior. Af. it. Bull. Societ. Ent. it. Anno XI. p. 44. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Gaìium aparine e Cr. saccharatuni. Primavera, estate. 72. Aph. gallarum Kalt. — Die. Deutscli Ph5'toph. aus der Kl. der In. ApJiis Artemisiae. Pass. Gli Afidi ecc. p. 35. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Artemisia variaHlis ; Costa di S. Francesco. Estate. 73. Aph. Genistae Scop. — Ent. Carn. p. 139. Kalt. p. 90 n. 66. Koch. Aph. p. 82 f. 109, 110. Pass. p. 46 n. 39. Macch. ecc. Forme note. - Fem. viv. at. e Fem. viv. al. Fem. ovip. at. Maschio al.? Kalh. Hab. Genista. Sp. coltivata. Primavera. 74. Aph. Craccae Schrk. — L. e. II. p. 119. Kaltb. 86 n. 62. Pass. Ferr. A. Viciae Craccae. L. Degeer. Fab. Ent. Sj'. 220. 1. e. p. 543 n. 18. Forme note. - Fem. viv. at. ed al. Hab. Sulla Vida psendo-cracca, a Nasiti e Reggio-Campi. Primavera. 75. A. Hederae Kalt. — p. 89 n. 65. Koch. p. 91 f. 121. Pass. p. 43 n. 29. Ferr. 1^ M. e. p. 70. n. 57. Macch. Al. Con. Af. S. 1. e. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Suir Hedera helix, frequentissimo in tutto V anno. 76. A. Hellchrysi Kalt. — p. 102. Wlkr-Koch. 135. f. 182, 183. Pass. p. 38 n. 12. Forme note. - Fem. viv. at. ed alata. Hab. Helichrysiim stoecJias (Piani di Modena presso Reggio Calabria), Estate; e AcJiillea ligustica, Boschiceddu presso Reggio. Giugno. (continua) — 241 — RACCOLTE IMENOTTEROLOGICHE NELL'AFRICA ORIENTALE KELAZIONE PREVENTIVA del Dott. PAOLO MAGRETTI Mentre sto compiendo lo studio degli Imenotteri da me rac- colti nel mio recente viaggio in Africa (Sudan orientale), credo opportuno non attendere la compilazione dell'intero lavoro, che richiederà ancor tempo e fatica, per far note alcune specie che già mi fu dato determinare, o che riconobbi presentar qualche in- teresse per la loro novità. Consultai all'uopo, oltre i lavori riguardanti la fauna europea, le importanti opere particolari di Savigny, di Klug, dello Spinola, di Walker, di Radoszkowsky, di Gerstàcker, di Gribodo, e quelle più generali di Fabricius, Dahlbom, Guèrin-Meneville, Lepeletier, Brulle, Saussure, Lucas, Smith, e di qualche altro, sugli Imenot- teri raccolti in Egitto, Abissinia, Algeria, Morea, Africa occiden- tale, equatoriale, australe, comprendendo le Indie orientali ed estendendosi sino alla regione australiana. Né tali mezzi ancor mi furon sufficienti ; che se molte specie potei con certezza riconoscere nelle descrizioni degli autori, molte mi rimasero dubbie, molte altre indeterminate. Sarà quindi scopo d'un più esteso lavoro, che spero di poter pubblicare in seguito, l'elenco di tutte le specie, conosciute o nuove per la scienza, degli Imenotteri che potei raccogliere nel mio rapido viaggio succitato. La regione visitata o percorsa, se non esplorata nel vero si- gnificato della parola, fu di circa due migliaja di kilometri, con Ann. XV. 17 — 242 — diverse soste qua e là nei centri principali. Praticai le mie raccolte dapprima a Suakin, e sulla via che da qui ci condusse a Kassala, poi sulle rive del Gasch e nelle deserte pianure dei Basen e degli Homranij sulle verdeggianti sponde del Settit (Takazziè) e dei Bahr el Salaam, fino alla remota Metemma nel Galabat. Di là, seguendo in gran parte il corso dell'Atbara, si ritornò a Kassala, donde si prese in direzione est passando pel Sennehit, breve sostando a Keren, fra i Bogos, e riuscendo poi a Massahua. Partito da Suakin agli ultimi di gennaio, qui pervenni ai primi di maggio. Malgrado la stagione non troppo favorevole alle caccie ento- mologiche, purnondimeno al ritorno trovai d' aver fatto una rac- colta non disprezzabile. In essa son molto ben rappresentate le famiglie Andrenidae, Vespidae, Larridae, Pompilidae, MutiUidae, Scoliidae, Formicidae; scarse le Evaniadae, Ichneumonidae, Bra- conidae, Chalcididae, Chrysididae, punto le Tenthredinidae e le Cinipidae. Esprimendo qui di nuovo i più vivi ringraziamenti al dott. Ernesto André, che mi comunicò le determinazioni dei Formicidi, al dott. Kriechbaumer per quelle degli Ichneumonidi, ed ai signori ing. Gribodo, Edmondo André e generale Radoszkowsky pel va- lido ajuto prestatomi nello studio delle altre famiglie, passo a citare: ICHNEUMONIDAE. 1. Neotypus semirufus Kriechb. u. sp. ?. — Capite thoraceque rufis, abdomine pedibusque nigris, puncto ante, altero infra alas, linea postscutelli, utrinqne macula apicali segmentorum 1 et 2, fascia apicali quarti, 5-7 dorso tibiisque anteriorlbus extus albis, geniculis anterioribus testaceis, antennis tricoloribus. Long. 5 ^/^ mill. Eaccolto ad Aikota, lungo le rive del Gasch. 2. Platylabus afer Kriechb. n. sp. d". — Niger, albo-pubescens, capite, anten- nis infra usque versus apiceni, articulo basali toto, protlioracis margine sapero, scutello, abdomine (petiolo excepto), peduuique maxima parte — 243 — castaneo-rafis ; orbitis facialibus ex parte, antennarum semiannulo liueolaque infra alas flavis. Long. 11 mill. Platylabo rufo Wesm. afSnis. Eaccolto negli orti di Keren. 3. Charops breviceps Kriechb. n. sp. ?. — Niger, mandibulis et articulo ba- sali antennarum maxima parte fulvis, pedibus anterioribus flavis, coxis nigris, posticis nigris, apice trochanterum, basi summa femorum et dimidio posteriore tibiarum nec non summa basi articuli primi tar- sorum flavis aut fulvescentibus, abdomine rubricoso, fusco-nebuloso, capite brevissimo. Long. 11 mill. Eaccolto a Metemma. 4. Casinaria ? (1) Magrettii Kriechb. n. sp. cf. — Niger, palpis, mandibulis, antennarum articulo basali maxima parte, coxis et trochanteribus an- terioribus et posticorum apice flavis, femoribus anticis totis, mediis, basi excepta, tibiis tarsisque anterioribus fulvis aut rufis, alarum posticarum nervo transverso anali, pone medium fracto, metathorace distiiicte areolato, areis intermediis et dentiparis elongatis. Long. 8 mill. Eaccolto sulle rive del Bahr el Salaam. 5. Cremastus pallidus Kriechb. n. sp. ?. — Stramineus, fulvescenti-varie- gatus, abdominis segmenti 1 linea, 2 et 3 macula basali antennisque nigris, his basi fulvis, alarum stigmate viroscente, postice obscuriore, terebra circiter quartae abdominis partis longitudine, tibiarum posti- carum apice tarsisque posticis fuscis. Long. 6 ^ mill. Eaccolto nel Kor Arvian (Homrani), EVANIADAE. 6. Evania laevigata Latr. I 7, E. dimidiata Spin. CHEYSIDIDAE. 8. Stiibum splendidum Fabr, — Con esemplari di varietcà molto distinte per colore, scultura e dimensioni. 9. Hedychrum coelestinum Klug. — Varietà distinta per la sua punteggiatura. (1) Riesce dubbioso il genere per la mancanza della femmina. 244 — BRACONIDAE. 10. Iphiaulax impostor Scop. 11. Iph. fastidiator Fabr. 12. Bracon determìnatus Walk. 13. Agathis nigricornis Bruii. CHALCIDIDAE. Chnìci» diverse specie nuove ? 14. Dirrhinus excavatus Dalm. n. geli. ? formante passaggio dal gen. Ilalìici-Eiii al geu. Dirrhiiins. FOEMICIDAE. 15. Camponotus sylvaticus 01. ? ^. — — var. maciilatus Fab. ? S. — — var. cognatus Smith ^. 16. C. niveosetosus Mayr (operaia). 17. C. sericeus Fabr. (id.) 18. Myrmecocistus viaticus Fb. (id.) 19.AcantholepisFrauenfeldiMayr(id.) 20. A. capensis Mayr (id) 21. OdontomachushaematodesL. (id.) 22. Megaponera foetens Fabr. (id.) 2.3. Fonerà senaarensis Mayr (oper.) 24. Dorylus aegyptiacus Mayr (f 25. Aenictus iuconspicuus ? Westw. (f 26.Tetramoriuin sericiventre Em. § 27.Monomoriuin PharaonisLin. (id.) 28. M. Salomouis Lin. (id.) 29. M. bicolor Eni. (id.) 30. M. barbatulum Mayr (id.) 31. M. gracillimum Smith (id.) 32. Monomorium afrum André n. sp. ^ Nigra, opaca; mandibulis rufìs, antennis pedibusque rufo-fuscis; capite antice dense striato, postice rugoso, thorace et petiolo dense reticulato-granu- latis; abdomine laeviter coriaceo, subnitido. Capite subquadrato, vis longiore quam latiore; clypeo longitudinaliter sulcato; oculis sat magnis; thorace inter mesonotum et metanotum fortiter impresso; metanoto cum sulco longitudinali lato, sat profondo et fere usquo ad mesonoti suturam producto; petiolo nodo primo squamiformi, antice convexo, postice plano. Long 4-4 Vo min- Raccolto fra la sabbia sulle rive dell' Atbara. — 245 — 33. AphaenogasterbarbaraLin. (op. — — var. aegiiptiaca Eni. (id.) 34. Pheìdole rugaticeps Em. (id.) 35. Ph. synaitica Mayr ?. 36. Ph. speculifera Em. ?. 37. Cremastogaster senegalensis Rog'er. ?. 38. Meranoplus Magrettii Andr. n. sp. 5 Ferruginea; antennis p^dibusquetestaceis, abdomine infuscato, pilis longis pallidis sat dense hirsuta; capite tlioraceque supra rude reticulatis; clypeo fere laevi, nitido; area frontali nitidissima; tlioracis marginibus (margine antico excepto) (Vedi fig. 1. a) crenulatis, angulis anticis spiniformibus; sutura pro- mesonotali laoviter impressa; mesonoto dentibus duabus crassis, haud acutis, postico armato; metanoto fere verticali, spinis duabus longioribus, parallelis et retro directis;*petioli nodo primo (Vedi fig. 1. b) cuneiformi, fere laevi, nitido; secundo rotundato, laeviter transverso-reticulato, abdomine antice sabtiliter coriaceo, postico laevi, nitido. Long. 2 V.-3 min. Eaccolto a Suakin. Fig'. p MUTILLIDAE. 39. Mutilla signata, Klg. ?. 40. M. fasciata Klg. ?. 41. M. leucopyga Klg. ?. 42. M. senegalensis Guér. (f Varietà sconosciuta. 43. M. Medon Smith. vsjiS(9a'9t8 n. gen. mihi. Mischocyttaro Sauss. generi afRnis, differt: Palpis maxillaribus articulis quatuor primis longis, duobus ultimis par- vis; mandibulis mediocre longis, tridentatis ; antennarum dimidio fla- gelli incrassato; clypeo latiore quam longiore. Thorace parce compresso, scutello, postscutello et metathorace gibboso-elevatis, sulco medio par- titis. Abdomine longe et subtiliter pediculato, petiolo e segmentis primo — 251 — et secundi maxima parte constit.uto. PecUbus mediocre longis. Alaram cellula seconda cubitali triangulari. Fiff. i" 90. P. subtilis Magretti n. sp. d". — Niger; antennarum scapo antice, cly- peo, pronoto, alarum t^gulis, scutelli maculis duabus, petioli et abdo- minis sfigraentorum raarginibus, fomorum apice et tibiarum basi cum fascia longitudinali, flavo-stramineo pictis. Mandibulis (apice excepto nigro), palpis et maxillis, antennarum scapo subtus, flagelli basi api- ceque, pedibus maxima ex parte, petiolo subtus et secundi abdominis segmenti parto petioli formi, ferrugineis. Clypeo, fronte, oculorum si- nubus, propleuris et metathoracis latpribus niveo-sericeo pilosis. Ca- pitis vertice thoraceque toto sat profonde et ampie punctulatis. Alis hyalinis, stigmate fusco. Long. 16 mill. Kaccolto lungo le rive del Gasch, nei dintorni di Kassala. Fig. 3" IsvhBì&tgftsSea'nides n. gen. milii Ischnogasteri, Beìenogasteri et MiscTco'cyttaro generibus affinis, differt: Abdominis petiolo valde arcuato, metathoracis sulco medio longitudinali postscutellum tangente, mandibulis dentatis, anguste oblongatis, rostrum conficientibus: ala- rum cfllulis cubitalibns P pentagona, II'' et IIP tra- pezoidales. Pedibus posterioribus mediocre longis. — 252 — 91. Ischn. flavus Magretti n. sp. ?. — Niger; antpnnis, clypei apice, petiolo (basi et linea media longitudinali exceptis, nigris) segmentis abdo- minalibus supra et sabtus (maculis transversalibus nonnullis nigris) pedibusque duobus posterioribus rufo-fulvis. Palpis, mandibulis, clypeo, macula Inter antennas, fronte, oculorum margìaibus et sinubus, me- sothoracis angulo interno, propleuris, scutello, , postscutello, mf'tatho- racis lateribus, pedibus anterioribus alarumque tegulis, flavis, Capitis vertice subtiliter foveolato-punctato. Mesothoracis dorso linea media elevata antice instructo, toto profunditer punctulato. Long. 14 mill. Eaccolto sulle rive del Kor Cheru (Confini dell'Abissinia). 92. Icaria xanthura Saus. an n. sp. ? 93. Polistes fastidiosus Sauss. 94. P. marginalis Fabr, var. si ir/ma Fabr. (? e oper.) 95. Vespa orientalis Fabr. (oper.) 96. Eumenes tinctor Christ. cf e ?. 97. E. Lepeletieri Sauss. o=" e ?. 98. E. dìmidiatipennis Sauss. cT' e ?. 99. Synagris xanthura Sauss. cf e ?. 100. Odynerus parvulus Lep. cT, e 9. 101. O. chloroticus Spin. cr' e ?. Il cf era sconosciuto. 102. O. carinulatus Sauss. ?^^&j, Koch. 79. Ladiicae, Boy. de Fons. 80. Magnoliae, Macch. 81. Blalvae, Koch. 82. ilfrt/r, Fbr. 83. Medicaginis. Koch. 84. Myopori, Macch. 85. Myosotldis, Koch. 86. JVerii Kalt. 87. Oxaìis, Macch. 88. Papaveris, Fbr. 89. Persicae, Boy. de Fons. 90. Plantaginis, Schrk. 91. Pohjanthis, Snlzer. 92. Prutricola, Kalt. 93. ConvoIvuìicoJa, Ferr. 94. Orobanchcs, Pass. 95. Baminculi, Kalt. 96. Bumicìs, L. 97. Sambucaria, Pass. 98. Silenae, Ferr. 99. >S'/Z^6/, Pass. 100. Solanina, Pass. 101. SijmpliiU, Schrk. 102. Verbasci, Schrk. 103. ZJr^icae, Fbr. 104. Fe/-6ewae, Macch. Gen. 8. Siphocoryne, Pass. 105. Caprette, Fbr. 106. FoenicuU, Pass. 107. Xylostei, Schrk. Gen. 9. Myzocallis, Pas5. 108. Cyperis, Macch. 109. Ononidis, Kalt. log**'" Qiiercus, Kalt. Gen. 10. Cladobius, 7foc7i. 110. Lantanae, Koch. IH. PopuU, Kalt. Gen. 11. Chaitophorus, Sbc7«. 112. Aceris, Koch. 113. PopuU, Koch. 114. Saliceti, Schrk. Gen. 12. Pterocallis, Pass. 115. TiZiae, L. Gen. 13, Trama, Heyden. 116. troglodìjtes, Heyd. Gen. 14. Sipha, Pass. 117. Maidis, Pass. Gen. 15. Lachnus, J/%. 118. Blgnoniae, Macch. 119. longirosfris, Fbr. 120. longìtarsis, Fbr. 121. Quercus, L. — 270 — Gen. 16. Callipterus, Koch. 122. Juglandis, Frisc. Gen. 17. Pterochlorus, Bond. 123. longipes, Leou. Duf. 124. Eohoris, L. Gen. 18. Schìzoneura, Hartig. 125. coìnpressa, Koch. 126. Corni, L. 127. lanigera, Hartig. 128. venusta, Pass. Gen. 19. Pemphigus, Hartig. 129. foUicularius, Pass. 130. Filaginis, Boy. de Fons. 131. cornicuìarius, Pass. 132. hursariiis, L. 133. Lactucarius, Pass. 134. utricularius, Eéaum. 135. Zea Maydis, Leon. Dufour. Gen. 20. Tetraneura, Hartig. 136. TJlmi, Geoffr. Gen. 21. Aploneura, Pass. 137. Lentisci, Pass. Gen. 22, Rizobius. Burnì. 138. iSoncJii, Pass. Gen. 23. Phylloxera, Bo?/. i^ows. 139. Fiorentina, Heyden. e Targ. T. 271 — FLORA DEGLI AFIDI DI CALABRIA Parte Seconda. Acer campestre L. Chaitliophorus Aceris Koch. Sulle foglie, intorno ai picciuoli ed ai giovani rami. Primavera. Acer pseudo-platanus L. Siphono])hora Aceris Eocb. — Platanoicìes Schrk, Sulla pagina inferiore delle foglie e sui giovani rami. Primavera. Chaithopl/onts Aceris, Sulle foglie intorno ai picciuoli ed ai giovani rami. Primavera. Achillea ligustica Ali. Siphonophora Ahsinthìi L. Primavera. — MiìlefoUi Fbr. Estate ApMs Helichrysi Kalt. Giugno. Quest'ulima specie soltanto tra i fiori. Ailautus glandulosa L. Apliìs Mali Fbr. Sotto le foglie, ma non frequente. Autunno. Amygdalus communis L. Hìjalopterus Pruni Fbr. In primavera sulle giovani foglie. Anagallis arvensis L. — tenella L. Apliis Ncrii Kalt. Primavera. Anthirrinum majus L. — Orontium L. SipJionophora Anthirrini Macch. Sulle giovani foglie e sulle corolle. Primavera, autunno. — 272 — Aquilegia vulgaris L. Hyalopterus frirhocla Walk. Sulle foglie in individui coltivati. Autunno. Arbutus unedo L. Aphis Arhiiti Ferr. Sulle foglie. Primavera. Arundo donax L. Aphis Donacis. Pass. In quasi tutte le foglie, ma di frequenza nelle giovani. Estate, autunno. Artemisia Abrotanum L. (pianta coltiva). SiphonopJwra AhsintJdi L. — Artemisiae Boy. de Fons. Nelle sommità ed intorno ai fiori. Estate, autunno. Aphis gallarum Kalt. Nelle foglie superiori bolloso-convolte. Autunno. Artemisia variabilis Ten. Siphonophora Absinthii L. — Artemisiae Boy. de Fons. Nelle estremità ed intorno ai fiori. Estate, autunno. Siphonophora atra Ferr. In primavera sulle foglie. Avena barbata Brot. ' — fatua L. Toxoptera gramimim Eond. In estate sulle foglie. Arum italicum Mill. Bhopalosiphum Nymphaeae L. Estate. Aster chinensis L. (pianta coltivata). Aphis Capseìlae Kalt. In autunno sulle foglie e sui fiori. Ballota nigra Sm. Aphis Ballotae Pass. Sui fiori. Primavera, estate. Bellis perennis L. — sylvestris Cyr. Siphonoptltora Malvae Mosley. In primavera sulle foglie. Berberis vulgaris L. p. coltivata. Bhopalosiphum BerhericUs Kalt. In primavera sulle foglie. Bignonia catalpa L. p. e. — radicans L. p. e. Lachnus JS'erii Kalt. In autunno sulle foglie e tra i fiori. — 273 — Apìiis Bignoniae. Macch. Sulle giovani foglie e tra i fiori. Febbraio-aprile. Borrago officinalis L. Aphìs Sylìbi Pass. Sulle foglie. Primavera, estate. Brassica campestris L. — .fruticulosa Cyr. Aplùs Brasslcae L. Nelle foglie e nei fiori, Estate, autunno. Brassica Rapa L. p. e. Ehopaìosìplmm Persicae Sultz. Sulle foglie. Estate, autunno. Bromus maximus Df. Toxoptcni graminum Eond. Sotto le foglie. Bunias Erucago L. Aphh Brasslcae L. Xelle foglie. Primavera, estate. Camellia laponica L. Toxoptera Aurantìi Boy de Fons. In primavera tanto sulle gemme che sulle giovani foglie. Campanula Erinus L. Siplionopliora Campanulae Kalt. Estate, autunno. Capsella bursa-pastoris Moench. SipUonophora Ulmariae Schrk. In primavera sulle foglie. ApJiis Brasslcae L. Sulle foglie. Primavera. — Capsellae Kalt. Sulle foglie e sulle sommità fiorifere. Primavera. — Symphìjtl Schrk. Nella pagina inferiore delle foglie. Estate. Carduus arabicus Jacq. Sìphonopliora Jaceac L. Sui peduncoli fiorali. Primavera, estate. Aphls Cardia L. Nella pagina inferiore delle foglie. Estate. Centaurea melitensis L. — spherocephala L. ApMs Centaureae Koch. Nelle estremità fiorifere e sotto le foglie. Maggio. Gichorium divaricatum Willd. Aphìs Intyhi Koch. In tutta la pianta. Maggio. Ghenopodium album L. Aplùs Atripllcis L. Nello foglie ravvolte. Autunno. Chrysanthemum coronarium L, Aphìs Beccabungae Koch. Sotto le giovani foglie all' apice dei rami e tra i fiori. Primavera. Ann. XV. 19 ~ 274 — Cirsium lanceolatum Scop. Phorodon Carduìnum Wlkr, Sotto le foglie. Estate. Citrus aurantium Risso. — Limetta Risso. — Liimonium Risso. — inedia Risso. — vulgaris Risso. Toxoptera Aurantii Boy de Fons. Sulle foglie leggermente increspate. Primavera. Autunno. Convolvulus altheoides L. Siphonophora Sólani Ealt. In primavera sotto le foglie. ApJiis convolvulicola Ferr. Cornus sanguinea L. Schizoneura Corni L. In primavera sulle foglie e peduncoli fiorali. Corylas avellana L. Slphonoplwra Avellanae Koch. In maggio sui giovani rampolli. Crassula perfossa Lam. p. e. Aphis Papaveris Fbr. In tutta la pianta. Primavera, autunno. Crataegus glabra p. Colt. Myzus Cerasi Fbr. Sulla pagina inferiore delle giovani foglie. Primavera. Crataegus Oxyacantha L. Myzus Oxyacanthae L. In primavera. Gucnmis citruUus L. Cucurbita pepo D. C. — maxima D. C. ApJiis Sijmphìti Schrk. Sotto le foglie. Estate, autunno. Gupularia graveolensis G. Gr. Phorodon Inulae Pass. In autunno sulle foglie. Cynara Carduaculus L. — horrìda Sibtli. Aphis Cardili L. Sulle foglie. Estate. Cydonia Japonica Pers. p. e. Aphis mali Fbr. Nelle foglie ravvolte e all' apice dei giovani rami. Primavera, autunno. Cydonia vulgaris Pers. p. e. Siphonophora Solani Kalt. Nelle giovani foglie. Primavera, estate. Aphis Mali Fbr. Nelle foglie ravvolte e all' apice dei giovani rami. Primavera, autunno. — 275 — Cynodon Dactylon Pers. Pemphìgus Zea Malclis Leon Dufour. In autunno sulle radici. Cyperus distachyos Ali. Aphis Papaveris Fbr. In autunno sulle foglie. — Polyanthis Sulzer. Autunno sulle foglie. Cyperus rotundus D. C. Aphis Papaveris Fbr. In autunno sulle foglie. Mysocallis Cyperìdis Macch. Sulle foglie e sulle infiorescenze. Novembre. Dactylìs glomerata L. Toxoptera graminum Eond. Primavera, estate. Daucus carota L. — setulosus Guss. AjyMs Carotae Koch. Tra i fiori. Primavera, estate. Dianthus Caryophyllus L. Hhopalosiplmm Persicae Sultz. Sulle foglio e nei peduncoli fiorali. Estate. Duranthe elithia p. e. ApJiis Nerii Kalt. In autunno sulle foglie e tra i fiori. Erodium Botrys Beri Siphonophora Malvae Mosley. Sulle foglie. Primavera, estate. Eryngium campestre L. Aphis Papaveris Fbr. Primavera. Euphorbia biglandulosa Desf. — peplus L. — terracina L. Aphis Euphorhiae Kalt. In primavera nelle sommità e nella pagina inferiore di quasi tutte le foglie. Euphorbia peplus L. Siphonophora Cyparissiae Koch. Sulle foglie e tra le brattee. Primavera. Evonymus europaeus L. p. e. Aphis Evonymi Fbr. Nelle giovani foglie. Autunno, inverno. Erysimum canescens D. C. Aphis Brassicae L. In primavera sulle foglie. Filago germanica L. Pemphìgus Filaginìs Boy. de Fons. In estate sulle infiorescenze. Foeniculum officinale Ali. Siphocoryne Foeniculi Pass. Sulle foglie superiori e tra i fiori. Estate, autunno. — 276 — Fragaria vesca L. ApJiis Chlorìs Koch. Vicino ai fiori e sui fiori. Primavera. Bisobhis SoncM Pass. Nelle radici. Estate, autunno. Fumaria ofiìcinalis L. — capreolata L. Apliis Papaveris Fbr. In primavera su tutta la pianta. Galeactitìs tomentosa Macch. lìliopàlosiphum Galeactitìs Macch. In prioiavera sulla pagina inferiore delle foglie. Galium Aparine L. — saccharatum Ali. Apliis Galli Kalt. Primavera, estate. Genista L. ApMs Genistae Scop. Sulle foglie e sui giovani rami. Primavera. Geranium molle L. Siplionopliora Malvae Mosley. Sulle foglie. Primavera, estate. Hedera helix L. ApMs Hederae Kalt. Nelle foglie all' apice dei rami giovani e nei fiori. Tutto 1' anno. Helychrysum stoechas D. C. ApMs Helkhrysi Kalt. Sulle foglie e sui fiori. Estate. Hibiscus L. Aplùs Medicagìnis Koch. In autunno sulle foglie e sui fiori, Hordeum vulgare L. ApMs Avenae Fbr. sulle foglie. Primavera. Toxoptera grominum Eond. Sulle foglie. Primavera. Hyacinthus orieutalis L. p. e. Bhopaìosìplmni Persicae Sultz. Autunno. Hypericum perforatum L. — crispum L. ApMs CMoris Koch. Sulle foglie, estate. Ilex Aquifolium L. ApMs llicis Kalt. Sulle giovani foglie. Primavera. Inula viscosa Ait. S'iplionophora Inulae Perr. In estate sulle foglie. Juglans regia L" Callipterus Juglandis Friso. In estate sulla pagina inferiore delle foglie, e specialmente lungo la nervatura mediana. — 277 — Jucca L. Mysus tetrarhoda Walh, Sotto le giovani foglie. Primavera, estate. Lactuca sativa L. S'qìlionophora Ladiicae Pass. Nelle sommità fiorite. Estate, autunno. ApMs Lactucae Boy. de Fons. Idem. PempJiigus Lactiicarhis Pass. In estate sulle radici. Leucanthemum T. p. colt. Siphonopliora Lencantliemi Ferr. In primavera sotto le foglie. Ligustricum vulgare L. ItJiopaìosiphum Ligustri Kalt. Sulle giovani foglie. Primavera. Lolium multiflorum Lam. Sipha Màiclis Pass. In estate sulle radici. Lolium perenne L. Toxoptera gramimim Eond. Primavera, estate. Pcmphigus Zea Maidis. Leon Dufour. In autunno intorno alle radici. Lonicera chinensis Wats. p. e. Siphocoryne Xylostei Schrk. Nella pagina inferiore delle foglie e sui fiori. Primavera. Magnolia grandiflora L. p. C. Ap)Ms MagnoUae Macch. Nella pagina inferiore delle giovani foglie e sulle gemme. Primavera. Malva sylvestris L. AphìS Maìvae Kalt. Nelle foglie bollose ed increspate. Primavera, estate. Matrìcaria Gliamomilla L. Myeiis Matrìcarìae Macoli. Sulle foglie e tra i fiori. Primavera, estate. Medicago orbicularis Ali. — sativa L. Siplionophora Ulmariae Schrk. Sotto le foglie. Estate, autunno. Medicago lupolina L. ApJds Medicaginis Koch. Nelle foglie e sugli steli. Maggio. Medicago sativa L. Mysoccdlis Ononidis Kalt. Sulle foglie. Estate, autunno. Mespilus Japonica L. p. colt. Aplds Mail Fbr. Sotto le foglie bollose ed increspate. Estate, autunno. Myoporum pictatum R. Br. ApMs Myopori Macch. Sotto le foglie e sui picciuoli. Primavera, estate. — 278 — Myosotis palustris Wilt, ApJds Myosoiidis Koch. In maggio, nelle foglie e all' apice dei rami. Nerium Oleander L. Myzus Nervi Boy. de Fonsc. Sui picciuoli, sulle giovani foglie, sui rami fioriferi e sui fiori. Prima- vera, estate. Nymphaea alba L. Bhopalosìphum Nymphaeae L. Nelle foglie bollose e contorte. Primavera, autunno. Onopordon lUyricum L. Aphis Cardui L. In estate sulle foglie. Ononis diffusa Ten. SiphonopJiora Ononis Koch. Sulle foglie. Estate. Myzocallis Ononidis Kalt. Nelle foglie. Primavera, estate. Ophrys aranifera Huds. Mysiis Cerasi Fbr. Nelle foglie e sui fiori. Primavera. Opuntia Ficus indica L. Aphis Papaveris Fbr. Primavera, autunno. Orlaya daucoides L. Aphis Carotae Koch. Primavera, estate. Orobanche Muteli Schultz. Aphis Orohanches Pass. Oxalis corniculata L. Aphis Oxalidis Macch. Su tutta la pianta. Autunno. Panicum Crus-Galli L. Schizoneura venusta Pass. In autunno attorno alle radici. Papaver Rhoeas L. — setigerum D. C. Aphis Papaveris Fbr. In primavera sulle foglie e sui fiori. Parietaria officinalis L. Aphis TJrticae Fbr. Sulle foglie e nelle infiorescenze. Autunno, inverno e primavera. Pastinaca saliva L. Siphocoryne Foeniculi Pass. Nelle foglie superiori e nelle ombrelle. Estate, autunno. Persica vulgaris D. C. Wiopalosiphum Persicae Sultz. Sulle foglie. Estate, autunno. — 279 — Mysus Persicac Pass, Nei teneri rami, sui picciaoli e sulle foglie. Primavera, estate. Hyaloptenis Pruni Fbr. Sui giovani rami e sulle foglie cosperse di bianco polviscolo. Prima- vera, autunno. Aphis Persicae Boy. de Fons. Air apice dei giovani rami e sulle foglie increspate e ravvolte, produ- ducendo la forma principale di quella malattia che è chiamata fillo- rissema del pesco; da non confondersi questa coli' altra specie ben diversa di fillorissema, che deve la sua origine ad un fungo parassito, r Exoascus deformans (Berkl.) Pass. Picridium vulgare Desf. Siplionophora Pìcricìis Fbr. Sulle foglie. Primavera, estate. — Sonclìi L. Sulle foglie in estate. Pistacia Lentiscus L. Aploneura Lentisci Pass. Nelle galle follicolari delle foglioline. Maggio-luglio. Pistacia Terebinthus L. PempJiigus cornicularius Pass. Nelle galle siliquiformi e cornute dell'apice dei rami. Autunno. PempMgus follicuìarius Pass. Nelle galle follicolari e rigonfie del margine delle foglioline. Autunno. PempJiigus iitricidarius Eéaum. Nelle galle subglobose dei picciuoli. Aut. Phaseolus vulgaris L. Lachniis longirostris Fbr. Sulle radici in estate. Plantago major L, Aphis Pìantagìnis Schrk. Sotto le foglie. Autunno. Plantago Coronopus L. — major L. Myzus Plantagineus Pass. Sotto le foglie. Estate, autunno. Plantago Lanceolata L. — Psyllium L. Phorocìon Galeopsidis Kalt. In primavera sulle foglie. Populus alba L. Cladohius Populi Kalt. Primavera. Chaìtopliorus Saliceti Schrk. Primavera. Populus nigra L. LacJmus longirostris Fbr. Tra le fessure delle vecchie scorze. Autunno. — 280 — Pempliigiis hursarms L. Nelle galle follicolari del picciuolo e del nervo mediano delle foglie. Primav. Portulaca oleracea L. Myms Portulacae Macch. In tutte le parti della pianta, esclusa la radice. Autunno, e principio dell'inverno. Potentina reptans L. Pliorodon Galeopsidis Kalt. Sulle foglio. Primavera. Prunus L. Myms Mahaleb Boy. de Fons. Sulle foglie. Estate, autunno. Prunus Armenìaca L. — domestica L Hyalopterus Pruni Fbr. Nelle foglie e sui giovani rami cospersi di bianco polviscolo. Prima- vera, autunno. Prunus cerasus L. Mysus Cerasi Fbr. Nelle foglie bollose convolte, all' apice dei giovani rami. Primavera. Prunus spinosa L. ApMs Prunicola Kalt. Nelle foglie increspate dell'apice dei giovani rami. Estate. Pyretrum Med. p. e. Siphonophora Malvae Mosley, In primavera sulle foglie e qualche volta sui fiori. Pyrus communis L. — Malus L. Myziis Oxyacanthae Sclirk. Nelle foglie bollose convolte e rosso sanguinee. Primavera, autunno. Myzus Pyrariiis Pass. Nelle foglie convolte. Primavera, autunno. Pyrus Malus L. p. e. Apliis Mali Fbr. All'apice di tutti i rami giovani e nelle foglie convolte. Primav., autunno. Myzus Mali Fbr. In primavera nelle foglie convolte. ScMzoneura lanigera Hartig. Sulle ferite dei vecchi tronchi. Autunno. Quercus Robur L. — Ilex L. Ptcrochlorus longipes Leon. Duf. Intorno ai giovani rami e sulle foglie. Autunno, inverno. — 281 — Quercus Ilex L. Phyìloxera fiorentina Heyden. Sotto le foglie macchiate di giallo, specialmente nella pagina supe- riore. Primavera, autunno. Quercus Robur L. Myzocallis Quercus Kalt. In primavera sotto le giovani foglie. Lachnus Quercus L. Nelle fessure delle vecchie scorze alla base dei tronchi. Autunno. Pterochlorus Boborls L. Sui rami e sulle foglie. Autunno. Ranunculus muricatus L. A2)Jds Eanimcuìl Kalt. Alla base del fusto. Primavera. Raphanus Landra Mor. ApMs Brassicae L. Sulle foglie. Primavera, estate. Rhamnus Alaternus L. — Frangala L. p. e. A;phis Frangidae Koch. Sotto le foglie. Autunno. Ribes Grossularia L. — rubrum L. Mysus Bibis L. Sulle foglie bollose ed increspate. Primavera, autunno. Rosa L. Siphono])hora Bosae L. In quasi tutte le rose coltivate ed anche sulle selvatiche nella pagina inferiore delle foglie, nei rami giovani e [nei peduncoli fiorali. Pri- mavera, autunno. Siphonophora Bosaecola Pass. In parecchie specie di Rosa. Primavera. Hyaìopterus trirhoda Walk. In autunno nelle foglie. Rosa gallica L. e R. sempervirens L. Myzus tetrarhoda Walk. All' apice dei rami e delle giovani foglie. Autunno. Rosa giallica L. — indica L. Hyaìopterus trirhoda Walk. In autunno sulle foglie. Rubus dalmaticus D. C. Hyaìopterus trirhoda Walk. Pochi individui sulle foglie, ma forse si tratterà d'una emigrazione. Ottobre. Rumex pulcher L. ApJiis Bumicis L. Nelle foglie increspate convolte ed all' apice dei fusti e dei fiori. Estate. — 282 — Salìx alba L. Siphocoryne Capreae Fbr. Nelle foglie. Primavera. Gladobius Populi Kalt. Intorno ai rami. Primavera, estate. Chaitophorus Saliceti Schrk. Nella Pagina inferiore delle giovani foglie. Primavera. Lachnus longirostris Fbr. Tra le fenditure delle vecchie scorze di questa e di'altre specie diSalix. Aut. Salvia ceratophylloìdes B/iopalosiphum elegans Perr. In ottobre sulle foglie. Sambucus nìgra L. Aphis Samhucaria Pass. Sui giovani rami. Maggio. Scolymus hìspanicus L. Aphis Cardui L. Estate. Senecio crassifolius Willd. — vulga,ris L, AxMs Myosotidis Koch. Nelle sommità fiorifere. Estate, autunno. Ehopalosiphus Persicae Sultz. Estate, autunno. Setaria glauca P. B. — viridis P. B. ScMzoneura venusta Pass. Sulle radici. Autunno. Sìlene ìnflata D. C. Aphis Silenae Ferr. Primavera. Sinapis geniculata Desf. Aphis Brassicae L. Sulle foglie. Primavera, autunno. Scirpus Savii Seb. et Maur. Toxopterus Scirpi Pass. Primavera, estate. Solanum nigrum L. Aphis silyòi Pass. Sulle foglie increspate. Primavera, estate. Siphonophora Solani Kalt. Primavera. Solanum Sodomeum L. Ajjhis Solanina Pass. Sonchus L. sp. ? Sonchus asper Vili. — arvensis L. — oleraceus L. Siphonophora Sonchi L. Foglie, steli e peduncoli fiorali. Quasi tutto l'anno. llhopalosiphum Lactucae Kalt. Nelle foglie. Estate, autunno, inverno. Trama troglodytes Heyd. Sulle radici. Primavera. — 283 — Eisobius SoncJii Pass. Nelle radici. Estate. Spercularia speculum A. D. C. Siphonophora Campaniilae Kalt. Estate, autunno. Spartium junceum L. Siphonophora nlmariac Schrk. Primavera. Stachys arvensis L. Phorodon Galeopsiclis jjalt. Autunno. Tilia platyphylla Scop. Pterocallis Tiliae L. Nella pagina inferiore delle foglie. Estate. Tordylìum apulum L. Aphis Carotae Koch. Primavera, estate. Trifolium L. SipJionophora Ulmariae Schrk. Sulle foglie. Estate. Triticum vìllosum P. B. Aphis cerealis Kalt. Giugno. Toxoptera graminum Eond. Pimavera, estate. Tussilago Farfara L. Siphonophora Tussilaginis Koch. Sotto le foglie. Autunno. Aphis Farfarae Koch. Novembre. Ulmus campestris Sm. Schisoneura compressa Koch. In estate nelle galle. Tetraneura Uhm Geoffr. Nelle galle follicolari rossigne delle foglie. Primavera, estate. Urospermum picroides Desf. Siphonophora Hieracii Kalt. Primavera, estate. Urtica urens L. Aphis Urticae Fbr. Nelle foglie terminali. Autunno, Inverno, primavera. Verbascum sinuatum L. Aphis Verhasci Fbr. In estate sulle foglie. Verbena Chamaedryfolia — officinalis L. Aphis Capselìae Kalt. Lungo le spighe tra i fiori e sulle foglie.* Autunno. Aphis Verbenae Macch. In autunno, sulle foglie e specialmente nella pagina inferiore. Veronica Anagallis L. Aphis Beccahungae. Nei peduncoli dei fiori. Primavera, estate. Vicia faba L. Aphis Papaveris. Nelle sommità fiorifere. Primavera, estate. — 284 — Vicia pseudo-cracca Bert. A2yh{S Craccae Schrk. Nei racemi dei fiori. Primavera. Viburnum Tinus L. p. e. Cladohius Lantanae Koch. Sotto le foglie. Autunno. Viola odorata L. — tricolor L. SiphonopJiora Màlvae. In primavera sulle foglie. Zea Mays L. Toxoptera gramìmim Kond. Sulle foglie. Estate. Apliis Papaveris Fbr. Sulle spighe e nelle pannocchie terminali. Estate. Sipha Ma'idis Pass. Sotto le foglie. Estate. Pemphigus Zeae Ma'idis Leon. Dufour. Sulle radici. Autunno. — 285 INDICE DELLE PL\ME CHE ALBERGANO GLI AFIDI CITATI IX QUESTA MEMORIA Acer campestre, L. — pseitdo platanus, L. Achillea ligustica, AH, Ailantus glandiilosa, L. Amygclalus commicnis, L. Anagallis arvensis, L. — tenella, L. Anthirrinum niajus, L. — Orontium, L. Aquilegia vulgaris, L. Arhntus unecìo, L. Arimelo Donax, L. Artemisia ahrotanum, L. — variabili s, Ten. ^t-ewa haròata, Brot, — /a^M«, L. j ^n«n italicum, Mill. ^sfcr cJiinensis, L. Ballota nigra, Sin. Bellis perennis, L. — sylvestris, Cyr. Bcrheris vulgaris, L. Bignonia catalpa, L. — radicans, L. Borrago officinalis, L. Brassica campestris, L. — fruticulosa, Cyr. — Bapa, L. Broììius maxiìuus, Df. Biinias Erucago, L. CamelUa Japonica, L. Campanula Erinus, L. Capsella Bursa pastoris, Moench. Carduus arabicas, Jacq. Centaurea melitensis, L. — spherocephala, L. CicJiorium divaricatimi, Willd Chcnopodium album, L. Chrysanthemum coronarium. L. Cirsitim lanceolatum, Scop. Citrus aiirantium. Risso, — Limetta, Eisso. — Limonium, Risso. — media, Risso. — vulgaris, Risso. Convolvulus altheoides, L. Cornus sanguinea, L. Corijlus Avellana, L. Crassula per fossa, Lam. Crataegus glabra, — Oxyacantha, L. Cucumis citruUus, L. Cucurbita pepo, D. C. — maxima, D. C. Cupularia graveolensis, G. G. Cynara Jiorrida, Sibth. — Cardunculus, L. Cydonia Japonica, Pers. — vulgaris, Pers. Cynodon Daciilon, Pers. Cyperus distachyos, Ali. — rotimdus, D. C. Daciylis glomerata, L. Baucus carota, L, — setulosus, Guss, Bianilms caryophyllus, L. Buranthe elithie, ' Erodium Boirys, Bert. Erynginm campestre, L. Erysimum canesccns, D. C. Eiipltorbia biglandulosa, Desf. — peplus, L. — terracina, L. Evonymus europaeus, L. 286 Fìlago germanica, L. Foeniculum officinale AH. Fragaria vesca, L. Fumaria officinalis, L. — capr colata, L. Galeactitis tomentosa, Mch. Galium Aparine, L. — saccJiaratimi, Ali. Genista, L. Geranium molle, L. Hedera helix, L. Helichrysum stoecas, D. C. Hibiscus, L. Hordeum vulgare, L HyacintJms oricntalis, L. Hypericum perforatum, L. — crispuyn, L. J^ea; Aquifolium, L. Iwi(?a viscosa, Ait. J'uglans regia, L. Jucca, L. Lactuca saliva, L. Leucanthemum, T. Ligustricum vulgare, L. Lolium multiflorum, Lam. — j)erenne, L. Lonicera chinensis, Wats. Magnolia grandiflora, L. Malva sylvestris, L. Matricaria Chamomilla. L. Medicago lupolina, L. — orbicularis. Ali. — saliva, L. Mcspihis Japionica, L. Myoporum pictum, Myosotis palustris, With. Nerium Oleander, L. Nynphaea alba, L. Onopordon Illyricum, L, Ononis diffusa, Ten. Ophrys aranifera, Huds. Opuntia Ficus indica, L. Orlaya daucoides, L. Orobanche Muteli, Scultz. Oxalis corniculcda, L. Panicum Crus Galli, L. Papaver Rhoeas, L. — sefigerum, D. C. Parietaria officinalis, L. Pastinaca saliva, L. Persica vulgaris, D. C. Picridium vulgare, Desf. Pistacia Lentiscus, L. — Terebinthus, L. P/iaseolus vulgaris, L. Plantago Coronopus, L. — lanceolata, L. — major, L. — Psyllium, L. Populus alba, L, — wj^ra, L. Portulaca olcracea, L, Potentina reptans, L. Pruniis, L. — Armenica, L. — cerasus, L. — domestica, L. — spinosa, L. Pyretrum, Med. Pyrus communis, L. — Malus, L. Quercus Ilex, L. — Bohur, L. Banunculus muricatus, L. EapJianus Landra, Mor. Ramnus Alaternus, L, — Frangula, L. Ì2i6es Grossularia, L. — ruhrum, L. Eosa, L. Eosa Gallica, L. — indica, L. — sempervirens, L. Rubiis dalmaticus, D. C. Biimex pulclier, L. ™, ed una larghezza di 0,018.™™. Il loro margine è profondamente seghettato, e la superficie supe- riore pure, presenta due serie longitudinali di denti, analoghi a quelli dei margini. Inoltre, su ciascun fianco, si ha una serie di tubercoli sporgenti, su ciascun dei quali è un ciuffo di peli squamiformi molto simili a quelli dei margini del corpo; dai quali peraltro differiscono un poco, si perchè sono generalmente più lunghi, si perchè sono spesso curvati sopra di un lato ed hanno forma clavata (fig. 18). Alcuni di questi, poi, sono assai più ristretti e mancano di dentature sulla superficie superiore, solo avendo la se- ghettatura marginale. All'estremità del corpo dell'animale, finalmente, è una sorta di coda, formata da un foltissimo ammasso di peli, alcuni dei quali più corti e meno numerosi, sono simili agli ora descritti ; altri, formanti la massima parte della coda, hanno una forma tutta speciale. Alcuni di questi sono assai sottili, molto allungati, e presentano due serie longitudinali e opposte di sporgenze più o meno lunghe, rivolte all' indietro, cioè verso il corpo del miriapode; terminano poi generalmente a ferro di lancia (fig. 19). Altri peli sono pure sottili e allungati come i primi, ma ne differiscono per avere delle sporgenze un poco più corte e rivolte in avanti, e per uno speciale e curioso modo di terminazione. Infatti il pelo all'apice si ricurva indietro e si divide in quattro o cinque digita- zioni claviformi (fig. 20). La lunghezza di questi peli oscilla fra 0,423.™™ a 0,459.™™. Bull SocEiitoni.Ildl-AnnoXV-l 883 \j S) IVO N \/ — 295 — SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA. Fg. 1. Sezione verticale dell' integumento di Plutonium Zwierleini Cav. — a. ipoderma, b. cellule epidermiche, e. lamelle epidermiche chitiniz- zate, d. pori-canali. » 2. Cellule ipodermiche di Scolopendra Jiispanica Newp. » 3. Cellule epidermiche idem. » i. Epidermide di Geophilus Gabrielis Fab. nel punto di segmentazione fra due anelli del corpo. » 5. Cellule epidermiche del medesimo Geophilus, prese in luogo poco discosto dal punto di segmentazione. » 6. Epidermide dello stesso miriapode, presa nella parte più centrale di un segmento. » 7. Cellule epidermiche di un Litobio. » 8. Sezione verticale dell' epidermide di Geophilus Gahrìelis — a. co- netti delle cellule epidermiche, h. pelo, e. poro-canale. » 9. Epidermide dei fianchi dì Scolopendra Jdspanica. » 10. Cellule epidermiche di lìtlus. » 11. Cellule epidermiche del margine posteriore delle lamine dorsali di Polydesmiis. » 12. Unghia di Scolopendra hispanica. » 13. Cellule epidermiche costituenti l'unghia di una giovine Scolopendra. » 14. Pori-canali colle respettive cellule, di una Scolopendra. » 15. Pelo di Litobio colla cellula ipodermica che lo ha prodotto. » 16. Pelo di Scutigera. » 17 e 18. Peli di Polyxenus. » 19 e 20. Peli della coda del medesimo. — 296 — CURÒ A. — Notizie lepidottero logiche. In una recente spedizione di Lepidotteri del Modenese e Eeggiano, stati raccolti dal Sig. Luigi Pozzi e da lui comunicatimi per esame, trovai varie specie interessantissime e in parte nuove per la nostra fauna, alcuni cenni intorno alle quali forse non torneranno sgraditi ai lepidotterologi. Epichnopteryx proxima Led. — (Ledereriella Brd.) Uu solo individuo proveniente da Montegibbio nel ìtodenese, ove venne faccolto il 21 Giugno p° p° dal Sig. Luigi Pozzi. Secondo il Sig. Staudinger, è solo pili scuro, perchè più fresco, di quelli descritti da Lederer (Verh. d. zool. boi Ver. Wien, 1856), originari dell'Aitai. Questa specie sarebbe quindi nuova non solo per la fauna d'Italia, ma anche per quella dell' Europa propriamente detta. Apamea testacea Hb. var. ? — Tre esemplari, un — 303 — PREFAZIONE Dopo aver preso ad ordinare quelle osservazioni che sulla importante famiglia dei Rìncofori avevo avuto occasione di fare, nacque in me il desiderio di conoscere quanto dagli altri ento- mologi era stato reso noto a questo proposito, a fine di coordinare le osservazioni mie con le altrui. Fu arduo lavoro quello di ricercare migliaia di dati sparsi in tante opere diverse, e fu invero per me buona ventura 1' aver potuto trovare indicazioni di opere da consultare nel Catalogne des Larves de Coléoptères di Chapuis e Candèze, nel Catalogus Coleopterorum di Gemrainger e Harold, nel pregevolissimo lavoro di Perris, Larves de Coléoptères, ed infine in quello essenzialmente bibliografico, Etne Uebersìcht der hìologisclien Literatur der Kàfer Europas del Sig. Mathias Rupertsberger. I risultati delle mie ricerche, sebbene limitati ai mezzi di cui potei disporre, crebbero a dismisura; e le mie osservazioni, di fronte alla gran copia di quelle degli altri, apparvero pur troppo poco meno che rari nantes in gurgite vasto ; giacché alle opere indicate dai detti autori potei aggiungerne molte altre ancora, come può vedersi nell' elenco che trovasi in principio di questo lavoro. Esporre sommariamente in ordine naturale le particolaritcà della vita di questi insetti in tal guisa raccolte e quali ce le indicano i vari osservatori, accennando al lettore le fonti dalle quali le attinsi, è stato lo scopo di questo mio lavoro; che pur troppo sarà ben lungi dall' esser completo, sia per la difficoltà grande di tante ri- cerche in opere cosi numerose, sia per le imperfezioni e gli errori materiali nei quali involontariamente si cade, compilando opere di questa natura. — 304 — Raccolsi in ultimo ed ordinai i nomi delle piante menzionate in queste pagine, indicando presso ad ognuna i nomi dei Rincofori che ne sono abitatori; ed in fine, per mettere in maggiore evi- denza i resultati delle singole osservazioni, e render più facili i rapporti, compilai una serie di prospetti riassuntivi. Era pure mia intenzione di riportare letteralmente tutte le descrizioni conosciute delle larve e delle ninfe; ma dovei ben presto persuadermi della poca utilità di questa raccolta; giacché una serie di descrizioni fatte isolatamente e da autori diversi, senza distinguere o senza determinare i caratteri comuni e quelli diffe- renziali di specie affini, non poteva avere che scarso valore scien- tifico : perchè ne sarebbero risultate descrizioni disparatissime di specie dello stesso genere, ed altre somigliantissime di specie assai tra loro diverse. Uno studio morfologico delle prime fasi di vita per un dato gruppo di Coleotteri, è cosa che ancora rimane a farsi; ed il pre- sente lavoro, se non risponde a tale assunto, gioverà forse in parte a questo scopo: coli' indicare cioè il modo di osservare i Rincofori nelle loro sedi, e negli stadi di vita anteriori a quello di insetto perfetto. Sarebbe pure stato opportuno di consociare a queste osser- vazioni un altro genere di ricerche: voglio dire le indicazioni dei numerosi parassiti dei Rincofori stessi; parassiti, che special- mente appartengono agli ordini degli Imenotteri e dei Ditteri. Ma tal genere di ricerche ha già ormai formato soggetto di studi particolareggiati e speciali: e tra gli altri autori che ne hanno trattato, è da ricordare anche il compianto nostro collega Prof. Camillo Rondani, che pubblicava nel Bullettino della Società Entomologica Italiana, anno V, un lavoro congenere. L'ordine che è stato seguito è quello del Catalogo dei Coleotteri di Gem- minger e Harold, cioè lo stesso del Genera des Coléoptères di Lacordaire. Le discussioni speci ologiche e sinonimiche sono state evitate; ma ho procurato di mettere in rilievo ogni caso in cui i fatti biologici fanno porre in dubbio il valore specifico di qual- che nome o sinonimo. — 305 — I vegetali sono ordinati secondo il recente trattato del Prof. Arcangeli, Compendio della Flora Italiana, che agli altri pregi scientifici unisce quello di potere essere utilmente e facilmente consultato anche dagli entomologi che della botanica non fecero loro studio speciale. Se, coll'avere raccolto ed ordinato, come meglio mi è stato possibile, copiosi materiali per la biologia di circa mille specie, cioè d'oltre un terzo dei Rincofori europei, sarò giunto a dare una idea più determinata del modo di vivere di tali insetti, ed avrò agevolata la via ad ampliare questo genere d' investigazioni tanto importanti, sia dal lato puramente scientifico, sia da quello pratico, per ciò che riguarda i danni prodotti dai Rincofori stessi ai vegetali delle nostre culture ; se insomma avrò risparmiato ad altri laboriose ricerche, il mio intento sarà pienamente conseguito ed appagato. Dalla cortesia di non poche egregie persone potei ottenere indicazioni talvolta anche copiose di questi fatti, comunicazioni od estratti di opere che a me non era dato consultare, ed infine facilitazioni di ogni sorta: ed io qui intendo render tributo di riconoscenza segnatamente ai Signori Baudi di Selve, Cavanna, Dei, Dohrn, Emanuel, Eppelsheim, Piccioli, Pirazzoli, Ragusa, Tar- gioni-Tozzetti, Zeller ed altri ancora, che in questa, come in altre occasioni, mi furono prodighi dei loro consigli e delle loro vaste cognizioni scientifiche. Ann. Xy. 21 — 306 — GENERALITÀ SULLA BIOLOGIA DEI RINGOFORI EUROPEI Prima d' imprendere ad osservare il modo di vivere di questa numerosa, naturale ed elegantissima tra le .famiglie dei Coleotteri, gioverà il volgere uno sguardo a quel campo piìi vasto nel quale si compiono i fatti della vita degli insetti fìtofagi in generale; giacché vivendo i Rincofori essenzialmente a spese dei vegetali, saranno pure essi compresi nelle considerazioni che con- cernono i fìtofagi tutti ; e così quanto potrà essere affermato per i Eincofori verrà a collegarsi con fatti di indole più generale. Chi nella solitudine e nella quiete della foresta porgendo orecchio a quel ronzio cupo, uniforme, permanente che risulta da milioni di note emesse da altrettanti minimi viventi, chi nel vedere le erbe, gii arbusti, gli alberi po- polati in tutte le loro parti da abitatori innumerevoli che si arrampicano, che saltano, che volano di pianta in pianta, non si è dimandato qual' è il rapporto che lega tanta parte della vita animale, tanto splendore di forme animate, tanta copia di semoventi alla men viva natura dei vegetali? Quel tripudio della vita che ha luogo così in mezzo alle foreste di alberi secolari, come tra le selve in miniatura formate dalle piìi umili e più gracili erbe, quegli amori, quelle fughe, quegli inseguimenti, quelle lotte mortali con cui esseri così piccoli ripetono in modi infinitamente numerosi e diversi i fatti e le vicende che si compiono fra animali più conosciuti sol perchè di mole maggiore, altro non sono che 1' ultima fase dell' esistenza negli insetti, la manifestazione del colmo della lor vita, che sarà per estinguersi bruscamente appena questi esseri saranno giunti alla loro naturale finalità, ed avranno affidata ad opportune circostanze la esistenza di una prole che ad essi non sarà dato vedere. Quest' ultimo, periodo di vita fu preceduto da altre fasi che si svolsero nel segreto di oscuri abitacoli, nei quali ebbero luogo misterÌQse — 307 — metamorfosi che prepararono quella vita che ci apparisce in tutto il suo splendore, quasi fiammella al momento di estinguersi. Dovettero verificarsi particolari congiunture favorevoli perchè anzi tutto 1' uovo, questo atomo vi- vente, abbandonato da chi lo depose al proprio destino, stesse al sicuro dalle cause di distruzione; occorsero poi condizioni favorevoli non solo allo schiu- dersi dell' uovo, ma anche necessarie al primo periodo di vita dell' insetto, alle giovani larve, le quali nei tessuti vegetali, che generalmente sono la loro culla, dovevano trovare quelle condizioni chimiche conferenti alla nutrizione, e quelle altre circostanze fisiche quali si richiedono per costituire una di- mora e un ambiente atti a favorire il compiuto sviluppo del primo stadio larvale, e non di rado anco della metamorfosi delle larve in ninfe e di queste in insetti adulti. Fu necessaria perciò una data serie di combinazioni e congiunture indi- spensabili alla vita di quegli insetti, che con termine troppo restrittivo si dicono fitofagi, perchè si compiesse il ciclo biologico di ciascuna delle loro specie. Sarebbe lungi dal vero chi pensasse che la semplice ragione di nu- trimento sia quella che stabilisce il rapporto tra gì' insetti e le piante. Questo rapporto consiste invece in quel complesso di condizioni necessarie allo svolgersi delle fasi di vita degl'insetti: e perciò naturalmente avviene che per ogni singola specie si richiedano circostanze che non si riscontrano se non in dati vegetali, ai quali per questo si collega con mirabile armonia la vita di particolari specie d' insetti. Vi sarà dunque il prezzo dell'opera se coll'osservazione potremo giungere a scoprire tutte quelle condizioni e circostanze accennate, finché queste non sfuggono r apprezzamento dell'entomologo ; e se potremo determinare con maggiore o minor grado di approssimazione i rapporti esistenti tra le singole specie d'insetti e quelle di vegetali; ed anco se, dopo avere studiato tali rap- porti nel loro complesso, giungeremo, per mezzo di analogie morfologiche e per via d' induzione, a presapere, con grande probabilità, di quali piante potrà esser parassito un dato insetto, e quali le sue fasi di vita, come ebbe luogo di fare il celebre Perris. È questo il campo di ricerche nel quale procureremo d'inoltrarci; ò questa la sorgente alla quale attinsero tante ammirabili notizie entomologi provetti, ma invero poco numerosi ; ed è questo il genere di investigazioni alle quali alludeva il già ricordato Perris nel dire: « Que d'entomologistes « hélas ! qui au lieu de pénétrer dans les secrets de la science, restent à la « surface, et la font consister à trouver à grand effort, ne fùt-ce quo sur un « Seul individu, un caractère qui différencie tei insecte de son voisin, ou à — 308 — « posseder beaucoup d'espèces pour les alignev avec art dans les boites! « Combien d'autres, ignorants de la botanique, sont incapables de savourer « le charme des relations qui lient les insectes aux végétaux ! Combien enfin « qui ayant toutes les qualités requises pour servir et méme lionorer la science, « gardent pour eux leurs découvertes, par nonchalance ou corame s'ils en « étaient jaloux. » (1) Anche il celebre Réamur, le cui osservazioni sulle abitudini degli insetti saranno sempre un modello ed una guida a chi vuol penetrare nel campo di questi studi, scriveva nel 1734 le seguenti parole: « Les botanìstes donnent « des catalogues des plantes qui croissent dans les environs de certaines « villes Je voudrais que les observateurs qui travaillent à 1' histoire des « insectes donnassent des catalogues de ceux qui se nourrisseut sur chaque « piante: il y a des arbres tels que le chéne, l'orme, le saule, qui fourni- « raient d'assez grandes listes. De pareils catalogues apprendraient ce « qu'on peut espérer de trouver sur chaque piante, sur chaque arbre. Qu'on « commence à en dresser, on les rendra complets insensìblement. » (2) Disgraziatamente, dal tempo di Réamur gli studi biologici hanno pro- gredito con molta lentenza, perchè si è dato importanza maggiore allo studio delle forme e alla cognizione delle specie. Il primo, il vero anello di congiunzione tra il ciclo della vita di questi animali e quello dei respettivi vegetali, noa è infine forse altro che quello istinto, tra i più squisiti, di cui sono provvisti gli insetti; non è forse altro che quella perspicacia finissima di cui sono dotate le ? loro: il sapere sce- gliere cioè la pianta che sarà più adattata a favorire la vita delle proprie larve. Tanto è perfetto questo che ben a ragione fu detto istinto botanico degli insetti, che si riscontrano casi non molto rari nei quali, in mancanza della pianta stabilita dalla natura per sede di una data specie d'insetti, le ? di questi sanno ben profittare di quella pianta che è botanicamente più affine, di quella cioè che presenterà condizioni meno diverse da quelle nor- mali per la vita della specie a cui l'insetto appartiene. Ma ciò non è tutto: anche l'età e lo stato patologico o fisiologico del vegetale non sfuggono al* r insetto. È provato che numerosi insetti non abitano altro che piante di una data età 0 che abbiano rami di una data grossezza; il Pissodes notatus F., per esempio, vive allo stato di larva sotto le scorze dei pini di una trentina di (1) Perris. Larves de Coléoptères. Paris, DéyroUe, 1877, pag. 389. (2) Réamur. \'eraoires pour servir à l' histoire des Insectes A Paris de l' Imprimcrie Royale 1734, voi. I, pag. 39. — 309 — anni tutt'al più; i pini più grossi vanno immuni dalla sua funesta operosità 0 non ne sono danneggiati che nei rami. Certe Magdaìis non vivono che in ramoscelli di una data età; la M. ineninonia Gj'lL, nei ramoscelli di pino dell' anno precedente; la 31. vio- lacea L , in quelli di Pimis lancio Poir. di due anni. Anco lo stato patologico delle piante costituisce bene spesso, come di- cemmo, condizioni essenziali alla vita di moltissimi insetti, le ? dei quali, dotate di odorato finissimo, sapranno ben distinguere se in determinate piante avvengono certe fermentazioni nei succhi, certe alterazioni negli organi o nei tessuti delle piante stesse. Possono citarsi numerosissimi esempi di insetti che vivono in piante perfettamente sane, e di altri che avvertono con tutta sicurezza i diversi gradi di malattia dei vegetali. Non saprebbe vedersi ad esempio nessun principio di malattia o di lesione nelle purissime fecole di tanti semi nei quali vivono le larve di molti insetti {Calandra Spermopha- gus, Bruchus, ec.) : i quali semi, quando le ? degli insetti vi deposero le uova, erano forse appena formati ed appena fecondati dal polline del fiore; né le foglie parenchimatose, né i fusti erbacei o legnosi, né i frutti succulenti presentano alcun indizio apparente di deperimento quando la ? degli Orchestes, dei Bhamplnts, dei IJxus, degli Apìon, dei BhijncJdtes, dei Balaninus, vi de- pongono le uova ; come non sembrano esser affette da malattia le piante sulle quali vivono in grandissimo numero i bruci dei Lepidotterì, ovvero le nu- merose colonie degli Afidi o di tanti altri Emitteri, Ditteri otc. Gli olmi della passeggiata delle Cascine in Firenze furono per anni con- secutivi danneggiati nelle foglie da un Coleottero, la Galeruca crataegi Forst. Tale insolita condizione degli organi respiratori della pianta doveva neces- sariamente alterare il cambìmn degli olmi stessi; e questa alterazione negli umori delle piante fu benissimo avvertita dal Cossus cossus, che stabilì le sue larve nella base del tronco e nelle radici di quegli alberi; e poi da in- numerevoli tribù di Scolytus uhni Redt. e di S. destrnctor 01., i quali pre- sero sede sotto le scorze di quelle piante e le fecero perire in gran numero. Bene spesso si verifica pure, dopo che le larve del Coraehus hifasciatus 01. fiatino solcato colle loro gallerie anulari i primi strati legnosi della querce 0 del leccio, che la parte superiore dei detti rami resta morente, e su di essa si esercitano i danni finali delle colonie numerosissime del Sinoxylon sexden- tatum 01. Una malattia di origine probabilmente crittogamica distrugge in varie località d'Italia le piante dei castagni; sembra che le radici capillari si de- compongano divenendo putrescenti. In alcuna di queste località, in quelle col- — 310 — line per esempio che separano le paludi di Bientina da quelle di FuceccMo nella valle inferiore dell'Arno, è stato osservato un piccolo coleottero, il Ta- jgìirorliynclius bicolor Hbrt., il quale prende stanza appunto nelle grosse ra- dici dei castagni morenti per effetto di quella malattia, e ne affretta certa- mente la distruzione. Altro esempio manifesto di fatti consimili si ha pure in osservazioni fatte negli anni 1872 e nel 1876, cioè dopo che ebbero luogo inverni rigidissimi, per effetto dei quali gli olivi delle valli nell' Italia centrale perirono in gran numero od ebbero ad esserne assai danneggiati. Negli anni successivi a quelle invernate eccezionali, i coltivatori dovettero praticare abbondanti potature di rami malaticci o morenti, sotto le scorze dei quali si erano impiantate nu- merosissime colonie di Hylesinus, credo dell' H. fraxini F., le quali appunto avevano trovato in quegli olivi danneggiati dal gelo le condizioni opportune per la propagazione della loro specie. Si hanno pure esempi nei quali la malattia o 1' alterazione della pianta ospitante viene prodotta dai genitori di quegli insetti che saranno gli ospiti Lo dimostrano manifestamente gli abitatori di galle, le quali sono prodotte da alterazioni di tessuti vegetali provocate dalla puntura e dall'avvelena- mento di abilissimi artefici. Lo provano i fatti di certi ScoliticU, le ? dei quali prima di deporre le uova nei rami degli alberi danneggiano le gemme di questi. Si vuole pure che la ? del colossale coleottero del Brasile, la MacrodonUa cervicornis L., prima di deporre le sue uova, afferri i rami degli alberi colle enormi mandibole di cui è provvista, e, girando loro in- torno, determini nella scorza un solco circolare, il quale tratterrà gli umori della pianta a benefizio di quelle larve che vi si stabiliranno. In fine tutti quegl' insetti che si credono sviluppare dai mobili e dai le- gnami delle nostre abitazioni {Lydus canaliculatus P., vari Ptinus, Mesium affine Bald., Gibhiicm scotias F., vari Anobium, ec, ec), tutte le numero- sissime specie che trovansi nelle piante morte, negli alberi atterrati per ve- tustà, e delle quali si possono compilare lunghissimi elenchi, tutti gli altri insetti speciali alle sostanze vegetali in putrefazione, in decomposizione, tutti quelli finalmente che per mezzo di generazioni di specie succedanee con- tribuiscono potentemente all'ultima distruzione dogli avanzi del regno ve- getale e ad affrettare la riduzione di questi in Jmnius, provano esuberante- mente quali sono le condizioni di esistenza speciali a ciascuna specie, e come possano perfettamente distinguersi gli abitatori di piante vegete e rigogliose, da quelli che vivono a spese di piante precedentemente ammalate, e degli altri ancora che compiono l'ultima opera di distruzione delle piante stesse. ^ 311 — È bene avvertire peraltro come in questo genere di ricerche sia special- mente necessario di mettersi in guardia contro facili proconcetti e contro le apparenze dei primi risultati che si possono dedurre da osservazioni non suf- ficientemente ripetute ed estese. Giacché, mentre possiamo ammirare fatti che dimostrano uno stupendo equilibrio tra l'economia degl'insetti e quella dei vegetali, troveremo pure bene spesso che la natura sembra essersi riserbata una grandissima libertà di azione, e che essa disponga di un numero in- finito di modi per giungere talvolta ad un identico fine. Se noi esaminiauio, per esempio, i prospetti riassuntivi che terminano questo lavoro, facilmente potremo sorgere quali piante siano più generalmente abitate da specie e da generi particolari di Rincofori. Ma sarebbe erroneo peraltro 1' attribuire un valore assoluto a quei dati ; perchè mentre tra le altre cose è facile il ri- levare come sia grande la preferenza data da questi insetti alle Querci, ai Salci, agli Ontani, alle Betule, ai Pini ed agli Abeti, è pur necessario di por mente al fatto che molti Rincofori nello stato adulto non rimangono stazio- nari nella pianta che gli ospitò nei primi loro stadi, ma invece, sia col volo, sia colla deambulazione, vanno in cerca del nutrimento o dell'altro sesso per la riproduzione della specie; e da ciò facilmente rileveremo come le piante che sono più comuni e più numerose offrono un maggior numero di proba- bilità di ospitare insetti anco eventualmente: le quali probabilità si moltipli cano per quegli insetti che dal canto loro sono più numerosi e più comuni: e così è che per certe piante e per certi insetti abbiamo una maggior quan- tità di osservazioni registrate dagli entomologi; le quali sogliono essere indi- cate colla parola liabitat. Ma ciò non è tutto quanto deve avvertirsi a questo proposito. Anco quei casi nei quali si svolgono le varie fasi biologiche di particolari in- setti a spese di determinate piante, e nei quali perciò è accertato il rap- porto di parassitismo tra gì' insetti e le piante, non possono esser fonda- mento a principii assoluti ed immutabili; giacché coli' osservare ripetutamente avverrà non di rado di scoprire numerose eccezioni a ciò che potremmo cre- dere di avere sufBcientemente provato e stabilito come legge e regola in quest'ordine di fatti. Le stesse condizioni di località nelle quali può vivere la pianta ospi- tante, possono esser tali da escludere talvolta l'esistenza degl' insetti che so- gliono esserne abitatori. All'esposizione di orticultura che ebbe luogo in Firenze nel 1874, si os- servava una raccolta di numerose varietà di semi di piselli esposti dalla Amministrazione della Casa di Lorena. — 312 — Alcune di quelle varietà erano tonchiate o danneggiate dal BrucJius pisi L., altre ne erano affatto immuni. Dalla cortesia dell'espositore mi venne fatta conoscere la ragione di quel fatto, cioè che le varietà di piselli im- muni dai Bruchus erano state coltivate nelle alte regioni dell'Appennino; le altre erano cresciute nella pianura Casentinese. Un caso consimile si presentava all' osservatore dell' Esposizione interna- zionale di Parigi del 1878. Nella Sezione Americana erano esposte delle va- rietà di fagiuoli della Repubblica Argentina non molto differenti da quelli nostrali: e da quei semi, sul finire di Agosto, si sviluppavano in grandissima copia individui del Bruchus lentis Bolim. Mentre dunque i fagiuoli, almeno in Italia, sono tra i pochi o forse gli unici semi di legumi risparmiati dai danni dei Bruchus, quelli della Repubblica Argentina ospitavano perfino pa- recchi di quegl' insetti in un medesimo seme. Possiamo ancora trovare altro esempio nel confrontare gì' insetti paras- siti della vite in Europa con quelli della vite nell' America settentrionale. È noto che tra i nostri nemici della vite si annoverano il Cneorrhinus gemina- tus Fab., alcune specie di Otiorrhynchus, il Peritelus griseus 01., il Bht/n- chites hetiileti F., Y Anomala junil L., l'^. vitis F., il Broniius vìtis F., il Sinoxylon sexdentatum 01., alcune Deilephila, Tortrix, Vino amjjelophaga Staud. ec, ec. Nelle viti dell'altro continente, come riferisce Harris, vivono presso Milton nel Massachusset, il Macrodactylus subspinosus, F., la Tetti- gonia vitis Harris., l' Anomala varians F., la Pelidnota notata F. e varie Sphinx; delle quali specie, alcune, come si vede, possono considerarsi quali rappresentanti americani di generi europei, altre sono totalmente diverse. Anche un altro insetto, malauguratamente assai conosciuto in Europa, non ha seguito incondizionatamente le piante che possono ospitarlo; giacché è noto per nostra sventura che la Phylloxera vastatrix Planch. ha variato abitudini col variar di paese e di piante; e, mentre sulle varie specie di viti americane essa è quasi innocua, in Europa invece, limitando il ciclo suo alla vita sotteranea e perdendo quello gallicolo, è divenuta tanto infesta alla Vitis vinifera L, Anche gì' insetti che vivono a spese del granturco sono meritevoli di confronto nei due continenti. Il mais in Europa non ha trovato un gran numero d' insetti che lo danneggino ; si può citare il Pentodon pun- ctatus Villa, che talvolta ne distrugge le radici; come ancora 1' Afide Pem- phigus Boyeri Passerini, che vive pure a spese di quelle radici, e alcuni bruci che hanno sede nella midolla del culmo, o nello interno della spiga, quali la Leucania zeae Stand., la Noctua seae Dup. e le solite Calandra granaria L. e C. oryzae L., che stanno nella fecola del seme. — 313 — La stessa pianta invece nella parte del mondo di cui è originaria si trova danneggiata da moltissimi insetti che gli entomologi americani ci fanno conoscere; si trovano per esempio nel mais delle coste di Giiayra e di Venezuela, verso il villaggio di Macuta, il Trachydcres succindus L., YAn- cylosternus scutellaris 01., il Lissonotus corallinus Dupt., il L. flavocin- dus Dupt., V Oxjjmerus Lebasil Dupt., [V Allorrhina scabrmscula^Yeh., la Gymnetis liturata Web., ec, ec. Verso Maiquetia in direzione di Caracas si trova il Phaedinus Débauvei Gner., il TracJujderes Lafreillei Dupt. ed a Caracas, il Pieroplotus variahilis Sallé, il Caloptenum tenninatum Doj., la Pygolampis albiventris Moritz., la P. parallela Moritz. E anche all' Esposizione di Parigi del 1878, nella Sezione Americana, tra le belle cassette contenenti insetti nocivi alle culture del mais in quel continente, si osservavano il Prionus imbricornis L., gli SpJienophonis seae e S. cariosus 01., il Silvanus surinaniensis L., che ne votava i semi o che forse viveva di avanzi lasciati da altri insetti, la Trogosita corticalis Mehh., insieme alla nostra T. mauritanica L., nonché i cosmopoliti Calandra gra- naria L. e C. orizae L. ed altri di ordini diversi. Potrebbero citarsi ancora molti esempi di confronti tra gl'insetti parassiti della medesima pianta in paesi diversi, ma per non diffonderci di troppo, ci limiteremo solo a indicare come nella pili volte ricordata Esposizione di Parigi ci fu dato osservare che quasi nessuno degl' insetti rappresentati quali nemici del grano in America, si può annoverare tra i nostri nemici del prezioso cereale. Ecco adunque numerosi fatti nei quali, salvo quanto può essere effetto di acclimatazione o di mezzi naturali od artificiali di disseminazione, evidente- mente si riscontrano insetti la cui esistenza è legata a certe piante in alcuni paesi e che non seguono queste piante incondizionatamente, cioè dovunque ed in qualsiasi circostanza. Tali considerazioni peraltro, non ci forniscono oggidì nemmeno i semplici contorni atti a delineare i confini del vasto campo nel quale si compiono tutti i fatti relativi ai rapporti tra gV insetti ed il regno vegetale; ma possono bensì indicare di quanto interesse e di quanta utilità siano gli studi delle faune entomologiche consociati a quelli delle flore vi- venti locali e di quelle fossili ancora. Allorquando le abitudini degl' insetti fitofagi saranno più particolar- mente e pili estesamente conosciute e determinate, si vedrà manifesta la con- nessione dei dati biologici di quelli colla loro distribuzione geografica; ed alle figure che rappresentano le aree geografiche occupate dalle specie ve- getali potranno sovrapporsi figure analoghe, le quali saranno ugnali o simili alle prime, ovvero le une sopravanzeranno le altre parzialmente o total- — 314 — mente, secondo che una specie d'insetti seguirà totalmente o parzialmente una specie di vegetale sola o diverse. Questi semplici accenni, questi pochi dati raccolti nel campo svariatissimo della biologia entomologica, possono darci appena un' idea dell' ambiente nel quale si svolgono piìi particolarmente i fatti della vita dei Kincofori, dei quali è ormai tempo che veniamo a parlare. È necessario anzitutto far avvertito il lettore che nella grande famiglia indicata dalla parola Rincofori io non intesi di comprendere tutto quello che alcuni scrittori di entomologia sogliono cpmprendervi, cioè i Briichidi, i Brentidi, gli Anfribidi ed i Curciilionidi; ma, sembrando che del nome di Bincofori siano più particolarmente meritevoli quei Coleotteri che pivi sono provvisti della prerogativa di avere un rostro costituente la parte anteriore della testa, solo l' ultimo di quei gruppi è quello che forma soggetto di questo lavoro, e che qui è stato chiamato colla parola Bincofori. Qual sia l'importanza del rostro nei Rincofori, oltre l'ufficio di portare gli organi della bocca, ci viene indicato in numerosissimi casi quanto alle ? dei detti insetti; giacché vedremo, per esempio, come le ? di Apoderus, di AUelabiis, di Binchjjtes si servano mirabilmente del rostro per praticare delle incisioni, dei fori, delle intaccature nei picciuoli delle foglie, e così pro- durre una interruzione nei vasi che conducono gli umori alle foglie stesse, affinchè queste in breve tempo appassiscano, e, perduta la loro consistenza, divengano atte a subire per opera delle stesse ? le operazioni di contorsione, di avvolgimenti in varie guise, per esser ridotte a comode sedi delle uova e delle giovani larve che ne nasceranno. I lunghi, sottilissimi e ricurvi rostri dei Baìaninus, servono a perforare gl'involucri delle ghiande, delle nocciuole, delle castagne, e quindi a spin- gere nel fondo del foro, fino ai cotiledoni, l'uovo che la ? aveva deposto al- l'oriGzio del foro stesso. Così può dirsi di molti altri casi nei quali si riscon- tra manifesta la relazione tra la forma del rostro stesso e 1' uso al quale questo è destinato, cioè se debba servire al collocamento delle uova in parti superficiali della pianta, ovvero in parti profonde; se in tessuti legnosi o pa- renchimatosi ; se a traversare superficie liscie, rugose, glandulose o irte di peli e di spine. Analogie consimili possono riscontrarsi anche in altri insetti sia dello stesso ordine, come è il caso per esempio delle varie forme di ovopositori di Buprestidi, di Teredili, di Longicorni, sia in altri ordini d' insetti, come nelle terebre di misurata lunghezza, di molti Imenotteri, e segnatamente in quelle degli Icneumonidi, o negli apparecchi ovopositori dei Locustidi, dei G-rilUdi, ec. — 315 — Nei Lepidotteri pure, sebbene la spiritromba non sia che un organo di nutrizione, vediamo questo apparecchio variare di lunghezza in proporzione delhx profondità dei calici di fiori che l'insetto suol frequentare; fino al punto dì raggiungere due o tre volto la lunghezza dell'insetto stesso {SpJiinx^ Macroglossa ec). E nel genere Ojyhideres dell'Australia e dell'Africa au- strale, troviamo il caso di una farfalla colla spiritromba dritta e rigida che è destinata a perforare la polpa dei banani e degli aranci, alle raccolte dei quali frutti perciò l' insetto reca gravi danni (1). E parimente negli animali superiori sono conosciuti in gran numero casi di analogie consimili, come nelle diversissime forme e negli usi diversi del rostro, del collo, delle zampe degli uccelli ; tra i quali per esempio è notevole il caso dello scricciolo o re eli macchia {Troglodytes parvulus Koch.) il quale, oltre ad avere nel suo piccolo rostro le caratteristiche degli uccelli insettivori, ha inoltre in esso una forma più allungata e leggermente curva che gli serve egregiamente ad assalire i bruci pelosi di varie Bomhyx che gli altri uccelli, tranne il cuculo^ non osano sfidare; a farsi strada tra i folti ciuffi di peli irti, pungenti; a forarne la pelle, e penetrare fino agli intestini, che, dilaniati orrendamente, servono di cibo al pennuto tormenta- tore e carnefice. Della finalità del rostro nei Eincofori, di servire cioè a pene- trare nei corpi di varia consistenza, ne abbiamo la prova anche nella con- formazione del rostro stesso; giacché mentre in generale le parti dei Einco- fori, testa, torace, zampe, elitre, ec. sono coperte di varie impronte, rugosità striature, punteggiature ec, il rostro in generale è liscio, o leggermente sol- cato in senso della sua lunghezza, e munito di rilievi sottili e disposti lon- gitudinalmente. Oltre a ciò è da notare che il punto su cui sono impiantate le antenne o la loro inserzione, sì trova per lo più circa alla metà della lunghezza del rostro; ed affinchè le dette antenne non riescano di im- paccio alla totale introduzione del rostro stesso nelle sostanze che l' insetto vuol forare, il primo articolo delle antenne (scapo) ha una lungliezza straor- dinariamente maggiore degli altri articoli, e trova modo, quando ne è il caso, dì esser coricato longitudinalmente in una cavità o solco (scroho) che esso riempie quasi totalmente e che si trova nelle partì laterali o superiori del rostro stesso. Ma, mentre abbiamo avuto luogo di ammirare nella forma dì questo organo una mirabile corrispondenza coli' ufficio di quello, dovremo pure (1) Girard. Traile d'Ent., Voi. Ili, pag. G7. — Alme Dufort., BuH. de la Soc. d' ac- climat. Juillet, 1876. — 316 — pìrsuaderci die non tutto in natura avviene a seconda dei ragionamenti della mente umana. Abbiamo veduto che il rostro supplisce in gran parte nelle ? dei Rin- cofori alla mancanza dell'ovopositore che si riscontra in tanti altri insetti; ma quale sarà mai l'uso di quest'organo in certe ? che abbandonano sem- plicemente le uova sulle parti scoperte delle piante, come le Hypera, i Ciò- nuSj i Coniatus? Qual è inoltre lo scopo del rostro nei ^ 355 Delage I. — Circulation et réspiration chez les Crustacés schizopodes » "209 Gazagnaire I. — Importarice des caractères zoologiques fournis par la levre supérieure chez les Syrphides » 203 GiESBRECHT W. — Die Freilebenden Copepoden der Kieler Foehrde, » 211 Haupt. — Uber Kafermilben um Bamberg. » 210 HoRVATH G. — Heteroptera Anatolica in regione Brussae collecta. » 356 — Le Phylloxera et le froid d'hiver. » 356 Jacobs. — De la presence des larves d'Oestrides et de Muscides dans le corps de l'homme. » 210 Lethierry L. — Hémiptères recueillis par M. de Borre en Allemagne » 203 LiCHTENSTEiN I. — Lettre a M. le Directeur du Messager Agricole » 356 — De revolution biologique des Pucerons en general et du Phylloxera en particulier. ' » 356 Mayer P. — Zur Naturgeschichte der Feigeninsecten » 357 Plateau F. — Rechei'ches sur la force absolue des muscles des In- vertebrés. 1*^ partie. Force absolue des muscles adductteurs des MoUusques lamellibranches. » 357 Preudhomme DE Borre A. — Rapport sur les manuscrits de feu Putzóys, remis par sa famille à la Soc. ent. de Belgique. » 359 — Notice nécrologique de Julius Putzéys. » 358 — Liste des Mantides du Musée Royal d'Histoire naturelle de Bel- gique. » 358 — La feuille qui se transforme en insecte. » 359 — Note sur VHoria senegalensis Castelnau. » 359 — Sur un travail recent de M. S. H. Scudder concernant les Myria- podes du terrain houillier. » 359 — Nos Elaphriens. » 359 — Description d'une nouvelle espèce du genre Sternocera rapportée de l'Afrique centrale par M. le cap. Cambier. » 202 — Du peu de valeur du caraetère sur le quel a été établì le genre ou sous-genre Rhombonyx. — Sur le Carabus cancellatus et la varieté fusus. — Sur les metamorphoses des Rhagium. — Sur une excursion entomologique en Allemagne etc. — Matériaux pour la Faune entomologique de la provincie du Bra- bant : Coléopterès. — Matériaux pour la Faune entomologique de la province du Luxem- burg Belge: Coleoptéres. (2* Cent.). » 202 » 202 » 202 » 203 » 357 » 357 — 384 — Preudhomme de Bokre a. — Matériaux pour la Faune entomolo- gique de la province de Limbourg. Coleoptéres. pag. 357 — Matériaux pour la Faune entoraologique du Hainaut: Coléoptères (1« Cent.). » 358 — Matériaux pour la Faune entom. de la province d'Anvers: Co- léoptères, S^^ Cent, avec la coli, de Dietz et Van Seguelt » 358 — Matériaux pour la Faune entom. des Flandres: Coléoptères: (2'^ Cent.). » 358 — Matériaux pour la Faune entomologique de la province de Liège: Coléoptères. (3" Cent). » 358 — Matériaux pour la Faune entomologique des Flandres: Coléoptères (V Cent) ' » 2Q3 — Matériaux pour la Faune entom. duBrabant; Coléoptères, (2' Cent.). » 203 — Matériaux pour la Faune entom. de la province de Liège: Co- léoptères: (P et 2<^ Cent.). » 203 Raymond G. — Observations sur Torganisation et les moeurs du Nematus ribesii Scop. » 206 Regnard P. et Blanchard R. — Note sur la présence de Thémo- globine dans le sang des Crustacés branchiopodes. » 208 ScuDDER S. H. — The fossil Wliite Antsof Colorado. » 360 — Thertiary Lake Bassin at Florissant, Colorado. » 360 — The carboniferous Hexapod insects of Great Britain. » 360 — The Pine Moth of Nantucket: Retinia frustrarla. » 201 — Scolopendrella latipes, n. sp. — Sopra il Polixenus fascicularis. » 201 — Older fossil Insects "West of the Mississipì.- » 201 — Notes on same of the tertiary Neuroptei^a of Florissant, Colorado, and Green River, Wyoming Teri\ » 202 Simon E. — Etudes arachnologiques. Matériaux pour servir à la Faune arachnologique des iles de l'Ocean Atlantique. » 360 — Description d'un genre nouveaux d'Arachnides, et remarque sur la famille des Archaeidae. » 361 SoLMS Laubach. H. — Die Herkunft, Domestication und Verbrei- tung des gewòhnlichen Feigenbaums (Ficuscarica L.). » 211 ViALLANES H. — Recherches sur Thistologie des Insectes et sur les phénomenes histologiques qui accompagnent le développement postembryonaire de ces animaux. » 361 ViTzou A. N. — Recherches sur la structure et la formation des te- guments chez les Crustacés décapodes. » 204 BULLETTINO SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO QUINDICESIMO Trimestre I. (Gennaio, Febbraio, Marzo 1883) FIRENZE TIPOGRAFIA CENNINIANA NELLE MURATE a spese de I ^ I Il socio G. Carobbi acquista Ortotteri italiani, determinati 0 nò, in esemplari preparati a secco, perfetti e di garantita località. Di- rigere Lettere e Cataloghi, coli' indicazione dei prezzi, a Firenze, Via Pinti n° 22. Il sig. Bellier de la Chavignerie, à Evreux (Eure, France), può disporre di moltissimi buoni Coleotteri della Francia meridionale, in cambio di Coleotteri italiani. AVVISI Il Comitato residente ricorda nell' interesse comune, ai colleghi componenti la Società, il dovere di m.ettersi in re- gola col versamento delle tasse respettive, inviando queste per, vaglia postale o in titoli di credito_, o in carta moneta del Regno d'Italia^ dentro lettera assicurata, diretta all'In- gegnere Conte Guido Vimercati tesoriere della Società En- tomologica Italiana, in Firenze, Coì'so Tintori, Piazzetta Cavalleggieri, N. 1. Presso il sig. L. Failla Tedaldi (Castelbuoiio Madonie, Sicilia) si trova in vendita, per la somma di Lire ital. 25, la prima centuria di Coleotteri siculi rari. Fra le specie di questa centuria si notano ; Carabtis planatus, Glaviger nébrodensis, Calathus montivagus. Il socio Sig. Roberto Mac Lachlan (39 Limes Grove Lewisham, Londra) chiarissimo espositore dei Tricopteri europei (Friganidi etc), desidera di avere dagli entomologi italiani materiali di studio per allargare e completare in questa parte i già compiuti lavori. Si ricomprano al prezzo di L. 10 i volumi VI, 1874 e VII, 1875, di questo Bollettino. — Rivolgersi al Segretario G. Cavanna, al R. Museo di Firenze. Richiamiamo l' attenzione dei soci sopra la parte che riguarda gli Artropodi nello Zoologischer Jahresbericht edito dalla Stazione Zoologica di Napoli (Leipzig, Engelmann, 1883). In quel volume essi troveranno una esatta e completa re- lazione dei lavori pubblicati durante l'anno 1882. Il sig. André, ingegnere a Beaune (Còte d'Or, Francia), 21 Boulevard Bre- tonnière, attende a riunire, per cederli poi in vendita od in cambio ai natura- listi, tutti gli Estratti di argomento entomologico (senso lato). Si rivolge agli Entomologi e li prega a volergli mandare la nota dei libri, opuscoli etc. di entomologia, de' quali essi possono disporre, e la nota dei loro desiderata. Accetterà in deposito, in cambio od in vendita gli Estratti, tanto antichi che recenti. Il sig. Decaux, (Rue du Marche 8, Neuilly sur Senne, France), desidera entrare in corrispondenza con entomologi italiani, ed offre Coleotteri francesi, principalmente della Somme e delle Cevenne, in cambio di Coleotteri italiani. Elenco ìlei Soci el Associali clie lianiio pagalo la lassa pel 1883 e 1884. (Sarà pubblicato nel fascicolo venturo) >.:.^:ìr5 V -^ > 3 ^> ^ :> ) ) j) > 3 ~> ;j> ) ^ > ^ ):>^ :). ^ y >.> > 1 j ■ V 1 -' ^^':m > 3 > ^>;' '^ ' .!j^^0 Ìll#i >iì ) ) ;'^^^P j; V 3 >" ">' I^Ét ") V > ) ) \^oi^ > <)>JB; > p liti- i|^> >.|ll ->--> ») ^ V '>^ ")0^ >^ )>) ->> ■. > ì . 'y^ ■■y ì > ._■' ^ ' > V. ' .• > .-3\> ■ ■ ^ l . 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