AA N \ Fe NUZZATE uf IVADMUPRRLUZA TN Pant LIRA AN DINI A D'ATVAITNA VAT ANSA CNAALIRAARA A NALRANAANAA ANA! PANAARRA ANDA al Ù ANNAAAAN Aa AMARA Miygaha a’ RE ) PTATAATT TIA, sala NS \ AAA Aaa aaA Ran pei SR ANT: A ANA N An NAN IRAN A IA MPN ATA IT AAA AA Ra ARRAAR ARRÀ di AN gr AA AN ANA NM MANA, A N À mio AN ali NT Palelalala ALÌ li 3 i ALA ZAANANA NA AA \ A rogna) = ARARA RA, A pn AARARAR: AN LNANANI n MAMA AA N Man ta VANTA fi ARAN A n UAAR: va FANARIA A, NARA RA) AAA ANDA MAIN ALIA AR AAA a AN OAEDRA A 3 i find ANAAO anal, sal NOM ANNARAREA 2A go paCRRA a AAA no) RA: Vate NA AL Na | n: i sal A N agi \ARRANAL RA An MARICA NA AAA A AA ARA AAA panne MA oh Cna scafi ANNE MANARA spennati ansi ECC INRANAA x RAMA a IPARRARAANPaA N NA ma eri a) alglal, ER AAA AAA ARRRRINA ARE i Mai Mi; A CATA, ine: a) TIRA Vi MMI AR NRE SARI ILA, I) MAN tadeaa sANARA FANRA N x IRAN} SIA Arne IAA Ras AAA I MAANANoa Noa Ta) AVA AVALAYNA al 4 aiala fn ! MANO, ni "A AMRRARANERARARANON Nu alalar ata a REAL ARANCIA ; di sAf a v da aiNalaYTaT9UAa AMINA AeneA a a ne AnAzAnA IRAN ANNATA TNA fa DI ah N, \AALA n NA VAAAAI nia CS I vr j i | VALI Uta In Nn MAARACA A ARE VAMAVAIA/A ANANRARAQA GIRVUNCAII BI A AAT, DANN URI N NANA, n ANN IELTARARONAZ: Libracp of the Museum OF COMPARATIVE ZOÙÒLOGY, AT HARVARD COLLEGE, CAMBRIDGE, MASS. Di bf TT spese 7a SIR I tr È ha È È ; ; trita BOLLETTINO DELLA SOCIETA ADRIATICA DI SDUENZETNATNURALI IN TRIESTE REDATTO DAL SEGRETARIO N0\GCOSTO VIERTHALEKRA VOLUME DECIMOQUINTO MRS PE TIPOGRAFIA DEL LLOYD AUSTRIACO Sm 1893. CESSI MP): RI A dn) Do (n sil di Ai si. Le fl i ” pei "= “i P fi Pao) i } à i Hi N Ù i: e) SOI ICARO MANICI Lori Mi Ù pi Dato Li Ti dA n MO ALOE OE N ‘ TA l'aa * i Li Y MERE ATI KS 3 O ANI __» tA wo = % MA \ Vi 4 Ù PI, i) ue» î i M A { MESE hi NA TU t : "VI i ni * K L 1 PA » , tm ad DO iz NI \ ) Mii o PA ATE Inn i pete Fa WI75 re vd da SERVI NECROPOLI DI S. LUCIA PirESSONLOBEMINO DEL Dr. CARLO MARCHESETTI ttooag 1592). mr pa) du Pa di bb ” 1 < d Li x f là ia » ìl ; Ni hI ‘ } ] / Ci b tai PRI 9 ig» KIDULI, 2 7 IO 110400 ristlen di Reigtad* daniel Hair ( QUI TO È Ogg Quidquid sub terra est in apricum proferet actas. Horat. Epist. I, 6. felici resultati ottenuti dai primi scavi intrapresi nel 1884 nella necropoli di S. Lucia,!) e la certezza avuta mercè degli assaggi fatti im differenti punti. della sua vastità e della ricchezza delle tombe. mi spronarono naturalmente a contimuarvi le ricerche con maggiore energia e secondo un piano prestabilito, affine di poter esplorare sistematicamente in una serie d’anni uno de’ più grandi ed interessanti cimiteri preistorici finora scoperti, conservando al nostro patrio Museo i tesori ivi rinvenuti. *) In seguito ad alcune !) Ne publicai la relazione nel Bollettino della Società Adriatica Vol. IX (1886) p. 94—162, con 10 tav. Anche quale fascicolo a parte sotto il nome di ,, Necropoli di S. Lucia presso Tolmino*. ?) Riferendomi alla precitata memoria (p. 3—5), non credo tuttavia superfluo di dare qui un breve cenno topografico di S. Lucia. Essa giace nel cuore delle Alpi Giulie, a 5 chilometri da Tolmino e precisamente al punto di confluenza del fiume Idria coll’ Isonzo, in una posizione estrema- mente romantica. Adagiata alle falde di una collinetta ghiaiosa alla sponda destra del primo, essa trovasi circondata da ubertose campagne e da dense boscaglie di faggi che s’inerpicano su per i fianchi delle montagne, ond’è da ogni lato ricinta. Di tanto in tanto al di sopra di questa fuga di onde verdeggianti si vedono sporgere le bianche cime delle Alpi, che verso settentrione, raggruppate in un superbo colosso roccioso. si ostendono in tutta la loro maestà. Sul colle al quale s’ appoggia l'odierno villaggio, sorgevano le abitazioni de’ nostri preistorici, laddove la necropoli trovavasi alla sponda sinistra dell’Idria, sui varî terrazzi ghiaiosi formati dal fiume o piuttosto dal lago che in antico occupava tutta la valle (ctr. Marchesetti : * Sa difficoltà insorte col proprietario del fondo sul quale aveva cominciato le indagini, dovetti scavare nel 1885 in due campi limitrofi, per poscia continuarli negli anni seguenti sul fondo primitivo, del quale venne fatto l'acquisto dalla nostra Società Adriatica di Scienze Naturali, cui spetta il merito di avere iniziate nelle nostre provincie l’ esplorazioni preistoriche, che poscia furono validamente sorrette dal patrio Municipio. (li scavi praticati nel ‘85 al margine settentrionale della necropoli, nel terreno di Andrea Velicogna, mi diedero 10S tombe, laddove altre 102 vennero aperte nella parte occidentale sul fondo di Giovanni Gollia. L'acquisto del fondo Dizorz, che può riguardarsi come il centro della vasta necropoli, e che misura 5922 m.(),!) ci rese possibile di procedere regolarmente collo sterro, scoperchiandovi 607 tombe nel 1886, 1084 nel 1888, 520 nel 1890, 243 nel 1891 e 530 nel 1892. Nel 1891 scavai pure 48 tombe sul fondo Velicogna.*) con che il numero totale delle tombe finora da me esplorate nella necropoli di S. Lucia ascende a 2952.5) Sull’antico corso dell’Isonzo, Trieste 1890). Non fu ancora possibile segnare i confini estremi di questa vasta necropoli, perchè da varî indizi siamo tratti ad ammetterne un'estensione maggiore di quella finora constatata, !) Sono le particelle segnate nella mappa catastale coi Nri. 954, 955 END! ?) Sugli scavi di ogni anno diedi breve relazione nel Bollettino della nostra Società Adriatica (1887, p. IV; 1889, p. LI; 1890, p. XIII; 1891, p. XLTX; 1892, p. LXXXIX), nell’Archeografo triestino (1887, p. 248, 1592, p. 255), negli Atti dell’I. R Commissione Centrale (Mittheilungen, 1892, p. 60), nel rapporto del Congresso Antropologico di Vienna (Mitth. der Anthrop. Gesellsch.. 1889. p. 149), ecc. 3) Altre 2480 vennero sterrate dal chiar. mio collega cav. G. Szom- bathv, per conto dell’I. R. Museo di Storia Naturale di Vienna, sicchè aggiungendovi le 70 aperte nei primi assaggi dal Dr. Bizzarro nel 1881, ed altre 36 dal Prof. Majonica pel Museo Provinciale di Gorizia, si ha la considerevole cifra di 5537 tombe, senza tener conto delle molte distrutte anteriormente coi lavori agricoli. Sugli scavi del Dr. Bizzarro esiste oltre ad alcuni suoi brevi rapporti, una relazione del Dr. Much (Mitth. Centrale.. 1884, p. CX). Il Sig. Szombathy diede pure un interessante descrizione della prima parte delle sue esplorazioni (Mitth. Anthr. Ges., Wien 1887. p. 26), che speriamo veder presto seguita da un’esauriente pubblicazione, L'area per tal modo scavata è di m. (1 2889 sicchè si trovò in media una tomba su 0:979 m.[). Questa proporzione non è però ovunque eguale, valendo come regola che quanto più dense, tanto più povere sono le tombe e viceversa. Così negli scavi del ’84 si ebbero su 137 m. /} 210 tombe, ossia una tomba su 0:652 m.f]; nel fondo Gollia (55 m.()) una su 0:54 m.U; nel fondo Velicogna (122 m.0) una su 1:13 m.[; nello scavo del 1886 (454 m.()) una su 0:767 m. (); in quelli del 1888 (964 m.[)) una su 1'087 m.(}; in quelli del 1890 (475 m. (1!) una su 0:918 m.0); in quelli del 1891 (606 m. [}) una su 2:082 m. 0) ed infine in quelli del 1892 (76 m. L)) una su 2:53 m. LU. Finora non potè venir accertato un ordine generale nella disposizione delle tombe, sebbene alle volte apparissero allineate abbastanza regolarmente e non di rado raggruppate in modo da dar l’idea di tombe di famiglia. Non pare che vi fossero dei tratti speciali riservati ai ricchi, trovandosi spesso tombe ricchissime circondate tutto all’intorno da altre prive di qualsiasi aggiunta. Si osservarono tuttavia delle zone, nelle quali predominano tombe relativamente ricche ed altre ove per buon tratto spes- seggiano le povere. Parimenti s'incontrano dei tratti mancanti di tombe, come pure dei blocchi e delle lastre di pietra, talora poste vertical- mente quasi a limitare una zona del cimitero dall’ altra. Ma più chiaramente ci appariranno e l'ordine ond’erano disposte le tombe ed i rapporti cronologici delle varie parti della necropoli, allorchè si saranno ultimati gli scavi, che richiedono ancora parecchi anni di lavoro e che senza dubbio ci daranno ancora alcune migliaia di tombe. !) Prima di passare alla descrizione degli oggetti e delle parti- colarità di rinvenimento, credo opportuno premettere il giornale degli scavi, in continuazione di quello del 1884 già pubblicato.®) che serva a completare la presente. Anche il Prof Virchow trattò della nostra necropoli nella Società Antropologica di Berlino ( Verhandlungen 1887, p. 545 e 1888, p. 508). !) Stimo quindi miglior consiglio di rimettere a più tardi la pubbli cazione del piano degli scavi. ?) Boll. Soc. Adr. 15856, p. 100-110. N. delle tombe 211 LO 10 10 19 13 18 Giornale degli scavi.) Scavo del 1885 sul fondo (Gollia. Lastra di schisto. Spillone e fibula a doppio ardi- glione. Adulto. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bambino. Dappresso nella terra fibula ad occhiali. rosso blocco calcare giacente sopra lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella; fibula ad arco semplice (T. X, f. 4). Molti carboni. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Grande lastra calcare. Pentola situliforme rossa (TV, f. 7); spillone a globetti, coltello di ferro. Ad. Grossissimo blocco calcare di oltre 20 quintali, posto sopra piccola lastra di schisto. Ciotola a manico rile- vato: fibula ad arco semplice, perletta di vetro. Ad. Lastra di schisto. Ciotola a manico rilevato, borchiata: fibula ad arco semplice e ad occhiali. Ad. Lastra di schisto. Framm. di pentola ad orecchietta e scodella. Bb. Masso calcare. Senza aggiunte. Bb. Masso calcare. Pentolino ad orecchietta e scodella: fibula ad arco semplice e ad occhiali, torque di ferro. Ad. Piccola lastra di schisto. Ciotola a manico rilevato e scodella pedata; fibula ad arco semplice e tramm. di altra simile. Ad. Piccola lastra di schisto. Due pentole stracellate; fibula ad arco semplice (T. X, f 6), a navicella, framm. di altra, due pendagli laminari triangolari, tre grandi anelli aperti. Ad. ) Rimasi lungamente indeciso se dovessi publicare per esteso il giornale - degli scavi, oppure darne un semplice estratto. Mi risolsi alla fine di lasciarlo invariato, anche a rischio di riescire noioso, perchè il paletnologo deve tener nota serupolosa di ogni particolarità, che a primo aspetto sembra talora di nessun valore, ma che diviene non di rado im- portante, se si tratta di giudicare dell'insieme di una vasta necropoli. € dei rapporti cronologici tra le diverse parti che la compongono. N. dalle tombe 29 Pat] 238 Prof, metri T:3 1:3 1:0 1155) 2 Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella ; grande fibula ad arco semplice di ferro. Ad. Dappresso nella terra cuspide di lancia di ferro (T. XXVIII, f. 2). Grosso blocco calcare giacente sopra lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella pedata; fibula ad arco semplice e ad occhiali, due anelli (T. XXIV, fmto)aAdk Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra da Modrea. Pentola ad orecchietta e scodella; anellimo. Ad. Piccola pietra schistosa. Senza aggiunte. Ad. Grande lastra da Modrea, che copriva anche le tombe 229, 230 e 281. Pentola ventricosa; due fibule ad arco semplice di ferro e due ad occhiali di bronzo, una perla e 5 perlette di vetro. Ad. Piccola pietra calcare Calice sfracellato. Ad. Piccola lastra di schisto. Due scodelle di cui una pedata; fibula di ferro ad arco semplice con anello di bronzo infilato, braccialetto di ferro. Ad. Senza pietra. Solo resti del rogo ed ossa d’animali. Ad. Piccolissima pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Sasso calcare. Pentola ventricosa. Ad. Pietra calcare. Frammenti di ossuario e di situla di bronzo. Ad. Pietra calcare. Scodella:; tram. di bronzo. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta: spillone di bronzo con globetti di ferro (T. XXIII, f. 17). Ad. (rande lastra da Modrea. Ossuario cordonato a pasta grossolana rattoppato con piombo, altro pezzo di piombo che avea servito a racconciare una pentola situliforme ; framm. di cinturone, tre fibule serpeg- oranti (IS XEVII£16). Ad. Grande lastra da Modrea. Pentola situliforme punteg- giata (T. V, f. 6), contenente ciotoletta a manico rilevato, listata di piombo. Appena alzata la pietra la pentola si presentò totalmente vuota di terra. Framm, di bronzo. Enorme quantità di carboni. Ad N.delle tombe 299 240 955 Pai 256 Prof. 13 13 I e Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Grande lastra calcare. Pentola situliforme; spillone a globetti. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Grossa lastra calcare. Fibula ad arco semplice, dap- presso nella terra anello. Ad. Piccola lastra di schisto. Pentola lageniforme e sco- della; framm. di bronzo. Ad. Piccola lastra di schisto. Ciotola a manico rilevato. Ad. Grosso blocco calcare. Pentola ad orecchietta conte- nente ciotoletta a manico rilevato, rossa, punteggiata e listata di piombo (T. VII, f£. 10). Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella: spillone a globetti (T. X.XII, f. 13), perla di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola situliforme; spillone a riccio. Ad. Piccola lastra di schisto Solo ossa d’animali. Ad. Piccola lastra di schisto. Qualche framm. di pentola. Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra di schisto. Scodella; fibula a cinque bottoncini (T. XVI, f. 11), due fibule ad arco semplice (THX £:9, TEXIILIÉ.1)7 ago di altra fibula 5 ide coli braccialetti (T. XXIV. £ 10; 11). Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Grandissima lastra da Modrea con sopra parecchi sassi. Ossuario contenente situla di bronzo con figure a sbalzo. Fibula ad arco semplice a pendagli, 2 fibule ad arco laminare, a navicella ed a 5 bottoni (T. XVI, f£.9), orecchino, tramm. di altro, 4 bottoni, piastra di cintu- rone, perla di bronzo. Dal manico della situla pendeva pezzo di tela grossolana. Le ossa ed i carboni giacevano non solo entro, ma anche intorno all’ossuario. Ad. (Grande lastra calcare. Pentola ventricosa: spillone a globetti. Ad, N. delle tombe 258 259 260 261 262 263 264 269 Prof. metri 10 15 15 19 15 15 15 Piccola lastra di schisto Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Spillone a riccio in bronzo ed a globetti in ferro. Ad. Pietra calcare. Framm. di pentola. Bb. Lastra di schisto. Torque di ferro, framm. di bronzo. Ad. Lastra da Modrea. Pentola ventricosa contenente cio- toletta punteggiata a manico rilevato, ornata di liste- relle di piombo (1. VII, f. 4); spillone a globetti. Ad. Tomba giacente sotto la medesima pietra. Senza aggiunte. Bb. Piccolo sasso calcare. Calice e pentola ad orecchietta : fibula a navicella (T. XV, f. 19) ad arco semplice e torque di ferro. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Grossa lastra di schisto. Pentola ventricosa, contenente ciotoletta a manico rilevato; dappresso scodella pedata: fibula ad occhiali, torque di ferro. Ad. Lastra di schisto. Grande ciotola borchiata a manico rilevato: saltaleone. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta borchiata ad alto manico; fibula a navicella (a 2X0Vi:£12),; adi \vcechializitorque (Ti XXVI, £.19)) pendaglio triangolare. Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto Pentola cilindrica a pasta grossolana: pendaglio (T..XXIV, £ 19). Ad. Grande blocco calcare. Pentola ad orecchietta e sco- della; fibula ad arco semplice di ferro con anello di bronzo:(TI XIII, f.16) Ad: Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Nella terra sopra la tomba ago di bronzo. Lastra di schisto coperta da una calcare. Fibula a navicella (I. XV, f. 21), 2 grandi anelli. Ad, Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare posta verticalmente. Senza aggiunte, Bambino. N. delle tombe 277 278 279 Prot. metri 15 13 10 15 13 13 18 18 8 10 1:8 18 1:8 1:83 13 LE. We Piccola lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e framm. ciotola borchiata. Ad. Piccola lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Piccola pietra calcare. Spillone a riccio. Ad. Lastra da Modrea. Pentola ad orecchietta; fibula a navicella. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Sasso calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; fibula a navicella, torque di ferro Ad. Lastra di schisto. Calice. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; fibula a navicella (T. XV, f. 18). Ad. Grande e grossa lastra di schisto. Pentola ad orec- chietta e scodella; framm. di bronzo. Ad. (rosso sasso calcare. Pentola ad orecchietta conte- nente ciotoletta ad alto manico; spillone a globetti. Ad. Sasso calcare. Pentola ad orecchietta contenente cio- toletta ad alto manico: spillone a globetti, framm. di orecchino. Ossa del capo enormemente grosse. Ad. Lastra di schisto. Ciotola a manico rilevato contenente altra piccola borchiata; fibula ad arco semplice di bronzo, coll’ago però di ferro (T. XIII, £ 3). Ad. Piccola lastra da Modrea. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra schistosa. Senza aggiunte. Bb. Tra questa e la tomba 296 trovavasi una lastra di schisto posta verticalmente. Piccola lastra di schisto. Piccola tomba con qualche framm. di pentola. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Ciotola a manico rilevato: fibula a navicella, mezzo anello di ferro. Ad. Grossa lastra calcare. Pentolino ad orecchietta e sco- della; ago di fibula. Ad. Piccola lastra di schisto. Pentola cilindrica. Ad. 209 300 501 302 308 304 505 306 507 5308 5309 510 DIL 312 95 316 SIL Prof. metri 13 15 LO) 10 LO 10 10 109) PT erre Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Pentola ventricosa. Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. trande lastra da Modrea. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Grande lastra calcare. Calice e scodella; spillone a globetti (T. XXII, f. 24), anello. Ad. Senza pietra. Framm. di pentola; armilla. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; fibula ad arco semplice di ferro, piccola torque di bronzo. Bb. Senza pietra. Pentola ventricosa; framm. di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ossuario zonato, per altro senza carboni, i quali giacciono all’intorno in piccola quantità. Ad. Piccola pietra calcare. Pentola ventricosa; manico ed orlo di situla di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Scavo del 1885 sul fondo Velicogna. (rossa pietra calcare, che non potendosi smuovere. dovette venir minata. Pentola ad orecchietta e sco- della; bottone d’ago. Molti carboni. Ad. Lastra da Modrea. Ossuario cordonato:; tre fibule serpeggianti, di cui due eguali a doppia voluta GIAGeVILIn:E:6), fibula*ad-animale (DT (XX, i. 12), orecchino, bottone. framm. di cintura lavorata a sbalzo. Ad. Dappresso a 1.20 m. di profondità grandissimo blocco calcare che si dovette minare Enorme blocco calcare (1‘55 X 1:00 m.) che venne pure minato. Framm. di pentola. Ad. Pietra calcare. Framm. di ossuario. Ad. Lastra di schisto inclinata. Ossuario cordonato; fibula a bottoni, orecchino, pezzo di altro. Ad. N, delle tombe 5318 519 520) 328 Prof, metri 1:8 18 13 2) )S L:5 hai (I (Grande masso calcare. Pentola ad orecchietta e sco- della; spillone a globetti. Ad. Grande pietra calcare. Ossuario a quattro anse, circondato da una rozza costruzione di schisto, e contenente pentola situliforme, nella quale trovavasi piccola tazza: fibula ad occhiali. Ad. Lastra da Modrea. Ossuario cui attorno al collo era posta una piastra da cinturone lavorata a sbalzo (T. XXVI, f£. 1). Conteneva «una. situla. di bronzo ornata (T. Lil, f. 4), due fibule serpeggianti e 1’ 0s- silegio senza carboni. Ad. Nella terra dappresso pezzo di grossa lamima di bronzo e framm. di ossuario cordonato. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella. Adulto. Pietra calcare. Pentola stracellata:; tramm. di situla. Ad. Dappresso grande blocco calcare. Pietra calcare. Pentola ventricosa e ad orecchietta : fibula a sanguisuga, ad occhiali, spillone a globetti. catenella. Ad. Pietra calcare. Ossuario intranto contenente pentola ad orecchietta; due gr. fibule a navicella (T. XVI, £. 1), fibula semilunata a molti pendagli. formati da liste. relle orizzontali di bronzo, catenelle e spirali binate (T. XIV), fibula ad arco semplice di ferro, torque moniliforme di bronzo (TT. XXV, f. 4). Ad. Grande masso calcare. Pentola ad orecchietta è scodella; spillone a globetti. ossa di capriuolo. Ad. Dappresso grosso blocco calcare e framm. di pentola. Piccola pietra calcare. Perlette di bronzo. Bb. Lastra da Modrea. Ossuario cordonato, un po’ ditte- rente dai soliti per pasta più rude e per disposizione dei cordoni mancanti alla parte superiore: 2 fibule ad arco laminare (T. XV, f 10), ed 1 a bottoni. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta a pareti sottilissime e scodella; spillone a globetti, coltellino di ferro. Ad. Dappresso fondo di ossuario, N. delle tombe 329 350 Prof. metri 15 9) 15 10 20) 10 Mld Lastra da Modrea. Ossuario contenente 4 fibule a bottoni (T. XVI, £. 7), 5 ad ‘arco laminare, 1 della Certosa, 1 a doppio ardiglione (T. IX, f. 14), framm» di altre 3: 2 orecchim. 5 anelli e 6 perle di vetro. Ad. (Grande lastra calcare. Framm. di 2 pentole; fibula ad arco semplice, cui trovansi infilati 4 anelli, ago di altra fibula, 2 orecchini, framm. di cinturone. Intorno alla tomba eravi una rozza costruzione in pietre cal- carl. Ad Pietra calcare; di sotto specie di muratura fatta di lastrime di schisto intorno ad una pentola ad orec- chietta. Spillone a globetti. Ad. Piccola lastra di schisto. Framm di due pentole e pochissimi carboni. Ad Pare tomba compressa per la deposizione di altri defunti, che qui trovansi addensati. Lastra di schisto. Piccola tomba d’infante senza aggiunte. Piccola pietra calcare. Pentola ad orecchietta conte- nente tazza ad alto manico e scodella. Ad. Grande lastra da Modrea (1:50 X 1 m.). di sotto due lastre di schisto. Ossuario cordonato contenente situla di bronzo (T. IL f. 12), 5 fibule serpeggianti (T. XVII. f. 12), 3 della Certosa, 3 ad arco laminare. Ad. Grande lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella, spillone a globetti. Ad. Piccola pietra calcare. Pentola ad orecchietta di pasta fina a vernice nera lucidissima Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; torque mo- niliforme, saltaleone, anellino; ossa d’animali. Ad Grandissimo masso calcare giacente sopra piccola lastra schistosa. Solo carboni ed ossa di bambino. Lastra di schisto. Ciotola ad alto manico. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella: torque di ferro. Ad. Lastra di schisto Pentola ad orecchietta; ago di ferro. Ad. N.delle tombe 344 Prof. metri 1:3 ():S ea Lastra di schisto. Piccola tomba di bambino, con framm. di grande pentola. Lastra dischisto. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Lastra schistosa Pentola ad orecchietta: fibula della Certosa. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta:; ago di bronzo. framm. di anello. Ad Pietra calcare; tomba sfracellata con framm. di pen- tola. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; framm. di bronzo Ad. Lastra schistosa. Pentola ad orecchietta capovolta. Ad. Grande lastra da Modrea, sotto la quale giaceva una costruzione circolare di sassi intorno la tomba. Situla di bronzo, fibula ad arco semplice a pendagli, a bottomi (T XIX, f. 21), a doppio ardiglione cupuliforme e 2 ad arco laminare. Nella situla un orecchino ed al fondo una resina gialla. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; spillone a globetti. Ad. Lastra di schisto su cui giaceva grosso blocco calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra calcare. Ciotola a manico rilevato; ago di bronzo. Ad. Dappresso nella terra staffa di grande fibula della Certosa. Lastra di schisto. Piccola cista di bronzo (T. II, f. 9), circondata da corteccia di quercia e d’un grosso tes- suto, contenente resina gialla; fibula ad arco semplice a pendagli (T. XI, f. 1) della Certosa, 2 a doppio ardiglione (T. XIX, f. 16), bottone, 3 anelli, orec- chino. Ad. Blocco di conglomerato. Ossuario zonato a cordoni doppi; fibula ad arco semplice a pendagli, 2 a bottoni (T. XVI, £. 6), 1 a doppio ardiglione (T. XIX, f. 19) staffa di altra fibula, 2 orecchini. Ad Sopra questa tomba giacevano frammenti di ossuario cordonato. N. delle tombe 359 360 Prof. metri 20) 2:0 15 DINE 0, Lastra calcare. Ciotola a manico rilevato; fibula ad arco semplice (T. N, f. 1), framm. di torque. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta: fibula ad arco semplice e torque, ambidue di ferro. Ad. Lastra di schisto. Ossuario sfracellato:; spillone a globetti. Ad. Lastra di schisto rosso. Pentola ad orecchietta e sco- della: fibula ad arco semplice e ad occhiali. Ad. Lastra di schisto. Tomba sfracellata con pochi carboni e molti framm. di ossuario. Bb. Lastra di schisto, sotto la quale giace uno strato di terra di 25 cent. Appena al di sotto i carboni con fibula serpeggiante Ad. Dappresso pendaglio. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Tomba stfracellata, senza agg. Bb. Piccola lastra di schisto. Ossuario stracellato. Ad. Piccola lastra di schisto. Ciotola ad alto manico, borchiata. Ad. Pic. lastra di schisto. Fibula ad arco solido costata (TT. N. £.9). a doppio ardiglione, ad arco laminare, anello. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Calice; tre fibule serpeggianti, di cui due a doppia voluta (T. XVIII, f. 7), ago di altra fibula, anello. Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Grande lastra da Modrea. Situla di bronzo: 5 fibule serpeggianti a bottoncini. Ad. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Anello, fibula ad arco laminare (T. XV, f. 1), framm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella. spillone a globetti, dischetto. Ad. Lastra da Modrea, sotto cui trovasi una specie di costruzione intorno alla tomba. Fibula ad arco sem- plice a pendagli, 3 anelli di cui umo a nodi, bottone, framm. di ago, collana formata da 14 gocce d’ambra (TT. SOR, fat) Ossa scarse. Ad. N.delle tombe 301 Dir 350) 381 Ù de 3S2 399 399 3I4 Prof, metri 1-5 10 10 0) Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella ; fibula ad arco semplice e ad occhiali. Ad. Lastra da Modrea. Calice rovesciato e scodella: fibnla ad arco semplice moniliforme, da cui pendono 3 anelli (T. XIII, f. 2), fibula a bottoni (T. XVI, f. 8) a san- guisuga, 2 ad arco laminare (T. XV, f. 8), 2 orecchini uniti insieme (T. XXNIV, £. 15). Ad. A _25 cent. trovasi una mascella di cavallo, sotto alla quale giacciono alcuni blocchi calcari, posti sopra una lastra da Modrea. Levata questa si presentò uno spazio circolare circondato da grosse pietre calcari e conte- nente pochi carboni ed una fibula serpeggiante. Ad. Piccola lastra da Modrea. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra da Modrea. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Calice rovesciato, dappresso coppa ad alto piede pure rovesciata; 2 fibule serpeggianti. framm. di terza, coltello di ferro. Ad. Masso calcare. Pentola ad orecchietta e scodella: spillone. Ad. Lastra di schisto. Framm. di ossuario. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Calice rovesciato : fibula a bottoni con molti pendagli (T. XVI, f. 12), 2 orecchini. Carboni di quercia e di pero. Ad. Grande lastra da Modrea. Ossuario zonato e framm di situla di bronzo, 2 fibule della Certosa (T. XVIII, f. 20), framm. di altra, anello, orecchino. Ad. Tomba fracassata senza pietra. Framm. di situla di bronzo, 2 aghi di fibula, anello. Ad. Piccola lastra da Modrea. Ossuario zonato; fibula serpeggiante e ad occhiali, due perlette di vetro. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella : spillone di bronzo a globetti di ferro. Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Braccialetto. Ad. N. delle tombe 395 396 99 598 399 400 401 402 408 404 405 406 40)7 408 409 410 411 412 Prof. matri 15 0:S 08 (0,13) (0,09) (029) 05 08 08 10 (5 05 (079) 12 01 08 10 St A e Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea con sopra pezzo di schisto. Due fibule della Certosa. (T. XIX, f. 4), Ad. Lastra da Modrea, sotto la quale giaceva una lastrina di schisto rosso. Scodella; fibula serpeggiante, pezzo di lamina di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Calice (T. V, f. 2), Ad. Lastra da Modrea. Ossuario zonato. Esternamente 2 fibule della Certosa. (T. XVIII, f. 12 e 17), Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb Grande lastra da Modrea. Framm. di pentola; ossa. con appena traccia di carboni. Ad. Lastra di schisto Senza aggiunte. Bb. Dopo questa tomba trovaronsi quattro grossi blocchi calcari. Piccola lastra da Modrea Ossuario zonato sfracellato ; fibula a navicella, a sanguisuga (T. XV, f 15), bottone e perletta di bronzo. Ad. Piccola lastra di schisto. Framm. di ossuario e di pentola ad orecchietta; fibula serpeggiante, e bot- toncini di altra simile. Ad. Piccola tomba senza pietra. Fibula della Certosa. Ad. Lastra di schisto. Framm. di situla di bronzo: fibula della Certosa. Ad. Lastra da Modrea. Mollettina attaccata ad un anello: framm. di cintura. Ad. Piccola tomba superficiale senza pietra. Una staffa e due aghi di fibula. Ad. Piccola pietra calcare. Pentola ad orecchietta e fram- mentuzzi di bronzo. Ad. Lastra di schisto rossa. Fibula serpeggiante, dente di agnello. Ad. Grande lastra calcare (1:50 x 1X0:20 m.); sopra la quale giaceva framm. di fibula della Certosa a grosso bottone nell'arco. Ossuario contenente cista a cordoni di bronzo (T. II, £. 7), 3 fibule serpeggianti. Ad. Dopo questa giaceva uno spazio di oltre un metro privo di tombe. 2 N. delle tombe 413 416 417 418 419 490) Prof. metri ():5 1:0 10 10 10 (Ss Ole Ae Lastra da Modrea. circondata da grossissimi bloechi calcari, che dovettero venir minati. La tomba presenta una specie di muratura di lastre di schisto. Framm. di situla di bronzo: statta di grande fibula della Certosa. Ad. (rosso blocco calcare. Pentola ad orecchietta; ciotola ad alto manico, torque di ferro. Ad. Lastra da Modrea sotto la quale giace un grosso strato di terra con framm. di pentola, qualche osso e carbone. Appena 25 cent. più in fondo giace la tomba con calice stracellato. Ad. (Grande lastra di schisto rosso. Calice: framm. di orecchino e staffa di fibula. Ad. Piccoia lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. (irande lastra da Modrea. Pentola situliforme; fibula a bottoni (T. XVII, f. 5), serpeggiante, ad arco laminare (T. XV, f. 7), a navicella con protuberanze, 4 a sanguisuga, 6 anelli (T. XXIV, f 4), braccialetto (f. 13), 2 orecchini, grande pendaglio triangolare, altro pendaglio a pallottola. Ad. Nella terra dappresso disco “alb buchi (I XSVIbafiaS) Lastra da Modrea. Appena 30 cent. più basso tomba con pochi carboni. Calice; 5 fibule serpeggianti. Ad. Senza pietra. Calice; bottoncini e rotelle di fibula serpeggiante. Ad. Scavo del 1886 sul fondo della Società Adriatica. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; perletta di bronzo Ad. Senza pietra. Pentola ad orecchietta; ago, armilla. Bb. Lastra di schisto. Framm. di bronzo. Ad. Senza pietra. Spillone a globetti. Ad. Picce. lastra di schisto. Framm. di pentola: spillone, Bambino. N. delle tombe 426 427 428 429 480 431 432 453 454 455 436 437 4538 459 440 441 442 4453 444 445 446 447 448 449 Prof. metri 13 -13 05 10 08 10 (0):8 08 15 16 10 = = Senza pietra Pentola situliforme e coppa ad alto piede, manico di bronzo di ciotoletta: framm. di armilla. Ad. Lastra di schisto. Pentola situliforme e scodella; fibula semilunata, framm. di orecchino. Ad. Senza pietra. Spirale, framm. di bronzo. Ad. Senza pietra. Framm. di armilla. Ad. Gr. lastra da Modrea. Pentola ad orecchietta conte- nente ciotoletta a manico rilevato: fibula ad arco semplice moniliforme con pendagli (T. XI, f. 4), fibula a navicella, framm. di tre altre, due armille, spillone a globetti, grande torque a nodi (T. XXV, f. 5). Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Fibula della Certosa. Ad. Piccola pietra calcare. Coppa ad alto piede. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Fibula semilunata. Ad. Senza pietra. Pentola ventricosa. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Grossa lastra calcare. Pentola ad orecchietta: fibula ad occhiali, armilla. Ad. Lastra di schisto. Pentola ventricosa contenente cio- toletta ad alto manico; ago e staffa di due fibule, coltellino di ferro. Ad. Lastra calcare. Tazza ad alto manico; spillone a globetti (T. X.XII, f. 9). Ad. Blocco calcare. Ago. Ad. Lastra di schisto. Pentola ventricosa. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; spillone. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Ossuario circondato da lastrine di schisto poste verticalmente; pentola situliforme, spil- lone a globetti (T. XXII, f. 8), pezzi di resina. Ad. Senza pietra Spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 450) 451 452 455 454 455 450 457 15S 459 460 461 462 4653 464 465 466 AGT Prof. metri 1:2 IO) ()°8 = 190 + Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Pentola ventric.; spillone a globetti. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta disegnata : spillone. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta (T. V, f. 15) e scodella; fibula ad arco semplice ed anello, ambidue di ferro. Ad. (Grossa lastra calcare. Pentola situliforme e scodella: Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. fibula semilunata. Bb. Piccola lastra da Modrea. Senza aggiunte. Bb. calcare. Pentola ad orecchiettà e scodella : Adi Picc. lastra calcare. Lastra armilla. Fibula a navicella e ad occhiali: armilla, 3 pendagli triangolari (T°. XXIV, f 22), perletta Ad. Lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. di vetro. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta (TI e scodella. Ad. Picc, sasso calcare. Pentola ad orecchietta; anellino, Ad, Lastra calcare. Pentola ventricosa. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta, ago. Ad. Ad. Lastra di schisto sotto la quale era uno strato oriz- Lastra di schisto. Coltello di ferro. zontale di carboni con ossa di bambino, giacenti sopra altra lastra schistosa. Nella terra dappresso pendaglio, laminetta disegnata da cintura (T. XXVII, f. 5) e 4 perlette di vetro. Bb. Senza pietra. Calice; framm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. Calice con disegni a stampi (T.IV,f. 7) e scodella; fibula ad arco semplice di ferro. Ad. Picc. lastra di schisto, Pentola ad orecchietta; ago. Bb. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta; fibula semi- lunata (T. XII, £.5), a disco binato, anello, 2 saltaleoni, framm. di cintura. Ad. N. dollo tombo 472 475 Prof, motri 10 1107) 15 10 10 10 15 10 SCO 23: Grande blocco calcare. Senza aggiunte, Ad. Lastra di schisto. Ciotola ad alto manico graffita (T. VII, f. 1), fibula ad arco semplice di ferro, framm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Scodella contenente ciotola a manico rilevato. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Tomba con muriccinolo attorno ai resti del rogo, formato con lastrine di schisto poste oriz- zontalmente. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella; fibula semilunata. Ad. Grosso blocco calcare. Fibula ad arco semplice. Ad. Picc. lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Grosso blocco calcare. Fibula semilunata. Ad. Lastra calcare. Pentola situliforme borchiata ; spillone a globetti di ferro e dente umano. Ad. Pietra calcare. Framm. di armilla. Ad. Blocco di conglomerato. Pentola cilindrica. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Grande pietra calcare. Ago. Ad. Gr. lastra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella, ago. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; spillone a riccio. Ad. Pietra calcare Coppa ad alto piede, pentola situliforme contenente ciotoletta ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad, Lastra di schisto, Ossuario ad anse a bottoni (TT. IL, f. 1) circondato da muratura e contenente pentola situlif. Ad. Pietra calcare, Senza aggiunte, Bb, Pietra calcare. Senza aggiunte, Bb. Blocco calcare. Ciotola ad alto manico; anello. Ad. Blocco di schisto. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico; fibula semilunata, spillone a globetti (T. XXIII, f, 16), cinturone. Ad, N. delle tombe 496 497 498 499 500 5OI 502 505 504 505 506 5OT 5OS 5O9 5IO DIL 512 515 DI4 385) Prof. metri 10 05 12 15 03 18 18 12 — 22 Pietra calcare. Ossuario contenente calice. Ad. Senza pietra. Laminetta di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Gr. lastra calcare. Ciotola ad alto manico borchiata contenente altra minore pure borchiata, scodella; 2 spilloni a globetti di cui uno a vagina d’osso (T. XXIII, i do) dì Due grandi lastre da Modrea sovrapposte. Muratura di schisto circondante ossuario, nel quale trovavasi una bella situla fittile punteggiata a zone rosse e nere e listata di piombo (T. IV, f. 2), l’ossilegio, quattro spilloni a riccio colle punte difese da schermi torniti di osso (T. XXIII, f. 20, 21), e pezzo di ferro. Senza carboni. Ad. Blocco calcare. Ossuario cordonato contenente situla di bronzo. Ad. Piccolo sasso calcare. Fibula ad occhiali. Ad. Blocco calcare. Ossuario contenente calice. Ad. Lastra calcare. Pentola ventricosa; armilla di ferro. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Blocco calcare. Fibula ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta: fibula ad arco semplice e ad occhiali. Ad. Blocco calcare. Ossuario. Ad. Gr blocco calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; spillone a globetti. Ad. Piccola lastra da Modrea. Pentola ad orecchietta; fibula ad arco semplice di ferro. Ad. Blocco calcare Pentola ad orecchietta; fibula ad arco semplice. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare Pentola cilindrica e ciotola ad alto manico; fibula ad arco semplice, anello. Ad. Lastra di schisto. Pentola ventricosa chiusa da co- perchio (T II f 2), contenente ciotoletta ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. N, delle tombe DIG DI 51S 519 520) =, IN i t ou C bh N s" n dI ( KS NG DI HX 3 Li [DX Prof. matri 15 15 10 10 (029) 15 13 153 15 198 tico) 15 18 gn Lastra di schisto. Pentola ventricosa pedata; spillone a globetti colla punta difesa da una vagina di bronzo (T. XXII, f. 1), nella pentola laminetta. Ad. Lastra di schisto. 2 saltaleoni. Ad. Grande lastra da Modrea. Ossuario cordonato conte- nente situla di bronzo, nella quale giaceva un colatoio (T. XXVII, f. 18), scodella e 4 fibule ad arco laminare (CREDE £:49) ica Gr. blocco calcare (1X 1 m.). Senza aggiunte. Ad. Lastra calcare. Ossuario; 2 fibule a navicella (T. XV, f. 22), 4 pendagli a spirali binate, saltaleone, torque di ferro. Ad. Pietra calcare. Framm. d’ago. Ad. Piccola lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra di schisto Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta contenente ossa di piede di vitello. Ad. Pietra calcare. Pentola ventricosa; framm. di bronzo Adulto. Grande blocco calcare. Pentola ad orecchietta conte- nente ciotoletta borchiata ad alto manico (T. VII, f. 11), scodella; fibula ad arco semplice di ferro, framm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; spillone con schermo d’osso (T. XXIII, f. 18), coltello di ferro Adulto. Lastra di schisto Ossuario cordonato. Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Grande lastra di schisto. Ossuario zonato; fibula ad occhiali ed a sanguisuga, torque di ferro. Ad. Lastra di schisto. Pentola ventricosa: ago di fibula. Adulto. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare Ciotola ad alto manico fregiata di listerelle di piombo, scodella. Ad. Piccola pietra calcare. Pentola. Ad. N. delle tombe 536 531 538 DDA (91919) 556 Prof. metri 10 12 12 10 1.0 12 1-0 1:0 08 10 10 10 10 08 0 10 10 10 08 1-0 10 10 08 = DATE Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; armilla. Ad. Blocco calcare. Pentola cilindrica. Ad. Tra questa e la tomba 542 giace una lastra verticale di schisto. Piccola lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico; fibula ad arco semplice, spillone a globetti. Ad. Lastra calcare Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra da Modrea. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Grande blocco calcare. Pentola ventricosa; fibula ad arco semplice. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Grande blocco di schisto. Pentola ventricosa; spillone a globetti con schermo d’ osso. Ad. Blocco calcare. Ossuario contenente pentola situliforme e scodella; fibula ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Piccolo torque di ferro, framm. di bronzo. Bb. Sasso calcare. Senza aggiunte. Ad. Grossa lastra calcare. Pentola ad orecchietta; framm. di bronzo. Ad. Piccola lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato. Ad. Piccola lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; fibula ad occhiali in bronzo, torque, armilla e coltel- lino di ferro. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e pentola cilindrica; fibula ad arco semplice, 2 saltaleoni. Ad. Lastra da Modrea. Situla di bronzo con ornamenti circolari a sbalzo (T. IL, £.3); fibula ad arco semplice a pendagli (T. XI, f. 2), ad arco laminare, orecchino, 3 anelli. Ad. Alla profondità di m. 15 trovasi finissima sabbia. DG: bud 56D Prof. metri 10 15 10 08 10 18 10 10 10 12 15 10 CAGGI = Grande pietra calcare. Pentola situliforme disegnata (T. III, f. 5) e scodella; spillone a globetti. Ad. Picc. lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Fibula della Certosa. Ad. Lastra da Modrea. Ossuario cordonato, contenente fibula della Certosa (T. XIX, £. 5). Esternamente altra fibula della Certosa ed a doppio ardiglione (f. 12), 2 orecchini ed oggetto indeterminabile di bronzo. Adulto. Blocco di conglomerato. Pentola situliforme e scodella; framm. di spillone. Ad. Due lastre calcari. Pentola ad orecchietta e ciotola ad alto manico coperta da scodella; fibula ad arco semplice, armilla, pendaglio triangolare. Ad. Lastra da Modrea. Ossuario circondato da muratura in schisto e contenente calice; fibula ad arco semplice a pendagli, a sanguisuga ed a bottoni. Esternamente 2 anelli Ad: Lastra di schisto. Ciotola ad alto manico. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola situliforme e coppa ad alto piede, rattoppata con resina. Ad. Blocco calcare. Due pentole; fibula ad arco semplice ed armilla di ferro, ago ed anello di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Orecchino. Ad. Picc. lastra da Modrea. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Pentola; framm. di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta: contenente ciotoletta borchiata ad alto manico (T.VII, f. 7). Senza aggiunte. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di conglomerato. Pentola ad orecchietta. Ad. N, delle tombe 580 5S1 582 583 DS4 585 590) 591 592 593 DO4 595 596 Prof. metri 10 10 1:0 1:0 0-7 08 169, ():8 0:5 1:0 (9125) 1:3 1:0 10 1:0 10 15 Pietra calcare. Pentola ventricosa; spillone a globetti (Ti AAT, sft9) Adi Lastra di schisto. Fibula ad arco semplice. Ad. Lastra di schisto. Pentola cilindrica; ago. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta; fibula ad arco semplice, ago di altra fibula, 3 anelli. Ad. Blocco di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella: fibula ad occhiali di bronzo e ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ossuario cordonato. Ad. Lastra di schisto. Pentola ventricosa e scodella; fibula ad arco semplice, semilunata da cui pendono nume- rose catenelle, due armille, di cui uma di ferro, perla di pietra. Ad. Grande lastra da Modrea. Ossuario di argilla non cotta e quindi molto tenera, contenente situla di bronzo, fibula ad arco semplice a pendagli, a bottoni, della Certosa, ad animale (T. XX, f. 11), 5 anelh, orecchino, pendaglio, 80 bottoni, 1 perla di bronzo ed 8 di vetro, 1540 perlette di vetro e di bronzo (T. IX, f. 3, 6). Ad. Intorno a questa tomba giaceva grande quantità di sassi, come pure presso alle tombe Nri. 586, 589, 591 e 592. Lastra da Modrea. Ossuario coperto da scodella e contenente pentola situliforme; fibula ad arco semplice é ad occhiali. Buona parte della mascella inferiore rimase incombusta. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare su cui giace un blocco calcare. Ossuario circondato da muratura, formata di lastrine orizzontali di schisto, contenente pentola ad orecchietta. Ad. Senza pietra. Scodella pedata; 2 spilloni a globetti. Ad, Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 597 598 599 600 601 602 608 604 605 620 621 622 623 Prof. metri 1-0 13 10 18 10 13 15 Pietra calcare. Pentola ad orecchietta: framm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Piccola tomba senza aggiunte. Bb. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Pentola: fibula ad arco semplice di ferro, 2 armille di ferro ed una di bronzo, 3 pendagli a spirale binata, saltaleone, catenella, perletta. Ad. Picc. lastra da Modrea. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella: 2 spilloni a globetti. Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta contenente cio- toletta ad alto manico, scodella. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta contenente cio- toletta ad alto manico, scodella; lamina di bronzo. Ossa d'agnello. Ad. i Senza pietra. Piccola tomba senza aggiunte. Bb. Lastra di conglomerato. Ossuario contenente pentola situliforme; spillone. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta; spillone Fiegio. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Picc. lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; lami- netta di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Armilla di ferro. Ad. N. delle tombe 624 625 (526 627 628 629 650 631 632 635 634 655 65536 (527 vd ( 638 639 (40 641 (542 6545 (544 645 646 647 (548 649 Prof. motri 13 13 165) 10) de3 15 LO 3) 20 2:0 DO Fi DO DO No UO wo Gui di 28 — Lastra calcare. Pentola ad orecchietta; fibula a navi- cella di bronzo (T. XVI, f. 3) e ad arco semplice di ferro, anello. Ad. Grossa lastra calcare. Pentola ad orecchietta; spil- lone. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Pietra calcare. Pentola; 2 piastre da cintura. Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Conglomerato calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Lastra calcare. Pentola ad orecchiettà e scodella; spillone a globetti di ferro. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; spillone a globetti, grande anello. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Pentola ventricosa:; fibula ad occhiali. Adulto. Lastra di schisto. Ciotola a manico rilevato. Ad. Lastra da Modrea coperta da lastra di schisto. Piccola tomba senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto su cui giace grosso blocco calcare. Ossuario contenente pentola situliforme, nella quale trovasi ciotoletta ad alto manico, esternamente pentola ad orecchietta e scodella; fibula ad arco semplice, Adulto. N. delle tombe 650 658 659 660 6651 (562 663 664 665 666 667 6608 669 a DI — AO Senza pietra. Tomba superficiale distrutta, di cui non esiste che la metà inferiore dell’ ossuario. Ad. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Pietra calcare. Fusaiuola. Di sopra nella terra 24 bottoni e 90 perlette di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Piccola armilla. Bb. Lastra calcare. Ossuario contenente pentola ad orec- chietta, nella quale trovossi framm. di cintura: tra i carboni fibula ad arco semplice. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Spillone a globetti (T. XXII, f. 6) ed ago. Tra questa tomba ed il Nr. 650 giace uno strato orizzontale nero, nel quale si raccolse uno spillone a globetti (f. 5). Ad. Presso le tombe 655 e 658 giacciono molti massi di pietra. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra calcare. Pentola ventricosa. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta; spillone a globetti (T. X.XII, f. 15), saltaleone, anello da cintura. Adulto. Blocco calcare Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico borchiata; spillone a globetti a larga capocchia (T. XXII, f. 21). Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella : spillone a globetti, anello. Ad. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; mollettina e framm. di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Fibula ad arco semplice. Ad. Lastra di schisto. Pentola ventricosa; perla di bronzo Adulto. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico: fibula ad arco semplice di ferro. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Framm di bronzo. Ad. N. delle tombe 670 RI T a _— SES RES ES ) n 2 GS1 682 (584 685 656 687 (SS Prof. metri 20) 1:8 18 leg ic) (8 13 10 10 — 30 — Lastra da Modrea. Pentola ad orecchietta e scodella : fibula ad arco semplice. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta: spillone a globetti (T. XXII, f. 7). Ad. Senza pietra, Calice; 2 spilloni, di cui uno a globetti (T. XXI £.112); led uno*ta riccio. Adi Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico, scodella: fibula ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ventricosa. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta: fibula ad arco semplice in ferro con 2 anelli infilati, armilla (T. XXIV, f. 9), perla di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Pentola ventricosa quasi vuota e scodella: fibula ad arco semplice ed altro ago di fibula. Ad. Lastra calcare. Levata la pietra si presentò un buco vuoto nel quale giaceva una pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico, ambedue rico- perte da incrostazioni stalagmitiche ; spillone a riccio. Adulto. Grande lastra calcare. Pentola situliforme contenente ciotoletta ad alto manico borchiata, scodella; 2 spilloni a globetti. Ad. Pietra calcare. Grande anello di bronzo e torque di ferro. Ad Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ventricosa; fibula ad arco semplice di ferro, 1 armilla di ferro ed 1 di bronzo. Adulto. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 689 690 691 692 693 (594 695 6090 697 698 699 00) 701 102 1083 Prof. metri 10 10 13 15 i DD (8 Lastra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella : fibula ad occhiali. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta: fibula ad arco semplice di ferro. Ad. » Pietra calcare. Pentola ventricosa: 2 armille, anello. Dente di bambino. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Ossuario contenente pentola situliforme: fibula ad occhiali di bronzo e ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Pentola situliforme contenente ciotoletta ad alto manico; spillone a globetti. coltello. Adulto. Sotto la medesima pietra. Pentola ad orecchietta : fibula ad arco semplice di ferro. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico: 2 armille di cui una di bronzo, l’altra di ferro, unite fortemente insieme dall’ ossido. Ad. Grande lastra da Modrea. Tomba stracellata con framm. di situla di bronzo ed ago. Poche ossa e carboni. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e coppa ad alto piede finestrato (T. VI, f. 5); fibula ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 71] (12 713 14 DO RO ESS ESTESI MD N ot È ti MN = O) (29 130) reo (o Prof. metri 23 1:5 2-0) 1:0 10 08 (5 LI 1:0 13 Blocco calcare. Pentola ad orecchietta; spillone a globetti. Ad. Grande blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ossuario zonato; fibula ad arco laminare e framm. di altra, orecchino. Ad. Pietra calcare. Pentola iageniforme e coppa ad alto piede; grande fibula ad occhiali (T. XXI, f. 2), fib. semilunata, armilla. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. (Grossa lastra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; spillone a globetti. Lastra di schisto. Ciotola ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Anello. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Grande lastra da Modrea Piccolo ossuario cordonato, privo di carboni e contenente pentola ad orecchietta. Ad. Dappresso nella terra framm. di situla di bronzo. Blocco calcare. Ossuario ad anse a bottoni, coperto da scodella e contenente pentola situliforme. Il suo fondo rattoppato con resina. Éra totalmente riempito di carboni; fibula ad arco semplice di bronzo e tor- que di ferro. Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Grande lastra da Modrea. Pentola situliforme dise- gnata e listata di piombo (T. III, f. 10), contenente ciotoletta ad alto manico egualmente listata di piombo (T. VII, f. 9), ciotola ad alto manico disegnata: spillone a globetti (T. XXII, f. 17). Ad. Piccolo pezzo di conglomerato. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 155 Prof. metri 0-5 1:3 10 04 15 15 O RTS Grande lastra da Modrea. Ossuario: fibula ad arco semplice a pendagli, orecchino. Ad. Picc. sasso calcare. Senza aggiunte. Bb. Dappresso anello. Lastra da Modrea. Pentola situliforme disegnata ed ornata di listerelle di piombo, coperta da ciotola ad alto manico parimenti disegnata e contenente cioto- letta a manico rilevato: framm. di lamina di bronzo, spillone a globetti. Ad. Lastra da Modrea. Coppa ad alto piede. Queste due tombe sono vicinissime e sebbene fornite ciascuna di propria lastra, trovansi in una cassetta comune formata da quattro lastre da Modrea poste verticalmente, e da una maggiore che serviva da fondo. Ad. Lastra di schisto. Pentola cilmdrica; armilla di ferro Adulto. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Blocco calcare. Spillone a riccio, coltello di ferro. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella, nella qual ultima giaceva mezza schiena di agnello tagliata longitudinalmente ; fibula ad occhiali di bronzo e ad arco semplice di ferro, armilla di ferro, 2 anelli, Ad. Dappresso pezzo di fibula ad arco laminare (T.XV, £.14). Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Enorme blocco calcare. Piccola tomba senza aggiunte. Bambino. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Ciotola ad alto manico; ago, torque di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Tomba sfracellata senza pietra. Ossuario zonato: framm. di bronzo. Ad. (59 760 (61 162 763 64 (65 766 707 768 69 70 Prof. metri ) 05) 2:0 18 10 2:0 Ti 0) Si Piccola lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta:; fibula ad arco semplice. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; spillone Ad. Lastra calcare. Ciotola ad alto manco; framm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella ; fibula ad arco semplice, cui trovasi infilato un anello, perla di ambra. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta contenente cio- toletta ad alto manico, rattoppata con resina; fibula ad arco semplice, perla d’ambra. Ad. Lastra da Modrea. Calice e scodella; fibula ad arco semplice a pendagli ('T. NI, f. 6), orecchino, 3 anelli, perla di vetro. Dappresso, derivante probabilmente da una tomba distratta, orecchino molto largo (T. XXIV, f. 18), framm. di fibula ad arco laminare, della Certosa ed a doppio ardiglione, 3 saltaleoni, pezzo di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra da Modrea. Framm. di bronzo. Ad. Grande lastra da Modrea. Ossuario: staffa di fibula serpeggiante, pezzo di piombo che servì a rattoppare una pentola. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola cilindrica. Ad. Piccola pietra calcare. Pentola ad orecchietta: fibula ad arco semplice di ferro, framm. di bronzo. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta: fibula a disco binato, anello. Ad. Blocco di conglomerato. Pentola ventricosa. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. ce | 2 — A ( 21121 A DI Prof. metri 1:S 18 20 5) [ +9 ©) 10 08 1:0 a 10 10 Se Blocco di schisto. Senza aggiunte. Ad Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare Ago di fibula, 2 armille di ferro. Ad. Lastra di schisto Pentola ad orecchietta; spillone. Ad. Lastra di schisto Pentola ad orecchietta e scodella: torque di ferro. Ad. Grande . lastra di schisto. 3 fibule della Certosa (T. XVII, f. 19), 1a doppio ardiglione, piastra da CGIDEUTONE (LT XOXVIE Db). "Adi Senza pietra. Senza aggiunte, Bb. Lastra di schisto. Ciotola ad alto manico: fibula a navicella, 2 ad occhiali, torque di ferro, 2 perle di ambra. Ad. Senza pietra. Pentola cilindrica. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Fra questa tomba ed il 77 T giace a 08 m. di profondità un grandissimo blocco calcare. Pietra calcare. Fibula ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella :; spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta; spillone, col- tello di ferro. Ad. Lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare Senza aggiunte. Ad. Dappresso spillone a riccio. trande lastra di schisto. Pentola situliforme; fibula ad arco semplice con anello infilato, armilla, 2 anelli, saltaleone. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Ago di fibula. Ad. Blocco calcare. Ciotola ad alto manico borchiata : contenente framm. di cintura, pezzo di ferro. Ad. Dappresso pendaglio (T. XXIV, f. 24). Picc. lastra di schisto. Ossuario ; 2 fibule biserpeggianti, spillone a globetti, coltello di bronzo, 18 perle di vetro (T. IR 4A N. delle tombe (92 793 194 195 798 799 800 8SO1 802 805 804 805 806 807 S0S 809 810 S11 812 813 814 S15 Prof. metri 13 15 13 15 10 1:3 10 O e Pezzo di conglomerato. Senza aggiunte. Bb. (rosso blocco calcare. Spillone a globetti, anello. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; spil- lone a globetti, torque moniliforme (T. XXV, f. 1) 2 saltaleoni, armilla di ferro. Ad. Blocco di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta:; fibula ad oc- chiali. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; spillone. Ad. Pietra calcare. Fibula serpeggiante. Ad. Blocco calcare. Grande fibula ad occhiali, ad arco semplice di ferro, pendaglio a pallottole binate (T. XXIV, f. 30), 3 anelli, 5 saltaleoni. Ad. Pietra calcare. Fibula serpeggiante, ad arco laminare, armilla, anello. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Framm. di pentola; armilla. Ad. Senza pietra. Tomba sfracellata con framm. di ossuario; saltaleone, laminette di bronzo. Ad. Pietra calcare. Armilla. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; fibula della Certosa. Ad. Blocco calcare. Tomba a cassetta formata da quattro lastre di schisto poste verticalmente e da una da Modrea per fondo. Pentola situliforme e coppa ad alto piede finestrato (TT. VI, f. 4); spillone a globetti (PO RAEE 23) MA Pietra calcare. Spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piecola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella: spil- lone a riccio. Ad. Senza pietra. Ossuario; framm. di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe S16 SIT 818 819 520 821 322 829 830 891 832 835 834 835 3836 S3Y 888 SZI 840 S4I 842 843 meta 1:0 10 10 05 ce dui —- Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta Ad. Senza pietra. Tomba superficiale distrutta. Fibula a sanguisuga, a doppio ardiglione, framm. di altra si- mile, anello ed anellino, 3 pendagli, 18 bottoni, 6 perle di vetro, manico di bronzo con resti di legno (PRI RDEVITI fi B)ohAd: Pietra calcare. Fibula ad arco semplice di ferro Ad. Lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Anello (T. XXIV, f. 1) e bottone. Adulto. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Grande lastra da Modrea. Pentola ad orecchietta; spillone di ferro. Ad. Pietra calcare. Spillone a riccio. Ad. Lastra da Modrea. Framm. di pentola; fibula a navi- cella (T. XVI, £. 5). Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Grande pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella : fibula ad arco semplice. Ad. Lastra di schisto. Ossuario. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella: spillone a globetti (T. XXII, f. 16). Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Pentola ventricosa. Ad. Piccola lastra di schisto. 3 bottoncini. Ad. N. delle tombo S4A S4D 5406 848 849 SD) 851 852 | 8553 SO: SDb SD0 SbT SbS 8D9 860 SGI 802 Prof. motri 10 3 ():D 13 L'5 l'ad L'b LO LO cenato Pietra calcare. Pentola cilindrica, Ad. Lastra di schisto Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. 3 pendagli triangolari (T°. XXIV, f. 23), 16 bottoncini, orecchino, catenella, perla di vetro, grande perla d’ambra (T. XXV, f. 9). Ad. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta; spillone a riccio. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Bb. Lastra da Modrea. Ciotola ad alto manico fregiata da numerose borchie e dischetti di bronzo, poco aderenti (T. VI, £. 3), scodella; fibula ad occhiali ed armilla di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella; fibula ad occhiali, 6 saltaleoni, torque di ferro. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella; spillone a globetti. Dente umano. Ad. Lastra calcare. Pentola situliforme e ciotola ad alto manico; spillone a globetti. Ad. Pietra calcare Pentola situliforme e scodella; spillone a globetti. Ad. Lastra calcare. Fibula a bottoni; dappresso nella terra fibula della Certosa (TT. XVIII, f. 16), anello @ nodi e pendaghio triangolare. Ad. Lastra da Modrea. Pentola ad orecchietta; spillone a globetti; dappresso nella terra staffa di fibula della Certosa. Ad. Pietra calcare. Spillone a globetti. Ad. Lastra calcare Pentola ventricosa; fibula ad occhiali ed a navicella, torque ed armilla di ferro. Ad. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta; spillone a riccio, anello, saltaleone. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; spillone a globetti. Ad. Senza pietra. ‘l'orque di ferro, 5O perlette di vetro e di bronzo, 8 bottoncini. Ad. Piccola pietra calcare. Scodella. Ad. N. delle tombo 565 864 865 866 S67 5608 S69 STO STI 872 873 STA STO) SSO Prof. metri 13 LO 1:0 10 10 LS 10 SIT i:i*|IIORÌ Pietra calcare. Pentola ad orecchietta contenente ossa di bue; ago di fibula. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; 2 fibule ad arco semplice, di cui una di bronzo l’altra di ferro. Ad. Pietra calcare. Pentola situliforme e scodella ; spillone a globetti (T. XXI, f..9). (Ad. Lastra da Modrea. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchiettaà contenente ciotoletta ad alto manico, scodella; spillone a globetti (Tn: fa) A di Pietra calcare. Calice; spillone a riccio. Piede di bue. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico, scodella; fibula ad arco semplice ed a doppio ardiglione (T. XIX, f. 22). Ad. (rossa lastra di schisto Pentola ventricosa; spillone a globetti. Ad. Senza pietra Ossuario; fibula a doppio ardiglione, pendaglio a secchiello (. XXIV, f. 33). Ad. (Sotto la precedente). Gr. lastra di schisto. Ossuario zonato contenente framm. di situla di bronzo e fibula serpeggiante. Esternamente vi giacevano intorno pen- tola ad orecchietta, 2 scodelle, di cui una a pasta finissima nera ed ornata al fondo di svastica (T°. VI, blog Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchiettà e scodella; 2 fibule ad arco semplice, di cui una di ferroa Ad. Pietra calcare. Spillone a globetti e coltellino di ferro. Adulto. Lastra di schisto Fibula ad arco semplice di ferro, grande anello ed armilla di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pezzo di conglomerato calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; coltello di ferro. Costola di bue. Ad. N. delle tombe 881 852 883 884 855 886 387 888 889 3590 891 892 8983 894 895 896 897 3898 899 900 901 902 Prof. metri 10 RO) 10 10 — 40 — Lastra calcare. Coppa ad alto piede. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; anello. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Blocco calcare. Pentola situliforme disegnata (T. HI, f. 6), e scodella; fibula ad arco semplice di ferro, spillone a globetti. Ad. Lastra di schisto. Ossuario zonato; 2 fibule della Certosa (T. XVIII, f. 13, 15), staffa di altra fibula, pendaglietto (T. XXIV, f. 20). Ad. Lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto, Calice; fibula della Certosa (T XIX, f. 6), ed una simile rimodernata a doppio ardiglione (f.8), piastra da cinturone col gancio (T. XXVI, £. 3). Dappresso grande blocco calcare. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella: fibula semilunata. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Pentola situliforme e scodella ; framm. di fibula ad occhiali. Ad. Piccola lastra da Modrea. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Pentola ventricosa. Ad. Dappresso nella terra anello e framm. di bronzo Grande blocco calcare. Pentola ad orecchietta conte- nente ciotoletta ad alto manico, scodella: spillone a globetti. Ad. Lastra da Modrea. Pentola ad orecchietta; spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Spillone a globetti, framm. di bronzo. Adulto. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico e scodella ; spillone a riccio. Ad. N. dello tombe 903 904 905 506 907 908 909 910 Sl 912 918 914 915 916 OL9. 918 919 920 Prof. metri 10 15 10 (0,9) 10 10 10 15 03 15 13 — = Pietra calcare. Pentola ad orecchietta contenente cioto- letta ad alto manico, coltellino di ferro, framm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. Ossuario circondato da 5 lastre di schisto poste verticalmente. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Grande lastra da Modrea, sotto la quale trovavasi piccola lastra di schisto, chiudente perfettamente la bocca dell’ ossuario, che per tal modo rimase vuoto di terra. Nell’ossuario spillone a globetti, esternamente ciotoletta ad alto manico. Ad. Lastra da Modrea. Situla di bronzo ravvolta in un fino tessuto e chiusa da un coperchio di vimini ; fibula ad arco semplice a pendagli, e della Certosa (T. XVIII, f. 11), 3 anelli (T. XXIV, f. 2). Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Ossuario contenente pentola ad orec- chietta e scodella, nel primo ciotoletta ad alto manico ; spillone a riccio (T. XXIII, f. 22). Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola situliforme e scodella. Ad. Grande lastra di schisto. Ossuario zonato; fibula a bottoni (T°. NVI, f. 10), 4 anelli, pinzetta, framm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; ago. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta; 3 fibule ad arco semplice, di cui 2 di ferro, 2 armille di ferro, 5 saltaleoni, framm. di cintura. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico; spillone a riccio. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; armilla, coltel- lino di ferro. Ad. N. delle tombe 921 930 931 932 933 034 995 9536 937 0935 950) 940) 941 Prof. metri 15 2:0 15 LO 10 10 10 LO 10 d'ira Pietra calcare. Pentola ad orecchietta: fibula ad arco semplice, 3 saltaleoni, 2 armille di ferro, collana formata da 10 perle d’ambra. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Calice. (T. V, f. 1); anello. Ad. Tra questa tomba ed ‘il Nr. 917 giace un enorme blocco calcare, lungo oltre 2 m. Lastra da Modrea. Pentola ad orecchietta contenente piccolo anello; spillone a globetti. Ad. Lastra di schisto. Calice; 2 fibule biserpeggianti. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Blocco calcare. Pentola: fibula ad arco semplice. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico; spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Spillone a riccio. Ad. Lastra da Modrea. Ossuario; lamina di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Ciotola ad alto manico; spillone a globetti (T. X.XII f. 4) Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta ; fibula ad arco semplice. Ad. Blocco calcare. Pentola ventricosa disegnata (T. V, f. 5) e scodella pedata. Ad. Lastra di schisto. Pentola ventricosa. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; fibula ad arco semplice, spillone a globetti. Ossa d’agnello. Ad. Lastra di schisto. Ossuario; fibula ad occhiali, 2 ar- mille di cui una di ferro, fusaiuola. Ad. Tra questa tomba ed il Nr. 942 trovasi alla profondità di m. 175 un grande deposito di sabbia finissima per una lun- ghezza di 5 m. e per una larghezza di 3. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola cilindrica; framm. di bronzo. Adulto. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 942 945 949 950 951 957 Prof. metri 10 13 1:0 103) 10 20 15 LO 15 13 13 15 Blocco calcare. Pentola ad orecchietta: spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Calice e framm. di situla di bronzo : spillone a globetti, 23 bottoni, 28 perlette di vetro. Adulto. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Ossuario; fibula ad occhiali. Ad. Lastra calcare. Pentola ventricosa e scodella; spillone a globetti. Dappresso nella terra bottone, framm. di cintura, coltello di ferro e perla di vetro. Ad. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; spillone a globetti. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta: fibula ad arco semplice, anello. Ad. Grande pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; spillone a globetti. Ad. Grande lastra da Modrea. Ossuario zonato; 2 fibule biserpeggianti. Ad. Grande lastra da Modrea. Ossuario zonato contenente calice; 2 fibule serpeggianti ed 1 della Certosa, armilla, capocchia a rotella di ago crinale (T. XXIII, f. 23). Adulto. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; fibula a na- vicella. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; spillone a glo- betti (T. X.XII, £ 2), 2 perle di pietra. Ad. Lastra di schisto. Ciotola ad alto manico in cui giaceva pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Ciotola ad alto manico, pentola ad orecchietta e scodella; torque di ferro. Ad. Senza pietra. l'omba sfracellata con framm. di situla di bronzo : 2 fibule a navicella, 2 pendagli, 14 bottoni, due perle e due dischetti di vetro, perla d’ambra. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; spillone di ferro. Ad. Pietra calcare. Pentola situliforme:; fibula semilunata e ad occhiali, armilla. Ad. N. delle tombe 959 960 V6I 962 963 V64 965 Prof. motri 1:53 13 13 4 10 18 10 10 10 13 ZIO AE Lastra da Modrea. Pentola situliforme e scodella; fibula ad arco semplice ed a disco binato. Ad. Dap- presso nella terra, ago. Lastra di schisto. Armilla. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico, coppa ad alto piede; spillone a globetti, gancio e fermaglio da cintura (T. XXVI, f. 8 e 9), perla. Ad. Senza pietra. Tomba sfracellata con lamina di bronzo. Adulto. Pietra calcare. Fibula ad arco semplice. Ad. Lastra di schisto. Ossuario contenente pentola ad orecchietta, nel quale giaceva ciotoletta ad alto manico listata di piombo, esternamente coppa ad alto piede; fibula ad arco semplice e ad occhiali, anello, perla di bronzo. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico; 2 armille di cui una di ferro, torque di ferro. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; fibula a disco binato, anello. Ossa di agnello. Ad. Piccola lastra di schisto. 18 bottoncini, perla e 25 perlette di vetro. Ad. Pietra calcare. Pentola ventricosa: armilla di ferro. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Blocco calcare. Dischetto di bronzo (T. XXVII, f. 9), coltello di ferro. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; spillone a riccio, armilla. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta sul cui manico giaceva ciotoletta ad alto manico borchiata; due armille di cui una di ferro, Ad. Pietra calcare. Spillone a globetti. Ad. Lastra da Modrea. Pentola situliforme contenente ciotoletta ad alto manico e coperta da scodella. Ad. N. delle tombe ILA 978 Se, 980 981 982 988 984 985 9°6 987 988 989 990 991 992 993 994 995 996 997 998 999 1000 1001 1002 1003 1004 1005 Prof. metri 10 13 13 15 13 15 20 23 15 1:3 15 15 1:83 sd e Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico; laminetta da cintura (IAN Vilky fe 1) o fici Lastra da Modrea. Pentola ventricosa; spillone. Ad. Senza pietra. Spillone a globetti. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Pentola cilindrica. Bb. Lastra da Modrea. Pentola situliforme, contenente coppa ad alto piede; in questa, ciotoletta borchiata a. manico di bronzo (T. VII, f. 14). Ad. Piccola lastra di schisto. 3 perle di vetro. Ad. Lastra di schisto. Fibula a bottoni con pendagli. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra da Modrea. Pentola ventricosa; fibula ad arco semplice, 2 a sanguisuga. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Pentola situliforme disegnata e sco- della; fibula a disco binato, fusaiuola. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta; spillone. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Piccola tomba senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Piccola tomba senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Piccola tomba senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta:; spillone a globetti, coltellino di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Dappresso disco di bronzo peduncolato (T. XXVII, f. 7). Pietra calcare. Pentola ad orecchietta:; spillone. Ad. Pietra calcare. Framm. di bronzo. Ad. N.delle tombe 1006 1007 1005 1009 1010 1011 1012 1015 1014 1015 1016 1017 1018 1019 1020 1021 1022 1023 1024 1025 Prot. metri IO) 10 10 1:0 10 ():8 10 ():8 13 13 (039) 13 Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Piccola tomba senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. 2 fibule della Certosa (T. XIX, £. 2), anello. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Pentola ventricosa e pentola ad orec- chietta; fibula ad arco semplice, armilla. Ad. Piccola lastra di schisto. Fibula ad arco laminare (Tr XVa'fo4)Fspillone» Ad. Pietra calcare. Pentola ventricosa. Ad. Lastra calcare. Senza aggiunte. Ad. Nella terra dappresso 2 orecchini molto larghi (T. XIV, £. 17). Grande lastra da Modrea. Ossuario contenente pen- tola ad orecchietta, nella quale giaceva ciotoletta ad alto manico borchiata in bronzo e rattoppata con lamina di piombo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Calice; fibula ad arco semplice a pendagli (T. XII, f. 3), ad arco laminare, anello, orecchino, ciottolo rotondo. Ad. Grande lastra da Modrea. Calice e pentola ad orec- chietta; 2 fibule serpeggianti intere e framm. di terza. Ad. Senza pietra. Piccola tomba senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra da Modrea. Pentola ad orecchietta e scodella: torque di ferro. Ossa d'agnello. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 1026 1027 1028 1029 1030 1031 1032 1055 1034 1055 1036 1037 10538 Scavo del 1888 sul fondo della Società Adriatica. Prof. metri 0):5 Ut 109) at 15 (08 14 Grande lastra da Modrea. Ossuario contenente una oinochoe di fabbrica apula (T. VI, f. 10), l'ossilegio e pochissimi carboni; 3 fibule serpeggianti. Vecchio. Blocco calcare. Pentola ventricosa. Ad. Grande lastra da Modrea coperta da blocco calcare e varî ciottoli. Calice zonato; 2 fibule ad arco la- minare (T. XV, f. 6), una piccola della Certosa (T. XVIII, f. 18), orecchino. Sopra.la tomba nella terra framm. d’ armilla. Ad. Piccola lastra di schisto. Pentola ad orecchietta: spillone a globetti. Ad. Grande sasso calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. 2 fibule della Certosa. Ad. Sopra la tomba nella terra fibula ad occhiali, armilla, anello, perletta di vetro. Ad. Lastra calcare. Pentola cilindrica. Ad. Lastra di schisto. Pentola ventricosa e scodella: spillone a globetti e framm. d’anello. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Dappresso nella terra staffa di fibula della Certosa, spillone a riccio, pendaglio (T. XXIV, f.25), bottone, perla di vetro. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Sasso calcare. Ossuario contornato da lastrine di schisto, contenente pentola ad orecchietta: fibula serpeggiante, ad arco semplice di ferro con due anelli di bronzo infilati, anello formato da tre fili di bronzo. Ad. Pietra calcare. Framm. di pentola; due fibule della Certosa rimodernate a doppio ardiglione (T. XIX, f. 9), 3 serpeggianti, 1 piccola della Certosa, 2 orecchini. Ad. Dappresso nella terra 2 fibule della Certosa, framm. di grande coltello di ferro, 3 perle di vetro e vari framm. di bronzo. N. delle tombe 1039 1040 1041 1042 1048 1044 1045 1046 1047 1048 1049 1050 1051 1052 1058 1054 1055 1056 1057 1058 1059 1060 1061 1062 1063 1064 1065 Prof. metri 12 1:0 ti3 1:0 1:0 (075) 152 13 14 10 19 13 10 0 12 1:0 12 13 10 12 12 14 12 10 105) 10 13 daria Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; spillone afmiegio.. Ad. Lastra di schisto. Piccola tomba senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Framm. di pentola. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Fibula a disco binato. Senza carboni. Ad. Lastra di schisto. Fibula semilunata, anellimo, perla di vetro (T. VIII, f. 5), fusainola. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Masso di conglomerato. Framm. di scodella; coltello di ferro. Ad. Ciottolo calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; grande fibula ad arco semplice di ferro (T. XIII, f. 5) e torque dell’istesso metallo. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Ciottolo calcare. Pentola cilindrica. Ad. Pietra calcare. Ossuario sfracellato. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Pentola ventricosa; spillone a glo- betti. Ad. Ciottolo calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Fibula ad arco semplice. Ad. Lastra calcare. Pentola lageniforme; spillone a glo- betti. Ad. Piccola pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Dappresso a 25 cent. di profondità un celt di ferro. Senza pietra. T'omba sfracellata. 2 fibule della Cer- tosa, coltello di ferro, perla di vetro. Ad. Grande lastra di conglomerato. Pentola ad orec- chietta e scodella. Ad. N. delle tombe 1066 1067 1068 1069 1070 1071 1072 1078 1074 1075 1076 1077 1078 1079 1080 1081 1082 1083 1084 1085 1086 Prof. metri 1:6 10 10) 12 15 LO 10 10 08 10 05 10 =. GR = Lastra di schisto. Ossuario contenente pentola ad orecchietta. Molti carboni. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Grande lastra di schisto su cui giaceva grosso blocco calcare. Tomba contornata da pietre. Cista a cordoni involta in fino tessuto; fibula a bottoni, a sangui- suga bucata, 6 pendagli (T. X.XIV, f. 26), armilla, orec- chino, 2 bottoni, framm. di altri bronzi bruciati. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Masso di conglomerato. Senza aggiunte. Bb. Dap- presso fibula a doppio ardiglione (T. XIX, f. 20). Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola situliforme; spillone a glo- betti. Ad. Lastra di schisto. Pezzo di piombo. Pochi carboni. Adulto. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Grande lastra di schisto, contornata da altre pietre. Framm. di pentola ad orecchietta. Ad. Dappresso 2 anelli e perla di vetro. Lastra calcare. Orecchino. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; fibula a na- vicella e framm. di altra simile, anello, catenella, 3 armille di cui 2 di ferro, torque di ferro. Ad. Dappresso a 20 cent. di profondità grande lancia differeo; (MY AXXVIE fi. ;1): Pietra calcare. Spillone. Adulto. Grossa pietra calcare. Pentola stfracellata. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico; spillone a globetti. Ad. Blocco di conglomerato. Molti carboni. Senza ag- giunte. Ad. Pietra calcare. Spillone a riccio, anello. Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Framm. di pentola. Ad. N. delle tombe 1087 1088 1089 1090 1091 1092 1093 1094 1095 1096 1097 1098 1099 1100 1101 1102 1103 Prof. metri ():8 1:0 d:2 (4 10 16 12 COR pae Blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola sfracellata e coppa ad alto piede; fibula ad occhiali, ad arco semplice in ferro, anello, framm. di spillone, torque di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Teschio inumato mancante della mascella inferiore. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta borchiata a manico rilevato, coppa ad alto piede; spillone, armilla di ferro. Ad. Ciottolo calcare. Pentola ad orecchietta; due fibule della Certosa, anello. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Due fibule della Certosa, torque di ferro. Ad. Dappresso fibula ad arco laminare. Grande lastra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; fibula a disco binato (T. XXI, f. 4), e ad arco semplice. Ad. Senza pietra. Tomba sfrac. con framm. di bronzo. Ad. Lastra calcare sotto la quale giaceva lastrina di schisto. Tomba murata. Pentola ad orecchietta dise- gnata (T. V, f. 16), contenente ciotoletta a manico rilevato; fibula serpeggiante, spillone a globetti, coltello di ferro. Ad. Pietra calcare. Armilla. Ad. Grande lastra da Modrea coperta e contornata da molti grossi ciottoli. Calice zonato; fibula ad arco semplice a pendagli, 2 fibule della Certosa (T. XVIII, f. 14), framm. di grossa lamina di bronzo. Ad. Lastra calcare sulla quale posava blocco calcare. Fibula ad arco semplice di ferro, 2 saltaleoni. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Fibula ad arco semplice ed ago di altra fibula, anello. Ad. Pietra calcare. Tomba murata con lastrine di schisto. Pentola cilindrica contenente ciotoletta ad alto ma- nico. Ad. N. delle tombe 1104 1105 1106 1107 1108 PIO9 1110 Ml 1112 1113 1114 1115 1116 LETT 1118 1119 1120 1121 1122 1128 Prof. metri 14 10 13 0-6 122 10 1:83 10 Et 04 del 08 | ut | Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare posta verticalmente. Fibula serpeg- giante. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico. Ad. Lastra di schisto. Tomba sfracellata con ossuario contenente scodella; fib. a disco binato. saltaleone. Ad. Pezzo di schisto. Fibula ad occhiali, armilla, spillone a globetti. Molti carboni. Dappresso fibula ad arco laminare. Ad. 3rande lastra calcare. Tomba murata con lastrine di schisto. Ossuario. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pezzo di schisto. Ossuario contenente pentola ad orecchietta; framm. di ferro. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Picc. fibula a doppio ardiglione coll’ arco in forma di cono, ago di altra fibula, anello, framm. di larga armilla. Ad. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta mammillonata e scodella; spillone a globetti. Ad. Dappresso fibula a bottoni e framm. di spillone. Grande lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella; fibula ad occhiali, spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Fibula serpeggiante. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Grossa lastra calcare. Tomba murata con lastrine di schisto. Ossuario contenente pentola ad orecchietta nella quale trovavasi ciotoletta ad alto manico, scodel- la; spillone a globetti. Ad. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico, scodella; spill. a globetti. Ad. Pietra calcare. Spillone. Ad. Pietra calcare. Pentola cilindrica. Ad. Piccola lastra da Modrea. Senza aggiunte. Ad. Grosso blocco calcare. Fibula ad arco semplice, spillone a globetti, anello. Ad. Dappresso nella terra * N. delle tombe 1124 1125 1126 1127 1128 1129 1150 1131 1132 1133 1154 1135 1136 11537 1185 1159 1140 1141 1142 Prof. metri 1/0) 0-5 0-7 04 1:5 0-8 04 05 08 1:8 due fibule della Certosa rimodernate a doppio ardigl. con fregio a volute sopra la spirale (T. XIX, £. 10). Lastra di schisto. Pentola ventricosa; fibula ad arco semplice, framm. di cintura (T, XXVI. £. 14), anello di ferro. Ad. Blocco di conglomerato. Pent. ventricosa graffita con incrostazioni bianche (T. V, f. 11); fibula ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Ossuario sfracellato, framm. di pentola; fibula ad arco semplice e ad occhiali, anello. Ad. Lastra di schisto. Pentola ventricosa; 2 fibule a doppio ardiglione. Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Ossuario contenente scodella, una fibula ad occhiali ed un pezzo di resina. Esternamente fibula serpeggiante. Ad. Dappresso ago di fibula. Pietra calcare. Senza aggiunte. Dappresso framm. di cintura e fibula della Certosa. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Dappresso fibula a bottoni. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Fibula a sanguisuga, orecchino. Ad. Lastra di schisto. Framm. di bronzo. Bb. Pietra calcare. Framm. di fibula. Ad. Tomba sfracellata senza pietra. Framm. di situla di bronzo; anello, ago. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Calice zonato contenente pezzo cavo di ferro; 7 fibule serpeggianti, 2 pendagli a secchiello, anello, coltello di ferro. Ad. Gr. lastra da Modrea. 2 bottoni, framm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. 2 fibule a doppio ardiglione con ag- giunta di altra voluta sopra la spirale (T. XX, £. 2, 3). Pochi carboni. Ad. Dappresso anello a bottoni. Lastra da Modrea. Ossuario sfracellato, armilla. Ad. (Sotto la precedente). Lastra calcare. Pentola ad orecchietta; spillone a globetti. Ad. N. delle tombe 1143 1144 1145 1146 1147 1148 1149 1150 10 13 Lastra di conglomerato. Pentola cilindrica; armilla di ferro. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta; fibula ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta contenente gancio da cintura (T. XXVII, £. 4), scodella. Ad. Blocco calcare. Framm. di calice zonato. Ad. Senza pietra. Framm. di pentola. Tomba sfracellata. Adulto. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; framm. di fibula. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; fibula ad arco semplice, a disco binato. Ad. Dap- presso celt di ferro. Pietra di schisto. Pentola ad orecchietta; spillone ed altri framm. di bronzo. Dappresso fibula a doppio ardiglione. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Dappresso spil- lone a globetti. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Dappresso fibula della Certosa. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta disegnata; armilla. Ad. Senza pietra. Tomba stracellata senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto rosso su cui giaceva pietra calcare. Tomba murata da lastrina di schisto. Pentola ad orecchietta, scodella pedata; due fibule ad arco semplice, di cui una di ferro, fibula ad occhiali. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Ossuario. Ad. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Ago. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta disegnata, contenente ciotoletta ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. 1184 1185 1186 1187 1188 23) SEO Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Ossuario contenente fibula a doppio ardiglione (T. XIX, f 13). Ad. Pietra calcare. Pentola cilindrica e scodella. Ad. Senza pietra. Ciotola ad alto manico; spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; fibula ad arco semplice. Ad. Lastra di schisto. Fibula ad occhiali e framm. di due altre, bottone, orecchino, pendaglio. Ad. Piccola lastra calcare. Pentola ad orecchietta; torque (T. XXV, f. 2), anellino. Ad. Dappresso fibula ad arco laminare. Pezzo di schisto. Fib. ad arco semplice di ferro. Ad. Tomba sfracellata senza pietra e senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea coperta da blocco calcare. Scodella rossa; fibula ad arco semplice, 2 orecchini, anello. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Grande lastra calcare. Pentola ad orecchietta e sco- della: framm. d’ago. Ad. Piccola lastra di schisto. Fibula a sanguisuga, armilla, anello. Ad. vecchio. Lastra da Modrea. Fibula a sanguisuga, anello. Ad. Lastra da Modrea coperta da blocco calcare. Orec- chino, anello. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Ossuario; anello, orecchino. Ad. Lastra calcare. Tomba contornata da pietre. Pentola situliforme contenente ciotoletta ad alto manico, scodella. Ad. Piccola pietra calcare. Gancio di cintura. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pezzo di conglomerato. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 1189 1190 dk9a 1192 Jd:93 1194 1195 1196 97 1198 1199 1200 1201 1202 1203 10 12 di 10, 10 08 08 _ 55 Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra calcare. Ossuario zonato; 2 fibule della Certosa rimodernate a doppio ardiglione (T. XIX, f. 7). Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella. Adulto. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di conglomerato. Pentola ad orecchietta; 4 fibule serpeggianti di cui due a doppia voluta. Ad. Lastra da Modrea. Calice zonato ventricoso; orec- chino, anello pendaglio. Ad. Piccola lastra da Modrea. Framm. di situla di bronzo ; fibula a sanguisuga e serpeggiante, anello. Ad. Lastra da Modrea. Calice zonato e tramm. di sco- della; fibula ad arco semplice, ad arco laminare, 2 anelli, orecchino. Ad. Lastra di schisto. Ossuario cordonato contenente ciotola ad alto manico; cintura (T. XXVI, f. 4). Ad. Grande lastra di schisto. Ossuario rattoppato con piombo, framm. di calice; fibula della Certosa, 2 anelli, orecchino, 2 perle di vetro. Ad. Lastra da Modrea. Calice zonato; fibula serpeg- giante. Ad. Senza pietra. Tomba stracellata contenente calice spezzato; 2 fibule della Certosa, 1 serpeggiante, armilla cava, perle di vetro. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; 2 spilloni a globetti. Ad. Grosso ciottolo calcare. Pentola ventricosa; spillone a globetti. Ad. Lastra di schisto rosso. Senza aggiunte. Bb. Ciottoli calcari. Ossuario cord. Tomba murata. Ad. | Pietra calcare. Fibula ad arco semplice, spillone. Ad. N. delle tombe 1211 1212 1213 1214 1215 1216 1217 1218 2.09 1220 1221 1222 1226 1227 1228 1229 1230 1231 09 08 08 08 08 Jo = Lastra da Modrea. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Ossuario; anello. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta rattoppata con resina, scodella. Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Ossuario cord.; framm. di situla di bronzo, piccola fib. della Certosa, staffa di altra. Ad. (Sotto la precedente). Lastra di schisto. Senza ag- giunte. Ad. Pietra calcare. Pentola ventricosa e scodella: ago. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella; 2 fibule ad occhiali, anello a spirale, torque di ferro. Adulto. ; Senza pietra. Piccolo ossuario cordonato nero; 2 fi- bule della Certosa. Ad. Piccola pietra calcare. Ossuario sfracellato. Ad. Senza pietra. Piccolissima fibula a navicella, statfa di altra fibula, orecchino. Ad. Senza pietra. Ossuario sfracellato; picc. fibula della Certosa. Ad. Nella terra dappresso 2 fibule serpeg- gianti e spillone a globetti. Senza pietra. Ossuario sfracellato. Ad. Senza pietra. Tomba sfracellata con pentola ad orec- chietta ed anellino. Ad. Grande lastra da Modrea. Calice zonato, scodella pedata graffita; 2 fibule ad arco laminare. Ad. Nella terra dappresso pezzo d’ anello. Grande lastra da Modrea. Calice cordonato a cornetti (T. 1V, f. 5): 2 fibule serpeggianti. Ad. Lastra di schisto. Calice; 2 orecchini. Ad. N. delle tombe 1235 1236 1237 1238 1239 1240 1241 1242 1248 1244 1245 1248 1249 1250 1259 1260 Prof. metri 05 1-0 10 10 13 15 20 10 0:8 122 16 10 12 10 10 10 01 10 12 10 12 10 (029) 10 12 05 ed Lastra di schisto. Fib. della Certosa, anello, 2 orec- chini. Ad. Dappresso nella terra fib. ad occhiali. Senza pietra. Picc. calice cordonato nero; 2 fib. ser- peggianti, armilla, 2 anelli di cui uno a bottoni. Ad. Lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecch. e scodella. Ad. Piccola lastra da Modrea. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; fibula ad occhiali di bronzo e ad arco semplice di ferro. Ad. Piccola tomba senza pietra. Anello. Bb. Grande lastra calcare. Ossuario cordonato. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Grande lastra da Modrea. Ossuario zonato contenente molti carboni. Ad. Dappresso nella terra fibula ad arco semplice a nodi. Picc. pietra cale. Anello. Ossa poco combuste d’adulto. Piccola pietra calcare. Pentola cilindrica; fibula ad arco semplice di ferro, portante infilato un anello di bronzo. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Grande lastra calcare. Ossuario cordonato; fibula serpeggiante. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Piccola tomba con pentolino nero ad orecchietta e scodella; torque di ferro. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ventricosa contenente cioto- letta ad alto manico borchiata; spillone. Ad. Ossa di piede bovino. Pietra calcare. Pentola ventricosa e scodella. Ad. Senza pietra. Pent. non cotta; fib. della Certosa. Bb. N, delle tombe 1261 1262 1263 1264 1265 1266 1269 1270 1274 1275 1276 1277 1278 1279 1280 1281 1282 Prof. megri 11 15 15 15 04 06 15 15 13 05 1-0 15 08 10 08 O1 10 10 RR Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecch. e scodella. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico; torque di ferro. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ossuario zonato. Ad. Lastra da Modrea sotto la quale appaiono perfet- tamente vuoti un calice ed una scodella; fibula ad arco semplice a pendagli, a sanguisuga, orecchino. Adulto. Piccola lastra di schisto. Fibula ad arco semplice a pendagli, 2 della Certosa, 1 a doppio ardiglione, 3 anelli, perla di vetro. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato; framm. di situla di bronzo, fibula ad arco semplice a pendagli. Ad. Senza pietra. Framm. di ossuario zonato. Ad. Grandissima lastra calcare coperta da 7 blocchi calcari. Tomba murata contenente grande quantità di ghiaia mista a carboni e frammentuzzi di bronzo. Il buco circolare s° approfondiva per oltre un metro nel terreno. Ad. Piccola lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella ; fibula a disco binato. Ad. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico rattoppata con resina, scodella; spillone. Ad. Senza pietra. Pentola ad orecchietta; orecchino. Ad. Pietra calcare. Pentola cilindrica. Ad. Blocco calcare. Spillone. Ad. Senza pietra. Ossuario contenente calice zonato ; framm. d’anello. Ad. Blocco calcare. Framm. d’ ago. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pezzo di conglomerato. Ossuario zonato; fibula ad arco laminare, anello, orecchino. Ad. N. delle tombe 1283 1284 1285 1286 1287 1288 1289 1290 1291 1292 12953 1294 1295 1296 1297 1298 Prof. metri 1:0 03 05 O1 01 08 05 04 TONO RN Blocco calcare. Fibula semilunata, anello. Ad. Dap- presso nella terra fibula della Certosa. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calc. Ciotola ad alto manico borchiata. Ad. Lastra di schisto. Pentola cilindrica. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; fibula a navicella molto larga (T. XV, f. 20), ad arco semplice di ferro, spillone a globetti, 2 saltaleoni. Ad. Senza pietra. Tomba sfracellata senza aggiunte. Bb. (Sotto la precedente). Grande lastra di schisto (15 X 12 m.) sulla quale giacevano molti sassi. Os- suario zonato contenente molti sassi, postivi inten- zionalmente, dappoichè essendo la lastra intera, chiudeva perfettamente la bocca dell’ urna. Carboni esterni. Ad. Presso questa tomba si prolunga una striscia nera per oltre 2 m. ad una profondità di 05 m., nella quale si raccolse fibula della Certosa e perla di vetro. Senza pietra. Fib. a bottoni, 2 fib biserpeggianti Ad. Grande lastra da Modrea. Ossuario zonato; fib. ad arco semplice a pendagli, a navicella, serpeggiante, 2 della Certosa, 2 orecch., 3 anelli; fusaiuola. Ad. Gr. lastra da Modrea. Ossuario zonato; 2 fib. ser- peggianti fregiate di anitrelle (T. XVII, f. 9), framm. di bronzo. Adulto giovane molto gracile. Senza pietra. Ossuario e pentola sfrac., fibula della Certosa, cintura, armilla, saltaleone. Ad. Gr. lastra da Modrea. Ossuario zonato nel quale apparve un calice vuoto ed una coppa ad alto piede cont. fib. ad arco sempl. a pendagli. Tra i carboni di tiglio e di pero, ch’ erano in grande quantità, si raccolsero 2 orecch. e stafta di fib. a bottoni. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Calice sfrac, Ad. Nella terra 2 perle di vetro. N. delle tombe 1299 1300 1301 1302 1303 1304 1305 1306 1307 1508 1309 1510 1511 1312 1515 1314 1315 1316 1817 1318 1319 13 08 03 O4 06 10 10 10 + i = Lastra di schisto. Pent. ventricosa, scodella; fib. ad occhiali. Ad. Dappresso fusaiuola. Lastra di schisto. 4 fibule della Certosa. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Fib. a doppio ardiglione (T. XIX, ENT, Lastra di schisto. Ciotola ad alto manico borchiata. Ad. Dappresso pezzo amigdaliforme d’argilla. Pietra calcare. Pentola cilindrica; spillone. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta; 2 armille di bronzo e torque di ferro. Ad. Grande lastra di schisto rosso. Ossuario zonato. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Ciotola ad alto manico cont. framm. di cintura, scodella; spillone a riccio. Dapp. orec- chino. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Fibula ad arco semplice. Ad. Senza pietra. Fib. ad arco semplice a pendagli, ad arco laminare, 2 a doppio ardiglione, di cui una frammentata a spirale gemina con volute, una ad animale, rappresentante un cane colle fauci aperte ed un uccellino (T. XX, f. 9), anello, orecchino, 4 bottoni, 140 perlette di bronzo. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Gr. lastra di schisto. Ossuario zonato cont. pochi carboni. Ad. Senza pietra. Ossuario sfr.; perla di vetro, framm. di bronzo. Ad. Senza pietra. Framm. di ossuario, di calice e di scodella: fib. ad arco semplice, ad occhiali, lamina di bronzo. Ad. Ossa di bue. Lastra calcare. Pent. ad orecch. e scodella; spill. Bb. Lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Gr. lastra calcare. Pent. ad orecch. e scodella; spill. a globetti. Ossa di piede bovino. Ad. N. delle tombe 1520 1321 1322 1323 1329 1330 1331 1332 1533 15334 1335 1536 1357 1-0 15 PANE pata Blocco calcare. Ossuario a 4 manichi, cont. scodella: spillone a riccio. Ad. Ossa di bue. Senza pietra. Ossuario sfrac. Ad. Senza pietra. Due gr. fib. della Certosa (T. XIX, f. 1), torque. Ad. Grossa lastra calce. Ossuario cont. scodella; fib. ad arco semplice e ad occhiali, pendaglio finestrato (lee EV pid. Pietra calc. Fib. ad arco semplice. Ad. Dapp. fib. della Certosa. Lastra calcare. Pentola vuota; armilla di ferro. Ad. Gr. lastra da Modrea. Situla di bronzo; 2 fib. ad arco semplice ed a pendagli, 1 a bottoni, 3 ad arco laminare, 1 della Certosa, ricci ed aghi di 2 altre, 2 orecchini. Ad. Blocco di schisto. Pentola ovata e scodella; fibula semilunata. Ad. Lastra calcare. Pentola cilindrica; fib. ad occhiali, 2 ad arco sempl. di cui una di ferro, armilla. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Pentola ad orecch. Picc. fibuia della Certosa. Bb. Gr. lastra da Modrea. Ossuario zonato: fib. ad arco laminare, a sanguisuga, serpeggiante, orecchino. Ad. Pietra calcare. Situla di bronzo ornata di cerchi e di punti a sbalzo (T. II, f. 10), 2 fib. della Certosa, 1 semilunata, staffa di altra, cintura. Ad. Dente umano, Blocco calcare. Ossuario zonato; staffa di fib. serpeg- giante. Ad. Lastra di conglomerato. Senza aggiunte Ad. Gr. lastra da Modrea. Ossuario zonato, contenente molti sassi, sebbene la lastra fosse intera; fib. ad arco laminare, a doppio ardiglione fregiata da di- schetti, piastra da cintura, 3 anelli. Ad. (Sotto la precedente). Gr. lastra di conglomerato, chiudente perfettamente la bocca di un gr. ossuario, N.delle tombe 1338 1339 1540 1541 1342 1343 1544 1845 1346 1347 1348 1349 1550 13b1 1352 1355 1354 1355 1356 1357 Prof. metti 1:5 15 1:92 06 13 1-0 12 0-2 1:0 13 08 0-6 0)5 13 (029) 13 1:5 13 15 10 er che rimase vuoto; 6 fib. serpeggianti. Esternamente calice borchiato (T. IV, f£. 6). Ad. Pietra calce. Pentola ad orecch.; armilla di ferro. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Piccola lastra di schisto. Framm. di bronzo. Ad. Pietra cale. Ossuario zonato. Ad. Dapp. framm. di fib. Pietra calcare. Pent. ventr.; fib. ad arco sempl. di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Tomba sfracellata senza pietra. Ossuario; pentola ad orecch., 3 fib. della Certosa, 1 a bottoni, 3 pallottole ed anello di fib. ad arco sempl., 22 bottoni, 14 perlette di bronzo e di vetro. Ad. Lastra da Modrea. Framm. di fibula. Bb. Lastra di schisto. Scodella; spill. a globetti (T. XXIII, f. 5), piastra da cintura. Ad. Lastra di schisto. Calice; disegnato (T. IV, £. 9), 2 fibule ad arco laminare. Ad. Lastra da Modrea. Situla di bronzo circondata da rozzo tessuto; fibula serpeggiante, (T. XVII, f. 2), 5 fib. della Certosa. Ad. Lastra da Modrea. Ossuario zonato; fibula della Certosa. Ad. Piccola lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Gr. lastra da Modrea. Ossuario non cotto; 3 fib. a doppio ardiglione, di cui una a doppia voluta, 2 bottoni, perla di vetro. Ad. Gr. lastra da Modrea sopra la quale giaceva una piastra di cintura (T. XXVI, f. 2). Calice zonato e 2 scodelle; fib. ad arco sempl. a pendagli (T. XII, f. 1), a sanguisuga, ad arco laminare, 2 serpeggianti, 2 della Certosa. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 1358 1350 1360 1861 1362 1365 1364 1365 1366 1367 1368 1369 1370 1371 1372 = 6037 = Senza pietra. Ossuario zonato:; 2 fibule a doppio ardiglione, di cui una con piede in forma di testa equina (T. XX, f. 6). Ad. Lastra da Modrea coperta da blocchi cale. Ossuario zonato; fibula della Certosa, ago. Ad. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico; 2 aghi di fibula, armilla di ferro. Ad. Blocco cale. Framm. di pentola: spill. a globetti. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecch.; fib. biserpeg- giante, staffa di fib. ad arco sempl., spill. a riccio. Ad. Lastra da Modrea. Fibula serpeggiante. Ad. Senza pietra. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Picc. ossuario; pent. ad orecchietta e scodella, spillone. Ad. Pietra calcare. Ossuario. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta rattoppata con piombo, scodella. Ad. Blocco calce. Fram. di calice zonato; orecchino. Ad. Senza pietra. Ossuario; 2 anelli, framm. di brz. Bb. Lastra di schisto. Fib. serpeggiante, orecchino. Ad. Lastra di conglomerato. Fibula serpeggiante, ago di altra fibula. Ad. Grande lastra calcare. Pentola ventricosa; fibula a sanguisuga. Ad. Lastra di schisto. Picc. tomba senza aggiunte. Bb. A poca distanza nella terra fib. serpeggiante. Blocco cale. Tomba murata; fibula ad arco sempl. a pendagli, a sanguisuga, orecchino. Ad. Lastra di schisto. Scodella; spillone a globetti Ad. Lastra di conglomerato proveniente dai dintorni di Tolmino. Situla di bronzo circondata da tessuto e da corteccia d’albero; fibula ad arco semplice a pendagli, a sanguisuga con dischetti di ambra infilati nell’arco (T. XV, f. 24), 2 altre simili di bronzo, fib. serpeggiante, della Certosa, 2 orecchini. Ad. N. delle tombe 1378 1370 1380 1381 1382 1583 1384 1585 1886 1387 1388 1359 1390 1891 1392 1393 1394 1395 1396 Prof. metri 0:2 13 13 de2 13 1:0 05 18 10 08 15 122 12 10 13 GURS (tr. lastra di schisto rosso. Ossuario zonato rattop- pato con piombo; fibula della Certosa. Ad. Lastra di schisto. Pentola rossa ad orecchietta e scodella; spillone. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Gr. lastra da Modrea. Ossuario zonato contenente calice (T. IV, f. 8), dappresso scodella; Carboni anche esterni, tra i quali fibula ad arco semplice a nodi (T. X, f. 5), a navicella, 2 a bottoni e staffa di simile. Ad. Nella terra framm. di bronzo. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. 2 scodelle di cui una pedata; spill. al riccio] Agi Picc. lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta; fibula ad occhiali, torque di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Ciotola ad alto manico. Bb. Gr. lastra da Modrea. Ossuario zonato a molti cordoni, per metà vuoto, contenente situla di bronzo: fibula a navicella, 2 ad arco sempl. a nodi, 4 a sanguisuga e framm. di 2 altre; esternamente scodella, 4 fib. serpeggianti, spillone a globetti. Carboni di faggio e pino. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato; fibula della Certosa. Ad. Dappresso fibula ad arco laminare. (Sotto la precedente). Lastra di schisto. Fibula ad occhiali, bottone. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Blocco calce. 2 ciotole ad alto manico, di cui una rattoppata con resina; fib. ad arco semplice ed a disco binato, il cui pezzo d’ unione è di ferro. Ad. Senza pietra. Spillone. Ad. Blocco calce. Pent. ad orecchietta, scodella; framm. di brz. Ad. Dappresso fib. ad arco sempl. a nodi. N. delle tombe 1397 1598 1399 1400 1401 1402 1416 1417 Prof. metri 15 15 05 05 08 =. 1659 = Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Framm. di bronzo. Ad. Senza pietra. Tl'omba sfracellata; fib. a bottoni, della Certosa, 2 bottoni, framm. d’ anello. Ad. Lastra da Modrea. 2 fibule ad arco laminare. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato sul quale giaceva una lancia di ferro; 2 grandi fib. della Certosa, penda- glio finestrato. Ad. Lastra da Modrea. Ossuario contenente una situla di bronzo involta in fino tessuto ; 3 fib. della Certosa, 1 ad arco semplice di ferro. Ad. Picc. pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calc. Senza agg. Ad. Dappresso pezzo di fibula a navicella. Gr. lastra da Modrea sulla quale giacevano alcuni blocchi calce. 2 fibule della Certosa. Ad. Pochissimi carboni. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Gr. lastra da Modrea. Ossuario zonato contenente 2 fib. della Certosa e coltello di ferro; esternamente fibula ad arco laminare, pendaglio. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pent. ad orecchietta e scodella: fib. ad arco sempl. di ferro, spill. a globetti di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Tomba murata. Pent. lageniforme e scodella; fibula ad arco semplice. Ad. Dappresso piccolo utensile di ferro (T. XXVIII, f. 5). Lastra di schisto. Pent. ad orecchietta; fib. ad arco semplice di ferro con infilato anellino di bronzo. Ad. Dappresso pezzo di fibula. Lastra di schisto. Pentola ad orecch. rattoppata con piombo, scodella; fib. ad arco sempl. di ferro. Ad. Lastra da Modrea. 3 fibule della Certosa. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 1415 1419 1420 1421 1422 1423 1424 1425 1426 1427 1428 1429 1430 1481 1432 1455 1434 1485 1456 1437 1488 1439 1440 1441 1442 Prof. metri 04 i ee Lastra di schisto. Scodella; 3 fib. della Certosa, framm. di cintura. Ad. Lastra di schisto. Ciotola ad alto manico rattoppata con piombo. Ad. Pietra calcare. Spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Picc. ossuario; fib. serpeggiante, armilla, perla. Individuo giovane. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra da Modrea. Framm. d’armilla. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Ciotola ad alto manico, scodella; fibula ad arco semplice. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Lastra da Modrea. Fib. a doppio ardiglione colla staffa in forma di testa equina (T. XX, f. 7), ad arco laminare appendicolata (T. XV, f. 12), framm. di altra fib., anello, orecchino, perla di vetro. Ad. Gr. lastra da Modrea, sotto la quale giaceva altra lastra di schisto. Pentola ventricosa; spillone. Ad. Blocco cale. Ciotola ad alto manico: fib. ad arco semplice. Ad. Dappresso nella terra pendaglio. Lastra di schisto. Pentola cilindrica. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Dappresso pendaglio a pallottola. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Pochi framm. di ossuario. Ad. Blocco calc. sotto al quale giacevano oltre a questa le tombe 1442 e 1443. Pentola ventricosa. Ad. Pentola situlif. molto gr., punteggiata e rattoppata con piombo (T. IV, f. 3); spillone a due punte, di N.delle tombe 1445 1444 1445 1446 1447 1448 1449 1450 1451 1452 1453 1454 1455 1456 1457 1458 1459 1460 1461 1462 1463 1464 1465 1466 Sr ZE cui una difesa ancora da una guaina di osso (T. XXIII, f. 1), 2 spilloni a globetti, dei quali uno di ferro, pezzetto di cintura. Ad. vecchio. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Ossuario zonato rattoppato con piombo; fib. ad arco semplice a pendagli, 2 pezzi amigdaliformi di argilla. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Framm. di fib. e d’orecchino. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. 5 Pietra calcare. Pentola ventricosa e ciotola ad alto manico. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. Picc. pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Framm. di fibula. Ad. Blocco calcare. Pentola ventricosa cont. ciotoletta ad alto manico; fibula ad arco semplice. Ad. Lastra di schisto. Pent. ventric., scodella; spill. Ad. Lastra calcare. Pent. ad orecchietta, ciotola ad alto manico: framm. di fibula. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pent. ad orecch. e scodella. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta e scodella: spillone. Ad. Dappresso nella terra framm. di bronzo. Picc. lastra da Modrea. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra da Modrea. Pentola ventricosa e scodella; 2 fib. ad arco semplice a pendagli, fib. a navicella, ad arco laminare, armilla, orecchino. Ad. Lastra da Modrea. Pent. ad orecchietta e scodella; spillone. Dapp. nella terra framm. di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Ciotola ad alto manico e scodella: anellino, gancio di cintura, armilla di ferro. Ad. Lastra da Modrea. Calice; 3 fib. della Certosa. Ad. Pietra calce. Pent. ventric. mammillonata; spill. Ad. Blocco calcare. Pentola cilindrica. Ad. 1486 1487 1488 1489 1490 1491 1492 1493 Prof. metri 08 10 10 10 i gi puo Lastra di schisto. Grande pentola ad orecch. Ad. Senza pietra. Framm. di spillone. Ad. Blocco calce. Pent. ad orecch.; spill. a globetti. Ad. Lastra da Modrea. Pentola ad orecch.; framm. di cintura. Ad. Blocco di conglomerato. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di conglomerato. Spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecch.; spill a riccio. Molti carboni. Adulto assai forte. Lastra di schisto. Pent. ad orecch. disegnata e rat- toppata con resina; spill. a globetti di ferro. Ad. Blocco calce. Pent. ad orecch.; 2 fib. ad arco sempl., di cui una di ferro. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Gr. lastra calcare. Pent. ad orecch.; spill. a globetti lungo 38 cm. (T. XXII, £. 3), framm. di cintura, 3 denti umani. Ad. Blocco di conglomerato. Pent. biauricolata (T.V,£.8); spill. a globetti, coltello di ferro. Ad. Lastra da Modrea. Pent. ad orecch.; spillone a glo- betti, cintura. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Pentola ad orecchietta. Ad. Blocco calcare. Pent. ad orecch.; spill. a riccio. Ad. Lastra calcare. Ossuario contenente pent. ad orecch. disegnata; framm. di bronzo. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra cale. Pent. ad orecch., scod.;spill. a globetti. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calce. Pent. ad orecch. borchiata in bronzo. Ad. Pietra calcare. Pent. ad orecch.; fib. semilunata a catenelle, armilla di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Spillone a riccio. Ad. N, delle tombe 1494 1495 1496 1497 1498 1499 1500 1501 1502 1505 1504 1505 1506 1507 1508 1509 1510 1511 1512 1513 Prof. metri 12 05 RIEN. RO Pietra calcare. Pent. ad orecch.; framm. di cintura. Molti carboni. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Gr. lastra da Modrea. Ossuario zonato cont. 4 fib. serpegg. delle quali 2 a doppia voluta. Dapp. pent. ad orecch. Carboni anche esternamente. Ad. Lastra di schisto. Spillone a globetti. Ad. Lastra di schisto sulla quale giaceva blocco calcare. Gr. pentola ad orecch.; spillone, anello. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecch.; armilla. Ad. Tomba sfracell. senza pietra. Situla di brz. sfracell.; fib. ad arco semplice a pendagli, orecchino. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra da Modrea. Pent. ventric. e scodella; gr. fib. ad occhiali ed altra ad arco sempl. in ferro con in- filati 2 anellini di bronzo. Ad. Pietra calcare. Tazza a manico rilevato; fibula semi- lunata. Ad. Pietra calce. Pent. ventric. cont. ciotoletta ad alto manico; spill. a globetti ed altro spill. di ferro. Ad. Piccola tomba stracellata senza aggiunte. Bb. Pietra calc. Senza agg. Dapp. fib. serpegg. Ad. Gr. lastra di conglomerato rotonda, lavorata, sotto la quale giacevano pochissimi carboni. Appena 20 cm. più profondo, sotto una picc. lastra di schisto sì trovò la tomba cont. una pent. situlif., in cui giaceva cio- toletta ad alto manico, ed una scodella rattoppata con resina; spill. a piccoli globetti (T. XXIII, f. 10), armilla. Giovane. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calce. Ciotola ad alto manico e scodella mam- millonata; fib. ad arco semplice, 2 anelli. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Framm. di calice e di bronzo. Ad. Blocco calce. Pent. situlif. a 2 manichi (T. IV, f. 1) e scodella; spillone a riccio. Ad. N. delle tombe 1514 1515 1516 1528 1529 1530 1551 1532 1538 1594 1535 1556 1537 1538 Prof. metri 0:2 12 10 10 13 10 12 13 08 10 (025) 12 12 13 10 12 10 13 13 05 06 15 08 122 03 vci. == Senza pietra. Fibula ad arco semplice a pendagli, ad arco laminare. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calce. Coppa pedata ad anse doppie (T. VI, f. 8), contenente ciotoletta ad alto manico. Ad. Due lastre di schisto sovrapposte. Pent. ad orecch.; spillone a capocchia conica (T. XXIII, £. 19). Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Bb. Blocco calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Ciotola ad alto manico e scodella ; framm. di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; spillone a riccio. Un dente umano. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Piccola tomba senza pietra. Gancio da cintura (PUXDIVDOLIO) 4 Ag Lastra di schisto. Pent. ad orecch.; fib. a navicella. Ad. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico disegnata; torque, armilla. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; piccolo bicchiere d’osso (T. VII, f. 17). Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Pent. ad orecch. e scodella; 3 fib. ad occhiali, 1 a navicella, 2 saltaleoni. Ad. Lastra da Modrea. Pentola situliforme biauricolata ; fibula ad arco semplice. Ad. Pietra calcare. Pent. ad orecch. e scodella pedata; spillone. Ad. Ossa d’agnello. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Fibula ad arco semplice. Ad. Blocco cale. Pent. ad orecch.; fib. ad arco sempl., pendaglio triangolare con catenella, armilla. Ad. Blocco calc. 2 fib. serpeggianti, 2 pendagli. Ad. N. delle tombe 1539 1540 1541 1542 1543 1544 1545 1546 1547 1548 1549 1550 1551 1552 1562 1563 1564 1565 1566 1567 se e Lastra calce. Ciotola ad alto manico, scodella; fib. ad arco semplice di ferro, framm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Calice rozzo; fib. a sanguisuga, serpeggiante, anello. Ad. Lastra di schisto. Pentola ventricosa. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Picc. pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calc. Pent. ad orecch.; spill. a globetti. Ad. Senza pietra. Tomba murata con lastrine di schisto ; ossuario zonato, fibula serpeggiante, anello. Ad. Pietra calc. Ciotola ad alto manico; spill. a riccio. Ad. Lastra di schisto. Scodella pedata. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; framm. di cintura. Ad. Blocco di schisto. Spillone. Ad. Blocco calc. Pent. ad orecch. contenente ciotoletta ad alto manico, rattoppata con piombo. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Pent. ad orecch. Molti carboni. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ventricosa e ciotola ad alto manico; framm. di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Pentola cilindrica. Ad. Gr. lastra da Modrea. Tomba murata contenente ossuario molto grande. Ad. Lastra di schisto. Pentola ventricosa; fibula ad arco semplice, armilla. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 1568 1569 1570 1571 1572 1573 1574 1575 1576 1577 1578 1509 1580 1581 1582 1583 1584 1585 1586 1587 1588 1589 1590 1591 1592 1593 1594 1595 1596 1597 Prof. metri O, 06 15 08 06 10 10 13 13 18 13 13 13 150 10 0:2 10 04 1:5 10 13 18 13 OT 08 04 03 08 10 05 SI Lastra di schisto. Fib. ad occhiali, spill. a globetti. Ad. Dappresso nella terra framm. di bronzo. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ventricosa. Ad. Pietra calcare. Pentola ventricosa contenente ossa di bue. Ad. Pietra calcare. Spillone. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Picc. lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Pent. ventricosa, saltaleone. Ad. Pietra calc. Pentola ventricosa coperta da scodella; spillone a globetti. Ad. Lastra di schisto. Fibula serpeggiante. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Gr. blocco calce. di almeno 15 quintali. Pentola ad orecchietta; 2 spilloni di cui uno di ferro, framm. di cintura. Ad. Lastra di schisto. Gr. pentola ventricosa. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecch., ciotola ad alto manico e scodella; spillone. Ad. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Bb. Senza pietra. Ossuario sfracellato. Ad. Senza pietra. Fib. a disco binato, spill. a globetti, anello. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ossuario zonato sfracellato. Ad. Senza pietra. Pentola ad orecchietta nera. Ad, Pietra calcare. Senza aggiunte, Bb. N. delle tombe 15985 1599 1600 1601 1602 1603 1604 1605 1606 1607 1608 1609 1610 1611 1612 1618 1614 1615 1616 1617 1615 1619 1620 1621 1622 1623 1624 1625 Prof. metri 08 05 0:5 05 05 05 03 06 06 06 06 0° Pietra calc. Coppa ad alto piede: spill. a globetti. Ad. Blocco calce. Pentola ad orecch. e scodella; fib. ad arco semplice e ad occhiali. Ad. Lastra da Modrea. Calice; fibula ad arco sempl. a pendagli (T. XI, f. 5), fib. biserpegg. orecchino. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Bb. Tomba sfracellata senza pietra. Ad. Pochi framm. di situla di bronzo, anello. Senza pietra. Fib. ad arco sempl. a pendagli, ad arco laminare, 3 anelli, orecchino, perla di vetro. Ad. Senza pietra. Ossuario, dappresso pent. ad orecch.: spillone a globetti. Ad. Senza pietra. Pentola ad orecchietta e scodella; fib. ad occhiali. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecch. e scodella: fib. ad arco semplice a pendagli, tra i quali una ruota raggiata, anello, ago di ferro. Ad. Pietra calcare. Fibula a sanguisuga. Ad. Lastra di schisto. Pent. ad orecch.; spill. a globetti. Ad. Pietra calce. Pent. ad orecch.; spill. a globetti. Ad. Pietra cale. Scodella sfrac.; framm. di bronzo. Ad, Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ossuario. Ago di fibula. Ad. Blocco calcare. Pentola ventricosa e ciotola ad alto manico; spillone a globetti. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Picc. fib. ad occhiali (T. XXI, £. 3). Ad. Pietra calcare. Pent. ad orecch. mammillonata. Ad. Senza pietra. Fib. ad arco laminare, bottone. Ad. Pietra calcare. Scodella; fibula ad arco sempl. Ad, Lastra di schisto, Senza aggiunte. Bb, 1629 1630 1631 1632 1633 1654 1635 1636 1637 1655 1659 1640 1641 1642 1643 1644 1645 1646 1647 1648 1649 Prof. metri 04 05 08 05 03 05 0-6 03 08 0-5 1:0 10 0° Mg Due pietre calcari sovrapposte. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Fibula ad arco semplice ed a navi- cella. Ad. Senza pietra. Pent. ad orecch.; 2 fib. ad arco sempl., di cui una a pendagli, fib. ad occhiali, a navicella, anello, 9 saltaleoni, torque ed armilla di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Framm. di bronzo. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Pentola ad orecch.; fib. ad arco sempl. di ferro, 2 saltaleoni, framm. di bronzo. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Ciotola ad alto manico, cont. ciotoletta a manico rilevato, scodella; fib. ad arco sempl., ar- milla di ferro. Ad. Pietra calcare. Pentola situlif. cont. ciotoletta ad alto manico borchiata, scodella; spillone a globetti. Ad. Senza pietra. Gr. pent. ad orecch.; 2 fib. ad arco sempl., di cui una di ferro, fib. semilunata, armilla ed anello di ferro. Dente umano. Ad. Senza pietra. 2 fibule ad arco laminare e 2 della Certosa. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecch. disegnata. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Pent. ad orecch. e scodella; torque di ferro. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Piccola fibula a disco binato. Ad. Lastra di schisto. 3 fibule a doppio ardiglione. Ad. Pietra calcare. Pentola lageniforme; spill. a globetti (T. XXIII, f. 14), coltello di ferro. Ad. Pietra calcare. Pentola ventricosa e scodella. Ad. Pietra calcare. Armilla. Ad. Pietra calcare. Tazza ad alto manico capovolta; fib. ad arco semplice, saltaleone. Ad. N. delle tombe 1650 1651 1652 1658 1659 1660 1661 1662 1663 1664 1665 1666 1667 1668 1669 1670 Prof. metri 08 08 05 05 10 08 08 02 04 03 04 04 = tra Blocco schistoso. Pentola lageniforme (T. V, f. 12); ago di ferro. Ad. Dappresso spillone di bronzo. Lastra da Modrea. Calice; 2 fib. serpeggianti. Ad. Due lastre di schisto sovrapposte. Senza agg. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Grosso blocco calcare. Scodella giacente sopra pent. ventricosa, ciotoletta ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Orecchino, cilindretto di bronzo a spirale. Ad. Pietra calc. Spill. a globetti e framm: di bronzo. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Blocco calcare. Ciotola ad alto manico e scodella: spillone a globetti. Ad. Senza pietra. Pent. ad orecch.; spill. a globetti. Ad. Pietra calcare. Piccola tomba senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Pentola ventric.; anello, spillone. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Pentola ad orecchietta: ago. Ad. Senza pietra. Pentola ventricosa. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calc. Ciotola ad alto manico e scodella: fib. ad arco semplice e ad occhiali, pezzo di cintura, catenella. Ad. Blocco calcare. Pent. ad orecchietta; spill. a riccio. Ossa d’agnello. Ad. Blocco calcare. Grande ciotola ad alto manico € scodella; armilla. Ad. Lastra di schisto. Lamina di cintura. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Pent. ad orecch.; spill. a glob. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Pent. ad orecch.; armilla di ferro. Ad. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico. Ad, N.delle tombe 1679 1680 1681 1682 1653 1684 1685 1686 1687 1688 1689 1690 1691 1692 1698 1694 1695 1696 1697 1698 1699 1700 1701 1702 1703 1704 1705 1706 1707 1708 Prof. metri 05 04 0° 05 0:2 ci gie Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Pent. ad orecch. conten. tazza ad alto manico; fibula ad arco sempl. di ferro, armilla ed anellino di bronzo. Ad. Pietra calc. Ciotola ad alto manico; fram. di bronzo, Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pent. ventricosa e ciotola ad alto manico; fibula ad arco semplice. Ad. Pietra calcare. Pentola situlif., pentola ad orecchietta ; spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecch., scodella pedata; spillone a riccio. Ad. Blocco di congl. Scodella. Ad. Dapp.framm. di bronzo. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calc. Pent. ad orecch.; spill. a globetti. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico, scodella; spill. a globetti. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calc. Ciotola ad alto manico; spill. a glob. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato; fibula a bottoni, 2 a sanguisuga, anello, orecchino. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Ago di fibula. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Pentola ad orecchietta. Ad. Senza pietra. Framm. di bronzo. Ad. Senza pietra. Senza agg. Bb. Dapp. fib. ad arco lamin. Lastra di schisto. Spillone. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 1709 1710 INGnI li012 1718 1714 1715 ATL6 ira Ng 1718 ll9 1720 1021 1722 1723 1024 1725 1726 1727 1728 1729 1730 Prot. metri 0:3 05 O4 03 0:5 02 05 08 Ol 0:2 nia SE Mai Pietra calce. Pent. ventricosa; fib. ad arco sempl. Ad. Pietra calcare. Anello. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Blocco calcare. Pentola ventricosa. Fibula ad arco semplice ed armilla, ambedue di ferro. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Blocco di schisto. Ciotola ad alto manico. Ad. Lastra di schisto. Pent. ad orecch.; fib. a disco binato, ad arco sempl. di ferro con anello di bronzo, armilla di ferro. Ad. Blocco cale. Pent. ad orecch. (T. VII, f. 2); fib. ad arco sempl a pendagli, 2 armille di ferro. Ad. Tomba distrutta senza pietra. Anello. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Gr. lastra di schisto. Pentola ad orecch. e scodella: fibula ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Fibula semilunata. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella; framm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Gr. lastra da Modrea. Ossuario con quattro anse a bottone, cont. sole ossa senza carboni e spillone a globetti. Esternamente pentola ad orecchietta ed in questa ciotoletta ad alto manico borchiata. Ad. Lastra di schisto. Pentola cilindrica; anello. Bb. Blocco di conglomerato. Ciotola ad alto manico: spillone a globetti. Ad. Gr. lastra calc. sotto la quale giaceva strato di terra grosso 10 cm.,, dopo il quale s' incontrò una lastrina di schisto, che chiudeva perfettamente la bocca di N. delle tombe Prof. metri 04 0-5 (029) 0:5 04 05 04 02 05 0:2 05 0:83 0:83 0:2 05 06 0-6 04 06 03 04 05 04 08 08 PI gt un ossuario, cont. sole ossa senza carboni e 2 fib. ad arco sempl., di cui 1 di ferro. Esternamente presso la bocca giacevano pent. ad orecch., ciotoletta ad alto manico borchiata (T. VII, f. 8) e scodella. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecch.; fibula ad arco semplice con anellino infilato (T. X, f. 7). Ad. Pietra calcare. Orecchino. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ventricosa; spillone. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; spillone. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra da Modrea. Pentola ad orecchietta:; fibula ad arco semplice. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Spillone a riccio. Ad. Senza pietra. Fib. della Certosa, piastra da cintura (DDOCVi 0), Ad Lastra di schisto. Pentola situliforme; fusaimola. Ad. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico ; fibula ad arco semplice. Ad. Picc. pietra calcare. Pentola situliforme disegnata, cont. le ossa di un bambino e torque di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco cale. Pent. ventricosa e scodella pedata. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Calice ventricoso e pentola lage- niforme (T. V, f. 9); fibula a sanguisuga e staffa di altra fibula. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Pentola ventricosa. Ad. Pietra calce. Pent. ventricosa; fib. ad arco sempl. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella: spillone. Ossa d'agnello. Ad. N.delle tombe 1759 1760 1061 1762 1763 1064 Prof. metri (025) 08 10 0-8 10 10 Lastra di schisto. Fib. ad arco semplice, saltaleone. Pochissimi carboni. Bb. (r. lastra calc., sotto la quale presentossi picc. ossuario coperto da scodella. Questa giaceva sopra una pent. ad orecch. contenente ciotoletta ad alto manico piena d’acqua; fibula ad occhiali, armilla di ferro. Sole ossa senza carboni. Ad. Pietra cale. Senza aggiunte. Ad. molto robusto. Pietra calcare. Scodella; fibula a drago di ferro (DoS 15). Ad: Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; spillone. Ossa d'agnello. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico, scodella; fibula ad arco semplice di ferro con anellino di bronzo infilatovi, anello, collana di 13 perle d’ ambra (T. XXV, £. 6), 41 perlette di vetro, pezzo di vetro azzurro, fusa- iuola. Ad. Grandissima lastra di conglomerato, sotto la quale sì presentò un grande ossuario di bronzo in forma di situla (T. I, £. 3), contenente altra situla minore (T. II, f. 5), piena di acqua limpidissima. Al fondo di questa giaceva una ciotoletta ad alto manico di pasta vitrea policroma (T. VIII, f. 1). Nell’ossuario sì trovarono inoltre 6 fibule ad arco laminare, 1 serpeggiante, armilla terminante in testa di serpe (T. XXIV, £ 8), pendaglio in forma di stilo (f. 35), 5 bottoni. Esternamente si raccolsero fib. ad arco semplice a nodi e pezzo di altra, armilla. Ad. I carboni di tiglio, pero e faggio, in grandissima quantità, giacevano tanto nell’ ossuario che attorno allo stesso. Pietra calcare. Pentola ad orecch. e scodella; spill. a globetti. Ad Lastra calcare. Pent. ventricosa pedata e punteggiata (T. V, £. 10); fib. ad arco semplice e ad occhiali. Ossa d’agnello. Ad. N. delle tombe 1768 1769 1700 1071 1778 1079 1780 1781 1782 1788 02 04 O1 o DIRE Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico borchiata, scodella; spillone a globetti. Ad. Blocco di conglomerato. Pent. ad orecch., scodella: spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta, contenente ciotoletta ad alto manico borchiata, coppa ad alto piede; armilla, anellino. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico borchiata (T. VII, £ 12), coppa ad alto piede; spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; fib. ad arco semplice di ferro. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Ossuario. Ad. Senza pietra. Ossuario; orecchino. Ad. Picc. lastra di schisto. Anello. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecch. e scodella. Ad. Gr. lastra calcare. Pentola ventricosa e scodella; spillone a globetti. Ad. Due lastre di schisto sovrapposte. Pentola cilindrica ; spillone. Ad. Dappresso 2 fib. a doppio ardiglione. Senza pietra. Pentola cilindrica. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico rovesciata e scodella. Bb. Blocco calcare. Spill. a globetti (T. X.XII, f. 18). Ad. Tomba distrutta, senza pietra. Armilla. Ad. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico. Spillone Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. N. delle tombe 1793 1094 1795 1796 Prof. metri 06 (0) (0725) 10 03 05 0-8 06 05 08 06 0):8 08 10 06 1°0 08 10 06 10 10 = Ala Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Gr. lastra da Modrea. Pentola situliforme rossa a listerelle di piombo formanti vago meandro (T. III, f. 9), scodella; fib. serpeggiante, 4 spilloni a globetti, (T. XXII, f. 14), framm. di cintura, coltello di ferro. Ossa d’ agnello. Ad. Senza pietra. Fib. ad occhiali di bronzo e ad arco semplice di ferro, torque di bronzo. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Gr. blocco di conglomerato. Pentola ad orecch. e scodella, cont. ossa d’agnello; saltaleone, 2 spilloni a riccio. Ad. Pietra cale. Pent. ad orecch., cont. ciotoletta ad alto manico borchiata (T. VII, f. 3); ago. Ad. cont. scodella; fib. ad occhiali, pezzo di pinzetta e framm. di bronzo. Ad. Pietra calce. Senza agg. Tomba d’ad. con molti carb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Fibula ad arco semplice. Ad. Pietra cale. Framm. di fib. e di coltello di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Blocco calcare. Anello, framm. di fibula. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta; spillone a globetti (T. XXII, f. 26), coltello di ferro. Ad. Pietra calcare presso la quale stava lastra da Modrea posta verticalmente. La tomba era inoltre circondata da lastrine di schisto, formanti specie di muratura. Ossuario. la cui bocca era chiusa da lastra di schisto, sotto la quale giaceva scodella con ossa di bue e ciotola ad alto manico/; fibula ad occhiali. Ad. 6 N. delle tombe 1814 1815 1816 1817 1818 1819 15820 1829 1530 1581 15532 1833 1384 1835 1536 1837 SIAE Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza agg. Ad. Dappresso fibula della Certosa. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella contenente ossa d'agnello; spillone a riccio. Ad. Senza pietra. 2 fibule della Certosa. Ad. Dappresso altra fibula della Certosa. Pietra calcare. Pentola ventricosa, cont. ciotoletta ad alto manico; armilla, spillone. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Calice zonato; 2 fib. serpeggianti e 2 della Certosa (T. XIX, f. 3), anello a bottoni, 4 bottoni, perla di vetro. Ad. Pietra calc. Pent. ad orecch.; fib. a disco binato. Ad. Pietra calcare. Senza agg. Ad. Dapp. a 30 cm. di profondità coltello a molla col manico di bronzo in forma di testa di delfino e lama di ferro (T. XXVII, db): Lastra calcare. Scodella giacente sopra pentola ad orecchietta; spillone a globetti (T. XXII, f. 11). Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Blocco di schisto. Pentola ventricosa e scodella; fib. ad arco semplice di ferro e framm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. Spillone. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola situliforme, ciotola ad alto manico e scodella: fibula ad occhiali. Ad. Senza pietra. Pentola lageniforme e scodella; spillone a globetti. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 1838 1339 1840 1541 1842 1848 1544 1845 1846 1847 1848 1849 1850 1851 1852 1853 1854 1855 1856 1858 1859 1860 1861 1862 Prot. metri O4 04 05 04 (025) 0.2 06 (0-6 06 06 10 10 10 06 12 10 06 08 10 10 05 10 10 O4 06 wesh i SE TNT Senza pietra. Spillone. Ad. Senza pietra. Framm. di bronzo. Ad. Pezzo di conglomerato. Staffa di fibula. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ventricosa; spillone. Ad. Dappresso staffa di fibula. Senza pietra. Fram. di fib., bottone. Dente umano. Ad. Senza pietra. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Pent. ad orecch.; spill. a globetti. Ad. Pezzo di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola situliforme a 2 manichi ; saltaleone, bottone. Ad. Pietra calcare. Pentola ventricosa e ciotola ad alto manico; spillone a riccio. Astragalo di bue. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ossuario zonato: 2 fibule serpeggianti, laminetta di bronzo. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecch. e scodella; grande anello. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calc. Framm. di cista a cordoni di bronzo e pentola nera a 2 orecchiette; fibula ad arco sempl. 2 anelli. Ad. Lastra da Modrea. Pent. ventric. mammillonata, cont. ciotoletta ad alto manico stupendamente borchiata (T. VII, £. 15); coltello di ferro, ago di bronzo. Bb. Gr. lastra da Modrea, coprente tomba murata con lastrine di schisto. Gr. pent. ad orecch. rattoppata con resina e piombo; fib. ad occhiali, ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Framm. d’armilla. Ad, Blocco calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 1863 1864 1865 1866 1867 1868 1869 1870 1871 1872 1873 1879 1580 1881 1882 1888 1884 13585 1886 1587 1888 1889 1390 18991 Prof. metri 08 08 0-8 06 06 05 06 122 06 se IR Pietra calce. Pent. ad orecchietta e scodella; fib. ad arco laminare, spill. a globetti, pezzo di cintura. Ad. Lastra di schisto. Bottone, framm. di bronzo. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta:; fibula ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Coppa ad alto piede, ciotola ad alto manico, Ad. Lastra di schisto. Pentola cilindrica. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Dappresso nella terra fibula a navicella (T. XV, f. 23). Tomba sfrac. senza pietra. Framm. di pent. disegnata ; fibula a sanguisuga, lamina di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Pendaglio a secchiello. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Ago di ferro. Ad. Senza pietra. Spillone a globetti, saltaleone. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pezzo di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Armilla. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calce. Pentola ad orecchietta; anello, framm. di bronzo. Bb. Pezzo di schisto. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Nella terra dapp. torque di ferro. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; framm. di bronzo. Ad. 1592 1893 1594 1895 1896 1897 1898 1899 1900 1901 1502 1903 1904 1905 1906 1907 1908 1909 1910 1911 1912 1918 1914 08 08 05 10 10 13 06 18 10 13 10 10 10 06 10 10 06 06 ASI Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Fibula della Certosa, ad animale. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecch. e scodella. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Bb. Blocco di conglomerato. Pentola situliforme. Ad. Molti carboni di tiglio. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; spillone. Ad. Moltissimi carboni di pero, tra i quali la colonna vertebrale di adulto non combusta. Blocco calcare. Pent. ventricosa; framm. di bronzo. Ad. Ossa d’ agnello. Lastra da Modrea. Pent. situliforme gratfita, conte- nente ciotoletta zonata ad alto manico (T. VII tf. 16); spillone a globetti. Ossa d'agnello. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Gr. pent. ad orecchietta e scodella; fib. ad arco sempl. ed armilla di ferro, 2 anelli di bronzo. Molti carboni. Ad. Pietra calc. Pentola situliforme disegnata (1°. II f. 8), e scodella; spillone a riccio. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Framm. di fibula, di orecchino e di armilla. Ad. Lastra da Modrea. Fibula ad arco semplice a pendagli, a doppio ardiglione, 3 della Certosa, ar- milla. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e ciotola ad alto manico; fibula ad arco semplice. Ad. Pietra cale. Ciotola ad alto manico; fib. semilunata di ferro con anello di bronzo (T. XIII, f. 8). Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. N. delle tombe 1915 1916 LO 1918 TESNEE, 1920 1921 1922 1923 1924 1925 1926 1927 1928 1929 1930 Logi 1932 1933 1984 1935 1996 1937 Prof, metri 0:3 05 06 0° 03 07 01 (0x2! 0:3 08 Senza pietra. Fib. a doppio ardiglione, framm. di altra, anello, pendaglio a secchiello. Ad. Gr. lastra da Modrea coperta da lastra di schisto e da blocchi calcari. 2 fibule ad arco laminare. Ad. Pietra calcare. Scodella; spillone a globetti. Ad. Lastra di schisto. Pent. ventricosa graffita (T. VI, f. 2); fibula ad arco laminare di bronzo e ad arco sempl. di ferro. Ad. Senza pietra. Situla di bronzo: 3 fib. della Certosa ridotte a doppio ardiglione, framm. di altra, piastra da cintura. Ad. i Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Bottone. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Nella terra dappresso un anello. Senza pietra. Fibula della Certosa. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calce. Pent. ad orecch; spill. a globetti. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza agg. Ad. Dappresso anello. Lastra di schisto. Pentola situliforme contenente ciotoletta ad alto manico e scodella; spill. di ferro. Ad. Lastra di schisto. Pent.ventr.; pice. armilla di ferro. Ad. Lastra da Modrea. Manico di situla di bronzo; fib. ad arco sempl. con pendagli, ad animale (T.. XX, f. 10), anello. Ad. Pezzo di conglomerato. Fibula ad arco semplice, spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto rosso. Pentola ad orecchietta e ciotola ad alto manico: tramm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta contenente ciotoletta ad alto manico: torque, pezzo di cintura, 2 perle d’ambra. Ad. N. delle tombe 1938 1939 1940 1041 1942 1943 1944 1945 1946 1947 1948 1949 1950 1951 1952 1953 1954 1955 1956 LODI 1958 1959 1960 Prof. metri 03 O4 08 1:0 (0):8 SIR pl Senza pietra. Calice rosso zonato ; fib. della Certosa. Pochissimi carboni. Ad. Pezzo di schisto. Senza aggiunte. Bb. Nella terra dappresso fibula della Certosa. Gr. lastra da Modrea. Calice e scodella, nel primo carboni e fibula a doppio ardiglione con piede a testa. di drago con occhi di vetro (T. XX, f. 8), esternamente fib. ad arco sempl. a pendagli, framm. di altra fibula, 2 anelli. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecch. e scodella. Ad. Lastra di schisto. Calice cordonato e scodella: fib. della Certosa. Ad. Pietra calce. Pent. ad orecch.; fib. ad arco sempl. Ad. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Spillone a riccio. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e ciotola ad alto manico; spillone a globetti. Ad. Grande blocco calcare. Pentola situliforme disegnata; spillone a globetti. Ad. Lastra calcare. Pentola ad orecch.; spill. a riccio. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; fibula ad arco semplice e ad occhiali. Ad. Pietra calcare. Fibula ad'arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta e scodella; spillone a globetti (T. XXII f. 10). Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Calice disegnato cont. ciotoletta ad alto manico, scodella rossa; fib. ad arco sempl. a pendagli, ad arco laminare, a bottoni, tramm. di altra fibula, orecchino, 2 bottoni. Ad. Pietra calcare. Pentola cilindrica. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. N. dello tombe 1961 1962 1963 1964 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1971 1972 979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1959 1990 Prof. metri 04 03 02 04 0-6 05 03 04 06 0: 10 12 10 06 10 13 13 13 13 10 13 10 (025) iR0) 05 04 (029) Ob 0:83 O4 egg DS Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ossuario; framm. fib. della Certosa. Ad. Pietra calcare. Framm. di pent.; fib. semilunatà a catenelle, 3 anelli, bottone. Ad. Dapp. ago di bronzo. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato sfracellato; fibula della Certosa. Ad. Blocco calcare. Ciotola ad alto manico; spillone a globetti. Dente umano ed ossa d'agnello. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pezzo di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Pentola situlif. disegnata (T. IL, £. 1), contenente ciotoletta ad alto manico, scodella. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Pentola situliforme; fib. semilunata, spillone a riccio. Ad. Pietra calce. Ciotola ad alto manico; fib. semilunata, 2 anelli. Ad. Pietra calc. Pent. ad orecch.; spill. a globetti. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte, Bb. Pietra calcare; Spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte, Ad, Pietra calcare. Senza aggiunte, Ad. Pietra cale. Ciotola ad alto manico; fib. semilun. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecch.; ciotola ad alto manico, ago. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb, N. delle tombe 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2005 2004 2005 2005 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 04 0:22 05 O4 V4 04 06 10 10 10 10 1:0 08 LO 10 FO 06 10 08 10 10 10 10 0: 10 05 05 RR > > Vor Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; armilla. Bb. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta; spillone a globetti, coltellino di ferro. Ad. Pietra calcare. Anello. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte, Bb. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco di schisto. Pentola ad orecchietta e scodella: framm. di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Pentola cilindrica; spillone a glo- betti (T. XXIII, f. 3). Ad. Lastra di schisto. Pentola situliforme. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Grande pentola ad orecchietta cont. piastrina da cintura (T. XXVI, f. 11). Ad. Lastra di schisto sulla quale posava blocco calcare, Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola cilindric. Ad, Pietra calcare. Ciotola ad alto manico ; fib. ad arco sempl., 3 fib. ad occhiali, 2 armille, saltaleone, pen- daglio triangolare. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta; spillone a globetti (T. XXII, f. 22). Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pent. ad orecch.: spill. a globetti. Ad. Picc. pietra calc. Pent. ad orecch. cont. ciotoletta ad alto manico borchiata (T. VII, f. 5): spillone a globetti (T. XXII, f. 25). Bb. N. delle tombe 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027 2028 2029 2030 2051 2032 2033 2034 2035 2036 2037 2038 Prof. metri 03 0:3 0:3 02 ():4 0:39 03 04 0:3 ():5 (025) (6 — 90 — Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Dappresso nella terra a 40 cm. di profondità mannaia di ferro. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad, Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra cale. Scodella: fib. semilunata con catenelle, armilla: Ad. Lastra calce. Pent. ventricosa mammillonata. Ad. Pietra calcare. Pentola ventricosa; fibula a disco binato, anello. Ad. Pietra calcare. Pent. ad orecch. e 2 scodelle; armilla, anello. Ad. Lastra calcare. Pentola lageniforme e scodella; fib. ad occhiali, ad arco semplice di ferro, armilla. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; framm. di bronzo. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Blocco calcare. Pent. ad orecch.; spill. a globetti. Ad. Blocco calcare. Scodella; fibula ad occhiali, a disco binato e semilunata, piastra di cimtura, saltaleone. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Blocco calcare. Ciotola ad alto manico e scodella; fibula a disco binato e semilunata. Ad. Pezzo di schisto. Senza aggiunte. Bb. Grandissima lastra da Modrea (1:75 X 1:42 m.) coperta da grande cumulo di blocchi, 1 quali si estendevano tutto all’ingiro per una lunghezza di 10 m. e per una media larghezza di 5, formando quasi un selciato di pietre, sotto le quali giacevano 41 tombe e precisa- mente 1 Nri. 2001-2006, 2008-2013, 2031, 2033, 2036- 2042, 2054-2059, 2064-2068, 2084-2087, 2089-2091, 2108, 2109. La tomba presente, che può considerarsi la principale, non trovavasi però nel centro di questa N.delle tombe 2039 2040 2041 2042 2048 2044 2045 2046 2047 2048 2049 2050 2051 2052 2053 2054 2055 Prof. motrì 12 i specie di tumulo. Levata la lastra apparve il margine di un grande ossuario di bronzo, circondato da molti blocchi, sotto quattro dei quali giacevano le tombe 2039-2042. L’ossnario stesso, alto 93 cm., in forma di doglio (T. I, f. 1) e ravvolto in un tessuto, con- teneva una grande situla di bronzo ripiena d’acqua, nella quale trovavasi una elegantissima ciotoletta ad alto manico di pasta vitrea (T.VIII, £ 2). In esso eravi una grande quantità di carboni, tra i quali si raccol- sero 14 fibule serpeggianti, di cui due rivestite d’ambra (T. XVII, f. 13) e due anelli. Al fondo giaceva uno scheletro di talpa. Esternamente si rinvenne una piastra da cintura (T. XXVI, f. 12). La tomba ap- parteneva ad un adulto vecchio. Blocco cale., coperto al pari di quelli delle tre tombe seguenti dalla lastra da Modrea del No. 20838. Senza aggiunte. Ossa di bue. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta e scodella. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico e scodella; framm. di fibula ad arco semplice. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta e scodella : spillone a globetti. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Fibula ad arco semplice. Ad. Senza pietra. Pent. ad orecch.; fib.ad arco sempl. Ad. Pietra calcare. Fibula ad arco semplice. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Lastra calcare. Pentola ventric. disegnata e scodella; spillone a globetti. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta disegnata ; fibula semilunata a catenelle e pendagli. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. 2056 2057 2058 2059 2060 2061 2062 2063 2064 2065 2066 2067 2068 2069 2070 2071 2072 20753 2074 2075 2076 2077 2078 2079 2080 2081 2082 2083 2084 Prof. metri 10 10 13 1-0 13 13 15 1-5 1:83 10 10 0-6 10 06 06 0-6 (039) 03 08 0:2 0-1 05 V4 05 05 10 08 10 10 NCR A Pietra calcare. Framm. di pentola. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta e scodella. spillone a globetti. Ad. Blocco calce. Pentola ventricosa a bugnette e scodella, ambedue capovolte; spill. a globetti (T. XXIII, F. AQ) A: i Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Spillone. Ad. Pietra calcare. Pentola ventricosa; spillone a globetti (i ATTI: 13) ida Blocco cale. Ossuario cont. pentola ad orecch. Ad. Piccola pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Blocco calcare. Ciotola ad alto manico; spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Pent. ad orecch.; spill. a globetti. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. | \ Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Fibula semilunata, pendaglio. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; framm. di bronzo. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Fib. ad arco sempl. ed a disco binato. Ad. Nella terra dappresso coltello e gancio di ferro. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Armilla (T. XXIV, f 12). Bb. Picc. pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Blocco calcare. Pentola ventricosa; fibula ad arco semplice. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. N. delle tombe 2085 2086 2087 2088 2089 2090 2091 2092 2093 2094 2095 2096 2097 2098 2099 2100 2101 2102 2103 2104 2105 2106 2107 2108 2109 Prot. metri 10, 1:3 13 15 13 10 06 10 07 (0X9) 16 08 10 = AID a Lastra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra da Modrea. Pentola ad orecch. contenente ciotoletta ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Pentola cilindrica. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Piccola pietra calcare. Spillone a globetti Ossa di piede di vitello, di bue e d’agnello. Bb. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico e scodella; fib. ad arco semplice e 2 ad occhiali, 2 anelli. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calc. Fib. a navicella (T. XII, f. 4), armilla, perla di vetro. Ad. Pietra cale. Pentola ad orecch: fibula semilunata con catenelle, a disco binato. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Blocco calc. Pent. ad orecch.; spill. a globetti. Ad. Lastra calce. Tomba murata da lastrine di schisto per modo che vi rimase un cavo nel quale giaceva una pentola ad orecchietta vuota: spill. a globetti. Ad. Lastra di schisto. Ossuario. Ad. N.delle tombe 2110 2111 22 dillo 2114 2115 2116 Dale 2118 2119 2120 PA BZAI 2122 2123 2124 2125 2126 2127 2128 2129 2150 2131 2132 2133 2134 2135 2136 — 94 — Scavo del 1890 sul fondo della Società Adriatica. Prof. metri 1:83 1:0 Lastra di schisto. Ossuario. Ad. Dappresso piede di fibula della Certosa. Pietra calcare. Ossuario a margini diritti; fib. ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra calce. Pent. ad orecch.: spill. a globetti. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola situliforme disegnata. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta; spillone. Ad. Lastra di schisto. Scodella; fib. semilunata. Ad. Blocco calcare. Spill. a globetti (T. XXIII, f. 6). Ad. . Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta:; fibula ad occhiali. Ad. Piccola pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco cale. Pent. situliforme, contenente ciotoletta ad alto manico; spillone a globetti. Ad. Senza pietra. Pent. ad orecch. Ad. Dappresso nella terra fibula La Téène (T. XX,.£.5): Pezzo di schisto. Pent. ventricosa; spill. a globetti. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Pice. pietra calcare. Ciotoletta ad alto manico; ago di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Picc. pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di conglomerato. Spillone. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Grande lastra di schisto. Ciotola ad alto manico e scodella; spillone a riccio. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 2137 2138 2139 2140 2141 2142 2148 2144 2145 2146 2147 2148 2149 2150 2151 Prof. metri 08 10 10 10 04 1:53 13 15 13 1:0 10 08 06 08 (0):8 OE Pietra calcare. Pentola sfracellata: spill. a globetti GINA ,1£:12)]hroli Pietra calcare. Fibula semilunata con catenelle: due armille laminari di bronzo e due di ferro, due pen- dagli a spirale. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calce. Pent. ad orecch. contenente ciotoletta ad alto manico borchiata, coppa ad alto piede. Ad. Blocco calcare, sotto il quale in una tomba formata da lastre di schisto, giace la parte anteriore di un cavallo colle estremità ripiegate. Oltre al freno di ferro, esso possiede una bardatura formata di grosse borchie di ferro. Alla quarta vertebra del collo trovasi una bulla di bronzo (T. XXX). Sotto questa tomba giacciono le due seguenti. Pietra calcare. Spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecch. e scodella. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta; spillone a globetti, coltello di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta contenente pezzi di cintura; fib. a disco binato, 3 staffe di fib. serpeggianti, 2 fib. ad arco semplice di cui una di ferro. 3 saltaleoni. Ad. Pietra cale. Pent. ad orecch. rattoppata con resina, scodella; spillone. Ad. Pietra cale. Pent. ventricosa; spill. a globetti. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecch. e scodella: fib. ad occhiali, ad arco semplice in ferro. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta; spillone a globetti. Ad. Grande lastra da Modrea (1:50 Xx 1:10) sulla quale giacevano molti blocchi. Grande doglio di bronzo (T. I, f. 2), alla cui bocca giaceva una situla pure di bronzo, involta in un fino tessuto e difesa da un coperchio di vimini (T. XXVII, f. 13). In questa trovavasi una ciotoletta di vetro conservatissima N.delle tombe 2152 2160 2161 2162 2163 2164 2165 2166 2167 2168 2169 2170 2171 2172 2173 Prof. metri IE agg (T. IX, f. 1). Nel doglio oltre ai carboni erano una fib. ad arco semplice a pendagli, una della Certosa, 2 orecchini, 2 anelli. In fondo una resina gialla. I bronzi con tracce evidenti di combustione. Ester- namente giacevano una fib. laminare, un orecchino, 2 anelli, una piastra da cinturone dis. (T. XXVII, £ 1), una scodella rossa (T. VI, f. 11) con croce raggiata sul fondo (T. XXIX, f. 11), ed una seconda ciotoletta di vetro mancante del manico (T. IX, f. 2). Ad. Coperta dalla lastra precedente, ed inoltre da un blocco calcare, tomba piccola senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Spillone. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra cale. Pent. ad orecch.; spill. a globetti. Ad. Pietra cale. Pentola ventricosa; fib. ad arco sempl. di ferro, framm. di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Blocco calcare. Fib. semilunata, saltaleone. Ad. Pietra calc. Senza aggiunte. Ossa d’agnello. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Tomba distrutta senza pietra. Fibula della Certosa, a doppio ardiglione, framm. di cintura. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; fib. ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calc. Ossuario contenente pent. ventricosa; fibula ad arco semplice e ad occhiali. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Bb. Blocco calcare. Spillone. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; ago. Ad. Lastra di schisto. Fib. semilun., armilla laminare. Ad. Pietra calce. Pentola ad orecch.; gr. anello. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecch.: perla di vetro, framm. di bronzo. Ad. N. delle tombe 2174 2175 2176 2177 2178 2109 2180 2181 2182 2183 2184 2185 2186 2187 2188 2189 2190 2191 2192 2198 2194 2195 2196 2197 2198 Prof. metri 0-6 06 0.8 0-6 02 1-0 1-0 13 10 05 0-6 06 03 04 05 10 07 10 130, 10 13 i '@f Senza pietra. Framm. di bronzo. Bb. Pietra calcare. Pent. ventricosa. Tibia di agnello con entro ago di bronzo a cruna (T. XXIII, f. 26). Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ossuario sfrac.; 2 fib. della Certosa rimodernate a doppio ardiglione. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Bb. Pietra calc. Pent. cilindr.; picc. torque di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Blocco calce. Pent. ad orecch. Spilli. a glob. Ad. Senza pietra. Ossuario cord. sfrac. rattoppato con piombo, 2 anelli. Ad. Tomba a cassetta formata da lastre di schisto, sotto alle quali erano molti blocchi calcari. Im essa giacevano gli arti inferiori ed il bacino di un inumato. Orientazione WNW. Lo scheletro era prono ed aveva tra le gambe una situla e lateral- mente una lancia di ferro. Esso andava fornito di 2 fibule biserpeggianti, 2 della Certosa, pezzo di cintura e di torque. V’ erano inoltre ossa di agnello. Ad. Sotto il precedente: Pietra calc. Senza agg. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico e scodella: spillone a globetti. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pezzo di schisto. Framm. fibula semilunata. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Pentola ventricosa. Ad. Lastra di schisto. Framm. di pentola. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. N, delle tombe 2199 2200 2201 2202 2203 2204 N hO Si 2206 2207 2208 2209 2210 2211 2212 2213 2214 2215 Prof. metri 0-6 10, 06 05 (0x9) 06 ():8 (0):3 (079) 10 TRO) 10 13 10 4 14 05 12 1:3 13 n. fg a Pietra calc. Ossuario cont. pentola situlif.; fibula ad arco semplice. Ad. Pezzo di schisto. Pentola ad orecch.; armilla. Ad. Pietra calc. Pentola ad orecchietta e ciotola ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra cale. Anellino. Ad. Dappresso statta di fib. della Certosa. Tomba murata con lastre di schisto poste vertical- mente e coperta da gr. lastra da Modrea (1:80 Xx 1:50); situla di bronzo sfrac.; fibula ad arco semplice di ferro, staffa di altra di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Tomba circondata da lastre di schisto poste verti- calmente, coperta da lastra calcare. Ossnario cont. pentola ventricosa coperta da scodella. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. 2 anelli; pochi carboni. Bb. Grande lastra di schisto, giacente sotto cumolo di sassi e chiudente perfettamente la bocca di un os- suario zonato, nel quale oltre ad una situla di bronzo stracellata ed a 2 fibule serpeggianti, trova- vasi grosso sasso postovi intenzionalmente. Ad. (Parzialmente sotto la lastra precedente). Pietra calc. Pentola ventricosa e coppa ad alto piede, in questa, ciotoletta ad alto manico; fibula ad occhiali, piede di fibula della Certosa, pezzo d’armilla. Ad. Pietra calcare. Situla di bronzo strac. Ad. Tomba distrutta. Senza pietra. Ossuario zonato sfrac.: framm. laminari di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Spillone a globetti. Ad. Pietra calce. Ciotola ad alto manico cont. framm, di cintura. Ad. N. delle tombe 2219 2220 2221 2222 2223 2224 2230 2231 2232 2233 2234 2235 2236 2237 2238 2239 2240 2241 2242 2243 2244 2245 2246 Prot. metri 13 10 0):8 LO 04 ().8 07 05 10 04 06 08 10 10 10 99 — Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Ciotola ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta, cont. cioto- letta ad alto manico; fibula ad arco semplice. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta: armilla. Ad. Tomba distrutta senza pietra. Fib. ad arco sempl. a pendagli. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Ossuario zonato; piccola fibula della Certosa, anello, orecchino. Ad. Pezzo di conglomerato. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Spillone a riccio. Ad. Lastra di schisto. Framm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. 2 pendagli in forma di anitrelle (T. XXIV, f. 37), 2 anelli, 3 bottoni, orecchino, laminetta. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Anello, ago. Ad. Lastra di schisto. Fibula ad arco laminare, framm. di altra, anello, 4 perle d’ambra, 1 di vetro, 3 pendagli a pallottola (T. XXIV, £ 29), 1 a cuore (f. 28), gancio di cintura (T. XXVI, f. 13). Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Fibula della Certosa. Ad. Senza pietra. Framm. di situla di bronzo : fib. ad arco laminare, orecchino, perla d’ ambra. Ad. Lastra di schisto. Framm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 2247 2248 2249 2264 2265 2266 2267 2268 2269 2270 2271 Prof. metri 13 1:3 0:3 10 10 10 05 08 08 05 13.0) 0-6 0.5 ():8 10 10 0-8 de 08 10 GEE: | (peo Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ossuario zonato contenente situla di bronzo sfrac.; fibula a doppio ardiglione, serpeg- giante, staffa di altra, 2 anellini, 2 perle di vetro. Ad. Lastra di schisto. Pent. ventricosa; spill. a glob. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Blocco calcare. Ossuario cont. pentola ad orecchietta : spillone a globetti. Ad. Pezzo di conglomerato. Ossuario zonato; maniglia di situla di bronzo. Ad. Tomba sfracellata senza pietra con framm. di situla di bronzo. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; spillone a globetti. Ad. Pezzo di conglomerato. Bottone. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta cont. ciotoletta ad alto manico; fibula ad arco semplice. Ad. Lastra di schisto. Ossuario zonato. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. 4 fibule della Certosa, armilla, 5 bot- toni, 33 perle (T. VIII, £. 4), 24 perlette di vetro, saltaleone, 2 pendagli triangolari. Ad. Lastra da Modrea. Fibula a bottoni e staffa di altra, anello. Ad. Blocco calcare. Fibula ad arco semplice, perle di vetro e di bronzo. Ad. Pezzo di schisto rosso. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Calice; 2 fibule ad arco laminare, cintura. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Bb. Pietra calcare. 3 fibule serpeggianti. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Scodella; spillone a globetti. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. N, delle tomba 2272 2280 2281 2282 2283 2284 2285 2286 2287 2288 2289 2290 2291 2292 Prof. metri 12 1:0 10 10 15 — 101 — Lastra di schisto. Ossuario zonato cont. framm. di situla di bronzo; 2 fib. a bottone di cui una a pen- dagli, fib. a sanguisuga, 2 anelli, 12 bottoni. Ester- namente fibula ad arco laminare (T. XV, f. 2). Ad. Pietra calcare. Catenella a grosse anella (T. XXVIII, f. 8), torque liscia, fram. di armilla. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Picc. pentola ad orecchietta: framm. di fib. serpeggiante. Dappresso fib. ad arco laminare (IR OIVOLfo) Ad; Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calc. Pent. ad orecch.; spill. a globetti. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Pentola ventricosa, cont. ciotoletta ad alto manico: coltello di ferro. Ad. Lastra da Modrea. Pentola ventricosa:; spillone a globetti, grande anello di ferro. Ad. Senza pietra. Calice; fibula ad arco semplice a pendagli, ad arco laminare (T. XV, £. 11), 2 anelli. Ad. Senza pietra. Pentola ad orecchietta. Ad. Dappresso armilla, 5 bottoni, ago di ferro. Lastra di schisto. Framm. di armilla. Bb. Lastra di schisto. 2 fib. ad arco laminare. Ad. Lastra di schisto rosso. Calice; 2 fibule ad arco laminare, anello. Ad. Lastra di conglomerato. Fibula della Certosa ed arco di simile, pendaglio in forma di mano, anello, orecchino. Ad. Lastra da Modrea. Calice; 2 fib. ad arco laminare. Ad. Senza pietra. Framm. di fibula. Bb. Pezzo di schisto. Ciotola ad alto manico; fibula ad arco semplice. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Fibula ad arco semplice a pendagli, ad arco laminare con espansione sull’ arco, framm. di 2 altre fib., orecchino. Ad. N. delle tombe 293 dt fd © 2294 2295 2296 2297 2298 2299 2300 2301 2302 2303 2304 2305 2306 23085 2309 2310 2311 2312 2313 Prof. metri 16 13 03 15 (04 (029) 10 13 13 15 15 ATE Pietra calcare. Ciotola ad alto manico; fibula ad arco semplice. Ad. Lastra calcare. Spillone a globetti. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta; 2 fibule ad arco laminare. Ad. Lastra di schisto. Ossuario zonato; fibula a bottoni, orecchino, perla di vetro. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto rosso. 3 fibule ad arco laminare, 1 della Certosa. Ad. Lastra da Modrea. Calice e scodella; fibula ad arco semplice a pendagli, ad arco laminare, della Certosa, staffa di altra fib. Ad. Lastra di schisto rosso. Ualice zonato e scodella; 6 fibule serpeggianti, anello a nodi ed altro grande anello, coltello di ferro. Ad. Blocco calcare. Pentola ad orecchietta:; fibula ad arco semplice di ferro, spillone a globetti. Ad. Pietra calc. Coppa ad alto piede; ago, bottone. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Pentola ad orecchietta; fibula ad arco laminare, anello. Ad. Grande lastra di conglomerato. Ossuario zonato; 2 fib. della Certosa, staffa di terza, orecchino, pezzo di cintura. Esternamente fibula ad arco semplice a pendagli, e serpeggiante. Nell’ossuario molti sassi. Ad. Lastra da Modrea. Framm. di calice rosso; framm. di orecchino. Ad. Lastra da Modrea. Fib. ad arco laminare, bottone. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta; framm. di bronzo. Ad. Lastra calce. Coppa ad alto piede rossa, calice; fib. serpeggiante. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. N. delle tomba 2314 2315 2516 2317 2318 2319 2320 2325 2324 2325 2326 2327 2328 2329 2330 2351 2332 2333 2354 2335 2336 Prof. metri 15 05 15 150) 02 15 10 02 05 Ce Pietra calc. Pent. ad orecch.; fib. ad occhiali, framm. di simile, anello. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato; framm. di fibula e di cintura. Ad. Senza pietra. Fibula ad arco laminare. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ossuario zonato. Ad. Lastra di schisto. Fib. a doppio ardiglione con vo- lute sovrapposte (Tav. XX, f 1), fibula serpegg., armilla. Ad. i Lastra da Modrea. Situla di bronzo contenente resina gialla; 2 fib. ad arco sempl a pendagli, 1 a doppio ardiglione (a tamburo), 2 a bottoni, framm. di altre 2 fibule, orecchino, 3 bottoni. Ad. Dappresso statta di fibula. Pietra calc. Pent. ventricosa; fib. a disco binato, 2 fusajuole. Ad. Dappresso fib. ad arco sempl. a pend. Pietra calc. Calice rosso; 2 fibule della Certosa e framm. di terza. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Fibula della Certosa. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pent. ad orecch.; spillone a glo- betti, coltello di ferro. Ad. Lastra di schisto. Fib. ad arco semplice a pendagli, fib. ad occhiali. Ad. Pezzo di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ossuario zonato. Ad. Lastra da Modrea. Calice rosso (T. V, £ 4), fibula ad arco laminare. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto rosso. Situla di ferro decomposta: 2 fibule della Certosa, anello. Ad. N, delle tombe 2337 2338 2339 2340 2341 2342 2348 2344 2345 2346 25347 2348 2349 2350 2351 2352 2359 2354 2355 2356 2357 2358 2359 2360 2361 2362 Prof. metri 13 15 15 15 153 15 15 13 13 L5 15 15 15 1.5 15 — 104 — Pietra calcare. Pentola ventricosa e ciotola ad alto manico; spillone a riccio. Ad. Pietra calce. Fib. ad occhiali, cintura, armilla. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calc. Fib. semilunata, perla di vetro. Ad. Lastra da Modrea. Ago. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Dappresso fibula lamimare. Lastra da Modrea. Senza aggiunte Bb. Dappresso mezza perla di vetro. Senza pietra. Framm. di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Pentola cilindrica. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchiettà contenente ciotoletta ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Framm. di fibula serpeggiante e di orecchino. Bb. Pietra calc. Calice e scodella. Fib. ad arco semplice a pendagli, orecchino. Ad. Pietra calce. Pent. ventricosa e scodella; fib. ad arco semplice. Ad. Lastra da Modrea. Framm. di situla di bronzo e di pentola cilindrica. Ad. Lastra di schisto. Framm. di fib., anello. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Calice; 3 fibule serpeggianti, 1 ad arco laminare, 3 pendagli (T. XXIV, £ 27). Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto rosso. Scodella; 3 fibule ad arco laminare. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Pent. ventricosa e scodella: fib. della Certosa, ago. Ad. Pietra calcare. Hib. serpeggiante. Ad. N, delle tombe 2363 2364 2365 2366 2367 2365 2369 2370 2376 2377 2375 2379 2380 2381 2382 2383 2384 2385 2386 20 18 1:5 ld 15 13 13 1:83 14 1:93 13 1-5 10 13 1:83 13 13 13 15 15 15 15 18 05 — 105 — Senza pietra. Spillone a globetti. Ad. Senza pietra. Ossuario; fib. serpeggiante. Ad. Pezzo di conglomerato. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Ciotola ad alto manico cont. cio- toletta idem, scodella; fram. di fib. Ad. Lastra di schisto. Pent. ad orecch. e scodella. Ad. xr. lastra da Modrea coprente tomba murata tutto all’ingiro, sicchè l’ossuario rimase vuoto. Oltre ai resti del rogo esso conteneva fibula serpeggiante, a sanguisuga, ad arco solido, 3 a bottoni (T. XVII, f. 4), di cui una con pendagli, torque, 3 bottoni, 2 per- lette, pinzetta, pendaglio a testa di bue (T. XXIV, f. 36). Ad. Sotto la lastra del precedente peraltro con propria pietra calce. Pent. ad orecchietta. Ad. Pietra calce. Pent. ad orecch.; ago di ferro. Ad. Pietra calc. Pent. ad orecch.; spillone a riccio. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calc. sopra tomba murata. 5 fib. ad occhiali, 2 a bottoni, di cui una a pendagli (T. XVI, £. 13), 2 serpeggianti, 3 a sanguisuga, una a doppio ardi- glione, orecchino, bulla (T. XI, f. 8), 4 anelli, perla di vetro fusa. Ad. Pietra calc. Pent. situlit. borchiata. Ad. Pezzo di schisto. Pent. ad orecch. e scodella. Ad. Pietra calc. Pent. ventricosa; spill. a globetti. Ad. Lastra di schisto. Framm. di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pezzo di schisto. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Pentola cilindr. contenente ossa di vitello. Ad. Lastra di schisto. Ossuario. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Framm. d’ orecchino. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 2387 2395 2356 2397 2398 2399 2400 2401 2402 24083 2404 2405 2406 2407 2408 2409) Prof. metri 13 1:8 15) 13 1b 10 15 15 20 1) 15 13 15 12 15 — 106 — (Sotto il preced.) Lastra calc. Calice e scodella; fib. ad arco semplice, a navicella, 2 della Certosa, armilla, perla di vetro, collana formata da 9 salta- leoni, 9 perle d’ambra, 2 pendagli a spirale binata ed 1 triangolare (T. XXV, f. 8). Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Framm. di bronzo. Ad. Lastra da Modrea. Pent. ventricosa cont. ciotoletta ad alto manico; fib. ad arco sempl. di ferro. Ad. Lastra da Modrea. Calice zonato; 4 fib. serpegg. Ad. Dappresso arco di fib. della Certosa. Lastra di schisto. Pent. cilindrica. Ad. Senza pietra. Anello. Ad. (Sotto il preced.) Pent. ad orecch. cont. ciotoletta ad alto manico, scodella; fib. ad arco semplice di ferro, 2 saltaleoni. Denti di cervo. Ad. Lastra cale. Pent. ventricosa pedata e scodella; fib. ad occhiali, a navicella, framm. di altra fib., salta- leone, armilla di ferro. Ad. Lastra calce. Calice zonato; 2 fib. ad arco lamin. Ad. Pietra calce. Pent. ad orecch. e scodella; 2 anelli. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra cale. Pent. lageniforme; spillone a riccio. Ad. Dappresso fib. a doppio ardiglione. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Ossuario con fib. ad arco sempl. di ferro, armilla, saltaleone. Esternamente pent. ad orecch. cont. ciotoletta ad alto manico, scodella. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Pietra calce. 2 ciotole ad alto manico; fib. ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calce. Ciotola ad alto manico; fib. ad occhiali. Ad. N. delle tombo 2410 2411 2412 2413 2414 2415 2416 2417 2418 2419 2420 2421 2422 2423 2424 2425 2426 2427 2428 2429 24530 2431 2432 2433 2434 2435 Prof, motri 15 15 15 1:8 15 1:5 15 15 (2 o RIONE a Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra cale. Pent. ad orecch.; fib. semilunata. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra da Modrea. Senza aggiunte. Ad. Gr. lastra da Modrea (1:50 X 1-70), sotto la quale giaceva anche la tomba seguente. Ossuario zonato : spill. a globetti, orecchino. Esternamente picc. fib. ad arco solido. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ossa di vitello. Ad. Pietra cale. Ciotola ad alto manico; spill. a globetti. Ad. Senza pietra. Fib. a sanguisuga: orecchino. Ad. Pietra cale. Pent. situlif.; fib. ad arco semplice. Ad. Lastra di schisto. Anello. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Ossuario. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Sotto la stessa lastra. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Pent. ad orecchietta; framm. di bronzo. Ad. Dappresso manico di situla. Lastra da Modrea. Scodella; spillone. Ad. Lastra di schisto. 2 fib. della Certosa rimodernate a doppio ardiglione, 2 biserpeggianti, pendaglio a secchiello. Ad. Pietra. cale. Senza aggiunte. Ad. Dappresso fib. della Certosa ed anello. Senza pietra. 2 fib. della Certosa ed arco di terza. Ad. Pietra calc. Pent. ventricosa e scodella; spillone a globetti. Piede di bue. Ad. Lastra di schisto. Pent. ad orecch. Ad. Dappresso fib. a sanguisuga. Lastra di schisto. Fib. ad arco sempl. a pendagli, al- tra ad arco sempl. di ferro, ad arco lamin., a doppio ardiglione (T. XX, f. 4), 2 della Certosa, orecch. Ad. N. delle tombe 2436 2437 2438 2439 2440) 2441 2449 2443 2444 2445 2446 2447 2448 2449 2450 2451 2452 2453 2454 2455 2456 2457 2458 15 03 15 15 15 08 1-5 15 15 15 5 YO Pietra calce. Pent. ad orecch.; tib. ad arco semplice e ad occhiali. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Blocco calce. Pent. ventricosa cont. ciotoletta ad alto manico punteggiata; 2 fib. ad occhiali, 1 ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Scodella. Ad. Lastra da Modrea. Situla di bronzo disegnata (T. III, f 2); 4 fibule della Certosa, cintura. Ad. Dappresso fibula della Certosa. Pietra calc. Pent. ad orecch.; spill. a riccio. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Framm. di vaso di bronzo; staffa di fibula. Ad. Sotto la precedente. Lastra di schisto. 2 fib. ad arco laminare, framm. di cintura. Ossilegio di adulto quasi senza carboni. Ad. Lastra da Modrea. Pent. ventricosa, ciotola ad alto manico e scodella, in quest’ultima pezzo di cintura. Fib. ad occhiali, semilunata e ad arco semplice di ferro, anello, collana formata da 112 perle di vetro con fermaglio d’osso (T. VIII, f. 3), altri pezzi di cintura. Ad. Dappresso nella terra a 50 cent. di prof. fib. La Tène e fibbia, ambedue di bronzo. Pietra calcare. Spillone a riccio. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Fibula a doppio ardiglione. Ad. Lastra calc. Pent. ad orecch.; spillone a globetti. Ad. Senza pietra. Fibula della Certosa. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calce. Ciotola ad alto manico; spill. a globetti. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Dapp. anello. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. 2459 2460 2461 2462 2463 2464 2465 2466 2467 2468 2469 2470 2401 2472 2473 2474 2479 2480 2481 2482 2483 2484 Prof. metri 18 08 18 05 — 109 — Lastra di conglomerato. Spillone a riccio. Ad. Pietra cale. Pent. ad orecch. e scodella: 2 fibule ad occhiali, 1 a navicella, saltaleone, pendaglio in forma di anello, anellino, torque di ferro. Ad. Lastra di schisto. Ossuario zonato; 2 fibule serpeg- gianti. Ad. Pietra calce. Pent. ad orecch. e scodella; 2 saltaleoni. Ad Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Pentola ad orecchietta. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di conglomerato. Senza aggiunte. Ad. Lastra calc. Scodella:; fib. a disco binato, ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calce. Pent. ventricosa cont. ciotoletta ad alto manico borchiata (T. VII. f. 13), scodella; fib. semi- lunata, a disco binato, ad arco sempl. di ferro. Ad. Lastra calce. Pent. ventricosa; spillone a globetti. Ad. Lastra calce. Ossuario cont. pent. ad orecch.; fib. ad occhiali ed a navicella. Ad. Lastra di schisto. Pent. ad orecch. cont. ciotoletta ad alto manico borchiata; fib. ad occhiali, gr. anello. Ad. Blocco cale. Pent. situlif. a due anse, coppa i’ alto piede con sottoposto manico (T. VI, f. 6); sp. . a globetti, coltello di bronzo (T. XXVIII, f. 7). Ad. Senza pietra. Staffa di fibula. Ad. Blocco calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra cale. Pentola; spillone a globetti con schermo d’ ossor(T, XXI: £ da Adi Lastra calc. Pent. situlif. e scodella; spill. a globetti. Ad. Lastra da Modrea. Pent. situlif. Ad. Senza pietra. 2 fib. serpeggianti. Ad. N. delle tombe 2485 2486 2489 2490) 2491 2492 2493 2494 2495 2496 2497 2498 2499 2500 2501 2502 2505 2504 2505 2506 Se (O Lastra di schisto. Framm. di bronzo. Ad. Blocco calcare. Framm. di ciotola ad alto manico, di pentola ventricosa e di scodella: ago. Ad. Pietra calce. Pent. ad orecch.: spill. a globetti. Ad. Lastra di schisto. Ossuario zonato cont. 2 fibule serpeggianti. framm. di cintura, amo (?), coltello di ferro. Ad. Lastra da Modrea. Pent. ad orecch.; gancio e piastra da cintura, spill. a globetti, coltello di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calce. Pentola ad orecch.: 2 fib. ad occhiali. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Blocco calce. Pent. ventricosa; fib. semilunata. Ad. Blocco calce. Pent. ventricosa: fib. semilunata, spill. a globetti (T. XXII, f. 20), due aghi. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calce. Pent. ad orecch. e scodella: fib. a disco binato e ad arco sempl., catenella. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calce. Pent. ad orecch. e scodella; ago. Ad. Lastra di schisto. Anello. Ad. Pietra calc. Pent. ad orecch. e scodella; spillone di ferro, tramm. di bronzo. Ad. (r. lastra da Modrea, sotto la quale giaceva inoltre la tomba seguente. Pentolino ad orecchietta la cui bocca era chiusa perfettamente da una lastrina di schisto, sicchè non vi penetrò traccia di terra. In esso, ciotoletta borchiata mancante del manico. Il pentolino giaceva sopra un ossuario totalmente pieno di carbone, tra cui si raccolse spillone a riccio e framm. di armilla. Esternamente coppa ad alto piede. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Pent. ad orecch.; spillone. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calc. Pent. ad orecch. Ad. Pietra calc. Pent. ad orecch. Ad. N. delle tombe 2507 2508 2509 2510 2511 2512 2013 2514 2515 2516 2517 2518 2521 2522 2523 2524 2525 2526 2527 2528 2529 2530 Prof. metri 0-8 195 08 1:8 05 13 03 15 183 eb 15 15 06 15 15 05 13 15 10 — 11 _— Pietra calc. Spillone a globetti. Ad. Blocco calc. Fib. semilunata (T. XII, f. 6). Ad. Gr. lastra di schisto. Ossnario zonato; 2 fib. serpeg- gianti con sovrapposti uccellini. Ad. Sotto la precedente. Pietra calc. Senza agg. Bb. Lastra di conglomerato. Fib. ad arco sempl. a pen- dagli, a doppio ardiglione, bottone. Ad. Pietra calce. Pent. cilindrica; fib. ad occhiali, pen- daglio triangolare finestrato (T. XXIV, f. 21). Ad. Blocco cale. Scodella; spillone a globetti. Ad. Pietra calce. Pentola ad orecch. disegnata. Ad. Pezzo di conglomerato. Senza aggiunte. Bb. Lastra calce. Pent. situlif.; fib. ad arco sempl. ed a disco binato. Ad. Dappresso lamina di bronzo. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Blocco calcare. Pentola situliforme e scod.; spillone a globetti. Ad. Lastra da Modrea. Pent. situlif.: spillone a globetti, framm. di cintura. Ad. Lastra da Modrea. Pent. ventricosa; 3 braccialetti, di cui uno di ferro, lungo tubetto cavo di bronzo, catenella, fusajuola (T. XXV, £. 10). Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto rosso. Senza aggiunte Bb. Senza pietra. Framm. di bronzo. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto rosso. Fib. serpeggiante e framm. di altra simile. Ad. Gr. lastra calce. Gr. pent. ad orecch., scodella; spill. a riccio. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare Fib. della Certosa. Ad. N. delle tombe 2534 2542 2548 2544 2545 2546 2547 2548 2549 2550 2551 2552 2553 2554 2555 2556 2657 2558 2559 2560 2561 2562 Prof. metri 08 1:3 (0729) 0-5 05 04 04 (0x9) 05 10 0.5 08 O4 03 0.3 03 0:5 10 13 15 0-7 10 05 — 112 — Lastra di schisto. Situla di bronzo: fibula ad arco sempl. a pendagli, a sanguisuga, a bottoni, 2 orec- chini, 2 perle di vetro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Pent. ad orecchietta: fib. ad arco semplice di ferro. Ad. Pietra calc. Pent. situlif. e scodella. Ad. Lastra calce. Pent. ad orecch. e scodella; spillone a globetti. Ad. Pietra calce. Pent. ad orecch.; fib. ad arco semplice di ferro, armilla. Ad. Blocco calc. Pent. situlif. e scodella; spillone a ca- pocchia ingrossata. Ad. Senza pietra. Pent. ad orecch. e scodella. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Spill. a glob., 2 pinzette (T. XI, f. 7). Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Pent. ad orecch. e scodella; spillone a capocchia ingrossata (T. XXIII, f. 24). Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Pent. ad orecch.; 4 fib. serpegg. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calc. Pent. ad orecch.; 2 spill. a riccio. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ossa di lepre. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ossuario a manichi a bottone cont. pent. ad orecch.; fib. ad arco sempl., orecchino. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ossuario zonato; fib. ad arco lam. Ad, Lastra di schisto. Ossuario; pendaglio, bottone. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calce. Pent. ad orecch. e scodella. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pezzo di schisto. Spillone a globetti. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. N.delle tombe 2565 2564 2565 2566 2567 2568 =] Za -—] =] DO DS = LO Dl 2578 2579 2580 2586 Prof. metri (06 (025) 03 01 0:83 (01 02 15) ded 10 159) (0,2: 06 03 OI 0-2 OI 01 — 113 — Lastra di schisto. Pent. ad orecch. cont. ciotoletta ad alto manico, scodella; fib. ad arco sempl. e torque, ambedue di ferro, grande anello. Ad. Senza pietra. Pent. ad orecch. cont. ciotoletta ad alto manico; spillone a riccio. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pent. ad orecch. e scodella. Ad. Tomba sfracellata senza pietra con framm. di situla di bronzo e due pendagli. Ad. (Sotto la precedente) Senza pietra. Pent. ad orecch. cont. ciotoletta ad alto manico: spillone a riccio. Ad. Senza pietra. Pent. ad orecch.; fib. ad occhiali, ad arco semplice di ferro, anello. Ad. Pietra cale. Pent. ad orecch.; coltello di ferro. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Spillone a globetti. Ad. Pent. lageniforme e scodella; fib. ad arco semplice di ferro. Ad. Lastra di schisto. Pent. ad orecch.; fib. a navicella, torque di ferro, perla di vetro. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Pent. ventricosa capovolta, piena di carboni e cont. alcuni tramm. di altra pentola: spillone a globetti, anellino. Ad. Lastra di schisto. Pentola ventricosa; spillone a riccio Ad. Lastra da Modrea. Coppa ad alto piede e pentola situlif.; spillone a globetti, placca da cintura. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Fib. ad arco sempl., armilla di ferro. Ad. Senza pietra. Ossuario; fibula ad occhiali, ad arco semplice di ferro, gancio da cintura. Ad. Senza pietra. Ossuario. Ad. N.delle tombe 2587 2588 2659 2590) 2591 2592 2593 2594 2595 2596 9597 2598 2599 2500 2601 2602 2603 2604 2605 2606 2607 Prof. metri ()] ():3 02 ():8 18 150 — 114 — Senza pietra. Ossuario zonato; fib. a balestra con dischetti sull’ arco e sulla statta (fib. a tamburo). Ad. Pietra calce. Pent. ad orecch. con ornato ondulato a rilievo: coltello di ferro. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Pentola ventricosa: fib. ad arco semplice. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pent. ad orecch. cont. pezzo di ossuario ; framm. di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pent. ventricosa. Vertebre d’a- gnello. Ad. Pietra calce. Pent. situlif.: framm. di spillone. Ad. Tomba distrutta senza pietra e senza aggiunte. Ad. Pietra cale. Ciotola ad alto manico cont. ciotoletta a manico rilevato borchiata: ago. Ad. Pietra calce. Ciotola ad alto manico. Denti di pe- cora. Ad. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Senza pietra. Fib. ad arco semplice a pendagli, a sanguisuga, ad arco laminare, orecchino. Ad. Senza pietra. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Pentola ventricosa. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calce. Ciotola ad alto manico: spillone a glo- betti. Ad. Lastra di schisto. Pent. ad orecch.; spill. a globetti. Ad. Gr. lastra cale. (1:50 X 1:70 m.), sotto la quale com- parve l’ossuario zonato (T. I, f. 4), ai cui fianchi, coperte da due piccole lastre di schisto, trovavansi le tombe 2608 e 2609, come pure la tomba 2610 difesa da una pietra calcare. Nell’ ossuario, per metà vuoto, giaceva situla di bronzo involta in fino tes- suto. In questa trovavasi ciotoletta ad alto manico di vetro ed al fondo 10 avellane. Lateralmente N. delle tombe 2608 2609 2610 2611 2612 2618 2614 2615 2616 2617 2618 2619 2620 2621 2622 2628 2624 2625 2628 Prot. metri — 115 — coppa rossa pedata (T. VI, f. 7). Oltre ai carboni erano nell’ ossuario 8 fib. serpeggianti (T.X VIT, f. 10), di cui 2 a 4 rosette laterali (f. 8), ed un coltellino di ferro. Esternamente pochi carboni con staffa di fibula. Ad. Lastra di schisto. Ciotola ad alto manico. Ad. Lastra di schisto. Saltaleone. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ciotola ad alto manico, scodella. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Calice. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calce. Framm. di pentola; perla di vetro. Ad. Dappresso framm. di fibula a doppio ardiglione. Lastra di schisto. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Ossunario cont. pent. ad orecch. disegnata con incrostazioni bianche (T. V, tf. 14): framm. di bronzo. Ad. Lastra di conglomerato. Ciotola ad alto manico. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra da Modrea. Pent. ad orecch.; 2 fib. ad arco sempl., di cui una di ferro, framm. di bronzo. Ad. Senza pietra. Ossuario; fib. della Certosa rimoder- nata a doppio ardiglione. Ad. Lastra di schisto. Pent. ad orecch. e scodella; fib. ad occhiali, ad arco semplice di ferro, armilla, pen- daglio laminare. Ad. Gr. lastra calce. Calice; 4 fib. ad occhiali, 1 ad arco sempl., 4 a navicella di cui 2 più picc, torque, 7 anelli (T. XXIV, f. 5, 7), 10 perle di vetro, pezzi di ferro. Ad. N. delle tombe 2629 26530) 2631 2632 2633 2634 2639 2640 2641 2642 2643 2644 2645 2646 2647 2648 2649 — 116 — Scavo del 1891 sul fondo della Società Adriatica. Prof. metri (029) (023) 08 5 LO 05 1:0 16) 0-8 1:0 10 07 (6 0-7 0-6 ():8 05 Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Blocco calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calce. Pent. situlif ; spill. a globetti. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato; 2 fib. della Certosa, anellino, piastrina di cintura (TT. XXVII, f. 5). Ad. (sotto il precedente) Lastra da Modrea. Ossnario zonato: 2 fib. biserpeggianti. Ad. Pietra cale. Spill. a globetti (T. XXIII, f. 8). Ad. Pietra cale. Pendaglio in forma di anello. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Armilla, perletta di vetro. Ad Senza pietra. Ossuario zonato: fib. a doppio ardi- glione con piede in forma di testa d’animale, framm. di fib. ad arco sempl. a pendagli e di serpeggiante, orecchino, anello, 3 perle di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra cale. Pent. ad orecch. nera, cont. ciotoletta ad alto manico rossa; framm. di spillone. Ad. Lastra di schisto. Pent. ventricosa cont. tazza ad alto manico e scodella; fib. ad arco sempl. di ferro. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Ossuario zonato; orecchino. Ad. Lastra di schisto. Fib. a drago di ferro, piastra rettangolare da cintura (T. XXVII, f 2), armilla, anello. Ad. Blocco cale. Pent. ad orecch.; spill. a globetti. Ad. Gr. lastra calce. coprente anche le due tombe se- guenti. Framm. di calice zonato e di scodella; fib. ad arco sempl. a pendagli, ad arco laminare, ser- peggiante (T. XVII, f. 7) e 2 a bottoni, orecchino, 3 bottoni. Ad. N. delle tombe 2650 2651 2652 2655 2654 2662 2665 2664 2665 2666 2667 (03 (08 4 08 — 117 — Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra; pent. ventric. e coppa ad alto piede. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Fib. della Certosa e framm. di simile, fusajuola. Ad. Dappresso anello (1. XXIV, £. 6) e piastra da cintura. Pietra calcare. Scodella. Ad. Lastra da Modrea. Calice. Ad. Dapp. fib. della Certosa. Scavo del 1891 sul fondo Velicogna. Tomba distrutta senza pietra e senza agg. Ad. Lastra di schisto. Framm. di bronzo. Ad. Pietra cale. Fib. ad arco sempl. a pendagli, fibula serpeggiante, orecchino. Ad. Lastra di schisto. Anello. Ad. Lastra di schisto. Calice; ago di fibula, pezzo di piombo che servì per racconciare una pentola. Ad. Lastra di schisto. Ossuario non cotto; fib. semilu- nata, anello, orecchino, 8 bottoni. Ad. Gr. lastra da Modrea, sotto la quale apparve l’ os- suario zonato, cont. una pent. lageniforme vuota al pari della scodella giacente allato ed un po’ incli- nata; 3 fib. ad arco laminare di cui 2 con espan- sione nell’arco, 2 serpeggianti. Fuori dell’ ossuario altra serpeggiante. Ad. Dapp. fib. a bottoni. Senza pietra. Fib. ad arco laminare, orecchino. Ad. Lastra da Modrea. Situla di bronzo; fib. a navicella, ad arco semplice a pendagli. a sanguisuga, biser- peggiante, anello, 2 orecchini. Ad. Senza pietra. Un’ avellana. Bb. Lastra di schisto. Cista a cordoni e scodella costata nera; fib. ad arco sempl. a molti pendagli (T. XII, f. 2), fibula a sanguisuga, serpeggiante, a bottoni, orecchino, 6 anelli, 40 perle d’ ambra. Ad. N. dello tombe 2665 26569 20671 be n CrIMeE SES > o De Le N i 2681 2682 2688 2684 2685 2686 Prof. metri (13 ()°6 ():3 10 Sese — Senza pietra. Fibula ad arco laminare, a bottoni, 2 della Certosa, 8 bottoni, 3 perlette di vetro. Ad. Senza pietra. Framm. di pentola; fibula a bottoni, orecchino. Ad. Lastra di schisto. Calice; fibula serpeggiante, staffe di fibula della Certosa e di altra fibula, framm. di bronzo. Ad. Lastra di schisto. Calice graffito (T. IV, f. 12), scodella costata (T VI, f. 14); fib. ad arco sempl. a pendagli, serpeggiante, ad occhiali, 2 a sanguisuga, 3 a bottoni, armilla a spira, 4 orecchimi, fusajuola. Ad. Gr. lastra da Modrea. Cista a cordoni con coperchio di vimini, sul quale giaceva un pezzo di legno. Nella cista una tazzina di legno (T°. II, f. 3); fib. ad arco sempl. a pendagli, a navicella, 3 a sanguisuga, 2 orecchini, 28 anellimi e 21 dischetti di bronzo (DO XSVIIEA Oa oa Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Perlette di vetro. Ad. Lastra di schisto. 2 fibule della Certosa. Ad Picc. lastra da Modrea. Scodella e calice; 4 fibule serpeggianti. Ad. Dapp. nella terra astuecio di bronzo. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Calice vuoto: 2 fib a bottoni; 2 serpeggianti, 3 ad arco laminare, 5 della Certosa. Ad. Senza pietra. Fib. ad arco laminare. Bb. Lastra da Modrea su cui giaceva pezzo di schisto. calice nero e scodella: fib. serpeggiante. Ad. Senza pietra. 2 fibule della Certosa. Ad. Lastra di schisto. Fib. della Certosa, orecchino. Ad. Senza pietra. 4 fib. della Certosa, pezzo di manico di coltello dosso disegnato (T. XXVII, f. 17). Ad. Lastra di schisto. 4 fib. serpeggianti e 2 biserpeg- gianti. Ad. Senza pietra. 2 fib. biserpeggianti. Ad. Lastra da Modrea circondata da blocchi; framm. di pentola cilindrica e pezzo di bronzo. Ad. N, della tombe 2687 2688 2689 2690 2691 2692 2695 26094 2695 2696 2697 2698 2699 2700 201 2702 2703 2704 Prof. metri (0x9) (029) (029) (4 165) 1:0 01 ():4 ():3 (Y-d 4 Mg Lastra da Modrea. Ossuario zonato, rattoppato con piombo, cont. calice zonato (T. IV, t. 4). Ad. Lastra calce. Calice; 3 fibule serpeggianti. Ad. Po- chissimi carboni. Pietra calce. Framm. di bronzo. Ad. Lastra di conglomerato. Calice rattoppato con piombo (T. IV, f 11); fib. ad occhiali. Ad. Lastra di schisto. Calice; fib. serpeggiante. Ad. Lastra da Modrea. Ossuario zonato; fib. ad arco sempl. a pendagli, bottone. Ad. Lastra di schisto. Fib. ad arco sempl. con anello, a sanguisuga, serpeggiante, orecchino. Ad. Lastra da Modrea. Ossuario cont. situla di bronzo, involta in tessuto grossolano, nella quale trovavasi tazzina di legno. Lateralmente un coperchio di vi- mini contesti; 1 fib. serpeggiante, 2 biserpeggianti. (T. XVIII, f. 5). Esternamente una scodella. Ad. Gr. lastra da Modrea. Ossuario zonato a pareti molto grosse e cont. molti sassi sebbene la lastra fosse intatta. Fib. serpeggiante e framm. di simile, 5 pendagli, coltello di ferro con manico d’osso dis. (Pa DEREVL Ida 16) sAd. Lastra di schisto. Ossuario zonato. Ad. Senza pietra. Picc. fib. della Certosa. Bb. Gr. Lastra da Modrea. Calice. Ad. Lastra cale. 2 fib. biserpeggianti. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato; fib. ad arco lammare, picc. piastra da cintura. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato; framm. di bronzo. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato:; 2 fib. della Certosa e framm. di altre due, 2 anellini. Ad. Lastra da Modrea. Ossuario zonato. Ad. Senza pietra. Ossuario non cotto. Ad. N. delle tombe 2705 2706 NG MM DM ro N 2 = DO i LS I’rof. wetri (029) 1:0 0-6 10 10 10 13 TEO) 02 de5 165 Je (GX) 0-7 (0x9) 418 — Scavo del 1891 sul fondo della Società. Lastra di schisto. Ossuario; framm. di situla di bronzo: fib. della Certosa, orecchino. Ad. Lastra da Modrea. Fib. della Certosa. Ad. Dapp. altra fib. della Certosa. Senza pietra. Staffa di fib. a doppio ardiglione con piede quadrato (T. XIX f. 18). Ad. Senza pietra. Ossuario zonato rattopp. con piombo. Ad. Dapp. nella terra coltello di ferro e perla di vetro. Lastra da Modrea. Fib. della Certosa. Ad. Pietra calce. Ossuario zonato; 2 fib. ad arco lamin. pezzo di piombo. Ad. Pietra cale. Due ciotole a ventre gibboso e portanti sul manico rilevato, l’ uno teste di bue, l’altro di maiale (2) (T. VI, f. 15), ciotoletta ad alto manico a grandi borchie (T. VII, f. 6); 3 fib. serpeggianti. Ossa di lepre. Ad. Senza pietra. 2 fib. serpeggianti, 1 della Certosa. Ad. Dappresso spillone. Tomba distrutta senza pietra e senza agg. Ad. Senza pietra. Fibula con statta a testa d’ animale orecchino. Ad. Senza pietra. Un’ avellana. Ad. Senza pietra. l'omba distrutta con framm. di bronzo. Ad. Dappresso fibula a doppio ardiglione. Senza pietra. Fib. serpeggiante con statta a testa d’animale. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Fibula a navicella. Ad. Pietra calc. 2 fib. della Certosa, tramm. di bronzo. Ad. Lastra .di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Calice zonato, rattopp. con resina. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato. Ad. Senza pietra. Ago. Ad, N, dalle tombe 2726 2727 2728 2729 NON —]o <<] 1 ps (» (iS) =] 4» DO Prof. motri 10 10 15 13 110) Jta0, 03 0°2 O4 0-6 ():8 1:0 9 Lastra da Modrea. Calice zonato, fib. biserpegg. Ad. Gr. lastra calce. Anello, perla di vetro. Ad. Lastra di schisto rosso. Due orecchini (T. XXIV, f. 14). Ad. Lastra da Modrea. Occipite umano d’adulto non combusto, senza aggiunte. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra calc. Ossuario zonato, rattoppato con resina. Ad. Senza pietra. Ago di fib. Ad. Dapp. pezzo di celt di ferro. Lastra di schisto. Ossuario zonato; perla di vetro. Ad. Senza pietra. Fibula serpeggiante. Ad. Lastra da Modrea. Pentola a manico gemino rat- toppata con piombo (T. VI, f. 17) e scodella; orec- chino. Ad. Lastra da Modrea. Calice zonato e scodella. Ad. Lastra di schisto. Fib. serpeggiante. Ad. Lastra da Modrea. Calice; fib. serpeggiante, coltello di ferro. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Calice; fibula biserpeggiante. Ad. Lastra da Modrea. Pentola ad orecch. rattoppata con piombo in molte parti; fibula ad arco solido. anello. Ad. Lastra di schisto. Calice zonato ; fib. della Certosa. Ad. Pietra calcare. Frammento di calice rattoppato con piombo ; fibula della Certosa. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Lastra da Modrea. Grande fibula ad occhiali, ad arco semplice con appesovi anello, ad arco solido (T. XV, f. 13), a sanguisuga foracchiata, serpegg. Ad. Lastra da Modrea. Anello, pezzo d’armilla. Ad. Senza pietra. Fib. ad arco laminare, serpegg. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Calice rattoppato con piombo. scodella; fibula ad occhiali. Ad, 2060 Dl Prof, metri 10 10 10 15 05 (I ()-8 0-6 05 — 122 — Lastra di schisto. Staffa di fibula. Ad. Lastra di schisto. Calice e scodella; fib. serpegg. Ad. Lastra da Modrea. Calice e scodella; anello. Ad. Lastra da Modrea. Calice; fib. ad arco semplice con anelli, 2 fib. ad arco laminare, 40 bottoni, armilla, 10saltaleoni, 328 bottoncini, perle di vetro. Ad. Senza pietra. Pezzo di catenella, perla di vetro. Ad. Senza pietra. Fibula serpeggiante. orecchino. Ad. Senza pietra. Pentola cilindrica. Ad. Dappresso fibula serpeggiante. Grande lastra calcare. Calice e scodella; spillone a globetti. Ad. Dappresso orecchino. Lastra da Modrea coprente tomba murata con pic- coli sassi sovrapposti. L’ossuario intero perfetta- mente vuoto di terra, contenente calice, scodella, fib. ad arco sempl. con anelli, ad occhiali, a bottoni (T. XVII, £. 2), a navicella, 3 ad arco laminare e 4 armille, tra cui una molto larga, sicchè pare aver servito per il piede. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Calice e scodella; 2 fib. serpegg. di cui una ristaurata (T. XVIII, £. 10) e 2 biserpeg- gianti. Ad. Lastra da Modrea. Calice e scodella; tib. ad arco sempl. con anello, 2 orecchini. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Ossuario zonato. Ad. Senza pietra. Fib. della Certosa, fram. d’orecchino. Ad. Lastra di schisto. Calice e scodella; fib. serpeg- giante e fib. biserpeggiante. Ad. Lastra da Modrea. Ossuario zonato; 4 fib. serpeg- gianti, 2 bottoni. Ad. Senza pietra. Orecchino, anello. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Calice, scodella e fram. di pent. cilindrica; fib. biserpeggiante. Ad. Prof. metri 13 LO 08 (3 15 — 123 — Lastra calcare. Pentola lageniforme; fib. ad arco semplice con anelli ad ambidue i ricci (T. X, f. 2), a bottoni, 2 anelli aperti. Ad. Dappresso fram. di cintura. Lastra da Modrea. Calice e scodella; 3 fib. serpeg- gianti di cui una ristaurata. (T. XVIII, f. 9) e 2 biserpeggianti. Ad. Senza pietra. Calice e scodella; spillone a riccio. Ad. Dappresso fib. a navicella. Tomba distrutta senza pietra; 2 fibule ad arco laminare. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra calcare. Pentola ad orecchietta. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Fram. di fib. e di orecchino. Ad. Grande lastra da Morea. Senza aggiunte. Ad. Grande lastra da Modrea. Situla di bronzo; 53 fib. ad arco laminare, 2 serpeggianti. Ad. Dappresso fram. di fibula, di armilla e pezzo di lamina. Lastra da Modrea. Calice contenente resti di cintura (T. XXVII, f. 6); 2 fib. serpeggianti, di cui una a doppia voluta. Ad. Lastra da Modrea. Pentola ventricosa e scodella: fib. ad arco semplice (T. XIII, f. 1), a bottoni, serpeggiante coll’arco finestrato, a doppio ardiglione (Ei XI) Ad Grande lastra di schisto. Situia di bronzo circondata da tessuto e coperta da vimini contesti e corteccia d’albero, contenente sostanza resmosa: fib. ad arco sempl. a pendagli, 5 fib. a sanguisuga, 2 orecch. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Tomba coperta da molti sassi, che formavano una specie di volta, su cui erano sparsi dei carboni ed alcuni pezzi di ferro, e sotto la quale giaceva lo scheletro intero di un cavallo giovane, munito di N,.dealla tombs 2801 28302 2803 2804 2505 2806 Prof, metri 1:0 1°5 (039) 05 freno di ferro a sbarra snodata. Dappresso nella terra fibula a bottoni e perla di vetro. Grande lastra da Modrea. Ossuario di bronzo in forma di grande situla, contenente cista a cordoni (T. IT, f. 8) piena d’acqua, 4 fibule biserpeggianti, pezzo di cintura e di armilla. Esternamente una scodella. Ad. Dappresso fram. di bronzo. Senza pietra. Scodella rossa con zone a grafite. Ad, Senza pietra. Fram. di situla di bronzo e manico di cistella o situlina; fib. della Certosa. Ad. Grande lastra da Modrea. Situla di bronzo circon- data da corteccia d'albero; fib. ad arco semplice con molti pendagli (TT. XI, f. 3), a bottoni, ad arco laminare, 2 anelli, 2 orecchini. Ad. Lastra da Modrea. Senza aggiunte. Ad. Lastra da Modrea. Fib. ad arco sempl., a sanguisuga, tubetto PIXXVI E 42). AR Senza pietra. Calice rosso zonato e borchiato; fib. della Certosa. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Lastra da Modrea. Ossuario: orecchino, anello. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Anello. Ad. (Grande lastra calcare. 2 fib. serpeggianti, 3 ad arco laminare, anello a bottoni, tram. di cintura, 3 grossi aghi quadrangolari di ferro. Ad. Senza pietra. Fib. ad arco sempl. con anelli. Ad. Lastra da Modrea. Calice e scodella; fib. a sangui- suga, a bottoni, 5 ad arco solido, anello, armilla, grosso ago quadrangol. di ferro ('T. XXIII, f. 25). Ad, Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Ossuario non cotto; tibula della Uertosa, pendaglio. Ad. Grande lastra da Modrea, tolta la quale si presentò l’ossuario un po’ inclinato, contenente un calice di bronzo vuoto, ("l. II, f. 4), nel quale al fondo N. delle tombe 2807 280)S 2809 2810 2511 2812 2815 2814 2815 2816 2817 2818 2819 2820 Prof. metri (0 01 ():5 10 10 05 10 trovavasi una sostanza bruna, derivante forse da una cintura di cuoio decomposto. Nell’ ossuario solo ossa bruciate con una fibula biserpeggiante: i carboni esternamente intorno allo stesso e tra questi 2 fib. biserpeggianti, bottone ed ossa d'agnello. Ad. Dap- presso ago di bronzo. Senza pietra. 3 fib. della Certosa, orecchino. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato; fibula a navicella, a sanguisuga, della Certosa, 2 orecchini, anello. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato. Ad. (*r. lastra da Modrea. Ossuario contenente calice. in questo ciotoletta ad alto manico con eroce sul fondo (T. XXIX, £. 12); fib. ad arco sempl. con staffa allungata, serpeggiante, 2 a navicella, 2 a bottoni di cui una larga a losanga (T. XVII, f. 3). armilla, 2 anelli aperti e striati. Esternamente scodella. Ad. Dappresso tram. d'anello e d’orecchino. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Ossuario contenente fib. serpegg. e 2 spilloni a globetti. Esternamente calice ventr. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Ossuario zonato. Calice; 2 fib. della Certosa. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra; 2 perle di vetro. Ad. Dappresso fib. della Certosa, 2 mezze perle e sauroter di lancia di ferro. Lastra da Modrea. Ossuario non cotto; grande fib. ad occhiali (T. XXI, f. 1), gr. anello aperto. Ad. Dappresso nella terra anello, perla di vetro, coltello di ferro ed altri pezzi ossidati di questo metallo. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Grande lastra da Modrea. Situla di bronzo a due manichi (T. II, f. 6), con coperchio, cont. cintura di cuoio con piastrina di bronzo (1. XXVI, £. 10). Esternamente 2 spill. a globetti ed a riccio. Ad. N. delle tombe 2821 2822 2823 2824 2825 2826 2827 2828 2829 2830) 2551 2892 2835 2834 2835 ()0 10 1:0 15 10 0-2 ()-6 10 0) 1:0 (5 ():3 a 0) e Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Fib. a sanguisuga, anello. Ad. Dap- presso nella terra, a 40 cent. di profondità, lung? spada di ferro. (T. XXVIII, f. 6). Lastra da Modrea. Ossuario zonato, cont. situla di bronzo, circondata da corteccia, sulla cui bocca giaceva scodella d'argilla (non capovolta); fib. ad arco sempl. con pendagli, 3 fib. ad arco laminare, La doppio ardiglione, 4 anelli, armilla, orecchino. pendaglio a bulla triangolare, 3 bottoni. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato; fib. serpegg. Ad. Lastra da Modrea. 2 Fibule serpeggianti. Ad. Lastra da Modrea. Ossuario zonato riempiuto total- mente di terra, solo esternamente pochi carboni. Ad. Grande lastra da Modrea, sulla quale giacevano molti blocchi. Ossuario zonato cont. situla di bronzo contornata da fino tessuto, e scodella. Nella situla trovavasi resima. Fib. ad arco sempl. con pendagli, serpeggiante, ad arco laminare, a sanguisuga. della Certosa, a doppio ardiglione, 4 anelli, orecchino, bottone, 55 perle d’ ambra e 2 di osso. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Gr. lastra calcare (1‘90 X 1550) coperta da grossi blocchi. Frammentuzzo di calice: fib. a doppio ar- diglione con staffa a testa di drago, fram. di altra fibula. Ad. Lastra da Modrea. Gr. calice zonato (T. IV, £. 13) e scodella; 2 fib. biserpeggianti. (T. XVIII, f. 4) Ad. Dappresso staffa di fib. a bottoni, lamina di bronzo e perla di vetro. Lastra da Modrea. Situla di bronzo circondata da fino tessuto, scodella: 4 fib. della Certosa, anello. Ad. Dappresso ago di bronzo e bottone. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Pendaglio. (T. XXIV, f. 32). Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. N. delle tombe 2836 2837 2838 2839 2840) 2841 9842 2548 2844 2845 284} 2847 2848 2849) 2850 Prof. metri 1-0 ():05 (0 1:0 )4 1-0 1-0 iO Lastra da Modrea sulla quale. giaceva gr. cumulo di blocchi. Pentola ventricosa e scodella; fibula ad arco sempl. a nodi, 2 fib. ad occhiali, 1 a navicella, armilla. Ad. Grande lastra da Modrea. Situla di bronzo costata (T. II, f. 11) con coperchio di vimini contesti e corteccia d’albero: fib. ad arco sempl. con pendagli, 3 della Certosa, 6 perlette di bronzo. Ad. Senza pietra. Fram. di due fib. biserpegg. ed ago di altra fib. Ad. Senza pietra. Fib. a bottoni, pendaglio triangolare a bulla, fram. di cintura. Ad. Lastra di schisto. Pentola cilindrica cont. fibnla a bottoni. Esternamente fib. ad arco sempl. con pen- dagli, orecchino, bottone. Ad. Blocco calcare, coprente tomba circondata da altri massi. Calice ventricoso nero e scodella: tfibula ad arco sempl. a lunga staffa (T. X, f. 8), ad occhiali, a bottoni (T. XVII, £. 1), 2 a navicella, 2 anelli. Ad. Dappresso perla di vetro. Lastra di schisto. Fram. di ossuario di bronzo: fib. a doppio ardiglione, tram. di orecchino. Ad. Lastra da Modrea. Calice (T. V, f. 3); fib. ad arco sempl. con pendagli, ad arco laminare, della Certosa, orecchino. Ad. Lastra da Modrea. Fib. ad arco sempl. con pendagli. ad arco laminare, serpeggiante. Ad. Pietra calcare. Fibula ad arco laminare, orecchino. pendaglio. Ad. Lastra da Modrea. Calice e scodella; fib. serpegg. (T. XVII, f. 11), ad. arco laminare. Ad. Lastra di conglomerato. Calice: fib. serp., ago. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato: frammentuzzo di bronzo, dente di cavallo. Ad. Dappresso fib. ad occh. Blocco calce. Calice nero. Ad. Dappr. anello ed ago. Lastra da Modrea sulla quale giaceva gr. blocco. Ossuario contenente grande calice nero borchiato N. delle tombe 2851 2852 2858 2854 2855 2856 2857 2858 2859 2860 2861 2862 2863 2564 2865 2866 2867 2868 Prof. metri 10 — 128 — (T. IV, £. 10), al cui fondo è dipinta croce raggiata (T. XXIX, £..10),. una, Kylix \greca(I. VI, £_ 9) e solo ossa scelte, tra le quali 3 tib. serpeggianti Ad. Dappresso fibula ad occhiali e grande anello. Grande lastra da Modrea, coperta da grosso blocco. Tomba murata: calice, fib. ad arco sempl. di ferro con staffa ed ago di bronzo, alla quale trovasi appesa pinzetta (T. XIII, f. 4), fib. a navicella, a sanguisuga, serpeggiante, orecchino. Ad. Senza pietra. Frammenti di situla di bronzo: fib. a doppio ardiglione, pinzetta. Ad. Lastra di schisto. 2 fib. della Certosa, 2 bottoni, pezzo di cintura. Ad. Lastra da Modrea. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Ossuario cont. calice zonato. Ad. Blocco cale. Ossuario cont. calice zonato; spillone a globetti, e fram. di simile. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pietra calcare. Anello. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Calice zonato. Ad. Senza pietra. Fram. di calice; fib. a doppio ardi- glione con bottoni (T. XXIX, f. 3), 2 serpeggianti, anello. Ad. Dappresso pezzo di ferro. Lastra di schisto. Senza agg. Ad. Dappresso pinzetta. Lastra di schisto. Fib. ad arco laminare, anello. Ad. Senza pietra. 23 bottoni, 6 perle di vetro, fram. di armilla. Ad. Tomba distrutta senza pietra e senza aggiunte Ad. Come la precedente. Bb. Tomba murata, coperta da lastra da Modrea. Ossuario non cotto, contenente situla di bronzo disegnata (T. ILL f. 1), circond. da fino tessuto e da corteccia; 3 fib. ad arco sempl. di cui una a pendagli, fib. a bottoni, 2 a doppio ardiglione, orecchino, anello, 6 bott., 8 perle (T.IX, f.5) e 48 perlette di vetro. Ad. N. delle tombe 2869 2870 2871 9872 9873 2874 2875 2876 2877 2878 2879 2850 2881 2882 2888 2884 2885 2886 Prof. metri ()°8 15 10 1-0 06 go Lastra di schisto. Fram. di calice e di scodella: pezzo di cintura e di fib. a spirale gemina. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Gr. lastra da Modrea (175 X 1:75). Tomba circond. da sassi; situla di bronzo sfrac. Dente di cavallo. Ad. Dappresso peria di bronzo. Blocco di conglomerato. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto. Ossuario di bronzo sfracellato : anello, 3 pendagli triangolari, 120 bottoni tanto ad occhiello che a due fori (T. XXVII, £. 18), 5 laminette bucate (f. 14), 112 perlette di bronzo e di vetro. Ad. Lastra da Modrea. Fib. a navicella, 2 a sanguisuga di cui una forata, 2 anelli, 3 orecchini. Ad. Dappresso perla di vetro. Lastra da Modrea. Calice e scodella; orecchino. Ad. Dappresso altro orecchino. Senza pietra. Fram. di calice; fib. serpegg. Ad. Lastra di schisto. Fram. di situla di bronzo e di scodella. Ad. Dappresso fram. di armilla. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra da Modrea. Fib. a navicella (T. XVI, f. 4), a bottoni, orecchino, pendaglio a pallottola. Ad. Lastra di schisto rosso. Picc. pentola ventricosa: 2 fibule biserpeggianti. Ad. Pietra calcare. Fib. ad arco semplice con pendagli, saltaleone, fram. d’armilla. Ad. Lastra da Modrea. Ossuario contenente fib. ad arco < sempl. con anello, 3 serpeggianti (T. XVIII, f. 1). Estern. calice e scodella. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Fram. di calice. Ad. Pietra calcare. Pentola ad orecchietta:; fib. ad arco sempl. con tre anelli. Ad. Dappresso staffa di fib. ad arco semplice ed anello. Lastra di schisto. Fram. di situla di bronzo, pen- daglio (T. XXIV, f. 34), perla di vetro. Ad. Dap- presso altra perla e pezzi di ferro e di bronzo. ti) N. delle tombe 2887 2888 2389 2390 2891 2392 2893 2894 2895 2396 2897 2898 2899 2900 2901 2902 2903 2904 2905 2906 2907 2908 2909 2910 2911 18 1-0 1:0 0-2 0:2 130 — (Sotto la precedente). Pietra calcare. Calice. Ad. Gr. lastra calc. Ossuario; 2 fib. serpegg. Ad. Senza pietra. Fibula serpeggiante. Ad. Lastra di schisto rosso. Fram. di calice ; 3 fib. serp. Ad. Lastra da Modrea. Tomba murata. Fram. di pentola cilindrica; 2 fib. biserpegg. Ad. Dappresso armilla. (Sotto la precedente). Lastra da Modrea. Pentola ad orecch. e scodella; fib. serpeggiante finestrata con pendaglio (T. XVII, £. 14), a navicella, a sanguisuga, della Certosa (T. XVIII, f. 21), perla.di vetro. Ad. Senza pietra. Anello. Ad. Lastra di schisto. Fib. della Certosa. Ad. Dappr. 2 mezze perle di vetro. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Pentola lageniforme; 2 armille e 2 orecchini (T. XXIV, f. 16) uniti a catena. Ad. Lastra di schisto rosso. Calice; 2 fib. serpegg. Ad. Senza pietra. Fram. di situla di bronzo, calice e scodella; anellino. Ad. Dappresso pezzo di ferro. Senza pietra. Fib. serpeggiante, anello. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato str. Ad. Senza pietra. Ossuario zonato sfr.; fram. di fib. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Pietra calcare. Senza aggiunte. Ad. Lastra di schisto; 2 fib. a sanguisuga, orecchino. Ad. Dappresso nella terra palstab (T. XXVIII, f. 4) ed asta di ferro (£. 3). Lastra da Modrea. Fram. di armilla. Ad. Senza pietra. Ossuario. Ad. Pezzo di conglomerato. Ossuario cont. calice zonato; fib. serpeggiante. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Ossuario zonato cont. calice; 4 fib. serpegg. di cui due a doppia voluta in ferro (E. DVI E SIN RA di N. delle tombe 2912 2913 2914 2915 Prof. metri 1:0 0-8 03 15 08 10 10 15 05 — 131 — Lastra di schisto. Ossuario zonato. Ad. Dappresso fibula della Certosa. Pietra calcare. Ossuario zonato; pendaglio. Ad. Lastra da Modrea. Senza aggiunte. Ad. Lastra da Modrea. Ossuario a due soli cordoni, cont. calice zonato e scodella; fib. ad arco sempl. a nodi con anelli, fib. ad occhiali, 4 a navicella, anello, 4 pendagli bacilliformi. Ad. Lastra da Modrea. Senza aggiunte. Ad, Senza pietra. Senza aggiunte. Ad. Senza pietra. Calice. Ad. Lastra di schisto. Calice zonato; 2 fibule della Certosa. Ad. Tomba distrutta senza pietra e senza aggiunte. Ad. Scavo del 1892 sul fondo della Società Adriatica. 08 1-5 10 08 14 13 13 10 15 10 10 Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Senza pietra. Ossuario zonato. Ad. Dappresso fib. ad arco semplice, anello. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Dappresso nella terra spillone a forchetta (T. XXIX, f. 6). Lastra da Modrea. Ossuario cont. pentola ad orecch.; lancia di ferro, ravvolta in rozzo tessuto, che par- zialmente si conservò coll’ossido, fram. di bronzo. Ad. Dappresso spillone a globetti. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Ossuario ornato da un cordone ondulato e cont. calice disegnato. Ad. Lastra da Modrea. Calice zonato cont. ciotola rossa a zone grafite. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Pezzo di schisto. Calice zonato ; fib. ad arco sempl. a staffa allungata, fib. ad occhiali. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra da Modrea. Calice; fib. ad arco sempl. con pendagli, della Certosa. Ad. N. delle tombe 2982 2933 2984 2935 2936 2937 2938 2939 2940 2941 2942 2948 2944 2945 Prof. metri (3 08 2:0 ():6 02 O1 1-0 ():6 03 10 03 053 13 22: | apess Lastra da Modrea. Ossuario. Ad. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb.» Grande lastra di schisto sotto la quale l’ossuario rimase parzialmente vuoto: fib. biserpegg., spillone a globetti, coltello di ferro. Ad. Dappr. anello. Lastra di schisto. Armilla cava e pendaglio a secchiello. Ad. Dappr. figura di anitrella di bronzo (T. XXIX, f. 7) e perle di vetro. Senza pietra. Fib. a doppio ardiglione con cimque dischetti sull'arco e sul piede. (T. XXIX, f. 5). Ad. Dappresso pezzo di grande perla di vetro. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Ad. Dappresso campanello di bronzo, gancio da cintura e pezzo di ferro. Pezzo di schisto. Pentola ventricosa; orecchino, armilla. Ad. Dappresso pezzo di ferro. Senza pietra. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Pentola ventricosa; ago quadrang. di ferro. Ad. Tomba sfracellata senza pietra, sotto la precedente. Fib. serpegg., altra a staffa terminante in testa di cavallo con appesovi pendaglio (T. XXIX, f. 4), 2 pendagli a bulla triangol., armilla, anello, 33 perle di vetro tra cui una a testa umana (T. XXIX, f. 9) ed alcune molto grandi (f. 8). Pochissimi carboni. Ad. Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Lastra di schisto. Tomba sfracellata con fram. di ossuario e di calice; fib. della Certosa, fram. di lamina di bronzo. Ad. xr. lastra da Modrea coprente tomba circondata da sassi. Situla di bronzo involta in fino tessuto; fib. ad arco sempl. con moltissimi pendagli (T. XXIX, f. 1), altra fib. ad arco semplice, 2 a bottoni, 1 a sangui- suga, 3 anelli, orecchino, 2 bulle di cui una rotonda l’altra triangolare, 2 perle di vetro. Ad. 153 N.delle Prof. tombe metri 2946 14 Senza pietra. Ossuario cont. pentola ad orecchietta; fram. di bronzo. Ad. Dappresso pezzo di fib. a doppio ardiglione e fibbie. 2947 04 Lastra da Modrea. Senza aggiunte. Bb. 2948 10 Lastra da Modrea. Ossuario zonato. Ad. 2949 04 Senza pietra. Tomba sfracellata con 2 anelli e lamina di bronzo. Ad. 2950 03 Lastra di schisto. Senza aggiunte. Bb. Inoltre negli assaggi alle estremità del campo due altre tombe d’adulti, che verranno numerate più tardi, contenenti la prima un ossuario zonato e l’altra un calice rosso e due fibule della Certosa. Come negli scavi del 1884 anche nei susseguenti non si rinvennero che tombe di combusti, i cui avanzi erano depositati sia in semplici buche, sia in grandi urne cinerarie. La com- bustione non era però sempre uniforme, trovandosi alle volte le ossa perfettamente calcinate e contenenti solo 1% di sostanze organiche, altre volte appena bruciacchiate sicchè conservavano la loro forma originale. Così si estrasse da una tomba quasi intatta la colonna vertebrale, il bacino e la parte superiore dei femori. Solo tre tombe fanno eccezione alla regola generale, in quanto che i cadaveri invece di esser cremati vennero inumati '), In un caso non si trovò che la testa, nell'altro all'incontro unicamente le estremità inferiori col bacino e parte della colonna vertebrale, nel terzo infine solamente l’occipite. È pro- babile che il resto del corpo sia andato distrutto causa gli interramenti successivi, oppure in seguito ai lavori agricoli, tanto più che ambedue le tombe giacevano a poca profondità). ') Anche negli scavi dello Szombathy si ebbero un pajo d’ inumati. ?) Sebbene in parecchie necropoli si sia constatato lo strano co- stume della parziale combustione, come p. e. a Hallstatt (Sacken: Grabt. p. 13, T. IV, che cita altri casi consimili), a Cuma, ove si rinvenne uno — 184 La cremazione dei cadaveri seguiva a quanto pare a poca distanza dalla necropoli, ed i carboni venivano deposti nelle tombe non di rado ancora incandescenti, come si può ricono- scere dalla fusione parziale di oggetti che non erano stati sul rogo. Altre volte i resti dovevano esser già del tutto raffreddati, dappoichè gli oggetti aggiunti anche i più delicati, come le ambre, non presentano alcuna alterazione. IM nessun caso si può ammettere la combustione dei cadaveri sul luogo stesso della sepoltura, dappoichè vi manca qualsiasi traccia di tale operazione. All’incontro si trovano qua e là nella necropoli delle striscie più o meno estese di carbone e di terra bruciata, con frammenti di fittili e di bronzi, che ci dinotano con molta probabilità i siti ove si ergevano i roghi. I legni più spesso usati per bruciare i cadaveri erano il faggio, l’abete ed altri coniferi, il tiglio, il pero, la quercia, talora anche il frassino ed il noce: il tiglio ed il pero di pre- ferenza per i ricchi. Di regola unitamente alle ossa venivano raccolti anche 1 carboni ed in quantità considerevole deposti in buche circolari, rare volte in uno strato orizzontale. Solo eccezionalmente avve- niva l’ossilegio, nel qual caso le ossa accuratamente scelte, erano raccolte in un angolo della tomba. La profondità di queste variava da pochi centimetri fino a due e più metri: le più profonde erano solitamente più povere: le superficiali, specialmente nelle parti declivi, non di rado parzialmente scomposte dall’aratro. In pochi casi sola- mente esse possedevano schermi laterali, consistenti in pietre poste verticalmente ed in rozze murature, formate da sassi disposti all’ingiro. Per l'opposto quasi costantemente erano coperte da una pietra ed anche nei casi ove questa mancava, è probabile che sia stata asportata nelle differenti colture del terreno, osservandosi ciò per lo più in tombe superficiali. scheletro con testa artificiale di cera. (G. B. de Rossi: Bull. Ist. Corr. 1855, p. 66), e Megara Hyblaea (Orsi e Cavallari: Mon. Ant. I, p. (74), a Stachelberg (Hostmann: Studien z. vorg. Arch. p. 165), nei kurgani di Kiew (Wankel: Skizz. a Kiew p. 27), ecc. non credo vi si possa pensare nel nostro caso, mancandovi dappresso ogni traccia di resti incinerati. — 135 — Queste pietre, e più spesso allorchè trattavasi di lastre, posavano talora sopra blocchi posti intorno alla tomba, atfine di preservare dallo schiacciamento i sottostanti ossuari o le pentole aggiunte. Meno pochissime eccezioni di tombe gemine, sotto ogni pietra non giaceva di regola che un unico individuo cremato. Solamente in pochi casì se ne trovò un numero maggiore (fino a 5), osservandosi però che in questi, trattavasi sempre di tombe oltremodo ricche, circondate da altre solitamente prive di qualsiasi aggiunta. Dalla posizione di queste tombe e dalle loro condizioni, si è tratti ad ammettere una contempo- ranea deposizione dei resti del rogo, sicchè ove non si voglia pensare a sacrifizi umani per solennizzare la morte di un capo o d’altra persona ragguardevole, si deve supporre qualche acci- dente, pel quale vennero a morire ad un tempo parecchi membri di una famiglia od i loro dipendenti. Le pietre adoperate erano di dimensioni molto varie trovandone piccolissime di appena qualche decimetro quadrato fino a blocchi enormi di 60 e più quintali, che richiedevano l’aiuto di leve e persino di mine per venire smossi. E davvero riesce quasi incomprensibile come gli antichi abitatori di S. Lucia trasportassero questi grandi massi e li disponessero a luogo sulle tombe, senza presupporre macchine special. Le pietre erano di specie differente, come risulta dal seguente specchietto : Pistretealeari!)p [ib ago ti ot144% oss1ar 49:079/, liaistrosdabModreazl aibinatorsssibio o gin 101, Lastre di schisto comune |. . 729, 2472, Lastre: di schisto: rosso. |. Zig 0}123 Conglomerato s)ito/ni vini DL rg 1:73 Seuza, piena it i 6392 13:26, 1) Tanto le pietre calcari sia in blocchi che in lastre, quanto lo schisto comune, trovansi al luogo od a poca distanza dalla necropoli ; all’ incontro lo schisto rosso non emerge che inferiormente alle sponde dell’ Idria e dell’Isonzo, e le lastre ch'io per brevità nomino da Modrea e che constano di un calcare cretaceo di color oscuro, molto ricco di 136 — Il percento delle varie pietre non era però eguale nelle differenti parti del sepolcreto, chè in una predominava una specie, nell’altra una diversa. Così p. e. negli scavi del 1891 il maggiore percento spettava alle lastre di Modrea (2724%/,) ed a quelle di schisto (21:34°/,), laddove le pietre calcari erano ridotte al 18:27%/,. Notevole è del pari il percento maggiore delle lastre da Modrea (24%) nelle tombe del Campo Velicogna, essendosi parimenti constatato, che questa specie di pietra trovasi di preferenza sulle tombe più ricche. Oltre alla pietra che immediatamente copriva la tomba non di rado vi era accatastata al di sopra un’ingente massa di blocchi più o meno grandi da dar quasi l’idea di un tumulo. Altre volte questi non erano gettati sopra le singole tombe, ma sopra un gruppo di esse, come se si trattasse di un sepolcreto di famiglia. Il più grande di questi gruppi, che pro- curai d’isolare per intero, presentava l'aspetto di un enorme ammasso di pietre di oltre cinquanta metri quadrati (10 metri lungo e 5 largo) e racchiudente 41 tombe, delle quali 25 di adulti e 16 di bambini. In alcuni casi sebbene la lastra fosse intatta e chiudesse perfettamente l’orifizio dell’ossuario, vi erano in questo delle pietre più o meno grosse, sicchè devesi ammettere che vi fossero poste intenzionalmente. Nessun segno esterno tradisce l’esistenza di questa necro- poli, constando essa esclusivamente di tombe piane. È però probabile che anticamente ciascuna tomba fosse indicata da un palo, come mi riescì di constatare in quella di Caporetto, dappoichè non si potrebbe comprendere come colla densità delle tombe non venissero distrutte le preesistenti nella deposi- zione di ulteriori. E difatti relativamente ben poche sono le silice, che si sfalda in sottili strati, noto in geologia sotto il nome di Calcare di Volzano (vedi Stur: Jahrb. d. geol. Reichsanst. 1858 p. 348), doveva venir trasportato dal villaggio di Modrea distante circa 20 minuti da S. Lucia. Infine il conglomerato in blocchi trovasi qua e là presso la necropoli, laddove quello in lastre non rinviensi che a quattro chilometri lungo la strada che mena a Tolmino, in una località detta Colovrat. tombe scomposte dalle susseguenti inumazioni, sebbene alle volte ne giacciano parecchie in un metro quadrato. La combustione de’ cadaveri ci tolse pur troppo la pos- sibilità di dire alcunchè sulle loro particolarità anatomiche. Dai pezzi d’ossa conservati possiamo tuttavia riconoscere che vi erano tanto persone gracili che forti e robuste. Il teschio inumato è pur troppo in tale stato che non può offrirci alcun dato sicuro nelle sue dimensioni. Il solo frontale si è conservato intero, ed esso ci presenta la fronte sfuggente e gli archi sopraorbitali piuttosto pronunciati. L'individuo cui appartennero gli arti inferiori conservati era di media statura, come lo dimo- strano le relative lunghezze dei femori (480 mm.) e delle tibie (375 mm.). Le prominenze corrispondenti alle inserzioni mu- scolari vi sono molto sviluppate. In quanto alla mortalità di allora tra adulti e bambini, non sembra esser stata molto differente dall’odierna. È ditatti di fronte a 1960 adulti noi troviamo 770 bambini !), ossia la proporzione di 71:85) adulti e 28:15‘, infanti. Secondo i dati desunti dai registri parrocchiali morirono a S. Lucia nell’ ultimo decennio (1882-91) sopra una popolazione di 1743 anime 279 adulti e 127 bambini sotto i Y anni, il che ci dà una propor- zione di 68:72%/ adulti e di 31:28°/, bambini *). Uso comune era la deposizione dei resti del rogo nella nuda terra: solo in 282 casi, ossia in 9:56°/ essi trovansi raccolti in urne, al qual uopo servivano grandi vasi d'argilla o di bronzo, alti da 30-93 cent. Essi vanno divisi nel modo seguente: | semplici (0. 148 Ossuari d’ argilla ZOUORI ti SIIINLLZO | CONICHE 2 ') In questa statistica non vennero comprese le 210 tombe del primo scavo (1884), non essendosi allora tenuto conto esatto delle diffe- renti età. 4) La parrocchia di S. Lucia oltre al capo-luogo, comprende ancora i villaggi di Modrea, Modreiza, Cosmeriza, Bacia, Stopice, come pure parecchi casali sparsi. — 138 — . | situliformi . 4 anforiformi . DI Ossuari di bronzo | Gli ossuari d’argilla sono di due specie, lisci o cordonati. I primi per lo più di pasta rude, vanno forniti di piccole anse laterali in numero di 2, 3 o 4 o per lo meno di piccole protu- beranze !). Interessante è l’ ansa rilevata a bottone, che apparve in pochi casi. (T. II, £. 1). Rare volte essi sono ornati di graffiti semplicissimi. Va fatta menzione di alcuni ossuari che erano stati semplicemente plasmati e non cotti, sicchè presentavano la pasta gialla, tenera dell'argilla. Le urne cordonate sono d’argilla più fina, e meno poche eccezioni, dipinte con ocra rossa e lucidate, oppure a zone alter- nanti rosse e nere. Il colore nero vi è fissato mercè resina. Esse non possedono mai nè anse nè alcun’ altra protuberanza. In quanto alle loro dimensioni, va notato che generalmente sono più grandi delle liscie. (T. Piera In un unico caso, trattandosi dei resti di un bambino, invece di uno di questi ossuari, era adoperata una pentola situliforme un po’ maggiore delle solite, laddove nei primi scavi del 1884 si ebbe del pari un grande ossuario conico). Sei tombe all'incontro possedevano grandi ossuari di bronzo, dei quali due sfracellati e quattro interi. A giudicare da quest’ ultimi essi appartenevano ad individui molto ricchi, poichè oltre agli ossuari, ciascuno aveva ancora un’ altra situla di bronzo, oppure una cista a cordoni, una o due ciotolette di vetro e numerosi oggetti d’ ornamento. Lo stato di conservazione di questi quattro grandi vasi, ricoperti da bellissima patina, che in parte ci presenta la lucen- tezza della malachite, è eccellente, dimostrandoci una tecnica ) Vedi la mia prima relazione su questa necropoli, più sopra citata T. IV, f. 5, 8, 10, 11. Nei richiami alle tavole del suaccennato lavoro, si indicherà semplicemeute ,,Necropoli*. ?) La figura data nella prima relazione a T. IV. f. 9 era presa da un esemplare spezzato, sicchè non corrisponde alla loro forma, che va restringendosi tanto alla base che verso la bocca. 3) «Necropi LaEVobao; finitissima nel lavorare il bronzo. Le singole lastre, onde si compongono, sono così saldamente unite tra di loro, che non vi resta la più piccola fessura, ed i chiodi vennero esterna- mente tanto bene ribaditi, che le loro larghe capocchie appena sì scorgono ad un esame più minuto. Uno di questi ossuari (T. I, f. 3) ha la forma di situla senza manico e consta di 5 lastre trapezoidali di bronzo, unite tra di loro mercè 71 chiodi a bullone. Il fondo si ripiega a guisa di collarino sulla base per un’ estensione di 33 mm. cui è del pari fissato con due serie di 17 rispettivamente 22 chiodi. Esso è inoltre rafforzato da una lamina circolare, assicurata con 28 chiodi. Il margine superiore trovasi accartocciato sopra una grossa asta cilindrica di piombo. Le sue dimensioni sono le seguenti: altezza 643 mm., diametro della bocca 484, diametro della base 250, massima periferia 1750 mm. Un po’ più piccolo del precedente non misurando che 480 mm. d’altezza, ma in tutto simile è un altro ossuario for- mato da tre lamine di bronzo saldate tra di loro da tre serie di 18 chiodi a bullone ciascuna. Esso possiede inoltre inferior- mente un collarino alto 53 mm. Il diametro della sua bocca è di 430 mm., quello della base di 280, la sua massima periferia di 1510 mm. Gli altri due possedono la forma di dogli, di cui il minore (f. 2) ha la massima larghezza spostata verso la bocca. Esso è formato da quattro lamine (le superiori di 800 mm. X 280 mm., le inferiori di 752 X 480), tenute unite da 80 chiodi a bullone. Il collo ed il margine superiore, di un sol pezzo senza traccia di saldatura. sono uniti al corpo mercè 23 chiodi, mentre il fondo vi è assicurato egualmente da 23 chiodi per mezzo di un collarino, che si ripiega all’insù per 40 mm. Il diametro dell’ orifizio superiore misura 195 mm. (compresovi il margine diritto 252), quello della base 224, la massima periferia 1600 mm. Il maggiore (f. 1) alto 930 mm., che è forse il vaso eneo più grande finora conosciuto, consta di 6 lastre (le superiori lunghe 365 mm. le inferiori 570 colla massima larghezza di 640 mm.) fissate accuratamente da 127 chiodi. Anche in questa = Wes il collo ed il margine sono di un sol pezzo senza alcuna salda- tura e sono uniti al corpo da 27 chiodi. Il fondo vi è del pari aggiunto con un collarino di 32 mm. fermatovi da 27 chiodi. Il diametro della bocca è di 250 mm. (col margine 340), quello della base di 288 mm. avendo la massima periferia 1920 mm. Uno degli ossuari sfracellati, di forma conica, possedeva a quanto pare, due piccole anse laterali a nastro, attaccate immediatamente sotto al collo. Le tombe più ricche andavano solitamente fornite di ossuario, sebbene buon numero di questi non contenesse che i resti del rogo. Allorchè il defunto poteva permettersi il lusso di un'urna, tutte le aggiunte sieno pentole od oggetti d’ orna- mento, vi venivano poste dentro e solo eccezionalmente al- l'esterno, forse allorchè qualcuno de’ superstiti prima di dare l'estremo vale al caro estinto, vi aggiungeva qualche altra offerta. Così pure rare volte trovavansi i carboni gettati anche intorno all’ urna. Non tutte le tombe però possedevano aggiunte, chè anzi in circa un terzo (966 ossia 32:76 %,) di esse non si trovarono che i soli carboni '). A differenza di altre necropoli ove la pietà dei genitori ornava i loro nati degli oggetti più preziosi, i bambini a S. Lucia sono quasi sempre privi di qualsiasi aggiunta. Sole 54 tombe ossia 8:39/, ne possedevano qualcuna. Astraendo da questi, il percento delle tombe senza ag- giunte si riduce a solo 9:6%/, così che può dirsi che la maggior parte degli adulti scendeva nel sepolcro accompagnata da qualche oggetto. Va notato però che nelle tombe povere non si ritrova per lo più che qualche frammento di oggetto, rare volte oggetti interi, sicchè presumibilmente non vi veniva gettato che un pezzo, riservandosi il resto i superstiti. Questo uso di spezzare gli oggetti e di mettervi solo una parte, si ritrova spesso anche nelle tombe de’ ricchi, nè può ascriversi ') Anche in questo riguardo le varie parti della necropoli presen- tano notevoli differenze, avendoci dato il campo Velicogna il minimo numero di tombe senza aggiunte, (12:73 °,) ed il massimo (86:22%) il pezzo del nostro fondo scavato nel 1890. 141 a combustione o liquefazione parziale, dappoichè talora trattasi di oggetti molto grossi e massici che sono per tal modo muti- = “ lati, laddove nella stessa tomba i monili più sottili e friabili sono egregiamente conservati. E che ciò debbasi ad una co- stumanza e non a caso fortuito, ci viene ancor maggiormente provato dal fatto, che qualche volta appresso ad una o più pentole intere, si trovano solo alcuni cocci di pentole diverse. (li oggetti raccolti vanno divisi nel Bronzo Fibule 1629 Spill. ed aghi 437 Anelli 318 Armille 144 Torqui 18 Orecchini 174 Cinture 84 Bottoni 790 Pendagli . 120 Saltaleoni 110 Lamime . . 24 Dischi bucati 3 Penenmttt" 6 Perlette 615 Fusapuole Coltelli: 2 Colatoi 0 | il Lance — Celt — Palstab — Aste (0... — Spade _ Mannaje . — Ossuari.. .. . 6 Altri vasi 80 Qegetti indeterm, e vat = 93 Somma 4652 Ferro Vetro 108. — 20 28 58 RS de} CPSI Pa pa N N I Ì Mn 5 dell 1 327 2016 Ambra Isso 1 Pietra Argilla Legno LO) modo seguente : Totale 1737 458 346 TON DT 174 84 790 120 110 24 5) 456 2312 13 5. ia Tanto i vasi di bronzo che quelli di argilla di minori dimensioni non contenevano mai ossa o carboni, sicchè devono considerarsi semplicemente come wasì accessori, nei quali si mettevano probabilmente cibi e bevande per confortare il defunto nel suo lungo viaggio. E di fatto sebbene le pentole non contenessero per lo più che terra infiltratavi e sì trovassero alle volte anche del tutto vuote, non era raro il caso di rinve- nirvi ossa di varî animali, che evidentemente ci rappresentano i resti di qualche vivanda ripostavi. Riguardo a queste non pare che fossero molto variate, almeno per quanto si può giu- dicare dalle ossa. Prescelte venivano le schiene e le costolette di pecora ed i piedi di bue, meno frequente era il vitello, ed in due soli casi il cervo, il lepre ed il capriolo. All’incontro non potei constatare il maiale, come pure alcuna specie di volatile o di pesce. Dei vegetali non si conservò alcuna traccia, ove si eccettuino poche avellane, trovate al fondo di una situla. Anche gli oggetti d’ ornamento non venivano posti nelle pentole ma fuori delle stesse tra i carboni: vi fanno eccezione le cinture di cuoio, i cui resti decomposti unitamente alle pia- strine di bronzo, più volte vi si rinvennero entro. In due soli casi giacevano due fibule nelle relative pentole. I vasi di bronzo contenevano sovente una sostanza gialla, molto leggera, che arde spandendo un grato odore, sicchè appartiene a qualche balsamo o resina, del quale però non ci riuscì di riconoscere con precisione la natura. Visto però che questa sostanza non si trovò mai in pentole d'argilla, ma sempre in vasi di bronzo, déssi credere che fosse di grande pregio ed importata da altri paesi e non una resina comune, di cui ognuno avrebbe potuto provvedersi. ') !) Secondo l’analisi gentilmente eseguita dal Prof. Vierthaler essa in alcuni riguardi ricorderebbe l’ incenso e la resina damara (Boll. Soc, Adr. 1886 p. 165) L’illustre prof. Virchow ebbe la cortesia di far ana- lizzare un saggio da me inviatogli. Ecco quanto mi scrive in proposito: «L'analisi della sua resina è durata piuttosto a lungo ed il risultato non è riescito decisivo. Il Prof. Salkowski, capo del nostro laboratorio chimico, ha trovato che la sua resina possede molta analogia con quella che si trova anche da noi nelle urne, e che generalmente si fa derivare dalla si MS I vasi metallici aggiunti da me raccolti in numero di 81 sono di due specie: conici o siule (T. II, f. 4-6, 10-12, T. II, f. 1-4) e cilindrici o ciste !) (T. II, f. 7-9). Più frequenti sono i primi dei quali si ebbero 43 interi e 30 più o meno frammentati. Essi constano di una sottile lamina trapezoidale, ravvolta su sè stessa e saldata mercè di una serie di chiodi ribaditi. Il margine superiore è rivolto all’ esterno ed accartocciato sopra un’ asta cilindrica di piombo, laddove l’inferiore si ripiega accuratamente per modo da fissare il fondo senza bisogno di chiodetti o di altra saldatura. In una sola il fondo si prolunga all’ insù a guisa di collarino ricoprendone per 25 mm. la base cui è attaccato tutt’ intorno a mezzo di chiodi. Ogni situla possede un manico mobile, che s'inserisce con due piccole maniglie al suo orlo superiore. Esso è solitamente liscio e solo in pochi esemplari ritorto. Un’ unica situla, del resto differente dalle altre per andar fornita di coperchio, ne possede due ritorti che s’ appoggiano su due asticelle sporgenti un poco ricurve. (T. II, f. 6). Essa è alta 242 mm. In quanto alla loro forma le situle possono dividersi in quelle in cui il collo trovasi più o meno sviluppato ed in quelle che ne vanno prive. Le loro dimensioni non presentano molte differenze, variando solitamente in altezza da 160 a 180 mm. ad eccezione di due maggiori che misurano 235 rispettivamente 245 mm. Alcuni esemplari portano tracce di aver servito ante- riormente, essendo racconciati con laminette, fissatevi con Code (dI IRE). betulla. E difatti l'estratto ricorda alquanto l’odore di bulgaro. La cosa però non è certa, potendo trattarsi benissimo di resina proveniente da un’ altra specie d’albero, forse da una conifera. Finora manchiamo pur troppo di un metodo analitico sicuro per riconoscere le differenti specie di resina. (Lettera dell’8 Febbraio 1891). L’analisi chimica stessa venne publicata nella Zeitsch. f. Ethnol. 1891 p. 31. !) Negli scavi dello Szombathy del 1890 apparvero inoltre due pic- coli lebeti, privi di anse e di ornati, in una tomba oltremodo ricca, che conteneva cinque vasi di bronzo: tutti gli altri vasi enei erano sempre in numero singolo, nelle tombe finora aperte. CARRI: ge Sebbene le situle sieno per la maggior parte liscie, non vi mancano le ornate da disegni a sbalzo, prodotti da punti, linee, cerchi ed anitrelle disposti a zone in serie ricorrenti (T. IT, f. 10, T. IIT, f. 1-4). Un’ unica, alta 144 mm. a manico ritorto, invece di possedere cordoncini orizzontali, è solcata longitudinalmente da 42 coste, che superiormente si uniscono ad arco. La decorazione è completata da un’altra linea arcuata, che gira intorno al vaso, al di sopra della quale trovansi due file di punticini, racchiudenti una terza di punti più grandi e piùinadi: (SUOMI 1115: Dalla solita forma delle situle differisce un altro vaso conico, per andar fornito di piede e per le pareti un po’ ricurve, sicchè va classificato tra i calici. Esso è inoltre privo di ma- nichi ed il margine supericre invece di esser accartocciato, si ripiega a mo’ di labbro. In altezza misura 298 mm. (T. II, f. 4). Infine va fatta menzione di una situla di ferro, della quale pur troppo causa la forte ossidazione non si potè con- servare che il manico quadrangolare ed il margine superiore. Essa somigliava in tutto a quelle di bronzo. salvo che l’ orlo andava destituito del rinforzo di piombo. Tra i vasi cilindrici si ebbero sei ciste a cordoni ed una liscia, cui forse è da aggiungere un altra molto più piccola della quale non si raccolse che il solo manico. La cista liscia (T. II, f. 9), pur troppo molto frammentata, possede un unico manico liscio, ed è alta 10 cent. con un diametro di 16. La decorazione consiste in un piccolo cordone presso al margine superiore sotto al quale gira tutt’ all’ intorno una serie di cerchi concentrici. Era piena di resina gialla. '). Più interessanti sono le ciste a cordone — cinque intere ed una in frammenti — le quali sono formate da una lamina di bronzo ripiegata e saldata da larghi chiodi ribaditi. (T. II, f. 7-8). Il labbro, come nelle situle, è accartocciato sopra una verga cilindrica di piombo. Possedono tutte due manichi girevoli ') Un’altra cistella liscia, alta circa 14 cent. ed ornata vagamente da più giri di punti a sbalzo, con un solo manico, fu raccolta nello scavo dello Szombathy. 32 Mr inseriti al collo mercè quattro piccole maniglie fisse. Le loro dimensioni sono le seguenti: JE lbs thEE. eV V. Altezza; -13:1)1:1 140,146, 146 .. 115,155 Diametro BICAIARAI 1515) 160 162 131 186 Cordanihizatà. 9 9 9 9 10 Le due prime e la quinta hanno i manichi ritorti, le altre due lisci. La larghezza delle zone interposte ai cordoni è di 10 mm. nella prima, di 11 nella seconda e terza, di 9 ad 11 nella quarta ed infine di 6 a 9 nell’ ultima, nella quale i cor- doni sono molto grossi e prominenti. In questa ogni zona è del pari fregiata da una serie di punticini a sbalzo (f. 8). I vasi metallici erano senza dubbio di grandissimo pregio presso gli antichi abitanti di S. Lucia, e difatti noi li troviamo unicamente in tombe di ricchi, contenuti solitamente nell’ os- suario e non di rado ravvolti in tessuti, circondati da corteccia d’albero e coperti da una specie di canestri di vimini contesti (T. XXVII, f. 13). Riguardo ad essi va notata la disassocia- zione molto pronunciata colle pentole d'argilla, mancando queste di regola in tombe fornite di vasi enei '). Le stoviglie d’ argilla presentano una grande varietà sia circa l'impasto che in quanto riguarda la forma e la decorazione. Noi possiamo qui seguire l’intero sviluppo della ceramica dai vasi più rozzi senza ingubbiatura, che lasciano scorgere i pri- mordi di quest'industria, ai prodotti più fini, lucenti, dipinti, disegnati, graffiti, ornati di borchie e lamine metalliche, che ci ostendono il progresso notevole, cui giunsero gli artefici di quel tempo. Ed è davvero rimarchevole la finitezza del lavoro di alcuni vasi, che sebbene plasmati a mano senza sussidio del tornio, hanno lo spessore di appena un millimetro 0 poco più! Più della metà (1649 ossia 55:88) delle tombe era priva di pentole aggiunte, laddove 848 ne possedevano una sola, 391 in numero di due, 61 di tre e solo 2 erano fornite di 4. La lunga giacenza e l'umidità del terreno avevano natural- mente esercitata la loro azione deleteria su parecchie di esse: ) Così soli 12 di questi andavano uniti a fittili. 10 EER tuttavia oltre a quelle che vennero raccolte intere, moltissime poterono venir ricostruite ed ora fanno bella mostra di sè nelle baccheche del nostro patrio museo. Le pentole se ne stavano per lo più diritte, rarissime volte inclinate o capovolte, ed ov’ erano in numero maggiore, l'una appresso dell’ altra. Talora la più grande conteneva la minore, il che avveniva quasi sempre colle ciotolette ad alto manico, che solitamente giacevano entro pentole ad orecchietta. Non si riscontrò mai che una scodella coprisse capovolta una altra pentola: anche allorchè un fittile trovavasi sopra un altro, era costantemente in posizione diritta. Non raccolsi che un unico coperchio d'argilla (Tav. II, f. 2) !). Prima di passare alla loro descrizione, credo opportuno premettere una statistica delle loro forme : Pentole ad orecchietta . . . . N. 630 Scodelle tea ee ar 5] Ciosole ad'alto. manico vi 0 dels Ciotolette adi alto manico Spa e io Pentole yentricose ..\. 3 Li ue nai 109 Pentole stufo rhni o Se 0A Calici rie e Pentole, cilindmache ist gr 0, Pentole: lagenitormi ili LO Tazze adsalto manico ie e ale Coppe ad alto piede io OVinochoe,.s Mete dea ipa Sa I vibo: ci Li giro 1 Indetenmmnate ie pi na 44 n Totale 1821 pentole. La maggior parte di queste pentole va priva di speciali decorazioni, fatta astrazione dalle anse, dalle protuberanze, dai cordoni rilevati, dalla dipintura, ecc. Il numero delle ornate si divide nel modo seguente: ') Uno eguale fu pure trovato dallo Szombathy. Pentole con disegni graffiti. . . . . 35 È MNhorchief di brornzog tigri N47 È » listerelle di piombo o stagno 17. Tra i nostri fittili troviamo parecchi tipi che si ripetono assai di frequente non offrendo che pochissime modificazioni in quanto alla forma ed alle dimensioni, ed altri che non appaiono che isolatamente e quindi possono considerarsi quali eccezioni dalle stoviglie comuni. Considerando le pentole nel loro insieme, noi possiamo derivare tutta questa serie multiforme da due tipi originari: i vasi colindrici e le scodelle. I primi per il loro rozzo impasto, per la grossezza delle loro pareti, per i labbri diritti od appena sporgenti, per la deficenza di qualsiasi ornamento, ricordano non poco i manufatti più primitivi de’ castellieri e delle caverne '). Coll’ incurvarsi ed allargarsi della parte centrale, e col restringersi contemporaneo della base e della bocca, nascono i vasi ventricosi, i quali conservano talora la pasta grossolana e gli orli diritti, talora assottigliano le pareti e si adornano di bugnette, di mammelloni, di cerchi concentrici ombelicati, di disegni lineari in rilievo, ecc. Alle volte vanno fregiati di graffiti riempiuti di una pasta bianca (T. V, f. 11, T. VI, f. 2), di pun- teggiature, di laminette di piombo, ecc. Spessissimo essi sono forniti di un’ ansa verticale perforata, onde ne nascono le pentole ad orecchietta (T. V, f. 14-16, T. VI, f. 1, T. VII, f. 2°), che per la loro quantità e la costanza del loro tipo possono riguardarsi come una specialità di S. Lucia, dappoichè già a Caporetto non appaiono sì frequenti ed in altre necropoli divengono molto rare o mancano del tutto. Esse sono per lo più di color rosso e di dimensioni mediocri, più raramente tinte in nero e maggiori. L’ansa s'inserisce di regola alla maggiore convessità, meno spesso all’ orlo superiore. Solo eccezionalmente portano qualche fregio semplice di linee im- presse o rilevate, diritte od ondulate. 'Y Vedi Necropoli T. II f. 1-3. >Necrapoli,.T IL £..dx4, TIV;ifr4 gg - re Allato a questa forma tipica appare quale rarissima ecce- zione la pentola fornita di ansa bilaterale, della quale non si ebbero che pochissimi esemplari. Una di queste della forma di un cratere è rimarchevole per possedere anse orizzontali, come in molti degli ossuari (T. V, f. 13). Devo quì fare speciale menzione di una pentola, rattoppata in più punti con piombo e fornita di manico gemino (T. VI, f. 17). Questo appare superiormente spezzato ed è probabile terminasse a testa d’animale, sicchè la doppia inserzione del- l’ansa ci rappresenterebbe le gambe del supposto animale. Dall’ eccedere dell’una o dell’ altra dimensione e dal- l'espansione più o meno accentuata, nascono molte varietà di forme ventricose, di cui accennerò solamente le pentole owvate e le /ageniformi. L’accrescimento dell’ ansa inserita all’ orlo superiore de- termina il passaggio ad un’altra specie di pentole, alle ezotole ad alto manico, che per essere generalmente più aperte e meno alte, potrebbero venir considerate come una derivazione dalle scodelle. Siccome però vi esistono molti gradi di transizione per i quali si è condotti insensibilmente dalle pentole ad orecchietta alle forme tipiche della ciotola ad ansa rilevata, non sarà certamente errato, se le considereremo da questo punto di vista. Le ciotole ad alto manico ci si presentano di dimensioni molto varie, essendone alcune il cui diametro giunge a 253 mm. altre all'incontro che non ne misurano più di 60 e che sono quindi i fittili più piccoli offertici dalla nostra necropoli, per i quali adottai la denominazione di ciotolette ad alto manico. Le figure pubblicate nella mia prima relazione (T. II, f. 5-7, 9-11, 15-18) e quelle che vi aggiungo in questa (T. VI, £. 3, 16, T. VII, f. 1,3-16), ci danno le forme principali di questa specie di pentole, che sono generalmente nere e di pasta molto fina. Le ciotole non possedono che rare volte ornamenti, i quali consistono in linee a schisa ed anche in borchie di bronzo. Assai eleganti sono due esemplari che oltre all'essere fregiati di una serie di gibbosità intorno alla massima periferia, hanno sul manico due piccole appendici, raffiguranti nell’uno la testa di bue, = dui = nell'altro forse quella di maiale (T. VI, f. 16). All’incontro le ciotolette vanno fregiate assai di frequente di vaghi disegni, prodotti sia da punteggiature fatte nella pasta ancor molle, che da borchie di bronzo o da laminette di piombo. Questi disegni consistono in linee singole o multiple, che girano intorno al collo ed alla base della ciotoletta, in triangoletti, in croci, ecc. che scendono sul ventre, che si aggruppano sul collo ed ornano la parte anteriore del manico. Bellissima è una ciotoletta dal manico fornito di due cornetti laterali, che sul ventre porta un denso reticolato di piccole borchie (T. VII, f. 15). Più rara- mente queste sono grandi, nel qual caso trovansi disposte in una semplice riga (f. 3). In una ciotoletta piuttosto massiccia e con due grossi occhi alla base del manico, esse sono in grande numero, ricoprendo qua e là quasi tutta la superficie, compresa la parte interna del labbro (f. 6) In tutti questi vasi le borchie turono fissate saldamente nella pasta ancor molle, sicchè, se anche ossidate, sono molto persistenti od almeno lasciarono la impronta ov’ erano conficcate. In una ciotola per converso, le borchie numerosissime e disseminate di dischetti di bronzo con cerchi concentrici, non vennero che appiccicate a mezzo di resina, sicchè per la maggior parte si staccarono dal vaso, allorchè si voleva pulirlo dalla terra (T. VI, f. 3). In due soli esemplari l'artefice mostrò di voler elevarsi dal semplice disegno geo- metrico alla rappresentazione figurale, avendo disposto le bor- chie in forma di due cavallini, nel cui mezzo in uno è accennata in modo assai arcaico, la sembianza di un uomo peltato (T. VII, f. 7), nell'altro trovasi una specie di croce composta (f. 13). Egualmente non sì rinvenne che un’ unica ciotoletta liscia, a zone rosse e nere, quest’ ultime prodotte a mezzo di grafite (T. VII, f. 16). Va infine notato che parecchie di esse (come pure alcuni calici) portano dipinti in nero sul fondo una croce a quattro o più raggi (T. XXIX, f. 10-14). Pare che questi vasetti, e specialmente i borchiati, fossero di grande pregio, dappoichè parecchi erano rattoppati già in antico. E quì credo opportuno di descrivere brevemente il modo, onde gli abitanti di S. Lucia racconciavano le loro pentole. A tal uopo essi si servivano di resina, di piombo o di questo unitamente a stagno. La prima alle volte veniva sem- plicemente appiccicata sulla fessura che si voleva otturare, oppure dopo avernela spalmata era ricoperta da una lamina di piombo. Evidentemente tali vasi non potevano mettersi più al fuoco, perchè la pece sarebbe tosto colata. Più di frequente però il rattoppamento era più complicato e consisteva nel pra- ticare due o più buchi ai margini della screpolatura e di pas- sarvi oltre un filo di piombo, oppure di versarvi di questo metallo liquefatto, unendo poi insieme le due estremità (T. IV, f. 3). Ritrovai dei vasi che possedevano fin otto di queste racconciature. Così per fissare un pezzetto non più grande di un paio di centimetri del margine superiore di un calice, si adoperarono non meno di quattro saldature, facendovi quindi otto buchi (T. IV, f. 11). In parecchi ossuari poi che avevano qualche largo buco, vi venne colata una miscela di stagno e di piombo fusi ') fino a riempirlo totalmente lasciandovi spor- gere le bave d’ambo i lati, sicchè vi si adoperò alle volte fino oltre mezzo chilogramma *). Da ciò consegue che il prezzo del piombo e dello stagno non doveva esser troppo elevato o che gli ossuari possedevano un valore considerevole. Queste raccon- ciature ci apprendono inoltre, che se anche parecchi vasi devono considerarsi come appartenenti esclusivamente ad uso funerario, ve ne erano degli altri, che avevano servito anteriormente ad altri scopi, venendo deposti nelle tombe, allorchè si erano resi altrimenti inadoperabili. Dalle ciotole ad alto manico, sopprimendo il restringimento alla bocca e verso la base, possiamo derivare le tazze, egual- mente fornite di un’ansa rilevata. Esse non sono molto fre- quenti, hanno orli sempre diritti ed al fondo portano esterna- mente un’ impressione digitale *). Allorchè il piede è maggiormente sviluppato, nascono i vasi pedati per lo più di dimensioni notevoli. Anch’ essi non ') Secondo l’analisi del Prot. Vierthaler essa constava di 45:60, di stagno e di 55:47 % di piombo. *) Per una sola rattoppatura dell’ ossuario della tomba N. 1205 si adoperarono ben 576 grammi di questa miscela. 3 Necropoli T. III f. 8, 12. — 151 — apparvero che in piccolo numero a S. Lucia, laddove meno rari presentaronsi a Caporetto. Uno di questi, di un bel color rosso, porta dei disegni a punteggiature, che dall’ossido bianco, onde sono ancora qua e là soffuse, ci rivelano esser state antica- mente ricoperte da listerelle di piombo (T. V, f. 10). Un altro esemplare tinto in bruno, è fregiato di cerchi concentrici. Da queste forme noi possiamo inoltre derivare due altre specie di vasi, largamente rappresentati nella nostra necropoli, i calici e le pentole situliformi. È in queste due ultime fogge che l’arte ceramica ci si dimostra in tutto il suo splendore, dap- poichè esse vanno ‘molto spesso variamente e riccamente deco- rati, come si può vedere dalle annesse figure (T. III, t. 5-10, MaalVg Vi £1=0). Le pentole situliformi od a cono rovesciato distinguonsi dai calici, per aver il piede poco sviluppato e le pareti più o meno diritte, sicchè la massima larghezza trovasi spostata im- mediatamente sotto il collo. Esse sono per lo più di color nero, raramente rosse, ed appartengono solitamente ai più grandi vasi accessori, giungendo ad un’ altezza di 32 cent. Anzi uno di questi serviva, come sì disse, da ossuario per un bambino, unico caso in cui una pentola aggiunta venisse adoperata a tale scopo. Gli ornati più frequenti in queste pentole sono i graffiti, talora riempiti di pasta bianca, come nell’ esemplare riprodotto alla T. III, f. 6, in cui scorgesi un meandro di linee spezzate prodotte da un girellino, nella fig. 5, in cui intorno alla mas- sima periferia girano dei festoncini prodotti da punti, nella fig. 7 fregiata di piccoli cerchietti, nella fig. 8 ornata di trian- goli a dente di lupo, da linee ondulate, da punti, dalla svastica, ecc. Più complessa ancora è la decorazione del vaso alla fig. 10 in cui oltre al meandro graffito ed alle punteggiature, molte striscie di lamina di piombo lo cingono orizzontalmente e traversal- mente. Anche striscie di stagno sono adoperate in parecchi di questi vasi a produrre dei disegni a meandro, di cui uno molto vago ci rappresenta la fig. 9. Altre volte la situla fittile è divisa in una serie di zone colorite alternativamente in rosso e nero e fregiata non di rado di duplice linea di punti. Anche in queste pare che anticamente vi fossero delle striscie di piombo o di stagno, a giudicare dai resti d’ossido tuttora esistenti (1. IV, f. 2). Infine alcune portano disegni ottenuti mercè borchie di bronzo (fig. 3). Non è che eccezionalmente che le pentole situliformi vadano fornite di manichi, dappoichè solo in due casì esse portano anse bilaterali, che partendo dall’orlo superiore s’ inseriscono sotto al collo (fig. 1). Elegantissimi sono i calici e variamente ornati da cordoni prominenti, da zone alternanti rosse e nere (T.IV, £. 4, 13) da serie di cerchi concentrici fig. 9, da graffiti (fig. 12), ecc. '). Per lo più essi sono dipinti a stralucido, producendo dei bellissimi disegni colla varia disposizione delle linee di colorito rosso più o meno carico od anneriti dalla grafite (T. IV, £. 8, 11, T. V, f. 1-4). Un esemplare va inoltre adorno da una serie di cornetti, disposti tutto all’'ingiro del vaso (T. IV, f. 5), in un altro, di dimensioni minori, il fregio consiste in una zona di piccole croci impresse nella pasta con uno stampo e contor- nate da linee punteggiate (fig. 7), infine altri vanno ornati da borchie di bronzo (fig. 6, 10). Dopo le pentole ad orecchietta sono le scodelle, i vasi più comuni della nostra necropoli, che per altro non ci offrono quella varietà di decorazioni, che dobbiamo ammirare nei fittili testè descritti. Essi differiscono tra di loro per lo più unica- mente per le dimensioni, per esser più 0 meno espanse e per andar talora fornite di piccole protuberanze laterali, quasi accenni di anse, le quali in qualche raro caso possedono un piccolissimo foro. Meno alcune poche, tutte le altre hanno le labbra rivolte all’interno e sono di color oscuro?) Talune portano verso l’ orlo una linea di punti impressi. (T. VI, f. 18). Sono egualmente molto rare le scodelle tinte in rosso, di cui quattro ad orli diritti vanno inoltre disegnate da un reticolato a stralucido (fig. 12). Del tutto diverse per l argilla finissima onde sono composte e per la forma, sono due scodelle di color nero lucido, un po’ costate, di cui una portante impressa una svastica in mezzo del fondo, tanto esternamente che interna- mente (fig. 15). i) Necropoli T. II f. 9-19, 15. 3 Necropoli T. III, f. 20-28. 153. — Talora le scodelle sono più o meno pedate, (fig. 11) e quindi servono di passaggio ad un’ altra forma, alle coppe «d alto piede, nelle quali la lunghezza di quest’ ultimo è soggetta a molte variazioni '). Anche queste hanno gli orli sempre rien- tranti e la bacinella più o meno espansa. Degni di speciale menzione sono tre esemplari nei quali il piede è perforato, in un caso da due buchi ovali opposti, negli altri da tre fori triangolari (fig. 4, 5). Le coppe ad alto piede non possedono nè ornamenti, nè protuberanze ed eccetto cinque di pasta rossa, che del resto pel piede poco sviluppato si potrebbero classifi- care tra le scodelle pedate (fig. 7), sempre di color oscuro. Negli ultimi scavi trovai un esemplare che sotto il piattello porta una piccola ansa (fig. 6). Ascrivo inoltre a questo tipo un vaso pedato a bacinella più profonda, e fornito di due anse rilevate (fig. 8). Da tutte queste stoviglie, che forse. ad eccezione delle scodelle costate sopra descritte, possono riguardarsi quali ma- nufatti indigeni, differiscono grandemente due vasi, che per la pasta e per la forma particolare, ci sì presentano come prodotti stranieri. Il primo è una Vinockhoe di argilla pallida, dipinta a striscie brune, fornita di un bocchino a foglia di trifoglio e di un manico rilevato. Essa misura in altezza 205 mm. (fig. 10). L'altro è una Ayl. di pasta finissima egualmente giallognola, disegnata a zone rosse, fornita di due eleganti anse orizzontali. La sua altezza è di 81 mm. (fig. 9). Ambidue questi vasi a ditferenza di tutti gli altri forniti da’ nostri scavi, sono lavorati al tornio. Oltre alla differente proporzione in cui apparvero le varie pentole, esse ci offrono alcune interessanti particolarità circa alla loro associazione. Le due forme più comuni, le pentole ad orecchietta e le scodelle, che da sole formano più che la metà di tuttii fittili raccolti, compaiono di preferenza unite nella medesima tomba, mentre più raramente si accompagnano ad altri vasi. Scodelle senza l'aggiunta di altra pentola sono eccezioni, non così le pentole ad orecchietta, che assai spesso rinvengonsi 1) Necropoli T. II, f. 16-18. — 154 —- isolatamente. Il seguente specchietto ci dimostra il modo della loro associazione : Pentole ad orecchietta sole. . . .. . 370 Scodelle:isale 408 4084441 patata (iano o Pentole ad orecchietta associate a scodelle 189 Pentole ad orecchietta con altri fittili . 70 Scodelle con altri fittili.. . \\L/00 bust. 1445) Le ciotolette ad alto manico sono per lo più contenute in qualche fittile più grande, solitamente nelle pentole ad orecchietta o nelle situliformi. Ma i vasi forse più preziosi delle nostre necropoli, sono quelli di vetro, che costantemente hanno la forma di ciotolette ad alto manico e sono baccellati. Io ne raccolsi finora cinque ed altri due lo Szombathy *. Ad eccezione di uno trovato quest’ anno dal mio egregio collega, che è di vetro trasparente incolore, tutti gli altri constano di pasta vitrea opaca, con ornamenti policromi. Quattro de’ miei e per forma e per dimen- sioni sono quasi eguali, mentre il quinto appare più largo e privo del piede, che negli altri trovasi bene sviluppato. Attesa la rarità di questi vasetti, non credo superfluo il darne una descrizione particolareggiata. I. È alto 47 mm. di vetro bleu-scuro ed a disegni gialli, con manico semicircolare nel quale veggonsi 18 solchi con tracce di una pasta bruna che anticamente li riempiva. Intorno al collo vi gira una striscia gialla, cuì segue un’ altra ondulata. Inferiormente a questa la ciotoletta appare baccellata, con- tandosi 24 coste prominenti. Queste vanno pure tfregiate da !) Negli scavi degli ultimi anni, in cui diminuendo il numero delle pentole ad orecchietta, se ne incontrò un maggiore di calici, le scodelle furono trovate più spesso con quest’ ultimi. Così mentre fino alla tomba 1223 le scodelle associate alle pentole ad orecchietta ammontavano a 121 in confronto di 86 con altri fittili, negli scavi posteriori si ebbe una proporzione inversa cioè 73 di fronte a 103. *) Uno di questi ultimi si distingue per essere liscio e non baccellato. È di pasta bruna oscura superiormente a linee zig-zag gialle, sotto le quali decorre una linea retta verde, susseguita da altre linee orizzontali gialle. Il manico, egualmente liscio, è a linee alternanti gialle e nere. Sul fondo è tracciata una croce gammata. — 155 — una linea gialla, che scende a spirale descrivendo cinque giri, per poi cingere il fondo sul quale forma una croce (T. VIII, f. 2). II. Alto 50 mm. di color bruno-cupo, con linee gialle e verdi. Il manico, pure semicircolare, a zone alternanti brune e gialle, è fornito alla base di due cornetti gialli. La decorazione e analoga alla precedente, salvo che la linea ondulata gialla è limitata da due fascie verdi, girando inoltre una linea gialla sull'orlo, e che sul dinanzi alla massima periferia trovansi tre bugnette prominenti brune. Essa è del pari divisa in coste, però più strette, sicchè se ne contano 43. (T. IX, f. 1). IIIL Alto 52 mm. di color verde-cupo, con linee gialle e bianche molto fitte ed a manico solcato, parzialmente fuso, fornito alla base di due occhi prominenti neri contornati da un cerchio bianco. Il numero delle coste è di 27, solcate anch’ esse da linee alternanti verdi, bianche e gialle. Al disopra della linea ondulata, che è gialla, trovasene una bianca e quindi un’ altra gialla. Al fondo esiste un cerchio bianco. A differenza delle due precedenti, la pasta gialla vi è alquanto decomposta e qua e là tendente al verde (T. VIII, f. 1). IV. Alto 55 mm., porta tracce evidentissime della subita combustione, sicchè la pasta appare qua e là spugnosa ed alterata nel colore, che era bleu-chiaro con striscie gialle. Il manico appare anticamente racconciato ed è del pari a zone gialle ed azzurre. Differisce dalle altre per mancare della linea ondulata, invece della quale si contano dall’alto al basso 10 striscie azzurre ed altrettante gialle. Vi sono 30 coste. Al fondo scorgesi pure una croce gialla circondata da un cerchio del- l’ istesso colore. Al mezzo della croce sporge una piccola pro- minenza che non permette al vaso di star diritto. V. Alto 47 mm. di color bruno oscuro con striscie gialle, va privo del manico, essendo spezzato da un lato. Una linea spirale gialla parte immediatamente dal fondo, descrivendo 6 giri intorno alla ciotoletta, che possede 33 coste longitudinali. La spirale si può seguire pure nella linea ondulata soprastante. Sotto al collo trovasi un’ altra linea gialla diritta (T. IX, f. 2). Di osso non 9'ebbe che un piccolo vasetto cilindrico, alto 7 cent. con un diametro di 4, privo del fondo, che antica- — 156 — mente vi era fermato con una serie di chiodetti, come ce ne fanno fede i fori, che trovansi tuttora alla base (T. VII, f. 17). Negli scavi del 1890 si trovarono entro a due vasi di bronzo, due ciotolette semisferiche di legno sottilissimo. Esse erano assai piccole non misurando che 55 mm. di diametro ed andavano prive di decorazioni (T. IL. £. 3). Tra gli oggetti d’ ornamento vanno in primo luogo nomi- nate le fibule, che erano i monili per eccellenza de’ nostri proavi. Poche necropoli certamente possono gareggiare colla nostra sia per quantità che per varietà di questo abbigliamento. Noi vi troviamo rappresentati tutti i tipi, tutte le specie in un’ esuberanza meravigliosa di forme, che talora ci fanno stupire per la finitezza del lavoro e per l alto grado di perfe- zione. La più parte di esse è di bronzo e solamente tra quelle ad arco semplice se ne trova un maggior numero di ferro. Affatto eccezionalmente appare questo metallo in una fibula semilunata ed in quattro serpeggianti. Il ferro è però talora asso- ciato al bronzo, constando di esso l’ago o la statta od anche l’arco. Le fibule da me raccolte a S. Lucia si dividono nel modo seguente : Fibule ad arco semplice . . . 347 ossia 21:11%,!) x Atsentilunate Stellina bia a, 2:86 , È ad arco laminare e solido 173 Gi 10:52 4; 3h OST isti eat ATER ea PBI 3 426, L Lita vhiavicell'apedongn ta. 4bao PFOSTAIt, 414 , LOR RObettonita 1 atta oriali a 4684 pIRUsenpeggiamalmi an: ellats 96018 1280 211 della Certosasuoio wilal .0x2481 14, oTila0Sma n & doppiosardiglione (» «!ilo:8leg & 492, LAM Aridi famimalet)eo, ao imoiral 9a (54 , attrvraduo eehbiala:1, st: dareeds ni 2Qe6c4 8:03, dlimatdisco”bitato? ali «stra sie 29 ent 17685 rnibiaodeneon. Gi alisazdg a O RIZAIOO 018, Hr indeterminato !! [an spuudt 93 - Lotale Ata Ago ) I percenti sono calcolati solo sulle fibule determinate. — 157 — Esse compaiono sia isolatamente sia in numero maggiore nelle singole tombe. Il massimo numero finora raccolto tu di 16. In quanto alla presenza multipla della stessa specie di fibula in una tomba, basta gettare un’ occhiata all’ annesso prospetto, per vedere che in questo riguardo sono specialmente le fibule serpeggianti, quelle della Certosa e ad arco laminare che porta- vansi in maggior numero, laddove quelle ad arco semplice, a sanguisuga, a bottoni, a navicella, a doppio ardiglione e ad occhiali venivano usate solitamente in numero singolo o tutto al più doppio. Così non si ebbero mai in numero multiplo le fibule semilunate, quelle a disco binato e ad animale. Apparvero nella medesima tomba in numero multiplo : Fibule ad: 2 3 4 5 6 t1 8 10 14 Arco semplice 18 1 — — — — — Arco laminare 24 10 2 1 Gite: cirie stico eat Sanguisuga . D 3 1 stiro Sasha Navicella . . TT — Ped vero Boctonib) u168 3 dba reticostàv Sciriot=alisbi: Serpeggianti . 45 20 11 3 1 1 1 1 Usrtosai 3% 0: Ibrorto 14 5 p MOTgRE Pe Dopp. ardiglione 12 2 iii ones Hernnetrie Weehialnososg o ge0 7 4 1 lignee rat dote Tutte queste varie forme possono dividersi in tre grandi gruppi: nelle fibule ad arco, in quelle in cui l'arco trovasi sostituito da due dischi o spirali, ed infine in quelle che in sua vece portano la figura di un animale. Com'è noto la forma primitiva delle fibule è quella ad arco semplice, comparendo esse cronologicamente avanti le altre già nei depositi terra- maricoli e rappresentandoci in pari tempo il tipo più semplice d’un ago di sicurezza. Nella nostra necropoli questa specie di fibula si trovò in numero considerevole, presentandoci non poche modificazioni della sua forma originaria, consistente in un semplice filo metallico, che da un lato sì ravvolge a spirale, assottigliandosi poscia nell’ ago, mentre l’altra estremità s’ allarga nella staffa per accogliere la punta di quest’ultimo. Gli antichi abitatori di S. Lucia non s’accontentavano però di queste forme primitive, ma ingrossando l'arco vi — 198 — innestavano varî principî decorativi, sia incidendovi delle limee variamente aggruppate, sia dividendo l’arco in coste più 0 meno grosse, 0 fregiandolo altrimenti con nodi o dischetti, talora alternanti. Anche la staffa subiva variazioni, divenendo alle volte triangolare o largamente espansa ed ornandosi di crena- ture marginali, di punti, di cerchietti, ecc. Essa è però general- mente molto breve e solo in due casì s’' allunga un po’ mag- giormente (T. X, f. 8). Alle volte la staffa non è fusa unita- mente all’arco, ma vi è fissata a mezzo di uno o due chiodetti. Essa non è mai fregiata di bottone terminale. Del pari il riccio invece di un sol giro, ne fa talora uno doppio ed oltrechè dalla parte dell’ ago, trovasi anche sotto alla staffa, ove però descrive sempre un unico giro. Venendo adoperate queste fibule orizzontalmente a guisa de’ nostri fermagli, offrivano meglio di altre specie il destro di appendervi varîì gingilli, come: anelli, pallottole, secchielli, ruote raggiate, bulle, pinzette, ecc. dando per tal modo origine a delle forme veramente stupende, come p. e. quelle delle Tav. XI, XII, XXIX, f. 1. Va notato che le fibule fornite di pallot- tole o di pinzetta, possedono costantemente il riccio solo dalla parte dell’ ago. Le fibule ad arco semplice di ferro, di cui raccolsi 103 esemplari, constano di un grosso filo a sezione romboidale, rare volte ovale o cilindrico, ed hanno sempre il riccio ad un giro tanto dal lato dell'ago che della staffa (T. XIII, f. 5, 6). Vi fa eccezione un unico esemplare fornito di un pendaglio in forma di pinzetta, che ha però la staffa e l’ago col riccio di bronzo (f£. 4). Esse sono spesso di dimensioni colossali, giungendo fino a 18 e più cent. di diametro. Non hanno mai alcun ornamento e solo rare volte portano appeso qualche anello di bronzo 0 di ferro. Figurai alle Tav. X, XI, f. 1-6, XII £. 1-3, XIII £ 1-7, T. XXIX, f. 1, le principali forme!) e quindi credo superfluo d’intrattenermi più a lungo in proposito. Farò solamente notare che la forma dataci dalla fig. 9, T. X, è estremamente rara a ') Altre in Necropoli T. V, f. 1-6. — 159 — S. Lucia, staccandosi dalle solite per aver l arco assai poco curvato, mentre nella nostra necropoli predomina la varietà dall’ arco semicircolare. Egualmente un’altra fibula trovata nella medesima tomba (T. XIII, f. 7), sì presenta differente dal tipo comune, essendo solcata longitudinalmente ed avvicinan- dosi a quelle a navicella. Allorchè l arco invece di esser cilindrico diviene piatto fino ad esser sostituito da una lamina falcata, ne nascono le fibule semvlunate. Serve di passaggio tra le due forme la fibula disegnata alla Tav. XII f. 5, (di cui per altro non s ebbe che un unico esemplare spezzato), nella quale l'arco non è che alquanto schiacciato ma tuttora massiccio. Anche le fibule semilunate possedono il riccio solo da un lato oppure da ambidue e constano sia «di una semplice lamina senza ornamenti o vanno fregiate da linee incise o da cer- chietti, o possedono al margine inferiore dei forellini, d’ onde pende un numero maggiore o minore di catenelle, terminate talora da laminette triangolari (T. XII, f. 6). Rimarchevole per grandezza e per eleganza è l esemplare disegnato alla Tav. XIV, ornato com’ è di una serie di listerelle, sulle quali si avvolge vagamente un filo di bronzo. Queste sono unite tra di loro da piccole catenelle, dall’ ultima delle quali ne pendono dieci molto lunghe, unite inferiormente a due a due e portanti delle spirali binate. Tra le fibule semilunate non ebbi che un’ unica di ferro, la quale differisce da quelle di bronzo per aver la lamina a costa mediana. Anch' essa va fornita di forellini all’orlo infe- riore e porta infilato un anello di bronzo (T. XIII, f. 3). Ascrivo pure a questo gruppo una fibula che forse con egual ragione andrebbe classificata tra quelle a navicella, avendo la lamina non nel medesimo piano del riccio e della staffa, ed essendo un po’ incurvata per modo che ne nasce una piccola concavità. Non ne ebbi del resto che un solo pezzo (T. XII, f. 4). Caratteristica nelle due specie di fibule testè descritte, almeno per i nostri paesi, era la brevità della staffa, che si riduceva per lo più ad una semplice espansione coll’ apice ripiegato. Nelle fibule di cui abbiamo ora a trattare, la staffa — 160 — appare all’ incontro allungata, superando non di rado la lun- ghezza dell'arco ed andando per lo più fregiata di un bottone terminale. La forma più semplice di questo sottogruppo ci viene data dalla fibula ad arco laminare, la quale però ci presenta una bella serie di varietà (T. XV, f. 1-14), prodotte dall’ingrossarsi pro- gressivo dell’arco, onde ne derivano le fibule ad arco soldo ed infine quelle « sangiisuga. L'arco di queste fibule va spesso ornato da linee incise, che col loro vario aggruppamento producono eleganti disegni, da cerchietti, da occhi di dado, ecc. Più di rado esso appare costato o bucherellato (T. XV, f. 9, 12). La staffa termina sempre in un bottoncino: solo in un esemplare da questo parte ancora una piccola appendice bipartita a forma di nastro (fig. 12) ed in un altro manca il bottone e finisce direttamente a coda di rondine (fig. 13). In queste fibule noi troviamo sovente il riccio sostituito da un disco che s’inter- pone tra l'arco e lago (fig. 1, 3), particolarità ignota alle due prime specie da noi descritte, come pure a quelle a sanguisuga, a navicella ed a bottoni. Va notato che queste fibule a disco sono sempre liscie. Quantunque nelle loro forme estreme le fibule ad arco laminare e quelle ad arco solido sieno molto bene distinte, non riesce facile classificarle partitamente, tro- vandosi numerose forme intermedie, per le quali si resterebbe incerti a quale specie si debbano riferire. Una varietà rara di queste fibule è costituita dall'aver un’ espansione all’ arco (f. 11). Le fibule a sanguisuga (f. 15, 16) ci presentano all’incontro caratteri più precisi, possedendo un notevole ingrossamento alla metà dell’arco, che contiene un’ anima d’ argilla. L'anima stessa è percorsa nel mezzo da un sottile filo di bronzo. Queste fibule sono fregiate da linee trasversali, meno spesso da forellini, riempiuti da una sostanza pulverulenta bianca, proveniente forse da uno smalto decomposto. A questa forma appartiene pure una fibula sulla quale sono infilati dei dischetti di ambra ') (fig. 24). ') Negli scavi dello Szombathy apparve anche un esemplare in ferro — 161 — Dalle fibule a sanguisuga noi passiamo immediatamente a quelle « navicella (T. XV. f. 17-23, T. XVI, f. 1-5). non diffe- rendone che per avere l’arco aperto dalla parte concava. Questa specie di fibule presenta due varietà particolari: le forme chiuse e le aperte. Tra le prime noi troviamo allato a piccolissime di appena 45 mm. (T. XV, f. 17), delle colossali, che hanno una lunghezza di 175 mm. (T. XVI, f. 1). Quest’ ultime portano di regola linee incise a zig-zag ed hanno talora un anellino mo- bile alla staffa per fermarvi l'ago (f. 2). In un esemplare, che ha inoltre l’ ago di ferro, trovansi infilati parecchi anelli (f. 1). Le seconde, piuttosto rare, sono di minori dimensioni, in forma di barca e differiscono inoltre per il piede più corto e per andar prive del bottone terminale. Esse sono quasi sempre fregiate da disegni di linee e di punti (T. XV, f. 21-22). Un'altra forma, parimenti non comune, è quella che trovasi solcata longitudinalmente da tre o più linee prominenti (f. 23). Prossime alle fibule a navicella sono quelle 4 bottoni (T. XVI, f. 6-13, T. XVII, f. 1-5), che alle volte conservano ancora una piccola concavità nell’ arco, sicchè riguardando la applicazione de’ bottoni quale semplice decorazione, potrebbero venir ascritte alle prime. Queste forme non sono però le più frequenti, predominandovi quelle in cui l'arco è del tutto piano ed anzi ingrossato e massiccio in corrispondenza dei bottoncini. Il numero di questi varia da 2 a 5, essendo per altro più spesse le fibule fornite di tre. In qualche caso vanno fregiate di pendagli: elegantissimi quelli della fibula alla T. XVI, fig. 12, consistenti in un anello a nodi ed in altri due anelli lisci, onde pendono due secchielli di bronzo, ornati di occhi di dado ed un globetto di vetro azzurro, essendone spezzato il secondo. Un altro esemplare a bei pendagli è disegnato alla fig. 18. Molto rare sono da noi le fibule dall’ arco allargato a losanga, sia fornite di bottoni (T. XVII, f. 2), sia prive degli stessi (fig. 3). Le fibule più comuni a S. Lucia sono le serpeggianti dee 6-15 I° XVIII fio. 1-10) *), nelle quali è ) Necropoli T. VI, f. 7-14. 11 24 seen caratteristica la sostituzione costante del riccio con un dischetto inserito tra l’arco e lago. Nella loro forma più semplice esse ci presentano alla metà circa dell'arco una piccola curvatura, mercè della quale veniva accresciuta la loro elasticità. Questa curvatura alle volte è doppia, descrivendo cioè l'arco al di sopra di essa, un intero giro (T. XVIII, f. 4-8, 10). Fibule di tale specie non sono da noi punto frequenti, avendone raccolto solamente 57, fornite per la massima parte dallo scavo del 1891 (55 esemplari), mentre negli scavi precedenti non apparvero che affatto sporadicamente. In due esemplari invece della cur- vatura trovasi un ingrossamento dell'arco con due fori tras- versali; uno va inoltre privo del disco (T. XVII, f. 11). In qualche raro caso di fibule biserpeggianti, il disco molto grande possede un rafforzamento emisferico dalla parte dell’ arco (LVII. 4): Molto spesso questa forma di fibule va ornata di appen- dici decorative in corrispondenza alla curvatura, consistenti in bottoncini applicati direttamente all’ arco 0 più frequentemente mercè di due o quattro dischetti ribaditi con piccoli chiodi. Varia è la forma ed il numero dei bottoncini, che alle volte sono pianeggianti o leggermente convessi, altre volte forniti di peduncoli più o meno allungati. Anche i dischetti laterali assumono talora fogge diverse, di rosette, di ruote raggiate, ecc. In questo caso essi sono quasi sempre in numero di due, non essendo comparse che sole due fibule che ne avevano quattro (T. XVII, f. 8). Bellissime sono sei fibule identiche, fregiate di disegni incisi, che inoltre possedono un uccellino d’ambo i lati al disopra dei dischetti (f. 9). Più rimarchevoli ancora sono due altri esemplari per andar totalmente rivestiti d’ambra, della quale constano tanto le rosette laterali, che le appendici piri- formi, che in ciascuna fibula sono in numero di quattro, ed il bottone terminale (fig. 13). Cito inoltre un esemplare laminare, che è il solo trovato di questa specie (T. XVIII, £. 2). Due esemplari!), di cui uno fornito di pendaglio a pallottola solida ') Non ascrivo che dubitativamente queste due fibule alle serpeg- gianti, differendone esse per la presenza del riccio, come in generale per una costruzione diversa. — 163° — (T. XVII, f. 14), possedono l’arco finestrato ed il piede invece di terminare in bottone, si ripiega all’ insù. Due delle fibule di ferro corrispondono alle munno biser- peggianti, però con piccolissimo disco (1. XVIII, f. 8); due altre per converso ne differiscono parecchio e sono di unici rappresentanti della varietà speciale delle fibule a drago, tanto comuni nell'Italia media e meridionale (T. XVII, f. 15). Accennerò quì incidentalmente che tra le fibule serpeg- gianti se ne trovano parecchie di racconciate in modo assai primitivo, applicandovi cioè semplicemente un pezzo di bronzo RSS VITI £797 10). Dalle fibule ad arco laminare o ad arco solido, noi pos- siamo derivare direttamente le così dette fibule della Certosa (T. XVIII, f. 11-21, T. XIX, f. 1-6) ') che differiscono precipua- mente per il bottoncino terminale del piede alquanto schiacciato e rivolto all’ intuori, laddove in tutte le specie finora descritte, (ad eccezione naturalmente di quelle ad arco semplice e delle semilunate, che ne vanno prive), esso era una continuazione della staffa. Si distinguono inoltre per la brevità di questa ultima, che non giunge che a circa un terzo, rare volte alla metà della lunghezza dell’arco. Esse ci presentano notevoli varietà tanto per le loro dimensioni, che oscillano tra 3 e 18 cent., quanto per la loro forma. Come le due specie di fibule l’onde derivano, anch’ esse hanno talora il riccio sostituito da un dischetto, che s'interpone tra l'arco e l'ago. (T. XVIII, f. 20, T. XIX, f. 4-6). Alle volte e specialmente negli esemplari più grandi invece del dischetto venne inserita una pallottola, oppure oltre a questa od al disco trovasi conservato anche il riccio (T. XIX, f. 1-3). La loro ornamentazione consiste per lo più in semplici linee incise od in una serie più o meno grande di cerchietti. Spesso trovasi inoltre un piccolo collarino sull’ arco, sia alla parte superiore in prossimità del riccio, sia all’ inser- zione della staffa. Una forma eccezionale (T. XVIII, f. 21) presenta un’ espansione nell’ arco ed una foggia differente del bottone terminale. ') Necropoli T. V, f. 12-16. _ 164 =. Di speciale interesse sono alcuni esemplari di transizione tra questa specie di fibule e quelle a doppio ardiglione (T. XIX. f. 7-10). Esse sono in realtà fibule della Certosa rimodernate, nelle quali cioè il riccio venne allungato mercè l'introduzione di una asticella, su cui si ravvolge il filo a spira, e differiscono quindi dalle vere fibule a doppio ardiglione per la mancanza del foro per l'inserzione della spirale all’ estremità dell’arco, prolun- gandosi anzi spesso questo nell’ago, e per il bottoncino che <' inserisce alla staffa con un collo molto breve. Mercè di queste forme di transizione, noi passiamo alle fibule a doppio ardiglione (T. XIX, £. 11-22, T. XX, f. 1-3, 6-8), che differiscono da tutte le specie finora descritte, per constare di due o piuttosto tre pezzi distinti, l’ arco, la spirale coll’ ago e l’asticella trasversale. L'arco fuso ha superiormente un foro, attraverso al quale passa un’ asticella, su cui si avvolge la spirale terminante nell’ago. Va notato che il filo di bronzo dopo aver formato la spirale da un lato, passa al disotto !) ad avvolgersi dall’altra parte, a differenza delle fibule La Tène ove esso si stende al di sopra: si possono quindi dire fibule a corda inferiore, in opposizione a quelle a corda superiore. Queste forme offrivano forse più delle altre vasto campo agli artefici di allora di far valere la loro maestria nel trattare il bronzo. È questa la fibula che unica sopravisse 1’ epoca preistorica e passando per le modificazioni apportatevi dal periodo gallico (fibula La Tène), si tramutò finalmente nella fibula romana a cerniera. La lunghezza della spirale varia parecchio, constando talora di pochi giri, altre volte svolgendosi d’ ambo i lati fino a superare le dimensioni dell’arco. In alcuni casi noi la troviamo persino raddoppiata, onde ne nascono quelle forme rarissime, che finora non vennero trovate in Italia, ed alle quali si po- trebbe dare il nome di fibule a spirale gemina (T. XX, f. 3, 9), Infine sonvi alcune, nelle quali il filo di bronzo dopo aver formato la spirale o le spirali, si ripiega all’ insù descrivendo sopra di esse una serie di volute aperte (T. XIX, £. 10, T. XX, f. 1,3). !) Vi fa eccezione l’unico esemplare portato dalla av. XIX, f. 19. — 165 — L'arco va ornato frequentemente di disegni incisi o di solchi trasversali, che alle volte sono riempiuti da una sostanza bianca o gialliccia, forse proveniente dalla decomposizione di qualche smalto. In alcuni rari casi Parco si dilata alla sua metà alzandosi a guisa di cupola (T. XIX, f. 21), in altri esso prende la forma di un disco leggermente convesso, cui si aggiungono sul piede altri due dischi più piccoli (fig. 22). Un esemplare ne porta cinque (T. XXIX, £f. 4). Oltremodo interessante mi sembra un esemplare a tre bottoni (f. 3), che invece di possedere il solito riccio in con- tinuazione dell’ arco, come avviene in tutte le altre consimili, ci presenta all'estremità superiore un foro, nel quale s'innestava anticamente l’asticella trasversale, caratteristica delle fibule a doppio ardiglione, sicchè sebbene ci ottra l’ aspetto delle fibule a bottoni, deve ascriversi a quest’ultima specie. Noi abbiamo dunque una prova che anche all’epoca in cui erano divenute di moda le fibule a doppio ardiglione, si applicava il nuovo principio decorativo a quelle di tipo arcaico, non solo rimoder- nandole, come avveniva spesso in quelle della Certosa, ma fondendole appositamente col foro in luogo del relativo riccio. Infine anche il piede è fregiato di disegni e possede il bottone terminale inserito ad un collo più o meno lungo. Im un unico esemplare il bottone è quadrato e pianeggiante, ornato da cinque occhi di dado '). Eccezionalmente questo non è ripie- gato ma trovasi in continuazione della staffa. Altre volte questa si prolunga in una testa di cavallo o di drago, con cui entriamo nel gruppo delle fibule ad animale, in cui l'arco è trasformato appunto nella figura d’un animale. Rimarchevoli sono due fibule colle staffe terminanti in testa di drago, per avere gli occhi formati di uma pasta vitrea azzurrina, la quale trovavasi pure applicata nel mezzo della fronte, in bocca e nelle intaccature dell’ arco (T. XX, f. 8). La maggior parte di queste fibule, che del resto non sono punto comuni, — non ne raccolsi che 9 !) Essendo il mio frammentato, ottro qui il disegno di un altro esem- plare simile, proveniente dal campo Gollia, che mi fu cortesemente comu- nicato dal Prof. Majonica e che va fregiato da quattro cerchietti con- centrici (T., XIX, fig. 18). — 166 — esemplari, — sono a riccio semplice e non a doppio ardiglione, sicchè andrebbero classificate piuttosto tra le fibule della Certosa, dalle quali si possono direttamente derivare a mezzo di parecchie forme di transizione (p. e. T. XVIII, f. 21), che sono special mente rappresentate a Caporetto. Per lo più vi è abbozzata la testaldi cavallo»:(TIXGfa 69, 0TARIEChE, 1) Le nostre fibule ad animale (T. XX, f. 9-12) sono tutte a doppio ardiglione, eccettuate due sole più rozze e di minori dimensioni !). Gli animali rappresentati sono il cane, il gatto, il cavallo. Alla estremità della stafta in luogo del bottone esse portano costan- temente un augellino. Una di queste fibule è inoltre a spirale gemina (fig. 9). Va fatta speciale menzione di un esemplare elegantissimo, che ci raffigura una sfinge alata, con faccia umana assai bene eseguita e colla staffa fregiata di un augellino dalle ali spiegate (£. 11). Allorchè il bottone terminale si allunga maggiormente fino a toccare l’arco, ne nascono le così dette fibule La Tène o galliche, per essere caratteristiche di quest'epoca relativamente tarda. Queste fibule, del resto in piccolissimo numero, vengono da noi ritrovate generalmente sparse nel terreno e non nelle tombe, devono quindi riguardarsi come estranee alla necropoli e quali oggetti perduti casualmente in tempi posteriori alla formazione del sepolcreto. Un’ unica tomba de’ miei scavi, verso l’ estremità orientale della necropoli, ove il complesso della suppellettile funeraria ci accenna una minore antichità, conteneva una fibula che può venir riferita al tipo La Tène, quantunque per la coesistenza del bottone e per la spirale a corda inferiore, si rannodi stretta- mente alle solite forme delle nostre a doppio ardiglione (T. XX, f. 4)*). Una bella fibula di questa specie ritrovata sparsa nel terreno, è rimarchevole per l'arco a nodi, alla cui metà circa viene ad inserirsi il piede laminare ripiegato ed ornato di disegni incisi. Questo portava inoltre attaccato un largo anello 1) Tav. VI, f. 16 della I relazione. 2) Un altro esemplare fu rinvenuto negli scavi del Sig. Szombathy. — 167 — di bronzo, contenente un disco di ambra, che purtroppo si disfece totalmente (f. 5) '). Il gruppo che ci resta da considerare ditferisce da tutte le fibule finora descritte per andar privo dell’ arco, che viene sostituito da due spirali o da due dischi abbinati. Le fibule a spirali dette anche ad occliali (T. XXI, f. 1-3), constano di un semplice filo di bronzo ravvolto in piano, che dopo aver descritto un numero maggiore o minore di giri, si ripiega da un lato ad uncino, formando per tal guisa una specie di staffa, ed allun- gandosi dall’ altro nell’ago. Alle volte il filo dopo aver formato una spirale invece di passare direttamente all’ altra si ravvolge a foggia di un 8 (fig. 2). Le dimensioni di queste fibule variano notevolmente, essendone alcune di appena 3 cent. ed altre che giungono fino a 18 centimetri di diametro. Sostituendo alle spirali due lamine metalliche, ne nascono le fibule a disco binato (tig. 4), nelle quali una piccola listerella di bronzo unisce le due parti staccate. Esse sono leggermente convesse e vanno non di rado ornate di disegni a sbalzo, con- sistenti in punteggiature periferiche e radiali. Dalla parte concava, assicurati al centro *) mercè di chiodetti, trovansi da un lato un gancio laminare, che fa gli uffici di statfa, dall'altro lago. A. differenza delle fibule ad occhiali, esse non variano molto per le loro dimensioni, misurando da 185 a 150 mm. Dopo le fibule l’ ornamento più comune a S. Lucia era lo spillone, che probabilmente ne faceva le veci, mancando per lo più quelle nelle tombe fornite di aghi. Difficile sarebbe spiegare in altra guisa la disassociazione tra queste due specie di monili, dappoichè su 8386 tombe fornite di spilloni, in sole 34 essi trovavansi associati a fibule. Inoltre potei osservare che nei tratti ove queste scarseggiano, si fanno più frequenti gli spilloni !) Una eguale venne trovata dal Prot. Majonica nel campo (Gollia, parimenti sparsa, laddove parecchi esemplari furono raccolti dallo Szom- bathy in tombe della propinqua necropoli gallica d’Idria di Bacia. ?) Devo qui avvertire che nel profilo della nostra fig. 4, venne erroneamente disegnata l inserzione dell'ago verso la periferia, mentre deve trovarsi al centro, come meglio si può vedere nella fig. 9 della Tav. VII della mia prima relazione su S. Lucia. e viceversa. Anch’ essi sono per lo più di bronzo, non avendone raccolto che 20 di ferro. Va notato tra questi uno per possedere i globetti di bronzo, mentre il resto è di ferro. Assai varie sono le fogge che assumono i nostri aghi, del pari che le loro dimensioni, che oscillano tra 8 e 40 cent. In alcuni casi la loro punta va difesa da uno schermo d’osso 0 di bronzo, al qual uopo serve talora una semplice perla. Tuttavia se anche svariati ci si presentano in quanto alla parte orna- mentale, noi possiamo comprenderli in quattro gruppi: quelli a globetti, a riccio, a forchetta ed a cruna. Più comuni sono i primi come si vede dal seguente specchietto riassuntivo : Bronzo Ferro Osso Spilloni a globetti . 264 6 - 270 La BA ni LG TONMPRANGR NBT RARI IS — 68 5 » forchetta . 2° - 2 5 SERBI) I DL): PPNPBNAINC Ll — - Il » Indeterm. e varî 102 14 I dela 437 20 1 458 Nel gruppo degli spilloni a gylobetti (T. X.XII, T. XXIII f. 2-17)') noi abbiamo però da distinguere alcune varietà no- tevoli, determinate dal differente sviluppo dei nodi della ca- pocchia, che meritano speciale menzione. Nella forma tipica, che da noi è la più frequente, lo spillone va ornato di un numero maggiore o minore di globetti, che varia da 1 a 6, alternati non di rado da dischetti e chiuso spesso da un ingrossa- mento a foggia di campana (T. XXII, f. 1-18). In qualche raro caso lago è inoltre fregiato da solchi negli spazi tra i singoli globetti, decorazione che alle volte si estende anche a questi ultimi (fig. 3, 4, 17). Il globetto superiore appare talora alquanto schiacciato 0 prende la forma di un piccolo disco, sotto al quale gli altri globetti conservano la loro forma sferica, o si restrimngono anche essi più o meno. Colla ulteriore riduzione e col ravvicinamento dei globetti, ne nascono forme speciali a collurino, che però sono da noi piuttosto rare (T. XXIII, £. 2-13). ') Altre forme in Necropoli T. IX, f. 1-15. — 169 — Affatto eccezionali sono gli spilloni con un semplice in- grossamento al collo (fig. 24) od a capocchia conica (fig. 19). Alcuni aghi di ferro senza alcun ornamento sono a sezione quadrata. Gli spilloni a riccio sono di dimensioni minori non giun- gendo tutt’ al più che a 15 cent. La spirale della loro estremità accartocciata è molto breve non descrivendo che uno o due giri (fig. 20-22). Elegantissimi sono due aghi a forchetta, di cui il maggiore della lunghezza di 21 cent. consta di un semplice filo di bronzo. che ad un’ estremità si allarga ad anello per attortigliarsi nel collo, descrivendo d’ambo i lati due volute prima di rastremarsi nelle punte (T. XXIX, f. 6). Il minore, lungo 15 cent., ne diffe- risce per avere il collo rafforzato da un altro filo metallico, che vi si avvolge a spira, e per mancare delle due volute. All’ incontro esso possede ancora una delle punte difesa da uno schermo d’osso (T. XXIII, f. 1). Non raccolsi che un unico esemplare di ago a cruna !), lungo 96 mm. rimarchevole per esser stato conservato in una tibia d'agnello perforata, che serviva da agoraio (f. 26). Varia è la serie degli anelli (T. XXIV, f. 1-7 oltre a quelli appesi a fibule come alle Tav. XI, f. 1-6, T. XIL f£ 1-8, T. XIII, f. 1 :2::6,,8. Ti XVI, £ 12, 13, T. XXIX, f.1)*) che quasi sempre sono di bronzo, formati da una verghetta metallica cilindrica od ovale, oppure da una lamina più o meno grossa e non di rado tregiata da linee incise, da occhi di dado (decorazione molto comune) o da coste rilevate. Alle volte l'anello possede dei nodi o globetti in numero di 5-8, sicchè evidentemente anzichè per le dita, al qual uso non doveva riescir troppo comodo, serviva da pendaglio (T. XI, £. 3, T. XVI, f. 12). E per vero frequentissimo era | uso d’infilare anella sulle fibule, talvolta in grande numero od in unione ad altri ciondoli. Assai rari sono all'incontro gli anelli a spirale e per lo più !) Probabilmente apparteneva a questa categoria anche lago d’osso spezzato che raccolsi nei primi scavi (Necrop. T. IX, f. 20). ?) Necropoli T. VIII, f 5-10, 17. — 170 — formati di appena un paio di giri (T. XI, £ 4, T. XII, f. 2). Alcuni anelli di dimensioni maggiori potrebbero aver servito per le dita dei piedi o forse per allacciare i capelli. Tra le armille (IT. XXIV, f. 8-13)!) troviamo un maggior numero in ferro (53 pezzi ossia 268%), sebbene esse sieno sempre semplicissime e chiuse. Più varietà presentano quelle di bronzo, che appaiono cilindriche, prismatiche, laminari, striate, costate, ornate di disegni a sbalzo, ecc. Anche tra queste difet- tano forme a spirale, accennate appena da esemplari d’ un paio di giri. In un braccialetto trovansi ripiegate l’ estremità imi- tanti la testa d’ un serpente (fig. 3). Abbastanza frequenti sono gli orecchini, (f. 14-18) *), con- sistenti in una sottile lamina di bronzo, solcata da linee longi- tudinali più 0 meno numerose. Ad una estremità si assottigliano in un gancio, mentre dall’altra trovasi l’occhiello corrispon- dente. Da questa forma tipica non differiscono che pochi esemplari, per essere di lamina più grossa o con forellini. Questi ultimi vengono però raccolti solitamente nella terra fuori delle tombe. Un’ unica tomba possedeva due orecchini con cerchietti e lineette incise (fig. 16). Una bella serie ci viene offerta dalle orqui, nelle quali trovasi adoperato più spesso il ferro che il bronzo. Quest’ ultime sono sempre liscie e constano di una verga a sezione romboi- dale coll’estremità ripiegata a riccio *). Più varie all’ incontro si mostrano quelle di bronzo, che sono liscie, ritorte od a nodi più o meno grossi, talora alternati da dischetti (T. XXV, f. 1-5). Ma oltre a queste collane solide, se ne ebbero parecchie formate da perle di vetro, d’ambra o di bronzo, alle volte rattenute da fermagli di osso. Le prime di queste perle sono di grandezza molto varia, trovandosene di esilissime, consistenti in un semplice cerchietto di vetro del diametro di appena 2 mm. mentre altre sono molto grosse e fregiate di occhi o cerchi concentrici di differenti colori, di linee ondulate o di bitorzoli !) Necropoli T. VIII, f. 11-16, 18. *) Necropoli ib. f. 1-4. 3) Necropoli T. IX, f. 23. — 71 —- sporgenti (l. VIII, £. 3-5, T. IX, f. 3-5, T. XXIX, f. 8). Il vetro o piuttosto la pasta vitrea, onde sono plasmate, è quasi sempre opaca e ci presenta i colori bianco, giallo, bruno, azzurro, assai raramente verde. Trasparenti sono solo le perle di color bleu carico, spesso faccettate ed ornate da linee ondulate impresse, ‘nelle quali forse in antico eravi altra pasta meno resistente, che andò del tutto consunta. Negli ultimi scavi raccolsi pure una perla trasparente del tutto incolore, con una linea ondulata di pasta gialla. Molto interessante riesce una perla di vetro azzurro in forma di testina d’ uomo barbuto (T. XXIX, f 9). La faccia è bianca con due grandi occhi bleu, del qual ultimo colore è pure la barba, i cui ricci sono egregiamente rappresentati da piccole perlette. Le orecchie in rilievo portano orecchini gialli, come pure gialla è la bocca. Pur troppo vi manca la parte superiore della testa. Non sempre però le perle servivano, infilate, da collana, ma alle volte erano cucite su qualche veste, com’ ebbi a con- vincermi in una tomba, contenente più di 1500 perlette, tanto di vetro, che di bronzo, nella quale quest’ ultime agglutinate tra di loro mercè l’ossido, ci avevano in parte conservata la loro disposizione originaria (T. IX, £. 6). Assai eleganti sono le collane di ambra, sia formate da pallottole, che da piccole bulle (T. XXV, f. 6, 7, 8). Talvolta le perle della collana hanno grandezze differenti e vanno de- crescendo verso le estremità. Così pure si ebbero collane da 10 fino a 41 perle. La nostra ambra appena estratta ci presenta sempre un bel color rosso rubino, non solo alla superficie, ma in tutto il suo spessore. Perle di ambra, al pari di quelle di vetro e di bronzo, trovansi inoltre talora isolate nelle tombe, e quindi non possono venir riferite a collane, a meno che non si supponga che una singola venisse infilata sopra un nastro. La più grossa pallottola di ambra ha un diametro di 34 mm. (£. 9). Piuttosto rare sono le perle di bronzo, se si eccettuano quelle piccolissime, di cui tenni già parola, che spesso giacciono in grande numero nella medesima tomba. Perle di lamina di bronzo sono del pari molto rare (T. XXVII, f. 12). Ancora più — 1792 — scarse si raccolsero perle di pietra o di osso, di cui non si ebbero che pochissime. All'incontro abbastanza comuni sono i tubetti a spirale di filo di bronzo, rare volte di lamina, noti sotto il nome di saltaleoni, che, infilati, servivano del pari a far collane (T. XXV, f. 8). Essi giungono talora alla lunghezza di 4 cent. Non credo fuor di luogo il menzionare quì le varie fogge di pendagli (T. XXIV, f. 19-37), di cui parecchi abbiamo già notato, parlando delle fibule, e che talvolta andavano appesi alle collane. La nostra necropoli ce ne offrì un numero consi- derevole e molto svariato, avendosene a secchielli rotondi e piriformi, a pallottole solide, cave o finestrate, a bulle rotonde, sferiche o triangolari, fregiate talora da disegni incisi od a sbalzo, a laminette triangolari disegnate, ad anelli semplici od a nodi, a spirali binate, ad animali rappresentanti anitrelle, teste di bue, ecc. Frequenti sono i pendagli triangolari finestrati, laddove non raccolsi che due soli in forma di mano, UT. XI, f. 5) ed uno imitante uno stilo romano (T. XXIV, £ 35). Più comuni sono le pinzette, appese solitamente alle fibule CR ed feed To). Infine devo richiamare | attenzione su alcuni pendagli elegantissimi, aggiunti anch’ essi per lo più a fibule, come alla Tav. XII, fig. 2, che ci rappresentano cura unghie o cura orecchie. Copiosi sono i bottoncini, forniti alla loro parte concava di un’ orecchietta, onde venivano attaccati al vestito. Eccezio- nalmente invece di appicagnolo, possedevano due buchi nella loro calotta (T. XXVII, f. 13). Si adornavano pure i vestiti con piccole piastrine a quattro buchi (fig. 14), con dischetti o con anellini (fig. 10,11). Molto rare per converso sono le tusaiuole e senza alcun fregio, di cui non si raccolsero che soli 13 esemplari (TON); Presso gli antichi abitatori di S. Lucia erano molto in uso cinture di cuoio, alle quali venivano applicati ornamenti di bronzo. Alle volte ci si accontentava di una o più laminette metalliche, saldate mercè dei chiodetti, altre volte alla estremità vi si aggiungevano dei ganci o vi si attaccavano eleganti piastre (T. XXVI, f. 2-6). Queste erano per lo più di forma rettangolare e terminavano in un uncino allungato. Alle loro estremità vi sono per lo più quattro chiodetti, coi quali venivano saldate, e cui aderenti trovansi qualche volta ancora resti di corame. La loro decorazione è quasi sempre assai semplice e non consta che di poche linee e di cerchietti incisi. Due sole presentano disegni geometrici un po’ più complicati (T. XXVII, fig. 1, 3), ed una (T. XXVI, fig. 1) porta in lavoro a sbalzo quattro anitrelle e tre cerchi concentrici, contornati da una serie di punti in rilievo, rappresentazione analoga a quella che abbiamo veduto su alcune situle. Un'altra, quasi quadrata, va adorna di cinque cerchi concentrici, pure a sbalzo (T. XXVII, f. 1). Le armi si mantennero assai scarse, com’ ebbi a notare nella mia prima relazione, e per la massima parte vennero trovate presso o sopra le tombe e solo raramente tra i carboni. Non è quindi escluso che appartengano, almeno parzialmente, ad epoca più tarda. Ad eccezione di un magnifico palstab di bronzo a doppie alette, raccolto l’anno passato dal collega Szombathy, tutte le armi sono di ferro. Così consta di questo metallo il palstab egualmente a doppie alette e lungo 185 mm., che trovai negli ultimi scavi (T. XXVIII, f. 4). Un altro oggetto in forma di palstab a taglio molto largo (fig. 5), per le sue esigue dimen- sioni, non misurando che soli 6 cent. non può ascriversi alle armi. Probabilmente esso ci rappresenta un simulacro di questo utensile, come talora usavasi per scopo votivo od altro. Inoltre vi sono parecchi celt, lunghi 17-20 cent., a manico cavo e forniti alla base di una piccola orecchietta '). Raccolsi pure una mannaia molto decomposta dall’ ossido: un miglior esemplare fu scavato dallo Szombathy. Le cuspidi di lancia (fig. 1, 2), possedono talora una costa mediana, e sono a manico pieno od a cartoccio, variando la lunghezza di quest’ultimo. La più grande misura 38 cent. Vi sono pure degli spuntoni più o meno lunghi, cilindrici o quadrangolari, che inastati, avranno fatto l’ ufficio di lance (fig. 3). Infine va notata una spada, lunga 96 cent., trovata del pari nella terra e non nella tomba (fig. 6). La lama possede ) Necropoli T. X, f. 7, 8. una costa mediana e rimane fin quasi alla estremità egualmente larga (45 mm.). L’ elsa misura 145 mm. Più frequenti sono i coltelli ed anche questi quasi sempre di ferro !), non avendone avuti che due soli di bronzo. Di forma diritta od arcuata, vanno forniti del codolo, mercè del quale venivano immanicati. Talvolta vi si scorgono ancora i chiodetti coi quali erano fissati, come pure delle tracce di legno conser- vatoci dall’ ossido *). Uno degli esemplari di bronzo ha l’ estremità del manico che s'allarga ad anello (fig. 7). Degno di speciale menzione è un coltello a molla con lama di ferro, il cui manico di bronzo ci rappresenta la testa di un delfino (T. XXVII, f. 15). Noto però ch’ esso non fu trovato nella tomba, ma posato sopra la lastra della stessa. Molto elegante è il manico d’uno, formato da due laminette d’ osso con disegni incisi (fig. 16). Pur troppo la lama di ferro andò distrutta dall’ ossido ed anche le piastre d’osso trovansi spezzate in più parti. Di un altro esemplare parimenti a manico d’ osso disegnato, non si conservò che uu piccolo frammento (fig. 17). Tra gli scarsi oggetti d’uso domestico va fatta menzione di un bel colatoio di bronzo, col manico ornato da una serie di cerchietti (fig. 18). Parecchi oggetti sformati dal fuoco oppure ridotti in frammenti non permettono una determina- zione più precisa. A questi ultimi appartiene un pezzo di bronzo cilindrico, contenente resti di un bastone di legno, che forse ci rappresenta il manico d'un pungolo o di un istrumento consimile (MEXSSVII: 19) Nel campo da me scavato non si raccolsero che pochi oggetti di epoca più tarda, sparsi qua e là nel terreno come le armi or ora citate. Così scarseggiano molto le monete, di cui ebbi solamente qualche soldo veneto. Nè più frequenti sono resti riferibili al tempo romano, consistenti im alcuni frammenti di anfore. Ultimamente trovai un bel campanello quadrangolare !) Necropoli T. X, f. 1-4. ?) Negli scavi dello Szombathy si raccolse pure un grande coltello ineurvato, fornito di vagina. — 105 — di bronzo con quattro pieducci, identico a quello che figurai da Vermo 1). Ma non solo gli uomini scendevano sotterra coi loro orna- menti: anche 1 cavalli sì seppellivano in uno alle loro bardature o per lo meno coi loro morsi. Riservo per un’altra occasione di parlare delle razze dei nostri cavalli preistorici e di darne le relative misure; dirò qui solamente ch’essi erano di mediocri dimensioni e che probabilmente furono uccisi sulla tomba del loro padrone, appartenendo ad individui giovani. La cura onde furono deposti nella terra, difendendoli a mezzo di lastre e di blocchi, ci dimostra che erano stati molto cari all’estinto ri- spettivamente alla sua famiglia. Sorpassando quelli di cui non sì trovarono che pezzi di mascella o qualche dente sparso, dirò brevemente di due, che erano deposti in tombe speciali. Uno di essi (t. 2788) non possedeva che un piccolo morso di ferro oltremodo sottile ed a sbarra snodata, l’altro all’ in- contro (t. 2141) oltre al freno pure di ferro, andava ornato di una ricca bardatura, della quale naturalmente non si conser- varono che le parti metalliche, però nella loro posizione naturale, sicchè non riesce difficile la sua ricostruzione (T. XXX, f. 1). Essa constava di una serie di borchie di ferro, varie per grandezza e per forma, assicurate a corregge, che decorrevano sulle guancie e sulla fronte, producendo senza dubbio quando erano lucenti un bellissimo effetto. La striscia mediana comin- ciava al sommo della fronte con una grande borchia circolare del diametro di 50 mm., nel cui centro attaccato a mezzo di un occhiello, articolava un anello, cui erano infilati altri tre (f. 6). Seguivano poscia due borchie più piccole ombelicate, del dia- metro di 32-38 mm. (fig. 4, 5), e quindi un’altra borchia più grande eguale alla prima. Venivano poi nuovamente tre borchie piccole e finalmente una grande e fornita di anelli come la prima. Le due corregge laterali principiavano presso gli archi zigomatici con una grande borchia di 55 mm. di diametro in forma di rosetta a 10 spicchi, nel cui centro parimenti ombeli- cato, trovavasi assicurato un anello con infilativi altri tre (f. 7). ') Boll. Soc. Adr. 1883, T. V, f. 7. Un eguale fu recentemente tro- vato al Castelliere di Villanova al Quieto. Poi venivano quattro piccole borchie, una grande a rosetta, altre due piccole e finalmente un'altra rosetta. Queste tre cor- reggie decorrenti dalla fronte verso la bocca erano tenute ferme da altre striscie trasversali, di cui una priva di borchie girava dietro l’occipite, l’altra all’ altezza de’ processi zigomatici, tre- giata di quattro piccole borchie, nel cui mezzo s° innestava la prima grande della striscia mediana fronto-nasale, e la terza alla bocca consistente di sei borchie, nel cui mezzo era pari- menti assicurata l’ultima grande borchia della correggia mediana. Le due correggie laterali si inserivano ai montanti del morso mercè di un’altra piccola borchia fermata con un’ asti- cella ad un grande anello, che articolava liberamente coi montanti. Quest’ ultimi (fig. 3) della lunghezza di 205 mm. constano di due aste fusiformi, che vanno rastremandosi verso l'estremità, terminando in due sferette scannellate, dal cui centro pendono quattro anellini. Ognuno dei montanti possede alla parte mediana due grandi anelli girevoli, di cui uno, come si disse, stava in comunicazione colla correggia laterale (briglia), 1° altro serviva ad assicurare la redine. Questa era fregiata nel sno primo tratto da una piastra di ferro, lunga 20 cent. divisa in tre pezzi, ed assicurata alla sottoposta correggia mercè parecchi chiodetti. Il morso è assai massiccio, pesando 275 gr., e consta di due pezzi di ferro, lunghi ciascuno 9 cent., articolanti tra di loro ad anello (fig. 2) Alle due estremità esterne trovasi una specie di chiodo ricurvo ed un anello cui è assicurato un altro pezzo di ferro. L'inserzione del morso ai montanti non riesce del tutto chiara, essendo questi spezzati alla metà e differendo essi notevolmente da tutti quelli ch’ ebbi occasione di vedere nei varî musei e nelle opere illustrate. Probabilmente essa avveniva mercè del chiodo, che passava attraverso un foro esistente alla metà del montante. Il cavallo possedeva inoltre al collo una grande bulla rotonda di bronzo (fig. 8) !). !) Nel campo Gollia venne trovato dal Sig. Szombathy un cavallo con morso di ferro a sbarra snodata ed ornato di otto falere di bronzo ombelicate di tre grandezze differenti con disegni a sbalzo. Il cavallo era deposto in tomba difesa da grandi lastre di pietra. Resti di cavallo con morso di ferro vennero pure trovati dal Prof. Majonica. Passata in rassegna la svariata suppellettile funeraria di S. Lucia, ci restano da studiare le analogie ch’ essa presenta con altre necropoli, tanto della nostra provincia che dell’ estero, affine di stabilire la sua posizione sia dal lato etnografico che cronologico, come pure per riconoscere le sue caratteristiche essenziali. Pur troppo nel breve tempo dacchè sì cominciò anche da noi a rivolgere speciale attenzione agli studi preistorici ini- ziando regolari scavi sistematici, non fu possibile di esplorare che un numero limitato delle tante necropoli, ond’ è disseminato il nostro paese, e quindi non ci è dato di offrire ancora un quadro completo delle varie stazioni paletnologiche e delle loro particolarità individuali. Nella valle dell’Isonzo e de’ suoi confluenti, ebbì occasione d’esplorare più estesamente la necropoli di Caporetto, sulla quale però non publicai finora che qualche breve cenno. Per vastità essa poteva competere con S. Lucia, e forse anche superarla: giacendo però le tombe a poca profondità esse anda- rono per la maggior parte distrutte im seguito ai lavori agricoli. Io ne apersi finora 1079, dalle quali trassi un copioso materiale, che nell’ insieme non differisce gran fatto da quello di S. Lucia e quindi può venire considerato come appartenente alla mede- sima epoca '). Altri due sepolcreti da me recentemente esplorati in queste regioni sono quelli di Monte S. Vito e di S. Pietro al Natisone. Gli scavi furono molto limitati, non avendo sterrato che 19 tombe nel primo e 32 nel secondo. Anch' essi però ci si rive- larono coevi a S. Lucia. Più scarse sono le scoperte fatte nel Friuli: da Medea si ebbero varî oggetti, analoghi a quelli delle necropoli testè accennate, venuti accidentalmente alla luce. A questi si devono aggiungere quelli del ripostiglio di bronzi di S. Pietro presso Gorizia, dei quali pur troppo pochi soltanto furono salvati dalla distruzione. Il nostro Carso, tanto ricco di Castellieri, non ci ha rivelato finora che tre sole piccole necropoli: S. Daniele, ') Nel presente lavoro verranno quindi spesso considerati gli oggetti provenienti anche da questa necropoli. 12 S. Canziano al Recca ed ultimamente Sutta presso Comen, per la massima parte però scomposte dai lavori agricoli. Altri due cimiteri di quest’ epoca, se anche un pò più avanzata, ebbi ad esplorare verso il contine orientale della nostra provincia, sul Monte S. Catterina di Jelsane e sul Monte Gradina di Sappiane. Infine nell’ Istria abbiamo due estese necropoli, ove gli scavi vennero più ampiamente praticati, quelle di Vermo presso Pisino e dei Pizzughi non lungi da Parenzo, che fornirono larga messe di tesori paletnologici. Recentemente si sterrò pure un numero considerevole di tombe nei castellieri di Villanova e di S. Dionisio al Quieto, riferibili in parte ad un’ età più remota. Con queste nostre necropoli presentano maggiori o minori analogie una serie di altre, che avrò occasione di nominare, e specialmente quelle della limitrofa Carniola (S. Michele d°Adel- berga, Zirknitz, Watsch, S. Margherita, Podsemel, Nassentuss, Lepeine, Adamsberg, ecc.), della Carnia (Lozzo, Caverzano, Pozzale, 3assano, Asola, Montebelluna, ecc.) e sopratutto quelle ricchissime ed importantissime di Este. Di speciale interesse sono pure per noi i cimiteri orientali della Croazia (Prozor, Grobnicco); della Bosnia-Erzegovina (Glasinaz, Bihac, ecc.) !) e della Dalmazia (Blatta, Zaravecchia, ecc.), i quali in molti riguardi vengono a gettar luce sulle nostre regioni. Nè a queste potranno limitarsi le nostre indagini comparative, dappoichè la civiltà che fioriva a S. Lucia, noi la troviamo diffusa per buona parte dell’ Europa media, i cui numerosi campi funebri ci offrono prezioso mate- riale di confronto. Nella nostra provincia noi incontriamo due specie di tombe, le piane ed i tumoli. Questi ultimi finora da noi poco esplorati ed a quanto pare appartenenti ad un periodo più Dobbiamo salutare col massimo piacere le recenti esplorazioni, che sorrette validamente dal governo, vanno praticandosi in queste due provincie, tanto ricche di tesori paletnologici. Esse riescono della più grande importanza, in quanto che ci rivelano la coltura primitiva della penisola balcanica, finora quasi del tutto ignorata, aprendoci nuovi oriz- zonti ed additandoci le relazioni di questa coll’ Italia e coi paesi trans- alpini. arcaico !), compaiono specialmente in Istria e nella valle del Timavo soprano (o Recca), tanto isolatamente sui cocuzzoli delle colline e de’ monti, quanto raggruppati in numero più 0 meno considerevole, come al Castelliere di S. Spirito presso Cittanova, nei dintorni di Villa di Rovigno e di Valle, a Sembie, ecc. Costruiti di sassi ammonticchiati, sono di dimensioni assai varie, trovandosene alcuni di colossali, alti molti metri e sui quali talora sorgono resti di antiche cappelle °), ed altri pic- colissimi quasi a fior di terra e di appena qualche metro di circonferenza. Alcuni di essi possedono tombe a cassetta, altri ne vanno privi; in tutti però vigeva l'uso della umazione, seb- bene per lo più gli scheletri sieno fortemente decomposti, ed in ciò differiscono essenzialmente dalle nosire necropoli a tombe piane, nelle quali rito quasi esclusivo era la cremazione. In generale sebbene da noi non mancasse di certo il materiale per costruire tumoli, i nostri proavi come quelli di Este, di Bologna. di Golasecca, di Watsch, di Hallstatt, ecc. davano la prefe- renza a tombe piane. Ciò dipendeva forse dall’ economia di spazio, imposta dalla popolazione numerosa, che s’' addensava nei centri maggiori e che a S. Lucia e Caporetto avrebbe ne- cessitato un terreno vastissimo, ove sopra ogni estinto sl avesse voluto innalzare un tumolo. Se anche ne’ nostri scavi di S. Lucia si trovarono tre inumati, questo numero è sì esiguo di fronte ai combusti (2947), che non possono riguardarsi che affatto accidentali, a differenza di altre necropoli, come di Este, Bologna, Terni, Vetulonia, Corneto-Tarquinia, Watsch, Hallstatt, ecc. ove appresso al- l’incinerazione vigeva quale rito anche 1 umazione 5). !) Quantunque ne abbia aperto un numero abbastanza considerevole, la preda fattavi è molto scarsa, non constando che di vasi rozzissimi ridotti per lo più in minutissimi frantumi, alcuni dei quali colle caratte- ristiche impressioni digitali. Da un unico tumolo ebbi un anellino di bronzo. ?) Così il grandioso tumolo di S. Marco presso Capodistria, sul quale sorge 1’ omonimo santuario. Altro tumolo molto grande, detto (o- mila, presso Villa di Rovigno. ®) Molto si scrisse intorno al differente rito degli antichi popoli, presso alcuni dei quali vigeva esclusivamente l’uso dell’ inumazione, x* — 180 — La costruzione semplicissima delle nostre tombe, simili in ciò a quelle dell’ Istria, della Carnia ed alle necropoli arcaiche di Bologna, di Vetulonia !), d’Albalunga, ecc. differisce notevo]- mente da quanto veniva praticato nei grandi cimiteri etruschi di Felsina, di Corneto-Tarquinia, di Chiusi, di Vejo, di Vulci, di Saturnia, di Orvieto, ecc., come pure della Magna Grecia, ove esistevano vere celle mortuarie o per lo meno grandi tombe murate. Egualmente difetta da noi qualsiasi traccia di stele, non rare nelle necropoli italiche di epoca avanzata, come pure d’iscrizioni o di segni speciali incisi. In relazione alla semplicità delle nostre tombe, esse non ponno competere per ricchezza e varietà d’oggetti con quelle della maggior parte delle precitate necropoli; per converso il loro grande numero e la loro densità vengono a compensare la relativa povertà di aggiunte, potendosene aprire con dieci lavoranti fino 50 0 60 al giorno. L’ossilegio che già più frequente trovasi a Caporetto e diviene quasi rituale in molte altre località, come nelle necro- poli istriane, ad Este, Villanova, Poggio Renzo, Corneto-T'ar- quinia, Watsch, Hallstatt, ecc., non è che affatto eccezionale mentre ad altri era prescritto quello della cremazione, essendovi infine parecchi cui erano promiscui l’uno e l’altro rito. Riesce difficile lo sta- bilire nel caso concreto quali ragioni determinarono l'uno o l’altro di questi riti, tanto più che spesso necropoli contermini ed evidentemente coeve, differiscono tra di loro in questo riguardo. Del pari il mutamento di rito in una regione non ci indica sempre la venuta di un altro popolo, ma più di spe so deve ascriversi all’ influenza esercitata da una novella civiltà, la quale venne a modificare le antiche idee religiose. Con ciò si può spiegare la promiscuità del rito nella medesima necropoli e talora fin anche nella stessa tomba, come si ebbero esempi in parecchi luoghi (p. e. a Tarquinia, Vejo, cec). La quasi esclusiva combustione nelle nostre necropoli di S. Lucia e Caporetto dimostrerebbe quindi un’ uniformità nelle idee religiose degli antichi abitanti di queste due stazioni, i quali al pari degli altri veneti, paiono essersi sottratti all’ influenza degli Etruschi, rispettivamente della loro civiltà, che nell’ Italia media alla combustione aveva sostituito il seppellimento. 1) S'intende solo per le tombe a pozzetto, delle quali in media se > ne trovò una per ogni m°. (Falchi: Vetul. p. 653), essendosene incontrate persino 26 su soli 9 m? (I. c. p. 55). = RI a S. Lucia. Con ciò sta in istretto nesso l’uso di grandi ossuari, quali fuori di Caporetto, di S. Pietro al Natisone e di Monte S. Vito non vennero ancora riscontrati. Si trovarono sì grandi dogli (tombe a ziro) eguali ai nostri ad Este '), Bologna *), Forlì 5), Chiusi 4), Bisenzio ?), Terni%), Albalunga 7), Tarquinia 5), Tolfa e Allumiere), nella Carniola !°), in Stiria !), in Carinzia !*), ecc., però non quali ossuari, ma come vasi-tombe, racchiudenti la vera urna cineraria, sempre di dimensioni minori. Anche in Istria, ove mancano del tutto questi grandi ossuari, i resti del rogo sono conservati in vasi più piccoli '). E su questa !) Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1852, p. 15; Soranzo: Scavi Nazari p. 6; Orsi: Bull. Corr. arch. 1885, p. 170. *) Gozzadini: Int. 71 tombe p. TL; id Scavi Arno aldi p. 8; «4. Atti Dep. St. Patr. Romagne 188°, p. 155; Brizio: Not. Sc. Ant. 1890, p. 159, 275, ecc. Anche a Castel S. Pietro d’Emilia (Gozzadini: Not. Sc. Ant, 1850, p. 259). 3) Santarelli: Atti R. Dep. St. Patr. Rom. 1890, p. 309, T. IL f. 15 con due cordoni sotto al collo. 4) Brogi: Bull. Corr. Arch. 1875, p. 219; Undset: Ann. Corr. 1855, p. db. 9) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 192, 296, T. II, £. 3. Mancano però a Vetulonia (Falchi: Vetul. p. 38). 9) Pasqui: 1. c. p. 268. 7) Visconti: Sui vasi sepoler. p 345, T. I; De Posst: Bull. Comm. Munic 1885, p. 43. Bull. Corr. 1882, p. 272; Helbig: Ann. Corr. 186, p. 184; Dennis: Cities and Cemeteries II, p. 457, da Albano e Montecucco : Undset: Ann. Corr. 1885, p. 49, da Castel Gandolfo, ecc. Gli ossuari con- tenutivi erano per lo più in forma di capanne. 9) Glirardini: Not. Sc. Ant. 1882, p. 147; Helbig: Ann. Corr. Arch. 1885, p. 286 ; 1884, p. 113. *) Klitsche de la Grange: Int. ad alc. sepoler. p. 7; Bull. Corr. Arch. 1855, p 210; Undset: Ann. Corr. 1885, p. 34. 10) A S. Michele d’Adelberga (Hornes: Anth. Ges. 1838, T. III, £. 2) a Watsch (Deschmann e Hochstetter: Denksch. k. Ak. 1850, T. VI £. 1; Deschmann: Anth. Ges. 1883, p. 180). 1!) Miillner: Mitth. Centrale. 1875, p. 61; Wurmbrand: Urnenteld v. Maria Rast, p. 19, T.I,£ 1,2, 4. !?) Hauser: Mitth. Centrale. 1886, p. 71 da Frògg. !8) Raccolsi pure in parecchi de’ nostri castellieri e delle nostre grotte frammenti di grandi dogli sia lisci e talora forniti di piccole anse laterali, che cordonati Visto il loro numero considerevole in prossimità — 182 — particolarità mi piace insistere, in quanto essa forma una caratte- ristica essenziale di rito nelle nostre necropoli della valle del- l’Isonzo e de’ suoi confluenti, che non osservasi in alcun altro luogo. Mancano all'incontro quasi totalmente a S. Lucia gli ossuari tipici di Villanova '), (un unico venne alla luce negli scavi dello Szombathy), di cui raccolsi due a Caporetto °) e che sono caratteristici per buon numero di sepolcreti italici, tanto d’argilla che di bronzo, come nel II periodo di Este *), ad Arno- aldi 4), Benacci ?), Stradello-Certosa 6), ecc. a Bologna, a Quercia- nella”), Volterra8), Vetulonia*), Bisenzio '®), Rusellae!!), Chiusi !5), Corneto-Tarquinia !8), Orvieto !4), Orte !9), Cere !9), Bomarzo '?), alle antiche abitazioni, devesi ammettere che servissero alla conservazione dell’acqua, liquido prezioso in una regione come la nostra, esposta non di rado a prolungate siccità. !) Gozzadini: Di alc. sep. d. necr. fels. p. 5, £. 1, p. 11, £. 7; Nécrop. P. 190, #22 Di un sepoler E Leo LI. ?) Devo però notare che non servivano da veri ossuari, ma quali vasi accessori. Invece alcune urne di Vermo e dei Pizzughi, che ripro- ducono quelle di Villanova, contenevano le ossa combuste. 3) Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, p. 19, T. III, f. 13. ') Gozzadini: Scavi, p. 13, T. I, II, f. 1, 2. Vi è data pure un’ enu- merazione delle località principali ove si rinvennero tali ossuari (p. 17-22). 5) Brizio: Not. Sc. Ant. 1889, p. 302 et passim; 1890, p. 105, 232, 9) Se ne trovò uno anche in bronzo conservato al museo di Bologna. ?) Mantovani: Bullet. palet. it. 1884, T. IV. 8) Chierici: Bull. palet. it. 1876, T. V, £. 2. 9) Falchi: Not. Sc. Ant. 1885, p. 101, 105, T. VIII, t. 1-4; Vetulonia p. 38; ID. III, £. 1,8; T. IV, .f. 1,,3,T. VI, £ 1, 4anche“dilbronze, @p469) IMA DUVERENZI: 18. 10) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, T. III, f. 13; Helbig: Bull. Ist. Arch. 1586, p. 55. 1!) Milani: Not. Sc. Ant. 1887, p. 185; Undset: Ann. Corr. Arch. 1585, p. 3°. 12) Undset: Ann. Corr. Arch. 1885, p. 45, anche in bronzo. 13) Helbig: Mon. Ist. XI, T. LX, f. 1, 15; Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1881, p. 346, T. V, f. 15, 16. Del pari in bronzo con punti e cerchi con- centrici (ibid. 1882, T. XII, f. 14). 14) Undset: 1. c. p. 45, egualmente anche in bronzo. 15.16.17) Nel Museo Vaticano; Undset: l. c. p. 32. BA A Vaulci '), ecc., come pure più o meno modificati in alcuni d’oltre- monte, così a Watsch®), Podsemel*), Frògg*), Maria Rast?), Gemeinlebarn®), ecc. In quanto alle singole specie de’ nostri ossuari noterò che più copiosi riscontri hanno i lisci, appartenendo a questi la maggior parte dei vasi-tomba sopracitati?), laddove molto più rari sono i cordonati*), dei quali uno solo ne vidi a Bologna delle nostre dimensioni e parecchi più piccoli provenienti dagli scavi Arnoaldi. Del pari ad Este ne esistono alcuni, che però differiscono dai nostri per la forma degli orli, che sono eguali a quelli de’ nostri ossuari lisci. In nessun caso però di questi vasi riscontransi le zone alternanti rosse e nere, che paiono una specialità di S. Lucia”). In Istria non vennero finora trovati, e dalla Carniola non se ne ebbe che un esemplare da Watsch. Non conosco alcun caso di altri grandi ossuari che posse- dano anse a bottone (T. IL f. 1), le quali del resto compaiono su !) Gsell: Fouilles p. 264, T. I, f. 2, 4. Vi sono frequenti tanto di argilla che di bronzo. Per quest'ultimi veggasi l'elenco a pag. 265-267. 2) Nel Museo di Vienna, ove conservasi pure uno di bronzo. #) Nel Museo di Lubiana. Se ne ebbe pure qualcano da S. Michele d’Adelberga (Hòrnes: Anth. Ges. 1888, T. III, f. 1). 1) Much: Kunsth. Atlas, T. L, f. 5. 5) Wwumbrand: Urnenfeld, T. I, f. 3; Mullner: Mitth. Centrale. 15%, £. 3. 5) Szombathy : Praeh. Com. 1890, p. 12 et seq. ?) Vedi pag. 181. Per forma e grandezza ricordano le grandi giare o pithoi di Hissarlik, ove se ne raccolsero dell’enorme altezza di5* piedi ossia di quasi due metri (/Schliemann: Ilios, p. 35, f. 8). Se ne trovò pure con quattro cordoni (ibid: p. 589, n. 1562). #) Sono pure frequenti a Caporetto, ed uno ne rinvenni negli scavi intrapresi nel decorso novembre nella necropoli di S. Pietro al Natisone. Nel viaggio testè intrapreso per la Grecia trovai vasi identici adoperati frequentemente, ed in ispecie nell’ Argolide, per conservare Il’ acqua. 9) Alcuni cocci a zone rosse e nere, appartenenti egualmente a grandi urne, che raccolsi nei castellieri di Cattinara e Repentabor presso Trieste, non hanno come quelli di S. Lucia il color nero fissato con resina, ma prodotto da grafite. Un altro frammento di grande urna cordonata a zone rosse e nere, che trassi non è guari dalla Grotta azzurra di Samo- torza, è colorato da ocra, — 154 - vasi di altra forma, come p. e. sopra un’ urna da Vermo, sopra un paio di ossuari di tipo Villanova del Museo d’ Este e della Raccolta Nazari!), sopra una scodella della necropoli di Villa- nova), sopra una ciotola baccellata a doppio manico di Vetulonia #), sopra altra ciotola di T'arquinia*), ecc. In quanto ai grandi ossuari di bronzo essi sono in gene- rale molto rari, non avendosene raccolto che pochi nelle mag- giori e più ricche necropoli. Dei conici ebbi parecchi da Caporetto, ed in sufficiente numero si raccolsero a Hallstatt ?), laddove un unico si conserva al Museo d’ Este, trovato nella Chiusura Franchini. Egualmente uno alto 61 cent. formato di due lastre ribadite e con due manichi laterali, d’onde pendono due anelli, comparve negli scavi di Vetulonia£). Secondo gen- tile comunicazione dell’egregio mio collega Prof. Puschi, uno alto 68 cent. trovasi al Museo di Chiusi, proveniente dagli scavi di quella celebre località. Il museo di Lubiana ne conserva pure uno da Watsch, di dimensioni mediocri. Un altro con figure d’ animali a sbalzo e con quattro piccoli manichi, pro- veniente da un tumolo di Klein Glein nella Stiria, trovasi al museo di Graz. Finalmente uno di questi situloni si rinvenne nel fiume Kapos presso Kurd?) in Ungheria, contenente 14 ciste a cordoni. In Istria non se ne rinvenne ancora alcuno. I nostri due ossuari in forma di dogli (T. I, f. 1, 2) non hanno, per quanto sappia, alcun riscontro, non esistendovi alcuno che presenti le loro dimensioni. Per la forma vi somiglia uno della Certosa, che però è molto più piccolo non giungendo che a circa 30 cent. d'altezza: differentissimo d'altronde per la ) USoramzo: Scavi, TV, £. 5. ?) Gozzadini: Di un sepoler., T. IV, t. 39. 9) Falchi: Vetul., p. 176, T. XV, f. 54. 1) Helbig: Monum. Ist. XI, T. LX, f. 6. 5) Sacken: Grabt. T. XX, f. 1, 2. Ne contai 25 nel Museo di Vienna, un altro più piccolo trovasi in quello di Graz. 9) Falchi: NotiSc Anti. (1887) p. (490% XV, £018:6Vetul. pilo T. X, f. 11 dalla tomba del Duce. ?) Hampel: Trouvailles, T. CIII, £. 1; Wosinsky: Etrusk. Bronzeg. pag. 7. Ora nel museo di Budapest. — 185 tecnica essendo battuto, come di regola 1 vasi etruschi, e non a lamine ribadite !). Moltissime analogie presentano all’ incontro i nostri vasi di bronzo minori, che però in altre necropoli facevano 1° ufficio di ossuari, laddove da noi, come si disse, erano semplici vasi accessori. E qui vanno nominate in primo luogo le ciste a cordoni, come quelle che diedero argomento a numerose dissertazioni ed a svariate interpretazioni, essendo ora attribuite agli antichi etruschi, ora ai galli, e recentemente riguardate quali prodotti dell’ arte greca, importati dall’ Ellade o fabbricati nelle colonie calcidiche d’Italia. Tra tante opinioni divergenti non credo superfluo intrattenermi alquanto su questi interessanti manu- fatti, cercando di stabilire i centri di loro fabbricazione. Il Bertrand*) supponeva che le ciste a cordoni fossero opera de’ Celti, importate più tardi nella Cisalpina e nell'Italia, unicamente perchè in esse vedeva dei vasi rozzi, primitivi dovuti ad artefici barbari e non all'arte progredita degli etruschi. Ognuno scorge quanto incerta riesce quest’argomentazione, resa ancor più inverosimile dallo scarso numero di ciste trovate nella Gallia in confronto di quelle che si conoscono da altre regioni 5). Nè di certo questi leggiadri vasi possono. dirsi rozzi e primitivi, dappoichè, come giustamente osserva il Gozzadini, sil ridurre le lamine delle ciste a spessi e molto eguali e molto proiettati cordoni a sbalzo, tramezzati da fascie condotte con molta esattezza, l’ ornare il loro fondo di eleganti meandri e di figure geometriche a sbalzo molto saliente, il fregiare il co- perchio di taluna con ventidue grandi foglie che formano come un fiore doppio aperto, o con vaghissimo rosone parimenti a sbalzo sì finamente eseguito che più non si potrebbe e in tutto rispondente all’ ornamentazione di altri bronzi arcaici nostrani, ) Un grande ossuario, alto 60 cent. per altro cilindrico, liscio, venne trovato a Castelvetro (Crespellani : Not. Sc. Ant. 1879, p. 200). ?) Revue Archeol. 1873, p. 302. 3) Una a Monceau Laurent ed una a Gommeville, contro 107 dal- "i l’Italia, 35 dalla Germania, 14 dall’ Ungheria ed 1 dal Belgio. i 5 fo) Sea; l’arriechirne alcune fascie di diverse ornature a sbalzo e sopra- tutto di uccelli e quadrupedì, a somiglianze di figuline e bronzi schiettamente italici. non può dirsi fattura barbarica, ma deve ascriversi ad una gente esperta e valente in qualsivoglia lavo- razione di metallo, com'era l’ italica e segnatamente l’ etrusca“ "). Ed è appunto a quest’ ultima che fino a poco fa erano quasi unanimamente ascritte le ciste a cordoni, essendo tale opinione suffragata da valentissimi archeologi, come un Cave- doni *), un Conestabile*), un Gozzadini*) un Zannoni?) un Lindenschmit5), un Virchow ‘), un Genthe *) ed altri molti. La loro fabbricazione veniva ascritta ad un centro comune, dal quale il commercio le aveva esportate a lontani paesi, e questo centro era l Etruria circumpadana, ossia la provincia che ne aveva fornito il massimo numero 9). Più tardi sorse Helbig, il quale dalla scoperta di alcuni esemplari nella Campania e nella Magna Grecia, argomentò che le ciste a cordoni sono prodotti della metallotecnica greca, i quali da Cuma e forse anche da Neapolis furono importati nelle vicine città osche, come Nocera* !). Il centro quindi della loro produzione, se anche spostato, rimaneva sempre nella penisola italiana, colla differenza che gli artefici invece di !) Scavi Arnoaldi, p. 46. ® Ann. Corr. Arch. 1866, p. 196. ® Sopra due dischi, p. ‘2. ') Scavi Arnoaldi, p. 45. 9) Scavi della Certosa, p. 233, 241. 9) Alterth. heidn. Vorz. III, suppl. fasc. I, p. 5. 7) Congr. int. Stockholm 1876, p, 527; Berl. Ant. Ges. 1874, p. 25. 9) Etrusk. Tauschh., p. 21. °) Nell’ Etruria propriamente detta non ne venne finora raccolta che un'unica a Vulci, sebbene vi si riscontrino alcuni vasi analoghi, come una cista cilindrica a 4 cordoni a sbalzo, fornita di piedi forcuti sor tati t lind n° 1 balzo, £ ta di piedi forcuti sormontati da teste di Medusa (Schumacher: Prin. Ciste p. 48). Nella stessa necropoli, sembra essersi trovato anche un frammento di cista d'argilla (sell: Fouill. de Vulci p. 375). Sopra un vaso etrusco tratto da una tomba pe- rugina scorgesi pure una cista mistica col relativo serpente (Gerhard: 9 9 t t I relativo serpente (Gerhard Ann. Corr. Arch. 1855, p. 355). ? / 19) Ann. Corr. Arch, 1880, p. 253. etruschi erano greci'). Tl'uttavia se consideriamo che di fronte al pochi esemplari trovati nell’ Italia meridionale, noi possiamo contrapporre più di cinquanta del territorio felsineo, raccolti in tombe umbre ed etrusche, riesce assai più verosimile ammettere un’ esportazione dall’ Etruria nella Magna Grecia, anzichè in direzione inversa. Nè io comprendo l'impossibilità che gli Osci di Nocera ricevessero i prodotti metallotecnici dall’ Etruria, unicamente perchè il commercio di Cuma dominava durante la maggior parte di quest’ epoca nelle vicine città osche *. Un argomento di grandissimo valore per rivendicare all’ Etruria la produzione di questi manufatti è la presenza di ciste a cordoni di argilla a Villanova *), in una necropoli cioè nella quale al pari che nel gruppo arcaico Benacci*), non sì ritrova alcun oggetto importato dall’ Italia meridionale o dalla Grecia. Ora siccome la fabbricazione delle ciste metalliche, secondo lo stesso Helbig, appartiene al quinto o tutt’ al più alla fine del sesto secolo a. C.?) e quelle di Villanova sono senza dubbio anteriori, ne viene di conseguenza che nell’ Etruria esistevano già i loro prototipi, o come li chiama il Gozzadini, gl'incunabuli d’argilla£), che più tardi vennero imitati in bronzo ?). ') Del resto già Minervini parlando della cista scoperta a Cuma, la diceva ,elegantissimo greco lavoro“ (Bull. Arch. Nap. 1857, p. 178). 2) Helbig: Ann. Corr. Arch. 1880, p. 251. 3) Gozzadini: Di un sepoler. ete., T. IV, f. 5. 1) Schumacher : o. c. p. 40. °) o. c. p. 224, 249. Anche Duhn è dell’ opinione che non si sieno mai trovate ciste a cordoni di lamina metallica più arcaiche del V. secolo (Bull. Ist. Arch. 1887, p. 271). ") Gozzadini: Arnoaldi, p. 56. *) Non posso condividere l’ opinione del Pigorini e di altri, che le ciste di argilla sieno un’imitazione delle metalliche anzichè 1’ opposto come già sostenevano il Gozzadini ed il Zannoni (Certosa, p. 234). Ammetto ben volentieri che allorchè nei tempi posteriori la metallotecnica era giunta ad un grado elevato di progresso, al figulo servisse talora di modello un corrispondente vaso di bronzo, ma dal momento che noi non conosciamo alcuna cista a cordoni di metallo, che fosse anteriore a quelle di argilla, non abbiamo alcuna buona ragione per credere che queste fossero un’ imitazione delle prime. Un argomento di speciale valore mi PES Recentemente lo Schumacher trattando diffusamente delle ciste, abbracciò l’ opinione di Helbig, colla differenza ch’ egli invece di un prodotto delle colonie greche d’Italia, volle ve- dervi una merce d’importazione diretta dall’ Oriente, che per la via di terra attraverso l’ Istria, fu trasportata dalla penisola balcanica, ancora prima che cominciasse il commercio de? fenici '). Tuttavia anche gli argomenti da lui portati in campo per avva- lorare la sua ipotesi, non mi sembrano molto convincenti, poichè l’essersi trovati in Grecia alcuni vasi di forma cilindrica, come un bicchiere d’oro cordonato da Micene?) una pixis d’avorio a due zone dalla tomba di Menidi e qualche altro vaso consi- mile, non dimostra tutt’ al più che la promiscuità ad ambedue le penisole di un concetto primitivo, quale si è la forma cilin- drica e l'applicazione di cordoni, che noi riscontriamo già nell’epoche più remote. Finora non conosciamo dalla Grecia alcuna cista di bronzo nè liscia3), nè cordonata*), che pur sembra il fatto, notato dal Zannoni (p. c., p. 259), che mentre nel periodo umbro delle necropoli bolognesi copiosissime sono le ciste e cistelle fittili, queste spariscono nel posteriore etrusco. Moe RpnA4T, > Del resto il bicchiere citato da Micene è conico e non ricorda quindi punto la forina di una cista (Schliemann : Mykenae, p. 268, n. 340), al pari di altro bicchiere d’oro a zone, superiormente baccellato (7. p. 3355, n. 453). Più vi si avvicina una piccola teca pur d’oro con coperchio dalla terza tomba di Micene (. p. 286, n. 318), simile a parecchie altre di differente materiale. talora fornite di pieducci. che si conservano nel Museo di Atene. 3) Nel museo nazionale di Atene vidi 4 ciste liscie di piombo con coperchio, però di epoca più tarda al pari di altre due di argilla a co- perchio conico e con due manichi laterali. Da Atene vi è pure un piccolo bicchiere liscio. Quali analoghi della cista finestrata di Este (Soranzo: Scavi, T. I, f. 5), si potrebbero considerare dei recipienti cilindrici pedati d’ argilla, provenienti dagli scavi di Dypilon. 4) È ben vero che nel culto di Dionisio e di Cerere trovasi assai di spesso la cista mistica, la quale ricorre pure frequenti volte sopra vasi dipinti dalla Grecia. Non si tratta però di vere ciste a cordoni ma di recipienti cilindrici o di thecae per conservare gli oggetti sacri \isp4) ed il serpente custode degli stessi. Le ciste del resto non apparvero che rela- tivamente tardi nei misteri dionisiaci, coll’introduzione cioè di elementi forestieri improntati alla religione del dio traco-frigio. I primi che ne => (060 — rinvengonsi oltrechè in Italia, in moltissimi paesi dell’ Europa media. Ed è anzi rimarchevole il fatto che nè nella Croazia, nè nella Bosnia-Erzegovina, che pur fornirono recentemente sì larga copia di oggetti preistorici, non si raccolse fino ad oggi che un solo vaso di bronzo '), mancandovi inoltre completa- mente la decorazione a cordoni sopra i fittili. Ma se l’ Etruria circumpadana, come si disse, deve consi- derarsi quale un centro di fabbricazione delle ciste a cordoni, resta a vedere se tutte quelle che trovansi disseminate per l Europa sieno escite esclusivamente dalle sue officine, o se per avventura la loro produzione seguisse anche in altre regioni d’Italia. Fa mestieri considerare anzitutto le varie forme di questi utensili e la loro distribuzione geografica. Prescindendo dalla divisione proposta dal Gozzadini di ciste etrusche e paleo- etrusche,”) noi troviamo in questi vasi due tipi particolari, quelli cioè a maniglie laterali fisse, che sono del pari di dimen- sioni maggiori ed altri forniti di manichi semicircolari girevoli, assicurati presso alla bocca. A questa particolarità, che non può certamente riguardarsi come accidentale o dovuta al capriccio dell’ artista, non fu data finora alcuna importanza #), sebbene fanno menzione sono Demostene e Teocrito. Più tardi ancora esse appa- iono sulle monete d’argento dell’ Asia minore, dette perciò cistophore, appartenenti al I. e IT. secolo a. C. e che divennero tanto comuni che parecchi consoli ne portarono a Roma per i loro trionfi centinaia di migliaia. Le ciste rappresentate in queste monete somigliano alle nostre. possedendo un numero maggiore o minore di cordoni e di zone, talvolta con disegni. Mancano però sempre di anse. Anche sopra una lapide ad Eleusi del tempo di Appio Pulcro (I. sec. a. C.) vidi due ciste in rilievo. !) Negli ultimi scavi del 1892 a Glasinaz si trovò una ciotola bac- cellata (Fiala: Glasnik 1392, p. 402, f. 15, 16). 2) Si distinguono le ciste etrusche per avere i cordoni numerosi fitti (9-15) dalle paleoetrusche (meglio appellate umbre), che ne possedono 5-8 più distanti, ed in pari tempo sono più piccole. (Gozzadini : Arnoaldi p. 48; Helbig: Ann. Corr. Arch. 1880, p. 240). #) Il Conte Gozzadini non fa che accennarvi brevemente (o. c., p. 49), mentre Virchow osserva che di questa differenza non si ha da far troppo calcolo (Compt. Rend. Congr. Stockholm p. 526; Berl. Anth. Ges. 1874, p. 532). — 190 — a mio avviso, essa ci riveli imdubbiamente due distinti centri di fabbricazione dei vasi in discorso, come emergerà dalle seguenti considerazioni. Se ci facciamo ad osservare la distribuzione geografica di questi due tipi, vedremo che quello a maniglie laterali fisse trovasi quasi esclusivamente nelle necropoli bolognesi, con irradiazioni nelle regioni circostanti, l’altro ad anse superiori girevoli, di preferenza nel Veneto, nella Lombardia e nel nostro Litorale, come pure nei paesi d’oltremonte, ove il tipo felsineo non appare che affatto eccezionalmente. È per vero noi abbiamo di quest’ultimo oltre alle numerose (47) ciste di Bologna '), una da Castelvetro, conservata ora nel Museo di Modena ®), una da Fraore in quello di Parma), ed infine una da Cuma. nella Campania in quello di Napoli *). All'incontro non si trovarono a Bologna che due sole ad anse mobili semicircolari ?), alle Io credo che l'illustre scienziato venne tratto a questo giudizio dall’ aver preso in esame solo alcune poche ciste di tipo diverso, senza tener conto della loro distribuzione geografica. Il ch. Direttore Brizio ebbe la cortesia di comunicarmi il seguente prospetto delle ciste a cordoni a maniglie fisse, che si conservano nel Museo di Bologna. Del periodo di Villanova vi sono 3 dal predio Benacci, 2 dal predio Romagnoli (con pendagli e fregiate tra i cordoni di punticini a sbalzo; in frammenti), 3 dal predio Arnoaldi (con coperchio e pendagli, ornate di puntini a sbalzo fra i cordoni), 6 dallo Stradello Certosa (di cui due con coperchio), 2 dal predio Guglielmini, 4 dall’ Arsenale (delle quali però non si conservano che i manici laterali, alcuni dei quali con pen- dagli. Del periodo della Certosa si hanno 12 dalla Certosa, 2 dal predio Arnoaldi (periodo posteriore), 2 dal Giardino Margherita, 1 da Monteveglio (con coperchio) ed 1 dal Tajano. A queste si devono aggiungere 3 da Marzabotto (Gozzadini: Arnoaldi p. 89; Di un’ antica necrop. p.24, T. IL f. 1), 3 da Ramonte (Gozzadini : De quelq. mors., T. III, f. 18), una da Arno- aldi (paleoetrusca) e 2 da Benacci (etrusche) citate dal Gozzadini (Arno- aldi p. 40. Per le forme veggansi in quest’ ultima opera la T. VII, £. 1,2; Zannoni: Scavi d. Certosa, T. IV, f. 1-5, T. XIII, f. 41-47, T. XXI, £. 1-13. TAO VI, ti dd RRXVI e TORI %) Cavedoni: Bull. Ist. Corr. 1841, p. 75; Ann. Corr. 1842, p. 67. Vi si trovò pure una cista a cordoni fittile (p. 77). # Bull. Ist. Corr. 1864, p. 250. 1) Helbig: Ann. Corr. Arch. 1880, p. 240, Tav. agg. W., £. 9. 5) Tutte e due del periodo di Villanova) di cui una dal predio Benacci (Zannoni: Certosa, p. 256), l'altra da quello De Luca. — 191 — quali devonsi aggiungere quattro dal resto dell’ Italia media, di cui una da Verucchio nel Riminese !) e tre da Tolentino *) ed altre quattro dall’ Italia meridionale, cioè una da Nocera #), una indicata dubitativamente da Pompei), una terza da Piedi- monte d’ Alife ®) ed infine una da Rugge 5). Noi conosciamo quindi dell’Italia media e meridionale ben 50 esemplari a maniglie laterali fisse, e soli 10 ad anse superiori girevoli. Vediamo ora quale è la loro proporzione nell'Italia settentrionale e nei paesi transalpini. Noi v incontriamo di quest’ ultime una nella Lombardia a Castelletto Ticino ?), sei nel Veneto, cioè una da Verona®), una da Rivoli Veronese), una da Montebelluna '°) e 1) Gozzadini: De quelq. mors. p. 16; Arnoaldi p. 41. ?) Di queste una intera a 10 cordoni e zone a punticini, le altre due trammentate (Strer:- Gentiloni in litt.). Una figurata in Ann, Corr. Arch. 1SSIT.-aso. Profit. 3) Minervini: Bull. arch. napol. 1856, p. 178, T. III. ') Conservata colla precedente al Museo nazionale di Napoli ai N. 68880 e 68881, sebbene probabilmente derivi da qualche altra località Esistono inoltre in questo museo undici arnesi simili alle ciste bolognesi forniti pure di manichi laterali, provenienti da Pompei, però senza fondo e con tre pieducci per sostegno, per il che vengono riguardati dal Petra e dal Gozzadini quali sediolini (Gozzadini: Arnoaldi, p. 30). 5) Duhn la indica alta 205 mm. con manichi imitanti il disegno di filato a corda, attaccati al ventre mediante due elegantissime cerniere (Bull. Ist. Arch. 1887, p. 269) e Dressel (Ann. Corr. Arch. 1884, p. 267) la dice a manichi attorcigliati. 5) Helbig: Bull. Ist. Corr. 1881, p. 193. A queste sarebbe pure da aggiungere una da Palestrina (Garrucci: On the discovery of sep. rem. at Veji and Praeneste T. X, XI, sebbene un po’ differente dalle solite, pos- sedendo sole 4 zone, ornate di serie di sfingi, grifi ed altri animali. Ha un solo manico superiore e si distingue dalle altre ciste prenestine per andar priva di pieducci. 7) Antiqua 1884, p. 95, T. XXVIII, f. 163, 164; Gozzadini: Not. Sc. Ant. 1885, p. 26, T. I, f. 1; Materiaux p. l’hist. prim. 1885, p. 492, £. 119. ) Scavata nel 1881 presso Verona in un podere del Conte, Giusti (A. Ancona: Armi, fib. e qualche altro cimelio della sua collezione, Tav. fig. 20; Bull. pal. it. 1881, p. 193. 9) Stefani: Atti Ist. Ven. Ser. VI, V. III, T. XXIV, p. 6. Estr. 10) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 104. 192 tre da Caverzano presso Belluno '), e 21 nella nostra provincia del Litorale, delle quali 9 da S. Lucia), una da S. Daniele del Carso 5), 6 da Vermo!), 3 dai Pizzughi®) e 2 dal Castelliere di S. Martino presso Torre 5) in tutto quindi 27 ad anse superiori girevoli, contro tre sole a maniglie fisse, di cui una da Este ?), l’altra da Montebelluna presso Treviso 3) e la terza creduta da Aquileja °). Nei paesi transalpini si trovarono ad anse superiori una a Watsch nella Carniola!) una a Frògg in Carinzia!!), 5 ad di Hallstatt nell’ Austria inf.!*), 5 nella grotta di Byciskala in ) Leicht: Av. preist. d. Bellunese p. 13, f. 17; (Gozzadini: Arnoaldi p. 88; Not. Sc. Ant. 1880, p. 214. *) Di queste cinque intere ed una frammentata nel museo di Trieste, e tre in quello di Vienna. Tra quelle conservate in quest’ ultimo evvi una assai piccola con soli 6 cordoni e ad un unico manico. 3) Marchesetti : Boll. Soc. Adr. 1879, p. 101, T. II, £. 4. ') Di queste due intere e frammenti di terza fregiata di linee nelle zone, nel museo di Vienna (Moser: Sitzb. k. Ak. 1884, TP. IV, £ D7,5), due in quello di Parenzo (Amoroso: Soc. Arch. Istr. 1885, p. 10, T. IV; Orsi: Bull. pal. it. 1885, p. 41, T. I, f. 1, 2) ed una in quello di Trieste (Mar chesetti : Boll. Soc. Adr. 1883, p. 268, T. I, f. 1). 5) Amoroso : Necrop. T. VI, f. 10. ©) Ambedue frammentate nel museo di Parenzo. Una ha le zone iregiate da una serie di piccoli punti. *) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1888, p. 325. 8) Glurardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 104. 9) Fu acquistata colla raccolta romana aquilejese del Zandonati, che ora si conserva nel museo archeologico di Trieste. Probabilmente deriva da Este, corrispondendo perfettamente alle ciste etrusche di tipo felsineo per le dimensioni e per le maniglie fisse laterali. È alta 24 cent. con un diametro di 36, e possede 10 cordoni a zone larghe appena un centimetro. Va inoltre fornita di coperchio a cerchi concentrici. — A Rondineto (Lom- bardia) venne inoltre raccolta una maniglia con pendagli, che però non è possibile determinare con sicurezza se avesse appartenuto ad una cista a cordoni o ad una liscia (Barelli: Not. Sc. Ant. 1878, p. 204, T. XII, f. 6). 19) Nel museo di Lubiana proveniente dagli ultimi scavi, in frammenti. 1) Hauser: Mitth. Centrale. 1885, p. XXXV, f. 1, ora nel museo di Klagenfurt. 1?) Di queste tre a cordoni appressati e 2 a cordoni distanti, nel museo di Vienna. Inoltre una inferiormente finestrata senza alcun manico, ma stupendamente fregiata (Sacl'en: Grabf. T. XXI, f. 3. — 193 — Moravia '), una a Straconitz in Boemia ?), una nei tumuli del- l Ammer e Staffelsee in Baviera), una a Klein Asbergle4) ed una a Ludwigsburg nel Wiirtemberg ?), 4 a Luttum $) ed una a Niemburg nell’ Annover *), 1a Magonza 5), 1 ad Eygenbilsen nel Belgio *), 1 a Pansdorf presso Lubecca ', 1 a Kluczewo 1!) ed 1 a Primendorf nella Posnania!?), e 14 a Kurd nell’ Un- gheria '5). Di fronte a queste 40 ciste, vi stanno 7 a maniglie )) Wankel: Mihrische Schweiz. p. 408; Much: Kunsth. Atl. T. LXXV. t. 10. Ora nel museo di Vienna, tutte a zone strette. ) Zeitsch f. Ethnologie 1815, p. 108; Undset: Eisen, p. 43. Ora nel museo di Praga. 3) Naue: Hiùgelor. p. 137, T. XXXVI, f. 2. ') Trovata in un tumulo a 8:2 Kil. da Ludwigsburg non lungi da Stoccarda. È frammentata. I cordoni larghi 11 mm. distano tra di loro 10 mm (Troltsch in litt.). 5) Si rinvenne nel tumulo di Belleremise, 1 Kil. S. W. da Ludwigs- burg, mancante però tanto del margine superiore che del fondo ; è alta 158 mm., il suo diametro misura 220 mm. I sette cordoni esistenti hanno una larghezza di 8 mm. e distano tra di loro 10 mm. Da questa località viene da Helbig citata a torto un’ altra cista a cordoni (Ann. Corr. arch. 1880), dicendo che rassomiglia perfettamente a quella di Pansdorf, mentre se- condo quanto mi comunica gentilmente il Barone de Tréòltsch, essa consta di un frammento con ansa, appartenente a vaso del tutto differente. 5) Virchow: Zeitsch f. Ethnol. 1875, p. 18; Lindenschmit: Alterth. heidn. Vorz. II, Hft. 3, T. V, f. 8; Undset: Eisen, p. 274. ?) Bertrand: Revue Archeol. 1873, T. XII, f. 6; Gozzadini: Ar- noaldi, p. 43. 3) Lindenschmit: Alt. heidn. Vorz. II. Hft. III, T. V, f. ©. *) Schauermann: Obj. étrusq. dec. en Belgique, p. 12, T.2; Bertrand: Revue arch. 1873, T. XII, ft. 4; Lindenschmit: Rom. germ. Mus. T. XLII, f. 5. 10) Virchow: Zeitsch. f. Ethnol. 1875, p. 18; Wndset: Eisen, p. 209, f. 20; Mestorf: Vorgesch. Altert., T. XXX, f. 346. !!) Trovata nell’ Ottobre del 1886 (Posener Archeol. Mittheilungen, Vol. I. 1890), Grempler in litt. 12) Virchow: Berl. Anth. Ges. 1874, p. 31; Compte rend. Congrès Stockholm 1876, p. 522, f. 1-5; Undset: Eisen, p. 98, f. 4, Spesso questa cista è indicata da Zaborowo, perchè scavata nella necropoli di questo nome, giacente in prossimità del villaggio di Primendorf. 13) Wosinsky: Etrusk. Bronzeget., Budapest 1886. — 194 — laterali, una da Hallstatt!) 1 da Nacla in Moravia *), 1 da Uffing in Baviera#), 1 da Hundersingen nel Wiirtembergo4), 1 da (Grauholz in Svizzera ), 1 da Monceau-Laurent in Francia“) ed 1 da Slupec presso Kolisch in Polonia ?). Ammettendo per queste due specie di ciste un unico centro di fabbricazione nell’ Etruria circumpadana, come si potrebbe Sachen: Grabf TX 2 4) Wankel: Mitth. Centrale. 1887, p. 244; Naklo a Prikozi na Moravie poi 3) Gozzadini: Arnoaldi, p. 43; Naue: Higelgr. p. 137. Quest’ ultimo mi avverte gentilmente che il secondo esemplare da lui citato come rinve- nuto ad Uffing, non è una cista a cordoni, ma un altro grande vaso di forma diversa. In pari tempo mi comunica di aver trovato nel 1890 in un tumolo già anteriormente rovistato presso Miihlthal nella Baviera supe- riore, una maniglia di cista, della quale però non si poterono salvare che alcuni pezzettini di lamina (in litt.). 4) Trovata in un tumolo a Hundersingen, 18 Kil. S. W. da Ried- lingen al Danubio, è benissimo conservata e misura in altezza 307 mm. con un diametro di 360 mm. Possede 12 cordoni larghi 10 mm. e distanti tra di loro 15 mm. Tra 1’ 8° e 9° cordone trovasi d’ ambo i lati una ma- niglia lunga 240 mm. ed alta 55. La cista è rinforzata al fondo ed alla bocca da un cerchio di ferro della grossezza di circa 8 mm., sul quale è ripiegata la lamina. Al fondo si scorgono tre cerchi concentrici maggiori e tre più piccoli (7roltsch in litt.). 9) Bonstitten: Ant. suiss. suppl. T. XV, f. 1; Bertrand: Revue arch. 1873, T. XII, f. 5. Un’ altra citata da Ins, parimenti nella Svizzera (Troltsch : Fundstat. p. 60) sarebbe dubbia, secondo quanto mi scrive lo stesso Autore. 6) Bertrand: Revue Arch. 1873, p. 362, T. XII, f. 1; Archeol. Celt. et Gaul. p. 268, T. VII e VIII, f. 7; Chantre: Age du fer, T. XLV, f. 4. ?) Kohn und Melis: Material. z. Vorgesch. d. Menschen in òstl. Europa, p. 210. Nella raccolta del Principe Windischgritz a Vienna esiste un’altra cista a cordoni a maniglie fisse laterali, proveniente da Watsch, che però non è cilindrica, ma più larga alla base ed alla bocca, mentre verso la metà va restringendosi. Così essa ha al fondo un diametro di 364 mm., all’ orifizio superiore di 346, mentre al quarto cordone essa non ne misura che 305. La sua altezza è di 337 mm. e va divisa in 7 zone, di cui l’inferiore a cerchi concentrici ed anitrelle. Da ognuna delle ma- niglie pendono due anelli. Secondo gentile comunicazione di S. A. venne tratta da sepolero d’inumato, che aveva dappresso ancora una situla liscia. — 195 — spiegare questa strana distribuzione geografica, che mentre nel- Italia media su 56 ciste a cordoni non vi sono che sole 6 ad anse superiori girevoli, nell’ Italia settentrionale e nei paesi transalpini su 78 esemplari se ne contano ben 68? *). La differenza 1) Oltre a queste 139 ciste testè enumerate, furono rinvenute ancora le seguenti, delle quali perchè più o meno frammentate o per deficenza di notizie, non mi fu possibile determinare con sicurezza il tipo a cui appartengono. Se ne conoscono in Italia due da Taranto, citate dal Lenor- mant (Gazzette archeol. VII, 1882, p. 93), che le dice semplicemente pen mauvais état“ ed una da Gnathia, indicata senza alcun altra aggiunta dall’ istesso autore. L’egregio mio collega Prot. Puschi, ne fece recente- mente ricerca nel museo di Taranto senza poterle rinvenire. Due furono trovate a Cuma, di cul una conservasi nella raccolta Stevens (Duha : Bull. Ist. Arch. 1887, p, 269). Una trovata a Vulci, a cordoni stretti, con pareti laterali un po’ curvate in dentro, conservasi ora nel Museo bri- tannico, proveniente dalla raccolta William Temple (Undset: Ann. Corr. Arch 1885 p. # ). Una da Bagnarola presso Bologna, frammentata, passò probabilmente le Alpi (Caredoni: Bull. Corr. Arch. 1841, p. 75; Ann. Corr. 1842, p.69; Gozzadini: Arnoaldi p. 41). Una dal predio Benacci a Bologna, ora nel museo di quella città, che invece di anse porta una catenella (Brizio in litt.). Una da S. Martino in Venti presso Rimini, trovata nel 1881 in frammenti (omini: Storia di Rimini, V, p. XXII; Brizio: Atti Dep. St. Patr. Rom. 1885, p. 178). Una da Este (Cavedoni: Ann. Corr. Arch. 1842, T. agg. Q. f. 1-8) alta 200 mm. e del diametro di 223 mm. Nella descrizione non è fatto alcun cenno della forma delle anse, nè queste si veggono nell’annesso disegno. Conservasi nel museo arciducale, pur troppo inaccessibile, del Cataio presso Este. Una da Golasecca (Ancona : Catal. descritt. d. racc. egiz., prerom. ecc. T. X, f. 6) del diametro di 29 cent. della quale non rimangono che cinque cordoni, fregiati di puntini a sbalzo (Castelfranco: in litt.) Delle due trovate a Scarlasso presso Bergamo, una andò venduta come ferravecchi ad un cenciaiuolo, l’altra; descritta dal Mantovani (Not. Arch. Bergomensi 1884, p. 34; Pigormi: Bull. pal. it. 1886, p. 40), aveva ancora 10 zone decorate di puntini, e mi- surava 17 cent. di diametro. Non vi è però fatta parola della forma delle anse, forse perchè non più determinabili, mancandovi la parte superiore. Infine una è notata da Brembate sotto (Mantovani: Not. Sc. Ant. 1888, p. 674) con 9 cordoni ed un’altra da Grandate (Barelli: Not. Sc. Ant 1885, p. 672, f, 2), che però secondo Castelfranco non sarebbe una cista a cor- doni. Al di là delle Alpi si trovò una grande cista riccamente decorata al Grobinzkogel presso Klein Glein nella Stiria, ora nel museo di Graz, priva di manichi, che però per la sua forma inclinerei ad ascrivere al * —” © sì grande che non si può ascrivere a semplice caso e quindi è mestieri ricercare un secondo centro di produzione, dal quale sieno escite le ciste dell’Italia settentrionale e delle regioni ultramontane. Nè su questo centro può esservi alcun dubbio, ove si ponga mente all’alto grado di coltura attinto dagli antichi veneti, 1 cu monumenti sebbene da poco tempo appena con più cura studiati, ci si rivelarono non meno importanti di quelli degli umbri e degli etruschi. Come il territorio felsineo per le ciste a maniglie laterali, la regione veneta occupa il primato per quelle ad anse mobili, avendone fornito più di qualsiasi altro paese. La decorazione a cordoni rilevati ed a zone è una delle principali caratteristiche delle nostre necropoli, ritrovandola tanto sulle grandi urne cinerarie, che sopra i fittili tipo felsineo. Dalla stessa località proviene un frammento di cista, della quale non si conservano che tre soli cordoni con fregi di cerchi concen- trici e raggiati, nel museo germanico di Norimberga. Questa cista tu stranamente citata dal Gozzadini (Arnoaldi, p. 43) come proveniente da Stoiermark in Baviera, probabilmente per aver ignorato il significato di Steiermark (Stiria). Anche lo Zannoni la dice da Stoiermark. Una da Mey- enburg sul confine di Priegnitz verso il Meclenburgo (Virchow: Berl. Anth. Ges. 1874, p. 162), della quale non sono conservati che due soli cordoni. Undset (Eisen, p. 192) dicendola simile a quella di Primendorf, la dichiara però del nostro tipo veneto. Una da Gommeville (Bertrand: Revue arch. 1873, p. 364, T. XII, f. 2) più piccola di quella di Magny Lambert, in cui non si scorge alcuna specie di anse, essendo frammentata. Inoltre va aggiunta quella istoriata da Maritzing in Tirolo (Orgler: Programm d. Gvyvmnasiums Bozen 1870-71; Much: Kunsth. Atl. T. LXVIII: Oberziner: I Reti, T. VII, VIII, che secondo la ricostruzione recente proposta dal Prof. Wieser (Zeitsch. d. Ferdinandeums 1891, p. 311, T.IV, f. 1) sarebbe fornita di maniglie laterali fisse, mentre il Conze le assegnava anse supe- riori girevoli (Ann. Corr. arch. 1574, p. 164; Monum. Corr. Arch., XII, T. VI). Infine va notato che parecchi dei vasi citati come ciste nel breve elenco del Wosinsky (o. c., p. 32) non appartengono punto a questa cate- goria e quindi devono venir eliminati. Abbiamo quindi finora in tutto 159 ciste a cordoni, numero considerevole, se si considera che l'elenco più completo publicato nel 1877 dal Gozzadini (Arnoaldi, p. 38-45), ne com- prendeva solo 78, e che quello dello Zannoni di qualche anno posteriore non ne numerava che 93 (Certosa, p. 241). Può darsi che nonostante le molte ricerche fatte mi sia pure sfuggita alcuna, e quindi sarò oltremodo grato a chi vorrà eventualmente indicarmi qualche ommissione incorsa. e e ro no — 197 — aggiunti e specialmente sopra i calici e le pentole situliformi '). Persino le situle di bronzo che a Bologna sono sempre lisce, vanno da noi più volte ornate di piccoli cordoni prominenti. Se a tutto ciò noi aggiungiamo il grande numero di vasi enei forniti dalle necropoli atestine *), dalla Carnia e specialmente dalle nostre provincie, nelle quali negli ultimi anni ne vennero dissotterrati meglio di 200, non potrà apparire certamente ipo- tetico se nei nostri antichi veneti noi ricerchiamo gli artefici delle ciste a cordoni ad anse superiori girevoli. Più ancora delle ciste erano diffuse le situle, delle quali troppo lungo sarebbe il voler dare un elenco completo. La sola S. Lucia ne fornì oltre ad un centinaio, altre se ne ebbero da Caporetto, da Vermo, dai Pizzughi*) e dal Castelliere di S. Martino presso Torre. Dall'Italia per citarne solo alcune nominerò quelle di Lozzo *), Pozzale ®), Caverzano %), di Rivoli ‘) )) Anche ai Pizzughi venne trovata una cista a cordoni fittile (Orse, Bullikpaltit. 1885, IL HE £ 3: Amoroso: Necrop. T. II, £ 1). Un altra a piede traforato si ebbe dagli scavi Nazari ad Este (Cordenons: Ann. Corr. Arch. 1882, p. 101, T. agg. P. f. 5; Soranzo: Scavi, T. I, f. 5), ed ultima- mente se ne rinvenne una ad Angarano presso Bassano, come rilevo da fotografia gentilmente comunicatami dal Dr. Michieli. ?) Ricorderò pure il numero considerevole di situle figurate che vennero alla luce nel Veneto come pure nella limitrofa Carniola, d’ onde recentissimamente si annunzia il rinvenimento simultaneo di due nuovi vasi istoriati sul monte S. Maddalena presso Smarie (Pecnil:: Izvestia Muz. Drust. za Krainsko, 1893, pag. 41). 3) Il Museo di Parenzo ne possiede 12 esemplari a manico super. xirevole, inoltre una a maniglie laterali fisse. Alcuni frammenti si raccol- ) (©) sero pure al castelliere di Villanova al Quieto. ‘) Se ne raccolsero in grande quantità e tale che il Ghirardini vi suppose un centro di fabbricazione (Not. Sc, Ant. 1883, p. 69). p ?) Egualmente comuni (GIrardini: o. e. p. 73). *) Frequenti, però per la massima parte spezzate; una a cerchi con- centrici (Ghirardini: o. c. p. 37; 1884, p. 173; Monti: ibid. 1550, p. 216). Una pure da Cassanego (Leicht: Sulla età d. bronzo nel Bellun, f. 12). °) De Stefani: Not. Sc. Ant. 1885, p. 289; Atti Ist. Veneto 1885, T. XXIV, tf. 1, p. 6, Estr. Ha però maniglie fisse laterali. — 198 — e Castioncello presso Verona '), di Montebelluna *), Dercolo #), Este 4), Borsea presso Rovigo ?), Asolo *), Meclo?), Camorta %), Sesto-Calende *), Brembate !°), Golasecca "!), Grandate '*), Cre- spellano '#), Castelfranco d’Emilia'4), Bologna!'*), S. Polo d'Enza!"%), Numana !?), Castelvetro !8), Vetulonia '!*), Orvieto 2‘), Chiusi 2); ) Museo di Verona. 2) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 104. 3) Much: Kunsth. Atlas, T. LXVI, f. 11. ') Prosdocimi: Not. Sc. Ant, 1882, T. VII, f. 22, 24; Cordenons: Aun. Corr. ‘arch. ‘1882, p. 102, T. agg. Pi 9. 5) Ghirardini: Bull. pal. it. 1892, p. 111. 6) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 118, 122. ?) Campi: Scavi e scoperte, p. 178; Much: Kunsth. Atl., T. LXVI, f. 1L S) Regazzoni: Bull. palet. ital. 1885, p. 16 ®) Chierici: Bull. palet. it. 1880, p. 101, T. VII, £. 9, 10. !0) Mantovani: Not. Se. Ant. 1888, p. 674; 1890, p. 60, però a due manichi; una ad occhielli circolari. 1!) Castelfranco: Not. Sc. Ant. 1886, p. 115. 12) Barelli: Not. Sc. Ant. 1885, p. 73, due esemplari di cui uno ad orli ravvolti su aste di ferro. '8) Gozzadini: Not. Sc. Ant. 1885, p. 12. 14) Gozzadini: Not. Sc. Ant. 1881, p. 341. !5) Così da Villanova (Gozzadini: Di un sepoler. T. VII, f. 10), da Arnoaldi (Gozzadini: Scavi Arn. Veli, p. 84, T. VIII, f. 4; Not. Se. Ant. 1881, p. 18), da Benacci (Brizio: Not. Sc. Ant. 1889 p. 315; 1890, p. 105, 137, 312), da De Luca, da Casalecchio, da S. M. Mad. di Bazzano, ecc. Brizio ne nota dalle tombe arcaiche felsinee 49, tirate a lamina e saldate con chiodi, mentre le etrusche dalla Certosa sono tirate a fuoco senza chiodatura (Atti R. Dep. St. Patr. Rom. 1885, p. 208). Quest’ ultime sono inoltre un po’ panciute (Zannoni: Certosa, T. XIX, f. 3, T. LIV, £. 5, PRATO. !6) Ohierici: Strenna d. Bull. pal. it. 1876, p. 129, T. I. Brizio: Not. Sc. Ant. 1891, p. 119. 15) Crespellani: Not. Sc. Ant. 1879, p. 198, anche a due manichi. 19) Falchi: Vetul. p. 66, 163, 181, T. XIV, f. 4; a due manichi; p-103,; 1701. DeVg flo: 29) A due manichi, nel Museo di Firenze; Dennis: Cities and Cemet. II-.p. 103. 2!) Monum. Ist. Corr. X, T. XXXIX, £. 4. Palestrina '), Offida*), ecc., e dai paesi transalpini di Watsch 5), Frògg*), Hailstatt®), Schleinitz%), Wies 7), Alt Grabow®), della Baviera ®), dell’Ungheria!°), dello Schleswig'!), della Danimarca !*), dell’ Irlanda 13), ecc. Di queste la maggior parte sono liscie, altre con disegni più o meno complicati a sbalzo od incisi. Nelle nostre appaiono unicamente i primi e sì limitano a S. Lucia a figure geome- triche o d’uccelli, mentre a Caporetto si raccolsero i frammenti di una situla istoriata con rappresentazioni analoghe a quelle di Watsch, che avrò occasione di descrivere illustrando gli oggetti di quella necropoli. È strano che a Bologna d’ onde vennero alla luce già due situle istoriate, tutte le altre sieno liscie, nè presentino, come da noi e ad Este!*), disegni d’altra !) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1882, p. 198; Helbig: Monum. Ist. XII, T. XXXVIII a, f. 4. > Allevi: Not. Se. Ant. 1887, p. 113. 3) Oltre la figurata trovasi nel Museo di Lubiana solamente una liscia, un’ altra conservasi nel Museo di Storia Naturale di Vienna ed una terza nella raccolta Windischgritz. Inoltre nel Museo di Lubiana una situlina di appena pochi centimetri. Or ora si scavarono 9 situle a S. Maddalena pr. Smarie (Pecmlk: 1. c. p. 41). 4) Hauser: Mitth. Centrale. 1885, p. XXXVI, f. 5; Much: Kunsth. AGISCT. Lf. 13. “Sache: Grab IX 3 8) Deschmann: Mitth. Anth. Ges 1884, p. 50. *) Scombathy: Mitth. Anth. Ges. 1890, p. 181. 8) Lissauer: Praeh. Denkm. Prov. Westpreussen, T. IIl, tf. 7; Uvdset: Fisen, T. XIII, f. 18. >) Naue: Higeler. TO XXV, fi. L iezHampel? Trova (ID dxXVisf 35 TOLXII, f. ly C. Gross: Vor- ròom. Culturg. Donaugegenden, p. 92, T. XI, f. T. 1!) Lindenschmit: D. Altert. uns. heiden. Vorz. App. al Fasc. I. del Molti ILI, p.9. !> Undset: Eisen, p. 358, T. XXIX, t. 2. Trovasi nel museo di Co- penhagen. Possede due manichi laterali. !3) Evans: Age du bronze, p. 451, f. 512, possede presso alla bocca invece di ansa due orecchiette. Altra da Capecastle (ib. p. 4832, f. 513). !4) Vi si trovarono oltre a 6 figurate, 2 a semplici disegni geome- trici, che secondo Prosdocimi apparterebbero all’epoca di transizione tra il I° ed il II° periodo. (Not. Sc. Ant. 1882, p. 26). _. ae specie. Va pure notato che mentre le nostre sono di regola, — un unica vi fa eccezione — ad un solo manico, quelle di Bologna ne possedono quasi costantemente due. La decorazione a coste longitudinali, sebbene rarissima, trovasi su parecchie situle atestine '), come pure sopra una pentola situliforme di Bologna *) e sopra la cista d'avorio di Veji3). Non conosco all’incontro alcun altra situla di ferro, metallo, che per la difficoltà di essere laminato, non sì prestava molto alla costruzione di vasi. L’' Orsi a proposito di un oriballo di ferro fuso, rinvenuto a Megara Hyblaea, lo dice un unicum con un altro dalla necropoli del Fusco presso Siracusa, dichia- rando che sono del tutto ignoti vasi di ferro di data arcaica 4). In quanto alla rappresentazione di cerchi concentrici?) e di anitrelle, che si riscontra su parecchie delle nostre situle, accennerò ch’ essa ricorre assai spesso su quelle di altre località, come di Este, Brembate, Hallstatt, Siem in Iutlandia, ecc. Queste figure paiono del resto esser state molto predilette trovandosene oltrechè su diverse specie di vasi metallici %), Prosdocimi: 1°, I NILE A ZISeLO: > Gozzadini: Arnoaldi, T. III, f. 9. 3) Garrucci: Archaeologia XLI, T III, t. 4. Un accenno di questa decorazione già sopra un bicchiere d’oro di Micene (Scehliemann: Mykenae p. 269, N. 342. 4) Monum, ined. I, 1839, p. 799. Ad Arnoaldi si trovò una coppa di ferro con manico di bronzo (Brizio: Atti R. Dep. St. Patr. Rom. 15855, pag. 220) ®) Sono probabilmente un simbolo dell’eternità e si veggono fre- quenti su stele sepolcrali greche. 5) Oltrechè su situle, trovansi pure sopra ciste, così a Slupec in Po- lonia (Undset: Eisen, p. 108); a Watsch (Racc. Windischgràtz); a Hall- statt (Sacken: Grabf. T. XXII, f.3°, anche su patera (ib. T. XXIV, f. 4, 6-8); sopra un vaso di Rossin in Pomerania (Undset: Eisen, p. 239, T. XXIV, f. 8), e su altro da Lavindsgrad (ib. p. 359, f 41). Compare egualmente sopra fittili, come a Villanova (Gozzadini: Di un sep. T. III, £. 11; Nécrop. p. 12, f. 3), a Bologna (Gozzadini: Arnoaldi, T. II, £.6, T. III f.10, T. IV, f. 8, T. VI, f. 1-15, ecc.), a Bolzano (Much: Oester. Jahrb. 1884, p. 89, f. 114), ecc. — 201 — anche sopra altri oggetti, come cinture '), scudi*), tintinnabuli o pendagli*), ecc. E qui credo opportuno di far osservare le loro proporzioni, corrispondendo per lo più il diametro della massima larghezza esattamente all’ altezza, il che dona loro quell’eleganza slanciata, che invano si ricerca in quelle di epoca più tarda, come ad Idria di Bacia ed a Slap, che per esser più larghe che alte, presentano un aspetto piuttosto tozzo *). Il nostro calice eneo o situla pedata che dir si voglia, non offre molti riscontri, mancando questa forma alla maggior parte delle necropoli italiche e d’ oltremonte, e non comparendo che ad Este ?), a Corneto-Tarquinia%), a Bisenzio 7) ed a Castanetta nella Svizzera). I lebeti o conche emisferiche, rari del resto a S. Lucia, non vennero ancora trovati ad Este, ed a Bologna solamente negli scavi di Marzabotto”), sebbene compaiano abbastanza frequenti nei sepolcreti subalpini della Carnia. a Lozzo, ) Così ad Este (Cordenons: Ann. Corr. Arch. 1882, p. 107, T. agg. Q. f. 1-3; Ghirardini: Not. Sc Ant. 1888, p. 355), a Vetulonia (L'alcli: Not. Debt, TI NIDO E 35 Vetul TV, £ 17); a Tarquinia, (Helbig : Ann. Corr. Arch. 1883, p. 292, T. agg R. £. 2); a Watsch (Chantre: Mate- riaux 1884, p. 35, f. 37; Windischgritz: Anth. Ges. 1885, p 90; a Hallstatt (Sacken: o. c. T. IX, f. 8); ad Entikar pr. Bolzano (Much: Kunsth. Atl. LA) 2) Nella Svezia (Montelius: Sver. Fornt. p. 54, f. 179); in Stiria (C. Gross: Vorr. Culturg. p. 71, T. III, £. 9). 3) Ad Hallstatt (Sacken: o. c T. VIII, £. 1). ') A queste somigliano quelle del quarto periodo delle necropoli atestine, che sono del pari ineleganti e senza manico Vi corrispondono perfettamente quelle del Museo di Zagabria, estratte dalla Sava a Sissek, Sbrosdocmi: 186. TINNESEI13: 5) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1882, p. 197, T. XIII, f. 13, a piede molto alto. 7) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 292. 9) Antiqua, 1885, p. 51, T. XI, f. 1, 2. Differiscono però idue esem- plari quivi trovati per la presenza di un manico semicircolare. ?) Gozzadini: Not. Sc. Ant. 1886, p. TT. — 202 — Caverzano ed Asolo '), come pure a Vermo *) ed ai Pizzughi 5). In generale essi sono piuttosto rari in Italia non essendosene rinvenuti oltre alle precitate località che a Tolentino 4, a Ve- tulonia?), a Bisenzio 5), a Chiusi ?), a Cere 5), ad Orvieto”), a Vulci !9), a Tarquinia!) a Palestrina !°), ad Offida !*), a Sibari !4), a Siracusa '?). Più frequenti sono nelle regioni transalpine, come a Watsch!5), a Wies'7), a Hallstatt!S), nella grotta di Biciskala!*), 1) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 37, 67, 119; 1834, p. 194. 2) Amoroso: Atti e Mem. Soc. Arch. Istr. 1885, p. 70, T. V; Moser: Sitzb. k. A. 1884) p.'343, TO IV, £095 Orsi: Bull pal it. ‘1559, pg f. 3; Marchesetti: Bol. Soc. Adr. 1883, T. V, f. 5. 3) Amoroso: Necrop. p. 29, T. VI, f. 11, 12. Il museo di Parenzo ne possede 11 esemplari. Un grande lebete da Cormons nel Friuli trovasi nel nostro Museo archeologico. ‘) Silveri-Gentiloni: Ann. Corr. arch. 1881, p. 219, T. agg. P. f. 8. 5) Falchi: Not. Sc. Ant. 1887, p. 479; Vetulonia, p. 108, T. VIII, £. 20, anche d’argento, p. 164, 179, T. XIV, £. 19, DT. XVIE 3: °) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 293. ?) Milani: Mus. ital. I, p. 292, sostenuto da tre piedi e con tre anse alla parte inferiore, d’onde pendono tre spirali binate. >) Grifi: Mon. di Cere ant. T. VII, f. 1, d’ argento. 9) Not. Sc. Ant. 1887, p. 260; Gamurrini: ibid. 1880, p. 446, T. XVI, !9) Gsell: Fouilles, p. 516. 1!) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1882, p. 199; Helbiyg: Monum. XI, MARE 1?) Conestabile: Not. Sc. Ant. 1876, p. 117; Dennis: Cities and Cemet. II. p. 502; Helbig: Ann. Corr. Arch. 1879, p. 15, T. agg. C. f. 7; Monum. PU PARI o. © ©, co 2 13) Allevi: Not. Sc. Ant. 1887, p. 113. 14) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1885, T. XV, £. 1. '5) Nella necropoli del Fusco (Mawuceri: Ann. Corr. Arch. 1807, p. 55, Tage A, BINESZE :6 Parecchi nel Museo di Lubiana, tra cui uno con manico di ferro. ') Radimsky e Szombathy: Anth. Ges. 1885, T. XII, f. 11; 1890, p. 181. 18) Sacken: Grabf. T. XXIII, £. 6,7. 19) Wankel: Mihr. Schweiz, p. 409; Much: Kunsth. Atl. T. LXXV, £. 9, — 203 — in Boemia!) in Baviera *), nel Wiirtemberg 5), in Francia *), in Prussia”), in Ungheria), in Polonia ?), a Micene), a Tirinto *), ad Olimpia !°), ecc. L’uso d’involgere in tessuti i vasi di bronzo, si trovò in più luoghi come a Caverzano '!), a Brembate !°), a Bologna '*), ad Alfedena 1), a Numana !°), a Vetulonia '6), nei tumoli del- lAmmer e Staffelsee in Baviera !?). È probabile che in molti altri luoghi si avrà avuto cura di circondare gli oggetti più preziosi con tessuti o con corteccia d’albero o con sughero, 0 coprendoli con vimini contesti, per meglio conservarli: la lunga giacenza però avrà spesso distrutto completamente queste so- stanze, sicchè solo in casì eccezionali e facendovi molta atten- zione si sarà avvertita la loro presenza 15). ) Pàamatky arch. 1886, T. IX, f. 2. 3) Naue: Higelgr. T. XXXVI, f. 1; Lindenschmit: Heidn. Vorz. IV, MOSo, £.2: di ®) Chantre: Age du fer, p. 39, f. 5, da Metzstàtten. 4) ibid. T. XLIV, f. 3; Bertrand: Arch. Celt. et Gaulois 1889, T. VIII, f. 5, dal tumolo di Magny Lambert. ®) Friedel: Berl. Anth. Ges. 1887, p. 554, f. 2, da Hennikendorf; Undset: Eisen, T. XIII, f. 18, da Reichenau. 6 Hampel: Trouvailles, T. LXIV, £. 1,4,5; C. Gross: Vorr. Culturg. DO, £., 8. ?) Undset: Eisen, T. XIII, t. 10, da Lagiekoniki e da Paczek. 8) Ne apparvero in buon numero tanto negli scavi di Schliemann (Mykenae, p. 316, n. 488, 439), quanto nei posteriori. Essi sono di grandi dimensioni e forniti di due anse laterali. ®) Museo d’ Atene. 10) Furthwdingler: Bronzen, T. XXXV, f. 668. 1!) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1884, p. 174. 12) Mantovani: Not. Sc. Ant. 1888, p. 674; 1890, p. 102. 13) Zannoni: Certosa, p. 326. 14) Nino: Not. Sc. Ant. 1877, p. 278. 15) Brizio: Not. Sc. Ant. 1891, p. 11%. 16) Falchi: Not. Sc. Ant. 1887, p. 488, 506, T. 18, £.2; Vetul. p. 125), 151. 17) Naue: Higelgr. p. 136. 18) Così più volte dell’antico tessuto non si conservò che tracce nel- l’ossido che ricopre gli oggetti, come sopra una lancia di ferro testè rinve- nuta a S. Lucia, sopra un’altra da Micene (Mus. d’Atene), sopra una fibula a navicella del Museo di Lubiana, ecc. Nei tumoli dell’Ammer e Staffelsee E prima di lasciare i vasi metallici credo di dover notare che la presenza di avellane in una situla ed in un paio di altre tombe non può considerarsi come accidentale, trasportatevi da qualche topo, avendosene trovate ripetutamente in altri luoghi come a Valtravaglia), a Bologna) a Corneto-Tar- quinia *), ecc. Anche l'aggiunta di cibi, dipendente dalle idee religiose intorno al perdurare dei bisogni corporali al di là della tomba» era un uso comune e noi lo troviamo in moltissime necropoli coeve, come ad Este‘) a Bologna?) a Terni5), a Cere?) a Tolentino), ad Orvieto ®) ed in parecchi altri cimiteri del- l’ Etruria come Volterra, Cervetri, Orte, Corneto-T'arquinia !9), si trovarono braccialetti involti in corteccia di betulla (Nave Higelgr. p. 125). Parecchi vasi della necropoli di Vetulonia erano rivestiti esterna- mente di sughero, ridotto in una pasta giallognola (Maleh:: Not. Sc. Ant. 1887, p. 479; Vetul. p. 118). Nella grotta di Byciskala nella Moravia si rinvennero oltre a tessuti di filo, intrecci di giunchi, di canne e di paglia, conservati mercè la carbonizzazione (Wankel: Mahr. Schw. p. 414; Much: Kunsth. Atl. T. 75, f. 18). Anche ad Adria si trovarono ceste di vimini (Bocchi: Not. Sc. Ant. 1879, p. 223). Tessuti splendidamente conservati si hanno principalmente da Hallstatt, ove la presenza del sale impedì la loro decomposizione. Sono egualmente rimarchevoli i tessuti dalla palafitta di Robenhausen, ) Longhi: Not. Sc. Ant. 1881, p. 3. è In grande quantità in molte tombe di Benacci (Brizio: Not. Sc. Ant. 1889, p. 301, 306; 1890, p. 157, 138, ecc.). Del pari a Villanova (Gozza- dini: Di un sepoler. p. 34. ®) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1882, p. 161; Helbig: Ann. Corr. Arch. 1883, p. 289. ') Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, p. 21. °) Gozzadini: Nécropole, p. 20; Arnoaldi, p. 86: Zannoni: Certosa, p. 169, 301, 318, 425; Brizio: Not. Sc. Ant. 1889, p. 306. 6) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 263. *) Bellucci: Bull. Corr. Arch. 1882, p. 214. 9) Stlveri-Gentiloni: Bull. pal. it. 1880, p. 159. *) Korte: Ann. Corr. Arch. 1877, p. 108. !°) Dennis: Cities and Cemet. I, p. 141, 408. — 205 — a Montefiascone '), a Vulci ®), a Suessola #), nella Campania 4) a Siracusa °), ecc. Già nella mia prima relazione feci emergere l’importanza che hanno i fittili per la coltura di un paese, in quanto che per la maggior difficoltà del loro trasporto, essi sono per lo più prodotti locali e quindi meglio de’ bronzi, che più facil- mente formavano oggetto di vasti commerci, servono a far spiccare le particolarità di differenti regioni. Oltre alle loro forme ed alla loro tecnica, la determina- zione elementare della loro pasta ci è un ausiliario potente per riconoscere se il fittile sia 0 meno prodotto indigeno, perchè non è presumibile che gli abitanti andassero a ricercare lontani depositi d’argilla per fabbricare le loro stoviglie o trasportas- sero da altri paesi la sabbia che vi mescolavano. Noi vediamo quindi nelle contrade ove predominano le formazioni calcari, che anche l'argilla contiene una grande quantità di calcite, com’ è appunto il caso a S. Lucia, a Caporetto, nelle necropoli istriane, in quasi tutte le nostre caverne e nei castellieri, ecc., laddove in altri luoghi predominano le sabbie silicee, la mica, il feldispato, i prodotti della decomposizione di rocce primitive, di serpentini, di graniti, di eufotidi, ecc. In grazia del non facile trasporto delle pentole, noi ve- diamo svolgersi nei differenti centri l’arte ceramica, producendo di preferenza l’una o l’altra forma, secondo il gusto locale 0 la moda che vi dominava. Per tal guisa certi tipi, certe deco- razioni divengono predominanti, laddove altri scarseggiano 0 difettano del tutto. Senza ricercare necropoli lontane, noi abbiamo già un chiaro esempio di questo fatto tra S. Lucia e Caporetto, distanti tra di loro soli 19 chilometri ed a giudicare dall'insieme della loro suppellettile funeraria quasi sinerone. A_S. Lucia, come si 1) Not. Sc. Ant. 1877, p. 149. 3 Gsell: Fouilles, p. 253, 263. 8) Duhn: Bull. Ist. Arch. 1887, p. 248. 4) Dressel: Ann. Corr. Arch. 1884, p. 226. 5) Mauceri: Ann. Corr. Arch. 187%, p. 59. — 206 — disse, le pentole ad orecchietta sono oltremodo frequenti for- mando il 34:61%, di tutti 1 fittili ivi trovati, laddove quelle a cono rovesciato non giungono che al 5:16, e le coppe ad alto piede ad appena 1:70. A Caporetto d’onde trassi egualmente una serie considerevole di stoviglie (1123 pezzi), noi c’incon- triamo in condizioni del tutto inverse, poichè le pentole situ- liformi apparvero in 217 esemplari, ossia in 19:32%, e le coppe ad alto piede in 194, ossia in 17:289/,, mentre le pentole ad orecchietta (97) formano solo l 8:639/,. Maggiori diversità ancora emergerebbero ove ci facessimo a considerare le relative decorazioni: così a Caporetto sono più frequenti gli ornati a listerelle di piombo e di stagno, a S. Lucia quelli a borchie di bronzo; in questa predominano i calici lisci dipinti a stralucido, in quella i cordonati a zone alternanti rosse e nere, ecc. ecc. Queste differenze divengono naturalmente più appariscenti tra necropoli più lontane; così chi osservi le stoviglie tratte dai sepolcreti istriani e la loro ornamentazione, vi troverà sì alcune forme ricordanti le nostre, ma dovrà convenire che nel loro complesso hanno un carattere ben distinto. Coi fittili della Carniola le analogie divengono ancora minori, sicchè non è che qualche vaso isolato che accenni ai tipi caratteristici per le nostre regioni. Troppo lungi ci trarrebbe il voler per ogni singola forma ricercare confronti in necropoli diverse, nè ciò sarebbe sempre fattibile, perchè generalmente non si diede alle stoviglie quel valore, che a ragione meriterebbero, accontentandosi molti di conservare le pentole intere e gettando via i cocci come inutili, senza tener nota neppure delle loro forme. Si cominciò a comprendere la loro importanza, appena allorchè le ricerche preistoriche vennero condotte con metodo strettamente naturalistico, il quale non si lascia guidare dal solo concetto artistico dei singoli oggetti, negligendo il resto, ma cura assiduamente ogni più piccolo particolare, che preso isolatamente spesso apparisce quasi superfluo e di niun interesse, ma nell'insieme conduce non di rado a scoperte importanti ed inaspettate. Tra le pentole raccolte noi abbiamo, come accennai più sopra, di finissime accanto a delle rozze e primitive, senza però che alcunchè ci autorizzi a vedervi in esse prodotti di epoche successive. Questa diversità non può derivare che dal differente stato economico degli abitanti di S. Lucia, che essendo centro molto popoloso, avrà avuto appresso ai ricchi una classe di diseredati, come ha luogo oggigiorno nelle nostre città. Riescirebbe oltremodo interessante il poter seguire lo svolgimento graduale della ceramica nel nostro paese dall’epoche più remote fino ai tempi di S. Lucia, e servirebbe forse a pro- varci un’ inalterata sussistenza della popolazione primitiva, la quale pure avanzando in progresso e modificandosi per influenze straniere, avrebbe tuttavia conservato almeno alcuni tipi origi- nali. Il copioso materiale tratto recentemente alla luce coi nostri scavi delle caverne e de’ castellieri, ci fa però tosto riconoscere la diversità dei fittili di S. Lucia con quelli del- l’epoche anteriori, che in nessun modo possono riguardarsi come derivati da forme preesistenti nelle nostre contrade '). All'incontro noi ritroviamo analogie più o meno spiccate con altre necropoli coeve e quindi ci soffermeremo alquanto per istituire alcuni raffronti, dai quali abbiano a risultare le affinità del nostro sepolcreto con quelli di altre regioni. Sorpasseremo naturalmente quelle forme che per essere molto diffuse non ci offrirebbero alcun criterio in proposito, dappoichè come nel regno organico vi sono degli animali e delle piante cosmopolite, sparse talora su parecchi continenti, così pure nell’ estrinsecazione artistica dell’uomo primitivo, noi troviamo certi tipi, che si riproducono in moltissimi luoghi e del tutto indipendentemente. Quì vanno notate in primo luogo le pentole cilindriche ed a ventre rigonfio, che per essere le forme più semplici, sono del pari le più diffuse. !) Nelle necropoli istriane invece si può chiaramente riconoscere la somiglianza colle stoviglie de’ castellieri, tanto riguardo alla forma che alle decorazioni. = 203 = La foggia delle anse e la loro inserzione non presentano a S. Lucia la svariata serie, che s'incontra in quelle dell’epoca enneolitica, e quindi nulla offrono di particolare. In sole due ciotole ad alto manico, questo porta due appendici laterali in forma di teste animali, ricordando per tal modo le anse cornute. La decorazione con teste di bue non è rara sui vasi e su altri oggetti, specialmente nella Carniola, d’onde se ne conosce un buon numero dalla necropoli di S. Margherita '). Anche per l’ ansa gemina troviamo qualche esempio in fittili di altre necropoli, così a Villanova °), a Roma *), a Tarquinia *, a Castelluccio 5), a Warschken e S. Lorenzo in Prussia 6). ) Musei di Vienna e di Lubiana; ctr. pure Chantre: Rech. Anthrop. I, p. 91, f. 96. Si trova pure su vasi di Wies (Szombathy : Anth. Ges. 1885, T. VIII, f. 12), di Gemeinlebarn (Szombathy: Mitth. Praeh. Commiss. 1890, p. 59, f. 88, 56, 57, 75, T. III, f. 1, 2), a Rabensburg (Much: Kunsth. Atl. T. LXX, f. 5), a Cipro (L. Cesnola: Cypern, T. LXKXXVI, £. 3; A Cesnola: Salamina, p. 261, f. 276, anche su porta-lampade ib. f. 277), a Hissarlik (Schliemann: Ilios, p. 715, n. 1556-1558), a Cere (Mus. Gregor., T. XCVI, f. 3, dalla tomba Regulini Galassi). La frequenza di questa rappresenta- zione figurale e la parte importante che il bue aveva nelle religioni orien- tali, ci fa pensare ad un significato simbolico, tanto più che la ritroviamo spesso su vasi di bronzo e su altri oggetti, come ad Hallstatt (Sacken: Grabf. T. XXIII, f. 6), a Bitznin nella Posnania (Virchow: Congr. Praeh. Budapest 1877, p. 250), nella grotta di Byciskala (War/el: Bilder aus d. Miihr. Schweiz, p. 881), a Tolfa (KWtsche de la Grange: Not. Sc. Ant. 1880, p. 125, f. 1), sopra anelli tratti dal Reno (Virchow: Berl. Anth. Ges. 1891, p. 491. f. 5), ecc. Fittili in forma di buoi dall’Antro di Hermes Craneo (Halbherr ed Orsi: Mus. ital. I, p. 913, T. XIV, f. 10-12), dall’ Antro di Psychrò (ib. p. 909; anche in bronzo, p. 907, f. 1); molte figure di buoi in terracotta ed in piombo da Kabirion presso Tebe (Mus. d’Atene), figura umana a testa di bue da Olimpia (Purgold: Ann. Corr. Arch. 1885, T. agg. Biji ali, ecc. >) Gozzadmi:. Di un sep. T. II, f 19, I. IV, £02. 3) Nell’antichissima necropoli dell’ Esquilino (Lanciani: Bull. Comm. Arch. Municip. 1875, p. 49, T. VI, VIII, f. 9, 31), e del Viminale (M. S. de Rossi: ibid. 1878, p. 75, T. VII, f. 22, 25). 1) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1882, T. XII, f. 12, T. XIII, £. 15; Helbig: Monum. Ist. XI, T. LX, tf. 13, 21, XII, T. Xe, r. lo. Orsi. Bull. pal it. 1893, T. VI, £ b4, I. VED'E9S. 6) Tischler: Phys. oek. Ges. Kònigsberg 1889, p. 165, T. V, f. 8, 15. 9 — Egualmente non ci soffermeremo a parlare delle scodelle, che compaiono pure frequenti nella maggior parte delle necro- poli. Va però notato che il loro ufficio è da noi differente, non servendo mai come nelle necropoli istriane, ad Este '), a Villa- nova *), ad Arnoaldi) ed in altri cimiteri bolognesi, a Bi- senzio 4), Vadena?), Corneto-Tarquinia 5), Vetulonia ’), Vulci 8), quali coperchi ad altri vasi. In relazione a ciò le nostre sco- delle vanno sempre destituite di manico rilevato, onde sono per lo più fornite quelle delle precitate località. Per i loro orli rientranti paiono anzichè ad usi domestici aver servito a scopi rituali, al pari delle coppe ad alto piede. Quest’ ultima forma di vasi merita speciale attenzione. potendosi seguire in una serie di stazioni e necropoli il loro graduale perfezionamento dai tempi neolitici fino alle più avan- zate età del ferro®). Così noi troviamo il loro prototipo nei depositi ') Soranzo: Scavi Naz. p. 5. 2%) Gozzadini: Nécrop. p. 33, f. 4. 3) idem: Scavi, p. 22. 4) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 186. 9) Sacken: Mitth. Centrale. 1865, p. 183. 5) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1881, p. 345. 7?) Falchi: Not. Sc. Ant. p. 101, T. VIII, f. 1-4; Vetul. p. 39, T. III, tag; 219: 8), Gsell: Fouilles, T. I, £. 2. ®) Devo quindi dissentire dall'opinione dei chiar. Pigorini (Bull. pal. it. 1887, p. 84) e Ghirardini (Not. Sc. Ant. 1888, p. 379), che cioè le coppe ad alto piede fittili sieno derivate da tipi preesistenti di bronzo, trovan- dosi questa specie di vasi in epoche, in cui se non del tutto ignoto questo metallo, era certamente ignota l’arte di laminarlo. È vero che certi ele- gantissimi esemplari di Bologna, provenienti dagli scavi Arnoaldi e Be- nacci, fregiati di anelli, di bottoncini, o col piede formato da sottili aste, che sostengono la bacinella, fanno supporre un’imitazione di vasi consi- mili di bronzo, dei quali del resto non ne conosco che uno solo nel museo d’Este ed uno a Bologna dall’ Arsenale militare ; dobbiamo però riflettere che queste coppe appartengono ad un periodo posteriore, in cui la deco- razione de’ vasi metallici veniva non di rado applicata ai fittili D'altronde la derivazione delle coppe ad alto piede delle scodelle pedate, è tanto naturale e si può seguire grado per grado fino alle forme più sviluppate, che anche se non si conoscessero le forme arcaiche, non mi sembra punto necessario ricorrere ai modelli enei per spiegare la loro presenza. 14 — 210 — trogloditici e nelle stazioni arcaiche della Sicilia "), come negli strati più antichi di Hissarlik ®) e nelle necropoli vetu- stissime dell’ Ungheria #). In questa loro forma primitiva essi sono molto tozzi e per lo più di dimensioni ragguardevoli e ad orlì diritti. Alle volte, come parecchi della Sicilia, possedono inoltre due manichi laterali 4). Il loro massimo sviluppo attingono essi però ad Este nel II° e IIL® periodo, ove il piede allungandosi, diviene molto gracile ed elegante, diviso talora in zone e perforato?). A S. Lucia ove questa forma non è tanto comune, per lo più non giungono alla lunghezza di quelli di Este; all’incontro a Caporetto ve ne sono parecchi che in nulla vi rimangono inferiori. Anche a !) Not. Sc. Ant. 1879, p. 234; Mauceri: Mon. Ist. Corr. 1880, Tav. agg. A. B., f. 1,3, 7, da Licata; Orsi: Bull. pal. it. 1889, p.| 15; 8; T' VII, f.-6,.7, ll da Pantalica; f. 1, 4 da. Miloccas £.12,3 da ilhapsask f. 10 da Avola; 1893, p. 41, T. VI, f. 12, 19, 25 da Castelluccio; Andrian: Zeitsch. f. Ethn. Estr. p. 88, T. IV, f. 1 da M. Taro pr. Girgenti. Da un ipogeo pr. Siracusa (Mauceri: Ann. Corr. Arch. 1877, p. 57, Tav. agg. E., f. 4, D) 2) Schliemann: (Ilios, p. 224, n. 50) lo chiama ,,curinos vessel, use unknown, perhaps a Censer“ Piedi più corti di simili vasi sono figurati pure ai N. 48, 49, 321, 480. Un simile piede al N. 1473 (dalla VILAa città) serve a sostenere una lucerna. Anche a Micene non sono punto rari, però di pasta più fina e forniti di un’ ansa rilevata (Schlemann: Mykenae, p. 8, n. 83). Molti ne vidi provenienti dagli scavi recenti del Dr. Tsounta, come pure dalle tombe di Dypilon. Quest’ ultimi talvolta anche finestrati. Iden- tici a quelli di Micene anche da Tirinto (Schlemann : Tiryns, p. 181, n. 27, T. XXI, fig. f.) e da Halimus ove se ne ebbero pure senza manico e di impasto più rude (Mus. d’ Atene). 3) Da Pilin (Hampel: Ant. praeh. de la Hongrie, T. XX, f. 18, 20), da Lengyel (Wostnsky: Praeh. Schanzwerk v. Leng. p. 27, T. XIII £. 73). Parecchi altri ne vidi al museo nazionale di Budapest provenienti da Tokely, Szeghedino, Lueska, ecc. ') Discordi sono gli archeologi sul loro uso; pare però più accetta- bile l’opinione che servissero da lampadari, bruciandovisi in essi legna resinose. 5) Prosdocimi: Not. Scavi d’ Ant. 1882, T. IV, f. 53,54, T. V, £. 34-36; Soranzo: Scavi Nazari, T. V, f. 1, 3, 4, 6. Recentemente ne venne trovato un deposito di parecchie centinaia per lo più infranti senza alcun altro vaso. di Bologna ') apparve tale foggia di vasi, per lo più riccamente decorati. La loro diffusione è molto vasta, trovandosi dalle stazioni più orientali fino alla penisola iberica, ove furono raccolti in buon numero dai fratelli Siret ®) Non mancano neppure al settentrione, comparendo in varie necropoli germaniche, così nella Prussia, nell’ Austria inferiore, nella Stiria, nella Carinzia, ece., d’onde ne vidi parecchie nei musei di Berlino, di Vienna, di Klagenfurt, ecc. In Italia, oltrechè dalle precitate necropoli, se ne ebbero da Remedello 5), da Montorfano 4), da Castelletto ?), da Vetu- lonia *), da Orvieto ?), da Vulci*), da Forlì ®), da Padova '°), da Brembate !!), ecc. Apparvero pure nel primo periodo di Gola- secca, se anche non tanto alti!*. Questi ultimi per avere il piede finestrato corrispondono ai nostri tre da S. Lucia. Proba- bilmente i buchi vi furono praticati solamente per abbellimento o per tenerli più facilmente in mano. In Istria non furono ancora rinvenuti, sebbene forse non mancassero del tutto, avendosi dai Pizzughi una scodella a piede abbastanza lungo '8). Altrettanto può dirsi della Carniola, !) Gozzadini: Scavi Arnoaldi, T. III, f. 4-8. Un esemplare da Benacci (periodo post.) ha il piede formato da semplici aste. *) Stret: Les prem. ages du metal, Album, T. XVIII, f. 100, 103, 104 da Ifre e Zopata, T. LV, f. 133, 187 da El Argar, T. LXII, £. 89, 85 da El Oficio, T. LXV e LXVIII da Fuente Alamo. Lo scapo delle coppe spagnuole, che del resto appartengono all’ epoca del bronzo, non è molto sviluppato, e la loro bacinella è solitamente assai profonda. 5) Museo di Reggio. % 5) Museo preist. di Roma. 6) A piede perforato (Falchi: Vetul. p. 165, T. XIV, f. 18). ?) Gamurrini: Not. Sc. Ant. 1887, T. XII, £. 25. &oGsell:"E ouilles,yToIrf(0) 9) Santarelli: Atti Dep. Stor. Patr. Rom. 1891, p.311, T. II, f. 28, 37. 10) Pigorini: Bull. palet. it. 1877, p. 40, T. II, f. 2-4. 1!) Mantovani: Not. Sc. Ant. 1890, p. 58. 1?) Castelfranco: Bull. pal. it. 1876, T. II, f. 13, 14. 13) Amoroso: Necrop. T. VI, f. 2. Vi si raccolse pure un altro fram- mento che ha tutta l'apparenza d’un piede di coppa. — 212 — ove sono del resto frequenti vasi di altre forme a piede svi- luppatissimo !). Come da noi, anche altrove sono piuttosto rare le coppe ad alto piede, fornite di anse. Così non ve ne sono ad Este che una tratta dalla Chiusura Franchini, e due nella raccolta Nazari con ansa sottoposta alla bacinella. Un’ altra trovai l’anno scorso a Caporetto. Del pari non si ebbe ad Este che un’ unica a manichi rilevati simili alla nostra (T. VI, f. 8), però non a fettuccia, ma formati da bastoncini cilindrici *). Simili, però a piede più basso, da Vulci®) e da Vetulonia +). Anche le ciotole e ciotolette a manico rilevato sono gran- demente diffuse e possono venir seguite fino all’ epoca neolitica. Esse compaiono frequenti negli strati più profondi delle nostre caverne, al pari che dei castellieri. Le pentole situliformi ed i calici all’ incontro fanno difetto all’età anteriori, sebbene si possano forse derivare dalle pentole pedate già largamente diffuse nei depositi più antichi. Ambedue queste forme spesseggiano e divengono quasi caratteristiche nel II.° e III.® periodo delle necropoli euganee, nè mancano all’ Istria, alla Carniola, a Bologna, ecc. Anche altrove le pentole sitaliformi sono di regola senza anse e solo eccezionalmente se ne trova qualcuna che ne sia fornita, così a Bologna ?) ed a Corneto-Tarquinia %). Tralasciando di istituire raffronti per le altre forme, con- sidereremo un po’ la loro decorazione, che riesce assai varia ed elegante, prodottavi, come abbiamo accennato, da graffiti, da alti rilievi, da impressioni, da coloritura e lucidatura, ed intine dall’ applicazione di listerelle di piombo o di borchie di bronzo. !) Deschmann e Hochstetter: Denksch. k. Akad. 1880, T. VI, fi 11, 14. Nel museo di Lubiana esiste pure una coppa ad alto piede finestrato da S. Margherita. ») Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1889, p. 142. 3) Gsell: Fouilles, T. VI, f.8. Questi vasi ricordano il dira auorizz) hay di Omero, giustamente identificati dallo Schliemann, contro 1’ opinione del Gozzadini, che vi riferiva una specie di cistelle fittili. ) Falchi: Vetul. p. 123, T. IX, f. 19. 5) Gozzadini: Di un sepoler. T_ IV, £. 8. 6) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1882, p. 190, T. XIII bis, tf. 28. — 213 Tanto l’ornamentazione a graffiti che la successiva riem- pitura con calce sono assai antiche, comparendo frequenti nelle stoviglie delle palafitte !). Esse sono comuni nelle necropoli dell’Istria ®) e nelle altre stazioni italiane e d’oltremonte fino alle regioni più orientali #). Del pari la decorazione a cordoni ricorre già nell’ epoche remote, trovandosi in parecchie delle nostre grotte ed in altri depositi arcaici. Tuttavia l’ ornamento delle zone alternanti rosse e nere è quasi esclusivo delle necropoli venete, delle quali forma anzi una delle caratteristiche principali, non pre- sentandosi che affatto eccezionalmente in quelle dell’ Etruria dell’ Italia meridionale. Questo fregio trovasi di regola applicato solamente ai calici e meno spesso alle pentole situliformi, e quindi riesce naturale la sua deficenza nelle località, ove man- cano 0 scarseggiano queste forme di vasi 4). ') Così su quelle del Mondsee (Race. Much), dei laghi della Svizzera (Gross: Protohelv. p. 95, f. 15), delle palafitte di Lubiana (Mus. di Lubiana e di Vienna), dei depositi neolitici dell’ Ungheria (Mus. di Pest; Wosésky: Wengjel; T. VII £ 18-20, TI VIII, £. 21-32), ecc. ) Se ne ebbero da Vermo, dai Pizzughi, da Villanova, da S. Dio- nisio, ece. ® Così ad Este (Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1889, p. 142), a Golasecca (Castelfranco : Bull. pal. it. 1876, p. 92), a Bologna in più necropoli come a Stradello Certosa, Arsenale, Casa Malvasia, Benacci arcaico, ecc., a Valtravaglia (Longhi: Riv. pr. Como 1880, p. 38), a Bismantova (Clverici : Bull. pal. it. 1875, p. 45) a Gabii (Duhn: Bull. pal. it. 1890, p. 120), a Maria Rast (Muillner: Mitth. Centrale. 1875, p. 64), a Troja (Schliemann: Ilios, peo94,, 11379. Troja;p. st,jin. 419: ') Nel museo di Bologna non vidi che un unico calice zonato, pro- veniente dalla Certosa, ove si raccolsero pure alcuni pochi cocci (Zannoni : Venosa pi 206 EMERSI. £ 9 T- LRXXIV,; fi 1, TI. CXI, f 7, T. CXXXV, f. 3, 8). Del pari sono molto rari in Istria (Amoroso: Necrop: preist. Pizzughi, T. III, #. 5; ne contai soli 8 nel museo di Parenzo) ed in Carniola (Deschmann: Anth. Ges. 1884, p. 51, f. 4; ibid. 1885, p. 98), ove ne vennero raccolti appena un paio, e mancano del tutto nelle necropoli nordiche ed orientali. All’ incontro più ancora che a S. Lucia ricorrono trequenti gli ornati a zone a Caporetto, che in questo riguardo supera la stessa Este. Nelle necropoli carniche è pure rappresentato questo fregio a Caverzano (Ghrardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 40). Nel museo di Verona — BI Di speciale interesse sono le decorazioni metalliche, che ci appalesano un grado notevole di sviluppo dell’arte ceramica, la quale non s’accontenta più degli ornati che si possono trarre dall’argilla, ma coll’ applicazione del bronzo, del piombo e talora anche dello stagno, produce manufatti di un gusto squisitissimo. La decorazione con borchie di bronzo ') è inoltre di grande importanza, perchè non essendo molto diffusa serve a farci riconoscere la grande affinità etnografica delle nostre necropoli di S. Lucia e Caporetto con quelle del Veneto. E difatti è ad Este che questa foggia elegantissima di ornato ci compare assal di frequente nel IIL® e III® periodo 2), laddove essa è molto rara alle grandi necropoli felsinee *) e non compare che si conservano 6 vasi a zone rosse e nere senza indicazione di località (Cipolla: Not. Sc. Ant. 1884, p. 10), forse provenienti del pari dalle necro- poli euganee. ) Helbig opina che questo tregio sia penetrato in Italia per la via di terra nel tempo anteriore alla colonizzazione ellenica (Hom. Epos, p. 277), avendosene già tracce nella vetustissima necropoli di Casinalbo (Pigorini: Bull. pal. it. 1850, p. 189, 1884, p. 46) e su alcuni fittili delle terramare modenesi (Crespellani: Di alc. ogg. d. terr. mod., p. 2). Io lo crederei piuttosto un prodotto dell’arte veneta, non essendosi finora ri- trovato in Oriente alcun esempio di tale decorazione. ?) Su varie fogge di vasi, ma in maggior quantità sulle situle, lad- dove da noi è più frequente sulle ciotolette ad alto manico, come a Lozzo e Caverzano. 'l'alora invece di borchie vi sono adoperate piastrine o lami- nette, come in un calice degli scavi Nazari, in cui queste formano una greca elegante (Cordenons: Ann. Corr. Arch. 1882, p. 101, T. agg. P. £. 1). Borchie di bronzo si riscontrarono anche sopra una rozza figura d’ ani- male d’argilla del fondo Nazari (Cordenons: L ce. p.105, f. 14) e sopra una testa equina fittile degli ultimi scavi. ) Così non si hanno che pochi cocci ed una fusaiuola da Arnoaldi con grandi borchie. Negli scavi Benacci si rinvennero due tombe (N. 56 e 58) con parecchi vasi a laminette di bronzo, come un ossuario di tipo Villanova, 5 calici, una coppa, 2 vasettini, una ciotola, ed un’ altra quasi sferica con una fascia di bronzo. (Brizio: Not. Sc. Ant. 1889, p. 307, 827, 331). Un vasetto dalla Certosa va pure ornato di borchie (Zammoni: Certosa, p. 896, T. CXXXV, f. 3). Si hanno inoltre borchie sopra una scodella da Savignano (Crespellani: Di un sep. prerom. p. 6, T. I, f. 5, 6) e sopra un oggetto d’argilla da Imola (Bull. Ist. Arch. 1882, p. 83). — 215 — isolatamente in alcune località più meridionali, come Corneto- Tarquinia '), Vulci °), S. Rocco di Palestrina 3) e Vetulonia 4). Anche nelle altre stazioni preistoriche dell’Italia superiore e d’oltremonte difetta od è immensamente rara, non conoscendosi che da S. Pietro al Natisone ?), dalle necropoli carniche di Caverzano, Lozzo ed Asolo 5), da Bonferaro nel Veronese 7), da Watsch 8), da Frògg°) da Maria Rast!*, da Gurina!!), da Neutra-Novak 1°) e dai tumoli di Gmeinlebarn nell’ Austria inferiore !5). Recentemente si raccolsero pure in Istria frammenti di una pentola situliforme borchiata nel Castelliere di S. Martino di. Torre. Nelle necropoli della valle deli’ Isonzo all’ incontro, questo fregio è abbastanza comune, avendosi avuto a S. Lucia da miei scavi 47 vasi borchiati e quasi altrettanti da quelli dello Szombathy !4), senza contare quelli da Caporetto. ) Sopra un’ urna a capanna, sur un vasetto fittile e su due di legno. Frammento di altro vasetto di legno borchiato si conserva nel museo di Berlino. Oltre le borchie sonvi piccoli dischi leggermente concavi senza punta e fissati con mastice (Glirardini: Not. Sc. Ant. 1882, p. 176, T. XIII, f. 14, p. 199, T. XIII bis, f. 3, 15; Helbig: Ann. Corr. Arch. 1884, p. 184; Monum:.. Ist. X, T. X, f.2; 2a, 8, (; Undset: ibid. 1885, p. 16). ?) Sopra una ciotola-coperchio (Gsell: Fouilles, p. 262). 3) Pgorini: Bull. pal. it. 1884, p. 48. ) Falchi: Not. Sc. Ant. 1886, p. 106; Vetulon. p. 39. Su un solo esemplare del Poggio alla Guardia. 9) Pigorini: L ce. 1880, p. 132. ") Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 40, 71, 115. 7) Pigorini: Accad. d. Lincei, Vol. II, S. 3, 1873 Estr., p. 6. 8) Un’ unica ciotoletta ad alto manico nel museo di Lubiana ed un altro vaso nella raccolta Windischgràtz. ®) Un paio di fittili nel museo di Klagenturt. !©) Un unico vaso con poche borchie ( Wurmbrand: Urnent. p. 21). !1) Un solo coccio (Hòrnes: Mitth. Ant. Ges. 1886, p. 50). 1?) Tracce di dischetti sopra un’urna (Raktorseki: Archaeol. Ertesitò, 1889: (p.S:54): 13) Dischetti e laminette di bronzo applicati con resina (Szombathy : Praehist. Comm. 1890, p. 65, f. 54). !) Egli ebbe inoltre un oggetto di legno di forma ovale, probabil- mente un fermaglio, ornato di borchie di bronzo e di pendagli. 5. dille Circa alla rappresentazione arcaica di cavallini sopra due ciotolette ad alto manico, va accennato che specialmente ad Este essa ricorre più volte se anche non prodotta da borchie. Così essa si trova graffita su due ossuari di tipo Villanova da Villa Benvenuti ') e sopra uno dal fondo Nazari®). Da questo ultimo si ebbe pure un vaso in cui i cavallini sono prodotti da punti impressi 3) ed un altro ov’ essi appaiono in rilievo 4). Cavallini graffiti alternanti con svastiche, si veggono pure sopra un’ urna del tipo di Villanova, riccamente disegnata, che scavai a Caporetto ?). In quanto all'uomo coperto quasi totalmente dallo scudo, che è rozzamente espresso sopra una delle ciotolette, ricorderò alcune lamine del fondo Baratela d’ Este, ove scudi rotondi ci celano buona parte del corpo de’ guerrieri 5), e le rappresenta- zioni degli opliti a scudo circolare delle situle d° Este ?) e della Certosa 5), come pure di alcuni frammenti di S. Marein®), sopra un askos degli scavi Benacci a Bologna, su vasi greci di Melo e Rodi!) ecc. E difatti parecchi degli scudi rotondi ritrovati sono di dimensioni considerevoli, come i sei del grande tumolo Ceretano, conservati ora al Museo Vaticano !'), che possedono !) Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, T. IV, ft. 4; Glurardini: Not. Se. Ant. 1888, p. 344. > Ghirardini: ib. p. 349; Soranzo: Scavi, T. VILJ bis., £. 3. 3) Soranzo: o. e. fi. I. 2. )40rs:Bull, Corr.Areh. Estr. el 5) Si trovarono pure spesso su vasi del settentrione, di cui parecchi citati da Becker negli Atti delle Berl. Anth. Ges. 1592, p. 359. 6) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1888, p. 368, T. IX, £. 1-5, D. ?) Prosdocimi: Bull. pal. it. 1880, T. VI, f. 10. 8) Zannoni; Certosa, T. XXXV, f. 7. *) Hochstetter: Denksch. k. Ak. 1883, T. I, f. 6; Deschmann: Mitth. Centrale. 1883, p. 58, £. 1; Much: Kunsth. Atl. T. LIV, £. 6. !°) Così pure su quello di Aristonoto (Helbig: Hom. Epos, p. 220, f. 80), ecc. Anche in due rilievi arcaici del museo nazionale di Atene, trovansi rappresentati scudi grandissimi. !!) Museo etrusco-vaticano I, T. XXVIII, 20. un diametro di 86-94 cent., quello di Vetulonia (84 cent.) '), i tre di Preneste *) (62-69 cent.), quello della tomba del (+uerriero di Corneto-Tarquinia, ora al Museo di Berlino (66 cent.)#), uno dell’ Antro di Zeus Idaeus a Creta 4), ecc. Per la decorazione con piombo, anzichè a mezzogiorno, noi dobbiamo rintracciare analogie nella propinqua Carinzia, ove in corrispondenza alle ricche miniere ivi esistenti di questo metallo, essa compare assai frequente non solo in forma di listerelle, ma eziandio di figure umane e d’ animali”). Anche in Istria si raccolse qualche vaso siftfattamente adornato‘). 1) Falchi: Not. Scavi d’ Ant. 1887, p.480, T. XIV, f.2; Vetul. p. 118; è lavorato a sbalzo con cerchi concentrici e punti. 2) Mon. d. Ist. VIII, T. XXVI, f. 4-6. 3) Helbig: Hom. Epos, p. 228, f. 83. Gli scudi rotondi vengono già nominati da Omero, e ritrovansi non rari tanto in tombe dell’ Oriente e dell’ Etruria che in Germania, Inghilterra e Scandinavia, della qual’ ultima vidi bellissimi esemplari nei musei di Kopenhagen e Stoccolma. ') Orsi e Halbherr: Mus. ital. II, p. 695. Sugli scudi circolari veggasi il lavoro dell’Orsi: Di uno scudo paleoetrusco, p. 5 et seq. ?) Sono specialmente i tumoli di Frògg pr. Rosegg, che forniscono larga messe di tali oggetti. Veggansi in proposito le relazioni del Hauser (Mitth. Centrale. 1884, p. LXV, f. 4-6; 1885, p. XXXV, f. 2; 1887, p. LXXVIII, f. 6, 7, 12; 1892, p. 42; Mitth. Anth. Ges. 1885, p. 67), Hochstetter (Sitzb. k. Akad. 1884, p. 364), Kanitz (Mitth. Anth. Ges. 1884, p. 141), Virchow Verh. Berl. Anth. Ges. 1887, p. 554, f. 1-3). €) A Vermo (Moser: Sitzb. k. Akad 1884, p. 344, T. III, f. 11, 12), al Pizzughi (Amoroso: Necrop. p. 10). Il piombo veniva del resto usato per fare anelli, armille, dischi, pendagli, come a Meclo (Czpi: Sepoler. p. 101, T. XII e XIII; Scavi e scoperte, p. 225, T. XII , ad Este (Cordenons: Ann. Corr. Arch 1882, p. 105, 112, T. agg. Q. f. 4), a Bologna (Gozzadini : Not. Sc. Ant. 1879, p. 5), a Peschiera (De Stefani: Accad. Veron. 1884, f. 1), a Spinetoli (ANleri: Not. Sc. Ant. 1878, p. 296); per riempitura degli orli di vasi enei, ecc. Più raramente era adoperato per farne oggetti d’arte propriamente detti, dei quali non si conoscono che poche statuine, così da Marzabotto (Brizio: Atti e Mem. Dep. St. patr. Romagna 1883, p. 3530, T. VIII), da Olimpia (Furthwdangler: o. e. p. 23, T.IX, f. 69, ove del resto sonvi parecchi altri oggetti di piombo, come pesi, astragali, ecc.) ; alcuni candelabri dalla Certosa (Zannoni: Scavi, p. 376), dagli scavi De Luca (Gozzadini: Not. Sc. Ant. 1876, p. 8), ecc. Nel museo di Atene vidi molte figurine d’animali provenienti da Kabirion. In quello di Parenzo si Poe Ma il piombo non veniva adoperato soltanto per ornamento, ma, come si disse, anche per racconciare le pentole tanto da noi, che in alcune necropoli italiane ed orientali, come a Nu- mana presso Ancona !), a Cortona ?), a Bazzano), a Tirinto 4), ad Eleusi? a Dodona5) a Troja?). Ad Este all'incontro era usato a tal uopo filo di rame o di ferro, ad Hallstatt esclusiva- mente di rame. Analogamente trovasi adoperato lo stagno, e fin dai tempi remotissimi*), avendosene raccolto già nelle palafitte svizzere”) conservano due rotelle disegnate di piombo, derivanti dal castelliere di Villanova; una simile possedo da Vermo Anche a Salamina sull’isola di Creta trovansi oggetti di piombo, come statuine, vasetti, monete, un biroc- cino-trastullo, ecc. (A. Cesnola: Salamina, p. 74, f. 82, T. VI). A Troja il piombo compare già nella La e ILa città (Schliemann: Ilios, p. 252, 258), della IILa se ne conosce un idolo (p. 337, n. 226); altri oggetti p. 505, n. 939, p. 620, n. 1474. A Micene comparvero nei recenti scavi parecchi grandi vasi di piombo, che vidi gettati in un canto del museo rudimentale di Carvati. !) Brizio: Not. Sc. Ant. 1891, p. 117. ?) Fu trovato un coperchio di urna etrusca, rilegato con due statte di piombo (Gamurrini: Not. Sc. Ant. 1891, p. 89). 3) Casini: Not Sc. Ant. 1878, p. 308. 1) Schliemann: Tiryns, p. 193. 9) Nel museo di Eleusi vidi tre vasi a figure di tipo Dypilon rac- conciati im tal modo. 5) Carapanos: o ce. T. XLVIII, f. 8. 7) Nel Museum tf. Voòlkerkunde a Berlino, dalla VILAa città (Schliemanr : Ilios, p. 511). *) Se ne fa già più volte cenno nell’Iliade (C. XVIII, 613; C. XXI, 592: C. XXIII, 5053, 561) ed in Esiodo (Scut. Here. v. 208), adoperandolo per lavori d’ intarsio. A Micene però non venne ancora trovato, sebbene vi fosse conosciuto per la produzione del bronzo, che vi conteneva da 10-13% (Hostmann: Vorgesch. Arch. p. 200). 9) Vi è assai frequente sia in forma di lamine per ornamento di fittili, come ad Hauterive, Auvernier e Corcellettes (Gross: Protohelv. p. 97, T. XXII, f. 9, 11, 13, 15), che di ruote raggiate (da Hauterive ed Estavayer, ib: 'T. XVIII, f. 80, 32, 35, 36, 40, 41), di pendagli triangolari (da Haute- rive , sped ultimati gli scavi, dappoichè un cimitero di sì grande estensione, come quello di S. Lucia, dev’ essere stato utilizzato per parecchi secoli, durante i quali anche in quell’ epoche primitive, la moda avrà esercitato la sua influenza trasformatrice. Già nella prima relazione !) sulla necropoli di S. Lucia, mi studiai di rilevare le analogie, che le nostre fibule possedono con quelle di altre regioni; il ricchissimo materiale tratto alla luce negli anni successivi e le osservazioni, che potei fare in un numero considerevole di musei dalla Sicilia e dalla Grecia fino agli estremi della Norvegia, mi permettono di estendere mag- giormente tali raffronti*), dai quali risulterà più chiara e pre- cisa la posizione, che il nostro paese deve prendere tra le arcaiche civiltà d’ Europa. E cominciando dalle fibule ad arco semplice, come quelle che ci rappresentano la forma primitiva, noi le troviamo diffuse per quasi tutta l Europa media fino all’ estremo Oriente, in una serie svariatissima di fogge, che non di rado sono peculiari a determinate regioni. Non essendo mio intendimento di dare qui una monografia di queste fibule, mi limiterò a parlarne solo in quanto possano aver relazione coi nostri sepolcreti. Duel, Mancano da noi le forme originarie di filo sottile e coll’ ae pochissimo incurvato, sia liscio che ritorto (le così dette fibule ad arco di violino), quali si conoscono dalle terramare e dalle arcaiche necropoli laziali *). Come reminiscenza di queste, si ) Boll. Soc. Adr. 1886, p. 186. » Purtroppo non mi tu possibile di visitare parecchi musei princi- pali, che senza dubbio mi avrebbero concesso di completare le osserva- zioni, rendendo meno imperfetto il presente lavoro. Del pari per deficenza di letteratura non potei consultare alcune opere, dalle quali avrei tratto certamente prezioso materiale. Compio qui un atto di dovere porgendo le più sentite grazie ai chiar. Sigg. Cav. G. Szombathy, Conservatore della sezione preistorica del Museo di storia naturale di Vienna, e Dr. R. Cav. de Schneider, Conservatore al Museo archeologico di Vienna, come pure all’egregio Collega Prot. A. Puschi, Direttore del nostro Museo archeologico, per la gentilezza con la quale misero a mia disposizione le biblioteche de’ loro istituti. 8) Questa forma arcaica, della quale trattarono 1° Undset (nel Bull. di palat. ital. 1883, p. 131 e nella Zeitschr. f. Ethnologie 1889, p. 205) ed 15 — 226 possono considerare alcuni pochi esemplari (T. X, £. 9), nei quali l’arco è parallelo all’ago, ma già alquanto ingrossato e fregiato di disegni, identici quindi a quelli, che in copia si estrassero dalle necropoli felsinee di tipo Villanova '). Da noi è quasi esclusivamente rappresentata la varietà detta giusta- mente da Tischler fibula semicircolare ®) avendo l'arco forte- mente ricurvo. Non vennero del pari da noi trovate fibule ad arco ritorto, nè quelle che presso alla stafta possedono un’ appendice spirale od a piattello #). Egualmente vi fanno difetto le fibule a grandi il Hérnes (Berl. Ant. Ges. 1891, p. 5354), non è punto comune, non posse- dendosi che pochi esemplari dall’ Umbria (Servirola, Arceto pr. Reggio, Cornocchio pr. Parma, Gaggiola pr. Porretta), da Albano, dalla palafitta di Peschiera, e fuori d’Italia da Auvernier e da Corcellettes nel lago di Neuchatel, da Waitzen in Ungheria, da Topliciza in Croazia (però con due volute nell'arco) e da Glasinaz nella Bosnia. Una fibula di questa specie da Perugia (Conestabile: Di due dischi, 'T. IX, f. 1) porta sull’ arco la figura d’un bue. Alcuni esemplari da Leobersdorf possedono più giri di spirale. Discordi sono però gli autori circa alla cronologia di questa tibula. dichiarando Pigorini (Bull. pal. it. 1890, p. 39, 149) ch’ essa apparve appena sul finire delle terramare, laddove Orsi (ib. 1890, p. 20) crede che non si possa dubitare della sua esistenza già negli strati più antichi delle stesse. Anche a Micene, ove Schliemann sosteneva la mancanza assoluta di fibule, apparvero recentemente due esemplari, identici a quelli delle terramare (7sounta: ’Fonuepìs doyarodoyiz] 1888, p. 167, T. IX, f. 1, 2), di cui uno ad arco ritorto. Proveniente pure da Micene ne vidi ancora un altro nel Museo d’Atene, però di ferro. Nello stesso Museo si conserva inoltre un’ altra fibula di questo tipo, derivante dal santuario di Menelao a Sparta. Anche nel Museo di Costantinopoli esiste una fibula di questa specie. Meno rare sono le forme dall’arco maggiormente incurvato ed un po’ ingrossato, talora con infilatevi perle di vetro o d’ ambra. !) Questa forma apparve più frequente negli scavi dello Szombathy nella parte occidentale della necropoli (Campo Gollia), che in generale presenta caratteri più arcaici. *) Beitr. z. Anth. und Urg. Bayerns, 1881, p. 50. 3) L'aggiunta di quest’appendice pare propria alle forme più ar- caiche, essendo non di rado associata alle precitate fibule a violino. Mm alcuni casi essa trovasi applicata anche alle fibule semicircolari, special- mente dell’Italia meridionale e media Catanzaro, Suessola. Tarquinia, Vetulonia, Arezzo, Perugia), come pure alle fibule a drago. — 227 — coste "), come pure a nodi, diverse però quest’ultime dalle così dette fibule di Watsch (Watscher Fibel di Deschmann e Tischler) della Carniola, per non avere mai l'ago e la staffa di ferro £). essendovi d’ altronde frequenti quelle a piccole coste In quanto alle staffe va notato che da noi, a differenza delle necropoli felsinee, esse sono quasi sempre brevi, (due soli esemplari la possedono alquanto allungata) e più o meno trian- golari. In alcuni casi esse s' allargano maggiormente avvici- nandosi alle forme romboidali o rettangolari delle greche, che cominciano ad esser già accennate nella propinqua Carniola per svilupparsi maggiormente in Croazia ed in Bosnia3). Tralasciando di ricercare analogie per le diverse forme, ci soffermeremo a considerare le fibule, che possedono la spirale oltrechè dalla parte dell’ ago, anche immediatamente sotto la staffa (fibule a riccio doppio), ed alle quali non venne finora data l’importanza che a ragione sì meritano. Lo stesso Tischler parlando di questa fibula, sì accontenta di dichiararla una forma locale specifica, che trovasi solamente al nord delle x Alpi*). Ciò però non è punto esatto, dappoichè essa è molto ) Per la statistica di queste veggasi Castelfranco: Bull. pal. it. 1878, p. 50 e Pigorini: ibid. p. 105. ?) Fibule moniliformi ossia coll’arco a nodi, sono molto diffuse come a Caporetto, S. Pietro al Natisone, Montebelluna, Teramo, Chiusi, Wies, Grecia, ecc., in nessun luogo però esse presentano la particolarità costante testè accennata di quelle della Carniola. % In questo riguardo come in parecchi altri che avremo occasione di notare in seguito, le nostre necropoli della valle dell’ Isonzo tengono una posizione intermedia tra le italiche e quelle della penisola balcanica, rivelandoci così l’influenza su loro esercitata dalle due civiltà distinte. Le fibule greche, caratterizzate per un enorme sviluppo della staffa, ornata talora di disegni (vedi Ingwald-Undset: Zeitsch. f. Ethnol. l. c. p. 213-227, f. 17, 20, 29, 31-34; Furthwdngler: Olympia, T. XXII, f. 362, 365, 366; Montelius: Spinnen, f. 10, 11), trovano riscontro in numerose della Bosnia, tanto da Glasinaz che da altre località, conservate ora al Museo di Serajevo. Sì in alcune di queste, che della Croazia e della Car- niola la staffa è forata, o possede delle profonde intaccature laterali, fino ad apparire del tutto divisa. Anche nei recenti scavi nei tumoli di Videm apparve una fibula con grande staffa quadrata. (Mus. Vienna). 4) Meyer: Gurina, p. 16. i OS comune, anzi esclusiva per le fibule in ferro, nelle nostre necro- poli della valle dell’ Isonzo !), avendone raccolto 173 esemplari, ossia il 57:99 delle fibule ad arco semplice a S. Lucia) e 109 a Caporetto equivalenti al 72:23). All'incontro tra le tante centinaia o piuttosto migliaia di fibule ad arco semplice, che si trassero dalle numerose stazioni preistoriche italiane, non esiste neppure una che possedesse tale particolarità 4). Essa fa pure difetto nelle necropoli e nei 1) Trovasi pure nel Friuli, come ci fa fede un esemplare da Plauris, conservato nel Museo di Udine Recentemente si rinvennero pure a S. Pietro al Natisone. 2) Presso a poco altrettante ne possede il Museo di Vienna, prove- nienti dagli scavi del Sig. Szombathy. 3) Sono considerate solo quelle che erano determinabili, sorpassando naturalmente gli esemplari, che essendo frammentati, non permettevano una precisa determinazione. ', Le fibule ad arco semplice sono comunissime in Italia, sicchè fimo a pochi anni fa anche quelle, che si rinvenivano qua e là in altre regioni, venivano riguardate esclusivamente di origine italica (Lindensehmit: Altert. heidn. Vorz. Vol. I, Hft. IX, t. 2) Sarebbe troppo lungo il voler citare tutte le località italiane, d’onde vennero alla luce in più o meno copia. Ne indicherò solo alcune delle principali, come a Ramagnano (Campi: Mitth. Centrale. 1887, p. 155), Castanetta (Antiqua 1885, T. XII f. 7), Rovereto (Orsi: Nuove Not. di palet. trent., p. 13, T. II, f. 3), Caver- zano (Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1888, p. 30; 1884, p. 174), Lozzo (@. p. 61), Angarano presso Bassano, Rivoli Veronese (Stefani: Not. Sc. Ant. 1885, p. 239), Golasecca (Castelfranco: Bull. pal. it. 1876, T. II, f. 12), Oppeano (Pigorini: Bull. pal. it. 1876, p. 152, T. V, f. 10), Remedello (Campi: Arch. Trentino V, p. 10, f. 3, Estr.), Bismantova (Ohierie:: Bull. pal. it. 1875, p. 46, T. II, f. 1; 1876, p. 250, T. VIII, f. 10-12), Breno (Marinoni: Abit. lacustr. T. VII, f. 5), Fontanella (Not. Sc. Ant. 1889, p. 392), nelle necropoli atestine, tanto nel I.° che nel II.° periodo (Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, p. 19, T. III, f. 7, 8, 10, T. IV, f, 29; Soranzo: Scavi Naz. T. IV, £.1,2,,5), e bolognesi (Gozzadini, Brizio, Zannoni, ecc.), comunissime a Piediluco (Rosse: Sc. e Stud. pal., p. 20, T. IV, f. 5, 6. 15), Forli (Santarelli: Not. Sc. Ant. 1886, p. 286), S. Ginesio (Stilveri-Gentiloni: Not. Sc. Ant. 1886, p. 49), Tolentino (ibid. 1880, p. 376), Imola (Santarelli: Not. Sc. Ant. 1886, p. 119), Monteroberto (Uhiappetti: ibid. 1880, p. 345, T. IX, f. 1), Terni (Pasqui: ibid. 1886, p. 248), Orvieto (Undset: Ann. Corr. Arch. 1885, p. 46), Siena (ibid. p. 34), Viterbo (ibid. p. 47), Vetulonia (Yalchi: Vet. p. 45, T. HI, f, 28, T. VI, f. 19; Not. Sc. Ant. 1885, p. 112; altre 148 negli scavi del 1888, 229 tumoli della Francia, della Svizzera, della Germania, dell’ Un- gheria, ove in generale queste fibule sono piuttosto rare 1). Del pari mancano onninamente in (Grecia 2) come pure nel Bull. Ist. Arch. 1888, p. 157), Bisenzio (Pusqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 181; Helbig: Bull. Ist. Arch. 1886, p. 35), Volterra (Chierici: Bull. pal. it. 1876, p. 152, T. V, f. 10), Livorno (Orst: Bull. pal. it. 188% , p. 121, T. IV, £.2,6), Aquila (Racc. Castellani), Palestrina (:4id.), Corneto-Tarquinia (Ghirardini : Not. Sc. Ant. 1881, p. 357, 1882, p. 150, T. XIII, £. 192, 18; Helbig: ibid. l358#pr,48L BullaJist. Arch: 1887, p. 155;. Monmum.. dist... XIb}T. LIX AE UNITE 19 TX £. 12), Chsi (Orsi: Bull. pal. it... 1887 p. 115, T. III, f. 3, 9; Milani: Mus. ital. I, t 9, 19), Marino (Bonstdtten : Recueil d’ant. suiss. T. XVII, f. 15), Allumiere (Undset: Ann. Corr. Arch. 1885, p. 54), Vulci (Gsell: Fouilles, p. 195, 282), Ordona (Angelucci: Ric. preist. e stor., p. 50, f. 31). Suessola (Miani e Sogliano: Not. Sc. Ant. lS(S,p: 107%;T VI r£3NT. 5} £' & Duhn: Ballst:. Arch?(1887;14p16250) f. 5, ©; Montelius: Spinnen, p. 44, f. 48), Catanzaro (Foderaro: Bull. pal. it. 1884. T. III, £.3, Vizzini (Cafici: Bull. pal. it. 1888. p. 170, /T. XIV, £.1), Pantalica (Orsi: Ogg Anche la fibula tipica laminare non è gran fatto comune, e diviene quasi una specialità nostra, se invece di riccio fornita di dischetto, non conoscendosene di quest'ultime che alcune poche, come una da Cerea presso Verona!) una da Este ®); una da Meclo in Tirolo 3), una da Videm in Stiria* una da Watsch °) e tre da S. Michele d’Adelberga in Carniola 5), laddove da S. Lucia ne possedo 62, ossia il 42.5%, delle trovate ?). Ne raccolsi anche a Caporetto ed a S. Pietro al Natisone e qualcuna se ne ebbe dalle necropoli istriane, come pure dalla vallata superiore del Rodano (Dip. del Doubs) provenienti dai tumuli di Saraz, nella quale località se ne trovano pure coll’ arco espanso come alcune delle nostre *). Molto più frequenti appaiono quelle in cui l'arco è più o meno ingrossato (fibule ad arco solido), che, riprodotte in oro ed argento, perdurarono lunghissimo tempo, come ce ne fanno fede gli scavi di Pompei. Esse sono diffuse per iutta l’Italia, come a Lozzo®), Pozzale!®), Montebelluna !"), Caverzano '), !) Museo preistorico di Roma. *) Museo di Este. 3) Campi: Scavi, p. 188, T. VII, f. 10. 4) Museo di Vienna. In questo museo esiste una fibula laminare da Hallstatt priva di riccio e di disco. Nel museo di Norimberga ne vidi pure un esemplare a disco, proveniente dalla Franconia, mancante però del piede, sicchè potrebbe appartenere invece alle fibule della Certosa. 5) Dai recenti scavi del Prof. R. Hòrnes, ora nel museo di Vienna. 9) Mullner: Argo, 1892, p. 86, T. VII, £. 25. ?) Anche qui sono ommesse quelle che essendo trammentate, non permettono una più precisa determinazione Inoltre parecchie altre si raccolsero dal collega Szombathy. 9) Chantre: Age du fer, T. XXXIX, f. 10; Nécrop. fer., f. 53. Con l'espansione sull'arco, T. XXXIX, f. 9 e Nécrop. f. 54. In questa regione appaiono altre forme ad arco enormemente dilatato a triangolo e fornite pure di disco, come a Sauniere (Age du fer, T. XI, f. 1 e 3), a Jansier (TXT, £2), a Peyre Haute (DI. 1); a Nyons (IUXILETA) È. a quanto pare, un tipo locale. *) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1853, p. 63. 10) ibid. p. 74. 11) /bid. p. 104. 12) Museo preist, di Roma. 235 — Este !), Breonio Veronese?) Bologna), S. Ilario d’ Enza 4), S. Polo ?), Cupramarittima $), Chiusi ?), Vulci 8), Suessola”), ecc. del pari che nella propinqua Carniola !°), in Carintia !!), nella Baviera '°), in Alsazia 15), Croazia !4), Bosnia '5), Francia !9), ecc. Spesso all’arco di queste fibule vanno sovrapposti degli uccellini, come ne ebbi una da Caporetto. Casi analoghi ne conosco da Este !”), Meclo !5), S. Pietro di Legnago !9), Perugia*9), Corneto-Tarquinia °!), Suessola °°), e specialmente da Bologna®8), ove vennero fornite dagli scavi Benacci ed Arnoaldi, da Villa- nova, dal deposito di S. Francesco. Egualmente comuni erano le fibule a sanguisuga, che rac- colsi tanto a Caporetto che in Istria, e che trovansi in quasi !) Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, T. VI, t. 6, 19; Cordenons: Ann. Corr. Arch. 1882, p. 105, T. age. Q-f. 7. 2) Stefani: Not. Sc. Ant. 1883, p. 10. 3) Copiose nel Museo di questa città. + 5) Museo di Reggio. ® ?) Mus. preist. di Roma. 3) Gsell: Fouilles, p. 207, f. 67, a statta breve. 9) Milani e Sogliano: Not. Sc. Ant. 1878, T. V, f. 0. '°) Da molte località, però sempre a riccio, nei musei di Lubiana € di Vienna e nella raccolta Windischgràtz. eye Gurina, p. 0 T.V.f.9 1?) Naue: Higelgr. T. XXIII, f. 2, 4. Anche nel Wiirtenbergo ad Oehringen (Lindenschmit: Heidn. Vorz. II, Htt. IX, T. I, f. 4). > Antigua! t:888 pile TE LIL f° 8. !4) Comuni a Prozor, egualmente sempre a riccio. Mus. di Zagabria. !5) Da Glasinaz nel Museo di Vienna. '9) Tumoli di Créancey (Mortillet: Musée preh. T. XOVII, f. 1218). !) Ghirardini: Not. Sc. Ant 1888, p. 549. ‘Campi: ‘Scavi, TL VILUf ‘11: !) Museo di Verona. 29) Conestabile: Di due dischi, T. VIII, f. 5; Mortillet: Mus. préh.. Ta CE r14260; 25) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1882, p. 198, T. XIII bis, f. 2; Helbig : Ann. Corr. 1883, p. 287; Monum. XI, T. LIX, f. 13. 22) Milani e Sogliano: Not. Sc. Ant. 1878, p. 107, T. VI, tf. 6; Montelius: Spànnen, f. 48. 23) Brizio: Mon. arch., T. II, t. 25; Gozzadini; Arnoaldi, T. XII, t. 15; Di un sepolcr. etr. a Villanova, T. VIII, f. 15, — 236 tutte le necropoli coeve della Carniola '), di Caverzano *) Cavasso pr. Maniago *), Montebelluna 4), Meclo *), Povegliano $) (rolasecca 7), Brembate ®), Camorta *), Lagozza !9) Milano !!), Scarlasso pr. Bergamo !°), Civiglio !8), Freggio pr. Airolo !4), Castanetta (Grigioni) !5), Argenta nel Ferrarese 19), Este 17), Bologna !9), Lodi !9), Tirano?) Cupramarittima *'!), Spinetoli ') Se ne ebbe pure da Videm nella Stiria (Mus. Vienna). 3) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 32. 3) Bertolini: Not. Sc. Ant. 1884, p. 159. 1) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 105. VECAMPt SCAVI TS: 6) Pellegrini: Di un isepolcr., T. II, £/2. 7) Castelfranco: Bull. pal. it. 1876, T. HI, f. 25, 24, T. IL f. 11. Nel Museo di Reggio ne vidi un esemplare forato. 3) Mantovani: Not. Sc. Ant. 1888, p. 604; 1590, p. 55. 9) Regazzoni: ibid. 1885, p. 16. 10) Regazzoni: Bull. pal. it. 1880, p. 40, T. III, £. 4. 1!) Castelfranco: Not. Sc. Ant. 1886, p. 5. 12) Mantovani: Not. arch. Berg. 1884, p. 54 13) Barelli: Not. Sc. Ant. 1878, p. 528. !#) Bull. pal. it. 1889, p. 86. !5) Antiqua, 1885, p. 52, T. XI, f. 5. altra bucata, f. 6. 16) Brizio: Not. Sc. Ant. 1888, p. 171. 17) Soranzo: Sc. Nazari, T. IV, f. 11; a buchi riempiuti di sostanza bianca (Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, T. VII, f. 5). !S) È una delle fibule più comuni a Bologna, che comincia a Villa- nova (Gozzadini: Sepoler. etr., T. VI, f. 4), e spesseggia a Benacci (Brizio: Not. Sc. Ant. 1889, p, 299), ad Arnoaldi (Gozzadini: Arnoaldi, p. 18, T.IV, f. 3), a De Luca, nel ripostiglio di S. Francesco (Zannoni: Fond., p. 34). Trovasi pure all’ Arsenale militare (Brizio: Not. Sc. Ant. 1890, p. 229), a Casalecchio, a Castel S. Pietro, a Lojano (Brizio: Not. Sc. Ant. 1888, p. 412), a Monteveglio (Brizio: Not. Sc. Ant. 1889. p. 146). Rarissima al- l’incontro alla Certosa. (Zannoni: Scavi, T. XLIX, f. 19, 18). Compare tanto a staffa breve che lunga, assai spesso coll’arco fortemente ingros-. sato, forma da noi ignota. ‘9) Castelfranco: Bull. pal. it. 1883, p. 190, T. VIII, f. 1-5; Not. Se. Ant. 1879, p. 212. 29 21) Museo preist. di Roma. = 'aggg (Piceno) '), Rimini®), Monteroberto), Tolentino 4), Imola °), Terni), Perugia”), Vetulonia $), Bisenzio *), Rusellae !°), Pale- strina !!), Vulci '*), Roma '5), Albano !4), Corneto-Tarquinia !°), Cere !°), Suessola !7), Sibari !8), ecc. Se ne conoscono pure dalla Grecia '°) e dalla Troade 0). Anche questa fibula apparve nei depositi più tardi, talora riprodotta in oro, di lavoro finitissimo, come una conservata nel Museo d’antichità di Vienna, proveniente da Napoli *!), o in argento con incastri d’oro, come due magnifici esemplari dai Giardini di Bologna °°). ) Museo preist. di Roma 2) Tonini: Not. Sc. Ant. 1876, p. 34. 3) Chiappetti: Not. Sc. Ant. 1880, p. 345, T. IX, f. 2, a staffa breve. *) Gentiloni: Bull. pal. it. 1880, T. IX, f. 7; Not. Sc. Ant. 1886, p. 47. 5) Santarelli: Not. Sc. Ant. 1886, p. 119. 5) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 253. 7) Conestabile: Di due dischi, T. VII, f. 4, ©. 3) Falchi: Not. Sc Ant. 1885, p. 112; 1887, p. 507, 516; Vetul. p. 45, OSARIO0 TIVI ELIA TVIENESS OTORVI fAN TUR VIE 405, DNV £..10; anche di ferro, p. 191, T. XVII, f. , di argento, p. 173, T. V,f..2, egeev 648; “e d’oro; pi 105,,.T. VILLE, :25"4. 9) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 150. © Milani: Not. Sc. Ant. 1887, p. 136. ‘!) Racc. Castellani a Roma. 1?) Gsell: Fouilles, p. 283, 308, 405. 13) M. S. de Rossi: Ann. Corr. Arch. 1885, p. 297, Tav. agg. K. f. 5,11, a staffa breve; Idem: Bull. Corr. Arch. Munic. 1878, p. 74, T. VI, f. 11. !4) Garrucci: Scavi n. necrop. alb., p. 11, f. 8. 15) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1881, p. 358, T. VI, f. 21, 22; 1882, p. (184, 196, 521; TEX f 16: Helbig: ib.01588) p. 181 Bull Isto Arch. lSSiMept 156; Monunm. XE DT. LIN £3412, "DT EX, £ 10. 16) Montelius: Spinnen fr. Brons. p. 55, f. 68. 17) Milani e Sogliano: Not. Sc. Ant. 1878, p. 107, T. VI, ft. 6; Duhn: Bull. Ist. Arch. 1887, p. 250, f. 19. 18) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1888, p. 661. !) Dalla Beozia (Mortillet: Mus. preh., T. C, f. 1265); da Olimpia (Undset: Zeitsch. f. Anthr. Berlin. 1889, p. 228, f. 45); dall’ Aeropoli (Mus. d’ Atene). 20) sUndset il. lc. pe216, £. 22. 2!) Montelius: Spinnen, p. 55, f. 69. 2?) Egualmente dai Giardini due esemplari rigonfi d’argento. Anche a Vetulonia uno d’argento (Falchi: o. c. 1887, p. 521). Della nostra forma striata ne conosco da S. Ilario d’ Enza dalla Certosa, da Stradello-Certosa e da Arnoaldi, ove alle volte vanno fornite di rosette laterali come le nostre serpeggianti. Anche a Watsch se ne ebbe qualcuna, ma in generale non sono molto comuni !). Assai esteso era l’uso di rivestire le fibule d’ ambra, quantunque per lo più ci si accontentasse d’infilarvi semplice- mente un pezzo più o meno grande, come aveva luogo per eccellenza in Croazia, ove se ne rinvengono di grossissime °). Nelle fibule italiane i pezzi sono solitamente più piccoli ed in forma di dischi o di perlette, che spesso le dànno la forma di sanguisuga. Alle volte l’ambra vi si trova vagamente inca- strata. Fibule con ambra raccolgonsi in quasi tutte le necropoli più grandi, come ad Este *), Bologna 4), Golasecca *), Rimini $), Numana”), Monteroberto8), Terni*), Vetulonia!), Ascoli Piceno!!), Bisenzio !°), Corneto-Tarquinia !3), ecc. L’ambra è più volte sostituita dal vetro e non solo quali perlette infilate, come nel periodo arcaico di Benacci, a Villa- nova !4), ecc., ma fuso appositamente in forma di sanguisuga, !) Nei Musei di Reggio, Bologna e Lubiana. *) Ljubich: Popis, T. XIX, f. 60, 61; Spòttl: Ant. Ges. 1884, T. VIII f. 5. Anche nella Carniola se ne rinvengono con grossi pezzi d’ ambra. 3 Prosdocini: Not. Sc. Ant. ‘1882; p. 21, 29. TIVE Sv ‘) Gozzadini: Di alc. sep fels, p. Y, 14; Di un sepoler. a Villanova, T. VIII, f. 19; Arnoaldi, T. XI, f. 13; Zannoni: Fonderia, p. 98; Not. Sc. Ant. 1876, p. 67. 9) Castelfranco: Bull. pal. it. 1876, p. 100, T. III, f. 23. 9) Tonini: Not Sc. Ant. 1876, p. 34 *) Brizio: Not. Sc. Ant. 1891, p. 194. 9) Chiappetti: Not. Sc. Ant. 1880, p. 345, T. IX, f. 4, 5. 9) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 249. 10) Falchi: Not. Sc. Ant. 1885, p. 112. !!) Museo di Reggio. 1?) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 392; Helbig: Bull. Ist. Arch. 1886, p. 34. 13) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1881, p. 357; 1882, T. XIII, f. 4; Helbig: ib. 1888, p. 181; Ann. Corr. 1883, p. 287; 1884, p. 120. 1) Gozzadini: Un sep. etr. T. VIIL f. 25; Montelius: Spiinnen, p. 99, £. 4l. 239 — spesso a protuberanze ed a nodi come in alcuni esemplari raccolti dal collega Szombathy a S. Lucia, ed in simili trovati nella Carniola a Rovisce, a Klenik, a Watsch, a S. Margarethen !), oppure di pasta ondulata policroma e con baccellature longi- tudinali, come nelle necropoli atestine °), nelle felsinee 8), in quelle dell’ Etruria 4) ed in alcune della Germania 5). Una delle fibule più diffuse nell'epoca cui appartiene il nostro sepolcreto è quella a navicella od a gondoletta (a con- chiglia del Zannoni), la quale trovasi sparsa per quasi tutta l'Europa. Rappresentata anche in Istria, noi la possiamo seguire da Caporetto e da S. Pietro al Natisone?) per tutta 1 Italia settentrionale a Caverzano®), a Lozzo”), a Montebelluna!"), a Ponte delle Alpi !!), nel Veronese!°, a Golasecca !3), a !) Nel Museo di Lubiana quattro esemplari di color verde, bleu e giallo, trasparenti, a protuberanze, da Watsch, un esemplare da Nassenfuss di color bleu trasparente, liscio. Altri nel museo di Vienna (ctr. Spott?: Anth. Ges. 1884, T. VII, f. 2). 3 Soranzo: Scavi. p. 33. 3) Gozzadini: Di un sepoler., T. VIII, f. 5; Int. altre 71 tombe, T. I, f. 1; Arnoaldi, p. ‘9, T. XI, f. 9; Di un’ antica necr. a Marzabotto, T. X, f. 21; Brizio: Not. Sc. Ant. 1889, p. 146 da Monteveglio. Si trova pure a S. Marino (Brizio: Atti R. Dep. St. Patr. Rom. 1885, p. 180, T. V, £. 4). 4) A Chiusi (Undset: Berl. Ant. Ges. 1884, p. 79; Ann. Corr, Arch. 1885, “p-. 6), a Vetulonia (Falchi: Vetul.,, p. 16%, 174, T. XIV, f. 7, Rover: 5) Lessauer: Praeh.. Denk. d.' Prov. Westpreussen, T. III, f. 7; Virchow: Berl Anth. Ges. 1884, p. SI da Kazmierz. 6) Amoroso: Necr. Pizzughi, p. 10, T. VII, f. ©. ?) Nel Museo di Cividale ed altra trovata recentemente nel fondo Miani. 9) Ghrardini: Not Sc. Ant. 1883, p. 32, con linee trasversali ed a zig-zag. Altri esemplari più piccoli nel Museo preist. di Roma. 9) (bid. p. 15. Esemplari grandi, che nel primo rapporto su questa necropoli erano stati creduti lucerne! (Not Se Ant. 1881, p. 57). 10) bid. p. 105. 1!) Monti: Not. Sc. Ant. 1884, p. 98. !?) A Cerea (Stefani: Not. Sc. Ant. 1885, p. 489), a Breonio (;b. 1881, p. 153), a Legnago (:b. 1876, p 132), a Rivoli Veronese (db. 1885, p. 259; Atti Ist. Veneto, 1885, T. XXIV, f. 9), a Povegliano (Pellegrini: Di un sep., T. III f. 3-5), !3) Castelfranco: Bull. pal. it. 1876, p. 101. <—"LONanee Valtravaglia ')) a Grandate ?), ad Oppeano *), a Castelletto Ticino 4), ad Este): poi da Bologna 5) ov’ è frequentatissima, a S. Ilario d’ Enza ?), a Castel Bellino 8), a Tolentino”) a Forlì!%), a Rimini !!), a S. Marino '*), a Numana !), a VeJo!4), a Vetu- lonia !9), a Chiusi 19), a Rusellae !?), a Perugia !5), ad Orvieto !*), a Vulci 2°), a Roma?!), a Corneto-Tarquinia ®°), a Bisenzio 28), ecc. !) Longhi: Not. Sc. Ant. 1881, p. ©. 2) Barelli: Not. Sc. Ant. 1885, p. 104 3) Pigorini: Bull. pal. it. 1878, T. VII, £. 2. ') Museo preist. di Roma. 5) Soranzo: Scavi, T. IV, t. 3; Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, p. 21 e 29, T. IV, f. 24-26, tanto dal II° che dal III.® periodo. 5) In tutti i periodi: a Villanova (Gozzadini: Di un sepoler. T. VIII, f. 2, a striscie trasversali, f. 5 a zig-zag), ad Arnoaldi (Gozzadini: Arnoal. T. XII, f. 8), all’Arsen. milit. (Brizio: Not. Sc. Ant. 1890, p. 229), a Benacci (Brizio : ib. 1889, p. 299, 319, T. I, £. 24; 1890, p. 106, 135, ecc), a S. Fran- cesco (Zannoni: Fond. T. XXXIII-XXXVI), a Marzabotto (Brizio: Atti Dep. St. pat. Rom. 1886, p. 228), S. Giovanni di Galilea (Brizio. Not. Sc. Ant. 1889, p. 216), a Savignano (Montelins: Spinnen, p. 50, f. 58), a Stradello- Certosa, De Luca (anche con ochette sovrapposte), Casalecchio, P.a Sara- gozza, ecc. ecc. tanto a staffa lunga che corta. Pochissimi esemplari all’ incontro alla Certosa. © 3) Museo preist. di Roma. 9) Stlveri-Gentiloni: Not. Sc. Ant. 1880, p. 375. 10) Santarelli: Not. Sc. Ant. 1886, p. 286. !!) Tonini: Not. Sc. Ant. 1876, p. 34. 12) Brizio: Atti R. Dep. St. Patr, Rom. 1885, p. 180, T. V, £. 5. 13) Brizio: Not Sc. Ant. 1891, p. 193, 196. 1) Lanciani: Not. Sc. Ant. 1889, p. 157, 238, anche d’argento. 15) Falchi: Vetul. p. 68; anche 2 d’oro, p. 199, T. XVIII, £. 1, 3. 16) Milani: Museo ital. I, p. 305, T. IX, f. 7; anche di ferro (f. 8). ‘7) Milani: Not. Sc. Ant. 1887, p. 135. 18) Conestabile: Di due dischi, T. VII, f. 5, 6. 19) Milani: Mus. ital. I, p. 307. 29) Gsell: Fouilles, p. 405. 2!) Sull’Esquilino (Lanciani: Bull. Comm. Arch. Munic. 1875, p. 49, T. VIII, f. 80, 32), sul Viminale {M. S. de Rossi: Bull. Comm. Arch. Mun. 1578, TAVlabalo) 22) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1882, T. XIII, f. 18; Helbig: Bull. Ist. Arch. 1887, p. 154; Monum. XI, T. LIX, £ 8, XII, T. Xb, t. 9» 23) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1856, p. 186. —. dle È del pari frequente nella Carniola !), in Carinzia ®), in Tirolo?) nella Stiria 4), in Austria superiore °), in Croazia 5), in Bosnia 7), in Ungheria 5), estendendosi fino alla Grecia *), alla Germania !9), alla Francia !!) ed alla Svizzera 19). È alquanto difficile determinare geograficamente l’area delle varie forme aperte e chiuse !); in generale sembra che !) Comunissime a Watsch, S. Margarethen, Rovisce, Nassenfuss, Podsemel, Zirknitz, Rudolfswerth, Lepeine, S. Michele d’ Adelberga, ecc. > Hauser: Mitth. Centrale. 1887, p. 77, f. 2; Much: Kunsth. Atlas, TREVI I da-Eropg:; Meyer: Gurina, p.l'i,, TV, f..8. 3) Campi: Scavi, T. VII, f. 7, da Meclo; #d. Mitth. Centrale. 1887, p. 12, da Obervint]. ') Radimsky e Szombathy: Anth. Ges. 1889, T. VI, f. 2, da Wies; Gurlitt: ib. 1888, p. 203, Mitth. Centrale. 1887, p. 77, f. 2, da Videm; da Maria Rast e Klein-Glein (Mus. Graz). 9) Sacken: Grabf. T. XIII, f. 14. 9) Ljubich: Popis, T. XX, f. 85. Le fibule croate hanno per lo più staffa breve. 7 A Glasinaz (Hornes: Anth. Ges. 1889, p. 140, f. 181), a Taline (Truhellia: Glasnik, 1889, p. 54, f. 50), a Borik (bid. p. 44, f. 77). Le fibule bosniache differiscono dalle nostre per avere solitamente il bottone termi- nale piegato a mo’ delle fibule della Certosa. Sono spesso a staffa breve. $) Much: Kunsth. Atl T. LXXIX, f. 18; ZMenszelmann: Mitth. Centrale. 1874, p. 280, f. 2. 9) Undset: Berl. Anth. Ges. 1889, p. 228, f. 42; Furthwcingler: o. ec. T. XXI, f. 847, 350, da Olimpia; Montelius: Spinnen, p. 14, f. 10, p. 15, f. 9, da Atene. 10) Naue: Higelgr. T. XXIII, f. 5 e Tisehler: Beitr. z. Anth. Bayern, 1881, T. III, f. 4, dalla Baviera; Lindenschmit: Heidn. Vorz. I, Hft. 9, T. II, f. 4, da Oppenheim ; ) Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, p. 29, T. VI, f. 22. ®) Gozzadini: Arnoaldi, T. XI, f. 10, 12; #4. Nécrop. Villanova, p. 12. f. 44; id. Sepoler. etr. T. VIII, f. 9; Brizio: Atti Dep. St. Pat. Rom. 1886, p. 231; 24. Not. Sc. Ant. 1889, p. 216; id. Mon ined. 1889, p. 330, f. 16. 4 5 5) Museo di Roma, molti esemplari. 7) Santarelli: Not. Sc. Ant. 1886, p. 286 ; 1887, p. 485; 1890, p. 8345; Bull. pal. it. 1886, p. 180, T. VII, f. 1-4, 6; Atti R. Dep. St. Patr. Rom. 1891, p. 315, T. II, f. 38, 39. *) Gentiloni: Not. Sc. Ant. 1883, T. XVI, £. 19; Not. Sc. Ant. 1886, p. 16. 9%) Brizio: Not. Sc. Ant. 1891, p. 196. 10, 11) Santarelli: Bull. pal. it. 1886, p. 191. 1?» 13; 14) Museo preist. di Roma; Milani: Mus. ital. I, p. 390. 15) Eroli: Not. Sc. Ant. 1886, p. 10. 16) Conestabile: S. due dischi, T. VII, f. 1. !?) Orsi: Di uno scudo paleoetr. p. 3. O Matelti :Vetal:p. 167090; TEN ELISIR TI XVII, fig. 1, d’oro. 19) M. S. de Rossi: Bull. Com. Arch. Munic 1878, p. 74, T. VI, f. 12. 20) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1882, T. XIII, f. 22; Helbig : Mon. Ist. XI LO ERESTLE 2!) Gsell: Fouilles, p. 406. 22) Milani e Sogliano: Not. Sc. Ant. 1878, p. 107. 23) Dressel: Ann. Corr. Arch. 1884, p. 239, T. agg P. f. 5, 5a. 24 Un esemplare da Salona a due bottoni nel Museo di Spalato. IEjubich Popis, P° XX} f WR TOXXI £.98) 99, 101 26) Furthwingler: Olympia, T. XXI, f. 348, 349; Carapanos: Dodone, ie DE A: 27) Naue: Higelgr. T. XXIII, f. 3; Lindenschmit: Rom. Germ. Mus. T. XXXV, f. 19, da Rheingabern; dal Palatinato nel museo di Norimberga. 28) Antiqua, 1888, p. 11, T. III, f. 7, da Ingweiler. er DU, nella etrusca o della Certosa, nella quale predominano le forme a doppia voluta e con disco più largo '). Per queste fibule fa d’uopo distinguere due gruppi prin- cipali: la serpeggiante tipica a dischetto invece di riccio, quale di preferenza trovasi nell’ Italia settentrionale, e le forme ad una 0 due spirali nell'arco, che sono caratteristiche pel mezzo- giorno dell’Italia e per la Sicilia e per le quali io vorrei riservato il nome di fibule a drago *). Da noi quest’ultima forma è rarissima, non essendone apparsi che due soli esemplari di ferro a S. Lucia ed un terzo simile a Caporetto. Anche ad Este ed a Bologna non sono che sporadiche e per lo più di ferro 3), laddove si fanno più comuni a Chiusi 4), Teramo ?), Perugia“), Terni ?), Ordona 5), al Gargano *), a Bisenzio !%), a Vetulonia ‘'), Palestrina !*), Corneto-Tarquinia !8), Vulci 14), ) Tali specialmente le poche provenienti dagli scavi della Certosa e quelle del IV.° periodo estense. 2) Queste fibule vanno soggette a molte modificazioni, assumendo forme assai bizzarre, come può vedersi in Montelus: Spinnen fran Bron- saldern, f. 19-27, 76-84, 102-104. 3) Assai scarse nell’Italia settentrionale, come a Bismantova (Mon- telius: Spinnen, p. 61, f. 77) ed a Vadena (Orsi: Necrop. ital. T. IV, f. 6), quest’ultima fornita di piattello a spirale. Una trovasi pure nel Museo di Trento (Oberziner: Reti, p. 131, T. XII, f. 12). 4 5) Museo preist. di Roma. 5 Conestabile: Di due*dischi; ToVIEse 01027 Devi, 65! ?) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 255. 5) Angelucci: Ric. preist. e stor., p. 47, f. 28, p. 54, f. 35; Montelius: Spinnen, p. 62, f. 79. ®) Montelius: ibid. p. 27, f. 24. 10) Pasqui: lle. p. 201. !!) Bartels: Berl. Anth. Ges. 1885, p. 467, f. 2,3; Falchi: Not. Sc. Ant. 1885, p. 113; Vetul. p. 45, T. III, f. 22, T. IV, f. 22. Aserivo a questa specie anche quella forma speciale, in cui l’ arco appare ripiegato alla sua metà, che dal Falchi viene detta a due mignatte riunite (Vetul. p. 190, T'XRVIS9 !?) Raccolta Castellani a Roma; Undset: Ann. Corr. Arch. 1885, p. 29. !3) Ghirardim: Not. Sc. Ant. 1881, p. 358, T. V, f. 20. 14) Gsell: Fouilles, p. 204, f. 65. Im questa necropoli se ne raccolse pure alcune del nostro tipo biserpeggiante, (p. 95, f. 91) ed una ad una sola ripiegatura ingrossata (p. 419). ITA PA ro meuactr > us — Allumiere), Suessola®), Pantalica), Tre Canali nel Vizzinese*), e specialmente a Sibari ov è addirittura la fibula più copiosa tanto in ferro che in bronzo ?). Molto spesso questa forma va fornita di un’ appendice a piattello in prolungazione della staffa. Essa manca all'incontro a quasi tutte le necropoli trans- alpine *), e non ricompare che in Croazia ?) ed in Grecia 8). All'incontro la forma tipica ricorre in parecchie località delle nostre provincie, a Caporetto, a S. Pietro al Natisone, a Vermo, ai Pizzughi, a Corridico, a Gorizia”), a S. Michele d’ Adelberga !, e trova numerose analogie nelle necropoli coeve del Veneto !!), della Lombardia !), del. Bolognese '5), del !) Klitsche de la Grange: Bull. Ist. Arch. 1891, p. 224. 2?) Duhn: Bull. Ist. Arch. 1887, p. 250, f. 11, 12. 5 Orsi Bulli pal. it.1889, p-.185, T. IV; £, 14, 12. *) Cafici: Bull. pal..it. 1888, p..170; T. XIV,yf. 255. 5) Pigorimi e Pasqui: Not. Sc. Ant. 1888, p. 244, 248, 257, 260, 462;;ecc.,.. T. XV, f. 4. 5) Non vi compare che eccezionalmente, così in Baviera (Naue: Higelgr. T. XXIII, f. 7), nell’Annover (Lindenschmit: Heidn. Vorz. II, Be EX DL É 3) 7) Ljubich: Popis, T. X, f. 36. 8) Undset: Berl. Anth. Ges. 1889, p. 228, f. 44; Furthwdngler: o. c. T. XXI, f. 354, da Olimpia. 9) Pigorini: Bull..pal, it..,180%%, p-. 121, TL VI, £ 7, 193,14 !0) Hornes: Anth. Ges. 1888, T. VI, f. 6, a cornetti. !!) Così a Lozzo ed a Caverzano (Leicht: Età d. br., £. 6,7; Ghirar- dini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 61 e 33), ove se ne raccolsero anche a rosette laterali e cornetti, ad Asolo (ib. p. 122), a Pozzale (2. p. 74), ad Este, ove spesseggiano tanto semplici che ornate, come pure biserpeggianti. !) A Golasecca (Castelfranco: Bull. pal. it. 1876, T. III, f. 25, 26), a Rondineto (Not. Se. Ant. 1879, p. 195), a Camorta (Regazzoni : Bull. pal. it. 1885, p. 17), a Valtravaglia (Riv. arch. Como, T. V), ad Oppeano (Pigorini: Bull. pal. it. 1878, T. VI, £. 3), a Grandate (Barelli: Not. Sc. Ant. 1885, p. 172, f. 1), a Brembate (Mantovani: Not. Sc. Ant. 1890, p. 57), a Montebello (Llioy: Abit. lac. p. 16, f. 185), a Castelletto Ticino (Antiqua 1884, T. XXIII, f. 132), a Civiglio (Not. Sc. Ant. 1878, p. 328). 13) È una delle fibule più copiose a Bologna in tutti gli scavi, ove appare in forme molto svariate, che troppo lungo sarebbe l’enumerare, Anche a S. Marino (Brizio: Atti Dep. St. Patr. Rom. 1885, p. 180, T. V, f. 5). Nell’ Italia meridionale si raccolsero qua e là esemplari del nostro tipo — 248 — Tirolo), della Carniola ®), della Carinzia *), della Stiria 4), del- l’Austria superiore ?), della Dalmazia 6), della Croazia ?), della Bosnia *), della Grecia *), estendendosi per tutta la Germania !°) e la Francia !1!). Simili ai nostri due esemplari rivestiti d’ambra, ne trovai alcuni nel Museo di Bologna, provenienti dagli scavi De Luca e Benacci !°), salvo però che non possedono rosette laterali e bottone terminale, com’ è appunto il caso nella nordico, però con una serie di cornetti laterali, così a Perugia (Conestabile : Di due dischi, T. VIII, f. 2), a Vulci (Gsell: Fouilles, p. 407), a Tarquinia (Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1882, p. 190, T. XIII bis, f. 12; Undset: Ann. Corr. Arch. 1885, p. 17), a Suessola (Not. Sc. Ant. 1878, T. V, f. 10; Duhn: Bull Ist. Arch. 1887, p. 151, f. 15, 14). Del resto un esemplare anche a Villanova (Gozzadini: Di un sep., T. VII, f. 14). A Tarquinia pure una forma, che oltre ai cornetti laterali possede un riccio invece del dischetto Helbig: Mon. Ist. XII, T. Xb, f. 8. ') Campi: Scavi a Meclo, T. VII, f. 12; ‘id. Mitth. Centrale. 1887, p. 72. % Comunissima in questa provincia a Lepeine, Watsch, Nassentuss, Adamsberg, S. Marein, Zirknitz, ecc. % Meyer; Gurina, p. 18, T. V, f. 10. Nel Museo di Klagenfurt una anche dalla stazione romana di Virunum. 1) Gurlitt: Anth. Ges. 1888, p. 203; Mitth. Centrale. 1887, p. 17%. 5) Sacken: Hallstatt, T. XIV, f. 9, 10, a piccolo disco e senza bottone terminale, f. 8 a doppia voluta e grande disco. $) Nel Museo di Spalato un esemplare da Zaravecchia col piede ripiegato. ?) Ljubich: Popis, T. XX, f. 97, T. XXI, f. 95, 99-101. 8) Da Glasinaz nel Museo di Serajevo. 9) Furthwingler: Olympia, T. XXI, f. 356, 357. !9) Nave: Hiigelgr. T XXIII, f. 8, dalla Baviera. Inoltre nel Viir- tembergo, Vestfalia, Lorena, Belgio, Olanda (Lindenschmit: Heidn. Vorz. I, Hft. IX, T. II, f.2; II, Hft. DI, P.I f. bb; Rbém. Germio Mus. ove f. 14; Alterth. Hohenzoll. Sigmaringen, T. XIII, f. 10, 11, T. XVIII, f. 9, T. XIX, f. 4, T. XXIV, f. 3; Troltsch: Fundstat. p. 4, £. 5). Per la maggior parte a doppie volute. !1) Sono per lo più biserpeggianti, così dai tumoli di Seullard (Mortillet: Musée preh. T. XCVII, f. 1214), di Saraz (Chantre: Age du fer, T. XXXIX, f. 6), di Verengertad (ib. p. 583, f. 18), da quest’ ultimo con cupoletta sul disco come la nostra alla T. XVIII, f. 4; da Créancey (id. Age du bronze, II, p. 253, f. 65). 13) Quest’ ultimo è figurato in Montelius: Spinnen, p. 77, f. 101. e maggior parte delle fibule felsinee, delle quali avrò occasione di riparlare trattando della provenienza dei nostri bronzi. Una modificazione interessante e piuttosto rara della fibula serpeggiante, apparve negli scavi del Sig. Szombathy (5 esemplari), consistente in una serie di curvature, occupanti tutta la lun- ghezza dell’ arco '), simile ad un esemplare da Ascoli Piceno, conservato nel Museo di Reggio e ad uno di Este *), che però non possede che due sole curvature *). Recentemente ne rac- colsi pure una a tre curvature negli scavi, che praticai a S. Pietro al Natisone. È una fibula che ricorda un po’ quelle forme perduranti tuttora in alcune regioni della Carniola, nelle quali l'arco è composto da una serie continua di volute 4), come se ne ebbe da Hallstatt ®), Vadena 6), Meclo ?), Vetulonia 8), Suessola®), Prozor!%), da Creta!!) e persino da Betlemme!*), ma sempre isolatamente. Di somma importanza per la determinazione dell’età dei varî sepolcreti, riesce la fibula della Certosa, in quanto che essa manca a tutte le necropoli di puro tipo Villanova, facendo la sua comparsa appena nell'epoca etrusca della Certosa '*), ) Le curvature variano da 3 a 5. Devo alla gentilezza dell’egregio Collega la fig. 2 della tav. XXIX. Un’altra trovasi figurata nel recente lavoro del Hornes: Urgeschichte des Menschen. p. 583, f. 259. 2) Prosdocimi: Bull. pal. it. 1880, T. V, f. 5. 3) Altra simile a 3 curvature da Kumbulte nel Caucaso (Delbeschew : Anth. Ges. 1891, p. 68, f. 98) e da Koban (Chantre: Rech. Anth. II, T. XXII, f. 7;. Una forma analoga, terminante però alle due estremità in due spirali, dall’ Assia (Lindenschmit: Heidn. Vorz. II, Hft. IX, T. I, £. 7). 1) Szombathy: Anth. Ges. 1888, p. 19. Anzichè alle serpeggianti, appartengono alle fibule ad arco semplice. 5) Sacken: Grabf. T. XIII, f. 12. 5) Orsi: Vadena, T. IV, f. 14. ?) Campi: Scavi, T. VIII, f. 9, una a doppio ardiglione. 8%) Falchi: Not. Sc. Ant. 1885, T. IX, f. 80; Vetul. T. IL, £. 12. *) Duhn: Bull. Ist. Arch. 1887, p. 251, f. 10. 10) Ljubich: Popis, T. XX, f. 91-93. U) Undset: Zeitsch. f. Ethn. 1889, p. 216, f. 20; Halbherr ed Orsi: Mus: ital. I5rp..90 TP XIV, È. 6. !?) Heger: Anth. Ges. 1891, p. 54, f. 4. !3) Tanto a riccio che a disco. — MER d’onde trasse appunto il nome ') E però essa non rinviensi che nel periodo posteriore di Arnoaldi, a De Luca, Giardini, S. Maria di Bazzano, Stradello-Certosa, Marzabotto, ecc., come pure appena nel terzo periodo d’ Este, ove perdura anche nel quarto *). Troppo lungo sarebbe il voler fare l’ enumerazione delle località ove si rinvenne questa fibula Da noi è comune do- vunque, avendola raccolta nelle vicinanze di Trieste a Cattinara 5), a S. Daniele 4), al castelliere di S. Polo presso Monfalcone, a Jelsane e Sapiane ov’ è la fibula esclusiva, a Caporetto, a Monte S. Vito, a S. Pietro al Natisone, a Vermo °), a Villanova, ecc. Trovasi pure ai Pizzughi%), a Corridico, ad Ossero, ad Idria di Bacia, a S. Michele d’ Adelberga ”), ov’ è copiosissima e di forme colossali. È frequente in tutti i sepolcreti della Carniola”), della Carinzia”), del Tirolo'®), della Stiria!!), dell'Austria sup.!%), !) Viene così nominata per esser la fibula quasi esclusiva in questa celebre necropoli. Cfr. le moltissime figure nell’opera dello Zannoni Scavi della Certosa. ®) Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, T. VI, f. 28, T. VIII, f. 64. Trovasi pure, se anche rara, nella Chiusura Baratela, ove scompaiono tutti i tipi anteriori (Ghirardini : Not. Sc. Ant. 1888, p. 148, T. XIII, f. 1). 3) Marchesetti: Boll. Soc. Adr. 1888, p. d11. 9) ladra eu 188 pio 102 DATE Da e. 5) }4gubich:Pops}"p: 65, I: VIN, £ 18, D° XX f. 94, 9; Viestnik 1'885;- TT IMI, £ 44 * Da Blatta (Curzola) nel Museo di Ragusa; da Verbizza presso Zaravecchia nel Museo di Spalato. 4) Così a Fagagna nel Friuli (Mus. di Udine), a Ponte delle Alpi pr. Belluno (Monti: Not. Se. Ant. 1884, p. 98), a Lozzo (Ghirardini: ibid. 1889, p. 63), ad Asolo (24. p. 121), a Montebelluna (bid. p. 105), a Castanetta (Antiqua 1885, p. 52, T. XI, f. 4), a Breonio Veronese (Stefani: Not. Sc. Ant. 1883, p. 10), a M. Loffa (Stefuni: Acc. Veron. 1885, Estr. p.26, T. I, £. 15), a S. Bricio di Lavagno (Mus. Verona), a Brembate (Mantovani: Not. Sc. Ant. 1888, p. 675; 1890, p. 57, ecc.), a Lodi (Castelfranco: Bull. pal. it. 1883, T. VIII, f. 4), a Civiglio (Riv. Arch. Como, 1878, T. XIII), a Cor- reggio (Pigorini: Bull. pal. it. 1892, p. 44, a Bismantova, Montecchio, S. Polo (Mus. Reggio), a S. Ilario d’ Enza (Chierici: Strenna Bull. pal. it. 1876, T. I, f. 24, a Castagneto pr. Reggio (Olierici: Bull. pal. it. 1883, T. VII, f. 30), a Velleja (Mariotti: Not. Sc. Ant. 1876, p. 171, T. VII, £. 5), a Forli (Santarelli: Not. Sc. Ant. 1886, p. 351; Atti Dep. St. Patr Rom. 1891, p. 313, T. II, t. 11), a Tolentino (Gentiloni: Bull. pal. it. 1880, T. XI, f. 15), a Numana ‘Brizio: Not. Sc. Ant. 1891, p. 118), a Quercianella pr. Livorno (Mantovani: Bull. pal. it. 1884, T. V, f. 9), a Perugia Cone- stabile: Di due dischi, T. VII, f. 8), a Vulci (Gsell: Fouilles p. 184, f. 56, p. 522), ecc. 5) Tischler in Meyers Gurina, p. 20; Nave: Higelgr. p. 119. 8) Naue: o. c. T. XXIV, f. 2. Del resto anche altre specie di fibule venivano ridotte a doppio ardiglione, così a Caporetto una fibula ad arco semplice, ad Idria di Bacia una ad arco laminare, ad Hallstatt ed a Gurina una a navicella, ecc. ? Veramente questa designazione non mi pare del tutto esatta, perchè in realtà tali fibule non hanno già un doppio ago, (come p. e. ne —. ppi cronologicamente distinte, non riesce facile l’istituirne 1 rat- fronti, senza analizzare più davvicino i loro tipi differenti. Analoghe alle nostre col bottone del piede allungato, raccolsi una sola in Istria al Castelliere di Villanova, in maggior numero all'incontro nelle necropoli di Caporetto, M. S. Vito e S. Pietro al Natisone. Altre si trovarono ad Idria di Bacia, nei cimiteri della Carnia, Lozzo, Caverzano, Pozzale ed Asolo '), a Meclo®), a Vadena), essendo per altro piuttosto rare a Bologna nel periodo posteriore di Benacci ed alla Certosa). Frequenti sono nella Carniola a S. Margarethen, Nassentuss, Podsemel, Zirknitz ®), Grosslup ), S. Michele d’ Adelberga ”), ecc. a Gurina8), a Frògg*), ad Obervintl !9), ad Hallstatt !!), nella Baviera !*), in Francia !), in Bosnia '4), ecc. Anche quelle in cui l'arco è. dilatato a mo’ di disco (I. XXIX, 20822) T. XXIX, f. 4), si trovano a Bologna!°), a Gradeine !9), portano due fibule serpeggianti da Vulci (Gsell: Fouilles, p. 521, f. 10) e da Corneto (Helbig: Mon. Ist. XII, T. III, f. 7), ma una spirale bilaterale, sicchè meglio si direbbero a doppia spirale. Ma generalmente si appellano a doppio ardiglione, e quindi seguo anch’ io l’ uso comune. ) Ghirardini: Not. Sc. Ant 1883, p. 69, 31, 74, 121. 3 Campi: Scavi, p. 193; T. VII £. d4, T. VII, £. 1-8 3 Sacken: Mitth. Centrale. 1865, p. 186, f. 6. 1) Brizio: Atti Dep. St. Pat. Rom. 1887, p. 489, T. VI, f. 6. 5) Nei Musei di Lubiana e di Vienna. 5) Deschmann: Anth. Ges. 1884, p. 52. 7?) Hòrnes: ibid. 1888, T. VI, f. 8; Millner: Argo, 1892, p. 86. 8) Meyer: Gurina, p. 11, T. V, £. 11, 12. 9) Much: Kunsth. Atl. T. XLVII, f, 6. '0) Campi: Mitth. Centrale. 1887, p. 15. !D. Sacken: Grabf. T. XIV, £..9. !?2) Naue: Higelgr. T. XXIV, f. 4. 13) Chantre: Age du fer, T. XL, f. ©. 14) Fiala: Glasnik, 1892, p. 412, f. 52, a Glasinaz. 15) Così a S. Maria di Cazzano nel Museo bolognese. Alcune anche alla Certosa (Zannoni: Scavi, T. CII, f. 11, 12, T. CXXIII, f. 1, 2) 16) Museo preist. di Vienna, pali — a Meclo !), ad Hallstatt °), nella Baviera *), in Francia 4), ecc. ecc. Interessantissima riesce la fibula a spirale gemina, essendo questa una forma assai rara, mancante del tutto in Italia e di cui anche le necropoli transalpine non diedero che pochi esemplari. Infatti se ne conoscono oltre alle sei da S. Lucia °), tre sole da Watsch, due da Dobrava nella Carniola 5), una da Merano?) e due da Gurina, di cui una è una fibula a navicella trasformata a doppio ardiglione 5). La maggior parte delle fibule a due ed anche a tre spirali sovrapposte (dette giustamente dai tedeschi Zwei- o Dreirollenfibel), sono di epoca molto tarda e precisamente della trasmigrazione de’ popoli, e derivano da regioni settentrionali, in maggior numero dalla Scandinavia ®) e dall’ Ungheria !°). Sette esemplari stupendi in oro ed argento vennero scoperti a Sakrau nella Slesia ed illustrati ) Campi: Scavi, p. 194, T. VIII, f. 5. Anche senza dischetti sul piede a f. 6 3) A quattro dischetti sul piede, eguale alla nostra a T. XXIX. f. 4, nel Museo di Vienna, 3) Lindenschmit: Heidn. Vorz. IV, T. XIV, f. 6; Rom. Germ. Mus. T. XXXV, f. 5; Naue: Higeler. T. XXIV, f. 1; 2; Praeh. Blatter, 1989, p_ 72, T. VII, f. 4. Nel Museo germ. di Norimberga dal Palatinato. ') Chantre: Nécrop. fer, f. 49; Age fer, T. XXVIII, f. 10, 11, T. XXXIX, f. 5, T. XL, f. 6, dai tumoli di Cloney, Clucy e Saraz. 5) Tre nel Museo di Trieste e tre in quello di Vienna. In questo, due trovansi unite mercè di una catenella, e la terza, frammentata, pos- sede oltre alle due spirali ancora un’ asticella intermedia, sicchè corri- sponde all’esemplare della raccolta Windischgràtz. 6 Due da Watsch nella collezione Windischgritz, ed una nel Museo di Vienna, quella da Dobrava nel museo di Lubiana. ?) Tappeiner: Mitth. Centrale. 1892, p. 49, Beil. III, f. 8, coll’ arco però di forma diversa. 8) Meyer: Gurina, p. 19, T. V, f, 13. L’ altra, scavata dal Hérnes e conservata nel Museo di Vienna, ha il bottone terminale trasformato in uccellino. 9) Hildebrand: Bidrag, T. XLII, f. 193, 194; Montelius: Sver. Fornt. p. 99, f. 321. Ne vidi parecchie nei musei di Kopenhagen e Cristiania. 10) Archaeolog. Erset. I, 206, 208, VI, p. 27; Much: Kunsth. Atl. IE XCOV, £.3; — 252 — splendidamente dal Dr. Grempler '). Va notato che queste forme più recenti distinguonsi parecchio dalle nostre più antiche, e sopratutto per l'espansione a ventaglio della parte superiore dell’arco, caratteristica delle fibule di questi bassi tempi e specialmente delle normanne e longobarde. Inoltre l’arco si prolunga maggiormente, possedendo due o tre forellini per passarvi l’aste trasversali, su cui si attortigliano le spirali, laddove nelle nostre esso non possede che un unico buco, essendo le spirali saldate tra di loro unicamente alle loro estremità mercè di due pezzetti mobili. Nè meno rare sono le fibule che al disopra della spirale possedono una serie di volute, delle quali si conoscono alcuni esemplari dalla Francia *). Anche le fibule ad animale trovano numerosi raffronti in altre necropoli coeve sia d’Italia che d’ oltremonte *). L'animale che più frequentemente veniva raffigurato era il cavallo, con 0 senza uccellino sulla staffa. Così ne ebbi pure uno a corpo molto allungato da Caporetto, quasi eguale ad un esemplare della raccolta Nazari di Este*). A Bologna se ne raccolsero in gran numero da più località, come da Benacci, Arnoaldi, Monteveglio, Villanova, dalla fonderia di S. Francesco ?), ecc. Grempler: Der I. Fund v. Sakrau, p. 11, T. V, f. 7-10; Der IL u. III. Fund v. Sakrau, p. 19, T III, £ 1-3, T. VII, £. 1-3; Berl. AnthaGes. 1887, p. 654. Recentemente il Dr Grempler ci fece conoscere un numero considerevole di queste fibule dalla Russia meridionale e specialmente dalla Crimea (Corresp. Deutsche Anth. Ges. 1591, p. 183) 2 Così da un tumolo di Refranche (Ohantre: Nécr. fer, f. 50; Age fer, T. XLI, f. 6; Congrès Int. Budapest, p. 257), da St. Jean de Belleville nella Savoja (Chantre: Age fer, T. XIX, f. 9). 3) Dall’Istria non ne conosco che due sole, identiche a quella figu- rata nella mia prima relazione su S. Lucia (T. VI, f. 16), provenienti da Vermo e da Corridico. Negli ultimi scavi de’ Pizzughi se ne raccolse pure una, pur troppo spezzata, rappresentante un centauro. 4) Soranzo: Scavi, T. IV, f. 6; Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1888, p. 349. Altra dalla Chiusura Franchini (Glirardini : ib. p.347 a muso molto lungo; dal fondo Colombara più piccola (. p. 348). 5) Nel Museo di Bologna. — 253 — Altri si conoscono da Podsemel e Rovisce in Carniola!) da Hallstatt ®), da Meclo #), da Vadena 4), da Dercolo in Tirolo ?), da Vetulonia 6) e perfino da Koban nel Caucaso ?). Del resto la rappresentazione del cavallo ricorre spesso su fibule romane, così ad Aquileja, a Salona, a Virunum 5), ecc. Più rari sono i cavalli aggiogati, di cui si ebbe un ma- gnifico esemplare nella nostra triga®) Recentemente se ne scavò uno !%) quasi identico, a quanto posso giudicare dallo schizzo favoritomi gentilmente dal Prof. Miillner, in un tumolo a S. Margherita presso Samarie nella Carniola. Si conoscono di analoghi nelle regioni subalpine a Meclo!!), a Caverzano !*), e presso Trento !*), laddove ad Este !*) e Bologna !5) trovansi uniti più volte animali fantastici. Identica alla nostra a gatto ed uccellino (T. XX, f. 12) ce n'è una a Vienna da Gradeine nella Carniola, dalla qual ) Nel Museo di Lubiana. 3 Sacken: Grabfeld, p. 66, T. XV, f. 4. Non vi si raccolsero che sole 5 fibule ad animale e tutte a riccio semplice. 3) Campi: Sepoler. T. VI, f. 7, 10. 1) Sacken: Mitth. Centrale. 1865, p. 18%. 5) Orgler: ib. 1884, p. LXXIII, £.9; Much: Kunsth. Atl. T. LXVI, f. 6. © Falchi: Vietul! p. I, TI XV, f.9. ") Chantre: Materiaux, 1888, p. 359, f. 173 $) Nei Musei di Trieste ed Aquileja, di Spalato, di Klagenturt. 9 Marchesetti : Boll. Soc. Adr. 1886, T. VII, f. 5. Peccato che vi sia spezzata la staffa, che probabilmente era ornata di un uccellino. 10) Pecmk: Izvestja, 1893, p. 42. 11) Campi: Sepolereto, p. 66, f. 9. 1?) È una biga a tre cavalli con uccellino dinanzi (Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1884, p. 174). 15) È un frammento di fibula, che ci rappresenta un cavallo attac- cato ad un carro, sul quale sta un uomo con in capo un berretto piatto, simile a quelli della cista di Moritzing (Orgler: Mitth. Centrale. 1877, p. CXII). !) Una acavalli marini (Prosdocimi: Not Sc. Ant. 1882, p. 22, T. IV, t. 15); un’altra a tre draghi dalla Chiusura Baratela (Ghirardini: Not. Se. Ant. 1888, p. 345). 15) Così a tre draghi da Arnoaldi (Gozzadini: T. XII, f. 9), altra simile da Castel S. Pietro (Gozzadini: Not. Sc. Ant. 1879, p. 310). = Goa provincia ne vennero pure fornite da S. Margherita, Podsemel e Rudolfswerth. Quantunque la sfinge alata sia una delle rappresentazioni più antiche, essendosi trovata già a Micene ed a Spata !), dovuta senza dubbio ad influenze assiro-fenicie *), e si riscontri frequentissima sugli oggetti più diversi 5), tuttavia non è punto ') Su piastre d’oro da Micene e scolpita in pietra da Spata ora al Museo d’ Atene. ) Sul significato simbolico della sfinge, veggasi il dotto articolo del Can. Fabiani nel Bull. Comm. Arch Munic. 1880, p. 1053. 3) Così noi la troviamo su sarcofaghi da Amathus (ZL. Cesnola: Cypern, p. 280, T. XLVIII f. 4), da Clazomene (Humann e Puchstein: Ann. Corr. Arch. 1885, p. 177), da Sidone (Mus. Costantinopoli), da Patrasso (Mus. d’Atene), da Tarquinia (Mon. Ist. XI, T. LVII, LVIII), su quello di Erode Attico a Kefissia, su fregi a rilievo da Xanthus nella Licia (L. Cesnola: 1. c. p. 228, T. XLVII) e da Marion (Herrmann: Grabf. v. Marion, p. 22; Olnefalsch- Richter Cypern, p.5360, T. XXVII, f. 2), su monu- menti sepolcrali da Vulci (Mon. Ist. 1832, T. XLI, f. 9, 12), su stele fune- rarie da (Golgi }(L. Cesnola:1. ic. \p.,95,/T. XVII, ££3,/I OG Reda Bologna (Zannoni: Certosa, T. LIX, f. 2; Brizio: Atti R. Dep. St. Patr. Rom. 1885, p 295), a guardia delle tombe a Chiusi (Dennis: Cities and Cemeteries II, p. 352), sopra una metopa di Selinunte (Salinas: Mon. ined. 1889, p. 959, T. II), sugli scudi, sopra una patera e su figure ornamentali dell’ Antro di Zeus Ideo (HaWherr ed Orsi: Mus. ital. II, p. 700, T. II, III, IV, X,.f..4; p. 866, T. VL;.p. 46:rfig. (exeT. XII, gf. 18), urine terracotta da Tanagra (Mus. d’Atene), sopra una patera d’argento dorato, su oggetti d’ornamento d’ oro, sopra uno scarabeo fenicio e su cilindri di steatite intagliati da Curium (L. Cesnola: Cypern, p. 271, 340, T. LXVI, f. 1; T.LVIII, f.3; T. LXXX, f. 13; A. Cesnola: Salamina, p- 139, T. XIV, f. 45), su laminette da Olimpia (furthwangler : Olympia, T. XXVII, f. 692; vi si trovò pure una statuina di bronzo in forma di sfinge, T. XLVIII, f. 819, simile ad altra da Dodona - Carapanos: o. c. T. XX, f. 1), su vasi e lamine da Preneste (Conestabile: Not. Sc. Ant 1876, p. 116, 119; Daremberg e Saglio: Dict. d. Antiq. p. 1203, f. 1544), sopra una situla d’ avorio da Cervetri (Not. Sc. Ant. 1877, p. 155), sopra un braccialetto d’oro da Cere (Undset: Ann. Corr. Arch 1885, p. 27), sopra pietre incise dalla Sardegna (Ebers: Ann. Corr. Arch. 1883, p. 97, Tav. G. f. 51, 56, Tav _H, f. 57), su antichi bronzi perugini (Mical: Stor. ant. pop. it. T. XXVIII, f 4, 6), sopra protomi (7. T. XXXI, f. 5), sopra una tazza dorata ed un’ urna a sarcofago da Vetulonia (Falchi: Not. Sc. Ant. 1887, p. 489; Vetul. p. 150, T. X, f. 3, p. 151, T. XII, f. 1), sopra un coperchio di situla da Hallstatt comune sulle fibule, non conoscendosene che una eguale alla nostra da Caverzano !), della lunghezza di 46 mm., anch’ essa portante sulla staffa un uccellino dalle ali spiegate, una simile d’argento con fregi d’oro dal celebre tesoro prenestino *) ed una d’oro, con due sfingi minori sul piede nella raccolta del Principe di Canino 8). Va però notato che tanto ad Este che a Bologna le fibule ad animale sono sempre a riccio breve e non appartengono mai alle fibule a doppio ardiglione, com’ è il caso per lo più da noi. Del pari non raramente trovasi il bottone terminale sosti- tuito da una testa d’animale, così ad Idria di Bacia, M. S. Vito, Este 4), Nassenfuss ?), Adamsberg 5), Grobnicco ?), in Baviera 8). Queste fibule vengono generalmente considerate come apparte- nenti ad un periodo relativamente tardo, e riferite non di rado (Sacken: Grabf. T. XXI, f. 1), e sopratutto frequente su vasi dipinti greci ed etruschi, p. e. al fondo di vaso attico (Herrmann: 0. c. p.535, f. 21), su molti vasi da Corinto e dalla Beozia (Mus. d’ Atene), su anfore di Chiusi, Vulci, Vejo, Cere, Megara Hyblaea, Cuma (Dennis: Cities and Cemet. 1, PARTS po 8 Micalrstor 20. XIV LOT NXITV£ I NAV; eo XV RESO XOV, XCIX, f 7, 11, 17; Gamurrini: Ann. Corr. Arch 1884, p. 28, Tav. D; Orsi e Cavallari: Monum. ined. 1889, pi (02, £. 807, p. 902) T: V, £..3; Dammler: Bull. Ist. Arch. 1887, p. 103; 1888, p. 174, f. 2; Garrucci: On the discov. at Veji and Praeneste, T. VI, f. 1; Brunn: Monum. Ist. VII, T. XIV; Grifi: Cere, T. XI, f 2), ecc. !) Monti: Not. Sc. Ant. 1880, p. 216; Ghirardini: ibid. 1883, p. 54. ?) Conestabile ; 1. c. p. 119; Dennis: o. c. II, p. 501; Helbig: Ann. Corr. Arch. 1876, p. 249; Monum. X, T. XXXI, f. 6. Analoga dagli scavi Bar- berini (Archaeologia, 41, I, T. VII, f. 3, p. 201). 3) Micali o. c. T. XLVI, f. 5. Un’ altra fibula d’ oro rappresentante una chimera, porta sul piede due piccole sfingi coperte da berretto aguz- zato (ib. t. 6). Nel Museo nazionale di Napoli evvi altra fibula d’oro in forma di leone alato con una sfinge, però non alata, sul piede. Una fibula con sfinge anche da Cere (Bull. Corr. Arch. 1866, p. 198). ') A testa cavallina (Museo d’Este). 5) Nel Museo di Lubiana. 7) Ljubich: Popis, T. XXXIII, f. 246. 5) Naue: Higelgr. T. XXIV, f. 4. al gruppo delle così dette fibule La Tène, di cui parlerò più oltre. Senonchè se consideriamo il resto dell’inventario delle tombe, in cui esse vennero trovate, che non differisce punto da quello di tutta la necropoli, dobbiamo ammettere che anche esse non sieno straniere alla coltura dell’ epoca Hallstattiana 1). Per il gruppo delle fibule La Tène farebbe mestieri distinguere varie forme, determinate dal maggiore o minore svolgimento della spirale e dal differente aspetto del piede. L’unica nostra (T. XX, f. 4) trovata in tomba, è una forma piuttosto arcaica, quasi di transizione tra le fibule a doppio ardiglione e le vere La Tène, sicchè riesce importante per fissare il tempo più tardo cui arriva il nostro sepolereto. All’incontro tanto l'esemplare publicato nella mia prima rela- zione *), quanto quello a disco (T. XX, f. 5)5), trovati però nella terra, fuori delle tombe, appartengono ad un periodo posteriore, che tocca quasi l’ éra volgare. E difatti fibule ana- loghe a quest'ultima, vennero trovate nella propinqua necropoli gallica di Idria di Bacia, ov’ esse spesseggiano ad esclusione dei tipi più antichi. Le fibule La Tène sono frequentissime in Francia!) ed in Svizzera 5), d’onde estendonsi per tutta la Germania), pel ) Veggansi nel giornale degli scavi le tombe 1548, 1450, 1940, 2375, 2641, 2714, 2717, 2830 e 2942. 3 Necropoli» T = VI4t è. 3) Un esemplare eguale venne raccolto dal Prof. Majonica sul fondo Gollia. 4) Dal tumolo di Montsaugeon (Roger et Flouest: Materiaux 1888, p. 267, f. 127, 129, 138); dal tumolo di Saraz (Chantre: Necrop fer. T. II, f. 5:; dalla Grande Serenne (@. p. 6, f. 3), da Peyre Haute (id. Age fer, TIE SRSTAVIE EU 5) Così a La Tène, donde presero il nome Keller: Pfahlb. Ber. VI, TREVI EIZO; Ber. VIII, £. 85 Antiqua 18848 pr 0008 L, CAIO Hardtwald (7ischler: Beitr. z. Anth. Bayerns 1881, p. 63, T. V, f. 17) ed a Mutenz pr. Basilea (id. f. 29), ad Hard pr. Zurigo (ib. f. 33), dal lago di Neuchatel (Desor: Les palaf., p. 94, f. 83, 84), a Biel (orrer: Antiqua 1888, p. 8, T IV, f. 4), a Berna, Mòringen, ecc. (7roltseh: Fundstat. p. 6, f. 11). 9) Per le molte località della Boemia Sassonia, Slesia, Posnania, Prussia, Annover, Olanda, ecc. veggasi specialmente Vndset: Eisen, p. 45, 225, 64, 89, 153, 280, 289, ecc. — 250 — Settentrione '), !' Inghilterra *), fino alle regioni più oriental, all’ Ungheria 5), alla Croazia ed alla Bosnia?) comparendo del pari negli strati superiori delle necropoli italiche. Così trovansi ad Este nel IV.° perioao, tanto in ferro che in bronzo unitamente a monete di Augusto, ed ancora più comuni tra gli oggetti della Chiusura Baratela®); del pari a Bologna nell’ul- timo periodo di Arnoaldi e De Luca, alla Certosa, come pure a Marzabotto in unione alle caratteristiche spade galliche di ferro ?). Se ne ebbe, però quasi sempre sporadicamente, a Caverzano 5), Cividale *), Meclo !°), Breonio Veronese 1"), S. Bricio di Lavagno !*), Rovereto !3), Vadena !4), Cenisola !9), ecc. ') Nella Svezia (Montelius: Sver. Fornt. p. 97. t. 308, 309; Hxdebrand : Bydrag f. 108; Undset: Eisen, p. 471, f. 152-156), nella Norvegia (Undset : o. e. p. 487, f. 179-181). >) Hildebrand: o. c. f. 102, 103. 3) Pulszky: Lit. Ber. a. Ungarn 1879, p. 251; C. Gross: Vorr. Culturg. ISSViLI, <£:3-5. 4) A _Prozor (Ljubich: Popis, T. XXI, f. 104-8). Sono molto copiose nel Museo di Zagabria anche da altre località. 5) Da Rakitno, nel museo di Serajevo, publicate dal Rudimsti (Glasnik 1891, p. 422. f. 16, 17). Ne vidi pure nel museo di Spalato da Duare, da Lace- viza e da Salona in Dalmazia. 5) Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, T. VIII, p. 36, f. 61-63, 65, 74-76; Ghirardini: ib. 1888, T. XIII, f 2-14. ?) Sono per lo più in ferro e talora grandissime, spec. dal sepolcro gallico di Ceretolo. Veggansi in proposito gli importanti lavori del Brizio : Tombe e necropoli galliche nella provincia di Bologna, negli Atti R. Dep. St. Patr. Rom. 1887, p. 487, e Relazione sugli scavi eseguiti a Marzabotto, nei Monum. Ant. pubbl. dall’ Acc. de’ Lincei, I, 1889, p. 250. 8) Dalla necropoli della Vigna. a lungo spirale, nel Museo preist. di Roma. 9) Nel museo di questa città, proveniente probabilmente da S. Pietro al Natisone. lo): Campr: Scavi. QVIIE f. 10,/12-14: Sepoler. T. VI, £. 11-20. !!) A lunga spirale, dallo strato superiore (Mus. di Roma). 12) Nel Museo di Verona. 13) Orsi: Nuove not. pal. trent., p. 15, T. II, p. 14, f. 5, ©. 1) Orsi: Vadena, T. VIII, f.8,9; Much: Oest. Jahrb. 1884, p. 100, f, 127. 15) Podestà: Not. Sc. Ant. 1879, p. 303, T. IX, f. 1, 4, 6. 17 La raccolsi pure in parecchie località delle nostre pro- vincie!), ed è del pari non rara nella propinqua Carniola, ove p. e. a Nassenfuss diventa la fibula predominante. Oltremodo interessante riesce la distribuzione geografica delle fibule ad occhiali od a spirali binate. La loro origine, come in generale di tutti gli ornamenti spiraliformi, deve rin- tracciarsi nell’ oriente, ov’ è comunissima e talora di forme molto complicate. Assai diffusa trovasi nell’ Ungheria °), e compare in tutte le località preistoriche della penisola balcanica, cominciando dalle necropoli della Croazia*), a Prozor, Ternovaz, Smrackovoselo, Segna, e della Bosnia 4) a Glasinaz, Sokolaz, Podlaze, ecc. fino nella Grecia ?), ad Olimpia, a Megara, a Tebe ed all’ estremo Caucaso, a Koban 5). 1) Così a Cattinara, S. Servolo, Povir, Comen, Montalcone, Capo- retto, S. Pietro al Natisone, Vermo, Corridico, ecc. 4) Vi sono di tutte le forme, predominandovi però quelle composte di più pezzi, a 4, 5 fino ad 8 spirali riunite, che assumono un aspetto piuttosto barocco. Rinvengonsi del pari con corpo intermedio laminare, nelle quali le spirali non ci rappresentano che la parte ornamentale, come avviene per lo più nelle nordiche. Sicchè non ostante la loro frequenza, le fibule ungheresi devono riguardarsi come derivate da altre regioni e con tutta probabilità dalla penisola balcanica. Cfr. Hampel: Trouvailles, TP. XXXIX/f.13, 8, XLyJTY XLL lb, A LIME E f. 1-5, T. XCVI, f, 1, T. CXX, f. 20; Hidebrand: Bydrag, f. 24-27 ; €. Gross: Vorr. Culturg. T. IX, f. 13; Undset: Age du bronze de la Hongrie, p. 55, f_odl-3 tp DS Tei Alte de TI SLEAO 3) Ljubich: Popis, T. XVIII. 4) Hochstetter: Anth. Ges. 1881, p. 292, "1. III, f. 6; Hornes: Anth. Ges. 1889, p. 140; Truhelka: ibid. p.35, 44, f. 68; Glasnik, 1889, p. 38, f. 45). Nel Museo di Serajevo ne esistono pure molte di ferro. Anche dalla Dal- mazia se ne conosce qualche esemplare con lamina sottoposta e nodo tra le due spirali, così da Vrana e da Verlica nel Museo di Spalato Un altro spezzato, raccolto presso Comisa, vidi nella raccolta Zanella a Lissa. Si rinvenne anche a Lesina (Weiser: Anth. Ges. 1884, p. 9). 5) Vi sono comuni tanto nella forma nostra, che a quattro spirali unite, e corrispondono probabilmente alle #\:z:6 di Omero (Helbig: Hom. Epos, p. 191, f. 62-64; Undset: Berl Ant. Ges., p. 224, f. 37; FurtMocingler : Bronzef. p. 37; Olympia, T. XXI, f. 359-861; 7schler : in Meyer's Gurina, p. 16; Montelius : Tiddkrift f. Sver. VI, p. 184). 6) Esemplari nei Musei di Roma e di Vienna. — 259 — Verso occidente la fibula ad occhiali irraggia nelle necro- poli della Carniola), se anche nella maggior parte piuttosto rara, estendendosi alla Stiria”), alla Carinzia 3) e specialmente all’ Austria inferiore, ove diviene la fibula predominante a Hallstatt *). Già nella vicina Baviera ®) per altro, si fa rarissima, e nel settentrione non compare che affatto sporadicamente ‘), venendovi sostituita da forme nelle quali si sviluppa maggior- mente la parte intermedia, sicchè le spirali si riducono ad accessori puramente decorativi ’), presso a poco come nelle 1) Fatta eccezione per Zirknitz (Deschmann: Ant. Ges. 1879, p. 140, T. VII, f. 16) e S. Michele d’Adelberga (Hornes: ibid. 1888, p. 223; Mullner: Argo, 1892, p, 46, T. IV, f. 4), ov'è abbastanza frequente, la fibula ad occhiali non si raccolse che assai scarsamente nelle altre necropoli carnio- liche, così una sola a Watsch ed alcune poche a Nassenfuss. Va notato che quelle di Zirknitz hanno sempre la laminetta sottostante. mentre questa manca costantemente da noi. Wurmbrand: Urnenf. p. 72, T. IV, f. 17; Much: Kunsth. Atl, ey fd: 3) Meyer: Gurina, p. 16. 4) Se ne raccolse più di 400 (Sacken: Grabf. T. XIII, f. 9, 10; MHoch- stetter: Anth. Ges. 1888, T. III, f. 5). 5 Così non figura tra la suppellettile dei tumoli dell’ Ammer- e Staffelsee (Nave: Hiigelgr. p. 118), si trovò però a Reichenhall (Chlingens- perg-Berg: Griberf. T. I, f. 2) ed a Karlstein in vicinanza di questa località (Tischler: Beitr. 1881, p. 58, T. XIII, f. 14), inoltre nel Palatinato a Pars- berg (Mus. Norimberga) ed a Schrotzhofen (Scheidemandel: Praehist. BI. 1891, p. 1, T. I, f. 1). Come punto più occidentale ove venne raccolto un esemplare con lamina sottoposta, nomino Costanza (Bonstetten: Recueil. d’ant. suis. T. XII, £. 2). 6) Una a Gollenberg nella Prussia occidentale (Lissauer: Praeh. Denk. T. III, f. 6), 1 a Kalbe in Sassonia (Undset: Eisen, p. 221), 1 a Tarnow in Galizia (bid. p. 108), alcune a Gòorlitz, a Zilmsdorf, a Sommer- feld (bid. p. 193; Jentsch: Niederlaus. Mitth. 1892, p. 386, T. IX, f. 2), nel- l’Annover (Undset: p. 275), 1 a Rossitz in Boemia (Mus. Vienna), e 4 probabilmente nel Nassau, ora nel Museo di Wiesbaden (Lindenschmit: Meidn:.Vorz. I, Bi&oMIET.VI, £.74), 6): ?) Hildebrand: Bidrag, f. 1-7; Lindenschmit: Heidn. Vorz. 1, Hft. IX, "Pi II, f. 1,3; Undset:Age' du ‘bronze, p. 3; f. 7, p. 79, f. 9; p. 81, £. 10, Piga, £ 142, SE HI IE Vi, £. 9 TT. VIII£ 14 ecc; Pamitky archi 1881, T. III, f. 1, 1884, T.IX, f£. 6; Montelius: Sverig. Fornt. I, T. XXXVI, f, 120, 121; Kult. Schwed. in vorchrist. Zeit, p. 63, f. 69. — 260 — fibule a piattello della penisola italica. Per l’Italia l’area della sua diffusione ci presenta particolarità assai marcate, che forse ci potranno rivelare relazioni etnografiche tra le differenti stirpi che l’abitavano. Mentre da noi essa rinviensi frequente oltrechè a S. Lucia anche a Caporetto, nè manca a M. S. Vito ed a S. Pietro al Natisone, come pure alle necropoli istriane !), va sempre più scarseggiando man mano che avanziamo verso l'Italia occidentale e media. Così già ad Este essa manca del tutto, e quale reminiscenza, non compare che sotio forma di spirale binata come pendaglio in due fibule ®). Del pari non trovo fatto cenno di essa tra gli oggetti raccolti nelle necropoli carniche di Lozzo, Pozzale, Montebelluna, laddove a Caverzano se ne raccolse qualcuna), ed una se ne conserva nel Museo di Udine proveniente da Nonta presso Tolmezzo. Del pari nel Museo di Verona ne vidi due esemplari, però senza indicazione del luogo di rinvenimento. Tra gl’innumeri cimelî forniti dagli scavi bolognesi, essa difetta onninamente e solo tra gli oggetti del famoso doglio di S. Francesco, contenente 14841 pezzi, di cui non meno di 3026 fibule 4), si raccolsero cinque spirali spezzate, che del resto anzichè frammenti di fibule, potrebbero rappresentarci parti di pendagli. E scendendo giù giù per la nostra penisola, noi la ricer- chiamo indarno nei cimiteri dell’ Etruria ?) e del Lazio, come pure delle altre parti dell’Italia occidentale. All incontro verso 1) Così parecchie da Vermo, per lo più spezzate, nessuna dai Piz- zughi. Al Castelliere di Villanova appaiono le fibule ad occhiali con e senza voluta intermedia. V°è pure un esemplare a quattro spirali unite. Uno colossale, con lamina sottoposta, da Ossero, nel Museo di Parenzo. Recentemente ebbi pure due pezzi dalla necropoli distrutta di S. Canziano pr. Trieste 2) Forse è una fibula Vesemplare a quattro spirali unite trovato negli scavi Nazari (Soranzo: Scavi, T. IV, £. 4). 3) Not. Sc. Ant. 1884, p. 174, *) Zannoni: La Fonderia di Bologna, p. 48. Nel museo di questa città si conservano alcune fibule ad occhiali, derivanti dalla raccolta Palazi, però d’ignota provenienza. 5) Un unico esemplare a 4 dischi venne trovato a Corneto-Tarquinia (Ghirardini: Not. Se. Ant. 1882, p. 188, I. XIII bis, f. 14). — 261 — la sua costa orientale essa torna a riapparire nel Piceno e nelle altre regioni adriatiche, così ad Ascoli !), a Rotella ?), a Monteroberto 5), a Cupramarittima 4), ad Osimo ?), a Francavilla$), ad Ordona ?), e diviene addirittura copiosa a Sibari), ove appresso a quelle a drago, è la fibula quasi esclusiva sia a due che a quattro spirali unite. È probabile che estendendosi maggiormente gli scavi nell’ Italia meridionale, essa vi si trovi del pari comune, come ce lo rivelano di già le poche esplora- zioni ivi finora praticate. *) Le fibule a disco binato possono considerarsi quali fibule ad occhiali, nelle quali il filo metallico è sostituito da una piastra. E di fatti il passaggio tra queste due specie ci viene dimostrato chiaramente da alcuni esemplari da Prozor in Croazia, nei quali la spirale è riprodotta in rilievo sulla lamina di bronzo !"). ') Museo di Reggio, ove se ne conservano pure dalla Capitanata. ?) Museo di Roma. >) Chiappetti: Not. Sc. Ant. 1880, T. IX, f. 6, 13, a 2 ed a 4 dischi. 4) Museo di Roma. 5) Angelucci: Ric. preist. nella Capitanata, p. 40. 9) Gallo: Not. Sc. Ant. 1879, p. 156. ?) Angelucci: Ornam. spiralif. p. 5, t 3; Ric. preist. e stor., p. 46, f. 23, tanto di bronzo che di ferro; 7schler: Beitrige, p. 58. 8) Pasqui- Pigorini: Not. Sc. Ant. 1888, p. 245, 252, 581, 651 ecc., T. XV, f. 5, 6, egualmente in bronzo ed in ferro. *) Così è frequente a Suessola (Miani e Sogliano: Not. Se. Ant. 1578, T. VI, f. 2, 4, 5; Duhn: Bull. Ist. Arch. 1887, p. 251, f. 4, a due ed anche a quattro dischi) ed a Catanzaro (Hoderaro: Bull. pal. it. 1882, p. 95, T. IV, f. 2; did. 1884, p. 55). Un buon numero se ne conserva nei musei di Palermo, di Napoli e di Roma (Coll. Santangelo), provenienti dalla Sicilia e dal Napoletano. !©) Difteriscono dalle nostre per la parte decorativa del pezzo inter- medio. Anzichè vere fibule paiono esser piuttosto dischi ornamentali. (Ljubich: Popis. T. XV, XVIII. f. 50, 51). Se ne conoscono anche dalla Bosnia ove sono frequenti (Radimsky: Praeh. Fundstitten, p. 59, f. 218). Del pari si trovarono ad Hallstatt due piastre formate da quattro spirali incise, cireondanti una serie di cerchi concentrici. Una piastra analoga si ebbe pure dalla grotta Byciskala in Moravia, nella quale però le quattro spirali sono di filo metallico (Mus. di Vienna). Nel recente viaggio per la E DOT A La fibula a disco binato può dirsi a ragione una specia- lità dei cimiteri della valle dell’ Isonzo, poichè mentre S. Lucia me ne fornì 29 e 31 quella di Caporetto !), essa manca non solo nelle necropoli dell’ Istria e della Carniola, ma in tutte le italiche e transalpine, ad eccezione di Sibari, che diede un unico esemplare identico ai nostri ®) e di Hallstatt, ove se ne trovò egualmente uno solo, però d’oro e fregiato di disegni, che fatalmente andò perduto #). Anche in Oriente sebbene vi appariscano numerose piastre discoidali, essa non venne finora trovata che a Grehin Gradac nell’ Erzegovina, di costruzione però un po’ diversa per l'inserzione dell’ ago 4). La mancanza di queste fibule in Italia riesce davvero strana, dappoichè vi sono molto diffusi i dischi metallici, tanto sotto forma di falere equine, che di piastre da cintura, spesso vagamente ornate di disegni a sbalzo e ad incisione ?). Per ritrovare fibule che abbiano una certa analogia con queste, dobbiamo risalire alla Germania settentrionale 9) e alla penisola balcanica ebbi occasione di vedere che tuttora, specialmente dagli albanesi e dai bulgari, vengono adoperate grandi piastre d’argento in forma di dischi binati quale adornamento di cinture. ‘)Y Un disco appartenente probabilmente ad una di queste fibule, raccolsi pure a S. Pietro al Natisone. *) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1888, p. 472, T. XIX, f. 8. 3) Sacken: Grabf. p. 64, T. XIV, £. 4. 4) Much: Mitth. Centrale. 1888, p. 10, £. 3; Kunsth. Atl. T. XXXVII, f. 3: Ljubich: Popis, T. XIV, f. 95. L’esemplare differisce inoltre dai nostri per gli umboni al centro de’ dischi ed al punto di loro unione, come pure per l’asticella applicata inferiormente, che si prolunga nel riccio e nella staffa. 9) Vi esistono pure fibule ad un solo disco, come ad Este (Sorunzo: Scavi, T. II, f. 6), simili a quelle di Hallstatt (Sacken: Grabf. T. XIV, fi Lis 13) 9) Così nel Meclenburgo a Dammerow (Li, densehmit: Rom. Germ. Mus. T. XXXVI, f. 12); Heidn. Vorz. I, Hft. VII, T. IV, f. 1), a Basedow (0. f. 2), nel Liineburgo a Feldmark Déornte (7. f. 3, 4); nel Brandemburgo a Nieder Barmin (Berl. Ant. Ges. 1892, p. 88, f. 4), a Nottmark (Mestorf: Vorgesch. Altert. Schlesw. Holst. T. XXXI, f. 344), a Oldeslohe (. £. 345), a Schmon (Undset: Age du bronze, p. 96, f. 14), ecc. Ce EG Scandinavia '), ove sono comunissime se anche non poco diffe- renti dalle nostre, essendo 1 due dischi tenuti distanti da un pezzo arcuato intermedio e sopratutto per esser fuse anzichè laminate. Va del pari notata l’ inserzione del tutto diversa dell’ ar- diglione, che invece di trovarsi come nelle nostre alla metà del disco, è del tutto staccato ed assicurato al pezzo di unione *), Come per le fibule, anche per gli spilloni possiamo con- statare numerose analogie in altre necropoli tanto delle nostre provincie che dell’ estero, essendo che quest’ ornamento era molto diffuso nella prima epoca del ferro, nella quale serviva a molteplici scopi, come per allacciare i vestiti, quale ago crinale, ecc. Ma se esso si estende per quasi tutta l’ Europa, presenta tuttavia nelle varie regioni differenze più o meno notevoli, che fa d’uopo rilevare affine di stabilire, come ci siamo studiati di fare colle fibule, dei gruppi speciali di necro- poli, nelle quali predomina una forma a preferenza delle altre. A quest’ uopo si presta più degli altri lo spillone a globetti, come quello in cui la parte ornamentale subisce numerose variazioni, secondo il gusto dei singoli paesi. E di fatto mentre lo spillone tipico a globetti è da noi comunissimo, così a Caporetto, M. S. Vito, S. Pietro al Natisone, Medea, Sutta, Vermo, Pizzughi, S. Martino e Villanova al Quieto, ecc. ‘) In Danimarca (Mortillet: Musce, T. XCVII, f. 1229; Balnson: Materiaux, 1888, T. IX, f. 18), in Svezia (Monteltus: Sverig. Fornt. p. 64, f. 222, 223; Kult. Schw. in vorchr. Zeit, p. 63, f. ‘0; Materiaux, 1885, p. 110, T. IV, f. 96-98, T. V, f. 126-129; Congrès de Stockholm, p. 405, f. 11, 12; Hildebrand: Bidrag, T. III, f. 11, 12), in Norvegia (Undset: Age du bronze, p. 105, f 18. Di questa forma nordica non si conosce finora che un unico esemplare nell’ Europa media, trovato nella palafitta di Corcelettes nel lago di Neuchatel (Undset: Age du bronze, p. 102, f. 15; Bertrand: La Gaule, p. 223, f. 186-7; Gross: Les Protohelvetes, p. 69). ?) Questo modo d’inserzione si trova pure comune in altre forme di fibule nordiche dell’epoca del bronzo, come può vedersi nei precitati lavori del Montelius (Materiaux, T. II, f. 42-44, T. III, f. 67-70) e del Hilde- brand (Bidrag, Etta, E PIE of: 8-ISIV, fi 16,194). — 264 — estendendosi da un lato da Este!) ad Hallstatt °), con propag- gini nella Baviera meridionale ), e dall’ altro dalla Lombardia *) fino alla Croazia ?), alla Bosnia 6) ed alla Grecia ?), manca quasi del tutto alle necropoli al di là del Po, ove viene sostituito da forme particolari. Così p. e. a Bologna non ne vidi alcuno che riproducesse i nostri tipici a nodi distanti e ad ingrossa- mento a campana, laddove vi abbondano gli aghi ad uno o tutt’ al più due globetti appressati e terminanti in un dischetto più o meno largo, forma che da noi non è che affatto ecce- zionale 5). All’ incontro sono comuni nelle necropoli felsinee gli spilloni a capocchia sferica, sostituita solitamente da una grossa perla di pasta vitrea, che da noi ed in quasi tutte le suaccennate località mancano totalmente. ) Soranzo: Scavi Nazari, T. VI, f. 9, 11. 9) Sacken: Grabf. T. XV, f. 9-14, T. XVI, f. 6; Hochstetter: Mitth. Anth:. Ges! STAI 09, 3) Naue: Hiigelgr. p. 114, T. XX, f. 4, T. XXII, f. 10, però piuttosto rari. Uno venne pure raccolto a Ginevra (Neller: Pfahlb. Ber. VII, T. XXIV, fig. 5). ‘) Garovaglio: Riv. arc. d. prov. di Como, 1879, T. II, f. 9, da Montorfano. 5) Da Prozor (Zjubich: Popis, T. X, f. 32), da Dresnika (.T. X, £. 32). 6) Tanto da Glasinaz che da Slatiste, nel Museo di Serajevo. ?) Da Olimpia (Purthwéingler: o. c. T. XXV, f. 4709, 482, 483; da Dodona (Carapanos: o. c. T. LI, f. 14); da Argo e da Corinto (Mus. di Atene); dalla necropoli greca di Megara Hyblaea in Sicilia (Orst: Monum. ined. 1889, p. 809) In questa estesa zona il nostro spillone a globetti rin- viensi più o meno comune in molte località, come a Nonta (Mus. d’ Udine), a Caverzano (Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 96, 1884, p. 14), a Lozzo (ib. p. 65, raro), Montebelluna (;0. p. 107), Cavasso pr. Maniago (Bertolini : Not. Sc. 1884, p. 139), Oppeano (Pigorini: Bull. paletn. 1878, p. 117, T. VII, f. 3), Meclo (Campi: Sepoler. p. 22, T. II, f. 1, 2), Vadena (Orsi: Necrop. p. 27, T. V, f. 3, 11, 12), Villacco (Luschan: Anth. Ges. 1872, p. 14, £. 3), Fr6gg (Museo di Klagenfurt. Negli ultimi scavi venne quivi trovato un esemplare, nel quale i globetti sono di ambra), nelle necropoli della Car- niola a Watsch, S. Margarethen, Nassenfuss, Podsemel, Dobrava (Museo di Lubiana), a Wies (Radimski e Szombathy: Anth. Ges. 1885, TT. VI, f 11-14), Maria Rast (Wurmbrand: Urnenf. p. 71, T, IV, f. 2, 3, 6, D, Gemeinlebarn (Szombathy: Mitth. praeh. Com. 1890, p. 54, f. 9), ecc. 8) Come le nostre figure 19-21 della Tav. XXII. — 265 — Gli spilloni a collarino ci rappresentano una forma arcaica, che largamente trovasi diffusa nelle palafitte e nei depositi dell’ epoca del bronzo, come a Peschiera '), a Coarezza °), nella torbiera di Santirana 5), a Guado di Lugnano 4, a Hohenems ?), nella Svizzera), in Francia 7), in Ungheria 5), divenendo sempre più rari nelle necropoli più tarde, ove compaiono sempre sporadicamente come a S. Pietro al Natisone, a Meclo ?), in Boemia !°), in Baviera !!), ecc. Assai diffusi sono invece quelli a riccio, che sebbene si incontrino già in copia nelle terramare e nelle palafitte, come a Gorzano !*), a M. Venera !3), a Bertarina (Forlì) !4), nel lago di Garda !), a Bodio !$), in quello di Neuchatel ed in molte ) Keller: Pfahlb. Ber. V,iT. V, £. 3. *) Castelfranco: Bull. pal. it. 1879, T. IV, f. 6. 3) Marinoni: Abit. lacustri, T. VII, f. 3. ‘) Castelfranco: Bull. pal. it. 1883, p. 190, T VII, f. 6. 5) Mitth. Centrale. 1888, p. 265, f£.8; Much: Kunsth. Atlas, T. XXIII, fig. 10. /Celler=btalulib:tBer:SII'"ovi 013 Ber IR TL VI Ed 25-15; Gross: Protohelv. T. XXI, f. 53. ?) A Larnaud (Chantre: Age du bronze, T. XLVII, f. 7), a Bourget (ibid. T. LX, f. 8) a Vogue: (bid. T. XVIL, f. 6), a Cessieu db. f. 1), a Parmilieu (ib. f. 4), a Vernaisson (ib. T. XXXVII, f. 1, 6: Congres de Bologne, T. V; Mortillet: Musée T. LXXI, f. 731-733), ecc. 5) A Pilin (Mus. di Budapest, a Tamastalva (Hampel, Trouvailles, T. CXXVII, f. 11), ad Aszod (Romer: Result. p. 169, f. 110), a Lengjel (Wosinsky: Schanzwerk, T. XLVI, f. 363-366). *) Campi: Scavi, T III, f. 1; Mitth. Centrale. 1884, p. XCV, £. 1. !°) A Hajek (Race. Waldstein), a Kertel ( Woldrich : Anth. Ges. 1884, T. VI, f. 28), a Podraznic (did. 1893, p. 21, f. 24), a Libochowan (Much: o. e. T. LXXX, f. 13), a Chlum (Hrase : Mitth. Centrale. 1879, p. CIII, £. 10). 1 Naue: Hugelene!! ID gf, 4, T, XXIL ct; 1,5. 12) Coppi: Monogr. ed iconogr., p. 20, T. XLI, f. 15, T. LXXIX, f. 12, !3) Museo di Reggio. 15) Santarelli: Atti R. Dep. St. Patr. Rom. 1836, p. 11, T. II £. 88. !5) Bull. pal. it. 1878, p. 103. Parecchi nei Musei di Roma e di Vienna. Più comuni però quelli a molti giri di spirale ed anche a doppia spirale (Sacken: Sitzb. k. Akad. 1864, p. 824, f 33-35: Stefani: Accad. Verona 1884, p. 15, f. 5, 6, Estr. 16) Mortillet: Musée, T. LXXI, f. 728. altre località della Svizzera '), a Bourget *), a Pilin in Ungheria 5), a Micene 4), ecc., trovansi in moltissime necropoli dell’epoca del ferro, come a Caporetto, a S. Pietro al Natisone, ai Piz- zughi, a Vermo, al castelliere di Villanova, nella Carniola ?), a Nonta in Friuli), a Meclo ?), a Vadena®), ad Este ®) a Villa- nova !9), a Terni !!), a Chiusi !%, a Gurina !*), a Frégg !*), ad Hallstatt !5), a Gaya in Moravia !9), a Saatz '?), a Hajek !8) in Boemia, a Jigerndorf in Slesia '*), nella Prussia orientale 2%), nel ) Desor: Les palaf. p. 51, tf. 58; Keller: Pfahlb. Ber. II, T. II, f. 68, 82; Ber. V, T. XII, f.14; Ber. VI, T.IX, £.5; Gross: Protohelv. T. XXI, £. 64. ?) Ohantre: Age du bronze, T. LX, £. 2. 3) Hampel: Trouvailles, T.CXV, f. 17,24; C. Gross: Vorr6m. Culturg. A gig [DS SA *) Tsounta: ’Egnuepìs ’Aoyarodoywa), 1888, T. IX, £. 25. 5) Così a Watsch, Nassenfuss, Podsemel, ecc. A_S. Michele d’ Adel- berga anche di ferro (Hornes: Anth. Ges. 1887, p.4; Mullner: Argo, 1892, VA 2 8) Museo di Udine. 7) Campi: Scavi, p.. 154, T. III, f. 6. 8) Orsi: Necrop., p. 33, T. V, £. 20. 9) Soranzo: Scavi Nazari, p. ‘. 10) Gozzadini: Di un sepoler. T. VII f. 19. 1!) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 258. 12) Milani: Mus. ital. I, p. 381. !3) Museo di Vienna. !4) Museo di Klagenfurt. 15) Sacken: Grabf. T. XVI, £. 2. !6) Maska: Berl. Anth. Ges. 1890, p. 175, f. 2. !?) Museo di Vienna. 18) Racc. Waldstein. Anche ad Albrechtec (Woldrich: Ant@LÌ Ges. 1898 Mede fni 19) Anth. Ges. 1886, p. 169. 20) Tischler: Phys. oek. Ges. Kénigsberg 1889, p. 1153, TT. I, £. 4-4, S. 10 Nella Germania settentrionale sono pure frequenti gli spilloni a collo di cigno, mancanti da noi ed in Italia, sebbene si trovino in Francia (Chantre: Age fer, T. XXXIV, f. 28, T. XXXVIII, £. 8, 9). — 267 — Palatinato !), nello Schleswig °), in Scandinavia #), a Prozor 4), a Glasinaz ®), nel Caucaso 5), a Troja ?), ecc. Rarissimi per converso sono gli spilloni a forchetta, i quali sebbene facciano la loro comparsa già nell’età del bronzo in alcune palafitte italiane *) e svizzere *), mancano del tutto nelle necropoli dell’ epoca del ferro tanto d’ Italia che dei paesi. transalpini. Essi sono invece abbastanza frequenti nella penisola balcanica e specialmente nella Bosnia, d’onde una ventina circa ne vidi al museo di SeraJjevo, provenienti da Glasinaz 19) e Rakitno. Altri due trovansi nel museo di Zagabria, di cui uno da Sissek, l’altro da Prozor. Tre esemplari da Blatta sul- l'isola di Curzola in Dalmazia conservansi nel museo di Ragusa ed uno da Borovich presso Metcovich in quello di Vienna. Uno infine se ne conosce da Dodona !!) e tre ne vidi nel museo d’ Atene, di cuì due da Tanagra ed uno spezzato da Kabirion presso Tebe. Anche nella nostra provincia del Litorale se ne trovarono già sette esemplari, e precisamente quattro a S. Lucia (due eguali al nostro della T. XXIX, f. 6, scavati dallo !) Nei tumoli di Parsdorf (Mus. Norimberga). *) Mestorf: Vorg. Altert. T. XXVIII, f. 296. 3) Montelius: Materiaux, 1885, T. VI, £. 141. ‘), Ljubich: Popis, p. 112, T. XVII, f. 42. 3) Museo di Vienna. 5) Chanire: Rech. Anth. II, T. XX, f. 5-8; Virchow: Grabf. p. 32, T. II, f. 6, %, T- X, f. 10. Molti nel Museo di Vienna. ?) Moltissimi, cominciando già dalla La città (Schliemann: Ilios, p. 288, 564, 586, n. 1231-34, 1351, ecc.; Troja, p. 139, n. 62, 63). 5) A Peschiera (Keller: Pfahlb. Ber. V, T. V, f. 15, 19). Altro esem- plare spezzato nel Museo di Vienna. *) Dal lago di Bienna (Keller: o. ec. Ber. VII, T. X, f. 10; Mortillet: Musée preh. T. LXXI, f. 730); da Estavayer (Gross: Protohelv. T. XXI, f. 41, 59), da Garofin (ibid. f. 59); da La Tène (Antiqua 1887, p.11, T. II, f. 2). Altri due esemplari nel Museo Federale ed uno in quello di Berna. !9) Quattro altri esemplari nel Museo di Vienna. 11) Carapanos : Dodona, T. LI, f. 11. Nella raccolta di questo signore ad Atene vidi pure un pezzo d’un altro esemplare. Forse un oggetto spezzato da Olimpia, creduto da Furthwingler frammento di pettine (Olympia, p. 68, T. XXV, f. 497), è pure uno spillone a forchetta, — 265 — Szombathy), due al Castelliere di Villanova, trovati recente- mente dal Dr. Hòrnes ed uno, frammentato, ai Pizzughi, ora nel museo di Parenzo. Si deve però notare che la costruzione degli esemplari da S. Lucia è un po’ diversa e più complicata di tutti gli altri, nei quali manca la parte ornamentale superiore. Alcuni arcaici dalle palafitte svizzere, che possedono collo e testa come i nostri, ne differiscono per essere fusi e non formati di filo metallico. Non solo da noi vigeva l’uso di difendere la punta con uno schermo, essendosene trovati in più luoghi, come a S. Pietro al Natisone !), ai Pizzughi ed a S. Martino in Istria?), ad Este), a Watsch 4), a Frégg *), ad Hallstatt 9), a Glasinaz ‘), ecc. Essendo l’ago a cruna un utensile di non piccola utilità pratica, lo vediamo già adoperato in tempi in cui erano ignoti i metalli, venendo tratto da qualche osso duro o dalle corna dei cervi*). Più tardi fu riprodotto in bronzo e noi lo troviamo già nei depositi terramaricoli e delle palafitte, come a Peschiera *), nei laghi della Svizzera'®), ecc. Io lo raccolsi pure nella caverna di Robig nella valle del Natisone, associato @ fittili caratteristici dell’epoca del bronzo, nella necropoli di !) Museo di Cividale, 2) Uno con schermo d’osso. 1’ altro di bronzo, nel museo di Parenzo. 3) Uno schermo a rotella, simile alla nostra fig. 23, T. XXIII, dagli scavi Nazari (Soranzo: o e. T. II, f. 4). 1) Deschmann e Hochstetter: Denksch. k. Ak. 1880, p. 25, X, £. d. 5) Museo di Klagenturt. 5) iSacken: Grabf. T. XV; £. 10, 12.14; T-XVI,f...6. *) Quattro esemplari nel Museo di Serajevo. 5) Così in molte delle nostre grotte, nelle palafitte di Lubiana (Deschmann: Anth. Ges. 1879, T. II, f. 2; Sacken: Mitth. Centrale. 1876, p. 27, T. I; f. 11), a Gorzano (Coppi: Monogr. T. XLIII, £. 1,3) 6, 10),\ecc. 9) Sacken: Sitzb. k. Akad. 1864, p. 821, f. 19, 20; De Stefani: Bull. pal. 1887, p. 176; id. Scavi palaf. centr., p. 14, f. 14; 2. Not. Sc. Ant. 1879, p 86, 256; Keller: Ptahlb. Ber. V, T. V, £. 14. t0) Mortillet: Musée, T. LXXXVIII, f. 1029, 1080; Chantre: Age du bronze, T. LXIII, f. 1-7. Altri dalla Svizzera (Keller: Pfahlb. Ber. II, T. II, f. 26-32, Ber. VI, T. IX, £. 6,16). — 269 — Caporetto ed al castelliere di Villanova. Si rinvenne inoltre nel castelliere di S. Giorgio al Quieto, ed in quello di Corridico, a Caverzano, Lozzo e Montebelluna !), ad Este *), Villanova 5), Arnoaldi 4), Bisenzio 5), Sibari *), Suessola 1°), Gurina !!), Merano !°), Maria Rast!*), Guben!4), Kiel'°), in Svezia!*), a Narona e Vido in Dal- mazia!?), a Prozor'8), a Gémer!"*), in Bosnia®"), a Dodona"!), ecc. Benacci *), Quadrana presso Ozzano %), Terni ?), Ornamenti tanto diffusi come gli anelli e le armille, male si prestano a studi di confronto, dappoichè essi trovansi in ogni paese e presso ogni popolo dalla più remota antichità fino al presente. Tutt' al più alcune delle loro forme più carat- teristiche possono servire a tale scopo. Così p. e. gli anelli a nodi paiono esser propri alle necropoli nord-italiche e dei paesi d’oltr’ alpe, trovandosi frequenti nelle vallate dell’ Isonzo e del Natisone, come a S. Lucia, Caporetto, M. S. Vito, S. Pietro al Natisone, come pure a Medea, a S. Canziano del Carso, ) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 37, 65, 107. >) Soranzo: o. e. p. 49; Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1807, p. 156. 3) Gozzadini: Di un sepoler., T. VII, f. 13. 4) ibid. Scavi, p. 73. 5) Brizio: Not Sc. Ant. 1890, p. 275. 5) «bid. 1888, p. 178. ?) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 252. 8) (bid. p. 187, 189; Helbig: Bull. Ist. Arch. 1886, p. 55. *) Pasqui: ibid. 1888, p. 475. 10) Milani e Sogliano: Not. Sc. Ant. 1878, p. 108. !!) Heger: Anth. Ges. 1888, p. 53. !?) Tappeiner: Mitth. Centrale. 1592, p. 50. 13) Wurmbrand: Urnenf., p. 65, T. IV, f. 9, 10. 14) Jentsch: Berl. Ant. Ges. 1889, p. 661, f. 4. 15) Mestorf: Vorgesch. Altert. T. XXVII, f. 282. '6) Montelius: Sver. Fornt. T. LIX, f. 205, 206. !?) Museo di Vienna. 18) Ljubich: Popis, T. XVII, f. 25-27. 19 Hampel: Trouvail. T. CXV, f. 23: Pulsky: Ung. Revue 1884, p. 418, f. 4. Anche a Pilin (Virchow: Verh. Berl. Anth. Ges. 1892 p. 57 fig. 11). 20) Fiala: Wissensch. Mitth. a. Bosn. 1895, p. 50, f. 40; 7ruhelka: ibid. p. 95, f. 128. 1), Carapanos: ox 0» TI LI. Li 15, 16 5 3 ad Ossero, in Lombardia !), a S. Michele d’ Adelberga *), a Watsch *), ad Hallstatt *), e solo sporadicamente in altri paesi, come in Moravia °), in Germania $), in Ungheria ?), in Bosnia *), in Grecia ?), nel Caucaso !9). Gli anelli a spirale, rari a S. Lucia ed a Caporetto, di- vengono più frequenti in Istria !!), per trovare una diffusione grandissima tanto in Italia che altrove, come a Caverzano !*), ad Este !3), a Bologna !*, a Valtravaglia !9) a Spinetoli !9), ad Alfedena"), ad Alife!8), a Meclo!*), a S. Michele d’Adelberga 0), ‘) In parecchi luoghi come a Lodi (Not. Sc. Ant. 1879, p. 212), a Milano (Castelfranco : ib. 1886, p. 5), a Guado di Gugnano (4. Bull. pal. it. 1883, T. VIII, f. 11), a Brembate (Mantovani: Not. Sc. Ant. 1888, p. 677), con un numero maggiore (fino 14) o minore di nodi. > Nel Museo di Vienna, ove esiste anche la relativa forma da getto. 3) Deschmann e Hochstetter: Denksch. k. Akad. 1880, p. IX, f. 19, nel Museo di Lubiana anche da Lepeine. 4) Nel Museo di Vienna. 5) Wankel: Mihr. Schweiz. p. 405, dalla grotta di Byciskala. Egual- mente in Boemia da parecchie località (cfr. Schulz: Verh. Berl. Anth. Ges. 1891, p. 87%). ‘) Nel Museo di Wiesbaden. Una forma da getto venne trovata a Tangerminde nella Prussia (Hartwich : Ant. Ges. 1890, p. 251, f. 1). ?) Nel Museo Nazionale di Budapest, da Reyol. 8) Museo di Vienna; Fiala: Glasnik, 1892, p. 413, f. 35. 9) Furthwdngler : o. c. T. XXIV, f. 458, T. XXV, f. 459, da Olimpia. Recentemente ne vidi pure uno proveniente dal Hereion di Argo nel Museo di Atene. !°) Da Gogdaja (Virchow: Berl. Ant. Ges. 1891, p. 491, f. 6). i) Così a Vermo (Marchesettti: Boll. Soc. Adr. 1885, T. III, IPO ai Pizzughi (Amoroso: Necrop. T. IX, f. 12), a Villanova, a S. Dionisio. 12) Not. Sc. Ant. 1884, p. 174. 13) Prosdocimi: Bull pal. it. 1880, p. 87, T. IV, f. 11. 14) Gozzadim: Necr. Marzabotto, T. XVII, f. 14. A Benacci nel pe- riodo posteriore. 15) Longhi: Not. Sc. Ant. 1881, p. 6. !6) Museo preist. di Roma. 17) Nino: Not. Sc. Ant. 1877, p. 277. 18) Dressel: Ann. Corr. Arch. 1884, p. 241. 19) Campî: Sepoler., p.96,.T. IMI.£. 8. 20) Hornes: Anth. Ges. 1888, T. VI, £f. 17. — 201 — a Stockerau !), in Boemia ®), in Ungheria 3), in Bosnia 4), in Grecia®), nel Caucaso 5), ecc. Im relazione alla rarità degli anelli a spirale nelle nostre necropoli alpine, sta pure la man- canza delle armille brachiali di questa specie, tanto comuni nelle parti più orientali della nostra provincia, ove non fanno difetto in quasi nessuna tomba al Castelliere di S. Catterina presso Jelsane ed al M. Gradina di Sappiane. Anche a Vermo ed ai Pizzughi 7) sono abbastanza frequenti, e tali pare fossero nel distrutto sepolereto di S. Canziano presso Trieste *), a giu- dicare dai copiosi frammenti che vi si raccolgono. La deficenza di questo ornamento riesce oltremodo strana, essendosene rin- venuti anche nel propinquo S. Pietro al Natisone, nè mancando in quasi alcuna necropoli tanto italiana che transalpina, come Montebelluna *), Bassano, Carate Lario !9), Este !!), Bologna !*), Bismantova !*), Ascoli !4), Cupramarittima !°), Tirano !%), Cor- ropoli !?), Offida !8), Spinetoli !*), Bisenzio 2%), Gargano °'), ) Museo di Vienna. 2) Woldrich: Anth. Ges. 1886, p. 84, f. 29; 1895, p. 36, f. 57. > Hampel:*Trouvail IXOIE tI, 12! 1) Radimski: Glasnik, 1891, p. 418, f. 7-9; Wissensch. Mitth. a Bosn. 169Speo 16; £0 09: 5) Furthwcingler : Olympia, T. XXIII, f. 400-402; Sehliemann: Mykenae, p. 401, n. 529. Molti si trassero dagli scavi di Tebe (Mus. di Atene). 5) Da Koban nel Museo di Vienna. ?) Amoroso: Vermo, T. VI, f. 8; Pizzughi, T. VIII, £. 6, ‘. 5) Marchesetti: Boll. Soc. Adr. 1889, p. 19. Ultimamente ne ebbi pure da una caverna presso il castelliere di Povir sul Carso. 9) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 106 !0) Garovaglio: ibid. 1881, p. 39. !) Da Palù, terminante in riccio (Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1582, pr: 223 TRIVI-f do) '?) Da Arnoaldi, Benacci, De Luca, Fonderia S. Francesco, ecc., per lo più terminanti in riccio. (Brizio: Not. Sc. Ant. 1889, p. 217,307; Zannom: Fonderia, p. 90, T. XLIII, f. 13-16) 1 Chermei® Bullitpal.‘it.*4882, \INSVI,.f..8. 14) Museo di Reggio. 18 !5) Museo preist di Roma. 19) Allevi: Not. Sc. Ant. 1878, p. 297. 29) Pasqui: Not. Se. Ant. 1886, p. 204, 297. 21) Angelucci: Ric. preist. e stor., p. T, f. 4. 2 pie Ordona !), Suessola °), Alife 3), Capua 4), Alfedena *), Sibari DA Catanzaro ?), Watsch *), Podsemel*) Lavinac e. Prozor in Croazia !°), Neresi in Dalmazia !!), Glasinaz, Sokolaz, Catici in 3osnia '*), Grehin Gradac in Erzegovina '8), Stockerau '*), Leo- bersdort!?), Gemeinlebarn!), Wiener-Neustadt'?), a Chotutic!8), Plavnic '9), Oberklee °0) e Krendorf 1) in Boemia, a Gémer, 22 Komjat, ecc. in Ungheria °*, in Germania 28), in Francia 24), U 1) Angelucci: Ric. preist. e stor. p. D4, f. 97. * Milani e Sogliano: Not. Sc. Ant. 1878, p. 108, 174, ecc. 3) Dressel: Ann Corr. Arch 1884, p. 223, 240. 4) Moltissime nel Museo nazionale di Napoli; 2 sul braccio di un bambino. 5) Nino: Not. Sc. Ant. 187%, p. 277. 6) Pasqui: Not. Sc Ant. 1888, p. 267, 475. *) Foderaro: Bull. palet. 1382, p. 97. 8) Nel Museo di Vienna; Deschmann: Ant. Ges. 1889, p. 20. *) Anche in ferro, nel Museo di Lubiana. 10) ygubich:=Popis: Tx, £ 120, T. XXVI 2 Mo; !'") Maseo di Vienna. Da altre località dalmatine nel Museo di Spalato. 12) Truhelka: Anth, Ges. 1889, p. 35, £. 28; Glasnik,1889, p. 27, f.4; Radimsky: Wissensch. Mitth. a. Bosnien, 1898, p. 59, f. 9; nel Museo di Serajevo. 13) Much: Kunsth. Atl, T. XXXVII, f. 2; Museo di Zagabria. !) Con ricci all'estremità, nel Museo preist. di Vienna. 15. !5) Museo di Vienna. 1?) Much: o. c. T. XVIII, f. 3, e Mus. di Vienna. !8) Mitth. Centrale. 1889, p. 39. 19) Woldrich: Anth. Ges. 1886, T. IX, f. 11. 29) Szombathy: Anth. Ges. 1890, p. 18, f. 17. 2) Much: o. .c. T. XXIX, f. 1-3; Woldrich: Anth. Ges. 1883, p. 27, T. V; I: NI. 81eAnche. a Dux. {(Woldrich: ibid. 1893,.T. Lf 2 2?) Hampel: Trouvaill. T XXXVI, f. 2,3; T. CXXI, f. 10; T. CXII, È 6, (OTRS E. 604; DLC RNTE I, 28) A_Reichenhall ((hlingensperg- Berg: Gràberf. T. I, f. 4), a Pri mendorf (Virchow: Congrès Stockholm, p. 529, £ 3), a Niederjeser (Bottcher: Zeitsch. Niederl. Ges. 1892, T. VID, nello Schleswig (Mestorf: Vorgesch. Altert. T. XXX, f. 323). Moltissime nel Museum f. Vòlkerkunde a Berlino dal Brandenburgo, Posnania, Assia, ecc. 24) Da Charpigny (TWhioly: Bull. Inst. Nat. Gen. 1870, p. 289, T. VII): £2): in Spagna "i, come pure in Svezia °), nella Grecia 8), nel Cau- caso 4), ecc. se anche il portare orecchini era usitatissimo nell’ an- tichità, essi avevano per lo più fogge differenti dai nostri, che mancano affatto ad Este, e di cui due soli vennero forniti dagli scavi Arnoaldi a Bologna ed un paio da Watsch 5). Se ne ebbero pure alcuni dai Pizzughi 6) però totalmente lisci. Quelli da Nassenfuss in Carniola, della forma dei nostri, sono punteggiati a sbalzo. Remotissimo era l’uso delle collane, trovandosene già nell’ epoca della pietra, formate di conchiglie, d’ osso, di denti d’ animali, di perle d’argilla, ecc. In progresso di tempo vi si adoperarono altre sostanze, e principalmente i metalli, il vetro e l ambra, divenendo sempre più generale la moda di ador- narsi il collo con monili. Da ciò anche la frequenza di torqui a S. Lucia e Caporetto, riescendo alquanto strana la loro man- canza nei sepolcreti istriani di Vermo e de’ Pizzughi, tanto più che in quelli più orientali di Jelsane, poche sono le tombe che ne vanno prive. In quest’ultima località le torqui sono sempre liscie 7), laddove nelle nostre necropoli subalpine, esse appaiono, ad eccezione di quelle di ferro, per lo più ritorte. ) Da El Argar (Stret: Prem. Ages, T. XXXIX, f. 578.) *) Montelius: Sver. Fornt. p. 69, f. 254, 256. Parecchie nei musei di Stoccolma e Kopenhagen ®% Da parecchie località nel museo d’Atene. Anche ad Olimpia (Furthwdangler: o. c. T. XXIII, f. 392). ') Chantre: Rech. anthrop. II, p. 60; Materiaux 1888, p. 357, f. 169. Da Koban copiose nel museo di Vienna. 5) Un altro, identico ai nostri, proveniente da Nonta nella Carnia, trovasi al Museo di Udine. Due simili al nostro rappresentato alla T. XXIV, fig. 16, però d’oro, da Hallstatt (Sacken: o. c. T. XVI, f. 23). 5) Amoroso: Necrop. T. IX, f. 6 Recentemente ne raccolse pure uno lo Hòrnes al Castelliere di Villanova. Quelli di Idria di Bacia, più larghi, corrispondono ai nostri della Tav. XXIV, f. 17, 18, che per lo piùsi rac- colgono fuori delle tombe e paiono appartenere ad un tempo più recente. ?) Un bell’ esemplare liscio fu trovato di questi giorni unitamente ad altri bronzi in una caverna presso Povir, alla quale non si può acce- dere che per una fovea perpendicolare di 33 m. di profondità. 18 Quest’ ultime, alle quali in istretto senso dovrebbe riser- varsi esclusivamente il nome di torqui, sono molto diffuse, conoscendosene da Breonio Veronese!), Oppeano*), Bismantova®), Alfedena) Offida *), Ordona 5), Catanzaro ?), come pure dalle necropoli della Carniola di Zirknitz*), di Hrastie*), di Pod- semel, di Watsch, di Nassentuss !9), da Rosegg!!, da Maria Rast!*), da Hallstatt '3), dalla Svizzera!*, Boemia!?), Germania !9), ) Dallo strato superiore, nel museo preist. di Roma. >) Pigormi: ‘Bull. pal. it. 1878, T. VI £. 0 9) (Chierici: 1b. 1882; pi 125,00 VILÒE. 2, 1) Nino: Not. Sc. Ant. 1877, p. 115, 20%. 5) Museo di Roma. 6) Angelucci: Ric. preist. e stor., p. D4, f. 36. *) Foderaro: Bull. pal. it. 1884, T. III, f. 2. Altre località italiane sono indicate dal Pigorini nel Bull. pal. it. 1878, p. 118. Mancano all’ in- contro ad Este, scarseggiando molto a Bologna, d’onde non si conoscono che alcuni frammenti dalla fonderia di S. Francesco ed alcuni pochi da Marzabotto (Brizio: Atti Dep. Patr. Rom. 1887, p. 528, T. VII, f. 1-5). 8) Deschmann: Ant. Ges. 1879, T. VII, f. 1%. 9) id.: 1884, p. 52. 10) id.: 1889, p. 29. Tutte nel Museo di Lubiana. !!) Museo di Vienna. 12) Wurmbrand: Urnenf. p. 75, T. IV, f. 25, 26; Compt. Rend. Congr. Budapest, p. 289. f. ©. 13) Museo di Vienna. !4) A Sion (Thioly: Bull. Inst. Nat. Gen. 1870, p. 292, T. IV, £. 8), a Granges (Bonstetten: Recueil d’ ant. suisses, T. IV, f. 3), a M6hringen, Charpigny, Concise, Estavayer, ecc. (7roltsch: Fundstatistik, p.22, f. 48). 15) A Cechach (Pamatky arch. 1881, T. XXVIII, f. 12, 13), a Bòmisch Skalitz (Mus. Vienna), a Praga (Lissner: Mitth. Centrale. 1887, p. 39, f. 5). !6) Nella Franconia (Mus. Norimb.), nel Nassau (Ann. Nass. Altert. 1886, T. XI, f. 12; 1890, p. 8, T. I, f£. 3, a Dieffenbach (Lindenschmit : Rom. Germ. Mus. T. XXXVII, f. 8), nel Liineburg (@d. T. XVII £. 7), a Heggermiihle (Voss: Berl. Ant. Ges. 1890, p. 386), a Zauchel (Bottcher: Niederlaus. Ges. 1892, T. VI, f. 1), a Strega (Jentsch: Berl. Ant. Ges. 1881, p. 255, f 1), nello Schleswig (Mestorf: Vorg. Alt. Schl. Holst. T. XXVII, f. 289). Molte località delle provincie renane in 7ròltseh o. c. Del pari nel Museum f. Volkerk. di Berlino da numerosi luoghi della Germania setten- trionale. — 205 — Francia !), Inghilterra °), Ungheria*) Dalmazia 4), Croazia?), Bosnia 5), Erzegovina”), dal Caucaso), ecc. Va notata però una particolarità frequente delle torqui nordiche, tanto della Germania settentrionale che della Scandinavia, che la spirale non segue sempre la stessa direzione come nelle nostre, ma decorre in sensi opposti, onde alla metà dell’arco i due solchi vengono ad incontrarsi °). Le torqui lisce predominano nelle provincie settentrionali dell’ Austria, nella Germania !°) e specialmente in Ungheria !!), sebbene si trovino anche qua e là in Italia, come a Bismantova!®), ) A Valais (Chantre: Age fer, T. XXII, f. 2), a St. Veran (ibid. T. VIII, f. 1; Nécrop. fer, p. 11, f. 9), a Brigue (Chantre: Age bronze, p. 177, f. 126; Rech. anthrop. II, p. 57, f. 30). 3 A Wedmore (Evans: Age du bronze, p. 405, f. 466, 467), da West Rucklard (ibid. p. 407, f. 468). 3) Hampel: Trouvaill. T. XCHI, f. 9, 10; Romer: Résult. p. 169, f. 113, 4 Chantre: Rech. Anthr. II, p. 5°, f. 33. 5) A Prozor (Ljubich: Popis, T. XVII, f. 38-41; Viestnik, 1885, T. XI). 6) Museo di Serajevo da Glasinaz e Rakitno. 7) Nel Museo di Zagabria da Grehin Gradac (Much: Mitth. Centrale. 13594 pi LL, €. 6.) 8) Da Koban, nel Museo di Vienna. 9) Ne vidi copiose nei Musei di Berlino, di Kopenhagen, di Cristiania, di Dronthjem, di Stoccolma. ecc. (ctr. Lindenschmit: Heidn. Vorz. I, Hi TIMONE 35 Rom:"Germi Mus, T. XXXVII, £ 2, (4. Verchow: Congres Stockholm, p. 528, f. 2; Montelius: Sver. Fornt. T. LXVI, f. 227, T LXVII, f. 229), sebbene non vi manchino torqui eguali alle nostre. Se ne raccolsero pure in più luoghi dal Palatinato (7réoltseh: o. c. p. 22, f. 49), e qualcuna in Baviera (Nave: Hiigelgr. T. XXI, f. 1, 2). !0) Se ne conservano in grande quantità nel Museo di Vienna dalla Moravia, da Oberklee, da Horn, da Eggenburg, da Leobersdorf, ecc. tro- vate per lo più in ripostigli. Nel Museo di Graz un numero considerevole dal Zollfeld (Virunum, già figurate in Chantre: Rech. Anth. II, p. 57, f. 31. Se ne hanno anche dalla Baviera (Nave: o. e. T. XXI, f. 1, 2). !1) Da Pilin nel museo di Budapest, da Kameniza Gora pr. Varasdino in quello di Vienna. Si trovano anche nella Bosnia a Glasinaz (Hornes : Anth. Ges. 1889, p. 143, f 196), estendendosi fino al Caucaso a Koban (Virchow: Grabf. p. 48, T. IV, f. 1; Chantre: Rech. Anth. II, T. XIV) ed a Tsechmy (Mus. Vienna). 12) Chierici: Bull. pal. it. 1882, T. VI, f. L — 276 — a Spinetoli!), a Marzabotto *), a Catanzaro *). All'incontro non ne conosco alcuna di ferro, che paiono esser una specialità delle nostre regioni alpine, comparendo pure frequenti nella Carniola 4). Se ne hanno pure alcune da Maria Rast nella Stiria?) e da Oedenburg ‘). Le nostre torqui moniliformi?) corrispondenti a quelle di Caporetto, di S. Pietro al Natisone, di Rosegg 5), di Zirknitz?), di Oedenburg'%, non devono esser confuse con le torqui a nodi, caratteristiche dell’ epoca gallica, come ne apparvero ad [dria di Bacia, a Pozzale, a Montebelluna, nelle necropoli della Francia, della Germania, ecc. Molto prima che per altri scopi, il vetro venne utilizzato per trarne perle, che poi infilate servivano tanto per adornare fibule o spilloni, che per formare collane. Da noi, pare, che a differenza di Bologna, fossero adoperate solamente a questo ultimo uso. In quanto alla loro diffusione, sarebbe difficile rinvenire una necropoli della nostra epoca, che ne andasse sfornita. Questi gingilli trovarono modo di penetrare nelle più lontane regioni, formando oggetto d’ importanti commerci. Rarissime all'incontro sono nelle nostre necropoli perle in forma di testa umana ''), che probabilmente saranno state adoperate come pendagli. E di fatti se ne trovarono fornite di appicagnolo a Castelvetro tanto a faccia maschile barbuta, !) Allevi: Not. Sc. Ant. 1878, p. 286. * Brizio: Atti Dep. St. Patr. Rom. 1887, p. 529, f. 4. 5. 3 Foderaro: Bull. pal. it. 1884, T. III, £ 1. 4) A Watsch (Deschmann e Hochstetter: Denksch. k. Akad. 1550, '. XV, f. 6, 7), a S. Michele d’ Adelberga (Hornes: Anth. Ges. 1888, p. 255). Vi si trovano pure lisce di bronzo. 5) Wurmbrand: Urnenf. p. 75, T. IV, f. 28. ) Bella e Mtiller: Anth. Ges. 1891, p. 191. ?) Furono molto più frequenti negli scavi dello Szombathy che nei miei. 8) Museo di Vienna. *) Deschmann: Anth. Ges. 1879, T. VI f. 15. 10) R. Hornes: Anth. Ges. 1891, p. 77, f. 18. !* Per una strana trasposizione del compositore, la testina di S. Lucia venne publicata a rovescio nelle Verh. Berl. Anth. Ges. 1895, p. 37. = no — somigliantissima alla nostra. che a femminile '). Una si raccolse a Suessola, dipinta a più colori e con orecchini °). Altri esem- plari si conoscono da Cipro, ove sono copiosissimi gli oggetti di vetro 5). Recentemente ne vidi una simile alla nostra, sebbene Ui fattura più rozza, nel Museo di Atene, proveniente dalla Beozia. Vi si conservano pure altre quattro alquanto differenti, di cui una da Eleusi. Secondo gentile comunicazione del Dr. Hòrnes, ne esistono pure parecchie nelle raccolte della Sardegna. Alcune perle di Prozor nella Croazia presentano parimenti faccia umana*). Anche a Caporetto raccolsi una testina umana di vetro, che però è imperforata. Egualmente l ambra non venne dapprincipio adoperata che per farne perle, e solo nell’ epoca etrusca più avanzata si cominciò a tagliarla in forma di figure od a servirsene per intarsi. La storia dell’ambra, come giustamente fu dimostrato dallo Stoppani?), s' innesta intimamente alla storia dell'umanità, dappoichè essa compare già negli antichissimi strati delle mariere 5), accompagnando poscia l’uomo nelle sue vicende attraverso a tutti i secoli. È noto il vasto commercio che ne facevano i Veneti, ritirandola dalle regioni del Baltico ?), e quindi non è da stupirsi se nelle loro necropoli se ne trova in quantità considerevole. Copiosa specialmente essa compare !) Cavedoni: Bull. Corr. Arch. 1541, p. 76. ?) Duhn: Buli. Ist. Arch. 1887, p. 254. 3) Cesnola: Salamina, p. 191, f. 200-205, tra cui anche una barbuta. ') Ljubich: Viestnik, 1885, T. III, t. 24; Popis, T. XXVIII, f. 207, 208. Identiche perle si conoscono dalla Crimea (Antiq. du Bosph. Cimmer. HI, ES IO XOCVIIAEHE 7,18): 5) Stoppani: L’ ambra nella storia e nella geologia. Milano, 1886. ©#Bull.*pall it 18470) p. 199; Helbig: “Accad. Lincei 187%, pi id.: Italiker, p. 21; Pigorini: Ace. Lincei 1877, p. 265. Pare che in Italia fosse sconosciuta al tempo neolitico, mentre nel settentrione non è rara in tombe di quest’ epoca. Fu pure ritrovata ed in quantità nelle tombe di Micene (Schliemann: Mykenae, p. 235,353; Ziryns: p. 425; Helm: Naturt. Ges. Danzig, 1885, p. 234). Veggansi in proposito i lavori di Wal4mann : Der Bernstein im Altertum, e quelli di Ol/shausen nella Berl. Anth. Ges. 1890, p. 20; 1891, p. 286. 7) Plinio: Hist. Nat. XXXVII, c. 3. nella propinqua Carniola '), ove si raccolgono migliaia e migliaia di perle, nè manca in alcuna delle stazioni preistoriche della nostra provincia. Perle d’ambra si rinvennero in moltissime località, come a Lozzo *), Meclo #), Castanetta*), Este ®), Bologna “), S. Ginesio 7), Tolentino®), Ancorano”), Spinetoli!*), Monteroberto!"), S.Marino") Terni 18), Bisenzio !4), Vejo '°), Vetulonia '9), Ordona '‘), Vulci'*), Tarquinia !9), Alfedena®°), Suessola *!), Alife 2%, ecc, a Frògg °*). ) Deschmann e Hochstetter: Denksch. k. Akad. 1880, p. 25, T. XIV, f. 4-7: Deschmnann: Anth. Ges. 1884. p. 50; 1885, p. (2; Hochstetter: Sitzb. k. Akad. 1884, p. 8388, ece. Il Principe Windischgritz mi regalò una collana da Watsch, formata di 140 perle d’ambra rossa. 2 Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1881, p. 156; ibid 1883, p. 64. 3) Campi: Sepolcr., p. 46, £. 1, 2. 4) Antiqua, 1885, p. 53, T. XII, f. 5. 5) Già nel II.” periodo (Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, T.1V, £ 41). 6) Al Giardino Margherita si ritrovarono pure pezzi tagliati in forma di rozze figure. Collane d’ambra sono specialmente comuni alla Certosa (Zannoni: Scavi, p. 88, 161, ecc.). Quasi sempre di color rosso. ?) Sileeri-Gentiloni: Not. Sc. Ant. 1886, p. 47. Di color rosso. S) bid. 1880, p. 977, parimenti rossa. 9) Guardabassi: Not. Sc. Ant. 1878, p. 24. 10) Allevi: Not Sc. Ant. 1873, p. 307, rossa. 1!) Chiappetti: ibid. 1880, p. 140, T. IX, f. 15. 1?) Brizio: Atti Dep. St. Patr. Rom. 1885, p. 180, T. V, £. 7, 8. 13) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 254 14) (bid. p. 187. 15) Lanciani: Not. Sc. Ant. 1889, p. 158. !6) Molto copiosa. Il fondo d’una tomba era tutto coperto di perle d’ambra, sicchè Falchi le calcolava a 4 chilogrammi (Vetul. p. 172). Vi si trova pure in forma di pesci, di scarabei, di cinocetali, di figure umane, ecc. (ibid. T. VII, f. 1, 4). 17) Angelucci: Ric. preist. e stor., p. 48. 18) Gsell: Fouilles, p. 302, 415. 19) Helbig: Ann. Corr. Arch. 1884, p. 158. 20) Nino: Not. Sc. Ant. 1877, p. 115. 21) Milani e Sogliano : Not. Sc. Ant. 1878, p. 109. 2?) Dressel: Ann Corr. Arch. 1884, p. 252. °23) Hauser: Mitth. Centrale. 1887, p. 85. Vi sono copiose. Così si raccolse in un solo tumolo più di 1500 perle d’ambra rossa. x (AR Videm !), Hallstatt ®), in Baviera #), Dalmazia 4), Croazia’), Bosnia“), Grecia ?), ecc. ecc. Una bellissima collana simile alla nostra formata da bulle, (T. XXV, f. 7), si trovò all’Arsenale militare di Bologna 5), altra di pallottole alternanti con saltaleoni, come la nostra tf. 8, s' ebbe dagli scavi di Sibari *). Non ostante le analisi chimiche, che si studiarono di de- terminare il percento di acido succinico per distinguere le ambre del Baltico da quelle di altre regioni, non è ancora accertato se tutte provengano dai paesi settentrionali o se una parte almeno non derivi dalla Sicilia o da altre località meri- dionali !9). La distinzione proposta a mezzo dei contenuti organici sia vegetali che animali''), non ha per lo più che un valore teorico, in quanto che è estremamente raro il ritrovarne traccia nelle ambre preistoriche lavorate. La nostra ambra di S. Lucia per il suo colorito intensamente rosso '*), ricorda non ') Gurlitt: Mitth. Centrale. 1887, p. 197. 9) Sacken: Grabf. p. 78, T_ XVII, f. 27. ln grande quantità, per lo più rossa. 3) Naue: Higelgr. T. XXXIV, f. 14. ‘) Da Blatta nel museo di Ragusa 5) Copiose nel museo di Zagabria. 6) Da Glasinaz (Mornes: Anth. Ges. 1889, p. 146); da Bihac nel museo di Serajevo. ?) Da Micene nel museo d’ Atene. 8) Gozzadini: Di alc. sepolcri, T. I, f. 2. % Pasqui: Not. Sc Ant. 1888, p. 475. Vi sono del resto comuni le perle d’ambra. ‘°) Oltre all’ambra baltica (Succinite) e sicula (Simetite), se ne conoscono parecchie altre, come 1’ appennina, la spagnuola, la rumena (Rumenite), le ambre asiatiche, ecc. Sulle loro analisi chimiche, veggansi Meyer: Gurina, p. 78 e specialmente i molti lavori del Helm negli Atti della Società dei Naturalisti di Danzica. 1!) Strobel: Bull. pal. it. 1886, p. 47. !?) Se anche dall’ aspetto si sarebbe tentati ad ammettere per le nostre ambre rosse una provenienza italica, come opinavano Gozzadini, Cappellini ed altri, vi si oppone la loro straordinaria quantità nelle varie stazioni preistoriche, che contrasta colla grande rarità delle ambre indigene. — 230 — poco quella. del Simeto !), a differenza delle romane di Aquileja, che solitamente sono gialle °). Riesce alquanto strana a S. Lucia la scarsità di fusaJuole, tanto frequenti nella maggior parte dei sepolcreti coevi, e diffuse per tutta l’ Europa, nell’ Asia minore, ecc. Già a Capo- retto ed a S. Pietro al Natisone si fanno più spesse, così pari- menti nell’Istria, ove non di rado raccolgonsi nei castellieri. Altrettanto esteso noi troviamo l’uso dei saltaleoni in tutte le necropoli della nostra provincia, come pure a Vadena ), Meclo *), Peschiera °), Este 5), Golasecca 7), Bismantova *), Bologna *), Rusellae 9°), Bisenzio !!), Terni !°), Vetulonia 1%), !) Secondo Virchow (Congres Stockholm, p. 197), e Stoppani (Ambra, p. 182) il colore non ha alcun valore per la determinazione dell’ ambra. D'altro canto le analisi chimiche delle ambre preistoriche italiane, hanno dato sempre un contenuto di acido succinico superiore al massimale di 0:4%,, stabilito per la Simetite (Helm: Berl. Ant. Ges. 1881, p. 55). Fa d’uopo però considerare che la lunga giacenza dell’ambra nelle tombe in vici- nanza di sostanze organiche, può avere alterato il contenuto di acido succinico, come sembrerebbe provato da Dòpping per l'influenza di agenti ossidanti. Anche Helm (Natarf. Ges. Danzig, 1882, p. 9) è d’avviso che la quantità d’ acido succinico si accresca nella decomposizione dell’ambra a mezzo dell’ossidazione, con perdita contemporanea di carbonio, idrogeno e zolto. ) L’ambra gialla d’Aquileja trovasi principalmente nelle tombe più antiche, la rossa, sia tale per natura sia tinta artificialmente in questo colore, nelle più recenti. I due colori d’ ambra però rinvengonsi in due differenti parti della necropoli. Ambre rosso-cupo sono molto rare (Atter: Mitth. Centrale. 1889, p. 102). Org: Necr. dt. p. Ale TAI 920: 1) Campi: Sepoler., p. 32, T. II, £. 126: 5) Sacken: Sitzb. k. Akad. 1864, p. 226, t. 41; Much: Kunsth. Atlas, TIE, 6221 5) Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, p. 30, T. V, f. 71; 1889, p. 145. 7) Museo preist. di Roma. 5) «Chierici: Bull. pal. it. 1882, p..127; Di VII £ (5: ”) Copiosissimi (Zannoni: Fond., p. 96, T. XLIV, f. 4, bd, ecc.). 1°) Milani: Not. Sc. Ant. 1887, p. 155. !!) Pasqui: Not. Sc Ant. 1886, p. 187. 12) (bid. p. 254. 13) Falchi: Vetul. T. V, f. 4. Più comuni vi sono i fusiformi, 2381 — Corneto-T'arquinia!), Vulci*), Orvieto), S. Ginesio*), Alfedena”), Ordona 5), Suessola *), Sibari*), Francavilla marittima”), ecc., nella Carniola!°), a Maria Rast'!), ad Hallstatt!*), nella Baviera!) Svizzera 14), Francia !), Ungheria !9), Croazia !?), Bosnia !8), Grecia 19), Caucaso 2"), Spagna “!), ecc. La grande molteplicità dei pendagli richiederebbe che si prenda in disamina partitamente ogni singola forma per vedere in quali regioni si trovino ed ove per avventura ne facciano difetto. Così luminette triangolari con o senza incisioni si ebbero !) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1882, p. 160. *) Gsell: Fouilles, p. 292. 3) Not. Sc. Ant. 1877, p. 259. ') Gentiloni: Not. Sc. Ant. 1884, p. 4°. 9) Nino: Not. Sc. Ant. 1877, p. 278. 6) Angelucci: Ric. preist. e stor. p. 47, f£ 26; Ornam. spiral, p. 15, fig. 13, 14. *) Milani e Sogliano: Not. Sc. Ant. 1878, p. 108, T. IV, £. ©. *) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1888, p. 264. *) Gallo: Not. Sc. Ant. 1879, p. 155. 19) Deschmann e Hochstetter : Denksch. k. Ak. 1880, T. XL, f. 9-11 !\) Wurmbrand: Urnenf., p. (8, T. IV, f. 32. Anche alla Lange Wand pr. Wiener-Neustadt (Mus. Vienna). 12) Sacken: Grabf. T. XVII, f. 18. Anche ad Amstetten (Mitth. Centrale. 1876, p. 45). 13) Naue: Hiigelgr., p. 105, T. XVIII, f. 2, 3. Da Wefensleben in Prussia nel Mark. Museum di Berlino. 14) Desor: Le bel age du bronze, p. 22, T. VIII, £. 5; Keller: Pfahlb. Bor AL: !5) Mortillet: Musée, T. LXKXXIX, f. 1078-1080; Chantre: Age du fer, T. XXVIII, £. 2-6; Chantre: Age du bronze, T. XX, f. 11, T. LXII, £. 16. 16) Hampel: Trouvaill. T. LXXXVII, f. 12. VEgubich : Popis, DO XXI, fp; I_XX VI, f.. 185,.186. 15) Truhelka: Anth. Ges. 1889, p. 39, 44, da parecchie località come Podlaze, Glasinaz, Catici, Taline, ecc. 1°) Da Kabirion presso Tebe, nel Museo d’ Atene. 20) gA°WobaniVochkawxGrabi. pir35; LITE, £ 1L°T. VII £ b, TL f.08, 19, T. XI, £ 14; Chantre: Rech. Anth. II, T. XXIX, f. 1-6), a Tschmy (Virchow: Berl. Ant. Ges. 1890, p. 426, t. 19), a Kumbulte (Delbe- schew e Heger: Anth. Ges. 1891, p. 63). 2!) Da Gatos (Stret: Premier. ages, T. LIX), da Fuente Alamo (ibid. T. LXV). de RIE dai Pizzughi '), dalle necropoli carniche °), da Meclo *), Este4), Bologna °), Monteroberto %), Corneto-Tarquinia ?), da molti luoghi della Carniola come da S. Michele d’Adelberga, Watsch, Lepeine, Adamsberg, Nassenfuss 5), ecc., da Hallstatt *), dalla Svizzera 1%), dalla Francia!!), dalla Pomerania !*), ecc.; pendagli triangolari a traforo egualmente dall’Istria (Corridico, S. Giorgio, Vermo), dalla Carniola !#, da Montebelluna '45), Meclo !*), Dercolo '*), Bisman- tova !?), Neuchàtel '8), ecc., « bulla rotonda da Bologna'*), Tolen- tino®°), Cupramarittima*!), Offida*), Corropoli*), Tarquinia?4), ‘) Amoroso: Necr. T VII, f. 19, 20. 2) A Caverzano (Glerardini: Not. Sc. Ant. 1885, p 55), a Lozzo (ib. p. 63), a Montebelluna (0. p. 107), nel Bellunese (Leicht: Av. preist. f. 18). 3) Campi: Sep., p. 24, T. II, £. 15-18, Scavi, T III, f. 7,8. ') Prosdocimi: Bull pal. it 1880, T. IV, £. 2. 9) Brizio: Monum., T. II, f. 20. SiNot. Sc. Ant. IT IS Edo: ?) Ghirardimi: Not. Sc. Ant. 1882, p. 200. 8) Hornes: Anth. Ges. 1888, p. 64, T. III, f. 8. Nei Musei di Vienna e di Lubiana e nella raccolta Windischgritz. Anche da Frògg nella Ca- rinzia nel Museo di Klagenfurt. 9) Sacken: Grabf. T. XIII, f. 2. !0) Desor: Palaf., p. 54, f. 64. !!) Mortillet: Musée, T. LXXXVI, f. 986, 987, da Reallon e Larnaud. Anche da Ingweiler in Alsazia (Antiqua, 1888, T. III, f. 9). 12) Undset: Eisen, p. 133. '3) Da Watsch, Nassenfuss, ecc. nel Museo di Lubiana. 14) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1885, p. 107. '5) Campi: Sepoler., p. 24, T. II, £ 6. '6) Oberziner : ‘Arch. ‘trent. IL T.LI 4 17) Chierici: Bull. pal. it. 1882, p. 120, T. VI, £. 9. !8) Desor: Les Palaf., p. 54, f. 65; Keller: Pfahlb. Ber. VII, T. IX, f.6. Anche dal Lago di Bienna bid. Ber. V, T. XVI, f. 17), da Corcellettes (Gross: Protohelv. p. 70). !9) Nel periodo etrusco di Arnoaldi, Benacci, Certosa, ecc. 2 Gentiloni: Not Sc. Ant. 1883, T. XVI, f. 29 21.23) Museo preist di Roma. 24) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1882, T. XIII, f. 1. O Sibari !), Meclo °), Hallstatt 5), Auvernier4) Prozor?) Meno comuni sono i pendagli a bdulla triangolare, che apparvero ai Pizzughi *), a S. Michele d’Adelberga?), ad Hallstatt 5), come pure quelli a dulla sferica, che da noi trovansi general- mente appesi alle fibule ad arco semplice, essendo sostituiti in altre necropoli per lo più da pallottole solide, come ad Este”), e specialmente a Bologna '°), ove trovansi non di rado appese a saltaleoni. Pallottole finestrate, di cui S. Lucia non mi diede che un paio di esemplari si presentano in maggior numero nelle necro- poli orientali, a Prozor!!), Glasinaz'!®) e Podlaze'*), sebbene non manchino neppure a Golasecca!4), a S. Marino!) a Bologna!5), a Belluno '?), a Meclo !8), a Vadena !*), ad Hallstatt *) nella ) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1888, p. 669. > Campi: Sepoler., T. II, f. 20. >Sacken:MGrabio PORVI *) Gross; Protohelv., T. XXIII, f£. 9. 5) Ljubich: Popis, T. XXII, f. 143-147. 6) Amoroso: Necrop. T. VII, f. 16, 18. *) Hornes: Anth. Ges. 1888, T. III f. 8; anche a Watsch. 5 Sacken: Grabf. T. XVII; :t..D. 9) Prosdocimi: Bull. pal. it. 1880, T. V, t. 2; Not. Sc. Ant. 1882, ] OVE, AR ATRIA VANTA RABAT CA '0) Gozzadini: Di un sepoler. T. VII, t. 2; Brizio: Not. Sc. Ant. 1889, p. 216. ZoubichPopis; Di JEXI; F127: 1°) Hornes: Ant. Ges. 1889, p. 145; Trwhelka: ibid. p. 33, f. 12; Glasnik, 1889, p. 47, £ 2. 13) Lruhelka: Ant. Ges. 1889, f. 69; Glasnik, p. 39, f. 48. Se ne ebbe pure da Olimpia (Furthwédngler: o. c. T. XXIII f. 413, 454) e da Redkin Lager nel Caucaso (Virchow: Berl. Ant. Ges. 1884, p. 150, f. 6). 14) Castelfranco: Bull pal. it. 1876, T. II, f. 5. 15) Brizio: Atti Dep. St. Patr. Rom. 1885, p. 180, T. V, £. 1, 2. !6) Tanto negli scavi di Benacci arcaico, che a Stradello-Certosa ed Awrnoaldi. !?) Leicht: Età d. bronzo, f. 8. 18) Campi: Sepolcr. p. 26, T. II, f. 9. 19) OnsisNeori TIA £.16: 2°) Sacken: Grabf. p. 56, T. XIII, £. 3. — 284 — grotta di Byciskala !), in Svizzera *). Analoghi sono i pendagli a secchiello, largamente diffusi tanto nella nostra provincia che altrove, come a Lozzo, Montebelluna e Caverzano 5), a Nonta*), Castanetta *), Este ©), Guado di Gugnano ?), Lodi), Brembate *), Bologna ‘°), Meclo !), Prozor !°), Zaravecchia !8), Comisa !4), ecc. Uno dei pendagli più frequenti è quello 4 spirale binata che trovasi nella maggior parte delle stazioni preistoriche, tanto d° Italia, che dei paesi transalpini ed orientali '9). ) Hornes: Ant. Ges. 1889, p. 146. ?) A Valayres nel Vaud (Bonstetten: II Supp. Ant. Suis. T. III, f. 16, 18). 3 _- Glirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 61, 107, 36. 1) Museo di Udine. 5) Antiqua, 1885, T. XII, £. 9. 5 Soranzo: Scavi, p. 49, T. II £ 9; Cordenons: Ann. Corr. Arch. 1882, T. agg Q. £. 9; Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, T. VII, £. 4,6, tanto a fondo rotondo che acuminato. ?) Castelfranco : Bull. pal. it. 1883, T. VIII, tf. 14 8) Not. Sc. Aut. 1879, p. 212 °) Mantovani: Not. Sc. Ant. 1888, p. 678. !°) Nel periodo etrusco d’ Arnoaldi. ‘)Campi:#Scavi 2 TYIDE, £°9. 12) Ljubich: Popis, T. XXII, f. 124, 126. '3) Pendente da un’ armilla, nel Museo di Spalato. 14) Nella collezione Zanella a Lissa. !5) Così a Meclo (Campi: Scavi, T. II, f. 19, 20), a Cavedine nel Tirolo (Orsi: Not. pal. trent. p. 28, T. III, f. 3), a Caverzano e. Lozzo (Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 35, 64), a Valtravaglia (Longhi: Not. Sc. Ant. 1881, p. 6), a Rebbio nella Lombardia (Castelfranco: Bull. pal. it. 1878, p. 50, T. III, t. 1), ad Este (Prosdocimi: Bull. pal. it. 1880, T. V, £ 1), a Bologna (Zannoni: Fond. S. Francesco, T. XLIV, f. 10-14; Brizio: Not. Sc. Ant. 1890, p. 280, dall’ Arsenale militare), a S. Ginesio (Gentiloni: Not. Sc. Ant 1886, p. 47), ad Ordona (Angelucci: Orn. spiral., f. 2; Ric. preist. p. 17, f. 9), a Monteroberto (Chiappetti: Not. Sc 1880, p. 346, T. IX, f. 11, 12), a Catanzaro (Foderaro: Bull. pal. it. 1884, T. III, f. 4), a S. Mi- chele d’Adelberga Héornes: Ant. Ges. 1888, p. 229), a Wiener-Neustadt (Much: Kunsth. Atl T. XVIII, f. 2; Kupferz. 1893, p. 28, f. 29, di rame), a Libusin in Boemia (Jelinel : Ant. Ges 1891, p. 4, f. 6), in Baviera (Nave: Hiigelgr. T. XVIII, f. 9), nel Salisburghese (Lindensehmit: Alt. heidn. Vorz. I, Hft. III, T. VI, f. 3), nell’Assia renana (ibid. f. 2), in Pomerania — 285 — Più volte servivano da pendagli le pinzette, così a Capo- retto, al Castelliere di Villanova, a Caverzano !), Brembate *), Este 5), Bologna *), Vetulonia ?), Corneto-Tarquinia 5), Suessola” ), Alife$), Megara Hyblaea *), Rakitno !°), Sobunar pr. Serajevo !!), Blatta (Dalmazia) '°), in Svizzera !*), Francia !4), Germania 1°), (Olshausen: Berl. Ant. Ges. 1891, p. 406, tf. 2, a Mébhringen (.Mortillet : Musée, T. LXKXXVII, f. 1017), a Corcellettes (Gross: Protohelv. T. XXXIII, f. 12), a Garziner (Materiaux, 1886, p. 52), a Sion (70/y: Bull. Ist. Nat. Genev 1870, p. 294, T. I, f. 8), a Bourget (Chantre: Age bronze, T. LXIV, f, 4, a Pilin in Ungheria (Virchow: Mitth. Berl. Ant. Ges. 1892, p. 573, f. 16), a Prozor (Ljubich: T. XVIII, f. 49), a Glasinaz (Hòrnes: Anth. Ges. 1889, p. 146, f. 202, 203), a Taline (Truhelka: Glasnik, 1889, p. 34, £.31), a Grehin Gradac (Mus. Zagabria), a Rama, Salona e Stobrec (Mus. di Spalato), a Blatta (Mus. di Ragusa), a Sitno (Mus. di Vienna), in Scandinavia (Mon- telius: Materiaux, 1885, T. V, f. 124), a Koban (Mus. di Vienna), a Tschmy (Virchow: Berl. Ant. Ges. 1890, p. 425, f. 15), a Samthravo (Chantre: Réch. Anthr. II, T. XLIX, f. 16), ecc. Spirali binate trovansi già quali orna- menti di braccialetti e di spilloni d’oro a Hissarlik (Schliemann: Ilios, p. 495, n. 873, 874, p. 489, n. 834), ed in rilievo su dischi d’oro a Micene (Schliemann: Mykenae, p. 197, n. 246, 252. ) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 57, 1884, p. 174. *) Mantovani: Not Sc. Ant. 1890, p. 53. 3) Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, T. V, f. T°. 1) Frequenti, così a Villanova (Gozzadini: Di un sepoler., T. VI, f. 11, 12), ad Arnoaldi (Gozzadini: Scavi, T. XII, f. 3), a Benacci (Brizio: Monum. T. II, f. 28), a S. Francesco (Zannoni: Fonder. T. XLIV, f. 76-80), a Castel S. Pietro (Gozzadini: Not. Sc. Ant. 1879, p. 510), ece. 5) Falchi: Vetul. T. IV, f. 5 ) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1882, p. 196. 7) Milani e Sogliano: Not. Sc. Ant. 1878, p. 105. 8 Dressel: Ann. Corr. Arch. 1884, p. 245. % Orsi: Mon. ined. 1889, p. 940. !0) Radimsky: Glasnik, 1891, p. 420, f. 11. !!) Fiala: ibid. p. 428, f. T. 1?) Mus. di Ragusa. 13) Desor: Les palaf, p. 96, f. 88; Gross: Protohelv. T. XXI, f. 12. 1) A Bourget (Perrin: Etude preh. Savoje, T. XVII, f 2), a St. Pierre- en-Chastres (Mortillet: Musée, T: LXXXVII, f. 1019). 15) Sacken: Grabf. T. XIX, f. 17; Naue: Higelgr. T. XXI, f. 5; a Pansberg (Mus. Norimberga). Le pinzette nordiche vanno per lo più allargandosi a guisa di spatole. — 286 — come pure in Svezia "), ad Olimpia *), a Salamina sull’isola di Cipro 5), ecc. I pendagli della fibula n. 2 della Tav. XIì ci dimostrano una certa raffinatezza di costumi, rivelandoci che gli antichi abitatori di S. Lucia facevano uso di netta-unghie, di netta- orecchie (auriscalpum) e di lime, al pari di quelli di Este 4), di Bologna®), di Alife 5), di Hallstatt ?), di S. Veitsberg pr. Giins in Ungheria ®). Anche le ruote raggiate si presentano altrove, come a Ca- poretto, ai Pizzughi, a Lozzo ®), Caverzano '!°), Brembate !!), Bis- mantova!) Correggio!*), S. Ilario d’ Enza "4), Este !°, Bologna!%), Bisenzio 1°), Tolfa '8), Hallstatt!*), nella Carniola**), Boemia*!), i) ‘) Undset: Eisen, p. 364, T. XXIX, f. 11. ?) Furthwcngler: Bronzen v. Olympia, T. XXV, f. 479; più larghe f. 495, 494. Anche da Dodona se ne conoscono di quest’ultima forma (Carapanos: Dodone, T. LI, f. 21), del pari da Atene, da Spata e da Eleusi (Mus. d’ Atene). 3 Cesnola: Salamina, p. 69, f. 7%. ') Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, T. V, £. TI. 5) Brizio: Nuova Antol. it. XXII (1889), p. 484. 9 Dressel: Ann. Corr. Arch. 1888, p. 242, T. agg. P, tf 9, 10 *) Sacken: Grabf., p. 89, T. XIX, f. 15, 16. #) Hornes: Anth. Ges. 1889, p. 10, f. 6. 9) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 64. !0) Leicht: Età d. bronzo, f. 2. !!) Con tre anitrelle intorno (Mantovani: Not Sc. Ant. 1890, p. 99). 2) Museo di Reggio. !3) Pigorini: Bull. pal. it. 1892, p. 44, T. VIII, £. 9. 1) ibid. f. 1. Anche nelle terremare dell'Emilia (Keller: Pfahlb Bel ove ae 15) Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, T. III, f. 9. 16) Zannoni: Fonderia, T. XLIV, f. 74. Anche negli scavi Benacci e De Luca. 17) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 297. !8) Kltsche de la Grange: Not. Sc. Ant. 1880, p. 128, t. 5-7. !9) Museo di Vienna. 20) Da Nassenfuss nel Museo di Lubiana. 25) Da Hajek nella racc. Waldstein; da Rossitz nel Mus. di Vienna; da Albrechtec (Woldrich: Anth. Ges. 1893, T. I, f, 8). — 287 — Germania ') Francia °), Croazia?) Bosnia 4), ad Olimpia ?) e fino nel Caucaso a Koban e Tschmy $). Non sono punto rari pendagli in forma d’animali, sia di galletti, dei quali ebbi un bell’ esemplare da Caporetto, sia di anitrelle. Eguali a quest’ ultimi se ne conoscono da Caverzano?), da Este, da Bologna, da S. Margherita 5), e specialmente da Olimpia ®) sebbene più comuni sieno quelli a galletto '9). Nè i pendagli « foggia di mano sono circoscritti alle nostre !) Da Krentznach Lindenschmit: Heidn. Vorz. II, Hft. 9, T. I, f.83; da Wefensleben (Mirk. Museum a Berlino). ® Da Valais (Chantre: Age du fer, T. XX, f. 4); da Chelly (od. T. XXVII, £. 1, 2); da Ribier (Chantre: Age du bronze, T. XXVI, f. 4, 7); da Larnaud (bid. T. XLVII, f. 3-6); da Réalon (@. T. XX, f. 5). Anche in Svizzera, così da Auvernier (Gross: Protohelv. T. XXIII, f. 8, 25, 32; Keller: Pfahlb. Ber. VII, T. VIII, f. 11), da Corcellettes (ib. f. 9). Se ne trovarono pure di stagno ad Hauterive ed Estavayer (Gross: o. e. T. XVIII, f. 30, 32, 35, ecc.). 5) Parecchie da Prozor nel Museo di Zagabria. *) Da Glasinaz nel Museo di Vienna. 5) Vi sono frequenti, tanto fuse che di sottile lamina (YurtWwiingler : Olympia, T. XIII, f. 210, con sopra un uccellino; T. XXIV, f. 472, più grande di piombo, f.471; altre T. XXV, f. 498-509). Egualmente si trovano a Micene (Schliemann: Mykenae, p. 83, n. 120) ed a Kabirion presso Tebe (Museo d’Atene). ©) Museo preist. di Vienna; da Kabarda (Virchow: Berl. Ant. Ges. 1850, p. 444, f. 47). ?) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 35. 8) Nei Musei di Este, Bologna e Lubiana. 9) Furtwdingler: Olympia, p 61, T. XXIV, f. 418-421, ‘°) Così ai Pizzughi (Amoroso: Necrop. T. IX, f. 13), a Caverzano (Leicht: Età d. bronzo, tf. 16; Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1884, p. 174), ad Este ((Soranzo: Scavi, p. 49, T. II, f. 10; Cordenons: Ann. Corr. Arch. 1882, p. 105, T. agg. Q, f. 10), a Bologna (da Stradello-Certosa), ad Adamsberg nella Carniola (Mus. Lub.), a Gemeinlebarn (Szombathy: Praeh Com. 1890, p 57, f. 24, 25), a Prozor (Ljubich: Popis, T. XXII, f. 118, 119), a Glasinaz (Hornes: Anth. Ges. 1889, p. 144, f. 198; Glasnik 1891, p. 32), a Podlaze (Truhelka: Glasnik, 1889, p. 39, f. 57) e persino in Persia (Racc. Pollak a Vienna). Devesi però notare che parecchi di questi galletti essendo forniti di peduncolo, anzichè quali pendagli, servivano infissi da decora- zione a qualche altro oggetto. 288 — necropoli, essendosene trovati a Pradelle presso Gozzo !), ad Este), a Bologna?) a Vulci4, a Prozor®) e perfino a Koban %). Tralascierò di cercare analogie per le altre forme, perchè troppo dovrei estendermi in proposito e noterò solo che anche le catenelle, onde non di rado sono appesi i gingilli, incon- transi in moltissime località, tanto ad anelli semplici che raddoppiati ”), Per la forma delle vesti di allora i bottoni non erano adoperati per gli usi cui servono di solito al presente, ma avevano un ufficio puramente ornamentale. In prova di ciò noi troviamo molti bottoncini, specialmente nelle stazioni nordiche, che invece di appicagnolo possedono due forellini laterali, merce dei quali venivano assicurati alla stoffa *). Da noi questa !) Museo di Verona. 2) Tra gli oggetti degli ultimi scavi. 3) Gozzadini: Arnoaldi, T. X, £. 11. ') Chantre: Rech. Anthrop. I, p. 72, f. 74. 5) Museo di Vienna. 6) Chantre: Materiaux 1888, p. 361, f. 175; Rech. Anthrop. II, T°. XI, PIT IRRVIE ELO. *) Per indicarne solo alcune noterò Meclo (Campi: Sepoler., p. 333, 'T. III, f. 1-3), Caverzano (Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 35, 1884, p. 174), Este (Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, T. V, f. 78, 79), Legnago (Stefani: Not. Sc. Ant. 1879, p. 182), Bologna (Gozzadini: Arnoaldi, T. X, f. 6,8, anche a Benacci), Tolentino (Gentiloni: Not. Sc. Ant. 1883, . XVI, f. 17), Terni (Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 255), Corneto-Tarquinia (Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1882, p. 160), Suessola (Milani e Sogliano : ibid. 1878, p. 108), Alfedena (Nino: Not. Sc. Ant. 1877, p. 277), Sibari (Pasqui: Not. Sc. Ant. 1888, p. 23, 578, T. XV, f. 28), S. Michele d’Adelberga (Hornes: Anth. Ges. 1888, T. III, f. 8), Podsemel (Mus. Lub.), Frògg e Villacco (Museo Klagenfurt), Hallstatt (Sacken: Grabf. T. XII-XV), Baviera (Nave: Hiigelgr. T. XXXII, f. 2-4), Francia (Chantre: Necr. fer, T. II, f. 2, da Saraz), Croazia (Ljubich: Popis, T. XXI, f. 107-109, T. XXII, f 150 da Prozor), Bosnia (Mus. di Serajevo da Slatiste), Caucaso ( Virchow : Berl. Ant. Ges. 1890, p. 426, f. 21), ecc. 8) Nel Museo di Stoccolma esiste un vestito su cui sono cuciti in quantità bottoncini a due fori. Anche Chantre (Age du fer, T. III, f. 6) nota bottoncini applicati su tessuti. Di questa forma se ne trovano anche — 289 — forma di bottoncini è piuttosto rara, predominandovi quelli forniti di orecchietta, che trovansi pure in più luoghi del- Istria!) ed a Caverzano®), Meclo*), Dercolo*), Este?), Bologna”), Forlì ‘), Cupramarittima *), Corneto - Tarquinia *), nella Car- niola !) e Carinzia!'), ad Hallstatt !®), nella Baviera!'3), Savoja!4), Croazia !°), Bosnia !*), ecc. L’accurata monografia dell’ Orsi sui centuroni italici della prima età del ferro !"), mi dispensa dal trattare più diffusa- mente di questo ornamento, tanto usato nella remota antichità. A_S. Lucia ed a Caporetto anzichè vere cinture 0 fasce al Caucaso p. e. a Koban (Chantre: Réch. Anth. II, T. XXX, f. 25-28: Wirchow: Grabip. DOT. IX, 17 VIIG f. die DÒ XI) £ 15) a Tschmy (Virchow: Berl. Anth. Ges. 1890, p. 425, f. 16), sebbene non vi manchino quelli a peduncolo perforato (Virchow: Grabf. T. I, f. 23, T. VI, f. 15, T. DX, f. 18; «4. Berl. Ant. Ges. 1884, p. 130, f. 12). ') Così a Vermo (Marchesetti: Boll. Soc. Adr. 1883, T. IV, f. 16,17), ed ai Pizzughi (Amoroso : Neer. T. IX, f. 16). * Ghrardini: Not. Se. Ant. 1883, p. 86. 3) Campi: Scavi, p. 169. 4) Campi: ibid. °) Prosdocimi: Bull. pal. it. 1880, p. 87, T. IV, f. 10. 6) Museo di Bologna. 7) Santarelli: Not. Sc. Ant. 1886, p. 286. 9) Museo di Roma. *) Ghrardini: 1. e., p. 56. '°) Hornes: Anth. Ges. 1887, p. 4; Museo di Lubiana, da S. Marga- rethen, copiosi. !!) Da Bad Villach nel Museo di Klagenfurt. 1) Sacken:"Grabf. Ti XVII. T 13) Naue: Hugelpr. T. XXXVIII, f. 16. '') Palafitta di Bourget (Mortillet: Musée, T. LXXXVII, f. 1007). !5) Nel Museo di Zagabria ve ne esistono anche di ombilicati. A Prozor si trovò uno scheletro, la cui testa era totalmente ricoperta di bottoncini, derivanti senza dubbio da una specie di cutfia cui erano attaccati (Zjubich: Popis, T. XXVIII, f. 209). 16) Da Glasinaz e Podlaze (Truhelku: Anth. Ges. 1889, p. 75, f. 42). !?) Atti e Mem. R. Dep. St. Patr. Romagne 1885, Fase. I-II. 19 — 290 — metalliche, come quelle di Vermo '), dei Pizzughi °) e di Hall statt 5), non si ebbero che piastre rettangolari da fissarsi mercè chiodetti a strisce di cuoio, simili a quelle della maggior parte delle necropoli italiche*), della Carniola?), della Germania®), della Francia?), dell’Ungheria8), della Croazia), della Bosnia"), ) Marchesetti: Boll. Soc. Adr. 1883, p. 269, T. IV, f. 1, 2. Devo qui notare che gli esemplari da me disegnati non sono piastre da cintura, come furono giudicate dall’ Orsi (1. c. p. 18), ma vere cinture metalliche, delle quali non figurai che un piccolo pezzo. 2) Amoroso: Necrop., p. 84, T. X; Orst: o. c. p. 20, T. IV, £. 58. 3) Sacken: Grabf. p. 47, T. IX-XI. Una venne trovata recentemente anche a Fokoru in Ungheria e va ornata di cerchi tangenziali (Mus. Pest). 4) Così a Caverzano (Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 59, 1884, p. 174), a Lozzo (ibid. 1883, p. 65), a Meclo (Campi: Scavi, T. IV, f. 2-8), a Molinazo (Antiqua, 1885, p. 55, T. XIII, f. 3), ad Este, numerose e talora con splendide decorazioni (Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, T. V, f. 65, 68, 'T. VI, f. 2, 3), a Bologna molte nel ripostiglio di S. Francesco (Zannoni : Fonderia, p. 43, T. XLVI: Orsi: o. c. p. 22, T. II, in buona parte a lo- sanga), a S. Giovanni di Galilea (Brizio: Not. Sc. Ant. 1839, p. 216), a Vetulonia (Falchi: Vetul. T. V, f. 17), a Corropoli (Orsi: IL. c. p. 34, T. IV, t. 10, 11), ad Alfedena (Nino: Not. Sc. Ant. 1877, p. 277), ad Alite (Dressel: Ann. Corr. 1884, p. 245, T. agg. P, f. 1, 2, riccamente decorate). 5) Da Rovisce, Watsch, S. Margherita, Adamsberg, Dobrava, Nas- senfuss, ecc, nei Musei di Lubiana e di Vienna come pure nella raccolta Windischgritz, ove conservasi pure una splendidamente figurata ( Wwwrw- brand: Ant. Ges. 1884, p. 40, T. IV). 5) A Gurina (Meyer: o. c. p. 37, T. VII, f. 1-8), ad Oberwintel (Much: Kunsth. Atl. T. LXIX, f. 4, 5), a Frògg (Mus. Klagenfurt), a Metzstetten (Chantre: Age fer, p. 52, f. 15), ad Habsthal (Lindenschmit : Alt, Hohenz. Sigmaringen, T. XX, f. 2), in Baviera (Nave: Higelgr. T. XVIII, f. 13, T. XIX, f. 1, 8, molto rare all'incontro vere cinture, 'T. XXX, come ad Hallstatt, a Fiirstenwalde (Hensche: Phys. oek. Ges. Kéonigsberg 1869, p. 159, T. III, £. 1). 7) A Chilly (Chantre: Age fer, p. 52, f. 16 e T. XXVII, £. 3, 4), a Corveissiat (ib. T. XXIV), ad Amencey (ib. T. XXXI, XXXIII, f. 1), ad Amondans (ib. T. XXXVI, a Refranche (ib. T. XLI, f. 9). 5) Hampel: Trouvailles, T. CXVIII, f. 29. 9) Molte da Prozor nel Museo di Zagabria (Ljubieh: Popis, T. XXV, XXVI, f. 162, 163, 168-170. 1) Da Bihac nel Museo di Serajevo, da Glasinaz in quello di Vienna. — 291 — della Grecia '), del Caucaso *), ecc. Del pari vi fanno difetto le lamine a losanga, che si conoscono da Este), Bologna *), Corneto-Tarquinia ?), ecc. e che non mancano nella propinqua Carniola, ove sono per lo più di ferro. Quasi identiche alle nostre cinture con rappresentazione di anitrelle, sì rinvennero a Bologna, a Vetulonia), a Watsch °), ad Hallstatt *), a Klein- Glein in Stiria”), ad Entikar presso Bolzano !°). Non solo a S. Lucia ed a Caporetto, a Vermo ed ai Pizzughi mancano le armi di bronzo !!), ma in quasi tutte le necropoli della Carniola, in quella di Este!*), Bologna!8), Cor- neto-Tarquinia !4), Alife e Suessola !), ecc., esse scarseggiano grandemente. Nè quelle di ferro sono da noi punto comuni, dal che io trarrei la conseguenza, che 1 nostri proavi fossero 1) Furthwcingler: Olympia, T. XIX, f. 317-322. Forse appartengono a cinture le tante lamine frammentate con disegni a sbalzo od incisi che vi vennero raccolte (T. XVIII, f. 297-809, T. XIX, f. 3104316, T. XX, f. 325-555). Anche le piastre rettangolari di Dodona con circoli tangen- ziali incisi (Carapanos: o. c. T. XLIX, f. 16-18), potrebbero aver avuto l’istessa destinazione. *) Chantre: Materiaux, 1888, p. 252, f. 161, 162; Rech. Anthr. II, T. LV. Anche nell’ Armenia (Morgan: Necrop. preh de l’ Arm, russe, p. 195, f. 14, 15) da Monci-yeri. 3) Soranzo: Scavi, T. III, t.2; Prosdocimi o.c.T.IV, f. 23, T. VII, f. 20. ') Gli scavi Benacci specialmente fornirono grandi esemplari elittici. 5) Glirardini: Not. Sc. Ant. 1882, p. 117, T. XIII, f£. 19. 6) Falchi: Not. Sc. Ant. 1887, T. XIX, f. 3. *) Chantre: Materiaux, 1884, p. 35, f. 57; Windischgritz: Anth. Ges. 1885, p. 90. 3) Sacken: Grabf. T. IX, f. 8 9) Museo di Graz. 19) Much: Kunsth. Atl. T. LXIX, f. 9. !) Un unico palstab di bronzo venne raccolto negli ultimi scavi dello Szombathy. 12) Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, p. 31. !3) Nei sepolcri umbri ed etruschi le armi sono rare, frequenti al- l’incontro nei gallici (Brizio: Atti Dep. St. Patr. Rom. 1857, p. 501), come da noi. 14) Undset: Ann. Corr. Arch. 1885, p. 2. 15) Dressel: Ann. Corr. Arch. 1884, p. 249; Duhn: Bull. Ist. Arch. 1887, p. 256. ag dediti principalmente alle arti pacifiche, non potendomi per- suadere che la scarsità di armi derivi dall’ esser state queste di troppo valore per venir poste nelle tombe dei defunti. Noi vi troviamo oggetti di pregio molto maggiore che non sia un’ ascia od una lancia, nè le poche armi raccolte derivano dai sepoleri più ricchi, come dovrehbe essere il caso se vi si fosse dato un valore straordinario. D'altro lato noi conosciamo parecchie necropoli nelle quali le armi sono più 0 meno frequenti, come in quelle di Hallstatt, della Baviera, di S. Michele d° Adelberga, di Caverzano, di Sibari. L/armi più usitate erano le lance '), che non mancano in quasi nessuna delle località esplorate, meno comuni i palstab®) ed i celt. Nel Museo di Este conservasi un piccolissimo ) Per citarne solo qualcuna nominerò Caverzano, Lozzo, Monte- belluna (Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1885, p. 39, 69, 109), Pozzale (Bertolini : Not. Sc. Ant. 1880, p. 258), Brembate (Mantovani: ibid. 1888, p. 678), Povegliano (Cipolla: ibid. 1880, p. 238), Rivoli (Stefani: ib. 1885, p. 240) Spinetoli (AWevi: ib. 1878, p. 295), Forlì (Santarelli: ib. 1886, p. 352), Este, Bologna, Marzabotto (Brizio: Atti R. Dep. St. Patr. Rom. 1887, p. 531, T. VII, f 8, 9; Zannoni: Certosa, p. 100, 195, ecc.), Numana (Brizio: Not. Se. Ant. 1891, p. 117), Ancorano (Guardabassi: ibid. 1880, p. 28), Roma (M. S. de Rossi: Bull. Comm. Munic. 1878, p. 75, dal Viminale), Tarquinia ‘ (Helbig: Bull. Ist. Arch. 1887, p. 154), Vetulonia (Falchi: Vetul. p. 46, 105, T. XIII, f. 18, p. 145, T. X, t. 6), Vulci (Gsell: Fouill. p. 414), Cuma (Not. Se. Ant. 1878, p. 143, 171), Suessola (Milani e Sogliano : ib. p. 109), Alfedena (Nino: ib. 1877, p. 278), Sibari (Pasqui: ib. 1888, p. 246, T. XV, £. 10), Catanzaro (Foderaro: Bull. pal. it. 1882, p. 94, T. IV, f. 8), S. Michele d’Adelberga (Hornes: Ant, Ges. 1888, T. V, f. 1-6), Rovisce (MHochstetter : Sitzb. k. Akad. 1884, p. 388), Podsemel, Dobrava, Watsch, Wies (Radimsky e Szombathy: Anth. Ges. 1885, T. VI, f. 3, 5, Y), Hallstatt (Sacken: Grabf. p. 35, T. VII, f. 4, 5), Baviera (Naue: Hiigelgr. T. XIV, f. 1,2), Glasinaz, Taline, Podlaze (Truhelka: Glasnik, 1889, p. 40, f. 58; Anth. Ges. 1889, p. 58, f. 40), ecc. ?) Se ne conoscono di ferro da Montebelluna (Ghrardini: Not. Sc. Ant. 1885, p. 109), Este (Prosdocimi: ibid. 1882, p. 32, 1891, p. 181, dal IlI.® per.) Vetulonia (Falchi: Not. Sc. Ant. 1887, p. 300, T. XVI. f. 15), Preneste (Conestabile: Not. Sc Ant. 1876, p. 116), Cenisola (Podestà: ib. 1879, T. IX, f. 11-14), S. Michele d’ Adelberga (Windisehgritz Anth. Ges. 1892, p. 9, {. 10, 11), Rovisce (/Moclstetter: Sitzb. k. Ak. 1884, p. 589), Podsemel, Dobrava, S. Margarethen, Watsch (Desclhmann e Hochstetter: Denksch. k. Ak. — 293 — palstab di ferro, simile al nostro, mentre uno più grande ne ebbi da una tomba ricca di armi, scavata alle falde del Castel- liere di S. Antonio a Caporetto. Celt di ferro, identici ai nostri, sono piuttosto rari in Italia, p. e. a Caverzano'), a Marzabotto®) e mancano nelle necropoli istriane, frequenti all’ incontro appaiono nella Carniola a Watsch, S. Margherita, Rovisce, Pod- semel, Billichberg8), ecc., a Wies nella Stiria!) e ad Hallstatt?). Parecchi ne furono trovati nella necropoli celtica di Idria di Bacia unitamente a palstab, a S. Pietro al Natisone, ed uno raccolsi pure a Monte S. Vito. Non credo superfluo di ripetere qui che tutte le nostre armi, ad eccezione di un paio di lance e di un celt, furono rinvenute sparse nella terra e non nelle tombe, il che ci addita, ch’ esse non appartengono all’epoca di queste ma ad un periodo poste- riore, spesseggiando nei sepolcreti celtici. A. quest’ epoca devonsi pure ascrivere le lunghe spade, descritteci già. da Polibio 9), che sebbene tagliassero egregiamente, erano formate di un ferro così poco resistente, che ad ogni colpo si piegavano e quindi dovevano venir raddrizzate. Egli è perciò che per renderle inservibili non solo si ripiegavano a più riprese, ma alle volte vi si passavano dei chiodi, come in un esemplare, che scavai a Caporetto. Molte di queste spade si trovarono a Nassenfuss ed a Wallitschendorf nella Carniola 7), come pure a S. Michele 1550, T. XVI, f. 3), Frògg (Hauser: Mitth. Centrale. 1884, p. LXIV), Wies (Radimsky e Szombatluy: 1. c. T. VIL f. 1, 2, 4, 10), Videm (Gur&tt: Mitth. Centr. 1887, p. 176), Hallstatt (Mochstetter: Anth. Ges. 1878, T. III), ecc. 1) Glurardini : Not. Sc. Ant. 1884, p. 174. 3 Brizio: Atti Dep. St. Patr. Rom. 1887, p. 582, T. VII. f. 24. ?) Musei di Lubiana e di Vienna (Deschawn e Hochstetter: Denksch. k. Akad. 1880, T. XVI, £. 1-3). 4) Radimsky e Szombatly : 1. c. 'T. VII, f. 8 Anche nei recenti scavi di Videm. 5 Sacken: Grabf., p. 41, T. VII f. 19. 6 L. II, C. 830, 83. La spada gallica feriva solo di taglio ed in distanza (L. III, C. 113). Cfr. Diodoro L. V, 30; Aulo Gellio IX, 13; Dionisio XIV, 153. *) Deschmann: Anth. Ges. 1885, p. TI, — 99 — d’ Adelberga !), a Frògg *), a Gurina *), ecc. Se ne conoscono pure da Lozzo e Pozzale nella Carnia 4), da Este ?), (IV. periodo), da Povegliano), da Introbbio ?) e Casargo 8) in Lombardia, da Cenisola ®), da Velleja '9), dalle tombe più recenti di Arnoaldi, De Luca e Benacci!!), da Marzabotto !°), da Ceretolo 5), da Numana !5), ecc. e da buon numero di località d’oltremonte, ove la coltura gallica ebbe il suo maggiore sviluppo 15). Abbastanza frequenti erano all’ incontro a S. Lucia e Caporetto i coltelli di ferro, eguali a quelli dei Pizzughi !5), di ') Hornes: Ant. Ges. 1888, p. 250, T.IV, f.1-3; Windischgratz: ibid. 1892, p..9; #6: Mullner» Argo, 1892. p. 46, WD SRVETE2: 3 Hauser: Mitth. Centrale. 1887, p. 18, £. 3. 9 Meyer:"Gurlna; sp. LIE deo: 1) Ghirardini: Not. Sc. Ant. 1883, p. 68; Bertolini: ibid. 1880,.p. 45. 5) Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, T. VIII, f. 59, però a lama un po” più larga. Ghirardini trattando diffusamente del IV. periodo d’Este, nota per l’Italia 24 esemplari di queste spade fino allora conosciuti (Not. Sc. Ant. 1885, p. 401). 5) Cipola: Not. Sc. Ant. 1880, p..258, T. VIII, £. 1. *) Castelfranco: Bull. pal. it. 1886, p. 204, T. X, f. 28. 3) Garovagho : Riv. arch. di Como, 1888, f. 2. » 9 Podestà: Not. Sc. Ant. 1809, p. 303, T. IX, £ 15, 16. 109) Mariotti: Not. Sc. Ant. 187%, p. 172. !!) Museo di Bologna. 12) Gozzadini: Di un’ ant. necrop, p. 3, T. XI, f. 1; Brizio: Atti D'ep. Sb vPatr 850 pp: (029101 VIDE 9956: 19) EIZO O: (6: p. (4945 I NIE SS. 14) Brizio: Not. Sc. Ant. 1891, p. 117, 196. !5) Si ebbero in grande numero dalla stazione classica di La Tène (Keller: Pfablbauten, Ber. VI, p. 293-807; Gross: La Tène, T. I, f. 1-10, T. II, f. 1-9, ecc), e da altre looalità della Svizzera e della Francia (Bonstetten: Suppl. au recueil d’ant. suiss. 1860, p. 15, T. VIII-XII da Tiefenau; De Reffye: Rev. archeol. 1864, p. 337 da Alesia, ecc ). Sono co- muni in Germania come in Baviera, in Turingia, nell’ Annover, in Pome- rania, in Prussia, nello Schleswig, in Iutlandia, in Slesia, in Boemia, ecc. (Cfr. Undset: Eisen, passim; Lindenschmit: Rém. Germ. Mus. T. XXIII, f. 5-1; Lissauer: D. Denkm. d. Prov. Westpreussen, T. IV, f. 6), ecc. !6) Amoroso: Necrop. T. IX, f. 20. Ne ebbi uno recentemente anche dal sepolcreto di Sutta presso Trieste. = 298 — Caverzano '), di Tl'olentino *), di S. Michele d’ Adelberga *), di Rovisce 4), di Dobrava, di Watsch *), di Frògg 9), di Glasinaz e di Taline ?), di Gemeinlebarn®), della Baviera ?), della Svezia 19), ecc. Nè il nostro esemplare di bronzo dal manico terminato ad anello è punto isolato, avendosene trovato in molti altri luoghi di simili, che solitamente erano ancora traforati, come a S. Pietro al Natisone!!), a Porpeto (Friuli)!*), ai Pizzughi!8), ad Este!*, a Bologna"), a Rovio!) a Servirola!?), a Vadena!8), a Nassenfuss '*), ad Hallstatt *°), in Boemia °!), in Germania °°), ) Ghirardini : Not. Sc. Ant. 1885, p. 59; 1854, p. 174. * Gentiloni: Ann. Corr. Arch. 1881, p. 220, T. agg. Q, f. 6. % Hornes: Anth. Ges. 1883, T. III, tf. ©. ') Hochstetter: Sitzb. k. Ak. 1884, p. 587. *) Deschmann e Hochstetter: Denksch. k. Ak. 1850, T. XVI, f. 5-5. 5) Hauser: Mitth. Centrale. 1887, p. 78; 1889, p. 70. 7) Truhelka: Anth. Ges. 1889, p.33, 38, £. 45; Fiu/a: ibid. 1892, p. 402, £. 21. *) Szombathy: Mitth. Praeh. Comm. 1890, p. 55, t. 19-21. °) Naue: Higelgr. T. XVII, f. 1-11. 10) Montelius: Sverig. Fornt., p. 88, f. 267. '!) Vi predominano però i perforati. !?) Museo di Udine. Uno da Montebelluna a Treviso. !3) Se ne conservano due nel Museo di Parenzo, l'uno a semplice anello, l’altro perforato. 14) Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1889, p. 145. Tanto tra gli oggetti nuovi del fondo Baldù, che nella raccolta Nazari. !5) Gozzadini: Arnoaldi, T. IX, f. 2; da Benacci (Brizio: Not. Sc. Ant. 1590, p. 2:5). 16) Castelfranco: Bull. pal. it. 1875, T. IV, £. 1. !?) Museo di Reggio. !8) Orsi: Necrop. T. VII, f. 5, con ochette sulla lama. 19) Museo di Lubiana. 20) Sacken: Grabf. T. XIX, t. ‘. 21) A_Kostelitz (Much: Kunsth. Atl. T. XXX, tf. 11), a Cichtic (Woldrich: Ant. Ges. 1833, p. 18, T.I, f£. 11), a Daubrava (bid. 1895, p. 30, t. 533), a Dasic (Mitth. Centrale. 1889, p. 197, £. 1). 22) A Murchin, nella Pomerania (Friedel: Berl. Ant. Ges. 1888, p. 591, f. 7, a Steinhéfel (Bwhholz: ib. 1890, p. 375, f. 233), a Zaborovo (Undset: Risen, T. XII, f. 2), a Rekenzin, a Unterferrieden, a Consrade, ad Amberg, a Zulow, a Dammerow, a Toddin, ecc. (Lindenschmit: Heidn. Vorz. I, Hft. 8, T. 4, £. 1-4, 9, 11-13). 5A in Francia!) in Svezia *), ecc. All'incontro non trovo che pochi riscontri pel nostro coltello a molla nelle necropoli di Hall- statt #) e di Watsch 4) Questi ultimi hanno il manico ornato di circoli incisi, e quindi per questo riguardo ricordano ?) i due manichi d’ osso, che possediamo da S. Lucia. Anche ad Este si raccolse un coltello dal manico d’osso. Ossa disegnate sono in generale piuttosto rare tra i resti dell’epoca di cui trat- tiamo, ove si eccettui un tumolo di Goldes nella Stiria, che fornì ben 574 pezzi consimili 5). Oltrechè manichi di coltelli, si forma- vano d’osso soventi volte fermagli da collane, come ne abbiamo pure uno da S. Lucia (T. VIII, f. 3) e da Vermo?). Ossa con cerchiellini incisi sì raccolsero pure ad Arnoaldi, a Villanova *), a Ramonte *), a Vetulonia !"), a Videm '!), nè fanno difetto già ) A Courtavant, a Larnaud (Mortillet: Musée preh. T. LKXIX, £. 877, 878; Chantre: Age bronze, T. XLII, f. 1), ad Auvernier e Courcellettes (Keller : Pfahlb. Ber. VII, T. V, f. 10; Gross: Protohelv. T. XV, £. 16,21, 22. 2) Montelius: Sver. Fornt., p. 33, f. 114. 3 Sacken: Grabf. T. XIX, f. 5, 6. 1) Deschmann e Hochstetter: Denksch. k. Akad. 1880, T. X, £. 6. 9) Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, p. 22, T. IV, f. bl. 6) Pichler: Ant. Ges. 1886, p. 54, T. VII. La decorazione di questi pezzi è presa per lo più dal motivo dei circoli tangenziali, raro a S. Lucia, ove non comparve che sur una situla degli scavi dello Szombathy, su qualche fibula (Necropoli, T. VI, f. 1) e sopra un anello (T. XXIV, £. 6), ma frequente altrove e specialmente ad Olimpia (Fwuwvdingler: o. e. TO XINI f 8180 XXXIEXXXIV= Ann. *Corr:tArch.1830;pWMi 20012 eo f. 2; Purgold: Ann. Corr 1885, p. 172, T. agg. B, f. 5, 6), ed a Dodona (Carapanos : o. e. T. XLIX, f. 16-18, 21), ove è il fregio più comune delle numerose lamine di bronzo che adornavano i tripodi. Si conosce pure da Glasinaz sopra una piastra (Truhelka: Ant. Ges. 1889, p. 34. f. 26), e da Fokoru in Ungheria sopra una lunga cintura (Mus. Pest). ?) Marchesetti: Boll. Soc. Adr. 1885, T. II, f. 4. Altro osso lavorato T. V, f. 6. Forse appartiene egualmente ad un manico da coltello il pezzo d’osso a circoli concentrici da Vermo (Moser: Sitzb. k. Ak. 1884, T. V, £. 10). 8) Gozzadini: Arnoaldi, T. IX, f. 11-13. Altri 88 pezzi nel Museo Gozzadini, provenienti da Villanova (Di un sepoler. etr. p 27, T. VI, f. 15, 18; Museo Gozzadini, p. 84). 9) Gozzadini: Mors de cheval ital., p. 20, T. ILL f. 19. 10) Falchi: Vetul., p. 202, T. XVIII, f. 25. '4) Museo di Vienna. — 297 — in depositi arcaici come nelle terramare di Gorzano '), al Castelliere di Sobunar presso Serajevo®), a Micene*) ed a Troja*). Va notata la mancanza sì nei cimiteri della valle del- l’Isonzo che in quelli dell’ Istria, dei rasoi o cultri lunati, tanto diffusi nelle necropoli di quest’ epoca?), che pure apparvero nelle limitrofe provincie, nella Carniola®) e nel Friuli ?). Simili al nostro colatojo di bronzo se ne trovarono ad Idria di Bacia, ad EsteS), a Bologna?), a Numana!°), a Fr6gg'!) e Klein Glein nella Stiria !*), ad Hallstatt !9). Ai Pizzughi si ) Coppi: Monogr. ed Icon., T. XLV, f. 17-25. ® Fiala: Wissensch. Mitth. a. Bosnien, 18983, p. 49, £. 56, 51. 3) Schliemann: Mykenae, p. 86, n. 127. 1) Schliemann: Ilios, p. 425, n. 525, anche piastre d’avorio con disegni (ib. n. 522-524; p. 566, n. 1254-56). 5) Grandissimo è il numero delle località ove venne raccolto questo utensile. Il Gozzadini ci forni una statistica particolareggiata, secondo la quale si conoscevano in Italia fin al 1877 ben 216 esemplari (Scavi Ar- noaldi, p. 59). Moltissimi altri furono rinvenuti posteriormente sì nella penisola che nel resto d’ Europa. Un supplemento venne dato recente- mente da Gsell nel suo lavoro su Vulci (p. 298). Anche Bertrand (Arch. Celt. et Gaulois, 1889, p. 441-447), ce ne fornisce un esteso catalogo. 5) Ad Ostroschnik presso Nassenfuss, ora nel Museo di Lubiana. 7) A Cesaret presso Nimis (Ostermann: Not. Sc. Ant. 1888, p. 406). La mancanza di rasoi nelle nostre regioni sta forse in relazione con la frequenza delle pinzette, o ro/sellae, il cui officio, secondo Marziale, era quello di allontanare i peli importuni : Nec vivat ullus in tuo pilus crure Pingantque crebrae cana labra volsellae, L. IX, Epigr. 27. al quale scopo servono tuttora sulle isole Samoa e presso altre popola- zioni primitive. 3) Prosdocim: Not. Sc. Ant. 1882, p. 30, T. VII, t. 27; 1889, p. 142; Pietrogrande : ibid. 1889, p. 97. °) Brizio: Not. Sc. Ant. 1889; /d. Nuova situla fig. T. IV, f£. 15. Sono specialmente comuni alla Certosa (Zannoni: Scavi, p. 197, 226. ecc). 19) Brizio: Not. Sc. Ant. 1891, p. 153. !!) Musei di Klagenfurt e di Vienna; Hauser: Mitth. Centrale. 1892, p. 43, f. 3. !) Museo di Graz. 13) Sacken: Mitth. Centrale. 1875, p.2, T.Lt. 2. — E raccolse invece un vaso di bronzo in forma di lebete, il cui fondo è bucato da numerosi piccoli fori. Non raro era l’uso nell’ antichità di seppellire con cura 1 cavalli, e molte necropoli ce ne diedero esempi più o meno numerosi, in primo luogo quelle del Bolognese. Alle volte il cavallo veniva posato incombusto sopra la tomba del guerriero estinto, più spesso però si seppellivano solo alcune parti dello stesso od unicamente il freno. I morsi che dapprima erano esclusivamente di bronzo, vennero più tardi fabbricati in ferro ed anche di ambidue i metalli, come è il caso in uno che trassi da Caporetto. Per lo più si rinvengono appajati ed sbarra snodata. Nell’ Italia media e meridionale i loro montanti sono solitamente fregiati di figure di cavalli, ornamento che manca nelle nostre necropoli subalpine. Si ebbero morsi da cavallo a sbarra snodata da Este') Rondineto °), Bologna 5), Vejo *), Tolentino *), Volterra %), Arezzo ?), Vetulonia 5), Ru- selle*), Orvieto 1), Corneto !!), Vulci'*), Preneste 15, Watsch13y ') Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, p. 22, T. IV, £. 30. 2) Barelli: Not. Sc. Ant. 1878, p. 204; IT. XII, f. 2,13. 3) Moltissimi dalle tombe Benacci; 70 pezzi si trovarono nella Fonderia di S. Francesco. Da Arnoaldi e De Luca in ferro senza montanti. Altri da Monteveglio, da Ramonte, ecc. 4) Lanciani: Not. Sc Ant. 1889, p. 259, a filetto e barbazzale. 5) Gentiloni: Ann. Corr. Arch. 1881, p. 220, T. agg. Q, £. 18, di ferro con montanti in forma equina. 9 Chierici: Bulls palsiti 186, TL Vief Di ?) Undset: Ann. Corr. Arch. 1885, p. 40. 8) Falchi: Not. Sc. Ant. 1887, p. 40%, T. XVII, f. 8.; 1889, p. 60; Vetuls p:*108/ ID: aViof v0ppî 18000 eVII 1895: *) Milani: Not. Se Ant 1887, p. 1354; Undset: 1. c. p. dI. 10) Conestabile: Pitture murali, T. VIIL ') Helbig: Ann. Corr. Arch. 1883, p. 293, T. agg. R, f. 4; Dust: Bull. Corr. Arch. 1884, p. 163; Undset: Ann. Corr. Arch. 1885, p. 15. 1?) Gsell: Fouilles, p. 299, ove sono pure indicate altre località del- l’ Etruria. 13) Undset: Ann. Corr. Arch. 1885, p. 54; Gozzadini: De quelque mors, pi 18; I IRE 14) Museo di Lubiana. 299 — S. Margherita '), Wies®, Méohringen 5), Tarbes4), ecc., mentre molto più rari sono quelli a sbarra non articolata, come l’ esem- plare succitato da Caporetto), e che si conoscono unicamente da Bologna), da Vetulonia?) e da Cere®). Un altro esemplare conservasi al Museo di St. Germain, proveniente da una valle alpina *). Più rare sono le bardature complete, sia che non si depo- nessero nelle tombe, sia che constando di strisce di corame andassero consunte per la lunga giacenza. Noi conosciamo tuttavia numerosi monumenti nei quali sono raffigurati cavalli coi loro finimenti, dai quali si può rilevare i vari modi onde erano adornati. Ad Este si trovò una testa fittile di cavallo, sulla quale oltre a numerose borchie di bronzo, vi sono rappre- sentate le varie correggie, che vi formano l’ acconciatura. Molto spesso rinvengonsi nelle tombe falere equine, talora anche accoppiate con morsi, così ad Este !°), a Bologna !!), a ') Museo di Lubiana. 3) Szombathy: Anth. Ges. 1890, p. 179. 3) Mortillet: Musée, T. LXXXV, f. 966. 4) Cartaillac: Materiaux, 1886, p. 564, f. 219. 5) A Pinguente venne pure trovato un morso a sbarra intera, però con oggetti romani. Ora nel Museo imp. di Vienna (Sacken: Jahrb. der Kunsth Sam. d. allerh. Kaiserh. 1883, p. 48, f. 6). 5) Dai fondi Benacci. ,,Due morsi a sbarra liscia e grossa e di un sol pezzo, con due montanti ornati di figure di cavallini. È l’unico esem- plare fra morsi usciti finora dai sepolcri arcaici felsinei, il quale abbia il filetto od una sbarra di un sol pezzo. In tutti gli altri il filetto consiste di due sbarre rotte ed unite da anelli.* Brizio: Not. Sc. Ant. 1889, p. 328. ?) Falchi: Vetul., p. 201, T. XVIII, £. 8. 8) Nella raccolta Castellani a Roma (Gozzadini: De quelq. mors, p 18). >) Gozzadine: le cap. 22, JI dI, fa Id. !0) Soranzo: Scavi Nazari, T. VI, f. 8, finestrata; G/lrardini: Not. Sc. Ant. 1888, T. X, f. 16, lavorata a sbalzo, dalla Chiusura Baratela. !!) Copiose con o senza foro centrale o con bottone rilevato, spesso con disegni a sbalzo, però sempre in unione a morsi equini od a stimoli (Gozzadini: De quelq. mors, p. 14, T. III, f. 15; Brizio: Not. Sc. Ant. 1889, pirolo, dep I..Eef 1) — 300 — Tolentino '), a Bisenzio *), a Vetulonia*), a Sibari) ece., in Ungheria?) e perfino al Caucaso 5). L'uso ai questi ornamenti perdura anche al presente in moltissimi paesi, specialmente pei cavalli robusti che devono tirare carri pesanti, e che non di rado sono fregiati di nume- rosi e grandi dischi di ottone, assicurati a larghe corregge per lo più di colori vivaci. Ci resta ancora da studiare la provenienza di tutta questa ricca serie d’oggetti, per vedere se essi derivino da importa- zione oppure sieno prodotti locali. Nell’enumerazione dei singoli oggetti abbiamo veduto quali e quante analogie essi ci offrono con quelli di altre località e quindi non sarà fuor di proposito se analizzeremo più da vicino i nostri cimeli, mettendoli a raffronto con quelli de’ centri principali dell’industria metal- lurgica de’ tempi preistorici. E qui ci si presentano anzitutto due località principali, Bologna ed Este, la prima quale splendida illustrazione della potenza umbra e più tardi etrusca, la seconda come metropoli degli antichi veneti, d’onde torna continuamente alla luce sì ricca e sì svariata suppellettile funeraria. Per i fittili abbiamo constatato già anteriormente a mezzo dell’analisi elementare della loro pasta, ch’essi sono, ad ecce- zione di un paio, esclusivamente di fabbrica locale. Tuttavia anche dal lato morfologico abbiamo argomenti numerosi per avvalorare questo fatto, sicchè non sarà superfluo il farne qui almeno un breve cenno. Riesce strana la deficenza tanto a Bologna che ad Este di quella forma di pentolini rossi, forniti di un’ansa laterale, 1) Silveri- Gentiloni: Not. Sc. Ant. 1880, p. 345, T. IX, ft. ©. °) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1886, p. 294. 3) Falchi: Vetul., p. 109, T. VIII, f. 22; Not. Sc. Ant. 1887, p. 478, T. XVII, f. 10. Anche due dischi traforati a cerchi concentrici (T. XIV, f. T). 4) Pasqui: Not. Sc. Ant. 1888, T. XV, f. 13, perforate. 5) Hampel: Trouvail., T. LXXXIV, f. 4. #) A Koban, nel museo di Vienna. — 301 — che a S. Lucia sono i più comuni di tutti. Anche le scodelle, che spesso accompagnano queste pentole, sono a Bologna, in relazione forse all’ ufficio cul erano qui destinate, di servire cioè, capovolte, da coperchio alle urne, per lo più di forma differente, possedendo un’ ansa laterale rilevata. Caratteristica è del pari quivi la mancanza quasi assoluta di quei graziosi calici a zone rosse e nere, che ammiriamo ad Este e da noi a S. Lucia e più ancora a Caporetto, ove questa foggia diventa una delle più comuni. L’'ornamentazione a borchie di bronzo, che da noi come ad Este è riccamente rappresentata, non com- pare a Bologna che su alcuni pochi fittili delle necropoli Arnoaldi, Benacci e della Certosa. Del pari la decorazione con listerelle di piombo o di stagno pare essere stata del tutto ignota tanto a Bologna, che ad Este. Anche le ciotolette hanno un aspetto alquanto diverso delle nostre, in quanto che il manico solitamente non è rilevato. All’ incontro lossuario del tipo Villanova a due coni tronchi riuniti, caratteristico per le stazioni felsinee, non comparve che in un unico caso a S. Lucia e due volte a Caporetto. Abbiamo già notato la differenza importantissima circa alla funzione degli ossuari e dei vasi accessori, che si riscontra tra le nostre necropoli e quelle di Bologna e di Este, serven- dovi i nostri vasi aggiunti da ossuari e rappresentandoci questi alla loro volta l’intera tomba. Del pari i grandi dogli sono quasi sempre lisci nei sepolcreti felsinei ed atestini, non aven- dosene trovato che un paio appena di zonati, da noi tanto frequenti. I nostri ossuari di bronzo sono a Bologna sostituiti da grandi urne del tipo Villanova, difettandovi tanto i nostri situloni, che i dogli di S. Lucia. Anche ad Este non trovansi questi ultimi, mentre un unico di quelli, di dimensioni mediocri, venne estratto, come sì disse, dalla Chiusura Franchini. Ma anche gli oggetti d’ornamento ci forniscono numerose prove per escludere la loro importazione diretta dai grandi centri felsino-euganei. Prescindendo anche dalle forme speciali e dalle decorazioni delle nostre fibule a navicella, della Certosa, ad animale, ecc., di cui si fece già cenno superiormente, noterò — 302 — che tanto le fibule ad occhiali che a disco binato, rappresentate largamente nelle nostre necropoli, mancano del tutto ad Este e Bologna. Nello studio comparativo dei differenti oggetti vengono di regola considerati i varî tipi comuni, senza fare molta attenzione alle modificazioni locali ch’ essi ci presentano. Noi troviamo così buona parte delle nostre fibule tanto ad Este che a Bologna, però se le osserviamo più accuratamente vi riscontriamo non poche differenze caratteristiche, delle quali fa d’uopo tener conto. Noi vediamo p. e. le fibule ad arco semplice andar di regola fornite di staffa più lunga delle nostre ed aver l'arco meno curvo. Rimarchevole è specialmente la mancanza assoluta di quelle che d’ambo i lati sono provvedute cli riccio. Vi difettano del pari le fibule di ferro di questa specie e quelle fornite di pallottole, come del tutto differenti nella loro tecnica e forma si presentano le semilunate. Copio- sissime, come da noi, vi sono le fibule serpeggianti: eppure un esame anche superficiale ci fa riconoscere diversità notevoli tra di loro. A Bologna esse hanno quasi sempre la curvatura del- l'arco ingrossata, il disco piccolissimo (eccezione fatta per le biserpeggianti) e sono mancanti del bottone terminale alla staffa !). Da noi questa forma è rarissima, appena accennata a S. Lucia *), e non venne trovata che due sole volte a Caporetto. All'incontro non si conoscono dalle necropoli felsinee ed ate- stine le forme da noi tanto frequenti a rosette laterali e botton- cinìi in piano (come p. e. le nostre alla Tav. XVII, £. 6, 7,9, 12, e Necropoli, T. VI, f. 9-11). A troppe ripetizioni ci condurrebbe un’enumerazione com- pleta delle differenze esistenti tra gli altri oggetti nostri e quelli delle precitate località, come tra gli spilloni, gli orecchini, le armille, ecc. Così ad Este mancano affatto le torqui, rappre- sentate pure scarsamente a Bologna da un paio di frammenti nel deposito di S. Francesco. Se anche l’analisi chimica de’ nostri bronzi, non ci offre alcun dato preciso per stabilire la loro provenienza, tuttavia ’) Va notato che la maggior parte delle fibule bolognesi difetta di questo bottone. 2) Se ne raccolse due negli scavi dello Szombathy. — 303 — la grande varietà nelle proporzioni del rame e dello stagno, che variano da 73 a 91°/,, rispettivamente da 3 a quasi 24"/, parla in favore di una fabbricazione locale, anzichè del prodotto di um’ industria metallurgica in grande, che avrebbe mantenuto una certa costanza nelle sue miscele !). Se anche non può negarsi che chi sapeva trattare sì maestrevolmente i metalli, non avesse potuto conoscere il modo di fabbricare parimenti qualche oggetto di vetro, tuttavia la maggior parte di questi deve ascriversi senza dubbio ad una importazione fenicia. E di fatti noi ritroviamo perle di vetro e di pasta vitrea quasi eguali non solo in tutta l Europa, ma in Asia ed in Africa ancora. È probabile per altro che la loro fabbricazione avesse luogo oltrechè nella Fenicia propriamente detta, in molte altre località ove esistevano colonie di questi grandi navigatori e commercianti dell’ antichità, ed in ispecie nell’Egitto e sull’isola di Cipro *). !) Siccome nella prima analisi chimica dei bronzi di S. Lucia (Boll. Soc. Adr. 1886, p. 165) sono incorsi alcuni errori, il prot. Vierthaler ebbe la gentilezza di sottoporre ad esame parecchi altri (1. e. 1859, p. 20), di cui riporto qui appresso i risultati segnandoli con V. Dietro desiderio del Prot. Virchow gl’inviai pure alcuni saggi, ch'egli fece analizzare dal Prof. Landolt di Berlino (Berl. Anth. Ges. 1888, p. 289), ch'io indico con L. Rame Stagno Piombo Ferro Nichelio Argento Zolfo Arsenico 1. Fib. ad arco semplice 91:89. S14 — — — — —. — L. 2. Fib. ad occhiali . . 81:05 15-70 0:85 0:96 0:15 0:27 — — V. o. Fib. semilunata . . (324 2391. — 083. tr. tr. — — V. debibiranbottonit .. . 62:2s dolo — 085 tr tr — —-< W o. Fib. serpeggiante. . 8945 532 420 tr. — — — — V. 6. Spillone a globetti . 90:09 6:90 0:48 0:38 0-16 0:39 — — V. re - 5 . 88:92 1064 — — — — 096 — L. 8. è ni . 86:99 1274 — 012 — — — — L deinello e: em. SlA4 1740. tr, — —.a toa a Ve lo ee 9966 Oi, at la) ona Aa lla a (82:40 14430053 0:24 010. tr... _d_-\. 12. n, RE a SOogTo Rig i > Lo — — — tr L. ?) E difatti più che altrove sono su quest'isola frequenti gli oggetti di vetro Così il conte A. Cesnola ne trasse da’ suoi scavi più di 4000 (Salamina, p. 185, T. XVII, f. 1-19, 182-187; ZL. Cesnola: Cypern, T. VITI). ciga Importante sopratutto in questo riguardo mi sembra la perla in forma di testa d'uomo barbuto, da me trovata recen- temente a S. Lucia. Intorno alla sua origine fenicia non credo vi possa essere alcun dubbio, dimostrandoci gli esemplari rinvenuti in luoghi già occupati da questo popolo, una spiccata somiglianza col nostro. La barba crespa corrisponde perfetta- mente a quelle delle figure sia di pietra che di terracotta, che si traggono alla luce in quei paesi e che si vedono sì spesso rappresentate sui monumenti degli assiri e dei babilonesi, dai quali l’arte fenicia trasse i principali elementi !). All’ incontro in nessuno de’ monumenti etruschi od umbri noi incontriamo tale tipo, che è caratteristico all’ arte fenicia. I ricci della barba sono prodotti a mezzo dell’applicazione di piccole perlette, affatto identiche a quelle, che, sciolte, sì raccolgono in copia nelle nostre tombe, il che ci dimostra che anche queste devono avere la stessa provenienza. Egualmente d'importazione fenicia sono da riguardarsi le nostre ciotole di vetro, corrispondendo esse non solo per la qualità della pasta e per la distribuzione de’ differenti colori a linee spezzate, a quanto si riscontra nei vasi vitrei di quelle regioni, ma presentando anche analogie nella forma *). Meno evidente riesce l’ importazione delle fibule di vetro, in quanto che di queste non si conosce ancora alcuna dai paesi in antico abitati dai fenici, laddove in Italia e nelle regioni circumalpine rinvengonsi abbastanza frequenti e riproducono altri tipi locali di fibule di bronzo. Ammettendo per queste un’importazione fenicia, noì dovremmo derivarle da due fonti diverse, notandosi una grande differenza tra le fibule di questo ) Così molte statue e bassorilievi del Museo Britannico di Londra provenienti dagli scavi di Nimrud, di Ninive, di Khersabad, ecc. hanno la barba crespa come la nostra testina di vetro. Cfr. le opere di Layard {Discoveries in Niniveh and Babylon), di Hommel (Geschichte Babylons und Assvriens), di Perrot et Chipiez (Histoire de l’ art dans l’antiquité), ece. Del pari molte statue greche arcaiche nei Musei di Atene, Olimpia, Co- stantinopoli, ecc. hanno analogamente rappresentati i capelli e la barba. 3 Da Cipro due ciotole baccellate, però senza manico (A. Cesnola: Salamina, IN AXVIIL: f.31) 35). — 305 — genere dell’Italia media e quelle delle nostre regioni alpine. Mentre le prime sono di pasta vitrea policroma a grandi coste longitudinali, le nostre constano di vetro trasparente per lo più azzurro, liscio o fornito di numerose piccole protuberanze. Egli è quindi evidente che l'importazione non potrebbe essere seguita pel tramite degli etruschi, ma dovrebbe aver avuto luogo direttamente a mezzo di mercanti fenici, che si spinsero fino all’intimo seno deil’ Adriatico. Ho già trattato diffusamente delle ciste a cordoni e del tipo differente che presentano le nostre in confronto a quelle di Bologna e di Este (p. 185-197), sicchè credo superfluo il riparlarne. (Guardiamo ora un po’ come si comportano S. Lucia e Caporetto in riguardo alle contermini necropoli dell'Istria e della Carniola, per vedere se eventualmente si possa derivare da queste regioni la loro suppellettile funeraria. Se anche 1 fittili di questi due paesi presentano nella loro pasta gli stessi elementi dei nostri, le loro forme e la loro tecnica sono molto differenti. Le stoviglie della Carniola, fatte pochissime eccezioni, sono molto rozze, il che vale anche per buona parte delle istriane. Così p. e. le ciotolette ad alto ma- nico che in copia si conservano nel Museo di Lubiana, sono assai grossolane nè ci offrono quella eleganza slanciata, che si ammira nelle nostre. Le decorazioni in generale vi scarseg- giano: due soli vasi vanno ornati di borchie di bronzo, nessuno con lamine di piombo o di stagno. Del pari il fregio a cordoni e zone colorate alternanti, non vi è rappresentato che su alcuni pochi calici: quasi ignoti i grandi ossuari di questa specie. Vi mancano del pari le pentole situliformi, come pure i nostri pentolini rossi ad orecchietta. Più somiglianza hanno all’ incontro i bronzi, essendovi rappresentate la maggior parte delle nostre fibule, ad eccezione di quelle a disco binato. Le fibule ad arco semplice possedono del pari per lo più il riccio bilaterale. Feci già notare nella mia prima relazione su S. Lucia le differenze essenziali colle necropoli istriane '), tanto nel rito ) Boll. Soc. Adr. 1886, p. 155. oe che nella suppellettile funeraria. Col procedere degli scavi le diversità sì fecero ancora più appariscenti, come ebbi occasione di rilevare in più luoghi del presente lavoro. Riassumendo brevemente. noterò che in Istria mancano del tutto i grandi ossuari dei nostri cimiteri della valle dell’ Isonzo, essendovi sostituiti, come a Bologna e ad Este, da urne minori, che da noi fanno sempre l'ufficio di vasi accessori. Da qui l’uso quasi costante dell’ossilegio, che da noi non è che affatto ecce- zionale. La ceramica non giunge però al grado di sviluppo, che si ammira nelle nostre stazioni alpine, sebbene in numero abbastanza rilevante vi si ritrovino vasi importati. Vi predo- minano le pentole ventricose grossolane, con o senza anse, laddove assai scarsi vi sono i calici zonati, come pure le sco- delle e le pentole situliformi, che per lo più sono tozze. Vi difettano i nostri pentolini ad orecchietta, le coppe ad alto piede e le ciotole a manico rilevato. Anche la decorazione ricorda in parecchi riguardi quella delle epoche anteriori, perdurandovi le impressioni digitali, gli alti rilievi e la fre- quenza dei graffiti, con o senza incrostazioni di creta. Però oltre ai disegni puramente geometrici se ne riscontrano anche dei figurali (cervi, ochette, ecc.) somiglianti a quelli delle arcaiche necropoli del Bolognese. Rarissime all'incontro le decorazioni metalliche. Le situle di bronzo senza ornati, una sola portante un cordone rilevato ; frequenti le conche emisferiche. In quanto agli oggetti d’ornamento grande povertà di fibule, tra le quali difettano onninamente quelle ad arco sem- plice, le semilunate e quelle a disco binato, predominandovi quelle della Certosa (tutte a riccio) e le serpeggianti, per lo più nella forma a doppia voluta. Gli spilloni a globetti sono tanto di tipo subalpino che bolognese. Frequenti gli anelli e le armille a spirale, parimenti le armille a nastro largo e con fermaglio a gancio, mancanti alle necropoli dell’ Isonzo. (li orecchini sempre lisci e le cinture, numerose, con ornati incisi, tra cui predomina il meandro, e mai a sbalzo. Mancano le torqui tanto liscie che ritorte. Non credo di dover estendere più oltre questi raffronti, avendo già parlato diffusamente delle analogie e diversità delle = ed — nostre necropoli con quelle di altre regioni allorchè si passa- rono in rassegna i singoli oggetti. Noi vi riscontriamo sì un numero considerevole di tipi. comuni a buona parte dei cimi- teri coevi, però modificati più o meno secondo il gusto del paese. Ove si volesse ammettere un’ importazione di questi oggetti, si dovrebbe supporre che per ogni singola regione si fabbricassero merci speciali, delle quali nel luogo di produ- zione non ne rimase alcuna traccia. lo sono quindi persuaso, che se anche l’ uno o l’altro oggetto era importato, e ne ab- biamo veduto esempi nelle nostre necropoli, la gran massa, quella che ci rappresenta la coltura di un determinato paese, devesi a fabbriche locali 0 per lo meno poco lontane. Di ciò mi sono convinto specialmente nella visita dei musei nordici. ove allato ad un numero sterminato di oggetti speciali, ignoti al mezzogiorno, si conservano alcuni pochi che ne ditferiscono essenzialmente e quindi a ragione devono venir considerati quali prodotti forastieri. E di fatti come si spiegherebbe altri- menti la presenza di forme da getto, che in quantità si rin ven- gono fin nelle più lontane regioni d'Europa, le cui impronte corri- spondono spesso esattamente con gli stessi oggetti !). A_S. Lucia non si raccolse finora alcuna forma, ma non dobbiamo dimen- ticare che gli scavi fin oggi praticati, si limitarono quasi esclu- sivamente all’investigazione delle tombe, nelle quali non era costume riporre attrezzi usati nell’ industria. All'incontro un piccolo assaggio nel sito delle antiche abitazioni, ci diede parecchi pani di rame, per la maggior parte spezzati e portanti tracce di fusione, i quali evidentemente avranno servito alla fabbricazione di oggetti di bronzo *). In quanto allo sviluppo !) Sono copiose specialmente in Svizzera (Gross: Protohelv. T. XXVII-XXX), im Boemia e Moravia (Pamàtky arch. 1886, T. VIII, IX, f. 13; Berger: Mitth. Centrale. 1887, p. 165, f. 3, 4; Wankel: Miahr. Schweiz, p 416), in Imghilterra (£vans: Age du bronze p. 46%, f. 515-558). in Svezia (Montelius: Sver. Fornt. p. 60, T. LX, f. 209, 211, 212, T. LXI, f. 210), a Troja (Sehliemann: Ilios, p. 453, 568. n. 599-604, 1266-1268; Troja, p. 170. n. 45), nel Caucaso (Chantre: Recherch. Anthrop. I. TaTHI-V), ceco. ?) Questi lingots trovaronsi in uno strato di carboni e di terra bruciata, unitamente ad un pezzo di fibula a doppio ardiglione e ad una * — 808 dell’arte ceramica, poche regioni certamente meglio vi si prestano della vallata di S. Lucia, ove nei dintorni, special- mente a ‘Tolmino, Sella, Casarsca, ecc. si trovano depositi poderosi di argilla plastica egregiamente corrispondenti al- l’uopo. Ma è oramai tempo che vediamo a quale epoca si debba riferire la necropoli di S. Lucia e quale fosse il popolo, che vi affidava le sue spoglie. Dopo quanto abbiamo rilevato in proposito alla suppellettile funeraria, non è mestieri aggiungere altri argomenti per dimostrare, ch’essa appartiene alla civiltà della prima epoca del ferro, civiltà che fioriva nella maggior parte d’ Europa durante il primo millennio innanzi alla nascita di Cristo. Le nostre cognizioni odierne intorno a quest’ epoca, ci permettono però di stabilire con maggior precisione i vari periodi di questa civiltà, che formarono già argomento di aceurati studi di dotti paletnologhi, come d’un Undset, d'un Helbig, d’un Pigorini, d’un Brizio, d'un Ghrardini, d’un Von Duhn, d’un Gsell, e d'altri. Le condizioni delle nostre contrade erano naturalmente molto diverse da quelle del Lazio, dell’ Etruria e dell Umbria, tuttavia noi abbiamo veduto quante analogie corrono tra le necropoli arcaiche di queste regioni e le nostre. Queste ana- logie s'affievoliscono e divengono sempre meno evidenti, allorchè si avanza coll’età, scomparendo quasi del tutto all’epoca del massimo splendore degli etruschi. Così noi ritroviamo moltissimi riscontri nello strato arcaico così detto di Villanova, largamente diffuso in quasi tutta l’Italia, con una meravigliosa uniformità di tipi, laddove nel susseguente della Certosa gli oggetti corrispon- denti si fanno molto più rari e non appaiono che quali ecce- zioni. Ciò riesce naturale, ove sì ponga mente all’ influenze, che falce di ferro con manico ad alette. Alcuni portano tracce di sigle. La loro analisi, eseguita dal Prof. Vierthaler, diede oltre il rame un picco- lissimo percento di stagno (3‘05-3:92%), all'incontro ben 247-25:5% di piombo. Siccome nessuno dei nostri oggetti di bronzo contiene un quan- .be)] titativo si grande di questo metallo, è probabile che servissero quale aggiunta ad altre miscele per abbassare il loro punto di fusione. — 309 — determinarono lo svolgimento delle differenti colture. Sulle coste dell’ Etruria già di buon’ ora noi vediamo farsi manifesti i contatti con navigatori e commercianti fenici o cartaginesi, e quindi l'importazione di elementi orientali, che donarono un’ impronta particolare all'arte etrusca. Più tardi le relazioni coi greci, sia dirette, sia per mezzo delle colonie elleniche, sparse in copie per l’Italia meridionale, diedero nuovo e più fecondo impulso al progresso di questa civiltà, che allargatasi entro terra e passati gli Apennini, fiorì specialmente a Felsina e nel suo territorio. All'incontro i popoli che stanziavano intorno all’ intimo seno dell’ Adriatico, lontani da influenze straniere e tutt’ al più visitati raramente da qualche navigatore orientale, mantennero più lungamente la loro coltura originaria, non ricevendo che qualche elemento isolato dal di fuori. Appena in epoca più tarda anche presso di loro si manifestano più chiaramente gli influssi industriali ed artistici esogeni, che vengono a modifi- care il carattere primitivo. Quest’ influssi per altro non pro- vengono solo dal mezzogiorno, ma devono venir ricercati pure nel settentrione e principalmente nella penisola balcanica, le cui relazioni colla coltura italica, finora non abbastanza rile- vate, potranno forse apportare nuova luce su alcuni fatti, dei quali non si ha per anco una spiegazione del tutto sodisfacente. Per stabilire la cronologia della nostra necropoli ci fa d’uopo volgere uno sguardo ai grandi cimiteri italici, nei quali la suppellettile funeraria e specialmente i vasi dipinti e le iscrizioni, permisero di fissarne l’ età con una certa precisione. Sorpassiamo le stazioni dell’ Etruria propriamente detta, ove p. e. a Corneto, a Vulci, a Cere, a Preneste, ecc. già alla fine dell’ VIII” secolo cominciò ad apparire la nuova coltura etrusca ed a sostituire a poco a poco l’arcaica di Villanova. Per noi sono di maggiore importanza le necropoli bolognesi, ove il periodo di Villanova perdura più a lungo, venendo a cessare bruscamente coll’ apparire degli Etruschi nel 500 circa a. C., allorchè esso era giunto al suo massimo splendore. A. differenza di quanto avvenne nell’ Etruria marittima, ove gli elementi fenicio-orientali e greco-arcaici a poco a poco s' infiltrarono E UR nella coltura anteriore, a Bologna la civiltà etrusca s impone improvvisamente eliminando e distruggendo l'antica per modo, che nella Certosa e nelle altre necropoli etrusche invano se ne ricerca traccia. Ora per concorde parere degli archeologi !) queste necropoli sì bene caratterizzate dalla presenza di vasi greci dipinti di provenienza attica, appartengono al V® secolo prima dell’ éra volgare. In esse non più l’ossuario a due coni riuniti, non i vasi metallici a chiodatura, non i cultri lunati, non le cinture, non gli spilloni, non la svariata serie di fibule, nulla, insomma, come osserva il Brizio *), che ricordasse la precedente coltura umbra di Villanova, colla quale i nostri cimiteri dimostrano tante analogie. Altre necropoli per noi ancora più importanti sono quelle di Este. Anch'esse ci dimostrano varî periodi, che però non sono come a Bologna sì bruscamente divisi tra di loro, ma ci palesano una certa contimuità, un progrediente sviluppo dei differenti tipi arcaici, i quali perdurano appresso alle nuove manifestazioni artistiche. Il primo e più antico de’ quattro periodi, nei quali il Prof. Prosdocimi divide i campi funebri atestini 5), corrisponde al gruppi più arcaici delle necropoli bolognesi dei fondi Benacci- De Luca e di Villanova. Anche il secondo conserva prettamente il carattere delle necropoli umbre di Villanova, senza alcuna miscela di etruscismo, ma l’ossuario tipico di due coni uniti è spesso sostituito dalle situle fittili, e le stoviglie vanno spesso ornate di borchie o di scudetti di bronzo, disposti in modo da formare vaghi disegni geometrici. Tra i vasi aggiunti primeg- giano le coppe ad alto piede, nè vi mancano le ciotole a manico rilevato. Appresso alle fibule ad arco semplice, compare anche ) Brizio: Monum. arch. p.27; Nuova Antol. 1879, p. 440; Mus. ital. d’Ant. class. II punt. 1, p. 2; MHelbig: Ann. Ist. 1884, p. 165; Duhn: Atti R. Dep. St. Patr. Rom 1890, p. 17, ecc. ?) Brizio: Atti R. Dep. St. Patr. Rom. 1885. p. 194. Cfr. pure Zam- noni : Certosa, p. 128, 454. 3) Not. Sc. Ant. 1882, p. 17. Veggansi pure i lavori del Ghirardini nell’istessa publicazione 1888, p. 382 e 1888, nel qual ultimo egli unisce il IT" e III" periodo in uno solo, da lui detto veneto (p. 578), — 311 — la fibula a navicella, si fanno frequenti gli aghi crinali a glo- betti e ritrovansi pure collane di perle d’ambra e di vetro. Nel terzo periodo. che segna l’apogeo della coltura atestina, la suppellettile diviene più varia e più ricca ancora. Appaiono tombe a ziro e scompare quasi del tutto l’ ossuario di Villanova. Le situle sono spesso riprodotte in bronzo con rappresentazioni figurali, mentre quelle d’argilla, un po’ rigon- fiate, prendono la forma di calici. Si nota pure la presenza di vasi greci a figure dipinte, sia importati, che d’imitazione locale. La decorazione a borchie metalliche si fa rara e viene sostituita da cordoni rilevati e coloritura a zone rosse e nere. (trande varietà di fibule, come abbiamo veduto nei raffronti colle nostre, mancanti però quelle ad arco semplice e ad occhiali. Elegantissime le piastre da cintura, con disegni a sbalzo od incisi. Questo periodo giunge, secondo (hirardini !), all’età della Certosa, sebbene in molti riguardi conservi un ca- rattere particolare, ed il suo principio sarebbe da riferire alla seconda metà del V°® secolo. Il quarto periodo finalmente ci mostra già chiara I in- Huenza gallica e romana, trovandovisi talvolta appresso alle venete anche iscrizioni latine ed una suppellettile del tutto diversa dalla precedente, tanto in fatto di ceramiche che negli oggetti metallici, come si può persuadersi dando uno sguardo alla Tav. VII del prelodato lavoro del Prosdocimi. Ora che abbiamo tratteggiato brevemente 1 caratteri essen- ziali dei differenti periodi delle due necropoli, che per noi hanno capitale importanza e fissato la loro cronologia, non riescirà difficile lo stabilire, almeno approssimativamente, l'età anche per la nostra di S. Lucia. Ho già notato più sopra che finora non ci fu possibile riscontrare diversità tipiche tra le differenti parti della vasta necropoli, che ci permettano di determinare dei periodi, come avvenne per le euganee. È ben vero che talora si rinvengono zone più o meno estese, nelle quali predominano certe forme a preferenza 0 anche ad !) Not. Sc. Ant. 1888. p. 525, ctr. anche He/big: Bull. Ist. Arch. 1882, pag. 79. = ele — esclusione di altre; tuttavia io credo più consulto di attendere che gli scavi sieno ultimati e tratto alia luce il copioso mate- riale, che rimane ancora sepolto, prima di emettere un giudizio definitivo in proposito. E per vero, se teniamo conto della vastità della nostra necropoli e del tempo certamente non breve, che fu necessario per popolarla, dovremmo stupirci se tra le parti più arcaiche e le più recenti della medesima, non esistesse alcuna differenza nella suppellettile funeraria. Dal fin qui detto emerge che il nostro cimitero offre nu- merose affinità col Il" e col III° periodo estense, (rispettiva- mente colle corrispondenti necropoli bolognesi), dei quali può a ragione venir considerato come coevo. Va notata però la mancanza di vasi greci dipinti, che pur trovarono modo di penetrare in Istria, importativi probabilmente da Adria, ove essi giunsero nel V” secolo, mentre a S. Lucia non si ebbero che pochi fittili precorinzi di fabbrica apula. Del pari vi fa difetto qualsiasi traccia d’iscrizioni e persino di sigle, come non rare apparvero su vasi e laminette metalliche nelle due precitate necropoli ed in alcune altre stazioni alpine. Nè può sottacersi il perdurare di una quantità di fibule di forme arcaiche, il che parla per una maggiore antichità del nostro cimitero. In quanto al tempo in cui vennero abbandonati i campi funebri di S. Lucia, esso ci viene additato dalla deficenza di oggetti gallici, 1 quali sono appena appena accennati in qualche rara tomba e per lo più raccolgonsi fuori delle stesse, quali oggetti sparsi nella terra, e quindi non sono da considerarsi come appartenenti all’epoca della necropoli. A questo proposito credo opportuno osservare, che se anche le nostre regioni subalpine probabilmente appena in tempo molto tardo vennero in potere de’ celti, questi per la loro maggiore vicinanza devono aver esercitata un’ influenza sull’ arte indigena, prima che ciò avvenisse nelle contrade dell’Italia media. Ed in ciò si avrebbe un caso analogo a quanto successe nella regione litoranea del- l’Etruria in confronto ai paesi mediterranei, coll’ introduzione degli elementi orientali, come si notò più sopra. Noi sappiamo che già nel V® secolo a. C. i Galli erano scesi nella Cisalpina ed estendevano rapidamente il loro — 313 — dominio, avanzandosi verso oriente, e Polibio trovò nel IT" secolo che i Veneti avevano già assunto totalmente i costumi ed il vestire dei loro vicini, non mantenendo più che la lingua quale ultimo retaggio '). Ora se consideriamo che i Veneti non erano stati punto vinti e soggiogati dai Galli e che anzi con questi vivevano in lotta continua, apportando loro numerose sconfitte, dobbiamo ammettere che la civiltà gallica solo lenta- mente erasi infiltrata nella veneta, (della quale trovavasi del resto di gran lunga inferiore), e che molto tempo doveva esser trascorso prima che la sostituisse sì completamente, come ci narra lo storico greco e più eloquentemente ci viene dimostrato dall’ ultimo periodo delle necropoli atestine. Nessuna meraviglia quindi se alcuni oggetti delle nostre necropoli accennano già ad un'influenza celtica im un periodo relativamente arcaico, nel quale predominano ancora tipi caratteristici all’ epoca di Villanova *). Così noi possiamo facilmente spiegare la presenza contemporanea di fibule, che solitamente vengono ascritte ad età differenti, quali sarebbero p. e. quelle ad arco semplice ed a doppio ardiglione 5). l'enuto conto di tutte queste considerazioni, non crediamo di andar errati se ammettiamo il principio della nostra necro- poli almeno al VI" secolo a. C., facendola perdurare sino alla fime del IV®. Può darsi che i risultati delle future escavazioni ci rivelino altre parti più antiche o più recenti, e quindi ven- gano a modificare i termini cronologici testè assegnati. i Hist, L. IL c. 17. ? Anche ad Este appaiono oggetti gallici importati già nel ILL periodo, analogamente a quanto si osserva nelle necropoli bellunesi, alla Certosa, a Benacci in tombe di tipo Villanova (G/lurardini: Not. Se. Ant. 1883, p. 392. Secondo questo Autore (p. 413) la civiltà gallica penetra, in maniera appena sensibile, nella civiltà italica della prima età del ferro, che continua per un certo tratto di tempo a fiorire dirimpetto all’ altra“. Più tardi appena essa ,,si sovrappone alle civiltà locali, prevale rispetto a quelle e domina interamente, dalla fine del secolo IV. a. C. fino alla conquista romana“. 3) L’istesso caso si constato anche a Caverzano e nelle necropoli della Carniola. — 314 — In quanto al popolo che abitava le vallate dell’ Isonzo, se anche la storia non ce ne conservò il nome, noi lo possiamo ora riconoscere dai resti della sua civiltà, ch'egli volle gelosa- mente affidati al grembo della terra, atfinchè dopo venticinque secoli ci rivelassero la sua esistenza. Esso apparteneva a quella forte schiatta illirica, che venuta dall’ Oriente attraverso la penisola balcanica, occupò il versante meridionale delle nostre Alpi, spingendosi fino al Po ed ai laghi della Lombardia: a quei Veneti, che allato e forse ancor prima degli Etruschi estesero i loro commerci alle più remote contrade. attingendo un alto grado di coltura e di foridezza, e dai quali le nostre giogaje alpine presero il nome di Alpes venetae 1). Non è qui il luogo di avventurarsi nel vasto pelago delle origini dei prischi veneti, sui quali gli stessi scrittori dell’ an- tichità non paiono del tutto concordi, chi ascrivendoli agli illirii, chi facendoli giungere attraverso la Tracia dall’ Asia minore e dalle rive del Ponto *). Ame sembra però che questa discordanza non sia che apparente, potendosi mettere facilmente d’accordo tutte queste varie opinioni, che infin dei conti non sono altro che il riflesso delle tradizioni allora vigenti tra il popolo. È indubitato che l'immigrazione dei veneti non potè aver luogo che per via di terra, essendo impossibile che coi primitivi mezzi di trasporto di quel tempo, grandi masse di popolo si portassero da un paese all’altro per via di mare, specialmente quando trattavasi di regioni molto distanti. Noi ) Dell’ estensione dei Veneti parlano molte località che ne portano ancora il nome p. e. Piz Venezia, Grossvenediger, M. Venet tra Landeck ed Imst (Stolz: Zeitsch. tf. 6sterr. Gymnas. 1886, p. 518), Lacus venetus {Bodensee). i Venetulani del Lazio citati da Plinio (Hist. Nat. IIT, e. 5), ecc. Anche i nomi di iscrizioni trovate a Iuvavum e Bedaium ci dimostrano che gl’illirii si estendevano fino all’ Inn (Pauli: 0. e. p. 420). Del resto oltrechè in Calabria ed in Apulia, ove sedevano le tribù illiriche dei lapigi, dei Messapii, dei Poediculi, dei Dauni, esistevano parecchie loro colonie sparse pel Piceno, nell’ Umbria e nel Lazio. 2?) Veggansi in proposito specialmente 1 lavori del Benussi: L'Istria sino Augusto (nell’ Archeograto Triestino VIII, p. 16%, IX, p. 56, 309, X, p. 45, 271), del Czorwig: Die alten Volker Oberitaliens (p. 70-150) e del Pauli: Altitalische Forschungen, Leipzig 1886-1891. — 8315 — dobbiamo quindi ammettere che l'immigrazione seguì attra- verso la penisola balcanica, oltre l'intimo seno dell’ Adria, toccando nel suo lungo viaggio numerose contrade, come era imposto non solo dal decorso delle valli e dei valichi alpini, ma eziandio dalla minore o maggiore resistenza incontrata da parte degli abitanti indigeni. Ne viene da ciò che non sempre il popolo migrante poteva spingersi innanzi per la via più breve, ma doveva più volte deviare a destra od a sinistra pur di procedere più liberamente. Le recenti esplorazioni nella pe- nisola balcanica, se pure ancora ne’ loro primordî, ci hanno appreso tuttavia ch’ essa era abitata fin dall'epoca della pietra e che numerosi castellieri identici a quelli della nostra pro- vincia e sincroni alle terremare dell’Italia, popolavano densa- mente quelle regioni montuose. È quindi probabile che i veneti avranno dovuto sostenere parecchie lotte cogl’indigeni. dalle quali naturalmente era rallentata o spostata la loro marcia. Nè può supporsi ch’essi procedessero con una meta fissa, di giungere cioè ad un determinato paese, ma devesi ammettere che si spingessero innanzi a poco a poco, sia che le terre occupate loro non fornissero sufficenti mezzi di sostentamento, sia che altre popolazioni migranti li premessero da tergo. costringendoli a continuare il loro pellegrinaggio. Per tal modo s'avvanzavano come l’onde del mare che l'una incalza l'altra, passando per terre diverse, nelle quali facevano soggiorno più o meno lungo. E l’ultime loro stazioni prima di arrivare alle nostre piaggie furono senza dubbio nell’ IHlirio, ove forse sosta- rono per un tempo maggiore ed ove le scoperte paletnologiche che si vanno facendo, ci rivelano ogni giorno nuove analogie, nuovi punti di contatto tra le loro civiltà. Da ciò quindi la denominazione di illirii data ai veneti da buon numero degli antichi scrittori, ai quali certamente non saranno sfuggite le numerose affinità esistenti tra gli abitatori delle due regioni. Ed è appunto su queste affinità che parecchi archeologi hanno recentemente costituito appresso ai grandi centri di cultura umbra ed etrusca, un terzo, l’illirico, che partendo dalla peni- sola balcanica, occupava le nostre regioni alpine e subalpine, irraggiando da un lato fino all’ Austria inferiore ed alla Baviera — 316 — meridionale, dall’ altro fino alla pianura veneta. In questa vasta zona in seguito ai differenti gusti locali ed alle influenze esercitate dai popoli limitrofi, si determinarono varî gruppi speciali di coltura, con un’ impronta particolare, i quali col procedere delle esp.orazioni vanno sempre meglio delineandosi. Così le nostre necropoli della valle dell’ Isonzo, se anche per 1 caratteri generali devono ascriversi alla coltura illirica, non lasciano tuttavia disconoscere il loro tipo speciale, che le lega strettamente a quelle del Veneto, con numerose reminiscenze orientali, sicchè vengono a formare un gruppo bene distinto, che io vorrei denominato veneto-alpino. Dopo aver trattato della città dei morti dobbiamo ancora rintracciare il sito, ove sorgevano le dimore dei vivi. Se anche supponiamo che, al pari del presente, le necropoli di S. Lucia servissero non solo agli abitanti di questa, ma eziandio a quelli dei luoghi contermini, dobbiamo tuttavia ammettere che essa era una stazione abbastanza popolosa. Le posteriori costruzioni ed i rivolgimenti del terreno hanno modificato grandemente la forma della collina, sulla quale sorgeva il borgo preistorico, a differenza di quanto successe a Caporetto, che abbandonata in tempo relativamente antico, conservò inalterato il carattere di castelliere. S. Lucia all'incontro, come ci fanno fede i nu- merosi oggetti, che vi si raccolgono ed i resti dei vari fabbri- cati, che s'incontrano sotterra, continuò ad essere abitata dai differenti popoli, che si succedettero fino al tempo presente. La sua posizione alla contluenza di due fiumi, in una vallata fertilissima, ricinta tutto all’ intorno da monti parte erbosi, parte ricoperti da boschi, doveva già di buon’ ora aver attirato l’attenzione delle popolazioni migranti, invitandole a sostarvi. Quella collina ghiajosa circondata dai fiumi e difesa dal monte, che le si alza da tergo, oftriva del pari un eccellente ricovero in caso di guerra. Ai munimenti naturali, altri ne aggiunse l’uomo, costruendovi valida muraglia, che girando intorno alla collina, la chiudeva da ogni lato. Ne nacque per tal modo un castelliere, simile a quelli che in tanta copia trovansi sparsi per la nostra provincia. Oltre alla cinta esterna, è probabile che altra vi esistesse più ristretta, come ci — 317 — accennano 1 resti di grosse muraglie, che si prolungano verso la sommità della collina. Tra il nero terriccio che occupa tutta la zona compresa entro il castelliere, noi incontriamo gran numero di cocci e d’ossa d’animali, talora anche oggetti me- tallici sia d’ornamento che d’uso domestico, corrispondenti a quelli delle necropoli. Nè va sottaciuta un’ altra circostanza, che favori grandemente il suo sviluppo. L' Isonzo scorrendo tra Caporetto e S. Lucia in una larga valle, si espande sur um ampio letto di ghiaje, sicchè malagevole se non del tutto im- possibile doveva riescire il passaggio da una sponda all’ altra. A_S. Lucia all'incontro ed a Caporetto, il fiume trovasi ristretto tra rupi im un angusto canale di pochi metri, sicchè facilissima riesciva la costruzione di un ponte. Arrogi che a S. Lucia anche 1 Idria scorre imprigionata in una gola rocciosa, per passare la quale bastavano un paio di travi. Pare che nel primo tempo venissero sepolti i morti entro la stessa cinta, essendovisi trovate numerose tombe, per lo più scomposte dai lavori agricoli. Ma in breve lo spazio divenne troppo ristretto ed allora si scelsero per cimitero 1 vari terrazzi alla sponda sinistra dell’Idria. Non presentando però alcuna differenza la suppellettile funeraria delle tombe, che giacciono ad una sponda del fiume in confronto di quelle della parte opposta, non possiamo ammettere ch’ esse distino cronologica mente tra di loro. È probabile che se anche la maggior parte dei defunti, veniva sotterrata alla sponda sinistra, non si abban- donassero del tutto i vecchi cimiteri in prossimità dell’ abitato. Così S. Lucia crebbe e prosperò per parecchi secoli, dedicandosi 1 suoi abitanti alle arti pacifiche dell’ agricoltura, della pastorizia e del commercio. Senza dubbio vi fiorivano anche le industrie e tra queste le metallurgiche, essendosi rac- colti oltre ai lingots di bronzo, anche scorie di ferro e di bronzo. Le invasioni celtiche, che nel quarto secolo a. C. si este- sero fino alle nostre regioni, sembrano aver arrestato la flori- dezza di S. Lucia, restringendone di molto la popolazione. E di fatti se anche qua e là si raccolgono oggetti riferibili a quest’ epoca, essi sono tanto scarsi in confronto di quelli, che Lola appartengono alla coltura anteriore, che vi dobbiamo scorgere senz'altro un periodo di decadenza. Forse a ciò contribuiva la vicinanza di un’altra stazione, che a questo tempo andava prosperando, di Idria di Bacia, ove recentemente si raccolsero bellissimi oggetti della civiltà gallica, come elmi, spade, lance, ecc. Del resto la dominazione celtica dovette di buon ora cedere il posto alla romana, che a tutela delle strade condu- centi oltre i valichi alpini, si estese tanto sulla vallata del- Isonzo che dell’Idria, occupando numerose località. Così S. Lucia ridivenne un luogo importante, ove sorgevano nume- rosi fabbricati, costrmiti secondo le regole dell’ edilizia romana, coi pavimenti a musaico od a mattonelle, coi loro ipocausti, coi canali di espurgo, ecc. Mentre però la stazione preistorica occupava di preferenza la parte occidentale della collina, le costruzioni romane si andavano estendendo verso levante, ove a pochi centimetri sotterra esistono ancora al presente nume- rose vestigia. L'esplorazione principale si concentrò finora ai vasti campi funebri, più fecondi di trovamenti, accontentandosi di pochi assaggi, fatti qua e là nella collina, ove sorgevano le abitazioni. La ricerca di quest'ultime però sarebbe in sommo grado in- teressante. se anche congiunta con maggiori difficoltà, e ci rivelerebbe senza dubbio parecchie particolarità importanti degli usi di quegli antichi abitatori e fors’ anche il nome della loro città, che finora è avvolto nel mistero !). Poichè nessun !) Non credo di dover dare peso all’opinione di qualcuno, che dalla somiglianza dei nomi di Modrea e Modreiza, villaggi prossimi a S. Lucia, coll’antica Noreja, volle inferire che quivi si dovesse ricercare il sito di questa città, distrutta già ai tempi di Plinio (L. III, e. 19). Del pari non è che una supposizione di Cluverio che la stazione ad Silanos fosse a S. Lucia (circa Sontii Hidriaeque fluinina fuisse confluenteis judico. Ital. Ant. I, p. 204). Anche nella carta che accompagna l’opera dello Schòn- leben questa stazione è segnata alla confluenza dei due fiumi, sebbene nel testo sia indicata ad Idria. (Carn. Ant. p. 106). Il nome medioevale di S. Lucia era yad pontem St. Mauri“, dal nome dell’antico protettore del villaggio. — 319 — geografo nè storico romano fa cenno di questa regione e delle stazioni, che vi sorgevano in numero considerevole, l’esistenza delle quali ci viene affermata eloquentemente dai resti che si incontrano in più luoghi. Per mezzo di questi avanzi noi pos- siamo ricostruire la rete delle strade, che intersecavano il nostro paese, mettendolo in comunicazione tanto colla pianura friulana che colle contrade transalpine. Riservando di trattarne più diffusamente, allorchè darò la descrizione della necropoli di Caporetto, indicherò qui per sommi capi il loro decorso. La via principale, staccandosi da Cividale, seguiva per S. Pietro il corso del Natisone, bipartendosi a Robig, ove due castellieri l'uno alla destra (S. Ilario), l’altro alla sinistra sponda del fimnme (M. Der), le servivano da baluardi, dominandone il passaggio. Una di queste strade, pie- gando a ponente, contimuava a decorrere lungo il Natisone oltre Sedla, l’altra per Starosello, ove più tardi sorgeva una borgata romana, metteva a Caporetto. Qui la via si divideva nuovamente, salendo luna alle falde del colle di Caporetto, ove tuttora vi esistono tracce evidenti, per Tarnova e Plezzo al varco del Predil, l’altra, e forse la più importante, scen- dendo per la valle dell’ Isonzo a S. Lucia. Abbandonando quivi l’Isonzo, essa entrava nella valle dell’Idria fino a Bacia, d’ onde si staccava una via laterale, che costeggiando il finme omo- nimo, affluente dell’ Idria, saliva per Coritenza al varco di Podberda, alto appena 1273 metri, e quindi il passaggio più facile per recarsi nella valle vochinense, importante per le sue mimiere di ferro. Da Bacia la via procedeva per Idria, Slap, Tribussa e Rieca, (tutti luoghi che ci diedero antichità) a Cirquigna e quindi nella Carniola. Appresso a queste strade principali, altre secondarie con- giungevano le singole località tra di loro, salendo fino sui pianori più elevati, come ci fanno fede i resti trovati a Pecina, a Monte S. Vito, a Lom, a Luico e perfino sul varco del Monte Stol, alto ben 1667 metri, che da Sedla nella valle del Natisone, conduce direttamente a Saga in quella dell’Isonzo, e d’ onde possedo un bellissimo palstab di bronzo a piccole alette. Non credo che in antico esistesse l'odierna via principale lungo — 320 — l’isonzo da Gorizia a Tolmino, la quale doveva presentare difficoltà considerevoli, sebbene probabilmente vi fossero comu- nicazioni mercè strade secondarie, come lo dimostrerebbero i recenti trovamenti a Plava ed a Casarsca. Anche la valle di Chiapovano pare esser stata frequentata in antico, essendosi non è guarì scoperto un deposito di talci di bronzo in pros- simità di Gargaro. Non era dunque una regione selvaggia la nostra, abitata da barbari o percorsa da orde senza leggi, senza ordinamenti civili. Nelle sne valli, pe’ suoi altipiani fioriva una civiltà bella, multiforme, progredita, molto prima che i futuri conquistatori del mondo varcassero i ristretti termini del Lazio ed affratel- lassero in una patria comune tutti i popoli dall’ Alpe al Lilibeo. Dalle nostre umili fosse, dai pozzi sepolcrali, dai fastosi ipogei dell’ Etruria, dagli obliati tumoli dell’ Oriente, sorgono quelle genti vetuste, evocate dalla nuova scienza che s'intitola dalle tombe, a dimostrarci le loro affinità ed i rapporti internazio- nali, che le univano già in quell’epoche remote. Le nostre necropoli servono di anello di congiunzione tra l'oriente e l'occidente, dappoichè le principali trasmigrazioni seguirono appunto per le nostre provincie. Nel suo lungo viaggio attra- verso i secoli, l’umanità perdette fin la memoria dell’ origine comune, e tra il corruscare dell’armi, tra i fiumi di sangue versati in nome di un vano fantasma, pullulò la fatale pianta dell'odio internazionale. Eppure il bianco scheletro, che ora s'alza dal suo sarcofago fittile là sulle pendici dell’ Esquilino, sotto alle vetuste mura di Servio Tullio, manda un saluto fraterno all’abitatore delle nostre alpi, rivelandoci che una civiltà comune irraggiava le due plaghe lontane! APPENDICE. S'GAVI DET:=1893: Avendo praticato nei testè decorsi mesi di Luglio ed Agosto altri nuovi scavi nella necropoli di S. Lucia, mi affretto ad aggiungere alcuni brevi cenni in proposito, ri- servando la relazione particolareggiata e l'illustrazione degli oggetti principali ad una seguente publicazione, che compren- derà i risultati delle indagini che mi propongo d’ intraprendere negli anni successivi. Gli scavi praticati quest'anno mi diedero altre 166 tombe, sicchè il loro numero complessivo viene portato a 3118. Esaurito il campo superiore, ove un vasto tratto si dimostrò totalmente privo di tombe, si discese al prato inferiore declive, che però non ci offrì una continuità di sepolcri, com'era il caso nel terreno orizzontale sterrato negli anni precedenti, ma dei gruppi più o meno estesi di tombe, sparsi qua e là senza alcun ordine. Lo scavo riescì quindi piuttosto disagevole, avendosi dovuto aprire parecchie trincee e spesso con risultati negativi, smuovendo- ben 696 metri quadrati di terreno, sicchè in media non si ebbe che una tomba su ogni 432 m. q., pro- porzione di gran lunga più sfavorevole di quella di tutti gli anni precedenti (p. 5). Per la prima volta s'incontrò in mezzo alle preistoriche una tomba di epoca romana, consistente in un’anfora di pasta fina, che racchiudeva l’ossilegio ed una larga armilla di ferro. Nè il rito nè la costruzione delle tombe presentarono alcunché di particolare: solamente verso l’ estremità inferiore del fondo, ove il suolo è schistoso, s' osservarono escavazioni circolari nella roccia, entro le quali erano deposti i resti del rogo e gli oggetti aggiunti. Appena circala metà (88) delle tombe era coperta da pietre; tra queste predominavano le lastre da Modrea (39), 21 — 322 laddove assai scarse trovaronsi le pietre calcari (13), che soli- tamente erano le più comuni (p. 135). In quanto all’età si determinarono 1837 adulti e solo 29 bambini. Tombe fornite di grandi ossuari si rinvennero relativa- mente più spesse (34, ossia 206%/,). Uno degli ossuari presentava racconciature con filo di piombo, un altro aveva un largo buco riempiuto di una miscela di piombo e di stagno. Parimenti un ossuario non era stato cotto. Si raccolse pure un ossuario di bronzo, che essendo sfortunatamente sfracellato non permette una determinazione più precisa della sua forma. A differenza però degli altri sei finora rinvenuti (p. 138), che erano del tutto lisci, questo presenta zone in rilievo e disegni a sbalzo. Delle sette situle di bronzo trovate, quattro erano intere, le altre ridotte in frammenti. Una di esse va ornata di cerchi concentrici. Di una piccola cista non si conservò che il solo manico quadrangolare colle rispettive orecchiette. Pure di bronzo estrassi un bellissimo lebete del diametro di 245 mm., fornito di due anse ritorte ed ornato al margine di una serie di linee incise. Piuttosto scarso fu il numero delle pentole d'argilla aggiunte (56), tra le quali predominano i calici (22) e le scodelle (14). Va fatta menzione di una ciotola punteggiata e dipinta a striscie nere, che sul manico rilevato porta due pro- tuberanze, imitando un’ ansa cornuta. Come sempre l’ornamento predominante erano le fibule, essendosene raccolte 150, divise nel modo seguente: ad arco semplice’, ‘/ “12 /®-della ‘Certosattiz (ana ad arco lamin. e solido. 9 | a doppio ardiglione 5 DMSAno sua GSNTIn Mb ad animale 2 a'Mavicela:QrAe 117, 60 ratto dd'‘oGchiali0qa. ID Sn 9 È MO OLO SSTTALOE. BAER #7 indeterminate 6 serpeggianti! Uli. 49 Tra le fibule serpeggianti che formano il 32:69, di tutte, ebbi una simile a quella figurata alla T. XXIX, £f 2, però con tre anzichè quattro curvature. Relativamente frequenti sono quelle a doppia voluta. Di pregio speciale sono due fibule di questa specie, per esser dorate, non essendosi finora trovata — 323 — alcuna traccia d’oro nella nostra necropoli. Non si raccolse alcun esemplare di quella forma di fibule ad arco semplice, cui diedi il nome di fibula di S. Lucia; all'incontro sì riscontrarono i pendagli tipici di quest’ultima, la pinzetta cioè e le tre pallottole, attaccati ad una a bottoni. Un’ altra di queste differisce pure dalle solite per avere i bottoni forati e per mancare del bottone terminale della staffa, che è sostituito da una piccola espan- sione piana con un tenue incavo nel mezzo. Interessante riesce una fibula a sanguisuga, che mercè di un’asticella trasversale e relativo allungamento del riccio è rimodernata a doppio ardiglione, come finora ne ebbi esempi solamente in quelle della Certosa. È del pari una novità per S. Lucia il rinvenimento di un altro esemplare rivestito da dischetti e da lamine d’osso, portante nel mezzo la figura intagliata di un animale, che sembra un cervide accovacciato. Così pure si ebbe il primo esemplare di fibula coll’arco semplice ritorto e con riccio bilaterale. Allato ad una fibula della Certosa della lunghezza di 195 mm., si notano alcune ad arco solido di appena 31 mm. Ma la fibula più pregevole dello scavo di quest’ anno, fu una in forma di cocchio, tirato da tre cavalli col relativo auriga, simile a quella che venne alla luce già nel 1850 (Necro- poli, p. 31, 55, T. VII, £. 5), però più completa possedendo cioè la staffa che a quella faceva difetto '). Ottimo è lo stato di sua conservazione, sicchè si possono rilevare i più minuti particolari. Gli spilloni non apparvero che in numero limitato, ripro- ducendo per lo più forme già avute e non mancandovi quelli che hanno la punta difesa da uno schermo d’osso. Va notata una capocchia a rotella raggiata con buchi alla periferia, onde pendevano catenelle, simile a quelle che si conoscono da Este). Venne pure raccolto un grosso ago a cruna. ) I cavalli della nostra appaiono un po’ più gracili e con incisioni rappresentanti le briglie, le ruote sono intere e non bucate, il berretto dell’auriga è più schiacciato e la spirale formata da un filo a nastro e non cilindrica. %) Prosdocimi: Not. Sc. Ant. 1882, Tav. VIII, f. 73; Soranzo: Scavi, Tav. II, £. 4. — 324 — Degli altri oggetti farò menzione solamente di una bella piastra finamente disegnata a sbalzo con pendagli triangolari, di alcuni tubetti di lamina di bronzo, di una fusajuola d’ osso fregiata di una linea a zig-zag, di una fibbia composta da quattro asticelle, sulle quali si ravvolge un filo di bronzo, che colle loro estremità s'inseriscono nei quattro forellini praticati in due altre asticelle laterali, terminanti inferiormente in due spirali. Infine ricorderò un elegante pendaglio di ambra, formato da quattro piastrine portanti ciascuna quattro fori longitudinali, pei quali passava il filo che le teneva unite. Tra le singole piastre eranvi inserite perle parimenti d’ambra, quali rotonde quali elittiche quali cilindriche e vagamente decorate. A complemento aggiungo ancora la specifica degli oggetti raccolti quest’ anno : Bibuletiatd@: (are ae dal00 Perle: di vetrovi Ai Spilloni ed aghi. . . . 23 sy di ambra. 1) Anelli; 11 alfoli 306800420 n © tubetti di bronzo 8 Asmmille mgagggribeohilot ola Fusajuola.s) 0) fat 00 eri Torquis. egg 5 ovina. 0102 Coltello di ferro sl Orcechiniasia sera) i pAU Celt di ferro . fi Piastre e ganci di cinture 12 Oggetti vari e indeterm. 15 Bottoni... bi dg omo.) Dai (Ossia £ Vili eee Penidagli. .0,81)}\6 ...((.11:113 «/eoWVasi aggiunti! altare co Saltaleonis. iurnawsire è i — 325 — . 185, linea 18 invece di trovandone si legga trovandosene. 159, L 33. L'altezza del doglio minore è di 698 mm. 139, L ultima, invece di questa si legga questo. 144, 1. 29, invece di ciste a cordone si legga ciste a cordoni. 181, n. 10, LI L Devo avvertire che le citazioni Anth. Ges. ove non vi è aggiunta altra più precisa designazione, si riferiscono sempre alla Società Antrop. di Vienna. 184, 1 1. Anche sopra un vaso proveniente dal Castelliere di Villa- nova al Quieto, ora nel Museo di Parenzo 195, n. 1, 1. 9. Mercè la gentilezza del Sig. Barone R. Currò posso aggiungere alcune notizie intorno alla cista della raccolta Stevens, trovata nell’ Aprile 1886 a Cuma, nel cavo di un grosso dado di tufo, al quale era sovrapposto altro masso della stessa roccia. Essa è alta 0:22 m. con un diametro di 0:28 m. e possede due manichi semicircolari superiori. Pari- menti due anse superiori girevoli ha la cista di Vulci, come mi comunica l’ egregio mio amico Sig. A Valle, che ebbe recentemente occasione di vederla nella sezione etrusca del Museo Britannico di Londra. 196, nota, l. 13, invece di Maritzing si legga Moritzing. 196, n. 2, LL 4. Ne fu dato uno schizzo nel fascicolo di Luglio 1895 dell''Arzo a pi 13071. INIL £'L 197, n. 4, 1 2, invece di e tale si legga a tale. 201, 1. 12. Un altro simile nel Museo di Belluno 211, 1 ultima Nel Museo di Parenzo esiste inoltre il piede di una coppa ad alto piede proveniente da Vermo. È di pasta molto grossolana e possede tre buchi presso alla base 2925, 1. 21, invece di ago si legga arco 228, n. 1, 1. 2. Dalle necropoli cadorine non si conosce che un unico esemplare da Lozzo, ora nel Museo di Pieve di Cadore. 250, n. 1, L 1, invece di Kobawu si legga Koban. 234, 1. 4. Recentemente ne vidi pure una nel Museo di Treviso, ed un’ altra in quello di Belluno. 247, 1. 7. Un altro esemplare a 3 curvature nel Museo di Pieve di Cadore, proveniente da Lozzo. 259, l. 10. La fibula da Samarie venne pubblicata nel N. 7 del- l’Argo 1893, p 130, T. III, £. 2. 257, n. 1, L 1, invece di lungo spirale si legga lunga spirale. 287, n 1. La citazione da Kreutznach si riferisce ad un pendaglio a spirale binata e non ad una ruota raggiata. 195, n. 15, 1 3, invece di località si legga località. NSA DAD I _ oe > gu . Ossuario d’argilla INDICE AVESSE Ossuario di bronzo . ”» ” s Zon. d'argilla I AIVEASTI.. . Coperchio d’argilla . . Vasetto di legno . . Calice di bronzo . Situla di bronzo 2 , a2 manichi . Cista a cordoni. . ”» = . Cistella a cerchietti . Situla di br. disegnata 5 costata È i liscia TAV. III . Situla di br. disegnata Pentola situlif. d’argilla ”» ”» » n ”» be) ”» ”» » ”» » tba. NU: DELLE TAVOLE 2058 2151 1765 2607 491 514 2672 2306 (95 , 2820 412 2789 356 1559 2857 335 . 2863 24492 558 320 559 884 1974 1907 1796 155 TAV.IV. 1. Pent. situl. a 2 manichi t. 1513 PIAVE » punteggiata 500 3. » borch.rappezz. , 1442 4. Calice zonato = "2651 5. n cornetti QUE 6. s borchiato 1557 q. . condisastampo , 469 8. x » Stralucido , 1382 9; 5 È » , 1548 10. s borchiato 2850 LL . rappezz. c.piombo ,, 2690 12. » graffito 2671 no = zonato 2851 TAV. V. 1. Calice dis. a stralucido 924 2; 3 u > ANS0O dI È si 2848 4. LI > n 2334 5. Pentola ventricosa . 9594 6. Ù x 238 r@ È; * 215 8. 3 a due manichi , 1481 3) > lageniforme 1784 10. È pedata , 1767 aj n ventricosa . . » 1125 12. x z . 3 1060 13 ci crateriforme . , 1670 14. LI ad orecchietta , 2622 lb: LI È, — 458 16. 1097 n » PUN H SUBESOI HH n ID H O o 0 HH HW HH I DÌ FEVAPV SIVE. . Pentola ad orecchietta ventricosa . . . adorecch. borch. Coppa ad alto piede . s P : > ” » » a basso piede - biansata . Kylix apula . Oinochoe apula . . Scodella ad anse orizz. . Scodella rossa con di- segni a stralucido . . Scodella punteggiata . > costata DI di pasta fina con svastica. . . Ciotola ad alto manico . Pent. a manico gemino TAV. VII. . Ciotola ad alto manico . Pentola ad orecchietta . Ciotolettaadalto manico borchiata . Ciotoletta punteggiata listata con piombo . Ciotoletta a. m. borch. » te) ta) ”» ” ”» » ” » » listatac. piombo » puntegg. e list. con piombo . . . Ciotoletta borchiata =) n ”» n » » » » » Zzonata . Bicchiere d’osso . ba] ” t. » 327 — O È WIOH MD Ei DU vw ZI DU 0 (Jo )}N(© 0) DIDO VO COCA ic RICA LAVATE . Ciotoletta di vetro . . t. . Collana di perle c. ferm. , . Perla di vetro a È ha RARE TANTE . Ciotoletta di vetro . . t. . Collana di perlette . . , 304) (Gi perlegpios. ans . Perlette di bronzo . .., . Perla di vetro . oa ITVAVVISIONE . Fibula ad arco semplice t. ”» ” » ”» ”» ” ” » ” » ” b2] ”» ”» ”» TAV. XI . Fibula ad arco semplice t. b)) » n » Al ” » » » n » » » ”» » » » ” ” ” Pinzetta SATA tO *Bulla atta si TAV. XII. . Fibula ad arco semplice t. ”» ”» » » n ” ” » . Fib. arco semp. X navic. , . Fibula semilunata . . |, n» » RI 1765 2038 2448 2260 1045 2151 2151 590 TI 590 2868 TAV. XIII. 1. Fibula ad arco semplice ”» » ”» » » restaurata 4. Fib. arco sempl. di ferro »” » » » » » n» » di bronzo 8. Fib. semilunata di ferro TAV. XIV. 1. Fibula semilunata a pendagli RACVERENOVI: 1. Fibula ad arco laminare 2. 22. 25. » » 5 ” ”» ” » ”» » ”» È solido 3 5 a sanguisuga adarco sol. costato . Fib. ad arco laminare . Fib. ad arco laminare espanso . . Fibula ad arco solido a coda di rondine . 53. Fibula ad arco solido a coda di rondine . . ”» n . Fib. ad arco laminare . Fibula a sanguisuga ”» a navicella 24. Fibula a sanguisuga d’ ambra 524 1450 2746 TAI 404 256 404 287 269 1259 204 520 1875 1577 EGR SW SI (0 0) TAV. XVI. Fibula a navicella b) Li) ” » ” » ”» » ”» 9 . Fib. a bott. c. pendagli » TAV. XVII. . Fibula a bottoni . . . » » > a losanga . e. a bottoni ”» » È serpeggiante . n » » n» » » » be) n ”» n n Fib. serpegg. c. » Serpeggiante . »s & drago TAV. XVIII. SI es Di . Fibula serpeggiante » » » biserpeggiante . n n n n » » » » . Fib. biserpegg. di ferro , » Serpegg. restaurata » biserpegg. , . Fibula della Certosa » n ”» » » ambra. 5324 269 624 2879 828 357 329 BYte) 256 912 254 1388 2375 . 2841 2759 2810 s 2370 418 237 2649 2607 1294 2607 2846 595 2038 2892 1762 . 2882 1349 370 2831 2694 314 370 2911 2773 2761 909 5399 885 14. Fibula della Certosa . Toi 3 Toso. = INI a RSI 5 n 19. ”» » VILLA MIS LI IM'ASVIRERLIRE 1. Fibula della Certosa Bo, 3 3. ”» ”» 4. ” ” D. » ”» 6. » ” {. Fib. d. Certosa rimoder. SI ” » ARA ” ” IO5t, 3 Spr 11. Fib. a doppio ardiglione t. dea 7 ’ 13. >» 3 3 LE LRdES 3 n 15. ”» » » Le ” p lo 5 È See z 3. LIE NES » > DO si A ul. > 5 QI È È TAV. XX. . Fib. a doppio ardiglione 4. Fib.adop.ard.x La Tène 5. Fibula La Tèene . pr. 6. Fib. a doppio ardiglione q. n » be) 8. > ” ’ ”» ”» » t. n . 1099 885 855 399 1028 16 389 2892 . 1322 1011 1826 396 562 390 1198 390 1038 + 1123 2084 562 1165 329 519 356 1308 2707 Dax 1070 352 STI 2519 1140 1140 2435 . 2124 1358 1430 1940 329 9. Fibula ad animale lite IONI: > s 1992 n A e a ABO 19%, È n SIA IRANIANO 1. Fibula ad occhiali . t. 2818 | È RZ 1) Sg ì > 1021 ARA, a disco binato . , 1095 TAV. XXII. 1. Spillone a globetti . t. 516 di 5 s; 909 d. s 5 » 1480 4. 8 È n» 992 DEAL ù BAN, 6. 7 ; COD LI 5 3 n 602 8. x $ po 44 Di n n so 442 10. o 3 o 1924 11. ba di » 1829 43; x n SM) 19; 5 A » 240 a i , 1796 do " 5 Pg cl0n) 16. È 5 » 888 Lù 3 s RONDE]! 18. 3 3 SLI 18)5 5 ; » 580 20. > g » 2494 Dia ” ” n 662 22. È 5 s 2009 23; 5 n » 808 DA. = » » 504 25. 2 " 5 2007 26. 5 z 5. 1912 TAV. XXIII. 1. Spillone a forchetta t. 1449 2 ” a collarino .. , 2187 8. 5 > » 2000 4 5. 6 Ti Ae EHEH HHHhWW DO 09 N a © SIRENA SERIE . Orecchino . Spillone a collarino . . ”» » . Spill. c. schermo d’osso . Spill. a globetti di ferro , . Spill. a globetti di ferro con ago di bronzo . . . Spill. ce. schermo d’osso . Spill. a capocch. conica . Spillone a riccio con schermo d’ osso . Spillone a riccio con schermo d’osso i Spillone a*ficcio MP. . Schermo a rotella. . . . Spillone ingrossato I Ago di'terro ). APpo:aeruma e TMVASVAEXOGIRVA n Amelllore4e » ”» . 2481 1947 2120 868 2636 865 1507 1123 2059 2063 1646 499 495 236 528 1517 500 500 909 951 2546 2802 2175 . 822 907 224 418 2628 2654 2628 1765 630 264 264 2078 418 2728 378 2878 330 — 17. 18. 19. | 20 2 22. 93. 24. 25. FRECCE] SRCIALSI » ”» pr pr. Orecchino » Pendaglio » Me È » ”» A LEI ”» n» » ”» » piu ton (a ” 5 PMR > TAV. XXV. . Torque di bronzo. . » » » ”» ”» ”» » - 5. Collana d’ambra.. . . . Collana d’ambra con saltaleoni e pendagli . Perla d’ambra . . . Fusajuola d’argilla . . TAV. XXVI. . Piastra da cintura ” » » » » » ” > » ”» » DARÀ. 320 13559 890 1202 116 . 1746 978 NOT DM 00 . Gancio da cintura . Piastrina da cintura . Fermaglio da cintura b} » ”» » ” n» n n Gancio da cintura TAV. XXVII. . Piastra da cintura . ”» n ”» ”» . Fermaglio da cintura ”» ”» » ”» . Disco ornamentale . . » » » » . Dischetto perforato . Anellino . Tubetto laminare . . . Bottone Piastrina . Coltello a serramanico . Manico d’osso da coltello » » » . Colatojo . Coperchio di vimini TAV. XXVIII. . Lancia di ferro . . pr. » » » bt. 2 n SMILE t. 531 5 Asta di ferro. . . pr. t. 2906 AMPalsta DIP. 5 12906 D. È: ; TA ZIE; 6. Spada di ferro . » 2822 ©. Coltello di bronzo . . t. 2478 8. Catenella . . . 2273 9 Puneolo! (2) e eee 19 TAV. XXIX. 1. Fibula ad arco semplice t. 2945 2. , serpegg.(Sc. Szombathy) 5. » adoppioardiglione CONRDOttonIN INA 2807 4. Fib.a doppio ardiglione , 2942 5 RTS x È » 2936 6. Spillone a forchetta pr. t. 2923 T. Anitrella . . : MEN 2935 8. Perla!di vetro ...1.;* ./t. 2942 OMNestima dl vetro Ne et 12949 10-14, Croci a stralucido dipinte al fondo di vasi delle tombe 2850, 2161, 2810, 513 e 245. TRAVIAN 1. Bardatura del cavallo restau- rata (tomba 2141). 2. Morso. 5. Montanti. 4-7. Varie forme di borchie. 8. Bulla appesa al collo. INDICE DELLE MATERIE T'opografia\dellasneeropolili . i fait .8% . et pag. 80 Giomiale!deplieseavi. i, “UM «0. SYME E 0a Descrizione delle tombe e degli oggetti . . . . , 133-176 Raffronti con altre necropoli . .. ..... » 100-300 Provenienza degli oggetti . . . ...... dda Le 90 900908 Epoca. della necropoli.. ... . . ... SRL AP GCIE » 308-315 Popolazione ni pie i 1 PEN te slafoaitali eo Appendice (Scawil'del1899) . L igih ld "| i si i [olole®Ioto È | {2 {°levlolo Ò popo: la ° i9 o dif ® ? jo jeenila lg i 1°; ilo | (o) 9 e si soia: o 1° se \ 4 i LI i olo |uj>is be 00 | ero fo |, . è “è 3 45 » DI = v G.B.Sencig dis. Q.B.Sencig dis.e lit. ‘ Lit.E.Guitmann cina = G.B. Sencig dis.e lit. Tav.VI. TTI ge i 6 di si rsa 11 125 i _G.B.Sencig dis.e lit. Lit. B.Quttmann TRI Se= TESS (Ru 1a000o cc 0sgocno00000 soreucozecrzcrrarore fanssuos orse anpereso® Ò 1 A de ocfao eofoo 0200900 don o PONE L00600 00d 00993 2 NOI LII ALATI POLCELESI 4 2A. 3A è G.B.Sencig dali Lit.E.Guttmann GB. Sencig dis. e lit. Tav. VII Lit.E Guttmann G. B. Sencig dis. e lit. Tav.IX Lut.E.Guttmann Mi LALA x (I È bi) Bei NI D Mi O rs Lit. E .Guttmann Guttmann A Ù poi 3 = Lit. E. Guttmann IH th -G.B.Sencig dis.e lit. vi: È ld il Lit.E Guttmann G.B. Sencig dis.e lit. A nen tì ’ Ò uit AZ Ta dt PARTI DN VII Tav.XIV. S 530 DOCsceoOgCLLLCL00L00 GOsecocsgn È O) ©) INOAYIINLCOLGILLECOCCOCSLISOOAS sie IELCNBENIGLOLICINIGONLOCLVHAC cx Cd sos o y i LYVGVOGHVO 2 LLNVOAG | 3000 BOCSEGCOGLGO ©& POSCOCOCLLA OGO ISLUOCGLLO a. SICEGCO OesBeRARA. 29 70009 SISSI, CI ti) } Ss 3 cn de Bocoro n ti3tttrte080 0a LEO ge CA 4 TC BO (È N “g (a) fe d Ae = = (a) Sosio Fu NN b°.) i Aa AARAbRe=sEne psslmanaszziazicazo siete iam clinici SNECECNVCOE 0000060S0CCO0LL8C0E O Lit.E.Guttmann s = ® 2 n°) sa 3 [a ù 2 D (© G. B. Sencig dis. e lit, TOT RIMA SORA A PACIPLZA I OPE REC è I È s 4 i V$ Î i ” Î ì 9 | si i i) Di i 4 Mi È Ù, Ù t Ù Î î NA] VE, i l h MISI Metal DI RITI Di Î È LAT rt Li LIT A di î } VO PE rel Li ? 4 Via [STAI Uni 1 } / I Mai A Y pi { i VR ’ x "Addii if LI f i w APT vi n) : VER. Ù TORTE REELISZO Na ut Lit. E. Guttmann È G. B.Sencig dis. e lit. ; G.B.Sencig dis.e lit. T.it.E.Guttmann Tore: Lit.E.Guttmann G.B.Sencig dis.e lit. ‘a Lit. Bh. G uttmann G.B.Sencig dis e lit >| e G.B. Sencig dis.e lit. Tuit.FGuttmann G.B.Sericig dis.e lit. Lit.E.Guttmann A Lit.E.Guttmann tutti 24. G.B .Bencig dis.e lit. ‘i TTT a cap me A _— —rTtrrcccu ez tutti %. Lit. E. Guttmann G.B. Sencig dis. e lit. li | i: i Ì È Ì [ri G.B _Seneig dis. e lit, "Lit. 1 Guttimana Lit.B. Guttmann e ierimé@|({ie ui SS MERATE Meta "= a esita > pre DIIE AI a PILRIZIISTA: PIFIITFIVFECEA SENI . (OI Lit. E. Guttmann Pt ci aan. ) Lit.E.Guttmann G.B.Sencig dis.e lit. Lit E. Guttmann USE nera MILIZIA PRI ANA IRA CI E Rn ec PTTRBC TL G. B.Sencig dis. e lit Uri en IZZZIDIANSNN SS I E Sari Poe Feb 4, Sé 2 TTI ni 9. th, 4 G.B .Sencig dis.e lit -— Lit E. Guttmann Lit E Guttmann G.B .Senecig dis.e lit È Carlo _Marchesetti. Scavi nella Necropoli di S. Lucia presso Tolmino . DEE Da eagle ° Augusto Vierthaler. Analisi di alcuni oggetti preistorici i SR RIN at TIM I IVULI 3 2044 106 neo. ala and n Io, A AAA (A Mia ai Ma at Mn, | a An2AN NI AreRerana À DARA AN eta -ARRA AZAR ‘An sa dn I lara cn AAA RA ha: ao PERÙ Ri. AAA AAA IAAMANNAA NA 3 ARAGE PALA arSPARAR Ae ATA ARA ANN 2A ARE a ANDA È Sat SA MIRI DEL ci i AA ni ua cm ARA (ANA FRARRAA) AURROA Cà { :GRAR CA paoo AAA, perni ci AA , ARA ALA È ATA MN ARCIOAA pi DIRLA AAAANNA NARRA ANDAR DARE ANA N A TAI vr RA CN \InnA O AANANNAO" Mi RIMA SAMOA Mi Mu spe N0 MEANA, NARUIAIAI AN TERRA. La I NANA ANA IAA QRS tinta, me PARMA RANA I ARDA; ERAGRA Rio NA AAA i ente mi Lu n AMARA A NARO ANAM aa AA di TANARO | ARR AAA ARNANA NA NN AVATI NERI NANA N° An AN ANDAR Al na ; cinta ner PM mo aan Pe Ann AonAR Rea ANAA DA SA ; IM meetEbntn A, TO ari ” MA, niro me 'ARAAAAN ci artt ARR vs ; VIA n rr netti a VA A AA rari: NA i VI nnA No DÌ UA REN A ARAN a) A ON AA daga) N SpRRRO DE Tad Mena IENA en 0a AM NAlanI nAR AAAZAZIA (Ra ARA i AT ANMARAMAAAR nOn ARAN SARGARi GRA