'E)CsvjjW(^ X^'AX HARVARD UNIVERSITY LIBRARY OF THE MUSEUM OF COMPARATIVE ZOOLOQY jyOrvJX/vx^u^ V2. W'^r iiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiniiiiimiiiiiiiiiiiimiiiinmiiiiiiiiiiiiiniiiiigiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiimiiii Luglio 1901. \<^ ^C^ Fascicolo LXX. z BOLLETTINO DELLE SEDUTE DELLA ACCADEMIA GIOENIA DI SCIENZE NATURALI IN CATANIA col RESOCONTO DELLE SEDUTE ORDINARIE E STRAORDINARIE e santo delle memorie in esse presentate. ( NUOVA SERIE ) CATANIA TIPOGRAFIA DI C. GALÀTOLA 190.. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiina!ii3mi!iinaoitma6i»iiii8i»niiia3DaB8Mgs3ii3iH3sn'iiiai8a»jaos;i58iì3iiiiii INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL PRESENTE FASCICOLO Rendiconti Accademici Vertalo dell'adunanza del 2 luglio 1901 ...... pag. 1 Note presentate S. Arcidiacono — Il terremoto di Nicolosi dell' 11 Maggio 1901 e le sue repliclie. ............ 2 Doti. G. Scalia — Intorno ad una nuova forma del fusicladium dendriticum (Wallr.) Fuck » 15 Prof. Mario Ronsisvalk, — Etiologia e patogenesi delle pleuriti quali ma- lattie infettive . . . . . . . . . . » 20 Sunti di memorie Dott. L. Mendola — La pioggia in Catania dal 1865 al 1900 . . » 23 Bott. Vincenzo Amato — Sugli integrali delle equazioni del moto di un punto materiale ........... 25 Elenco delle pubblicazioni pervenute in cambio e in dono, presentate nella seduta del 2 luglio 1901 > 25 Elenco delle memorie pubblicate nel volume XIV degli atti in corso di stampa ......... . . ' » 26 'r. Luglio 1901. Fascicolo LXX. ACCADEMIA GIOENIA DI SOIEIbTZE 3Sr ^A^ T -u" le -^ Ij I Seduta del 2 Luglio 1901. Presidente ft". — Prof. Pennacchietti Segretario — Prof. (i. P. Grimaldi 80110 presenti i socii effettivi Proff. Rousisvalle, Pieri, Grassi (Jristakli, Lauricella e parecchi socii corrispondeuti. Aperta la seduta, il Presidente, vivamente commosso, parte- cipa con profondo dolore la morte del socio effettivo Prof. Dott. Giuseppe Ardini, cessato di vivere in Catania F 11 giugno scorso. Eicorda i ineriti di lui, elogiando in particolar modo 1' opera ze- lantissima da lui prestata qual componente il Consiglio di am- ministrazione dell' Accademia, e V affetto speciale che egli nutrì sempre per (luesto patrio Istituto. Il Segretario Prof. G. P. Grimaldi si associa alle parole del Presidente e soggiunge che a nome dell' Accatlemia furono pre- sentate le più vive condoglianze alla famiglia del cai'o estinto e venne dato incarico al Socio prof. l)r. Rousisvalle di compilare un cenno necrologico da inserirsi nel prossimo buUettino. Indi comunica all' Accademia il telegramma pervenuto dalla Casa Reale in risposta all' omaggio presentato dalla Gioenia in — 2 — occasione della nascita della l'rincipessa Iolanda; tale teiegrauiuia è concepito nei seguenti termini : Presidente Accademia (lioenia — Augusti Sovrani ringraziano del devoto quanto gradito atto di omaggio rodotti dai terremoti avvenuti durante an luugo periodo di tempo , da prima del 1883 sino al giorno d' oggi : in generale, le tratture che attraversano muri e volte giacciono in piani verticali diretti E-W. Xel quartiere della Piazza visitammo anche la casa del sig. Domenico Montesanto; sul prospetto di levante si trovò una le- sione che interessa il pianterreno ed il primo piano; nelP interno furono riscontrate altre lesioni nei muri perimetrali e sulle volte. Nella casa Carbonaro, die trovasi all' imbocco di via S. G-iu- seppe , abbiamo trovato assai danneggiati i due prospetti di po- nente e mezzogiorno ; internamente poi, al 1" piano, abbiamo vi- sto una stanza, con balcone a sud , ridotta in pessimo stato — Su di un canterano appoggiato ad un muro verso levante , caddero nella direzione di SE due statuette di gesso , ed un vasetto di porcellana ed una chicchera , furono raccolti in frantumi sul pa- vimento, caduti anch' essi verso SE; il canterano stesso poi si sco- stò dalla [)areti' di qualche centimetro verso est. Siamo stati ancora a visitare la casa comunale ; giunti al sommo della scala, ci siamo trovati su di un pianerottolo con balcone verso ponente sulla via principale Etnea: a destra vi era una porta che dava accesso alla sala delle adunanze consiliari, a sinistra ve n'era un'altra che metteva agli uftìcì — Nella prima si è trovato la metà inferiore dello stipite sinistro, entrando, spo- stato verso 1' asse del vano, come se avesse girato attorno allo spigolo di base interno, diretto N-S ; nella seconda, la metà del- l' architrave destra, sempre entrando , si era abbassata di (|uasi due centimetri rispetto all'altra metà, rimasta ferma. Entrati nella sala del Consiglio comunale, abbiamo riscontrato fra le altre . due gravi lesioni sui muri di levante e ponente , orizzontali, lungo la linea d' imposta della volta : dopo il movi- mento prodotto dal terremoto, il muro di levante rimase fuori di piombo verso est , in modo che parte dello spessore della volta — 6 — restò sporgente iuteriuiineute di 1 ceutiinetro o 2 dal» vivo del muro stesso. Siamo passati in un'altra stanza attigua alla precedente, che trovasi dietro hi scala verso levante, coperta da un solaio tatto con ferri a doppio T e voltine di scorie vulcaniche (volgarmente dette pomici) e malta di gesso : ivi non abbiamo trovato alcun danno apprezzabile: invece, entrati in un'altra stanza successiva con finestre prospicienti a sud , su di una piccola via secondaria, abbiamo visto ricomparire i danni prodotti dal terremoto : tra le altre cose abbiamo osservato delle linee di distacco Ira i muretti trasversali interni , il pavimento ed il muro perimetrale di mez- zogiorno, indicanti un' inclinazione di questo muro verso sud. Kestando ancora nel (juartiere della Piazza, abbiamo visitato la casa di un certo Barbagallo, i)osta anch' essa lungo la via prin- cipale Etnea : vi si sono riscontrati ancora dei danni, meno gra- vi però di quelli constatati nella precedente casa comunale; nel- V abitazione del Barbagallo abbiamo trovato anche il muro [X'ri- metrale a sud inclinato verso 1' esterno , distaccandosi alquanto dai muretti trasversali interni e dai pavimenti del 1" piano; inol- tre abbiamo visto rotto in mezzo un architrave monolito di pie- tra vulcanica, della lunghezza di 1'", 50 circa, posto sopra un fi- uestrone che guarda ponente, sulla via Etnea. Quartiere Tabor. Questo quartiere è <-.ostituito, i)cr la maggior jiarte, da mol- tissime casipole di povera gente, malamente costruite, sparse in aperta campagna , ed è attraversato in tutti i sensi da viuzze strette fiancheggiate da muri a secco innalzati con pietrame vul- canico di cattiva qualità. Quasi tutte le case soffersero danni più o meno gravi, molte rovinarono totalmente , altre parzialmente , diverse furono rese inabitabili ; le vie rimasero ingombre dal ma- teriale proveniente dn numerosi tratti di muri campestri crollati in tutte le direzioni. In una casa lungo la via S. Giuseppe cad- de una volta fatta di scorie vulcaniche e malta di gesso ; ma — 7 — siccome trovavasi all' esterno ed era molto dauneggiata dalle in- temperie, bastò l' urto dato dal terremoto per cadere in rovina. Sulla località ove cadde questa volta, alcuni assicuravano di ave- re visto delle fenditure nel suolo, noi però non le abbiamo trovate. OsvServammo dei casi veramente curiosi "di sfasciamento di muri costruiti con cattivo materiale vulcanico a secco. Si sa che la povera gente di Nicolosi, ed anche quella dei numerosi centri abitati si)arsi sul dorso dell' Etna . costruisce i suoi tuguri rac- cogliendo il pietrame minuto vulcanico, per la maggior parte di forma tondeggiante, che abbondantemente trova sottomano ed in- nalzando i (juattro muri di gabbia e coprendoli con tetto a capan- na, costituito da travature deboli e mal connesse. I muri internamente vengono rinzafitati ed intonacati, ester- namente sono lasciati aitatto rustici. Ora è avvenuto che, in cau- sa del terremoto, la falda esterna del muro . lasciata rustica , è crollata, mentre quella interna, ritenuta dalla rinzatfatura e dal- l' intonaco, è rimasta in piedi. Sul prospetto a giorno della casa di un certo Squillaci , ab- biamo osservato dne fenditure : una partente dalla chiave del portone arcuato, mettendo capo al ciglio del muro, sotto la gron- daia, con un'inclinazione all'orizzonte verso W di circa 40°; l'al- tra partente dalla imposta sinistra dell'arco del predetto portone, per andare a finire sulla cantonata contigua, con un' inclinazione sempre verso ovest di circa 20" all' orizzonte. Quartiere Carmine. Lungo la via Manganelli abbiamo visitato moltissime case ; tutte lesionate piii o meno gravemente ; in generale i danni si osservano assai meglio nell' interno dei fabbricati, ove le lesioni, anche capillari, si rendono molto più visibili sulla superfìcie liscia degli intonachi, cosa che non avviene allo esterno, dove i muri, (;onie si disse, sono lasciati rustici. Tra le altre case, abbiamo visitate quelle di un certo Torre, poste (juasi di rimpetto sui due lati della predetta via Manga- nelli. (Quella sul lato sud aveva i due muri perimetrali a mezzo- — 8 — giorno e tramontana, gravemente lesionati da larghe fratture in- clinate all' orizzonte verso W di circa 80" ; sul prospetto di mez- zogiorno , la cantonata di ponente era quasi staccata dal resto del muro per una frattura che correva dalla linea di gronda al suolo, e per un' altra, quasi parallela alla precedente , che aveva principio all' angolo superiore sinistro
  • l>"';i7, provocato dal sismoscopio Silvestri. Sulla componente B-W la registrazione comincia con un trat- tino trasversale di quasi 2 mm. di lunghezza, il che fa supporre che 1' ago scrivente abbia cominciato ad oscillare qualche istante prima che la lastra di vetro affumicata si sia messa in movimen- to ; indi si hanno delle leggerissime deviazioni per la durata di circa l-,35, cioè, da 12". 09'". 37" a 12." 09."^ 38,^ 35 ; da questo istante e sino a 12. ''09. "'43'' si hanno due ondulazioni complete del periodo oscillatorio semplice di O,"" 84 , delle quali la prima ha una ampiezza di circa mm. à ( massimo assoluto ) — Dopo il movimento declina a poco a poco , lasciando sulla lastra di ve- tro affumicata delle lievissime ed insignificanti perturbazioni sino a 12." 10.'" 14^ — 10 — Sulla coiupoueute N-ìS il «liagrauniia coiiiiucia pure, con un trattiuo trasversale di quasi 1,5 inni., indi si liamio delle ondu- lazioni poco ampie , non piìi di 2 mra. , col periodo oscillatorio semplice di 0,%S4, le quali vanno gradatamente scomparendo per dileguarsi del tutto a circa 12."09.'"59"~. Sulla componente verticale non si ha traccia alcuna di regi- strazione sismica. Il grande sismometrografo diede un piccolo, ma caratteristico diagramma
  • ^ , senza rombo. Valse ad accrescere lo spavento nella popolazione, la (piale provata alla triste esperienza del passato , presagiva (jualche terribile disastro: determinò il crollamento to- tale o parziale di molte jdtre casipole riuniste malcon(;e per la scossa precedente, produsse nuove lesioni ai fabbricati, allargò le vecchie — Essa si propagò verso S lino a Massa Annunziata , ove fu avvertita da poche persone come ondulatoria N-S, della durata di 8" circa e a Mascalucia ove fu avvertita da pochissime persone pure come ondulatoria nella medesiiua direzione. Da Pedara, Tre- castagni , Gravina di (Jatania , Misterbianco , Paterno, Bel passo . Aci S. Antonio, Viagrande, Acireale ecc. ci pervennero per cpie- sta prima replica ,* risposte negative ; a Catania essa nepinire fu registrata dagli strumenti piìi sensibili dell' Osservatorio. La seconda replica ebbe luogo a ].''l.^'^ del giorno 11 Mag- gio, cioè tre giorni dopo della scossa principale , e fu leggerissi- (1) Vedi: S. Arciuiacono . Sul periodo eruttivo dell'Etua del 1J> luglio mI 5 agosto 1899. Atti dell' Accademia Gioenia di Catania, voi. XIII, Serie 4.'' — 13 — ma, «li grado TI ondulatoria , di non ben determinata direzione . avvertita da poclii, la quale ])reluse ad una terza tortissima, av- venuta a 3.''4r)"^ , sussultoria ondulatoria XE-SW che gettò lo spavento nella popolaziom'. la (inule, malorado l'ora mattutina, si riversò gridando all' aperto. Quest'altra scossa aggiunse nuovi danni ai moltissimi già prodotti ai fabbricati dalle precedenti : nella (3hiesa Madre fin) per tare cadere intieramente il gruppo di angioli attaccato alla chiave dell' arco dell' abside, portanti la iscrizione sacra ; a que- sta terza replica si può assegnare il VI grado d' intensità , si pro- ])agò solamente sino a Gravina di Catania, come ondulatoria N-S, con la duratri di 1". ove fu avvertita da pochissime persone, pas- sando naturalmente per Classa Annunziata e INIascalucia con le medesime caratteristiche, salvo qualche grado superiore nella in- tensità. Con (piesf ultima scossa si chiuse il periodo sismico che fu- nestò per 4 giorni Xicolosi . (|uantunque alcuni dei suoi abitanti abl>iano asserito di avere avvertiti altri movimenti del suolo più o meno sensilnli dopo, ed in diversi giorni; all'Osservatorio di Catania però nessuna notizia pervenne di altre scosse, oltre quella delle 3^. 4.")'" del giorno 14. Diciamo 'ora qualche i)arola sugli effetti ]>rodotti dal terre- moto e venendo sino a noi , è stato più di una volta raso al suolo o coperto dalle lave Unenti del nostro grande vnh'iino. Ognuno capirà facilmente in quali pessime condizioni
  • dell' avvtMiuto fenomeno, previde la somma di L. 2000 ]ìer le ric(»struzioni e riparazioìii più urgenti; evidentemente tale somma riguarda soltanto una frazione pie- — 14 — cola, dei guasti arrecati dal terremoto ed in oco più vecchi non si rinveniva traccia del male e le parti prima infette si i)resentavano risanate e rivestite da uno strato continuo di sughero. Le deformazioni maggiori e più importanti si avevano poi sni fi'utti in via di maturazione. Kssi vengono assai presto in- vasi e, mentre (lualche volta solo una parte della loro superficie è ricoperta dal tomento olivaceo già accennato , nella maggior l)arte dei casi le macchie caratteristiche , vellutate , li rivestono per intero. S' intende facilmente come in quest' ultimo caso i frutti vadane» completamente a male , mentre nel primo , princi- palmente se i frutti sono prossimi a maturare, formandosi delle placche sugherose più o meno estese, la parte infetta viene eli- — 16 — minata e i frutti maturano, riTiiaiiendo, com'è tacile capire, de- preziati. Per quanto riguarda la formazione dello strato sugheroso po- tei assicurarmi che, tanto nei ramoscelli, quanto nei frutti , esso deriva dall' attività di un fellogeuo , il quale si origina da uno strato pili o meno profondo del tessuto corticale. Si tratterebbe quindi di una reazione della pianta contro agenti esterni con re- lativa formazione di sughero. Al primo esame microscopico potei assicurarmi essere dovuta questa malattia ad un micromicete appartenente ai Denumei (1) e pili precisamente al genere Fusicladium Bonord. Sul nespolo del Griappone furono già descritte altre forme di questo genere, le quali, per i loro caratteri, ritengo alquanto di- verse dalla presente. Il prof. Pr idi ano Cavara (2) ha studiato sulle foglie di questa pianta un micete pubblicato dapprima sotto il nome di Basiascum Eriohotn/ae Cav. e più tardi (3) riferito al genere Fn- sicladimn Bou. Questo fungo vive sulle foglie e vi produce sulla pagina superiore delle macchie rilevate, bruuastre, a contorni piìi scuri. Tali macchie , isolate o confluenti, assumono alla tìne una consistenza coriacea. El Fusieladivm Eriohotri/ae differisce dalle altre specie del genere e dal F. dendritieum (Wallr.) Puck. , al quale è assai affine, per le ite di color fosco e dilatate alla base a guisa di piccole bottiglie. Il Dott. V. Peglion (1) ha descritto una speciale alterazio- ne delle foglie del nespolo osservata nell'orto agrario di Avellino. Le toglie erano in (luesto caso colpite da macchie di secco le quali, arrestantlo lo sviluppo, iuducevauo dilacerazioni nel paren- chima disseccato. Tali macchie che s' iniziavano come puntini in- gialliti, allargandosi rapidamente, formavano zone che, seccando. (1) Il SORAUKK nel suo pregevole trattato i-ollot-a il gouere Fusicladiiiw tra i Melaticonic). (2) Cavara F. — • Appunti di Patologia vegetale in Atti Ist. hot. di Pavia, ser. II, toni. I, p. 433, tav. VI, lìg. 19-20. (3) BKiosr V, ("avara. — Funghi parassiti delle piante coltivate od utili , n. 186. — 17 — si dilaceravano e, staccandosi dalla parte sana, lasciavano su que- sta delle perforazioni più o meno estese, irregolari e accompa- gnate da increspamento della lamina. Questa malattia è dovuta anch' essa ad un Fusicladium che 1' A. pubblicò sotto il nome di j^. pirinwm f. Eriohotryae Pegl. e che differisce dal tipo per i conidii alquanto piìi piccoli e di colore più pallido. Nel caso nostro il micelio del parassita, costituito da ife sot- tilissime, ramificate e septate, invade le cellule epidermiche ; solo eccezionalmente si spinge fìuo al secondo strato di elementi del tessuto corticale. Le ile, contiuendo, vengono a formare uno stro- ma subcuticolare, in seguito al cui accrescimento la cuticola si dilacera per un tratto più o meno esteso. Lo stroma, messo cosi allo scoperto, è costituito da elementi minuti, di forma poliedrica, misuranti circa 7 \i. di diametro, jalini e solo verso l'esterno oli- vacei. Su di esso si ditìerenziano i rami conidiofori fascicolati cilindrici, solo alla base septati oppure continui , in alto lisci o indistintamente denticolati, misuranti \i. 34-50 >> (J-7 e portanti co- nidi che si mantengono a lungo unicellulari e jalini, mentre a maturità si presentano olivacei, misurano [j. 17-24 » 8.5-10 e si presentano bicellulari per la formazione di una parete trasversale. Coni' è chiaro, per i suoi caratteri, il fungo in esame presenta delle affinità con F. pirinum (Lih.) Fack. e F. dendriticum (Wallr.) Fuck. (Queste due specie , siccome è noto , differiscono essenzial- mente per ciò che nel F. dendriticum le ife non sono denticolate o tubercolate all' apice. Tale distinzione non è ben netta, e dice bene il Saccardo (2) « Totum Fusicladium dendriticum ad sequens (F. pirinum) tran- sit ». Inoltre, mentre il Cavar a nella descrizione della sua specie scrive « Il F. Erìobotryue ha invero molta affinità col F. dendri- ticum, specialmente colla forma che sviluppasi sui fratti, ove lo stroma micelico è assai sviluppato » , il Peglion, studiando il materiale distribuito da Briosi e C a vara, rileva che le ife non (1) Peglion V. — Diagnosi di Finibili parassiti nuovi in Riv. di Paiolo» veget. voi. Ili, p. 13-14. (2) Saccardo P. a. — Sylloge Fuii>>orum ouiuium. IV, p. S4H. — 18 — presentano la forma caratteristica descritta rtall'A. e « aiizipliè pre- sentarsi rigoutìate a bottiglia sono i)erfettainente simili all'aspetto a quelle del F. pirinnm ». Avendo esaminato a mia volta il ma- teriale degli exiccata di Briosi e (J avara, mi sono accertato che il F. Eriohotryae non è affatto aitine al F. pirinvm, come il Peglion vorrebbe, ma è realmente somigliantissimo per molti riguardi al F. dendriticnm, come il C a vara aveva osservato. Le mie preparazioni del F. Eriohotryae rispondono quasi perfetta- mente alla figura data dal Sorauer (1) del F. dendritienm, sene togli i rigonfiamenti alla base delle ite che, se non sono sempre così pronunziati come l'A. li ha delineati , pure sono evidenti. Il mio materiale ha maggiore aftinità col F. dendritienm ; la lunghezza delle ite, la mancanza su queste di veri tubercoli ben delineati sono caratteri che bastano a differenziarlo dal F. piri- nuni. Quindi se da una parte differisce dal F. Eriohotryae ])er il maggiore sviluppo delle ite e per non essere queste rigonfiate alla base, differisce dall'altra dalla forma descritta dal Peglion. per non essere le ife tubercolate. Posto ciò, credo opportuno contrassegnare tjuesta forma con un nuovo nome, perchè dalle torme note vaj,na veget. in Atti Ist. hot. di Pavia, ser. II, toni. 1 . ]). 433, tav. VI, fig. 11>-1'() ; «accardo. Syllooo X, i». 474: Comes, Crittogamia agraria p. 443. Caespitulis atris ei)ipliyllis, liypliis basi iiiflatis, obscure 1-, l>-septatis. 12-18 jj. loiigis, olivaceis , pellucidis ; conidiis ovato- laiiceolatis, basi truucatis, medio coustrictis, apice acuminatii, !». 16-20 long., 6-7 ji crassis. In fòliis Eriobotri/ae japonicar cnltae, Italia (Caserta), Porto- gallo (Lisbona). F. dendritico peraffine, sed liypliis basi inflatis, minoribus ae conidiis miuoribus, maculis in pagina superiore tbliorum elevatis, brunneis distiuctum. 2. F. dendriticum f. Eriobotryae japonicae Scalia Maculis olivaceis, velutinis . in foliis rotundatis, in ramulis fructibusciue ett'usis ; liyphis erectis, non rare subundulatis, fasci- culatis, \i. 34-.")() » 6-7 : conidiis fusoideo-oblougis, basi rotuudatis, saepeque truncatis, din liyalinis et continuis, dein olivaceis 1-sep- tatis, nou vel paruni coustrictis. jj. 17-24 » 8.5-10. lu foliis, ramulis fructibusque, Sicilia (Trecastague e Via- grande). A F. Eriobotryae l)asidiis majoribus ueque inflatis , conidiis crassioribus ; a F. dendritico typo liyphis brevioribus, conidiis cras- sioribus recedit. Ad F. pirinum f. Eriobotryae l)asidiis apice in- distincte denticulatis transit. ;5. F. pirinum f. Eriobotryae Pegliou , Diagnosi di Funghi [)arassiti nuovi in Kiv. di Patologia veget. voi. Ili, p. 13-14. Maculis primum punctiformibus, luteis , dein exsiccatis coji- Huentil)usque; caespitulis epipliyllis, olivaceis, velutinis; conidiis |). 24-28 » 6-8. In foliis junioribus, Italia (Avellino). A typo conidiis minoribus. pallidioribus dilfcrt. 30 Prof. Mario Eonsisvalle — ETTOLOGIA E PATOGE- NESI DELLE PLEURITJ QUALI MALATTIE INFETTIVE. L' ini portante ai\i;ouieiito della etiologia e patogenesi delle [deuriti è stato d;i più anni studiato dall' A. , con esperimenti su- gli animali (cani , conigli) , e su numerose osservazioni cliniche raccolte nell' ospedale V. Emanuele, e nella sua pratica privata; sicché si è portato , anche da lui. un modesto contributo per ri- schiarare la patologia e la clinica di (^neste malattie. Sin dall' ottobre 1888, egli comunicò un suo lavoro in occa- sione del primo Congresso di Medicina interna (I), che ebbe luogo a Koma, sotto la [)residenza del prof. G. Baccelli in cui conven- nero i più celebri clinici d'Italia: quali il compianto prof. Gau- taui, il Bozzolo, il Cardarelli, il De Renzi, il Maragliano, il Mar- chiafava, il Riva, il nostro illustre prof. Tomaselli e molti altri. In quel suo primo lavoro, fondato su fatti clinici e sperimen- tali, 1' A. si propose affermare : che ]' azione del freddo sul corpo umano, o infreddamento, in rapporto alla etiologia, di cui si è fatta una causa comunissima a molte malattie, nella patogenesi delle pleui'iti , ah antiquo dette a frii/ore , non rappresenta real- mente che una causa oceamonale allo sviluppo dell' iutìammazione jdeurica, massime quando agisce su individui deboli ; richieden- dosi sempre 1' azione ed il concorso di batterli ; tra cui come l'A. ed altri osservatori hanno dimostrato, il pneumococco, o diplo- <;occo di Talamon-Fraenkel, è da porre in prima linea (Bouchard, B. Pernice, Pansini, ecc.). Oltre al pneumococco, altri microrganismi, ospiti abituali delle cavità bucco-faringea e nasale, quando per speciali condi- zioni o stessi agenti d' infezione delle piiinavie malattie ; e quindi la pleura [)uò essere sede di inanifestazione di t;ili diftereuti che presenta la maggior utilità nelle applicazioni pratiche. (l) Questo lavoro, con-edato di molte ed aeeiirate osservazioni, sarà dato lirossiinaiiieiite alla luce in una estesa pnViblicazione. — 2»^ — Le coiiclnsioiii principali cui si perviene sono : 1 . La quantità e la frequenza della pioggia seguono a un di presso il medesimo andamento annuale ; le due curve rappre- sentative presentano un solo massimo e un solo minimo, entram- bi molto ben distinti; 2. La quantità di pioggia che cade è massima nel novembre, minima nel luglio: la frequenza è massima nel dicembre e minima nel luglio ; 3. Tanto la quantità che la frequenza presentano una di- scesa molto più graduale dell'ascesa; così che l'intervallo massimo minimo è maggior di quello minimo massimo. 4. La media annua delle quantità di pioggia risulta min. 533,41, cioè mm. 44,45 per mese varianti da un massimo di 90,1 L* (novembre) a un minino di 2,00 (luglio): i mesi con registrazione superiore a la media sono XIV. — Prof. A. Petrone — Ultime ricerche sul sangue. j XV. — D.r L. Meninola e F. Eredia — La temperatnra in Catania dal 1817 al 1900. » XVI. — D.r V. Amato — Sugl'integrali delle equazioni del moto d'un punto materiale. a. p. G. ^9V t !5#' ti