"£)CsWvxc\ \<^^\ HARVARD UNIVERSITY LIBRARY OF THE MUSEUM OF COMPARATIVE ZOOLOQY ■'\AJMSaVM3kQ_ ve. W'i^ ^, FEB 28 18W :, iiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiimiiniiiiiiHiuiiniiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Novembre 1898. Fascicolo LV. = BOLLETTINO DELLE SEDUTE DKLLA ACCADE:\I1A GIOENIA DI SCIENZE NATURALI IN CATANIA col RESOCONTO DELLE SEDUTE ORDINAIUE E STRAORDINARI e sunto delle memorie in esse presentate. ( NUOVA SERIE ) CATANIA TIPOGRAFIA DI C CALATOLA 18US MjnniiiMiiiiiiiniiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiinnnm, mimmi, „,„,„,,,„„ INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL PRESENTE FASCICOLO 11 Rendiconti Accademici Verbale dell' adimauza del 13 Novembre 1898 pa»- Note presentate Prof. A. Capparclìi. — Sul!' azione fisiologica di iiu proparato orgauico di mercurio della formola C^'^ H"' 0^ N^ Hg Prof. A. Aìidrcocci e P. Bertolo. — Sopra due nuove desmotroposautonine » Prof. A. Eiccò. — Continuazione delle determinazioni della gravità relativa in Calabria o nelle Eolie. (Nota preliminare) .... » Prof. A. Eiccò. — Stato attuale dell' attività endogena nelle Eolie . >» 12 Prof. A. Piccò e F. Eredia. — Temperatura media dell' Osservatorio di Ca- tania e dell' Osservatorio Etneo, dedotta da 22 anni di osservazioni del- l' Osservatorio di Riposto ,....•••'> 15 Sunti di Memorie Prof. G. Lauricella. — Sulla convergenza delle serie degli spostamenti e delle velocità dei punti di un solido elastico vibrante . . . » 18 Prof. E. Bi Mutteì.—SnUsi trasmissione della peste bubbonica agli animali .> 18 Prof. E. Di Mattei.—To])i e gatti nella dift'iisione della peste . . » 19 Prof. G. Saija. — Sulla risoluzione dei grandi triangoli geodetici . » 20 Elenco dei libri pervenuti in cambio e in dono, presentati nella seduta del 13 novembre 1898 » 20 FEB 23 100» Novembre 1898. Fascicolo LV. r»i Seduta del 13 Novembre i898. Presidente ff. - Prof. A. RlCCÒ Segretario — Prof. G. P. Grimaldi. Sono presenti i Soci effettivi Ricco, Cafici, Ronsi.svalle , Fi- cliera, Andreocci, Grimaldi e parecchi Soci corrispondenti. Viene letto ed approvato il processo verbale della seduta precedente. Il Presidente dichiara aperto il TG^' anno accademico. Il Segretario fa un breve resoconto dell' attività scientifica dell' Accademia nel decorso anno e degli atti Amministrativi compiliti dal Consiglio di Amministrazione. Si passa indi allo svolgimento drll' ordine del giorno che re- ca le seguenti comunicazioni : Prof. A. ANDllEOCCi e dott. P. Bertolo — Sopra due nuove desmotroposaiitonine. Prof. E. Di Uattv.i— Sulla tra.s missione della peste Imbhonica agli animali — Contributo allo studio delle rie di diffusione della peste. Id. — 'J'opi e gatti nella di/fusioiie della peste babilonica. Prof. A. Ricco — (Jontinuazionc delle osservazioni per la gravi- tà relativa in Calabria e nelle Eolie. Id. — Stato attuale dell' attività endogena nelle Eolie. Id. e F. Eredw — Temperatura media dell' Osservatorio di Catania e dell' Osservatorio Etneo didotta da quella di Riposto. - 2 - Prof, G. Lauricella - Snlld convergenza delle serie degli spostamenti e delle velocità dei punti di un solido elastico vibrante. Prof. G. Saija — iSnllit risolazione dei grandi triangoli geo- detici. In seguito viene tolta la seduta. NOTE Prof. A. Capparelli - SULL' AZIONE FISIOLOGICA DI UN PREPARATO ORGANICO DI MERCURIO DELLA FOR- MULA C^" H^"^ 0-^ WRg. (1) Il prof. Amerigo Andreoi.'ci mi ha favorito uu composto da lui preparato rappresentato di un derivato di Urea in combinazione col mercurio. Esso contiene una percentuale di 43,4 di mer- curio, mentre il sublimato, avrebbe una percentuale di 78,8. Ed io che non ignoro V affannosa ricerca di un preparato , di mercurio che abbia V azione fisiologica e la virtù curativa del sublimato corrosivo , senza averne i gravi inconvenienti , che nel suo uso pratico si incontra, mi sono accinto ad esperimen- tarlo. Assistito dal mio egregio assistente D.r Antonino Bellecci ab- biamo esperimentato il preparato in discorso negli animali; pri- mo per assicurarci del suo potere tossico , e formarci un esatto criterio sulle dosi che senza alcun pericolo possono adoperarsi neir uomo, e poi per esplorare la sua azione fisiologica. Uno degli inconvenienti che presenta il preparato è la sua poca solubilità nell' acqua e nei mestrui ordinari , essendo solu- bile nella proporzione di uno per mille circa nell' acqua. La solubilità del composto aumenta nel siero sanguigno, co- me risulta dai nostri esperimenti. Ma abbiamo trovato che a questo inconveniente, cioè alla sua poca solubilità, facile rimedio è la sua mescolanza con parti eguali in peso di ioduro di po- tassio. Quanto all' azione sperimentata sugli animali, le nostre os- (1) Presentata uella seduta del 26 giuguo 1898. s(M'va/-i<»iii ci (•(nidiicoiio ad aimiK-t hrc clic il composto ortraiiico (li iDercurio tollerato incffiio ed in (|uantità iiiaK^fioro dairoj-j^aiii- siiio animale cIm^ non sia proporzionalmente il sublimato corro- sivo, Ila in ^'cuciale l'azione già n-^ra dei sali mercuriali. Altl)iamo anche constatato che la sua eliminazione ò pronta: inlatti r abbiamo dopo le iniezioni sotto cutanee cercato nelle urine, dove con trli ordinari metodi di ricerca è stato nettamente trovato. Né si comporta sulT organismo sui)eriore come 1 sali di mercurio solamente, ma spiega anche azione sugli organismi in- feriori. Nel laboratorio, abbiamo esperimentato l'azione antisettica sul siero del sangue ed abbiamo costantemente trovato che piccole quantità del preparato mescolato al siero del sangue e messe in contatto con l'aria per parecchie settimane, reggono all'azione dei germi e dei fermenti. L'esame del siei-o e dei corpi sospesi ri- vela le immutate propiietà. ^lentre lo stesso siero comparativa- mente dopo 24 ore cominciava ad alterarsi e dopo 48 ore era in completa putrefazione. Determinata sommariamente la sua azione sulF organismo; ed. assicuratici sull'impiego delle dosi, abbiamo esperimcntato la sua azione curativa sopra individui affetti da sifilide. Fu nostra cura di scegliere degli individui dove la sifilide non era stata curata prima con sali di mei'curio. E qui devo lendere grazie sentite al prof. Rocco De Luca, che alla mia ri- chiesta mise a nostra disposizione i casi nelle condizioni deside- rate e dei quali in seguito sarà tenuto cenno. I risultati curativi otteiuUi, superiori ad ogni aspettativa, sa- lanno partitamente indicati. Assicuratici adunque che T azione curativa è idewticii, anzi più pronta di quella che si ha con 1' im|)iego del sublimato cor- rosivo, vediamo quali sono le ragioni che militano in favore del nostro prejjarato e che consigliano l.i sostituzione, nella cura al sublimato corrosivo. 1. Come è noto, il sublimato corrosivo dà con le sostanze al- buminoidi del nostro organismo abb(»iidante piecipitato, p^-r cui il suo im'S-ego per iniezione endo-venosa, almeno teoiicamente, 6 - 4 - assokitamente sconsig-liabilo nò la pratica ha indiscutibilmente assodato che per questa via può tentarsi il suo uso senza andare incontro a dei pericoli. 2. L' uso ipodermico del sublimato, come saimo in generale coloro che hanno pratica di queste osservazioni, produce nel punto iniettato un ingorgo duro che scompare dopo un certo tempo, con zone infiammatorie attorno al punto in cui fu praticata la inie- zione: secondo i casi di maggiore o minor estensione ed in certi casi, in tale proporzione da costringere a rinunziare alla cura per iniezioni con il sublimato. 3. Le iniezioni in qualunque punto praticate riescono doloro- sissime. Sperimentalmente abbiamo trovato che le dissoluzioni del no- stro preparato mercm-ico , non producono nel siero sanguigno evidente precipitato, contrariamente a quanto avviene con il su- blimato, solo introducendo dei cristalli del preparato attorno ad essi si forma una leggerissima ed impercettibile precipitazione. A questo proposito giova notare che il nostro preparato men- tre non precipita V albumina, invece produce abbondante preci- pitazione delle dissoluzioni dei peptoni o della gelatina e nella saliva. Ma di questa sua azione speciale terrò discorso in una suc- cessiva comunicazione. Conforme al risultato ottenuto in vitro, le iniezioni sottocutanee non producono ingorghi speciali, né zone infiammatorie attorno al punto iniettato; i tessuti si mantengono di consistenza pastosa e di aspetto normale immediatamente e dopo alquanti giorni della praticata iniezione — costituendo ciò un primo e più importante vantaggio sul sublimato corrosivo nella cura della sifilide— praticando iniezioni di un centigrammo di sostanza, solo in alcuni soggetti e con dosi maggiori si hanno ingorghi duri ma non estesi né dolenti non abbiamo visto mai l'esito in suppurazione. Quanto al dolore indiscutibilmente è meno con l' iniezione del preparato in discorso, e nella maggioranza dei casi manca completamente. Per questo vantaggio le iniezioni si possono mol- tiplicare. Quanto agli effetti curativi essi sono più pronti, l'efficacia ma^'-piore come ril(>VMsi del tcniiK) in cui avvciiiic la ^niaiii^'ioiio liei casi che (jui sotto rifciiivmo. La sua olimiiiazioiie dall' ortraiiisino è ])roiita. Questo risultato è conformo alla natura chimica del compo- sto oijranico. che può per l'assenza di precipitato che esso dà e per la ma.i:^ri(»i(' sohihililà nel sicid san^niijU'no essere più l'apida- nii'iiie condotto in i-ircolo e nei f<'ssuti dell'ort^anismo vivente e spiegare a/ione più jiionta. Per (pu'sto abbiamo in corso studi supfli animali, tendenti ad assicurarci della innocuità de! prej)arato introdotto direttamente nel sanarne. Dopo di che contiamo di estendere le nostre ric«'i'ch(^ ncUuomo atVetto di sitilid(>, pei' una cura iai>ida delia malattia con inie- zioni endovenose, contando anche sulla tolleranza che hanno ^--li organismi animali por proporzioni mai^'^iori del composto da noi sperimentato, in confronto dei preparati mercurici attualmente in uso. Posso anche annunziai-e che 1' e^n'egio D.r Mordano Paolo ha iniziato delle ricerche per estenderne l'uso in oculistica nei pro- cessi infiammatori infettivi, traendo profitto dei vantaggi da noi constatati sul sublimato, adoperandolo in sua vece nei casi dove esso è attualmente adoperato in oculistica , specialmente per le iniezioni sotto congiuntivali. Abbiamo anche trovato che per la via della bocca può amministrarsi in dosi veramente elevate e viene tollerato abbastanza liene datzli animali. Ecco ora l'esposizione dei casi clinici, dove il pi-eparato mer- curico in discorso fu sperimentato e la cui osservazione attenta e quotidiana fu affidata al Sig. D.r Antonino Bellocci. I. Vincenzo Scuderi di Rosario di anni 16 da Linguaglossa — Studente. Antecedevfi. 1/ infezione sifilitica data da circa due mesi; il sifiloma primario com|)are dopo ID giorni dell' ultimo coito. iD/V/(7«o.v/— Sifiloma primario al solco balano-j)repurziale. Ro- seola al tronco. Clini Si praticano .'>') iniezioni del nuovo preparato niercu- - 6 - rico, iniettandone 2 cg. per iniezione in un grammo di soluzione fisiologica. Esito — Risoluzione completa del sifiloma dopo la 7'*^ iniezione, scomparsa della roseola dopo la decima iniezione. Osservazioni — Nei punti ove si praticano le iniezioni non si osservano indurimenti, uè reazioni infiammatorie locali. Le inie- zioni a dire dello infermo erano poco dolenti. II. Salvatore Caristia da Caltagirone di anni 35, Calzolaio. Antecedenti — L' attuale malattia data da circa due mesi ; il sifiloma primario comparve dopo 15 giorni dell' ultimo coito : non ha fatto alcuna cura specifica. Diagnosi — Sifiloma primario nodulare al solco balano-pre- purziale e roseola sifilitica al tronco. Cura—^ì praticano nove iniezioni, iniettando un massimo di 18 cg. del nuovo preparato. Esito — Guarigione. III. (t. N. d' anni oO. Negoziante. Antecedenti — L' infezione sifilitica data da sei mesi : il pa- ziente non ha fatto cura alcuna. Diagnosi — Sifiloderma papuloso a grosse papule di tutto il corpo e papule mucose della bocca e dell'orifizio anale. 6Vra— Si praticano N. 50 iniezioni, iniettando cinquanta cen- tigrammi di sostanza nel periodo di venti giorni. Si ha rapida scomparsa del sifiloderma e dei dolori osteocopi. IV. Marino Angela di mesi sette. Diagnosi— ^\fi\\ùe congenita. Si osserva un sifiloderma papu- loso (a papule grosse) ed anche delle placche alle natiche ove si osservano anche delle vere ulcerazioni specialmente in vicinanza dell'orifizio anale. Poi si riscontrano papule mucose alla bocca ed all' ìnguine. Cura—^\ sono praticate N. 10 iiiiezioni del nuovo preparato, iniettando un cg. di sostanza alla volta, in un grammo di solu- zione fisiologica. Esito — Si ha guarigione completa. Però si deve notare che le prime cinque iniezioni furono praticate con un giorno d' inter- vallo per una, le altre cinque si praticano regolarmente giorno per giorno dopo 20 giorni d'intervallo causa una malattia della iiiadiv drir iiiloiiiin. DiiiMiit.' i 20 -iorni d' iiitorvallo si sviluppa una clicratilc ulcerosa con rottura delbi cornea elio viene curata dal Dott. ^[oi;,'ano praticando N. :\ iniezioni sottoconjjriuntivali con una soluzione al 1 per l(ì()0 dva atletla dalla i)rescnl<" ma- lattia, perchè contafririara dal mariio, non ha so rterto precedenti malattie. Diagnosi — Papule umide vulvari, roseola del tronco. ('fii-d —Si snno fatte N. Il iniezioni intermuscolari, iniettando '22 t'ix. dì sostanza (hu; c^i:. al giorno. Esito — Scompar.sa delle manifestazioni. \l. Pepe IsiKizio del fu Antonio di anni 20 da Catania-Cal- zolaio, Antecedenti — U\. presente infezione siiiliiica data dal marzo 1898. Viene ricoverato nella Clinica dermosifilopatica dove si è riscontrato un sifiloma primario in corrispondenza al frenulo e la roseola al tronco. Si praticano N. 12 iniezioni di bicloruro di mercurio ottenendosi hi scomparsa del sifiloma e della roseola. Ricoverato nell'Ospedale Garibaldi negli ultimi di maggio si riscontrano grosse pupille su tutto il tronco agli arti e special- mente alle natiche, e papule nuove alla bocca e dolori osteocopi. Cura —Si praticano N. 40 iniezioni del nuovo composto mer- ciu-ico iniettando 40 cg. a 2 cg. al giorno. Esito — Guarigione. VII. Cor.sai-o Francesco di anni 28 da Catania— Cuoco. Antecedenti — L' infezione data da circa 18 mesi. L' inf(}rmo nell'inizio della malattia non fa alcuna cura specifica. Dopo nove n)esì della softerta infezione ed in seguito alla comparsa di forti dolori osteocopi gli vengono jM'aticateN. i^) iniezioni di biclonuo di mercurio, ma a lunghi. intervalli, alternando la cura con joduro di pota.ssio. Cura — \'enuto sotto la nostiM osservazione e continuando - 8 - i dolori osteocopi, iniettando cinquanta centigrammi del nuovo preparato mercurico nel periodo di quindici giorni. Esito — L' ammalato migliora sensibilmente e si ottiene la scomparsa quasi totale dei dolori. In tutti i casi in cui si sono praticate le iniezioni del nuovo composto mercurico, è da notare la rapida guarigione degli in- fermi, la poca dolorabilità che arrecano le iniezioni, ed assenza di noduli, nella maggioranza dei casi nessuna comparsa di sali- vazione e di stomatite. Niente albumina nelle urine. I casi OvSservatì non sono molti per autorizzare a conclusioni assolute, ma la concordia dei j-isultati, la nettezza dei medesimi non lasciano dubbio alcuno sulla efficacia del preparato e fanno prevedere non lontano il giorno, in cui il sovrano dei l'imedi contro la sifilide debba presto cedere il posto al nuovo preparato. Prof. A. Andreocci e P. Bertolo - SOPRA DUE NUOVE DESMOTROPOSANTONINE. In seguito agli studi fatti da uno di noi, (1) abbiamo creduto interessante di riprendere lo studio dell' azione degli acidi sulla Santonina, nella speranza di poter ottenere qualcuno degli ste- reoisomeri prevedibili dalla teoria delle due desmotroposantonine già conosciute. In primo luogo abbiamo studiato V influenza che esercitano sul potere rotatorio della Santonina gli acidi : nitrico, solforico ed ortofosforico, ed abbiamo trovato che essi, al pari degli acidi cloridrico e bromidrico, ne aumentano il potere rotatorio. Infatti: il potere rotatorio specifico della Santonina per (c«)r, fu trovato : nella soluzione in cloroformio— ITl*^; in alcool assoluto— 173°; in (1) A. Andreocci — -S'iti quadro acidi santonosi e sopra due nuove santonine — Atti R. Acc. dei Lincei — Memorie della classe di Scienze fisiche ecc. — anno CCXCII (1895) Ser. 5^' V. II.— Ed anche Gazz. Chim. Ital. Voi. XXIII ( 1893 ) parte II^ pag. 468— Voi. XXV (1895) parte P. pag. 452. A. Andreocci — Sopra un prodotto di addizione della Santonina con l'acido nitrico ecc.— Rend. Acc. dei Lincei (1896) Serie 5"^. Voi. V, 2" Semestre, pag. 309. - 0 - acid') cloridiico (38 «/o)-340°; in acido bromidrico (d. 1, 38)-346"; e noi abbiamo trovato: in acido nitrico (d. I,33)-246°; in acido solforico {d. 1,8-J) - 400"; in acido solforico (d. 1,68) — 3G1«; in acido fosforico (d. 1, (597)— 32óo. (Per quest'ultimo se l'osserva- zione si ripete dopo aver lasciato la soluzione in riposo per 40 ore, il potere rotatorio scende a- 227"; ciò si deve attribuire alla formazione di nuovi composti che studieremo in sejruito). Levodesmotropomntonina. —Q^uoiito nuovo isomero desmotropico della santonina ò stato da noi ottenuto per azione prolungata dell' acido solforico diluito sulla santonina fra 50 e 60". Esso cri- stallizza in bei prismi duri fusibili a 194°. È levogiro con potere rotatorio specifico in alcool assoluto per ('^)i, =— l.'59°. L'analisi conferma la sua formola CiòlIiH^h . Ha il compoi-tamento dei fe- noli e dei lattoni e non dà le reazioni dei cetoni. Ridotto con aci- do acetico e polvere di zinco, si tiasforma nettamente nell' aci- do destronantomso (\»lh)0\ , che fu identificato dai suoi caratteri fisici, potere rotatorio e dalle proprietà del suo etere etilico, come anche dai racemo risultanti dall'unione del detto acido e del detto etere coi rispettivi isomeri levogiri. Trattato con potassa a 210°, si trasforma in un altro com- posto fusibile a 174°, con potere rotatorio inferiore che studiere- mo in seguito. La levodesmotroposantonina per azione del sodio e del io- duro di etile si trasforma neW efiìcomposto Cir,7/i7 0-2. 06*2 //s fusi- bile a 82°; cristillizzato in grossi prismi solubilissimi nei comuni solventi organici, eccetto l'etere di petrolio. Il suo potere rotatorio specifico in alcool assoluto è ((z)u = — 129°, 3. Questo etilcomposto ha i caratteri di un etere fenolico e di un lattone. Abbiamo dimostrato che l'etile si trova al posto dell' idro- geno fenico, poiché, riducendolo con acido acetico e polvere di zinco, si trasforma nell'acido etiklestrosantonoso, CióHìqOo. OC'IIò già noto, e che abbiamo identificato dai caratteri fisici, potere rotatorio, dalle proprietà dal suo etere etilico e da quelle dei racemo corrispondenti al detto acido e al detto etere. Con ciò abbiamo anche riconfermato che l'ossidrile fenico degli acidi santonosi è quello stesso che preesiste nelle desmotroposantonine corrisi)ondenti, e per conseguenza nella genesi degli acidi santo- - 10 - nosi deve sparire l'ossidrile secondario clie risulterebbe dall'a- pertura del legame lattonico. La levodesmotroposantouina trattata con anidride acetica in eccesso dà un monoacetilderii'ato C15//17O2.O.COC//3 cristallizzato in aghi fusibili a 154° solubili in alcool e in acido acetico, con potere rotatorio specifico in alcool assoluto (c^)„ = — 122°, 9. L'a- nalisi conferma la sua formola, Saponificato con potassa acquosa rigenera la levodosraotroposantonina. Essa perciò ha la più grande analogia con le altre due de- smotroposantonine destrogire già conosciute e specialmente con la isodesmotroposantonina, fusibile a 189% che per riduzione con- duce all' acido levosantonoso, ma non possiamo assicurare se essa sia proprio la forma euantiomorfa di quest' ultima, quan- tunque da entrambi si generano i due acidi santonosi enantio- morfì levo e destro, e ciò per le piccole differenze riscontrate in alcuni caratteri fisici. Invece esiste la più grande rassomi- glianza fra i loro derivati etilici e tra i loi'o derivati acetilici, eccettuato il senso del potere rotatorio. Infatti dalla loro unione risulta il rispettivo racemo che si differenzia, come vedremo, dai componenti attivi, per il punto di fusione, per l'apparenza cristallina e per la solubilità. Desmotì-opomnionina mcf/'f/ya. — Appunto dalla idrolizzazione con potassa acquosa del racemo, derivante dal miscuglio dei due acetili, abbiamo ottenuto quest'altra nuova desmotroposantonina. Essa fonde a 198°, è solubile in alcool, acido acetico e cloro- formio, pochissimo nell'acqua. Ridotta con acido acetico e polvere di zinco si trasforma nettamente nell'acido racemo santonoso, identificato dai caratteri suoi e da quelli del suo etere etilico. Il suo derivato etilico fu ottenuto dall' unione di quantità equimolecolari di etil-levo desmotroposantonina e di etil-iso de- smotroposantonina. Cristallizza in prismi sottili fusibili a 106°, un po' meno solubile, nei comuni solventi oi-ganici, dei suoi com- ponenti attivi. L' acetil derivato risulta pure dall' unione dei due corrispon- denti acetili attivi. Cristallizza in piccoli prismi, fonde a 145°, ed è un po' meno solubile dei suoi isomeri. Le due nuove desmotroposantonine hanno importanza per la sterooisomoria doli»' possibili foiino feiinliche d^lhi santonina, o per (inolia dotrli acidi santonosi che ad esse corrispondono. O^'^n intatti per o^rnuno dei (pmttro acidi santonosi è nota la corrispon- dente desmotroposantonina. Pkof. a. Hkcò. (^OXTINTTAZTONE delle determina- zioni DELLA e K AVITA IMILATIVA IN CALABRIA E NEL- LE EOLIE. — Xota prdimiìiare. Incora},'f:iato dai risultati interessanti otteiiuti nella prima cami)at:na attorno e snll' Etna, convinto dell'importanza di con- tinuare questi studiì anche nelle Calabiie e nelle Eolie, reg:ioni di singrolare attività g-eodinamica, desiderando anche di soddisfare il iriusto desiderio dell'Ufficio Idrog:rafico di Pola che le nostre espe- rienze sieno controllate, ripetendole in una stazione ove furono fatte anche dalla Marina Militare Austiiaca, avevo iiresentato al Direttore deirUtlìcio Centrale di Meteorolo^na e Geodinamica il pro^'etto di osservazioni di ji-ravità in una rete di stazioni che avrebbe coperta tutta la Calabria , e si sai-ebbe estesa fino alle stazioni austiiache di Castellammare di Stabia e Taranto, ed inol- tre alle Eolie. Nello stesso tempo domandavo che il Ministero delle Poste e Telej;rafi accordasse la comunicazione teleg-i'atìca diretta dell' Osservatorio colle dette stazioni, per la determinazione del tempo; ma siccome per far questo sarebbe stato necessario per al- cune stazioni di connettere fin tre circuiti, il che rendeva l'esito delle comunicazioni poco sicuro, e disturbava troppo sensibilmente il servizio pubblico, furono dal smldetto Ministero accordate le segnalazioni telegi-atìche solo per le stazioni per le quali occorre- vano non più di due circuiti, eccetto Stromboli che pur fu con- cesso per la sins-olare importanza, quantunque pei" quella stazio- ne occorresse unire la linea Catania-Messina con Messina-^Iilazzo, ed il cavo sottomarino Milazzo-Lipari e Lipari-Stromboli. Le stazioni stabilite per questa campag-na furono dunijne : Reggio Calabria, Bagnara, Pizzo, Catanzaro, Castellammare, e inoltre Milazzo , Lipari , Stromboli. Il Ministero d'Agricoltura, dietro proposta del Prof. Tacchini, concesse i fondi necessai'ii. il Direttore dell' Ufficio Idrografico tli Pola, Contr'ammiraglio Kal- - 12 - mar, ticcordò cortesamente una dilazione nella restituzione de- gli strumenti. All' 8 ottobre io e l'assistente Sig. G. Ponte sia- mo partiti per Reggio Calabria , lasciando agli altri impiegati dell'Osservatorio di compiere le stesse operazioni, come nella cam- pagna precedente. Al 30 ottobre avevamo terminata la nostra missione ed al 31 eravamo di ritorno in Catania. Dirò subito che le segnalazioni telegrafiche sono riuscite in tutte le stazioni, malgrado difficoltà gravi incontrate talvolta, o per la complicazione- dei circuiti o per le perturbazioni causate nelle linee dal cattivo tempo, che ci accompagnò fino a Milazzo; tale esito devesi specialmente al grande zelo e pazienza di tutti i Direttori ed Ufficiali telegrafici, i quali inolti'e hanno gareggiato di cortesia verso di noi, per rendere più facile il nostro compito. Il metodo di trasmissione dei segnali del tempo è stato quello stesso automatico adoperato in Adernò, e di cui informai 1' Acca- demia nelle ultime sedute. Ed anche in tutte le altre operazioni abbiamo seguito i metodi usati nella prima campagna. Confido che le esperienze sieno riuscite bene , perchè in ge- nei-ale per cura degli ufficiali telegrafici abbiamo avuti buoni lo- cali, ben riparati dal vento , con temperatura quasi costante , e per lo più vicini all' ufficio telegrafico, per cui le comunicazioni elettriche dell' ufficio telegi-afico stesso coi nostri strumenti riu- scivano facili e sicure. Però solo dopo finiti i lunghissimi calcoli relativi, sarò in grado di informare l'Accademia dei risultati ot- tenuti. Prof. A. Ricco. - STATO ATTUALE DELL' ATTIVITÀ ENDOGENA NELLE EOLIE. Nell'occasione dell' ultima campagna pei- lo studio della gra- vità, avendo avuto occasione di visitare le Eolie, ho stimato opportuno di informarmi sullo stato attuale de' fenomeni geodi- namici che presentano. Lipari: nulla vi è di mutato nelle fumarole e nelle sorgenti termali di quest' isola dall'epoca della mia ultima visita nel no- vembre 1895. Vulcano. Ci siamo recati da Lipari a visitare quest' isola il giorno 29 ottobre 1898, insieme al Comandante del Porto, Sig. — 1". — Amvlii. l'oliti, del ('••Ilio lllliiMu |(l,--Talicn, Si^^ OllutVio |'\'ii;iii(l;i, e (lei ("ancelliere Si^-. (iiiilio Umni-o. AI)l)iiUiio snlit(» il filali ("lat'ic jkt il ripido e sabbioso pen- dio rivolto ci Nord, a destra della nota colata di ossidiana rio- litica : {giunti poco sotto al ripiano esterno , detto Piano della Fossa, all'altezza di circa 250'", abbiamo visitato la centrale e principale delle tre ^^randi fumarole di quella località : ha la bocca tagliata nella roccia verticale : ne emana copioso vapor acqueo scottante , che , condensandosi sulle roccie superiori le (inali sporgono a guisa di tetto , produce un copioso stillicidio : ne escono ancora vapori soffocanti di anidride solforosa ed acido solfìdrico, che determinano una abbondante deposizione di zolfo. Un termometro tenuto per un certo tempo entro la bocca indi- cava 80«. Varcato 1' orlo nord all'altezza di 28.')'", io, il Sig. G. Ponte e due portatori siamo scesi fino al fondo, che stavolta era acces- sibile, per essere ivi le fumarole non molto numerose e poco soffocanti; infatti il loro colore è bianco, e vi prevale il vapor actiueo, mentre nel 1805 erano di color giallo, ed anche a distan- za avevano come forte azione irritante gli organi respiratorii. Il fondo è alla profondità di 70"^ dall' orlo N (come risultò da ripetute determinazioni coli' aneroide) ; è diviso in due con- che, di cui quella a NW è formata regolarmente ad imbuto, col fondo largo circa 20'": è la bocca della grande eruzione del 1888-90, separata dal resto del fondo da un argine alto 5»" a 6"^. L' al- tra conca è ciò che resta dal fondo del gran cratere, non occu- pato dalla bocca del 1888-90 : perciò è di forma irregolare, e più estesa dell' altra. Il fondo di queste conche è occupato da una fanghiglia gial- lastra , cahla per modo da scottare i piedi attraverso le scarpe. Da ogni parte spuntano vivaci fumarole , che entro la conca a NW agiscono coli' accompagnamento di una specie di fischio. Il termometro introdotto nella bocca di queste fumai-ole indica 85°. Entro hi bocca a NW le emanazioni di vapori sono più copiose, pili attive e più acide. . Abbiamo raccolte una buona (piantità delle incrostazioni e della melma del fondo, che poi saranno studiate. - 14 - Stromboli. —Siamo stati a visitare V apparato eruttivo il 28 ottobre in compagnia del Capo Posto Semaforico Sottufficiale Sig. A. Semprini e del semaforista Sig. Cosentino, i quali ten- gono una esatta cronaca giornaliera dell'attività del vulcano dal Semaforo_, che sta alla distanza di solo 2 Km. circa dalla bocca. Nell'apparato eruttivo e nel pendìo rivolto a mare, ove scor- rono i materiali eruttati (Sciava del fuoco), non vi è alcun im- portante cambiamento dal 1895 in poi. Anche nel modo in cui eruttano le solite 5 bocche vi è poco di cambiato. La grande fossa (N. 1) è pressocchè inattiva , la bocca orientale craterifor- me (N. 2) emette tranquillamente grandi globi di fumo bianco , la bocca (N. 3) che nel 1895 eruttava brandelli di lava con po- tenti fischi, come di fucina, ora emette solo fumo un po' grigio, senza rumore. Dalle due bocche occidentali, la N. 4 emette pure solo fumo ed erutta raramente; la 5^ fa frequenti e talora fragorosissime detonazioni, come di molti pezzi d' artiglieria sparati assieme, qualche volta veramente spaventose : lancia scorie incandescenti e pietre fin a 200'" di altezza e colonne o pini di fumo quasi nero ad altezze anche maggiori. Abbiamo contato 24 eruzioni in o ore. Anche questa volta la pioggia di pietre ci ha impedito di visitare l'apparato eruttivo a distanza minore di 150'" . Da qualunque parte dell' isola non potendosi distinguere be- ne la bocca 4^ dalla 5*, ci siamo recati in barca, alla sera, in faccia all'apparato eruttivo, e cosi abbiamo constatato nettamente che la bocca che fa le grandi eruzioni è veramente la 5'^^, ossia la più occidentale. Siamo ripassati davanti all'apparato eruttivo su di un vaporetto il giorno 29, ma da 16'\ 30''\ e 17'\ 0'" non è avvenuta alcuna eruzione visibile o sensibile (1). (1) Alla fine di Novembre il Sig. Semprini ed il Sig. Coseutiuo, insieme al prof. Matteucci si sono recati di unovo a visitare 1' apparato eruttivo, ed aven- do incontrato un periodo di calma, hanno potuto arrivare fino alle bocche ed esaminarle meglio. A nord della grande bocca o fossa N. 1 se ne è formata un' altra men vasta; la bocca N. 2 ha forma di pozzo più distinta che le altre: 1' apertura e di forma elittica colla dimensione maggiore 30"i, la minore 18™ : la profondità è grandissima; a ponente della bocca N. 4 se ne è formata un' altra assai vicina, anzi unita ad essa. - If) - Pn.f. A. IJk... r r. Ki.'Ki.iA - TKMPKKAllllA MI.DIA DKLl/ (tSSKI(\A'l'<»|;i() DI CATANIA K DELL" OSSKKNA'HJ- 1;H) LTXLo. l>i:i>. >'1'1A DA -JL' ANNI DI OSSEin'AZKjNI i>LLL' OSSERVA ToKK» DI Kll'teoroloi^^clle oinoitreiiee dal 187.') fino ad ora. L' Osservatorio di Catania ai Benedettini ha una piceola serie che rimonta solo al 1892 , la quale pertanto non potrebbe dare delle buone medie degli elementi meteorici. Abbiamo dunque pensato di ap- plicare il metodo delle ditì'erenze per avere intanto così la vera media della temperatura nel nostro Osservatorio. Peiciò per ogni mese, per ogni stagione e per ogni anno dei sei anni a cui s' estendono le nostre osservazioni, si è fatta la dif- ferenza colla corrispondente media, fatta allo stesso modo, per r Osservatorio di Riposto; poi si è fatta la media dello differenze per i () anni; quindi l'andamento dei risultanti valori \)ev i vari mesi dell'anno si è regolai'izzato con una costruzione grafica; poi (pieste differenze regolarizzate si sono applicate alle temperature medie mensili di Riposto per i 22 anni , e cosi si sono avute le medie mensili dell' Osservatorio di Catania per 22 anni; da queste si sono ottenute le medie delle staj^ioni e dell' anno , facendo i relativi aggruppamenti (Vedasi hi seguente tabella). Per ottenere le medie dell' Osservatorio Etneo per 22 anni ci siamo regolati in modo analogo, e come fu esposto nella mia nota dell'ultima seduta ; ma adoperando ora per 1' Osservatorio di Catania le medie suddette per 22 anni, ed applicando ad esse le differenze fra quelle osservate all' Osservatorio Etneo negli anni 1892-9.Ó e le corrispondenti di Catania, regolarizzate e pe- sate dal prof. IIann col metodo di Bessel. Le medie mensili così trovate per 1' Osservatorio Etneo dif- l'iiscono tutt' al più di 1 'M e la media annua di solo O.'M da quelle trovate direttamente colle osservazioni dei soli quattro anni suddetti; il che comprova ciò che si è più volte affermato, che cioè la poca variabilità dei fenomeni meteorici suU' Eina permette di giungere in un numero relativamente piccolo di an- ni a cro . 12. 5 11. :ì 11. 8 17. 1 - 5. 8 — 6. 8 -1.0 Gouiiaii) . • • 11. 2 10. 0 9. 8 16. 4 — r.. 4 - 7. 5 - 1. 1 Febbraio . . 11. 9 10. 8 10. 7 15. 7 — 4. 9 — 5. 6 — 0. 7 Marzo .... r.\. s 12. 2 12. 4 15. 5 — 3. 3 — 2. 9 + 0.4 Aprile . . . 1.-.. 9 11. 9 11. 4 16. 1 — 1. 2 — 1. 8 — 0. 6 Ma-ifiio. . . . 18. ;• 18. 3 18, 0 17. 1 + 1. 2 + 0. 2 — 1. 0 Giti;;no .... 22. 6 22. 7 22. 7 18. 1 + 4.6 + 5.9 -f 1.3 Lufilio .... 25. 8 26. 3 26. 5 18, 4 + 7. 9 + 8. 8 + 0.9 Agosto .... 20. 4 26. .-> 25, 9 18. 3 + 8.2 + 7.8 -0. 4 Sett<"iiibro . . . 21. 0 23. (5 24. 3 17. it -h •'>• 7 + 6. 0 + 0. 3 Ottobre. . . . 20. 1 19. 3 20, 0 17. 7 + 1.6 + 3. 0 + 1.4 Novembre . l.-ì. ;t 11. 8 1.-.. 1 17. 5 - 2. 7 — 0. ! + 1. 8 Inverno. . . . 11. ; 10. 7 10. S 16. 4 — 5. 7 -6. 6 -0. 9 Primavera . . . 16. 0 15. 1 11. 9 16. 2 — 1. 1 — 1. a — 0. 4 Estate .... 21. £ 25. 2 25. C 18. 3 + 6. 9 + 7. £ ► + 0. 6 Autunno . . . 20. ( ) 19. 2 19. J 17. 7 + 1. 5 + 2. ' r -f 1. 2 Anno 18. 2 l 17. 52 17. 6f > 17. 1 + 0.4 + 0. > + 0. 1 - 18 SUNTO DI MEMORIE (1) Prof. G. Lauricella. - SULLA CONVERGENZA DELLE SERIE DEGLI SPOSTAMENTI E DELLE VELOCITÀ DEI PUNTI DI UN SOLIDO ELASTICO VIBRANTE. Prof. E. Di Mattei - SULLA TRASMISSIONE DELLA PE- STE BUBBONICA AGLI ANIMALI. OccLipaudosi i'A. delle vie di diffusione della peste per mez- zo degli animali volle studiare la questione controversa della recettività all' infezione dei suini, ovini e volatili. Dalle sue ricerche. risulta che i grossi e piccoli suini qua- lunque sia la via d'infezione (sottocutanea, gastrica, venosa) am- malano più 0 meno gravemente di peste, per indi dopo alcuni giorni rimettersi completamente allo stato di sanità. I sintomi che dimostrano sono ipertermia, diarrea, prostrazione. Nelle loro secrezioni ed escrezioni si può riscontrare il bacillo pestogeno. Per quanto riguarda gli ovini analoga importanza essi mo- strano dal punto di vista epidemiologico anche per l' industria e commercio delle loro pelli. Questi animali sia che vengano inoculati per la via sottocu- tanea, sia per la via venosa anche quando il materiale pestogeno è in quantità notevole e virulentissimo ammalano con disturbi di febbre, inappetenza, abbattimento ; ma essi dopo alcuni gior- ni si rimettono completamente. Infine intorno all' altra questione controversa della suscetti- bilità o meno all' infezione degli animali da cortile (polli, colom- bi, galline, pulcini, piccioni) le ricerche dell' A. hanno confer- mato e generalizzato i risultati che altri sperimentatori hanno ottenuto per qualcuna delle predette specie, assodando cosi la refrattarietà di tali animali all' infezione pestogena. In ogni caso benché ammalati suscettibili all'infezione, tutti questi animali più o meno refrattari possono essere un grave pe- ricolo di diffusione dei germi pestogeni. (1) Queste Memorie saranno pnbblicate negli Atti. - V.) Vìiow K. 1)1 Mattki -TOIM i: OATTI NKLl.A DIKKISK»- NE DKLLA PKSTK. Dalle ricerche istituite nel suo lal)oi-atorio sulla ditìusiouc (Iella |teste per via dei topi, risulta che mettendo india stessa f;ii\)- l)i;i to)>i iiicculaii di p(\ste e topi sani, quest'ultimi non s' infet- tano per via dei matei-iali di rifiulo i secrezioni ed eserezioni i dei f(.pi malati, mentre tri' inoculati s tccombono sempre all' infezione dopo un periodo rejrolare di tempo oscillante da 2-4 j^iorni. Ciò verrebbe a dimostrare che pur essendo i topi dejrli ani- mali sensibilissimi all'infezione pesto^'enn, tuttavia nelle condi- zioni normali di convivenza di topi infetti con topi sani non ò molto tacile la diffusione dell'infezione fra essi. Ma (jucste ricerche sia per la loro pochezza, sia per le con- dizioni artificiali dell'esperimento che non sempre ci fanno fi- danza della via, (iuantiti\, stato di virulenza, modo d'introduzione d(d materiale pesto^eno nell'organismo di questi animali, e che non sempre rispecchiano le condizioni naturali nelle quali essi animali vivono e jiossono infettarsi, sia infine per altre conside- razioni di specie , lazza , ambiente ecc. che saranno svolte nel lavoro per esteso, non hanno la pretesa di toccare la questione epidemiologica ma quella soltanto di indaj^are per via dell'espe- rimento come è pei'chè questi animali sono nei luogrhi infetti così facilmente predisposti all'infezione pestogena. Relativamente ai gatti, ospiti comuni delle nostre case e più a contatto di noi che i topi, le ricerche hanno dimostrato che questi animali, sia luitrendosi di topi morti di peste, sia inocu- lati con materiale pestogeno non pigliano 1' infezione. Essi mostrano però all' infezione sperimentale dei disturbi notevoli ed eliminano in quel periodo nelle secrezioni il bacillo specifico e specialmente nelle escrezioni quando si nutrono di materiale pestogeno. Essi possono quindi essere veicolo assai terribile pei- la ilif- fusione dell' infezione, sia i>er la disseminazione nel suolo dei loi(t materiali di rifiuto, sia per lo loro zampe imbrattate di ma- teriale fecale intettivo, sia per l'abitudine ch(^ essi hanno di graf- fiare, producendo delle lesioni con possibile inocidazione di ma- teriale pestogeno. - 20 Sarebbe quindi giustificata l'abitudine che si aveva antica- mente nelle epidemie di uccidere tutti i gatti come agenti pro- pagatori dell' infezione. Prof. G. Saija - SULLA RISOLUZIONE DEI GRANDI TRIANGOLI GEODETICI. Con questo titolo V A. esamina due delle più importanti que- stioni deir alta Geodesia teoretica e pratica : 1. Dalle misure angolari eseguite effettivamente tra i punti reali A, B, C della superficie terrestre , passare agli angoli che rispettivamente vi corrispondono tra i punti A', B', C immagi- nati sulla superficie dell' elissoide di Bessel. 2. Noti gli angoli geodetici Ag , Bg , Cg , determinare gli an- goli piani Ap , Bp , Cp che corrispondono in un triangolo piano ausiliario avente i lati lunghi quanto quelli del triangolo geode- tico. Per la prima questione vengono stabilite formole completis- sime, nelle quali sono introdotte le correzioni fisiche, dipendenti dalla refrazione , dall' aberrazione terrestre e dall' anomalia di gravità, oltre le cori-ezioni geodetiche. Per la seconda questione sono stabilito formole in cui 1' ec- cesso sferico è diviso fi-a i tre angoli in parti direttamente pro- porzionali alle curvature dei corrispondenti vertici. Infine il lavoro è completato con un'applicazione numerica in cui viene risolto il grande triangolo geodetico transmediterra- neo Mulhacen — M'Sabiha — Filhaoussen, del classico collegamen- to astronomico-geodetico della Spagna coli' Algeria. Elenco dei libri pervenuti in cambio e in dono, presentati nella sedata del 13 novembre 1898. ITALIA Bari — La Puglia medica — Aiiu. VI 2-5. Bologna — Acc. delle scienze dell' Ist. — Reud. N. S. Voi. II 3-4. id. — Soc. nied.-cldi-. — Boll. Ser. 7^ Voi. IX 5-8. - 21 - Cagliari - >«>.•. tm i .ult. .lolle w. m.-.l. e nat. - itoli. IHICJ-Ot). Fln-iizo - A..-. ,l.i (Joorgufili - Atti. S... 4' Voi. XX 2-.\, XXI 1-2. jd. _ So.-, oiitoiiiolog. itili. — Holi. Ann. XXX 1-2. (icMiova — K. Acc. mediiH — Uoll. Ann. XII 4-6, XIII l. Milau.) - Colk'^rio .lonli iug. e imhit. - Atti. Ann. XXX 2-4, XXXI 1-2. 1,1. - K. I9t. lomb. di 9C. e lett. - Kond. Ser. 2" Voi. XXXI 11-16. i,| _ Soo. ital. di se. nat. — Atti. Voi. XXXVII. >Ii,n>o — Ossorvat. nieteor.-jjeod. « Gnz/iiiiti » — 1!"11. Ami. XII 6-9. Modella — l.<- stazioni speriin. agrarit-^ — Voi. XXXI 5-4. !»I«»Moalieri — Osservat. ineteor. — HoU. Ser. 2" Voi. XVlII 5-8. Nai.oli - K- Acr. dolio se. tisic. .- iiiat. — Reiid. Sor. '.V Voi. IV 5-7. i,l _ K. Acc. nu'd.-chir. — Atti. Ami. LH i. j,| _ Anli. di ostctr. e ginecei. — Ann. V 6-10. l'adora — l-a nnova notarisia — Ser. 9" sott. 1898. i,l _ soc. ven. trout. di so. nat. — Boll. S.r. 2' Voi. VI 3. ralcrnio — Giornale scientitìco — Ann. V 6-9. ij Soc. 9icil. d'igiene — Boll. N. S. Ann. I 2-3. reruiria — Acc. med.-chir. — Atti e Rend. Voi. X i. l'orlici — \l. Si-nola di agiicolt. — Annuario 1^97-98. Uuliia - K. A.e. dei Lincei - Ken.l. Vi. «e Jis. mal. < ««/. — Ser. ó"^ Voi. VII 1" seni. II-I2, 2" sem. 1-S. i(l. — K. Acc. medica — Boll. Ann. XXIV 2-5. 1,1. _ Acc. ponti!', dei nuovi Lincei — Atti. Ann. LI. 4-7. — Meni. Voi. XIII-XIV. i,l. _ i{. (uiiiit. g.olog. d' Italia — Holl. Ser. 3"" Voi. Vili 4- i,l. _ Soc. geogr. ital. — Boll. Ser. :V Voi. XI 7-1 1. m. _ .Soc. geol. ital. — Boll. Voi. XVII 5. i,l. _ Soc. ital. delle se. nat. — Mem. Ser. 3' Voi. XI. i,l. _ Soc. roni. per gli et. zool. — Boll. Voi. VII 1-2. Siena — Kiv. ital. di se. nat. — Ann. XVIII 7-10. Torino — R. Acc delle scienze — Atti. Voi. XXXIII 7-15. i,l — K. Acc. di medicina — Giorn. Ann. LXI ^-8. Venezia — R. Ist. ven. di so. lett. e arti — Atti. Ser. 7' Voi. IX 8-9. ESTERO Aguascalientes — El instrnctor — An. XV 1-2. IJasel — Natnrf. (Jesell. — Verhandl. Tlicil XII l. Ilordeaux — Soc. des se. pliys. et nat. — Mem. Sor. 5e Voi. III. - Proc. verb. 1896-97. -22 - Boston — Americ. Acad. of arts aud scieuces — Proceed. Voi. XXXIII 9-17. i(l. — Soc. of uat. history — Mem. Voi. V 3. — Proceed. Voi. XXXIII 5-17. Bruxelles — Acad. roy. de mcdiciuo — Bull. Sér. 4^ Voi. XII 4-8. id. — Revne de 1' université — Ann. III io. Cambridge Mass. — Harvard Coli. Mas. of camp. sool. —Bull. Voi. XXVIII 5, XXXII 5-8. Chapelle Hill — Elisha Mitcliell scieutif. Soc. — Journ. Voi. XIV 2. Edinburg'Ii — Roy. Soc. — Procoed. Voi. XXI. — Trans. Voi. XXVIII 3-4, XXXIX i. Epinal — Soc. d' emul. du départ. des Vosges — Ami. Ann. LXXIII. Genève — Inst. nat. geuevois — Bull. Voi. XXXIV. Haarlem — Holl. Maatsch. dor wetteusch. — Aicli. uéerl. des se. ex. et uat . Sér. 2e Voi. II I. — Mus. Teyler — Arch. Sér. 2e Voi. V 4, VI i. Halle — Akad. der Naturf. — Verhaudl. Bd. LIII-LXIX. Uermannstadt — Siebeublirg. Vereiu fiir Naturw. — Verhandl. Bd. XLVII. Laudshut — Botau. Vereiu — Berich. Bd. XV. Lausanne — Soc. vaud. des. se. uat. — Bull. Sér. 4^ Voi. XXXIV 128-129. Liège — Soc. géol. de Belgique — Ann. Sér. 3*^ Voi. XXV l. London — Roy. Soc. — Proceed. Voi. LXIII 397-401, LXIV 402-403. Manchester — Lit. and pliylos. Soc. — Proceed. Sor. 2'' Voi. XLII 2-4. Marseille — Faculté des scieuces — Ann. Voi. Vili 5-10. Mexico — Soc. cieut. « Antonio Alzate » — Meni, y rev. Tom. XI 1-8. Montevideo — Mus. nacional — Ann. Tom. Ili 9. Moscou — Soc. imp. des Naturai. — Bull. Ann 1897 2. Paris — Mus. d' hist. nat. — Bull. Ann. 1897 6-8, 1898 1-3. id. — Soc. zool. de Franco — Bull. Voi. XXII. riiiladelphia — Ac. of uat. scieuces — Proceed. Year 1897 3, 1898 i. Id. — Wagner Free lust. of scieuces — Trans. Voi. V. Rovereto — l. R. Acc. degli Agiati — Atti. Ser. 3* Voi. IV 1-2. Rocbecliouart — Soc. Les amis des se. et arts — Bull. Voi. VII 4-7, Vili i. Santiago — Soc. scient. du Chili — Act. Voi. VII 5. Stockolm — K. Svenska vetenskaps Akad. — Bili till Haudl. Voi. XXIII 1-4. Stuttgart — Vereiu fiir vaterliiud. Naturk. in Wiirtt. — .lahresheft. Jlig. LIV. Toulouse — Acad. des se. inscript. et belles lettres — Mém. Sér. 9^ Voi. IX. id. — Uuiversité — Ann. do la Fac. des scieuces — Voi. VIII-XI, XII 1-3. Upsala — Universitet — Bull, of the gool. Inst. Voi. Ili 6. Washington — Smitlis, lust. — Rep. Year 1895. — The Smithsouian Institutiou 1846-96. — 2;) - >Vi('ri - K. K. tpÌ8padia in mi neonato — Xajioli isits. «Galilei fi. — Opere (pnhld. a enni del Ministero della 1'. 1.) Voi. VII! — Fi- renze 18ocrife o sospetto — Napoli 189N. id. — 1 terremoti della Calabria meridionale e del Messinese— Koma 1897. MauLTcri Honico A.. — La epicistotomia quale operazione preliminare per la re- staurazione dell' uretra della donna — Roma 1898, Mirabella G. — La castrazione delle vacche — Catania 1898. -Hotta Coco A. — Contributo sulla produzione dei globuli rossi nel sangln^ cir- colante embrionale — Milauo 1898. Pennisi Mauro A. — Conoscenza e creazione — Acireale 1898. Ziiino S. - Comunicazioni scientitiche di i.roprii esperimenti suU' acetilene — Napoli 1898. G. P. G. ^.-^\ n