Class Q 1 ..^ Book -i:x3- SMITHSONIAN. DEPOSIT BULLETTINO SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO VENTISEESIMO AP8 23 '894 FIRENZE TIPOGRAFIA DI M. RICCI Via S. Gallo, N. 31. 1894 4-^ VP ^'^^y' 18 94 SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA S T A T U T 0 KLE\CO nei SOCI e OEr.LI associati - ELE\CO DELLE SOCIETÀ E DELLE ACCADEMIE COHKlSpn\DE\TI f^7J2l'''%^.. FIRENZE TIPOGRAFIA M. RICCI Via San Gallo, 31 1894 STiVTUTO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA CON LE SIODiriCAZIOXI DELllJEKATE nelle Adunanze Generali del 6 Aprile 1873, del 2 Giugno 1881, del 12 Maggio 1882, del 30 Giugno 1889 e del 4 Febbraio 1894. Titolo Primo. Costitiizioitv «lellii Soeii'tsi* Art. 1. — Sotto il titolo di SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA è istituita, con sede in Firenze, un'associazione scientifica, la quale lia per iscopo di cooperare al progresso della en- tomologia, si pura come applicata, e, pigliando specialmente di mira gl'insetti e gli artropodi della fauna italiana, di pro- muoverne lo studio da ogni punto di vista, tanto in ordine alle scienze, quanto agli utili clie se ne possono ricavare per l'economia domestica, per la salute degli uomini e de- gli animali, per l'agricoltura e per le arti industriali. Art. 2. — Per conseguire questo fine, essa tiene adu- nanze, stabilisce e dirige escursioni, e pubblica un giornale col titolo di Bullettino della Società Entomologica Italiana. Art. 3. — Si compone di un numero illimitato di Soci. — Gli italiani e gli stranieri possono egualmente appar- tenervi. Art. 4. — Un Consiglio generale, dal cui seno vengono tratti gii ufficiali per comporre un Coìuitato residente^ la rappresenta e ne cura l'amministrazione, secondo le norme che saranno indicate nel Titolo terzo. Titolo Secondo. Dei Soci. Aet. 5. — La qualità di Socio si ac(j[iiista in virtù di una deliberazione presa dal Consiglio generale^ o dal Comi- tato residente, sulla proposta di due persone già ascritte alla Società. Art. 6. — I Soci sono di due categorie: Soci effettivi e Soci studenti. I primi pagano una tassa annua di lire quin- dici (15), i secondi di lire dieci (10). I soci studenti non possono rimanere tali per più di 5 anni, dopo di clie di- ventano soci effettivi e pagano L. 15. La quota annuale tanto dei Soci effettivi clie studenti è dovuta nel primo trimestre dell'anno. I Soci effettivi clie pagheranno in una sola volta lire duecento (200) saranno Soci perpetui. I nuovi Soci, appena pagata la tassa, hanno diritto al diploma di nomina senza aumento di spesa. Art. 7. — Le ammissioni dei Soci sia effettivi o stu- denti vengono sempre considerate, in ordine alla tassa e al dÌ2)loma, come fatte il 1.*^ di gennaio dell'anno in corso. Art. 8. — Ogni Socio effettivo o studente ha diritto, nell'anno in cui comincia a decorrere la sua tassa, di ri- cevere gratuitamente una copia di tutte le pubblicazioni sociali dell'anno stesso, e d'intervenire alle adunanze ed alle escursioni di studio promosse e dirette dalla Società. Art. 9. — E in facoltà dei Soci di pagare una tassa doppia, tripla, quadrupla, ecc. di quella indicata all'art. 6: nel qual caso essi acquisteranno diritto a ricevere due, tre, quattro, ecc. copie di tutte le pubblicazioni sociali, mentre non avranno però che un sol voto nelle adunanze. Art. 10. ■ — Coloro che per un intero anno mancassero al pagamento della tassa, saranno, con lettera del Teso- riere, invitati a mettersi in ]oari; lo che non facendo entro il x^i'inio trimestre dell'anno seguente, potranno per delibe- razione del Comitato residente^ esser cancellati dall'albo della Società. Titolo Terzo. Del Consiglio Cioiieralo e del roiiiitato Ilesiileiite. Art. 11. — Il Consiglio generale si compone di Un Presidente — Tre Vice-Presidenti Un Segretario degli Atti — Un Segretario del Carteggio Un Tesoriere — ■ Dodici Consiglieri. Uno dei Consiglieri disimpegna le funzioni di Archivista- Bibliotecario. Aet. 12. — i titolari a questi uffici vengono eletti dai soci riuniti in adunanza generale, per mezzo di schede se- grete, ed a maggioranza di voti. Occorrendo votazioni di ballottaggio, si procederà ad esse, seduta stante. Esaurita la votazione, quando l'uguaglianza di voti tra i due candidati fosse mantenuta, la sorte decide della elezione. I Soci potranno in occasione dell'indicata elezione del Consiglio, farsi rappresentare da altri Soci, o spedire in schede sigillate i nomi delle persone da essi designate per le diverse cariche. Aet. 13. — Il Presidente, un Vice-Presidente, i Segre- tari, il Tesoriere e due Consiglieri debbono essere scelti tra i Soci che hanno domicilio in Firenze, o in luogo vi- cino. Gli altri membri del Consiglio (cioè due Vice-Presi- denti e 10 Consiglieri) possono aver residenza in qualunque parte d'Italia. Aet. 14. — Ogni anno escono di carica un Vice-Presi- dente e quattro Consiglieri. Il Presidente, i Segretari e il Tesoriere restano in Ufficio per tre anni. Tutti sono rieleg- gibili. Aet. 15. — Il Consiglio generale rappresenta la Società di cui ha r alta direzione. Alla fine dell' anno discute ed approca il bilancio preventivo per l'anno seguente, e tra- smette entro il primo trimestre il bilancio consuntivo ai Sindaci, che dopo averlo esaminato lo presentano alla So- cietà nella Adunanza generale di cui all'art. 24. I Sindaci vengono eletti come è stato indicato più sopra per i membri del Consiglio, e rimangono in carica un anno soltanto. Aet. 16. — Il Presidente, un Vice-Presidente, i Segre- tari, il Tesoriere e due Consiglieri compongono il Comitato residente, a cui è affidata l'Amministrazione sociale, la compilazione dei Bilanci e la stampa del Bullettino. Aet. 17. — Il Presidente ha di diritto l'iniziativa di tutti gli affari concernenti il buon andamento della Società. Esso convoca e dirige le adunanze generali, e quelle del 6 Consiglio e del Comifato. Nomina airoccoiTenza, Coi-iiiiùs- sioiii per qualche studio speciale, e legalizza colla projtria firma gli Atti sociali. Aet. 18. — I Vice-Presidenti suppliscono il Presidente, elle per malattia, per assenza, o per altri motivi non possa temporaneamente attendere al disimpegno delle proprie in- combenze. Art. 10. — Uno dei Segretari ha cura di tuttociò che rifì-uarda eli Atti della Società: all'altro invece è intera- mente affidato il Carteggio. In caso d'impedimento. T nud supplisce l'altro. Akt. 20. — Il Tesoriere riscuote le entrate della Società. e paga sopra mandati muniti della tirma del Presidente e del Segretario degli Atti, rimanendo responsabile in pro- prio di tutti i pagamenti fatti senza tale formalità. Firina le ricevute per le tasse dei Soci, e quelle per l'associazione al Bullettino. Tiene in perfetta regola un libro di entrata e di uscita, e presenta a tempo debito il bilancio consun- ti\'o e quello preventivo. Art. 21. — I Consio-Ueri coadiuvano il Presidente in tutti gli studi e proposte tendenti all'incremento della So- cietà, e suppliscono gli altri membri , del Consig/io o del Comitato^ che siano per qualche cagione impediti. Art. 22. — Il Consigliere Archivista-Bibliotecario ha in consegna il residuo delle copie del Bullettino ed ogni altra stampa della Società, i libri venuti in dono od in cambio, i documenti ad esso trasmessi dalla Presidenza e dai Se- gretari, ed è incaricato della spedizione del Bdììettino e degli stampati sociali di qualunque genere. Art. 23. — Il Comitato residente elegge nel suo seno ogni aimo i Couipi/atori 4'll4' ;i4luiistii%4' ^;dioi*ali <' |>2ii*y.htli «lei Soci. Art. 24:. — Ogni anno, in primavera si terrà un'adunanza generale privata per la discussione e l'approvazione del bi- lancio consuntivo dell'esercizio precedente, per le elezioni delle cariche, e jjer trattare qualunque altro aifare interno della Società. Di questa adunanza i Soci saranno avvertiti almeno un mese prima «Iella sua convocazione. 7 Art. 25. — Noll'occasione di die sopra si terrà iin'adu- jianza pubblica, nella (piale il Segretario degli Atti renderà (•onte dei lavori scientifici compiuti dalla Società nell'anno [)rocedente ed il Segretario del Carteggio informerà sulle relazioni sociali, parlando pure delle opere ricevute in dono (jd in cambio. Art. 26. — Alcune adunanze straordinarie, una delle tjuali in una città d'Italia fuori della sede della Società, potranno essere convocate noli 'anno a cura del Comitato rimdente. Art. 27. — (Jvunque si possano riunire almeno dieci Soci, è in loro facoltà di tenere adunanze parziali, dirette al fine che la Società si pro])one; avvertendo però che co- lori; i quali le presiedono sono in dovere di comunicare al Comitato residente il frutto dei fatti studi per essere tra- smessi ai Com,]nlatori del Bullettino. Titolo Quinto. Del ltllll<'t<Ìll4». Art. 28. — La Società pubblica, come è detto agli art. 2, 20, 22 e 23, un periodico col titolo di Bullettino della So- cietà Entomolof/ica Italiana. Esso racchiude scritti originali (sj>(3cialmente tendenti ad illustrare la fauna d'Italia), sunti di lavori nazionali e stranieri, e tuttociò che attiene agli Atti sociali. Viene in luce ogni tre mesi in fascicoli con- tenenti non meno di 80 pagine ciascuno, e possibilmente corredati di tavole incise e talvolta pur colorate. Art. 29. — Il ])rezzo di associazione, rappresentato dalla tassa sociale, è di lire italiane 15. Cotal somma dovrà es- ser pagata, da coloro che non appartengono alla Società, appena ricevuta la prima dispensa. Art. 30. — I fascicoli vengono spediti franchi di posta fino a domicilio. Art. 31. — L'intero volume annuo, le cui dispense non son poste separatamente in vendita, costa, pei non ascritti alla Società, né associati al giornale, lire italiane 15. I vo- lumi arretrati saranno ceduti ai Soci col 30 per 100 di ribasso. Art. 32. — I lavori destinati al Bulìettino^ debbono esser composti o in italiano, o in latino, o in ambedue queste 8 lingue. Potranno essere accolti anche lavori scritti in te- desco, inglese o francese, ^^^ii'cliè gli autori sieno membri della Società. Aet. 33. — Non sono accettati per la stampa i mano- scritti i)YÌvi di sufficiente cliiarezza di scrittura, o che trat- tino argomenti che non sieno in relazione assai stretta con l'entomologia. Art. 34. — La Società concede agli autori n.° 50 copie a parte dei loro lavori, purché ne facciano la opportuna richiesta nell' inviare i manoscritti. La spesa dell'incisione e dell'eventuale coloritura delle tavole concordate coi compilatori del BulletUno, sarà per metà a carico degli autori. Qualora l'autore desideri avere più delle cinquanta copie gratuite le otterrà ai seguenti prezzi, non compresa la spesa per la tiratura e la coloritura delle tavole corrispondenti : Por 1111 mezzo foglio (8 pagine). Per un foglio (16 pagine) . . . Copertina semplice Copertina stampata ESEIIIPI.ARI 1 50 75 100 ' Lire Lire Lire 5 - 7 — 9 — 7 — 9 — 11 — 1 — 1 50 •2- 4 — 4 50 Art. 35. — Agii autori delle memorie pubblicate nel BulletUno compete interamente la responsabilità delle opi- nioni e dei fatti da essi esposti. Articoli trsiiisitoi'i. Aet. 36. — Il Comitato residente è incaricato di prov- vedere ad ogni emergenza, salvo il render conto del suo operato nella successiva adunanza generale. CONSIGLIO GENERALE DOPO LE ELEZIONI DELl'aNNO 1894 *^^ Presidente. TARGIONI TOZZETTI Comm. Prof. Adolfo — Firenze, 1893. Vice-Presidenti. BORIA March. Comm. Giacomo — Genova, 1892. PAVESI Prof. Comm. Pietro — Pavia, 1894. STEFANELLI Cav. Prof. Pietro — Firenze, 1891. Segretario degli Atti. SENNA Dott. Angelo — Firenze, 1894. Segretario delle Corrispondenze. MARCHI Cav. Prof. Pietro — Firenze, 1893. Tesoriere. PASSERINI Conte Napoleone — Firenze, 1893. Consiglieri. BARGAGLI Nob. Cav. Piero — Firenze, 1891. BAUDI DI SELVE Cav. Flaminio — Torino, 1892. CARRUCCIO Prof. Antonio -^ Roma, 1892. CATANI Dott. Prof. Tommaso — Firenze, 1894. CAV ANNA Prof. Cav. Guelfo — Roma, 1894. COSTA Prof. Comm. Achille — Napoli, 1891. CURÒ Ing. Antonio — Bergamo, 1894. EMERY Prof. Carlo — Bologna, 1891. GESTRO Dott. Raffaello — Genova, 1894. GIGLIOLI Comm. Prof. Enrico H. — Firenze, 1891. MAGRETTI Dott. Paolo — Milano, 1894. PICCIOLI Cav. Ferdinando — Firenze, 1891. Consigliere Archivista-Bibliotecario. BARGAGLI Nob. Cav. Piero, predetto. Sindaci — per l'anuo 1894. CAROBBI Giuseppe di Giulio — Firenze. DELLA TORRE Carlo Ernesto — Firenze. 10 COMITATO RESIDENTE DOPO LE ELEZIONI DELL* ANNO 1894 ^ms^ Presidente. 'i'ARGIONI TOZZETTI Comra. Prof. Adolfo. Vice-Presidente. STEFANELLI Cav. Prof. Pietro, Segretario degli Atti. SENNA Dott. Angelo. Segretario del Carteggio. MARCHI Cav. Prof. Pietro. Tesoriere. PASSERINI Conte Prof. Napoleone. Consiglieri. BARGAGLI Nob, Cav. Piero — Bibliotecario- Archivista. CATANI Dott. Prof. Tommaso. GIGLIOLI Corani. Prof. Enrico H. PICCIOLI Cav. Ferdinando. Compilatori del Bullettino. TARGIONl TOZZETTI Coram. Prof. Adolfo. STEFANELLI Cav. Prof. Pietro. BARGAGLI Nob. Cav. Piero. SENNA Dott. Angelo. 11 ELENCO DEI SOCI SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA NELL'ANNO 1894 con la iiidlcazioiic della loro rpsidciiza. degli stiidj da essi lìaificolarmontc collivati, e della data della icspettiTa elezione Sua Maestà UMBERTO I. Re d'Italia. — Roma. — 1873. ALOI Prof. Antonio — Catania, R. Istituto Tecnico — Entomo- logia generale ed applicata. — 1889. ANCONA (D') Cav. Dott. Prof. Cesare — Firenze, Piazza S. Marco, 2 — Entomologia generale — 1869. ARTIMINI Prof. Antonino — Firenze, Via di Soffiano, 33 — En- tomologia generale — 1885. BARGAGLI Nobile Cav. Piero — Firenze, Piazza S. Maria, Palazzo Tempi, 1 — Coleotteri^ Entomologia agraria — 1869. BARONI Giovanni — Firenze, Archivio di Stato, Via della Forca — Coleotteri e Lepidotteri — 1869, BAUDI DI SELVE Cav. Flaminio — Torino, Via Baretti, 18 — Coleotteri — 1869. BATELLI Dott. Prof. Andrea — Perugia, Libera Università — Anatomia degli Artropodi — 1876. BERLESE Dott. Antonio — Portici (Napoli), R. Scuola superiore di Agricoltura — Entomologia generale ed applicata; Acari e Mìriapodi — 1882. BERTOLINI Dott. Stefano — Pergine per Madrano. (Trentino, Impero Austro- Ungarico) — Coleotteri — 1869. BERTOLONI.Cav. Prof. Antonio — Bologna, fuori Porta Mosco- velia — Entomologia applicata — 1881. BEZZI Dott. Mario — Professore nel R. Liceo di Macerata, Via Corso Vecchio, 104 — Entomologia generale, Ditteri, Emit- teri — 1891. 12 BRUSINA Prof. Spiridionk — Agram- (Zagabria, Croazia) — Ento- mologia generale — 1879. CALANDRUCCIO Dott. Prof. Salvatore — Catania, R. Università — Entomologia generale ed applicata — 1889. CALLEGARI Ferdinando — Treviso — Entomologia generale — 1871. CAMERANO Dott. Prof. Lorenzo — Torino, R. Museo zoologico — Entomologia generale — 1878. CANTONI Dott. Prof. Elvezio — Milano, R. Liceo Manzoni — Aracnidi e Miriapodi — 1880. CAROBBI Giuseppe — Firenze, Via di Mezzo, 54 — Ortotteri — 1880. CARRUCCIO Cav. Prof. Antonio — Roma, R. Università — Ento- mologia generale — 1869. CAV ANNA Dott. Prof. Cav. Guelfo — Roma, R. Ministero della Pubblica Istruzione (Ispettorato) — Entomologia generale; Arac- nidi, Miriapodi, Emitteri — 1875. CATANI Dott. Tommaso — Firenze, Palazzo da Ceppaiello, Via del Corso, 4 — Entomologia generale — 1882. CORTI Dott. Emilio — Pavia, R. Università — Entomologia gene- 7^ale, Ditteri — 1894. CORSINI Principe Tommaso — Firenze — Entomologia applicata — 1869. COSTA Oomm. Prof. Achille — Napoli, R. Museo zoologico — Entomologia generale — 1869. CURÒ Ing. Antonio — Bergamo — Lepidotteri — 1869. DEI x^PELLE — Siena, Via dei Tufi, 1 — Entomologia gene- rale— 1869. DEL GUERCIO Dott. Giacomo — Firenze, R. Stazione di Entomo- logia agraria — Entomologia applicata; Omotteri — 1891. DESBROCHERS DES LOGES Jules — Tours (Indro et Loire, Francia), Rue de Boisdénier, 23 — Coleotteri paleartici; Curcii- lionidi e Cassidi del globo — 1891. DE CARLINI Dott. Prof. Angelo — Pavia, R. Liceo Foscolo — Entomologia generale; Emitteri, Aracnidi — 1889. 13 J)I FRASSINETO Conto Alfredo — Firenze, Via Palostro, 3 — Entomologia generale — 1891. DE VINCENZI Comm. Giuseppe, Senatore del Regno — Roma — Entomologia applicata — 1869. DORIA Marchese Comm. Giacomo, Senatore del Regno — Genova, Via Peschiera, 28 — Coleotteri — 18G9. EMERY Prof. Carlo — Bologna, R. Università — Coleotteri euro- pei e m,editerranei ; Eormicidei — 1869. FAILLA-TEDx\LDI Luigi — Castelbuono Madonie, Sicilia — Ento- mologia generale; Lepidotteri — 1874. FICALBI Doti. Prof. Eugenio — Cagliari, R. Università — Ento- mologia generale; Culicidei — 1889. FOCARDI Lorenzo — Firenze, Via Pellicceria, 7 — Entomologia generale — 1882. FRANCESCHLM Cav. Felice — Milano, Via Monforto, 14 — Entomologia applicata — 1890. GASPERINI Prof. Riccardo — Spalato (Dalmazia) — Entomologia generale, Imenotteri — 1869. GESTRO Dott. Prof. Cav. Raffaello, Vico Direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Genova — Entomologia generale; Coleotteri — 1871. GIANELLI Giacinto — Torino, Wa. Manzoni, 2 — Lepidotteri — 1869. GIBSON CARMICHAEL Thomas — Castlecraig, Dolphinton (Scozia) — Miriapodi — 1882. GIGLIOLI Comm. Prof. Enrico — Firenze, R. Museo, Via Ro- mana, 19 — Entomologia generale — 1869. GOSS Herbert — Berrylands, Surbiton Hill, Kingstown on Thamos, Inghilterra — Entomologia generale — 1890. GRASSI Dott. Prof. Giovan Battista — Catania, R. Università — Entomologia generale — 1889. GRESSEL Dott. Agostino — Trento, Via Larga, 4 — Coleot- teri — 1890. GRIBODO Ing. Giovanni — Torino, Via Maria Vittoria, \^ — Ime- notteri — 1872. 14 HEYDEN (VoNJ bott. Maggior Luca — Bokenheim, presso Fran- coforte sul Meno, Schlosstrasse, 54 — Insetti di tutti gli ordini, principalmente Coleotteri — 187C. LEVEILLÉ Albert — Paris, Rue S/ Placide, 42 — Entomologia generale — 1891. LORENA. (DIj Sua Altezza l'Arciduca Luigi Salvatore — Trieste per Muggia, Villa Zindis, Impero Austro-Ungarico — Entomo- logia generale — 1869. LOSTLA DI SANTA SOFIA Conte Umberto — Cagliari, Via Ca- nelles, lo — Entomologia generale — 1884. MACLACHLAN Roberto — Londra, Lewisham, Westview, Cla- rendon Road — Nevrotteri — 1869. MAGRETTl Dott. Paolo — Milano, Via Dante. 7 — Imenotteri — 1880. MANTERO Giacomo — Genova, Via Galata N. 9 (int. 7) — Ime- notteri — 1894 (Socio studente). MANZONE Dott. Prof. Faustino — Brà, Piemonte — Entomologia generale — 1890. MARANDINO Ovidio — Firenze, Via del Campuccio N. 4 — En- tomologia generale — 1894 (Socio studente^. MARCHI Cav. Prof. Pietro — Firenze, Via degli Alfani, 50 — Entomologia generale — ■ 1869. MARTELLI Nob. Ugolino — Firenze, Via della Forca, 8 — En- tomologia generale — 1879. MELLA Conte Carlo Arborio — Vercelli, Piemonte — Entomo- logia generale — 1869. MEREGHI Dott. Carlo — Iesi (Marche) — Entomologia generale — 1881. MICHAILOWITCH. Sua Altezza Imperiale il Granduca Nicolas Mi- chailowitch — Pietroburgo — Lepidotteri — 1883. OSTEN SACKEN Barone Dott. Carlo Roberto - Heidelberg — Ditteri — 1880 (Socio perpetuo). PASSERINI Conte Prof. Napoleone — Scandicci (Firenze) — En- tomologia agraria — 1879. PAVESI Prof. Corani. Pietro — Pavia, alla R. Università, Direttore del Museo di Zoologia — Entomologia generale; Aracnidi — 1878. 15 PANATTONI Nob. Avv. Guido ~ Firenze, Via S. Egidio, 14 — Entomologia applicata — 1892. PECORI Rag. Raffaello — Firenze, Via dei Conti, 3 — Ento- mologia applicata — 1891. PICCHI Luigi — Firenze, Via Pandolfini, 2^ — Entomologia ge- nerale — 1889. PICCINELLI Dott. Giovanni — Bergamo, Via Masini, 9 — Coleot- teri — 1879. PICCIOLI Cav. Ferdinando, — Firenze, Borgo degli Albizzi, 25 — Entomologia generale; Coleotteri e Imenotteri — 1869. PONS Guido — Firenze, Via della Chiesa, 73 — Entomologia ge- nerale — 1894 (Socio studente). RIDOLFI Comra. March. Luigi — Firenze, Via Maggio, 13 —En- tomologia agraria — 1869. RONCALLI Conte Dott. Alessandro — Bergamo (Alta Città) — Entomologia generale — 1883. ROVELLI Dott. Giuseppe — Como, Piazza Volta, 4 — Entomologia generale — 1890. SELYS-LONGCHAMPS (DE) Cav. Senator Barone Edmondo — Liegi (Belgio), Boulevard de la Sauvemière, 34 — Entomologia generale; Nevrotleri — 1869. SENNA Dott. Angelo — Firenze, R. Museo, Via Romana, 19 — Entomologia generale; Brentidi — 1891. SIMON Eugène, già Presidente della Società Entomologica di Francia — Parigi, Villa Said, 16 — Aracnidi. STAUDINGER Dott. Otto — Blasewitz presso Dresda (Sassonia) — Lepidotteri — 1870. STEFANELLI Cav. Prof. Pietro — Firenze, Via Pinti, 57 — Le- pidotteri — 1869. TARGIONI-TOZZETTI Comra. Dott. Adolfo, Prof, di Zoologia e Anatomia comparata nel R. Istituto di Studi Superiori — Fi- renze, Via Romana, 19 — Entomologia generale ed applicata; Ortotteri, Crostacei etc. — 1869. THORELL Prof. Tamerlano — Montpellier (Hèrault), Franca — Aracnidi — 1877. 16 TORRE (DELLA) nob. Carlo — E'irenze, Via Domenico Buonvi- cini, 4 — Entomologia generale e applicata: Crisidi, Icneu- monidi — 1878. TURATI Conte Emilio — Milano, Via Meravigli, 13 — Entomo- logia generale — 1874. TURATI Conte Gianfranco — Milano, Via Meravigli, 7 — Lepi- dotteri — 1883. VERDIANI-BANDI Dott, Arnaldo — San Quirico d'Orcia, (Provin- cia di Siena) — Entomologia generale — 1874. VERDIANI-BANDI Dott. Luigi — Siena, Via Ricasoli, 52 — Coleot- teri europei — 1871. VERRAL G. H. Esq. Sussex Lodge, Newmarket, England — Bit- teri — 1881. (Socio perpetuo). VIMERCATI Conte Prof. Ing. Guido — Firenze, Lungarno della Zecca, 2 — Entomologia generale — 1870. Soci defunti nell'anno 1 SB^^. MOLFINO Prof. Giovan Maria — Genova, 1878. PASSERINI Comm. Prof. Giovanni — Parma, 18G9. STAINTON H. T. — Londra, 1869. Soci diniis«^ionai*i. BECHI Comm. Prof. Emilio — Firenze, 1869. CASTRACANE DEGLI ANTELMINELLI Alessandro — Rimi- ni, 1875. TARGIONI Dott. Francesco — Firenze, 1883. 17 ELENCO delle Società, Accademie ecc. che fanno cambio delle loro pubblicazioni col Bullettino della Società Entomologica Italiana. ITALIA. Bologna — R. Accademia delle Scienze dell' Istituto di Bologna. Catania — R. Accademia Gioenia di Scienze Naturali. Firenze — Nuovo Giornale botanico, diretto dal Prof. T. Caruel. Genova — Museo civico di Storia naturale; Direttore Corara. Gia- como Doria. Milano — Società italiana di Scienze naturali. Modena — Società dei Naturalisti. Napoli — R. Accademia delle Scienze fìsiche e matematiclie. — Società di Naturalisti, (ex Monastero della Sapienza). Padova — Società veneto-trentina di Scienze naturali. — Bollettino mensile di Bachicoltura, diretto dai Proff. Verson e Quajat. Palermo — Il Naturalista siciliano. (Dirett. sig. E. Ragusa). Pavia — Bollettino scientifico, diretto dai Proff. Maggi, Zoja ecc. Roma — R. Comitato geologico d'Italia. — R. Accademia dei Lincei. — Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei. — ' Società romana per gli studi zoologici. Siena. — R. Accademia dei Fisiocritici. — Rivista italiana di Scienze naturali e Bollettino del Natu- ralista. (Dirett. Cav, S. Brogi). Udine — Associazione agraria friulana. VENEZL4. — R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. AUSTRIA UNGHERIA. Brùnn — Naturforschende Verein. Budapest — Kiràlji Természettudomànyi Tàrsulat Megbizàsàból (R. Società Ungherese di Scienze Naturali). 18 Budapest — A Magyar Allatani Irodalora. (Accademia Ungherese delle Scienze. Gorizia — Imperiale e Reale Società Agraria. Graz — Naturwissenschaftliche Verein fiir Steiermark. Innsbruck — Naturwissenschaftlich-medizinisclie Verein. KoLosvAR — Ertesitò az erdélji Muzeum-egylet Orvos-Termeszet- tudoraanyi szakosztàlyàbói. (Sezione delle Scienze naturali e mediche delia Società del Museo di Tran- silvania;. Trenosén — Evkònyve. Jahresheft des Naturwissenschaftlichen Ve- reines d. Trencséner Comitates. Trieste — Società adriatica di Scienze naturali. — Museo civico di Storia naturale (Dirett. Prof. C. De Mar- chesetti). • WiEN — Jahresbericht d Wiener Entomologisclien Vereines. — K. K. Zoolog.-botanische Gesellschaft. — K. K. Naturhistoricbes Hofmuseum (Prof. Franz v. Hauer). — Verein zur Verbreitung naturwissenschfatliche Kenntnisse. SVIZZERA. Bern — Schweizerischen entomologisehen Gesellschaft. Neuchàtel — Société des Sciences uaturelles. FRANCIA. Amiens — Société Linnéenne du Nord de la Franco. Caen — Société Linnéenne de Normandie. Chateauroux — Le Frélon. Journal d'Entomologie. (Dirett. .T. Des- brochers des Loges). Uherbi:rg — Société Nationale des Sciences naturelles. Gray — (Haute Saune) — Species des Hj^ménoptères d'Europe etc. (M.' notaire Andi-è). 17, Rue des Promenades. Lyon — • Société Linnéenne. (M.'' Georg, libraire). Paris — Feuille des Jeunes naturalistes. (Rue Pierre Charron, 35). — Société entomologique de Franco. — Société Pliilomatique. (Rue des Grands Augustins, 7). Rouen — Société des Amis des Sciences naturelles. Sémur — Société des Sciences historiques et naturelles. Tolouse — Société d'Histoire naturelle. 19 BELGIO. Bruxelles — Académie Royale des Sciences, des Lettres et des Beaux-Ai'ts de Belgique. (Annuaire et Bulletin). — Société Entoraologiqae de Belgique. — Société Malacologique de Belgique. SPAGNA. Madrid — Sociedad Espanola de Historia natura). Gf]RMANIA. AuGSBURG — Naturwissenschaflliche Verein tur Schwaben uiid Neu- burg. Berlin — Berliner Entomologischer Verein pr. ad. Herrn. B. Hache, Berlin W. 64. Charlotten Strasse, 37-38. — Deutsche Entomologischer Gesellschaft (D.' G. Kraatz). Bonn — Natarhistorischer Verein dei- preuss. Rheinlande und We- stfalens. BRA.UNSCHWEIG — Verein lùr Naturwissenschaft. Breslau — Verein tur schlesische Insectenkunde. Cassel — Verein fùr Naturkunde. Dresden — Isis: Naturw. Gesellschaft. — h'is: Oorrespondenz-Blatt des Entomologischen Vereins. GiESSEN — Oberhessische Gesellschaft fiir Natur-und Heilkunde. Halle — Academia Csesarea Leopoldino-Carolina Germanica Naturae curiosorum. Heidelberg — Naturhistorisch-medicinischer Verein. Leipzig — Zoologischer Anzeiger. (Prof. Victor Carus). MuNSTBR — Westfalischer Provinzial Verein fùr Wissenschaft und Kunst. (Prof. Landois). Mecklenburg — Verein der Freunde der Naturgeschichte res. in Gùstrow. NuRNBERG — Naturhistorische Gesellschaft. Offenbach — OfFenbacher Verein fur Naturkunde. Stettin — Entomologischer Verein. Stuttgart — Verein fùr vaterliindische Naturkunde in Wùrtemberg. Wernigerode — Naturwissenschafìiche Verein des Harzes. WiESBADEN — Nassauischer Verein fùr Naturkunde. 20 OLANDA. Leiden — Nederlandische entomologische Vereeniging. DANIMARCA. Kjobenhavn — Kongelige Danske Videnskabernes Selskabs. SVEZIA E NORVEGIA. Stockholm — Entomologiska Fòreningen. (Prof. G. Hofgren). — Kongl. Svenska Vetenskaps-Akademie. GRAN BRETTAGNA ED IRLANDA. Belfast (Ireland) — Naturai History and Philosophical Society. Glasgow (Scotland) — Society of Naturai History. London (England) — Entomologica! Society. — — Royal Microscopica! Society. — — Tlie Entomologist, an illustrated Journal of British entomology. — — Tiie Entomologist'tj Montldy Magazine. RUSSIA E FINLANDIA. Kharkoff — Societé des naturalistes à l'Université Imperiale, (in russo). Mosca — Société Imperiale des Naturalistes. — Società Imperiale degli amici delle Scienze naturali ecc. ag- giunta all'Università di Mosca, (in russo). Odessa — Società dei naturalisti della Nuova Russia, (in russo). Pietroburgo — Horre Socie tatis entomologicse rossica?. Helsingfors — • Societas prò F'auna et Flora Fennica. (Atti e Ren- diconti). STATI UNITI. Albany — New York State Museum of Naturai History. Baltimora — Johns Hopkins LTniversity. Boston — Society of Naturai History. Buffalo — Society of Naturai Sciences. Cambridge (Mass) — Cambridge entomological Club-Psyche. Chapel Hill (N. Carolina). — Elisha Mitchell Scientific Society. 21 Filadelfia — American Entomologieal Society. — xlcademy of Naturai Sciences (Nolan I. Edw. Bibliot.) — Wagner free Institute of Sciences. Lawrence — The Kansas University Quarterly. Madison — Wisconsin Academj of Sciences. Minneapolis — Tlie University of Minnesota (F. B. GilfiUan Secret.) Salem — Essex Institute. San Francisco — California Acaderaj' of Sciences. Topeka — Kansas Academy of Science. Trenton — N. Jersey Naturai History Society. Washington — Department of Agriculture. — Entomologieal Society of Washington. — Smithsonian Institution. — United States Geological Survey. Department of the Interior. CANADA. Ottawa — Geological and Naturai History Survey of Canada. (Al- fred Selwyn Director). Toronto — Canadian Institute, AMERICA CENTRALE E MERIDIONALE. Brasile — Museu Nacional in Rio de .Janeiro (Sen. Ladislau Netto). Messico — Sociedad cientifica Antonio Alzate in Mexico. Repubblica Argentina — • Sociedad cientifica Argentina in Buenos Ayres. San José (Costa Rica) — Museo Nacional. AUSTRALIA. Adelaide — Royal Society of South Australia. Melbourne — Public Library, Museum and National Gallery, Victoria. Sydney — R. Society of the New South Wales. Tasmania — Royal Society of Tasmania. 22 \Mm) KiiGLi as8ik;iatì al l!l llkttlno stazione agraria di Palermo.* » » » Torino.* » » » Modena * » bacologica di Padova.* » di Botanica crittogamica di Pavia.* Scuola superiore di agricoltura in Portici (Napoli).^ » » di agricoltura in Milano.* » di Viticoltura e di Enologia di Catania.* » enologica in Avellino.* » pratica di Agricoltura in Scerni (Cliieti).* » » » » in Caluso (Torino).* » » » » in Catanzaro.* » » » » » » » » in Caltagirone.* » » » ^ in Cesena (Provincia di Forlì).* » di Ag-ricoltura ed Enologia in Gonegliano (Treviso).* » enologica di Alba.* » di Pomologia in Firenze.* Ministero Agr. Ind. e Cora., Roma.* R. Istituto forestale di Vallombrosa.* N.B. L'asterisco ludica gli associati per conto del II. Ministero di Agri- coltura Industria e Commercio. Friedliinder R. e figlio N. W. Berlino, Carlstrasse, 11 (5 copie). Loescher Ermanno Libraio-Editore, Via Pò, 19, Torino (5 copie). Ongania Ferdinando Succ. Munster, Libraio-Editore, Venezia. (Per la Biblioteca di Monaco). Museo di Storia Naturale della R. Università di Modena. 23 Museo civico di Storia Naturale nel R. Istituto tecnico Antonio Bor- doni, Pavia. Bibblioteca del R. Istituto Tecnico in Firenze. » del R. Liceo Dante in Firenze. » del R. Museo di Fisica e Storia Naturale, Gabinetto In- vertebrati. Firenze. » Nazionale di Parma, » della R, Università di Genova. » della R. Università di Torino. Il Bullettino viene maiulat.o m dono al R. Ministero della Pubblica Istru- zione, in Renna; alla Stazione zoologica Dohrn in Napoli, ed al Sijj. Dot- tore Adolib Senoner, Landstrasse, Krieglero-ass:, 14, Vienna. SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA Adunanza escursione del 24 alaggio 1894. Per aderire al cortese invito del collega Conte Napoleone Pas- serini, la Società, sotto la Presidenza del Prof. Targioni Tozzetti si recava il 24 Maggio a Scandicci, dove, ospitata con squisita affabilità dal Conte Passerini e dalla di lui gentile Consorte ebbe agio di visitare la Scuola agraria di Scandicci cogli annessi la- boratori e coltivazioni esperimentali, istituita con nobile disinte- resse dal nostro illustre collega. Dopo geniale banchetto si parlò dell'andamento sociale e si discussero alcune proposte atte a mi- gliorare lo stato economico della Società. V.° il Presidente Targioni Tozzetti Ad. Il Segretario degli Atti A. Senna. Adunanza jjrivata del 21 Maggio 1894. Presidente: Prof. Targioni Tozzetti Ad. Il Presidente parla dèlia interessante visita fatta pochi giorni prima a Scandicci e della gentile accoglienza avuta da parte del nostro collega Conte Passerini e propone che gli vengano indi- rizzati sentiti ringraziamenti. La proposta è approvata da tutti i Soci. Il Segretario presenta e discorre brevemente della nota: Sopra la rigenerazione dello sper maio gonio dei Crostacei decapodi, invia- tagli dal D.r Mari e domanda ai soci se deve essere accettata. Il Presidente propone ch'essa venga stampata qualora il Dot- tor Mari acconsenta a far parte della Società e assuma a proprio carico la metà della spesa occorrente per le incisioni come pre- scrive il regolamento. Si ripiglia la discussione relativa allo stato economico della Società e si stabilisce che il Segretario presenti per la prossima adunanza un resoconto dettagliato dell'andamento sociale, allo scopo di poter meglio giudicare sui bisogni dell'odierna situazione. V." il Presidente Targioni Tozzetti Ad. Il Segretario degli Atti A. Senna. Adunanza privata del 29 Giugno 1894. Presidente: Prof. Targioni Tozzetti Ad. Il Segretario, avuta la parola dal Presidente, legge la relazione sullo stato economico della Società che risulta precario stante il continuo aumento delle spese di pubblicazione e la diminuzione di attività motivata da cause varie. Sottopone alcune proposte atte a diminuire le passività sociali e prega i convenuti a vo- lerle discutere. Alla discussione prendono viva parte il Presi- dente e parecchi soci e si stabilisce che: l.*" Non sono accettati nuovi lavori da pubblicarsi nell'anno corrente. 2." Sono ammesse per le pubblicazioni le note presentate nelle sedute precedenti. 3." Si rinvia la pubblicazione degli indici del 1893 e 1894 al venturo anno, e si sospende per ora anche quella del Bullettino Bibliografico. 4.° Il 3." e 4." trimestre verranno alla luce uniti in un solo fascicolo. 5." Non si accettino lavori di persone che non facciano parte della Società. 6.^ Si rivedine le deliberazioni prese rispetto ai cambii nelle sedute precedenti e si esamini se sia possibile una diminuzione di tiratura del Bullettino. 7." Si spediscano i fascicoli del Bullettino^ per mezzo degli scambi! internazionali a quelle Società corrispondenti che usano di tale facoltà. Il Segretario annunzia la morte del Dr. Louis De Gonion, Pre- sidente della Società Naturale di Neuchatel e i convenuti delibe- rano che siano indirizzate alla Società consorella parole di con- doglianza. F." il Presidente Targioni Tozzetti Ad. Il Segretario degli Atti A. Senna. A. Garbini PRIMI MATERIALI PER UNA MONOGRAFIA LIMNOLOGICA DEL LAGO DI GARDA (1) Da ben diciotto anni vado raccogliendo materiali e osser- vazioni intorno alla ricchissima fauna della provincia di Ve- rona nei suoi rapj)orti con l'ambiente, per tentare alla fine una carta zoografìca che potesse compendiare le varie leggi distributive delle nostre specie. Nel medesimo tempo, innamo- rato degli splendidi studi limnologici iniziati da Forel sul lago di Ginevra, ne ho seguito le orme, facendo osservazioni in proposito sul bellissimo lago di Garda, di cui grandissima zona appartiene alla provincia nostra. Visto pertanto, che nessuno fin qui si è invaghito al pen- siero di fare una serie di studi limnetici del Benaco paralleli a quelli fatti per il Lemano, cosi ho pensato di dare io stesso la prima spinta, sicuro di venire ajutato in seguito da forze ben più poderose e più adatte delle mie, per lo svolgimento dei molteplici argomenti scientifici necessari al completo svi- luppo di tale monografia. I. - RILIEVO e: ReOIOXI DEL LAGO. Nel lago di Garda si riscontrano bene distinte le tre parti costituenti i laghi profondi e orografici: (1) Riprodotta, con aggiunte, dagli Atti dell' Acc. Agr. Arti e Comm. di Verona. Voi. LXIX, 1893. — 4 — 1. Il Litorale, formato dalle coste, è complicato da capi, da delta alluvionali, da golfi di erosione. Le zone di questa parte, dovute all'azione lenta e continua delle onde, sono marcatissime: a) La spiaggia sommergibile asciutta in inverno, inondata al- l'estate, gira intorno il lago con una larghezza variante a seconda della località; ma, si può dire nel nostro caso, in ragione della larghezza del bacino lacustre stesso. È formata da ciottoli più o meno grossi, puliti, bianchi, misti a sabbia della stessa natura. h) La spiaggia sommersa jparte (|uasi orizzontale del litorale, dovuta all'azione corrosiva delle onde, e coperta da m. 2~\0 di acqua;, si protende più o meno verso il centro del lago, a seconda delle posizioni; anche questa zona però è molto più larga nel bacino di quello che nel braccio. Si può dire che la spiaggia sommersa, partendo dai due punti di estensione massima nello insenature di Peschiera e Desenzano, va man mano restringendosi e diminuendo di larghezza, lungo le sponde veronesi e lombarde, fino a Riva. — Varia anche la sua profondità; e mentre troviamo zone molto estese con una profondità media di m. 2-4, ne troviamo altre, dove probabilmente l'impeto delle onde è maggiore e quindi con maggiore influenza verso il basso, le quali arrivano fino ai G, agli 8, ed anche ai 10 metri. e) Il declivio (chiamerei così il moni di Forel, che sarebbe la parte alluvionale della spiaggia sommersa, e che si protende nel lago non più orizzontalmente ma con una data pendenza), ha pure nel Benaco la inclinazione massima che possono avere ed assumere i materiali mobili. Tutti possono aver visto le scarpe che si formano naturalmente nei de- positi di macerie; lo stesso succede anche nei laghi, dove i materiali por- tati dalle acque torrenziali o erosi dalle onde, vengono trascinati fino al limite della spiaggia sommersa (limite delineato nettamente dalla man- canza assoluta di influenza delle onde); e di qui tendono verso il fondo del lago per colmarlo, disponendosi appunto a scarpa come i materiali or ora nominati. (1) 11 declivio adunque si può ritenere come la parte mobile della spiaggia sommersa; infatti ad ogni nuova quantità di materiale alluvionale che (1) Dal fatto che la spiaggia sommersa è formata in parte dalla erosione dello onde, e in parte da materiali moliiU di alluvione, i limnologi distingviono: la spiaggia sommersa di erosione, e la sj^iaggia sommersa di alluvione. — 5 — viene portata sul declivio, succede uno scivolamento di terreno, e uno strato più 0 meno grosso di declivio scorre verso il fondo mentre viene ad occupare il suo posto il nuovo materiale. I rivieraschi assistono sovente a questi fenomeni, avvertiti da una agitazione superficiale delle acque, dal loro intorbidamento, dallo sviluppo di bolle d'aria, e dal galleo-giare di molti detriti organici. Una volta, otto anni or sono, fui testimonio ocu- lare di uà tale fenomeno all'Assenza, presso Malcesine, circa a 50 metri dalla liva. Questo fatto è interessante per venire a spiegare come molte specie litorali vengano trasportate nelle regioni profonde del lago. 2. Il Talus, regione che dal declivio va verso il fondo del lago, co- stituendo, per dir così, le pareti del bacino lacustre, è più o meno incli- nato a seconda della natura dei terreni che formano il bacino stesso. Lo troviamo quindi: a pendenza dolce nella sua parte larga, tanto da avere spesso meno del 5 °j„; e con pendenza forte nel braccio, fino all' 80 °|o, sempre però più pronunciata nella parte veronese di quello che nella bre- sciana, in causa del versante Baldense molto più inclinato di quello del monto Levino. 3. Il Fondo del nostro lago, da quanto si può arguire dalle quote fatte per cura del Ministero della Guerra, è formato da un piano abba- stanza accidentato e non uniforme come in generale quello dei laghi su- balpini svizzeri. La parte larga consta di due conche, limitate una da S. Biagio, Desen- zano e Sermione; l'altra da Sermione, Peschiera, Lazise, Bardolino; nelle quali la profondità massima è di m. 110 per quella di Desenzano, di m. lóO per quella di Peschiera, in punti quasi centrali. Nella linea me- diana longitudinale del lago, il fondo va gradatamente e sensibilmente sprofondandosi da Sermione fin quasi a Malcesine, dove arriva a m. 342, per risalire in seguito fino al confine, dove misura m. 311 di profondità. Nel braccio, a quanto pare, il fondo non presenta un piano proprio, ma sono i tahfs stessi del Baldo e del Levino che vengono a congiungersi al loro piede: nella parte larga in vece il fondo presenta un piano proprio. In uno spaccato da Desenzano a Riva, si vedrebbe la linea del fondo formare una sola convessità regolare con il punto più basso presso Mal- cesine; in uno spaccato fra Lazise e Padenghe la linea del fondo segne- rebbe duo convessità con i punti più bassi quasi a metà via fra Sermione e Lazise, e fra Sermione e Padenghe. Vista cosi alla sfuggita la struttui'a scheletrica del nostro lago, come — 6 — quella che e' interessa più da vicino, senza toccare altri importantissimi argomenti limnologici, perchè in parte ancora sotto osservazione, e in parte perchè mi condurrebbero fuori di strada, passo a dare l'elenco del limnobios gardense, che mi fu dato riscontrare nelle mie frequenti gite sul lago. E quantunque vegga pur io essere tale elenco molto incompleto, non mi perito tuttavia a farlo conoscere, perchè ancora com'è potrà sem- pre servire per istudì comparativi, e di primo ajuto a coloro che si metteranno poi nell' impresa. Nel nostro lago, per la sua ampiezza come per il suo complesso, si mostrano chiaramente le tre regioni limnobiotiche : litorale, limnetica, profonda. Non entrerò in discussione intorno al limite fra la regione litorale e la profonda; per conto mio sono pienamente d'accordo con Forel nel rite- nere come tale il limite stesso della vita vegetale. In quanto al determi- nare con esattezza questa linea di demarcazione, ho ancora dati troppo insufficienti per farlo; posso dire solo di aver constatato delle Characee fino a 15 metri di profondità, e una volta, a Malcesine, fino a 20 metri. Ad ogni modo, onde mettere le cose in chiaro, dirò che le condizioni ambienti di queste tre regioni sono: a) Per la regione litorale: acque con profondità non maggiore di IO metri; lungo le sponde; fondo sassoso, sabbioso o melmoso; acqua bene illuminata, agitata dalle correnti e dalle onde; temperatura variabile; pres- sione debole. b) Per la regione limnetica (I), altrimenti detta pelagica: pieno lago: lungi dalle coste; alla superficie di notte e con lago calmo; a m. 5, IO, 50 di profondità di giorno, e anche di notte se il Iago sia agitato; pres- sione variabile; agitazione delle onde nulla; temperatura variabile. e) Per la regione profonda: acque profonde, cioè dal limite della flora in giù; pressione forte; luce debole o nulla; movimento delle onde nullo; temperatura bassa e costante. Di queste tre regioni le più esplorate da me furono la litorale e la limnetica. Della profonda non posso dire niente che sia basato su osser- vazioni personali, perchè tali ricerche le imprenderò fra giorni appena (1) Haeckel, nei suoi Plancton Studien (Jena, 1890) ha creduto bene distinguere col nome di pelagica la flora e la fauna natante passivamente nel mare, e con quello di limnetica la flora e la fauna natante passivamente in pieno lago, lungi dalle coste: trovando utile questiv distinzione, mi vi attengo. avrò pronto il materiale; le forme di invertebrati alle quali accennerò furono viste da altri e qualcuna anche da me, ma solo per caso, essen- dosi impigliate nelle reti dei pescatori poggianti sul fondo. II. FLORA. La flora del nostro lago (Fanerogame, Crittogame vascolari, e alcune Tallofite), in particolar modo quella litorale, fu studiata minutamente dal nostro distinto botanico A. Goiran, il quale ebbe la squisita gentilezza di darmi il nome di molte specie che andrò accennando. Nel lago di Garda ho riscontrate tutte quelle trovate da Forai nel Lemano, più molte altre. Non posso dare però l'elenco delle alghe inferiori (Diatomee, De- smidiacee, Palmellacee) perchè non ho distribuito ancora il materiale allo specialista. Posso dire genericamente che di queste ne ho trovate circa una trentina di forme, le quali coprono il fondo, ovunque vi sia spiraglio di luce, di uno strato brunastro e denso che Forel giustamente chiama feltro organico. A. — Flora, litorale. a) Sulla spiaggia sommergibile. - In questa zona litorale, bagnata solo in estate, si riscontrano le specie seguenti, comuni per lo più alla limnoflora dei fossi ad acqua non troppo corrente e bassa: Ranunculus aquatilis, L. — trichophyllus, Chaix. — drouetii, Schulz. * Litorella lacustris, L. Polygonum amphibium, L. Tipha latifolia, L. — angustifolia, L. — laxmanni, Lepech. Potamogeton natans, L. — fluitans, De. — heterophyllus. De. Caulinia fragilis, Willd. Najas major, Rotk. Lemna trisulca, L. — minor, L. — polyrhizza, L. Àrundo phragraites, L. Carex stricta, Good. — pendula, Huds. Heleocharis palustris, R. B. Juncus glaucus, Ehì'h. — conglomeratus, L. Hydrocharis morsusranae, L. Zannichellia palustris, L. Salvinia natans, Hoff. Nephrodium thelypteris, Sfremp. h) Sulla spiaggia sommersa. - Sotto uno strato d'acqua di m. 1 a 4, dove il fondo è melmoso, si vedono in estate splendidi e morbidi tap- peti con tutte le gradazioni del verde, che formano quanto di più pitto- resco ed artistico possa immaginare l'osservatore della natura, e il punto di attrattiva massimo per il zoologo investigatore. Ai tappeti vellutati e oscuri delle Vallisnerie e dei Potamogeti, suc- cedono quelli spugnosi dei MirioflUi; e a questi s'intersecano mirabilmente i leggiadri e flessuosi tiocclii della Chare e delle Nitelle. Le specie che ivi si riscontrano sono: Vallisneria spiralis, L. Potamogeton pectinatus, L. Myriophyllum pectinatum, De INitella opaca, Ag. Oeratophyllum submersum, L. — hyalina, Kùtz. Potamogeton crispus, L. Chara foetida, A. Br. — perfoliatus, L. — tomentosa, L. — lucens, L. Sparganìum natans, L. — pusillus, L. Utricularia vulgaris, L. e.) Tappeti muscosi. - Questi tappeti morbidi, leggeri, mobili, con tutti i toni del verde, formano rivestimento alle pietre, ai massi, alle palafitte sommerse; sono molto grossi fino a 50 centimetri di profondità, e vanno diminuendo di spessore man mano che rivestono oggetti posti più in basso. Questi strati vegetali sono formati fino a mezzo metro circa da Cladophore, Uloirix, Spirogire, Oscillarie : alle quali negli strati più profondi si mescolano le Cìiaelopore, \ Batvachospermum, ecc. d) Feltro organico. - Strato olivastro, ricoprente tutti i corpi som- mersi, non escluse le piante stesse; esso è costituito da Biatomee, De- smidiacee, Pnlmellacee, ecc., delle quali fra breve sarà dato l'elenco specifico. B. — Flora liiimetìea e profonda. La flora di queste due regioni, ricchissima in individui ma povera di specie, è costituita per lo più da Palmellacce e Biatomee. Le quali alghe nella regione limnetica stanno, come si suol dire, fra due acque, lasciandosi trasportare dal movimento stesso del liquido; mentre nella regione pro- fonda formano un feltro organico simile a quello della regione litorale, e a quello che si vede ricoprire per lo piii il fondo dei rigagnoli, dei — 9 — fossi e degli stagni. Si può sempre ottenerlo in laboratorio, mettendo in un recipiente un po' largo e tenuto all'oscuro (la troppa luce fa impallidire il suo colore bruno particolare) del limo asportato dal lago ossia da ruscelli, o da stagni: in pochi giorni il fondo si copre del feltro in parola. La massa scheletrica fioccosa è costituita da piccolissime Palmellacee, fra le quali si muovono numerosissime Diatomee, che colorano in bruno la massa. Ili - LIMXOFAUXA. Mi sia lecito fare una digressione per mettere in chiaro alcuni termini. .T. Miiller (1), primo ad occuparsi della fauna vivente alla superficie del mare per farne un ramo particolare di osservazioni, chiamò il com- plesso di questi animali Peìagischer Auftrieb. Più tardi, con il crescere delle nozioni su tale soggetto, e riscontran- dosi forme speciali agli strati superiori del mare, i zoologi riunirono tale fauna sotto il nome di Pelagica (2), perchè realmente diversa dalla fauna neritica o litorale; la definirono: il complesso di forme trasportate dalie onde 0 liberamente natanti negli strati superiori del mare. Hensen (3) volle chiamare la fauna pelagica: Plancton; ma da essa staccò il gruppo di animali nuotanti liberamente. Haeckel (4) finalmente, propone di distinguere con due termini l'in- sieme degli animali che si muovono passivamente trasportati dalle onde e dalle correnti, da quelli muoventisi attivamente; chiama l'insieme dei primi Plankton, e l'insieme dei secondi N e k t o n, donde il nome di animali ploterici e necterici. In tutti i modi però la parola Plancton, sosti- tuisce pienamente la frase fauna pelagica nel senso dato più sopra. Ma questa frase di fauna pelagica viene ormai usata in tre sensi diversi. Anzitutto nel senso primitivo di J. MùUer (1845): animali e piante che vengono trovati natanti alla superficie del mare. Poi per indicare. (1) MùLLEii, Ueber di Larven unii die 3Ietamorphosr> der Ecliiiiodi'rmen ; Abhaiiil- lungen der Berliner Ak. ci. Wisseiisch. 1845-1855. (2) H. N. MosELKY, Pelagic li/e ; Nature, 1882, voi. 26, p. 559. (3) W. Hensen, Ueber die Bestimmung des l'Ianktons, oder des ini Meère treibenden Hfaterials an Pflanzen nnd Thieren; Bericht der Commission ztir Wisseiiscli. Unfers. d. deiitschen Meere in Kiel, 1887. (4) E. Haeckel, Plankton Studien: -Jena. 1890. — 10 — dietro l'esempio di Weismann (1), l'insieme di animali e piante che si trovano alla superfìcie dei bacini di acqua dolce. Finalmente per indicare, auspice Chun (2), l'insieme di animali e piante che si trovano natanti /?•« la supeì^ficie e le maggiori profondità del mare. Haeckel saggiamente propone una terminologia speciale, indicando con limnoplancton quanto riguarda la fauna e la flora di acqua dolce corrispondente alla fauna pelagica marina. Ma, mentre si mostrò partico- lareggiato ed esph'cito per la fauna pelagica di mare, toccò appena l'argo- mento, divenuto ormai importantissimo e vasto, della fauna corrispon- dente lacustre. Per la qual cosa, sempre attenendomi di massima alla nomenclatura di Haeckel per la fauna pelagica di mare, proporrei la seguente terrai- nologria : Fauna neritica Autolimnetica Lfaiiiia, Fauna limnetica ^ Nictilimnetica ' Zonolimnetica , Chimolimnetica / Allolimnetica Fauna profonda Fauna di adattamento Fauna relegata E mi spiego. Limnofauna: tutto il complesso degli animali di acqua dolce, sia di ruscello, sia di fiume, sia di lago. Fauna neritica o litorale: il complesso delle specie sessili (fisse), vagiti (striscianti sul fondo), o nectericlie (nuotanti liberamente) che si trovano lungo le coste, o meglio nella regione litorale di un lago, Fauna limnetica (fauna pelagica): il complesso delle specie che hanno il loro habitat costante in pieno lago fra m. 1 e 50 di profondità, e corrisponde alla fauna pelagica degli autori. Si può bene mantenere la divisione fatta da Pavesi di forme eupelagiche e ticopelagiche, chiaman- (1) A. Weismann, Das Thifirlehen hn Bodensee ; Lindau, 1877. (2) C. Chun, Die pelagìsche Thierwelt in yrosseren Meerestiefen imd ihre Besiehiin- ycìi su der Oberfldcheìi-J'annii ; Bibliotheca zoologica, Voi. I. — 11 — doler eidimneticlie e ticolimnetiche; le prime avrebbero il loro habitat costante nella regione limnetica, le seconde vi sarebbero accidentali. Alcune specie, però, par rimanendo in alto lago, si trovano costante- mente alla superficie, ed altre a diverse profondità; le prime costituiscono la fauna autol'vmnetica, le seconde quella zonolimnetica. La quale si nomina: nictilimnetica, quando sta di notte alla superficie, di giorno negli strati inferiori ; cAnno^/mwe^ica, quando sta alla superficie in inverno e negli strati profondi in estate; allolhnnedca, quando varia di zona indipendentemente dalla temperatura. Fauna profonda: il complesso delle specie sessili e vagiti viventi entro il limo e sul limo del fondo, dal limite estremo della vita vegetale (per il Benaco crea m. 20) fino alle più grandi profondità (per il Benaco circa m. 35o;. Fauna di adattamento: il complesso di tutte le forme, appartenenti a qualsiasi regione lacustre, le quali traggano loro origino da specie ma- rine man mano trasformatesi per adattarsi al nuovo ambiente, senza te- ner conto se tali forme abbiano presa dimora nel lago direttamente (fauna relegata) o per immigrazione. La fauna di adattamento abbraccia tanto le forme della fauna relegata, quanto quelle di immigrazione sì attiva che passiva. Fauna relegata (Pozostalosciova, Relictenfauna) : il complesso di tutte le forme provenienti da specie marine fiordiche rinchiuse nel lago di nuova formazione; sarebbero forme adattatesi al nuovo ambiente per via diretta, e non per immigrazione. Tale fauna, è ovvio il dirlo, è pro- pria dei laghi fiordici. Queste varie faune, di cui tre avrebbero base topografica, e due base etiologica, sono rappresentale riccamente tutte nel Benaco, ad eccezione della fauna relegata, quantunque vi si trovi numerosa la fauna limnetica. Ho messo quel quantunque a proposito. L'illustre prof. Pavesi ritiene la fauna limnetica (da esso chiamata eupelagica) come una fauna relegata, proveniente direttamente da specie marine ivi rinchiuse e differenziate; anzi tende a generalizzare la teoria: e mentre in una sua nota ammet- teva in parte la diflusione passiva (1), ora, da quanto appare ne! suo ul- timo lavoro, opinerebbe che le faune limnetiche abbiano dovuto richiedere (1) Pavesi, Ulteriori studi suìla fauna, pelaf/ica ilei Jcighi italiani ; Eend. E. Ist. Lomb. 1879, pag. 706. — 12 — non la diffusione passiva ma « l'universalità e il sincronismo dell'epoca glaciale in tutto il globo con l'esistenza del mare sul tramonto del plio- cene » (I). Donde ne conseguirebbe che ogni lago con fauna limnetica sarebbe lago fiordico, e quindi tale anche il lago di Garda. Mi duole es- sere d'avviso contrario all'illustre Professore; ma questa sua opinione non sarebbe consona alle mie idee. L'egregio autore appoggia la sua tesi sopra questi fatti: die le forme limnetiche feupelagiche) si trovano solamente nei laghi fiordici; e che mancano del tutto nei laghi montani (alpini) molto elevati (2). Questi due asserti vennero già confutati in parte da Forel ; perla qual cosa io mi limiterò a poche parole su alcune questioni non toccate da esso: a) Prima di tutto, quantunque per Pavesi sia indubitato essere il Benaco di origine marina, non è detta ancor l'ultima parola — anzi, per conto mio, \o dico francamente, ne dubito molto; e mi confermo tanto più in questa mia opinione, jìcrchò appoggiata dalle idee dell'illustre no- stro geologo cav. Nicolis (3). Accenno ad un fatto solo, lasciando a chi di ragione lo svolgere e discutere ampiamente l'importantissimo argo- niento. Se il Benaco derivasse da fiordi dovrebbe essersi formato o prima o dopo dell'epoca glaciale per sollevamenti, o durante l'epoca gla- ciale stessa per l'innalzarsi progressivo delle morene dal fondo del mare; di modo che nel posto ora occupato dal lago avrebbe dovuto esservi sempre dell'acqua. La quale cosa non ò ammissibile, perchè altrimenti si dovrebbe pure ammettere che le alluvioni del Sarca a sud del Benaco si sieno formate attraversando il Iago ! h) Supponiamo pure per un momento che il Benaco sia derivato da un fiordo durante l'epoca glaciale, come vuole il prof. P. Pavesi per sostenere la sua teoria. Allora bisogna, per spiegare la conservazione della fauna fiordica rinchiusa nel lago di miova formazione, ritenere che il ghijìcciajo (il quale, come è naturale, arrivava prima fino al mare) entrasse nel lago, come ora i ghiacciaj polari nel mare stesso, e che da esso si staccassero di tanto in tanto dei blocchi di ghiaccio naviganti (l) Pavesi, Altra fscrie di .'itiidì sidln fatino pelatjira, ecc.: Atti della Società Veneta Trentina. 1883, pag. 4(X). (2i A. Pavesi, Altra serie, ecc. Atti Soc. Ven. Trent. 1883, pag. 384. (i5) Il Nicolis lesse all'Ice, di Verona ixa.ii nota preliminare in proposito, otto giorni dopo la lettur.a di qnesta mia memoria, completando splendidamente dal lato geologico il mio asserto. — Anche il prof. Taramelli è. contrario alla origine fiordica del nostro lago: e l'ha dimostrato in xiiui conferenza alla Acc. di Rovereto. — 13 — alla superficie del Beiiaco; bisognerebbe pensare cioè che la grandezza e la profo;idit;'i del lago fosse stata tale che, riproducendosi in esso gli stessi fenomeni che si hanno ora nei mari polari, il bacino lacnstre non fosse stato mai completamente occupato dal ghiacciajo (I). Ed ò solo in tal modo che la fauna tjordica avrebbe potuto conservarsi nelle acque fredde lacustri anche durante l'epoca glaciale. In vece abbiamo dati geolo- gici che ci affermano il contrario: le striature caratteristiche sui fianchi dei monti circostanti al lago; le morene della prima invasione che si ri- scontrano lungo la riviera fra Salò o Oarda; e sopratutto lo spessore enorme del ghiacciajo, rivelatoci dai residui evidenti di n)orene laterali poste a m. 700 di altezza sul livello del mare (2). Così che anche fosse esistito un lago con fauna fjordica, questa sarebbe- stata distrutta dall'invasione del ghiacciajo, il quale avrebbe con la sua massa occupato e ostruito interamente il bacino lacustre. Il ragionamento che fa l'illustre prof. Pavesi intorno alla resistenza di molte specie nelle acque ghiacciate, e intorno alla ricca fauna vivente nei mari polari, non fa una grinza; solo bisognerebbe, come egli afferma, che il lago tjordo si fosse conser- vato liquido nei suoi strati inferiori, onde ricoverarvi le specie manne in esso rimaste. Ma su ciò i geologi odierni sono di parere contrario, perchè i fatti hanno dimostrato non sostenibile l'affascinante teoria di Stoppani (3). e) Ancorché si volessero lasciare da parte questi due argomenti, vale a dire sull'essere o meno il lago di Garda un lago di origine marina, e sulla possibilità o meno di conservazione della fauna fjordica attraverso l'epoca glaciale, bisognerebbe tuttavia, per ritenere valida 1' opinione del prof. Pavesi, che la founa limnetica esistesse solo nei laghi fjordici, e fosse totalmente mancante nei laghi ad altitudine elevata, come quelli che con sicurezza non hanno origine marina. Ma i fatti contrariano tale asserto: 1. I laghi di S. Croce (362 m. di altit.), di Levico (m. 488) e di Caldonazzo (m. 464) di origine non marina, perchè di chiusa od orogra- (1) Liiiigo il Talns tlell'autico ghiacciajo sopra Madouua di Navene abbiamo i residui evidenti di morene ad una altitudine di m. 700, i quali son IL per indicarci lo spessore apiarossimativo del nostro ghiacciajo, e quale avrebbe dovuto essere la profondità del lago-fiordo stesso per sostenere questa enorme massa di ghiaccio, e per conservar tuttavia una data quantità di acqua. Tale profondità doveva essere di m. 1.500. (2) E. NicoLis, Xote illustrative alla carta, geologica di Verona; Verona, 1882. (3) F. Sacco, Sulla origine delle vallate e dei laghi alpini ecc.; Atti Acc. Se. To- rino, 1885, Voi. 20 (Torino). — 14 — fici, dovrebbero esser privi di specie limnetiche; invece vi si riscontrano raccoìte dal prof. Pavesi stesso, Leptodore e Ceratium. 2. In laghi dell' alta Baviera, molto elevati, furono raccolte da Imhof (1) forme limnetiche, che non si dovevano riscontrare perchè laghi pur questi di origine non marina. La L e p t o d o r a h }' a 1 i n a f u trovata in nove laghi ad altitudini fra m. 726 (Tegernsee) e m. 1075 (Spitzingsee); la Daphnia kah 1 be r g e n s i s a m. 734 (Hopfensee); la D. h y a- 1 i n a a m. 768 (Schliersee); 1' A n u r e a 1 o n g i s p i n a in quasi tutti i laghi posti nelle ora citate altitudini. 3. In diciannove laghi svizzeri posti ad altitudini fra ra. 647 (Tùr- lersee) e m. 2640 (Sgrischus), trovansi forme limnetiche: a St. Moritz (ra. 1767) Mùller pescò la Bosmina longispina; in tutti poi, Imhof trovò l'Anurea longispina. La quale specie fu pescata da Imhof anche nel lago Ritom presso Airolo (ra. 1829), mentre il prof. Pavesi non l'aveva riscontrata. In quasi tutti i laghi svizzeri, sopra i m. 647 di altitudine trovansi Peridinium e Ceratium, men- tre non avrebbero dovuto esservi, perchè secondo l'egregio prof. Pavesi coteste specie si troverebbero sempre unite ai Cladocerì limnetici (eupe- lagici veri), i quali mancano in alcuni di detti laghi. Lo stesso fatto si ripete per due laghetti italiani posti l'uno a m. 1993 sul livello del mare (Palù), l'altro a m. 2500 (Tempesta). d) A queste mie asserzioni il prof. Pavesi potrebbe oppormi che giù egli stesso ammise (2) per alcuni laghi la diffusione delle specie lim- netiche per immigrazione passiva, in particolare per quelli Svizzeri e Bavaresi; facendo centro dispersivo di questi i nostri laghi subalpini. Lasciando da parte che l'autore stesso abbandonava questa sua prima idea, per ricorrere totalmente alla presenza del mare (3), si capisce tut- tavia come dovesse accadere affatto il contrario. Basta pensare che le specie di palmipedi a migrazione regolare dei nostri laghi, arrivano a noi dopo essere passati per la Svizzera e la Baviera precisamente nel- l'epoca in cui vanno formandosi le uova invernali dei Cladoceri; e che in- vece, quando gli stessi uccelli se ne ritornano verso la Svizzera e la Ba- viera, le uova ibernanti sono state già rigettate dalla madre stessa insieme (1) Imhof, Ueber die mikroslco2nsche Thierwelt llochalpinerseen; Zool. Anz., 1887, pag. 33. (2) Pavesi, Ulteriori studi, ecc.; E. Ist. Lomb., 1879, pag. 706. (3) Pavesi, Altra serie di studi, ecc., Atti Soc. Ven. Trentina, 1883, p. 400. — 15 — con le spoglie, e si trovano sul fondo del lago. È più facile adunque che la difTusione sia avvenuta dalla Svizzera a noi, di quello che in senso contrario; e questo lo vedremo meglio in seguito con i fatti. E finisco, perchè mi pare di aver dimostrato chiaramente Come non tutte le faune limnetiche dei singoli laghi provengano direttamente da faune tjordiche adattatesi al nuovo ambiente che andava man mano tra- mutandosi in bacino di acqua dolce; ma bensì che alcune di tali faune abbiano potuto avere altre crigini. Fra le quali, per conto mio, è atten- dibilissima, come vedremo in appresso, quella della emigrazione passiva di Forel; senza la quale non si potrebbe spiegare la presenza di alcune specie limnetiche nei laghi orografici molto elevati. Torniamo ora all'argomento. Nel nostro lago, come giù. accennai, abbiamo bene rappresentate, ec- cetto una, tutte le faune; cioè: la neritica^ la limnetica, la profonda e quella di adattamento. Di queste darò uno specchietto genei'ale per le tre prime onde evitare spesso di ripetere due o tre volte il nome di una specie, e rendere più facile anche la comparazione fra una fauna e l'altra; riservandomi a dare l'elenco della fauna di adattamento quando parlerò della sua origine. Ripeto ancora che della fauna profonda mi limito a dare il nome di quelle pochissime specie raccolte da altri od osservate casualmente da me, non essendo ancora troppo avanti con tali osservazioni. — 16 — ra ^ li 0 0 0 H CQ ^ li H ° a Cd ^ Q > ?^ g g -L -l e s 0 0 1^ ^ ^ §= e; 0 N 0 ■i-i e bj T3 — ^ co' O O — cj & 5 S o s > 3 ^ (S '^ B^ •+1' . — ■ fco 3 t. a ,£3 a> it ci > a "*^ -a •+- a a a 3 o 01 •5 >^ 0 — ! -Q • — O 0 s.s u ;::-Q 0 0 0 e .. cq cs ^ .»^ Si* -** iviat tris, a, L »-j •• ce c3 o M ^ S Ss ci o 0 o o 0> O 'f^ t-i m ^"^ (/j a« ^ JS &J3'> ^ «5 e a 0 Spongi Hydra I S c 1 1 17 O l^ O Pi cu p 3 s 0 s- •~ <>> K J l-N « o OS & m ^ bc G ci O e "— ' o 1-1 c3 ci p-, 3 TD C O 02 W C3 3 &B S ci ^ 9 ,^ ~ J-i Si Si o o s -1-3 e. 2^ cj S 3 f=5 bp . ^ „. a y, d -^ D e ^ S- O i a § 5 e 3 CS CPI X 03 rrt (/j W) 3 1 *" Cj ™ •■ ! S Ci O £-, a ^ 'a. :c; o OO — 19 — O o O -si p H W ■< ^ o ^ O CU 1-^ < X -si w "^ ffi U < fo E-i ;■ CD i2 -a oc:;; .ìt" o o ce o o a ^o.^ ctj i5 .3 '« £3 '^ a co Oj Cu ■?] 3 m .£»J £.4:2 .^^ t>D fc- ^^ -j a o a, o^ oo O a O O 2 3 g s- p !- s- .2 rQ I .a 'P .fe 'p 'p -O cS S- >>^ K >-. f^ bo ' f^i ffiOffi W ;=! <1 C5 =>SQ o o ^ W 3 M • — >5 < i — 20 — «a o s a 3 'fa + a § OS 3 r^ a ci fi US e CI. t>s 03 ->-ft a '>m — * * i> -3 S co a J2 • r3 >« fc-' ti C3 > > 5 oj to ^-i Ph :S 05 03 > >4^ tì ::: 1^ fL 3 3 Oi a g 2 o •*- 3 ^j ce Oj 1 1 1 e 03 03 3 fcic tiDU 2 3 !» ^^ t. 3 Ph<1 — 21 — < o ^ o Cu o Cd n, »^ -5j o mo di avern ma sfortur notazioni fa Itanto di a pondo alla 12; -«1 p •• 0 nissi ecie; e an 0 so .e S] ^ s «D CI.— ^ -^ fe 0 O m p . fa T3 £-. 53 H cj :^ S-, -kJ T3 g 3 -^ O O Oi C3 • — — 22 Tab. B. — VERTEBRATI Pisces Le specie segnate con asteririsco * sono proprie del Lago. SPECIE NERITICHE SPECIE MIGRANTI DA UNA LEGIONE ALL'aLTRA DEL LAGO Anguilla vulgaris, L. Cobiti s barbatula, L. — taenia, L. Cottus gobio, L. Petrorayzon iluviatilis, L. — pi aneri, Bloch. Alausa finta, Citv. Esox lucius, L. Salmo lacustris, L. (1) Cyprinus carpio, L, Tinca vulgaris, Cnv. Barbus plebejus, Val. Gobio fluviatilis, Cuv. Alburnus alborella, De FU. Leuciscus aula, Bp. Squalius cavedanus, Bp. Scardinius erythrophthalmus, L. Phoxinus Ifevis, Ag. Perca fluviatilis. L. Gasterosteus aculeatus, L. Gobius fluviatilis, Bon. — panizzae, Terga * Blennius vulgaris. Poli. (B. ca- gnota, Cuv.). (1) Sotto questo nome, d'accordo pienamente con Pavesi e Fatio, com- prendo le due forme S. farlo e S. carpio che si vogliono mantenere specie distinte, mentre non hanno caratteri specifici differenziali anatomici, ma solo caratteri estenai di grandezza e di colore, "i quali tutt'al più possono farne delle varietà locali. — 23 — CI aj o rt o ctì o o bn S CS o nH ttì 2 0-^ S o< W Cu m H •;3 ;5 a. > te «j u Ti f- Qi o ^ "(^ u> O 0 z fi M H o o a. 00 5=^ .0 "Si SI, g p o ^ ^Si « co Cd c w P S ce (T^ i- a > ci ^ ^ a w =q i"^ 0 '^ H 5i m' W5 0 e^ (Ti co Vj yT (/) ho -tJ 0 ■^ 0 CD t/) ti 'il .2 '> 0 0. ce 0 — T3 a 3 -^ 1 -> 1) OT 'OJ r/; SI4 'O ^ Ci a; i-, IO ci s ^ -< 0 t:5 "a ci i^ n Q- 0 CS 0 O) rS S cC CD bf) C 0) C3 < > co 03 .2 a ^ := •^ J:i 3 H O ctì <1 M — 24 o 45 63 o o l-l ^' H tì ^-:i =s J es »~ì GJ Cd a- crt •^ *% 0 ce C3 Cd 0 0 Cd .5 -t-i 3 a X e; el- eo 0 "5 ^ * ce H 3 •^ cS "S § ^ o g o o, 1^ O CD — H 5j p e O b£ ■^ £ !2; M o u o 1^ CD '^ 0) •> m c3 O u a 1 s 05 O u > N !^ ce ■A -SS Peridinìum tabulatum, Ehrb. Dinobrion divergens, Imh. Asplacna helvetica, Imh. Anurea longispina, Kellicott. Daphnella brachjura, L. Daphnia galeata, Sars. Daphnia kahlbergensis, Schoedl. Bosmina longicornis, Schoedl. Bythotrephes longimanus, Sol. Leptodorà hj^alina, Lilljeb. Diaptomus gracilis, Sars. 4-- 4- + -f- 4- 4- 4- 4- + 4- 4- 4- 4- -f- 4- 4- 4- -A- 4_ 4- 4- 4- + 4- 4- 4- 4- 4- 4- 4- 4- 4- -+- 4- 4- ~\- 4- 4- E se dallo specchio risultano poche lacune e qualche salto, si pensi essere la cosa più apparente che reale. Infatti le mancanze dei due fla- gellati e dei due rotiferi, si spiegano facile con la totale mancanza di ricerche, a quanto mi consta, delle microfaune di tali regioni, tanto più che furono trovate da Imhof in alcuni punti del Baltico stesso (1); men- tre le rare interruzioni che si trovano per gli entomostracei, son dovute alle ricerche fatte in condizioni eccezionali e non oppoi'tune per la pesca delle specie mancanti. Riesce chiaro tuttavia dal complesso delle cose, che questi anelli dovranno venire quanto prima saldati alla catena, ora interrotta, con i prossimi risultati di nuove e più accurate ricerche. Ed il fatto venne or ora a darmi ragione. (2) (1) Em. iMHor, Ueber mikroskopische pelagisclie Thiere atis der Ostsee; ZooL Anz. von Carus, 1886, pag. 612. (2) Otto Zacharias: Fauna des Gr. Plijner Sees; Forschungsber. aus d. Biol. Sta- tion zu Plon, 1894, pag. 57. — 33 — Fatta eccezione adunque di queste piccole soluzioni di continuità, ap- parenti più che reali, lo specchietto ci mostra evidente un fatto per noi di massima importanza: che le specie limnetiche, cioè, del nostro lago si riscontrano tutte nei laghi subalpini meridionali, in quelli svizzeri, in quelli bavaresi, e scendono con perfetta regolarità fino ai laghi scandinavi. Abbiamo visto più sopra come la fauna limnetica tipica dei laghi fjor- dici scandinavi sia derivata direttamente da specie in essi relegate e adattatesi coll'andar del tempo all'ambiente dolce e centrale del bacino. È facile ora collegare questo fatto con l'altro, della emigrazione periodica dei Palmipedi di tali regioni, verso i bacini lacustri meridionali: e vedere come gli uccelli migratori stessi portarono gradatamente e successiva- mente le specie limnetiche tipiche in laghi sempre più meridionali, fino a popolare tutta la catena di laghi interni, che lega il nostro Benaco alla Scandinavia, di quella stessa fauna che secoli fa ebbe sue prime ori- gini nei laghi fjordici. A convalidare questo mio asserto, concorre anche il fatto che nei Cladoceri, formanti la massa della fauna limnetica, appariscono le uova ibernanti in primo autunno, appunto quando l'emigrazione dell'avifauna nuotante nordica è giù, principiata. Le quali uova, resistenti tanto al gelo quanto all'asciutto, perchè protette dall'ephippium, sono precisamente quelle che vengono trasportate da un lago all'altro dai palmipedi migratori. Concludendo adunque potremo dedurre: I. Che il centro di origine di tutte le faune limnetiche tipiche dei vari continenti fu la regione litorale artica. II. Che le faune limnetiche tipiche europee (Scandinavia e Finlandia) ebbero loro culla nei.fjordi baltici, e loro origine nel Mare del Nord. III. Che i laghi europei di origine non marina furono popolati di specie limnetiche successivamente dal centro dispersivo comune scandi- navo-finlandese, e per mezzo degli uccelli acquatici a migrazione regolare da nord a sud. IV. Che le faune limnetiche del nostro Benaco ebbero origine diret- tamente dal gruppo lacustre svizzero, indirettamente dai gruppi intorno al Baltico. b) Origine della Fauna di adattamento. — La sua origine si spiega in massima parte con le immigrazioni attive causate da necessità biologi- che, e in parte con la immigrazione passiva. Le specie che costituiscono nel nostro lago la fauna in parola, sono date nel seguente specchietto. Anno XXVI. 3 34 o H <1 1-4 H <1Ì o tì H s B co ^ ■ H co 3 O '5b B O Oh ai |>SS o «s 1— 1 '§ o ■-P to' < s ^ s &H 1 x^ ci Oi rSi > O '3 1. «3 P^ 2 » o Entoraost Gammaru e o a OS <^ t^ 1— 1 co 3 03 o fi:) CV. co •^ ^ ^ » =5 co '-5 03 a 3 'S 3 c 03 Kl « a. co ce ^ O m w oi 2 «5 3 3 "S co ^ co c3 a 2 O 3 o B 3 OJ CQ O O O s ^ — 35 — In questo elenco si vedono notati il Blennius, il Palaemo- netes e laSpongilla; specie che vengono ritenute da alcuni zoo- logi come esemplari della fauna relegata. Ma se ciò è giusto per i laghi fjordìci, non può esserlo per il Benaco; perchè, lo ripeto, ancora se esso potesse vantare origini marine, il ghiacciajo ne avrebbe distrutte le spe- cie relegate. Donde la ragione di avere collocate anche cotesto specie fra il gruppo delle forme di adattamento. In quanto all'A Iosa l'ho elencata con un punto interrogativo fra le specie adattate, perchè, quantunque abbia motivi per crederla tale, tutta- via non ho ancora terminate le ricerche iniziate per sapere se vi sia almeno in parte la rimonta nel nostro lago (come ho motivi per credere) e per vedere se questa forma si possa ritenere come la var. 1 a e u- s tr i s Fatio. Pesci. — L'origine dell'ittiofauna di adattamento è collegata intima- mente con quella di tutta la ittiofauna del Benaco, È fuori dubbio che le specie lacustx'i e potamie sieno discese in linea retta da specie analoghe marine. Ed io credo di non azzardar troppo affermando che le specie tutte di pesci fluviali e lacustri ebbero origine da quelle forme marine che trovavano le condizioni più adatte alla fregola nelle acque dolci. Infatti queste specie erano e saranno sempre nelle condizioni più facili all'adattamento, quando per una causa qualsiasi fossero state o venissero obbligate a rimanere più a lungo nel nuovo ambiente. Il fatto solo di avere generi di pesci con alcune specie esclusivamente potamie, con altre potamo-marine, con altre ancora marine, e alcuni ge- neri del tutto fluviali e lacustri, serve ad avvalorare potentemente tale ipotesi con la cronologia: in questi, con adattamento più remoto, le forme archetipe marine sono scomparse in causa della lotta per l'esistenza, oppure sono diverse affatto dalle loro analoghe potamie per il risultato delle successive modificazioni dovute all'ambiente; in quelle, con adatta- mento che si può dire recente, riscontransi tuttavia le forme antiche marine, e le forme di passaggio potamo-marine con differenze non troppo accentuate. Ed in vero, se noi gettiamo uno sguardo sulla Tab. E., vedremo bene i vari gruppi che ci dimostrano con evidenza tale asserto. 36 — Tab. E. — Generi dei Pesci del Benaco. ] Generi Marini Generi Marini Generi Marini Generi potami Generi con siiecie a u a ci r 0 ni e con specie prettamente potamie con specie potamo-salma- stre con specie che sopportano r acqua salmastra esclusivamente potami Serie I. Serie II. Serie III. Serie IV. Serie V. Petromyzon Blennius Gasterosteus Esox Perca Anguilla Salmo Gobius Cobitis Aiosa ? Cottus Tutti i generi della famiglia Ciprinini Dal quale specchietto risulta che nel nostro lago — per parlar solo di questo — vi sono generi già completamente adattati all'ambiente dolce (serie Y.), generi che non hanno risentito ancora l'influenza delle condi- zioni lacustri (serie I], e generi che formano il graduato passaggio fra questi e quelli (serie II, III e IVj. L'ordine successivo, andando dai non adattati agli adattati, sarebbe il seguente: serie I, Salmo, serie III, Blen- nius, serie II, serie V. Ho messo il Salmo prima del Blennius, quantunque specie entrambe adattate, perchè: il primo qualche volta ri- discende i fiumi e va verso le foci; il secondo mai; u quindi questo deve avere un adattamento più antico di quello. — Mi spiego. 11 Salmo lacustri s, L. ha l'analoga sua forma marina, il S. t r u 1 1 a, L. che dai mari del Nord e Baltico (sua sede odierna) ri- sale regolarmente i fiumi tedeschi fino in Isvizzera per la fregola; e in que- sta regione pare che i Salmo 1 a e u s t r i s sieno S. trutta rimasti — 37 — nei fiumi. Ad ogni modo la differenza e tanto piccola che si possono facil- mente confondere fra loro. — Il Mediterraneo non alberga più Salmo trutta, ma si capisce dovevano esservi esistiti, dal momento che noi abbiamo i nostri laghi ricchi di S. 1 a e u s t r i s. Però se i nostri Salmo hanno per- duto nel Mediterraneo le loro forme avitiche, e quindi sono di deriva- zione molto più antica dei compagni d'oltr'Alpe, non hanno ancora total- mente perduto l'uso del ritorno al mare, e qualche volta alcuni indivìdui partono dai laghi per venire verso le foci dei fiumi emissari, — Questo fatto lo l'itengo un fenomeno atavico di una antica abitudine (1). — Sic- come tale fenomeno atavico manca al B 1 e n n i u s, così lo ho posposto nell'ordine di adattamento al Salmo 1 a e u s t r i s. Le specie di pesci appartenenti a generi o a famiglie del tutto di acqua dolce (serie V) e che mancano quindi di forme analoghe marine, fanno parte ormai della ittiofauna potamia, perchè, si può dire, hanno rotto ogni anello di congiunzione con la fauna di mare dalla quale deri- vavano; mentre le specie di generi marini e potami (serie II e III) che mostrano ancora una correlazione con le forme avitiche marine, sia per mezzo di specie transitorie, sia per analogia di caratteri, e mostrano tuttodì le prove di essersi adattate recentemente all'ambiente dolce, for- mano parte della fauna di adattamento. Nella Tab. F. ho disposto tutte le specie di pesci del lago di Garda in ragione dei caratteri dipendenti dall'habitat, ed ho sottolineato quelle di adattamento. (1) Spiegherei con tale fenomeno anche il trovarsi di alcune trote nella parte inferiore dell'Adige, qKantunque le acque di tale posisione non costituiscano il loro habitat naturale. — La trota nel tronco dell'Adige da Ala in giù vi è sporadica, e vi si riscontra di solito nell'epoca corrispondente, p)er le sne consorelle d'oltr'Alpe, al ritorno al mare. Sarebbe dunque razionale ed opportuna la. immissione di avanotti nella porzione veronese dell'Adige? — Per ora rispondo recisamente: no. Mi riservo poi a darne le ragioni corografiche e biologiche in una prossima mia nota sulla « Idrologia del Ve- ronese in rapporto alla Limnofauna commestibile ", nella quale verro a concludere che le acque veronesi con caratteri ecologici spiccati per l'habitat della trota sono quelle delle sorgive di Montorio, e che solo in esse si potrebbe con vantaggio fare l'immersione delle trotelle, e l'allevamento artificiale di questa specie tanto rimu- neratrice. 38 p H O i4 O w Q hH O 3 3 > ^ w WJ 3 3 C O c O m o o '« •« td .2 I! H -H d Orio ^ § S PM o o 02 o S o "^ cS ri ra gli scavi nelle stazioni lacustri di Peschiera] Atti del- rist. Ven., 1878 (Venezia). Cavazzocca di Mazzanti Alberto. — Abitazioni lacustri del L. di Garda; Ve- rona, 1880. Stefano de Stefani. — Degli oggetti preistorici raccolti nella stazione scoperta nel Mincio presso Peschiera; Verona, 1880. — Relazione sopra gli scavi della palafitta sjoperta nella imboccatura del Mincio presso Peschiera sul Garda; Acc. Lincei, 1880, pag. 4. — Sopra gli scavi fatti nella palafitta centrale del Golfo di Peschiera, ecc.: Acc. Agr. A. e Comm. di Verona, 1883. — y^iove esplorazioni nella palafitta del Mincio presso Peschiera; Jiomci, 1884. — Escursione paletnologica a Peschiera e Breonio; Bull, di paletnol. Ital., anno XII, 1887. A. Goiran. — Alcune notizie veronesi di botanica archeologica; Nuovo gior- nale botan. ital., voi. XII, 1890. Fìi^ica. Leop. Cazzaniga. — Sul peso di una magnete sospesa ad una bilancia di ot- tone continuameìite in bilico in riva al lago di Garda; Ann. Se. R. Ist. Lom. Ven., voi. XII, pag. 254, 1842 (Vicenza). Geografia fisica. Filiari. — Sul fiusso del Benaco; Bibl. Seminario Venezia. Francesco Fontana. — Memorie inedite, scritte nella prima metà del 1800. T. A. Catullo. — Geognosia delle provincie venete; Padova, 1838. — 49 — Elia Lombardini. — Stato Idrografico della Lombardia; ia « Notizie naturali e civili sulla Lomb., di E. Cattaneo » Milano, 1844. — Della natura dei lar/hi, ecc.; Mem. I. E.. Ist. Lomb., 1845 (Milano). Francesco Fontana. — Correnti subacquee del lago di Garda; Mem. Acc. di Verona, voi XXX, 1853, pag. 154. T. Samueili. — Delle piene del lago di Garda; Comm. Ateneo di Bre- scia, 1874, pag. 106. Antonio Favaro. — Sul terremoto di Malcesine; Atti R. Ist. Veneto, 1875-76 (Venezia). A. Goiran. — Meteorologia endogena; le piene del Garda e i terremoti di M. Baldo; Verona, 1879. — Storia sismica della provincia di Verona; Verona, 1880. Cartografia. E. Nicolis. — Carta geologica della provincia di Verona; Verona, 1882. — Geologia ed Idrologia, della provincia di Verona; Verona. 1894. Mi sento in obbligo di ringraziare, per il loro amichevole ajuto o per il gentile invio delle loro pubblicazioni in proposito, i signori : Prof. Dott. Guelfo Cavanna a Firenze. Prof. G. De Cobelli a Rovereto. Prof. Dott. F. A. Forel a Morges (Svizzera). Dott. Giesbrecht a Napoli. Prof. Agostino Goiran a Verona, Prof. Dott. Henneguy a Parigi. Dott. P. Mayer a Napoli, Cav. Enrico Nicolis a Verona. Prof. /. Zschokke a Basilea. Letta a Verona, settembre, 1893. (Finita la stampa, marzo 1894). Anno XXVI. 4 — 50 I JNTD ICE I. Rilievo e regioni del lago Pag. 3 li. Flora » 7 A. — Flora litorale » 7 B. — » limnetica e profonda » 8 III. Limnofauna » 9 (Digressione intorno alla terminologia distintiva delie va- rie faune di acqua dolce, pag. 9 11). (Discussione sull'habitat delle faune limnetiche nei laghi fiordici. — Lago di Garda di origine orografica e non marina. — Riscontro di forme limnetiche in laghi orografici e montani, pag. 11-15). (Elenco della limnofauna benacense, pag. 16-24). A. — Considerazioni generali intorno alla limnofauna » 25 B. — Origine delle faune » 27 a) Origine della fauna limnetica » 28 b) Origine della fauna di adattamento .... » 33 Pesci » 35 Crostacei » 39 Celenterati » 40 IV. Riassunto » 40 V. Elementi per una letteratura scientifica del Benaco. . . y^ A2 51 — MATERIALI PER UN CATALOGO DEI MALLOFAGI E PEDICULINI ITALIANI A. BURLESE DOCOPHORUS Nitzsch. 1818. A. DEGLI « ACCIPITRES. » a) Dilatato-olypeatL Docopliorvis platystoiuuiii N. Docophorus plaiystomus, B u r m e i s t e r, Handb. Entomol. K, p. 426. — — D e n n y, Anoplur. p. 108. — — Gì e bel, Ins. Epizoa, p. 69, tab. IX, fìg. 5. — — Piaget, Pediculines, p. 17, tab. I, fig. 1. — — Simonetta, Cat. Ped. Mus. Pavia, p. 210. — — Pi cagli a, Pedic. R. Univ. di Modena, p. 11. Ha b i t a t. Finora raccolto sul Buteo vulgaris Leach., Circaètus gallicìis Gmel., Haliasiur indus Bodd. Ho esaminato: 1 esemplare $ raccolto sul Circaètus gallicus J. F. Gmel, a Nizza; 2 esemplari cf $ swW Aquila chrysaètos Linn., a Nizza; molti esemplari cf $ %\x\y Aquila fulva a Venezia (Coli. Ninni); alcuni grossi individui cf $ sul Milvus Ictinus Savigny, a Venezia (Coli. Ninni). — 52 Docopliorus liaeiuatopus (Scop.) Beri. Pediculus haematopus Scopoli, Entom. Gara., p, 381. Docophorus platyrhynchus Nitzsch. Germars Magaz. Entomol. 1818, III, p. 290. — — Denny, Monogr. anopl. Brit. p. 94. — — G i e b e 1, Zeitschr. f. ges- Naturwiss. 1861, XVII, p. 525. — — Giebel, Ins. Epiz. p. 70. — — Piaget, Pediculines p. 19. Gli esemplari che vidi, provengono (in gran numero) da wn' Aquila clanga Fall. (Museo Civico Venezia; Coli. Ninni); due esemplari da una Haliètos alhicilla Linn. (Coli. idem). Doeoplioi'us ÌVeviae Picaglia. (Pi cagli a, Att. Soc. Ital. Se, Nat. v. XXVIII, p, 83, 1885; idem Ped. R. Un. Modena, p. 12). Non vidi questa specie, né so bene quanto differisca dalla precedente e dal D. aquilinus di Denny. Docopliorus IVisi Denny. Bocophorus nisi Denny, Anopl. Brit. p. 109, tab. 3, fìg. 11. Phylopterus nisi W a 1 k e n a e r, Apt. Ili, p. 34 1 . Docop7i07'US gonorhynchus Giebel, Zeitschr. f. ges. Nat. Bd. XVII, p. 526 (1861); idem 1. cit. Bd. XVIII, p. 294; idem 1. cit. Bd. XXVIII, p. 357; idem Ins. Epiz. p. 70. — — Piaget, Pedic. p. 20, tav. I, fìg. 3. — — Picaglia, Ped. R. Un. Modena, p. 12. Raccolto dal Dott. Picaglia s\x\V Accipiter nisiis Linn. Io non vidi mai questa specie. — 53 — Docopliorus l»revicollis N. Docophorus brevicollis B u r m e i s t e r, Handb. Ent. II, p. 424. PMlopterus brevicollis W a 1 k e n a e r, Apt. IH, p. 334. DocopJiorus brevicollis G i e b e 1, Zeits, f. ges. Nat. Bd. XVIII, p. 293: idem Bd. XXVIII, p. 357; Epiz. p. 67, tab. X, fìg. 10. — — Piaget, Les Ped, p. 23. — — Pi cagli a, Ped. Ist. R. Un. Modena p. 12. Trovato finora sul Gyps fulvus Gnael. e Nephron percnopterus Linn. Gli esemplari che vidi furono raccolti: (2 esemplari) su nn'Ealie- tos alhicilla Linn. (Museo Civico Venezia, Coli. Ninni); (molti esemplari) su un Gyps fulvus Gmel. della stessa collezione: (alcuni esemplari) tra- smessimi dal Dott. P. Magretti, raccolti su un Gyps fidvus Gmel. (dove?) Docopliorus iiiacroceplialus N. (Gì e bel, Zeitschr. f. ges. Naturwiss. 1861, XVII, p. 532; idem Ins. Epiz. p. 73). Piaget, Pedicul. p. 22, tav. I, fig. 1. Vidi alcuni individui (/ $ raccolti snWHaliètos albicilla Linn. dal Conte A. P. Ninni (Museo Civico Venezia). b) Strigicolae. Docophorus cursor N. Bocophorus citrsor Burmeister, Hand. Ent. II, p. 426. — — Denny, Anopl. Brit. p. 101, tab. Il, fig. l. PMlopterus cursor W a 1 k e n a e r, Apt. III, p. 339. Bocophorus cursor Glebe], Ins. Epiz. p. 75, tab. X, fig. 5-6. — — Piaget, Les Pedicul. p. >?4, tab. 5, fig. 1. — — Simonetta, Ped. Mus. Pav. p. 4. — — Pi cagli a, Ped. Ist. R. Un. Modena p. 13. — 54 — Trovato finora sul Buho maximus (Ger.); Asio otns (Linn.); Otns brachyohcs, Tinnunculus alaudarius. Vidi molti esemplari raccolti: sul Bubo maximus (Ger.) (Museo Ci- vico Venezia, Coli. Ninni); altri sul Syrnium aluco (Linn.) (stessa col- lezione); uno sxxWOtus hrachyoius (stessa collezione); molti ancora b\x\- VAthene noctiia (Scop.), sul quale uccello ne racccolsi anche a Padova. Docopliorus rostratus N. Nirmus rostratus Nitzsch, Zeitschr. f. ges. Nat. Bd. XVII, p, 529. Docopliorus rostratus Burmeister, Hand. Ent. II, p. 427. — — D e n n y, Anopl. Brit. p. 87, tav. II, fig. 4. — — Gì e bel, Ins. Epiz. p. 76, tav. X, fig. 4. — — Piaget, Les Pedic. p. 27, tav. I, fig, 7. — — Pi caglia, Ped. Ist. R. Un. Modena, p. 13. Trovato finora sulla Strix flammea (Linn.). Vidi esemplari raccolti sulla Strix flammea (Linn.) (Museo Civico Venezia, Coli. Ninni); altri sullo stesso uccello raccolsi a Firenze; altri ancora a Padova snWAthene noctua (Scop.) e Scops Giù (Scop.). Docoi>lioruis eeblebracliys N. (Nitzsch. Zeitschr. f. ges, Naturwiss, 1861, XVII, p. 528). DocopJiorus ceblebrachys Denny, Anopl. Brit. p. 92, tav. I, fig. -5. — — Gì e bel, Ins. Epizoa p. 77, tav. XI, fig. 5. — — Piaget, Pedicul. p. 29, tav. I, fig. 8. Trovato finora sulla Siìnx niciea. Vidi molti esemplari di questa spe- cie raccolti sul Syrnium aluco (Linn.) dal Conte A. P, Ninni (Museo Civico Venezia). B. DEI « PICARL«. » e) Latifrontes. Doeopliorus fasciatus (Scop.) Beri. Pediculus fasciatus Scop oli, Entom. Carn. p. 383. Pediculus cuculi F a b r i e i u s, Syst. Entom. p. 807. — 55 — Philopterus latifrous Nitsch, Gerraars Magaz. 1818, p. 920. Docophorus latifrons Denny, Anopl. Brit. p. 97, tav. I, fìg. 4. — — Giebel, Ins. Epiz. p. 93. — — Piaget, Pedicul. p. 36, tav. II, fig. 7, Trovato finora sul Citculus canorus. Alcuni esemplari li ebbi anch'io da questo uccello, a Firenze. d) A.nff ustifrontes. Docopliorus ^»u|>ei»cilio!«»as N. (Nitzsch. Zeitschrift. f. ges. Naturwiss. 1861, XVIII, p. 305). Docophorus superciliosus B u r m e i s t e r, Handb. Entom. II, p. 427. — — Denny, Anopl. Brit. p. 69, tav. 3, fig. 9. — — Giebel, Ins. Epizoa, p. 94, tav. X, fig. 3. — • — Piaget, Pedicul. p. 39, tav. Ili, fig. 1. Trovato finora sul Ficus maior (Linn.) e Gecinus viricUs (Linn.). Vidi alcuni esemplari, raccolti dal Conte A. P. Ninni sul Gecinus viri- dis (Linn.) (Museo Civico, Venezia), alcun! altri della stessa collezione sul Ficus maior (Linn,). Docoplioi'us serriliiiiliu^ìi N. (Nitzsch, Zeitsch. f. ges. Naturwiss. 1866, XXVIII, p. 360). Docophorus serrilimbus Burmeister, Handb. Entom, II, p, 427. — — Denny, Anopl. Brit. p. 90, tav. VII, fig. 9. — — Giebel, Ins. Epizoa, p. 93, tav. IX, fig, 12. — — Piaget, Pedicul. p. 40, tav. VII, fig. 3. — — Pica glia, Ped. R. Un. Modena, p. 14. Trovato sulla Junx Torquilla (Linn.). Io non lo ebbi mai. C, « DEGLI mSESSORES ». e) Corvìnicolae, Docophorus Corvi (Redi) Beri, Pulex Corvi Redi, Experim. tab. 16. Pediculus corvi L i n n é, Syst. Nat. p. 696, — 56 — Docophorus atralus N i t z s e h, Gerraars Magaz. Entom. 1818, III, p. 920. — — Burmeister, Handb. Entom. II, p. 424. — — D e n n y, Anopl. Brit. p. 64, tab. IV, fig. 8. — — Gì e bel, Insect. Epiz. p. 81, tab. IX, fig. 10. — — Piaget, Pedicul. p. 44, tab. Ili, fig. 2. Trovato finora sul Cormis frugilegus e C. corone. Vidi molti esem- plari sul Corvus frugilegus e C. corone, Lycos monedula, trovato dal Conte A, P. Ninni (Museo Civico di Venezia); altri ne raccolsi io stesso a Firenze sul C. frugilegus. Docophorus oeellatus (Scopoli) Nitsch. Pediculus ocellatus Scopoli, Entom. Carn. p. 382. — cornicis Fabricius, Sp. Ins. v. Il, p. 479. — — idem, Syst. Antliat. p. 344. — — Linné, Sjst. nat. (Editio. XIII), p. 2917, Philopients ocellatus N i t z s e h, Germars Magaz. Entom. 1818, III, p. 920. Docophorus ocellatus idem, Zeitschr. f. ges Naturwiss 1866, XXVIII p. 357. — — Burmeister, Handb. Entomol. II, p. 424. — — Denny, Anoplur. Brit. p. 65, tab. 3, fig. 10. Philopterus ocellatus Walckenaer, Apt, III, p. 331 . Docophorus ocellatus Giebel, Insecta Epizoa, p. 81, tab. IX, fig. 7-8. — — Piaget, Pedicul. p. 46. — — Pi cagli a, Ped. Mus. R. Un. Modena, p. 14. Trovato sul Corvus cornix e C. corone. Io lo ebbi dal Conte A. P. Ninni (Museo Civico, Venezia) che ne raccolse molti esemplari sul Cor- vus cornix e C. corone. f) Fulvopicti. DoeoplioniJS crassipes N. (Nitsch, Zeitschrift. f. ges. Naturwiss, 1866. XXVIII, p. 358). Docophorus crassipes Burmeister, Handb. Entomol. II, p. 425. — — Dcnny, Anopl. Brit. p. 68, tav. Ili, fig. 6. — 57 — Docophorus crassipes G i e b e 1, Ins. Epiz. p. 82, tav. IX, fig. 6. — — Piaget, Pedicul. p. 50, tav. Ili, fig. 7. Trovato finora sulla Nuclfraga caryocatactes . Raccolsi alcuni esem- plari a Firenze sulla Pica caudata e mi parvero appartenere realmente a questa specie, piuttosto che alla affine D. subcrassipes. Docopliorus subcrassipes N. ra (ISitzsch, Zeitscbr. f. ges Naturwiss, 1866, XXVII, p. 116; i de ibidem, XXVIII, p. 358). ? Docophorus Picce D e n n 3^, Anopl. Brit. p. 67, tav. I, fig. 9. — subcrassipes G i e b e l, Ins. Epiz. p. 83. — — Piaget, Pedicul. p. 51, tav. IH, fig. 8. Trovato finora sulla Pica rustica. DocoplKH'us fulvus N. ;Nitzscb, Zeitscbr. f. ges. Naturwiss, 1866, XXVIII, p. 358). Docophorus fulvus Burmeister, Handb. Entomol. II, p. 425. — — Denny, Anopl. Brit. p. 73, tab. II, fig. 9. — — Giebel, Ins. Epizoa, p. 84, tav. IX, fig. 11. — — Piaget, Pedicul. p. 51, tav. Ili, fig. IX. — — Simonetta, Ped. Mus. Pav. p. 4. — — Pi caglia, Ped. R. Un. Modena, p. 15. Vive sul Garrulus glandarius: ne vidi molti esemplari raccolti su questo uccello dal Conte A. P. Ninni (Museo Civico, Venezia). g) Femorati. Docophorus Eoiheriz;» (De Geer) Bert. Ricinus Emberizoe De Geer, Mem. Ins. VII, tab. IV, fig. 9. Pediculus curvirostroì S e h r a n k, Beitr. zur naturg. p. 117, tab. 5, fig. — chloridis idem, ibidem, p. 118, fig. 7. — citrinellof idem, ibidem, p. 116, fig. 9. — 58 — Pediculus Ruheculoe idem, ibidem, p. 115, fìg. 10. — Curvirostra, Pyrrulce, Chloridis. Citrinellce, Rubecuhe L i n n é, Svst. nat. Ed. XIII, p. 2922. — Curvirostrce Panzer, Faun. ins. Germ. p. 51, fìg. 27. — Emherìzcp Geoffroy, Hist. Abr. Ins, 11, p. 599. Ricinus Emberizce L a t r e i 1 1 e, Hist. Gen. Vili, p. 111. Pediculus Emberizce F a b r i e i u s, Syst. Antl. p. 349. Nirmus globifer Olfers, De veget. et anira. corp. anim. rep. Philopterus communis N i t z s e h. Bocophorus fuscicollis B u r m e i s t e r, Hand. Ent. II, p. 425. — communis idem, ibidem. — — D e n n 3% Anopl. Bi'it. p. 70, tab. 5, fig. 10. — pallescens idem, ibidem, p. 84, tab, l,fig. 8. ■ — fuscicollis idem, ibidem, p. 98, tab. 1 , fig. 8. — passerinus idem, ibidem, p. 104, tab. 5, fìg, 12. — merula' idem, ibidem, p. 106, tab. 3, fig. 1. — modularis idem ibidem, p. 107, tab. 3, fig. 3, — • Rubeculce idem, ibidem, p. 108, tab. 2, fig. 2. Philopterus coìmmmis, pallescens, fuscicollis, passerinus, merulce, mo- diUaris, rubeculce, Walkenaer, Apt. Ili, p. 332-336-340. Bocophorus communis G i e b e 1, Epiz. p. 85, tab. XI, fig. 1 3. — fuscicollis idem, ibidem, p. 86, tab. XI, fig. 10. Idem, tab. XX, fig. 4. — ornatus idem, ibidem, p. 89. — Rubeculfìe, modulaì-is, meruUr idem, ibidem, p. 120. — turdi idem, ibidem, p. 119. — lineaius idem, ibidem, p. 91 . — mandarinus G i g 1 i o 1 i, .Journ. of microsc. N 10, tab. B, fig. 9. — communis Piaget, Ped. p. 54, fig. 2, 3, 4, 5, 7 (cum. variet.), — — Picaglia, Ped. Ist. R. Un. Modena, p. 16. Trovato finora sui seguenti uccelli : Laniiis auricidatus, L. collurio, L. exuhitor, Frugilegus gracidus, Motacilla boarula, M. alba, Hypolais icterina, Calamodyta phragmitis, Acrocephalus arundinaceus, A. turdoi- des, Turdus pilaris, T. mandarinus, T. musicus, T. viscivorus, Butalis grisola, Parus maior, Ligurinus chloris, Sitta cesia, Sylvia atricapilla, S. curruca, Loxia curviroslra, L. piiyopsiUacus. Coccothr auste s vulgaris Pyrrhula rubicilla, Passer montanus, P. Ilalice, Carduelis elegans — 59 — Alauda arborea, Galerida cristata, Phylomela hiscinia, Emheriza citri- nella, Miliaria euì^opea, Oriolus galbida, Erythacus rubeciola, Plectro- phanes nivalis, Fringilla ccelebs, F. cuculiata, Ampelis garrulus, Accentar modulaì'is, AegiotJms linarius, Arachnothera longiroslra, Oxyramphus flammiceps, Crysolophiis pictus. Io ne vidi alcuni esemplari raccolti (dal Conte A. P. Ninni, ^fuseo Civico, Venezia) sul Lanius excubitor, altri molti (stessa collez.) L. col- lurìo; un esemplare (stessa collez.] sulla Calamodyta phragnitis; molti sul Turdits musicus (stessa collez,); altri sul Turdus menda (Firenze); molti pure sul Turdus pilaris (Collez. A. P. Ninni); un esemplare sul Parus maior (stessa collez.); alcuni altri sullo stesso uccello a Firenze; alcuni su un Parus minor preso a Padova; un esemplare (collez. A. P. Ninni) sul Ligurinus chloris; due esemplari sul Coccothr auste s vidgaris (Collez. A. P. Ninni); molti sullo stesso uccello a Firenze; molti sulla Leccia curvirostra (Collez. Ninni) e della stessa collezione, molti sulla Prunella modularis, Accentor alpinus, Oriolus galbula, Serinus horiu- lanus, Budites flavus, B. cineì'eo-capillus, Regulus cristatus, moltissimi sul Passer Italice e P. montanus; altri molti (sempre della stessa collez.) SttWAlauda arvensis e sulla Curruca cinerea; un esemplare raccolto a Padova sul Ficus viridis, e uno, fuorviato certamente, trovato a Firenze sul Rallus aquaticus. Docopliorus Meropis Denny. (Denny, Mon. Anopl. Brit. p. 101, tav. 4, fig. 4). Docophorus Meropis G e r v a i s, Apt. Ili, p. 339. — bifrons Nitzsch, Zeitschrift. f. ges. Naturwiss. 1866, XXVII, p. 116. — — Gfiebel, Ins. Epizoa, p. 91. — — Piaget, Pedicul. p. 62, tav. VII, fig. I. Trovato finora sul Merops apiaster. Vidi molti esemplari di questa specie, raccolti sull'uccello suddetto dal Conte A. P. Ninni (Museo Civico, Venezia) ed altri a Firenze ed a Nizza. Docophorus Hiruiiilinis (L.j Beri. Pediculus Mrundinis L i n n é, (Fauna suecica) p. 1963. — — Schrank, Fauna Boica. — 60 — Pediculus hirundinis F a b r i e i u s, Sp. Ins. II, p, 483. — — Linnr, Syst. Nat. (Editio XIII), p. 2921. Ricinus hirundinis Lat.reille, Hist. Cren. Vili, p. IH. Philopterus excisus Nitzsch. Germ. Magaz. Ili, p. 291. Docophorus excisus Burmeister, Handb. Entom. II, p. 425. Philopterus excisus Walkenaer, Hist. nat. Apt. Ili, p. 333. Docophorus excisus Nitzsch, Zeitschr. f. ges. Nat. Bd. XXVIII, p. 298. — — G i e b e 1, Ins. Epizoa, p. 88, tav. 8, fig. 1, 2, 3. — — Piaget, Pedicul. p. 64, tav. 4, fig. 6. — — Pi cagli a, Ped. R. Un. Modena, p. 17. Trovato finora snWHirundu rustica, Chelidon urbica, Cypselus opus, Cottile riparia. Ne vidi tre esemplari raccolti ^wW Hirundo rustica dal Conte A. P. Ninni (Museo Civico Venezia]; altri ne raccolsi sulla Cheli- don urhica a Padova. Iloeoplioi'us Sturni (Schr.) Beri. Pediculus Sturni Sclirank, Beitr. tab. 5, fig. II. "v — — idem, Ins. Austrise. Philopterus leontodon Nitzsch, Germ. Mag. HI, p. 290. Docophorus leontodon Burmeister, Hand. Entom. II, p. 425. — — D e n n y, Anopl. Brit. p. 74, tav. 5, fig. 3. — • pastoris idem, i b i d e ra, p. 335. — leontodon Giebel, Epiz. p. 90, tav. II, fig. 4-7. — — Piaget, Pedicul. p. 66, tav. 5, fig. I. — — Simonetta, Ped. Mus. Pavia, p. 6. — — P i e a g I i a, Pedicul. Ist. R. Univ. Modena, p. 17. Trovato finora sullo Sturnus vulgaris e Pastor roseus. Vidi moltis- simi esemplari di questa specie, raccolti sullo Sturnus vulgaris, dal Conte A. P. Ninni (Museo Civico Venezia] e da me a Padova. Docophorus Pari Denny. (Denny, Anopl. Brit. p. 87, tav. VI, fig. 6). Docophorus Pari, Piaget, Pedicul. p. 71. Trovato finora sul Parus caudatus, P. ater, P. cceruleus. Alcuni esemplari di questa specie raccolsi sul Parus maior a Firenze. 61 h) Forfìculoìdes. Docopliorus Alcedinis Denny. Docophorus Alcedinis Denny, Anopl. Brit. p. Ili, tav. VI, fig. 1. Nirmus cephaloxys Nitzsch, Zeitschrift f. ges. Naturwiss. 1866, XXVIII, p. 368. — — Giebel, Ins. Epizoa, p. 146, tav. VII, fig. 9. Bocophoì'us cephaloxys Piaget, Pedicul. p. 71, tav. 5, fig. 5. — — Pi e agli a, Pedic, Ist. R. Univ. Modena, p. 18. Trovato finora sull'Acceso hispida; anch' io ne vidi alcuni esemplari, raccolti dal Conte A. P. Ninni sull'ospite sopradetto (Museo Civico Venezia). D. DEI « Grallatores ». i) JLatitemporales. Docophorus auratus N. Docophorus auratus Nitzsch, Germ. Magaz. Entonaol. 1818, III, p. 920. — — idem, Zeitschrift f. ges. Naturwiss. 1866, XXVIII, p. 362. — • — Burmeister, Hand. Entomol. II, p. 425. — — Denny, Anopl. Brit. p. 78, tav. 4, fig. 6. Philopterus auratus Walkenaer, Apt. IH, p. 333. Docophorus auratus Giebel, Epizoa, p. 108, tav. XI, fig. 2-Q. — — Piaget, Pedicul. p. 78, tav. V, fig. 8. — — Simonetta, Pedicul. Mus. Pavia, p. 3. — — Pica glia, Pedicul. Istit. R. Univ. Modena, p. 18. Trovato finora sulla Scolopax rusticola e Gallinago maior. Moltis- simi esemplari di questa specie vidi raccolti dal Conte A. P. Ninni sulla tScolopax rusticola (Museo Civico, Venezia). 62 Docopliorus Liimos;» Denny. Docophorus Limosos Denny, Anopl, Brit. p. 96, tav. IV, fìg. 2. — — Piaget, Pedicul. p. 79, tav. VI, fig. 1 . Trovato finora sulla Limosa melanuì^a. Vidi un esemplare p di que- sta specie, raccolta dal Conte A. P. Ninni sulla Calidris arenaria (Mu- seo Civico, Venezia). Docopliorus cephalus Grube. Docophorus cephalus Grube, Beschr. der auf A. th. Mid. Sib. Reis. p. 470. — Glareoloe et Nitszchii Giebel, Zeitschrift f. ges. Nat. 1866, XX Vm, p. 312. — cordiceps et frater Giebel, Epizoa, p. 1 03. — cordiceps Piaget, Pedicul. p. 8, tav. 6, fig. 2. — — Pi e a gli a, Pedicul. R. Un. Modena, p. 11. Trovato finora sul Machetes pugnax, Totanus ochropus, T. glareola, T. fuscus, Actitis hypoleucos, Slrepsilas inteì^pres. Raccolsi alcuni esem- plari di questa specie a Firenze sul Totanus glareola. Docopliorus temporali^ Giebel. DocopJiorus temporalis Giebel, Zeitschrift f. ges. Naturwiss Bd. XXVIII, p. 360. — — idem, Ins. Epizoa, p. 102. — — Piaget, Pedicul. p. 82, tav. 6, fig. 3. — — Picaglia, Pedicul. R. Univ. Modena, p. 19. Trovato finora sul Vanellus cristatus. Raccolsi molti esemplari di questa specie, a Padova, sul Vanellus cristatus. 20'j-jyfiiurm. IbmmertS» I»6XBjr, Jkaxi^. 2rs- o. **- -a^- '^. ia;. T . .:- . ■ vst HMtmerfSss 6rìiii3L Saia, x L Is^ — — Sfai ili 1^3v FaGcaL lÉia. ?ir:-ja- X 3aé. ^K^i z^iSXJSf'. :a£ TÉiaea ÌH-^jca. ~iaeaas: ; _«an' roterà» lisafiafiMeriaBr B * i x y. \3tTq>. 3àr.n. 3^ K. "^r. 1 isi ì, W'iliiiiir. Agi;. 3L 1^ 22ii. ■ :- iciTAte isi. dmst A- P. 3RmiL Tfjgìc ri~ii:.. ^i;-ei::i f :a.li- i'^- jflBà sì. JS — 64 — Docopliorus Ostralegi Denny. Docophorus ostralegi D e n n y, Anopl. Brit. p. 74. tav. 5, fig. 4. Philopterus ostralegi Walkenaer, Apt. Ili, p. 335. Docophorus Hcematopi, G i e b e 1, Zeitschrift. f. ges. Naturwiss. XXVIII p. 311. — acanthus idem, Epizoa, p. 101. — — Piaget, Pediculin. p. 84, tav. 6, fig. 6. Trovato finora s\i\VHcematopus ostralegus. Riferisco, con dubbio, a questa specie un giovane esemplare raccolto dal Conte A. P. Ninni (Museo Civico Venezia), sull'ospite predetto. Docophorus pertusus N. Bocophorus pertusus N i t z s e h, Germars Magaz. Entomol. Ili, p. 920. — — Burmeister, Handb. Entomol. II, p. 426. Philopterus pertusus W a 1 e k e n a e r, Apt. III, p. 333. Docophorus pertusus Giebel, Epiz. p. 108, tav. XI, fig. 3-12. — — Piaget, Pedicul. p. 89. — — Simonetta, Pedic. Mus. Pavia, p. 210. Trovato sulla Fulica atra. l) Bisiffnati» Docophorus Piatale;» Denny. I Docophorus Plaialece Denny, Anopl. Brit. p. 100, tav. IV, fig. 9. ■ Philopterus Platalece Walkenaer^ Apt. IH, p. 339. Docophorus sphenophorus N i t z s e h, Zeitschrift f. ges. Naturwiss. XXVIII, p. 310. — — Giebel, Epizoa p. 99/ tav. XII, fig. 4. — — Piaget, Pedicul. p. 89, tav. VII, fig. 5. Trovato finora sulla Platalea leucordia. Molti esemplari vidi, di que- sta specie, raccolti sul predetto ospite dal Conte A. P. (Ninni Museo Ci» vico di Venezia). — 65 — m) Setosi. Wocopliorus Iricolop N. Bocopliorus tricolor N i t z s e h, Gerraars Magaz. Entomol. Ili, p. 920. — — idem, Zeitschrift f. ges. Naturwiss. XXVIII, p. 360. — — Burmeister, Handb. Entomol. II, p. 424. — — D e n n y, Anopl. Brit. p. 1 05, tav. 6, fig. 9. — — Giebel, Ins. Epizoa, p. 96, tav. X, fig. 9, 10, II. — — Piaget, Pedicul, p. 94, tav. Vili, fig, 2. Trovato finora sulla Ciconia nigra. Ebbi questa specie da una Cico- nia nigra del Museo di Firenze (molti esemplari); Altri individui furono raccolti, sullo stesso ospite, dal Conte A. P. Ninni (Museo Civico Venezia). Docopliorus incoiiipletus N. Bocopliorus incompletus Nitzch, Germars Magaz. Entomol. Ili, p. 920. — — Burmeister, Hand. Entomol. II, p. 424. — — Denny, Anopl. Brit. p. 105, tav. 6, fig. 5. — — Giebel, Ins. Epizoa, p. 97. — — Piaget, Pedicul. p. 96, tav. VIII, fig. 3. Trovato sulla Ciconia alba. Vidi esemplari di questa specie, raccolti sull'ospite sopradetto, dal Conte A. P. Ninni (Museo Civico di Venezia) e da me a Padova. [Continua). Anno A'XF/. — 66 — ELGErVIO FICALBI REVISIONE DELLE SPECIE EUROPEE DELLA FAMIGLIA DELLE ZANZARE (Gen. Gulex. Aìioplieles. Aèdes) (Continuazione: vedi Bullettino anno XX^', p. 136) Culex stercoreus. — Questa specie fu istituita da Linneo, che ne dette la seguente descrizione. discoidale — Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen. v. II, pag. 397, n. 43. » ferrugineum — liep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen. v. II, pag. 402, n. 48. » Latreillei — Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen. v. II, pag. 398, n. 39. (1) Riferisco i nomi e le opere fabriciano sun'autorifcà di altri entomologi, non insceudo io a portar giudizio su tali diagnosi cosi incomplete. — 86 — Anthidìum provincia/e — Lep, Hist. Nat. d. Ins. Hymen. v, II. pag. 395, n. 40. » coronatum — Smith. Catal. of Hymen. Insect. in tlie Brit. Museum. P. II, pag. 204, n. 30? » Bartho/omeì — Radosz. Sur quelq, Hymen. nouv, ai peu conn. du Miis. de l'Acad. d. Sciences de S. Petersb. pag. 592. n. 2? (Teste Mocsary. Spec. G-en. Anthid. pag. 244, n. 17;. » limbi ferum — Moraw.'Reis. in Turkest, v. Fedtsch. H3niien. pag. 123, n. 184. » niflcorne — Moraw. Reis. in Turkest. v. Fedtscli. Hymen. pag. 124, n. 185. (1) Posseggo numerosi esemplari di questa specie, provenienti dalla Sicilia (località diverse; fra questi due esemplari tipici dello Spinola, var. Grohmanni^ trovati nella collezione Guerin- Meneville) dall'Algeria (località diverse), dalla Tunisia, dalla Nubia (Kassala, un esemplare della var. limbiferum), ed infine da Saraks (Turkestan). Questa specie, e le sue numerose va- rietà abitano la sottoregione circummediterranea della regione paleartica, estendendosi però fino alla Nubia, Aral^ia, Caucaso, Persia e Turkestan. Potrà forse taluno trovare die io abbia allargato troppo la sinonimia per le forme di cui il tipo fondamentale sta nell' A. ferrugineum di Fabricius (ed in generale di tutti gli imenotterologi), ma pur tuttavia quantunque non abbia sott'occliio altri esemplari tipici autentici che quelli del sole A. Grohmanni, io sono profondamente convinto dell'esattezza della sinonimia da me (][ui indicata. Tra i numerosi esemplari (1) Egli è molto probabile, che gli Ant. tntboclirncviuii Walk. e SiijnifcrHrìi Walk. corrispondano a qualche varietà del J'ffriiyìììonn; ma ù- impossibile affermare qual- siasi cosa rispetto a questo due specie (come in generale a qualsivoglia specie del ■JValker); e ciò in causa della assoluta insufficienza delle diagnosi del medesimo: sour^ talmente incompleto queste descrizioni che non fanno cenno della conformazioni' del pigidio, pur trattandosi di maschi del genaro Ant liiilium .' — 87 — che tengo io trovo variabilissime la punteggiatura delle diverse parti del corpo, la colorazione sia del corpo die delle ali, l'ar- matura dei trocanteri posteriori del maschio, la sporgenza e la grossezza dei denti laterali del sesto segmento, e del dente centrale dell'epipigio, l'espansione membranacea dei margini dei segmenti dorsali della femmina, ed infine la statura. Ta- luni esemplari sono talvolta tanto diversi per l'uno e per l'al- tro di questi diversi caratteri da giustificare appieno, quando si conoscano isolati, la formazione di specie distinte; ma nume- rosi altri esemplari presentano tutte le gradazioni intermedie ed in modo così continuo da non lasciare poi invece più alcun dubbio sulla loro identità specifica. La punteggiatura ad esem- pio di certi esemplari siciliani (due dei quali sono, come già dissi, tipi autentici dello Spinola, trovati nella collezione (-ruerin-Meneville) è molto grossa, e profonda, non tanto densa ed abbastanza regolare; in altri invece di Algeria, o della Nubia essa è molto più fìtta, più fina, più irregolare: i primi hanno la colorazione generale del corpo di un nero intenso, nettamente, ed in taluni anche parcamente variegato in giallo; nei secondi tutto il corpo è di un bel colore giallo-paglia assai chiaro, in talune parti quasi eburneo; fra gli uni e gli altri una serie di esemplari (specialmente africani) forma una catena non interrotta. Taluni poi abbandonano più o meno la tinta gialla per assumere invece in maggiore o minor pro- porzione quella rossa; questi però li trovo in minor numero fra quelli che ho sott'occhio. L'armatura dei trocanteri nei maschi e la stessa singolare espansione lamellosa dei margini dei primi segmenti dorsali delle femmine sono pure varia- bilissime; in taluni esemplari mancano affatto, in altri si sviluppano invece più o meno fortemente; ed in un esem- plare nubiano che devo all'egregio collega collega Dottor Ma- gretti l'espansione lamellosa del secondo segmento è sporgen- tissima. Gli esemplari africani per la maggior parte appartengono alle varietà lutescenti e ferruginose e sono in generale di pie- cola statura; in quelli d'Euro j)a invece ^Ji'^domina il colore fondamentale nero con decorazioni di un giallo più o meno intenso. 6(3. ANTHIDIUM VAEIEGATUM Fabr. Apis variegata — Fabr. Spec. Insect. v. I, p. 483. n. 50. $ AnthidÌLim variegatum ----- Fabr. Syst. Piezat. pag. 366, n. 7. » taeniatum — Latr. Mem. sur le Genr. Antliid. P. I, pag. 44, n. 12. P. II, pag. 220, n. 12. » sulphureum Lep. Hist. Nat. d. Insect. Hvmen. v. II, pag. 367, n. 13. » loti — Perr. Second. Escurs. d. 1. Grand. Land, pag. 191. » regalare — Eversm. Faun. Hymen. Volgo-Ural. P. III, pag. 80, n. 3. » meridionale — Giraud. Hymen. ree. a Suse et dans le Depart. di H. Alpes, pag. 31 (41). Diversi esemplari che posseggo riferentisi a questa specie e raccolti in Piemonte (Susa), Francia (Montpellier) Algeria (...?) mi convincono della legittimità delle riunioni accennate nella precedente sinonimia, e sopratutto sulla verità dell'identità specifica tra la forma rariegatnm ed il sulphureum; ma lo pro- vano sopratutto due esemplari affricani. Infatti mentre di questi uno è già quasi del tutto rosso, l'altro non presenta clie un color rosso assai scuro, quasi nero. La riduzione poi, in maggiori o minori proporzioni, delle fascie gialle addominali a serie di quattro macchie si può già osservare negli esemplari europei, e con tutte le piìi continue gradazioni intermediarie. La differenza più importante, e che maggiormente colpisce l'osservatore sta nella punteggiatura; che negli esemplari eu- ropei {variegatmn tipico) è per i due jDrimi terzi di ciascun — 89 — sjegmento assai rada, grossolana ed irregolare, ed invece in al- tri esemplari d'Africa è molto più abbondante, più fine e più regolare: ma anche per questo carattere noi troviamo delle gradazioni intermedie, quantunque (è pur necessario il dirlo) non così continue e graduali come per i caratteri di colora- zione: ma ciò assai probabilmente dipende dal non aver io in collezione esemplari di Spagna e di Sicilia od in maggior nu- meno quelli d'Africa ove si troveranno assai probabilmente le varietà intermedie anche sotto questo riguardo: quelli che pos- seggo di Montpellier (A. loti Perr.) presentano già in grado rimarchevole la regolarità e finezza di scultura degli esemplari africa ui. Credo utile il ricordare come in questo genere la statura in una medesima specie possa variare grandemente, cioè per- fino alle proporzioni da uno a due; io lo verificai in diverse specie (ad esempio A. manicatum, fìorentinum, 7-dentatuni, oblongatum, Sic/dì/m, ìììaculafnm etc), ed anche per questa stessa. 67. ANTHIDIUM MALACOPYGUM n. sp. Farvum rohustum nigem'mum opacum, facie clypeoque. man- dihulis (apice excepto), antennarum scapo antice^ linea transversa verticis. pronoti margine tenui medio late interrapto, femoribus ihasi exceptai tibiis tarsisque. scutelli margine postico tenui, ab- dominis segmenti primi maculis diiabus rotundatis lateralibus, segmenti 2.' 8.' 4.' ò."'"'' fascia basali continua Cduabus primis nonnihil tenuioribìis, medio lenissime attenuatisj, segmentis b' 7 totis fìavo-citrinis; antennaruìn flagello infra, alarumque-tegulis tantice fi aro-maculatisi ferrugineo-testaceis; facie, pectore, pleu- ris, ventreque albo dense villosis; vertice et thoracis dorso parce hrunneo pilosiuscalis; alis subinfuscatis; clypeo circiter tam lato (juam alto: capite lato, thoraci arcte approximato, occipite trun- cato-excavato; scutelli margine postico sat producto, perfecte arcuato, omnino inermi; abdomine brevi robusto, ad basim abru- -^ 90 — pie iruncato; segmeìiti sexti margine utrinque perminntissime irregulariter serridato, et dente brevi incurvo rohusto arcuato; segmento septimo, vel epipygio, brevi^ subpellucido membranaceo, apice bilobo, emarginatura centrali lata arcuata parum profunda^ medio sjnnula pertenuissima erecta instructa; lobis latis, brevi- bus, medio sat profunde arcuato-émargi i latis; ipopygio inermi; corpore toto densissime uniformiter subregulariter pimctulato, subgranoso. (^ Long. corp. mill. 7. Algeria (Ponteba) 1 ^. Collezione G-ribodo. Questo maschio certamente ben distinto da tutti quelli co- nosciuti per la forma delle diverse parti del suo corpo, si avvicina in quanto a corporatura e proporzioni agli A. litura- tum, strigatum, eximium e simili, A questo proposito osservo come in generale tutti gli autori lianno finora trascurato di tener conto della forma dell'occipite che in questo genere può spesso fornire lui ottimo carattere specifico, perchè in taluni casi è regolarmente convesso, ed allora la testa è ben distinta dal torace; in altri invece è concavo, e riceve in questa sua concavità il protorace, per cui testa e torace sono quasi im- bricati, ed assai aderenti. In questa specie tanto la seghettatura marginale del sesto segmento, che la spina centrale del settimo sono minutissimi e non visibili che con ingrandimento alquanto forte. (1) (1| Noli saprei abl)astanzii ract^omandare agli entomologi l'uso coiitiiiiio di nn vero microscopio anziché di semplici lenti d'ingrandimento (lonjiesi per lo studio degli insetti, .anche se questi siano di notevole statura; solo allora l'osservatore si può fare una chiara idea della natura della scultura, delle forme e projiorzioni dei dettagli delle antenne, clipeo, pigidio, etc. e ciò anche con notevole vantaggio per la conservazione della propria vista, tanto danneggiata da un uso continuo delle semplici lenti. Al giorno d'oggi molti fabbricanti forniscono microscopi affatto acro- matici, clie godono di gr.ande chiarezza assiemo ad un campo abbastanza largo ed abbastanza lunga distanza focale: essi sono utilissimi specialmente se forniti di ta- volino girante ed inclinabile, onde poter osservare l'oggetto sotto diverse illumina- zioni. Basta di regola loer gli studi usuali esser provvisti di ingrandimenti variabili da 10 ad 80 volte. — 91 — B8. ANTHIDIUM LUCTUOSUM Perez. Anthidium luctuosum — Perez: in letfceris. Rohustum nigerrimum, verticis punctis duohus lateralibus, segmentorumque abdominis 1-5 maculis {1-3 lateralibus, 3-5 ad- proximatis subcentralibus) citrinìs; facie (clypeo excepto), pleuris pedibus (pra'serfim metatarsis), et ahdominis lateHbiis dense, caetero parce et breviter albo-pilosis; scopa nigra; alis subinfii- scatis; capite tJioraceque dense subregiilariter punctidato-granosis, opacis; seg mentis abdominalibus ad basini crasse sparsim irre- gidariter^ ad marginem fenuiter subconfertim et regulariter, punctidato-coriaceis; clypeo trapezino^ fan/ lato quam alto^ mar- gine tr lineato regidariter cremdato; scutello rotundato, subpro- ducto^ medio nonnihil emarginato, inermi] margine anali integro^ arcuato-subangulato. $ Long. corp. mill. 12. (^ Differt clypeo.^ mandibidarum basi, segmentique abdominis sexti maculis duabus centralibus adproximatis citrinis; ventre albo-Mrto; clypei margine obsolete cremdato; segmenti abdominis sexti margine utrinque nonnihil elevato, ad latera fortiter den- tato; epipygio angusto, apice medio dente brevi acuto, idrinque lobo mediocri ovato instructo; ipopygio utrinqe dente valido, elong ato, obtiiso arcuato. Long. corp. mill. 13-16. Algeria (Bogliari) 1 ) Forte in exemplaribus rccentiorihus margine fascia integra, e 2>Uis albis tecto. Anno XXVI. 9 — 130 — bliie-green fascia? on the apical mar gius of the ahdoìninal seg- ments — e più innanzi — ahclomen.... loith four hright green fascice ■ — affermando dunque in entrambi i casi un fatto con- trario a quanto si verifica nella mia specie. Ed ancora più oltre parlando del maschio dice — this sex, as well as the female^ has the scutellum emarginate posteriorly, the angles heing acute or subdentate. Cosa questa che si veri- fica nel mio esemplare maschio, anzi nei due esemplari maschi, quantunque un po' diversi fra di loro, ma non è più punto vera per la mia femmina, il cui scudetto è come nella mag- gioranza dei casi integro, regolarmente ma non molto con- vesso; al più invece della profonda escavazione dei maschi li- mitata ai lati da un grosso acuto tubercolo, si può in esso vedere una depressione quanto mai dir si possa leggiera e quasi invisibile se non è con tutta cura ricercata. Sono queste, come vedesi. due differenze importantissime, e se non si tratta di un errore di descrizione da parte del dottor Smith le due specie sono certissimamente distinte, quan- tunque concordino in tutti gli altri caratteri, come ad esempio nella conformazione delle gambe ^3 esteriori nei maschi che è la medesima nelle due forme. La statura è forse alquanto mag- giore nella incerta che nella Elliotii. Come ho detto, i due maschi sono alquanto diversi, sia per statura, sia per le tinte del corpo che sono assai più cariche e vivaci in uno dei due esem23lari (quello di lolò). 99. NOMIA MEGAERA n. sp. Mediocris elong atiuscida subcylindrica nigra alariim tegulis testaceis; alis hyalinis suhfuscesceìitihus aureo et (obsolete) violaceo micantibus, apice fusco maculatis, venis fuscis; cajrite mediocri confertim irregulariter parum profunde punctulato subcoriaceo, griseo villoso; thorace subhemispherico mediocri, confertim sub- regidariter punctulato, opaco^ antice, postice., ventre et lateribus griseo parce hirtis; postscutello inermi griseo tomentoso; scutello — 131 — (medio glabro, ad latera grìseo setoso) utrinque tuberculo robu- sto longo erecto acuto spiniformi armato, liinc fortiter bicor- nuto, pedibus duobus posticis simplicibus^ femoribus tibiisque te- nuibus nonnihil incurvis; tibiis summo apice in costam anticam spinam trigonam compressam incurvatam robustam armatis; me- tathorace contra postscutellum striga scrobiculata tenui prcedito, subtus subplano, verticali, sat crasse punctato; abdomine conco- lore, ut in Gr. Heriades constructo, capite thoraceque siìnul smnptis nonnihil longiore, tenuissime sat confertim punctulato sat nitido, segmentoriim marginibus dorsalium parum depressis, politis; ab- domine basi et lateribus parce albo setoso, medio brevissime tenuissime et parcissime griseo vel nigro (apicem versus) tomen- toso, segmento se-rto pilis longioribus ut ad latera abdominis; segmentorum marginibus ad basim obsoletissime albo fimbriatis; segmenti ventrali quarto margine postico late membranaceo, fidvo tomentoso, bilobo, medio breviter carinulato; segmento se- quenti spina mediana acuta, robusta armato. ^ Long. corp. mill. 11. Marang (Sumatra). 1 (^ Collezicne Gribodo. Il facies di questa specie è quello di una grossa e robusta Heriades. E notevole pel suo corpo di uniforme color nero, si distinguono solo per altro colore le scaglie alari, die sono di un rosso-testaceo chiaro. E pur notevolissima l'armatura spe- cialissima dello scudetto; su di esso si elevano verticalmente (o meglio leggerissimamente inclinate all' indietro) due grosse, robuste, e lunghe spine, che rappresentano quasi due corna. Le due gambe posteriori hanno i femori e le tibie sottili magre, leggermente incurvate; le rispettive concavità si guar- dano; le tibie hanno nell'estremità della costola o spigolo an- teriore una grossa, tozza, e piatta spina foggiata a becco di aquila. Le ali trasparenti velate di un color fulvescente-fuligginoso son decorate d'una rotonda, grossa, e scura macchia all'estre- mità delle anteriori. — 132 — L'addome è intieramente nero senza macchie o fascia di sorta; egli è molto se sopra le fascio marginali levigate dei segmenti si vede qualche rarissima setola bianca. L'esemplare d'altronde che posseggo è in perfetto stato. Molto affine gli è la iV. apicalis Sinith (1), che però diffe- risce per avere lo scudetto solo bitubercolato non bispinoso; per le tibie dilatate alla loro estremità, e per i margini dei segmenti più fortemente depressi: specialmente in causa della differenza nelle tibie non credo si possano considerare come specificamente identiche. Il Dottore Smith poi tace sidla im- portantissima conformazione degli ultimi segmenti dall'addome. 100. NOMIA TERMINATA Smith.? Nomia terminata. — ■ Smith. Descrijjt. of new Spec. of Bees be- loug. to the Cren. Nomici^ pag. 56, n. 7. Un esemplare femmina (cui si accompagnano due esem- plari maschi che con tutta evidenza si riferiscono ad un' unica specie) ricevuto da Perak (penisola di Malacca) corrisponde per molti riguardi alla descrizione data dallo Smith della sua Nomia terminata di Birmania, differisce però per alcuni altri, onde nasce il dubbio che si tratti di diversa specie; dubbio che è anche accresciuto dal silenzio della diagnosi dello Smith sopra alcuni particolari importantissimi ; questo silenzio può significare la inesistenza di tali particolari, ma jìotrebbe anche aver per causa una trascuranza dell'autore (2). In tali condizioni di cose, io credo utile dare una descri- zione completa della specie che posseggo (tanto più avendone (1) Smith. Oatalonnn of l/ijmonopterous Jnsects collected ut. Saruical', Jìonieo /'// ìVallnce, pag. 43, n. 1. (2) Non bisogna dimenticare che il Dottor Smith dico ('he l' unico osemiilare clic possedeva della sua terminata ora in cattivo stato perche aveva soggiornato nel- r alcool. — 133 — anche il maschio, che era sconosciuto al chiaro autore inglese) dandole anche un nome provvisorio, ciò che sarà sempre utile anche nel caso si venisse poi a riconoscere che si tratta di una sola ed unica specie, servendo quale nome di semplice varietà distinta, come di fatto sarebbe ad ogni modo il caso del mio esemplare. 102. NOMIA AUREIPENNIS n. sp. ? (Vel N. terminatae var. ?) Sat magna robusta sed dongatiuscula, fusco-nigra, modice nitida, antennarum flagello siibtus apicem versus, alarum tegu- lis maxima parte, tibiis apice tarsisgue omnibus (plus minus obscure) rufo-ferrugineis; abdominis segnientis dorsalibus secundo et tertio ad margine postico glauco rei eburneo-succineo fasciatis fasciis tenuibus medio interruptis: facie, thorace antice, pectore, pleuris, pedibìis, abdominis segmento dorsali primo, ventreque dense fulvo pilosis; thoracis dorso modice et breviter fulvo piloso; metathorace (prwsertim in metapleurisj densissime fulvo-aureo tomentoso; tibiis tarsisque quatuor posticis dense ftdvo-aureo hir- tis; abdominis segmentis dorsalibus 2." -6." modice nigro hirtis, in margine postico omnibus glaberrimis; corpore tato minute, confertim, subregulariter et nniformiter punctulato isegmentis autem dorsalibus ultimis abdominis minus regulariter); clypeo crassius 'sed minus dense et regulariter) punctato; abdovuinis segmentis dorsalibus in margine postico parum immersis, poli- tissimis, impunctatis; scutello planiuscido; clypeo medio verticali- ter depresso, subcanaliculato; alis sat hyalinis, fusco-fulvescentibus aureo micaìitibus; anterioribus apice summo obscure fusco ma- rulatis. $ (^ Differt tibiis et antennis minus rufescentibus; metathorace minus piloso, profundius depresso, depressione medio carinula tenuissima prcedita; scutello medio depressiusculo, utrinque robu- ste tuberculato; femoribus tibiisque duobus posticis tenuibus, sim- — 134 — pUcibus; tibiis autem apice ad ìatere antico in spinulam planam^ latam secl hrevem dilatatis; segmentis dorsalibus 2.° 5." et 4." in margine postico tenuiter glauco fasciatis; fasciis medio late interruptis. Var. (/ Differt segmentis dorsalibus 2.'^ 3." 4." ò.'^'"^ mar- gine eburneo-succineo fasciatis; fasciis sat laMs, medio haud interruptis. Long. corp. $ mill. 11. ^ mill. 11-12. Perak (Malacca). 1 $ . 1 ^f tipico. 1 ^ var. Collezione Gribodo. Trovasi anche nella Collezione Staudinger. Come si può scorgere dalle due descrizioni, della terminata cioè e (\.q\V aureipennis^ queste due forme differirebbero quanto alle femmine (il maschio della termitiata essendo ignoto) per la punteggiatura che è uniforme jielVaureijìemiis e diversa fra il torace e l'addome nella terminata; e per la mancanza in questa delle fascie di color verde-giallognolo sui margini dei segmenti addominali. Inoltre lo Smith tace per la sua termi- nata sulla notevole depressione od infossatura verticale me- diana del clipeo, carattere cui bada sempre nelle altre specie quando esiste. Egli inoltre ritiene che l'addome in esemplari freschi della sua terminata debba essere fittamente peloso come il torace; ciò che non è il caso deìV atireipennis quantunque l'unico esemplare posseduto si trovi in ottimo stato. E sempre però da non dimenticarsi che l'esemplare unico della terminata era guasto dal suo lungo soggiorno nell'alcool. Non vi e luogo a dubitare sulla legittimità del connubio da me fatto, tanto i due sessi hanno un facies identico, e si concordano in tutto salvo che nella forma dolio scudetto; ma questa differenza è nel novero di quelle sessuali e spesso si verifica in altre specie del medesimo gruppo. — 135 — 102. HALICTUS PULVEREUS Moraw. Halictus pulvereus. — Moraw. Die Bienen Daghest. pag. 168, n. 103. Var. pallidus mìM. Typo simillimo differt ahdomine foto concinne testaceo-pal- lido subpellncido; pedibtis omnino pallidis. $ Questa sjjecie venne dapprima trovata al Daghestan, risul- terebbe ora anche propria dell'Africa settentrionale. Le specie di Halictus appartenenti al gruppo del mucoretis sono difficilissime a distinguersi fra di loro sopratutto per le femmine. Io applico il presente nome ad alcuni esemplari al- gerini basandomi essenzialmente sulle proporzioni delle di- mensioni della faccia. Questa nelle femmine è evidentemente jiiù larga che lunga, cosa assai rara in questo genere; essa presenta all'incirca la figura di un' elisse coll'asse maggiore orizzontale anziché di un quadrato come dice il Dr. Morawitz nella sua descrizione. Nei maschi poi la lunghezza della faccia è pur sempre, come vuole questo genere, maggiore della lar- ghezza, ma di assai poco; ed è questa fra le specie di Halictus che io conosco quella i cui maschi hanno la faccia più breve. Nei maschi la singolare appendice del quarto segmento ad- dominale ha l'aspetto di una laminetta piatta, sottile, S23atuli- forme, membranacea, di color testaceo, che sporge all'indietro del margine del segmento. Io posseggo diversi esemplari piemontesi di una specie vi- cinissima a questa, dalla quale differiscono solo per avere in entrambi i sessi la faccia alquanto più allungata, e nei maschi l'appendice del quarto segmento ventrale alquanto più breve ma un po' più spessa, l'addome più stretto, le antenne alquanto — 136 — più lunghe; forse anche la pelurie squamosa o farinosa, al- quanto meno densa. Si tratta senza alcun dubbio di una spe- cie diversa, alla quale precisamente, se non avessi visto gli esemplari africani, avrei attribuito il nome di pulvereus^ per- chè la descrizione del Dr. Morawitz le si attaglia assai bene, presentando essa pure, fra le altre cose, una relativamente notevole brevità della faccia, che è, ripeto, il carattere prin- cipale e più importante della specie daghéstanica (1). Aggiun- gasi che nella specie piemontese di regola il colorito dell' ad- dome è più scuro che negli esemplari africani. Occorre anzi notare che in questi si trovano, specialmente nelle femmine, esemplari coll'addome interamente di color bianco di perga- mena, quasi trasparente; prendono tali esemplari un facies cosi sensibilmente diverso da costituire una varietà degna a mio parere di nome proprio (var. pallidus) (2). Notevole ca- rattere comune tanto alla specie africana che a quella pie- montese si è il brillante color rosso-carne che nelle antenne si osserva sulla faccia anteriore del secondo articolo del flagello ; questa colorazione non s'incontra più nell'//. carinieventrls. (Continua) (1) L'affinissimo //. cnrlnaeventriìs ò a parer mio sinecie diversa da queste; la di- versa proijorzione degli articoli delle antenne, e la diversa forma dell'appendicu centrale ne fanno prova. La specie j)iemontese affine al piilcereuf< di cui qui parlo viene da me descritta sotto il nome di fu rf ti rnsti». Sarelilie stato assai utile anzi ne- cessario l'Hver fatto un controllo sui tipi stessi dell'autore ; ma disoraziatamente non. potei mai riuscire di pormi in comunicazione con questi. (2) Assai probabilmente 1' 7/. aogilìniiiis Moraw. non è che questa medesima varietìi. STUDI SULLE FORMICHE DELLA FAUNA NEOTROPICA CARLO ElVTEFl^Sr VI. (1). Elenco delle Formiche raccolte da Luigi Balzan nella Bolivia. Dopo un lungo viaggio attraverso la Bolivia, reso oltre- modo disagioso per difetto di mezzi jjecuniarì, Luigi Balzan ritornava in Italia alcuni mesi sono, recando importanti colle- zioni zoologiche e antropologiche. Il suo robusto organismo che aveva resistito alle fatiche e ai climi tropicali soggiaceva il 20 settembre ultimo, in Padova, sua patria, a una febbre perniciosa. Ero da parecchi anni in corrispondenza col Balzan che venne a trovarmi a Bologna prima di partire; la sua morte inattesa in giovane età mi ha profondamente addolorato. Neil' illustrare in questi studi le formiche raccolte nel suo ultimo viaggio e alcune altre che mi mandò dal Paraguay ove soggiornò lungamente, rendo un doveroso tributo alla memoria dell'appassionato entomologo e dell'ottimo amico. Le formiche raccolte dal Balzan in Bolivia mi furono mandate dal Museo Civico di Storia Naturale di Genova ; (1) Per i numeri I-V vedi questo Bulìcttino, Anno XXII, p. 38-80, Tav.V-IX. Anno XXVI. 10 — 138 — provengono da quattro località che per brevità designerò cia- scuna con una lettera : aj Cantoni di Coroico e Cliilumani-Yungas, 1600 m.; hj Valle del fiume Beni: cj Salinas sul Beni: d) Misiones Mosetenes sul Beni. La serie tipica, comprendente gli esemplari unici, appar- tiene al Museo Civico di Genova. . 1. Eciton hamatum L.; e. 2. — Foreli Maj-r; a. d. 3. — rapax F. Sm.: e. d. 4. — omnivorum 01.; e. d. 5. — praedator F. Sm.: h. e. 6. — nitens Mayr; a. 7. — Balzani n. sp.; e. 8. Acanthostichus serratulus F. Sm. var.; d. 1». Typhlomyrmex pusilliis n. sp.; a. 10. Ectatomma (Acanthoponera) dentinode Mayr; a. 11. — (Ectatomma) tuberculatum F.; h. e. 12. — - opaciventre Rog. var. strigosum n. var.; a. 13. — — quadridens F.; a. 14. — (Gnamptogenys) concinnum F. Sm.; h. 15. — — triangulare Mayr; a. 16. Paraponera clavata F.; h. e. 17. Pachycondyla villosa F.; e. 18. — pallidipes F. Sm.; a. 19. — Oberthiiri Emery; a. 20. — crassinoda Latr.; d. 21. — harpax F.; a. 22. Fonerà stigma F.; e. 23. — trigona Mayr; a. — 139 — 24. Anochetus bispinosus F. Sm.; e. 25. Odontomachus haematodes L.; a. 26. — ■ — siibsp. laticeps Rog.; e. 27. — chelifer Latr.; a. 28. Pseudomyrma gracilis F.; a. e. d. 29. — tenuis F. var.; e. 30. — pallens Mayr; a. 31. — mutica Mayr; a. 32. — arboris sanctae n. sp.; e. 33. — flavidula? F. Sm.; a. 34. — ejecta F. Sm.; a. d. 35. Monomorium Pharaonis L.; d. 36. Megalomyrmex Balzani n. sp.; a. 37. Solenopsis geminata F.; a. h. e. d. 3S. — Wasmanni n. sp.; e. 39. — castor Forel; a. 40. — sp. '?; a. 41. Crematogaster acuta F.; b. 42. — brevispinosa Mayr; a. 43. — brasiliensis Mayr; e. d. 44. Pheidole opaca Mayr; ò. e. d. 45. — fallax Mayr; a. e. 46. — biconstricta Mayr, var. hybrida n. sp.; e. d. 47. — fabricator F. Sm. var. polita n. var.; b. 48. — — var. nigella n. var.; e. 49. — Radowszkowskii Mayr, var. acuta n. var.; a. 60. — flavens Rog., snbsp. exigua Mayr, var. Jheringi- 11. var.; a. 51. — dimidlata n. sp.; e. 52. — minutula var. asperithorax n. var.; e. 53. — Balzani n. sp.; a. e. 54. — sp. ?; a. 55. — sp,'?; h. 56. Leptothorax spininodis Mayr; a. 57. — vìcinus Mayr, var, testaceus n. var.; a. — 140 — 58. Rogeria curvipubens n. gen. n. sp.; e. 59. Wasmannia auropunctata Rog. var. laevifrons n. var.; a. GO. Cryptocerus atratus L.; h. e. 61. — pusillus King.; a. h. (32. — minutus F.; a. 63. — umbraculatus King; e. 64. — pallens King; e. 65. — denticulatus n. sp.; e. Q(\. Procryptocerus Balzani n. sp.; a. 67. Rhopalothrix Balzani n. sp.; a. 68. Strumigenys unispinulosa Emery, var. longicornis ii. var.; a. 61). Daceton armigerum Perty; b. 70. Cyphomyrmex rimosus Spiii.; a. ci. 71. Atta cephalotes L.; d. 72. — sexdens L.; e. 73. — (Acromyrmex) subterranea Forel ; a. e. 74. — — Lundii Rog. var.; a. 75. — (Mycocepurus) Smithii Forel ; a. 76. Dolichoderus attelaboides F.; e. 77. — rugosus F. Sm.; b. 78. — imitator n. sp.; a. 79. — analis n. sp.; d. 80. — abruptus F. Sm.; b. e. 81. — lamellosus Mayr; e. 82. — bispinosus 01.; a. e. 83. — lugens n. sp.; e. 84. Iridomyrmex dispertitus Forel; a. 85. — humilis Mayr, siibsp. angiilatiis n. subsp.; e". 86. Brachymyrmex Heeri Forel; a. 87. — patagonicus ]\Iayr; a. 88. Gigantiops destructor F.; b. 89. Prenolepis nodifera Mayr; e. 90. — fulva Mayr; e. 91. — sp. ?; d. — 141 — 92. Camponotus serìceiventris Guér.; e. 03. — abdominalis F.; d. 94:. Camponotus rufipes F.; a. e. 95. — ruficeps F.; a. e. 96. — — var. ornatUS n. var.: d. 97. — biguttatllS n. sp.: a. 98. — • senex snbsp. crassus Mayr; e. 99. — — — planatus ? Rog.; a. 100. — latangulus Rog.; e. 101. — quadrilaterus Mayr; a. 102. — dimorphus n. sp.; d. 103. — fasciatus Mayr; e. 104. — alboannulatusMayr,subsp.monlanusn. s.sp. rt.G. 105. — macrocephalus n. sp,; e. 106. — sexguttatus F., var. melanoticus n. var.; e. 107. — Balzani n. sp.; e. VII. Descrizioni di nuove forme e note critiche. (Tav. ], lig. 1. -2. 3, 4, l^y. Typhlomyrmex pusillus n. sp. Tav. 1, fig. 2. y Pallide testacea^ capite rufescente^ pilosa et copiose pu- hescens, capite citm clypeo confertissime punctato, oninino opaco, mandihulis nitidis, margine 8-denticulato, antennarum scapo marginem occipitis fere attingente, prothorace opaco, mesotho- race mimis opaco, metanoto nitidulo, postice rotundato, abdomine nitidulo, dense pubescente, pedunculo antice hreviter petiolato stigmatibus angidatim proeminentibus, postice cum nodo tran- sverso, subtus inermi. Long. 2 ^^ mm. Bolivia (Balzali). È distinto dal T. Rogenhoferi Mayr per la piccola statura, per le antenne più allungate, la pubescenza più abbondante, — 142 — elle diminuisce la lucentezza dell'addome e per la forma del peduncolo addominale. Nel T. Rogenlioferi (fig. 1), questo, ve- duto di sopra, mostra un nodo semiellittico con la curva in avanti, preceduto da un picciuolo compresso, strettissimo; le stigme poco sporgenti stanno alla faccia anteriore del nodo; veduto di fianco, il profilo del nodo forma un angolo marcato, fra dorso e declivio, anteriore; sotto il picciuolo trovasi una spina o dente acuto. Nella nuova specie (fig. 2) il nodo veduto di sopra, apparisce fortemente trasverso, e discende in avanti con lungo declivio terminato in ciascun lato con una spor- genza ad angolo costituita dalle stigme, e innanzi ad esse ve- desi brevissimo e stretto picciuolo; il profilo del nodo non offre angolo di sorta, e sotto il picciuolo non havvi spina ne dente. Acanthostichus serratuliis F. Sm. Gli esemplari di Bolivia sono notevoli pel colore oscuro e la grande statura che può raggiungere 8 mm.; il peduncolo addominale è un poco più largo che negli esemplari di Santa Caterina, Rio Grande, Paraguay e Matto Grosso; d'altronde non mi è stato j)ossibile scoprire differenze sufficienti per stabilire varietà ben definite. Acanthostichus brevicornis n. sp. ^ A. serratulo proxima, sed capite magis elongato, lateribus subrectis, paraUelis^ postice late arcuatim exciso, antennarum scapo dimidia longitudine capitis hreviore^ metanoto et pedun- culo sine striis nec punctis oblongis distingiienda. Long, circi- ter 5 1J2 mm. Istituisco questa nuova specie sopra un piccolo esemplare
  • . 'M. Brasile: Eio Janeiro, Novo Friburgo. — Non v'ha dubbio per me che gli esemplari ^ t'he ho d'innanzi appartengano alla specie di Smith. Alla descrizione originale abbastanza buona e alle note di Mayr aggiungerò che il clipeo sporge un poco in avanti, con margine incavato nel mezzo, formando due fe- stoni arrotondati ; esso è quasi piano indietro, concavo in avanti, tutto longitudinalmente striato. Il metanoto è striato longitudinalmente in avanti, trasversalmente indietro; il pe- duncolo al contrario, trasversalmente in avanti, longitudinal- mente indietro. La striatura longitudinale della base del 3.° segmento addominale (2.'^ dopo il peduncolo) si vede solo in alcuni esemplari, in altri è indistinta, restando soli i punti piligeri. Le mandibole sono levigate, con pochi grossi punti ; il loro margine interno porta 10-12 minuti denti. Tutto il cor2)o e i membri sono irti di brevi peli. E. (Gnamptogenys) Aitarci n. sp. $ Picea, autennaì'Uìti scapo, pedibus abdomine.que ohscure l'Khesceìitìbus, nix nitida, parce, longe jdlosa, capite, thorace et abdomìnis peduncido atqiie segmentis 2. et S. (excepto apice fertii) lequaliter, acute striatis, sfriis metanoti et pedunculi tran- srersis, segmenti 2. snbtilioribus, basi arcuatis, postice longitu- dinalibus: capite subrectangidari, pauìo ìongiore quam latiore, angidis posticis rotundatis, cigpeo subplano, margine recto, man- dìbulis brevibus, robustis, margine basali in marginem mastica- torium arcuatila transeunte, hoc et ilio denticidatis, apice acu- — 146 — minatis, metanoto utrinque dente valido ohtiiso, peduncidi nodo suhglohoso. Long. 11 mm. Alce fuscce, costis et stigmate piceis. Costa Rica: Jimeiiez. Raccolto dal Sig. Anastasio Alfaro. Distinta dall'^. mordax per la striatura più sottile, quasi eguale su tutto il corpo, più fina solo sul 2.'^ segmento del- l'addome (2.° dopo il peduncolo), pel metanoto armato di due denti, forti ma ottusi, pel clipeo troncato in avanti e princi- palmente per le mandibole molto più brevi e più robuste, circa 3 volte lunglie quanto sono larglie, col margine basale quasi parallelo al margine esterno e ohe si continua col margine masticatorio, formando una curva armata di molti (circa 16) pic- coli denti. L'estremità delle mandibole forma una punta acuta. Odontomachiis haematodes subsp. piibescens Eog. var. minutUS n. var. A completare la serie delle forme americane dell' 0. haema- todes descrivo questa nuova varietà notevole per la sua pic- cola statura (7 mm.), le mandibole strette e allungate, con 11-13 denti marginali minutissimi e l'addome fittamente pun- teggiato, affatto privo di lucentezza alla sua faccia dorsale. Matto Grosso, 2 esemplari ^ . Colgo questa occasione per notare un lapsus calami in cui sono incorso in una precedente nota (Ann. Soc. Entom. Fran- ce 1893, p 91), collocando suU'Amazone invece che nell'Ame- rica centrale la città di Chiriqui, patria dei miei esemplari dell' 0. jmbescens forma tipica. Pseiidomyrma tennis F. L'unico esemplare ^ raccolto da Balzan in Bolivia ha la testa bruna, del resto non differisce dagli altri esemplari della specie, abitualmente di colore testaceo uniforme. — 147 — Pseudomyrma ejecta F. Sm. Para, Bolivia, Matto Grosso. La determinazione mi pare abbastanza sicura. L'esemplare del Para corrisponde alla de- scrizione originale pel colore. Quelli della Bolivia e del Matto Grosso sono più scuri ed hanno il metanoto « parte del me- sonoto neri, l'addome piceo, col peduncolo bruno scuro, come pure il mezzo dei 4 femori posteriori e parte delle tibie cor- rispondenti. La piccolezza e la superficie lucida contribuiscono a caratterizzare la specie. Li due ^ un poco più grandi delle altre, il metanoto, alquanto meno lucido, offre una punteggia- tura più marcata; questa è ancora più distinta nella $ che è colorata quasi come le 5, con le parti testacee più scure. Il profilo dorsale del L° segmento del peduncolo è quasi rettili- neo o appena debolmente concavo nella sua parte anteriore, convesso indietro, non distintamente picciuolato. Del resto è conformato come nella P. flamdula e forme affini. Pseudomyrma arboris-sanctae n. sp. 5 Testacea^ capite pendo obscuviore^ inandibidaì'uni margine fusco, ahdomine, excepto peduncido, plerumqne fuscescente, co- piose pilosa et tenuissime pubescens, nitida, capite antice thova- ceqiie subnitidis; caput parum longius quam latius, antrorsum nix angustatum^ postice tènincatum, parte anteriore paido niiniis subtiliter, posteriore subtilissiine microscopice ptinctulatum, ocidis mediocrihns^ depressisi clgpeo antice cum lobo truncato, inandi- bulis basi hcvibus, apice pnnctato-striatis^ antennarum flagelli articulis 3-10 crassioribus quam longioribus; tliorax loco suturoe meso-metanotalis incisus, pronoto convexo^ utrinque obtusissime marginato, mesonoto sabsemicircidari^ metanoti lateribus Jiaud distincte marginatis, angui o inter partem basai eiìi et declivem obtuso, rotundato; abdominis pedunculi segmento 1. antice bre- vissime suhpetiolato, postice nodo magno, transverso, fere climi- — 148 — dio latiore quam lonr/iore, 2. majore, tì'ansverse cupuliformi. Long. 5-6 rnm. 5 Tota testacea, ahdominis segmento 3. smpe basì fusco-hi- maculato, vertice civcimi oceìlos et thorace interdum nehulosis; scuiptura fere ut in '^ , oculis majoribus^ ori magis approximatis, peduììcidi segmenti 1. dorso subrecto, haud concavo, nodo trape- zoideo, vix latiore quam longiore, 2° minus distincte transverso quam in ^. Long. 84) mm. Eaccolta da Balzali in Bolivia ove vive iielF albero detto Palo Santo (Triplaris?). Ho ricevuto altra volta la stessa spe- cie da Taropota nell'Amazonas. Mi limito per ora a dare la diagnosi di questa formica e pochi cenni comparativi, riservandomi di fare più tardi uno studio complessivo del gruppo di specie affini alla Pseudoonyrma ìatinoda Mayr cui essa appartiene. La nuova specie è ricono- scibile per la colorazione, per le mandibole fortemente striate o striato-punteggiate nella metà apicale, pel 1.° nodo del pedun- colo fortemente traverso nella ^, pel flagello delle antenne, il cui 2.° articolo è molto minore del primo e non è più largo che lungo, per la punteggiatura del capo quasi uniforme per grossezza e distribuzione di punti. Tutti questi caratteri si ri- trovano in parte in altre specie (alcune delle quali inedite), ma non riuniti tutti come in (juesta. Non escludo la possibilità che questa specie possa essere la Tetraponera testacea di F. Smith, la cui descrizione è troppo indeterminata per valere a stabilirne la identità. Monomorium amblyops n. sp. g Flavo-testacea. nitida, pilom. capite fortius, reliquo car- pare ììiiniite, disperse punctatis; capid subquadratum, ocidis minutis, cli/peo convexo, sine carinis, margine integro, mandi- bìdis angiistis, 4-dentatis, apicem versus striatis, antennarum 12 articidatarnìu ficapo brevi, articulo flagelli 1. sequentihus — 149 — H ima sitbceqiiali, 2-8 circiter cUmidio crassiorihus quam longio- riùus, clava magna, valde incrassata; tliorax rohustus, dorso snòrecto, sutura meso-metanotalileviter impressa, metanofo inermi, cum sulco longitudinali lato, angulo iìiter partem basalem et declivem a latere distincto, sed rotundato; abdomen pedunculi segmento 1. antice petiolato, postice superne cum nodo magno, transverse ovato, 2. parum latiore, similiter ovato, subfus antice cum dente acuto. Long. 2-3 'j^ mm. Matto Grosso, parecchi esemplari. Questa specie ricorda, per le antenne brevi, il M. brevi- come Emery di Sumatra, ma ne differisce per la struttura del clipeo e delle mandibole, gii articoli 2-8 del flagello meno corti, il torace e il peduncolo più larghi e di forma diversa. La statura è variabile, il capo subquadrato, levigato e lu- cido, regolarmente sparso di punti piligeri più forti di quelli del resto del corpo; gli occhi più piccoli che nelle altre specie finora descritte sono situati poco innanzi alla metà dei lati del capo, e sono composti di 10-14 grosse faccette ciascuno nei grandi esemplari, di meno nei piccoli. Le antenne sono brevi, lo scapo, diretto verso l'occhio, l'oltrepassa di poco; il 1.° articolo del flagello è poco più lungo dei 3 seguenti in- sieme: i 2-8 circa di metà più larghi che lunghi, la clava grossa, più lunga del resto del flagello, l'ultimo articolo più lungo dei 2 precedenti riuniti. Il clipeo è fortemente convesso, senza carene, col margine anteriore appena un poco troncato nel mezzo. Le mandibole strette si terminano con un margine molto obliquo, armato di 4 grossi denti, talvolta con un rudi- mento di un quinto dente. Il torace è molto largo, col dorso un poco depresso, con debole impressione nella sutura meso- metanotale; la faccia basale del metanoto forma con la declive un angolo ottuso e rotondato; sul dorso di questo segmento, un solco largo e poco profondo si estende fin sulla faccia de- clive, separando fra loro, al limite tra le due facce, due emi- nenze laterali. Il 1.° segmento del peduncolo è nettamente — 150 — piccinolato alla base, per poco più di metà della sua lunghezza; sotto la sua base porta un minuto denticello: superiormente, indietro si eleva in voluminoso nodo transverso ovale; il 2.'' nodo ha la medesima forma, ma è più grande, appena meno alto, e porta sotto il suo estremo anteriore un breve dente, non molto acuto, diretto in avanti. Tutto l'insetto ha un aspetto pellucido; le zampe e gli scapi portano peli più copiosi, ma meno lunghi di quelli del tronco. Monomorium siibcoecum n. sp. 5 Pallide flava, pellucida, nitida, copiose pilosa, disperse puiictata: capite ohlongo, lateribus sìibparaUelis, oculis puncti- formibus ante medium capitis laterum^ clijpeo mutico, margine subintegro ^ basi bicar inaio, mandibulis acute 4-dentatis, anten- narum 12 articulatarum scapo marginem occipitis haud attin- gente, flagelli articulo 1° quatuor sequentibus ima subcequali, 2-8 breviter transversis, clava pertnagna; fhorace sutura meso- metanotali distincte impressa, metanoti obtuse angulati, dorso late longitrorsuni impresso, pedunculi segmento 1. antice petio- lato, nodis subcequalibus , longioribus quam latioribus, 1° altiore Long. 1 I4 -1 K:i mm. $ l'estacea, capite abdomineque fusco nebulosis, antennis pedibusqiie pallidis, copiose pilo.^a, nitida, capite opaco, creber- rime ruguloso-punctato et foveolis inagnis piligeris confertis ini' presso, clypeo basi striato, tìioracis dorso nitido, foveolis piligeris haud profundis, metanoto transversim ruguloso-punctato utriU' que tnberculo obtusissimo, abdoniinis pedunculi nodis transversis, subcequalibus, 2." parum latiore. Long. 2'bmm. Alce desunt. Antille: Isola di S. Tommaso. Specie notevole per la piccolezza estrema degli occhi della ^ ridotti a una sola faccetta e situati verso i -Ir, anteriori della lunghezza del capo. Questo è più allungato che nella specie precedente; il clipeo offre alla base due carene che non rag- — 151 — giungono il margine anteriore; lo scapo è molto più lungo e per poco non raggiunge il margine occipitale, ma gii articoli -2-S del flagello sono più brevi, quasi 2 volte larghi quanto sono lunghi, mentre il 1.° articolo e la clava sono più grandi, questa molto grossa. Il metanoto forma sul profilo un angolo distinto, ma ottuso, la sua faccia basale offre nel mezzo una notevole depressione longitudinale, più marcata indietro. I nodi del peduncolo sono quasi eguali veduti di sopra, poco più lungiii che larghi, il 2.° è distintamente ristretto indietro, il l.*^ più elevato del 2." Tutto il corpo e le zampe sono irti di peli, più lunghi sull'addome che sulle altre parti. La sta- tura è poco variabile. Attribuisco alla medesima specie una $ che differisce molto dalla y nella scultura, ma vi rassomiglia nella forma del clipeo, delle mandibole e delle antenne. Ho riscontrato consimili dif- ferenze in una forma affine a questa specie (M. fosstdatnm subsp. .^echellense Emer}'). Wlonomorium floricola Jerd. Alla sinonimia bisogna aggiungere il M. poecihim Rog., come ho potuto convincermene confrontando la descrizione con gli esemplari di questa specie cosmopolita. Solenopsis Wasmannii n. sp, 5 (minor et media) flava, vel (maxima) sordide testacea, capite rufescente, nitida, fronte antice striata, cceterum aòsqne sculptura, proeter piuicta piligera, copiose, longe pilosa, liaud ])uhescens; caput in ^ minore modice elongatum^ in ^ majore suhquadratum, laterihus angulisque posticis rotuìidatis, oculis versus tertiam partem atiticam laterum, clypeo acute bicariìiato, margine hidentato, mandihidis 3-4 dentatis, antennis proesertim in 5 majore hrevihus, articulis fumiculi 2-7 crassioribus quam ìongioribus; thorax dorso sidìrecto^ loco sutura; distincte inciso, — 15-2 — prcesertim in 5 majore roòustus et metcuioti parte basali lon- (jitrorsum impressa^ declivi utrinque marginata, in 5 minore metanoto magis rotimdato; ahdomen pedunculi nodo 1. tran- ■werso, 2 suò-oròiculari, in 5 majore tt-ansversim ovato, a latere viso rotundato et priecedenti aliquantum incumhente. Long. 1 ^4-4 ''4 mm. Raccolta in certo numero di esemplari nel Paraguay dal Balzan; alcune piccole 5 l'accolte dal medesimo naturalista a Salinas in Bolivia. In questa formica, le differenze di grandezza tra le ope- raje minime e massime, sebbene meno rilevanti che nella S. geminata, sono molto più marcate che nelle altre specie descritte finora. — La 5 massima è di colore testaceo sporco, col capo rossiccio; questo è subquadrato, con gli angoli poste- riori fortemente ritondati, i lati alquanto curvi, il margine posteriore distintamente impresso, la sua superfìcie è levigata e lucentissima, regolarmente sparsa di punti piligeri ben mar- cati, lo spazio compreso fra il margine delle lamine frontali e il clipeo sottilmente striato, le carene del clipeo alte e spor- genti in avanti; gli occhi hanno al massimo 24-25 faccette; lo scapo delle antenne è breve, la sua estremità, quando è volto indietro, rimane molto più vicina all'occhio che al margine occipitale, gli articoli 2-7 del flagello poco più grossi che lunghi, la clava più breve del resto del flagello, relativa- mente poco grossa. Il torace è robusto, impresso nella sutura meso-metanotale, il dorso del metanoto ha una larga impres- sione o scanalatura longitudinale che si continua sulla faccia declive, la quale è lateralmente marginata. Il primo nodo del peduncolo è fortemente trasverso, elevato, subsquamiforme ; il 2.°, veduto di sopra, è trasversalmente ovale, circa una volta e mezzo largo quanto è lungo, non più largo o aj)pena più largo del precedente,, e inclinato in avanti, in modo che rico- pre un poco l'estremo posteriore del primo. Tutto l'insetto è irto di molti e lunghi peli. — 153 — Le 5 minime sono giallo pallido, col capo più allungato, a lati paralleli e occipite senza impressione; gli occhi sono, più piccoli (di 12-14 faccette), lo scapo più lungo (la sua estre- mità posteriore giunge oltre la metà della distanza die separa rocchio dall'angolo posteriore del capo), gii articoli 2-7 del flagello più fortemente trasversi, la clava più grossa, più lunga del resto del flagello. Il torace è più snello, il metanoto senza impressione longitudinale e con la parte declive non margi- nata. I nodi del peduncolo sono meno larghi. Gli esemplari mezzani offrono condizioni intermedie. Wlegalomyrmex Balzani n. sp. 5 Riiòro-testacea, capite niagis riibro^ inandihulis ferriuji- neis, abdomine magls flavescente, nitidissima, pilosa, disperse, punctata, capite subrotiindo, parum longiore quam hitiore^ fora- niine occipitali anguste marginato^ fovea antennali striis concen- tricis, mandibulis nitidissiìnis, 5 dentatis, clypei ynargine ohtuse angulato, metanoto longitrorsum impresso^ haud distincte tuber- culato, peduncidi segmento 1. a latere viso trigono, liaud petiolato, superne nodo lato, distincte emarginato, segmento 2. rotundato, precedente haud latiore. Long. 7-9 mm.; Caput 2,2 X 2 mm. Cantoni di Coroico e Chilumani-Yungas in Bolivia 1600 m. raccolto da Luigi Balzan. E ben distinto dalle altre specie pel capo più breve, più rotondo, e sopratutto per la forma del 1.° segmento del pe- duncolo addominale che, veduto di fianco, sembra triangolare, col contorno dorsale anteriore debolmente concavo, mentre nelle altre specie, esso^è fortemente incavato, delineando come un picciuolo in avanti del nodo; questo è largo e, quando si guarda il segmento obliquamente d'avanti e da sopra, apparisce ancora triangolare, col margine postero-superiore distintamente inca- vato. Il 2." segmento è rotondato a mezza sfera in avanti, un poco più largo che lungo, non più largo del precedente. La scultura del corpo è come nelle altre specie. Anno XXVI. Il — i5i — Pheidole bicoiislrlcta Mayr subsp. hybrida n. subsp. Raccolto da Balzan a Salinas e Misioiies Mosetenes nella vallata del Beni. Il soldato è quasi identico al tipo della spe- cie, per colore, scultura e forma del capo; la statura è più piccola (4-6 mm); negli esemplari di Misiones, la punteggiatura è meno profonda verso gli angoli j)Osteriori, che sono alquanto lucidi, però molto meno che nella Ph. Susannce Forel. Nella g , tutto il capo, meno le guance, come pure la massima parte del pronoto sono levigati e lucidi. Questa forma sembra, per la scultura, costituire un pas- saggio dalla Ph. hiconstricta alla Ph. Susannce., ma è molto più vicina alla prima, specialmente poi per la forma del capo che, nel soldato, è largo e non molto profondamente inciso indietro; nella ^ non si prolunga in collo distinto. Ho ricevuto dal Museo di Bruxelles alcuni esemplari di Fernambuco riferibili a questa sottosj)ecie. Nel soldato, gii an- goli del capo sono ancora più levigati che nei boliviani e l'ad- dome è opaco solo nel mezzo della base. Nella ^ , il capo (meno le guance), il pronoto e l'addome sono interamente li- sci e lucidi; il margine occipitale è rilevato e tagliente, quasi con un accenno di collo; il colore del capo è giallo chiaro. Pheidole Radowszkowskii Mayr var. acuta n. var. Cantoni di Coroico e Chikimani-Yungas in Bolivia (Balzan) Per la debole scultura e la poco marcata striatura del capo, il soldato di questa forma ricorda la sottospecie australis Emery di Eio G-rande, ma ne differisce per le spine acutissime del metanoto. Il capo è più profondamente inciso e impresso in- dietro che nelle altre forme; in alcuni esemj^lari, l'estremità dei k)bi dell'occipite è quasi liscia e lucida, i suoi lati sono un poco meno convessi. Colore testaceo chiaro, con le mandi- bole rossicce. Lunghezza 3-3 ' . mm. — 155 — L"operaja è quasi simile al tipo di Cayemie, di colore più chiaro, con le spine più grosse alla base, ristrette all'apice in punta acuta. Pheidole fabricator F. Sm. var. nigella n. var. Salinas sul Beni (Balzan). — Il soldato dllferisce dal tipo di Santa Caterina (corrispondente alla descrizione del Mayr) per la striatura un poco più sottile e regolare del capo, la forma un poco meno larga e più parallela di questo, il clipeo liscio e lucente nella massima parte della sua superficie, il peduncolo più gracile, il colore uniformemente piceo, con le mandibole rossicce, i flagelli, le articolazioni delle zampe e i tarsi più o meno testacei. Lunghezza 3-3 ^'^ mm. La differenza tra l'operaja della var. e il tipo si limita alla minore grandezza e al colore che è come nel soldato. Lungh. 1 ■' ,-2 mm. var. polita n. var. Valle del fiume Beni (Balzan). — Il soldato differisce dal tipo di Mayr per le striatura che, sui lati del capo, non si estende oltre gli occhi, e, sulla fronte, è limitata a poche strie sui lati, mentre il mezzo è interamente levigato e lucente. La striatura del clipeo è visibile solo nella parte posteriore. Il 2.° nodo del peduncolo è un poco più largo che nel tipo. Il co- lore è testaceo, con l'addome un poco più scuro. Nell'operaia, il capo è interamente levigato, ad eccezione della metà anteriore delle guance. Colore come nel soldato. Pheidole flavens Eog. Sotto questo nome specifico comprende una serie di forme la cui patria complessiva si estende dalle Antille fino allo estremo Sud del Brasile. — 156 — Il tipo è stato descritto con non molta precisione dal Ro- ger, sopra esemplari di Cuba, in un tempo in cui nessuno poteva prevedere il numero immenso delle specie e varietà del genere Pheidole. Possiamo considerare come spettanti alla sottospecie tipo quelle forme in cui il soldato ha il capo quasi levigato nel terzo posteriore, gl'intervalli delle rughe non punteggiati o con tracce poco marcate di punteggiatura, i solchi antennali poco profondi, lisci o con debole scultura. Il 2.^ segmento del peduncolo è trapezoideo, non molto più largo che lungo e alquanto più largo innanzi che indietro. Io non conosco esemplari della vera forma tipica. Secondo notizie fornitemi dal Mayr che ]30ssiede esemplari di Cuba raccolti da Gundlach, come i tipi di Roger, questi differiscono poco da una formica che ho ricevuta dall'Isola di S. Tom- maso. Negli esemplari di Cuba, come mi scrive il Mayr, il capo del ¥• non ha punteggiatura distinta tra le rughe, men- tre è ben marcata nella 5 . In quelli di S, Tommaso manca del pari nel ^ ed è appena riconoscibile nella $ . Questa che chiamerò var. thomensis n. var. è più scura del tipo, e, nella $ , il capo e l'addome sono bruno scuro, il torace ros- siccio. Forel ha descritto una varietà dell'Isola di S. Vincenzo (var. vinzentensis Forel), anch'essa molto affine al tij)o, nella quale però il capo del soldato offre tracce distinte di punteg- giatura tra le rughe, e questa punteggiatura è ben marcata nella $ , la quale è colorata come il tipo di Cuba, subsp. exigua Mayr. Questa sottospecie di cui ho d'innanzi un esemplare tipico di Cayenne rassomiglia molto al tipo della Ph. flavens^ ma la striatura del capo è più estesa indietro e più forte, l'impres- sione del vertice è meno larga, i solchi antennali sono più lunghi e profondi, il loro fondo levigato e lucentissimo. La scultura del torace quasi come nel tipo flavens; le bozze del pronoto meno marcate. Queste differenze non mi sembrano sufficienti a stabilire una distinzione specifica. — 157 — vai. Jheringi n. var. l'/i'idolr <\fig>'a var. tubcrculatit Emery, Bull. Soc. Entum. Ital. XIX, ]i. 354 (nec Mayr). Designerò con questo nome una forma che Lo ricevuto suc- cessivamente da Rio Grande do Sul (v. Jhering) e dalla Bolivia (Balzani. La scultura del capo e la forma del solco del vertice sono come nella sottosp. exigua; i solchi antennali egualmente lunghi e profondi, ma con distinta punteggiatura reticolata, restando però lucida la loro superficie. Il pronoto offre due bozze sporgenti, ma meno che nella sottosp. tuberculata, alla (|uale costituisce in certo modo un passaggio e con cui io l'avevo confusa nel mio lavoro sulle formiche di Rio Grande. subsp. tuberculata Maj^r. Pliridolr e:<-igii_u var. tvJicrci'ìata Mayr. Verh. Zool. iJot. Ges. Wien, 1887, p. .585. In questa sottospecie, la striatura non lascia libera che piccola parte dei lobi occipitali del soldato, e i solchi anten- nali sono opachi, coperti di fìtta punteggiatura reticolata. Il Mayr mi ha comunicato uno dei suoi esemplari tipici di Santa Caterina. Due esemplari che ebbi dal Paraguay (Balzan) dif- riscono per la striatura del caj30 ancora più estesa e il pro- noto senza spazio levigato mediano. subsp. scuiptior Forel. Ph. fìavrììs st. scidptior Forel. Trans. Eiitom. Soc. London, 1893, p. 414. Questa che può dirsi forma estrema della specie, per l'esten- sione della scultura del capo è stata descritta ultimamente dal Forel sopra esemplari dell'isola di S. Vincenzo. subsp. perpusilla n. subsp. La più minuta delle Pheidole a me note; mi è stata man- data da Para dal Sig. Albert Schulz che trovò il nido sotto corteccia marcita. — 15S — A primo aspetto, parrebbe che dovesse considerarsi come specie a se, ma si collega al gruppo flavens per mezzo della Ph. sculptior. Già in questa, il capo del soldato è un poco meno breve che nelle sottospecie precedenti: Nella Pli. perpu- silla è distintamente più lungo che largo; esso è quasi tutto coperto di fitta punteggiatura reticolata che lascia libero sol- tanto l'estremo margine occipitale, il quale rimane lucido; inoltre la fronte e le guance sono longitudinalmente rugose. Il torace è robusto, punteggiato, opaco, il metanoto con forti spine. Colore ferrugineo testaceo, col cajjo più scuro, come nuvoloso, l'addome piceo, zampe e antenne più chiare. Lun- ghezza 1 ^^-2 mm. La 5' è più tozza che nella altre razze, le gobbe del pro- noto notevolmente sporgenti, tanto che tutto il promesonoto è appena più lungo che largo. Scultura come nelle altre razze. Colore come nel soldato. Lungh. 1 \ mm. Nella $ , tutto il corpo è opaco, anche il mesonoto è fitta- mente punteggiato e subopaco , lo scutello lucido. Le ali sono affumicate e le costole e lo stigma bruno ; colore bruno scuro, bocca e parti inferiori del torace rossicce, antenne e zampe testaceo chiaro. Lungh. 2 ^, mm. Qualunque siano le modalità della scultura nelle diverse sottospecie e varietà della Pli. flavens^ ha,inio comune, nel ^ la piccola statura, gii scapi brevi, la cui estremità rivolta in- dietro non oltrepassa o oltrepassa appena la metà dello spazio che separa l'occhio dal margine posteriore del capo. Nella 5 > tutto il capo e il torace sono opachi, lo scapo non oltrepassa o oltrepassa appena l'occipite. Pheidole nana n. sp. 2^ Ph. fiaventi suhsp. exiguse similUmus, sed anteuìiis ìon- giorihus distinguemlus, scapi apice 'V- spatii quod ocitlum a — 159 — margine occfjpifis separai attingente^ suìco antennali lato et prof lindo, punctato secl nitidido, rugis frontis par allei is, inter- stitiis hevihtis, capitis laterum undulatis^ interstitiis punctatis, pronoto rotnndato, hai(d distincte tuberculato. Long. 2 '% mm. Considero come tipo della specie un soldato del Matto Grosso il quale corrisponde quasi per la scultura del capo alla sottosp. exigiia della specie precedente e meglio ancora alla var. Jheringi. Il pronoto è lucido rotondato, senza gobbe mar- cate. La lunghezza delle antenne, il cui scapo ripiegato in- dietro raggiunge i tre quinti dello spazio che separa l'occhio dal margine posteriore del capo m'induce a farne, almeno provvisoriamente, una specie distinta. Colore testaceo-ferrugi- neo co] capo un poco più scuro. var. subreticiilata n. var. Alcuni soldati della medesima provenienza hanno le rughe del capo meno regolari e meno fitte, più o meno congiunte fra loro per mezzo di rami anastomotici, nelle parti laterali; tra essi si scorge, anche sulla fronte, una fitta punteggiatura reticolata, che, nei solchi antennali, toglie al tegumento ogni lucentezza. Colore rosso o ferrugineo con l'addome bruno. Del resto è simile alla forma tipica. Alcune § anch'esse del Matto Grosso che credo dover rife- rire all'una o all'altra di queste forme sono di colore testaceo chiaro, con le zampe più pallide; il capo è fortemente punteg- giato, con le lamine frontali prolungate oltre la metà del capo, la fronte liscia e lucida nel mezzo, lo scapo delle antenne ol- trepassa l'occipite per una lunghezza eguale circa al 1.° articolo del flagello. Il pronoto a il mesonoto sono lucidi e hanno una convessità uniforme; il metanoto è opaco, punteggiato, armato di spine brevi, sottili, oblique. Lunghezza quasi 2 mm. — 160 — Pheidole minutula Mayr var. asperithorax n. var. Salinas sul Beni (Balzali). 3 soldati. Differisce dal tipo ])el pronoto e mesonoto trasversalmente rugosi e le strie del capo maggiormente prolungate indietro, in modo che lo spa- zio privo di strie è quasi nullo quando si guarda il capo di sopra. I solchi antennali sono finamente reticolati, e solo il luogo dove poggia l'estremità dello scapo è lucido e quasi li- scio. Le tibie hanno, oltre la pubescenza obliqua, pochi lunghi peli. La 5 che credo dover riferire a questi soldati rassomiglia a quella di Ph. flavens per forma e scultura e per la lun- ghezza dello scapo; è un poco più grande, il torace è meno tozzo, e il clipeo è striato. Luiigh. 1 ^u mm. Pheidole dimidiata n. sp. ^ Fusco-piceus, mandibulis, antennis pedibusqiie rufescenti- bus, pilosus, vix puhescens. Caput subqiiadratum, postice late angiilatim excisttm, dimidio antico striato, laminis frontalibus Jiaud prolongatis^ sed impressione distincta prò apice scapi, sulco frontali obsoleto, clypeo Jiaud striato, carina media abbreviata, mandibulis brevibus, antennarum brevium scapo reclinato dimi- dium distanti(B inter oculum et 7nargìnem posticum vix superante. Thorax reticulatopimctatus, opacus, mesonoto laeviusculo, nitido, haud impresso, metanoto bicarinato et utrinque spina recta, acuta firmato. Abdomen nitidiim , pedunculi nodo 1." angusto, punctato, L'." j)ra'cedente vix latiore, subtrapezoideo, paulo latiore qiiam hmgiore. Long. 2 - 3-8 mm. 5 Fusca, thorace, pedmiculo, mandibulis, antennis pedibusqiie magis minusve rufescentibus, capite nitido, fronte antice et genis striatis, lateribus reticulato-punctatis, opacis, scapo marginem oc- vipitis paulo superante, thorace opaco, creberrime retictdato-pun- — 161 — efato, metanoto bicannato et bìsjnnoso, peclunculo suìmìtìdo, re- Jiquo ahdomine nitidissimo. Long. 2 mm. Salinas sul Beni (Balzan). È specie molto vicina alla Ph. flavens, da cui differisce il soldato pel capo più allungato, meno convesso lateralmente, con le lamine frontali non j^rolungate in modo cosi marcato, senza solchi frontali distinti. L'operaja è riconoscibile dalle forme affini, pel capo levigato, il torace essendo fittamente [lunteggiato e opaco. var. Schmalzi n. var. Esemplari raccolti a Joinville in Santa Caterina dal Si- gnor Sclnnalz differiscono da quelli di Bolivia per la colora- zione del soldato che è bruno ferrugineo più o meno chiaro, con l'addome piceo, e per la scultura del torace, in cui il pronoto è alquanto lucido nel mezzo. Nelle ^ , il colore è più scuro, che nel soldato, ma molto più chiaro che nel tipo; il torace è tutto punteggiato, ma meno opaco, il mesonoto un poco lucido nel mezzo. Lo sca])0 delle antenne non oltrepassa distintamente Toccijùte. Pheidole Balzani n. sp. ^ Piceus, antennis pedibusque rnfescentibus. nifidus, pilosiis, ijìx pubescens. Caput sua longitudine cequilatu»/, lateribus, levi- ter avcuatis^ angulis posticis rotundatis, margine postico siibrecto, medio anguste inciso, sulco frontis et verticis distincto, kniìinis f'rontalibus haud proloìigatis^ fronte, genis et lateribus usque ad inediuiìi longitudinis striatum, Inter oculos et frontem prwterea reticulato-punctatum^ postice nitiduni et pra^ter foveolas, superfi- ciaìes piligeras, subkeve, clypeo carinato et lateribus striato, man- dibulis nitidis, basi extus striatis, antennoruìn brevinni scapo reclinato, medium distantice quce oculum ab occipite separat vix, — 162 — attingente^ flagelli articulis 2-S parum òrecioi'ibtis quani crassio- riòus. Thorax pronoto lato et convexo, utrinqiie in gihherem ro- tìrndatuni producto^ superne transverse rugoso, mesonoto -cum impressione et toro transverso, metanoto reticulato-punctato, su- jìerne bicarinato, postice bidentato, propleuris et mesopleurarum parte inferiore nitidis. Abdominis pedunculus nitidus, nodo 1. subsquamiformi, 2. precedente plus quam duplo latiore, cupuli- formi. Long. 4 ' 4-4 'L, mm. Caput 1.7 >< 1-7. ? 5 Color et sculptura thoracis ut in milite; capite longi- tudine sua a'quilato, postice, rotundato, Icevi et nitido, foveis an- temialibiis concentrice rugosis, clypeo Icevi, liaud carinato, an- tennaruìn scapo marginem occip)itis quarta parte circiter supe- rante; pronoto alto, superne utrinque obtuse gibboso, mesonoto leciter transverse impresso, antice prominido, metanoto haud sulcato, utrinque dente acuto; abdominis pedunculi nodo 2. sub- globoso, prmcedeìite plus duplo latiore. Long. 2 ' ., mm. Due soldati di Salinas sul Beni (Balzan). Attribuisco non senza dubbio alla medesima specie alcune operaje raccolte nei Cantoni di Coroico e Chilumani Yungas dallo stesso Balzan. Pare specie prossima alla Ph. megacephala, da cui il sol- dato differisce pel capo più quadrato e meno rotondato sui lati, le antenne alquanto più corte, il cui scapo per ]joco non raggiunge la metà dello spazio tra l'occhio e il margine occi- pitale, per le grandi gobbe del pronoto e per la forma del 2.° nodo del peduncolo. La ^ ha il capo più largo, le antenne molto più brevi che nella Ph. megacephala, da cui differisce ancora pel meso- noto trasversalmente impresso e per la forma e grandezza del 2.° nodo addominale. Wlacromischa piilchella n. s}). ^ Nitida, capite abdomineque nigris, clypeo, mandibulis, antennis, thorace, pedibus pedunculoque abdominis dilute testaceis, — 163 — vix puòescens et dispersissime pilosa^ thorace convexo, spùiis rectis^ subtilibus, oblique divergentibus, parte metanoti declivi subcequilongis armato, pleuris punctatis, opacìs, petioli seffraento i." fere triplo longiore quam ìatiore, 2.° magno, ciipuliformi. Long. 1 ^1.2 mm. $ Color et sculptura operarice, articulafionibus alarum et mactda mesonoti nigris, copiosius pilosa, thorace lato, mesonoto pronotimi superne tegente, metanoti spinis validis, pedunculi segmento 2.° magis transverso, duplo latiore quam longiore. Long. 3 ' o mm. Antille; S. Tommaso, una ^ e una $ . Non saprei a quale altro genere riferire questa specie, molto più piccola di tutte quelle descritte da Roger, ma che ofiPre i tre caratteri essenziali del genere: il torace senza su- ture, l'assenza di speroni posteriori e il secondo segmento del pedunculo cupuliforme. Il capo è levigato e lucentissimo, con minuti punti piligeri; il clipeo e le mandibole sono striati; il dorso del torace è liscio come il capo, solo le mesopleure e metapleure sono punteggiate. Il capo è jdoco più lungo che largo, con gli occhi grandi, situati nel mezzo della sua lun- ghezza. Le antenne hanno una clava ben marcata di 3 articoli, dei quali i due primi sono di eguale lunghezza, l'ultimo grande quanto i due j^rimi insieme nella $ , più grande nella ^ . Il torace è uniformemente convesso nella tt e armato di spine gracili e divergenti, allargate alla base nella $ . Il L"" segmento del peduncolo della ^ , veduto di sopra, si allarga insensibil- mente indietro e offre ai lati due rilievi sporgenti corrispon- denti alle stigme; veduto di fianco, si eleva con linea appena concava fino al nodo. Il 2.° segmento è grande, campaniforme, più che due volte largo quanto il precedente; nella ^ è circa di metà più largo che lungo ; nella 5 più che del doppio; nella ^ il suo margine posteriore è appena più stretto del segmento seguente. I piedi sono allungati, coi femori medio- cremente ingrossati. 164 Macromischa pastinifera n. sp.. tav. 1, fìg. 18. 5 Capite fhoraceque ruòris, opacis, creberrime punctatis et rugosis. antennis, pecUbus et abdomine, excepto pedunculo, ni- tidìs^ nigris, hoc etiam ìiitido, ferrugineo., segmenti 1. processu dorsali et maxima parte secundi fuscis, pilis paucis brevibus conspersa; capite oblongo, cìypeo striato, medio emarginato, la- minis frontalibiis brevibus, oculis mediocribus, paulo aìite me- diiun longìtudinis, mandibulis striatis, acute 5 dentatis; antennis longis, claim S articulata pariim incrassata; thorace arcuato, sine suturis, met anoto spi iris longis ^ curvatis armato; abdominis peduncuU segmento 1. elongato, cglindrico, postice supra processu squamiformi, ontrorsum curvato, apice acuminato, 2° cupuli- formi, segmento sequenti insidente, pedibus posticis perlongis, fé- moribus conspicue incrassatis. Long. 2 -g mm. Isole Bahama: nii esemplare mandatomi dal Sig. Pergande. Riferisco questa specie singolare al genere Macromischa per gli stessi tre caratteri menzionati nella specie precedente. Le antenne sono lunghe ma robuste, col 1.'' articolo del fla- gello lungo quanto i due seguenti : i 2-7 apjDena più grossi che lunghi, i due primi della clava quasi eguali fra loro, l'ul- timo meno lungo dei due precedenti insieme. È particolar- mente notevole la forma del 1.*^' segmento del peduncolo che è lungamente cilindrico in avanti, con due piccole sporgenze per le stigme e porta indietro una sporgenza appiattita da avanti in dietro e curvata in avanti come il ferro d' una vanga, terminata superiormente a punta ottusa. Le zampe del 3." paio sono molto lunghe e i loro femori molto grossi. Leptothorax vicìnus Mayr, var. testaceus n. var. Differisce dal tipo pel colore uniformemente testaceo pal- lido con la clava delle antenne bruna. Un esemj^lare ^ di Bo- — 165 — livia (Balzali). Un altro esemplare simile mi è stato mandato da Rio Grande do Siil da v. Jhering. Tetramoriiim Balzani n. sp. 5 Fusca, mandibulis, antennis jjedibiisque riifis, abdomine magis mitiusve ferrugineo, pilosa; capite opaco, regulariter sul- cato-rugoso, interstitiis sulcorimi suMilibus, nitidis, superficie occipitali striata, mandibulis angustis, 5 deutatis, clypeo, dentibus 2 distantibus armato; thorace superne sine suturis, dorso con- vexo, irregulariter rugoso et confertissime punctato, metanoti spinis aciitis, suberectis, Inter spinas transverse rugoso, ahdomi- nis pedimculi segmento 1° superne nodo elongato, irregulariter rugoso, antice pietiolato et transverse striato, segmento 2." subii' liter longitrorsum striato, nitido, segmenti 3 nitidi basi subtili- ter striata. Long. 3-3 ';, mm. Asimcion nel Paraguay (Balzan). Rassomiglia molto al T. Reitteri Mayr, alla cui descrizione conviene per quanto riguarda la forma del corpo, e la struttura delle mandibole e delle antenne. Ne differisce per la scultura del torace irregolarmente rugoso e il 1.° nodo del peduncolo anch'esso irregolarmente rugoso, mentre nel T. Reitteri do- vrebb' essere striato per lungo come il 2.° Per tutto il resto, rimando il lettore alla particolareggiata descrizione di Mayr, Iridomyrmex hiimilis Mayr. sottosp. angulatus n. subsp. Tav. 1, iig. 3. Raccolto a Salinas sul Beni in Bolivia da Balzali. La d differisce dal tipo della specie per la forma del me- tanoto, la cui parte basale è depressa superiormente e forma con la faccia basale un angolo ben marcato, di poco più che 90°; la parte superiore della faccia declive del metanoto di- — 166 — scende più verticale che nel tipo; l'impressione della sutura mesometanotale è più profonda. Colore testaceo sporco, con l'addome più scuro. Statura come gli esemplari più piccoli dell'/. Imiiìilis cui è simile ancora per scultura e pubescenza. La $ ha il torace molto stretto e allungato; colore e scultura come nella ^. Lungh. 5'., mm. Larghezza del to- race 0.8 mm. Le varie forme americane del genere Iridomyrmex sono fra loro singolarmente vicine; le differenze di forma del torace sulle quali sono fondate sono poco rilevanti e non mi sembrano avere, per se sole, valore specifico. Forse anche gli 7. dispertitus Forel e ìniqmis Mayr dovranno riferirsi come sottospecie all'/, humilis. Camponotus Balzani n. sp. 5 Testacea, capite plerumque rufescente, mandibulis, sca- pis et tarsis ferrugineis^ nitida, suhtilissime reticulato-punctata, ahdomine transversiìn. striolato, longe pilosa et parcissime pu- bescens. Caput ^ onajoris longius quam latius, postice trunca- tum, laterihus subrectis, antrorsum convergentibus, chjpeo cum carina alta, acnta^ antice lobo truncato; ^ minoris eìongato, la- teribus subparaìlelis, post oculos rotu7idato, cli/pei carina minus eìninente, lobo breviore, rotundato; laminis frontalibus modice si- nuatis, genis et laterihus capitis punctis piligeris setas breves gereìitibus conspersis, mandibulis 7 dentatis. modice arcuatis, òasi extus striatulis, cmterum nitidis, parce, grosse punctatis. Thorax dorso cequaliter late arcuato, angulo metanoti valde obtuso et rotundato. Abdominis squama subtilis, superne rotun- data, margine piloso. Tibim sine aculeis, pube longa oblique abstante; scapi cum pilis nonnullis ereclis. Long. 6-8 mm. Caput 5 maximse 2.1 X 1-8; scapus 2.2; femur post. 2.4. -- -^ minimsB 1.5 X 1; — '^-1; — — 2,2. Salinas sul Beni in Bolivia (Balzan). — 167 — Questa specie non offre nulla di notevole nell'abito gene- rale, e pure sono nella necessità di descriverla come nuova. La testa dei più grandi esemplari ^ è trapezoide, coi lati {|uasi dritti, gli angoli posteriori rotondati, il margine poste- riore troncato. E notevole il clipeo, la cui carena elevata, t'orma come lo spigolo d' un tetto a pendici alquanto concave ; esso è lucido, con poche fossette piligere; invece i lati del capo portano un certo numero di punti staccati, dai quali sorgono setole oblique, più brevi di quelle della fronte e del torace. Questi caratteri sono meno spiccati nelle y minori, le quali però, prescindendo dalla forma del capo, non differiscono notevolmente dalle grandi. Il torace è debolmente arcuato, senza impressione nelle suture, con l'angolo del metanoto ot- tusissimo e affatto smussato; la parte declive è lunga circa la metà della basale. La squama è fatta presso a poco come nel C. a'thìops. La pubescenza è lunga e obliqua sulle tibie. L'abito generale è quello delle forme meno tozze del C. macidafus. Camponotus sexguttatus Fab. var. melanoticus n. var. Salinas sul Beni (Balzan). Ha la scultura del tipo, anzi, un poco più lucida. Colore tutto piceo, le mandibole un poco rossicce, i flagelli e le zampe bruno-testaceo, tibie, tarsi e base delle anche anteriori nerognoli. Addome senza macchie. Pel colore, ricorda la sottospecie LandolH Forel, ma per la scultura si avvicina al tipo della specie. Camponotus macuiatus Fab. sottosp. parvuliis n. subsp. 5 Fnsca, tJiorace palilo dilutiove, mandibulis, flageUis, pedi- husque fusco-tesfaceis, subnittda, capite in ^ majore antice sub- opaco, siddilissime retictdato-ptmchdata et punctis piligeris sculpta, albido pdosa et pa reissime pubescens, scapis tibiisque pube brevi — 168 — adjpressa. Caput ^ majoris parum Ioìkjìuì^ quam latiiis. postici- truncatum, latenbus arcuatis, antrorsitm convergentiòtis; ^ mino- ris elongatum, subovatiun; clypeo carinato, in lobum hrevissimum, in 5 majore late truncatum, in y minore rotundatum pro- ducto. laminis frontalihus valde .sinuatis, divergentihus^ genis pilosis, mandibulis arcuatis, b'-dentafis, nitidis. Thorax dorso de- hiliter curvato, angido metanoti obtuso et rotundaio, parte ba- sali et declivi subceqtiilotigis. Abdomen nitidissimum, subtilissime striatulum, squama parva, cuneiformi. Tibice aculeis omnino de- stitutce. Long. 3 '|,-5 mm. Caput $ majoris 1.6 X 1-4; scapus 1.4; temnr post. 1.4, — y minoris 1.2 ;< 0.8; — 1.2; — — 1.3. Joinville nello Stato di Santa Caterina; raccolto dal Si- gnor Sclimalz. Rassomiglia al C. bonariensis Mayr, per l'abitò generale e per la forma del capo e del clipeo. E però molto più piccola; le guance hanno peli più numerosi, ma i punti nei quali sono impiantati sono molto più piccoli e meno profondi che nel C. bonariensis] quelli più vicini al clipeo costituiscono, nella ^ massima, depressioni superficiali che corrispondono alle profonde fossette della specie platense. La squama è un poco meno sottile, la scultura in generale più debole e tutto l'in- setto più lucido. È la più piccola delle forme americane del C. maculatus. Camponotiis alboannulatus Mayr. Sottosp. montanus n. subsp. Raccolto da Balzan a Salinas sul Beni. La 5' differisce dal tipo di Santa Caterina per la forma un poco più allun- gata e la scultura che lascia la superficie del corpo più lucida; l'addome è lucido, mentre è opaco nel tipo; la squama è più alta, più sottile, e, in corrispondenza di ciò, la parte declive — 169 — del metanoto è più lunga e più ripida. Le zampe sono inte- ramente testacee, con i tarsi un poco più scuri; la metà ba- sale delle anche anteriori bruna. Camponotus macrocephalus n. sp. 5 major. Picea, antennis, thorace pedibusqite ferì'ugineis, suhnitida, dispersissime jjilosa et mx pubesceìis. Caput elonga- tiim, lateribus suhparallelis, antice oblique truncatum, confertis- sime siibtilissimeque punctidatuiìi, yenis et clypeo longitt'Oi'sum ruguìosis, punctis majoribus dispersis, in yenis crebrioribus et magis conspicuis impressimi, foveoUs postice nonnidlis maynis, piliyeris, clypeo elongato, subplano, medio cannato, antice inx producto, laminis frontalibus longis, sinuatis, mandibuUs latis, convexis, obtuse 7 dentatis, subnitidis, confertim punctulatis et disperse punctatis. Tìiorax elonyatus, dorso continuo, mesonoti subrecto, suturis leviter impressis, anyido metanoti obtuso, ro- tundato, parte basali et declivi siibcequilonyis. Abdomen tran- sverse striolatttm, sq_uama pedimculi lata, subtili, postice plana, margine acuto, inteyro quadrisetoso. Long. 7 H.-S mm.; Caput 2.3 X 1.8 mm. Matto Grosso (Germain), Santa Catherina (dal Museo di di Bruxelles), Salinas sul Beni (Balzan). Un esemplare di Rio Janeiro differisce per la parte poste- riore del capo più fortemente e fittamente punteggiata, più opaca; l'addome è bruno, con la parte anteriore e il pedun- colo più chiari. Camponotus orthocephalus n. sp. 5 major. Obscure testacea, capite antice abdomineqiie fuscis, nitida, dispersissime pilosa et vix pubescens. Caput elongatum^ Anno XXVI. 12 — 170 — lateribus imraUelis, antice oblique trunccdum, confertissime pun- ctidatum, anterius punctis majoribus cUsjjeì'sis imjjressum, cli/peo elongato. carinato, tectifonni, antice vix lìroducto^ laminis fron- talibus siìmatis, mandibulis arcuatis^ depressisi incequaliter 7 den- tatia, nìtidis, disperse punctatis, antennarum scapo angulam occipitis vix superante. Thorax elongatus, dorso arcuato, meta- noto pone suturam inciso, parte declivi et basali subcequilongis. Abdoìnen subtiUssime striolatum, nitidum, squama subtili, ro- tundafa. postice subplana, margine obtuso, quadrisetoso. Long. 7 mm.: Caput 2 X 1-5 i^^i^i- Matto Grosso (Germain). Queste due nuove specie sono fra loro molto affini, ma si distinguono facilmente l'una dall'altra per la forma del clipeo e pel profilo del torace. Sembra pure affine ad esse il C. cly- peatus Mayr che non conosco in natura. La 5 minor non mi è nota, o meglio, non so tra vari piccoli Camponotus gialli a clipeo debolmente lobato e prove- nienti pure dal Matto Grosso, quale debbasi attribuire a cia- scuna di esse. Camponotus dimorphus n. sp. 5 major. Testacea, pedibus obscurioribus, abdomine inter- dum fuscescente, nitida, capite flavescente, opaco, occipite nitido, cojiiose pilosa et vix pubescens. Caput subquadratum, convexum, '^■. anterioribus opacum et creberrime reticulato-punctatum, prce- terea foveolis setigeris midtis impressum, clypeo subplano, antice breviter producto et truncato, medio impresso, laminis frontali- bus valde divergentibus et sinuatis, oculis repositis, mandibtdis brevibus, nitidis, parce puncta/is, 5 dentatis, antennarum scapo angidiim occipitis attingente. Thorax latus, nitidissimus, punctis ptiligeris imjjressus, pronoti convexi lateribus rotundatis, meso- noto suhcirculari, sutura meso-metanotali profnnde impressa. — 171 — metanoti parte basali suhplana, latitudine sua maxima suhm- qiiiloiìga, cum declivi angulum obtusum et rotundatum efficiente Abdominis squama lata et compressa, margine haud acido. Pedes et scapi punctis setas longas gerentibus sculpti. Long. 5-5' .3 mm. 5 minor. Quoad coloreìu, jmbem thoracisque structuram ^ majori similis, sed palilo gracilior, squama crassiore. Caput ììitidi^simum, disperse punctatum^ clypeo stibcarinato, valde con- vexo, antice bremter producto^ laminis frontalibus magis diver- gentibus, brevioribus, 7)mms sinuatis, anteìinarum scapo angtdum occipitis tertia parte circiter superante. Long. 3 '|.,-4 mm, $ Rufo-testacea., tibiis abdomineque fuscis^ capite ut in 5 ma- jore sculpto, sed paulo longiore, metanoto convexo, parte declivi ■Hubplana; cceterum ut in y. Long. 6-6'i., mm. Matto Grosso (Germain); una ^ minor è stato pure rac- colto a Misiones Mosetenes sul Beni da Balzan. Per mezzo del C. striatus F. Sm. questa specie si connette col gruppo essenzialmente neotropico costituito dai C. abscis- sus Rog., trapezoideus Mayr, quadrilaterus Mayr, latangulus Rog. ecc. dei quali alcuni oifrono marcato dimorfismo. Nella nuova specie, non lio veduto alcun esemplare intermedio fra le 5 major e minor., tanto diverse fra loro nella scultura del caj)0; benché simili in tutte le altre parti del corpo. Camponotus quadrilaterus Mayr. Questa specie clie ho ricevuta dal Matto Grosso, dalla Bo- livia e dal Para offre un notevole dimorfismo. Il Mayr ha descritto la 5 minor. Credo dovervi riferire, come ^ major., un esemplare del Matto Grosso che ha la stessa scultura della 5 minor e la stessa forma della squama e del torace; questo però è più robusto, con le sporgenze del metanoto più ottuse e le su cure più marcate. Il capo è più lungo che largo, sub- rettangolare, obliquamente troncato in avanti, col clipeo al- — 172 — lungato e fortemente sporgente, percliè munito di due forti rilievi longitudinali, i quali, partendo dalla base, si elevano fin verso la metà della sua lunghezza, e poi bruscamente si abbassano, divergendo verso gli angoli anteriori: quando si guarda l'insetto di fianco, il punto j^iù elevato dei rilievi forma un angolo sporgente, ottuso e smussato. Le mandibole sono più convesse che nella ^ mino)', gli occhi grandi, situati verso il terzo posteriore. Il colore dell'esemplare è bruno sporco, con la maggior parte del capo rosso chiaro, l'occipite bruno: sospetto che sia un individuo immaturo. Lungh. 5 mm. capo 1.3 X I-i nim. Il capo della $ offre gli stessi caratteri, ma molto meno pronunziati, e le sporgenze del clipeo si riducono a due rilievi ottusi e ritondati. A questo riguardo, la $ è intermedia tra la 5 major e minor e connette fra loro le due forme dispa- ratissime. Colore come nella ^ minor. Addome allungato. Lunghezza 6 "3 mm. Camponotus lataiigulus Eog. In questa specie, che ho ricevuta dal Para e dalla Bolivia, la 5 major non differisce dalla ^ minor, fuorché pel capo più grosso e più largo, e pel clipeo quasi privo di carena. Camponotus lancifer n. sp. Tav. 1, fig. 4. 5 Atra, tnandihulis, flagellis pedibusque piceis, creòerrime punctata, opaca, abdomine subìiitido, pedibus nitiduUs, longe pi- losa et copiose flavido pubescens, capite paulo loncjiore quam latiore, lateribun rotundatis, postice late truncato, ociilis magnis, convexis, clypeo coìioexo^ carìnato, antice rottmdato, mandibulis 7 dentatis, subnitidis parce punctatis; thorace loco suturae me- so-metanotalis profunde constricto, pronoto mesonotoque una con- — 173 — vexis, metanoto postice truncato, angulo infer partem hasàlem et declivem ohtuso, rofundato; pedunculi squama alta^ superne acute cuspidata. Long. 5 mm. Matto Grosso (Germain); 2 esemplari. Specie molto singolare, clie dall'as^Detto generale ricorda il genere DoUchoderus; notevole fra tutti i Camponotus per la squama molto alta e terminata in punta acutissima (rotta in un esemplare). La scultura consiste in una fitta punteggiatura, rinforzata sul capo e sul torace da una sottoscultura microscopica, la quale rende queste parti affatto opache; su questo fondo, sono poi sparsi i punti piligeri. La pubescenza è di colore giallo fulvo, abbondante sull'addome, dove forma un vello sericeo, meno copiosa sul dorso del torace e sul capo, mancante sulla faccia inferiore del capo, sulla parte declive del metanoto che è al- quanto lucida in basso, e sulla squama; è scarsa sulle zamjje. Tutto il corpo, compresi gli scapi e le zampe è irto di lunghi peli fulvi. La forma caratteristica del profilo sarà fatta cono- scere meglio dalla figura. Gli occhi sono particolarmente grandi e sporgenti, il loro diametro longitudinale essendo poco meno di un quarto della lunghezza del capo; il loro limite anteriore corrisponde circa alla metà di detta lunghezza. Camponotus ruficeps Fab. var. ornatus n. var, Bolivia: Misiones Mosetenes (Balzan). ■ — Differisce dal tipo per la colorazione dell'addome propriamente detto che offre su ciascuno dei 3 primi segmenti dorsali una grande fascia o mac- chia trasversa bianchiccia, il cui margine posteriore è inciso nel mezzo, come indizio dell'origine di questa fascia da mac- chie pari come quelle del tipo. Il 4.° segmento porta un paio di macchie dello stesso colore. La scultura è un poco più pro- fonda che nel tipo. — 174 — Camponotiis biguttatiis u. sp. y major. Testacea^ ìnanclibulis et scapis ferrugiueis, ah- domine piceo, segmento 2.^ utrinque macula albida; 5 minor: piceo-nigra, mandibiilis, flagelUs^ thoracìs parte, coxis, trochan- teribus et tarsis rufo-ferrugineis; nitida, capite ^ niajoris sub- opaco, confertissime reticidato punctato, copiose albido pilosa. Caput, tliorax et squama ut in C. ruficipite, sed metanotum su- perne haud depjressum, dorso magis arcuato, angulo inter par- tem basalem et declivem obsoleto. Long. 5 ' «-fi mm. Distretti di Coroioo e Chilnmani-Yungas in Bolivia (Balzan). Tutta la struttura del corpo, la scultura e i peli ricordano il C. ruficeps, cui questa specie è molto vicina; forse sarebbe meglio considerarla come sottospecie di rufìceps. Oltre la dif- ferenza di colore, clie è molto vistosa, noto die il profilo del metanoto il quale, nel (J. rufìceps, è ordinariamente alquanto depresso sul dorso, in modo da lasciare riconoscere tra faccia basale e discendente un angolo ottuso e ritondato, nel C. bi- guttatus è più egualmente rotondo. C. femoratus Fab. Ho ricevuto più volte dal Para e dall' Amazonas delle $ elle corrispondono esattamente alla descrizione che Roger ha data del tipo di Fabricio. A queste $ riferisco delle y della medesima provenienza. Hanno il corpo vestito di copiosa e lunga pubescenza gialla e irto di lunghi peli, anche sugli scapi e le tibie. Il capo è opaco, il torace un po' meno, l'addome alquanto lucido, con rifl.esso submetallico sotto la pubescenza. Il capo ha i lati convessi, il margine posteriore quasi retto, il clipeo alquanto lucido, convesso e ottusamente carenato. — 175 — con lobo breve, troncato, ad angoli laterali non smussati, im- presso in avanti nel mezzo, le mandibole finamente striate, con pochi punti, armate di 5-6 denti. Il torace è piuttosto largo in avanti, fortemente ristretto indietro, il metanoto compresso, la parte discendente più lunga della parte basale, formante con essa nel profilo un angolo ottuso e fortemente ritondato^ la sutura meso-metanotale indistinta. La squama è spessa, con- vessa innanzi, piana indietro. Colore nero, con le mandibole e le zampe picee, le anche, i femori e parte dei flagelli ferru- ginei. Lungh 4-7 mm. Vili. JEciton e CJtieliomyrinex. (Con la Tavola 2). NOTE SUGLI EOI TOM A UNGHIE DENTATE. Gli Eciton a unghie dentate costituiscono un gruppo natu- rale che possiamo suddividere a sua volta in due sottogruppi, l'uno dei quali comprende le specie che hanno soldati armati di mandibole lineari uncinate, e l'altro è composto di quelle che non hanno cosiffatti soldati. Al primo sottogruppo appartengono: E. hamatum L. Fo- reli Mayr., qitadnglume Halid., vagans 01., Rofjeri Dalla Torre {mexicanum Rog.) e una nuova specie (liicanoides Emery); a questi bisogna aggiungere ancora, come specie dubbia, E. an- gustatum Rog. Rientrano nel secondo: E. rapax F. Sm., crassicorne F. Sm. SchlecJitendali Mayr, omnivornm 01. {coecum Latr.), pvaedator F. Sm. {omnivormn Kollar) e spininode Emery. Riferisco a que- sto sottogruppo VE. rapax, sulla fede di Bates il Quale dice (1) (1) Vedi F. Smith, C'ufnlo/jìtp ni/menopf. Brit. Mns. VI. Formicidae p. 151. — 176 — di aver cercato invano lungo le colonne di questa specie esem- plari a lunghe mandibole. Pertanto i massimi esemplari delle diverse specie offrono in grado più o meno marcato alcune modificazioni delle mandibole che ricordano quelle dei soldati delle specie del primo sottogruppo. Nella tavola che accompagna questo studio, ho figurato le varie forme che le mandibole assumono in ciascuna specie. Le forme intermedie tra operaie e soldati hanno in alcune specie mandibole di figura molto notevole e caratteristica. Eciton lucanoides n. sp. fìg. 1. Miles. E. hamato quoad colorem et stnicturam thoracis et pedunculi similUmus^ sed capite opaco, brevi, oculis repositis et mandihulis hamiformibus ante medium spina reclinata armatis valde distinctus. Long, cum mandibulis 12 ' ^ mm.; mandibula- rum 3 'o mm. Due esemplari di Cumbase nel Perù. Il soldato è riconoscibile a prima vista dalla forma del capo e delle mandibole, come mostrerà la figura. Non conosco l'operaia. Ho alcune ^ della medesima località che non posso distinguere dall'^". liamatum e che perciò non credo poter ri- ferire alla nuova specie. E. hamatum L., fig. 2. Il soldato è molto facile a riconoscere dal capo lucido, e dalle mandibole che, oltre ad essere uncinate, sono fortemente arcuate. I caratteri addotti dal Mayr per distinguere la ^ da quella dell' ^. Foreli hanno poco valore. E però agevole di- stinguere l'una specie dall'altra, perchè, nell' E. hamatum^ le mandibole sono dentate, mentre wqW E. Foreli sono j)rive di denti, se si prescinde da un piccolo dente preapicale. Grandi differenze si riscontrano poi nel modo in cui si compie il pas- saggio dalla 5 al :^: nell'^. hamatum. mentre le mandibole — 177 — si allungano e s'incurvano, si sviluppa un lungo dente prea- picale, che nell'^. Foreli è sempre piccolissimo. In stadii più avanzati, mentre la superfìcie del capo si fa lucida, si riduce il margine masticatorio coi suoi dentelli e poi lo stesso dente preapicale. E. Foreli Mayr, fig. 3. jSTel soldato, le mandibole sono più dritte che neìVE. ha- matum, l'uncino terminale più stretto. Ho detto sopra delle differenze delle mandibole tra le ^ di questa specie e della precedente, le quali d'altronde, come pure le forme di passaggio tra '^ e ■y: saranno meglio dimostrate dalle figure. L'^. Foreli varia molto riguardo alla colorazione (come già rilevò il Mayr) e alla lunghezza della spina che trovasi sotto il 1.'^ segmento del peduncolo; questa è meno sviluppata in molti esemplari dell'America centrale e della Colombia, ma non in tutti quelli della medesima provenienza. Anche l'armatura del metanoto varia moltissimo: in alcuni esemplari di Bolivia, i due denti appiattiti e ottusi sono riuniti fra loro da una cresta trasversa che separa la faccia basale dalla faccia de- clive (1). Su tali differenze, non ho creduto conveniente fon- dare nuove denominazioni. Se si confermerà l'osservazione di W. MùUer, (2) che il Labidus BurchelU è il ^f dell' E. Foreli, questo dovrà pren- dere il nome di BurchelU Westw. E. quadriglume Halid. fig. 4. Grazie ai Signori v. Jhering e Schmalz, mi trovo in pos- sesso di una bella serie di intermedi fra ^ e :^. Le mandi- (ll Tali esemplari hanno anche le lamine frontali più ravvicinate o più parallele e m'inducono a iieiisare che l'I':, xngìistiituhì Rog. forse non è specificamente diiferente dall'£. Foreli. (2) W. MiELLEK. Kosiiìos XVIir. 1SS6, g. 81. — 178 — bole dell'operaia sono dentellate; nelle forme intermedie, si svi- luppano un dente preapicale e un altro che corrisponde alla base del margine masticatorio. Mayr (i) ha supposto che il Lahidus BurclielU potrebbe essere il ^ di questa specie. Non lo credo probabile, perche questa supposizione è contraddetta dalle osservazioni di W. Mul- ler e perchè male si accorda con la distribuzione geografica, l'J^. quadriglume essendo finora ritenuto propino della parte australe del Brasile, mentre del L. Burchelli ho ricevuto un esemplare da Costa Rica, il quale diiferisce poco da quelli di S. Caterina. E. vagans 01. fìg. 5. Le mandibole dell' ^ sono notevoli per l'angolo basale del margine masticatore rotondato e perciò indistinto. Non ho vi- sto forme intermedie tra ^ e :^ ed ho due soli % dell'uno dei quali figuro la mandibola. E. Rogeri Dalla Torre (mexicanum Rog.i fig. 6. Questa forma abita non solo il Messico, ma ancora l'Ame- rica centrale e giunge fino al Paraguay. Da quest'ultimo paese il Balzan mi mandò pure alcuni esemplari del soldato finora ignoto./ Questo rassomiglia molto a quello dell' E. vagans^ per colore e scultura, ma è più piccolo (12 mm. con le mandibole; queste 3 'i., mm.) e di colore meno scuro, ferrugineo chiaro, con le mandibole e le antenne brune; il capo è molto breve, però meno che nell' E. lucanoides; il metanoto è, come nell' § , N^unito di una lamella trasversa invece delle spine dell'j^. va- cjans. Nelle ^ , le mandibole sono più larghe e brevi che nelle altre specie, con l'angolo basale ben marcato. (1) Mayr. Uehar EcUon-f.ahidKX, in Wiciier EnUnn. Zeitang, V. 1SS6 p. *) nota. — 179 — E. rapax F. Sm. fig. 7, Ho veduto esemplari del Para, del Matto Grosso, dell'Ama- zonas, Bolivia e Perù. Come ho detto sopra, ritengo che non esistano soldati a mandibole uncinate. Per la forma delle man- dibole, le ^ rassomigliano alVE. Forelf\ però il margino ma- sticatore è dentellato e anche il margine basale crenulato. È molto facile a riconoscere dalle spine del metanoto e dal colore scuro con l'addome giallo nei grandi e piccoli esemplari. E. crassicorne F. Sm. fig. 8. La sua distribuzione geografica rassomiglia a quella del- l'^. Rogeri. La forma delle mandibole è caratteristica pel breve margine masticatorio con pochi denti. In un grande esemplare del Matto Grosso (lungo 9 mm.), la punta è allungata e curva. E. omnivorum 01. {coecum Latr.) fig. 9. E il più comune e diffuso del genere e trovasi dal Texas fino a Rio Grande do Sul. In questo vasto territorio offre pure delle variazioni che però non mi sembrano sufficienti a giusti- ficare una suddivisione della specie, e nemmeno l'istituzione di sottospecie. Noterò particolarmente la frequenza di esemplari con enormi teste e con mandibole alquanto uncinate all'apice, nello Stato di S. Caterina; nel mio più grosso esemplare di quella provenienza, il capo è largo 4 % mm. e ne ho ricevuti parecchi di 3 '|,-3 ^|4 mm. Invece, tra qualche migliaio di esem- plari di Costa Rica che ho esaminati, uno solo aveva il capo largo 3 ^ o mm. e tutti gli altri erano molto più piccoli. Lo stesso dicasi degli esemplari del Paraguay. Di Rio Grande non ho visto che esemplari piccoli e mezzani. Nel N. 1 di questi studi, ho designato col nome di Lahi- dus Servilìei Westw, il rf àeWEciton o/nnivoruiu raccolto a — 180 — Costa Rica dal Sig. Alfaro. In possesso di una più numerosa collezione di Lahidu!^ devo oggi modificare questa determina- zione e considero il Labidus, di Costa Rica come una varietà del L. Lafreillei Jur., diversa dal Servillei, ma non identica al tipo che ho veduto nel Museo di Ginevra, Anche i L. Ser- villei Westw, Jurinei Westw, Sayi Hald., se ho ben determi- nato gli esemplari della mia collezione, sono a mio parere va- rietà del L. Lafreillei. È interessante notare, che il più grande di essi, il L. Jurinei^ trovasi a S. Catherina, dove trovansi pure le più grandi y dell'^^. (ymnivoriun. E. praedator F. Sm. [ornmcorunì Koll.) fìg. 10. In questa specie, le grandi ^ hanno le mandibole strette, con la punta allungata e incurvata in modo notevolissimo; inoltre la testa è lai'ga e opaca per complicata scultura che manca nelle 5 piccole e mezzane. Quelle grosse ^ potrebbero con egual ragione considerarsi come soldati. Degli E. spiniiiode Emery e ScJìlecJitendali Mayr ho poco materiale. Le mandibole del primo rassomigliano molto a quelle deir.^. praedator, quelle del secondo ricordano VE. craxsicorne. Dall'insieme delle osservazioni riferite in quel che precede, risulta una tendenza generale delle più grandi ^ di tutti gli Ecitoìì a unghie dentate allo allungarsi e incurvarsi della punta delle mandibole. Per la generalità di questo fatto e per l'esi- stenza del dimorfismo delle mandibole nell'affine genere Che- liomyrmex (1), credo dover ritenere che questo e le specie di Eciton a unghie dentate derivino da antenati a mandibole di- morfe. Probabilmente i soldati di queste forme primitive ave- vano mandibole armate di due lunghi denti, oltre l'apice cur- vato; dei quali denti troviamo tracce, non solo nel Cheliomyr- (1) ERwrsT Akduk. Rcvue iTEMoviologie, VI. 18S7, pag. 294. — 181 — ìiiex, (fig. 11) ma ancora nei « semisoldati » di varie specie {E. quadri gin me, liamatum, omnivorum, crassicoì'ue, praedafoi'), come si potrà vedere dalle mie figure (1-10). Il genere Cheliomyrmex è dunque, a mio avviso, una forma arcaica, che connette gli Ecifoìi a unghie dentate con i Dori- lidi a peduncolo unisegmentato. Gli Ecitoìi a unghie semplici dovrebbero costituire un sotto genere e forse anche un genere a parte pel quale propongo il nome di Acamatus. NUOVE SPECIE mEC/TON AD UNGHIE SEMPLICI (Sottogeiiere Acainatu.s a. siibg.) E. punctaticeps n. sp. 5 Rufo testacea, ìiitida, thorace opaco, copiose pilosa; ca- pite vix latiore qiiani longiore, lateribus subcouvexis, postice palilo angustiore, occipite leviter arcuatim emarginato, angulis rotundatis, punctis piligeris aequaliter consperso, mandihidis angustis, apice acute 3 dentatis, margine basali praeterea den- tibus 1-2 minoribus instructo, antennis brevibus, scapo dimidia longitudine capitis minore, flagelli articulis mediis paulo cras- sioribus quam longioribus; thorace valido, superne confertissime punctalato-reticulato, et punctis piligeris impresso, sutura proine- sonotali obsoleta, promesonoto superne depresso, antice Jiaud marginato, metanoto brevi, postice rotundato, parte declivi absque nllo margine; abdominis nitidi pedunculi segmento 1, antice re- ticulato punctato, opaco, postice nodo transverso, nitido, panctato, subtus cum dente magno, compresso, obtuso, 2° paulo latiore, cupuliformi, nitidissimo; unguiculis semplicibus. Long. 4 ' ..-6 mm. Rio Janeiro (Germain). Distinto da tutte le specie a unghie semplici per la forma robusta, la scultura e le mandibole. Più che ad altri si avvi- cina alVE. nitens Mayr, ma è più tozzo, col capo più breve, il — 182 — torace opaco, e la mandibole molto diverse. Il metanoto è lungo circa il terzo del promesonoto. E. Balzani u. sp. 5 Fiisca^ iiiandibulis piceis, pedibus ahdoinineque cuni pe- duì/culo festaceis, nitida., pilosa, capite longiore quani latiore, postici' angustiore et profiiiìde arcuatici exciso, angulis posticis prominentihus, laterihus creòrius, medio parcius punctato., man- clihidis angustia^ nitidis, versus apicem striatulis, margine masti- catorio cwm dente medio mimito, et post ipsum denticulis obso- letis, ocidis mtllisj antennarnm flagelli articulis basalibus vix latioribus qiiam longioribus; thorace elongatOj sutura promeso- notcdi obsoleta, pronoto antice acute marginato, superne convexo, tnetauoti dorso elongato, subrecto, paido depresso, postice sub- gibboso^ parte declivi brevi, marginata, prothorace et mesonoto ni- tidissimis, metanoto et mesopleuris punctato rugidosis, subopacis; abdomine nitido et disperse punctato, pedunculi nodis subaequa- libus, subtus antice cum denticulo minuto, 1" paulo minus laevi, microscopice punctulato, unguiculis simpUcibus. Long. 2 'J^-^ mm. Salinas sul Beni in Bolivia. (Balzan). Si avvicina all'£^. Alfaroi con cui ha comune la forma del capo, con angoli posteriori più sporgenti die negli E. nitens, ma non acuti come neìVE. Sumichrasti, e il torace gracile, col dorso del metanoto un poco più basso del promesonoto e lungo più di - 3 di questo (il metanoto è molto più breve negli E. ni- tens e californicum). Ne differisce pel ^^eduncolo meno gracile, le antenne più grosse e la colorazione diversa. Dopo la pubblicazione fatta dal Mayr nel 1886 di una ta- bella analitica degli Eciton, il numero delle specie ad unghie semplici è stato notevolmente accresciuto; con queste e con alcune forme inedite dell'America settentrionale sarebbe più che duplicato. Ho creduto perciò opportuno farne un quadro analitico più completo. — 183 — I. Mesoiioto gibboso, formante col metanoto una profonda sella. Pronoto marginato solo in avanti, fronte e ver- tice striati (Brasile). legionis F. Sm. Pronoto marginato anche sui lati, fronte e vertice senza strie (secondo la descrizione di André). (America meridionale). crisfafufi Er. André. II. Mesonoto altrimenti conformato, non elevato. § Capo e torace opachi, angoli posteriori del capo, acuti e sporgenti. Capo, comprese le guance, e torace crivellati di fos- sette molto ravvicinate, quasi confluenti. Lun- ghezza 4-4 V.j (Texas, Messico, Guatemala). ' Sumichrasti Norton. Capo e torace con fossette meno grandi e meno con- fluenti, guance senza fossette. Lungh. 3-3 /:, mm. (Missouri). ^ Schmitti n. sp. § § Almeno il capo lucido. X Torace allungato e coìnpresso, metanoto lungo al- meno quanto i due terzi del promesonoto. 1. Colore nero o bruno scuro, zampe brune. Lun- ghezza 3 '/^-5^nm. (dal Messico fino al Paraguay). 5 pilosum F. Sm. 2. Colore bruno; addome e zampe testacei. Lun- ghezza 2 \'^A. mm. (Bolivia). Balzani n. sp. 3. Colore testaceo. Lungh. 3-5 mm. (Costa Rica). ^ Aìfaroi Emery. X X Torace meno allungato; metanoto meno lungo della metà del promesonoto. ^ Pronoto con carena tras versa al suo margine an- teriore, distinta anche nei piccoli esemplari. 0 2." segmento del peduncolo più lungo che largo, scapopoco ingrossato all'apice. Lungh.l'/o-3}4mm. (Rio Grande, Paraguay), angustinode Emery. ^ 184 — 0 0 2.° segmento del peduncolo non più lungo che largo; scapo fortemente ingrossato airapice. Punteggiatura del capo più forte; 1.° segmento del peduncolo non opaco, con punteggia- tura sottilissima; colore chiaro; Lunghezza 2 %-4: mm. (Paranà). HefschJcoì Mayr. Punteggiatura del capo sottilissima, appena visibile con forte ingrandimento. 1.*^ seg- mento del peduncolo opaco, con punteg- giatura forte quasi quanto quella del me- tanoto; colore scuro; Lungh. 3-4 'l., mm. (La Piata). Spegazzinii Emery. ^ ^ Pronoto senza carena trasversa o con carena ot- tusa, appena riconoscibile nei grandi esemplari. f Capo non più lungo che largo; mandibole armate di 3 grossi denti; torace opaco (Rio Janeiro). punctaticeps n. sp. t f Capo più lungo che largo; mandibole con margine masticatore tagliente o con pic- colissimi denti. V 1." nodo del peduncolo non più lungo che largo. Pronoto lucidissimo, (Columbia, Argen- tina), nitens Mayr. Pronoto subopaco segnato di grossi e numerosi punti. (Carolina). \ cciì'ol mense n. sp. V V 1.° nodo del peduncolo ben più lungo che largo. Promesonoto liscio nel mezzo, con po- chi punti sui lati, (California). californicuìn Mayr. Dorso del promesonoto con numerosi grossi punti (Missouri). californicum^ subsp. opacithorax. n. subsp. — 185 — UN NUOVO CHEUOMYRMEX. Cheliomyrmex Nortoni Mayr, sottosp. andicola n. snbsp. Un soldato proveniente da Panamarca, Perù (Jelski) diffe- risce dal tipo messicano pel capo e torace opachi e fittamente punteggiati; il capo è bruno scuro, nella sua metà posteriore; il 2.'^ segmento dell'addome, che corrisponde al 2." segmento peduncolare degli Eciton, è separato dal seguente per mezzo di un solco ben distinto. Il 2." dei grandi denti delle mandi- bole è poco meno grande che nell'unico esemplare messicano che ho d'innanzi (v. fìg. 11). IX. Le specie americane del genere Anochetus Mayr. Nel quadro analitico del genere Anochetus (1) da me pub- blicato nel 1884 erano comprese 9 specie, alle quali sono da aggiungere altre 2, considerate allora come formanti il genere Stenomyrmex, oggi abolito. Da quel tempo, il numero delle specie e sottospecie note del genere Anochetus è cresciuto di molto: io ne conosco circa 30, in parte inedite. Ad agevolare la determinazione delle ^ delle forme americane varrà la se- guente tabella: I. Capo molto più stretto indietro che in avanti e note- volmente allungato; mandibole con molti piccoli denti marginali; peduncolo bicuspide. Sottogenere Stenomyrmex. (1) Annali del Museo C'iv. di Sior. Xat. di Genova (2) Voi. I. pag. 37S. Anno XXVI. — 186 — § Peduncolo più o meno rugoso sulla faccia anteriore. ^ Capo testaceo meno finamente striato. Squama del peduncolo convessa indietro, pronoto più o meno levigato nel mezzo (Columbia). emarginatus F. (tipo). Squama piana indietro, pronoto più regolarmente striato su tutta la sua superficie (Brasile). emarginatus^ sottosp. rugosus Emery. ^ ^ Capo più finamente striato; tutto il corpo bruno, con le mandibole, antenne e zampe testacee (Co- sta Rica), emarginatus, sottosp. striatulus Emery. § § Peduncolo in gran parte levigato e lucido; colore tutto testaceo (Isola di S. Vincenzo). emarginatus, sottosp. testaceus Forel (1). II. Capo largo, profondamente incavato indietro, con gli angoli posteriori sporgenti. Sottogenere Anochetus. § Articolo 3." del flagello delle antenne almeno di metà più lungo che grosso. ^ Peduncolo bicuspide. O Peduncolo rugoso, statura più grande, 6 '|o-7 mra. (regione dell'Amazone, Bolivia), bispinostis F. Sm, O O Peduncolo più o meno levigato e lucido. Mandibole strette, non dilatate ne dentate prima dei 3 denti apicali. Fosse laterali del capo levigate (Bolivia). Targioìiii n. sp. Mandibole più robuste, con 3 grossi denti mar- ginali; fosse laterali ruvide, subopache (Ve- nezuela). Sirnoni Emery. ^ ^ Peduncolo inerme, semplicemente impresso nel mezzo del margine superiore (Antille: Trinidad). inermis Er. André. (1) Trans. ciHcna. Soc. London, 1893, p. 35t3. — 187 — § § Articolo 3.° del flagello poco più lungo clie grosso. V Peduncolo bicuspide o impresso nel mezzo, il metauoto con un paio di tubercoli distinti, Metanoto con forte impressione trasversa che divide il profilo dorsale in due gobbe; colore bruno, lati del capo e membri te- stacei; squama fortemente bicuspide (An- tille). Mayri Emery. Metanoto con debolissima impressione tras- versa, color rosso testaceo con i membri più chiari, squama non bicuspide^ ma col margine superiore incavato (Brasile: Mat- to G-rosso). Mayri sottosp. neglectus n. subsp. V V Peduncolo alto, superiormente ristretto e ter- minato a punta smussata; metanoto affatto inerme (Brasile: Santa Caterina). altisquaniis Mayr. Anochetus Targionii n. sp. ^ Ferruginea , capite^ antennis pedihusqiie rufescentibus , pubescens et pilosa, capite parum longiore quam latiore, po- stice profunde emarginato et lateribus impresso, nitido, fronte subtilissime striata, opaca, oculis mediocris magnitudinis, man- dihulis angustis, apicem versus ante dentes apicales haud dilata- tis, tJiorace rugoso-punctato, metanoto distincte, transversim ru- goso, dentibus duobus haud acutis, squama, nitida bicuspidata. Long. 5 '/a 111111. Bolivia (dai sigg. Staudinger e Bang-Haas) un esemplare. Rassomiglia allM. bispinosus, ma n'è distinto per la squama lucida, a]3pena debolmente striata trasversalmente sulla faccia anteriore e munita di punte meno lunghe e acute, pel torace meno scabro, per le mandibole non dilatate verso l'estremità. — 188 — Nell'J.. hispinosus^ queste sono fortemente dilatate prima dei denti apicali e la dilatazione cessa bruscamente, con un forte dente preceduto da alcuni minuti e poco distinti dentelli. Dedico questa bella specie al Prof. Adolfo Targioni-Toz- zetti presidente della Società entomologica. A. bispinosus F. Sm. E specie ben distinta per i caratteri cennati nella tabella analitica e nella descrizione dell' J.. Tavgionii. L'ho ricevuta dal Para. Il Balzan ne ha pure preso un esemplare a Salinas sul Beni in Bolivia. A. Wlayri Emery, sottosjD. neglectus n. sp. A, Muijri vai'. Emery. Ann. Soc. Entom. Je France LSl'O p. 65. Ho considerato questa forma proveniente dal Matto Grosso come varietà dell'^. May ri, finché ne conoscevo la sola $ . Il recente acquisto di una ^ della medesima provenienza mi induce a farne una sottospecie. La ^ differisce dal tipo della specie per la statura un poco più grande, per la forma del me- tanoto e della squama, per le mandibole più brevi e meno ispessite all'apice, pel colore uniformemente rosso: la scultura è più forte, per cui tutto il torace è opaco. Nella $ , i carat- teri differenziali di colore e di scultura sono gii stessi; le man- dibole sono similmente più brevi che nel tipo, i tubercoli del metanoto meno pronunziati; la squama offre due punte molto più marcate che nella ^ , meno sporgenti che nel tipo. X. Ho gerla n. gen. CARATTERI DEL GENERE. Operaria et foemina. Mandibulae trigonae, dentatae. Clypeus medio elevatus et inter laminas fronfales producfns, laferibus — 189 — lìvesHUs, angustus, margine postico ante antenna yn ni insertiones haud elevato. Laminae frontales approxìmatae, brevissìniae, di- vergentes. Antennae 12-articiilatae, clavae 3-artictdatae articulo ultimo permagno. Ocidi in ^ minidi, ante media capitis latera. Thovax in ^ convexus, mie siduris, metanoto hispinom. Ahdo- nien petioli segmento 1° antice pedunculato, 2° subgloboso, tibiae posteì'iores calcaribus snbtilibus, simplicibiis. Questo genere comprende poche specie americane che, per l'abito, rassomigliano a certi Tetramorium, ma differiscono da questo genere, perchè il margine del clipeo non si eleva in- nanzi all' articolazione dell'antenna e per le lamine frontali brevissime e ravvicinate fra loro; per siffatte condizioni, il capo di queste formiche ricorda quello dei Poneridi. Questi caratteri e il genere di scultura ricordano il genere Stenamma, ma la struttura delle antenne è diversa. Finche non siano noti i (j^ o almeno le ali della $ , la posizione del genere resta dubbia. Credo che possa essere collocato provvisoriamente in vicinanza del genere Leptothorax. La Myrinica blanda F. Sm. appartiene probabilmente al genere Rogeria; secondo la descrizione, essa differisce dalle tre specie seguenti per il peduncolo addominale rugoso. Rogeria Germaini n. sp. ^ Rufo-ferruginea, capite thoraceque rude rugoso-reticulatis, fronte longitrorsmn rugosa, abdomine cum pedunctdo laevi, ni- tido, copiose longe pilosa, scapis tibiisque pilosis, tlioracis spinis rectis^ horizzontalibus, petioli nodis subaequaUbiis, primo altiore, lateribus rugtdoso, superne laevi. Long. 2-2 '|^ mm. Matto Grosso (Germaiu) due esemplari. È distinta dalle altre specie per la scultura ruvida, gros- solanamente reticolata; il fondo delle maglie della rete mostra — 190 — una punteggiatura indistinta; sulla fronte, le rughe prendono una direzione longitudinale più o meno regolare, cosi anche all'estremo anteriore delle guance. Il clipeo è finamente striato nella sua parte mediana elevata, levigato sui lati; le mandi- bole sono liscie, sparse di grossi punti e armate di 6 denti acuti. Lo scapo delle antenne non raggiunge l'occipite; il l.** articolo del flagello è lungo quanto i 3 seguenti presi insieme; questi e i seguenti fino all'S.^ sono molto corti, fortemente trasversi; il 1.° della clava è quasi lungo quanto il 1.° del flagello, poco più grosso che lungo, il penultimo, poco più grande, anch'esso poco più grosso che lungo, l'ultimo grandis- simo, circa una volta e mezzo lungo quanto i due precedenti insieme. Il dorso del torace è convesso, senza suture, fuorché una debole depressione sui lati che segna il luogo della su- tura meso-metanotale; il metanoto è armato di due spine acu- tissime, diritte, dirette indietro e quasi parallelamente, poco più brevi della distanza che separa le loro basi. Il 1.° seg- mento del peduncolo addominale forma nella sua metà ante- riore un picciuolo cilindrico, nella sua metà posteriore porta un nodo rotondato, poco più lungo che largo, debolmente ru- goso sui lati, liscio sopra; il 2.° segmento è globoso, appena più largo del nodo del primo; l'addome propriamente detto è levigato. Tutto il corpo, con gli scapi e le zampe è irto di peli lunghi, sottili, un poco obliqui e alquanto curvati. Rogeria curvipubens n. sp. tt Praecedenti simillima, sed ìiìÌìioì' et subtìliuf^ rugoso-reti- cidata^ capite sine pilis erectis, sed pilis brevibus, obliqim, ar- cuatisi thorace pilis longis parce consperso, spinis oblique ascen- dentibus, nodo pedunculi 1. brevius petiolato, scapis tibiisque breviter oblique pubescentibus agnoscenda. Long. I'l3-1 ^ j nnn. § Operariae similis, oculis majoribus, mesonoto nitidido lon- (jitrorsum superficialissime rugoso, pronoto reticidato, metanoti — 191 — detitibus validisj siibspiniformibua armato, peduncidi segmento 1, antice longius petiolato; testacea, macula verticis circiim ocellos et articulationihus alarum fuscis. Alae desunt. Long. 2 mm. Isola di S. Tommaso (Eggers) 1^,1$; Salinas sul Beni (Balzan) 1 5. L'esemplare di Bolivia è un poco più grande e più scuro di quelli di S. Tommaso, e la sua scultura è un poco più forte, ma sono differenze leggerissime. Si distingue dalla precedente per l'assenza delle lunge setole sul capo che sono sostituite da brevi peli fortemente curvati, in modo che la loro punta si riavvicina alle superfìcie del tegumento. La scultura del capo e del torace è più fina e le maglie del reticolo tendono mag- giormente a confluire longitudinalmente; le setole lunghe del torace e dell'addome sono meno copiose e le zampe hanno sol- tanto una pubescenza molto obliqua e assai più breve dei peli della specie precedente. Rogeria Foreli n. sp. Tetrainoriv.m Foreli Emery in litf. in: Foi'el. Ti'ans. Enfom. Snc. London 1893 p. 383. (sine descript.) 5 Rufo-ferrugìnea, siihtilissime confertim punctidata et sii- perficialissime rugoso-punctata^ opaca, microscopice ptiòescetis, pilis erectis omnino destituta, thorach spinis erectis, pedimcidi ìiodis suhtiliter punctatis, subnìtidis^ ocuUs paido majoribus quam in praecedeniibus. Long. 2-2 'j, mm. Isola di S. Tommaso (Eggers). Forel l'ha ricevuta pure da S. Vincenzo. È molto affine alle precedenti, ma facile a riconoscere dal- l'assenza totale di peli ritti e della scultura più sottile. Questa consiste di una punteggiatura fondamentale finissima, alla quale è sovrapposta una punteggiatura grossa, anch'essa fìtta e più — 192 — 0 meno confluente, ma molto superficiale, per cui non costi- tuisce fossette con margini marcati, come nelle altre specie, ma dà al tegumento un aspetto ruvido, quando non si adoperi fortissimo ingrandimento. Sul capo, quei punti tendono a con- fluire in superficiali solchi longitudinali. Il peduncolo è meno lucido che nelle specie precedenti; il 1.'' nodo debolmente pun- teggiato, anche sopra. Tutto il corpo è vestito di sottilissima e brevissima pubescenza. XI. Genere ^Wasmaunia Porel. Forel istituiva recentemente (1) il nuovo Genere Wasmannia per le due specie conosciute finora sotto i nomi di Tetramo- rimn auropimctatum Rog. e T. sigmoidemn Mayr. Le tre forme del primo erano già state descritte dal Roger, ma all'esemplare del cT mancava l'estremità delle antenne. Del secondo, il Forel descrive per la prima volta la $ e il ^T- Secondo Forel, i caratteri del genere sono gli stessi come quelli dei Xiphomyrmex^ da cui differisce solo per le antenne del cT fli 1'^ articoli e per la venatura alare, in cui manca la costa ricorrente. Se si confrontano le antenne delle ^ e $ delle Wasmamiia con quelle di quasi tutti i Tetramorium e Xiphomyrmex , vi si potranno riconoscere altre differenze che mi sembrano non senza importanza. In questi, l'ultimo articolo è poco più grosso del penultimo, e a breve distanza dalla base incomincia a ristringersi insensibilmente verso l'apice; il pe- nultimo è poco più grosso del precedente. Soltanto i] T. si- millimum F. Sm., pel quale Roger istituiva, non senza ragione, (li Trnnsact. Entom. Sor. London 1^93 Part. VI p. 383 o seg — 193 — il sottogeuere Tetrogmus, si avvicina un poco, per la forma della clava alle Wasmannia; però le antenne hanno 12 articoli. Nel genere Wasmannia^ l'ultimo articolo delle antenne è fusi- forme, ossia si rigonfia gradatamente fino al ' ,, o ai 'j-, della sua lunghezza, per ristringersi poi a punta verso l'estremità, e il penultimo articolo è notevolmente più grosso del precedente. In ciò si manifesta una tendenza a costituire una clava con forte prevalenza dell' ultimo articolo, tipo che ricorda le an- tenne degli Attlni {Apferostigma^ Ceratohasis, Mycovepurus^ alcuni Cyphomyrmex ecc.). Questa struttura e l'assenza della cella discoidale delle ali nei (/ e $ , nonché la facies dei (/ stessi, ^^articolarmente della W. auroimnctata . mi conducono a pensare che il genere Wasmannia connette in qualche modo gii Attlni coi Tetra- morìum. Alle forme finora descritte aggiungo le seguenti: Wasmannia aiiropunctata Rog. var. austraiis n. var. ^ Le rughe del capo sono un poco più marcate che nella var. rugosa Forel; la statura è più grande (fino a 1 ^[3 mm), il peduncolo più robusto, il colore testaceo oscuro, con l'addome più o meno bruno. Rio G-rande do Sul (x. Jhering). var. laevifrons m. var. 5 Scultura del capo più debole che nel tipo, in modo che la fronte è alquanto lucida nel mezzo. Bolivia, nei Can- toni di Coreico e Chilumani Yungas (Balzan). Delle altre forme di questa specie, il tip o, descritto su esemplari di Cuba, è diffuso nelle Antille e, nel Brasile, al Matto G-rosso e a Santa Caterina. Ne ho pure ricevuto esem- — 194 — plari africani del Gabon ila specie è senza dubbio importata recentemente in quel paese). La var. rugosa Forel, descritta sopra esemplari del Guate- mala, è stata raccolta dal Balzan nel Paragua3^ Wasmannia villosa n. sp. $ Pallide testacea^ macula verticis, scutelU apice et articu- lationibus alarum ìiìgricantihus, suhnitida, copiose longe oblique ]}ilosa, scapis tibiisque tantum bremssime pubescentibus; capitis angulis posticis falde fotmidatis, fronte subtiliter striata et pilis oblique retrorsum convergentibus tecta^ clypeo nitido^ liaud striato, antennarum flagelli articulo antepeìiultimo praecedente parimi longiore et vix crassiore; thorace subtiliter reticulato et puncti.s piligeris copiosius sculpto, metanoto sine spiuis, sed utrinque dente magno, compresso, acuto^ subrectangulari; abdorninis pe- dunculo opaco^ copiose piloso, nodis transversis, If superne im- presso^ 2." majorCj subtus tuberculis geminis longe pilosis in- structo, margine segmentorum reliquorum ])ilis obliquis fimbriato. Long. 4 mm. Alae desunt. Rio Grande do Sul (v. Jliering) un solo esemplare. Si distingue agevolmente dalle altre specie finora note, per i peli lunghi, abbondanti, molto inclinati clie la vestono, per le spine del metanoto rappresentate da robuste aj^pendici den- tiformi, la cui punta forma un angolo quasi retto e per i nodi del peduncolo trasversi. I peli che nascono dai lati della fronte convergono con i loro apici verso la linea mediana indietro, e coiDrono così la fronte stessa; sul torace e sul peduncolo, for- mano un vello abbondante; sull'addome propriamente detto non vi sono peli ritti, ma soltanto, lungo i margini, una frangia costituita da più ordini di peli obliqui; il resto della superficie dei segmenti è fornito di copiosa e breve pubescenza. I due piccoli denti che si vedono sotto il 2.° segmento del peduncolo, — 195 — nella W. auropuìidata, sono più grandi nella nuova specie e danno origine ciascuno ad un ciuffo di lunghi peli. Wasmannia siilcaticeps n. sp. y Fdsca, mandibiiUs, fiagellis pedihusque testacei^, }iarce, breviteì', suhclavato pilosa, opaca; ìnicroscopice piuictulaia, ahdo- mine^ excejjto pediinculo, nitido, ^uperficialisdnie, basi pi'ofun- dius l'eficulafo. Caput fronte regulariter silicata [sulcis circi- ter 12), scrobis reticulatis^ genis irregiilariter rugosis. clypeo longitrorsum silicato ; thorax robustus^ sutura pro-mesonotali nulla, promesonoto parum longiore quam latiore^ humeris hand acute angulafis, dorso irregulariter longitrorsnui rugoso, meta- noto reticidato et transverse rugoso, utrinque marginato, margi- nibus in spinarli acutain, parte dediti breviorem productis; abdo- men pedunculi segmento 1. breviter petiolato et nodo magno, alto, parum longiòré quam latiore instructo, 2. parum latiore sed humiliore et breviore. Long. 2 '|, mm. Prov. di Buenos Ayres; un esemplare. È più robusta delle W. auropunctata e sigmoidea, con scultura più forte, il capo è meno rotondato sui lati, meno incavato indietro, le lamine frontali più fortemente sigmoidee; il torace è più largo, gli angoli del pronoto smussati, il suo dorso è convesso, senza margine acuto, ne in avanti, ne sui lati; il peduncolo è breve e robusto, il nodo del 1.*^ segmento, veduto di fianco, è due volte lungo quanto la parte anteriore stretta o picciuolo e non meno alto che lungo, più alto del seguente; veduto di sopra è appena più lungo che largo; il 2.° è molto più basso, poco più largo e notevolmente più breve del precedente. I peli del corpo sono più brevi e sottili, meno distintamente claviformi che nelle altre specie. — 196 — XII. Genere F^rocryptocerus Emery. Ho cercato di fare, nelle pagine che seguono, uno studio critico delle sjjecie di questo genere, per quanto lo permette il materiale della mia collezione. Io mi sono convinto che la direzione delle strie è molto variabile e non basta, da se sola^ a caratterizzare le specie. Avendo pochi esemplari^ sembra talvolta poter distinguere delle specie ben diverse, laddove un numero maggiore rende difficile stabilire limiti tra le sin- gole forme. Procryptocerus striatus F. Sm. Sotto questo nome, comprendo un gruppo di forme molto affini e collegate fra loro da numerosi intermedi. Talune forme estreme, come P. convergens e Adlerzi, considerate isolatamente, potrebbero valere come buone specie. Lo studio comparativo del numeroso materiale raccolto m'induce a considerarle come sottospecie e a distinguere le forme seguenti: aj sottosp. striatus i. sp. ^ Secondo una nota di W. F. Kirbj riferita dal Mayr (1), l'esemplare tipico di questa specie differisce dal P. convergens Mayr pel metanoto più breve e armato di spine più lunghe e parallele. Vi riferisco un esemplare di Rio Janeiro, il quale è inoltre notevole per la striatura più regolare, meno scabra, (1) Mayu. VerlKiìulh Zcoì. hot. (les. Wieii. 1877, p. 565. — 197 — le strie dell'addome meno fine rispetto a quelle del torace; la superfìcie posteriore del capo, sotto il margine occipitale, è se- gnata di strie perpendicolari a questo margine, quindi conver- genti verso il foro occipitale. Le spine del metanoto sono al- quanto curvate in dentro e subparallele, i lobi laterali di questo segmento meno sporgenti che nelle forme seguenti. Statura un poco maggiore; lungh. 5 'J4 mm. h) sottosp. convergens Mayr. 5 Ho d'innanzi esemplari tipici di S. Caterina mandatimi dal Mayr; non ne lio veduti altri simili. In essi, il lobo late- rale del metanoto è molto sporgente e il dente del mesonoto, acuto; le spine dritte, un poco divergenti. Le strie della faccia posteriore del capo sono, in massima, parallele al margine oc- cipitale, talvolta un poco raddrizzate nel mezzo. var. regularis Emery. 5 Descrissi questa forma di Rio Grande do Sul come razza, ma credo ora doverla considerare come semplice varietà, distinta per le strie del capo e torace più eguali e levigate, quelle del- l'addome meno sottili, le spine più brevi. Le strie della faccia posteriore del capo variano nei tre esemplari che ho d' innanzi : nell'uno sono raggiate come nel tipo della specie, negli altri, serbano una disposizione media tra questa e quella che ho de- scritta nella sottosp. convergens. var. concentricus n. var. ^ Simile a convergens^ ma le strie del capo formano un sistema di archi concentrici intorno ad alcune strie longitudi- nali che si trovano nel mezzo, in avanti; dietro questo sistema, — 198 — cioè nel quarto posteriore del capo, le strie assumono la dispo- sizione convergente delle forme precedenti; strie della faccia posteriore del capo come nel P. convergens; lobi del metanoto molto sporgenti e acuti. — Un esemplare delle sponde del Pa- rahyba (Rio Janeiro). (■> sottosp. Schmalzi n. subsp. 5 Le strie del capo sono meno convergenti indietro clie nel P. convergens^ più che nel P. Adlerzi; anche la forma del metanoto è intermedia. Le strie del capo e del torace sono più ruvide e meno eguali; nel fondo delle strie appariscono larghi imnti, molto meno evidenti nelle forme precedenti. La faccia posteriore del capo è quasi liscia, con poche strie perpendico- lari al margine, nel mezzo, oblique sui lati. Sul promesonoto, la direzione delle strie varia molto ; sono sempre più o meno trasverse sul mesonoto. Striatura dell'addome sottile, come in P. convergens e Adlerzi. Nella $ , la scultura del capo è anche più ruvida che nella y , le rughe più convergenti indietro ; sotto il margine occipi- tale, le rughe raggiate sono più forti e numerose. Sul dorso del torace, invece di rughe, vi sono fossette allungate, separate da intervalli opachi, fittamente punteggiati. Ali affumicate con stigma e coste bruni. Joinville in Santa Caterina (Schmalz) ^ $ , Rio Janeiro (Germain) ^ . Negli esemplari di quest'ultima località, le rughe del capo sono meno ruvide e più convergenti indietro, i punti nelle strie meno marcati. var. scabriusculus n. var. Istituisco questa varietà sopra una ^ di Costa Rica, in cui le rughe del capo sono più deboli e irregolari, i punti nelle strie invece più forti, sicché la scultura tende ad una forma — 199 — reticolata; il torace è tutto longitudinalmente striato; la stria- tura del peduncolo meno regolare che nelle altre forme. — Nel mio elenco delle formiche di Costa Rica (1), ho considerato questa forma come varietà del P. Adler zi. ci) sottosp. Adlerzi Mayr. Alla descrizione di Mayr aggiungerò che la faccia poste- riore del capo ha strie principalmente parallele al margine occipitale. E la forma la più diffusa; ne ho d'innanzi esemplari di Santa Caterina e di Rio Janeiro. Procrytoceriis Balzani n. sp. y Atra, modice nitida, tUnis ])leviimque rufescentibus, ca- pite, thorace pedunculoque longitrorsuìu rugato-striatis, segmento abdominis tertio subtilissime striato, striis antice longitudina- Ubus, postice arcuatis, concentricis, segmentorum apicalium mar- gine transversim striato, metanoto basi lobato, spinis longius- culis, subparallelis. Long. 4-4 '/z nii^^- 5 O erariae similUma, sed rugis capitis rudioribus, striarum fundo foveolarum serie impresso, thoracis dorso minns distincte rugato, foveolis sctilpto. Long. 5-5 '/j mm. Bolivia; raccolto da L. Balzan nei Cantoni di Coreico e Chilumani-Yungas a 1600 m. Forse anche questa forma dovrà essere riferita come sottospe- cie al P. striatus. Mi sembra distinta per la striatura molto fina dell'addome propriamente detto che, nella parte anteriore del suo segmento principale è diretta longitudinalmente, ma più in- dietro, le strie laterali s'incurvano verso il mezzo e si uniscono ad arco con quelle del lato opposto, formando un sistema con- ci) BaUettiiio Sue. Entom. Itnl., anno 22, p. 55, 1890. — 200 — centrico intorno alle rughe mediane, le quali così non raggiun- gono l'apice del segmento. In tutte le forme che ho riferite al P. striattts, le strie del 3.° segmento addominale sono esclu- sivamente longitudinali, e similmente la parte libera dei seg- menti seguenti è longitudinalmente striata. La forma del me- tanoto è pressoché come nel P. couveygeiis, le strie del ca^^o invece sono parallele, come nel P. Adler zi. Nella $ , le rughe del capo sono più grosse e ruvide, e le strie hanno nel fondo una serie di grossi punti; sul torace, le rughe sono più o meno cancellate e fanno posto a fossette ovali, separate da interstizi finamente punteggiati. Procryptoceriis siilcatiis n. sp. ^ Fusco-testacea, snbopaca, aeqiialiter lougifrorsum sidcata, capitis angulis denticnlo minuto, mesonoto uti'inque dente acuto, nietanoti lobis lateralihus angulosis, spinis breviusculis, obtusis, divergentibus. Long. 4 mm. Novo Friburgo (Rio Janeiro) un esemplare, raccolto dal sig. Germain. È distinta da tutte le forme a me note del genere per la scultura uniforme di tutto il corpo: questa consiste di solchi pro- fondi, paralleli, perfettamente regolari, di cui tanto il fondo quanto gl'interstizi convessi sono coperti di sottilissima pun- teggiatura. I solchi dell'addome non sono meno forti di quelli delle altre parti. Si possono contare 28 solchi da un angolo del capo all'altro. Gruardando l'addome di sopra, se ne vedono circa 30, Nel P. Adlerzi, il numero dei solchi del capo è circa 40; quello delle strie dorsali dell'addome è variabile, ma sempre superiore a 50. Procryptocerus carbonarius Mayr. Descritto sopra esemplari della Nuova Granata, è stato ri- trovato nello Stato di Santa Caterina dal sig. F. P. Schmalz. — 201 — Procrytocerus siifapilosus F. Sm. La descrizione dello Smith mi pare buona e conviene bene ad un esemplare di Rio Grande do Sul, donatomi dal sig. AVas- mann. Procryptoceriis puncticeps F. Sm. Credo dover riferire a questa specie alcuni esemplari di Para raccolti dal sig. Albert Schulz, ai quali conviene bene la descrizione, meno bene lar figura. Smith ha esagerato la forma notevolmente allungata della specie e ha fatto il meta- noto più largo del mesonoto, ciò che non osservo nei miei esemplari. XIII. Specie nuove o poco note del genere Cryptocerus. (•-on Je tavole ■'' e 4) Ho incominciato, nel N.° V di questi studi, una revisione critica e iconografica dei Cryptocerus: le pagine seguenti e le due tavole che le accompagnano ne sono la continuazione. C. multispinus Emery, fig. 1. e. cordaH'.s st. niultivpinu.'i Emery. Bull. S. Ent. Ital. XXII p. 75. Ho considerato a torto questa formica come razza del C. cordatus F. Sm. che conoscevo allora soltanto dalla descri- zione e dalla figura di Smith. Essa deve costituire una specie distinta. Le appendici del corsaletto della ^ minor offrono notevoli differenze come si potrà rilevare dal confronto della fig. 5, tav. IX del mio precedente lavoro con la fig. 3, tav. Ili annessa a queste pagine. Anno XXVI. U — 202 — L'operaia maggiore o soldato è interamente diversa da quella del C. cordatus; eccone la diagnosi. :^ Niger, nitidissimus, punctis sqiiamuUgeris coiisjìerstis, abdo- minis disco fere sine jnmctis, capite convexo, lateribus margi- nato, occipite bidentato, inter dentes carina transversa, pronoto transverse carinato, lateribus processu truncato, mesonoto, utrin- que acuminato^ metanoti processu laterali lato, emarginato^ abdominis segmentis pedtmcularibus titrinque in spinam prodtic- tis, 3." discoidali, antice marginato. Long. 9 mm. Oltre alle differenze di grandezza e di forma che separano il soldato di questa specie da quello del C. cordatus e che si rileveranno dal confronto delle fìg. 1 e 2 (disegnate con eguale ingrandimento), il soldato del C. multispinus è riconoscibile dalla sua superficie interamente lucida, senz'altra scultura che i punti S2)arsi contenenti ciascuno una squametta dorata; an- cora quei punti sono scarsissimi sul segmento principale del- l'addome. Ho ricevuto finora questa specie soltanto da Costa E-ica. C. cordatus F. Sm. fig. 2, 3. :;/: Ater^ capite subnitido, thorace ahdomineque ojjacis, capite dispersissime, thorace crebre, grosse, abdoniine ^ubtiliu;^ punctis squamuligeris consperso; capite postice carina transversa biden- tata, lateribus marginato, pronoto transverse carinato et pro- cessu obtuso iìistnicto^ metanoto utrinque processu apiceni versus angustato et subemarginato, abdominis peduncido nodis spinosis, segmento 3." paulo longiore quam latiore. Long. 7 Y2 ^m. Scoperto da Bates a Santarem e descritto da Smith sulla 5 minor. Trovasi pure a Cayenne (Mayr). I miei esemplari, tra i quali un soldato, provengono dal Para (A. Schulz). 203 C. laminatus F. Sm., fig. 4 Smith decrive l'operaja minore proveniente da Ega. At- tribuisco alla medesima specie un soldato del Para di cui do la figura. Per la forma del torace, corrisponde alla figura di Smith, ma il pronoto ha la carena trasversa che è caratteristica della 2 major e il capo è largo, alquanto lucido e convesso, con distinto margine elevato nella metà anteriore dei lati e due piccole gobbe posteriormente. Lungh. 5 'Ì2 mm. C spinosus Mayr, fig. 5. Non è stato finora figurato: l'esemplare rappresentato pro- viene da Huamba nel Perù. Questa specie è notevole per l'as- senza di qualsiasi sporgenza del mesonoto. C. angustus Mayr, fig. 6-9. Questa specie è stata accuratamente descritta dal Mayr in tutte le sue forme. Mi limito perciò a dare delle figure del- l'operaia, del soldato e del capo della femmina che valgano a farla distinguere dalle seguenti. C. striativentris n. sp., fig. 10-12. :^ Fusco-niger, capitis disco^ angulis pronoti metanotique, genuhiis, tibiis, tarsisque rufis, abdominis segmento 3. quadrima- culato, opacus et jMnctis squamuligeris impressus, disco capitis rotundato, antice emarginato, marginibus elevatis, medio convexo, punctis maximis, umbilicatis, setidigeris sctdpto, pronoto trans- verse carinato, metanoto utrinque cum processu obtuso, latera- liter inciso^ abdominis segmento 3, subtus regulariter striato. Long, capite extenso 4. Vs? capite flexo 3 '^\^ mm. ^ Fiisco-nigra^ capitis lateribus antice, genubus, tibiis, tarsis — 204 — et abdominis segni. 3. margiìie antice rufescentibus, metanoti et pedunculi spiuis et abdominis limbo membranaceo albidis, opaca et punctis setulas sqiiamiformes albidas ferentibus sculpta; pro- noto ciim denticulo praeliuìnerali et hiunerali, hoc acuto, post hunc lamina marginali pleriimqiie continua, mesonoto utrinque dente obtuso, metanoti dentibus j.lerumqiie 4 inaequalibus, abdo- minis petioli spinis depressis, paulo retrorsum curvatis, seg- mento 3. subtus regulariter striato. Long. 3 'l., mm. Rio Grande, Santa Catharina, Rio Janeiro. Avevo confuso la ^ di questa forma col C. angustus. Il Prof. V. Jliering richiamò la mia attenzione sul carattere di- stintivo molto chiaro che consiste nella forte e regolare stria- tura della piastra ventrale del 3.^^ segmento dell'addome, ca- rattere che non ho riscontrato in nessuna altra specie. Prendo come tipo della specie esemplari di Santa Catha- rina. Il capo del soldato porta un disco ben rotondato indietro, incavato in avanti. La superiìcie del disco è scolpita di enormi punti ombelicati, setuligeri, i cui interstizi formano una rete di sottili rilievi; il suo centro è convesso, ma non sporge ol- tre il livello dei margini del disco (nel C. angustus^ il disco è più quadrato, il suo centro si eleva sopra il livello dei mar- gini che sono molto meno alti; i punti sono meno fitti e re- lativamente meno grandi e il colore è diverso. Il torace è più tozzo che nel C. angustus e di forma alquanto differente, il metanoto più breve, la scultura più ruvida e più fitta. I punti piligeri appena visibili sul 3.^ segm. addominale, reso opaco da fittissima punteggiatura. L'insetto è notevolmente più pic- colo del C. angustus. L'operaja differisce da quella del C. angustus^ principal- mente pel capo più allungato e per la forma del torace in cui il pronoto ha un largo lembo laterale, a partire dal punto che corrisponde al 2." dente laterale del C. angustus, e il me- tanoto ha ordinariamente 4 denti meno ineguali che i 3 denti del C angustus. Le spine del peduncolo sono più piatte, più curvate indietro. — 205 — Un soldato e alcune operaje di Eio Janeiro offrono alcune differenze : nel primo, le sporgenze laterali del metanoto sono più pronunziate, l'addome quasi tutto nero, con le macchie anteriori sole ben distinte, le posteriori quasi scomparse Nelle 5 , il lembo del pronoto è più o meno decomposto in 3-4 dentelli. C. Targionil n. sp., fig. 15-16. ■^ Niger, opaciis, eapitis disco, jji'onoti et metanoti angulh, genubus tarsisqiie rufo-festaceis, ahdomine qtcadrim a etilato. Prae- cedenti similUmus, sed paido major, disco capifis oblongo, po- stice truncato, suhplano, marginibus vix elevatis, punctis mino- ribiis, minus confertis sculpto, interstitiis mimis subtilibus, ptmc- tiUatis, tJioì'ace paulo nìinus brevi, carina pronoti distincte interrupta, abdominis segmento tertio subtus Jiaud striato. Long, capite extenso 5 '/o, capite flexo 4 - 3 mm. Matto Grosso un esemplare. Ho dedicato questa bella specie al chiaro Prof. Adolfo Targioni Tozzetti in occasione del suo 70.*^ compleanno, festeg- giato dagli amici e colleghi nel Febbraio 1893. C. Jheringi n. sp. fìg. 13, 14. 2/: Fusco-niger, opacns, capitis lateribus antice, pronoti an- (j/ulis, genubus, tibiis tarsisqne rufescentibus; capite subrectangu- lari, postice cimi carina transversa utrinque abbreviata, margi- nibus lateralibus antice elevatis, punctis foveiformibus ìnagnis, setuligeris ìrregidariter sculpto; thoracis punctis setuligeris mi- noribus, pronoto obtusi.^sime transverse carinato, et utrinque obtuse bidentato, metanoti latere tridentato, dente anteriore obtu- sissinio, medio maiore et acutiore, postremo apice rotundato, pedunculi sjjinis brevibus, recurvis, abdominis disco oblongo. Long, capite extenso 5 '/e n'^'^- — 206 — y C. angusto simillima, secl capite magis elongato^ pronoti spinis ohtusioribus, metaìioto utrinque acute unidentato et basi obtuse angulato, abdominis pedunculi nodis minus latis, spinis brevibus, reciirvis et segmento 3 elongato, basi minus subtiliter limbato distinguenda. Long. 4-4 'l., mm. Rio Grande (v. Ihering) un soldato e alcune ^ . Una ^ del Paraguay (Balzan) è molto più piccola (3 V2 mm.), ma non mi pare diversa dalle altre. Le figure mi dispenseranno da più diifusa descrizione, la scultura essendo pressoché simile a quella del C. angustus. C. denticiilatus n. sp., fig. 17. ^ Nigra, opaca, punctis setuligeris crebris sculpta, capitis lateribus, dentibusque thoracis et pedunculi pellucidis, mandibulis, scapis, genicidis tibiisque ferrugineis; capitis lateribus subrectis, antrorsum coìivergentibus, angulis posticis oblique truncatis, pro- noti margine antico utrinque dente parum conspicuo, lateribus 3 dentatis, dentis duobus anterioribus hiterdum coalitis, postremo nonnunquam bifido, mesonoto utrinqne cuni denticulo, m,etanoti lateribus 4 dentatis, abdominis peduncidi lateribus utrinque spi- 710SÌS, segmento 3 ovato, antice emarginato et utrinque limbo an- gusto, membranaceo, basi magis minusve rufescente. Long. 4 mm. Salinas sul Beni in Bolivia (Balzan). Descrivo questa specie, benché ne conosca soltanto la y ; sembra vicina al C. conspersus F. Sm. ma il numero dei denti del torace non è lo stesso. La scultura della nuova specie è quella solita delle operaje del C. angustus e forme affini; è quindi probabile che il soldato abbia il capo munito di un disco, e potrebbe per avventura essere stato già descritto sotto altro nome. 207 — Gruppo del C. Pinelii Guér. Nel mio precedente studio, avevo confuso sotto il nome di C. Pinelii tre specie, di cui devo oggi riconoscere la diversità, confusione perdonabile, quando si consideri che, di due tra esse, conoscevo soltanto le operaje che si rassomigliano mol- tissimo. Pertanto, le mie figure si riferiscono tutte ad una sola specie che ritengo essere il vero G. Pinelii Guér. Questa mia opinione si fonda invero su deboli argomenti, cioè sulla dimensione e il colore notati nella descrizione originale, l'una delle due altre specie essendo egualmente scura, ma più pic- cola, l'altra invece di colore testaceo. Nella Coli. Guérin di cui le formiche appartengono ora al Museo di Monaco, il tipo del C. Pinelii^ come mi scrive il Dr. Kriechbaumer, non esiste. Sotto il nome di C. grandinosus, F. Smith ha confuso due specie: l'una che considero come il tipo è la forma testacea di cui ho detto pocanzi, l'altra ch'egli riguarda come varietà è la y minor della piccola forma scura. Più tardi lo stesso Smith ha descritto col nome di C. maculatus la $ di questa forma. La sinonimia sarebbe dunque la seguente. C. Pinelii Guér. 1845. C. Pinelii Emery 1890 (excl. synon.). Patria: Sud del Brasile (Rio Grande). C. maculatus F. Sm. 1876. e. grandinosus var. F. Sm. 1860. Patria: Brasile (Matto Grosso, Bahia, Para), Columbia, Trinidad, C. grandiìiosus F. Sm. 1860 (excl. var.). Patria: Brasile (Para, Amazonas, Matto Grosso). — 208 — C. Pinelii Guér. La y (minor) è distinta da quella del C. macidatus per la statura più ragguardevole (3 ' ^-3 '|.^ mni.) il capo più largo, quasi quadrato, il torace relativamente più largo, coi mar- gini membranosi del pronoto e del metanoto formanti fra loro, nel contorno esterno, un angolo rientrante distinto, in cui sjDorge la spinetta del mesonoto. Differisce dal C. grandinosus pel colore scuro e per i lembi membranosi meno sviluppati, specialmente quelli del peduncolo. Il soldato è ben caratterizzato dalla fossetta rotonda cir- condata da cercine elevato e situata nel mezzo del margine posteriore del capo. Cosi anche la $ . (Veggansi le mie figure in questo BuUetfiìw, Anno XXII, 1890, Tav. IX, fìg. 10 a, ò, e). Ho ricevuto questa specie soltanto da Rio Grande do Sul. C. maculatus F. Sm. fìg. 18-21. Smith ha istituito questa specie sulla ^ proveniente da Bahia. Io ho ricevuto :^ ^ e $ del Matto Grosso e alcune ^ del Venezuela, del Paraguay e del Para. Il Prof. Forel ha ri- cevuto le 3 forme da Trinidad. 'Uoperaia differisce da quella della specie precedente per. la minore dimensione (2 ' .,-3 mm.), la forma del capo più al- lungato e ristretto in avanti, il torace un poco più stretto, i cui lembi non formano angolo rientrante marcato. Il soldato porta sul capo uno scudo meno arrotondato, cioè col margine posteriore un poco più dritto, continuo, armato nei più grandi esemplari di due piccoli denti acuti, senza fossetta distinta in vicinanza di questo margine. Il margine anteriore del pronoto è fortemente sinuato sui lati, con gli angoli acuti ; il metanoto ha i margini laterali sinuati, con una sporgenza ottusa alla base, e, all'angolo posteriore, un tubercolo o dente _„ 209 — ottuso, rivolto in fuori e in su: il margine laterale della taccia declive è molto meno membranoso che nel C. Pinelii. Le spine del peduncolo non sono affatto membranose nei grandi esem- plari. Il colore è come nel C. Pinelii, bruno, con le tibie e i tarsi ferruginei, le punte delle spine e l'addome testacei, que- sto con una larga macchia irregolare ferruginea nel mezzo, che, estendendosi maggiormente, riduce spesso il colore chiaro a quattro chiazze più o meno confluenti. Nella femmina^ lo scudo del capo è più lungo e parallelo che nel soldato, coi margini molto meno rialzati e più convesso nel mezzo. Il 1.° segmento del peduncolo dell'addome è privo di sjDine; il 2." ha due processi appiattiti, ricurvi. Colore piceo, con gli scapi, tibie e tarsi ferruginei, quattro macchie sull'ad- dome, e le punte del 2." segmento del peduncolo testacee. Una 5 di Costa Rica è lunga 3 '/o mm. e proporzional- mente più allungata: forse è soltanto un gigante della sj^eoie, forse una specie diversa, cosa che non potrei decidere, non avendo visto il relativo soldato. C. granditiosus F. Sm. fig. 22-26. Smith descrive l'operaia di Ega (Amazonas): credo di rico- noscerla in esemplari del Matto Grosso. Per la statura e la forma larga ricorda il C. Pinelii^ ma è facile a riconoscere dal colore testaceo e dai lembi membranosi molto più sviluppati; il dente del mesonoto è esso stesso fortemente dilatato (più che nel C. Pinelii)^ e le spine del peduncolo portano vistose espansioni foliacee, come si vedrà dalle figure. Una formica raccolta nel Para dal Sig. Schulz è proba- bilmente un piccolo esemplare del soldato di questa specie (fig. 22-23). E notevole in essa lo scudo del capo quasi qua- drato, con forte margine trasverso posteriore e angoli posteriori non ritondati; il metanoto, le spine del peduncolo e la base dell'addome offrono un lembo membranoso ben distinto. Colore come nella ^ : il disco è segnato di punti o fossette molto — 210 — grandi e stivate, i cui interstizi formano una rete di rughe ele- vate. Lung. 3 ■j, mm. Forse non è un vero soldato^ ma esem- plare intermedio tra operaia e soldato. Ho rappresentato a iìg. 25 e 26 il capo e il peduncolo di una 5 del Matto Grosso della quale sospetto, per analogia col C\ maculatus, che possa appartenere al C. grandinosus. È te- stacea, con le articolazioni alari e il lembo dello scutello ne- rastri; una fascia nuvolosa sull'addome delinea l'accenno di 4 macchie chiare. Il disco del capo è fatto quasi come nel C. maculatus, ma è allargato in avanti, con margini più ele- vati e fortemente crenulati, gli angoli posteriori meno riton- dati e un paio di deboli rilievi fra i due ocelli posteriori. La punteggiatura è forte, le fossette più fìtte che nella specie precedente. Il metanoto e il peduncolo hanno forma alquanto diversa, come si rileverà dal confronto delle figure. C Klugi n. sp. fig. 27-28. 5 Nigra, capite, pronoto^ metanoti angulis posticis, petioli spina, scapis^ genubiis tarsisque rufescenfibus, abdominis seg- mento 3. superne flavo, fascia transversa ante inedium nigra, medio postice rtifo, infra r ufo- ferrugineo, basi nigro. Caput disco subrectangulari, marginato, antice utrinque rotundato et medio emarginato, margine postico transverso, medio inciso, mar- ginibus lateralibus valde elevatis et crenulatis, inter ocellos po- steriores carimdis duabus, medio et postice opacum, creberrime piinctidatum, lateribus et antice nitidum, praeterea, punctis ma- gnis, umbilicatis, setuligeris praesertim in medio sculptum. Tho- rax proìioto cum carina transversa, ante ipsam area concava nitida ad marginem posticum capitis accipiendum, caeterum opacus, creberrime punctatus et punctis setuligeris sculptus, metanoto postice utrinque cum processu crasso, apice oblique truncato. Abdominis segmentum pedunculare 1. muticum, 2. utrin- que dente recurvo, 3. oblongum. Long. 6 '1., mm. Matto Grosso (Germain) un esemplare senz' ali. — 211 — La forma del capo è diversa da quella di tutte le specie finora descritte o figurate. C. setulifer n. sp., fig. 34-37. ^ (minor). Afra, opaca, lateribus capitis antice, macula abdo- minis uti'inque, genubus tibh'sqtie extus tesfaceis, jjunctis squa- mulas albidas ferentibtis settdisque brevibus, clavatis, erectis con- sjjersa, capitis antrorsum angustati, postice late emargiìiati lateribus arcuafis, subelevatis, thoracis aequaliter subconvexi la- teribus pronoti antice bidentatis, postice obsolete 3-4 denticulatis, mesonoto ìmidenticulato, metanoti dente uno valido, abdominis peduncuìi nodo 1° utrinque spina recurva. 2° appendice obtusa, segmento 3 antice vix obtuse marginato. Long. 4-4 'I^ mm. 5 Color, squamulae et pili clavati ut in ^ . Caput a latere visum, superne oblique truncatuni, disco subplano, antice oninino integro, sed medio breviter fisso, margine antico et laterali acuto, crenulato, postico obtuso, ocellum imparem a paribus separante qui ob hoc a disco exclusi sunt, disco ipso ob puncta seti foveolas magnas, confliientes scaberrimo ; thorax pronoto utrinque angulato, metanoti processu laterali brevi, emarginato; abdomen segmento pedunculari 1.° mutico, 2." titrinque dente recurvo, segmento 3 elongato, basi bimaculato. Long. B'jj mm. Jimenez, Costa Rica, raccolta dal Sig. Anastasio Alfaro. Questa specie è notevolissima per la forma del capo della operaia fortemente ristretto in avanti, coi lati arcuati, per la struttura del disco del capo della $ il cui margine anteriore è continuo, interrotto soltanto da breve e strettissima fessura, mentre, indietro, la sua superficie non comprende gli ocelli posteriori, e per la scultura e i peli ritti clavati della ^ e della $. C. varians F. Sm. fig. 33. Alcune ^ che credo appartenere a questa specie mi sono state mandate dal Sig. Pergande di Washington, come prove- 212 — nienti dalla Florida. E molto vicina alla specie seguente e il soldato ha probabilmente anch'esso il capo fornito di disco. C. pallens King. fig. 29-32. e. pallens King. 1824 $ • C. disGocephalus F. Sm. 1854 ^; 1858 ^ "ÌJl cf; 187G 5. C. araneolus F. Sm. 1854 $ . Mi sembra fuori dubbio che il C. araneolus Sm. sia sino- nimo di discocephalus : Smith descrisse il primo sulla ^ , il se- condo sul 11, senza poter riconoscere i rapporti delle due forme, e, quando più tardi ebbe d'innanzi la ^ del C. discocephalus, non si ricordò di averla già descritta e figurata sott' altro nome. Ma entrambi quei nomi devono cedere il posto al nome più antico di paUens Klug. È cosa che già da qualche tempo sospettavo; mandai perciò al Dott. Fr. Karsch di Berlino una 5 'perchè la facesse confrontare col tipo del Museo di Berlino: ed ora una lettera del Dott. H. Stadelmann di quel Museo viene a confermare la mia supposizione. La forma del metanoto è variabile; in taluni esemplari, gli angoli posteriori sono fortemente incisi, come nella figura del C. araneolus F. Sm., in altri il margine laterale di questo segmento è crenu- lato 0 dentellato: tale è la condizione del tipo di Klug. che è inoltre un piccolo esemplare. La statura è alquanto varia- bile: 2 'o-4 mm. Il soldato è stato figurato due volte, e sempre male, dallo Smith. È sfuggito all'autore inglese che il margine del disco offre in avanti una distinta fessura, che si continua indietro con un leggero rilievo longitudinale mediano. Ho d'innanzi due -y: del Matto Grosso e parecchi di Costa Rica. Li questi, il margine del disco è più alto e il suo fondo un poco più lucido, con punti più numerosi. Anche la statura del lif^ è va- viabile: 4 'j-T mm. La $ differisce dal :^ pel disco un poco più piccolo, con margini meno alti, avente il fondo con maggior numero di — 213 — punti. La sua scultura corrisponde bene a quella che Mayr descrive nel suo C. pateìlaris (di cui è nota la sola $ ). Però in questa forma, il margine del disco è integro, senza alcuna fessura; e che una tale fessura non sia sfuggita all'autore, ma realmente non esista, me lo conferma il Prof. Aurivillius che, a mia richiesta, ha avuto la compiacenza di esaminare il tipo del Museo di Stockholm. Però, nelle 2 2 ^^ ^'- pciUenx (di Costa Rica) della mia collezione, la fessura del margine del capo non è egualmente estesa e, nell'una, è brevissima, in en- trambe è molto più breve che nel soldato. Perciò io penso che il C. pateìlcu'is Mayr non è specifica- mente diverso dal (\ pallem^', ma costituisce una varietà o aberrazione della $ di questa specie. XIV. Alcune specie di Strumig enys e di Fthopalothrix. (Tavola 1. fi-. T, 11). Genere STRUMIG-ENYS Mayr. Forel ha descritto recentemente (1) due nuove specie del- l'isola di S. Vincenzo, alle quali ha dato i nomi di S. Aìheìiì e S. Margaritae. Darò un disegno del capo di queste due specie tratto da esemplari tipici, a complemento dell'iconografìa iniziata nel n. Ili di questi studi. (Tav I fig, 5 S. Alberti, fig. 6, S. Margaritae). Striimigenys Schulzi n. sp., tav. 1 fig. 7. ^ Testacea, capite, thorace, pedunculo ahdominis et segmenti .^equentis òasi opacis, clypeo porrecto, mandihularuin hasin te- (1) Transact. Eiitom. Soc. London ISfDj p. 378 e 380. — 214 — gente, his margine masticatorio minutissime denticulato, anten- narum scajw valde dilatato, basi liaud angulato, flagelli crassi articulis 2-4 transversis, metanoto hidentato, sub dentes limbo pellucido, pedunculo crasso^ nodo 1° vix latiore quam longiore; 2° valde transverso, subtus cum apjiendice spongiosa. Long, vix 1 '[., mm. Para: sotto corteccie d'albero; raccolto dal sig. Albert Scliulz. È la più piccola specie del genere, e si avvicina alla S. Mar- garitae Forel pel 2." nodo del peduncolo opaco, con appendice membranosa poco sviluppata e per lo scapo dilatato; ne dif- ferisce per la forma più breve e tozza di tutte le parti del corpo, per le mandibole meno sporgenti oltre il clipeo, gli scapi più dilatati, il flagello più corto, con gli articoli medii trasversi, il torace più robusto, armato di spine più deboli, prolungate in basso con un lembo pellucido, ma non propria- mente membranoso; il 1." segmento del peduncolo ha un ru- dimento di lembo membranoso al suo margine posteriore, il 2." lia un siffatto lembo sui lati e sotto, e si prolunga infe- riormente in un appendice spugnosa. Il 3.° segmento dell'ad- dome è levigato e lucido indietro, opaco, punteggiato e alquanto striato in avanti. T peli curvati del capo sono più sviluppati che nella S. Margaritae. Strumigenys unispinulosa Emery, var. longicornis n. var. Una $ di Bolivia; Cantoni di Coroico e Chilumani Yungas (Balzan). È un poco più grande della S. unispinidosa di Costa Eica, da cui differisce, per le mandibole più sottili e allungate, e le antenne più lunghe, il cui scapo, ripiegato indietro, oltre- passa notevolmente la metà dello spazio tra l'occhio e il mar- gine posteriore del capo, mentre, nel tipo, raggiunge appena la metà di detto spazio. Mi valgo di questa occasione per rilevare un errore nel — 215 — quale sono incorso nel descrivere le S. unispinulosa e Rogeri, indicando come bifido il dente apicale inferiore delle mandi- bole, che, come ho potuto convincermene, dietro più accurato esame, è semplice. Strumigenys fusca n. sp., tav. 1, fig. 8. 5 Fusca^ mandihulis, antennis pedibusc[ue testaceis, capite, thorace ahdommisque pedunculo ojjacis, liujus segmenti 3. dimi- dio basali striato, mandibulis linearibus, apice dentibus duobus loìigis, ante apicem spinula subtili, antennarum scapo haud in- crassato, thorace inter mesonotum et metanotum impresso, meta- ìioto spinis validiSj acutis, obliquis, sub spinas haud limbato, pedunculi segmenti 1° nodo postice vix distincte limbato, 2." tran- sverso, postice aìiguste limbato, subtus, cum appendice spongiosa. Long. 3 mm. Manicore, Amazonas: un esemplare. Specie molto affine a *S'. uìiidentata Mayr e unispimdosa Emer}'-, ma distinta per la grandezza, il colore scuro, il capo proporzionalmente più lungo, le mandibole più lunghe e strette che nella seconda, più dritte che nella prima, dalla quale dif- ferisce pure pel 2.° segmento del peduncolo opaco e il segmento seguente striato sulla metà anteriore. Strumigenys saliens Mayr, var. procera n. var., tav. 1, fìg. 9. Una $ di Novo Friburgo nel Brasile. Differisce dal tipo della specie per la grandezza maggiore (4 M., mm.) e per le due spine marginali delle mandibole molto più vicine ai denti apicali; del resto simile alla $ della forma tipica. Un'altra $ della medesima località appartiene al tipo della specie. 216 Genere RHOPALOTHRIX Mayr. Le operaie delle specie a me note di questo genere pos- sono distino-iiersi nel modo seo-uente: I. Antenne di 9 articoli (N. (Iranataj. IL viliata Ma_yr. II. Antenne di 8 articoli. § Capo con una cresta o ruga trasversa al livello degli occhi. (Santa Caterina). li. rugifera jMayr. §§ Capo senza cresta trasversa. , ,; Addome lucido, denti del metanoto larghi e ap- piattiti. Sutura meso-metanotale affatto nulla sul dorso, nodi del peduncolo fortemente trasversi. (Santa Caterina, S. Paulo). R. petiolata Mayr. Sutura meso-metanotale distinta, 1.° nodo del pe- duncolo poco più largo che lungo (Venezuela). R. Simoni Ernery. X X Addome opaco, spine del metanoto più lunghe, acute, sutura meso-metanotale distinta. Scapo fortemente dilatato, la base della dilatazione molto sporgente, statura più piccola 1 '^[4 mm. (Bolivia). R. Balzani u. sp. Scapo meno fortemente dilatato, la base della di- latazione poco sporgente, statura maggiore 2 '/o mm. (Amazonas). R. Bafesi n. sp. Di queste specie, le R. ciUafa e rugifera mi sono note sol- tanto dalle descrizioni. — 217 — Delle R. Bolaui Mayr e Jheringi Emery è nota soltanto la $ , e perciò non hanno potuto essere comprese nella tabella. Rhopalothrix petiolata Mayr, 5^ Fusca, opaca, ahdomine nitido^ parcius puntato^ capite convexo, sine crista vel impressione verticis, antennarum scapo valde dilatato, thoracis, dorso arcuato, sutura meso-metanotali nulla, dentibus metanoti brevibus, latis, compressis, pedunculi nodo 1." fere duplo latiore quam longiore, marginibus rotunda- tis, 2° proìcedente haud longiore, sedpaulo latiore. Long. 2 % mm. Ebbi dal sig. v. Jhering alcune $ e una ^ trovate in un nicchio di lumaca proveniente dallo Stato di S. Paulo. La ^ non era stata ancora descritta; in essa il l.'^ nodo del pedun- colo è molto meno largo e meno alto che nella $• Rhophalothrix Balzani n. sp., tav. 1, fig. 10. 5 Ferrugineo-f lisca , antennis pedibusqiie rufescentibus, vel tota ferruginea, opaca, creberrime punctata, capite lato, absque crista transversa, scapo valde dilatato, angulo basali sublobi- formi, tliorace convexo, sutura meso-metanotali distincta, meta- noto spinis trigonis armato, pedunculi segmento 1° postice su- perne nodo parum latiore quam longiore. Long. 1 \ mm. $ Caput et antennce fere ut in ^, spince metanoti validio- res, petioli nodus 1. superne trapezoideus, antice latior quam postice, circiter dimidio latior quam longior. Alce fuscatce. Long. 2 mm. Bolivia; cantoni di Coroico e Chilumani-Yungas (Balzan); un esemplare ^ ^^ Salinas sul Beni è un poco più piccolo, ma non altrimenti differente. Anno XXVI. 15 — 218 — Rhopalolhrix Batesi n. sp., tav. 1, fig. 11. y Fusco-nigra, flagello, geniculis tarsisque ferì'ugineis, ojjcica^ 2)r(ecedenti simillima, sed major, capite minus convexo, vertice medio impresso, scapis mimis dilatatis, peduncido paulo latiore, nodi primi angulis anticis minus rotundatis distinguenda. Long. 2 'I2 mm. Amazouas un esemplare. XV. Note sugli Attlni. Col nome di Attinia il Forel designa un gruppo naturale proprio della fauna neotropica e costituito dai generi mangia- tori e coltivatori di funghi: Atta, Sericomyrmex, Apterostigma, Myrmicocrypta e Cyphomyrmeoc. Geneee atta Fabe. In un recente lavoro, di cui, per cortesia dell'autore ho d'innanzi le bozze di stampa, il Forel (1) critica in alcuni punti il Catalogus Hymenopterorum del v. Dalla Torre. Sic- come la parte sinonimica di quel catalogo è in massima parte opera mia, devo assumerne la responsabilità nel bene e nel male. Riconosco dunque giustificate le critiche riguardanti la sino- nimia àeWAtta coronata ed io stesso avrò a modificare quella dell'^. octospinosa. Non posso invece accettare il rimj)rovero di aver ritenuto come specie distinta VA. laevigata F. Sm., perchè la nota a pag. 164 la riferisce come razza all'^. sexdens. (1) Noto sur Ics Attilli; in: Ann. Soc. eniom. Belgiiiue, XXXVII, 1893, p. 587 e seg. — 219 — Dopo ciò, devo fare al Forel un appunto molto più grave: quello di avere affatto sconosciuta la vera Atta octospmosa Eeich {hystrix Latr.), pur avendola d'innanzi a se, e di averla descritta come nuova, col nome di A. Giintheri, mentre, sotto il nome di octosjìinosa, descrive una forma australe ch'egli stesso aveva in un lavoro precedente (1) designato col nome di A. hystrix, errore allora quasi inevitabile per difetto di ma- teriale; e nel quale anch' io (2) sono caduto. La descrizione di Latreille non lascia alcun dubbio circa la specie di cui fece il tipo della sua Formica hystrix e alla quale, meglio che ad altre, si applica la breve diagnosi di Olivier, cui Eeich appic- cicava il nome di octospinosa. I due autori ebbero in vista esem]3lari di Cayenne, ed io ho d'innanzi alcune y e $ della medesima provenienza. La Formica hystrix di Fabricio (3) è una $ alata ed è cer- tamente differente dalla specie omonima di Latreille e anche da quella di Forel, con la quale ultima ha comune il colore oscuro, mentre la statura che l'entomologo danese qualifica di parva, non conviene certamente alla $ di nessuna delle due specie. La descrizione delV Oecodoma hystrix di Lepelletier è una trascrizione quasi testuale di quella di Latreille. Delle specie enumerate dallo Smith nel Catalogo del Museo Britannico (4), non saprei a quale forma riferire la Oecodoma hystrix, troppo brevemente descritta e male figurata. La Oe. ru- gosa (palUdaf) pare una buona specie. Oe. aspersa è troppo piccola (3 'I2 lin.) per potersi riferire all'^. octospinosa Reich o alla specie designata con questo nome dal Forel. Invece, la descrizione piuttosto buona dell' Oe. nigra conviene esattamente (1) Etudes myrmécologiqueg en 1884, in: Bull. Soc. Vaudoise Se. nat. (2) XX. p. 355. (2) Bullett. Soc. entom. Italiana, XIX, 1887, p. 357. In questo lavoro ho confuso di- verse forme e descritto un q clie certamente appartiene ad altra specie. (3) Sì/stema piezatorum, 1804, p. 414. (4) Catalogne ofhymenox>t. insects in the collection of the British Museum. Part. VI. Formicidae, 1858. — 220 — ad una $ di S. Catliarina mandatami dal Forel come tÌ230 della sua octospinosa. Do]DO questa discussione, la sinonimia delle varie forme de- signate a torto o a ragione degli autori coi nomi di octospinosa 0 di hystrix sarebbe la seguente, nella quale non ho citato quelli autori che hanno semplicemente nominato VAtta hystrix^ senza descriverla in alcun modo (1). Atta {Acromyrmex) octospinosa Eeich. Forvnica octospinosa Reich, 1792. Formica hystrix I.atreille 1802. Oecodoma hystrix Lepelletier, 1836. Atta {Acromyì-i.iex) Gilnthcri Forel 1893. Atta (Acromyrmex) nigra F. Sm. Oecodoma nigra F. Smith, 1858. Atta (Acroìnyrmex) hystrix Forel 1884. — — — Emery, 1887 [^ pars, nec Q ]. — — — Moller (2) 1893. — — octospino-a Forel, 1893. Atta {Acromyrmex?) hystrix F. (3). Formica hystrix Fahricius, 1804. Nel suo ultimo lavoro, il Forel istituisce nel genere Atta alcuni nuovi sottogeneri. Di questi, il più distinto è Mycoce- purus che meriterebbe forse di essere elevato al rango di ge- nere; ma di questo si potrà meglio giudicare, quando si cono- sceranno le forme alate. Anche il sottogenere Trachymyrmex è un gruppo ben caratterizzato, benché, per la struttura del (1) Cosi Matr in: Novara-Reise, e Haliday in: Trans. Linnean Soc. 1837. (2) Die Pilzgiirten einiger Sudamerikanischer Ameisen. Jena 1893. (3) È incerto so questa forma appartenga al sottogenere Acromyrmex; potrebbe pure essere un Trachymynitex. Lo stesso dicasi delV Oecodoma aspersa F. Sm. — 221 — capo, VAtta Saussurei faccia passaggio agli Acromyvmex. Più debole di tutti mi pare il sottogenere Móìlerius, basato su ca- ratteri morfologici e biologici assai lievi, e questi ultimi in- certi, perchè non si sa nulla della biologia di una delle due specie. A voler seguire questo sistema di sminuzzamento, bi- sognerebbe istituire ancora un altro sottogenere per VAtta striata Rog., tanto diversa dagli altri Acromyrmex per la sua scultura. Sebbene da qualclie tempo io vada raccogliendo materiali per una revisione delle Atta^ pure non voglio ancora accingermi a questo lavoro, desiderando completare maggiormente le mie serie. Descriverò soltanto le forme seguenti del sottogenere TracJiymyrm ex. Atta (Trachymyrmex) farinosa n. sp. 5 Ohscure ferruginea, opaca, piìis hrevihus uncinatis et squamulis albidis mimitissimis conspersa. Caput tuherculis acutis hirtum^ laminis frontalibus inter se distantihus, tnargine denti' culata^ antice lobo rotundato, usqiie ad angulos capitis prolun- gatis ibique cum carinis prmocularibus subrectis arcuatim conjun- ctis, sulco verticis distincto et utrinque carina marginato, ocidis depressisi a7ite?inarum scapo angidum occipitis haud superante^ mandibidis loìvibus, basi striatulis. Thorax proìioto superne spinis lateralibus majoribus, in medio dentibus minutis, mesonofo 4-spinoso, spiìiis aìiticis majoribus, posticis minoribus trifidis postice utrinque dente miìiuto^ metanoto basi ufritique denticu- lato, postice bispinoso^ spinis omnibus midtifidis, seu acute tu- berculatis. Abdomen pedmicidi segmento 1. postice dentibus plu- rimis acidis^ 2. mtdto latioì'e, transverse ovali, medio depresso, lateribus mtdtituberculato, seginento sequente permagno, superius depresso, lateribus compresso, postice subtruncato et bigibboso, superne viso stcbtrapezoideo, tuberculis hirto. Long. 4 '|, mm. Para; an esemplare raccolto dal sig. A. Schulz. — 222 — Specie singolarissima per la forma dell'addome e la strut- tura dei suoi peli. Questi sono di due specie: gli uni sono fortemente curvati ad uncino ed inseriti a mezz'altezza dei tu- bercoli dei quali il tegumento è irto; gli altri sono piccolis- sime squamette bianchicce, sparse negl'intervalli dei tubercoli e danno all'insetto un aspetto particolare, come se fosse co- sperso di farina; anche gli scapi e le zampe sono forniti di tubercoli e delle due qualità di peli. Le lamine frontali sono molto distanti fra loro, come nell'^. JJriclii Forel, molto più che nelle A. Saussurei e Sharpei Forel, anche più che nel- VA. Jheriìigi Emery. Lo scapo è meno lungo che nell'^. Uri- chi e non oltrepassa l'estremo della fossa antennale, la quale si estende fino all'angolo j)Osteriore del capo, pel prolungarsi indietro delle lamine frontali e delle carene preoculari. Le spine del torace sono ancora più scabre che nelle altre specie, cioè irte di tubercoli più alti e più acuti. L'addome ha una forma tutta speciale: il 3.° segmento (1.° dopo il peduncolo) involge quasi i segmenti seguenti ed ha una faccia superiore alquanto depressa e subtrapezoidea, due facce laterali legger- mente concave e separate dalla prima per un cercine forte- mente rotondato, terminato indietro da una gobba sporgente, una faccia posteriore o discendente convessa, e una faccia ven- trale egualmente convessa. La parte dorsale e la posteriore sono cosperse di grossi tubercoli, in parte uniti fra loro per mezzo di rughe elevate. Le facce laterali e la ventrale hanno tubercoli più piccoli e staccati. Atta (Trachymyrmex) Urichi Forel, 1893. Forel descrive questa specie sopra esemplari dell'isola di Trinidad. Una $ di Novo Friburgo (nello Stato di Rio Janeiro) mi sembra appartenere al tipo della specie. sottosp. fusca n. subsp. Istituisco questa sottospecie per due ^ del Matto Grosso, — 223 — i quali diiferiscono dal tipo pel colore quasi nero e per le spine meno sviluppate e meno scabre, caratteri questi che non mi sembrano sufficienti a giustificare una specie. JjAtta jamaicensis recentemente descritta da Er. André (Revue d'Entomologie, 1893) è molto vicina all' A. Urichi e forse non specificamente diversa. Genere SERICOMYRMEX Mayr. Questo genere è stato istituito dal Mayr sopra la sola $ della specie brasiliana S. opaciis. Più tardi, il Forel ha fatto conoscere un'altra specie del Messico, di cui descrive molto accuratamente la ^ , col nome di S. aztecus. Io ho d'in- nanzi un esemplare tipico di quest'ultimo proveniente dalla collezione de Saussure e due forme inedite di ^ che descri- verò comparativamente al S. aztecus. Le tre forme sono tanto affini fra loro, che, prescindendo dai punti segnalati nelle dia- gnosi, la descrizione di Porel conviene bene a tutte. Serìcomyrmex opacus ? Mayr. 5 S. azteco similUma, secl major, mandibuUs striatis, emi- nentiis thoracis ohtusiorihus et pedmiculi segmento 1. superne tuheribus duobus denti formìbus^ obtusis instructo agtioscenda. Long. 4 'I2 mm. Nichteroy (Rio Janeiro); un esemplare mi è stato mandato dal Padre E. Wasmann. Riferisco questa y, non senza dubbio, alla $ descritta da Mayr come tipo della specie: vi sono indotto dalla forma del peduncolo addominale e dalla provenienza, il tipo essendo stato raccolto a Rio Janeiro. Sericomyrmex Saussure! n. sp. 5 S. azteco proocima^ sed paulo major, mandibuUs striatis, pronoto ittrinque tubere majore, medio carina obsoleta instructo. — 224 — mesonoti eminentiis 4 multo majoribus, siibsjjiniformibus, actitis, metanoti parte basali utrinque carina postice in deìitem obtu- sum producta, pedunculi segmento 1. superne utrinque tuberculis nonnullis minutis agnoscenda. Long. 3 '|2-4 mm. Matto Grosso, raccolta dal sig. P. Gerraain. Geneee MYRMICOCRYPTA. F. Smith. Confrontando la $ che ho descritta al N.° IV di questi studi sotto il nome di Glyptomyrmex uncinatus Mayr con la descrizione che lo Smith dà della sua Myrmicocrypta squa- mosa, ho potuto convincermi dell'identità delle due forme. Il genere Glyptomyrmex Forel è dunque sinonimo di Myr- micocrypta, quest'ultimo essendo più antico (1860), e la specie uncinatus Mayr sinonimo di squamosa F. Sm. Geneee CYPHOMYRMEX Mayr. Sotto il nome di C. deformis F. Sm. vanno confuse nelle collezioni diverse forme, prescindendo dal C. Kirbyi Mayr già distinto e caratterizzato dal suo autore (1). Il primo errore ri- sale al Roger, che dichiarò il C. minutus Mayr sinonimo di deformis Sm. Anziché specie diverse credo dover ritenere quelle varie forme come sottospecie del C. rimosus Spin.; la sinoni- mia sarebbe dunque la seguente. Cyphomyrmex rimosus Spinola. typus. C. rimosus Spin. [Brasile, Bolivia, Paraguay]. Cryptocerus? rimosus Spinola 1851. Meranoplus difformts F. Smith 1858 [nec. Roger]. Cyphomyrmex deformi.-: Mayr 1887 [pars]. (1) Veggasi il quadro analitico del genere dato dal Mayr, noi suo lavoro intito- lato : Sudamcrikan/sche FormicidQìì, in: Verh. Zool. Bot. Gcs. Wien. 1886. 225 var. fuscus n. var, [S. Cathariiia] . siibsp. G. minutus Mayr [Antille, Cayenne, Amer. centr.] Cìjphomyr'inex minutus Mayr 18fi2. Catai'lacus deformis Roger 1863. Cyphomyrmex Steinheili Forel 1884. Cyphomyrìnex deformis Mayr 1886 [pars]. subsp. C. fransversus n. subsp. [Brasile: Matto Grosso]. C. rimosus Spin. tipo. La 5 ha il 2.° segmento del peduncolo poco più largo che lungo e le sporgenze del torace forti e acute, specialmente le punte laterali del pronoto. La forma del peduncolo è de- scritta esattamente da Smith, ed è quella sulla quale mi ap- poggio per stabilire la sinonimia del Mermiopltis difformis con la forma descritta da Spinola. Nella $ , il metanoto discende molto ripido e in linea quasi retta, se si guarda di profilo, ed è armato di un paio di piccoli denti o tubercoli ; il peduncolo è più largo che nella ^ . Nel (^, il capo è relativamente stretto, con gii angoli po- steriori acutissimi; il 2.° segmento del peduncolo ndeno di una volta e mezzo largo quanto è lungo. Questa è la forma la più generalmente diffusa. var. fuscus n. var. Una varietà di S. Catharina differisce pel colore tutto bruno nei tre sessi: mandibole, flagelli e arti- colazioni rossastre. Statura un poco più forte. sottospecie C. minutus Ma^a-. Nella 5 , il 2.° segmento del peduncolo è circa di metà più largo che lungo, e molto più largo del precedente che porta un nodo trasverso; questo è molto meno largo che nel C. trans- versus. I tubercoli sporgenti del torace sono meno forti e meno — 226 — acuti che nel tipo; la parte declive del metaiioto non lia denti notevoli. Non conosco la $ di questa forma. Nel (/*, di cui ho visto un esemplare di S. Tommaso e uno di Cayenne (comunicatomi dal Mayr), il capo è più largo che nel tipo, con gli angoli posteriori rotondati; il 2.° segmento del peduncolo è fortemente trasverso, più che 1 volta e 'I2 largo quanto è lungo. L'area geografica di questa specie pare circoscritta alle terre che circondano il mare delle Antille. sottospecie C. transversus n. subsp. La 5 rassomiglia molto alle precedenti, ma è distinta pel nodo del 1.° segmento del peduncolo fortemente trasverso più che 2 volte largo quanto è lungo; il 2.° segmento è anche più largo che nel C. minutus. Il metanoto offre, verso il terzo supe- riore della faccia declive, un dente ottuso, più o meno marcato, che non trovasi o è appena riconoscibile nelle altre forme. Nella $ , il metanoto è armato di due grandissimi denti compressi e ottusi ; il peduncolo, è ancora più largo che nella y . (^ ignoto. Non conosco che pochi esemplari del Matto Grosso, raccolti dal Sig. P. Germain. Cyphomyrmex bigibbosus n. sp. y Ferruginea, ahdomine óbscuriore, capite fusco^ opaca^ capite elongato, laminis frontalihus modice sinuatis, ad angidos capitis prominidos in carinas proiocidares arcuatim transeun- tibus, mandibidis elongatis, trigonis, 7-8 dentatis, antennarum scapo angidos capitis haud superante, pronoti angulis inferis acutis, tuberculo dorsali medio impari, mesonoto superne gibbe- ribus geminis prominentibus^ metanoto gibboso, nmtico, abdo- 227 minis segmento 1° nodo mx. elevato^ Jiaucl latiore quam longiore, 2° longiore quam latiore, anterius rotundato, convexo, postice impresso et ìdtubercutato^ 3° sine carinis. Long. 2 '|, mm. Para (A, Schulz) mi solo esemplare. Colorazione e pubescenza come nel O. rimosus; la forma del capo ricorda il C. Morschi, ma gli angoli posteriori sono più proeminenti, molto meno che nel C. auritus e, dietro l'oc- chio, i lati del capo offrono una sporgenza ottusa. Anche il torace offre una struttura intermedia tra i C. Morselli e au- ritus; gii angoli inferiori del pronoto sono acuti, come nel primo, e le sporgenze dorsali molto meno pronunziate che nel secondo; solo le gobbe anteriori del mesonoto sono poco meno alte e grosse che in questa specie, ma molto meno acuminate. Il peduncolo addominale è allungato, come nel C. auritus, però il 2,° segmento non ha doccia dorsale trascorrente ; esso è ro- tondato in avanti e, solo indietro, offre una profonda impres- sione fiancheggiata da due tubercoli sporgenti; il segmento seguente è rotondeggiante, senza solchi ne carene. XVI. Revisione delle specie neotropiche del genere Dolichoderus Lund. (Tavola 1, iig. 12-17) Le forme neotropiche di questo genere sono numerose e possono distribuirsi in tre gruppi. 1) Le tre specie più vistose, D. attelaòoides F., decoUatus F. Sm. e rugosus F. Sm. sono tra loro molto vicine e differi- scono da tutte le altre pel torace non marginato, allungato e stretto nel mezzo, col mesonoto subcilindrico, più lungo degli altri segmenti, il metanoto armato di due lunghe spine; la squama ha forma varia, ma non concava indietro. A questo gruppo che potrebbe essere innalzato al rango di sottogenere, col nome di Dolichoderus sensu stricto, appartiene pare una — 228 — specie molto più piccola {D. imitator n. sp.) il cui metanoto ha, invece di s]3Ìne, un paio di piccoli denti. 2) Un gruppo piuttosto numeroso ha gli angoli anteriori del pronoto prolungati in denti acuti o spine, il torace più o meno depresso, la squama convessa innanzi, concava o piatta indietro, e prolungata superiormente in lamina angolosa o in spina acuta. Anche questo gruppo è ben limitato e potrebbe costituire un sottogenere, col nome di Monacis Rog. Esso com- prende i: D. spinicoìlis Latr., septem spino sus n. sp., bispinosus, 01., mucroìiatus Rog., doloniger Rog., gagates Emery, debilis Emery, laminatus Mayr, ìamellosus Mayr, obscurus F. Sm. e ScJiuhi n. sp. 3) In un'altra serie, il dorso del torace è più o meno depresso, il pronoto e il mesonoto ordinariamente con margine laterale distinto, il pronoto senza angoli acuti, né denti o spine di sorta, il metanoto con spigolo sporgente tra la faccia ba- sale e la faccia discendente; la squama è convessa in avanti e concava indietro, con margine superiore tagliente, spesso prolungato in lamella ripiegata indietro e più o meno incisa o bidentata. Vi si riferiscono le specie seguenti: D. hidens L., gibbosus F. Sm. abruptus F. Sm. tirsus Mayr, lufosus F. Sm. e le nuove specie diversus, GliiUanii, analis e Germaim. Un'altra specie (D. lugens n. sp.) differisce dalle precedenti per la squama sjoessa, a facce parallele e margine superiore ro- tondato, e pel metanoto, le cui facce basale e discendente non sono separate da uno spigolo sporgente. Propongo di comprendere in un sottogenere HypocUnea Mayr tutte queste specie e quelle delle altre parti del mondo, che possono distribuirsi a loro volta in 3 gruppi ad un tempo geografici e sistematici. Le specie d'Australia hanno il torace non marginato, tal- volta armato di spine, con scultura ruvida a fossette, il meso- noto non gibboso, la squama spessa, con margine superiore ritondato, le tibie e gli sca2)i irti di peli: D. Doriae Emery, scabridus B-og., scrobiculatus Mayr, Kirbyi Lowne. — 229 — Quelle della regione indiana sono numerose e svariate, hanno il metanoto di rado spinoso, il pronoto per lo più de- presso e submarginato, il mesonoto generalmente gibboso e sporgente e, in qualche specie {cuspidatus^ furcifer)^ armato di appendici spiniformi. La squama ha forma varia, talvolta larga, piana, sottile e perfino bicuspide, altre volte spessa e nodi- forme, ma la sua faccia posteriore non è marcatamente con- cava e il suo margine superiore non è rivolto indietro come in molte forme neotropiche. Possono partirsi in due sotto- gruppi: a) con le tibie e gii scapi pelosi: D. bitubercuìatus Mayr, graciUpes Mayr, gracilis Motsch., semirugosuH Mayr, pa- fens Mayr, sulcaticeps Mayr, Beccarti Emery, b) con le tibie e gli scapi privi di peli ritti: couiger Mayr, cuspidatus F. Sm., fuvcifer Emery, gibbi fei- Emery, tuberifer Emery, Feai Emery, affinis Emery, Moggridgei Porel. La specie europea e quelle dell'America settentrionale sono fra loro molto vicine e, per l'abito e la forma della squama e del torace, si avvicinano più alle australiane che alle asia- tiche 0 alle neotropiche; non hanno peli sulle tibie e gli scapi: comprendono le forme seguenti: D. qiiadripunctatus L. con la sottospecie siòiricus Emery, Manae Forel, piinctulatus Mayr, Taschenbergi Mayr, plagiatus Mayr. SoTTOGENEEE DOLICHODERUS Lund (sensu stricto). Le due specie D. attelaboides e decollatus sono abbastanza note, perchè non vi sia d' uopo di ridescriverle. La prima è la più diffusa: da Cajenna, si estende lungo la costa del Bra- sile fino a Santa Catharina e risale il fiume delle Amazoni e i suoi affluenti. Balzan l'ha raccolto a Salinas sul Beni in Bo- livia. Il D. decollatus pare più localizzato: Smith lo descrive di Demerara (G-uiana), Mayr l'ha ricevuto dalla Nuova Gra- nata; gli esemplari che ho visto provenivano tutti dal Para. Il D. rugosus è molto meno noto. E facile a riconoscere — 230 — dalla statura più gracile, dalle spine del metanoto più lunghe e dritte, dal mesonoto armato inferiormente di una s]3Ìnetta, laddove le altre specie hanno soltanto un dente acuto. Il capo è più ristretto indietro che nel D. decollatus^ ma senza for- mare un collo; il peduncolo è molto stretto e allungato, senza nodo elevato. La scultura del capo e del torace è diversa, con le fossette molto più confluenti che nelle due specie precedenti, per cui i loro interstizii formano rughe sporgenti irregolari. Le zampe e antenne sono molto più lunghe e irte di lunghi peli neri. Il colore è nero uniforme, l'addome con pubescenza cinerea-olivastra a riflessi cangianti. La descrizione di Smith e le note di Mayr non lasciano alcun dubbio sull'esattezza della determinazione. Lungh. 10-12 mm.; femore post. 5,6; scapo 4,8. Smith descrisse la specie su esemplari dell'Amazonas. I miei esemplari sono stati raccolti da Balzan nella valle del Beni in Bolivia. D. ìmitator n. sp., tav. 1, %. 12. y GracilHma, obscure fusca, vel fusco-nigra, mcmdibìdarum margine, fiageUìs^ pedihus ahdommeque testaceis vel fusco-testa- ceis, ojjaca, ahdomine nitido^ ])arce pilosa et vix puhescens, tibiis et scapis sine pilis erectis^ capite thoraceque confertissime punc- tulatis^ capite foveolis discretis, thorace rugis irregidarihus sculpto, mesopleuris ex parte Icevibus, nitidis, metanoti parte declivi striata. Caput elongatuììi, postice angustatum^ foramine occipitali mar- ginato, oculis magnis, convexis, mandilmlis porrectis, triangida- ribus, margine acute multidentato, opacis. Thorax pronoto con- vexOj medio longitrorsum impresso, mesonoti aìigusti, subcylindrici margine infero antice posticeque denticido acuto instructo, me- tanoto gibboso, car inula transversa partem basalem a declivi separante, medio interrupta, utrinque in dentem obtusum pro- ducta. Abdominis petiolus transversim striatus, elongatus, pro- clivis, antice posticeque convexus, superne dentes binos, acufos — 231 — ferens. Pedes longissimi. Long. 6-7 mm. Caput. 1.6X1; sca- pus 2.2 ; femiir post. 3. $ Operaia} simillima, thorace aliter constructo, pronoto me- sonotoque foveoUs discretis sculptis^ metanoto latiore, carina transversa continua, dentibus obtusioriòus, mesonoti dente in- fero-antero spiniformi. Alce fuscescentes, costis et stigmate fusco- tesfaceis. Long. 7 mm. ? cf Quoad colorem et sculpturam fmmince similis; capitis forma propter oculos maximos valde convexos diversa, mandi- hulis similiter opacis et multidenticulatis, scapo ocellos pares attingente, quarta parte flagelli suhmquali, thorace mutico, pe- duncido postice planato, antice longitrorsuin convexo^ transverse concavo, superne cìnargiìiato, antice posticeque tranversim striato, lateribus rugoso. Alce ut in $ . Long. 7 mm. Para 5 ? (de Mathan, Scliulz); Bolivia ^ ? cf (Balzan). Uno degli esemplari raccolti dal sig. Schulz trovavasi in un cartoccino insieme con esemplari deW AnocJietus bispinosus F. Sm. cui rassomiglia singolarmente nella forma del torace e della squama e per la scultura di queste parti. È probabilmente un vero caso di mimetismo. Non sono ben certo che il ^ appar- tenga alla medesima specie, cosa però assai probabile. La figura mi dispenserà da più lunga descrizione di questa forma molto singolare e ben definita. SOTTOGENEEE MONACIS Eog. Dolichoderus septemspinosus n. sp. 5 Picea, opaca^ mandibulis, flagellis et articulationibus ob- scure rufescentibus , griseo pubescens, vix pilosa, creberrime punctulata, capite thoraceque prceterea foveolato-punctatis, tho- race sexspiìioso^ scilicet pronoto spina utrinque longa, obliqua, acutissima, mesonoto spinis bì'evibus, erectis, miìius acutis, meta- — 232 — noto spinis longiorihus qiiam mesonoti, obliquis, validis, acutis, abdominis petioU squama superne cum spina subtili, acutissima, segmento sequeìite basi foveolato. Long. 3 '|.j-4 mm. Para; due esemplari raccolti dal sig. A. Schulz mi giun- sero dopo che le mie tavole erano già incise;, per cui non ho potuto darne la figura. E il più spinoso del genere e si avvicina ai D. bispinosus e spiìiicollis, dai quali diiferisce pertanto nel numero e nella disposizione delle spine e nella statura più gracile. Le spine del pronoto sono dirette quasi come nel D. bispinosus^ ma sono ancora più sottili; al posto dei denti del mesonoto e del metanoto che si vedono nel D. spinicollis, la nuova specie ha delle sigine ben sviluppate, benché meno lunghe e meno acute di quelle del pronoto. La scultura è pure speciale e ricorda quella del D. quadripunctatus; i peli ritti sono scarsissimi e mancano affatto sulle zampe. D. bispinosus 01. nypocUaea vestita JMayr 1802 Q. La descrizione dell' Hypoclinea vestita Mayr conviene per- fettamente alle 5 del D. bispinosus e perciò quella specie cade in sinonimia. D. laminatus Mayr. sottosp. luteiventris n. subsp. Para (A. Schulz). Diiferisce dalla forma descritta da Mayr per la grandezza minore (5 mm) la scultura del pronoto che offre distinte rughe longitudinali e il colore dell'addome pro- priamente detto che è testaceo chiaro, coi margini dei segmenti più o meno affumicati. 233 D. lameliosus Mayr. È una specie piuttosto diffusa; Mayr la descrisse sopra una $ della Nuova Granata. Io ne ho d' innanzi parecchie 5 e $ di Costa Rica, del Para e della Bolivia. Quelle del Para sono le più piccole e non oltrepassano 8 mm.; quelle di Costa Rica sono più grandi (fino a 4 ^\., mm). Il colore delle zampe è va- riabile, la scultura corrisponde bene alla descrizione di Mayr. Nella ^ , il torace è marginato sui lati, il pronoto trasverso, con gli angoli anteriori sporgenti a foggia di dente acuto; il mesonoto è trasversalmente ovale ed è diviso dal metanoto, molto più stretto di esso, mediante una impressione profonda. Il dorso del metanoto offre una linea mediana più levigata e debolmente elevata; la lamina sporgente che lo termina indietro e lo separa della faccia discendente è meno sottile e meno ta- gliente che nel D. laminatus, meno marcatamente biloba che nella rispettiva $. Squama e scultura come nella $, La Formica ohsciira F. Sm. mi sembra molto affine a questa specie e n'ò forse una varietà o sottospecie di maggiore statura. D. Schuizi n. sp. 5 Nigra, subo^aca, abdomine nitido^ mandibidis^ flagelUs^ tro- chantenbus, genubus, tibiis tarsisque magis minusve ferrugineis, parce pilosa, scapis fibnsque sine pilts, albido picbescens; caput et thorax subtilissime punctulata et punctis foveiformibus dispersis scidpta, kic suturis prcesertim mesometanotali impressis, pronoto transverso, angulis anticis acute denti formibus, mesonoto tran- sversivfi ovali, metanoti parte basali postice in laminam acutam aliquantum rotundatam producto; abdominis albido pruinoso-pube- scentis squama superne haud crassa, antice convexa, postice vix concava, superne in spinulam, brevem, acutam producta. Long. 3-3 'I3 mm. Para, raccolta dal sig. Albert Schulz. Anno XXVI. 16 — 234 — Per la forma del corsaletto si avvicina al D. lamellosus, ma il margine posteriore del metanoto forma una lamina un poco meno sporgente, meno rivolta in su e semplicemente ri- tondata, non incisa nel mezzo. La squama ha pressoché la stessa forma come nei D. gagates e dehilis, cioè porta al suo margine superiore un piccolo dente o una spinetta brevissima e acuta. La scultura del capo consiste di una punteggiatura fittissima e sottile, sulla quale sono impresse delle fossette poco ^Ji'ofonde, il cui fondo è parimente punteggiato; cosi è scolpito anche il clipeo; le mandibole sono lucide, senza grossi punti. La scultura del torace rassomiglia a quella del capo, ma le fossette sono più piccole, e più rade; la faccia discen- dente dal metanoto è trasversalmente rugulosa, il peduncolo e l'addome sono quasi lucidi e sottilissimamente punteggiati, con pubescenza poco abbondante bianco-giallognola. SoTTOGENEEE HYPOCLINEA Mayr. D. bidens L. Tav. 1, fìg. 13. Formica bidens Liiinó 1758 tt. Formica perditor Fabricius 1804 tt. Dolichoderus auromucuìatus Forel 1884 O. Riferisco a questa specie una forma che ebbi di Cajenua e di Trinidad sotto questo nome dal Forel e che ho pure ri- cevuta dal Para. Conviene bene con la descrizione che Roger dà del suo sinonimo la Formica perditor Pab. Differisce dalle forme affini gibbosus e aualis pel capo meno largo e più ri- stretto indietro, la cui scultura consiste in una fittissima pun- teggiatura fondamentale, sulla quale si staccano nettamente delle fossette rotonde, più distinte e numerose sui lati; pel to- race più fortemente impresso fra mesonoto e metanoto (veg- gansi le figure) e questo più incavato indietro, per ricevere la squama che è a sua volta più bassa e grossa e più con- — 235 — vessa in avanti, terminata superiormente da due denti rivolti alquanto indietro. Il colore è bruno, quasi nero, con le man- dibole, i flagelli, e le zampe ferruginei, l'addome più o meno indistintamente macchiato di rosso cupo. Gli esemplari di Tri- nidad sono più piccoli e più chiari. Una 5 -11 mm. È specie molto diffusa: ne ho veduto esemplari del Paràj del Perù, della Bolivia e del Venezuela. La sua area geogra- fica corrisponde probabilmente al bacino dell'Amazone e dei suoi afEuenti. Si avvicina molto alla precedente di cui la riterrei semplice sottospecie, se non fosse tanto costante nei suoi ca- ratteri di forma e di colore. L'ho designata a torto col nome di D. gibbosus nella mia nota sulle formiche raccolte da E. Si- mon nel Venezuela. D. abruptus F. Sm. Para, Cumbase nel Perù, Valle del Beni in Bolivia. Anche questa specie pare diffusa in tutto il bacino dell'Amazone. Ne devo l'identificazione al sig. W. F. Kirby, il quale ha avuto la cortesia di confrontare i miei esemplari coi tipi esistenti nel Museo Britannico. Rassomiglia molto alla specie precedente per la forma, ma è tutta testacea e lucida, con gli scapi, le tibie e l'addome spesso più scuri, irta di lunghi peli, quelli del margine esten- sorio delle tibie e dei tarsi formanti una lunga frangia; la pubescenza è scarsa; il capo ha moltissimi punti piligeri, che sono più radi sul torace. — 237 — Lunghezza 6 7., — 8 % mm.; capo 1,7 X 1,7 — 2,3 ;( 2,2. Il colore, la lucentezza, i lunghi peli fanno distinguere facil- mente questa specie dalle precedenti cui si avvicina j^er la forma del capo, del torace e della squama; quest'ultima però è alquanto variabile, talvolta terminata da due denti acuti, tal altra appena incisa all'apice. Anche la scultura varia: nei grandi esemplari, il capo e il mesonoto hanno punti piligeri più numerosi, con una fina punteggiatura fondamentale distinta, e la loro superfìcie è quasi opaca; nei più piccoli, i punti pi- ligeri sono più scarsi e più piccoli, e la punteggiatura fonda- mentale indistinta, per cui la superfìcie di queste parti rimane più lucida. Conosco soltanto l'operaia. La Htjpoclinea nrsii)> Mayr, istituita sopra un esemplare 9 di Quito mi sembra molto affine a questa specie da cui diffe- risce per la scultura e la forma della squama, se pure questi non siano caratteri propri della $. D. diversus u. sp. n. ahruptus Mayr in: Sitz. Ber. Akad. Wien 1870. [nec Sm.]. La specie della Nuova Granata attribuita dal Mayr alla Formica ahriipta F. Sm., e descritta sotto quel nome è diversa dalla precedente, almeno pel colore e la forma della squama: il suo nome deve perciò essere mutato. D. Germaini n. sp. 5 Nigra, opaca, ahdomine subnitido, mandibiilis, pleuris, pedunculo, femoribus, excepto apice et tarsorum articulis ex- tremis^ ferrugineis^ vix pubescens, copiose breviter pilosa, capite subcordi formi, thorace obtuse marginato, dorso pronoti mutici mesonotique subplano, sutura mesometanotali profunde impressa, metanoto postice truncato, carina acuta, medio sinuata, partem basalem subplanam a declivi concava separante, peduncuU squama postice concava, alta, Jiaud crassa, margine supero — 238 — acuto, jjlenimque emarginato; capite thoraceque punctulatis et jjunctis foveiformibus piligeris in capite discretis, in thorace confluentibus sculptis, abdomiìie subtilissime ruguloso et tiSer- culis minutis piligeris, scapis tibiisque hreviter piìosis. Long. 5-6 ' 2 mni.; caput 1.7x1-5. Matto Grosso (P. G-ermain). È vicina alle precedenti, ma ben distinta per la statura minore e la colorazione. I peli ritti sono molto più brevi che nelle altre specie, la pubescenza, scarsa sul capo e sul torace, scarsissima sull'addome, di cui rimane scoperta la superficie finissimamente striolata e alquanto lucida. La scultura del capo consiste in una punteggiatura fondamentale fittissima, sparsa di punti foveiformi piccoli e spaziati a fondo punteggiato; lo stesso tipo di punteggiatura si estende, alquanto modificato, al clipeo e alle mandibole. Sul dorso del torace, i punti fovei- formi sono più numerosi e alquanto confluenti; sono invece scarsissimi sulla parte superiore delle pleure e mancano nella parte inferiore delle propleure e metopleure che è lucido. La faccia discendente del metanoto e il peduncolo sono finamente striati trasversalmente. D. Ghilianii n. sp., tav. 1, fig. 15. 5 Elongata, longe pilosa, tibiis pilosis, vix pubescens, testa- cea., subnitida, scapis abdomineque nitidis, fuscis; capite elon- gato-ovato, thoracis sutura meso-metanotali haud profunde im- pressa, pronoto utrinque obtuse angulato, metanoto longiore quam latiore, inter partem basalem et declivem lamina brevi, obliqua, utrinque acute angulata, parte basali antice haud ele- vata, declivi subrecta, squama antice convexa, postice subplana, apice obtuse acuminata. Long. 4-4 %; caput l.XO-8* Para (Schulz); Matto Grosso (Germain). A primo aspetto, per grandezza e colorazione ricorda il ^ 239 — D. lufosus, ne differisce per la forma più svelta, il capo allun- gato, regolarmente ovale, il torace più stretto, col pronoto di- stintamente marginato e formante in ciascun lato un angolo ottuso evidente; la sutura tra mesonoto e metanoto è meno profonda, perchè la base del metanoto non si eleva notevol- mente al disopra di essa, il limite tra la faccia basale e la faccia discendente del metanoto è segnato da una lamina obli- quamente ascendente, tagliente e terminata in ciascun lato da angolo marcato (si confrontino le figure 15 e 16). La scultura è più superficiale che nel D. lufosnSj per cui il corpo è più lu- cido. I peli ritti sono più numerosi e anche le tibie hanno peli lunghi obliquamente staccati; gli scapi hanno solo abbondante pubescenza staccata o tutt' al più qualche breve setola obliqua. D. lugens n. sp., tav. 1, fig. 17. 5 Fusco-nigra, mandihulis tarsìsque fusco-ferrugmeis^ opaca, e onf ertissime punctata, hreviter pilosa (scapis tihiisque pilosis) et pubescens, ahdomine griseo sericeo. Corpore valido^ capite subcordato, pronoto vix obtusissime marginato, mesonoto subro- tiindo, sutura meso-metanotali profunde impressa, metanoto inter partem basalem et declivem utrinque tuberculo obtuso^ inter ìios sine margine acuto; squama crassa, superne margine ro- tundato, antice posticeque subplana. Long. 7 '.,-8';. mm. Ca- put 1.7X1-8- Salinas sul Beni in Bolivia (Balzan). E facile a riconoscere fra tutte le forme americane del ge- nere per la figura della squama che è spessa, a facce subpa- rallele, con margine superiore grosso e rotondato. Anche il profilo del torace in cui le due facce basale e discendente del metanoto formano fra loro un angolo ottuso e fortemente smus- sato, senza carena ne spigolo distinto è affatto caratteristico. — 240 — SPIEGAZIONE DELLE FIGURE Tavola I. Fig. 1. Typhlomyrniex Rogenìioferi Mayr. tt; peduncolo. » 2. — pusillus Em. O; peduncolo. » 3. Iridomyrmex subsp. angulatus Em. H; profilo del torace. » 4. Camponotus lancifer Em.; ^ profilo del torace e del peduncolo. » 5. Strumigcnys Alberti Forel O; capo. » 6. — Margaritae Forel O; capo. » 7. — Schulzi Em. tt; capo. » 8. — fusca Em. W; capo. » 9. — saliens, subsp, procera Em. O; capo. » 10. Rhopalothrix Balzani Em. H; capo. » 11. — Batesi Em. tt; capo. » 12. Dolichoderus imitator Em. tt di profilo. » 13. — bidens L. tt; profilo del torace e peduncolo. > 14. — gibbosus F. Sm. ^; profilo del torace e peduncolo. » 15. — Ghilianii Em. ^; profilo del torace e peduncolo. » 16. — lutosus F. Sm. Ò; profilo del torace e peduncolo. » 17. — lugens Em. K; profilo del torace e peduncolo. ■» 18. Macromi'scha pastinifera Em. ^; profilo del torace e addome. Tavola II. Fig. 1. Evi fon Iv.canoides Em. 1JL\ capo. » 2. a-jf, £". hamatum L. mandibole di una serie di esemplari, per mostrare il graduale passaggio dagli individui con mandibole uncinate alle piccole W con mandibole trigone. Tutte queste figure disegnate con ingrandimento uniforme. Le e, e', sono vedute diverse della stessa mandibola, la forma della punta essendo meglio dimostrata dalla e'; cosi anche le e, e', che rappresentano la stessa mandibola d'innanzi e di fianco. » 3. a-f. E. Foreli Mayr; serie di mandibole di diversi esemplari. » 4. a-e. E. quadriglnme Halid; serie come sopra. » 5. E. vagans 01.; a, mandibola di un soldato; b, e, mandibole di due ^ maggiormente ingrandite. » 6. E. Roger/ Dalla Torre: a, mandibola di un soldato; b, mandibola di ^ maggiormente ingrandita. » 7. E. rapax F. Sm.: a, mandibola di grandissimo esemplare; 6, di esem- plare mezzano. » 8. E. crassicorne F. Sm.: a, mandibola di grandissimo esemplare del Matto Grosso con punta allungata; b-d, di diverse ^ del Paraguay. » 9. E. ornnivorvm 01.: a, mandibola di grandissimo esemplare di S. Catha- rina, col capo largo 4 'A. nim.; b, di esemplare con capo largo 2 mm.; e, larghezza del capo 1 mm.; d, piccolo individuo. — 241 — Fig. 10. E. praedator F. Sm. a-d, mandibole di una serie di esemplari di varie grandezze. » 11. Clie.liomyrmex Norton i Mayr. Mandibole del soldato (esemplare messicano). Tavola ITI. Fig. 1. Cryptocerus multlspinus Eni. ^. » 2. — cordatus F. Sm. ^. 3. - _ _ 5. » 4. — laminatxis F. Sm. 1f^. » 5. — spinosus Mayr, tt. » 6. — angustvs Mayr, "2^ col capo abbassato. » 7. — — — !^ capo e pronoto di prospetto. 8. - — — $• » 9. — — — 0 capo. » 10. — striai iventris Em. ^ col capo abbassato. » 11. — — — "ìf. capo e pronoto di prospetto. » 12. — _ _ ^. » 13. — Jhrringi Em. ^. » 14. — _ _ ^. » 15. — Targionii Eni. ^ co\ capo abbassato. )» 16. — — — If. capo di prospetto. » 17. — dentlcv.latus Em. H. Tavola IV. Fig. 18. Cryptocervs maculatus F. Sm. '2JL col capo abbassato. » 19. — — — 1^ capo e pronoto di prospetto. » 20. — _ _ ^. » 21. — _ _ ^. » 22. — grandinosus F. Sm. ^ col capo abbassato. » 23. — — — ^ capo di prospetto. » 24. — _ _ y. » 25. — -9 capo. » 26. — ^2 utietanoto e peduncolo. » 27. — Klugii Em. Q col capo abbassato. » 28. — — — O capo e pronoto di prospetto. » 29. — pallens Klug If. col capo abbassato. » 30. — — — ^ capo e pronoto di prospetto. La punteggiatura è disegnata soltanto nella metà destra della figura. * 31. - _ _ ^. » 32. — — — 0. La punteggiatura è disegnata solo nella metà destra del capo. » 33. — varians F. Sm. H. » 34. — setulifer Em. tt. » 35. — — — p col capo abbassato. » 36. — — — Ó capo di prospetto. » 37. — — — Ó capo di fianco. — 242 IDott. IVEARIO BEZZI Sulle specie italiane del gen. PELETERIA R. D.; B. B. Una certa qual confusione regna ancora nella ditterologia europea^ rapporto a quelle grosse e rimarchevoli specie di Tacbinarii che si rag- gruppano intorno agli antichi generi Echinomyia e Micropalpus. Di questo la maggior causa va ricercata nella ambiguità delle descrizioni del Robineau-Desvoidy e in quella di poco minore che si riscontra nei lavori del Macquart; ambiguità del tutto non rimediata né dal Meigen, né dallo Zetterstedt, né dallo Schiner, né dal Rondani, in causa del poco materiale di cui poterono disporre in proposito. 11 numero delle specie europee attualmente deeci^itte in questi generi è grandissimo, tanto che ne risulta una sinonimia delle più intricate; nel presente lavoro io cerco appunto di dipanarne una piccola parte, quella precisamente che si riferisce al gen. Peleteria R. D.; finora quasi sem- pre unito al gen. Tachina (Mgn.) B. B. {rz: Echinomyia p. auct.). Il gen. Peleteria venne fondato nel 1830 dal Robineau-Desvoidy a p. 39 del suo « Essai sur les Myodaires *, per tre specie esotiche e una siciliana, con caratteri desunti solo dalla forma delle antenne, e non aventi nulla in comune con quelli che gli si assegnarono in seguito. Nel 1844 lo stesso autore [Ann. soc. ent. Frane. (2) II, p. 9-10) lo ri- formò mantenendolo sempre nella sua sezione delle Macromydoe, per una specie dei dintorni di Parigi, già prima descritta, ma non potuta mettere in questo genere perchè mancante di antenne; i caratteri che allora ne dava erano pressappoco gli stessi, cioè i seguenti: « Le troi- sième article antennaire en téle de marieau; les deux premiers arti- cles du chéte égaux. Corps cylindri forme. » Da ciò si vede il loro poco — 243 — valore, per cui il genere non fu accolto da nessun autore, nemmeno dal Macquart, che pure dapprima [Suii. à Buffon, II, 1835, p. 78) l'aveva ritenuto almeno come un sottogenere. Assai meglio caratterizzato, ma sotto un aspetto tutto diverso, tro- viamo questo genere a pag. 613 e segg. del I. volume dell'opera postu- ma (1) dello stesso Robineau-Desvoidy. Quivi l'autore lo pone in testa della sua tribù delle Echinomydce, nella prima sezione distinta da: « des Cils optiqiies recourhés en devant sur les coté-i du Front du Male », e lo caratterizza come segue: < Cils optiques sur le Male. Le troisième article des antennes subarrondie ou en téle de 'inarleau. Deux à trois Cils raides au bas du bord interne des Yeucc. Point de Cils apicaux sur le premier segment de l'abdomen. » Come specie tipica mette la Tachina prompta del Meigen, e descrive 1 1 specie, di cui 4 esotiche. Bisogna riconoscere che questi caratteri sono bene indicati, costanti e facili a riscontrarsi; pure (forse in causa dell'ostracismo a cui fu condan- nato il lavoro del povero Robineau) (2) il genere non fu accolto da nes- suno (3;. Il Kowarz nel 1885 [Wien. ent. Zeit. IV, p. 52) descrivendo il suo nuovo genere Mikia, divide il gen. Echinomyia in 4 sottogeneri, di cui uno è il Peleteria R. D., che così caratterizza: « Gesicht am Augen- rande mit 2-3 schwarzen Borslen (sp. typ. P. tessellata F.). » Anche lo Stein (Entom. Nachricht. 1888, p. 18) tratta diffusamente di questo sottogenere. Solo recentemente nelle monografie dei signori Brauer e Bergenstamm sui ditteri del Museo di Vienna (4), troviamo questo genere riammesso di nuovo come tale cogli stessi caratteri assegnatigli nel 1863 dal R. Desvoidy. I succitati autori nella prima parte del loro lavoro a pa- gina 64 (132) lo mettono nel loro XXXI gruppo Tachinidce, caratteriz- zandolo brevemente così. « cf und $ mit zioei Orbilalborsten. Wangen mit 2-3 làngeren Borsten unten », e nella figura 239 rappresentano il (1) Histoire natureUe des Dlpteres des environs de Paris. — 2 voi. Paris, 1863. (2) Vedere quanto dice in proposito il signor C. E. Osten-Sacken a p. 380-386 della Beri. ent. Zeitschr. 1893, H. 4. (3) Mi pare inutile ricordare come nel 1864 il Lioy (Atti Istit. ven. IX-X, p. 1336) descriveva questo genere coi soliti caratteri delle antenne, presi a prestito dal Mac- quart; vedi in proposito J. Mik, Entom. NacliricM. XII, 1886, p. 321. (4) Vorarbeiten zu einer Monographie der Muscaria scliizometopa (excl. Antìio- myidae). Denkschr. Wien. Akad. Wiss. I, 1889; II, 1891; III, 1893. — 244 — capo della specie tipica, P. tessellata F. Nella terza parte a p. 58 (146) ancora lo caratterizzano cosi: « setoe arbitales utrvusque sexus uirinque dum. Gence infì-a setis longis erassis dualus ad tribus. » Preso in questo senso, corrisponde perfettamente alla sezione AA del gen, Echinomyia a p. 49-50 del III volume del 'Prodromo del nostro Rondani, ossia comprende quelle specie che differiscono dalle Tachina s. str.. per presentare le guancie fornite di setole. Ad alcuno potrà quindi sembrare che si dia troppa importanza a questo carattere, elevandolo alla dignità di generico; e così sarebbe invero se di pari passo con esso non andassero parecchi altri caratteri di non dubbia importanza, anche oltre quelli indicati dal Robineau-Desvoidy. Primo fra questi parmi si debba collocare la mancanza delle setole occellari (1), caratteie importantissimo, rilevato già dal Rondani per al- cune sue Masicera, accolto in certi casi come generico dagli stessi Bra- uer e Bergenstamra, e per le Peleteria fatto rimarcare pel primo dal signor Stein 1 e. (2). In secondo luogo abbiamo la costante mancanza di macrochete marginali dorsali sul primo segmento dell'addome (3) non che certe particolarità aberranti nella forma del corpo, nelle macrochete discoidali, nei distintivi sessuali, nello sviluppo dei palpi, che farò rimar- care in seguito e che possono servire benissimo alla formazione di nuovi generi o sottogeneri. La diagnosi generica sarebbe perciò la seguente: Gen. PELETERIA R. D.; B. B. Corpus plerumque rotundaium. raro rotundato-elon galum vel cy- lindricum. Caput fronte in lUroque sexu latitudine parimi diversa; (1) Sono quelle macrocliete che, in numero di due e rivolte per lo più in avanti (nelle Gontae all' indietro) si trovano fra il triangolo formato sul vertice dagli oc- celli. Il Macquart (che credeva non mancassero mai) le chiamava soies stemmatiques (1845); il Rondani setae ocellares (1861); l'Osten-Sacken (1881) ocellar (pair of) bristles; Brauer e Bergenstamm (1889) Ocellar-borsten. Dalla citata fig. 2B9, della tav. IX del lavoro di questi ultimi autori si rileva benissimo la loro mancanza; sono invece a torto rappresentate nella fig. 243 (^Cupliocera ruflcornis). (2) Giova ricordare che già prima (1881) il Portschisky nelle descrizioni di parec- chie sue Echinomie faceva rilevare assai bene la concomitanza delle setole delle guancie coU'assenza delle setole degli oceelli. (3) Questo carattere (già indicato dal Desvoidy) è diviso col gen. Fahricia; fareb- bero eccezione solo le Tachina s. str. Strohelii Eond. e Rondanii Giglio-Tos, che mancano di dette setole. — 245 — acuii nudi; proboscis elongata et exilis; palpi fìliformes saepe abbre- viati vel exiliores, ad apicem non dilatati; antennae articulo tertio se- cundo breviore, raro subaequale, rotundato vel ovato; arista articulis basalibns distinctis; setae ocellares nullae; setae orbitales '2-4 in utroque sexu; genae setis 2-4 sub ociilis praeditae. Thorax, scutellum, calyptra et alae fere ut in Tachina sensu-strictu; thoracis setae ponesuturales 3 vel 4. Abdoìnen ovatum vel cylindrico-elongatum, globosum vel de- pressum, pilis ìongioribus inter macrochoetas destitutum; setis margi- nalibus segmenti primi semper nullis, ad latera tantum praesentes; ra- rissimo setis discoidalibus quoque, insfructunn (subg. Popelia niibi); in segmento seciindo duo vel amp/ius; in terlio seriem continvotam effl.- cientes. Pedes validi setosi, puloillis et uncis tarsorimi in (^ majori- bus; uncis in eodem se.vu non obtruncatis: tarsis anteriorilms in $ dilatatis, saltem articuli intermedii aeque lati oc longi, sed saepius latiores quam longi; rarissimo pulvilli et un.ci in utroque sexu aeque parvi, et tunc tarsi antici in 5 minime dilatati (Subg. Sphyrocera mihi). Color es corporis ex ni grò et testaceo vel rnfo variati^ raro albomican- tes in abdomine, rarissimo corpus toium oeneum vel nigrum unicolor; antennae et pedes aut ioti nigri, aut partim rufì. Genus hocce differt praecipue: a Servillia: absentia setarum ocellarium; setis orbitalibus in utroque sexu; setis genarum; absentia pilorum abdominis; a Mikia: absentia setarum ocellarium; setis genarum; forma antenna- rum et faciei et palporum; a Fabricia: absentia setarum ocellarium; setis orbitalibus in utì'oque sexu; setis genarum; forma palporum (1); a Tacliina: absentia setarum ocellarium; setis orbitalibus in utroque sexu; setis genarum; a Cuphocera: [in quo genae setis quoque praeditae et setae ocellares obliteratae) palpis semper manifestis, quamquam interdum abbre- viaiis, non nidlis; (1) La F. ferox Pz. varia presentando spesso i palpi neri ; questa varietà fu de- scritta come specie col nome di F. atripalpis dal E. Desvoidy (1863) 1. e. I. 627, e più tardi nel 1890 dal Dott. Giglio-Tos (Boll. Mus. Univ. Torino) con quello di F. nigri- palpis. Io la ebbi in parecchi esemplari dal Piemonte e dalla Svizzera. Giova ricor- dare che già lo Zetterstedt (1855, XII, p. 4688) aveva detto di questa specie: u Speci- men foemineum, quod a Zeller sub nomine Echin. ferox communicatum, palpis nigris yaudet. — 246 — a Micropalpo: oculis nudis; cubito venne long, quartae non appendicu- lato: forma antennarum et palporum. etc. Da questa diagnosi si vede chiaramente come non mancano i buoni caratteri distintivi, che certo sono molto più numerosi e visibili in que- sto che non in molti altri generi di tachinarii accolti al giorno d'oggi e spesso basati anche su semplici caratteri sessuali. L'essere esso, anche in lavori recentissimi (v. p. e. i Dipteì'en von Steierìnaì% II, 1894, p. 39, dello Strobl) tenuto solo in conto di sotto- genere, non dipende da altro che dalle poche specie conosciute; quando si pensi che attualmente sono descritte oltre 20 specie riferibili a questo genere, cade anche questa obbiezione. Esso è anche importantissimo perchè forma il passaggio dal gruppo delle Tachine a quello dei Micropalpi; la sua parentela col gen. Cupho- cera è assai stretta, tanto che, se non fosse il carattere dei palpi, sa- rebbe impossibile separarlo nettamente. 1 palpi, che nelle Fabricie e nelle Mikie sono grossi e clavati, lunghi e filiformi invece nelle Servillie e nelle Tachine, noi li vediamo nelle Peleterie andar sempre più assotti- gliandosi ed accorciandosi, fino a sparire del tutto nelle Cufocere. Per avere un gruppo generico ben delimitato ed omogeneo, bisognerebbe se- parare da esso quelle poche specie su cui io fondo i due nuovi sot- togeneri Popelia e Sphyrocera; in tal caso si dovrebbe correggere la diagnosi generica, levando i caratteri aberranti delle setole discoidali e della mancanza dei soliti distintivi sessuali secondarli. Il giudicare quali delle specie di Echinomie descritte dagli autori si debbano aggiungere al gen. Peleteria^ sembrerebbe dapprima cosa faci- lissima; basterebbe infatti che si fosse tenuto conto nelle descrizioni spe- cifiche del carattere assai appariscente delle setole guanciali. Disgrazia- tamente di questo non troviamo parola per la prima volta che nel 1844 per opera dello Zetterstedt, e subito dopo nel 1845 del Macquart. Di nessuna quindi delle specie descritte da Meigen, da R. Desvoidy (prima del 1 863) e dal Macquart stesso nei Suites à Buffon, questo carattere è indicato, malgrado esso fosse già assai prima perfettamente rilevabile in alcune figure da riferirsi in questo genere, come in De Geer 1776 e Schellenberg 1803. È perciò lecito credere che le specie di Peleteria (nei nostro senso) note al Macquart, fossero solo quelle riportate nel 1845; rapporto alle altre è spesso impossibile lo stabilire la vera e sicura sinonimia. — 247 — Il Rondarli nel III volume del suo prodromo, descrive quattro specie di Echinomie italiane, che sono perfettamente altrettante Peleterie; una quinta specie ne aggiunge nel 1868, già descritta di Sicilia dal Bigot. Giova ricordare come negli scritti del R. Desvoidy e del Macquart si trovino alcune Peleterie italiane della Sicilia e del Piemonte, di cui si terrà parola più avanti. Un'altra specie italiana riferibile a questo genere veniva recentemente descritta dal Dott. Giglio-Tos come nuova (vedi più avanti alla P. Popeliij; essa era però già stata trovata prima in Russia ed in Germania. Oltre le suddette e le altre specie italiane, in Europa sono descritte di questo genere: 1.° la Echinomyia aenea Wlbg. Zett. Dipi. Scand. VII, p. 3217, che appartiene senza fallo a questo genere, ed è notevole per la sua co- lorazione (che si trova in altre specie e costituisce un altro indizio di passaggio ai Micropalpij; fu trovata in Groenlandia. V. anche Gerstae- cker. Die ziveite deutsch. Nordpolf, 1874. 2° La Peleteria piUveridenia R. D. Hist. Nat. Dipi. 1863, I, p. 615, della Francia, affine e forse identica alla tessellata. 3." La Peleteria meridionatis R. D. 1. e. 618, Macq. Meig. [Fau- rella R. D. olim.) pure della Francia. 4." La Echinomyia brevipalpis Portschinsky Hor. soc. ent. ross. XVI, 1881, p. 2, (estr.) della Russia meridionale che appartiene certo al mio sottogenere Sphyrocei^a. Sono pure da riferirsi a questo genere: 1.° la Echinomyia veì^siitahw. Beschr. europ. Dipi. 1871, II, (IX) p. 307, del Lago Baikal; 2." la Echinomyia Erschoffii Port. Hor. soc. entom. ross. XVII, 1882, p. 8 (estr.) della Persia; 3.° la Echinomyia Balassogloi Port. 1. e. p. 8, dell'Asia media. La distribuzione geografica del genere è anche assai vasta, perchè oltre tutta l'Europa e l'Asia occidentale, abbraccia l'Africa settentrionale (P. angustiventris Mcq , P. algira R. D.) e l'America (P. robusta Wdm., = analis Mcq. = haemoì^rhoa V. d. W., Will.; P. albomaculata Mcq., P. pumila Mcq., P. filipalpis Rond.); le specie date (1) nel 1830 dal R. De- svoidy, non sono sicure, non essendo state da esso rivedute nel 1863. (1) P. javanica R. D., Giava; P. Leschenaldi K. D., Surinam e Carolina; P. Lalan- dii R. D., Brasile; queste due ultime sono anche riportate dai signori Osten-Sacken e Tyler Townsend nei loro cataloghi. — 248 — Prima di trattare dalla caratteristica e della sinonimia delle specie italiane, mi sento in dovere di ringraziare i signori V. von Roder di Hoym e Stein di Genthin per l'aiuto arrecatomi, non che i signori Be- cker, Strobl, Siebeck e dottori Giglio-Tos ed E. Corti, che vollero gen- tilmente lasciarmi studiare le specie delle loro collezioni o comunicarmi esemplari tipici. Gen. PELETERIA R. D.; B. B. Musca p. De Geer, Schell., Fabr., Panz. Tachina p.: Fabr., Fall., Mgn., Wlk. EcMnomyia p.; I)umer, Latr,, Mgn., Maci]., Rond., Big., Zett., Schin., Lw. Port., Meade, Giglio-Tos. Faurella p.- R. D. (1830). Peleteria R. D , Macq., Lioy, Kow, Stein, B. B, Tyl. Town. Echinogaster: Lioy. Sphyricera: Lioy. SPECIES ITALICAE. 1. A. — Macrochoetae ponesuturales thoracis quatuor; corpus rotun- datum vel rotundato-ovatum, abdomen subaeque latum ac longum. Setae discoidales abdominis semper desunt; tarsi anlici in 5 dilatati; pul- vitli el unci tarsorum in ^f major es et elongati; venter maris ru/ìis, nigrolineaius vel non; anus et penis nigra. Species majores, salteni 12 mm. long 2 Suhgen. Pelei eri. \ s. str. Le specie di questo sottogenere sono quelle che più si avvici- nano alle Tachina s. str. per il loro facies generale; tranne la abdo- minalis, esse sono tutte assai bene distinte tra di loro. 1. B. — Macrochoetae ponesuturales thoracis tres tantum; corpus cylindrico-ovatura vel elongatiim, abdomine distincte longiore quam lato. Setae discoidales interdum adsunt; tarsi antici in $ inierdwn non — 249 — dilatati; pulmlli et unci tarsorum interdum in utroqiie seccu sat parvi et subaequales; water maris interdum niger nitidus; anus et penis interdum rufa. Species minores, ad summum 12 mm, long. ... 6 2. A. — Antennae articulis primis rufescentibus 3 2. B. — Antennae totae nigrae 5 3. A. — Abdomen rufo-luteum, globosum, vitta nigra media angu- sta, in maculas saepe divisa vel in medio interdum omnino obliterata, in ventre non continuata, segmento ultimo etiam (/ setis plurimis con- fertis non instructo; Ihorax plerumque niger nitidus, vel coerulescens tomento fere nullo; scutellum vel totum vel maxima parte nigrum; macrochetae capitis et thoracis robustae vel robustissimae ; antennarum articulus tertius distincte brevior secundo et rotundato; genae et peri- stoma (^$ modice lata; tibiae nigricantes; unci tarsorum anticorum in (^ rufì, vel rufescente translucidi 4 3. B. — Abdomen fusco-rubescens, depressum, vitta lata nigra in maculas nunquam ncque in $ divisa, in ventre distincte continuata^ seg- mento ultimo etiam ^ setis confertioribus hirto; thorax aenescens, to- mento laevi grisescente tectum: scutellum totum rufum, macrochoetae capitis et thoracis distincte exiliores, antennarum articulus tertius lon- gitudine secLinduni fere aeqùans, ovalis; genae et pgristoma valde lata tibiae in medio, quam.vis obscure, rufescentes ; unci tarsorum antico- rum in cf nigri ut in $. Species vernalis et meridionalis. Long. corp. 13-14 mm.; long, abdom, 5.5-6.5; latii. abd. 6-6.5; altit. ahd. 3-3.5. Li*, ruficeps Macq. cf $. EcHiNOMYiA RUFiCEPs Macq. 1845, Ann. soc. ent. Fr. p. 263, ^f $. — COLLINA Rond. olim. in litt. — RUFICEPS Rond. 1859, Prodr. Ili, p. 59, cf $. Peleteria vernalis R. D. 1863, Hist. nat. dipt. I, p. 617, $. — pedemontana R. D. 1863, 1. e. I, p. 619, $. Questa distintissima specie venne raccolta finora solo in Italia e nella Francia meridionale; anche gli esemplari su cui il Macquart Anno XXVI. 17 — 250 — fece la prima descrizione provenivano dal Piemonte. Il Rondani la dice frequente sui colli parmensi, rara nella pianura; io ne ebbi mol- tissimi esemplari dalla valle di Susa e da Alba in Piemonte; la vidi di Bologna; la raccolsi presso Pavia, come pure a Monteleone di Ca- labria. È quindi diffusa per tutta l'Italia, sia peninsulare che conti- nentale: assai probabilmente si troverà anche in Sicilia. È specie primaverile, che nell'estate non si trova quasi più, al- tro che per eccezione. La P. vernalis R. D. è sicuramente questa specie: anche l'au- tore che la raccolse a Hjères nel Varo, la dice vicina alla ruflceps. La P. pedemontona dello stesso io non so vedere in cosa differisca dalla presente specie; l'autore dice averne visto un esemplare del Piemonte nella collezione del signor Bigot, denominato dal Macquart Echin. heteroneura. 4, A. — Abdomen vitta nigra media in (^ non interrupta, in 5 in maculas plerumque divisa, segmentis intermediis tamen scraper nigro maculatis, segmento tertio postice raacrochoetis 9-12 marginatura; cotyus minus, macrochoetis ì'obusds sed minus crassis quam in sequente; co- lores thoracis nigrescentes, abdominis rufolutescentes-, orbitae j)ostice vel anguste vel minime nigro nitenies; species Europae centralis et septentrionalis. Long. corp. mm. 11-13; long. abd. 6-6.5; lat. abd. 5.5-6; alt. abd. 4-4.5. 2. I». ferina Ztt. cf ?• EcHiNOMYiA FERINA Wahlbg. 1842 in Hit. ad Ztt. — — Ztt. 1844, Dipt. Scand. Ili, p. 998, cf ?• — MONTicoLA Rond. olim in lift. — FERINA Rond. 1859, Prodr. Ili, p. 59, ^ $. — — Schin. 1860, Faun. austr. I, p. 424, cf $. — — Stein, 1888, Ent. Nachricht. p. 19. J" $. Di questa specie ho veduto un solo (^ raccolto a Zavattarello nell'Appennino pavese dal dott. E. Corti; e molte $ comunicatemi dal signor Siebeck di Riegersburg, da lui raccolte sul Manhartsberg nella bassa Austria; anche gli esemplari del signor Becker sono della — 251 — stessa provenienza. Rondani la ebbe del Piemonte dal Bellardi, del- l'Appennino parmense dal Berte e sui colli parmensi la raccolse lui stesso; è dunque, in Italia, specie propria dei colli e dei monti, mai trovata in pianura né nelle parti meridionali, dove è sostituita dalla seguente. È specie abbastanza variabile rapporto al disegno dell'ad- dome, al colore dello scudetto che è per lo più completamente nero, e delle tibie per lo più nere anch'esse; le maggiori variazioni le su- bisce nel mezzogiorno, per le quali si fondarono anche parecchie spe- cie, come dirò più sotto. Abita tutta 1' Europa settentrionale (mancando però in Inghil- terra) e centrale, dalla Scandinavia (Ztt.), alla Francia (Gobertj, alla Galizia (Nowicki), alla Russia (B. Fedtschenko), all'Austria (Schiner, Siebeck); il punto più meridionale dove fu raccolta è nel littorale austriaco, a Volosca (Strobl), benché però secondo me questa località è da riferirsi alla seguente. 4. B. — Abdomen vitta nigra media in (^ quoque plerunque inter- rupta, in $ segmentis intermediis saepius rufis immaculatis, segmento tertio postico macrochoetis I4-IG cinctum; cot^pus mojus, robustioì% ma- gis convexum, setis crassioribus; colores (horacis obscure coerulescen- tes, abdominis rubescentes; orbitae posfice latius nitentes; species meri- ridionalis et mediterranea. Long. corp. 14-17; long. abd. 6.5-7.5; lat. abd. 7-7.5; alt. abd. 5.5-6. 3. P. abdoiniualis R. D. (^$. Peleteria ABD0MINA.LIS R. D. 1830, Myod., p. 41, 5 ! EcHiNOMYiA (Pel.) abdominalis Macq. 1835, Buffon, II, p. 78. — ABDOMINALIS Mgu. 1838, Beschr. VII, p. 186. — RUBiDiGASTER Bigot 1860, Ann. soc. ent. Fr. p. 781, $. Peleteria abdominalis R. D. 1863, Hist. nat. Dipt. I, p. 621, 5* EcHiNOMYiA RUBiDiGASTER Rond. 1868, Atti soc. it. S. N. p. 37. — RUBRiGASTER Rond. 1868, 1. e. p. 578. — ABSTERSA Lw. in Utt. (Strobl, Wien, ent. Zeit. 1 893 p. 94)(1). (1) U Echino m. fuscanipennis Macq. {Ann. soc. ent. Fr. 1845, p. 263) non è una Pe- leteria, come forse potrebbe credersi dalla posizione datalo dall'autore nel descri- verla; vedi in proposito il R. Desvoidy, Hist. nat. dipt. I, p. 639, — 262 — Malgrado che il materiale da me esaminato sia piuttosto scarso pure credo poter ritenere che le specie di R. Desvoidy e di Bigot siano identiche, od almeno solo varietà di un'unica specie; come pure sono assai propenso a ritenere questa specie una mera forma meri- dionale più robusta e più colorata della P. ferina Ztt. Io raccolsi la $ a Monteleone di Calabria e la ebbi anche come presa nel Pie- monte (?): questi esemplari avendo l'addome interamente rosso nel mezzo corrispondono assai bene alla descrizione del Robineau, fatta su esemplari provenienti dalla Sicilia. Il signor Strobl poi volle gen- tilmente comunicarmi il cf raccolto in Calabria dall'Erber, determi- nato come ahstersa dal Loew, da esso riferito alla P. ferina (vedi anche, oltre il 1. e, Dipt. von Steiermark, II, p. 39); secondo me ap- partiene alla abdominalis in ragione della fascia nera dell' addome interrotta e della forma più robusta. È notevole il fatto che altri esemplari raccolti dallo stesso Erber nella medesima località, ed ora facenti parte della collezione del signor V. v. Roder in Hoym, sono da esso riferiti, come gentilmente mi scrive alla rubidigaster Big., il medesimo signore possiede anche degli esemplari di Brussa che riferisce alla abdominalis (1). Leggendo attentamente la descrizione del Bigot si vede che serve di complemento a quella troppo breve de! Robineau; secondo esso talvolta ìa $ presenterebbe anche le macchie nere sui segmenti me- diani dell'addome, cosa che ravvicina del tutto alla ferina; credo non tener conto dell'espressione: tarsis anticis haud manifeste dila- tatis; quanto alle maculae magnae nilidae nigrocoeruleae ai lati della fascia mediana frontale, che l' autore dà come caratteristiche, esse SI hanno, benché minori, anche nella ferina, e dipendono dallo sparire del tomento verso il vertice. Questa specie abita dunque l'Italia meridionale: Sicilia (Lefebure, Bellier de la Chavignerie, Mi- nà-Palumbo), Calabria (Erber, io); poi Fiume, se gli esemplari dello Strobl sono, come credo, da riferirsi a questa specie; non che l'Asia minore (Brussa, coli. v. Ròrler); è quindi propria della sottoregione mediterranea, dove sostituisce la P. ferina Ztt. (1) Nella collezione di ditteri del Rondani in Firenze, ho trovato una ^ di Ecìii- nomyia della Sicilia, identica alle mie e distinta col nome di E. abdorninalis Macq. Mgn. — 253 — 5. A. — Abdomen rufoluteum, parum niticlum, albido-tessellatum, vitta media nigra angusta, in $ in maculas quoque interdum soluta, in ventre non continuata; thorax tomento grisescente iectum, lineis nigris exilibus; alae basi, praeserlim antice, lutescentes; tibiae rufescentes vel rufae: unci tarsorum anticorum in ^f rufl, ecotremo apice nigro: species planitiei vel collium aestivo-autumnalis. Long, corp, 10-14 mw. iong. abd. 5-7: lat. abd. 4.5 6.5. 4. P, teM»«ellaia Mgn. cf?- ? MUSCA TESSELLATA F. 1794, Ent. sjst. IV, p. 324. ? Tachina tessellata F. 1805, Syst. antl. p. 309. — — Mgn. (nec R. D., nec Mcq.), Syst. Beschr. IV, p. 242, cT ?. ? EcHiNOMYiA NiGRicoRNis R. D. 1830, Myod. p. 45 '1). — RUBESCENS R. D. 1830, Myod. p. 46 (2). — — Macq. 1855, Buffon. II, p. 74. — ARGENTiFRONS Macq. 1835, 1. e. II, p. 73,(^(3). — PROMPTA Macq, (non Mgn.) 1835, 1. e. p. 74 cT. — NiGRicoRNis Mgn. (non R. D.) 1838, Beschr. VII, 182 cf$. — ARGENTIFERA Mgn. 1838, 1. c. VII, p. 184, cT (3). — RUBESCENS Mgn. 1838, 1. e. VII, p. 185. — TESSELLATA Ztt. 1844, Dipt scand. Ili, 997, 545, 1. e. p. 261. Tachina tessellata Wlk. 1853, Ins. brit. Dipt. li, 20, cTj- EcHiNOMYiA TESSELLATA Rond. 1859, Prodr. Ili, p. 58, (/"$. — — Schiner, 1860, Dipt. austr. I, 424, cf $. (1) Dubbio, perchè nell'/f«s<. nat. dipt. I, 630, dice che non ha più questa specie, e quindi non può decidere se si tratti di una Echinomyia o di una Peleteria. (2) La giustezza di questa sinonimia ha una prova di pììi nelle seguenti parole dello Zetterstedt, ITI, 3217: quoque hujus (tessellata) plura specimina utriusquc sexus ut Echin. rubescens Macq. e St. Sever Galliae a D. Leon Bufour missa; benché dallo stesso sotto il medesimo nome abbia ricevuto anche una Q di magnicornis Ztt. (3) È strano come il Macquart descrivesse dapprima questa specie come avente le antenne in parte rosse, mentre poi la mise in sinonimia colla sua prompta dalla antenne nere. — 254 — Peleteria prompta R. D. (non Mgn.) 1863, Hist. nat. dipt. I, 616 — NiGRicoRNis R. D. (non R. I). 1830, 1844), 1863, 1. e. I, 619, c/$. EcHiNOGASTER ARGENTiFRONS p. Lioj 1864, Atti istit. ven. p. 1335. EcHiNOMYiA NiGRicoRNis Giglio Tos, 1891, Bull. Mus. Torino, 96, p. 13, cf ?. — TESSELLATA Meade, 1891, Ent. monthl. Mag. p. 89- (2). Questa specie è quella più anticamente nota, poiché la fig. 5, tav. I, voi. VI (1776) delle Me'moires del De Geer, non può riferirsi altro che alla P. tessellata (conaune al dire di Zetterstedt in Scandi- navia), benché l'autore la ponga assieme alla sua Musca capitata. La sua sinonimia è perciò assai intricata. Di essa tratta diffusamente il dott. Giglio Tos nel lavoro citato, dove dimostra come la specie del Fabricius debba intendersi come diversa da quella che collo stesso nome descrissero gli autori dal Meigen in poi, eccezion fatta di R. De- svoidy e di Macquart. Benché io abbia qui riportati (dubitativamente) i sinonimi fabriciani, pure propendo a convenire col Giglio Tos che la frase con cui sono descritte le antenne: « ferrugineae, clava ni- gra » è tale da dimostrare che non si tratta della nostra specie, la quale ha le antenne perfettamente nere. E ben vero che^, come dice il Wiedeman [Dipt. exot. 1821, p. XIV) « colores quod attinet, Fa- bricius saepissime erravit »; ma è non meno vero che il clava ni- gra messo in contrapposto colle antennae ferrugineae^ descrive assai bene una frequente colorazione delle antenne in questi ditteri; ed il ferrugineus è spesso usato dal Fabricius indifferentemente come rufus, fulvus, iestaceus (Wied. 1. e. p. XV, XVIj. Senza dubbio però il sinonimo del Meigen è da riferirsi alla nostra specie- perciò quand'anche il nome di tessellata F. si volesse dare alla Tachina magnicornis Ztt., si dovrebbe pur sempre mantenere quello meige- niano nel gen, Peleteria. Questa specie, che si trova solo in estate ed in autunno, è co- munissima in tutta l'Italia peninsulare, come dice il Rondani; il Gì- (1) Questa sinonimia è data anche da Brauer e Bergenstamm 1. e. II, p. 133 (437). (2) La Echin. tessellata E. D., Macq. e Griglio-Tos, è da riferirsi alla E. magnicor- lis Ztt. Schin., alla quale forse meglio appartengono i sinonimi fabriciani. — 255 — glio-Tos ne vide anche • esemplari della Sardegna dove la raccolse pure il prof. A. Costa; io la raccolsi frequentissima nel Trentino, non che nei dintorni di Milano e di Pavia, e la ebbi dal Piemonte. Abita tutta l'Europa, essendo comune anche in Scandinavia (Ztt.), trovandosi in Inghilterra (Walk. Ver. Meade) dove rappresenta da sola il gen. Peleteria; Russia (A. Fedtsch.); Germania (Stein); Gali- zia (Now.); Boemia, Ungheria (Kow.); Francia (R. D., Mcq., Gob.); Austria (Schin.); Tirolo (Gredl., Palm.); Carnia (Tief.); Stiria(Strobl)ecc. 5. B. — Abdomen rubescens, nitidum, tessellis albidis nullis, vitta media nigra lata, integra, in ventre continuata; thorax nitidus absque tomento et lineis; alae basi non lutescentes; tihiae plerumqtie nigrae vel rufeseente tranftlucidae, non determinate rufae; tarsorum antico- rum linci in (^nigri; species alpina, aestivalis. Long. corp. 11.5-13 mm long. abd. 6-6.5; lat. abd. 5.5-6. 5. P. ju^oruui Strobl. cf. EcKiNOMYiA (Pel.) jugorum Strobl, 1894, Dipt. Steierm. II, p. 39, cT?. Di questa distintissima specie io raccolsi un (f'a 2800 m. s. m., poco sopra il giogo dello Stelvio, verso il finire d'Agosto nello scorso anno; un altro (^f della Stiria ebbi pure dal signor Strobl, che ne prese parecchi, sempre in luoghi assai elevati; i suoi esemplari sono uguali al mio, solo più grandi, e colle tibie talvolta alquanto rossicce (per trasparenza). Nota. — Dal signor Th. Becker di Liegnitz ebbi due (^ di Peleteria assai interessanti, uno della Baviera, e l'altro del Tirolo (Dùrrenstein). Io dapprima li riferiva alla Tachina prompta del Mei- gen (benché non concordassero del tutto nel colore dello scudetto e delle zampe), persuaso che essa fosse da riferirsi al gen. Peleteria, anche in causa del fatto che il Desvoidy ed il Macquart la confusero colla tessellata Mgn.; ma in seguito pensai di uniformarmi all'opinione del Rondani (Prodr. IV, p. 157), secondo il quale la prompta non avrebbe setole alle guance. I due esemplari concordano quasi intera- mente colla jugorum; solo sono alquanto più grandi, ed in essi la — 256 — lucentezza del torace e dell'addome è ancora più spiccata; il ventre presenta una larga fascia nera; lo scudetto e le tibie sono rosse. In uno la striscia mediana frontale invece che nera è rossa, ed il terzo segmento dell'addome presenta quattro setole marginali sul dorso. Stante Io scarso numero degli esemplari esaminati non credo po- ter stabilire una nuova specie, per cui li lascio uniti alla jugorum. 6. A. — Abdomen setis discoidalibus in dorso segmentorum internie- diorum praeditum, nitidum, 7'ufescens, tessellis albidis nullis, vitta media lata integra, ventre in ^f quoque rufescente; pulvilli e( unci tarsorum in ^ mediocres, in $ minores; tarsi antici J distincte dila- tati; tarsorum anticorum unci in ^f rufl apice nigro; penis nigricans. Long, corp, mm. 11-12; long. abd. 5.5-6; lai, ahd. 4-4.5. Subgenus Popelia. mihi. (1) La caratteristica principale di questo sottogenere sta nelle ma- crochete discoidali dell'addome, fatto rarissimo nella tribù delle ta- chine mentre è frequente in quella dei micropalpi, ai quali perciò serve di passaggio. Molti generi si sono fondati sulla presenza od assenza delle setole discoidali; qui il carattere è anche più importante perchè confortato dal facies speciale dovuto alla forma stretta ed al- lungata del corpo, non che alla presenza di solo tre setole dorso-cen- trali esterne dopo la sutura nel torace. 6. P. (Pop.) Popelii Port. cT? (2). EcHiNOMYiA POPELII Portschin. 1882, Hor. soc. ent. ross. XVII, p. 7, (sep.), d" ?. — (Pel.) Popelii Stein, 1888, Ent. Nachricht. p. 18, 'o, in ^ mfo vitta media nigra, segmento secundo macrochoetis marginalibus qua- tuor in dorso praeditum quorum duo intermediae distincte minores, tertio macrochoetis cincto, sed duo medianae Me quoque minores; an- tennarum at^ticulo tertio parvo, rotundato: palpi exiliores; pulvilli et unci tarsorum in (/ ut in $ parvi; § tarsis anticis non dilatatis, idest articulis inlermediis distincte longiores quam lati; tarsorum antico- rum unci in (^ nigri; anus et penis rufescentes. Long. corp. mm. 9-1 0; long. abd. 4.5-5; lat. abd. 3-4. Subgen. Sphyrocera (Lioy, Verr.) ynihi. (\) 11 carattere principale su cui baso questo mio sottogenere, cioè la forma dei tarsi e degli unguicoli nei due sessi, è stato altre volte considerato come generico (vedi p. e, il gen. Homoeonychia B. B.) in questo caso il suo valore è aumentato da un facies particolare e da una colorazione differentissiraa da quella delle altre Echinomie, e che ricorda i Micropalpi : non che dalla presenza di tre sole setole postsuturali al torace. Se non fosse il carattere dei palpi, questo sottogenere si confonderebbe col gen. Cuphocera Macq., col quale ha in comune molte cose; anche il Rondani nel terzo volume del suo Prodromo, metteva questa specie in coda alle sue Echinomie e avanti le Cufocere. (1) Vedi la nota in fine a questo lavoro. — 258 — Il Lioy fonda il suo genere Sphyricera su caratteri di nessun valore e falsi, perchè sono quelli dati dal Macquart nel 1835 e rin- negati nel 1845; il Verrai!, nel Nomenclator dello Scudder, 1882, p. 31/?, ne corresse l'ortografia. La Echinomyia bì'evipalpis Port , appartiene evidentemente a questo genere, come tbrs'anco la Balassogloi Port. di cui è nota la sola $. 7. P. (8pliyroc.) spli,vroeera Macq. cf $ (1). Echinomyia sphyricera Macq. 1835, Suit. Buffon, II, p. 78, (j^ $. — — Mgn. 1838, Syst. Beschr., VII, p. 186, cT ?• — — Macq 1845, Ann, soc. ent. Fr. p. 260, J' $, tab. IV, f. 12. — - PALUSTRis Rond. olim in Hit. — SPHYRICERA Roud. 1859, Prodr. Ili, p. 60, ^T $. Sphiricera SPHIRICERA Lioj 1864, Atti istit. ven., p. 1336. — PALUSTRIS Lioy 1864, 1. e. p. 1336. CuPHOCERA SPHYRICERA B. B,, 1891, Vorarbciten, II, p. 440. Questa distintissima specie non è rara in Italia; il Rondani la dà di Parma e di Mantova; io la raccolsi frequente nel Trentino, la ebbi da Alba nel Piemonte, e la vidi raccolta presso Pavia dal dot- tore Corti. I miei esemplari li confrontai e trovai identici con quelli tipici del Rondani nel Museo zool. dell'Università di Pavia. Non so spiegarmi come i signori B. B. abbiano messa questa specie nel ge- nere Ciiphocera, indicando i tipi del Macquart come esistenti nel Museo di Vienna, altro che pensando che nei loro esemplari per la contrazione delle parti boccali non siano più visibili i palpi. 11 dubbio poi che la specie del Macquart possa esser diversa da quella del Rondani, non mi pare nemmeno da prendersi in considerazione, so- pratutto per i caratteri delle setole dell'addome e del colore, ben in- dicati dal Macquart, che dice chiaramente: « venire noìre (/, testace à bande noìre $ », esso la aveva raccolto a Bordeaux. (1) Se il gen. Spliyrocera è adottato, allora muta il nome della specie in quello di ìxiliiiitris Rond. 259 ELENCO DELLE SPECIE E DEI SINONIMI. I. Peleterìa s. str. p. .248 1. P. RUFiCEPsMcq.Rond.p.249. COLLINA Rond. VERNALIS R. D. ? PEDEMONTANA R. D. 2. P. FERINA Ztt. Rond. Schin. Stein, p. 250. MONTicoLA Rond. 3. P. ABDOMiNALis R. D. Macq. Mgn. p. 251. RUBiDiGASTER Big. Rond. RUBRIGASTER Rond. ABSTERSA Lw. 4. P. TESSELLATA Mgn. ztt Wlk. Rond. Schin. Meade. 253. NIGRICORNIS R. D. Mgn. Gislio Tos. RUBESCENS R. D. Macq. Mgn. ARGENTIFRONS MaCq. ARGENTIFERA Mgn. PROMPTA Macq. R. D. 5. P. JUGORUM Strobl. p, 255. II. Popelia mihi. p. 256. 6. P. PoPELii Port. Stein, p. 256. Bellardii Giglio Tos. ni. Sphyrocera nailii. p. 257. 7. P. SPHYROCERA Macq. Mgn. Rond. p. 258. PALUSTRis Rond. ELENCO DEI NOMI DELLE PELETERIE CITATE. (Le specie segnate con asterisco sono quelle italiane; quelle scritte in corsivo sono sinonimi). * ABDOMiNALis R. D. Mcq. Mgn. abstersa Lw. Strobl. AENEA Ztt. ALBOMACULATA Mcq. R. D. ALGIRA R. D. analis Mcq. ANGUSTIVENTRIS Mcq. R. D. argentifera Mgn. argentifrons Mcq. Balassogloi Port. Bellardii Giglio Tos. BREViPALPis Port. collina Rond. Erschoffii Port. * ferina Ztt. Rond. Stein. Schin. 260 FiLiPALPis Rond haemorrhoa V. d. W. Will. heteroneura Mcq. R. D. JAVANICA R. D. * JUGORUM Strobl. Lalandii R. D. Tyl. Town. Leschenaldi R. D. Ost. Sack. MERiDioNALis R. D. Mcq. Mgn. monticala Rond. nigricornis R. D. Mgn. Giglio Tos. palustris Rond. Lioy. pedemontana R. D. * PoPELii Port. Stein. prompta R. D. Mcq. PULVERULENTA R. D. FUMILA Mcq. R. D. ROBUSTA Wdm. V. d. W. Tyl. Town. Giglio-Tos. rubescens R. D. Mcq. Mgn. rubidigaster Big. Rond. rubrigaster Rond. *RUFiCEPS Mcq. Rond. *SPHYR0CERA Mcq. Mgn. Rond. * TESSELLATA Mgn. Ztt. Wlk. Rond. Scliin. Meade. vernalis R. D. VERSUTA Lw. Macerata, marzo 1894. Nota aggiunta durante la stampa. Durante la stampa di questo lavoro comparve nella Wiener entomo- logische Zeitung (XIII, 1894, p. 100, 31 marzo 1894) una noticina del prof. Mik di Vienna, nella quale per la Echinomgia Popelii Port. esso fonda il n. g. Choetopeleteria sibi, col sussidio dei medesimi caratteri che distinguono il mio sottogen. Popelia. Benché la mia memoria sia stata presentata alla Società il giorno 25 marzo 1894, pure essendo la nota del Mik venuta prima alla luce, così il nome di Popelia dovrà pas- sare fra i sinonimi dell'altro. In conseguenza di questo però io mi sentii autorizzato ad inviare alla Wien. ent. Zeit. una noticina che comparirà nel prossimo numero di maggio, in cui, consentendo col prof. Mik nell'opportunità di mantenere come buono il gen. Choetopeleteria^ mi credo pure in dovere di elevare alla stessa dignità di genere anche l'altro sottogen. Sphyrocera, cogli stessi caratteri che io gli ho qui assegnati. Le specie italiane adunque di cui è parola in questo lavoro, vanno ora ripartite nei tre generi: Peleteria R. D., Choetopeleteria Mik e Sphyrocera Bezzi. — 261 ~ A pag. 140 del quarto numero dello stesso giornale, il signor Wachtl tratta dei generi europei del gruppo dell'antico Echmomyia Dum ; con- serva il gen. Peleteria R, D. ed il Choetopeleteria Mik, ma non parla di nulla che si riferisca alla Echin. sphyrocera Mcq. che certo non co- nosce. Nella sua tavola il mio genere si può così disporre: 4. Thorax mit 4 Postsuturalhorsten. 7. Gen. Peleteria R. D. — Thorax mit 3 Postsuturalhorsten 4 bis. 4 bis. Macrochoeten auf den mittleren Hinterleihsringen nur marginai. 6 bis. Gen. Sphyrocera Bezzi. — Macrochoeten discal und nìarginal. 6. Gen. Choetopeleteria Mik. 262 — NOTE IMENOTTEROLOGICHE
  • ^e gri.^eo hirtis, abdominis segmentis dorsalibus quafuor primis fulvo-gri- seo dense villoso-subsetosis, duobus ultimis pygidioque sat dense nigro setosis) abdominis segmentorum margine apicali nonnihil Jmmiliore, glabro, tnembranaceo, modice nitido hoc margine in — 304 — segmentis quatuor primis flavo-testaceo, in quiìito utrinque te- staceo medio fusco, in sexto nigro; capite thoraceque confertis- siine regulariter pimctato -granosis ; area metanoti cordiformi transversa postice angulata, transversim rugosa^ alis suhhyaìi- nis apice infuscatis, in fuscedine post cellula radiali macula obscuriori; vena recurrente prima in medio marginis cellulae cubitalis secundae desinente; tegulis mediocribus, nigris testaceo marginatisi trocantheribus duobus posticis antice extus tuberctilo acuto subspinoideo praeditis; femoribus dtiobus posticis crassissimis extus tumidis valde arcuatis, intus late deplanato-concavis; nigris^ facie externa tota et area deplanata in margine externo testaceis; tibiis duabus posticis testaceis trigonis sat crassis; abdomiìiis seg- mentis dorsalibus area basali dense subregulariter punctato- et pmictulato-subcoriacea, area marginali impunctata] epipygio apice integro^ arcuato, cf Long. corp. mill, 14. Un solo esemplare maschio. Specie distinta dalle congeneri per la colorazione, statura, ma sopratutto per la conforma- zione dell'ultimo paio delle gambe. Queste anzitutto, hanno i trocanteri armati di un tubercolo acutissimo spiniforme nella faccia esterna. In secondo luogo i femori molto grossi si pre- sentano molto tumefatti dal lato esterno, nel lato interno (quello cioè contro cui viene ad appoggiarsi la tibia) presentano una superficie abbastanza larga piatta anzi alquanto concava, la separazione fra la superficie rigonfia e quella piatta è fatta da spigoli abbastanza vivi, acuti; le tibie infine strette alla base sono molto allargate all'apice, esse presentano all' in- grosso la forma di una piramide un po' irregolare a tre faccie, ciascuna delle quali è quasi piatta. Do a questa specie il nome dell' egregio coleotterologcj Sig. A. Thery, come attestato di stima ed ossequio. I isr D I G E DELLE SPECIE ACCENNATE NELLA PRESENTE NOTA 1 . Apis testacea, Sinith Pag. 250 — dorsata, Fah «• • » » — zonata, Smith » » — unicolor, Latr » 251 — mellifica. Limi » » — indica, Fabr » » 2. Melipona Titania, n. sp. (Argentina) » » — flavipennis, Smith » 252 — grandis, Guer » » — interrupta, Latr » » 3. — opposita, n. sp.ì (Caienna) » 253 4. — variegatipes, n. sp. (Guadalupa) » 254 o. — Schencki, n. sp. (Brasile) » 255 6. — interrupta, Latr » 256 — fasciculata, Smith » » — scutellaris, Lalr » 257 7. — sicophanta, n, sp. (Cajenna) » » 8. — quadrifasciata, Lep » 258 — anthidioides, Lep » » — vicina, Lep. » 259 9. — prosopiformis, n. sp. (Perù) » » 10. Trigona minima, n. sp. (Brasile) » 261 11. — melina, n. sp. (Borneo, Malacca) » 232 — fimbriata, Smith • . . » 263 — atricornis, Smith » » 12. — melanocephala, n. sp.? (Borneo) » 264 13. — Staudingeri, n. sp. (Gabon) » 265 Anno XXVI. 21 — 306 — 14. Bombus volucelloides, Grib Pag. 266 15. Centris poecila,. Lep » 267 — decolorata, Lep » 2'68 16. — citrotaeniata, n. sp. (Chiriqui) » » — scapulata, Lep » 269 17. Xylocopa nigrocoerulea, Smith » » — violacea, L » 270 — amethystina, Fabr > » 18. — amethystina, Fabr » 271 — minuta, Lep. V. Rond » » — taurica, Erichs » » — cyanescens. Brulle » 272 19. Anthophora lìbyphaenica, n. sp. (Algeria) » 275 — Abramo wi, Fedtsch » » — nigrofulva, Lep » » — pennata;, Lep » » 20. — ventilabris, Lep » 276 — dispar, Lep , . » 278 21. — senescens, Lep) » 279 — crinipes, Smith » » — 4-maculata, Panz » » 22. — nigrocincta, Lep » » Yak. flavesccns, Grib. . . . ' » ~80 23. — hispanica, Fab7\ . . • » » \ AR. ripara. Dours. » » Var. candidata, Grib. » 28 1 — parietina, Fab?- » » — obesa, Bours » » — Heinemanni, Moraio . » » — Kochi, Moraio >^ » — Clessini, Moraic » » — Bogdanowi, Morato » » 24. — binotata, Lep » 282 — 4-fasciata Be Vili » » 25. — acraensis, Fabr » 283 — albo-caudata, 7)0Mrs » 284 26. — epichariformis, n. sp. (Capo B. Sp.) » 2^". 27. — Proserplna, ??. sp. (Malacca) » 2o»> — 307 — 28. Anthophora elegans, SmWi Pay- 287 — zonata, L j) » 29. — violacea, Lep. » 388 Var. unthraciDM, Grib » » 30. — scymna, n. sp. (N. Olanda) » 389 — gracilipes, Morato » » 31. — virgo, n. sp. (Terra del Fuoco) » 390 32. — plumigera, w. -sp. (Terra del Fuoco) » 391 33. — tricolor, Fabì\ . . , » » 34. Pachimelus Meleagrus, n. sp. (Madagascar) .... » 392 35. Telralonia brachycera, n. sp. (Algeria) ...... » 393 36. — Lucasi, Grib » 394 — longicornis, Lucas » » 37. — ruficornis, Fabì^ » 396 — gi'aja, Heì')-. >chaeff\ — Eversm » » — alticincta, Lep » » — glauca, Fab » » — dentata, King » ;^97 — pollinosa, Lep » 398 38. Eucera spatolata, n. sp. (Algeria) » » 39. — subvillosa, Lep » 399 40. — algira, Le2J • . . . . » 400 — tenuiraarginata, Dours » » 41. — • obesa, Dours » 401 42. — punctilabris, Lep » 402 Var. lusecscens Grib." » » — clypeata, Erichs » » — implicata » » 43. — squamosa, Lep » 404 — nigra, Lep »* » 44. — trivittata. Brulle » 405 — oraniensis, Lep » » — nigrifacies, Lep » >. 45. — numida, Lep » » — nigrilabris, Lep » » 46. Melecta grandis, Lep » 406 — armata, Panz » » 47. — plurinotata, BrulU » 407 — 308 — 48. Melecta luctuosa, Scop , . . . . Pa(/. 408 — punctata, Lep » » — calabrina, Badosz » » — armata, Panz » » Var. inei'iilionalìs, Grib. >' 409 ^'AR. Icucorbyncti, Gvih. » 410 49. — armata, Panz » 412 — panciata, Schenck » » — italica, Radosz. » » — luctosa, Scop » » ^'AR. mediterranea, Grib » 413 50. — nigra, Spin » 414 — aterrima, Lep , » » — armata, Panz » » — bipunctata, Lep » » — testaceipes, Lep » » 51. Acanthopus Iheringi, n. sp. (Brasile) » 417 — splendidus, F'ab?' » 418 52. Crocisa orbata, Lep » » — ramosa, Lep » » — scutellaris, Fabr » » — histrio, Fabr » » 53. Nomada litigiosa, n. sp. (Algeria, Sicilia) » 419 — B^abriciana, Linn » » 54. — piumosa, n. sp. (Algeria) » 421 55. — carnifex, Mocsary » 422 — Corcirea, Schmied » » 56. — podagrica, ??, sp. (Algeria) » 423 — Mephisto, Schmied » 424 — agre.stis, F » » — numida, Lep » » 57. — pusilla, Lep » 425 — parvnla, Liicas » » — agresti.s, F » » — fucata. Panz » » 58. — lineola, Panz » 426 Vai;. «lìliKa, Gr/h. » » \\K. laelanoecra. Grib. » 427 — 309 — Nomada Sagemehli, i^chmied Pag. A2l — aurigera. Schmied » > 59. — fenestrata, T^ep. » 76 — agrestis, F » 77 60. — fucata, Panz » 78 — varia, Kirby » » ^"AR. nigroflaTÌda, Grib. » 79 \a\\. iiiclanoseapa, Grib. » >> \ai'.. tacniata, Grib » » Epeolus, Latr » » Diepeolus, n. suhgen » » 61. Diepeolus Giannellii, n. sp. (Algeria) » 80 Epeolus faliax, Mormo » 81 62. Dioxys carnea, n. sp. (Algeria) » » — rufiventris, Lep » 82 — calichoda. Lucas . » » 63. Coeloxys afra, Lep » » — coronata, Foerst » » — mandibularis. Chevr » 83 Var. tunensis, Gì'ib » » 64. — erythropyga, Foerst. ^ » — octodentata, Lep » » — rufocaudata, Lep » 84 \'aii. riibida, Grib * » 65. Anthidium ferrugineum, Fàb » 85 — discoidale, Latr. . . . • » » — flavura, Tjatr » > — thoracicum, Klug. » » — cinctura, Klug » » — flavum, Lep » » — rubiginosum, Lep, » » — Latreillei, Lep » » — provinciale, Lep » 86 — coronatum, Smith » » — Bartholomei, Radosz » » — limbiferum, Morate » » — ruficorne, Morato » » — signiferum, Walk » » — 310 — Anthidium subochraceum, Walk Pag. 86 60. Anthidium variegatum, Fabr » 88 — taeniatura, Latr » » — sulphureura, Lep » » — loti, Perris » » — regalare, Eversm » » — meridionale, Grib » » 67. — malacopygum, n. sp. (Algeria) » 89 — lituratum, Panz » 90 — strigatum, Latr » » — exymiura, Gir » » 68. — luctuosum, Perez, n. sp. (Algeria, Francia mer.). » 91 69. — afrum, Lep » 92 70. — bellicosum, Lej) » » 71. — sticticum, Fabr » » — siculum, Spin » 93 12. — siculum, Sjnn » » — Fontanesii, Lep » » 73. Megachile Lefebvrii, Lep » 94 — albocristata, Smith » » — albocincta, Radosz » 96 — cyanipennis, Guer » *> 74. Ghalicodoma Geneana, n. sp. (Algeria) » » 75. Osmia ferruginea, Latr » 97 — igneopurpurea, Schmied. [Costa] » » 76. — aurulenta, Panz » 99 — haematoda, Panz » » — tunensis, Kirby » » Var. inerìilionalis, Grib. » * 77. — tunensis, Fabr » 100 — ferruginea, Latr » 101 — rufigastra, Lep. >■» » — aurulenta, Panz » » 78. — scutispina, n. sp. (Algeria) » 102 — aurulenta, Panz » 103 79. — cincta, Dours » » — cinctella, Dours » » — Sogdiana, Moraw » » — 311 — Sij. Osmia notata, Fab Pag. 105 Oidonia n. Gen » 106 81. Didonia punica, n. s^j. (Algeria; » 107 82. Panurgus canescens, Lair » 108 — Cavannae, Grib » 109 Var. dissidens, Grib » » Scrapter Lep. ? » 110 Scrapteroides, n. Gen » 112 Andrena ? albopilosa, Lucas » » — annulipes, Lucas » » Biareolina neglecta, Dours » » 83. Scrapteroides di£formis, n. sjj » 1 1 3 — albopilosa, Lucas » » 84. Andrena rufiventris, Lcjj » 114 85. — binominata, Smith » 115 — bimaculata, Lep » * 86. — funebris, Pans » 116 — macularis, Kriechb » 1 1 7 — lugubris, Lep » » 87. — assimilis, Radosz » » — thoracica, Fab » » — pectoralis, Perez » 118 88. — pectoralis, Perez » 119 — thoracica, Fab » » — vitrea, Smith ' » 120 Var. tenebro.>$a, Grib. » 119 89. — Minà-Palumboi, n. sp. (Algeria) » 120 — Lepeletieri, Lucas » 121 — morio, Brulle » » 90. — Innesi, n, sp. (Algeria) » 122 — fulva, Kirby. » 123 — arietina, Buf. » » 91. — mastrucata, n. sp. (Algeria) » » — Innesi, Grib. . _ » 124 92. — Kiendlemayri, Schmied » » 93. Ancyla oraniensis, Lep » 125 94. Nomia Innesi, n. sp. (Egitto) » 126 — Magrettii. Gì'ib » » — 312 — 95. Nomia lamellata, Smith Pag. 127 96. — Smithella, Grib » 128 — ruficornis, Smith » » 97. — Westwoodi, Grib » » — siraillinia, Smith » » 98. — incerta, n. spJ (Griava) » 1;$9 — EUiotii, Smith » » 99. — Megaera, n. sp. (Sumatra) » 1 30 — apicalis, Smith » 132 100. — terminata, Smith » » 101. — aureipennis, n. sp.? (Malacca) » 133 — terminata, Smith » » 102. Halictus pulvereus, Moraio » 135 Var. iiallifliis, Grib » » — mucoreus, Eversm » » — carinaeventris, Moraw » 136 — furfurosus, Grib » » — sogdianus, Moraw » x- 103. Lucasius clavipes, Dours. (Dup.) » 262 104. Prosopis Quartinae, n. sp. (Algeria) » 263 105. — sulphuripes, n. sp. (Algeria) » 265 106. — variegata, Fabr » 266 — labiata, Fabr » » — colorata, Pan^c *. » » Var. absoluta, Grih » 267 107. Colletes succincta, L » 268 — calendarum, Fab. » » — fodiens, Lep » » A-ppenoLix » 270 108. Xylocopa amethystina, Fahr. . . . • » •» 109. — binominata » 271 — lanata Smith {nec Klug) » » Itop'tor'tosorxia. n. Gen » » 110. Koptortosoma gabonica n. sp. (Gabon) » 272 111. — celebensis, n. sp. (Celebes) » 274 112. Anthophora Proserpina, Grib » 275 — Hymalaiensis, Radosz » » — 313 — Anthophora Altaica, Radosz Pag. 275 113. — tetrataeniata, n, sp. (Timor) » » 114. — Dohertyi. n. sj). (Timor) » 276 115. — carnea, n. sp. (Egitto) » 277 1 1 6. Oxaea trìstis, n. sp, (Messico) » 278 — flavescens, Klug » 279 117. Melitturga fervens, Lep » 280 — oraniensis, Lep » * — clavicornis, Latr ' . . . . » » 118. Eucera punica, n. sp. (Algeria) » » — dizona, Duf. , » 281 1 1 9. Megachile flavipes, Spin » » — • farinosa, Smith » » 120. — ornata, Smith » 282 121. — mefistofelica, n. sp. (Nubia) » 283 — albocincta, Radosz *..... » 284 122. — Montoni, n. sp. (Cina) » 285 — Felderi, Radosz » » — Koreensis, Radosz » * 123. Lithurgus atratus, Smith » y 124. Osmia lanosa, Perez » 286 — hyalinipennis, Lep » 287 125. — simula, n. sp. (Algeria) ;^ » — braclìA'pogon, Perez » 288 126. — Latreillei, Spin » » 127. — Dido, n. sp. (Algeria) » 289 — affinis, Fì'iio » 290 — detrita, Perez » » 128. Andrena Cjbele, n. sp. (Messico) » » — discreta, Smith » 291 129. Augochlora Tisiphone, n. sp » » 130. Gacosoma? aenigma, n. sp. (Argentina) » 292 — jucundum, Smith » » 131. Sphecodes gibbus, Linn » 293 Var. tiinetanii»*, Gri'b. ..." » » — Hispanicus, Wesm » 294 132. Prosopis niveo-fasciata, Dours » » 133. — amazonica. n. sp. (A. Araazoni) v 294 — 314 — Antofìle dell' Eritrea ....... Pacj. 295 134. Xylocopa erythrina, n. sp. (Saganeiti) » 296 135. — fraudulenta n. sp. (id.) » 297 — violacea, L » » — oblonga, Smith » 298 — fenestrata F » » 136. Megachile galactogagates, n. sp. (id.) » » — maxillosa, Guér » 299 — pennata, Smith » » — relata, Smith * » 137. — saganeitana, n. sp. (id.) » 300 — terminata, Smith » » 138. — ehelostomoides, n. sp. (kì.) » 301 139. Nomia Picardi, n. sp. (id.; » 302 140. — Theryi. n. sp. (id.) » 303 315 ELGEiXIO FICALBI REVISIONE DELLE SPECIE EUROPEE DELLA FAMIGLIA DELLE ZANZARE (Gen. Culex. Anopheles. Aè'des) (Coniiuuazione; vedi Bullettino anno XXVI, -p. Q6) Culex domesticus. — Questa specie fu istituita da Germar, che la menzionò e descrisse in « Reise nacìi Dalmatien^ etc. Leipzig, 1817 ». Ecco la descrizione di Germar (1): « Culex domesticus. — So gross als C. pipiens, dem er iiberhaupt nahe verwandt ist. Der laùge Rtissel uud die kurzen Taster schwarz- braun; Fuhlei- braunschwarz: Wurzelglied gelb. Kopf rothgelb, silbergrau behaart. Augeu schwarz. Halsschild (Riickenschild) braungelb, ungefleckt, unten lichter, oben einzeln-und schwarzbeliaart, unten fast uackt. Fliigel wasserhell, Randnerv braungelb, iibrige Nerven blassgelb: Nerven sowohl als der Hinterrand gefranzt. Hinterleib einfarbig schwarz, bloss der After gelblich; iiber die Rander der Rmge an der Wurzel dicht und gelblicli- grau behaart, so dass der Hinterleib schwarz und grau geringelt er- scheinet. Beine gelb; Schenkel - besonders die hintern - an der Wurzel, Fiisse an der Spitze schwarzbraun. — Haufig in den Zimmern, wo sie des Nachts unaufhòrlich herumschwarmt, und weit empfindlicher sticht (1) In questo ed in altri casi, nei quali si tratti di specie di autori classici, (quale Meigen ed altri), riporterò, si, come per gli altri casi, le descrizioni nella lingua originale, nella quale furono date; ma delle descrizioni tedesche, per abbreviare il tempo al lettore italiano., metterò anche la tradiizione. — 316 — als uusere gemeine Stechmiicke: am Tage sitzt sie ruhig uud fast imbe- weglich ». \« Culex domesticus. — Grande come il C. pipiens del quale d'al- tronde è vicino parente. La lunga proboscide e i corti palpi brunoneri; antenne brunonere: articolo basale giallo. Testa l'ossogialla coperta da peluria bigio-argentea. Occhi neri. Toi-ace biancogiallo non macchiato, al di sotto più lucente; in sopra in alcuni punti è coperto da peli neri e isolati, in sotto quasi nudo. Ale di trasparenza vitrea: nervature mar- ginali giallobrune, le altre nervature giallopallide; le nervature e il margine posteriore ciliati. Addome di un colore nero uniforme, sola- mente giallicino l'ano; ma gli orli dei segmenti alle loro radici coperti da peluria fitta e bigiogialliccia, in modo che l'addome apparisce nero e bigio-annulato. Arti gialli. Coscie, specialmente le posteriori, alla radice, come pure i tarsi alla estremità, brunonere. — Comune nelle stanze, dove durante la notte svolazza e punge molto più sensibilmente della comune zanzara: di giorno sta tranquilla e quasi immobile »). Meigen accettò (1818) questa specie; anzi egli in Syst. Beschr., oltre a riportare la descrizione di Germar, aggiunge: « Luteo-fuscus, abdomine atro; segmentis margine cinereo-vil- losis ». Dice poi questo: « Wiedemann mi scrive: Io rimarco che la grandezza di una femmina ricevuta da Germar è di 2 linee e più, e che l'addome nel suo colore fondamentale non è nero deciso, ma nericcio (nigricans), oppure al massimo è nero ». — Robineau Desvoidy enumera questa specie; la enu- mera con un punto interrogativo per l'Inghilterra lo Stephens (1825); non la enumera Macquart, Zetterstedt, Walker. La enu- mera Schiner, e la elenca per l'Italia il Rondani (1872) con sibillina descrizione. — La ritengo specie, che debba accettarsi nei calaloghi. Culex ca/opus. — Meigen attribuisce questa sjDCcie a Hoff- mannsegg; in fine poi alla descrizione, che ne dà, pone tra parentesi: « Wiedemann ». Robineau Deswoidy scrive: « C. ca- lopus, Hoffg. Mg. » Schiner attribuisce questa specie a Meigen. Rondani (1872) a Hoffmannsegg. È da ritenersi che la vera prima descrizione pubblicata sia di Meigen, e le comunica- zioni di Hoifmannsegg e di Wiedemann siano a lui state fatte — 317 — verbalmente o in lettera, Meigen, dunque, istituì la specie e cosi la descrisse in « Si/sf. Beschr. Ester Th. Aachen, 1818 » : Culex calopus. — Fuscus argenteo-punctatus; pedibus argenteo auuu- latis. — Ueberall fast nelkenbraun, bei eleni Weibcheu raehr mit Gelb gemischt. Bei dem Mannchen erscheint der Riickenschild in gewisser Eiclitung mitten auf gran, wo dann das Braune vier Langstiecken bil- det, deren vordere niiher zusammeu stehen, die man auch als zwei ab- gebrochene Striemen anseheu kunnte, deren hintere Plillfte uacli aussen geriickt ware. Hinterleibsringe lichter. Kopf, Brnst, Hiaterleibsseiteu und Bauch schijn silberfleckig, Kuie und Wnrzeln der Fassglieder schnee- weiss, katim silberglanzend. Fliigel nngefleckt. — Vaterland: Portugal. — Lilnge 2 bis 3 L. (Wiedemann) ». [« Culex calopus. — Fuscus, argenteo puuctatus; pedibus argenteo- annulatis. — Da per tutto tj^uasi di un bruno garofano, nella femmina più frammisto col giallo. Nel maschio il torace apparisce in certe dire- 25Ìoni bigio nel mezzo, ove il bruno forma quattro macchie longitudinali, delle quali le due anteriori sono più ravvicinate; queste quattro macchie si potrebbero anche considerare come due linee interrotte, di cui la metà posteriore sarebbe alquanto piegata in fuori. Gli anelli dell'addome più chiari. Testa, petto, lati dell'addome (Hinterleibsseiten) e ventre bella- mente macchiati di argento; ginocchi e radici degli articoli dei tarsi bianco-nivei , appena di lucentezza argentea. Ali immacolate. Porto- gallo. 2-3 L. »J. Metterò in catalogo questa. sj)ecie di Meigen, come tutte le altre di questo autore. Meigen certo la descrisse su esem- plari secchi. — Le descrizioni di Meigen sono, è vero, ecces- sivamente ristrette, e anch' esse spesso rendono ardue le iden- tificazioni ; ma le specie di un tal distinto ditterologo devono accettarsi. Culex nemorosus. — Questa specie fu istituita da Meigen nello stesso loco della precedente. Ecco la descrizione originale dell'autore : « Culex nemoi'osus. — Thorace rufo fusco-vittato; abdomine fusco alboannulato; genubus puncto niveo. — Stime rothgelbe mit weissem Augenrande. Riickenschild braungelb mit zwei schwarzbraunen Lang- striemen; Hinterleib schvvarzbraixn 'mit weissen Ringen. Schenkel hell- — 318 — gelb mit brauiier Spitze uud silberweissschillerndQm Puukte au den Knien, Schienen und Fùsse sclawarzbraun, Scliwinger blassgelb. Flùgel braunschuppig. Fùhler dei' Mannchens mit braunen an der Spitze weiss- scbilleruden Haaren; Taster schwarz. — Im Sommer in schattigeu AVal- dern niclit selten. 3 L. ». [« Culex nemorosus. — Thorace rutb fusco-vittato; nbdomiue t'usco .albo-annulato: genubns puncto niveo. — Fronte giallo rossa, con margini degli ocelli bianchi. Torace giallobruno con due linee longitudinali nero- brune; addome nero-bruno con anelli bianchi. Coscie giallo-chiare con apice bruno, con punti argentei spiccanti ai ginocchi ; gambe e piedi nero-bruni; bilanceri giallopallidi. Ale bruno-squamate. Antenne del maschio con peli bruni, che alla punta sono bianchi spiccanti; palpi neri. In estate nei boschi ombrosi non raro. 3 L. »|. Questa S23ecie, unanimemente accettata, deve figurare, come tutte le specie di Meigen, nel nostro catalogo. Culex ornatiis. — Meigen attribuisce questa specie a Hoff- mannsegg, dal quale probabilmente la ottenne, ma la prima descrizione è di Meigen e trovasi nello stesso loco delle pre- cedenti. Essa è la seguente: « Culex ornatus. — Thorace albido nigro-bivittato; abdomine fusco albo-annulato; pedibus fuscis; genubus pvincto niveo. — Russel schwarz- brauu. Stime weiss. Mittelleib gelblichweiss mit zwei genaherten sch- warzen Riickenstriemen, hinten noch ein gieichfarbiges Strichelchen au jeder Seite; Seiten schwarzbrau.n mit weissen Flecken und Puukteu. Hinterleib schwarzbrauu mit weissen Ringen. Schenkel hellgelb. hinten schwarzbraun, an den Knien weiss; Schienen uud Fiisse schwarzbi'aun. Schwinger blassgelb. Flugel braunschuppig. Fiihler des Mannchens schwarzbi-aunhaarig; Taster ziemlich langhaarig, schwarzbraun mit drei weissschillei'nden Flecken. In Waldern selten. 3 L. — Meigen nella « S'eohster Theil, Nachtriige und Berichtigungen zum ersteu Theile, Hamm 1830 » aggiunge circa a questa specie: Die weissen Ringe des hinterleibes sind bisweilen auf dem Riicken untei-brochen, iind dann ist es bis als C. guttatus bezeichnete Ubart ». [« Culex ornatus. — Thorace albido nigro-bivittato: abdomiue fusco | albo-anniilato; pedibus fuscis; genubus puncto niveo. — Proboscide bruno- nera, fronte bianca. Torace giallo-bianco con due linee dorsali nere rav- vicinate, e oltre a ciò posteriormente una lineetta da ambe le parti dei — 319 — medesimo colore; lati bruuo-iieri eoa macchie e punti bianchi. Addome bruno- nero con anelli bianchi. Coscie giallo-chiare; posteriormente bruno- nere: ai ginocchi bianche. Gambe e piedi bruno-neri. Bilanceri giallo- chiari. Ale bruno-squamate. Antenne del maschio brunonero-pelose; palpi con pelui'ia piuttosto lunga, briino-neri con tre macchie bianco-smaglianti. Nei boschi rara 3. L. »J. Aggiunge Meigeii dopo la descrizione: « Mi fu mandato sotto il nome di C. guttatus un esemplare dal Sig. Megerle da Vienna, il quale differisce àdilV ovìiatus in quanto che in- vece dei bianchi anelli dell'addome esistono solamente le mac- chie bianche dei fianchi. Se questo è un fatto costante, accenna ad una specie nuova ». Il G. guttatus, come vedremo, fu rie- sumato da Curtis. — Intanto deve accettarsi nei cataloghi Vornatifs di Meigen. Culex laieralis. — Meigen attribuisce questa specie a Me- gerle, da cui verisimilmente l'ottenne; ma la prima descrizione è di Meigen e trovasi nello stesso loco delle precedenti. Essa è la seguente: « Culex lateralis. — Thorace cano nigrobivittato; abdomiue uigro, punctis lateralibus albis. — Kopf grauweiss. Riickenschild grauweiss, mit zwei geniiherten schwarzen Striemen; Seiten des Mittelleibes schwilrz- licli. Hinterleib schwarz mit weissen Seitenpunkten. Schenkel blassgelb mit brauner Spitze. Knie blass; Schienen lichtbraun mit dunkeler Spitze; Fiisse dunkelbraun. Schwinger weisslich; Flligel braunschuppig. — Oeste- reich. Von Hern. Megerle. 1 7;i L. », [« Culex lateralis. — Thorace cano, nigro-bivittato; abdomine nigro: punctis lateralibus albis. — Testa biancobigia. Torace biancobigio con due linee nere ravvicinate; lati del torace nericci. Addome nero con punti laterali bianchi. Coscie giallopallide con estremità brune. Ginocchi pallidi. Gambe brune splendenti con estremità scure. Piedi brunoscuri. Bilanceri bianchicci. Ale brunosquamate. 1 7:3 L. Austria »]. Questa specie di Meigen deve essere, come le altre, accet- tata nei cataloghi. Culex cantans. — - Meigen attribuisce questa specie a Hoff- mannsegg da cui verisimilmente l'ottenne. Ma la prima de- — 320 — , scrizione è di Meigeii e trovasi nello stesso loco delle prece- denti, dove Meigen dà anche una figura di questa specie (Tab. 1, fig. 9, femmina). La descrizione originale è la se- guente : « Culex cantans. — Thorace rutb, dorso fusco-vittato; abdomiue fusco albo-anniilato; tarsis nigris albo annulatis. — Weibchen. Riissel rostgelb mit schwarzbrauner Spitze. Taster schwarzbraun, weissgefleckt. Mittelleib rotbgelbe, mit brauuer etwas undeutlichea Riickenstriemen. Hiuterleib gelbliclivveiss und schwarzbraun gei-ingelt, mit der Spur einer schwar- zliclien, abgesezten Rùckenlinie. Schenkel gelb mit braimer Spitze; Schie- nen und erstes Fussglied brauu, an der Spitze in schwarz ùbergehend; die vier andern Fussglieder, vorne weiss, hinteu schwarz. Flligel bratin- schuppig. Schwinger blassgelb. — Aus der Sammlnng des Hrn. Gr. v. Hoffmannsegg; ich sie auch hier im September in Waldern, wiewohl selten ». [« Culex cantans. — Thorace rufo, dorso fusco-vittato, abdomine fusco albo-annulato. Tarsis nigris, albo-annulatis. — Femmina: Proboscide gial- lorossa con punta brunonera. Palpi brunoneri macchiati di bianco. Torace giallo-rosso con strio dorsali brune alquanto indistinte. Addome bianco- gialliccio, e aneliate di brunonero con traccia di una linea nericcia in- terrotta. Coscie gialle con punta bruna. Tibie e primi articoli dei piedi bruni, che alla punta passano in nero, gli altri quattro articoli bianchi in avanti, neri indietro. Ali con squamette brune. Bilanceri giallopallidi. In Settembre nei boschi. 3 L. »]. Questa specie deve essere accettata, tanto più che ha il vantaggio di essere stata fissata da Meigen con una figura a colori. (Continua) DECAS ARANEARUM in ins. Singapore a Gel. Tla. "Workman inventarum SCRIPSIT T. THORELL Fani. PSECHEOID.E (1). Gen. PSECHRUS, Thor., 1878. 1. P. Singaporensis, n., cephalothorace in fundo nigro, fasciix tt'ibus longitucUnalihus paraìleìts testaceo- fuscis ornato: duahus siipra-margiualihus sat latis, tertia media angustiore, pedihus fusco-testaceis, dense nigro-annulatis, saltem versus hasin siihter plus minus alho-puhescentibus, 1} paris pedihus cephalothorace circa lOplo longioribus; ahdomine suò-ci/lindrato, circa tripjlo longiore quam latiore, siipra in fundo saltem pto- sterius nigro, et antice fascia pallidiore sub-lanceolata notato, pube sub-fusca saltem ad partem vestito; ventre rufescenti-fer- rugineo, fascia media longitudinali nigra ornato, quae linea alba geminata est. — 5 ad. Long, circa 11 millim. Fe.mixa. — Cephalothorax a?qne lougiis ac tibia 3." paris, circa dimidio longior quam latior, anguste et inverse ovatus fere, utrinqne anterius fortiter sinuato-angustatiis, parte cepha- (1) De hac familia vid. Simon, H. N. d. Araignées, 2." Ed., I, p. 2-23, Anno A'AT/. — 322 — lica louga lateribns rectis anteriora versus panilo angustata, clypeo dimidia parte tlioracica evidenter paiiUo angustiore, fronte fortissime rotundata et prominente etiam panilo angu- stiore. Impressiones cephalic?e distinctissimaì snnt, sulcus ordi- narius centralis longus et fortissimus. Dorsum a latere visum a declivitate postica leni et sat brevi usqne ad oculos medios posticos sensim assurgiti paane rectum, modo in medio panilo depressnm; area ocnlorum mediorum proclivis est, olypeus panilo reclinatus. Facies a^que fere alta ac lata, supra con- vexa, lateribns valde prsernpte declivibus; spatium inter mar- ginem clypei et oculos medios anticos longitudinem areae ocn- lorum mediorum ptene asqnat, diametro horum ocnlorum circa triplo majus. Ociili magni, psene cTeqnales, medii antici tamen lateralibns anticis evidenter panilo minores. Series ocnlorum postica dupla ocnli lateralis postici diametro longior est qnara antica, qnte a fronte visa sat fortiter deorsum curvata est: linea recta laterales oculos supra tangens medios in centro secat. Desuper visse ambse series modico recnrvse sunt. Area ocnlorum mediorum non parum longior quam latior, et non parum latior postice quam antice. Ocnli medii postici,, spatio eorum diame- trum ptene «quante separati, a lateralibns posticis pjene aeque longe atque inter se remoti sunt. Ocnli medii antici, spatio dia- metro sua evidenter minore sejuncti, a lateralibns anticis spatio modo parvo, saltem duplo minore quam quo inter se distant, separati sunt. Spatia quibus medii antici a mediis posticis di- stant ocnli medii antici diametro circa dimidio majora sunt et panilo majora quam spatium inter oculos binos laterales. Sier- num breviter triangulo-ovatum, postice acnminatum sed vix inter coxas 4.' paris, qute spatio modo parvo sunt sejunctce, productum. Mandibuìm circa triplo longiores quam latiores, femoribus anticis panilo crassiores. Pedes longissimi, 3." jDaris tamen duplo breviores quam 1.' paris, qui cephalothorace circa lO.plo longiores sunt. Pube tenui vestiti et aculeis crebris mediocri- bns armati sunt pedes : tarsi longi sed metatarsi^ breviores, — 323 — curvati et apice sub-incrassati. Calamistrum non multo longius est quam spatiuni quo a basi metatarsi clistat. Abdoiì/eì/ lon- gum et angustum, snb-cylindratum. Vulva ex area pallida ni- tida constat, qu;e posterius foveas duas oblongas pivne paral- lelas in fundo nigras ostendit, bis foveis nigris lineola brevi nigra ab apice earum postico ad plicaturam genitalem ducta continuatis. Mamillce inferiores vix longiores sed non parnm crassiores quam superiores, sub-conicte, panilo longiores qnam latiores basi, art. 2.'^ brevissimo et obtusissimo; mamillee supe- riores sub-cylindrata» sunt, art. 2.° parvo, conico, saltem feque longo ac lato basi. Color. — Cephalothorax in fando niger, fascia media lon- gitudinali angusta et fasciis duabus sat latis parallelis supra- marginalibus testa ceo-fuscis notatus; area oculorum quoque pallidior est, clypeus in medio late sub-testaceus. Pube tenui appressa pallide fusca vestitus est cephalothorax, Inter oculos vero et in clypeo (saltem in medio, superius) albo-pubescens. Stet-num et lahiun) fuligineo-nigra, illud pilis longis erectis nigris conspersum et margine angusto albo e pube formato in lateribus cinctum, Mandihulm testaceo-fuscaB, nigro-piloste. Ma- xilUe magis nigricantes. Palpi fusco-testacei, panilo nigricanti- aunulati, parte femorali subter et extus albo-jDubescenti. Pedes quoque fusco-testacei, dense nigro-annulati, annulis ad partem in maculas divulsis: femora annulos 5, patellte 1 (apicalem;, tibicB 4, metatarsi saltem 1 (apicalem) habent. Cox» ad ma- gnani partem nigricantes sunt, macula una alteravo parva alba e pube formata versus basin et apicem; etiam subter in femo- ribus et patellis hic illis vestigia pubescentiap albte adsunt. Prteterea pedes pube tenui nigricante vestiti fuisse videntur; pili et aculei eorum fnsci vel nigri sunt. Color ahdoiniuis supra in exemplo nostro sub-corrugato non multo distinctus est: dor- sum ejus in fundo posterius nigrum est, anterius pallidius videtur, vestigiis fascite longitudinalis pallidioris sub-lanceolatse a basi fere ad medium pertinentis, qute utrinque serie lineola- rum paucarum nigrarum definita est; pube tenui sub-testacea — 324 — vel fusca vestitum est clorsum, aiitice etiam albicanti-pubesceiis. Latera abdoniinis maculis parvis albo-flaventibus variata simt, qu* iiiferiiis in liueas longitudinales suiit confasi^ ; in apice laterum, panilo ante maniillas, macula parva sab-lunata albo- flavens conspicitnr. Ventar hoc modo pictus est ('pìctura e pube densa formata) : secundum medium fasciam longam sat latam nigram ostendit, quie linea alba (ab area vulvas testacea Inter rupta et non piane usque ad cribellum pertinente) gemi- nata est: lieec fascia nigra ntrinque, pone plicaturam genitalem, fascia lata rufescenti-ferruginea est limbata. Senta pulmonalia postice et extus albo-marginata. MaìiìiJìa> superiores nigrte, in- feriores pallide fusca?. Lg. corp. 11; Ig. cephaloth. 4 %. lat. ej. 3 '!,, lat, clyp. I "',.,; lg. abd. panilo plus 7, lat. ej. 2 millim. Ped. I 38 '/n? II 27 -'l,, III 19 •/,, IV 30 S; pat. -^ tib. IV 9 millim. Feminam singulam vidi. Parum nisi statura multo minore et pedibns longioribus et dense nigro-annulatis a P. argentato (Dol.) (1) dififert ha^c species. Fam. LYCOSOID.E. Gen. HYGROPODA 2). n. {= D.'adrolycosa, Thor. {non Dol.). olim). 2. H. projnatha, n., cephalothorace sordide fusco, fasciis loiigititdinalihu.^ trihiis latis paralleìis pallidioribus notato, qua- ruiìi media linea ohscìtra p/tis niinu.^ evidenti geminata est, la- (1) Bijclr. tot de Kennis der Araclni. v. d. Indisclien Arcliipel, in Natuurkundig Tijdschr. van Nederlandsch Indie, XIII (Ser. 2, III), p. 399; Tvveede Bijdr., cct, in Verhand. der Natmirknnd. Vereen. in Nederl. Indie (Acta Soc. Scient. Indo-Xeérlan- dic», V, p. 49, Tab. Vili, fig. 9 (Tegenaria argentata); — conf. Thor., Studi, cet., II, Kagni di Amboina, cet., in Ann. del Museo Civ. di Storia Nat. di Genova, XII, p. 171. (2) xjypó;, mollis; ttou;, pes. — T.vpum hnjus generis IT. prognatham. n., eligo, quum non tantum tVmina, vcrum etinm mas a<1. hnjus spociei mihi cop;nitus sit. — 325 — tti'O.Ie>< siipì'a-maì'giìiahs ti in viargiììibus panilo u iid alata' ; lìttlpis pedibusqtie tesfaceis, his paullulo nigro-annnìatis, longis- ■simis, ò'.'* paris exceptis, qui pedihiis IJ paris pcene tviplo hre- vioì-es suìif; tarsis, 8J' paris exceptis, ìongis et flexibiliòus sed metatarso hrevioribus; abdomine cglindrato-ovato. dorso obscure fusco ((triìiqiie fascia pallida in margine superiore undulato- dentata limitato et antice fascia longitudinali abbreviata sub- lanceolata pallide fusca notato, quce linea fuscd utrinque est marginata, hac figura fasciis duabus angustis ina'qualibus ci- nerascenfibus (ad medium ejus macìda nigra interruptis) in- clusa, qua' pone eaui in fasciam singulam, linea fuscà geniinatam. retro productw sunt ; vulva ex fovea mediocri ovata constante, qua' in utroque margine, postice, tuberculum minutuni nigrum ostendit; mandibulis maris ìongis, sub-porrectis, basi excepta incurvis. densissime Jiirstitis; palqns maris saltem longitudine corporis. — (^f $ ad. Long. <^ circa il. $ circa 10 ^ ^ millim, Femika. — Cephalothorax paruni longior c[iiam tibia cum patella 3.'^ paris, metatarsum cum tarso Imjus paris, vel tar- sum -1.' paris, longitudine circiter tequans, circa ' 3 longior quam latior, antice ante coxas 1 '3 paris sat fortiter angustato- sinuatus, parte ceplialica lateribus brevibus et rectis anteriora versus paullulo angustata, antice pasne truncata vel modo le- vissime rotundata, clypeo dimidiam partem tlioracicam latitu- dine jmullo superante. Impressiones cephalicpe distinctie sunt, sulcus ordinarius centralis longus et fortis. Ipsum dorsum ce- 2:)lialothoracis humilis in medio panilo depressum est, ante et XDrtesertim pone liane depressionem panilo convexura: area in- ter oculos medios sat fortiter proclivis est, clypeus prtBrupte proclivis, psene directus: altitudo ejus diametro oculi medii antici dimidio (vix duplo) major est. Area ocidornm plus duplo latior est quam longior. Oculi laterales antici mediis anticis (qui oculis 4 posticis pa^ne a?qualibus panilo minores sunt) psene duplo sunt minores. Series oculorum antica a fronte visa parum deorsum curvata, psene recta est. series postica desuper — 326 — visa fortissime recurva: ìiseo series pseiie duplo lougior est quam series antica. Series quam formaiit oculi duo medii postici paullulo longior est quam series a tribus oculis seriei anticte formata. Oculi 4 medii aream transversam plus dimi- dio latiorem postica quam antice et paullo longiorem quam latiorem antice occupant. Oculi medii antici spatiis diametrum suam poene tequantibus inter se et a mediis posticis separati sunt, a lateralibus anticis vero spatiis circa duplo minoribus. Oculi medii postici spatio diametro sua circa dimidio majore sunt disjuncti, a lateralibus posticis etiam paullo longius, spa- tiis duplam oculi diametrum sequantibus, remoti. Mandibulce deorsum et anteriora versus directte, in dorso ad longitudinem modice convexas et pilis minus densis vestita^, apice intus oblique rotundato-truncatfe; paullo jdIus duplo lon- giores quam latiores sunt, femora antica crassitie i?equantes, patellis 3." paris non parum longiores, patellas 4.^ paris lon- gitudine ìTBquantes. Sulcus unguicularis antice et postice 3 den- tibus est armatus. Ma.xiU(e basi angustia, duplo longiores quam latiores apice, labio duplo longiores; labium paullulo longius quam latius, a basi ad apicem sat late truneatum lateribus leviter rotundatis sensim paullo angustatum. Pedes, 3.'^ paris exceptis, longi et graciles sunt (1.^ paris ceplialothorace jdIus T.plo, pedibus 3." paris psene 3.plo longiores), metatarsis et prsesertim tarsis graciilimis, bis etiam in pedibus 1.' ^^djXÌH metatarso paullo brevioribus; metatarsi anteriores tibiam lon- gitudine asquant. Pedes 2.^ paris pedibus 4.^ paris parum lon- giores sunt. Aculeis crebris armati sunt pedes; patellip aculeum utrinque et tertium apice supra habent. Ahdomen plus duj^lo longius quam latius, cylindrato-ovatum, antice truncato-rotun- datum, postice breviter acuminatum. Vulva ex area mediocri sub-ovata, posteriora versus sensim acuminata, obscura et oj)aca, secundum medium impressa constat, quaì utrinque posterius callo sive lamina cornea limitata est: lise laminfe pone medium intus in suum quaeque tuberculum minutum nitidum nigrum elevata? sunt. — 327 — Color. — Cephalothorax sordide fuscus, albicanti-pubescens, fasciis tribus longitudinalibus pallidis sat latis signatus, media satis «quali, usqiie ad ociilos medios posticos pertinente et linea longitudinali obscura (vel salterà sulco centrali nigri- cante) geminata, lateralibus supra-marginalibus, lineis tenuibus sub-undulatis albicantibus limitatis; spatia inter lias fascias eas latitudine circiter «quant. Partes oris et stermini sordide testacea, albicanti-pilosa, mandibularum apice et labio obscu- rioribus. Paljjì et pedes basi clarius, prseterea sordide testacei, pedes panilo nigro-annulati : tibife enim et metatarsi fprseser- tim 4.i paris) apice nigricantes sunt, etiam ipsa basi anguste nigricantes vel nigricanti-maculatse. Ahdominis dorsum sat late fuscum est; Iisbc area fusca fascia laterali pallida in margine superiore sive interiore crasse et inaequaliter undulato-dentata (et ut videtur, linea tenui sfepius abrupta alba e pube formata ibi marginata) utrinque limitatur. In medio antice dorsum fa- sciam abbreviatam postice acuminatam, sub-lanceolatam, pallide fuscam, a basi ad medium dorsi pertinentem ostendit, qnse li- neis duabus angustis obscure fuscis marginata est: liac figura fasciis duabus angustis albo-cinerascentibus (paullo ante me- dium ejus macula parva obliqua nigra interruptis) est inclusa, quas pone eam in fasciam singulam insequalem, sensim angu- statam et linea fusca geminatam, versus anum productam sunt coalita3. Latera inferius et venter pallidus pube densa albicante tecta sunt. Mas rtfZ., prteter notis ordinariis, quibus mares a feminis differunt, bis prsesertim insignis est. Mandibuhe multo majores quam in altero sexu, oblique anteriora versus et deorsum di- rect», plus triplo longiores quam latiores, basi quidem pa- rallelte, sed tum primum foras, dein intus curvatte, basi ex- cepta igitur paullo incurvse; ut maxillce et labium picele et pilis longioribus densissimis cinerascentibus hirsutse sunt. Den- tes sulci unguicularis parvi et rari, 3 postice, 2 (vel 3 ?) an- tice; unguis brevis et fortis, tequaliter incurvus. Palpi omnium longissimi (saltem longitudine corporis), gracillimi, excepta — 328 — clava, qua? basi sub-globosa est et liic femora antica latitudine superat. Pars femoralis partes insequentes — apice longo partis tarsalis excepto — conjunctas lougitudine iequat; pars patel- laris parte femorali l'ere duplo brevior est et. ut ea, a basi ad apicem seusim panilo incrassata; pars tibialis picene cjdindrata et fortiter deorsum curvata est, parte patellari pa?ne duplo brevior; pars tarsalis prioiem longitudine tequat, versus basin eà plus duplo latior et hic, in dimidio basali, couvexa et sub- ovata, dein vero in apicem longum recttim angustum prodncta. Bulbus sub-giobosas modo dimidium basale partis tarsalis oc- cupat, liac parte etiam latior; subter inflatus, nitidissinius et pallidus est. Pedes longissimi, 1.^ paris ceplialothorace fere 8. pio longiores. Ahdomen quoque longius quam in l'emina. Prteterea cum ea et ad formam et ad colorem convenit mas. $. — Lg. corp. 10 M.,; Ig. cephalotli. 4, lat. ej. circa 3, lat. cljp. l \] lg. abd. 6 \„ lat. ej. 3 '\. millim. Ped. I 29 ' ,, II 23 ' ,, III 10 ' ,„ IV 23: metat. I 7 'i„ tars. I G '|,, pat. + tib. IV 0 ■':; millim. ^ . — Lg. corp. 1:) ; lg. cephaloth. panilo plus 4, lat. ej-. panilo plus 3, lat. clyp, circa 1 ',j; lg. abd. 5 \, lat. ej. 2 'j millim. Palpi 10 ' ,; ped. I 33, II 25 ',,, III 12 \„ IV 24 ',,; tibia I 7 ' ,, metat. I 8, tars. 17',, pat. -\- tib. IV 7 ' > millim. Exempla paucissima adulta et juniora. Gen. LYCOSA iLatr.), 1805. 3. L. rabulana, Thor., ceplialothorace in fundo fusco, fa- sciis fì'ibus loiìgitndinalibus paUidiorihus salteni ad partem al- hicanti-puhescentibus notato, quarani media, posterius sati)^ an- gusta, in parte cephalica fortiter dilatata et utrinqiie rotiin- data nel in tres ramos divida est, laterale.^ supra-ìnarginales, fascia obsctira plus minus in macidas abrupta geminata^; spailo inter series oculornm anticam et mediani linea transversa alba ornato: sterno snb-hcteo, maculis tribus parvis nigris utrinque; — B29 — pedihus obscure luteis lel testacea-, vix rei paruìii nigricanti- anmilatis; ahdomine in fundo supra plaga maxima ohlonga plus miiìifs lata fusco-Intea occupato, quce antice fascia»} longitudi- nalem ahhreviatam angiistaìit clariorem continet, et posterins lineis nonnidlis transversis nigris in vitta.s transversas divisa est, his lineis pube alba, ìineas transversas saltem bis abrupfas formante, vestitis. — 5 ad. Long, circa !' millini. Svn.: 18£i0. Lycosa i-al>uìa7ia, Thor., Diagn. Araa. aliquot uov. iu ludo- malesia inveut., in Ann. del Mus. Civ. di Storia Nat. di Genova, XXX (Ser. 2.=*, X), p. 138 '7). 1892. — — id.. Studi, ce^, IV, Eagui dell' Indo-Malesia, II, ibid., XXXI ^Serie 2.% XI), p. 173. Femixa. — CepJtalothorax tibia -4.^ paris paullulo longior, circa '|, longior quam latior, utrinque auterius leviter sinuatus, lateribus partis cephalica^ pa:'ne rectis anteriora versus sat for- titer angustatus, fronte truncata, clyjjeo dimidiam partem tho- racicam latitudine acquante. Minus altus est ceplialotliorax, dorso ipso ptene recto et librato, iuter oculos posteriore^ panilo proclivi paulluloque convexo; facies directa, a fronte visa p?ene ;«que alta ac lata supra, evidenter" panilo latior infra quam sa- pra, ubi (inter oculos posticos) leviter convexa est, lateribus psene directis, inferins panilo convexis. Altitudo faciei longi- tudine mandibularum evidenter panilo est minor, Series ocu- /oi'um antica serie media multo, ptene diametro oculi singuli serici medise, brevior est, leviter deorsum curvata; oculi ejus medii lateralibus fere duplo majores sunt, spatio diametro sua panilo minore separati, circa duplo longius ab iis quam inter se remoti. Oculi medii antici a margine clypei spatio distant, quod eorum diametro duplo majus est, sed diametro oculo- rum seriei medite evidenter minus; ab bis oculis spatiis diame- trum snam sequantibus distant oculi medii antici. Trapezium oculorum posteriornm fere peque longum ac latum antice est, dupla oculi postici diametro latior postice quam antice. Oculi — 330 — seriei mediae valcle magni spatio suiit clisj mieti, quod eorum diametro paullulo miuus est, a duobus j)Osticis, quibus vix "^ majores snnt, panilo longius remoti, Mandibulce panilo reclinatse, patellis anticis circa dimidio longiores, femoribiis anticis paullulo angnstiores. circa 2 ','3 lon- giores quam latiores, in dorso ad longitudinem sat fortiter con- vexce. Labium pauUo latius quam longius videtur. Pedes me- diocres, 4.^ paris cephalothorace circa 4 '/o longiores; metatarsi hujus paris tibia cum patella panilo breviores sunt. Patellas omnes acnleum utrinqne liabent, posteriores pra^terea 1. vel 1. 1. supra; tibias anteriores snbter aculeis longis 2. 2. (prse- ter 2 brevibus apicalibus) armat*. sunt, antice et postice 1. 1. aculeis; metatarsi anteriores snbter 2. 2. acnleos longos et ap- pressos habent, utrinqne vero 1 acnleum, pra3ter apicales. Me- tatarsi et tarsi anteriores snbter utrinqne dense scopulati sunt. Ahdornen forma est ordinaria. Area vidme sat magna postice truncata sub-rectangula fusca tres foveas fortes ostendit, me- diani oblongam, antice rotundatam, postice apertam, lateribus parallelis usque ad marginem posticum areaì pertinentem et postice septo lato quasi repletam; dna? aliai, in ipso margine postico area? sita?, minores sunt, rotundata?, postice apertse, apici postico foveffi media? adjacentes. Mamillce breves, supe- riores vix vel parum longiores quam inferiores, art. 2." bre- vissimo, obtnso. Color. — CeplicdotTiorax in fundo rnfescenti-fnscus, area oculorum nigra; fasciis tribus longitndinalibns fusco-testaceis est notatus, quarum media in parte thoracica satis angusta est et sulco centrali iiigro geminata: in parte ceplialica vero subito dilatata et in lateribus rotundata lineolisque dnabns lon- gitndinalibns obscuris notata est hsec fascia, vel potins ante- rius in tres ramos divisa, quorum exteriores incurvi sunt, me- dius in aream oculorum j^osticorum productus. Fasci» laterales latse et supra-marginales, fascia obscurà plus minus in macu- las abruptà geminatte, dein in genas et clypeum, qua^ pallida sunt, continnatte. Pube densa sub-fusca (in ter oculos posteriores — 331 — testaceo-fusca) vestitus est cephalotliorax, fasciis illis tribus Clini ipso margine laterali albo-pubescentibiis, fascia media ta- meii aiiterius magis testaceo-piibescente. Inter series ociilorum aiiticam et mecliam linea transversa deorsum curvata e pube alba formata conspicitur. Sternum sub-luteum, albo-pilosum, maculis tribus par vis nigris ad utrumque marginem. MancU- òuke fuse», albo-piloste et pilis longioribus nigris conspersaì. MaxHIw et labium^ ut coxte pedum, sub-lutea sunt. Palin sor- dide lutei. Pedes sordide vel ferrugineo-lutei, in fundo vix vel parum evidenter nigro-annulati, nigro-pubescentes et panilo al- bicanti-pubescentes quoque, pube albicante quasi annulos non- nullos angustos parum distinctos saltem in pedibus posterio- ribus formante. Ahdomen in fundo superius fusco-luteum est vel obscurius, dorso plaga maxima oblonga plus minus lata fiisco- lutea occupato: hic fundus fascia longitudinali abbreviata an- gusta panilo pallidiore ad basin notatus est, et lineis vel vittis transversis circa 6 nigris (quarum prima sat longe ante medium dorsi est sita) in fascias transversas plus minus per- fecte divisus. Pube sub-fusca vestitura est dorsum, in lineis illis nigris vero albo-pubescens, liac pube lineas transversas albas saltem bis abruptas formante; fascia illa media basalis utrinqite punctis maculisve binis ternisve albis limitata est. Latera abdominis plus minus obscura pube sub-fusca et alba sunt variata; veiiter in fundo pallidus pube alba est vestitus. MamilliB luscse, albo-pubescentes. $. — Lg, corp. 9; Ig. ceplialotli. panilo plus 4, lat. ej. 3 Ai lat. clyp. 2; lg. abd. psene 5, lat. ej. 3 niillim. Ped. I 14 \^ II 13, III 12 -ig, IV 19; pat. + tib. IV 7, metat. IV 6 % millim. Feminam adultam singulam cum paucis junioribus invenifc Workman. Quiim exemplum femineum (ex Sumatra) locis cit. a me descriptum detritum et minus bene conservatum sit, no- vam descriptionem liujus sexus dare non inutile putavi. — Mas adultus i^notus est. 332 — Geli. VENONIA ri), n. Cephalotliorax loiigior, parte ceplialica anteriora versus for- titer aiigustata, lateribus faciei directis. Oculorum series antica serie media brevior, fortiter deor- sum curvala: oculi ejus laterales mediis non minores. Oculi seriei medi» magni, spatio eorum diametro minore separati. Oculi 4 posteriore» in trapezium multo latius postice quam an- tice dispositi. Mandibularum sulcus unguicularis in margine postico 3 dentibus armatus. Maxillte labio circa duplo longiores; labium sub-transversum, apice truncatvim. Palpi feminae unguiculo gracili pectinato-deutato instructi. Pedes mediocri longitudine, graciles, ita: lY, I, HI, II (II, III) longitudine se excipientes, aculeis sat crebris armati; tarsorum unguiculi superiores densius pectinato-dentati; un- guiculus inferior dentibus paucioribus (circa 4) pectinatus. Abdomen (ut saltem interdum alite corporis partes) squa- mulis colores metallicos sentientibus su2)erius saltem ad par- tem vestitura . Mamill» longa:?, superiores praesertim, qu* inferioribus non parum longiores sunt, art. 2.° longiore quam latiore, sub- conico. Typus: V. coruscans, n. Hoc novum genns. cui Aidouio ìi/icarioides, L. Ivocli (2), ex Nova Hollandia, liaud dubie est adscribenda, Aulotihv, 0. L. Ivocli, et imprimis Zautheri., Thor. (3), affine est, ab Aulo- nia saltem abdomine squamulis in «TEmeum vel cupreura colo- (1) Venonius est uoin. propr. pera. (2) Die Arachn. Austral. I, p. 961, Taf. LXXXIII, fig. 6 et 6». et Taf. LXXXIV, fig. 1 et 1^ (3) [Viaggio di L. Fea, cet., II] Primo Saggio Sui Ragni Birmani, in Ann. dei Mus. Civ. di Genova, XXV (2.» Ser., V), p. 317. rem exeuntibus vestito prtesertim et facillime dignosceiidiim, a Zanthere, cnm quo hac in re coiivenit, serie oculorum an- tica fortiter cleorsnm curvata, spatio inter oculos seriei mediai eorum diametro multo minore, unguiculis tarsorum plus binis dentibus pectinatis, cet., abunde differens. 4. V. coruscans, n., cephalothorave in fundo nigro, ocuìis lateralihus cuiticis media' anticos magnitudine multo sujyeranti- hus^ oculis seriei mediae ab oculis' posticis jjaiillo ìongius quam inter se remotis; palpis roòustis, olivaceo-nigris; pedibus sub-te- .staceis, fenioribus nigris, tibiis annulis binis nigricantibus cinctis; abdomine superius nigro, pube squaniuli formi mneo-vir idi- et cu- preo-micante vestito et supra anum macula pallida albo-pube- scente notato, ventre ad ìnaximam partem pallido. — ^f ^^^• Long, circa S ' ., millim. Mas. — Cephaìothorax tibia cum patella 4.^ paris pauUulo brevior est, pajne duplo longior quam latior, utrinque anterius panilo sinuatus, postice satis angusto truncatus, parte tliora- cica ùblonga anteriora et posteriora versus lateribus modice rotundatis satis «qualiter angustata, parte cephalica longa la- teribus anterius rotundatis primum sat leviter, dein, ante ocu- los posticos, sensim fortiter angustata, fronte igitur angusta, rotundata, cljqieo dimidiam partem thoracicam latitudine non acquante. Sulcus ordinarius centralis sat brevis sed distinctus est, impressiones cephalica^ evidentes quoque. Sat humilis est ceplialotliorax, dorso angusto ante decliviiatem posticam pa- rum pra?ruptam recto et paime librato (vix assurgente), inter oculos posticos panilo proclivi ; facies cum clypeo directa vel paullulo reclinata. A fronte visa facies paane quadrata est, paullulo latior quam altior, supra parum convexa, vix latior infra quam supra, lateribus directis, parum convexis; altitudo ejus saltem dimidio minor est quam longitudo mandibularum. Spatium inter marginem clypei et oculos medios anticos eorum diametro plus duplo, fere triplo majus est; spatium vero inter — £34 — liuiic marfì-iiiem et oculos laterales anticos liorum diametrum modo sef^uat. Area oculonuìi totani frontis latitudinem occupat, non parum latior quam longior: series eorum antica serie me- dia panilo brevior est, fortissime deorsum curvata: laterales horum oculorum sat magni sunt, mediis minutis fere duplo majores, Inter se et ab iis spatiis parvis sub-£equalibus sepa- rati. Oculi laterales antici teque longe ab oculis serici media? atque a margine cljqoei distant. Spatium Inter oculos duos magnos seriei medise eorum diametro circa duplo minus est; ab oculis posticis, quibus non multo majores videntur, spatiis etiam panilo minoribus sejuncti sunt oculi seriei mediai. Tra- pezium oculorum posteriorum vix longius est quam latius antice, multo, circa dupla diametro oculi postici, latior postice quam antice. Stermim panilo longius quam latius, breviter sub-ovatum sed antice late truncatum^ in lateribus antice for- tius, pri?eterea sat leviter rotundatum, postice breviter acumi- natum, convexuni; nitidum, punctis minutis impressis sat dense sparsum, glabrum (an detritum ?). Mandibulm pauUo reclinatge, fere triplo longiores quam la- tiores basi, apicem versus sensim paullulo angustatfe, in dorso parum convex»; femoribus anticis multo angustiores sunt, parce pubescentes et pilosse. Sulcus unguicularis postice 3 den- tibus armatus est, antice, ut videtur, modo 2 dentibus. Un- guis mediocris. Maxillce parallelse, inverse sub-ovat?e, duplo longiores quam latiores apice, labio duplo longiores. Labi uni paullo latius quam longius, apice late truncatum. Palpi sat fortes, mediocri longitudine, nitidi, parum pubescentes vel pi- losi, clava femoribus anticis paullo angustiore. Pars patellaris fere dimidio longior est quam latior, sub-cylindrata, pars ti- bialis ejus crassitie sed duplo longior quam latior, cylindrata, subter versus basin pilis longioribus munita; pars tarsalis parte tibiali circa dimidio latior est, partes duas priores con- junctas longitudine fere sequans, plus duplo longior quam la- tior, ovato-lanceolata, convexa, in apicem anguste triangulum, pilosum, reliqua parte tarsali non parum breviorem exiens. — 335 — Bulbiis modice altus posterius laevis et nitidus videtur; in apice antico dentem brevem triangnlum deorsum directum ostendit, si a latere exteriore iuspicitnr, et pone fapud) eum dentes duos parvos graciles parallelos, inter se proximos, deor- sum et anteriora versus directos. Pedes gracillimi, modice longi, parum pilosi et pubescentes, aculeis gracillimis longis armati. In nostro exemplo aculei ad maximam partem detriti sunt: re- manent tamen nonnulli, e. gr. in femoribus unus alterve lon- gus supra, in patellis plerisque aculeus brevis in latere, et 2. 2. aculei subter in tibiis (et metatarsis) anterioribus, cum 1. in latere saltem anteriore earum. Ahdomeii ovato-cjdiiidratum, plus duplo longius quam latius. MainillcB longa?, pryesertim su- periores, quorum art, 1.^ circa duplo longior quam latior est, art, 2.^ eo circa dimidio brevior sed non parum longior quam latior, sub-conicus; mamilla? inferiores art, 1,"^ superiorum lon- gitudine circiter tequant, art. 1.^ fere duplo longiore (j^uam latiore, 2.° brevi, sub-conico. Color. — Ceplialoflwrax in nostro exemplo detrito totus niger et nitidus est: vestigia ]3ubescentÌ£e sub-cuprese (?) liic illic tamen vidisse videor. Sternuin nigricans. Mandibulcv pi- cete, apice pallidiores. Maxilìcv et lahium nigricanti-testacea. Palpi olivaceo-nigri, bulbo ferrugineo. Pedes olivaceo-testacei, coxis flavis, femoribus nigris, tarsis testaceis: patellaa utrinque versus apicem nigricantes sunt, et tibias annulos binos latos nigricantes, basalem et aj^icalem (hunc in pedibus 1.' paris parum evidentem), ostendunt; aculei nigri. Ahdomen in f'undo nigrnm est, macula sat parva testacea pube alba tecta panilo supra anum ornatum; prseterea dorsum abdominis saltem anterius pube squamuliformi iì?neo-viridi et cuprea vestitum est. Venter pone plicaturam genitalem secundum medium (non usque ad mamillas tamen) sat late cinerascenti-testaceus ,et olivaceo-pu- bescens est, hac area pallida lineis duabus longitudinalibus panilo pallidioribus saltem anterius limitata; utrinque apud eam, posterius, maculam parvam pallidiorem video quoque. Vestigia pubescentiae alba? in ventre adsunt. Mainili (c supe- riores atrìe, inferiores saltem apice pallidiores. — 33G — F e m i 11 a m vidi quO'jue;, sed adeo mutilatam, contasaiii et detritara, ut describi non possit. Unguiculus palporuui ejus gracilis est, fere in semicirculum eurvatiis, et dentibus circa 5 cito longitudine crescentibus pectinatus, apice longo. Ungui- cnli tarsorum superiores longi, dentibus sat multis longis et densis pectinati, apice quoque longo; unguiculus interior sat magnus, apice longo fortiter deflexo, et inter euni et basin dentibus circa 4 longis gracilibus et densis pectinatus. Vulva ex fovea rotunda, circulo corneo sub-elevato fusco cincta constat. (/. — Lg. corp. 3 'o; Ig. cephalotli. pteue 2, lat. ej. jjaullo plus 1, lat, clyp. fere 'lo; lg. abd. 2, lat. ej. piene 1 millim. Ped. I pffiiie 6, II 5 ^, III saltem 5 %, IV 7 'l.,; pat. + tib. IV circa 2 ' ,,, metat. IV circa 2 millim. Exempla duo detrita, de qui bus supra locutus sum, invenit Gel. "Workman. Aulom'a' micarioidw^ L. Koch, ex Bowen et Port Mackay Nova3 HoUandia?, litec species valde affinis videtur; in ea tamen oculi serici antica «quali magnitudine dicuntur, venter sordide testaceus fasciis duabus longitudinalibus nigri- cantibus, vittis trausversis ejusdem coloris conjunctis, notatus, cet.. qua? in nostram araneam non quadrant. Fani. OXYOPOID.E. Gen. TAPPONIA Sim., 1885. 5. T. austera, n., cephalothorace tibiam cuìii patella 4.' paris longitudine saltem acquante, nigro-piceo, postice nifo-te- staccOj pube rubra et, saltem postice, pube alba munito; area oculorum 2' et 4J pariuni vir. lougiore quam latiore; palpis et pedibus nigris, basi luteis, albo-pubescentibus; parte palporum, tibiali sub-transversa, a latere esteriore visa apice late rotun- dato-incisa et in hac incisura lamina, brevi nigra pra'dita, qiue desuper inspecta dentem foras directum assimilat; parte tarsali — 337 — parum longiore quam lafiore, apice, in quem exit, òrevissinio. — (f ad. Long, circa 7 miUira. Mas. — Cephalothorax pauUulo longior est quani tibia cuiii patella 4.^ paris, vix '|^ longior quam latior, altus et latns, clypeo saltem "jj partis thoracicte latitudine tequante, fronte lata et rotnndata. Altitudo faciei longitudinem mandibularum multo superat; altitudo clypei valde prserupte proclivis (non directi) earum longitudine evidenter minor est, Sulcus ordina- rius centralis brevissimus. Area oculorum multo latior quam longior est. Oculi 1.^ paris minuti spatio eorum diametro sal- tem dimidio majore sunt sejuncti, ab oculis 2.^ paris spatiis pauUo minoribus remoti. Spatium inter oculos 2} paris (qui oculis 3." paris saltem duplo majores sunt) eorum diametro duplo est majus, et panilo majus quam longitudo serici ab oculis l.i paris formatse, sed vix majus quam spatia, quibus ab oculis 3." paris separati sunt, Oculi 4.^ paris, 3." paris oculis fere dimidio majores, spatio sunt sejuncti, quod eorum diametro fere quadruplo majus est et multo, circa dimidio, majus quam sunt spatia, quibus ab oculis 3.^' paris sunt dis- juncti, bis spatiis S23atia inter oculos 2.^ et 3." parium circiter sequantibus. Area ab oculis 2.^ et 4.^ parium occupata vix longior est quam latior^ rectangula, saltem non latior antice quam postice. Mandibulce duplo longiores quam latiores basi, ubi femori- bus anticis pauUo latiores sunt. Maccillce circa triplo longiores quam latiores, labio plus dimidio longiores, in latere exteriore late sinuata? sive constricta?. Labium psene duplo longius quam latius, lateribus saltem a medio ad basin parallelis (lisec pars labii quadrata est), prgeterea versus apicem truncatum sensim panilo angustatum. Palpi breves, clava femoribus anticis evi- denter latiore. Pars patellaris aeque lata ac longa est, pars tibialis ea vix longior et vix vel parum latior, desujDer visa ; a latere exteriore visa longior est supra quam infra, paullo latior apice quam longior supra, et apice late rotundato-excisa; Anno XXVI. 23 — 338 — in hac incisura, extus, lamina brevis longitudiualis sub-obliqua nigra conspicitur, cujus apex superior-exterior dentem parvum format: qunm desuper inspicitur pars tibialis, lifec lamina den- tem foras directum formare videtur. Pars tarsalis prioribus duabus conjunctim pa?ne duplo longior est et partis tibialis apice fere triplo latior, in apicem brevissimum producta, j^a- runi longior quam latior, sine apice ilio sub-hemisj^htìerica, in latere exteriore tamen sat leviter, in interiore latere fortissime rotundata; basi transversim truncata est, ad basin extus tu- berculo retro vel foras directo non munito, sed ipse margo exterior basi panilo dilatatus est et ibi dente deorsum directo pra^ditus. Bulbus a latere exteriore visus panilo ante medium dentem nigrum deorsum et panilo anteriora versus directum ostendit. Ahdomen ovato-lanceolatum. Colo)'. — Ceplicdothoì'ax (in nostro exemplo detrito) in fundo nigro-piceus est et, saltem in parte thoracica. pube ru- bra vestitus, exeepto postice, ubi (saltem in declivitate postica) rufo-testaceus est et vestigiis pubescentise albae munitus: in margine laterali albo-pilosus est, Sternum, maxillw et lahiutn luteo-testacea. Mandihulw nigro-picese, remanentibus vestigiis pubescentise pallida^, in dorso, intus. Palpi nigri, parte femorali basi rufo-testacea sive lutea; pube alba saltem ad magnam partem vestiti sunt. Fedes quoque nigri , albo-pubescentes, coxis, trochanteribus et basi femorum luteis. Abdomen in fundo nigrum et cinerascenti-variatum fuisse videtur (?). Ma- millce nigrse. Lg. corp. 7; Ig. ce^ìlialotli. 3 '|j, lat. ej. panilo plus 2 'j^, lat. clyp. circa 1 %; lg. abd. panilo plus 4, lat, ej. psene 2 millim, Ped, I 12 '!„ n 11 'h, III 9 '|„ IV circa 9 'j,; pai + tib. IV parum plus 3 millim. Exemj)lum singulum detritum, abdomine corrugato et de- colore, vidi, in ins. Singapore in nido Spliegoidis (?) cujusdam a Gel. Workraan inventum. — 339 — Fam. HETEROPODOID^. Gen. SAROTES (Sund.), 1833. G. S. cursor, n., lahio multo latiore quatti, longiore; cepha- lothorace fibiam 4J paris longittidine pcetie wquante, rufescenti- fusco^ pube tenui cinereo- albicante vestito; serie oculorum antica recta, postica recta quoque, saltem non recurva: spatio inter oculos binos laterales spatiis quibus distant medii antici a me- diis posticis paullo minore, oculis rnediis anticis, reliquis oculis pollilo majoribus, spatio diametrum suatn wquante separatis et paullulo longius a laferalibus anticis quani Inter se remotis; pedibus in fundo fusco-rufis, metatarsis anterioribus infuscatis, pedibus 2.' paris cephalothorace circa 5 ' ., longioribus, tibiis anterioribus supra aculeis 1. 1., 4J paris tibiis 1 aculeo supra munitis; abdomine sub-testaceo^ lineis duabus longitudinalibus ìfigris, fasciam sub-I anceolatam deflnientiòus antice notato, quas sequitur fascia media longitudinalis nigra quasi e triangulis minutis composita; lateribus abdominis supra fascia vel umbra longitudinali nigra notatis, ventre vestigiis linearum duarum longitudinalium nigraruni] vulva nigra. — $ ad. Long, circo 12 millim. Femina. — Cephalotliorax saltem seque latus ac lougus, tibia 4.^ paris paullulo brevior, utrinque anterius sat fortiter sinuato-ang-ustatus, lateribus partis tlioracicse fortiter et sequa- liter rotundatis, parte cephalica lateribus primum rectis dein rotundatis anteriora versus paullo angustata, fronte truncata, clypeo peene "l^ partis tlioracicte latitudine «quante. Modice altus est ceplialothorax, toto dorso, a margine postico ad ocu- los medios posticos, modice et psene sequaliter (paullo fortius tamen anterius quam posterius) convexo, usque paullo ante medium acclivi, dein proclivi; pars cephalica supra transver- — 340 — sim modo panilo convexa est, lateribus vero praarupte convexo- declivibus. Impressiones ceplialicte fortes suiit, snlcus ceiitralis fortis et sat brevis, tarso 4.^ paris non panini brevior. Spa- tium Inter ocnlos anticos et marginem clypei dimidiam eornni diametrnm circiter seqnat, Series ocuìoruui antica a fronte visa recta est, series postica, quse dupla oculi lateralis postici dia- metro ea est longior, desuper visa recta quoque, vix eviden- ter procurva. Oculi medii antici lateralibus anticis pauUo ma- jores sunt; laterales postici mediis posticis paullulo majores, sed mediis anticis paullulo minores. Area oculorum mediorum panilo latior est postice quam antice, postice non parum la- tior quam longior; antice parum latior est quam longior. Oculi medii antici, qui spatio diametrum suam «quante separati sunt, paullulo longius a lateralibus anticis quam Inter se di- stant. Sjjatium Inter oculos medios posticos eorum diametro plus dimidio, pa?ne iluplo majus est: a lateralibus posticis circa dimidio longius quam inter se remoti sunt lii oculi. Spa- tium inter oculos binos laterales, qui tuberculo communi sunt impositi, anterioris eorum diametrum asquat et evidenter panilo minus est quam spatia, quibus medii antici a mediis posticis sunt separati, liis spatiis diametrum oculi medii antici fere tequantibus. Sternum sub-triangulum, non parum latius antice quam longius, antice latissime et leviter emarginatum, lateri- bus leviter rotundatis posteriora versus cito et ajqualiter an- gustatum, postice sat breviter acuminatum, planum, tuberculis tribus liumilibus utrinque, ad basin coxarum sex anteriorum sitis prteditum, pra^terea Iseve, nitidissimum. Mandibulce femoribus anticis panilo crassiores, patellas 1.' paris longitudine asquantes, saltem dimidio longiores quam la- tiores, ad longitudinem fortiter convexae, Iseves, nitidte. Sulcus unguicularis postice dentibus 3 mediocribus armatus est, an- tice 3 dentibus, quorum laterales parvi sunt. Maxilla' parum longiores quam latiores, basi angustse, breviter triangulo-ovatse fere; labium maxillis saltem duplo breviùs est, pa}ne duplo la- tius quam longius, apicem late rotundato-truncatum versus — 241 — panilo angustatum. l'alporiim pars patellaris dimidio lougior est qiiam latior, pars tibialis duplo longior quam latior. Pedes longi ('2/ paris cephalothorace circa 5 '{., longiores). Patellse aculeum utrinque habent; tibisp anteriores supra aculeis 1. 1., 4.' paris tibise supra 1 aculeo versus apicem sito sunt instructae. Scopulee densee et sat latae sunt, in pedibus anterioribus usque ad basin metatarsorum pertinentes. Abdomen ipost partum) sub-ovatum. Vulva cornea nigra ex fovea magna fere inverse ovata, antice acuminata, postice aperta, callo lato liumili in- curvo utrinque limitata constat, qu* antice profundior est: fundus ejus prft'terea ab area sub-triangula occupatur, quae antice ('fere in medio fovea?) costas duas transversas osteudit et utrinque sulco incurvo quasi marginata est. Coìor. — Cephalotlìoi'ax in fundo rufo-fuscus est, pube tenui cinereo-albicante vestitus et jdìIìs nigris magis erectis priesertim anterius sparsus; oculi nigricantes. Sfernuni rufo- testaceum sive luteum. pilis erectis nigris dense consjjersum. Mandibnhe nigro-picefe, pilis patentibus nigris (ad partem apice pallidis) minus dense sparsa', sulco unguiculari rufo-ciliato. MaxiH(v et ìahixm rufo-picea. Palpi rufescentes, nigro-pilosi, parte tibiali rufo-fusca, parte tarsali nigricante et dense sub- fuligineo-pilosa. Pedes fusco-rufi, basi pailidiores, prtcsertim fe- moribus saltem posticis subter cum coxis rufescenti-luteis, me- tatarsis anterioribus vero nigricantibus; pube tenui pallide cinerascente praediti (vestiti ?) sunt pedes, minus dense nigro- pilosi, aculeis nigris. Ahdomen^ pube longiore sat densa fulva sive sub-testacea vestitura et pilis longioribus erectis nigris sparsum', in fundo sub-testaceum est, et hac pictura nigra or- natum: antice in medio dorsum ejus lineas duas longitudinales nigricantes ostendit, fasciam sub-lanceolatam testaceam defi- nientes, quam sequitur fascia media longitudinalis angusta, posteriora versus sensim attenuata, in marginibus dentata vel quasi e triangulis minutis conflata, usque ad apicem dorsi ni- grum continuata. Latera abdominis, supra, umbra longitudinali nigra sunt notata, quae quasi e serie macularum nigrarum com- — 342 — posita videtur. Venter pallidus vestigia linearum duarum lon- gitudinalium nigrarum secundum medium ostendit; vulva nigra est, rnamiìke testacese. Lg. corp. 12; Ig. ceplialotli. paene 5 '[.,, lat. ej. 5 '|o, lat. clyp. 3 \; lg. abd. 7 M,, lat. ej. psene 4 millim. Ped. I 28, Il 28 \ III?, IV 23 'i,; pat. -f tib. IV circa 7 '[, millim. Singulam feminam (pedibus 3." paris carentem) examinavi. Fam. MISUMENOID^. Gen. TMARUS, 8im., 1875. 7. T. pulchripes, u., cephalothorace fusco, facie et fascia dorsi longitudinali sub-triangula antice latissima plus minus pai- lidis et fusco-variatis; fronte clypeo non vel modo panilo latiore, altitudine clypei spatiiun inter oculos medios anticos et posticos non superante; oculis hinis lateralibus suo quisque tiiberculo magno sed non inulto alto impositis; pedibus fusco-testaceis vel luteis, macttlis parvìs nigris sparsis et plus miìius evidenter albo-lineatis et (in apice inter nodiornm medioruni) -amiulatis, femorihus anterioribus antice fascia longitudinali sat lata nigra ornatiSj qu(v serie lineolarum paucarum alhorum supra est limitata, internodiis inseq^uentibus saltem pedum posteriortim li- nea longitudinali nigra postice notatis; abdomine in mare circa duplo longiore quam latiore. supra pallidius fusco, panilo albi- canti-variato et in parte posteriore lertia lineis paucis trans- versis fuscis signato. — cT f^^^ ?) ^^- ^-ong. (^ circa S 'l^ millim. Mas. — Oephalothorax panilo longior quam latior est, utrin- que antice non parum sinuato-angustatus, in lateribus partis thoracicae fortiter et sequaliter rotundatus, clypeo dimidiam partem tboracioam latitudine modo paullo superante; frons cum tuberculis oculorum lateralium clypeum latitudine modo — 3-43 — pauUulo superat. Subtilissime coriaceus est cephalothorax, ni- tidiis, tuberculis nonnullis parvis ad latera partis cephalicse et uno alterove minuto in medio ejus prasditus; sat altus est, anterius parum convexus, dorso ante declivitatem posticam (quse reliquo dorso panilo brevior est, panilo convexa et sat praerupta) usque ad oculos medios posticos recto et librato; clypeus valde praeruptus (non piane directus) est, altitudine spatium inter oculos medios anticos et posticos pa^ne aequans. Oculi laterales, suo quisque tuberculo magno sed non multo alto impositi, magni sunt, antici pra^sertim, qui lateralibus posticis non parum, et oculis mediis psene «qualibus saltem triplo sunt majores. Series oculorum antica a fronte visa paul- lulo sursum curvata est: linea recta oculos medios anticos su- pra tangens laterales sub centro secat; series postica, serie antica fere dupla oculi lateralis antici diametro longior, desu- per visa fortiter est recurva. Area oculorum mediorum non parum, sed vix dimidio, longior est quam latior postice, et paullulo latior postico quam antice. Spatium inter oculos bi- nos laterales, oculi maximi diametro circa duplo majus, panilo majus videtur quam spatia quibus medii antici a mediis po- sticis distant. Oculi medii antici paullulo longius a lateralibus anticis quam inter se remoti sunt, spatio diametro sua circa dimidio majore separati; medii postici, spatio duplam eorum diametrum fere «quante sejuncti, circa dimidio longius a la- teralibus anticis quam inter se distant. Mandihuhe fortes, duplo longiores quam latiores basi, ubi femora antica crassitie ajquant. Palpi mediocres, clava femora antica crassitie pa3ne «quante. Pars patellaris parum longior est quam latior, pars tibialis parte patellari non parum latior apice, sed ea multo brevior, sub-transversa: latus ejus exterius in procursum appressum crassum incurvum pallidum anteriora versus et panilo deorsum directum est productum, cujus apex in spinulam sive dentem gracilem acuminatum nigrum, foras et anteriora versus directum exit; apice subter pars tibialis praeterea procursum obtusum magis porrectum, et, magis intus, — 344 — dentem gracillimum liabere videtur. Pars tarsalis sub-ovata est, salterà dimidio longior quam latior, partibus duabus prio- ribus conjunctis panilo longior et parte patellari saltem duplo latior; e latere ejus interiore, prope basin, spinula intus di- recta exit. Bulbus sat parvus. brevissime ovatus, subter sat leviter convexus et Isevis, spina longissima nigra cinctus. Pe- des sat graciles. anteriores sat longi, cephalothorace ptene 4.plo longiores; parcius pilosi sunt, aculeis mediocribus crebris ar- mati: in 1/ paris pedibus, e. gr., femora circa 8 aculeos osten- duut, patella 1 aculeum in utroque latere, tibia? subter 3 pa- ria aculeorum (prteter unum parvum versus basin), 1. 1. 1 aculeos in utroque latere et 1, 1, 1 supra: metatarsi, ut vide- tur, modo 2. 2. aculeos subter et 1. 1. in utroque latere ha- bent. Abdomen circa duplo longius quam latius, inverse et an- guste ovatum fere, antice rotundatum, tuni lateribus usque ad circa " ;, longitudinis modo leviter rotundatis sensim paullo dilatatum, dein lateribus rectis sensim paullo fortius angusta- tum et acuminatum, angulis lateralibus late rotundatis, parum expressis. 6'o/or. — Cephalothorax obscure lìiscus, in lateribus paullo pallido-maculatus. parte cephalica pone oculos in formam jìlaga? maximcP cordiformi-ovat* pallidius fusca et paullo pallido- striata, area oculorum sub-fusco-variata cum clypeo etiam paullo pallidiore, tuberculis oculorum lateralium caeruleum colorem sentientibus. Sternum cum maxillis et ìahio fusco-testaceura. Maìidibuhe pallidius fuscte. Palpi fusco-testacei, partibus ti- biali et (prsesertim) tarsali infuscatis, liac tamen apice cla- riore. Pedet^ fusco-testacei, tarsis nigris, et maculis parvis ni- gris sparsi, quibus insistunt aculei nigri vel fusci; internodia pleraque apice plus minus evidenter et anguste alba sunt et ad longitudinem albica nti-lineata: femora anteriora pr;eterea antice fascia longitudinali sat lata nigra ornata sunt, qnm li- nea alba supra est marginata, Iiac linea serie macularum pau- carum parvarum nigrarum in lineolas abrupta. In pedibus posterioribus patellse, tibi;«, metatarsi et tarsi lineam longitudi- — B45 -- nalem nigram postice osteudunt. Abdomen supra pallide fuscum vel ferrugineum est, lineis paucis transversis obscure fuscis in parte tertia posteriore pictum et maculis paucis pallidioribus anteriiis saltem ad latera sparsum; subter cum inatuiìlis fuli- gineo-testaceum est. Femina. — Specimen femineum (abdomine carensy 2)r8Bter palpis bis rebus ad structuram a mare differt: cephalothorax antice panilo latior est quam in eo, fronte clypeum vix lati- tudine superante, declivitate postica recta; pedes non parum breviores sunt quam in mare (2.' paris ceplialotliorace vix S.plo longiores), et aculeis minoribus et paucioribus armati. Color femina? hoc modo se liabet: cephalothoracis pars thoracica panilo clarius fusca est quam in mare, panilo albicanti-variata et -ra- diata et macula albicante utrinque postice, ad latera declivi- tatis posticEe, notata; dorsum cum genis et facie fascia an- terius latissima^ posteriora versus sensim angustata, postice obtusa et usque in declivitatem posticam continuata, albicanti- cinerea, paullo fusco-variata est occupatum: tubercula oculorum lateralium colorem cserulenm sentiunt. Mandibuloì quoque al- bicanti-cinereaB, versus basin late fusco- variata. Pedes (etiam tarsi) sub-lutei sunt, eodem modo atque in mare colore nigro (vel potius nigro-rufesoenti) et albo pioti; sed etiam pedes an- teriores (non tantum posteriores) postice in patellis, tibiis, me- tatarsis et tarsis linea longitudinali nigro-rufes-cente prediti sunt. Abdomen ? ^. — Lg. corp. 3 'j.,; Ig. ceplialotli. 1 ''-, lat. ej. paullo plus 1 ' i, lat. clyp. circa 1, lat. front, paullo plus 1; lg. abd. paullo plus 2, lat. ej. circa 1 millim. Ped. I pa?ne 8, Il 8, III 4, IV 4 -i^; pat. 4- tib. IV 1 % millim. $ . — Lg. corp.?; lg. cephaloth. p'cene 2, lat. ej. 1 ^L, lat. clyp. et front, paullo plus 1 millim. Ped. I 5 '|,, II 5 ';,, III 3 'j„ IV 3 ^|,; pat. + tib. IV 1 '|, millim. Exemplum utriusque sexus (femineum abdomine carens) sub oculis habeo. — 346 Gen. PHILODAMIA (1), n. Cephalothorax forma est ordinaria, non vel pariim longior quam latior, minns altus, dorso a latere viso plus minus con- vexo, fronte sub-truncata dimidiam partem thoracicam latitu- dine cìrciter tequante, nec carinata neque utrinque in angulum producta; clypeus psene directus longitudinem area^ oculorum mediorum altitudine vix vel non superat. Area oculorum magna: series eorum duse extremitatibus non parum divaricant. Series antica a fronte visa psene recta est, postica, ea non parum longior, fortiter recurva. Oculi la- teraleS; suo quisque tuberculo magno impositi, magni sunt, medii, prsesertim postici, parvi. Area oculorum mediorum la- tior quam longior, latior antice quam postice, Oculi laterales bini spatio panilo majore sunt separati, quam quo distant medii antici a mediis posticis. Oculi medii antici longius inter se quam a lateralibus anticis remoti sunt. Mandibulpp. prPne directse, sub-conica?, sat breves; unguis brevis. Maxilla? in labium inclinata? eoque saltem dimidio longio- res, plus duplo longiores quam latiores. in latere exteriore si- nuata?; labium circa dimidio longius quam latius, apice rotun- datum. Pedes mediocres, posteriores anterioribus non ita i^iulto breviores et graciliores; metatarsi omnes tarso longiores sunt. Aculei pedum debiles, non crebri. Abdomen breviter et inverse pentagojio-ovatum fere, an» gulis lateralibus late rotundatis, non prominentibus. TjqDus: Ph. hì/aris, n. Philodaniia genus est Cariar achnm^ Thor,, praesertim affine, corpore non deplanato, cephalothorace ad longitudinem evi- (1) tpfXoSaijUJCK, nom. propr. mythol. — 347 ~ denter convexo, cet., ab lioc genere clifferens, area ociiloruni mediorum latiore antice quam postice, et oculis mediis anticis longius Inter se quam a lateralibus anticis remotis ab Ocyllo^ Thor., Tharrìialea-i L. Kocb, cet., facile distingnendum. S. Ph. hilaris, n., cepJialothorace nigro-ftisco, limbo lateì-ali et fascia media latissima posteriora versus sensim angitstata ferrugineo-festaceis; area, ocidorum mediorum multo latiore an- tice quam postice et pcene dimidio latiore postice quam longiore; pedihus sub-luteis, pcene unicoloribus, modo supra in femoriòus plus minus evidenter transversim, nigro-vittatis vel -maculatis'y ahdominis dorso in lateribus et postice satis anguste sub-luteOj proìterea plaga maxima, utriììque anterius incisa, in margini- bus ina'quaìi^ nigra occupato^ qua> maculis sat parvis albis con- spersa est. — $ ad. Long, circa .9 '1,-5 ''2 millim. Femina. — Ceplialothorax parum longior quam latior, pa- rum longior quam tibia cum patella 4.^ paris, antice utrinque vix sinuatus, lateribus partis thoracicse Ibrtiter, partis ceplia- licae parum rotundatis anteriora versus sensim modice angu- status, fronte rotundato-truncata dimidiam partem tboracicam latitudine saltem fBquante; modice altus est, dorso a latere viso ante declivitatem posticam usque ad oculos medios postico» modice convexo et, anterius, proclivi, inter oculos medios pr;©- ruptius proolivi. Clypeus p; pat. -f- tib. paane 1 'I2 millim. Duo exempla feminea. 9. Ph. variata, n., cephalothoyace sub-testaceo, setis ìongis fortihus nigris sparso et fasciis duabus longitudinalihus latis ni- gro-fuscis intus (et postice extus quoque) albo-Umbatis secundum margines ornato, spatio inter eas fere in medio lineala longitu- dinali duplici nigricante notato] area oculorum medioruìti pa- rurn latiore antice quam longiore^ ocidis mediis anticis modo paullo longius inter se quam a lateralibus anticis remotis; pe- dibus pallide testaceis, plus minus nigro-annulatis et rubro-ma- culatis; ahdomine paullulo longiore quam latiore, inverse pen- tagono-ovato fere^ dorso ejus cinereo-testaceo et in lateribus — 350 — anguste et ina'qualiter albo prieterea imnctis maculisque nigro- fuscis et albis undique variato^ qum macula' ad hasin ejus in fasciai duas longitudinales postice abbreviatas nigro-fuscas confusa' sunt, panilo jione medium vero in plagas duas oblongas ohliquas ejusdem coloris sed longius inter se remotas, et deniqiie postice in dorso lineas paticas transversas formant. — 5 ^^^ Long, circa H '|., millim. Femina. — Cephalothorax asque longus et latus, paullo lon- gior quam tibia cum patella 4.^ paris, utrinque anterius vix sinuatus. in lateribus usque ad oculos laterales posticos postice fortiter, j)i'?eterea leviter rotundatus, dein lateribus rectis an- teriora versus sat fortiter augustatus, antice truncatus, latitu- dine clypei dimidiam partis tlioracica? latitudinem circiter ?e quante. Modice altus est cejjhalothorax, dorso a latore viso ante declivitatem posticam (modice declivem et reliquo dorso non multo breviorem) parum convexo, psene recto et modice proclivi, inter oculos medios modo paullo magis proclivi; alti- tudo clypei psene directi spatiis quibus oculi medii antici a mediis posticis distant paullo minor est. Setis sat raris valde longis et fortibus, tuberculis minutis impositis, sparsus est cephalothorax, prseterea subtilissime coriaceus, nitidus et glaber. Area ocidorum valde magna^ quartam partem longitudinis ce- phalothoracis circiter occupans. Oculi laterales maximi, j^r*- sertim antici^ qui posticis non parum majores sunt et mediis anticis minutis circa sextuplo majores; oculi medii postici me- diis anticis paullo sunt majores. Series oculorum postica circa tripla oculi lateralis antici diametro longior est quam antica et fortiter recurva; series antica desuper visa sat leviter re- curva est, a fronte visa levissime sursum curvata : linea recta oculos medios sujjra tangens laterales paullo sub centro secat. Area oculorum mediorum, paullo latior antice quam postico, parum latior antice est quam longior. Spatium inter oculos binos laterales, qui suo quisque tuberculo forti impositi sunt, paullo majus est quam spatia quibus oculi medii antici a me- — 351 — diis posticis distant, duplam oculi lateralis postici diametrum jtìquans. Oculi medii antici, qui spatio eorum diametro multis partibus majore et diaraetruni oculi lateralis antici saltem ;equante separati sunt, spatio modo panilo majore inter se (|uam a lateralibus anticis distant; medii postici centra duplo longius a lateralibus posticis quam inter se sunt remoti. Ster- iiuììi sub-ovatum, antice truncatum, postice sub-acuminatum et inter coxas 4/ paris, quse spatio diametro sua panilo mi- nore separatae sunt, paullo pertinens. Mandihulm plus dimidio longiores quam latiores, femoribus anticis paullo angustiores, ut palpi setis fortibns conspersse. Pedes breves et sat robusti, 2.' paris cephalothorace fere triplo longiores; paullo pilosi et setis longis fortibus sive aculeis plus minus curvatis sparsi sunt, quarum saltem una supra in fe- moribus anterioribus valde longa est (reliquse in nostro exemplo defractse); metatarsi anteriores subter 3 paria aculeorum bre- viorum habere videntur. In pedibus posterioribus setae longae rectiP sunt ideoque potius aculei appellandye. Abdomen ad for- niam ut in Xysticis plerisque est, non multo depressum, in- verse pentagono-ovatum, paullulo longius quam latius, setis sat fortibus, suo quajque tuberculo minuto irapositis consper- sum. Vulva ex area magna transversa postice leviter rotundata et prsesertim hic ferruginea constat, qu^p utrinque in apicibus hujus vittcP ferruginea?, antice, maculam (foveam?) parvam circulatam pallidam anguste ferrugineo-marginatam ostendit; qu8e duse. macula^ spatio earum diametro 3-4. pio majore se- parata? sunt. Color. — Cephalothorax sub-testaceus, fascia lata nigro- fusca paullo pallido-maculata utrinque cinctus, marginibus in- terioribus liarum fasciarum pone oculos pa?ne parallelis et in- bequaliter albo-limbatis; etiam in margine exteriore, posterius, albo-limbata? sunt lise fascise. Interstitium sub-testaceum (iis multo latius) in medio duas lineolas longitudinales fuscas sive fasciam parvam geminatam fuscam ostendit; punctis nonnullis nigricantibus, setas nigras gerentibus sparsum est, circa quat- ..„ 352 — tuor secundum medium et serie quaternorum secundum mar- gines fasciarum. Area oculorum infuscata lineolam longitu- dinalem pallidam inter oculos ostendit. Tubercula oculorum lateralium alba sunt. clypeus quoque ad maximam partem albus. Sternurn albicanti-testaceum. Portes oris sub-testace*, man- dibul* pra3sertim in latere exteriore iiigrte vel nigro-variatae. Palpi pallide testacei, pauUo nigro-annulati. Pedes pallide te- stacei quoque; in anterioribus pedibus femora sat dense ru- bro-maculata sunt, tibi» apice late et basi angustius nigr*, metatarsi apice anguste nigri et prteterea, ut tibise, sub-rubro- maculati. Pedes posteriore^ pauUo rubro-maculati et -sub-an- nulati sunt, metatarsis apice anguste nigris. Abdoìnen supra ciuerascenti-testaceum, maculis et punctis nigro-fuscis et albis variatum: latera dorsi intequaliter et satis anguste alba sunt; antice, ad basin, maculse nigro-fusc?e fascias duas longitudinales insequales postice abbreviatas ptene parallelas formant, et panilo pone medium plagas sive maculas magnas duas transversas obliquas intequales; spatium inter has fascias et maculas, qua; trapezium magnum fere duplo latius postice quam antice for- mant, punctis et maculis parvis albis et nigro-fuscis consper- sum est; postice dorsum lineolas paucas transversas e maculis parvis lineoliscjue nigro-fuscis et albis compositas ostendit. Latera abdominis albicanti- et fusco-variata sunt; venter cine- reo-testaceus. Area vidvce postice in formam fascise procurv» ferruginea est. MamiUce fusco-testacese. Aculei et set?p cephalo- thoracis, abdominis et extremitatum nigra. Lg. corp. paullo plus 3 V-; Ig- et lat. cephalotli. circa 1 ^\r,^ lat. clyp. circa 1; lg. abd. 2 '/-, lat. ej. fere 2 '3 millim. Ped. I circa 5 ^|,, II 5 % III?, IV circa 4^,; pat. + tib. IV 1 \', millim. Femina singula adulta. — A formis magis typicis generis Philodamiai differt lia3C species ipso dorso ad longitudinem ptene recto, area oculorum mediorum parum latiore antice quam longiore, et oculis mediis anticis modo paullo longius inter se quam a lateralibus anticis remotis ; a gen. Ocyllo — 353 — igitnr vix nisi area oculornm mediorum latiore autice quam postice, et ociilis mediis anticis minoribus qiiam mediis posticis et non longius a lateralibus anticis qiiam inter se remotis differt. Gen. SYN/EWIA, Sim., 1864. 10. S. lineatum, n., cephalothorace hiteo-ferrugineo, s-terno virescente] palpis pedibusque luteis, tibiis et metatarsis anterio- ribus apice late nigris] abdomine luteo-fiavo, macuUs duabus nigris anticis et lineis transversis 5 longis nigris supra ornato, qiiarum linearum prima, in medio dorso sita, paidlo flexuosa est, reliquce recurvai, ultima recta excepta: anterioribus harum 5 linearum antice albo-limhatis, interstitiis inter posteriores albi- cantibus. — 5 ad. Long, circa 5 'I4 millim. Femina. — Cephalothorax tibiam cum patella 1.^ paris lon- gitudine sequat, parum longior quam latior, utrinque antice parimi sinnatus, lateribns partis thoracicas modice rotundatis, j)artis cephalicse psene rectis anteriora versus modo pauUo an- gustatus; frons leviter rotundata ut clypeus lata est, circa ^jj partis tlioracicie latitudine sequans. Satis altus est cephalo- thorax, a latere visus ante declivitatem posticam usque ad oculos medios posticos modice et sequaliter convexus sed vix proclivis, inter oculos sat fortiter proclivis et panilo convexus^ clypeo directo: spatium inter marginem clypei et oculos me- dios anticos circa dimidio minus est quam spatia quibus oculi medii antici a mediis posticis distant. Lsevis est cephalothorax, impressionibus cephalicis et sulco centrali carens, pilis et setis longis conspersus. Area oculorum magna, totam frontis latitu- dinem occupans. Oculi laterales antici mediocres, mediis anti- cis fere duplo majores; oculi postici parvi et psene sequali ma- gnitudine sunt, mediis anticis panilo minores. Series oculorum due?, quarum postica saltem dupla oculi lateralis antici dia- Anno XXVI. ii4 — 35i — metro longior est quam antica, paeue parallela siiiit, extremi- tatibus parum inter se appropinquantes. Series antica recte a fronte visa sat leviter snrsum est curvata: linea recta margi- nes inferiores oculorum lateralium tangens medios vix tangit, saltem non secat. Series postica desuper visa modice recurva est. Area oculorum mediorum etiam antice panilo latior est quam longior, panilo latior postice quam antice. Oculi bini laterales, costse communi latse sed non altee impositi, spatio se- parati sunt quod oculi maximi diametrum psene triplo est majus et paene asque magnum ac spatia quibus distant oculi niedii antici a mediis posticis. Oculi medii antici spatiis tequalibus, eorum dimetro plus triplo majoribus, inter se et a lateralibus anticis sunt remoti; oculi serici posticse ii quoque spatiis aequa- libus sed etiam majoribus separati sunt. Sternum triangulo- ovatum, antice late truncatum, postice non inter coxas 4.^ pa- ris, qupe spatio sat parvo sejuncti© sunt, productum. Mandibidce fortes, sub-conicae, circa dimidio longiores quam latiores, femora antica latitudine pasne aequantes. Pedes sat robusti, sat breves (2.^ paris cephalothorace non tri]3lo longio- res), sat dense pilosi et aculeis sat gracilibus armati; in pedi- bus 1.^ paris, e. gr., femora circa 8 aculeis longis munita sunt, tibise aculeos 2. 2. 2. subter et 1. utrinque, versus apicem si- tum, liabent, et metatarsi subter 2. 2. 2. aculeos et utrin- que 1. 1. Abdomen (in nostro exemplo panilo corrugato) panilo longius quam latius est, breviter orbiculato-ovatum fere. Vidva ex impressione sive fovea levi sat magna fusca constat, quae laminam postice rotundatam, psene circulatam, nitidam, palli- dam continet. Color. — Cephalothorax luteo-ferrugineus, clypeo paullo clariore, tuberculis oculorum lateralium albicantibus. Stermini pallide virescens. Mandibuhe ferrugineo-lutese, apice pallidiores; maxillw, labium et ] aljìi lutea. Pedes, pallido- et, ad partem, nigro-pilosi, lutei ii quoque sunt; in pedibus anterioribus ti- bÌ8e apice late et metatarsi apice latissime nigri sunt. Aculei nigri vel pallidi. Abdomen luteo-flavum, supra transversim ni- — 365 — grò- (et albicanti-) lineatiim et pilis sat raris nigris sparsum: non parimi pone marginem anticum maculas cluas j)arvas ni- gras, saltem seque longe inter se atque a marginibus dorsi remotas ostendit, pone eas vero, in medio dorso, lineam lon- gam transversam in medio panilo angnlatim retro fractam ibiqne snb-abruptam; pone eam, postice, seqnnntnr linese tres transversEe nigrse retro cnrvatce, qnarum dnse anteriores ntrin- qne (apicibns) in macnlam nigram ad marginem dorsi sitam dilatat^e snnt: inter apices tertise linea trans versa recta extensa conspicitur. Duse primEB liarnm qninque linearnm antice albi- canti-limbata3 sunt; sjoatia inter sequentes albicantia videntur. Utrinque apnd anum punctnm nigrum adest. Venter siib-luteus; mamilloR pallide fnscce. Lg. corp. 5 '{4; Ig. cephaloth. 2 '1.,, lat. ej. psene 2 '|o, lat. clyp. circa 1 'l.; lg. abd. 3 ' ;5, lat. ej. 3 millim. Ped. I 7, II 7 'I2, III 4 -|3, IV psene 5; pat. + tib. IV circa 1 \ millim. Feminam singulam pnlchrse liujus speciei vidi. Montpellier, Calendis Martiis, 1894. — 356 — CONTRIBUZIONE ALLA FAUNA TRENTINA BEI COLEOTTERI del Dott. S. BERTOLINI di Trento. {Contimiazione: Vedi BULLETTINO, Anuo XXIV, p. 193-208.) Tanyspliyrus Germar. 1. lemnae Payk. — In una pozza d'acqua presso Marco, nella valle La- garina, nel giugno, frequente. (Ros.)- Bag-ous Schònherr. Lyprus Schònh. 1. cylindrus Payk. — Su piante acquatiche presso Strass, Tirolo set- tentrionale, alla fine di luglio, non raro (Grdl). Nella Lombardia (Villa). Piemonte (Baudi). In tutta l'Europa (Catal. 1891). Bagous i. spec. 2. flit Herbst. — Presso Torbole, al lago di Garda (Ros.). 3. glabrirostris Herbst., lutulentus Gyll. — Trento, nel vecchio alveo dell'Adige, Riva (Bert,). Hydronouius Schònherr. I 1. alismatis Marsh. — Trento, in Centa, non raro, Riva, nell'agosto \ (Bert.). Al lago di Garda, nei campi umidi (Ros.). Cavalese (Gob.). | — 357 Dryoplitliorus Schònherr. corticalis Payk., lymexilon Fabr. — Non raro fra le scorze di di- versi alberi. Borgo, alla Madonna d'Onea, nelle carie di tigli se- colari^ Caldaro, in tronchi cariati. (Bert.), Nelle Giudicane, in gran quantità (Frapporti). Amaui»orrliiiiuis Fairmaire. 1. Bewickianus Woll., narbonnensis Bris., Lostiae Fairm. — Trovato morto, dal prof. Gredler nella sua camera a Bolzano. Diffuso nella regione mediterranea, abbondante nella Sardegna. Le tre specie citate nel catalogo del 1883, sono ridotte, in quello del 1891, a un'unica specie con sei sinonimi. Cossonus Clairville. 1. paralellopipedus Herbst , lìnearis Payk., ferrugineus Clairv. — Vive come i suoi congeneri nel legno morto di diversi alberi. Bolzano e dintorni (Grdl.). Lombardia (Villa). Piemonte (Baudi). 2. linearìs Fabr., planatus Bedel. — Trento; al lago di Canzolino, nel legno dei pioppi (Bert.). Ulesites Schònherr. 1. pallidipennis Boh. — Rinvenuto da Gredler un esemplare morto presso Oberbozen, a oltre 1300 m. s. m. Non raro nel Piemonte (Baudi). 2. curvipes Boh. — Trovai alcuni esemplari a Trento, nell'alveo vec- chio dell'Adige, nel legno cariato dei pioppi. — 358 — C^odiosoma Bedel. Phloeophagus Schòn. 1. spadix Herbst. — Abbondante a Nogarè nelle travi cariate di un vecchio pavimento. Trento, Borgo, Mori, Civezzano (Bert.); Tor- cegno (Cost.); Rovereto (Zeni). Ereinotes Wollaston. Rhyncolus (olim). 1, planirostris Panz., elongatus Gyll. — Mezzano (Cost.); Monte Tonale (Bert.); S. Lugano (Ecch.). 2. ater Lin., chloropus Fabr. — Sul Tonale, Pine, fra le scorze delle conifere, abbondante (Bert.): Torcegno (Cost.); Trodena, Doladizza (Ecch.). Bracliyteninus Wollaston. Rhyncolus (olim). 1. porcatus Gemi. — Frequente a S. Lugano e a Trodena in Fiemme (Ecch., Beri); Caldaro, nei tronchi di quercia (Bert.). Rhyncolus Stepliens. 1. culinarìs Germ. — Lo trovai a Trento, nel pane. M. Baldo, fra le scorze di faggio (Ros.}. 2. truncorum Gerra. — Trento, Madrano, Nogarè (Bert.); Torcegno (Cost.). 3. lignarius Marsh., cylindrirostrìs 01. — Rinvenuto da Gredler nel Sarnthal, valle a nord di Bolzano. Lombardia (Villa); Piemonte (Baudi). — 369 — 4. turbatus Schònh. — Molto raro a Madrano e Nogarè, sui cespugli (Bert.). 5. gracilis Rosenh., angustus Fairra. — Due esemplari a Caldaro, nei tronchi di quercia (Bert.). Caiiiptorrliinus Schònberr. 1. statua Rossi. — Lo trovai abbondante sui tronchi di quercia in un bosco presso Caldaro, poco distante dal Bersaglio, nel giugno a sera tarda. Pare che schivi la luce, io almeno non fui in grado di vederne che singoli esemplari durante il giorno. Soffregando, con moto rapido, l'addome contro le elitre, manda un suono stridulo al pari del Cryptorh. lapathi, Cryptorrliynclius llliger. lapathi Lin. — Comune sul nocciolo di cui rode la corteccia. Torce- gno (Cost.); Pejo, Caldaro, Trento, Madrano (Bert.),- Doladizza, Dajano. Acalles Schonherr. 1. camelus Fabr. — Presso Predazzo in Flemme (Gob.). 2. Aubei Boh. — Raro. Eccheli mi favor') un esemplare che raccolse a Trodena, altro individuo trovai a Caldaro. S. Lugano, due esem- plari (Ecch.). 3. validus Hampe. — Eccheli possiede un esemplare che raccolse a Trodena. 4. pyreneus Boh. — Raccolsi parecchi individui, in compagnia del signor ispettore forestale, 'robanz, nella foresta di Cadine, in un faggio deperito. Eccheli lo riscontrò a Doladizza e a Trodena. 5. roboris Curtis., abstersus Boh., Navieresei Boh. — Col precedente ;Bert.); Trodena (Ecch.); Torcegno (Cost.); Condino (Gob.j; Ronzo (Bert.); nel Bolzanese (Grdl.); M. Baldo (Ros.). 6. lemur Germ. — Nella valle di Flemme (Gob); Lombardia (Villa). — 360 — 7. echinatus Germ , turbatus Boli., misellus Boh. — Frequente nei tron- chi di faggio, di quercia e sui cespugli. Condino (Gob.); Trento (Bert.), Doladizza, Trodena, assai abbondante (Ecch.). 8. Gapiomonti Bris. — Posseggo un unico esemplare del Trentino, tro- vato dal signor Gobanz nei dintorni di Condino. 9. ptinoides Marsh. — Sul M. Baldo, rarissimo (Ros.). 10. hypocrita Bob. — Eccheli lo raccolse abbondantissimo in diversi luoghi nella valle di Flemme. Torcegno (Cost.),- Condino (Gob.); Trento, Riva (Bert.); M. Baldo, maggio e giugno, fra le corteccie di faggio, frequente (Ros.). Ulonouyclius Germar. 1. punctum-album Herbst , pseudacori Fabr. — Bolzano e dintorni sul- l'ir/s pseudacorus (Grdl.); Saloroo (Frapporti). Al lago di Loppio, spesso 40 individui in un fiore (Ros.). 2. salviae Germ. — Assai frequente a Trento nei fiori àeVC Iris j)seuda- coriis, nell'alveo vecchio dell'Adige (Bert.). Si distingue, a prima vi- sta, dal precedente per la pubescenza fidva assai fitta, che copre, per intero, il torace e le elitre. Coeliodes Schònherr. 1. dryados Grael., quercus Fabr. — Frequente ovunque, massime sui ro- veri. Trento, Civezzano, Madrano ecc. (Bert.). 2. ruber Marsh. — Pochi individui a Trento (Bert.). Presso Bolzano; Trento, in primavera (Grdl.). 3. erythroleuGus Gmel., subrufus Herbst. — Pure a Trento, piuttosto raro (Bert.). 4. rubicundus Herbst. — Un unico esemplare nei dintorni di Trento (Bert.). 5. cardili Herbst., guttula Fabr. — Rari individui vennero catturati da Eccheli a Doladizza e a Rovereto. Condino (Gob.). Al lago di Lop- pio, nel maggio (Grdl.). 6. fuliginosus Màrsh. — Caldaro, Trento, piuttosto raro (Bert.j. — 361 — 7. epilobiì Payk. — Lungo i fossi presso Trento (,Ros.); S. Lugano un esemplare (Bert.). 8. quadrìmaculatus Lin., didymus Fabr. — Comunissimo ovunque. Torce- gno (Cost.); Trento, BedoUo (Bert.); S. Lugano, Trodena, Dajano (Ecch.); Giudicarie (Frapporti). 9. lamii Fabr. — Bolzano e Caldaro, nel giugno, in siti ombrosi e umidi (Grdl.). 10. affinis Payk., geranii Payk. — Torcegno (Cost.); 3. Lugano, raro (Ecch.); presso Trento, in siti paludosi, fra l'erba (Ros.); Senale abbondante (Grdl.); presso Cavalese (Gob.). 11. exiguus Oliv. — Trento, frequente; Caldaro (Ber t.j; Trodena (Ecch.). presso Gavalese (Gob.). Scleropterus Schonherr. Rhytidosomus Stephens. 1. globulus Herbst. — Trovai un unico esemplare a Caldaro. Dintorni di Bolzano, Caldaro (Grdl.). Rliiaoncus Stephens. 1. Castor Fabr. — Presso Novaitaliana, non raro (Lippert); Val delle Stoe, nell'erba (Gob.). 2. bruchoides Herbst. — Torcegno (Cost.); Trento, Cles (Bert.); presso Trento sul Cliaerophyllum hirautum (Ros.); Campo (Frapporti). 3. inconspectus Herbst. — L'ho notato di Torcegno, ma non ne pos- seggo esemplari di questa località. Molto raro nel Bolzanese, fra l'erba (Grdl.); Campo (Frapporti). 4. pericarpius Lin. — Comune. Trento, Bedollo (Bert.); Torcegno (Cost.); Doladizza (Ecch.). 5. perpendicidaris Reiche, guttalis Grav. — Alquanto raro. Torcegno (Cost.); Trento (Bert.); presso Rovereto (Ros.). 362 Pliytoliius Schònherr. 1. canaliculatus Fahrs., notula Tlioms. — Trento, due individui (Bert.),* Condino (Gol).); Trento (Ros.). 2. comari Herbst. — Madrano, su erbe palustri, iu agosto, (Bert.)j Trento (Ros.). 3. quadrituberculatus Fabr. — A Fornaigar, presso Bolzano (Crrdl.); Lom- bardia (Villa); Piemonte (Ghiliani). 4. granatus Gyll. — Presso Trento, in luoghi palustri (Ros.); Campo (Frapporti). o. quadrinodosus Gyll. — Presso Trento (Ros.). 6. quadricornis Gjll. — Presso Bolzano, raro; Caldaro (Grdl); Trento (Ros.). 7. leucogaster Marsh. — Abbondante presso Bolzano, sulla Carex vesi- caria, sott'acqua (Hausm.). Nella Lombardia (Villa). Ainalus Schònherr. 1. haemorrhous Herbst., scortillum Herbst. — Un esemplare di questa specie, nuova pel Trentino, venne catturato da Eccheli a S. Lugano. Ceutorrliyncliideus Duval. 1. horridus Panz. — Rinviensi, piuttosto scarso sui Cardus e Cirsium. Molina e Doladizza in Flemme (Ecch.); Caldaro, presso il Bersa- glio, Loppio; nel maggio, Negare, Denno, Trento, Val di Sole (Bert.); Senale (Laraprecht); presso Cavalese (Gob.). 2. troglodytes Fabr. — Presso Trento, in siti paludosi (Ros.); Condino (Gob.). 3. terminatus Herbst. — Nella media vai d'Adige, lungo le acque (Grdl.). In tutta l'Europa (Catal. del 1891). 4. nigrinus Marsh. — Trento, frequente di maggio e giugno (Bert.). 5. floralis Payk. — • Condino (Gob.); Bolzano, Egna, lago di Caldaro, nell'aprile, frequente (Grdl.). — 363 — 6 pyrrhorhynchus Marsh. — Pochi individui nei dintorni di Trento (Bert.). Ceutorrliynclius Germar. 1. topiarius Germ. — Molto scarso, Torcegno (Cost.); Trento, Caldaro, (Bert.); Doladizza, raro (Ecch.). Sui prati del monte Rango (Gob.). 2. pubicoUis Gyll., Signatus Bris. — Ho pigliato un unico esemplare a Trento. Altro individuo venne catturato da Kccheli a Molina in Fiemme. 3. abbreviatulus Fabr. — Lo trovai in numero, su diverse piante, lungo i fossi in Campo Trentino, presso Trento. 4. geographicus Gyll., echii Fabr, — Trento, swWEchium vulgare, pochi esemplari; Caldaro, Vermiglio, Riva (Bert.); Doladizza, Laghi di Fraul (1009 m.), Dajano (Ecch.); Rovereto e Campo (Frapporti). 5. asperifoliarum Gyll. — Scarso a Trento (Bert.); Torcegno (Cost.). sul monte Oclini in Flemme (Grdl.); presso Cavalese (Gob.). 0. crucifer Oliv, — Non raro in Flemme, a S. Lugano (Ecch., Gob,); Torcegno (Cost,); Caldaro (Bert.). 7. laveti Bris. — Caldaro (Bert.). Eccheli raccolse rari esemplari ai la- ghi di Fraul, a Dajano e a Molina. 8. ornatus Gyll., Andreae Germ. — Trovato in coppia da Eccheli a S. Lugano e Trodena. 9. litura Fabr. — Presso Rovereto, nell'erba (Ros.). 10. variegatus Oliv., campestris Gyll. — Raccolsi singoli esemplari a Caldaro e a Trento. Condino, Cavalese (Gob.). 11. melanostictus Marsh., lycopi Gyll. — Un unico esemplare a Riva, un altro a Trento (Bert.); Bolzano e dintorni (Grdl.). 12. quadridens Panz. — Abbondante a Trento, in un orto, sui cavoli, BedoUo (Bert.); Torcegno, Mezzano (Cost.). 13. marginatus Payk. — Torcegno, due esemplari (Cost.), Condino (Gob.). 14. punctiger Gyll. — Ho trovato un solo esemplare a S. Lugano. Ro- vereto (Zeni). Presso Egna nel maggio, fra l'erba , comune (Grdl.). 15. iaeculentus Gyll. — Molto raro a Trento (Bert.). 16. pleurostigma Marsh., sulcicollis Gyll, — Scarso a Torcegno (Cost.); S. Lugano, Trento, Bedollo (Bert ); Condino (Gob.). 17. rapae Gyll. — Nei dintorni di Condino (Gob.). — 364 — 18. sulcicoUis Pajk., cyanipennis Germ. — Molto raro a Trento (Bert.); Condino (Gob). 19. hirtulus Germ. — Presso Bolzano (Grdl.); Rovereto (Ros.). 20. chalybaeus Germ. — Scarso. Ala, Trento (Bert.j; Torcegno (Cost.); S. Lugano (Ecch.). 21. scapularis Gvll. — Due esemplari a Trento (Bert.). 22. erysimi Fabr. — Frequente a Trento, Mori, Civezzano (Bert.); Ro- vereto (Zeni). 23. contractus Marsh. — Trento, abbondante, Caldaro (Bert.); S. Lu- gano (Ecch.); Giudicane (Frapporti). 24. querceti Gyll. — A Formigar e al lago di Caldaro, nel giugno, tro- vato più volte (Grdl.). 25. consputus Germ. — Ne trovai parecchi esemplari nei dintorni di Trento. 26. assimilis Payk. — Civezzano, Nogarè, non raro; Bedollo (Bert.); Torcegno (Cost.); presso Trento, in luoghi paludosi (Ros.). 27. constrictus. — Un unico esemplare a Borgo (Bert.). Nella valle di Fiemm,e, a Doladizza (Ecch.). 28. angustiUus Gyll. — Rinvenuto un esemplare a Dajano (Ecch.), 29. ericae Gyll. — Molto raro a Torcegno (Cost.); Trento, assai scarso (Bert.); Anterivo, sotto la Calluna vulgaris, in agosto (Gredl.). Poopliag'us Schònherr. 1- sisymbri Fabr. — Presso Trento, sull'erba, lungo i fossi (Ros.). Orol*itis Mannerlieim. 1. cyaneus Lia. — • Venne catturato da Gobanz in Val Fredda, e da Eccheli a S. Lugano. Coryssooierus Schònherr. 1. capucinus Beek., ardea Germ. — Pigliai un unico esemplare a Trento. — 365 Barila» Germar. 1. artemisiae Herbst. — Catturato dal signor Betta a Trento, e da Ec- cheli a S. Lugano. Cavalese sull'Artemisia vulgaris (Gob.), 2. laticoUis Marsh., picina Germ. — Trento, pochi individui presso un fosso (Bert.j. 3. chiorìzans Germ., celtis Gredl. — Dos Trento, abbondante, Borgo sui cavoh', Bedollo, Negare, sotto i sassi nell' autunno, Civezzano su d'un muro (Bert); Torcegno (Cost.); S. Lugano, raro (Ecch.). 4. analis Oliv. — Osservai nella collezione Betta un esemplare preso a Trento. Lininoliaris Bedel. L T-album Lin. — Comune. Trento, lungo i fossi, Nogarè, Borgo (Bert.). Campo (Frapporti). Splienopliorvis Schònherr. L abbreviatus Fabr. — Trento, nell'alveo vecchio dell'Adige, Bedollo (Bert.). 2. striatopunctatus Goeze, mutilatus Laich. — A Rovereto e Campo (Frapporti). Calaudra Clairville. L granaria Lin. — Comunissimo nei granai. Rovereto (Zeni); Trento, Bedollo, Madrano ecc. (Bert.); nella valle di Cadino (Gob.). 2. oryzae Lin. — Specie importata nel Trentino col riso. Rovereto (Zeni); Torcegno (Cost.j: Nogarè (Bert.). — 366 — Balaninus Gerrnar. 1. elephas Gyll. — Raro a Bolzano e dintorni (Grdl.); Piemonte ^Ghi- liani); Appennino toscano (Lorenzini). 2 pellitus Bob. — Rinviensi, in primavera, sui rov.eri giovani, ma sem- pre scarso. Trento, Madrano, Caldaro (Bert.)- 3. venosus Grav. — Trento, Madrano, Borgo, sui roveri ed alberi frut- tiferi, non raro (Bert.). Nella valle di Flemme (Ecch.). 4. nucum Lin. — Vive sul nocciolo, sui roveri ed altre piante. Più fre- quente sui monti. Madrano, Trento, Male (Bert.); Trodena, molti esemplari, Dajano (Eccb.). 5. turbatus Gyll. — Non tanto frequente. Due individui, nella mia colle- zione, misurano soltanto 4 mill. non compreso il rostro. Trento, Civezzano, Madrano (Bert.); Doladizza (Eccb.). 6. villosus Fabr. — Scarso a Trento, Madrano, Nqgarè, Mori, BedoUo (Bert.). Lo trovai quasi sempre sui cespugli giovani di povero. Due individui a Doladizza (Eccb.); Campo (Frapporti). Nelle Giudicarle inferiori (Gob.). Due esemplari cbe pigliai in Dos Trento misurano poco più di 3 mill. 7. betulae Stepb., cerasorum Hei-bst, — Rarissimo. Eccbeli ne trovò un unico esemplare a S. Lugano. Balanobius lekel, crux Fabr., crucifer Fucbs. — Assai raro a S. Lugano (Eccb.); Bol- zano, fra l'erba, nel maggio (Grdl); presso Borgo (Gob.). salicivorus Payk., brassicae Fabr. — Borgo, M. Baldo, Caldaro, fre- quente (Bert.); Doladizza (Eccb.); Campo (Frapporti). pyrrhoceras Marsh. — Comune, in primavera, sui roveri. Mori, Cal- daro, Trento, Nogarè (Bert.); S. Lugano (Ecch.). Antliooomus Germar. 1. varians Payk. — Nogarè, Montagnaga, Trento, molto scarso (Bert.). — 367 — Trovato sul Monzoni dalla guida alpina Zacchia di Pozza sui Pinus cembra (Grdl.); Anterivo (Gob.). 2. rubi Herbst. — Frequente. Torcegno (Cost.); Caldaro, Nogarè, Trento Bedollo ecc. (Bert.j; Trodena, Doladizza, Dajano (Ecch.); Rovereto (Zeni). 3. cinctus Kollar, pyri Bob. — Ne rinvenni un esemplare a S. Lugano. Tesero (Gob.J. Altro esemplare a S. Michele allAdige (Ravanelli). Raro. 4. inversus Bedel, ulmi Desbr., cinctus Thoms. — Sul Prunus ed altri alberi, non raro. Trento (Bert.); S. Lugano, un esemplare (Ecch.). 5. pedicularius Lin., ulmi Deg. — Rinvenuto, in numero, da Eccheli e da me a S. Lugano. Torcegno (Cost.); M. Baldo (Ros.); Trento, Loppio, ;Pejo, Bedollo, Riva, nel maggio (Bert.); M. Baldo, sul biancospino (Ros.). 6. rufus Gyll. — Due soli individui a Trento (Beri); nella valle di Flemme (Ecch.). var. pruni Desbr. — Trento, un esemplare (Bert.). 7. spilotus Redt. — Ho due esemptóri d'incerta provenienza, probabil- mente di Bedollo. Del resto non v'ha dubbio che viva nel Trentino essendo stato osservato da Gredler a Sterzing nel Tirolo meridio- nale e da Bandi, non raro, in Piemonte. 8. pomorum Lin. — Pur troppo abbondante e spesso nocivo ai meli. Talvolta osservai degli individui in cui il colore delle elitre è ros- sastro, var. 2ìyri Kollar. — Trovato dal capitano Hoffmann nei dintorni di Trento. Presso Borgo (Gob.). 9. humeralis Panz., incurvus Panz. — Abbondante nel Tirolo settentrio- nale a Strass (Grdl.); Rattenberg (Lippert); Innsbruck (Bert.). Nella Lombardia (Villa). 10. rectirostris Lin., druparum Lin. — Vive sui roveri, sul nespolo ed altre piante, non raro. Madrano Bedollo. Borgo (Bert.); Trodena (Ecch.). Bradybatus Germar. 1. Creutzeri Germ. — Ne raccolsi in quantità in Dos Trento, sull'acero in aprile. Oltrecastello (Bert.). — 368 — Acalyptus Schònherr. 1. carpini Herbst. — Mori, un individuo (Bert.;; presso Bolzano, sui sa- lici (Hausm., Grdl.). 2. alpinus Villa, rufipennis Gyll. — Trento, molto scarso, Caldaro (Bert.). Bolzano, Egna (Grdl); Giudicarle (Gob.). Ellesclius Stephens. 1. bipunctatus Lin. — Bedollo (Bert.); Condino (Gob.); S. Lugano (Ecch.). 2. infirmus Hesbst. — Trento sui fiori dei salici, abbondante (Bert.). Tycliius Germar. 1. quinquepunctatus Lin. — Dintorni di Bolzano e a Termeno (Grdl.). Nel Roveretano (Zeni); Giudicarle, sui piselli, non raro (Frapporti). 2. polylineatus Germ. — Condino, Cavalese (Gob.). Assai raro presso Bolzano (Grdl.). 3. lineatulus Steph., Schneideri Gyll. — Torcegno (Cost.). 4 Schneideri Herbst., lineatulus Bob. — Raro a Trento (Bert). Sul M. Baldo presso S. Giacomo, nel giugno, Senada (Halbberr). Un esemplare a S. Lugano (Ecch.). 5. flavicoUis Steph., squamulatus Gyll. — Trento, lungo i fossi di Campo Trentino, non frequente, Givezzano, Madrano su erbe palustri in agosto (Bert.). 6. venustus Fabr. var. genistae Bob. — • Presso Condino, col T. tomen- iosus (Gob.). 7. striatulus Gyll. — Rinvenni molti individui a Civezzano, sui fiori di Genista, nel maggio. Trento (Bert.). 8. aureolus Kiesw. var. medicaginis Bris. — Molto raro a Trento (Bert.). 9. junceus Reich. — Comune ovunque. Trento, Civezzano, Borgo (Bert.); Dajano (Ecch.). 10. pusillus Germ., pygmaeus Bris. — Ne pigliai due esemplari a Trento. — 369 — 11. tomentosus Herbst. — picirostris Gyll. — Diffuso nel Trentino, ma non abbondante. Trento, Madrano, Mori, Caldaro (Bert.); S. Lu- gano (Ecch.); Ala, nell'erba (Ros.); presso Borgo ed altri luoghi del Trentino (Grdl.). Miccotrogus Schònherr. 12. picirostris Fabr. — Comune a Trento, Civezzano, Riva (Bert.). Nel Trentino (Zeni). Presso Sonale, nel muschio (Laraprecht.); Con- dino (Gob.). 13. cuprifer Panz. — Non raro a Trento, sulle siepi sopra Piedicastello, nell'aprile (Bert.). Campo, nelle Giudicarle (Frapporti). iSibinia Germar. 1 . primita Herbst. — Roncegno su d'una quercia, nel luglio. Raro. (Bert.). Presso Rovereto, nei prati (Halbh.), var. phalerata Stev. — Cavalese (Gob.). 2. attalica Gyll. — Molto scarsa a Trento (Bert.). 3. pellucens Scop., cana Hbst. — Trovai molti individui a Trento, a Cal- daro. a Civezzano. Giudicarle (Frapporti); Cavalese, $,\x\V Artemisia (Gob.). 4. viscariae Lin. — Colla precedente. Gli autori non sono concordi nel ben fissare i caratteri che distinguono questa specie dalla S. pel- lucens. Dos Trento, Cadine (Bert.). Dintorni di Bolzano (Grdl.). Cava- lese (Gob.). 5. potentillae Germ. — Specie ovvia a Bolzano (Grdl.); Lombardia (Villa). Rliyncliaeniis Clairville. Orchesies Illiger. 1. quercus Lin. — Comune sulle querele. Trento, Madrano, Civezzanov Riva (Bert.). A Roncegno l'osservai in masse numerosissime sulle- querele, molte foglie delle quali, da esso corrose, erano ridotte alle sole nervature. Anno XXri. 25. — 370 — 2. rufus Schrank. — Catturai singoli esemplari a Trento e a Civezzano sui cespugli di rovero. 3. alni Lin. — Rinvenuto da Eccheli a Cadino in vai d'Adige. Presso Ala, sui cespugli (Grdl.). 4. pilosus Fabr., iUcis Fabr. — L'osservai frequente a Civezzano e Ma- drano, nell'aprile e maggio. Negare, Trento, Roncegno (Bert.); Do- ladizzn, laghi di Fraul (Ecch.). 5. erythropus Gorra. — Civezzano, rarissimo (Bert.). 6. jota Fabr. — Assai raro a Trento (Bert.) e a Bolzano (Grdl.) 7. fagi Lin. — Comunissima ovunque. Monte Baldo, BedoUo, Borgo ecc. (Bert.); S. Lugano, Trodena (Ecch.ì. 8. testaceus Muli., scutellaris Fabr. — Comune come il precedente. Trento, Madrano, Borgo, Nogarè (Bert.) Egna, Caldaro (Bert.). var. albopilosus Reiche. — Pochi individui a Civezzano (Bert.). 9. lonicerae Herbst. — Ne trovai gran numero in Dos Trento, sulla Lonicera ni ^ — ■ a> fe CD nilS O &< tn o ■ 2 S W CD O) 1 o o e "e s^e cS c5 o3 «a'^Ti ^' c3 S i — 1 1 I U Eli r^ N -^ ^ a -^r" c3 O ■ o'n ® rj! O ^( ^^ li • O ^ *.§ -D Ol rt '^ 0) > o © _^ ^_^ © ha d © "v' .2 g © OJ .2 © O Ò H -a; w 'MM > co ..^ . 03 co «3 «5 . • c3 OS . ■ 4J -*^ . ■~^ i^ © • PU CU ■ ' •!— 1 • eS Sh ' • a * K* > 5 w g co OT CTI (^ l-H T^ et) OJ '!:>< 0 0 z < J 0 o o > > n ^ ce << Pi Q o a > < >t-i 10 Processi verbali delle adunanze tenute nell'anno 1894 Adunanza di Comitato del 12 Gennaio 1894. La seduta è aperta alle ore 15 ' ,. Sono presenti il Presidente Prof. Targioni-Tozzetti, il Segretario Cavanna, il Tesoriere Pas- serini e i consiglieri Bargagli, Catani, Senna. Il Vice presidente Stefanelli e il Segretario Marchi scusano la loro assenza. Il Dott. Senna, avvertiti i convenuti che col consenso del Pre- sidente assunse Vinteriìn del Segretariato degli Atti, stante le assenze e gli impedimenti del Segretario Cavanna, passa alle se- guenti dichiarazioni. Spiega il ritardo della pubblicazione del fascicolo 3." e 4.° del Bullettino dovuto a varie cause, prima fra tutte, quella di aver posto mano a detta pubblicazione solo quando la partenza del Segretario Cavanna fu definitivamente decisa. Nota che da molti anni non si pubblicano i rendiconti delle sedute né i Bilanci non che lo Statuto coll'elenco dei soci e so- cietà corrispondenti. Tali ritardi di pubblicazione oltreché non giustificabili, hanno lo svantaggio di non permettere che i soci lontani si rendano consapevoli dello stato della Società, e di au- mentare sensibilmente le spese quando i rendiconti e gli allegati relativi di parecchi anni vengano pubblicati in una sol volta. II Presidente convinto degli inconvenienti prodotti dal ritardai-e la pubblicazione dei rendiconti e dei bilanci, delibera che in av- venire la stampa di quanto riguarda la gestione della Società proceda regolarmente e che siano prontamente resi di pubblica ragione i bilanci e i rendiconti degli anni trascorsi. Approva inol- tre che lo Statuto e gli elenchi dei soci e Società corrispondenti vengano stampati dopo la consueta adunanza generale dell'anno in corso e la indice per il di 4 febbraio alle ore 10 col seguente ordine del giorno : 1." Approvazione del Bilancio consuntivo 1892. 2." Elezioni parziali. Il socio Senna, accennato allo stato presente della Società e ai bisogni di essa, si dichiara favorevole all'aumento del numero 11 delle adunanze onde i soci abbiano più frequenti occasioni di riu- nirsi e la Società stessa ne riceva maggior impulso. Il Segretario Oavanna, pur non dichiarandosi contrario alla proposta, avverte però che a dar maggiore impulso alla Società, non basta decretare che le adunanze siano più numerose, ma oc- corre una maggior iniziativa da parte di tutti i soci, onde quelle riescano fruttifere. Il Presidente, aggiunte altre considerazioni, delibera che abbia luogo una adunanza almeno in ogni bimestre e spera che i soci v'interverranno volentieri. Si passa quindi a discutere una proposta del socio Senna fa- vorevole all'ammissione di Soci-studenti come praticasi in altre Società entomologiche. Tali soci-studenti godrebbero dei mede- simi diritti degli altri soci, ma la quota da essi dovuta sarebbe lievemente inferiore alla normale. Egli è d'opinione che tale in- novazione apporterebbe notevoli vantaggi. Il Presidente e i convenuti si dichiarano annuenti alla proposta e stabiliscono che le definitive deliberazioni vengano prese nella prossima adunanza. Il socio Senna chiede poscia ai presenti in qual modo si debba agire coi soci morosi da più anni. Si delibera la radiazione di tali soci, dopo reiterate sollecitazioni da parte nostra e si approva la proposta del Tesoriere Passerini che prima di procedere alla radiazione dei soci morosi il BuUettino venga loro inviato in as- segno. Si discute in seguito se si debba ottemperare alla domanda, inviata dal Comitato dell'Esposizione che avrà luogo in Milano nel corrente anno, di presentare una serie completa dei volumi del BuUettino perchè figurino nella sezione: « Pubblicazioni di Società e Accademie scientifiche » e la proposta viene approvata. Prende quindi la parola il Consigliere Bargagli per riferire le deliberazioni concordate dalla Commissione (Bargagli, Catani, Mai'- telli) eletta nello scorso anno per decidere sulla pubblicazione d'un BuUettino a parte che contenesse i resoconti delle adunanze, i bilanci e quelle piccole contribitzioni, che verbalmente o scritte fossero presentate dai soci. La Commissione ritiene utile tale BuUettino per parecchi motivi e propone che venga attuato nei limiti del Bilancio sociale. Il socio Senna si dimostra favorevole all'aggiunta anche d'un Ballettino bibliografico nel quale fosse dato l'elenco dei lavori inclusi nelle principali pubblicazioni mandate in cambio dalle So- 12 cietà corrispondenti. Enumera i grandi vantaggi che presente- rebbe tale innovazione non solo per i soci residenti, ma anche pei lontani, i quali hanno per statuto diritto di consultare la Bi- blioteca. Il Segretario Cavanna dimostrasi contrario alla pubblicazione d'un Bidlettìno a parte, dice che lo si compilò per vari anni e che dovette cadere per mancanza di materia; trova inutile la parte bibliografica perchè non potrebbe mai essere completa e perchè si può consultare in libri speciali o nei rendiconti d'altre Società. Replica il socio Senna dimostrando che dato l'impulso, la ma- teria non mancherebbe, che la biblioteca della Società riceve in cambio pubblicazioni rare o poco note, non riassunte nei Bullet- tini di altre Società; ed infine che se la consultazione dei Bui- lettini bibliografici di altre Società o delle pubblicazioni speciali, è possibile ai soci residenti, non lo è per gran parte dei soci lon- tani i quali al certo — come privati — non possono abbuonarsi a molteplici pubblicazioni. A tali considerazioni s'aggiunge anche il Presidente. Il Teso- riere Passerini teme che il Bullettino a parte sia fonte di spesa non lieve, non solo per la pubblicazione, ma anche per la spedi- zione e fa voti che quando la pubblicazione di esso Bullettino cada nell'epoca dell'invio del fascicolo delle memorie, la spedizione venga fatta insieme. Dopo animata discussione alla quale prendono parte tutti i conve- nuti, il Presidente deliberala pubblicazione, possibilmente ad ogni bimestre d'un Bullettino a parte, contenente i resoconti delle se- dute, il Bilancio, le brevi comunicazioni dei soci e il Bullettino bibliografico. Vengono quindi dal socio Senna presentate un certo numero di pubblicazioni di Società estere che domandano il cambio col Bullettino. Enumerandole, nota che le date degli invìi o delle- lettere chiedenti il cambio, siano anche di qualche anno addietro. Si dice favorevole a concedere il cambio del Bullettino per la maggior parte di esse. Il Segretario Cavanna dimostrasi contrario alla proposta, dice che tali domande di cambio gli erano note, ma non ne tenne conto perchè le pubblicazioni sembravangli di poco interesse o scarse. Replica animatamente il socio Senna dicendo che molte delle pubblicazioni inviate come saggio da Società, non già novelle ma che contano parecchi anni di vita, racchiudono invece lavori molto importanti e lo dimostra leggendone l'elenco. Avverte i convenuti che se la Società vorrà attenersi per l'avvenire alle idee restrittive formulate dal Segretario Cavanna, malgrado che il numero di copie esistenti in magazzino permetta il contrario, sarebbe d'uopo che tali idee le applicasse anche a quelle società, già ammesse al cambio, le cui pubblicazioni sono troppo rare o d'indole troppo diversa dalla nostra. Il Segretario Cavanna dice che alle cennate Società continuò il cambio per considerazioni varie come per es. quella che la Biblio- teca della nostra Società, possedeva di tali società la serie delle pubblicazioni fin dal principio. Il socio Senna trova giuste tali considerazioni, afferma che non è suo pensiero modificare lo statu quo antea, tranne in casi eccezionali, ma postochè la Società procede con una certa libe- ralità rispetto ai cambi, sembragli utile e giusto che li conceda anche a quelle Società le cui pubblicazioni sono pregevoli. Il Presidente nomina allora i soci Bargagli e Senna perchè ri- feriscano nella prossima seduta se sianvi Società alle quali deb- basi sospendere il cambio e formulino una lista di quelle nuova- mente ammesse. La seduta termina alle ore 17 '/j. Il Presidente Targioni Tozzetti Ad. Il ff. di Segretario degli Atti A. Senna. Adunanza generale del di 4 Febbraio. Presidente : Targioni Tozzetti. (Seduta Privata) La seduta è aperta alle ore 10. Il ff. di Segretario Senna legge il verbale dell'adunanza di co- mitato del 12 gennaio u. s. Il Presidente propone quindi la discussione definitiva di quanto fu concretato in quella seduta, e si delibera: 1." La pronta pubblicazione dei resoconti e dei bilanci arre- trati, nonché dello statuto coll'elenco dei soci e società corrispon- denti. 14 2,° La pubblicazione regolare ad ogni trimestre del Bullettino e quella possibilmente ad ogni bimestre d'un fascicolo contenente le brevi comunicazioni dei soci, il resoconto dell'ultima adunanza, ed una rivista bibliografica. 3." Di tenere almeno quattro adunanze all'anno. Neil' anno corrente i soci si riuniranno nei giorni 25 marzo, 27 maggio, 29 giugno. 4." L'ammissione di soci-studenti. Questi non possono rima- ner tali più di 5 anni, godono dei medesimi diritti degli altri soci e pagano L. 10 all'anno. 5." Invio di una serie completa delle pubblicazioni della So- cietà all'Esposizione delie arti grafiche di Milano. 6," Radiazione dei soci morosi da più anni. Prende quindi la parola il consigliere bibliotecario Bargagli per riferire alla Presidenza e ai soci l'operato della Commissione com- posta da Bargagli e Senna relativamente ai cambi di pubblicazioni con Società scientifiche. Il relatore dice che criterio fondamentale dell'esame fatto e delle conseguenti proposte è stato quello di continuare e favorire l'acquisto e l'aumento per parte della nostra biblioteca di tutte quelle pubblicazioni affini alle nostre in senso lato e l'esclusione di quelle che per troppa eterogeneità delle ma- terie trattate riuscivano pressoché inutili. Ciò non ostante nelle esclusioni uon si procedette con troppo rigore, perchè si è avuto riguardo di non interrompere delle serie prmai considerevoli di alcuni periodici e perchè non si credette di essere troppo parsimo- niosi nella erogazione delle copie del nostro Bullettino, rimanendone di questo sempre disponibile un buon numero. Conclude dicendo che le proposte che ha l'onore di sottoporre all'approvazione dei Soci hanno lo scopo di procurare alla biblioteca sociale opere di maggiore s più manifesta importanza al posto di altre di mi- nore interesse. Enumera alcuni pochi periodici dei quali non si ammette il cambio o lo si sospende e propone l'accettazione dei seguenti: 1. Journal of New Jersey Naturai Hlslory Society. Trenton. 2. Jahresheft des naturicissenscJiaftUchen Vereines des Trencséner Comitates. Trencsen. 3. Journal of the Elisha Mitcliell scientific Society. Chapel Hill. N. C. 4. Anales del Museo Nacional de Costa Rica. 5. Jahreshericht des Wiener Entomologischen Vereines. Wien. 6. Transactions of the Wiscoìisin Academy. Madison. 15 7. Corresjjondenz-Blatt cles Entomologisclien Vereins « Iris » Dresden. 8. Kansas Academy of Science. Topeka. 9. Kansas University Quarterly. Lawrence. 10. Nein York State Miiseuvi of Naturai History. Albany. Procedesi quindi alle elezioni. Votanti per scheda o per rap- presentanza N. 20. Risultano eletti: Pavesi prof. comm. Pietro, Vice Presidente. Senna dott. Angelo, Segretario degli Atti. Catani prof. Tommaso, Consigliere. Cavanna prof. Guelfo, Consigliere. Curò ing. Antonio, Consigliere. Gestro dott. Raffaello, Consigliere. Magretti dott. Paolo, Consigliere. Carobbi Giuseppe, Sindaco. Della Torre Carlo, Sindaco. Il Presidente e i convenuti decretano un voto di plauso e di ringraziamento al prof. Guelfo Cavanna che si trasferisce a Roma quale Ispettore generale della Pubblica Istruzione, per lo zelo e le costanti cure che dedicò alla Società nei lunghi anni in cui tenne il segretariato degli Atti. Il Segretario Senna propone da parte del prof. Pavesi che venga accettato come Socio il dott. Emilio Corti, assistente al Museo y.oologico della R. Università di Pavia. La proposta è accolta al- l'unanimità e si ringrazia il prof. Pavesi pel di lui valido e co- stante appoggio alla Soc. Entomologica. Si passa quindi alla nomina a Soci studenti dei signori Giacomo Mantero di Genova, Ovidio Marandino di Firenze, Guido Pons di Firenze, proposti dal Segretario Senna e vengono eletti ad unanimità. Il Segretario Senna annuncia le dimissioni dei soci Comm, Pro- fessore Bechi di Firenze, Conte Castracane degli Antelminelli di Rimini e Dott. Francesco Targioni di Firenze. Vengono infine radiati da soci perchè da più anni morosi al pagamento della quota sociale, malgrado reiterate sollecitazioni e preghiere da parte nostra, i signori: Spada Lionello di Osimo Vitale Francesco di Messina Morosini Domenico di Treviso. 16 In assenza del Tesoriere Conte Passerini, che si scusa di non poter intervenire alla seduta, il Segretario Senna presenta e com- menta il Bilancio consuntivo dell'anno 1892, legge la lettera del Tesoriere con la quale lo inviava al Sindaco sig. Carobbi, stante le dimissioni date dall'altro Sindaco Dott, Targioni, e la lettei'a con la quale il Sindaco Carobbi propone che il detto Bilancio, che si chiude con L. 551,04 di attivo, venga approvato. Il Pre- sidente domanda ai convenuti se credono d'approvare il Bilancio ed essi rispondono aflfermativamente. (SEDUTA pubblica). Il Presidente propone che stante l'ora tarda, vengano rinviate alla prossima seduta le comunicazioni verbali dei soci. Il Segretario Senna presenta agli adunati i seguenti lavori che saranno pubblicati nel Bullettino : Carlo Emery. — Studi sulle Formiche della fauna Neotropica^ con 4 tavole. Emilio Corti. — Aggiunte alla fauna ditterologica della Pro- vincia di Pavia. Giovanni Gribodo. — /Sopra la Trisciloa Saussurei Grib. » » — ContrihuvAone allo sttidio della fauna chilena. Saverio Bertolini. — Contribuzione alla fauna trentina dei Co- leotteri (contin.). La seduta è sciolta alle ore 13. V° il Presidente Targioni Tozzetti Ad. Il Segretario degli Atti A. Senna. 17 Onorevole Signor Sindaco della Società Entomologica Italiana Firenze. Ho l'onore di rimettere alla S. V., stante le dimissioni del Dot- tore Targioni, il Bilancio consuntivo per l'anno 1892. Sono lieto di far rilevare che detto Bilancio chiudesi con L. 551,04 di attivo. Va quindi resa lode al Cassiere sig. Oreste Mancini per la sua operosità e per lo zelo con cui disimpegna le proprie funzioni. Spero di conseguire l'approvazione della S. V. e mi sottoscrivo Firenze, 15 luglio 1S93. Dev.mo N. Passerini. Onorevole Sig. Presidente della Società Entomologica Italiana Firenze. Ill.mo Signore, A discarico dell'ufficio di Sindaco revisore del Bilancio, anche in quest'anno cortesemente affidatomi, mi affretto ritornarle il Bilancio consuntivo dell'anno 1892 da me esaminato col conforto degli Allegati ad esso relativi. Constatata la piena regolarità e la saggia amministrazione mi è lieto registrare le abbastanza floride condizioni nelle quali si trova ora la nostra società. La gestione si chiude con un attivo di L. 2781,36 ed un passivo di L. 2230,32 dalle quali cifre ri- sulta un avanzo attivo a pareggio di L. 551,04. Sicuro di interpetrare il desiderio di tutti i colleghi rivolgo parole di encomio e di ringraziamento a quei colleghi che hanno cosi bene curato il buon andamento amministrativo ed in special modo verso il nostro Tesoriere Conte Passerini. Terminato cosi il mio breve compito mi dico di Lei Firenze. 24 gennaio 1893. Dev.mo Giuseppe Caeobbi. 18 1 1 "^ 1 1 O 1 co IO 1 1 ""■" 1 CM ':I^ i?l ■^^■"^ 1 1 t- 1 1 Ol 1 T-l CM 1 1 1 CO O ce Pi < O 1— H > O-oS '3 P o^ © • rJ2 53-2 a 2 ^ a "S o3 << <8 O > Ci o !:; > < ^M d c3 "n a CD ci Q. fi — O § ^ ce -, O C) 0) © •' o © EJ--2 !> p! CL ;-i Ò - W (0 < Q. ,mpa del Balletti ,mpa delle copie (Allenato Bi te ese di esazioni tasse {Allegato F mpenso all' aiuto leaato Gì posizione per il B cisioni, disegni, c^ dice del volume legato J) jquisto di un voi anno 1874. voi. s o "Se - o a © g a O CH Pi ^ j o -5-2 a X'CQ "" ft o Pad < <1 ^ !> 1—1 1— 1 lJ "^^ k1 h- 1 1 — 1 - co 'ci (S ce c« ci .2 ce a 0 a 'E ^ . C3 1 • -^ J ■ '© . a ■ .2 ■ N ! ci . a • © ! co . © •'o :'3 ■"© • co o " 3 < 0 z < ci co co ci o _a o ti h .H O CJ O e 3 : rr, a. ■ 'o • o \ ci^ 1 - e— 3 1 J 1 4 > -1-3 .0) cS ti -1- '1 tasse arretra cassi fatti da deiranno _ 181 cassi fatti d dell'anno 18! cassi fatti da tasse del 181 il R. Ministcì 5 ) 3 ffl c 1 > n n > < O -* NI CD 'w 2'^ 0 ',-1 m -^ '^ c3^ ^ oj • i; r^ co i 2 < ai a cS <3 1— 1 H- 3 a H i— 1 a a a ^ h-l HH HH R ri Ti 1— I 1— i t- > ^ ?■ H < t— 1 »- 1- NOTE ED OPUSCOLI INVIATI IN DONO DAGLI AUTORI Osten-Sacken. — Explanatorìj Notice of mi/ vieics on the svh-ovdcys of Dip';era. — Z. Geschichte der Sogennanten Brustgràte {hrcast-hone) dcr Ccci- domyien. — Rcjoinder to Prof. Brauej-'s: ThatsacliUche Bcrichtigung ecc. in ihe Beri. Entom. Zeìtschrift. — Two criticai remarhs about the recently puhlished third ^^art of the Muscaria Schizometopa of MM. Brauei" a. Bergenstaram ecc. F. Plateau. — La ì-esscmblancc protrctrice cliez les Lepidoptères curo- pe'cns. C. Emeuy. — Gedanken z. Descoulenz u. Vcrerbungstheorie. — Beitrdge z. Kcnnt\iiss der nordamerikanischcn Amciscnfaì'.na. — Intorno ad alcune Formiche della Coli. Spinola. — Inteìligenz v. Instinkt d. Tiere. — Ziisaìnme iisetzung and Entstehung der Temiitengesellschaftcn. — Formicides de V Archipel tnalais. — Studio Monografico sul genere Azteca For. S. ScuDDER. — The tropical faunal element of our Southern Nijmphalince systematically treated. Vernon Slingkrlaxd. — The Bud Moth. — The Fonr-Lined Leaf-Bug. II. COMSTOCK a. \ . SUNGERLAND. — WìreWOriìì S. — — Insectes Injurious to Fruita. F. Manzoxe. — Sugli Imenotteri della provincia di Roma. M. JÌEz/.i. — Fine ncue Art. d. Gattung Callomyia FU. A. PuEUDHOMME DE BoRRE. — Sur ujic capturc, cn Belgiquc, du Pholcus opilionoides Schrank. R. Gorelli. — Gli Imenotteri del Trentino (dal Museo Civico di Rovereto). E. GiGLio-Tos. — Un nuovo coleottero longicorne. Dr. A. Banti. — Descrizioni e figure dello Aspidiotus ceratoniée Colvcc. P. Pavesi. — / viventi delle Acque Albule. A. Grufini. — Gli insetti acquaioli. J. IvRASiLSHTscniK. — La Graphitose et la Sépticémie chez les Insectes. E. Simon. — De'scriptions d''espèces et de genres nouveaux de Vordre des Araneae. — Arachnides de F Archipel malais. BULLETTINO BIBLIOGRAFICO ^'^ Berichte des naturwissenschaftlich-medizinischen Vereines. Inshvvck. XX, (pub- bl. 1893). — V. Dalla Torre Prof. Dr. Karl. Die zoocecidium und Ceci- dozoen Tirols und Vorarlbergs. Mìttheilung. d. Naturwissensch. Verein f. Steiermarh. Graz. .Tahry. 1899. (pubb. 1893). — Strobl Gabriel. Die Diptereu Steiermark. Vcrhandlangen des natu rforschendcn Vereines. Brunn, XXX, 1893. — Spit- ZNER W. Beitrag z. Hemipteren-Fauna Mahrens. — Reitter E. Bestimmungs- Tabellen der Lucaniden und Coprophagen Lamellicornen des palaeartisclien Faunengebietes 1. — Zimmermann H. Ueber Schutzfiirbung und Mimicry. — XXXI, 1893. Reitter E. Bestimmungs-Tabellen d. Lucaniden und Copropha- gen Lamellicornen d. palaeartischer Faunengebietes (cont. e fine). — Ii>. Be- stimmungs-Tabellen d. unechten Pimeliden ans d. palaeartisclien Fauna. Schriftend. Vereines z. Verhreitimg naturwisseascli. Kenntnisse in Wieri. 1893 XXXIII Band. — v. Marenzeller E. Die Nahrung der Tiefseethiere. Annalcn d. K. K. Xaturhist. Hofnivsevms. Wien. 1893. B. Vili. N. 9. — A. Handlirscii. Neue Arten d. Gattung Gorites Latr. (Hymenopteren). Verhaadlungen d. K. K. zool.-botan. GeseUschaft ia Wien. 1893. XLIII. Band. — I Quart. Adensamer Tu. Ueber das Augen von Scutigera co- h'optrata. — Koiil Fr. Zur Hymenopteren-Fauna Niederosterreichs. — Po- KORNY E. Beitrag z. Dipteren-Fauua Tirols. V (III). — II Quart. Damix N. Ueber Parthenogenesis bei Spinnen. — Escherich C. Z. Kenntniss d. Co- (1) Sotto questo titolo do Telenco dei principali lavori d'Entomologia (sens. lat.) contenuti nelle Pubblicazioni di Società ed Accademie estere che hanno il cambio col nostro Bullettino. Come punto di partenza prendo in considerazione il fascicolo o volume ultimamente pubblicato e qualora esso faccia parte dell'annata antece- dente darò l'elenco dei lavori dell'intera annata. A. Senna. 21 leopterengattung TricJwdes (Taf. u. fìg.)- — Strobl G. Die Anthomyinen Steiermarks. — III Quart. v. Lomnicki J. R. Materialien z. Verbreitung d. Carabinen in Galizien. — Rogenhofer A. Afrikanische Lepidopteren. — Thomas Fr. Zwei hochalpine Rhopaìomìj ia-Arlen (Qg.). — IV Quart. Adensa- MER. Th. Z. Kenntniss d. Anatomie u. Histologie von Scutigera coleoptrata (taf.). — Brauer Fu. Besprechung ueber, Vorarbeiteu z. einer Monographie d. Mu- scaria schizometopa (exclus. Anthomyidae). — Kohl Fr. Zu den Hymeno- pteren-Gattungen Psevdoiiysson Rad. und Pseudoscolia Radoszk. (Gg.). — Id. Zoì/phium, eine neue Hymenopteren-Gattiing (fig.). — Pokorny Em. Be- merkungen uud Zusatze zu Prof. G. Strobl 's « Die Antliomyiden Steier- marks ». ■Tali lesheft des natunvisseasch. Vereines des Trencséner Comitates. Treao- sén 1S93. — Brancsik Kàroly. Additamenta ad faunam Hungariae. — Frey P. Die Insel Mocambique uiid ein Ausflug nach dem nàchstliegenden Festland. — Brancsik K. Durch das Trencséuer Comitat. — Id. Orthoptera nova africana (tav.). — Id. Species novae generis Marmessoidea Necroscida- rum. — Id. Beitrage z. Kenntniss Nossibés und dessen Fauna. AiiìMÌes Soc. Entomol. de Bdglque Bruxelles. XXXVIII. 1. — Kcwert A. Die Cleridengattung Madagascar.s. — Id. Die Enopliinengattungen der Cleriden und einige amerikanische n. art. derselben. — 11. Fairmaire L. Hétóronié- res du Bengala. — Pie M. Liste des Anthicides décrits poster, du Catalogus de MM. Gemminger et Harold (1870-1893). — Id. Descriptions de Tornoderus exotiques. Oversigt V. d. Kougellge Danske Videuskabevnes Selskabs. Kjobsiihavcn. 1893. 1-2. — Meinert Fr. Larverne af Slaegten Acilius (Larvae generis Acilins), (tav.). Mémoires de la Socic'te Linn''nnc du Nord de la France. Am/'eus, Voi. Vili, 1889-91, (pubbl. 1892). — L. Carpentier et M. Dubois. Matériaux pour la Faune des Ilómiptères de TOise. Bidletlu, de la Societe Lumèenae du Normandie. Cacn, Voi. VI. (pubbl. 1893). Lecoeur. Les ennemis de la Chematobie. — Chevrel R. Note pour servir à THistoire de Peyoniyia Hijoscyami. Le FreJon. Chateauroux. Ili anne'e, 1893-94. N. 1-2. — De.sbroche'rs des Loges. Révision des Gymnetrides (fine). — N. 3. Id. Révision des Apionides d'Europe. — N. 4. Id. Révision des Apionides d'Europe. — Id. Espèces iné- dites de Curculionides de l'Ancien monde. — N. 5. Id. Espèces inédites de Curculionides de l'Ancien monde. — Id. Description d'un Urodon. — Id. Ré- vision des Apionides d'Europe. — N. 6. Id. Révision des Apionides d'Europe. — N. 7. Révision des Apionides d'Europe. 22 Feuille eds Jeunes Naturalistes. Paris, XXIV anne'e. — N. 277. (l.o). Obeuthur Ch. Observations sur les lois qui régissent les variations chez les insectes lé- pidoptères. — Pie M. Descript, de 4 var. de Coléoptèi'es de la faune circa- européenne. — N. 278. Dollfus A. Note de géographie zoologique (sur la di- stribution du genre Ligia Fab.). — Leliévre E. Ennemis des betterades. — N. 279. BoLivAR I. Observat. s. la PhyUomoi-pliu laciniata Viller. -- Pie M. Descript, de colèoptères de la faune circa européenne. — N. 280. Dubok E. R. Note s. l'habitat des pseudo-névroptères et névroptères de la Gironde. — Pie M. Descript, de colèoptères de la faune circa-europèenne. — N. 281. Bulletin de la Sociétr Pliilumatique de Paris. 8 sc'r. Tom. V. 1893. — N. 1. Brongniart Ch. Les Criquets péierins en Algerie (pi. 1.). — Bouvier E. L. Paguriens recueillis par M. Diguet s. 1. littoral de la Basse Californie. — Martin J. Modification de l'appareil respiratoire de la Nèpe cendrée pendant son développeinent. N. 2, 3 e 4. — Compte-Bciidu som^uaire de scance de la Soc. Philoniatique de Paris. — N. 1. (18 ottobre 1893). Bouvier E. L. et Delacroix G. Nouv. Note s. u. lusecte entomopliage parasite des vers a soie europóens. — N. 2-3. (11 et 25 novem- bre 1893). — N. 4. (9 Décembre 1893). Bordas M. Appareil génital male des Hyménoptères de la tribù des Bombinoe. — N. 5. (24 Décembre 1893). Mar- tin J. Les trachées et la respiration trachèenne. — N. 6. (13 janvier 1894). — N. 7-8. (27 Janvier et 10 Février). Nora Acta Academiae C. L. C. G. Naturae Curiosonnn. Halle, Voi. LV III. 1893. — V. GuMPPENBERG ('. F. Sjstema Geometrarum zonae temperatioris septen- trionalis. V parte. Berliner Entomologische Zeitsclirift. Berlin, XXXVIII, 1893. — I. II Heft. Karsch F. Die Insecten der Berglandscbaft Adeli. (Fig. u. Taf.). — HI u. IV Heft. Verhoeff C. Neue Diplopoden a. d. oesterreichischen Kiistenlande, (taf.) — NoxDFRiED A. Fr. Monographische Beitrage z. Kàferfauna v. Central Anie- rika. — GmscHXER E. Beitrag z. Systeniatik der Musciden. (Fig.). — Ver- hoeff C. L'eber einige palai-iarktische Chilopoden (fig.). — Nonfried A. F. Beitrage z. Kàferfauna von Manipur. — Verhoeff C. Diplopoden d. oester- reichischen Adriagebietes. — Brenske E. Melolonthiden von Borneo u. eini- gen anderen malayischen Inseln. — Staxdfuss M. Neue und alte Noctuiden d. palaearctischcn Fauna. — Rìibsaamex E. H. Eine neue Gallmikke Asphon- dylia capparis n. sp. (fig.). — Karsch E. Papilioniden aus Kamerun (fig.). — Osten-Sacken C. R. Two criticai remarks about the recently-published third part of the Muscaria Schizometopa of MM. Brauer a. Bergenstamm ecc. Archic des Vereins der Frevnde der Naturgescliichtc in Mecklenbio-g. Gilstrow. 16 Jahr. (pubb. 1893). — Matthiessen-Rostock L. Die physiologische Optik der FacettenauG'en unseres einheimischen Leuchtkàfers ecc. 23 S itzungther ichte u. Ahliand. d. XaCi'iwisscnscJt. Gesellscli. Isis in Dresden. Jahrt). 1893. (Jaiiuar bis Juni). — Schn'eider 0. San Remo undseine Tliier- welt im Wiuter. Zoologi achei- Anzeigcr Leipzig. XVII. — N. 437. (Januar 1894). Verhokff C. 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